ISSN 1973-5383
www.abruzzoimpresa.it
novembre 2010 _ numero 48 _ anno V
â‚Ź3,00
Via degli Orti, 1
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QR
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“business in hand” offerto da Ecco Italia
I CONTENUTI MULTIMEDIALI
DI ABRUZZO IMPRESA A PORTATA DI CELLULARE
Con questo numero parte il Codice QR, il nuovo servizio dedicato ai lettori di Abruzzo Impresa. Il codice QR è una tecnologia che vi permetterà di vivere la vostra rivista in una maniera nuova, usufruendo dei contenuti multimediali attraverso il semplice utilizzo del cellulare. Segui la facile procedura indicata sotto e scopri quanto è semplice entrare nel futuro. 4 semplici passi per utilizzare il nuovo servizio
1. INVIA UN SMS
Inizia con lo scaricare il software per leggere i codici simili a quello di fianco. La procedura va eseguita una sola volta. Il software per leggere il QR funziona con tutti i cellulari dotati di fotocamera e connessione al WEB. Per scaricare la versione adatta al tuo telefonino invia un sms con la scritta “LIVE” al numero 3294245608, oppure digita dal tuo telefonino l’indirizzo http://get.quarkode.mobi e segui le semplici istruzioni fornite. Il software è gratuito e si autoinstalla.
2. RICEVI UN SMS
Dopo alcuni secondi riceverai un messaggio sms con i link da cliccare per scaricare la giusta versione adatta per il tuo cellulare.
3. IL SOFTWARE SI AUTOINSTALLA
Una volta selezionato il collegamento relativo al proprio modello di cellulare basta solo un altro click e il software si installerà da solo sul tuo cellulare. Non necessita di collegamento al computer.
4. INQUADRA IL CODICE E CLICCA
A questo punto sei pronto per accedere, con semplicità, ai contenuti speciali legati ai servizi di Abruzzo Impresa. Basta cliccare sull’icona del programma “i-nigma” che si è autoinstallato. Poi basta inquadrare con la fotocamera del proprio cellulare il codice QR e il software riconoscerà automaticamente il codice in esso contenuto collegandoti al sito web di riferimento. Il costo di collegamento ad internet seguirà il vostro solito piano tariffario senza costi aggiuntivi.
Ti informiamo su tutti gli eventi più importanti ed interessanti legati al mondo del business. Manifestazioni, fiere, convention, meeting, seminari, incontri B2B, corsi di aggiornamento, e tanto altro... Gratuitamente, direttamente sul tuo cellulare.
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tel. 085.9508161 _ e-mail: info@eccoitalia.it
Il servizio “business in hand” offerto dalla Ecco Italia è gratuito, sarà a pagamento solo l’invio dell’sms per l’attivazione al costo di un normale sms come da vostro piano tariffario.
€3,00
ISSN 1973-5383
IN COPERTINA Marco De Virgiliis foto di Simone Cerio
NOVEMBRE 2010 N°48 ANNO V NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE IL 2 NOVEMBRE 2010
DIRETTORE RESPONSABILE
ELEONORA LOPES
REDATTORI MARCO TAGLIERI, DENIA DI GIACOMO, JENNY VIANT GÓMEZ, LAURA TINARI EDITORIALISTI GIUSEPPE MAURO, MAURO DI PIETRO, PIERO CARDUCCI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO ALFREDO DE VINCENTIS, LUIGI CARUNCHIO, MASSIMILIANO PIAN, SIMONE D’ALESSANDRO, ANTONIO TETI, FILIPPO PAOLINI, MASSIMILIANO PALUMBARO, LUCIANO FRATOCCHI, ALESSIO GIANCRISTOFARO, PIERGIORGIO GRECO, DONATO TRIBUIANI, ALFREDO NEPA, RAFFAELLA DI MARINO, MARZIO FORCELLA, ELISA DI VENANZIO, ANNA CUTILLI, CAROLINA PIERFELICE, PIETRO CAMPANARO, NICOLA BOSCHETTI, ALESSANDRA VALLERA, CHIARA STROZZIERI, PIERO VITTORIA, CAMILLA MARINO ART DIRECTOR
MARCELLO STARINIERI _ VISUALADV.IT
UFFICIO GRAFICO
VINCENZO SULPIZIO, ALEX DI NUNZIO
UFFICIO FOTOGRAFICO
SIMONE CERIO, ROCCO PETREI, GIUSEPPE CIAVATTELLA
CONTROLLO
DANILO MARTORELLI
COORDINATORE TV
GIANLUIGI TIBERI
REGISTA VIDEO/TV
PEPPE MELIZZI
RESPONSABILE SPEDIZIONI
TIZIANO POLIDORO
STAMPA
D’AURIA PRINTING SPA - AP
RESPONSABILE PUBBLICITÀ
ANTONELLA CARRIERI _ COMMERCIALE@ECCOITALIA.IT
EDITORE
FABIO DE VINCENTIIS _ EDITORE@ECCOITALIA.IT
SITO WEB
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Abruzzo Impresa è registrato con il n. 04 del 07/04/2006 presso il Tribunale di Pescara e la 1a pubblicazione mensile è del mese di maggio 2006. Ecco Italia S.r.l. è iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047. Copyright© 2006/2010 tutti i diritti riservati. Ecco Italia srl - Pescara - Italia Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con uso di sistemi elettronici o diffusa, senza l’autorizzazione scritta da parte dell’editore. Manoscritti e foto inviati al giornale, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Gruppo Editoriale Ecco Italia S.r.l. S. P. Lungofino complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città Sant’Angelo - Pescara
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capitano d’impresa
Marco De Virgiliis
Passione
Senza dubbio il mio lavoro. Mi sento un uomo fortunato perché mi piace e mi diverte. Ma sono anche un appassionato di filosofia greca perché sono convinto che tutto derivi da lì.
Musica
«LA MIA PASSIONE
È DIVENTATA IL MIO LAVORO» Classe 1963, Marco De Virgiliis è nato a Sant’Eusanio del Sangro nella provincia di Chieti da papà Vincenzo e mamma Aeralda. Oggi è amministratore unico dell’azienda Parsek che opera nel campo della fabbricazione di strumenti musicali, in particolare nella progettazione di sistemi per basso producendo casse e amplificatori. Sposato con due figli Flavio e Fiorenzo, Marco è un uomo determinato, tenace, ma soprattutto innamorato del proprio lavoro che definisce «la mia prima passione». Sin da bambino è attratto dalla musica e dall’elettronica. A soli 6 anni compie le prime esperienze nel mondo della musica nelle cosiddette “bande di paese” suonando il sassofono. Decide di proseguire gli studi musicali iscrivendosi al Conservatorio di Pescara dove segue il corso di clarinetto fino al quarto anno conseguendo il diploma di solfeggio. Da sempre è un grande appassionato di musica jazz. L’altra sua passione, l’elettronica, gli fa conseguire il diploma di Perito Industriale in telecomunicazioni. Si iscrive alla facoltà di Ingegneria Elettronica superando gli esami del biennio. Ma il suo carattere deciso, intraprendente e dinamico lo porta ad abbandonare gli studi e cercare lavoro nell’ambito industriale. Dopo un breve periodo trascorso in Sip viene chiamato dalla società Telettra di Chieti Scalo dove matura la sua esperienza nei reparti di produzione fino ad approdare alla società Elasis (centro di ricerca Fiat per il mezzogiorno) dove finalmente si occupa di progettazione. Non potendo aspirare ad una carriera di vero progettista senza il conseguimento delle laurea, decide di abbandonare la Elasis e concretizza il suo sogno di una vita fondando nel 1996 la Parsek srl. Marco De Virgiliis può definirsi senza dubbio il classico “self made man”. Un imprenditore che davvero ha iniziato dal nulla. Il resto è storia. Oggi l’azienda con sede a San Giovanni Teatino impiega 33 dipendenti, è diventata leader nella produzione di sistemi di amplificazione e diffusori acustici. Il segreto del prodotto targato Markbass è alta tecnologia, qualità assoluta e 100% made in Italy.
Suono il clarinetto, la tromba e il sassofono ed infatti il genere che preferisco in assoluto è il jazz.
Hobby
Quel poco di tempo libero che ho cerco di trascorrerlo con mia moglie e con i miei due figli Flavio e Fiorenzo. Ci piace molto il mare e spesso passiamo lunghe giornate in barca.
Animali
Adoro tutti gli animali e ho trasmesso questa passione anche ai miei figli. Tra casa e azienda mi sono creato un piccolo zoo. Da 7 mesi ho un pastore tedesco di nome Max che è sempre con me.
Viaggi
La mia azienda mi porta a girare il mondo. E viaggiare è fondamentale perché ti aiuta a crescere e a confrontarti con le altre culture.
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La Newsletter della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara Anno IV - n° 10
In un momento difficile come questo, l’ente camerale ha deciso di investire anche nel settore del matrimonio e di tutto l’indotto commerciale che l’accompagna. Novembre, infatti, è il mese protagonista di ben due eventi: Pescara Sposi e Nozze In, il primo organizzato al Padiglione espositivo presso il Marina di Pescara in collaborazione con la Cna ed il secondo, con il supporto della Confartigianato, all’Ex Aurum. I riflettori punteranno su scelte luxury che non solo hanno la capacità di rendere indimenticabile le proprie nozze ma anche di far crescere il volume degli affari che ci gira intorno in termini di ristorazione, sartoria, tipicità locali, beauty e molto altro ancora. Dicembre, invece, sarà protagonista della formazione con l’avvio dell’anno accademico 2010-2011 del Master in Diritto ed Economia del Mare: il master, data la sua unicità nel panorama europeo, ha da poco ottenuto il riconoscimento del Centro di Informazione Regionale delle Nazioni Unite, UNRIC. Ma dicembre sarà anche il mese del “Premio Fedeltà al Lavoro ed al Progresso Economico”, un momento davvero speciale per tutti coloro che hanno contribuito allo sviluppo dell’economia della provincia di Pescara. Buona lettura a tutti ed arrivederci al prossimo numero.
Avvisi e Scadenze
13-14 novembre: “Pescara Sposi” 27-28 novembre: “Nozze In” 30 novembre: termine per il rilascio dispositivi SISTRI 17 dicembre: scad. presentazione domande “Master in Diritto ed Economia del Mare 19 dicembre: consegna premio “Fedeltà al Lavoro” 31 dicembre: scad. presentazione domande Camera Arbitrale
Lavorare informati
Ottobre 2010
La Camera di Commercio I.A.A. di Pescara si tinge di rosa Si è insediato il 12 ottobre scorso il Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Pescara per il triennio 2010 – 2013. La carica di Presidente è stata assegnata ad Elena Petruzzi, in rappresentanza del settore commercio, quella di Segretario del Comitato a Paolo Di Lullo (Camera di Commercio di Pescara), mentre le neo-componenti del Comitato, nominate dalla Giunta camerale sono: Sonia Di Naccio (commercio), Leila Kechoud (commercio), Eloisa Liberatoscioli (agricoltura), Alessandra Fiore (agricoltura), Simona De Thomasis (industria), Pina Di Peco (artigianato), Linda D’Agostino (artigianato), Luigia Piccaluga (sindacato). Il Comitato Provinciale per l’imprenditoria femminile riveste un ruolo importante per la promozione ed il raccordo sul territorio delle diverse attività ed iniziative a favore dello sviluppo dell’imprenditoria e nel rispetto delle pari opportunità. Tutte le info e le opportunità sull’imprenditorialità femminile sono su www.pe.camcom.it Ufficio Servizi per la Promozione Economica - 0854536434 - promozione@pe.camcom.it
Master in Diritto ed Economia del Mare Riaprono le iscrizioni
Il master in diritto ed economia del mare giunge alla sua XX edizione e si rivolge a coloro che hanno la passione per il mare e che desiderano approfondire i temi relativi alla pesca, alle risorse marine, ai trasporti marittimi ed aerei nonché all’ambiente ed alla tutela del territorio, al turismo portuale ed alla nautica da diporto. Per capirne il valore, basta riportare alcuni numeri: 60 crediti formativi ed una valutazione ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici per gli studenti universitari, 12 crediti, invece, per la formazione continua degli iscritti all’Ordine degli avvocati della provincia di Pescara. Ma non solo. Il master, che ha appena avuto il riconoscimento del Centro d’Informazione Regionale delle Nazioni Unite, si sposa perfettamente con gli impegni di lavoro e di studio: 1500 ore di lezione che si tengono, per un anno, solo il venerdì pomeriggio presso le sale dell’ente camerale. Il bando per l’anno accademico 2010/2011 è disponibile sul sito camerale www.pe.camcom.it.
In Camera, c’è aria di matrimonio La Camera di Commercio I.A.A. di Pescara investe nel settore wedding di lusso con due eventi di caratura nazionale rivolti alle coppie in procinto di sposarsi. Il primo, “Pescara Sposi 2010”, è organizzato in collaborazione con la CNA e si svolgerà, dal 13 al 14 novembre, presso il Padiglione espositivo dell’Ente al porto turistico “Marina di Pescara”; il secondo, “Nozze In”, porta il contributo della Confartigianato e si svolgerà, il 27 e 28 novembre, presso Il Palazzo Ex Aurum. Info: www.fierapescarasposi.it e www.nozzeinexaurum.com. www.youtube.com/camcompe Il canale della Camera di Commercio I.A.A di Pescara
www.pe.camcom.it
Imprese InForma la newsletter della Camera di Commercio IAA di Pescara
Iscriviti su www.pe.camcom.it
Lavorare Informati
sommario _ anno V n°48 _ novembre 2010
opinioni&rubriche editoriale
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Gocce d’inchiostro
ctrl s
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Tendenze, fatti e persone
nonsolo economia
19
L’economia riparte dall’etica
il punto
21
La rivoluzione che russa
la terra di Piero
87
28
Alla ricostruzione i personalismi fanno male
in primo piano confindustria abruzzo
26
La sfida dei Poli di Innovazione
turismo
28
La costa dei trabocchi
turismo montano
32
Manutenzione iniziata sulla funivia di Mussolini
terremoto
37
Il sistema delle adozioni dei beni artistici aquilani
bruno ballone
40
Quel sorriso che non c’è più
32
in copertina markbass
44
Markbass il successo che fa eco
37
incarichi&carriere pagano/gregori/ primavera petruzzi//boschetti
51 53
Calre/Confartigianato Terziario/ Patronato provinciale Inca CgiL CCIAA di Pescara/Sommelier
storie&persone luca di sante
54
New generation
Luca Di Sante
56
storie&persone gianfranco marrollo
56
Innovazione e impresa sociale, la nuova sfida della SMI
grandi storie nerio alessandri
59
Lo sport nobilita l’uomo
tematiche d’impresa mercati
61
85
Derivati e le proposte dell’UE
fisco
65
La questione fiscale
energia
69
Efficienza energetica: un’opportunità per rilanciare l’economia
94 9
sommario _ anno V n°48 _ novembre 2010
tematiche d’impresa ict
70
La Francia verso il controllo totale, a partire dall’asilo!
creatività& innova ione
73
Intelligenze multiple e distinte? Parola di Howard Gardner
norme&leggi
76
DIA e SCIA: cosa è cambiato?
ricerca&i innova ione
78
Il tessile abruzzese tra near-sourcing e cinesizzazione
gestione d’impresa
81
Il modello adatto alle PMI
credito&finan a tercas-caripe
85
101
Tercas-Caripe, il gruppo numero uno
105
seminari&convegni sicurezza
94
ICT Day 2010
CCIAA pescara
97
“Conciliazione ed il mondo sorride”
cisl abruzzo
99
2010: 4000 disoccupati in più
101
L’auspicio di un’economia più “etica”
UdA
115
eventi cdo
105
InOpera, l’Expo delle relazioni
Università di Te
109
Edilizia, il futuro passa dal risparmio energetico
adecco/aidp
111
Adecco Golf Trophy 2010
soroptimist abruzzo
115
«Unire talenti ed energie per affrontare le sfide»
delverde
117
Delverde Day
gi Confindustria Pescara
121
I° Forum Internazionale “Imprenditori Abruzzesi nel Mondo”
expò shanghai 2010
123
Prendiamo l’Oriente per la gola
globalizzazione
127
Processi di Globalizzazione
131
A Scuola di Arte Sartoriale
fondazione formoda barbuscia spa
135
segue a pagina
139
123
131
Barbuscia e Rò Film omaggiano la regina Mercedes CLS
la vita è bella
135 11
editoriale
/ gocce d’inchiostro
Eleonora Lopes _ direttore
N
on c’è tregua per la nostra regione. L’Abruzzo continua ad essere scenario di scandali. Ultimo in ordine di tempo, la maxi evasione fiscale internazionale da 90 milioni di euro scoperta dalla Guardia di Finanza di Pescara. Nell’ambito dell’operazione denominata “Flying money” i finanzieri hanno arrestato 13 persone (altre sono sotto inchiesta), hanno sequestrato immobili, quote societarie, uno yacht e saldi attivi su conti correnti, per quasi 12 milioni di euro. Tra gli arrestati, l’imprenditore abruzzese Giuseppe Spadaccini, ritenuto il promotore di tutta l’operazione illecita, consistente sostanzialmente nella creazione all’estero di false compagini societarie. Spadaccini, imprenditore dell’Air Columbia e presidente del CdA della Sorem, ha avuto nel corso degli anni importanti commesse che riguardano la Protezione Civile e la gestione dei Canadair. Anche in questo caso, come per i recenti scandali politici, attendiamo fiduciosi l’operato della magistratura. Ma non dimentichiamo che sebbene i dati dell’Agenzia delle Entrate segnalino risultati record nella lotta all’evasione, le cifre legate all’evasione risultano ancora molto alte in Italia.
S
nellimento della burocrazia. È questo quello che chiedono a gran voce gli imprenditori abruzzesi. Semplificazione delle procedure, più qualità ed efficienza, risparmio sui costi, maggiore utilizzo delle tecnologie informatiche e meno cartaceo nell’attività amministrativa e istituzionale. Anche questi sono elementi che aiuterebbero l’economia. La Regione Abruzzo ha voluto agevolare il rapporto tra Pubblica Amministrazione, cittadini e imprese attraverso un accesso più semplice e trasparente. Con questo obiettivo il presidente Gianni Chiodi, ha sottoscritto giorni fa a Roma, con il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, un protocollo per la realizzazione di un programma di innovazione per l’azione amministrativa. «La Regione - ha spiegato Chiodi - considera i progetti di sostegno all’innovazione e allo sviluppo della società dell’informazione uno degli aspetti prioritari per migliorare la qualità dei servizi pubblici, quindi, l’efficienza, l’efficacia e l’economicità. Dobbiamo essere guida e soggetto propulsore dell’innovazione».
L
o scorso 4 ottobre, a soli 33 anni, è scomparso improvvisamente il giovane imprenditore teramano Bruno Ballone. Componente del CdA del Gruppo Baltour, azienda leader in Abruzzo nel settore trasporti e in quello dei tour operator, Bruno lavorava attivamente nell’azienda di famiglia. Giovane intraprendente, molto conosciuto a Teramo, Bruno era impegnato anche nella vita associativa, tant’è che ricopriva il ruolo di vice presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo. Un ragazzo splendido: bello, forte, solare, sempre sorridente e con la battuta pronta, Bruno era anche uno sportivo, praticava basket sin da ragazzino e la Teramo Basket era la sua squadra del cuore. Anch’io ho avuto la fortuna e l’onore di conoscerlo, di diventare sua amica e in accordo con la famiglia (alla quale mando un grande abbraccio), abbiamo pensato che fosse importante ricordarlo anche in queste pagine dove abbiamo raccontato e racconteremo storie di imprenditori leali e determinati come era Bruno. Ciao Bruno, l’eco delle tue risate vispe e contagiose, accompagneranno per sempre tutte le persone che ti hanno voluto bene.
direttore@abruzzoimpresa.it
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“CREAIMPRESA”, 12,5 MLN PER SOSTENERE LA NASCITA DI NUOVE IMPRESE
TELELAVORO COME STRUMENTO DI PREVENZIONE NEI CONFRONTI DEGLI INFORTUNI DELLE DONNE
12,5 milioni di euro provenienti dal FSE 2007-2013 sono stati stanziati dalla Regione Abruzzo per sostenere la nascita di circa 100 nuove imprese. Si chiama “Creaimpresa” lo strumento che consentirà attraverso corsi di formazione rivolti soprattutto a donne e giovani, oltre ai disoccupati, ai lavoratori in cassa integrazione, agli ultracinquantenni e maggiorenni sotto i 30 anni disoccupati, di poter avviare un’attività imprenditoriale. Al termine del percorso formativo saranno pubblicati i bandi “Fare impresa” e “Autoimprenditorialità femminile” finanziati in parte con contributo a fondo perduto e in parte con prestito d’onore o canone di leasing. I discenti che parteciperanno ai corsi di formazione avranno un percorso privilegiato per poter partecipare all’assegnazione delle risorse per l’avvio delle imprese. «Questa iniziativa che ci consente di lanciare un messaggio di tipo culturale - ha dichiarato l’assessore al Lavoro Paolo Gatti - per dire a giovani e donne di credere in loro stessi, nelle loro idee e di cercarsi così un futuro, sfatando le false speranze del posto fisso».
Annunciata dall’assessore regionale Federica Carpineta una collaborazione tra Regione Abruzzo e INAIL, una delle realtà simbolo di eccellenza nel settore della innovazione e delle pari opportunità. Presso l’Istituto è stata messa a regime una importante sezione di telelavoro, la modalità che grazie all’informatica consente al lavoratore di operare da casa. La Regione Abruzzo intende avviare un proprio sistema di telelavoro che consenta di offrire alle lavoratrici uno strumento moderno e dignitoso per la conciliazione dei tempi per poter lavorare senza rinunciare alla cura della famiglia. «Credo che questo percorso troverà pieno consenso in sede di concertazione da parte dei sindacati, sensibili a queste tematiche. - Ha affermato l’assessore - Nel corso dell’incontro con l’INAIL è emerso che la maggior parte degli incidenti che riguardano le lavoratrici avviene nella fase di trasferimento: incidenti spesso causati dalla fretta di correre a casa o a scuola. Con questo ente avvieremo un protocollo di collaborazione per utilizzare l’esperienza fatta, avviando un discorso che migliori al contempo la qualità del lavoro nella macchina amministrativa regionale».
69 ANNI PER LIBERARE L’AQUILA E IL CRATERE DALLE MACERIE «Procedendo al ritmo attuale, serviranno ancora 69 anni per eliminare i cumuli di macerie che giacciono sulle strade dei comuni terremotati d’Abruzzo», questa la provocazione con cui Legambiente ha denunciato lo stallo nella ricostruzione a 18 mesi dal sisma che ha colpito L’Aquila e altri 56 centri abruzzesi. Il dossier “Macerie, anno zero” analizza la situazione, mette a fuoco ruoli e responsabilità, sottolinea errori e omissioni, prova a indicare soluzioni per liberare le strade dai detriti e avviare la fase di ricostruzione. «Rimuovere le macerie dalle strade e dalle piazze è il primo atto concreto di una vera ricostruzione. - Ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - Anche per queste ragioni i ritardi fin qui accumulati, il continuo rimpallo di responsabilità, l’assenza di procedure e persino di stime certe sulle macerie da rimuovere sono ingiustificabili». Altro problema è lo stoccaggio dei detriti: le macerie finora rimosse, infatti, sono state portate alla cava ex Teges, affidata al Comune dell’Aquila e gestito dalla Asm. Un sito temporaneo che rischia di diventare una discarica, ormai vicina alla saturazione.
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tenden e fatti persone
LA REGENOTERAPIA PARTE DA SA.RIN Si è svolto presso l’hotel Nacalua il convegno medico su “La REGENOTERAPIA ....effetti delle radiofrequenze sui tessuti e relative applicazioni cliniche”. L’evento è stato organizzato dalla SA.RIN srl di Pescara, azienda leader nel settore dell’estetica professionale, medicina estetica e del benessere. Il suo presidente Rodolfo Rinaldi, ha intuito negli anni la grande potenzialità che la Regenoterapia mette a disposizione di molteplici discipline mediche sia tradizionali che alternative con la convinzione che costituisca una straordinaria alternativa nel settore della salute. L’evento oltre a vari specialisti, ha visto la partecipazione del Prof. Michele Marzullo già specialista in chirurgia, cardiochirurgia e medicina dello sport, docente di medicina dello sport presso l’Università Federico II di Napoli e presidente dell’APAMS. La sfida del presidente della SA.RIN, è quella di riuscire ad affermare sul mercato della salute sia privata che pubblica, questa nuova terapia strumentale, la REGENOTERAPIA che ormai ha anni di esperienza, ma che non ha mai incontrato gruppi finanziatori che la potessero divulgare su larga scala per come invece meriterebbe grazie alle sue straordinarie potenzialità che permettono di trattare patologie e problematiche di vario genere dall’odontoiatria, al maxillofacciale, all’ortopedia, medicina dello sport, fisioterapia fino alla veterinaria. Le argomentazioni esposte e i concetti espressi hanno entusiasmato i presenti tanto che il prof. Marzullo ha espresso la volontà di trattare l’argomento della Regenoterapia anche in congressi dove lui relazionerà nei prossimi giorni.
RICOSTRUZIONE, LA PRIMA USCITA DI CICCHETTI Collaborazione, questa la parola d’ordine del nuovo vice-commissario alla Ricostruzione, Antonio Cicchetti. Durante la sua prima uscita pubblica, nel corso di una riunione del commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, con i sindaci del cratere, Cicchetti ha puntato tutto sulla necessità di sostenersi a vicenda, «È una grande sfida, però se non si fa squadra è difficile riuscire nell’impresa. Sono un aquilano e la nostra terra merita di essere ricostruita, so che cosa è L’Aquila e il suo territorio, ci vorrà un impegno enorme». Nessun accenno è stato fatto alle polemiche che hanno seguito la sua nomina. «La mia funzione è coadiuvare il presidente nella ricostruzione per completarla in tempi certi. Per fare questo serve conoscere ed è quello che farò con i sindaci e con tutte le strutture che lavorano alla soluzione di questo immenso problema».
AUTOVEICOLI, QUANTO CI COSTANO? Ammonta a 4 miliardi di euro la spesa per l’acquisto e l’utilizzo degli autoveicoli in Abruzzo nel 2009, cifra che corrisponde al 2,09% di quella complessiva italiana. A fornire i dati è stato uno studio della società di ricerca Econometrica. In Abruzzo la spesa più elevata è stata relativa al carburante con 1,3 miliardi di euro, seguono quella per gli acquisti di autoveicoli (autovetture, veicoli commerciali e industriali, autobus e minibus) con 984 milioni, quella per la manutenzione (683 milioni) e quella per l’assicurazione rc auto (399 milioni). Importi minori, ma sempre rilevanti, vanno ai pneumatici (192 milioni), al ricovero (143 milioni), alle tasse automobilistiche (124 milioni), ai lubrificanti (75 milioni) e all’assicurazione incendio e furto (68 milioni). A livello provinciale è Chieti a guidare la graduatoria della spesa regionale con 1,3 miliardi di euro, a seguire Teramo (990 milioni), L’Aquila (873 milioni) e Pescara (871 milioni).
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“L’AMBASCIATA DELL’AQUILA A ROMA” L’associazione “L’Aquila siamo noi” ha organizzato a Roma una tavola rotonda dal titolo “Piano di rilancio dell’economia aquilana”. Si tratta della seconda edizione di un’iniziativa presentata a Milano lo scorso anno, nata per offrire un concreto appoggio alla ricostruzione morale ed economica de L’Aquila. L’evento che si è svolto al Palazzo dell’Aranciera di San Sisto, oltre ad ospitare una vetrina dei migliori prodotti artigiani del capoluogo abruzzese, ha promosso un ciclo di incontri con i politici del governo nazionale e i rappresentanti delle parti sociali al fine di individuare obiettivi comuni e strumenti efficaci per la ripresa economica del territorio aquilano. Al termine dei lavori è stata consegnata una targa in memoria del comandante del Corpo dei Vigili Urbani di Roma, Angelo Giuliani come ringraziamento per il contributo offerto alla straordinaria opera di solidarietà intrapresa dopo il terremoto.
2° EDIZIONE DEL SALONE DELLO STUDENTE
LA ROMANIA INCONTRA LA PROVINCIA DI PESCARA
A L’Aquila, le giornate del 24-25-26 novembre saranno dedicate interamente all’orientamento universitario e alla riflessione sulle realtà professionali italiane. Interverranno aziende ed esperti del settore. Per l’orientamento degli studenti delle scuole superiori, definito “in entrata”, interverranno non solo i rappresentanti del sistema universitario abruzzese, ma anche quelli di scuole e istituzioni ben presenti sul territorio (Scuola della Guardia di Finanza, Carabinieri, Esercito, Vigili del Fuoco, Accademia dell’Immagine, Accademia delle Belle Arti, Conservatorio). Agli studenti, invece, che hanno portato a compimento – o stanno per farlo – il proprio percorso universitario, verrà data la possibilità di incontrare le aziende partecipanti e di presentare il proprio curriculum. È recente la conferma che al Salone dello Studente sarà presente il prof. Antonino Zichichi (presidente della World Federation of Scientists) e che il 25 novembre alle ore 16.00, presso l’Auditorium della Guardia di Finanza, terrà una conferenza sul tema “È la scoperta scientifica il vero motore del progresso tecnologico, industriale e civile”.
Lo scorso ottobre la Provincia di Pescara, nell’ambito del programma fondi strutturali europei “Obiettivo 1”, ha invitato un gruppo di sindaci e rappresentanti istituzionali provenienti dalla città di Timisoara, in Romania, per creare delle sinergie economiche. Il gruppo romeno in visita era formato da 8 elementi, tra i quali numerosi sindaci, e nel suo tour ha toccato diverse località tra le quali Pianella e Città Sant’Angelo, che di recente hanno firmato un Protocollo d’Intesa con la Romania per favorire l’esportazione di prodotti tecnologici e agricoli, in particolare l’olio d’oliva. All’incontro tenutosi nella cittadina angolana hanno partecipato numerosi imprenditori locali, tra i quali Piersante Savini, della Savini Arredobagno, che ha una sede a Sebes, nella Transilvania, con oltre 250 dipendenti. Presenti all’incontro anche molte istituzioni: l’assessore provinciale Roberto Ruggieri, il presidente del consiglio provinciale Giorgio De Luca, il sindaco di Città Sant’Angelo Gabriele Florindi e altri amministratori comunali.
AEROPORTO D’ABRUZZO: MASSIMA INTESA CON RYANAIR Nuove prospettive di rilancio per l’aeroporto d’Abruzzo dopo la riunione tra la Regione Abruzzo, la Saga e Ryanair, che si è tenuta nella sede di Dublino della compagnia aerea irlandese. L’incontro ha confermato la buona tenuta dei rapporti tra Ryanair e Saga e ha posto le basi per una nuova stagione di rilancio dello scalo aeroportuale abruzzese. «L’incontro di Dublino - ha commentato l’assessore al Turismo Mauro Di Dalmazio - conferma come la compagnia low cost consideri ancora strategico l’aeroporto d’Abruzzo. Su questa base consideriamo senza dubbio positive le risposte che ci ha dato la Ryanair, che potrebbe anche avviare in futuro un percorso per una maggiore presenza all’interno dello scalo abruzzese». Ryanair quest’anno trasporterà oltre 350.000 passeggeri da e per Pescara e contribuirà così a sostenere 350 posti di lavoro.
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tenden e fatti persone
L’ANMIL RICORDA I CADUTI SUL LAVORO L’Associazione Nazionale Mutilati Invalidi del Lavoro (Anmil) di Pescara, attraverso l’impegno fattivo del presidente Claudio Ciampagna, ha reso omaggio alle vittime del lavoro con un nuovo monumento in pietra bianca sistemato sul lato nord di piazza Italia, opera disegnata da Serena Placidi di Turrivalignani e realizzata dallo scalpellino Sante Aceto. Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia; il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa; l’assessore regionale allo Sport e al Bilancio Carlo Masci; il prefetto Vincenzo D’Antuono; il comandante provinciale della Guardia di Finanza Maurizio Favia; il comandante provinciale dei Carabinieri Marcello Galanzi; la dottoressa Di Giulio in rappresentanza della Questura; gli assessori comunali all’Associazionismo Carla Panzino e alle Politiche sociali Guido Cerolini; i sindaci di Penne Donato Di Marcoberardino e di Bussi Marcello Chella.
“SOLUZIONI SOFTWARE” PRESENTA LA GESTIONE DEI DOCUMENTI ELETTRONICI NEI PROCESSI AZIENDALI Presso l’hotel Dragonara, Soluzioni Software ha tenuto lo scorso 12 Ottobre l’evento “La gestione dei documenti elettronici nei processi aziendali”. L’azienda con sede a Padova e con filiale operativa a Pescara è attiva da 25 anni con soluzioni gestionali e ERP per le imprese, e per rispondere al loro crescente interesse verso la gestione dei documenti elettronici, ha presentato soluzione Arxivar. I numerosi partecipanti hanno potuto vedere una soluzione tra le più innovative e complete oggi disponibili, trovando anche le risposte relative alla Conservaz ione Sostitutiva dei documenti fiscali, alla gestione dei processi operativi (Workflow), e al Document Distribution (Postel, E-mail, Fax, PEC, Fattura Elettronica). Soluzioni Software proseguirà anche nei prossimi mesi con altre attività di incontro e formazione sul tema.
CHIODI HA PRESENTATO I PRIMI 18 MESI DI GOVERNO REGIONALE «Non si può continuare ad ignorare come l’oculata politica di bilancio posta in essere da questo governo regionale abbia ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali», a parlare è il presidente della Regione, Gianni Chiodi, «I risultati raggiunti sono straordinari: riduzione dell’indebitamento del 12,5% (500 milioni di euro) senza aumentare le tasse; riduzione del disavanzo sanitario a livelli antecedenti al 2000; riduzione del costo del debito. Tutti valori certificati da Moody’s e dal tavolo di monitoraggio del Ministero dell’Economia e della Salute. Il turismo cresce del 130%, il debito dei cittadini diminuisce, gli investimenti per le strutture sanitarie sono tanti, l’Abruzzo è la prima regione del Mezzogiorno per capacità di spesa dei fondi europei, la ricostruzione pesante all’Aquila sta partendo, i dirigenti regionali diminuiscono, le società inutili sono state messe in liquidazione, i costi della politica ridotti, le sedi all’estero sono state chiuse, le Asl sono diventate quattro, i consorzi fidi diventeranno una decina e saranno più utili alle imprese, la sanità privata ha finalmente regole e controlli, il centro Oli non c’è e non c’è alcuna nuova trivellazione. Ci sono ancora quasi quattro anni per completare il lavoro prima che termini il mandato elettorale».
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nonsoloeconomia
Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica
L’economia
L
riparte dall’etica
a crisi che ha colpito l’economia mondiale ha reso di grande attualità ed importanza l’Enciclica Caritas in Veritate. Una crisi che trae origine da una finanza spregiudicata, concepita come fine e non come mezzo, dal denaro che crea denaro, da bilanci costruiti per creare profitti e stipendi e indennità smisurati. Una crisi che ha prodotto nel mondo guasti enormi. Basti pensare che: a) nel 2009 ogni giorno sono andati perduti 73.000 posti di lavoro; b) ogni giorno 200.000 lavoratori sono caduti in povertà; c) il numero di giovani disoccupati è aumentato di 10,2 milioni rispetto nel 2007. Monsignore Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti – Vasto, ha illustrato gli aspetti centrali dell’Enciclica in un seminario tenuto presso la cattedra di Politica Economica della facoltà di Economia di Chieti – Pescara, soffermandosi in particolare sul rapporto tra economia ed etica. In effetti, la profondità della crisi attuale e i processi di globalizzazione in atto consigliano la necessità di un rapporto positivo tra economia ed etica. Armartya Sen, premio Nobel per l’economia, nel suo libro “Sviluppo come libertà” sottolinea il principio che l’etica è per i mercati ciò che per noi è l’ossigeno. Il bisogno di etica nasce dalle grandi contraddizioni che oggi si stanno sviluppando nella società globalizzata, dove convivono, direbbe sempre Sen, ricchezza e povertà, malnutrizione e obesità, analfabetismo e sapere diffuso. Oggi, purtroppo, nella teoria economica, dominante il sistema dei valori viene relegato nell’ambito delle preferenze private dell’individuo, in tal modo espellendo le considerazioni etiche dall’impianto teorico. Esattamente il contrario dalle prime ricerche dedicate all’attività economica, che come è noto risalgono ad Aristotele
e agli antichi filosofi. Criterio economico e criterio etico tendono pure ad identificarsi nel secondo medioevo, con la Scolastica, dove diversi studiosi, tra cui Tommaso D’Aquino, svolgono analisi profonde sui commerci, assicurazioni e prezzi. Questa concezione sociale e civile dell’economia pervade tutto il pensiero illuminista napoletano. Napoli è la città dove viene istituita nel 1752 la prima cattedra di economia della storia, non a caso ha il nome di “Cattedra di economia civile e di meccanica”. Nelle sue lezioni l’abate Genovesi afferma che l’economia è la scienza del ben vivere sociale, in cui la socialità, la fiducia e la reciprocità rappresentano le condizioni indispensabili per lo sviluppo di una nazione. Ma è verso la fine del diciottesimo secolo, con Adam Smith, che l’economia assume una sua autonoma configurazione. L’economista scozzese, oltre al concetto della mano invisibile, evidenzia una sorta di codice di moralità mercantile, basato sull’onestà e sulla fiducia ed un mercato che edifica e non distrugge le virtù civili. Invece, il pensiero economico dominante si è allontanato sempre più da questi principi e valori. L’economia si basa sul comportamento “dell’uomo economico”, ossia di un individuo che attraverso il suo comportamento razionale mira ad ottenere il massimo interesse. Ma è veramente così? Davvero si può affermare che, se si vuole studiare l’etica negli affari bisogna decidere se fare etica oppure affari? O invece l’attività economica reclama una concezione dell’uomo e della vita sociale perché l’economia si sviluppa nel mondo reale? L’Enciclica afferma “che lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e politici che vivono fortemente nelle loro coscienze l’appello del bene comune”
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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215
Filiale di Rosciano Via Roscio da Montechiaro 65020 Rosciano (PE) Tel. 085/8509142 Fax. 085/8509853
Tesoreria di Città S.Angelo C.so Vittorio Emanuele II 65013 Città S.Angelo(TE) Tel. 085/969343 Fax. 085/9699748
Filiale di Pianella Piazza De’ Vestini 65019 Pianella (PE) Tel. 085/972626 Fax. 085/971456
Tesoreria di Villa Bozza Viale Risorgimento 64030 Montefino (TE) Tel . 0861/996300 - Fax. 0861/996273
Filiale di Elice Contrada Sant’Agnello, 193/2 65010 Elice (PE) Tel. 085/9609006 Fax. 085/9609825
Filiale di Piane di Castiglione M. R. Fraz. Piane di Castiglione M. R.. 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/909150 Fax. 0861/909818
Filiale di Penne Circonvallazione A. Moro 65017 Penne (PE) Tel. 085/8278386 Fax. 085/8210200
Filiale di Marina Città Sant’Angelo Via Tito de Caesaris, 4 65013 Marina Città S. Angelo (PE) Tel. 085/9506431 Fax. 085/9506824
Filiale di Cerratina Via Trieste, 12 - 65010 Cerratina (PE) Tel. 085/9771919 - Fax. 085/9772234 Filiale di Loreto Aprutino Via Mameli - 65014 Loreto Aprutino (PE) Tel. 085/8290611 - Fax. 085/8509853 Filiale di Silvi Marina Via Roma, 285 - 64029 Silvi Marina (TE) Tel. 085/9359724 - Fax. 085/9354798 Filiale di Pineto SS. 16 - C. De Titta 64025 Pineto (TE) Tel. 085/9493471 - Fax. 085/9493374
il punto
Mauro Di Pietro giornalista
La rivoluzione
I
che russa
n fondo, dopo l’era del Turco a noi abruzzesi poteva capitare di tutto, ma non di bloccare il corso di certe odiose abitudini politicoburocatiche. Il presidente Chiodi sapeva benissimo di quali aspettative era ammantato il suo apparire sulla massima scena politica regionale e di come tutti aspettassero, dal suo agire amministrativo, una sorta di “epoca d’oro” per l’Abruzzo umiliato dagli scandali e sprofondato nella crisi di prospettive. Chiodi doveva infliggere uno scatto d’orgoglio che consentisse alla regione di scrollarsi di dosso fango e ignominia e avviarsi verso una riedificazione di sé. Doveva dare corso a scelte nette, impetuose per seminare fiducia e rilanciare l’economia. L’Abruzzo avrebbe dovuto guidare la classifica delle regioni del meridione fuori dal Sud e compiere così l’atteso riscatto. Come dire, una sorta di risarcimento della classe politica a tutti gli abruzzesi offesi. Invece, così non è stato, e, anzi, Chiodi è riuscito, in un sol colpo, ad incrociare l’impazienza di sindacati, associazioni di categoria, lavoratori, imprenditori, commercianti e artigiani, sbottati tutti uniti contro l’immobilismo del Presidente e della sua Giunta. In Abruzzo – hanno detto – non si può più andare avanti, con la consacrazione dei dati ISTAT che confermano appieno lo stato della regione, indicata tra le peggiori d’Italia per livelli occupazionali e di PIL. E’ desolante assistere al declino rovinoso e scoprire, tanto per fare esempi, che la Toscana incrementa il suo export del trenta percento, e, neanche a dirlo, in Cina. Ma se a L’Aquila o Pescara ci si avvita in peripezie burocratiche per redigere bandi o stilare qualche improbabile graduatoria per finanziare progetti, a Firenze si sono dati da fare e, senza rincorrere chissà a quali congetture, hanno escogitato un programma per consentire alle aziende locali di
proporsi, sul piano della ricerca e dell’innovazione, a realtà imprenditoriali cinesi. Detto fatto ed il risultato è sotto gli occhi di tutti: Siena brilla nell’hi-tech farmaceutico e Firenze nell’elettromeccanica. Così come è insopportabile assistere a una vera e propria corsa contro il tempo delle regioni che si affacciano sull’Adriatico, per lo sviluppo di hub portuali in grado di ricreare competitività per le proprie aziende e facilità di collegamento con i Paesi del Mediterraneo, compresa l’attrazione di nuovi investimenti. È il caso di Trieste, Venezia e Ancona, tanto per citarne solo tre. Il tutto mentre in Abruzzo si fa poco o niente per sviluppare lo scalo di Vasto e il minimo indispensabile per tenere in vita il sogno di Ortona. Una carenza infrastrutturale messa ancora più a nudo dalle parole di Silvio Di Lorenzo, vicepresidente esecutivo di Honda Italia, che candidamente ospite di una trasmissione televisiva, solo qualche giorno fa, dichiarava: “Oggi, mai e poi mai, i Giapponesi sarebbero sbarcati ad Atessa”. Uno scenario desolante dove non si salva nessuno, neanche Teramo. Anzi qui la cosa diventa anacronistica e per certi versi paradossale, tant’è che se qualcuno pensa di festeggiare il “modello Teramo” tanto caro a Chiodi, i sindacalisti nazionali di Cgil, Cisl e Uil giungono al suo capezzale. Teramo veste la maglia nera per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali con il quarantatre percento del totale di quelli erogati in Abruzzo. Teramo si attesta come la prima provincia in Italia - in percentuale rispetto alla popolazione - per il ricorso a cassa integrazione e mobilità. Il che fa pensare che c’è poco da festeggiare. La tanto attesa rivoluzione russa e del fare Chiodiano, si dissolve nell’etere degli annunci tv
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4a convention delle imprese
Premio Aquila Reale 2010
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Il premio aquila reale della passata edizione
Antonio Del Corvo - Provincia dell’Aquila R. Tordera A. Battaglia - Carispaq Marco De Virgiliis - Parsek
Massimo e Antonio Pavone - Fox Italia Guerino Testa - Provincia di Pescara Onofrio Totaro - CRMP
Guido Bertolaso - Protezione Civile Donato Di Fonzo - Lancianofiera Fam. Barbuscia - Barbuscia
Fam. Evangelista - Evangelista Gomme
Gerardo Gigli - Edimac
Giulio Pedicone - Las Mobili
Anche quest’anno, come di consueto, ci sarà l’assegnazione del premio”Aquila Reale” alle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa. Un riconoscimento agli imprenditori che rappresentano l’Abruzzo sano, produttivo, quello che nonostante il momento difficile, non intende mollare, ma anzi contribuisce con coraggio e sacrificio, alla ripresa del territorio. La scorsa convention, a premiare i nostri “Capitani d’impresa” fu il sottosegretario al Ministero dell’Interno Alfredo Mantovano.
2010
Appuntamento con l’impresa
24 febbraio 2011
4a Convention delle imprese
2007
4a Convention delle imprese
Emma Marcegaglia, capitano d’impresa Tanti ospiti di spicco nel primo appuntamento organizzato da Abruzzo Impresa e Confindustria Abruzzo
È
2008
l’ora del dialogo. Tra il mondo dell’imprenditoria e quello della politica. Via le barriere, via le lungaggini burocratiche, e dentro una strategia di concertazione in cui tutti concorrano alla ripresa economica del Paese. Protagonista assoluta della prima convention delle imprese, tenutasi presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano, è stata l’allora vice presidente nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia. La prima convention delle imprese, organizzata dal mensile Abruzzo Impresa e da Confindustria Abruzzo, in collaborazione con la facoltà di Economia di Pescara, ha riscosso grande successo ben oltre le aspettative. Presenti molti protagonisti della politica e dell’imprenditoria: tra questi Sergio Galbiati, Giuseppe Del Gesso, Massimo Minolfi, Pasquale Cordoma, Luciano D’Alfonso e Ottaviano Del Turco, intervenuti nella tavola rotonda.
Convention di successo, grandi nomi a confronto Due tavole rotonde per discutere della crisi e delle possibili vie per uscirne
L
a crisi può essere paradossalmente l’occasione giusta per ricominciare alla grande. Quella che sembra una frase fatta è stata in realtà argomentata in modo dettagliato dagli illustri protagonisti della seconda Convention delle imprese. Maurizio Beretta, Renato Brunetta e Raffaele Bonanni, ovvero industria, politica e sindacato. Insieme a tante altre personalità di spicco delle tre realtà, hanno dato vita a un interessante dibattito finalizzato al reperire una o più soluzioni per uscire dalla crisi che attanaglia il Paese. In linea con le attese, è stato il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta a rubare la scena: «Servirà più impegno da parte di tutti, aumentando la produttività e riducendo al massimo la burocrazia, anche a costo di lavorare di più. Ne va della salute della nostra economia». Sono state due le tavole rotonde che hanno caratterizzato l’evento: la prima composta da figure politiche e imprenditoriali della regione Abruzzo, la seconda, moderata dall’allora direttore del “Sole 24 Ore” Ferruccio De Bortoli e animata da personalità di rilevanza nazionale.
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Innovare per ricostruire
2009
Al centro alcune immagini delle ultime edizioni
Alla terza Convention, svoltasi 8 mesi dopo il terremoto che ha colpito L’Aquila, si è parlato di ricostruzione e di un modello di sviluppo che faccia rinascere il capoluogo e l’Abruzzo
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Quarta Convention delle Imprese, si parte! Abruzzo Impresa e Confindustria Abruzzo di nuovo insieme nell’organizzazione dell’appuntamento più importante per i nostri imprenditori
24/02/2011
tessa determinazione della prima edizione, ma una location d’eccezione, ha fatto da cornice alla Convention 2010. I fatti tragici che hanno colpito la città dell’Aquila e la sua provincia ci hanno indotti a svolgerla proprio nel Capoluogo di Regione, ma soprattutto ad incentrare la tematica della Convention sulla ricostruzione. Innovare e ricostruire: per un nuovo modello di sviluppo per l’Abruzzo infatti, è stato il titolo del convegno e come oramai di consueto, ospiti illustri appartenenti al mondo politico, imprenditoriale, sindacale, creditizio e universitario, sono intervenuti nella prima tavola rotonda. Tra questi: Guido Bertolaso, Alfredo Mantovano, Enrico Letta, Luigi Angeletti, Luigi Abete, Giovanni Fiori e Giamapolo Galli. Moderatore del convegno, il dinamico conduttore Rai Giovanni Floris. Ma anche una tavola rotonda con ospiti regionali ha affrontato le delicate problematiche del nostro territorio con un occhio di riguardo verso i cittadini aquilani.
L
a macchina organizzativa della quarta Convention delle Imprese è già all’opera. Un lavoro che vede sin dal primo anno, fianco a fianco Abruzzo Impresa e Confindustria Abruzzo. La location è già definitiva: l’ex Foro Boario della Camera di Commercio di Chieti, una struttura moderna, situata in una zona strategica e facile da raggiungere. Per i nomi degli ospiti, ci sono già le prime conferme, una su tutte la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, su altri si è in attesa di una risposta. Tre Convention indimenticabili e dall’indiscusso successo, che hanno visto la presenza di ospiti nazionali di altissimo livello. Al termine della tavola rotonda, come di consueto, ci sarà la premiazione delle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa con il premio “Aquila Reale”. L’appuntamento è per il prossimo 24 febbraio, non ci resta che rinnovarvi l’invito a partecipare numerosi.
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in primo piano
» di Laura Tinari
La sfida dei Poli di Innovazione
Il 30 novembre sarà raggiunto il primo traguardo con lo scadere del bando regionale sul “Sostegno alla creazione dei Poli di Innovazione”, finalizzato all’individuazione e all’avvio di aggregazioni fra imprese, università e centri di ricerca
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ieci milioni di euro la somma messa a disposizione dalla Regione Abruzzo grazie alle risorse del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale per la costituzione, l’ampliamento e il funzionamento dei Poli di Innovazione. La necessità di questi nuovi aggregamenti è stata dettata dalla mancanza finora registrata sul territorio regionale di veri e propri esempi di raggruppamenti tra imprese, centri di ricerca e formazione. La Regione prevede la loro costituzione entro il 2015 e ha chiesto che aggregassero quaranta imprese aventi almeno una sede operativa sul territorio abruzzese. Nati anche per superare la ormai vecchia logica dei distretti industriali attraverso il consolidamento del sistema territoriale, in Italia finora l’unico esempio di Poli di Innovazione è l’esperienza pilota del Piemonte ed è a questo che la Regione Abruzzo si è ispirata. Quattro i domini principali previsti: agroalimentare, automotive, elettronica/ICT, ma sono state ammesse anche le candidature di altre categorie significative in termini di PIL
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regionale e di numero di imprese, quali energia, edilizia sostenibile, chimico-farmaceutico, servizi avanzati, tessile-abbigliamento-calzaturiero, turismo, mobili/ arredamento. Il contributo concesso a ciascun Polo sarà di circa 1.300.000,00 euro e ad ognuno la Regione farà assistenza e tutoraggio per 5 anni, al termine dei quali il Polo dovrà rendersi autosufficiente. Un’altra delle logiche alla base dei Poli di Innovazione è la volontà della Regione di concentrare le proprie risorse, riversate sul territorio, su grandi centri di ricerca e formazione iniziando ad evitare gli sperperi del passato. Ne abbiamo parlato con Gennaro Tornincasa, presidente dei Servizi e Terziario Avanzato di Confindustria L’Aquila, che sta seguendo una delle possibili candidature del Polo per il dominio Servizi Avanzati e nel quale sta cercando di aggregare piccole imprese dell’ambito della consulenza, formazione e comunicazione, dove l’elemento accomunante è il ricorso fondamentale a beni intangibili, come il capitale umano, la creatività, l’intelligenza.
intervista a Gennaro Tornincasa presidente dei Servizi e Terziario Avanzato di Confindustria L’Aquila
Presidente Tornincasa, perché entrare nei Poli? Quali sono i benefici per le aziende? «La Regione Abruzzo considera quella dei Poli una strategia importante, un processo sperimentale che potrà risolvere alcune delle criticità che le imprese abruzzesi hanno oggi. Le aziende all’interno di queste strutture potranno intraprendere processi d’innovazione, ricerca e sviluppo che da sole faticano ad acquisire. Il Polo dunque come luogo dove beneficiare di servizi legati al proprio business. L’appartenenza al Polo diventerà per l’azienda una sorta di status, perché queste strutture saranno interlocutori diretti della Regione». La Regione finanzierà il 50% per la costituzione, l’ampliamento e il funzionamento dei Poli, come si pensa di sovvenzionare la restante parte? «La Regione parteciperà attingendo alle risorse messe a disposizione dai FESR, mentre la restante parte sarà divisa tra le aziende, che parteciperanno ad
un cofinanziamento attraverso una quota annuale, e il Polo stesso, che si configurerà come soggetto imprenditoriale capace di produrre reddito attraverso la vendita di servizi sia ai polisti che all’esterno». Le associazioni di categoria possono avere o avranno una funzione aggregante? «Sicuramente non entreranno nei Poli, come in passato per altre esperienze è accaduto, ma le singole figure dirigenziali, come nel mio caso, stanno guidando un processo di candidatura o quanto meno potranno animarlo. Tutto è a discrezione personale». Quanto l’Abruzzo può prendere o apprendere dall’esperienza del Piemonte? «La Regione ha preso molto a riferimento il caso Piemonte, unico esempio compiuto di Poli di Innovazione in Italia oggi, tanto che anche nella definizione del bando quel modello si evince. Io credo che il successo di questo strumento nella nostra regione dipenderà soprattutto dal management che guiderà il Polo, perché variabile fondamentale in questa fase di impostazione progettuale è la scelta di una struttura che abbia ben chiaro e sappia portare avanti l’obiettivo per cui il Polo stesso è nato»
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in primo piano
» di Alessio Giancristofaro
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foto di Vincenzo Sulpizio
La costa dei trabocchi
Non è solo un luogo incantevole che attrae ogni anno numerosi turisti. Per il giovane Fabio Rullo, laureato in ingegneria edile-architettura all’Università dell’Aquila, potrebbe diventare un progetto urbano che partirebbe da San Vito
Il lungomare di San Vito, la costa dei trabocchi
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“L
a grande macchina pescatoria composta da tronchi scortecciati, di assi e gomene, che biancheggiava singolarmente, simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano” ne è il simbolo per antonomasia. Gabriele D’Annunzio descrive con queste parole il trabocco, l’ingegnosa macchina da pesca che caratterizza l’omonima costa, quella lingua di mare che bagna i litorali che vanno da Francavilla al Mare a San Salvo. I trabocchi hanno scritto pagine importanti di storia dell’Abruzzo e sono destinati a scriverne altre ed altrettanto importanti di questo territorio: i tanti temi di approfondimento, e le tantissime parole spese in dibattiti, hanno sviluppato un discorso focalizzato sull’importanza del ruolo propulsore che i trabocchi possono rivestire, dall’economia al turismo, e così via. Tutti ci puntano, insomma, ma è pur vero che i vari stakeholders, sino a questo momento, si sono mossi in modo a-sistemico nello scacchiere strategico di questo territorio; le tante idee vengono centrifugate in un unico calderone d’annunci e di buoni intenti ma, alla fin fine, non trovano una pratica applicazione trasversalmente condivisa e trasversalmente realizzabile. In queste pagine, abbiamo voluto analizzare una prospettiva diversa della costa dei trabocchi, prendendo spunto da un progetto che, seppur “pagando il limite” dell’impostazione didattica, si articola in una serie di interessanti spunti di riflessione. Lo studio in questione è quello di un giovane laureato in ingegneria edile-architettura dell’Università dell’Aquila, Fabio Rullo di Lanciano; la conditio sine qua non della tesi è quella di intervenire in modo deciso sui singoli centri urbani alle porte del mare; solo così facendo si può articolare un discorso strategico da estendere all’intera costa dei trabocchi. Il punto di partenza del lavoro è San Vito. Il comune chietino ha un retroterra importante (leggasi zona frentana) e una rete infrastrutturale di collegamento con gli altri centri piuttosto diretta che lo supporterebbe e lo implementerebbe.
Da qui i pilastri del progetto che si erge sue tre ipotesi strettamente connesse e che fotografano, da diverse angolature, San Vito, il “centro capoluogo” della tesi. Come si interviene in pratica? Non è prevista la riallocazione o la destinazione ad altri utilizzi di aree e strutture già presenti, ma si invita a rimodulare completamente gli interventi dei singoli luoghi che si affacciano sull’Adriatico. San Vito (e di riflesso l’area frentana) viene innanzitutto affrescata come città da vivere e da abitare. Alla base di questa sezione del lavoro universitario si punta ad una rivisitazione delle strutture urbane grazie alla creazione di spazi urbani concepiti sui principi di sostenibilità ambientale e sulla tutela del paesaggio, ma anche spazi che sono incentrati a sostegno delle attività commerciali ed artigianali. Inoltre, non si potrebbe fare a meno di realizzare strutture residenziali coerenti sia con le previsioni del PRG, sia in relazione alle previsioni demografiche. Cosa significa, allora, vivere e poter abitare tranquillamente a San Vito? Gli obiettivi su scala territoriale, nel lavoro di Fabio Rullo, puntano alla valorizzazione dell’intero comparto urbano: la priorità assoluta è quella di rendere agevoli e rapidi gli spostamenti con mezzi pubblici da San Vito paese alla marina, ma anche verso i centri più vicini. San Vito da abitare, San Vito da visitare. Da qui nasce
Gli obiettivi su scala territoriale, nel lavoro di Fabio Rullo, puntano alla valorizzazione dell’intero comparto urbano: la priorità assoluta è quella di rendere agevoli e rapidi gli spostamenti con mezzi pubblici da San Vito paese alla marina la definizione di San Vito come terra dell’accoglienza. Proprio così. Secondo l’idea che stiamo descrivendo, il “centro capoluogo” dovrà, in un certo senso, “fare gli onori di casa” della costa dei trabocchi, esserne una sorta di bigliettino da visita. Per vestire questo ruolo quasi “cerimoniale”, è necessaria la realizzazione su scala urbana di strutture ricettive quali B&B, hotel
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Apri gli occhi Osservare le norme contro gli infortuni
salva la vita
Sicurezza nel lavoro: ignorare vuol dire rischiare www.sicurlavorando.it
UNIONE EUROPEA FONDO SOCIALE EUROPEO
Direzione Politiche Attive del Lavoro Formazione e Istruzione
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a 2-3-4-5 stelle, di impianti per il tempo libero e lo sport, ma anche di locali di ristorazione, e così via. Il tutto andrebbe messo a punto attraverso un sistema turistico multi-polare, integrando le risorse culturali e dell’entroterra in modo tale da diversificare l’offerta (si potrà ad esempio parlare di turismo congressuale). L’altra angolatura per osservare San Vito è quella che la inquadra come città verde e porta dell’Adriatico. Per attuare questa definizione sarebbe necessario realizzare un parco naturale urbano, attuare strategie che riducono l’utilizzo dei mezzi privati, limitare il traffico veicolare su scala territoriale, puntare a strategie che tutelino l’ambiente naturale e che, allo stesso tempo, valorizzino le bellezze del territorio. Nel piano viene chiarito che sarebbe utile evitare l’ulteriore antropizzazione del territorio e favorire la ricostruzione di reti ecologiche. Come mettere in pratica tutti gli obiettivi sul “centro capoluogo” della costa dei trabocchi? Attraverso l’attuazione di tre macro-progetti: il riuso parziale della tratta ferroviaria della Ferrovia Adriatico Sangritana utilizzando una metropolitana leggera (anche se dobbiamo doverosamente precisare che la società di trasporti di via Dalmazia ha recentemente annunciato di aver avviato uno studio che prevederebbe l’utilizzo innovativo di un tram treno per collegare i centri di Castefrentano a San Vito, idea tecnicamente percorribile e favorevole per il territorio frentano), la realizzazione della via Verde “Majella-Adriatico” insieme alla creazione della Rete Verde d’Abruzzo e, infine, quella che nel progetto viene definita “maggiormente impattante”, rappresentata dall’attuazione dei progetti di architettura. I progetti sono complementari tra di loro e ogni microprogetto coordina, a sua volta, una serie di attività di minore intensità. E che dire sul capitolo dei costi? Anche nella sezione economia del lavoro bisogna tener conto dell’impostazione accademica; in ogni caso, dalle articolate tavole che costituiscono l’idea di Fabio Rullo, viene ipotizzato che ogni settore è in grado di produrre in proprio “energia” per rendere l’intero apparato autosufficiente dal punto di vista finanziario; ogni settore, dunque, è capace di ripagarsi in modo autonomo i costi della propria realizzazione e della propria esistenza futura. E lo scopo finale quale sarebbe? Lo sviluppo di San Vito si tradurrebbe, stando al ragionamento portato avanti, in aumento occupazionale, nella possibilità di generare filiere articolate di imprenditorialità endogena, ma anche nella salvaguardia del territorio e in un incentivo delle attività culturali, siano esse educative che ricreative. San Vito è solo l’incipit di un discorso a cascata che si
dovrà estendere a tutti gli altri centri della costa dei trabocchi, è l’avvio di un domino strategico che vedrebbe rivoluzionata in maniera sistematica quella costa di mare decantata da D’Annunzio. È un’idea, d’accordo. Ma non dimentichiamoci che sempre dalle idee nascono le certezze
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» di Laura Tinari
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foto di Federica Panella
Manutenzione iniziata sulla funivia di Mussolini
Dopo due anni di proroga sono cominciati i lavori di manutenzione ventennale alla funivia del Gran Sasso. L’inizio della stagione è ormai certo, ma gli imprenditori del settore ricettivo sono ugualmente in difficoltà Operai a lavoro su una delle cabine della funivia del Gran Sasso
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Gianluca Museo
presidente dell’associazione Gransasso360 «In autunno ci stiamo ancora interrogando sul quando riparte la stagione, quando avremmo dovuto chiederci che stagione prevediamo»
ricettive del Gran Sasso Aquilano senza le quali non si può fare il turismo». Concordi però sia l’Associazione che il CTGS su come il rilancio della montagna aquilana sia un buon punto di partenza per la ricostruzione della città. «L’Amministrazione non può esimersi dal dare risposte certe a chi ha fatto investimenti e ora continua
Museo: «Nessuno degli hotel fino ad oggi ha potuto prendere prenotazioni perché non si poteva dare garanzia del funzionamento della funivia e della riapertura delle strutture»
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el novembre 2009 le strutture ricettive del Gran Sasso aquilano si sono unite nell’associazione GranSasso360 e a gran voce hanno chiesto all’Amministrazione comunale chiarimenti, temendo che la stagione invernale 2010/2011 sarebbe saltata. Li abbiamo incontrati qualche tempo fa, quando i lavori di manutenzione ancora non iniziavano. «L’esigenza degli operatori turistici del Gran Sasso è avere la certezza che l’impianto riapra e che lo faccia in tempo per le vacanze natalizie. Bisogna fare investimenti pesanti per la stagione invernale come l’approvvigionamento per il riscaldamento, i contratti con il personale, le scorte alimentari, le convenzioni con i tour operator. Scelte che non possono essere procrastinate oltre. L’Amministrazione comunale e i vertici del Centro Turistico del Gran Sasso finora hanno sempre parlato al condizionale lasciando gli operatori appesi ad un filo», a parlare è Gianluca Museo, avvocato, maestro di sci e presidente dell’associazione Gransasso360, costituita ci dice «da tutte le strutture
Vittorio Miconi
presidente Centro Turistico del Gran Sasso Spa «I ritardi ci sono stati, ma sono legati a questioni di trasparenza. Ormai l’inizio della stagione è deciso, ripartiremo il 24 dicembre»
a credere nel suo lavoro. A noi non interessa l’aspetto politico, non facciamo politica», ha sottolineato Museo. Nessuno degli hotel fino ad oggi ha potuto prendere prenotazioni perché «non si poteva dare garanzia del funzionamento della funivia e della riapertura delle strutture, questa situazione non ha permesso di fare la programmazione che sta a monte della stagione invernale». Due i dubbi dell’Associazione «Non capiamo perché per la seconda estate consecutiva l’impianto è rimasto fermo, e come sembra lo rimarrà per tutte le festività natalizie creando un gravissimo danno agli operatori, ma anche allo stesso Centro Turistico che lo gestisce» e sui lavori di manutenzione «la Protezione Civile ha dato i fondi necessari a settembre 2009 per cui c’è stato l’inverno per studiare il progetto, anch’esso donato, fare osservazioni e a stagione conclusa iniziare i lavori per essere pronti ora. Si è arrivati all’autunno senza designare una ditta e iniziare i lavori per i quali occorrono mesi. Perché il CTGS non ha insistito con il Comune affinché le procedure fossero accelerate?»
«Un problema che non doveva essere un problema», così Vittorio Miconi, presidente del Centro Turistico del Gran Sasso, definisce la situazione di polemica che si è venuta a creare intorno ai lavori di manutenzione straordinaria e di ammodernamento della funivia del Gran Sasso. Vittorio Miconi, commercialista e titolare di uno dei più antichi studi dell’Aquila nonché grande appassionato di montagna, è appena stato riconfermato insieme al suo Cda alla presidenza del CTGS, società a partecipazione pubblica che gestisce gli impianti sciistici di Campo
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Imperatore. «Questa montagna è forse il bene più di valore della comunità aquilana, qui nasce l’economia, la forza e la ricchezza dell’Aquila. - Ci dice - Ora con il turismo le sorti della città continuano ad essere legate a questa montagna». Un valore ormai riconosciuto anche a livello nazionale tanto che nell’estate 2009 la Protezione Civile ha donato al Comune dell’Aquila, proprietario dell’impianto, 3,5 milioni di euro per la sua manutenzione ventennale ed evitare così che morisse. La funivia ha anche un alto valore storico perché trasportò Mussolini verso la prigionia sul Gran Sasso. «Con il terremoto - continua Miconi - l’azienda si è fermata e per la prima volta nella sua storia tutti gli operai sono andati in cassa integrazione, ma sono stati presto richiamati perché si è deciso che per qualsiasi ragione la stazione avrebbe dovuto riaprire per la stagione invernale. È stato fatto un grande lavoro di ripristino durato 4 mesi, perché qui parliamo di impianti ad altissimo rischio». In questo panorama, che prevedeva soprattutto l’elaborazione del bando di privatizzazione dell’azienda, la manutenzione della funivia doveva essere l’ultimo dei problemi invece non è stato così. «Secondo il crono-programma - ci dice il presidente - avremmo dovuto iniziare i lavori intorno alla metà di giugno, 150 i giorni previsti per effettuarli e al massimo il 1 gennaio 2011 avremmo riaperto la stagione. Se non che la procedura di appalto era complessa: il vincitore della gara, vinta con un ribasso del 16%, avrebbe poi dovuto presentare un progetto esecutivo, ma quando il 23 luglio, un mese dopo l’apertura delle buste, lo ha presentato, questo è stato giudicato dai tecnici del Comune non idoneo perché non riusciva a dipanare alcune problematiche importanti di sicurezza. A fine agosto è stato così invitato a presentare delle integrazioni ritenute ancora non valide, tanto che a metà settembre il Comune ha escluso l’impresa dalla gara, assegnandola alla seconda arrivata la Gudio Spa, azienda che ha costruito la funivia. Il progetto è stato presentato il 15 ottobre, esaminato tra sabato e domenica e lunedì mattina si è partiti con i lavori. Ora come ricalcolare i 150 giorni necessari? Abbiamo deciso così di dividere i lavori in due lotti autonomamente valutabili dagli ispettori: manutenzione prima di Natale per aprire la stagione al
massimo il 24 dicembre e ammodernamento da maggio per essere pronti il 1 luglio per l’estate. Così entrambe le stagioni invernale e estiva saranno salve». La stagione invernale non è però legata solo al funzionamento della funivia, ma anche al lavoro e agli investimenti degli
La funivia ha anche un alto valore storico perché trasportò Mussolini verso la prigionia sul Gran Sasso imprenditori del settore ricettivo. Certo è infatti che il ritardo nell’inizio dei lavori, dovuti soprattutto ad una burocrazia troppo lenta, hanno creato loro non pochi problemi. L’ordinanza della Protezione Civile ha stanziato le risorse per la manutenzione destinandole al Comune dell’Aquila, pertanto la domanda viene spontanea: il Comune avrebbe potuto in qualche modo prevedere il danno che questa lentezza burocratica avrebbe arrecato a questi imprenditori e salvaguardarli? «In senso logico certamente si, - risponde Miconi - ma la situazione era estrema, eravamo tutti compressi per motivi burocratici. Se il CTGS avesse potuto fare la revisione avrebbe agito molto più velocemente. Il Comune ha voluto operare in modo ordinario con trasparenza, ma questa esige procedure di evidenza pubblica. Questo impianto sta lavorando in proroga da due anni, la funivia si sarebbe dovuta fermare nel 2008. Il terremoto ha permesso di avere i fondi necessari alla manutenzione, fondi che il Comune dell’Aquila non aveva, tanto che la funivia ha rischiato di chiudere. La Protezione Civile ha compiuto un miracolo, noi dobbiamo essere grati alla sua sensibilità nel riconoscere il valore di questa opera. Nessuno sta lavorando per fermare un’azienda, ma per farla vivere. Stiamo cercando di tenere in rianimazione un soggetto che ha grandi problemi da molto tempo», conclude il presidente
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La basilica di Collemaggio devastata dal terremoto. - Foto di Luca Ceccarelli
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» di Laura Tinari
Il sistema delle adozioni dei beni artistici aquilani
In occasione del G8 dell’Aquila del 2009 il Governo italiano stilò una “lista di nozze” costituita da 44 beni di indiscusso valore storico-artisticoculturale, tra essi palazzi, monumenti e chiese, da proporre ai paesi esteri che avrebbero partecipato al vertice e non, affinché si impegnassero nella loro ristrutturazione. Ora L’Aquila ha un proprio “Ministro degli Esteri”, Fabrizia Aquilio
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rancia, Germania, Kazakhstan, Russia, Canada. Poi l’ambasciatore giapponese, norvegese, australiano, israeliano e il vice inglese. Questi i paesi e i diplomatici che dal terremoto ad oggi hanno mostrato interesse nei confronti del patrimonio artistico-culturale dell’Aquila. Interesse che in alcuni casi si è già concretizzato in azioni o donazioni. Da due mesi ormai L’Aquila ha un proprio “Ministro” che si occupa di questo fondamentale aspetto per la sua rinascita, perché l’identità di questa Città sta proprio nella sua storia, nella sua cultura e nel suo centro storico. Parliamo dell’avvocato Fabrizia Aquilio, il cui nome è stato fatto proprio dal ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini. A lavoro già dal giorno successivo la nomina, al momento Aquilio è inserita nell’Unità Sistema Paese del MAE, dove collabora direttamente con il direttore della struttura, l’ambasciatore Lambertini. «Fare da ponte è anche un po’ il mio ruolo - ci ha detto quando l’abbiamo incontrata - e il fatto che la scelta sia caduta su una aquilana dimostra una grande sensibilità da parte del Ministro».
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intervista a Fabrizia Aquilio
Responsabile dei rapporti con i paesi esteri per le adozioni dei monumenti
Avvocato, quali sono le linee guida del suo operato? «Mi sto occupando di due ordini di problemi: da un lato cercare nuovi sostegni finanziari da parte dei paesi esteri, affinché ci aiutino nella ricostruzione del patrimonio storico; dall’altro ho ritenuto necessario procedere ad una ricognizione di quanto fatto finora, per capire quali sono le condizioni nei rapporti già sottoscritti con gli stati». Operativamente come si sta muovendo? «Ho subito riscontrato la necessità di mettere intorno ad un tavolo tutti i soggetti che verranno coinvolti nella ricostruzione del patrimonio artistico della città, parliamo della Sovrintendenza
Vitaloni, che ha seguito le adozioni internazionali nella Protezione Civile. Questo perché nel presentarmi agli ambasciatori dei paesi esteri vorrei portare dati certi, non solo una richiesta di adozione semplice che faccia riferimento ad una lista e mostri l’edificio come era e come dovrà essere. Penso che se qualcuno vorrà finanziarci dovrà aver presente una valutazione dei costi di ristrutturazione e schede progettuali non troppo tecniche. Saranno riportati anche i costi minori, cifre che allettino chi ha meno risorse, ma che vorrà contribuire in partenariato per il restauro di singoli elementi di pregio di palazzi o chiese. Stiamo poi cercando di interessare anche i maggiori soggetti economici privati di quei paesi affinché l’esborso finanziario in alcuni casi non sia solo da parte dello Stato». Hanno accolto tutti favorevolmente le richieste? «L’unica chiusura che ad oggi mi ha un po’ stupita è stata quella inglese: il vice-ambasciatore mi ha
Devono innamorarsi in qualche modo della nostra vicenda, non limitarsi alla ricostruzione materiale, perché occuparsi solo di questo potrebbe non bastare per evitare che la Città nel frattempo si svuoti regionale, del vice-commissario ai Beni Culturali, Luciano Marchetti, della Curia, del direttore Arcus, importante ai fini del finanziamento da parte del Ministero dei Beni Culturali, e dell’ammiraglio Giovanni
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annunciato che il Primo Ministro avrebbe effettuato grandi tagli nella spesa pubblica, per cui, pur consapevoli del disastro enorme che ha colpito la Città, in questo momento il loro Paese non è in grado
di sostenerla. Mi auguro che in un futuro potrà esserci un’altra forma di aiuto». State proponendo solo adozioni di edifici di valore? «All’Aquila non serve solo la ricostruzione del patrimonio artistico, infatti, a latere in occasione di questi incontri sto prospettando la possibilità di creare sulla Città dei punti di interesse internazionale, per non limitare l’attenzione del paese all’obolo. Penso sia molto importante dare un’opportunità in più all’Aquila e ai suoi giovani creando scambi, occasioni di investimento, sperimentazioni. Devono innamorarsi in qualche modo della nostra vicenda, seguirci, non limitarsi alla ricostruzione materiale, perché occuparsi solo di questo potrebbe non bastare per evitare che la Città nel frattempo si svuoti. Dovremmo diventare base operativa in Italia per questi paesi». Quanto è importante il supporto dei diplomatici del MAE per il suo lavoro? «Laddove l’esito del contatto sarà positivo saranno utili per redigere gli atti perché abbiano la caratteristica della correttezza ed evitare che per motivi di tipo formale i rapporti si interrompano, che abbiano contenuti operativi, indichino tempi stringenti. Nello stesso tempo noi dobbiamo comprendere che il Paese estero potrebbe voler entrare in partenariato nella progettazione per mettere insieme le conoscenze e sentirsi più coinvolto. Il supporto dello stesso Ministro è poi importante, ha fatto sua questa missione e l’intero intervento nasce dalla consapevolezza dell’importanza di questa situazione»
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Bruno Ballone
» di Eleonora Lopes
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foto concesse dalla famiglia Ballone
Quel sorriso che non c’è più
Un giovane brillante, un imprenditore determinato, un amico leale. Ritratto di Bruno Ballone scomparso lo scorso ottobre a soli 33 anni Bruno insieme alla sorella Antonella e al papà Agostino alla Bit di Milano
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pegnete le stelle, buttate via la luna, tirate giù il sole, svuotate gli oceani, abbattete gli alberi, perché niente, adesso, servirà più a niente”. Questo passo della poesia “Blues in memoria” di Wystan Hugh Auden rende benissimo la sensazione che tutte le persone, che conoscevano bene Bruno Ballone, hanno provato quando hanno saputo della sua morte improvvisa. Non è stato affatto semplice scegliere se fare o no questo articolo. Ma quando la famiglia Ballone, in particolare il signor Agostino ci ha comunicato che aveva piacere che suo figlio fosse ricordato nella nostra rivista, ci siamo immediatamente messi a lavoro, anche se dobbiamo ammetterlo, con grande difficoltà. Non è facile parlare di un amico che non c’è più, che se ne è andato improvvisamente colpito da un’embolia a
33 anni, lasciando tutti senza respiro. All’inizio non sono scese neppure le lacrime, incredulità e sgomento sono stati i soli sentimenti che hanno preso d’assalto i nostri animi. Nessuno riusciva a razionalizzare questa notizia così dolorosa piombata nel pomeriggio dello scorso 4 ottobre. “Non può essere, non è accaduto a Bruno, non si può morire a 33 anni”. Queste le frasi che si rincorrevano tra i suoi amici. Bruno Ballone ha lasciato un vuoto che non potrà mai essere colmato. Non si tratta della classica frase retorica, Bruno era davvero una persona splendida. Bello, forte, solare, sempre sorridente, con la battuta pronta, animatore di feste. Un ragazzo “brillante”, aggettivo che lui spesso usava per raccontare gli aneddoti delle serate trascorse con gli amici. Il basket era la sua grande passione, lo praticava sin da ragazzino, come tanti altri sport ed era un fan accanito della Teramo
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in primo piano
Basket, la squadra della sua città, dove ha studiato e si è laureato. Ma Bruno era prima di tutto un imprenditore, componente del CdA del Gruppo Baltour, azienda leader in Abruzzo nel settore trasporti e in quello dei tour operator, da anni lavorava attivamente nell’azienda di famiglia. Amava profondamente il suo lavoro, e quando ne parlava diventata più grintoso e determinato che mai. Gli occhi gli brillavano quando con orgoglio raccontava le ultime acquisizioni o gli importanti successi della sua Baltour. Un imprenditore, uno sportivo, ma soprattutto un amico leale. Questo era Bruno Ballone. Iscritto al Gruppo dei giovani imprenditori di Confindustria Teramo, ricopriva il ruolo di vice presidente dell’associazione. Nel giorno del funerale, tutta Teramo ha voluto dare l’ultimo saluto a questo giovane brillante, all’amico di tante avventure, al compagno di mille risate. Lui che
proprio non riusciva a non regalare un sorriso a chiunque incontrasse. Il dolore della sua morte improvvisa ha colpito tutti, anche chi ha avuto la fortuna, perché di questo si tratta, di conoscerlo velocemente. Durante il funerale, il parroco del duomo ha detto che non aveva mai visto la chiesa così gremita di persone. Ma in realtà c’era da aspettarselo. Bruno era un ragazzo che si faceva amare e non aveva nemici. Era una persona intelligente, leale, ma anche schietta e istintiva, e non aveva problemi a confrontarsi con le persone anche quando era in disaccordo. A noi piace ricordarlo così, vispo e sorridente. Le sue risate faranno eco per sempre. Concludo nel mandare un caro abbraccio da parte mia e di tutta la redazione di Abruzzo Impresa al papà Agostino, la mamma Maria Giovanna, la sorella Antonella e la fidanzata Laura
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Il ricordo di Luca Verdecchia, presidente GI Confindustria Teramo
Bruno durante una conferenza stampa della Baltour
Bruno insieme ad alcuni giovani imprenditori di Confindustria Teramo al Convegno di Capri 2008
“Grande Brunetto”, “Grande Luchetto, dimmi”….Iniziava così ogni nostra conversazione telefonica. È il ricordo che ricorre in ogni mia giornata, sapendo di non poterlo più chiamare. Eh si, Bruno era un ragazzo davvero in gamba che esprimeva positività per ogni cosa e verso ogni “problema”, parola quest’ultima a lui poco familiare. In questo piccolo spazio per un pensiero su Bruno, voglio dire che ho perso una grande spalla, e soprattutto un Grande Amico. La cosa che mi farà continuare con tanta grinta la nostra avventura nel gruppo dei GI di Confindustria Teramo, nel quale gli avevo conferito la vice presidenza, e che vorrei trasmettere a tutto il Gruppo, è l’entusiasmo di Bruno, quando ci diceva sorridendo: «Ok ragazzi, dobbiamo andare avanti!» Arrivederci Bruno, sarai sempre con noi, aiutaci a portare avanti i nostri obiettivi. “Luchetto”
Un’altra immagine della Bit 2010
Bruno mentre gioca a basket, sua grande passione
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in copertina » di Eleonora Lopes
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ntrando in Parsek ti assale una strana sensazione, non sembra di essere entrati in un’azienda, ma in un centro creativo, in una sala di registrazione. L’ambiente è caldo, accogliente, arredato in stile etnico. In un angolo ci sono attrezzature da palestra, un biliardino, un bancone da bar, una cucina e ovviamente uno spazio tutto dedicato alla musica con strumenti, casse e amplificatori in ogni luogo. Ci accoglie sorridente l’amministratore, Marco De Virgiliis, che subito ci dice «diamoci del tu. Qui tutti si danno del tu» e ci spiega che tutto quello che vediamo è per i dipendenti e non per gli ospiti. Un’azienda dinamica, moderna, una realtà singolare, non c’è che dire. Ma percorriamo un po’ di storia. La Parsek S.r.l. è nata nel 1996 nel campo della fabbricazione degli strumenti musicali, in particolare in quello della progettazione di sistemi per basso con caratteristiche fortemente innovative, avvalendosi della collaborazione di musicisti e fonici dalla professionalità riconosciuta a livello internazionale. La Parsek ha la propria sede legale, amministrativa e operativa a San Giovanni Teatino, opera nel campo del settore degli strumenti musicali, con la produzione di sistemi di amplificazione e diffusori acustici. In particolare la società è specializzata in questi prodotti e servizi: R&D progettazione, produzione e commercializzazione di amplificatori per basso, chitarra e PA. Negli anni l’azienda teatina ha dato vita ad un team di ricerca e sviluppo nel quale confluiscono capacità di progettazione elettronica nel campo analogico e digitale (DSP),
Nata nel 1996 per mano del dinamico Marco De Virgiliis, oggi l’azienda con sede a San Giovanni Teatino è diventata leader nella produzione di sistemi di amplificazione e diffusori acustici. Il segreto del prodotto targato Markbass è alta tecnologia, qualità assoluta e 100% made in Italy
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» foto di Simone Cerio
MARKBASS IL SUCCESSO CHE FA ECO
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in copertina
Marco De Virgiliis accanto a un amplificatore per chitarra targato DV Mark Lo staff della Parsek - Foto concessa da Parsek
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controllo qualità, direzione e controllo di produzione, marketing e controllo di gestione. La struttura della Parsek è stata modellata sulla base di criteri di economicità ed efficienza che consentissero, comunque, un elevato standard qualitativo secondo le aspettative dei fondatori e del mercato. Negli anni si è costituita un’unità industriale che parte dalla ricerca fino alla commercializzazione dei propri prodotti; il tutto sotto la costante supervisione dell’amministratore e socio unico Marco De Virgiliis. Nei primi due anni di vita i prodotti, realizzati in numero limitato, hanno incontrato un successo al di là delle aspettative tanto da catalizzare sulla società l’attenzione di numerosi operatori del mercato musicale internazionale. In questo contesto, la Parsek si affaccia sulla scena internazionale siglando l’accordo di collaborazione commerciale con l’americana Ernie Ball Inc (Los Angeles), terzo produt-
tore e distributore mondiale di chitarre e bassi elettrici, con il marchio Music Man. I due anni di esperienza trascorsi in partnership con la società californiana hanno consolidato e completato il know how dell’azienda. Le situazioni affrontate in questi due anni dalla Parsek come partner della Ernie Ball, hanno infine introdotto la società alla propria internazionalizzazione. Grazie alle conoscenze acquisite con questa esperienza si è preparata ad affrontare il lancio sul mercato del nuovo marchio “MARK BASS AMPLIFIER” presso il Disma Music Show di Rimini nell’aprile del 2001. Con grande soddisfazione di quanti hanno partecipato al progetto, da quel momento in poi, i prodotti Mark Bass (MB) hanno ottenuto un notevole successo, tanto da catturare l’attenzione di esperti nel settore, sia nazionali che internazionali, divenendo così il marchio
La produzione Alcuni particolari dei prodotti Parsek
La logistica
italiano attualmente più richiesto. Tutti i prodotti Markbass (MB), concepiti ed ingegnerizzati con una maniacale attenzione alle reali aspettative dei moderni musicisti, prima di essere immessi sul mercato vengono testati da artisti di fama nazionale ed internazionale. Punto di forza degli strumenti MB è la qualità assoluta, il Made in Italy e la tecnologia intrinseca ai prodotti. L’azienda è strutturata in modo reticolare, ognuno ha il suo ruolo e una sua area di lavoro ben definita e con una propria autonomia, ma allo stesso tempo è in continuo contatto con le altre figure aziendali, quindi la struttura è estremamente snella, e focalizza le varie funzioni su poche persone chiave che fanno riferimento al socio unico Marco De Virgiliis. Tra le funzioni ci sono: ufficio acquisti, produzione, ricerca e sviluppo, amministrazione e commerciale. Il mercato di riferimento della società è rappresentato da circa 45 nazioni nel mondo. Il personale impiegato è altamente qualificato anche grazie all’elevata esperienza accumulata nel corso degli anni relativamente all’attività svolta presso la società costituendo il know how tecnico e professionale dell’azienda. Attualmente in azienda sono impiegati 33 dipendenti. Il marchio della società Markbass rappresenta oggi un punto di riferimento per il mercato mondiale del basso, all’interno del quale ha saputo conquistare il posto di leader, non solo per il fatturato, ma soprattutto per l’immagine che ha saputo affermare di serietà, correttezza ed operosità. La Parsek a differenza di quasi tutti gli altri competitor si vanta di effettuare un made in Italy al 100%. L’indotto creato da questo marchio è oggi di assoluto riferimento tra i fornitori del settore. L’ubicazione dei fornitori considerati come partner strategici dalla società è tra l’Abruzzo e le Marche. Dal 2008 la società ha prodotto un nuovo marchio: MARKAUDIO. Si tratta di una linea di prodotti relativa ad amplificazione per sale, locali e discoteche (già presenti nella linea con il marchio Markbass). Infine, dal 2010, la Parsek ha prodotto il nuovo e innovativo marchio DVMARK: una nuova linea di prodotti di amplificazione per chitarra.
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in copertina
a tu per tu con Marco De Virgiliis
Com’è iniziata la sua avventura? «Ho sempre avuto la passione per la progettazione e dopo un po’ di anni di esperienza lavorativa presso aziende che operano nel campo dell’elettronica, ho deciso che dovevo unire la mia passione per la musica alla voglia di progettare. Ho iniziato così a realizzare sistemi di amplificazione e diffusori acustici per bassi e chitarre. All’inizio sono stati anni davvero duri, ero sempre in giro, la mia macchina era la mia azienda. Ma tenacia e determinazione mi hanno premiato e nel 1996 ho fondato la Parsek che oggi raggruppa tutto il mondo Markbass. Attualmente ho 33
dipendenti nella nostra sede a San Giovanni Teatino, 1 in Canada e 1 a Napoli. I nostri prodotti arrivano in 45 paesi in tutto il mondo, il 20% del nostro fatturato lo realizziamo in Italia, l’80% all’estero. Sono davvero orgoglioso di quello che ho costruito insieme ai miei collaboratori». Qual è la caratteristica del prodotto Markbass? «Il nostro prodotto unisce l’ingegno rigorosamente made in Italy all’esigenza del musicista. La storia di Parsek è fatta di musicisti, siano essi professionisti o amatori, la loro creatività e personalità è per noi un punto di riferimento. Il prodotto Markbass si colloca nella
Una performance live organizzata dalla Parsek - Foto concessa da Parsek
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fascia media del mercato, è di ottima qualità e di alta tecnologia. Un’altra componente a cui prestiamo molta attenzione è l’estetica e il design di ogni nostra produzione, sempre moderna e accattivante». Lei ha un concetto un po’ particolare dell’azienda, oserei definirlo moderno, lungimirante, ce lo spieghi... «Per me l’azienda è come una famiglia allargata. La prima cosa è il benessere dei dipendenti e non sono solo parole. Ho voluto creare per loro un ambiente caldo, accogliente, con un angolo ricreativo, un vero bancone da bar, una cucina, un biliardino, (facciamo anche i tornei..) La nuovissima linea di abbigliamento Musician World
una palestra e ovviamente uno spazio dedicato tutto alla musica, dove la sera improvvisiamo piccoli concerti. Oggi si trascorre la maggior parte del tempo a lavoro ed è fondamentale che i miei collaboratori lavorino serenamente. Il successo di un’azienda è sempre merito del gruppo e mai di un singolo. E poi un altro concetto a cui tengo particolarmente è il merito. Ogni mio dipendente si è guadagnato il suo posto, per professionalità e competenza, non esistono raccomandazioni e non esistono cartellini da timbrare, ognuno sa come meglio gestire il proprio tempo». Che cosa rappresenta per lei l’innovazione? «L’innovazione è la base del Mark world. Quando lavori con la progettazione e la tecnologia, non puoi permetterti di non innovare. E inno-
vare per noi vuol dire realizzare un prodotto tecnologico, saper diversificare, ma anche viaggiare, confrontarsi, essere presenti alle fiere più importanti. Ad esempio quella di Los Angeles e quella di Francoforte sono diventati per noi appuntamenti fissi. Un altro aspetto a cui tengo molto è la formazione. Da anni collaboriamo con l’Università di Ingegneria dell’Aquila, di Ancona e Roma. Molti studenti vengono a fare gli stage in Parsek ed alcuni di loro li abbiamo presi a lavorare qui. È fondamentale che lo studio teorico vada di pari passo con la pratica». Quali sono le ultime novità del Mark world? «La nostra è una realtà dinamica. Non ci fermiamo mai, specie nei progetti, l’ultimo è Musician world, una linea esclusiva di abbigliamento
che intende veicolare uno stile di vita sostenibile senza rinunciare alla qualità, comodità e vestibilità. La nostra storia è fatta di rispetto dei diritti, di salvaguardia dell’ambiente, di cura dei dettagli, di grande professionalità rigorosamente made in Italy, elementi che trasformano un semplice capo di abbigliamento in una scelta consapevole di consumo». Non possiamo esimerci dal chiederglielo, qual è il suo genere di musica preferito? «Senza dubbio il jazz. Grazie a questo lavoro, ho conosciuto i migliori jazzisti italiani e stranieri. Non posso non nominare dei grandi come Jeff Berlin, Alain Caron o Joe Zawinul, è stata una vera emozione incontrarli. Ho studiato clarinetto al conservatorio e oggi sto imparando a suonare il sassofono e la tromba»
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Marco De Virgiliis insieme a due componenti della band “Elio e le Storie Tese” - Foto concessa da Parsek
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incarichi&carriere
NAZARIO PAGANO NEO PRESIDENTE DELLA CALRE
La riunione plenaria che si è svolta a Trento ha eletto all’unanimità Nazario Pagano, pre-
sidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, come presidente della Conferenza dei presidenti dei Parlamenti regionali europei con poteri legislativi, Calre. Il neo presidente ha annunciato la convocazione della prossima assemblea nel novembre del 2011 a L’Aquila. Prima di chiudere i lavori il presidente uscente, Giovanni Kessler, si è detto certo che Pagano sarà un ottimo presidente e ha assicurato che continuerà a lavorare nella Calre. La Calre raggruppa i Parlamenti regionali dell’Unione Europea che dispongono di poteri legislativi. Si tratta di 74 regioni europee facenti parte di 8 Paesi che vanno dalla Scozia alle Canarie. Tutte insieme rappresentano ben 200 milioni di abitanti.
L’aquilano Claudio Gregori è il nuovo presidente regionale di Confartigianato Servizi e Terziario. Nominato dal presidente di Confartigianato Abruzzo, Angelo Taffo, Gregori è stato eletto all’unanimità dal direttivo dell’associazione degli artigiani. «Il mio impegno ha detto Gregori - andrà nella direzione del rilancio di un settore strategico, quello del terziario, attraverso la creazione di una rete di imprese capace di contrastare la concorrenza delle grosse aziende. Un occhio particolare sarà rivolto al capoluogo di regione, devastato dal terremoto anche, purtroppo, nel suo tessuto economico».
CLAUDIO GREGORI ALLA GUIDA DI CONFARTIGIANATO TERZIARIO
NICOLA PRIMAVERA DIRETTORE PATRONATO PROVINCIALE INCA CGIL
Il nuovo direttore provinciale del patronato Inca Cgil è il 56enne Nicola Primavera succede a Roberto Pipitone, chiamato a dirigere l’Inca provinciale dell’Aquila. Primavera ha accumulato una lunga esperienza durante la sua carriera in ambito sindacale. L’Inca tutela e promuove i diritti riconosciuti a tutte le persone dalle disposizioni normative e contrattuali – italiane, comunitarie e internazionali – riguardanti il lavoro, la salute, la cittadinanza, l’assistenza sociale ed economica, la previdenza pubblica e complementare. Le sedi regionali hanno funzioni di coordinamento e di programmazione dell’attività delle strutture territoriali, garantendo il necessario raccordo con il livello nazionale; le sedi provinciali assicurano la gestione e l’erogazione dei servizi, attraverso gli uffici e gli operatori specializzati.
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incarichi&carriere
ELENA PETRUZZI PRESIDENTE DEL COMITATO PER L’IMPRENDITORIALITÀ FEMMINILE DELLA CCIAA DI PESCARA
Daniele Becci, presidente dell’ente camerale di Pescara, ha ratificato l’insediamento del
comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara per il triennio 2010 – 2013. Elena Petruzzi è il presidente, in rappresentanza del settore commercio, mentre il segretario è Paolo Di Lullo. Proprietaria del Romantik Hotel Sporting Villa Maria di Francavilla, la Petruzzi ha 4 figli e insieme a suo marito è anche titolare di un’azienda agricola. Le neo componenti della Giunta camerale sono: Sonia Di Naccio (commercio), Leila Kechoud (commercio), Eloisa Liberatoscioli (agricoltura), Alessandra Fiore (agricoltura), Simona De Thomasis (industria), Pina Di Peco (artigianato), Linda D’Agostino (artigianato), Luigia Piccaluga (sindacato). Il comitato provinciale per l’imprenditoria femminile riveste un ruolo importante per la promozione sul territorio delle diverse attività ed iniziative a favore dello sviluppo imprenditoriale nel rispetto delle pari opportunità.
NICOLA BOSCHETTI, OTTIENE IL MASTER SOMMELIER DI QUARTO LIVELLO
Si è appena concluso il master sommelier 4 livello realizzato tra l’associazione nazionale
sommelier e la prestigiosa scuola di cucina di Gualtiero Marchesi situata a Colorno vicino Parma. Il percorso ha coinvolto 13 sommelier professionisti provenienti maggiormente dalle regioni del nord Italia e unico rappresentante per tutto il centro sud è stato Nicola Boschetti del noto ristorante Villa Maiella di Guardiagrele. Venti lezioni in aula, 10 uscite didattiche nei territori produttivi (Trentino, Piemonte, Veneto, Toscana, Lombardia Abruzzo ecc.) lezioni a 360 gradi di marketing, comunicazione e gestione del vino, birra, distillati, caffè, the. Il tutto tenuto da docenti universitari, aziende produttive e famosi ristoratori. Oltre alla presenza obbligatoria durante le lezioni, gli allievi del master dovevano sostenere ogni settimana test a punteggio, tesi relative alla lezione precedente e partecipare ai forum sui vari temi. Dopo 2 esami intermedi in sede, e uno stage formativo in varie aziende (Boschetti l’ha fatto con il direttore marketing all’azienda Masciarelli) gli iscritti hanno presentato una tesi discussa successivamente di fronte ad una commissione. Tutti gli iscritti al master si sono diplomati sommelier 4 livello Ais, in gestione e comunicazione del vino. Titolo della tesi di Boschetti era: “Il vero ruolo del sommelier e gli abbinamenti nella ristorazione moderna. «C’è voluta tanta fatica –ha detto Boschetti- nel gestire lavoro, famiglia e studio, ma alla fine con molto orgoglio, posso dire di avercela fatta. Dedico questo traguardo professionale a tutti coloro che hanno creduto e credono in me».
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storie&persone » di Denia Di Giacomo
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a l’aspetto del tipico bravo ragazzo, ma questa volta non è solo un’impressione perché, nel suo caso, l’abito fa il monaco. Viso pulito, sorriso sempre pronto e una buona parola per tutti, questo è Luca Di Sante, responsabile commerciale di Expo Arredamenti, nonché secondogenito di Tito Di Sante patron della storica azienda di Silvi, in provincia di Teramo. Punto di riferimento dell’azienda paterna, Luca ama molto il suo lavoro e lo svolge con passione sin da giovanissimo. «Ho cominciato dai piani più bassi – dice – e fare tanta gavetta mi è servito molto». Negli occhi dei collaboratori che gli si rivolgono si legge quello che tutti vorrebbero vedere nel prossimo: stima e fiducia, proprio gli elementi che da anni fanno il successo dell’Expo Arredamenti.
Expo Arredamenti L’Expo Arredamenti nasce 43 anni fa dal Gruppo Di Sante Mobili di San Nicolò a Tordino, che quest’anno compie 100 anni di attività. Partito con la produzione e commercializzazione di soluzioni d’arredo per poi specializzarsi solo sulla vendita, l’Expo Arredamenti è diventato una delle realtà commerciali più importanti nel settore dell’intera regione. Patron dell’azienda è il Cav. Tito Di Sante, affiancato nel consiglio d’Amministrazione dal Cav. Giandomenico Di Sante, suo fratello. Alla guida di questa grande struttura oggi sono impegnate le nuove generazioni della famiglia, i figli dei Cav. Tito e quelli di Giandomenico Di Sante, ma la loro è una storia che continua con la stessa grande attenzione che da sempre contraddistingue i prodotti e i servizi dell’Expo. E così, l’Expo affronta le nuove sfide all’insegna della serietà e della competenza, vere doti vincenti dell’azienda di Silvi Marina e di tutto il suo staff. 20.000 metri quadrati di esposizione con 230 marchi differenti, una vasta gamma di soluzioni d’arredo che partono dalla cucina per arrivare al bagno, con una enorme scelta di complementi d’arredo che spesso fanno la vera atmosfera di un’abitazione. Expo Arredamenti ha completamente ristrutturato gran parte della sua grande struttura lo scorso 2009 e con i suoi nuovi spazi e servizi oggi rappresenta un’azienda all’avanguardia che punta molto sulla sua grande esperienza senza dimenticare l’importanza di stare al passo con i tempi.
le parole di Luca Di Sante «Io credo molto nel grande valore del lavoro e nel rispetto di chi lo svolge, soprattutto se parliamo di lavoro altrui. Ritengo che la vita sia un continuo dareavere, se vuoi avere rispetto devi sempre ricordarti di darne»
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«Il mio lavoro mi appassiona ed è da questo che provengono i migliori risultati. Mi sveglio la mattina con l’entusiasmo di affrontare sempre nuove sfide, è qualcosa che mi parte da dentro e che possiedo sin da giovanissimo. Quello che amo di più? Il rapporto con la gente!»
«Per avere un buon futuro bisogna essere ogni giorno persone migliori del giorno precedente». Una di quelle frasi che bisognerebbe annotare nel proprio diario, ma nella vita quotidiana di Luca Di Sante è uno dei numerosi pensieri che ripete spesso, perché ci crede, perché lui è anche questo. Luca Di Sante, 31 anni da poco compiuti, due lauree in economia e mille impegni nell’Expo Arredamenti. Una vita sempre piena di cose da fare, da appuntare, da decidere, da consigliare, ma altrettanto attenta e rispettosa dei veri valori, di quei sentimenti che hanno bisogno del giusto tempo e che a volte vengono dimenticati. “Un bravo ragazzo”, direbbe una mamma, di quelli che raramente si incontrano. Oggi responsabile commerciale dell’Expo Arredamenti, Luca comincia il suo percorso lavorativo sin da giovanissimo, facendo una lunga gavetta lavorativa prima come operaio, poi come progettista e infine, oggi, con un ruolo a tutto tondo che raramente non sconfina in qualcosa di molto più grande. Il suo sogno nel cassetto è quello di creare una grande e numerosa famiglia con tanti figli e trasmettere loro tutto quello che porta dentro. «Non è forse questo il vero senso della vita?» ci chiede, esiste una risposta?
Luca Di Sante
«La mia famiglia ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la città di Silvi. È stata la nostra culla sin dal 1967 e ancora oggi continua ad essere per noi una sorta di “primo amore” al quale tenere in modo particolare»
» foto di Simone Cerio
«Sono sempre stato un inguaribile ottimista. Credo molto nel potere del sorriso e nel fatto che l’energia positiva in qualche modo si trasmetta sempre, basta questo atteggiamento delle volte a renderci persone migliori»
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storie&persone
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ettere le proprie idee al servizio del cambiamento, essere orientati alle nuove opportunità imprenditoriali, unitamente ad una buona creatività pionieristica, spesso portano a prendersi la responsabilità per un mutamento di indirizzi ima cura della redazione prenditoriali. Accompagnare queste idee nel loro cammino, dal sogno alla realtà, può significare dare risposte anche a problemi sociali più urgenti, replicando così ai fallimenti del mercato, con innovazioni finanziariamente sostenibili. Con queste premesse, si modernizzano gli aspetti del “fare impresa” di una delle più attive realtà imprenditoriali in Abruzzo ed in Italia, la SMI (Società Meridionale Inerti). Gianfranco Marrollo, nuovo direttore generale della SMI, focalizza gli obiettivi ed il suo percorso di sviluppo dell’impresa che, con i mutamenti che stiamo affrontando, non può prescindere da ripercussioni sulla realtà sociale. Gianfranco Marrollo, cosa intende per “impegno sociale” nella realtà imprenditoriale che contraddistingue la società che stai dirigendo attualmente? «Lavorare con un forte senso di integrità è indispensabile per mantenere la fiducia e la credibilità dei propri business partner e della collettività in cui si opera, ma aggiungere a questo un “impegno sociale” significa portare valore aggiunto all’operato dell’azienda. È diffusa l’opinione che l’impresa sociale debba corrispondere esclusivamente con l’esperienza del no-profit e della cooperazione sociale, mentre è opportuno dare al concetto di impresa sociale un significato molto più ampio. Premesso che lo scopo dell’impresa è il profitto, l’attenzione imprenditoriale proiettata al mondo circostante crea oggi un valore aggiunto: “l’impresa sociale”». Ci può fare un esempio a riguardo? «Nel comparto ecologico traspare in maniera evidente e tale valore assume un’importanza decisiva. In questo ambito, la politica d’impresa provoca un impatto sociale non indifferente, incidendo sulla collettività e sull’ambiente circostante. Guardiamo il modello di sviluppo del comparto ecologico nei paesi nord europei. Questo è basato su un coinvolgimento sociale il più ampio possibile, mediante un’attenta attività formativa della collettività fin dalla più tenera età, col fine di incidere sul processo culturale e sociale. La conseguenza ineludibile di tale processo è una spiccata sensibilità ed un interesse attivo per la tutela dell’ambiente nella normalità del vivere quotidiano delle persone. Tale approccio lo si riscontra nella raccolta differenziata, nella limitazione all’uso di sostanze inquinanti, nell’accettazione del prodotto di rifiuto e nella sua rigenerazione. In questi posti le aziende che operano per garantire lo smaltimento e la rigenerazione di rifiuti vengono percepite come socialmente utili, sono aziende aperte e trasparenti alla collettività e spesso sono destinatarie di visite scolastiche formative, dirette a creare una cultura ecologica nelle nuove generazioni». ... E da noi cosa accade? «In Italia, per questi aspetti siamo all’anno zero. La cultura sociale è quasi inesistente e siamo abituati a vedere problemi in tutte le iniziative imprenditoriali. Siamo un paese di furbi e l’impresa è vista come una usurpatrice della qualità della vita più che come una risorsa. Insomma siamo poco inclini al sociale e più inclini ai propri interessi». Concretamente, da dove comincerebbe ? «Siamo ai primi passi, per cui prima di tutto ritengo necessario continuare a perseguire la certificazione di qualità, che raccoglie in se due caratteristiche fondamentali: la sistematicità e la qualità dei processi produttivi, con il fine di garantire e far trasparire la qualità del proprio operato, nonchè il coinvolgimento della forza lavoro nel processo produttivo, al fine di dare maggiore qualità al servizio elargi-
«In questo Paese qualcuno deve pure iniziare a muoversi per cambiare le cose. Non possiamo sempre dare colpa alla politica di governo che in fondo non rispecchia altro che lo stato culturale che lo ha generato»
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INNOVAZIONE E IMPRESA SOCIALE, LA NUOVA SFIDA DELLA SMI Intervista a Gianfranco Marrollo, nuovo direttore generale della SMI che indica gli obiettivi e il suo percorso di sviluppo dell’impresa che a suo parere non può prescindere da ripercussioni sulla realtà sociale to. Successivamente, è necessario lavorare per il coinvolgimento dei territori interessati, innescando un processo informativo e culturale in grado di coinvolgere il sociale circostante. Certamente, in questo Paese qualcuno deve pure iniziare a muoversi per cambiare le cose, e non possiamo sempre dare colpa alla politica di governo che in fondo non rispecchia altro che lo stato culturale che lo ha generato». Uno dei rami aziendali della SMI interessa il settore dell’ecologia, come pensa di trovare una sintesi tra il mondo dei rifiuti e quello del sociale? «Sociale è tutto ciò che interessa la collettività e intervenire nell’ecologia rientra pienamente in questo contesto. Mi preme ribadire che il fine di un’impresa resta sì quello di fare profitto, tuttavia il valore aggiunto che noi vogliamo dare è proprio l’impegno sociale, indispensabile quando ti occupi di settori che sono socialmente utili come l’ecologia. Non possiamo continuare a vedere i rifiuti che produciamo solo come un problema, dobbiamo cambiare punto di vista e valorizzare il fatto che sappiamo come trattarli. Di questo dobbiamo farne un vanto, un punto di vantaggio, che deve incidere in maniera propositiva nell’ambito sociale e territoriale. Vivere in un territorio che sa dare risposte ai propri problemi è valore aggiunto per tutta la collettività e consente uno sviluppo che porta fuori dall’immobilismo»
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grandi storie » di Raffaella Di Marino
LO SPORT
NOBILITA L’UOMO
A
Nerio Alessandri, presidente della Technogym, una delle aziende più importanti al mondo in prodotti e servizi per il wellness. Quando parlare di forma fisica diventa un business!
lcune volte il successo passa anche attraverso il benessere, un elemento verso il quale la vita moderna ci spinge con sempre maggiore attenzione. Nel mondo occidentale, infatti, sono ben pochi coloro che non si preoccupano per la propria forma fisica e questo è stato il vero grande boom di Nerio Alessandri. Nerio Alessandri, classe 1961, originario di Gatteo (FC), dopo essersi diplomato presso l’Istituto tecnico industriale di Forlì a soli 22 anni, nel 1983, fonda Technogym - a Cesena in Emilia-Romagna - oggi leader mondiale nei prodotti e servizi per il wellness e la riabilitazione. La sua avventura imprenditoriale comincia nel garage sotto casa, e come in altri casi sembra davvero una sfida su cui pochi oserebbero scommettere, ma da quell’anno ad oggi Technogym è cresciuta con un tasso medio del 40% annuo, ottenendo importanti riconoscimenti a livello internazionale. E così, la Technogym oggi è un’azienda con oltre 1400 collaboratori diretti e dispone di 12 filiali in Europa, Usa, Asia e Sud America, fornisce oltre 50 mila centri Wellness nel mondo (con 16 milioni di regolari utenti) e circa 20 mila prestigiose abitazioni private solo in Italia. Ma lungi dall’essere una delle maggiori produttrici di attrezzature ginniche, questa grintosa azienda tutta italiana ha generato negli anni un proprio know-how scientifico e delle conoscenze che la vedono collaborare con le più importanti istituzioni sanitarie ed università a livello mondiale. Prodotti, servizi, know-how e modo di affrontare il lavoro, hanno portato Technogym a diventare la “The Wellness Company” per eccellenza e nel 2003 a vincere il Great Place to Work, identificandosi così come il
CURIOSITÀ
miglior luogo di lavoro in Italia. Risultato bissato, anche a livello europeo, l’anno seguente, quando viene selezionata fra le migliori 10 aziende europee dove lavorare dal Great Place to Work Europe. Parallelamente con la crescita della sua azienda anche Nerio Alessandri sembra non arrestare il proprio sviluppo, ricevendo numerosissimi riconoscimenti per la sua straordinaria carriera. Nel 2001 viene insignito dal Presidente della Repubblica Italiana del titolo di “Cavaliere del Lavoro”, diventando il più giovane Cavaliere mai nominato nella storia della Repubblica, nel novembre 2003 vince il premio “Imprenditore dell’Anno 2003”, nell’Aprile dello stesso anno entra a far parte del Consiglio d’Amministrazione di Medio Credito Centrale, nel marzo del 2004 viene nominato nel Consiglio Direttivo di Confindustria, sempre nel 2004 viene insignito della Laurea Honoris Causa presso la facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Urbino e nel 2005 è la volta di una Laurea ad Honorem in Ingegneria Biomedica presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna. Insomma un curriculum da far impallidire anche il più preparato, un uomo che a 50 anni non ancora compiuti si ritrova ad aver toccato quasi tutti i traguardi più importanti di una carriera imprenditoriale. La filosofia sulla quale Nerio Alessandri ha basato la propria visione per un successo di questo genere è rappresentare il “Wellness come un nuovo stile di vita”, uno “stare bene” orientato al miglioramento della qualità della vita, attraverso una regolare attività fisica, una sana alimentazione e un approccio mentale positivo. Certo una bella filosofia, ma quanta fatica pedalare sugli attrezzi!
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Nello scorso G8 dell’Aquila il Presidente USA Barack Obama ha scelto il wellness MADE IN ITALY di Technogym. Durante il soggiorno italiano a L’Aquila il leader americano si è mantenuto in forma, tra le sedute e gli incontri con i grandi della terra, grazie alle attrezzature Technogym che sono state posizionate all’interno della sua suite presso il Centro della Guardia di Finanza di Coppito.
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mercati » di Massimiliano Palumbaro
Derivati e le proposte dell’UE Ad oggi quelle pervenute riguardano sostanzialmente due elementi: l’istituzione di un registro generale dove riportare tutte le transazioni e la creazione di una cassa di compensazione e garanzia
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ui derivati over the counter, cioè non trattati in mercati regolamentati, le proposte fatte pervenire a Bruxelles da Michel Barnier, Commissario UE ai Servizi Finanziari, riguardano due elementi essenziali: l’istituzione di un registro generale dove riportare tutte le transazioni e la creazione di una cassa di compensazione e garanzia che possa ridurre i rischi che ciascuna parte assume verso l’altra nel momento in cui entra in un contratto derivato.
Istituzione del registro La registrazione dei contratti presso un unico organo regolatorio, dovrebbe comportare una maggiore standardizzazione dei contratti, con la conseguenza che potrebbero non essere più allineati alle reali esigenze dell’impresa. Queste ultime infatti hanno necessità che non possono essere standardizzate, ma pur se attinenti allo stesso fattore di rischio, come ad esempio i tassi d’interesse, possono essere profondamente diversi tra impresa ed impresa. Se pensiamo infatti a tutti i vari parametri (Euribor 1 mese, 3 mesi, 6 mesi) cui può essere agganciato un mutuo aziendale, ci si rende facilmente conto che uno o pochi contratti standard di copertura, pur se vagliati dagli organi di vigilanza dei paesi comunitari, possono non essere pienamente efficaci per mitigare o addirittura eliminare i rischi aziendali.
Cassa di compensazione e garanzia Una cassa di compensazione e garanzia tende indubbiamente a mitigare i rischi che ciascuna parte di un contratto derivato assume verso l’altra. Questo istituto, già presente per i derivati quotati, comporta che ciascuna parte del contratto versi una somma alla Cassa, la quale assume verso le parti l’obbligo di
onorare il contratto, in modo che ciascun soggetto, nel momento in cui sottoscrive un derivato, è certo che l’eventuale prestazione a suo favore venga pagata. Qualora si utilizzasse lo stesso sistema anche nei contratti OTC (over the counter), come sono quelli cui le aziende fanno ricorso per le coperture dei propri rischi, gli imprenditori sarebbero costretti a versare somme, che potrebbero essere anche ingenti, a titolo di garanzia presso detta Cassa. Ciò naturalmente drenerebbe liquidità dal sistema produttivo, particolarmente deleterio in un periodo di crisi finanziaria come quella che stiamo vivendo ed aumenterebbe i costi di acquisto di tali strumenti anche a causa di eventuali costi di provvista.
Le proposte L’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa (AITI), lo scorso luglio ha fatto pervenire alla Commissione Europea un documento nel quale metteva in luce dette criticità e sosteneva di spostare l’attenzione su particolari temi quali la trasparenza dei contratti derivati, soprattutto in sede di stipula, e l’attuale applicazione della Mifid che ribalta ancora una volta sul cliente impresa la rischiosità dell’operazione derivata, costringendo quest’ultimo ad auto dichiararsi esperto di finanza, previa sottoscrizione di un particolare questionario. In particolare AITI sta predisponendo in questi giorni un decalogo contenente una serie di consigli per quelle imprese che si accingono a sottoscrivere prodotti finanziari derivati. Viene posta l’attenzione su una serie di elementi attinenti la trasparenza contrattuale soprattutto per ciò che concerne il fair value e l’identificazione dei costi a carico dell’impresa. Si vuole evitare infatti che la sottoscrizione del derivato, al posto di eliminare dei rischi, ne aggiunga ulteriori non facilmente controllabili
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mercati
Occhio ai mercati
» di Alfredo De Vincentis
COME FARE TRADING CON UN METODO EFFICACE Guadagnare costantemente sui mercati è un obiettivo stimolante, ma indubbiamente complesso e difficoltoso. Tutti gli operatori che seguono un approccio tecnico-sistematico sanno bene che per raggiungere una meta così ambiziosa devono operare secondo una logica ferrea, controllando costantemente il rischio delle proprie posizioni e tenendo sempre sotto controllo le loro emozioni. I mercati sono troppo complessi per poter essere affrontati in modo semplicistico. Ecco quindi che un numero sempre maggiore di trader sistematici affida la propria operatività non ad un solo, semplice indicatore, ma ad uno o più trading system. Che cos’è un trading system Un trading system, può essere definito come un insieme di indicatori, oscillatori o altri pattern grafici uniti e coordinati tra di loro secondo una disciplinata logica per determinare precisi segnali di acquisto e vendita. La nostra strategia si articolerà in due momenti e permette di operare in modo profittevole perché identifica correttamente i cicli del mercato, utilizzano gli strumenti analitici più appropriati per ciascun orizzonte temporale (time frame). Primo momento, grafico settimanale La nostra prima preoccupazione deve essere quella di identificare correttamente il trend di lungo periodo. Tutti gli operatori sono soliti guardare i grafici giornalieri ma in realtà sono quelli settimanali che ci possono dare una visione ancora più chiara e ampia di quello che sta succedendo. Per identificare la direzione di queste quotazioni useremo degli indicatori trend follower come il MACD (indicatore di tendenza che misura la differenza tra due medie mobili). Se l’inclinazione data dalle ultime tre-quattro barre dell’istogramma è positiva, avremo identificato una tendenza rialzista, se è negativa ribassista. Non importa se siamo sotto o sopra la linea dello zero: prenderemo in considerazione solo la pendenza dell’indicatore. (fig.1) Secondo momento, grafico giornaliero Il grafico giornaliero viene utilizzato dalla nostra strategia per migliorare il timing degli acquisti e delle vendite. La logica è molto semplice: utilizzeremo la quotazione daily per partecipare al trend primario evidenziato dal grafico settimanale, cercando di comprare “a sconto” e di vendere “ alto”. Come è possibile operare in un modo così vantaggioso? Abbiamo precedentemente detto che i prezzi si muovono secondo dei cicli. Questi cicli si formano contemporaneamente sul mercato e non è detto che siano sempre convergenti. Potremmo essere in presenza di un trend primario al rialzo ma anche di un trend secondario al ribasso. In una situazione
del genere mentre il grafico settimanale e il macd ci dicono che è in atto un trend positivo il grafico daily e un oscillatore contro-trend come lo stocastico sono in ipervenduto, evidenziando che gli orsi per il momento sono padroni del mercato. Ebbene: cosa potrebbe accadere in una situazione del genere? È probabile che il trend primario abbia ragione di questa breve pausa ribassista e che le quotazioni ripartano verso l’alto. Ecco quindi che questi momentanei storni (detti pullbacks) diventano un’ottima occasione d’acquisto per chi vuole partecipare al trend principale del mercato entrando. Riassumendo possiamo dire che la condizione principale per entrare in acquisto (posizionarsi long, puntare al rialzo) con la nostra strategia è che il macd settimanale sia al rialzo e lo stocastico sul grafico daily sia in ipervenduto. (fig.2) Simmetricamente la condizione per vendere allo scoperto (posizionarsi short) è che il macd settimanale sia orientato al ribasso mentre lo stocastico giornaliero sia invece in ipercomprato. Con questi due primi passaggi abbiamo quindi definito le condizioni con cui entreremo sul mercato. Rimane ora da stabilire come gestiremo la nostra posizione. Ed è solo a questo punto che entra in gioco, come terzo orizzonte temporale per operare, il grafico intraday. Abbiamo descritto le condizioni che ci portano ad entrare sul mercato, sia lunghi che corti. Le uscite le disciplineremo secondo altre, precise regole. È importante ricordare, non ci stanchiamo di ripeterlo, che sapere gestire al meglio la propria posizione è essenziale. Un trader disciplinato taglia sistematicamente le perdite, lascia correre i profitti e sul lungo periodo riesce sempre a fare meglio di un operatore che davanti ad una perdita insiste nel proprio errore, peggiora eventualmente la propria posizione mediando al ribasso e davanti ad un patrimonio che cala si affida unicamente alla speranza di rialzi futuri. Tornando alla nostra strategia, se la posizione è profittevole ogni giorno alzeremo il nostro stop per proteggere i profitti conseguiti. Per le posizioni long piazzeremo lo stop sotto al minimo del giorno in cui siamo entrati sul mercato o di quello precedente (il valore più basso fra i due). Per le vendite allo scoperto fisseremo analogamente lo stop al di sopra dei massimi delle ultime due barre. Successivamente lo stop può essere alzato a piacere fino a proteggere una percentuale dei profitti massimi realizzati sulla carta (trailing stop classico).
Figura 1
Figura 2
e-mail: aldevinc@libero.it Contattando l’autore all’indirizzo mail, si potrà ricevere gratuitamente la sua newsletter settimanale di analisi dei mercati
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fisco » di Luigi Carunchio
La questione fiscale Una riflessione su un tema che interessa tutta la nazione legato al senso di elusione e all’incapacità politica di risanare il debito pubblico
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uando si sente parlare di “elusione” siamo civile per cui ciascuno deve fare la sua parte, bensì in tutti ormai abituati a pensare. negativo messaggio di ossessione di gettito per cui Negli ultimi anni i margini di manovra per si possa continuare a spendere e spandere come fatto migliorare il debito pubblico si sono fatti sempre più risicati, la questione fiscale pertanto è divenuta In diritto, l’elusore è colui che non infrange sempre più centrale nei pensieri della alcuna norma, ma adotta comportamenti tali nostra classe dirigente e, conseguentemente, nei dibattiti televisivi, ma per cui il risultato finale è un aggiramento anche nelle discussioni delle aule pardei principi a presidio dei quali quelle norme, lamentari. formalmente non aggirate, sono poste Una centralità di posizione che però la classe dirigente non è riuscita a trasformare in un messaggio fruttuoso e pieno di strategia di politica finanziaria e pianificazione sinora. Insomma la politica di gestione del sistema fiscale che faccia emergere nel cittadino la passione fiscale non è più centrata sul principio civico e
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fisco Il palazzo di Montecitorio sede della Camera dei Deputati italiani
costituzionale di far pagare in modo equo secondo le proprie ricchezze tutti i cittadini, ma di incassare li dove la macchina dell’amministrazione finanziaria riesce a farlo più semplicemente. Il cittadino non pensa più al versamento delle imposte come un processo civico e sinallagmatico dove concretamente trova i servizi e le infrastrutture a fronte della propria contribuzione fiscale. Proprio dal concetto stesso di elusione si può trarre un chiaro esempio di questa incapacità della politica di dare esempi positivi su cui innestare percorsi di vera responsabilizzazione dei cittadini. In diritto, l’elusore è colui che non infrange alcuna norma, ma adotta comportamenti tali per cui il risultato finale è un aggiramento dei principi a presidio dei quali quelle norme, formalmente non aggirate, sono poste. Senza inerpicarci nei sempre complessi meandri del diritto tributario, un esempio lampante di elusione è quello che ci viene offerto da qualche anno a questa parte dai nostri onorevoli parlamentari. L’art. 7 del Testo unico del 30.3.1957 n. 361 stabilisce che i sindaci di comuni con più di 20.000 abitanti e i presidenti di provincia non possono farsi eleggere in parlamento. Ebbene, il 2.10.2002 la Giunta per le elezioni della Camera giunse alla conclusione che, dalla lettera della norma, ciò non impedisce a un parlamentare in carica di divenire sindaco o presidente di provincia e di cumulare così il doppio incarico. Da allora, il numero degli onorevoli che eludono un chiaro principio di legge, facendo leva su una inter-
pretazione formale del dato letterale della norma, è andato costantemente crescendo. Il sistema delle imprese e dei dottori commercialisti che li assistono quotidianamente per cercare di rimanere a galla in un mondo competitivo dove le stesse sono frenate da una burocrazia dilagante e un sistema fiscale che, se fosse usato davvero come leva strategica per lo sviluppo, dovrebbe premiare alcuni settori produttivi per far meglio competere le imprese italiane, impostano da tempo i loro contributi al dibattito pubblico del Paese nel senso della denuncia della inaccettabilità sociale dei comportamenti volti ad evadere o eludere i propri doveri fiscali, fermo restando, ovviamente, che la mera scelta del comportamento fiscalmente meno oneroso, tra soluzioni alternative aventi pari dignità giuridica, non potrà mai essere considerato elusione. Per riuscire davvero a dare una svolta a questo Paese, è necessario che ciascuno faccia la sua parte, a cominciare da chi ha in mano la leva strategica del fare le leggi che dovrebbe essere il primo a rispettarle e non che tutti convergano in modo ossessivo sull’unico tema del fisco: serve un mondo del lavoro dipendente che riconosca la necessità di passare dalla logica del diritto acquisito a quella del diritto sostenibile; serve una classe dirigente che riconosca come l’etica, anche nei comportamenti privati, deve caratterizzare l’azio-
Per riuscire davvero a dare una svolta a questo Paese, è necessario che ciascuno faccia la sua parte, a cominciare da chi ha in mano la leva strategica del fare le leggi ne di qualsiasi cittadino che decide volontariamente di dedicarsi a ruoli di rappresentanza pubblica. Dopo tanti decenni di sbornia da debito pubblico, dobbiamo pensarci tutti come tanti partecipanti ad una riunione di alcolisti anonimi in cui ciascuno si alza e dice “ho un problema” e non “hai un problema”, perché così non funziona. Solo così creeremo un nuovo equilibrio e non uno squilibrio ancora più grande di quello che ha portato il Paese al punto di quasi non ritorno in cui si trova oggi
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e-mail: info@valoreassociati.it
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energia » di Pietro Pastorelli
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itorniamo sull’argomento dell’efficienza energetica (ne avevamo già parlato nel 2007 indicando anche come le aziende potessero intervenire per migliorarla) per vari motivi, ma fondamentalmente perché in questo momento un Piano Straordinario di Efficienza Energetica aiuterebbe molto l’economia italiana e abruzzese. Prendiamo lo spunto dalle “Proposte di Confindustria per il Piano Straordinario di EFFICIENZA ENERGETICA 2010” presentate alla fine del mese di settembre ad una folta ed autorevole platea, alla presenza di rappresentanti del Governo, dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, dell’Enea e del GSE. Il lavoro è stato realizzato dalla Task Force sull’efficienza energetica voluta nel luglio 2006 dall’attuale presidente Emma Marcegaglia, nell’ambito della Commissione Energia di Confindustria ed ha coinvolto tutte le associazioni del sistema confindustriale al fine di identificare gli ambiti rilevanti nei quali appare più efficace incentivare un miglioramento dell’efficienza energetica. L’attività della Task Force Efficienza Energetica, è stata volta a: » valutare i risparmi energetici conseguibili evitando oneri addizionali alle imprese; » individuare i settori che per dimensione e per potenziali risparmi risultino più interessanti per interventi specifici; » evidenziare le tecnologie ora disponibili per implementare programmi di efficienza energetica sulla base di analisi di costi/benefici; » sottolineare l’importanza di affrontare l’efficienza con un approccio integrato che considera tutti i processi energivori di un settore e trae dal loro insieme le sinergie utili per raggiungere i risultati di efficienza; » supportare i competenti Ministeri per la promozione dell’efficienza energetica attraverso un quadro coerente di politica energetica di medio-lungo termine; » definire ed implementare azioni di comunicazione e informazione, fondamentali per il successo delle iniziative. Dopo un’accurata verifica dei consumi e della potenzialità dei risparmi, l’analisi costi/benefici si è concentrata sui seguenti settori industriali e tecnologie efficienti: 1. Trasporti su gomma (automobili e veicoli commerciali leggeri) 2. Motori elettrici ed inverters
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3. Illuminazione nell’industria, nel terziario e illuminazione pubblica 4. Riqualificazione edilizia nel settore residenziale e terziario 5. Impianti di climatizzazione (caldaie a condensazione e pompe di calore) 6. Elettrodomestici (apparecchi domestici di refrigerazione, lavaggio e cottura: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie, forni, pompe di calore per acqua calda sanitaria, caminetti e stufe a biomassa, condizionatori portatili) 7. Sistemi UPS (gruppi statici di continuità) 8. Cogenerazione 9. Rifasamento. Dato lo spazio a disposizione, daremo, di seguito, solo un cenno alle conclusioni del lavoro coordinato da Massimo Beccarello, Alessandro Clerici, Massimo Gallanti, Massimo Rodà, Sara Rosati, attraverso una tabella che evidenzia gli effetti complessivi sul sistema industriale tra il 2010 ed il 2020: un aumento della domanda di 130 miliardi di Euro ed un aumento dell’occupazione di 1,6 milioni di unità. Ad una giornata di studio, in via di organizzazione in Abruzzo nei primi mesi del 2011, rinviamo l’approfondimento. C’è da sottolineare che, nella Regione Abruzzo, dopo il sisma del 2009, l’efficienza energetica potrebbe avere un ruolo notevole nella ricostruzione degli edifici, nella realizzazione dei relativi impianti tecnologici e nel campo occupazionale offrendo opportunità di lavoro ad alcune professionalità che per vari motivi hanno difficoltà occupazionali
Efficienza energetica: un’opportunità per rilanciare l’economia Migliorare l’efficienza energetica significa non solo realizzare prodotti e servizi con minore energia, ma anche generare notevoli ricadute sul PIL e sull’occupazione
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EFFETTI DELLE MISURE DI EFFICIENZA ENERGETICA SULLA CRESCITA INDUSTRIALE – Valori cumulati 2010-2020 SETTORI
Aumento domanda
Trasporti Motori e inverter Illuminazione Edilizia Caldaie a cond.ne Pompe di calore Elettrodomestici UPS Cogenerazione Rifasamento Totale
Milioni di € 55.305 3.659 3.333 32.507 2.448 383 19.518 1.498 10.924 543 130.118
Impatto sui singoli settori
Impatto sull’intera economia
Produzione
Occupazione
Produzione
Occupazione
Milioni di € 42.712
Migliaia di ULA 196 14 18
Milioni di € 106.567 6.723 886
Migliaia di ULA 625
2.697 2.519
43 6
26.210
407
61.674
556
2.383
12
3.927
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15.798
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8.511
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22.646
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Elaborazione a cura del CSC
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ict » di Antonio Teti
La Francia verso il controllo totale, a partire dall’asilo! Incremento della sicurezza o sorveglianza senza limiti? Al via in Francia alla sperimentazione di un sistema, basato sul chip a radiofrequenze, per controllare meglio gli asili. Ma poi dove finiscono i dati?
L
a notizia è di qualche mese fa e questa volta ci giunge da una delle nazioni che, nel corso degli ultimi secoli, ha maggiormente influenzato la storia e la cultura europea. Tuttavia, questa volta, in funzione delle informazioni che ci giungono dal paese classificato come quinta potenza economica mondiale e seconda europea (dopo la Germania), ci si auspica che ciò che stanno sperimentando nel settore della sicurezza dei cittadini, non venga esportato in altri paesi. Stiamo parlando della sperimentazione che a partire dal 2011, dovrebbe essere attivata sui bambini ospitati presso alcuni asili nido. La notizia è la seguente: i bambini potrebbero essere sorvegliati a distanza con un chip RFID (Radio Frequency Identification) in grado di monitorare tutti gli spostamenti effettuati dagli infanti all’interno delle strutture di accoglienza. Il minuscolo processore sarebbe inserito negli abiti e trasmetterebbe tutte le in for m a z ion i acquisite a un centro di sorveglianza in
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grado di prevedere le fughe. Il sistema RFID si basa sull’utilizzo di un’antenna capace di leggere un chip digitale (chiamato tag, o transponder) che può essere applicato su qualsiasi oggetto (e perfino disponibile un microscopico chip che può essere impiantato sotto la cute). La peculiarità maggiore del tag è che non ha bisogno di elettricità per funzionare. Infatti in funzione del fenomeno noto come “induzione magnetica”, quando viene “illuminato” dal campo magnetico dell’antenna, il tag è in grado di accumulare quella poca energia che gli serve per trasmettere, a breve distanza, le informazioni che contiene. Questa tipo di tag viene definito passivo. Nel caso in cui venga richiesta una potenza maggiore per consentire trasmissioni a lunga distanza, il tag deve essere alimentato da una sorgente di elettricità (una batteria). In questo caso il tag viene definito attivo. La tecnologia RFID può essere utilizzata in molteplici settori, e la sua diffusione sta interessando campi diversi che vanno dalla produzione industriale, alla logistica, all’abbigliamento, ma soprattutto nella sanità, nelle pubbliche amministrazioni, e nel settore militare. Il sistema, che è già stato sperimentato in una scuola di Richmond, a San Francisco (USA), è stato fortemente criticato dalla presidente dell’Associazione nazionale degli psicologi Dominique Ratia Armengol, che definisce la proposta “semplicemente spaventosa” aggiungendo che “Rinchiudere dei bambini in una gabbia virtuale significa creare un sentimento di paura e angoscia che non esiste”. Inoltre, il sistema indurrebbe ad una ”deresponsabilizzazione degli educatori formati
per educare e stabilire una relazione di fiducia” con i giovanissimi. Anche se l’idea nasce dall’esigenza di controllare i bambini per rafforzare la sicurezza e l’incolumità degli stessi (conseguendo anche l’obiettivo di ridurre i costi del personale), la metodologia proposta pone una serie di interrogativi. Partiamo dalla prima considerazione: il
L’idea nasce dall’esigenza di controllare i bambini per rafforzare la sicurezza e l’incolumità degli stessi, ma la metodologia proposta pone una serie di interrogativi sistema consentirebbe di tracciare tutti gli spostamenti dei soggetti sottoposti al controllo. Ciò consentirebbe di realizzare un archivio storico della vita condotta, giorno per giorno, all’interno della scuola. Sarebbe possibile analizzare il numero delle volte che il bambino si reca in bagno, la sua permanenza in ogni ambiente della struttura, i compagni che frequenta maggiormente, la durata degli spostamenti, insomma una serie di informazioni che potrebbero contribuire a realizzare un profilo comportamentale del fanciullo. Seconda considerazione: dove vengono memorizzate queste informazioni? Chi le analizza? Per quanto tempo rimarrebbero memorizzate nei sistemi informativi che li ospitano? Un altro aspetto che meriterebbe un’attenta riflessione, è la componente psicologica della sperimentazione. Quali potrebbero essere gli effetti sulla psiche di quei ragazzi che subiscono la consapevolezza di essere sottoposti ad un controllo individuale costante e prolungato nel tempo? E come potrebbe evolvere una mente che sin dall’infanzia viene abituata ad un regime di controllo? Non vi sono limiti alle domande e ai dubbi che potrebbero sorgere su sperimentazioni come questa. Di sicuro, in un prossimo futuro, le conseguenze derivanti dall’impiego delle tecnologie per applicazioni così invasive, non potranno essere facilmente prevedibili e per questo motivo dobbiamo porci domande e interrogativi che debbono andare ben oltre l’apparente efficacia di alcune applicazioni come strumento risolutivo per determinati problemi. È altresì vero che educare degli esseri umani al controllo totale, può consentire di ottenere una serie di vantaggi riconducibili alla facilità di manipolazione delle masse…
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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro
È
possibile minare la nozione comune di intelligenza, mettendo in discussione l’assunto che essa possa essere misurata da strumenti verbali standardizzati o test? La risposta affermativa ce la dà Howard Gardner, professore di Scienze Cognitive alla Harvard University, con una serie di ricerche durate 12 anni e culminate nel libro Formae Mentis, Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, edito la prima volta nell‘831, tradotto in italiano nell’87 e ristampato nel 2010 da Feltrinelli, in una versione ulteriormente aggiornata. Cosa c’è di sconvolgente e, al tempo stesso, intuitivo in questo libro? Innanzitutto, la complessità delle differenti intelligenze umane, assolutamente irriducibili a una matrice universale e univoca. Contestando fortemente la nozione di “grandi facoltà generali”, Gardner dimostra l’impossibilità di misurare le intelligenze mediante test. Secondo Gardner «gli esseri umani si sono evoluti in un modo che consente loro di esibire varie intelligenze e non di attingere variamente a un’intelligenza flessibile2» unica. Egli, inoltre, non dà particolarmente pregio alla parola “intelligenza” ed è decisamente ostile a ogni tentativo di contrapposizione tra intelligenza e talento. Gardner è un fautore delle localizzazioni cerebrali, ritenendo che le diverse parti del sistema nervoso siano in grado di “mediare” capacità intellettuali diverse; in questo si contrappone agli olisti, i quali ritengono che le principali funzioni intellettuali siano proprietà della mente nella sua totalità. Questa contrapposizione esisteva da tempo: Charles Spearman3, nel ’27, aveva sviluppato test d’intelligenza credendo in un fattore d’intelligenza generale, mentre Thurstone4 postulava, prima di Gardner, l’esistenza di una famiglia di abilità mentali primarie, fra le quali non c’è nessuna che eserciti una sua preminenza. Ma solo grazie all’ampia rassegna di materiali messi in relazione (studi su: bambini prodigio, pazienti con lesioni cerebrali, idiots savants, bambini e adulti normali, individui appartenenti a culture differenti) Gardner arriva alla classificazione delle intelligenze umane in sette famiglie: a) intelligenza linguistica; b) intelligenza musicale; c) intelligenza logico-matematica; d) intelligenza spaziale; e) intelligenza corporeo-cinestetica; f) intelligenza personale; g) intelligenza
Il libro “Formae Mentis, Saggio sulla pluralità dell’intelligenza” di Howard Gardner
Intelligenze multiple e distinte? Parola di Howard Gardner Il professore di Scienze Cognitive alla Harvard University, ci spiega attraverso il suo libro, come sia possibile minare la nozione comune di intelligenza
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creatività&innova ione
interpersonale. contrapposizione netta tra intelligenza ed emozione o Cos’hanno in comune un ragazzo delle isole Puluwat, intelligenza e abilità corporea. Nell’articolo dello scorscelto dalla sua comunità per diventare maestro di na- so mese abbiamo visto che anche il sociologo Sennett, vigatore, un quindicenne iraniano che conosce a me- percorrendo sentieri disciplinari differenti, arrivava a moria l’intero Corano, un’adolescente francese esperto conclusioni simili sul tema mente/corpo, ricordando di programmazione e un compositore capace di ese- che l’intelligenza computazionale dell’homo sapiens guire ciò che compone? Il primo sarà dotato di intel- sia nata anche grazie al “pollice” della mano. ligenza spaziale; il secondo avrà abilità linguistiche; I pensatori medievali divisero i saperi in trivio (gramil terzo avrà attitudini logico-matematiche; il quarto matica, logica e retorica) e quadrivio (aritmetica, geoavrà unito l’intelligenza musicale alla capacità corpo- metria, astronomia e musica). La modernità costruì la reo-cinestetica che gli consente di interpretare degna- distinzione tra scienze dure e scienze umane - rimessa mente ciò che crea. Gardner delinea una teoria delle compeContestando fortemente la nozione di “grandi facoltà tenze intellettuali che mette in discussione generali”, Gardner dimostra l’impossibilità la concezione classica di misurare le intelligenze mediante test dell’intelligenza. Per millenni un certo modo di concepire l’umano “intelligere” e con esso il “conoscere”, ha portato alla in discussione nel novecento dalla teoria della relaticostruzione di un’impalcatura di presupposti dedotti vità, da un lato, e dalla meccanica quantistica dall’ala priori, ma non verificati empiricamente; tra questi tro. Oggi fioriscono nuove discipline, ma i loro confini la distinzione presocratico-cartesiana “mente/corpo” diventano “liquidi”, per usare un’espressione cara a che continua a influenzare diffusamente l’opinione Bauman. Le teorie di Gardner, ribaltano classificazioni comune, nonostante i neuroscienziati - si veda Dama- tradizionali che hanno sopravvalutato alcune intellisio e il suo L’errore di Cartesio - abbiano dimostrato genze rispetto ad altre, in modo del tutto “arbitrario” che l’intelligenza “viva anche nel corpo”, così come e “classista” sopratutto nelle scuole. Allora, il lavoro di i pensieri “somatizzano”. Oppure, la contrapposizione Gardner diventa uno strumento prezioso anche per gli tra immaginazione e conoscenza: concezione che ha insegnanti: «solo se amplieremo e riformuleremo le noinfluenzato, erroneamente, anche il brillante Einstein. stre opinioni su che cosa si intenda per intelletto umaGardner dimostra che «ragione, intelligenza, logica e no, saremo in grado di escogitare modi più appropriati conoscenza non sono sinonimi5» e che non vi è sempre per stimarlo e modi più efficaci di educarlo6»
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1. Titolo originale dell’opera Frame of Mind, The Theory of Multiple Intelligences, Basic Book, New York. 2. In H. Gardner, Formae Mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Feltrinelli, Milano, 2010, pag. 12. 3. Si veda C. Spearman, The Abilities of Man: Their Nature and Measurement, Macmillan, New York, 1927. 4. Si veda L. L. Thurstone, Primary Mental Abilities, Psychometric Monographs, 1938, n. 1. 5. H. Gardner, op. cit., 2010, p. 32. 6. H. Gardner, op. cit., 2010, p. 29.
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norme&leggi » di Filippo Paolini
DIA e SCIA: cosa è cambiato? Tra le novità più rilevanti c’è il meccanismo di operatività: il privato potrà iniziare qualsiasi attività soggetta a SCIA sin dal momento della presentazione della stessa, senza dover più attendere alcun termine e senza dover effettuare alcuna ulteriore comunicazione
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alla dichiarazione di inizio attività (DIA) alla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). A fine luglio, con la conversione del decreto legge contenente l’ultima manovra economica del Governo (art. 49 Legge 122/2010), il Parlamento ha prodotto un incisivo restyling di un istituto, la DIA appunto, che ha come intento principale quello di semplificare le procedure per l’avvio di nuove attività produttive. La “mission normativa” non è mutata: la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) viene in considerazione quale meccanismo sostitutivo di ogni autorizzazione amministrativa (licenza, permesso, nulla osta) il cui rilascio dipenda esclusivamente dall’accertamento di requisiti da parte della pubblica amministrazione, come pure sono rimaste ferme le aree in cui lo strumento non opera (tra le più rilevanti, difesa nazionale, amministrazione finanziaria, vincoli ambientali e paesaggistici, ecc.). La segnalazione deve essere accompagnata da dichiarazioni sostitutive di certificazioni o atti di notorietà per quanto riguarda stati e qualità personali, nonché dalle asseverazioni di tecnici abilitati, o di soggetti privati accreditati, circa la sussistenza di requisiti e presupposti, con supporto degli eventuali relativi elaborati tecnici. La novità di maggior rilievo – p e r a l-
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tro, parzialmente già anticipata dal D.Lgs. 59/2010 – è costituita dal meccanismo di operatività: il privato potrà iniziare qualsiasi attività soggetta a SCIA sin dal momento della presentazione della stessa, senza dover più attendere alcun termine e senza dover effettuare alcuna ulteriore comunicazione. La regola, dunque, non è più il controllo preventivo, bensì il controllo a posteriori: l’amministrazione avrà sessanta giorni di tempo per verificare la legittimità del procedimento ed, eventualmente, inibire l’attività, salvo sempre che non sia possibile offrire al privato la possibilità di “mettersi in regola” entro un termine non inferiore a giorni trenta. In due casi, tuttavia, il potere di intervento della P.A. è indeterminato: in presenza di false dichiarazioni o attestazioni, oppure laddove si riscontri un pericolo di danno per il patrimonio artistico, ambientale, la salute, la sicurezza pubblica, la difesa nazionale. Non sopravvivono altre eccezioni e, pertanto, devono intendersi abrogate quelle norme di particolari settori (ad esempio, edilizia) che prevedevano diverse discipline della vecchia DIA: d’altronde, a scanso di equivoci, il Legislatore non solo ha previsto l’automatica sostituzione del termine DIA in tutti i testi normativi, ma ha altresì disposto che la
La regola non è più il controllo preventivo, bensì il controllo a posteriori: l’amministrazione avrà sessanta giorni di tempo per verificare la legittimità del procedimento ed, eventualmente, inibire l’attività, salvo sempre che non sia possibile offrire al privato la possibilità di “mettersi in regola” entro un termine non inferiore a giorni trenta nuova disciplina “sostituisce direttamente… quella della dichiarazione di inizio attività recata da ogni normativa statale e regionale”. Prevista, infine, la reclusione da uno a tre anni – salvo che ricorra ipotesi di reato più grave – per chiunque attesti o dichiari falsamente, nei documenti allegati alla SCIA, la sussistenza di requisiti e presupposti per lo svolgimento dell’attività. Questa, per sommi capi, è la nuova disciplina che, come era naturale attendersi, non ha mancato di ingenerare subito dubbi applicativi, soprattutto nel campo delle costruzioni, vista la mancanza di espliciti riferimenti ai titoli abilitativi del settore. E non sono mancati, chiaramente, i primi indirizzi operativi. Tra i più solleciti, troviamo il Ministero per la Semplificazione Normativa che, con una nota dell’Ufficio Legislativo, ha chiarito che le nuove norme trovano applicazione diretta anche nel settore edilizio, precisando, comunque, che la SCIA sostituisce la DIA, ma non intacca minimamente altri istituti previsti dal vigente Testo Unico. Pertanto, ad esempio, rimane immutata la disciplina della cosiddetta “Super DIA” (semplificando, una DIA alternativa il permesso di costruire), che, quindi, non si può ritenere superata dalla nuova normativa. E lo stesso vale per tutte le normative regionali che prevedano ipotesi di dichiarazioni di inizio attività alternative al permesso di costruire
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ricerca&innova ione » di Luciano Fratocchi
Il tessile abruzzese tra near-sourcing e cinesizzazione Un’analisi dettagliata sulle opportunità e le minacce che rappresenta la Cina nel settore dell’abbigliamento
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industria abruzzese dell’abbigliamento si trova oggi più che mai di fronte ad un bivio che può portarla alla scomparsa definitiva o alla rinascita; quale strada verrà effettivamente imboccata dalle circa tremila imprese del settore – di cui circa duemila artigiane - dipenderà dalle scelte delle imprenditrici e degli imprenditori ma anche dalle politiche di supporto messe a disposizione dai policy maker regionali e nazionali. Per meglio comprendere la situazione di bivio bisogna comparare le minacce e le opportunità e capire come difendersi dalle prime e cogliere le seconde.
Opportunità 1
Alcuni prestigiosi marchi britannici (Aquascutum, Paul Smith e Pringle) hanno deciso di far produrre i propri capi in Italia (near sourcing), spinti dalla sempre crescente massa di consumatori occidentali che si rendono conto che comprare “made in China” porta spesso con sé l’accettazione di un sistema produttivo basato su aziende clandestine e sfruttamento del lavoro minorile. La produzione nel nostro paese permette comunque di risparmiare un terzo rispetto al costo della manifattura britannica ed assicura un livello di qualità più elevato. Per non parlare della riduzione dei tempi di trasporto e del fatto che un’etichetta “Made in Italy” aggiunge al prodotto un valore sicuramente superiore della corrispondente “Made in China”.
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Opportunità 2 Lo scorso mese di giugno è stato sottoscritto il contratto di rete (Legge 33/2009) costitutivo del Polo alta moda dell’area vestina, a cui ha aderito un nutrito gruppo di aziende a marchio proprio dell’area vestina come, ad esempio, Brioni Roman Style, Roman mode, Belisario, Antica sartoria services, Max, Dea fashion, Ties club e Alisia Zelli.
Opportunità 3
Più recentemente è stato firmato il contratto di rete che ha portato alla nascita della società consortile “Moda in Adriatico” a cui hanno aderito alcuni façonisti del comparto dell’abbigliamento ma anche Sixty SpA, tra i leader mondiali dell’abbigliamento giovane ed il Patto Territoriale Chietino-Ortonese. La proposta di intervento è nata da un invito della Sixty SpA a voler essere maggiormente presente nel territorio e dalla spinta delle parti sociali preoccupate dalla deriva occupazionale e scongiurare così la chiusura di ulteriori imprese attraverso interventi di aggregazione volti alla riorganizzazione e ristrutturazione del comparto dell’abbigliamento.
Opportunità 4
CNA Federmoda e Confindustria Abruzzo hanno annunciato che una sessantina di imprese si stanno organizzando per costituire il nucleo fondativo del nascente polo dell’abbigliamento che dovrebbe partecipare al bando di gara per la costituzione dei poli di eccellenza a valere sui fondi PORFESR 2007-2013.
Minaccia 1
Il New York Times ha recentemente scritto in prima pagina che l’invasione – da parte degli imprenditori cinesi – del distretto tessile di Prato, ha trasformato questo territorio in una capitale manifatturiera di fascia bassa, indebolendo la capacità dell’Italia di commercializzare i propri prodotti esclusivamente come capi d’alta gamma. Le imprese cinesi sono stimate in circa 3.200 unità in cui migliaia di asiatici lavorano giorno e notte per stipendi che dire miseri è dire poco ed in condizioni che con la parola sicurezza non hanno niente a che fare. Fabbricano vestiti, scarpe ed accessori
di fascia bassa, spesso con materiali importati dalla Cina, per venderli a metà prezzo a dettaglianti di fascia bassa nel mondo intero. Secondo banca d’Italia, i cinesi di Prato mandano in Cina 1,5 milioni di dollari al giorno, in gran parte proveniente dal settore del tessile e dell’abbigliamento. Il tutto spesso senza che la nostra amministrazione finanziaria intercetti neanche un euro di imposta sul reddito o di IVA. E con un sempre crescente numero di imprenditori autoctoni che è costretto a chiudere o a vendere, come drammaticamente racconta Edoardo Nesi nel suo tragico “Storia della mia gente”, un libro che non dovrebbe mancare sui comodini di chi – a livello nazionale e regionale – si interessa di attività produttive.
Minaccia 2
Secondo i recenti dati sul sistema produttivo teramano, il 21% delle nuove imprese nella provincia è di stranieri. A Martinsicuro gli stranieri sono il 67% dei nuovi iscritti, a Nereto il 61%, ad Ancarano e Torano il 33%, ad Alba il 31%, a Sant’Omero il 30%. E, soprattutto nel tessile-abbigliamento, il titolare immigrato sta sostituendo la filiera autoctona, spesso sperando di essere concorrenziale anche con il mancato rispetto delle regole e delle leggi. Più della metà delle nuove imprese straniere sono cinesi - ma anche albanesi e marocchine - che operano nel campo delle confezioni (28 imprese) e borsettifici (12).
Minaccia 3 o Opportunità 5?
Nelle ultime settimane il Gruppo La Perla ha comunicato l’intenzione di voler chiudere lo stabilimento di Roseto (81 dipendenti di cui 59 già in cassa integrazione) per spostare la produzione… non in Cina ma in Puglia! Siamo alla guerra dei poveri? Fortunatamente proprio nel momento in cui sto scrivendo questo articolo giunge la notizia che un importante pacchetto di sgravi presentato dalla Regione ai dirigenti aziendali che hanno chiesto una decina di giorni per analizzare la proposta e decidere se salvare la sede teramana. Quando questo articolo sarà stampato e la rivista in edicola, sapremo se l’Abruzzo ha imboccato il bivio in un verso o nell’altro
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terza parte
gestione d’impresa » di Massimiliano Pian
Il modello adatto alle PMI Continua il nostro viaggio per scoprire le reali esigenze delle piccole e medie imprese italiane
S
vincolandoci da un modello che abbia in mente prevalentemente grandi imprese ed organizzazioni che producono beni attraverso un processo produttivo che dalle materie prime arriva ai prodotti finiti, e considerando la maggiore semplicità organizzativa di una piccola e media impresa, possiamo proporre le seguenti similitudini: Modello di Porter
Modello per PMI
Processi primari
à Linee di business
Processi di supporto
à Struttura d’impresa
Linee di business: rappresentano la segmentazione del portafoglio di offerta dell’impresa, evidenziando diverse linee di prodotto/servizio che si differenziano essenzialmente per due fattori: caratteristiche tecniche (struttura di costi e investimenti – materiali ed immateriali) e caratteristiche commerciali (struttura del mercato – clienti, distribuzione, marketing, etc.). Struttura di impresa: rappresenta la classificazione dei diversi processi necessari a mantenere e
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gestione d’impresa
LINEE DI BUSINESS
STRUTTURA D’IMPRESA
governare le linee di business; rientrano, pertanto, i processi logistici (approvvigionamenti inclusi), amministrativi e finanziari, di gestione del personale, commerciali, a seconda di quale sia la configurazione e l’organizzazione specifica dell’impresa. In sintesi le linee di business rappresentano una vista di prodotto/mercato, mentre la struttura d’impresa una vista di funzione. Rivedendo il modello secondo questa nuova impostazione, anche per le piccole e medie imprese è facilmente disegnabile uno schema in grado di evidenziare le principali componenti grazie alle quali deve essere prodotto il margine complessivo. Lo schema non è più rigido e fisso nelle sue dimensioni, ma diventa flessibile ed adattabile a ciascuna realtà di impresa, indipendentemente dalle sue dimensioni e dalla sua attività. Partendo da questa nuova struttura del modello, si possono, a questo punto, iniziare a valutare alcuni principi che guidano la definizione più precisa e puntuale del modello di controllo. • Le linee di business rappresentano le basi su cui sviluppare le analisi di redditività (analisi di marginalità ed analisi del capitale investito), mentre sulla struttura di impresa viene sviluppata l’analisi di responsabilità sul raggiungimento degli obiettivi di funzione (sviluppata prevalentemente attraverso i centri di costo e/o le commesse). Tali considerazioni guidano la definizione di dettaglio degli strumenti operativi di controllo, che passa per l’identificazione delle entità di controllo (il prodotto, il mercato, il canale, il cdc, la commessa, etc.) e degli indicatori di controllo (margine operativo, margine di contribuzione, capitale circolante, analisi costi per na-
tura, indicatori operativi non finanziari, etc.), elaborati attraverso i processi di consuntivazione e previsione. La misura della redditività di business costituisce l’indicatore fondamentale di analisi della redditività della Società, mentre alle diverse funzioni che fanno parte della struttura organizzative e’ attribuita una responsabilità operativa di gestione delle attività di competenza. Tuttavia gli effetti economici delle attività svolte come “servizio” per le linee di business possono essere attribuiti anche a queste ultime come responsabilità del risultato di business. • Le linee di business raccolgono ricavi e costi diretti, mentre la struttura di impresa raccoglie prevalentemente costi indiretti. Questo punto di partenza induce ad approfondire una serie di riflessioni sull’opportunità di attribuire i costi indiretti alle linee di business; non dovendo necessariamente identificare una soluzione che si applichi a 360°, si può valutare di volta in volta quali tipologie di costi indiretti sia significativo che vengano attribuiti a quali linee di business. Avere informazioni è certamente un valore, ma la loro disponibilità non è gratuita: ha un costo di implementazione ed uno di gestione, ragion per cui la scelta del modello da applicare deve tener conto del corretto bilanciamento tra costi e benefici. Mentre la rilevazione delle voci dirette alle linee di business è immediata e relativamente poco costosa, la determinazione, ad esempio, di un “full cost” comporta l’utilizzo di una procedura di allocazione che, se troppo semplice rischia di fornire informazioni disallineate, se troppo complessa di non essere compresa e, quindi, di venire applicata in modo non corretto
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Tercas-Caripe, il gruppo numero uno Attivi creditizi per oltre 5 miliardi di euro e quota di mercato pari al 16,84%. Un’operazione costata 228 milioni di euro che promette di dare vigore all’economia regionale Il presidente di Tercas, Lino Nisii in compagnia del direttore generale di Tercas, Antonio Di Matteo. In basso la sede centrale di Tercas
L’
acquisizione, per 228 milioni di euro, di Banca Caripe da parte del Banco Popolare e Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo (Banca Tercas) definisce il ruolo del nuovo polo bancario: il primo gruppo bancario abruzzese indipendente. L’operazione è stata possibile anche grazie all’assenza di sovrapposizione territoriale tra le due banche. Nella provincia di Teramo sono presenti 61 sportelli Tercas e 3 della Caripe; a Pescara 5 Tercas e 36 Caripe; a L’Aquila 6 Tercas e 1 Caripe; a Chieti 7 Tercas e 5 Caripe. La Banca Tercas è inoltre presente anche nel Lazio, nel Molise, nelle Marche e in Emilia Romagna. Invece, La Caripe fuori regione conta solo di 6 sportelli nelle Marche. La quota di mercato complessiva sulla raccolta in Abruzzo, post operazione, sarà pari al 16,84%, l’11,71% Tercas più il 5,13% di Banca Caripe. La quota di mercato sugli impieghi totali, invece, sarà
» foto concesse da Tercas
pari all’11,26%. In provincia di Teramo sarà del 20,9% e in provincia di Pescara del 15%. «La strada intrapresa - ha spiegato il presidente di Tercas, Lino Nisii - ci consentirà di far affermare Banca Caripe, che tale resterà, con la sua autonomia. Tercas sarà un valido partner che consentirà a Banca Caripe di rafforzare la sua vocazione territoriale e le permetterà di portare avanti progetti importanti». Il direttore generale di Tercas, Antonio Di Matteo specifica: «Punto fondamentale dell’acquisizione è il fatto che la Caripe manterrà il suo marchio. E’ una banca forte e pulita che si è saputa riproporre sul mercato con autorevolezza». Mario Russo, vicepresidente di Banca Tercas, ha rimarcato il valore aggiunto dell’operazione: «L’Abruzzo, con tutte le sue aziende e le sue istituzioni, sarà al centro di questo progetto. La sinergia favorirà i clienti, gli imprenditori e quindi la regione stessa, offrendo grandi potenzialità»
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idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*
Alla ricostruzione
i personalismi fanno male
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a tragedia del terremoto avrebbe dovuto unire gli aquilani nel perseguire il comune obiettivo della rinascita della città. Gli aquilani hanno il diritto di vedere le Istituzioni concordi sulla ricostruzione, e le Istituzioni hanno il dovere di cooperare per il raggiungimento di questa assoluta priorità. E invece no. Da argomento di unione necessitata, il terremoto è diventato, per colpa di pochi, argomento di quotidiana rissa politica. E troppi aquilani si fanno condizionare dai cinici personalismi di politici traballanti, preoccupati delle loro poltrone più che del destino della città ferita. Esponenti di primo piano negli Enti locali preferiscono il ruolo di “capopopolo” a quello più difficile ed etico della partecipazione alla rifondazione della città. Il calcolo politico sta prevalendo su ogni altra considerazione: la maggioranza che governa il Comune si è irrimediabilmente sfaldata e quasi certamente si voterà a breve. In questo contesto di quotidiana fibrillazione ogni problema sta diventando un’arena di gladiatori in cui dominano le mezze verità e le palesi strumentalizzazioni. E quando esponenti istituzionali abdicano per mero calcolo dal proprio ruolo, la gente normale, già scossa dalla tragedia, finisce per perdere fiducia nel futuro. Aizzare i cittadini con il gioco del “tanto peggio, tanto meglio” è irresponsabile, rischia di risvegliare impulsi violenti e distruttivi. Bisogna bloccare questa dilagante “retorica dell’Apocalisse”, bisogna proporre invece che a polemizzare, fare piuttosto che a lamentare, realizzare qualcosa di buono invece di screditare. Certo i problemi all’Aquila non
mancano, e sono gravi, ma la sfiducia non serve ed occorre invece maggiore responsabilità. L’Aquila sta finalmente reagendo. Lo sforzo è visibile. In cassa c’é un miliardo di euro, somma che può essere spesa subito. Sarebbe ora di mettere da parte le polemiche, rimboccarsi le maniche e dare quelle risposte che gli aquilani si aspettano. Ma per ottenere i soldi, il Comune dell’Aquila deve presentare il Piano di ricostruzione, senza il quale i cittadini non possono presentare i progetti per il centro storico. Se la ricostruzione è ferma, non è solo per l’asfissiante burocrazia ed i mille lacci e laccioli di ordinanze contorte ed incomplete. Manca pure una pianificazione reale, e se il Comune non predisporrà le carte insieme al “superburocrate” Fontana, i finanziamenti di quest’anno saranno persi. Gli uffici per la ricostruzione degli Enti locali sono ancora sulla carta, gli assessori figure retoriche, le migliori intelligenze della città non sono state finora coinvolte, gli ordini professionali quasi ignorati. Eppur si muove! Tantissimi cittadini non si dimettono da “commissari formica” e lavorano silenziosamente, reperiscono ingegneri per i progetti di recupero, fanno i lavori se viene loro consentito. I loro sforzi si infrangono ogni giorno contro il muro della burocrazia, ma non demordono. La ricostruzione dipenderà dalle risorse disponibili e dalla qualità della “governante”, ma pure dall’impegno degli invisibili, uomini e donne che mai nessuna storia ufficiale menzionerà, ma che sono pronti a dare tutto sé stessi per ricostruire la nostra città. Mettiamoli nelle condizioni di poter lavorare
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* Economista
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L’IMPRESA VERDE VALE DI PIÙ LO STUDIO INGEGNERIAMBIENTE OFFRE UNA NUOVA CHIAVE DI LETTURA: TUTTE LE ATTIVITÀ IMPRENDITORIALI FUNZIONANO MEGLIO SE IMPOSTATE NEL RISPETTO DELLA NATURA. COME? CE LO SPIEGA L’INGEGNERE GIOVANNA BRANDELLI
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he significa IngegneriAmbiente? «Il nome e il lavoro di questo studio di ingegneria vogliono veicolare l’idea che tutte le attività d’impresa possono essere ripensate in funzione dell’ambiente, che quando un’impresa diventa ImpresAmbiente vale di più, per i clienti, per i fornitori, oggi anche per le banche». Oggi il rapporto Impresa e Ambiente è ancora conflittuale? «Si. Significa che c’è moltissimo lavoro da fare. L’ambiente si avvale di un sistema di leggi complesso e dinamico, ed è diventato oggi un ulteriore elemento di turbolenza per
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le imprese. In pratica c’è un insieme di “rotture”, di discontinuità che possono investire un’impresa in qualsiasi momento: un nuovo concorrente, il turn-over delle risorse umane, un insoluto, difficoltà nell’accesso al credito, un nuovo tipo di adempimenti ambientali, un’ispezione da parte di Enti di controllo e quant’altro. A queste discontinuità l’imprenditore deve fare fronte prendendo decisioni tempestive. Una caratteristica di IngegneriAmbiente è proprio il supporto ai propri clienti durante un’ispezione. E poi seguono tutte le fasi di riprogettazione e adeguamento». In tempi di crisi si può investire sull’ambiente? «Si deve. La “crisi” è una circostanza che richiede esercizio del discernimento e capacità di giudizio creativo. Il
» REDAZIONAL E IN COL LAB
prodotto della “krisis” è sempre l’idea. E alla base degli investimenti ci sono idee. A me piace ricordare l’etimologia greca dei termini, perché consente una lettura raffinata delle cose comuni. Il tempo della crisi è fatalmente il tempo degli investimenti creativi e/o dei debiti. E l’approccio al problema ambientale è esattamente questo: se non si investe si rischia a volte anche di chiudere». In che modo l’ambiente può rappresentare un elemento di turbolenza in azienda? «L’ispezione di un Ente di controllo che accerta la contaminazione di un sito industriale in esercizio, per esempio è un “incidente” nella vita di un’azienda. Gli Enti possono anche fermare l’attività produttiva in quel sito. Siamo in un ordinamento giuridico ancorato al principio del chi inquina paga. Ecco quindi che invece del mancato investimento in infrastrutture (pavimentazioni, vasche di raccolta acque etc), c’è un debito da pagare, per risanare il sito. Vanno ripensati tutti i processi produttivi che si sono svolti su quel sito in funzione delle tracce che hanno potuto lasciare su terreno e acque sotterranee. C’è una fase di screening in campo, per quantificare il problema. Poi si mettono a punto le tecnologie di ripristino delle condizioni naturali iniziali
ORA ZION E CON STUDIO BRA
NDELLI
o almeno di condizioni non rischiose per l’utilizzo del sito. Per la bonifica dei siti contaminati ci vogliono competenze trasversali, come chimica dei sistemi naturali, geologia e geofisica, urbanistica, ingegneria industriale: l’ordine di spesa, i tempi di attuazione e il lavoro in gioco non sono quelli di una “consulenza ambientale”, ma di vere e proprie opere di ingegneria». Se investi? «Puoi tutelare la tua azienda dalla turbolenza, con formazione di livello, adeguamenti strutturali e di impianto, certificazioni volontarie. Puoi generare profitto in tecnologie di riduzione degli impatti, in produzione di energia da fonti non tradizionali, puoi recuperare scarti e inventare nuovi prodotti. Puoi inventare servizi tangibili e intangibili, e conti su un’alta attenzione di mercato e di politiche di finanziamento. Chi siete? «Giovanna Brandelli, 38 anni, Alfiere del lavoro d’Italia, ingegnere chimico, sposata, un figlio piccolo. Da 12 anni mi occupo di “immondizia” e lavoro con passione per aziende di taglia medio-grande. Antonio Pavone, dottore in economia, mio marito, che oltre ad aver creato un’impresa di successo nel settore food, è un uomo di “visione” capace di idee e con più coraggio di me per gli investimenti. Lo studio di Pescara, in via Ferrari, è un mio sogno e un suo disegno: un competence center per l’ambiente in centro, al centro dell’ambiente, cioè ad un passo da tutti gli interlocutori ufficiali di settore: Tribunale, Regione, Provincia, ARTA, Comune, ASL. Anna Lisa Brandelli, ingegnere civile, mia sorella, vicino a me e con me da sempre. Altri professionisti in staff e alcune aziende partners, con cui facciamo quadrato per offrire al cliente soluzioni operative a 360 gradi». Quale strumento di marketing? «Il più semplice e il più amato da tutti; il passaparola positivo»•
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CANTINA TIBERIO VINI PER PASSIONE
PARLIAMO DELLA FAMIGLIA TIBERIO, CHE 5 ANNI FA, HA INVESTITO LA SUA GRANDE ESPERIENZA NELLA PRODUZIONE DI VINO. PASSIONE, CURA E AMORE PER QUESTO LAVORO, SONO LE CARTE VINCENTI DEL SUCCESSO DI QUESTA GIOVANE E DINAMICA CANTINA
R
iccardo Tiberio e i suoi figli, Cristiana e Antonio: sono loro il cuore dell’azienda vitivinicola Tiberio. Arrivati in quel bellissimo angolo d’Abruzzo ci è subito saltata all’occhio la dimensione umana di questa realtà. La cantina è completamente immersa nel verde dei filari, circa 31 ettari, circondata dagli odori, dai colori e dal profumo della campagna, non si nasconde dietro la raffinata eleganza di certi luoghi pieni di sé, ma si mostra in tutta la sua genuinità e fierezza. Cugnoli è la sua patria e dalla sua collina ci si può incantare ad osservare l’antico profilo di Alanno, una posizione invidiabile, che rende maggiormente poetico il vino di questa giovane e preparata cantina. La famiglia Tiberio, e in particolare il suo patron, Riccardo, è dedita per passione al mondo vitivinicolo da diversi anni, ma è solo nel 2005 che si affaccia nel mercato del vino con la creazione di una propria cantina. Un sogno divenuto realtà, grazie alla grande esperienza e volontà del signor Riccardo, sostenuta da Cristiana e Antonio, che dopo molti anni di studio e varie esperienze decidono di dedicare le proprie competenze e passione al mondo del calice in terra d’Abruzzo. Nell’anno stesso della sua nascita la Cantina Tiberio avvia un progetto di collaborazione con uno dei più prestigiosi vivai italiani allo scopo di tracciare un dettagliato quadro della composizione del terreno, analisi e approfondimenti che permettono a questa giovane realtà di sfruttare al meglio le potenzialità della loro tenuta, nel pieno rispetto della natura e dei suoi cicli spontanei. Dopo un’attenta opera di selezione e scelta dei vitigni viene anche avviata una profi-
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Cristiana e Antonio Tiberio nella loro cantina
» REDAZIONAL E IN COL LAB
ORA ZION E CON TIBERIO
VINI
Cristiana tra i vigneti della Cantina Tiberio
IL VINO COME PROGETTO «Il vino nasce da un progetto, non è figlio di un destino insondabile è il frutto di una scelta, la conseguenza di un’osservazione di un’occasione che la mente ha saputo cogliere». È questo il pensiero di Riccardo Tiberio sul vino, quello che lo porta a investire la sua trentennale esperienza in un’idea ricca di qualità e di rispetto e non di puro business. I vini Tiberio, di denominazione d’origine controllata, sono ricchi di tutti i sapori di un tempo, il loro sentore è pieno di rimandi, con caratteri forti, che lasciano un segno tangibile nel palato di chi li assaggia. Penetranti, con il tipico aspetto di un prodotto genuino, dove non c’è solo la materia prima, ma tutto un mondo da raccontare. È questa la ricchezza di un prodotto che vuole farsi amare.
cua collaborazione con l’Istituto di Agraria e di Viticoltura e Enologia dell’Università di Bologna, con l’intento di ripristinare degli antichi vigneti del luogo. E così, grazie a questo attento impegno, è fiorita una delle più promettenti realtà enologiche della nostra regione, i cui vini nascono da un progetto preciso e lungimirante. «Per me fare il vino è la cosa più naturale del mondo - racconta Riccardo, il capostipite - e quindi, far nascere questa cantina è stato un processo molto spontaneo, è come se ci fosse da sempre». Ed è questa l’atmosfera che si respira nella Tiberio vini, un’atmosfera fatta di grande cordialità, spontaneità, accoglienza e soprattutto una sincera passione per il proprio lavoro, passione tangibile nell’aria che si alimenta di scelte consapevoli e di grande cura per i particolari. «Noi siamo una grande famiglia – ci racconta Cristiana, intenta ad analizzare il suo ultimo nato – per cui non ci fossilizza su un solo ruolo, tutti fanno il possibile per fare del proprio meglio ovunque occorra, fermo restando le diverse competenze tecniche che di certo non mancano». Laureata in chimica Cristiana si occupa di controllare la produzione
Riccardo Tiberio a lavoro
anche dal punto di vista tecnico, ma la si può facilmente scorgere intenta a raccogliere l’uva o a preparare le botti. E poi c’è Antonio, dinamico, solare, sempre indaffarato con entusiasmo, c’è chi dice che il vino assorba le energie positive, perché è materia viva, pulsante, nella Cantina Tiberio probabilmente tutto questo accade•
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“PARTINSIEME” A SATAM IL NUOVO CONCETTO DI VIAGGIO PROPOSTO DAL GRANDE TOUR OPERATOR ABRUZZESE. PIÙ DI TRENTA METE PER DIVENTARE AMICI VIAGGIATORI
A
rriva nelle agenzie di viaggi abruzzesi e marchigiane il nuovo e atteso catalogo della SATAM Viaggi. Tante tipologie di viaggio indirizzate a un vasto target, proposte attraverso tre elementi innovativi ideati dalla conceptstore: l’accattivante veste grafica, il logo e il nome. Resta invariato l’elemento principale: l’ampia gamma di viaggi, frutto della professionalità e dell’entusiasmo che in pochissimi anni ha portato migliaia di clienti, tra Abruzzo e Marche, a scegliere i viaggi SATAM. “Partinsieme”, il nuovo nome che da quest’anno troneggia sulla copertina del catalogo, funge da invito ed enfatizza il concetto della vacanza di gruppo che, oltre a far scoprire nuovi luoghi, propizia nuove amicizie tra compagni di viaggio. La programmazione del catalogo “Partinsieme”, appena pubblicato, copre il periodo dicembre 2010-maggio 2011, con più di 30 partenze per l’Italia e l’Europa. Protagonisti del periodo sono le festività di Natale, Capodanno, Epifania, Carnevale e Pasqua.
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Si parte dal Ponte dell’Immacolata: previste due partenze per i caratteristici Mercatini di Natale in Alto Adige ed un tour tra le atmosfere tipiche dell’Austria e della Germania, con visite ai Mercatini di Innsbruck, Monaco e Salisburgo. Nello stesso periodo un altro pullman della modernissima flotta SATAM farà rotta verso la Lombardia, alla scoperta di Pavia, Milano e della famosissima fiera meneghina degli “Obei Obei”. Nelle domeniche immediatamente precedenti il Natale sono programmati viaggi in giornata alla volta di Napoli e delle Marche. Per fare acquisti tra i Presepi di San Gregorio Armeno oppure per visitare Sant’Agata Feltria, che per l’occasione si illumina di addobbi, tanto da meritare il nome di Città del Natale. Per il Capodanno, le proposte di “Partinsieme” sono davvero tante: protagoniste le capitali europee. Scelta ardua tra la scintillante Parigi, la magica Praga, l’elegante Vienna oppure la vivacissima Lubiana, capitale della Slovenia. Chi preferisse un Capodanno all’insegna della neve, ma anche del benessere e della mondanità, non potrà fare a meno di apprezzare la
ORAZIONE CON SATAM T.O.
» REDAZIONALE IN COLLAB
Settimana Bianca sulle Dolomiti, con tutti i vantaggi che uno dei più grandi comprensori sciistici d’Europa può offrire. A chiudere i viaggi natalizi sarà l’Epifania con un tour di 3 giorni tra le città d’arte ed i piccoli centri storici dell’Umbria, oppure - in mancanza di tempo - i vivaci festeggiamenti a Roma, che per l’occasione è ricca di eventi (senza considerare che in questo giorno nella capitale tutti i negozi sono aperti e iniziano i saldi invernali). Nel mese di febbraio è tempo di Carnevale. “Partinsieme” ha scelto tre dei Carnevali più belli d’Italia! Venezia in occasione della festa d’apertura, con il tradizionale “Volo della Colombina”; Viareggio, con la sfilata di carri allegorici più bella d’Europa; e Cento, dove tutto il centro storico si colora di maschere ed attrazioni.
L’arrivo della primavera sarà salutato da una serie di viaggi in giornata verso luoghi d’arte: dai Musei Vaticani alla Puglia (alla scoperta di Trani, Castel del Monte e Bari), per giungere fino alla bella Atri, quando sarà presentato il Catalogo “Partinsieme” con tutti i viaggi dell’estate 2011. Ma le sorprese del catalogo “Partinsieme” reperibile nelle agenzie di viaggi non finiscono qui, sono numerose le proposte per Pasqua e per il Primo Maggio. Aspettano gli affezionati viaggiatori la Costa Azzurra, il Salento, Matera, Capri, Le Cinque Terre, l’Isola d’Elba e tante altre gite da un giorno, come Parchi Divertimento per i più piccini e viaggi adatti alle famiglie. “Partinsieme” è un prodotto Satam Viaggi Tour Operator www.partinsieme.it Info 0871.347469•
DESTINAZIONE
DIC
GEN
FEB
MAR
APR
MAG
NATALE 2010 Mercatini di Natale in Alto Adige Mercatini di Natale in Austria e Germania Ponte dell’Immacolata a Pavia e Milano I Presepi di Napoli Mercatini di Natale a S. Agata di Feltria
4/6 e 6/8 4/8 6/8 12 e 19 12
CAPODANNO 2010 Capodanno a Parigi
28/2
Capodanno a Praga
28/2
Capodanno a Vienna
29/2
Capodanno in Settimana Bianca
26/2
Capodanno a Lubiana in libertà
31/2
EPIFANIA 2010 Epifania in Umbria Epifania in Roma
6/8 6
CARNEVALE 2011 Il Carnevale di Venezia Il Carnevale di Viareggio Il Carnevale di Cento
26/27 5/6 6
PRIMAVERA 2011 Musei Vaticani
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Trani Castel del Monte e Bari
3
Presentazione “Partinsieme 2011” ad Atri
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PASQUA 2011 Pasqua in Costa Azzurra
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Pasqua nel Salento
23/25
Pasqua a Sorrento
23/25
Pasquetta a Norcia e Cascia
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Pasquetta a San Marino
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Pasquetta a Ferrara e l’Abbazia di Pomposa
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Pasquetta in famiglia al Bioparco di Roma
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PONTE DEL PRIMO MAGGIO 2011 Cinque Terre
30 -1
Isola d’Elba
30 -1
Fiabilandia e Parco Oltremare in famiglia
30 -1
Perugia e Assisi
1
Matera
1
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seminari&convegni » di Alessio Giancristofaro
Si è svolto come di consueto a Lanciano il forum sulla scienza informatica e la sua evoluzione. Al centro del dibattito il tema: cyber society e cyber crime Giulio Occhini riceve il premio “Gold Mind”
“L
a C.I.A. ci spia sotto l’occhio della Polizia, la C.I.A. ci spia e non vuole più andare via…”. Era la fine degli anni settanta quando Eugenio Finardi intonava questo ritornello in una sua vecchia canzone. Di anni, effettivamente, ne sono passati tanti. Ma, a quanto pare, le parole della canzone anticipavano quello che capita tutti i giorni. La C.I.A., per dirla alla Finardi, è solo la trasfigurazione sintetizzata di una serie di insidie, principalmente tecnologiche, che oggi, più che mai, invadono la nostra sfera personale, la occupano “clandestinamente” e la sfruttano capziosamente, in barba alla tanto desiderata privacy. La scienza dell’informatica in perenne evoluzione e il magmatico mondo che le orbita attorno, si sono dati appuntamento nella capitale italiana dell’Information and Communication Tecnology: Lanciano.
Casi pratici, tanti. Interventi accreditati dai curricula dei numerosi relatori, altrettanti. Insomma, nella sala dell’auditorium della BLS, l’ICT day 2010 ha confermato il trend di interesse affrontando il tema della cyber society e cyber crime. Il focus della giornata d’approfondimento è stato quello della sicurezza delle informazioni informatiche e del rapporto con la sfera persona, con la privacy. Un binomio che si vorrebbe far passare come imprescindibile; in realtà sicurezza e privacy sono agli antipodi, sintetizzano una dicotomia che vede opposta da una parte la sfera tanto invocata e desiderata dello “stare sicuri”, dall’altra la sfera che “ci interessa non condividere”, quella della privacy che vorremmo strenuamente preservare. «Spesso la sicurezza è una giustificazione, ma tutte le informazioni condivise in rete sono attaccabili». Nasce da questo
ICT DAY 2010
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postulato e si sviluppa riportando una serie di casi pratici l’intervento di Antonio Teti – presidente onorario SISIT e “padrone di casa” – in un’analisi che porta in superficie aspetti non del tutto rosei che ci fanno capire come la nostra riservatezza può essere “rubata” e “usata” come si vuole. In altre parole, messa a repentaglio da attacchi esterni, bersagliata. «I body scanner che vengono usati nel Regno Unito – spiega Teti – ci schedano e milioni di persone vengono a tutti gli effetti catalogate. Ma come saranno utilizzati questi dati? Chi e con quali fini li metterà in circolazione?» Interrogativi, senza dubbio, inquietanti. Ma di esempi che si tenta di far passare con la griffe “sicurezza” a dispetto della privacy ce sono tantissimi ancora: «Dai furgoni americani che ci spiano lungo la strada – fa notare Teti - al sistema fotografico di Google, alle tantissime telecamere che sono sistemate silen-
ziosamente e ci osservano in continuazione. Il garante ha stabilito dei paletti – prosegue - ma se questi database fossero collegati in rete sarebbero attaccabili, dunque i dati potrebbero essere carpiti e utilizzati nelle più svariate misure». Un altro aspetto è quello rappresentato da Facebook, il social network più famoso al mondo. Da buon intenditore, poche parole – o meglio – pochi commenti che, tra l’altro, sarebbero del tutto superflui. E’ facile, infatti, intuire come le barriere protettive per la nostra sfera privata sono del tutto inesistenti. Altra nota dolente. La privacy è una perfetta sconosciuta. Soprattutto tra i più giovani. Rischi tanti, insomma. Il più grande è quello di finire nelle mani di chi cattura le nostre informazioni e di chi, anche in modo ingannevole, potrebbe gestirle. Siamo tutti avvisati. Ad impreziosire il mosaico di contributi dell’ICT day 2010,
tra gli altri, quello della criminologa, psicologa e presidente dell’accademia internazionale delle Scienze Forensi Roberta Bruzzone, volto noto del piccolo schermo in quanto attualmente impegnata nel caso dell’assassinio di Sarah Scazzi; ma anche Antonio Apruzzese direttore del servizio della polizia postale e delle comunicazioni del dipartimento di pubblica sicurezza e Marco Mattiucci, capo sezione telematica del RACIS dei Carabinieri. Il premio “Gold Mind”, un’importante appendice dell’ICT Day, è stato riconosciuto al Nobel per la Fisica Carlo Rubbia e a Giulio Occhini, direttore dell’associazione italiana per l’informatica ed il calcolo automatico. L’appuntamento è già programmato per la sesta edizione del 2011, questo è sicuro. Ma con l’evoluzione con la quale la comunicazione e la tecnologia avanzano è difficile prevedere gli scenari sui quali si andrà a discutere
•
A sinistra: Antonio Teti durante il suo intervento. In basso: un altro momento del convegno
» foto di Arnolfo Paolucci
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seminari&convegni
I clown incontrano i cittadini
» a cura della redazione
“Conciliazione ed il mondo sorride”
La Camera di commercio di Pescara scende in piazza per far sorridere la gente
P
er le imprese ed i consumatori alle prese con un sistema economico in crisi, c’è una svolta alla soluzione delle controversie civili e commerciali: la conciliazione. La conciliazione è un servizio di giustizia alternativa delle Camere di Commercio d’Italia che permette alle parti coinvolte in un contenzioso di giungere ad un accordo rapido, conveniente ed economico. La conciliazione non è un processo, ma un semplice incontro supportato da una figura super partes, il “conciliatore”; per arrivare ad una soluzione passano in media 60 giorni ed i costi sono contenuti e predeterminati. Inoltre, si può decidere di abbandonare il procedimento di conciliazione in qualsiasi momento e, nel caso di un man-
cato accordo, si può ricorrere alla giustizia ordinaria oppure all’arbitrato, un altro servizio messo a disposizione dalle Camere di Commercio. Il servizio di conciliazione della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara è attivo dal 1998 e conta, ad oggi, un elenco di conciliatori altamente qualificato. Tante le controversie risolte a favore di imprese, professionisti e consumatori, ma si può fare di più. In occasione della Settimana nazionale della Conciliazione promossa da Unioncamere, l’ente camerale ha deciso di scendere in strada, tra la gente, al fine di promuovere un servizio tanto utile quanto ancora sconosciuto. Sull’onda dello slogan nazionale “Concilia ed il mondo ti
sorride”, un gruppo di artisti di strada, composto da attori, giocolieri e trampolieri ha toccato i punti principali della città di Pescara, improvvisando nei centri commerciali, nei mercati rionali e nelle piazze, i mille contesti in cui si può ricorrere al servizio. L’iniziativa è stata accompagnata da una campagna di comunicazione multicanale che ha coinvolto televisioni, quotidiani, spazi di affissione ed il canale dell’Ente su youtube: www.youtube.com/ camcompe
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Il personale al lavoro
Per avere ulteriori informazioni si può chiamare la segreteria del servizio allo 085 4536433 o scrivere una mail a conciliazione@pe.camcom.it
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seminari&convegni
La presentazione dei dati Cisl
» di Jenny Viant Gómez
2010:
4000 disoccupati in più Allarme Cisl sull’occupazione. Auspicato un confronto con il governatore Gianni Chiodi e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta
L
a C isl A br uzzo, attraverso il segretario r e g io n a le M au r i z io Spina, mostra enorme preoccupazione per il panorama occupazionale ed invita le istituzioni ad adottare misure urgenti per evitare che, dopo la perdita di 23.800 posti nel 2009, l’anno in corso segni ancora una contrazione occupazionale. Nonostante l’economia mostri segnali di ripresa ed il Pil si attesti su un +0,2%, dalle previsioni e dai primi dati in possesso della Cisl, frutto di una ricerca dell’“Ufficio studi e ricerche Michelangelo Ciancaglini” – che considera quattro aspetti fondamentali: lavoro, Pil, produzione ed esportazione - si stima che nel 2010 si perderanno quattro mila posti di lavoro. Dati Inps alla mano, per quanto concerne le ore di cassa integrazione guadagni, riferite allo scorso mese di agosto, la Cisl fa notare che vi è un assiduo ricorso agli ammortizzatori sociali, si attestano nei primi otto mesi dell’anno sui 21 milioni di euro, segnando
una lieve diminuzione (-1,65%) delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nei mesi di gennaio-agosto 2010, rispetto agli stessi mesi del 2009. I lavoratori beneficiari degli ammortizzatori sociali sono attualmente 37.570 (+ 12,4%) rispetto ai 33.413 del 2009; la crescita della mobilità risulta pari al 94,2%, con 7.244 lavoratori interessati rispetto ai 3.731 dell’anno precedente, mentre i disoccupati che usufruiscono delle indennità sono aumentati del 6,2%, 15.151 rispetto ai 14.237 del 2009. Di fronte a un quadro così poco rassicurante, il sindacato propone che siano attivati una serie di interventi, ad esempio, incentivi alle imprese che assumono e, soprattutto, lo sblocco dei fondi Fas e la definizione con il Ministero sui fondi disponibili per il Master Plan. Spina invoca l’apertura di un tavolo di intesa con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, il governatore Chiodi e le forze economiche e sociali abruzzesi. Riguardo alla Sevel, i rappresentanti della Fim Cisl invitano la Fiom a riprendere il confronto. La Cisl insiste sulla necessità che la problematica del lavoro occupi concretamente il primo posto nell’agenda di governo regionale
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www.puzzle.it Adecco Italia S.p.A. (Aut. Min. Prot. N. 1100-SG del 26.11.2004).
Leader mondiale nei servizi HR Adecco è il Gruppo n° 1 in Italia specializzato nella gestione delle risorse umane. Grazie a un’offerta completa di servizi, che include il temporary staffing, l’outsourcing, il permanent placement, l’outplacement, la formazione e la consulenza, Adecco è in grado di rispondere alle esigenze di ogni azienda. In Italia opera attraverso un team di 1700 professionisti e un network di 400 uffici capillarmente distribuiti su tutto il territorio nazionale. Adecco Avezzano Industrial Via Trento, 56 - Tel. 0863.41.58.55 Adecco Chieti Industrial Via T. Scaraviglia, 102 - Tel. 0871.55.20.74 Adecco L’Aquila Industrial Via Strinella, 12/e - Tel. 0862.41.92.58 Adecco Lanciano Industrial Corso Bandiera, 93 - Tel. 0872.72.40.18 Adecco Nereto Industrial Piazza Marconi, 16/17 - Tel. 0861.80.80.02 Adecco Ortona Industrial Via della Libertà, 74/76 - Tel. 085.906.83.60
Adecco Pescara Industrial Viale Bovio, 316/320 - Tel. 085.29.44.41 Adecco San Salvo Industrial Via Istonia, 28 - Tel. 0873.54.51.72 Adecco Sulmona Industrial Via Monte Grappa, 11 - Tel. 0864.21.29.89 Adecco Teramo Industrial Via Alcide De Gasperi, 56/58 Tel. 0861.21.24.60 Adecco Val di Sangro Industrial Contrada Saletti - Tel. 0872.88.80.46
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seminari&convegni » di Marco Taglieri
L’auspicio di un’economia più “etica” L’Arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte illustra l’enciclica “Caritas in Veritate” nel corso di un seminario organizzato dalla facoltà di Economia dell’Università di Pescara. Il professor Pino Mauro: «Bisogna abbandonare i particolarismi» L’Arcivescovo dell’Arcidiocesi Chieti-Vasto, Mons. Bruno Forte
P
ensare al bene comune significa abbandonare ogni logica particolaristica. E l’etica, in tal senso, può giocare un ruolo fondamentale. Lo ha spiegato bene Monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, nel corso di un seminario tenutosi presso la facoltà di Economia dell’Università d’Annunzio di Pescara. Oggetto dell’intervento è stata l’enciclica di Benedetto XVI “Caritas in Veritate”, illustrata nelle sue parti più significative. La Globalizzazione, ad esempio, è definita “esplosione dell’interdipendenza planetaria”. «Tuttavia, senza la guida della carità nella verità, questa spinta planetaria può concorrere a creare rischi di danni sconosciuti finora e di
nuove divisioni nella famiglia umana», si dice nell’enciclica. L’economia ha infatti bisogno di regole etiche di mercato per funzionare bene. Come ha ricordato il Papa, «Il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo, la persona, nella sua integrità». In sostanza, questa è la fase della riflessione, come spiega il professor Pino Mauro: «Esiste un nesso forte tra l’enciclica e l’economia reale. Soprattutto questo momento di crisi finanziaria, con disoccupati, povertà e disuguaglianza sociale, pone l’etica al centro dell’attenzione. C’è bisogno di grande senso civico nelle attività umane. Solo attraverso queste basi si potranno fare passi in avanti, in termini di maggiore democrazia e ac-
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seminari&convegni
cesso al lavoro, che è la cosa che interessa di più». Pino Mauro si sofferma sulla situazione in Abruzzo: «La nostra regione ha perso circa 20mila posti di lavoro, e ancora oggi presenta problemi di carattere reale:
citiamo per esempio le infrastrutture, ma anche il capitale umano e l’innovazione, parlando di tematiche ad ampio respiro. Ma ci sono anche questioni a noi più ravvicinate: insieme dobbiamo ragionare per una
classe dirigente che abbandoni il particolarismo e sostenga il bene comune. Del resto se non ci sono investimenti l’economia rallenta in maniera drastica, e a pagarne le conseguenze è ovviamente l’occupazione»
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L’Università d’Annunzio incontra il neo direttore de Il Centro
Il professor Pino Mauro insieme al direttore de “Il Centro” Roberto Marino
Più di 400 studenti hanno affollato l’aula Federico Caffè della facoltà di Economia all’Università d’Annunzio di Pescara per assistere all’incontro organizzato dal professor Pino Mauro sul “rapporto tra stampa locale e fatti economici”. Protagonista del seminario, il neo direttore de Il Centro Roberto Marino. «Il nostro è il primo – ha affermato Marino – quotidiano della regione, con un grande attaccamento al territorio e alla esigenze del cittadino. Quello che ci differenzia è la professionalità e la credibilità che in tutti questi anni abbiamo conquistato». In merito alle tematiche economiche trattate sul quotidiano, che per i ragazzi sono poco presenti rispetto alla cronaca, Marino ha annunciato che a breve usciranno tre speciali sull’economia abruzzese. «Il fatto che la cronaca –ha spiegato il direttore- abbia
così tanto spazio, non deriva da una scelta editoriale, ma dalla difficoltà nel reperire economisti abili nella divulgazione e nella comunicazione di massa». Presenti all’incontro anche il vice presidente della Regione Alfredo Castiglione e il consigliere delegato de Il Centro Domenico Galasso. Al termine del seminario, gli alunni di economia hanno posto diverse domande al direttore Marino.
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eventi Una delle tavole rotonde dell’evento InOpera
» di Piergiorgio Greco
InOpera, l’Expo delle relazioni
Si è svolto come di consueto al Palacongressi di Montesilvano l’evento per le imprese profit e no profit ideato dalla Compagnia delle Opere Abruzzo e Molise. Più di 3.000 i visitatori e davvero tante le aziende coinvolte nel progetto
» foto di Piergiorgio Greco
H
a mantenuto le promesse InOpera, l’evento per le imprese profit e no profit ideato e realizzato dalla Compagnia delle Opere Abruzzo Molise, con la partnership di Regione Abruzzo, Centro Estero Camere di Commercio Abruzzo, Coordinamento dei Csv Abruzzo e Confcooperative Abruzzo: al Palacongressi di Montesilvano, sabato 16 e domenica 17 ottobre, sono state circa duecento le aziende presenti, espressioni del mondo profit, ma anche del terzo settore (organizzazioni di volontariato, fondazioni, cooperative e via dicendo), e oltre 3 mila le persone che hanno visitato la quinta edizione dell’“expo delle relazioni”. E proprio qui sta il senso dell’iniziativa: non tanto mettere in mostra prodotti quanto, piuttosto, dare spazio alle persone, favorendo contatti e rapporti tra di loro. Non a caso, particolarmente vivaci sono state le due formule che hanno rappresentato la “spina dorsale” di InOpera: Expandere e Costruendo. La prima, si è svolta sabato, ed ha coinvolto imprese abruzzesi, molisane, ma anche estere dei vari settori merceologici, che nell’apposita area riservata si sono incontrate per conoscersi, ipotizzare percorsi comuni, approfondire quelli già intrapresi. Un innovativo B2B, insomma, unico in Abruzzo, che si è svolto con entusiasmo e partecipazione per tutta la prima giornata di InOpera. Stessa dinamica per Costruendo,
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eventi
Il B2B dell’Expò delle relazioni
che nella giornata di domenica ha visto la partecipazione di operatori del mondo dell’edilizia: imprese di costruzioni, impiantisti, progettisti, società di servizi. Una formula, quest’ultima, particolarmente attesa in una regione che, come l’Abruzzo, “ospita” quello che è stato definito il più grande cantiere d’Europa, causato dal terremoto del 6 aprile 2009. Non meno dinamica, in termini di relazioni, si è rivelata la sezione “In vista”, un colorato corridoio nell’ambito del Palacongressi dove per tutti e due i giorni oltre venti organizzazioni di volontariato hanno incontrato i visitatori, presentato le loro attività e stretto amicizia tra di loro, e Gusto, con dodici produttori di specialità. Stesso discorso per la Piazza del Bene comune, un’area dove sabato e domenica si sono susseguiti incontri che hanno messo in luce il valore di esperienze di costruzione del bene di tutti ad opera di imprenditori profit e no profit. Particolarmente seguiti, in quest’area, sono stati gli incontri in cui è stato fatto il punto della situazione del Marketing Sociale Abruzzo, il modello sperimentale promosso da Cdo Abruzzo Molise, Cdo Opere Sociali, Confindustria Pescara e Centri Servizi per il Volontariato di Chieti, Pescara e Teramo, che dal 2007 sta favorendo l’incontro di imprese profit e no profit. Oltre ai risultati delle quattro partnership già avviate, a InOpera sono stati annunciati altri due nuovi accordi: il primo tra il liceo Marconi e il Ceis Centro di Solidarietà di Pescara, il secondo tra l’impresa Sien srl, la società di lavoro interinale Generazione Vincente, e la comunità di recupero R.E.D.. Sempre nella Piazza del Bene comune, si è parlato anche del ruolo dei Centri Servizi per il Volontariato come enti di sviluppo di un intero territorio, e del
ruolo del volontariato nella redazione dei piani sociali e di zona. InOpera, inoltre, è stato anche l’occasione per approfondire la portata sociale di queste relazioni: “Libertà e responsabilità per il bene comune”, infatti, è stato il tema generale dell’evento, sviscerato nel corso di tre importanti convegni. Nel primo, dal titolo “Ogni opera è un bene per tutti”, il professor Giancarlo Rovati, dell’Università Cattolica di Milano, ha presentato il Rapporto sulla povertà alimentare in Italia, che ha analizzato il problema della povertà nei consumi alimentari in Italia. Con lui, sono intervenuti la preside della facoltà di Economia della “d’Annunzio”, Anna Morgante, l’assessore regionale alle Politiche sociali, Paolo Gatti, il presidente di Confcooperative Abruzzo, Giampiero Ledda, e Lorenzo Di Flamminio, del direttivo nazionale di Cdo Opere Sociali. Quert’ultimo, in particolare, ha annunciato che Cdo Opere Sociali da un lato sosterrà la proposta del Banco Alimentare dell’Abruzzo di una legge regionale sulla povertà, dall’altro promuoverà una riforma della rappresentanza del mondo del volontariato a livello regionale. Nell’ambito dello stesso convegno, poi, Cdo Opere Sociali e Confcooperative Abruzzo hanno annunciato una partnership che porterà, tra le altre cose, alla candidatura di un Polo dell’economia civile al bando dei Poli d’innovazione. Se nel convegno di domenica mattina l’assessore Alfredo Castiglione ha parlato di internazionalizzazione con altri operatori del settore, in quello conclusivo di domenica, dal titolo “Ri-costruire con libertà e responsabilità per il bene comune”, il presidente della Regione Gianni Chiodi ha parlato di ricostruzione insieme a Giuseppe Ranalli, presidente di Cdo Abruzzo Molise, e Antonio Intiglietta, amministratore delegato di Ge.Fi. e membro del direttivo nazionale di Cdo. È stato proprio quest’ultimo a concludere l’evento così: “Solo l’uomo che spera può essere protagonista della ricostruzione di un territorio. In questo Abruzzo da ricostruire, siamo tutti chiamati ad essere come i benedettini, che non si sono posti il problema di rifare l’Europa, ma di vivere, cioè di desiderare la felicità e, così, costruire o ricostruire una città ancora più bella, più vera, più a misura d’uomo. Siamo chiamati ad essere uomini liberi e responsabili”
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Da sinistra: Gianni Chiodi, Giuseppe Ranalli e Antonio Intiglietta
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eventi » di Donato Tribuiani
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i intitola “L’industria edile. Attori, processi, mercati”, il volume del professore Oronzo Trio presentato nell’auIl volume di Oronzo Trio presentato all’universita di Teramo durante il convegno la tesi della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo, dinanzi ad una platea attenta e numerosa. La pubblicazione analizza la filiera delle costruzioni, nella quale operano imprese specializzate che concorrono a condizionare e determinare la qualità dell’output finale. La tavola rotonda organizzata da Falone Costruzioni, nella duplice veste di costruttore e sponsor del libro, si è aperta con i saluti del sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, del presidente della Provincia Valter Catarra e del preside della facoltà di Scienze della Comunicazione, Luciano D’Amico. Hanno fatto seguito gli interventi di Paolo Gatti, assessore regionale al Lavoro, Salvatore Di Paolo, presidente provinciale di Confindustria, Serafino Pulcini, presidente provinciale dell’Ance, Giovanni Ialonardi, responsabile di laboratorio della Colabeton I relatori che hanno partecipato all’incontro sull’industria edile e ovviamente l’autore del libro, Oronzo Trio, oggi docente all’Università del Salento di Lecce dopo l’esperienza maturata proprio Industria edile e la sua evoluzione a Teramo, nella facoltà di Scienze della Comunicazione. al centro del dibattito del convegno Il dibattito, coordinato dal direttore del periodico Ekuo Walter organizzato all’Università di Teramo Cori, si è aperto con l’intervento dell’assessore Gatti, che ha da Falone Costruzioni che ha visto evidenziato la necessità di un collegamento tra il mondo accala partecipazione, tra gli altri, demico e quello dell’impresa indicando un legame tra le due del docente universitario Oronzo Trio realtà. Gli ha fatto eco Raffaele Falone che nel suo intervento ha invitato a implementare il trasferimento tecnologico in due direzioni, dal mondo universitario alle imprese e viceversa. «Privece, il presidente dell’Ance Pulcini, che ha accusato la troppa ma di essere costruttori – ha detto Falone - bisogna essere facilità di accesso nel settore edilizio a scapito della professioimprenditori con delle conoscenze a 360°». nalità nell’industria edile. Poi è stata la volta del presidente di Confindustria Teramo che Le conclusioni del dibattito sono state affidate al prof. Oronzo ha sottolineato come la figura del manager sia importantissima Trio, che ha illustrato alcuni punti chiave presenti nel volume e che nella nostra regione manchi una scuola professionale presentato, concentrandosi sull’occorrenza nell’industria edile del manager. «Oggi – ha continuato Di Paolo - in un momento di rafforzare la cultura della partnership oltre che della condi crisi prima nazionale poi regionale, i problemi che gravano correnza e della maggiore qualificazione delle imprese e dei sull’impresa edile sono la macchina burocratica che rallenta manager che le guidano. In tutti gli interventi il tema dell’innovalo sviluppo, la pressione fiscale troppo alta, la difficoltà degli zione, in particolar modo il risparmio energetico e della qualità, istituti bancari a rilasciare credito e di conseguenza la difficoltà sono stati posti alla base come fattori cruciali per essere pronti e a volte l’impossibilità di recepire i pagamenti». a non farsi trovare impreparati al momento della ripartenza Ha insistito sulla formazione e qualificazione professionale, ineconomica
Edilizia, il futuro passa dal risparmio energetico
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eventi » di Jenny Viant Gómez
Adecco Golf Trophy 2010 I valori dello sport come volano della produttività aziendale. I concetti fondamentali emersi dall’iniziativa targata Adecco-Aidp Abruzzo e Molise presso il Miglianico golf club
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ederico Vione, ad di Adecco Italia S.p.A, gruppo leader nella gestione delle risorse umane, e Raffaele Credidio, presidente dell’Aidp Abruzzo e Molise (associazione italiana per la direzione del personale) hanno dato vita a una giornata in cui, attraverso una gara golfistica presso il circolo golf di Miglianico, i partecipanti hanno potuto constatare le affinità tra l’ambito sportivo e l’ottimizzazione della gestione delle risorse umane finalizzate all’accrescimento della produttività. Alla base dell’iniziativa c’è la consapevolezza che l’aumento della motivazione, l’autostima, l’energia e i nuovi stimoli, attivino nuovi canali sensoriali che migliorano le performance individuali e di un team. Apportare benessere, creare armonia e generare fiducia, attraverso situazioni conviviali vissute fuori dal contesto lavorativo, aumenta la produttività e crea una giusta coesione in ambito lavorativo. Il coaching sportivo, quindi, non è più concepito esclusivamente come strumento a beneficio degli sportivi, ma trova un’applicazione concreta nei gruppi di lavoro. In qualsiasi disciplina sportiva (calcio, baseball, basket, volley, tennis, golf, etc.) attraverso un costante allenamento olistico si possono migliorare i risultati, lavorando sul sistema mente-corpo-emozioni. Queste dinamiche sono state illustrate durante la sessione di coaching che ha preceduto l’Adecco Golf Trophy 2010. Per Federico Vione «l’evento rientra tra le giornate che dedichiamo alla socializzazione e alla condivisione di esperienze extralavorative. Essere partner di un gruppo di lavoro presuppone anche la reciproca conoscenza». Raffaele Credidio sottolinea la caratteristica particolare del golf: «rispetto ad altri sport permette che persone con livelli di gioco differenti possano giocare insieme, per via del concetto di handicap. Questo trasferito ai gruppi di lavoro ci sembra un valore aggiunto. Richiama il concetto di puntare verso un obiettivo comune pur essendoci delle diversità. Questa iniziativa ci dà la giusta carica per continuare a lavorare come associazione verso il prossimo importante traguardo: il congresso nazionale dell’Aidp che si terrà al Palacongressi di Montelsivano il 27-28 maggio 2011»
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» foto concesse da AIDP
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PROGETTO FOCA, UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE FORMAZIONE CONTINUA IN ABRUZZO, QUESTO IL NOME DEL PROGETTO REALIZZATO DA SIA SERVIZI INTEGRATI ASSINDUSTRIA, OSA ORGANIZZAZIONE SERVIZI AZIENDALI E IAL-CISL NAZIONALE PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI DELLE AZIENDE Figura 1: Azioni formative per provincia
Figura 2: Azioni formative per ambito d’intervento
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i è da poco concluso il progetto Fo.C.A. – Formazione Continua in Abruzzo, finanziato da Fondimpresa (Ente bilaterale costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL) e realizzato dall’associazione temporanea d’impresa composta da soggetti espressione del mondo dei servizi alle imprese e delle parti sociali quali SIA Servizi Integrati Assindustria Abruzzo Srl (capofila), OSA Organizzazione Servizi Aziendali, IAL-CISL Nazionale. Il progetto si è inserito in un quadro economico congiunturale già critico e debole acuito dal grave sisma aquilano del 6 aprile 2009 che ha avuto ripercussioni di natura economica e sociale su tutta la regione Abruzzo, basti pensare che solo con riferimento alle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni, si è registrata una crescita eccezionalmente elevata del 269,8%, passando dalle 1.537.473 ore del 1° trimestre 2008 a 5.685.930 nel 1° trimestre 2009. In questa situazione di crisi ed emergenza, è stato fondamentale utilizzare la leva formativa per salvaguardare il capitale umano presente nel sistema produttivo e avviare un nuovo corso di sviluppo, assicurando nel contempo la competitività delle imprese e l’occupabilità delle persone. La formazione ha infatti il compito di fornire alle organizzazioni e ai lavoratori, strumenti funzionali a fronteggiare le sfide provenienti dal contesto. È risultato dunque cruciale un forte intervento a sostegno dell’innovazione e della riorganizzazione aziendale per consentire lo sviluppo professionale e del sistema produttivo, sulla base delle esigenze formative rilevate. L’individuazione di una strategia competitiva partita dalla condivisione di queste premesse con le imprese presenti sul territorio abruzzese ha dato origine al progetto finanziato nell’ambito dell’Avviso 02/2008 Fondimpresa con l’obiettivo di porre attenzione al Capitale Umano e alle competenze e conoscenze strategiche che fungano da supporto al cambiamento e che aiutino gli operatori a guardare al particolare momento vissuto come opportunità di sviluppo, di ricerca di un nuovo e più soddisfacente equilibrio. La complessità dell’intervento proposto ha richiesto la costan-
» REDAZIONALE
Figura 3: Imprese coinvolte nelle azioni formative per settore produttivo
te interdipendenza tra azioni formative e attività preparatorie e di accompagnamento (analisi della domanda, diagnosi e rilevazione dei bisogni formativi, predisposizione di programmi operativi, definizione di metodologie e modelli di formazione continua) e attività non formative (progettazione, promozione, orientamento, monitoraggio, diffusione), nonché l’attivazione congiunta di modalità di azione ex ante, in itinere ed ex post, rispetto alla pura azione formativa, derivante dalla convinzione che aziende e lavoratori debbano essere sostenuti nei processi di apprendimento e che, in quanto attori protagonisti della formazione, debbano avere una costante restituzione dell’attività svolta. Le metodologie didattiche utilizzate per l’apprendimento continuo in azienda sono state: lezioni in aula, studi di caso, simulazioni, problem based/solving secondo modalità di partecipazione all’organizzazione del lavoro e al suo miglioramento (learning organization), per rispondere a specifici bisogni di una utenza adulta, portatrice di esperienze e competenze. Il partenariato ha avuto il compito di individuare ed elaborare indicatori e modalità di lavoro che potessero valutare il raggiungimento degli obiettivi e la qualità dei percorsi didattici, assumendosi la responsabilità della buona riuscita del progetto.
I RISULTATI DI PROGETTO
• 4 province coinvolte (figura n.1), • 158 partecipanti alle azioni formative • 1213 ore di formazione erogate • 26 azioni formative realizzate • 23 aziende coinvolte • 5 ambiti d’intervento selezionati dalle aziende (figura n.2) • 8 settori produttivi coinvolti (figura n.3) Al termine di ogni azione formativa è stato chiesto ai partecipanti di esprimere una valutazione personale attraverso schede appositamente predisposte, in merito ad aspetti didattici, organizzativi e logistici dello svolgimento del corso, nel suo complesso. Buono il gradimento rilevato sulle attività realizzate che si traduce nella disponibilità a frequentare altri corsi in futuro e nella volontà di consigliarne la partecipazione a terzi.
PROSPETTIVE FUTURE
Fondimpresa ha promosso nuovi avvisi per la realizzazione di piani formativi. Le aziende coinvolte nel piano concluso hanno già dichiarato l’interesse a partecipare ad altri progetti avendo compreso l’opportunità che Fondimpresa offre a chi crede in una formazione continua di qualità•
Il Fondo paritetico interprofessionale Fondimpresa è un’associazione costituita da Confindustria – CGIL, CISL, UIL per promuovere la formazione continua e ridistribuire alle aziende le risorse dedicate, per legge, alla formazione, rappresentate da trattenute dello 0,30% sulla busta paga di ogni lavoratore del settore privato, delle aziende pubbliche e di quelle esercenti i pubblici servizi. Se l’azienda sceglie di aderire a Fondimpresa, ha due opportunità di gestione delle risorse economiche dedicate alla formazione. Il sistema Fondimpresa infatti offre: • Il Conto di Sistema che è un conto collettivo utilizzato per Avvisi di carattere generalista o tematico cui possono concorrere tutte le aziende, individualmente o in consorzio; • Il Conto Formazione, vera novità che distingue Fondimpresa nel panorama dei Fondi interprofessionali: si tratta di un conto individuale di ciascuna azienda aderente. Le risorse finanziarie che vengono accantonate nel “conto formazione” sono a completa disposizione dell’azienda titolare che può utilizzarle per fare formazione ai propri dipendenti nei tempi e con le modalità che ritiene più opportuni, sulla base di Piani condivisi dalle rappresentanze delle parti sociali.
COME ADERIRE A FONDIMPRESA Per aderire a Fondimpresa basta scegliere nella “DenunciaAziendale” del flusso UNIEMENS aggregato, all’interno dell’elemento “FondoInterprof”, l’opzione “Adesione” selezionando il codice FIMA ed inserendo il numero dei dipendenti (solo quadri, impiegati e operai) interessati all’obbligo contributivo. In questo modo, si indica la propria volontà di affidare a Fondimpresa il proprio contributo INPS dello 0,30%.
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eventi » di Laura Tinari
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i sono date appuntamento all’Aquila le donne del Sosua storia» con queste parole Giovanna Colangelo, presidente roptimist International d’Italia per celebrare i 60 anni del Soroptimist Club dell’Aquila, ha aperto i lavori. Sul capoluogo dell’Unione all’interno della Caserma della Guardia di abruzzese si è espresso anche il ministro Mara Carfagna, che Finanza di Coppito. Gli accenti regionali si sono mescoha portato il suo saluto insieme all’on. Paola Pelino, membro del lati in un unico coro che ha chiesto maggiori opportunità per le Comitato per le Pari Opportunità della Presidenza della Camera donne e condannato i disumani soprusi che in alcuni paesi del dei Deputati, e l’assessore regionale competente Federica Carmondo queste ancora devono subire. Accanto a loro il ministro pineta. «Arrivando all’Aquila ho provato molta commozione nel per le Pari Opportunità, Mara Carfagna. ricordo del giorno dopo il sisma quando sono venuta in Città Gli anni ‘60 segnano l’inizio di un associazionismo strutturato per supportare mamme, donne e bambini. - Ha esordito il minie l’abbandono dei salotti, dove le signore aristocratiche si riustro - Con tante difficoltà e tenacia L’Aquila e gli aquilani stanno nivano, o dei forni e delle lavanderie, luoghi invece simbolo dei reagendo, noi continueremo a fare il nostro dovere e questa primi incontri tra le donne meno agiate. Inizia così una sorta di città rimarrà al centro della nostra agenda politica. L’impegno progettualità politica, l’elaborazione di regolamenti e la definidel Governo e delle amministrazioni locali è stato tanto, profuso zione di strutture con precise soprattutto nel dare un tetto finalità. Un momento dunque ai cittadini». La guerra per questo che marca un forte l’uguaglianza è fatta di tante distacco dall’associazionismo piccole battaglie e vittorie, ma ottocentesco. Oggi si trovano la parità sostanziale ancora è a convivere fianco a fianco 4 un obiettivo da raggiungere. generazioni di donne, dalle Sicuramente una delle sfide madri della Repubblica alle principali nella società occiadolescenti XXI secolo, che dentale del XXI secolo sono spesso fanno dei racconti di i pari punti di partenza, il chi le ha precedute veri e prorecupero del 50% della popri insegnamenti. Un «fiume polazione da troppo tempo ai carsico», così è stato definito il margini della società, «Sono percorso del femminismo, un ancora troppo poche le donne cammino all’interno del quale che riescono ad entrare nel tutto sembra sparire per poi mondo del lavoro, solo il 46%, riemergere, tornare alla storia mentre sono tante quelle che Il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, durante il suo intervento e rivendicare un posto e un terminano gli studi. Ostacoli di ruolo. Fondamentale all’innatura culturale e organizzatiterno di questo processo di va non permettono poi loro di emancipazione delle donne lungo il XX secolo è stato il loro acraggiungere posizioni apicali», ha ricordato Carfagna. Purtroppo cesso all’istruzione e alla formazione, perché soltanto studiando il cosiddetto soffitto di cristallo è ancora troppo spesso difficile e apprendendo le donne hanno potuto iniziare a guadagnare, da infrangere. Parole sulle donne immigrate e su quelle costrette fino a pretendere oggi, un posto in una società culturalmente a vivere in una società orientale troppo improntata sulla figura legata all’universo maschile. Una giornata dunque pensata per centrale dell’uomo sono state espresse dal ministro «Spesso le raccontare i 60 anni di storia delle donne attraverso la storia del donne immigrate nel nostro Paese vivono in condizioni disumaSoroptimist Italia e per confrontarsi sulle sfide del XXI secolo. Fine, le conquiste degli ultimi 50 anni potrebbero risultare vane se nora il Soroptimist si è caratterizzato come rete vivace di donne non continuiamo a batterci anche per questo. In futuro sempre impegnate in attività professionali e manageriali che si battono più potrebbero essere le donne costrette a matrimoni forzati, per affermare il valore delle pari opportunità, per sostenere un a portare il burqa, ad uscire in pubblico accompagnate da un mondo dove le donne possano realizzare il proprio potenziale uomo. Dobbiamo combattere perché non ci siano donne costretindividuale e collettivo, le proprie aspirazioni. Docenti universitate a crudeltà barbare, perché tutte le donne che vivono nel rie, donne impegnate in politica e le presidenti aquilana, italiana nostro Paese devono godere dei diritti fondamentali dell’uomo. ed europea del Soroptimist hanno preso la parola. Ma diverso Indossare il burqa risponde alla sete di potere e sottomissione spazio è stato lasciato anche all’Aquila, alla sua storia e al suo dell’uomo sulla donna e non ad una reale esigenza delle donne. percorso di ricostruzione «L’Aquila, un luogo sospeso tra una – E incitando le soroptimiste, ha continuato – Siamo chiamate storia e un passato bellissimi e un futuro incerto e complesso. ad unire le nostre energie e i nostri talenti per affrontare queste Il Soroptimist incontrandosi qui ha voluto riflettere anche sulla sfide. Insieme potremo fare la differenza!»
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» foto di Piero Cipollone
Il tavolo delle relatrici
«Unire talenti ed energie per affrontare le sfide» Queste le parole del ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, ospite all’Aquila all’evento organizzato da Soroptimist International d’Italia per celebrare i 60 anni dell’Unione
Il gruppo delle soroptimiste posa di fronte la Fontana Luminosa, al cui restauro ha contribuito il Soroptimist Club Pescara
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eventi
Da sinistra il CEO–Managing Director Luca Ruffini e il presidente del consiglio di amministrazione Dino Gazzola
» di Eleonora Lopes
Delverde Day Quasi un anno fa il gruppo argentino Molinos ha acquisito la nota azienda produttrice di pasta. Per annunciare questa svolta e tante altre novità, il nuovo management si è presentato alla stampa locale e nazionale aprendo le porte del pastificio di Fara San Martino
A
lla fine del 2009 il gruppo Molinos Rio de la Plata leader nel settore agroalimentare in America Latina con circa 2,4 miliardi di dollari di fatturato, ha acquisito la maggioranza del pacchetto azionario dell’azienda Delverde di Fara San Martino. Forte di un capitale umano altamente specializzato composto da 120 dipendenti, Delverde è dunque considerato uno dei più
Lo stabilimento Delverde ai piedi della Majella
» foto di Andrea Straccini e Ezio Zigliani
interessanti esempi italiani per capacità di coniugare sviluppo produttivo, forte legame con la tradizione pastaia del territorio e grande attenzione alla responsabilità sociale e alla sostenibilità ambientale. A quasi un anno dall’acquisizione, il gruppo Molinos e la Delverde hanno voluto organizzare il Delverde day per presentare il nuovo management. Presenti all’evento, tutta la stampa
La produzione della pasta fresca
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eventi
locale e più di 14 giornalisti di testate nazionali tutti radunati a Fara San Martino. Dopo la visita dell’azienda con tappa al fiume Verde, ingrediente segreto per la qualità di questa pasta, si è svolta la conferenza stampa alla quale hanno preso la parola il presidente del consiglio di amministrazione Dino Gazzola ed il CEO–Managing Director Luca Ruffini, «La strategia – ha dichiarato il nuovo CEO Ruffini – consiste nel rafforzare il nostro posizionamento premium in un mercato difficile e competitivo come quello italiano, ma anche nella crescita dei mercati esteri sfruttando la credibilità della marca e la qualità del prodotto non soltanto nella pasta di semola, ma anche in quella fresca, dove Delverde ha saputo trasferire l’eccellenza qualitativa della pasta secca». «Dedicheremo le nostre energie a rafforzare la Delverde sui mercati esteri – ha spiegato il presidente Gazzola – a sviluppare la competitività, a migliorare la redditività e soprattutto a consolidare il radicamento a Fara S. Martino, che dispone di un ambiente e di una popolazione davvero straordinari. Non a caso abbiamo avviato investimenti per circa 2 milioni di euro per l’adeguamento tecnologico delle linee produttive»
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LE NOVITÀ TARGATE DELVERDE
Con l’avvio del nuovo corso targato Molinos, Delverde punta decisa a rendere più moderna l’immagine aziendale e dell’intera gamma, a cominciare dal restyling del logo e dal nuovo packaging della pasta secca e della pasta fresca destinata al retail, per finire ai nuovi formati della linea Food Service studiata per l’horeca. Il nuovo logo aziendale si alleggerisce e coglie subito l’attenzione grazie a un lettering più aperto e moderno. Ma la vera innovazione di tutte le nuove confezioni è rappresentata dal fatto che, primo pastificio in Italia, Delverde apre un canale preferenziale nel rapporto tra l’azienda e il consumatore attraverso il Qr-Code che consente, attraverso un qualsiasi telefono cellulare abilitato al collegamento web, di connettersi alla versione mobile del sito aziendale.
I NUOVI MERCATI
Nuovi accordi commerciali per continuare a crescere nel continente americano e non solo. Sono i risultati dei primi quattro mesi di lavoro del nuovo management di Delverde. Il nuovo presidente Gazzola e il CEO Ruffini hanno portato a casa i primi frutti del lavoro di espansione sui mercati internazionali che vuole portare Delverde dagli attuali 30 milioni a 50 milioni di euro di fatturato nel prossimo triennio. A cominciare dagli Stati Uniti, in virtù degli accordi con alcune delle più importanti catene di distribuzione. E se nello stato canadese dell’Ontario la leadership di Delverde è riconosciuta da anni, il piano dell’azienda abruzzese prevede di consolidare la prima posizione nel 2011 anche nel Quebec e di crescere in Australia, mentre in America Latina si prevedeno risultati a doppia cifra nei prossimi due anni, anche grazie al presidio del mercato garantito da Molinos.
I NUMERI
Attualmente Delverde realizza sul mercato italiano circa il 40% del fatturato, mentre il restante 60% attraverso l’esportazione sui mercati esteri di 52 Paesi. I principali sbocchi, in cui realizza il 90% del suo fatturato estero sono i Paesi dell’Unione Europea, come Olanda, Inghilterra. Di grande interesse la presenza negli Stati Uniti e in Canada, mentre importanti trend di crescita si segnalano in Australia, Russia e in Sud America, Brasile e Argentina in particolare. In Asia, forte della trentennale presenza sul mercato giapponese, l’azienda ha avviato una penetrazione importante sui mercati di Cina, Hong Kong e Singapore. Delverde è l’unica marca premium capace di operare sia nel secco, sia nel fresco: produce 130 formati diversi tra pasta di semola, all’uovo, biologica e integrale-bio, utilizzando trafile di bronzo e processi di essiccazione a bassa temperatura, che consentono di preservare i valori nutrizionali e il gusto del grano naturale, ma anche quella ruvidità tanto apprezzata dagli intenditori e dagli chef di tutto il mondo, per il suo sapore delicato, ma dal “cuore tenace”. La gamma di prodotti Delverde, da sempre vicina alle esigenze di clienti e consumatori, è arricchita da altri prodotti tipici della dieta mediterranea come l’olio extravergine di oliva.
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eventi » di Jenny Viant Gómez
I° Forum Internazionale
“Imprenditori Abruzzesi nel Mondo” L’evento organizzato da Confindustria Pescara ha l’obiettivo di affermare l’importanza dell’internazionalizzazione
da sinistra: Sonia Di Massimo, Alfredo Castiglione, Mauro Antonio Prospero, Giuseppe Angeli e Luigi Di Giosaffatte
Angelucci, Enrico Marramiero, Alessandro Addari,
«Q
uando gli imprenditori abruzzesi ed italiani girano il mondo, toccano con mano e condividono il successo dei loro prodotti. L’internazionalizzazione rappresenta la grande sfida dei prossimi anni su cui Confindustria punta con decisione. Non sono più rinviabili il riordino e la razionalizzazione degli Enti che si occupano di internazionalizzazione». Parole di Enrico Marramiero, presidente di Confindustria Pescara, che ha rimarcato quanto sia importante il concetto di rete estesa. Concetto ripetuto dai numerosi relatori che con la loro presenza, anche in videoconferenza dal Venezuela (Giovanni Margiotta, presidente della Federazione Abruzzesi in Venezuela), dal Brasile (Rita Blasioli Costa, consigliere Cram) e dall’Argentina (Marcelo Castello, presidente Fara), hanno dimostrato l’importanza dell’evento. Per parlare della necessità di rinsaldare rapporti commerciali fuori dai confini regionali, sono intervenuti: Mauro Angelucci, presidente di Confindustria Abruzzo; Alfredo Castiglione, vice presidente della Regione Abruzzo; Giuseppe Angeli, deputato eletto nella
da sinistra: Enrico e Giuseppe Angeli
Marramiero, Alessandro Addari, Antonio Prospero
» foto concesse da Confindustria Pescara
circoscrizione America Meridionale, componente III Commissione Affari Esteri e Comunitari; Antonio Prospero, membro del CRAM (consiglio regionale abruzzesi nel mondo); Andrea Di Renzo, editore Abruzzo nel Mondo; Alessandro Addari, delegato di Confindustria Abruzzo all’Internazionalizzazione; Sonia Di Massimo, direttore di Abruzzo nel Mondo. Ospite della tavola rotonda anche Franco Santellocco, vice presidente CIM (confederazione degli imprenditori italiani nel mondo). Il direttore generale di Confindustria Pescara Luigi Di Giosaffatte ha specificato che «l’evento ha avuto l’obiettivo di creare occasioni di incontro al fine di condividere progetti di sviluppo, di collaborazione e conoscenza reciproca». Da parte sua, l’ideatore del Forum, Alessandro Addari, ha coinvolto Abruzzo nel Mondo, nelle persone di Andrea Di Renzo e Sonia Di Massimo per curare le relazioni con le delegazioni estere. Visitando il sito di Confindustria Pescara si possono ottenere informazioni per interagire con gli imprenditori stranieri e i partecipanti al forum
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Andrea Di Renzo e Americo Carissimo alla parte tecnica per la realizzazione della videoconferenza
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Lo Chef Luca Mastromattei durante il live cooking show all’Expò 2010 di Shanghai
» di Denia Di Giacomo
Prendiamo G l’Oriente per la gola Si è concluso l’Expo 2010 di Shanghai, un evento dai numeri straordinari che apre le porte della grande Cina. Tra tematiche ambientali e città del futuro, l’Abruzzo ha tentato la conquista attraverso un peccato capitale: la gola!
L’assessore regionale all’agricoltura Mauro Di Febo durante un incontro con un rappresentante della stampa locale
ià nello scorso numero abbiamo parlato dell’Expo 2010 di Shanghai, ma questa volta valeva la pena di soffermarsi e approfondire altri aspetti riguardanti la nostra regione. 5 milioni di visitatori nei primi 120 giorni, 40mila in media al giorno, 3-4 ore d’attesa per l’ingresso, 1.800 giornalisti accreditati, in rappresentanza di oltre 400 testate da tutto il mondo, più di 200 programmi TV che hanno realizzato dei servizi. Parliamo dell’Esposizione Universale di Shanghai – Expò 2010 – partita il 1° maggio e conclusa lo scorso 30 ottobre, alla quale hanno partecipato più di 600 aziende e associazioni di categoria italiane con oltre 4.500 delegazioni cinesi e internazionali in visita. Filosofia principale dell’evento: “Better City, Better Life” La Regione Abruzzo, settemila metri quadrati nel padiglione Italia, è stata una delle 12 regioni italiane presenti, con lo scopo di promuovere il territorio, le pratiche locali e di attrarre gli investimenti. L’esperienza della ricostruzione del post-terremoto, la sostenibilità delle nuove città e la qualità della vita, sono stati il filo conduttore della nostra presenza. Telecomunicazioni e modelli di governance in eventi sismici rappresentano, infatti, due dei principali temi sui quali si intende avviare delle partnership con le aziende cinesi. L’interesse è anche incentrato sullo scambio di esperienze nell’ambito della sostenibilità ambientale, ed è per questo motivo che la Regione ha presentato come fiore all’occhiello la sua rete di città sostenibili allo scopo di riuscire ad attirare i turisti cinesi nella nostra terra. Ogni anno infatti, milioni di cinesi si riversano su Roma per le proprie vacanze, fare in modo che essi scoprano la vicinanza della nostra regione rappresenta una ghiotta occasione per il turismo.
IL TURISMO PASSA DAL PALATO Punto d’attrazione fondamentale per la nostra regione all’Expo di Shanghai sono state le eccellenze enogastronomiche,
» foto di Marco Pesce
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I nostri più affezionati clienti.
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la cui preparazione e presentazione è stata affidata al giovane chef Luca Mastromattei. Figlio del noto e scomparso balneatore pescarese Eriberto, Luca è un grande conoscitore dell’arte culinaria, ma in particolare un appassionato dell’Abruzzo. Il suo curriculum vede numerose esperienze all’estero sin da giovanissimo, ma il suo vero grande sogno è sempre stato quello di crescere e far crescere il nome dell’Abruzzo nel Mondo. E questo sta accadendo. Oggi Luca Mastromattei, rappresenta uno chef dalle potenzialità internazionali, che coniuga i valori più importanti della nostra tradizione con la giusta dose di apertura e intraprendenza, che nel 21esimo secolo tutti i professionisti dovrebbero possedere. Probabilmente queste sono state le motivazioni che hanno indotto a scegliere lo chef Mastromattei a rappresentare il nostro grande patrimonio gastronomico in Cina. «È stata un’esperienza straordinaria – ci riferisce - l’Expo di Shanghai è una grande città nella città, c’è una moltitudine di gente davvero impressionante». E con la schiettezza che lo contraddistingue prosegue «Avrei potuto fare molto di più, ma non è stato possibile, abbiamo avuto numerosi problemi a reperire le materie prime, perché non ci hanno permesso di portare tutto con noi, per cui ho dovuto in un certo senso riadattare i piatti in base a ciò di cui disponevo, è stato un vero peccato, ma è andata bene ugualmente». L’esordio di Mastromattei è stato il giorno stesso dell’inaugurazione dello spazio Abruzzo, infatti dopo la proiezione del video di presentazione si è svolta una degustazione di vini regionali e poi una cena di gala organizzata dal giovane chef con un risultato di grande successo. I piatti sono stati preparati dal vivo dinnanzi alla platea di invitati con Matsromattei che spiegava i vari passaggi. Il menu? Agnello all’abruzzese, spaghetti con “pallottine alla teramana” e il tipico baccalà accompagnato da Trebbiano e Montepulciano Doc. Chi non avrebbe gradito essere lì?
Alcuni momenti della delegazione Abruzzo all’expò di Shanghai
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Il logo dell’Expo di Shanghai si ispira alla figura del carattere cinese 世 che significa “il mondo”. L’emblema proietta l’immagine di tre persone - io, tu, lui/lei – nel momento dell’abbraccio, come simbolo della grande famiglia del genere umano in armonia e felicità. Il logo rappresenta così il focus dell’Expo 2010 sui temi di “comprensione, comunicazione, unione e cooperazione” rimandando al concetto di sviluppo sostenibile incentrato sui valori umani.
CURIOSITÀ
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seconda parte
eventi » di Alfredo Nepa*
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l tema centrale della globalizzazione è senza dubbio quello economico-finanziario. Secondo Danilo Zolo oggi l’economia contemporanea si caratterizza come un’economia globale: in essa i principali fattori di produzione presentano un tasso di interdipendenza, di integrazione e di apertura che non ha precedenti nella storia dell’umanità. La rivoluzione informatica ha accelerato il processo di globalizzazione economica, il mezzo televisivo ha favorito la diffusione nazionale e transazionale della pubblicità commerciale e quindi alla disposizione all’acquisto e al consumo, mentre la rete digitale, ormai integrata a computer, telefono e televisione, ha avuto l’effetto di potenziare l’informazione tra le unità produttive delle imprese transnazionali e sostenere il mercato elettronico (e-commerce). Ha operato particolarmente come strumento di comunicazione finanziaria, dando vita al capitalismo digitale, insediato nei più grandi mercati finanziari del mondo, da Tokio a Francoforte, da Londra a New York. L’apertura dei mercati, avrebbe l’effetto di aumentare la concorrenza e la produttività, di ridurre la disoccupazione e quindi di incrementare la ricchezza complessiva prodotta. Grazie alle nuove tecnologie, alla differenziazione e specializzazione dei mercati, al libero movimento dei capitali e all’espansione del commercio mondiale, la globalizzazione offre opportunità e vantaggi quali: l’incremento generale della produttività, la riduzione della povertà e il miglioramento della qualità del lavoro e delle condizioni di vita. Il consumo di beni e servizi è notevolmente cresciuto negli ultimi cinquant’anni. La maggior parte dei paesi dell’Ocse – i più industrializzati del mondo – ha tratto vantaggio dalla globalizzazione, ed importanti poli di sviluppo si sono affermati anche in paesi come la Cina, l’India e l’America meridionale. Le condizioni di vita di milioni di persone sono migliorate: la loro vita è più lunga e più sana, il tasso di mortalità infantile si è dimezzato, il numero delle persone denutrite è diminuito, l’alfabetizzazione è passata dal 60 all’80 per cento. Altri autori, pur condividendo in tutto o in parte le analisi economiche appena riportate, le mettono a confronto con gli effetti di segno contrario. Paul Hirst, ad esempio, afferma che “L’andamento delle relazioni economiche segnala non tanto un
Processi di Globalizzazione Possiamo affermare l’esistenza di un’economia mondializzata? Quali sono gli strumenti e le decisioni che hanno contribuito all’accelerazione dell’economia e della finanza globale? Proviamo a scoprirlo insieme attraverso le analisi di alcuni esperti internazionali
*Giovane imprenditore, laureando in Scienze Internazionali all’Università di Milano, dopo alcuni anni di formazione presso la CCIAA di Milano e la Sda Bocconi, ha iniziato a lavorare presso l’azienda di famiglia, Nepa Packaging Srl. Dal 2010 è membro del Consiglio Direttivo dei G.I di Confindustria Teramo.
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progresso verso un’economia globalizzata, quanto un’internazionalizzazione dell’attività economica e cioè un’intensificazione dei rapporti di scambio fra economie che tuttavia restano fra loro separate”. Le attività economiche, anziché dare vita a un unico circuito globale, tendono ad organizzarsi attorno a tre blocchi: l’America settentrionale, l’Europa occidentale, l’Asia orientale e del Pacifico. Anche le industrie multinazionali che controllano il 20% della produzione mondiale e il 70% del commercio, rimangono sostanzialmente legate ai rispettivi mercati nazionali o regionali all’interno della triade, nonostante la loro fama di capitali senza patria. A pagare il prezzo maggiore di un’economia mondiale e frammentata sono i paesi poveri. Ciò accade anzitutto perché le potenze industriali e i gruppi regionali che a loro fanno capo – Unione Europea e il Nafta – ad esempio, praticano complesse strategie nelle quali si congiungono la competizione mercantilistica fra gli Stati, il regionalismo economico e protezionismo settoriale in particolar modo nel settore agricolo. Secondo Robert Gilpin, “L’apertura dei mercati è massima nei settori dove la concorrenza globale va a vantaggio dei più forti – tipico è il caso del mercato finanziario e delle manifatture higtech – mentre altrove regna il new protectionism che discrimina i paesi più deboli, fra l’altro afflitti da un indebitamento estero crescente”. La discriminazione assume la forma tradizionale delle tariffe doganali, in particolare su beni provenienti dai paesi esportatori di materie prime, ma assume in maniera sempre più ampia la forma delle barriere non-tariffarie che consentono di aggirare i principi della non discriminazione e della multilateralità che erano alla base del regime internazionale del commercio istituito dal Gatt, poi sostituito dal Wto. Moltissimi Paesi dell’Ocse, oggi sono più protezionisti di quanto lo fossero in passato. Ulrich Beck pensa che i rischi più gravi vengono dai settori più forti dell’economia globalizzata: “Vengono dalla capacità che le grandi imprese industriali e finanziarie hanno di sottrarsi ai tradizionali vincoli di solidarietà con le popolazioni locali, eludendo sistematicamente le imposizioni fiscali”. Le grandi corporation possono scegliere a piacere e variare le sedi geografiche produttive, sfuggendo così al diritto del lavoro e alla disciplina tributaria degli Stati. In una situazione in cui i capitali si muovono con facilità, scrive Joseph Stiglitz, se si cerca di imporre a un’impresa multinazionale tassazioni rigorose, essa minaccia di trasferirsi e lo farà sicuramente. Per ridurre o tentare di contenere la tendenza in atto, sostiene Luciano Gallino occorrerebbe, “Riequilibrare i rapporti fra l’economia finanziaria e l’economia reale, assicurare un’autentica concorrenza fra le imprese, migliorare i contenuti qualitativi dello sviluppo economico cercando di promuovere lo sviluppo locale”
Riferimenti bibliografici Danilo Zolo; Globalizzazione una mappa dei problemi. Allen J. Scott; Le regioni nell’economia mondiale
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Lucio Marcotullio e Luciano Morelli nella scuola sarti
» a cura della redazione
A Scuola di Arte Sartoriale Alla Fondazione ForModa di Penne si festeggiano i 25 anni della Scuola superiore di alta sartoria, un corso di eccellenza che si prefigge di perpetuare un’arte che ha fatto conoscere l’Abruzzo nel mondo
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mava ripetere Gabriele D’Annunzio “… il vero valore de il via nel 1985, a Penne, all’interno della fabbrica. Dunque dell’abito viene dal sarto”. Oggi, in Abruzzo, riconosciuta quest’anno si festeggia il 25° anniversario di attività. Fino ad terra di grandi maestri dell’ago e del filo si organizza il oggi ha formato ben 80 sarti, di cui parecchi apprezzati maestri Corso per Operatori dell’abbigliamento /sarto confezioa livello internazionale. nista di alta moda maschile, Il percorso didattico attuale all’interno della Fondazione si snoda attraverso tre anni Formoda di Penne. di formazione, per una duraLa nostra terra, nella storia ta di 990 ore ciascuno. Tra i della sartoria, ha un posto banchi 15 allievi in possesmemorabile avendo dato i so di licenza media inferionatali a Domenico Caracere, con meno di 18 anni, e ni, Ciro Giuliano e Nazareusciti dal sistema scolastico no Fonticoli (fondatore con o a rischio di dispersione. Gaetano Savini dell’azienda Il percorso professionale Brioni Roman Style S.p.A.). altamente qualificante, graUna tradizione nota al monzie al finanziamento della do intero che rischiava però regione Abruzzo (POR Redi scomparire alla fine degli gione Abruzzo 2007/2013), anni ’70. Lucio Marcotullio, è gratuito per gli studenti. allora amministratore deLa scuola sarti intende quaLa sede delle Fondazioni ForModa e Fonticoli a Penne legato della Brioni Roman lificare una figura profesStyle, decise di investire in sionale che corrisponde ai una scuola di formazione interna per garantire le professionalità fabbisogni specialistici espressi dal territorio vestino, che vanta necessarie all’azienda, nel segno della continuità con le maeuna storica tradizione nell’alta moda sartoriale artigianale. Un stranze e il prodotto di pura eccellenza. Il primo corso prenistituto riconosciuto e specializzato che avvia ad un lavo-
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ro specifico ragazzi dai quattordici anni. Alla fine dei tre anni il conseguimento della qualifica di Maestro sarto. Tra le novità dell’ultima edizione in corso, la collaborazione con gli Istituti Ipsia “Pomilio” di Chieti e “Bellisario” di Avezzano, per dare la possibilità agli studenti di proseguire negli studi e, volendo, conseguire il diploma quinquennale. Accanto al ditale e alle forbici, necessari attrezzi del mestiere, i libri di italiano, matematica, merceologia, storia dei costumi e della moda, inglese, diritto e economia arricchiscono la preparazione dei nuovi arbiter elegantiarum. D’altronde alla fine del ciclo di studi, gli allievi possono allargare l’esperienza diretta presso gli atelier Brioni e quindi arrivare ad avere a che fare con capi di stato, principi e magnati di ogni dove, e dover dimostrare di essere all’altezza della situazione. Tra le attività formative, le periodiche visite aziendali hanno dato l’opportunità ai ragazzi di conoscere e visitare le realtà tessili della regione. Il Maglificio Gran Sasso, il gruppo Sixty e la Rodrigo, aziende abruzzesi di fama internazionale, hanno aperto le loro sedi e hanno messo a disposizione competenze e conoscenze ai futuri maestri dell’ago e del filo. L’anno di formazione si è chiuso con un periodo di stage, come sarà per i tre anni, all’interno dello stabilimento di Penne della Brioni, lì dove si realizza il su misura che raggiunge gli angoli del mondo intero. Gli allievi, durante l’estate, sono stati divisi nei vari reparti e seguiti da un tutor che li ha accompagnati passo passo nelle diverse attività
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Un patrimonio da tutelare » di Lucio Marcotullio Presidente Fondazioni ForModa e Nazareno Fonticoli
“Giovanissimo docente di economia aziendale, sposai, con l’ardore di chi non può sbagliare, il sogno di Fonticoli di traghettare al futuro la barca dell’artigianato sartoriale classico che affondava sotto i colpi impietosi dello sviluppo industriale. Bisognava trovare la maniera, vera missione, di salvare il patrimonio storico della grande tradizione sartoriale, così bene alimentata dai geniali sarti abruzzesi, attraverso innovative vie manageriali, capaci di razionalizzare e quindi ottimizzare le recuperabili, belle capacità creative del migliore artigianato classico. Un’impresa ardua e in controtendenza, come sarà tutto il suo successivo divenire, all’interno di un mondo ritenuto superato ed in via di estinzione. Bruciava ancora il ricordo di fatiche estenuanti, di magri guadagni, di addestramenti insopportabili sotto l’insano respiro della carbonella dei ferri da stiro e delle botteghe prive di aria. In questo contesto, sotto un garage in affitto, nacque la Brioni Roman Style. Al mantenimento all’esterno della tradizione di ricamo e cucito, si è sempre aggiunta attenzione, all’interno, al problema del ricambio generazionale dei sarti per l’alimentazione dei quadri tecnici di una lavorazione così peculiare che solo l’antico artigiano poteva fornire. Venticinque anni fa, non essendo riconducibile questo problema a nessuna realtà formativa, mi divenne ossessiva l’idea di organizzare la “Scuola Superiore di Sartoria Nazareno Fonticoli.”
Gli allievi del Corso
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eventi » a cura della redazione
La nuova Mercedes CLS
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er una delle vetture più esclusive degli ultimi tempi, prima coupè a cinque porte della sua categoria, ci voleva una serata fuori dagli schemi ordinari e per fare questo, il locale Cantinahdemia si è trasformato in set cinematografico. La Barbuscia SpA e i giovani talenti della Rò film, realtà emergente del nuovo cinema Italiano dei Fratelli Di Felice, hanno dato vita ad uno spettacolo che ricordava le serate hollywoodiane della notte degli oscar: gli invitati accolti sul famoso tappeto rosso erano fotografati da una schiera di paparazzi, ripresi con steadicam e proiettati su un grande schermo esattamente come le star più famose. Non sono mancati nemmeno grandi nomi della realtà cinematografica Italiana, come la bellissima Anita Caprioli, star di molti film come Manuale d’amore al fianco di Carlo Verdone, che ha brindato insieme agli amici della Barbuscia e ai Fratelli Di Felice. «Come tutti gli ospiti ho provato anche io l’emozione del red carpet e non mi aspettavo potesse essere così intensa nonostante sapevo fosse tutta una finzione. -Ci ha detto Francesco Barbuscia-. La presentazione della nuova CLS ci è sembrata un’occasione giusta per realizzare finalmente qualcosa insieme e infatti l’idea dai Fratelli Di felice è stata geniale e divertente». I fratelli Di felice sono una realtà emergente e ne sentiremo presto parlare, tra gli addetti ai lavori sono già conosciutissimi e la riprova è la presenza di Anita Caprioli che è venuta per omaggiare il loro lavoro e come portavoce del progetto che stanno portando avanti con la loro accademia del cinema, la Rò film Lab, che ha già attratto grandi nomi che prestano servizio nei laboratori di Pescara. Ma la vera regina della serata è stata la sorprendente CLS, la berlina sportiva che per prima ha esplorato con successo la strada delle cosiddette “coupè a cinque porte” tanto da tirarsi dietro tutta la concorrenza. La nuova CLS attinge linee e soluzioni stilistiche dalle più recenti sportive come la e coupè e soprattutto la supercar SLS. Un’impronta che ritroviamo anche negli interni ricchi di sottolineature della sportività che rimandano alle più recenti versioni AMG, ma anche molto sofisticati e realizzati con cura maniacale, facendo largo uso di pelli pregiate e inserti per tutti i gusti, dal più sportivo carbonio, all’elegantissimo nero pianoforte. Altro elemento di distinzione sono i fari interamente realizzati con tecnologia Led di serie su tutte le versioni. I consumi sono stati notevolmente ridotti grazie anche al nuovo sistema start/stop di serie sulle versioni a benzina e per quanto riguarda le motorizzazioni, oltre al nuovo 350 cdi blue efficency da 265cv e il 350 cgi da 306 cv sono in arrivo il potentissimoV8 biturbo BlueEfficency della CLS 500 con 408 cv e la versione AMG che vedranno la luce a fine anno
Barbuscia e Rò Film omaggiano la regina Mercedes CLS La nuova ammiraglia tedesca protagonista di un’anteprima degna di Hollywood
Da sinistra: Francesco Barbuscia, Anita Caprioli, Piero Barbuscia, Alessandro e Cristiano Di Felice
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NUOVA SUBARU LEGACY BERLINA: SICUREZZA E TRANQUILLITÀ PER CASA SUBARU LA TRANQUILLITÀ AL VOLANTE È IL PRIMO ELEMENTO PER GARANTIRE IL PIACERE DI GUIDARE, DA QUI NASCE LA NUOVA BERLINA
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radizionale cavallo di battaglia della Casa delle Pleiadi, arriva in Italia il restyling della Subaru Legacy in versione berlina di quinta generazione (prodotta dal 1989), che segue la versione Station Wagon, che in Italia ha avuto un buon successo. La nuova Subaru Legacy berlina ha dimensioni leggermente inferiori rispetto alla Station Wagon ed anche il peso è inferiore di 45 kg, però possiede caratteristiche meccaniche migliori rispetto alla già ottima familiare. Riveliamo tutti i dettagli tecnici che la riguardano. La maneggevolezza stabile e pronta della sua Symmetrical AWD è esaltata dal baricentro basso del suo motore SUBARU BOXER. Su qualunque strada in qualunque stagione la nuova legacy offre maggiore stabilità agilità e capacità atletiche. Il sistema VDC di serie e i freni di generose dimensioni conferiscono al mezzo riflessi sportivi, mentre la precisione aggiuntiva del sistema di fissaggio su culla delle
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sospensioni e lo sterzo mettono a disposizione di chi guida eccellenti doti per evitare gli incidenti. Tutto perchè Subaru sa che il modo migliore per sopravvivere ad un incidente è innanzitutto quello di evitarlo. Legacy è progettata per proteggere i suoi occupanti con una serie di caratteristiche e sistemi avanzati, che bilanciano la rigida robustezza con le deformazioni controllate nelle zone più importanti al fine di tenere meglio sotto controllo le forze dell’impatto. Ciascuna porta laterale integra due barre antiurto di rinforzo, con una serie completa di airbag e i sedili anteriori anti colpo di frusta. Gli allestimenti proposti per la Legacy berlina sono gli stessi della versione Station Wagon e constano di tre versioni: Comfort, Trend e Dynamic, con la possibilità di essere arricchiti con tettuccio apribile, navigatore con sistema audio maggiorato e interni in pelle. La versione Dynamic, disponibile solo con motorizzazione Diesel, è la più sportiva con il design caratterizzato da uno stile indipendente. Le motorizzazioni disponibili per la Subaru Legacy
ORAZIONE CON BARBUSCIA
» REDAZIONALE IN COLLAB
SPA
berlina sono il 2.0 litri boxer a benzina da 150 CV e una coppia massima di 196 Nm o la versione bifuel a GPL ed il 2.0 litri boxer diesel da 150 CV e coppia massima di 350 Nm. Sono abbinati ai motori il sistema di trazione integrale permanente AWD, mentre il cambio può essere manuale a sei rapporti di serie oppure cambio a variazione continua Lineartronic CVT. Vieni a provare la nuova Subaru Legacy in versione berlina presso la concessionaria Barbuscia SpA di Pescara•
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hanno collaborato
Giuseppe Mauro nonsoloeconomia | pag. 19 È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di Chieti-Pescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti.
Massimiliano Palubaro mercati | pag. 61 Nasce a Pescara, sposato e due figlie. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio presso la facoltà di Economia dell’Università “G. d’Annunzio” di Pescara, svolge l’attività di promotore finanziario, dedicando, tuttavia, la maggior parte del suo tempo allo studio e all’analisi di strumenti derivati per la copertura dei rischi finanziari. Nel 2003 lascia il mondo della promozione, per dar vita, assieme a Roberto Diodati, ad uno dei primi Studi italiani di Consulenza Finanziaria Indipendente. Nel 2007 fonda, con Roberto Diodati e Giulio Caso, la CFI & Partnerns s.r.l. all’interno della quale si occupa di financial risk management.
Alfredo De Vincentis mercati | pag. 63 Nato nel 1970, è laureato in economia. Dopo anni di esperienza nel sistema bancario come promotore finanziario lavora come analista tecnico e trader dal 2005.
Luigi Carunchio fisco | pag. 59 Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.
Pietro Pastorelli
energia | pag. 68
Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti
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aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.
Antonio Teti ict | pag. 70 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid.
Simone D’Alessandro creatività&innovazione | pag. 73 È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.
Filippo Paolini norme&leggi | pag. 76 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Luciano Fratocchi
attenzione a quella organizzativa e gestionale. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali ed internazionali e con case editrici nazionali ed internazionali.
Massimiliano Pian energia | pag. 81 È laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano nel 1989, ha lavorato per 20 anni in Accenture, società leader nei servizi di consulenza manageriale, tecnologica e organizzativa, ricoprendo il ruolo di Client Partner per importanti società multinazionali, nonchè di Responsabile della consulenza strategica in ambito “finance” per il settore dell’energia. Dottore Commercialista e Revisore Contabile dal 1992, è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti di Pescara. Dalla metà del 2009 opera come libero professionista, collabora con lo studio N&CA- Nicolini Commercialisti Associati, con particolare attenzione alla consulenza gestionale e strategica per le medie imprese.
Piero Carducci la terra di Piero | pag. 87 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.
Nicola Boschetti Alkimie | pag. 153 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
Chiara Strozzieri
ricerca&innovazione | pag. 78
In cornice | pag. 161
È professore associato di Ingegneria economico gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila dove insegna Economia ed organizzazione aziendale, Sistemi di controllo di gestione e Gestione aziendale. Dopo la laurea in Economia e commercio presso la LUISS di Roma ha conseguito il Dottorato di ricerca in Direzione aziendale presso l’università di Bologna. Docente in diversi corsi Master, svolge attività di ricerca in tema di internazionalizzazione delle imprese minori, sistemi di supporto alle decisioni aziendali e management dell’innovazione, con particolare
Laureata in Tecnica Pubblicitaria presso la Lumsa di Roma, svolge attività di critico d’arte e copywriter. Ha curato significative rassegne nazionali e mostre d’arte contemporanea e redatto saggi critici per cataloghi. Ha tenuto conferenze in luoghi pubblici di prestigio quali l’Istituto Italiano di Cultura a Vienna, il Collegio Raffaello di Urbino, il Lavatoio Contumaciale di Roma. Nel 2010 fa parte della commissione inviti al XXXVII Premio Sulmona insieme a Vittorio Sgarbi, presidente.
A R T E C U LT U R AC I N E M A L E T T ER AT U R A M U S I C A M O DAV I AG G I T U R I S M O G A S T R O N O M I A A R T I G I A N ATO
» a cura di Denia Di Giacomo
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La Terra, lo scrigno più prezioso
149ITINERARI D’ABRUZZO
Riserva Naturale Regionale Castel Cerreto
151L’ALBERGO DEL MESE Hotel Atlante
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‘Ndocca ‘ndocca
155PAPRIKA
Ristorante Zenobi
159TRAINDEVIE
La fatica dei cambiamenti
161ARTE&CO./INCORNICE
Arte a meditare per Enio D’Incecco
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Come Robinson Crusoe
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Creatività:Normalissima Improbabilità?
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Pooh/Robbie Williams In questa foto uno dei vincitori del IX Concorso Fotografico Nazionale di fotografia naturalistica organizzato dal gruppo “La Genziana”. Sul prossimo numero di Abruzzo Impresa tutte le foto dei vincitori. Premio Sez. B Mammiferi. Titolo: Cavalli di Camargue (foto di Giancarlo Mancori - Torino)
147USCITA DI SICUREZZA Porto Santo, l’isola d’oro
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Nella shopper questo mese
157SALUS, IL CIBO PER VIVERE MEGLIO 168ARTE&CO. 171ARTE&CO. Novembre stanco? “Celestino V, L’autunno In aiuto la premiata ditta il gran segreto del cielo” nella casa di Dante
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SFERA garantisce ai propri Clienti rapidità, alta professionalità ed economia di scala, avvalendosi di uno staff composto da professionisti operanti nei vari rami dell’ingegneria, del settore legale ed in quello economico-finanziario. In questo modo siamo in grado di rendere il servizio peritale qualitativamente pregevole, completo ed esaustivo. SFERA opera a servizio delle Imprese Assicuratrici per incarichi peritali relativi a sinistri non auto rientranti nei rami Incendio, Furto, Rapina, R. C. D., R. C. Prodotto, R. C. Inquinamento, Rischi Montaggio, C. A. R., Guasti Macchine, Rischi Elettronici e Rischi Industriali.
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traparentesi TEATRO
ENGLISH FOR FUN
Mar tedì 2 novembre partono i cors i teatrali “English for fun” della Com pagnia dei Merli Bianchi di Giulianova. Le lezioni saranno tenute da un insegnante di teatro e da un docente di madrelingua inglese e sono destinate ai ragazzi di età compresa fra i 6 e i 12 anni. I giovani “attori” impareranno a met tere in scena, in inglese, situazioni di vita quotidiana, dialoghi e canzoni attraverso il “gioco teatrale”. Le iscrizioni saranno aperte fino al 15 novembre. (Per informazioni contattare l’associazione culturale “Compagnia dei Merli Bianchi” tel. 3406072621; www.compagniadeimerlibianchi.it).
ARTE
LE “PIT TOSCULTURE”lla Fa-
L’ar tista Rosse raone di Nereto (Te) fino al 17 novembre esporrà per la prima volta trenta opere che rappresentano del un’evoluzione rpe rso rco suo pe ma for a un , ale son espressiva assolutamente innovativa, passione, creatività, una combinazione di iali e gusto estetico. conoscenza dei mater ontra la scultura, Quando la pit tura inc tre più belle e gli pie l’oro si fonde con le avvolgente viaggio smalti più intensi, in un “Le Mappe Celesti artistico tra cielo e terra, zione presso la sala e Terrestri”. In esposi lla Banca di Credito de ” “Carino Giambacorta o. am Cooperativo di Ter
ENOGASTRONOMIA
PESCARESE IL MIGLIOR CHEF EMERGENTEcheÈf eme ato nel chiorgente del Centro Italia, organizz
Il concorso per il miglior è stato vinto a dal gastronomo Luigi Cremona, stro di Spirito Santo in Saxia a Rom te, ha preva (Pe) Mat tia Spadone. Figlio d’ar dal ventiduenne di Civitella Casano la fresca foje, ’è tegame, la rivisitazione della pizz sentato quattro ricet te: il gallo in hero zucc di fatta , bolla la mi e infine il dessert con tartare da baccalà e fiori agli agru versatilità! soffiato. L’ingrediente vincente? La
CULTURA
L’AMERICA SCOPRE LA RELIQUIA DI MANOPPELLO
Il Volto Santo di Manoppello si conquista un posto in America. L’affasci nante storia del Volto autentico di Gesù è infatti raccontata nel libro “The Face of God the rediscovery of the true face of Jesus” del giornalista e scrittore tedesco Paul Badde, in uscita nelle librerie americane. Nel libro si ricostrui sce la travagliata e complessa storia di questa immagine straordinaria, una lunga ricerca che Badde ha condotto con grande meticolosità, rendend ola talmente convincente da influenzare la decisione di Benedetto XVI di recarsi a visitare personalmente il santuario di Manoppello il primo settemb re 2006. Le immagini di quella visita, contrastata fino all’ultimo dalle gerarch ie vaticane e poi classificata semplicemente come “pellegrinaggio privato”, mostrano il Papa profondamente commosso, fino alle lacrime, davanti al Santo Volto. Per ulteriori informazioni http://holyfaceofmanoppello.blogspot.com/
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traparentesi
R GIUSEPPE” “UN VOLTO PER MARIA, UN VOLTdiOGiulPE ianova, ha istituito un bando
EVENTI
L’associazione “Unica Stella” due giovani che andranno a di concorso con lo scopo di trovare nella XV edizione del “Presepe rivestire i ruoli di Maria e Giuseppe dicembre 2010, nel cuore del 26 simo Vivente” di che si terrà il pros 18.00 alle 22.00. Le iscriziocentro storico di Giulianova Alta, dalle e, tramite e-mail al seguente ni saranno valide fino al 20 novembr va@presepevivente.net. Le indirizzo di posta elettronica giuliano rtate nel bando di concorso ripo sono modalità di partecipazione vivente.net. consultabile sul sito www.presepe
MOSTRE
“GUARDARE OLTRE” Dal 6 al 30 novembre 2010 presso Forlenza Studio d’Arte a Teramo , si terrà la mostra personale “Guardare oltre” dell’artista Giuseppe Modica . Ai visitatori sarà offerta una significativa esposizione di dipinti ad olio e ad acquerello, realizzati tra il 2005 ed il 2010, per evidenziare l’indagine pittorica del maestro Giuseppe Modica: personalità di rilievo della pittura italiana ed artefice delle più belle visioni mediterranee prodotte dalla cultura figurativa del nostro Paese. PER INFO E RICHIESTE: partner@dirittidiretti.it. (APERTURE: Lunedì: 17.30 - 19.00; dal martedì al sabato: 10.00-12.30 // 17.30 - 19.30; domenica: chiuso).
AMBIENTE E TECNOLOGIA
I SENTIERI DEL PARCO SU IPHONE per iPhone AppleStore l’annunciata applicazione
i versi degli
È finalmente disponibile sull’ plionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. L’ap ed iTouch “Sui sentieri del Parco” nazi roSinc ico olog tecn ner part il e tra il Parco cazione, nata dalla collaborazione Par’Ente dall ti tifica iden rari itine 7 , ento Consulting s.p.a, conterrà, per il mom ne orso di valorizzazione e riqualificazio perc un di io l’iniz do ntan rese rapp co, vera una e com enta ieri del Parco” si pres delle risorse e del territorio. “Sui sent o, con tante informazioni su sentieri, man una di o palm sul e propria guida ricrario è interattivo e georeferenziato, animali, piante e curiosità. Ogni itine i ogn , ione rvaz fauna e sui punti di osse co di informazioni sulla flora, sulla ltare asco ibile poss e fotogallery, ed è anch scheda descrittiva è corredata da territorio. del tività ricet sulla de animali. Completano la guida le sche
SAGRE
izione del O N N U T i, si terrà la 32° ed U iet ’A Ch di D ia I R inc ov O pr rizzata SAP bre a Treglio, in olio nuovo, caratte Dal 6 al 8 novem ici vello, castagne e
no ne di piatti tip la festa del vino e dalla degustazio ine Borgo Rurale. È ad nt co ricolo e ich ro del mondo ag di cantine tip dal vivo. È l’incont dall’allestimento ica preus Le m . da ale o at ian mpagn ina e ar tig frentani, tutto acco enti di vita contad om m do en on op o, pr 3200. con quello turistic izione sono state lla precedente ed ne te tra gis re e nz se
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ENOGASTRONOMIA
A TERAMO TRIONFA GUSTÈ Con la prima edizione di GusTe’, Tera mo è diventata città dei sapori e aren a per una inedita sfida fra talenti ai fornelli. Con 4 assi dell’alta cucina, Salvator e Tassa (da Acuto), Mauro Uliassi (da Senigall ia), Ciccio Sultano (da Ragusa) e Nik o Romito (da Rivisondoli) - tutti chef al vert ice delle principali guide nazionali in gara con quattro cuochi teramani, selezion ati nel libro “Teramo, il linguaggio dei sapori” dei giornalisti e gastronomi Anto nio Paolini e Roberto De Viti. La manifestazione è stata organizzata dal Com une di Teramo. Il programma della due giorni è partito proprio con il cooking live show dove la squadra composta dai chef, ha fornito la propria persona 4 grandi le versione di altrettante ricet te della cucina del territorio: la tiella di verd porchetta teramana, le mazzarelle ure, la e la pizza dolce. Dall’altra parte del tavolo il “Teramo Team”, ovvero imp ristoratori locali che, di quegli stes ortanti si piat ti, hanno fornito la versione tradizionale. Solo 100 i fortunati spet che hanno potuto degustare e fare tatori un confronto tra le due versioni. L’ap puntamento è per la prossima ediz ione.
SOCIETÀ
UN ANGOLANO PER LA CITROËN MUSICA
NOA AD AVEZZANO
Flavio Melchiorre, gio vane artista di Cit tà Sant’Angelo, ha vin to il premio Citroën Creative Award s, lanciato da Thierr y Metroz, direttore del Centro Stile di Citroën. In quest i mesi, designer provenienti da 50 div ersi paesi, hanno presentato oltre 700 progetti per la personalizzazione del tet to e del cruscotto della nuova city car Citroën DS3, ma su tut ti ha avuto la meglio il nero e dorato del grintoso Flavio. La giuria, composta da responsa bili marketing e comunicazione del Gruppo Citroën, contemplava anche la partecipazione dei massimi rappresen tanti della Fondazione Cartier per l’ar te contemporanea, Louis Vuitton e della rivista GQ France. L’opera dell’artis ta abruzzese sarà inserita nella nuova collezione di personalizzazioni DS3 e sarà messa in commercio nel 2011.
so la Mar tedì 21 dicembre ore 20,45, pres terrà si , zano Avez suggestiva cattedrale di con icale mus to men unta il tradizionale app il Concerto di Natale, giunto all’undicesima edizione. L’evento, che ogni anno richiama tantissimi spet tatori e che ha ospitato nomi celebri come Katia Ricciarelli, Amii Stewart, Dee Dee Bridgewater, Cecilia Gasdia, Antonella Ruggiero, Angeerto Vecsa lo Branduardi, Tere De Sio, Rob come avrà no st’an que a, Dall o chioni, Luci liana israe protagonista la celebre cantante divele, ona nazi Noa, popstar di fama inter rprel’inte per Italia in a nuta popolarissim La film del ra sono nna colo tazione della cerCon Il Vita è bella di Roberto Benigni. nizzatori, to di Natale, assicurano gli orga o per la cert Con de gran un sarà quest’anno are. È preg e com è me per tare Pace: «Can imere espr grazie alla mia voce che riesco a rale». cultu tità iden la mia anima e la mia ita end prev la irà part e mbr Da lunedì 8 nove e ole edic in o ann i ogn e com etti, dei bigli negozi del centro di Avezzano.
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pre iosando » di Marzio Forcella
ovendo trattare temi geologici di tale importanza è naturale un argomentare infinito, ma è fondamentale sapere che i minerali sono i figli più preziosi e unici della Terra. La loro scoperta e il loro uso hanno radici remotissime nella storia dell’umanità con la costante di attribuzioni di valore estetico e commerciale elevatissime. Sostanze naturali solide formatesi per processi inorganici, i Minerali hanno una precisa struttura, proprietà fisiche ed una composizione chimica caratteristica che “colora” l’argomento più bello e prezioso: le gemme. Tra i minerali, che presentano circa 3000 specie sulla crosta terrestre, solo un centinaio può rappresentare le particolarità che lo fanno arrivare al rango di gemma con doti di rarità, bellezza e durevolezza. Tra i minerali più famosi c’è l’oro il “metallo nobile” per eccellenza!
La Terra, lo scrigno più prezioso Introduzione sui minerali, l’oro, l’argento e il platino pei più celebri sono quelli in Norvegia (ora esauriti), della Sassonia e della Boemia, ma le più note miniere del Mondo sono quelle messicane. In Italia pregevolissimi campioni sono stati rinvenuti nella Sardegna sud orientale.
L’ORO
PLATINO
Primo minerale ad essere conosciuto dall’uomo, da sempre simbolo di ricchezza, dal latino “AURUM”, l’oro è il metallo più duttile, inalterabile e malleabile, tenero ma pesantissimo. Il comune oro da gioielleria è sempre una lega con argento e rame il cui titolo deve essere di legge almeno 750/1000. Il suo colore? Puramente giallo, ma con la proporzione delle leghe e processi di “rodiatura” è molto usato il bianco, il rosa ed ultimamente il nero. Oltre agli impieghi in gioielleria e nel sistema monetario, l’oro è utilizzato nell’industria, in medicina, in odontotecnica, tecnologia e da qualche anno in cucina. La sua provenienza mette al primo posto il SudAfrica seguito dagli Stati Uniti, l’Australia, il Canada, la Russia. In Italia è presente in piccolissime quantità in giacimenti vicino Novara, Alessandria e in Valle d’Aosta.
Metallo raro, più duro dell’oro, mallealibile, inossidabile, inalterabile, il platino è il più caro dei metalli preziosi. Furono i conquistadores a chiamarlo così quando lo scoprirono presso gli Incas che lo usavano mescolato all’oro. Intorno alla meta del 700 inizia ad esser preferito; la prima ad innamorarsi di questo metallo fu l’imperatrice Maria Luisa, consorte di Napoleone. Tutti i suoi abiti da cerimonia erano ricamati con fili di platino! Tuttavia solo dopo la scoperta dei ricchissimi giacimenti degli Urali, e dopo che lo zar ebbe liberalizzato la sua vendita, alla fine del 800, i gioiellieri rivolsero la loro attenzione a questo metallo prezioso. Tuttoggi il platino, resistente e molto brillante, si usa per le montature più raffinate che esaltano particolarmente lo sfavillio dei diamanti. La quotazione dell’oro, dell’argento e del platino è strettamente collegata all’andamento dei mercati azionari da consultare quotidianamente. In particolare il prezzo dell’oro viene fissato due volte al giorno a Londra in un’asta tra membri della London Bullion Market Association, alle 10:30 e alle ore 15:00. In quest’ultima sessione viene battuta la quotazione che farà poi da riferimento al prezzo del bene a livello mondiale. A rileggerci al numero di dicembre con l’acquamarina, l’agata e l’ametista...
L’ARGENTO Dal greco “Argos” (chiaro, brillante), il miglior metallo conduttore di calore ed elettricità, l’ARGENTO è bianco, duttile e malleabile. In lega con rame e talvolta con oro, viene usato sia in gioielleria, ma sopratutto come moneta e nell’oggettistica. Con altissimo potere riflettente, tanto che anticamente si usava come specchio, l’argento è molto lucente, ma si offusca all’aria velocemente. I giacimenti euro-
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info_ Marzio Forcella Designer di gioielli e oggettistica, Esperto in storia dei preziosi e mineralogia www.amalteapreziosi.com - mf@amalteapreziosi.com
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uscita di sicure
a
Porto Santo, l’isola d’oro ituata nell’Oceano Atlantico, 50 chilometri a nordest dall’isola di Madeira e a 900 chilometri dal Portogallo, l’isola vulcanica di Porto Santo, con le sue imponenti coste, attrae migliaia di visitatori. Il versante meridionale è caratterizzato da un’ininterrotta spiaggia di sabbia fine, mentre quello settentrionale possiede impervie scogliere a picco sul mare, il rilievo più significativo è il Pico do Facho (516 m). Questo scrigno portoghese in mezzo all’oceano - scoperto nel 15° secolo, epoca di grandi esplorazioni inaugurata dal Principe Enrico, detto il Navigatore - è attorniato da cinque isolotti, in realtà faraglioni disabitati. La città principale è Vila Baleira (balena, in portoghese), situata nel sud-est dell’isola, dove visse per un certo periodo Cristoforo
Colombo dopo aver sposato la figlia del governatore dell’isola. Porto Santo fu per Colombo la base per la preparazione del suo viaggio alla scoperta del Nuovo Continente. Di quel suo soggiorno resta la sua dimora, un’abitazione quattrocentesca, che attualmente ospita un museo etnografico di valore unico. L’isola conta 5000 anime e ha un clima decisamente fuori dalla norma: secco e stabile, con una variazione stagionale minima. La media delle temperature diurne varia tra i 21 e i 27 gradi tutto l’anno, mentre le minime oscillano dai 15 ai 21 gradi. Una piacevole brezza rende sempre sopportabili anche le giornate più calde. Anche d’inverno spunta il sole, garantendo la tintarella. Grazie proprio al suo clima, che riempie il paesaggio di ombre nei toni del giallo e dell’ocra, Porto Santo è conosciuta come “l’isola d’oro”
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un motivo in più_ Scoprire i segreti di Colombo A Porto Santo si interrogano ancora sulla nazionalità di Cristoforo Colombo: era portoghese, castigliano o genovese? Il fatto che egli frequentasse assiduamente Madeira, nel periodo in cui lo zucchero portoghese si esportava intensivamente in Italia, e che apprezzasse Porto Santo al punto di risiedervi, fa accendere il dibattito sui natali del grande navigatore. La casa-museo di Cristoforo Colombo è il simbolo culturale dell’isola, l’ambiente originale in cui visse l’esploratore conserva intatto il fascino di tanti secoli fa. Nel museo sono esposti ritratti di Colombo del tardo Quattrocento, repliche di navi, mappe con le rotte tracciate da Colombo per intraprendere i suoi quattro viaggi e numerosi effetti personali curiosi appartenuti al celebre scopritore.
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itinerari d’Abru
Il sentiero accessibile
o
» di Alessandra Vallera
uando il sole tiepido di novembre comincia a fare capolino tra le grigie nuvole e improvvisamente torna il desiderio di trascorrere una giornata a contatto con la natura e con gli splendidi borghi incontaminati dall’incessante correre quotidiano, è davvero giunto il momento di visitare dei piccoli comuni in provincia di Teramo, località che godono il privilegio di sorgere nei pressi della Riserva Naturale Regionale Castel Cerreto. Castel Castagna è un piccolo borgo alle pendici del maestoso Gran Sasso, un comune i cui scorci, silenziosi ed accoglienti, in cui sembra che il tempo si sia fermato, partecipano alla vita quotidiana di una piccola popolazione che sembra aver dimenticato la frenesia che caratterizza la nostra vita. Qui, nel fine settimana, in orari ben precisi, è possibile visitare l’Abbazia di Santa Maria di Ronzano, una chiesa probabilmente costruita nel lontano 1171, una straordinaria fusione di architettura e natura, infatti le tre navate dell’Abbazia, decorate all’interno da cicli di affreschi raffinati, sembrano essere decorate anche all’esterno dall’incantevole e presente figura del Corno Grande. Non molto distante è Penna Sant’Andrea, un piccolo paese che sorge nella Riserva Naturale Regionale Castel Cerreto, il cui territorio è occupato per metà dal Bosco di Castel Cerreto. Giungendo in questa riserva, istituita nel 1991, la cui estensione è di 143 ettari che si sviluppano in un area collinare tra i 250 ed i 600 metri sul livello del mare, si ha subito l’impressione di aver raggiunto un luogo di pace e tranquillità, quasi un ambiente fantastico, proprio di ogni favola che si rispetti. Passeggiando sul luogo sicuramente si rimarrà colpiti dalle tipologie ambientali molto diverse, una ricca flora dove trovano la loro dimore numerosissime specie animali, tra le quali si segnala la presenza dello sparviero, del picchio verde, rosso, del picchio muratore, della poiana, del colombaccio, della tortora dei boschi, degli storni e di tanti altri ancora. Tra i rapaci notturni è possibile avvistare l’assiolo, la civetta, l’allocco, il gufo ed il barbagianni, invece, tra i più riservati di questi, per cui bisogna avere un pizzico di pazienza e di fortuna nell’avvistarli, possiamo annoverare il martin pescatore, l’upupa, il cuculo, la beccaccia e perfino il gruccione. Inoltre, la riserva ospita specie di mammiferi della fauna appenninica come lo scoiattolo, la faina, il tasso, la volpe, il riccio, il topo quercino e perfino la simpatica puzzola. Tra le acque dei piccoli stagni che sorgono nella parte superiore del bosco, una ricca varietà di anfibi ha trovato il proprio habitat, tra i più caratteristici possiamo ricordare i tritoni, sia l’italico che il crestato meridionale; del primo la riserva vanta la colonia più numerosa d’Abruzzo. Nascosti tra la vegetazione non bisogna assolutamente dimenticare i rettili che popolano questa riserva, biscia col collare, biacco, vipera, la cui opera è indispensabile al sensibile equilibrio dell’intero ecosistema. La Riserva Naturale Regionale Castel Cerreto può essere visitata attraverso le varie reti sentieristiche che la attraversano, con osservazioni dai numerosi punti panoramici e aree di sosta attrezzate, oltre naturalmente con visite guidate, con specifici programmi di visita e percorsi didattici elaborati per le scuole
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» foto di Cesare Baiocco
Riserva Naturale Regionale Castel Cerreto
Piccoli borghi incantati sorgono tra le verdeggianti atmosfere di una delle più floride riserve d’Abruzzo, straordinari posti dove respirare a pieni polmoni
Uno sparviero simbolo riserva Castel Cerreto
Bosco Castel Cerreto
Buglossoides purpurocaerula
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Imbottigliamo la natura.
Questa è la storia di un Lui e una Lei. Lui è un idealista, innamorato a tal punto di lei da assecondare ogni suo capriccio. Lei detta le regole: vuole andare in collina, mentre gli altri vanno al mare; vuole vento e passione mentre gli altri dormono; ma soprattutto vuole cure e attenzioni solo da lui. Lui è Franco D’Eusanio, ideatore di vini. E lei? È la natura, ovviamente.
Vini Chiusa Grande: alla natura si comanda solo ubbidendole.
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l’albergo del mese » a cura della redazione
Hotel Atlante Una struttura moderna, poliedrica e situata in una posizione strategica. Queste sono le carte vincenti di questo albergo di Alba Adriatica che ha anche un’altra caratteristica, una gestione tutta al femminile
Lo staff dell’hotel
ntrando in questo albergo si respira un’atmosfera calda e accogliente tanto da avere la sensazione di varcare la soglia di casa propria. Stiamo parlando dell’Hotel Atlante di Alba Adriatica che ha da poco cambiato volto grazie ad una nuovissima gestione. A rilevare lo storico albergo è stato infatti un gruppo di imprenditori riuniti nella società Turismoinsieme snc. Le referenti della gestione dell’albergo sono le dinamiche Lisia Stipa ed Elvira Valeri. Una gestione tutta in rosa dove l’accoglienza, la cortesia e l’attenzione per i servizi offerti sono alla base di tutto. Ma passiamo alle caratteristiche della struttura. L’Hotel gode di una splendida posizione a pochissima distanza dall’uscita del casello autostradale A14 Val Vibrata, punto nevralgico e di passaggio che collega comodamente il centro Italia con tutte le principali reti di comunicazione nazionali. L’ampio parcheggio (pubblico e privato) e la visibilità evidente dalla principale Strada Statale di Alba Adriatica, lo rendono il punto d’incontro ideale per comodi pernottamenti, pranzi e cene di lavoro, come anche riunioni private, meeting, coffee
La sala da pranzo dell’Hotel Atlante
break, e per piacevoli aperitivi da consumare nella moderna veranda. Le camere sono finemente arredate e dotate di bagno con doccia o vasca e phon, balcone, telefono, aria condizionata, cassaforte, frigobar, tv, collegamento wi-fi (anche nelle aree comuni). Ma l’Atlante non è solo una struttura ricettiva, è anche un noto ristorante che offre pranzi e cene con varie soluzioni: dai “menù del giorno” per un pasto sfizioso, completo e veloce, ai “menù à la carte” per cene aziendali, di lavoro, feste, cerimonie ed altro su prenotazione. In cucina ci sono i giovanissimi chef Francesco e Mario che deliziano i palati con i tipici piatti della nostra regione rivisitati con fantasia e creatività. All’interno dell’Hotel è possibile trovare una sala meeting (attrezzata di lavagna luminosa, videoproiettore, lavagna a fogli mobili), luogo ideale per svolgere riunioni, incontri aziendali, convegni e colloqui di lavoro. Le caratteristiche vincenti di questa struttura, oltre ai numerosi servizi offerti, sono senza dubbio, l’attenzione al cliente, la cura del dettaglio e il sorriso caldo ed accogliente di tutto lo staff
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Da sinistra: Elvira Valeri referente della gestione per la società Turismoinsieme e Lisia Stipa, socia di riferimento per la gestione di Turismoinsieme
dove_ Via Veneto, 39 Alba Adriatica (TE) info_ Tel. +39 0861 759472 - Fax +39 0861 721568 www.hotelatlante.it categoria_ ★★★ servizi_ Camere con bagno, phon, aria condizionata, TV, frigobar, cassaforte e balconi
» foto concesse da Hotel Atlante
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alkimie » di Nicola Boschetti
‘NDOCCA ‘NDOCCA Con il freddo inverno alle porte la cucina tradizionale ci viene in aiuto con un piatto tutt’altro che povero!
uesta antica ricetta non è altro che un brodo diffuso, soprattutto nel passato, in tutto l’entroterra teramano. La tradizione vuole che venga realizzato con carne mista di maiale: le costatelle, le ossa della schiena, le orecchie, il muso, le zampe, la coda e, volendo esagerare, il sangue stesso dell’animale, volutamente lessato. Per una preparazione ottimale, la prima regola da tenere a mente, è quella di passare tutti i vari pezzi di carne su una fiamma, in modo da eliminare eventuali peli di cotenna. Dopo aver tagliato la carne in pezzi, non troppo grandi, bisogna lavarla e lasciarla a bagno, in acqua fredda, per 5 ore circa. Successivamente sistemare in un tegame le parti più dure, ricoprirle di acqua e cuocerle. Quando comincia a bollire, schiumare per bene ed aggiungere gli odori necessari: 2/3 foglie di alloro, sale, bucce di limone e di arancia, chicchi di pepe, aglio e rosmarino, peperoncino piccante e peperone rosso, dolce, secco. Si lascia cuocere a fuoco lento, per circa un paio d’ore. Dopo di che vanno aggiunte le ossa della schiena e le costatelle per prolungare infine la cottura di almeno altre 2 ore, dando possibilità alla carne di risultare molto cotta. A fine cottura, volendo, si possono aggiungere i tocchettini di sangue di maiale lessato, che si lasciano insaporire per qualche minuto. Il piatto va servito molto caldo. La ‘NDOCCA ‘NDOCCA è una pietanza che da sempre fa parte della tradizione e della cultura abruzzese. Il suo valore, altamente calorico, ha sempre rappresentato un’utile risorsa energetica durante i freddi inverni, per tutte le popolazioni contadine e paesane che, oltre a sfruttarne le proprietà alimentari, realizzavano, con le parti di maiale non utilizzabili in altri modi, un grande piatto
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Inkiostro Rosso IGT 2005
Grande rosso prodotto in piccola quantità (Max 3500 bottiglie) si presenta alla vista con un colore rubino dal cuore nero come l’inchiostro, da cui prende il nome. Di ottimo spessore nel bicchiere. Il naso gode di grande finezza: frutti a bacca nera, mora, lamponi, duroni, spezie, pepe, caffè, una leggera tostatura chiudendo con una nota balsamica un po’ troppo invadente, causa, la sua ancor giovane età. Al palato impatta in maniera robusta e carica di sensazioni che vanno da tannini ben evidenti, con una ottima mineralità e una fresca acidità, che ben si bilancia con la sua alcolicità (14%). La sua permanenza di un anno in barrique nuove, di rovere francese, gli permette di avere un finale tostato e speziato e di nobile persistenza. Un grandissimo Merlot 100% che, nonostante sia abbastanza piacevole da ora, saprà regalarci delle autentiche sorprese nel futuro. Un gran bel prodotto, di lunga vita. L’azienda Valori, da diversi anni, vanta una collaborazione con la cantina Masciarelli e, in molti suoi prodotti, si notano la mano e l’esperienza del grande Gianni. Abbinamenti consigliati: secondi piatti elaborati, formaggi stagionati e anche con qualche gorgonzola maturo. Prezzo indicativo 25 euro. info_ Azienda Agricola LUIGI VALORI
Via Torquato Al Salinello, 8 - 64027 Sant’Omero (Te) Tel. 0861/88461 Vendita diretta: si. Visite all’azienda su prenotazione
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paprika » a cura della redazione
Ristorante Zenobi Il buon mangiare è una filosofia e il ristorante Zenobi di Colonnella ha scelto la strada più genuina. Locale della Val Vibrata a gestione famigliare che parla la lingua della tradizione rivisitata
ggi si presta molta attenzione ai chilometri zero, ma cosa significa in realtà? Gli ingredienti a chilometri zero sono quelli che viaggiano il meno possibile per arrivare nelle nostre cucine, o meglio ancora, in quelle dei ristoranti che frequentiamo, permettendoci di mangiare cibi di stagione, genuini, provenienti dal nostro territorio, e quindi corretti sia dal punto di vista enogastronomico che culturale. Nel ristorante Zenobi di Colonnella, in provincia di Teramo, questi concetti sono ben presenti ormai da molto tempo e l’arte culinaria viene amata e rispettata come una delle arti maggiori, e come un pittore di successo mette solo i colori più buoni sulla sua tavolozza questo vale anche per un buon ristorante, che utilizza solo ingredienti di prima scelta. Ecco perché il ristorante Zenobi ha una propria azienda agricola, che produce buona parte degli ingredienti utilizzati nella prepaLa pecora alla neretese razione delle pietanze, e soprattutto l’olio d’oliva e il buon Montepulciano d’Abruzzo. La genuinità e la freschezza delle materie prime, la gentilezza e la puntualità del servizio oltre che una continua ricerca delle tipicità, hanno fatto il successo di questo locale, che vanta numerose recensioni sulle molte guide di settore. A dimostrazione dell’attenzione per certi particolari e per la filosofia del “buon mangiare”, il ristorante Zenobi è Locale Slow Food dal 1998 e ha ottenuto la “Chiocciola” della prestigiosa associazione internazionale già nel 2000. Risultati molto gratificanti per la famiglia alla guida di
questo locale, con la Chef Patrizia Corradetti, che ha anche partecipato, insieme al figlio Marcello, ad alcune trasmissioni culinarie in TV, riscuotendo buon successo. La provincia di Teramo, si sa, è la culla della tradizione enogastronomica abruzzese e il ristorante Zenobi, che di cultura culinaria ama cibarsi, non poteva rinunciare ai tipici piatti della nostra tradizione sapientemente rivisitati con quel pizzico di fantasia che nella vita non guasta mai. E così ad antipasti come salumi misti all’italiana o caciotta di pecorino e focaccine di pane, panzerotti ripieni, tortino di radicchio su fonduta al taleggio, broccoletti e guanciale con salsa di patate o filetti di baccalà si accompagnano primi altrettanto numerosi e variegati come maccheroncini all’abruzzese con polpettine di carne, ceppe in bianco ai porcini o al sugo di carne (pasta tipica di Civitella simile agli “strozzapreti” fatta con acqua e farina), zuppa di ceci di Spello con quadraccioli di farro, pappardelle al sugo di papera e tante altre numerose prelibatezze. I secondi sono di carne tipici della tradizione della Val Vibrata e più in generale dell’Abruzzo, ad esempio la tradizionale capra alla neretese, oppure il coniglio rosolato alle olive o la tagliata di manzo, davvero un trionfo di sapori e profumi. E infine arriva il momento degli golosi, che mai paghi abbastanza hanno sempre voglia di un tocco finale, e allora largo spazio ai dolci della casa, tutti di produzione propria, con tortino al cioccolato con salsa di pere, semifreddo alla vaniglia con granella di nocciole, tiramisù e pizza dolce teramana. Meglio non resistere, ne soffrirebbe il cuore!
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info_ Ristorante Zenobi - Contrada Riomoro, 132 64010 COLONNELLA (TE) prenotazioni_ tel. 0861 70581
La famiglia Zenobi
» foto concesse dal ristorante Zenobi
chiuso_ martedì
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Spesso la vita frenetica e il lavoro sedentario ci inducono verso un’alimentazione del tutto sbagliata, frettolosa e non corretta per il nostro corpo. Seguendo la giornata tipo di un manager, ecco alcuni consigli di un esperto nutrizionista
salus, il cibo per vivere meglio » di Pietro Campanaro
Novembre stanco? In aiuto la premiata ditta Broccoli, zucca, noci & co… sono questi gli amici della nuova stagione autunno-inverno. Un aiuto per il corpo e per la mente
novembre la natura pian piano si prepara per il lungo sonno invernale e anche il nostro organismo sembra vivere “frenato” rispetto all’esuberanza estiva. Le giornate si sono accorciate, spesso ci si sveglia col buio e partire è una gran fatica! Il lavoro sembra pesante e la giornata non passare mai, alle cinque è già notte, che tristezza e che stanchezza! Ma la natura è molto saggia e se da una parte ci toglie, dall’altra sa perfettamente come venirci in aiuto, in questo caso con la premiata ditta “Broccoli, Zucca, Noci & Co.” che in questo periodo raggiunge la sua massima efficienza. Recenti studi hanno messo in evidenza che una dieta equilibrata arricchita con noci aiuta a combattere gli effetti biologici dello stress tipici del periodo autunnale, dove la carenza di alcuni minerali come magnesio e zinco sono più evidenti e per questo motivo il corpo si stressa e si stanca maggiormente. Le noci contengono fosfolipidi, sono sostanze importantissime per il sistema nervoso in quanto ne riducono l’affaticamento e ne migliorano l’efficienza. Anche mandorle e nocciole hanno le stesse proprietà, ma per beneficiarne appieno dei vantaggi conviene consumare la frutta secca prevalentemente al mattino a colazione piuttosto che dopo i pasti o la sera dopo cena (ricordiamoci che si va molto su con le calorie!). Due, tre noci o nocciole al mattino o quattro cinque mandorle apportano le sostanze giuste senza creare problemi alla dieta. Altro alimento fondamentale in questo periodo sono i broccoli e in generale tutta la famiglia delle crucifere (cavoli, verze e cavoletti di Bruxelles) che contengono molti minerali e molecole solforate ad
azione antiossidante che ripuliscono costantemente il nostro organismo dai radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare e della minor efficienza del sistema immunitario, che in questo modo è più esposto alle malattie da raffreddamento. Nei broccoli in particolare è contenuto il sulforafano, una sostanza capace di prevenire il tumore alla prostata. Anche la zucca è tipica di novembre e possiede tante proprietà: è poco calorica, non contiene grassi, è ricchissima di vitamina A e caroteni (antiossidanti), contiene elevate quantità di minerali come ferro, calcio e fosforo di cui il nostro organismo ha più necessita nei periodi di cambio stagione e nella stagione fredda, è ricca di fibre, che promuovono la mobilità intestinale e depurano il fegato e poi è anche molto buona e versatile in cucina. Pasta con i broccoli o con la zucca, minestroni di verdure autunnali, contorni di verze, cavoli o cavoletti, quanti piatti deliziosi si possono gustare in questo periodo e poi come non citare le abruzzesissime “fojie e patate” o le “fojie strascinate”! Non esiste novembre senza caldarroste. Assaporarle col vino novello, è un piacere della vita, ma è la maniera peggiore per mangiarle (ricchissime di minerali) che abbrustolite risultano più indigeste e favoriscono maggiormente il meteorismo intestinale; meglio allora consumarne piccoli quantitativi (una decina) evitando l’accostamento con pane o patate, o consumarle in minestre o zuppe o cotte in acqua tipo le “casciole” (castagne sbucciate cotte in acqua con odori). Novembre affaticato? Facciamoci aiutare dagli alimenti “specialisti” in recupero di energia!
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info_ Dr. Pietro Campanaro Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta Giulianova – Teramo – Ascoli Piceno - San Benedetto del Tronto Web: www.fitomedicina.it - E-mail: info@fitomedicina.it
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traindevie » di Carolina Pierfelice
ue numeri fa, nell’intento di sottolineare l’importanza di approfittare di ogni inizio delle attività dopo un momento di pausa, mi sono soffermata sulle potenzialità insite nei cambiamenti, spronando a cogliere ogni occasione per rompere regole e situazioni in stallo convogliando le energie verso una riorganizzazione migliore. In questo articolo, pur perorando la causa dell’importanza dei cambiamenti, che hanno sempre in sé un potenziale rivoluzionario di risorse, voglio riflettere sulla fatica che essi comportano e sulla necessità di sostenere in tutti i modi le persone che direttamente vi hanno a che fare. In qualsiasi contesto, sia che si tratti di cambiamenti che intenzionalmente si vogliono apportare, sia che si tratti di cambiamenti che ci coinvolgono al di fuori della nostra volontà, essi ci mettono a dura prova: vengono saggiate le nostre capacità di riadattamento, il nostro bisogno di mantenere lo status-quo si fa largo e la fa da padrone; se a ciò aggiungiamo anche la paura del nuovo potremo arrivare, spesso, a osteggiare il processo di cambiamento, chiudendo le porte alla ricchezza che da esso, sempre, scaturisce. Calato in una realtà lavorativa, questo discorso può concretizzarsi in infiniti modi: si può cambiare completamente lavoro, può cambiare l’azienda pur rimanendo il lavoro lo stesso, può cambiare la mansione, il ruolo, il livello, la posizione gerarchica, possono cambiare i colleghi, i clienti, la strumentazione, la macchinetta del caffè… Ogni cambiamento comporterà comunque uno stress, più o meno faticoso da superare. E allora? Allora ritengo fondamentale che ognuno di noi prenda coscienza di sé stesso e di chi ha intorno, sia consapevole che nuovi eventi possono innescare in noi e negli altri reazioni diverse che, se non vissute nel modo opportuno, piuttosto che rinnovarci e arricchirci, ci impoveriscono facendoci chiudere le porte al nuovo. Questo significa saper guardare oltre il proprio naso, avere il coraggio di mettersi in discussione, saper chiedere sostegno e aiuto nel caso la difficoltà sia nostra, ma significa anche saper creare un clima positivo in modo che gli altri possano contare su di noi nel bisogno. Tutto ciò, però, necessita di una variabile importantissima che troppo spesso trascuriamo: il tempo. Per poterci accorgere di cosa ci sta accadendo e per poter trovare le energie, dentro e fuori, per elaborare i cambiamenti, c’è bisogno di tempo. Non di un tempo che passa e che ci allontana dalla difficoltà, ma di un tempo dedicato alla difficoltà. Solo così essa perderà la sua valenza negativa e diventerà per noi e per chi ci sta intorno risorsa preziosa e fonte da cui attingere per una crescita continua
La fatica dei cambiamenti Ogni cambiamento ci porta a una dose di stress, mantenere la propria zona comfort è molto più semplice che aprirsi alla novità, ma questo atteggiamento può essere cambiato
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info_ Carolina Pierfelice Psicologa - psicoterapeuta CarolinaPierfelice@libero.it
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comunicazione aziendale
» Farnese vini
Edizione, cinque autoctoni V
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/ incornice
» di Chiara Strozzieri
Arte a meditare per Enio D’Incecco Il valente autore della Scuola Artistica Pescarese vince l’ossimoro tra informale materico e arte spiritualizzante
» foto concesse dall’artista
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arte&co.
/ incornice
educe da una retrospettiva di grande successo, ospitata nelle sale del Mediamuseum di Pescara e curata dal critico d’arte Leo Strozzieri, Enio D’Incecco può dirsi a tutti gli effetti uno dei volti più autorevoli dell’ambiente culturale abruzzese. Eppure è proprio il legame con la terra d’origine e in particolare con quella Scuola Artistica Pescarese, di cui facevano parte illustri personaggi del calibro di Elio Di Blasio, Giuseppe Misticoni, Giuseppe Di Prinzio, che lo rende noto a livello nazionale. Egli infatti è stato protagonista negli anni ’60 di un momento di grande fermento, che ha investito a suo modo i grandi centri, come Roma, dove imperversavano le opere di Tano Festa, Mario Schifano, Franco Angeli, così come le piccole province, come quella pescarese appunto. Possono dirsi fondamentali tutti i contributi che allora furono dati alla crescita di un’identità artistica per un paese come l’Italia, che in fondo aveva avuto dall’inizio del secolo, come unico punto di riferimento importante, il movimento avanguardistico del Futurismo. Oggi, osservando i lavori più recenti di Enio D’Incecco, si scorge facilmente lo spessore di una ricerca che va avanti da più di quarant’anni, custodendo in sé le implicazioni di un’evoluzione stilistica sempre in fieri, ma costantemente ancorata a certi valori formali. In primis è il segno a interrogare l’artista, ad aggrovigliare i suoi pensieri e conseguentemente a scioglierli in un otto-volante ricorrente; si tratta di un simbolo, non solo di un pensiero infinito, ma anche di un’osmosi tra materia e spirito, inconcepibile se non nell’arte. D’Incecco tradisce un attaccamento forte alla materia, presentandola sulle sue tele, godibili anche a livello tattile, eppure sembra alzarsi da questa attraverso una meditazione profonda, che riesce a concretizzarsi soltanto attraverso l’elemento simbolico. Se il suo è un informale materico che prende le mosse da un azzeramento dei riferimenti estetici, pare impossibile che questo venga impiegato per un ideale spiritualizzante. Eppure, a chi è dato fruire delle prime sue opere appare chiara la meta raggiunta attraverso la pittura: il fine è proprio l’incontro tra realtà e idea, tra oggettività ed essenza, in ultima istanza tra l’esistere e il sentire. Qualcuno, a proposito dell’autore pescarese, ha parlato di filosofia zen, qualcun altro di pensiero platonico, resta la certezza di un’arte capace di elevare lo spirito di chi la osserva
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In queste pagine, alcune opere di Enio D’Incecco
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» di Elisa Di Venanzio
e si pensa ai messaggi in bottiglia subito balzano alla mente reminiscenze letterarie o cinematografiche di naufraghi che affidano al mare richieste di aiuto o la cronaca di eventi inquietanti o misteriosi come accede in un famoso romanzo di Edgar Allan Poe. Delle volte però la realtà supera la fantasia perché ancora oggi, nell’era di internet, del telefonino, dell’ipod, c’è ancora chi preferisce affidare al mare pensieri segreti per dar sfogo a forti emozioni tramite la parola scritta, o per gioco nella speranza che magari qualcuno possa leggere e rispondere. Ancora più curioso è stato poi scoprire che c’è qualcuno che li cerca, li raccoglie, li legge o traduce, li colleziona e poi li pubblica. È un medico di Termoli, Roberto Regnoli, appassionato di mare, che dal 2006 organizza annualmente una mostra nel castello svevo della sua città per diffondere la conoscenza di questo antico modo di comunicare.
Come Robinson Crusoe
Nell’era del super moderno, c’è ancora chi nell’animo porta la voglia di sognare. È il caso di un dottore di Termoli che ama collezionare messaggi in bottiglia provenienti dal mare
Dottore, immagino la meraviglia nel ritrovare il primo messaggio! Cosa l’ha spinta a trasformare questo rinvenimento casuale in un hobby a cui dedicare tempo e passione? «È tutta colpa del mio cane, Dago, un enorme pastore del Caucaso che ha bisogno di muoversi liberamente in natura per conservare il suo equilibrio psico-fisico. Proprio durante una passeggiata lungo la spiaggia di Termoli, circa cinque anni fa, trovai la prima bottiglia. Dentro c’era un biglietto pieno di parolacce e lo buttai via. Poi qualche giorno dopo ne trovai un’altra ed un’altra ancora. Visto che sono un collezionista per natura, le cominciai a conservare. Un giorno feci vedere questi reperti ad un mio amico, Antonio, che ha l’hobby dell’informatica e che mi propose di aprire un sito internet (www. mesaggidalmare.com) dove ho raccolto tutti i messaggi e non solo, che in questi anni ho trovato. Nelle bottiglie infatti si rinvengono anche foto, ritagli di giornali e disegni fatti da bambini». Quanti messaggi ha raccolto? E da dove arrivano? «Fino ad ora abbiamo raccolto quasi trecentocinquanta messaggi. Uso il plurale perché spesso mi accompagna nelle mie ricerche il mio amico Piero, che condivide con me questa passione. Gran parte dei messaggi arrivano da località situate lungo la costa italiana dell’Adriatico, ma anche dalla sponda opposta, dalla Croazia. Spesso sono stati scritti da persone intente a navigare attraverso il Mediterraneo su barche private o su traghetti. Molti messaggi sono scritti in lingue diverse dall’italiano, ma con l’aiuto di interpreti, sto traducendo ed inserendo tutto sul sito». Quale è il messaggio che le è rimasto più impresso? «Ce ne sono di tutti i tipi: messaggi d’amore (i più belli), scherzi, richieste di risposta, disegni e poi molti indecifrabili perché cancellati dal mare. Il più bello? Per me il numero 13, trovato nel 2006. Lo riporto integralmente: (Gli errori grammaticali ed ortografici sono originali del testo). “Amore, sono seduto sulla spiaggia
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arte&co.
Il dottor Roberto Regnoli con il suo fidato cane Dago sulla spiaggia di Termoli
a guardare l’immensità del mare, che in questo momento è l’unica cosa che mi dà tranquillità, e nonostante la sua grandezza è un granello nella sabbia a confronto a l’amore che prove per te. Ma tu tutto questo non lo hai mai capito quindi sono qui per disti addio, o scelto questo modo perché sai che ogni volta che ti paralo l’unica cosa che riesco a fare e stringerti fra la mie braccia e dirti TI AMO, nonostante tutto il male che mia ha fatto. Da oggi inizierà la mia vita senza di te, l’unica cosa che mi aiuterà è saperti felice. Con questo addio, ti do l’ultima prova del mio amore, si perché amare incondizionatamente a volte richiede i sacrificio più grosso che quello di lasciare andare la persona amata. Ti ho sempre amata e ti amerò per sempre. So che non avrai mai questo messaggio, ma spero che il tuo cuore lo riceva lo stesso e capissi quando ti ho amato. ADDIO”. Non firmato, scritto sulla carta intestata “Hotel La Sirenetta” Tortoreto Lido». Struggente. Purtroppo però sulle spiagge non si rinvengono solo romantici messaggi in bottiglia… «Oggigiorno le spiagge spesso sono discariche a cielo aperto. Le correnti trasportano tutte le schifezze che la stupidità dell’uomo getta in mare! E per questo che, sia nel sito che nella mostra, cerco di sensibilizzare il pubblico al rispetto dell’ecosistema marino con immagini del degrado raggiunto dalle spiagge deserte del litorale adriatico in inverno»
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Oltre le bottiglie con i messaggi il mare restituisce anche molti rifiuti
Due bottiglie contenenti un messaggio
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arte&co. » a cura della redazione
“Celestino V, il gran segreto del cielo” Questo il titolo del volume curato da Jean-Paul Di Gaetano e Vincenzo Del Giudice per valorizzare gli eremi di Celestino V e rilanciare il turismo in Abruzzo
Da sinistra: prof.ssa Ardea Montebelli, Antonio Centi presidente Anci Abruzzo, Licio Di biase presidente associazione Roccacaramanico, Fabbrizio Rapposelli vice-presidente Provincia Pescara ed assessore alla Cultura, Lorenzo Fusco assessore alla Cultura Comune di Sulmona, Mario Mazzocca presidente comunità Majella Morrone, Vincenzo Del Giudice, Mario Crivelli sindaco di Sant’Eufemia a Majella e Jean-Paul Di Gaetano
ello splendido borgo medioevale di Roccacaramanico, in provincia di Pescara, si è svolta nel mese di agosto la mostra fotografica dedicata agli eremi di Celestino V. L’evento, organizzato da Jean-Paul Di Gaetano e Vincenzo Del Giudice in collaborazione con la comunità montana Majella Morrone, ha messo in evidenza il qualificato e unico materiale fotografico della professoressa Ardea Montebelli sulle bellezze del nostro territorio. Una giornata così importante per la provincia di Pescara non poteva che attirare molte personalità provenienti da tutta la regione. Tra queste: Rapposelli, vice presidente della Provincia di Pescara e assessore alla cultura, Mario Mazzocca,
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presidente della Comunità Montana Majella-Morrone, Antonio Di Marco, presidente del premio letterario Majella e ancora il sindaco di Sant’Eufemia a Majella Mario Crivelli. Ma l’evento ha visto anche il coinvolgimento di rappresentanti di comuni non appartenenti alla Provincia di Pescara: il comune dell’Aquila con Pierluigi Pezzopane, il comune di Sulmona con Fusco, il comune di Roccamorice con Carmine Del Pizzo, quello di San Valentino con Angelo D’Ottavio, il presidente Anci Abruzzo Centi ed infine Licio Di Biase presidente dell’Associazione di Roccacaramanico. Durante l’incontro è stato presentato il volume “Celestino V - il gran segreto del cielo” progettato da Jean-Paul Di Gaetano e
La locandina dell’evento
Alcuni momenti dell’inaugurazione della mostra
Una veduta di Roccacaramanico
Vincenzo Del Giudice, con la collaborazione di Ardea Montebelli e il supporto della Comunità Montana attraverso il progetto “La strada degli Eremi”. «Un ringraziamento va a tutti i partecipanti –ha dichiarato Di Gaetano- che hanno apprezzato il lavoro intenso di ricerca nel ridare dignità a questi posti unici al mondo. Questa è una giornata storica per il borgo del comune di Sant’Eufemia a Majella, centro della triangolazione di questi eremi frequentati da Fra’ Pietro da Morrone. Un modo per rilanciare il turismo degli eremi, un progetto che deve essere supportato da tutti noi». Il libro” Celestino V - il gran segreto del cielo” è attualmente in distribuzione nelle librerie dell’Abruzzo, Marche, Molise, Lazio ed anche nella libreria di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. Anche le poste italiane hanno partecipato a questo importante evento, con un annullo filatelico realizzato appositamente con il titolo della mostra e l’eremo di Santo Spirito a Majella. «Ho personalmente fatto avere –ha concluso Di Gaetano- una lettera al Pontefice, il quale mi ha mandato un invito all’udienza del 3 novembre per ricevere il libro. In quella occasione porterò un messaggio per cercare di sensibilizzare il nostro Pontefice affinchè la Santa Sede contribuisca a far diventare gli eremi della Majella e del Morrone, patrimonio dell’Unesco. L’impresa non è sicuramente semplice, ma questi eremi del 1200, unici al mondo, hanno bisogno di essere valorizzati e “salvati”». L’edizione del volume è stata curata dalla Casa Editrice Marte, www. marteeditrice.it
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» foto concesse da Jean-Paul Di Gaetano
Jean-Paul Di Gaetano uno dei curatori del volume “Celestino V - Il gran segreto del cielo”
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Castello Gizzi, Casa di Dante in Abruzzo Gabrie Pittarello “Era già l’ora che volge al disio” (Purg. VIII, 1)
L’autunno nella Casa di Dante La Casa di Dante in Abruzzo rinnova l’originale appuntamento autunnale con una mostra dedicata all’Antipurgatorio. Sei pittori raccontano le anime attraverso la tela a casa di Dante in Abruzzo costituisce motivo di orgoglio per la nostra regione in quanto luogo d’incontro dei massimi ingegni della cultura e dell’arte. Da trent’anni, ogni autunno una mostra di pittura espone le interpretazioni figurali della Divina Commedia e, dal 2003, delle opere minori del sommo Poeta. Quest’anno Corrado Gizzi, fondatore e presidente della Casa di Dante in Abruzzo, ha scelto di proporre di nuovo la seconda parte della Commedia e precisamente i primi otto canti che descrivono l’Antipurgatorio, “la costa ove s’aspetta”, dove attendono di entrare in Purgatorio gli indolenti che tardi si pentirono dei loro peccati. Sei pittori - Tonino Caputo, Franco Cilia, Danilo Fusi, Impero Nigiani, Romano Notari e Gabrie Pittarello -hanno scelto di ritrarre le anime più note della turba che vaga tra le balze ai piedi del monte purificatore: Manfredi, Pia dei Tolomei, Sordello… Manfredi, figlio di Federico II di Svevia e re di Sicilia, signore di cinque castelli nella nostra regione, è il principe di cui il Prof. Nicola Mattoscio – presidente della Fondazione Pescarabruzzo e presidente onorario della Casa di Dante di Torre de’ Passeri – in occasione dell’inaugurazione della mostra lo scorso 14 ottobre 2010, ha posto in luce la straordinaria attualità: ghibellino e scomunicato più di una volta, Manfredi rappresenta la nascente ansia di affermazione degli stati laici rispetto
» foto concesse dalla Casa di Dante in Abruzzo
Franco Cilia “e canterò di quel secondo regno dove l’umano spirito si purga” (Purg. I, 4)
Impero Nigiani “Lo corpo mio gelato in su la foce” (Purg. V, 124)
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al potere temporale della Chiesa. La morte di Manfredi (Purg. versi 106-108) è illustrata da Tonino Caputo che ha un innocente ricordo degli spettacoli dei pupi siciliani in un teatrino che egli vedeva a Lecce, la sua città natale. Serene e celestiali invece quasi tutte le tele di Franco Cilia che evocano il ricordo delle evanescenze nelle opere del grande William Turner, il pittore della luce e del colore che anticipò gli impressionisti. Cilia, nella tela in cui descrive il passaggio di Dante e Virgilio nel Purgatorio (I, 1-6) rende la sensazione rinfrancante di immensa luce che prova chi esce dall’Inferno. Pia dei Tolomei, che nel 1297 fu fatta assassinare dal marito, è resa da Danilo Fusi con l’espressione attonita. Nello stesso tempo l’artista, ritraendola con la delicatezza del disegno a matita appena accennato, rende bene la sensibilità femminile di Pia che pensa alla stanchezza di Dante, sfuggita agli altri. Impero Nigiani per illustrare l’incontro di Dante e Virgilio con Sordello, ben noto poeta trovatore (Purg. VI, 73-75), ricorre alla matita e al carboncino per rendere efficacemente lo slancio con cui i due mantovani si abbracciano. Romano Notari forse per rappresentare l’ascesa delle anime verso la purificazione, raffigura le scene sempre dentro triangoli, su uno sfondo giallo arancione (Purg. VI, 46-48). Per la famosa terzina che è tra “le più belle dell’umana poesia” Era già l’ora che volge il disio /ai navicanti e ‘ntenerisce il core / lo dì c’han detto ai dolci amici addio; l’immagine non poteva che essere dolce e gradevole: Gabrie Pittarello raffigura, su un cielo ancora celeste che tende a imbrunire, due angeli dalle fattezze perfette delle moderne ballerine in tutina color smeraldo, che tendono le spade infuocate contro il serpente –il male– sempre in agguato (Purg. VIII, 1-3). La Casa di Dante in Abruzzo è già meta di visite delle scolaresche e inoltre organizza, quest’anno, il quinto concorso “Leggere Dante Oggi” per le scuole medie superiori della regione e il primo concorso internazionale di composizione “Dante e la musica”. Non c’è che da augurarsi un prosieguo sereno di attività per l’animatore di tutte queste iniziative, l’infaticabile Corrado Gizzi
Tonino Caputo “biondo era e bello e di gentile aspetto” (Purg. III, 107)
Danilo Fusi “ricordati di me che son la Pia” (Purg. V, 133)
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INFO_ Fondazione Casa di Dante in Abruzzo Viale Vespucci, 76 - 65126 Pescara tel/fax 085 63778
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tempo rubato
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.
» a cura della redazione
Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
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Creatività: Normalissima Improbabilità? Un dialogo sociologico tra problema e soluzione
n numerose organizzazioni contemporanee, i processi creativi vengono proceduralizzati in forma di modelli o tecniche didattiche che danno luogo a fenomeni di routine nella gestione della creatività: in tal modo diventano programmi di ricombinazione ricorsiva dei linguaggi specifici dei sistemi organizzativi, permettendo il cambiamento di valori, prodotti e servizi. A seguito dello svolgimento di osservazioni partecipanti presso imprese e istituti di ricerca (n. 35), interviste in profondità a creativi, artisti, scienziati, ricercatori, insegnanti e manager (n. 60), nonché un censimento analitico di tecniche di stimolazione del flusso creativo (n. 93) sono emerse considerazioni strategiche sulle modalità di utilizzo dei modelli, ma anche ragionamenti paradossali: le procedure generano regole in grado di disattivare le procedure da cui derivano. Inoltre, ogni tecnica censita presenta elementi ricorrenti nelle altre: regole comuni dell’opposizione, della combinazione e della separazione. Tali regole, latenti, determinano il comportamento creativo e sono innescate dal rapporto circolare e ricorsivo tra pensiero e linguaggio naturale; ovviamente ciò non basta a spiegare il fenomeno: è impossibile accantonare dal processo creativo di scoperta la dimensione ambientale, la biografia dello scopritore, la stratificazione delle conoscenze pregresse, le motivazioni personali, il gruppo, i fattori casuali che innescano un nuovo modo di procedere e la manualità. Sta di fatto, però, che la creatività è figlia di un uso ragionevole e cibernetico di tecniche più di quanto si pensi. Dietro le regole esistono altre regole nascoste (vissute dal soggetto come spontanee perché metabolizzate, ma in realtà generate dal sapere e dall’esperienza sul campo) incaricate di “cambiar regola”. La creatività non è rara, ma “normalmente inevitabile”, un fenomeno evolutivo del vivente. Lo stallo creativo risiederebbe, allora, nelle organizzazioni che non favoriscono una didattica della creatività e un ambiente finalizzato a promuoverla in termini relazionali. L’umanità non ha bisogno del genio irrazionale e solitario (che non esiste in senso assoluto, poiché percepito tale in base al contesto), ma di una socialità geniale, meglio: di una genialità sociale, l’unico modo per creare talenti continuamente.
l’autore_ È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.
le prime trenta righe_ 3.1 Creatività: tra definizioni e stereotipi. Breve excursus socio–storico tra teorie, interpretazioni e negoziazioni Il termine creatività entra significativamente nella scena occidentale contemporanea come il risultato di una negoziazione simbolica di carattere storico–sociale, ancor prima che psicologica; il termine è figlio del nostro tempo, mentre è del tutto estraneo, per esempio, alla cultura antica e medievale. I primi studi di carattere scientifico sul tema, risalgono ai primissimi anni del ventesimo secolo. Fino ad allora, l’atto creativo è stato (con)fuso con l’atto del creare e, come tale, percepito come attributo esclusivo della divinità. Catullo, Dante, Leonardo non avrebbero mai definito sé stessi dei creativi, né sarebbero stati definiti in tal modo dai loro contemporanei. In Italia la parola creare compare nel 1276, mutuata dal latino, mentre l’aggettivo creativo, secondo fonti storiche, fa la sua prima comparsa nel 1406. Prima di queste date il termine creatività veniva sostanzialmente individuato e connotato da parole di origine greca che avevano a che fare o con l’atto della generazione (per esempio nel celebre trattato di estetica e retorica Del Sublime si parla di “γενεσεωσ στοιχείον” ossia di principio generatore, tradotto dai contemporanei come processo della creatività o fondamento della creatività), o con il “fantastico/fantasioso” (in numerosi trattati di retorica e di filosofia antica il processo creativo veniva definito come “φαντασία” sostantivo che deriva dal verbo “φαινω” – mostrare –
e che perimetra i concetti di: immaginazione e rappresentazione). Per il dizionario De Mauro la prima apparizione della parola italiana creatività, risale al 1951 ed è solo dal 1970 che il termine creativo viene utilizzato nel mondo della pubblicità, per definire i professionisti che attraverso parole e immagini lavorano all’elaborazione di campagne pubblicitarie: il copy e l’art. Per il dizionario Zingarelli la «Creatività [da creativo; 1951] s. f. 1, significa: Capacità creativa, facoltà inventiva. La c. dei bambini | (psicol.) Capacità di produrre nuove idee, invenzioni, opere d’arte e sim. 2 (ling.) Capacità del parlante di capire e di emettere enunciati che prima non ha mai sentito». Da questo punto di vista i termini pre–moderni, ma post– medievali di “inventiva” o “ingegno” possono essere considerati antenati diretti del termine creatività. Il processo creativo negli ambienti scientifici è stato spesso definito serendipity, parola di cui parleremo a lungo nei capitoli a seguire e che viene comunque associata al termine creatività. Già da queste prime sommarie ricostruzioni di carattere eminentemente storico filologico, è possibile affermare che il termine creativo nasce con attributi ai quali, nel corso del tempo, si aggiungono successive connotazioni, fino ad arrivare alle definizioni contemporanee, gran parte delle quali possono essere definite funzionali al modo di concepire l’ingegno come opera di un processo generativo proceduralizzabile.
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musicamania » a cura di Piero Vittoria
Dove comincia il Sole Il nuovo inizio dei Pooh dopo l’addio di Stefano D’Orazio Un album a tratti epico, pomposo e solenne nei suoni: questo è “Dove comincia il sole”. C’era grande curiosità intorno alla prima uscita discografica dei Pooh versione trio, dopo il doloroso abbandono del batterista Stefano D’Orazio. Ebbene Roby, Dodi e Red danno alle stampe il loro migliore lavoro da oltre vent’anni a questa parte, mettendo dunque fine a tutti i dubbi e le perplessità di chi li voleva sul viale del tramonto dopo la dipartita di D’Orazio. La grande unità in seno al gruppo è ribadita sin dalla copertina dove troneggiano in bella evidenza le iniziali dei nomi dei tre componenti “R D R”. Questo è il primo cd di inediti dai tempi di “Ascolta” del 2004 e ci regala tre musicisti in forma smagliante, supportati dall’arrivo di Steve Ferrone, session man di fama mondiale, alla batteria. Qui troviamo tutta l’essenza del sound Pooh, ma la novità più sorprendente è il ritorno, in alcune tracce, alle sonorità prog rock anni’70 che fecero la fortuna di dischi storici come Parsifal (ovviamente con le dovute proporzioni). Prova ne è la title track, una lunga suite di quasi dodici minuti, divisa in due parti. Le tastiere di Facchinetti e la chitarra di Dodi dominano la scena, cori fantastici con le voci che si intrecciano a meraviglia, in un brano che suona incredibilmente sinfonico, quasi solenne. Dodi si supera nella seconda parte interamente strumentale, regalando un crescendo che culmina in un assolo di chitarra d’altri tempi. “Fammi sognare ancora” ci offre l’altra faccia di questo disco, quella dalle venature più pop, a cui i Pooh ci hanno abituato soprattutto negli anni ‘80 e ‘90. “L’Aquila e il Falco” è la canzone più bella e meglio riuscita dell’intero lavoro e non mancano le ballate più romantiche: su tutte la dolcissima “Amica mia”, ennesima dichiarazione d’amore della band verso l’universo femminile, “Questo sono io”, con i suoi oltre sette minuti, chiude il cd con gran classe. Si può muovere un solo appunto ad un grande album come questo: perché non cavalcare dall’inizio alla fine i suoni epici della title track e de “L’Aquila e il Falco”? Paura di osare troppo? Forse: ma è un dettaglio. “Dove comincia il sole” riporta i Pooh allo splendore di un tempo. Da segnalare l’uscita della luxury edition, confezione curatissima con la forma del nuovo logo, distribuita in sole 3000 copie ed andata subito esaurita.
VOTO 8
In And Out of Consciousness Venti anni di Robbie Williams! Robbie Williams celebra i suoi venti anni di carriera con l’uscita di un nuovo greatest hits, “In and out of consciousness”. Dopo aver annunciato il suo clamoroso rientro nei Take That, pubblica una retrospettiva che racchiude il meglio della sua produzione. Il singolo apripista, “Shame”, vede, dopo ben quindici anni, la rinnovata collaborazione con Gary Barlow, suo compagno nei Take That: la canzone è un piccolo gioiello pop che non mancherà di fare felice i fans del cantante inglese. La raccolta è stata pubblicata in tre diverse versioni: la standard (2cd), la deluxe (2cd più un cd di b-sides e rarità) e la ultimate (3cd più 3dvd in cui compaiono per la prima volta insieme tutti i video e l’intero concerto di Berlino del 2005). Robbie ha voluto così marcare un momento importante del suo percorso artistico: dopo il flop degli ultimi due lavori solisti ed il conseguente rientro nei Take That, ha spedito nei negozi un compendio definitivo della produzione che lo ha reso l’artista inglese di maggior successo degli ultimi venti anni, dall’alto degli oltre 75 milioni di dischi venduti nel mondo. Ballate raffinate e brani dance pop dal sapore fortemente british la forza di un artista a suo modo unico. Trovano posto nella standard edition ben 39 canzoni fra cui si segnalano “Angels”, “Supreme”, il duetto con Kylie Minogue “Kids”, la meravigliosa “Come undone”, il rifacimento di “Somethin’ stupid” insieme ad una sorprendente Nicole Kidman, l’altra eccezionale ballad “Eternity”, la cover di “Freedom” di George Michael, la dance di “Rock dj” e “Radio” ma anche il pop adolescenziale degli esordi dei Take That con “Everything changes”. Impossibile per chiunque raggiungere la perfezione pop di questo artista anche se non mancano punti deboli nella sua carriera, qui rappresentati dagli episodi tratti dal controverso “Rudebox”. Questa raccolta ci fa dunque tornare indietro nel tempo illustrandoci al meglio l’evoluzione artistica di Robbie, ma offre anche un interrogativo sul suo incerto futuro: definitivo ritorno nei Take That o solo una momentanea operazione nostalgica per poi dare un nuovo volto al suo percorso solista? Sarà il tempo a dare la risposta: intanto godiamoci queste canzoni che hanno fatto la storia del pop rock inglese degli ultimi venti anni.
VOTO 8
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I N R E D I MO
Z Z E V
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i moderni
» a cura di Camilla Marino
LOUBOUTIN Spuntate, in denim e arricchite da bottoni sulla tomaia, questa è la proposta di Christian Louboutin per il prossimo inverno. Il designer francese noto per le sue creazioni audaci ed estremamente femminili, che dagli albori della sua attività si ispira a ballerine di cabaret e soubrette d’altri tempi continua a deliziarci con le sue calzature che hanno tutte la suola scarlatta. Solo per vere regine del varietà. (www.christianlouboutin.com).
SUNGLASSES BY THIERRY LASRY Le creazioni di Thierry Lasry stanno facendo impazzire celebrities a cominciare da Madonna che indossa con molta disinvoltura gli occhiali dal sapore retrò di Thierry, fino a Paris Hilton, Alicia Keys e Anne Hathaway. Qual è la novità di questo nuovo must have? Occhiali no logo, quindi nessuna ostentazione del marchio, ma ottima qualità e allure vintage. (http://thierrylasry.com)
MOON BOOT PER COLETTE Colette rende omaggio a Moon Boot per il suo quarantesimo compleanno con un’edizione limitata del celebre doposci targato 80s. Solo settanta pezzi a soli 70 Euro. Solo da Colette. (www.colette.fr)
AQUARACER 500M BY TAG HEUER È firmato Tag Heuer il cronografo Aquaracer 500m impermeabile fino a 500 metri di profondità ed ideale per misurare il tempo di immersione e scandire le pause di sicurezza durante la riemersione. È in acciaio lucido e spazzolato, con lunetta girevole, valvola per il rilascio automatico dell’elio e datario. (www.tagheuer.com)
WINTER STORM COLLECTION BY BURBERRY LONDON Ed ecco a voi uno dei trench dalla nuova capsule collection di Burberry London, detta anche Winter Storm. Tutta la collezione maschile è caratterizzata da dettagli in pelle, vernice, metallo. Il classico trench è infatti arricchito da borchie applicate su cinta e spalle. Una rivisitazione in piena regola, che reinterpreta in chiave rock l’oggetto di culto di intere generazioni e che da un po’ di tempo a questa parte è tornato in auge. (www.burberry.it)
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RITORNA IL TALK SHOW TARGATO ECCO ITALIA
TRA LE NOVITÀ DI DIRE&FARE, PROGRAMMA TELEVISIVO DI ABRUZZO IMPRESA IN ONDA TUTTI I MERCOLEDI SU SKY 912, LA RUBRICA “VOX POPULI” CHE DÀ MAGGIORE SPAZIO AI TELESPETTATORI
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rosegue l’iniziativa mediatica del Gruppo Editoriale Ecco Italia. Dire&Fare, il talk show di approfondimento di temi di attualità, alla sua seconda edizione, continua a proporsi come appuntamento settimanale immancabile. In onda ogni mercoledì alle 21.30 su Sky 912. Un nuovo format all’insegna del dibattito, supportato da contributi filmati, dati statistici e il parere dei cittadini, attraverso la
rubrica “Vox populi”. In studio alla conduzione Jenny Viant Gómez, con la co-conduzione di Alessio Giancristofaro e la regia di Peppe Melizzi. Nelle ultime puntate ospiti autorevoli hanno dibattuto sul tema del sistema bancario e la meritocrazia come fattori di sviluppo. Dire&Fare vi dà appuntamento ogni settimana per ridurre il divario tra parole e fatti.
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CUGNOLI, CHE SORPRESE!
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a Vita è bella continua a scoprire l’Abruzzo insieme a voi! Chi lo avrebbe mai detto che Cugnoli custodisse tanti tesori? Siamo andati a vendemmiare nelle campagne della Cantina Tiberio, abbiamo parlato di vino, di sapori e di potenzialità. Abbiamo conosciuto il piccolo borgo di Cugnoli e sorpresa! Abbiamo fatto quattro chiacchiere con la zia di Sergio
Marchionne! E poi un’antica chiesa Greco Ortodossa con la sua comunità albanese, la loro storia, le loro interessanti diversità di culto, insomma numerose sorprese, accompagnati dalla simpatica Francesca Priore. Seguiteci e non ve ne pentirete La vita è bella, l’Abruzzo dalla A alla doppia zeta!
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ABRUZZO SPORT TV GIOVANI E VINCENTI
ABRUZZO SPORT TV, ENTUSIASMO PER LA NUOVA TRASMISSIONE TELEVISIVA DEL GRUPPO EDITORIALE ECCO ITALIA: SI PARLA DI CALCIO E DI PESCARA, MA ANCHE DELLE ALTRE DISCIPLINE CHE ESALTANO LA NOSTRA REGIONE IN TUTTA ITALIA
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no stile fresco, frizzante, giovanile, come del resto lo è la coppia di conduttori, formata da Marco Taglieri e Francesca Priore, coadiuvati dalla regia di Peppe Melizzi. Ma soprattutto gli ospiti in studio, le interviste, le rubriche. Ecco le novità di ABRUZZO SPORT TV, il nuovo format televisivo ideato dal gruppo Ecco Italia, in onda tutti i martedì alle 21.30 su Sky 912. Serie B e Pescara Calcio in primo piano, con le interviste realizzate ai protagonisti della squadra biancazzurra. Il
tecnico Eusebio Di Francesco è stato ospite della redazione di Abruzzo Sport: un’occasione per fare il punto sulla situazione in campionato. Lo speciale salottino dedicato alle altre realtà sportive regionali ha ospitato società vincenti e blasonate come il Teramo Basket e la Bruni Atletica Vomano. Per la rubrica “Il personaggio”, gli inviati di Abruzzo Sport sono andati a trovare, tra gli altri, l’assessore Carlo Masci, il capitano del Teramo Basket Gianluca Lulli e l’ex bandiera del Pescara Calcio Rocco Pagano.
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Cospa Abruzzo: «Burocrazia, il colpo di grazia agli agricoltori in difficoltà» Milioni di finanziamenti pubblici dall’Europa e dalla Regione per sollevare dalla crisi l’agricoltura. Ed invece pare che siano proprio le pratiche burocratiche, anche quelle per via telematica, a decretare la morte dei piccoli agricoltori
Giuva’! Ma manco oggi vi’ a zappa’? No... tinghe da cummatte co’ INTERNET!
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