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Contents 19TH STREET Beauty Contest

NEW FASHION DESIGNERS Pia Carolina Carfagno

EVENTI Alta moda, Grande teatro The Pottery Show

FOTOGRAFI EMERGENTI Agneza Dorkin

ARTE Frida Khalo STORIE... ...di moda & danza KAJA da Buenos Aires a Roma L’ARTE DEL CAPPELLO Antica cappelleria Patrizia Fabri TANTO DI CAPPELLO al cinema

SHOES DESIGN by Kobi Levi SPECIAL SUMMER Beachwear 2014 MIAMI Fashion Week 2014 19th STREET TRAVEL Ponza - Hotel Chiaia di Luna FASHION COOKING Intervista allo Chef Roberto Proietti

w w w. 1 9 t h s t r e e t a g e n c y. i t 19th Street Release non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n°62 del 7.03.2001 E’ vietata la riproduzione di immagini, testi, pagine e di ogni componente presente nel sito Le immagini inserite sono pubblicate senza alcun fine di lucro. Qualora la loro pubblicazione violasse specifici diritti d’autore, si prega di comunicarcelo per la relativa rimozione. Gli autori


Special thanks FASHION EDITORIAL MANAGER Claudia Magliozzi

BOOKER ASSISTANT Valeria Petrich Daniela Mattei

PHOTO EDITOR Eleonora Magliozzi

MODEL ART Mila Montesanti

GRAPHIC DESIGNER Andrea Castellani

ADMINISTRATIVE OFFICE Andrea Macaluso

19TH STREET AGENCY GENERAL MANAGER Marco Carlucci

FASHION BLOGGER Martina D’Ermo

BOOKER MANAGEMENT Alessia Macaluso

CASTING DIRECTOR Alessandro Ponzianelli Daniele Mastromarini

Contatti E-mail: release@19thstreet.it Indirizzo: Via della Mortella 13, 00159 Roma Tel: 06/88936054


19th Street RELEASE

Vincitrice volto copertina 19th Street RELEASE: Giorgia Soleri


Beauty contest Grande successo per l’agenzia di moda 19th Street che ha visto numerose partecipanti al beauty contest: “volto copertina”. La candidata vincitrice è Giorgia Soleri che vedete sulla nostra cover.

Seconda classificata al beauty contest: Federica Guerra.


“Alta Moda, Grande Teatro” Dopo San Pietroburgo fa tappa in Italia la mostra “Alta Moda, Grande Teatro” ospitata dal 28 marzo al 14 settembre 2014 nella suggestiva cornice della Reggia di Venaria Reale di Torino. L’esposizione, curata dallo storico dell’arte e della moda Massimiliano Capella, riunisce nell’elegante Sala delle Arti oltre 200 abiti di scena, da concerto, bozzetti e video che raccontano l’incontro di due eccellenze, ossia 30 anni di collaborazioni tra le più prestigiose case di moda italiane e i più importanti interpreti della scena teatrale internazionale. I visitatori potranno ammirare da vicino, cogliendone tutti i particolari più preziosi e le magistrali rifiniture, i capi indossati nei teatri di tutto il mondo da artisti del calibro di Carla Fracci, Mirella Freni, Raina Kabaivanska, Joaquin Cortes, Kiri Te Kanawa, June Anderson. Giorgio Armani, Fendi, Missoni, Laura Biagiotti e Renato Balestra sono alcune delle case di moda che hanno deciso di esporre loro capi d’archivio, cui si aggiungono quelli provenienti dalle collezioni private di Valentino Garavani, Fondazione Roberto Capucci, Maurizio Galante Archivio, Missoni Archive, Roger Salas, Raina Kabaivanska.





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19 Street

Arte

Frida

Kahlo 20 marzo - 31 agosto 2014 a cura di Helga Prignitz-Poda



Frida Kahlo la ribelle, l’ocultadora, l’ironica pasionaria dell’arte, fu il simbolo dell’avanguardia e dell’esuberanza artistica della cultura messicana del Novecento. La mostra alle Scuderie del Quirinale, presenta l’intera carriera artistica di Frida Kahlo riunendo i capolavori assoluti delle principali collezioni, raccolte pubbliche e private, provenienti da Messico, Europa e Stati Uniti. Oltre 40 straordinari capolavori, tra cui il celeberrimo Autoritratto con collana di spine e colibrì del 1940, per la prima volta esposto in Italia, o l’Autoritratto con abito di velluto del 1926, dipinto a soli 19 anni ed eseguito per l’amato Alejandro Gòmez Arias, dove il suo collo allungato recupera l’estetica di Parmigianino e di Modigliani. Una selezione di disegni completa il progetto, tra cui il Bozzetto per “Henry Ford Hospital” del 1932, il famoso corsetto in gesso che tenne Frida prigioniera negli ultimi, difficili anni della sua malattia e che l’artista decorò con una serie di simboli dipinti e, infine, alcune eccezionali fotografie, in particolare quelle realizzate da Nickolas Muray, tra cui Frida Kahlo sulla panca bianca del 1938 diventata poi una famosa copertina della rivista Vogue. Il tema principale è, quindi, l’autorappresentazione che Frida elabora attraverso i linguaggi protagonisti delle varie epoche e che ci restituisce lo specialissimo significato che ha rappresentato nella trasmissione dei valori iconografici, psicologici e culturali. Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón diceva di essere nata nel 1910, anno di inizio della Rivoluzione, mentre in realtà era nata il 6 luglio 1907 a Coyoacán (Città del Messico). I suoi dipinti non sono soltanto lo specchio della sua vicenda biografica, segnata dal terribile incidente in cui fu coinvolta all’età di 17 anni, la sua arte si fonde con la storia e lo spirito del mondo a lei contemporaneo, riflettendo le trasformazioni sociali e culturali che avevano portato alla Rivoluzione e che ad essa seguirono. Attraverso il suo spirito ribelle, reinterpretò il passato indigeno e le tradizioni folkloriche, codici identitari generatori di un’inedita fusione tra l’espressione del sé, l’immaginario e i colori e i simboli della cultura popolare messicana. Allo stesso tempo, lo studio della sua opera permette di capire l’intreccio delle traiettorie di tutti i movimenti culturali internazionali che attraversarono il Messico in quel tempo: dal Pauperismo rivoluzionario all’Estridentismo, dal Surrealismo a quello che più tardi prese il nome di Realismo magico. Per questa ragione il percorso espositivo accoglie, accanto ai lavori di Frida Kahlo, anche una selezione di opere degli artisti attivi in quel periodo che hanno “vissuto” fisicamente e artisticamente vicino a Frida Kahlo. Dal marito Diego Rivera, presente con alcune opere significative quali, ad esempio, Ritratto di Natasha Gelman del 1943 e Nudo (Frida Kahlo) del 1930; ad una selezione di artisti attivi in quel periodo quali: José Clemente Orozco, José David Alfaro Siqueiros, Maria Izquierdo e altri. La mostra Frida Kahlo è parte di un progetto promosso da Roma Capitale e dalla città di Genova: l’esposizione alle Scuderie del Quirinale indaga Frida Kahlo nel suo rapporto con i movimenti artistici dell’epoca, dal Modernismo messicano al Surrealismo internazionale, analizzandone le influenze sulle sue opere. Mentre la mostra, Frida Kahlo e Diego Rivera, che si terrà al Palazzo Ducale di Genova, dal 20 settembre 2014 al 15 febbraio 2015, prosegue il racconto, analizzando l’universo privato di Frida, un universo di grande sofferenza, al centro del quale sarà sempre il marito Diego Rivera, in un rapporto che lascerà enormi tracce nella sua arte. Link: http://www.scuderiequirinale.it/categorie/mostra-frida-kahlo#sthash.yl09xRFH.dpuf





Storie di moda

&

danza


Gianfranco Ferrè

Prada

Chanel

Versace


Jean Paul Gaultier

Max Mara

Maison Martin Margiela


Giorgio Armani




Kaja 8 Maggio ore 12.30, il sole illumina i vicoli del centro storico di Rione Monti, un suono che miscela contrabasso, fiati e chitarra, fa eco nello storico quartiere Romano. Sembra quasi di riuscire a captare la poesia che traspare tra le botteghe artigiane di una volta. Siamo qui in Via dei Zingari, in attesa di conoscere KAJA di Luca Candolo, storica boutique che si dedica con passione, tradizione e cultura alle scarpe da tango, con un’ area dedicata all’abbigliamento. Luca ci accoglie nella sua boutique con estrema cordialità, sembra di conoscerlo da sempre, in un attimo riesce a trasferirci tutto il lavoro e la storia che vive dietro a ogni modello, il concetto di rispetto della scarpa e la sinuosità femminile che si esprime nel momento stesso che si indossa. L’idea nasce nel 2003, nel 2005, ci racconta Luca, abbiamo iniziato a capire che prodotto fosse personalizzando dei modelli a seconda delle esigenze delle clienti. Alcuni modelli nascono con i nostri disegni altri da stilisti di Buenos Aires, pelli, prodotti e materiali gli scegliamo noi. La nostra è una passione per le scarpe come elemento di distinzione della persona. Abbiamo fornito modelli per il Balletto di Roma, la Rai, Pamela Prati e molti altri. Il design si rifa agli anni 30 e 40 ma soprattutto parliamo di una scarpa con una struttura robusta e assolutamente comoda.







L’arte del cappello Antica cappelleria Patrizia Fabri

Un omaggio al cappello, a chi ancora oggi lo immagina nelle sue forme più svariate, a chi lo fabbrica rendendolo un pezzo unico in forme artistiche e materiali diversi che ne hanno fatto la storia. Curiositá , notizie, portamento, vizi e virtù di questo oggetto di abbigliamento. Quella del cappello è una storia lunga: dalle origini più lontane in Egitto, in Grecia, in Asia fino all’epoca più moderna quando in Europa si diffonde la moda del cappello elegante, a partire dalla Francia e dall’Inghilterra per arrivare alla grande produzione italiana dell’Ottocento e del Novecento. Presente in tutte le civiltá è un simbolo dalle molte valenze, culturali, sociali, individuali; influenza i codici comunicativi, rappresenta visioni del mondo, è metafora della creativitá che si sprigiona dalla sede del pensiero sulla quale sta appoggiato. Il cappello cela il capo ma sotto di lui vive la mutazione del volto. La forma del cappello parla una lingua propria capace di amplificare le relazioni comunicative. Mettersi il cappello, togliersi il cappello, cambiare cappello: gesti che si compiono sul palcoscenico quotidiano per assumere ruoli diversi, per cambiare la propria immagine e forse le proprie idee, uno spettacolo di complicitá in cui uomo e cappello sono entrambi primi attori. Iniziamo con il proporvi questo libro: I favolosi cappelli, un libro illustrato scritto da Giuliana Berengan che ripercorre la storia dei cappelli e del copricapo per uomo dalle antiche origini ai giorni nostri. Dalle note di copertina: Questo libro è un omaggio al cappello e a tutti coloro che, indossandolo, fabbricandolo, immaginandolo nelle fogge più svariate, immortalandolo in forme artistiche e materiali diversi ne hanno fatto la storia. è un riconoscimento ai depositari della nobile arte della cappelleria, a quanti, negozianti, produttori, venditori lavorano per custodire e valorizzare la tradizione del

Patrizia Fabri


cappello come complemento dell’eleganza maschile messa a dura prova dalle mode “globalizzate” e dalla mancanza di ritualitá del vivere contemporaneo. E’ anche un modo per sentirsi parte di una lunga storia. E’ un ringraziamento a chi ha posto le basi della grande tradizione artigiana e le ha dato lustro: ai “maestri” che, con coraggiosa fiducia nel progresso, si sono impegnati ad apprendere i segreti della meccanizzazione dando vita all’industria destinata a diventare vanto italiano; ai primi artigiani-negozianti che lavoravano in famiglia e vendevano direttamente i loro manufatti; a tutti gli sconosciuti lavoratori che, con la loro abilitá e la loro sapienza hanno permesso ai grandi di entrare nel teatro della storia con in testa quell’oggetto divenuto spesso inseparabile dai personaggi che lo portavano sul capo fino a diventarne elemento di identificazione. Questo libro è un desiderio: che il cappello torni ad essere strumento di fascino e di eleganza, che nel cappello si ritrovi un segno di individualitá , di personalitá e, perché no, che possa di nuovo essere tolto dal capo per rendere omaggio ad una signora che sappia apprezzare questo gesto di antica galanteria. Produttore: Esclusivo per Roberto Manzoni http://www.robertomanzoni.it/pics/imgBig/favolosi-cappelli.jpg




Il cappello nel cinema





Pia

C

arolina arfagno

New Fashion Designer


Come nasce la tua passione per la moda e come si è andata sviluppando attraverso la creazione di borse? Tutto nasce da mia nonna che a 6 anni mi ha insegnato prima a cucire e poi ad usare ferri e uncinetto. Mi facevo tutto da sola: dalle borsette, alle sciarpe, ai cappelli… anche i vestiti per le bambole. Crescendo, ho cominciato a fare borse e sciarpe alle amiche che, tanto contente, me ne ordinavano di tutti i tipi. Poi mi sono allontanata un po’ da questo mondo per via degli studi, il cambio di vita radicale all’università, fino a riprendere in mano l’uncinetto circa 6 anni fa durante una sera d’inverno. Volevo farmi un bel collo…e da lì ho ricominciato a “viaggiare” con l’immaginazione, fino a creare uno dei colli-mantella che ripropongo spesso nelle mie collezioni invernali. Una volta laureata in Editoria e comunicazione multimediale, dopo due anni di stage, mi sono ritrovata senza lavoro e ho cominciato a lavorare saltuariamente la sera per racimolare qualche soldo. Ad un certo punto, mi è venuta l’idea di fare qualche mercatino, proponendo collane, colli, sciarpe, cappelli e borse in lana o in cotone e da lì ho cominciato questo viaggio. Nel 2010 ho presentato la mia prima collezione, ho registrato il marchio “Pià Hand Made” e sono diventata una fashion designer e artigiana. I miei studi in comunicazione mi sono serviti molto per strutturare il sito, crearmi un profilo social e “vendermi” al meglio. Dalla semplice lana, sono passata ai materiali più assurdi lavorandoli all’uncinetto, mixandoli con pelli animali e vegetali per creare accessori adatti ad ogni tipo di donna. Ho fatto un corso di cucito d’alta moda per rendere più precise le rifiniture e le applicazioni, e un corso di pelletteria per fare i cartamodelli e assemblare la pelle. Un mondo nuovo, una vita nuova: questo mi ha dato “Pià Hand Made”, una speranza. Da quanto lavori a questa linea e quali sono i tuoi progetti? Ho presentato la mia prima collezione nel 2010, e non mi sono più fermata. Ogni collezione la preparo con scrupolo: c’è bisogno di tempo e pazienza e all’improvviso si fa da sola! Quello che spero, è che un giorno questo diventi il mio lavoro “ufficiale”, perché per ora è solo una grande passione che ancora non ha preso del tutto il volo. Continuo a lavorare part time come libera professionista della comunicazione, ma appena rientro a casa, che è anche il mio laboratorio, comincio a creare qualcosa di nuovo.


La borsa che maggiormente esprime la tua personalità? Eccola!!! E’ una borsa semplice ma allo stesso molto particolare. E’ un rettangolo lungo, fatto di fettuccia e pelle. Il mio must have ormai. E’ il modello Indus!


Oltre il canale on line dove è possibile vedere e comprare la nuova collezione? Gli accessori “Pià” potete acquistarli contattando direttamente me, o su Facebook tramite messaggio privato o attraverso il sito tramite “contatti”. Ci sono alcuni negozi su Roma che vendono i miei accessori, ma essendo “hand made”, preferisco sempre personalizzarli e renderli unici a seconda del cliente. Quali sono i materiali che usi... I materiali che uso principalmente sono le fettucce, di lycra, di cotone, di nylon, di viscosa…insomma, in tutte le salse. Poi, naturalmente, il cotone e la lana merinos. Ci tengo a precisare che tutti i materiali da me utilizzati sono italiani, prodotti in Italia e esportati in tutto il mondo per la loro qualità. Tutto Hand Made in Italy! A cosa si ispira la tua collezione e per cosa si distingue? La nuova collezione P/E 2014 chiamata “Flowers” è una collezione che si ispira agli anni’70. Un mix di tessuti, pelli, fettucce, che rende ogni borsa a se stante. Frange, perle, pietre: ogni borsa ha il suo particolare. Credo di aver voluto realizzare una collezione di borse e accessori adatta a tutti: dalla signora alla ragazza, dall’uomo d’affari al laureando. Ho sperimento la pelle vegetale in 3 modelli: Iris, Magnolia e Anemone. Una bella soddisfazione.




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19 Street

Photographer




“Il mio nome è Agneza Dorkin” Il mio nome e Agneza Dorkin,sono nata e cresciuta in un isola della Croazia. Attorno ai 16 anni inizio ad appassionarmi alla fotografia. Nel frattempo frequento studi classici. Dopodichè arrivo in Italia . Qualche anno più tardi inizio a frequentare Istituto Italiano di Fotografia.(vinco la borsa di studio). Dopo la scuola mi viene proposto di lavorare a Superstudio 13 come assistente,dove rimango per un paio d’anni. E il mio primo contatto con il mondo della moda. Dopo due anni di lavoro come assistente inizio a fare la fotografa free lance. I primi scatti erano commissionati dalle agenzie di modelle per i loro book fotografici. Dopo qualche tempo ho iniziato ad avere i primi veri clienti. Negli anni ho avuto collaborazioni con diverse testate nazionali ed estere: Sei magazine, Modo, Institute, Wu, Mood, Gatsby, Gatsby monsieur, BG, Men’s Health Italia e altri. Oltre alla fotografia di moda,faccio la fotografa di scena in modo continuativo per il teatro di sperimentazione Out Off di Milano. Le collaborazioni più significative sono con i registi Danio Manfredini,Lorenzo Loris,Antonio Latella e Cesare Ronconi. Le ispirazioni per i miei scatti arrivano dalla musica, arte visiva, letteratura e teatro di un certo tipo ma anche dalle mie origini, infanzia. Fotografare le donne e sicuramente anche un modo di rispecchiarsi reciprocamente. Cerco di evitare la volgarità e di creare uno stile insieme ai collaboratori che sono fondamentali per la riuscita del lavoro. E per finire, se mi chiede cosa e la fotografia per me le risponderei con la citazione di Mario Giacomelli :”L’immagine è spirito,materia,tempo,spazio,occasione per lo sguardo. Tracce che sono prove di noi stessi e il segno di una cultura che vive incessantemente i ritmi che reggono la memoria, la storia, le norme del sapere.”










19 Street Discovery th

Shoes Design

by

Kobi Levi Footwear art









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19 Street Discovery Beachwear 2014


I-am

Philipp Plain Miu Miu


kenzo

Dolce & Gabbana

Jason Wu


Filles Ă Papa

Mara Hoffman

Eres




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19 Street Discovery Miami Fashion Week 2014


Luli Fama

6 Shore Road

Agua Bendita

Chloe


Caffe

Caitlin Kelly

Cm Cia Maritima

Dolores Cortes


Gottex

Indah

Lolli

Minimale Animale




19 Street Travel th


Ponza


Intervista a Giuseppe Stile Direttore dell’Hotel Chiaia di Luna

Ponza, una delle isole più affascinanti e con l’acqua più pulita di tutto il Mediterraneo, ha coste frastagliatissime, alte falesie, spiagge caraibiche, grotte e approdi naturali straordinari. Da scoprire soprattutto in barca, con lance e gommoni noleggiati sul posto. Nell’affascinate porto borbonico e nell’adiacente insenatura di Santa Maria, gli yacht di lusso si contendono lo spazio con i pescherecci e le piccole barche locali. Un’isola che ha saputo rimanere isola. Un microcosmo a sé. La bibbia dei veri viaggiatori, il mensile americano Travel & Leisure, la inserì nella lista delle cinque isole più belle del mondo. Cosi come il navigatore, esploratore Jacques Yves Cousteau. Una consacrazione internazionale di grande autorevolezza. E, infatti, il turismo internazionale la sta scoprendo. Ma, Ponza e’ comunque rimasta, soprattutto, un’isola di pescatori dove il mare è uno dei più puliti del Mediterraneo e i fondali sono in technicolor, per la gioia dei sub che arrivano da ogni parte d’Europa. Luogo perfetto per le vacanze. Di mattina, passeggiata lungo il porto, tra un caffè e un quotidiano, in attesa di un tuffo a mare. Nel pomeriggio, al rientro dal mare, non può mancare l’appuntamento con l’aperitivo, da scegliere, tra le varie opzioni che offre l’isola; e di sera, lungo il corso principale, si illuminano le insegne dei negozi, ristorantini, bar e locali caratteristici. Inoltre, per gli appassionati delle ore piccole, non mancheranno altri luoghi dove potersi scatenare fino all’alba. Gite, Organizzate Nessun soggiorno a Ponza può dirsi completo senza un classico giro dell’isola, un tour delle coste isolane per ammirare i colori del mare, le piccole baie e le splendide grotte. Ogni giorno partono tour organizzati che permettono di effettuare il giro dell’isola in poche ore ma è possibile anche noleggiare una barca o un gommone con o senza marinaio. Il tipico itinerario del giro dell’isola, l’unica soluzione per ammirare tutte quelle località raggiungibili solo via mare, parte dal porto di Ponza e procede verso occidente. Non puo mancare, nemmeno, una visita a Palmarola che è stata definita da molti l’isola più bella del mondo. E’ una terra disabitata e, forse, ciò la rende ancora più attraente per la voglia di esplorarne e ammirarne le bellezze. La limpidezza delle acque e il fascino della costa scolpita dal mare e dal vento rapiscono l’attenzione del visitatore, che ne resta incantato.




LE 10 COSE DA FARE A PONZA… Passeggiata lungo il Porto Borbonico. E’ considerato l’esempio più puro di architettura borbonica risalente alla seconda metà del ‘700. Gita all’isola di Palmarola. E’ la seconda per estensione (dopo Ponza) dell’Arcipelago delle isole Ponziane. Non può mancare un tuffo alla spiaggia del Frontone, una delle spiagge più famose, che deve il suo nome alla forma della roccia tufacea bianca simile al frontone di un tempio greco, posta di fronte alla baia. Chiaia di Luna, (potrebbe essere ancora chiusa) qui il sole arriva alle 10:00 circa, fino al tramonto. Le pareti a picco raggiungono i 100 metri di altezza. Nella parte alta c’è una necropoli (località Guarini) di età romana con tombe a camera scavate nella roccia, oggi in gran parte distrutte. Giro dell’isola via mare, per apprezzare appieno le meravigliose calette. Giro dell’isola via terra, passando dalla frazione di Le Forna fino alla terrazza di Punta dell’Incenso dove è possibile godere di una vista mozzafiato. Aperitivo sulle Terrazze Kibar, o del Chiaia di Luna, per ammirare l’isola di Palmarola e gli indimenticabili tramonti ponzesi mentre si sorseggia un drink. Visitare le Grotte di Pilato, che si trovano appena fuori dal porto di Ponza. Costituite da 4 vasche coperte collegate tra loro, sono state costruite all’epoca dai romani e venivano utilizzate come murenaio (allevamento di murene, pesce che veniva considerato sacro). Bagno a Cala di Feola e Piscine Naturali. La spiaggia è raggiungibile anche tramite un sentiero percorribile a piedi. Da vedere anche un’altra piccola isola dell’arcipelago: Zannone, parco naturale del Circeo. Hotel 4 stelle Chiaia di Luna è l’unico hotel di tutta l’isola da cui si ammirano il porto, la verde baia di Chiaia di Luna e la selvaggia isola di Palmarola. Inserito dal sito austriaco www. reiseinformation.co.at tra i 25 alberghi più belli d’Italia, l’hotel 4 stelle Chiaia di Luna è incastonato in un anfiteatro naturale con 2000 mq. di terrazze a picco sul mare, piscina con acqua di mare, ristorante, bar e suite incantevoli. L’hotel si trova a 500 metri dal centro di Ponza e offre agli ospiti una vacanza rilassante e indimenticabile, all’insegna della raffinatezza. L’hotel Chiaia di Luna di Ponza è un albergo di grande tradizione. Recentemente è stato ampliato e ristrutturato, ed ha mantenuto intatto il fascino caldo e sobrio che lo contraddistingue. Adagiato di fronte al mare, in posizione spettacolare, l’hotel è meta di un turismo nazionale e internazionale e luogo di elezione di clienti affezionati. Ci dia una motivazione per scegliere una vacanza da voi e cosa offre il territorio oltre a questo splendido mare. All’Hotel Chiaia di Luna ti sentirai come a casa e allo stesso tempo potrai rilassarti tra un tuffo in piscina, l’aperitivo al tramonto e la cena a lume di candela a bordo piscina. L’isola di Ponza, anche quest’estate, presenterà numerose iniziative per intrattenere i numerosi turisti previsti per la stagione 2014, tra le quali vi segnaliamo: Il Full Moon Festival con Claudia Gerini, il Ponza Street Music Festival “Onde road” e il Ponza in Tavola con degustazione della enogastronomia Ponzese tradizionale della localizzazione borbonica del 1700.


Inoltre vi consigliamo di: Passeggiare fino al Monte Guardia (283 metri), immersi nella natura, è solo l’inizio dello spettacolo! Una volta giunti potrete scoprire le necropoli del Bagno Vecchio, la Madonna della Civita e il Faro della Guardia, oltre al caratteristico faraglione di Monte Guardia! Fare un giro dell’isola in barca che entra a pieno diritto nelle escursioni consigliate a Ponza! Così, in una sola giornata, potrete godervi spiagge indimenticabili come Cala Felce, Cala Gaetano, Bagno Vecchio, Spiaggia di Frontone, Cala del Core, Chiaia dell’acqua e Cala Freola… Questo ed altro ancora seguendoci su Fecebook “Hotel Chiaia di Luna” Ponza Quali sono i servizi offerti dal Hotel Chiaia di Luna di cui va particolarmente fiero? Internet : tutte le camere del Grand Hotel Chiaia di Luna e tutte le aree comuni sono dotate della connessione Internet WI FI e Sky TV. Servizio navetta da/per il porto dalle 08,00 alle 20,00 (per l’arrivo, da segnalare) Piscina panoramica con acqua di mare Terrazza Bar a bordo piscina con piatti veloci a pranzo. Lounge Ki-Bar sulle terrazze panoramiche per l’aperitivo al tramonto. Ristorante à la carte, bordo piscina con splendida vista sul porto di Ponza Parcheggio gratuito all’aperto, non custodito a 50 metri dall’albergo. Late check out a pagamento.

Molte regioni di Italia hanno avuto un calo del 50% della domanda, lei crede sia dovuto solo alla crisi? Sicuramente il motivo principale è la crisi economica anche se per la stagione in corso, sarei un po più fiducioso per via di piccoli, ripetuti, segnali di ripresa oltre al fatto che il turismo straniero è in continuo aumento. Bisogna sicuramente aumentare i propri sforzi per quanto riguarda il web marketing che è in continuo sviluppo e mutamento. Avete organizzato nuove iniziative per incentivare la clientela per questa estate? Oltre, alle sempre presenti “offerte speciali” previste per tutta la clientela, per quest’anno abbiamo aumentato la nostra presenza sul web pubblicizzando la struttura a 360 gradi. Diciamo che questo è il futuro del turismo, oltre che il presente.





Ananas grigliato alla menta INGREDIENTI

6 fette spesse Ananas 1 rametto Menta 1 Limone biologico, scorza 50 g Zucchero di canna 0,5 dl Rum

Difficoltà: Facile Persone: 6 Tempo: 20 m + 30 m riposo Vino: Alto Adige Traminer Aromatico Passito

L’ananas grigliato alla menta si prepara realizzando un composto con acqua, rum, le foglioline di menta e lo zucchero lasciando per qualche minuto le fette di ananas a macerare prima di arrostirle sulla griglia e servirle ricoperte dalla salsa alla menta. Raccogliete in una ciotolina 1 dl d’acqua, il rum e lo zucchero di canna. Tritate finemente le foglie di menta, lavate e asciugate la scorza di limone, anche essa ben lavata, e uniteli al resto nella ciotola. Lasciate macerare il tutto, mescolando di tanto in tanto per 30 minuti circa finchè lo zucchero si sarà sciolto completamente. Fare arrostire brevemente sulla griglia le fette di Ananas, adagiatele su un piatto da portata e servite in tavola accompagnate dalla salsina di menta.


Avocados Rellenos INGREDIENTI

4 Avocados 250 g Formaggio Cheddar 200 g Petto di pollo arrosto 1 tazza Riso 2 Cipolle 1 Uovo 1 tazza grossa Brodo di pollo 4 cucchiai Prezzemolo tritato 2 cucchiai Burro 1 cucchiaio Succo di limone q.b. Sale

Gli avocados rellenos vengono preparati imbiondendo le cipolle tritate a cui aggiungeremo il riso per farlo rosolare per qualche minuto. Taglieremo intanto il petto di pollo ed uniremo prezzemolo, formaggio ed uova e lo aggiungeremo al riso. Al termine gli avocados verranno tagliati a metà e disposti su una pirofila imburrata e quindi fatti cuocere in forno per essere serviti caldi. Fate imbiondire nel burro le cipolle tritate finemente. Aggiungetevi il riso, fatelo rosolare per 3 minuti mescolando con un cucchiaio di legno e bagnate quindi con il brodo di pollo, salate e lasciate cuocere a fuoco moderato per 20 minuti. forno per essere serviti caldi. Tagliate minutamente il petto di pollo ed unitevi il prezzemolo, la metà del formaggio grattugiato, l’uovo i piselli e i pomodori. Quando il riso sarà cotto, aggiungetevi il composto preparato con il pollo e mescolate con cura, in modo da sciogliere il formaggio. Mondate gli avocados, tagliateli a metà, eliminate i noccioli ed estraete delicatamente la polpa con un cucchiaio. Tagliatela quindi a dadini e mescolatela al riso. Bagnate gli avocados tagliati a metà con il succo di limone, disponeteli in una pirofila imburrata e riempiteli con l’impasto precedentemente preparato, spargetevi sopra il resto del formaggio e fateli cuocere in forno a 220° fino a scioglimento del formaggio. Servite caldi.


19th Street RELEASE

Intervista allo Chef Roberto Proietti

Segni particolari: chef professionista e amante della cucina creativa, ma anche un talento innato che ogni giorno attraverso una forte passione e un grandissimo lavoro fisico e mentale, allenamento, studio ,amore per la ricerca si manifesta con un infinito piacere nel donare agli altri il risultato delle proprie esperienze. Parlarci di come nasce questa passione La mia passione per la cucina e la natura nasce molto presto. Ho iniziato circa all’età di 7 anni a giocare fra pentole e fornelli ed andare alla ricerca di tutto ciò che la natura potesse offrirmi. Inoltre nella mia famiglia si tramanda una vera e propria tradizione di cacciatori e pescatori. Quindi dedicavo sempre i miei giorni di festa ad uscite in bosco, mare e campagna per poi finire la giornata in cucina con la nonna e la mamma per preparare la cena con il nostro bottino giornaliero. Il tuo talento ti ha portato ad avere sin da giovanissimo una serie di collaborazioni ed esperienze importanti in diverse aziende di ristorazione, raccontaci quali le più significative per te e quali sono i tuoi progetti e sogni per il futuro Diciamo che ho avuto le giuste persone che mi hanno seguito per bene. Cito il mio primo maestro/professore di cucina dell’istituto alberghiero di Anzio (Marco Romani) che pur non essendo suo alunno diretto mi ha preso sotto la sua ala protettiva e mi ha introdotto nella vera e propria professione. Successivamente ho lavorato per più catene alberghiere cito l’hilton perché è un’azienda che mi ha dato molto. E’ una delle uniche che ha smentito il mio credo culinario (la quantità va sempre a discapito della qualità) ma se c’è il giusto capitano la nave riuscirà a navigare bene e tanto (chef Mirco Mattacola). Andando avanti, ho lavorato con chef stellati (Enrico Pezzotti) che anche se non per un lungo periodo mi ha dato molto. Sempre in quella brigata, ho avuto la fortuna di lavorare al fianco di altri validi professionisti del mondo della pasticceria e dei lieviti. Significativa l’esperienza con la macelleria con il mastro del coltello Gianni Gnessi e varie collaborazioni con Simone Fracassi. Un cuoco per migliorarsi deve sempre studiare, sperimentare ed aggiornarsi e fare nuove esperienze. Infatti nel futuro mi piacerebbe avere un’esperienza lavorativa in Québec, (Canada) dove oltre al mio amore per la natura, ho avuto la fortuna di conoscere la mia dolce metà e spero vivamente di aprire un ristorante lì dove potrò portare il Canada in tavola.


Vedendo il tuo modo di lavorare ed offrire eccellenza, abbiamo avuto il piacere di degustare alcuni tuoi piatti. Alcuni molto semplici, ma allo stesso tempo particolari e innovativi. Raccontaci come lavori sugli accostamenti dei sapori, a cosa si ispira uno chef sempre alla ricerca di contrasti come te La mia cucina è abbastanza semplice ma ricercata. Cerco di dare risalto a ciò che la natura ci offre e a tutti quegli ingredienti che abbiamo messo nel dimenticatoio, mi piace rivisitare piatti del passato in chiave moderna. Valorizzare un’erba spontanea, una carne selvatica, un pesce realmente pescato e vivermi la composizione del piatto dall’origine sino al momento della rifinitura. La mia ispirazione viene tratta dalle mie passioni e da tutto ciò che mi circonda, e soprattutto dalle stagioni dove ognuna di essa ci offre sempre nuovi ingredienti per sbizzarrirci con le nostre creazioni. Le competenze ed esperienze acquisite in passato mi danno la possibilità di trovare gli abbinamenti idonei. A volte mi piace giocare con il territorio per trovare il giusto equilibrio di un piatto. Infine volevo spendere delle parole su dei veri e propri guru della cucina ai quali mi ispiro. Igles Corelli e Lucio Pompini - due grandi chef che mettono natura e territorio in tavola Quelli che abbiamo visto oggi sono due piatti creati e rivistati da te ? Descrivi tecnicamente cosa stiamo assaggiando Si, sono due piatti creati appositamente da me. Sono un antipasto a base di uova di quaglia cotta al vapore su una crema di borragine e croccante di trombette di morto. A seguire abbiamo preparato un secondo piatto : medaglie di coniglio al lardo brado di cinta senese su schiacciata di patate violette e coulis di asparagi selvatici. Cosa consiglieresti ai nostri lettori e se possibile dove e quando venirti a trovare per degustare una delle tue ricette innanzitutto di non avere tabù in cucina, valorizzare e apprezzare la nostra cucina italiana e di non sottovalutare le cucine internazionali, di viaggiare e degustare tutto ciò che il mondo ha da offrici. Attualmente lavoro per un’importante hotel al centro di Roma, il Boscolo Palace in via Veneto. Vi aspetto con piacere!





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