Cura dimagrante per Fantozzi

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CURA DIMAGRANTE PER FANTOZZI Fantozzi è entrato in clinica per una cura dimagrante. Entrò alla clinica “Le Magnolie” alle 7 del pomeriggio di un sabato. Versò subito un anticipo terrificante e lo misero in una cella. La clinica in realtà era una vecchia galera asburgica e i pazienti venivano chiusi nei loro loculi e per quanto battessero sui muri o urlassero non gli veniva portato per i 10 giorni della cura né da mangiare né da bere. Fu svegliato in piena notte da tremendi urli e lamenti: “Assassini, datemi da bere... pietà...”Erano gli altri carcerati. Ad un tratto Fantozzi credette quasi di impazzire quando sentì distinta mente un odore micidiale di spaghetti alla carbonara e risotto ai funghi, che il direttore del carcere immetteva nell'impianto dell'aria condizionata. Sentì poi nel corridoio un cigolio: era un inserviente con una gigantesca e fumante spaghettata ai 4 formaggi. Dagli spioncini tutti i ricoverati tendevano le mani con i soldi. Pagavano e ricevevano in cambio una porzione di spaghetti. Quando l'inserviente guardò dentro il suo spioncino Fantozzi domandò: “Quanto?”. “28.000 lire la porzione” rispose. “Non ho contanti” disse Fantozzi e l'inserviente da sotto il carrello gli passò una penna con una cambiale già compilata. Nelle prime tre notti Fantozzi firmò circa 190 mila lire di cambiali a scadenza 1 mese. Poi perse il conto di tutto: delle cambiali e dei giorni che doveva stare ancora in clinica. Al mattino del quarto giorno, visto che non calava di peso, il megaprofessore de “Le Magnolie” lo mandò, previo pagamento di 20.000 lire per volta, a fare la sauna. Fantozzi entrò in sauna senza sapere neppure che cosa fosse: nel suo intimo sperava che fosse un ristorante dal nome esotico. Si trovò completamente nudo in una stanzetta in legno con una temperatura sui 100 gradi. C'erano molti altri clienti, pure nudi e molto imbarazzati. Fantozzi respirava a fatica. L'altoparlante annunciò: “I signori che vogliono lasciare la sauna e buttarsi nella piscina gelata, a destra, possono uscire!”. Fantozzi uscì con la vista annebbiata, mentre cominciava a sentire“le voci” come Giovanna d'Arco. Svoltò (invece che a destra) a sinistra e si gettò nella piscina senz'acqua. Si schiantò sul fondo maiolicato sotto gli occhi esterrefatti di due suore. Cercò di bluffare nuotando a rana sul fondo, poi gli cedettero i nervi e cominciò a piangere disperatamente. Fu recuperato con una audace manovra da alcuni inservienti e riportato in cella, dove trovò una nota di demerito, firmata dal megaprofessore in persona, per il suo “indecoroso comportamento in piscina”. La nota concludeva che, poiché era incensurato e data la buona condotta, per questa volta la direzione de “Le Magnolie” si limitava a comminargli una forte multa: 80 mila lire. Allegata c'era una cambiale già compilata. Quella stessa notte Fantozzi firmò una cambiale gigante e comperò la chiave della sua cella. Alle 4 e mezzo fuggì nudo attraverso i mille meandri della ex-galera. Alle 5 e I5 scavalcò un muro di cinta e sfuggì miracolosamente alle fucilate delle guardie. Lo cercarono fino alle 6 con i riflettori e i cani, ma riuscì a seminarli rimanendo immerso per più di due ore in uno stagno ghiacciato. Alle 11 del mattino lo fermò la stradale mentre attraversava l'autostrada del Sole coprendosi con una foglia di quercia. Ora è al neurodeliri in una camicia di forza.


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