Breve storia di Padova

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Le origini di Padova 1


La leggenda narra che nel 1183 a.C. Antenore, principe troiano, scampato alla distruzione della sua città da parte degli Achei, partì per il mare alla ricerca di una nuova patria alla testa dei “Veneti”, popolo proveniente dalla Plafagonia ( Asia Minore) privi di guida dopo la morte del loro re Pilimene. Al termine di lunghe peregrinazioni, raggiunse la più interna insenatura del Mare Adriatico, le foci del Timavo, dove lottò contro gli Euganei del re Veleso, li sconfisse e fondò Padova.

Storia a spicchi Paleoveneti: i Paleoveneti si stabilirono lungo il fiume Brenta; era una società 2


divisa in classi, lavoravano la terracotta, costruivano oggetti in bronzo, tessevano, erano esperti agricoltori e allevatori di cavalli. Patavini: tra il IV e il III sec. a. C. gli abitanti di Padova si alleano ai Romani per sconfiggere i Galli e successivamente contro Annibale. Patavium: nel 49 a. C. gli abitanti di Padova hanno gli stessi diritti dei cittadini di Roma. E' la città più ricca dell'impero dopo Roma. I Barbari: Padova subisce l'invasione dei Barbari (Visigoti e Unni), ma nel VI sec. d. C. conosce un periodo di prosperità grazie ai Goti, ma nel 602 d. C. Il re dei Longobardi distrusse la città. Ezzelino III: nell' VIII sec. d. C. si sviluppa il feudalesimo e nel 1163 Padova diventa Comune e si abbellisce di edifici straordinari come il Palazzo della Ragione. La città è divisa in 4 quartieri: Duomo, Torreselle, Ponte Molino e Ponte Altinate. Con il passare del tempo la popolazione di Padova si divide in due fazioni: 1)nobili di città che appoggiano Ezzelino III da Romano (seguace di Federico II); 2) nobili di campagna che appoggiano la famiglia degli Estensi ( guelfi). Ci fu una guerra che si concluse con la vittoria di Ezzelino (il tiranno) e nel 1239 Padova divenne città-stato. Estensi: nel 1259 gli Estensi sconfissero Ezzelino e il potere ritornò nelle mani del Comune. Carraresi: nel 1318 vi fu una guerra civile tra aristocrazia mercantile e nobiltà terriera che consegna i poteri ai Carraresi. Inizia così l'epoca della Signoria. Questo fu un periodo d'oro per Padova in quanto i Carraresi svilupparono i commerci e l' Università. Venne favorita anche la crescita culturale e artistica ( dipinti di Giotto nella Cappella degli Scrovegni). I Veneziani: nel 1405 Padova fu invasa dai Veneziani. E' il periodo in cui si da vita alla grande piazza...Il Prato della Valle. Nei dintorni di Padova la nobiltà veneziana investì i propri beni in costruzioni di ville. Napoleone: con la caduta della Serenissima avanzò l'impero di Napoleone e la città di Padova fu ceduta all'Austria il 20 Gennaio 1798 e verrà inglobata nel regno Lombardo – Veneto. Regno d'Italia: nel 1866 Padova entra a far parte del Regno d'Italia. Le 2 guerre mondiali: mondiali.

nel XIX secolo la città fu distrutta dalle due guerre

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I monumenti di Padova 4


Palazzo della Ragione Costruito nel 1218 sorge nel centro di Era il simbolo del potere comunale, l'antica dell'amministrazione della giustizia (i e centro dei mercati cittadini.

Padova. sede tribunali)

Curiosità •Il passaggio coperto tra Piazza delle Erbe e Piazza dei Frutti è detto Volto della

Corda: il nome deriva dai tratti di corda che lì venivano somministrati nel Medioevo ai commercianti che imbrogliavano sulle misure. La pena consisteva nel sollevare il reo per i polsi legati dietro la schiena fino a 3-4 m e poi lasciarlo ricadere. •Nel Salone è conservata la pietra del Vituperio, su cui i debitori insolventi erano obbligati a sedersi per tre volte dopo essersi spogliati (la pratica è all'origine dell'espressione restare in braghe de tea) e pronunciare la frase “cedo bonis”, poi venivano esiliati dalla città, salvo accordo con i creditori. Questa pratica viene proposta da S.Antonio per evitare il carcere a vita ai debitori. •Di fronte alla facciata ovest del Salone sorge il Palazzo delle Debite che era collegato al Salone stesso da un passaggio sopraelevato tramite il quale venivano tradotti dal Salone al palazzo stesso i debitori condannati, poiché il Palazzo delle Debite era appunto la prigione dei debitori insolventi. •In corrispondenza di uno dei quattro angoli del palazzo, nel muro esterno sono scolpite alcune unità di misura che venivano usate dai mercanti per evitare discussioni sulle quantità di merci scambiate.

Piazza della Frutta Anticamente qui si vendevano pesce e selvaggina, uova e pollame, carne arrostita come porchetta e piedi di bue cotti, le erbe (verdure) e infine uccelli pregiati come i falconi. La piazza veniva chiamata Peronio, perchè venivano venduti, vicino ad una 5


colonna, zoccoli e stivali detti “perones” (latino). Questa colonna è sormontata da un capitello ai cui angoli sono raffigurati: una zucca, una palma, un melocotogno, un albero di pere. Sopra il capitello c'è un parallelepipedo in pietra d'Istria, nel quale è raffigurato lo stemma della città di Padova (scudo con croce e San Prosdocimo, primo vescovo di Padova). Nella piazza si festeggiava il giorno del “zobia masa”, cioè il primo giovedì di maggio: gli “strazzaroli”, rigattieri e commercianti di roba usata, davano spettacolo con l'albero della cuccagna, che aveva come premio una borsa e dei guanti (chiamata anche festa della borsa).

Piazza delle Erbe Anticamente era detta della Biada e del Vino per i mercati che vi si facevano. Qui si vendevano ferro lavorato, verdure, frumento, legumi e crusche. Era considerato il centro di vendita di merci poco pregiate e sotto i portici del Salone si esponevano stuoie e cerchioni per i mastelli da bucato e per le botti. In questa piazza vi era l'arrivo della Corsa del Palio (partenza a Voltabarozzo) e come premio al vincitore veniva dato un drappo di seta, un'oca al secondo e al terzo una civetta. Nel 1838 dalla balconata del Palazzo venivano sorteggiati i numero del Lotto ogni primo gennaio (si narra di una grossa vincita a favore di alcune monache che dovettero ritirare il premio con una carriola). Dalla piazza, osservando il Palazzo della Ragione, si nota una grande meridiana

Piazza dei Signori E' così chiamata perchè qui sorgeva il Palazzo della Signoria, la Reggia dei Carraresi, signori di Padova dal 1318 al 1405. La piazza si adatta meravigliosamente alle riunioni e al passaggio dei nobili. Qui si organizzavano le giostre e i tornei medioevali. Al giovedì grasso si rappresentava la caccia al toro.

L'orologio Dondi

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E' situato su una torre che si affaccia su Piazza Signori, costruito nel 1344 da Jacopo Dondi e distrutto in un incendio. La Torre, alta 30 m. dal piano stradale, è dotata di 5 piani interni, di cui i primi 3 sono stati destinati a contenere le parti del meccanismo dell'orologio, gli altri 2 costituivano la residenza del maestro orologiaio, custode e manutentore. Il quadrante ha una forma circolare così

strutturata:

1.nella fascia esterna è incisa la numerazione delle caratteri romani

ore

2.la fascia interna, in lastre di piombo, riporta le rame

stelle

3.la terza fascia, invece, contiene i simboli rilievo

zodiacali a

con di

4.al centro si trova il pianeta Terra 5.la lancia che indica le ore con il Sole è alla base, la Luna, invece compare su una

finestra circolare. Tra i segni dello Zodiaco posti attorno all'Orologio manca il segno della Bilancia. Per la tradizione popolare sarebbe una ripicca del costruttore nei confronti della mancanza di giustizia della committenza che volle pagargli una cifra inferiore al pattuito. In realtà tale mancanza deriva dal fatto che i segni rappresentati si rifanno al sistema zodiacale pre-romano, nel quale le costellazioni, dello scorpione e della bilancia, erano unite in una sola ( chela nord, chela sud). Jacopo Dondi (statua eretta in Prato della Valle nel 1778) è raffigurato mentre tiene nella mano destra un compasso e nella sinistra, sorretta da un piedistallo, una sfera con i segni dello zodiaco. Ai suoi piedi c'è un triangolo ed una macchina che indica il suo famoso planetario.

Prato della Valle

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E' una grande piazza ellittica che, oltre ad essere la maggiore piazza padovana, è una delle più grandi d'Europa (88620 mq).

caratterizzato da un'isola verde (podestà che commissionò i ornato da statue di celebri Quattro viali attraversano il incontrarsi al centro dell'isolotto.

La piazza è un grande spazio centrale, chiamata Isola Memmia lavori), circondata da un canale personaggi del passato (78 in tutto). Prato su piccoli ponti, per poi

Fin dall'antichità questo spazio aperto ebbe varie funzioni: •in epoca romana fu sede di un vasto teatro, lo Zairo, e di un circo; •nell'epoca delle persecuzioni contro i primi cristiani, il circo fu utilizzato per i combattimenti; •nel Medioevo fu invece sede di fiere, giostre, feste pubbliche e gare, come le corse dei "sedioli", una specie di biga tipicamente padovana o il "castello d'amore", che si concludeva con la conquista delle belle ragazze da marito da parte di giovanotti venuti da tutto il Veneto; •la domenica delle Palme era anche il luogo tradizionale delle grandi assemblee "di tutti gli uomini liberi del Padovano" e già nel 1077 era luogo da "mercato" e due volte al mese aveva luogo il mercato degli animali; •ad ottobre e a novembre si tenevano invece le due grandi fiere in onore dei Santi Patroni Giustina e Prosdocimo. Persino le più frequentate prediche di Sant'Antonio venivano tenute in Prato della Valle. Sebbene si trovasse a ridosso delle mura della città, aveva un aspetto paludoso e malsano, dovuto alla conformazione a catino del terreno. Nel 1775, Andrea Memmo, patrizio veneziano illuminista, nominato Provveditore della Serenissima a Padova, con l'aiuto dell'abate Domenico Cerato, professore di architettura e progettista di opere pubbliche a Padova, attuò una bonifica e ideò l'attuale Prato della Valle .Le statue su piedistallo che adornano la piazza, 38 lungo l'anello interno all'Isola Memmia e 40 lungo quello esterno, furono scolpite in pietra di Costozza tra il 1775 e il 1883 da diversi artisti. Esse rappresentano i più illustri figli della città, padovani di nascita o d'adozione, e ricordano professori e studenti che onorarono la città e lo Studio padovano. Solo gli spazi dell'ingresso ai quattro ponti furono riservati a personaggi politici, a Dogi e Papi. L'idea del Memmo era quella di creare un nuovo centro commerciale cittadino, uno spazio adatto per fiere e manifestazioni.

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