80s 90s FACING BEAUTIES

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80s 90s FACING BEAUTIES ITALIAN FASHION AND JAPANESE FASHION AT A GLANCE



80s 90s FACING BEAUTIES ITALIAN FASHION AND JAPANESE FASHION AT A GLANCE

Rimini Museo della Città - Ala Nuova

11 ottobre - 8 dicembre 2013 Mostra a cura di Simona Segre Reinach

La mostra 80s-90s FACING BEAUTIES Italian Fashion and Japanese Fashion at a Glance esplora le innovazioni estetiche, culturali, comunicative dei due importanti sistemi della moda al loro apice negli anni Ottanta e Novanta dello scorso secolo: il prêt-à-porter degli stilisti italiani, tra cui Armani, Versace, Ferré, Moschino, Coveri e la moda radicale degli stilisti giapponesi rappresentata soprattutto da Miyake, Kawakubo e Yamamoto a partire dalla celebre sfilata parigina del 1981. Negli anni Ottanta e Novanta del Novecento la moda è diventata un fenomeno di massa, si è affermata come importante settore produttivo, come industria culturale e come uno dei principali strumenti di comunicazione. Moda giapponese e moda italiana rappresentano i due sistemi principali di questa era della moda moderna, che si affiancano al tradizionale predominio della moda francese. Pur nella diversità di storia e tradizioni i due sistemi della moda condividono alcuni aspetti basilari in un’epoca caratterizzata da varie forme di “emancipazione” da Parigi: il sovvertimento dei codici sartoriali tradizionali e della regole della couture classica, la revisione dell’identità maschile e femminile, la sperimentazione sui materiali, l’esplorazione di nuove modalità progettuali, produttive, distributive e di consumo. I designer italiani e giapponesi hanno rivoluzionato in quegli anni il panorama della moda, ciascuno secondo il proprio stile e secondo le proprie tradizioni, talvolta recuperandole, più spesso “tradendole” e ribaltandole, in modi talvolta simili, sovente completamente diversi, a volte complementari.


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DECONSTRUCTING FUNCTION: NEW SHAPES and FABRICS. Outfits by Giorgio Armani and Issey Miyake.

DRESSING DOWN/DRESSING THE PART: CONCEAL/REVEAL.

Outfits by: Giorgio Armani, Baila, Byblos, Comme des Garçons, Enrico Coveri, Dolce & Gabbana, Fendi, Gianfranco Ferré, Gai Mattiolo, Krizia, Issey Miyake, Prada, Valentino, Gianni Versace.

BLACK and GRAPHICS: NEW CHROMATIC and ORNAMENTAL CODES.

Outfits by: Byblos, Comme des Garçons, Genny, Gianfranco Ferré, Krizia, Missoni, Issey Miyake, Moschino, Gianni Versace, Yohji Yamamoto.

THE QUIET REVOLUTION: AMERICAN GIGOLOS and ANDROGYNOUS DANDIES.

Outfits by: Giorgio Armani, Comme des Garçons, Gianfranco Ferré, Matsuda, Missoni, Prada, Stone Island, Gianni Versace, Yohji Yamamoto.

ROMEO GIGLI: WEST MEETS EAST - EXCHANGE and CONTAMINATION.

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Outfits by Romeo Gigli.

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Issey Miyake Bonaveri Gianni Versace Video

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Il percorso della mostra, nello spazio sperimentale Ala Nuova del Museo della città di Rimini, si snoda lungo cinque stanze, ciascuna focalizzata sui principali temi in cui i designer italiani e giapponesi sono stati innovativi e precursori di modalità e tendenze oggi patrimonio della cultura internazionale della moda. L’ultima stanza è dedicata al designer Romeo Gigli nel cui lavoro si sono incontrati stilemi ed estetiche orientali e occidentali e che per questo abbiamo considerato come trait d’union tra i rappresentanti dei due mondi. 80s90s FACING BEAUTIES fa parte del progetto Risvolti dell’abito, una serie di esposizioni dedicate alla moda del Comune di Rimini Assessorato alla Cultura. L’Archivio di Ricerca Mazzini di Massa Lombarda. Tutti i capi in mostra - 179 pezzi e 62 outfits - appartengono all’Archivio di Ricerca Mazzini di Massa Lombarda (Imola). Attilio Mazzini ha cominciato a collezionare abiti dalla fine degli anni Settanta, ma è durante gli anni Ottanta e Novanta dello scorso secolo che la raccolta si è notevolmente arricchita di pezzi provenienti da diverse fonti, nazionali e internazionali. Oggi l’Archivio Mazzini conta più di 250.000 capi e accessori che utilizza per effettuare consulenze stilistiche. L’Archivio è regolarmente visitato da stilisti, aziende, scuole di moda e professionisti di tutto il mondo. E’ la prima volta che i capi dell’archivio Mazzini, a tutti gli effetti un museo in progress di moda contemporanea, vengono allestiti per una mostra didattica progettata in collaborazione con gli studenti dei corsi di Laurea Triennale e Magistrale in Moda dell’Università di Bologna, Campus di Rimini. Università di Bologna. Dipartimento di Scienze per la Qualità della vita. Campus di Rimini Il Campus di Rimini offre due corsi di laurea dedicati alla moda: una Laurea Triennale in Culture e Tecniche della moda e una Laurea Magistrale in Moda. Gli studenti di entrambi i corsi hanno partecipato alla messa a punto e all’organizzazione della mostra come parte del loro percorso formativo.


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ITALIAN FASHION AND JAPANESE FASHION AT A GLANCE

The exhibition The 80s-90s FACING BEAUTIES Italian Fashion and Japanese Fashion at a Glance exhibition explores the aesthetic, cultural and communicative innovations of the two important fashion systems at their peak during the 80’s and 90’s of the last century. The prêt-à-porter of Italian stilisti such as Armani, Versace, Ferré, Moschino, Coveri and the radical fashion of Japanese designers represented above all by Miyake, Kawakubo and Yamamoto, started with the famous fashion show of 1981 in Paris. During the 80’s and 90’s of the 20th Cent. fashion became a mass phenomenon; it established itself as an important sector of production, as a cultural industry and as one of the major instruments of communication. Japanese and Italian fashion came to represent the two main exponents of modern fashion, alongside the more traditional predominance of French fashion. Despite the diversity of their histories and traditions, these two fashion trends share certain basic aspects at a time characterised by various forms of ‘emancipation’ from Paris. The subversion of traditional sartorial codes and of the rules of classic couture, the revisiting of male and female identity, the experimenting with materials and the exploration of new forms of design, distribution and consumption. In those years, Italian and Japanese designers revolutionised the panorama fashion, each according to his own style and traditions, occasionally recovering but


more often ‘betraying’ and turning them upside-down in ways that were sometimes similar, often completely different and occasionally complementary. The itinerary of the exhibition winds its way through the give rooms of the experimental space of the New Wing of the Rimini City Museum; each room focused on the themes in which Italian and Japanese designers were innovative precursors of the manners and trends which today constitute the heritage of the international culture of fashion. The last room is dedicated to the designer Romeo Gigli in whose work oriental and western style and aesthetic were combined. 80s90s FACING BEAUTIES is an element of the project: Risvolti dell’abito, a series of exhibitions dedicated to fashion, sponsored by Comune di Rimini Assessorato alla Cultura. The Archivio di Ricerca Mazzini of Massa Lombarda. All the items of clothing in the exhibition – 179 pieces and 62 outfits – belong to the Archivio di Ricerca Mazzini in Massa Lombarda (Imola). Attilio Mazzini began collecting clothes in the late 70s of the last century, but it was during the 80s and 90s that his collection was notably enriched with pieces from diverse national and international sources. Today the Archivio Mazzini boasts more than 250,000 items of clothing and accessories which are used for stylistic consultancies. The Archivio receives many visits by fashion designers, businesses, fashion schools and professionals from all over the world. This is the first time that the pieces from the Archivio Mazzini, which is in practice a ‘museum in progress’, have been displayed in a didactic exhibition, designed in collaboration with students from the courses of Laurea Triennale in Culture e Tecniche della moda (BA) and Magistrale in Moda (MA) of the University of Bologna, Rimini Campus. University of Bologna, Department of Sciences for the Quality of Life, Rimini Campus. The Rimini Campus offers two courses dedicated to fashion: a 3-year degree in Cultures and Techniques of Fashion and a 2-year master’s degree in Fashion. Students from both courses have taken part in the mounting and organisation of the exhibition as part of their formative pathway.


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DECONSTRUCTING FUNCTION: NEW SHAPES and FABRICS. Outfits by Giorgio Armani and Issey Miyake.

La sperimentazione sui materiali e sulle fibre, gli accostamenti insoliti dei tessuti hanno inciso profondamente sulle forme degli abiti e sull’antropologia del vestire. Giorgio Armani e Issey Miyake, in diverso modo, sono stati tra i principali interpreti della decostruzione delle tradizioni sartoriali, in particolare attraverso un nuovo o inedito utilizzo di naturale, sintetico e artificiale. Giorgio Armani ha adottato tessuti tradizionali maschili per reinventare completi e abiti femminili e ha femminilizzato il completo maschile destrutturando la giacca. Accostando


Experimenting with materials and fibres and unusual accompanying of fabrics have made a profound impression on the forms of clothing and on the anthropology of dressing. Giorgio Armani and Issey Miyake, in different ways were the chief exponents of the deconstruction of sartorial traditions, particularly through a new and never seen before use of natural, synthetic and artificial. Giorgio Armani has adopted the traditional fabrics of men’s fashion to re-invent women’s suits and has feminised the man’s suit by deconstructing the jacket. By combining opposing concepts such as coarse and fine, structured and loose, smart and sporting, male and


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concetti opposti quali grezzo e raffinato, strutturato e sciolto, elegante e sportivo, maschile e femminile, Armani ha infuso i tessuti di un’eleganza e di un glamour inediti. Polyester was embraced by the Japanese when Paris Couture was embalmed in a cocoon of silk, ha scritto la giornalista americana Suzy Menkes, per sottolineare l’innovazione che a partire dall’incontro tra naturale e artificiale ha caratterizzato Issey Miyake. I suoi abiti, moderni e funzionali, composti da diversi pezzi separati, rappresentano pienamente il suo costante interesse per l’interazione tra il corpo, i materiali e lo spazio che si crea tra corpo e abito (in giapponese: ma), come nel progetto ‘Pleats Please’.

female, Armani infused his fabrics with and unprecedented elegance and glamour. Polyester was embraced by the Japanese when Paris Couture was embalmed in a cocoon of silk, wrote the American journalist Suzy Menkes, underlining the innovation which had characterised Issey Miyake beginning with the meeting of the natural with the artificial. His modern and functional clothes made of single pieces fully represent his constant interest in the interaction between body, materials and the space which is formed between body and item of clothing (in Japanese: ma), as in his project: ‘Pleats Please.’


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DRESSING DOWN/DRESSING THE PART: CONCEAL/REVEAL.

Outfits by: Giorgio Armani, Baila, Byblos, Comme des Garçons, Enrico Coveri, Dolce & Gabbana, Fendi, Gianfranco Ferré, Gai Mattiolo, Krizia, Issey Miyake, Prada, Valentino, Gianni Versace.

Estetica della povertà (giapponese) vs Glamour (italiano). La silenziosa uniformità giapponese, elitaria ed ermetica, contrasta con la sfolgorante ostentazione del corpo che contraddistingue molte delle proposte del prêt-à-porter italiano.


The Aesthetics of Poverty (Japanese) vs Glamour (Italian). The quiet uniformity, elitist and hermetic, of the Japanese contrasts with the blazing ostentation of the human body which characterises much of the output of Italian prĂŞt-Ă -porter.


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ITALIAN FASHION AND JAPANESE FASHION AT A GLANCE


I designer giapponesi prediligono l’understatement e propongono una moda cerebrale dai tagli asimmetrici e da un disequilibrio visivo sganciato dalle occasioni d’uso per una donna che vuole piacere prima di tutto a sé stessa. Al contrario, abiti per specifiche occasioni d’uso, da giorno e da sera, da lavoro, da tempo libero, da crociera, da viaggio, da campagna, da mare, da montagna, sempre all’insegna di glamour e seduzione sono le principali connotazioni del nuovo prêt-àporter italiano.

Japanese designers prefer understatement and offer a cerebral fashion, with asymmetrical cuts and with a visual imbalance, disconnected from the situations where it might be worn by a woman wanting to please above all herself. By contrast, the principal connotations of the new Italian prêt-à-porter were of clothing for specific occasions: for daytime and for eveningwear, for work and for leisure, for cruises and for travel, for country, for seaside and for the mountains; always in the name of glamour and seduction.


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BLACK and GRAPHICS: NEW CHROMATIC and ORNAMENTAL CODES.

Outfits by: Byblos, Comme des Garçons, Genny, Gianfranco Ferré, Krizia, Missoni, Issey Miyake, Moschino, Gianni Versace, Yohji Yamamoto.

Black is modest and arrogant at the same time. Black is lazy and easy - but mysterious. But above all black says this: I dont’t bother you - don’t bother me.

Yohji Yamamoto

Il colore nero domina totalmente le prime collezioni di Yamamoto e Kawakubo. Per l’occidente, scrive Patricia Mears, il nero ha significato dignità e pathos, ma per i giapponesi simboleggiava segretezza, furtività, artificio.


Color spells Happiness. I learned from Enrico Coveri that colour means merriness and this was why he was the winner hands-down, because he managed to convey colour even when using grey: a magnificent thing. Francesco Martini Coveri

The colour black completely dominates the early collections of Yamamoto and Kawakubo. Patricia Mears writes that for the West, black has signified dignity and pathos, but for the Japanese it symbolised secretiveness, furtiveness and artifice. The re-invention of the colour black by Japanese designers, that is to say a use that is completely different from both western and oriental sartorial traditions is one of the cornerstones of the Japanese revolution in fashion. From the 80s onwards, as a consequence of the new use of this colour/non-colour, almost an absence more than a presence, black has moved definitively into the area of daily dress.


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ITALIAN FASHION AND JAPANESE FASHION AT A GLANCE


La re-invenzione del colore nero da parte degli stilisti giapponesi, cioè un uso completamente diverso sia dalla tradizione sartoriale occidentale sia da quella orientale è stato uno dei capisaldi della rivoluzione giapponese della moda. Dagli anni Ottanta in avanti, come conseguenza del nuovo uso di questo colore non-colore, quasi un’assenza più che una presenza, il nero si è spostato definitivamente nell’ambito del vestire quotidiano. Per gli stilisti italiani colore, grafismi, contrasti, inediti abbinamenti cromatici e formali, sono forme decorative che vanno ben oltre la superficie, sono la piena espressione del trionfo del corpo e del total look, del mood effervescente, visionario e provocatorio, fatto di rivisitazioni e ironia. Colore, decorativismo e stampati hanno sancito la leggerezza della rivoluzione democratica che lo stilismo italiano con Milano capitale del prêt-à-porter ha rappresentato nella nuova cultura della moda. Un prêt-à-porter sempre più internazionale che diviene noto come “made in Italy”.

For Italian stylists colour, signs, contrasts, unusual combinations of colour and shape are decorative forms which go well beyond the surface and are a full expression of the triumph of the body and of the total look, of the effervescent, visionary and provocative mood made of re-visiting and irony. Colour, decoration and prints have sanctioned the lightness of the democratic revolution which Italian style, with Milan as the capital of prêt-à-porter , has represented in fashion’s new culture. An ever more international prêt-à-porter which has become known as ‘made in Italy.’


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THE QUIET REVOLUTION: AMERICAN GIGOLOS and ANDROGYNOUS DANDIES.

Outfits by: Giorgio Armani, Comme des Garçons, Gianfranco Ferré, Matsuda, Missoni, Prada, Stone Island, Gianni Versace, Yohji Yamamoto.

Sia gli stilisti giapponesi, sia gli stilisti italiani hanno contribuito a ridefinire e trasformare profondamente l’estetica maschile, proponendo l’immagine di un uomo che si lascia definitivamente alle spalle la “grande rinuncia” della rivoluzione borghese ottocentesca teorizzata dallo psicologo tedesco John C. Flugel. Si apre la nuova era della femminilizzazione del maschio, o per meglio dire, dell’ingresso maschile in campi fino ad allora di pertinenza femminile, come la moda e la cura del corpo.


Both Japanese and Italian fashion designers have contributed to the re-definition and transformation in depth of the male aesthetic, putting forward the image of a man who has put behind him once-and-for-all the ‘Great Renounciation’ of nineteenth century bourgeois man as theorised by the German psychologist John C. Flugel. A new era opens with the feminisation of the male, or to put it another way, his entry into fields until then belonging almost exclusively to women, such as fashion and body care.


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ROMEO GIGLI: WEST MEETS EAST - EXCHANGE and CONTAMINATION. Outfits by Romeo Gigli.

Alla sensualità sfrontata della donna Versace e alle grandi spalle della potente donna Armani, Romeo Gigli oppone una femminilità sottile, fragile e cerebrale che evoca la visione giapponese della bellezza femminile. Attento conoscitore della storia della moda e del costume occidentale e non occidentale, Gigli può essere considerato un tramite tra l’estetica giapponese e quella italiana degli anni Ottanta e Novanta.


To the shameless sensuality of Versace woman and to the wide shoulders of the powerful Armani woman, Romeo Gigli opposes a subtle, fragile and cerebral femininity evoking the Japanese vision of feminine beauty. A careful connoisseur of the history of fashion and costume, both western and non-western, Gigli may be considered as the go-between of Japanese and Italian fashion of the 80s and 90s. Simona Segre Reinach .


La Carta di Identità degli Abiti Gli abiti in mostra sono stati catalogati secondo un disegno sperimentale di tipo museale ideato appositamente per la mostra, volto a valorizzarne la biografia culturale. Oltre ai dati di carattere generale, come marchio/ stilista, tipo di indumento, collezione e datazione, viene indicata l’appartenenza del capo d’abbigliamento alla sezione della mostra, la provenienza prima dell’acquisizione da parte degli Archivi di Ricerca Mazzini, l’eventuale presenza sui media cartacei e/o digitali.

The Classification of the Garments Garments have been classified according to a methodology especially designed for the exhibition, aimed at describing the cultural biography of each garment. Besides the general information - as brand/designer, type of garment, collection and date - it is indicated the origin of the garment before the Archivi di Ricerca Mazzini found/acquired it, and the presence of the garment on traditional and new media. archiviazione diglitale -> www.pinterest.com/80s90s


I Manichini di Soldati I manichini e i busti appartengono alla ditta Soldati di Rimini, un’azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di busti e manichini artigianali propri e dei migliori marchi italiani e internazionali del settore (quali busti Tailor’s e Window mannequins). Nella Room B è presente un manichino Bonaveri vintage anni Ottanta, parte della Collezione di Soldati.

Soldati Mannequins Busts and mannequins belong to the Rimini based Soldati company which manufactures and sells handcrafted dummies and mannequins from the best Italian and international brands (such as Tailor’s dummies and Window mannequins). In Room B it is shown a vintage 80‘s Bonaveri mannequin which belongs to the Soldati Collection.


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ITALIAN FASHION AND JAPANESE FASHION AT A GLANCE

Selected bibliography BOCCA, N., BUSS, C., CALABRESE, O. (a cura di) (1991), Gianni Versace Fashion For Thought, Kabushiki Gaisha Dentsū Ōsaka Shisha. CELANT, G. e KODA, H. (a cura di) (2003) Giorgio Armani, Catalogue of the exhibition, Guggenheim Museum Publications, New York. COLAIACOMO, P. e FRISA, M. L. (a cura di) (2007), Contromoda. La moda contemporanea della collezione permanente del Los Angeles County Museum of Art, Skirà, Milano. CORGNATI, M., SALVIOLI, L., VOLLI, U. (a cura di) (2012), Coveri Story. Da Prato al Made in Italy, Skirà, Milano. DOLCE, D. e GABBANA, S. (a cura di) (2008), Diamonds and Pearls. Dolce & Gabbana, Mondadori, Milano. DOLCE, D. e GABBANA, S. (a cura di) (1996), 10 Anni di Dolce & Gabbana, Leonardo arte, Milano. DI CORCIA, T. (2010), Gianni Versace. Lo stilista dal cuore elegante, Utopia Edizioni, Foggia. Domus Moda 1 maggio 1981 Domus Moda 2 ottobre 1981 ENGLISH, B. (2011), Japanese Fashion Designers, Berg, Oxford - New York. FABBRI, F. (2013), L’orizzonte degli eventi. Gli stili dagli anni Sessanta a oggi. Fashion styles from the Sixties to today, Atlante, Bologna. FERRÉ, G. (ed.) (1999) Itinerario Gianfranco Ferré, Leonardo Arte, Milano. FRISA, M.L. e TONCHI, S. ( a cura di) (2004) Excess. Fashion and the Underground in the 80’s, Charta, Milano, New York. FUKAI, A., VINKEN, B., FRANKEL, S., KURINO, H., INCE, C. (a cura di) (2010), Future Beauty. 30 Years of Japane-


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ITALIAN FASHION AND JAPANESE FASHION AT A GLANCE

Mostra a cura di

Simona Segre Reinach Comitato Scientifico Fabriano Fabbri Federica Muzzarelli Giampaolo Proni Giovanni Matteucci Maria Canella Maria Giuseppina Muzzarelli Massimo Pulini Roberto Paci Dalò Simonetta Franci Vittoria Caterina Caratozzolo Progetto e coordinamento dell’allestimento

E. Gioia Russo Progetto e coordinamento grafico

Leandro Palanghi English Translation

Joseph Farchy


Si ringrazia:

Con il contributo degli studenti dei corsi di

Per la selezione dei capi in mostra

laurea Triennale in Culture e Tecniche della

Attilio Mazzini Benedetta Mazzini Carla Marangoni

moda e Magistrale in Moda di Rimini dell’Università di Bologna, Campus di Rimini: Triennale

Gianluca Lo Vetro

Alice Catalano Anna Dalla Vecchia Emanuela Michelucci Luca Casarotto Romer Martina Gabannini Roberta Salustri

Per la consulenza bibliografica

Magistrale

Alessandra Citti Biblioteca Campus di Rimini

Benedetta Moccia Chiara Pompa Elena Tiberio Francesca Ugolini Giovanni Teng Jiang Leandro Palanghi Niccolò Belletti

Per la schedatura degli abiti in mostra

Elisa Tosi Brandi Laura Dimitrio Per i contributi video e interviste

Per la consulenza musicale

Lucio Spaziante Per il coordinamento studenti

Luca Casarotto Romer Per la consulenza al progetto dell’allestimento

Luca Rolla e Alberto Bertini

Ozge Efek Veronica Piersanti


Italian prêt-à -porter is great because it’s quite different from French, from Paris. They try to be very creative also in the industrial field and they have the best situation in the world. Issey Miyake

I Designer giapponesi. Pezzi che si possono muovere nel silenzio e allo stesso tempo emanare grande energia. Romeo Gigli



Con il contributo di

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