Portfolio 2004/2007

Page 1

esperienze 2004/2007

Portfolio architettura


ISTITUTO UNIVERSITARIO DI ARCHITETTURA DI VENEZIA Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura Anno Accademico 2006/2007

Alessandro Comuzzi matr. 247171 via delle scuole 24, 33050 Lestizza, Udine, Italy alessandrocomuzzi@gmail.com


Sommario

Rizzi: “La deposizione dello sguardo” Burelli: “La casa di Selinunte” Villa: “Centro elaborazione dati” Santi Studio interni per edificio S.Marta

pag 04 pag 08 pag 14 pag 18

Analisi e progettazione urbanistica: Munarin: “Analisi e progetto zona stazione di Mestre” Secchi: “La città diffusa veneta, sezione dal Lido a Bassano”

pag 26 pag 32

Restauro e conservazione: Di Thiene: “Il mulino di Terenzano; rilevo, analisi e riuso”

pag 40

Disegno: Lucchese: Disegno dell’architettura

esperienze 2004/2007

Portfolio architettura

Progettazione architettonica e interni:

pag 48

Workshop: Cappai: “La torre di campo S.Margherita; luce e ombra” Ravalli: “Polo per surfisti; Hirom Beach. Marghera”

pag 52 pag 58

Tirocinio e collaborazioni: Studio Garbarino&Rusin: Progetto per la piazza di Lestizza, Edificio commerciale a S.Paolo D’Argon, Progetto per la piazza di Gonars, Ditta Mirage design Grafica per la collezione Mirage design e stand

pag 64 pag 68 pag 72 pag 76

Progetti Nautica: Concorso YYDA 3 Progetto AleCat2 – collaborazione cantiere di Roma

pag 80 pag 88


Renato Rizzi Progettazione Architettonica 1


Modello in gesso positivo dello spazio interno della chiesa di S.Salvador, Venezia

La deposizione dello sguardo

Nel fare architettura non si dovrebbe

cupola. Figure che mettono insieme prin-

mai separare la “ricerca” dalla disciplina

cipi diversi, opposti: unità e movimento,

“architettura”. E se in questo contesto

gerarchia e innovazione, legge formale

la didattica sembra essere più urgente,

e libertà espressiva. Ovvero la cupola

almeno al primo anno di corso, non lo

metafora

è meno la ricerca, che dovrebbe essere

cavità di un mondo mineralizzato che (ci)

sempre presente, per quel poco, anche

“vede”. In relazione all’anno precedente

nella didattica. La didattica nel nostro

che ha analizzato la pavimentazione

caso ha avuto come tema il ripensa-

della basilica di S.Marco, e la possibile

mento degli spazi interni di diciassette

relazione tra immagine fisica e immagine

chiese veneziane. Non il ripensamento di

simbolica, quest’anno, in continuità con

tutto il volume interno, solo di una parte,

il

quella superiore, relativa alle coperture e

postato, lo studio si è spostato dal tema

alle volte. Infatti, la ricchezza delle chiese

dell’immagine a quello dello sguardo.

veneziane deriva da pochi archetipi for-

Le volte delle diciassette chiese sono ap-

mali: l’intersezione tra cubo, cilindro e

punto questi “occhi”.

dell’occhio.

programma

Occhio-sfera,

precedentemente

im-

5


Per fare questo, la didattica ha impostato

nità già prima e questa dignità dovrebbe

un metodo molto semplice.

essere mantenuta. Basta ricordare la

Primo, è stato offerto a noi studenti un

grande arte scultorea e pittorica.

materiale già straordinario di per sé.

“Deposizione”:comporre

Secondo, dovevamo disegnare.

grande pietà, con grande senso di grazia.

Terzo, bisognava osservare e interpretare.

Nel nostro caso, al di la delle metafore,

Disegnare per iniziare a percepire il senso

ci si è rivolti nuovamente proprio a questi

dello spazio interno della chiesa.

grandi “occhi“ di pietra, sulle cui volte si

Poi, dovevamo andare sul posto e os-

riflettono le immagini delle molte Venezie,

servare quali erano i segni fondamentali

da quella fisica a quella trascendente.

da selezionare e quindi mantenere per il

“Occhi” vigili che ci guardano costante-

nostro lavoro.

mente ma allo stesso tempo sorreggono

Infine, interpretarli per l’impostazione dei

proprio con il loro “sguardo” l’immagine

modelli, in quanto ogni modello è un’

simbolo: “la sindone di pietra”. Questi oc-

interpretazione della condizione reale

chi rovesciati (di 180 gradi) sono oggetti

della chiesa. In questo modo abbiamo

ai quali prestare tutta la nostra dedizione,

realizzato i vari disegni conoscitivi e pre-

tutta la nostra cura.

disposto i disegni per la costruzione dei

I modelli si trasformano ora in culle:in esse

negativi dello spazio interno. Poi si sono

riposano le immagini dello sguardo.

anche

con

costruite le casseforme per contenere il gesso liquido. Tutto questo, dal punto di vista didattico, ha portato anche ad un’altra esperienza. Quella attraverso la costruzione dei modelli di un cantiere in vitro. Ciò che ha permesso di anticipare l’esperienza di un vero cantiere: metodo organizzativo, previsione e precisione costruttiva. Ma la didattica possedeva anche un altro risvolto, che coinvolgeva la temporalità: preparazione, attesa, sorpresa. Tre tempi del lavoro ai quali è legato il risultato dell’opera: successo o fallimento. Emerge dunque il tempo della vigilia, vissuto con ansia per il risultato dell’opera. Ma sarà l’opera stessa, alla fine, a rispondere. In che modo? Con la forza del suo fascino. L’opera restituisce con il pathos della forma la risposta alle fatiche, alla dedizione, alle aspettative profuse dallo studente al proprio lavoro. Ultima questione: La deposizione dello sguardo. La deposizione è una parola molto nobile. Ma anche una sfida diretta ad altre due parole, oggi molto usate se non abusate dal linguaggio architettonico contemporaneo: de-composizione e decostruzione. Le quali hanno per sfondo il negativo. Diversamente, “deposizione” apre ad un diverso modo di pensare, e di comporre, poi. Fa riferimento a qualcosa che aveva dig-

6

Modello in cartonlegno del negativo dello spazio interno della chiesa di S.Salvador, Venezia


Pubblicazionde del lavoro svolto durante il crso di progetazione architettonica 1 In copertina S.Maria della salute, Venezia.


Augusto Romano Burelli Progettazione Architettonica 2


La torre nella casa mediterranea

La casa degli archeologi a Selinunte

Il progetto propone l’ampliamento delle

modo innovativo, sia riusando i conci di

conoscenze sulla progettazione architet-

pietra tufacea del luogo e la pietra lavica

tonica come arte costruttiva. Cioè come

dell’Etna, sia impiegando alcune tecnolo-

progetto che non può prescindere dai

gie del taglio della pietra permesso dalle

valori dimensionali dello spazio, a quelli

attuali macchine a controllo numerico.

del manufatto in quanto sistema murario,

Particolari elementi durante il labora-

tecniche di costruzione, dai materiali

torio hanno permesso di individuare le

costruttivi.

tipologie della casa mediterranea. Un

L’esperienza condurrà attraverso il pro-

insieme di spazi dall’involucro murario

getto di un edificio di abitazione sulla

trilitico staticamente e costruttivamente

scogliera di Marinella a Selinunte (TP). La

determinato (i vani involucro)e dotati

città siculo-greca-fenicia è stata un labo-

di: copertura piana praticabile, scala di

ratorio di tipologie d’abitazione, su cui

collegamento esterna, sovrapposizione

per sette secoli si è sperimentato il tema

parziale o totale dei vani involucro, ap-

architettonico della casa mediterranea.

ertura di finestre e porte di dimensione

Tale tema è caratterizzato da grande

verticale, composizione geometrica delle

ascetismo

da

aperture giustapposte nei vani per favori-

un’organizzazione cellulare corrispon-

re il riscontro d’aria, modellato lieve delle

dente ai vani della casa, da murature

superfici, colore calce, dei piani involucro

piane e continue, da coperture con lievi

che si combinano liberamente rispetto al

spioventi, da una flessibilità di adatta-

piano edilizio, dei vani involucro che si

mento ai siti e alle loro asperità

combinano con muri alti come il vano e

Il progetto ripropone la ricostruzione di

muri solcati da aperture che si riducono

un punto di vista italiano sul progetto

in lesene pilastri e pergole, dell’involucro

d’architettura della casa mediterranea,

murario che obbedisce alla sua orditura

valevole sia per la città come per piccoli

in conci o blocchi.

formale-decorativo,

centri. Tale punto di vista si baserà su una concezione costruttiva “plastico-muraria”. Questa concezione impone l’impiego dei materiali della tradizione, rivestiti però in

9


Schizzi di analisi; il muro nella casa mediterranea

Schizzi di analisi; incrocio di volumi nella casa mediterranea

10


Fase progettuale

Vengono individuati inizialmente tre blocchi principali che si compongono a formare una piccola corte interna, protetta sul quarto lato da un importante muro che delimita lo spazio privato dallo spazio pubblico. Il muro che delimita la zona privata è affiancato da un altro muro che confina con la strada, e tra questi, viene sistemata la stretta scala d’accesso pubblico-privata che discende fino alla spiaggia sottostante, passando sotto (privato) o a lato Schizzo di progetto, pianta tipo e riferimenti costruttivi

dell’abitazione (pubblico), con due diversi percorsi. I caratteri progettuali sono propri di un architettura mediterranea, come analizzato all’inizio del corso. Vengono presi in considerazione schemi classici e forme semplici e regolari. I tre blocchi principali sono organizzati nel seguente modo. Il blocco più alto, ospita la zona notte, con camere doppie e camere singole, dotate entrambe di un affaccio con terrazzo ed è organizzato seguendo la tipologia, i vincoli e le necessità della torre. Ogni piano è un entità privata. La torre è una struttura indipendente e collegata con le altre zone della casa, esclusivamente al primo piano. Questa

Schizzo di progetto,sezione tipo

scelta progettuale individua automaticamente dei percorsi preferenziali all’interno dell’abitazione.

In questa fase progettuale, vengono prese a riferimento e studiate le architetture sviluppate verticalmente dell’architetto tedesco Oswald Mathias Ungers. Il blocco centrale ospita la zona comune. Al primo piano, con l’ingresso, il salotto e un affaccio sulla terrazza esterna e sulla corte interna, non viene interrotta la visuale direttamente dalla corte interna verso il mare. Al secondo piano, trova spazio la zona studio con un accesso laterale su di un piccolo terrazzo che sovrasta la zona di intersezione tra questo blocco e il successivo. Schizzo di progetto, vista prospettica dell’edificio per analizzare i volumi

Il terzo blocco appunto, ospita cucina,

11


Planimetria scala 1:1000

sala da pranzo e le scale di distribuzione ai piani superiori e alla grande terrazza sovrastante i due blocchi. Viste le necessità abitative e di lavoro degli archeologi, viene predisposto al piano terra, e quindi facilmente raggiungibile dalla spiaggia e quasi indipendente dagli spazi abitativi, una zona laboratorio per la pulizia e l’analisi dei reperti archeologici. Tutto l’edificio si incastra e si sostiene su di un ripido pendio affacciato sul mare esposto a nord-est. La facciata viene trattata con colori propri di un architettura mediterranea e i materiali sono quelli della tradizione. Le forme in Pianta piano terra scala 1:200

facciata dichiarano un estrema regolarità strutturale e compositiva, rianalizzando in chiave moderna tutti gli elementi che compaiono nelle architetture mediterranee e sviluppati nel corso di centinaia di anni. Sovrapposizioni, aggiunte, tagli servono per realizzare passaggi preferenziali e importanti canali d’ombra dove proteggersi dalla calura estiva. L’importanza dell’esposizione delle facciate e quindi la possibilità di realizzare aperture e terrazzamenti.

Il corso di progettazione architettonica, tenuto dal professore Augusto Romano Burelli, ha raccontato un modo di costruire e ha insegnato una tipologia ben precisa, Pianta primo piano scala 1:200

12

legata alla tradizione mediterranea.


Sezione tipo scala 1:200

Prospetto est, scala 1:200

Prospetto sud scala 1:200

13


Angelo Villa Progettazione Architettonica e Urbana


Immagine render CED

Centro elaborazione dati Si può considerare il centro elaborazione

Il lotto è servito da tre passi carrai.

Il profilo adottato per la facciata assec-

dati un manufatto di architettura indus-

L’accesso principale al lotto avviene dal

onda il gioco di luci ed ombre, offrendo

triale, intendendo con questa definizione

piazzale della fabbrica.

contemporaneamente

un’architettura caratterizzata dall’essere

Da questo passo carraio transitano i

globale compatta e leggera.

soprattutto raffigurazione di meccanismi

camion diretti al magazzino previsto a

Il carattere peculiare della struttura viene

di funzionamento e di costruzione lasci-

piano terra.

accentuato grazie ad una serie di vantaggi

ando da parte elementi decorativi.

La caratterizzazione costruttiva delle

funzionali e tecnologici quali per esempio

Il tema di progetto propone di trasporre in

volumetrie delineate dal progetto si fonda

un assoluto isolamento termico.

una definita immagine architettonica un

sulla restituzione figurativa degli ap-

dispositivo di funzionamento e di costru-

parati statico-strutturali nonché del loro

zione considerato ottimale rispetto alle

rapporto con elementi e materiali di tam-

necessità di uso.

ponamento, rivestimento, finitura.

Il CED si configura come un fabbricato al

Per

cui interno vengono concentrate tutte le

struttura del CED (magazzino, area

apparecchiature

(server,

elaborazione dati, uffici), e le strutture di

computer e altro) necessarie alla gestione

tutte le componenti accessorie (scale,

e al controllo del processo produttivo di

ascensore, scale di sicurezza e blocco

una Azienda. L’edifico progettato si col-

servizi) sono state previste in elementi

loca tra gli spazi produttivi dell’azienda

prefabbricati di cemento.

(capannoni e spaccio aziendale) e un

Per le stesse ragioni, le scelte dei materiali

quartiere periferico di una cittadina del

di tamponamento sono state progettate

nord Italia.

in pannelli prefabbricati metallici isolanti.

elettroniche

ragioni

economico-funzionali

un’immagine

la

15


Il CED è costituito dai seguenti spazi d’uso: magazzino-deposito (piano terra ), centro elaborazione dati (primo piano ), uffici (secondo piano). Gli elementi accessori sono: impianti di risalita (scala fissa, ascensore e scale di sicurezza), servizi igienici (posti ad ogni piano). Il dispositivo funzionale risponde alle seguenti caratteristiche: a. flessibilità distributiva e impiantistica, b. accessibilità, c. resistenza al fuoco delle componenti strutturali e di tamponamento, Per garantire la flessibilità distributiva e impiantistica dell’edificio vengono rispettati i seguenti vincoli: gli impianti Render prospetto , studio rivestimento

di risalita e i servizi igienici sono collocati all’esterno dell’area di lavoro, la cabina ENEL, i gruppi elettrogeni, i quadri elettrici, i gruppi frigoriferi e le macchine trattamento aria (CDZ) vengono posti in copertura, le canalizzazioni relative a tutti gli impianti vengono poste all’esterno dell’area di lavoro, in appositi cavedi, per tutti i piani (escluso il piano terra) viene predisposto un pavimento galleggiante (ispezionabile) e un controsoffitto (ispezionabile). Per l’accessibilità all’edificio è prevista: una scala di servizio (antincendio) accessibile da tutti i piani (anche copertura) con lo sbarco al piano terra direttamente all’esterno, una scala fissa accessibile da tutti i piani, un ascensore-motacarichi con

Render passaggio sulla passerella

Sezione B-B scala 1:500

16

sbarco, anchesso, a tutti i piani.

Sezione A-A scala 1:500


Piano terra scala 1:500

Primo piano scala 1:500

Secondo piano scala 1:500

Pianta copertura scala 1:500

Prospetto nord scala 1:500

Prospetto est scala 1:500

17


Attilio Santi Architettura degli interni


Immagine render interno cellula doppia

Progetto per un edificio a S.Marta Il tema del corso prevede la progettazi-

determinando una composizione sim-

one di una residenza per studenti nel

metrica.

quartiere di S.Marta a Venezia.

Il tema del corso indirizza l’attenzione

L’idea progettuale si appoggia ad una

principalmente sullo sviluppo dei due

realizzazione principalmente funzionale

elementi principali: la cellula doppia e

e diretta alle caratteristiche della vita

quella singola.

studentesca. Si ragiona dunque su di una disposizione suddivisa in tre tipologie: spazi comuni per lo studio e la distribuzione ai locali, camere doppie realizzate inserendo un livello soppalcato e più piccole camere singole realizzate su di un piano unico. Questi tre elementi, all’interno dell’edificio, si intersecano con una composizione simmetrica a blocchi, in modo da formare un volume pulito e regolare. Gli spazi comuni, sono organizzati per inserirsi nelle “spaccature” realizzate con slittamenti dei volumi elementari che compongono la struttura compatta, in modo da non intaccare la disposizione delle cellule residenziali. Il movimento della facciata è dato dall’inserimento di piccoli terrazzi a servizio della cellula singola e di quella doppia e ampie aperture si inseriscono in maniera regolare su tutta la facciata,

19


Piano inferiore tipologia “volume doppio” scala 1:100

Piano superiore tipologia “volume doppio” scala 1:100

Sezione A-A tipologia “volume doppio scala 1:100

Per quanto riguarda la cellula doppia,

al soppalco che interessa una parte

sbalzo dal setto portante viene rivestita

vengono messe in evidenza le necessità

dell’area della cellula.

con un’essenza lignea più scura come

di convivenza di due studenti. La

necessità

ambienti

di

poter

creare

l’okumè. Il corrimano è in profilo metal-

garantisce la luminosità dell’ambiente e

lico e prosegue al piano soppalcato

separati,

l’aerazione è prevista con lo scorrimento

accoppiandosi ad un parapetto di vetro

dedicati allo studio e al riposo, ha portato

sovrapposto dei pannelli vetrati della

antisfondamento. La parete portante

all’inserimento di un piano soppalcato

finestra.

che sostiene la scala è colorata di rosso

che individua la zona dedicata al riposo

I rivestimenti interni prevedono una

bordeaux, in contrasto con il resto della

rispetto a quella d’ingresso studio.

pavimentazione interamente in legno di

muratura intonacata al civile e tinteggiata

Il locale dei servizi viene ricavato sotto

abete, la scala in calcestruzzo armato a

con colore bianco.

20

apparentemente

La parete quasi interamente finestrata due


Immagine render volume doppio

Immagine render volume doppio

Immagine render volume doppio


L’illuminazione notturna è stata studiata con lampade ad incasso tipo Palagi, inserite entro un controsoffitto rivestito da pannelli in compensato di betulla. L’ingresso alla cellula avviene dal piano inferiore e al piano superiore c’è la possibilità di accedere ad un minimo terrazzo sul retro dell’edificio.

Analizzando la cellula singola, troviamo una semplice e funzionale disposizione

Pianta tipologia “volume singolo” scala 1:100

che comprende, servizi, letto, scrivania e terrazzino. Lo studio dei rivestimenti interni rispecchia la tipologia della cellula più grande, conservando la pavimentazione in legno di abete e la controsoffittaura in compensato di betulla, nella quale vengono incassati i faretti per l’illuminazione notturna. Anche in questo caso l’illuminazione diurna è garantita da un ampia finestra

Sezione B-B tipologia “volume singolo” scala 1:100

apribile a compasso.

Immagine render, composizione dei due locali singoli

22


Schizzi di progetto delle due cellule


Composizione intero edificio Piano terra Scala 1 200

Composizione intero edificio Primo piano Scala 1 200

Composizione intero edificio Secondo piano Scala 1 200

24


Composizione intero edificio Terzo piano Scala 1 200

Composizione intero edificio Quarto piano Scala 1 200

L’edificio nel complesso è composto da 5

singole. Nell’edificio sono presenti 6 al-

piani fuoriterra. Il piano terra è dedicato alla

loggi doppi e di conseguenza 12 alloggi

reception, agli spazi di servizio e a quelli

singoli.

dedicati agli impianti. Da questo partono

Il volume dell’alloggio doppio è di con-

i due vani scale speculari all’edificio che

seguenza pari alle dimensioni di due

al primo piano servono i primi due alloggi

aloggi singoli accoppiati compresa la

doppi, due aule studio con adiacenti

distribuzione.

vani scale per quattro alloggi singoli e un ampio spazio comune che ospita il vano scale a servizio di ulteriori quattro cellule singole. I vani scale alle estremità dell’edificio conducono al terzo piano. Su questo piano troviamo una composizione molto simile a quella del piano primo. Abbiamo quindi l’accesso a quattro cellule doppie e due vani scale adiacenti alle aule studio a servizio di quattro cellule

Schema compositivo degli alloggi singoli di colore blu, doppi di colore rosso, e degli spazi comuni viola. Fase di montaggio.

25


Stefano Munarin Urbanistica


Simulazione render plastico el plastico

La stazione di Mestre Il principio su cui si basa la proposta

organizzare sedi stradali e, parzialmente,

ducendo elementi d’arredo (sedute, ac-

richiama le esperienze inglesi, olandesi

residenza e servizi, dilatando lo spazio

qua, alberi, …), usando materiali che

e danesi dell’ingegnere olandese Hans

pedonale oltre le dimensioni attuali, fino a

rafforzino l’idea di uno spazio pregiato e

Monderman: condizionare la velocità e

coinvolgere il piano terreno di un edificio

protetto, diverso dalla pista asfaltata. La

la sicurezza del traffico, ridisegnando e

multipiano da ricostruire;

velocità del traffico lungo la strada-parco

riambientando gli spazi stradali, per “dis-

3. introdurre un parcheggio multipiano

si assume di 30/35 km/ora;

orientare” la confidenza dell’automobilista

per assorbire la domanda oggi sodd-

7. modificare le altre sedi stradali com-

con la pista asfaltata.

isfatta con parcheggio in linea sui bordi

prese nell’isolato, applicando lo stesso

La qualità dell’intervento vuol produrre

delle strade;

principio già enunciato: escludere disliv-

anche una continuità visiva tra l’ambiente

4. migliorare i siti di ricevimento dei viag-

elli a gradino, far convergere l’acqua al

della stazione e il tessuto urbano cir-

giatori: bus, taxi, auto private, parcheggio

centro, introdurre filari che ombreggino la

costante, superando l’effetto barriera

e noleggio biciclette;

carreggiata.

e di reciproca estraneità provocato dal

5. ristrutturare il blocco ovest della stazi-

traffico

one per ottenere servizi e sale d’attesa

Si propone:

con doppia visuale: verso la strada parco

1. confermare la gerarchia delle tre fasce

e verso i binari;

di traffico della viabilità esistente;

6. ridisegnare le pavimentazioni stradali

2. ristrutturare una parte dell’isolato per ri-

escludendo dislivelli a gradino ed intro-

27


Z

Uso degli edifici

O

C

O O

D

0

31

2

29

2

26

Residenziale Produttivo secondario Produttivo terziario Misto resid e prod secondario Misto resid e prod terziario Servizi (park) Fronti commerciali AttivitĂ dismesse Stazione

70

33 32

25

7

V A

ARTIGARA

22 29

LCAVI

2

V

21

V

3 0 G

T

1

VIA VIAL

3

27

A

31

NE

29

1 4

8

27

13 5

30

29

10 4

ENA

10 0

I

ONGH

28

35

1

26

32

31

32

31

32

32

MES

ENE

28

26

31

CA

22 18

3

82 39

27

7

22

DELLA

2

Percentuali riferite al numero degli edifici Residenziale Produttivo secondario Produttivo terziario Misto res e prod secondario Misto res e prod terziario Servizi Fronti commerciali Nessuno Stazione

50% 6 10% 1 22% 3 65% 1 22% 6 10% 20 73% 2 44% 8 53% Obiettivi: riconoscere, qualificare e valorizzare l integrazione residenza stazione

UI DUE FR NTI ALT A BL CC E BA S IN LINEA

0

31

2

Tipologie edilizie

29

2

26 33

Uni-bifamiliari Torre Blocco Speciali Capannoni

7 25

32

VIA

ART GARA

2

1

IA

29

20

A

21

7 31 23 2

U

30

20

27

31

NE

ST

0

E

32

27

13 5

30

32

35

1

6

29

10 4

HENA

10

LONG

8

32

31

31

32 28

6

1

STAZIONE

Z

22 18

3

82 39

2

27

22

2

DELLA

Percenua i riferite al numero degli edifici Uni bifamiliare Torre Blocco Speciali Altro Capannoni

10 26% 2 56% 70 51% 10 26% 6 41% Obiettivi: confermare tipologie antagoniste tra i due fronti; accentuare linearitĂ del corpo stazione, razionalizzare la tipologia a blocco

O

30

1

2

Stato di conservazione

22

26

29

33

Buono Mediocre Pessimo

7

32

25

1

VIA

ARTIGARA

2

1

ALCAVIA

2

2

21

8 1

IA

0 G

30 T

VIAL

2

A

31

NE

29 ENE

0

MEST

8

32

28

26

Percentuali rifeite al numero degli edifici

28

35 29

10 4

VI

22 18

61,97% 32 39% 5 63%

1 9 13 5

30

32

31

31 27

32

00

27

Buono Mediocre Pessimo

2

HENA L NG

28

26

1

CA

Obiettivi: qualificare i corpi edilizi e gli spazi scoperti

82 9

27 22

2

DELLA


D

D

0

31

2

Numero di piani degli edifici

29

2

26 33

1 fuor terra 2 fuor terra 3 fuor terra 4 fuor terra 5 fuor terra 6 fuor terra Oltre 6

7 25

32

VIA

ART GARA

2

1

IA

29

21

20 7 31

23 2

IU

30

20

27

Z

31

NE

ST

0

E

27

6

35

13 5

30

29

10 4

HENA

10

LONG

8

32

1

31

32

32

31

32

28

6

31

STAZIONE

22 18

3

82 39

2

27

22

DELLA

2

Percentuali riferite al numero degli edifici 1 fuoriterra 2 fuoriterra 3 fuoriterra 4 fuoriterra 5 fuoriterra 6 fuoriterra Oltre

10 25% 14 10% 21 79% 28 20% 17 95% 3 85% 3 85% Obiettivi: rafforzare l’integrazione dei servizi tra stazione e residenza; migliorare l’uso ciclo pedonale delle strade

IL TRAFFIC E BARRIERA TRA I RE IDENTI E LA TAZIONE

Traffico

e

1

2

29

26

Intensità 1 Intensità 2 Intensità 3 Parcheggi lungo strada Pista ciclabile

33

1

32

3

1

4

TIGARA

2 IA

29

21

8 31 0 G

23 T

3

2

A

29 ENEZ

31

1 4

27

35

13 5

30

10 4

10

LONG

8

32

1 9

6

HENA

28

1 trafficato 2 limitatamente trafficato 3 molto poco trafficato

32

31

32

31

32

26

31

MEST

8

Sono stati osservati i flussi di traffico sui segmenti strada i compresi nell’ambito della stazione ferroviaria sulla base dei seguenti parametri:

22 18

3

82

27

7

22

Nella prima zona è stato rilevato un flusso massimo al minuto di quasi 30 macchine, 5 scooter, 1 pulman, 4 bici Nella seconda zona, 14 macchine, e 6 biciclette

LLO

CA

2

2

DELLA

Obiettivi: far convivere traffico automobilistico e pedonale privilegiando il pedone

Nella terza zona, quasi 1 macchina e prevalentemente flusso ciclopedonale

G

R

0

1

2

29

26 A

33 G

2a 1

32

Ambiti analizzati

25

1

VIA

ART

RA

2

19

21

V

1 -Ambito residenziale 2 -Ambito della stazione 3 -Ambito dei servizi

3 0 G

T

A

E

29 ENEZ

IA

20 8 31

LO

CA

27

31

1 4

32

6

26

31

E

1 9 13 5

30

32

32

31 35 29

10 4

HENA

10

LONG

8

2

2

29

31

32 28

MEST

V

3

22 3 7

18

82 39

27 22

2

DELLA

Obiettivo: ricucire le parti scollegate

29


Il lavoro iniziale è stato quello di analizzare nel modo più completo possibile la zona adottata per il progetto. Sono stati analizzati gli edifici rispetto a morfologia, funzione,

dimensione,

manutenzione

(tipologia, uso, stato di conservazione,

0ARCHEGGIO RESIDENTI IN AMBITO RESIDENZIALE

numero di piani ecc) e naturalmente

:ONA RISERVATA A SCARICO PERSONE

l’organizzazione, natura e intensità del

0ASSAGGIO VEICOLARE LIMITATO

0ERCORSO PEDONALE

traffico che insiste su quest’importante e problematico settore della città di Mestre.

0ERCORSO ALTERNATIVO

Il progetto propone la realizzazione di 0ARCHEGGIO BICICLETTE ).4%22!4/

0ISTA CICLABILE

3EDUTE

una zona verde inserita tra l’ambito residenziale e l’ambito della stazione. Il tratto stradale esaminato si trova in via

:ONA RISERVATA A 4AXI !UTOBUS COME ESISTENTE

della Stazione, compreso tra Via Fagare a Ovest e Via Piave a Est. L’intervento si prefigge di pedonalizzare

Schema progettuale

la zona antistante le FF.SS, in modo da creare una sinergia tra i servizi propri delle ferrovie e la zona residenziale. Attualmente la stazione è distaccata dalla città e produce una sorta di ordinaria periferia dequalificata. Il viaggiatore che si trova a dover aspettare nella stazione di Mestre, incontra difficoltà, tanto nell’attesa che nel muoversi nell’intorno. L’area verde produrrebbe una sosta piacevole e creerebbe un legame tra i servizi proposti nell’ambito residenziale (Bar Ristoranti Taverna) e quelli della stazione ferroviaria (McDonalds Edicola Tabacchi, ecc). Viene prevista la riorganizzazione del traffico coinvolgendo anche le altre strade disponibili nell’intorno. Strade,

Vista render progetto aerea del complesso

queste, che attualmente presentano un’importante quantità di parcheggi “selvaggi” che verrebbero sistemati in apposite aree destinate ai residenti. L’intaccamento della zona residenziale per il passaggio, genera naturalmente degli inconvenienti, tuttavia assorbiti dalla presenza del parco in linea o parcostrada. E infine, si prevede anche la riorganizzazione dei servizi presenti nell’ambito d’intervento da integrare nell’area parcostrada, quali: parcheggio biciclette con tipologie particolari (anche multipiano) per eliminare il disordine che caratterizza la stazione, organizzazione di aree per carico-scarico, attesa passeggeri.

30

Vista render dalla pensilina della stazione verso la strada


Estratto da progetto

31


Bernardo Secchi Progettazione urbanistica


Porzione di fotopiano

Studio della sezione Bassano-Venezia Ipotesi di circuito metropolitano

Durante il corso di Progettazione Ur-

Studio della sezione da Bassano al Lido

Analisi di alcuni centri considerati princi-

banistica, ci è stata proposta una lunga

di Venezia.

pali; Bassano, Montebelluna, Castelfran-

sezione territoriale congiungente il Lido di

Analisi dei residenti all’interno della

co, Naviglio del Brenta, Mestre, Treviso.

Venezia con la cittadina di Bassano del

sezione per verificare la diffusione nel ter-

Grappa, nella quale vengono riconosciute

ritorio e constatare i nuclei con maggiore

situazioni differenti e con un differente

densità di popolazione.

spessore storico che pongono al pro-

Studio geomorfologico al fine di trovare

getto di architettura della città domande

delle relazioni tra diffusione e tipologia del

e problemi differenti.

territorio. I centri con maggiore densità, si

La riflessione su queste differenze ci ha

trovano al confine con zone geomorfo-

portato ad affrontarle con un atteggia-

logicamente diverse.

mento progettuale che senza negarle,

Sono stati individuati Bassano, Castel-

sappia ricondurle se possibile, a rifles-

franco Veneto e Mestre.

sioni più generali circa il possibile futuro

Analisi idrografica del territorio con

della città e del territorio europeo.

conseguente individuazione dei centri maggiori situati in prossimità dei corsi

Analisi

d’acqua.

Individuazione dei centri industriali e

Tipologie di sviluppi insediativi, per capire

commerciali di maggiore rilievo, impianti

quali processi di sviluppo ci sono e da

sportivi, ecc.

cosa sono generati e vincolati.

33


Strategia

L’analisi

produce

l’individuazione

di

una città frammentata, con centri più importanti e centri “inferiori” che orbitano attorno ai primi, il cosiddetto fenomeno della dispersione urbana. Bolle che si distaccano dal nucleo, generando centri inferiori oppure, cittadine o piccoli nuclei che non hanno avuto sviluppo commerciale o industriale a causa dell’influsso di centri maggiori che assorbono la loro domanda di servizi. Sono paesi che conservano un nucleo storico e che tendono a svilupparsi secondo le tipologie rappresentate precedentemente (lineare, radiale a ventaglio…). Gli sviluppi sono dettati da condizioni geomorfologiche e fluviali, da flussi viari importanti e, in alcuni casi, rientrano nella rete viaria generata dalle antiche centuriazioni romane.

I problemi generati da questa situazione sono la riduzione di contatto all’interno

Schizzo di progetto

dei nuclei e la convergenza totale verso zone fulcro, individuabili nei centri commerciali, che diventano i nuovi spazi di relazione, le nuove piazze, come anche le zone industriali e produttive, le zone sportive, servizi per l’istruzione ecc. La convergenza si viene a creare prevalentemente con i mezzi privati cui l’utente è regolarmente obbligato e che si muovono su reti stradali non sempre qualificate. Servizi pubblici in alcuni casi insufficienti e in altri casi molto funzionali, non soddisfano l’esigenza del singolo sempre costretto ad accedervi col mezzo privato. Il tratto ferroviario principale vertebra l’intera sezione, soddisfando esigenze metropolitane, con un servizio nato in realtà per garantire la connessione a lunga tratta. Una mediazione di servizio a svantaggio della velocità e più vicino appunto all’esigenza della scala inferiore. Servizio comunque insufficiente, visto l’unicità della tratta, escluso l’attraversamento verso Treviso all’altezza di Castelfranco, che garantisce un servizio inadeguato

34

Rappresentazione dell’edificato


Direttrici del progetto

Aree di connessione tra le direttrici metropolitane

35


alle necessità di una sezione oltre modo frammentata. Questa sezione appare come la premessa alla metropoli, cioè a una quantità di piccoli centri che con un espansione continua tendono ad unirsi in un unico grande centro. Tuttavia questa espansione che tende a unificarsi trova ostacolo nel “caos” delle periferie che male si relazionano con il paesaggio in cui sono sorte. Un paesaggio discontinuo, frammentato contraddistinto da frequenti e vere e proprie tensioni.

Deframmentazione,

strumento

di analisi e di progetto

La deframmentazione è uno strumento disciplinare intermedio, da un lato di lettura analitica, dall’altro di pratica operativa ed è stato utilizzato per un analisi degli elementi urbani, contemplando nello stesso tempo un’ipotesi di funzionamento. Lo scopo è stato di comprendere le potenzialità che il vuoto presente nelle porosità del paesaggio periurbano ha, di Analisi area n. 5

essere elemento di discontinuità e contemporaneamente elemento omogeneo e funzionalmente organico al sistema città che si va riformando. E’ stato importante descrivere questo processo come rappresentativo di uno schema di funzionamento dinamico (culturale e socioeconomico), piuttosto che solo di un mero processo di trasformazione morfologica del paesaggio urbano e periurbano.

Progetto

L’intervento è quindi di tipo normativo, riguarda cioè la definizione di standard per regolamentare uno sviluppo fino a questo momento forse toppo casuale o comunque dettato più da necessità contingenti e circoscritte che non tengono conto del territorio circostante come appartenente ad un sistema complesso. Per favorire l’integrazione del sistema, si mira a inserire un percorso di metropolitana leggera, sfruttando i binari esistenti, Analisi area n. 4

36

risanando la tratta dimessa che parte


da Camposampiero e intensificando le fermate con l’inserimento di due stazioni ferroviarie. Le fermate diventeranno non più solo punti di passaggio ma anche veri e propri centri di riferimento per la vita sociale.

Si propone cioè di innescare un processo virtuoso che modifichi il ruolo delle stazioni metropolitane, le loro caratteristiche mono-funzionali ed il ventaglio dei servizi e delle funzioni che devono poter offrire sulla breve tratta. Accanto alle tradizionali attività di supporto su ferro (biglietteria, deposito bagagli, ristorazione veloce) nelle stazioni si cerca di concentrare una molteplicità di funzioni che si rivolgano Analisi area n. 3

anche alla città, potenziando il ruolo di cerniera urbana delle stazioni stesse.

Analisi area n. 1

Analisi area n. 2

37


Ecco allora che queste ultime si trasformeranno in punti di partenza e di arrivo di percorsi diversificati, a carattere naturalistico che metteranno in contatto realtà diverse in modo indiretto, con relativi tracciati misti, carrabili e ciclopedonali (a seconda dell’esigenza) intervallati da piazze, spazi pubblici e servizi in genere. Si va dunque delineando la forma stessa delle stazioni, che dovendo rispondere a queste necessità, assumeranno una forma

di

stazione-ponte:

occasione

per favorire una riconnessione fisica a sistema del territorio. La ferrovia infatti non sarà più vista come un limite-ostacolo all’ espansione Analisi zona particolare area 2

della città bensì il collegamento di futuri quartieri o ancora meglio la premessa per la creazione di questi ultimi, sempre guardando alla città diffusa come alla metropoli in potenza.

A questo punto si verranno a creare due percorsi, più o meno paralleli, quello su rotaia e quello misto, che daranno altrettante percezioni del paesaggio. Un approccio nuovo e originale di conoscenza del territorio che permetterà di vivere esperienze diverse a seconda del percorso scelto e quindi del mezzo con cui lo si percorre.

Analisi zona particolare area 1

38

Immagini render isola polifunzionale


Immagine di sviluppo abitativo lineare

Metropolitana leggera

Riferimento progettuale. “Parco del Turia� Valencia

39


Clemente Di Thiene Rilievo dell’Architettura


Immagine render della ristrutturazione

Il mulino di Terenzano, Udine Probabilmente

l’edificio

originario

in

farine fini diversificate dal frumento) che

epoca tardo medioevale era proprio il

richiedevano un piano più alto

mulino con l’abitazione adiacente, che

di quello allora esistente, per consentire

in un primo momento era forse molto

l’azionamento dei vagli a caduta.

più piccola dell’attuale. Lo si deduce

Fu ampliato negli stessi anni anche il

dall’osservazione delle mappe napole-

corpo nord, sopraelevando una proba-

oniche (inizio ‘800) e soprattutto dalla

bile struttura esistente disposta sulla

disposizione dei muri interni che rivelano

muraglia.

successivi accostamenti.

Questi interventi furono effettuati utiliz-

Solo nel secolo scorso, il complesso fu

zando mattoni della vicina fornace, che

ampliato assumendo la definitiva forma

si differenziano da quelli dei corpi più

ad “L” che conserva ancora, chiuso dalla

antichi, che risultano fatti a mano (pasta

muraglia (sui lati nord e ovest) che deter-

gialla e poco omogenea).

mina la corte interna.

Le murature del corpo nord che elevano

Successivamente, la struttura ha subito

la muraglia di confine sono realizzate con

molte trasformazioni e ampliamenti dovuti

un interessante disposizione di ciottoli e

anche al miglioramento e potenziamento

file di mattoni (muratura listata).

dell’attività.Il fabbricato adibito a mulino,

Peraltro, questo corpo non presenta

tra gli anni ‘40 e

‘50, fu sopraelevato

nessun altro carattere di uniformità con

per poter ospitare nel piano superiore

la parte storica del complesso, non ri-

attrezzature per una più qualificata ed

sultando nemmeno completo. Piuttosto

efficace macinazione (ottenimento delle

sommaria appare la rispettiva facciata 41


verso il cortile. Di altrettanto scarsa qualità costruttiva (per ciò che si può rilevare) risulta essere stata la copertura, realizzata con travi orizzontali (sorta di terzere) disposte da muro a muro. Nel 1979 il fabbricato è stato incendiato e successivamente all’incendio oggi si presenta come un rudere. È privo della copertura e con le murature in parte crollate. La vegetazione arborea ed arbustiva ha invaso sia il cortile che l’interno dei vani compromettendo la stabilità dei muri rimanenti. Le parti crollate permangono all’interno della struttura e ricoprono uno strato di Particolare della carta tecnica numerica regionale (CTRN). Il rudere del mulino è evidenziato con tratteggi e con isegni convenzionali della vegetazione arborea. Compare ancora evidente il tracciato della roggia di Udine

20-30cm o a cumuli molto più spessi i pavimenti in pietra e calcestruzzo o ciottolato, prevalentemente conservati, rilevati tramite sondaggi. Le fondazioni in prossimità delle ruote, sono in blocchi di pietra viva, grigia calcarea del cividalese, con dimensioni d’inviluppo tra 30 e 40 cm, ancora ben conservata. Le murature sono costituite da ciottoli prelevati dalle campagne circostanti (operazione di spietramento per aumentare la fertilità dei terreni) con formazione dei contorni in mattoni fatti a mano, uniti con malta composta con le sabbie dell’adiacente torrente Cormôr e calce aerea spenta in loco. Gli intonaci che si possono ancora os-

Cartografia conservata nel Kriegsarchiv di Vienna in originale scala 1/25000

servare rilevano la formazione con sabbie grossolane del torrente e calce aerea. Si possono notare sulle murature, le aperture murate in epoche passate e i vani formati in seguito all’incendio che ha bruciato le architravi. Della copertura in parte bruciata, in parte crollata all’interno, non è rimasta significativa traccia. Si possono rivenire parti di travi, zanche e ancoraggi metallici, chiodi e tegole. La copertura da quanto si può ricavare dai documenti e dai timpani rimasti, era la classica a doppia falda delle costruzioni dell’epoca con capriate in legno, terzere e passafuori (barbacani) sulle linde, manto di sottotegola in tavelle di laterizio fatte a mano e tegole curve tradizionali ancora

Mappa di Terenzano

42

fatte a mano.


Fotografia invernale del mulino

Progetto

per riutilizzarlo nell’operazione di ricostru-

sarà costruito con una malta fortemente

zione delle parti crollate della muratura.

bastarda di cemento integrando i due

Il fabbricato è compreso nella zona V 11

L’integrazione delle murature viene pro-

corpi, vecchio e nuovo, con innesto di

del piano regolatore generale (PRGC)

posta previo rifondazione in c.a. integrata

appropriate cordolature in c.a.

del comune di Pozzuolo del Friuli (Ud),

alla muratura esistente con agganci a

Le parti lignee, tutte andate distrutte dal

che dispone la possibilità di intervento

coda di rondine.

fuoco, saranno ricostruite sulla base degli

diretto nei limiti della ristrutturazione ed-

La tipologia di intervento mira al manteni-

elementi riscontrabili con le impronte de-

ilizia senza cambio di destinazione d’uso

mento, per quanto possibile, delle mu-

gli appoggi sui muri ed i relitti rinvenuti e

e, previo piano particolareggiato con un

rature esistenti con un consolidamento

seguendo modelli esaminati in fabbricati

aumento massimo del 20% del volume

interno delle stesse realizzato addos-

di epoca e tipologia corrispondente (vec-

dell’esistente, ammettendo la destinazi-

sando un muro ad una testa di mattoni

chi fabbricati rurali in zona), tenuto conto

one agrituristica.

semipieni ( tipo bimattoni 25x12x12).

dei problemi di statica delle costruzioni.

Il progetto propone la ristrutturazione del

La composizione complessiva del muro

Per quanto si è potuto verificare il mate-

fabbricato, applicando modelli esecutivi il

finito sarà dunque la seguente:

riale usato era legno di abete rosso.

più possibile vicini a quelli originari. Per la

a) piano terra = muro esistente + una

Per quanto riguarda la disposizione delle

ristrutturazione, si fa riferimento al periodo

testa di laterizio semipieno + isolante +

travi in legno dei solai e della copertura,

prima dell’incendio del 1979.

controparte + intonaco civile;

sarà seguita l’impostazione originaria con

Il problema strutturale viene affrontato

b) primo piano e secondo piano =

le variazioni dettate dalle necessità. I solai

riproponendo le murature esistenti e rico-

muro esistente + una testa di laterizio

saranno realizzati tutti in legno con le travi

struendo con metodologia tradizionale

semipieno + isolante + pannello di car-

massicce in abete e travi rompitratta in

quelle crollate o irrecuperabili e provve-

tongesso;

legno lamellare sempre di abete.

dendo ad una integrazione strutturale per

Per quanto riguarda l’esecuzione, il muro

Considerando che i solai sono in legno,

rispondere alle esigenze antisismiche.

esistente sarà liberato dall’intonaco in-

per le parti divisorie , si ritiene opportuno

Per quanto riguarda le murature si ritiene

terno (all’esterno non c’è intonaco), pulito

proporre soluzioni leggere del tipo dop-

opportuno recuperare il pietrame e ciot-

e lavato con getto d’acqua.

pio cartongesso su telaio di legno.

tolate depositato in sito in seguito ai crolli,

Il muro ad una testa di laterizio semipieno

In quanto ai bagni, la struttura del solaio 43


in legno viene integrata da una cappa armata (rete elettrosaldata) in calcestruzzo, gettata sopra l’isolante contenuto dal primo tavolato (che poggia sulle travi) Le travi del solaio in legno vengono mantenute a vista. L’isolamento termo-acustico dei solai in legno s’intende realizzarlo disponendo il doppio tavolato superiore distanziato con mezzi morali di adeguato spessore e interposti pannelli isolanti. La copertura viene realizzata con capriate in legno, terzere e passafuori sagomati in linda, linderuoli e tavelle in cotto. Le tavelle in cotto per la linda saranno quelle recuperate in loco. Le pavimentazioni dei piani terra saRilievo piano terra scala 1:500

ranno rifatte anche in considerazione della necessità di demolire sui perimetri dei vani quelle esistenti per consentire l’esecuzione dei cordoli di fondazione. Del resto i sondaggi non hanno messo in evidenza particolarità di materiali nelle pavimentazioni

esistenti,

salvo

delle

porzioni in pietra che saranno rimossi e reimpiegati.

Rilievo primo piano scala 1:500

Schizzo di rilievo

Ricostruzione 3D dello stato di fatto

Rilievo secondo piano scala 1:500

44

Ricostruzione 3D dello stato di fatto


Stato di fatto, prospetto sud, scala 1:250

Stato di fatto, prospetto ovest, scala 1:250

Stato di fatto, prospetto est, scala 1:250

Stato di fatto, prospetto nord, scala 1:250

45


La pavimentazione dei piani superiori saranno realizzate in doghe, che costituiranno il secondo tavolato di cui si è fatto cenno. Le finiture che si intendono realizzare sono le seguenti: murature esterne: muratura di ciottoli a vista , conservando quelli esistenti e realizzando le parti nuove con gli stessi criteri; murature e pareti interne: intonaco al civile e pareti in cartongesso tinteggiati a calce; i serramenti interni ed esterni sono previsti in legno massiccio con tavole di larice; le finestre del primo piano saranno dotate di oscuri in legno tradizionali; le finestre del secondo piano saranno dotate di scurette interne sempre in legno. Nelle Progetto, piano terra, scala 1:500

finestre al piano terra saranno provviste delle grate metalliche di cui permangono alcuni esempi.

Progetto, primo piano, scala 1:500

Ricostruzione 3D della ristrutturazione

Ricostruzione 3D della ristrutturazione

Progetto, secondo piano, scala 1:500

46

Ricostruzione 3D della ristrutturazione


Stato di fatto, prospetto sud, scala 1:250

Stato di fatto, prospetto ovest, scala 1:250

Stato di fatto, prospetto est, scala 1:250

Stato di fatto, prospetto nord, scala 1:250

47


Vincenzo Lucchese Disegno dell’architettura


S. Pantalon, Venezia 2004. China nera e acquerello su carta.

Disegno dell’architettura Il percorso affrontato durante il corso di

L’acquerello e la penna a china sono stati

disegno dell’architettura, mi ha condotto

gli strumenti che ho apprezzato maggior-

ad una visione più consapevole della rap-

mente per una rappresentazione rapida

presentazione architettonica.

e puramente spontanea, cercando di

La reinterpretazione di disegni con tec-

cogliere i segni essenziali che determi-

niche diverse, ma in particolare lo schizzo

nano una composizione così tanto ricca

dal vivo di scorci veneziani, sono serviti a

di decorazioni. Ho prediletto supporti

potenziare l’aspetto propriamente tecnico

possibilmente non convenzionali per ot-

del disegno e la visione approfondita di

tenere un rapporto con il colore associato

elementi di architettura, precedentemente

al materiale, sempre diverso.

osservati in modo più superficiale. La passione del disegno a mano libera dell’immediata

rappresentazione

con

pochi essenziali segni, in alcuni casi, “arricchiti” da colori che possano ricordare emozioni e particolarità del paesaggio o dell’architettura, come in questo caso rappresentata, sono una passione che ho potuto coltivare particolarmente durante il periodo vissuto a Venezia. Come è noto, la città è ricca di suggestioni e, a mio parere, si presta molto bene, per la bellezza e complessità costruttiva, ad una rappresentazione emotiva dell’architettura. Ho rappresentato i luoghi dove ho abitato, prediligendo i posti meno affollati dai turisti.

49


Burano 2004. China nera e acquerello su carta.

Ponte dei tre archi, Venezia 2004 China nera e acquerello su carta.

50


Chiesa dell’Angelo Raffaele, Venezia 2004 penna nera e acquerello su carta.

Chiesa del Redentore, Venezia, 2004 penna nera e acquerello su carta.

51


Carlo Cappai-Alessandra Segantini Workshop 2


Immagine render di progetto della torre

La torre in campo S.Margherita (Ve) Il campanile di campo S. Margherita, da

torre ha consolidato questa sua immag-

oltre un secolo possiede le caratteristiche

ine nell’ambiente circostante.

di una torre dimezzata in seguito a una

La struttura progettata

demolizione, è pertanto presente come

verticale e avvolge e penetra la torre non

elemento incompiuto. L’intervento che si

interagendo strutturalmente con essa,

propone mira alla finalizzazione di questa

trattandola quindi come un involucro

struttura come tale. L’ipotesi di una so-

a sé. Per dimensione e posizione, con

praelevazione potrebbe risultare oltre che

questo intervento s’intende generare una

superflua anche inappropriata, proprio in

competizione con la struttura esistente,

considerazione che da oltre un secolo, la

per valorizzarla

è a sviluppo

nell’insieme urbano e

53


valorizzarne la percezione diretta. Infatti si propongono due modi per visitarla: un’ascesa “veloce” dall’esterno e una discesa all’interno “lenta” e contemplativa. Il progetto si compone di un elemento esterno per la salita , una parte di raccordo in copertura per l’osservazione, e l’inserimento di una scala interna per la discesa. L’elemento per la salita e la parte di raccordo in copertura che prosegue all’interno, sono costituiti da una struttura portante in acciaio, rivestita da lamelle lignee tipo “bris soleil”, che seguono tutto il percorso, generando una “canna” che indica il percorso di salita e i punti significativi per l’osservazione dall’alto. Una struttura molto leggera, quasi effimera che si inserisce come una chiusura e contenimento della torre stessa. Dalla rapida salita, segue un percorso sul perimetro della torre, al termine del quale si esce dalla “canna” e ci si può affacciare, senza limitazioni visive, sul campo S. Margherita (che ospita la torre) e intorno. Schizzo di progetto, sezione del tubo in copertura

Schizzo di progetto piano terra

54


Prospetto est scala 1:200

Prospetto nord scala 1:200

Sezione B-B scala 1:200

A A

A

B

B

A

Pianta LIVELLO 1 piano terra, scala 1:200

Particolare costruttivo, scala 1:50

B

B

A

Pianta LIVELLO 2, scala 1:200

B

B

A

Pianta LIVELLO 3, scala 1:200

Particolare costruttivo, scala 1:30

55


Schizzo di progetto della scala interna

Immagine render ultimo livello

56


Ricostruzione 3d per analizzare l’inserimento del progetto

Il

percorso

continua

nella

discesa

all’interno, attorno alla canna che prosegue penetrando la struttura. L’intenzione del progetto, come detto, è di non intaccare la struttura della torre per lasciarla integra, ancorandosi alla canna che viene inserita all’interno, dove sono agganciati i gradini, anch’essi, come il bris soleil in legno trattato. Al termine della discesa, intervallata da pianerottoli con aperture visive sul campo, l’apertura in direzione della canna, da cui era stata effettuata la salita, consente l’uscita dalla torre e la conclusione del percorso a terra. Un intervento dunque che percorre fisicamente l’antica torre, senza intaccarla e consentendo al visitatore una visione di Venezia, da punti di vista insoliti.

Durante il Workshop sono state realizzate

diverse

versioni

dell’intervento,

sperimentando il medesimo concetto di architettura effimera, non invasiva, a mio parere, altrettanto valide di quella assunta come definitiva.

Studio particolari della scala interna

57


Antonio Ravalli Workshop 3


Concept di progetto

Polo per surfisti “Irom Beach”

L’area di Marghera è costituita da due

mente caratterizzato dalla dicotomia tra

parti profondamente differenti tra loro:

uomo e industria, un luogo del quale è

il grande porto industriale e i quartieri

difficile comporre un’identità.

residenziali situati alle spalle della zona

L’intervento è dunque quello di provare

industriale.

ad innescare un processo di ricomponi-

Le grandi infrastrutture ( ferrovia, tan-

mento dei due frammenti di città che ne

genziale, statale Romea, via Fratelli

risultano.

Bandiera….) che ne solcano il territorio, condizionandone pesantemente l’accessibilità, soprattutto a est con l’area del porto industriale, e contribuiscono ad accentuare la frammentazione interna e la disorganicità dell’area stessa. Nell’immaginario collettivo la preponderanza della zona industriale contribuisce ad oscurare e a caratterizzare in maniera negativa l’immagine di Marghera città. L’industria è dunque diventata una zona di confine invalicabile che nega ogni relazione e scambio con l’intorno, contribuendo a formare un luogo profonda59


Vogliamo per questo far saltare un pezzo della città degli uomini all’interno della città dell’industria, attuando una

sorta

di colonizzazione che possa incentivare nuovi processi di relazione tra queste due parti, cosicché tutta la città sia vissuta dai suoi abitanti. Vogliamo che la popolazione di Marghera possa riconoscere anche nella nostra area di progetto, all’interno dell’ area industriale, un pezzo della città che vivono quotidianamente, creando nuovi e diversi spazi per la socializzazione, ristabilendo un contatto con l’ambiente lagunare da sempre dimenticato. Per far questo il pezzo di città degli uomini che facciamo saltare è il locale “Al VaTrattamento del suolo Zone verdi e influenza della vegetazione che attraversa l’area di progetto

pore”, ambiente storico per la vita sociale di Marghera, che si colloca proprio lungo l’infrastruttura che taglia in due la città. Creando così uno spazio che possa accogliere le funzionalità di questo locale incrementandone anche il potenziale grazie alla creazione di un ambiente circostante adatto all’espressione di differenti attività culturali e di socializzazione.

Progetto Passaggio della vegetazione Struttura delle dune. Calcestruzzo e vegetazione

Come detto, l’obiettivo è di produrre un’infiltrazione

di

“socialità”,

che

dall’abitato scivoli attraverso la zona industriale. Questo è il primo gesto per rendere attraversabile e positivamente contaminabile la zona, per far si che divenga parte integrante e non aggregato amorfo della città. Assieme al locale “Al Vapore, portiamo all’interno dell’area delle attività che possono innescare reazioni di crescita e che dovranno convivere con quelle già esistenti. Tra questi spazi di aggregazione, si propone un’area attrezzata per la ricezione dell’attività sportiva dei surfisti, nei limiti di un servizio da spiaggia, e naturalmente strutture per la sosta dei camion e degli autotrasportatori, cui Composizione completa Verde, dune, acqua e alberi

60

l’ambito è già interessato.


Masterplan

Immagine render volumetrica del progetto


Immagine del plastico, vista zenitale

Immagine del plastico, vista tre quarti, complessivo

Immagine del plastico, inserimento infrastrutture di servizio

62


Immagine del plastico, vegetazione, infrastrutture, silos

Immagine del plastico, vista d’insieme

63


Arch. Garbarino e Rusin Tirocinio e Collaborazioni


Immagine render provvisoria

Recupero della piazza di Lestizza (Ud) Nel programma Obiettivo 2 della Regione Friuli Venezia Giulia.

Il progetto si colloca nel programma di

iegare, il modello di raccolta delle acque

delle animazioni e la sequenza di presen-

recupero di un borgo rurale (Lestizza), fi-

meteoriche e soprattutto l’illuminazione

tazione alle pubbliche assemblee.

nanziato dall’Unione Europea e, tra l’altro,

pubblica, presenti anche i tecnici special-

comporta la ristrutturazione della piazza e

isti dei settori.

delle aree centrali.

In particolare, mi è stato assegnato il com-

Ho partecipato alla fase di messa a punto

pito di costruire il modello 3D sulla base

del progetto definitivo del primo lotto della

del progetto base e successivamente

piazza (4.000 m2).

apportando le modifiche che seguivano

Questo ha comportato il completamento

durante l’evoluzione del lavoro.

dei rilievi informatizzati e tradizionali di

Sono state quindi realizzate numerose

dettaglio per: planimetrie, monumenti,

viste diurne e notturne con gli effetti

prospetti degli edifici di contorno e reti

dell’illuminazione e con molta cura nella

urbane.

verifica della resa grafica per i vari ma-

Sono stato coinvolto nell’avanzamento

teriali: pavimentazioni in lastre di pietra,

della progettazione, soprattutto per gli

cubetti di granito, acciottolato, conci lapi-

aspetti compositivi e funzionali, inerenti

dei, superfici a prato, presenza d’acqua,

le scelte sulla viabilità, i materiali da imp-

alberi isolati. Infine sono state predisposte

65


Immagine render da via Roma

Immagine render, il monumento ai caduti

Immagine render da via Talmassons

66


Estratto da progetto

67


Arch. Garbarino e Rusin Tirocinio e Collaborazioni


Immagine render edificio commerciale

Edificio commerciale a San Paolo D’Argon (Bg)

Come nel caso precedente, anche per

simulazione delle scelte nell’insieme, in

l’edificio commerciale da ristrutturare e

rapida successione.

ampliare, ho curato la rappresentazione prospettica di esterni ed interni, con auto-

Durante il tirocinio, in entrambi i progetti

cad e 3d studio max, tale da poter fornire

(piazza e edificio commerciale), che pro-

le informazioni necessarie all’inserimento

cedevano quasi in parallelo, sono stato

nel contesto (periferia urbana) e alla

coinvolto, tanto negli aspetti di proget-

definizione dei particolari esecutivi, quali:

tazione (di cui mi sono state illustrate le

dettagli di facciata, scale, parapetti, pavi-

fasi precedenti e le principali ragioni delle

mentazioni, ecc e l’effetto dei materiali

scelte), che di rappresentazione, parte-

alle diverse condizioni di luce durante il

cipando alle discussioni che avvenivano

corso della giornata e notturna, interna e

nell’avanzamento dei lavori, e come

esterna.

premessa per la fase esecutiva.

La rappresentazione grafica avveniva applicando gli studi effettuati dei dettagli con metodo tradizionale, cioè a matita su carta, con l’obiettivo di visualizzare la

69


Immagine render vista dal primo piano

Immagine render vista dal piano terra

Immagine render dei volumi esterni

70


Estratto da progetto

71


Arch. Garbarino e Rusin Tirocinio e Collaborazioni


Immagine render parcheggi

Progetto di riqualificazione urbana, Gonars (Ud) Il lavoro ha riguardato il terzo lotto del

Sono state ridefinite le pavimentazioni

le forme e i materiali utilizzati (lastre di

progetto

urbana

stradali, eliminati o minimizzati i disliv-

pietra, cubetti di porfido, alberature, ecc),

della cittadina di Gonars (Ud). Ha interes-

di

riqualificazione

elli dati dai marciapiedi e le direttrici della

per verificare in fase di progetto l’effetto

sato un ambito urbano che ruota attorno

mobilità vengono indicate da inserti in

visivo e l’impatto nell’ambiente urbano e

all’edificio del duomo ed è attraversato

pietra e da dissuasori sempre in conci

in rapporto con l’edificio monumentale del

da una strada provinciale, che determina

di pietra, limitando il ricorso alla segna-

duomo. Le varie viste hanno evidenziato

il tipico stato di conflitto della mobilità e

letica tradizionale. Gli stessi parcheggi

nelle varie ore del giorno illuminazione e

di conseguente degrado. Il tema è stato

vengono razionalizzati con stalli appena

ombra, come effetto estetico e funzionale

quello di riqualificare l’immagine urbana

indicati dal ritmo di alberature, privati

a favore dei parcheggi e della mobilità

e, dal punto di vista funzionale, di recu-

della evidenza di impronte in rilevato che

ciclo-pedonale

perare l’area anche a favore del pedone

lasciano traccia dell’auto anche quando

e del ciclista e quindi della maggiore

questa non c’è. In questo modo, la zona

vivibilità e fruizione dei servizi cui questi

assume un ruolo più domestico e si fa-

utenti accedono.

vorisce la convivenza tra pedone e auto,

Il principio, già adottato nei due lotti

inducendo quest’ultima a una mobilità

precedenti, ha portato a limitare la sepa-

meno invadente e predominante.

razione tra le diverse viabilità e ponendo

Ho in particolare curato la rappresentazi-

l’auto in non scontata predominanza.

one delle simulazioni grafiche inerenti

77


Foto della realizzazione

Immagine reder da via Wasserman

Foto della realizzazione

Immagine reder di fronte al duomo

Foto della realizzazione

Immagine reder verso piazza Giulio Cesare

78


Estratto da progetto

79


Mirage Design Tirocinio e Collaborazioni


Impaginazione Mirage collection

Stand e pubblicazione: Mirage design collection

L’esperienza di collaborazione con la ditta “Mirage design” è stata molto importante per apprezzare il valore dello studio grafico pubblicitario dei prodotti d’arredamento. In particolare, ho curato la bozza grafica del catalogo di presentazione, in stretto contatto con i progettisti, seguendo le loro indicazioni e proponendo delle mie soluzioni per valorizzare le caratteristiche estetiche dei prodotti. In seguito, mi è stato offerto di collaborare alla progettazione e in particolar modo alla simulazione grafica dello stend che ha ospitato l’arredamento della ditta allo Sife Shenzhen 2006 di Canton in Cina.

73


Esempi della pubblicazione per Mirage design collection (dimensione UNI A4)

74


Vista render ingresso stand mirage design

Estratto da progetto illuminazione scala 1:100

75


Concorso YYDA 3 6째 Salone Nautico di Venezia


Immagine render Day Sailer 650

Progetto per un Day Sailer da 6.50m

L’occasione è il 3° concorso indetto in

un’imbarcazione progettattata per uscite

concomitanza al 6° Salone Internazionale

esclusivmente giornaliere, sulla quale

della Nautica, svoltosi quest’anno 2007

solitamente non è concepito il pernot-

alla stazione marittima di Venezia.

tameno.

Il bando di concorso propone la pro-

Di pari passo, la cura architettonica,

gettazione di un Daysailer dai 19’ a 45’

per ottenere semplicità e pulizia nella

piedi.

forma, non fini a se stesse, sono finaliz-

La mia idea, legata a una certa esper-

zate a valorizzare le soluzioni strutturali e

ienza pratico costruttiva, si sviluppa in

costruttive anche come fatto estetico.

una piccola imbarcazione di 6.50m, ricer-

Di seguito si riproducono alcune delle

cata nell’aspetto estetico e funzionale e

tavole richieste dal concorso.

sicuramente costruttivo, proponendo una precisa metodologia di costruzione adottabile da un piccolo medio cantiere. Ricerca dei materiali e tecnologie consolidate danno vita a questa piccola-grande deriva per uscite giornaliere, secondo i principi propri di un daysiler, cioè di

81








Progetti Nautica Progettazione di un catamarano sportivo


Fase di regata AleCat 2

Progetto e costruzione di AleCat 2 La ricerca di prestazione, avviata con la progettazione del primo catamarano, mi conduce ad un analisi più approfondita per quanto riguarda l’analisi idrodinamica e la stabilità alle varie andature e condizioni di vento. Rispetto alle prime elaborazioni del 2004, maggiormente consapevole delle problematiche costruttive, semplifico al massimo il metodo esecutivo, utilizzando anche modelli in scala su cui testare le ipotesi.

naturalmente anche delle prestazioni maggiori. Si rivela infatti un mezzo piuttosto divertente, economico e soprattutto notevolmente leggero, se confrontato con i corrispondenti modelli in commercio. Il costruttore ed armatore, si ritiene soddisfatto del prodotto e del percorso costruttivo, condotto in parte assieme, in particolare nell’ultimo periodo e decide la costruzione di un certo numero di esemplari.

Entro in contatto con un giovane imprenditore

romano,

interessato

alla

costruzione di un piccolo catamarano e gli offro il nuovo progetto, sulla base dell’esperienza maturata e dei problemi che ero riuscito a risolvere. Ne nasce una buona collaborazione progettuale e costruttiva che porta al varo di questo nuovo catamarano nell’estate del 2006 sul lago di Bracciano. Il catamarano, possiede una qualità estetica

superiore

al

precedente

e

89


La soddisfazione per questo lavoro, ci

in acqua. A questo proposito la ricerca e i

porta ad affrontare un nuovo lavoro in

test in acqua hanno perseguito le migliori

collaborazione.

forme idrodinamiche in condizione di

Progetto l’evoluzione della nuova barca

planata e in relazione al piano velico.

con un occhio attento all’ottimizzazione

Il Catamarano è costruito con la tecnica

dei materiali, al peso ridotto al minimo,

del compensato torturato di Okumè, im-

linee di carena filanti, timoni taglienti e

pregnato e rinforzato con resina epos-

piano velico adeguato.

sidica e rinforzi strutturali in kevlar. La ferramenta è costituita da traverse e albero di alluminio anticorodal anodiz-

AleCat New

Schizzo di progetto

zato. Le vele sono realizzate su profilo massimo NACA 4412, in laminato plas-

Il nuovo progetto si pone come il naturale

tico Lankotex da 200g/mq.

proseguo di un percorso formativo fatto di esperienze e collaborazioni sempre

Le dimensioni del catamarano sono:

più mature e consapevoli, possibilità,

Lunghezza f.t 425 cm,

convinzione e pure buona amicizia.

Larghezza max 210 cm,

Attualmente il progetto è in cantiere. Il

Altezza albero 750 cm con profilo alare

varo del primo esemplare di AleCat new

Superficie velica 14 m2.

è previsto per fine estate 2007 e successivamente si prevede la produzione di alcuni esemplari per sondare il mercato. L’attenzione è all’auto-costruzione da offrire in kit, all’economia e rapidità di costruzione, alla trasportabilità e dunque alla leggerezza e alle buone prestazioni Schizzo di progetto

specch o d poppa e bag sca a 1 5

sez one ve ca e sca a 1 5

N B E CL DERE PE SORE ANCH E SCA ALA URE DO MI NTI

ba icent o vo ume 362351 cm 3

1 sez one o zzon a e sca a 1 5

1

2

3

4

5

6

7

2

3

4

5 sv uppo mu a a sca a 1 5

6

7

A essand o Comuzz v a de e scuo e 24 33050 Les zza Ud ne) ay e ma a essand ocomuzz @gma com

Piani costruttivi dello scafo AleCat 2

90


Alessandro e Massimo al lago di Bracciano


Collegamento traversa anteriore AleCat2

Fasi ostruttive AleCat 2

Particolare attacco trampolino AleCat2

92


Fase di regata amatoriale a Venezia

Le origini

Il progetto ha inizio nel 2002, in seguito alla necessità di realizzare un natante che si prestasse ad un auto-costruzione. L’iniziale idea del primo catamarano, nasce dalla ricerca di un mezzo notevolmente leggero, versatile e veloce, adatto ad un utilizzo principalmente “da spiag-

Fasi costruttive del secondo modello AleCat 2

gia” La scoperta e la ricerca di metodi di costruzione semplici e veloci quali il cuci e incolla e il compensato torturato, mi portano ad immaginare una semplice costruzione in compensato e resina epossidica. Il progetto e la costruzione, dal 2003, proseguono a pari passo, sperimentando

Studio idrostatico della stabilità AleCat 2

immediatamente in cantiere, le idee sviluppate al tavolo. Nasce appunto un “prototipo laboratorio” che nel corso del tempo subirà costanti modifiche e che mi permette di apprendere una buona conoscenza dei materiali e delle loro diverse applicazioni; dai diversi tipi di resine, ai tipi di tessuto

Analisi della flessione del materiale AleCat 2

93


per la cucitura delle vele, schiume poli-

e classificandosi primo di categoria nel

uretaniche per i riempimenti di sicurezza,

2006.

metalli antiossidanti.

Le caratteristiche del primo modello “pro-

Un importante lavoro progettuale costrut-

totipo laboratorio” sono state mantenute

tivo che chiarisce la complessità di

nei modelli successive (AleCat 2 e new) a

elementi costruttivi e la loro analisi statica

differenza del piano venlico, ridimension-

e dinamica.

ato. Elementi strutturali come la giunzione

Il varo avviene alle foci del Tagliamento in

delle traverse di collegamento dei due

località Lignano Riviera (Udine).

scafi, sono stati mantenuti simili perchè

Il catamarano si presenta rapido nel

molto funzionali e rapidi da costruire e

montaggio e divertente nelle principali

installare.

andature per una barca di questa con-

Un attività che da 5 anni mi impegna e

formazione.

dalla quale ho avuto buone soddisfazioni

Successivi test, mettono in luce la neces-

e che spero di continuare anche a livello

sità di un piccolo fiocco per facilitare la

professionale.

virata e la correzione di alcuni elementi

Posa della coperta

sui timoni. La successiva conoscenza del catamarano, evidenzia alcune leggerezze a livello idrodinamico che, naturalmente influiscono sull’andatura con venti leggeri. AleCat1, partecipa a 3 regate nella laguna di Venezia, ottenendo buoni risultati

Premiazioni alla Velalonga 2006

AleCat 1 (Mosè)

94



esperienze 2004/2007

Portfolio architettura



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.