Economia Veronese - novembre 2011

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ECONOMIA VERONESE trimestrale n.4 - Anno 10 - dicembre 2011 - Editore Apiservizi S.r.l. - Verona, via Albere 21/C - Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% CNS VR - D.L. 353/2003 (conv. in L. - 27/02/2004 n 46) art., comma 1 DCB VERONA - 2,58 Euro

profili

Motomeccanica III Millennium Mecgi 2M IstĂ Palmalisa Zantedeschi

personaggio

Paolo Paternoster


Briefing • Milano

La nostra energia fa miracoli. Gritti Gas: il consulente energetico di fiducia.

I 50 anni di esperienza di Gritti Gas nel settore energia sono il vantaggio quotidiano dei suoi 60.000 clienti. Gritti Gas è vicina ai clienti con i suoi uffici aperti al pubblico, perché gas e luce non sia mai un problema ma solo comfort, praticità e convenienza. La miglior fornitura di energia non è mai frutto del caso ma di una solida competenza.

Gritti Gas è un futuro di energia serena.

www.grittigas.it Filiali e sportelli: Zevio (VR), Legnago (VR), S. Martino Buon Albergo (VR), Lodi (LO), Spino d’Adda (CR), Cernusco S/N (MI)


sommario

Anno 10 - Numero 4 Dicembre 2011

DIRETTORE RESPONSABILE Cirillo Aldegheri

Rivista trimestrale promossa da

EDITORE APISERVIZI S.r.l. Via Albere, 21/C - 37138 Verona

ASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

DELLA PROVINCIA DI VERONA

SEGRETERIA DI REDAZIONE Tosca Lucchini Cinzia Trussardi

editoriale

III Millennium Mecgi 2M Istà

5 6 10 14 18 22

impresa Donna Palmalisa Zantedeschi

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personaggio Paolo Paternoster

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attualità Internazionalizzazione: accordo tra Apindustria Verona e Modena Vefim attestato di Rating 1 Modello di organizzazione, gestione e controllo

Registrazione Tribunale di Verona n. 1393 del 22 marzo 2000

GRAFICA E STAMPA Lite srl - Verona - www.lite.it

D.L. 353/2003 (con. in L. 27/02/2004 n°46 art. 1, comma 1, DCB Verona

FOTOGRAFIE Ennevi - Archivio Apindustria

profili Motomeccanica

REDAZIONE c/o APINDUSTRIA Verona Via Albere, 21 - 37138 Verona Tel. 045 8102001 Fax 045 8101988 economiaveronese@apiverona.net

Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale

Pubblicità raccolta in proprio

terza pagina Il Parco Giardino Sigurtà e Villa Maffei

46

Apivenetofidi

50

ambiente e salute Favorire i comportamenti sicuri

fiscale

La Manovra di Ferragosto

Conoscere per competere

37 40

Apigiovani

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previdenza Flexicurity

34 36

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legale Il Decreto Ingiuntivo

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il punto La morte della pietà In Libia ma non solo

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inserzionisti

Gritti Gas Banca Popolare Cattolica Assicurazioni Dellas Banca di Verona Albrigi Tecnologie

Samo Santo Passaia Unicredit Fondazione CUOA Riconosciamoci Gruppo Argenta

Consorzio ZAI Mondoesa Mediolanum Viani Assicurazioni Multiutility Verona Fiere

Economia Veronese - dicembre 2011

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Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali fanno riferimento i Fogli Informativi disponibili sul sito web e presso le filiali della Banca. Ed. 4/2011 BANCO POPOLARE - Comunicazione di Prodotto, Pubblicità, Eventi.

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editoriale

Arturo Alberti Nei mesi scorsi ci eravamo ripromessi di non intervenire nel dibattito (spesso “urlato”) attorno alla Legge Finanziaria. Di mantenere, come si usa dire, un profilo “basso”. Nelle ultime settimane, però, la gravità degli eventi ci ha imposto di uscire allo scoperto. E lo abbiamo fatto nel modo più costruttivo possibile, proponendo un Manifesto che si sviluppa in 6 punti cardine: un piano programmatico operativo che a nostro avviso può consentire di portare il debito pubblico al di sotto della soglia dell’80% del PIL, recuperando nello stesso tempo le risorse necessarie per un rilancio dell’economia e dei consumi entro il 2012. I principi che crediamo irrinunciabili e inderogabili su cui si fonda il nostro ragionamento sono sostanzialmente due. Il primo: in una situazione complicata e difficile come l’attuale c’è bisogno di uno sforzo equilibrato che abbia anche l’onestà di ridiscutere – o, meglio, eliminare – situazioni di privilegio o incrostazioni del passato. Non è possibile che una piccola parte della popolazione se ne stia tranquilla e al sicuro sulla terraferma, mentre la più larga maggioranza naviga in alto mare in piena tempesta. È ormai indispensabile ragionare su obiettivi comuni e condivisi. In questo senso, occorre offrire nuove prospettive sui fronti del riequilibrio delle ricchezze, sui tagli alla classe politica e alle rendite di posizione, per concentrare l’attenzione su ogni azione e sostegno diretti a capitoli strategicamente fondamentali quali la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo. E qui si innesta il secondo principio: per uscire da questa situazione di stallo e per creare nuova ricchezza (intesa in senso molto ampio) occorre puntare sul settore manifatturiero. Sono il lavoro e l’economia “produttiva” che devono (devono!) essere sostenuti, incentivati e premiati, e non le rendite di posizione (qualunque esse siano) né tantomeno quelle finanziario-speculative. Il Manifesto tocca quindi i grandi capitoli del vivere comune. Innanzitutto, le azioni per riformare la pubblica amministrazione: drastica riduzione di organismi, funzioni e indennità (non solo fra la classe politica, ma anche in quella dirigenziale), dismissione dei beni demaniali non strategici, cancellazione delle Province, revisione del Patto di stabilità per i Comuni più virtuosi. Innal-

zamento dell’età pensionabile, revisione delle “baby pensioni” e introduzione di tetti alle indennità, ma anche maggior attenzione economica per i disabili e gli anziani non autosufficienti: questi sono i cambiamenti che chiediamo per il sistema previdenziale. La fiscalità che vorremmo, invece, è più equa, incentrata sull’applicazione di un principio federalista, sulla lotta alla vera evasione, sulla riduzione del carico impositivo sulle buste paga, sull’introduzione di un’imposta progressiva sul reddito (in sostituzione dell’Irap) e di una patrimoniale per i grandi depositi e i grandi patrimoni immobiliari non utilizzati per l’esercizio d’impresa. Tutto questo, transitando attraverso politiche innovative e coraggiose sui versanti del lavoro (maggiore flessibilità in termini di assunzioni e licenziamenti, ma accompagnata da opportuni “paracadute” sociali come ad esempio un fondo di indennità di disoccupazione uguale per tutti), e dei sostegni e delle tutele alle imprese: costituzione di un fondo a garanzia dei rischi per chi esporta, realizzazione di un vero marchio “Made in Italy”, messa a punto sia di incentivi a favore di chi produce in Italia e salvaguarda l’ambiente che di correttivi che consentano di stabilire tempi certi per i pagamenti che provengono dalle Amministrazioni pubbliche, concessione di sgravi per le imprese che assumono giovani disoccupati e possibilità di erogare bonus detassati a favore dei dipendenti che si distinguono per attaccamento all’azienda, produttività e spirito innovativo. E per finire, il mondo del credito: alle agevolazioni a favore delle aziende che producono devono fare da contraltare pesanti tassazioni per le speculazioni finanziarie improduttive, mentre vorremmo veder avviato un sistema di controllo su immotivati aumenti dei tassi e/o riduzione dei fidi applicati dalle banche verso le imprese. Siamo consapevoli che per raggiungere questi obiettivi, la giustizia sociale deve avere la forza di cancellare il principio che i diritti acquisiti non si toccano, e deve saper ridistribuire in maniera equa oneri e onori. Ma alla fine, vinceremo se sapremo costruire una società più giusta, che coinvolge e rende tutti partecipi di questo nuovo rinascimento dei doveri, dei diritti e della solidarietà: un Paese, o si salva tutto o non si salva proprio.

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MOTOMECCANICA TRASFORMARSI NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ

S

i potrebbe partire dal passato. Raccontare la storia di Alfonso Braga che nel 1957, insieme al compagno di studi Marco Pellegrini, ebbe l’idea di cimentarsi nella produzione di riduttori di velocità. Si potrebbe partire dal presente di Motomeccanica, una realtà contraddistinta dall’elevata specializzazione dei suoi 40 addetti e dalla vasta gamma degli articoli che produce e che, nel 2010, ha realizzato un fatturato di 11 milioni di euro. Ma forse è meglio partire dal futuro, perché proprio di recente l’azienda veronese è diven-

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tata interamente di proprietà della famiglia Braga e anche la seconda generazione, grazie al bagaglio di esperienze e professionalità acquisite, è pronta a cogliere la scom-

messa dei mercati. I quattro fratelli Braga, Alberto, Flavio, Anna e Luisa, ai quali sono ora affidate le redini dell’azienda, hanno ereditato l’intuito e la capacità gestionale del padre Alfonso che, con il suo saper rischiare e anticipare i tempi, è sempre stato in grado di soddisfare le richieste di una esigente committenza traducendole in prodotti “su misura” di elevata qualità. Imprenditorialità e innovazione continua sono gli imperativi di questa azienda che è una delle espressioni più significative del comprensorio


MOTOMECCANICA

produttivo veronese. Ed è proprio visitando la sede di Povegliano V.se (6.000 mq. coperti) che si ha la conferma che qui nulla è lasciato al caso. Partendo dall’ingegnerizzazione, sviluppata utilizzando software di modellazione tridimensionale, passando per una gestione della produzione completamente informatizzata si arriva al prodotto finale. Personale altamente qualificato e un moderno parco macchine garantiscono elevata qualità, certificata da UNI ISO 9001, costi controllati e consegne ottimali. Motomeccanica ha scelto di mantenere, riguardo alla cura della qualità e personalizzazione del prodotto, quell’impronta artigianale che sin dagli esordi la caratterizza come partner di affidabilità e comprovato knowhow in contesti nazionali e internazionali. «I nostri. clienti – sottolinea il dottor Flavio Braga – sono

profili

per noi patrimonio inalienabile e con una ventina di loro, vero zoccolo duro degli ordinativi, abbiamo instaurato rapporti di continuità che ci garantiscono circa il 50% annuo del fatturato. Attualmente il mercato interno asEconomia Veronese - dicembre 2011

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sorbe il 75% della produzione benché l’estero con Francia, Germania, Spagna, Brasile e area asiatica stia dimostrando grande interesse per la specificità del nostro prodotto». L’offerta di catalogo è davvero ricca con riduttori ad assi paralleli, ortogonali, epicicloidali e cambi di velocità fino a 100.000 daNm. I prodotti sono utilizzati da società impiantistiche di caratura mondiale nei settori della gomma con comando di mescolatori e calandre, nella plastica per gli estrusori, nella siderurgia per i comandi laminazione per acciaio, nella movimentazione portuale per gli argani di sollevamento, nell’alimentare per impastatrice e presse. «Le attuali attenzioni commerciali

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MOTOMECCANICA

sono rivolte ai settori dell’energia. Una collaborazione molto stimolante dal punto di vista tecnico e applicativo – ricorda l’ingegner. Alberto Braga – è in corso con alcune società francesi del settore nucleare. Dopo una meticolosa valutazione dei processi aziendali siamo stati inseriti in una ristretta “Vendor list” per la fornitura di riduttori utilizzati nelle zone ad alto rischio della centrale nucleare». Per le energie rinnovabili è stata lanciata una gamma di moltiplicatori di giri dedicati alla produzione di energia elettrica di origine idraulica. Diverse applicazioni negli ultimi tre anni sono state fatte sui fiumi Po, Adige, Tanaro, Bacchiglione. In particolare a San Giovanni Lupatoto in provincia di Verona il Canale di derivazione Bocche di Sorio alimenta una turbina Kaplan con interposto un moltiplicatore di giri Motomeccanica che permette la produzione di 1000 kW di energia rinnovabile. «La svolta significativa che ci ha portato al pieno controllo della società – proseguono Anna e Luisa Braga – ci stimola per il futuro. Nostro padre ci ha consegnato un’azienda solida e al passo con i tempi trasferendoci l’impegno di farla crescere, interpretando l’etica di impresa anche nel tempo della globalizzazione».•

profili

MOTOMECCANICA S.r.l. SEDE LEGALE E OPERATIVA

FATTURATO 2010 11 milioni di euro

Via Dell’Artigianato, 3 37064 Povegliano Veronese (Verona) Tel. 045 6351900 Fax 045 6359903

PRODUZIONE

SUPERFICIE AZIENDALE

Totale: 11.000 mq Coperta: 6.000 mq

Progettazione, produzione e commercializzazione di riduttori di velocità ad assi paralleli e ortogonali

RISORSE UMANE

Addetti alla produzione: 30 Impiegati:10

ANNO DI FONDAZIONE 1957

TITOLARI

Presidente CdA Alfonso Braga Consiglieri di Amm. Alberto Braga Flavio Braga Anna Braga Luisa Braga

SITO INTERNET / E-MAIL

www.motomeccanica.it direzione@motomeccanica.it

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III Millennium

N

Comunicare dal futuro

el mondo di oggi, dove tutto è dinamico, in divenire, niente muta più rapidamente della comunicazione. È pressoché continua, infatti, l’innovazione negli strumenti del comunicare che genera cambiamenti nelle forme dei messaggi, nei modi dell’elaborazione, nella ricezione. Per chi si occupi di comunicazione in maniera professionale l’aggiornamento continuo e il saper usare, in maniera integrata, mezzi differenti, facendo interagire diverse discipline, sono requisiti fondamentali:

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il ruolo del comunicatore, primario in quanto responsabile dell’immagine di un’azienda, immagine che va creata, alimentata, mantenuta e talvolta ridefinita, richiede un insieme articolato di competenze strategiche. Lo sanno bene Elisabetta de Strobel, art director, interior designer e problem solver, e Maurizio Marcato, fotografo professionista, che da oltre 30 anni – è nel 1979 che fondarono lo Studio Wald, specializzato nel campo della fotografia – ricercano, e trovano, le migliori strategie comunicative da mettere in atto per veicolare con incisività ed efficacia

un’idea, un pensiero, un’emozione e che nel 1994 hanno dato vita a III Millennium communication lab, un vivace laboratorio di progetti, persone, creatività, che svolge attività di consulenza a 360° nell’ambito del marketing e della comunicazione fornendo servizi che spaziano dall’ufficio stampa più tradizionale, ad attività di public relations e problem solving, al web design, alla fotografia e al video, al graphic design, allo styling. Nella spaziosa sede di S. Maria di Zevio, che oltre agli uffici ospita due sale di posa per shooting fotografici com-


III MILLENNIUM

pleti, un team giovane, composto da una ventina di professionisti fra architetti, designer, grafici, fotografi, addetti pr e esperti in marketing, lavora alla realizzazione di soluzioni “su misura” per il cliente, sulla base delle sue esigenze e dei suoi obiettivi. «Agli inizi dell’avventura di III Millennium – ricorda Elisabetta de Strobel – erano ancora poche le realtà del settore che potevano, come la nostra, costituita da uno studio fotografico con una sua agenzia di comunicazione interna, essere definite “gruppo di comunicazione”, articolato in divisioni specializzate ma interconnesse. L’expertise accumulata negli anni ci permette di costruire identità per prodotti, servizi o aziende sulla base dei goals definiti insieme dopo accurata analisi preliminare. Il nostro bagaglio di conoscenze non comprende solo le nozioni tecniche che ci consentono piena padronanza di tutti i mezzi di comunicazione, convenzionali e non, ma include anche lo studio dei diversi settori merceologici di riferimento, dei trend, dei metodi di rilevazione dei bisogni del pubblico, dei metodi di valutazione della qualità. L’imperativo è valorizzare le eccellenze e rendere visibile e riconoscibile un’azienda diffondendo in maniera capillare e omogenea la sua immagine. Con i nuovi media, si pensi a internet e ai social network, il numero dei palcoscenici si è ampliato e, di conseguenza, sono cresciuti in quantità e in varietà i pubblici da intercettare: impresa possibile solo a patto di saper utilizzare strategie ad hoc». Il core business di III Millennium è senz’altro il settore dell’arredamento/illuminazione/design (con clienti quali Samo, Benetti, Cavio Interiors, Bizzotto, Carpanese Home, Texarredo, Italamp, Lineaquattro, Citco, Sicis, Selva), ma l’ambito d’azione spazia dalla moda (Staff International) al food & beverage (Cantine Riondo, Domenico Fraccaroli, Brio S.p.A., Oneglass), dalle costruzioni (Wood Beton, Isoproject, Archingegno) al wellness. Circa il 40% del fatturato è realizzato su commesse provenienti dall’estero: l’agenzia

profili

veronese lavora molto in Germania, nei Paesi dell’Est Europa, in Egitto e in Giappone. Un rapporto peraltro, quello con la terra del Sol Levante, che si protrae da oltre 20 anni e che ha visto de Strobel e Marcato impegnati in vari progetti, ultimo in ordine cronologico la creazione, su richiesta del Comune di Osaka, di mappe tematiche fotografiche per turisti. I lavori di Marcato, artista poliedrico distintosi nella fine art, nel ritratto, nella fotografia industriale, paesaggistica, di ricerca, d’interni, di moda, di design e d’architettura, sono molto noti e apprezzati a livello internazionale: la sua più recente realizzazione, la serie di immagini dedicate a celebrare il mito e la bellezza delle pin-up anni Cinquanta, dalle quali è stato tratto anche un

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calendario per il 2012, è attualmente esposta alla Icebox gallery di Minneapolis. Per It’s my book (2008), il libroantologia in cui ha raccolto gli scatti che meglio illustrano il suo talento, il fotografo vicentino (di nascita, ma veronese d’adozione) si è aggiudicato il primo premio del concorso internazionale “European Photo Book of the year award 2010” indetto dalla Federation Of European Photographers. «L’occhio fotografico, l’estro, la perizia di Maurizio Marcato – prosegue Elisabetta de Strobel – sono sicuramente il fiore all’occhiello di III Millennium. Il nostro studio offre la possibilità di servizi esterni, di elaborazione immagini e fotolito, utilizza al meglio le nuove tecnologie 3D e di rendering per la creazione di estensione di set e ambienti virtuali». Non meno ricco e variegato è il percorso professionale di Elisabetta de Strobel che ha saputo coniugare quanto appreso nel lungo tirocinio svolto nel settore dell’arredamento d’interni con il suo raffinato gusto estetico e con l’innata passione per il bello. De Strobel, che, come Marcato, è docente di fotografia alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano e tiene lezioni al Master in Interior Design Retail Management organizzato dal medesimo Ateneo in collaborazione con Federmobili, segue per III Millennium la progettazione di spazi espositivi, punti vendita, showroom, case private e spazi contract. Studia l’allestimento di set fotografici, eventi, stand fieristici, approntando scenografie e noleggiando pezzi esclusivi. «III Millennium – conclude de Strobel – è un’officina della fantasia e dell’inventiva, un cantiere in cui con l’ingegno e

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il talento di tanti specialisti costruiamo ogni volta un obiettivo condiviso. Dal brand concept e dall’ideazione del logo all’immagine coordinata, dai depliant alle campagne pubblicitarie, dal packaging al catalogo: un’azienda che abbia compreso l’importanza vitale della comunicazione può rivolgersi a noi per qualunque esigenza. Continueremo certo a proporre i servizi più canonici di un ufficio stampa (la creazione di storyboard aziendali, la reda-

zione di comunicati e cartelle stampa, l’organizzazione di conferenze stampa ed eventi, la rassegna stampa) ma punteremo sempre a sfruttare quanto di meglio ci offrono i nuovi strumenti occupandoci di fotografia, in primis, di filmati, video e monografie aziendali, di web design (dalla progettazione grafica all’hosting, all’ottimizzazione dei siti web) per raggiungere i clienti di adesso e del futuro con eclettismo e originalità».•

III Millennium e Studio Marcato (Wald S.r.l.) SEDE AMMINISTRATIVA

Via Mirandola, 27 37059 S.Maria di Zevio (Verona) Tel. 045 6050601 Fax 045 6050146

ATTIVITÀ

Comunicazione, marketing, fotolaboratorio

ANNO DI FONDAZIONE 1972

RESPONSABILE AMMINISTRATIVO Maurizio Marcato

SUPERFICIE AZIENDALE Totale: 270 mq

RISORSE UMANE Addetti: 15 Impiegati: 10

TITOLARE

Maurizio Marcato

RESPONSABILE PRODUZIONE

SITO INTERNET / E-MAIL

Maurizio Marcato

www.terzomillennium.net www.mauriziomarcat o.com

RESPONSABILE QUALITÀ

info@terzomillennium.net info@mauriziomarcato.com

Elisabetta de Strobel


¡ analisi dei rischi e progettazione di piani personalizzati; ¡ consulenza in tema di previdenza complementare; ¡ assistenza e consulenza tecnica, fiscale e normativa; ¡ incontri di approfondimento con i lavoratori e le loro rappresentanze; ¡ attivazione di convenzioni che offrono tutele ampie a costi competitivi; ¡ attività di comunicazione e supporto agli imprenditori, amministratori, dipendenti e collaboratori.

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www.cattolicaprevidenza.com 13


MECGI “

Tutti i clienti sono importanti, ogni cliente è diverso”. È questo il motto di MECGI, azienda metalmeccanica di Altavilla Vicentina, che, grazie alla tenacia di Enrico Dall’Osto, ha saputo conquistare un posto di tutto rispetto nello specifico comparto della progettazione, installazione e assistenza di impianti di lubrificazione e filtrazione. «Noi abbiamo successo quando i nostri clienti hanno successo – sottolinea l’imprenditore – e questo ci stimola, anche in un momento non facile come quello attuale, a considerare l’opportunità di ampliare la sfera

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L’interlocutore ideale per la lubrificazione automatica e la depurazione

della nostra attività produttiva e commerciale». Basterebbe questo inciso per capire che, in vent’anni di attività, MECGI clienti di successo ne deve avere avuti proprio tanti e che Dall’O-

sto ha saputo e sa guardare lontano. La sua avventura inizia nel 1987 con l’attività di rappresentanze industriali, ma è nel 1991 che pensa di giocare un’altra carta e di dare forma concreta al suo bagaglio di know-how, stimolato e coadiuvato in questa scelta anche dalla sua formazione scolastica. «Fu quella una decisione sofferta ma anche responsabile – continua Dall’Osto –, basata sulle esigenze di molte imprese che richiedevano al mercato un’offerta modellata sulle loro reali necessità: domandavano di avere a portata di mano sistemi ad hoc di lubrificazione e depurazione,


MECGI

in linea con i loro programmi di lavoro e che le aiutassero a sfruttare a pieno il loro potenziale produttivo. Trovare e realizzare soluzioni tecniche personalizzate in grado di soddisfare i bisogni di un mercato eterogeneo, proiettato verso nuovi modelli di produzione e ottimizzare le risorse interne (professionali e finanziarie) è – prosegue Dall’Osto – il leitmotiv della nostra filosofia imprenditoriale fin dalle origini». Qui, dunque, nulla è prodotto in modo seriale ma si opera in sintonia con la propria clientela, progettando con la stessa, sempre nella logica del “pensato su misura”, a seguito di uno studio accurato, le apparecchiature e gli impianti richiesti, dopo avere individuato con il costruttore di macchine e impianti o l’utilizzatore finale le problematiche di lubrificazione e dosaggio che deve risolvere per assicurare un maggior rendimento e durata dei suoi macchinari. «Gli impianti di lubrificazione centralizzata che possono essere sia a grasso che ad olio – precisa Dall’Osto – rappresentano il nostro settore primario dove esprimiamo tutta la conoscenza dei diversi sistemi che possono essere alimentati da pompe manuali, elettriche, a comando pneumatico o idraulico. Riserviamo inoltre particolare attenzione ai componenti che adoperiamo e la selezione cade sempre su prodotti certificati come quelli proposti da Drospa, che sono sinonimo di tecnologia all’avanguardia, facile installazione, manutenzione semplificata e sicurezza nel tempo come avviene con l’utilizzo dei dosatori e flussostati prevalentemente volumetrici, scelti perché sono in grado di garantire il controllo del flusso indipendentemente dalle condizioni della temperatura o della pressione.

profili

Aggiungo, inoltre, che possiamo esaudire anche altre richieste che i nostri partner ci sottopongono come la fornitura di impianti di lubrificazione a ricircolo, metodo che garantisce un continuo ricambio d’olio nuovo e filtrato. Le nostre apparecchiature sono dotate di sistemi di autodiagnosi e, grazie al controllo della variazione della portata, assicurano un buon aumento della velocità dei cuscinetti con conseguente aumento di produttività delle macchine. Questa competenza a tutto tondo ci consente una adeguata realizzazione e installazione dei nostri sistemi di lubrificazione centralizzata in tutti quei comparti produttivi che necessitano, per l’affidabile operatività, di sistemi di lubrificazione altamente efficienti come nell’industria delle macchine utensili, della chimica, della carta, del cemento, dell’acciaio, del marmo, dell’energia, del legno». È grazie alla sua riconosciuta competenza che MECGI ha saputo mantenere e aumentare la propria presenza in nicchie di mercato dove esiste una grande competizione e ha potuto spaziare con la sua attività nel settore della cosiddetta lubrificazione a secco con i sistemi aria-olio o di micro-lubrificazione di utensili e nei sistemi di lubrificazione catene di trasporto e dello stampaggio delle lamiere. L’azienda ha attiva anche una divisione specializzata nella progettazione e installazione di sistemi per la depurazione industriale, che va dalla depurazione fumi e nebbie oleose, fumi di saldatura alle polveri secche e che trova applicazione in numerosi settori come quello meccanico con tornitura, rettifica, unità speciali di foratura, etc., con l’utilizzo di filtri studiati per eliminare l’inquinamento dell’aria alla sorgente. «Oggi – sottolinea Dall’Osto – la nostra organizzazione interna ci permette di progettare e installare impianti Economia Veronese - dicembre 2011

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“chiavi in mano”, ci consente di avere un intenso dialogo con la clientela abituale e ci facilita nell’instaurare un rapporto di future collaborazioni con quella nuova. Grazie anche a un rassicurante portafoglio ordini, pensiamo di poter ampliare gli orizzonti operativi dell’azienda il cui fatturato, poco più di 1,1 milioni di euro, è dovuto per la quasi totalità alla nostra presenza nel Nord Est. È indiscusso, peraltro, che non abbiamo alcuna intenzione di basare la nostra competizione solo sui prezzi bensì è nostro obiettivo portare avanti quella politica della professionalità e della qualità per la quale siamo conosciuti». Il Vostro è stato un percorso impegnativo? «Siamo partiti dalla progettazione per passare, in una logica di qualificazione del servizio offerto, all’installazione degli impianti e, ancora, alla proposta del “servizio di assistenza”

programmato, dedicato soprattutto ai grandi impianti, con cui qualifichiamo il controllo post-vendita. La nostra sede attuale, inoltre, è stata progettata e realizzata con criteri mirati particolarmente adatti allo stoccaggio e alla movimentazione delle merci. L’organizzazione commerciale, i servizi di installazione, manutenzione, assistenza tecnica e il supporto di mezzi informatici di prim’ordine ci consentono di garantire e rispondere alle richieste di chi si affida a noi perché siamo in grado di migliorarne le performance». «Sono convinto – conclude Enrico Dall’Osto – che il modello della PMI, proprio per le sue caratteristiche di flessibilità, innovazione, qualità, servizio e

MECGI S.r.l. SEDE AMMINISTRATIVA Via Lago Maggiore, 71 36077 Altavilla Vicentina (Vicenza) Tel. 0444 574884 Fax 0444 371096

PRODUZIONE

Impianti di lubrificazione e filtrazione

ANNO DI FONDAZIONE 1987

TITOLARE

Enrico Dall’Osto

RESPONSABILE PRODUZIONE, ASSISTENZA TECNICA E MONTAGGI Andrea Dal Monte

RESPONSABILE QUALITÀ Carlo Langaro

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creatività, abbia una marcia in più. La crisi internazionale, infatti, non solo non ha condannato questo nostro sistema di sviluppo, ma, anzi, ne ha valorizzato le sue peculiarità e si è rivelata uno stimolo per ricercare nuove strade. Noi, ad esempio, pur mantenendo una dimensione contenuta, siamo in grado di programmare e sviluppare la nostra attività seguendo i nostri clienti sia in Italia che all’estero o supportarli anche su impianti di grandi dimensioni, avvalendoci, all’occorrenza, della collaborazione di altre aziende operanti specificamente in settori complementari o affini al nostro, ma sempre sotto la nostra supervisione e responsabilità tecnico-commerciale».•

RESPONSABILE AMMINISTRATIVO Maria Grazia Vidale

FATTURATO 2010

1 milione e 100 mila euro

SUPERFICIE AZIENDALE

Totale: 1.580 mq Coperta: 1.110 mq

RISORSE UMANE

Addetti alla produzione: 4 Impiegati: 2

SITO INTERNET / E-MAIL www.mecgi.it info@mecgi.it


Dellas. Una storia scolpita nella pietra.

Ovunque la natura ha lasciato il suo segno nella roccia! Nello scenario mondiale, un’azienda italiana, leader nella progettazione e produzione di utensili diamantati, ha impresso la sua storia nella pietra: Dellas. La lunga tradizione ed esperienza dell’azienda nel settore del taglio e lavorazione della pietra, la spiccata capacità di dialogare con il cliente, l’avanguardia tecnica e qualitativa, la precisione e l’affidabilità della gamma di utensili Dellas costituiscono oggi fatti scolpiti nella roccia e riconosciuti in tutto il mondo. Esigete sempre Dellas per le vostre creazioni immortali. Dellas S.p.A. - Via Pernisa, 12 - 37023 Lugo di Grezzana (VR) - Italy - Tel. +39 045 8801522 - Fax +39 045 8801302 - www.dellas.it - e-mail: info@dellas.it


2M

MACCHINE E RICAMBI PER LA TERRA

L

a storia di Alberto Magrin e della sua 2M parte dall’Api e prosegue nell’Apindustria. È a metà degli anni ’80, infatti, che l’attuale titolare dell’azienda con sede a Povegliano in via della Tecnica, si avvicina all’imprenditoria, grazie a un corso per manager organizzato da Apindustria. Passano solo pochi anni e nel 1993 nasce l’impresa che oggi è punto di riferimento sul commercio e sui ricambi di macchine per il movimento terra. 2M rivende in tutta Italia mini e midi-escavatori importati dal Giappone. Anno dopo anno l’azienda si è specializzata nel soddisfare le esigenze di mercato per questi prodotti e nel dare risposte adeguate alle aspettative dei suoi clienti, garantendo un servizio di assistenza e un’alta qualità riconosciuta da tutti gli operatori del settore: «La nostra carta vincente è sicuramente quella del servizio e sulle condizioni di vendita dell’usato – ha spiegato Alberto Magrin –. A differenza di altri rivenditori, infatti, noi forniamo sul mezzo acquistato una garanzia di sei mesi, tutta la certificazione prevista e un’assistenza professionale e rapida anche postvendita. Tutte le macchine, inoltre, vengono ricondizionate prima di essere immesse nei circuiti di vendita». La vera innovazione della 2M, tuttavia, sta nella fornitura di pezzi di ricambio per queste macchine, un settore in cui può vantare di aver portato una vera e propria rivoluzione sul metodo di lavoro: «Il

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2M

commercio dei ricambi segue solitamente un percorso molto tortuoso e con molti passaggi che inevitabilmente incidono sul prezzo – ha proseguito Magrin –. Quando abbiamo iniziato a occuparci di questo settore abbiamo notato subito questa, chiamiamola anomalia, e abbiamo cercato una possibile soluzione. Per questo motivo abbiamo intessuto rapporti diretti con le aziende produttrici di questi ricambi, potendoli acquistare e rivendendoli direttamente ai nostri partner, senza passaggi ulteriori. In questo modo, grazie al nostro servizio assistenza riusciamo a seguire anche la parte di installazione se ci viene richiesta. Il tutto con un occhio sempre rivolto alla qualità, che nel nostro particolare settore è sinonimo di affidabilità e durabilità». La 2M ha sviluppato il mercato dei ricambi a livello mondiale, contando su importanti partner che oltre i confini nazionali si occupano di distribuire i

pezzi: «Oltre il 70% del nostro volume d’affari si concentra proprio su questo settore e non solo a causa della crisi economica che ha in parte rallentato le vendite del nuovo. Poter contare su una struttura che garantisca soluzioni a problemi pratici in minor tempo e a costo inferiore è un vantaggio importante, visto che si diminuiscono i tempi del fermo macchina e spesso si possono anche recuperare macchine che altrimenti dovrebbero essere sostituite con ingenti investimenti». Il mercato dell’azienda di Povegliano, tuttavia, è in continuo movimento e il futuro passa dall’inserimento di un nuovo comparto, che sarà quello dei “mini trattori”, delle macchine utilizzate per lavori su superfici poco estese

profili

e dedicate soprattutto ai privati: «Ogni anno riscontriamo sempre maggiore interesse per i trattorini Kubota usati a quattro ruote motrici e le unità vendute toccano continuamente nuovi record. Inizialmente le vendite si concentravano nel periodo primaverile, estivo, ma l’allestimento con lama da neve li ha resi molto richiesti anche durante la stagione invernale. I nostri mezzi offrono prestazioni davvero entusiasmanti e ogni modello presenta un motore da 3 cilindri raffreddati ad acqua. Per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, tutti i trattorini vengono allestiti con la struttura di protezione roll-bar». Anche in questo caso le macchine vengono ricondizionate completamente, garantite e comprensive di tutti i documenti e certificazio-

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ni: «Questi piccoli trattori sono utilizzati quasi esclusivamente per attività che non hanno scopo di lucro e destinati a clienti privati, che quindi non hanno la stessa capacità economica di un’impresa. Per questo motivo anche il loro prezzo è tarato su questo ed è inferiore di quasi il 70% – 80% del prodotto nuovo. Questa è la soluzione ideale per tutte quelle persone che posseggono un piccolo appezzamento e hanno la necessità di tenerlo curato e di svolgere piccoli lavori. Spesso sono anche le persone anziane, che investono il loro tempo all’aria aperta». La crisi, così come in molti altri settori, ha battuto forte anche sul comparto delle macchine per il movimento terra, soprattutto in considerazione del blocco dell’edilizia e delle opere pubbliche. La grande flessibilità della 2M, tuttavia, ha permesso all’azienda di Alberto Magrin di superare brillantemente la fase di stallo, investendo su nuovi prodotti e sul servizio, sul quale, però, il titolare ha un timore fondato per il futuro: «Abbiamo grosse difficoltà ad assumere personale qualificato che sia all’altezza del servizio che dobbiamo fornire. Siamo costretti a ripiegare molto spesso su meccanici in pensione o di età avanzata, che hanno ancora la passione per questo. Non vorremmo essere costretti, un giorno, ad assumere personale dell’estremo oriente, vietnamita o indiano, che è preparato e ha una forte propensione al lavoro. Lavorare in un’officina meccanica può dare anche delle belle soddisfazioni, è l’eterna sfida tra l’uomo e la macchina, ma questo ai giovani sembra interessare poco». •

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2 M S.r.l.

SEDE AMMINISTRATIVA Viale Della Tecnica, 27 37064 Povegliano Veronese (Verona) Tel. 045 6350393 Fax 045 6350389

ATTIVITÀ

Commercio e ricambi di macchine per il movimento terra, trattorini usati

SUPERFICIE AZIENDALE

Totale: 6.600 mq Coperta: 2.400 mq

RISORSE UMANE

Addetti alla produzione: 6 Impiegati: 9

ANNO DI FONDAZIONE 1994

TITOLARE

Alberto Magrin

FATTURATO 2010

4 milioni e 500 mila euro

SITO INTERNET / E-MAIL www.2msrl.it info@2msrl.it



ISTÀ

La bella stagione in cucina

N

el mondo dell’impresa vince chi sa meglio dosare e mescolare diversi ingredienti. Un’azienda che voglia stare “sulla cresta dell’onda” deve sì guardare con grande attenzione alle dinamiche del mercato e alle esigenze della clientela e innovare con regolarità la sua offerta, la sua organizzazione e i suoi impianti, ma deve altresì essere consapevole del fatto che, per ispirare il futuro, bisogna ricordare il passato. È proprio questa la ricetta speciale di Istà, azienda di Minerbe leader nella produzione di antipasti, contorni e condimenti a base di ortaggi per uso professionale, vicina a tagliare il traguardo dei 50 anni. La sua storia prese infatti avvio nel 1963 grazie alla tenacia e alla determinazione di Gemma Franceschetti, donna dotata di spirito di iniziativa e con il “bernoccolo” per gli affari. In accordo con il marito Eugenio Ferrari, proprietario di un’azienda agricola specializzata in colture orticole, per dare una svolta all’attività e implementarla, Gemma iniziò a lavorare gli ortaggi producendo dapprima sottaceti, poi sottoli, infine specialità alimentari da commercializzare nel territorio circostante. Il business crebbe rapidamente e il ventaglio delle proposte venne da subito ampliato con la trasformazione di materie prime d’eccellenza tipiche di altre regioni d’Italia, Sicilia e Puglia in primis. Ben presto i prodotti a marchio Istà – è con il nome della stagione più ricca dei frutti della terra, l’estate (istà in dialetto veronese) che la Ferrari & Franceschetti S.p.A. vuole essere riconosciuta dalla sua clientela – divennero sinonimo di qualità e l’ascesa della loro diffusione non si arresta ancora oggi. Le diverse linee di specialità (6 sono i marchi) calcano infatti i mercati dell’Europa continentale, del Regno Unito, degli Stati Uniti, del Giappone e sono da poco approdate, in via sperimentale, anche in Cina: ben il 55% del fatturato di questa azienda, che si attesta oggi sui 9 milioni di euro, è realizzato all’estero. «Si è senz’altro ampliata la scala su cui operiamo – sottolinea Alessio Beozzi, direttore generale di Istà – ma noi tutti entrati in azienda agli inizi degli anni ’80, in primis i figli di Eugenio

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ISTÀ

e Gemma, Adriano (responsabile della direzione acquisti) e Walter (responsabile della direzione tecnico-produttiva), abbiamo deciso di mantenere fede alla linea impostata dai fondatori: i nostri valori continuano a essere quelli che hanno ispirato il loro lavoro e il loro impegno. Per noi la terra è una ricchezza, il lavoro una necessità, l’onesta un’eredità culturale e le persone sono i veri protagonisti della crescita. È per questo che, pur operando oggi, necessariamente, secondo una logica di carattere industriale e con mezzi che sono fiore all’occhiello della tecnologia, continuiamo a preparare i nostri lavorati con la medesima cura artigianale di cinquant’anni fa. Il nostro diktat è quello di coniugare genuinità e tipicità, offrendo alla nostra clientela, costituita da ristoranti, gastronomie, bar gourmet, collettività, etc., prodotti garantiti e di eccellente sapidità che conservano inalterati la freschezza e i valori nutrizionali delle materie prime». È davvero strettissimo il legame di Istà con la tra-

dizione, con la sua storia e con il suo territorio: quest’impresa, che ha scelto di non delocalizzare e ha sempre generato un importante volano di occupazione e risorse nel comprensorio di riferimento, conta oggi 43 dipendenti, per il 70% donne (quote rosa ultra

profili

rispettate in una realtà ispirata proprio da una donna!). «La modernità – prosegue Alessio Beozzi – è ampiamente applicata ai processi e alle strategie di mercato, ma la qualità resta quella del “fatto in casa”. L’intero ciclo produttivo, a partire dalla selezione e dalla ricezione degli ortaggi freschissimi, passando per la prima lavorazione (lavaggio, mondatura, scelta della pezzatura), fino alla cottura (lessatura o grigliatura), per arrivare poi ai processi di sterilizzazione e pastorizzazione, per i quali è stato acquistato proprio di recente un nuovo impianto, è sorvegliato dagli occhi attenti dei nostri tecnici e delle nostre maestranze. Il confezionamento, un tempo solo in contenitori di vetro o in lattina, ora prevede una terza soluzione: su specifica richiesta di alcuni nostri clienti abbiamo studiato e fatto realizzare vassoi di polipropilene, meno soggetti rispetto al vetro a rotture e interamente riciclabili, quindi rispettosi dell’ambiente». È senz’altro anche questa attenzione ai dettagli che ha fatto conseguire all’azienda di Minerbe autorevoli certificazioni – ISO 9001:2000 (qualità del sistema di gestione conforme agli standard d’eccellenza), 14001 (ambientale), UNI EN ISO 22000 (sicurezza igienica lungo la filiera), KOSHER (preparazione dei cibi nel rispetto delle norme alimentari

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ebraiche) – che rappresentano una solida garanzia per tutti i consumatori. Diversificate, ma tutte realizzate nel pieno rispetto delle caratteristiche organolettiche nutrizionali le linee che comprendono: Istà Ristorazione (peperoni delizia, macedonia di legumi, cipolle borratane, funghi porcini, carciofi interi, farci toast all’olio) pensata per valorizzare il talento dei cuochi; Istà Gastronomia pensata per rispondere ai tempi di preparazione imposti dai ritmi della vita moderna; Istà Fresconditi pensata per un consumo immediato di verdure grigliate; Istà Settegiorni, una variegata linea di condimenti, pensata per una cucina dinamica; Istà Bar Gourmet pensata per il consumo di sani piatti pronti; Amici Miei, pensata per assicurare una scorta genuina di verdure fragranti e stuzzicanti.

diversi brand della nostra produzione e la capacità di soddisfare le richieste di quella quota di clienti che da tempo

serviamo e ai quali forniamo, su specifici capitolati, anche preparati marchiati con la loro etichetta».•

ISTÀ - FERRARI & FRANCESCHETTI S.p.A. SEDE AMMINISTRATIVA Via Santo Stefano, 25 Loc. Santo Stefano 37016 Minerbe (Verona) Tel. 0442 640011 Fax 0442 641465

PRODUZIONE

Antipasti, contorni e condimenti per uso professionale

ANNO DI FONDAZIONE 1963

«La gamma della nostra offerta – conclude Alessio Beozzi – è ampia e diversificata, ma non ci accontentiamo dei traguardi raggiunti e, nell’ottica di soddisfare le più diversificate esigenze della domanda odierna, sempre più articolata, abbiamo già in serbo nuove idee. Intendiamo valorizzare le eccellenze del “Made in Italy”, riproponendo tipiche ricette della cucina casalinga regionale italiana realizzate con i prodotti genuini della nostra orticoltura: il primo “esperimento” è il vassoio di cipolla rossa di Tropea IGP, da poco in catalogo. Un impegno che rafforzerà i

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TITOLARI

Adriano, Walter e Marta Ferrari

RESPONSABILE ACQUISTI Adriano Ferrari

RESPONSABILE STAFF TECNICO Claudio Turisendo

RESPONSABILE OPERATIONS AND LOGISTICS Filippo Magosso

FATTURATO 2010 9 milioni euro

SUPERFICIE AZIENDALE Totale: 11.000 mq Coperta: 6.000 mq

RISORSE UMANE

Addetti alla produzione: 30 Impiegati: 9

RESPONSABILE PRODUZIONE Walter Ferrari

RESPONSABILE COMMERCIALE Alessio Beozzi

RESPONSABILE QUALITÀ Paola Patuzzo

SITO INTERNET / E-MAIL www. ista.it ista@ista.it


Dove c’è Albrigi... ...c’è un grande olio

Giovanni Salvagno (a dx) mastro frantoiano, titolare dell’omonimo frantoio; consigliere nazionale dell’A.I.F.O. Stefano Albrigi (a sx), titolare dell’Albrigi Tecnologie S.r.l.

TECNOLOGIE Un terzo di secolo di evoluzione

Via Tessare, 6/A • 37023 • Loc. Stallavena di Grezzana (Verona) • Italy Tel.: + 39 045 907411 • Fax: + 39 045 907427 info@albrigi.it • www.albrigi.it


Palmalisa Zantedeschi E la pietra diventa poesia...

P

assato e presente si intrecciano quotidianamente nella vita di Palmalisa Zantedeschi che, fin da giovane, segue il padre nell’azienda di famiglia – la F.lli Zantedeschi di Sant’Ambrogio di Valpolicella – realtà che per decenni ha rappresentato uno dei pilastri storici dell’imprenditoria lapidea ambrosiana. Palmalisa si trova fino da allora a proprio agio in quell’ ambiente che di solito è un settore di appannaggio maschile, accompagna spesso il padre nei suoi numerosi viaggi in giro per il mondo, ma è proprio nelle cave – dove insieme

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si recano alla ricerca dei materiali – che approfondisce la competenza delle diverse realtà estrattive e di lavorazione della pietra naturale ed è qui che nasce la sua passione per la pietra e per il marmo: una passione che segna l’inizio del suo presente. Nel 1989 il padre cessa l’attività e Palmalisa decide di mettersi alla prova, dando vita, forte del suo background, a un’attività decisamente originale e avveniristica: la consulenza con progetti “su misura” per l’utilizzo del marmo e della pietra naturale in architettura.


PALMALISA ZANTEDESCHI

«Il bagaglio di conoscenze acquisito direttamente sul campo – racconta Palmalisa – mi ha portata a una diversa valutazione e considerazione della pietra naturale: pensata non come prodotto bensì come materia e, come tale, infinita nelle sue espressioni. Ogni sasso vive da milioni di anni e racchiude la storia di innumerevoli atomi provenienti dall’universo». «Ogni uso del marmo – sottolinea la nostra interlocutrice – impone una sorta di obbligo morale al fare bene, al buon uso di un materiale la cui costruzione e formazione è senza tempo, geologica e improducibile.

Quel blocco, quel pavimento, quel lavandino, quel tavolo hanno una unicità così preziosa e irripetibile che ci costringe a usarli al meglio con tutte le nostre attenzioni e capacità, per risultati anch’essi unici e non seriali. Per questo ogni frammento di marmo è sempre maestro e guida sapiente alle nostre linee, al nostro mestiere». Come è possibile – chiediamo – combinare l’architettura contemporanea, sinonimo di linee morbide e di leggerezza con un’immagine compatta e robusta come quella del marmo e delle pietre naturali? Ecco la risposta: «Proprio questa è la sfida che dob-

impresa donna

biamo cogliere: criteri di funzionalità e utilizzo della luce contenuta nella materia sono alla base di una visione moderna dell’architettura». Una riflessione e una considerazione inusuali su un materiale che purtroppo, pur se lavorato con sistemi e tecnologie comunque sofisticati, viene spesso impiegato per usi seriali nei quali non viene esaltata la sua irripetibilità di oggetto prezioso. Palmalisa considera il marmo, l’alabastro, il granito e qualsiasi altra pietra naturale come il codice che consente il dialogo tra l’oggetto, realizzato in marmo, appunto, e il contesto in cui andrà a

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collocarsi; con un approccio quasi informale della pietra, dove si coniugano la volontà di usare il materiale per le sue qualità e la sua bellezza intrinseche con l’esigenza di piegarlo a una nuova funzione artistica. Per questa filosofia, Palmalisa deve essere considerata una vera e propria “allacciatrice di mondi” che conosce i complessi linguaggi espressivi, emozionali e artistici delle pietre naturali, esaltandone l’innata eleganza e facendone l’emblema di una nuova cultura imprenditoriale perché, come sostiene, «La pietra può trasmettere tanti messaggi, può essere il simbolo di un linguaggio appena abbozzato, e mai compiutamente esplorato». Il percorso professionale dell’azienda è costellato da progetti e collaborazioni con architetti italiani ed internazionali. «Spesso la collaborazione richiestaci è a tutto tondo e va dalla traduzione delle esigenze del cliente, normalmente un architetto, alla elaborazione del progetto che deve avere un linguaggio estetico e tecnico al tempo stesso, per passare alla consulenza, alla ricerca dei materiali da utilizzare, alla loro lavorazione, per finire con il montaggio. La sfida sta nel trovare combinazioni e corrispondenze “emozionali” tra colori e forme che mi colpiscono per le loro cromie o venature». Per Palmalisa il mondo è una dimensione abituale nella quale si muove a proprio agio alla ricerca, nei bacini minerari, di materiali che sappiano

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rendere “poesia” utilizzo e applicazione. Le realizzazioni in cui si concretizza la sua incessante ricerca sono residenze private, hotel, sedi direzionali di banche e imprese, show room, oggetti destinati agli usi più disparati (bagni, soprammobili, etc.), sale aeroportuali (come quello in Qatar dove l’azienda è stata chiamata per la consulenza delle pietre all’insegna del Made in Italy). Un’imprenditrice instancabile che non rinuncia alla sua femminilità e che sa ricavarsi degli spazi per coltivare le sue passioni: la lettura, la musica, la buona tavola, i viaggi

.esplorativi, la compagnia degli amici, le escursioni in montagna, il contatto con la natura e con le creature che la popolano e dove può dedicarsi alla fotografia, altra esternazione del suo multiforme spirito. E tra i tantissimi Paesi visitati nei suoi viaggi ce n’è uno che le è rimasto nel cuore? «Amo particolarmente – ricorda Palmalisa – lo Zanskar, una piccola regione nell’Hymalaya incuneata tra India, Pakistan e Cina, dove la natura è incontaminata e la vita scorre a ritmi inusuali per noi: un paradiso, un luogo dove la natura esprime il massimo di sé».•

PALMALISA ZANTEDESCHI S.r.l. unipersonale SEDE AMMINISTRATIVA Via Roma, 25 37010 Cavaion Veronese (Verona) Tel. 045 6260434 Fax 045 6260394

TITOLARE

Palmalisa Zantedeschi

FATTURATO 2010 1 milione di euro

ATTIVITÀ

Progetti su misura e loro realizzazione. Ricerca materiali e consulenza per un appropriato uso del marmo

ANNO DI FONDAZIONE 1989

SITO INTERNET / E-MAIL

www.palmalisazantedeschi.it info@palmalisazantedeschi.it


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Desiderio d’eccelso

l’esperienza italiana della doccia

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PAOLO PATERNOSTER

PRESIDENTE AGSM

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aolo Paternoster, 42 anni, è uno dei più giovani presidenti Agsm. Forte dell’esperienza in campo ambientale maturata alla guida dell’Amia, guida da un anno la prima multiutility della città, che produce energia elettrica e termica, distribuisce il gas, gestisce l’illuminazione pubblica, il teleriscaldamento e le telecomunicazioni.


PAOLO PATERNOSTER

Le prime tre cose che le stanno a cuore? Primo Ca’ del Bue, secondo promuovere le energie rinnovabili, terzo fare sistema con tutte le realtà partecipate del Comune di Verona. Partiamo da Ca’ del Bue, croce e delizia per molti presidenti che l’hanno preceduta… Per anni Ca’ del Bue è stata vissuta quasi come una iattura e invece può diventare una preziosa opportunità. Parliamoci chiaro: è nostro. dovere smaltire i rifiuti che noi stessi produciamo giornalmente. Ma per trattare una grande quantità di rifiuti, come Verona e la sua Provincia producono serve un termovalorizzatore, anche perché le recenti direttive comunitarie vietano il conferimento in discarica dei rifiuti, se non dopo un trattamento virtuoso. Ecco, quindi, che il

personaggio

mio impegno sarà triplice: far funzionare bene Ca’ del Bue con le migliori tecnologie disponibili sul mercato, controllare severamente il suo funzionamento a tutela dell’ambiente e infine ricavare preziosa energia dal trattamento dei rifiuti. Lei è l’unico presidente che siede sulla poltrona di Agsm dopo aver accumulato una buona esperienza in Amia. C’è un denominatore comune? Sì e si chiama impegno ambientale. In Amia abbiamo lavorato bene portando la percentuale di raccolta differenziata a cifre lusinghiere, mai raggiunte a Verona. I veronesi hanno dimostrato un elevato senso etico, ma possiamo migliorare ancora. Spetta a noi, che gestiamo il servizio pubblico, spiegare, educare e incoraggiare.

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È possibile coniugare produzione energetica e tutela ambientale? Non è facile ma è certamente possibile. Un ottimo esempio arriva dal teleriscaldamento che ha permesso di evitare a Verona l’inquinamento di migliaia di camini singoli. Ci sono interi quartieri, l’ultimo è stato Ponte Catena, dove i balconi non sono più anneriti dal fumo e la biancheria stesa ad asciugare resta bianca. Questo servizio può essere esteso ad altre zone. Per me sarebbe motivo d’orgoglio eliminare correttamente i rifiuti e ricavare dalla loro combustione energia elettrica per i consumi e termica per il riscaldamento. Sarebbe un ciclo davvero virtuoso. Perché non provarci? Ricordiamo che il teleriscaldamento permette l’eliminazione delle caldaie condominiali con notevoli conseguenze positive sia dal profilo economico che ambientale perché allontana la combustione da casa ed elimina gli oneri di gestione dell’impianto termico oltre a lasciare i cieli puliti.

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Perché la gente ha paura degli inceneritori… Questo succede quando l’opinione si costruisce sulle chiacchiere e i pregiudizi. Che cosa dovrebbero dire i cittadini di Padova, Venezia, Brescia, Modena, Piacenza, Cremona, Bologna, Bergamo, Vicenza, Milano, Trieste e di tantissime altre città dove, da anni, funzionano efficienti termovalorizzatori? Mi sembra che sia davanti agli occhi di tutti il risultato poco edificante di Napoli, una città che non ha saputo attuare un’accorta politica ambientale… Parliamo d’altro, di energie rinnovabili… Su questo fronte Agsm ha ampiamente dimostrato la sua professionalità che può essere notevolmente estesa grazie alla collaborazione del mondo imprenditoriale privato, ricco di un prezioso bagaglio di esperienze, di eccellenza europea. Un altro obiettivo è la sinergia con le altre realtà di pubblico

servizio dell’Amministrazione Comunale... Le aziende partecipate del Comune hanno due obiettivi fondamentali: promuovere il benessere e favorire la qualità della vita. Sono profondamente convinto che questi traguardi siano raggiungibili più facilmente lavorando insieme per favorire la crescita della città. Presidente, perché Agsm ha sponsorizzato il Verona Hellas? Agsm non è più, da molto tempo, in regime di monopolio, ma si muove sul libero mercato e deve cogliere ogni opportunità di promozione perché più clienti significano più profitti e più profitti significano più utili girati al Comune che, a sua volta, li riutilizza in servizi sociali indispensabili alla città, chiudendo così un ciclo virtuoso. Inoltre c’è da dire che i clienti di Agsm sono per lo più residenti a Verona e non in provincia, dove l’Hellas è molto seguito dai tifosi. Da questa considerazione abbiamo deciso di abbinare il nostro marchio a un vei-


PAOLO PATERNOSTER

colo di promozione storico come sicuramente è l’Hellas. Abbiamo fatto una scelta azzeccata perché solo con le prime adesioni abbiamo gia recuperato il 90% del valore investito nella sponsorizzazione. Perché la gente vive il servizio pubblico come dovuto? Perché se deve acquistare un’auto o un televisore nuovo non lesina sul prezzo, ma se deve pagare la fabbrica della luce, del calore

o della pulizia della città, vive il corrispettivo come un gabello? Mah, forse rispondere ai bisogni di una città è più complicato che fare auto o tv. Il prodotto che offre una realtà come Agsm non è rigido, ma flessibile, a volte studiato su misura. E per arrivare a questo bisogna avere capacità operativa, prontezza d’intervento, abilità progettuale e soprattutto disponibilità a dare risposte a tutti, a 360 gradi, preoccupandosi sempre del territorio e non limitando-

personaggio

si a fare profitto. Qual è il prossimo obiettivo da raggiungere? Estendere il nostro know-how ad altri comuni della provincia perché in Agsm c’è gente capace di progettare centrali, sistemi di telecomunicazione, reti di sottoservizi. È un patrimonio di conoscenza che può essere valorizzato a beneficio di tutta la realtà scaligera.•

Agsm, l’energia di Verona Agsm è la scintilla che accende Verona. Quest’anno ricorre un significativo anniversario: l’ottantesimo della fondazione, avvenuta nel lontano 1931, anche se la prima Azienda Elettrica, costola d’Adamo dell’attuale Agsm, risale addirittura al 1898. Agsm assicura alla città la disponibilità di servizi essenziali, motori di crescita sociale e sviluppo industriale. L’attività del Gruppo è caratterizzata dall’erogazione dei servizi energia elettrica, illuminazione pubblica, gas e teleriscaldamento, gestione energetica degli edifici, trattamento dei rifiuti solidi urbani, telecomunicazioni e cartografia e comprende sia la gestione operativa degli impianti tecnologici sia le operazioni di rapporto tecnico commerciale con la clientela come la preventivazione dei lavori, la gestione dei contratti e degli allacciamenti, la misurazione dei consumi e la loro fatturazione. Grazie alla capacità di evoluzione, Agsm è oggi una delle principali aziende multiservizi d’Italia.

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INTERNAZIONALIZZAZIONE Siglato un accordo tra Apindustria Verona e Modena

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e piccole e medie imprese veronesi e modenesi potranno in futuro contare su un valido aiuto reciproco. In data 7 ottobre, infatti, i due presidenti hanno sottoscritto un accordo grazie al quale Apindustria Verona potrà usufruire dei servizi di internazionalizzazione erogati dalla consorella emiliana e avvalersi delle conoscenze nell’ambito dell’export sviluppate in anni di esperienza dalle ditte modenesi. Si continua così nell’ottica di una maggiore collaborazione iniziata con l’ade-

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sione da parte delle due associazioni alla “Fondazione per l’Impresa e l’Industria Manifatturiera” cui hanno dato vita assieme ad altre associazioni territoriali di Confapi. «Le nostre due provincie – ha sottolineato Dino Piacentini, presidente Confapi Modena – hanno molti punti in comune: la grande densità delle imprese e la loro dimensione, il settore prevalente (metalmeccanico), l’asse del Brennero che le collega». «La rete che è stata creata – continua – risponde all’esigenza

di consentire agli associati di sfruttare strumenti in grado di aiutare il loro sviluppo. Sappiamo che il nostro mercato di riferimento può essere solo quello mondiale e per affrontarlo non si può più essere da soli». All’incontro erano presenti, per Apindustria Verona, il presidente Arturo Alberti, il direttore Luciano Veronesi e il responsabile dell’internazionalizzazione Giorgio Martini che hanno motivato il perché di tale scelta: «I servizi di cui dispone Confapi PMI Modena sono di elevato


attualità

livello e, considerato che le economie dei nostri territori sono molto simili, abbiamo deciso di sperimentare questa collaborazione che potrà svilupparsi ulteriormente. Potremo sostenere gli associati nella ricerca di opportunità di

business, nonché nella predisposizione e presentazione alle istituzioni della documentazione relativa alle domande di finanziamento di supporto dell’export credit, nella penetrazione commerciale nei Paesi extra UE, nella patrimonializ-

ne e l’occasione ci sembra alquanto significativa per rafforzare ulteriormente i buoni rapporti già esistenti, magari organizzando insieme la celebrazione di questo importante traguardo». Queste due realtà datoriali hanno consistenze associative simili e sono accomunate da altre caratteristiche: le due città, situate sull’asse dell’autostrada del Brennero, sono al centro di territori ad alta vocazione manifatturiera e sono ai primi posti in Italia quanto ai valori dell’export (nel 2010 Modena risultava l’ottava provincia per export a livello nazionale, con oltre 9 miliardi, e Verona si piazzava al decimo posto con più di 8 miliardi). «È giusto inoltre ricordare – ha aggiunto il direttore Veronesi – che il territorio veronese è sede di una qualificata ed efficiente piattaforma logistica, e dal momento in cui anche Modena sta per dotarsi di infrastrutture adeguate alla sua capacità, la sinergia promette di dare ottimi frutti».

zazione delle PMI esportatrici, nella costituzione di joint-venture e di eventuali studi di fattibilità e prefattibilità». «Nel 2012 – ha poi sottolineato Alberti – sia Modena che Verona festeggeranno il 50° anniversario della loro costituzio-

Massimo Fogliani, direttore di Modena, ha espresso viva soddisfazione per l’apprezzamento dimostrato per il servizio all’internazionalizzazione istituito da Confapi PMI Modena e ha aggiunto: «Verona è un centro importantissimo,

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DUN & BRADSTREET RICONOSCE A VEFIM IL RATING DI AFFIDABILITÀ Vefim S.r.l. – azienda veronese che da quasi trent’anni è uno dei più importanti produttori di sistemi di filtrazione dell’aria per impianti di trattamento delle superfici, di condizionamento e depurazione dell’aria – è stata insignita dalla Dun&Bradstreet dell’attestato

con un polo fieristico particolarmente attivo e con manifestazioni di rilevanza internazionale specie in settori come il marmo e il vino e il territorio veronese esprime un’eccellenza qualitativa oltre che quantitativa. Questa esperienza rappresenta la voglia di guardare avanti. Bisogna ragionare sempre più in termini di area vasta che, come in questo caso, pensa in prospettiva alla creazione di gruppi di lavoro interregionali. Ci aspettiamo quindi che quanto impostato possa portare a risultati di buon livello che ci consentano di sviluppare ulteriori collaborazioni». «Questa scelta costituisce un concreto esempio di rete – ha continuato Alberti – in cui mettiamo in comune servizi qualificati per lo sviluppo delle PMI italiane. Credo occorra riflettere in maniera ancora più approfondita sulla sempre più evidente inadeguatezza dei livelli centrali della rappresentanza imprenditoriale, che solo in rari casi riescono ad essere efficaci nel rappresentare le esigenze reali dei territori. Anche per queste considerazioni, Modena e Verona, assieme ad altre associazioni territoriali di Confapi, hanno dato vita alla “Fondazione per l’Impresa e l’industria Manifatturiera” con l’obiettivo di restituire ai territori, e quindi alle imprese, la centralità dell’azione sia nella gestione dei servizi e delle risorse che in quella della tutela».•

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di Rating 1 che certifica l’azienda a livello mondiale. «L’attestato di Rating 1 – sottolinea il Direttore Generale Walter Cipolla –è il riconoscimento di massima affidabilità finanziaria che Dun&Bradstreet, leader mondiale nel settore della business information, riconosce alle aziende sulla base della valutazione del rischio di credito. Per noi questa certificazione non è solo la testimonianza del valore della nostra azienda, ma è soprattutto il premio per gli sforzi compiuti in tutti questi anni di lavoro. Ovviamente si tratta di un dato dinamico, da riconfermare di anno in anno e questo ci stimola a fare ancora meglio, perseguendo quella politica di rigore e trasparenza che da sempre contraddistingue la nostra azienda. Nel Veneto le aziende certificate Rating 1 erano, nel 2009, il 14,68%, nel 2011, invece, solo il 7,69%. Raggiungere questo prestigioso risultato, in un periodo così difficile, rappresenta per la nostra azienda motivo di grande soddisfazione e riteniamo doveroso condividere un momento tanto significativo con tutti coloro che ci hanno permesso di raggiungere un altro importante traguardo e ci riferiamo ai nostri partner, ai nostri clienti, ai nostri fornitori, ma soprattutto ai nostri collaboratori».•


attualità

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Una barriera agli infortuni sul lavoro

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ontrastare e limitare sempre più gli infortuni sul lavoro è il dovere di un Paese civile sia nei confronti dei lavoratori che delle imprese e di tutta la società. Nello spirito di tale obiettivo si è svolto il 28 settembre, nella sede di Apindustria Legnago, un incontro dal titolo: «Modelli organizzativi D.Lgs 231/01 e art. 30 D.Lgs. 81/08: reati in materia di sicurezza sul lavoro e responsabilità dell’azienda. Perché e come adottare un Modello Organizzativo». A questo approfondimento hanno con-

tribuito il dr. Marco Bellomi, direttore Spisal Ulss 21, l’ing. Giuliano Franchini dirigente Spisal Ulss 21, l’avv. Luigi Meduri, esperto in diritto del lavoro e ambientale e il dr. Sandro Romagnolo, tecnico esperto in modelli organizzativi. Il convegno, organizzato in un distretto a forte concentrazione d’imprese, ha richiamato un auditorio interessato ad approfondire gli aspetti collegati alla realizzazione di un modello organizzativo interno efficace in linea con la norma della L. 123 del 3.8.2007. «Un confronto interessante – ha sotto-

lineato il direttore dello Spisal Ulss 21 Marco Bellomi – utile per illustrare una norma fondamentale per la sicurezza all’interno dell’azienda; in particolare per puntualizzare le metodologie applicative e le responsabilità cui il datore, o chi delegato, è soggetto. La volontà di Apindustria Verona di creare questa occasione rappresenta un importante tassello nell’attività di prevenzione degli infortuni oltre che un contributo concreto per i datori di lavoro e le maestranze e testimonia l’impegno di rafforzare il coordinamento fra tutti i soggetti sociali ed istituzionali preposti alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Proprio a tale scopo nel 2010 lo Spisal si è fatto promotore, presso tutti gli Enti di competenza, della stesura di un protocollo d’intesa sottoscritto anche da Apindustria Verona e dalle altre Associazioni datoriali, dalle OOSS locali che si sono impegnate a organizzare corsi

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l’obbligo di fare riferimento alle linee guida Uni Inail sul SGSL del 28.9.2001, al British Standard Ohsas 18001:2007. L’avv. Meduri, ha focalizzato il proprio intervento sulle novità del D.Lgs. 231-ambiente, ha ricordato quali sono i principali reati configurabili dall’inosservanza delle norme, quali le responsabilità amministrative dell’impresa e ha ribadito l’opportuna necessità di adottare il M.O. e G. (aiutando l’impresa ad applicare correttamente le norme sulla sicurezza oltre che a prevenire reati di lesioni personali gravi o casi assimilabili all’omicidio colposo). Meduri si è poi soffermato sui benefici insiti nell’applicazione del M.O. che offre, tra l’altro, il vantaggio di godere annualmente di sgravi contributivi INAIL (vedi tabella) e inoltre la certificazione può contribuire a una diversa programmazione da parte degli enti ispettivi della loro attività.

di formazione e aggiornamento dei RLS». Dopo l’iniziale ricognizione sui contenuti della L. 231 e la puntualizzazione su alcuni articoli, il dr. Bellomi e l’ing. Franchini si sono soffermati sulle responsabilità degli imprenditori e su quelle dei cosiddetti soggetti “non apicali” le cui inosservanze, qualora l’azienda abbia adottato efficacemente il modello organizzativo e gestionale idoneo a prevenire reati, non comportano penalizzazioni per l’azienda stessa. In tale contesto i rappresentanti dello Spisal hanno sottolineato l’efficacia della verifica periodica del M.O., di un sistema disciplinare per sanzionare il mancato rispetto di quanto previsto nel M.O. poiché (art. 30 del D.Lgs. 231) il M.O. e G. non implica responsabilità per gli amministratori solo se adottato e efficacemente attuato, declinando inoltre i diversi obblighi giuridici cui l’impresa deve provvedere (rispetto degli standard tecnico-strutturali, attività di V.d.R., attività organizzativa, etc.). Analizzando, poi, i contenuti dell’art. 30 (comma 4 e 5) è stata sottolineata l’importanza di un idoneo sistema di controllo (sull’attuazione, sul mantenimento nel tempo delle misure adottate), riesame che può sfociare in sostanziali modifiche del M.O. e G.: sta di fatto che in sede di prima applicazione, come prevede la legge, l’impresa ha

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Con l’analisi dell’art. 30 del D.lgs 81/08, il relatore ha approfondito altri aspetti applicativi del M.O. sulle procedure obbligatorie inserite nell’art. 28 del Tusl evidenziando, inoltre, come esso si fondi anche su un sistema disciplinare e di vigilanza per garantire il rispetto delle regole sulla sicurezza da parte dei lavoratori e subappaltatori. Tanti gli ulteriori punti sviluppati: procedura di implementazione del M.O., analisi dei rischi, organigramma e attività formative e informative da svolgere in azienda, piano finanziario, di formazione, informazione e addestramento, sistema dei controlli e disciplinare, in particolare quello riferito alla PMI. Ricordando, poi, come il Decreto 81 preveda la possibilità di “certificare” il M.O., Meduri ha analizzato il tema delle sanzioni (pecuniaria, che per alcune fattispecie può arrivare sino a euro 774.685, interdittiva, etc.) previste per le imprese che ne siano prive. Il dr. Sandro Romagnolo ha analizzato l’estensione applicativa della 231, i reati configurabili anche dal Codice Penale, la natura dei comportamenti inadeguati da parte dell’azienda e/o da altri: in sostanza un utile completamento agli interventi che l’hanno preceduto e che ha consentito all’uditorio presente di avere validi elementi sul M.O. e G., sulla sua importanza nella prevenzione degli infortuni e sulle procedure da seguire nelle fasi di progettazione, gestione, controllo e eventuale adeguamento al mutare delle esigenze del M.O e G..•



INCONTRI SULL’EVOLUZIONE DEI SISTEMI INFORMATIVI AZIENDALI

I

nnovare non è soltanto creare nuovi prodotti e servizi per rispondere al mercato in maniera adeguata ma anche saper utilizzare gli strumenti più avanzati sfruttandone a pieno le potenzialità. Obiettivo della 2^ edizione di Conoscere per Competere, la rassegna di incontri gratuiti organizzata da Unimatica e Apindustria Verona con la collaborazione della CCIAA di Verona, è proprio quello di illustrare i

Dopo l’evento di apertura e i primi due appuntamenti, la sessione autunnale è ripresa con il convegno del 21 settembre dal titolo “Una soluzione gestionale unica per eliminare le inefficienze dei sistemi produttivi”. Oggetto dei vari interventi sono stati gli ERP (enterprise resource planning), i nuovi strumenti di pianificazione della produzione che consentono di creare un unico sistema integrato, atto a favorire l’amministrazione sem-

no la gestione delle “variabili di produzione” che riguardano il processo produttivo dalla distinta base, ai cicli di produzione, alle varianti di prodotto, alla gestione del conto lavoro. Luca Filippini di InformEtica Consulting ha ben inquadrato l’attuale situazione, che si presenta come un momento fondamentale di passaggio, da una concezione ‘tradizionale’ della gestione aziendale, a una che sappia sfruttare al meglio le tecnolo-

Giovani

Imprenditori Verona

Verona

CONFAPI

vantaggi economici che l’utilizzo delle nuove tecnologie può portare alle piccole e medie imprese.

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plificata di molteplici processi aziendali legati alla produzione in serie e su commessa. Questi sistemi facilita-

gie dell’informazione in vista di una riduzione dei costi, dell’attivazione di processi di sviluppo più efficienti e


Conoscere per competere

della consegna dei prodotti sul mercato in maniera più rapida di quanto non avvenisse in passato. «Sembra un assunto banale – avverte Filippini – ma le aziende sono entità in cui è indispensabile che tutti lavorino in team, in maniera perfettamente integrata. È un processo non sempre immediato, tanto più che fino a ora

gli strumenti tecnologici a disposizione seguivano la semplice logica del “dialogo”. La tecnologia ha fatto passi da gigante, è maturata e mette a disposizione strumenti che in un unico sistema raggruppano dati, informazioni, contatti, know how delle diverse aree (ufficio tecnico, ricerca e sviluppo, produzione, magazzino, commerciale…), facendoli diventare a tutti gli effetti patrimonio aziendale. Grazie a una gestione ERP le PMI hanno davvero l’opportunità di ridurre sprechi e inefficienze nei processi produttivi. Purtroppo una delle principali barriere a un uso ottimale delle nuove tecnologie della società dell’informazione è data dalla resistenza del personale, talvolta restio, se i nuovi sistemi vengono introdotti come imposizione, al loro utilizzo. La tecnologia da sola non funziona: la necessità della formazione, della sensibilizzazione, del coinvolgimento della struttura umana dell’azienda è primaria e non si deve per forza aspettare il cambio generazionale». Sono stati poi presentati tre case history di aziende che hanno adottato con successo sistemi ERP: Prometal S.p.A., per la quale è intervenuta Annalisa Livrieri, CSG S.r.l., testimonial Giampaolo Benedetti e Giacomo Lerario, Lazzaroni & C. S.p.A., rappresentata da Gabriele Casula, consulente della produzione.

attualità

Ecco i vantaggi riscontrati: •Coordinamento dei processi aziendali •Univocità del dato •Contenimento dei tempi di reazione •Acquistare/produrre solo quello che serve, quando serve •Diminuzione delle scorte di magazzino •Incremento del tasso di utilizzo delle risorse produttive •Informazioni: patrimonio aziendale, non “nella testa” delle persone •Definizione precisa dei costi •Ri-modulazione delle politiche commerciali •Dati statistici disponibili e facilmente interrogabili Ecco i vantaggi riscontrati: •Coordinamento dei processi aziendali •Univocità del dato •Contenimento dei tempi di reazione •Acquistare/produrre solo quello che serve, quando serve •Diminuzione delle scorte di magazzino •Incremento del tasso di utilizzo delle risorse produttive •Informazioni: patrimonio aziendale, non “nella testa” delle persone •Definizione precisa dei costi •Ri-modulazione delle politiche commerciali •Dati statistici disponibili e facilmente interrogabili

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“Risparmiare e semplificare con la Virtualizzazione e l’Alta Disponibilità” è stato invece il tema del convegno in calendario il 5 ottobre. La Virtualizzazione consiste nella creazione di una versione virtuale di una risorsa normalmente fornita fisicamente e appartenente a un sistema. Le tecnologie di Virtualizzazione permettono di risparmiare (diminuzione dei server fisici, semplificazione della gestione), aumentare la sicurezza e ridurre o eliminare i fermi aziendali, garantendo continuità operativa anche in caso di incidente grave, e assicurano così all’azienda reali vantaggi economici e produttivi. I relatori hanno ricordato che le aziende leader mondiali nella fornitura di soluzioni di Virtualizzazione e infrastrutture cloud sono Microsoft e Vmware. Le PMI, per restare sul mercato e per essere più competitive, devono diventare più efficienti, sfruttando al meglio le loro risorse. Il sistema informatico delle PMI in Italia è oggi spesso caratterizzato da inadeguatezza, difficoltà di gestione, alti costi e poca affidabilità: singoli server utilizzano singoli servizi e/o applicazioni. L’implementazione delle tecnologie di Virtualizzazione e di Alta Disponibilità comporta significativi benefici in termini di ottimizzazione delle risorse hardware (contenimento dell’occupazione dello spazio disco), di semplificazione (necessità di duplicare i sistemi operativi, backup e disaster recovery, indipendenza dall’hardware, gestione centralizzata), di riduzione dei costi (energetici, di gestione, hardware). Case history di realtà che hanno sperimentato la validità di queste soluzioni sono stati il Gruppo Primacasa e Omega S.r.l.. Il 26 ottobre è stata invece la volta dell’appuntamento dal titolo “Il CRM offre strumenti e metodi per conoscere in tempo reale la posizione del cliente”. Il CRM, customer relationship management, è l’insieme degli strumenti e delle tecniche at-

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traverso cui le imprese gestiscono il rapporto e tutti gli eventi connessi con i loro clienti potenziali ed effettivi. L’adozione di un sistema CRM da parte di un’azienda si rivela un’azione vincente in quanto consente di conoscere meglio la clientela e di definire o ridefinire, sulla base dei bisogni, gusti, esigenze di quest’ultima, le migliori politiche e strategie di vendita. «Il CRM non è un software – esordisce Mirko Seghetti di Tek Service – ma una filosofia d’impresa: i software CRM sono strumenti che aiutano a implementare questa filosofia. In questa visione aziendale il cliente è realmente al centro dell’attenzione. Si vogliono acquisire clienti nuovi e fidelizzare quelli acquisiti (il focus sarà quindi, rispettivamente, sugli aspetti della pre-vendita e della post-vendita), andando a impostare un rapporto cliente-fornitore fortemente personalizzato». «Il passaggio da una gestione ‘artigianale’, incentrata sulla figura dell’imprenditore – aggiunge Cristian Fiorio di Studio C Group –, all’adozione di un progetto CRM impone innanzitutto una rivoluzione culturale, del modo di pensare. Obiettivi e tempistiche vanno condivisi, sono necessarie formalizzazione delle procedure, assegnazione chiara di ruoli e attività, pianificazione. Il modo più semplice di far fallire un progetto CRM è pensare di coinvolgere tutte le aree aziendali in un unico momento semplicemente introducendo un nuovo software CRM: è preferibile la frammentazione in tanti piccoli sotto-progetti avendo sempre chiaro che il fattore principale, oltre al software, è la componente umana». Nei tre case history sono state illustrate le esperienze di Site Sistemi S.r.l., rappresentata dal consulente Federico Baietta, di Progetti S.r.l., relatore Andrea Grigoli, e di Piuconsulting S.r.l., per cui ha parlato Fabio Ca’ Bianca. B. P.

I principali vantaggi derivanti dall’adozione del CRM si sono rivelati: -l’uniformità nella gestione, -l’eliminazione dei fogli excel, -la possibilità di analizzare le attività dei commerciali, -il far sì che i commerciali raccordino le loro attività a quelle del reparto tecnico -il rendere l’azienda effettivamente proprietaria dei suoi contatti.


Destinazione Cina: da UniCredit le 5 coordinate per tracciare la rotta verso i mercati orientali Si chiama Destinazione Cina il rapporto che Unicredit ha elaborato con la collaborazione della società di consulenza Accenture. Lo studio definisce i settori verso i quali le aziende possono concentrare lo sviluppo dell’ export. In particolare ne individua quattro nei quali l’eccellenza del made in Italy ha possibilità di intercettare nuovi trend di consumi in forte crescita: Food & Beverage (alimentari, bevande) e Fashion & Luxury (abbigliamento e calzature, arredamento, gioielleria). Vengono individuate 5 “regole auree” per avviare strategie di ingresso efficaci. Le imprese per

approcciare questo mercato dovrebbero essere: granulari: conoscere le differenze territoriali e sociali del Paese per decidere dove competere; glocali: acquisire e condividere know how ed expertise attraverso management e partner locali; bilanciate: conservare la propria identità ma modulare l’offerta in modo adeguato ai gusti locali; proattive: avvicinare i consumatori target al prodotto/ brand, comunicandone i valori; multicanali: assicurare un presidio integrato dei diversi canali. «La difesa e lo sviluppo delle quote di export delle nostre imprese sono un nuovo e

più ampio capitolo dell’internazionalizzazione che portano ricadute anche nel nostro territorio. Sono i principali fattori per il rilancio e per la crescita economica, in un contesto competitivo molto più ampio e sfidante che in passato. Per questo motivo è oggi più che mai necessario guardare a nuovi mercati internazionali con alte potenzialità come quello cinese - spiega Claudio Aldo Rigo, Responsabile di Territorio Nord Est UniCredit-. La Banca è in grado di offrire agli imprenditori, che hanno sempre saputo cogliere le nuove opportunità di mercato, un corredo di informazioni ampie, oggettive e qualificate, così da arricchire il loro bagaglio di conoscenze in un mercato ad elevati margini di sviluppo, che conta oltre un miliardo di potenziali consumatori e registra tassi di crescita altissimi. La Banca è presente in Cina con una filiale a Shangai e due uffici di rappresentanza, a Pechino e a Guangzhou, quest’ultimo a breve diventerà filiale». In quattro città in Italia, la prima è stata Treviso, nell’evento Destinazione Cina UniCredit ha presentato a ben 700 imprenditori rappresentativi di 500 aziende le modalità di ingresso nel mercato cinese grazie a incontri con gli esperti della Banca e professionisti indipendenti. La Cina rappresenta oggi un mercato su cui vale la pena di fare una riflessione per le imprese che intendono aumentare il proprio giro d’affari attraverso strategie di internazionalizzazione. Il Paese infatti, dopo anni caratterizzati da politiche di supporto all’export delle proprie aziende, è ora orientato a un riequilibrio della propria bilancia commerciale. Le importazioni della Cina sono previste in crescita di 2,2 volte nel quinquennio 2010-2015; il PIL della Cina poi, è passato da 1.324 miliardi di dollari nel 2001 a 5.877 miliardi nel 2010 e si stima possa superare i 14 miliardi nel 2015. Se a ciò si uniscono le tendenze riscontrate tra la popolazione cinese ad un aumento generalizzato dei redditi e della spesa pro capite e all’occidentalizzazione delle abitudini di consumo, risultano chiare le enormi potenzialità offerte dal mercato cinese.


Giosuè De Carli

Al giovane imprenditore veronese Caro giovane imprenditore, Se vuoi fare qualcosa di importante e significativo, basta ascoltare uno dei tanti appelli di personalità importanti (il Presidente della Repubblica in primis) che ci invitano a unire le nostre forze, scavalcare gli steccati e lavorare insieme per contribuire al bene economico del Paese: il mondo ha bisogno anche di te, ora. Se vuoi spaccare il mondo, avrai bisogno di tanta energia: l’associazione è il posto dove puoi caricare la tua molla interiore che ti farà scattare giorno dopo giorno nei mercati vicini e lontani. Se ti senti imbrigliato dove sei, potrai trovare uno spazio aperto dove mettere a frutto i tuoi talenti, usare la tua creatività per fare qualcosa di utile per te e per gli altri. Come vedi, non serve andare molto lontano per capire qual è il senso che ci lega ad Apindustria Giovani. Le motivazioni per ritrovarci sono molte, in realtà, almeno tante quante sono le persone che hanno già scelto di condividere un tratto di strada personale e aziendale. Quando usciamo dai nostri stabilimenti e uffici per ritrovarci in associazione, non abbandoniamo le nostre aziende alle spalle, anzi, le portiamo con noi, per accompagnarle in un luogo in cui farle crescere in modo migliore: come una pianta che ha bisogno di tante diverse sostanze per crescere bene, lì ritroviamo cose indispensabili e difficilmente rintracciabili altrove, un luogo dove alimentarsi all’amicizia, alla gioia,

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all’energia e alla creatività che ci dona il giovane gruppo di imprenditori. È importante fare questo, andare periodicamente a rigenerarsi, per ritrovare la visione a lungo termine, per confrontarsi con le esperienze degli altri a noi simili, per elaborare progetti più ampi, per sentirsi parte di un Paese che risorge con energie nuove. È in questo luogo prezioso come l’associazione che abbiamo scritto gli ideali che ci uniscono (carta valori) e disegnato la strada che vogliamo fare (mission): passione, amicizia, apprendimento, imprenditorialità.

Rileggendo il significato che abbiamo dato a questi quattro titoli, lo trovo straordinariamente vivo e valido (www.apiverona.it): siamo giovani che vogliono condividere idee e obiettivi con entusiasmo, che realizzano progetti ambiziosi grazie alla carica che trovano nella fiducia e nel divertimento della squadra, giovani che rimangono “affamati e folli” perché hanno il coraggio di concretizzare i propri sogni, questo è il nostro prezioso contributo alla realtà veronese. Se ti riconosci in queste parole e sei curioso di conoscerci, chiamaci, ti accoglieremo con gioia.•


Apigiovani

Apigiovani in visita ai cantieri del Mose

L

o scorso 16 settembre una delegazione di una trentina di giovani imprenditori associati alle tre API venete di Verona, Vicenza e Padova ha partecipato a una visita guidata al Mose (Modulo Sperimentale Elettromeccanico), la grande opera, in corso di compimento, consistente in un sistema integrato di strutture di difesa in grado di isolare la laguna di Venezia dal Mare Adriatico durante gli eventi di alta marea. Accompagnati dai funzionari del Consorzio Venezia Nuova, l’ente, costituito da grandi imprese di costruzione italiane, cooperative e imprese locali, concessionario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Magistrato alle Acque di Venezia per la progettazione e la messa in opera degli interventi per la salvaguardia fisica della città, i giovani imprenditori API si sono potuti confrontare da vicino con il sistema Mose, constatando lo stato di avanzata realizzazione dei lavori a una delle tre bocche di porto, quella di Lido, la più ampia, in cui due schiere di paratoie mobili a scomparsa sono collegate da un’isola artificiale. Un momento di approfondimento, di confronto e di scambio, per gli associati alle tre territoriali giovanili, che con questa speciale iniziativa, che si colloca a metà fra gli appuntamenti più istituzionali (riunioni, consigli, etc.) e quelli più informali, hanno voluto testimoniare ancora una volta come, a dispetto delle diversità, non debbano essere i campanilismi ad avere la meglio, ma sia invece fondamentale dare vita a nuovi spazi di interazione e di collaborazione in vista di una coesione sempre maggiore. Concordano sul bilancio positivo della giornata veneziana cui hanno preso parte Lucia Filippi, presidente regionale Apigiovani, e i presidenti Apigiovani di Verona, Vicenza e Padova, Marina Scavini, Alessandro Trentin, e Marika Vittadello. «Sia da imprenditore che sul piano personale – afferma Marina Scavini, che nella visita ai cantieri del Mose è stata affiancata, a rappresentanza del GGI scaligero, anche dal vicepresidente Gloria

Tezza e da Diego Simeoni e Alessia Faggioni del Consiglio Direttivo – è stata un’occasione unica di arricchimento. Si tratta di un progetto di enormi proporzioni e di notevole impatto economico, se si pensa agli ingenti fondi stanziati dalle istituzioni, che avrà importanti ricadute sul territorio, andando a generare un indotto positivo, ad esempio con lo stimolare un nuovo turismo. Non va dimenticato, inoltre, il buon risultato in termini di visibilità all’estero: le tecniche, le tecnologie e il know how italiani saranno fonte di imitazione». «Il fatto che i Gruppi Giovani delle tre API venete abbiano voluto vivere insieme quest’esperienza di crescita – prosegue Marina Scavini – dimostra la volontà unanime di stabilire sempre nuove sinergie e l’impegno comune affinché questo si realizzi. È un investimento sul futuro del nostro essere imprenditori: il condividere idee e progetti, il lavorare in team saranno le carte vincenti che ci permetteranno di raggiungere ambiziosi obiettivi, portandoci a rivestire un ruolo di sempre maggior peso nello scenario economico e politico-industriale italiano ed europeo e a svolgere un’azione trainante nella società di domani.• B. P.

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Il Parco Giardino Sigurtà e Villa Maffei a Valeggio sul Mincio Quando l’industria diventa mecenate

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’è modo e modo di essere imprenditori. Esistono imprenditori che operano seguendo un concetto riduttivo e individualista, e gestiscono la propria attività avendo come solo obiettivo la massimizzazione del profitto nel minor tempo possibile, e ci sono, invece, uomini illuminati consapevoli che un’impresa ha, accanto alla fondamentale responsabilità economica, anche la responsabilità di contribuire al più generale progresso civile. A questa seconda categoria – come ancora testimoniano le sue iniziative in campo culturale – apparteneva Giuseppe Carlo Sigurtà. Mantovano di origine (nacque a Castiglione delle Stiviere), valeggiano di adozione, Sigurtà fu guidato dal caso e dal suo straordinario intuito quando, nell’aprile del 1941, decise di acquistare, a Valeggio appunto, una proprietà agricola di 50 ettari nella zona collinare di natura morenica comprendente la bella villa Maffei. Giuseppe Carlo

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Sigurtà era titolare della Sigurtà Farmaceutici, azienda fondata nel 1927 a Milano che nel periodo bellico, però, dal 1941 al 1945, esplicò per intero la sua attività nella filiale castiglionese: per spostarsi in treno tra le due sedi, vista la scarsità di benzina pensò, dovendo raggiungere la stazione fer-

roviaria di Desenzano, di servirsi di un calesse che si sarebbe procurato nella vicina Valeggio, centro artigianale di produzione per tutta la zona. Fu nelle trattative per l’acquisto della carrozzella che gli venne offerta l’azienda agricola in vendita già da cinque anni senza trovar compratori: «senza molte riflessioni e preso forse dal fascino delle piante secolari» del parco annesso alla villa, ammise lo stesso Sigurtà, decise subito di concludere l’affare. Fu l’inizio di una nuova vita per villa Maffei, l’elegante dimora fatta erigere nel 1693 su preesistenze quattrocentesche dal conte Antonio Maffei, arciprete della Cattedrale di Verona, su disegno dell’architetto Vincenzo Pellesina, appartenente alla scuola del Palladio. La fabbrica, nella scenografica partitura architettonica, al di là dei richiami palladiani, mostra caratteri di originalità nell’ambito della produzione veronese coeva, ancora legata alla tradizione classicistica, adottando un linguaggio aggiornato


Il Parco Giardino Sigurtà e Villa Maffei

ai dettami della moda barocca; la decorazione interna presenta un ciclo di affreschi allegorici, incentrati sul tema del memento mori, la cui paternità è stata attribuita al pittore veronese Biagio Falcieri per la parte figurativa e a Carlo Sferini per le quadrature architettoniche. Un gioiello d’arte, villa Maffei, ma anche di storia per il ruolo che ebbe nelle vicende risorgimentali: nel 1848, dopo la vittoria di Goito, ospitò Carlo Alberto e nel 1859 divenne sede del quartier generale dell’imperatore Napoleone III. Un patrimonio preservatoci dal provvido intrecciarsi della storia dell’edificio con quella dell’industriale farmaceutico. Nel settembre 1943 la villa fu occupata dall’aviazione tedesca ma Giuseppe Carlo Sigurtà riuscì a restarvi a dimora, in veste di custode, fino alla fine della guerra, evitando l’insediamento a Valeggio del Duce e impedendo l’abbattimento di tutti gli alberi del Parco ordinato dalle autorità civili di allora. Negli anni ’50 promosse una serie di interventi di restauro e riqualificazione. Villa Maffei ospitò in quel periodo moltissime personalità del mondo della scienza, alcuni tra i massimi esperti mondiali, delle diverse branche della medicina, della chimica e della biologia, I grandi clinici si riunivano nella città scaligera in occasione delle Giornate Mediche Veronesi, giornate di approfondimento di livello internazionale durante le quali si tenevano numerosi convegni su temi di attualità e su risultati di ricerche recenti, e a Valeggio, accolti da Sigurtà, proseguivano i loro confronti e trascorrevano il tempo libero immersi nella natura lussureggiante del Parco Giardino. Inoltre la collaborazione fra la sede milanese e quella veronese (lo stabilimen-

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to di Valeggio fu inaugurato nel 1965) della Sigurtà Farmaceutici determinò frequenti visite di medici a Valeggio e nacque l’idea di tenere Tavole Rotonde su argomenti specialistici, approfittando delle possibilità ricettive. Vale la pena ricordare i soggiorni dei premi Nobel Fleming (peEconomia Veronese - dicembre 2011

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nicillina), Waksman (streptomicina), Domagk (sulfamidici), Lorenz (etologia) oltre a Sabin (vaccino antipolio) e molte personalità italiane e straniere della cultura, dell’arte, della politica (il principe Carlo d’Inghilterra, Margaret Thatcher, Luchino Visconti, Indro Montanelli, Uto Ughi,…). Ne «Lo Smeraldo», rivista letteraria e di cultura edita dal 1947 al 1965, fortemente voluta da Giuseppe Carlo Sigurtà, cui collaborarono, tra gli altri, Comisso, Montale, Moravia, Valeri, Spaziani, in diversi interventi a firma del direttore Eugenio Bertuetti si ricorda il rapporto speciale di Fleming con il suo ospite e il suo amore per la natura lussureggiante del Parco. Anche per la seconda vita di questo splendido eden l’intervento ‘involontario’ dell’imprenditore fu fondamentale. Se l’origine del Parco storico risale al 1617 è pur vero che il Parco Giardino così come lo conosciamo oggi è, ancora una volta, una realizzazione per cui dobbiamo ringraziare Sigurtà. All’acquisto dell’azienda fecero seguito mesi di grande siccità che diedero al paesaggio un aspetto desolante. Ma ecco che giunse provvidenziale un’ingiunzione di pagamento di 15 lire, dovute in quanto socio moroso di un “Consorzio Opificianti”: la quota associativa dava diritto ad attingere acqua dal Mincio a scopo irriguo. Da lì a ricercare tubi e pompe per superare il dislivello di 50 metri il passo fu breve per la volontà tenace di Sigurtà. Migliorie quali la realizzazione di

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una rete stradale e l’abbattimento di un muro che divideva la tenuta per dare origine alla “Passeggiata panoramica” furono preludio alla decisione di rendere fruibile anche al pubblico questo magnifico tempio della natura. Con il ritiro dall’attività industriale le spese di gestione del Parco, non godendo di alcun sussidio o contributo, gravavano completamente sulle spalle di Giuseppe Carlo Sigurtà, che pensò di aprire il Parco alle visite, dietro pagamento di un biglietto d’ingresso. Il 19 marzo 1978 ebbero inizio le “autovisite”: si trattava di un itinerario a senso unico obbligato consentito solo alle vetture. I tempi sono rapidamente cambiati (anche se già dopo poco il primo regolamento fu sostituito e vennero inserite lungo il percorso alcune zone di sosta) tanto è vero che oggi ci si può concedere una rilassante passeggiata oppure è possibile scoprire questo angolo di verde con la propria bicicletta o noleggiandone una direttamente all’entrata, o ancora scegliere i golf-cart elettrici, i trenini panoramici (tour di 30 minuti) o lo shuttle elettrico, per una visita personalizzata di circa un’ora: ciò che è rimasto inalterato è il fascino di questi 600.000 metri quadrati di verde che ospitano innumerevoli varietà di piante e fiori. Alcuni degli scorci suggestivi e dei panorami mozzafiato del Parco hanno ispirato, nel corso della storia, importanti uomini di lettere. Nel 1792 il poeta veronese Ippolito Pindemonte soggiornò per qualche giorno in questa oasi


Il Parco Giardino Sigurtà e Villa Maffei

naturalistica e l’armonia di questi luoghi lo colpì così profondamente che compose l’epigramma (“Si dilettosa qui scorre la vita/ ch’io qui scrupolo avrei farmi eremita”) che ancora oggi i visitatori possono leggere nel Bosco a lui dedicato. Scipione Maffei era solito recarsi invece sotto la Grande Quercia per comporre la sua tragedia, la Merope. Tante le meraviglie da gustare: le Cinque Grandi Fioriture (in ordine cronologico Tulipani, Iris, Rose, Ninfee ed Aster) che si alternano nel periodo di apertura del Parco, il Giardino delle Piante Officinali, il Grande Tappeto Erboso, i diciotto laghetti fioriti, il Belvedere di Giulietta e Romeo, i 40.000 bossi, vere e proprie sculture viventi dall’aspetto surreale. Vi sono poi l’Eremo di Laura, suggestivo tempietto in stile neogotico costruito nel 1792, il Castelletto, in passato utilizzato come “Sala d’armi”, oggi luogo in cui sono conservate le memorie storiche, letterarie e scientifiche della famiglia Sigurtà, la Grotta di Gianna, in stile rocaille, con pietre e fossili incastonati, che dal 1942 ha assunto il nome di “Grotta votiva”, dedicata alla Madonna di Lourdes. Il monumento in bronzo a Giuseppe Carlo Sigurtà artefice, insieme al nipote Enzo Franco, del Parco è opera dello scultore Dante Carpigiani: la statua alta 3,40 metr,i che rivolge lo verso il Grande Tappeto Erboso, accoglie i visitatori. A pochi passi dal monumento, sul Belvedere di Giulietta e Romeo, ecco invece la Meridiana Orizzontale. Sono stati i nipoti del Sigurtà, Magda e Giuseppe, a desiderare che il Giardino potesse essere impreziosito da questo strumento unico per bellezza e precisione. Ideata dall’ingegnere Dante Tognin nel 1990, la Meridiana, che si presenta immersa in una grande vasca, ha superato verifiche sperimentali per tre anni e un controllo finale da parte dell’osservatorio astronomico di Asiago (Vicenza) che ha stabilito una validità di 26.000 anni. Il 7 luglio 2011 è stata inaugurata una nuova, straordinaria attrazione: il Labirinto. Questo dedalo di siepi (ben

1.500 gli esemplari di tasso utilizzati, alti più di due metri!) occupa un’area rettangolare di 2.500 metri quadrati e presenta al centro una torre, ispirata a quella parigina del parco di Bois de Boulogne e dotata di due scale, che permette di ammirare dall’alto le geometrie del percorso stesso e il parco. Chi non vuole risolvere il labirinto, può percorrere la via centrale che conduce direttamente alla torre, mentre i più temerari, desiderosi di tentare la

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nente futuro sono già previsti degli arricchimenti al tragitto base: l’apertura di un tunnel sotterraneo, collegato alla torre centrale, nel quale sorgerà il museo di fossili collezionati da Enzo Inga Sigurtà e la realizzazione di due fontane con due cascate che impediranno il passaggio, mentre due siepi mobili daranno origine a quattro diverse soluzioni per raggiungere la torre centrale.• Beatrice Paglialunga

Parco Giardino Sigurtà sfida al trabocchetto, possono comunque stare tranquille perché, in caso di insuccesso, vi sono le uscite di emergenza posizionate ai quattro lati del percorso. I lavori per il Labirinto del Parco Giardino, realizzato su disegno dell’attuale proprietario, Giuseppe Inga Sigurtà, sono durati sei anni e hanno coinvolto tutto lo staff dei giardinieri. Adrian Fisher, noto a livello mondiale come realizzatore di labirinti, ospite d’onore dell’inaugurazione, ha inserito il Labirinto del Parco Sigurtà nella top 5 dei labirinti più belli del mondo: una classifica ‘provvisoria’ poiché senz’altro questo vanto tutto veronese è destinato a scalare rapidamente le posizioni. Per l’immi-

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Nel 2012 il Parco sarà aperto dall’8 marzo al 4 novembre tutti i giorni con orario continuato: - nei mesi di marzo, ottobre, novembre ingresso dalle ore 9:00 alle ore 17:00 (chiusura alle ore 18:00); - da aprile a settembre ingresso dalle ore 9:00 alle ore 18:00 (chiusura alle ore 19:00). Biglietto d’ingresso: adulti € 12,00, ragazzi (5-14 anni) € 6,00, bambini (0-4 anni) gratis; over 65 € 8,50.

Economia Veronese - dicembre 2011

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UNITI PER METTERE L’IMPRESA AL CENTRO Non sempre gli eventi più importanti avvengono sotto le luci dei riflettori. Apiveneto Fidi si è fatto promotore e organizzatore di un evento privato, ma non per questo meno rilevante per l’intero mondo delle PMI che il Sistema Confapi del Veneto rappresenta e assiste ogni giorno. L’incontro, durante il quale sono stati premiati gli ex consiglieri Filippo De Marchi, Paolo Dalla Valle e Franco Sperotto, ha coinvolto i vertici di Apiveneto Fidi e delle Associazioni provinciali venete con lo scopo di creare, in un contesto fortemente unitario, un confronto costruttivo di ampio respiro. L’obiettivo, del resto, era tanto ambizioso quanto fondamentale: sviluppare strategie condivise per fornire all’impresa un supporto ancora più efficace in un momento economico difficile come quello che stiamo attraversando. «Non a caso il filo conduttore dell’evento – ha dichiarato il presidente, Enrico Dall’Osto – è stato “Impresa al centro”, per sottolineare come tutti siamo tenuti a operare con un unico fine e cioè sostenere gli interessi e le esigenze delle imprese che a vario titolo rappresentiamo». «Tutti insieme, prosegue il presidente, con la consapevolezza che esiste un’unica strada possibile: quella dell’unione e della sinergia, pur nel rispetto delle rispettive competenze e specializzazioni. Da una parte l’assistenza per il credito e la consulenza finanziaria tramite Apiveneto Fidi, dall’altra l’attività di lobby e i servizi sindacali svolti dalle Associazioni territoriali; il tutto coordinato in un Sistema forte e coeso, in grado di generare valore aggiunto per il sistema industriale del territorio».•

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Apiveneto Fidi e i vertici delle Associazioni territoriali Confapi del Veneto insieme per sostenere le oltre 3100 PMI venete affiliate


apivenetofidi

Un Confidi solido e radicato nel territorio Oggi Apiveneto Fidi si presenta con numeri di rilievo e lo status di intermediario finanziario vigilato dalla Banca d’Italia Da quando è stato costituito, nel 2006, tramite l’aggregazione dei Confidi provinciali di Vicenza, Verona e Rovigo appartenenti al Sistema Confapi del Veneto, «Apiveneto Fidi – sottolinea il direttore generale Vittorio Rigotti – ha visto crescere regolarmente il numero dei propri soci e i volumi di attività svolta al servizio delle PMI».

Una realtà di rilievo

Così, oggi possiamo affermare che Apiveneto Fidi rappresenta una realtà di rilievo, con garanzie rilasciate per 80 milioni, affidamenti garantiti per 130 milioni, accordi di convenzione con 16 istituti di credito e 1.700 soci in tutto il Veneto (con una crescita di oltre 600 unità in cinque anni). Questi numeri assumono ancora più rilevanza alla luce dell’importante traguardo raggiunto con l’iscrizione del Confidi nell’elenco degli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia, che fa di Apiveneto Fidi una struttura di rilievo nel panorama della garanzia nazionale.

Il radicamento nel territorio

I numeri e la forza di Apiveneto Fidi derivano anche dal suo capillare radicamento nel

territorio, che è costantemente cresciuto negli ultimi anni. Accanto alle province storiche di Vicenza, Verona e Rovigo, che assorbono complessivamente oltre il 70% dei volumi intermediati, Apiveneto Fidi ha consolidato la propria presenza a Padova, grazie all’apertura dello sportello presso Confapi Padova, e un incremento apprezzabile si registra inoltre nelle province di Treviso e Belluno.

La tutela delle imprese e la politica regionale

In questo quadro sicuramente positivo, non mancano aspetti che richiedono il massimo impegno: - primo fra tutti la necessità e la volontà di continuare a restare al fianco delle imprese anche nei momenti di particolare difficoltà come l’attuale, adottando politiche di gestione sane e prudenti, che sappiano coniugare l’attività svolta nell’interesse delle imprese con la necessità di salvaguardare la solidità e la solvibilità dell’Ente e mantenendo, nel contempo, una forte attenzione alle esigenze delle imprese, con particolare riguardo per le realtà industriali ad elevata potenzialità di

sviluppo; - tale aspetto, alla base della mission sociale del Confidi, difficilmente si coniuga con la recente posizione assunta dalla Regione del Veneto in riferimento alla politica di sostegno ai Confidi regionali, che si sono visti ridurre drasticamente la contribuzione diretta al rafforzamento dei fondi patrimoniali e contrarre, di fatto, la capacità di intervento rivolta al sostegno delle imprese. Questo, per i Confidi Veneti, si tradurrà in sfide impegnative, finalizzate a preservare un Sistema virtuoso come quello della garanzia collettiva, che da oltre 40 anni contribuisce al sostegno e allo sviluppo del sistema imprenditoriale veneto delle piccole e medie imprese. Questioni, queste, che appaiono strettamente connesse con i temi della capitalizzazione e dello sviluppo della base sociale, oltre che della definizione di politiche di collaborazione con altri players di mercato. Nuove sfide che trovano Apiveneto Fidi pronta, grazie alla sua comprovata solidità, alla struttura snella ed efficiente e alla presenza di un gruppo di professionalità interne di alto livello.•

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Apiveneto Fidi mette a disposizione delle imprese un pacchetto integrato di servizi professionali e personalizzati

Quando i mercati sono burrascosi, quando la fiducia non basta per mantenere rapporti corretti con la clientela, quando è importante proteggere i propri flussi finanziari, quando è indispensabile crescere in sicurezza, allora l’impresa deve dotarsi di strumenti e di professionalità affidabili in grado di assicurare un’efficace gestione dei crediti commerciali coniugando insieme la tempestività d’intervento con l’attenzione al cliente e all’immagine aziendale. In questo contesto, tramite la propria Divisione Finanza, Apiveneto Fidi ha realizzato, in collaborazione con primari operatori del settore, un servizio professionale e personalizzato dedicato alle Imprese associate al Sistema Confapi del Veneto, che consente di accedere in modo agevole e a costi predefiniti a tutti i principali strumenti per la gestione del credito commerciale: recupero stragiudiziale e giudiziale dei crediti Italia; consulenza legale e contrattuale; informazioni commerciali, monitoraggio dei debitori. Per conoscere e approfondire i servizi offerti valutandone l’applicazione sulle specifiche esigenze aziendali, la Divisione Finanza di Apiveneto Fidi ha organizzato presso i propri Sportelli quattro apprezzati appuntamenti dedicati a incontri personalizzati con le Imprese, che si sono svolti nelle sedi di Vicenza, Padova, Verona e Bassano del Grappa. Più in dettaglio, il servizio sviluppato da Apiveneto Fidi comprende un’offerta integrata e componibile, così da soddisfare ogni esigenza dell’impresa, che può

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realizzare un vero e proprio ufficio legale aziendale in outsourcing, oppure affiancare le funzioni già presenti all’interno dell’impresa incrementandone l’efficacia e l’efficienza. Le PMI possono quindi contare su un supporto professionale per il recupero stragiudiziale dei crediti commerciali in Italia, finalizzato a ricercare con la clientela ogni possibile accordo bonario per la soluzione delle vertenze. In tal modo si migliora il risultato, comprimendo al massimo i costi degli interventi e salvaguardando nello stesso tempo l’immagine aziendale. Quando l’approccio stragiudiziale non raggiunge l’obiettivo, il servizio proposto da Apiveneto Fidi prevede un’assistenza professionale anche per l’attività giudiziale (decreto ingiuntivo, procedure esecutive, procedure fallimentari, ecc) in convenzione con primari studi legali, previa attenta valutazione di opportunità, tempi e costi. Come in molti ambiti, tuttavia, anche sul fronte della gestione delle insolvenze lo strumento più efficace è la prevenzione e pertanto, nel servizio offerto da Apiveneto Fidi non potevano mancare prodotti specifici per il credit management aziendale, a partire dalla consulenza legale e contrattuale finalizzata a tutelare e cautelare efficacemente l’impresa nelle transazioni commerciali, fino all’apprezzato servizio di informazioni commerciali e di monitoraggio dei debitori, che consente di acquisire informazioni da tutto il mondo sugli aspetti organizzativi, produttivi, patrimoniali della clientela vecchia e nuova.•


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FAVORIRE I COMPORTAMENTI SICURI In questi ultimi anni il mondo della sicurezza sul lavoro è spesso attraversato dal tema dei comportamenti sicuri, visto spesso come punto centrale di ogni politica di prevenzione aziendale. Comportamenti sicuri che si contrappongono a quelli insicuri, ai comportamenti errati, agli errori umani che secondo alcune ricerche sono la causa della maggior parte degli incidenti sul lavoro. Salvo poi dover ammettere che, nella nostra condizione umana imperfetta, azzerare gli errori è praticamente impossibile e una politica aziendale deve tenerne conto il più possibile nella messa a punto di procedure e misure che diminuiscano le conseguenze di eventuali errori. Questi temi sono affrontati da una lista di controllo di Suva, istituto svizzero per l’assicurazione e la prevenzione degli infortuni. In un documento dello stesso ente erano stati anche elencati alcuni dei principali ostacoli al comportamento sicuro: - il cullarsi in false sicurezze: il pericolo deve essere reale per spingere la persona a temere per la propria incolumità; - la convinzione di non poter fare nulla contro i pericoli: occorre avere la certezza di poter contrastare il pericolo e di attuare le necessarie misure di sicurezza; - la maggiore attenzione data ad altri bisogni o esigenze rispetto alla sicurezza: ad esempio ci sentiamo obbligati a fornire il rendimento che si attende da noi, magari a scapito della sicurezza. Spesso nelle nostre scelte optiamo poi per la soluzione più comoda oppure per quella che ci permette di fare bella figura; - l’inganno dell’esperienza: sul luogo di lavoro tendiamo a non renderci

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conto dei vantaggi del comportamento sicuro semplicemente perché non abbiamo subito un infortunio. Sappiamo per esperienza, invece, che rispettare la sicurezza richiede da parte nostra un maggiore impegno di energie e di tempo e che impone anche delle restrizioni personali. Il citato documento parte dalla constatazione che l’essere umano non è una macchina, che si affatica, si distrae, commette errori, è portato a rimuovere l’idea del pericolo. Tuttavia l’essere umano ha un’importante virtù, quella di sapersi adattare alle esigenze dettate da situazioni nuove e inattese. Questo è l’uomo/lavoratore che abbiamo di fronte: se lo accettiamo e gli proponiamo delle condizioni di lavoro “a misura d’uomo”, daremo un valido contributo alla sicurezza sul lavoro. Questi i punti nevralgici che favoriscono i comportamenti non sicuri: - organizzare il lavoro senza tener conto delle caratteristiche peculiari dell’essere umano;

- esigere troppo o troppo poco; - mancanza di motivazione per un comportamento sicuro. Innanzitutto occorre verificare se è adeguato il sistema aziendale per riconoscere i pericoli: in un luogo di lavoro i potenziali pericoli devono essere facilmente individuabili. Per poterli individuare i dipendenti devono essere informati regolarmente sui pericoli esistenti e sul modo di comportarsi consono ai principi della sicurezza. Vi sono poi pericoli (come la radiazione radioattiva o il velenoso monossido di carbonio inodore) che non vengono percepiti dai nostri sensi e richiedono conoscenze specifiche per essere individuati. Senza dimenticare che alcune anomalie percettive, quali il daltonismo o la sordità, rendono difficile l’individuazione dei pericoli. Inoltre si sa che vi sono condizioni ambientali sfavorevoli che possono pregiudicare non solo il benessere dei dipendenti ma anche la loro capacità di percepire il pericolo: la capacità di percezione e attenzione dell’essere


umano è condizionata da fattori interni ed esterni. Riguardo ai fattori esterni si facilita la percezione del pericolo se sono eliminati o ridotti in modo soddisfacente i seguenti: - rumore eccessivo; - microclima sfavorevole (troppo caldo, troppo freddo, correnti d’aria, eccessiva umidità); - illuminazione non adeguata al tipo di lavoro svolto (locali scuri, luce abbagliante, eccessivi contrasti di chiaro– scuro,…). Poi è necessario verificare se i sistemi d’avvertimento e di comando sono concepiti in modo da non sottoporre l’operatore ad un sovraccarico mentale eccessivo; in fondo distrarsi è umano e la sicurezza deve essere garantita anche in caso di errori commessi per distrazione. Anche l’affaticamento è alla base di comportamenti non sicuri per cui in ogni attività devono essere previste suf-

ficienti pause ripartite sull’intera giornata lavorativa, atte a offrire il necessario riposo: è dimostrato che più pause brevi sono più efficaci di un’unica pausa lunga; l’ideale per evitare o ridurre l’affaticamento sarebbe fare delle pause da 5 a 10 minuti ogni ora. In ogni azienda è poi necessario che si adottino misure atte a evitare attività frenetiche e stress nocivo, è bene anche mettere in atto misure che riducano l’eventuale monotonia sul lavoro (evitare quindi sia il sovraccarico che il sottocarico). Ricordiamo che sono monotone le attività che si ripetono continuamente, praticamente prive di cambiamenti e stimoli ambientali: esse mettono le persone coinvolte in uno stato di ridotta concentrazione e di ridotta vigilanza con maggiore possibilità di errori/incidenti/infortuni. Mentre le capacità percettive risultano pregiudicate e i controlli vengono trascurati quando si è invece tenuti a lavorare a ritmi serrati e sotto

stress con conseguente aumento del rischio di infortunio. Dobbiamo sempre considerare anche che la motivazione ai comportamenti sicuri è molto importante. Per accrescere tale motivazione i dipendenti devono essere informati regolarmente sulla qualità del lavoro da loro svolto e sul loro comportamento relativo alla sicurezza (riconoscimento per un buon lavoro, consigli per miglioramenti); devono potersi comportare in modo consono ai principi della sicurezza senza doverne subire le conseguenze (ad es. rimprovero perché si lavora troppo lentamente, ridicolizzazione); bisogna consentire ai lavoratori di esprimersi in materia di organizzazione del lavoro e in tutto ciò che concerne la sicurezza sul lavoro; i superiori devono sempre dare il buono esempio nell’ambito della sicurezza sul lavoro tenendo comportamenti “sicuri”; infine il mancato rispetto delle norme di sicurezza deve essere segnalato e sanzionato in caso di recidiva.•

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fiscale

La Manovra di Ferragosto L

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Stretta sulle società di comodo e tassazione dei beni di impresa usati da soci e familiari

a Manovra di Ferragosto prevede, tra l’altro, due interventi che avranno delle conseguenze pesanti: l’uno sulla disciplina delle società non operative (c.d. “di comodo”) e l’altro sulla tassazione dei beni d’impresa usati da soci e familiari. Il primo, introducendo ulteriori disposizioni volte ad inasprire il trattamento fiscale previ-

detenzione di beni improduttivi di reddito. Lo schermo offerto dalla società può infatti prima di tutto consentire di nascondere l’effettivo proprietario di beni (quindi occultando elementi idonei a manifestare capacità di spesa di contribuenti persone fisiche), in seconda battuta offre anche un vantaggio fiscale immediato e diretto, permettendo

sto per le società di comodo portando l’aliquota Ires applicabile al reddito dal 27,5% al 38% e prevedendo un’ulteriore situazione in cui si deve applicare la disciplina, ossia quando la società è in perdita per tre periodi d’imposta consecutivi, ovvero due sono in perdita e uno è inferiore al reddito minimo. La disciplina fiscale delle società non operative è stata introdotta nel nostro ordinamento dall’art.30 della L. n.724/94 allo scopo di disincentivare il ricorso all’utilizzo dello strumento societario per la mera

in alcuni casi la deduzione di costi (e la detrazione di relativa Iva) non possibile in capo a soggetti che non svolgono attività d’impresa o lavoro autonomo. In sostanza, tale disciplina intende penalizzare quelle società che, al di là dell’oggetto sociale dichiarato, sono state costituite con l’unico scopo di gestire il patrimonio nell’interesse dei soci, anziché per esercitare un’effettiva attività commerciale. Le società che risultano quindi essere non operative devono

dichiarare un reddito minimo (oltre che una valore della produzione minimo ai fini Irap) determinato attraverso l’utilizzo di coefficienti applicati ai beni posseduti e tali società subiscono forti limitazioni alla possibilità di utilizzo in compensazione orizzontale e di richiesta a rimborso del credito Iva . Oltre a tali limitazioni, con la recente Manovra-bis sono stati aggiunti due nuovi aggravi. Il primo riguarda la maggiorazione dell’aliquota Ires, che viene posta al 38%. Si deve notare come tale aggravio è limitato alle sole società di capitali e non anche alle società di persone. Quindi una Srl di comodo avrà un reddito minimo tassato al 38%, mentre una Snc di comodo continuerà a tassare il reddito conseguito secondo le ordinarie regole. Il secondo consiste nella previsione di una nuova fattispecie che comporta l’applicazione delle norme sulle società non operative indipendentemente dal test di operatività: sarà di comodo anche la società che, per tre esercizi consecutivi, realizza una perdita fiscale. L’elemento a cui fare riferimento è la perdita fiscale: quindi i frequenti casi di perdite da bilancio che poi, a seguito delle riprese fiscali per indeducibilità dei costi, diventano redditi imponibili, non sono rilevanti. La norma non distingue tra i vari tipi societari, per cui dovrebbe applicarsi tanto alle società di capitali quanto alle società di persone. Entrambe le disposizioni descritte si applicano al periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data di approvazione del decreto, quindi nella maggior parte dei casi (esercizio coincidente con l’anno solare) saranno regole applicabili dal periodo d’imposta 2012. Oltre a tale previsione antielusiva con la


Manovra di Ferragosto è stata introdotta una nuova fattispecie di reddito diverso, individuata nell’utilizzo gratuito o per un corrispettivo inferiore al valore di mercato dei beni aziendali fatto dai soci della società e/o da familiari dell’imprenditore. Il Legislatore ha inoltre previsto che l’azienda concedente i beni in “uso gratuito” perde la deducibilità dei costi relativi a detti beni ed è obbligata a comunicare tale utilizzo (in solido con l’utilizzatore) all’Agenzia delle Entrate. La norma si riferisce ai familiari dell’imprenditore e ai soci. Non è stato ancora chiarito cosa debba intendersi per familiare o socio. Quanto ai soci si dovrebbero intendere coloro che non rivestano al contempo la qualifica di amministratori o che non siano anche dipendenti, in tal caso, infatti, soccorrerebbe la normativa propria del fringe benefit. Anche se dubbi sussistono poi per quanto riguarda certi beni a parziale deducibilità o con fringe benefit stabiliti convenzionalmente, come le auto aziendali concesse in uso: non è stato chiarito se si dovranno indicare e quindi tassare i valori di mercato eccedenti le quote convenzionalmente stabilite. Il primo impatto della norma è rinvenibile nella necessità di colui che ne beneficia di dichiarare un ulteriore reddito determinato quale differenza tra valore di mercato e corrispettivo annuo, mentre il soggetto erogatore sarà impossibilitato a dedurre i costi relativi al bene concesso. La norma prevede poi l’obbligo di comunicazione dell’uso di tali beni all’Agenzia

delle Entrate da parte delle imprese concedenti e dei soci e/o familiari dell’imprenditore. Le modalità e termini di comunicazione saranno individuati con un provvedimento del Direttore dell’Agenzia da emanarsi nel termine di 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del D.L. n.138/11, ovvero entro il 16 novembre. La nuova disciplina avrà decorrenza dal 2012.•

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Flexicurity

I

l 05.08.2011 il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi riceve una lettera direttamente da Francoforte a firma di Mario Draghi (Governatore della Banca d’Italia, e dal 01.11.2011 Presidente della BCE – Banca Centrale Europea) e Jean-Claude Trichet (Presidente della BCE), con la quale comunicano all’Italia come “…Il Consiglio direttivo ritiene che l’Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione… il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali… Le sfide principali sono l’aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l’efficienza del mercato del lavoro… C’è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende… Dovrebbe essere

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adottata una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro….” L’unica vera decisione per riprendere a crescere e far diminuire il peso del debito pubblico sembra quindi essere quella di aprire il mercato italiano agli investitori stranieri. L’Italia si trova al penultimo posto in Europa – solo prima della Grecia (ultimo posto!) – come Paese nel quale avvengono investimenti dall’estero. Cosa sostanzialmente è richiesto all’Italia? Di regolamentare in modo diverso l’amministrazione perché troppo burocratica; la giustizia perché troppo complessa e farraginosa; il mercato del lavoro perché troppo vischioso e perché è troppo lento l’aggiustamento industriale, troppo lento lo spostamento del personale dalle aziende in declino alle aziende in espansione. Specificatamente per quanto

attiene al mercato del lavoro appare troppo rigido il vincolo con i CCNL, che determinano cattiva concorrenza tra imprenditori e chiusura dell’Italia ai competitors stranieri. Il tutto diventa più grave se pensiamo che l’alternativa a ciò potrebbe essere il lavoro nero, controllato dalla camorra, pagato 4 euro all’ora, un uno scantinato di un palazzo che potrebbe crollare. Occorre chiaramente saper valutare il piano industriale come avviene da parte delle parti sociali in tutto il resto del mondo. L’art. 8 .D.L. 138/2011 (esageratamente) ammette una deroga totale alla legge dello Stato. Nella lettera di Draghi e Trichet è richiesta una riforma, non certo tutta la libertà che si evince dall’art. 8. Cionondimeno è bene comunque ricordare che l’art. 8: - regola soltanto la contrattazione aziendale svolta dai sindacati confederali maggiori, - richiama integralmente criteri e regole dell’ordinamento interconfederale, - solo se è rispettato “un cri-


terio maggioritario” previsto dall’ordinamento interconfederale, - autorizza la deroga a legge e CCNL, solo sulle materie elencate nel comma 2, che non siano protette da norme costituzionali o comunitarie, - attribuisce efficacia erga omnes al contratto. Alcuni senatori hanno presentato un progetto di legge (ddl 1481), con lo scopo di rappresentare un uso intelligente e proficuo dell’art.8. Questo ddl rientra tra i contratti comunemente indicati con l’espressione “contratto di lavoro unico a stabilità crescente” o meglio ancora “standard minimo universale di protezione della continuità del lavoro e del reddito”, applicabile a

qualsiasi tipo di contratto di lavoro, che prevede una precedente riforma del sistema lavoro italiano. Il tutto per coniugare la necessità di flessibilità di cui le imprese hanno bisogno con una nuova forma di protezione della stabilità del lavoro e del reddito dei lavoratori, visto che proprio in momenti di crisi economica, in caso di aperture dei mercati le azienda sono restie a procedere con nuove assunzioni con la rigidità dell’attuale sistema. Con quest’ultimo assunto si introduce il concetto di flexicurity ovvero e come si diceva, la combinazione tra flessibilità del mercato del lavoro e la sicurezza dell’occupazione.

Per realizzare tutto ciò occorre rafforzare l’apparato degli ammortizzatori sociali e attuare politiche attive che agevolino i passaggi da un lavoro all’altro e quindi, in sostanza transitare dall’attuale concezione di sicurezza del posto di lavoro ad un concetto di sicurezza della ri-occupabilità. Nel progetto di legge è prevista: - l’istituzione – coinvolgendo ovviamente almeno un sindacato - di un’agenzia in forma bilaterale a gestione paritetica in grado di garantire, in caso di perdita del posto di lavoro, sostegno al reddito e assistenza nel mercato del lavoro, finanziata anche con una contribuzione posta a carico dell’Erario, pari allo 0,5% delle

Economia Veronese - dicembre 2011

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Previdenza

retribuzioni lorde dei lavoratori assoggettati al nuovo regime di protezione, che si prevede possa avvenire mediante il maggior gettito derivante dall’incremento occupazionale. Dopodiché è prevista: - la revisione del sistema del trattamento di disoccupazione, con l’inserimento di un trattamento complementare di entità tale da portare il totale al 90% dell’ultima retribuzione per il primo anno e per gli anni successivi a scalare fino ad un minimo del 60%, in caso di licenziamento, meglio definito in questa sede come caso in cui si realizzi un processo di aggiustamento industriale dell’azienda, - l’erogazione di assistenza intensiva nella ricerca della

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nuova occupazione a cura dell’agenzia con proposta di contratto di ricollocazione al lavoro, - la predisposizione di iniziative di formazione e riqualificazione del lavoratore appropriate alle capacità dello stesso, sempre offerto dall’agenzia di cui sopra. Fermo restando quanto già detto in termini di finanziamento è stato altresì individuato anche un meccanismo posto a carico delle aziende, che possono avvalersi dei contributi del Fondo sociale europeo e comunque detto costo è stato previsto in un contributo medio pari allo 0,375% della retribuzione lorda del lavoratore. Per concludere nel progetto di legge viene regolamentato

anche il licenziamento e il preavviso in caso di recesso del rapporto. In questo periodo si sentono e si leggono notizie contraddittorie, polemiche, contestazioni relativamente ai licenziamenti ora divenuti apparentemente più facili, senza tutele, immediati, ecc., ecc. Il progetto di legge, più volte citato, ha provveduto a regolamentare questo aspetto, stabilendo due tipologie sostanziali di licenziamento, come esiste già oggi, ovvero il licenziamento disciplinare rinviando ai commi 2, 3, e 5 dell’art. 7 Legge 300/70 la regolamentazione e stabilendo che qualora la colpa del lavoratore non risulti provata si applica l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori ovvero la reintegra. Lo stesso


art. 18 si applica anche al licenziamento non disciplinare, del quale il giudice ravvisi un motivo determinante discriminatorio o di mero capriccio, intendendosi per tale un motivo futile totalmente estraneo alle esigenze proprie del processo produttivo. Il giudice, quando ne ravvisi giusti motivi, può disporre solo la reintegra, con riduzione o azzeramento del risarcimento del danno oppure solo il risarcimento del danno maggiorato o no dell’indennizzo per mancata reintegra. Nel ddl è stata prevista l’ipotesi di licenziamento per motivo economico od organizzativo, stabilendo un preavviso pari ad un mese per ogni anno di anzianità di servizio, con un

massimo di dodici. All’atto della cessazione del rapporto, oltre al contratto di ricollocamento offerto al lavoratore dalle agenzie, è stata pensata la corresponsione di un’indennità per il licenziato per motivo economico od organizzativo pari a tanti dodicesimi della retribuzione lorda complessivamente goduta nell’ultimo anno di lavoro quanti sono gli anni compiuti di anzianità di servizio diminuita della retribuzione corrispondente al preavviso. Il preavviso e l’indennità appena specificati sono ridotti della metà per le aziende in regime di tutela reale ovvero inferiori a 16 dipendenti. Le ragioni economico o organizzativo a giustificazione del licenzia-

mento non sono soggette a sindacato giudiziale, salvo il controllo, quando il lavoratore lo richieda, circa la sussistenza di motivi discriminatori o di mero capriccio, intendendosi per tali motivi futili e estranei alle esigenze economiche, tecniche, organizzative o produttive aziendali. Per l’assicurazione pensionistica è stata immaginata un’aliquota pari al 30% della retribuzione lorda del lavoratore, fermo restando regimi contributivi più favorevoli per i rapporti di apprendistato. Ora si resta in attesa di vedere gli sviluppi in materia, le ulteriori reazioni delle organizzazioni sindacali, nella certezza della necessità di cambiamento del sistema.•


legale

IL DECRETO INGIUNTIVO

I

l decreto ingiuntivo è un provvedimento con il quale un magistrato ingiunge a un soggetto di adempiere obblighi assunti, in genere il pagamento di una certa somma, dettando un preciso termine tecnico, trascorso inutilmente il quale, possono scattare azioni esecutive quali il pignoramento, l’iscrizione di ipoteca o altro. Tale provvedimento viene chiesto dal creditore di una somma o da chi ha diritto alla consegna di un bene mobile. Il decreto ingiuntivo è un metodo rapido ed efficace per ottenere dal giudice un’ingiunzione che costituisce titolo esecutivo una volta che siano decorsi i termini per un’eventuale opposizione ma non è assolutamente una sentenza e non va confusa con essa. È un potente mezzo di riscossione che può essere utilizzato dal creditore ma solo ed esclusivamente per far valere diritti opportunamente e sufficientemente documentati. Tutte le eccezioni legate al credito per il quale si richiede un decreto ingiuntivo, quali contestazioni, questioni di merito e similari, potranno essere fatte valere davanti al giudice solo in sede di opposizione al decreto, quindi nella causa di opposizione che terminerà con l’emissione di una sentenza. Per poter essere concesso, tuttavia, è necessario che vi sia una prova scritta del diritto che si intende far valere, oppure che il credito riguardi onorari di avvocati, cancellieri o ufficiali giudiziari che abbiano prestato la propria opera in occasione di un processo, oppure quando il credito riguardi onorari di notai o altri professionisti che applicano tariffari approvati. Per quanto riguarda la prova scritta del credito, uno dei requisiti fondamentali per ottenere un decreto ingiuntivo, occorre precisare che essa è costituita da qualsiasi documento dal quale si evinca il diritto vantato; può essere pertanto di varie tipologie e viene valutata a piena discrezione del giudice. Può essere una promessa di pagamento unilaterale del debitore, ma può anche essere un contratto, una polizza e perfino un telegramma o una fattura relativa alla vendita di merci, così come riconosciuto dalla Cassazione (sentenza 8549/2008). Per le imprese valgono anche gli estratti delle scritture contabili purché regolarmente emessi e vidimati. Un caso a parte, particolarmente tutelato dalla legge,

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è quello degli oneri condominiali. I rendiconti condominiali approvati in assemblea costituiscono idonea prova scritta relativamente al debito del condomino moroso inteso come proprietario dell’unità immobiliare. In questo caso il titolare della richiesta di decreto ingiuntivo sarà l’amministratore, anche senza il consenso degli altri condomini e il decreto stesso sarà“ immediatamente esecutivo“.


Per ottenere un decreto ingiuntivo è necessario rivolgersi al Tribunale o all’Ufficio di Pace competenti per territorio e per valore. Il Giudice di Pace è competente per ricorsi in materia civile fino a 5.000 euro e fino a 20.000 euro per rimborsi danni da circolazione dei veicoli. Avanti il Giudice di Pace si può agire da soli senza il patrocinio di un avvocato solo per ricorsi del valore di 516,46 euro. Nell’eventualità di un rigetto della domanda di ottenimento del decreto ingiuntivo, in quanto insufficientemente motivata, il giudice può anche chiedere un’integrazione delle prove presentate e un eventuale rigetto definitivo del ricorso per decreto ingiuntivo non pregiudicherà ulteriori azioni da parte del ricorrente che potrà riproporlo nuovamente oppure, in alternativa, adire le vie giudiziarie ordinarie. Importante corollario del

decreto ingiuntivo risulta essere la possibilità di ottenere, se il decreto riguarda un titolo di natura cambiaria (cambiale, assegno o similari) la cosiddetta esecuzione provvisoria che consiste nell’immediata ingiunzione al debitore di pagare o consegnare i beni al creditore immediatamente alla notifica del decreto. Può essere concessa anche nel caso in cui vi sia un pericolo di grave pregiudizio nel ritardo oppure se il ricorrente produce documentazione comprovante il suo diritto sottoscritta dal debitore. Naturalmente è possibile opporsi a un decreto ingiuntivo e l’atto di opposizione, a mezzo citazione, andrà notificato al domicilio della controparte dallo stesso ufficio da cui proviene il decreto. L’opposizione va fatta entro 40 giorni dalla ricezione del decreto. Se non viene presentata alcuna

opposizione entro i termini, il giudice dichiara esecutivo il decreto che, insieme al precetto, costituisce titolo per l’iscrizione di ipoteca giudiziale, pignoramento e vendita forzata dei beni del debitore. Il Regolamento n.1896/2006 ha poi introdotto l’ingiunzione di pagamento europea che si può applicare su tutte le controversie transfrontaliere in materia civile e commerciale, esclusi i settori fiscali, doganali, amministrativo, della sicurezza sociale, del regime patrimoniale tra coniugi, i testamenti, le successioni, i fallimenti e i concordati. La domanda va presentata nelle modalità, anche telematiche, previste dallo Stato di presentazione e, se non c’è opposizione o questa viene persa, diventa esecutivo per tutti gli Stati membri senza che sia necessaria una dichiarazione di esecutività.•


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il punto

La morte della pietà In Libia ma non solo La fine dei dittatori segue copioni che non sembrano adeguarsi ai canoni della civiltà. È come se essa avesse il potere di incanalare il peggio dei sentimenti umani contro chi è stato causa oggettiva di tanta soffe-

L’ultimo copione non ha fatto eccezione. Quei fotogrammi relativi all’arresto di Ghedaffi, con tortura ed esecuzione finale ci sono stati serviti come le scene di un qualsiasi film di guerra, con i buoni contro i cattivi.

Quelle interminabili code di curiosi, grandi e bambini, accomunati dallo sghignazzo verso il potente impietrito nella morte ci restano negli occhi e nella coscienza, per farci riflettere sull’infinito di Caino che ci por-

renza ed ingiustizia. È accaduto a Piazzale Loreto. È accaduto con Ceausescu, con Saddam Hussein, con Mubarak… Tutti abbiamo visto il Rais egiziano deposto, portato in tribunale in condizioni clinicamente gravissime, giusto per sottoporlo al linciaggio morale del suo popolo e del mondo intero.

Eppure quelle scene non sono state ancora il peggio. Il corpo di Ghedaffi e quello del figlio Mutassin distesi su un materasso dentro una cella frigo del mercato delle carni di Misurata, buttati lì come rifiuti biologici, segnano il punto più basso del tasso di pietà che si possa registrare tra gli esseri umani.

tiamo dentro. C’è una prima domanda che si impone davanti a questo spettacolo. Come potrà un popolo così frammentato tra diverse appartenenze tribali, vincere i rigurgiti dell’odio e costituirsi in popolo unito, dentro le regole di una moderna democrazia? La risposta ci porterebbe lon-

Economia Veronese - dicembre 2011

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il punto

tano, nel senso che non la troveremo mai. I segnali che ci arrivano dalla Tunisia, dove i salafiti incendiano le televisioni considerate troppo moderne, così come gli scontri tra musulmani e cristiani dentro il nuovo Egitto non lasciano spazio a grande ottimismo. Così come i primi proclami del Cnt libico. «Governeremo con l’Islam». È stata la prima cosa che hanno voluto far sapere. Chi sognasse aperture in senso laico o accettazione del pluralismo si metta il cuore in pace. Se le immagini della morte del Rais interrogano la coscienza delle persone cosiddette civili, bisogna però evitare accuratamente di cadere nell’ipocrisia. Quella che ci fa sentire migliori, solo perché non siamo i protagonisti attivi della scena. Sarebbe il caso di non dimenticare che i nostri media, su quelle scene, ci hanno costruito audience ed anche profitti. Se la morte reale s’è consumata a Sirte, quella virtuale ci è girata per casa a tutte le ore, mostrata ad adulti e minori con tale dovizia di particolari da farci sentire dentro i fatti. La morte trasformata in spettacolo, spogliata della pietà, quella che obbliga a fermarsi, perché non dimentica mai che un uomo, per quanto colpevole, rimane sempre un uomo. Questo vale per Ghedaffi, ma vale anche per Marco Simoncelli. A quale diritto di cronaca si ispira il trasmettere in continuazione la scena di un uomo finito sotto le ruote dei compagni di corsa? A quale diritto di cronaca si ispira il mostrarci la caduta di un infermiere che soccorre il pilota, giusto per mostrarci un Marco agonizzante che rotola nell’erba dalla barella? È proprio vero che il sapere ha sempre bisogno del vedere? E vedere tutto? È indubbio che la nuova cultura mediatica, fortemente centrata sul presente, ha bisogno di emozioni sempre nuove per catturare il fruitore.

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Una corsa a ostacoli, per battere la concorrenza, mostrando il peggio, in attesa che qualcosa di peggio ancora venga ad alimentare i consensi dello spettatore. Un dato di fatto che obbliga il mondo del giornalismo a interrogarsi, per valutare se il giro de-

gli affari non sia diventato preminente, rispetto al dovere di informare. La risposta ovviamente è nel come si fa informazione. Stracciarsi le vesti sulle pagliuzze altrui, dimenticando la propria trave, potrebbe diventare soltanto un esercizio di ipocrisia se dimenticassimo che non si è persone umane comunque e a qualsiasi maniera.• Tse Tse


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SETTEMBRE

2011

GENNAIO

21-224 Ma 21 Marm rmom mac accc - Mo Mostra ra iint nter nt ernna er nazizional i ale di m mar armi mi, pi pietre, design e tecnologie

2012

20-22 Motorbikeexpo

FEBBRAIO

OTTOBRE

2-5 BioEnergy Expo - Mostra - convegno internazionale specializzata su biomasse, biogas e biocarburanti

6-10 ArtVerona - La fiera delle gallerie italiane di arte moderna e contemporanea 10-14 XIX ISAF - Innovation for local and global sustainability alcohol fuels 17-19 Abitare il Tempo 100% Project - Meeting della distribuzione per le soluzioni di interni 21-23 Veronafil - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila 25-26 MCM - Mostra convegno internazionale della manutenzione industriale 25-26 SAVE - Mostra convegno internazionale delle soluzioni e applicazioni verticali di automazione, strumentazione, sensori 25-26 Home & Building - Mostra convegno internazionale della domotica & building technologies 25-26 Acquaria - Mostra convegno internazionale delle tecnologie per l’analisi, la distribuzione e il trattamento dell’acqua e dell’aria

2-5 Fieragricola - International agri-business show 18-20 Vivi la Casa - Evento mostra mercato - Soluzioni d’arredo classiche e moderne. 24-27 Prodotti e servizi per la casa e gli sposi 18-20 Country Life - Mostra mercato del vivere country 24-27 22-26 Progetto Fuoco - Mostra internazionale di impianti ed attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna 24-27 Salone Italiano del Golf

MARZO 3-4 Model Expo Italy - Fiera del modellismo 3-4 Elettroexpo - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica informatica

3-6 Fieracavalli - International horse festival

25-28 Vinitaly - Salone internazionale del vino e dei distillati 25-28 Enolitech - Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole ed olearie

11 Bus&Bus Mobility Business Bridge Event

25-28 Agrifood Club - Salone dell’agroalimentare di qualità

NOVEMBRE

17-18 Geo-Oikos - Rassegna espositiva dei progetti territoriali, urbanistici, edilizi, ambientali delle città e del territorio 24-26 Job & Orienta - Mostra convegno nazionale - orientamento, scuola, formazione, lavoro 24-27 Luxury & Yachts - Salone internazionale del lusso 26-27 Elettroexpo - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica informatica

25-28 Sol - Salone internazionale dell’olio d’oliva extravergine di qualità

APRILE 18-21 Metef-Foundeq - Expo numero 1 nel mondo dei metalli - Expo internazionale dell’alluminio e Expo internazionale delle tecnologie della fonderia

MAGGIO 9-11 Solarexpo - Mostra e convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita 9-11 Greenbuilding - Mostra e convegno internazionale su efficienza energetica e architettura sostenibile

DICEMBRE 3-4 Esposizione Canina 3-11 L’Antico e il Prezioso - Mostra mercato nazionale d’antiquariato 9-11 Verona Mineral Show Geo Shop - Mostra di pietre preziose, pietre dure, pietre ornamentali, fossili e derivati, oggettistica in pietra

15-17 Automotive Dealer Day - Informazioni, strategie e strumenti per la commercializzazione automobilistica 24-27 Eurocarne - Salone internazionale delle tecnologie per lavorazione, conservazione, refrigerazione e distribuzione delle carni 25-27 Verona Mineral Show - Geo Business - Esposizione internazionale della mineralogiapaleontologia-gemmologia-malacologia-attrezzature-lavorati ed editoria 25-27 Veronafil - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila

MANIFESTAZIONI ALL’ESTERO 2011 23-25 Ago. Eurocarne / Tecnocarne San Paolo 26-27 Set. Vinitaly World Tour - Stoccolma - Vinitaly in the World

*17-19 Ott. Vinitaly World Tour - U.S. Tour - Vinitaly in the World 3-5 Nov. Vinitaly World Tour - Hong Kong - Vinitaly in the World - 4° International Wine & Spirits Fair

12-13 Ott. Vinitaly World Tour - Russia - Vinitaly in the World

Nov. Vinitaly World Tour - Japan - Vinitaly in the World

16-19 Ott. Saudi Stone - Tech Riyadh - International stone and stone technology show

Nov. Vinitaly World Tour - Korea - Vinitaly in the World

* Data Provvisoria (calendario suscettibile di variazioni) ** sospesa temporaneamente

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