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Giuseppe Suppressa

TSUBOTERAPIA INTEGRATA 压力 腧穴 指壓 MEDICINA TRADIZIONALE CINESE in AMBITO MANUALE DELLO SHIATSU TSUBOTERAPIA INTEGRATA e dello

SHIATSU SERIZAWA

Vol. I PRINCIPI DELLA TSUBOTERAPIA INTEGRATA

lo SHIATSU sullo TSUBO MANOVRE ARTICOLARI STRETCHING sui MERIDIANI MTM TRATTATO PROFESSIONALE MEDICINA TRADIZIONALE CINESE TECNICHE COMPLEMENTARI MANUALI DELL’AGOPUNTURA TSUBOTERAPIA INTEGRATA


I MUSCOLI SCHELETRICI La formazione muscolare scheletrica (quasi tutta volontaria) è i costituita da oltre 650 muscoli che sono situati su più livelli che avvolgono le ossa. Le dimensioni variano moltissimo: ad esempio il gluteo, è formato da migliaia di fibre, alle poche fibre nell'orecchio. Quando un muscolo collega due ossa, si dice che "ha origine" in un osso e "s’inserisce" nell'altro. Un muscolo può avere origine in più ossa:il bicipite che ne ha due, o il quadricipite che ne ha quattro. Una caratteristica specifica dei muscoli scheletrici è quella di "lavorare in coppia": se non lavorasse costantemente "contro" un'azione pari alla sua, il singolo muscolo non avrebbe alcun modo di far muovere un osso poiché esso è in grado di "tirare" l'osso quando si contrae ma non riesce a "spingerlo" quando si distende. Per piegare e distendere una gamba, perciò, ci devono essere almeno due muscoli che svolgono un'azione opposta: l'uno, contraendosi, piega la gamba, l'altro, contraendosi, la distende. Proprio per questo loro tipo di funzionamento, i muscoli (o i gruppi di muscoli) scheletrici che lavorano "in coppia" sono detti antagonisti: quando uno di essi si contrae, l'antagonista si distende, e viceversa.

I MUSCOLI INVOLONTARI I muscoli involontari sono tantissimi: vanno da quelli che hanno la pelle (d’oca) quando è esposta al freddo, da quelli che svuotano la vescica urinaria ecc.. Il loro funzionamento è regolato da impulsi nervosi provenienti dal sistema nervoso periferico: il simpatico, “che si attiva in situazioni che richiedono un'azione rapida” (ad esempio l'aumento del ritmo cardiaco in caso di pericolo); il parasimpatico, che si attiva quando il corpo è a riposo. Per questa ragione la muscolatura involontaria è così sensibile anche a certi ormoni: ad esempio, l'adrenalina che è prodotta dalle ghiandole surrenali'' è anche un mediatore chimico del simpatico e influenza direttamente l'attività muscolare. Se non dobbiamo pensare a respirare, a inghiottire, ad aggiustare il cristallino per mettere a fuoco un oggetto o a far battere il cuore, a volte però "ci serve" intervenire volontariamente sui muscoli "involontari" e così il sistema nervoso centrale interviene a modulare i messaggi involontari: è ciò che succede, ad esempio, quando la vescica è piena, e con la volontà riusciamo a contrastare l'azione involontaria che ne determina lo svuotamento.


Cominceremo con dei movimenti lenti e morbidi arrivando a ottenere una prima fase ottimale e in seguito sempre gradualmente si aumenterà fino alla fase estrema evitando naturalmente di provocare dolori o strappi. Il tutto sarà costantemente visionato dalla reazione visiva della persona che stiamo trattando. + 10

livello ottimale ultimo stadio

+8

livello ottimale primo stadio

Fase ascendente lenta

fase discendente piuttosto veloce ma sempre guidata

0

Nel grafico sopra illustra come iniziare la fase dello stretching.

La prima parte del corpo saranno presi in considerazione i muscoli del collo e su quest’argomento, vogliamo spendere alcune parole poiché è una struttura molto complessa formata da sette vertebre cervicali. Questo tratto cervicale permette al nostro corpo di ricevere degli input sullo stato dell’equilibrio. Per questo benché è una struttura molto stabile, nello stesso tempo e molto fragile. Le prime due vertebre sono anomale rispetto alle altre cinque rimanenti, la prima con il nome di Atlante che è una vertebra senza corpo vertebrale quindi al centro e cavo per ospitare la seconda chiamata Epistrofeo avendo al centro un perno che permetterà al collo di essere mobile. Un disallineamento dell’atlante porta ad avere problemi molto importanti alla persona interessando il nervo Vago e la Vena giucolare. Ora le immagini che seguiranno evidenzieranno come le manovre di stretching agiranno su determinati muscoli, legamenti e tendini. Le varie fasce muscolari le troveremo sistemati sia in superficie, che in zona profonda, e questa distinzione sarà utile in particolare quando applicheremo la Tsuboterapia Integrata che ci permetterà di poter compiere interventi mirati non solo sui muscoli, tendini, legamenti, ma soprattutto sui meridiani tendino muscolari * che vi passano, naturalmente saranno diversi i modi per trattarli.


COLLO: Di tutte le problematiche del muscolo scheletrico, il collo differisce dalle tutte altre articolazioni perchĂŠ oltre alle energie esterne quali, vento, freddo, umiditĂ i disturbi possono essere anche causati dagli organi interni in particolare, dal Fegato. Essendo attraversato il collo da molti muscoli e facile che lo squilibrio del Fegato (stasi di Qi e risalita dello Yang del Fegato) possa contribuire a peggiorare la rigiditĂ muscolare, cefalee, dolore. * Mentre per il trattamento dei meridiani tradizionali con i punti locali, adiacenti, distali, come

anche i meridiani Luo, saranno presi in esame nel Vol. II.

AREE dei MUSCOLI DEL COLLO

Splenio Sottoidei

Sternocleidomastoideo Trapezio Scaleni Elevatore della scapola Deltoide

A)


Retto minore posteriore del capo Retto maggiore posteriore del capo

Obliquo superiore del capo Obliquo inferiore del capo Intertrasversari posteriori del collo Interspinali del collo

D)

I muscoli del collo sono posti al livello Posteriore e Laterale.

Posteriori Superficiali Trapezio Splenio del Capo Splenio del Collo

MTM V. VB. IT. TR. IC. V. IT. V.

Posteriori Profondi Lunghissimo del Capo Muscoli Suboccipitali Semispinoso del Capo Elevatore della Scapola Lunghissimo del Collo

V. V. V. V. IT. TR. IC. V.

Laterali Superficiali Sternocleidomastoideo Trapezio

V. VB. IT. TR. IC. ST. V. VB. IT. TR. IC.

Laterali Profondi Splenio del Capo Elevatore della Scapola Scaleni Omoideo

V. V. V. V.

IT. IT. TR. IC. VB. IT. TR. IC. ST. ST.


Muscoli interessati : Piccolo Rotondo e Trapezio

Iniziare la manovra dal lato opposto dove non si avverte il dolore, di solito questo è il meridiano libero ed è tramite esso che può rallentare la tensione dal lato sofferente. Questo sarà valido in tutte le fasi di stretching che useremo.

fig. 3

Muscoli interessati: Scaleni e Deltoide

Quest’ultimo si presta a essere trattato con il palmo della mano situato proprio sulla zona parietale dei tsubo della VB in caso di emicrania, e del torcicollo che riflette sulle spalle.

Fig. 4


Muscoli interessati: Infraspinato Sovraspinato, Piccolo e Medio Rotondo

Borsa sinoviale Muscolo Sottoscapolare

Fig.9

Muscoli interessati:

Piccolo e Medio Rotondo

Per il ricevente è importante che tenga il capo in una posizione. eretta e non in iperestesia come da figura. Aiutare la persona a respirare profondamente e rilassarsi.

fig. 10

Fig. 10


In queste manovre prestare attenzione a non pressare molto sulla schiena, si dovrebbe invece esercitare una pressione con l’avambraccio lungo la linea della scapola. Mentre nella manovra della figura 36 occorre prestare attenzione a non sollecitare il deltoide ma coinvolgere il muscolo del gran dorsale Fig. 34,35,36

Muscoli coinvolti: Gran Dorsale

fig. 34

fig.35

fig.36


Le figure 84,85, sono manovre abbastanza efficaci per allungare il muscolo estensore della coscia utili per i problemi della lombosciatalgia.

fig. 84

fig. 85


STOMACO

Fig. 125 Il percorso del canale: Inizia dal terzo dito del piede 45 proseguendo sul dorso 41ST risalendo lateralmente dalla tibia e ginocchio 34 VB unendosi con il MTM della VB 30 raggiungendo il rachide dorsale su 9 DM. L’altro ramo risale fino al 35ST e 32ST lungo la coscia fino all’anca 30ST convergendo al livello dei genitali sul punto 2RM risalendo la zona ventrale e del torace riunendosi con lo tsubo 12ST sulla fossa sovraclaveare. Infine risale il collo 9ST, mandibola 5ST, zigomo e7 ST un altro ramo si separa dalla mandibola convergendo verso la fossa orbitaria sui punti 3ST, 18IT, 1ST unendosi per ultimo al MTM della 1 VU. Aspetto importante del MTM dello Stomaco e un percorso che vi giunge dietro la colonna vertebrale, sapendo che i punti ST36 e M3 influenzano il rachide. Questo canale collega con i MTM di: VB, IC, VU. Sindrome patologica: Dolori al collo del piede diffusi al ginocchio, dolori genitali, Inguino Cruralgia, Coxalgia, Dolori Dorsali, Paresi Facciale. Moxa: riscaldare i punti di connessione del meridiano.


TRATTAMENTO CON IL TUI NA E PUNTI LOCALI Nelle manovre del TUI NA verranno utilizzate le manovre di frizionamento (Tui Fa) fino a iperemia più la manovra di rotolamento (Gun Fa) più impastamento profondo

più una spinta progressiva e profonda sul 30 VB sempre in tonificazione 31 VB più 39 VB più i punti salienti del 56 BL, 57BL incrocio gemelli, 60VU, 61VU, 67VU, 36VU, 37VU a metà coscia 40VU si va dall'alto verso il basso più una frizione lineare che si faranno su entrambi gli arti, per ultimo 34 VB Si proseguirà con una pressione esercitata su un punto di agopuntura (con un dito o una nocca), sul popliteo, si piega la gamba del paziente e si tratta con pressione energica tra tibia e perone. Poi si prosegue dall'anca al ginocchio per 12 volte, e viceversa. Fatto questo, si metterà il cliente in posizione supina è si eseguirà una rotazione associata spesso all’oscillazione o allo scuotimento; all’articolazione delle gambe. L'operatore afferra l'articolazione e con movimento moderato le ruota in un senso e poi nell'altro. Infine useremo una manovra per scuotere le articolazioni delle gambe nelle direzioni: alto-basso e destra-sinistra, mentre il movimento deve comunque essere contenuto, morbido e fluido, senza subire alcuna torsione, la velocità può gradualmente aumentare, ma non deve diventare eccessiva. 31v

36v 37v

56 v

60V


INTRODUZIONE ALLA TSUBOTERAPIA INTEGRATA

Anche se sull’argomento dello stretchingh ne abbiamo parlato nel primo volume, è bene ricordare che prima di ogni trattamento è necessario preparare i meridiani al fine di facilitarne i risultati come agevolare il flusso del qi e di dissolverne i ristagni. Questa preparazione si esegue come fosse un `preriscaldamento' che si ottiene con alcuni esercizi energetici (che muovono l'energia yin) in flessione, e in estensione (che muovono l'energia yang) degli arti. L'ideogramma Giapponese “TSUBO” tradotto in lingua occidentale con il termine “punto” ha un significato che è composto di due parti: la prima significa "comunicare" e la seconda "buco o

caverna", così avremo una cavità che comunica.

Una caverna rappresenta un luogo di comunicazione fra la profondità e la superficie (della terra), giacché si colloca sulla superficie, ma conduce alla profondità. I punti Tsubo situati lungo i canali energetici sono tutti collocati sulla superficie del corpo*, che comunicando in profondità arrivano agli organi, visceri, che sono luoghi elettivi in cui le energie del profondo possono manifestarsi in superficie, ma anche in cui le energie esterne al corpo possono penetrare nella sua profondità**, (questo argomento sarà preso in esame quando tratteremo la tsuboterapia integrata) In realtà cosa è uno tsubo? Ogni tsubo o punto è un’entità avente caratteristica proprie che derivano da più fattori:

-

appartenenza a un dato canale energetico nome del punto localizzazione anatomica appartenenza a una categoria specifica di punti (o a più categorie). azione specifica del punto.

Lo Tsubo sofferente può essere lontano dal punto in cui ha origine il disturbo e ne abbiamo l'esempio che per alleviare un mal di testa si può premere e stimolare degli Tsubo presenti nelle gambe e nelle braccia.

- Ma cos’è la Tsuboterapia integrata ? - La Terapia dello Tsubo e la Tsuboterapia Integrata sono la stessa cosa?

La tsuboterapia è stata ideata da Serizawa come “la teoria dello tsubo”, uno dei tre maestri fondatori dello Shiatsu, mentre la Tsuboterapia Integrata è una derivazione della tecnica di Serizawa, ed è integrata con alcune tecniche manuali diverse con dei protocolli particolari sui canali principali, in particolar modo su quelli secondari, al momento questa tecnica è classificata come una disciplina sperimentale ed è insegnata solo presso la nostra Associazione A.S.T.I.S. di Scuole Tsuboterapia Integrata Serizawa. Naturalmente i principi di entrambi i stili sono identici. * Secondo i studi condotti da Serizawa i Tsubo sono aree ben precise di circa ½ cm x ½ cm con una resistenza elettrica inferiore ad altre aree del corpo, non solo ma son anche più calde di circa C° 1 rispetto ad altre parti. ** Questo principio della MTC non è valido per i MTM perche essi possono essere influenzati dagli organi, ma non possono fare altrettanto.


I risultati nei trattamenti della tsuboterapia integrata di solito sono stati sempre molto soddisfacenti usando la tecnica manuale e le combinazioni degli tsubo secondo i protocolli d’intervento di Serizawa. Siccome la medicina tradizionale cinese è una materia complessa, ha bisogno di aggiornamenti regolari da chi utilizza questa scienza perché tale è, così cominciai a intraprendere uno studio molto particolare basato sui MTM (merdiani tendin muscolari) e applicarlo ai miei clienti, del resto la MTC basa molto le interconnessioni, le relazioni, l’equilibrio e le influenze reciproche tra i diversi canali. Difatti l'efficacia di un trattamento dipende da molte variabili, quali:

-Corretta tecnica. -Corretta interpretazione e individuazione dei sintomi. -Corretta selezione di strategia dei punti per un trattamento. Tutti questi fattori, fanno capire che è importante conoscere i principi fondamentali e complementari quali :

- L’utilizzo dei punti secondo la loro "funzione" - L’utilizzo dei punti in combinazione bilanciata in base al sistema dei canali In altri termini, un punto può essere considerato come isolato rispetto agli altri e utilizzato per la sua "funzione" (per esempio, uno tsubo agisce come purificatore per il Cuore, un’altro punto tonifica l’elemento Terra ecc.) oppure può essere utilizzato nell'ambito di una combinazione bilanciata di punti in base alle dinamiche del qì dei canali.* Naturalmente le due modalità non si escludono a vicenda, anzi dovrebbero essere sempre combinate, per questo motivo ci prefiggiamo come obiettivo principale quello di fornire una guida all'uso del secondo metodo, ossia all'utilizzo dei punti di agopressione in base alle dinamiche del qì nei sistemi dei canali.


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