Economia Veronese Giugno 2012

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sommario

Anno 11 - Numero 2 Giugno 2012

DIRETTORE RESPONSABILE Cirillo Aldegheri

GRAFICA arteOn di Ilenia Cairo Verona - www.studioarteon.com

EDITORE APISERVIZI S.r.l. Via Albere, 21/C - 37138 Verona Rivista trimestrale promossa da

ASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE MPRESE

DELLA PROVINCIA DI VERONA

REDAZIONE c/o APINDUSTRIA Verona Via Albere, 21 - 37138 Verona Tel 045 8102001 Fax 045 8101988 economiaveronese@apiverona.net

editoriale

STAMPA Lite srl - Verona - www.lite.it

profili Scatolificio Ceriana Covim Veneta Marmi Airmadi Painting Dalla Riva Elettrolaser

6 10 14 18 22 26

il personaggio Paolo Agnelli

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attività Osservatorio Le quattro fasi del commercio con l’estero

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Apigiovani

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territorio Pianura Veronese: l’Agroalimentare Provincia: nuove strade e piste ciclabili Asparetto di Cerea: alla Tosato Premio Innovazione ICT Bonavigo: intitolata via al Cav. Orvile Venturato

Poste italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (con. in L. 27/02/2004 n°46 art. 1, comma 1, DCB Verona

FOTOGRAFIE Archivio Apindustria

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Registrazione Tribunale di Verona n. 1393 del 22 marzo 2000

Pubblicità raccolta in proprio

Apivenetofidi

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ambiente e salute Movimentazione manuale dei carichi

56

fiscale 58

Dall’Ici all’Imu

legale Marchi e brevetti comunitari e internazionali

60

previdenza Rapporto di lavoro e provvedimenti disciplinari

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il punto

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Per Cangrande non è ancora tempo

62

65

50 52

inserzionisti

Fimauto

Affiloveneta

Gruppo Argenta

Banca Popolare

Cuoa Aldebra - Mondo Esa

Nova Systems

Samo Information Consulting

Avesani

Cattolica Assicurazioni

Gi Group

Unicredit

Multiutility

Albrigi Tecnologie

Veronafiere

Viani

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editoriale

Arturo Alberti

I guai non vengono mai da soli. E le imprese, in questi ultimi tempi, lo sanno bene. Non bastavano l’ormai cronica difficoltà di accesso al credito, la piaga dei ritardi nei pagamenti (stimata in 70 miliardi di euro a livello nazionale solo in capo al settore Pubblico!), l’ingombrante presenza di pastoie e procedure burocratiche? Non bastavano la competitività sempre più agguerrita da fronteggiare pigiando l’acceleratore sui processi di internazionalizzazione e di ricerca & innovazione, non bastavano le nuove frontiere da esplorare nella regolamentazione dei rapporti di lavoro? No, evidentemente, no. Le imprese si trovano sempre più spesso a dover fronteggiare un ulteriore problema che spesso compromette o stronca i faticosi tentativi di “resistenza” alla crisi o di ripresa della propria attività. Si tratta della gestione delle controversie fiscali. I dati ufficiali parlano chiaro: nel corso del solo 2010, 30 mila accertamenti sintetici (basati su presunzioni di reddito), 1 milione e 600 mila preavvisi di fermo, 557 mila fermi, 135 mila ipoteche (che si sono aggiunte alle 450 mila in corso), 11 mila pignoramenti immobiliari. Un “bollettino” che mette i brividi. Nulla da dire, sulla capacità del Fisco – Agenzia delle Entrate in primis, Equitalia come braccio operativo – di svolgere le sue funzioni. Molto da dire, invece, su alcuni aspetti che cominciano a pesare come macigni sulle possibilità di sopravvivenza delle imprese, e che forse vengono troppo spesso sottovalutati. Ci riferiamo a due questioni in particolare: l’aggio e la compensazione delle spese in caso di contenzioso. Com’è noto attualmente Equitalia si fa ripagare del servizio di riscossione su ogni cartella emessa con un aggio del 9% della somma iscritta a ruolo, a cui si aggiunge il pagamento del rimborso delle spese fisse. Ma c’è di più. Il contribuente si deve difendere anche quando è palese l’errore del Fisco. Questo comporta costi che, alla fine, il contribuente si troverà a dover sostenere, visto che molto spesso il giudice sentenzia: spese compensate. Ovvero: ognuno si paga le sue. Risultato: paghi anche se

– per assurdo – Equitalia riconosce di aver sbagliato! Conseguenza: piuttosto di affrontare contenziosi che prevedono costi esorbitanti in spese legali e professionali, si finisce con il concordare con il Fisco un’ammenda, anche se questa, magari, non sarebbe dovuta. Gli interrogativi poi che sorgono spontanei sono molteplici. Come fa, per esempio, a definirsi “equo” uno Stato che applica sanzioni ai suoi cittadini inadempienti, ma che quando deve restituire al cittadino soldi indebitamente riscossi non viene sanzionato in alcun modo? Il quadro si completa se si aggiunge il fatto che gli avvisi di accertamento concernenti le imposte dirette e l’Iva (nonché i connessi provvedimenti di irrogazione delle sanzioni) emessi dal 1 ottobre 2011, e relativi ai periodi d’imposta dal 2008 in poi, diventano esecutivi decorsi 60 giorni dalla notifica. Tutto questo allo scopo di “semplificare e velocizzare la riscossione”(!). Queste questioni sono state sollevate di recente anche da autorevoli esperti del settore, che hanno indicato alcuni obiettivi di possibile riforma: riduzione dell’aggio del 9%, eliminazione di lungaggini che portano solo ad aggravi dei costi per i contribuenti, introduzione di controlli nelle procedure del Fisco in modo da evitare le cosiddette “cartelle pazze” ed errori da parte del sistema. Pochi giorni fa il Consiglio regionale veneto ha approvato all’unanimità una mozione che chiede a Equitalia più flessibilità nelle procedure di riscossione, maggiori possibilità di rateizzazione, diminuzione della percentuale di aggio e una soglia più alta oltre la quale far scattare le procedure esecutive di ipoteca, fermo amministrativo, sequestro o pignoramento dei beni. Non è certo l’avvio della riforma prospettata dal governatore Zaia di regionalizzare la società di riscossione in modo tale da poter meglio tenere conto delle specificità e delle esigenze locali. Ma è sicuramente un segnale forte. C’è un intero settore da salvaguardare e tutelare, il manifatturiero, colonna portante dell’economia italiana. Possibile che questi problemi siano sotto gli occhi di tutti, tranne che del Governo?

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SCATOLIFICIO Packaging a regola d’arte Il cartone è naturale, semplice, ecologico, resistente… e anche economico

L

o Scatolificio Ceriana di Settimo di Pescantina, nasce da un colpo di fortuna, un 13 al Totocalcio che permette nel 1957 ad Adriano Ceriana di mettersi in proprio acquistando i primi macchinari. Nel 1977 l’ingresso, come socio, di Gian Antonio Barichello fu la molla che spinse ai primi grandi mutamenti. Nel 1979 l’acquisto di un Case-Maker 220 segnò l’incremento del lavoro e la velocità nell’esecuzione del prodotto finito. Nel 1987 Ceriana si ritirò dall’attività e Gian Antonio Barichello venne affiancato dalla moglie Anna in qualità di responsabile commerciale. Nello

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stesso anno si acquisì un’azienda concorrente. Più tardi entrarono i figli, prima Giovanni, con funzioni di coordinamento e direzione generale, e poi Marco, come responsabile della produzione e della progettazione.

Un passo importante fu fatto nel 1996 quando l’azienda accorpa le due unità produttive nella grande ed attuale sede di Pescantina. Lo Scatolificio Ceriana con l’esperienza dei suoi 53 anni e grazie ad una mentalità aperta, è un’azienda aggiornata, efficiente, versatile, dove le persone stanno bene. La famiglia Barichello ha sempre valorizzato la relazione con il personale e ha saputo costruire con ciascuno un rapporto di fiducia e di rispetto, convinta che la differenza, nella vita come nel lavoro, la fanno sempre le persone. Allo Scatolificio Ceriana sono una cinquantina che con competenza e specializzazione realizzano progetti grandi e piccoli, tutti importanti.


Scatolificio Ceriana

profili

CERIANA Con un’attrezzatura all’avanguardia nel settore dell’imballo le possibilità per il packaging e per gli espositori sono davvero tante: piccoli e grandi formati, cartoni ondulati, accoppiati, tesi, flexo, offset, finiture raffinate e ancora… una notevole gamma di fustelle a disposizione, un servizio contatto molto affidabile e un magazzino che permette di offrire la gestione completa degli imballi. 14000 mq di superficie, spazi luminosi, progettati per lavorare bene, accolgono uffici e macchinari sofisticati che consentono di svolgere internamente tutte le lavorazioni e questo è uno dei vantaggi che rendono lo Scatolificio Ceriana competitivo per tutti i

settori. Stimolati senz’altro dalla crisi globale dei mercati nel 2010 un nuovo fabbricato e un fustellatore rotativo tedesco Göepfert con stampa flexo ad alta definizione (6 colori – 50 linee) si sono aggiunti a Kba e Jagenberg (tedeschi), Bobst (svizzero), Emba (svedese), tutti macchinari di altissima tecnologia che garantiscono un’ottima qualità. E le sorprese non sono finite qui… nuovi investimenti infatti sono in programma. La clientela appartiene a tanti settori: vinicolo, cosmetico, medico, meccanico, edile, arredo, componentistica dell’automobile, calzaturiero, agroalimentare e agro-industriale.

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Una vasta esposizione allestita in azienda potrà suggerire nuove idee per nuovi e vecchi prodotti e inoltre, campionature di tutte le misure possono essere

genze: Stampa offset, Stampa flexo ad alta definizione fino a 6 colori, Stampa flexo tradizionale, Scatole Americane, Vassoi, Scatole fustellate, Scatole con

realizzate sia per supportare la fase iniziale della progettazione che per verificare varie modifiche prima di andare in produzione. La creatività di Marco Barichello abbinata alla conoscenza tecnica trova soluzioni inaspettate che vengono realizzate velocemente grazie ad un plotter di ultima generazione. Allo Scatolificio Ceriana trovate soluzioni tecniche e creative per tutte le esi-

alveari inseriti, Vasta gamma di fustelle, Bag in box, Angolari, Astucci, Cofanetti, Espositori da banco, Espositori da terra, Vernice antiscivolo. Lo Scatolificio Ceriana, nel 1999, prima azienda nel Veneto nel proprio settore, ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 9001 e nel 2004 ha conseguito anche la UNI EN ISO 14001 a testimonianza della propria sensibilità nei riguardi dell’ambiente: qualità e salvaguardia del piane-


Scatolificio Ceriana

profili

ta sono un grande impegno e un dovere per il futuro a tutti i livelli. Quella che è iniziata sotto il segno della fortuna è in realtà una storia fatta di impegno costante,

coraggio, investimenti e notevole capacità imprenditoriale che non ha lasciato nulla al caso e sta dimostrando di saper tenere il timone con i nervi saldi anche in questo mare. Oggi chi arriva allo Scatolificio Ceriana il benvenuto lo capisce in giardino. Nelle mani esperte di Gian Antonio, Anna, Giovanni e Marco Barichello ogni progetto trova concretezza e valorizzazione.•

SCATOLIFICIO CERIANA S.r.l SEDE AMMINISTRATIVA Via Meucci, 1/3 37026 Settimo di Pescantina (Verona) Tel. 045 7152511 Fax 045 7152481

PRODUZIONE

Scatole, astucci, espositori, vassoi automontanti o già montati, imballaggi in genere in cartone ondulato, cartoncino teso e accoppiato

ANNO DI FONDAZIONE 1957

PRESIDENTE

Gian Antonio Barichello

RESPONSABILE PRODUZIONE PROGETTAZIONE Marco Barichello

FATTURATO 2011

10 milioni di euro

SUPERFICIE AZIENDALE

Totale: 14.000 mq Coperta: 7.000 mq Calpestabile: 10.000 mq

RISORSE UMANE

Addetti alla produzione: 27 Autisti e magazzinieri: 8 Impiegati: 10 Venditori: 3

RESPONSABILE AMMINISTRATIVO CONSIGLIERE DELEGATO Giovanni Barichello

RESPONSABILE COMMERCIALE

SITO INTERNET / E-MAIL www.scatolificioceriana.it posta@scatolificioceriana.it

Anna Cona

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covim U

na infinità di forme e di colori che si trasformano e si materializzano come in un caleidoscopio: così si può tratteggiare la personalità di Covim, un’azienda che sa plasmare il vetro, lo fa diventare materia viva, simbolo di genialità artistica e di messaggi di comprovata efficacia. Lavorare il vetro per farne barattoli, bottiglie, vasi e oggettistica d’arredo dalla bellezza e dalle caratteristiche uniche è, infatti, la missione di quest’azienda che Piero Morandini fondò nel 1977 a Milano con il nome di “Consorzio Vetrerie Industriali Milano”, diventata poi Covim. Quella meneghina fu una permanenza breve: agli inizi degli anni ’80, forse per nostalgia della terra di origine, Morandini fece ritorno nel Veneto. Nella rampante Verona imprenditoriale di allora si stavano sviluppando sempre più un’intensa e qualificata attività di produzioni enologiche, di distillati, di olio d’oliva di qualità e un’industria farmaceutica di rilevanza internazionale. Un serbatoio ricco di probabile clientela per una realtà che si stava affermando con le sue proposte come punto di riferimento per un utilizzatore sempre più esigente e competente e che, in trentacinque anni di esperienza, ha saputo raggiungere una posizione di preminenza nel settore della trasformazione del vetro. Tutte le realizzazioni a marchio Covim – alla cui guida c’è oggi, in veste di presidente, Cristina Morandini figlia del fondatore Piero – rispondono a ben definiti parametri di igiene, sicurezza e resistenza, specifici per l’uso alimentare e industriale, oltre che a inconfondibili canoni estetici.

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Covim

«Il vetro – sottolinea l’imprenditrice – proprio perché atossico, inerte, stabile, riciclabile e duttile non teme né tempo né rivali e noi siamo da sempre impegnati a esaltarne le caratteristiche davvero uniche rispettando tutti i protocolli operativi per garantire al massimo i nostri prodotti. La continua ricerca, l’innovazione tecnologica, l’alta professionalità e il costruttivo rapporto che sappiamo instaurare e mantenere con chi si rivolge a noi sono i nostri punti di forza». Ed è davvero tangibile l’attenzione che viene riservata all’ascolto del cliente da parte di uno staff altamente specializzato che, recepite le necessità, le fa “proprie” e le traduce in realizzazioni uniche, esclusive e quindi inconfondibili per il mercato di riferimento. La prima, importante fase è quella della ideazione, sperimentazione e progettazione, affidata al centro design interno in cui opera personale qualificato che si

profili

focalizza sulla valutazione dei dettagli e sulla personalizzazione, ottenuti anche grazie all’utilizzo di sofisticati programmi di elaborazione tridimensionale. Segue quindi la fase della realizzazione del prototipo (normalmente in materiale plastico) che, dopo aver superato una prima attenta verifica interna, è sottoposto alla definitiva approvazione da parte del cliente prima di poter essere prodotto. «Particolare impegno è riservato anche alla produzione – ci spiega l’ interlocutrice – per la quale ricorriamo a partner altamente selezionati e specializzati per alcune specifiche tipologie di lavorazione sia in forme e misure standard (per grandi quantità), sia in modelli completamente personalizzati per design e colore (per quantità limitate) che sanno rispettare sempre quel mix di innovazione e tradizione che è il segno distintivo di tutti i manufatti a “marcatura” Covim».

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«Ogni nostro oggetto – continua Cristina Morandini – ha caratteristiche peculiari (colorazioni, lavorazioni, decorazioni, peso, forma) che richiedono diverse tecnologie di rifinitura ed è per questo che una produzione pianificata e costantemente monitorata, sempre in pieno accordo con il cliente, ci consente non solo di rispettare i tempi di consegna concordati, ma anche di assicurare un time-to-market alquanto contenuto e, infine, eccellenti servizi di magazzinaggio, di assistenza per la distribuzione finale e di assistenza post-vendita. Ugualmente fondamentale è poi la ricerca di mercato che effettuiamo capillarmente e che ci consente di proporre, a chi si rivolge a noi, una adeguata consulenza anche per quanto attiene al naming, al packaging e all’etichettatura, requisiti che, in uno scenario sempre più competitivo, assumono un’importanza e una valenza strategiche e determinanti per la promozione di ogni prodotto». Covim, che nel 2011 ha tagliato il traguardo dei 12 milioni di euro di fatturato, per il 20% realizzato all’estero, punta sulla qualità dei servizi offerti, sull’ecclettismo e sull’originalità delle sue lavorazioni, vere opere d’arte generate anche dall’amore e dalla passione per il vetro che Cristina Morandini ha ereditato dal padre e che ha saputo e sa trasmettere al suo gruppo di lavoro composto in prevalenza da valide collaboratrici. Nello show room aziendale, una “maison del vetro d’eccellenza”, è esposto in bella mostra quanto di meglio Covim può proporre: vasi, contenitori e bottiglie dalle fogge più diverse (trapezioidali, panciute, a fiaschetto), dalle innumerevoli finiture (verniciate, satinate, lucide, intarsiate, decorate, dorate…) il tutto “confezionato” su misura per trasformare il contenitore in un complice perfetto per il contenuto, per ottenere un’ottima conservazione e per preparare un rifugio ideale per la qualità. A Covim, infatti, si sono affidati i grandi protagonisti del food &

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beverage italiano e non solo, sicuri di poter contare sull’esperienza di questa piccola, grande impresa di San Giovanni Lupatoto per far conoscere i loro prodotti personalizzati, oggetti che hanno saputo sfidare il tempo e che vantano una riconoscibilità su tutti i mercati.

«Abbiamo ottenuto risultati che ci lusingano – conclude Cristina Morandini –, traguardi che si possono conseguire solo se la squadra lavora con la stessa armonia di una grande orchestra sinfonica. E, nella nostra azienda, si lavora proprio cos컕

COVIM S.r.l. SEDE AMMINISTRATIVA Via Monte Corno,12 37057 San Giovanni Lupatoto (Verona) Tel. 045 8772101 Fax 045 8772103

PRODUZIONE

Progettazione e commercializzazione bottiglie e contenitori in vetro

ANNO DI FONDAZIONE 1977

RESPONSABILE AMMINISTRATIVO Chiara Sala

FATTURATO 2011 12 milioni di euro

SUPERFICIE AZIENDALE

Totale: 5.000 mq Coperta: 2.200 mq

RISORSE UMANE Addetti: 15

PRESIDENTE

Cristina Morandini

RESPONSABILE TECNICO PRODUZIONE E QUALITÀ Sanjeewa Perera

RESPONSABILE MARKETING Chiara Malachini

SITO INTERNET / E-MAIL www.covim.it info@covim.it



VENETA MARMI Tradizione e dinamismo

I

primi cinquant’anni sono sempre un’emozione. Sono il coronamento di un percorso che si concretizza dopo anni di formazione e apprendimento, esperienze e obiettivi, criticità e scelte coraggiose. L’oro del cinquantenario (1962-2012) è per Veneta Marmi un risultato ambito, talvolta sofferto, ma sempre appassionante, perché di vera conquista si tratta. E, oggi più che mai, vincere la scommessa dei mercati significa coniugare cuore e managerialità, strategie e passione, perché l’impresa, prima di tutto, è l’essenza e l’espressione di chi l’ha fondata, di tutti coloro che, ogni giorno, contribuiscono a innovarla con

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altrettanta dedizione. L’avventura di Veneta Marmi nasce proprio quando si comincia a parlare di “miracolo economico”: un impetuoso e veloce sviluppo industriale trasforma, negli anni del dopoguerra, il modo di vivere e le abitudini della popolazione, l’aspetto delle città e del paesaggio. Nel Veneto uomini temerari costruiscono, all’ombra di ogni campanile, i primi capannoni per iniziare la loro attività, spesso a conduzione familiare. Così fanno anche i due soci Ferrari e Castelli che, in quel di Lugo di Grezzana, cominciano a dedicarsi alla lavorazione dei materiali lapidei. La Valpantena è legata in modo indissolubile alla pietra. La ma-

nodopera qualificata non manca, si investe sempre più in macchinari: ben presto la zona diventa uno dei distretti all’avanguardia nella lavorazione del marmo, sia sotto il profilo della qualità delle esecuzioni sia sotto quello della dotazione di impianti e sistemi sofisticati. Un primato meritatissimo, che è stato, e continua ad essere, frutto di una grande intraprendenza industriale e commerciale e dell’aver saputo far tesoro delle esperienze traducendo il tutto in flessibilità organizzativa e operativa e in innovazione: è questo ciò che ha sempre contraddistinto molte aziende storiche come Veneta Marmi. «Competenze tecniche e professio-


Veneta Marmi

nalità sono il nostro patrimonio – ci racconta Matteo Ferrari, responsabile commerciale di Veneta Marmi –, capacità che abbiamo ulteriormente arricchito con la duttilità dell’offerta e l’accuratezza nell’esecuzione degli ordini in ogni fase per far fronte alle richieste sempre più personalizzate da parte della nostra clientela». Clientela che oggi, accanto a quella tradizionale, annovera nuovi qualificati interpreti (progettisti, architetti, interior designer) che si avvicinano con rinnovato spirito interpretativo all’utilizzo dei materiali lapidei, sia nel campo dell’edilizia che in quello dell’arredamento, per esaltarne la bellezza intrinseca, ma soprattutto per modellare idee e realizzare progetti. «Il mutamento delle dinamiche della domanda – sottolinea Matteo Ferrari che è affiancato dalla sorella Chiara,

profili

responsabile qualità – ci ha stimolati a riconsiderare la nostra operatività e a valutare l’opportunità di “emigrare” verso un’organizzazione più dinamica sfruttando anche tutte le potenzialità comunicative offerte dal web. Ad esempio attraverso il nostro sito i clienti possono consultare in tempo reale il magazzino aziendale e ricevere, con una newsletter, l’elenco aggiornato di materiali, offerte e novità». Nel nuovo show room – accanto a un’ampia offerta di semilavorati e prodotti finiti – sono allineati i campioni degli oltre ottanta tipi di marmi italiani ed esteri accuratamente selezionati: Rosso Verona, Nembro Rosato, Giallo Reale,

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Bianco Carrara, Breccia Oniciata, Botticino, Giallo d’Istria, Travertino e ancora ardesie, onici, quarziti, agglomarmi oltre a marmi di assoluto pregio. Prodotti dalle molteplici colorazioni che sono richiesti e utilizzati per la realizzazione di pavimenti, rivestimenti, scale, lavorati vari per l’edilizia, spaccati rustici, lastre (per interno e per esterno), cubetti per pavimentazioni da esterno… Sono tutti materiali di scelta elevata, lavorati con scrupolosa attenzione e con grande professionalità secondo le esigenze e le indicazioni di un utilizzatore sempre più consapevole ed esigente. «Punti di forza – continua Ferrari – della nostra realtà sono da un lato l’impronta familiare e dall’altro il tempismo con cui abbiamo saputo cogliere, e talvolta anticipare, le modificazioni che si richiedevano al nostro settore per superare un’impasse che sembrava quasi irreversibile. Oggi, la nostra attività si sviluppa prevalentemente su commessa e questa scelta ci ha aperto le porte per una collaborazione personalizzata tanto con la tradizionale clientela quanto con architetti e progettisti che si rivolgono a noi per una qualificata consulenza per le loro realizzazioni e con i quali abbiamo instaurato un rapporto davvero sinergico e, ci auguriamo, duraturo. Questa scelta ci ha inoltre consentito di superare la stagnazione degli ordinativi che il comparto lapideo stava sopportando da tempo e attualmente il nostro fatturato, per il 70% prodotto sul mercato interno, si attesta poco al di sopra dei 3 milioni di euro. Costante è l’investimento che riserviamo all’ammodernamento del nostro parco macchine e impianti (4 tagliablocchi a disco diamantato, 2 telai e 3 monolama, 1 catena di levigatura lastre e 1 per pavimenti), e altrettanto alta è l’attenzione che riserviamo all’attività di aggiornamento e formazione

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del personale (21 i collaboratori tra uffici e laboratori di lavorazione) per la quale facciamo ricorso a specialisti esterni». Un’azienda, Veneta Marmi, che, grazie anche al fattivo apporto della seconda generazione, ha saputo recuperare

nuovi spazi di reddito, ha saputo guardare al mercato estero (Europa, e poi Stati Uniti, Africa, Oriente ed Estremo Oriente), ha saputo programmare investimenti in nuove tecnologie e avviare un’efficace politica di comunicazione.•

VENETA MARMI S.r.l. SEDE AMMINISTRATIVA Via Pernisa, 10 37023 Lugo di Grezzana (Verona) Tel. 045 8801154 Fax 045 8801266

PRODUZIONE

Lavorazione marmo, travertini, limestone, agglomarmi per scale, pavimenti e rivestimenti

RESPONSABILE QUALITÀ Chiara Ferrari

FATTURATO 2011 3 milione di euro

RISORSE UMANE

Addetti alla produzione: 15 Impiegati: 6

ANNO DI FONDAZIONE 1962

AMMINISTRATORE UNICO Rino Ferrari

RESPONSABILE COMMERCIALE Matteo Ferrari

SITO INTERNET / E-MAIL www.venetamarmi.it info@venetamarmi.it



AIRMADI Painting

Verniciare il mondo

P

orte e persiane, scaffalature, arredamenti, sedie, mobili da giardino, jeans, componenti di ferri da stiro, macchinari agricoli, essiccazione funghi ed altre verdure, componenti autoveicoli e furgoni, biciclette, marmitte, motoveicoli, carri ferroviari, ascensori, componenti aeromobili, cassette di sicurezza, accessori per calzature, pentolame e... scenografie per le opere liriche e teatrali dell’Arena di Verona. Trovare un comune denominatore tra questi “oggetti” così diversi tra loro sembrerebbe impossibile. Il legame, invece, c’è e si chiama Airmadi Painting, azienda di Castelnuovo del Garda che vanta un’esperienza di più di trent’anni nel settore del trattamento delle superfici ed è specializzata nella progettazione, ingegneria, costruzione e installazione di linee di verniciatura ed essiccazione industriale. Airmadi Painting nasce nel 2004, avendo acquisito marchio, know-how e competenze dalla storica progenitrice Airmadi. Nonostante le criticità dell’attuale congiuntura economica, grazie alla professionalità di questa impresa e all’attenzione con cui ha saputo predisporre soluzioni efficien-

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Airmadi Painting

ti in risposta alle esigenze della clientela, gli obiettivi raggiunti in questi primi anni di attività sono soddisfacenti. «Il fatturato, per il 90% realizzato all’estero – ricorda l’amministratore di Airmadi Painting –, ha sfiorato nel 2011 i 3 milioni di euro. I nostri impianti sono largamente diffusi in tutti i continenti: Africa (Egitto, Tunisia, Algeria Angola, Senegal), Nord e Sud America, Asia (Cina, Taiwan e India), Medio Oriente (Abu Dhabi, Arabia Saudita, Iraq, Egitto, Emirati Arabi, Libano), Europa». Una posizione di tutto rilievo a livello internazionale, quindi, al cui raggiungimento hanno contribuito il radicato bagaglio professionale degli addetti, il costante aggiornamento degli strumenti di progettazione, l’affidabilità delle imprese di carpenteria metallica di cui da sempre Airmadi Painting si serve per approntamenti speciali: una dotazione d’eccellenza che le consente di affrontare al meglio ogni confronto con la concorrenza. A questo si aggiunga una particolare attenzione dedicata alla ricerca tendente al risparmio energetico e all’uti-

profili

lizzo contenuto di materia prima, alla salvaguardia ambientale e in genere allo sviluppo di protezioni anticorrosive sempre migliori: uno sforzo per un’utilizzazione ottimale delle risorse per dare risposte vantaggiose non solo in termini economici ma anche in termini di affidabilità. La gamma di impianti e macchine per il trattamento, la verniciatura e la cottura delle superfici (metallo, plastica, legno, vetro, carta) è davvero ampia: impianti di lavaggio (a spruzzo o immersione), impianti di verniciatura a spruzzo (a polveri e a liquido), a immersione (idrosolubile e elettroforesi), flow coating (mediante spray o irrorazione liquido, immersione e/o irrorazione), forni di essiccazione, cottura, polimerizzazione, (sistemi a convenzione, radiazioni I.R. e U.V.), sistemi di movimentazione materiali, di trattamento, riciclo e depurazione aria/acqua di scarico, sistemi di recupero energetico, di automazione per la gestione e il controllo del processo, ma anche di riscaldamento e condizionamento per ambienti civili e industriali. I settori

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di applicazione? Praticamente tutti, dalla meccanica all’elettromeccanica, dall’abbigliamento all’alimentare, dalla nautica all’illuminazione. «La nostra flessibilità progettuale – spiega Roberto Merzi, responsabile commerciale – ci consente di operare in molti campi e su più fronti. Siamo in grado di rispondere a qualunque bisogno del committente, a un equo rapporto costo/qualità. Il nostro modus operandi prevede una sinergia totale con la nostra clientela con la quale siamo in costante dialogo costruttivo. Dopo gli iniziali studi di fattibilità e consulenze, diamo il via alla fase progettuale durante la quale vengono ripetutamente eseguite verifiche, riesami e valutazioni. Ogni impianto viene realizzato a dimensione delle esigenze del richiedente ed è in grado di operare nelle migliori condizioni rispettando standard di elevata efficienza». L’azienda applica un sistema di gestione della Qualità secondo i principi base delle norme ISO 9001. Le linee Airmadi Painting vengono realizzate premontate in officina e testate per le parti più delicate e funzionali con un precollaudo: per una prestazione completamente “chiavi in mano” vengono poi montate e collaudate, secondo la normativa del Paese in cui sono destinate e nel rispetto della tutela ambientale vigente, presso il cliente. Ma non solo. È assicurato uno scrupoloso servizio di post-vendita che prevede sia manutenzioni preventive programmate che fornitura di ricambistica e “pronto intervento” il più possibile tempestivo al fine di limitare al massimo i danni di un eventuale fermo impianto. Una capacità organizzativa che fa di Airmadi

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Painting un partner insostituibile, di grande affidabilità e serietà, per molte primarie industrie italiane e estere. «Siamo soddisfatti dei risultati conseguiti – conclude l’amministratore –, ma ben consapevoli che per i mercati il periodo non è tra i più rosei. Di questi tempi è soprattutto difficile fare

previsioni e progetti a lungo termine: tuttavia non vogliamo rinunciare a gettare le basi per una nuova fase di crescita della nostra realtà sapendo di poter contare anche sul sostegno, oltre che sulla bravura, dei nostri dipendenti con i quali lavoriamo fianco a fianco da anni».•

AIRMADI PAINTING S.r.l. SEDE AMMINISTRATIVA Via Stazione 37014 - Castelnuovo del Garda (Verona) Tel. 045 6450215 Fax 045 7570111

PRODUZIONE

Progettazione, costruzione e installazione di impianti di verniciatura industriale

ANNO DI FONDAZIONE 2004

RESPONSABILE PRODUZIONE INSTALLAZIONE E SICUREZZA Stefano Merzi

FATTURATO 2011

2 milioni e 800 mila euro

SUPERFICIE AZIENDALE Totale: 9.000 mq Coperta: 2.000 mq

RISORSE UMANE

Addetti alla produzione: 11

AMINISTRATORE UNICO RESPOSABILE AMMINISTRATIVO Rosanna Oliosi

RESPONSABILE COMMERCIALE, PROGETTAZIONE E RICERCA/SVILUPPO Roberto Merzi

SITO INTERNET / E-MAIL www.airmadi.it info@airmadi.com



DALLA RIVA Costruzioni Meccaniche Fare impresa nel segno dei giovani

«

Chi sta con i giovani, resta sempre giovane», dice un proverbio. E l’azienda Dalla Riva lo dimostra: 63 anni e non sentirli. È una storia bella, una storia vera quella di questa importante realtà veronese della meccanica di precisione che, partendo da lontano, ha saputo, innovandosi di continuo e restando però sempre fedele a se stessa, arrivare con successo al traguardo dei nostri giorni. Siamo nel 1945 e Giannino Dalla Riva, padre degli attuali titolari, lascia la cartiera dove lavora come tornitore e, con i soldi presi a prestito da un amico, acquista un tornio dalle truppe tedesche in ritirata: entusiasmo e intraprendenza non gli mancano e decide di diventare imprenditore di se stesso. Sono

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tempi duri – siamo agli inizi degli anni ’50 –, ma Giannino, contando sulla sua determinazione e sulla sua capacità, osa ancora di più. Si mette in società con Ezio Airaghi e, acquistato un terreno in Via Piave a S. Martino Buon Albergo. fonda la Gamma S.n.c.. Un’esperienza che giunge al termine nel 1969 quando, sciolta la società con Airaghi, Giannino e il figlio Ferruccio, costituiscono la Dalla Riva G. S.n.c. trasferendosi in Viale del Lavoro sempre a S. Martino B. A. Nel 1978 (l’area produttiva nel frattempo è raddoppiata) anche il secondo figlio, Carlo, entra in azienda e Giannino, a poco a poco, inizia ad affidare ai figli la gestione dell’impresa che verrà denominata Dalla Riva G. & Figli S.r.l.


Dalla Riva Costruzioni Meccaniche

Un percorso graduale, quello del passaggio di consegne, al quale li ha preparati da tutta una vita, dotandoli non solo di un solido bagaglio in termini di know how, ma di valori speciali: una visione dell’azienda come famiglia e, soprattutto, una grandissima fiducia nelle nuove leve. «Gianni, me toghito el bocia? Parché bisogna che l’impara el Mestier»: quanti amici avevano, negli anni, fatto questa richiesta a Giannino, desiderosi di far acquisire una solida preparazione ai loro figli. Tano, Gigio, Bio, Lele, Antonio, Mario i primi, e poi tanti, tantissimi altri, ora alcuni diventati stimati professionisti, sono stati i “bocia”, appunto, cresciuti in azienda dai Dalla Riva. Giannino ci metteva davvero tutto il cuore e tutta la passione nel formare i “suoi” ragazzi. «Quando nel 1986, durante un collaudo, un giovane perse la vita in un incidente – ricorda Ferruccio Dalla Riva –, il dolore fu per lui troppo grande da sopportare: non rimise più piede in azienda e, dopo un mese anche lui ci lasciò». Un’azienda florida, una bella eredità che non poteva andare dispersa con l’avvento, nel 2008, del grande centro commerciale che acquistò l’area su cui sorgeva la fabbrica. «Realizzare un bel gruzzolo e chiudere l’attività – ricorda il nostro interlocutore – è un’opzione che non abbiamo proprio voluto considerare. Come si poteva pensare di mettere la parola ‘fine’ a una simile avventura? Ai tanti sacrifici fatti dai nostri genitori per lasciarci qualcosa di prezioso? E, ancor più, come si poteva tradire il mandato spirituale di nostro padre, quello cioè di continuare a far crescere altri giovani dando loro una professionalità?». È così che ha inizio la seconda vita della Dalla Riva S.r.l. nel nuovo polo produttivo in Località Ma-

glio che occupa una superficie di 5.000 mq. con uno stabilimento di 2.000 mq. per uffici, magazzino pezzi grezzi e reparti produttivi. I due titolari, Ferruccio e Carlo Dalla Riva (rispettivamente amministratore e responsabile commerciale) sono attualmente affiancati da undici addetti alle macchine, un impiegato all’ufficio tecnico, un’impiegata all’ufficio amministrativo e un ingegnere meccanico che supporta la clientela nelle attività di progettazione, industrializzazione e miglioramento tecnico del prodotto. La Dalla Riva ha sfiorato, nel 2011, i due milioni di euro di fatturato: un successo in cui giocano un ruolo fondamentale l’esperienza e la competenza d’elevato profilo dei suoi addetti. I dipendenti sono senz’altro il patrimonio inalienabile di quest’azienda e il turn-over è bassissimo: «papà diceva sempre che quando un dipendente rimane diversi anni

profili

in un’azienda – continua Ferruccio – vuol dire che i contenti sono due: il datore di lavoro e il dipendente. Abbiamo comunque in programma l’assunzione anche di altri giovani, sempre della zona, che tramite la scuola hanno già effettuato stage presso di noi». Oltre ai comparti di fresatura e alesatura CNC con collegamento diretto alla stazione CAD-CAM, la Dalla Riva si occupa di lavorazioni di tornitura e rettifica. È in grado di soddisfare le richieste anche della clientela più esigente e appartenente ai settori più vari: può gestire fusioni, elettrosaldati e materiali commerciali per macchine per conceria, per il marmo, da stampa, per il legno, per la plastica, per il confezionamento e l’imballaggio, macchine utensili di elevata precisione, riduttori, turbine idrauliche, industria alimentare... «Oggi – evidenzia Ferruccio Dalla Riva – re-

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alizziamo prodotti di carpenteria metallica sia in conto lavoro che in fornitura. Da qualche anno diverse aziende hanno abbandonato il tradizionale rapporto di subfornitura e si sono indirizzate a un ricorso sempre maggiore dell’outsourcing, dal più semplice componente alla macchina completa». Non si lavora in serie ma su specifica richiesta. Dopo un’appropriata analisi delle esigenze del committente, l’ufficio di progettazione appronta soluzioni che soddisfino con precisione le necessità. Oltre alle lavorazioni di cui si è detto, Dalla Riva fornisce servizi di controllo dimensionale, montaggio, completa assistenza pre e post-lavorazione. «Eseguiamo il controllo dimensionale con macchina di misura tridimensionale “DEA” Tipo Global in fase di lavorazione e/o a lavoro finito per garantire così precisione e qualità – sottolinea l’imprenditore –. Con l’assistenza intendiamo diminuire o perfezionare le fasi di lavorazione per ottenere un ottimo rapporto qualità/prezzo e un continuo miglioramento tecnico del prodotto». La flessibilità è senza dubbio uno dei punti di forza dell’azienda di San Martino che è in grado di fornire anche trattamenti termici, lavorazioni particolari e di alta precisione (dentatura e rettifica di ruote dentate), oltre a brocciatura e qualsivoglia tipologia di trattamento superficiale (anodizzazione, cromatura, etc.). Poderoso è il parco macchine, costituito da strumentazioni e impianti d’avanguardia le cui tipologie e dimensioni consentono la lavorazione dei più diversi componenti e la costruzione di particolari per prototipi e gruppi speciali. «La fresatura, lavorazione che permette, per asportazione di truciolo, di realizzare un pezzo finito – ricorda Dalla Riva –, è un’operazione complessa che richiede macchinari sofisticati. Nel nostro reparto ci avvaliamo di una IM Parpas, mod. SL90 a banco fisso, a testa birotativa indexata, di una Novar a testa universale e di una OMV a montante mobile HS 320 a testa birotativa in continuo e tavole girevoli. Nell’area dedicata alle operazioni di alesatura, lavorazioni di pezzi di dimensioni medio/grandi, lavoriamo con una Bragonzi Creusamatic 100 a 4 assi, una Bragonzi Creusamatic 5’’ a 4 assi, completa di testa verticale, e una Bragonzi Creusamatic 6’’ a 5 assi con testa ver-

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ticale ed una Bragonzi 150TC per pezzi fino a 20 Ton. con campo di lavorazione 5000x3000. Per le attività di tornitura, invece, sono attivi un Omg 400x2000, un Omg 320x2000» e un PBR 500x6000. Davvero la qualità delle lavorazioni offerte da Dalla Riva S.r.l. si fonda su un giusto mix di eccellente capitale umano e straordinaria dotazione tecnologica. E il futuro? «Come ci ha insegnato nostro padre – con-

clude Dalla Riva – vogliamo guardare sempre avanti: puntare all’innovazione e a un continuo migliorarci e… scommettere e credere nei giovani!» Cosa più unica che rara, in questi tempi in cui la disoccupazione giovanile tocca i suoi massimi livelli: per fortuna Dalla Riva ci mostra un bell’esempio di imprenditoria sana e vincente, di chi ancora ci crede e ha voglia di lottare.•

DALLA RIVA S.r.l. SEDE AMMINISTRATIVA Via Dell’Artigianato, 14 37036 San Martino Buon Albergo (Verona) Tel. 045 990078 Fax 045 8780133

PRODUZIONE

Costruzioni meccaniche di precisione

ANNO DI FONDAZIONE 1945

TITOLARI

F.lli Dalla Riva

AMMINISTRATORE Ferruccio Dalla Riva

RESPONSABILE PRODUZIONE E QUALITÀ

Ferruccio Dalla Riva

RESPONSABILE AMMINISTRATIVO Silvia Dalla Riva

FATTURATO 2011

1 milione e 800 mila euro

SUPERFICIE AZIENDALE

Totale: 5.000 mq Coperta: 2.000 mq

RISORSE UMANE

Addetti alla produzione: 11 Impiegati: 3

RESPONSABILE COMMERCIALE Carlo Dalla Riva

RESPONSABILE TECNICO E PROGETTAZIONE Stefano Tambara

SITO INTERNET / E-MAIL

www.dallariva.it amministrazione@dallariva.it



ELETTROLASER

«

Il nostro trend di crescita nel 2010 e 2011 è stato molto alto. Un incremento a due cifre che, pur se in forma più contenuta, pensiamo di riuscire a confermare anche per il 2012 se proseguirà l’andamento del primo quadrimestre (+25% rispetto all’analogo periodo del 2011). Risultati che ci stimolano a proseguire sulla strada intrapresa con lo stesso entusiasmo con cui abbiamo iniziato. Fortunatamente per noi il lavoro

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non manca: non esistono orari e abbiamo l’esigenza di continuare a perfezionare i macchinari già prodotti e di realizzarne di innovativi per un mercato in continua evoluzione. Non possiamo riposare sugli allori, specie in tempi come quelli attuali». Elisa Montresor, Massimo Grigoli e Guerrino Ferrarini rispettivamente responsabile amministrativo, commerciale e ricerca/ sviluppo di Elettrolaser, azienda di Sona nata nel 2007, non nascondono la soddi-

sfazione per come, in appena un lustro di attività, il loro impegno sia stato ampiamente ripagato. Ma conosciamo più da vicino la storia di questa impresa. Elettrolaser è un’ affermata protagonista nel campo delle tecnologie laser “Made in Italy” e in soli cinque anni ha raggiunto i due milioni di fatturato, l’80% dei quali realizzato su primari mercati esteri (India, Indonesia, Thailandia, Brasile, Stati Uniti,


Elettrolaser

Turchia, Russia, Corea, Giappone, Unione Europea). È una realtà che ha saputo diventare in poco tempo un partner altamente affidabile per le imprese del settore orafo e per quelle operanti nel comparto dell’odontotecnica che fanno della qualità un valore imprescindibile. «La nostra scelta imprenditoriale – racconta Elisa Montresor – non è stata casuale. Oltre ad aver unito i know-how acquisiti da ciascun socio nelle pregresse esperienze di lavoro, abbiamo analizzato, anzi sviscerato, segmenti di prodotto e di clientela nei quali inserirci. Abbiamo valutato come organizzare al meglio l’attività senza gravarla di oneri impropri e, in particolare, come affrontare l’inevitabile concorrenza di aziende già presenti, in Italia e all’estero, nello stesso settore. Sappiamo che è il sistema che rende l’azienda in grado di nascere, crescere e prosperare e che il successo del business non è legato al fatto di avere un prodotto più economico più innovativo o più di qualità». Un percorso che ha anche cementato l’amicizia dei tre soci, capaci di lavorare senza interferenze e anzi massimizzando quanto ciascuno può dare per il conseguimento degli obiettivi prefissati. Elevato il profilo raggiunto da questa giovanissima azienda veronese che vanta un’intensa attività di formazione della propria forza lavoro (di norma viene privilegiata l’assunzione di diplomati o laureati, di cui sono analizzate e rafforzate la competenza e le conoscenze in un tirocinio della durata minima di 6 mesi) e che ha investito – e investe – in modo particolare, nella ricerca avendo attivato al proprio interno un reparto altamente specializzato in cui sviluppare programmi e progetti avanzati. «Lo standard operativo – prosegue Grigoli – è decisamente collaudato: lavoriamo in sintonia con il cliente, decifrando le esigenze che ci sottopone per adattare le nostre apparecchiature alle sue specifiche necessità operative». Articolata e ampia l’offerta di macchinari per la microsaldatura, l’incisione dei metalli e la riparazione stampi. Tutti i prodotti a marchio Elettrolaser sono sottoposti a un costante processo di innovazione: l’ incessante sviluppo tecnologico impone

un frequente aggiornamento e gli articoli in catalogo vengono annualmente implementati nelle funzioni grazie alla potente elettronica con tecnologia DSP (Digital Signal Processing) da oggi rinnovata anche nei colori con il nuovo display grafico touch screen di grandi dimensioni. Per la marcatura e il microtaglio al top troviamo Fiberlux, marcatrice al laser, che consente di incidere su oggetti in metallo, foto, loghi e testi utilizzando un software grafico dedicato. «Dall’esigenza di riparare gli stampi usurati direttamente nella propria officina in modo rapido ed economico – sottolinea Ferrarini – sono nate, dal lavoro in team con alcune officine meccaniche

profili

costruttrici di stampi per l’iniezione della plastica, Combo 200 e Combo 100, strumenti in grado di lavorare su stampi di grandi o piccole dimensioni per mezzo della fibra ottica che trasporta la luce laser dal generatore allo stampo, permettendo quindi all’operatore di posizionarla manualmente e di guidarla con estrema semplicità lungo gli spigoli da riparare. Bacchettine d’acciaio vengono riportate direttamente sugli spigoli rovinati, la saldatura avviene quindi senza bisogno di ripulitura finale e lascia gli elementi chiari e nitidi». Per la saldatura le proposte di base sono ancor più articolate e vanno dall’Easy50 (saldatrice laser progettata per i labo-

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pietre e lavorare metalli con il micromotore inserito in camera di saldatura». Ma c’è di più. La telecamera digitale (webcam) di cui tutte le macchine sono dotate di serie permette a Elettrolaser di essere sempre al fianco dei suoi clienti. È infatti oggi possibile il controllo di tutte le fasi lavorative sia di saldatura che di incisione con tele assistenza a distanza utilizzando i programmi internet gratuiti più diffusi quali Skype o Msn: un aiuto che la tecnologia dà per fornire sempre maggiore assistenza tecnica in tempi più brevi.

«Per la nostra realtà imprenditoriale – conclude Elisa Montresor – stare al passo con i tempi, e quando possibile, precorrerli, è strategico. Siamo sempre in attività e in movimento, e non solo con la creatività. Consolidare le posizioni acquisite e stimolare attenzione e interesse in nuovi comparti, ci impegna in un tour de force promozionale (partecipazione a fiere o convention tecnico-scientifiche) che può e deve essere svolto direttamente dallo staff aziendale».•

ELETTROLASER S.r.l. ratori d’odontotecnica e per le piccole riparazioni in oreficeria poiché consente di saldare metalli preziosi o altro, inclusi platino, titanio, oro e palladio, o riparare montature senza rimuovere le pietre), alla Mega 140, la primogenita in casa Elettrolaser, adatta alla riparazione anche di gioielli antichi, a quella di orologi e persino di montature di occhiali. «C’è poi la Master100 – prosegue Grigoli – a cui, di recente, si è affiancato il Master3D, il laser da saldatura più completo e di semplice utilizzo che sia mai stato realizzato, dotato di stereo microscopio Vision 3D senza oculari di cui l’Elettolaser è divenuta concessionaria esclusiva per il 2012. La Ultra140, invece, è un’apparecchiatura progettata e realizzata per rispondere a particolari esigenze della clientela, ovvero utilizzare il laser non solo per saldare, ma anche per incassare

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SEDE AMMINISTRATIVA Via Dell’Industria, 35 37060 Sona (Verona) Tel. 045 6082365 Fax 045 6088650

PRODUZIONE

Saldatrici e marcatrici laser

ANNO DI FONDAZIONE 2007

AMMINISTRATORI

Guerrino Ferrarini, Massimo Grigoli, Elisa Montresor

RESPONSABILE AMMINISTRATIVO Elisa Montresor

FATTURATO 2011 2 milioni di euro

SUPERFICIE AZIENDALE Totale: 700 mq

RISORSE UMANE

Addetti alla produzione: 7 Impiegati: 2

RESPONSABILE TECNICO, PRODUZIONE E PROGETTAZIONE Guerrino Ferrarini

RESPONSABILE COMMERCIALE Massimo Grigoli

SITO INTERNET / E-MAIL www.elettrolaser.com info@elettrolaser.com



Paolo Agnelli PRESIDENTE Presidente ci spiega che cos’è Confimi e i motivi della sua costituzione? Confimi è l’acronimo di Confederazione delle industrie manifatturiere italiane; è la volontà di rappresentare in Italia unicamente il mondo delle PMI manifatturiere. Sottolineo unicamente perché troppo spesso nel panorama associativo del nostro Paese si mescolano formule eterogenee nelle quali convergono aggregazioni di vario genere: PMI industriali e artigiane, società commerciali, liberi professionisti, assicurazioni, servizi alle persone, banche. Confimi ha l’obiettivo di specializzarsi nella salvaguardia dell’unico comparto che ha caratterizzato la fortuna del nostro Paese: la manifattura, senza rincorrere alla necessità di allargare i propri numeri solo per aumentare la rappresentanza fine a se stessa. Oggi è indispensabile svincolarsi dai metodi di gestione che certe organizzazioni datoriali nazionali adottano o hanno adottato come fondamento della loro politica industriale. Metodi che rappresentano l’antitesi degli interessi delle imprese e che, senza un cambiamento radicale, non saranno in grado di fronteggiare le profonde trasformazioni in atto. Cosa e chi rappresenta Confimi e quali obiettivi si pone nell’immediato e nel medio periodo? Due sono gli obiettivi prioritari: 1) In Confimi sono rappresentate tante piccole e medie industrie italiane che si pongono quale primo obiettivo quello di stare insieme sulla base volontaria perseguendo un progetto comune: quello di tornare ad essere il “sindacato” degli imprenditori manifatturieri in grado di tutelarli e di farli crescere. Confimi deve essere in grado di progettare e di predisporre per queste imprese situazioni “tailor made” come se si dovesse per loro confezionare sempre abiti sartoriali su misura. 2) all’esterno Confimi deve nell’immediato far capire alla politica e agli economisti la gravità irreversibile e gravissima in cui versa la competitività del manifatturiero italiano e le relative ripercussioni sociali che potrebbero scaturire dall’ennesimo rinvio nell’individuare una vera politica industriale capace di guidarci per i prossimi 20/30 anni e che manca in questo Paese da almeno 20.

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Non Le sembra che nell’attuale congiuntura la nascita di una nuova organizzazione imprenditoriale possa disorientare gran parte della PMI italiana e del Nord in particolare? Al contrario. Le imprese sono stanche di associazioni autoreferenziali che non riescono ad intercettare i veri bisogni delle aziende aderenti e che non riescono a comprendere il linguaggio di queste


PAOLO AGNELLI

imprese. Ci stanno lanciando dei segnali precisi. Le imprese manifatturiere vogliono un’associazione che parli la loro lingua, non il “politichese”, non il “burocratese”. Oggi siamo di fronte ad un cambiamento epocale in campo politico ed economico. Il mondo della rappresentanza non può restare sempre lo stesso, deve modificarsi o verrà spazzato via. Oggi tutti vogliono “rappresentare” tutti. La forte concorrenzialità ha portato a rappresentare all’interno della stessa organizzazione interessi fra loro inconciliabili. Noi invece cercheremo di lavorare per proporre soluzioni e risposte concrete indirizzate ad unico portatore di interessi. Quali associazioni territoriali hanno aderito a Confimi? Al momento hanno aderito come soci fondatori le API (associazioni delle piccole e medie industrie) delle province di Bergamo, Modena, Verona, Vicenza. Sono in fase di definizione le adesioni di altre 10

realtà fra cui alcune categorie settoriali, API del Nord-Ovest, del Centro e un paio di realtà del Sud, in attesa di passaggi statutari e assembleari. Quale rapporto intendete instaurare con le istituzioni locali, regionali, nazionali e comunitarie? Innanzitutto conserveremo gli ottimi rapporti instaurati nei decenni con le istituzioni locali che sono mantenuti e monitorati in maniera eccelsa dalle nostre territoriali. Poi cercheremo di stimolare ancora di più le Istituzioni attraverso temi di confronto offrendo proposte concrete, provando a ribaltare il concetto secondo il quale le Istituzioni prima convocano le parti su temi suggeriti da questa o quella parte sociale/ economica, e poi partono le consultazioni e i tavoli di confronto. Soprattutto a livello locale vorremmo insieme alle Istituzioni liberarci dai formalismi che spesso diventano ossequiosi e infastidiscono le imprese che hanno bisogno di risposte

personaggio

in tempi brevissimi. Con i livelli regionali e nazionali dovremmo volare “più alto” provando ad individuare 2/3 temi di alta politica industriale fornendo analisi complete sulle necessità della nostra manifattura. A fine mese ci presenteremo a livello nazionale con una iniziativa che si terrà presso la Camera dei Deputati. Sul fronte comunitario diventa fondamentale il ruolo che si può intrecciare con le Istituzioni regionali su due direttrici: 1) lavorare insieme per ottenere a livello europeo normative maggiormente rispondenti alle esigenze delle imprese e meno penalizzanti; 2) formarsi per essere sempre più pronti a rispondere alle chiamate dei bandi europei che rappresentano ormai quasi le uniche forme di finanziamento per i progetti di innovazione e di ricerca. E quale con le altre organizzazioni imprenditoriali? In questo momento stiamo orientando tutti gli sforzi verso la promozione di una rap-

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presentanza datoriale che sia trasversale rispetto agli attuali schemi associativi, in grado cioè di riqualificare le relazioni industriali ed economiche, partendo dalle reali esigenze delle aziende. Ci potranno essere campi di azione che ovviamente si intrecceranno con le altre associazioni imprenditoriali quando in questi campi troveremo interessi che vadano incontro alle esigenze dei nostri associati. Quindi massima collaborazione con tutti quando i programmi coincideranno negli obiettivi.

Stato intervenga sui costi della manodopera e dell’energia, e sulle tassazioni che ostacolano investimenti e assunzioni. Chiederemo poi lo sblocco dei fondi già disponibili a favore di infrastrutture, mobilità, energie pulite. Proporremo un pacchetto di interventi esclusivamente rivolti alle esigenze della manifattura: primo tra tutti la necessità di studiare nuovi parametri di valutazione delle imprese manifatturiere diversi da quelli attuali. È già operativo un servizio ad esclusivo supporto delle PMI manifatturiere sul versante dell’analisi finanziaria e del calcolo del rating.

Tra i tanti problemi che dovrete affrontare come intendete muoverti con il sistema creditizio? Cercheremo di tornare a stringere forti rapporti con le banche locali sul territorio e lavoreremo con due/tre partners adatti sul piano nazionale ad affrontare al meglio le sfide dell’internazionalizzazione. Un altro obiettivo deve essere quello della rivalutazione dei capitali intangibili delle PMI che restano le uniche vere risorse su cui contare per un rilancio della nostra economia a patto che lo

E con le organizzazioni sindacali? Il rapporto con le Organizzazioni Sindacali per noi è uno dei temi principali della nostra agenda, perché il tema del lavoro è quello che ci sta maggiormente a cuore. Dovremo fare blocco comune contro un sistema politico ed economico che risulta incapace di coniugare rigore con crescita. Abbiamo obiettivi concreti per quanto riguarda le relazioni sindacali, segnate oggi da un’impasse che sconfina troppo spesso nell’ideologia da ambo le parti. Vogliamo proporre nuovi

modelli e nuovi parametri che tutelino maggiormente la manifattura partendo da un dialogo aperto e costruttivo con le organizzazioni dei sindacati dei lavoratori, soprattutto a livello locale. L’obiettivo finale è l’adozione di un nuovo contratto unico per le PMI manifatturiere. Vogliamo che ci sia reciproca comprensione sulle difficoltà che il mondo dell’impresa manifatturiera sta vivendo da alcuni anni. Ma vogliamo che si sappia che noi negli anni abbiamo investito molto e mantenuto strutture solide con grandissimi sacrifici perché crediamo ancora che la manifattura nel nostro Paese sia la chiave di volta per tornare a crescere. Chiediamo ai sindacati di credere con noi di Confimi a questa svolta e a questa voglia di tornare a crescere stringendo un’alleanza. Bisogna riformare insieme un sistema che deve alleggerire il costo del lavoro e riconoscere migliori livelli retributivi, passando anche da una rivisitazione del sistema della bilateralità che deve essere a sostegno unico del mondo delle imprese e dei lavoratori senza farsi condizionare da derivazioni utili magari al sostentamento delle associazioni e degli apparati centrali.


PAOLO AGNELLI

Che tipo di struttura organizzativa intendete adottare con Confimi? Le associazioni territoriali che sono già confluite in Confimi e quelle che aderiranno manterranno la loro autonomia e la loro organizzazione già esistente. In Confimi soltanto gli industriali manifatturieri potranno ricoprire le cariche più importanti, ciò per evitare che ai vertici della governance possano arrivare imprenditori improvvisati o personaggi “travestiti” da imprenditori con obiettivi inconciliabili con gli interessi delle nostre imprese. Confimi a livello nazionale si doterà di una struttura leggera la cui preoccupazione non sarà quella di giustificare la propria esistenza con apparati mastodontici quanto inefficienti, bensì quella di dare pronte risposte alle esigenze delle PMI italiane facendo sintesi delle proposte e delle richieste che proverranno dalle associazioni territoriali e dalle Categorie produttive. Ci saranno tanti focus group in loco con gli imprenditori per provare a trovare concretezza, tempestività nelle scelte e nelle risposte, individuando fra imprenditori e struttura finalmente una prospettiva di medio-lungo periodo su tematiche che effettivamente arrivano dalla base imprenditoriale. Da questo lavoro emergeranno documenti mirati che saranno oggetto di confronto con i decisori regionali e nazionali di riferimento. Il tutto dovrà essere finalizzato nei primi anni di attività ad ottenere significativi risultati su quattro macro aree: nuove relazioni industriali; credito; internazionalizzazione e nuovi mercati; cultura d’impresa.•

personaggio

P

aolo Agnelli, 60 anni, è industriale bergamasco di terza generazione, coniugato, con due figli entrambi impegnati nel Gruppo Agnelli. Insieme al fratello Baldassare guida oggi l’omonimo Gruppo, che comprende 13 aziende ed è leader nel settore dell’estrusione dell’alluminio, delle pentole professionali e ha interessi nel campo dell’editoria, della finanza e dello sport professionistico e dilettantistico. Complessivamente il Gruppo Agnelli occupa oltre 300 persone con un fatturato nell’anno 2011 di circa 130 milioni di euro. La famiglia Agnelli è una delle più vecchie famiglie di imprenditori bergamaschi. La prima azienda del Gruppo, la Baldassarre Agnelli S.p.A, data la sua fondazione nel 1907. Nel 2007 il Gruppo Agnelli ha festeggiato il Centenario dell’attività. Insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica da parte del Capo dello Stato e dell’onorificenza di Ufficiale della Repubblica, Paolo Agnelli sul versante Associativo/ istituzionale è dal 2000 Presidente di Apindustria Bergamo (Associazione Industriali delle Piccole e Medie Imprese della provincia di Bergamo), è stato Presidente di Confapindustria Lombardia (già Apilombarda) dall’estate del 2006 sino a marzo del 2012, è componente della Giunta della CCIAA di Bergamo e Presidente della società TECNODAL S.p.A. società partecipata dalla Provincia di Bergamo e dalla C.C.I.A.A. di Bergamo. Siede inoltre nel Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bergamo – Gruppo Ubi Banca. Dal 2012 è Presidente di CONFIMI – neonata Confederazione delle industrie manifatturiere italiane.

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Osservatorio sull’accesso al credito e sui termini di pagamento per le Pmi

L

a crisi economica mondiale, nata fondamentalmente come una crisi del settore finanziario e creditizio, ha finito per estendersi anche all’economia reale, colpendo da un lato le famiglie e dall’altro le imprese, e in particolare le Pmi. Uno dei motivi principali della crisi delle imprese è da ricondurre agli ostacoli che queste incontrano nell’acquisire liquidità, sia per il cosiddetto credit crunch bancario, sia per i sempre più frequenti ritardi nei pagamenti dei debitori commerciali. Dagli effetti negativi derivanti da una situazione di criticità diffusa, non è esente neanche la provincia veronese. Le crisi precedenti erano legate alla difficoltà di far recuperare, ai prodotti italiani, gap tecnologici rispetto ad altri paesi, quella odierna non è riferita a un aspetto “produttivo”: è una crisi finanziaria, aggravata dal fatto che contemporaneamente sul mercato mondiale si sono affiancati nuovi protagonisti a prezzi alquanto competitivi. Apindustria Verona, con la condivisione di Confcommercio e il finanziamento della Camera di Commercio scaligera, ha intrapreso un’azione di monitoraggio sulla condizione attuale dell’accesso al credito e sui termini di pagamento delle Pmi in provincia di Verona. Si è quindi approdati alla costituzione di un “Osservatorio sull’accesso al credito e sui termini di pagamento per le Pmi”. «Gli scopi dell’Osservatorio – spiega il direttore di Apindustria Luciano Veronesi – sono molteplici: i principali sono

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verificare quanto la Pmi subisca il ritardato pagamento del dovuto per il mancato rispetto delle clausole contrattuali, e favorire il nascere di un punto di riferimento e confronto qualificato in grado di diffondere consapevolezza e informazioni sulle problematiche affrontate nella concreta

applicazione delle norme connesse alla tutela dei crediti e dei termini di pagamento alle Pmi». L’obiettivo finale dell’Osservatorio è quello di creare una banca dati delle carenze e delle problematiche avvertite dalle Pmi dei vari settori economici conseguenti all’applicazione delle vigenti


attività

norme relative alla tutela dei crediti e dei termini di pagamento alle aziende. La periodicità delle rilevazioni, inoltre, consentirà di seguire l’evoluzione delle ricadute sull’economia locale anche in termini di capacità di reggere l’impatto della crisi mantenendo l’attuale livello occupazionale. Da sottolineare che si potrà consultare questa banca dati che sarà messa a disposizione delle

aziende della provincia che ne faranno richiesta. Per la rilevazione, sono state analizzate 72 imprese, di cui 25 appartenenti ad Apindustria e 47 a Confcommercio. Va anche detto, però, che l’orientamento del campione è stato fortemente suggestionato dalle risposte fornite dalle

aziende del commercio e metalmeccaniche, che da sole ne hanno rappresentato l’87%, seguite da quelle del lapideo, del legno-mobile e del chimico. Questi sono i settori che più degli altri avvertono l’urgenza di tornare ad avere un buon rapporto con gli istituti di credito. La forma giuridica preferita dalle aziende del campione è quella della società a responsabilità limitata, mentre l’organico medio dei dipendenti delle realtà caratterizzante il campione è inferiore a 15 dipendenti (15 casi su 25). Il 43% delle imprese dichiara di avere fatturati stabili il 31%, invece, sostiene di avere fatturati in diminuzione. La maggioranza delle imprese sentite (89%) pensa che la causa dell’attuale crisi sia di natura finanziaria: difficoltà di accesso al credito, ritardati pagamenti commerciali, inadeguato supporto offerto alle imprese. Emergono però anche problemi relativi alla scarsa competitività delle imprese italiane, al basso livello di investimenti, all’insufficiente “struttura” delle microimprese. È significativo il fatto che il 94% delle aziende contattate abbia dichiarato di nutrire modesta o limitata fiducia nel sistema bancario. Per la metà del campione, l’accesso al credito è

rimasto invariato rispetto al passato, mentre per il 41% è diventato “difficile”. La maggioranza degli interrogati (59%) ritiene che il rapporto con le banche sia peggiorato rispetto al passato: il 55% pensa che il deterioramento dell’accesso al credito li abbia danneggiati in maniera limitata, mentre il 45% pensa invece di aver subito un grosso danno. Solo il 37% delle aziende afferma di aver utilizzato le garanzie dei Confidi; di queste, oltre il 57% ha avuto una risposta adeguata alle richieste e solo il 21% un esito negativo. Per quanto riguarda i tempi medi di riscossione, meno del 10% ottiene pagamenti immediati e sono quasi tutti riferiti al settore del commercio. La maggior parte (68%) riscuote tra i 30 e i 90 giorni: il 15% entro 30 giorni, il 30% entro 60 giorni e il 22% entro 90 giorni. Il 25% delle aziende subisce insoluti in una percentuale compresa fra l’1 e il 5%, mentre il 20% delle imprese registra insoluti fino al 10% del volume di affari. Il 37% delle imprese non ha effettuato alcuna forma di investimento nel secondo semestre del 2011, mentre il 33% dichiara di aver provveduto a investire per cifre inferiori ai 50 mila euro.•

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Convegno organizzato da Apindustria e CCIAA

Le quattro fasi del commercio con l’estero

I

n un contesto politico ed economico difficile qual è quello che stiamo vivendo, a risentire più sensibilmente del clima di incertezza e sfiducia sono, purtroppo, proprio le imprese, i principali attori nella creazione di ricchezza e occupazione. Le ricette anti crisi non si contano, ma su alcuni ingredienti-base tutti concordano: uno di questi componenti indispensabili per tornare a realizzare una crescita vera è l’internazionalizzazione. Di cosa si tratta, in concreto? L’internazionalizzazione è un processo attraverso il quale le aziende non solo dispiegano le loro vendite su più mercati esteri, ma dagli stessi mercati esteri attingono per il loro approvvigionamento di materie prime, di tecnologie, di impianti, di attrezzature, di risorse finanziarie. Si tratta senza dubbio di un’opportunità strategica che le imprese, in particolar modo le PMI, possono cogliere per migliorarsi, diventare più competitive e affermarsi negli scenari globali sempre più complessi. Capita però spesso che l’imprenditore della piccola e media impresa desideri affacciarsi sui mercati esteri ma non abbia un’idea chiara di come comportarsi: se da una parte è facile reperire informazioni riguardanti gli aspetti burocratici e formali delle transazioni, più

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complicato è riuscire a districarsi tra altri dubbi e incertezze. È conveniente andare in un certo mercato a vendere (o acquistare) prodotti? Se è conveniente, come lo posso fare? Quali sono i canali più efficaci di vendita (o acquisto)? Come posso trovarli e selezionarli? Come riesco a valutare l’affidabilità dell’interlocutore? Chi mi può assistere nella trattativa al di là dell’aspetto di formalizzazione contrattuale?

Per dare risposte e suggerimenti concreti a questi quesiti, Apindustria, con il contributo della CCIAA di Verona, ha organizzato lo scorso 2 maggio, rivolgendosi a tutte le aziende associate, l’incontro “Le quattro fasi del commercio con l’estero”. Relatore è stato l’ingegnere Leonardo Di Noi, fondatore, dopo oltre 25 anni di esperienza come direttore e amministratore delegato in diverse aziende locali o multinazionali del Nord Est, della società Di Noi & Partners, spe-


attività

cializzata in consulenza direzionale e formazione aziendale. «Per maggiori garanzie di longevità e successo aziendale – esordisce Di Noi – gli imprenditori e i manager devono avere ben presente che occorre dare il via a un nuovo corso di gestione dell’impresa. È necessario riuscire a coniugare la creatività con il metodo, l’intuito con una corretta pianificazione dell’attività aziendale che passi attraverso lo studio e l’analisi dei mercati. La globalizzazione ci impone di allargare i nostri orizzonti: oggi un battito di foglie in Giappone provoca un terremoto a New York! Ci dobbiamo abituare a ragionare entro una macrovisione: come mai prima, ora la politica e l’economia mondiali influiscono sulle nostre decisioni e risultati». Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito per il 96% da PMI (sono 522.554 le imprese con meno di 20 dipendenti e il 55% degli occupati lavora in realtà con meno di 50 dipendenti). Il mercato mondiale propone a questa miriade di azien-

de non solo nuovi sbocchi, ma anche nuovi prodotti e servizi: materiali meno costosi, materiali differenti, servizi meno costosi, servizi specializzati. «Le associazioni di categoria offrono consulenze, appoggio e organizzano missioni – ricorda Di Noi –, ma ogni azienda, preliminarmente, deve valutare in maniera attenta

convenienza, tempi e modi di una “trasferta” all’estero. Molto spesso si va in alcuni mercati per sentito dire o per fenomeni di “moda industriale”; non è semplice decidere quali canali utilizzare e a che partner affidarsi: per queste scelte servono tempo, conoscenza dei mercati e dei dati, esperienza, consulenza di figure professionali specifiche non facilmente reperibili e che costano. Alle aziende che intendano incamminarsi sulla via dell’internazionalizzazione partendo con il piede giusto, abbiamo pertanto voluto indicare i quattro passi da compiere: l’analisi del reale fabbisogno, l’elaborazione di un piano di fattibilità, l’individuazione degli interlocutori migliori, la trattativa». Indispensabile partire da un confronto da svolgere all’interno dell’azienda stessa per comprendere se l’idea di vendita (o acquisto) dei prodotti in un mercato è conveniente o meno. In questa prima fase si può decidere di lasciar perdere l’idea, oppure di preparare un piano di fattibilità. Bastano pochi elementi per scoprire che non ha alcun senso procedere e quindi non vale la pena sprecare denaro e risorse. Se si decide per il sì l’impresa deve costruire il

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piano di fattibilità che rappresenta la rotta da seguire con gli obiettivi da raggiungere e i mezzi necessari. «Nella ricerca degli interlocutori – prosegue Di Noi –, dei quali vanno scrupolosamente valutate le potenzialità e la serietà, ci vengono in aiuto strumenti preziosi: internet e le fiere di settore. Ad alcune conviene partecipare con lo stand, ad altre solo visitandole, si dovrà stabilire se il target del visitatore è quello giusto per ciò che vogliamo offrire, scegliere il materiale da portare, chi partecipa, la documentazione da produrre». Innumerevoli i possibili canali di vendita (agente, rivenditore, segnalatore, filiale, joint venture commerciale o produttiva, vendita diretta con Area Manager o Country Manager) e di acquisto (agente locale, ufficio acquisti locale diretto dall’azienda): si deve avere dime-

stichezza con tutte queste possibilità. «Si giunge poi alla trattativa, la fase più delicata – spiega Di Noi –, in cui una scelta sbagliata può portare a disastri economici. Conoscere il comportamento degli interlocutori, con i quali ci si incontrerà per definire accordi, partnership, joint venture, serve a far riuscire le trattative. La trattativa non è uguale in ogni parte del mondo; ogni Paese ha le sue specificità. Gli accordi scritti sono necessari; si devono conoscere la legislazione internazionale e del Paese, le varie tipologie di pagamenti internazionali e i possibili finanziamenti tra stati». Pressoché infiniti gli scenari possibili, quindi. A titolo esemplificativo si è scelto tuttavia di analizzare due case history concreti completamente differenti: quello di una piccola società commerciale operante nel settore dei prodotti per

la pulizia di industrie alimentari, ospedali e case di riposo, intenzionata ad acquistare alcuni prodotti a più basso costo all’estero; quello di una media azienda di trasformazione che vende apparati elettronici di potenza e intende sviluppare la sua rete commerciale all’estero tramite filiali produttive, commerciali e accordi con partner. In entrambi i casi una corretta valutazione preliminare dei mercati di sbocco e un pianificazione adeguata delle strategie ha portato a un notevole incremento dei fatturati: a dimostrazione che la lunga vita di un’azienda e i suoi successi non sono frutto di improvvisazione, ma dal saper unire al “fiuto” per gli affari l’applicazione meticolosa di un metodo efficace.•

Beatrice Paglialunga


Apigiovani Alessio Zoccatelli

Costruire uno spirito

EUROPEO

L

’incredibile susseguirsi degli interessanti avvenimenti degli ultimi mesi, rafforza l’idea che non stiamo vivendo in tempi normali. La crisi economica che sta aggredendo il globo, è il segnale di una crisi molto più profonda, che travolge come un sisma(!) le società di tutto il mondo. In que-

sarete pronti a sacrificarvi per ogni membro della famiglia umana che ugualmente sarà pronta a sacrificarsi per voi, allora i maggiori mali che oggi affliggono la razza umana spariranno.” Nella nostra Europa purtroppo non vi è ancora nulla di questo spirito. Soccombendo sotto i colpi di spread e

della collettività prima che del singolo. Verrà presto un mondo dove il gruppo sarà favorito rispetto all’individuo, ma è un mondo che sta a noi costruire, con fiducia e volontà, sapendo che è la filosofia con cui affrontiamo la vita a determinare le nostre azioni. Certo, molto del nostro futuro dipende dalle decisioni che i nostri leader prenderanno, ma

sto, l’Europa, offre innumerevoli spunti di riflessione. Essa è un aggregato economico di nazioni e la situazione di oggi, dimostra quanto ciò sia insufficiente. La comunità europea è come un corpo privo di uno animo etico e morale in grado di vitalizzarlo. Pensate a quanto ognuno di noi si senta veneto, emiliano, umbro o piemontese, prima che italiano... figuriamoci europeo. Fu Giuseppe Mazzini, uno dei nostri più grandi maestri, a dire: “quando amandovi gli uni gli altri come tali e ciascuno, cercando il proprio bene nel bene di tutti, unirà la propria vita a quella di tutti e i propri interessi con quelli degli altri, e quando

tassi finanziari, non comprendiamo che l’unione si fa con i nostri pensieri, prima che con le nostre monete. Come si può essere Europei senza un’unica lingua, senza un insieme condiviso di regole e di valori civili che portino ad obiettivi culturali e sociali comuni. Oggi le difficoltà e le incertezze sono molte, ma proprio per questo è maturato il tempo per uno straordinario cambiamento. Ci troviamo di fronte all’opportunità di riscrivere le regole che hanno determinato l’attuale situazione. Possiamo trarre profondi insegnamenti dalla sterilità di ogni progetto che non ponga come fine la ricerca di un Etica che riconosca il bene

oggi più che mai, possiamo esser certi che le nostre scelte quotidiane, il nostro modo di fare azienda, la nostra capacità di instaurare rapporti etici, avranno un forte impatto e una forte influenza sul domani. La stessa attuale crisi economica mondiale contribuisce alla costruzione di una visione comune, nella sempre maggiore consapevolezza che essa sarà superata attraverso la creazione di sistemi nuovi, sinergici, ispirati ai Valori della Cooperazione e dell’Armonia. Il mio augurio sincero è che ognuno di noi sappia esplorare dentro di sé, perché proprio il terreno delle difficoltà è il più fertile per mettere a frutto i propri talenti.•

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L’Agroalimentare

nella Pianura Veronese

Una risorsa da valorizzare Convegno di Apindustria al servizio dell’agricoltura

T

erra agricola d’eccellenza che si estende su un comprensorio di ben 41 comuni, la Pianura veronese, grazie alle denominazioni ottenute, è sul podio nazionale per l’altissima qualità delle sue produzioni agricole e agroalimentari. Negli ultimi dieci anni l’agricoltura ha vissuto, anche in questo comprensorio, un profondo cambiamento che ha rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne dando il via a esperienze innovative e alla proposta di nuovi servizi che hanno modificato

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il volto del settore. I risultati raggiunti parlano chiaro: due i prodotti vegetali che si fregiano della IGP (radicchio rosso di Verona e riso violone nano), due le DOP conseguite nel comparto lattiero-caseario (grana padano e provolone valpadana), una DOP in quello delle carni (prosciutto Veneto BericoEuganeo), una DOC assegnata ad Arcole per il suo vino – e tutt’intorno una miriade di attività che testimoniano come questo sia un settore che produce ricchezza e occupazione. La Pianura Veronese ha ri-scoperto la

sua vocazione agricola. L’agricoltura è una realtà dinamica che può giocare, grazie alle numerose piccole e medie aziende, un ruolo determinante anche in un momento di crisi. Ma non basta voler reagire, bisogna soprattutto sapere come reagire per poter misurarsi con una concorrenza sempre più agguerrita sia da parte dei Paesi del bacino mediterraneo che da quelli emergenti. Per competere, in ambito nazionale e internazionale, è indispensabile che le imprese sappiano innovarsi, superare i limiti dimensionali e trovare forme di


territorio

aggregazione: cioè fare rete. Proprio su questo fondamentale aspetto si è soffermato Lorenzo Bossi, portavoce di Apindustria Verona – organizzatrice dell’incontro sul tema “L’Agroalimentare nella Pianura Veronese”, tenutosi il 27 aprile – che ha ricordato quali sono i vantaggi che le nuove normative possono offrire in materia e soprattutto ha sottolineato come le diverse forme di aggregazione possano stimolare la crescita delle imprese locali e la loro capacità di competere. Non è più sufficiente presentare i prodotti come il risultato di un sistema produttivo efficiente, ma è necessario individuare strade precise da percorrere per differenziarsi sugli scenari internazionali, dando vita a proposte capaci di aggregare imprese che vogliono collaborare alla realizzazione di uno specifico obiettivo o progetto. Interessanti le testimonianze e i contributi proposti da imprenditori del settore e qualificati esperti nel corso dell’appuntamento, moderato da Enzo Gambin (direttore AIPO) e ospitato nei saloni del Castello

di Bevilacqua. Antonio Visentin (imprenditore, presidente del settore agroalimentare Apindustria nonchè del Consorzio Tutela Prosciutto Veneto Berico Euganeo DOP) ha posto l’accento sulla produzione di qualità, sulla valorizzazione e la tracciabilità delle carni suine, mentre Carlo Vicentini (esponente del mondo della carne) si è soffermato sull’importanza che rivestono la zootecnia e gli allevamenti avicunicoli nell’economia agricola locale. Giorgio Sambugaro (presidente del Gruppo Napoleon) e Lorenzo Ambrosi (presidente del Consorzio Tutela del Radicchio di Verona IGP) hanno confermato la flessione nel consumo di frutta e verdura che si re-

gistra anche a livello europeo, concordando che bisogna ricorrere ai ripari puntando, tra l’altro, sulla qualità, sulla specificità produttiva, sulla stagionalità e su un rapporto costruttivo con la

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Gdo. Fabio Lucchesi, (avvocato esperto in normative agroalimentari), ha illustrato le leggi vigenti in materia di etichettatura delle diverse produzioni, mentre l’intervento di Gianluca Fregolent (esponente dell’ICQEF- Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari), si è focalizzato sulle verifiche di genuinità. Tutti i relatori hanno evidenziato l’importanza dell’agricoltura che non è più solo un settore in grado di produrre derrate alimentari, ma assume ruoli e compiti che toccano aspetti relativi alla protezione dell’ambiente, alla tutela del paesaggio, alla salubrità degli alimenti, alla tradizione e cultura rurale del territorio. Claudio Valente (vice presidente vicario di Veronafiere e imprenditore del settore) è entrato nel dettaglio elencando i significativi numeri di questo comparto. «Nel 2011 – ha spiegato – sono stati registrati fatturati di 73,6 milioni di euro nel seminativo, 114 milioni nell’attività orticola, 72 milioni nella frutticola, 4,9 milioni nella fungicoltura, 20,6 milioni nella vivaistica (piante e fiori) e nel sementiero, 18,9 milioni nella viticoltura, per un totale complessivo relativo alle produzioni vegetali di 305 milioni di euro. Ancor più incoraggianti le cifre per quanto riguarda il settore zootecnico: 77,8 milioni di euro sono dati dall’allevamento di bovini da carne, 40,4 milioni dalla suinicoltura, 115,9 milioni dalle attività di allevamento avicolo, 5 milioni dalla coniglicoltura, 46,1 milioni dai bovini da latte, per un totale di 380 milioni di euro. Complessivamente, quindi, una PLV (produzione lorda vendibile) di 613 milioni di euro che con l’indotto e le attività collegate supera abbondantemente 1,5 miliardi di euro». Una riflessione ad ampio raggio, quella proposta da Apindustria, che fa pensare all’agricoltura veronese non più come al “settore primario” dell’accezione economica, ma come a un sistema integrato di multifunzionalità a efficacia plurima, espressione di industrie di levatura mondiale nel campo della meccanizzazione agricola, della molitura, della trasformazione, della conservazione, del dolciario delle paste fresche e ripiene come testimoniato da Giovanni Rana, il “re” dei tortellini. L’enogastronomia e il patrimonio di cibi e prodotti tipici e tradizionali della Pianura veneta diventano sempre più un valore da comunicare al consumatore, mediante una forte integrazione con il turismo, l’artigianato, la storia e l’architettura, per realizzare un vero e completo “made in Veneto”.•

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NUOVE STRADE E PISTE CICLABILI: ecco il programma della Provincia A colloquio con l’assessore Carla De Beni per fare il punto sui progetti già avviati e su quelli di prossima realizzazione

L

’inadeguatezza di infrastrutture e viabilità è, come noto, una delle criticità che penalizzano di più le piccole e medie imprese. Ma non solo. Il tema della mobilità, infatti, incide, oltre che sulla competitività delle imprese e sullo sviluppo economico di un territorio, più in generale, sulla qualità della vita, sulla salute, sull’inquinamento ambientale. «L’obiettivo della Provincia di Verona è di lavorare,

coordinandosi con Comuni e Regione – esordisce Carla De Beni, assessore provinciale alla Manutenzione e Progettazione Viabilistica –, per una mobilità sostenibile ed efficiente, più sicura e scorrevole, che risponda alle esigenze di tutti coloro che, per necessità lavorative, scolastiche e familiari, si devono spostare». Laureata in logopedia, responsabile della comunicazione interna Ulss 22, Carla De Beni ricopre il ruolo di

Circonvallazione Sud Caprino

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assessore – unica “quota rosa” in una Giunta tutta al maschile – dal maggio 2010, più recente incarico di una solida carriera nella pubblica amministrazione che l’ha vista per due mandati (dal 1997 al 2006) sindaco di Affi, componente della commissione Piccoli Comuni dell’ANCI Veneto, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 22 (2004-2006), consigliere provinciale (giugno 2009-maggio 2010).


territorio

«A un mese dalla mia elezione – ricorda De Beni – il primo risultato raggiunto è stato l’accordo di programma, sottoscritto con l’assessore regionale Renato Chisso e Veneto Strade, che riguarda due arterie primarie per la viabilità provinciale: la Sp 10 “della Val d’Illasi” e la variante di Terrazzo. Alla Provincia sono delegati progettazione, ormai predisposta fino allo stadio definitivo, ed espropri, mentre a cura di Veneto Strade saranno le gare d’appalto e l’esecuzione dei lavori». I finanziamenti sono regionali e ammontano a 12 milioni di euro per la Sp 10 (o meglio il lotto ‘L’, tratto che va dall’incrocio di Colognola ai Colli fino alla nuova strada già realizzata a Illasi lungo il progno Illasi) e a 8 milioni per la variante di Terrazzo. «Si tratta di due realizzazioni di estrema importanza – prosegue l’assessore – la Sp 10 renderà possibile il collegamento in variante da Tregnago alla strada Porcilana, percorrendo tutta la Val d’Illasi senza più passare per i centri abitati esistenti; la variante in prosecuzione del nuovo ponte costruito sull’Adige collegherà fino alla strada provinciale Sp 44. Dopo aver sbloccato i primi 17 milioni di euro (9 per il lotto ‘L’ e 8 per Terrazzo), la Commissione regionale alla Viabilità e Urbanistica ha approvato, proprio lo scorso 23 maggio, l’integrazione del Piano Triennale d’interventi per l’adeguamento della rete viaria, che programma 100 milioni di euro a favore di numerose opere viabilistiche nelle sette provincie venete: sono stati in questa occasione previsti gli ultimi 3 milioni necessari a coprire l’intero importo stimato per la Sp 10. Entro fine giugno verranno convocate le Conferenze dei Servizi per acquisire tutti i pareri, nulla osta e autorizzazioni sui progetti stessi». Per quanto riguarda la Valpolicella si è già dato il via al primo step di un programma organico di soluzioni tecniche per il riordino/potenziamento della viabilità condivise a marzo con i sindaci del comprensorio: i primi quattro interventi concreti sono due nuove rotonde a San Pietro in Cariano all’incrocio tra la Sp 4 e la strada per Fumane; la bretellina di Pedemonte; la messa in sicurezza dell’incrocio tra la Sp 1 con via Avanzi; il completamento della pista ciclabile nella rotatoria della tangenziale. «Abbiamo definito con la Regione e Veneto Strade anche

le priorità sulle infrastrutture relative alla Sp 6 “dei Lessini” – spiega poi De Beni –, un nodo insoluto da due decenni». La Sp 6 compare per la prima volta nel 2008 tra le priorità regionali con un finanziamento di 6,5 milioni; nel 2010 una delibera di Giunta regionale prevede che 6,5 milioni degli utili generati da Cav (Confederazione Autostrade Venete) vadano a finanziare quest’opera. «Nella soluzione approdata pochi giorni fa in Commissione – dice soddisfatto l’assessore – sono stati previsti gli ulteriori 5 milioni a completamento dei 18 che rappresentano l’intero importo progettuale necessario. Si tratta di un grande risultato per la Lessinia, per la Valpantena e per la zona est di Verona che, con la riqualificazione di questa arteria (che prevede il prolungamento da Quinto di Valpantena fino alla tangenziale est) e con la realizzazione del traforo, potranno finalmente contare su una rete viaria all’altezza. Il progetto, che abbiamo condiviso anche con il Comune di Verona, risulta fattibile da un punto di vista tecnico e finanziario, parzialmente in variante rispetto alla strada attuale, in modo da minimizzare l’impatto ambientale e paesaggistico su una parte di territorio particolarmente sensibile». L’opera è suddivisa in due tratti: il primo, più lungo, tutto in nuova sede, parte da Quinto, dall’attuale strada provinciale, per passare dietro allo stabilimento di Verone-

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si e rientrare alla rotatoria di Poiano; il secondo comporta un allargamento della sede attuale fino all’innesto con la tangenziale est (riqualificazione che implica una spesa ulteriore di 3 milioni di euro). Ma non è finita qui. Ci sono novità anche per quanto riguarda la Circonvallazione Sud di Caprino che da anni deve essere realizzata al fine di salvaguardare il centro storico, collegando in maniera alternativa la Sp 8 “del Baldo” e la Sp 29 “del Pozzo dell’Amore”, particolarmente interessate dai flussi turistici. I motivi del protrarsi dei tempi di realizzazione sono da ricercarsi soprattutto nella concomitanza dei lavori di depensilizzazione del torrente Tasso, che la nuova arteria dovrebbe scavalcare con un ponte. «È un traguardo fondamentale. Già vent’anni fa era stato elaborato un progetto ed era stata indetta la gara di appalto: ma l’amministrazione di allora aveva poi preferito non procedere. Oggi – annuncia Carla De Beni – siamo pronti per iniziare i lavori per un importo di 1,548 milioni di euro: la gara, conclusasi il 31 maggio scorso, è stata aggiudicata alla Friulana Bitumi che avvierà il cantiere entro fine luglio».

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Contenti saranno anche i cicloamatori. Il 28 giugno prossimo sarà conclusa la gara d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori (del costo di circa 3,6 milioni di euro) per l’ultima porzione di pista ciclabile lungo il fiume Adige tra la località Canale di Rivoli Veronese e il confine con Trento. «Si completerà così il tratto di raccordo tra le province di Trento e Verona della Ciclopista del Sole, la strada ciclabile che collega l’Italia con la rete ciclabile Europea e che prevede un percorso che dal Passo del Brennero si snoda fino in Sicilia. È un circuito molto frequentato e il completamento della parte a nord della nostra provincia è dettato dalla volontà di garantire un’offerta ludicosportiva sempre più esauriente». Quest’ultima opera, congiuntamente ad altre similari e complementari realizzate dai Comuni (si pensi all’anel-

lo ciclabile “2 Ruote per 4 Comuni”, percorso tra l’Adige e il Garda che coinvolge Affi, Caprino, Costermano, Rivoli), ha indotto la Provincia, supportata da Confindustria Alberghi, a realizzare uno studio di fattibilità del possibile piano di piste e percorsi ciclabili per l’intera area del Lago di Garda, la zona maggiormente caratterizzata da un’economia sorretta dal turismo. «Si tratta di un bell’esempio di collaborazione tra pubblico e privato. Il piano è stato redatto – conclude De Beni – ed è al vaglio degli operatori. Verrà poi sottoposto all’attenzione dei sindaci coinvolti; quindi si provvederà alla realizzazione. L’obiettivo è quello di offrire pacchetti turistici completi a chi ama l’ambiente e lo sport».• Beatrice Paglialunga



territorio

Asparetto di Cerea

ALLA TOSATO

IL PREMIO INNOVAZIONE ICT - CLOUD COMPUTING

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e potenzialità del Cloud Computing (nuvola informatica che indica un insieme di tecnologie che premettono di memorizzare/archiviare e/o elaborare dati) a supporto della crescita delle PMI sono state al centro del dibattito promosso da Microsoft durante lo SMAU Business tenutosi in aprile alla Fiera di Padova. Il mondo del business deve sapersi orientare tra le numerose nuove soluzioni a disposizione – dalla Unified Communication & Collaboration alla Virtualizzazione, al Cloud Computing – per scegliere quelle più adatte alla propria realtà. Nell’attuale contesto economico imprenditori e manager sono chiamati a fare un’attenta riflessione su come impiegare al meglio risorse economiche e umane. Le aziende venete sono state tra le prime a comprendere come le tecnologie digitali siano indispensabili per migliorare l’efficienza e ridurre i costi interni. A testimonianza di ciò Microsoft ha presentato casi concreti di realtà che hanno saputo cogliere le opportunità di business offerte dal Cloud Computing tra cui l’azienda Tosato di Asparetto di Cerea vincitrice della 4^ Edizione del Premio Innovazione ICT Nordest nella categoria Cloud Computing. Tosato, che produce mobili e complementi di arredo, è presente in Italia e all’estero, con 800 punti vendita, una rete di rappresentanza a livello nazionale e con agenti diretti e punti vendita in Olanda, Germania, Spagna, Ucraina, Russia, Polonia, Ungheria oltre a distributori in Corea del Sud e Giappone per un giro di affari all’estero pari al 40% del totale. La necessità di una migliore comprensione delle caratte-

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ristiche di clienti eterogenei, ha reso necessario ridisegnare le logiche di Customer Relationship Management. «Analizzando gli aspetti migliorabili del nostro modello di business, spiega Arianna Tosato, responsabile amministrativo della società, abbiamo capito di non conoscere a fondo i nostri consumatori finali e ci siamo convinti che un utilizzo efficace di informazioni avrebbe migliorato le nostre azioni di

e di procedure manuali e il canone di utilizzo dilazionato nel tempo. Tosato beneficia ora di una visibilità a 360° sui clienti ed è in grado di sviluppare attività di marketing e comunicazione più efficaci. «Il CRM è molto innovativo per il nostro settore e ci ha permesso di comprendere sia le peculiarità dei clienti, sia l’efficacia dei nostri investimenti in pubblicità – dichiara Arianna Tosato –. Abbiamo inoltre raggiunto

marketing e comunicazione». Avvalendosi della consulenza del partner Piesse Quadro, Tosato ha implementato il CRM Online per sfruttare tutti i vantaggi del cloud computing, fra cui la totale assenza di costi per lo start-up, l’aggiornamento software, l’eliminazione di investimenti hardware

un controllo preciso sui flussi di informazioni che prima erano soggetti a frequenti errori di trasmissione o interpretazione e, infine, l’attendibilità dei report forniti dal CRM ci consente di pianificare con la massima accuratezza la produzione e le strategie di marketing».•



A Bonavigo c’è Via Cav. Orvile Venturato

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rvile Venturato, fondatore di Samo Spa, azienda leader nella produzione di box doccia di alta gamma, è stato davvero un “numero uno”, un personaggio che ha saputo coniugare l’abilità imprenditoriale con una sensibilità umana difficilmente riscontrabile. E la sua Bonavigo, il paese d’origine, ha voluto quest’anno ricordarlo il 2 aprile, nell’anniversario della nascita, in maniera speciale. L’Amministrazione Comunale ha infatti deciso di intitolare al suo concittadino (scomparso nel 2000) la strada del paese che va da Via Trieste alla sede aziendale: lo stabilimento Samo si trova

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proprio al civico n°1. Un gesto di indubbio valore, una sentita dimostrazione di affetto per un imprenditore lungimirante che, trasferendo a Bonavigo la sede di questa prestigiosa realtà aziendale da lui fondata nel 1960, ha creato un inesauribile volano di ricchezza e occupazione per il territorio contribuendo in maniera determinante allo sviluppo di un comprensorio che altrimenti sarebbe rimasto essenzialmente agricolo. Oggi con 55 mila mq di insediamenti, oltre 250 dipendenti, una potenzialità produttiva di 2.000 cabine doccia al giorno e il 12% di market share la Samo S.p.A. è, nel settore arredo bagno, leader in Italia e in

Europa. Alla cerimonia hanno partecipato la moglie Anna, i figli Denis, Diana, Laura, Sandra, la nuora Fiorenza (moglie dello scomparso figlio Oscar), il sindaco di Bonavigo Ermanno Gobbi, il presidente della Provincia Giovanni Miozzi, il presidente dell’Ater Nico Cordioli, Claudio Valente in rappresentanza della CCIAA e di Veronafiere, altre autorità civili e religiose. Uno degli interventi più sentiti e commossi è stato quello di Arturo Alberti, presidente Apindustria. «Orvile è un uomo che ha sempre creduto nell’importanza del fare squadra a tutti i livelli, con le maestranze e con gli altri imprenditori. È stato co-fondatore e presidente di Api Legnago – ricorda


territorio

Alberti – e per i valori in cui credeva, per la sua passione per il lavoro e l’amore per la famiglia, anche quella grande famiglia-allargata che è un’azienda, è un simbolo eccellente di quella “vecchia” generazione di imprenditori che ha fatto grande il Nord Est. Bisogna guardare a lui come a un esempio da imitare. Aveva, con la sua terra e con i suoi collaboratori, da lui considerati un capitale intangibile preziosissimo, un legame speciale». Un esempio, quello di Samo, che dimostra come anche la periferia con una logistica non sempre felicissima possa vivere e decollare grazie ai rapporti umani. Con l’occasione sono stati consegnati 44 attestati di riconoscimento per anzianità di servizio (42 ai dipendenti, 2 a rappresentanti del collegio sindacale) a quanti per 40 (tre i ‘veterani’, Lucia Isoli, Vania Barotti, Claudio Pavan), 30 o 20 anni hanno fatto parte del mondo Samo. «Le feste con i dipendenti sono un costume aziendale fortemente voluto da nostro padre – dichiara emozionata Diana Venturato –: il personale si è sempre sentito con orgoglio parte cardine della Samo e ha contribuito a farla crescere. Il territorio ritorna oggi a mio padre l’amore che lui ha dato a questo paese, non solo con l’azienda ma anche con il suo interesse al mondo dello sport. Ha infatti sempre sostenuto le imprese calcistiche della squadra locale, ricoprendone la carica di presidente; nel 2011 il campo sportivo è stato a lui intitolato e noi continuiamo oggi a sponsorizzare la squadra. Il mandato all’impegno sociale lasciatoci da mio padre lo esprimiamo anche attraverso la onlus “OSCAR...PER TUTTI” che abbiamo fondato nel 2007 in ricordo di Oscar con lo scopo di raccogliere fondi da destinare alla ricerca in campo oncologico».

«Quella di oggi è una festa dell’industria vera – conclude Alberti –, di quell’industria che vive in rapporto con quel territorio di cui è espressione. La scelta di restare, di non delocalizzare, non è certo la più facile: ma la storia di aziende come Samo dimostra che puntare sulla qualità e credere nei rapporti tra le persone può essere il percorso vincente».• B. P.


SISTEMA ECONOMICO VENETO I DATI DEL PRIMO TRIMESTRE 20121

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el primo trimestre del 2012 sembra confermata la debolezza della congiuntura economica mondiale: a fronte del debole miglioramento congiunturale degli Stati Uniti e del Giappone si segnala un rallentamento delle principali economie emergenti e una contrazione dell’attività nell’area euro. Da un punto di vista Veneto, i dati del primo trimestre appaiono preoccupanti, anche perché riflettono la tendenza iniziata a metà dello scorso anno. In particolare si segnala la caduta della produzione e del fatturato delle imprese manifatturiere nel confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente (rispettivamente 2,5% e 3,6%). Tale andamento è diffuso, anche se con intensità differenti, a tutti i settori industriali. I beni intermedi, i beni di consumo il comparto della moda e della casa fanno registrare diminuzioni particolarmente significative. Il settore alimentare è il solo settore ad evidenziare variazioni positive. Si registra inoltre un’ulteriore contrazione del numero di imprese attive a causa dell’aumento della mortalità d’impresa soprattutto nella componente artigiana. Tale maggior numero di imprese cessate è particolarmente rilevante in termini assoluti nei settori del commercio e delle costruzioni Le forti difficoltà nel mercato del lavoro permangono con un elevato ricorso alla CIG ma soprattutto si registra un incremento dei licenziamenti individuali nelle piccole imprese. A peggiorare la già precaria situazione si evidenzia un aumento dei prezzi al consumo sospinti dal com-

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ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE E DEL FATTURATO2

PRODUZIONE E FATTURATO PER BRANCA3

porto dei trasporti e delle utenze domestiche. Per il proseguo del 2012 le attese degli operatori economici sono improntate al pessimismo. Si prevede un’ulteriore contrazione del fatturato e della produzione nel settore manifatturiero specialmente a causa dell’andamento della domanda interna, mentre le famiglie manifestano preoccupazione soprattutto con riferimento al

profilo reddituale/ occupazionale. Si rileva come il contesto di attenuazione delle spinte inflazionistiche atteso per il 2012 potrebbe favorire ulteriori politiche di stimolo all’attività economica da parte delle autorità monetarie delle principali economie mondiali, sia contribuendo a fornire ulteriore liquidità, nel caso delle economie avanzate, che abbassando i tassi di interesse, per le economie emergenti.


apivenetofidi

NUOVO PIANO STRAORDINARIO ANTICRISI Sostegno finanziario agevolato a favore delle PMI del Veneto La Regione del Veneto, con Deliberazione n. 676 del 17.04.2012, ha attivato nuovi interventi per gli esercizi 2012 e 2013 a sostegno delle esigenze di liquidità per l’ordinaria gestione delle micro, piccole e medie imprese venete. L’obiettivo del nuovo piano straordinario anticrisi è quello di supportare per gli esercizi 2012 e 2013 le piccole e medie imprese appartenenti a tutti i settori economici, ubicate nel territorio della Regione Veneto mediante la concessione di finanziamenti agevolati a supporto dell’ordinaria gestione del capitale circolante. Tali interventi sono attuati mediante il ricorso ai Fondi di rotazione istituiti presso Veneto Sviluppo Spa (L.R. 5/2001 PMI, L.R. 2/2002 Artigianato, L.R. 1/1999 Commercio, L.R. 33/2002 Turismo) ) e si realizza tramite la concessione di finanziamenti bancari a medio termine con abbattimento del 50% del tasso d’interesse. Gli interventi, che sono agevolati dai Fondi di Rotazione e dal Fondo Regionale di Garanzia istituiti presso la finanziaria regionale Veneto Sviluppo Spa, devono essere ricondotti a una delle seguenti casistiche (anche cumulabili tra loro): - crediti commerciali insoluti sorti nei 18 mesi antecedenti alla data di presentazione della domanda di agevolazione, la cui documentazione è rappresentata da ricevute bancarie, effetti cambiari, assegni o altri titoli di credito similari (escluso settore commercio). - crediti per forniture verso le pubbliche amministrazioni comprovati da dichiarazione sostitutiva di atto notorio (art. 47 del DPR n. 445/2000) accompagnata da copia dei documenti comprovanti i crediti (escluso il settore commercio); - rimborsi di finanziamenti a medio lungo termine attivati a fronte di investimenti aziendali, per un importo non superiore all’am-

montare delle rate pagate nei 24 mesi antecedenti la data di richiesta di agevolazione;

erogato secondo le seguenti modalità: La Divisione Finanza di APIVENETO FIDI,

- anticipazioni di ordini accettati e/o contratti di fornitura di beni e servizi (esclusa l’attività di consulenza) comprovati dal contratto sottoscritto dalla parti, proposta di vendita e relativa accettazione con visto del venditore oppure proposta di acquisto e relativa accettazione di vendita. L’ammontare minimo da documentare, per singola operazione, non può essere inferiore a € 5.000 (IVA esclusa). Anche in questo caso è escluso il settore commercio. L’agevolazione è concessa sottoforma di finanziamento chirografario agevolato

è a disposizione per la presentazione delle domande di agevolazione (tel. 0444 232224, e-mail:b.rossi@nordestfinanza.net).•

______________________________________ 1. Fonte: Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo 2. Fonte: Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo “Osservatorio economico del Veneto” 3. Fonte: Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo “Osservatorio economico del Veneto”

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ambiente e salute

Plinio Menegalli Medico Competente

Movimentazione manuale dei carichi: dati, normativa e valutazione

L

e affezioni della colonna vertebrale sono tra i principali problemi di salute nei luoghi di lavoro. I dati sulla movimentazione manuale dei carichi, la normativa, le norme tecniche e i fattori da considerare nella valutazione dei rischi. È ormai ampiamente dimostrata la correlazione tra attività lavorative di movimentazione manuale di carichi (MMC) e incremento del rischio di contrarre affezioni acute e croniche dell’apparato locomotore, in particolare del rachide lombare. Una correlazione che deve essere non solo tenuta in considerazione nelle analisi dei rischi professionali, ma che deve diventare consapevolezza tra gli stessi lavoratori per favorire l’adozione di tutte le misure possibili per la riduzione o eliminazione del rischio. Studi, documenti e Linee Guida offrono diversi dati sulla diffusione delle affezioni cronico-degenerative della colonna vertebrale. Affezioni che sono di assai frequente riscontro presso collettività lavorative dell’agricoltura, dell’industria e del terziario e per sofferenze e costi economici e sociali indotti (assenze per malattia, cure, cambiamenti di lavoro, invalidità) rappresentano uno dei principali problemi sanitari nel mondo del lavoro. Ad esempio il Niosh-Usa (National Institute of Occupational Safety and Health) pone tali patologie al “secondo posto nella lista dei dieci problemi di salute più rilevanti nei luoghi di lavoro”. In particolare in Italia, secondo inda-

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gini ISTAT sullo stato di salute della popolazione, le sindromi artrosiche sono le affezioni croniche di gran lunga più diffuse. In Italia sono al secondo posto tra le cause di invalidità civile; secondo stime provenienti dagli Istituti di Medicina del Lavoro, le patologie croniche del rachide sono la prima ragione nelle richieste di parziale non idoneità al lavoro. Questi sono i contesti lavorativi di più frequente riscontro di MMC: edilizia; cave e miniere; trasporti, traslochi; carico/scarico merci; mercati generali; lavori di magazzinaggio; lavori di facchinaggio; assistenza ai bambini, portatori di handicap, pazienti ospedalizzati; lavoro nei cimiteri; lavoro portuale ma anche molti settori manufatturieri. Il rischio derivante dalla MMC è normato dal Titolo VI del Decreto legislativo 81/2008 dedicato espressamente a tale problema a testimoniarne la rilevanza come potenzialmente dannoso per la salute dei lavoratori. Tale Titolo comprende alcuni articoli e un allegato (allegato XXXIII) dove vengono riprese, modificate e integrate le direttive già presenti nel Titolo V del D.Lgs. 626/94. Il campo di applicazione (art. 167) chiarisce che cosa si intende per azioni od operazioni di movimentazione manuale di carichi, non solo cioè quelle più tipiche di sollevamento, ma anche quelle, rilevanti, di spinta, traino e trasporto di carichi che “in conseguenza di condizioni ergonomiche sfavorevoli comporta-

no rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari”. Inoltre le patologie da sovraccarico biomeccanico sono definite come patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervo-vascolari. Gli art. 168 e 169 del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro identificano gli obblighi specifici del datore di lavoro e delineano una precisa strategia di azioni. Strategia che, in ordine di priorità, prevede: - la meccanizzazione dei processi in cui vi sia movimentazione di carichi, per eliminare il rischio; - laddove ciò non sia possibile, l’ausiliazione degli stessi processi con l’adozione di adeguate misure tecniche e organizzative per assicurare salute e sicurezza, tenendo conto dell’allegato XXXIII; - l’uso condizionato della forza manuale e la sorveglianza sanitaria (accertamenti sanitari preventivi e periodici) dei lavoratori addetti ad attività di movimentazione manuale dei carichi; - l’informazione, la formazione e l’addestramento (art. 169) dei lavoratori. Si indica inoltre che “le norme tecniche (fondamentali quelle della serie ISO 11228 parti 1-2-3) sono criteri di riferimento per le finalità di questo articolo, ove applicabili. Negli altri casi ci si può riferire alle buone prassi e alle linee guida”.


Norme tecniche di riferimento che sono: - ISO 11228-1 Ergonomics-Manual handling-Lifting and carrying; - ISO 11228-2 Ergonomics-Manual handling-Pushing and polling; - ISO 11228-3 Ergonomics-Manual handling- handling of low loads at high frequency; - UNI EN (direttiva “macchine”) UNI EN 1005-2 “Sicurezza del macchinario; prestazione fisica umana, movi-

mentazione manuale di macchinario e di parti componenti il macchinario”. Ricordiamo che la norma tecnica ISO 11228-1 “indica come peso massimo di riferimento (costante di peso) da sollevare in condizioni di lavoro ottimali, in grado di proteggere l’85% della popolazione lavorativa adulta (95% degli uomini e il 70% delle donne) il peso di 25 kg”. Il documento si sofferma poi su quanto contenuto nell’allegato XXXIII del

D.Lgs. 81/2008, allegato che “stabilisce i fattori che vanno presi in considerazione nella valutazione/gestione del rischio e può essere utilizzato come punto di riferimento nella valutazione dei rischi da MMC”: 1. CARATTERISTICHE DEL CARICO (peso, dislocazione in altezza e angolare,…) 2. SFORZO FISICO RICHIESTO (ad es. frequenza delle movimentazioni) 3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO 4. ESIGENZE CONNESSE ALL’ATTIVITÀ 5. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi: - inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto delle differenze di genere e di età; - indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore; - insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o dell’addestramento La valutazione del rischio può essere condotta attraverso diversi metodi. I più diffusi e utilizzati sono: - movimentazione con sollevamento di carichi: Metodo NIOSH; - movimenti di spinta e traino: Metodo Snook e Ciriello; - movimentazione Assistita di Pazienti Ospedalizzati: Metodo MAPO. Per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria (effettuata dal medico Competente) dei lavoratori addetti ad attività di movimentazione manuale di carichi, sorveglianza che è effettuata dal Medico Competente (MC) si ricorda che “tutti gli esposti a rischio residuo sono sottoposti a sorveglianza sanitaria. La sorveglianza sanitaria si basa sulla conoscenza approfondita del rischio e sui fattori individuali di rischio; la periodicità, come per ogni altro rischio, è di norma annuale o diversa se il Medico Competente può motivarne la scelta.•

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fiscale

DALL’ICI ALL’IMU

L

’IMU è un’imposta analoga nel funzionamento all’ICI in vigore sino al 2011, ma che comunque presenta alcune importanti peculiarità.

soggetto possessore che passa da 75 per la vecchia ICI fino a 135 . Per le aree edificabili si continua ad utilizzare il valore venale in comune commercio.

I soggetti passivi Sono tenuti al versamento dell’imposta i medesimi soggetti passivi tenuti al pagamento dell’Ici, quali a titolo meramente esemplificativo il proprietario, l’usufruttuario, il titolare del diritto d’uso, il titolare del diritto di abitazione, di enfiteusi, di superficie, il coniuge assegnatario della casa coniugale. Di contro, non sono tenuti al versamento il nudo proprietario, il locatario, la società di leasing concedente, il comodatario o l’affittuario dell’azienda.

Aliquote Le aliquote IMU sono mediamente più elevate rispetto alle aliquote previste fino al 2011 ai fini ICI. L’aliquota di base dell’imposta è infatti pari allo 0,7% con la possibilità per i comuni di aumentala o diminuirla fino a 0,3 punti percentuali. È previsto inoltre che per l’abitazione principale e le relative pertinenze l’aliquota è fissata a un livello inferiore ed è pari allo 0,4% con possibilità per i Comuni di modificarla fino a 0,2 punti percentuali. Per i fabbricati rurali l’aliquota è ridotta allo 0,2% per i fabbricati rurali a uso strumentale e i Comuni possono ridurla la fino allo 0,1%. Per il solo anno 2012, le aliquote effettivamente deliberate dal Comune comunque andranno verificate solo in sede del versamento del saldo (16 dicembre); per il versamento dell’acconto è previsto il versamento sulla base delle aliquote e detrazioni di base, con conguaglio a saldo. Le regole di base per il versamento dell’IMU sono le stesse dell’ICI, e precisamente un acconto da versare entro il 16 giugno e un versamento a saldo entro il 16 dicembre, con alcune novità. Per il solo periodo d’imposta 2012, il pagamento della prima rata dell’Imposta municipale propria è effettuato, senza applicazione di sanzioni e interessi, in misura pari al 50% dell’importo ottenuto applicando le aliquote di base e la detrazione ordinaria quindi per la scadenza di giugno si applicheranno le aliquote standard. La verifica delle aliquote e delle detrazioni effettivamen-

Gli immobili interessati L’IMU fa riferimento agli immobili posseduti sul territorio di ciascun Comune e precisamente ai fabbricati, terreni agricoli e aree fabbricabili. Per fabbricati, con l’esclusione dei fabbricati di categoria catastale D privi di rendita, si farà riferimento alle rendite risultanti in catasto, rivalutate del 5%, con l’aggiunta di moltiplicatori che incrementano la rendita fino al 60% rispetto ai valori 2011 per l’ICI. I fabbricati rurali strumentali (stalle, depositi attrezzi, ecc.) sono imponibili con applicazione di un’aliquota ridotta (0,2% che il Comune ha facoltà di ridurre sino allo 0,1%), mentre i fabbricati rurali a destinazione abitativa sono ordinariamente imponibili. Per i terreni agricoli la base imponibile è costituita dal reddito dominicale risultante in catasto, vigente al 1° gennaio dell’anno di imposizione, rivalutato del 25% a cui applicare un moltiplicatore differenziato in base al

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te applicabili sarà quindi rinviata a dicembre. Per il versamento dell’imposta relativa all’abitazione principale e alle pertinenze, per il 2012, è prevista una ripartizione in 3 rate, la prima rata entro il 16 giugno, la seconda rata va versata entro il 16 settembre e la terza entro il 16 dicembre dove dovrà essere calcolata l’imposta effettivamente dovuta. È stato poi introdotto l’obbligo di utilizzo del modello F24 e per i titolari di partita Iva la presentazione del modello di versamento dovrà avvenire in forma telematica e sono stati istituiti nuovi codici tributo, dove per ciascuna tipologia di immobile viene distinto il versamento a favore del Comune da quello spettante all’Erario, distinzione che ovviamente non interessa l’abitazione principale e i fabbricati rurali (visto che per tali immobili il gettito è interamente a favore del Comune). Il versamento può essere effettuato anche tramite compensazione con crediti tributari o contributivi vantati e i crediti possono derivare anche dal modello 730. A differenza di quanto previsto ai fini ICI (dove dal 2011 operava l’esenzione), dal 2012 ai fini IMU l’abitazione principale e le relative pertinenze tornano ad essere assoggettate al tributo ma con un concetto diverso di abitazione principale, che deve rispettare due requisiti. Prima di tutto il congiunto accatastamento: ai fini dell’applicazione del nuovo tributo comunale, infatti, è previsto che “per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare”. Le differenze rispetto all’ICI si notano anche con riferimento alla destinazione che l’utilizzatore fa dell’immobile. Mentre ai fini ICI, il trattamento


agevolato per l’abitazione principale era riconosciuto a favore dell’immobile nel quale il contribuente aveva stabilito la propria dimora abituale (e solo quello era il parametro da monitorare), ai fini IMU viene invece richiesto il duplice requisito della dimora abituale e della residenza anagrafica nell’immobile per il quale si invocano le agevolazioni. Una importante modifica riguarda anche il concetto di pertinenza: come avveniva ai fini Ici, anche nell’IMU il trattamento previsto per l’abitazione principale è esteso alle relative pertinenze, ma il criterio per l’individuazione di queste è variato: “per pertinenze dell’abitazione principale si intendono esclusivamente quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna delle categorie catastali indicate, anche se iscritte in catasto unitamente all’unità ad uso abitativo.” Per l’abitazione principale sono previste alcune agevolazioni, tra cui un’aliquota base ridotta allo 0,4%, applicabile tanto all’abitazione quanto alle relative pertinenze. I Comuni possono modificare, in aumento o in diminuzione, la suddetta aliquota sino a 0,2 punti percentuale. Inoltre all’abitazione principale viene riconosciuta una detrazione pari a € 200 da ripartire in parti uguali tra gli aventi diritto se l’unità immobiliare è adibita ad abitazione principale da più soggetti passivi. La detrazione eventualmente eccedente può essere utilizzata per abbattere l’imposta dovuta con riferimento alle pertinenze. Infine per il 2012 e il 2013 spetta una detrazione aggiuntiva pari a € 50 per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni, purché dimorante abitualmente e residente anagraficamente nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale. La detrazione aggiuntiva può arrivare al massimo a € 400. È richiesto che i figli siano conviventi e abbiano la residenza nell’immobile, ma non è richiesto che siano fiscalmente a carico del contribuente. La detrazione spetta ai genitori/al genitore. Anche ai fini IMU, sono stabilite alcune assimi-

lazioni all’abitazione principale come ad esempio per le unità immobiliari, appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari; per il coniuge separato o divorziato, non assegnatario della casa coniugale o nel caso di previsione regolamentare in tale senso da parte del Comune, viene stabilita l’aliquota ridotta per l’abitazione principale e per le relative pertinen-

ze, nonché la detrazione, per l’immobile i cui proprietari o usufruttuari siano anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente. Non è invece espressamente prevista un’altra forma di assimilazione che i Comuni con grande frequenza hanno introdotto ai fini ICI: si tratta della concessione in uso gratuito ai familiari.•

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legale

Marchi e brevetti comunitari e internazionali Misure in favore delle micro, piccole e medie imprese

P

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er marchio s’intende un contrassegno grafico, figurativo, sonoro, perfino olfattivo o costituito da parole o da altri fattori che viene utilizzato da un’azienda per contraddistinguere se stessa e/o i prodotti che produce o commercializza. In Italia, così come nella maggior parte degli Stati, un marchio dura 10

presentare il carattere della novità e rispondere a precise indicazioni e contenuti. La mancata utilizzazione di un marchio per 5 anni consecutivi comporta l’automatica decadenza del marchio stesso e, pertanto, la possibilità di nuova registrazione da chi ne abbia interesse. Il diritto al marchio, tuttavia, rimane nella titolarità dell’impresa an-

meno la titolarità del marchio stesso ove non sia stato in precedenza e validamente ceduto. Prima di procedere al deposito di un marchio è necessario e opportuno procedere a una ricerca preventiva, onde evitare il rigetto dell’istanza di registrazione in quanto trattasi di marchio preregistrato; tale ricerca dovrà essere fatta sul marchio d’interesse e sui prodotti

anni ed è rinnovabile alla scadenza per un numero indefinito di volte. Un marchio, per poter essere validamente registrato e quindi protetto erga omnes, non deve essere una denominazione generica né una semplice indicazione descrittiva, deve altresì

che in caso di fallimento o messa in liquidazione, mentre si estingue per “non uso” quando sia cessata definitivamente la produzione o il commercio esercitato sotto quel marchio e tale ipotesi si verifica ad esempio con l’estinzione della società che fa venir

di cui alla richiesta di registrazione del relativo marchio. La ricerca, che riveste le caratteristiche di un vero e proprio studio di fattibilità, può essere effettuata a nome del titolare, per classi di prodotti/servizi, per marchio e per cosiddetti stati


di allerta (controlli continui). Da sottolineare come un uso ampio e continuativo nel tempo possa dare origine a una sorta di marchio di fatto in alcuni casi comparabile a un marchio di diritto, se pur godendo di una protezione giuridicamente inferiore, non sempre tuttavia riconosciuto da alcuni Stati. È poi possibile estendere la registrazione e quindi la protezione del marchio anche all’estero in base alle effettive esigenze commerciali di un’ azienda. La registrazione conferisce un diritto assoluto di utilizzazione del marchio e, pertanto, il titolare del marchio registrato può inibire ai terzi l’uso di marchi identici a quelli per cui esso è stato registrato, avendo altresì la possibilità di vietare anche l’uso di marchi identici o simili al proprio per prodotti o servizi identici o anche solo affini. Nel corso degli ultimi anni vi è stato un incremento dell’interesse aziendale per la registrazione dei propri marchi sia comunitari che internazionali, nell’ambito di una maggiore esigenza di protezione dei prodotti e delle proprie denominazioni aziendali nei confronti di clienti e concorrenti soprattutto esteri ed è sull’onda di questo rafforzamento d’interesse che anche i nostri legislatori hanno concordato ed emanato tutta una serie di agevolazioni in favore soprattutto delle micro, piccole e medie imprese per la registrazione di marchi comunitari e internazionali.

In particolare il Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con Unioncamere Nazionale, ha emanato un bando rivolto alle micro, piccole e medie imprese, per la concessione di agevolazioni per la registrazione di marchi comunitari e internazionali con l’obiettivo di contribuire a diffondere la cultura brevettuale presso le aziende italiane e rafforzare in tal modo la lotta alla contraffazione attraverso l’utilizzo degli strumenti di tutela della proprietà industriale. Il bando prevede il rimborso delle spese sostenute per il deposito di una domanda di registrazione di un marchio comunitario o per l’estensione internazionale tramite procedura OMPI (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale) di un marchio nazionale. L’agevolazione potrà essere concessa fino all’80% delle spese sostenute e per un importo massimo di 4.000,00 euro per ciascun marchio (5.000,00 euro e fino al 90% delle spese nel caso di designazione di Cina o Russia). Le domande di agevolazione, per marchi depositati successivamente alla data di pubblicazione del bando (avvenuta sulla G.U. n.105 del 7 maggio 2012), potranno essere presentate a partire dal 120° giorno successivo alla pubblicazione dell’avviso e fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Il bando e la documentazione correlata sono consultabili sul sito internet www.progetto-tpi.it •


previdenza

Gianluigi Girardi

RAPPORTO DI LAVORO E PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

È

noto che all’imprenditore, in qualità di capo di un’impresa (art. 2086 del Codice civile) è attribuita una serie di poteri, e in particolare il potere direttivo, quello organizzativo e quello disciplinare nei riguardi dei propri collaboratori. Per quanto concerne il potere disciplinare, esso è stato espressamente previsto dall’art. 2106 del citato Codice civile, che (vale la pena di ricordarlo) è in vigore ancora dal lontano 1942. Tale articolo afferma infatti che l’inosservanza degli obblighi spettanti ai dipendenti (in particolare, l’obbligo di diligenza e quello di fedeltà) può dar luogo all’applicazione di sanzioni disciplinari, proporzionali alla gravità dell’infrazione commessa. In concreto, peraltro, le varie sanzioni disciplinari sono state precisate nei contratti collettivi di lavoro che, in linea generale, le hanno così schematizzate (dalla più lieve alla più grave): rimprovero verbale – rimprovero scritto – multa (con decurtazione della retribuzione per alcune ore) – sospensione dal lavoro per alcuni giorni (con corrispondente decurtazione della retribuzione) – licenziamento senza preavviso. In questo quadro normativo, ormai collaudato da quasi trent’anni, è intervenuto poi il famoso “Statuto dei diritti dei lavoratori”, ossia la Legge 20 maggio 1970, n. 300, dal ridon-

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dante titolo: “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro, e norme sul collocamento”. Questo Statuto, composto da ben 41 articoli, ne ha riservato uno (l’art. 7), nel quale è ampiamente e dettagliatamente regolamentata la procedura per l’applicazione delle sanzioni disciplinari ai lavoratori subordinati che commettessero violazioni agli specifici obblighi loro attribuiti, materia che in precedenza era prevista soltanto in alcuni contratti collettivi di lavoro. Come prima regola generale, il citato art. 7, al I° comma, dispone testualmente che: “Le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali ciascuna di esse può essere applicata, e alla procedura di contestazione delle stesse, devono essere portate a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti. Esse devono applicare quanto in materia è stabilito da accordi e contratti di lavoro, ove esistono”. Secondo la giurisprudenza, la mancata affissione presso l’impresa del cosiddetto “Codice disciplinare” comporta la nullità a tutti gli effetti di un provvedimento disciplinare che venisse eventualmente applicato. Il richiamato art. 7 dello Statuto prosegue poi stabilendo che: “Il datore di lavoro non può adottare alcun prov-

vedimento disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente contestato l’addebito e senza averlo sentito a sua difesa”. A sua volta, il dipendente può farsi assistere (a propria difesa) da un rappresentante dell’associazione sindacale alla quale aderisce o a cui conferisce uno specifico mandato. È ulteriormente precisato che non possono essere applicate sanzioni disciplinari che comportino mutamenti definitivi del rapporto di lavoro; inoltre, la sanzione della multa non può essere disposta per un importo superiore a quattro ore della retribuzione base, e quella della sospensione dal servizio e dalla retribuzione non può superare i dieci giorni. Comunque – continua ancora l’art. 7 – i provvedimenti disciplinari più gravi del rimprovero verbale non possono essere di fatto applicati prima che siano trascorsi cinque giorni dalla contestazione scritta del fatto che vi ha dato causa. Per l’eventuale contestazione del provvedimento, il lavoratore ha la facoltà o di adire l’Autorità giudiziaria oppure di promuovere, nei venti giorni successivi all’applicazione della sanzione, anche tramite la propria associazione sindacale, la costituzione, a mezzo della Direzione Territoriale del lavoro, di un Collegio di conciliazione e di arbitrato, composto da un rappresentante di ciascuna delle


parti, e da un Presidente, nominato d’accordo tra le parti, oppure dal Direttore della Direzione del lavoro. Da ultimo, ancora l’art. 7 aggiunge che, comunque, la sanzione disciplinare non può avere effetto, se il datore di lavoro non provvede a nominare il proprio rappresentante nel Collegio suindicato, entro dieci giorni dall’invito rivoltogli in proposito dall’Ufficio del lavoro; se invece, il datore adisce l’Autorità giudiziaria, la sanzione resta sospesa

sede alcune pronunce della giurisprudenza in materia, anche per dar conto delle questioni che possono sorgere in proposito. Ad esempio, con una decisione del 2008, la Corte di Cassazione ha precisato che “l’immediatezza della contestazione di una mancanza del dipendente deve essere valutata in relazione al caso concreto, la cui struttura può essere composta da una pluralità di atti e fatti, sin-

fino alla definizione di tale giudizio. Infine, nell’ultimo comma, è stabilito che non si può tener conto ad alcun effetto (recidiva, o altro) delle sanzioni disciplinari, decorsi due anni dalla loro applicazione. Come si può rilevare da questi sintetici cenni, dopo lo Statuto dei lavoratori, la procedura per l’applicazione dei provvedimenti disciplinari ai lavoratori subordinati è divenuta piuttosto complessa e non agevole. In ogni caso, per completare il quadro, pare utile richiamare in questa

golarmente insufficienti a determinare il corretto avvio del procedimento disciplinare”. Una ulteriore decisione del Tribunale di Milano (del 23 febbraio 2011) ha stabilito poi che: “In tema di audizione a difesa del lavoratore (cui sia contestato un comportamento passibile di sanzione disciplinare), nessun obbligo legale o contrattuale è imposto al datore di lavoro di aderire alle condizioni richieste dal dipendente in ordine alle modalità di audizione dello stesso.•

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il punto

Per Cangrande non è ancora tempo

P

remetto da subito, giusto per giocare a carte scoperte, che ho votato per Tosi, anzi per la lista civica a lui legata. Non ho votato Lega e non l’ho votata in passato, perché non ho debolezze per le liturgie celtiche o del Monviso. Ultimamente poi, a guardarci bene dentro, si trovava di tutto come in un suk. Anzi, più che ad un suk assomigliava a una greppia, dove transumanze sospette, prima ancora che arrivassero i boatos sui diamanti e sulle lauree in liquidazione, lasciavano intendere che le vacche avevano intuito da tempo dove stava il fieno. L’avevo anche detto a qualche loro capo qualche tempo fa: se non mettete freno all’ingordigia, tra poco la Lega imploderà. Non ci voleva la sfera di cristallo e neppure bisognava essere dei profeti per capirlo. Non ho votato Bertucco perché l’operazione del Pd m’è sembrata quanto di più autoreferenziale si potesse immaginare. Mettendo quel candidato ambientalista, soggettivamente degnissima persona, ma quanto mai connotato ideologicamente, sconosciuto ai non addetti ai lavori e guardato di traverso dai moderati cattolici, che a Verona sono la maggioranza, s’era capito subito che si puntava a contarsi per contare, più che a governare la città. Hanno messo un mister Colla, capace di mettere insieme le tante anime frantumate della Sinistra, ormai

anch’esse emule di ET, in perenne andamento migratorio alla ricerca di una casa. Non ho votato Castelletti, del quale non conosco la genialità forense, ma che, per il resto mi sembra il prototipo dell’uomo-inprestito. Ovvero, geniale nell’arte

vero che a urne ancora calde gli hanno chiesto di farsi da parte per far spazio al terzo arrivato, perché quello “sì che ci sa fare”! In realtà se l’avevano mandato allo sbaraglio non era stato per i suoi doni carismatici, ma solo per beghe interne al Pdl. Giochi mal-

di mettersi a disposizione. Oddio, qualche rischio si corre, ma prima o poi arriva sempre il ritorno con gli interessi. Non saranno un milione e seicento mila euro, quanti ne ha ricevuti da Unicredit, ma anche qualcosa di meno sarebbe potuto bastare. Magari una poltrona al Senato al prossimo giro di valzer. Del resto l’hanno messo lì non perché credessero nella sua abilità politica. Tant’è

destri per consentire a qualche gallo di presentare il conto e avere più galline dalle uova d’oro. E invece si sono ritrovati spennati. Muso duro e faccia nera, in sintonia coi trascorsi partitici. Ciò premesso Tosi si porta a casa quasi il sessanta per entro dei consensi. Roba da andare in giuggiole. E invece Tosi dovrà andarci piano a sentirsi e a fare il nuovo Cangrande della Scala.

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Perché i voti sono sì i suoi, ma la stragrande maggioranza non vengono dai suoi. Sono voti moderati di Centrodestra e Centrosinistra, come il mio, cioè di gente senza voglia di menate e coi piedi per terra, che s’è guardata attorno, ha fissato il cielo e, in assenza di comete, s’è buttata sul primo lampione che ha visto e gli ha dato il voto. Ripeto, gli ha dato il voto, non la testa. La quale se ne guarda bene dal consegnarsi mani e piedi per andare a Gemonio o dalle parti di Pontida. Convinta che la forza di Tosi non sia il pedigree verde padano, ma la sua capacità di governare. Testa convinta che la politica si fa col pragmatismo delle opere prima che con gli slogan e il dito medio puntato. E così, paradossalmente parlando, il massimo della forza del sindaco di Verona è anche la cifra della sua vulnerabilità. A meno che l’ingordigia del potere non metta il pelo sulla coscienza dei supporter che gli hanno tirato la volata. S’è detto che Verona è diventata il laboratorio di un nuovo progetto politico. Non ci credo. Le storie carismatiche non fanno mai testo. Il carisma, non dimentichiamolo, è una sostanziale originalità e di conseguenza una solitudine di fatto. Se il dato di Verona ha una sua eloquenza, questa riguarda il bisogno di riformare la politica, partendo dai politici. Ce lo dice il credito di cui gode Tosi, ma anche la protesta dei cittadini incanalata nel movimento a Cinque Stelle di Grillo. I quali grillini saranno sì inesperti e beneficiari del traino del comico genovese, ma sono anche l’espressione della fascia più giovane della società e quindi la proiezione del sentire futuro dei cittadini. Un sentire che non lascia dubbi. La gente, di questi politici e dell’ingordigia con cui dimostrano di gestire il potere, s’è rotta le palle. Di più. Ha voglia di rivolta e di ghigliottina. Le modalità non saranno quelle truculente del passato, ma il sentire dell’animo è lo stesso di una indignazione senza più misura.

Tse Tse

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Dal primo organizzatore diretto di fiere in Italia: tanti eventi da non perdere, tanti appuntamenti per farsi trovare. GENNAIO ≤

20-22 - MOTORBIKEEXPO FEBBRAIO ≤

2-5 - BIOENERGY EXPO - Energie dalla terra 2-5 - FIERAGRICOLA International agri-business show 18-20 - VIVI LA CASA - Evento mostra mercato Soluzioni d’arredo classiche e moderne. Prodotti e servizi per la casa e gli sposi 22-26 - PROGETTO FUOCO Mostra internazionale di impianti ed attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna 24-27 - SALONE ITALIANO DEL GOLF - S.I.G. 24-27 - VIVI LA CASA - Evento mostra mercato Soluzioni d’arredo classiche e moderne. Prodotti e servizi per la casa e gli sposi MARZO ≤

3-4 - ELETTROEXPO - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica Informatica 3-4 - ANTEPRIMA CLASSICA MOTORI Salone di auto e moto storiche 3-4 - MODEL EXPO ITALY - Fiera del modellismo 24 - OPERAWINE - Finest italian wines, 100 great producers 25-28 - AGRIFOOD CLUB Rassegna dell’agroalimentare di qualità 25-28 - ENOLITECH - Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l`enologia e delle tecnologie olivicole ed olearie 25-28 - SOL - Salone internazionale dell’olio d’oliva extravergine di qualità 25-28 - VINITALY - Salone internazionale del vino e dei distillati APRILE

18-21 - METEF-FOUNDEQ - Expo numero 1 nel mondo dei metalli - Expo internazionale dell’alluminio e expo internazionale delle tecnologie della fonderia 18-21 - METALRICICLO - RECOMAT Fiera del riciclo industriale dei materiali METALRICICLO - Salone internazionale delle tecnologie per il recupero e il riciclo dei metalli ferrosi e non ferrosi. RECOMAT - Salone internazionale delle tecnologie per il recupero e il riciclo dei materiali industriali, la qualità dell’ambiente, l’efficienza energetica. 19-22 - CLASSICAL MUSIC WORLD - ANTEPRIMA Fiera internazionale della Musica Classica: Unica e non Convenzionale MAGGIO ≤

9-11 - GREENBUILDING - Mostra e convegno internazionale su efficienza energetica e architettura sostenibile 9-11 - SOLAREXPO - Mostra e convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita

15-17 - AUTOMOTIVE DEALER DAY Informazioni, strategie e strumenti per la commercializzazione automobilistica 24-27 - EUROCARNE Salone internazionale delle tecnologie per lavorazione, conservazione, refrigerazione e distribuzione delle carni 25-27 - VERONA MINERAL SHOW GEO BUSINESS - Esposizione internazionale della mineralogia, paleontologia, gemmologia, malacologia, attrezzature, lavorati ed editoria. 25-27 - VERONAFIL - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila SETTEMBRE ≤

15-17 - EICA - Esposizione internazionale del ciclo 26-29 - MARMOMACC - Mostra internazionale di pietre, design e tecnologie OTTOBRE ≤

18-22 - ART VERONA - La fiera delle gallerie italiane di arte moderna e contemporanea 20-21 - CLASSICA MOTORI Salone di auto e moto storiche 21-23 - ABITARE IL TEMPO 100%PROJECT Meeting della distribuzione per le soluzioni di interni 24-25 - SAVE - Mostra convegno internazionale delle soluzioni e applicazioni verticali di automazione, strumentazione, sensori 24-25 - MCM Mostra convegno internazionale della manutenzione industriale 24-25 - ACQUARIA - Mostra convegno internazionale delle tecnologie per l’analisi, la distribuzione e il trattamento dell’acqua e dell’aria 24-25 - HOME & BUILDING Mostra convegno internazionale della domotica & building technologies NOVEMBRE ≤

8-11 - FIERACAVALLI International horse festival 14-15 - GEO-OIKOS - Rassegna espositiva dei progetti territoriali, urbanistici,edilizi, ambientali delle città e del territorio 22-24 - JOB & ORIENTA Orientamento, scuola, formazione, lavoro 23-25 - VERONAFIL - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila 24-25 - ELETTROEXPO - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica informatica DICEMBRE ≤

1-2 - ESPOSIZIONE CANINA Esposizione canina 7-9 - MINERAL SHOW - GEO SHOP - Mostra di pietre preziose, pietre dure, pietre ornamentali, fossili e derivati, oggettistica in pietra

www.veronafiere.it SOMMIAMO RELAZIONI. SOTTRAIAMO OSTACOLI. MOLTIPLICHIAMO IDEE. CONDIVIDIAMO ESPERIENZE.

MANIFESTAZIONI ALL’ESTERO ≤

24-26 GEN. - STONEXPO / MARMOMACC AMERICAS - Las Vegas 30 APR.-3 MAG. - QATAR STONE-TECH

Doha, Qatar 30 APR.-3 MAG. - VINITALY IN THE WORLD – US New York and Chicago 25-28 GIU. - SIAB / FISPAL FOOD SERVICE San Paolo Brasile 29-30 OTT. - VINITALY IN THE WORLD Russia - Mosca 8-10 NOV. - VINITALY IN THE WORLD Cina - Hong Kong 11-14 NOV. - SAUDI STONE-TECH - Riyadh 26-30 NOV. - VINITALY IN THE WORLD Japan - Italian Wine Week


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