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CAPITOLOV SULL’AUTOSTRADAA14
Lo Stato della Chiesa, a opera del papa Niccolò IV, riconobbe la Repubblica di San Marino nel 1291. Nel 1351, dopo che il vescovo di San Leo e del Montefeltro lo ebbe affrancato dai vincoli feudali, San Marino divenne un libero comune. Il territorio rimase limitato al Monte Titano fino al 1463, quando la Repubblica entrò nella coalizione che sconfisse il signore di Rimini, Sigismondo Malatesta (Guerra sammarinese). Come ricompensa, papa Pio II cedette a San Marino le città di Domagnano, Fiorentino, Montegiardino e Serravalle. Nello stesso anno, la città di Faetano chiese e ottenne l’annessione alla Repubblica. Successivamente i confini del microstato non hannopiùsubitomodifiche.
Sull’autostrada A14, al volante della sua Fiat Tipo vecchia di quattro anni, Luciano Ferrara si studia spericolatamente nello specchietto. Il rettangolo di vetro gli rimandal’immagine di un quarantenne robusto ma non atletico (causa atavica idiosincrasia per ginnastica e palestre), sguardo intelligente e curioso, naso troppo grosso, labbra sottili, capelli ancora quasi tutti neri, fronte spaziosa in ampliamento verso l’alto, che si studia spericolatamente nel retrovisore di un’auto lanciata a centotrentasull’autostrada.
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Ripensa alla svolta che ha preso la sua vita due anni prima, quando si è convinto che bisognava fare qualcosa per contrastare la deriva che stava prendendo la società italiana.
Senza per questo sentirsi moralista o bacchettone. Semplicemente, una persona che crede nella necessità di valori chiari edefiniti e dei conseguenti limiti e paletti.Daquando ha fatto questa semplice considerazione, la domanda per passare alla sezione RCM della Questura gli è sembrata un passo logicoenaturale.
Andreanonhacondivisoilsuopuntodivista.Loavrebbevisto meglioa continuareadarelacacciaaladrieassassinipiuttosto che a editori di riviste scollacciate, a disegnatori di fumetti osceni e a organizzatori di cabaret licenziosi. Su questo, come sualtrecose,leloroposizionidivergono. Riflette sul suo matrimonio durante il laborioso sorpasso di un TIR sloveno ampiamente lanciato oltre i limiti di velocità (tanto, si tratta di limiti italiani). Non direbbe che sia in crisi, ma neanche che le cose vadano a gonfie vele. Si sono allontanati pian piano negli ultimi anni. Da una parte c’entra l’impossibilità, ormai conclamata, di avere figli per problemi spermatici di lui – così almeno sembra –, dall’altra la frustrazione di Andrea, diplomata anni e anni prima al conservatorio Santa Cecilia, che sfoga il mancato sbocco professionale dando rare lezioni private e immergendosi in lunghi assoli pomeridiani di violino che hanno qualche volta provocato le felpate proteste dei vicini nel condominio-bene dell’EUR.
Pensandoci bene, riflette, il nostro matrimonio è la somma di duesolitudini.Cometantialtri.L’Italiaèpienadiunionisimili. E andremo avanti in questo modo vita natural durante, così almeno si può prevedere. A meno che, venuta meno l’attrazione fisica che tuttora li unisce, non prevalgano i fattori divisivi. Spero di no, confida a se stesso. È un matrimonio comodo come un paio di scarpe vecchie. Se andasse all’aria, sarebbecostrettoacambiareabitudini,stiledivita,tutto. Rallenta nell’avvistare il cartello dell’uscita Rimini Nord. Mette la freccia e si incolonna nel traffico diretto al casello. Al momento attuale c’è un pensiero che occupa per intero i suoi programmi sul piano professionale: la cattura di Alarico Zolder. Non sa perché ma è come se si fosse stabilita una partita a due. Quasi un fatto personale, dopo la figuraccia rimediatapernonaversaputoprevenire/rintuzzarelospettacolo osceno che ha rovinato la visita dell’ayatollah Khalkhali, con conseguente cazziatone da parte del suo diretto superiore, il supervisore Gualtieri. Da allora ha promesso a se stesso di mettere Zolder dietro le sbarre. A ogni costo. Anche se magari i suoi avvocati si dimostreranno abili nel fargli ottenere una pena ridicola, con scarcerazione a breve. O i domiciliari con braccialetto.
Perché molti, nella società italiana, e logicamente anche tra i giudici, non condividono l’ondata moralizzatrice che da qualche anno sta pervadendo l’opinione pubblica e i media. Vi vedono un ritorno del peggior perbenismo democristiano, delle censure tremebonde, dei mutandoni alle ballerine della RAI e degli anatemi sulle vertiginose gambe delle gemelle Kessler, insomma un retaggio dei tempi bui di Andreotti Rumor Fanfani. Si stringe idealmente nelle spalle mentre infila il portale Telepass. Il nostro compito è di prenderli, si dice. Quello che accade dopo non mi riguarda. A ciascuno la sua responsabilità.
Fineanteprima.
Continua…
COSATISEMBRACHESIAQUESTA?.................Errore.Il segnalibrononèdefinito.
PERCHÈNONMEL’AVETEDETTO?Errore.Ilsegnalibro nonèdefinito.
QUELPOMERIGGIODIPRIMAVERAErrore.Ilsegnalibro nonèdefinito.
ILPASSAGGIODELLAFIAT AUNADIMENSIONE PLANETARIA................Errore.Ilsegnalibrononèdefinito.
SONOTORNATISULL’ARGOMENTO.................Errore.Il segnalibrononèdefinito.
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SENONSONO COMPLETAMENTEIMPAZZITO...Errore. Ilsegnalibrononèdefinito.
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