LA MEDICINA BIOLOGICA
LUGLIO - SETTEMBRE 2004
EXPERIMENTAL
U. Cornelli, G. Belcaro
RIASSUNTO In questo studio è stata analizzata l’attività di due diversi tipi di colostro bovino, in 36 pazienti affetti da sindrome del colon irritabile (IBS), in un’esperienza condotta in doppio cieco di confronto con placebo. Un tipo di colostro deriva da animali allevati in USA, l’altro da animali allevati in Germania. I due tipi di colostro si differenziano essenzialmente per il rapporto tra immunoglobuline/proteine totali e per contenuto in lipidi. Entrambi questi indici sono più elevati nel colostro USA; in particolare, il contenuto di lipidi è 10 volte superiore. Sono stati arruolati 36 pazienti (6 maschi, 30 femmine) affetti da IBS, sia nella forma spastica che in quella con diarrea senza dolore, di età compresa tra 22 e 35 anni. Dopo un periodo preliminare di osservazione della durata di 14 giorni (run-in), i pazienti sono stati seguiti per tre settimane per la valutazione degli episodi di diarrea (scariche) e di dolore (perianale, addominale, lombare) come valore medio giornaliero. Durante la prima settimana i pazienti non hanno subito alcun trattamento, mentre, in seguito, sono stati suddivisi in 3 Gruppi di 12 pazienti ciascuno, rispettivamente A, B e P secondo una sequenza randomizzata, trattati in doppio cieco con colostro A (USA) oppure B (Germania o D) oppure placebo (P), alla dose di 300 mg una volta al giorno per un periodo di 14 gg. I parametri considerati sono stati il numero delle scariche settimanali e il dolore medio giornaliero. Quest’ultimo è stato valutato su una scala centimetrica, da 0 a 10 cm, indicante l’entità del dolore. Sia le scariche diarroiche che il dolore erano rilevati giornalmente. Sono stati messi a confronto il periodo basale (ovvero 7 gg seguenti il run-in) e la seconda settimana di trattamento. Si è ritenuta clinicamente rilevante una riduzione degli episodi di diarrea e dell’entità del dolore superiori al 30 % dei valori basali. I risultati indicano che il colostro A è più attivo del colostro B e del placebo nel controllo della diarrea; gli episodi settimanali erano rispettivamente 22 ± 3.8 (media ± deviazione standard), 23 ± 4.8 e 20 ± 3.3 prima del trattamento e 13 ± 3.0, 16 ± 3.1 e 17 ± 3.2 durante il trattamento. In termini di attività, l’analisi della varianza (Anova) indica che A >B >P. Anche per quanto riguarda il dolore, il colostro A riduce il sintomo in modo più efficace, poiché il 30 % di riduzione del sintomo si verifica in 8 casi (p < 0.05 test di Fisher) in confronto ai 3 casi del colostro B (p > 0.05 test di Fisher) e 1 caso nel Gruppo trattato con placebo. Tuttavia, la variabilità del dolore è tale che le differenze devono essere considerate con cautela. In conclusione, nel trattamento della IBS, il colostro A sembra essere più attivo del colostro B. Si ritiene che la differenza sia da imputare al maggior contenuto di lipidi in questo colostro rispetto a quello B, in particolare alla presenza di acido linoleico coniugato (CLA), noto per la sua attività antinfiammatoria/antireattiva.
PAROLE CHIAVE
COLOSTRO BOVINO, SINDROME DEL COLON IRRITABILE (IBS)
PATOLOGIE CRONICHE E COLOSTRO: ATTIVITÀ NEI CONFRONTI DEL COLON IRRITABILE (IBS) – ESPERIENZA IN DOPPIO CIECO DI CONFRONTO TRA DUE TIPI DI COLOSTRO BOVINO E PLACEBO CHRONIC DISEASES AND COLOSTRUM: ACTION ON THE IRRITABLE COLON (IBS) – DOUBLE BLIND TRIAL COMPARING TWO TYPES OF BOVINE COLOSTRUM VS PLACEBO
SUMMARY: In the present study two different types of bovine colostrum have been tested in 36 patients suffering from irritable bowel syndrome (IBS), in a double blind trial Vs placebo. One type of colostrum was deriving from animals bred in USA, and the other from animals bred in Germany. The two types of colostrum were different essentially for the ratio Immunoglobulins/Total protein and for lipids content. Both these indexes were higher in colostrum deriving from USA, particularly lipids content which was 10 times higher. 36 patients (6 males, 30 females) suffering from IBS of the spastic colon type and painless diarrhea type, aged between 22 and 35, were included in the trial. After a preliminary period of 14 days (run-in), patients were followed for three weeks to evaluate weekly episodes of diarrhea and average daily entity of pain (abdominal, perianal and lumbar). During the first week patients were not receiving any treatment, whereas in the following days they were divided into 3 Groups, respectively Group A, B and P of 12 subjects each, and double blind treated according to a randomized sequence with colostrum A (USA), or colostrum B (Germany or D) or placebo, at a dosage of 300 mg once a day for a period of 14 days. The number of weekly episodes of diarrhea and average daily pain were taken into account for the evaluation of the activity, being the former the main parameter of clinical activity. Pain was determined through a
centimeter scale (between 0 and 10). Both episodes of diarrhea and pain were recorded daily. Data obtained during the baseline period (7 days following the run-in) were compared to those of the second week of treatment. Reduction of 30% of baseline values was considered clinically relevant. Results indicate that colostrum A is more effective in controlling diarrhea episodes than colostrum B and placebo; weekly episodes of diarrhea were respectively 22 ± 3.8 (average ± standard deviation), 23 ± 4.8 and 20 ± 3.3 before treatment and 13 ± 3.0, 16 ± 3.1 and 17 ± 3.2 during the treatment. In terms of activity, the variance analysis (Anova) indicates that A >B >P. Pain was also controlled more efficiently by colostrum A, since a 30% reduction was obtained in 8 cases (p < 0.05 Fisher test Vs placebo) compared to 3 cases in colostrum B (p > 0.05 Vs placebo) and 1 case in the Group treated with placebo. However, the variability of the pain is such that differences have to be taken cautiously. In conclusion, colostrum A seems to be more effective than colostrum B in the treatment of IBS. The difference of the activity may be due to the higher content of lipids, in particular conjugated linoleic acid (CLA), in colostrum A compared to colostrum B, which is known for its anti-inflammatory/anti-reactive activity. KEY WORDS: BOVINE COLOSTRUM, IRRITABLE BOWEL SYNDROME (IBS)
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LUGLIO - SETTEMBRE 2004
INTRODUZIONE Il colostro bovino è noto per la sua attività protettiva del tratto gastrointestinale umano [1-3] e per il contenuto di sostanze che stimolano la crescita della massa muscolare [4] nell’uomo e, ovviamente, negli animali che necessitano di una rapida crescita per raggiungere l’autonomia motoria (FIGG. 1, 2). Una serie di studi clinici sull’uomo ha evidenziato, in particolare per il colostro bovino, un’azione protettiva nei confronti di disturbi caratterizzati da una consistente componente reattiva/infiammatoria [2, 5-8] (FIGG. 3, 4). Tuttavia, non tutti i tipi di colostro bovino sembrano possedere attività simile in quanto derivano da animali allevati in modo diverso e da processi di trattamento che possono impoverire il contenuto di alcune sostanze di rilevanza terapeutica. A tal scopo, sono stati confrontati due diversi tipi di colostro; uno prodotto negli USA, l’altro prodotto in Ger-
mania, entrambi derivanti da animali selezionati con l’impiego di processi standardizzati. Tra le possibili applicazioni cliniche, si è scelta la sindrome del colon irritabile, che consente un’agevole rilevazione di dati clinici, in particolare degli episodi di diarrea e dolore. Tale sindrome, nonostante la sua etiologia poco conosciuta, consente di rilevare modificazioni cliniche anche in tempi brevi di trattamento, in particolare per i prodotti che possono agire in senso positivo sulla disbiosi intestinale.
MATERIALI E METODI Sono stati ammessi alla ricerca 36 pazienti affetti da sindrome del colon irritabile (IBS) con episodi diarroici, sia di tipo spastico che di tipo non doloroso, di entrambi i sessi (6 M e 30 F) di età compresa tra 22 e 35 anni, suddivisi per randomizzazione in 3 Gruppi di 12 pazienti ciascuno, composti in modo identico di maschi e femmine (FIG. 5).
FIG. 1
I pazienti afferivano a due centri sperimentali. I criteri di ammissione prevedevano l’esordio della malattia da almeno un anno, senza alternanza di fenomeni stipsi/diarrea (FIG. 6). La presenza di altre malattie croniche non compensate terapeuticamente rappresentava criterio di esclusione. Inoltre, non erano ammessi pazienti affetti da intolleranza al lattosio, malattie ginecologiche, bilio-digestive o genito-urinarie, neoplasie, ulcera gastrica o duodenale, diverticolosi (FIG. 7). La diagnosi doveva essere accompagnata da esame rettosigmoideo con fibre ottiche, per consentire l’esplorazione delle aree più frequentemente soggette a diverticolosi. L’intolleranza al lattosio doveva essere certificata e non rilevata su base anamnestica. Per i pazienti di sesso femminile, il periodo di trattamento è avvenuto sempre entro le prime tre settimane successive al ciclo mestruale, al fine di evitare interferenze dovute all’eccessiva riduzione dei livelli ormonali. 40 pazienti sono stati sottoposti a un pe-
FIG. 2
Il colostro
Il colostro: componenti principali roteine da 40 a 90 g/100 g
atte prodotto tra le 24-36 ore dal parto
minoacidi: in particolare taurina a e ac. glutammico
coperto da Hufeland nel 1799
pidi da 2g a 20g (in part. CLA) mmunoglobuline (in part. IgG)
mpiegato come terapia anti-infettiva sino ’avvento di sulfamidici e antibiotici
attori di crescita (in part. IGF-1) tri fattori (in part. lactoferrina a e transferrina)
sato, nel 1955, come supplemento ell'artrite reumatoide: “immuno-latte “ ”
FIG. 3
tamine (in part. A, B2, C) inerali (in part. K)
FIG. 4
Colostro bovino: sostanze di particolare interesse GF-1 (Insuline like Growth Factor)
arrea di natura batterica e virale
GF-β (Transforming Growth Factor): zione sinergica nella riparazione cellulare locale (GI). Importante il loro ruolo inibitorio delle proteasi: ovvero dell’eccessiva reattività locale
sbiosi intestinale
LA (acido linoleico coniugato) = azione antireattiva igosaccaridi, nucleotidi, nucleosidi, citochine
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rosioni gastrointestinali da NSAIDs upplemento alimentare negli atleti erapia dell’osteoporosi iglioramento dell’insulino-resistenza
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FIG. 5
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FIG. 6
Colostro e sindrome del colon irritabile
Colostro e sindrome del colon irritabile
oppio cieco Vs Placebo: randomizzato
Criteri di ammissione:
ue tipi di colostro: A (USA), B (Germania) azienti ambulatoriali: due centri (bilanciati)
S con diarrea: sia di tipo spastico he non doloroso
6 pazienti di età tra 22 e 35 anni
sordio da almeno 1 anno
M e 30 F
media >20 episodi di diarrea/settimana
visi in 3 Gruppi (A; B; P)-12 pz/Gruppo on identica distribuzione M/F
FIG. 7
enza alternanza di episodi stipsi/diarrea
FIG. 8
Colostro e sindrome del colon irritabile
Colostro e sindrome del colon irritabile
riteri di esclusione:
riterio rinci ale di valutazione: e isodi di diarrea
alattie croniche non compensate terapeuticamente tolleranza al lattosio e/o altre intolleranze alimentari
riterio secondario: dolore (addominale e/o lombare o rettale)
oliposi o neoplasmi (rettosigmoidoscopia f.o.)
mensione del campione per α = 0.05 e β 1-90
alattie ginecologiche; UTI
er una riduzione di ~ 30 % standard degli isodi di diarrea sono sufficienti 12 casi/Gruppo
cera duodenale; disturbi biliari; colite ulcerosa; sturbi della tiroide; malattie psichiatriche
nalisi statistica: rianza a confronti ortogonali (A+B Vs P; e A Vs B) numero di casi con riduzioni >30 % (χ2 Fisher)
resenza di sangue e parassiti nelle feci stabilità della dieta; abuso di antispastici
riodo di run-in di due settimane, in cui venivano istruiti circa la rilevazione giornaliera di due sintomi: diarrea (numero di episodi) (FIG. 8) e dolore registrato su scala centimetrica di 10 cm, da 0 (assente) a 10 (dolore molto forte) (FIG. 9). Inoltre, era suggerito un semplice regime igienico/alimentare (vedi dopo) senza imposizioni di tipo dietetico. Dopo questo periodo, che serviva anche per selezionare i pazienti (4 sono stati scartati), si attuava quello di osservazione, in cui i pazienti dovevano rilevare giornalmente, per altri 15 giorni, il numero di episodi di diarrea e il tipo di dolore.
TERAPIA I pazienti, durante il run-in, venivano istruiti sulle più elementari norme igienico/alimentari ed invitati a non preoccuparsi eccessivamente della propria malattia, a non “temere” gli alimenti e, soprattutto, ad alimentarsi in modo moderato, senza eccessive
FIG. 9
Colostro e sindrome del colon irritabile alutazione nelle settimane: T 0 e T 2 0 T2
(giorni da 1 a 7) (giorni da 8 a 21 - trattamento)
a) delle scariche/settimana su diario giornaliero b) del dolore con scala metrica (cm) (media settimanale del diario giornaliero) 0
assunzioni di cibo ai pasti, aggiungendo, durante la giornata, eventuali spuntini poveri di grassi. Dopo il runin, i 36 pazienti sono stati divisi in 3 Gruppi di 12. Il Gruppo A è stato trattato con colostro di tipo A, il Gruppo B con colostro di tipo B e, infine, un Gruppo P con placebo. I 2 tipi di colostro A e B, provenienti rispettivamente dagli USA e dalla Germania, derivano da produzioni che seguono procedure standardizzate e certificate per il contenuto dei vari com-
10 cm
ponenti. Questi sono sempre compresi all’interno di un certo range di valori, oltre i quali il prodotto non può essere impiegato per uso umano. La derivazione del colostro da diversi Paesi implica che gli animali dai quali si ricava siano di razza diversa oltre che alimentati in modo diverso. Non è oggetto del presente lavoro entrare nei particolari di produzione. Tuttavia, come in TAB. 1, sono indicate le componenti dei due tipi di colostro come riportate sui certificati analitici.
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TAB. 1
Macroalimenti
Colostro A (USA)
Colostro B (Germania o D)
Proteine (P)
55.8
65
Lipidi
20.6
2
Lattosio
11.3
17.5
IgG
25.2
22.5
Ig totali
31.3
29.8
IgG/P
45.1
34.6
Ig/P
56.1
45.8
Valori dei macroalimenti e dei macrocomponenti (immunoglobuline) in g/100g nei due tipi di colostro preparati secondo procedure standardizzate.
Tutti i prodotti sono stati preparati in capsule indistinguibili, del peso di 600 mg, contenenti 300 mg di colostro e 300 mg di eccipienti. Per il placebo, 300 mg di saccarosio e 300 mg di eccipienti. La terapia con i prodotti in esame consisteva in 1 capsula al giorno da assumere al mattino a digiuno. Ogni trattamento è stato protratto per 14 giorni consecutivi.
RILEVAZIONI DELL’ATTIVITÀ
Il periodo di valutazione basale è stato della durata di sette giorni (giorni 1-7). A questo seguiva il periodo di trattamento di due settimane (giorni 8-21); per la rilevazione dell’efficacia del trattamento sono stati impiegati i dati della seconda settimana di trattamento (giorni 15-21), allo scopo di consentire un maggior margine di tempo all’azione dei prodotti a confronto. Sono stati messi a confronto il numero di episodi di diarrea rilevati in una settimana (somma di sette giorni) e il valore medio del dolore giornaliero (media di sette giorni) rilevato su scala centimetrica 0-10 cm.
non parametrico (chi quadrato esatto secondo Fisher). L’analisi della varianza consente di confrontare i trattamenti con placebo ed i due trattamenti tra di essi per definire eventuali differenze. Sul piano clinico, come criterio principale, è stato valutato il numero degli episodi di diarrea, in quanto sintomo presente in tutti i casi oggetto di studio. La valutazione del dolore era considerata criterio secondario, poiché sintomo non costante in tutti i pazienti. Indipendentemente dall’entità delle riduzioni osservate, per entrambi i parametri, si è ritenuto che fosse clinicamente rilevante una riduzione di almeno il 30% (cut-off ) rispetto ai valori basali. Il test di Fisher è stato impiegato per confrontare se le differenze tra il numero di pazienti che riuscivano a superare il cut-off nei 3 Gruppi fossero significative (probabilità esatta).
Durante il periodo di run-in i pazienti avevano registrato una media di 22.5 episodi di diarrea per settimana, con deviazione standard di 4.5 episodi. Considerando che una riduzione di 7 episodi di diarrea/settimana (1 episodio/die) era ritenuta la minima riduzione clinicamente rilevante (corrispondente al 30% di riduzione), 12 casi/Gruppo sono da ritenere più che sufficienti se si accetta α = 0.05 (ovvero p < 0.05 a due code, considerando, quindi, sia il miglioramento che il peggioramento) e 1-β = 0.9 (considerando che, se si ripete per 100 volte l’esperimento, 90 volte esso fornirà lo stesso risultato). La formula generale di calcolo della dimensione del campione per tali presupposti è sempre molto simile a: 21/(minima variazione accettabile clinicamente/deviazione standard)2 + 1; ovvero, nel nostro caso, [21/(7/4.5)2] +1 corrisponde approssimativamente a 10 casi. Pertanto, l’arruolamento di 12 casi/Gruppo è sufficiente a consentire la dovuta potenza discriminante.
RISULTATI Le differenze tra i due tipi di colostro, dal punto di vista del contenuto in macronutrienti, sono indicate in TAB. 1. Si osservano due differenze sostanziali: quella relativa al contenuto in lipidi, molto più elevato nel colostro A rispetto al colostro B, oltre che il rapporto IgG/P, che indica il colostro A più ricco in immu-
TAB. 2 Valori medi ± deviazione standard (DS) degli episodi di diarrea prima e durante il trattamento con due differenti tipi di colostro.
Trattamento
Periodo basale (giorni 1-7) Media ± DS
Periodo finale (giorni 15-21) Media ± DS
N° Casi con riduzione > 30%
Fisher "p" esatta Vs Placebo
A (colostro USA)
22 ± 3.8
13 ± 3.0*
10
0.0058
B (colostro D)
23 ± 4.8
16 ± 3.1
3
0.108
P (placebo)
20 ± 3.3
17 ± 3.2
0
ANALISI STATISTICA
Sui dati, sono state calcolate le medie e le deviazioni standard. Per i confronti tra i trattamenti si è ricorso sia ad analisi di tipo parametrico (analisi della varianza per confronti ortogonali), che
8
* L’analisi della varianza per confronti ortogonali indica che A > B > P.
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noglobuline, nonostante la quantità inferiore in proteine. Di converso, il colostro B ha un contenuto superiore in IgA e IgM.
EPISODI DI DIARREA
I dati relativi al numero di episodi di diarrea sono stati rilevati nei 3 Gruppi di pazienti (A, B, P), rispettivamente trattati con colostro A, colostro B e placebo, sia durante il periodo basale (giorni 1-7), ovvero nella settimana successiva al run-in, che durante la seconda settimana di trattamento (giorni 15-21). I valori sono riportati in TAB. 2. Come si osserva dall’esame dei dati, il colostro A è più attivo del colostro B ed entrambi sono più efficaci del placebo. Tuttavia, solo il colostro A riduce la frequenza degli episodi in dimensione clinicamente rilevante (riduzione > 30%).
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI (FIG. 10)
Non sono noti studi clinici in doppio cieco sull’azione del colostro bovino nella IBS. I risultati clinici sembrano indicare una buona azione terapeutica del colostro, comunque dipendente dalla composizione. In generale, i risultati ottenuti da questa esperienza sono indicativi di due elementi molto importanti in ogni tipo di ricerca: a) la composizione del prodotto quando derivi da fonti diverse; b) l’importanza di un corretto disegno sperimentale in relazione alle conclusioni che si vogliono trarre. Per quanto riguarda il primo punto, si
Pertanto, le variazioni significative si osservano solamente nel Gruppo trattato con il colostro A. Tuttavia, in questo caso, l’analisi della varianza non ha una sufficiente potenza discriminante per l’elevata variabilità. La riduzione del 30 % del dolore è significativa al test di Fisher, che conferma come solo il colostro A sviluppi azione degna di nota (TAB. 4).
lattoferrina) hanno, invece, azione antiossidante [9]. L’equilibrio tra queste frazioni proteiche e peptidiche e, quindi, le differenze tipologiche dei polipeptidi di natura genetica (diversi tipi di animali), può certamente influire sull’attività del colostro. Concisamente: una quota proteica bassa può essere costituita da peptidi o addirittura aminoacidi molto attivi sul piano farmacologico suggerendo di indirizzare anche questi nell’analisi dell’attività del colostro. Lo stesso potrebbe essere applicato alla quota di acidi nucleici, che non è ancora in uso nella tipizzazione del colostro, mentre è gia noto che essi possano svolgere svariate attività [10]. Allo sta-
TAB. 3 Valori medi ± deviazione standard (DS) del dolore (perianale, addominale, lombare) prima del trattamento e durante il trattamento con due differenti tipi di colostro.
Trattamento
Periodo basale (giorni 1-7) Media ± DS
Periodo finale (giorni 15-21) Media ± DS
N° Casi con riduzione > 30%
Fisher "p" esatta Vs Placebo
A (colostro USA)
4.0 ± 2.66
1.7 ± 1.44*
8
0.015
B (colostro D)
4.3 ± 2.61
3.0 ± 1.86
3
0.332
P (placebo)
3.7 ± 2.74
2.7 ± 1.87
1
RIDUZIONE DEL DOLORE
La risoluzione del dolore, valutato su scala metrica da 0 a 10 cm, è riportata in TAB. 3. Come precedentemente accennato, i valori medi rappresentano la media giornaliera del dolore calcolata su una settimana. Nelle diverse tipologie (dolore-spasmi addominali, dolore perianale, lombare), spesso compresenti, alla rilevazione basale, il dolore era presente rispettivamente in 8 casi nel Gruppo A, in 10 casi nel Gruppo B e in 9 casi nel Gruppo P. In TAB. 3 sono raccolti i dati medi relativi alle settimane a confronto.
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* l’analisi della varianza per confronti ortogonali indica A > B=P ; la sua potenza discriminante è ridotta.
dimostra che non si può genericamente affermare che “il colostro sia attivo nei confronti della IBS” perché bisogna anche indicarne la derivazione o, meglio, la composizione. Le differenze sostanziali tra i due tipi di colostro riguardano la quota lipidica piuttosto che altre componenti nutrizionali. In altri termini, sembra poco probabile che le differenze di quota proteica e la tipizzazione delle Ig possa aver determinato diversità d’azione così rilevanti nelle condizioni sperimentali qui enunciate. Tuttavia, la quota proteica non può essere, comunque, esclusa come componente differenziante, in quanto è noto che le frazioni a basso peso molecolare (non immunoglobuliniche) esercitano notevole azione pro-ossidativa [8], mentre quelle a frazione molecolare più elevata (es. la
to attuale, le ricerche sul colostro, (peptidi, acidi nucleici, citochine ad azione immunomodulante [11], oligosaccaridi e loro derivati coniugati [12]) sono solo all’inizio. Per il momento è molto più agevole definire l’attività del colostro sulla base del contenuto in lipidi, che hanno una accertata attività sperimentale e clinica. Si è sempre ritenuto che i lipidi fossero una componente aggravante le IBS. In realtà, si sta rivedendo questa impostazione in quanto si è osservato che, tra i lipidi, i cosiddetti coniugati di acido linoleico (CLA) presentano notevole attività antireattiva [13, 14] ed addirittura protettiva certe forme di tumore sperimentale [15]. È noto che il CLA è contenuto in quantità significative solo nel latte e nel colostro dei ruminanti e che la sua produzione endogena deriva dal
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TAB. 4
DIARREA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 M DS
A 21 15 20 25 24 19 17 23 29 24 21 24
B 17 29 26 21 25 28 17 28 23 15 19 23
P 25 22 21 18 19 14 19 23 21 15 19 22
21,8 , 3,81
22,6 , 4,80
19,8 , 3,19
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
t
A 14 15 7 17 11 13 15 13 15 10 9 15
B 14 21 20 17 17 18 12 18 17 11 14 18
P 21 19 23 15 20 13 17 18 16 12 15 18
12,8 , 2,98 3E-05
16,4 , 3,06 2E-06
17,3 , 3,25 0,0021
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
A 33,3 0,0 65,0 32,0 54,2 31,6 11,8 43,5 48,3 58,3 57,1 37,5
B 17,6 27,6 23,1 19,0 32,0 35,7 29,4 35,7 26,1 26,7 26,3 21,7
P 16,0 13,6 -9,5 16,7 -5,3 7,1 10,5 21,7 23,8 20,0 21,1 18,2
10 12 Fisher 0,0058
3 12
0 12
0,108
A 80,0 50,0 71,4 57,1 0,0 60,0 50,0 60,0 100,0 #DIV/0! #DIV/0! #DIV/0!
B 28,6 16,7 16,7 20,0 75,0 0,0 0,0 #DIV/0! #DIV/0! 50,0 40,0 16,7
P 28,6 28,6 28,6 25,0 25,0 #DIV/0! #DIV/0! 25,0 50,0 0,0 0,0 #DIV/0!
8 9 Fisher 0,015
3 10
1 9
DOLORE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 M DS
A 5 6 7 7 4 5 6 5 3 0 0 0
B 7 6 6 5 8 3 2 0 0 4 5 6
P 7 7 7 4 4 0 0 4 6 2 3 0
4,0 , 2,66
4,3 , 2,61
3,7 , 2,74
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
t
A 1 3 2 3 4 2 3 2 0 0 0 0
B 5 5 5 4 2 3 2 0 0 2 3 5
P 5 5 5 3 3 0 0 3 3 2 3 0
1,7 , 1,44 0,014
3,0 , 1,86 0,163
2,7 , 1,87 0,308
0,001
0,0183
0,0069
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
0,332
A = Colostro A (USA) B = Colostro B (Germania) P = Placebo
tipo di alimentazione dell’animale [16]. Si è tentato di supplementare gli animali con oli di pesce per poter ottenere derivati del latte più ricchi in CLA [17,18] innalzando la sua proporzione oltre lo 0.5% dei lipidi totali rinvenibili nei derivati del latte (e del colostro). Se si analizza il contenuto di lipidi totali nel colostro A, si osserva che è di 20 g/100 mentre, nel colostro B, esso è solo di 2 g/100. Una differenza di 10 volte si ripercuote certamente, o perlomeno con elevata probabilità, sul contenuto in CLA che sarà superiore nel colostro A che, di conseguenza, potrebbe avere una più pronunciata attività antireattiva. Per quanto riguarda il punto 2) (dise-
10
gno sperimentale), si può notare che se si fosse fatto un semplice confronto tra prima e dopo con il solo placebo, si sarebbero ottenuti dati significativi, sia per la riduzione degli episodi di diarrea che per il sintomo dolore. Infatti, se si osservano i dati del Gruppo trattato con placebo, si può notare come prima del trattamento gli episodi di diarrea erano 20 ± 3.8 mentre, durante la seconda settimana di trattamento, sono scesi a 17 ± 3.2. Queste differenze sono significative al test t (p < 0.05). Lo stesso dicasi per gli episodi di dolore: infatti, con placebo si osserva una riduzione da 3.7 ± 2.74 a 2.7 ± 1.87. Anche il placebo sembrerebbe, quindi, attivo, in particolare
nella coorte delle norme igieniche e, soprattutto, se il paziente è consapevole di essere seguito nella progressione della propria malattia. Questo comportamento, importante per qualsiasi malattia, è essenziale quando si tratta di pazienti affetti da IBS, che hanno un particolare rapporto con l’ambiente e con il cibo. Tutto ciò dimostra il valore della componente emozionale. Non si deve, tuttavia, commettere l’errore di considerare la componente emozionale come labilità della personalità, in quanto espressione di estrema potenzialità positiva dell’organismo umano, che necessita, soprattutto, di buona e pazien te guida.
LA MEDICINA BIOLOGICA
LUGLIO - SETTEMBRE 2004
FIG. 10
Colostro e sindrome del colon irritabile CONCLUSIONI colostro bovino riduce i sintomi della IBS: numero di scariche e dolore
on tutte le preparazioni hanno la medesima attività
olto probabilmente l’attività deriva da: contenuto in lipidi (CLA) – rapporto IgG/proteine e tipologia degli aminoacidi
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Indirizzo del primo Autore: Prof. Umberto Cornelli – Docente di Farmacologia c/o il Dipartimento di Farmacologia e Terapia della Loyola University Medical School of Chicago – Membro dell’Istituto di Neuroscienze e dell’Invecchiamento (NAI) della Medical School della Loyola University – Presidente S.E.N.B. – Docente A.I.O.T. Corso Indipendenza, 1 I – 20129 Milano E-mail: info@cornelliconsulting.it Aprile 2004
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