Il policlinico sezione pratica anno 1913 parte 1 ocr parte4

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insufficienza cardiopolmonare, ecc., possono d~­ terminare ritardi nell'emisione dei resti meconiali. Non mancano però eccezioni alla regola , e d'altronde sarebbe utile di ripetere indagini microscopiche nelle feci dei neonati sani e viventi, giacchè non tutti gli autori sono d'accordo sul tempo di persistenza di elementi meconiali nelle • • evacuaz1on1. A. ASCARELLI. •

OSSERVAZIONI CLINICHE

Sulle iniezioni endovenose di iodoformio nella eura della tubercolosi polmonare e della polmonite. . Nota del dott.

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SEZIONE PRATICA

ALEARDO CERIOI,I.

In una nota apparsa nel fase. 14 aprile I9r2 di questo periodico enunciai le ragioni di questo tentativo terapeutico: effettuare una medicazione locale dei processi morbosi polmonari, facendo giungere, per la via delle vene periferiche, del cuor destro e dell'arteria polmonare~ il farmaco, allo stato di fine polvere, nei capillari polmonari. :r-.Tella stessa nota ho descritto la prima espe rienza clinica, intrapref"a _in una tisica avanzatissima, in cui queste iniezioni apparvero scevre d'accidenti immediati gravi, ed ho accennato alle principali obiezioni sull'applicabilità del metodo, la più importante delle quali starebbe nella possibilità dell'occlusione permanente dei capillari embolizzati. Già da tempo abbastanza lungo (dal r903) l'iodofonnio· ebbe applicazione per via endovenosa nella tubercolosi polmonare (Dewar), però, non allo stato di polvere, bensì sciolto in etere e paraffina liquida (in unione alla tubercolino e vaccinoterapia), nella qual forma è presumibile che non s'arresti affatto nei polmoni, o, se mai, vi si fermi in piccolissima quantità, ed eserciti piuttosto un'azione generale. Ebbe luogo recentemente in proposito ttna discussione all' Accademia di Medicina Irlandese (British Med. Jour., 24 maggio e 7 giugno 1913). Il tenia, come di leggieri ognuno può comprendere, sopratutto pensando che, dopo 1,iodoformio, moltissime altre sostanze allo stato solido sarebbero a sperimentarsi, si presenta tanto ponderoso e difficile, che al lettore non parrà certo prematura questa seconda nota, se pur

non vi troverà la soluzione del prc)blema; solu. zione che possiamo ritenere assai lontana, e che d'altra _p arte non può essere opera d'un solo. Dopo il primo esperimento ebbi occasione di eseguirne di versi altri, sia nella tubercolosi polmonare che nella polmonite, ed ora ne parlerò succintamente, dato il carattere del presente lavoro. I-4a certezza di operare in mala ti a prognosi infausta, o gravemente minacciati, l'assenza di ogni danno sensibile nei primi curati con serie abbastanza lunghe d'iniezioni, la prudente lentezza con cui lé condussi, ed infine le considerazioni teoriche che più innanzi esporrò, mi fecero apparire, più che permessa, indicata l' ap plicazione di questo nuovo mezzo. La composizione del liquido usato fu la seguente: iodoformio Merk purissimo in polvere impalpabile, gr. l; soluzione di glucosio (circa al 55-60 °/0 ) , gr. 20. 8alvo nei casi di cui dò particolare indicazione, la quantità di questa sospensione usata per ogni iniezione fu di un centimetro cubo. TUBERCOLOSI

P OLMONARE.

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I. - C... D ... , anni 33, contadina. Ebbe in passato diverse emottisi. Entra in ospedale denutrita e molco sofferente. Può alzarsi dal letto, ma è incapace di ogni più piccolo sforzo-Sputo in discreta quantità, apiressia. Segni di caverna, non grande, all'apice destro. Somministro per circa 20 giorni thiocol gr. 3 pro die, senza osservare miglioramento sensibile. Pratico in seguito 7 iniezioni, il 21, 27, 29, 31 marzo, il 5, 8, 10 aprile, continuando in pari tempo il thiocol. Esce dall'ospedale in ottime condizioni, quasi senza sputo nè tosse, assai meglio nutrit a e capace di attendere alle sue occupazioni al-,ituali. Persi· stono all'ascoltazione scarsi rantoli. Pratico altre 3 iniezioni il 26 aprile, il 5, 1 2 maggio, e per riceverle 1' ammalata è costretta a fare un viaggio a piedi di ro chilometri, che percorre senza sforzo. Trascura in seguito di continuare la cura. Nel luglio è colta da nuova emottisi. Si ripresenta nell'agosto per ricevere altre 3 iniezioni, _ma poi di nuovo tralascia la cura. Nell'ottobre ultima forte emottisi, dalla quale s'è rimessa spontaneamente. II. - F ... A ... , anni 59, messo comunale. Tubercolosi polmonare datante da molti anni con rilevante ottusità, estesa a quasi tutto il torace, forte dispnea, sputo copioso, febbre 38°.5-39°. Somministro thiocol e pratico iniezioni ogni 3-4 giorni. In prjncipio si ha miglioramento della dispnea, ma poi qt1esta ritorna, e

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dopo la 1oa iniezione, mentre lo sputo si è fatto scarsissimo e la febbre non sale a più di 3i 0 .5, son costretto a sospendere. Passano dieci giorni di apiressia quasi completa e poi la febbre risale, aumenta lo sputo, diminuisce la dispnea. Pratico allora la 11a e 12a iniezione; scompare di nuovo la febbre cala 10 sputo, ma torna la dispnea, ed il paziente soccombe alcuni giorni appresso con forte ortopnea. 6

III. - Z ... T ... , anni 21, casalinga. Forma datante da alcuni anni, con escavazione non grande all'apice destro. Entra in ospedale abbastanza denutrita e pallida, con sputo in di· screta quantità: sembra che la malattia abbia assunto a ~ damento progressivo. Apiressia, non dispnea. Rice'.'e 7 iniezioni, il 24 giugno, il I, 10, 16, 23, 27 lt1glio, il 13 ogo!::to, mentre prende thiocol gr. 3 pro die. E sce dall'ospedale con sputo quasi scomparso, nutrizione ed aspetto molto migliorati. In seguito l'ammalata trascurò spesso di presentarsi all'ambulatorio e perciò nel tempo che seguì dall'uscita dall'ospedale fino ad ora non ricevette che 3 iniezioni da I eme., e 21 da J./2 eme.. Non fece altre cure su~sidiarie . tttualmento lo sputo e la tosse mancano completamente, le condizioni generali sono buone per nutrizione e colorito. Persistono i segni di .caverna con pochissimi rantoli. 'P. 76, R. I8. L'ammalata non ha cardiopalmo nè dispnea neppurf! nel salire le scale, ed act:udisce alle proprie faccende. Ho notato che in questa ammalata le iniezioni di r eme. erano rral tollerate, producendo cefalea talora intensa, che durava per diversi giorni, e perciò ridussi la dose a 1/ 2 eme. IV. - B ... D ..., anni 22, contadina. All'entrata in ospedale pre~entava estt-se distruzioni dei polmoni e forti disturbi addominali (dolori, vomito). Le prime iniezioni, sopratutto la 3a, 4a, 5a, eseguite a 2-3 giorni di i?tervallo provocarono dispnea, prima non estst~nte: . . La 6a (1/ 2 eme.) eseguita a 10 gtorn1 d1 dt· stanza fu ben tollerata e così le seguenti, tanto che potei alla 11a riprendere la dose abitual.e di r eme. I4'ammalata era nel complesso migliorata per la scomparsa totale dei disturbi addominali e la diminuzione della febbre, ma più tardi questa aumentò di nuovo . e l~ nutrizione venne a scadere. Alla fine una improvvisa emottisi fulminò la malata. All'autopsia trovai distruzione quasi totale del polmone sinistro, casei:fìcazion e in massa della metà su periore del destro, tubercolosi miliare generalizzata. Nei giorni precedenti a q';lello , dell"e~o~tisi la paziente non presentava dispnea subb1ett1va, nè obbiettiva, sia per profondità che per frequenza (R. 20, P. 120, coricata), e poteva le· varsi a sedere senza aiuto nel letto, senza perciò essere colta da affanno~ La degenza durò circa 3 mesi. Le iniezioni furono 24, ~ la quantità di liquido usata 19 eme.

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V. - V... , E ... , anni 19, domestica. Tentai per varie affezioni scrofolose (senza 1esioni polmonari) la tubercolino-terapia a tappe, ma le prime iniezioni, benchè non avessi oltrepassato le dosi minime che il metodo richiede, produs · sero alte elevazioni fehbrili, onde dovetti sospendere la cura. Uscita dall'ospedale, poco appresso vi tornò con diagnosi di broncoalveolite ed infatti all'apice sinistro udii numerosissimi rantoli crepitanti diffusi. Tosse frequente, sputo scarsissimo. Dopo 8 iniezioni, il 20, 23, 26, 30 sèttembre, il 4. 8, II, 16 ottobre, e thiocol gr. 2 pro die usci dall'ospedale in ottime condizioni, senza alcun coJpo di tosse e senza rantoli all'ascoltazione. Riprese il mestiere di domestica e mi consta che per varii mesi durò in buona salut~ benchè avesse un servizio gravoso. VI. - M... , V .., di anni 34. Cìfoscoliosi pronunziatissima e broncoalveol1te datante da anni, probabilmente senza escavazioni. P1ressia leg· gera. Dopo 26 iniezioni, IO delle quali vennero esegt1ite a giorni alterni, la febbre e !a tosse sono scomparse totalmente, lo stato generale è miglioratò. Nessuna turba del circolo e del • respiro. VII. - R ... P ... , anni 17, domestica. Padre morto tisico. Sovente tossicolosa da varii anni, negli ultimi tempi la tosse insiste; deperisce mentre prima era grassa. Stato di nutrizione ancora discreto, rantoli abbondanti molto diffusi, non ottusità forti, $puto copioso, contenente bacilli tubercolari. Trementina per bocca e 10 iniezioni, il 24 dicembre, il 3, 6, 9, 13, 29 gennaio, il 1, 4, 7, 17 febbraio. In seguito non si presenta più all'amhulatorio per~hè ha ripreso il lavoro; tosse e sputo scomparsi, stato gene. rale molto migliorato, condizioni che per,s istono attualmente. VIII. - R ... M... , anni 31, casalinga. Tisi avanzata con grande caverna, molto sputo, tachicardia. Pratico 22 injezioni, il 16, 18, 2 r, 24, 31 dicembre, il 2, g, II. 13, 15, 17, 19, 21, 23, 25, 27 gennaio, il 3, 5, 7, g, II, 13 febbraio. I4o stato generale migliora sul principio, poi la feb?re! già diminuita, torna ad aver S?~ente elevaz1on1 oltre i 38° e scade la nutr1z1one, mentre la tosse e lo 'sputo restano . scarsissim~, nè es!ste dispnea: noto area epatica molto 1ngrand1ta. Infine è presa da dolori addominali, grav~ malessere dissenteria, vomito, non meteorismo, e la ~orte giunge rapidamente il 18 febbraio. IX. - M... L ... , anni 34, filatrice. La malattia data da alcuni anni e produsse emottisi. Stato aravemente compromesso per la ma· grezza, bil pallore, la tach~cardia; non dispnea. Tosse e sputo abbondanti, cavern:a. . Dopo 7 iniezioni, il 28, 30 g~nna10, tl. I, 6, I3 15, 18 febl?raio, all'ambul_at?r10, entr~ tn ospedale già discretamente migliorata. I vt resta un

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SEZIONE PRATICA

mese in cui pratico altre 6 iniezioni e do thiocol gr. 3 pro die. Esce in istato di nl:ltrizione molto aumentato, con sputo scarso. Continua la cura ambulatoriamente ed ha ricevuto ancora altre 5 iniezioni · (in tutto 18), le ultime di solo 1/ 2 eme. La temperatura che l'ammalata controlla regolarmente si mantiene in limiti discreti. X. - · L. . . T ... , anni l l. Assai deperita, con vasta caverna d'origine certamente tuber· colare alla base destra. Fa . cura con thiocol gr. 2 p. d., ed ha ricevuto dalla fine di novembre alla fine di marzo 12 iniezioni (da r eme.). Lo stato generale è grandemente migliorato, tanto che oggi all'aspetto non si di· rebbe malata. Tosse quasi scomparsa. I~a dispnea nel correre, prima notevole, è oggi assai diminuita, 'e la bambina gioca pei campi continuamente. Persistono il soffio e gli altri segni di caverna, con pochi rantoli. XI. - S ... B ... , anni 33, contadino. Forma molto vecchia ed avanzata di ambedt1e gli apici, senza però grandi esca\1 azioni. Viso tumido e pallido. Ha fatto in passato molte volte cure prolungate e intensive con thiocol e trementina. Senza ora ripetere questi farmaci, pratico 15 iniezioni, il 4, 8. r3, r8, 21, 30 dicembre, il 4, 8, 23, 27 giugno, il 5, 9, 13 15, 19 febbraio. La tosse e l'espettorato dimint1iscono in guisa mai raggiunta precedentemente. . Il viso non è più tumefatto, le forze sono cresciute. P. Bo, R. 20: non dispnea di profondità, nè subbiettiva. Dopo un- mese di sospensione, in cui diedi ancora thiocol e tre~entina~ ho ripreso le iniezioni e ne ho fatte altre tre. Le condizioni si mantengono soddi~facenti. XII. - V . .. A ... , anni 2r, conta<iina. Ha da tempo forti dolori addominali; per etti chiede di esser curata, dicendosi disposta se occorre . all'operazione. Da sei anni ha anche tosse quasi continua, con escre.a to di solito scarso. Negli ultimi tempi è alquanto dimagrata. Entra in ospedale. Obbiettivament~ mancano notevoli segni fisici a1 toracè: solo si avverte lieve ipofonesi e scarsi sibili all'apice sinistro. Pochis simo sputo muco-purulento, con talora lievi strie sanguigne, contenente bacilli tubercolari. All'addome segni patenti di rene mobile sini stro (manca l'ipofonesi lombare e si avverte il rene molto basso e doleu te alla palpazione anteriormente). L'ammalata non presentò mai altri segni riferibili ad affezioni renali (urine sempre normali, ecc.). Si riscontrano quotidiane elevazioni <li temp. di poche linee, 37°. 2· 37. 0 5, raramente 37°.7. Stato di nutrizione di .. screto . . Comincio con thiocol gr. 4 p. d. e pratico tn un mese e mezzo di degenza I I iniezioni. Esce il 22 dicembre con peso aumentato di kg. 3, tosse diminuita, escreato scomparso; ..

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ma la leggera febbre persiste uguale. I dolori addominali sono diminuiti assai. .Ambulatorìamente riceve in seguito fino ad oggi altre I7 iniezioni (in tutto 28), senza più prendere thiocol. Da più di un mese la temperatura, che l'ammalata orova e.on diligenza giornalmente, è tornata, salvo rare eccezioni, alla nòrma, la tosse è scomparsa. Anche i dolori addominali sono del tutto scomparsi. Si tralascia la cura. Lo c:tato generale dell'ammalata è buono; essa accudisce a lavori anche gravosi, percorre una via di 5 km ..per venire all'ambulatorio, senza mai provare dispnea o palpitazione. Ultimamente P. 68, R. 24, superficiale (coricata), ipofonesi cardiaca normale, toni normali, colorito non cianotico XIII. B... V ... , anni 47, contadino. Ehbe in passato grave polmonite destra, con esito in ascesso poltnonare. Dopo la cessazione totale della tosse e sputo stette bene per 13 mesi, ma poi riebbe vomica di catarro, che si ripetè due volte a pochi mesi di djstanza. All'jnizio della cura lo sputo è abbondante e contiene bacilli tubercolari. All'esame, per la sede evidentemente centrale della cavità, mancano di questa segni obbiettivi. Numerosi rantoli ed ipofonesi ad ambedue gli apici. Enfisema dei margini. I.-ieve dispnea. T. normale. Nutrizione discreta. L'estensione bilaterale dell'affezione, la quasi certezza di aderenze consecutive alla polmonite, ed inoltre le meschine condizioni finanziarie del malato, non rendono consigliabile la cura col pneumotorace. L'11ltima vomica s'era avuta nell'ottobre ed iniziai le iniezioni - nonchè somministrazione ad intervalli di trementina - il 20 novembre. Ne praticai 20 in 4 serie, di 5 iniezioni ciascuna eseguite alla distanza di 3 giorni, lasciando fra ogni serie un intervallo di 15 giorni. D9po la 2oa iniezione la tosse e lo sputo erano qua,_si completamente cessati e l'ammalato stava benissimo allorchè d'improvviso, il 27 febbraio, venne colto da nuova vomica di catarro in forte quant ità, seguìto da febbre e dispnea. Il 2 marzo ripresi le iniezioni e ne praticai altre ro, il 2, 4, ·6. 9, 12, 16, r9, 23, 27, 30 marzo. La tosse e lo sputo scemarono rapidamen~e e scomparvero quasi del tutto. Pochi giorni dopo l'accesso l'ammalato potè ripren · dere il lavoro e, benchè spesso sia gravoso, vi accudisce regolarmente per tutta la giornata, talcra cantando,. e senza provar dispnea nep· pure negli sforzi, mentre in passato sempre l'avvertiva. Il suo colorito è normale, ha appetito. L'area cardiaca .non appare aumentata, benchè non sia possibile una esatta delimitazione stante l'enfisema; il secondo tono non è maggiore della norma. I~e ultime osservazioni del polso e respiro (in posiz. seduta) dànno: 72-io, 64-20, 80-22. L'ampiezza delle escur · sioni respiratorie è solo leggermente superiore alla norma. (l3)


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Negli ultimi giorni il catarro è tornato in modica quantità, ma ora va di nuovo diminuendo. POLMONITE.

In un bambino (XIV) laparotomizzato per peritonite tifica, in condizioni gravissime, es· sendo insorti contemporaneamente empiema toracico a destra e polmonite a sinistra, curai il primo con lavaggi ed iniezioni iodiche (senza fare la toracotomia), la seconda con 6 iniezioni endovenose di iod~formio: vi<ii dopo la terza iniezione sparire completamente e durevolmente il soffio e l'ottusità. I,'esito infausto, per vomito incoercibile, s'ebbe più di 20 giorni dopo la polmonite. · In una donna (XV) di anni 58, as5ai debole, operata di resezione intestinale per ernia stroz· zata, la tosse ed il catarro preesistenti tosto s'aggravarono con dispnea. Dopo tre iniezioni • erano scompars1. Una giovane (XVI) operata d'appendicite, con fic;tola stercoracea residua, e fistola toracica da empiema sinistro, fu colpita da embolia polmonare alla base destra. I sintomi minacciosi scomparvero presto, non così la febbre, che era in rapporto al ristagno nella fistola stercoracea. L'ammalata ricevette 20 iniezioni, dal 24 settembre al 3 dicembre : il P. e R, frequenti fin dal principio della malattia (140 -160, 30-40) non subirono aumento, anzi ultimamente, essendo cessata la febbre e migliorata un pò la nutrizione, mostrano tendenza a diminuire. L'ammalata può ora, aiutata, alzarsi dal letto. Alla embolia è seguìta vasta caverna che, mentre si continua il thiocol, dà tosse rara e leggera. In una donna (XVII) scomparve totalmente in venti giorni con 5 iniezioni e cura di thiocol una notevolissima epatizzazione alla base sinistra, relativa probabilrnente a polmonite subacuta datante da due mesi. Mi riuscì possibile, con 8 iniezioni, in una giovane (XVIII) che morì ·di setticemia, man· tenere fino all'ultimo buone condizioni polmonari, mentre erano già apparsi soffio bilaterale e dispnea; ed ottenni 10 stesso scopo (con 3, alla distanza di 8-1 o giorni), facendo sparire la tosse che s'era fatta insistentissima, in un bambino (XIX), che operai per grave osteo, mielite, quasi due mesi or sono, ad ambedue i femori, ed è ora afflitto anche da largo decubito sacrale. In un alcoolizzato · (XX) con nefrite interstiziale, nel quale s?era stabilita una forma lieve e lenta di polmonite ed in cui aumentavano sintomi nervosi inquietanti, feci pochi giorni prima della morte, avvenuta con pa· tenti segni di rrieningite, due iniezioni, alle quali non mi parve seguire stato di congestione polmonare od altra conseguenza dannosa. Per ciò in un secondo caso di polmonite fibrinosa comune, in un contadino (XXI) di 55 anni, (14)

essendo apparso il delirio, ricordando d'altra parte che regna un maligno genio epidemico, dopo aver fatto inutilmente una iniezione endovenosa di electrargolo, mi decisi ad intervenire colle iniezioni di iodoformio. Ne eseguii due da eme. I Y2 a 24 ore di distanza, le quali furono ben tollerate, e nel giorno appresso avvertii che il soffio bronchiale, e quasi totalmente anche l'ottusità erano scomparsi, la tosse assai diminuita. Frattanto per· sistevano il delirio cui si aggiunsero altri chiari segni di meningite, ma in pochi giorni auche questi diminuirono, mentre cadeva la febbre, ed ora l'ammalato è quasi con\ alescente. Insieme alle due iniezioni di iod0formio ne praticai anche due derivative di trementina alla Fochier, alle coscie, cui è seguita intensa rea· zione locale. 1

Nessuna delle iniezioni (poco meno di 300) fu causa d'alcun inconveniente immediato, Unico segno avvertito dal paziente fu spesso l'odor di iodoformio nell'alito. Solo negli ammalati gravi di polmonite mi accadde di notare alla .sera dopo la pr.ima ed anche dopo la seconda puntura un aumento abbastanza notevole della febbre, della dispnea e del polso, non però tale da destare apprensione e che si dileguava nella notte, per dar luogo a condizioni soddisfacenti. Un leggero aumento della T. vespertina dopo l'iniezione, o nel dì seguente, si osserva spesso anche nei tubercolosi febbricitanti. Appare con evidenza dalle storie narrate che una serie anche abbastanza lunga di iniezioni (10~15) è tollerata senza che insorga il minimo indizio di sofferenza a carico degli ap· parati circolatorio e respiratorio, onde possiamo credere che se nE·l tessuto polmonare avven· gono alterazioni, queste sono tanto lievi e restano così facilmente compensate da permettere ancora una perfetta funzione. È lecito credere che ·siano del pari tollerate serie più lunghe in modo indefinito ? L'embolismo dei piccoli vasi dà luogo senza dubbio a piccoli infarti: questi al certo, per le numerose anastomosi, si risolvono con grande rapidità~ chè altrimenti apparirebbero i segni dello sfacelo con rantoli disseminati, aumento della tosse e conseguenze tanto gravi da rendere impossibile la continuazione del tratta· mento. Ma come si comportano i capillari nei punti colpiti dagli emboli? Si produce ivi la obliterazione permanente, e resta limitato così il letto vascolare, da condurre ad un certo punto l'asfissia ?


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Pur senza tener conto delle due ammalate n. 4 e n. 16, in cui la riduzione dell'area respiratoria e le cattive condizioni del circolo costituivano momenti tanto sfavorevoli da farci immaginare che il danno avrebbe dovuto ri.. velarsi rapidamente con cianosi, aumento della dispnea, ecc., ma in cui la valutazione del fenomeno si rendeva incerta per la gravezza delle condizioni, parmi non manchino nelle storie narrate esempi di tolleranza tali da porre in dubbio la realtà del pericolo. Voglio alludere specialmente ai casi n. 12 e n. 13. Mentre in q l:esti la cura si prolungava, sorvegliavo colla massima attenzione - pronto a sospenderJa - l'apparizione del minimo segno d'intolleranza, nè mai questo apparve. Anzi, benchè abbiano raggiunto il numero di 28 e di 30 iniezioni, ambedue gli ammalati stanno benissimo, non provano mai affanno, neppure negli sforzi, si conducono in una parola come persone del tutto normali. Ora, non sembra facilmente ammissibile che un impe .. dimento circolatorio notevole, quale dovrebbe esistere pel numero rilevante degli emboli intervenuti, non si renda palese almeno nel lavoro faticoso del secondo ammalato. E' noto dagli studi del Lichteim, Bernard, Le Play, Mantoux, Courmont che Ja vita è possibile anche · con 1/ 4 1/6 del tessuto polmonare normale, ma altro è P.o ssibilità di vita, altro è capacità di lavoro senza segni dì insuffi• c1enza. Può darsi che l' em holismo non colpisca i vasi più sottili, bensi s'arresti ove le pareti sono ancora tanto resi~;tenti da non rompersi, ed in tal caso è quasi certo che il piccolo trombo, scioltosi in breve tempo il corpo estraneo che lo ha determinato, pur esso si riassorbe. Se pure ammettiamo la rottura delle pa· reti vasali, possiamo sempre immaginare che, sparito l'embolo, il sangue stravasato si riassorbisca ed il lt1me del vaso si ripristini. Infine nel caso di una vera distruzione per· manente dei capillari non sembra impossibile la formazione ex novo di capillari respiratorii. Infatti il Da Fano studiando l'ipertrofia polmonare compensatoria in seguito all'estirpazione di t1n polmone, trovò nel polmone rimasto dilatazione dei vasi e dei capillari, e progressi~lo lento aumento dei setti alveolari, determinato da un reale accrescimento di fini

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vie sanguigne, nonchè di fibre connettivali ed elastiche. N o1 sappiamo del resto che la proliferazione e rigenerazione dei capillari è un fatto di cui la patologia offre innumerevoli esempi: basta pensare alla cicatrizzazione delle ferite, all'at .. tecchimento degli innesti, alla vascolarizzazione della cornea. all'accrescimento dell'utero gravido, all' ipertrofia renale da nefrectomia, ecc., tutti esempi della s0mma plasticità, per così dire, di quest'ultima porzione del1' apparato vascolare. Perchè nel tessuto dei polmoni non dovrebbe accadere quel che avviene in tutti gli altri tessuti ? Se l'embolismo distrttggesse ad un tratto la maggior parte dei capillari, ad es., d'un muscolo, noi ne vedremmo l'atrofia, ma non v'ha dubbio che coll'esercizio funzionale quel muscolo tornerebbe allo stato primiero, riformando nel suo seno nuovi va5i: il polmone è tessuto più elevato del muscolo, ma non perciò è incredibile per esso un fenomeno somigliante. Invero i capillari, al pari delle ultime fibrille nervòse, come organismi assai poco ·differenziati, hanno grande vitalità: grande facilità a proliferare e ricostituirsi; anzi nella guarigione delle ferite e nelle granulazioni la neo-formazione vasale avrebbe luogo, secondo R . Minervini, direttamente per sviluppo intercellulare. Prendendo ora in esame gli effetti del trattamento sulle alterazioni morbose nella tubercolosi, è da notargi anzitutto che quando ]'estensione di queste è grandissima, come nel caso n. 2, la dispnea preesistente tosto si aggrava. Il fatto, se non erro, non va attribuito all' océlt1sione dei vasi, perchè questa è certo limitatissima dopo poche iniezioni, bensì alla reazione dei vasti focolai morbosi con relativa congestione collaterale (e rallentamento del circolo) come si h a nella polmonite. Il caso n. 4 prova che la supposizione non si allontana molto dal vero perchè sarebbe inconcepibile la scomparsa della dispnea avutasi in principio, mentre la cttr~ contin11ava: e raggiunse la 24a iniezione. Considerando le storie n. 4 e n. 8 rilevo il fatto che la morte accadde in am.b edue con tubercolosi mili a.re generalizzata. Nel secondo caso manca l'autopsia, ma il miglioramento delle condizioni polmonari, ed altri dati, ci inducono nella stessa diagnosi. E' possibile che il trattamento in simili casi produca la

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liberazi-o ne dai focolai di molti microrganismi e la loro entrata in circolo. Recenti studii, dimostrando la frequenza del bacillo tu berco. lare nel sangue (Ays.Nagy, Hilgermann e Lossen, Jessen e Rabinowisch); nel sudore (Piery), nell'urina (Romanelli e Schiaffino), anche in forme apparentemente ben localizzate, attestano la natura spesso setticemica dell'infezione tubercolare, e questa diffusione di germi potrebbe dall'embolismo medicamen· toso essere favorita. Perciò nell'ultima malata grave che ho in cura (n. 9) procedo con molta lentezza e catttela. Gli ottimi effetti nei casi in cui il processo morboso non è molto avanzato risultano cl1ia· ramente dalle storie. E' assai probabile che anche con cure più lunghe di quelle da me compiute non riuscirà possibile l'occlttsione delle grandi ca· verne, perchè i momenti causali che le man· tengono, come' è noto, sono in gran parte ~'ordine meccanico, estranei al processo mor· boso fondamentale (Forlanini); ma per le ca· verne abbiamo il pneumotorace, la chirurgia polmonare, e - recentemente riproposte dal d'Amico - le inieziorti medicamentose dirette nel viscere. J.. 'unione di tutti questi mezzi, nelle loro possibili e forse diversissime modi· ficazioni potrebbe formar in avvenire un effi. cace baluardo . al!' imperversare della tubercolosi. Nella pneumonite natt1ralmente in niun modo può preoccuparci la possibilità dell' occlusione dùratura · dei capillari perchè il nu· mero delle iniezioni che possono occorrere è molto limitato. Eseguii fino ad ora le esperienze solo in malati a prognosi infausta, l'ultimo ~ccettuato, per la tema che mancando eventualmente la pi~na vittoria sul processo morboso, que~to non venis3e a complicarsi ed inasprirsi, anzichè risol\rersi, tema che a mio credere deve nutrirsi sopratutto a proposito della polmonite franca comune 'nelle prime giornate. Perciò nell'ultimo caso (XXI) ricorsi alle iniezioni soltatato allorchè lo stadio della malattia ne lasciava presttmere non lontana la possibile crisi spon t~nea. Il pieno successo ottenuto permette la speranza che il mezzo valga anche come vera cura ahortiva. La via che Guido Bacce11i additò, con acuta intuizione per far giungere i farmaci . (I6) ,

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inalterati direttamente e rapidamente nel centro dell'organismo, conduce anzitutto ai polmoni, ed è logico tentare per essa la cura dei morbi che li affliggono. Già si riuscì col collargolo per iniezione endovenosa a far talvolta anticipare la crisi çlella polmonite, e prove analoghe vennero fatte con altre sostanze. L'avvenire potrà fornirci espedienti difficili oggi ad immaginare, - p. es., corpi liquidi atti a trasformarsi a contatto dell'ossi· geno nei polmoni, spiegando ivi potere terapeutico, emulsioni con sostanze semisolide, ecc .. All'arduo tentativo ch'è oggetto di questa nota, all'embolismo medicamentoso, potrà mancare, nella sua forma primitiva, l'esito felice,. ma lo studio dei problemi che al metodo si riferiscono e l'esperimento delle numerose modific&.zioni di cui questo è certo suscettibile,. ci daranno forse il modo di evitarne i possibili danni, conservando i vantaggi : la sua al· meno relativa innocuità, già dimostrata, ed il rilievo dei grandi effetti curativi. ottenuti con piccole dosi, sembrano jndicare che la via non è senza 1romesse. Lonato, 5 aprile.

tJontributo alla terapia del reumatismo brale col metodo Baecelli. Per il dott.

MAi""ICUSI

cere ~

CARLO .

So di parecchi che hanno con successo esperimentato le iniezioni endovenose di sublima~o nel reumatismo articolare acuto, anche con complicanze endocarditiche, come il Singer, il prof. Maragiiano, il dott. A. Baudel, il dott. Filippo Felice, ma non so se il metodo Baccelli sia stato anche usato, pritna di questa mia pubblicazione,. nelle complicanzè di reumatismo cerebrale. Comunque io m'appresto a far noto il caso clinico seguente, che avrebbe avuto certamente esito infausto senza l'ausilio d'un rimedio così eroico, solo per mettere in evidenza la bontà e l'efficacia d'un tal metodo. T·. Cerm. . . . d'Antonio, d'anni 26 da Cicala, ha genitori viventi e sani, quattro fratelli e due sorelle che mai hanno sofferto malattie d'impor · tanza tranne i comuni esantemi dell'infanzia. È un individuo di media statura, con sviluppo· scheletrico regolare e musculatura anche bene ~viluppata. Lavo~atore ins.tancabile, . dn:rante .la sua permanenza tn Aro~r1ca noll: st r1sparm1ò; sobbarcandosi ad ogni piu dura fatica, non esclusa quella delle miniere.


f ANNO XX,

FASC.

40]

Nulla nella sua anamnesi se si eccettua la natura del lavoro, dà ragione dell'attuale svilupparsi del morbo: non disposizione artritica, nè lesioni che abbiano potuto rappresentare la parte d'entrata dell'agente infettivo. Messosi a letto dtte mesi dopo il suo ritorno dall'America, si presentò alla mia osservazione col quadro sviluppato del reumatismo articolare acuto. Non indugiai a somministrare i rimedi del caso, dal salicilato di sodio per via , interna alla cura topica (cloroformio, giusquiamo, ittiolo, impacchi d'alcool) e ai metalli colloidali: e già speravo di dover riuscire a buon porto, per il mi· gJiorato decorso del male; tanto più che nessun segno accennava alla complicanza d'un'endocardite; quando un giorno, il ventesimo dall'inizio, fui chiamato al letto dell'infermo, perchè questi avea cominciato a manifestare grande irrequietezza, mentre la temperatura s'era elevata a 40°. Data l'eccitazione del paziente con qualche accenno a delirio, non tardai a convincermi di trovarmi dinanzi a gravi sintomi cerebrali; per cui prescrissi la vescica di neve sul capo, il sanguisugio alle mastoidi e qualche moderatore ner• vmo.

Inutile però; perchè la temperatura continuò ad elevarsi; mentre accanto ai deliri insorgevano sintomi irritativi motori, con convulsioni generali: fu in uno di questi momenti che l'ammalato tentò di mordersi, riuscendovi in parte. Urgeva per tanto sollecitamente por riparo al fatale andare del male; ed io senza esitazione ricorsi alle iniezioni endovenose di sublimato cor• ros1vo. Incominciai con 2 mmgr. il primo giorno e 3 mmgr. il secondo, seguii con ~~ cgr. il terzo e 1 cgr. il quarto, visto che nessun miglioramento accennava. E fu bene avere insistito con alta dose; perchè' i primi indizi di miglioramento incominciarono ad a versi . subito. Infatti la temperatura scese a 39° mentre prima s'era mantenuta costante a 41°, il polso inco,.. minciò a regolarsi ed a subentrare la calma. Non ristetti e continuai nella somministrazione del rimedio; tanto più che, avendo esaminato di tanto in tanto l'urina, non vi avevo riscontrato modificazione di sorta. L'iniezione era ben tollerata e il miglioramento continuò: si promosse la diuresi abbondante, s'iniziarono sudori profusi e alla 6a infezione il malato poteva dirsi fuori pericolo. ' La quantità di sublimato iniettata era stata di 30 mmgr. in 6 giorni e la sua azione cosi evidente che nessun rimedio, credo, avrebbe potuto averne una più rapitia, completa e scevra d'inconvenienti. Quale sia poi il meccanismo di questa azione, diversi ricercatori hanno cercato d'indagare; e mentre alcuni credono ad un au .. mento nel sangue dei leucociti; ed altri ad un aumento nel siero degli anticorpi ; il prof. Baccelli ritiene che grande importanza debba attribuirsi invece al potere bivalente del sublimato sperimentantesi direttamente sia contro i microrganismi che contro le Jloio tossine. Cicala, 8 giugno 1913. 3

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SEZIONE PRATICA

!OOADEMIE, SOOIBTl IBDIOBE, CORGRBSSI {NOSTRI RltSOCONTI PARTICOJ,ARI).

VIII Congresso Nazionale di Pediatria. Bologna

21-26

settembre.

Nel n11mero precedente abbiamo dato la cronaca della prima giornata di questo Congresso, parlando della sua inaugurazione, del suo programma e del nuovissimo ospedale pei bambini sorto in Bologna. In queste righe daremo un elenco delle discussioni scientifiche del Congresso medesimo. La seconda giornata si è aperta con un saluto del prof. Haiech al prof. Comba, che per regolamento abbandonava il s uo posto di presidente dell'Associazione italiana di pediatria, da lui tenuto con competenza ed interessamento amoroso. Il saluto venne calorosamente condiviso da tutti i congressisti, i quali applaudirono pure al prof. Concetti di Roma che venn e nella prima giornata nominato all'unanimità nuovo presidente. Si passa quindi alla lettura del primo argomento : i disturbi della nutrizione nei lattanti al seno . I relatori ufficiali, Francioni e Spolverini, lo svolgono con un forte contributo di studi e di esperienze personali, corredato da tavole illustrative e di dettagli fotografici. La discussione che ne segue è assai nutrita, e ne ha gran parte il prof. Pacchioni, il quale comment a anche al~uni recenti studi di Finkelstein e Czerny, gi11dicandoli troppo u nilaterali. Seguono poi dodici comunicazioni, ognuna letta dal proprio autore, ed o.g·nuna fatt a ogget to di commento o di chi arimenti da parte dei congressisti, e degli autori medesimi. Si segnalarono quelle del Pincherle di Bologna, sull1 uovo nella alimentazione del lattante ; dell 'Allaria di Torino, sul contenuto acetonico dei tessuti di lattanti morti per malattia della nutrizione; del Valag ussa di Roma su 1955 cutireazioni; del prof. Concetti, sulle forme agenesiche congenite del sistema nerveo-muscolare; del Cozzolino di Cagliari, sulla idiozia mongolica, ed altre. Vi fu poi un'adunanza della Lega nazio1iale pe1' la protezione della prima infanzia, in cui si discusse lo statutq e il regolamento e si nominò il Consiglio direttivo permanente, • riuscendone presidente il prof. Comba. In fine della giornata fu offerto ai Congressisti un sontuoso banchetto dal Municipio di Bologna. La terza giornata venne tutta occupata per la gita a Ravenna e a Rimini onde visitarvi gli Ospizi marini. I congressisti ebbero ovunque festose accoglienze, e con una sottoscrizione provvidero a due letti nell'ospizio marino bolognese

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1450 da ii1titolarsi alla memoria dei compianti professori Mya e Fede. La seduta antimeridiana della qiiarta giornata ·viene occupata dalla discussione del tema ufficiale : cc Le ghia1idole a secrezione inte1'1ia nella pa.tologia infantile>>, tema di un grande interesse, riferendosi a studi recenti e ancora 1nolto discussi, e sui quali i relatori prof. Simonini dell'Università di Modena e prof. Cattaneo dell'Univ ersità di Par1na hanno dettato un ,-.1lume di circa 400 pagine. Dopu le comunicazioni sullo stesso argomento delle secrezioni interne, del dottor Fiore cl1e ha presentato studi originali s ul timo, del prof. Mensi che illustrò casi di diabete, del ,)rof. Pincherle che parlò dei reperti istologici i11 1111 caso ·da lui osservato di tetania , del prof. Simonini e del llott. Nizzoli sulle variazioni dell'acido fosfocarr1ico dei t essuti in rapporto all'ablazione della tiroide, si aprì la discussione sulle rela. . ZlOlll.

Il prof. ~acchioni ha espresso brillantemente la sua concezione in rispetto alle secrezioni interne, per le quali egli pensa ch e non si debbano considerare isolatament e, ma come determinanti insieme una situazione armonica, che ,raria con l'età, ed è lieto che le ricerche del prof. Fiore abbiano esperimentalmente co11fermate le sue vedute. Si congratttla coi relatori del poderoso lavoro. Il prof. Concetti, presidente della Società di pediatria, elogiati i relatori, parla delle forme di alterazioni tiroidee nella clinica delle malattie infantili, argomento la cui conoscenza è dovuta in btton.a parte al lavoro della sc11ola del professor Concetti stesso. Ai vari oratori risponde il professore Simonini, l'u110 dei relatori, ringraziando e soffermandosi a parlare dei concetti che lo guidarono nell'estendere la sua ].)art e. Parla egli della tiroide e delle paratiroidi, mandando un saluto al prof. Vassale, che fu suo maestro e che nella e!1docrinologia h a segnato una epoca indimenticabile. Illustra, rispondendo alle obbiezioni, il valore delle ricerche sulle ghiandole tiroidee, paratiroidi e timo e si riporta anche egli a un complesso plurighiandolare. Il prof. Cattaneo - altro relatore ed oratore fecondo e fiorito - dice che l'interesse dell'argomento sta in ciò, che dallo studio di assieme di un materiale di ossérvazioni frammentario e spesso contraddicentesi risulta come sia ormai tempo di assurgere dai minuti particolari di singole ghial;ldole a delle considerazioni di assieme, • quali le ha enumerate il prof. Pacchioni, e come egli ha insistito sulla sua relazione. Un complesso di organi a funzione più o 1neno ben nota, ma certo importante, domina tutta la fttnzione del1'organismo; ma lo sviluppo degli organi stessi

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e la potenzialità di secrezione, considerati 11el loro assieme, ràppresentano quell'elemento speciale or1nonico quale ha ricordato il professore Pacchio1u, elemento variabile nella età, ma variabile certo anche per condizio11i ereditarie. Il discorso del prof. Cattaneo, spesso interrotto da applausi, infine è coronato da una "·era e propria ovazione, e da una serie lu11ga di congratulazioni vivissime. La secluta pon1eridiana s i svolge al noto Istituto Rizzoli, nell'aula della Clinica ortopedica, o\·e vengono comutucati vari casi e studi ii1teressanti, specie intor110 alle malformazioni ossee dell'infanzia . La qiiinta giornata è tutta occupata dall'argomento sulla vacci1iazio11e an.tivaiolosa. Relatori ufficiali sono i professori Gagnoni per la parte t eorico-scie11tifica, e Besti per la parte cli11ica. È prese11te anche il i1oto antivaccinista, prof. Ruata senior, il qttale durante la discussio11e sostie11e tre ordini di opposizioni : 1° i pote ti ca natu~a del , ..accino e conseg11e11te non dimostrat a11e identità col germe del vaiolo; 2° confronti statistici fra popolazioni vaccinate e non vacci· nate, con r elative s tatistiche di no11 ottenuta in1mu1lità per il vaiolo mediante la vaccinazione; 3° illogicità clella vaccinazione qua11do si ha alla mano il rimedio dell 'isola1ne11to. Chiude la lunga discussione il presidente prof. Concetti, il quale porta pure nttov-i dettagli in difesa della vaccinazione, uno dei quali è che 74 su 80 assicuratori inglesi (in I11ghilterra 11011 è obbligatoria la vaccinazione) richiedono la vaccinazione ai loro assicurati, ciò che è prova materiale di ttn \ralore che sorpassa gran copia di argomentazioni di altro genere. Il Congresso, me110 tre voti, approva il seguente ordine del giorno: «I pediatri italiani riuniti a Bologna in VIII Congresso Nazionale, udite le relazioni dei col· leghi professori Gagno11i e Berti, dopo una lunga discussione, convinti che la vaccinazione jenneriana rappresenti il metodo più sicuro ed efficace di preservazione contro il vaiolo, che la immunità dalla medesima conferita è solo temporanea, che talt1ni insuccessi verificatesi dipendono piuttosto dalla cattiva qualità del vaccino adoperato, fanno voti perchè la legge sulla vaccinazione obbligatoria venga scrupolosamente osservata ed imposta e che il Governo assuma a sè. ]a fabbricazione o almeno il controllo rigoroso della produzione del vaccino » ~ Nella seduta pomeridiana vengono lette molte comunicazioni da vari congressisti. La sesta ,[!iornata è occupata dalla git. a Mo·· dena per visitarvi l'Ospedale Infantile, e a Salsomaggiore, colla quale il Congresso fini sce, lasciando un grato ricordo in tutti gl'intervenuti. Dott. GUIDO M. PICCININI. '


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SEZIONE PRATICA ,

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO.· '

I

MEDICINA SCIENTIFICA. Sulla genesi e sul signiflcato delle cellule giganti.

Talora interi gruppi di cellule giganti v engono invasi da sepimenti e travate di tessuto connettivale giovane. In altri casi infine si osserva una degenerazione tcalcarea delle cellule giganti, le quali presentano nel ~loro interno scaglie e cristalli molto rifrangenti e lunghi aghi di sali calcarei ; menti-e nessuna traccia di simile degenerazione si vede negli altri elementi del · tqmore. A. R . I

cellule giganti costituiscono uno dei più interessanti e più discussì elementi di alcuni tessuti sani e patologici. Oltre alle ce1lule giganti del mfdollo osseo, ohe ne rappresentano il tipo nei tessuti normali) conosciamo quelle dei tessuti di neoformazione, di origine infettiva (tubercolo) o neoplastica (sarcomi) · e del tessuto di granulaCASISTICA. zione o in quello colpito da degenerazione amiMeningismo.~ loide; infipe le cellule giganti indotte dalla pre~enza di corpi estranei, specialmente d ì origine Sotto la denominazione di « meningismo », pr oanimale e vegetale (pseudotubercolosi). posta dal Dupr é, si i ntende un complesso sinIncerti e contradditori sono i risultati a cui tomatico ap par entement e eguale a quello della sono pervenuti gli autori studiando gli elementi meningite, 1n a che t uttavia si differenzia net tadai quali possono trarre origine e seguendone il . mente da ~uesta m alattia, segnat am ente per loro destino: in generai~ tuttavia la grande magquanto rig uarda l'etiologia e i l decorso del quagioranza degli AA. ammette che le cellule giganti dro m orboso. rappresentino elementi attivi, progressivi, di alta I t ratti carat teristici del men,engismo (pseudovitalità. Ora, Cipollone e Bilancioni (Pathologica, mening·ite di Bouch ut, meningitis sine me1iina . V, 1913, n. 1.12\ con lo studio di sette casi di gitide di Schultzej sono r.appresentati da febbre, polipi dell'orecchio medio - nei quali, come è r1gidità della nuca, iperestesia, cefalea, fenomenoto, si trovano frequenti le cellule giganti no di Kernig ; nel liquido cefalorachidiano la hallJlo potuto seguire la loro genesi, giungendo pressione è norm ale o diminuita, ma talora an- a risultati assolutamente oppos ti all'opinione ac- eh.e aumentat a ; il liquido stesso è limpido, con cettata dai più: per essi le cellule giganti, almeno scarse cellule, e non contiene batterii; la malatnei casi osservati, si debbono giudicare elementi tia g uarisce senza lasciare alcu t). r esiduo . . caduchi, in fase regressiva e in energia decreIl m eniµgism o non è una malattia a sè, ma scente. ttna sindrome che può svolgersi nel corso di nuQuesto modo di vedere risulta dal meccanismo merose affezioni, specialment e• di origine infetdella loro genesi, per la loro topografia, per la loro tiva. Sachs riferisce di aver . rilevato segni di forma, per le facili offese a cui sottostanno per meningismo nel 4 per cento dei casi di scarlatopera del tessuto vicino, per le loro d egenerazioni. tina da lui .o sservati ; in qu esti pazienti il li~atti non di ~ado a formare le cellule giganti qµido c~falo-rachidiano era limpido, conteneva concorrono, presso lacune ematiche che si vanno scarsi elementi . cellulari e nessu n battetio, e la organizzando lentamente, elementi cellulati (fibro- pressione di esso er a, in genere, normale. La blasti ) deviati dalla loro funzione di accrescere comparsa del meningi$mo durante il tifo è stata per proliferazione il tessuto connettivo; la fase osservata da Laurel, Stursberg, Staubli, Gennuova da loro assunta non è p,-ogYessiva, ma 'Ye- nari• , ecc. g-ressiva, poichè rappresentano elementi che, per Nella polmonite l'insorger e del meningismo è il cessato pot@re formativo, confiuis·cono fra loro stato descritto da numerosi autori ; anzi secondo e formano cellule polinucleate di debole vitalità. Nobécou rt esso potrebbe manifestarsi, oltre che Qnesta debole vitalità delle cellule giganti è nella p neumonite crupa1e, anche nelle broncodimoqtrata poi da altri caratteri, fra i quali si polmoniti. I l Kayser, st1 500 casi di polmonite notano specialmente la loro .forma irregolare, chè da lui osservati, ha potut0 13 volte ~tabilire la spesso le fa somigliare a grosse zolle o bJandelli diagnosi di ine11ingismo ; 12 di questi casi si di protoplasma disseminati di nuclei, l'indecisione riferivano a bambini al disotto dei 12 anni . .. Schot tmiiller ha descritto casi di meni11gismo dei loro contorni, la presenza di vacuoli nel protoplasma, la facilità con cui esse sono aggredite nel corso di infezioni puerperali, morbillo, tosse da fagociti, che esercitano su di loro un potere convulsa. Taillens vide, in un bambino di due citolitico che va sino al completo riassorbimento. anni, i sintomi del meningismo scom patire im-

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IL POUCLINICO

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I

mediatament~

dopo la emissione di nove asca- ma infanzia, o che si tratti invece di vere. forma ridi. Annaratone riferisce di aver osservato in ereditaria, in cui il virus sifilitico ha cominciato un negro, ammalatosi con disturbi gastroentead esplicare la propria azione fin dalla vita inrici, l'insorgere di rigidità della nuca, vomito, trauterina. contrattura dei muscoli addominali, nistagmo Alcuni dei soggetti colpi ti dalla paralisi pro stridore dei denti, rigidità pupillare, coma ;' gressiva giovanile presentano evidenti i segni l'autopsia fece rilevare, a carico delle m eningi, della lues ereditaria. soltanto segni di iperemia ; nello stomaco fu troAnche lo sviluppo intellettuale si mostra tavata una grande quantità di ascaridi. lora insuffi.ci~nte fin dai primissimi anni; sicché, Dal punt o di vista anato1no-patologico deve quando si rendono poi manifesti i segni della dirsi che è caratteristico del meningismo il reparalisi progressiva, riesce talora difficile il diperto negativo a carico delle meningi; solo ecce- stinguere ciò che dipende da deficiente sviluppo zionalmente è stata constatata in esse l'esistenza da ciò che è in rapporto con successiva dimidi iperemia o di edema. nuzione della intelligenza. La diagnosi del meningismo non presenta alIl quadro clinico non differisce sostanziai men te cuna difficoltà ; la distinzione fra meningismo e da quello della paralisi progressiva degli adulti. 1neningite è dat a dal reperto del liquido cerebro- Maschi e femmine vengono colpiti in 11umero spinale. Danielopulo ha recentemente comunicato pressochè eguale; la malattia inizia ordinariamente una reazione che non mancherebbe di un certo nel periodo della pubertà; gli infermi non sono interesse pratico riguardo alla suddetta diagnosi più capaci di svolgere i loro compiti scolastici e differenziale; secondo questo osservator e, la eperdono ogni traccia di vivacità intellettiva. Posn1olisi prodotta mediante il taurocolato di soda sono anche svolgersi sta ti di depressione e di ecverrebbe arrestata dal liqttido spinale dei menin- citamento; idee deliranti di persecuzione e di g itici assai più che dal liqt1ido estratto in casi grandezza con la assurdità caratteristica della di semplice meningismo. malattia in discorso; allucinazioni visive ed acuLa prognosi del meningismo è favorevole, stiche; irritabilità, impulsi. Dal punto di vista giacchè a questo non seguono paralisi nè altri somatico possono osservarsi: accessi convulsivi disturbi di origine cerebrale. Sembra anche che con perdita completa della coscienza, ed altri, più l'insorgere del meningismo non esplichi alcuna lievi, con i caratteri della epilessia Jacksoniana; influenza nociva sul decorso della malattia infetattacchi apoplettifonni, cui possono seguire emitiva sulla cui ])ase esso si è stabilito. paresi; sintomi tabici (Froelich trovò, su 50 casi La terapia è puramente sinton1atica; talora la di paralisi progressiva giovanile, 10 soggetti in puntura lombare ha azione favorevole . cui i rotulei erano aboliti); movimenti coreiformi; Intorno alla etiologia del meningismo gli audisturbi nell'equilibrio e nella deambulazione i tori non sono d'accordo. Alcuni infatti (Schottquali indicano una partecipazione del cervelletto; m iiller, Zeidler, Bortsquet, ecc.) ritengono che il disturbi afasici e aprassici; fenomeni pupillari, meninorrismo debba venir messo direttamente in nistagmo, strabisruo e atrofia dei nervi ottici; dirapporto con l'infezione batterica; esso avrebbe sturbi vasomotori con i caratteri dell' acronedunque la medesima origine della vera meninvrosi e dell'acrocianosi. o-ite ' da cui non differirebbe quindi che per il o L'esame del liquido cefalorachidiano fa rilevare oo-rado di intensità della affezione. Altri autori i reperti obbiettivi abituali della paralisi proinvece (Schultze, Kirchheim, S chroder, Sachs, • gress1va. . . ecc.) ritengono invece che i fenomeni del m eninLa diagnosi non presenta, m genere, difficoltà; o-ismo di pendano dalla azione delle tossine, e talora però è necessario differenziare la paralisi ~he quindi questo qttadro sintomatico m eriti di progressiva giovanile dalla sifilide ereditaria. Inolvenir t enut o nettamente distinto dalla vera metre è da tener presente che nelle forme di paraningite. lisi giovanile lega te a sifilide ereditaria, oltre alle (KAYSER. Be,l. klin. W ochensch., ., r913, n. 22). alterazioni anatomiche caratteristiche, che corriV. FORLÌ. spondono a quelle della demenza ~aralitica degli adulti, si riscontrano anche, nel sistema nervoso centrale, malformazioni e arresti di sviluppo , in · Suita· paralisi progressiva giovanile. rapporto diretto con la sifilide. ere?itari~ .. Rosenfeld (Mediz. Klinik, 1912, n. 44) osserva Dal punto di vista terapeutico, il medie~ può che i casi di demenza paralitica svolgentesi in sog- dirsi completamente 'disarmato; le. cure specifich_e getti giovani {sino al ventesimo anno di età) pos- non hanno dato infatti nessun risultato soddisono venir distinti in due gruppi, a seconda che sfacente. . . V. FoRiì. la infezione sifilitica sia stata contratta nella prt(20)


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l ;ASC .

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SEZIONE PRATICA

TERAPIA. La terapia dell'eclampsia. La causa vera dell'eclampsia a :icora non si conosce: forse esistono diversi fattori etio logici. L'agente tossico non si può escludere: esso circolerebbe nel sangue e varierebbe nella sua azione nei diversi casi: esso avrebbe un effetto nocivo sul fegato e sui reni e da ciò risulterebbe accumulo ancora più forte nel sangue di tale elemento tossico. Quanto alla prognosi ognuno sa che l'eclampsia è una malattia gravissima: la mortalità oscilla dal 2 0 al 30 % ed è maggiore nelle multipare. A gravidanza inoltrata è minore che all'inizio. Anche la mortalità fetale è molto elevata e maggiore di quella materna. Sulla terapia di questo stato morboso si diffonde il Nagel (Berl. Klin. Woch. , n . 24): egli sostiene che con una cura adeguata dell'affezione renale (che costantemente coesiste coll'eclampsia ed anzi ne precede l'insorgenza) si può evitare lo scoppio delle convulsioni. Una donna gravida con albuminuria deve esser messa a dieta lattea . Per evitare la nausea è opportuno aggiungervi acqua di soda o bicarbonato sodico, ma sopratutto è necessaria una accurata toilette orale per mezzo dell'acqua ossigenata o di qualche sostanza aromatica. Si può inoltre, come n elle altre affezioni renali, ricorrere ai diuretici, ai bagni, agl'impacchi caldi, ai purganti. Il riposo in letto è indicato solo nei casi gravi, anzi nelle giornate calde si può permettere pure qualche piccola passeggiata all'aperto, purchè la paziente porti una maglia di lana. Il coito deve S'!mpre proscriversi. La terapia d ell'eclampsia aveva come unico scopo di troncare gli accessi e di accelerare il parto .. Il Diihrssen fu il più strenuo difensore dell'interruzione della gravidanza, basandosi sul fatto che gli attacchi convulsivi cesserebb ero di regola subito dopo espletato il parto. Però le nt1merose statistiche recenti parlano contro un tal modo di vedere. Il Traube e Rosenstein soste. nevano che non è tanto il parto per sè che fa cessare gli attacchi eclamptici quanto la sottrazione di sangue e perciò erano fautori del salasso. Quello che è però ammesso universalmente è che i narcotici e sopratutto il clorofornìio e la morfina hanno un'azione efficacissima nel tròncare gli attacchi convulsivi. Il metodo di Gusserow è oggi molto adoperato e con successo: egli ricorre anzitutto alla narcosj cloroformica che non deve essere molto profonda, ma solo che basti a troncar l'attacco . Se si può provocare il parto senza difficoltà è opportuno particarlo: se non è possibile, è op·

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portuno praticare la narcosi per 6 -8 ore. Poi si somministra idrato di cloralio in dosi di 2 gr. ogni due ore, possibilmente .per via rettale, così si può continuare la narcosi per altre oltre 1 2 ore. tentando se è possibile di provocare · il parto ad ogni modo dopo un tale periodo si deve interrompere la narcosi. Durante le narcosi si favorisca la diafore~i con bagni ori impacchi ca ldi aumentando la temperatura gradt1almente da 28° a 35° ; p er evitare un attacco convulsivo si continui a tenere l'inferma bene coperta per tutto il periodo della narcosi. Come diuretico è utile la proctoc1isi. Contro la dispnea e la cianosi sono indicate le inalazioni di ossigeno. · Lo Stroganoff è sostenitore del metodo conservativo, che si può riassumere nei seguenti paradigmi: 1. Evi tare tutti gli stimoli esterni ; che la malata sia nella massima tranquillità. 2. Uso di narcotici: egli adopera il clorofor · mio solo per troncare gli accessi, altrimenti usa morfina per iniezioni o cloralio idrato per clisteri alternati. 3 . Parto rapido ma non forzato (forcipe, rivolgimento). 4. Evitare le broncopolmoniti cambiando spesso di posizione alla paziente e mediante una accurata igie11e della bocca. Evitare il collasso con cardiocinetici o mediante la proctoclisi. Fa vorire le funzioni renali e a... uella dell'emuntorio cutaneo e intestinale. Le statistiche dej . casi tratta ti col metodo su esposto sono molto confortanti ed incoraggiano nel continuarlo ad usare scrupolosamente e su larga scala . . P. A.

Inconvenienti e pericoli dell'uso delle laminarie nella pratica ginecologica. Nella maggior parte dei casi in cui occorra dilatare il collo dell'utero, le lami11arie sono per il m edico pratico il 1nezzo preferito. Ma tratt audosi di mano·vre enduterine, queste devono essere praticate con grandi precauzioni. Fra gli inconvenienti che possono derivare dal loro uso, so..n qu elli d'ordine meccanico dipendenti da introduzione insufficiente o eccessiva della laini11aria attribuibili a difetti di t ecnica. Inoltre si può avere la cosidetta dilatazione a clessidra, che crea difficoltà d'estrazione considerevoli. A .volte la laminaria si rompe nel punto ristretto. del canale cervicale durante l'estrazione della l am i11aria st essa, e a volte per questo si è dovuto praticare l 'isterotomìa cervico-vaginale.

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IL POLICLINICO

Sono poi molto più pericolosi gl'inconvenienti d'ordine flogistico . Dopo l'introduzione d'una laminaria, si può avere reazione flogistica della mucosa uterina, che facilmente si estenderà alle trombe ed al peritoneo pelvico, se questi era110 stati precedentem ente malati. La laminaria rigonfiandosi costituisce un ostacolo al deflt1sso dei secreti endo-uterini : per questa stasi, se 1'utero co11tiene dei germi pat ogeni , specia11n ent e se vi esista un'infezione latente, si esalterà la virulenza di questi germi. Non è il caso di proscrivere l'uso delle laminarie dalla pratica ginecologica i n modo assole..to; ma è certo che la metrite acuta o sub-ac11t a, con o senza secrezione purule11ta, l 'annessite, l a pel\·iperitonite, costituiscono ·vere ed as·· solute controindicazioni al] 'applicazione delle laminarie. Si potrebbero avere delle reazioni flogistiche gravissime dalle quali si è stati costretti delle volte ad interventi 1nutilanti, e che possono anche avere esito letale. p. .s. ( ] our1ial des Praticie1is, 3 maggio 1913).

Ricostituzione della vagina. Qu~nu

fa un rapporto alla Società di chirurgia, nella seduta del 12 marzo 1903, su due casi di ricostituzione d ella vagina. Nel primo il dott. Schwartz fece un'operazione alla Baldwin: scollamento perineale, tra la vescica ed il retto, introduzione di una pinza nella ferita, laparotomia, ricerca d i un'·a nsa del tenue, resezione deìl'ansa, sutura dell'intestino. presa dell'ansa resecata dalla pinza che la tira nella ferita, piegata in due, quindi sezione della separazione in modo da formare un solo canale. Il risultato dell'operazione fu ottimo; l'operata, giovine di 23 anni, si è m aritata, e i rapporti coniugali si compiono con soddisfazione di entrambi i coniugi. Nel secondo caso, optrato dal dott. Rénon, fu seguìt.o lo stesso processo con esito soddisfacente. M. Quénu ha raccolto in tutto nella letteratura 14 osservazioni, seguìte da successo. Quest'operazione ren~e un gran "ervigio a delle povere infelici ridotte dalla malattia a a senza sesso ».

D. O.

INTUBAZIONE DELLA LARINGE ETRACHEOTOMIA • Pratica ed importante pubblicazione del professore Frasceaco l!gldl, Docente di Laringologia nella R. Università di Roma. Elegante volume in carta di lusso di oltre 800 pagine con ~6 figure - In commercio L. 3.50 più le spese di spedizione. Pei nostri Abbonati, franco di porto e racc<>r mandato, L. 2.&o. In'1tart cartolina-oaglsa eiclwioamenle alla noatra Amm4c t1trtra.1ione :

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IGIENE L a m o r t e p r o f u m a t a. Non si può certamente negare quanto l'umanità intera debba alla scoperta del potere disinfettante di alcune sostanze ed alla diffusione del loto uso. Prima dell'epoca nostra e .solo una cinquantina di anni fa , quando ancora tali cognizioni non si avevano, la mortalità per malattie e per infezioni sopraggiunte alle ferite ed alle lesioni le più leggiere era straordinaria ed a ragione gli ospedali , e specialmente quelli chirurgici, erano con~iderati come luoghi dove si andava a morire. Attraverso i tessuti, messi allo scoperto dalle lesioni le più insignificanti, penetravano dall'esterno i germi più virulenti delle suppurazioni e la maggior parte dei malati ces. sava di vivere per eresi pela o per le varie forme di gangrena. Ma per fortuna dell'umanità ed a salvare il prestigio della scienza medica, venne la scoperta dei disinfettanti e subito la mortalità per infeizioni seguenti a ferite, discese di tanto che oggi è g~ustificato l'inquisire sull'operato del medico quando il fatto si verifica. Un risultato più utile e più brillante era certo difficile sperarlo. Nè, come tanto spesso accade, la cosa lasciò sussistere dei dubbi o la sua conoscenza restò limitata nel campo medico. Anzi, l' « elogio del disinfettante » divenne di moda e non contenti di riempirne le quarte o le ottave pagine dei giornali, è salito agli onori dell 'articolo di fondo. Il mondo è affetto da mani a disinfettatrice e tale stato di animo è brillantemente dimostrato da una 1éclame di una Casa produttrice che rappresenta il globo terracqueo sul quale da una bottjglia viene versat o un disinfettante e con sotto la scritta « Il mondo è infetto : disinfettiamolo ». A chi consi1ieri la cosa solo superficialmente e non si soffermi a considerarne le particolarità, potrà forse sembrare che questa follia microbicida, questa lotta accanita e , nell'intendimento di chi la combatte, stertninatrice di qualsiasi genere di microrganismi debba certamente produrre risultati di una utilità indiscutibile. Nè. certo a costui potrà venire in mente che, anche ammettendo l'esagerazione e lo sciupio del di · sinfettante. una pratica di disinfezioni cosi estesamente ad.operata possa dare luogo a risultati dannosi. Non così però vanno le cose ed a farcene convinti basta pensare al modo col quale i disin-


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fettanti del>bono essere usati afiìnchè siano utili ed al modo col quaìe in pratica effettivanente st• u sano. Afiìnchè un disinfettante raggiunga lo scopo di uccidere i microrganismi che è destinato a comba1i:ere, è neces~ario che esso sia posto a contatto di questi microrganismi e che vi sia mantenuto il tempo necec;sario per manifestare la sua • azione. Mancando queste condizioni, la reazione fra il disinfettante e le sostanze costituenti il corpo del microrganismo non si avvera e della disinfezione non rimane che l'apparenza. E tutto questo naturalmente ammettendo che il potere microbicida del disinfettante sia reale e dimostrato un po' meglio che colle semplici affermazioni contenute nell'etichetta. Vediamo ora come nell'abuso giornaliero dei disinfettanti si tenga conto delle condizioni sud dette. Vengono i disinfettanti posti a contatto dei microrganismi? Ecco come, presente un'autorità che approvava, ho veduto procedere alla disinfezione di un cinematografo. 1° tempo: Spruzzamento qua e là del terreno con acqua ed esportazione per mezzo di una scopa dei pezzi di carta e degli avanzi di sigaretta, di buccie di arancio, ecc.; 2° tempo: Sollevamento per mezzo di spazzole e di bacchette della polvere esistente sulle sedie e, sulle loro spalliere·; 3° tempo: Ricaduta sulle sedie della polvere sollevata da esse e dal pavimento; 4° tempo: Spruzzamento qua e là sul terreno di una soluzione di lisolo. E questo è tutto. La soluzione di lisolo o di altra sostanza più o meno odorosa dovrebbe avere la virtù di penetrare nella immensa quantità di polvere rimasta per ogni dove ed accumulata in tutti gli angoli, attraversare lo strato di sputi che, più o meno solidificato, ricopre tutto ed uccidere i microrganismi. Povero ed in· nocente lisolo! Eppure sua e di tutte le numerose serie dei disinfettanti suoi p ari che si trovano in commercio è la colpa di questa mistificazione di disinfezioni! Che cosa farebbe una buona e pulita massaia se, non illusa da un telepatico e misterioso potere dei disinfettanti, dovesse provvedere alla pulizia di un ambiente? Incomincerebbe prima di tutto dal raschiare tutte le sudicerie aderenti al pavimento, alle pareti ed ai mobili; poi, bagnando ogni cosa, asporterebbe cautamente tutta la sudiceria raccolta e tornerebbe a risciacquare il pavimento. Certo con questo sistema nessun

microrganismo verebbe ucciso, ma verrebbero allontanati; il che, per chi entra nell'ambiente, fa perfettamente Io stesso. E p oi, che odore di pulito! Ed invece colla nostra cieca fiducia . nell'azione dei disinfettanti che, a guisa di radium meravigliosi, appena introdotti in una stan7.a o versati in un cesso dovrebbero immeàiatamente distrug• gere tutti i germi contenuti nell'appartamento e nella fogna fino al mare, noi trascuriamo la pulizia che è la base prima e più sicura di qualsiasi disinfezione e non facciamo altro che sovrap· porre l'odore più o meno piacevole del disin. fettante a quello disgustoso della sudiceria. I germi restano; ma non offendono le nostre narici e se debbono far sorgere in noi malattie e la morte, non avremo il diritto di lagnarci; sarà, come nella Pisanella di D'Annunzio, la morte profumata. s. SANTORI.

POSTA DEGLI ABBONATI. (16 1) S ulla cheratosi blenorragica. - Il dott. G. O.

da Cagliari scrive: «Chiedo per favore indicarmi che cosa sia la chet'atosi blenor~·agica studiata ultimamente da Fiessinger e Durand (Pat'is Médical, 8 marzo) ». La cheratosi blenorragica sopravviene durante il corso di blenorragie con manifestazioni extragenitali multiple e gravi (p. es. artropatie}, in genere nelle prime settimane dell'affezione. Alcuni le con~iderano come una manifestazione nervosa di origine midollare: è più probabile che si tratti di . un accidente infettivo dovuto ad una virulenza del gonococco ed alle peculiari condizioni dell'infermo (cachessia, immobilità a cui l'infermo è obbligato per gli apparecchi immol>ilizzanti nel caso di artriti blenorragiche e che non gli per mette di attendere ad una scrupolosa pulizia della persona, ecc.). La cheratosi blenorragica è più frequente ai piedi ed alle mani, si sviluppa rapidamente, rimane sta~ionaria per alcune settimane e poi ra pidamente scompare. Le lesioni anatomiche rassomigliano alquanto a quelle delle vegetazioni papillari genitali che cosi spesso accompagnano la blenorragia. Clinicamente si presenta sotto forma di rilevatezze dure, giallo-brunastre, sulla faccia dorsale delle dita dei piedi e delle mani, o di placche più o meno estese~ dure e spesse, della palma delle mani e dei piedi (v. Dubreuilh in Pyatique deYmatologique, voi. II, p. 949). (23)


IL POLICLINICO

' La cura consiste nell)energico trattamento dell'uretrite, nell'usò di preparati tonici, nell'allontanare~ per mezzo di cataplasmi, pomate saliciliche, ecc. le masse cornee. V. MoNTESANO.

(r62) . Sulla cura del t racoma. - .I>regola usarmi la cortesia d 'indicarJ:?1i la migliore cura contro la co11giu11ti·v ite granulosa nei suoi diversi stadi·. Plati, 28 agosto 1913. Abbonato F. Zappia. Noi non conascia1no ancora alcuna sostanza cl1e abbia azione specifica s t1lla congiuntivite granulosa ; ma abbiamo una buona quantità di 1nezzi medicamentosi vari, che ci permettono di lottare con successo conti-o l'estendersi del processo granuloso, e anche di farlo scomparire, ad una sola condizione: che la loro applicazione sia ripetuta per molto tem1)0, anche dopo la scomparsa appare11te di ogni lesione congiuntivale. Ogni cura di congiuntivite tracomatosa deve> prefiggersi il doppio scopo di rimuovere gli attncchi infiammatori e l'aumento di secrezione che e ad essi legato, e favorire la risoluzione della ipertrofia congiuntivale. L'uno e l'altro si ottengono con l'uso razionale dei caustici, fra i quali si dà la preferenza al nitrato d'argento in soluzione al 2 per ce11to, ed al solfato di rame in lapis. Il nitrato d'argento si adopera nei casi r ecenti accoro pagnati da fenomeni infiammatori oo-ravi e da abbondante secrezione; il solfato di rame è più utile quando trattasi di agire contro la ipertrofia congiuntivale . Nell'ultima fase (tracoma cicatriziale) sono utili e bene accetti dai inalati i colliri astringenti iu glicerina, quale il glicerolato tannico al 3 per cento, che si pttò usare continuamente anch e per molti anni . Quando alla lesione co11giuntivale si accompa.. gnano complicanze corneali (infiltrati, ulceri), .è da astenersi completqmente dall'uso del lapis dj solfato di rame e da servirsi con precauzione delle pennellature ' di nitrato d'argento al 2 per cento neutralizza11do in1mediatamente l'eccesso ' con soluzione di cloruro di sodio al 5 per cento, 011de evitare che esso venga a contatto con la • cornea. Evitare sempre qualsiasi maltrattamento della congiuntiva (cura chirurgica), molto più dannoso . .. .' della malattia stessa per le c1catnc1 ancora p1u deformi che produce, e che sono sempre causa di gravi complicazioni lontane (entropion, panno corneale, ulceri, ecc.). •

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BARTOLOTTA.

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(163). M edici fidiecia,i del/' Istituto Nazionale delle AssicufaZ'Ìoni. - Favorisca rispondere sul ' giornale al seguente quesito: Quali sono le norme che regolano le nomine a medici fiduciari dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni? Qual'è il relativo stipendio, o intlennità, o provento fisso? Ringraziando sono dev.mo Dott. U. Ferraris abbonato. A quanto ci consta, non vi sono norme spe-.

ciali che stabiliscano criteri assoluti per la scelta di questi medici. Fino ad ora sono sta ti preferiti i medici fiduciari di Compagnie assicuratrici le quali avevano ceduto il loro portafoglio allo S tato. Del resto non sono mancati !amenti, re· criminazioni e proteste. V. Fo~ì. (164). Cot'si sulle m<Jtattie t,opical'i . - Sarei molto grato se a mezzo della rubrica « Risposte a quesiti e domande » mi si potesse informare in quali mesi si tiene a Bruxelles e, credo, anche a Parigi, un corso speciale per le malattie tropicali e quali modalità occorrono per l'inscrizione (do· manda, tasse, ecc.). Dott. Gino Delogu. A Bruxelles aella Scuola di medicina tropicale si tengono ogni anno tre corsi di lezioni, che durano dieci settimane ciascuno: 15 ottobre-31 decembre; 15 gennaio-31 marzo; 1° maggio-15 luglio. L'insegnamento è gratuito. Gli stranieri possono esservi ammessi in qualità di allievi liberi; le do· mande vanno dirette al l\finistro delle colonie a Bruxelles, il quale delibera l'accettazione caso per caso. A Parigi esiste un Istituto di Medicina coloniale annesso alla Facoltà: in esso si tiene ogni anno un corso, che comincia in ottobre e termina in decembre. Vi sono per gli stranieri delle limitazioni per ciò che concerne l'ammissione al corso: essi devono avere la laurea in medicina conseguita in una Università francese, ovvero, se sono laureati in Università straniere, la laurea dev'essere riconosciuta dalla Facoltà di Medicina di Parigi • Al momento dell'iscri.z ione bisogna versare 180 franchi. . D. (r6s) Esam e dei sedimenti itrinari. Sarei grato se nella « Posta degli ~bbon~t~ » :oless:

enumerare e descrivere dif!erenz1andol11 sedimenti delle urine, che ~i vedono ad occhio nudo. Con stima Abbonato n. 7464. •


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SEZIONE PRATICA

Enumerare, descrivere e differenziare i sedimenti macroscopici delle urine non è compito di questa rubrica. Ella potrà ritrovare quanto desidera nei comuni trattati di semejotia (Sahli· Schmidt e Luthie per es.) o nei trattati speciali (il Reale p. es. è ottimo); nel capitolo « Colore e trasparenza» e nei singoli capitoli fosfati urati, carbonati, pus, ecc. sono esposti largamente i particolari per la diagnosi differenziale fisico ·clinfca e quando sia necessaria microscopica. t. p. (166) Chiedevo se per cortesia, poteva indicarmi

qualche libro in lingua italiana o francese che trattasse la cosmesi del viso . Dopo 20 giorni di silenzio rinnovo la preghiera, sperando che la rinnovazione abbia una risposta sollecita. Dott. Giovanni Masnaga abbonato 8368. Oleggio. Nel trattato di terapia delle malattie della pelle di G. Jassner (Unione tipogr. editrice Torino) vi è un'appendice sulla cosmesi della pelle con analogo ricettario. Si consulti pur~: Nicolas et J ambon. Hygiène de la peau et du cuir chevelu. Patis, Baillière et fils. V. M. (167) Il dott. Luigi Gatta di Serracapriola (Fog-

gia) scrive: « Abbia la cortesia d'indicarmi, se crede, nella Posta degli ~bbonati, un trattato clinico sull' arlerioscle,osi, sue diverse forme e localizzazioni, nopchè un trattato speciale sulle m alat t'ie di cuo1'e e del tu bo digerente, sia d 'a11tore italiano, sia di autore straniero, intendo semp.re trattato clini~o ». Scorra la rubrica dei cenni bibliografici troverà quanto chiede. R. B. (168). Prego cotesta Redazione volermi usare la cortesia di indicarmi nella rubrica ad hoc del Policlini co il significato di aiYeps1:a che adopera il prof. Rubino nel suo formulario terapeutico pag. 99.

Ringrazio sentitamente e presento i miei ossequ1• Abbonato 4503. Atyepsia (dà a privativo e oeéwu; nutrizione) significa « deficiente nutrizione n. Questo termine si applica in specie ai lattanti in stato di grave deperimento consecutivo a disturbi della digestione. R. B.

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VARIA

L'ultima malattia di Napoleone. - Un nuovo studio sull'ultima malattia di Napoleone è stato pubblica to dal dott. A. Chaplin (11. Esso è condotto con obbiettività ammirevole. Riveste non soltanto interesse storico, ma anche scientifico e medico. Rileviamo a titolo aneddotico che Napoleone aveva un disprezzo illimitato pei medici e si ri· bellava a tutte le loro cure. Poichè i medici non sapevano spiegargli esaurientemente le cause dei suoi mali, non riusciva a concepire che potessero curargli. Maggiore fiducia e6li riponeva nei chirurghi, perchè « lavorano al chiaro ». Una volta , a Sant'Elena, sollecitato dal dottor Antommarchi (medico corso scelto dalla famiglia di Napoleone), egli si decise a prend~re un emetico. Questo ' fruttò » molto. ciò che era naturale, poichè lo stomaco del paziente si trovava in stato d ,ipersensibilità; ma Napoleone stette malissimo e non esitò a qualificare il. suo medico di « assassino t ! Sembra certo che a Sant'Elena Napoleone fosse assistito da medici meno che mediocri , i quali non capirono gran che del suo male fino a quando non eseguirono l'autopsia. Il loro nome sarebbe da lunga pezza dileguato, se non fosse rimasto associato nella storia a quello di N aroleone. Del resto i sovrani in genere hanno ben poco da elogiarsi dell'assistenza medica che vie11e apprestata ·loro durante gli ultimi istanti. Guglielmo I moribondo esclamava, riferendosi ai medici: « ?u viel Menschen! », troppa gente! E Maca ulay narra che alla morte di Carlo II erano presenti quattordici medici i quali si contraddicevano l'un l'altro e contraddicevano sè stessi ... Si direbbe che la scienza medica, già abbastanza incerta, dia il tracollo sotto il peso di una responsabilità insolita. Nel caso di Napoleone la situazione dei medici veniva resa ancora più difficile da motivi politici. È cosi che mentre Antommarchi, m edico di fiducia, era portato ad esagerare le tinte, i me dici inglesi O' Meara, Stockoe e poi Arnott s' indussero a porre la diagnosi di un semplice s tato dì « impressione psichica », la quale con valida va la credenza - cui teneva il governo inglese - che Napoleone fosse ospitato in un pafadiso te'fL . P. res trel (r) A. O!IAPLIN, M . D. The ltlness and Deaih

(169) Dott. O. C. abb. n. 7341.

Non diamo consultazioni a distanza.

vol. in-16° di pag. ! 12 , con 3 illustrazioni. London , Hirschfeid Brothers, Ltd., 1913. Prezzo : 2/6. of Napoleone Bonaparte.

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IL POLICLINICO

C.Eltl'/I BIBLIOOR'AFICI (~on

1i reeen1i1cono citi i libri p1rvenuti in dono alla Recla.zione).

ERMS W. B. Malaria: cause and eontrol. The Macmillan Company. New-York, 1913. E' un breve ma pratico libro. L'A. si propone di provare quanto lo Stato di California ha gua· dagnato colla lotta antimalarica, e di illustrare la via e il metodo per cui è riuscito nell'impresa splendidamente cosi da liberare la vasta e incantevole regione dalla malaria. Si è raggiunto l'intento con la lotta contro l'anopheles. Dalle nozioni zoologiche ai minimi particolari di propa· ganda e di legislazione tutto è esposto con obbiettività, con chiarezza, con fede. E valga il _buon esempio a innamorare i dirigenti d'altri paesi. Così il libro di Herms è una buona azione.

a. v.

G. SANARELLI. Tu bereolosi ed evoluzione sociale. r vol. in-16 di pag. 334. Milano, Fratelli Treves editori. Lire 4.

Questo vol11me raccoglie una congerie poderosa di dati positivi, è constella~o di osservazioni ed opinioni personali acute e profonde e giunge a conclusioni di una esperienza ma tura nel campo della profilassi sociale. Il prof. Sanare11i espone le sue larghe vedute, nettamente originali, in uno stile polito e chia~o. difficilmente eguaglia bile. Tratta dapprima dell'infezione tubercolare e della immunità contro la tubercolosi, analizzan· done i vari fattori; sj occupa in seguito della in voluzione che la tubercolosi subisce nell 'Inghilterra, nazione presa come paradigma ; infine prende in esame le misure di difesa sociale attuabili e particolarmen~e la questione degli alloggi e la tu tela dell 'infanzia. . Il lavoro aggiunge alle cogniiioni de1l'igienista e del sociologo. A~sumerà indubbiamente molta parte nel dirigere i nostri sforzi contro la più insidiosa e letale delle malattie infettive. '· y. È un libro veramente utile.

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pentici proposti ed attuati sono stati scelti e ampiamente descritti solo quelli che consentono risultati sicuri. Numerose figure chiariscono ed in parte sostituiscono il ~esto. I. T.

Krankheit und soziale Lage. Herausgegeben von M. MOSSE u. G. TUGENDREIK, J.-F. Lehmanns Verlag, Miinchen, 1913. Parte 4a, prezzo M. 6. (L'opera completa in 4 parti M. 22 ; rilegata M. 25). L'igiene sociale ha conquistato ormai il posto che le competeva quale disciplina autonoma, che si proponei l'incremento della salute pubblica. Per raggiungere tale scopo non basta la buona volontà: occorrono delJe conoscenze. L'opera diretta da Mosse e Tugendreich o~re in copia queste conoscenze, esposte in forma accessibile e bene ordinata. Si raccomanda a larghe cerchie di studiosi: medici, igienisti, statisti, cultori delle discipline economiche e sociali, alti impiegati delle amministrazioni pubbliche, ecc. Il volume che ora presentiamo contiene la 3& parte della « terapia sociale 1>. Si apre con un capitolo sulla difesa statale contro le malattie, dovuto a Zahn e Klendinst; Gottstein prende poi in esame i compiti dei comuni e delle istituzioni private; Fischer sì occupa dell'influenza effettiva che la legislazione sanitaria è in grado di esercitàre sulla salute pubblica; da ultimo Schallmayer espone uno studio accurato di eugenètica. V.

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H. GERHARTZ. Taschenbuch der Diagnostk Ùnd , Therapie der Lungentuberkolose. 1 voi. in-12 di pag. 200. con 48 figure e 13 tavole, in nero ed. a colori. Berlin und Wien, Urban und Schwarzenberg, 1913. Rilegato. M. 5. ' Una vena intensamente pratica corre tutto questo lavoro, il quale ci offre dati ben defi· niti e conduce a risultati accuratamente considerati, di un medico sperimentato. Le nozioni teoriche sono condensate all'indispensabile. Dei molti metodi diagnostici e tera-

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. l\'.L'1LACRIDA G . Qualche considerazione di chimica farmacoJogica. - Milano, 1913. ZANI D. Contributo clinico allo studio della cheratite disciforme di Fuchs e alla cheratite profonda postvaccinica. - Treviso, 1913. RrcCIARDI A . Cangrena della gamba attribuita a fasciatur-a stretta . - Noci, 1912 . CozzoLINO O. Tubercolosi materna ed allattamento. - Milano, 1912. DE MENDONCA A. Etiologia das suppuraçoes nasales. - Lisboa, 1913. N ..:\SCIMBENI F. Vantaggi della educazione fisica e danni dell'eccessivo lavoro mentale. - Portocivitanova, 1913. LEONE S . I~a lotta al tracoma in provincia di Siracusa. - Siracusa, 1913. S.l\.NTUCCI A . La sutura razionale del piano profondo nel processo Bassini. - Milano, 1913 . BORDIGA O. Il problema del miglioramento délla terra e della colonizzazione interna in Italia e all'estero. - Napoli, r9r2.

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SEZIONE PRATICA

NELLA VITA PROFESSIONALE . . I medici e le elezioni generali. i\" ella relazione che precede il decreto di scio·

glin1ento della Camera dei deputati, il seguente brano è dedicato alla tutela della salute pubblica. cc Una delle funzioni dello St ato alla quale sono direttame11te interessati tutti i cittadini, ma in modo speciale i lavoratori della città e della campagna, è la tutela della salute pubblica. In questo campo grandi progressi abbia1110 compiuto e la nostra legislazione, come i nostri ordinamenti sanitari tecnici e ammini• strativi, sono all'altezza di quelli delle nazioni più progredite. « lVIolto cammino res ta pur tuttavia a percorrere, poichè la tutela della salute pubblica oltrechè all'ordinamento dei servizi sanitari è connessa alla esecuzio11e di opere pubbliche e a provvedimenti di carattere sociale. Così grande contributo alla pubblica salute dovranno dare le opere di bonifica le quali restituendo molte terre all' agricoltt1ra, trasformeranno 1n validi lavoratori" alcune popolazioni le cui pessime condizioni sa1ùtarie hanno per necessaria conseguenza una profonda miseria. cc Nel campo delle leggi sociali molto resta pure da fare, specialmente per la tutela della S?.lute degli operai st1l lavoro, e sopratutto per ' gli addetti ad industrie insalubri, a causa. delle ccndizioni in cui il lavoro necessariamente si • esegmsce. «Nell'ambito poi dei veri servizi sanitari lun' go cammino dovre1no percorrere per combattere alcune malattie molto diffuse come la tubercolosi; per dotare tutti i Comuni di acque pota bili; per assicurare abitazioni igieniche ai ·lavoratori della città e della caml)agna ; e per ottenere una vera educazione igienica del Paese». Questo brano di prosa ininisteriale, che è adornato dalle firme di undici valentuomini, si occt1pa con s ufficiente chiarezza della tutela della salute pubblica, o per essere più sinceri di alcuni dei problemi di essa. Ma invano si cercherebbe nella relazione una parola che ci affidi che sarà anche pro\T\reduto alla tutela dei medici. Bonifiche, leggi di assicurazioni sociali, lotta contro le malattie professionali e contro la tubercolosi, abitazioni igieniche : su questo programma noi medici italiani siamo d'accordo tutti; ed anche sulla necessità di quella prop2ganda per l'educazione igienica del paese che f11 affermata in ttn memorabile discorso del com-

pianto mi11istro Calissano, proprio in quella stessa Alba che doveva vederl o spegnersi così immaturamente. l\!Ia per i medici che so110 'i.a mente ed il cuore di questa rigenerazione sanitaria del paese, che ad essa hanno dedicato e dedicheranno tutte le loro energ·ie e tutto l'ent usiasmo della loro anima, e specialmente per 1 più modesti tra essi, per i · medici condotti ; per gli ufficiali sanitari dei comuni, gli und~ci autorevoli personaggi che hanno firmata la relazione al Re non hanno pensato valesse la pena di stilizzare nè meno una di quelle tante buone promesse che sono sparse a larga mano nei programm i di tutti i ministeri quando si è alle porte con le elezioni g·enerali. . Per i medici, dunque, noµ c'è nulla da dire in un momento politico di sì grande importan?.a come questo ; i poteri dello Stato non possono occuparsi di loro, che del resto non appartengono all'esercito dei cinque milioni di 11uovi elettori perchè, bene o male, essi già sapevano tutti legg·ere e scrivere. Per corrispettivo, dovranno i medici non occuparsi delle elezioni e starsene in disparte a godersele come uno. spettacolo sollazzevole ? · Oh, io credo che ve ne saranno di colleghi che abbracceranno filosoficamente questo partito, e forse sono i più savii della classe. Ma la grande maggioranza non farà così. Io torno proprio ora da una rapida \Tisita alla vecchia Parma industriosa, dove fra 11n omaggio di reverenza alla memoria di Giuseppe \ /erdi ed uno di ammirazione alla placida bellezza della Maddale11a del Correggio della Galleria. Farnese ho assistito a qualche discussione del Congresso nazionale dei medici condotti, più ascoltando i conversari sommessi degli spett atori che le alate concioni dei relatori; ebbene l'argomento di ogni discorso era uno solo, la lotta nel collegio di ciascuno; questi buoni medici condotti, con·v enuti a Parma da ogni parte. d'Italia, ma in grande maggioranza dall'Italia settentrionale, sembr avano aver dimenticato per un momento tt1tte le gravi questioni che rig·uardavano le loro condizioni di lavoro e d1 esistenza, le ingiustizie patite, le aspirazioni verso un a\rvenire migliore, per non rammentarsi che delle elezioni ; e quando prende\Tano la. parola per discorrere della cassa di resistenza o della condotta piena, fra gli scatti della loro eloquenza forbita (perchè i m edici condotti d'Italia sono tutti . grandi oratori) ogni tanto essi dovevano far forza a sè stessi p ~r non lasciar straripare il pensiero elettorale che (27)


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li ossessionava. Ma spesso i loro sforzi erano difesa nelle legali e giuste richieste ha fatta vani, e questo pensiero si tramutava in parola sentire presso amministrazioni ed autorità. e squillava alto per l'aria della severa aula «Occorre discernimento e forza d'animo ora, magna dell'Università parmigiana. che il tempo è propizio, ora, che molte passate Nell'ultima seduta la parola si traip.utò ad(lirecrimi11azioni possono sortire l'effetto desiderittura in un ordine del giorno, che riaffermava rato. 1'adesione dell'Associazione al programma ili « Attivit à d11nque e b11on volere in questi idee democratiche, ma che era null'altro che un momenti, in c11i ogni individuo fa valere la ordine del giorno elettorale, e il solo dissidentt sua forza ; ogni intelligenza mira al progresso fu vociato senza pietà. della civiltà, al benessere dei popoli, al fiorire V'è di più; in un numero unico distribuito della nazione. a Parma era riportato dall'Irpinia sa1iitaria un «Sentite i palpiti del vostro animo, scuotearticolo sull'argomento, nel quale sono sostete 1'apatia che vi ha vinti pel passato, seguite nute le seguenti idee, che evidentemente eran1.J e manifestate il pensiero vostro con quella condivise da tutti, editori e lettori di quel nufia1nma, che vi spinge ad una lotta serena, fe. 1nero unico : conda di bene, e respingendo con orgoglio tran.. . «. . Nelle lotte bisogna vincere la paura; · sazioni, pressioni o mal giustificati sensi di mostrarsi a viso aperto seguace e difensore dej amicizia, avrete compiuto un vostro dovere principii, che si stimano più retti e più confaverso voi stessi, verso un popolo, verso la na. centi agl 'interessi del popolo; votare e far ·v otare z1one ». per coloro, i quali affidano per un passato di Dinanzi a tanto schietto entusiasmo, che varattività, di sapere, di attitudine all'alta carica rebbe una parola di scetticismo? Conserviamoche si chiede di coprire. cela per migliori o peggiori occasioni; dopo le cc Ed in questa lotta scenda primo fra tutti ,elezioni tireremo le somme e vedremo se e quani . medico condotto, come que2;li che il popolo to i medici condotti, e oltre loro l'intera classe conosce, e col popolo ha divisa i dissapori delle'. sanitaria italiana possano averci gua~agnato: vita, le amarezze dei bisogni p: esenti, le neces e ai primi atti della nuova Camera giudicheresità impellenti, non se~pre sGddisfatte, l1ell·: mo se i buoni propositi per la salute pubblica più tristi ore di una malar.ti,,i, dinnaLzi alla saranno seguite dai fatti: per il momento auguquale ha sentito palpiti di dol·J ri e di speranzP, riamoci che il suffffragio quasi universale segni cosl come si S"Volgevano nell'arjmo stesso del1~~ davvero l'inizio di un 'era nuova per tutti e famiglia sventurata. che siano molti i medici illuminati che siano « Il medico condotto diven~:i perciò ltt:.a poscelti dagli elettori a cooperare a questa rigetenza elettorale, chiede ed ot ~iene, poirhè è i1. nerazione del paese. sentimento di gratitudine che vince qualsiasi Doctor CAJUS. pressione, qualsiasi minaccia, qualsiasi cor;1..i . z1one .... << Orbe11e, perchè restare inec:ti? Perchè no1J RISPOSTE A QUESITI E A ·DOMANDE. lottare apertamente per quei candidati, ~he ni. ·g lio sl conoscono nei proprii se11timenti, et.e (4046) . Pensioni. - Signor Abbonato 252. Non megli1) affidano per una ver:i t reale applica- si possono riscattare anni futuri. Il suo quesito zione delle leggi riflettenti i servizi sanitclr.Ì i non è chiaro • Se vuole andare in pensione nel 11ei Comuni, rispondenti ai b:..sogni del popolu 1918 perchè deve riscattare gli anni r9r5-16-r7-18 <:: della famiglia medica, così come è richie~tc che non sono venuti? Favorisca ripetere il que(lai progressi scientifici e dalla moderna ci vilta !. sito dando maggiori .chiarimenti. «Se finora nessuno ha mai saputo e vol11to (4052) Pensioni. - Il dott. G. A. da G. desidera elevare la voce a beneficio di chi lavo1a e pal- conoscere se essendo meclico ospedaliero con nopita per la vita di un popolo, esponendosi a rr:ina che scade nel l92I possa iscriversi alla disagi e pericoli, spiega11do una nobile misCassa pensione: quanto dovrà annualmente pasione di filantropia, e lottando con i bisog.~.,.i gare e qttale pensione riceverà. . più urgenti della vita, è pur giusto che a Iscrivendosi ora alla Cassa di previdenza, fino al 1921 no,n i1otrebbe liquidare alcuna pencoloro non vada in cambio il proprio bettesione , oo-iacchè. per ottenerla. bisogna prestare alficio. meno 24 anni e .6 Jnesi ili servizio. Nè può avva«Si stringa110 legami con questo .o quel can· lersi del disposto dello articolo 42 del Testo didato, che sentimenti veri e leali di uma11it?i. unico 25 gennaio I913, 11. 453, percbè è medico nutre per indole, che attività ha mostrata nelospedaliero e non condotto. 1'interesse di un mig·lioramento sociale, che la

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SEZIONE PRATICA

. (4053) I1iterpetraziv11 e articolo 20 del Regola111 c1ito sanitario - Pe1Lsio11i. Il dott.P. G. da lVI. eh iede conoscere se il medico condotto, unico esercente in determinata località possa rifiutarsi di accedere alla chian1ata di una persona non compresa nello elenco dei po,..e1i ~ se un medico che abbia 33 anni di precedente servizio possa iscri\ersi ora alla Cassa di pre,·idenza ed a quali condizioni. Secondo lo spirito dello articolo 20 del Regola1nento sanitario il medico condotto dei po,·eri non può rifì.11tarsi di prestare la propria opera -nei casi di 1u·genza anche ag·li abbienti, sul\"'O ottenere, a cura espletata, regolare compenso. Quando poi il condottato è 11nico eserce11te nel Comune, crediamo che non possa negarsi di accorrere anche nei casi non di urgenza. Ciò importa l'i11dole e la finalità filantropica, che è innestata all'esercizio professionale medico. Per profittare dei 33 anni di servizio precedenten1ente prestati occorre a\\·alersi del disposto dello articolo 42 del Testo unico 2 gennaio 1913, 11. 453, secondo cui, iscri \endosi ora, può riscattarè r5 dei precedenti anni di ser,'1.zio. Occc.rre però pagare come premio di riscatto in dieci anni il capitale corrispondente ai contributi proprii ed a quelli dell'ente, oltre le quote mutue e gli interessi composti, cioè una somma che sj aggira fra le 5 o 6 mila lire. Tale somma si può pagare epicraticamente, ma con la corrisponsione degli interessi. Dovrebbe rimanere in servizio altri · 10 anni per liquidare la pensione. (4054) Pro.vvedime1iti profilattici disposti dal 'veterinario - Obbligo de.ll>i1,fficiale sa'nitario - Certificati. - Il dott. ~ . S . da S . P . B. espone che a seguito di alcuni casi di afta-epizootica ,-erificatisi fra i bovini un vetenirario forestiero ha disposto alcune misure profilattiche. Ora il sindaco gli impone, nella qualità di ufficiale sanitario, di recarsi sul posto per adottarli . Chiede conoscere se egli sia obbligato a fare ciò. Desidera inoltre conoscere quali certificati sia l'ufficiale sanitario obbligato a rilasciare gratuitamente e quali a pagamento. L'ufficiale sanitario è tenuto a prendere e ad adoperarsi che sieno presi tutti i provvedimenti profilattici necessari per garentire la diffusione di una malattia . iniettiva nell'uomo, non nelle bestie. Potrebbe essere pertanto giustificata la richiesta qualora la malattia del bestiame fosse trasmissibile all'uomo. Il che non è il caso in esame. È impossibile fare a priori una casistica dei certificati che l'ufficiale sanitario deve rilasciare gratuitamente ed a pagamento. Converrà cl::iedere il parere caso per caso. (4056) Premio spera'nza. - Al dott. O. D . S . da C. rivolgiamo preghiera di farci conoscere da quale ente era stato bandito il concorso, invian-

doci possibilmente un esemplare del relativo avviso. Con la spedizione di tale atto favorisca anche ripetere per sommi capi il fatto quesito. (4057) Ricorso al Co1isiglio Superiore di Sa1iità.· - Il dott. N . G. da F . chiede conoscere: r . Se il ricorso al Consiglio superiore proposto ai sensi dell'articolo 26 della legge sanitaria de,-e essere notificato alla parte, 2. Se detto ricorso ha efietto sospensivo, 3. Nella affermativa in qual n1odo deve regolarsi per ottenere il deliberato· ~. . umento di stipendio, 4. Se presso il Consiglio superiore di sanità è ammesso il patrocinio di a\-vocato, 5. In qual modo deve garentire i proprii interessi nel caso che il Comune riducz. la condotta ai soli poveri ed impingui esagerata~ mente il relativo elenco. Il ricorso al Consiglio superiore di sanità non de·ve essere obbligatoria111ente notificato. I dett_i ricorsi, con1e tutti gli altri aJ11ministrativi, non hanno effetto sospensivo. Qualora il Comune ri.on Le corrisponda lo stipendio nella sua integrale mist1ra stabilita dalla G. P. _A;... può a,-_ valersi della -v-ia giudiziaria. Presso il Consiglio superiore di sanità non è ammesso il patrocinio di a\rvocato. Qualora si riduca la cura ai soli 1-Yo·veri e si impi11g11i ingiustificatamente il relativo elenco, Ella oltre al normale diritto di opporsi in seno alla C~iunta della incl11sione di determjnate persone notorianJente abbienti, può far di bel nt10,·o ricorso alla G. P . A. perchè esaminato il caso, determini se non sia ammissibile altro aumento di stipendio. (4058) Pe1'isioni. - Il dott. E .B. da S. chiede conoscere se con 2r anno di servizio e 47 di età può liquidare pensione od indennità e quale e· se essendo obbligato a lasciare il ser-v-izio in seguito a malattia derivata da lavoro eccessi,To, possa ottenere la pensione privilegiata. Con 2r anno di sen·izio non può ottenere la pensione, ma bensi solo, per le concorrenti cause di salute una indennità ragguagliata ai due terzi del valore capitale della pensione che Le sarebbe spettata, in conformità di quanto sarà st abilito nel regolamento, che non è ancora stato pubblicato. Per tentare la pensione pri"\"ilegiata do\rrebbe in precedenza sottoporsi a visita me-· dica collegiale. (4059) . Sostit1tzio1ie per i nferniità. - Il dott. G. D. da C • dette le dimissioni dalla carica di medico condotto e e tali dimissioni furono accettate dal Comune a condizione di mantenere a sue spese un interino dal dal giorno della vartell7,a, stabilita pel 28 luglio ultimo, al r5 setterrtbre e ciò per a\·er egli ottenuta altra condotta. _,L\.mmalatosi quattro giorni prima di lasciare la residenza non potè raggiungere la nuova sede nel tempo stabilito. Ora il Comune, do\e precede11temente serviva, si rifiuta di consegnar-

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IL POI.ICUNICO

:gli i mandati dal r 0 agosto al 15 settembre ad·dt1cendo di aver pagato l'interino, che per cont _ratto avrebbe dovuto esser e a su o carico. Chiede conoscere se è legale e gi usti:fìca ta la eccezione fatta dalla amministrazione municipale. Se E lla rassegnò le di1nissioni e se quest e ftt-rono accettate, dalla data dell'accettazione fu i11t errotto ogni r apporto fra Lei ed il Comune, a riguardo della carica che rivestiva: Rimase il ·solo rapporto contrattuale secondo cui l'ammin1inistrazione pagat o invece il sostit11to, è logico .agost o e SC'ttembre, dttrante i qu ali non avrebbe prest ato ser·v izio, ed Ella avrebbe dovt1to prov\r1;dere a pro1Jrie spese all'int erino. Avendo l 'amministrazione pagat a invece il sostituto, è logico ch e s i rivalga della relativa spesa sulle sue competenze. Nè è applicabile al caso il disposto del1a legge circa i co11gedi straordinarii JJer iuferro.ità in quanto che, co1ne si disse, con le date djmissionì, avea perdt1ta la veste di inedico condotto e co11 essa il diritto di godere dei be11efici alla m edesima annessi. Non pttò del pari a\~an­ zar pretese verso il nuovo Comune percl1è non av-~ea allora e non l1a neanche adesso, asst111to reg·olare servizio. Doctor

JUSTITIA.

Condotte e Concorsi. BARBANIA (Torino ). - Con sorzio; L. 2450. Scade I5 ottobre. BUDOIA (Udine) . Condotta a cura piena ; L. 4550 !orde e 3 sessenni di L. 300. S e. Io ott. * CALENDASCO (Piacenza). - Condotta piena; L. 3000 e 3 sessenni, L. 800 per cavalcatura, am·bulatorio L. 40 . deliberazioni in corso; abit. 3895. Scad. 15 ottobre. ~ CAMAIORE (Lucca). - Concorso per la condotta del]a Pieve. Stipendio L. 2500 lorde, 4 sessenni di un decimo, oltre 1'as~egno di lire .,oo per indennità vettura. S cad. Io ottobre. CASTAGNETO Po (Torino ). - Condotto e u. S.; L. 2000; servizio dei poveri . .Scad. 15 ottobre. CAVARZERE (Venezia). Al I O ottobre condotta ~er Rottanova ; L. 3000 lorde e L. 500 per mezzi dì trasporto, alloggio o indennità non superiore a L. 500. Servizio entro Io giorni. *CHEREMULE (s·assari). - Condotto per la generalità; L. 3000 nette. Scad. 12 ottobre. CIMADOLMO (Treviso). - Condotta libera; L.4000 ed alloggio. Abit. 2261. Scad. 15 ottobre. * CITTA DI CASTELLO (Perugia). - Chirurgo primario; L. · 3600 lorde e 3 sessenni con dir,tto a limitare lo stipendio a L. z700 . per i soli pov eri, compensi per atti operatori agli abbienti negli Ospedali Uniti - Aiuto chirurgo; L. 2400 lorde ed alloggio negli Ospedali lTniti, nomina biennale .con carattere di perfezionamento senza riconferma. - Scad. 15 o-tt. {30)

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COASSOI.O TORINESE (Torino). - Medico del Consorzio con Monastero di Lanzo; L. 2000 e L. 200 quale U. S., cura p overi, Ioo famiglie circa. Scad. 15 ottobre. CORNETO TARQUINIA (Roma). -Condotta medica residenziale; L. 2400 lorde e tre sessenni; alloge indennità di· L. 300 dall'Ospedale Municipale; tariffa speciale per gli abbienti. Scad. 22 ott. CORNETO TARQUINIA (Roma).-Condotta chirurgica residenziale; L. 4000 lorde e tre sessenni; tariffa speciale per gli abbienti. Scadenza un mese dal 22 sett. ERBA INCINO con CREVENNA (Como). - Secondo riparto B, abitanti 2641, stipendio 3550, tre aumenti sessennali del decimo. scadenza 15 ottobre. Condotta piena, zona eminentemente di villeggiatura. GATTEO (Forl ì). - Al 15 ottobre condotta pei poveri di S . Angelo; L. 3000 lorde, L. 600 per cav. e L. 150 per l'ambul. Ab. 2300.con 500 poveri. GENOVA. Deputazione provinciate. - Due medici primari nei manicomi della Provincia; L. 4500 ciascuno lorde. Rivolgersi alla Segreteria provin· ciale. Sead. Io ott. GIUNGANO (Salern o). - Al 31 ottobre concorso a medico-chirurgo; L. 1500 per i poveri e L. rooo per gli abbienti. Età non superiore ai 40 anni. !SOLA SAN't' ANTONIO ( A lessandrz'a). -Condotto; L. 3500, due sessenni ed alloggio. Sadenza 15 ott. * LUGAGNANO (Piacenza). - Condotta con Grop· parelio; L. 5500, compresavi indennità cavalcatura. SC'ad. 15 ottob1·e. MARACALAGONIS (Cag li ar·i ). - Condotto per la generalità; L . 3225 lor ti e e 2 quinquenni del decimo. Scad. 15 ottobre . * MONTALDO ROERO ( Cun~o). - Medico' condot to pei poveri, U. S. e medico necroscopico; L . 1500 ed alloggio . Scad. 10 ott. MONTECATINI V AL DI CECINA (Pi sa). - Seconda condotta per Castello di Querceto e Sassa; L. 2700 e L 750 per ~avalc . , _l?rde; non ~iù .di 40 anni, s . e. r .. obbligo servizio a. f., se r1ch1esto, verso compenso. Scad. 1 2 ottobre. N.o\POLI. Is tit·u to Ortopedico Ravaschie1i. - Due assistenti volontari fuori organico. \ redi fase. 38. Scad. 15 ottobre. OLEGGIO (Novara). - Condotta con Mezzomerico; L. 1260 per la generalità e L. 50 quale U. S. Scad. r7 ottobre. Servizio entro ·I5 giorni. ÙRTIGNANO RAGCIOLd (Are,gzo). - L. 2500, due sessenni, L. 700 cavallo. cura residenziale , abitanti 2161. Il concorso è prolungato fino al ro ot· tobre. · PADOVA. Casa di cura delta PotiambuZanza medico-chirurgica. - Me?-ico a~tante. Il ~ermine utile per la · presentazione d~1 docu~ent1 sc~de col 15 ottobre. Per infor.11. r1volgers1 alla Dire. . ' z1one PERRERO (Torino). - Consorzio mandamentale; L. 3coo con obbl. cav. e L. 500 quale U. S. Abitanti 4709. Scad. ro ott. PETREI,LA SALTO (Aquita). - Medico; L. 4000 lorde e L. 200 quale U. S., residenza capoluogo . Rivolgersi all'Ufficio comunale.


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SEZIONE PRATICA

PouPAGLIA (Cuneo). - Condotto per i poveri, U. S., necrosaopo; L. I300 e L . . 350 dalla Con·g regazione di carità. Abit. 2485, poveri 300 circa. Scad. 15 ottobre. . PORDENONE (Udine) Ospedale Civile. - Medico .assistente; L. I500 lorde, alloggio in ospedale. Rivolgersi alla Segreteria. POSTA (Aquila). - Condotta; L. 3700 per la generalità e 4 sessenni; L. 100 per a. f. e L . 200 :Se eletto U. S. Scad. Io ottobre. PRESSANA (Novara). - Condotta; L. 3800 lorde -e L. 200 quale U. S . , cura pover.i, metà su 3294 abitanti; aumento di L. 1500, se approvato, cura :généralità. Scad. 10 ottobre. REGGIO EMILIA. - Ia e 3a conddtta pei villaggi; L. 2000 ciascuna e due sessenni. Scad. ore I4 del 15 ottobre. Norme e condizioni visibili nella Segreteria comunale, sezion~ Sanità. RICIGLIANO (Salerno ). - Concorso al posto di medico·chirurgo condotto per la generalità. Stipendio L. 2600. S~adenza 25 ottobre. ROMA. Ministero della 1 Gu.:1'-ra. - Allievi ufficiali di complemento e sottotenenti medici di supplemento presso alcune Direzioni di sanità inilitare e presso alcu11i reggimenti d'arma a cavallo. Vedansi le norme relative ai corsi speciali ed all'ammissione nel « Giornale Militare » n. 36 del 26 agosto 19I3, n. 1070. Scad. 30 nov. ROMA. Mi'Yiisteyo dvlla Istt'u zione pubblica. Straordinari di patologia generale nella R. Università di Cagliari; di medicina legale nella R. Università di Pisa; di clinica ostetrica e ginecologica nella R. Università di Sas~ari. Scad. 9 dic. SAN DA:.'\1IANO AL COLLE (Pavia). - Condotta piena; L. 3700 ed allog15io; abit. 2031; deliberazioni in cor$O di approvazione. Scad. 20 ottobre. SANSEPOLCRO (Arezzq). - 38 condotta. Proroga .al r5 ottobre. · STAI.ETTI (Catanzaro). - Condotta pei soli poveri; lorde L. ISOO, più L. 150 quale U. S.; senza obbligo cavale. Ab. 2009 pressochè tutti agglotne-ra ti ne! capolµogo. Scad. 20 ott. TREVIGLIO (Bergamo). Ospedale di Santa Maria. - Medico primario direttore. Rivolgersi alla Presidenza del Consìglio d'amministrazione. Sca· denza !5 ottobre. TRIPOLI. A mminìstrazione degli Istituti ospedalieri e di beneficenza. - È a r, erto il concorso per la nomina nell'Ospedale Civile del direttore sani- · tario e di un assistente di chirurgia. Il concorso per la nomina del direttore sarà per titoli; quello per la nomina dell'assistente per titoli e per esame. Btà massima 50 anni per il direttore, 3.5 per l'assistente~ al I5 settembre. Lo stipendio del direttore è di L. 5000 annue e quello dell'assistente di L. 1800 annt1e; inoltré · sarà corrisposta una indennità temporanea in ragione di L. r50 mensili al direttore e di I4. 200 mensilj all'assistente. Tali indennità potranno essere in qualsiasi tempo soppresse o ridotte a discrezione dell' Amministrazione. La . nomina sarà fatta per un anno a titolo ·d'esperimento e, ove tre mesi prima della sca· denza non sla notificata disdetta per fallito esperimento, s'i11tenderà confermata per un quadriennio, e cosi successivàmente, salvo che, almeno tre mesi prima della scadenza di ogni quadriennio, 1

l'Amministrazione non dichiari cessato, per qualsiasi motivo, ogni effetto della nomina stessa. È però in facoltà dell >Amministrazivne di deliberare di volta in volta, dopo il primo quadriennio, successive conferme di durata maggiore di quattro anni, ed anche di concedere la stabilità. Per ulteriori condizioni chiedere l'annunzio. Documenti all'Amministrazione ospedaliera entro il IO novembre. *VALENTANO (Ro1n a). - Per un mese dal I3 settembre concorso alla condotta; L. 4600 lorde, di cui 3200 peì poveri, 1400 per gli abb.; se U. S. L . 200. VARESE (Como). - Assistente interno dell'Ospedale; L. 2000, alloggio e facilitazioni vitto. Ri·Volgersi all'Amministrazione. VERONA. Consiglio OspitaZiero. - Medico-chirurgo assistente di 1a categoria nell'ospitale civile; vedi fase. 39. Scad. ore 15· del 20 ottobre. Cercasi medico-chirurgo per 6 mesi condotta urbana ed ospedale. Stipendio L. 300 mensili ed altri incerti. I/interinato può protrarsi anche per un anno. Scrivere dott. Carnelli, Modigliana (Firenze). Medico trentenne lnngo servizio clinica Ospedali di Roma assumerebbe subito interinato preferibilmente servizio Ospedale oppure condotta disposto concorrere soddisfacendo condizioni. Offerte libretto postale riconoscimento 09. 358, Roma. Medico-chirurgo pratico condotta, accetterebbe subito buon interinato. Scrivere al signor Umberto Sessi, piazza Garibaldi, Perugia. Medico-chirurgo con lunga pratica ospedaliera, accetterebbe posto in Cliniche private. Ambulatori, Istituti di cura, ecc., purchè in città capoluogo di Provincia. Per eventuali proposte scrivere al signor C. V., fermo posta, Cagliari . Sono segnati con un a ste1isco • i' concorsi che ci risultano dii· fidati dalle singol e Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con due asterischi •• i concorsi che cl risultano tlolcottati d alia Federazione delle Associazioni Sanitar\e Italia ne.

Diffide e boicottaggi: Nuovi boicottaggi· Grumolo delle Abbadesse (Vicenza) e Fiorenzuola d' Arja (Piacenza) [sa1tzionate dalla presidenza centrale dell' A. N. MC.]. Conferma di boicottaggio: Castelnuovo Veronese (Verona). Revoca di boicottaggio: Gagliano Castelferrato \Catania). Nuove diffide: Pesaro [a medico condotto supplente] , Cavasso Nu.ovo (Udine). Latina (Roma), Castellavazzo Ospitale (Belluno), Bosnasco(Pavia), Carpe1idolo (Brescia), Marano Marchesato (C'osenza). Revoca di diffide: Recoaro (Vicenza), Gallese (Roma), Chiusi (Siena), Monza (Milano) [a medico condotto supplente]. Ci si comunica: « La Sezione di No vara dell A. N. M. C' . .proclama la diffida del concorso di Prato.Sesia perchè a cura piena ed a condizioni non accettabili. Ringraziamenti e cordiali saluti. Il presidente: Dott. G. Promanaldi. » i·

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IL POLICLINICO

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Nomine, promozioni e onorificenze.

lV.CEDICINA SOCIALE

Il prof. sen. Camillo Golgi è stato eletto presidente deJla Società Italiana per il progresso delle scienze. S. M. il R e h a n ominato motu proprio commendatore della Corona d'Italia il conte Giuseppe Visconti di Modrone, il b en noto fondatore della I stit uzione omonima, Ja quale ha per scopo la propaganda. agricola e antimalarica; egli è anche un benemerito n el campo della filantropia largamente intesa: per sua inizia tiva ed a sue spese s?n~ so~~e scuole, asili, piccoli ospedali nelle reg1on1 ptu povere della Lombardia e di tutta Italia.

L'unificazione delle Scuole per infermieri e delle Scuole per levatrici.

CAGLIARI. - Il prof. Casagrandi Oddo, ordinario d'igiene, è nominato rettore dell'Università per gli anni scolastici r 913-16. . CA'!ANIA. - Il concorso a .s traordinario di ped1atr1a ha portato alla d esignazione della seguente terna: 1 ° Longo Antonino ; 2 ° Allaria G. B.· 3° Gagnoni Enrico. ' La Commissione era cosi composta: Concetti presidente, Bozzolo, Jemma, S clavo, Comba, re: latore. GENOVA. - Il dott. Bobylinsky Moisè è promosso aiuto in clinica delle malattie mentali e nervose. Il dott. Portigliotti è nominato assistente in sua vece . PALERMO . - Il dott. Ceraulo S alvatore è abilitato alla libera docenza jn patologia medica. Il dott. Epifanio Giuseppe è nominato assistente in clinica medica. PARMA. Il prof. Roncoroni Luigi, ordinario di clinica delle malattie mentali e nervose, è nominato preside d ella facoltà di medicina e chirurgia. ROMA. - Sono abilitati alla libera docenza i dottori : Zuccari Federico in traumatologia; Franceschini Giovanni in sifilografia e clinica sifilopatìca; Tramontini Gio. Batt. in patologia me/ dica. Il dott. Montuori Adolfo è autorizzato a trasferire da Napoli a Roma la libera docenza in fisiologia sperimentale. TORINO. - Il p rof. Aggazzotti Alberto è incaricato dell'in~ egnamento di chimica fisiologica. TRIPOLI - Il tenente-colonnello medico dott. cav. Giovanni Bernucci, direttore dell 'o~pedale militare di S . Giuliano a Perugia, è stato telegraficamente chiamato alla direzione dell'ospedale. COLONIA. - Il prof. Hering di Praga ha accettato la nominà di decano dell'Istituto di fisiologia patologica, recentemente organizzato. LONDRA. - · I proff. Bier e Korte sono nominati membri onorari del Real Collegio dei chirurgi. VIENNA. - Il prof. His ha declinato l'onore di assumere l'insegnamento della clinica medica, in sostituzione di vdn Noorden . Dev'esserci qualche grave motivo che induce scienziati eminenti come ~triimpell , von Noorden, Abderhalden ed I!is a disertare l'Università di Vienna, che un tempo era tanto ambita. (32)

Nel « Pensiero Medico » il dott. Pugliesi propone di associare le scuole p er levatrici e quelle per infermiere. Egli osserva: (< L'infermiera dell'avvenire deve essere per cultura fondamentale e per professionale istruzione, qualche cosa di simile a quello che è oggi la allieva levatrice, anzi alcunchè di più ancora. E a tale riguardo è a dire che, col sorgere delle nuove scuole, verrebbe ad essere assorbito in certo modo quel che è oggi l'insegnamento speciale delle levatrici, le quali potrebbero rappresentate solo una specializzazione, per così dire, nel campo dell'assistenza immediata, in modo analogo, se mi è concesso fare questo paragone, a quanto accade per i medici, di cui taluno si dedica particolarmente all'ostetricia dopo aver studiato tutta la medicina. Ed è a notare che così le nuove levatrici, avendo una più larga e complessa istruzione, avrebbero anche ben più largo campo di esercitare l'opera loro, al di fuori della semplice assistenza delle puerpere, con vantaggio loro professionale e con m aggior incentivo ad abbracciare quella oggi molto limitata car• riera ». Questa idea del Pugliesi, da lui espressa prima del recente Congresso ·dei Direttori d'Ospedali, è germogliata anche in altre menti, dopo il Congresso. Ad esempio il dott. .l' \.rienti sulla e Critica Medica >) espone il desiderio che in un prossimo futuro la scuola delle levatrici venga trasformata in quella delle infermiere. Le levatrici, egli dice, vengono istruite in quasit tutto ciò che p,.-oponiamo per le nostre infermiere, di più nell'assistenza alla gravida, alla partoriente, alla puerpera, al neonato; nulla di male• se le future infermiere impareranno anche questo; saranno più complete. L' Arìenti conclude sostenendo che con un'unicai scuola per levatrice-infermiera il problema del personale di assistenza potrebbe essere più facilmente e sollecitamente risolto. La stessa idea viene opportunatamente ribadita dal dott. Dori nel « Pensiero Medico ». « Pur professando, e'gli dichiara, la massima . stima per la classe delle levatrici, bisogna, riconoscere che quando iniziano il primo anno mancano di tante nozioni elementari che non dovrebbero entrare come parte delrinsegnamento loro~ e che d 'altra parte la maggioranza che esce col diploma delle nostre scuole, esce, diremo così. incompleta. Ciò del resto è compreso dalla mag-gioranza dei Direttori di scuole ostetriche, che


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SEZIONE PRATICA

ianno precedere all'insegnamento loro corsi preparatori d'indole elementare e generale, e dalle levatrici stesse, che curano il sorger di corsi di perfezionamento dopo il diploma. « Ricorderò incidentalmente come in qualche luogo, ad es. in qualche Stato della Germania, questi corsi di perfezionamento sono obbligatori ·per tutte le levatrici: ogni anno . un quinto di -esse per otto giorni devono fare un corso così detto di revisione che si ripete per ciascuna leva· trice ogni cinque anni. Nelle nostre scuole per levatrici si devono insegnare nozioni generali ed elementari, dal sapere adoperare il termometro ad es. e contare il polso, all'applicazione di un impacco ecc. Ora poichè -ciò è insegnamento più di spettanza di scuola da infermiere, noi credemmo conveniente l'asso-ciare le due scuole anche tenendo conto che per tante, ragioni è conveniente che il personale di assistenza sia, in tutti gli ospedali. femminile. « Noi giudichiamo che si potrebbero associare le .due scuole elevando magari a tre gli anni d 'in.scgnamento. Con la frequenza di un anno o più, superato il relativo esame teorico e pratico, si sarebbe infermiere diplomate; ultimando il -corso, infermiere-levatrici. La prima parte del corso si potrebbe tenere in tutti gli ospedali, la .seconda solo dove già esistono scuole per le levatrici.» All'uopo il dott. Dori formula un questionario per i competenti. e fra questi mette in prima linea i Direttori delle scuole ostetriche. Il questionario risulta· delle seguenti domande; « Crede Ella alla possibilità e convenienza di una scuola per infermiere e levatrici? A quali modalità dovrebbero rispondere le nuove scuole? Possiamo contare sul suo efficace appoggio perchè, se approva, dia l'opera sua onde si ad<livenga all'attuazione di queste scuole, urgentemente necessarie per migliorare il nostro perso· nale di assistenza per g1i ammalati? » Le risposte vanno dirette al « Pensiero Me<lico ». . Anche il nostro giornale apre le sue colonne al dibattito della importante proposta. •

***

'

Da un numero ulteriore del « Pensiero Medico » apprendiamo che, la prima idea di abbinare i due insegnamenti si deve al dott. Antonio Dian, il nostro ottimo cotrispondente da Venezia, al quale ci è grato porgerne i nostri rallegra -

menti. R. B.

NOSTRE CORRISPONDENZE. Ancora sulle feste Eustaehiane. Per un disguido, indipendente dalla volontà di tutti, nella corrispondenza apparsa nell'ultimo numero sul Congresso medico tenuto in detta occasione è stato obliato quanto segue: In seguito alla comunicazione del prof. Man- . eioli, Pedagogia e udito (in cui ha rilevato gli stretti rapporti fra udito e rendimento scolastico, traendo pratiche conclusioni da osservazioni personali fatte nelle scuole comunali di Roma), il prof. Peri di Sestri Ponente propose. e fu accettato per acclamazione un ordine del giorno in cui cc ••• per ovviare agli inconvenienti pedagogici ai quali dà luogo la deficienza degli organi dei sensi negli alunni delle scuole, fa voti che l'esame di tali organi sia reso obbligatorio per assicurare l'efficacia dell'insegnamento ». Palombi tenne una prima comunicazione su uno speciale busto ortopedico, raccomandabile per la semplicità e per il limitatissimo costo; una seconda su te acque salsoiodiche di Penna San Giovanni che godono della stessa proprietà delle più note acque di tal categoria e che meritereb.., bero di una più larga fama. Paganelli trattò del Vagotropismo infettivo da infiuenza; F. Laureati discorse su su atcun·i casi di ipotiroidismo familiare destando notevole ~nte­ resse; e Ubaldo Chiocci ha portato un c'OntYibuto alla cura medica detta peritonite tubercola'l'e. G. BILANCIONI.

flOT/ZIE DIVERSE Il

~ongresso

italiano delle Scienze si è svolto negli l)Corsi giorni a Siena. Vi hanno avuto degna parte l'igiene e !e discipline mediche ausiliarie. Ce ne occuperemo prossimamente, Il Congresso dei medici condotti ha tenuto le sue assise a Parma. Ne daremo presto il resoconto. Primo convegno italiano di cultura medica. Come abbiamo annunziato, la Associazione~tra Liberi docenti della f~coltà me9-ic~ di Ge?-ova terrà una serie di corsi accelerati di perfezionamento e di cultura per i medici pratici. . In ciascuno di questi corsi i liberi docenti nelle varie branche svolgeranno in modo complet~ argomenti circos~ritti _c?n amP.io su~sidio dimostrativo e pratico. ut1l1zza~do .1 mezzi del~e s~uol~ universitarie, degli ospedali, dei laboratori P1!v,at1: I frequentatori avranno così la opportun1ta dt apprendere quei tecnicismi più recenti o ~eno noti che tanto spesso loro converrebbe applicare; •

(33)


IL

POLI~INICO

sentiranno esposto da specialisti provetti lo stato attuale di questioni controverse di importanza fondamentale; osserveranno la precisa documentazione di indagini che in questi ultimi anni si sono andate compiendo. Con questa iniziativa, nuova in Italia per la ampiezza del programma e la larghezza dei mezzi, la Associazione dei Liberi docenti di Genova sj propone di ottemperare alla funzione didattica che le spetta, integrante essenziale dell'insegnamento superiore. La Associazione crede di poter denominare questa iniziativa Convegno di Cultura, in quanto essa varrà, periodicamente ripetuta, a rinnovare la cultura del pratico che, spesso 10ntano dai centri ed assorto dal diuturno e grave lavoro. non può sempre formarsi un chiaro criterio nè sui rapporti tra la teoria e la pratica nè sulle varie modalità di tecnica. Tutto è predisposto perchè i colleghi nel breve loro soggiorno in quel centro di studi, possano trarre il maggiore profitto dal sacrificio volontario che 11ell'interesse del sapere essi sono per fare. La Commissione esecutiva e cosi composta: V. De Cigna, D. Maragliano. G. Massini, A. Morselli, i\. Risso, A . Rossi, A. Sapelli, M. Segale. Il primo corso comincierà in ottobre. - Chiederne il programma sommario. Per iscriversi occorre inviare al cassiere del comitato (prof. A. Risso, Casella Postale 884 Genova), una cartolina-vaglia di L. 10. Gli iscritti acquistano diritto a varie facilitazioni. Le Signore degli iscritti p ossono usufruire di alcune di tali facilitazioni , purchè il sanitario iscritto ne faccia domanda unendo cartolina-vaglia da L. 5. La Segreteria dell'Associazione e la Commissione Esecutiva hanno il loro recapito in Via Portoria, 16- r: indirizzo postale e telegrafico: Casella Postale 884 - Genova.

Un museo d'igiene professionale a Milano. Vjene organizzato presso gl'Istituti tlinici di perfezionamento, m ediante una somma cospicua assegnata alla Clinica del lavoro dal sig. Bruno Lino Guastalla per onorare la memoria d el defunto fratello Gildo, morto or è un anno, e mediante alcuni doni pervenuti da 'frieste, Dresda e Bruxelles. Due sale del Museo intitolate a Gildo Guastalla son quasi ultimate. Contengono le riproduzioni al naturale di oltre cento casi di malattie professionali. La missione sanitaria della R. Marina a Scutari. È composta dai dottori: Teodorico Rosati, co· lonnello medico, direttore della missione, Bisio Girolamo e Monterini Nicola, maggiori m edici, Abbamonti Giulio, capitàno medico, dal farmacista Marciano Antonino, da cinque marinai infermieri e da un ufficiale contabile; è coadiuvata dalle suore salesiane, dirette dalla nobil donna suor Anna Frette di Monza. Funziona nei locali delle scuole elementari italiane. Consta dell' Ambulatorio, già esistente e diretto per molti anni dal dott. Claudio T eppex, ora aggregato alia missione, di un'infermeria capace di oltre 20 letti apprestata dalle suore salesiane e della farmacia militare. Negli stessi locali funziona il Comitato di beneficenza, diretto dal Rosati. Un

.. (34)

(ANNO XX,

FASC.

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indice dell'attività spiegata dalla nostra missione è dato .dal fatto che durante il periodo dal r5 ~agg~o ~l 30 agosto furono compiute r5,250 vaccina z1 on1. . La popolazione di Scutari e dei dintorni bene~ce ed esalta l'opera della missione sanitaria italt~na. la qua.le, per altro, dovrebbe essere organizzata su più larghe e solide basi.

umciali medici in congedo. Il • G.io:nal~ Militare lJffici.ale .» pubblica il de-· creto m1n1ster1ale con cut, sc1ogl1endosi dalla riserva fatta con la circolare N. 210 del corrente anno, determina che gli ufficiali medici di complemento appartenenti alle classi r887 e 1888 stati trattenuti in servizio in esec11zione del R. Decreto 20 settembre 1 912 siano ricollocati in congedo sot~o la data del _30 settembre 19r3. È fatta eccezione per quelli delle classi suddette i quali rinunzino volontariamente al congedamento.

Gli assistenti volontari negli Istituti universitari. Il ~inistro della pubblica istruzione, r>n . Credaro, ha diramato ai rettori delle regie Università ed ai capi degli altri Istituti d'istruzione superiore governativi, la seguente circolare: . « È di .imminente pubblicazione il regolamento 1n esecuzione della legge 22 giugno r913, per la quale, fra l'altro, si è provveduto all'istituzione deg~ as~istenti volontari presso gli Istituti universi tar1. " Tali assistenti saranno nominati con decreto. ministeriale su proposta dei rispetti vi professori. e devono essere forniti degli stessi titoli degli assistenti effettivi. « Essi sono nominati per un anno e tacitamente conferma ti fino a contraria disposizione. « Si prevengono pertanto sin d'ora le SS. LL .• perchè. non appena po13sibfle, siano tras1nesse a q~est~ Minis~ei:o le relative proposte, e perchèdora 1nnanz1 s1 astengano dall'emettere decreti di nomina ad assistente volontario, ordinario, interno, o con qualsiasi altra denominazione. « Nulla vieta però ai signori Direttori d'am.. mettere a frequentare il rispettivo gabinetto o istituto quei giovani che ritengono meritevoli, e anche di affidar loro le funzioni di assistenti, sia per esercitarli in tali .funzioni, sia per comodo dell'Istituto, ma essf non potranno ottenere alcuna nomina e riconoscimento del servizio prestato ». 1

Il premio Maragliano. Con R. Decreto 15 luglio è stata eretta in ente · morale la fondazione « Premio Maragliano >) . Il relativo statuto dispone che la fondazione sia istituita presso il comune di Genova e le assegna lo scopo di conferire un premio annuale al mig1iorlavoro fatto in Italia sulla tubercolosi. Il capi·. tale di essa verrà costituito dalla somma di L. 22,754.50, raccolta per sottoscrizione nella ricorrenza del 25° anniversario d'insegnamento del prof. Edoardo Maragliano alla clinica medica, nonchè dalle t1lteriori somme che venissero raccolte allo stesso fine. Il premio sarà annuale e· messo a concorso dal Rettore della Università di Genova .


[ANNO

xx,

F ASC. 40 I

SEZIONE PRATICA

Concorsi a premio. L'Accademia delle Scienze del Belgio indice un concorso, con premio di 17,500 franchi, per un rimedio atto a guarire l'epilessia. Le memorie dovranno essere spedite all'Accademia prima del 15 ottobre r9r5. Il signor I. Durandeau d' Augoulème ha lasciato la somma di franchi 50,c)oo all'Istituto Pasteur di Parigi, per un premio da aggiudicarsi a chi eseguirà le migliori ricerche scientifiche e pratiche sulla guarigione delle meningiti. ,

Per gli ospedali di Roma. La « Gazzetta Ufficiale » pubblica un decreto reale che autorizza la Cassa depositi e prestiti a somministrare al Tes8to, per fornirlo allo Istituto di Santo Spirito ed Ospedali riuniti di Roma, un mutuo di L. 2,600,000, al saggio del 4 per cento, estinguibile in 30 anni, per porre l'Istituto stesso in grado di ripianare i disavanzi di · gestione e di provvedere a spese ed a lavori urgenti di ca. ra ttere straordinario. Il rimborso del mutuo, mediante annualità comprensive degli interessi e dell'ammortamento, avverrà a cura del Tesoro, che preleverà le corrispondenti quote sul contributo fisso di L. 970,oco annue, da esso dovuto all'Istituto dì Santo Spirito ed ospedali riuniti di Roma, per effetto dell'art. 3 della legge 8 luglio 1903, n. 321. La Mutualità scolastica italiana ha ricevuto dal Ministero della P. I. la .somma di L. 5000, con la quale il Ministero stesso' contribuisce a fornire i mezzi adeguati per intensificare la propaganda in fa vor~ del benemerito istituto, ed un sussidio di L. 600 a sgravio ed integrazione delle spese che esso so~tiene per le colonie climatiche e marine. La mutualità scolastica italiana ruò cosi riservare integralmente ai fini della previdenza statutariamente fissati, ii suo patrimonio oggidi ascendente a L. 209,732.52,. nonostante essa abbia eroga~o in indennità di malattia ai soci L. 116,016.61. L'Associazione « Per le madri e per i bimbi ». Si è costituita a N'apoli con ques~o titolo una Società Italiana per lo studio e la prevenzione della mortalità infantile. Il centro direttivo dell'Associazione è presso la redazione della « Medicina Sociale », (Santa Lucia, 20, N~poli) alla quale devono esse e inviate tutte le ad.esioni e le comunicazioni. Commissione reale per l'educazione flsica. Il Ministro della P .. I. ha proceduto alla formazione di ttna Commissione reale per l'educazione fisica . Risulta costituita di 15 membri. Presidente ne è il sen. Pio Foà. L'acqua potabile a Tripoli. La città di Tripoli è stata dotata di altri 2000 mc. di acqua al giorno, provenienti da Hamidjé; aggiunti ai 500 della BumeJiana, essi porfano la disponibilità da sei a trenta litri per abitante. Sono in corso gli studi per lo sfruttamento di altre acque di Hamidjé.

Le provenienze dal Mar Nero. Una ordinanza di sanità marittima revoca l'ordinanza relativa ai porti russi del Mar Nero, fatta eccezione per le provenienze di Kherson che rimangono sottoposte alle misure dell'ordinanza del r 907 contro il colera·. Onoranze a colleghi. ....\1 dott. Luigi Molino, condotto del Consorzio della Val Sermenza, nel Novarese, un denso gruppo di amici ha offerto un banchetto, quale attestato di riconoscenza pel servizio ventennale da lui prestato con impegno, fino alle sue recenti di· • • • missioni. Allo stesso sanitario i comuni della valle ave· vano conferito una medaglia d'oro. Medici infortunati. Il dott. Olinto Domenici, ufficiale sanitario di . San Gimignano (Siena), eseguiva d'urgenza un esame chimico, quando· un recipiente d'alcool esplodeva e s'incendiava. Il sanitario veniva investito al volto, al torace, ed alle braccia dal liquido infiammato. Senza il concorso di un ~t~en­ dente si sarebbe dovuta deplorare una grav1ss1ma disgrazia. Nella dolorosa contingenza l' _int_er~ J>O· polazione volle tributare calde attestaz1on1 dt stm· patia al professionista valente e beneamato. Una vettura in cui erano il medico condotto di Vigolzone e il dott. Fornero di Piacenza precipitò in 'un burrone. I due medici riportarono varie e gravi ferite; rimasero uccisi 1 sul colpo il vetturale ed il cavallo. Mentre il dott. Dario Pili di Seneghe, da poco· laureatosi a Napoli, assisteva ad una corsa nel1' ippodromo di Oristano (Sardegna), .egl~ venn.e investito e travolto da un cavallo fuorvtato. Riportò una grave ferita al cranio. Errore fatale di un infermiere. AJl'Ospedale Centrale di P erttgia un malato è· rimasto vittima dell'error~ commesso da un apprez.zato e prov~tto infermiere, ~1 qual~ gl.i somministrò, per clistere, una soluzione dt acido fenico anzichè una di acido borico. Un altro paziente, ai danni del quale era stato ripetuto l 'errore, potè essere salvato. Orribile tragedia in un manicomio. Nel manicomio di Perugia una sotto-ispettrice impazzita h a ucciso a colpi di revolver una sottocapo reparto ed ha ferito gravemente una guar-darobiera e sè stessa. Il prof. Antonin Poncet, clinico -chirurgo di Lione,. si è spento a 65 anni. . .. , . Spirito &perto, nessuna forma d1 att1v1ta tntel· lettuale lo lasciava indifferente. Una curiosità vigile e accorta lo attraeva verso le incognite del sapere e nei domini della letteratura e delle arti. . · . . Il pubblico medico conosc~ troppo bene,le d! lut. scoperte sul reumatismo articolare e sull actino· • • rmcos1. Fu un grande chirurgo, armato d 'ingegno po-dero~o. Ed ebbe un nobile cuore. J. P.

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IL POLICLINICO

[ANNO XX, F ASC. 40)

Rassegna della stampa medica.

\

.Jahresk. f . aerztl. Fortb., ag. «Numero di terapia generale »• L'Igiene Soc., l ag. TRA.MBUSTI. « Anchilostomiasi ». - FoÀ. « L'assicurazione obbligatoria contro le malattie ». The J,aneet, 2 ag. EvANS. « L a tubercolosi del sistema urinario ». - NUFL, B:SATTIE e PYESMITH. « Cancro arsenicale ». Le Progrès Méd ., 2 ag. MATTCLAIRE. « Le artriti blenorragiche ». Paris Méd., 2 ag. « Numero sulle malatt!e infettive. La Rif. Méd ., 2 ag. PATELLA. « Ma lattia di Mor13ovERI . « Le reaga gni-Ad ams-Stockes » . zioni meningee nel saturnismo cronico ». Rev. de Thér, l ag. PERRONCITo. « Trattamento deila distomatosi epatica e dell'uncinariasi ». Le Scalpel, 3 ag. DuBors. « Meningite coli-bacil· lare acuta curabile del lattant~ causa d i convulsioni ~ssenziali ». Gaz. d. Osp. , 3 ag. FA.RIN!. « Iperglicemia ed ipert ensione ». Mediz. Klinik, 3 ag. EWALD. « L'alcool nelle malattie infettive ». - HESS. « Sulla diuresi ». Ber!. Klin. Woch., 4 ag. KRAUS FR. « Un caso di splenomegalia ». - EHRMANN. « Sintomi cardiaci nel coma e precoma diabetico ». - FRENKEL-HEIDEN. « La cura delle forme gravi di atassia nella tabe ». - GLAESSNER, Ar;rAN. « I,'elio-ter apia della tubercolosi »., 11 Morgani, Riv ., 4 ag. BERTARELLI. « La lotta contro le mosche ». Lucina, 1 ag. COLORNI. a Heiypes zoste,. complicante una gravidanza ». Edinb. Med . J ourn., ag. BRoCK. « La concezione psicologica delle m alattie ». - Mc. BRIDGE E GRAHAM. « Il trauma come aggravante di malattie preesistenti ». w ATSON . WEMYSS E GUNN. « Elettro- e fono·cardiogrammi simult anei ». BAL~ANTYNE. « I.etteratura e medi• c1na ». .Arch. f. Sch.- u. Tr.·Hyg., 15. }USTI. « Metodica della somministrazione della chinina nella malaria >>. 'The Journ. of Trop . M. a. Hyg ., l ag. BALFOUR. « Un anno di lotta antimalarica a Cartum (Egitto) ».

L'Idrologia, ecc., 7. GAVAZZENI. « Le sciatiche e la loro cura cogli agenti fisici ». Rev. del Cl.re. Méd . Argentino, 142-1 43. BACCELLI. « Le infezioni latenti dell'organismo. - ROFFO. « La reazione dello zolfo ossidabiie nell'urina dei cancerosi ». Miinch. Med Woch., 5 ag. BUMM e VOIGTS. «Sulla tecnica dell'irradiazione dei carcinomi. - ABDERHA1'DEN e WEILL. «Cause di errore nel metodo della dialisi ». La Sem. Méd .. 6 ag. BoURDON. « Il segreto medico e gl' infortuni sul lavoro >L Gaz. d. Hop., 5 ag. AIMES. a L'elioterapia delle scottature ». ' La Presse Méd., 6 ag. Go1FFON. « La coprologia usuale •· Rev. d. Circ. Méd. de Cordoba. lug. STRADA. « Anatomo-patologia di un caso di rabbia ». Arch. d. Se. OspedaJ, II. « Resoconto del Congresso dei direttori d 'ospedale ». Deut. Med . Woch, 7 ag. STRAUSS. « Dietoterapia della diarrea e della stitichezza ». - FP.OMBERG. «Pericardite da bacilli tubercolari ». - DOBBERTIN. 11 Sulla cosi detta « appendicite cronica ». Wien . Klin . Woch., 7 ag. v . BERMANN. « Sui riflessi vascolari ». - BRANDWEINER e HOCH. « Sulla gonorrea ». Tbe Americ . Journ . of tbe Med. Seiences, ag. HoCHWART. « Secrezioni interne e stat o mentale ». PrI.CHER. «Sull'etiologia dell'an_emia perniciosa )} . - NILES, ROBRRT, SII,ER, GARRISON. « Studi sulla pellagra 1. Gazz. Med. lt., 7 ag. NEGRI, LuzzANI. « Sulla rabbia » . The Lancet e Brit. Med. J ournal, 9 e 16 ag. « Re· soconto del Congresso medico internazionale ». Gaz. d. Hop., 7 ag. B..\UPEl'. « Curabilità del cancro d ella lingua ». ia Rif. Med., 9 ag. BARBERlO. « Colesterinuria vera duratura ». - PERUGIA. « Afasia motrice e sordità post -accessuale . BerI. Klin . Woch., l l ag. CRUVEILHIER. « Cura delle complicazioni della blenorrea con vaccino sensibilizzato alla Besredka ». ·- STRAUSS. «Clinica dell'ematologia ». .. Gazr d. Hop ., 9 ag. DUJARRIC e DUMAS. a Meningite da parameningococci ». ,

Indice alfabetico per materie.

I

'C<:llule giganti: genesi e significato . . Pag. Cheratosi blenorragica • . • . . . . . » Eclampsia: terapia. . . . . . . . . . » Embolie polmonari post-operatorie . . 1 Iniezioni endovenose di iodoformio nella cura della tubercolosi polmonare e I · della polmonite . . . . . . . . . . )) Lamin~rie ne~la pra tic~ ginecologica • Malattie trop1cal1: corsi. • • . . . • . \ I Meconio: indizi che ne sono desumibili » nelle necroscopie del neonato . . . • Medici fiduciari dell'Istituto nazionale » del le Assicurazioni: nòmina • • . • • I Medici (I) e le elezioni generali. . • • Meningismo. . . • • . . • . . • . . • » Roma, 191 3 -

(36)

Tip. Nazionale di G. B ertero e C

1451 1455 1453 1441 1443 1453 1456 1442 1456 1359 1451

Metodo Baccelli nella terapia del reu .. ma tismo cerebrale . . • • • • • . • Pag. 1448 Morte profumata (La) • • . . . • . . • 1454 Organi a secrezione interna: patologia. 1 1436 Paralisi del ricorrente e stenosi mitralica. . . . . . . . . . . . . . . . . I 1439 Paralisi progressiva giovanile • . • . • )) 1452· Pediatria: congresso nazionale • • • • » 1449 Scuole per infermiere e per levatrici: unificazione • • . . . . • • . • • • » 1464 Sutura del rene ·a seguito di nefrectomia sul bordo convesso • . • . • . ,, 1433 Tracoma: cura • • . . • . . . • • • • J) 1456 Vagina: ricostituzione • • • • • . • • I 1454


.tono XX.

Rozna, 12 ott obre 1913

Fase. 41

SEZI ONE PRATICA

' DIRETTOR I:

Prof. GUIDO BACCELLI -

Prof. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO

ASCOLI ~

SOMMARIO praecox » - Su nti e r a sseg n e : cmRUR GI A : Prof. d ott. L. H eidenh a in: Indicazioni terapei, tiche nella chiusura calcolosa del coledoco ; statistica e indicazioni di tecnica. Leriche e Cotte : S ullri colecistectomia a caldo n elle colecistiti acute calcolose. - NEUROLOGIA : Dott. Andrea Thomas: A sce~so del lobo parietale (Emianestesia , dismetria e bradicinesi a, asinerl!ia, aprassia, perturbaz1·oni delle fun,zioni di a1resto) . - PEDIATR I A: D ott . R ene Cruchet: Evoht-t i oni della tubercolos i niedi ca n ei poppanti. - D I A.GNOSTICA: Noguchi: La cuti-reazione della si fil1"de. OsseT'v az io ni c linich e: D ott. E ugenio Giovann ini: Di un caso tipico di destrocardia. - Storia della medici na: Giovatini Battista lv! orgagni. - L ezioni: T. Schiitz: La diag1iosi precoce del carcincnia dell'apparecchio digerente. - Medicina soci a le : F a bb ri e Tognetti : Pat ologia professionale dei ferrovi eri . - Acca d emie, Societ à mediche, Con gressi: II Co1igresso della F ederazione i taliana dille opere antitubercolari. - Il XIV r ongresso internazionale contro l' alcoolis1no . ...Ap p unti per il medico p rat ic o : MEDICINA SCIENTIFICA : s.,z con.tenuto i n grasso dell't1-rin a nor1nale e patologica. - CASIS TICA: I l valore del « s,gno di Dolile » nella scarlatti1ia. - Febbre tifoide ed epilessia. - Eri"tenia 1wdoso e tubercolosi. - TERAPIA : Ct'1'a delte nevralgie del" irigemino con iniez1·oni di alcool nel ga1iglio di Gasser. - L' anestesia del nervo sciatico. - GI.,OSSAR I O MEDICO : 1'1alattia di K uni11iel Verneu1"l. Posta deg li abbonati. - Va ria. - Cenni bib liografici. Nell a vita professiona l e : Federazione degli Ordini dei M edici . - Cronaca del moviniento professionale. - Ris pos te a quesiti

..Lavor i ori g i nali: S. Baglioni e G. Amantea : N u ovo metodo di cura dell' «

ejacu!at~·o

e a dom and6. - Nomine, promozioni e onorificenze. - Co ùdotte e Concorsi. segna della sta mpa m edica . - Indice alfabetico per m a terie .

A.V-VISO

AGLI

Notizie diverse. - Ras-

A S SOCXATI.

La stampa del ''COMPENDIO DI GINECOLOGIA MODERNA,, - pren1io pel 1913 ai nostri Abbonati - è pressochè u ltimat a e n e comin ceremo la. spedizione n ei primi del prossimo m ese. L 'eccezionale ritardo, c}1,e può sem brare soverchio, è di peso unicamente dall'intento di mettere il libro al corrent e coi più recenti progressi raggiunti dall'importan te branca di cui esso è argom ento e pel desiderio di da.re agli associati una GUll)A. che 8i(Z loro veramen te u tile per l'esercizio .,(},ella profession e. Intanto preghiamo coloro che non hanno ancora spedito l'importo dell'abbonamento, di affrettarne l'invio, se vogliono fruire del premio medesimo, aggiungendo i centesimi 50 11er !e relative spese d'affrancazione e raccomandazione. .f;'Amministrazione. N. B. -

I \)&gamenti debbono essere esclusivamente indirizzati al Prof . E NRICO MORELLI, Via dcl Tritone, n.. 46 - RO?tl.l.

'81rl&&I di proprlt&à rl~er,-a&I · s enza ci t arn e la f onte.

.il

vi etata la ripr oduzi one di lavori pubblicat i nel POLl«lLINIClO o Ja pubblicasione di sunti di e.sai

LAVORI . ORIGINALI Istituto fisiologico della R. Università di Roma.

"Nuovo metodo di cura dell'« ejaculatio praecox » per s.

BAGLIONI e

G. AMANTEA.

Come è noto, un disturbo funzionale abbastanza -frequente dei nevrastenici sessuali è l' efaculatio praeco~ S i3U PYc.Bcipitat a. Spesso è la donna che rimanendo insoddisfatta dell'atto sessuale, per non poter raggiungere l'acme venereo, si lagna ed è causa di eccesso sessuale nel compagno ·(il che peggiora le condizioni di lui, sino a pro· durre impotenza), quando non cerca sostituirlo con altro maschio normale, con manifesto danno della vita coniugale. La conoscenza di tale stato di cose rende ancor più infelice il paziente, che, tor-turato dal sospetto e spinto dal desiderio di veder

felice la compagna,, ricorre al medico per liberarsi del disturbo. I~a cura comunemente suggeritagli è indiretta: del corpo, mediante ricostituenti o tonici generali chimici o fisici; della psiche, mediante persuasioni . Essa però molto spesso non raggiunge l 'effetto desiderato. Traendo occasione dal fa tto recentemente dimostrato (1}, che nella cute del glande umano e più specialmente della corona esistono papille sensitive (che in molti individui sono ben visibili ad occhio nudo) dotate <li una speciale sensibilità meccanica, che contribuisce in grado massimo a destare il piacere venereo e provocare i riflessi dell'atto sessuale, tanto da meritare a questa (r) S. BAGLIONI. S ulla speci ale sens1:bilità m eccani ca del glan de. Contt'ibuto alla conoscenza degli eccitan 1,en ti periferi ci che par tecipano ali'at to sess·u alt. Rivista di psicologia, anno I X , 19 13 ; e PB:iigers Arch., Bd. 150, 1913, p . 361-370.

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IL POLICLINICO

regione il nome di zona rifl.essogena della copula e a detti orga11i quello di 01·gani periferici della voluttà, abbiamo tentato, nel primo caso capita• toci di efaculatio pt'aecox, un nuovo metodo di cura diretta col rendere, immediatamente prima del coito, anestesica o ipoestesica detta zona cutanea mediante stovainizzazione locale. Eravamo incoraggia ti dalla circostanza che, come è esposto nella citata memoria, l'applicazione di una soluzione stovainica sulla superficie del glande di individui normali ba per effetto un ritardo notevole (per es. 14 min. invece di 3) del riflesso di ejaculazione, cui però si associa un certo ottundimento del senso di voluttà. Il risultato ottenuto corrispose all'attesa.

L ... A ..• B ... , di anni 26, impiegato. Si è rivolto a noi durante il terzo mese di matrimonio, cioè alla fine dello scorso aprile, lamentandosi di avere ejaculazioni precipitate, tanto da impedire la partecipazione completa della moglie all'atto sessuale. Egli afferma di sentirsi dopo ogni coito soddisfatto, ma estenuato di forze. Ciò non gli avveniva prima del matrimonio, con altre donne; sempre i suoi coiti sarebbero stati di durata piuttosto breve, ma mai tanto rapidi come ora, da impressionarlo. Quello che sopratutto lo turba e lo preoccupa è il fatto d ella mancata partecipazione di sua moglie all'amplesso. Attribuisce l'origine di tale disturbo alle condizioni d el suo sistema nervoso, alterate durante una dimora a Bengasi, ove mandato l'anno scorso come impiegato, soffrì pel caldo eccessivo e altre circostanze sfavorevoli al suo sistema di vita, ecc. Si è rivolto già ad altro medico, il quale gli ha consigliato delle norme igieniche e una cura di glicero· fos tati; da cui però non h a ottenuto giovamento di sorta. Egli si rivolge pertanto al nostro consiglio. Le sue condizioni fisiche sono relativamente buone, psichicamente si nota uno stato depressivo dovuto al suo disturbo. Gli consigliamo di insistere ancora nelle cure che già .gli sono state ordinate, di alimentarsi convenientemente, di limitare i rapporti sessuali, di ricorrere ad ampie abluzioni fredde al mattino; colla persuasione si cerca di sollevare al possibile il tono della sua psiche. Si invita a ritornare dopo almeno un mese ancora di tali cure. . Infatti dopo poco più di un mese ritorna; è più sollevato nello spirito, afferma di sentirsi più forte, ma non è tuttavia nè guarito nè migliorato del suo disturbo. Gli consigliamo di continuare sempre nelle cure precedenti; inoltre lo invitiamo a provare le applicazioni locali sul glande di una soluzione di stovaina al 5 ~fo, di cui noi stessi gli prepariamo 20 eme. L'istruzione che si dà consiste nèll'applicare (qualche tempo prima dell'atto) sulla superficie del glande, specialmente nel solco balano-prepuziale batuffoli imbevuti in d etta soluzione ricoprendoli poi col prepuzio. Dopo 10 o 20 minuti, all'inizio del coito, si debbono allontanare. Dopo una quindicina di giorni ritorna, è contentissimo. quasi esultante. Dice di avere fatto colia soluzione ricevuta quattro prove, applican-

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dola a. distanze più o meno grandi dal momento del coito, e semp!e con effetto positivo; ha cioè c;>ttenu~o ad erezic;>ne completa un ritardo dell'e· 3acu~azione, superiore ali~ sua stessa aspettativa, raggiungendo talora persino una durata del coito di 15 minuti primi circa. ' Profittando di ciò per nuove esortazioni e nuovi disc<?rs~ diretti a sollevarlo dal lato psichico, gli cons~glta.mo dì fare un'altra prova: ossia analoga applicazione della sostanza in forma di pomata (gr. 5 di vaselina, gr. 5 di lanolina e gr. 1 di stovaina), che egli stesso fa preparare da un farmacista. Dopo qualche giorno ritorna dicendoci di a vere fatto tali applicazioni anche prolungate e ripe· tute, ma sempre inutilmente. Gli prepariamo noi stessi altri 10 gr. di pomata come la precedente, dicendogli di ritentare, perchè si poteva dubitare della esattezza di esecuzione della ricetta e della qualità della s~ovaina usata dal farmacista. Egli acconsente, ritenta; ma pochi giorni appresso ritorna sconfortato: ha fatto applicazioni lunghissime sempre senza effetto; applicando ripetutamente in una gi~rnata da mattina a sera fino a poco prima del coito la pomata, ottenne appena un risultato positivo del tutto tenue ed effimero. Gli si ridà la soluzione acquosa al 5 % . da cui ottiene ottimo effetto (durata del coito min. 12'). I risultati di questo caso sono eloquenti. Si tratta di un individuo intelligente e giovane, che nulla sa dell'azione anestesica o ipoestesica della soluzione usata, in cui quindi è esclusa ogni possibile suggestione come è provato anche daJ fatto che l'applicazione della pomata, fatta nella stessa regione e con uguale metodo, riusci quasi com· pletamente inefficace. Questo diverso comportamento della stovaina sospesa iu eccipiente grasso ci giunse a tutta prima inatteso. Crediamo però di poterlo spiegare considerando il meccanismo di assorbimento e di azione di questa sostanza, la quale ha molto probabilmente una speciale affinità per i grassi, da cui difficilmente si libera per attraversare lo strato corneo della cute impermeabile ai grassi e raggiungere gli organi periferici nervosi. In soluzione acquosap questo passaggio avviene facilmente sia perchè il coefficiente di solubilità della stovaina in acqua è relativamente basso, sia sperialmente perchè lo strato corneo della cute si lascia dal solvente facilmente attraversare (imbevere, rigonfiandosi). Un'analoga azione dei grassi usati come veicoli è stata dimostrata recentemente nel nostro Istituto per la stricnina, come sarà altrove esposto. Concludendo, ci sembra di potere nei casi di efaculatio praecox consigliare con speranza di successo l'applicazione prolungata (di io a 20. minuti) prima del coito di batuffoli di ovatta imbevuta in una soluzione al 5 % di stovaina


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sulla superficie della corona del glande, allogandoli comodamente nel sacco prepuziale e che si allontanano all'inizio dell'atto. Ciò produce una temporanea anestesia o ipoestesia di questa· zona ri:fìessogena, il che ha per effetto un ritardo notevole dell'ejaculazione. · È necessario però evitare un'azione più prolungata o più profonda, coll'uso di soluzioni più energiche, perchè una tale at!estesia può avere come conseguenza itnmediata soppressione temporanea (che però può durare anche un'ora) dell'erezione, che naturalmente si ristabilirà colla scompars~ dell'azione anestesica.

SUNTI ·E RASSEGNE

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CHIRURGIA. Indicazioni terapeutiche nella chiusura calcolosa del toledoco; statistica e indicazioni di r.~ tecnica. a--._... -:..::.s=r. mrw > s

(Prof. dott . L. HEIDENHAIN. M uenohener medizinW ochenscrif t, n. 19, 1913). 4tlli!

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SEZIONE PRATICA

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Nella- c·alcolosi biliare esiste indic~zione all 'in-. tervento chirurgico se le coliche sono frequenti e se tra un'attacco e l'altro permane, spontaneamente o provocato dalla pressione, un dolore nella regione, della cistifellea; oppure se esiste un continuo stato dispepti~o; se la vescica biliare rimane palpabile; se il fegato è ingrossato; se esiste stato subitterico che si prolunga per settimane; se compaiono attacchi di brividi ripetuti; se infine si hanno segni di ~tenosi pilorica o duodenale. L'e~perienza ha mostrato che in tali casi le cure di acque mineraÌi non giovano. È consiglia· bile anche più caldamente l'operazione agli individui che hanno più di 40 anni e che soffrono da molto tempo: essi hanno sempre dalle lesioni irreparabili e sono esposti al rischio dell'insorgere del cancro. Appena compare l'itter~, l'importanza dell'operazione aumenta. Sappiamo teoricamente che può trattarsi tanto di una chiusura infiammatoria del coledoco, come dell'incuneamento di un calcolo, senza che in ogni singolo caso si possa dire con certezza quale sia la cagione dell'ittero. Alla ricerca dei calcoli nelJe feci l 'A. dà poco valore, perchè trovandoli si ha la prova che sono passati attraverso il coledoco alcuni calcoli; ma non si può sapere se ne siano rimasti degli altri, an-

che i;e l'ittero scompare, perchè è noto che i calcoli del coledoco non dànno sempre l'ittero e che vi sono perfino degli individui con calcolosi gravi del coledoco, i quali non hanno mai avuto itterizia. Attualmente pochi sono inclinati a operare la chiusura acuta del coledoco dei calcolosi. Anche l' A. ha quasi sempre in tali casi rifiutato di operare, ma ritiene di non aver fatto bene. Infatti in un certo numero di casi, dopo un certo tempo, l'ittero scompare, ma non si ha la certezza che il coledoco sia rimasto libero; in altri invece l'ittero si attenua e gli ammalati che credono di star meglio, non si lasciano più persuadere alla operazione, benchè il chirurgo abbia la certezza che i calcoli abbiano ancora sede nel coledoco. Dopo settimane o mesi o anni questi malati vanno incontro alle più gravi complicazioni e debbono esser sottoposti all'intervento chirugico, mentre hanno una molto minore probabilità di guari• gione. La statistica dell' A. comprende 328 casi curati dal 1897 al 1912. Molti malati, specialmente nei primi anni furono operati più di una volta, perchè non fu sempre possibile guarirli con un solo intervento. Negli empiemi della cistifellea e nelle angiocoliti settiche da calcolosi coledocale faceva prima la colecistostomi~, poi la colecistectomia o l'asportazione dei calcoli del coledoco; ma negli ultimi anni ha preferito operare in un sol tempo; perchè gli è parso che in tal modo l'operazione non sia sensibilmente più grave, mentre la prognosi è più favorevole, se l'infermo viene immediatamente liberato dalla cagione della malattia. Dopo la seconda operazione ha veduto comparire gravi fenomeni di debolezza in infermi che avevano ben sopportato il primo intervento. Uno dei suoi mala.ti soccombette per questa cagione. La statistica dell'A. riguarda 328 malati che possono esser di visi in 4 gruppi : I. Casi non ·complicati, relativi a infermi operati nell'intervallo fra i singoli attacchi; oppure casi di idrope cronica della cistifellea, di colecistite acuta, senza grave sepsi; di postumi dei calcoli; come le stenosi cicatriziali del coJedoco, ecc.: I8I con 3 morti = l . %· 2. Casi seltici: gravi empiemi della cistifellea, ' angiocoliti, gangrena della vescica biliare, perforazioni nel peritoneo, peritoniti: 44 con 9 morti I

=

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%-

3. Calcoli coledocali con o senza sepsi; separare queste due categorie è praticamente impos-

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IL POLICLINICO

sibile, perchè molti calcoli ciel coledoco decorrono con frequenti brividi e si deve ammettere un'infezione delle vie biliari, anche se nel momento dell'esame non v'è febbre: 8 r con '15 morti = 18.5 %. 4. Cancri originati dalla vescica biliare: 22 con 8 morti -= 36 . 4 %· I casi non complicati furono ~unque 52. 2 %, ·i settici ì3 . 04 %. le coledocotomie 24. 7 ~10 e i cancri 6.7 %· Nella statistica delle cagioni di morte si rileva che vi furono in tutto 2 peritoniti operative, 2 polmoniti, 2 miocarditi. 2 collassi operatori; tutti gli altri casi soccombettero alla sepsi o alle peritoniti preesistenti, alla colemia, all'esaurimento per inanizione o per carcinosi. Quasi tutti i casi di morte appartengono alle categorie delle calcolosi biliari complicate. L 'A. ritiene perciò che, se si consiglia di operare ogni individuo calcoloso itterico, quando !.,ittero non scompare completamente in una settimana e l 'ammalato non si riha completamente, si salverà la vita a un gran nllmero di malati. L' A. ritiene che si avranno buoni risultati, prima cli tutto, perchè durante l'attacco acuto, il malato si lascerà decidere più facilmente alla operazione; poi, perchè l'operazione in tali circostanze, non è" affatto più pericolosa, ma · per molti riguardi più facile e più sicura e il tempo necessario alla guarigione è più breve che nelle occlusioni croniche del coledoco. Se un calcolo permane a lungo nel coledoco, in molti casi, se non in tutti, si sviluppa un c~­ tarro litogeno, sia che si sviluppi una infiammazione acuta che si inizia con brividi e che de· corre poi con o senza catarro, sia che si sviluppi un catarro delle vie biliari a decorso cronico. Un tal catarro che rende densa la bi~. che produce dei precipitati biliari, delle concrezioni e una secrezione di muco nel coledoco e n elle vie biliari più alte, pone in dubbio la guarigione della malattia; è ben vero che molti malati, dopo un prolungato drenaggio delle vie biliari finiscono per guarire completamente, ma non possiamo offrire sulla loro guarigione quella sicurezza che ci è permessa quando i calcoli sono nella vescica biliare. Si deve perciò far di tutto per operare i calc oli del coledoco, prima eh~ si sia stabilito nelle grosse vie biliari il catarro litogeno. Tra i casi di calcolosi del coledoco ce ne erano molti nei quali il dotto era sottile come un co· I

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ledoco normale; la \.t ilatazione esisteva solo intorno al calcolo e molte yolte la ricerca dei calcoli presentò difficoltà serie e non si potè sempre aver la certezza di averli asportati tutti. Ogni volta che nel collo della vescica biliare non si trova un gros<.>o calcolo occludente, in modo che il coledoco deve esser libero certamente, questo condotto deve ess~r esplorato. Se si palpa la porzione libera del coledoco e l'epatico con l'indice sinistro n el foro di Winslow e il pollice sulle grosse vie biliari, si possono palpare dei grossi calcoli con relativa facilità , ma i piccoli possono sfuggi re. Si giunge solo a un sospetto che ci spinge a eseguire la coledocotomia. L'A., dQpo aver palpato la porzione libera delle vie biliari, isola col dito indice il duodeno al margine 1nferiore d el forarne di Winslow e spesso constata con sorpresa che 5i possono in tal medo palpare facilmente dei grossi calcoli della por· zione retroduodenale del coled~co, che prima non si erano potuti constatare. L' A. ritiene che in ogni caso sospetto di calcolosi del coledoco non si debba trascurare la preparazione del duodeno, tanto più rhe non ha mai veduto seguire ad essa alcun danno. La palpazione della porzione retro· duodenale del coledoco si fa mettendo l'indice dietro e il pollice avanti al duodeno. La sezione intraepatica delle grosse vie biliari non si può esplorare con esattezza, perchè non si può giungere oltre un certo livello nel fegato e perchè è facile respingere i calcoli in alto, senza accorgersene. tanto se si spingono dei liquidi nelle vie biliari, come se si introduce in esse una pinza. È a tutti noto con quanta frequenza avvenga che dopo operazioni che sembravano complete, gli infermi, durante le medicature, abbiano • emessi calcoli che con tutta verosimiglianza erano ' discesi dall'epatico! çome possono giungere i calcoli nel fegato? Manifestamente vi sono due possibilità. La prima è il catarro litogeno e la formazione di calcoli nelle sezioni alte delle vie biliari; la seconda è la migrazione in alto di calcoli della vescichetta biliare che erano giunti nel coledoco. A proposito di questa ultima possibilità, l'A. ha fatto la seguente supposizione: quando esiste una èhiusura acuta calcolosa del coledoco, le vie biliari si di· latano fortemente e i calcoli possono quasi nuo· tare liberamente in esse. La bile sulle pareti dei canali tende a progredire verso il basso; i calcoli, che nuotano in essa, vengono spi11ti in alto da una corrente centrale retrograda, precisamente


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SEZIONE

come il contenuto intestinale nei casi di chiusura intestinale o i corpi estranei del condotto udi· tivo esterno, quando li facciamo uscire con l'iniezione di liquidi. I calcoli si jncuneano . dove le vie biliari divengono troppo strette per essi, oppure vengono fissati se jl deflusso della bile nell'intestino si ristabilisce e le vie bilia1"i perciò si restringono. Una grande parte di queste difficoltà vengono evitate se si operano le chiusure acute del coledoco, come l' A. ha cominciato a fare. Il coledoco è allora molto ampio. Apérto, ne esce bile sotto pressione insieme con concrezioni che avevatJO sede nelle vie biliari alte; i calcoli sono mobili e è facile asportarli; infine l'ampiezza delle vie biliari permette l'introduzione di drenaggi suffieientemente grandi. · E' poco chiaro come si possano con qualche utilità fare dei lavaggi delle vie biliari dopo il trattamento operativo. Se si lava attraverso il drenaggio coledocale, i calcoli vengono spinti in alto o in basso; se si lava dopo che il dre~aggio è stato tolto, è difficile ritrovare l'apertura del coledoco e, se l'apertura di questo non è molto grande, non si può sperare che i calcoli passino tra il tubo che serve al lavaggio e il margine della apertura del coledoco. Quando si sono tolti idrenaggi dell'epatico o del coledoco e' si pone un tubo fino ~l ,fondo della ferita, si possono coi lavaggi asportare i calcoli, che sono spontaneamente passati dalla fistòla del coledoco nella ferita; ma non si può fare altro! L' A. ritiene inutile il drenaggio a T recentemente proposto da Kehr, perchè esso conduce verso la papilla le concrezioni che un drenaggio comune condurrebbe all'esterno. In genere i prolungati deflussi di bile non producono p ericoli, se non si tampona eccessiv3mente intorno al drenaggio, cosicchè la ferita possa chiudersi rapidamente appena lo ..-si ritenga opportuno. Si deve cercar di evitare che si formino aderenze tra il fegato e lo stomaco e l'intestino. Perciè è bene lascjare una . parte della sierosa della vescica biliare per chiudere con essa il 1etto delia cistifellea. Quando il coledoco è certamente privo di calcoli, il moncone del dotto cistico può venir coperto di peritoneo e la parete addominale si può chiudere completamente. Se si deve lasciare un tubo di drenaggio nel coledoco e se si deve tamponare, bisogna porre l'omento al di sopra del colon e fissarlo in modo che lo stomaco, il duodeno e il colon non aderiscano alla

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PRATICA

faccia inferiore del fegato. Questa pratica è importante specialmente nei casi nei quali esisteva una aderenza d el duodeno o del piloro con la v escica biliare o con la faccia inferiore del fegato. Essa rende inutile la gastro·enterostomia. L'A. conclude che, tanto p er considerazioni di indole generale, come per ragioni tecniche, è indicato di raccomandare caldamente l'operazione in casi di chiusur.a calcolosa acuta del coledoco, se entro una settimana l'ittero non è scomparso e 1e condizioni generali dell'infermo non si sono ristabilite completamente e, infine, anche per altre considerazioni, n on si abbia la certezza che non siano rimasti calcoli nel coledoco. G. EGIDI.

Sulla

colcci~tectomia

a caldo nelle

coleei~titi

ae11te --ealcolos(\. · (I,ERICHE e COTTE. Rev,ue de chir.).

L'interve11to precoce rielle colecistiti acut e i11• fettìve ha oggidì nt.llllerosi partigiani, e guadagr.a sempre più terreno ; g·razie all'intervento il malato è a riparo da complicazioni infetti·ve, che spesso in passato aggravavano 1'infezione della cistifellea. lVIa se il principio dell'intervento è ar·1messo, è assai differente il 1nodo cli intervenire, esse11dovi chi pratica sist ematicamente la cQlecistectomia a caldo, chi fa il semplice drei:aggio della cistifellea, e chi fa la semplice colecistostomia, tran11e nei casi di infezioni flemmonose o gangre11ose. Gli .!\..A. . si dichiara110 partigiani della colecistectomia a caldo . • Le colecistiti infettive segi1ono alla febbre tifoide ed alla calcolosi nella gra11dissima maggioranza dei casi. Delle pri1ne si occupò l'anno scorso Quénu ; delle seconde si occupano ora Leriche e Cotte. ID linea generale queste dipendono da una ostruzione brusca del cistico da parte di un calcolo: la cistifellea si infiamma, si tumefà, le sue p.a reti si congestionano, si infiltrano, si ispessiscono; il contenuto si intorbida, le pareti si distendono, ed il suo volume aumenta. Si hanno \rarie for1ne di colecistiti : le suppurative, le en1orragiche, le flemmonose o le gangrenose, secondo il contenuto della cistifellea. Nelle forme emorrag·iche la congestione dell'organo è particolarmente intensa, ed i piccoli ' ras i della parete si rompono e clànno origine ad infiltrazioni sanguigne : si ha11no inoltre trombos i venose o arteriose che probabilmente s ono anche causa di tali emorragie. Le fonn.e flem1nonose si verificano quando l'inter'\ye11to è t ardi,·o. I

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IL POLICLINICO

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Le colecistiti acute infettive appaiono in due

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Insomma, tutte le volte che lo stato generale condizioni differenti. Nel primo caso si tratta del malato lo permette, bisogna fare l'operazione di vecchi calcolotici, con veri attacchi di colica radicale, e s i farà invece il semplice drenaggio nell'anamnesi . In questi l'inizio della crisi si negli stati generali assai gr avi, o quando si inmanifesta con un dolore molto più violento, si contrino troppo grandi difficoltà operatorie. Del , h a contratt11ra della parete della regione ipoconresto l'ectomia si può sempr e eseguire se l 'int erdriaca destra, quivi eventualmente la presenza vento si fa precocement e. Questo dovrà eseguirsi nel seguent e modo : cli una tumefazione ; e poi segni di reazione periton<:.ale, qu·ali la sensibilità diffusa dell'addome ~ Dopo abituale disinfezione, sotto anestesia eil meteorismo, lo arresto di gas e di feci; e t erea, messo l'ammalato in posizione supina, si sE"gni d'infezione gener.ale quali la piccolezza fa un 'incisione curva sottocostale, o parallela al del polso, la dispnea, I 'alterazione della faccia, margine del muscolo retto nel punto sagliente la secchezza della lingua. Talvolta vi sono segni della tumefazione vescicolare, e si apre il peritoneo. Se la cistifellea è libera, si asporta l 'orconcomitanti di angiocolite ; urine scarse co11 ganq, e si poue una l)Ìnza sul cistico vicino alpigmenti biliari, subittero dei tegume11ti . Però l'epatico . Si legherà l'arteria cistica previamenla diagnosi può rit1scire· difficile quando i suddetti fenomeni comp.aio110 in indiviP.uo fino al- , te . U.n drenaggio si pone a contatto del cistico, che bisog11a lasciare sempr e aperto, una pezza lora in buo11a salute; si può in tal caso pensare è posta al disotto. Quindi si sutlira la più gran ad un'appendicite. Ma ciò poco importa; il lJeparte dell'incisione. Se nel peritoneo si risconritoneo è minacciato ed occorre inter·venire. trano i segni di una peritonite diffusa od in v ia Non si può senz'altro ain1nettere che le infedi cli:ffusione, basterà vuotare del liquido la cazioni acute della cistifellea sono meno gra·vi di ·vità e quindi iniettare una soluzione di olio canquelle dell'appendicite. Se è vero che alcune coforato all'r per mille . lecistiti acute guariscono se11za intervento è • Se la cistifellea è nascosta in un focolaio di pure vero che ,.e ne sono altre che portano alla peritonite circoscritta, con epiploon e grosso intomba per perforazioni, per fle1nmoni biliari, per testi110 aderenti ad essa, s{ libera in primo temsuppurazioni perivescico1ari estese, per setticepo la vescichetta da detti organi, con pazienza mie più o m eno estese, per sup1Jt1razio11i epae con prudenza, asciugando co11 t am1)oni degli tiche, per pileflebiti, per ascessi vasti sottodiaascessolini che eventualmente ,·e11issero a romframmatici. Occorre, dunque come per l 'appenpersi con la rottura delle aderenze. Ciò fatto' l'adicite, operare ogni volta che la flogosi della blaziol)e della cistifellea ri1nane facile cosa. cistifellea si tnanifest a d'un tratto con seg·ni di Dal lato del fegato, esiste spesso t1na infiltraii1izio· spiccati, con febbre alta, con brividi, o zione edematosa o fle111monosa della zona intercon sintomi cli reazione i)eritoneale diffusa . Non epa to-cistica, che facilita molto lo scollamento ·vi è dubbio cl1e in questi casi l ~inter\rento rapdella cistifellea. Dopo di essersi assicurati che presenti una indicazione vitale e sia più facile non v'è nulla nelle vie biliari principali, si terdell 'operazione a freddo, quando la cistifellea, mina l'operazione mettendo un drenaggio ed per più o meno fitte aderenze cogli 01·gani viciuna pezza .a cont atto del cistico. Se invece vi 11i si è atrofizzata, r etratta e nascosta tra lo sono calcoli nel coledoco, si portano via. stomaco, l'intestino e l'epiploon. Alle medesime Nei casi di ascessi perivescicolari, o di :flemconclusioni sono venuti Korte, Braun, Arnspermoni biliari, è itnpossibile quasi sempre l 'ablager, Exner. Circa la scelta del processo gli inzione dell'organo. Ma ciò, si ripete, non si verig·lesi e g li a:tnerica.ni risei:bano l'ectomia alle fica coll'intervento precoce. forme flemmonose e gang·renose. Le medesime Dopo l'intervento si può fare una i podermorestrizio11i vengono fatte in Francia (Faure e clisi, _iniezioni di stricnina se vi era meteorismo I,2.bey), Quénu non parla di ectomia. Dopo avere p~:ima dell 'inter-vento, e dei clisteri di siero seindicati i segni locali e generali che reclamano co.n do il metodo di . M urph y. Alla fine del~ r5. l'urgenza, questo A . riprende la formula di g·iorno si ritirano le pezze, no11 rimane che il Chau:ffard, e dice che l'individuo infetto non drenaggio, la fistola poi ma11 mano si chiude, può aspettare, ed il drenaggio biliare rimane e può scomparire anche in meno di un mese. come la sola sua ancora di salvezza. Gli AA . adunq11e credono di poter concludere Secondo gli AA. però la colecistosto~ia è il senza ·restrizioni per la superiorità dell 'ectomia più spesso insufficiente a fare cessare i fenoa caldo nella cura delle colecistiti acut e calcomeni infettiv i, che risultano dall'infezione vescilose, operazione facile, non dannosa e capace di co1are. Dopo la stomia $ Ì è visto produrre peri11n risultato lontano come l'appendicectomia pretoniti da perforazioni a livello del collo ; o accoce g·arantisce il risultato immediato e lontano -cic1enti settici a livello del fegato o dei reni; o nella ct1ra dell 'appendicite. G . QUARTA. s etticemie mortali secondarie. ,


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SEZIONE PRATICA •

NEUROLOGIA. Ascesso del lobo parietale. (Emlanestesia, dismetria e bradicinesia, asinergia, aprassia, perturbazioni delle funzioni di arresto) per il dott. ANDREA TuoMAS. (Società neurologica di Parigi. Seduta del 3 aprile 1913). L'osservazione è interessante oltre che dal 1?unto di vista clinico e fisiologico, anche perchè si tratta di una localizzazione piuttosto rara degli ascessi traum~tici, e perchè si è formato pur essendo da trauma senza che vi fosse comunicazione fra l'esterno e l'interno. G. . . G ... , di 18 anni. Presentatosi all'Ospe· dale Saint- Joseph il 17 febbraio 191·3. Il 25 dicembre 1912 giuocando a football ricevè una pallonata in testa. Cadde, 1rimase qualche istante stordito 1na senza perdita della conoscenza. Rialzato si accorse che non potèva muo· vere bene la mano, e che non poteva reggersi sulla gamba destra. Nella giornata migliorò e la sera poteva ricamminare. Il 1° gennaio 19r3 perdè improvvisan1ente la coscienza ma non ebbe convulsioni, aveva ancora un certa difficoltà nella gamba destra, si serviva abbastanza bene della mano. Il 15 gennaio cominciò nuovamente a non servirsi bene della mano destra, inoltre si lamentava di dolori di testa violenti localizzati nella l'egione frontale. Inoltre era dimagrito, il sonno non era più buono, la. vista non era più buona, e in qualche momento non vedeva affatto. Sunto esa~e obbiettivo (17 febbraio 1913): Arto superiore destro. - Lieve resistenza ai movimenti passivi nei muscoli dell'arto superiore destro. Forza muscolare solo lievemente diminuita, esiste un lieve grado di paresi. Riflessi tendinei ed ossei esagerati. Non esiste una vera atassia in questo arto, peraltro invitando il pa · ziente ~ portare l'indice, con il braccio teso e in abduzione forzata, sulla punta del naso si nota qualche deviazione verso destra o verso sinistra. Ad occhi chiusi q11esta prova non dà risultati diversi. Tutti i movimenti attivi sono compiuti ma con evidente lentezza. Si nota inoltre asjnergia sotto certe influenze: se gli si dice di mettere l'indice destro sull'orecchio destro vi giunge per la via più corta, ma se il malato si trova nel decubito orizzontale perfetto, il movimento è decomposto e l'avambraccio si flette bruscamente sul braccio, poi la mano si dirige alla ricerca del1'orecchio. Anche la adiadococinesia è turbata nel senso che l'esecuzione dei movimenti successivi e alternativi è lenta. Molto sviluppati sono i movimenti associati: (la chiusura della mano sinistra provoca la chiusura di quella destra, ecc.}. Ipoestesia tattile molto netta specie sulla mano, inoltre gli stimoli non sono localizzati con esattezza, nè può al tatto percepire con sicurezza e raffinatezza le qualità dei diversi oggetti (lisci, rugosi più o meno, ecc.). Il caldo e il freddo sono ben percepiti, ma con qualche errore di localizzazione.

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I movimenti volontari di difesa al dolore a destra sono meno netti. Sensibilità articolare notevolmente diminuita. Sensibilità stereognostica molto alterata. L'e~ecuzione degli atti anche i più semplici è mol'to alterata assai più di quello che potrebbero far supporre l'esame della motilità e della sensibilità (vestirsi, spogliarsi, ecc.). Del pari per mangiare non sa più prendere la ~ sua for \ hetta. Comandandogli di scegliere un oggetto fra parecchi che sono davanti a lui commette spesso errori tanto con la mano destra che con la sinistra. Esiste cioè aprassia che per comandi più difficili è anche più evidente. Faccia. - Lievissima paresi del faciale destro. Iprestesia tattile sulla metà destra della faccia. Tronco. - Gli stessi disturbi della sensibilità. Dininuzione a destra del riflesso cremasterico e del cutaneo addominale. Arto inferi.ore destro. - Forte diminuzione della forza nel piede, non nella gamba e nella coscia. Leggera ipotonia ai movimenti passivi. Rotuleo e achilleo eguali dai due lati. Flessione combinata della coscia a destra. Riflesso plantare in estensione. l\ilovimenti associati molto netti (sincinesie). Non atassia, ma i movimenti di portare il tallone destro su punti stabiliti (ginocchio sinistro, ecc.) sono fatti bruscamente. Nella deambulazione alza il piede destro più al sinistro. Sensibilità. - Ipofia maggiormente spiccata in corrispondenza del piede. La sensibilità profonda è assai diminuita specie in corrispondenza dell'articolazione tibio·tarsica e delle dita. Le estremità sono cianotiche e fredde a destra. E same del linguaggio. - Non afasia. Qualche volta riesce difficite la rievocazione dei vocaboli, quantunque quella dei vocaboli ordinari avvenga correntemente. Bisogna su questo disturbo t ener calcolo della perdita generale della memoria: non, ricorda con precisione il suo indirizzo, interrogato sul mese dice essere il principio dell'estate mentre è all'inizio del febbraio. Dice correntemente i giorni della settimana, su i mesi si arresta a settembre. I"a designazione degli oggetti che gli vengono presentati è buona, perfetta è la ripE:tizione delle parole Lettura ad alta voce; legge il « Temps i> nei caratteri grossi, non può leggere i caratteri pie· coli. Presenta non una vera cecità verbale, ma piuttosto una cec~tà le~terale. È capace di dire quali lettere entrino a formare una data \parola, ma non è capace di compiere il procedimento inverso , di formare la parola con le lettere che gli vengono dette. Molto compromessa è la let· tura delle cifre. Con la mano destra non è ca pace di tenere la penna. Con la sinistra può ricopiare quello che ved~ stampato (caratteri grossi). 20 febbraio. Esame oftalmoscopico, d oppio pa pillo da stasi. 22 id. - Puntura lombare, liquido esce ~enza getto, non albumina, molti elementi figurati. 26 id. - Deambulazione più difficile, nel voltarsi tende a cadere a destra. Sensibilità più alterata. 28 id. -r Condizioni generali aggravate, tcrpore, spesso vomito. Papilla da stasi enorme da ambo i lati , con emorragie a sinistra. lo marzo. Per !a prima volta elevazione temperatura a 40 gradi.

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3 id. Rigidità della n uca , Kernig, abolizione dei riflessi patellari. 4 id. - Torpore più accentuato . 6 id. - Incontinenza, contratture braccio destro, non risponde più ad a lcuna domanda . II id. - Contrattura arto inferiore destro. I3 id. Morte.

Autopsia. - Mostra un ascesso grosso quanto un piccolo aran cio in corrispondenza del lobo p arietale su periore e del precuneo di sinistra. La pia al disopra dell'ascesso è ispessita e aderente. L 'ascesso risulta di un liquido verdastro, 5enza odore, nel quale si poterono isolare due o tre diplococchi incapsulati. L'ascesso è incapsulato da una membrana p iogenica in v ia di organizzazione connettivale. La cavità ascessuale si infossa profondamente nel centro ovale, e la sacca invia un diverticolo il cui fondo riposa sul pilastro anteriore del trigono, e non si apre nel ventricolo laterale, ma in alto tocca le irr adiazioni del corpo calloso . Nessun altro focolaio purulento nel resto del cervello. La diagno~i del caso si mostrò al prjncipìo alquanto incerta percbè non si poteva raccogliere con esattezza l'anamnesi. Non si riuscjva infatti a sapere se la sindrome si era sviluppata subito dopo il trauma n el suo complesso quadro o se questo si era sviluppato a poco a poco. A poco a poco si potè accertare questo secondo fatto e allora la diagnosi di ascesso cerebrale si impose, avvalorata dai r eperti semeiologici. La stasi papillare già ammaestrava che doveva esserci un processo capace d i aumentare la tensione endocranica quindi un tubercolo, un tumo~e o un asce~so. Mentre si stabiliva questo reperto si veniva a sapere che solo una parte dei sintomi si erano verificati d op o il trauma, gli altri a poco a p oco nel volgere di qualche settimana. Quindi alla sintomatologia dovuta al trauma si era aggiunta la sintomatologia di un altro proèesso che logicamente non poteva essere che un ascesso. Il malato non fu operato per le sue condizioni di cachessia, e per i relitti di una vecchia peri · carjite che rend~vano inutile l'intervento. Dott. F. SABATUCCI.

Il fascicolo di ottobre 1913 della nos ft'a Sezione Medica contiene i seguenti lavot'i: I . Prof. R. Massalongo e Doti. 1J. Gasperini - Sulla osteo-ar· tropatia ipertrofica pneumonica. II. Do&i. G lzar - Un caso di asceso:o polmonare venuto a guarigione mediante pneumotorace ariliìcb:\le.

III. Dott. cjei;zare Pezzi - Considerazioni sopra due casi d i dissociazione a trio-ventricolare completa. IV. Dott. T. Pontano - Rapporti tra malattie da siero e fenomeni anafilattici.

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PEDIATRIA. Evoluzione della tubercolosi medica nei poppanti. (Relazione del dott. RENÉ CRUCHET al Congresso di ginecologia, ostetricia e pediatria. Lilla, 252 8 marzo 19I3). Il carattere generale delle diverse forme cliniche della tt1bercolosi nei poppanti è che esse nella gran(le maggioranze dei casi hanno un decorso late11te, torpido, e che l'affezione presenta una note\~ole tendenza a generalizzarsi. La for1;1a acuta} cl1e è relati,-a1uente rara, è co~tituita clalla tubercolosi miliare, che 11el poppante rarau1ente assume l 'a11damento classico co11 febbre elevata, sibili pol111onari, cianosi, diarrea, ecc. In genere, dopo t111 ·periodo a sintomatologia incerta con1paiono fe11omeni 1)iù g ra·vi qt1ali l 'ane1uia, il di111agramento, si11tomi respiratori \•agl1i, febbre irregolare, tosse : dopo un perieido più o meno Ju11go di tale sintomatologia si ma11ifesta110 i feno1ueni caratteristici della 1neni11gite tubercolare. Le for1rie subacute o croniclic sono in,.,.ece pi1ì frequenti. L'inizio di queste forme prese11ta t111a sintomatologia vaga ed è di difficile diagnosi. L' A. distingt1e sei ti pi differenti a seconcla del quadro cli11ico che caratterizza il 1)eriodo iniziale : il tipo ane1nico, il lfastro-intesti1zale} il polnionare, il ganglio1iare} il cutaneo ed il ·ner'Voso . Il tipo g·astro-i11testinale o addoniinale assume la cute con te11denza al colorito \rerdastro. Il bambino in genere dimagra note\olmente. Il tipo g·astro-i11testi1'1ale o addoniin.ale assu111e la forma o di semplici disturbi digesti \'i (enteriti o diarree, vomiti) cl1e resistono a tutte le cttre, o anche di ttna affezione latente del peritoneo carat.erizzat a da aumento di volume dell'addo111e, meteorismo, e circolazio11e collaterale. Il dolore in genere manca e la reazione febbrile è nulla. Il tipo addominale può anche present ar si sotto la forma atrepsica, caratterizzata da estremo dimagramento, ve11tre rientrante, la cui pelle appare aderente ai tessuti sottostanti, braccia e gambe scheletriche, faccia scimiesca, sistema pilifero abnormemente sviluppato. In ques to ti po si riscontra in genere ingrossamento della • 1uilza, del fegato e delle ghiandole li11fatiche sottocutanee. Il tipo respiratorio o pol11io1iare è, come il tipo addominale, il più comune a riscontrarsi. Uno dei sintomi ch e più richiamano l 'att enzione è dato dalla tosse secca, ad accessi, che è più intensa di notte e che spesso disturba il sonno. I sint0-mi obbiettivi t oracici o mancano o sono talment e \.-aghi da rendere difficile la diagnosi : la percussione non svela modificazioni della sono·


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rità: l'ascoltazione sola può fornire dei sintomi molto incerti. Gli apici polmo11ari in genere appaiono 11ormali. Qualche '\"'olta, nello spazio interscapolare a livello della quarta e quinta vert ebra dorsale si può udire un respiro soffiante o anche un vero soffio bronchiale (l'ascoltazione in tal caso si fa meglio con lo stetoscopio biauricolare) , e tale sinto1no può rivelare la presenza di una adenopatia tracheo-bronchiale. In qualche caso si possono ascoltare dei rantoli accompagnati o non da s ibili passeggeri; 1na questi costituiscono u11 si11tomo tutt'altro cJ?.e patognomo11ico e che può lasciare il medico veramente perplesso nel giudicare se può o 110 far pe11sare all'i11izio di una tubercolosi polmonare. Il tipo ghia1idolare ha diversa importanza a seconda del grt1ppo di ghia11dole che è interessato. La presenza di ghiandole palpabili n °11 'addome non è sempre facile a cliagnosticarsi e ciò spesso richi~de mano·v·re che possono riuscire pericolose. Del resto quando la i)alpazio11e riesce a svel are delle ghiandole peritoneali ingrossate, la t11bercolosi addominale deve essere già a·(:anzata, e 1nolto probabilmente sono già con1parsi da qualche tempo sintomi intestinali o peritoneali cl1e posso110 già aver fatto pensare alla origine tubercolare della 1nalattia. l\1aggior valore ha l'aden,opatia trac1ieo-bro11chiale : ma questa, all'inizio, si manifesta raramente con sintomi evidenti : e se qualche volta si può svelare 1nediante un soffio che si ode u.ello spazio interscapolare, o anche mediante accessi di tosse rauca o a tipo con·vulsivo, spesso ' in,?ece non si riesce a diagnosticare con i mezzi com uni di ricerca. La terza forn1a di lesione ghiandolare ass11me la forma di n-iicropoliade1iopatia p eri/erica ge,n e1'alizzata: questa è più facile a porsi in evidenza, ma ha un \"alore diagnostico molto meno 11otevole, poichè non sempre sta ad indicare una lesione tubercolare. Infatti la micropoliadenopatia può a volte comparire ' anche in seguito ad affezioni acute (tifo, febbri eruttive. gastro-e11terite, ecc.) psecialmente quando la convalescenza è lunga. Il tipo cutaneo è raro a riscontrarsi: è caratterizzato dapprima dalla comparsa di piccoli noduli duri ed indolenti che si palpano nel t essuto cellulare sottocutaneo, e che no·n sono aderenti alla pelle: in seguito il nodulo in·vade a poco a poco il derma; la pelle so·vrastant e diviene bruna, poi violacea : il nodulo si· ra1ninollisce e si forma una piccola raccolta fluttuante che si apre di rado spontaneamente: in tal caso può lasci:ire una :fistola che guarisce lenta1nente, a volte il nodttlo regredisce a poco a poco :fino a scompa. rue. I

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Il tipo rier'Voso è caratterizzato dal cambiamento di carattere, da tristezza ed irritabilità , sonnolenza, ecc. Però questi sintomi di per sè no11 hanno un valore reale, e vanno considerati ~011 una. certa riserva. Questi sono i ti pi che posso110 manifestarsi a caratterizzare il periodo iniziale della tubercolosi nei poppanti, ed in compless<' si de\·e dire cl1e in questo periodo la diagnosi è • molto difficile e spesso impossibile a farsi. La clinica sola non offre la possibilità di una diagnosi sicura, e le ricerche di laboratorio offrono un aiuto spesso scor aggiante. Forse si deve fare qualche eccezione a q11esto riguardo per le indicazioni fornite dalle reazioni alla tubercolina quando sono positive. PERlODO DI STATO. Dopo qualche mese dall'inizio la diagnosi della tubercolosi 11el poppante offre presso a poco le medesime difficoltà che 11el primo periodo. I sintomi clinici sono è vero più marcati, ma difficilmente presentano qualcosa di ,-erarnente caratteristico. I vari tipi non costituiscono che delle sindrotni che ntùla han110 di ·ver a1ne11te patog·nomonico. Per quanto riguarda l'adenopatia tracheo-bronchiale si potranno avere, in un periodo avanzato, dei sintomi netti, ma il medico potrà sempre ri1nanere con il . dubbio se l 'adenopatia sia di origine bacillare o no . Infatti secondo 1'A. si de\'e ritenere cl1e no11 tutte le adenopatie trac11eobronchiali sieno tubercolari, poichè, quantu11q11e s i dica che la tubercolosi è diffusa notevolmeut(. anche n ei bambini, pure egli ritiene che sia clifficile di affer111are che quasi tutti i bambini debbano esser tubercolosi per il fatto che quasi tutti presentano i sintomi dell'adenopatia tracheo-broncl1iale. I sintomi pohnonari nel periodo di stato possono d.ivenire molto evidenti fino a rivelare il q11adro di una bronchite o di una broncopolmonite : ma anche in tal caso è difficile che la diagnosi possa farsi con sicurezza co1ne nell'adult0 poichè i rantoli disseminati o anche il soffio bronchiale che si può udire cuoprono completamente i sintomi cavitari, che quando esistono, 11on vengono mai rilevati durante la ·vita. È per queste ragioni che anche in un periodo a\·anzato è necessario ricorrere alle ricerche di. laboratorio per avere, se è possibile, la conferma di una diagnosi che il più delle "\Tolte è semplicemente di presunzione. In questo periodo i nletodi di ricerca del bacillo di Koch sono quelli che dànno i migliori risultati, anche più probativi della c11ti e della intradermo-reazio11e. Un fatto degno di nota è questo che più la tubercolosi è grave e minore è la reazione alla tubercolina. Questo fatto, che è specialmente evide11te nei poppanti, rende preferibile di praticare 1

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la ricerca del bacillo di Koch . L 'A. si basa in special modo sulla ricerca di questo bacillo nelle feci, che molte volte gli ha permesso di confer1nare delle diagnosi dubbiose. I~ 'inoculazione alle cavie (sia del catarro che si può tirar fuori dal faringe, sia del liquido vomitato, come anche del pus che si può tirar fuori da qualche ascesso cutaneo), la ricerca del tacillo 11el liquido cefalo-rachideo, l'esame radiologico, ecc., possono dare anche in questo periodo dei buoni risultati. PROGNOSI. La tubercolosi nel poppante è grave . Il processo tende a generalizzarsi e la 1norte avviene spesso non più tardi di due o tre mesi dall'inizio del periodo di stato. L'esito let ale può essere a volte affrettato da complicazi.oni improvvise, tra le quali la meningite è la più frequente . Vi sono dei casi n ei quali il processo può rimanere latente o stazionario anche per tutta la vitçi (specialmente le adenopatic tracheo-bronchiali) e vi sono delle forme che poss ono anche guarire : ma in generale si deve rittnere che nel poppante la tubercolosi è molto più grave che in tutte le altre età della vita. M. F.

DIAGNOSTICA. La tuti-reazione della sifilide. (NOGUCHI.

La P resse médicale, 17 settembre 1913). 1

Gli studi recenti di nt1merosi scienziati hanno messo in evidenza il fenomeno biologico dell'anafilassi e ne hanno dimostrato la specificità, che diversi autori hanno cercato di utilizzare per la diagnosi di certe malattie. Cosi per la tubercolosi · noi conosciamo la reazione alla tubercolina di Koch, la cuti-reazione di von Pirquet. l'oftalmoreazione di Calmette; per la morva la prova della malleina , per la febbre tifoide l'oftalmo-reazione di Chantemesse. La reazione locale fondata sulla ipersensibilità fu utilizzata per la prima volta da von Pirquet. Sembra che in certe malattie infettive croniche, quali la 't ubercolosi e la sifilide, questo fenomeno designato da von Pirquet sotto il nome di allergia, si sviluppi e possa essere m~sso in evidenza <'on un processo si~ile. Ma prima di potere impiegare questo reattivo, è necessario ottenere i principi costituenti il germe infettivo sotto forma pura e concen,,~rata. Il reattivo deve essere estratto dal materiale ottenuto dalle culture pure del micror• 2an1smo. La cuti-reazione di von Pirquet e le altre reazioni basate sul principio dell'anafilassi furono

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rese possibili dalle culture pure dei singoli germi infettivi Per ciò che riguarda la sifilide molti autori avevano _cercato di ottenere una reazione cutanea specifica mediante l'applicazione di estratti di tessuti sifilitici umani contenenti la spirocheta pallida; ma i risultati erano stati incerti. Da quando l'A. per primo è riuscito a coltivare in cultura pura la spirocheta, ha intrapreso degli st11di sull'immunità e l'anafilassi. Dalla tecnica seguita nella preparazione della luetina, del modo <li adoperarla e della morfologia delle varie manifestazioni cutanee ottenute , il Noguchi ha riferito in altro lavoro, che noi su queste colonne altra volta abbiamo riassunto. Qui giova riportare semplicemente i risultati ottenuti. La luetina· reazione è assente od è molto leggera negli individui a:ffetti da manifestazioni sifilitiche primarie o secondarie, mentre che è sempre presente nei casi di infezione cronica o latente. Nella sifilide ereditaria, di solito è positiva, Nella sifilide cerebro spinale la reazione è incostante; nella metà circa dei casi è positiva. Nella tabe è anche irregolare. Nella paralisi generale si distingue un gruppo di casi e.be reagiscono positivamente, e un gruppo di casi che non dànnonessuna reazione. La reazione è assente nei casi in cui il processo sifilitico è in evoluzione, comedimostra la presenza delle spirochete: ciò è soltanto un segno leggero di allergia della pelle e può riferirsi ad nna soprasaturazione dell'organismo di antigeni prodotti nel sistema nervoso centrale; e può paragonarsi questo fatto alla scomparsa dell'allergia della pelle nei casi di tubercolosi avanzata. È interessante notare che in un soggetto sifilitico può mancare lo reazione alla 1uetina, mentre la reazione di Wassermann è fortemente positiva, ed al contrario nella sifilide terziaria e nella sifilide ereditaria le due reazio~i possono essere insieme presenti. Nei sifilitici sottomessi ad una cura energicar la reazione di Wassermann si attenua e scompare; mentre Ja cuti:reazione, che può essere debole o mancare all'inizio della cura, diviene più intensa. quando scompare la reazione di Wassermann. Ne deriva che la cuti -reazione ha un valore limitato, ma molto importante, e per la diagnosi· e per la prognosi. Per esempio, consideriamo un sifilitico che abbia subito un trattamento energico; se ogni sintoma tace e la reazione di W assermann -


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è negativa, si può dire che esso o è guarito od è un sifilitico latente; ma se è rositiva la cutitPazione, noi dobbiamo considerarlo come un sifilitico latente. Se anche la cuti-reazione è negativa è forse ancora premuturo affermare la guarigione, ma si può dire che questa è molto probabile. La reazione di Wassermann può diventare po sitiva dopo le iniezioni di salvarsan , mentre prima essa era negativa od incerta. Que5to fenomeno singolare è conosciuto sotto il nome di riattivaz·Z:one di Wassermann. Per produrre questa riattivazione si inletta o 40 di sal varsan o o. 6o di neosalvarsan dentro le vene e si fa l'esame del sangue dopo 24 _o 48 ore, e se la reazione è negativa si ripete dopo una settimana. In un certo numero di sifilitici trattati col salvarsan, che non presentavano sintomi clinici e reazione di Wassermann negativa dopo un anno, Nichols hçi praticato a tutti la cuti-reareazione alla luetina e ad alcuni contempor3ljleamente la riattivazione della reazione di Wassermann. In un primo gruppo di 5 casi di sifilide, che non presentavano nessun sintoma e che più volte avevano dato reazione di \Vassermann negativa per un periodo di tempo da r 5 a 22 mesi, a reazione alla luetina fu positiva. Si constatò in seguito eh~ questi erano casi di sifilide latente; difatti si ebbero nt1ove manifestazioni cliniche e · il ritorno della reazione di Wassermann. In questi casi la luetina aveva svelato la latenza della sifilide. Il secondo gruppo di 4 casi la reazione alla 1uetina e la riattivazione della Wassermann a vevano dato risultati negativi. Nichols ritiene questi casi come guariti. In un terzo gruppo di 10 cas i, cinque diedero cuti -reazione positiva e cinque risultato negativo tanto alla cuti-reazione quanto alla riattivazione della W assermann. N:chols conclude che la reazione alla luetina è forse più sensibile della riattivazione della Wassern1ann nei casi di sifilide latente; e se ~i paragona la semplicità della cuti-reazione con la complessità della riattivazione della reazione di Wassermann, che richiede l'iniezione di salvarsan e poi l'esame del sangue, si scorge subito il va· lore pratico della reazione alla luetìna. Baermann e Heinemann hanno trovato che un estratto preparato dalla spirochete della framboesia ha effetti simili a quelli della luetina, ed amb~due dànno la stessa reazione sulla pelle dei

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sifi1jtici e dei malati di frambC'1esia. Ciò è dovuto evidentemente a reazione di gruppo. La cute dei sifilitici terziari presenta una rarticolare ed esagerata irritabilità, ma questa non ha niente in comune con la reazione alla luetina, perchè questa non è neressariamente associata ad una speciale suscettibilità della pelle e perchè essa non si verifica se alla luetina si sostituisce un estratto di controllo Per concludere, la cuti-reazione alla luetina giova a scoprire la sifilide cronica e latente, nella quale i sintomi clinici e la reazione di Wassermann sono temporaneamente assenti. Una cutireazione negativa nei casi di sifilide cronica, nei quali i sintomi siano gravi e la reazione di Wassermann positiva. è un segno prognostico sfavorevole; cosi spesso in soggetti colpiti da paralisi generale. La reazione alla luetina non è parallela .della reazione di Wassermann. P. SABELL1\..

OSSERVAZIONI . CLINICHE . Di un caso tipico di destroeardia per il dott. EUGENIO GIOVANNINI. Fu nell'ottobre 1910 (nella mia vecchia residenza di Santa Luce) che un giorno, richiesto da una donna, tale G ... A ... di anni 60, temperamento nevrotico , che andava soggetta a cefalalgie intense ed ostinate, accompagnate da crisi violente di cardiopalmo, fui indotto a praticarle la ascoltazione del cuore. E quale fu la mia sorpresa allorchè, ascoltandola suli'emitorace sinistro, ebbi l'impressione che il ritmo cardiaco, · ad onta che fosse cosi accentuato d a dar luogo ad un vero e proprio scuo~ ti mento di tutto il torace, non avesse il suo punto di origine nella sede ordinaria, ma bensì vi fosse propagato da altra sede. Dubitai un momento che il fenomeno si dovesse ad una posizione retrocostale della punta, ma ncn tardai a ricredermi per il risultato ne· gativo ottenuto colla percussione raggiata, la quale non solo mi rivelò l'assenza della punta, ma altresi di ogui e qualsiasi ottusità assoluta sull 'emitorace sinistro. Dimodochè , sospettando un situs ano1male del viscere. scorsi rapidamente il torace e fu così che riuscii a locali.z.zare l'ictus della punta 1 cm. ali' indentro della linea mammillare destra: cioè nel punto esattamente omologo a quello di sinistra.

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Ero di fronte ad un semplice spostamentopatolo· gico, oppure ad una completa inversione naturale del viscere? Di nuovo esaminai attentaffiente il torace, cercando di delimitare l'area del viscere. Riuscivo cosi ad ottenere sull'emitorace destro una figura del viscere straordinaria men te rassomigliante con quella che si ottiene in condizioni normali a sinistra. Non contento di ciò, incalzai di domande la paziente per sapere se fossero preesistite malattie tali da giustificare uno spostamento come quello che stavo osservando. Ma poichè questo esame anamnestico risultò assolutamente negativo (ciò che era convalidato del resto da ..orecedenti notizie che avevo sul passato della donna) ne trassi la conclusione che io ero in presenza di un vero fenomeno naturale, cioè di una completa inversione del cuore di natura congenita. A questo punto un'altra questione sorgeva su· bito. Ero in presenz~ di un caso di situs inversus viscerorum completo od incompleto? Al primo esame sommario avevo constatato come il fegato sembrasse in posizione normale. Un ulteriore riscontro mi fece vieppiù persuaso di questo fatto, non tanto al riguardo del fegato quanto anche della milza, si che potei trarne la prima deduzione, che ero di fronte ad un caso a situs inversus incompleto. In seguito ebbi agio di esaminare con più calma questa paziente non solo, ma altresi la figlia di costei, l'unica, e tutta la sua figliuolanza, essendo essa maritata. Volendo sincerarmi ,che anche in costoro, per eredità, non si fosse trasmessa l'inversione constatata nella prima. Ma il risultato fu per tutti negativo. Procedendo, nell'intervallo di quiete, ' fra un paro~sismo e l'altro della pazie~te, alla determinazione dell'area relativa del cuore per mezzo dell'ottusità assoluta, applicavo il metodo di percussione in onore nella Clinica di Pisa, subordinandolo naturalmente alla singolarità del c~so in esame. E ne ottenevo il seguente risultato: Anzitutto, ricercando l'ictus della punta con una percussione raggiata, ne fissavo la sede precisa, dove l'avevo già rinvenuto la prima volta, cioè nel 5° spazio intércostale, un centimetro al1' indentro della mammillare de~tra: sede che la ispezione di per sè ed una successiva palpazione erano già sufficienti ad indicarmi. In seguito ricercavo sulla parasternale sinistra il margine superiore del fegato e, trovatòlo (cosa

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che mi riusciva assai agevole, per l'assenza della ottusità data in casi normali dal cuore e in conseguenza p ~r il passaggio netto dal suono polmo· nare chiaro all'ottusità epatira) riunivo questo punto con la sede dell'ictus mediante una linea retta: linea che seguendo il margine superiore della 6a costa, mi rappresentava il limite inferiore di quest'area cardiàca. · Percuotendo poi a djverse altezze al di sopra del punto, ·in cui avevo delimitato il margine su· periore del fegato ed in una direzione da sinistra verso destra o più precisamente verso la marginale destra dello sterno, potevo determinare il margine sinistro dell'area . Infine, servendomi di ttna percussione raggiata, convergente verso il centro ipotetico dell'area stessa, riuscivo a tracciare con una curvilinea che, dipartendosi dall'estremità superiore della linea precedente, si congiungeva con la sede dell'ictue, il margine superiore ed il margine destro di quest'area Mi risultava cosi una figura, da cui appariva chiaramente come la proiezione del viscere sul· l'emitorace destro fosse, sebbene opposta, corrispondente in modo perfetto a quella del viscere in condizioni ordinarie sull'emitorace sinistro. Infatti l'asse maggiore di questa figura. divergendo da quello della figura normale di circa un angolo retto, assumeva rispetto ad un piano mediano una direzione da sinistra a destra ed una inclinazione dall'alto al basso. Tolto questo orientamento eguale e contrario, la stessa omologia di sedi e di punti di riferimento. Passando all~esame del fegato, mio studio par· ticolare fu quello di assicurarmi di nuovo sulla sua esatta ubicazione. ·E per la seconda volta dovetti con vincermi - come del resto anche il prof. I-(andi, medico primario nei RR. Ospedali di Pisa, cui presentai questa paziente così interessante, ebbe a confermarlo pienamente - che il fegato era in realtà nella sua sede normale. Difatti sulla linea mammillare destra il suo margin~ superiore si determinava lungo il margine superiore della 6a. costa, mtntre il suo margine inferiore si determinava all'altezza dell'arco costale, sempre sulla linea mammillare destra. Quindi nessun spostamento, neppure per il dato e fatto della presenza del viscere al disop1·a del suo lobo destro. La milza appariva profondamente situata nel1' ipocondrio sinistro. Null'altro di notevole da parte degli altri organi.


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Ad un altro metodo clinico di grande approssimazione volli ricorrere per controllare i risultati delle mie ricerche, prima di passgre ad una prova assolutamente positiva, quale quella radiografica. Come metodo ·di controllo mi servii della fonendoscopia. metodo che corrispose pienamente al mio fine cli ben individuàlizzare l'area del viscere • 1n esame. Col fonendoscopio infatti riuscivo a fare un migliore apprezzamento del margine inferiore del·

quente, allorchè - condotta la donna nel gabinetto radiografico del prof. Pierini, in Pisa - si riflettè sullo schermo fluorescente la figU:ra pulsante del viscere: figura che, più che approssimarsi, coincideva quasi perfettamente can quella da me tracciata col lapis dermografico sul torace della donna . La prova radiografica poi stabili come l'ubicazione del viscere fosse effettivamente tale quale io l'avevo concepita, servendomi dei due metodi

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1'area, di quello che non mi fosse consentito col semplice metodo di percussione. Poichè detto margine, data la vicinanza dei due visceri a rìsuonanza ottusa. rimaneva un po' indefinito. Mentre sulla guida delle più lievi sft1ma ture di suono, messe in evidenza dal fonend oscopio ottenevo una linea di separazione assai evidente tra le due ottusità. Le altre linee del tracciato, salvo insignificanti differenze, erano fra loro in esatta corrispondenza, sicchè coi due metodi della percussione semplice e della p~rcussione ascoltata, mi risultava una figura d~l viscere che io avevo ragione dì ritenere assai prossima alla realtà. E di tale approssimazione ebbi la conferma più elo-

clinici sopraddetti, i cui risultati, può dirsi, s'in· tegravano a vicenda. \Come può osservarsi nella qui unita incisione, ricavata dal cliché, fatto sulla lastra radiografi.ca : incisione. che visibilmente riproduce il torace della donna veduto dalla faccia posteriore. Sotto un altro aspetto riusci interessante la prova radiografica. Giacché mi offrì una s piegazione plausibile <lei fenomeni d'irritazione cardiaca, di cui soffri va la paziente. Difatti la dilatazione del fascio vascolare, che abbastanza evidente si osserva nella incisione, unita all'osservazione. da me fatta in precedenza, che le crisi di cardiopalmo della paziente eransi ( ~)


IL POLI CLINI CO

mostrate stranamente ribelli ad una terapia appropriata, poteva suffragare il mio sospetto che una compressione, agendo come causa irritativa, ed esercitantesi sui plessi nervosi della regione, ad esempio sui gangli del simpatico. fosse la causa della fenomenologia osservata in questa donna destrocardica. San Giovanni alla Vena (Pisa), 15 luglio r913.

STORIA DELLA MEDICINA. Giovanni Battista Morgagni. Il prof. Achille De Giovanni, come prelezione ad un suo corso di Clinica medica generale, ebbe a commemorare l'immortale scienziato italiano, che due secoli prima, giovanissimo ancora, era chiamato dal Senato veneziano ad insegnare medicina teorica nello Studio di Padova I nostri lettori leggeranno con interesse questa pagina di storia della medicina. S ignori, Non pensate che io abbia in animo il proposito di farvi una commemorazione, per la quale si esigono mente e preparazione degne dell'altissimo soggetto, mentre io non mi credo da tanto; ma <'erte date esercitano quasi un fascino, suscitano ricordi storici, che obbligano la mente a meditare sopra uomini e cose, che dalla Scienza progredita pare acquistino sempre nuova luce. Ricordando oggi l'autore dell'Adversaria anatomi'ca e del De Sedibits et Causi·s M orborum per a1?,atomen indagatis, io veggo comparire innanzi a me una pleiade luminosa, cinque astri dell'orizzonte scientifico: Malpighi, Valsalva, Morgagni, Scarpa, Panizza; sento rivivere la ispirazione del Genio Italico nel campo della nostra Scienza e con nuovissimo entusiasmo chiamo a me i discepoli che meco sfidano la perigliosa onda del nostro mare e li esorto a tenere sempre fisso lo sguardo al faro 111minoso che quei sommi accesero. Giambattista Morgagni erg, destinato a continuare l'opera di Marcello Malpighi, il riformatore dell'indirizzo scientifico nel campo è.ella m~dicina. Egli medesimo impresse un'orma profonda nella anatomia comparata e non ·lasciò parte del corpo umano inec:;plorata , ~eguacE> sempre ed interprete della mente Malpighiana, che dallo studio delle tre anatomie, quella delle piante, degli animali e dell'uomo, saliva al concetto biologico dell'organizzazione ·e della evoluzione degli es~eri. P -:- rò Morgagni riconduceva all'antico lu~tro la scuola padovana e le famose aule venivano ripopolate da uditori di ogni lingua. (r4) ,

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Lui vivente, la sua Forlì lo onorava elevandogli un busto; e Senac ]o diceva il « Grande Morgagnt• ». Per gli insegnamenti di Malpighi e di Morgagni vennero profondamente scossi i principi astratti e dottrinali che governavano la medicina d'allora. Ed oso dire, cbe se i medici italiani a-vesc;ero interamente comprese le vedute geniali dell'uno e dell'altro, non si sarebbero abbandonati in campi immaginari dietro la falsa guida di dottrine aprioristiche. Quando io ric0rdo che Malpighi, ultimati gli studi di medicina a Bologna, disse che bisogna va tornare ad Ippocrate, al naturismo ippocratico, comprendo come Morgagni abbia fatto progredire la medicina ippocratica senza teorizzare, ma solo osservando; e veramente Ippocrate descriveva gli atti della vita nelle manifestazioni morbose e Morgagni attenendosi allo stesso indirizzo naturalistico, indagava le cagioni interne dei fenomeni morbosi. Io penso, che se Morgagni vivesse, dal fatto morboso concreto, quale clinicamente ed anatomicamente può_ accertarsi in ogni individuo, estenderebbe la indagine nel campo della biochimica, registrando i fatti senza mai teorizzare. Quando egli sospettava che per anomalie delle funzioni digerenti possono prodursi principi venefici dannosi all'organismo umano e che, falti ingoiare ad anin1ali, constatava davvero l'azione venefica, annotava semplicemente il fatto: ma ricordandolo oggi lo dobbiamo segnalare come una geniale intuizione. Il processo ideologico del Morgagni è schietta- \ mente galileiano. l'indirizzo sovranamente naturalistico; ~gli procede severamente dal noto all>ignoto, investigando la causa dei fatto, bène ac · certato, nel fatto medesimo, senza la ispirazione di teorie aprioristiche, per comporre poi la dottrina naturale del fatto, messo in rapporto col· l'organismo nel quale ha origine. Scorrete le pagine nelle quali espone tutto ciò che ha veduto e raccolto per studiare della sede e delle cau~e dei morbi, pagine dettate quando può dirsi raccogliesse tutto 11 frutto della sua osservazione di medico e della :sua meditazione di filosofo naturista e vi sentirete qua~i animati da uno spirito di critica, che vi renderà sempre più cauti nell'accogliere tutto ciò che si dà e che anche quasi si impone in nome della scienza. Però fa grande meraviglia ..sapere cl1e Broussàis abbia mosse tante cri ti che veramente fuori di proposito, assolutamente infondate, al nostro Morgagni, dicendo perfino che le sue osservazioni erano ,riziose percl1è non si occupava dell'esercizio f1ell'arte; ciò che è assolutamente contrario alla veril.à. perchè a Morgagni accorrevano sofferenti da molte parti e per malattie difficili e pericolose. Bisogna dire che il patologo della Senna


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SEZIONE PRATICA

non fosse bene informato di tutto quanto si riferisce all'indirizzo scientifico e alla storia di Morgagni, preoccupandosi egli in modo che si può dire fanatico delle fiammasie, delle gastro-enteriti, messe a base della patologia clinica. A questi ricordi possiamo orgogliosam~nte constatare che nelle opere di Morgagni nulla avvi che somigli all'errore dottrinario di scuole precedenti e successive; ma tutto può essere pre~o come punto di partenza per muovere le nostre indagini ad ulteriori conquiste nel campo della scienza e dell'arte. Forse le vedute unilaterali seguite nel giudicare tutta 1, opera di Morgagni, hanno contribuito a confinarlo nella storia come un semplice anatomico. Pe~ questo molti non ricordano che l'anatomico ed il fondatore dell'anatomia patologica: pochi lo consultano; pochissimi ne hanno compreso il pensiero filosofico e l'indirizzo scientifico. E tutto questo ha oscurata in parte la gloria del nostro immortale patologo. Chi non sente il soffio del genio non comprende il valore dell'opera sua, che per questo perde la sua intonazione. Morgagni non vi insegna l'analisi microscopica dei tessuti: ma nei fatti che egli ba raccolti, nelle coincidenze che egli registrava, dettava un programma che era la visione dell'odierno indirizzo, cioè Jo studio biologico della individualità e nella clinica e al tavolo anatomico; è il programma Malpighiano che noi perdemmo di vista adescati dal fatuo splendore d~ sempre nuove teorie. Ma oggi, mentre p atologi d'oltre monti intendono. illustrare Je individualità cliniche, perchè la storia naturale ha fatto loro comprendere la varietà dell'essere, noi italiani possiamo bene appellarci alla storia nostra per sostenere la nostra priorità nell'indirizzo naturalistico : quindi non siamo seguaci, ma pre. cursori. Nessun altro scrittore ha saputo raccogliere tanti e cosi utili risultati dalla propria esperienza come il Morgagni, onore. come dice Sprengel , non solo d' Itali a~ ma del. secolo. L'immenso tesoro delle sue osservazioni originali, la finezza del suo c.riterio, la vic:;ione dell'avvenire della sua scienza, la vastità della sua erudizione, fanno essere l 'opera del Morgagni superiore a quella di tutti i predecessori. N0n si può dire in poche parole quanti lampi di luce vera si veggano là dove egli intende formulare la tesi di patologia clinica o di terapia. Se voi chiedete quale fosse il pensiero, o sistema :filisofico <li !\1orgagni, egli stesso vi risponde: nè solidista, nè umorista, nè vitalista. Sempre s pregiudicato osservatore della Natura, taccoglie i fatti, li confronta, li coordina, ne constata le coincidenze e nella costanza di queste

intravede un fatto biologico senza concludere in omaggio a qualsiasi teoria. Egli registra. p. es., le emorragie cerebrali e la coincidenza loro coi fenomeni clinici dell'apoplessia: fa presente il caso nel quale questi fenomeni mancano, ed altrove, mentre constata il versamento sanguigno in una metà della massa cerebrale, tosto rileva il differente sviluppo dei vasi nell'altra metà dell'organo. Non è vero forse che sopra questi dati, cosi sapientemente raccolti, senza invocare teorie, siamo logicamente indotti a pensare che nello sviluppo non eguale dei vaEi può darsi la ragione di predisponenti morbosi? E da questo par ticolare morfologico non viene legittima la conseguenza, che l'esame morfologico del sistema vascolare contribuisce alla conoscenza del fatto morboso e concorre a formulare il programma terapeutico? Di fronte a casi di malattie polmonali Morgagni sente il bisogno di registrare dove e quando le gland.ole linfa ti che sono più numerose. Anche qui con proposito di naturalista e di medico, Egli induce a meditare sul fatto morfologico e qui, come altrove; fa comprendere la importanza del sist~ma linfatico nel determinare varianti nel processo morboso. E questo quando Malpighi aveva abbandonato lo studio dei linfatici dicendo: nec adhuc quid certi enunciare mihi licet. Egli sagacemente intravide i rapporti che passano tra i linfatici degli arti e il dotto toracico e mise in evidenza l'ufficio delle glandole linfatiche ed alla ipotesi dello stimolo che Haller adduceva per spiegare il moto della linfa, egli dimostrava la contrattilità delle pareti dei vasi linfatici. Quando registra l'aorta assai angusta, quando la mostra più larga del dovere, accenna a fatti irregolari nella organizzazione individuale e a speciali attitudini fisiologiche e patologiche. E noi oggi possiamo affermare, che queste note sono geniali intuizioni del metodo di indagine clinica, al quale ci siamo dedicati seguendo i dettami della moderna biologia. Ricordo quasi con entusiasmo <love nota il reperto èel cuore piccolo come quello di un fanciullo in un individuo di corporatura robust a . perchè allude a quello che noi professiamo intorno agli errori di prima formazione ed alle possibili trasformazioni del tipo ivdividuale durante lo sviluppo. Quando Morgagni ragiona intorno alle pulsazioni della aorta addominale , con fine discernin1ento clinico prima ammette, che anche se veementi le pulsazioni aortiche non sono da attribuire sempre all'aneurisma e poscia, tornando alr argomento, chiaramente accenna alla influenza nervosa. In proposito mi piace dirvi , che quanto io professo intorno a questo particolare clinico

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IL POLICLINICO

è frutto di osservazioni, che tacitamente venni facendo anni or sono dopo avere letto quanto ho ricordato intorno alla pulsazìone d ella aorta addominale; alludo alla importanza ed al valpre clinico del dolore :;elfaco. Molti anni or sono ho letto che Morgagni, non favorevole alle cavate di sangue, ne praticava sulla colonna vertebrale. Ne ho seguito l'esempio; e di fronte a molti di voi in vari casi morbosi ne vedemmo la indicazione e fummo lieti del successo terapeutico. Anche qui, o signori, può dirsi, che la ispirazione terapeutica di Morgagni era figlia legittima del pensiero di chi aveva appreso a considerare la ineguaglianza di sviluppo nei vasi sanguigni. Tutte queste cose ed altre dello stesso valore che si incontrano ad ogni pagina, sempre meglio dimostrano, che Morgagni va ricordato quale veramente è stato: uno dei più illustri patologi. Il s uo biografo cita in proposito un pensiero di Haller, che disse: « Io per verità non conosco altra opera che più di questa contenga vera dottrina pratica e vera medica eleganza, e moltissime cose inoltre di cui si fa gran conto nella :fisiologia e nella notomia ». Quando voi, o signori, avrete letto il De sedibus et causi moYbofum, ricorderete un pensiero di Claudio Bernard: la medicina veramente scientifica abbraccia fisiologia, patologia e terapeutica. E sapete perchè? Perchè in queste pagine l'autore dà il fatto terapeutico come egli prima aveva considerato il fatto anatomico e fisiologico; del fatto terapeutico prende e fa presente quando è possibile il contenuto scientifico o sperimentale. Da quanto ho detto si comprende che a commemorare degnamente Morgagni è necessario considerarne la mente e l'opera sotto i vari aspetti nei quali ci si presenta. Però non basta un'ora accademica e non basta rir,etere quello che già venne registrato dalla storia, perchè l'opera del genio nel tempo è venuta facendosi più luminosa ed il pensiero più largo, più profondo e più complesso, sì che occorrono diverse competenze perchè rifulgano interamente le geniali e varie iniziative. Però io spero che mi giustificherete se mi sono presentato a voi co' miei modesti ricordi. Ma non vi nascondo che evocando lo spirito di Morgagni oggi innanzi a voi, ho pensato che avrei potuto accendere nell'animo vostro il desiderio di chiedere e dj contribuire a che sorga Analmente in Padova quello che io direi Il Culto a M orgagr,i·i. , In queste parole io comprendo non solo un mo· numento ma tutto quanto possa col monamento fare rivivere fra noi lo spirito filosofico, l'indirizzo scientifico e la sovrana autorità di chi non serve che alla Scienza ed alla Umanità. Voi, giovani studiosi, memori delle glorie na· zionali, fate rivivere col nome di Morgagni il di( I ~)

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ritto che ha l'Italia nostra di essere ricordata come la iniziatrice di quell'indirizzo scientifico nello studio della medicina, che ha condotto all'odierno progresso. Voi profittando dei mezzi che il tecnicismo moderno vi presta accingetevi a nuovi studi, che, secondo la inente del Sommo biologo che ricordiamo, sieno sempre e solo diretti a constatare fatti nuovi, mai a creare teorie, delle quali non pochi si compiacciono o troppo facilmente escogitano, divagando dal metodo Morgagnano. Sia P!e~ente a voi quello che la esperienza ha scolpito fra i canoni della Scienza: La vita è legata alla forma ed a corrispondenti manifestazioni di energie, che, data la varietà delle forme, non sono sempre prevedibili. I grandi vantaggi che si possono avere dall'applicazione della fisica e della chimica allo studio ed alla interpretazione dei fenomeni biologici ~ono assai sovente rufficoltati dalle innt1merevoli varianti del fatto biologico e dell'ambiente nel quale si incontra. Per questo Morgagni apprese dalla natura ed insegnò quello che oggi si deve ammettere intornp alla complessità dei fatti biologici, nello studio dei quali occorre un metodo, che non è precisamente quello de11a fisica nè della chimica e non può altrimenti denominarsi che biologico. Io, o signori, animato sempre dai principi generali della scuola biologica italiana, accogliendo con discernimento, impostomi dalla stessa scuola, le iniziative dell'indirizzo sperimentale moderno, mi sono studiato di corrispondere alle nostre tradizioni ed ai miei doveri fra i quali quello di provvedere l'Istituto, che ho l'onore di dirigere, del materiale scientifico necessario per le indagini biologiche. Io spero di avervi compagni di lavoro, convinto che dalla eloquenza dei fatti sarete condotti a fare rivivere le nostre tradizioni e cosi inizier~te nel modo più degno e solenne il monumento al nostro immortale Morgagni. Vi ho detto essere canone di scienza che la vita sia legata alla forma ed a corrispondenti manifestazioni di energie non sempre prevedibili; e da questo viene il precetto, che i corpi dei quali noi dobbiamo comprendere le manifestazioni vitali, devono essere prima di tutto studiati nel modo loro di essere morfologico. Io ho sempre seguito questo precetto e provando e riprovando, composi le linee fondamentali del metodo che da molti anni insegno, sempre in omaggio alla scuola di Malpighi e di Morgagni e che molti di loro . ' conoscono. gia Ed oggi rievocando il nome glorioso dal quale ho avuta la ispirazione per le mie modeste iniziative, solennemente dichiaro, che la non breve esperienza fatta nell'arduo campo della ciinica, mi ha convinto di non a vere fatta opera vana o


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SEZIONE PRATICA J

contraria ai canoni della biologia; checchè dicano quanti si fanno, per scopi certo indegni della scienza, critici e detrattori dal fatto mio. ·Per questo, o signori, sempre più infervorato nel pen~iero di dimostrare la base naturalistica del metodo e lo scopo scientifico-clinico della sua applicazione. ho voluto provvedere l'Istituto nostro degli apparecchi per la radioscopia allo scopo di poter controllare quanto è possibile i risultati del nostro esame morfologico, dal quale si deve prendere norma nello · studio della patogenesi e della terapia nel caso concreto. Spero che anche questo contribuisca a generare in voi più profonda convinzione nei principi ai quali amerei affidaste le vostre Iniziati ve scientifiche, convinto che rinnovereste la scuola medica italiana, la scuola di Malpighi e di Morgagni. In nome di questa scuola, dallo studio delle forme dei corpi passerete allo studio delle energie biologiche con tutti i mezzi che la fisica e la chimica ci forniscono; ma guardate, esaminate tutto coll'occhio del genio che bene può dirsi Lo ministro maggior della Natu'fa.

Giovani egYegi, Non so nascondervi che ragionando innanzi a voi di una gloria italiana, in questi giorni nei quali da tutte le parti viene un fremito di vita nuova, mi invade un entu c;;iamo giovanile e grido: Multa renascent ur I Già la nuova Roma torna a Tripoli e il Genio Italico anche' per opera vostra rinnoverà i suoi fasti gloriosi nelle Arti e nella Scienza.

LEZIONI La diagnosi precoce del carcinoma dell'appareeehio digerente. (T. SCHUTZ. W iener kli·n. W och ., 26 giugno 1913). I carcinomi dell'apparecchio digerente sono quelli in cui una diagnosi precoce è della mas· sima importanza, perchè una tera pia C'hirurgi ca è efficace solo nella condizione che la diagnosi sia stata fatta in un periodo iniziale della malattia. Una diagnosi precoce in senso ideale è rimasta però finora solo un pio desiderio: ciò in parte è dovuto al fatto che i carcinomi dell'apparecchio digerente hanno un lungo periodo di latenza, il che però non significa che nella maggior parte dei casi la diagnosi sia impossibile in un periodo in cui un intervento operatorio sia giustificato. In questa epoca di ricerche biologiche si sono fatti numerosi tentativi a tale scopo: gli entu• siasmi però dei primi momenti non sono stati

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giustificati dalla successiva esperienza. La dia~ gnostica dell'epitelioma dell'apparecchio digerente è ancora in gran parte nel dominio dell'osservazione clinica. Sono i sintomi subiettivi ed obbiet· ' tivi presentati dal malato che, o ci guirlano alla diagnosi, o giustificano alcuni esami speciali che l'esperienza cliajca ha dimostrato utili. Una latenza in senso assoluto si verifica per lo .P iù solo nei primissimi stadi: per lo più si tratta di una pseudolatenza, in cui si hanno sintomi morbosi vaghi non caratteri~tici di una neoplasia. Per cui, quando in un'età avanzata avremo sintomi anche apparentemente benigni a carico dell'apparecchio digerente, il sospetto di un epitelioma sarà sempre giustificato. Esofago. - Sebbene pel cancro dell'esofago una diagnosi precoce non abbia almeno per ora valore pratico, però anche qui potrà giovare giacché una diagnosi non esatta può portare ad un ag· gravamento dei disturbi. I sintomi tipici della stenosi esofagea (ostacolo al passaggio della sonda e disturbi della deglutizione) si hanno specialmente nei carcinomi alti che sono i meno frequenti. Molto più spef\So la localizzazione è in corrispondenza al cardias : in questa localizzazione i sintomi dell'arrestarsi del cibo e della disfagia in genere mancano del tutto o vengono tardivamente. Il sintoma fondamentale in questi casi è il rigurgito dopo l'ingestione del cibo: siccome questo è interpretato come vomito, per lo più tali pazienti vengono considerati come gastropazienti, e curati come tali anche a lungo: il sondaggio in tali casi rischiara immediatamente. la diagnosi. Molte volte si tratta di tumori della piccola curvatura diffusi al cardias e che sfuggono alla palpazione. La conclusione pratica che scaturisce dalle considerazioni suesposte è che in ogni caso di vomito , specialmente se insorge immediatamente dopo i pasti, è necessario praticare il sondaggio esofageo. In tali malati si osserva facilmente il fatto délla tolleranza maggiore per la ca me grassa. Un certo valore diagnostico l'ha la mancanza del secondo rumore di deglutizione. Il sondaggio gastrico colle sonde semirigide negli stadi iniziali, non ha molto valore: si ha per lo più la sensazione indistinta di un lieve impedimento nel cardias: più indicato è il sondaggio colle sonde molli. La presenza di sangue o di brandelli di tessuto nelle finestre della sonda dà la certezza di un neoplasma esofageo, perchè talora anche in condizioni normali si verificano

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IL POI ICI JNICO

spasmi lungo l'esofago cho ostacolano l'introduzione della sonda molle. Quindi nei casi di sospetto di epitelio ma esofageo è opportuno praticare prima l'esame colla sonda semirigida e poi colla molle. Nel sondaggio · non bisogna mai dimenticare che la distanza del cardias dall'arcata dentaria varia da caso a caso: per lo più è di 40 cm., ma in individui alti può raggiungere i 45 cm.; quindi solo dopo aver inftodotto 45 cm. di sonda potremo essere sicuri di essere penetrati nello stomaco. In alcuni casi però un impedimento verso i 4245 cm. può essere in rapporto con un processo endogastrico (epitelioma, stomaco a clessidra): ad ogni modo complemento del sondaggio eso· fageo deve essere l'esame radioscopico ed infine l' esofagoscopia che serviranno a deter:ninare la natura delle stenosi e le condizioni dell'esofago al di sopra del punto stenotico. Carcinoma gasl1'ico. - La difficoltà diagnostica del carcinoma gastrico si ha soprattutto nei casi di tumore non palpabile. I due metodi fondamentali per la diagnosi del cancro dello ~tomaco in tali casi, sono l'esame del contenuto gastrico e I 'esame radiografico. Nonostante questi procedimenti diagnostici la diagnosi, specialmente nei primi stadi, non è possibile. Non sempre la precocità di una diagnosi dipende dal non essere il tumore palpabile, giacchè esistono tumori bene evidenti alla palpazione in cui non esistono metasta~i . mentre forme incipienti neppure rilevabili coi metodi diagnostici più fini in cui esistono diffusioni nei vari organi. D'altra parte il fatto che i tumori dello stomaco o dell'addome in genere non sono palpabili, non è in rapporto colla grandezza assoluta ma dipende da varie circostanze, quali p es. lo spessore delle pareti addominali, la. loro tensione, la disten_sione dello stomaco, ecc., e soprattutto dalla tecnica della palpazione. Una diagnosi precoce del carcinoma gastrico 5i può fare specialmente nella localizzazione pilorica di esso per i disturbi di canalizzazione ·che insorgono precocemente: però i tumori della piccola curvatura che di regola non si palpano, diffon· dendosi al piloro dànno sintomi di stenosi pilorica e fanno sospettare un epitelioma pilorico incipiente. · I tumori del corpo dello stomaco possono per· sistere lungo tempo senza dare sintomi almeno locali, mentre per lo più determinano, in un tempo più o meno lungo, sintomi generali rile-

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vantissimi, quali ane111ia, dimagramento e cachessia: d 'a.ltra parte nei tumori del corpo le in. dicazioni terapeutiche sono minori che nell'epitelioma pilorico. Nei casi di tumore palpabile si deve escludere l'ulcera callosa: ciò si fa in base ai reperti della colazione di prova giacchè l'ulcera decorre per lo più con iperacidità o valori normali di acido idroclorico, l'epitelioma di regola con anacidità e presenza di acido lattico, più di raro con ipoacidità. Una diminuzione progressiva dei valori dell'HCl parlerà in favore di una degenerazione carcinomatosa di un'ulcera callosa. L'esame radio . ~ ' scopico ci aiuterà molto nello stabilire una diagnosi differenziale tra i due processi. Nei casi di tumori del fondo non palpabili e non stenosanti, l'esame radioscopico ci sarà di grande valore: quindi in ogni caso di achilia in in persone di età matura siamo autorizzati a procedere ad un tale esame. Bisogna pensare che l'achilia come espressione di una malattia gastrica è piuttosto rara. All'infuori del carcinoma (dalle mie statistiche solo nel 3 % dei casi di affezioni gastriche benigne) speDso però s'incontra in malattie generali che colpiscono tutto l'organismo. I/esame delle emorragie occulte se è costante è d 'immenso valore nella diagnosi di carcinoma, però la sua mancanza anche in esami ripetuti, non parla contro di esso. Carcinoma dell'intestino. - Hanno importanza a questo proposito soprattutto la localizzazione nel eieco o nel sigma e retto: i carcinomi del tenue sono rarissimi. 'La diagnosi di cancro dell'intestino è basata sul criterio della stenosi e su quello del tumore palpabile: questi sintomi si possono avere però n~lle più s variate malattie: l'esame radioscopico in tali casi è d'importanza somma. Nei carcinomi .del retto o dell'ampolla esiste anche un lungo periodo di pseudolatenza: in ogni caso di emissione di sangue o di muco o di tenesmo siamo autorizzati ad un'esplorazione di· gitale del retto o ad una sigmoscopia e diffidare sempre della diagnosi di emorroidi interne; anche se esistono noduli emorroi<}ari è necessario pro-. cedere all'esa~e suddetto perchè il cancro del retto si accompagna sempre ad emorroidi. Un altro sintoma che deve farci sospettare una lesione del re~to o del sigma è costituito dalle diarree croniche anche senza emissione di muco o di sangue: q11indi in ogni caso di diarrea ero- nica è indispensabile l'esame rettale o sigmoideo. p. A~SSANDRINI. \


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SEZIONE PRATICA

JM:SDICINA SOCI.ALEi Patologia professionale dei ferrovieri. (FABBRI e ToGNETTI. Relazione al IV Congresso ~Nazionale

per le malattie del lavoro 1913).

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La statistica della morbosità e mortalità del personale ferroviario dimostra che le malattie 11011 sono in esso più freqt1enti cl1e in ~ltre categorie di la\ oratori, e che l'arte del ferro~..-iere non esercita alcuna f11nesta influenza sulla durata della :vita, nè abbrevia ~l periodo 1nedio clella capacità prod~ttrice assegnato alle classi • operaie. D'altra parte nei ferrovieri non si riscontrano che in via assolutamente eccezionale infermità che abbia110 schietto il carattere professionale. Le forme nervose nel loro ~om plesso non si presentano con quella· frequenza, che alcuni teoricamente ed aprioristicamente avevano preconizzato e supposto. ~iù che le 1nalattie organiche, le quali spesso ripetono la loro origine da intossicazione alcoolica o da morbi infettivi, sono le forme funzionali quelle che rappresentano in buona parte la morbosità del sistema nervoso. Riguardo a queste, si è detto e si è ripetuto che lo scuotimento prodotto dai treni in moto in.fluisce sinistramente sullo st ato del sistema ner\7oso, e spesso determi11a, specialmente nel persoitale di m~cchina come quello che più rise11te le scosse· una forma nervosa peculiare, che il Rie' . gel avrebbe chiamato - professionelle Maschinenkra1ikheit. ' Pur non volendo escludere uno stato nervoso nel personale che viaggia, le sue cause, più che 11elle scosse, si potrebbero trovare nelle speçiali condizioni morali in cui esso si trova : la forte e prolungata tensione di animo, il sentimento della responsabilità, l a paura del pericolo, il riposo non ritmico possono determinare col tempo un esaurimento del ·sistema nervoso, che si ri. leva specialmente quando conocorra l'eleme11to ereditario . di una costituzione neuropatica. Ma non è per nulla specifico dei ferro vi eri t ale esaurimento nervoso : giacchè vi vanno incontro indifferentemente tutti coloro che disimpegnano lavori di grande responsabilità e richiedenti enorme sforzo di attenzione. Una prova se ne ha in ciò che i mo\rimentisti, che col personale viaggiante hanno comuni la tensione di animo e la \?Eo-lia 11otturna. e che per .a ltro no11 sono sogo o etti alle scosse sussultorie ed ai trabalzi del tie110, offrono una perce11tuale di forme nervose superiore a quella degli agenti di scorta ai treni. D'altra parte non è nè frequente, 11è specifica nei ferrovieri la n'e urosi trau1natica; in occasio7

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ne di disastri ferroviari gli agenti di macchina e di scorta ai treni stanno ft1ori servizio solatnente per le lesioni chirurgiche riportate ed a queste non seguono mai o quasi mai le sindromi nervose cosi facili a riscontrarsi nei viaggiatori, pur tenendo conto che in questi ultimi Rer molteplici ragioni le pretese nevrosi non sono tutte da ,accettarsi come realmente sussistenti. Fra le malattie ·che, pur avendo la caratteristica di esser in relazione col lavoro prevalentemente esercitato, non possono dirsi specifiche dei ferrovieri v'ha· il crampo dei telegrafisti e degli scrivani, di cui si sono eònstatati pochissimi casi, e la claustrofobàa constatata in alcuni cantonieri addetti a lavori sotto le gallerie. A parte le malattie indotte nell'organo della vista da- penetrazione di corpi e~tranei nel sacco congiuntivale e da11a loro infissione sulla cornea cui vanno specialmente soggetti gli agenti di ~macchina e cli scorta af treni e gli operai delle officine, e che rientrano nel campo .degli infortuni sul lavoro, m eritano di essere segnalati i casi 11011 frequenti di oftalmie fotoelettriche. Nel personale delle Ferrovie italiane non non è stata mai riscontrata la classica snow blindness descritta in alcuni ferrovieri delle regioni nordiche, i quali debbono guidare i convogli attraverso lunghe distese di neve. L'asserzione di De L antsheere che il persona] e di macchina subisce notevoli diminuzioni del visus dopo 3-4 ore di servizio di express · 11on è stata confer1nata -d ai controlli fatti. ' Sul bilancio della morbosità ferroviaria le malattie dell'orecchio gravano ancor meno che le malattie dell'occhio e ·quelle che maggiormente :figurano sono : 1° raccolte di cerume del condotto uditivo esterno, specialmente nei macchinisti e fttochisti; e la cosa si spiega facilmente se si pensi che questi age11ti sono esposti al fumo, alla polveTe, al pulviscolo di carbone e cl1e essi hanno l'abitudine di fare dopo il· 1a,-oro grandi abluzio1u sulla test a e s ulla faccia no11 risparmiando l'orecchio, e la penetrazione di acqt1a nel condotto uditivo, favorisce la produzione e la raccolta di cerume; 2° forme catarrali dell'orecchio medio, dov11~ te alle brusche variazioni di temperatura, C'he posso110 in individui predisposti dar lttogo in seguito a svariate nlalattie ad andame~to cronico, le quali alterano più e meno sensibilmente la funzione ; 30 otiti interne da lesioni atroficbo-degenerative. Queste sono car atteristiche nei calderai o . fucinatori, le cui mansioni non so110 pero' speClficamente ferroviarie; ma anche in altri agenti più propriamente addetti all'esercizio (n1acchinisti, fuochisti, capi-stazione, manovratori, ecc.),

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è stato affermato si possano riscontrare, sia pure in minor gr aclo, 1)er i fischi troppo acuti delle locomotive, e 1)er i ru1nori delle macchine, che 11elle gallerie, specialmente in salita, diventano più intensi. Bisog11a però 11otare che 11on tu.tti so110 d'accordo nell'amn1ettere una maggior perce11tt1ale clelle 1nalattie dell'orecchio i11 confro11to alle altre categori e di Ja,·oratori. Le malattie che più freque11temente si risccntra110 nei ferro,rier~ so110 le reumatiche e quelle clegli apparati res1)iratorio e digerente. Le malattie dell'albero res1)iratorio e le forme ret1maticlie in grande maggioranza lievi e di breve durata sono evide11tement e in relazio11e col fatto, che tutte le categorie di agenti che 11an110 ma11sioni in cliretto rapporto con la circolazione dei treru si espo11gono a cause reumatizza11ti. Gli agenti cli 1nacchina sono esposti al calore rag·giante del focolare in contrasto con la corrent~ cl'aria esterna : subiscono, attraversando gallerie, brusche \Tariazioni di te1nperatura; sono poco o n1e11te i)rotetti clal ,·ento, clalla pioggia, dalla ne,~e ; il personale di scorta ai treni ''a soggetto stt per giù alle stesse cause refrigeranti; il })ersonale di stazione co1npie il proprio lavoro sui piazzali, spesso alle ii1temperie, co11 t1n grado di temperatura talora iii grande contrasto ro11 quello degli uffici, o';e esplica parte del proj)rio compito e dove suole trattenersi nei momenti di sosta ; il personale di linea infine disimpegna le ordinarie mansioni all 'a1)erto, e non di rado nel1'ambiente umido e fre(lclo clelle gallerie, eSi)C'St o alle forti correnti d'aria . . Le malattie dell'apparato digerente sono per 1() più enteriti no11 gra·vi, gastriti catarrali, dispepsie e sono sopratt1tto frequenti nel personale di macchina e di scort a ai treni. Esse sono verisimil1nente in rap1Jorto all'uso di ali1uenti 11011 bene preparati e non caldi, alla forzata irregolar~tà dei pasti, alla intempestività delle defecazioni, alle abitudini alcooliche, alla facil~ occasione cli bere ,a cqua freclcla a corpo estuante nelle brevi soste e forse anche alle scosse dei convogli. La pretesa 1naggiore frequenza del diabete fra il perso11ale di maccl1ip.a e viaggiante in confronto del personale sedentario, attribuita alle tre pidazio11i continue del corpo occasion ate dai vi-=tg gi, 11on è stata co11statata nelle stesse categorie cli age11ti delle ferrovie italiane. Non si sono riscontrat e malattie della pelle i11 r elazio11e co11 le m ansioni ferroviarie, 11on pote11dosi co11siderare come malattie professio11ali l'ec7.e111a talora constatato nei cantouier~ . addetti al ca111bio delle traverse iniettate co11 l1na miscela di catrame e di altre sosta1ize r esinose, e la dermatite riscontrata negli operai che ]a,·ora110 il legno teak.

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Nè possono considerarsi come malattie professionali le malattie, specie quelle dell'occhio e dei vasi, in rapporto ad intossicazio11i da a ~c:ool e d~ t abacco, frequenti nei ferrovieri sopra tutto perchè le co11dizioni di ser·vizio servono di tentazione. Gli avvelenamenti da ossido di carbonio da1)pri1na frequenti, ora dopo l'impianto di pot enti ventilatori nelle gallerie più lt1ngl1e ed a forte pendenza sono divenuti rarissi1ni. Per quel che riguarda le malattie d'infezione parrebbe che i ferrovieri "·i sie110 soggetti meno clelle altre cat egorie di lavoratori, se se ne eccettt1a la malaria. Questa è st ata considerata co111e t111a m alattia professionale, in quanto che può essere contratta dai la\. oratori, che per ca11sa delle loro attribttzioni din1orano in località i11fette; come tale quindi non è esclusi, a clei ferrovieri, m a è co1nune a molte altre classi di operai, specialmente agricoltori . ·Nel personale ferroviario la m alaria è contratta specialmente dagli agenti delle stazioni e di linea; il perso11ale di macchina e viaggiante, che suole dimorare in grandi centri per lo più immt1ni da malaria ed attraverso le pianure malsane passa rapidamente, contrae 1nolto meno freqtte11temente la infezio11e palustre. Ad ogni n1odo in tutte le categorie di agenti la frequenza e Ja gravità della malaria va rapidame11te e progressivamente decrescendo. Si è da taluno affer1nato che le scosse dei treni in moto e la stazione eretta favorirebbero la produzione delle ernie e delle varici; a parte il fatto che non è dimostrata una maggiore frequenza di t ali affezioni nel personale di macchina e viaggiante, si deve considerare che l)er la insorgenza di esse è indispensabile un altro fattore di gran lunga più importante : la predi• • spos1z1one. DRAGOTTI. 1

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SEZIONE PRATICA

!CCADEMIH, SOOIBTl IEDIOHH, CONGRESSI

« Il III Congresso nazionale per la lotta con-

tro la tubercolosi, ritornando sopra un concetto di fondamentale importanza affermato nelle pre(NOSTRI RESOCON1'1 PARTICO~RI) . cedenti riunioni, rileva che ~ questa lotta non deve mancare il contributo delle scuole, dipenIl e:Jongresso della Federazione italiana dendo i mezzi di difesa da tale endemia, così jn. delle opere antitubereolari. dividuali come pubblici, da una riforma di co· Venne inaugurato l'antimeriggio del 2 corrente, stumi e di idee ; rileva inoltre che l'attività clel nell'aula magna della Università di Torino. Erano medico scolastico, coefficiente necessario d'ogni presenti alla cerimonia il sottosegretario di Stato razionale riordinamento della souola, non può per le colonie, on. Colosimo, in rappresentanza esplicarsi in modo proficuo senza la cooperazione del Governo, l'on. Paolo Boselli, il prefetto, il illuminata del maestro, cui. spetta sopratutto di sindaco, i senatori Foà, Bozzolo e Maragliano, il regolare nell'ambiente scolastico la vita ed il lavoro degli alunni. Il Congre"so perciò fa voti: prof. Vidari, vi~e -rettore dell'Università, il comm. Menozzi, in rappresentanza di Milano, il prof. Tam- a) che presso le Università e le scuole normali burini e il comm. Magaldi vice-presidenti della Lega sia attivato un congruo insegnamento d'igiene antitubercolare, i profi. Fusari, Morpurgo, Batti- da affidare a medici di speciale riconosciuta comstini, Abba, Manfredi , Ascoli V., Sestini, Schupfer, petenza, rendendone la frequenza obbligatoria Micheli, Ronzani, Poli e Gotti, il conte Tesca di per chiunque intenda esercitare presso le scuole Castellazzo, presidente delle colonie alpine, un elementari e secondarie e pre~so i convitti la funzione d'insegnante o di direttore; b) che tale largo stuolo di autorità e di notabilità medicoinsegnamento peliagogico-igienico, fatto su pr<?· scientifiche e molte signore. Parlarono il prof. Vidari per l'Università e il gramma uniform.e, consideri, in una col buon governo scolastico, l'altro fine di mettere in grado sindaco cc)nte Rossi applauditissimo. Prese quindi la parola l'on. Colosimo, il quale m nestri e direttori didattici di coo11erare alla fora nome del Governo e del presidente del Consi- mazione deila coscienza igienica popolare, massiglio, on. Giolitti, portò un saluto ai pre~ enti; mamente in riguardo alla lotta contro la tubercommemorò commosso il ministro Calissano, spen- colosi. « Il Congresso, conscio che gli espedienti adottosi a pochi giorni dall'inizio del Congresso cui avrebbe voluto partecipare; disse che il Governo tati oggi dal Governo per integrare la preparasi appres.t a ad affrontare e.o n vigore ed energia zione degli educatori sotto il riguardo dell'igiene, pur meritevoli di lode come provvedimento tranla lotta contro il flagello della tubercolosi, flagello che per molteplici modi tende a produrre il dete- sitorio, sono impari al bisogno, confida che il mirioramento della razza e costituisce quindi una nistro della pubblica istruzione, d'accordo col di- ' grande minaccia per la esistenza medesima della rettore generale della Sanità presso ii Ministero nazione. In nome della Lega Nazionale e in vece del degli interni, dia opera sollecita all'attuélzione compianto Cali'ssano fece un efficace e bel discorso di tali voti, già acclama ti in molteplici altri Congressi scientifici e divisi dal Consiglio supeil prof. Ta111burini. Il senatore Foà ringraziò poi~ convenuti e tras5e riore di Sanità pubblica . Nel medesimo tempo fa ottimi auspici dall'entusiasmo col quale l'autorità presente ai Comitati regionali d'igiene la oppore la popolazione hanno accolta la crociata contro tunità di interessare altrimenti la scuola alla prola tubercolosi e dal largo concorso a questo im- filassi antitubercolare, diffondendo per mezzo delle Unioni magistrali delle conc\.tto.se e chiare istruportante Congresso. ' zioni da affiggersi nelle classi e riprodursi sulle La prima seduta del Congresso ha luogo du· copertine dei quaderni. rante il pomeriggio, nell'aula dell'Istituto di .A.na• Da ultimo il Congresso raccomanda che presso tom ia patologica. Apre la seduta il prof. Foà, il le {Tniversità popolari e i Dispensari di profilassi quale man{\_a un caldo memore ~aiuto all'on. Teo- ed educazione antitubercolare si promuova la istibaldo Calissano e di plauso al comm. Bor~alino , tuzione di musei scuole ric~hi di mezzi di dimoil cui esempio fu di tanto beneficio. Invita a strazione oggettiva, col c6n1pito precipuo di dare prendere la presidenza il prof. Tamburini, rapla più larga diffusione alle norme d'igiene, n1ercè presentante della Lega Nazionale e presidente cui rendesi possibile la convivenza co11 gli infermi della Lega Antitubercolare di Roma. I di tubercolosi, e quindi la loro assistenza fami • Prof. Di Vestea. Riferisce sui mezzi atti a creare gliare , senza pericolo di contagio e con rispett o la coscienza anti tubercolare. Insiste sovra tutto sul dei più sacri affetti sociali a. compito della scuola; accenna ad altri mezzi di Il dott. Ragazzi di Genova , invitato dalla Prepropaganda, come il Dispensario antitubercolare, sidenza, riferisce poi sull 'esperimento antitubercoe propone all'esame\ del Congresso il seguente voto: lare fatto per iniziativa del Comune e dell'Associa · (21)

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zione antitubercolare genovese nelle scuole ele· mentari superiori di quella città. i\perta la discussione, i~ prof. Abba di Torino accenna all'opera compiuta già da qualche anno da alcune scuole esistenti in Torino: con·v inti, dall'esempio di Genova, ancor più ùell' utilità· di questo indirizzo, si sono iniziati quest'anno corsi speciali a mezzo dei quali ben 8500 allievi sentirono trattare della tubercolosi, svolgendo poi su di essa il t ema in classe. È veramente meraviglioso, in questa istit11zione scolastico igienica, l'entusiasmo che gli scolari dimostrano e la propaganda fa~igliare che essi fanno. Il dott. Arsum di Parabiago rivendico. all' Associazione dei medici condotti il programma della formazione di una coscienza igienica nazionale. Il dott. Bandi di Padova ricorda la vetrina di propaganda , vero libro aperto per il passante, specie per l'operaio. Il prof. Balp di Bergamo insiste perchè a com · plemento della funzione scolastica si aggiunga , l'educazione igienica della donna. Il dott. Maffi di Parmà desidererebbe il richiamo in vigore dei corsi per l'istruzione dei disinfettatori o, almeno a titolo di prova, l'istizione di cattedre d'igiene popolare. Parla no ancora Poli di Genova, Ma1chiafava, Campana e Tam burini di R oma, Fornario di Milano, Massalongo di Verona, Foà di Torino e la signo: a Bernocco . Esaurita la discussione del primo tema , ed accettato . l'ordine del giorno. ha la parola il d ott. Cova, che riferisce, anche a nome dei dott ori Arienti e Forlanini di Milano, sull'opera del1'Ospedale Maggiore di quella città nella lotta antitubercolare.

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La seconda seduta dei lavori è consacrata per intero ai dispensari. Presiede l'on. Magaldi. Prof., Sehupfer. Riferisce· sui Dispensari antitubercolari e loro fun.zionamento. - Vorrebbe che il dispensario divenisse il pernio della Jotta antitubercolare e ne definisce i c6n:ipiti che dovrebbero consistere nella ricerca dei casi di tubercolosi, nell'accertamento delle condizioni morali, finanziarie e igieniche dei mala ti e delle ~oro famiglie, nell'istruzione igienica, nella disinfezione degli ambienti, della biancheria, ecc., nell'accentra· mento degli altri mezzi di lotta come il risanamento delle case popolari, l'isolamento dei contagiosi, l'irrobustimento dei predisposti, l'istituzione di ambulatori curativi annessi al dispensario o indipendenti. Presenta il seguente ordine del giorno: « Il Congresso ritiene : 1° Che una lotta veramente effi~ace contro la tubercolosi non possa anche in Italia leggi farsi fino a che non esistano • speciali sull'assicurazione obbligatoria delle ma-

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lattie, sul risanamento obbligatorio delle abitazioni insalubri, sull'ospedalizzazione obbligatoria di quei tubercolosi, i quali non osservano le regole igieniche e profilattiche e consecutivamente non si promulghi una legge sulla denuncia obbligatoria dei casi di tubercolosi; 2 ° Quando esi'>teranno tali leggi il Dispensario diverrà l 'organo centrale di coordinazione delle varie opere antitubercolari, ma fin d'ora esso dovrà sempre federarsi e coordinarsi colle altre istituzioni cittadine che abbiano lo scopo di combattere la tubercolosi; 3° In quelle città nelle quali non esistano ambulatori curativi antitubercolari, i quali sieno intimamente connessi col Dispensario, è necessario che questo ne esercisca uno per conto proprio, limitando la cura ai soli malati poveri». Il dott. Salvini riferisce sul dispensario antitubercolare municipale in Milano, di cui è diri· gente. Il prof. Marchlafava di Roma parla· brevemente d el dispensario «Re "CJmberto » di S. M. la Regina Madre in Roma, che è anche un semi-sanatorio, da esser presto sostituito dai veri sanatori. Su proposta della Presidenza, il Congresso acclama a soci onorari della Federazione le LL. MM. la Regina Madre e la Regina Elena e ~. A. I. R. la principessa Laetitia, presidente efiettiva della Crociata contro la tubercolosi di Torino, per lo esempio dato e le benemerenze acquisite nella lotta sociale contro la tubercolosi nel Paese. Il prof. Abba, anche a nome del dott. Nicola, riferisce intorno al funzionamento del Dispensario antitubercolare della città di Torino, illustrando l'opera dell'informatore, che deve essere coordinata con quella dell'Ufficio d'igiene e che va integrata da quella delle ispettrici (scelte a Torino tra le insegnanti municipali). Sostiene la necessità di fare che il Dispensario abbia a disposizione un certo numero di letti a mezzo del Comune; quando il Municipio di Torino mise a disposizione del suo Preventorio dei letti presso l'Ospedale di San Luigi, il Preventorio potè tosto afiermar~i veramente efficace. Afferma quindi pericolosa l'as · sociazione del Dispensario profilattico al Disper1sario curativo e si dichiara assolutamente contrario. Il prof. Poli, presidente dell'Associazione antitubercolare di Genova, fa la s'foria dell'Associazione genovese contro la tubercolosi, seguendone le varie fasi di sviluppo attraverso i due periodi. l'uno di preparazione, l'altro di attività, e ne · illustra . col concorso di una serie di proiezioni, 1 organizzazione attualmente raggiunta. Il dott. Salvini parla sulla necessità del divieto della clientela privata per il medico del Dispensario antitubercolare comunale, e prese11ta in proposito un ordine del giorno. 1

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SEZIONE PRA'l'IC.'\

Il prof. De Marchis di Treviso riferisce sul Dispensario preventivo rigorosamente profilattico per le malattie di petto, aperto da un anno in quella città. Il dott. Jona di Milano illustra il lavoro e la funzione (favorevole anche alla profilassi antitubercolare) della Sezione medica del Dispensario dell'Associazione Milanese Insiste sulla praticità . e sulla economia dei tipi misti di Dispensari. Il prof. G. Bellotti di Milano parla sul funzio namento della Sezione laringologica del Dispensario dell'Associazione Milanese, e fa voti che dove non è possibile l'istituzione di una Sezione laringologica come a Milano, vi sia almeno la consulenza di uno specialista laringologico. Alla discussione prendono parte Fornario, Hajeeh, Ferrari, Gatti, Maffi, Campana, Denti, Poli e Tamburini e nella seduta successiva Vivante, Massalongo, Abba, Marchiafava, Balp, Bandi. Infine l'O. d. G. Schupfer viene approvato. (Cor"ti'Ytua ).

Il XIV C1ongresso internazionale contro l'alcoolismo. Abl>iamo già dato notizia della cerimonia inaugurale. Riferiamo ora molto brevemente sui lavori.

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Il prof. M~rchiafava tiene la sua conferenza sulla patolog1~a dell'alcool. Discorre dell' abuso alcoolico e dell ~~ sue conseguenze, in particolare si ferma sulla etiologia dell'arteriosclerosi e sulle alterazioni da alcool del muscolo cardiaco, passa poi in rassegna gli effetti sul sistema nervoso e accenna alle varie tolleranze per l'alcool nei vari individui ed alla differenza dell'ubbriachezza negli abituati e non abituati. Si intrattiene sulle alterazioni del cervello negli alcoolisti cronici. A queste alterazioni corrispondono sintomi fisici, disordini psichici e pervertimenti morali fino alla rovina della psiche. Conclude esprimendo la speranza che i lavori del Congres~o disperdano errori e pregiudizi che mantengono l'abuso delle bevande alcooliche: dileguerel>bero cosi non piccola parte di miseria e di malvagità e cadrebbe uno degli ostacoli al perfezionarsi della specie. L' ing. Ottavi riferisce sulla produzione vinicola in Italia, dimostrandone l'importanza . Rileva che una copia ingente di interessi economici vi è sicuramente connessa. Il dott. Hercord (Svizzera) prende in esame la campagna in favore dell'alcool condotta dai produttori e dai commercianti e i mezzi per combatterla: mezzi di propaganda e legislativi. Elogia vivamente il sistema di Gottembourg.

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Il dott. Holitscher (Austria) fa conoscere alcuni mezzi di propaganda che usano gli interessati nell'industria dell'alcool, in particolare la costit11zione di associazioni, come la lega tedesca contro le esagerazioni del movimento antialcoolista , e alcuni ~iornali , come il Gamb1inus; discute poi i mezzi da opporvi. W. E. Johnson (Stati trniti) si occupa del mo vimento a favore dell'.alcoolismo in America, dove gli interessati pubblicano giornali e riviste settimanaii, corrompono le autorità e giungono persino a vie di fatto gravissime. Kegler (Austria) tratta dei danni economici derivanti dall'alcoolismo ali' industria, in base ai risultati delle assicurazioni sulle malattie, gl'infortuni e 1' invalidità; crede alla efficacia della propaganda tra gli operai; meno utili sarebbero le misure amministrative, come la non ammis sione dei bevitori al lavoro. Sherwell (Inghilterra) riferisce intorno agli ef· fetti dell'alcoolismo sul bilancio famigliare. Forel (Svizzera) sostiene l'insufficienza di alcune misure statali; i due milioni che il Governo russo preleva annualmente, per la lotta contro l'alcool, dal miliardo e mezzo che gli rende il monopolio sull'alcool, sono impiegati assai male; in Inghilterra ·il Governo appoggia gli interessi dei birrai, che segretamente sono rappresentati nella Società inglese di temperanza. L'oratore viene contraddetto da Searrinsky; ma Hercod ne conferma gli apprezzamenti. Bertarelli (Parma) riferisce sui mosti concen · trati a freddo (vini analcoolici) e sui mezzi atti a conservare edili le uve per parecchi mesi. Maresealchi (Casale Monferrato) dichiara a nome dei vi ti cultori che questi avranno da beneficare se alla richiesta di vino si sostituirà quella di mosto o vino senz'alcool e di uve in natura ; occorre però che la propagand~ crei un mercato favorevole a questi prodotti. Sull'alcolismo nelle colonie parlano Rosselli, Harford, Du TeiJ, Zacher, Marescalchi , miss Sa· lomon, mi::;s Bherns, Pastorello, Crapts, Bertarelli, Brian, ecc. Risulta che le colonie italiane ne sono quasi immuni. Si è insistito sulla necessità di accordi internazionali. L'on. Magni rileva che in Italia l'alcolismo è ancora poco diffuso tra gli operai, ma va esten de11dosi specialmente in Liguria, nell'alta Lombardia, nel Veneto e nella Marca Anconitana; si augura che gli industriali d'Italia sappiano contrastarne i p1ogressi. Il pastore Stubbe (Germania) si intrattiene s ui mezzi atti a sostituire la bettola, come 1' i~ titu­ zione di case dal popolo. L'on. Cabrìni propone i campi di giuoco, le biblioteche popolari, le società sportive, ecc. 4

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N. von Cramer (Russia) parla del monopolio di Stato in Russia e della susseguente fondazione dei curatori governativi popolari per la temperanza, nonchè del compito affidato alle autorità rurali e cittadine per la cura della pubblica temperanza. Aggiunge che un progetto •di legge contro l'alcool verrà presto discusso dalla Duma. Ude (. l\.ustria) . s' intrattiene sui ristoranti senza alcool. che hanno già fatto buona pro·va a Zurigo ed a Graz. Flaig (Germania) riferisce sulle esposizioni antialcooliste. L' ing. Pastorello propone una grande esposizione nazionale ambulante. • Legrain tratta della cura degli alcoolisti, che fa consistere in due tempi: disintossicazione e rie· ducazione. Secondo Danitseh (Serbia ) poco efficaci sono i mézzi farn1acologici; egli ripone fiducia nei mezzi igienici e psichici. Monod (Francia) espone i metodi seguiti in Francia dalla Croce Bleu per sollevare dal vizio i bevitori. Valtorta (Como) crede che la terapia debba mirare ai fattori di degenerazione che, indebolendo la volontà, agevolano le abitudini morbose. Parlano ànche Delbuck, Gonser ed altri. La limitazione degli spacci vien presa in esame dal sen. Garofalo, da Tro~merhausen (Germania), Siegfried (Francia), Stileinan-Gibbard (Inghilterra), Cherrington (Stati Uniti) e altri. La dott. Beretta insiste sul monopolio di Stato e sull'opportunità di inculcare la ternpera'nza più che l'astinenza. Della necessità di educare la gioventù si occupano miss Brehm (Stati Uniti) , Vaucleroy (Belgio), Vakeley (Inghilterra): la propaganda dovrebbe essere compiuta specialmente a mezzo delle scuole. Il sen. Foà dice che in molte sezioni di cadaveri di ragazzi riscontrò nei vasi del cervello e del cuore le stesse alterazioni che trovava negli stessi organi di adulti alcoolisti. Credette sull.e prime si trattasse di lesioni ereditarie, ma poi riconobbe che sono alterazioni dovute all •uso del vino. Scongiura pertanto le m adri di salvare i loro figliuoli fino dall'infanzia: spetta ad esse il farlo: essendo per natura più temperanti e più sobrie d eg1i t1omini, possono colla parola e con l'esempio cooperare validamente alla lotta antialcoolista.

*** Durante il Congresso si tenne un'adunanza di signore all'« Unione femminile Nazionale» per discutere il tema : « La donna nella lotta contro i•aicoolismo ~ . Le italiane si astennero quasi del tutto, per motivi non bene afferrabili. In una sala dell'Arcivescovado si riunirono i cattolici temperanti ed astinenti. Si discusse sulla propaganda mercè la predicazione e l'esempio.

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Una lettera del cardinale Mercier pervenuta al!a Presidenza inneggiava alla lotta contro l,alcoo· lismo, compiuta con la propaganda cattolica. Il medico serbo dott. Popo vie tenne una confe retiza « sull'alcool nella guerra balcanica n dimo· strando che nell'esercito serbo la moderazione ebbe per risultato una debole morbo~ità e cospicui vantaggi riguardo alla disciplina. Il generale nie · dico dell'armata inglese sir Ewath parlò poi sui progressi dell'antialcoolismo nella marina britan· nica e sul conseguente miglioramento fisico dei marinai inglesi.

*** Il prossimo Congresso avrà luogo nel 1915 a New Jersey o in un'altra città dell'America, sulla costa del!' Atlantico; il successivo, con anticipazione di data, nel 1916 a Copenaghen.

*** Alla chiusura parlat'ono i numerosi delegati esteri, ringraziando 1 Italia, la città di Milano e gli organizzatori, particolarmente il presidente Filippetti e il segretario Ferrari. Rispose il dottore Filippetti con. un cordiale «arrivederci! ». 1

G. F.

Nostro Premio Straordinario : P:ro:f. F. DURANTE

TUBERCOLOSI ESUA CURA ABASE IODICA Aftlncbè 1 lettori del • Policlinico• possano !orma.rsi un criterio dell'Importanza del libro che costa L . 3 , 50 ma che al nostri associati viene ceduto per Una Lia•a solamente, ne diamo qui a.ppre9so l'indice. INTRODUZIONE. - Cause della tubercolosi - Essenza. del processo tubercolare - Eftetti anatomici e clinici del p rocesso tubercolare - Diagnosi della tubercolosi In generale Id. dell'ascesso freddo - Id. della linfoadenite tubercolare Id. dell'adenite mammaria e salivare tubercolari:- Id. della prostatite tubercolare - Id. della cistite tubercolare - Id. della pienonefrite tubercolare - Id. della peritonite tubercolare - Id. della pilorite tubercol&re - Id. della cieco-appendicite tubercolare - Id. della. rettite tubercolare - Dell'idrope articolare tubercoloso - Id. della osteite tubercolarP. - Prognosi - Tratta· mento igienico e iodico della tubercolosi in genere - Cura della tubercolosl polmonare - Id. della pleurite e peritonite tuberco• · lari - Id. della pilorite e cieco-appendicite tubercolari - Id. della metrite del collo ed endometriti tnbercolari - Id. della eptdtdimìte ed orchite tubercolari - Id. della prostatite tu ber· colare - Id. della cistite e pielo-nefrite tubercolari - Id. delle ulcere tubercolari della pelle - Id. della Jinfoadenlte tubercolare _ Id. dell'ascesso freddo - Id. ' delle artrosinovltt tubercolari Id. dell' osteite tubercolare. Per ottenerlo subito, inviare Cartolina-Vaglia da UN! LIR l, unen· dovi la fascetta d'abbonamento o Indicando Il numero tlells medesima, eseloslvamen$e al Prof. Enrico !lorelll~ Via del Tr•· M>ne, 46, Roma.


[ANNO XX, FASC. 4I]

SEZIONE . PRATICA

I493.

APPUNTI PER IL MEDICO PRATico·. MEDICINA SCIENTIFICA. Sul contenuto in grasso dell,urina normale e patologica. Eliminazione di .grasso coll'urina si ha, come è noto, nella chiluria, e può anche aversi, a quanto sembra, in altre mal~ttie. Disgraziatamente però i metodi finora utilizzati per la determinazione quantitativa del grasso nell'urina sono stati quelli stessi, di cui rilevarono tutte le pecche Kuma· gawa e Suto. K. Sakaguki (Biochem. Zeitsckr., Bd. XLVIII, p . I, , 1913) potendo impiegare il metodo della saponificazione proposto da questi ultimi, e cosi come opportunamente S. Kakiuchi lo ha esteso all'urina, ha rivolto recentemente l'attenzione al grasso dell'urina tanto in condizioni fi.. siologiche, quanto in condizioni patologiche. Fino dal I897 Reale, Giuranno e Lucibelli eseguiro90 determinazioni del grasso nell'urina normale, trovando che nelle 24 ore in media si eliminano gm. 0.44 di grasso. Ma Hybinette trovò soltanto gm. 0.0165 0.025 di acidi grassi superiori per ogni IO litri di urina normale, e Kakiuchi gm. o .024 di acidi grassi superiori pure per ogni IO litri. Stando così le cose, parve all' A. opportuno riprendere lu quistione. Sperimentando su cinque individui sani, trovò grandi differenze nei vari casi, come nei vari giorni per uno stesso individuo; ma in media il contenuto normale in grasso dell'urina risultò di gm. 0.0085. Interessava ora stabilire quale influenza esercitasse il grasso dell'alimentazione nell'eliminazione di grasso coll'urina. Erano state finora eseguite, con risultato positivo, ricerche st1gli animali da Tiedemann e Gmelin, Bernard, Ludwig, Hammerbacher, Frerichs e Lang, e r ecentemente anche da Schondorff. Mancavano però ricerche sull'uomo, e l' A. pensò di istituirle su sè stesso. Il risultato fu anche qui positivo, ed egli potè vedere, durante un'alimentazione ricca di grasso, persino quadruplicarsi la quantità normale di grasso della sua urina. Per ciò che concerne l'urina nefritica, il Ri.chter pel primo nel 1849 aveva fatto rilevare la pre• senza di grasso nell'urina albuminurica. Ph. Knoll poi ne diede la dimostrazione microscopica, attribuendolo alla degenerazione grassa degli epiteli. Altre osservazioni in proposito fecero inoltre C. Chablie, Lehmann e H. Wintemitz, il quale dirr&ostrò anche, che solo una parte del grasso deriva dagli epiteli degenerati, mentre il resto proviene da quello circolante, rispettivamente da \

quello alimentare. Dalle sue ricerche sistematiche l'A. ha potuto concludere, che possono aversi . grandi variazioni nei divecsi casi, ma che l'eccesso di grasso eliminato coll'urina nella nefrite deriva principalmente dal sangue e dall'alimentazione, verosimilmente per un'aumentata permeabilità della parete dei canalicoli renali. Anche nel diabete fu richiamata l'attenzione sul grasso urinario, e il Kobert aveva creduto di potere persino stabilire un rapporto tra quantità di grasso e quantità di zucchero. L' A. ha sperimentato su quattro diabetici, trovando che l'aumento nell'eliminazione di grasso coll'urina è di solito raro; la comparsa di molto grasso è poi generalmente da ascrivere in simili casi alla dieta, ma non ha alcun rapporto speciale colla malattia. • Egli non ha potuto nemmeno confermare l'au·mento di grasso nell'urina dei tisici, che prece· dentemente sarebbe stato osservato da Heinrich e da Reale, Giuranno e Lucibelli. · Quasi affatto negativi furono pure i risultati su due casi di colica biliare e uno di ittero catarrale, contro le osservazioni precedenti del Loebisch. Per la cirrosi epatica, mentre Loebisch aveva trovato un aumento, Reale, Giuranno e Lucibell! avevano potuto solo dimostrare uno scarsissimo contenuto in grasso dell'urina. L' A. in due casi non potè riscontrare alcun significante aumento. Più interessanti sono le ricerche eseguite nei casi di frattura delle 0'3Sa, per tutto ciò che finora era stato affermato', fondandosi su metodi fallaci di indagine. Infatti mentre Hahn aveva osservato solo sei volte su 2I9 casi, e Riedel otto volte su 19 goccioline di grasso nell'urina, Scriba aveva ritenuto quasi costante la presenza di esso, tanto nei casi di fratture che di resezioni ossee, e ne aveva fatto un sintoma clinico importante dell~ embolie grassose. Secondo Scriba l'eliminazione incomincerebbe 2·4 giorni dopo la lesione, e avverrebbe a periodi ; il grasso si troverebbe nel · l'urina sotto forma di emulsione, e solo in casi gravi e rari di embolie sotto forma Jiquida . Le ricerche eseguite da Riedel e Wiener sugli animali, iniettando olio nei vasi o nelle cavità sierose, hanno sempre permesso di rilevare goccio · line di grasso nell'urina ; si ebbe sempre morte per embolia. L'A. ha voJuto riprendere le ricerche sull'uomo col nuovo metodo, e conclude che le note affermazioni dello Scriba, che cioè quasi ogni frattura o resezione ossea sia seguita da comparsa di grasso nell'urina , egli non le ha potute confermare. Pur avendo sperimentato su (25)


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IL POLICLINICO

pochi casi, non a vendo mai riscc>ntrato un vero .aumento nell'eliminazione del grasso, si può ritenere con sicurezza, che non è possibile conside· rare l'urina grassosa come un sintoma, frequente e utilizzabile dal •punto di vista diagnostico. G. AMANTEA.

OASISTICA. Il valore del

I

cc

segno di Doble » nella scarlattina.

Già da molti anni autori diversi hanno potuto consta tare nel sangue e negli organi degli scarlattinosi delle inclusioni leucocitarie, interpretate come protozoari; causa probabile della malattia. Quando la reazione di Wassermann positiva nella scarlattina venne quasi come punto di appoggio a tale concezione, le ricerche si moltiplicarono ; ma sebbene più tardi si dimostrò che la reazione di Wassermann può essere positiva anche in ma_lattie che nessun rapporto hanno con i protozoi (lepra p. es.), le inclusioni leucocitarie furono studiate ancora nella loro forma e nel !oro significato. Doble (M'!..inch. med. Woch. , r912, 30) ha insistito sulla frequenza del reperto (su 30 casi di scarlattina 30 reperti positivi) e con accuratezza ne ha descritto la morfologia: i leucociti polinucleari contengono nel loro protoplasma inclusioni di forma e volume variabile, gli uni simiglianti ' a cocchi, gli altri più grossi, rotondi od ovali, a pera, a bastoncini, a forma di :filamenti leggermente flessuosi Prendono le coJorazioni nucleari, e si mettono bene in evidenza col bleu azzurro. Talora sia nell'interno dei leucociti sia allo 1 esterno si trovano dei filamenti a spirale, e Dohle considera le inclusioni come forme di degenerazione d ' uno spirocheta che sarebbe l'agente della scarlattina. Senonchè le ricerchè successive ritrovarono le inclusioni leucocitarie, ritenute un tempo specifiche della scarlattina , nelle più svariate malattie e nel sangue di uomo normale: Schwenke le dimostrò nelle polmonite. Nicoll, Ahmed e Colmer nel tifo e nell 'eresipela, Vogt, Schippers e D.e Lange nelle infezioni streptococciche, Lippmann e Huffschmidt nella difterite, altri autori nel morbillo, nel reumatismo articolare acuto, nell'appendicite, nella broncopolmonite, nelle anemie gravi, nelle cardiopatie, uel cancro. Nessuna specificità rlunque del reperto: tuttavia qualche autore non vuole rinunziare alla sua considerazione, e in base alla fre~uenza di esso nella scarlattina, pensa che la sua assenza depone contro la scarlattina . Così Lippmann e Huffschtnidt pensa no che per mezzo della dimostrazione delle inclusioni leuco( 26)

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citarie si può differenziare una scarlattina da un esantema scarlattiniforme da siero p. es . Le idee intorno alla natura delle inclusioni leucocitarie sono naturalmente assai indetermipate: così alcuni ritengono ancora si tratti di forme parassitarie e probabilmente protozoarie, molti tendono a considerarle come frammenti nucleari o cellulari inglobati dai leucociti. Gli argomenti fondati sulle proprietà coloranti delle inclusioni comparate a quelle nucleari e protoplasmatiche, meritano ancora una revisione per assodare la vera natura del fenomeno, che, perduto ogni valore clinico, conserva, però, il su9 valore scientifico. t. b.

Febbre tifoide ed epilessia. N 011 so110 rari i casi di epilessia manifestatasi ad i nfezione tifoidea esaurita; molto più rararo.ente invece essa si manifesta durante il decorso di questa malattia infettiva. Fra questi ultimi casi si possono distinguere quelli senza precedenti epilettici e quelli nei quali la febbre tifoide quasi risveglia la sindrome nervosa. Nel primo tipo si tratta di infezione tifica grave, che può terminare co11 la morte in una crisi conv111lsiva; a volte però si ha una sola crisi. Questa forma d'epilessia è dovuta a lesioni cerebrali (ascesso, embolia, meningite o focolaio d'encefalite) o semplicemente a turbe funzionali del sistema nervoso causate dall'uremia o dall'intossicazione infettiva specifica eberthiana. Nel secondo tipo, il malato, anteriormente già epilettico, ripresenta i s uoi attacchi convulsivi, sotto l'influenza dell'infezione tifica. La febbre tifoide risveglia ed esagera i sintomi dell 'epilessia. Si tratta insomma d'una forma di. epilessia tossica nel corso d'una malattia infettiva. (! ournal des praticiens, 3 maggio I913).

p. s. Eritema nodoso e tubercolosi. .

Sono note le osservazioni cliwche, le esperienze di laboratorio., le analogie che induccno a sospettare una parentela stretta tra eri'tema nodoso ed infezione tubercolare. ' Widal pensa che « è sempre utile ricercare la tubercolosi nei casi di eritema nodoso; gl'indi- · vidui s<7ggetti all'eritema sono probabilmente più tubercolizzati degli altri. essi hanno una pel!e jpersensibile che dà una reazione esagerata ». Chauffard e Croizier, I,andouzy, Marfan, hanno pubblicato o8servazioni cliniche le quali farebbero indurre che l'eri._tema nodoso in certi casi sia acldirittura una manifestazione della tubercolosi infiammatoria non follicolare.


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SEZIONE PRATICA

Gautier (di Dinan) presenta due osi;ervazioni cliniche (Le ] ourn . des pratic., 1913, 16 agosto), n elle quali ad un tipico eritema nodoso in uno seguì pleurite e quindi un focolaio di tubercolosi polmonare, nell'altro una meningite tubercolare. I due m alati non avevano precedenti p ersonali ed ereditari, in tutti • e due i ca'3i a breve distanza di pochi giorni dall'i11sorgenza dell'eritema nodoso scoppiarono evidenti i focolai tubercolari. . ';['utte queste osservazioni fanno pensare ch:e sia utile dinanzi a qual~ia$Ì eritema nodoso stabilire una curi:i preventiva di una eventuale tubercolosi. '

t. p.

TERAPIA. Cura delle n.evralgie del trigemino con iniezioni di alcool nel ganglio di . Gasser,

J. Grinker M .

D., nel TJie ]ournal of the Ani. M ed. Asso., May 1913, dice che la cura

deIle evralgie del trigemino fece un gran passo allorchè Schlosser .a nnunciò il metodo dell 'i11iezione di alcool nelle branche del nervo . Egli fu seguìto da Ostwalt, da Kiliani e da Hauck. La ecnica dell'iniezione fu poi semplificat a da Levv e neaudouin . ., Xon sempre però questa iniezione riesce, non i11 tutti i pazienti è efficace, specie in coloro nei q11ali l a nevralgia è d'origine centrale, e spesso la guarigione non è. duratura. In molti casi perciò, nei quali l'iniezione periferica non riesce a migliorare le atroci sofferenze, è indicata la cura radicale, la gasserectomia. Operazione questa , che, nonostante 'i migliorati procedimenti operatori, r imane pur sempre g rave . " Si pensò allora di trovare un metodo altrettanto radicale, ma ·meno pericoloso della gasserectomia. L'alcbol, che, iniettato · ne1 rami periferici del trigemino, causando la loro degenerazione, s'era n1ostrato di ur.a.a così grande utilità nella cura di tali nevralgie, avrebbe potuto, se portato fino nel ga11glio di Gasser, condurre ad una guarigione permanente. E il dottor F. Hartel della Clinica di Bier ha tentato con successo un tal metodo, la ct1i tec11ica no11 è molto più difficile diquella u sata 11ell'iniezione periferiça. Per farsi t111 concetto di q11esto 1netodo è nt-C{ìSSario avere delle cognizioni esatte sulla topografia della fossa zigomatica, O\Ye trovasi il ±orame O\rale : perchè l'ago, per raggiungere i] ga11glio, de,-e app11nto passare per il forarne o\·ale. La parete anteriore della fossa zigomatica è

data dalla superfi.ce convessa del mascellare superiore; la parete interna dall'ala esterna del processo pterigoideo ; in alto si continua con la fossa temporale. Immediatamente dietro l'al'.::b. pterigoidea est~rna trovasi il forarne ovale, traverso cui passa la t erza branca del trigemino e la piccola meningea ; più indietro ancora, rn3. sul la stessa linea, trovasi iJ fo1·ame spinoso per ' l'arteria meni11gea media. La fossa zigomatici è ésternarnente chiusa dalla branca ascendente della mandibola . Il forarne ovaìe più che un vero forarne rappresenta un canale osseo lungo quasi I centimetro e largo da 2 a 7 millin1etri : è necessario perciò scegliere un ago di piccolo diametro, affinchè possa facilmente passare per il canale osseo e arrivare di necessità entro il ganglio di Gasser. :Non sempre con la prima puntura si arriva direttamente al forarne o·vale. ~ spesso necessario rintrodurre più volte l'ago (via << concentrica»), o, lasciando l'ago infisso, muovere la punta finchè la resiste11za ossea cede e l'ago stesso penetra nel forarne (via <e eccentrica ») . I capisaldi della tecnica di questa iniezio11e sono i seguenti : r. Anestesia locale della pelle, dal l?-to in • CU1 si vuol fare l'iniezione, in corrispondenza dei molari superiori. - luno-o 10 cm. 2 . Prima d'introd11rre l'ao-o t:> <:> e largo 7 mm. - è necess3.rio porre un corsoio alla distanza di 6 cm dalla punta, perchè tale È' Ja profondità a cui generalmente trovasi il forarne ovale. 3. Pungere la })elle in corrispondenza del r. molare superiore, e guidar l'ago (senza che esso penetri nella bocca), servendosj all'uopo anche di un dito messo nella bocca del paziente, -i 11 ·modo da far lo passare tra il margine anteriore del ramo ascendente della mandibola e la tuberosità del mascellare, lungo il muscolo buccinatore, fin nella fossa zigomatica. 4. La direzione dell'ago de·v e esser t ale che, guardato dall'innanzi, volga verso la pupill~ dello stesso lato; verso l'eminenza articolare dell 'osso zigomatico, se guardato di lato. 5. Il forarne ovale si raggiunge .scorrendo con la punta dell'ago dall'innanzi all'indietro sulla superficie inferiore liscia della grande al;1_ dello sfe11oide. 6. Raggiunto il fora1ne ovale - ciò che si riconosce dal cedere iinprovviso della resistenz::i. ossea e dall 'insorgere di un dolore \ iolento nel t erritorio di distribuzion e della t erza branca il corsosio viene fatto scorrere all'esterno per l.5 cm. e l 'ago spinto fi.nchè il dolore si este11de anche ai rami della seconda bra11ca, segno questo che il gauglio è stato raggiunto. 1

(27)


IL POLICLINICO

' ..

.7. Si innesta ora la siringa, e s'inietta goccia a goccia da 0.5 a I eme. di soluzione di alcool 80. 8. Dopo alcuni minuti l'anestesia deve essere con1pleta. I pericoli di q11esta iniezione si riassumono -· se si eccettua la possibile, m.a molto difficile, lesione dell 'arteria meningea media - nella ch~­ rati te neuroparalitica, che può aversi qui come dopo la gasserectomia . Hartel 1'ha osservata quattro volte su dieci casi. ~ perciò necessario prov·vedere alla prot ezione acçurata dell'occhio p rima e anche per molto tempo dopo 1'iniezion.-.:.., che non do\rrebbe farsi mai ambulatoriamente Dato questo gra\r e pericolo, 1'iniezione del ganglio di Gasser, se deve esser t entata prima di una gasserect omia, deve farsi solo dopo ave! ir1utilmente sperimentato l ' invenzione -nell..: / branche del nervo. L'autore cita un caso di n evralgia del trigemino che egli ha curato, dopo molteplici in iezioni nei rami periferici, con il metodo di Hartel che a lui piace di chiamare « gasserectoniia m.e ·

dica

».

L'ulteriore esperienza, migliorando la t ecnica, a11mentando il numero dei casi, e pr olungando il periodo di osservazione, potrà darci le nozioni e· i consigli necessari a far sì ch e un metcdo così promettent e possa divenire di pratica comune tra i clinici. A . CHIASSERINI.

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XX,

FASC.

sul nervo. Si introduce il dito nel retto sino a l punto dove il nervo sul contorno del grande forarne ischiatico si piega per decorrere poi in giù nella doccia formata dalla tuberosità ischiatica e dal grande trocantere. Il grande fora me ischiatico è formato dalla grande incisura ischiatica, che è trasformata in forarne dal legamento sacro-spinoso. Raggiunta la spina ischiatica, il dito scorre ]ungo tutto il contorno del canale, della parte ossea e della parte legamentosa, dove spinge avanti ~ sè il contenuto del canale stesso. 1''inalmente trova il nervo, il quale quasi per tutta la sua estensione è coperto dal muscolo piriforme e soltanto per un breve tratto giace libero fra il margine inferiore di questo muscolo e il con torno osseo del canale. L'ago penetra sotto il controllo del dito introdotto nel retto attraverso i glutei fino a raggiungere con precisione qualsiasi sezione del fascio n ervoso. Il risultato non si fa aspettare: dopo pochi minuti si ha completa anestesia motoria e sensoria, come si ottiene nell'anestesia del plesso brachiale. Al paziente può esser data cosi qualunque posizione . L' A. ha ottenuto con questo metodo risultati ottimi in casi 15 di operazioni (amputazioni, varici, osteiti) di sciatica. I tra pianti alla Tiersch riescono molto bene anestilizzando il nervo crurale con questo metodo, che · si può utilizzare anche nelle applicazioni di apparecchi di fasciatura nei 4ratturati. Nel n. 47 della Munch11;ier med. Wo);henschritf il prof. Perthes comunica di aver vi:>plicato in queste pratiche d i ane'ttesia un :(tgo elettrico speciale, col quale si ha contrazioni dei gruppi muscolari corrispondenti non appena si tocchi il nervo che si vuole trattare, e soltar1to allora si inietta con la siringa la soluzione anestetica. Il metodo certo è eccellente; ma quando per mancanza di mezzi non può essere praticato, il metodo proposto dall ' A. dà risultati pratici non inferiori. ~· S. . I

·L'anestesia del nervo sciatico.

J

..

Babitzki (Zentratblatt .fuYChirurgie, 1913 n. 7), osserva che si può ottenere un'anestesia completa soltanto mediante l'iniezione intranervea; l'effica· eia di una iniezione fatta nei tessuti circostanti al nervo è molto dubbia; con questa si ha un'anestesia incompleta o, peggio, si rischia di provocare gravi fenomeni generali prima che si stabilisca l'anestesia. Talvolta p erò l'iniezione nel paranervio dà risultati favorevoli, per esempio nella ~ciatica . Quivi però si tratta di iniezioni saline innocue, che si iniettano in grandi quantità , delle quali la maggior· parte ~ i riassorbe, m a rimane sempre una quantità sufficiente ad ' imbibire il fascio n ervoso. Altrimenti avviene per l'anestesia. Le solite dosi di forti soluzioni di novocaina al 2-3 - 5 % debbono e ssere adoperate con grande prudenza e parsimonia. Vari metodi sono stati adoperati: il più semplice è quello di Lawen; quello di Jassenetzki· Wojno non sempre dà risultati favorevoli; il migliore pare quello dell' A., perchè è basato su cognizioni anatomiche, e d'altra parte permette di essere sicuri di agire precisamente (28)

4IJ

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GLOSSARIO MEDICO. •

Malattia di Kiimmel ·Verneuil. DEFINIZIONE. - Deformazioni vertebrali traumatiche tardive. STORIA. - Sindrome descritta da Kiimmel nel 1891 col nome di spondylitis traumatica e da Verneuil nel 1892. ETIOLOGIA. - Si osserva specialmetlte in pperai manuali, dell'età di 25 a 45 anni, · in seguito a un traumatismo diretto sul rachide o indiret to sui talloni o gli ischi, ad, uno sforzo muscolare per evitare un passo falso. In tutti i casi il mec-


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SEZIONE PRATICA

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canismo è anàlogo: ipertensione o, talvolta, iper· flessione, con o senza inclinazione laterale. SINTOMI. L'evoluzione $i compie. jn · tre tempi: 1. Dopo il traumatismo, rachialgia a livello dell'urto, talvolta deambulazione impossibile, contrattura o paresi degli arti inferiori. Questi dist11rbi scomrJaiono presto. N essit,na deformazione vertebrale. 2. Intervallo libero: periodo silenzioso, durante il quale il traumatizzato riprende il suo lavoro. Durata: alcune settimane fino a qualche mese. 3. Ricomparsa di tutti i sintomi: dolori, contratture, paresi. Deformazioni: cifosi a larga curvatura, talvolta scoliosi o lordosi. PATOGENESI. - Due teorie principali: 1. Frattura vertebrale (leggero schiacciamento o co1npressione); 2. Osteite rarefaciente senza frattura. DIAGNOSI. - 1° Spondiliti acute o subacute (da tifo; micosi , lue); 2° spondiliti croniche anchilo- santi (malattie di Bechterew, di P. Marie}; 3° deviaz~oni vertebrali d'origine miopatica (tabe, scler.osi a placche, paralisi infantile) e specialID:ente: 4° male di Pott; 5° isteria traumatica ; 6° insufficienza vertebrale di Schanz. ~ PROGNOSI. Relativamente benigna quoad vitam, ma grave dal punto di vista funzionale. Infortunio del lavoro assai frequente: l'incapacità, dapprima parziale, può divenire totale; conviene dunque fare delle riserve sull'esito remoto. CURA. - Contenere e sostenere il rachide (decubito orizzontale, corsetto). (Dalla Piresse M édicale). R. B. f

~

POSTA DEGLI ABBONATI. '(1yo) Sulla vaccinaz'l·one antitifica. ·- Poichè attualmente a Bolsena, ove sono medico condotto da qualche anno, infierisce una piccola ma te· nace epidemia di febbre tifoide che ha già fatto qualche vittima, cosi vorrei praticare la vacci· nazione antitifica sopra un certo numero di persone che si sono dichiarate disposte a vaccinarsi. Quale vaccino, secondo l'attuale stato delle cose, è il migliore, cioè il più efficace ed il più sicuro? Si può averlo gratuitamente? e da chi? E, in caso, quanto costa? · Le sarei grato di una risposta sul prossimo " Policlinico » (Sezione Pratica}. · Dott. Arias E. P. abbon. 3888. Il numero sempre crescente dei vacci~i, preparati per la profilassi del tifo, indica che l'ideale non è forse ancora raggiunto: col minimo della

reazione locale e del danno eventuale ottenere il massimo effetto immuni tario.. Ogni vaccino usato ha date i suoi buoni effetti: parlo naturalmente dei vaccini più ampiamente usati e sperimentati, quelli fatti cioè con sospensione di bacilli m.o rti: i vaccini Pfeiffer e Kolle ,di Wright, di Castellani, di Wright modificato da Leysmann hanno fondamento scientifico unico, e solo nei particolari (mezzi di cultura; temperatura ed antisettici per uccidere i bacteri}, variabili. Difficile è dare un giudizio imparziale e sereno sui risultati finora puhblicati, e sulle critiche che i vari autori si sono mossi fra di loro. Statistiche inglesi per il Wright, statistiche tedesche per il Pfeì:ffer e Ko.lle sono unanimi nel1'elogiare il metodo di profilassi con i vaccini usati. Recenti pubblicazioni francesi , studi accurati eseguiti perconto dell'Accademia di medicina di Parigi concludevano per bocca del Vincent « per l'impiego facoltativo della vaccinazione antitifìca come un mezzo razionale e pratico per diminuire in proporzione se·n sibile la frequenza e la gYavità dell'i,r,,fe zione tifosa in F rancia e nelle colonie », senza dimostrare nelle conclusioni preferenze per nessuna preparazf one particolare. In questi ultimi tempi però in Francia le simpatie volgono per il vaccino sensib·1;tizzato di Besredka e per il vaccine, polivalente di V incent, oltre che per la profilassi per la cura dei tifosi. Purchè accuratamente preparato, noi credia~o ogni vacci.n o buono: gli elementi più importanti sono: la sicura sterilità del preparato, l'esatto dosaggio, i germi non devono essere uccisi a tem · peratura superiore ai 60°. Ogni i~tituto è capace di fornire buone prepa razioni: non credo che si concedano attualmente vaccini gratuiti. Se vorrà tentare le vaccinazioni antitifiche è necessario che metta bene al corrente i suoi pa zienti dei possibili fenomeni infiammatori locali e dei fenomeni generali immediati; inoltre della necessità di prendere le opportune misure nei primi 15-20 giorni dopo la vaccinazione (fase negativa), per evitare facili infezioni. Come vedrà anche nel prossimo numero della sez. medica, un buon vaccino è preparato nell'Istituto di patologia medica di Pavia. L'iniezione di esso si fa per iniezione endovenosa: fenomeni locali nulli. Potrebbe facilmente ottenerlo rivolgendosi al prof. Moreschi, aiuto nel suddetto istituto. t. p. (171). Enuresi consecutiva a pafto disto1:ico. Vi prego indicarmi nella « Posta degli abbonati D

il metodo curativo più razionale del seguente caso clinico.

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C::.. POLICLINICO

(ANNO XX, FASC. 41) ~

Una signora ji anni 22, primipara, ebbe due mesi fa un parto distocico che richiese l'applicazione del forcipe. / Dopo circa 20 giorni d!ll parto, nell'alzarsi dal letto, avverti, ai primi movimenti, dei disturbi nell'urinazione che rivelarono una lieve cistite puerperale, contrassegnata da minzicne involon taria di urine frammiste a muchi, di odore am· moniacale, assenza di dolori locali e di reazione febbrile. Sottoposta per qualche tempo alle opportune cure igieniche, dietetiche e medicamentose, l'inferma è guarita dalla cistite. . ìVIa persiste, sebbene attenuata, . l'urinazione involontaria che s'accentua quando l'inferma compie una sforzo, o ride, o sternuta, o t.o ssisce, o ha delle emozioni. Il disturbo sembra in alcuni giorni scomparso, senonchè, senza cause valutabili, il giorno ap· • presso riappare. Nessun dolore accusa l'inferma ~ulla parte. nè ]e urine presentano caratteri od eleménti anormali. Il suo stato generale è_ ottimo e non ha altri disturbi. Soltanto è molto preoccupata del suo stato, per iJ. fastidio che le ne deriva e per il timore di non guarirne. Con stima, m'abbia dev.mo abbonato n . 7298 G. C. Ri~pond i amo

astraendo dalle contingenze spe-

cifiche: Può succedere. per fortuna piutt<;>sto raramente, che la eccessiva durata d el periodo espulsivo, e più specialmente la troppo lunga p t rmanenza della testa fetale all'egresso sottopongano la ve5cica e più particolarmente il collo di es ~a ad un trauma per compressione. Ciò si verifica di solito nelle primipare, nelle quali i diversi periodi del parto hanno normalmente una più lunga durata che non nelle pluripare. E questa è una delle cause che indica l'intervento ostetrico e la liberazione della donna. A questa compre5sione troppo protratta, talvolta segue la paresi vescicale e l'incontinenza in vari gradi, e qui non accenniamo nemmeno ai casi più gravi, nei quali , in seguito alla compressione t1oppo prolungata . si possono verificare fistole. Quando la paresi e l'incontinenza non siano sostenute da altre cause , in un tempo più o meno lungo vengono gradatamente a scomparire. Qualora l'eventuale cistite sia completamente risoluta e permanga lieve incontinenza~ che si manifesta specialmente quando la persona compie uno sforzo, si potrà con vantaggio ricorrere agli stricnici e anche all'elettricità. t. b. z. (30)

VARI.A L' alcoolismo in Italia . Il consumo dell'alcool s~gna colla rapidità del suo aumento anche in· Italia il passo della malattia e della morte che gli camminano a lato. Al Congresso di Firenze contro l'alcoolismo si disse che in 52 manico ni i pazzi per alcool eran<> passati da 3682 con 860 donne nel triennio 1903· 1905 a 7092 con 751 donne nel triennio 1909-1911. Nel progetto Luzzatti le morti da alcool da 434 nel I887, salivano a 897 nel 1908, e a 1408 nel 1909. Nello stesso tempo la pr<;>duzione di solo alcool passava da ettolitri 85,284 nel r888- 89. a 800, ~37 nel 1908-goQ; gli spacci da l ogni r 74 a bi-· tanti nel 1904 salivano ad 1 ogni 159 nel 1909. L'Italia nella statistica del 1905 aveva a~sunt<> n el consumo di alcool un posto non invidiabile. Per nazione e per abitante negli ultjmi 25 anni si avevano queste cifre: Francia litri 22. 42 all'anno;. Italia 14. 13 ; Belgio 12.27; Svizzera II .99; Inghilterra 10.84; Danimarca Io.73; Germania 9.54; Austria 9: Stati Uniti 6 . 40; Svezia 6. I5; Olanda 5.42; Russia 2 .80; Norvegia 2.25~ (G:,izz. d. Osp.)1

L'alcoolismo in Russia. - Nel I91I vi erano· in Russia 26,234 spacci di acquavite di Stato: uno per ogni 5730 abitanti. Furono venduti in complesso I miliardo e 100 milioni di litri di acquavite con un aumento di 25 milioni di litri ia confronto al I9lO, e di 85 in confronto al Igo9. Le province in cui si beve di più sono quelle di Moc:ca e Pietroburgo, dove il consumo medioindividuale è di 20 litri all'anno. Come è noto, la vendita dell 'ac;quavite è, in Russia, t1n monopolio di Stato. Questo monopolioha dato al tesoro Russo nel I91I un incasso di due miliardi I08 milioni di lire con un guadagno n etto di 1 miliardo e 600 milioni . Il bilancio del 191I venne detto il bilancio dell'ubbriachezza ! Dal I90'? al I9lO il consumo di acquavite in Russia aumentò del 40 per cento. Nel 1902 il numero dei delitti per causa di alcoolismo fu di1,747,577; nel 19Io, di 2, 589, 154. L'.a lcoolismo trovasi, come si vede, in sensibile aumento n ella Russia. (Gazz. d Osp.). L'alcool1smo in Germania. - Nel 1910 si sono, spesi in Germania circa 2 miliardi e 700 milioni in bjrra, vini e liquori. Ciò significa che ogui abi · tante dell'Impero ha c;;borsato 50 lire per bevande· alcooliche. Nello stesso at1no sono stati internati nei manicomi circa 30 ooo individui per alcoolismo e 1500 morirono per delirio di origine alcoolica. Circa il 10 per cento dei suicicli furono dovuti all'alcoolismo e circa il 10 per cento dei delitti più gravi furon comn1essi da persone in i sta t<>"· di intossicazione alcoolica. (L' !~iene .Sociale).


(ANNO XX, FASC. 41]

SEZIONE PRATICA

CErtrtl BIBLIOORAFICI M . URSTEIN Spatpsychosen katatoner Art. Eine klinische Studie. Urban u.Schwarzenberg 1913. o

Mk. 16.

La splendida monografia dell'Urstein non è che la continuazione degli altri suoi lavori sulla demenza precoce nei suoi rapporti collo stato maniaco-depressivo. In questo lavoro l'autore tratta colla sua speciale competenz~. le psicosi tardive a tipo catatonico. Egli parla di forme tardive della catatonia quando questa si presenti dopo i 40 anni: queBta delimitazione che può sembrare ar· bitraria è giustificata soprattutto nella donna, che all'epoca del climaterio ·presenta un profondo mutamento sia delle condizioni fisiche che psichiche. L'A. naturalmente non considera quelle forme sintomatiche di una demenza senile o arteriosclerotica. Il lavoro del Urstein, che si addensa in considerazioni sulla :fisiologia e psicologia dell'età senile, presenile, del massimo interesse soprattutto per quel che si riferisce ai rapporti tra menopausa e psiche, è soprattutto importante per il ricco materiale casuistico bene studiato e classificato. P . A. C. GIACHETTI . . La medicina dello spirito. Manuali Hoepli ; 1913, pag. X II-223 . L. 2. 50. Que~to manuale di psicoterapia è uti libro buono e sano. Scritto lucidamente e gradevol· mente, svolge idee definite sui compiti e sui limiti della p sicoterapia e raccoglie molte informazioni utili, molti s punti pratici, molte indicazioni terapeutiche eccelltnti e sicure. Rispecchia le dottrine e gl'insegnamenti di Dubois, Oppenheim, D éjerine, Freud, Janet, Zbinden, ecc. ma s intetizzandoli e armonizzandoli in modo personale. E' così diviso: La medicina e la psicoterapia: I sistemi moderni; La psiconeurosi; Manifestazioni funzionali e sintomi speciali; L'igiene morale dei ragazzi; L'educazione dell'io; Esagerazioni, frodi e surrogati della psicoterapia; I libri e le lettere. È un libro che coglie nel segno. Ne raccoman· diamo vivamente la lettura. y. Maladies des Méninges, par HUTINEL, KLIPPEL, CLAUDE, ROGER-VOISIN, L E VY-VALENSI. X X..C""'C V vol. du traité de méd. et de thérap. publié sous la direct. de Gilbert e Thoinot. Bailliére et F., éd., Paris. Fr. 8.

In due grandi capitoli è divisa la materia: meningiti encefaliche, meningiti rachidiane, e ognun di essi alla loro volta in meningiti acute e croniche.

Le meningiti acute cerebrali sono trattate da Hutinel e Roger-Voisin, le croniche (compreso l'ematoma della dura madre) da Klippel. Le meningiti spinali sono svolte a cura di Claude e Levy-Valensi; in ogni capitolo i recenti acquìsti della clinica e del laboratoiio trovano posto conveniente, ogni recente tentativo felice d i terapia trova adeguato svolgimento: il libro è una bella sintesi di quanto di meglio e di più moderno si conosce sulle malattie delle meningi. t. p. I

G. PIQUAND. Précis d'anesthésie locale. Paris,

1 9r 3~

Pan! Reclus è, si p11ò dire, l'apostolo dell'ane · stesia locale, ne ha fatto una scuola e se ne è fatto un programma per la vita. Gli avversa ri del suo metodo son quei chirurghi che non lo conoscono e poi le vittime di questi operatori ignoratori. Convinto che la tecnica non è mai tale da p otere essere improvvisata, ha egli istituito da 5 anni all'Hotel Dieu, a Parigi, una serie di dimostrazioni nelle quali egli pratica davanti agli studiosi tutti gl'interventi chirurgici che debbono essere fatti con l'anestesia locale. L'anestesia locale ha fatto grandi progressi in questi ultimi anni , non per i principii e per la tecnica, ma per le nuove sostanze chimiche scoperte, molto attive e molto meno tossiche della cocaina. Questo manuale è scritto p er i pratici lontani dalle cliniche: in questa guida chiara, preci~a , concisa essi troveranno il segreto per potere m olte· volte evitare 1e gravi responsabilità della cloroformizzazione. Il Piquand , interno ed aiuto della cli11ica del Reclus, egli poteva meglio d'ogni altro trattare quest'argomento. P. $. •

ANTONINO EYMIEU. L"ç>ssessione e Io Scrupolo. Trattato teorico-pratico di cura della n evrastenia, psicastenia, ecc. secondo la recentissima concezione Janet-Eymieu, ad uso degli amtnalati, medjci e confessori. Serie II del « Governo di sè stesso ». Unica traduzione italiana autorizzata dall;Autore ed eseguita sulla 1oa edizione francese per cura di N. T. Un vol .. in 12° ùi 350 pagine. Desclée & C., editori. Roma. L. 3. 50. Desunto dalla psi.cologia sperimentale, quest o· lavoro utilizza i metodi dell'ana lisi psicologica odierna per interpretare e valutare le anomalie psichiche più comuni e insegnare · a riconoscerle e ad emendarle. Sarà molto accetto ai pazieu ti e verrà scors(} con interesse dai medici. Si rivolge anche ai direttori spitituali di coscienza. A. S.

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] 500

IL POLI CLINICO

·[ANNO XX, Fase. 41J \

NELLA VITA PROFESSIONALE . •

Feflerazione degli Ordini dei Medici. Il Consiglio della Federazione degli Ordini dei Medici si è radunato a Parma il 26 settembre ultimo nella sede di quell' Ordine, che gli con• cesse cortese ospitalità. Erano presenti il presidente prof. Guzzoni degli Ancarani (Siena\, i consiglieri Boccasso (Torino), Campi {Livorno), Cappelletti (Venezia ~ , Evoli (Reggio Calabria), Gianturco (Napoli), Marchese (Catania), il segretario Garofalo (Roma), il tesoriere Ruzzini (Ancona). Mancava soltanto il consigliere Filippetti, impegnato a Milano per il Congresso contro l'alcoolisn10. Il presidente comunicò il lavoro compiuto dal l'Ufficio di Presidenza dopo l'ultima adunanza, specialmente per quanto riguarda le riforme nelle perizie giudiziarie e l'opera degli ufficiali sanitari in seguito al processo Braccini, riferendosi per il resto alle circolari già diffuse e pubblicate. Il tesoriere dott. Ruzzini riferi sul bilancio della Federazione, facendo rilevare che pochissimi Ordini hanno pagato il tenue contributo fissato dallo statuto; molti non hanno pagato ancora nemmeno il contributo 1912: la vita della Federazione rimane compromessa da questo stato di cose. Il Consiglio deliberò di fare vive pressioni anche personali presso i vresidenti degli Ordini, perchè tutti regolarizzino la contribuzione finanziaria verso la Federazione. Messa in discussione la data della prossima assemblea generale degli Ordini, il presidente professore Guzzoni propose di rimandarla ai primi giorni del febbraio 1914, dopo la rinnovazione • biennale dei Consigli degli. Ordini. Fece osservare che il primo periodo della vita della Federazione ebqe carattere di prova; lo statuto fu deliberato soltanto in via provvisoria, e si stabili perciò che il primo Consiglio federale, nominato con procedura eccezionale, restasse in carica non due anni, ma uno. Ora si tratta di dar vita definitiva alla Federazione con uno statuto che dovrà essere riformato profittando dell'e5perienza già fatta, e sembrerebbe opportuno che questo assetto duraturo della Federazione e le direttive del suo lavoro futuro fossero deliberate dai rappresentanti dei nuovi Consigli degli Ordini, che saranno tutti rinnovati in gennaio. Anche gli Ordini hanno vissuto nel primo biennio una vita di incertezze, muovendo spesso a tentoni i primi passi del loro cammino. Riunendo l'assemblea generale nello scorcio del presente anno, verrebbero ad essa i rappresentanti di Consigli morituri, molti dei ( 32)

quali non saranno rieletti, che si troveranno forse nell'impossibilità di prendere deliberazioni per le quali non conosceranno il pensiero delle rispettive assemblee, e che eleggeranno un Consiglio fede· rale composto dì uomini che alla loro volta potranno fra poco non aver più voce in capi tolo negli Ordini cui appartengono. Su questa proposta si svolse una larga ed animata discussione. Il segretario dott. Garofalo propose che, approvandosì il rinvio a febbraio, la Presidenza dovesse preventivamente esporre agli Ordini i punti principali da mettersi in discussione nell'assemblea generale, affinchè su di essi potesse conoscersi il pensiero delle adunanze generali di gennaio dei singoli Ordini provinciali. Con tale intesa, il rinvio dell'assemblea generale fu approvato con 7 voti contro 2. Il consigliere dott. ('ampi riferì sulla pubblicazione di un giornale organo della Federazione, presentando al Consiglio il progetto di uno dei più importanti editori d'Italia che all'uopo era presente a Parma e intervenne a questa parte della seduta. Dopo lunga discussione, il Consiglio deliberò che il giornale iniziasse le sue pubblicazioni col r 0 gennaio prossimo, con numeri quindicinali inviati gratuitamente a tutt'i medici inscritti agli Ordini. La sede d'ella redazione fu stabi. lita a Roma. Fu deliberato che il giornale dovesse occuparsi delle questioni generali della classe me dica italiana e dovesse a vere carattere e fisonomia propria, senza perciò intralciare la vita dei Bollettini dei singol1 Ordini. Fu inoltre deciso che i singoli Ordini dovessero fornire a loro spese le fascette stampate con gli indirizzi dei loro inscritti. Il dott. Garofalo riferì sui voti e sulle proposte pervenute al Consiglio, perC'hè fossero discusse nella prossima assemblea generale. Da ogni parte d'Italia si fanno voti per una riforma della legge sugli Ordini che assicuri l'obbligatorietà della inscrizione e affidi sulla efficacia dei deliberati degli Ordini in materia disciplinare. Ricordata la giurisprudenza contradditoria in proposito, che 0ggi ha la tendenza a non riconoscere l' esistenza della contravvenzione ali'art1colo 53 del testo unico delle leggi sanitarie per gli e' ercenti non inscritti negli Albi, il relatore annunziò che la Cassazione· di Roma non si è ancora pronunciata in proposito, benchè ad essa sia sottoposto un ricorso contro la sentenza della Corte d'appello di Aquila che ha condannato i contravventori. Se la Suprema Corte giudicherà la non esistenza della contravvenzione, oc'c orrerà un'agitazione sollecita ed intensa per ottenere dal Parlamento una in· ~

-


. (ANNO XX, .FASC. 4r) '

SEZIO~

terpretazione autentica della legge 10 luglio 19'10 o un'aggiunta legislativa alla ·l egge sanitaria ·in· cluùente fra le condizioni previste dal~'articolo 53 del testo unico per l'abilitazione all'esercizio anche la inscrizione nell'albo dell'Ordine. Dopo un interessante dibattito, il C. F. deliberò di intensificare la sua azione presso il Go· verno ed il nuovo Parlamento per ottenere la sanzione chiara ed efficace del principio della obbligatorietà d ell'inscrizione negli Ordini. A proposito di un voto dell'O . di Cremona per le dimissioni in massa dei Consigli degli Ordini in attesa di una completa e radicale revisione della legge, il C. F . unanime deliberò di non associarsi ad esso. . . . Circa u':la proposta dell'O. di Modena per una modifica all'articolo 9 della legge sugli Ordini nel senso ·di abolir~ l'appello all'assemblea generale contro i provvedimenti disciplinari inflitti dal Consiglio, il C. F. si dimostrò contrario alla proposta stessa, ritenendo che un giudizio di seconda istanza compiuto dalla classe sia una garanzia per la serietà e l'equità della sentenza. In '3eguito a mozione dell'O. di Porto Maurizio sull'opportunità di' inscrivere negli i\.{bi degli Ordini dei medici i dentisti non laureati, il C. F. approvò la proposta del relatore Boccasso cJ?.e non sia il c2so di inscriverli, ma che con ciò non deve menomamente intender~l che i Consigli si disinteressano dell'esercizio professionale di questi sanitari, il quale deve rimanere sotto la sorveglianza dell~Ordine. In merito a diverse questioni sottoposte al Consiglio federale dall'O. di Mantova e riguardante il diritto nei Consigli dell'Ordine di stabilire un Codice deontologico e di occuparsi in esso dei rapporti fra medici condotti e liberi esercenti, il C. F. approvò, su proposta del relatore Evoli: 1 ° che nel regolamento interno di cia·scun Ordine può e deve essere incluso un Codice deontologico che serva di norma per la di~ ciplina dell'esercizio .professionale; 2° che gli Ordini hanno il d_iritto e il dovere di occuparsi delle questioni de ontologiche legate al boicottaggio delle condotte per quanto riguarda il contegno dei liberi esercenti: nel caso speciale di Mantova ritenne non potersi fare la questione della retroattività perdurando l'infrazione alle norme del Codice deontologico. Diverse questioni riguarda.nti i medici delle assicurazioni furono discusse in seguito a mozioni degli Ordini di Alessandria, ·Ferrara, Rovigo e Venezia'- ~ approvando le conclusioni accuratamente svolte dal relatore Cappelletti, il C. F. ritenne: . . 1° che non è giustificata la differenza di onorario per i medici fidùciari dell' Ist tuto Nazio-

r5or

PRATICA I

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nale di assicurazioni e' che perciò è giusto far voti che l'onorario sia di lire 15 tanto per i medici dei capoluoghi di provincia, quanto per quelli dei centri minori; 2° che non sembra opportuno richiedere che l'onorario del medico fiduciario sia proporzionato al capitale assicurato: a) perchè la visita medica, indipendente da ogni ragione dell' affarè non può· e non dtve ad esso in verun modo commisurarsi; b ) perchè la funzione commerciale dell'agente non può essere invocata come norma per uniformarvi. quella ben diversa, esclusivamente ed obbiettivamente sanitaria, del medico; 3° che non sembra opportuno far voti per la modificazione della disposizione secondo la quale i medici fiduciari dell'Istituto Nazionale di assicurazioni, trascorsi due anni dall'incarico provsorio, debbano rinunciare ad essere medici di fiducia di compagnie private di assicurazioni che non abbiano ceduto il portafoglio allo Stato, percbè senza recare offesa o limitare la libertà · professionale, qualunque ente pubblico o privato può esigere dai propri funzionari che non parteci pjno ad altri enti con i quali si trovi in condizioni di contrario o concorrente interesse; 4° che pure ammettendosi che sia.n o gratuiti i certificati medici per la inscrizione alla Cassa Nazionale di previdenza rilasciati dai medici condotti per individui inscritti nell'elenco dei poveri,_ nulla giustifica che non siano pagati quelli rilasciati per individui non poveri; .5° che sia opportuno far voti l?er un aumento dell'esiguo onorario di lire 5 per le visite mediche per la cessione del quinto, potendosi disporre che altre cinque lire siano pagate dall'Istituto di cr.edito, A vendo l '0. di Porto Maurizio sollevata di nu9vo la tanto discuBsa questione della facilità con la quale, in base alla legge Casati, i medici stranieri .ottengono la così detta ri valida del loro diploma e perciò il diritto di esercitare liberamente in Italia, il C. F., su proposta del relatore Gianturco, confermando i voti già fatti più volte sull'argomento dall'antica Federazione, stabiliva di richiamare nuovamente l'attenzione delle Facoltà mediche d'Italia sulla necessità di essere molto severi e guardinghi nel concedere la suddetta rivalidà, seguendo un parere già espresso dalla Facoltà medica di Genova, sia per la tutela professionale dei medici italiani, sia in special modo per la difesa della d'i gnità della nostra scienza. In seguito ad 11n'altra mozione dell'O. di Porto Maurizio su una deliberazione del C. S. di sanità contraria al diritto degli Ordini di stabilire tariffe minime di onorari professionali, il C. F ., facendo sue le conclusion~ di una relazione del consigliere Marchese delibera va che occorre affermare (33)


:r502

IL

POLI~INICO

-e sostenere in ogni modo il principio che i Con-

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sigli degli Ordini hanno il diritto secondo la legge Io luglio 1910 di stabilire tariffe minime per le prestazioni professionali fatte a vantaggio degli _ .agiati. Su proposta del presidente Guzzoni, che richiamò in proposito la bellissima conferenza del professor Sclavo a Siena sui Diritti dell,Igiene, il C. F. riaffermò gli antichi voti della classe medica per un ordinamento più moderno del Consiglio Superiore di sanità, con elementi più largamente elettivi. Prima di sciogliere l'adunanza il presidente ringraziò caldamente il chiarissimo dott. Carlo Tonelli, presidente d ell'O. dì Parma, per la cordiale e signorile accoglienza fatta ai membri del Consiglio federale. Il C. F. inviò telegrammi di adesione al Congresso contro l'alcoolismo, in cui fu rappresentato dal suo consigliere dott. Filippetti, e di compiacimento al prof. Augusto Murri per la sua gua• • r1g!one. L'importante adunanza del Consiglio della Fe· derazione si prolungò per oltre cinque ore, e tutte le questioni furono discusse con grande larghezza e serenità. La deliberazione di rinviate al pros:Simo febbraio l 'assemblea generale degli Ordini, ci consta essere stata variamente giudicata, ed anche biasimata, da alcuni presidenti di Ordini presenti a Parma per il Congresso dei medici con· d otti; a noi sembra tuttavia che tale delibera· ziE>ne trovi ampia giustificazione nelle r agioni che l'hanno determinata, e che furono chiaramente espresse dal presidente della Federazione. CAJUS.

<lronaca del movimento professionale. Con.tra i niedici italiarii in Tit11isia. -

Non è g·uari il corpo medico francese in Tunisia, staccandosi dall 'a11tica cc Società internazionale delle Scienze meclicl1e », prendeva atteggiamento ostile contro i colleghi italiani. Da qt1el giorno la cc Società l\1edica francese» si affermò con t1na le·v ata di scudi e con una serie di \roti, cli cui caposaldo era quello di far accettar clal Governo del protetto~ato l'esercizio dell'arte medica 1nediante il solo diploma francese : seguivano poi alcu11e proposte, tendenti a modificar la pratica medica deg·li infortuni sul la\roro . E con la vag·a accusa di pretese immoralità da parte di alcu11i 1nedici stranieri, tacciati di praticar la d1 coto111ia con le Società di assicurazioni, si concludeva invitando il governo a modificare l a l egge stessa sugli Infortuni del lavoro, della q11ale solo i medici francesi .avrebbero dovuto -usufruire.

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[ANNO

XX, FASC. 41]

Il valoroso corpo medico italiano, scrive « La Rivista sanitaria siciliana», fu tosto in effervescenza, e dopo aver protestato energicamente contro quelle accuse infondate, formulò un vibt:atissimo memoriale, in·v ocando il rispetto dei trattati, che sanzionano il libero esercizio dell'arte sanitaria in Tunisia. E il me1noriale sortì il suo effetto. Il governo del protettorato fe~ sapere all'Ambasciata italiana di Parigi che nulla era mutato, nè pareva dovesse cambiare in avvenire quanto all'esercizio dell'arte medica; solo era in preparazione un decreto sull'esercizio della farmacia in Tunisia elle difatti fu promulgato ai primi di aprile. ' Così stavan le cose fi.11~ a .pochi g iorni fa ; come preannunzio, la « Tunisie Française » riportò, 11ella rivista della stampa, il commento cli un gior11ale m edico francese, dove un professore di medici11a, che era stato colà t empo fa, al Congresso dell' «Avanzamento delle Scienze francesi », emetteva dei giudizi poco benevoli sui medici italia11i di Tt1nisi, giudizi fatti a lui dal dott. Porot dell 'Ospedale civile francese; un medico lionese, :figlio cli papà ... Alapetite, residente generale. « I medici italiani so110 generalmente mal vjsti » dice,·a questo bra,·o dott. Porot, che finiva ribadendo le solite, vaghe accuse di dicoto1uia a carico dei colleghi italia11i. Pochi gior11i dopo la cc Società medica fr.ancese », riunita in ttna sala del 1\Iunicipio (notate la correttezza) , ritorna\ra all'attacco e questa ·volta , abba11do11ando la troppo prematura questione del diploma francese obbligatorio, riaffer111a·va l'antico voto di limitare ai soli 1nedici francesi lo esercizio della medicina sugli infortu 11i del lavoro in Tunisia; rende11do di questo unanime desiderio consa1)evole :il Governo del protettorato. I medici italiani, già irritati per le maligne insi11uazio11i del dottor Porot, si riunirono numerosissimi e dopo a\·er preso una energica decisione per rispondere all'irrequieto collega, gettarono le basi di una associazione medica italiana, che oltre a proteggere gl'interessi materiali e morali dei singoli componenti, · si occuperà co11tem poraneamente di questioni scientifiche, da trattarsi in un Bollettino bimensile. (L' A vven. Sanit.). RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. (4061) Cura ambulatoria ~ Cure elettriche.

Il dottore abbonato 4273 desidera conoscere se, avendo obbligo di curare in un ambulatorio gli ammalati, che sono in gr ado di recarvisi, possa pretendere compenso da coloro che, pur potendo camminare, vogliono la visita a domicilio e se per le cure elettriche possa pretendere speciale compenso.


{ANNO

xx,

FASC. 4I

I

SEZIONE PRATICA

Da coloro che sotto pretesto di impossibilità, .si esimono dal reèarsi nello ambulatorio, non può chiedere compenso. H a , però, diritto di far cessare l'abuso riferendone al sindaco, il quale po.trà all'u.opo ema11are speciale bando od avviso. L'Amministrazione potrebbe stabilire una penale per coloro che, chiamato il medico, fossero da questi riconosciuti in gr ado di 1nuoversi. Per la .esecuzione d~ll<= cur e elettriche occorrono speciali strumenti ~he ' il medico condotto non è obbligato a tenere. Se li tiene, ha diritto nell'usarli a speciale' compenso. Certamente gli inf~r­ mi, in mancanza di comodità nel proprio paese, a·vrebbero doyuto recarsi altrove con 1naggiore loro dan110 econo1nico. (4062) Pensio1ii . - Il dottore E. T . da JYI. de.sidera conoscere per qual ragione il servizio militare prestato p,rima della nomina a medico condotto non debba essere valutato, agli effett i della pensione, e se pbssa val ergli un anno di servizio p1·estato alla di pende11za dello Stato senza dir itto a pensione. ~ infatti stabilito dallo articolo 30 del testo unico della legge sulle pensioni che il servizio militare pttò essere te11uto in conto per 11 r aggiungimento del diritto a pensio11e, solo qt1~ndo esso sia collegato ad interruzione di carriera. La ragione sta in ciò, che solo allora tale servizio, -interrompendo il decorso cleg·li anni di servizio, a rreca effettivo danno ag·li interessi di chi lo prestai ·I servizi interinali sono trattati alla stessa stregua. I.fa legge sulle pei1sioni non s i modifica, coìne Ella crede, ogni ci11que anni . L'a11no di servizio, cui· accenna, non è riscattabile perèhè non fu prestato a servizio del nlede.simo ente presso cui ora trovasi. (4063) Divisio1'1 e di corid otta - 01ieri 11,,iiovi . Il dòttore C. S . da C. A. C. chiede conoscere se dividendosi in due l'attuale unica condotta, abbia diritto cli scelta , e se l'Amministrazione municipale, in occasio11e della revisione del .capitolato poss.a imporgli oneri nuovi, come la sostituzione del colleg·a, l 'abolizione dell a cavalcatur a, ecc. ~er doveroso riguardo a L ei, che presta. servizio da ben 25 anni, l' ..i\Jnministrazione comunale dovrebbe darle la libertà di scelta. Certamente Le si dovrà riserbare la sezione più comoda ed agevole . Nellfl revisione 'del capitolato 1'_i\mministrazione stessa potrà modificare le condizioni di servizio nel senso di r endere questo più spedito e sollecito, ma non può violar e diritti già acquisiti dal sanitario. Così non potrà imporre l'onore della supplenza gratuita nè togliere ìl diritto alla ca·valcatura. Re<'lami contro il relativo provvedimento consiliare alla G. P. . A., che dovrà pronunziarsi nel merito. (4065) Capitolato . - Il dottore X, abbonato 7756, desidera conoscere se abbia l'obbligo di

rispettare un patto contrattuale contenuto no'n nel proprio capitolato, ma in quello di un collega che esercita la seconda condotta. \ I capitolati sono veri e propri contratti, che stabiliscono i diritti e i doveri che intercedono fra il sa11itario ed il Corp.une, che lo stipendia per il servizio di conclotta. Quindi per propria essenza, essi sono personali e non si può, senza offendere la legge, applicare ad altro sanitario clisposizioni pect1liarmente e singolarment e st abili te per una determinata condotta: Res inter

alias acta, tertios nec prodest nec nocet. (4066) C011.corsi - Copie di titoli. - Al dottore F . S . da I. D. C., ch e ci interpella in proposito, rispondiamo che le copie dei documenti da presentarsi ai co11corsi, onde evitare eventuali con- ' t estazioni, è meglio sieno redatte in carta da bollo da lire 2.40, ed autenticate dal notaio. . (4068) Tassa esercizii - 11icompatibilità am1nin,istrat-i?Je - Passagg·i o dalla .condotta rurale alla t-lrba1ia. - Il dottore L R. da P. desidera conoscere : r . Se può coprire l~ carica di sindaco chi abbia il genero m edico condotto ed ufficiale sanitario; 2. Se debba pagare la tassa di esercizii anche in un Comune ove int erpolatamente si reca per esercitare la professione; 3. Se un medico di condotta rurale può, senza concorso, passare alla urba11a. Non è ragione di clecadenza p el si ndaco l'aver il proprio genero che ricopra la carica di medico condotto ed ufficiale sanitario. Per essere esentato dal pagare la t assa di esercizi i nel secondo Comu11e deve dimostrare di non esercitare ivi in modo contint10 ed abituale. Se può . fornire tale prova dovrà recla1nare contro la . tassazione alla comn1issio11e comu11ale di· prima , istanza. Se la nomina del medico condotto rurale avvenne i)er quella determinata località, il · passaggio alla condotta urbana non pote·va avvenire senza il concorso. Se, invece, il concorso fu bandito per l 'intero comune, senza speciale it1dicazione di località, ben pote·va effettuarsi il passaggio con semplice. deliberazione consiliare. (4069) Coricorso - Docurn.eriti. - Il dottore G. 1\1. da T . R . desidera conoscere se le firme del sindaco apposte alle copie delle deliberazioni consiliari, al certificato di buona condotta ed al certificato di sanità debbano essere legalizzate dal prefetto ·anche quando tale modalità non sia indicata nel bando di concorso, e se le copie dei documenti debbono essere fatte i ntegralmente o per sunto, su. qt1ale carta e se, infine, vi è bisog110 di legalizzazio11e. Tutte le firme del sindaco vanno legalizzate dal prefetto, anche q11ando tale modalità non sia ii1dicata nel bando di concorso. Pel certificato medico non occorre la legalizzazione della firma del medico da parte del sindaco, ma bensì s olo

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IL POLICLINICO

quella del prefetto. Le copie vanno fatte integralme11te, su carta di lire 2,40 ed ha11no egualm ente bisog·no di legalizzazione . (407I) Specialità. n1edici nali. - Il çlottore A. D . P . cla R.. , d esder a conoscere in qual modo possa ott enere Ja l)ri ·vati \'a industriale per u11a preparazione farn1acel1tica cla lt1i icleat a . Per otte11ere qt1a11to desidera, deve rivolgere do111anda al i)refetto (lella l)r0"\7incia. Le specialità 1nedicinali "\'anno ,·endt1te esclusi,·an1ente da ' far111acisti e se11za a utorizzazione di s orta, ma solo in base a d a11aloga ricetta d el 1neclico. (4072) P ensio11i. - _L\.l dottore abbonato N . 1227 ris1)ondia1no c.1:}e il lJeriodo 11tile per la pe11sione comi11cia pe.r lt1i a decorrere clal I . ottobre 1892 perchè coll 'a<lesione fatta alla Cassa di previdenza fì11 dallo inizio della s11a istituzione, ha riscattati gli a nni di interinato prestati prima d ella sua non1i11a regolare in base a concorso. Con 24 anni e 6 1nesi cli servizio si liquida la pensione di 25 ai1ni . Co11 25 anni cli ser\"izio e 52 anni di età liq11icl erà an11ue lire 84r. (4073) c·opie di do cunieriti per co1icorsi. - Al dottore V. G . da e. I., risponcliamo che l e COl)Ìe fatte uel modo i11dicat.o so110 valide. Occorre la carta di lire 2 ,40. (4075) Stip e1idii - Pag·a111 e?ito . - ~i\.l dottore P. F. da 1'. rispondia1no che ai1che pel n1edico i11terino l'esattore è tenuto ad ai1ticipare lo st ipendio. In caso di ulteriore rifiuto ricorra al

,

pr~fetto.

-

(4077) IVI edici silssidiari-i di eniig·razio ne. -· i\.l dottore N . G. da R. ris1)ondiamo che per ottenere l'imbarco come medico civile alla clipendenza del R. Commissario ~ei piroscafi. in servizio "di emigrazione, si deve essere forniti del titolo s1)ecial~ a norma della r ecente legge. (4078) C:ura do 1nestici. - Il dottor . S . N . da R desidera conoscere se, a,-eudo obbligo di cura gratuita per i soli l)Overi , })Ossa pretendere compenso per le prest azioni fatte a do1nestici di famiglie agiate. Certamente i do1nestici in parola non sono inscritti nello elenco dei poveri e perciò non possono essere curati gratuitamente . Do\rrebbero pagare essi direttamente gli onorarii al sanitario. Però nella pratica co11suetudinaria di simili casi cli locazione cl'opera, nella spesa totale che il padrone sostiene pel proprio domestico, vi è compresa anche qu ella per eventuali infermità. Se dovrà ricorrere all'autorità giudiziaria pel pagamento degli onorarii può citare quindi, il capo di famiglia , salvo a costui di dimostrare di non aver alct1n obbligo del genere . 4080) Infortunii sub la'Voro - Cure mediche o cliiritrgiclie . - Il dottor L. S. da R. desidera conoscere se l 'i11fortunato che viene ricoverato in ttn ospedale abbia il clo~ere di pagare la ~

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r etta , o se questa clebba essere pagata d al capo ad esercente clell'I1npresa o si possa prelevare tlalla ii1clen11ità relativa e se da qualsiasi fonte clerivi il i)aga1nento, abbia il medico diiitto a s1;eciale eo111pe11so. Se 1)er le regole statutarie dell'ospedale non ·vi 11a cliritto <} ricezione gratuita da parte dei poveri nati vi clel 111ogo, è eviclente che l 'operaio infortunato deve pagare la re] at i·va retta e l'a111111011tare di questa ben può essere l)televata clalle ii1dennità che gli competono. Il ~edico. co11dotto è obbligato a cutare gratuita1nente gli ~i1fortu11ati inclttsi nello elenco ma ha d iritto a l)agamento da parte degli agiati. Per la stessa r.agione, i l medico che ha per contratto 1'obblig·o di curare t11tti gli infermi rico\-erati nell'os1)edale, a qualsiasi classe o co11dizione apparte11gano de\re curare eventualmente anche gli ii1fortunati che ·vi fossero ricoverati. I n caso di l.a,-oro eccessivo, potrebbe al massimo ricevere una congrua gratificazione. Doctor J USTI1rIA.

Nomi.nt>, promozioni e onorificenze. CAGLIARI. - Il dott. Murgia Antonio Efisio è abilitato alla libera docenza in patologia gene· rale. Il prof. Gatti Girolamo, straordinario di patologia chirurgica, è promosso al grad<> di ordinario. Il dott. Fulle Giambattista è nominato assistente di patologia generale . FIRENZE. ·-

GENOVA. - Il dott. Vallebona Da vid è autorizza to al trasferimento da Roma della libera docenza in terapia fisica. NAPOLI - Sono abilitati alla libera docenza f_ dottori : Taliercio Enrico in clinica ostetrica e ginecologica; Sofrè Giuseppe in patologia medica; Marenduzzo Luigi in diagnostica medica;· Enea Domenico in clinica ostetrica e ginecologica. Sono nominati i dottori: Spirito Francesco assistente in ·clinica ostetrica; Aiello Luigi assistentein clinica oto-rino-laringoiatrica. PALERMO. - I dottori Messina Gaspare, Cot-· tone Gaetano, Rao Vincenzo e Cirjminna Gio· vanni sono nominati, in seguito a concorso, tito-· lari della condotta medica. PAVIA ,- Il <lott. Be:luschi Vincenzo è autorizzato a trasferire da Siena · a Pavia la libera· docenza in clinica delle malattie nervose' e men-tali. TORINO. ~ Il dott. Sangiorgi Giuseppe è abilitato alla libera docenza in igiene. Il cav. dott. Giovanni Maccanti, ufficiale sanitario di Poggibonsi, è nominato uffi.ziale de!la. Corona d'Italia. ' Il dott. Antonino Polizzi, ufficiale sanitario di Misilmeri, è nominato cavaliere della Corona d'I· talia.


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Uondotte e Concorsi.

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· FIRENZE R. Arcispedale dt; Santa Maria Nuova e Stabilimenti Riun iti. - Aiuto di medicina e Aiuto d el turno elettroterapico; carica e conferma biennali; titoli ed esami; biennio di servizio effettivo in ospedali o cliniche. L. 1 8 00 con ritenuta di R. M. Tre medici chirurgi assistenti, nomina e conferma biennali , età massima 28 anni. L. 1200 con ritenuta di R. M. Documenti alla Segreteria entro le ore 17 del 3 r ott. 1

ACQUASANTA ( 4 scoli P1:ceno ). Medico chirurgo per 1a generalità; L. 3100 lorde, obbli. cavale. Scad. 20 ottobre.

* ARTENA

(Ronia) . - Una delle due condotte piene; L . 4000 lorde, cavale. a carico dei richiedenti di campagna; abit. 6000 d ei quali 1 400 circa sp ar(}i. Scad. 20 ottobre. :\ ULLA (Massa Carra'Ya). - Frazione di Capriglio1a, ab. 1 7 5 3, L. 2600, cura piena, L. 400 cavallo, tre se~senni . Scade 20 ottobre . BARBANIA (Torino). - Condotta consorzia1e -.con Fronte \ anda d,i Front ; L. 2450. Scadenza 15 ottobre. 1

GATTEO (Forlì). - Al r5 ottobre condotta pei poveri di S. Angelo; L. 3 000 lorde , L. 600 per cav e L . 150 per l'ambul. Ab . 2300 con 500 poveri. GIUNGANO (Salerno). - A l 3r ottobre concorso a medico-chirurgo; L. 1500 per i poveri e L. looo per gli abbienti. Età non superior e ai 40 anni. GROPPELLO CAIROLI (Pavia) . - Secondo con. dettat o; IJ. 3650, 3 sessenni. Scad. 21 ottobre.

CALENDASCO (Piacenza ). Condotta piena; L. Jooo e 3 sessenni, L. 800 per cavalcatura, ambulatorio L. 40, deliqerazioni in corso; abit. 3895. Se a d. l 5 ottobre.

ISOLA SA-."1\TT' ANTONIO ( A lessandri·a). - Condotto; L. 3500, d u e sessenni ed alloggio. Scad. 15 ott.

CAMPAGNA LUPIA (Venezia).- Condotta ; L. 3700; in corso d'approvazione L . 4000; cura poveri; ab. 2721. Scad. 31 ottobre.

LUGAGNANO (Piacenza). - Condotta con Gropparello; L. 5500, compresRvi indennità cavalcatura. Srad. 15 ottobre.

CASALVOLONE(Novara). - Condott a; kmq. 16. 95; ab. 2061; per la generalità L . 3500, oltre L. 200 quale U. S ., L. 300 indenn. alloggio, L. 300 inàennità mezzi di trasporto . L . 250 cura lavoratori te111poraneamente immigr a ti. Scad. 31 ott.

*

M~RACALAGONIS tCagliari). g~neralità; L. 3225 lor1.ie e z

cimo. Scad.

15

- Condotto per la quinquenni del de-

ottobre .

MENDRISIO (Svizzera). Manicomio Cantonale . La Commissione amministra:iva del Manicomio, ,, ·così autorizzata dal lod. Consiglio di ~tato, .av· CASTAGNETO Po (Torino). - Condotto e u. S.; visa essere aperto il concorso al posto di secon do L. 2000; servizio dei poveri. Scad. 15 ottobre. medico assistente presso il Manicomio ste~so . I CIMADOLMO (Treviso). - Condotta libera; L.4000 concorrenti dovranno inoltrare al Consiglio di Stato in Bellinzona, la domanda stesa su carta .eq alloggio. A bit. 2261. Scad. 15 ottobre. da bollo da cent. 50, unitamente agli atti com*CITTÀ DI CASTELLO (Pe1'ugia). - Chirurgo provanti la loro idoneità a detta carica. L'emo-primario e aiuto chir. V. fase. 40. Scad. 15 ott. lumento annuo è fissato in fr. 2000, oltre il vitto • C'OASSOI.O TORINESE (ToYino ). - Medico del e l'alloggio indi vid u a le. Il concorso rimane aperto <Consorzio con Monaster o di Lanzo; L . 2000 e ~ sino al 3r ottobre p. v. (A quanto ci ris ulta non L. 200 q uafe U. S .. cura poveri, lOO famiglie si richiede la cittadinanza svizzera). ..circa. Scad. 15 ottobre. *MONTE URANO (A scoli Piceno). - A tutto 30 ot- • tobre condotta; I,. 4000 lorde, di cui due terzi CORNETO TARQUINIA' (Roma.). -Condotta medica p ei poveri; as!:!icurazione; non obbl. cav.; amburesidenziale; L. · 2400 lorde e tre sessenni; alloglatorio e osp edale. I sanitari sono due. Ac€etta e indennità di L. 300 dall'Ospedale Municipale; zione entro 8 giorni, assunzione del servizio ·tariffa speciale per gli abbienti. Scad. 22 ott. entro 30 • . . CORNETO TARQUINIA (Roma). - Condotta chirur* MoRLUPO (Roma). - Condotto; L. 4000, cura gica residenziale; L . 4000 lorde e tre sessenni; piena. L. 100 quale U. S.; non più di 40 anni, tariffa s peciale per gli abbienti. Scadenza un s. e r. Scad. 30 ottobre. ·mese dal 22 sett. N.~POLI. I sti titto Ortopedico RavaschieYi. - Due CREMA (Cremo·na). Ospedale M aggio1'e. - Me· assistenti volontari fuori organico. \ledi fase. 38. dico-chirurgo-ostetrico assistente ; L. 1400 lorde Scad. 15 o ttobre. ·( col 1° genn. la tassa di R. M. viene sostenuta dall'Opera Pia) e L. 6 per ogni guardja nottrtrna. OLEGGIO (Novara}. - Condotta con Mezzo- · Servizio entro 8 giorni. Nomina biennale. Scad. merico; L. 1260 per la generalità e L. 50 quale U. S . Scad. 17 ottobre. Servizio entro 15 giorni. 31 ottobre. * 0LEVAl."'fO R OMANO (Roma ). - Due candotte ERBA - lNCINO - CREVENNA (Como}. Secon··do riparto B, abitanti 2641, stipendio 3550, tre lorde; L. 2 200 quota poveri, L. l 1 50 quota fa ,aumenti sessennali del decimo. scadenza 15 ot- coltativa abbienti, due sessenni, L. 50 all'U. S. tobre. Condotta piena, zona eminentemente di Scad. 4 0 giorni dul 1° ott. villeggiatura. PADOVA. Casa di cura della Potiambulanza meFACCIANO (L ecce). - Condotta; L. 2000 per i dico-chirurgica. Medico astante. Il t ermine utile per la presentazione dei documenti scade poveri e 750 per gli agiati; L. 250 se U. S., lorde. -Servizio entro 15 giorni. Scad. un mese dal 3 0 col 15 ottobre. Rivolgersi alla Direzione. settembre. PERUGIA. UniveYsità Libera.r- Cattedra speciale di chirurgia dimostrativa e clinica generale, se*FERMO (A scoli P'iceno). - Condotto per la generalità; L. 4250 lorde, compreso compenso cavale. , meiotica e medicina operator ia; vedi fase. 39. L. loo quale U. S. Scad. 30 ottobre. Scadenza 4 gennaio.

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IL POLICLINICO

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PESARO. Cong1egazione di Carità. - Chirurgo primario dell'Ospedale di S. Salvatore; L. 5000 lorde e sessennio. Nomina annua, poi stabilità. Quattro anni di servizio chirurgico. Documenti da inviare mediante piego raccomandato con ricevuta di ritorno alla segreteria entro le ore 16 del 3 nov. POCAPAGLIA (Cuneo) . - Condotto per i poveri, U. S., necroscopo; L. 1500 e I .. 350 dalla Con .. gregazione di carità. Abit. 2485, poveri 300 circa. Scad. 15 ottobre. *PRATO SESTA (Novara). - Abit. 2073. Per volontarie dimissioni del titolare è aperto il concorso a medico-chirurgo adontalgico (sic) e ufficiale sanitario; L. 1500 pei poveri. L. 1500 per la condotta piena, L. 200 quale uff, san., L. 200 d'indennit~ alloggio, L. lOo per trasferte alle frazioni e tre sessenni, al netto di R. M. Scad. 22 ott. REGGIO CALABRIA. - la e 3a condotta pei villaggi; L. 2000 ciascuna e due sessenni. Scad. ore 14 del 15 ottobre. Norme e condizioni visibili .nella Segreteria comunale, sezion~ Sanità. (Per una svista, nei fase. 39 e 40 questo concorso venne riferito a Reggio Emilia, mentre era stato riportato esattamente nel fase. 38). ROMA. Ministero della GutJY,a. - Allievi uffi.. ciali di complemento e sottotenenti medici di supplemento presso alcune Direzioni di sanità militare e presso alcuni r eggimenti d'arma a cavallo. Vedansi le norme relative ai corsi speciali ed all'ammissione nel « Giornale Militare , n. 36 del 26 agosto 1913, n. 1070. Scad. 30 nov. ROMA. Ministe,o dvlla Ist,uzione p ubblica. Straordinari di patologia generale nella R. Uni. versità di Cagliari; di medicina legale nella R. Università di Pisa; di clinica ostetrica e gineco· logica nella R . Università di Sassari. Scad. 9 dic. ROMA. Ministero della M a'Yina. - Concorso a 32 tenenti medici effettivi tra i tenenti e sot. totenenti medici di complemento del R. Esercito; L. 2400 oltre L. 200 d'indennità di arma. Scad. 31 ott. Età masRima 30 anni al 2 3 sett. (Rivolgersi all'Ispettorato di Sanità). SAN DAMIANO AL COLLE (Pavia). - Condotta piena; L. 3700 ed allog~io; abit. 2031; deliberazioni in corso di approvazione. Scad. 20 ottobre. SANSEPOLCRO (Arezzo). - 36 condotta. Proroga al 15 ottobre. SCANSANO (Grosseto). - Condotta di Murci Poggioferro; L. 3600 compresavi indennità cavale. ed a. f.; generalità 1600 abitanti. Scad. 20 ottobre. STAI.ETTI (Catanzaro). - Condotta pei soli poveri; lorde L. 1500, più L. l5D quale U: S. ;· senza obbligo cavale. Ab. 2000, pressochè tutti agglomerati ne! capoluogo. Scad. 20 ott. TREVIGLIO (Bergamo) Ospedale Santa Maria. Medico primario Direttore; L. 3000, casa ed uso acqua potabile. Aiuto di chi111rgia; L. 2000, abitazione neil 'interno dell'Ospedale, illuminazione, acqua potabile, b11cato, riscaldamento e servizio oltre il IO per cento sulle tasse chirurgiche degli ammalati a pagamento. Non più di 40 anni per entrambi. Rivolgersi alla Segreteria. Scad. 51 ott. TRIPOLI. Amminist,azione degli Istituti ospedalieri e di beneficenza. - Direttore sanitario dell'Ospedale Civile; vedi fase. 40. Scad. 10 nov. (38) ..

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UGGIATE (Como). - Consorzio con Gaggfno,, Tredano, Ronago, Camnago; abitanti 4007; stipendio 4700 più 400 indennità mezzo trasportò, tre aumenti sessennali. Scadenza 25 ottobre; chiedere nota documenti Ufficio Comunale Uggiate.. VERCEI.,LI (Novara). - Presso la Scuola ostetrica pareggiata Assistente; L. 1180 nette con l'obbligo di pernottare e risiedere nell'ospedale mag~iore ove ha sede la scuola e disimpegnare ufficio assistente presso sezione maternità; non più di 3<> anni, titoli ed esami, documenti al Rettore della R. Università di Torino. Scad. IO novembre. VERONA. Consiglio Ospitalie,o. - Medico-chirurgo assistente di r a. categoria nel) 'ospitale civile; vedi fase. 39. Scad. ore 15 del 20 ottobre. Medico ·chirurgo assumerebbe subito supplenza o interinato. Rivolgersi al dott. C. Troiani. Montecastrilli, prov. di Perugia. Medico chirurgo, pratico condotta, uff. san.,. munito di certificati di ospedali, assumerebbe dal 1° novembre, se a buone condizioni, interinato, preferibilmente in pianura e per qualsiasi durata. Per eventuali proposte scrivere dott. Domenico Ugenti. a Crespino di Rovigo. Sono segna ti con un asterisco • i concorsi che ci risultano d.U· fidati dalle singole Associazioni Sanitarie profeseionali. Sono segnati con due asterischi •• l concorsi che ci risultano boicottati dalla Federazione delle Associazioni Sanitarte Italiane •.

Diffide e boicottaggi : Nuove diffide sanzionate: Talamello (Pesaro), S. Damiano al Colle e Mornico Losanna (Pavia),. Taino (Como}, Cantiano (Pesaro-Urbino). Revoca di diffide: Fiorenzuola (Firenze), Monti di Ridda e Cheremule (Sassari), Pontedera (Pisa), Borgo S. Sepolcro e Pieve S. Stefano (Arezzo),. Concenighe-S. Tommaso (Belluno), S. Pietro in Cerro e Calendasco (Piacenza). Revoca di boicottaggio: la sezione vicentina dell' A. N. M. C. revoca il boicottaggio di S. Orso. Ci si comunica dalla sezione di Rovigo del1' A. N. M. C. : « Questa Sezione diffida il concorso di Occhiobello perchè la condotta si trasformi di piena in libera ». Dalla presidenzt\ della sezione di Viterbo del1,A. N. M. C.: « La sezione di Viterbo conferma la · diffida della condotta di Valentano, sebbene il concorso sia stato aperto a buone condizioni, perchè è uno dei paesi migliori per la istituzione della condotta residenziale. Si fa appello alla solidarietà dei colleghi .perchè il concorso vada deserto, e si rammenta a tutti che Valentano ha datodel filo da torcere a questa Sezione e a parecchi colleghi con alcuno dei quali ha sostenuto e fortunatamente perduto cause avanti i tribunali ». TORINO. Reale Accademia di medicina (Via Po, n. 18). - E' aperto un conc?rs~ al .13~ P~emio­ Riberi di L. 20,000 per lavori sc1ent1fic1 dt argomento appartenente alle discipline mediche in genere. Scadono i termini col 3~ dic€mpr.e 1916. Per le condizioni del concorso nvolgerst alla Segreteria dell'Accademia, via Po, I8, Torino. ll segretario generale: V. Oliva.


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SEZIONE PRATICA

NOTIZIE DIVERSE Guido Baccelli in Germania. Guido Baccelli, dopo un lungo soggiorno a Parigi, si è recato in Germania allo "copo di studiarvi da vicino l'ordinamento degli studi medici. Diamo il benvenuto all"illustre clinico che ha fatto ritorno in questi giorni fra noi. Il IV Congresso• delle Opere antitubercolari si è svolto negli scorsi giorni a Torino. Ce ne occupiamo in altra parte del giornale. Il Congresso nazionale dei medici ospedalieri fu inaugurato il 5 corr. a Tor;no, presenti il sindaco sen. Teofilo Rossi e molte autorità. Parlarono il dott. Salsotto, p r esidente dalla Commissione ordinatrice, ~l sen. Rossi, presidente del Comitato d'onore, .il prof. Tirelli, a nome della Sezione t orinese della Associazione, il dott. Arienti che portò l'adesione dell'Amministrazione ospedaliera di Milano, il prof. Carducci, presidente generale dell'Associazione. Ildott. Salsotto,dopo avere esposto ampiamente il programma dell'Associazione, chiuse il suo dire ricordando il prof. Anglesio, degente per infezione, e inviando a lui in nome dei congressisti l'augurio di un pronto ritorno alla salute. Dei lavori compiuti ci occuperemo prossima' mente. Al Congresso internazionale di chirurgia. In occasione d.el IV Congresso della Società internazionale di chirurgia, che si adunarà a Nuova York dal 14 al 19 agosto 1914, avrà luogo un'esposizione internazionale di presidi chirurgici, nei locali del Congresso. I"'e corrispondenze relati ve dovranno indirjz. zarsi al segretario gen~rale, L. Mayer, rue de La Loi 72, Bruxelles. Convegno di medici cattolici. Si è tenuto a Milano nel salone del «Gabinetto cattolico 1 . Presiedeva il dott. Lodovico N ecchi, che illustrò lo scopo della riunione: cioè studiare i mezzi onde organizzare i medici cattolici d'Italia e riunirli in una Federazione nazionale, della quale l'oratore lumeggiò gli intendimenti. La discussione si protrasse a Jungo su questo tema, la cui relazione era stata affidata ai dottori Fezzi e Piana. La relazione generale dell'Associazione venne fatta dal dott. Carlo Baizzini. Approvata in via di massima l'idea dell'organizzazione dei medici cattolici, si dette incarico ad una commissione, sotto la · presidenza del dott. Necchi, di attuare al più presto l'iniziativa. III Congresso biennale dell'Associazione di medi-

cina tropicale nell'Estremo Oriente. Questo Congresso avrà luogo dall'8 al 15 novembre in Saigon (capitale della Cocincina _fran· cese), sotto la presidenza del dott. Clarac, ispettore sanitario delle truppe coloniali francesi. Vicepresidenti ne saranno: il nostro connazionale Castellani (Ceylan}, Terunchi (Giappone), Vogel

(Giava), Stronn (Filippine), (Yersin dell'esercito coloniale francese), Francis C1ark (di Hong-Kong) e altri. La sottoscrizione è di sei piastre di Saigon. Alla chi usura del Congresso verrà organizzata una escursione alle rovine di Angora. Le compagnie marittime faranno una riduzionedel 20 % sui biglietti semplici e del 5 % su queJli con ritorno. Per informazioni rivolgersi al dott. Montel (médecin à Saigon).

Un nuovo pedocomio a Bologn~. E' stato inaugurato a Bologna il nuovo Ospedale Gozzadini, destinato, c;;econdo le intenzioni della fondatrice contessa Aldighieri Gozzadini, alla cura delle malattie dei bambini. Vi assistevano il prefetto, il sindaco, altre autorità ed una folla d'invitati. Parlarono il presidente del1' Amministrazione degli ospedali riuniti avvocato Gattoni, il sindaco comm. Nadalini, il direttore del nuovo ospedale prof. Maurizio Pincherle. L'ospedale « Piemonte » a Messina. Il Comitato centrale piemontese per soccorsi ai danneggiati del terremoto ha consegnato l'ospedale • Piemonte », da esso costrutto in Messina, all'0pera pia ospitaliera della città. La funzione ebbe carattere strettamente privato. La cerimonia ufficiale dell'inaugurazione venne rinviata a dopo le elezioni politiche. Denuncia delle malattie infettive a MiJano. Il rrof. Bordoni-Uffreduzzi, medico capo dell'Ufficio di igiene e sanità del comune di Milano, ha diramato una circolare a tutti i medici della_ città, in cui raccomanda la denuncia immediata dei casi di tifoide anche se semplicemente sospetti e, in considerazione dei prossimi trasferimenti annui ed allo scopo di poter intervenire colle necessarie disinfezioni, ricorda ad essi l'obbJigo della denuncia dei casi di tubercolosi polmonare, in seguito a cambiamento d'alloggio degli infermi. L'esercizio della medicina nel Brasile. Con decisione recente del Ministro d ell'interno brasiliano, l'esercizio della medicina diviene libero in tutta l'estensione del territorio della Repubblica. Per l'acquisto di mesothorium a Monaco. In tutta la Germania ferve l'operosità dei direttori di cliniche e d, ospedali per procacciarsi le sostanze radioattive in quantità sufficienti alle applicazioni terapeutiche di cui recentemente si sono dimostra te suscettibili. A Monaco di Baviera, per iniziativa del pro· fes~ore Doderlein, al quale si deve in gran parte questa nuova applicazione terapeutica, si è tenuto un concerto i cui introiti erano destinati all'acquisto di mesothorium. I posti per assistere al concerto sono stati venduti sino a lOO .marchi l'uno. Molte Società industriali ed operaie h anno pro· messo di concorrere con le loro risorse al nobile scopo. (39)


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(ANNO XX, FASC. 41]

Rassegna della stampa medica. La Presse Méd., 9 ag. MORESTIN. « L'autoplastica da estensione graduale dei tessuti ». - MAsSON. « F alsi branchiomi ». .Ann. d'Ig. Sper., II. CELLI. « I.a diffusibilità dei germi patogeni ». -- SAMPIETRO. « Dialisi dei liquidi aggressinici e loro p otere immunizzatorio 11. - De BLASI. « Alterazioni verificate in un giunto di acqua pot abile ». Bo~AMA.R· TINI. cc Chimica e igiene del latte ». Milnch. Med. Woch., 12 ag. ASCHOI•'F. « Come si originano i calcoli di colestearina pura ». RODl\IIER. cc Sulla chemoterapia della tubercolosi polmonare ». - }UNG:tvIANN. « Dipendenza della funzione renale dal sistema n er voso ». BENARIO. « Patologia e terapia del d iabete in· sipido ». Rev. de Méd., Io ag. LÉPINE. <<Patogenesi e tratt amento del diabete zuccherino e dell' acetonemia ». - TR UNEC'EK. <' Le anastomosi tra grande e piccola circolazione allo stato normale e patologico ». - BENON e CIER. « La forma astenica della p aralisi generale ». - LUBETZKI. « l ,a dia tesi p sicast enica ,, . Bev. de Chir., 10 ag. QuÉNU e GATELLIER. « Trattamento delle fratture a ntich e della rotula "· CORSE e DUPUICH. « Tubercolosi polmonare e chirurgia )) . - TANSINI e MORONE. (( Splenomegalia con cirrosi epatica in periodo ascitico; splenectomia e operazione di Talma ». L'Encéphale. Io ag. ARNAUD. « L'anarchia psichiatri ca ». Gazz . d. Osp., 12 ag. BARBARO. « Le iniezioni di autosiero ed i leucociti nelle pleuriti essudative ». Gaz. d. Hop., 12 ag. MARQUIS. <\ Il cancro delle mammelle bil-aterale d'emblée ». Wien. Klin. Woch ., I4 ag. SoMOGYI. « Il fenomeno pupillare vagotonico ». Pet. Med. Woch., 14 ag. GREIFE. ' I dolori pe- · riodici delle donne " . Deut. Med . Woch ., !4 ag. MARCHIAFAVA. « Sulla malaria perniciosa >> . - K u sTER. « Mammiferi allevati asetticamente , . Le Scalpel, 13 ag. H. von WINIWARTER. « La chemoterapia della tubercolosi ». Arch .. int . d. Se. Med., 15 ag. CASOLINO. (( Polso lento provocato con la pressione del bulbo oculare ». - TANTURRI. « Sindrome rinonevrotica »•

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rale ». Riv. Sanit., 15 ag. MARCOVICH e UMECK.

« Casi

di tifo esantematico ». Riv. Ospedal., 15 ag. CONCETTI. (( Amioplasia primitiva congenita familiare ». Arch. f. Sch.- u. Tr.-Hyg., 16. RocHA, LIMA e WERNER. « Coltura dei parassiti malari~i ». Klin. -ther. Woch., :r8 ag. DANIELSEN. «Le r1cercbe ·. 'di A. Carrel e il loro valore pratico ». Pensiero Me.d., 17 ag. FEDERICI. « La febbre dt Malta nell'età infantile ».

Indice alfabetico per materie. -Alcoolismo (Congresso internazionale contro l' ). . • . . . • . . . • . . . Pag. 1491 Ascesso del lobo parietale. . . . . . • )) 1475 Calcolosi del coledoco : indicazioni t e · ra peuti che . . . . . • . • • • • . . ·Carcinoma d ell'a pparecchio digerente : diagnosi precoce . . • • • . • . . . Colecistectomia a caldo n elle colecistiti acute calcolose . . • • • . • • . . • I 1473 Cuti-reazione della sifilide . . . . • . . )) 1478 Destrocardia.. . . . . . . . . . • . . )) 1479 Bnuresi consecutiva a parto distocico. )) 1497 Ejaculatio praecox: m etodo di cura. . )) I469 Eritema nodoso e tubercolosi. • • • • ~ 1494 Roma, 1913 -

Tlp. Nazìonale di G. Bertero e C

Febbre tifoide ed epilessia • . • • • : Pag. 1494 Federazione degli Ordini dei m edici. . » 1500 Malattia di Kummel-Verneuil. . • • . » 1496 Morgagni G. B. . . . . . . • . . . • » 1482 Nevralgie del trigemino: cura con inie)) zioni di alcool nel ganglio di Gasser 1495 )) Patologia professionale dei ferrovieri . 1487 » 1494 Scarlattina : valore del segno di Doble. » 1496 Sciatico (n.} : anestesia • . • . • • • • » 1489 Tubercolosi (Congresso contro la) . • • }) Tubercolosi medica n ei poppanti . . • 1476 Urina normale e patologica: contenuto )) 1n grasso. • • . . . . . . . . . . . 1493 Vaccinazione antitifica . . . . . . . . 1497 ))

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POZZI,

resp,


.\ooo XX.

Roma, 19 ottobre 1913

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SEZIONE PRATICA •

DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI ~ Prof. FRAN·CESCO DURANTE . REDATTORE CAPO: PROF.· VITTORIO ASCOLI SO MMARI01 Lavori originali: Prof. Giuseppe Zironi: Nuovo processo per evitare l'incontinenta negli inte1'venti per carcinoma del retto. - Sunti e rassegn~: CHIRURGIA: Potel e Veaudeau: La chirurgia dei tumori del rachide e d el midollo. - MEDICINA: Bauer e Ha-

betin: Ulteriori o-;servai ioni sulle affezioni lu~~iche e post-luetiche del rene. - OSTETRICIA: Dott. Nohl: SuUa etiologia e tef'Olpia della mast·i te puerperale. - Osservazioni cliniche: Dott. Antonio Allegri: Pancreatite da orecc'Jaioni. - Accademie, Società mediche, Congressi: II Congresso della Federazione italiana delle opere antitubercola1'j. - Societtl di scienze mediche in Conegliano V etUto. ::;m Appunti oet" il medico pt'a.tico : CONTRIBUTO DEL MEDICO PRATICO: Dott. Giovanni Marano: M<Wbo di Pott. - MEDI· CINA SCIENTIFICA.: L 'agmte etiolfJgico della pertosse. - CASISTICA e TERAPIA: Af>pMato circolatorio : Le miocarditi acute. La tacht"cardia paross.istica. - I l riff,~sso oculo- cartliaco nella sindrome di Basetlow. - Medicina sociale : V. Ma~aldi: L•ass1'cu- · razione per le malattie d egli opera-i. - Posta degli abbonati. - Varia. - Cenni bibliografici, Nel~a vita professionale: I Congressi di medicina Cl'onaca del movimetito P,ofessionale. - Risposte a quesiti e a do-

mand6. - Condotte e Concorsi. - Nomine. promozioni e onorificenze. - Nostre corrispondenze. - Notizie diverse. - Rassegna. della stampa medica. - tndlce alfabetico per materie.

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AGLI

ASSOCIATI.

La stampa del ''COMPENDIO DI GINECOLOGIA MODERNA,, - premio pel 1913 ai nostri Abbonati - è tpressochè ultimata e ne cominceremo la spedizione nei primi del 'JYi"Ossimo mese. L'eccezionale ritardo, che può sembrare soverchio, è dipeso unicamente dall'intento di mettere il libro al corrente coi più recenti progressi raggiunti dall'importante branca di cui e11so è argomento e pel desiderio di dare agli associati una GUll)A. che ,(fia loro vern.mente utile per l'esercizio della professione. Intanto preghiamo coloro che non hanno ancora spedito l'importo dell'abbonamento, di ajlrettarne l'invio, se vogliono fruire del premio medesimo, aggiungendo' i centesimi 50 .. per le relative spese d'affrancazione e raccomandazione. L'Amministrazione. N. B. -

I pagamenti debbono essere esclosil·amente Indirizzati al Prof. ENRICO MORELLI, l'la del Tri&one, o. 46 - ROMA.

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.

LAVORI ORIGINALI REPARTO CHJRURGICO DELI.'0SPEDALE DI CARPI

Nuovo processo per evitare l'incontinenza negli interventi per carcinoma del reito per il prof. GIUSEPPE ZIRONI Docente di patologia speciale chirurgica nella Regia Università di Modena, Chirurgo primario dell'Ospedale. Nei numerosi processi proposti ed eseguiti per l'intervento sui tumori maligni del retto, tre cose hanno essenzialmente preoccupato i chirurghi: a) avere una via d'accesso all'organo quanto più ampia possibile, onde render più facile e completa l'ablazione del neoplasma. A tale scopo si sono e$cogitati i processi perineali, vaginali, ad-

dominali e dorsali e fra questi, primo quello di Kraske. Su cli essi non m'intrattengo esorbitando ciò dallo scopo di qu(!sta mia nota; b} applicare alle operazioni fatte sul retto le regole di asepsi chirurgica più rigorose. Un primo passo è stato fatto dal Pollosson colla creazione di un ano iliaco. che ha lo scopo di deviare il corso delle feci e facilitare la disinfezione del retto, sia per la via rettale, che per l'ano formato. Altro processo è quello del prosciugamento del retto proposto da Quénu; e) ovviare per quanto pùssibile, all'incontinenza sempre fastidiosa e più o meno ributtante. Ciò lo si è tentato prima coll'applicazione di mezzi palliativi, poi colla creazione di sfinteri artificiali, infine colla conservazione dello sfintere naturale. I mezzi palliativi, come tamponi unti di vasel· lina, palloni di gomma, la pelotte proposta da ,1)


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IL POI ICL!NICO

Hochenegg, si sono mostrati inadatti ed incomodi, non potendosi aver~ un contatto permanente colle parti molli facilmente spostabili. . La creazione di sfinteri artificiali fu tentata da parecchi, ma con esito non molto soddisfacente. Il Willems, in corrispondenza d ella tuberosità ischiatica, pratica una incisione ob!iqua della lunghezza di 5-6 cm. diretta in alto ed in fuori; separa il ~ascio di fibre inferiori del grande gluteo per l'altezza di circa un cm., vi tira attraverso il retto. e ve lo sutura . Per le amputazioni molto alte, incide su1 margine destro del sacro e divisi. i legamenti tuberoso-sacrali e spinoso-sacrali, come sopra prepara un fascio muscolare, sotto cui fa pas~are il retto, costru~ndo in questo e nell'altro modo uno sfin· tere muscolare. Tale metodo fu poi eseguito anche àa Vitzel e Rydygier, il quale ultimo si servi per la costitu· zione dello sfintere, oltre che del fascio gluteo, anche del piramidal~. Il Billroth pratica l'inginocchiamento dell'inte· stino sopra il margine del sacro, e fa decorrere obliquamente l'estremità intestinale attraverso le parti molli. . Il Gersuny infine pratica la torsione sul proprio l asse dell'intestino da fissarsi per un terzo-tre qua,.-ti di cerchio, fìnchè il dito non percepisca, nel sorpassare ·il punto contorto, una resistenza elastica. > Un altro gruppo di metodi ideati è quello che riguarda la conservazione dello sfintere naturale mediante la resezione del retto. Ad esso appar· tengono i seguenti metodi: Metodo D ieffen bach -1Volkman ;,,. - Si spacca l'ano dall'avanti all'indietro, ottenendo due lembi laterali: al disopra di essi si reseca l'intestino, unito poi ai due lembi l'estremo sano del retto, si rico· struisce in condizioni normali l'estremo inferiore. Metodo Hueter. - Si pratica incisione a ferro di cavallo, che va da una tuberosità ischiatica all'altra, colla convessità verso lo scroto: divise le connessioni col bulbo cavernoso nell'uomo, col costrittore della vagina nella donna, si ribatte il lembo verso il sacro, si seziona il retto 1-2 cm. sopra l'ano, e ad esso, dopo asportata la parte malata, si sutura il moncone centrale ricostruendo il perineo. Metodo Bat'den heuer-Novaro-Schelky. - In es~o l'incisione a ferro di cavallo, ha la convessità rivolta all'indietro, ar1ivando a livello del cocéige; s'incide l'elevatore dell'ano e il retto al disopra

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lANNO

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FASC. 4 2 )

dello stìntere e si ribatte il tutto in avanti verso lo scroto. Isolato il retto e stiratolo in basso, si reseca la parte malata . e si ricostruisce il tutto. Metodo W. Levy. - S'incide la cute per 8-I<> cm., trasversalmente sopra il sacro, ad un dito trasverso sopra le corna del coccige; da ogni estremo del taglio, si prolunga in basso per 8 cm .. un altro taglio perpendicolare, lungo cm. 8, inte· ressante pelle e grande gluteo; il lembo osteocutaneo viene ribattuto in basso ; scoperto ed isolato il retto, se ne reseca la parte malata e si su,. tura il moncone centrale alla porzione sfinterica. Questi sono i principali processi aventi per prima mira d'impedire l'incontinenza fecale. Alcuni però non corrisposero allo scopo o vi corrisposero malamente; tutti vanno soggetti a critiche che ora passerò in rassegna. Al metodo Willems, quantunque l'idea sua sia ingegnosa, si obbietta la poca praticità, poichè complica troppo l'operazione, ed espone con più facilità a fatti d'infezione: esso non corrispose alle sper~nze sollevate da principio. Il metodo Gersuny è seducente, non è però ap· plicabile quando vi sia soverchia trazione in basso dell'intestino; una torsione poi di esso troppo spinta, potrebbe provocare gangrena, e alcune volte anzicbè una incontinenza potrebbe provocare una stenosi. Prutz su 28 casi, trovò 2 soli che avevano una· continenza molto relativa, ed uno in cui la continenza era completa: ed anche in quest'ultime> caso si era conservata parte dello sfintere e si era provocata invaginazione. Il metodo Dit: ffenbach poi è troppo lungo,. espone alle stenosi, e a facili fatti d'infezione, dovendosi aprire l'intestino ed esporre in certo qual modo la sua cavità infetta a contatto d ell'ampia ferita . A tutti gli altri metodi (Bardenheuer, Novaro,. Hueter, Scl1elky) e come pure al metodo Krascke, si può fare l'obiezione di ·esporre facilinente alle infezioni, senza contare poi che la sutura tra porzione sfinterica e porzione centrale del retto, può alle volte gangrenare e cedere cagionando gravi inconvenienti. t . Il metodo Kra~cke poi, e tutti gli altri della specie, se sono indispensabili per le forme di carcinomi alti e voluminosi, per la loro ampia di· struzione specie a carico dei nervi sacrali, sono causa d'insufficienza dello sfintere e perciò d'incontinenza che talora può scomparire, talaltra invece persiste.

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LANNO

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SEZIONE PRATICA

Diagnosi. - Carcinoma rettale. Gravidanza al 4° mese (r). . . Prepayazio·;ie dell'infe_rm a. -;- Per qu~ttro.g1o!ni consecutivi l'inferma si mantiene a dieta liquida {uova. latte, brodo); per 3 mattine dj seguito gli si somministra una purga e la sera antecedente all'atto operativo vi si pratica un abbondante clistere: la mattina per tempo si da oppio per bocca. Atto ope,.ativo. - Il 10 marzo si pratica l'intervento in narcosi eterea. · Messa l'inferma in posizione ginecologica, col bacino piuttosto sollevato. si disinfetta accura.: tamente la regione con tintura di iodio. Vicino il più possibile all'orifizio anale, si pratica un'incisione tuttattorno ad esso. compren · dente tutto lo spessore de!la cute fino al cellulare~ si scolla alquanto, e mediante sutura a borsa dt tabacco con robusto filo di seta si chiude ermeticamente l'orifizio anale: del filo se ne serve come punto di presa nelle manovre successive. Si scolla dopo t~ttattorno lo. sfintere ~ster~o rasentando l'intestino e appena isolato~ lo s1 taglia direttamente in alto ed in avanti in corrispon· denza del rafe ano vulvare, aprendo nello stesso tempo la vagina che è stata previamente disinfettata con ogni cautela. Si ottiene co<:>ì un ampio campo all'intervento. Si ribattono lateralmt!nte le due metà dello sfintere, e proseguendo per via ottusa nello sc~l­ lamen to del retto, s'incidono tuttattorno. previa isolamento, i fasci degli elevatori, i vasi che si incontrano (emoroidarie inferiox;i) e la fasci~ pe!vis, L ... A ... in M ... , d'anni 35, di Carpi. spostando in basso man man~ il re~to per il ~ratto Nulla nel gentilizio. necessario all'amputazione: 11 per1to~eo ~1 può L'inferma è sempre stata bene; mestruò rego- scollare a sufficienza senza bisogno dt apnrlo. larmente a 14 anni, si maritò a 23 anni; ha parUn due dita trasverse sopra il punto d'ampu · torito 5 volte a termine; ha abortito 7; uno dei tazione, si praticano 5,6 punti stacc~ti di catgut, 5 bimbi è morto di tubercolosi. tra intestino ed elevatori dell'ano e ciò allo scopo Anamnesi prossima. - Cir~a un. anno ia, co- d'impedire che alcuna trazion_e si esercit! da parte minciò ad avère dolori nella defecazione, che s Jno dell'intestino sulla sutura ultima che s1 farà tra andati aumentando di intensità fino all'epoca at- superficie di sezione e cute. con necrosi e di.stacco tuale. Ora sono pressochè ~ontinui! forti, s'iri:a·, consecutivo della parte suturata: ha~no inoltre diano al sacro; si ha premito contin~o ed emis- lo scopo di abolire la cavità formatosi neJ!o scol· sione di feci liquide e liquido. san~wnolento. fe- lamento tra intestino e tessuti circostanti, dove tido. Si sono anche avute perdite di sangue, piut- potrebbesi per inevita~~le g~m~zio ~ormare ractosto leggere però, e commiste a materiale muco- colta sanguigna e percio fac~le 1n~ez1one. membranoso Ciò fatto si addossano all'1ntest1no retto le due Esame gentJra!e - Cost~tuzione s.cheletric~ re- metà dello sfintere esterno previamente· allontagolare, muscolatura gractle, pannicolo. adiposo nate. si uniscono nel punto di sezione con punti scarso; colorito della pelle e mucose pallido; stato di seta e si ricostrui'sce la vagina. cachettico accentuato". · Si è 'cosi arrivati quasi al termine dell'ope~a­ Apiressia. . . -zione, senza avere ' contatti di ·sorta• colla ca!1tà Esame obbiettivo. - Niente all'esame sistematico intestinale, che non è stata ancora aperta. Pnm~ dei vari organi ed apparati, all'infuori dell'appa- di far ciò si prati·ca ancora una sutura a p~nti rato geni tale e del retto. staccati con catgut, vicinissima al punto di se,Al momento dell'esame la .paziente è gravida zione tra parete intestinale e tessuto sottocutane?, al quarto mese: la gravidanza procede regolar- indi si seziona !~intestino a tutto spessore~ previa lllente. · emostasi, lo si su tura con seta al margine cu • Esame rettale. -. _t\ll'esplorazione rettale n<;>tasi . taneo. un 5 cm. oltre l'orifizio anale, una massa infilSi termina indi l'intervento introducendo un trante tuttattorno la parete intestinale e protru- tubo di gomma 11,1.ngo un 30 cm. nel l~1me de_Il'indente alquap.to nel lume di essa: si estende per testino, onde favorire il passaggio dei gaz; _si meun'altezza di 3-4 centii:netri costituendo tut~t­ dica accuratamente attorno con garza sterile che torno all'intestino un anello rigido che restringe si mantiene a posto con benda a T. Il tubo non il lume intestinale: la sua superficie libera è forsi rimuove per 8 giorni , durante i q';lali si com: temente ulcerata, e secerne un liquame · fetido, pione giornalmente le garze di medicatura, e st sanguinolento. son1ministra all'inferma oppio. La massa neoplastica è mobile coll'in~estino, non ha cioè fatti di aderenze nè colla vagina, nè colle altre parti circostanti. CI) Il 20 febbraio si provoca l'aborto.

Riassumendo, noi vediamo che sia i metodi che hannoper base l'amputazione, che quelli che hanno per base la resezione non corrispondono perfettamente allo ·scopo di stabilire una continenza delle feci; i primi perchè con essi si crea un ano contro natura, a continenza sempre insufficiente; i secondi perchè, nonostante mirino a conservare lo sfintere natur~le, la guarigione della sutura circolare dell'intestino. si complica spesso di in· cidenti spiacevoli. Di regola essa cede nella peri· feria posteriore, e se il punto è piccolo, in alcune settimane si può a vere la chiusura spontanea ; se però cede ampiamente, si può avere un ano pre, ternaturale; se si gangrena tutta la Autura gli inconvenienti sono ancora più gravi. Nel metodo ch'io ho ideato. si pratica l'ampu· tazione dell'intestino e nello stesso tempo si conserva lo sfintere esterno,. mantenendosi durante l'intervento in un campo completamente asettico, con esito finale perfetto. Esporrò ora il caso cliuico da me operato, la descrizfone del metodo, facendo seguite le considerazioni necessarie all'applicazione di esso.

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POLICLINICO

Dati post-ope,-ativi. - Il decorso operativo è regolarissimo ; la cicatrizzazione si fa perfetta e dopo 8 giorni si può somministrare all'inferma una purga d'olio di ricino. L'inferma è operata da 7 mesi, non mai ha avuto la minima incontinenza di feci, nè di gaz: sente il bisogno della defecazione e lo sfintere chiude a volontà l'orifizio anale. Il suo funzionamento lo si è potuto osservare subito appena formatosi il processo di cicatriz• zaz1one. Nessun accenno di recidiva.

Tale è il processo ch'io ho ideato ed applicato nel caso in parola. Nell'uomo però anzichè praticare il taglio dello sfintere in avanti, lo si può praticare all'indietro verso il coccige, per avere da questa parte un campo più vasto per aggredire il tumore . I vantaggi del metodo sono parecchi: 1 ° Anzitutto, come abbiam detto, permette di mantenersi fino alla fine dell'intervento, cioè durante le manovre più importanti, in un campo completamente asettico; ;vantaggi(> notevole pel buo11 esito finale, se si considerano i gravi inconvenienti che può portare una suppurazione di una superficie ampia e facile alla diffusione del processo infettivo. 2° Ci permette la conservazione dello sfintere e della sua innervazione, con una completa contenzione delle feci, ciò che non si ottiene coi metodi di creazione di sfinteri artificiali del Willems, Gersuny, Billroth, e nello stesso tempo ci dà un campo sufficientemente ampio al! 'intervento. 3° Non è complicato da suture interne, facili alle infezioni, c;ome nei processi dell'Huerter, Bardenheuer, Novaro-, ecc., aventi per base la resezione dell'intestino. 4° Dà infine una quasi perfetta res titutio ad inlegrum della regione, ciò che deve esser sempre l'ideale di ogni intervento chirurgico. L'indicazione che esso può trovare è a preferenza nella donna, ma anche nell'uomo, e in quei casi di neqplasmi non molto avanzati, sviluppatisi a una certa distanza dallo sfintere, non infiltranti le parti vicine e che perciò conservano una certa mobilità, casi nei quali appunto l'intervento può fare sperare una guarigiòne completa.

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WII.I,EMS . Centralb. fiir Chir., 1893. num. 19, pa• gma 401. WITZEI.. zu, lndikation u. Technt'k de'Y Kolostomie u. Enterostomi~ (t'ectostomia glutealis). Centralbl. fiir Chir., 1894, p. 937. RYDYGIER e BILLROTH, citati da TILLMANS in Patologia Cii'Yurgica, V. II, p. 159. GERSUNY. Centralbl. fiir Qhir., 1893, n. 26 (Eine Sphinktefplastik am Dafm.). DIEFFENBACH e VOLKMANN, citati da TILLMANNS in Patologia Chiru-rgi ca, V. II, p. 158. HUETER. Di~ Extirpation rect~ mit Bild·un~ eines m ·u sculo çutanem. Perineablappens. Deutsch. Zeitschr fiir Chir., 1872, t. I, p. 485-493. BARDENHEUR e NOVARO, citati da GIORDANO in Manual! di Medicina Operativa, 1894, p. 313. SCHELKY. Di un nuovo metodo p e-r l'esti,-pazione del retto. Berl. Klin. Wcch., 1892, n. 32. LEVY, citato da DUPLAY-RECI,US, 2 a edizione francese. V. VI, p. 869. PRUTZ. Bemet'kungen zuy Statistik der sacYalen Exsti,-pat·ion des Mastda,-mskrebses. Arch. fiir klin. Chir., 1900, t . .L. X. II, p. 398-407. Carpi, ottobre 1913.

SUNTI E RASSEGNE CHIRURGIA. _ La chirurgia dei 'umori del raebide e del midollo. (POTEI., E \ TEAUDEAU, Rev. de chir., n. 5 e 6 del 1913). Dopo il r887, quando Horsley asportò per la prima volta un tumore diagnosticato da Gowers, si iniziò la storia dei tumori del racchide e del midollo, con le osservazione cli Bruns, Hursperg, Oppenheim, Flatau, Hunt e Woolsey, Bariley, Krause, ecc. I tumori del rachide possono dividersi in tumor·l estravertebrali, con invasione secondaria del rachide; tumori verte brali, tumori intravertebrali, cla suddividersi i1't tu1nori intravertebrali 'YiOn midollari, ed in tumori midollari propriamente detti. Ques~ ultimi però devono essere studiati sotto un unico .capitolo. I.

LETTERATURi\.. PouossoN. Nouvelle méthode pou1 la cure radicale du cancer du rectum. Lyon méd., 1884, t. XLVI. p. 67-75 : QUÉNO. Du choìx des p,-océdés opéraloi'Yes dans l'extirpation du cance1 du rectum. Bull. et Mém, Soc. de chir., 1897, p . 458. (4)

TUMORI VERT~BRAI~I.

tumori rachimidollari sono relativamente rari. Le più frequenti sono .l e forme carcinomatose, poi vengono i sarcomi, gli osteomi, i mielomi, gli encondromi, i mixomi. I carcinomi sono sempre secondarii ad un cancro viscerale, il più spesso ad un cancro del. seno ad e·voluzione lenta (Scirri, Billroth, Potel). Le metaI

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SEZIONE

' stasi rachidee in tal caso sono molto tardive (cinque, dieci, undici anni), avvengono sia nell'osso a livello del corpo vertebrale stesso, sia 11elle sue vicinanze, per via sanguigna, o a tappe per via linfatica attraverso i forami di coniugazione, passando per la catena mammaria interna ai vasi intercostali, e di qui ai vasi rachidei. I sarco1ni so110 il più spesso primitivi ; gli altri tumori, che risiedono sopr atutto nella regione lombare sono spessissimo secondarii a tumori situati in tutta vicinanza. Le cis•ti idatidee nascono di preferenza a livello delle apofisi e delle lamine vertebrali, al contrario delle' altre infezioni o tumori primitivi delle vertebre, che na:.;cono nel corpo vertebrale medesimo. I tu1nori 11ertebrali si manifestano con sintomi ossei, sintomi radicolari, e midollari. I primi variano molto co'n la sede primitiva del tumore, ·nella loro estensione, e nelle conseguenze s11lla deformazione del rachide. La più frequente delle deformazioni è la cifosi, a gra11de cur' 'atura, perchè il tumore in,~ade cl 'u11 tratto 1nolte vertebre ; .e quest a si st abilisce le11tamente e progressivamente, a differenza cl ella cifosi at1golare e rapida del morbo di Pott. La deformazione può mancare, come nei sarcomi anche diffusi infiltranti i corpi vertebrali, ma non manca mai e neanche in questo caso, il feno1ne110 della contrattura, e la immobilizzazione dei muscoli delle clocce paravertebrali, su cui la pressione è molto }) iù dolorosa che non s ulle apofisi spinose, specie ' t1ei carcinomi. (Schlesinger). I sintomi radicolari sòno dovuti alla compressione o distruzione delle radici nervose nel loro tragitto rachideo, od all'interno del rachide, dc11de lesione delle radici posteriori ed anche si11tomi midollari, o sintomi dovuti alla comrrressione delle radici anteriori. I do lori sono u11 sintoma capitale importante; sono acuti, intollerabili, lancinanti, o come sensazione di torsione, folgoranti; si hanno così dolori brachiali, i11tercostali, sciatici s pesso bilaterali; ora parto110 dal rachide, ora sono indipendenti e lont .1 ni dal loro punto di origine (dolori mammarii, alle ginocchia, ai piedi) . Meno frequente è l'iperestesia cutanea o l'anestesia. La compressione sulle radici anteriori rara e tardiva, dà paralisi uni o bilaterali, specie per i tumori cervicali, o della regione lombare (Flatau), donde la para lisi dolorosa dei ca1icerosi di Charcot. I sintomi midollari evolvono in due periodi di :flaccidità con abolizione dei riflessi, e di spasmo con esagerazione dei riflessi. Costanti sono le turbe sfinteriche, le trofiche ecceziona_li. Per lungo tempo però i dolori possono essere il solo sì11to1na della malattia. La durata media dell'evoluzione è di 11n anno

PRATICA

Devesi ricordare la possibilità delle paraplegie brusche, per compressione brusca del mi•lollo da infossamento di vertebre, subdolamente minate dal neoplasma ; o per lesioni di mielite acuta trasversa (Nonne, Frich, Bliss), o senza lesioni macro e microscopicamentè apprezzar1ili. (Bruns). Sopra i detti sintomi si fonderà la diagnosi . Nel cercare di far questa occorre pensare ad altre affezioni che possono aver sintomi analog hi. Per il morbo di Pott, la saglienza delle vertebre è acuminata, e non a gra11de curvatura, il dolore alla pressione è costante ; lo stato ge11erale o di varii organi viscerali faranno rilevare lesioni specifiche tubercolari concomitanti. Il miglior sintoma differenziale è dato dalla acutezza, persistenza, estensione progressiva dei dolori radicolari, affatto tenaci. La puntura lombare in questi tumori, così pure la radioscopia e l a radiografia non dànno risultati apprezzabili e .bene utilizzabili. CURA. Dall'esame delle ,·arie st atistiche ri ~ port~te risulta che ~li ii1terventi per cancro _vertebrale non sono consigliabili, 1)erchè la lesione i':. secondaria, l'emorragia è imponente, 1'interve11to è buona invece per le cisti idatidee, gli scadenza . Quindi cura m edica (morfina, arsenico, estratto di tiroide), o per i dolori sezion~ delle radici posteriori. La prognosi dell'intervento è buona invece per le cisti idatidee, gli osteomi, gli endot'eliomi, e discreta per i sarcomi (6 % di guarigione o di miglio1amento notevole. Hirsberg, r908). Quale tecnica seguire nell'operazione? Il chi · rurg,) si trova in presenza di due casi differenti: un sarco11ia, o cisti i datidea. Nel primo caso, dopo incisione verticale dei teg umenti, si cade sur una massa friabile, semi-molle, ricchissima in v·:-isi, circondata o no cla una leggera capsula molto vascolarizzata, facilmente sanguinante; : 0n t1na curette e con le forbici senza t amponare o pi:Jzettare i vasi, si asporta la tumefazio11e fino a g i11ngere alle apofisi spinose ed alle lamine eros·."!, distrutte in parte, che vengono aBportate in f!ammenti. Quindi si tampona per arrestare l'emorrragia, a nappo, vi si lascia un tampone, e vi si suturano sopra con catgut, ~ muscoli e la cute 1.:01t crine di Firenze, lasciando in basso lo spazio necessario a ritirare in terza g-iornat--t il tampùne. Se il tumore ha inv11so la dura madre~ quecta verrà asportata per la parte affetta e s1 pro· e<letà come per i tumori intrarachidu , c-he vedr . mo in seguito. Nell'asportazione a causa delle reciàive, occorre essere larghi. Le cisti i datidee presentano minori difficoltà operatorie, perchè sono incapsulate, e non hanno tendenza ad estendersi, non intaccano la dura madre, nè l'involucro fibroso delle radici posteriori ·vi aderisce.

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I l PuLICLINICO

1514 II. TUMORI ESTRAVERTEBRALI.

Sono quelli che nati in v ici nanzn della colonna, invadono secondaria1ne11te rq~hide e midollo. Vengono in quest'ordine : c:;arconti, carcinomi, echinococco, fibromi, conrlron1i, a11gìolipomi. Il punto di. p artenza più frequente è il mediastino, . vengono poi la base del Ct)llo, del tronco, il plesso brachiale, il seno. La faccia anteriore del rachide è quella che viene pEr prima in contatto con questi tumori, i quali o penetrano per i forami di coniugazione o per effrazione, dopo avere distrutto le vertebre. Nel .primo caso, il più frequente, essi inviano. come u11 peduncolo n ello ·speco, e quivi o ad{·tiscono alla dura . madre, che generalment e rispettano, ovvero eccezionalmente la distruggo110. I t umori estravertebrali, a differenza dyi vertebrali, lasciano quasi sempre il rachide, completamente intatto, senza deformazione alcuna. Essi present ano rapporti differenti colle radici spinali e col midollo. Vi sono casi nei quali il tumore è a contatto del rachide, senza esservi penetrato e comprime i nervi ed i plessi nervosi periferici; donde dolori vivi, persistenti, continui, ribelli agli analgesici, turbe sensitive innanzi tutto, par est esie, o dolori continui con cri si parossistiche, a sede varia, a cintura, od a dista11za dalla le.sione iniziale, diffusi o limitati anche ad t111 solo nervo; donde in secondo tempo atrofie n1uscolari con impotenza progressiva degli arti. Vi sono casi, nei quali il tumore, per i forami di coniugazione o per dist ruzio11e di vertebre, penetra nello speco vertebrale, attacca la dura madre, e comprime il midollo. In t ali forme compare la sindro Jne midollare con le relati ve turbe motorie, sensitive, riflesse, sfinterich e, descritte ·sopr a ; donde diplegie, o parapleg ie con o senza sintomi palpebrali e pupillari secondo la sede della compressione del midollo. I dolori costanti e tipici precedono anche di varii anni l'apparizione dei fenomeni midollari. Quelli hanno lunga durata, questi brevissima, da pochi mesi a poche settin1ane. Vi sono casi in cui la prima fase manca, ed in cui i sintomi mi- dollari appaiono subitamente in piena salute apparente; in alcuni di questi casi il midollo ·è int atto, in altri la compressione ha tardato a manifestarsi, in altri (i più frequenti) si ha al microscopio uria deg~nerazoue trasversa acuta analoga ad una mielite acuta, tossica (tossin~ cance·rose) . Occorre infine ricordare i casi, nei quali il midollo non fu trovato compresso alla autopsia pur essendosi constat ati sintomi midollari in vita, ed il tumore era distante dal midollo. CURA. - Gli interventi per tumori extravertebrali sono vari, è subordinati alla sede del tumore primitivo, che è variabile. Non si deve ·intervenire nei sarcomi mediastinici. I tumori

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della regio11e dorsale (fibrosarcomi), secondariamente intrarachidei sono asportabili e con successo. I sarcomi globo-cellulari sono più difficili ad asportarsi perchè molto sanguinanti, per possibili lesioni di ·v arie vertebre, delle meningi, e del midollo stesso. Sono asportabili le cisti idatidee. Concludendo: I. In un malato con tumore in vicinanza del rachide, sia alla sua faccia anteriore, sia alla sua faccia posteriore, l'apparizione di sintomi nervosi periferici, sensitivi motorii, persistenti e tenaci, farà pensare alla probabilità di una evoluzione, verso il rachide. La apparizione di turbe midollari indicherà inva.s ione del canale rachideo, od almeno compressione del midollo. 2. In tutti i casi di tumori n ati alla faccia posteriore del rachide, l'intervento si impone, qualunque sia la natura del tuniore. 3. Per i tumori nati alla faccia anteriore, la condotta varia con gli organi attaccati, i rapporti del neoplasma. III. T UMORI INTRARACHIDEI (non midollari) . Sono i piu numerosi, i più importanti, i più cliirurgici, ed i più frequenti fra tutti quelli che attaccano il rachide, ed il suo contenuto . Circa la loro natura vengono in quest'ordine : primi fra tt1tti i sarcomi, quindi gli endoteliomi, i psammoni, le cisti dermoidi, g li angiomi, i linfangioni, le cisti idatidee, i carcinomi. Cisti idatidee e carcinomi sono affatto secondarii. Più frequenti di tutti i sarcomi in tutte le loro varietà (globo e fusocellulari, mixo e angiosarcomi). Sede di predilezione loro è il midollo dorsale, sono ovoidali, coll'asse loro paralello a quello del midollo, di 2-5 centimetr\ di lunghezza, per 1-2 di larghezza. Sono unici; sono isolati e isolabili dai tessuti circostanti. Nascono dalla. dura madre, o dalla pia e dall'aracnoide. Se sono fuori della dura madre, basta la semplice laminecto1nia, se dentro la dura madre sono molto aumentati i pericoli di una meningite. Che nascano dentro o fuori la dura madre, questi tumori nascono con predilezione alla sua . faccia postero-laterale o del midollo qualunque sia la loro n atura, e quindi successivamente comprimono le radici posteriori, le anteriori, e poi la metà corrispondente del midollo. Le lesioni del midolfo sono tutte da causa meccanica, nqn di natura infiammatoria, e quindi possibilità di completa restitutio ad integrum della sua funzione dopo l'ablazione del tumore, e quindi spesso lesioni istologiche nulle pur essendovi compressione profonda del midollo talvolta. Sintomi. - Vi ha un primo periodo di com- pressione delle radici dapprima posteriori e poi delle anteriori (periodo dei sintomi radicolari,


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SEZlONE PRATICA '

dolori nevralgici, crampi, iperstesie). 2° periodo: compressione di metà del midollo, sindrome di Brown-Séquard. 3° periodo: compressione totale del midollo e delle radici con sintomi di sezione completa trasversale del midollo. Il più costante dei sintomi è il dolore, che è .spessissimo di una intensità spavento.sa, e con esarcebazioni parossistiche al minimo movi111ento, ·con la tosse, lo starnuto, il cambiar di posizione, il parlare. Esso ha sede negli ipocondri con irradiazioni a cintura, lungo determinati nervi, o a distanza donde errori diagnostici {nevralgie, reumatismo, angine di petto, appendiciti, nevriti, gastralgie). I dolori h anno dispos izione radicolare, e ciò è importante come ·sintoma di compressione e di localizzazione, ovvero sono distali senza alcun rapporto col punto compresso. Dapprima unilaterali, divengo110 poi bilaterali, e compaiono uno o più anni prima dei sintomi motori. Vi possono essere turbe della sensibilità obbiettiva, zone di ipoestesia a tipo segmentario, sormontate da zone di iperestesia. Baily ritiene che ·l'anestesia sia un sintoma importante e necessario. Col progredire in dimensioni i tumori endorachidei comprimono prima o poi, o irritano le radici anteriori, donde i sintomi radicolo-segmentarii motori (contrazioni permanenti o passeggere, spasmi, tremori, atrofie .muscolari). I segni motori possono rarissimamente procedere i sensitivi quando il tumore ha preso origine dalla faccia antero-late1·ale del midollo. In tal caso comprimendo una metà del midollo il tumore può dare origine alla sindrome Brown-Séquard, ma questa sin.drome può pure maticare, ovvero esistere senza che il tumore comprima il midollo. L'evoluzione trasversale del tumore conduce al III stadio della malattia : la sezione :fisiologica del midollo in senso orizzontale. L a paraple~a precede le turbe sensitive, e, tolto l'ostacolo, le turbe motorie scompariscono per ultime. Le turbe motorie possono aggravarsi lentamente, o rapidamente dalla sera al mattino. Si ha paraplegia spastica, con riflessi esagerati, con presenza del Babinsky; più t ardi la paraplegia si fa flaccida, con riflessi aboliti ed i muscoli perdono la loro reazione elettrica. Le turbe della sensibilità non portano mai alla completa abolizione della medesima in tutti i suoi modi, e la sensibilità sopravvive lungo t empo alla motilità. Quando i tumori sono situati molto in basso compaionu infine le turbe sfinteriche : disuria, costipazione e poi incontinenza di feci e di urine. Quali sono ora i sintomi a carico del rachide? Vi può essere rig·idità del rachide, dolore alla pressione e percussione di determinate vertebre. Ma tolti i dolori, tutti gli altri sintomi soprari-

Ciò che è importante a conoscere si è che i sintomi si succedono quasi sempre in quest'ordine: dolri tenaci, di lunga durata, uni o bilaterali; poi la sindrome di Brown-Séquard spesso abbozzata·; poi la paraplegia dapprima spastica e quindi flaccida; infine le turbe sfinteriche e trofiche. La durata della malattia può essere di pochi giorni fino a varii an11i, seconda la natura anatomica del tumore, e le eventuali complicazioni. I tumori midollari, cioè quelli che nascono nel midollo stesso, restano limitati all'asse spinale senza tendenza ad invadere i tessuti circostanti, meningi o rachide. Sono vari e più frequenti nell 'uomo, fra i 25 ed i 45 anni. Per ordine di frequenza si hanno le seguenti forme anatomiche : gliomi, gliosarcomi, sarcomi, endoteliomi, neuro:fìbromi, neuro-epiteliomi. Occupano a preferenza il midollo dorsale, poi il cervicale, raramente le altre sezioni. In tutti i casi il rachide rimane intatto. Il più Spesso restano intatte anche le me11ingi, progredendo il tumore in altezza piuttosto che in larghezza. I sarcomi però possuno invaderle dopo di avere distrutto progressivamente gli ele1nenti tutti del midollo. I sarcomi fusocellulari ed i fibromi invece si sviluppano eccentricamente, sospingendo il tessuto nervoso senza distruggerlo. Tumori della medesima natura possono dare lesioni assolutamente differenti: le une limitate ed enucleabili riavvicinantisi ai tumori connettivali del tipo adulto, le altre infiltranti e distruggenti progressivamente il midollo. I tumori gliomatosi si sostituiscono al midollo, il più spesso a livello delle corna posteriori prendo110 origine, poi invadono i cordoni posteriori, e quindi distruggono tutto un piano ?nidollare. I tumori connettivali sono di dimensioni ridotte. . La presenza dei tumori intramidollari si manifesta al chirurgo in maniera evidente : r 0 per l'aumento di volume del midoll.o ; 2° per l'assenza di pulsazione del medesimo. Quasi sempre il tumore è unico. I gliomi progrediscono rapidamente; hanno un decorso meno rapido i gliosarcomi, e meno ancora i sarcomi fuso-cellulari; poi gli altri. Dunque : i tumori midollarj sono unici, restano midollari, non dànno metastasi. Sono non enucleabili, distruttivi, estesi, ad evolttzione rapida nel 48 per cento dei casi (gliomi , gliosarcomi, sarcomi globocellulari); sono enucleabili, poco estesi, indipendenti dal midollo, ad evoluzione lenta nel 52 per cento dei casi (sarcomi fuso-cellulari, :fibromi, gliosarcomi, cisti idatidee). All 'esame esterno del midollo, si manifestano in modo quasi costante al chirurgo, perchè il midollo si presenta aumentato di volu1ne senza pulsazione e modificato di aspetto. G. QUARTA.

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• IL P©LICLINICO

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malgrado la intensa albuminuria· non si produssero alterazioni a carico dell'apparato circolatorio; il decorso dell'affezione .fu lento; i sintomi ureUlte.riori osservazioni sulle affezioni lueiiehe ' mici mostrarono tendenza a regredire. e post-luetiehe del rene. In altri due soggetti invece si ebbero femomeni (B.A.UER e HABETIN. Wien. klin. Woch., 1913, n. 27). eclatanti di origine renale nel periodo secondario Accade non troppo di rado al clinico di osser- dell'infezione luetica, e ci<:>è: · albuminuria di alto vare forme morbose nelle quali pare giustificatis· grado, ematuria, oliguria, edemi, cefalea, vomito; simo ammettere un rapporto fra malattia renale in~omma tutto il quadro di una gr~ve nefrite e pregressa infezione luetica ; e ciò quantunque in acuta emorragica con uremia. I due casi ebbero anatomia patologica - fatta , si intende, astra- decorso differente: nel primo infatti si ebbe, nel ' zione per i casi di gomme - la sifilide renale sia, breve periodo di 10 giorni, la scomparsa completa si può dire, sconosciuta. dell'albuminuria e dei sintomi uremici; nel seLa reazione di Was~ermann può, nello studio condo invece la malattia passò allo stato sub• di ques~i rapp9rti, riu: cire di aiuto. Il Bauer in- cronico. ' v.ero, in una precedente pubblicazione. ha posto in In un sesto infermo il decorso complessivo delevidenza che in casi di malattie renali assai rata- l'affezione fu il seguente: nel periodo secondario m~nte ~i riscontra reazione di Wassermann posidell'infezione sifilitica si manifestò una nefrite tiva; esclusi, naturalmente, i casi nei quali la lesione acuta emorragica a decorso favorevole; dieci anni renale è secondaria ad alterazioni luetiche di altri dopo si riscontrò un quadro morboso corrisponorgani (enè.oarterite sifilitica con consecutivo rene dente a quello dei primi tre casi suddescritti (al· da stasi. ecc.). Ma d'altra parte lo stesso autore ha, buminuria notevole, sistema cardiovascolare intra i numerosissimi 'i nfermi da lui esaminati, ri- tegro), accanto ad una affezione luetica del fe' .. scontrati tre casi a comolesso sintomatico ana- gato. Secondo gli AA. si tratterebbe qui di amilogo. nei quali, oltr~ alla lues, non risultava al loidosi generale di origine sifilitica; e il caso in cun altro fattore etiologico di malattie renali. discorso dimostrerebbe come la nefrite acuta lueIl quadro morboso presenta va, in questi casi, tica possa condurre, dopo molti anni, alla dege· i seguenti caratteri: albuminuria di alto grado, nerazione amiloide. In complesso gli AA. credono ormai dimostrato con tendenza a poliuria; peso specifico delle orine ' basso; scarso sedimento; assenza delle modifica- che, quantunque raramente, la sifilide possa de· zioni vasali caratteristiche della nefrite, e quindi ~erminare nefriti acute emorragiche con sintomi pressione sanguigna bassa; malgrado l'albuminu- di uremia. Tale nefrite acuta può guarire rapida· ria durasse ·da anni, assenza di disturbi subbiet- mente, anche senza che si sia ricorso ad una cura tivi, non sintomi uremici. Fenomeni morbosi gravi specifica; ma può passare allo stato subcronico o (anasarca) si manifestarono solo assai tardiva- cronico; e 'può anche, dopo molti a~ni. dare ori' mente. e mo')trarono tendenza a regredire. sia gine all'amiloidosi sifilitica o al sifilobrightismo. Però questi ultimi esiti possono aversi anche spontaneamente, sia in seguito a cura antilue· , tica. La reazione di W assermann nel siero di sangue senza che siano stati constatati dal medico o noera sempre fortemente positiva. Bauer e Hirsch, tati dal paziente i segni della pregressa nefrite trovarono in casi analoghi, anche ~ieroreazione acuta. positiva adoperando ·la globulina contenuta nel In tutti i sei casi descritti dagli AA. la real'albumina delle orine. zione di Wassermann era fortemente positiva; e Queste indagini clinìche e sierologiche .p orte- positiva fu anche nella soluzione della globulina rebbero dunque a concludere per la esistenza di estratta dall'albumina dell'orina. Reazione pos i affezioni renalì cr"o nictie di origine lùet!ca. Una tiva si ebbe anche, in tre casi su cinque esamiipotesi · questa a conferma della quale parlano nati, esperimentando fOn l'orina. vari. casi che gli _i.\A. hanno recentemente OsLa flog<>si renale può venire attribuita alle tosservato. sine o ai batteri. Hoffmann, in due casi di neIn tre pazienti infatti la malattia renale post· frite sifilitica acuta precoce, ha riscontrato nelluetica mostrò i caratteri clinici suddescritti, cor- . l'orina-la presenza di spirocheti in quantità abrispondenti al quadro morboso che Dieulafoy bondante; deve quindi ammettersi che, in questi chiama albuminuria sifilitica o sifilobrightismo; casi, si trattasse veramente di una infezione renale . •

MEDICINA.

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f ANNO XX,

FASC.

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SEZIONE PRATICA

La ipotesi tossica appare invece più probabile per i casi di amiloidosi senza pregressi segni di e.ffezione acuta del rene. Naturalmente nei casi del primo gruppo sarà giusto attendersi un esito fa-vorevole dalla terapia antiluetica. • Per quanto riguarda la reazione di Wassermann nelle orine, gli AA. ritengono che essa dipenda dal passaggio nelle orine della sieroglobulina; dal punto di vista diagnostico essa non permette quindi altre conclusioni che quelle fornite dalla .sierodiagnosi del sangue. Tuttavia, oltre all'interesse teGrico, essa offre anche un interesse pratico, giacchè permette di stabilire la diagnosi di pregressa infezione 1uetica anche quando il paziente rifiuta di sottoporsi alla puntura, o quando è opportuno di non destare nell'infermo a]cun so· spetto intorno alla origine sifilitica della sua matia ttia. V. FoR~ì.

OSTETRICIA.

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Sulla etiologia e terapia della mastite puerperale. {Dott. NOHL. Medizinische Ktinik, 46, 17 novembre 1912). Data la grande frequenza della mastite puer, -perale, che spesso finisce con esaurire le forze ·della madre, e influisce enormemente, per causa -dello svezzamento pr~coce, sulla salute del neonato, sono di un interesse speciale le nuove vedute di Schiller sulla etiologia e la cura di questa ·malattia. Secondo lui è sbagliata la teoria della distinzione di una mastite da stasi semplice, e di una .altra forma di mastite flemmonosa, che prenderebbe la sua origine dalle ragadi del capezzolo. Secondo Schiller ogni mastite inco1nincia come mastite .da stasi, e come conferma pratica alla sua opinione valgano i suoi successi terapeutici. Prendendo origine dalle ragadi la infezione dovrebbe essere cutanea, sottocutanea o interstiziale, mentre la mastite comincia come infezione parenchimatosa ed è molto raro l'ascesso premammario sottocutaneo. La mastite rimane per molto tempo strettamente localizzata e si limita, per lo più, a un solo lobo glandolare. Si verifica anche in casi dove non esistono ragadi e difficilmente ha esito in

.\ .

p1em1a. 2

Schiller trova una certa analogia tra la mastite e le infiammazioni da stasi come quelle della cistifellea, del rene, della vescica e delle glandole sebJcee. I microorgani~mi, che vivono saprofiti nel dotti galattoferi, diventerebbero patogeni nel buon terreno di cultura del latte in stasi. La presenza delle ragadi, causando forti dolori, impedirebbe· il completo svuotamento della mammella durante l'atto della suzione, e ciò potrebbe spiegare la frequente coincidenza delle ragadi colla mastite • . Ogni semplice mastite da stasi può essere il principio di un flemmone, mentre gli acini, senza della suzione, si riempiono e possono suppurare. Dopo lo svezzamento può ammalarsi anche la mammella ancora sana ed allora si ha la mastite bilaterale. La febbre avrebbe una importanza relativa e spesso si ha un decorso benigno anche nelle masti ti principianti con una febbre a 40°. Secondo Schiller resta a decidere se la febbre è un fatto asettico e da i-iassorbimento o tossinfettivo. Oltre della stasi la mastite potrebbe avere altre cause. I germi , portati sul capezzolo colle dita della puerpera o con la bocca del neonato, e penetrati nei dotti galattoferi, potrebbero causare una in· fiammazione parenchimatosa. Ma Schiller non fa cenno alcuno a queste altre probabili cause. Lui consiglia una energica profilassi della mastite, che fa consistere principalmente nella cura delle ragadi e nella regolarizzazione delle poppate, e l'intervallo fra le medesime deve essere di 4 ore, Il bambino viene attaccato alternativamente ad ogni mammella, le quali così vengono vuotate 5 volte nelle 48 ore. Per la cura delle ragadi si adopera il seguente unguento: Acido borico 5.0, ossido di zinco 10.0, naftalan e lano!ina aa 25,0. Ogni volta prima della poppata si pulisce il capezzolo con ovatta bagnata di olio. Con questo trattamento le ragadi guariscono in 2-3 giorni e raramente si ha il bisogno di,, ricorrere ad anestesici eome l'ortoformio o altri, i quali. benchè calmino il dolore, contribuiscono cosi poco alla cura, quanto la glicerina tannica o il nitrato di argento . Talvolta bisogna ricorrere al capezzolo artificiale il quale, però, non permette uno svuo· tamento completo della mammella. Schiller non consente mai allo svezzamento a causa di ragadi, perchè uno svuotamento completo è uno dei fattori principali della cura.

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POLICLINICO

Quando per una ragione qualsiasi la suzione è debole si sottrae il latte con tiralatte. Almeno 3 volte nelle 24 ore la mammella affetta deve ei:;sere svuotata completamente. Negli intervalli è utile di fare delle compresse di alcool a 50 gradi dopo averla unta con una sostanza grassa e tenerla, sotto una giusta compressione ed in sospensione di guisa che il capezzolo rimanga nel centro della mammella. E' indispensabile il riposo a letto. Il latte della mammella affetta non nuoce al neonato. Se anche dopo un tale trattamento si verifica un esito in suppurazione, che succede molto di rado, e se l'ascesso è piccolo e la incisione lontana dal capezzolo, si può seguitare l'allattamento colla mammella infetta e si d~ve segui· tarlo con quella sana. La suzi one sarebbe molto utile nel senso di B ier. peychè serve a provocare l'i pefemia attiva, la quale si verifica in ambedue le mammelle anche allattando con una sola. In alcuni casi l'ascesso si riasso1be sotto l' influenza della terapia alla Bier; però, nei casi dove tende ad estendersi, Schiller, assieme con altri clinici, come Ablfeld , Biederl, Lejars e Tillmanns, sono del parere, che bisogna fare una vasta incisione con drenaggio, e non una semplice puntura. Ed anche se non fosse la causa unica, la stasi è una delle ·cause e delle complicazioni principali della mastite. Bisogna combatterla con questa terapia efficace, che se non risolve da sola permette un intervento conservatore e salva la / mammella. L'autore ha avuto occasione di sperimentare il metodo di cura proposto da Schiller, in un caso graviscsimo di mastite puerperale ed ha ottenuto risultati sorprendenti. Attaccando regolarmente il bambino, la secrezione lattea persiste regolare malgrado la sospensione e la compressione. Contro il dolore sono indicate le applicazioni calde..

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XX,

FASC.

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OSSERVAZl()NI CLINICHE Pancreatite da orecchioni per il dott.

AN~ONIO ALLEGRI.

• • • • La pancreatite da orecch1on1, messa 1n evidenza da· osservazioni affatto recenti, fu dap · prima negata; ma dopo che Klippel, poi Carnot ebbero dimostrato che le tossine degli agenti infettivi possono (come avviene nella difterite, scarlattina, morbillo, vaiolo, ecc.), dare, a carico del pancreas, alterazioni parenchimatose o interstiziali, analoghe a quelle che dànno a carico di altri organi: fegato, reni ecc., fu ammes~o che anche il virus degli orecchioni potesse dare una forma di punc.r eatite. La letteratura in proposito però è ancora . assat• scarsa. Nulla si trova nei trattati classici o appena • qualche sfuggevole accenno. Le prime comunicazioni furono fatte d a Cucke nel 1897, che ne raccolse 20 casi, i quali p erò non sono tutti ben chiari e netti. A qlleste seguirono, in sc:;:i rsa proporzione, quelle di Priestley con 2 casi, Jacob con un caso, Le Gendre con un caso, ed altri. · Nel i903 Simonin illustrò un interessante contributo di IO casi e Galli, in una bella pubblicazione, espo~e quattro osservazioni fatte , in bambini nel 1904. Durante un'epidemia di orecchioni svoltasi dal novembre 1911 all'aprile 1912, io ebbi occasione di osservare 4 casi, che per il loro .interessante quadro clinico, attirarono la mia attenzione e mi fecero fortemente dubitare di trovarmi di fronte o complicazioni svolgentisi a carico del pancreas. Credo quindi opportuno portarli a conoscenza e trarne qualche considerazione.

CASO. - Il 22 dicembre visito il J)~~· bino G. . . L. . . di anni g, che trovo febLr1~t· tante sf'nza alcuna localizzazione atta a spiegare Ìa temperatura piuttosto elevata 39°. 7. . Essendo state pochi giorni appresso. d?e sorelle dell'infermo affette da ortcch1on1, non · ~sito ad esprimere a1la famiglia ~a ql!asi certezza che s.i tratti della stessa Jnfeztone. 11 giorno sej!uente però, vengo chiama.to co°: p;emura, perchè il inalato presenta s1nt~m1 lnquietanti e tali che nelle sor:lle non st eranoriscontrati. Noto la tumefazione della parotide de::>tra; il piccolo paziente a~cu~a un fo~te ­ dolore all'epigastrio ed ha singhiozzo, vomito .. 10

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SEZIO.NB PRATICA

e diarrea, con ventre lievemente meteorico. Il dolore si esacerba alla pressione, ma non si può accertare se si estenda al restante add'o me, perchè il soggetto non si presta. La lingua non è patinosa, l'alito non è cattivo; le scariche alvine sono sierose e poco. fetenti. Il 24 noto la tumefazione della parotide sinistra e la permanenza dPg\i stessi sintomi che si protraggono aurora pe\ 25. Il 26 il malato mi· gliora e al 27 il ,d olore e il vomito scompaiono; il 28 cedono anche la febbre e la diarrea e il piccolo infermo chiede cibo con insistenza. !,'esame delle urine non diede mai alcuna traccia nè di zucchero nè di albumina.

e. . . s. . .

che aveva già riprec:;o le sue ordinnrie occupazioni, vien colta da febbre (38°. 6) accompagnata da malessere generale, nausea e vo· mito. Accusa grande depressione delle forze e lieve dolorabilità alla region~ epigastrica che aumenta alla palpazione profond:i. Non ha alcun sapore cattivo in bocca, la lingua è tersa, l'alìto buono. Ha diarrea con scariche sierose non frequenti e senza dolori, con feci giallo ·chiare e non molto fetenti. Questi sintomi si pro· traggono fino al 16 nel qual giorno si nota la scomparsa del dolore e del vomito, a cui nel 17 segue quello della fehhre e della diarrea. Il 19 la paziente lascia il letto. L'esame delle urine fu sempre negativo. 1

di anni 21, CO tono. \7 edo il malato il 3 gennaio 1912. Ha due grosse tumefazioni alle parotidi con modica 4° CASO. - B. . . F. . . di anni 28, colono. febbre 38°. Il giorno 5 con qualche brivido, Vi~ito il malato. il S febbraio 1912; ha febbre ·la febbre sale a 39°. 6, e l'infermo vien preso elevata e presenta tumefazione e dolore al teda vomito preceduto da conati e susseguito sticolo destro. Mi narra che da qualche giorno da stnso di nauaea. Egli accusa una sensa- era affetto da orecchioni con piccola febbre e zione dolorosa, ottusa, continua, localizzata che per necessità delle sue occupazioni non profondamente alla regione ep;gastrica ed esa- aveva potuto tenere il dovuto riguardo. L'orcerbantesi alla pressione. Non ha lingua im- chite fa il suo decorso regolare e in una setpaniata, nè bocca amara, nè alito cattivo. Vi timana circa si dilegua. Ma il 14 il pazien.te è diarrea con scariche sierose, senza muco, vien preso da un forte accesso fehbri!e acsenza dolori intestinali e quasi prive di fetore. comp8gnato da dolore epigastrico, singhiozzo, Notevole è la depressione delle forze . Nei nausea, vomjto. Vi è àiarrea con scariche siegiorni 6 e 7 permangono gli stessi sintomi e rose senza dolori intestinali e con feci giallacompare anche l'ittero ben visibile alle con- stre. L'addome è alquanto meteorico, trattagiuntive. L'8 e il 9 si nota un progressivo mi- hiiissimo ad eccezione della regione epigastrica. glioramento con la scomparsa prima del vo· Il 15 permangono gli stessi sintomi e compare l'ittero; il malato si mostra alquanto demito, poi del dolore e della febbre. · Il 10 cessa ant:he la diarrea e non resta che presso. Questo stato permane il 16 il 17 e il 18, la tinta itterica tendente a dileguarsi. Il 12 poi il paziente viene ancora preso da nei quali: giorni si nota anche che le feci sono un forte accesso febbrile con dolore e tume- divenute bianco-terrose. Il 19 si ha un sensifazione del testicolo de5tro; ~i apre così il · bile miglioramento, che progredisce fino al 21, quadro dell'orchite da orecchioni 'che si pro- in cui ogni fenomeno scompare, restando solo trae per circa una settimana, dopo la quale un certo grado d'itterizia. L'urina fu sempre normale se si eccettua la avviene la guarigione definitiva. Nelle urine non si rilevò mai nè zucchero presenza di pigmenti biliari. nè albumina; evidentissimi i pigmenti biliari. Lo svolgersi tumultuario della sintomatolo3° CASO. - S. . . R. . . di anni 25. Donna sana e robusta; ha partorito da circa tre mesi gia di questi casi, che venivano osservati fra e allatta. Il 7 gennaio mi dice che è stata af · numerossimi altri, decorrenti nel modo più fetta da orecchioni di cui si vede ancora semplice, senza alcuno dei fenomeni accennati, qualche residuo di turgore parotideo. Al pre- doveva, ripeto, far pensare a qualche compli· sente ha visto ritornare la febbre (38°) e tumefarsi considerevolmente ambedue le mam- cazione, ed era logico sulla scorta di recenti melle, 'che si presentano turgide e consi"tenti studi e osservazioni, riferirsi alla possibilità oltre l'usato, con pelle liscia, lucente e bianca, che questa si esplicasse a carico del pan· senza alcuna traccia del!e comuni infezioni creas. della glandula mammaria 'Oggetta all'allattaA tale scopo giova qui riportare la chiara mento. È la mastite da orecchioni, per la quale la paziente si n1ostra preoccupata, temendo classificazione che il Deguy fa dei numerosi che venga a mancare o in altra guisa alterarsi, sintomi che accompagnano la pancreatite acuta Ja secrezione lattea. Dopo tre giorni circa la da infezione. mastite scompare 'Senza lasciare alcuna traccia Egli così li distingue : sia nella quantità, sia nella qualità del latte; a) Sintomi glandulari: gl~cosuria, poliuria> anche il poppante non diede alcun segno di disturbi gastro-intestinali. Il giorno 13 la donna, polifagia, stearrea, dimagramento rapido. (II) 2° CASO. -


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b) Sintomi infettivi: febbre, albuminuria, L'ipotesi più logica e più conforme al vero depressione delle forze, sudor~ freddi. è qu~lla avanzata da Simonin, il quale ritiene e) Sintomi di vicinanza: dolore epigastrico, che questi sintomi di vicinanza siano dovuti nausea, vomito, singhiozzo, diarrea, timpani- · alla tumefazione del pancreas e alla consesmo, ittero. guente pressione che viene ad esercitare sul Ed asserisce che i sintomi di quest'ultima plesso solare e sui gangli semilunari. categoria sono quelli che cl1nicamente caratteÈ chiaro infatti come tale compressione rizzano la pancreatite be'f!'igna. debba provocar~ il dolore epigastrico e come Ora, quali di 'codesti sintomi si riscontrano ii singhinzzo e il vomita possano determinarsi nei casi esposti ? per lv. via delle nu'm erose anastomosi che il Evidentemente alcuni dei sin tomi infettivi plesso solare e i gangli semilunari hanno con non mancarono; così la febbre e la depres.. gli splancnici, coi pneurnogastrici .e coi frenici. sione delle forze furono sempre presenti. , La diarrea è forse, più particolarmente, doDei sintomi di vicinanza poi nessuno mancò. vuta all'eccitazione del plesso mesenterico suCosì il drlore fu sempre costante e segnò in- periore, emanazione del plesso solare9 che manda sierne .alla febbre l'inizio della complicazione~ i suoi 'estren1i fila menti; allacciati. all'arteria Esso fu sempre spontaneo con esacerbazione mesenterica superiore, fino al plesso di Aueralla pressione e localizzato profondamente bach, sito fra le fibre muscolari dell'intestino fra l'appendice xifoide e l'ombellico, un po~ a e a quello di J\feissner, sito nello strato sotto· ... sinistra. Non lo trovai mai diffuso alla regione mucoso; i quali plessi rappresentano la inneraddominale, nè dorsale, nè lombare, come da vazione motrice dell'intestino. Questa eccitaa1tri è stato notlto. Il vo11iito e la nausea non zione provoca. un forte· aumento dellà peri· fecero mai difetto. Il von1ito fu alle volte im· $talsi intestinale e con essa il tipo di diarrea pressionante, sia per la frequenza, sia per la puramente secretoria riscontrata nei casi e· durata; fu ad ogni ripresa preceduto da senso sposti. . di nausea e da conati che spesso si protraeL'ittero infine trova anch'esso la sua spievano anche dopo l'emissione del contenuto gazione in una causa nettamente meccanica. gastrico; vennero emesse prima le sostanze È noto infatti come il coledoco, venendo a ·ingerite, indi sostanze acqt.10se colorate da contatto della testa del pancreas trovi in essa bile. La diarrea non mancò mai e si pre~entò una doccia, che sovente è anche trasformata sempre con scariche sierose, profuse non ac- in canale completo, in cui s'interna per sboccompagnate da dolori intestinali nè da muco, care poi, col dotto pancreatico, nell'ampolla nè da1Jo speciale fetore di sostanze in preda di Vater. Ora, è facile comprendere come, $pea fermentazioni anormali. J.,'ittero presente in cialmente se la tttmefazione del pancreas è due casi fu ben evidente ma non molto ac- considerevole, il coledoco possa venire transi' centuato e di breve durata. Il singh,iozzo e il toriamente comprèsso fino all'occlusione e imti.inpanismo presenti in due casi ma in ma· pedire così il' regolare deflusso della bile, deniera fugace. terminando la comparsa dell'ittero. Quale l'interpretazione di questi sintomi ? Riassumendo adunque si deve constatare A prima vista vien fatto di pensare che siano che nei casi riferiti non mancano n~ i sintomi i sintomi di una gastroenterite acuta; l'ipotesi infettiv.. i, nè i sintomi di vicinanza, nè la ('ausa ,.,però non regge, perchè, se ciò fosse, essi do· capace di determinarli, per cui è molto provrebbero es.s ere legati ad altri fatti come lin- · babile che qui si tratti realmente di quellà gua impatinata, bocca amara, alito .fetido, forma di pancreatite benigna a cui accenna il scariche diarroiche i11ucose e feter1ti, accampa· Deguy. gnate da dolori intestinali cor;i sede a prefeNè vale ad infirmare questa diagnosi l'asrenza i1e11a regione perio~belicale; ma questi senza assoluta) dei sintomi glandulari quali la segni l'er quanto diligentemente ricercati non poliuri~, la glicosuria~ la steatorrea, ecc., perchè furono mai presenti; si deve quindi escludere questa assenza trova la sua ragion d'essere che si tratti di una lesione diretta del tubo nel genere della lesione anatomo-patologica che il virus deg.li orecchioni p9rta nelle glandole gast1:oenterico. 1

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SEZIONE PRATICA

colpite. Noi sappiamo, che le alterazioni da esso prodotte, ad esempio, nella parotide, sono sempre a carico del solo tEssuto interstiziale, che diviene edematoso e porta alla caratteristica tumefazione della glandula, mentre non attacca mai gli elementi cellulari, la cui secrezione salivare non viene in alcuna guisa alterata. Così abbiamo visto avvenire anche (3° caso) per la glandula mammari~, che non diede durante il periodo della tumefazione alcuna alterazione apprezzabile della secrezione lattea. È logico quindi ritenere che altrettanto debba accadere del pancreas, che anatomicamente e fisiologicamente presenta la più grande analogia con la parotide, tanto da e~sere chiamato dai tedeschi parotide addominale. Ammesso adunque che anche nella pancreatite la lesione resti localizzata al tessuto intera'2inoso, lasciando integro il parenchima, è chiaro come venga a mancare ogni base per afilmettere l'esistenza di sjntomi glandulari. D'altra parte la presenza di tali sintomi verrebbe a togliere a questa forma di pancreatite quel •'arattere di benignità che la distingtte e che le fu costantemente riconosciuta dagli osservatori che la illustrarono quali J acob, Le Gendre, Simon :n, ecc. A complemento di questa breve nota dirò, che riguard~ alla frequenza della pancreatite da orecchioni gli autori sono molto discordi. Così mentre Simonin ·dà 1'1. 5 %, Cuke l'a· vrebbe riscontrata 20 volte su 26 casi. Io • trovai i quattro casi esposti, fra 52 colpiti; ma è bene notare che il nt1mero di questi fu più elevato, poichè molti, per la lieve entità del morbo, non caddero sotto il controllo medico. Non possono quindi queste cifre aver valore di percentuale assoluta. Quanto al!' epoca di comparsa essa variò dai 3 ai 12 giorni dai primi segni dell'infezione parotidea. Alcuni autori dànno la maggior frequenza fra il 3° e il 5° giorno, così Sinionin e Galli, il quale vide inoltre, in un caso, la pancreatite precedere la parotite, come analogamente altri autori notarono per l'orchite. Nei casi a me occorsi, l'infezione fece sempre la prima tappa nella parotiùe, d' onde poi passò al pancreas e ad altre glandule con tappe ben distinte. Così nel 2° caso passò dalla parotide al pancre~s indi al testicolo; nel 3° dalla parotide alle mammelle indi al pancreas; nel 4° dalla parotide aJ testicolo indi al pancreas.

La sua durata non oltrepa~sò m ai i sette giorni e scomp ~rve sempre senza lasciare traccia di lesione alcuna, conforme a quanto osservarono i citati autori. Il Cuke solo fa qualche riserva in proposito e accenna all'ipotesi che l'affezione possa, alle volte~ lasciare il pancreas in uno stato di vulnerabilità speciale per la quale poi, in avvenire, mal'lttie più gravi proprie dell'organo, come il diabete, possano più facilmente attecchire. L'ipotesi è cer' molto suggestiva poichè io patologia, tamente non sono rare le infezioni capaci di determinare, come ad esempio la scarlattina nel rene, condizioni simili negli organi col pi ti: ma essa finora non è stata avvalorata da . fatti. Ricerche e ossservazioni in questo senso sarebbero senza dubbio del massimo interesse e qualora riuscissero posititive lo studio della pancreatite da orecçhioni acquisterebbe la più grande importanza. Fusignano, 1913. BIBLIOGRAFIA. Tratta to di medicina. STRUMPE~. T'Yattato di patologia. e terapia. DUPLAY e RÉCLUS. Tfattato di chirurgia. BAGINSKI. Tratt'ato delle 1nalattie dei bambi··n i. GALLI PAOLO. Pancreatite da O'Yecchioni. DE DOMINICIS. Malattie del Pancreas. SIMONIN. La pancréatite ourli'ènue. CHARCO't e BoUCHARD.

ACCADEMIE, SOCIBTl MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOURJ).

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Il Congresso della Federazsone italiana delle opere ant.itubercolari. •

Neìla 3a seduta, esaurita la discussione sull'ordine del giorno Schupfer, vengono prese in esame due importanti temi ufficiali. Dott. F. Gatti (di Milano). Rifetisce su l'i solamento dei tubercolosi. Necessita, egli dice, creare un sufficiente nu .. mero di sanatori e di co 11parti, padiglioni od ospenali di isolamento ospitaliero veramente de· corosi e tali da attrarre gli ammalati. Alla. risoluzione dell'oneroso problema finanziario sia per la costruzione che per l'esercizio di detti sanatori e di dette sezioni ed ospedali di isolamento il relatore propone ai Congres~o l'approvazione dei seguenti voti: « che il Governo studi il modo

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IL POLICLINICO

di provvedere ati una cooperazione combinata dello Stato, 4elle Provincie, dei Comuni per la creazione di un numero sufficiente di letti per la cura, per la educazione antitubercolare e l'isolamento istitt1zionale dei malati di petto; che il Governo promuova pure l'adozione della legge sulla assicurazione obbligatoria ». Il dottor Gennari (di Pallanza) s'intrattiene sulla lotta antitubercolare nei piccoli centri e rileva la necessità che gli ospedali vi siano forniti di riparto speciale. Il dottor Gatti comunica, anche a nome del dottor Trevisan, i risultati ottenuti dalle cure eseguite nel sanatorio popolare milanese Umberto I durante l'anno 1912, con risultati veram ente soddisfacenti. Prof. Carlo· Comba (di Firenze), riferisce su la tubercolosi dell'infa nzia. Le statistiche anatomiche e le osservazioni clinico-biologiche - egli dice hanno chiaramente dimostrato che la tubercolosi, rarissima nel neonato, va progressivamente e rapidamente aumentando di frequenza nell'età infantile. A questa età va quindi rivolta l'atten.. zione nella lotta contro la tubercoloc;i. Il contagio si compie nella grande maggioranza dei casi con materiale 11mano. In genere nella profilassi il bambino va tenuto lontano dai soggetti tubercolotici, perchè ha la massima disposizione ad ammalare. Nella terapia vanno tenute in considerazione speciale la tubercolino-terapia, le cure climatiche (elioterapia, aeroterapia al mare, al monte, in campagna); incoraggiamenti meritano poi le scuole all'aperto, i sanatori per predisposti. ,,, Seguono, illustrate da proiezioni e fotografie, destando vivo interesse, le comunicazioni del dottor Hajek e dell'architetto Cantoni sull'Ospizio marino permanente de1la Marina di Massa, dovuto allo ~pirito di filantropia generosa e illuminata del dottor Luigi Pisa; del prof. Poli e dell'ing. Navarrini di Genova sull'ospizio Marino Ligure permanente, opera umanitaria del commendatore Nerello. Colla discussione dei mezzi più utili di profilassi infantile si chiude la densa giornata di utile e pratico lavoro. Nella quarta seduta ebl>e luogo una comunicazione del dottor Roatta sui benefici e:ffetti della Etioterapi·a a Leysin nella cura della tubercolosi, comunicazione efficacemente illustrata da numerosissime proiezioni. Essa richiama una viva at· tenzione da parte dell'uditorio. I dati del prof. Roàtta vengono confermati dal sen. Foà, che presenta diverse fotografie prese nella Clinica del dottor Bernhardt a San Moritz, dalle quali emergono i mirabili risultati che si sono colà ottenuti dalla elioterapia, sistema di

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cura che si potrebbe attuare anche in alcune località italiane già studiate per l'impianto di Sanatori Popolari. Dopo le parole di Mam, Poli, ecc., ha la parola il relatore prof. Comba, che risponde alle varie obbiezioni a proposito dtlla tanto interessante e discussa questione <lella elioterapia e conclude ritenendo che questa si possa fare ovunque esista il sole, più efficacemente al mare o al monte, ma altresì nel piano delle campagne, con risultati soddisfacenti. Il dottor A. Bertarelli (Milano) parla sull'organizzazione e sulla funzione della prima ~cuoia all' aperto di Milano, espressione dell'attività della benemerita Associazione milanese « Per la Scuola », portando dati e notizie interessanti; il dottor Ragazzi pel dott. Crosonini di Genova fa cono'lcere i buoni risultati della prima Scuola invernale alla spiaggia, istituita dalla Associazione genovese contro la tubercolosi e dal Municipio di Genova, insistendo sulla importanza del medico scolastico nella lotta antitubercolare. Nell'ultima seduta il comm. dottor V. Magaldi, vice-presidente dell'Istituto Nazionale deJle assicurazioni, riassun~e la sua splendida relazione sull'assicurazione per le malattie degli operai. In vista dell'importanza cl1e essa presenta, ne diamo esteso resoconto in altra rubrica . Qui ci limitiamo a menzionare che il Magaldi passò in rassegna la legislazione stranie_ra sulla materia, traendone la conseguenza che in Italia debba dar~i la preferenza al sistema dell'assicurazione obbligatoria col concorso pecuniario integratore dello ~tato; espose la previsione degli oneri cui si andrebbe incontro; chiuse esprimendo la speranza che dal Cbngresso parta una voce autorevole incitatrice perchè la necessità dell'assicurdzione-malattie, diventata coscienza nazionale, sia riconosciuta ·urgente dai poteri pubblici. Aperta la discussione sul tema, il prof. Abba svolse la sua comunicaziane sulla legislazione antitubercòlare, e propose il seguente ordine del • gtorno: « Il Congresso fa voti perchè, con opportuno ritocco legislativo, venga stab'ilito, che la tubercolosi polmonare, in qualunque stadio del decorso clinico, venga considerata come una malattia per cui il sindaco, in rapporto all'articolo 79 della legge 17 luglio 1890, n . 6972 (S. 3a). sia autorizzato ad emettere ordinanza di ricovero d'urgenza nell'ospedale competente. Il prof. Sestini propose di stimolare il Governo a studiare il gran problema dell'assicurazione obbligatoria degli operai emigranti sia nei paesi d'Europa, che d'oltre Oceano, ricordando 1n proposito gli studi precedenti e dimostrando l'impor~anza del fenomeno migratorio sulla diffusione della tubercolosi. I


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SEZIONE PRATICA

Seguirono Degli Occhi, Fornario, Mam, Mas"Salongo, che proposero vari provvedimenti e Poli, cChe caldeggiò l'appoggio formale da darsi dai rap-presentanti del Governo e del Parlamento. Il relatore Magaldi rispose ai vari oratori osservando che le di verse proposte trovano tutte una soluzione nell'assicurazione obbligatoria per le malattie dei lavoratori. Aggiunse ~he la fatale evoluzione di alcune forme della beneficenza pubblica verso le forme più moderne e più evolute della previdenza sociale concorrerà ad alimentare coi cospicui patrimoni tutte le opere ~he provvedono alla salute ed alla integrità dei lavoratori. Il dottor Gatti riassume i u desiderati » espressi -dalla discussione, e presenta il seguente ordine del giorno, approvato alr unanimità: « Il Congresc:; o, udita la relazione del commen·.datore Mag.aldi, esprime il voto che il Governo, --assolvendo un impegno già da tempo assunto verso i1 Parlamento e verso il Paese, prepari al più presto e presenti provvedimenti legislativi impront.ati al sistema dell'assicurazione obbliga-toria per le malattie dei nostri lavoratori, com-pletata da norme d'igiene profilattica e di edu· -cazione sanitaria, col concorso integratore dello Stato ». L'avv. comm. Calandra riferisce sulla opportu1nità di una Federazione tt'a le istit1,zioni citta.dine per ta lotta contYo la tubercolos'i, presen·tando il seguente ordine del giorno: « Il Congresso, convinto della necessità di unire e di' coordina1e tutte le forze degli Enti pubblici e degli Istituti privati per la lotta contro la tubercolosi; convinto che ciò possa e debba farsi senza pregiudicare menomamente l'autonomia dei singoli Enti ed Istituti, fa voti perchè in tutte le maggiori città si costituiscano, secondo le condizioni locali, delle Alleanze ··o Federazioni fra gli Enti pubblici e gli Istituti privati, allo scopo di coordinare le loro forze per una azione regolata e concorde nella lotta 'Contro la tubercolosi; f~ voti ancora perchè vengano dal legislatore stabiltte opportune norme 1>er rendere, in determinati casi, obbligatoria detta Alleanza o Federazione, rispettata sempre l'autonomia degli singoli Enti ». Il prof. Tamburini di Roma riferisce efficacemente, con numerosi disegni, su l'organizzazione, ia funzione e l'importanza per il problema tubercolare dell' Alleanza antitubercolare da lui 'ideata ed attuata a Roma. Si sofferma su una istituzione da lui ancora atfuata in Roma, mercè il concorso di Opere e di persone benefiche: la Colonia -scuola dei predisposti. Segue la 7a. ed ultima relazione, dovuta alla .signorina N. Facchi (?\filano), sulla coope,azione I

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della donna nella lotta contYo la titbercolosi. È la prima volta che una donna italiana partecipa ai lavori dei Congressi antitubercolari, in nome delle nuove idealità che animano le donne italiane. La r~lazione venne accolta da espressioni di vivo compiacimento da parte degli intervenuti. Le idee espresse sull'opera delle donne quali patronesse, ispettrici e infermiere addette alle istituzioni profilattiche e quali piopag-:ndiste o educatrici nelle officine, nelle scuole e nelle famiglie, furono brillantemente ribadite da una comunicazione della signorina Faggiani (Torino). Alla discussione animata pa1·teciparono la signora Cesarano, Foà, Sestini ed altri. Su proposta Foà, il Congresso approvò il voto che alla complessa lotta abbia a partecipare attivamente anche la Croce Rossa italiana, così come si è applicata e si applica vantaggiosamente nella lotta contro altri flagelli popolari. I lavori del Congresso furono chiusi da comunicazioni del prof. Sormani, di Pavia, sull'andamento della diffusione deJla tubercolosi in Italia; di Lévy·Minzi, su la tubercolosi giovanile; del dott. G. Pagani, di Belluno, sulla diffusione della tubercolosi in quella provincia; del dottore Ferrari. di Milano, su di un tipo pratico ed economico di sputacchiera tascabile; del prof. Abba, di Torino, sulla legislazione sanitaria in rapporto alla obbligatorietà della denuncia della tubercolosi, presentando a tale proposito un ordi11e del • giorno. Si passò in ultimo alla lettura ed alla approvazione dei voti presentati. Con questa seduta, lunga e laboriosa, il Congresso chi use i suoi lavori, cosi importanti e di valore pel paese. . '

*** Durante il Congresso venne tenuta l'asgemblea dei delegati delle 32 istituzioni federate. Sul bilancio riferi il segretario Ronzoni, il quale rilevò che il risultato del III Congresso è una conferma della utilità della Federazione. L'assemblea decise sui seguenti argomenti: 1° sulla richiesta da farsi al Governo (sul fondo per la tubercolosi) di sussidi alle istituzioni federate più bisognose ; 2 ° per stabilire utili rapporti di colleganza fra Federazione e Lega Nazionale. L'assemblea scelse il prof. Tamburrini, vice-presidente della Lega, a membro del Consjglio direttivo della F~derazione ed a vice-presidente del IV Congresso, la cui sede, per invito del prof. Ferraro, assessore comunale e rappresentante di Genova, rimane fissata in questa città ed avrà luogo nel 1914. La stessa città viene pure scelta per la riunione sociale annuale.

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P C) LI CLINICO

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La nuova Presidenza della Federazione è ri-

Mar.cer. Poli:;ierosite da diplococco. - In un casa>

sultata così composta: prof. Foà, presidente, proff. Tamburrini e Poli, vice-presidenti, professore Ronzoni, segretario, signora Fumi, economa.

di polisierosite isolò dal liquido pleurico un diplococco capsulato. Ritiene trattarsi di setticemia pneumococcica con semplice localizzazione a Ile sierose pleuriche e peritoneale, analogamente a ciòche talora si riscontra negli animali da esperi1nento. Seduta del 7 aprile. Maresio. Inversione totale delta vescica. - In una bambina di due anni, affetta da enterite, prolasso rettale e paresi vescicale, ritrovò sviluppo enorme delle grandi labbra e mancato sal· damento supetiore delle piccole; assenza , della clitoride, ed inverc:>ione totale in vagina della vescica, la quale polè esser ridotta con adatte manovre sotto narcosi. La rarità del caso (23 casi nel sesso femminile e z casi nel sesso maschile pubblicati nella letteratura) offre .occasione di riferire la patogenesi, la distinzione tra inversione totale ed incompleta, e la terapia delle due: f ortne. ·

*** Su proposta della Presidenza, il Congresso acclamò a soci onorari della Federazione le LL. MM. la Re~ina Madre e Regina Elena e S. A. I. R. la principes,sa Laetitia, che risposero telegraficamente compiacendosi dell' omaggio loro fatto e ringraziando. Il Congresso votò l' invio di un plauso al senatore Pisa, al comm. Merello e al prof. 1\1urri, propugnatori coll'esempio dell'efficacia della cura • marina. Il Congresso deliberò di inviare un telegramma • di plauso a S. E; Giolitti, per il cenno fatto nella relazione sua elettorale sul problema della tubercolosi, auspicando cosi una più diretta attenzione da parte dei poteri pubblici sulla grave questione sociale. A. M.

Società di scienze mediche in

~onegliano

V.eneto.

Seduta del 3 gennaio 1913.

Barnabò V. La lussazione posteriore del ginocchio. - Espone la storia clinica di una donna, che, in seguito a caduta, riportò questa grave lesione, la quale per · l'imbrigliamento dei vasi poplitei produsse la cangrena dell'arto e necessitò l'amputazione. Coglie l'occasione per parlare del meccanismo, della diagnosi, della prognosi, della cura di questa lussazione, riferendo poi delle gravi complicazioni specialmente vasali, che possono intervenire, e a cui bisogna possibilmente porre un pronto riparo con un franco intervento.

Seduta del 7 febbraio.

Maresio. Osservazioni intorno a due casi di tachicardia parossistica. - Espone la storia di una tachicardia essenziale in un mitralico arteriosclerotico, e quella di una forma sintomatica da probabile affezione dei visceri addominali (colica epatica?) ; e ne etudi a la patogenesi, consigliando l'uso della morfina, specialmente nella ·forma riflessa.

Seduta del 7 marzo.

Seduta del 2 maggio. Zam boni. A spurtazione del lobo sinisflro· del fe• gato per gomma sifilitica. - In una donna, affetta da sifilide extragenitale, e sottoposta int1tiltnente alla cura specifica, si manifestò una:. grossa tumefazione del fegato, che causava disturbi alle funzioni gastriche, talchè richiese l'atto operativo. Si trattava di un grosso tumore gommoso a carico del lobo sinistro, che era unito al fegato media11te un peduncolo, il quale ne · fàcilitò ·l'asportazione. Egli è d'accordo con Giordano di non operare in questi casi altro che · quando ha fallito la cura specifica.

Zam boni. Voluminoso tumore del/.a regione anteriore del ginocchio. - Presenta un grosso tumore asportato dalla regione prerotulea, sviluppatosi. in seguito ad un trauma 1e rimasto pi~- · colo per qualche tempo, per poi assumere un rapido sviluppo. "frattasi di un sarcoma in parte · degenerato, della borsa prerotulea, del peso di kg. 2 .400. • Seduta del 6 giugnò. . Zam boni. Intorno a tre casi di cancro del retto-. Tona. Di un tumore detta cicatrice ombelicale. -Rifetisce di un adenoma della cicatrice ombeli• cale in un bambino di 4 mesi, dovuto alla imperfetta chiusura dei tratto esterno del condotto onfalo mesenterico; e ne discute la genesi~ accettando la teoria di un difetto di sviluppo embrionale emessa dal Minelli. I preparati microscopici dimostrano un tnioadenoma di origine gastrica. Illustra quindi il caso dal lato embriologico ed etiologico, riferendo della sua rarità. e

Maresio. -

Il metodo Forlanini nellr;i c·u fa della tubercolosi polmonare.

Dott. V. BARNABÒ. '

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SEZIONE PRATICA

APPUNTI PER IL •

~T1EDICO

CONTRIBUTO DEL MEDICO PRATICO. OSPEDALE UMBERTO I IN FROSINONE (ROMA).

Morbo di Pott per il dott. GIOVANNI MARANo . . Parmi convenga più esattamente sostituire alla denominazione« morbo di Pott "quella di « sindrome di Pott »~ non a vendo questi scoperto alcuna malattia, come si esprjme il Reclus, ma descritto magistralmente i rapporti della par~_ iisi degli arti inferiori col gibbo (Déjerine e Thoma~). Il momento patogenetico della sindrome di Pott mal definito e dubbio fino alla prima metà del secolo x1x fu per merito di Nelaton, Delbet:, Lannelongue_ ecc., ampiamente illustrato, integrandolo in un concetto informatore d'una etiologia distinta e individualizzata dalla dimostrazione della natura tubercolare del · morbo, in modo da risultare che la tubercolosi vertebrale e il morbo di Pott siano termini che si confondono in un medesimo significato. Il morbo di Pott, e tutti i patologi sono d'accordo, colpisce i ragazzi, gli adolescenti, ed è raro negli adulti, ecc~zionale nei vecchi. Lannelbngue di 280 casi da lui osservati nell'ospedale Trousseau riferisce che 1~ colpirono ragazzi al disotto di due anni, gr dai 2 5 anni; 59 dai 5-10; 16 dai · 10-15 anni. La massima frequenza dunque sta tra i due ai cinque anni. La mia osservazione clinica è di una donna di anni 50, maritata, con figli viventi e sani. L'anamnesi familiare ci rivela qual.che.. caso di tubercolosi pulmonare ver-ificatosi nei discendenti del ramo collaterale. L'inferma ha goduto sempre ottima salute e u.n a vigoria di forze, non :fiaccata dalle diuturne fatiche e pesi enormi gravauti sul dorso, fino all'età di 42 anni, quando cominciò ad avvertite un dolore all'anca sinistra, vi vissi mo, terebrante, che non le dette tregua per molti giorni , fino a che scomparve. per riapparire a breve intervallo sulla rachide, e prec:isamente a li vello delle prime vertebre dorsali, d~ve si localizzò, stabilendosi grado grado un'incompleta rigidità della colonna vertebrale, e un incurvamento ad arco nel segmento dorsale superiore. La donna attese per vari anni alle piccole faccende familiari , agitata e perpless .. del suo male inaspettato, e rimase spettatrice, e senza i soccorsi 3

PRATICO .

dell'arte me9.ica; convinta che alcun rimedio sarebbe stato utile alla sua infermità, provocata dallo sforzo assiduo e straordinario del lavoro, il quale aveva deformato un segmento della sua spina . . . orsale. Ma nel febbraio ultimo scorso la paziente fu colpita da paralisi dell'arto inferiore destro, cui gegui dopo quattro o cinque giorni quella dell 'ar ~O inferiore sinistro. La paraplegia tormentò la donna per circa venti giorni con tremori epilettoidi, e iperolgesie intol1erantissime . . Stato attuale. - ·L'inferma decombe supina ; mostra una denutrizione cospicua,. e un pallore cereo della cute arida, le mucose esangui, povertà J( adipe, ipotrofia delle masse muscolari, edemi ù~g!i ttrti i.c.Utj1·iori, e str uttura s.:heli:t1.ica robusta. Gli apparecchi respiratorio e digerente in.. t egri ; quello cardio-vascolare rivela rumori di soffio anorganici, sistolici su tutti i focolai dell'aia cardiaca, e rumor di trottola spiccatissimo sulla giugulare destra, espressione sintomatica di una oligoemia secondaria . Non si osservano perturbamenti psico-sensoriali, tranne un tono caldo ed elevato di emotività che viene espresso dalla coscienza della propria malattia. Invitata a giacere seduta sul letto obbedisce con evidente sforzo. Il torace appare deformato, ristretto lateralmente, e appiattito dall'avanti all'indietro. Sul see:mento dorsale superiore della colonna vertebrale si delinea una gib:..; osità, che manca del' carattere sintotnatico d'esser mediana ed angolare a un tempo (Reclus-Tillaux), perchè essendo più vertebre contemporaneamente colpite si ha una curva a grande raggio, che non sta rigorosamente nel piano antero-posteriore, ma si disegna come curva laterale, la quale offre una certa analogia colle curvRture scol iotiche. Il capo s'inchina in avanti , e tra il segmento dorsale superiore e quello cervicale si presenta una insellatura notevole. Alla percussione sul gibbo n on si ridesta alcuna sensazione dolorosa. La paralisi degli arti inferiori è spastica con esagera zione dei riflessi p atellare e achilleo bilaterale, che percossi provocano un movimento esageratamente intenso e brusco. V'è clono del piede visibilissimo a sinistra, meno appariscente a destra, come pure è presente il fenomeno di Babinski. Si osserva evidenti3simo il sintoma descritto da Delbet; premendo leggermente e late-

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IL POLJCLJNICO

ralmente sulla regione sacro-lombare si ha un movimento di retrazione degli arti inferiori. Tutte e due le gambe sovente son colpite da un energico clono (epilessia spinale d'un tempo). La sensibilità l a llile è perfettamente cousei:vata. non così quella dolorifera e termica che sono spente negli arti inferiori e nelle parti inferiori del tronco, mentre sono diminuite nelle zone più chiare delle parti superiori del tronco medesimo. Il senso delle attitudini è discretamente conservato. Le alterazioni della sensibilità seguono una topografia radicolare, con evidenza del fenomeno della dissociazione siringomielica. Gli sfinteri anali e vescicali non sono alterati nella loro funzione. È questa la concisa esposizione del quadro clinico dell'inferma. Non v'è dubbio che la paraplegia sia in rapporto alla lesione del segmento dorsale superiore della rachide, e che il comportarsi dei riflessi tendinei per la soppressione d'in· fluenze inibitrici provenienti dall'alto c'inèuca a considerare una forma di paralisi da cc.)mpressi .ne, che ha punto di partenza dal midollo dorsale. Inultre la lesione med~s1ma in rapporto alla paraplegia lumegg:ando la diagnosi, che per lo passato non sarebbe stata priva di difficoltà, guadagna un'importanza anatotno·clinica notevole, e sprona a considerazioni d'indole terapeutica, che possono a vere un valore di reale efficacia. Le paralisi da compressione più frequenti nella pratica e più importanti possono essere prodotte da un cancro, spondilite, male di Pott, da gomme sifilitiche, da esostosi vertebrali, dall'ematomielia, sclerosi a placche a forma paraplegica, a paraplegie riflesse, ecc. Quale di questi morbi dunque ha provocato la sindrome paraplegica nella donna da me osservata? Guidano alla diagnosi clinica due termini della classica trilogia sintomatica del morbo di Pott, di cui uno si manifestò nel pieno, apparente rigoglio di forze della donna cinque anni fa : il gibbo; l'altro termine è apparso da cinque a sei mesi : la paralisi. Nel caso in esame manca l'ascesso congestizio. ~fa guesti t.re termini quanto , sono incostanti, mutevoli nel morbo- di Pott a somiglianza di quelli del morbo di Bright. e sovente frappongono difficoltà diagnostiche ! La paziente ricorda il trauma diuturno sopportato dalla sua spina dorsale, il quale probabilmente ha eccitato continuamente, e poi ha ravvivato un processo tubercolare delle vertebre. Comincia cosi la lesione distruttiva presumibil-

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mente nel corpo della vertebra, dove d'ordinario, ha sede, e siècome si hanno più vertebre sorprese dal processo tubercolare, quindi una forma diffusa superficiale, i corpi vertebrali sono stati lentau1e11te, successivamente colpiti. Nella prima fase del morbo si sono avuti attacchi successivi ai corpi delle . varie vertebre che hanno subito quelle alterazioni istologiche e morfologiche a tutti note. Indi il processo tubercolare ha dovuto invadere lo spazio perid11rale e delle n1eningi spinali, cioè s'è dovuto produrre una perimenigite, e una meningite tubercolare, provocate da ulcerazione del legamento vertebrale posteriore. e si è avuto una scarica del materiale tubercolare costituito di fungosità nel cunale rachidiano. Le fungosità hanno prolificato dal corpo vertebrale per impiantarsi sulle faccia esterna della dura madre, dove vegetano. Di qui gli accidenti nervosi. Il grande intervallo tra la manifestazione del gibbo e l'esplosione dei fenomeni paraplegici è consacrato da numerosi casi di morbo di Pott nella letteratura. L'evoluzione lenta, subdola, insidiosa dei processi tubercolari che hanno tregue ingannatrici, e tumulti improvvisi in seno ai tessuti, si può paragonare a quella dei crateri nelle viscere della terra che hanno riposi, e ribellioni ,., di attività sorprendenti. Se la donna non si fosse in primo tempo rassegnata al fatalismo della sua deformità, l'intervento del medico vigile anche in mezzo a difficoltà anamnestiche e semeiologiche, e sospettoso della natura della lesione vertebrale, avrebbe senza dubbio apportato un contributo prezioso alla salute di lei, come in genere accade di tutti gli interventi curativi precoci delle lesioni tubercolari in ispecie, e probabilmente non si sarebbero verificati gli accidenti paralitici. La cura specifica del Durante che tanti meravigliosi, e insperati successi ha raggiunto in tutte le forme di tubercolosi chirurgiche, e la cura ortopedica avrebbero sollevato le sorti d-ella inferma. Ma il lungo indugio diagnostico. e i progressi del morbo allo stato attuale ispirano languida fiducia nel successo che si potrà trarre dai tentativi di cura colle iniezioni iodo-iodurata alla Dt1rante, e colla cura ortopedica, caldeggiate dal Calot, onde l'inferma sarà costretta a percorrere il calvario di sofferenze traverso le laboriosissime e diuturne evoluzioni della sua malattia.


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SEZIONE PRATICA

MEDICINA SCIENTIFICA. L~ a·gente

etiologico della pertosse.

Kumerose sono le ricerche, vari i resultati, fino alla scoperta del Bordet e Gengou nel 1906 (A 1in. de l-'l nst. Pas teur). I l Porcelli porta un notevole contributo (Ri 'V. di Clin. Pediatrica, n . 7, 1913) a conferma d ei risultati di Bordet e Gengou da molti ancora di-

11on riesce mai con siero di ammalati di altre affezioni polmonari . Klimenk o è riuscito p rovocare la malattia speriment almente, non cosi il Porcelli ; ad ogni modo, a m algrado di quest a ultima prova negativa, si può rit enere come fondam entalmente di1nostrato il r apporto di causalità t ra germe è 1ualattia t . p.

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CASISTICA e TERAPIA

SCUSS1.

Apparecchio circolatorio. Il bacillo della pertosse si trova nell'escreato di tutti i m alati di pert osse, giammai nel sangu e ; Le miocarditi acute. non è st ato finora rit rovat o m ai nell 'escreato di malati di altre affezioni bronchiali . Dal punto cli vista diagnostico il capitolo delle 11 periodo di eliminazione maggiore è quello miocarditi s'è arricchito, e, mentre alcuni segni dello stadio cat arrale, e dell'inizio dello stadio hanno perduto del loro valore, come la tachicarspasmodico ; poi diminuisce e scompare ;. il Por- dia e l'ipotensione, una serie di altri sintomi ha celli è riuscito a t rovarlo fi.110 alla 42a giornata acquistato importanza. Se la tachicardia in gedi malat tia . nere e l'ipotensione non bastano per provare la Si colora bene col colore indicato da Bordet diagnosi, quando ad esse si accompagnino la e Gengou (turchino di tolui dina fenica : tolui- ' dispnea e i dolori , l'aritmia, il r11more di galoppo dina Grubler gr. 5, alcool gr . 100, acqua distil- con extrasistoli, si può sospettare la miocardite ; l ata 500, solu iione fe11ica al 5 per cento g r . 500). questa diviene sicura se compaiono dilatazione Morfologicam ente si presentano come bastondel cuore, toni oscuri, fegato grosso. cini corti ad estremità leggerment e arrotondate Ma anche nel solo sospet to della miocardite, il sprovvisti di cig lia e di capsule, asporigeni; premedico deve subito correre al rimedio, specie in sentano una netta col orazione polare. quelle malattie in cui si conosce un rimedio che ~ aerobio, optimu1n per lo sviluppo 36-38 ha valore di specifico. gradi. I l t erreno per la cultura è quello indicat o In generale il miocardio è leso per una causa da Bordet ~ Gengou stessi ; estatto idogliceric-o infettiva; bisogna ancora fare delle riserve indi patata con sa11gue : roo gr. di patat a :fi.namente torno all'esistenza delle miocarditi tossiche da alcool, da piombo, da tabacco p. es . .t agliuzzate e pulite si fanno cuocere con 200 gr. di soluzione di g licerina al 4 per cento ; si filtra « Miocardite acuta in genere è sinonimo d'ine al :filtrato si aggiu nge il 2.5 per cento di agaar; fezione ». Nelle miocarditi difteriche è la cura si fa sciog liere in pent ola di Koch e si distribuisierotera pica che deve essere continuata; nel) e ·sce in provette nella quantità di 2-3 cm. ciascumiocarditi reumatiche il salicilato sodico sarà na ; si sterilizza . Al momento di servirsi del tersospeso o meglio abbassato nelle sue dosi; in ge:reno lo si fluidifica e vi si aggiunge in t gt1al nerale ogni terapia che il medico aveva intra quantità di sangue de:fi.brinato di uomo, di capreso contro la malattia, anche se specifica, deve subire un'attenuazione nelle dosi, davanti alla vallo: di coniglio: si versa in capsule o si fa comparsa dei segni d'una miocardite. .solidificare a becco di flauto in provette. L e colonie sono piccole, trasparenti , delicate ; Se si somministrarono antitermici, questi de·diveng ono l attescenti al cent ro, con riflessi vervono essere sospesi o ristretti; il chinino e il dognoli alle periferia. Il germe ha potere emolisalicilato di sodio ad alte dosi stancano la contico : il colore del terreno si chiarisce nel punto trattilità miocardica. La dieta sarà subordinata alla temperatura; la in cui esso è trapiantato. Si p uò coltivare anche balneazione subirà nel tifo delle modificazioni: il nei terreni comuni isolandolo d alle piastre, non grado di temperatura dovrà subito essere rialfluidifica la gelatina. Non resiste al Gram, nè agli acidi. Serven- zato e il bagno essere tiepido (a 33°- 35°) se l'am· malato ha menomi segni d'intolleranza. ·dosi come antigeno di una sospensione di germi , Nell'ipotensione e tachicardia l'adrenalina trova .ottenuta emulsionando la patina di una cultura il suo impiego; 5 -20 gocce della soluzione, due (circa 4 anse norma1i) per ogni eme. di soluzionè volte al giorno. Netter ne consiglia 100 gocce. .:fisiologica, in m odo da avere una sospensione oSi può l'adrenalina sostituire con cachets di mogenea, e d'un ~omune sistema emolitico, col 10 centgr. di capsule surrenali. Nei casi di collasso siero del malato, la deviazione del complemento si può ricorrere al siero adrenalinico, ~/z mmgr. :riesce frequentemenie positiva ; mentre la prova •


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IL POLICLINICO

d'adrenalina per 100 eme. di siero artificiale (Carnot e Josué). Nelle insufficienze miocardiche ·delle malattie infettive è consigliata la polvere d'ipofisi (10 centigrammi al giorno). Si può usare la pituitrina (o. 10 per cm. cubico, da iniettare o . 30 gr. pro dose). Come rimedio utile contro l'eretismo cardiaco giova la vescica di ghiaccio applicata s11lla regione precordiale, 8 -10 ore al giorno. ... Se v'ha dolore vivo bisogna ricorrere alla morfina od all'eroina, a dosi piccole e ripetute. Il bromuro deprime troppo; la morfin_a invece a piccole dosi è piuttosto un cardiotonico. L'iniezione d'olio canforato può giungere a li· miti alti, 10-20 eme. di soluzione 10 % nelle 24 ore. La canfora è, è vero, meno eccitante della caffeina, ma essa non lascia temere le depressioni consecutive. La caffeina si può aggiungere nella quantità di 2 iniezioni (10 centigr. eia· scuna) nell'intervallo tra le iniezioni d'olio canforato (10 %); utili sono nelle forme sincopali: si può usare con vantaggio: Olio d'ulivo sterile . . . . . . ì Etere solforico. . . . . • . . . ~ a gr. 5 Canfora. . . . . • . . • . . . gr. I per iniezioni ipodermiche. Se non si ricava utilità, è bene tentare Sparteina . . . . . . . 2 centgr. % la Sol f. stricnina. . . . . I milligr. Acqua distillata. . . . 1 eme. per una i'niezione, 2 al giorno. Le iniezioni sottocutanee d'ossigeno non hanno ~fletto durevole. La digitale è lenta nella sua azion~: se esistono extrasistoli e ritn:io di galoppo vi si può ricorrere: piccole dosi di digitale o di digitalina cristallizzata. La cura digitalica sarà utiJe ad evitare incidenti' dolorosi se continuata nella convalescenza. (Journal des Pratic., n. 23 , 1913). t. p. - ~.

La taehicardia parossistica. La tachicardia parossistica è una sindrome anche oggi i1on spiegata nella sua essenza: essa per lo più è la espressione di un'abnorme eccitabilità dei centri nervosi, e non la conseguenza di una determinata alterazione organica: anche i risultati sperimentali di Hering dimostrano che la tachicardia parossistica può dipendere da causa neurogena. Il Grassm ann ne ha pubblicato recente111ente quindici casi (Munch. M ediz. Wochen ., 1913, n. 29) da cui risalta spiccatissima la base neurastenica dei soggetti da essa colpiti. In alcuni di essi si trattava di tipici gozzuti con il q tladro più o (2c,)

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meno completo del morbo di Basecrow. È caratteristico un caso di un uomo che ammalò acutamente coi sintomi della malattia di Basedow eclte oltre alla tipica tachicardia presentava attacchi di tachicardia parossistica. In un altro· caso si trattava di un disturbo tiroideo che preesisteva da lung~ tempo, in cui si avevano periodi intermittenti di tachicardia parossistica. In un· altro caso di morbo di Basedow a decorso mortale si ebbe un fortissimo attacco di tachicardia parossistica in seguito all'uso della digitale. Da!· punto di vista clinico bisogna osservare che un a11mento della frequenza del polso fino a 200. ed oltre può restare inavvertito o quasi però per lopiù dà origine a sensazioni penose, s~mbra però incredibile come i pazienti durante gli attacchi possano spesso attendere alle loro ordinarie occupazioni. Sulle condizioni della pressione furono fatte os'3ervazioni solo in due casi: in uno durante l'attacco si ebbe un abbassamento della pressione fin sotto Bo dell'apparecchio del Riva-Rocci: poi· si ebbe subito un'elevazione. Anche nel secondocaso durante l'attacco si ebbe un abbassamento• d~lla pressione. Il Wenckebach mette in rapporto. questo abbassamento della pressione sanguigna colla tachicardia che in gradi estremi può essere causa di notevole dilatazione cardiaca dovuta alla stanchezza del miocardio per l'enorme sforzomuscolare. P. A.

Il riftesso oculo-cardiaco nella sindrome di Basedow. •

Il riflesso oculo-cardiaco è stato descritto per la prima volta da Ashner nel 1908, che notò che negli animali in narcosi la compressione dei globi oculari provocava una diminuzione dell'intensità delle contràzioni cardiache, fino a determinare l'arresto del ventricolo in diastole. Nell'uomo si verifica spesso lo stesso fenomeno; la bradicardia provocata corrisponde a sei od otto pulsazioni al minuto e s'accompagna ad un abbassamento della pressione arteriosa. L'origine di questo riflesso va ricercata nell'eccitazione delle estremità nervose de! trigemino che provoca un riflesso bulbare a via centrifuga rappresentato dal vago . La sua ricerca clinica è stata fatta da Miloslavich, Ifess e Grossmann che . l'hanno trovato specialmente in individui vagoi;onici e in pazienti colpiti di disturbi nervosi di origine digestiva. Il Loeper _e Mougeot hanno publicato uno stu· dio molto completo sul rifies1:;0 oculo·cardiaco nella diagnosi delle nevrosi gastriche e le loro ricerche confermano gli studi degli autori tedeschi: essi hanno osservato in 4/ 5 dei pazienti un ral- , lentamento, in 1/5 un acceleramento· delle pulsa-


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. SEZIONE PRATICA

zioni cardiache: quindi il riflesso oculo-cardiaco oltre che per la via del v ago si produrrebbe aache per quella del simpatico. . Il Sainton (Bull. méd., num. 60, 1913) ha ricer· cato sistematicamente il riflesso in questione nel morbo di B asedow allo scopo di poter determinare senza ricorrere alle iniezioni di adrenalina o di pilocarpina se è giustificata la suddivisione delle forme di morbo di Basedow in vagotoniche e simpa ticotoniche o forme miste. Il metodo del Sainton avrebbe il vantaggio di essere puramente clinico. ~)u 17 casi esaminati in 1 2 si ebbe una netta r eazione vagotonica: il polso sì era abbas· sato in un caso fino a 24 Malgrado questi forti rallentamenti il mala to non avvertiva alcun disturbo. In dtte casi si aveva una netta reazione simpaticotonic2. In due casi invece la reazion~ fu variabile· vi sarebbero quindi basedowiani che possono essere alternativamente vagotonici e simpaticotonici. Il fatto di una variazione in una di queste malate durante il periodo mestruale merita di attirare l'attenzione per le relazioni che legano le glandole endocrine al sistema autonomo e s impatico. L'esame del riflesso oculo-cardiaco presenta dunque un grande interec;;se dal punto di vista della vagotonia e simpaticotonia. ALESSANDRINI.

'1"-IEDICINA SOCIAL:8 '

L'assicurazione per le · malattie degli oprrai. (V. MAGALDI. Relazione fatta al III Congresso Nazionale contro la tubercolosi). La questione è allo studio fin dal 1qo1, quando il ministro d 'agricoltura Guido Baccelli nominò una Commissione incaricata di ricercare le cause che determinano le malattie professionali, di proporre i mezzi più idonei per prevenirle, e di preparare un disegno di legge che estendesse l'assicurazione contro gli infortuni ad alcune malattie 'professionali. La Camera dei Deputati. nella se· duta del 17 aprile 1912, approvò un ordine del giorno con il quale prendeva atto della ne~essità dell'assicurazione obbligatoria contro le malattie comunque cagionate. Il Senato, nella seduta del 1 ° aprile 1903, fu più esplicito, approvando un ordine del giorno del senatore De Angeli col quale si invitava il Governo a studiare un progetto di assicurazione obbligatoria. Fin da allora, adunque, prevaleva il concetto di provvedere a tutte le malattie degli operai, invece che soltanto a de-

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t erminate infermità professionali, da assimilarsi agli infortuni sul !avoro. Questo CL"iterio prevalse altresì n el Congresso Naziona~e delle malattie del lavoro t enutosi recentemente a Roma, con l'approvazione d 'un ordine del giorno che invocava l'assicurazione obbligatoria C'entro tutte le malattie, ed una tutela legale per le malattie professionali specifiche, identica a quella esistente per gli infortuni sul lavoro. Per il trior1fo di queste idee sorse, dopo il Congresso, un Comitato permanente di propaganda. I tipi prevalenti, in Europa, di a ssiçurazione contro le malattie sono tre: l'assicurazione ob-bligatoria alimentat a esclusivamente dai contributi degli ~perai e dei datori di lavoro {Germania, Austria-Ungheria, Russia Rumania, Lussemburgo); l 'assicurazione obbligat0ria integrata dal concorso dello Stato o degli enti pubblici di Stato (Inghilterra, Norvegia, Serbia); l'assicurazione libera integrata dagl1 aiuti dello Stato (Belgio, Svizzera. Danimarca). In genere, l'assicurazione contro le malattie comprende le seguenti prestazioni: assistenza medica gratuita per la durata del1a malattia; sussidio di malattia nel caso in cui questa produca incapa-cità al lavoro; st1ssidio di puerperio; sussidio funerario in caso di morte. Varia la misura del sunsidio giornaliero corrisposto: è eguale alla metà della m ercede media in Germania, al 60 ~~ in Austria . al 75 % in Ungh eria, a non oltre i nue terzi in Russia , a non oltre la metà in Serbia ed in Rumania; è eguale al salario medio giornalier9 nel Lussemburgo. In InghiJterra, 1, indennità di malattia normale è di 10 scellini per settimana ( L. it. 12. 50) per gli uomini, di 7 scellini e 6 danari (L. it. 9 . 35) per le donne. Nel Belgio, il sussidio proposto dalla legge , che è ancora in discussione, è di una lira giornaliera. In Norvegja si corrisponde una indennità eguale al 60 % del salario medio calcolato per 6 giorni della settimana. In Danimarca l'indennità pecuniaria non deve essere inferiore a 40 ore per giorno. Non è determinata la misura del sussidio in Svizzera. Il periodo di tempo durante il quale viene corrisposto il sussidio di malattia varia , nei diversi paesi, e si aggira attorno a 20-26 settimane. Il sussidio funerario cons!ste per lo più in una somma pari a 20 volte il salario· base fissato per gli effetti dell'assicurazione. '

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IL POLICLINICO

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Da per tutto i benefizi dell'assicurazione sono a queste facoltà è stato possibile ingaggiare la ·estesi agli operai delle industrie: in Germania lotta vittoriosa contro la tubercolosi e contro gli -giungono agli ·operai dell'agricoltura ed a deter- ambienti malsani. -.mina te categorie di impiegati. In Inghilterra sono L'assicurazione obbligatoria contro le malattie soggetti all'assicurazione obbligatoria tutti i sa- è integrata, in Germania, da altre istituzioni prolariati dai 16 ai 65 anni, dei due sessi, cittadini tettive per l'operaio: la cassa d'invalidità, e di britannici o non, addetti a stabilimenti indu- vecchiaia. Il sussidio di invalidità viene corristriali, o lavoranti a domicilio per conto dell'im- sposto (rendita di malattia} quando l'assicurato -prenditore, e la gente di mare. ha oltrepa~sato Jl periodo massimo durante il La legge Norvegese contempla tutti i salariati quale beneficia del sussidio di malattia, e per la red impiegati occupati in un servizio pubblico o cronicità del suo male non è abile, o temporaprivato. neamente, o permanentemente, al lavoro: i fondi Nei paesi in cui l'assicurazione è esclusivamente per l'assicurazione invalidità e vecchiaia sono ina carico degli operai ~ dei datori di lavoro, i con- tegrati dal concorso pecuniario dello Stato, che -tributi sono v ersa ti dalle due parti nella se- ' versa 50 marchi all'anno per ogni pensionato. guente misura ·: 2 / 3 dall'operaio ed 1 / 3 dall'induAnche in Inghilterra è concessa, dopo 26 settistriale in Germania, Austria . Lussemburgo; metà mane di ma,attia, l'indennità d'inva~idità, costi·e metà in Ungheria ; 2 / 3 dal padrone ed 1 I3 dall 'o· tuita da 5 scellini (lire 6.26) per settimana, fino peraio, in Russia; tutto dall'operaio in Rumania. all'età di 70 anni, quando subentra. la pensione • In Inghilterra, il fondo dell'assicurazione nazio- di vecchiaia. · nale contro le malattie è formato per sette noni, La Francia, che già po~siede l'assicurazione obquando si tratti di uomini, e per tre quarti per bligatoria per le pensioni di vecchiaia, non provle donne, dai contributi versati dagli operai e dai vede a quella delle malattie, perchè si reputa padroni , e rispettivamente per due noni e per un sufficiente l'azione delle Società di mutuo soc·quarto da crediti votati dal Parlamento. In Nor- corso che in quel paese hanno raggiunto uno vegia, il premio è pagato per due decimi dallo sviluppo considerevole. ·Stato, per un .decimo dal Comune, per 6 decimi In Italia, la previdenza mutualista è assai fiacca, dall'assicurato, e per un decimo dal padrone. ma è giusto notare che non riceve alcun aiuto In Serbia il contributo è posto metà a carico dallo Stato. del padrone e metà a carico dell'operaio: lo Stato Fin dal 1907 il Consiglio della Previdenza noversa comple~sivamente, ogi:ii anno, centomila lire minò una Commissione per studiare una legge all'Unione Generale delle Associazioni per l'assi- che, col sistema della libertà di assicurazione, in• • tegrata dal contributo dello Stato (tipo Svizzera), -curaztone operata. giungesse allà maggiore diffusione dell'assicuraIn Svizzera, ove, come si è detto, l'assicurazione non è obbligatoria, lo Stato dà annualmente zione contro le malattie, preparando il terreno all'assicurazione obbligatoria. àlle Casse, per ogni assicurato uomo lire 3. 50 e Gli aiuti dello Stato, secondo uno schema di lire 4 per le donne, quando la Cassa fornisca ai disegno di legge (relatore prof. Gobbi) presentato ·soci. per almeno 6 mesi, o le cure mediche e farmaceutiche , o un sussidio di I lira: il sussidio nel 1909, erano co~tituiti da un fondo di 2 mi·governativo è di 5 lire se viene assicurat_a l'una lioni, inscritto nel bilancio del Ministero d'agricoltura, destinato a concedere premj ·a quei soe l'altra cosa. È costante, in tutti gli ordinamenti dell 'assicu- dalizi che assicurassero un minimo di prestarazione :nalattie, là facoltà di convertire la cura zione in caso di malattia. Si istituivano, poi, veri sussidi di cronicità, nella ed il sussidio a domicilio nell'assistenza e mantenimento in un ospedale. Questa facoltà si eser- misura non inferiore a 50 centesimi al giorno, fino . a che il socio entrasse nel godimento della pen-· ·cita con atto d'imperio quando la malattia è di tale natura da richiedere cure speciali nell'Ospe· sione d'invalidità, con {ina ingegnosa coordina' Casse autorizzate con la .Cassa Nazione delle dale, o si tratti di malattia contagiosa. In alcuni paesi, come in Germania ed in In- zionale di previdenza per l'invalidità e la .vec-ghilterra, la legge dà facoltà notevoli alle Casse; chiaia. Questo schema, che fu discusso ed approvato per prevenire e combattere le cause di malatti~, dal Consiglio della Previdenza, non ebbe miglior -e per la propaganda e vigilanza igienica: in grazia

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SEZIONE PRATICA

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fortuna degli ordini del giorno deliberati dal Parlamento negli anni 1902 e 1903. Dopo aver esaminato, nella sua lucida ed esau-riente relazione, la legislazione dei paesi d'Eu-ropa sulla as::icurazione contro le malattie, il ·comm. Magaldi studia il costo annuale d i queste .assicurazioni, fondandosi sui da ti forni ti in Italia, dalla statistica del 1904 delle Società di mutuo soccorso autorizzate, e dalla statistica ferroviaria del 1912, i,ntegrati, quanto era possibile, dalle esperienze straniere. Le notizie fornite dalle Società di mutuo -soccorso nell'anno 1904 dànno una spesa media, , per socio sussidiato, di lire 22. 36; un numero medio di giornate di malattia, per ciascun :Socio inscritto, di 5.52, ed una spesa media , per .ciascun socio inscritto. per sussidi di malattia, di lire 5. 64. Aggiungendo a questa somma · 1a -spesa per cura medica e medicinali, che è valutata in lire 6 ano ue per ciascun socio, e lire 2 per spese di amministrazione, si avrebbe, come ipotesi minima. la spesa di lire 13. 62 per ogni assicurato, annualmente. Secondo iJ censimento del 1911, se l'assicurazione si estendesse ai soli operai dell'industria dai 15 ai ~5 anni di età, sarebbe applicata a 2 milioni c rea di individ11i: la spesa annuale risulterebbe quindi di lire 27,240,000. Qualora, secondo il sistema germanico, la spesa gravasse per due terzi sugli operai, e per un terzò sui datori di lavori, l'onere sarebbe ri-spettivamente di lire 18,160,000 a di lire 9,080,000. Se fogse ammesso l'intervento dello Stato per due decimi, e si ripartissero gli altri otto in parti • ·eguali fra operai e datori di lavoro, si avrebbe per cia5cuno di questi un contributo di lire 10,896,000, e per lo Stato un onere di lire •

5,448,000.

Comprendendo n ell'assicurazione anche i lavoratori della terra, 3 milioni circa, si avrebbe una spesa complessiva di lire 68, lOO,ooo, delle quali, secondo la ripartizione riferita, 13,620,000 lire andrebbero a carico dello Stato. Questi da ti si hanno facendo i calcoli in base alle statistiche delle Società di mutuo soccorso. Se si facessero invece tenendo conto delle sta· tistiche di morbosità dei ferrovieri, pubblicate dal Fabbri. poichè si ha una durata media an11uale delle giornate di malattia, per ogni agente inscritto nei ruoli delle Ferrovie dello Stato, eguale a 7. 15, nel 1912, ed una spesa giornaliera -di lire 2.60. la sp~sa annuale per assicurato ri-

sulterebbe di lire 18.49. L'onere dell'assicurazione, limitato agli operai dèlle industrie, sarebbe di lire 36 980.000 annue, delle quali, secondo la ripartizione già esposta, lire 7,396.000 sarebbero a carico dello Stato. Ma i1 comm. Magaldi ha voluto anche tener conto della esperienza che ha fatto l'Ungheria nella applicazione della legge del 1907 sull'assicurazione-malattie e infortuni. Da quella esperienza risulta che in Ungheria l' indice della morbilità degli operai sta fra quéllo desunto dalla statistica delle Società di mutuo soccorso italiane e quello dato dalle statistiche del Fabbri sulle malattie degli agenti ferroviari. Ma il costo delle assicurazioni in quel paese è più alto e il commendator Magaldi lo assume pe~ abbondare nelle previsioni. Secondo quella esperienza, l'assicurazione obbligatoria per le malattie in Italia, estesa soltanto agli operai delle industrie, costerebbe lire 38,820,000. E quindi, nella ipotesi del c0ncorso dello Stato, quella spesa cadrebbe per lire 15,5~5.000 a carico degli operai, per altrettanta somma a carico dei padroni e per lire 7, 764,000 a carico dello Stato. Il Magaldi ritiene che per ora l'assicurazione per le malattie, in Italia, si dovrebbe rendere obbligatcria solo per gli operai delle industrie. Fra i sistemi di ripartizione dei contributi desidererebbe che fosse imitato quello ungherese: metà al padrone, metà all'operaio. Se si accogliesse il concetto di integrare il sussidio di malattia con quello di invalidità temporanea, dovrebbe intervenire, come in Germania ed in Inghilterra, il concorso pecuniario dello Stato. Come organi assicuratori potrebbero funzionare le Società di mutuo soccorso riordinate, e, n ei comuni ove queste non esistessero, si dovrebbe dar vita alle Casse·malattie comunali o consorziali. La Cassa Nazionale di Previdenza dovrebbe essere l'organo centra le per vigilare e coordinare l'azione di tutte le altre Casse assict1ratrici. Il relatore s'augura, alla fine , che il concetto dell'assicurazione delle malattie sia accolto nella nostra legislazione per potere ottenere, oltre agli altri vantaggi, la reciprocità di trattamento a favore dei n ostri operai, presso le altre Nazioni, reciprocità C'he ora ci viene negata, non potendo noi darla agli operai stranieri dimoranti in Italia. S. Dmz.

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IL POLICLINICO

POSTA DEGLI ABBONATI. (172) Indebolimento permanente da trauma -

Per fini medico-legali mi permetto di farle il seguente quesito: Una bambina, in seguito ad un forte trauma sulla r egione parietale sinistra, veniva presa da afasia e paresi del1a gamba destra , fatti questi risolutisi dopo pochi giorni, fatta eccezione del piede destro che non ::\rrivava mai ·appoggiare per terra completamente. Dopo 4 mesi circa. tutto è scomparso, anche qualche lieve attacco eclampsico (forse epilessia Jakso1lia!1a ); però la bambina, di 3 anni circa, se corre facilmente cade per terra, fenom eno questo che rivela un indebolimento nervoso, in rapporto con qualche lesione cerebrale in corrispondenza della sede del trauma. T al fatto costituisce un 1:ndebo!imento pern1a·n13nte ed è dovuto a quali cause ? In attesa di un gentile di Lei parere, la ringrazio e la riverisco. Dott. P. Ca~vigno.

È verosimile che nella bambina permanga una lieve mono- o emiparesi destra (questa diagnosi verrebbe confermata se a destra fosse rilevabile una m aggiore vivacità dei riflessi profondi, se fossero positivi il Babinski e l'Oppenheim, ecc.) . In tale caso si può certo parlate di indebolimento permanente, riferibile al trauma rirortato. È naturale che un esame obbiettivo accurato debba venir praticato per escludere che esista qualche altro fatto morboso, riferibile o no al trauma, il quale spieghi il disturbo descritto. V. F. (173) Cura dell'alopecia a1'eata. -

Le sarei grato se si compiacesse di rispondermi quale cura po· trei tentare in un ca~o di alopecia areata, cominciata molti anni fa, in una donna d'anni 35 e che ora progredisce di giorno in giorno acl onta delle cure da me provate. , Dott. Emilio Braghetta. Si consigliano anzi tutti mezzi tonici (bagni s~lini, arsenico, preparati di china, ecc.). Localmente energico massaggio con una spazzola eia unghie a peli duri o con stimolanti chimici (tintura di ca.psico, di cantaridi, ecc.). Utile è l'uso dell'elettricità (corrente farad ica). Il Neisser loda molto la crisarobina e l'acido pirogallico che adopera insieme, aumentandone poco a poco la concentrazione (da o. I a ro ~lo con cautela!) sotto forma di unguento o sciolti

in alcool, cloroformio ecc. Contemporaneamente consiglia di frizionare regolarmente due volte per settimana sulla testa una soluzione alcoolica di sublimato (r ~~ 0 ) o di .crisarobina (r p. 300facendo attenzione a che non ne allbiano a soffrire gli occ~hi !) Si consiglia anche l'epilazione ai margini dei singoli focolai . I raggi X, i raggi Finsen, la lampada di qua rzo ei potranno sperimentare con fonda te speranze di successo. Si tenga presente la possibilità di rapporti della vera area Gelsi con alterazioni dalla funzione tiroidea e, nelle donne, con disturbi utero-ovarici e con la menopausa; nè si tralasci d'indagare se vi siano precedenti di Jues, la qual malattia sembra possa costituire una causa aggravante, se pure piuttosto rara e di secondaria importanza ~ dell'alopecia areata. V. M ..

(174) Prego rispondere nelia poi;ta degli abbo-

nati all'abbonato 26 o: Qt1ali so110 i medicamenti in genere cc,ntroir1dica ti negli ammala ti di nefrite cronica e quali quelli controindicati negli uricemici , ed in specie n egli affetti da calcolosi epatica? Dott. S. G. Rosignano Marittimo (Pisa). Qua1unque Manuale di farmacologia trattando· dei singoli medicamenti parla delle varie indicazioni e controindicazioni. A. P. (175) Vorrei indicato un

buon libro di allevamento· del bambino che vada oltre il periodo· dello 5Vezzamento, non che si fermi a questo. Con stima Abbonato 4300. \teramente quasi tutti i libri d'igiene infantile a noi noti vanno oltre il periodo dello svezzamento. Consulti la rubrica « Cenni bibliografici >ì. R. B. (176) Il dott. Antonio Gasperini da _P etriano

(Pesaro TJrbino) scrive: Permetta che Le chieda cosa si è stabilito intorno al Congresso di medicina interna da tenersi a Tripoli, poichè in nessun giornale ne hotrovato notizia. Per ora nulla è stabilito. (177) Dott. E. P., Alia (Palermo).

Preferiamo non dare indicazioni bibliografiche_ R. B . •

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SEZIONE PRATICA

VARIA Le aberrazioni ottiche del cinematografo. - Non -tutti gli oggetti in moto sono fedelmente figurati nelle proiezioni deì. cinematografo . .A.nche questo mira bile strume11to ha Je sue imperfezioni al pari di tutti gli strumenti di ottica, l'occhio umano -compreso. Avete mai visto ad esempio - scrive il dottor \ T. Cereseto nel Secolo X IX - come si .comportano follemente, nelle proiezioni cjnema·tografiche, le ruote delle vetture in moto? Avete :mai notato che qualche volta esse stanno cosi ferme, che paiono saldate all'asse stesso, e che qualche altra volta invece girano addirittura in-.dietro, benchè la vettura. nell'un caso e nell'altro, sia lanciata innanzi di carriera? Analizziamo questo fatto curioso. In teoria il numero delle fotogra~e di un oggetto in movimento, che si possono immagazzin3re sulla film, è grandissimo, e, direi, infinito. In pratica, però, non se ne sviluppano che ·dieci in media per minuto secondo, basandosi .sopra una legge di ottica fisiologica che vuole che le impressioni visive, ricevute sulla fovea .cen.tralis della nostra rétina, vi durino per un decimo di minuto secondo. Se chiudiamo gli occhi nel mentre stiamo leg~endo un libro, noi c-ontinueremo tuttavia a vederne i caratteri tipografici per la durata di un decimo di secondo, anche cogli occhi chiusi. Se facciamo girare col braccio teso un tizzo .ardente, no:ç. vedremo più un tizzo soltanto, ma un circolo non interrotto di fuoco. Ciò accadrà quando il nostro braccio eseguirà un movimento -intero di circumduzione. Bisogna quindi tenere presente che non tutti i tempi di un dato movimento rimangono regi·strati sulla film. Quel che ~uccede nel mentre una fotografia scompare dal ~ampo per dar luogo ad un'altra fotografia. il cinematografo non vede e non re~istra.

Se, per esempio, sopra la corda di un violino noi facciamo un trillo che dia dieci note per minuto secondo, la film, nelle proiezioni, rappresenterà il dito o sempre sollevato. o sempre premente sulla corda, a seconda che la prima foto-grafia della serie avrà sorpreso il dito nella prima o nella seconda delle dette posizioni. Medesimamente. un pagliaccio da circo che aprisse e chiudesse la bocca successivamente dieci volte per minuto secondo, sarebbe rappresentato sulla tela del cinematografo o colla bocca sempre chiusa ed immobile, o colla bocca sempre aperta e parimenti immobile. Ciò premesso, veniamo al caso della vettura in marcia, e della nostra ruota consideriamo, per

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maggiore semplicità, soltanto due raggi con'.:'ecutivi che chiameremo A e B. Molte sono le posizioni che possono prendere reciprocamente i raggi di una ruota in moto, totogràfata istantaneamente ad ogni decimo di secondo; noi non abbiamo considerato che quattro casi principali~ A questi il lettore può riferire tutti gli altri, e spiegarli collo stesso ragionamento . Primo caso. Il raggio A, dopo un decimo di secondo, è giunto in B. Siccome i raggi sono tutti eguali fra di loro, lo spettato~e non si può accorgere che il raggio B sia stato sostituito dal raggio A. Per lui la ruota non si è punto mossa perchè rivede tutti raggi al posto preciso di prima. Le immagini visive, via via rinnovat~ sui medesimi elementi cellulari della rétina, si confondono in una immagine unica e immobile. Secondo caso. Il raggio A, dopo u n decimo di seC'ondo, è arrivato vicinissimo a B (in un punto che chiamiamo r) ma non l'ha raggiunto ed eclissato come nel caso precedente. Ora siccome r è assai più vi.c ino a B che ad A, per certe leggi di ottica fisiologica che qui nou è il caso di illustrare, succede che allo spettatore sembri, non già che il raggio A si sia avanzato fino a r, ma invece che il raggio B abbia retrocesso, essendo comune a tutti i raggi, 1a ruota della quantità B r. Questo movimento di retrocessione sembrerà avere un movimento di rotazione indietro. Tet'zo caso. Il raggio A è giunto al di là di B. In queste condizioni lo spettatore vedrà finalmente la ruota girare nel suo giusto senso. da sinistra a destra, conforme al.1.a marcia del veicolo. Ma anche vedendo giusto, egli sarà ingannato dagli stessi suoi occhi, perchè crederà che sia il raggio B che si è portato in s, e ·non il raggio i\., come è realmente accaduto. Quarto caso. Questa volta il raggio A, dopo il solito decimo di sEcondo, è arrivato soltanto a n, punto equidistai;ite fra i raggi A B. Qual movimento sembrerà allo spettatore che abbia la nostra ruota nella proiezione? I suoi occhi avranno ugualmente ragione di credere che il raggio A abbia progredito fino a n, o che il raggio B abbia retrocesso parimenti fino a n. La ruota gli apparirà allora completamente folle e la vedrà ruotare un po' innanzi un po' indietro, senza ragione e ordine alcuno; e, se il giuoco continuerà per un pezzo, comincerà ad avvertire certe sensazioni così dolorose che lo costringeranno a chiudere gli occhi per finirla con t ale cancan di nuovo genere. Il più curioso è questo, che, in una ruota che giri indietro, il cerchio appare invece come girante in avanti.

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IL P04ICLINICO

Il difficile è di poter vedere il cerchio da qual parte girJ, mancando esso di punti di repere per il nostro sguardo. Qualche volta accade però che questi punti di repere esistano sotto forma di sverniciature, scrostature, zaC'chere di fango o che so io. In questi casi si può vedere allora la zacchera girare in un senso, in avanti, per esempio, ed i raggi indietro. Il colmo dell'aberrazione. (Minefva, 19r3).

CEffIYI BIBLIOORAFICI (No,. 1i recensiscono chi i li bri fJlffJenuti in dono alla Redai ione).

W. FALTA. Die Erkrankungen der Blutdriisen mit 109 Textabbildungen. Berlin, Julius. Springer,

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lavoro di sintesi è opera difficile anche a chi conosca e segua lo svolgersi delle id~e sulle secrezioni interne, e l'A. esaurisce il suo compito con. parsimonia e con discernimento. La parte clinica del lavoro è fatta da una seriedi 25 osservazioni in cui il più delle volte la. cura opoterapica ha dato ragione ali' A. del sospetto clinico sul rapporto tra malattie e ti-· roide. La parte sperimentale, che dovrebbe esserecontinuata nello stesso senso, perchè un numer<> maggiore di reperti conforti e i ri~ultati dell'-~. specie per quanto riguarda il comportamentodella tiroide dell'organismo stiroidato nei morbi infettivi, completa il bel volume che dovrà trovarposto nella biblioteca di ogni studioso di endo-crinologia e di pediatria. T. PONTANO.

1913. Mk. 22.

La patologia degli organi endocrini ha fatto in questi anni progressi giganteschi e solo il Fai ta, che con suoi studi geniali ha dato un valido impulso alle 1 nuove dottrine, poteva raccogliere una I messe cosi ricca di osservazioni e di fatti da re~tare come pietra miliare nella storia della patologia. Il libro del Falta svolge llal punto di vista clinico ciò che Biedl aveva fatto dal punto di vista sperimentale. Il lavoro del Falta, dopo un'esposizione generale sul ·concetto di secrezione interna e sui rapporti tra i vari organi a secrezioni interne e tra questi ed altri sistemi, analizza le forme cliniche che certamente possono essere messe in relazione con alterazioni delle singole glandole a secrezione interna: infine svolge il concetto tutto recente delle s~ndromi pluriglandolari. Le illustrazioni e le radiografie sono numerosissime e dimostrative la esposizione chiara ed obbiettiva, la letteratura completa ed ordinata. P. A. Dott. F. PRANZI. La funzione tiroidea in relazione ad alcune forme morbose dei bambini. Napoli, Tipografia Melfi, 1913. L. 8. ' Della funzione tiroidea, che da mezzo secolo .. ha costituito uno deg1i argomenti prediletti di chirurgi, fisiologi e patologi, anche i pediatri si sono occupati con amore mettendo in chiaro la pa· togenesi di stati distrofici o di sindromi, che erano fino allora rimaste nell'oscurità impenetrabile. La prima parte del lavoro del Franzi è un ac· ~urato lavoro di sintesi delle idee generali sulla funzione tirodea in sè e nei rapporti con le al tre glandule, delle sindromi morbose intantili, che con l'alterata funzione tiroidea hanno rapporto: il

L. PaoN. Thérapeutique clinique des maladies d& l' estomae. Maloine, Paris. L. 6. La definizione d elle malattie di stomaco non può e~ser contenuta in una formula clinica nètanto meno la loro cura sulla somministrazione di medicamenti destinati a supplire ad una deficienza d'acido o a saturare quello in eccesso, <> a somministrare i fermenti digestivi presenti in scarsa quantità. Il Pron, che considera come causa di tutti i disturbi dispeptici una ipere . . tesia del plesso solare, basan josi sull'antico concetto. del Leven, sostiene che l'indirizzo terspeuticodeve essere volto a diminuire questa iperestesia sia con un'adatta igiene alimentare che diminuendo i.t ristagno dei cibi nello stomaco, che è una delle ca use fondamentali di disturbi dispeptici. I disturbi Òèlla secrezione per se non meritano speciale attenzione; essi per il Pron non rappresentano mai fenomeni fondamentali nella patogenesi della dispepsia: l' aver dato loro troppa. importanza ha fatto si che la patologia e la terapia gastrica sia stata trovata dai medici cosi complessa e piena di difficoltà ed incertezze. · Il libro del Pron ha un valore e~senzialmente· pratico giacchè, accanto a chiare e concise nozioni di fisiologia e patologia, raccoglie tesori di terapia. P. AI.ES SANDRINI. I

A. COLBY KNOWLTON. Diabetic Cook Book. En-- . glewood, New Jersey. Doli. 2.

È una raccolta di 150 ricette per pasti del diabetico, utili se si consideri quanto facilaiente i malati di questo genere ad un certo punto sir stancano delle rigorose ed uniformi diete. t. p.

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SEZIONE PRATICA

1535.

NELLA VITA PROFESSIONALE. I

C)oogr~ssi

di medicina.

Nell'a.dunanza di Parina del Consiglio della Federazione degli Ordini dei medici, tenutasi il 26 settembre, fra le questioni apparentemente di minore importanza ne fu sollevata una che merita di essere ampiamente discussa dai giornali medici. Il presidente prof. Guzzoni richiamò l'attenzion~ .del C .. F. sulla moltipliciaà dei Congressi medici che si tengono in sedi ed in epoche lontane l'una dall'altra coll'impossibilità per tutti e s~eci~ per i medici pratici di prei1dervi parte e s1 chiese se" come ritiene, fosse opportuno e più utile ritornare al vecchio sistema dei Congressi genei;ali. Il C. F. approvò in massima tale concetto e deliberò di studiare l'importante argomento. L'osservazione così opportunamente fàtta dal presidente della Federazione è di quelle su cui è difficile trovare dissenzienti. Proprio in quest'an~o (astraendo dal Congresso internazionale di Londra) si può dire che da circa un mese in tutta. Italia si te11ga una specie di Cono-resso o medico permanente, che però si raduna un po' qua e un po' là per tutto il bel paese; a Parma, a Milano, a Siena, a Torino, a Genova, fra breve a Napoli (1) . Ora, a pal:te i pochi privilegiati della fortuna e i direttrunente interessati per ragione di scuola, chi è fra i medici i'ta]iani che può trar profitto di queste riunioni di scienza di cui essi sentono ta11to il desiderio? Quanti hanno il tempo e il de11aro indispensabili ? Ìt perciò urgente, è necessario che si veno-a ò ad u11a intesa per raggruppare in una sola settimana ed in un solo luogo, che presenti speciali condizio1ri di comodità, tutti i conoo-ressi medici nazionali, scientifici, pratici, professionali, con profitto di tutti, ma specialmente dei modesti medici dei piccoli centri che non possono correre per l'Italia per tutto l'autunno di ogni anno. I cattolici (che sono maestri di simili organizzazioni) hanno creato le setti1natie sociali, cioè delle riunioni di una settimana in cui rao-o gruppano tutte le adt1nauze parziali delle loro opere di propaganda sociale. Noi dovremmo fare qualche cosa di simile, e istituire (ogni due anni, per esempio) le setti/

. (1) E in un momento di patriottismo fu de-

liberato persino di tenere in quest'anno il Congresso di medicina interna a Tripoli, ma finora non se n'è sentito più parlare. •

mane mediche in città del centro d'Italia, preparate ad ospitare qualche centinaio di congressisti, e ttnere in q11ella settima11a contemporaneamente tutt'i nostri congressi. La q~estione deve essere am piame11te discussa dalla stampa medica italiana, la quale è interessata ad essa per l'impossibilità materiale in cui si trova oggi di tener dietro a tutti i c'o ngressi disseminati per la penisola ; e io mi ~.u­ guro che la stampa medica possa rendersi benemerita della classe riuscendo (essa che non · ha ancora sufficiente autorità in Italia come nelle altre nazioni) a risolvere ttn problema così interessante. Doctor CAJUS.

f)ronaca del movimento professionale. Il Congresso naRionale dei medici ospedalieri: ha tenuto le sue assise a Torino sotto la presidenza dei dottori Carducci, Salsotto, Porlanini e · Massalongo. Abbiamo già dato notizia della inaugurazione.

***

Il Congresso inizia i suoi lavori, colla elezione • dell'ufficio definitivo di presidenza. Per acclamazione vengono eletti a presidente .il prof. Carducci di Roma, a vice presidenti i professori. Chiodi di Bergamo, Forlanini di Milano, Massalongo di Verona, Tirelli di Torino; a segretari i dottori San Pietro, Arienti, Sgambati, Vietti e Barbano. Il prof. Carducci espone la relazione morale dell' l\ssociazione, cui fa seguito la relazione economico-finanziaria per parte del cassiere dottore Sgambati. Il Congresso approva la proposta del dott, ForIanini « sulla propaganda antitubercolare negli ospedali », facendo voti per la creazione di una coscienza igienica negli ammalati e per la istituzione in tutti gli ospedali di musei ambulanti de Ila tubercolosi. Il dott Orlandi di Padova presenta il regolamento della Sezione Padovana, che dopo breve· discussione viene approvato . Il prof. Vignolo-Lutati svolse il tema: « Quali i titoli nella carriera ospitaliera, quali i giudici », in seguito al quale viene approvato l'ordine del giorno Ferrari: « Il Congresso fa voti che le Commissioni giudicatrici dei concorsi a primari degli ospedali siano composte esclusivamente di medici ospitalieri ».

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IL POLICLINICO

Il dott. Sgambati, a nome del dott. Sforza di Roma , svolge il tema: « Necessità di uno stage QSpitaliero obbligatorio per i laureand i in medi. c1na ». La discussione, cui partecipano vari congres· sisti, si chiuse con l'incarico alla presidenza genetale di Roma di nominare una Commissione per lo studio e l'attuazione della proposta Sforza. Il dott. Pezza di Mortara tratta il tema : « Assicurazione dei medici ospitalieri contro gl'infor· tuni incontrati in servizio 1. Si emette il voto che le Amministrazioni ospitaliere provvedano all'assicurazione stessa. I\ dott. Arienti informa che esiste 1a minaccia di t1na prossima trasformazione dell'ospedale di Pavia in I stituto clinico, con soppression~ delle sezioni ospedaliere: jn seguito a questa comuni· cazione, il Congresso a pprova due ordini del giorno del dott . Arienti stesso, facendo voti che sia limitata la clinicizzazione (sic) di detto ospedale e degli ospedali in genere al puro neces. sar10. · Il prof. Fantino espone la relazione le sulla convenienza che in ciascun ospedale un membro del personale sanitario eletto dai medici stessi, assista alle riunioni del Consiglio aruministrativo con diritto di discussione e voto consul· tivo ». Il Congresso delibera: 1 ° che venga in ogni ospedale costituito un Collegio sanitario nel quale siano rappresentate tutte le categorie di medici ospedalieri; 2 ° che un rappresentante di questo Collegio, nominato dai colleghi di anno in anno, con possibilità di riconferma, prenda parte alle discussioni del Consiglio d'amministrazione, unitamente al direttore dell'ospedale, là dove esist~; 3° che l'uno e l'altro abbiano in detto Consiglio amministrativo voto consultivo. Il prof. Orlandi vorrebbe che il Congresso esprimesse un voto per cc miglioramenti economici al Collegio degli orfani dei sanitari di Perugia », e presenta un ordine del giorno che viene a pprovato. Il dott. Arienti riferisce sul a dovere dello Stato per l'istruzione del personale di a~sisten.za diretta del malato ». Dice che fu già dimostrata la maggiore attitudine della donna al servizio di infermeria. È però necessario che lo Stato istituisca vere scuole per infermiere e proponga alle Amministrazioni di assumere al servizio solo le infermiere fornite del relativo diploma di abilitazione. Queste scuole siano annesse agli ospedali di una certa importanza. La relazione del dott. Arienti dà luogo a viva discussione, cui partecipano i dottori Orlandi, Cova, Favari, Malan, Maragnani, Badini, Fantino e si approva (28)

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l'obbligatorietà dello Stato alla creazione di scuole per infermiere e il dovere delle Amministrazioni ospitaliere di assumere personale d'assistenza diretta diplomato . Il dott. Sartirana presenta una relazione «sul· l'ospedalizzazione degli ammalati di chirurgia negli ospedali di provincia •: il Congresso plaude allo studio òel dott. Sartirana e ne approva pienamente i concetti, facendo voti che gli ospedali di provincia rispondano sempre meglio al loro scopo di un ben inteso decentramento degli ammalati di chirurgia. Il Congresso chiude i suoi lavori occupandosi largamente della organizzazione dell'Associazione Nazionale dei ~l[edici ospedalieri e dei mezzi tecnici e finanziari per renderla sempre più vitale e fiorente; ed approva a tale uopo un ordine del giorno presentato dai dottori.Favari, Arienti, Massalengo e deliberando il prossiµio VII Congresso dell'Associazione l'anno venturo a Ve. nezta. Il dott. Salsotto, presidente del Congresso, rivolge vivi ringraziamenti ai convenuti ed alle Amministrazioni ospedaliere di Milano, che sole in Italia vollero aderire al Congresso. C'alde e cordiali parole di ringraziamento pronunziano pure il prof. Boccasso, a nome dell'Ordine dei medici di Totino, ed il prof. Forlanini, a nome dei medici delle altre sezioni, inneggiando, rico· noscenti, all'ospitalità torinese, alla buona riuscita del Congresso e rivolgendo ancora un deferente saluto al sindaco di Torino. •

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. Ufficiale sariitario - l'v~ 01nina . - Il Dott. A . A. da C. desidera conoscere se il Prefetto per togliere al medico condotto l'incarico di ufficiale sanitario debba sentire il parere del Consiglio provinciale di Sanità e se per p!"ocedere alla nomina del nuovo ufficiale sanitario occorra egualmente il parere del detto consesso. Per scindere le dtte cariche di medico condotto e di ufficiale sanitario non occorre il preventivo parere del Consiglio provinciale di Sanità. La nomina dell'ufficiale sanita rio può avvenire per concorso e per riconoscimento dell'acquisito diritto di stabilità: in questo secondo caso occorre il preventivo parere del Consiglio provinciale sanitario. (4083). Telefono per le c1iia1nate - lVIezzi di trasporto. - Il Dott. l\... S. da T. chiede conoscere se non avendo egli diritto a mezzi di trasporto possa opporsi allo impianto del telefono che una frazione intende per le chiamate impiantare col capoluogo e se possa, in ogni caso, pretendere il mezzo gratuito di trasporto. (4081) .


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SEZIONE PR.'\ TICA

si ha il diritto di opporsi allo impianto del telefono, che è di pubblico e generale vantaggio, per solo scopo personale, nè si ha diritto di chiedere il mezzo gratuito di viaggio, se la prestazione di esso non sia espressamente sancita dal capitolato. 4-\ mezzo del telefono Ella potrà nei singoli casi farsi dare ragguagli precisi dai richiedenti sui principali sintomi del male per giudicare secondo la propria scienza e coscienza se sia o meno il caso di accesso immediato o sollecito. (4084). Pensio1ii - Ufficiale sanitario. Il Dott. X chiede conoscere se il proprio fratello, che è 11fficiale sanitario in un c ·o mune possa, conservando tale sua qualità e rimanendo iscritto alla Cassa pensioni, prestar servizio di condotta in un altro e se possa cumularsi il servizio di medico condotto con quello di ufficiale sanitario agli effetti della pensione. Non è possibile mantenere la carica di ufficiale sanitario quando si eserciti la condotta medica in Comune diverso. Le mansioni dell'ufficiale sanitario sono tali che non consentono l'allontanamento o, come nel caso, addirittura l'assenza assoluta del funzionario sul posto. Stando alla letterale interpretazione della legge non sembra consentito il cumulo del servizio di medico condotto con quello di ufficiale sanitario agli effetti della pensione. (4o85) . Concorsi. - Il Dott. R. S. da P . espo11e che banditosi un concorso per un posto fli condotta, la Commissione giudicatrice dei titoli rilevando' che due dei tre concorrenti possedevano titoli eguali od. equipollenti con lieve preminenza di uno di essi sull'altro decise invitare tutte e tre ad un esperimento clinico. Esaurito questo e formulato il giudizio definitivo, il Consiglio Comunale votò scheda bianca pel primo classificato ed annullò il coneorso. Tale deliberazione divenne esecutoria per decorrenza c:li termini. Chi~de conoscere se l'annullamento fu legale; se a lui spettasse la nomina, se avendo ricorso al Consiglio di Stato possa sperare vittoria e se possa iniziare giudizio per danni. Secondo noi occorre distinguere la prima dalla seconda fase del concorso. Quest'ultima è • completamente nulla perchè l'esame clinico non era previsto nello avviso di concorso e non è consentito alla Commissione giudicatrice variare a suo piacimento i termini e le condizioni del relativo bando. Dalla nullità della seconda fase non deriva però anche quella della prima, la quale può stare da sè e può formare la base di una idonea graduatoria, sulla quale possa pronunziarsi il Consiglio Comunale. Epperò rileviamo che al Consiglio di Stato debba chiedersi l'annullamento della sola parte relativa alla

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prova pratica col rinvio degli atti di bel nuovo alla Commissione perchè in base allo esame dei soli titoli esibiti da candidati formuli giudizio definitivo a norma di legge. Il Consiglio Comu.lla:le ha illegalmente operato dichiarando la nullità del concorso, mentre esso è perfetto e completo fino alla sua prima anzidetta fase. Il ricorso, quindi, troverà, secondo noi favor~vole accoglimento mentre per qualsiasi eve!1tuale azione giudiziaria per danni sarà opportuno att endere la decisione del Consiglio di Stato. (4087). Stipendi - Paganierito. - Al Dottor G. D' A da C . rispondiamo che non avendo ancora potuto ottenere, malgrado tutte le pratiche sin qui esperite, il pagamento degli stipendii che avanza dal 1° gennaio, non resta che citare il Comune dinanzi l'autorità giudiziaria. (4088) . Dimissioni - Preavviso . - Il Dottor P. A .da V. chiede çonoscere se nulla disponendo in proposito il capitolato, possa dare le proprie dimissioni senza alcun preavviso. Se il capitolato non contiene alcuna disposizione speciale, le dimissioni possono essere date sempre che si voglia e senza preavviso, accordando solo al Comune un determinato lasso di tempo per impegnare altro sanitario, sia pure interino. · (4089) . Distribuzione di niedicinali - Armadio farmaceutico. - Il Dott. A . A . da C . E. desidera conoscere se, in mancanza di farmacia, possa egli distribuire medicamenti agli infermi sia poveri che agiati e se dell'armadio farma~ ceutico possano u sufruire anche gli abbienti. Ai medici è vietato, sempre e per qualsivoglia causa l'esercizio della farmacia, ed anche la semplice distribuzione di medicinali agli infermi. Qualora Ella fosse chiamato alla direzione dello istituendo armadio farmaceutico, non potrebbe esimersi dal dare medicinali anche agli abbienti. (4090) . I1iteririo - Abbandono del servizio. Il Dott. P. M. da V. chiede conoscere se avendo per obbligo contrattuale come interino quello di lasciare la condotta il 5 novembre, possa abbandonare il servizio sin dal 1°, preavvisandone, come ha già fatto il Comune . Il contratto costituisce legge fra le parti e non si possono variare le condizioni in esso stabilite che per mutuo consenso. Quindi se il Comune si oppone a che Ella lasci il servizio il lo novembre deve rimanere in carica fino al termine della capitolazione, e ciò allo scopo di evitare eventuale azione per danni, che potrebbe intentare il Comune. (4091) . Es-umazioni - Eventuali compensi del· l'ufficiale sanitario . - Il Dott. C. T. da B . desidera conoscere se chiamato ad assistere es11ms-

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U~

...

POLICUNICO

, zioni ordinarie di cadaveri abbia diritto a compenso e quale . L'assistenza alle esumazioni ordinarie e straordinarie è richiesta dall'interesse generale della salute pubblica e non da quello privato delle parti. Nessun compenso può esse~e quindi, richiesto per tale operazione. (4092). Pensioni. - Al Dott. F. G. da N. rispondiamo che la visita medica collegiale agli effetti della pensione può essere fatta nella stessa provincia e preferibilmente presso uno ospedale militare. In mancanza, da apposita commissione nominata dal Medico provinciale e da esso presieduta. Può essere corrisposto l 'onorario di 10 lire a membro. (4093) . Certificati per emigrazione. - Il Dottor A. I. da M. desidera conoscere se i certificati di immunità di malattie specialmente oculari richiesti a scopo di emigrazione debbano essere rilasciati dal medico condotto o dall 'ufficiale sanitario. Non trattandosi di certificati attestanti lo · stato generale della pubblica salute in determinata località, ma di certificati attestanti lo stato sanitario speciale di determinati individui, il rilascio spetta al medico condotto anzichè all'ufficiale sanitario. (4094) . Pensioni. - Il Dott. F. A. da. P. desidera conoscere se sia permesso pagare in una sol volta i contributi di tre o quattro anni di servizio futuro e di ritenerli come già fatti agli effetti della pensione, in modo da poter liquidare nel 1914 la pensione che potrebbe spettargli nel 1918. Non è possibile fare quello che Ella dice perchè la pensione si liquida sul servizio fatto e non su quello da fare. Il danno della Cassa è evidentemente perchè liquida oggi a Lei favore una pensione che potrebbe anche non competerle, se nel frattempo, acq11istassero, invece diritto gli eredi. (4095). Premio Speranza. - Al Dott. O. D. S. da C. rispondiamo che se la Commissione del concorso pel premio Speranza lo esclu-se per violazione del segreto sul nome dell'autore, è da ritenere che tale condizione sia stata indicata nel relativo bando. Forse nel giornale politico da lui letto non si faceva cenno di tale esplicita condizione per semplice brevità, rimandando, come si suole, all'autorità che ha bandito il co11corso per altri chiarimenti. Del resto su di un brano di giornale politico, che, per giunta ora non più non possiede, non si può basare un ricorso alle sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato. · •

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Doctor jusTITIA .

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\

~ndotte

e f'oncorsi.

ANCONA. Ospedale civile Umberto I. Cercasi assistente preferibilmente con laurea di data recente. Stipendio Io8o lorde; qualche incerto; vitto tuttl i giorni. alloggio con biancheria. illuminazione, rjscaldamento. Nomina per un biennio, dopo un mese, e con servizio un anno di medicina e un anno di chirurgia. Scrivere al direttore. BELLEGRA (Roma): - Medico chir. condotto; L. 2582. 70 pei poveri, L. I29I. 30 per gli abb., L . 100 per Je mansioni di U. S., lorde; due ses· senni. Ab. 2389. Scad. un mese dal 6 ott. BIANDRONNO (Como). - Consorzio con Bardello e Bregano; L. 3875 aum.; ab 3355 .. Scad. 3r ott. BRIOSCO (Mitano). - Medico consorziato con l'Ospedale Annoni; L . 3600, alloggio, luce e riscaldam., condotta piena, ab. 3244. Scad. 28 ott. CAMPAGNA LUPIA (Venezia).-Condotta; L. 3700; in corso d'approvazione L. 4000; cura poveri; ab. 272I. Scad. 31 ottobre. · CASALVOLONE( Novara). - Condotta; kmq. I6. 95; ab. 206I; per la generalità L. 3500, oltre L. 200 quale U. S., L. 300 indenn. alloggio, L. 300 indennità mezzi di trasporto. L. 250 cura lavoratori temporaneamente immigrati. Scad. 31 ott. CASTEL BOGLIONE (Alessadria). - Medico per i soli poveri; L. I300; aument., J.J. Ioo quale U. S. e L. IOO per a. f. Scad. 25 ottobre. CAS'l'ELMADAMA (Roma). - A tutto Io nov. concorso a una delle due condotte; L. 2500 pei poveri, L. 500 per gli abbienti, L. IOO quale U. S., al netto di R. M. Servizio entro IO giorni. COMO. Deputazione provinciale. - Medico direttore del Manicomio; L. 6000 lorde rlell 'imposta di R. M., alloggio vuoto per sè e famiglia, illum. e riscald.; tre sessenni. Titoli scientifici e pratici. Docum. alla Segreteria non oltre le ore 16 del 15 dicembre. CoRNETO TARQUINIA (Roma). -Condotta medica residenziale; L, 2400 lorde e tre sessenni; alloge indennità di L. 300 dall'f)spedale Municipale: tariffa speciale per gli abbienti. Sca1. 22 ott. CORNETO TARQUINIA (Roma).-Condotta chirurgica residenziale; L. 4000 lorde e tre sessenni; tariffa speciale per gli abbienti. Scadenza un mese dal 22 sett. CREMA (Cremona). Ospedale M aggioYe. - Medico-chirurgo-ostetrico assistente; L. 1400 lorde (col I 0 genn. la tassa di R. M. viene sostenuta dall'Opera Pia) e L. 6 per ogni gua~dja nottttrna. Servizio entro 8 giorni. Nomina biennale. Scad. 3I ottobre. • FACCIANO (Lecce). - Condotta ; L- 2000 per ..i poveri e 750 per gli agiati; L. 250 se U. S.,. lorde. Servizio entto 15 giorni. Scad. un mese dal 30 settembre. * FERMO (Ascoli Pi'ceno). - Condotto per la generalità; L. 4250 lorde, compreso compensocavalc., L. Ioo q'l:lale U. S. Scad. 30 ottobre. FIRENZE R . A roispedale ·.di S a~ta M f;Jr_ia N u07!a e Stabilimenti Riun1'.ti. - Aiuto di med1c1na e Aiuto del turno elettroterapico; carica e confe~a bien-


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SEZIONE PRATICA

~ali; tito1i ed esami; biennio di servizio effettivo

in ospedali o cliniche. L. 1800 con ritenuta di R. M. Tre medici chirurgi assistenti, nomina e conferma biennali, età massima 28 anni . L. 1200 con ritenuta di R. M. Documenti alla Segreteria entro le ore 17 del 31 ott. GIU~GAN~ (SaleYno). - Al 31 ottobre concorso a med.ico-c~1ru~go; L. l 500 per i poveri e L . looo per gli abbienti. Età non superiore ai 40 anni. (A u stf'ia-UngkeYia). - La Cassa distf'. pef' ammalati ha aperto il . coneorso a un posto di medico colla sede a Cormons. Contem*GRADISCA

por~n~ament~

l 'A~so~iaz~one libera dei medici di Gonz1a-Grad1sca 1nv1ta i colleghi a non concorrere per ora al predettto posto. LUGO (Ravenna). Ospedale Um berta I. - Assistente per la ~ez. medica; L. 1650 annue lorde, alloggio (rise. ed illum.) e prima colazione. Concorso per tjtoli. Nomina biennale. Scadenza 31 ottobre. Per schiarimenti rivolgersi alla Segreteria della Congregazione di carità.

ab~.,

L. 200 quale U. S.,

1539 lo~de ;

un anno in ospedali dopo la laurea o due d1 condotta come titolare o tre di es~rcizio libero. PERLEDO (Como) . - Medico-chirurgo; L. 3000 nette, aument., cura piena. Scad. 20 ottobre. PERUGIA. UniveYsità Libera. - Cattedra speciale di ~h~rurgia dimostrativa e clinica generale, semetottca e medicina operatoria; vedi fase. 39. Scadenza 4 gennaio. PESARO. Congf'egazione di C~rità. - Chirurgo · primario dell'Ospedale di S. Salvatore; L. 5000 lorde e sessennio. N'omina annua, poi stabilità. Qu~ttr? anni dj servi~io chirurgico. Documenti da inviare mediante piego raccomandato con ricevuta di ritorno alla segreteria entro le ore 16 del 3 nov. PETTINEO (Messina) . - Condotto; L. 2800 nette, non più di 40 anni, s. e. r. 2 anni servizio o~~pe­ dali o condotte. Ab. 2976. Scad. 30 novembre. PODENZANA (Massa CarraYa). - Abitanti 2000. Vacante condotta medica, tutta cura. L. 4000 lorde. Scadenza 21 ·corrente. *PREDAPPIO (Forlì). - Medico chirurgo; L. 3300 lorde e 3 sessenni, cura 550 poveri circa e L. 700 per obbl. cavale. Scad. 31 ottobre. RICIGI,IANO. (Salerno). - Medico per la generalità; L, 2600. Scad. 25 ottobre . RoMA. Ministero del la Gui:t'J'a. - Allievi ufficiali di complemento e sottotenenti medici di supplemento presso alcune Direzioni di sanità militare e presso alcuni reggimenti d'arma a cavallo. Vedansi le norme relative ai corsi speciali ed all'ammissione nel Cl Giornale Militare 1 n. 36 del 26 agosto 1913, n. 1070. Scad. 30 nov .

*MACUGNAGA. (Novara). - Condotta; kmq. 5; ab. 769; lorde L. 2000 per loo poveri circa e L. 1400 per gli abbienti. L. 200 quale U . S. e L. 200 per l'a. f. Alloggio. Scade 31 ott. MENDRISIO (Svizzera). Mantcomio Cantonale. Secondo medico assistente; vedi fase. 41. Scad. 31 ottobre. MILANO. Sanatorio Um ber to I in T revisio (Valtellin:.1). - Medico assistente; L. 2400 pei primo, L. 28oo pel secondo anno, vitto ed alloggio . Rivolgersi alla Presidenza dell'Opera Pia in Milano, via Foro Bonaparte, n . 6r. Scad. 31 ott. MoNTAI,CINO (Sien.a). - Due medici per la cura gratuita agli abitanti di Torrenieri e S. Angelo in Colle; L . 3100 lorde ciasc., obbl. a . f . ; il secondo ROMA. Mi1'tiste~o di;lla Istf'uzione pubblica. ha l'obbligo di una visita settimanale a Cami- Straordinari di patologia generale nella R. Unigliano; L . 400 ciasc. per la cav. Scad. 15 nov. versità di Cagliari; di medicina legale nella R . *MONTE URANO (A scoli P 1.'ceno). - A tutto 30 ot- Università di Pisa; di clinica ostetrica e ginecotobre condotta; I,. 4000 lorde, di cui due terzi logica nella R. Università di Sassari. Scad. 9 dic. pei poveri; assicurazione; non obbl. cav.; ambuROMA. Ministero della M an:na. - Concorso a latorio e ospedale. I sanitari sono due. Accetta- '32 tenenti medici effettivi tra i tenenti e sotzione entro 8 giorni, assunzione del servizio totenenti medici di complemento del R. Eserentro 30. cito; L. 2400 oltre L. 200 d'indennità di arma. MoNTICHIARI (Brescia ). - Condotto per poveri; Scad. 31 ott. Età masRima 30 anni al 23 sett. L. 2500 lorde, 3 sessenni e L. 650 per obbligo cav. (Rivolgersi all'Ispettorato di Sanità). Scad. 4 novembre • ROVERE VERONESE (Verona). - Medico con · MoNTO~NE (A scoli Piceno). M. condotto dotto; L. 6ooo. Scad. 31 ottobre. per la generalità; L. 4250 lorde compresevi in*SAN CASCIANO DEI BAGNI (Siena) . - Medico dennità cavale. e compenso quale U. S. Scad. 30 per la generalità della frazione Palazzone; L. 3000 ottobre. lorde compresevi indennità cavale. ed a. f.; 3 MORI,UPO (Roma). - Condotto; L. 4000, cura sessenni; non più di 40 anni s. e. r :-; ab. g6o. piena, L . 100 quale U . S . ; non più di 40 anni. Scad. 10 novembre. s. e . r. Scad. 30 ottobre. TREVIGLIO (Bef'gamo) Ospedale Santa Maria. *OCCHIOBELLO (Rovigo ). - Medico pel I 0 ri- Medico ptimario Direttore; L. 3000, casa ed uso parto; L. 4800 lorde compresavi indennità cavale., acqua potabile. Aiuto di chirurgia ; L . 2000, abi · 3 sessenni e L. 200 se eletto U. S., ab. 2900 circa tazione ne.ll'interno dell'Ospedale, illuminazione, acqua potabile, bttcato, riscaldamento e servizio dei quali 1100 sparsi. Scad. 31 ottobre. oltre il ro per cento sulle tasse chirurgiche degli * 0LEVANO ROMANO (R oma). - Due condotte; ammalati a pagamento. Non più di 40 anni per lorde L. 2200 quota poveri. L. 1150 quota faentrambi. Rivolgersi alla Segreteria. Scad. 3I ott. coltativa abbienti, due sessenni, L. 50 all'U. S. TRIESTE. Ospedal~ della Maddalena. - A tutto Scad. 40 giorni dul I 0 ott. il 20 corr. è aperto il concorso al posto di medico PERETO (Aquila). - A tutto il 15 nov. con- assistente. Il titolare viene nominato per un dotta piena a L. 3500 pei poveri, L. 300 per gli triennio col carattere d'impiegato provvisorio. È (31)


-

...

IL POLICLINICO

assegnato l'onorario di anuue cor. 1900 e l'indennizzo fisso di vettura di annue cor. 400. Il medico assist ente è obbligato ad alloggiare nello stabilimento e non può avere altri impegni con orario fisso senza il consenso della Giunta municipale. Istanze documentate al Magistrato civ~co di Trieste. (Cittadinanza austriaca}. TRIPO~I. Amministt'azione degli lsti'tuti ospedalieri e di beneficenza. - Direttore sanitario 9e1l 'Ospedale Civile; vedi fase. 40. Scad. 10 ncv . UGGIATE (Como) . - Consorzio con Gaggino, Tredano. Ronago, Camnago; abitanti 4007 ; stipendio 4700 più 400 indennità mezzo trasporto, tre aumenti sessennali. Scadenza 25 ottobre; chie· dere nota docum~nti Ufficio Comuna1e Uggiate. 1 ' .

AILA'rE (Cremona ). - Medico chir. residenziale; L. 3500 al netto di R. M., due sessenni. Ab. 3450 dei quali circa 3100 considerati poveri. Non obbligo mezzo di trasp. Incarico t J. S. e direzione ospedale Caimi. Il territorio com. è considerato zona malarica . Assunz. posto entro 15 giorni. Scad. 30 nov. * VA~ENTANO. (Rom a). - Medico; I •. 4600 lorde, cura piena, L. 200 quale U . S. e 3 sessenni; ab. 3189 dei quali 2146 nel centro. Scad. 19 ott. VERCE~LI

(Novara). - Presso la Scuola ostetrica pareggiata Assistente; L . 118 0 nette con l'obbligo di pernottare e risiedere nell'ospedale mag~iore ove ha sede la scuola e disimpegnare ufficio assistente presso sezione maternità ; non più di 30 anni , titoli ed esami, documenti al Rettore della R~ Università di Torino. Scad. 10 novembre. *VERTENEGLIO (Istr1·a ). - Il Municipio ha aperto il concorso ad un posto di medico comunale con condotta piena e coll'emolulemento ~nnuo di cor. 5000. Armadio farmaceutico.(Cittadinanza austriaca) •

\ lOLVERA (Torino) . - · Medico; L. 1600, r~. 100 qua le U . S. , alloggio e giardino. Scad. z 5 ott . GENOVA. R. c linica medica. - Sei posti di assistente, senza stipenrJio, pel 1913 914 equipa · rati a quelli di nomina ministeriale. Due di essi saranno destina ti ai vari labora tori di microscopia e batteriologia clinica, a quello sperimentale, di chimica clinica, di radiologia, elettricità. ecc. Due avranno mansioni esclusivaqiente cliniche, visita e studio degli ammalati, redazione delle stcrie cliniche, indagini dia-gnostiche, in modo da a vere una buona preparazione per la pratica professionale. Gli altri due avranno mansioni miste di clinica e di laboratorio, e a questi incombe l'obbligo delle più fini indagini scientifiche, di lavori metodici, in modo di ottenere la prepara· zione sufficiente per conseguire titoli accademici; e perciò sarà data per questi la preferenza a coloro che provengono da Istituti seienti:fici. specialmente di :fisiologia, di patologia generale, di anatomia patologica, o di altri Istituti. Le domande devono essere indirizzate in carta libera, prima del 5 novembre 1912, al senatore prof. Edoardo Maragliano, Genova. In esse devono essere scritti sommariamente i servizi prestati sia negli Ospedali o in Istituti scientifici o in pratica privata; la data della laurea, e jndicare a quale dei tre gruppi il candidato desidera essere assegnato. Alla fine d'anno sarà rilasciato uno spe· ciale diploma, attestante il servizio prestato.

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FASC.

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Medico trentenne lungo servizio clinica Ospedali di Roma, assumerebbe subito interinato pre· feribilmente servizio Ospedale oppure condotta, disposto concorrere soddisfacendo condizioni. Offerte libretto postale riconoscimento 09,358. Roma. Medico-chirurgo assumerebbe anche subito interinato o supplenza di qualunque durata nell'Italia Centrale o Settentrionale. Proposte fino al ·2 5 corrente: libretto riconoscimento 142,796, posta, Perugia. · Medico attivissimo, ottimi requisiti Ospedali, Condotte, accetterebbe subito buon interinato, supplenze, senza campagna, Italia centrale. Per eventuali propoc;te scrivere, indicando condizioni, F armacia Conti, Tivoli (Roma). Sono segna ti con un l\st e1isco • i c oncorsi che ci risultano clit6datJ dalle si ngole Associazioni Sa nitarie professionali. Sono !=egnat.i con due ast erischi •• I concorsi che cl rieultano t'lotcottatl da lla F ederazion e d elle Associaz ioni Sa nitane ltalla nt .

Diffide e

• boi'cotta~gi.

Nuove diffide sanzionate: Valentano (Roma), Acquasanta (Ascoli Piceno), Staletti (Catanzaro), Occhiobello (Rovigo), Civita d'Antino (Aquila). Revoca di diffida : Morlupo (Roma), Vailate (Cremona), Magisano (Catanzaro), Taino (Como) , Frassinelle (Rovigo). Ci si 0o munica: « La Sezione dell' A. N. dei M:- C. di Civitacastellana avverte che in seguito ad accordi intervenuti nella compilazione del Capitolato per la c-ondotta medico chir urgica di Morlupo (Roma) ne è revocata la diffida ». FlLADELFIA. P t'emio A lva'Yenga. - Il Collegio dei medici mette a concorso questo premio, di circa dollari 180, per lavori compiuti in qualunque ramo della medicina e non ancora pubblicati. I dattiloscritti, in inglese o corredati della traduzione inglese, debbono pervenire non oltte il 1° maggio 1914 al segretario (Thomas R . Neilson, M. D., secretary of the College of Physicians, Philadelphia, S. U. d' A., 19 South 22nd Street). Non porteranno la firma ma ~n motto e sarann_o accompagnati da una busta chiusa contenente 11 nome dell'autore.

Nominr, promozioni e onorificenze. Alessandria ~ stata conferita la nomina di uffiziale ·della Corona d'Italia. 11 nostro esimio concittadino presta la sua opera presso la nostra colonia quale ~e: dico della Beneficenza; copre numerose funz1on1 presso le ammi~istrazioni loca.li, i11:tern~zionali e miste; ha oruantzzato nell"?Egitto 11 primo plotone di cc ca~ciatori italiani » (boy scouts), quale . presidente della sezione alessandrina dell'Istituto nazionale di educazione fisica. È un efficace e benemerito assertore d'italianità. CATANIA. - Il prof. Longo Antonino è nominato straordinario di clinica pediatrica. GENOVA. - Il prof.. Ma~agliano Dari? -Vitto~o è nominato strardinarto di elettroterapia e ra<:}10logia medica. Al dott. cav. Coloridi bey di


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NOSTRE CORRISPONDENZE.

IYOTIZIE DIVERSE

Per l'unificazione delle scuole degli infermieri e delle Scuole per levatrici. Chiamato in causa dalla cortesia dell'amico dott. Pugliesi (vedi Il Poticlinico , sez. prat., fase. 40, p. 1464) dichiaro che sono perfettamente d'accordo con quanto scrisse il collega sulla fondazione di un'unica scuola per levatrici ed infermiere. Già nel 1905 all'Ordine dei medici di Venez.ia presentai una relazione sul miglioramento morale della classe degli infermieri e delle levatrici e proposi due ordini del giorno ·approvati dall'assemblea. Tali ordini del giorno vennero trasmessi anche al · Consiglio Federale degli Ordini, ma non ebbero seguito. Non abbandonai l'idea, che sempre mi stette a cuore, e pubblicai qualche articolo nel Bollettino della Camera sanitaria di Venezia ed anche in un giornale politico (L'Adriatico). Io sono convinto che con l'istituzione di scuole con programmi seri e completi per la formazione di infetmiere-levatrici, ne guadagnerebbero prima di tutti ed i malati e le gestanti, e ne avvantaggerebbero le levatrici che con una più completa istruzione,· avrebbero anche un campo più vasto di attività professionale e quindi anche un miglioramento morale e materiale. Non mi dilungo di più per non ripetere quanto venne già pubblicato, ma vorrei spingere tuttQ , la classe meçiica, specialmente quella ospedaliera, ad occuparsi dell'argomento, facendo pressioni sui pubblici poteri, affine di togliere gli ammalati degli ospedali <la un'assistenza infelice, molto mercenaria ma poco umanitaria. A. DIAN.

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SEZIONE PRATIC_i\

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L'assicurazione eon tro elettorale.

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malattie e la piattaforma

Nel discorso dell"on. Nitti ai suoi elettori è stato discusso ampiamente il problema delle assicurazioni sociali cui aveva già accennato l'on. Giolitti. L'on. Nitti ha ricordato l'impegno assunto dal Governo di presentare al Parlamento proposte legislative per la riforma dell'attuale legge sugli infortuni e per l'estensione di essa ai contadini. Ha poi riconosciuto la necessità di provvedere prossimamente, sull'esempio di altri paesi, all'assicurazione contro le malattie. Anche 1' on. Luzzatti aveva dichiarato matura questa riorganizzazione dell'asc;_;i stenza sanitaria. Invece l'on. Sonnino propone le pensioni per la vecchiaia. La classe sanitaria ha il dovere di collaborare attivamente in queste riforme, così da prepararle invece di subirle. I Congresso Nazionale dei Medici specialisti.

Nei giorni 22 e 23 del prossimo novembre avrà luogo in Napoli questo l'ongresso promosso dalla Associazione professionale dei Dermatologi italiani. Vi hanno dato la loro piena adesione di simpatia e d'incoraggiamento le più spiccatt per· sonalità e illustrazioni della scienza e della pratica. L' importanza di questo Congresso non può sfuggire a chiunque consideri quanto sia arbitrario ed abusivo il titolo di specialista, che non di rado si attribuiscono medici .sprovvisti di . . una severa preparazione, e come sta necessario avvisare ai mezzi che debbono infrenare questi abusi, e offrire garanzia di merito nell'intere~se del pubblico e pel maggiore decoro dell'arte · sa· nitaria. Aderirono a far parte del Comitato d'onore i professori Angelucc1 , Morelli, i senatori professori T. De Amicis, P. Foà, L. Mangiagalli. Presiede il Comitato ordinatore. costituitosi in Napoli per .preparare il I Congresso, l'on. prof. PietravaJle, deoutato al Par!ameato. ie adesioni al Congresso, insieme con la quota di lire 10, si mandano al signor dott. Gaetano Mendozzi , Vico Neve a Materdei, n. 3, Napoli. .

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IV Congresso dell'Associazione professionale dei

Dermosifilografi italiani. Il I V Congresso di r1uest.a Associazione avrà luogo in Napoli nei giorni 20 e 2 1 del p rossimo novembre, immediatamente prima di quello dei Medici specialisti, i c1uali, per iniziativa dell' Associc..tione professionale dei Dermosifilografi italiani, si riuniscono ora per discutere dei loro interessi e ~ostituire una Federazione nazionale. I soci che volessero fare delle comunicazioni sono pregati di inviare il titolo non oltre il 1 '.1 novembre p. v. al segretario dott . Vincenzo Mon· tesano, via Campo Marzio, 69, Roma. Per i ribassi ferroviari chiedere i documenti al dott. Gaetano Mendozzi. \ ico Neve a Materdei, n . 3, Napoli.

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(33)


r542

IL POLICLLNICO

• Congresso italiano di laringologia, otologia e ri· nologia. Per la coincidenza delle elezioni gen~rali politiche colla riunione della Società italiana di la1:'1 ... rrologia, otologia e rinologia, l'ufficio di presi<1(.uZa ha ricevuto domanda da molti soci, che non potrebbero intervenire, per un rinvio della riunione stessa. Aderendo a questo desiderio, la prossiµl.a riunione è stata trasportata ai giorni II, 1 2 , I3 novembre. . Per qualsiasi informazione rivolgersi all'ufficio di presidenza (presidente F. Putelli; segretario F. Brunetti: Calle Ridotto, I389, ·Venezia). Il V Congresso internazionale per l'assistenza degli alienati avrà luogo a Mosca dall'8 all'rr gennaio 1914. Il Comitato internazionale permanente, nella sua riunione di Roma, tenuta sotto la presidenza del {>rof. Tamburini, ha stabilito il programma ufficiale del Congresso, che comprende sei relazioni. I nomi dei relatori sono stati designati solo provvisori amente. La corrispondenza relativa alle relazioni ed alle comunicazioni dovrà essere indirizzata al segre· tarlo, dott. Cettline, Krassnoselska1a, 3, Mosca. Tesoriere del Comitato organizzatore è il dottor Dounéièff, Mosca, Asilo Préobrajensky. La quota è di 25 franchi. . · Al Congresso sarà unita un'e~posizione. Congresso internazionale d'ingegneria sanitaria. . Si è adunato negli scorsi giorni a Milano nel palazzo Marino. Gl'ingegneri italiani hanno preso larga parte ai lavori. Al Congresso dei medici tedeschi tenutosi testè a Vienna il prof. G . Mingazzini di Roma ha parlato applauditissimo sui progressi della scienza neuropatologica·. L'illustre clinico è stato acclamato presidente onorario della sezione di neuropat ologia. Corsi di perfezionamento. La e Freie Organisation fiir die niedizinischen Kurse an der k. k. Universitat in Wien i> pubblica, in tedesco, inglese e francese, un elenco di corsi, conferenze e dimostrazioni cui possono asiistere i medici a scopo di perfezionamento nell'anno scolastico 1913-14 nella facoltà medica di Vienna. Coloro cui interessa potranno ottenere l'opuscolo rivolgendosi alla casa editrice (Arzt· liche Fortbildungskurse, etc. : Urban u. Schwar· zenberg , 1914; Berlin, N ., Friedrichstrasse 1056; Wien, Msximilianstrasse 4). Le lezioni dei liberi docenti. Il ministro della P I. on. Credaro. ha sottopoc:;to al Consiglio di Stato il seguente quesito; ~< Se nella liquidazione annuale delle quote « dovute ai privati docenti per le iscrizioni ai (( loro corsi, possa considerarsi come "giustificato « motivo., (ai sensi dell'art. 91 del · regolamento « generale uni versitario) il fatto di non essere « stata la lezione effettivamente ~partita per « l'assoluta mancanza di alunni nel corso ». Il Consigiio di Stato, in seguito a molte ed eia· borate considerazioni, h a opinato che una com(34) 1

(ANNO

XX,

FASC. 42]

pleta diserzione degli studenti dai corsi liberi non potrebbe essere ricondotta che ad una di queste due cause: o il carattere fittizio delle iscrizioni, il quale deve essere sufficiente auando si rilevi, a togliere alle iscrizioni stesse 'ogiii effetto· ovvero l'i~capacità dell'insegnante, che non h~ sap,u to ass~curare la frequenza degli studenti, fac~nd<;> cosi venir. me~o lo s<;opo pe~ il. quale si g1ust1fica la retribuzione det corsi ltbert, e stabi!endo Ui:t fatto imputabile all'insegnante stesso .. Ed 1n seguito ad altre considerazioni, ha ritenuto che le lezioni non impartite dal privato inseenante per assenza assoluta di alunni che si presentino ad ascoltarlo, non devono essere tenute in conto agli effetti della liquidazione delle quote all'insegnante stesso dovute, a meno che l'assenza poss~ ~ssere giu~tificata da motivi specifici, ricon.os~1ut1, come .dt regola, dal r ettore, udito il Con· stglto accademico a norma dell'articolo 91 del regolamento generale universjtario. Il ministro ~r~dar? accogliend~ il suesposto parere del Cons1gl10 dt Stato ha d1ramato una circolare in questo senso ' ai rettori d'Università e ai ca~i d'Istituti. superiori ~ffi~chè sia provveduto 1n conformità, a com1nc1are dal prossimo anno scolastico l9I 3-14.

I tenenti medici di marina. Il Ministero della marina comunica: Qualche medico esente dal servizio militare ha sollecitato l'ammissione al concorso ora bandito per la nomina a tenente medico in servizio attivo nella regia marina. Per le tassa tive disposizioni della legge 29 giugno 1913 sui corpi militari della regia marina, i tenenti medici effettivi debbono trarsi per concorso dai tenenti e sottotenenti medici di complemento. Si prevede però che non tutti i posti messi ora a concorso saranno coperti" ed in tal caso verrà indetto, a· termini sempre della citata ·legge, un nuovo concorso fra i medici civili che non hanno l' obbligo di leva, per completare il numero dei tenenti medici effettivi occorrenti alla regia marina. Il Sanatorio antimalarico della provincia di Roma. Nella stagione estiva sono stati curati nel sa -· natorio di Rocca di Papa oltre un centinaio di bambini malarici osc;ia il doppio dello scorso anno. Tutti hanno riportato impareggiabili benefiei: il loro peso è aumentato in media dai z ai 5 chi· logrammi, h anno riacquistato forza , colore, gaiezza, in una parola hanno agguerrito fortemente il loro organismo. L'esito felicissimo sempre conseguito. nei tre anni da che funziona il sanatorio di Rocca di Papa, incoraggia l'Associazione nella sua nobile intra presa. ed essa confida che i bimbi e le famiglie di Roma, e gli scolari di tutta Italia vorranno sempre più efficacemente aiutarla col tradizionale dindaròlo e con oblazioni affinché possa estender~ i suoi benefici ad un numero maggiore di bimbi delle nostre campagne cosi bisognevoli di assistenza. Per lospedale di Casal Monferrato. L ' Atnministrazione dell'ospedale degli infermi di Casale Monferrato ha accolto le conclusioni della Commissione esaminatrice sull'esito del concorso per la costruzione del nuovo ospedale; furono le se5uenti: 1 ° « Alfa et Omega • dell'in•


(ANN<?

X.X,

F ASC. 42 I

SEZIONE PRATICA

gegnere Domingo Tabbò e cav. Riccardo Haupt di Genova; 2° " Ape », dell'atchitetto ing. Archimede Massara di Novara; 3° u Xendochia 1. dell'architetto Arrigo Cantoni di Milano. I premi sono di lire 5000 al primo e di lire 2000 al secondo ed al terzo. ,

Lasciti di beneficenza. Il pubblicista cav. Federico Musso, morto a Torino, ha lasciato all'Oc;pedale di S. Giovanni (ove era solito recarsi quotidianamente per le sue funzioni di giornalista) la maggior parte delle sue sostanze, il cui valore, a quanto si assicura, si approssima al mezzo milione, parte in immobili e parte in valori. Dall'asse ereditario dovranno essere detratti i legati di 3000 lire per ciascuno ai seguenti istituti di beneficenz~: Opera Pia Lot· teri ; Istituto Artigianelli; Istituto dei Poveri Ciechi; Istituto dei Rachitici; Istituto Pro Pue· ritia; Casa Benefica. pei derelitti; Ospedale Infantile cr Regina Margherita »; Ospizio dei P overi Convalescenti; Opera Pia della Maternità; Opera Pia del Baliatico; Istituto I..orenzo Prinotti ed Istituto « Pane Quotidiano ». Il sig. Giuseppe Negrelli, morto a Concordia (Modena), ha destinato il suo patrimonio, di circa r20 mila lire, alla Congregazione di Carità perchè questa provveda alla costruzione di un ospedale. Il sig. Nicola Montemagno, suicidatosi a Caltagirone (Catania), ha lasciato 200, 000 lire per i poveri di quell'ospedale. TI nob. Dino Colfi, morto giovanissimo a Genova, ha lasciato un milione e mezzo per un istituto nel quale dovranno essere accettati ed istruiti gratuitamente i bambini di famiglie povere della città di Modena e di alcuni paesi limitrofi. La signora Vignati, motta a Camazza (Legnano), ha fatto alcuni legati al proprio paese d'origine ed uno di Io mila lire all'Ospedale civile di Legnano.

· Un'eredità sfumata. La vistosa eredità che si presumeva lasciata dal dott. prof. Giovanni Giudice di Torino a favore dell'ospedale del Cottolengo è stata dimostrata insussistente da una istruttoria giudiziaria condotta contro una parente del defunto. \

Propaganda d'Igiene. Il dott. Budini Paolo, ufficiale sanitario di F'igline (Firenze), ha svolto in quest'anno un esteso programma di « pronto soccorso ed assistenza ai malati 1 nei locali della Pubblica Assistenza Vittorio Emanuele II, ascoJtato con vivo interessamento del numeroso uditorio, presenti le Autorità com~ etenti. .. Egli con lezioni teorico-pratiche dimostrative ha preparato nello scorso settembre una squadra di militi e l' ha presentata al Concorso della Salute Pubbl·ica fra le P. 11.. del 28 settembre a F·irenze. La squadra davanti ali' On. Giuria di Firenze ha svolto brillantemente uno dei temi del con· corso di pronto soccorso, riuscendo premiata con la medaglia d'oro e riscuotendo il generale plauso di merito.

1543

Il dott. Budini si è dato in nota al presidente della Sezione Valdarnese della A. N. M. C. per una serie di conferenze col tema e Profilassi sociale delle malattie infettive: pratica delle disinfezioni», designato per la Pubblica Assistenza di Figline pel r914, e per le Scuole del Capoluogo: «l'Igiene della Scuola - Le malattie della Scuola 11. Nell'anno scolastico testè scorso il dott. Tuttolomondo Angelo di Gjrgenti ha tenuto un corso gratuito d'Igiene nelle Scuole normali della città, dietro autorizzazione del Ministero della pubblica istruzione; ha trattato i seguenti argomenti: Igiene delle Scuole - Igiene individuale - Malattie infettive e contagiose e profilassi contro di esse, ed in particolar modo sul Colera - Malaria - Vaiuolo - 1'ubercolosi - Alcoolismo.

Medici candidati alle prossime elezioni politiche. Fra i numerosi candidati alla deputazione politica notiamo i seguenti medici: Appiano - dott. E. Binda, rif. Arezz~, Cortona, Bibbiena ptof. Sanarelli.. Benevento - prof. L. Bianchi, lib. Borgomanero - dott. Balconi, soc. Castrogiovanni - dott. Colajanni, rep. Chivasso - dott. Lava. soc. Como - dott. Tomaso Porta, soc. rif . Corleto Perticara - dott. Guidone, lib. Crescentino - dott. Maffi, soc. Ivrea - dott. Casalini, soc. Lanzo - dott. Molinari , cost. Mantova - dott. Luglio, soc. Marostica - dott. Enrico lnsabato, catt. Pavia - prof. Roberto Rampoldi. Rocca Canavese - dott. Molinari Vittorio. Milano II - d ott. Della ' ' edova. lib. dem .. Milano IV - dc)tt. Allevi Giovanni. soc. Roma I -- E. dott. Matteuzzi, rep. Roma III - prof. Guido Baccelli, lib. Spilimbergo - dott. Q. Zanardini, lib. Thiene - dott. A. Colpi, soc. Treviglio - dott. Emilio Gallavresi, soc. Treviso - prof. I.1orenzo Ellero, rad. Varese - prof. Luigi Maria Bessi, soc. ... L'apertura del canale di Panama. Il Io corrente le acque dell'Atlantico e quelle del Pacifico si sono riunite nel letto del canale di Panama. Il compimento dell'immane lavoro è stato reso possibile dalle scoperte sulla trasmissione della malaria e della febbre gialla : esse banno portato ad efficaci mezzi profilattici, che hanno consentito il soggiorno in quella regione degli operai, i quali prima venivano falcidiati a migliaia dalle due letali malattie; hanno trasformata addirittura molta parte dell'istmo in una stclzione climatica. Il più grandioso lavoro di cui possa vantarsi l'umanità segna dunque un trionfo dell'igiene. Onoriftcenza. La medaglia d'oro della l\'ledicina Americana per il I9I3 è stata assegnata al dott. M. J. Rosenau, professore di medicina preventiva e d'igiene alla Harvard University, in seguito alla dimostrazione positiva da lui compiuta sul compito che spetta allo « Stomoxys calcitrans » (mosca delle stalle) nella trasmissione della poliomielite epidemica. (35)


1544

IL POLICLINICO

[ANNO

x...x

F .i\SC. 42J

Rassegna della stampa medica.

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Berl. Klin. Woch., 18 ag. RPPINGER. « Sulla patologia della funzione splenica ». - ALBU. «Sull'auto-intossicazione intestinale ». - LOEWENTH.~. « Irradioterapia dei tumori maligni ». La Sem. Méd., 20 a~. Rosa. « L'atrofia muscolare parziale nelle miopatie ». The Journ. A. M. A., 16 ag. FLEXNER. (( La terapia specifica locale delle infezioni ». - LEscor.IER. « La durata deli'immunità consecutiva a vaccinazione jenneriana ». - BRJDGMAN. •Deficenza mentale e dt:.linquenza ». The Boston M. a. s. Journ., 14 ag. JACKSoN. • La ipertrofia dello sfintere anale ». La Liguria Med., l 5 ag. DARDANO. a: S ulla mastite cronica >l . La Prensa Méd., 15 ag. CARUSO e ALBERTINI. cc L'anestesia del plesso brachiale • . Gazz. d. Osp., 21 ag. VISCONTINI. (( Necrosi del testicolo per torsione del cordone ». Deut. Med. Woch., 21 ag. KASSOWITZ . (( La questione del rachitismo. - MEICRHOr~n . « Fisiologia e patologia del timo ». Gazz. Med. It., 21 ag. RuscA. « I .a sindrome clinica d i Brulé-Lemierre della dissociazione biliare ». Gaz. d. Hop ., 21 ag. CAJLLAU. << Diagnosi etiologica differenziale e inter{1retazione delle cirrosi epatiche >>. Journ . d. Prat., 23 ag. CALOT. « Terapia moderna della scoliosi » . Le Progrès Méd., 23 ag. LABBÉ. « L'apepsia ». Rev. Méd. de la Suisse Rom., 20 ag. DuBors. « Il compito dell,emozione nelle psicopatie •. The Boston M. a. S. Journ., 21 a g. Br.,uMER. « Sull' insegnamento della terapia ». Dermat. Woch., 23 ag. CoPELLI. « Ricerche batte· riologiche sul pemfigo ». - HEDtN. « Lo zolfo colloidale nella gonorrea ». La Rif . Med., 23 ag. BRECCIA. « Un nuovo appare~chio pel pneumotorace artificiale ». La Presse Méd .. 23 ag. LEBON e AUBOURG. « Contrazioni riflesse del crasso e riflessoterapia ». Med. Klinik, 24 ag. FABER. « L'ulcera gastrica cronica juxta-pilorica ».-LAACHE. «Sul sonno ».

Beitr. z. Klinik. d. Infektionskr. u. z. Immunitatsf. I. LINDEMANN. «Il quadro batteriologico nell'aborto provocato ». - GEBB. « La sieroterapia dell'·u lcus co.Yneae se.ypens ». - BROCK. « L'anafilassi in dermatologia e v eneorologia ». - FEJES. « La colisepsi ». The Laneet, 2 3 ag. MACKENZIE. « Il trattamento tubercolinico ». - ABBE. « Il radium nelle affezioni cancerose ». - OLIVIER. « Profilassi e cura del saturnismo professionale ». - Wu LIEN TEH. « Marmotta mongolica (tarbagan) e r.este ». Pensiero ~ed., 24 ag. CLIVIO. « Tre casi gravi di emorragie post-part1;tm ». Berl. Klin. Woch., 25 ag . FRIEDBERGER e SCHIFF. « Sugli anticorpi etero-genetici ». BERING. « Sui progressi nella terapia della sifilide ». La Prov. Méd., '23 ag. TsrssmR. « Le albuminurie dette funzionali ». Med. Record, 23 ag. D1CKINSON .. « La sindrome uterina ». The Journal A. M. A., 23 ag. « Numero sull' insegnamento della medicina ». - PFAHLER, Pu SEY, LANGE. « La radioterapia del cancro ». - NEFF. « La lotta contro la pazzia ». The Journal of Med. Res., ag. H4RRIS. cc L'asso ciazione di neoplasie tubercolari e cancerose ». - KENDALL, DAY e WALKER. (( Azione ~elet­ tiva di certi batteri sul peptone ». Miinch. Med. Woch., 26 ag. SCHLAGINTWEIT e STEPF. « La secrezione pancreatica nei disturbi secretori dello stomaco ». - BEYER. « Il siero antidifterico per via endovenosa ». Allg. Wlen. · med . Zeitung, 2é ag. WoRTHINGTON. Diatermia ed elettro-coagulazione ». Le Bull. Méd., 27 ag. PLICQUE. « La cura antisifilitica nella tabe ». Gazz d. Osp., 24 ag. CINQUEMANI. « Raro caso di o8teomielite della scapola guarito con la pan· scapulectomia ». La Pediatria. 31 ag. JEMMA. «Sul morbo di Barlow ». - MENSI. « Contegno della temperatura nella latenza 1el morbillo ». - CARONIA. « Potere complementare del siero nella leishmaniosi infantile.

Indice alfabetico per materie • •

Aberrazioni ottiche del cinematografo Pag. 1534 Alopecia aerata: cura. . . . . . . . . » 1532 Assicurazione per le malattie degli operai• . . . . . . . . . . . . . . . • Carcinoma del retto: tecnica dell'intervento operativo . . . . . . ~ . . . • 1509 )) 1535 Congressi di medicina (I) . • . . • . • Fegato: asportazione del lobo sinistro )) 1524 per gomma sifilitica . . . . . . . . » 1532 Indebolimento permanente d~ trauma )) 1524 Lu~sazione posteriore del ginocchio . . Mastite puerperale: etiolog_ia e terapia· )) 1517 )) 1535 Medici ospedalieri : congresso . . . • . )) 1527 Miocarditi acute . . • . • . . . . . . J) 1525 Morbo di Pott • . • • . • • . . • . • Roma, 1915 -

(36)

Tip. Nasi011ale di G, Bertero e C.

Pertosse: agente etiologico • • . . ... Pag. 1527 Reni: afiezioni luetiche e post-luetiche ]) 1516 Riflesso oculo-cardiaco nella sindrome I 1528 di Basedow. . . . . • • . . . . . • Scuole per infermiere e per levatrici; unificazione . . . • . . . . . . . . . J 1540 Tachicardia parossistica . . . . . . . 1524, 1528 » 152r Tubercolosi: Congresso contro la • » 1524 Tumore della cicatrice ombelicale. . . Tumore voluminoso della regione ante• 1524 riore del ginocchio . . • . . . . . . Tumori del rachide e del midollo: chi• • 1512 rurg1a . . • • • . . . • • • • • • • )) 1524 Vescica : inversione totale. • • • • • •


inno XX.

Roma, 26 ottobre 1918

Fase. 43

SEZIONE PRATICA •

DIR ETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI

Prof. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

....:a-==r:===============================---====================·~

SOMMARIOa Lavori originali: Prof. L. M. Spolverini: Contributo alla conoscenza dello scorbuto infantile. - Riviste sintetiche: P. Ehrlich: La chenioterapia. - Sunti e rassegna: EPIDEMIOLOGIA: A. Celli: La diffusibilità dei germi patof!eni. _DERMATOLOGIA: )lalcolm Mortis: L e 11crezioni interne in rapporto con la dermatologia. - UROI.OGIA: Max Marcuse: Sull'atonia della prostata. Osservazioni cliniche: Dott. I.orenzo Castriota: La « Pltlegmasia alba dolens » come complicanza della infezione pulmonitwa. Accademie, Società mediche, Congressi: V I I Riunione della Soci.età italiana Per 1l Progresso delle Scimz1. - Sccoµda 1'iu.nione degli igt".enisti italiani.

Appunti per il medico pratico : MEDICINA SCIENTIFICA : Paralisi progressiva e spirocheta pallida. -

CASISTICA~:.·!;;~~

della testa del panc1'eas. - Lo stadio iniziale del carcinoma del crasso. - TERA.PIA: Iniezioni supermassimali di benzoato ài mercurio nella cura della sifilide. - Il salvarsan nell'atiemia perniciosa progressiva. - Ricerche sof)ra l'az•lone dei preparati mercuriali nelle spirochetosi. - Medicina sociale : Voti approvati al I I I Congresso Nazionale per la lotta sociale conlf'o la t11ò11'colosi. - Posta.

degli abbonati. - Varia. - Cenni bibliograftci. Nella vita professionale: Ancora per i medici condotti del. Comt,ne di Roma. - Ric01'si cotitro le delibera1ioni di liten1iammto. Ancora i ritorsi e a dott. Justitia. - Cronaca deJ. mnvimmto Pf'of1ssionale. - Risposte a quesiti e a. domande. - No• mine, promozioni e onorificenze. - Condotte e Concorsi. - Notizie diverse. - Rassegna della stampa. medica. - Indice alfabetico per materie.

AVVISO

AGLI

ASSOCIATI.

La stampa del ''COMPENDIO DI GINECOLOGIA MODERNA,, - premio pel 1913 al nostri Abbonati - è tpressochè ultimata e ne cominceremo la. spedizione nei tprìmi del prossimo mese. L'eccezionale ritardo, che può sembrare soverchio, è dipeso unicamente dall'intento di mettere il libro al corrente coi più recenti progressi raggiunti dall'importante branca di cui esso ~argo­ mento e pel desiderio di dare agli associati una GUIDA. che Bia loro veramente utile per l'esercizio della tprofessione. Intanto preghiamo coloro che non· hanno ancora spedito l'importo dell'abbonamento, di atrrettarne l'invio, se vogliono fruire del premio medesimo, aggiungendo i centesimi 50 per le relative spese d'affrancazione e raccomandazione. L'Amministrazione. N. B. -

I pagamenti debbono essere esclusll·amente Indirizzati al Prof. ENRICO MORELLI, l'la del Trl&one, n. 4C - ROMA..

Dlrlltl •1 proprie• rl~en·aU sen.ra citarne la fonte.

È vistata la r-1pruduzlon e di lavori pubblica.ti nql POLl()LINl«JO o la pubbllcasione di sunti dJ 1s1J

LAVORI ORIGINALI Clinica pediatrica della R. Uni1ersità di Roma diretta dal prof. L. CONCETTI.

"°ntributo alla conoscenza dello scorbuto infantile per il prof. L.

~1. SPOLVERII-~I. 1°

aiuto e docente.

Lo scorbuto infantile, anche dopo il classico lavoro di Barlow· {I883), col quale illustrava chiaramente il quadro nosologico caratteristico, è una malattia da noi in Italia poco conosciuta, sia p~rchè abbastanza rara a riscontrarsi nella pratica medica, almeno a giudicare dalla lette· ratura pubblicata al riguardo, sia anche per la difficoltà che talora si incontra, anche da medici valenti, nel formulare un'esatta diagnosi.

Difatti il primo caso descritto presso di noi rimonta al 1900 (Cima) ed il Concetti nel pubblicare i due casi da lui osservati fa giustamente notare come da allora e nel decennio consecutivo in Italia siano s tati resi noti soltanto 35 casi (compresi i suo~). Con ciò non si deve intendere in senso assoluto ' che solamente questi saranno stati i casi in realtà verificatisi in tutta Italia; ma è positivo che gli autori, che si sono occupati dell'argomento, tutti sono concordi nei ritenerlo presso noi come una affezione rara in grazia appunto della prevalenza dell'allattamento naturale. Ciò premesso, credo utile riferire brevemente su tre casi occorsimi recentemente nella pratica privata, anche per alcune particolarità relative alla diagnosi ed alla etiologia, sulle quali è sempre bene richiamare e tenere viva l'attenzione

(I)


II, POI !CLINICO

dei pediatri sia per ottenere una sollecita guarigione anche nei casi di una certa gravità, ma molto più per evitare la comparsa del quadro morboso. Giacchè conviene sempre ricordarsi eh~ non vi è, si può dire, un'altra malattia cui possa venire tanto facilmt'nte curata od evitata, solo che si tenga presente la speciale sintomatologia ed etiologia.

d.ata la sot?ministrazione esclusiva del vitto speciale avanti detto. Anche l'esame delle urine era negativo: così pure la cuti-reazione e la Wassermann: fegato e milza nc:i limiti nonnali. La temperatura, osservata attentamente, dimostrava lievi au,menti , in ispecie verso sera (37°, 3·37° . 5).

Debbo confessare che in questo primo momento non riuscii ad orientarmi con precisione sulla diagnosi: prescrissi degli impacchi caldi ~ulJe parti dolenti dell'arto inferiore destro e - tenuto conto d~lle insistenze d~l padre - delle applicazioni C'ASO I. - P ... A .. . , di mesi 10. Genitori di pomata mercuriale. Però dopo 15-20 giorni le sani: il padre però ha circa 60 anni; fratelli e condizioni tanto generali che locali non solo non sorelle, molto più grandi di età, viventi ed in miglioravano, ma anzi peggioravano al punto che buone condizioni di salute. Nata bene; allatta- anche l'arto inferiore sinistro si faceva dolente alla pressione ed il pallore aumentava. Uno zio della ment.o per balia in casa ottimo pei primi 5 mesi, eppoi meno buono senza causa riscontrabile, ed bambina, distinto chirurgo, che seguiva pure le fasi infine interrotto bruscamente a 7 me~i a causa della malattia, volle fare delle radiografie, però di eresipela sopraggjunta alla nutrice. La bam- senza speciale risultato, e propose ed applicò un bina , che già mangiava qualche farinata, fu apparecchio inamovibile all'arto inferiore destro, messa poi a minestrine costituite esclusi va mente S{>erando che col riposo assoluto il processo fio~ di pane grattato, di tapioca, crema di riso e gistico di natura ignota (perchè tale era il con . Kufeke, alternate, cotte in acqua ed olio di olivo cetto diagnostico) volgesse a guarigione. Tolto dopo 20 giorni l'apparecchio,-si constatò o brodo leggero, mescolandovi in due di esse anche Y2 rosso d'uovo (totale 4 minestrine al un peggioramento dello stato locale, in quanto giorno). che la parte si era fatta più dolente e più tumeNon fu mai potuto adoperare latte nè crudo fatta , benchè sempre senza arrossamento della nè cotto, nè farine lattee o burro, .presentando pelle e visibile anche all'ispezione; si notava una costantemente la piccola per queste sostanze una lieve tumefazione pure nelle parti omonime dell'arto inferiore sinistro; inoltre la piccola era di· intol~eranza assoluta. La bambina prendeva volentieri e tollerava venuta irascibile ed in preda ad un continuo bene questo cibo; ma alla fine del nono mese, spavento per paura di essere toccata o mossa quantunque non avesse mai presentato disturbi dalla sua posizione, tanto che rifiutava perfino gastro-intestinali nel vero senso della parola, si di mangiare. Intanto si andava verificando, oltre dovette constatare come essa si fosse visibilmente l'aumento del pallore, la presenza di qualche impallidita, le sue carni erano divenute flaccide piccola macchia ecchimotica nella pelle degli arti inferiori e una stomatite facilmente sanguinante. ed il peso accennava piuttosto a diminuire. Si pensò allora ad uno scorbuto infantile, il quale I tentativi oculati per variare ed aumentare il cibo riuscirono sempre vani, anzi dannosi in avrebbe bene potuto spiegare il quadro nosolo· gico, nel mentre avrebbe trovato la sua ragione ispecie col latte. ' Alla fine dell'undecimo mese di età cominciò a di essere nel vitto speciale ed uniforme, a cui la lagnarsi di dolori, non spontanei, ma provocati piccola da più mesi era stata dovuta tenere per ad ogni benchè minimo movimento sia attivo che disgraziatecircostanze. In conseguenza si prescrfsse passivo, all'arto inferiore destro. All'esame ob~ succo di arancio e di limone a cucchiaini ogni due biettivo si notava immobilità assoluta da parte ore, suppisto dj crescione, purè lii patate, faridella bambina di tutti e due gli arti inferiori. i nate fresche e latte crudo di asina. Il miglioraquali erano tenuti in leggera flessione, la gamba mento fu rapidissimo (anche perchè la piccola sulla coscia e questa sul bacino, e specie il de- tollerò bene questa nuova dieta, cui fini col pren· stro rotato un poco all'esterno. Ogni tentativo dere con piacere dopo i primi momenti) tanto di movimento passivo, sia pure limitatissimo, che dopo 4-5 giorni la stomatite era scomparsa. era accompagnato da forti grida. In corrispon- Così pure il dolore a carico specialmente degli denza poi del terzo inferiore della coscia destra, arti inferiori era notevolmente diminuito e dalma più specialmente nel terzo inferiore del fe- l '80-90 giorno del tutto cessato. Contemporanea· more vicino al ginocchio, più che all'ispezione mente si andavano riducendo, fino a scomparire che risultava negativa, si palpava, dopo attento in seguito, il gonfiore e la pastosità in specie delesame, un lieve ingrossamento a confronto della l'arto inferiore destro, e la piccola riacquistò piena parte omonima3 tlell'a!tro lato, dolentissimo, senza libertà nei suoi movimenti attivi e passivi. al essere accompagnato alla superficie nè da edema. punto che dopo 20-25 giorni poteva. considerarsi del tutto guarita, almeno dal punto di vista dei nè da arrossamento. Anche l'arto inferiore sinistro era tenuto im- sintomi obbiettivi. , mobile, non si sa se per timore o perchè anche esso dolente: certo che nulla rileva vasi all'esame CASO II. - · P. . . F ... , di mesi 19. Esso è terzo obbiettivo. figlio di genitori san! (il padre distinto medico) Arti superiori, tronco, cassa toracica, collo e e tutti viventi. Nato bene ed a termine, allattatesta in condizioni normali. Organi interni, tanto mento per balia in casa, regolate. Svezzato ad toracici clie addominali, sani. Si notava però assai I 1 mesi non presentò a]cun disturbo degno di evidente il pallore tanto della cute che delle mu- nota; esso veniva nutrito esclusivamente con facose visibili, pannicolo adiposo scarso e flaccidità rina di Kufeke (4-5 volte nelle 24 ore) cotta in muscolare. Nulla di speciale a carico della bocca acqua e burro ed inoltre un rosso d'uovo. Il latte, farine lattee e suoi derivati non erano e dei denti, la cui fuoriuscita si era arrestata. tollerati: inoltre il piccolo si rifiutava - durante Le funzioni gastro-intestinali si compievano bene, (2) #

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i pochi tentativi fatti - di mangiare altri generi di farine all'infuori della Kufeke; e siccome d'altra parte questa veniva bene tollerata, tanto che il bambino cresceva regolarmente ed il suo stato generale appariva buono, cosi i genitori hanno continuato tale vitto esclusivo per più di 8 mesi. Intanto un mese e mezzo fa (già cammina va in spt:cie se sorretto) mentre stava in piedi, cadde a sedere in terra senza alcuna causa apparente, almeno a quanto assicura va la donna che che lo custodiva. Fu subito rialzato, esso pianse; ma, ad un esame sommario non essendosi ri c:;contra to nulla <li speciale e d'altra parte avendo ripreso le sue abitudini, non si dette importanza alla cosa. Però dopd ~irca 3 settimane, mentre al dire della zia stava dritto ad accarezzare un cavallo di legno, senza urtare od essere urtato cadde nuovamente in terra gridando e piangendo. Da allora in poi il bambino, secondo quanto riferisce il padre, non solo non è voluto più stare dritto e molto meno camminare, ma è rimasto in posi· zione d'immobilità cogli arti inferiori, i quali erano tenuti semiflessi ed un poco rotati all'esterno e dolentissimi ad ogni minimo movimento, od anche ad un semplice tentativo tanto attivo che • passivo. Il pediatra, che conosceva il piccolo per averne invigilato l'accrescimento, e l'ortopedico, che pure fu consultato, non riuscirono sul momento ad orientarsi con precisione nella diagnosi e tenuto conto sia che all'esame obbiettivo, all'infuori di una paresi spastica dolorosa di ambedue gli arti inferiori, nòn si riscontravano altre lesioni apprezzabili, nè a carico del sjstema osseo, nè di alcuno degli organi interni, e sia dei precedenti anamnestici, e finirono coi sospettare una qualche lesione spinale di natura non precisabile; e ciò tanto più in quanto che nei giorni seguenti si poterono notare piccole macchie ecchimotiche in corrispondenza delle ultime vertebre dorsàli. Intanto il bambino continua va a stare immobile ~ul letto, a divenire irascibile, a farsi assai pallido ed a perdere l'appetito. Tale quadro non accennando, col passare dei giorni, a migliorare, anzi i sintomi facendosi più evidenti, fu fatto visitare anche da un distinto chirurgo, il quale dopo accurato esame~ ripetute radiografie (dieci) della colonna vertebrale, del bacino e dei capi articolari dell'anca tutte negative, consigliò - pure non potendosi pronunciare con esattezza sulla natura della malattia - l'applicazione di una doccia vertebrale per obbligare il piccolo paziente all'immobilità assoluta ed all'estensione forzata degli arti inferiori; ciò che venne praticato. Dopo qualche giorno - in assenza dei m edici curanti - fui pregato dal padre di visitare il bambino per correggere alcuni disturbi intestinali di recente sopraggiunti. Nel procedere all'esame del paziente fui avanti tutto colpito dalla storia che mi venne raccontata {e che ora ho riferita) e tenuto conto del modo come erano comparsi i sintomi della malattia , della speciale dolorabilità degli arti inferiori, sempre provòcata e non mai spontanea, e più accentuata in corrispondenza del terzo inferiore del femore e della tibia {ove si palpa va un ispessimento pastoso, senza arrossamento della pelle soprastante). della presenza di altre piccole emorragie sottocutanee sopraggii1nte - oltre Quelle già notate in corrispondenza delle vertebre dorsali - sparse, in specie negli arti in-

feriori, e di una speciale stomatite {le gengive erano tumide, bluastre, di colore lavggna e facilmente sanguinanti), d el pallore della pelle abbastanza pronunciato ed infine del vitto particolare ed uniforme in cui da vari m esi il piccolo era tenuto, manifestai il mio convincimento che si trattasse di un caso di scorbuto, il quale era l ' unica affezione che da sola potesse darci bene ragione di tutto il quadro sintomatologico e del· l'andame>1to della malattia stessa. In conseguenza con~igliai la cura adatta (succo di limone ed arancio, latte fresco, farinate fresche ed un poco di cloruro di calcio) insistendo perchè venisse eseguita, tanto più che il bambino il giorno stesso doveva lasciare Roma, ove già il caldo era notevole, per un clima più confacente. L'ulteriore andamento della malattia ha giustificato pienamente il concetto diagnostico; giacchè i sintomi cosi imp!essionant i e per primo il d olore sono andati ben presto sttenuandosi (dopo 5-6 giorni) per poi scomparire; quantunque dopo 30 ore circa dalla partenza da Roma si avesse a notare anche un'ematemesi per sangue ingoiato in .seguito a forte emorragia gengivale (la cura antiscorbutica durante il viaggio non era stata pot uta eseguire regolarmente) . Dopo 20-25 giorni il piccolo paziente si poteva considerare presso che guarito; perchè tutti i mo · vimenti avevano riacquistato la completa libert à, l'esame obbiettivo degli· arti inferiori era divenut o negativo; l'umore, il colorito e l'appetito in sensibile miglioramento. III. - M ... G ... , di anni due, secondo figlio di genitori sani: la sorellina più grande vivente ed in buona salute. Nato bene, allattamento materno regolare salvo qualche disturbo di dispepsia gastro-intestinale p er latte troppo sostanzioso, limitatamente però ai primi due mesi di vita. Il bambino bene sviluppato ad 11 mesi era floridissimo e naturalmente già mangiava delle minestrine e qualche uovo. Improvvisamente in pieno benessere fu colto da fenomeni generali gravissimi, che si vide doversi riferire ad invaginamento intestinale acuto che per fortuna cedettero in 48 ore. Però da allora in poi l'istestino rimase come il punto debole del suo organismo, tanto che - per quanto fosse ben regolata la dieteti ca - ogni 30-40 giorni si avevano da osservare disturbi intestinali con sistenti in feci di cattivo odore, alle volte poco digerite e con un poco di muco, sovente commisto con striature di sangue e qualche premito. L a guarigione non ostante le cure più assidue non verificandosi, si dovette ridurre ancora la dieta rendendola più rigorosa, togliendo il latte e le uova da] momento che queste sostanze non erano J?iù tollerate, al punto che il bambino a 15 mesi si nutriva di 4-5 minestrine al giorno cotte in brodo leggero, od acqua e burro {crema, riso, tapioca, kufeke, purée di patate, qualche biscotto e gelatina di frut ta). Le funzioni-gastro intestinali difatti migliorarono, forse anche perchè si andava incontro all'inverno {novembre 1912): però il piccolo ben presto si rifiutò di mangiare la purée di patate e le frutta cotte. Intanto esso non cresceva più regolarmente, si andava impallidendo, le carni si facevano flaccide, ogni tanto aveva dei sudori {benchè d'inverno) nella fronte e testa, ed era divenute irrascibile. CASO

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Insistetti ancora per variare cibo e più che altro per aumentare il suo potere nutritivo, ma sempre con risultato negativo, ricomparendo quasi subito i disturbi intestinali; tanto che in vista di leggeri sintomi di rachitismo somministrai per due mesi e mezzo dell'olio fosforato . Orbene non ostante un vjtto cosi rigoroso (tapioca, crema di riso e biscotti) ogni tanto si notavano feci diarroiche con muco e sangue, che si p~esentavano improvvisamente e magari presto pure scomparivano. Prescrissi anche del cloruro di calcio, che il bambino prese · tra il marzoaprile 1913: però il bambino continuava a deperire ed impallidire, a presentare edemi fugaci al vi~o in specie vicino agli occhi, che però non trova vano riscontro in alterata funzionalità renale. Nella seconda metà dl giugno (il piccolo aveva circa 26 mesi) a questo quadro nosologico, che su per giù rimaneva invariato al pari della dieta, si dovette aggiungere la constatazione che il piccolo paziente non soltanto non voleva più cam· minare da solo (mentre ciò faceva da un pRio di mesi) ma nemmeno se aiutato e si ricusava di stare per lungo tempo in piedi, quantunque avesse desiderio di andare in terra per giuocare. Inoltre ogni tanto mentre .camminava era costret.to a fermarsi improvvisamente e qualche volta piangeva. Si attribui il fatto allo stato di debolezza del bambino, tanto più che nulla si riscontrava di speciale a carico del sistema osseo: si continuò col solito sistema dietetico-terapeutico. si somll!inistrò ancora del cloruro di calcio e del fortossan, e si stabili dj fare delle iniezioni ricostituenti (metarsile e bioplastina) e di mandarlo al più presto all'aria fresca di montagna. · Trascorsi una diecina di giorni si dovette con- ,, statare che di tanto in tanto il bambino, nei mo· menti in cui desiderava camminare, con l'arto inferi ore destro in modo speciale striscia va per terra, e si aveva l'impressione come se zoppicasse, e qualche volta perfino dovesse cadere. · In queste condizioni verso il 20 luglio fu condotto in montagna, ove il giorno dopo appena giunto si rifiutò assolutamente non solo di camminare ma anche di v.oggiare i piedi in terra, e si acconciò all'immobilità - preferendo la posizione supina - cogli arti jnferiori in semifiessione; riuscendo ogni tentativ.o di movimento sia attivo che passivo a provocare grida acute da paJ:te del piccolo infermo. Chiamato nei giorni seguenti un distinto medico a visitarlo, questi sospettò una nevrite dello sciatico destro (era l'arto più immobile e ~iù dolente), anche perchè alcune delle iniezioni di iodio fatte in precedenza avevano prodotto fenomeni irritativi locali abbastanza intensi, e quindi consigliò impacchi caldi e riposo assoluto. Però lo stato locale e generale andava rapidamente peggiorando, il bambino non dormiva più, gridava. si rifiutava spesso di mangiare, e dopo 7 giorni comparve anche una stomatite sanguinante·. Recatomi a visitarlò, ebbi a constatare oltre a quello ora descritto: gengjve tumide, bluastre sang11inanti, pallore della cute e mucose visibili assai accentuato, piccole macchie ecchimotiche sottocutanee in specie negli arti inferiori, i quali apparivano completamente immobili, dolentissimi a qualunque toccamento, dolore che era più manifesto nel terzo inferiore del femore e della tibia destra ove si palpava pure un ispessimento profondo, pastoso, alquanto fUsiforme:

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tali siritomi .sebbene meno intensi, si notavano · anche nell'arto inferiore sinistro: inoltre la pelle era alquanto edematosa e piuttosto dura. Non esitai, tenuto anche conto dei precedenti anamnistici, dello svolgimento del quadro nosologico-, dei sintomi presenti ed infine del vitto uniforme e speciale con cui da circa 9 mesi si nutriva il bambino, a fare ]a diagnosi di scorbuto. Preserissi subito latte crudo rli asina, succo di arancio e limone, e purée di patate e farinate fresche, sospendendo qualsiasi altro mezzo terapeutico. Entro 48 ore si notò subito un evidente miglioramento nella stomatite, perchè era scomparso il sanguinare dalle gengive; dopo 4·5 giorni il dolore negli arti inferiori era diminuito al punto che si erano fatti possibili alcuni movimenti tanto attivi che passivi; il bambino inoltre era divenuto più tranquillo, e si nutriva volentieri. All'ottavo e nono giorno il piccolo paziente sembrava trasformato, perchè il dolore era scomparso, i movimenti tutti possibili e notevolmente ridotti gli ispessimenti a carico · degli arti inferiori. Il miglioramento - continuando con tale si· stema dietetico-terapeutico - fu cosi pronto che dopo 20 -25 giorni esso poteva considerarsi guarito, perchè oltre al non presentare più alcun disturbo apprezzabile all'esame obbiettivo, se si "toglie un po' di pallore e di flaccidità muscolare, già si reggeva dritto e faceva dei tentativi di deambulazione. bene inteso aiutato. Dopo 40 giorni il piccolo si era completamente ristabiJito. Ho stimato opportuno intrattenermi con un certo dettaglio sulle ~torie dei tre bambini osservati, principalmente per porre in rilievo le difficoltà diagnostiche (e quindi · i gravi errori d'interpetrazione e di terapia) a cui dà facilmente luogo il quadro nosologico del morbo di Barlow, specie nel suo inizio, anche da parte di medici assai esperti. Ciò senza dubbio deve attribuirsi esclusivamente al fatto che da noi in Italia, data la estrema rarità della malattia almeno ne! senso classico (mentre invece le forme fruste devono ritenersi, come vedremo, abbastanza frequenti), la maggiort! parte dei pediatri senza parlare dei medici generi.c i, non è riuscita a vederne in pratica alcun esempio. Ne consegue che di fronte ai casi di scorbuto infantile si è invece più portati a pensare alla possibilità di altre malattie quali ad es. coxite, osteo:.periostite, pseudo-paralisi di Parrot, nevrite, morbo di Pott, rachitismo acuto, lesioni spinali, re11matismo, ecc., che nella pra_tica appunto sono assai più frequenti a riscontrare; ed i tre casi da me sopra riferiti ne sono esempi tipici. Da qui la utilità di illustrare i casi. che ogni tanto possono occorrere all'osservazione, più che altro per richiamare l'attenzione dei colleghi sulla possibilità di potersi trovare di fronte a questa entità morbosa, a cui solo basta pensare per

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mettere in rapporto i sintomi obbiettivi classici del morbo di Barlow, che n on fanno mai difetto, con i dati anamnestici raccolti scrupolosamente e relativi non solo àllo svolgimento della sindro· me morbosa, ma anche della dieteti~a in precedenza adoperata, e facilitare cosi grandemente la diagnosi e quindi la cura. E ssa, come è noto, dà dei risultati così bril· lanti, che anche i casi gravi, accompagnati da un quadro sintomatologico impressionante per le tristi condizioni, in cui versa il piccolo infermo, finiscono col guarire in p ochissimi giorni. Ma se è raro presso noi lo scorbuto infantile classico, grazie appunto al genere di alimentazione usato in Italia, a differenza di quello di altri paesi devono essere invece piuttosto frequenti le forme fruste, su cui ha richiamato l'attenzione in particolar modo Hutinel, il quale ba fatto notare che almeno in Francia {dove non è poi tanto raro imbattersi in bambini affetti da scorbuto) esse sono assai più frequenti del classico morbo di Barlow. In questi casi non è dato osservare nè deformazioni ossee specialmente diafiso ·epifisarie, almeno rilevabili all'esame obbiettivo, nè tumefa:zione gengivale, vi è cioè assenza di due dei tre sintomi principali e caratteristici d el morbo di :Barlow. Invece tutto il quadro nosologico ap · prezzabile è rappresentato dalla constatazione di ' questi sintomi: il bambino va impallidendo sen. . sibìlmente, esso è divenuto un po' irreqt1ieto, piange senza ragione, presenta dei sudori evidenti in specie àlla testa ed al viso, fa un certo sforzo a tenersi dritto, tanto che preferisce essere preso in braccio; si stanca facilmente, ovvero addirittura si rifiuta di camminare. Tali sintomi (che del resto nella maggior parte delle volte si constatano anche all'inizio del morho di Barlow), ·non. presentando alcun che di caratteristico, sono attribuiti quasi sempre dai profani ed anche dal medico (le poche volte che viene interpellato) ad uno stato di debolezza, da cui è incolto il bambino; e ciò tanto più se esso aveva avuto in precedenza o se ha presentemente dei disturbi intestinali. ' Debolezza ed anemia, cui si cerca di curare coi soliti m ezzi, ma senza risultato. Per altro occorre difficilmente che, anche in queste forme così lievi ed iniziali di scorbuto, faccia difetto un sintoma importante, cui il medico esperto deve sempre ricercare per attribuirgli un grande valore per un'esatta interpretazione, dopo elimi-

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nate le altre possibilità diagnostiche, vale a dire il dolore. Esso non è spontaneo ma provocato per qualsiasi movimento, tanto che il bambino lo evita il più possibile, fino a mettersi certe volte addirittura nella posizione di immobilità. Or, se ben si consideri tale fatto, si deve con· venire come sia difficile che un pediatra nella sua pratlca non si sia mai imbattuto in casi simili a quelli ora descritti. Giacchè non giova il dire che questi sintomi, osservati poi in seguito, hanno finito collo scomparire ed i bambini hanno riacquistato uno stato di c;alute normale almeno apparente, senza che nessuno avesse loro prescritta una cura antiscorbutica; in quanto che, • pel genere di vitto che abitualmente da noi viene adoperato st1i bambini svezzati, inconsciamente, ed automaticamente, sebbene sia pure in modo incompleto, una dieta antiscorbutica per fortuna non fa .mai difetto. Ciò, coiile facilmente si comprende. evita il progredire del male e quindi l'esplosione della sindrome classica ·del morbo di Barlow, ma non impedisce n è che la malattia, benchè in grado lieve, si presenti, nè che produca i suoi tristi effetti nell'organismo infantile, specie quando ·- come avviene nella grandissima maggioranza dei casi - essa passa sconosciuta e quindi la cura rimane affidata al caso. A me sembra pertanto che l'attenzione dei pediatri dovrebbe essere seriamente rivolta allo studio di queste forme fruste, fino ad ora a vero dire quasi del tutto trascurate, presso di noi. L'argomento, non vi ha dubbio, è importantissimo e promettente di buoni risultati, al punto tale che, a parer mio, tali forme devono essere considerate p er noi p ediatri italiani assai più impor tanti a conoscersi d ella forma classica concia mata, sia perct è sonn più frequenti a riscon.trarsi nella pratica, sia perchè la nozione della loro esistenza ci permette di evitare tanto l'aggravarsi della malattia con tutto il corteo carat· teristico e talora grave, dello scorbuto, quanto gli errori diagnostici (i casi da me riferiti sono esempi tiP.ici !) e sia di guarire rapidamente l'affezione. Le osservazidni da me riportate sono inoltre importanti dal punto di vista etiologico. Difa tti la malattia "i è sviluppata in b ambini ch e avevano goduto dell' allattamento naturale e con buon ri~ultato fino a 11-12 mesi (fatta eccezione del ·1 ° caso in cui tale allattamento si verificò solo pei primi sette mesi). e che dopo lo svezzam ento erano stati dovuti nutrire per circost anze 4

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speciali con sole farine alimentari, e con esclu- logici riuniti - tanto più che ciascuno di essi sione assoluta di latte, sia cotto che sterilizzato, preso isolatamente è sufficiente, se agisce per di farine lattee e altri derivati sotto qualsiasi lungo tempo, a produrre l'affezione - riescano forma. a provocare un notevole numero di casi di Barlow; Ora è noto come quasi tutti gli autori che si anzi è a meravigliarsi quasi direi, come essi in sono occupati del morbo di BarJow attribuiscono questi paesi nòn sia110 più frequenti, ciò che, la p roduzione della malattia all'uso del latte in indipendentemente da qualunque causa predispecie sterilizzato. E Netter cercò perfino di darne sponente, a parere mio deve attribuirsi al fatto la spiegazione, sostenendo che ciò dipendeva dalla che praticamente a questi bambini oltre il latte deficienza dei citrati, che si verificava nel 1atte sterilizzato e le farine alimentari conservate, qual· dopo sterilizzato. Altri invece incolparono .i n ge- che altro alimento fresco (ad es. gelatine di nere le varie alterazioni, che inevitabilmente su- frutta), sotto qualsiasi forma , viene quasi contibi5cono i diversi componenti del latte mediante nuamente somministrato. la sterilizzazione. Comunque, sia dallo studio dei vari casi deMa a poco a poco che le osservazioni e.li scor· scritti, nei quali è indicato il genere di alimentabuto infantile si facevano più numerose, in specie zione a cui il bambino era sottoposto quando fu nei paesi dove t--sso è piuttosto frequente, si colpito dalla malattia e sia dall~esperienza persodovette convenire come il latte sterilizzato non nale , a me sembra che <lebba oggidi ritenersi rappresentasse davvero l'unica causa della pro- come la causa etiologica del morbo di Barlow, duzione del morbo. Basta difatti pensare alla pure dovendosi ricercare nell'alimentazione a . cui ventina di casi verificatisi in bambini con allat- il piccolo infermo era stato in preced~nza tenuto, tamento naturale esclusivo, senza tenere conto ' debba ascriversi, più che alla qualità dell'alimento di tutti gli altri occorsi in bambini che non face- in sè, alla costante uniformità del medesimo, vano uso del latte sotto qualsiasi forma (ed i tre qualunque esso sia, protratta per mesi e com· casi da me descritti rientrano in questa categoprendente la privazione prolungata di alimenti ria) o che erano tenuti ad alimentazione le più freschi. E questo appunto suole verifiacarsi in svariate, per convincersi subito come molteplici special modo in tutti quei casi, in cui i bambini debbono essere le cause etiologiche, tutte però sono nutriti sistematicamente o con solo latte stericonducenti in ultima analisi allo stesso momento lizzato o C'On le sole farine alimentari conservate causale, privazione cioè prolungata « di cibi fre- in scatole, il cui uso pertanto dovrebbe, come si vede, essere fa tto con prudenza. schi o loro equivalenti» come si esprime il Barlow. È indu bi tato per altro che l'affezione si verifica È certo d'altro canto che, avanti che si manipiù frequentemente nei bambini allattati artifi· festino i sintomi sia pure iniziali, dello scorbuto, cialmente, in ispecie in quelli nutriti con latte è necessario che i! fattore etiologico abbia· agito sterilizzato, e maggiormente in quelli nutriti con sull'organismo per lungo tempo ; giacchè è noto latte di vacca modificato industrialmente, con che questi mercè le sue »iserve fisiologiche , insite manipolazioni fisiche e chimiche, per cercare di in ogni Pssere vivente, ha la possibilità di attinrenderlo simile al latte di donna. Ed in vero in gere nella sua naturale dotazione e per molto Germania, Inghilterra ed in America dove questi tempo, allo scopo di ovviare alle conseguenze • latti sono largamente usa ti, in specie in questi derivanti dalla privazione di un alimento comultimi anni, si sono riscontrati il maggior numero pleto ed allo stato naturale e perciò veramente dei casi di scorbuto infantile. l\'.f a in questi stessi adatto pel suo regolare sviluppo. Quale imporpaesi sono in grande voga e quindi adoperate in tanza p oi, oltre a questo fattore etiologico fonlarga scala e per giunta abbastanza precocemente damentale (alimento) oramai accertato e da tutti n ell'alimentazione infantile, oltre il latte steriliz- ammesso, si debba attribuire alle cause predizato o comunque maternizzato o predigerito, anche sponenti è ancora tutt'altro che . stabilito. Esse possono, come è chiaro, avere molteplici ori~ini le numerose farine alimentari più o meno solubilizza te, conservate in scatole e che continuamente e la maggior parte degli autori suo1e riportarle o vengono messe in coipmercio e quel che è peggio •a pregresse malattie sofferte dal bambino od a presentate e raccomandate come superiori al latte tara ereditaria viziata o comunque alterata, in naturale, alle farine ed alle vivande fresche. Ora specie in quei casi di scorbuto osservati in bambini con allattamento naturale. Cosi la madre di è naturale che tutti e due questi momenti etio-

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quello riferito da Southgate era tubercolosa, queila di Lowe faceva una cura mercuriale, quella di Mather faceva abuso di the; Max Flesch l'attri· buisce invece alla glicosuria materna durante la gravidanza. In molti figura la tubercolosi, la sifilide, l'alcoolismo, la gotta, la nevropatia, l'età dei genitori, in a1tri le infezioni gastro-intestinali, la pertosse, il morbillo, la bronco -polmonite sofferte in precedenza. In breve tutte le co· muni cause predisponenti sono state invocate per spiegare l'insorgere della n1alattia, deducen.. done come conseguenza una debilitazione del potere di difesa in genere dell'organismo stesso contro qualsiasi infezione od imtossicazione. Come si vede niente di particolare ancora e di preciso in merito a: queste cause ·predisponenti, le quali cosi come sono sta te invoca te ed esposte possono riferirsi a qualunque malattia. Senza contare poi che esse debbano ritenersi, a giudicare almeno dalle osservazioni riferite, tutt'altro che indispensabili; giachè in un terzo almeno dei casi descritti è detto chiaramente che la salute dei piccoli era stata buona in precedenza. E del resto anche in due dei casi da me riportati non è stato possibile rintracciare, per quanto ricercata, alcuna causa predisponente, almeno tra quelle abituali. Io ritengo invece ehe la vera causa predisponente dello scorbuto infantile debba in ultima analisi essere rappresentato, almeno praticamente; nella maggiore o minore quantità di quelle riserve :fisiologiche, di cui sopra ho parlato, delle quali ogni bambino è dotato naturalmente; dotazione che appunto d eve essere in rapporto sia con lo stato di salute d ei genitori all'atto stesso del concepimento e quindi ~on la forza viva iniziale ed energia di sviluppo insita in ogni essere vivente, e sia col più o meno regolare e progressivo sviluppo ulterior e dell'organismo s~esso. Ma pure conoscendosi aggidi il fattore etiologico ed in parte anche la causa predisponente del morbo di Barlow, noi dobbiamo ancora deplorare una grande lacuna per ciò che si riferisce alla sua patogenesi. Giacchè è evidente con1e non possiamo più contentarci delle ricerche del Garrod, Ralfe ed altri, i quali hanno riscontrato che nello scorbuto l'alcalinità del sangue è diminuita; imperocchè occorrerebbe sapere se questa sola è l'alterazione che realmente si produce, per quale meccanismo essa si verifica, ed infine come po13sa creare una predisposizione alle emorragie. D'altro canto conviene riflettere come la questione della \

potogenesi possa anzi debba oggidi essere studiata più che d al semplice punto di vista chimico, da quello invece biologico, dal quale logicamente possiamo attenderci una spiegazione del fenomeno più pronta e più completa. L'a rgomento, come si vede, è della maggipre importanza e merita da parte nostra la più at· tenta considerazione e premura, in s pecie net riguardi della profilassi. Roma, agosto 1913.

RIVISTE SINTETICHE. La .chemoterapla. (~. EHRLICH,

Britisli l\!Iedical Jour1ial, 16 agosto 1913).

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Nel Congresso internazionale di Medicina a Londra (agosto 1913) il prof. Paul E hrlich ha fatto un interessantissimo discorso sulla chemotera pia. Eccone il contenuto. L'intero campo delle ricerche chemo-terapeutiche è governato da un principio semplice, quasi naturale. Se la legge « Corpora non agunt nisi liquida» vale per la chimica, per la chemoterapia vale invece il principio che «Corpora non agunt nisi :fìxata ». Ciò significa, nel caso speciale, che i parassiti non vengono uccisi che dalle sostanze, per le quali h anno u na certa affinità, di modo che possono essere fissati da esse. T ali sostanze si chi amano « parassitotrope ». Questa legge però subisce alcune evidenti eccezioni. Conosciamo p. e. certi casi, in cui si raggiunge il risultato terapeutico, benchè le sostanze adoperate non possiedano la facoltà di ucc~dere i parassiti. Ciò avviene nell 'infìltrazione del t essuto sottocut aneo causato dalla sporotricosi. Qui ha dimostrato il Bloch, che lo joduro potassico dissolve prima le cellule del tessuto infiltrato, mentre sul principio i parassiti come tali non vengono attaccati. In ogni caso, però, è più sicuro e meglio per lo sviluppo della chemot erapia non edificare sulla base di processi eccezionali, ma attenersi alle sostanze, che producono la distruzione dei parassiti mediante la fissazione . Si è ritenuto erroneamente, che taluni dei rimedi moderni in r ealtà non siano parassiticidi. Si è detto, che il salvarsan ed i sali di mercurio non agiscono direttamente sul parassita, ma indirettamente, stimolando l 'organismo alla formazione di anticorpi specifici. Questo modo di

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vedere è basato sul fatto, che mescolando in tubi di saggio le sostanze in questione, p. es., neosalvarsan, con certi agenti patogeni, p. e., spirochete, non si può percepire alcuna riduzione della loro mobilità, neanche osservandole per delle ore. Da. questo fatto, scoperto ptima da Hata, si è concluso, che salvarsan o neosalvatsan come tali non hanno alcuna influenza diretta sulle spirochete. Si può dimostrare però facilr;iente, che questa conclusione è completamente sbagliata. Basta a . tale scopo osservare, secondo il metodo Castellani, le spirochete della febbre ricorrente, trattate i?i vitro con salvarsan o neosalvarsan ed in seguito liberate da queste sostanze mediante• lavaggio con siero. Queste spirochet e, benchè mobili come prima del trattamento, ora non sono più capaci di infettare i topi, mentre i topi vaccinati con le stesse spirochete di controllo (cioè non trattate . col salvarsan o neosalvarsan) mostrano prontamente i segni dell 'infezione. In ciò sta la prova, che il salvarsan o il neosalvarsan - quale che sia il caso - è stato assorbito dalle 'spirochete e le ha danneggiate, e che tale traccia di salvarsan, che deve essete eccessivamente esigua, è stata sufficiente per prevenire la moltiplicazione dei parassiti nell'organismo animale. Con questo . esperimento semplice è assolutamente dimostrato l'effetto diretto del salvarsan e del neosalvarsan sulle spirochete (e quindi il principio della :fissazione) ; ogni' obi-ezione, che I 'effetto sia indiretto, dovuto ad anticorpi, cade senz'altro. Fu necessario però di penetrare più profondamente nel meccanismo di questa :fissazione dei rimedii. Soltanto .dopo lunghi sfor zi una concezione chiara è stata felicemente ottenuta. Per. compiere progressi pratici divenne indispensabile non contentarsi della idea primitiva, ma di studiare, in qual maniera le sostanze vengono fissate dai parassiti o dalle cellule. Fu possibile solo dopo un lavoro indefesso di chiarire queste relazioni complesse, e riguardo a ciò specialmente gli studi sui tripanosomi e in particolar modo I 'investigazione degli stipiti tossico-resistenti condussero ad una conoscenza definitiva . del pr0cesso di fissazione. Mentre un trattamento continuato dei topi con certi rimedi - p. e. fucsina - fu possibile di ottenere alla fine una razza di tripanosomi, divenuta immune contro questi rimedi, cioè tossico-resistente, immune contro la fuesina nel caso menzionato. Tre classi particolari di rimedi differenti sono stati bene studiati a questo scopo : 1° Le · composizioni arsenicali, nel seguente

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ordine storico: acido arsenioso, atossil, arsenophenylglicina, salvarsan e neosalvarsan. 2° I cosidetti colori azoici, tri pano rosso e tripano bleu. 3° Sostanze coloranti basiche di triphenylmethan : fucsina, violetto di metile, ecc. Una razza di tripanosomi, la quale è stata resa immune contro un gruppo di sostanze tossiche, 11on è immune contro i due altri gruppi. L'immunità è quindi di natura specifica, inquantochè essa è limitata ad una definita classe di sostanze chimiche. ~ stato appunto questo carattere specifico che mostrò come la :fissazione debba essere un processo puramente chimico. Studi anteriori relativamente ad un altro problema - cioè quello delle tossine ed antitossine - indicarono la natura di tale processo. Era stato dimostrato, che le tossine dissolventi sviluppavano la loro azione distruttiva sulla cellula, inquantochè vengono assorbite da certi componenti specifici della cellula - catene laterali - che l'oratore ha caratterizzate come recettori, e che le antitossine non rappresentano altro se non i recettori cellulari prodotti in eccesso sotto l'influenza delle tossine. Per varie ragioni Ehrlich ha esitato nel trasferire ques ta teoria ai corpi chimici ; ma le brillanti investigazioni di Langley sugli alcaloidi fecero scomparire ogni dubbio e resero probabile I 'esistenza di chemo-recettori. Sotto l'influenza di una sostanza tossica i chemo-recettori perdono a poco a poco la loro affinità per certi gruppi molecolari in essa contenuti . . Questa riduzione di affinità spiega in modo semplice, perchè quantità sempre crescenti della composizione arsenicale diventino necessarie pe:.- la distruzione di ùna razza di spirochete arsenico-resistenti, poichè l'affinità diminuita può essere superata soltanto da un corrispondente plus della composizione arsenicale. Veniamo quindi alla co11clusione, che nei pa·r assiti sono presenti differenti specifici chemorecettori, p. e., l'arseno-recettore, che fissa il gruppo trivalente di arsenico come tale, e l'aceto-recettore che lega a sè il gruppo acido acetico, e molti altri recettori ancora. La conoscenza completa di tutti questi recettori potrebbe essere designata come la fisiologici terapeutica della cef,lula, e questa è una CO'l't~ ditio sine qua non per un trattamento chemiot era peutico efficace. Sembra che vari para;:;siti abbiano ·spesso in comune certi recettori ·chimici. Rimedi che colpis~ono questi recettori, possono quindi avere una azione curativa sopra una grande serie dei più svariati agenti patogeni. Quanto più gran-


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de è il 1iun-iero del 11ari cherno-recettori che si posso1io diniostrare, tanto più grande è la possibilità di ·una chemoterapia efficace . Nelle -sostanze adatte ad uso terapeutico oltre il gruppo fissatore (aptoforo) dev'esservene un'altro che lJroduce la distruzione e viene caratterizzato come tossiforo. Non è necessario .che questi gruppi si trovino connessi direttamente uno coll'altro nelle sostanze sintetiche molto complicate, ma possono essere legati a una molecola chimica alla maniera di catene la.. terali, come gruppi separati. Gli agenti chemioterapeutici complessi si possono paragonare ad una freccia avvelenata ; il gruppo :fissatore della sosta11za, che si lega al chemio-recettore del parassita, corrisponde alla punta della freccia; il segmento congiungente è l'asta ; il gruppo tos:Sico è il veleno applicato alla punta della freccia. Nel caso del sal varsan (diossidiamidoarsenoben.zolo) il gruppo benzolo corrisponderebbe all'asta, il gruppo orthoamidofenolo alla punta, il g ruppo trivalente arsenicale al gruppo tossiforo .alla punta della freccia. Il rimedio deve avere non solamente affinità possibilmente più forte per il parassita, ma anche affinità possibilme11te più debole per l 'or,ganismo che ospita il parassita. Gli esperimenti sugli animali con tripanosomi e spirille hanno dimostrato che 1 salvarsan è il rimedio all'uopo più indicato. Il passo dal laboratorio alla pratica, al letto dell'ammalato, è straordinariamente difficile e -pericoloso in causa di due fattori : 1° Negli uomini esistono le cosi dette idiosincrasie, forme di ipersensibilità, che non s'incontrano negli animali. È noto p . e. che in un _grande numero di persone interamente sane la ~onsunzione di certi cibi (fragole, gamberi, ecc.) produce spiacevoli eruzioni alla pelle, e quasi la :metà dei nostri rimedii può determinare tali fenomeni di ipersensibilità. Non può destare sor-presa quindi, che tali fenomeni possono manife.starsi in up.a forma particolarmente seria col1'impiego di agenti terapeutici cosi potenti come 1'arsenico e il mercurio. (Certe composizioni arsenicali possono produrre disturbi della vista e persino la cecità) . Per fortuna questa ipersensibilità contro il salvarsan è assai rara. In realtà molte altre circostanze (difetto dell'acqua, er- · rori della tecnica, ossidazione del salvarsan, scorretta alcalinizzazione, ecc.), hanno condotto · in numerosi casi all'idea sbagliata, che esistesse questa ipersensibilità. 2° È stato dimostrato, che certe malattie di natura costituzionale possono causare una ipersensibilità contro i preparati arserucali, p. e. la tubercolosi delle glandole surrenali (malattia di Addison), la diatesi linfatica, ecc.

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Anche la localizzazione della malattia, che cerchia1no di guarire, può essere causa di pericolo. Dobbiamo a Roberto Koch le prime conos.cenze di quest.o peculiare fenomeno, la ben nota reazione a focolaio alla tubercolina. Reazioni esattamente simili possop.o avvenire, qt1a11do i parassiti vengono rapida.mente dissolti in un focolaio che n'è pieno. Allora sotto l'influenza delle tossine liberate incomincia una irritazione dei tessuti, con iperemia e gonfiore, la quale è nota, per le malattie luetiche, come « reazio1ie di ] arisch-H erxheimer ». Tali reazioni naturalmente non sono di grande importanza qttando si manifestano sulla pelle; ma s'e i centri reagenti hanno la loro sede nella vicinanza di organi vitali (cervello), allora il gonfiore può provocare disturbi molto serii e pericolosi, persino la morte. Sarebbe però un errore, di attribuire i disturbi nervosi a un nevrotopismo del salvarsan. La cc tattica terapeutica », risultato di una va-· stissima serie di osservazioni, è la seguente: r 0 Si tenti la therapia sterilisans magna, cioè di liberare con una o due iniezioni l'organismo dai parassiti . Negli esperimenti su anjmali ed anche in una serie di importanti malattie questo principio può essere eseguito in modo chiaro e puro. Qui perciò è applicabile l'antico motto terapeutico « Frapper fort et frapper 11ite ». È natu.. rale, che la dose necessaria dev'essere più grande in proporzione colla severità della malattia, poichè è assolutamente chiaro, che quando un numero definito di parassiti viene distrutto da una certa definita dose del rimedio, la quantità dev'essere moltiplicata, se il numero dei parassiti - come s uccede durante il corso dell'infezione - si è pure moltiplicato. Si usi il rimedio il più presto possibile (frapp er 11ite), poichè in questa circostanza si ottiene facilmente e quasi sicuramente il pieno successo. Se 95 % dei parassiti vengono uccisi dal rimedio, allora i rimanenti soccombono agli anticorpi, che si formano rapidamente. Ma se i parassiti vengono uccisi in quantità insufficiente, allora potrà crescere una seconda generazione, la quale sarà forse tossico-resistente. Qu?-l'è la ragione, per cui un certo numero dei. parassiti può sfuggire all'azione sterilizzante del rimedio ? Se si aggiunge una quantità esattamente definita di un antisettico ad un liquido contenente batteri, allora avviene una completa disinfezione; neanche un solo germe sfugge all'influenza distruttrice. Ma tali condizioni ideali non esistono nell'organismo vivente. Persino nella disinfezione di un ambiente troviamo qualche

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volta, che in certi posti, i così detti a'rigoli morti, formati da tubi di gaz o acqua, ecc., il g·az clisinfetta11te non agisce sufficientemente. Nella. st essa maniera i parassiti, che hanno sede in tali « angoli m orti » dell'organismo, non , ,.engono r aggiunti dal rimedio. L'angolo morto più importante è lo spazio tra midollo spinale e dura madre .• I rimedi con grandi e complesse m oleco1e no11 possono penetrare nel liquido cerebro-spinale. Qui dunque i parassiti sono riparati dall 'uccisione. Per vincere questo ostacolo, si è t entato prima di tutto di usare in·v ece di una iniezione sola una lunga serie di iniezioni durante parecchie settimane . in accordo col detto << gittta ca'Vat lapidem ». (V. risultati di Dreyfus a Francoforte e di Leredde a Parigi) . In seconda li11ea è st ato adoperato un rimedio t erapeutico di u11 \'"olume molecolare il più piccolo possibile, come l'urotrq)ina (con buon risultato da Flexner in casi di paralisi infantile). Un terzo tentativo è stato quello di facilitare la penetrazio11e del rimedio mediant e l'azione di s ostanze chi111icl1e sulle me1nbrane del midollo spinale (finora sfortunat a1nente senza risultato tangibile) . Finalmente sono st ate tentate iniezioni dirett e nel liquido cerebro-spinale (l{opke, Lisbona). Swist e l\1oore (I stituto Rockefeller) trattaro110 il paziente co1ne al solito con salvarsan; l)Oco dopo gli cavarono clel sangt1e ed iniettarono il siero nel liquido cer ebro-spinale. I risultati ottenuti con questo metodo furono interamente soddisfacenti. È evidente che t11tte queste misure t endono allo scopo di re11dere i yunti che non si possono r aggiungere facilment e, più accessibili all'agente t er apeutico. Dall'altra part e però il n1aggiore potere di resistenza di certi parassiti dev'essere preso in considerazione, e quest a è una questione puramente chimica, che non può essere ris olta se non da mezzi chimici. La strada , ch e conduce alla soluzione e ch e p romett e i migliori risultati, è la t erapia combinata . Da ciò che è stato detto si arguisce facilmente, che la t erapia combinat a vi ene eseguit a meglio con agenti terapeutici, i quali attaccano com pletamente di,·ersi cl1emo-r.e cettori dei parassiti. È inutile p . e . co1nbinare la fucsina colla sost anza affin e violetto di 111etile, così pure è inutile combinare terapeutica1nente tripano-bleu e tripanorosso, perchè ambedue attaccano i medesimi punti nei parassiti; ma è necessario di scegliere in ogni gruppo la sost anza più efficace e poi C'Otnbinarvi i più indicati rappresentanti dei ,-ari tipi. È chiaro che in questa maniera viene diretto

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un attacco simultaneo e vario sui parassiti , in accordo colla massi1na militare marciare separati e combatter e uniti. Riguardo a ciò è stato tro,rato l'interessante fatto, che usando tali combinazioni non c~è bisogno che si manifesti una somm azione delle propriet à tossich e delle varie sostanze per quanto concerne l'organismo, ma che le prop rietà terapeutich e vanno so1n1nate per quanto concerne il parassita. Due rimedi che 'attaccano atnbédue il paa:assita, m a che sono tossici per cellule del corpo intera1nente differenti, e che h anno una t ossicità p. e. di 1/2, mostrano quindi combinati una tossicità di almeno 1 /2 + 1 /2 per i l)arassiti, ma meno di 1 /2 + 1/2 per gli organi. Quest a terapia co1nbinata è dunque particolar1nc11te preziosa e ad essa sembra riservato un g rande a,.. ,~enire , un sempre crescent e campo di • azione. Alla fine della s ua forbita conferenza l'oratore ha riferito s u alcuni risultati pratici, ha dato ese1n pi di malattie prodotte da spirochete e protozoi, le quali sono guaribili 1nediante la chemotera1)ia, in cui cioè il principio della Tlierapia sterilisa1is 1nag11,a è st ato coronat o da s uccesso. È possibile di guarire con una sola 1111ezione la framboesia tropicale (yaws) A Surinam un ospedale, in cui furono curati più di 300 ammalati con framboesia, è st ato chiuso dopo l'introduzio11e del trattamento salvarsanico : u11a sola iniezione era sufficiente per la guari-gione, e tutti i malati tranne dtte pot erono essere licenziati. Si può sperare che sarà possibile in q nesto modo di esting uere complet amente la framboesia . G li stessi risultati favorevoli so110 st ati otten uti con una sola iniezione nella febbre ricorrent e dell'uomo. Spesso anche la sifilide è guaribile nel primo stadio dell'infezione con una sola iniezione, di una g rande dose, ma la cura abortiva mediant e il trattamento intenso è molto più sicura. Angina di Vince11t, malaria t erzan a , blastomicosi, bottone d'oriente (Aleppo) , malattie polmonali dei cavalli, che sono di enorme import anza per le autorità militari, linfangite epizootica, vengono g uarite col salvarsan. La dissenteria amebica è g u aribile coll'emetina, la })iroplasmosi degli animali col tripanobl eu. G li schizomiceti offrono maggiore resistenza agli attacchi dei rimedi. Ma i lavori di Morgenroth di Berlino col pneumocco e della Contessa \'On L inden di Bonn col bacillo di l{och lasciano s1)erar e, che a,-ren10 buoni risultati nell'a·vve11ire anche in questo campo cosl importante, il


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quale appen a ora è stato aperto alle indagini speriment ali. E se gettiamo uno sguardo sullo s,·ilu ppo della medicina e specialment e sulla lotta contro le malattie iirlettive, dobbiamo riconoscere, che 11egli ulti1ni cinque dece11ni sono stati fatti i prog ressi più im1:>orta11ti, connessi sopra tutto co.ti i n omi di P,ast eur, I{och, -v·on Bel1ring e con una schiera di altri scienziati. Epidemie ed altre malattie ii1fetti,·e 11011 offrono più oggi i pericoli di una , -olta. I nost ri sforzi de,· o no essere diretti a rie1n pire le lacu11e lasciat e n ella difesa, ad ottenere la g u arig ione clelle m alattie, in cui · i })Ot eri naturali dell'organismo sono insufficienti . Ecl ora abbiamo fondan1enti clefiniti e sicuri per i principi sci entifici ed i 1netodi chemiot erapeutici ; la strada è , ·isibile da,·a11ti a noi, una strada certament e non se1npre facile , ma praticabile . Dobbiamo la,·orar e insieme e dare una special e iinportanza al n1otto vi-ribi1 s i i11 itis , ch e è di g uida in t a11ti altri ca111pi. Siamo venuti al Con gresso da tutti i paesi della t er ra per testimoniare il fatto, ch e nel mondo delle scienze so110 cadt1te t11tt~e le barI. ULLMANN, Roma. riere nazionali.

SUNTI E RASSEGNE ' '

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EPIDEMIOLOGIA. La diftusibllità dei germi patogeni.

(A. CEiLI, Ann. d' lg. sperim., 1913, fase. II). Il prof. Celli chiama di,ffus,ibi Zità la tèndenza delle malattie infettive a diffondersi, colpendo numerosi individui di una località (quoad n ume· rum), ovvero vaste regioni (quoad locu s). Considera le variazioni di quest o elemento in . in rapporto al tempo (quoad tempus) e distingue le ricorrenze epidemiche in stagionali, pluriannuali e secolari. Ne adduce un copioso numero di esempi. Indaga poi le cause di questo comportamento delle epidemie e le cerca nelle immunità e ·predisposizioni organiche da infezioni precorse (in questo modo possiamo spiegarci l'attenuazione periodica del vaiuolo, della difterite, del morbillo, della malaria), nelle condizioni meteoriche (al· cuni germi, come i vibrioni d el colera, si moltiplicano più attivamente o divengono più virulenti in estate, altri, come i bacilli di Koch , at-

tenuano la loro vitalità e la loro virulenza ; il calore favorisce lo sviluppo degli artropodi che fungono da agenti di trasmissione, cotne le mosche e le zanzare; in inverno la vita addensata facilita i contagi di molte malattie, il freddo lede gli organi respiratori e agisce da causa predisponente, ecc.); infine nei fattori sociali (carestie, guerre, pellegrinaggi, migrazioni, ecc.) L'eminente .igienista non crede che tutte queste cause bastino a spiegare l'avvicendarsi delle esacerbazioni e attenuazioni delle epidemie. Egli invoca in più una proprietà i nsita del p-rotaplasma vivente degli agenti aggressori. Sussidia il suo concetto con esempi analog!ci , i quali naturalmente non sono probativi. E gli quindi espone tutto un piano di ricerche per assodare se veramente i batteri e i protozoi patogeni vadano soggetti a cambiamenti biologici in rapporto con la varia loro diffusibilità: stipiti isolati da casi spor adici e da forme a larga diffusione dovrebbero essere studia ti nelle proprietà fisiche, chimiche, patogene, nelle reazioni immunitarie, ecc. Queste ricerche sono già state avviate nelÌ'Istitu to d'Igiene di Roma. Ne deriverà un importante e originale contri· buto all'epidemiologia. Riportiamo integralmente le conclusioni del la voro; esse precisano e definiscono meglio i concetti su esposti: « Le epidemie come le epizoozie vanno soggette alla legge universale del titmo, cioè più o meno regolarmente presentano nel. loro decorso un ciclo periodico secolare, annuo e (non sempre) mensile. « A spiegarè tutti questi cicli non bastano nè le immunità o predisposizioni organiche ereditarie, naturali ovvero consecutive a pregresse epid emie, nè le predisposizioni degli organi più colpiti, nè le condizioni di tempo o di luogo, nè quelle economico-sociali, nè gli usi e costumi de' popoli, e nemmeno i mutamenti sia del potere patogeno nei germi, sia dei loro veicoli. « Alte ragioni di biologia generale e di analogia col mc11do vegetale e animale tendono a farci ritenere che, come dallo stesso protoplasma del microcosmo dei germi patogeni emanano tante altre mirabili proprietà biofisiche(movimento. luce, calore ... ), biochimiche (enzimi, pigmenti .. . ), m etaboliche o di nutrizione, patogene e antigene, cosi vi debba anche ess~re insita la causa prima del non. fatale andare della diffusibilità delle epidemie ed epizoozie. 1

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Per tentare però sperimentalmente la dimos~razione di quest'altra proprietà, secondo me fondamentale, ed intrinseca dei germi patogeni, bisogna procedere a ricerche metodiche biochimiche e biofisico-chimiche comparate su stipiti di germi provenienti sia dall'organismo colpito, sia dall'ospite, e sia dall'ambiente nelle epidemie di grado estremamente opposto di diffusibilità. « Simili esperienze, già iniziate nella sezione microbiologica dell'Istituto d'igiene di Roma , è a sperare s'intraprendano ai1che altrove ». Dalla nozione delle ricorrenze cicliche si desumono alcuni corollari prati ci. Ad esempio, si richiede molta cautela nell' apprezzare l'efficacia delle misure terapeutiche e profila~tiche che vengono opposte alle malattie epidemiche. Cosi la legge Crispi sulla polizia dei, costumi coincidette con l'inizio di una fase ascendente d elle mala tti~ celtiche; quindi parve a torto che le misure sancite fossero inefficaci. Dopo il chinino si sono ancora avute delle oscillazioni della malaria, ma l'influenza del chinino è stata marcata dal precipitare della curva di mortalità col progredire del consumo del farmaco di Stato. Anche il colera ha avuto delle fasi regolarmente quadriennali e biennali, che permettono la prognosi, e, senza esagerazioni, agevolano la 19tta contro l'epidemia. Come si rileva, questo nuovo campo di studi epidemiologici non presenta solo un intere~e teorico, ma anche uno eminentemente pratico. «

I. T. '

DERMATOLOGIA. Le secrezioni interne in rapporto oon la dermatologia. (MA~LM MORRIS.

B rit. med. Journ., 17 mag. 1913).

Nel 1893 il Bramwell segnò l'inizio dell'organoterapia in de:r:1natologia riferendo i primi risultati t erapeutici ottenuti in casi di lupus, eczema, psoriasi dalla somministrazione interna di estratti di g landola tiroide. Questi preparati avevano già dato risultati favorevoli nel missedema al Makenzie, Davis, ecc.; ed erano st ati già ap.plicati su vast a scala nelle affezioni cutanee. Ma furono · dati senza discernimento ; e però dopo qualche anno caddero quasi in disuso. Le nuove conoscenze di fisiologia e patologia delle g landole a secrezione interna, e l'uso di

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qttesti preparati dettato da criteri cliscernitivi più accorti ha11no fatto rinascere il favore per l 'organoterapi a in virtù dei migliori risultati ottenuti. Non so110 privi d'interesse brevi cenni storici sulle nostre conoscenze intorno alle secrezioni interne. Nel suo trattato di fisiologia del 1776, H aller raggruppò insieme la tiroide il timo e la milza, dimostrando che i loro proP,.otti di secrezione, 1nalgrado la m ancanza di dotti escretori, per, -e11gono nella circolazione generale. Nel 1849 Miiller a questo g ruppo di glandole a secrezione ii1terna, ·aggi11nse la placent a e le glandole surre]1ali. Nel 1849 Berthold pubblicò i risultati de2 famosi esperimenti di trapianti di tesficoli di gallo, mediante i quali gli animali conservano attivi i loro caratteri di maschilità. E dimostrò poi l'influenza che alcuni organi. esercitano nell'economia generale mediante il mezzo sanguig·no che circolando li attraversa, dimostrando così per i l primo 1'esiste~za della secrezione interna ed il suo significato in fisiologia . Ma a quest a din1ostrazione non fu data l'importanza dovuta. E spettava poi al Brown-Séquard nel 1869 il merito di formulare la teoria che tutte queste glandole, fornite o no di dotto, producono e dànno nel sangue speciali sost anze d'utilità fisiologica. E spinto dalla scoperta della malattia di Addison, volle studiare sperimentalm.C::nte l 'azione delle glandole surrenali, e concluse ch e in alcuni animali, dopo l'estirpazione di queste glandole, si ha rapidamente la morte, che si può ritardare mediante iniezioni di estratti soprarenali. Nel 1889 pubblicò i risultati ottenuti in 20 anni di ricerche mediante le iniezioni di est ratti di sostanza testicolare. Così divenne il vero fondatore çiell'organo- ed opoterapia moderna. Dopo avere .acce11nato allo sviluppo storico delle ri.ostre conoscenze s ulla fisiologia della tiroide e paratiroide e sui rapporti funzionali di queste glandole, l 'A. ricorda che al cerpo pituitario fu riconosciuto il carattere di glandola secretrice fin da Galeno e da Vesalio, e che solo recente~ mente nel 1889 Pierre Marie, illustrando i suoi r apporti con l'acromegalia, ne definì l 'influenza sullo sviluppo del corpo (gigantismo, infantilismo, ed altre anomalie dello sviluppo). Starling propose per il primo il termine di or11ioni (dal greco opf'- a"(J) io eccito) per indicare quegli sti1noli chimici, prodotti di secrezione interna, che per mezzo del sangue vengono trasportati .dall 'organo nel quale hanno origine sull'altro, sul quale esplicano la loro influenza. Sinto1ni cutanei del missedema. - Come la tiroide e le altre g landole a secrezione interna I


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SEZIONE PRATICA

si ii1fluenzino scambievolmente ed influenzino lo organismo in generale ; sia che i loro prodotti di secrezione stimolino il metabolismo e lo sviltt ppo, o neutralizzino le tossine del metabolismo, o esercitino effetti inibitori su dati orga11i, o vi siano speciali combinazio11i di qttesti processi, è questione ancora no11 nota. I rapporti fu11zionali fra le varie glaudole certo rendono più difficile la conoscenza della fttnzione tiroidea. F~ certo però che alla degenerazio11e di quest'organo segue la co1nparsa di alterazio11i della pelle che fan parte della sindrome del missoedema. È quindi da ritenere , fondandosi su dati clinici, che a disturbi funzionali della tiroide possano attribuirsi le manifestazioni cutanee analoghe a qttelle del missoedeina. In questa malattia la· cute è fredda, arida, scabra, con traspirazione quasi affatto abolita, di colorito giallas tro a volte; essa presenta delle tumescenze, e così possono tumefarsi anche le mucose. U11 reticolo di capillari e di ,-ene dilatate può arrossare le guancie. Swa1e Vince11t ha trovato che gli elementi del teBsuto connettivo del derma sono diradati, mentre le fibre sono la sede di un processo i perplastico, e i nttclei e le fibrille di sostanza gelatinosa sono numerosi fra i lobuli di grasso: la cute si presenta come imbibita da u11a sostanza semifluida. I ca pelli sono rari ; i peli del pube e delle ascelle spesso cadono ; cadono i peli delle ciglia e sopracciglia; in alcuni casi i denti sono fragili e cariati . Siccome qµesti sintomi dispaiono dopo l'uso dei preparati tiroidei, era da aspettarsi di avere risultati simili in condizioni analoghe, ma non as• sociati a missedema, come nell'ittiosi, xeroderma, alopecia ecc. E ciò è st ato dimostrato difatti dall'esperienza. ~elle malattie croniche della pelle, a causa ignota, l' A. consiglia di tentare sempre questa terapia. Se la tiroide è più p iccola del normale, gli estratti tiroidei sono indicati; non così se vi sia marcat~ ipertrofia della tiroide. IJerò l'insufficienza tiroidea può essere dovuta 11011 all'atrofia della g landola, ma alla iperplasia della sost anza interstiziale a danno della sosta11za glandolare. Inoltre l'ipertrofia della tiroide può a\·ere caratteri di compenso e non morbosi, per il ristabilirsi dell'equilibrio nel sistema di g landoie endocrine, disturbato dalla insufficienza di altre glandole. In alcuni casi di ipertrofia tiroidea, la terapia tiroidea ha fatta sparire le alterazioni della cute ; perciò non è da ritenere vi sia sempre una controindicazione all'uso degli estratti tiroidei in '"" t1..1tti i casi di iperplasia della tiroide. 1lTalattie pruriginose. - In nessuna affezione cutanea i preparati tiroidei hanno dato risultati

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migliori di quelli avuti nella psoriasi. Per non avere risultati contraddittori, bisogna scegliere i casi bene adatti a questa cura e che, secondo l'A., sono quelli nei quali la malattia della pelle è una complicante di altri stati morbosi per i quali l'opoterapia tiroidea è indicata (obesità, reumat1smo articolare o muscolare, osteomalacia, rachitide, emofilia, ecc) . Può trattarsi di coincidenza casuale di due diversi processi morbosi; ma quasi sempre la malattia della pelle ha un s0strato di predisposizione nelle condizioni morbose costituzionali. L 'A. ha trovato efficace il trattamento tiroideo specialmente nei casi di psoriasi associata all'adiposi; e lo ritiene indicato nei casi cronici più c~~e negli acuti, anzi pensa che i preparati tiroidei non debbano somministrarsi se non quando l'eruzione è in un periodo di stato. · Lévi e de Rothschild hanno avuto ris ultati favorevoli ne~ casi di p soriasi associata a reumatismo cronico. L'effetto prodotto consiste nell'attenuare ecl abolire lo stato irritativo, e poi nello stimolare gli strati epidermici sl che si ha desquamazione e c:1dut.a degli epiteli degenerati con sostituzione di epidermide normale. Anche dei casi ostinati di pri,,rito si sono dirrtostrati sensibili all'azione di questi preparati. L' A. ha avuto ottimi risultati in casi di eczema cronico od acuto in soggetti polisarcici e in soggetti affetti da xerodermia. Risultati incoraggianti hanno avuto anche Marbé, Eason, Léopold Lévi, de Rothschild, ecc. Noussous ha avuto buoni risultati nell'eczema seborroico del cuoio capelluto. Distrofie della pelle. - Nell'ittiosi la terapia tiroidea è stata applicata con esito favorevole fin dai primi tempi dell'organoterapia cutanea dal Bra11well e dal Davies. Risultati favorevoli hannon pure ottenuto Darier, Stellwagon, Weill, Barth, Mouriquand . :N"ella malattia di Darier c'è ragione di credere che i preparati tiroidei s iano indicati, essendo essa probabilmente espressìo11e di una distrofia dell'epidermide. Nella sclerodermia si ha una deviazione della nutrizione del derma analoga a eiò che si verifica nel missoedema: Ehrmann pensa si tratti è.i un'autointossicazione d'origine tiroidea: Pedrazzini in 4 casi su 5 ha trovato la tiroide piccola ed atrofica. Numerosi autori vantano ottimi risultati dall'uso dell'opoterapia tiroidea nella sclerodermia. Léopold Lévi e Rotschild in 5 casi su 9 hanno avuto ,guarigione completa; la cura dev'essere però prolungata. White di Boston ha a\.~to notevole miglioramento dalla c11ra tiroidea in un caso cli acan,thosis 1ii,15rica.11s.


IL POLICLINICO

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Il cheloi.de fu trattato con l'opoterapia tiroidea per la prima volt a da William White degli Stati Uniti, poi da Stellwagon e da altri: in a lcu11i casi si ~ avut a una ditninuzione r eale della cicatrice. L' A . h a osservato mitigarsi i sintomi dolorosi che spesso accompagnano il cbeloide. Anch e le -verruclie niultiple sarebbero più ·v olte guai-ite sotto ~'influenza di estratti di tiroide. Questi pre1)arati banno dimostrato più chiara i11flue11za benefica in casi di ac11e vulgaris deg li adolescenti accompagnat a da· seborrea della faccia e della testa, ed in casi di ac1ie rosacea asscciata all'adiposi, ai disturbi della rpenopausa, o ad irregolarità clella mestruazione. Bramwell, Pearce Gould, R. Crocker, Pring le, M . 1\!Iorris hanno otte11uto risult ati rapidi e sorprendenti in casi di scrofulodernia ed ai1che, pare, in fornie lupose . Nel morbo di Basedo,v, attribuito ad un eccesso o perverti1ne11t o della fu11zione tiroidea, i si11tomi cutanei sono l'oppost o di quelli del misseden1a: la pelle è calda, coperta da s11dore, presenta frequenti discro1nie, prurito, 1trtica rit1 jactitia, eriteu1i, ecc. ; comuni al gozzo esoftal111.ico ed al missede111a sono la cad11ta dei capelli e 1'atrofia delle 1111gl1ie. Nel g·ozzo esoft al111ico i pre11arati tiroidei sar ebbero co11tròindicati; ma si è osserYato in,·ece che essi in più casi ha11uo dato risultati soddisfacenti, probabilment e nei casi cosiddetti di i~tabilità tiroidea, nei quali l'ipertrofia della t iroide ha valore \ icariante a co1npenso di deficienze di altre g landole a secrezione interna. 1\Ialattie del sisten1a pilifero. - L'influenza della tiroide s ullo sviluppo dei peli è indubbia. Nel missecle1na i capelli di,yentano aridi, le ciglia e le sopracciglia e i peli del pube e delle ascelle cado110 frequentemente, m e11tre che il t rattamento tiroideo li fa tornare nor1nali. H ertoghe ricorda u11 caso di calvizie totale per 111issedema, g·uarita cotnpletamente dai prodotti tiroidei . Nella i pertrofia della tiroidea, si ha invece ipertricosi. La tiroide ha indltre un'infl11e11za evidente sul colorito dei peli; in qualch e caso di canizie precoce gli estratti tiroidei hanno ridato il colpre ai capelli. At1che le g lan clole surrenali e la pituita1-ia h r.nno la loro parte nella funzione tricogenica. Nell'iperpituitaris1no si può avere ipertricosi , ed invece la cad11ta dei peli 11ell'ipopituitarisn10. Più ' Tolte il quadro clinico dell'ipernefron1a è co111plet ato dai sintomi di uno S\riluppo sessuale precoce (flussi m enstruali, S\Tiluppo delle mammelle e dei peli del pube ecc.). Nell'atrofia delle g·landole surrenali si h a invece ipoplasia degli org·ani sessuali e mancanza di S\ril11ppo dei peli del pube. 1

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XX, FASC. 43]

Così è nota I 'influenza che le glandole sessuali esercitano sullo sviluppo del sist ema pilifero: n ella menopausa spesso le donne sono ii1fastidite dallo svil11ppo di peli sulla faccia; g li eunuchi non diventano calvi; ecc. l\tf alattie delle urighie. Nel 1nissede1na e t1e] g·07,ZO esoftal111ico, le u11ghie possono subire alterazioni degenerati,,.e, contro le quali i preparati tiroidei dimostr ano m anifest a azione t erapeutica. Anch e n ell'insufficienza funzionale della pituitaria si ha11no ·manifestazioni distrofiche delle unghie. Pigm,e1 itazio1ie della c·u te. - È nota l'esagerata pigment azione della cute e delle mucose, caratteris tica del 1norbo d 'Addison. F e110111eni analoghi si osseryano 11ell'iperpituitarismo. I cloas1ni della gra,·ida11za fa11 pensare che le secrezio11i degli organi sess11ali influiscano anche essi sulla colorazione normale della cute. Nel missedema si ha 1111a ti11ta giallastra della i)elle, cl1e Lancereaux, Paulesco ed altri hanno ·v ist o sparire in seguito alla cura tiroidea. . L 'A . consiglia di essere parchi 11elle dosi di tiroidina e di sorvegliarne continua1nente gli effetti, percl1è le piccole dosi si sono dimostrat e efficaci q11a11t o le forti dosi che prima ve11ivano somministrate, e d'altra parte giovano ad e,·itare i l)ericoli dell'ipertiroidismo (t achicardia, 11a11sea, cefalea, 101nbalgie, ii1sonnia). Nei casi in cui sia indicato, l'autore associa l'arsenico ai preparati tiroidei, nella psoriasi per es. Ghiandola. pit1titaria.. Nella ricerca delle C"ause delle affezioni c11t anee, il der1natologo noJ1 deve trasc11rare di attrib11ire la parte che spetta al corpo · pituitario. Sono intimi e vicende,·oli i rapporti fisiologici e patologici fra tircide e l)Ìt11itaria : in 24 casi di acro1negalia Furni,·al h a tro,Tat o soltanto 5 tiroidi normali, e Schone1nan in 85 casi di gozzo ha osser, ato 84 volte alterazioni varie della pit11itaria. Nell'acromegalia s i h a ipertricosi e sviluppo eccessivo del folli colo pilifero, e per l'esagerata attività funzionale delle glanclole sebacee, la pelle si presenta umida e grassa. Si nota anch e iperplasia · del coon ettivo sottocutaneo. Nell'ipopituitarismo primario le alterazioni cutanee so110 l 'oppost o di quelle dell'acr omegalia. L'iperatti,rità funzionale della pituitaria, porta a stimoli speciali sulle epifisi delle ossa 111ngh e , per cui quest e si sviluppano rapida- . n1ente, ed in conseguenza la pelle presenta delle strie da distensione rapi da. Ti·mo. - Dati i rapporti di sviluppo e i r apporti funzionali che esistono fra il timo e lo appar ecchio sessu ale, è possibile ch e a speciali disordini funzionali di quest a glandola siano do\ute certe affezioni cutanee frequenti specialmente n ell'infanzia e nella pubertà (certe forme di acne per es.) . • I

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SEZIONE PRATICA

Gli estratti di timo, di glandola pituitaria, re di glandole surrenali, non sono stati ancora largamente sperimentati. L'A. ha avuto buoni rist1ltati nell'acne dall'uso combinato di estratti di timo e di tiroide, nell'orticaria cronica e nel 1'cc.ìema angio11e11rotico dall'estratto soprarenale e fJituitario, nel lupt1s eriteratoso anche dal1'estratto soprarenale. L'influe11za che la tiroide e le altre glandole a secrezione interna esercit ano s11llo sviluppo e sul metabolismo, e così sulla nutrizione della cute ed annessi, ii1dica che ulteriori conoscenze sulla loro natt1ra e la loro funzione poi:ranno gio,·are alla soluzione di importanti proble1ni di dermatologia. Si può pensare che i distt1rbi funzionali di queste g~andole siano la ca11sa di speciali affezioni cutanee d'oscura patogenesi, ed in altri casi creino le condizioni prE--disponenti a speciali n1alattie di natura batter1ca o tossica. lVIolti dei risultati terapeutici s11 riferiti meritano, secondo noi, conferma; quindi è con una :certa riser\Ta che deve esserne it1teso il loro -valore pratico. P. SABELLA.

UROLOGIA. Sull'atonia della prostata. ~{MAXMAR.CUSE. '

Medizinische Klinik,

1912,

n. 45).

La prostata è ancora uno di quegli organi la .:cui funzione, nlalgrado le nu1nerose e diligenti 1·icerche, non è del tutto nota. Essa è in gran parte ancora un problema, problema che negli t1ltimi anni si è andato complicando per essersi 1·ironosciuto che la prostata è una ghiandola anche a secrezione interna. Se sono noti i dist11rbi ed i processi morbosi che può provocare meccanicamente nell'apparato urinario la ipertrofia prostatica, .ancora oscuri o per lo men:o controversi sono i rapporti tra i disordini funzionali della prostata ed alcuni altri disturbi dell'apparato genito-11rinario e del siste1na nervoso. -:Nella patologia t1ro-sessuale ha importanza etiologica non trascurabile l'atonia della prostatica . Essa è una affezione frequentissima : nesst111a età ne è in1mune. I~a diagnosi dell'atonia prostatica si fa a mezzo cl ella palpazione dal retto : in,rece del piccolo tu1nore a for1na di ca~tagna, duro-elastico si palpa una borsa flaccida, ·vuota che talora non ..si distingue affatto nel tessuto ambie11te. Questa alterazione colpisce in genere l'intero

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organo, ma pt1ò li111itarsi anche a un solo lobo e perfino a parte di questo. Nei bambini, nei qu.ali la prostata è appena accennata, il reperto dell'atonia si rileva difficilmente. La sensibilità della prostata atonica è alquanto diminuita. Al re1)erto della palpazione dal retto corrisponde il risultato dell'esame dell'uretra e della vescica a mezzo del catetere, in qt1anto che it1 caso di atonia l'urina comincia a defluire non appena il catetere ha raggiunto 1'uretra prostatica, il che è prova della scarsa consistenza della prostata. Il secreto espresso dalla prostata atonica no11 mostra in genere apprezzabili differenze da quello della ghiandola normale. Pare però cl1e i lettcociti ed i gra11uli prostatici si tro\•ino più frequenteme11te e più abbondanti nel secreto della ghiandola atonica. Come è noto la mobilità degli spermatozoi del secreto spermatorroico è piccolissìma e può essere aumentata aggiungendo del secreto di prostata normale : il liqttido della prostata atonica non ha questa proprietà, esso non ha affatto o ha scarsissin1a influenza sulla n1obilità degli sper111atozoi. Tttttavia questo fenomeno non appare o è appena acce11nato quando il liquido espresso dalla prostata è mescolato al contenuto delle vescichette seminali, ìl che 11ell'atonia della prostata accade frequente1nente. L 'a11atomia patologica della prostata atonica non è co11osciuta, non si conosce quindi a quale alterazione o~ganica delle ghiandole sia legato il disturbo fu11zionale. Di regola l'atonia si stabilisce gradatamente insie1ne all'atrofia massiva della prostata, e per quanto non si possa stabilire con sicurezza se l'atrofia sia una causa o un effetto dell'atonia, pure si deve ritenere che 1'alterazione orga11ica colpisca tanto il tessuto muscolare che quello glandulare. D'altra parte però è stato anche osservato che l'atonia non è sempre corrispondente in intensità all'atrofia, e perciò i termini atonia ed atrofia prostatica non possono essere u sati come si11onimi, per quanto, come si è detto, il più delle volte le due. alterazioni sieno simult anee. I, 'atonia della prostata è una complicazione ed una conseguenza della gonorrea notevolmente pi1ì frequente dei processi infiammatori catar1ali e parenchimatosi provocati nella ghiandola dalla stessa infezione. Essa può accompagnare o seguire una prostastatatite gonococcica, ma può anche manifestarsi in conseguenza di una blenorragia senza che si sieno manifestati o per lo tneno constatati fatti infiammatori a carico della prostata.

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IL POLICLINICO

Il numero delle atonie prostatiche post-blenorragiche è tutt'altro che scarso: se è essa no11 viene ordinariamente constatata g li è perchè i medici nel pregiudizio che la complicazione abituale della gonorrea sia la ipertrofia della prostata, ritengono che questa sia perfettamente normale quando la trovano piccola e molle. L'atonia della prostata si manifesta ordinariamente con incontinenza di urina e spermatorrea. I .a incontinenza dell'urina è verisimilmente in rapporto con u11a debolezza dello sfintere della • v·csc1ca. Analogamente si è creduto che l'enuresi notturna sia determinata dall'atonia della prostata. Sulla essenza e sulle cause dell'enuresi notturna non si conosce nulla di sicuro e di incontestato. E certo però che se ben si considerino alcuni fatti, che accompagnano e seguono l'enuresi notturna ed il suo decorso, non si può negare un rapporto di , causalità tra questo disturbo ed un'alterazione della prostata. L 'enuresi notturna non permane oltre la pubertà, di solito essa scompare spontaneamente al~'epoca dello s viluppo sessuale, nel quale periodo si verifica anche il completo sviluppo della prostata; e già per questo fatto si potrebbe ammettere un rapporto di dipendenza tra la funzione prostatica è l'enuresi. Ma questo rapporto è anche co11fermato dal fatto che gli individui affetti da enuresi giungono a pubertà più tardi che i normali e che la loro prostata alla palpazione mostra frequentemente i caratteri di un imperfetto sviluppo. ~ noto che l'estratto tiroideo è efficace per la cura dell'enuresi e ciò, per la reciprocanza che esiste fra le glandule a secrezione interna, convaliderebbe la importanza causale della insufficienza prostatica. · D >altra parte bisogna anche considerare che gli individui, i quali hanno in fanciullezza sofferto di ènuresi, dopo il loro sviluppo sessuale non raramente soffrono di analoghi disturbi del1'apparato uro-sessuale come uretrorrea, polluzioni frequenti, spermatorrea. !11 questi casi evidentemente l 'atouia prostatica, forse appunto perchè si tratta di un difetto costituzionale, persiste dopo la pubertà producendo differenti manifestazioni patologiche in rapporto alle mutate condizioni anatomiche e fisiologiche indotte dalla pt1bertà nell'apparato uro-sessu ale. Pur tuttavia il maggior· numero di coloro che nella fanciullezza soffrirono di enuresi notturna raggiunta la maturità sessuale sono esenti da q11alsiasi altro disturbo uro-sessuale: in questi casi o l'enuresi non è in rapporto con un'atonia prostatica, o questa ultima non rappresenta t1na ai1omalia costituzionale, ma solo un 'alterazione

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FA se.

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pt evocata da fatti riflessi o da processi infiammatori, e che scompare con lo sviluppo , sessuale del soggetto. · Qui cade acconcio osservare come .tra l'enuresi e le polluzioni esiste una_ profonda analogia : '.l. parte il fatto che le polluzioni sostituiscono 1'enuresi nei soggetti sofferenti di atonia prostatica, vi sono altri elementi per far ritenere che i due disturbi sieno determinati dalle stesse cause e che in fondo sieno due processi patologici per-· fettamente identici, che hanno manifestazioni diverse solo per le mutate condizioni anatomiche in rapporto alla età. Fra l'altro come la polluzione è accompagnata e determinata da una rappresentazio11e onirica voluttuosa, così la enuresi 11otturna è freq-µentemente se non sempre accompagnata dal sogno che fanno i bambini di trovarsi sul vaso in atto di minge!e· Ordinariamente si ritiene che la polluzione non sia un fatto anomalo sol perchè è un f eno• meno cui gli uomini vanno soggetti nella quasi totalità, ma se si tien conto che la atonia prostatica è stata constatat a nel 60 per cento degli uomini, non si può disconoscere che la polluzione sia l'effetto dell'alterata funzione di un organ(). e quindi essa al pari dell'enuresi è una manifestazione morbosa. L'enuresi nottur11a non è il solo disturbo della minzione provocato dall'atonia prostatica, la quale per altro può anche determinare negli adulti la incontinenza e lo stillicidio. . L'atonia, come si è detto, può essere innata, il~ più dele volte è causata da una gonorrea, ma non è escluso che possa essere determinata da altri processi infiammatori parassitari (colibacillosi) o non. Vi sono alcuni individui affetti da ipertrofia prostatica i quali hanno delle manifestazione· identiche a quelle dell'atonia: questi casi confetmano che i .disturbi più che da alterazioni meccaniche sono di pendenti da alterazioni della secrezione interna. La prostata come tutti gli altri organi può subire un processo di involuzione senza che si determini in essa delle apprezzabili alterazioni del' volume e della consistenza; come vi sono dei soggetti i quali presentano tutto il complesso sintomatico del prostatismo senza che all'esame fisico possa accertarsi l a ipertrofia prostatica, cosi non sono rari i casi di individui che hanno.· dei disturbi riferentisi all'atonia, seriza che la prostata ne mostri i segni. Questi fatti si riscontrano non raramente nei vecchi e si incontrano facilmente nel quadro del' cli11iaterio 'Virile . L '.atonia prostatica in tali casi costituisce una delle manifestazioni del generale processo di «tra-


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FASC.

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SEZIONE J.>RA'l'ICA

sfc1mazione r eo·ressi\ a e di sostituzione» di un sjntoma coordinato ai generali fe11on1eni d'involuzione. Non vi è dubbio perp che l'elemento mecca1ùco compart ecipi alla det erminazione dei dis tttrbi che accompagnano l'atonia della prostata. Questa per la sua posizione in rapporto al collo della vescica ed al dotto eiaculatore compartecipa certamente con le su e fibre n1uscolari alla chiusura della ·vescica e delle , ·escicbette seminali . Per 111odo che nei casi di atonia la chiusura è incompleta ed è diminuito l'ostacolo al deflusso dell'urina e dello sperma. Si è da alcuni affer111at o cl1e l'atonia prostatica pitì che la causa sia l'effetto dei pervertimenti e di eccessi sessu ali (onanismo, eccessi, astinen. z~::i , coitus i>iterruptus, ecc) . È più probabile che al riguardo si stabilisca un circolo vizioso. Pare verosimile che l'atonia può essere causa di iinpotenza : si è osservato che in alcuni it1cli\•id ui per effetto del ca v·alcare si è stabilito co11 l'atonia prostatica una impotenza, la quale, pel s olo fatto dell'ast enersi dal cavalcare, è andat a gradatamente scotnparendo insieme alla lesione prostatica. ..L\.ltre osservazioni farebbero ritenere che l 'astinenza sessuale possa essere causa di at onia prostatica e di impotenza. Non può dirsi con sìcurezza che l'onanismo provocl1i l'atonia . L'atonia infine può provocare una caratteristica sindrome nevrast enica con sintomi sessuali (clolori lampo-sacrali, eiact1lazio11e precoce, impotenza, ecc.) ; che questa sindro1ne sia in rapporto od un'alterazio11e della secrezio11e interna clella prostat a è provato c1al fatto che spesso se ne ottiene la guarigione co11 la organotera1)iél.. La terapia clell 'atonia della prostata è in ge11erale promettente ed efficace. Si 1nostrano refrattari solo quei casi nei quali l'ato1ùa è verisi111ilmente in rapporto ad un difetto costituzionale. Risultati poco soddisfacenti si hanno del pari nei vecchi prost atici e negli indi·vidtti cl1e presentano sintomi di cli1naterio virile. Nella maggior parte deg·li altri casi per raggi 11ngere lo scopo è st.1fficiente t1n t ratt amento locale a base di n1ass.a ggio e di applicazioni calde<:fredde. I., 'atonia prostatica gonorroica o postgonorroica deve essere ct1rata con1e u11a prostatite gonococcica. Però pare che le iniezioni uretrali eccitino troppo fortemente la prostata e non agiscono favorevolmente s ull'atonia. Migliori risultati si hanno dall'applicazione del gonostilo. Vi sono alcuni casi nei quali il trattamento antigonococcico dà scarsi risultati, se non ag·grava ancor più le co11dizioni clella prostata: eYidente111e11te t ale rist1ltato cle,·esi al fatto che ~

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l 'atonia no11 è stat a determinata dalla gonorrea, ma è st ata cla q11esta solamente aggravata o svelata. Sono questi i casi in rapporto ad una debolezza originaria della prostata, nei quali fa@ilmente si riscontra l'enuresi n ella fa11cit1llezza, e nei quali l'alterazione prostatica è spesso accompagnata da altre stimmate o difetti costituzionali. Al riguardo bisògna accertare la causa vera o probabile dell'affezione ed indirizzare la cura nel senso etiologico. DRAGOTTI.

OSSERVAZIONI CLINICHE Istituto di clinica e patologia medica della l' niversità di Camerino diretto dal prof. ANDREA FERRANNINI.

La «phlegmasia alba dolens » come complicanza della infezione polmonitica per il dott. LORENZO CASl'RIOl'.\, assistente. Con questa mia nota brevissima desidero semp}icemente attirare l'attenzione della pratica clinica su una complicanza della infezione pulmonitica, che non trovo illustrata nei più diversi Trattati di patologia o di clinica medica, tranne un fugace cenno del prof. L. Landouzy n el capitolo sulla pneumococcia, facente · parte del volume X del recentissimo Nouveau Traité de M édecine ,et de Thérapeutique, diretto da Brouardel e Gilbert. Quivi viene ricordato da L andouzy (pag. 110) che il nostro compianto prof. G. Mya, in un caso di pblegmasia alba dolens, nel corso di una pulmonite grave, rinvenne, alla necro· scopia dell'infermo, nel tromb~ di una vena infiammata dell'arto inferiore, lo pneumococco, identificato tanto con culture quanto con le ino-1 culazioni negli animali. I sintomi fisici e funzionali della flemmasia alba dolente , sono stati da me osservati nell'arto inferiore di 3 su 4 infermi di pulmonite Iobare, che sono stati •degenti in questa Clinica nel corso di appena 25 giorni. I sintomi locali non hanno presentato note nosografiche, degne di speciale menzione, tranne la poca gravezza della sindrome e le seguenti particolarità in rapporto alla infezione pneumococcica. In tutti e tre gli infermi la pulmonite si è localizzata nel lobo superiore del pulmone di destra (in un solo infermo, in B... L ... fu Francesco, di anni 60) si è notato appena l'accenno

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lt l>OLICL1mco

di diffusione del processo infiammatorio al lobo superiore del polmone di sipistra), in tutti tre gl,infermi la gravezza della infezione pneumococcica, come fenomeni generali, è stata molto spircata (presenza di aritmie e intermittenze cardiache nello infermo B, .. , già citato· pre · senza di coma per 4 giorni nello infermo S .. V ... , da Pozzuolo, di anni 17); in tutti e tre gli infermi l'esito della pulmonite è stato fausto, non ostante la elevata gravezza dell'infezione; in tutti e tre gl'infermi, la risoluzione ha avuto luogo per lisi o per crisi ad intermittenze, anzichè per crisi unica e definitiva; in tutti tre gli infermi la flemmasia alba dolente si è manife· ~tata durante la convalescenza e nella identica parte del corpo, cioè nella gamba e nel piede di sinistra. Semplicemente la durata della flemmasia ha variato, essendo compresa tra un minimo di 6 ed un massimo di 12 giorni. La maggior du· rata si è verificata nell'infermo, in cui la pulmonite si associò con gravi aritmie e intermit · tenze cardiache (S ••• G ... fu Giovanni). In uno solo degli infermi, nel meno grave tra essi (B ... L ... ), la insorgenza della flemmasia si è associata con febbre, ma di poca entità, rerchè durata appena per 3 giorni, con un massimo termico di 37 . 3 nelle ore pomeridiane e senza l'associazione di brividi durante la invasione dei pochi decimi di febbre. Oltre che sui dettagli rtlativi alla manifestazione di questa complicanza della infezione · pneumonitica, mi sembra opportuno attirare l 'atte11zione sulla circostanza della spiccata fre· quenza di quella complicanza nella pulmonite, che si è venuta svolgendo durante la passata stagione invernale in Camerino. Basti ricordare , che, come ho detto, la ho osservata in 3 su 4 infermi di pulmcnite, che sono stati ricoverati in questa Clinica durante lo spazio di soli 25 giorni. Questo dato di fatto induce a ritenere che la complicanza, nei casi da me osservati, dipende dal « genio epidemico ~ secondo la espressione favor_ita dei nostri antichi, o, come preciseremmo noi oggi, dalla qualità dell'intossicazione, inerente alla peculiare varietà di pneumococco . La infezione pneumococcica, svoltasi in questo breve torno di tempo, tra le sue particolarità ha presentata quella di colpire anche le vene ed i linfatici degli arti inferiori, esclusivamente di sinistra, nella fase risolutiva del male, non altrimenti che, in altre epidetnie della infezione

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pneumococcica, si è notato il microbo o le tossine rispettive, durante la convalescenza o durante altra fase del male, localizzarsi in altri organi o tessuti e sostenere cosi le meningiti, le otiti, le pleuriti, le peritoniti, le pericarditi, le artriti, le nefriti, le epatiti, oltre che queste varie localiz· zazioni infiammatorie possono associarsi o non con suppurazione. ' Camerino, marzo-aprile 1913.

ACCADEMIE, SOOIETl MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCON1'1 PAR'rICOI,ARI).

VII Riunione della Società italiana per il Progresso delle Scienze. Notevolissimo è stato il contributo della scienza italiana al Congresso tenuto in S iena dal 22 al 27 settembre, tale da formare oggetto di alta meditazione a tutti gli studiosi. Per necessità di cose daremo un breve riassunto delle comunica· zioni che più da vicino interessano il medico e il biologo. Merita il posto d'onore, fra i discorsi a classi riunite, quello del prof. Achille Sciavo: I di'Yitti dell'igiene. 1 Antico è ,il concetto egli iniziava - che più facile sia evitare le malattie che guarirle. Spesso anzi ai consigli, raccomandati per preservarsi dai morbi , fu contrapposta la medicina, la quale, come arte del curare gli ammalati, fu da molti ritenuta non solo fallace, ma anche dannosa e vilipesa quindi coi più caustici epigrammi. a Un giudizio di tal genere venne espresso nel modo più duro e più preciso dal grande Leonardo da Vinci, il quale, dopo aver definito i medici per destruttori di vite ed homi'.:,,i eletti per curar.3 ma· lattz'e da loro no>~ conosciute, soggiunge: Ingegnati di conservare la sanità, la qual cosa tanto p ·i ù ti riuscirà quanto più dai fisici ti guardefai. cc I progressi della scienza non permettono oggidì di trattare cosi acerbamente i medici; ma se le grandi scoperte moderne sulle cause e sulla natura de>i morbi hanno messo Ja terapia sopra solidissimi fondamenti dandole modo di elevarsi a grandi altezze, non v'è dubbio che ben mag-. giori trionfi può vantare l'igiene, la quale da non pochi anni va sempre più restringendo il dominio delle malattie dell'uomo ». Lo Sclavo fa derivare i diritti dell'igiene dalle grandi benemerenze di questa scienza, estendendosi specialmente nel mettere in rilievo i vantaggi economici legati ad una seria e razionale ap1)Iicazione dei precetti dell'igiene.

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SltZIONS PRATICA

A conforto di questa sua affetmazione, accenna a vari fatti soffermandosi a ricordare con lode Pietro Canalis per quanto egli seppe organizzare a Genova al fine di difendere efficacemente quel porto mondiale del.la invasione della peste. Ciò fu evitato: e così per merito speciale di questo uomo, che mirabilmente incarna la qualità dell'uomo di scienza e dell'uomo di azione, cioè del vero igienista moderno, si evitò che gli altri Stati~ forti di patti internazìonali, dichiarassero infetto il nostro maggior porto e avviassero altrove, chissà per quanto tempo, un enorme movimento commerciale. Dopo alcuni accenni ali' epidemia colerica del 1910-1911, passa a '.;onsiderare l'andamento della mortalità generale in Italia e rileva come essa sia rapidamente diminuita dopo l'applicazione della legge Crispi del 1888 circa di un terzo; ma che da qualche anno essa si mantenga quasi stazionaria. Attribuisce quel primo miglioramento atl~ ig1:ene comandata, cioè a quei provvedimenti che lo Stato potè subito itnporre; ma ritiene che un ulteriore progresso nel campo igienico non possa raggiungersi se non .m ediante la attiva e cosciente cooperazione del pubblico. Purtroppo l'O. riconosce che l'ignoranza ancor troppo diffusa nel popolo italiano - constatabile non solo fra le classi più umili, ma anche fra queile più elevate e preposte al reggimento della cosa pubblica - sarà di grave ostacolo al migli<;>ramento igienico del nostro paese. Lo Sciavo continua il suo lucido e arguto discorso facendo una minuta, obbiettiva disamina delle condizioni in cui si trova il popolo italiano in fatto di coltura igienica. Scrisse Lamarck - egli ricorda - che è più difficile fare accettare una verità che scoprirla. Le difficoltà naturalmente sono assai diverse a seconda dei vari ambienti. Il Giappone seppe in pochi anni uscire dalla barbarie e, sfruttando ogni scoperta scientifica, potè emergere con meravigliosa rapidità. . Il movimento sulla via del progresso è vertiginoso in Germania ed in Inghilterra. Noi abbiamc: meno fretta e la distanza fra la ci viltà nostra e quella di quei popoli va intanto sempre crescendo. È questa una dolorosa verità che bisogna pur deciderci a mandar giù, se la vita italiana non deve consistere nel trastullarsi tra fiori senza profumo di un falso patriottismo. Lo Scla vo !amenta che una non piccola parte degli ufficiali sanitari dei piccoli comuni non co. · nosca sufficientemente l'igiene per poterla seriamente applicare. A scusa di tale deficienza riconosce peraltro che anche le cattedre universitarie d'igiene per molte ragioni non possono soddisfare complètamente ai loro compiti; e seguendo il giovane studente di medicina attraverso la sua I

carriera universitaria fa notare come esso 11ei vari ambienti universitari, ma specialmente in certi Istituti di anatomia normale, di anatomia patologica, di igiene sperimentale, veda piuttosto il disprezzo che non il cultp dell'igiene. Quando poi si aprono al gio\rane le sale della clinica medica, è rarissimo che egli trovi modo, con quell' insegnamento, di conoscere da vicino le più comuni malattie infettive, con cui avrà da combattere ogni giorno. Meno che mai gli verrà insegnato praticamente con quali precauzioni si debbano avvicinare quegli infermi, senza pericolose trascuranze e senza ridicole esagerazioni. Dopo avere accennato a·l altri fatti, che dimostrano quanto sia urgente preparare al paese buoni igienisti, sostiene la necessità del conferimento del titolo di . perito medico-igienista in base alle risultanze di un severo esame di Stato. Tale titolo dovrebbe. essere indispensabile per adire ai posti governativi e a quelli riservati al personale tecnico presso i grandi Municipi. E dopo a vere svelato tante manchevolezze dei consorzi igienici, dei concorsi universitari e dell'istituto dei medici provinciali, passa al campo veterinario. La scienza veterinaria, più ancora della medicina umana, si è volta ai mezzi che valgano a impedire il diffondersi delle malattie e i suoi successi furono indubbiamente brillantistissimi, dove si poterono applicare con rigore i risultati dell'indagine scientifica. Uomini di molta autorità, come il Lustig, hanno co1nbattuto per il miglioramento delle nostre scuole veterinarie cosi trascurate, specie in quanto ha attinenza all'insegnamento dell'igiene; e l'economia nazionale trarrebbe indubbiamente cospicui guadagni da una saggia riforma di quelle scuole. Una notevole parte del discorso è dedicata a mettere in evidenza gli inconvenienti che deri· vano al paese dalla scarsa conoscenza dell'jgiene fra gli ingegneri italiani. In ben diverse condizioni si trovano gli ingegneri in Inghilterra e in Germania, dove quasi ogni anno si tengono meravigliose esposizioni di carattere specialissimo, · che permettono ad essi di seguire i continui progressi della scienza sanitaria. In Inghilterra poi si ha cosi preciso il concetto di che cosa sia la casa salubre che insegnamenti teorico-pratici vengono regolarmente impartiti anche agli operai, per istrt1irli su tutto ciò che si riferisce al modo di fare una buona presa di aria pura da distribuirsi negli ambienti e al collocamento razionale dei tubi dell'acqua potabile e della fognatura domestica. Credo - viene quindi a dire l' O. - che sia di Victor Hugo il detto: il medico cut'a e l'infer~n,iere guarisce. Se quell'enunciato fosse completamente vero non ci sarebbe in Italia da star troppo tran(19)


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quilli. Nota infatti l'urgenza che da noi è sentita di provvedere anche a un personale di assistenza medica, meglio rispondente ai bisogni ; e tributa un caldo elogio alla Regina Elena per l'iniziativa presa a Rorrta di fornire, a imitazione di quanto si fa in Inghilterra, ai nostri ospedali un personale femminile t ecnico e laico, scelto con cura e istruito in modo da imporsi alla stima e alla fiducia di tutti. Un'altra grave mancanza dobbiamo ancora lamentare in Italia : non esiste cioè ancora da noi una grande Società d'igiene che riunisca elementi di varie competenze e che si faccia sentire al pubblico e valere autorevolmente quando insorgano important~ questioni igieniche. Vorrebbe che si apportassero profonde modifi· cazioni nel Consiglio superiore di Sanità e che anche vi trovassero seggio membri designa ti dalle facoltà mediche e dalle scu.ole degli ingegneri. E dopo avere accennato al fatto che talora amministratori sia governativi che comunali spie· gane un'attività .ostile all'igiene, suggerita loro dalla grande ignoranza di questa materia, tratta dello stato attuale della coltura igienica del nostro popolo, per la quale non crede di poter fare grandi distinzioni fra nord e sud, per quanto si riferisce alle classi più umili , sopratutto a quella c1ei contadini. Ad onta dei tanti mali lamentati fin qui dal prof. Sciavo, egli è ottimista per l'avvenire, poichè riconosce nel nostro popolo doti preziose, che dovrebbero e potrebbero rapidamente sfrutt arsi. « E ppure il campo non è sterile (egli sog. giunge). Tutt'altro . Il nostro popolo difetterà forse di alcune qualità, ma ne possiede in massimo grado due fondamentali~ l'intelligenza acµta e pronta e il buon senso. Cento e cento volte le ho potute apprezzare in gravi frangenti , dopo aver vinto la diffidenza, che io dovevo destare, come inviato dal Governo e come medico per giunta. E fu mia cura precipua far notare e stimare quelle qualit à a tutti coloro, che io ebbi a collaboratori in varie circostanze. Scorgo ancora la sorpresa sul viso di qualche giovane medico, che, venuto a chiedermi istrnzioni m entre entrava in servizio sotto di me, si ebbe al primo consulto nient'altro che il dono del Principe di messer Nicolò Machiavelli. Attraverso alle profonàe osservazioni sulla natura umana racchiuse in quel libro, io condussi ben presto il neofita a vedere tutta la necessità di non perdersi in quel"imonie, di non pretendere in quel mo111ento che le cose e gli uomini fossero qualf non potevano essere, ma di sfruttare subito tutto il buono esistente (ed era parecchio) per il grande scopo per il quale era venuto a dare l'opera sua »• Il

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In ques ta parte del suo discorso il prof. Sclavo parlà pure estesamente della propaganda igienica, del modo come essa dovrebbe eseguirsi e dei risultati, che qua e là sono già raggiunti. Accennando alla Commissione testè nominata dal Governo per l'Educazione fisica, fa voti perclJ.è essa si metta subito al lavoro e presenti presto le sue proposte. Per non perder tempo basterebbe ricordare che in Inghilterra, in Germania e da qualche tempo anche in l4'rancia corre come un fremit~ di continua attività per render sana , forte ed animosa la gioventù, a scongiuro di un qualche grande pericolo, che avesse a sovrastare alla Patria; poichè colà, assai meno che non da noi, si bamboleggia attorno ai fantasmi di un amore e di una pace universa1e. Uno sguardo ancora è dato al grande avvenimento della nostra vita nazionale, la conquista libica, a proposito della quale lo Sciavo si chiede se molte di quelle navi che tristemente approdarono in patria cariche di uomini prostrati, non da ferro nemico, ma da germi infettivi, non trasportassero un enorme tributo pagato all'igiene offesa dall'ignoranza nostra . Nel discutere questo punto fa alcuni confronti con quanto è risultato nel corso della guerra russo-giapponese. Ponendo fine al suo ampio e poderoso discorso lo Sciavo fa appello a tutti gli uomini di scienza, affincbè mettano a disposizione del popolo il loro sapere a difesa dei diritti dell'igiene, senza la quale non è più possibile il fiorire di nessuna moderna civiltà.

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Nel campo della biologia e della patologia vasto fu il lavoro arrecat© dai soci. Dobbiamo ricordare il tema: La energia n ervosa e la chimicofis2'ca del protoplasm a sul quale riferì G. Pighini, La proprietà di reagire . ag.li stimoli è funzione fondamentale di quasi tutti i protoplasmi viventi, animali e vegetali. Le piante non hanno sistema nervoso, ma ha11no organi che li equivalgono e l'energia che in essi si svolge è della stessa natura e origine di quella che negli animali con sistema nervoso si designa col nome di « energia nervosa ». A tutte le cellule è comune la proprietà di possedere uno strato esterno superficiale che consta prevalentemente di sostanze lipoidi e costituente, rispetto alla fase interna, una fase assai meno acquosa e che funge da membrana semipermeabile fra il contenuto cellulare e il mezzo fluido ambiente. Questo strato superficiale è sede d'importanti fenomeni elettrici; attraverso di esso infatti diffondono dall'interno all'esterno della cellula soltanto determinati ioni (cationi), mentre altri carichi di elettricità negativa sono tratte.:


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SEZIONE PRATICA

nuti all'interno. In tal modo fra il protoplasma cellulare e i liquidi amorfi che bagnano la superficie della cellula si stabilisce una differente con· centrazione ionica, di segno differente, che determina una differenza costante di pote~ziale al di dentro e al di fuori della ~embrana sem~per­ meabile. La cellula rimane così, rispetto al suo mezzo esterno, polarizzata. Ogni stimqlo (meccanico, luminoso, termico, elettrico) che agisce sulla su perficie cellulare ne altera la sua semipermeabilità, provoca una fuoriuscita di umori e però una depotarizzazione della cellula stessa accompagnata da una corrente di negatività verso il punto stimolato. Quando questa onda di negatività venga trasmessa attraverso quei conduttori colloidali che sono le fibre nervose, si ha la trasmissione dello stimolo a distanza. I riflessi non sono che il trasporto di un'onda di negatfvità da un punto stimolato a un punto ter,m inale ove dànno origine a fenomeni di movimento per certe mutazioni di fase arrecate nei colloidi delle fibre mu· scolari (coagulazione). Questa dottrina, emanante dall'applicazione dei principii della termodinamica alla fisico-chimica dei protoplasm 1, non ha ancora sufficiente base sperimentale per essere accolta integralmente; essa dà pertanto ai fenomeni dell'eccitazione dei protoplasmi viventi un'interpretazione che pone il problema in una via razionale. Su argomenti affini trattarono B. Bocci, La cellula nervosa cerebrale e il suo lavo'Vo specifico; T. Gayda, sul ricambi<;> gassoso dell'encefato, alla discussione dei quali temi partecipò specialmente s. Baglioni. Celso Ulpiani pronunciò un discorso, . .4.pplicazioni del la termodinamt'ca alta bioiogi·a: egli, dopo , avere illustrato i rapporti della biologia con i primi due principi <lella termodinamica in riguardo al significato energetico dei fenomeni vitali' e al possibile intervento in essi di fattori estraenergetici (Driesch) o superenergetici (Reinke) o di nuove forme di energia come quella nervosa o psichica di Ostwald, espone le applicazioni del principio di I.;e Cha telier-Braun nei ca mpi della fisico-chimica, ne mostra la grande efficacia filosofica e ne tenta l'applicazione nel ca1npo biologico. In questa direzione il disserente esamina la recente posi~ione assunta dal tieol i tali smo, in base alla quale yiene incondizionatamente rico~ nosciuto che tutti i processi elementari della vita . sono promossi dalle comuni energie della natura inorganica, ma nel contempo viene ammesso che in seno agli esseri viventi si ha una coordinazione di questi processi rispetto ai peculiari fini e alle peculiari prospettive della vita, la quale coordinazione non può essere spiegata con le leggi ~-

della fisica e della chimica. Il neovitalismo sostiene che mentre nei fenomeni della natura inorganica vige il principi·o di causalità col suo ferreo .determinismo, onde ad una data causa segue sempre un determinato effetto. con legge fissa e immutabile, nei fenomeni vitali invece vige il princ1~pio di finalità. Contro questo modo di vedere - in modo analogo a quanto espone nei· suoi libri Le Dantec, ad esempio - l'A. insorge in base alla termodi · namica. Per quanto si riferisce al principio di :finalità dimostra che quello di I ,e Chatelier in tutti i sistemi in equilibrio, se una causa dist1trbc, l'eqitili'brio detern:inando un .mutamento di stato, il si'.stem a ~avorisce tutte le reazion i che sono possibili e che possono opporsi a quel m?"tamento. I,a :finalità appare manifesta .i n questo modo di comportarsi, chè il sistema di fronte a una variazione reagisce sempre in un senso e cioè nel senso di riportarsi al suo stato anteriore. A ta,l propo· sito espone la teoria di Lamarck sulla neoformazione degli orga·n i, le due leggi fondamentali della meccanica teleologica di Pfliiger e i risultati a cui è giunto il moderno indirizzo psico·fisico o neo-lamarkismo p~ico-vitalistico. Seco11do questi studi lo schema di un'operazione vitale sarebbe questo: una causa esterna o interna provoca un bisogno, il quale a sua volta determina uno stato di desiderio che vuole essere soddisfatto, uno stato di t ensione che deve essere risoluto, cosi che l'organismo è indotto ad adoperare quel mezzo che è più atto al soddisfacimento di quel 1 desiderio. Se ora al post o di bisogno si sostituisce mutamento di stato, al posto di soddisfare a u n bisogno si pone favorire la reazione opposta, si ha il comportamento di un sistema inorganico in equilibrio secondo il principio di Le Chatelier e il , comportamento dj un sistema vivente che collimano perfettamente. Rigur..rdo poi al principio di causalità, l'oratore dimostra come non sia esatto affermare il deter· minismo assoluto dei fenomeni inorganici. Tutti i sistemi presentano nei loro diagrammi ca1npi od aree in cui si trovano allo stato di falso equilibrio, in c11i il ~istema è in uno stato d'indeterminatezza in quanto che non sa se obbedire o no alla legge. Così l'acqua se è soprariscaldata o sopraraffreddata può rimanere liquida, una soluzione soprasatura può non crist allizzare, lo zolfo ortorombico a temperatura superiore a 97').6 può non trasformarsi in clinorombico. Interessante e pratica è stata poi la esposizione, fatta da O. Scarpa, Origini e svilitppo della ultram,icroscopia, in cui i1 principio fisico di' questo mezzo d'indagine è stato illustrato con proiezioni ed esperienze su soluzioni colloidali di oro e di argento.

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Not evoli i temi sullo studio de~ tumori. M. Almagià ha discorso su L e ·conoscen ze attuali sui tumori , deri·va t~ dai 1iuovi metodi d'indagine. Premessa l'utilità dello studio istologico dei tumori, d al quale si apprese che nulla v'è di estran eo all'organisn10 nella ~truttura dei turuori, ac· cenna all'interesse c.'be la ricerca sperimentale presenta di fronte ai vari problemi ancora inso· luti. Riconosciuto che tutti i vertebrati presentano disposizione per i tumori, si ferma su i tumori maligni del topo e del ratto, come quelli che, pur non corrispondendo in tutto ai tumori umani, presentano tali analogie con essi, da per· mettere di utilizzare per la patologia umana le osservazioni istituite su di essi. P a rla dell'applicazione fatta allo stud io dei tumori di tecni~a già ltsata in batteriologia e che permise di studiare la biologia d ei blastomi e di spiegare certe loro proprietà, com~ quelle ine· r enti alla viru lenza. Accenna all'influe n za che sui tumori sperimentali dispiegano la razza, l'étà, il sesso, la gravidanza, 1a nutrizione, ecc. Descritta la trasformazione che un tumore a struttura epiteliale può subire nei successivi passa ggi in altro a struttura connettivale e viceversa, parla dei tentativi fatti con l'obbietto di prod urre veri tumori spe~imentali, tentativi fi nora infruttuosi, malgrado i lavori di Fischer e di altri. Espone poi i r isultati ottenuti dall'applicazione della biochimica allo studio delle modificazioni nelle proprietà biologiche delle cellule neoplastiche maligne. Applicando la tecnica usata per lo studio dell'immunità si è giunti ad approfondire le differenze biologiche delle cellule blastoma tose dalle normali e a stabilirne analogie con le cellule embrionali. Riassume le principali reazioni diagnostiche tentate, alcune delle quali dànno risultati che possono costituire un valido ausilio nel campo clinico. Si occupa quindi dell'immun ità n aturale e dell'acqu isi ta, soffermandosi sulla i mmunità atrep tica e delle principali esperienze derivate dalla geniale ipotesi di Ehrlich. Detto dell'immunità ottenuta a base d'iniezione di tessuti vari o o di autol,i sati di tessuti, passa al capitolo della tera pia e ai tentativi di chemioterapia, concludendo che la· dimostrazione del1a possibilità che un tumore maligno si riduca o scompaia per effetto di agenti di varia natura , permette di spe· rare che pc;>ssa avvantaggiarsene la terapia d ei tumori umani. Tratta infine d ei rapporti che intercedono tra ospite e tumore e s'indugia a considerare l'influenza che i singoli organi esplicano sull'accrescimento di quest'ultimo e compara il processo rigenera-

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tivo normale con Ja formazione dei tumori. Quanto alla etiologia, nessuna delle teorie vigenti - l'em. brionale, la parassitaria, l'irritativa - dà conto della causa d'insorgenza di tumori, dei quali po· tremo avere appreso a conoscere l'istogene5i, non l'etiologia, come pure abbiamo imparato a valu.. tare alcuni momenti causali, ma rimane da stabilire il perckè della deviazione dalle normali leggi biologiche, per c11i alcune cellule acqu;stano le caratteristiche della malignità. L' Almagià conclude con osservazioni d'indole generale, tendenti a dimostrare l'importanza che le glandole endo· crine hanno come regolatrici dello sviluppo e come mantenitrici dell'equilibrio fu11zionale, onde dedurre cl1e ad esse spetta importanza anche nel regolare l'accrescimento dei tumori. Segue Eugenio Centanni, I fattori della mol tiplicazione cellu lare studiati precipu am en te con le colture dei tessu t i in vi tro. Domina in biologia - egli dice - il principio che la moltiplicazione cellulare è risposta a stimoli specificf , senza dei quali la cellula può compiere le altre funzioni, ma conserva la sua individualità. È gloria italiana, del Malpighi, la prima idea sull'esistenza di tali stimoli, poichè egli attribuisce la formazione delle g alte a un secreto emesso con le uova dall' insetto galligeno. Dopo a vere accennato alla varietà d egli stimoli (ormoni, alimenti, principì chimici endogeni ed esogeni nell'attività di riparazione), si sofferma sui tumoti, pei quali, dopo tentato di trovare la ragione· dell,illimitato accrescimento nella analisi morfologica , parassitaria e chimica del tumore stesso, si è cercato di dar luce al quesito per vie collateralj. La più fruttifera è stata ispirata dai tumori di mestieri collegati al maneggio di prodotti della distillazione del carbone (anilina, ecc.). Partendo dal carattere tumoraffine di queste sostanze eccitati ve, 1'0. facendone combinazioni con metalli tossici, le ha potute trasformare in principi chemoterapici, con i quali ha ottenuto la regressione dei tumori stessi. Un metodo di grandi promesse per l'analisi delle sos tanze blasti che è quello della coltura dei tessuti i n vi tfo. Sono state già saggiate alcune sostanze (indolo, ecc.), mescolandole al plasma di coltura. Centanni ha introdotto il metodo delle colture , affrontate, ponendo a fronte al frammento in col tura tubetti capillari con le speciali sostanze da esaminare. E ha veduto che alcune sostanze richiamano la neoformazione verso la sorgente chimica (blasto tropismo +) , mentre altre la respingono (blastotropismo - ). Alla discussione partecipano G. Fichera, il quale riferi'lce su numerose ricerche personali intorno alla biologia dei tumori, Levi, Carlo Foà, A. Per· roncito, Paolo Enriques.


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SEZIONE PllA'l'tCA

*** Prima di chiudere questa breve e naturalmente incompleta relazione, non voglio omettere come in questo Congresso della Società per il Progresso delle Scienze abbia avuto c1egnissimo svolgimento - non solo ·nella sezione dedicata ad essa, ma anche nelle altre - la parte relativa alla storia delle scienze. Si è dunque inteso come non tra· scurabile condizione di ,brogresso e di nuovi svolgimenti sia il conservare il nostro antico sapere, poichè nessuna storia come quella delle scienze mediche e biologiche~ specie in Italia, è ricca di elementi atti a prender posto n_ella scienza avvenire. Così troviamo il Romiti che si occupa del me· rito di G. B. Ercolani ·n elt' anatom1:a della placenta; e il Guzzoni degl_i ·A ncarani illustra una splendida raccolta di fantocci ostetrici e di modelli di presentazioni in terra cotta, derivati dalla scuola bolognese del Galli. Ficalbi tiene un discorso su Il senese F. C. M armocch'i, evoluiionista predarwi·n iano e le sue vedute. D. Barduzzi legge un bel· lissimo discorso su La dottrina galileiana e la medicina sperime'n,tale, dimostrando il lento sviluppo storico delle dottrine spetimen tali , attraverso tanti sistemi opposti erronei; parla dei più Cèle · bri medici italiani che le raccolsero e le applicarono, da Santorio a Morgagni , da Fabrizi d'Ac· quapendente a l\1aurizio Bufalini, mal compreso, che rimise ai nostri giorni in onore le dottrine sperimentali nelle scienze mediche. Anche sul Galilei ha trattato P. Gucci , col titolo Il pe·nsi·er~ di, Gatileo sulla divisibilità della m ateria. Vivo interesse ha destato V. Pensati con una dissertazione animata da proiezioni, su Babiloniu e la med1:cina ippocratica, della quale il nostro giornale parlerà più a lungo. Ravaglia ha intrattenuto iniorno a Tura di Castello e al sito trattato sulle acque di Porretta,· A. Corsini su importanti documenti per la storia del primo Con~resso degli sr;ienziati italiani, tenuto in Pisa nel 1839; e il Barduzzi sulle 01igin1· e sulle vice·nde pr·i ncipali delta R. Accademia delle Scienze, detta dei Fisiocritici, di Siena. Bilancioni ha portato delle lettere inedite del Cotugno, riferentisi alle sue scoperte su gli acquidotti dell'orecchio interno, del nervo parabolicoincisivo e della sciatica e che valgono a lumeggiare la figura dell'illustre anatomico pugliese; e ha svolto alcune note sul Ramazzini di cui ricorre il bicentenario della pubblicazione dell'opera maggiore e nel 1914 quello della morte. M. Cardini illustra lo scritto Galenico: « come l' ot timu medi'co sia anche filo sofo it; e il C hiadini delle memot"ie 'inedite del M orgagni, in cui lo ve· diamo studioso di entomologia; Mieli dà notizie su Vann,occio B iri'n·gucci se~tese e sulla· s·u a ope1'a De la P ·i1 otechnia,· C. Raimondi rivela i preziosi 1

codici manoscritti .di . medicina posseduti dalla Biblioteca comunale di Siena; e tnfine il Simonelli si occupa di Gerolamo Me-rcuriate da Forli e del suo interessantissimo trattato « D e morbi s cutaneis · et omnibus c~rporis humani e%crementi:s » dal quale si traggono nuove prove sul fatto, già noto, che il Mercuriale era ottimo intenditore e pratico di otoiatria. G. BII.ANCIONi.

Seconda 1·iunione degli igienisti italiani. Ebbe lttogo a Milano nel salone dell'ufficio di igiene. Alla seduta inaugurale parlarono il prof. Canalis ed il prof. Menozzi, assessore comunale. Primo relatore è il prof. E. Bertarelli, che svolge il tema: I vari metodi di depurazione delle acque. Il prof. Canalis riassume poi i risultati di esperienze eseguite nel suo laboratoriomediante l'ozono ed i raggi ultravioletti e su alcuni sistemi di filtri'. In merito si svolge un'ampia discussione. Il prof. Maggiora legge la relazione sul secondo tema: L' ana li'si chimica e ·b attefiologica nel g'iud?'.ziù di salubri.tà delle acque. Segue una esauriente di• scusstone. Due sedute sono state dedicate aJ tema: Tubazioni i'n ghisa e altri materiali contenenti ferf'o, sti~diate in rapporto alla formazione dei tubercoli fc1'ruginosi e al rammollimento del materiale delle conduttu1e, relatori i prqff. Casagrandi e Binaghi, ì quali hanno portato 'davanti al Congresso un . cumulo di studi e di osservazioni personali importanti, che sono serviti di ·base a un·a discus · sione dotta ed elevata, cui hanno partecipato i proff. Gasperìni, Sciavo, Di Veste a, Gosio, Sormani, Bordoni-Uffreduzzi e altri. . Nella terza ed ultima giornata il prof. Gualdi p~rla sulla profilassi a·n timalarica e loda la legge relativa. Sullo stesso argomento parlano i professori Gosio, Sormani e Canalis. Il prof. Pagliani dell'Università di Torino, svolge poi una relazione sul modo di poter dafe ta radioatti· vi'tà alle acque che l'hanno e a quelte che non l'hanno mai posseduta. A dimostrazione della sue tesi fa anche alcuni interessanti e<;perimenti. Illustra pure il metodo del prof. Cerutti, per conferire la radioattività ai vetri. Infine viene approvato il regolamento della Associazione igienistica italiana. A sede del prossimo Congresso, che avrà luogo il prossimo anno, è scelta Napoli. I congressisti si sono recati a visitare l'hnpianto . dell'estra~ione dell'acqua potabile alla Maggiolina, la scuola moderna di via Farini, le opere di fognatura al collettore di Nosedo ed i campi di irrigazione, l'ospedale dei contagiosi, l'impianto per la depurazione biologica, le case popolari di via Mac-Mahon, la morgue. G. F. (23)

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APPUNTI PER IL. MEDICO PRATICO. MEDICINA SCIENTIFICA. Paralisi progressiva e spirocheta pallida. Levaditi-Marie-Bankowski (Annales de Z' lnstitut Pasteur, 25 luglio 1913) ricordano che la spirocheta pallida è stata dimostrata solo recentemente nel cervello dei malati di paralisi progre5siva: per la prima volta dal Noguchi nei primi mesi del 1913 (The journal o/ Qxperim. med., 1 ° febbraio r9r3). Servendosi del metodo di colorazione del Levaditi, egli ottenne un reperto posi· tivo nel 17 % , cioè in 12 casi su 70. Tale dimostrazione è diventata sempre più frequente, man mano che la tecnica si è perfezionata. Lo stesso Noguchi, in un lavoro da noi altra volta rias · sunto (Munch. med. W o::h. , 14 aprile Igr3) , ha dimcstrato la presenza della spirocheta in 48 casi su 200 esaminati, cioè nel 24 % . servendosi del metodo di Levaditi, coll'aggiungere piridina alcool ed acetone nel bagno di fissaggio al formolo, e lavando a lungo dopo il trattamento con l'argento {per due ore). Con lo stesso metodo Marinesco e Minea han avuto un caso positivo su 26. Gli Autori hanno fatto due serie di ricerche comparative. Servendosi dell'antico metodo del I.evaditi, hanno esaminato 32 casi di paralisi progressiva , lasciando però le sezioni istologiche da 2 a 3 giorni nell'alcool a 90 gradi, dopo la fissa. zione in formalina IO% . Soltanto in 3 casi hanno avuto nelle loro ricerche risultato positivo, cioè in çjrca il Io % dei casi. Il metodo della impregnazione argentea è atto a dimostrare la presenza delJa spirocheta nel cer· .vello dei paralitici generali , ma dà risultati motto incostanti. Ciò è indubbiamente dovuto alla imperfezione della tecnica adoperata, giacchè la natura specifica della para li~i progressi va è di mo. strata in più larga scala dalla reazione di Was· sermann, ed anche per la difficoltà della ricerca della spirocheta nel tessuto nervoso impregnato all'argento. . Più recenti ricerche degli A A. hanno provato che, servendosi di una tecnica più appropriata ed e~aminando sistematicamente ogni · circonvoluzione cerebrale, si riesce a scoprire la spirocheta nella maggioranza, se non nella totalità dei casi di paralisi progressiva. Occorre che l'autopsia sia fatta al più presto possibile: dissecata la pia madre, si taglia con piccole forbici curve un piccolo frammento di corteccia cerebrale e si dissocia in poche gocce di soluzione fisiologica sul vetrino. Quest'emul·

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sione ser.v e per fare sia i preparati per l'ultramicroscopio, sia i preparati per strisciamento, previa diluizione del materiale. Questi ultimi vengono colorati con l'inchiostro di Cina, o col metodo di Fontana-Tribondeau (V. P;;thotog·ica, 1913 . n. 109), o col processo di Loeffier per la colorazione delle ciglia. Col primo metodo le spirochete risaltano perchè rimangono incolore; col secondo si colorano in bruno nero su fondo giallo; col terzo si colorano in rosso. Hanno esaminato nove cervelli freschi di casi, nei quali la paralisi progressiva aveva avuto un decorso rapido e la morte si era quasi sempre verificata in seguito ad ictus apoplettiforme. Coi metodi rapidi di ricerca (ultramicroscopio, metodo di Fontana, ecc.) hanno avuto risultato positivo in otto casi, cioè nell' 88.8 % ·Col metodo di Levaditi invece ebbero soltanto un caso positivo, cioè nell' 1r.1 % . L'esame all'ultramicroscopio è ancora superiore ai metodi di colo~azione suddetti, per la rapidità della dimostrazione e sopra tutto per la co~tanza del reperto: perciò gli AA. raccomandano di co· minciare l.a ricerca della spirocheta nella cor· teccia cerebrale dall'esame ultramicroscopico. È caratteristico il fatto che le spirochete si trovano quasi sempre disposte in focolai più o meno circoscritti nelle diverse regioni. Le spirochete si trovano sempre nella corteccia propriamente detta; l'esame della sostanza bianca sottostante a un ricco focolaio di spirochete ha dato risultato negativo. Gli AA. hanno avuto risultato positivo nel.. l'esame del liquido ve11tricolare di sinistra in un caso in cui le circonvoluzioni frontali corrispondenti erano molto ricche di spirochete. La ricerca delle spirochete nel bulbo e nel midollo è stata nega ti va. Da queste osservazioni, gli AA. vengono alle seguenti conclusioni circa l'etiologia e l~ patogenesi della paralisi progressiva. La paralisi progressiva è dovuta alla localizzazione e moltiplicazione della spirocheta pallida nella corteccia cerebrale ed alle lesioni che ne derivano. La moltiplicazione del parassita pare si verifichi a poussées successive, analoghe alla comparsa periodica delle manifestazioni specifiche cutanee e mucose. Mentre un focolaio della corteccia si sterilizza con esito in sclerosi, un altro si origina in circonvoluzioni ancora intatte: ciò spiega perchè le zone cereb~ali piu avariate non sempre sono. quelle più ricche di paras3iti. Sembra probabile che l'ictus apoplettiforme corrisponda


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a queste poussé~s parassitarie acute, specialmente quando queste siano localizzate nella corteccia delle zone motrici. È più proba bile quindi la di· mostrazione della spirocheta nei casi di morte in seguito all'ictus apoplettiforme, anzichè nei casi di mo~te nei periodi di intervallo fra due ictus, in seguittl a malattie intercorrenti. P. SABEI,I.A.

CASISTICA. Il cancro della testa del pancreas. Fra gli itteri cronici i più importanti a differenziare vi ha quello dipendente dal cancro della te~ta del pancreas. Chauffard (Jourr,,aZ des praticiens, n. 46, 1912) riferisce la storia di due infermi caduti sotto il suo esame in vita e dopb morte. Dalla storia si rileva che la sintomatologia è dominata dall'associazione delle funzioni delle due ghian· dole biliare e pancreatica. Le loro funzioni :fisiologiche sono correlative; inoltre il coledoco ha un tragitto intraepa tico. I cancri del pancreas sono durissimi e per conseguenza provocano fa· cilmente la compressione dei canali escretori. Nella sintomatologia vi ha una prima fase di di· magramento, e turbe digestive indefi11~te ed indefinibili fin quando la stenosi nel coledoco non produce bruscamente l'ittero, con fenomeni di retrodilatazione, e distensione ordinariamente della cistifellèa. Questa distensione però può man· care quando la cistifellea resta sottoepatica, quando vi siano anomalie anatomiche, od in casi di ostruzione del cistico. Generalmente alla palpazione si sente il fegato, la cistifellea, ma non tumori, salvo casi eccezionali, anormali (Pice Tolot), nei quali si sono veduti tumori epigastrici, talvolta animati da pulsazioni trasmesse dall'aorta sottostante. Il dolore può essere assai vago, e può assumere il carattere dei dolori tabetiformi (Chauffard) e dipende dai rapporti del corpo del pancreas col plesso solare ed i gangli semilunari, talvolta il dolore è a sinistra, e questo è assolutamente dovuto a lesione ' pancreatica. Se si prendono i tipi estremi si può opporre ia sintomatologia pancreatico-solare dei cancri del corpo a quella pancreatico· biiiare dei cancri della testa deJ pancreas. Ai cançri della testa ultimamente si sono riscontrati alcuni sintomi nuovi. Oltre la lipasi, che serve allo sdoppiamento dei grassi ed alla steatolisi, il pancreas secerne tidpsina, agisce sulle :fibre muscolari, le sostanze idrocarbonate e feculente. Si potrà constatare la non digeribilità della fibra muscolare colla pl'ova dei nuclei di Schmidt.

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Si potrà vedere scomparire dallo intestino il fermento amilotitico o amilasi. Loeper e Rathery hanno nel 1911 attirato l'attenzione sulla ritenzione. pancreatica, che dà luogo ad una sindrome clinica caratterizzata dalla scomparsa della amilasi fecale ~ccompagnata dall'aumento dell'amilasi sanguigna, e dalla sua eliminazione vicaria per il rene. Talvolta si cònstata glicosuria. Viceversa può sparire ·Una glicosurià preesistente, quand0> si origina un cancro del pancreas. La scomparsa dello zucchero in un diabetico, senza cure igieniche o dietetiche, deve considerarsi come un segno di cattivo augurio, e fare pensare ad una complicazione grave, quale, ad es., un cancro del pancreas. I sintomi fondamentali del cancro d~lla testa del pancrea~ sono: ittero cronico, retrodilatazione della cistifellea, i caratteri del chimismo fecale,. il dimagra1nento; ed ancora l'assenza di ascite, e gli edemi terminali. La diagnosi differenziale deve farsi con i cancri dell'ampolla di Vater. Si sonoprodotti due segni - pei cancri dell, ampolla l'ittero è meno costante e meno stabile (Hanot), il che però non si verifica sempre. Nei cancri dell'ampolla si può avere sangue nelle feci, colla prova di Weber, che manca nei cancri del pancreas perché retrointestinali. Le pancreatiti croniche si differenziano per il loro decorso. L' inte1'vento nei cancri della testa del pancreas porta un sollievo immediato, la soppressione della colemia, del prurito, ed in certi casi del dolore,. bastando una semplice laparotomia e la distruzione di qualche aderenza per un tale e:ffetto,. però i rischi opera tori sono numerosi, e la sopravvivenza dell'infermo è di u110 o due mesi soli. QUAR'rA.

Lo stadio iniziale del carcinoma del crasso. L'importanza della diagnosi precoce d~l carci .. noma del crasso è in rapporto colla possibilità di lJ.n intervento operatorio che si ha solo in uno. stadio iniziale. La sintomatologia del carcinoma del cra~so è varia; in alcuni casi la malattia s~ inizia col quadro di una grave anemia, che ta· lora assume l'aspetto di un'anemia perniciosa; altte volte sono le diarree ostinate l'unica espres· sione morbosa e rilevabile. Altre volte si ha il quadro clinico di una coJite cronica, in alcuni casi infine I 'infermo ci si presenta coi sintomi di una dispepsia più o meno grave che fanno pensare ad un epitelioma gastrico anche per l'anemia concomitante. Il quadro di un'occlusione intestinale anche se intermittente o parziale ha grande importanza & cosi pure l'insorgere di emorragie intestinali o d i (25)


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PO~ICLINICO

.ascessi pericolitici. Il dolore alla palpazione ha anche notevole valore diagnostico. Il Mathieu che ne riferisce qualche caso sulla Gazette des Hopitaux, 1913, n. 68, sostiene l'im· portanza dell'esame radiografico ogni volta che i sintomi suaccennati lasciano sospettare un epitelioma del cieco o del colon. P. A.

TERAPIA. Iniezioni supermassimali di benzoato di mercurio nella cura deìla sifilide.

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male 1'A . fa seguire una serie di 30-50 frizioni di 1111guento mercuriale 4i 3 grammi l'una. Nei casi iniziali l'iniezione supermassimale, J>rima ch e la reazione di V\'asserL'Ylann sia divenuta positi,·a, previene i fenomeni di sifilizzazio11e generale. In un certo numero di casi (17), l' A . dopo una 1)ri1na dose ;.nassiva di 24 (:gr., ha praticato con ii1terv.alli ~i 8 g i<;>rni, fino ad altre 4 iniezioni di J o C'gr. c1asc·1tna. Con questo metodo ha trattato 155 uomini e 93 donne. ~on si ha11no fenomeni secondari tanto pi ù accentuati di quelli che solitamente si banno nelle cure mercuriali inten~e ; più spesso si osser\Ta una diarrea transitoria; freque11ti .sono le sto1natiti 1nercuriali (43 casi), e i fenomeni di idrarg iris1no cutaneo (2 1 casi) ; in 3 c~si 11a avuto fe11omeni di colite mercuriale. Ha avuto un cas•J di morte per intossicazione mercuriale e·vidente, rua dovuto a molteplici cause intercorrenti. I,' l t. si dichiara partigiano dell'antico metodo di cura delle frizioni merct1riali cl1e, a differ'enza delle iniezioni sottocutan~e, metto110 a disposizione dell'organismo forti dosi di mercurio. Present ano il solo incon·veniente ch e il mercurio ' 'iene assorbit o molto lentam ente. L 'iniezio11e massimale fatta all'inizio det ermina un vero ictus therapeuticits, i cui effetti s ono poi Jnantenuti e prolt1ngati mediante le frizioni. I vantaggi eco11omici di questo metodo sono per sè evidenti. P. SABELLA.

11 prof. Ehlers di Cope11aghe11 h a comunicato nela Sezio11e di Der1natologia del recente Co11gresso internazionale di Londra intor110 ai ris11l·· t~ ti da lui ottenuti nella terapia della sifilide 111ediante iniezioni di alte dosi di f)enzoato di inercurio, fino a 25 centigr. in una sola volta. l~ ·autore è s t ato indotto a questi tentativi di cura dalla co11siderazione che g li effetti prodi_giosi del sal,·a.rsan potessero essere dov uti alla dose eroica del n1edica1nento, piuttosto che a sue speciali pro1)riet à chi111iche ed all'attenuazio11e della s ua azio11e tossica. E si è p roposto di ricercare se si pot esse ottenere ancl1e dai sali m erc111iali deg·li ictits tlier11pc·iltici ai1aloghi a quelli che si han11 0 clall'azione del salva.rsan. Si è ser·vito clel benzoato di mercurio, r eso solubile co11 1'ag·giunta di cloruro di sodio (1 per cento) e indoloro con l 'aggiunta di zucchero bianco ( r o per cento). I n co11ceutrazioni superiori al 2 per cento, il benzoato di-v~enta doloroso. Procedendo dapIl salvarsan nell'anemia perniciosa progressiva. prima con grande precauzione, egli è giunto. a dar~ i11sie111e 6 cgr. di q1testo sale, e poi fino a r e Ch. E. Na1nmach (Nledical R ecord, n. 19, 1913) e 14 cgr ., s o1n111inistra:;ic1CJ queste rlosi a più diecine di pazienti prin1a di t entare le d.osi s ucces- osser va che 111algrado le innumerevoli indasive. Non h a a\•t1to mai a la1nent are inconvenie11- g ini intorno all'etiologia dell 'ane1nia perniciosa, essa dev'essere a ncora considerata di erigine criti di sorta. Per un errore di un infermiere, 11n ;.. ~orno furono iniettati 2~1 c_:;r. per uno .a due in- ptogenetica. Alcuni casi, almeno transitoriamenfermi. Queste dosi furono sopportate benissimo. te, ris pondono ad una cura casuale; altri che pure pare risulti110 da fattori causali identici, L 'i\.. p erò no11 h a creduto di arrischiarsi oltre i 25 cg., anche percl1è con quest e dosi egli ottie11e n1algrado la cura, marciano fatal1nente verso l'esito letale. · l'effetto desiderato, a p oco prezzo e con grande Gra\vitz assegna grande importanza ai disturbi facilità di t ecnica, a differen za del sal\·arsan . T,'iniezione spesso è scr:_ 11ita da elevazione del- della secrezio11e gastrica dell'acido c10ridrico. Ciò porta ad un'intossicazione d'origine intestinale, la temperatura che r aramente s upera i 39 gradi, e quando non si oltrepassino i 15 cgr., si osserva dovuta a mancat a disinfezione dei cibi nello stomaco ed a ma11cata distruzione dei germi prove- · s1)esso la reazione di Herx bein1er. l\1er.avigliosi sono i risultati ottenuti dall' A. : , 11ienti dalla bocca. Questi germi, passando nell'intestino, ' ?i produrrebbero f.atti flogistici con il sifiloma ulceros o in 24 ore cicatrizza e poi più formazione di tossine emolitiche. In secondo 1110lentamente si riassorbe; le lesioni ulcerose t argo Gra\vitz crede si tratti anche di incomplt:ta dive cicatrizzano con una rapidità straordinaria; dig·estione delle albumine eterogenee : e però g li esante1ni roseolici dispaiono dalle 24 alle 48 consig·lia una dieta priva del tutto di albumina ore ; una certa resistenza presentano le eruzioni pap11lo-nodulari, come a-.. ' riene anche per il sal- animale, sussidiata da quotidiani lavaggi dello stomaco ed irrigazioni del colon con una sol11varsan. In questi casi all'iniezione supermassi-

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SEZIONE PRATICA

z ione clor uro-sodica all'r-2 per cento. Fgli inoltre dà insieme 1'arsenico per via ipodermica. N ell 'u ltima riunione dell 'i\ssociazio11e gastroent erologica americana ha prevalso i 'opinione che l 'origine dell 'anen1ia perniciosa sia c.lovttta ad u na t ossina prodotta nel t ubo gast ro-ent erico co1ne risultat o della acloridria. No11 in tutti i ~asi lli anemia perniciosa coesiste l 'acloridriij, : secondo lVIc Caslcey de\·e esservi una s1~eci~ le r~re· ·disposizione embrionaria. L'u nica luce portat a a quest o probl~ma dagli studi post -mortali è la conoscenza cht. debha f'Sis t ere un veleno pot ent e, capace di agire sul sang u e pr oducendo l 'em olisi, sul midollo spinale det erminando processi deg~nerativi ;:;istèmir:t ocl a piast re, e met amorfosi grassa nel c11ore , ff'gato, ecc. l\1olti casi di anemia perniciosa rèCèntemente so110 st ati t rattati col salvarsa11, special1n ente se nell 'amnesi del pazient e v'erano pret:edenti luet ici. F riedlander, Bram\vell hanno a vttt o buoni r isu lt ati . Norris ha t ro·v ato nell 'aut opsia di ind iv'idui t rat ati col salvarsan degenerazio11e grassa di or gani paren chimatosi . Ciò deve .tarC'i esitare nell'u sare il salvarsan in ttna 1nalatt ia che , per sè, è ca pace di produrre degenerazione g rassa dei . . '\'tscen. L 'A. r itie11e ch e il salvarsan è i11dicat o nell 'an emia secon daria clei pri11ii st adi della sifilide ; ment re è controindicato nell'anemia per niciosa anche se qttesta nell'anamnesi lont ana fu precedut a da luce. Maynard ha pubblicat o u n caso di ai1emia pei11iciosa nel qttale il sal varsan è st at o inefficace.

P. S.

Ricerche sopra l'azione dei preparati mercuriali nelle splrochetosi. Kolle, Rothermundt e Peschic (Deu tsche medizinische W och., 1912, n. 34) hanno. as~oggettato .ad analisi sp~rimentale l'azione terapeutica di numerosi preparati mercuriali, solubili o no, organici o inorganici, di fronte ad una infezione da spirochet e facile a studiarsi, la spirochetosi dei polli. Intento degli AA. era appunto di trovare un preparato che si adattasse in modo spe· eiale per la cura della spirochetosi umana ed ·eventualmente si prestasse per una chem oterapi·a t:iombi·n ata col salvarsan. Gli AA. hanno titolato, rispetto al potere terapeutico e tossico, numerosi preparati; quasi tutti più o meno hanno azione contro la spirochetosi dei polli. Mentre però fra i prèpa rati inorganici ·e quelli organici della serie alifatica non si in· contrano, a parità di contenuto in Hg, notevoli -difterenze di attività chemoterapica; differenze

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notevoli si hanno fra i preparati contenenti un nucleo benzolico: e, fra questi, un .preparato dovuto al dott. Scheitlin si presenta come quello che unisce la minor tossicità alla m assima attività' spirocheticida, cioè il minor organotropismo al massimo parassi totropismo. Il preparato in parola è un mercuro-pirazolone-soliamino-dimetiìfenolo, in cui il Hg è legato non direttamente all'anello benzolico, ma al gruppo solfaminico incastrato nell'anello pirazolonico. Si ha dunque una conferma della importanza della costituzione chimica dei composti aromatici per l'azione terapeutica, importanza che risulta ancl1e nei composti arsenicali. Il preparato suddetto dovrebbe prestarsi per una terapia combinata col salvarsan. P. R ONDON I.

~DICINA SOCI.AL~

Voti approvati al Ili 4Joogresso Nazionale per la lotta sociale contro la tubercolosi. I. - Il III Congresso 11azionale per la Lotta contro la Tubercolosi, riaffermando u n concet to di fondam entale importanza discu sso anche nelle precedenti riunioni, rileva che a questa lotta i1on deve mancare il contributo della Scuola, e che l'at tivit à all'uopo del medico ufficiale sanitario, o ispettore speciale, cond izione necessaria d'ogni serio ordinament o scolastico, non può esplicarsi in modo veramente proficuo senza la cooperazione illum~nata del maestro, cui sopratutto tocca di guidare nell'ambient e scolast ico la vita e il lavo·r o degli alunni . Il Congresso fa quindi voti : r° Che presso le Uni,rersit à e le Scuole normal i sia at tivato un congruo insegnament o d'igie11e, da affidare a medici d i speciale riconosciut a competenza, rendendone obbligatoria per chiunque int enda esercitare nelle scuole elementari e secondarie e 11ei con-v~itti la funzione d'insegnant e o di direttore ; • 2° Che t ale insegnamento, fatto stt procrram1na u niforme, consideri insieme col buon b ao,·erno scolastico anche il fine di mettere in b grado, insegnanti e direttori, di cooperare alla formazione della coscie1iza igienica del popolo, ' massimamente i t1 r iguardo della lotta contro la tubercolosi . I l Congresso, conscio che gli espedienti adott ati oggi dàl Go,~erno per integrare la preparazione deg·li educatori in riguardo dell'igiene, pur 1nerit e\ oli ·di lode co1ne provvedi111ento di carattere t ransit orio, sono impari al bisogno, 1

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IL POLICLINICO

carattere transitorio, sono impari al bisogno, confida che il Ministro della P . Istruzione, d'intesa col Direttore · generale della Sanità presso il .lVIinistero dell'Interno, dia opera sollecita .all'attuazione organica di tali voti, già acclamati in molteplici altri congressi scientifici e divisi dal Consiglio superiore di Sanità. In fine, al medesimo fine di prom11overe la formazione della coscienza igienica antitubercolare il Congresso raccomanda, che presso le Università popolari, i Dispensari antitubercolari e altre istituzioni igienico-educat~ve si favorisca la creazione di Musei-scuole ambuìanti, con adatto corredo di mezzi di dimostrazione obbiettiva, facendo · loro sopratutto il compito di diffondere largamente le norme d'igiene, mercè cui rendesi possibile la convivenza con gl'infermi di tl1bercolosi, e qui11di la loro assistenza famigliare, senza peri colo di contagio e con rispetto de' più sacri doveri sociali. . II. - Il Dispensario antitubercolare deve essere una istituzione essenzialmente profilattica; ma dove gli Istit11ti di assistenza curativa per la tubercolosi non siano o non possano essere coordinati col dispensario antitubercolare potrà questo esercitare anche una funzione tera. peutica purchè essa venga fatta escludendo tutte quelle specialità e metodi di cura di cui una lunga esperienza non abbia dimostrato la efficacia. III. - Il Congresso ritenuto che il dispensario profilattico per la sen1pre maggior importanza assunta nella lotta contro la tubercolosi, deve diventare in più larga misura diretta emanazione Comunale, estendendo, l'opera propria anche alle classi non povere; . ammesso che l'essenza · della profilassi dispensariale risiede nella sua funzione m edica, la quale non può venire completamente e.s plicata senza il carattere di serena indipendenza conferito al sanita-rio; esprime l'opinione che al n1edico di . dispensario profilattico co1nunale debba essere inibito l'esercizio privato. IV. - Il III C,pngresso per la Lot ta Sociale contro la Tubercolosi, riunito in Torino, invita il Governo ad adottare i provvedimenti idonei alla più sollecita integrazione degli Ospizi Marini e delle altre Opere per le cure marine e montanine ai fini della profilassi della tubercolosi e della rigenerazione dei figli del popolo. V . - Il Congresso della Federazione delle opere antitubercolari fa voti .che nell'interesse del miglioramento fisico delle nuove generazioni si diffonda al più presto in tutti gli istituti prescolastici e scolastici u11 servi~io completo di \'Ìgilanza igienico-sanitaria.

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VI. --.. Il Congresso fa voti che la questione delle Scuole all'ap~rto entri decisamente nel campo delle attuazioni normali e stabili dell'insegnamento elemen~are ; dà incarico alla Presidenza di provocare la costituzione di un largo Comitato medico-magistrale a tal scopo, e di fissare la trattazione nel Congresso del 1914 del tema sulle Scuole all'aperto. • VII. - Il Congresso della Federazione delleopere antitubercolari plaudendo alle importanti relazioni del del prof. Comba e del dott. Hajech· fa voti : r) perchè mentre si attuano i migliori mezzi · di lotta contro la diffusione della tubercolosi, si venga a costituire in tutte le classi sociali una migliore coscienza igieni~a nei riguardi dellu: prin1.a infa1izia; 2) perchè il Governo, i Comuni e tutti gli Enti preposti all'assistenza e beneficenza infa11tile studino ed applichino i mezzi più noti di tutela per la salute dei bambi11i specie dei latta11ti; 3) perchè la Lega Nazionale per la protezione della prima infanzia possa in breve tempo raccogliere attorno a sè tutte le energie attive e fattive sparse in ogni centro ed esercitare in· bre·ve tempo una efficace opera di propagand3: e di profilassi sociale a favore dell'infanzia. VIII . - Il Congresso, udita la relazione del com1n. Magaldi, esprime · il voto che il Governo, assolvendo un impegno già da tempo assunto verso il Parlamento e verso il P aese, prepari al più presto e presenti provvedimenti legislativi improntati al sistema della assicurazione obbligatoria per le malattie dei nostri lavoratori, completata da norme d'igiene profilattic~ e di educazione sanitaria col concorso integratore dello Stato. IX. - Il Congresso riconosciuto che l'opera delle attuali Istituzioni antitubercolari sta ad· attestare la perseverante nobiltà delle energie. individuali e locali, ma nel tempo stesso la inadeguatezza dei mezzi contro il grave flagello : recl.ama l'interv=nto dello Stato con provvedimenti sostanziali sorretti da stanziamen~i. adeguati; designa l'assicurazione obbligatoria contr()I la malattia e la invalidità come il solo mezzo efficace ad avviare seriamente la soluzione del: problema antitubercolare insieme con altri di assistenza e di profilassi. Dà mandato alla Feder,azione di propugnar-:: nel Parlamento e nel Paese tale riforma come urgente e matura - muovendo ed illumiminando a tale intento tutte le energie economi-· che e politiche.


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SEZIONE PRATICA

X. - Il Congresso: · con\rinto della necessità di unire e di cooridinare tutte le forze degli enti pubblici e degli I stituti pri\1 ati per la lotta contro la tubercolosi; con,·into che ciò possa e . debba farsi senza pregiudicarne menomamente l'autonomia de~ singoli Enti ed I sti tuti. Fa voti: Perchè in tutte le maggiori città si costitui-scano secondo le condizioni locali delle Alleanze o F ederazioni fra gli Enti pub bli ci e gli Istitut1 privati allo scopo di coordinare le loro forze per una azione regolata e concorde nella lotta contr<J la tubercolosi. Fa voti ancora : Perchè vengano dal leg islatore stabilite oppqrtune nor1ne per re11dere, in deter1ninati casi, <>bbligatoria detta alleanza o feG.er azione rispet· t ata sempre l'autonomia d·ei singoli Enti . XI. - Il Congresso, fa voti perchè, con opportuno ritocco legislativo, venga st abilito che la tubercolosi polmonare, in qualunqtte stadio del decorso clinico, venga considerata come una malattia per c'u i il Sindaco, in rapporto all'art. 79 della legge I7 luglio 1890 n. 6972 (S. 3a) , sia autorizzato ad amettere ordinanza di ricovero d'urgenza nell'ospedale competente. XII. - Il Congresso, :fidando che il Governo non tarderà a pro-vrvedere ad una legislazione specifica contro la tubercolosi, l a quale renda veramente · efficace la denuncia di tutti i casi di infezione aperta, chiede, per intanto, che sia ()rdinata là rigorosa applicazione delle vigenti . .. . .' <11spos1z1oru, e c1oe : · I. Obbligo, da parte dei m edici curanti, di denunciare i casi di tubercolosi contemplati dall'articolo 129 del R egolamento 3 febbraio 1901 ; 2. Obbligo, da parte dei Comuni, di fare i dovuti provvedimenti, primo tra i quali la disinfezione. Fa voti inoltre perchè sia resa obbligatoria l a denuncia della tubercolosi negli individui iehe hanno rapporti diretti e obbligatori col pubblico, come impiegati, insegnanti, p~tinai, tramvieri e simili, e che sia esteso l'obbligo della denuncia, oltrechè ai casi verificatesi nelle latterie e vaccherie, a tutti coloro che fabbricano o vendono, o comunque maneggiano sostanze alimentari. XIII. - Il Congresso della F ederazione Italiana delle opere ,antitubercolari fa voti che alla ~omplessa e difficile lotta contro la tubercolosi, abbia a partecipare attivamente anche la Croce Rossa, così come essa si è applicata e si applica vantao-o-iosamente nella lotta contro altri fiaoo gelli popolari.

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XI V. - Il III Congresso nazionale per la lotta sociale contro la tubercolosi, convi11to che sia di g ra-vTe danno per la gioventù in generale, e più s pecialmente per quella predisposta alla tubercolosi, l 'attuale sistema di internamento carcerario, fa voti cl1e alla ria1)ertura della Camera sia sollecitament e present ato il progetto di Codice dei Minorenni preparato dalla Commissione reale e, in attesa della approvazione di tale legge, raccomanda alle autorità compet enti, u11a più accurata ed igienica scelta delle celle per i giovani carcerati.

I

POSTA DEGLI ABBONATI. •

(178) Citra della malattia di Duchenn~. -

Deside· rerei avere alcune indicazioni da cotesta on. e gentile R edazione nonchè alcuni schiarimenti sulla cura moderna d ella malattia del Duchenne. Basta la cura del massaggio, dell'elettricità e dei ricostituenti interni ? Sarei desideroso di conoscere qualche lavoro moderno su questo argomento. Usole grazie anticipate. Dott. Denti G. B. Vecchio abbonato. Per la cura della malattia di Duchenne oltre ai metodi t erapeutici da Lei esposti è sempre da tentarsi una cura specifica mercuriale, quando si possa accertare la pregressa lues (anamnesi, rea.. zione di Wassermann), specialmente quando la cura non fu fatta o fu incompleta; però bisogna usare la precauzione di evitarla quan~o esista atrofia dei nervi ottici. Colle stesse precauzioni si può tentare il salvarsan ed in proposito esiste già una estesa letteratura. Il lavoro più moderno .sulla t erapia della tabe e che è rimasto classico è quello del Frankel « Sulla rieducazione dei movimenti », tradotto anche in francese. P. A. Mi farà la geutilezza di rispondermi nella posta degli abbonati, alla ~eguente domanda: un mio bambino di nove mesi allevato sinora con balia, ma in condizioni poco floride di salute, ora che tende a farsi grosso e robusto, ha presentato in corrispondenza della regione latero·cervicale destra una tumefazione, indolente, duro-elastica, non spostabile, ricoverta da pelle normale e dovuta certamente ad ipertrofia cii glandole linfatiche. Senza dubbio sarebbe opportuna la cura iodica; ma, data l'età, quale sarebbe il mezzo più opportuno, onde avere una cura intensiva iodica? Saprebbe al riguardo consigliarmene una differente? La ringrazio. Noci. Dott. Domenico Semeraro. (179) Adenite iperplastica. -

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Il bambino presenta molto pr obabilmente una adenite iperplastica (forse consecutiva a tonsillite o ad infiamma zioni pregresse della bocca). Se il bambino si presenta sano e robusto non si deve intraprendare una cura generale. Localmente può invece giovare i;nolto l' applicazione di una pomata a base di j otione: Pr. jotione. . . . . gr. 2 » vaselina . . . . » 4 » lanolina . . . . » 4 Una cura iodica per via interna, se si ritenesse opportuno farla, potrebbe eseguirsi somministrando delle goccie di soluzione acquo~a iodo iodurata all'1 % (da due a quattro goccie in un cucchiaino di latte, due volte al giorno). M . F. (180) N eut1alizzazione del nitra.to d'argento in

eccesso nella prat,ica oculistica. - Dopo le caut erizzazioni di nitrato d'argento su di una mucosa, si adopera sempre o quasi sempre un cloruro preferibilmente di sodio o idroclorato dicocaina perchè si neutralizzi l'eccesso di nitrato d 'argento e la cocaina avrebbe anche il vantaggio dell'anestesia dopo il caustico. Si adopera pure in oftalmiatria spessissimo il bicloruro di mercurio in soluzione debolissima come d isinfettante congiuntivale e corneale. Orbene, pare una cosa naturalissima che un lavaggio di soluzione debole , di sublim ato anche dopo la caust icazione di nitrato cl/argento lo si possa fare con vantaggio. Forse la cosa non è cosi ovvia come sembre · rebbe perchè il nitrato d'argento (Ag N0 3 ) trovandosi a contatto col sublimato (H g C12 ), potrebbe formare anche in traccie del nitrato mercurico Hg9 (N0 3 ) o del nitrato m ercuroso Hg (N0 3 ) che sarebbero molto più caustici d el ni- . trato d 'argento e quindi pregiudizievoli all'integrità corneale e congiuntivale, senza contare che un caustico come il sublimato dopo l'azione caustica del nitrato d'argento potrebbe parimenti aumentare lo stato infiammatorio dell'occhio e quindi potrebbe essere sì e no utile o dannoso. Certo che il dolore aumenta. Dunque le cose sono come le ho dette io e come sostiene un altro m io collega, o l'azione del sublima t o in soluzione debole dev'essere trascurat a o creduta ut ile ? Prego darmi una risposta in proposito e ringrazio. Dev .mo Dott. P. O. Cagliari.

Tutte le volte che occorre in terapia oculare· neutralizzare un eccesso di nitrato d'argento, si deve adoperare esc!usi vamente il cloruro di sodio in soluzione al 5 %. Il bicloruro di mercurio precipita pure, come qualsiasi cloruro, l'eccesso di

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nitrato d'argent o; ma noi non possiamo affidare un'operazione tante volte cosi importante a quella piccola quantità di biclorur~ contenuta nella so· luzione allungatissima di sublimato che sola si può usare per le comuni disinfezioni dell'occhio (1 : 10.000), e che da per sè stessa poi è tanto irritante, che val sempre meglio non adoperarla nelle abituali lavande della mucosa congiuntivale, e sostituirla con una più lieve soluz.ione borica 2 ~'~· E. B. (181) S u lla te'l'af>ia detta sciatica. -L'abbonato n . 2 8 23 chiede : N el Veneto esistono case di cura esclusivamente per la cosidetta sciatica reumatica. La cura consiste nell'applicazione di cataplasmi a formula tenuta gelosamente nascosta. Qualcuno di tali specialisti ha potuto con que.. sti sistemi ammassare delle fortune colossali. I suddetti cataplasmi curativi della sciatica reumatica di quali ingredienti possono essere composti ? Sarebbe opera oltrechè umanitaria anche mor ale il far conoscere e divulgare nel ceto medico tali formule. I guaritori della sciatica sono molto diffusi,

non solo nel Veneto, e sono d egli empirici (farmacisti, monaci, donnicciole) ai quali purtropp<> qualche medico presta la propria assistenza, in modo che essi possono aprire anche delle case di salute ! La forza del loro metodo è nel segt'eto, e perciò è vano domandare e sperare che siano rese pubbliche le formule dei r imedi miraèoloC)Ì. È probabile che la base dei cataplasmi veneti siano i comuni rivulsivi che tutti i medici adoperano. Se la legge sanitaria ed il codice penale fossero applicati in Italia sul serio, questa forma di empirismo ciarlatanesco dovrebbe scomparire. Ma la magistratura italiana (alta e bassa) non è punto convinta del danno sociale che ne deriva, e disgraziatamen:te le autorità sanitarie governative pare non ne siano convinte nemmeno esse. Certo si è che le denunzie che si fanno o all'una o alle altre spesso non sono nè meno degnate di risposta . CAJUS. (182) .Lesio_ni endocardiche con~ecutive a m ala,!a· - Sarei grato a cotesta Redazione se volesse indicarmi se esistono monografie e quali - Sulle. attefazioni endocardiche consecu tive a malafia. In attesa, ringrazio. Dott. V. Beduschi. Turro. •

Non se ne conoscono. A . \ '.


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CElfffI BIBLIOORAFICI

(No,. •i reeensi•eono che i libri p1rve1tuti in dono olla Re4t1:lon1) La lingua italiana ai congresssi medici internazio~ali. - Riportiamo integralmente dal « LanA. MuRRI. Pensieri e precetti. Per cura di A. cet » del 27 settembre 1913: Gnudi e A. Vedrani. Bologna, Zanichelli, 1913. « Sembra che sia sorto qualche malinj:eso sulI dottori Gnudi e Vedrani hanno avuto 1a fel'uso dell'italiano al recente Congresso medico inter· nazionale e che la stampa medica e quella scien- lice idea di sceverare nell'opera del loro maestro tifica in Italia abbiano deplorato che l'italiano · Murri i pezzi che si riferivano a questioni gene· non fosse accolto tra le lingue ufficiali. Una re- rali sul metodo scientifico, sull'indirizzo e sul cente lettera apparsa, al riguardo, sul C<>rriet'e compito della medicina, sulle funzioni e sui do· della Sera, induceva il prof. Felice La Torre, de- ~eri del professore di clinica e del medico pralegato del comune di Roma, a replicare in data tico. La forza del pensiero e la lucida determinatezza della espressione sono tali nel Murri, che4 settembre, per richiamare l'attenzione sulla IV. ci~colare del Congresso, ristampata nel gen- i frammenti anche staccati hanno un'attrattiva ed naio 1913, nella quale è stabilito che: lingue ufficiali esercitano una suggestione nel lettore: richiamanosono l'inglese, il tedesco, il francese e l'italiano; e ribad.iscono in chi conosce le opere intere i chiunque desideri parlare altre lingue può farlo, suoi ammaestramenti alti e severi, spingono, forpurchè un membro del Congresso traduca il senso zano i medici che ancora ignorassero i suoi prodelle sue osservazioni in una delle quattro lingue fondi lavori, le sue armoniche e dense lezioni, a su menzionate. - Si vuole che il Governo italiano studiare le opere di sì profondo e acuto maestro. Ma questi P ensieri e precetti che i due scolari avesse ricusato di prender parte al Congresso e di inviare delegati, perchè le circolari erano del Murri hanno scelto con precisa cognizione di redatte solo in inglese, tedesco e fancese. Ma tutte le pubblicazioni, con sicuro intuito della è agevole comprendere che il numero delle lingue significazione del! 'indirizzo della scuola e con usate per le informazioni ufficiali dev'essere stret- fine discernimento artistico, saranno gustati. aptamente limitato; altrimenti il lavoro burocratico prezzati, utiii a tutti coloro che coltivano le diviene interminabile e impossibile. Di piu una scienze biologiche - intese nel f>iù ampio senso della paroia - poichè assurgono quasi sempre deliberazione venne adottata al riguardo dal Comitato internazionale pei congressi medici, e qua- alle più severe norme con cui la logica si applica · lunque paese ospiterà il Congresso, dovrà atte- ai processi vitali. Se gli autori hanno reso degno omaggio al loro nervi$i. Riteniamo trattisi di un criterio eminentemente 'pratico, poichè il francese è inteso maestro, appena uscito da una penosa malattia, dagli studiosi di tutte le razze latine, dai russi hanno fatto opera vantaggiosa all'incremento e · V. ASCOLI. e da altre nazionalità slave. Comunque, sembra alla dignità degli studi italiani. che prima dell'inaugurazione il Governo italiano riconoscesse che non era stata commessa alcuna H. POLLITZER. Ren juvenum. Wien, Urban u. Schwarzenberg. 1913. mancanza o svista riguardo alla « dolce lingua » La questione dell'albuminuria ortostatica riceve di Dante, e dimostrò il suo soddisfacimento designando quali delegati ufficiali il prof. Bianchi, con questa monografia del Pollitzer, assistente rettore dell'Università di Napoli, membro del Par- dell'Ortner, un nuoi\7'o impulso. Dopo una espolamento, e due distinti ufficiali dei servizi sanitari sizione storica dei concetti che si sono seguiti nel campo delle albuminurie fisiologiche e giovanili, dell'Esercito e dell'Armata ». Riteniamo da parte nostra che il miglior modo viene a parlare dell'importanza della lordosi come per fare accogliere la « dolce lingua » tra quelle determinante dell'albuminuria ortostatica e con· ufficjali dei congressi medici internazionali consi- sidera i numerosi altri fattori che contribuiscono sterebbe nel migliorare la nostra produzione scien- alla produzione del fenomeno. L' A. porta un largo contributo casuistico e spetifica. C'imporremmo in modo più naturale, senza rimentale •e si sente autorizzato a concludere che proteste e recriminazioni e resipiscenze. il fenomeno dell'albuminuria ortostatica è il proSia questo uno stimolo a fare di più e meglio ..• dotto di due fattori: di un'insufficienza dell'apR. B. parecchio linfatico, a cui '->i associa uno stato di ipereccitabilità vasomotoria: perciò si comprend~ Pubblicheremo prossimamente: come cause minime possano agire nell'epitelio reNANNINI, Osservazioni sull'anestesia generale con nale: come in una stessa famiglia si possa prel'etere solforico; sentare accanto ad un'albuminuria ortostatica MANTOVANI, L'acqua distillata nelle iniezioni enuna vera nefrite giovanile ovvero vizi cardia ci dovenose di salvarsan. o affezioni reumatiche. P. A. I

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NE.LLA VITA PROFESSIONALE. Ancora per i medici· condotti del f'omune di Roma. On. Assessore del Comune d·i Roma pe'I' l ' igiene, Ci sono note le sue benevoli dispoc;izioni verso noi medici di 2 ° grado, la cui situazione è stata fatta divenire insostenibile e quindi non uno spirito polemico anima queste righe, scritte su un giornale di classe e inspirate solo dal desiderio di concorrere alla soluzione del problema. Perno della questione è il servizio notturno .che riesce insopportabìlmente oneroso se ricorre ogni tre notti. Per necessità di cose noi altri medici, ad esso .adibiti, dobbiamo completare il nostro fabbi · sogno economico col libero esercizio professionale -e perciò nel giorno della guardia noi dobbiamo sfacchinarci per disimpegnare in mattinata i nostri doveri verso la clientela privata. Cosi solo ci è possibile riposare un po' nel pomeriggio e affrontare la nottata di guardia. Nel giorno successivo a questa noi ci troviamo nelle condizioni di chi ha passato una notte pressochè insonne. · Quindi il servizio ogni tre notti non ci dà che un giorno solo di respiro ogni tre. Per questa mancanza di riposo fisiologico molti sono stati i nostri predecessori, ma parte han dovuto rinunciare più o meno presto all'incarico .e parte hanno otten11to di passare a categorie, non gravate dell'oneroso servizio. Cosi la classe di colleghi che ci ha immediata._ mente preceduti è passata in massa nella cate:goria igienisti malgrado il minore stipendio. Dopo un vano tentativo del Comune di potere disimpegnare il servizio con personale avventizio, assoldato a tempo, siamo venuti noi altri. Ora osservi, on. assessore, la cronologia delle nostre agitazioni: Noi siamo sta ti tranquilli finchè il servizio ricorreva ogni 5 notti, abbiamo borbottato sottovoce quando era ogni quattro, protestiamo con tutte le nostre forze ora che siam tornati, e pare definitivamente, nelle condizioni antigieniche di prima. L'unica soluzione possibile non è che questa: servizio notturno ogni cinque notti ed eccezionalmente ogni quattro, utilizzazione di noialtri nel servizio diurno. Ciò era stato ottenuto; perchè mai malgrado le promesse riforme, assai discutibili dal punto di vista pratico, ci si devono fare ricordare con rimpiano i nostri primi anni di servizio? Un medico condotto di 2° grado. (32)

Ricorsi rontro le deliberazioni di licenziamento. Il consigliere aggiunto della Prefettura di Pe ... rugia dott. Bartolotta con lettera indirizzata al direttore dell 'Avven1:Ye Sanitario crede opportuno • avvertire i medici condotti che, contrariamente a quanto abbiamo noi sostenuto nello articolo pubblicato nel n. 38 del Policlinico (Sezione pratica). recente giurisprudenza accorda ad essi il diritto di ricorrere alla 4a Sezione del Consiglio di Stato e non alla G. P. A. in ca~o di licenziamento per fine del periodo di prova . Crediamo doveroso far rilevare allo egregio funzionario, che ben conoscevamo la giuri~prudenza da lui indicata e che fu appunto per sostenere la tesi opposta, basata su di argomenti solidi ed incontrastabili, che ci inducemmo a fare della quistione oggetto di studio e di pubblicazione sulle colonne del Poli'clinico. Dott. JusTITIA. Pubblichiamo integralmente la lettera di sopra.

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Ancora i ricorsi e il dott. Justitia.

. Preg.mo signor Direttore dell' Avve1;.ire Sanita1'io, Il n. 40 (anno cor.rente) dell'Avvenire Sanitario riportava dal Policlinico un articolo del dott. Justitia, nel quale si cerca di dimostrare che i medici condotti hanno diritto di ricorrere alla G. P. A. - in sede contenziosa - non solo contro le deliberazioni di licenziamento dopo acquistata la stabilità (art. 34 T. U. 1° agosto 1907) ma anche contro le deliberazioni di licenziamento per fine del blennio di prova (art. 32 T. U. citato). Ora ciò è contrario .a quanto è stato affermato dalla più recente giurisprudenza, ed io credo opportuno di rilevarlo nell'interesse dei medici, per evitare che qualcuno, ricorrendo ad una autorità incompetente, veda respinto il ricorso. Infatti la V Sezione del Consiglio di Stato, con la decisione 10 maggio 1912 (pubblicata nella GiufiS#udenza Italiana, 1912, parte 3a, pag. 343; nel Manuale degli amministratori, 1912, p. 306 e nello stesso A vveni'Ye Sanitaf'io, anno corrente, 7°, 8°) e con la decisione 4• aprile 1913 (Manuale cit., 1913, p. 306) ha stabilito la massima che i ricorsi contro le deliberazioni di licenziamento dei medici condotti per fine del biennio di prova sono di competenza della IV Sezione del Consiglio di Stato. Tale massima è per molte ragioni esattissima. La dimostrazione, oltre che nelle cennate decisioni della V Sezione del Consiglio di Stato. ne è stata fatta dall'illustre prof. Federico Cammeo in un


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pregevolè articolo pubblicato nella Giu,-isprudenza Italiana (1912, parte 2 a, p. 243), cosicchè non occorre ripeterla. I medici condotti hanno dunque il diritto di ricorrere contro le deliberazioni di licenziamento . per fine del periodo di prova, ma il ricorso deve essere presentato alla IV Sezione del Consiglio di Stato, non alla G. P. A. • Perugia, 8 ottobre 1913. Dott. ANTONINO BARTOLOTTA Consigliere aggiunto di Prefettura.

fu bisogno di nessun aiuto, perchè in seguito alla ripresa delle trattative le parti si misero d'accordo sulla principale questione: quella dello stipendio. Le Compagnie accordarono ai medici un aumento di paga di centoventicinque lire al mese. Ottenuto tale aumento J'agitazione terminò e le navi poterono partire. Sulle altre questioni le trattative continuano. Registriamo con soddisfazione il vantaggio ripor~ato e che prelude altri successi. G. F .

Cronaca del movimento prof esslonale.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE.

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(4096) Medico consorziale - Scio glimento del Uno sciopero di medici di bordo. - Si ha da Genova, che i medici di bordo, che da tempo Consorzi·o. - Il Dott. C. R. da M~ desidera cosi agitavano per ottenere dalle Compagnie di noscere se sia legale il patto contenuto nel pronavigazione dei miglioramenti, hanno infine de- prio capitolato secondo cui qualora venisse sciolto il Consorzio presso cui presta servizio gli si do.liberato di scioperare. Ciò venne annunciato da un comunicato fir- vrebbe corrispondere la indennità pari ad una mato dal capitano ~iulietti, segretario della Fede- annata di stipendio sempr~ che non trovi altro razione della gente di mare, e da due membri posto meglio od anche egualmente retribuito. L'articolo in parola non è illegale perchè è la dell'Associazione nazionale dei medici di bordo. Il comunicato dichiarava che • La Federazione riproduzio::ie integrale del disposto dello artinazionale dei lavoratori del mare a p poggia e so- colo 30 del regolamento generale sanitario. Lo stiene fino alle estreme conseguenze e con tutte scioglimento del consorzio, che deve d'altronde essere approvato dal Prefetto, costituisce un caso 1~ sue forze l'agitazione dai m edici. Dato e non concesso che le Compagnie riescano a ingaggiare di forza maggiore che giustifica la perdita della qualche medico krumiro, le navi non partiranno stabilità. La corrisponsione della indennità costilo stesso, perchè gli equipaggi faranno causa tuisce una misura equitativa imposta appunto per far risentire meno al sanitario l'effetto della comune coi medici organizzati ». Ad ostilità dichiarate, vennero intavolate trat- scomparsa dell'ente presso cui prestava servizio. (4097) Pensioni. - Il Dott. G. D. da R . E. che tative fra le parti in .contrasto. Durante il 13 ed presta servizio presso un Comune che ha proprio il 14 corrente, nei locali del palazzo Raggio, ove regolamento per le pensioni e non ha mai aderito hanno sede le principali Soèietà di Navigazione, alla Cassa governativa, desidera conoscere se anebbero luogo lunghe e vivacissime discussioni fra il direttore della N. G. I. ed il direttore del Lloyd dando a riposo liquiderà la. pensione in base al regolamento comunale od a quello governativo. Sabaudo da una parte ed i signori cap. Giulietti, Non avendo Ella giammai aderito alla Cassa dott . Lattes e dott. Simoni dall'altra. Malgrado il vivo desiderio d'addivenire ad un governativa, liquiderà la pensione di riposo in accomodamento, non fu possibile raggiungere base al regolamento comunale e sarà pagata tol'accordo; sicchè nella mattinata del 1·5 . la Fede· talmente a carico del Comune. (4098) ·U fficiate sani tario - Rilascio certi fica ti. razione dei lavoratori del mare fermò i piroscafi Il Dott. F. A. da F. desidera conoscere quali PYincipessa Mafalda in partenza da Genova per Buenos Aires, ed il P'Yinci pe di P iemonte in par- certificati deve l'ufficiale sanitario rilasciare previo pagamento e quale compenso possa egli pretentenza da Napoli per New York. dere t>e.r quelli relativi al trasporto delle carni A navi ferme vennero riprese le trattative fra le parti, in Capitaneria a Genova, ove i rappre- macellate. Non è possibile fare uno elenco esatto dei {!ersentanti del Lloyd Italiano, in compagnia del comandante del P rincipessa M afalda, si erano tificati che deve o può rilasciare l'ufficiale sanirecati per annunciare all'autorità portuaria la . tario, essendo essi svariatissimi e molteplici . Per quello necessario per il trasporto delle carni maso~pensione della partenza di detto piroscafo. Mancando i medici non ~i poteva procedere al- cella te si può chiedere compenso proporzionato al fastidio che occorre per rilasciarlo, e cioè a l'imbarco dei passeggeri. In caso di crumiraggio. altrQ personale di bordo seconda della maggiore o minore distanza che era pronto ad entrare in agitazione. Ma non vi corre fra il macello e l'abitato.

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(4099) Medici in servizio di emigrazione - No-

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Condotte· e Concorsi.

mine. - Il Dott. D. G. da V. chiede conoscere quali titoli occorrono per essere nominato medico di bordo in servizio di emigrazione alla dipendenza del R. Commissario su piroscafi transatlantici. Per ottenere tale nomina sembra che occorra la autorizzazione a viaggiare come medico di bordo Tale autorizzazione è rilasciata dal Ministero dell'interno in seguito ad esami scritti, pratici ed orali in conformità del programma particolareggiato approvato con decreto del 26 agosto 1912. (4100} P'festazioni mediche. -- Il Dott. abbonato n. 8905 chiede conoscere se possa come medico condotto chiedere compenso per aver curato medicalmente una infermità in cui occorreva l'intervento chirurgico, anche per la trascuratezza della inferma. Non si può, nel caso, chiedere speciale compenso perchè avrebbe, sempre ed in ogni caso, dovuto disimpegnare tutte le pratiche suggerite dalla scienza per condurre alla guarigione l'inferma , nei limiti dei presidì di cui si disponeva. Doctor JusTITIA.

AMEGLIA (Genova). - Condotta pei poverri (100 circa); L. 990, L. roo pel servizio necroscopico, L. 60 qùale U. S. e L. 50 Gome vaccinatore; non più di 4 5 anni s. e. r. Scad. 10 nov. ANCONA. Ospedale C'ivile Umberto I. - Cercasi assistente preferibilmente con laurea di data recente. Stipendio 1080 lorde; qualche incerto; vitto tutt' i giorni, alloggio con biancheria, illuminazione, riscaldamento. Nomina per un biennio, dopo un mese, e con servizio un anno di medicina e un anno di chirurgia. Scrivere al direttore. ARZIGNANO (Vicenza). - Due condotte libere: L. 3500 e L. 3000. Scad. 15 novembre. BELLEGRA (Roma). - Medico chir. condotto; L. 2582 . 70 pei poveri, L. 1291. 30 per gli abb., L. loo per le mansioni di U. S., lorde; due ses .. senni. Ab. 2389. Scad. un mese dal 6 ott. BERGAMO. Consiglio degli Istituti Ospidai,ieri. Fino a.Ile ore 15 id ei 15 novembre sono aperti co~­ corsi per titoli a due posti di Medico:..clururgo assistente biennale con l'annuo onorario di L. 1298. 23 , a lordo d'imposta di R. M.; oltre l'indennità di guardia, camera d'alloggio nello stabilimento, ed assicurazione per gli infortuni dipendenti dalle funzioni ospedaliere. · BIANDRONNO (Como). - Consorzio con Bardello e Bregano; L. 3875 aum.; ab. 3355. Scad. 31 ott. BRESCIA. Ospedale civile. Medico primario. Rivolgersi ali' Amministrazione. Scad. Io nov. Nomine, promozioni e onorificenze. CAMP-~GNA LUPIA (Venezia).~Condotta; L. 3700; in corso d'approvazione L. 4000 ; cura poveri ; Ordine dei S S. Maurizio e Lazzaro. ab. 2721. Scad. 31 ottobre. Ufficiale: proff. ·C eci Antonio, ordinario di cliCARPI (Modena). - Due condotte: per Budrione nica chirurgica a Pisa; Sormani Giuseppe, ordie Migliarina, L. 2500; per Fossoli e San Marino nario d'igiene a Pavia. Cavaliere: prof. Pestalozza Ernesto, ordinario L. 2600 . lorde; 3 sessenni e L. 700 nette per m ezzi trasporto; non oltre 40 anni, s. e. r. , cura poveri, di clinica ostetric~ e ginecologica a Roma. ab. 3400 circa ciasc11na. Scad. 6 nov. 91'dine. delta Corona d'Italia. CARRARA (Massa Carrara). Condotto supplente; Commendatori: proff. D'Abundo Giuseppe, or- L. 1000 nette e diaria di L . IO. Scad. 10 nov. dinario di <:-linica delle malattie nervose e menCASA.LVOLONE{Novara}. - Condotta; kmq. 16.95; tali a Catania ; Calderini Giovanni, ordinario di ab. 2061; per la generalità L. 3500/ oltre L. 2.00 clinica ostetrica e ginecologica a Bologna. quale U. S ., L. 300 indenn. allogg10, L. 300 1n• Cavaliere: prof. Coronedi Giusto, ordinario di dennità mezzi di trasporto. L. 250 cura lavoramateria medica e farmacologia a Parma; dott. Giutori temporaneamente immigrati. Scad. 31 ott. seppe Massa, medico condotto del Consorzio Mez· * CASNIGO (Bergamo). - Condotta con Cazzano zenile·Pessinetto e presidente della Congregazione Sant'Andrea; L. 4000 e L. 200 quale U. S., 3 sesdi carità d'i Mezzenile (Torino). senni. Abit. 3247. Scad. r 0 nov BOLOGNA. - Il prof. Vernoni Guido è abilitato CASTELMADAMA (Roma). - A tutto IODOV. conalla libera docenza in patologia generale. corso a una delle due condotte; L. 2 500 pei po• NAPOLI. - Nella clinica pediatrica sono no- veri, L. 500 per gli abbienti, L. IOO quale U. S., minati i d ottori Cannata Sebastiano e Caronia al netto di R. M. Servizio entro 10 giorni. Giuseppe aiuti, Vaglio Ruggero assjstente. COMO. Deputazione provinciale. - Medico diret: PAVIA. - Il prof. Sala Luigi, ordinario diana- tore del Manicomio; L. 6000 lorde dell'imposta di R. M., alloggio vuoto P.er ~è e. fall!-igl~a, illum: ~ tomia normale, è nominato preside della facoltà riscald.; tre sessenni. Titoli sc1ent1fic1 e prat1c1. di medicina e chirurgia per il triennio 1913-16. Docum. alla Segreteria non oltre le ore 16 del 15 ToRINo. - Sono nominati i proff. Herlitzka dicembre. Amedeo straordinario di fisiologia; Allaria Giov. CREMA (C11emona ). Ospedale Maggio-re. - Me· Batt. straordinario di clinica pediatrica. dico-chirurgo-ostetrico assistente; L. 1400 lorde . 'J?RIESTE. - Al posto dì r 0 ass istente nella di- (col lo genn. la tassa di R. M. viene sostenuta v1s1oue Maternità dell'ospitale civico di Trieste dall'Opera Pia) e L. 6 per ogn~ gua~dia notti1rna. fu nominato il dott. Piero Gall e a quello di 2 ° Servizio entro ·g giorni. Nomina biennale. Scad. assistente il dott. Renato de Perenta. 31 ottobre.

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FACCIANO (Lecce). - Condotta; L. 2000 per i MoNTICHIARI (Brescia). - Condotto per poveri; pov·e ri e 750 per gli agiati; L . 250 se U. S., lorde. L. 2500 lorde, 3 sessenni e L. 650 per obbligo cav. Servizio enti-o 15 giorni. Scad. un mese dal 30 Scad. 4 novembre • settembre. MONTOTTONE (A scoli Piceno). - M. condotto *FERMO (Ascoli Piceno). - Condotto per la ge- ,per . la generalità; L. 4250 lorde compresevi inneralità; L. 4250 lorde, compteso compenso cavale., dennità cavale. e compenso quale U. S. Scad. 30 ottobre. L. 100 quale U. S. Scad. 3c ottobre. FICULLE (Perugia). - Ab. 3186. Concorso ad una . MORLUPO (Roma) . - Condotto; L. 4000, cura delle due condotte comprimarie; lorde (in corso piena, L. 100 quale U. S.; non più di 40 anni, di approvazione) L. 4100, senza obbligo di cavai. s. e . r. Scad. 30 ottobre. Riposo quindicinale. Scad. 20 nov. Autorizzazione NOCERA UMBRA (Pet'ugia). - Condotta chirur.; ad accettare eventuale nomina Medico di sezione L. 4000 nette. Scad. 15 nov. delle ferrovie. Richiedere avviso al Municipio. 0 * OCCHIOBELLO (Rovigo ). Medico pel r riFIRENZE. R. Arcispedale di Santa Maria Nuova e parto; L .. 4800 lorde compresavi indennità cavale., Stabilimenti Riuniti. - Aiuto di medicina e Aiuto del turno elettroterapico; carica e conferma bien- 3 sessenni e L. 200 se eletto U. S., ab. 2900 circa nali; titoli ed esami; biennio di servizio effettivo dei quaJi 1 roo sparsi. Scad. 31 ottobre. in ospedali o cliniche, L. 1800 con ritenuta di * 0LEVANO ROMANO (Roma). - Due condotte; R. M. Tre medici chirurgi assistenti, nomina e lorde L. 2200 quota poveri, L.- 1150 quota faconferma biennali, età massima 28 anni, L. 1200 coltativa abbienti, due sessenni, L. 50 all'U. S. con ritenuta di R. M. Documenti alla Segreteria Scad. 40 giorni dul 1° ott. ' entro le ore 17 del 31 ott. PADOVA. Ospedale civile. - Assistente effettivo; GIUNGANO (Salerno). - Al 31 ottobre concorso L. 1400 lorde, stanza di abitazione, L. 6 per ogni a medico-chirurgo; L. r 500 per i poveri e L. 1000 guardia di 24 ore. Scad. ore 17 del 5 nov. Età per gli abbienti. Età non superiore ai 40 anni. mass. 30 anni. L'eletto dovrà assumere le sue funzioni entro 10 g!orni da quello della nomina. r~uGo (Ravenna). Ospedale Umberto I. - Assistente per la <>ez. medica; L. 1650 annue lorde, PERETO (Aquila). - A tutto il 15 nov. con· alloggio (rise. ed illum.) e prima colazione. Con- dotta piena a L. 3500 pei poveri, L. 300 per gli corso per titoli. Nomina biennale. Scadenza 31 abb ., L. 200 quale U. S., lorde; un anno in ospeottobre. Per schiarimenti rivolgersi alla Segrete- dali dopo la laurea o due di condotta come titoria della Congregazione di carità. lare o tre di es~rcizio libero. PERLEDO (Como) . - l\tledico-chirurgo; L. 3000 *MACUGNAGA (Nova1'a). - Condotta; kmq. 5; ab. 769; lorde L. 2000 per roo poveri circa e L. 1400 nette, aument., cura piena. Scad_ 20 ottobre. per gli abbienti. L. 200 quale U . S. e L. 200 per PERUGIA. Università Libera. - Cattedra speciale l'a. f. Alloggio. Scade 31 ott. di chirurgia dimostrati va e clinica generale, semeiotica e medicina operatoria; vedi fase. 39. MENDRISIO (Svizzera). Manicomio Cantonale. Secondo medico assistente; vedi fase. 41. Scad. Scadenza 4 gennaio. 31 ottobre. PESARO. Cong1egazione di Carità. - Chirurgo MILANO. Sanatorio Umberto I in Tresivio (Vat- primario dell'Ospedale di S. Salvatore; L. 5000 lorde e sessennio. N'omina annua, poi stabilità. tellin:;. ). - Medico assistente; L. 2400 pei primo, L. 28oo pel secon~o anno, vitto ed .all?ggi<?. Ri- Quattro anni di servizio chirurgico. Documenti da inviare mediante piego raccomandato con r i· volgersi alla Presidenza dell'Opera Pia in Milano, cevuta di ritorno alla segreteria entro le ore 16 via Foro Bonaparte, n . 6r. Scad. 31 ott. del 3 nov. MONFORTE D'ALBA (Cuneo). - Medico del ConPETTINEO (Messina). - Condotto; L. 2800 nette, sorzio con Perno e Castelletto Monforte; L. 1600 non più di 40 anni, s. esercizio regolamentare, pei soli poveri, 40 circa. Scad. 3r ott. • 2 anni servizio ospedali o condotte. Abitanti 2976. MoNTÀ (Cun~o). Ospedale.-R~cover~ « Jit!ise11ic?t'dia · Scadenza 30 novembre. Dei 11. - Medico; per sch1ar1ment1 r1volgers1 alla PIANCASTAGNAIO (Sie11.a). - Due condotte per segreteria. Scad. 12 nov. la generalità; L. 3400 ciascuna aumentabili e MoNTAI,CINO (Siena). - Due ~e~ici per la cu~a L. 600 per cavalcatura, abitanti 2913 e 1778. Scagratuita agli abitanti di Torren1er1 e S. _Angelo.in denza 5 novembre. Colle; L. 3100 lorde ciasc., obbl. a . f.; 11 secon~o *PREDAPPIO (Forlì) . - Medico chirurgo; L. 3300 ha l'obbligo di una visita settimanale a Camilorde e 3 sessenni, cura 550 poveri circa e L. 700 gliano; L. 400 ciasc. per la cav. Scad. 15 nov. per obbl. cavale. Scad. 31 ottobre. * MONTALDO SCARAJVIPI (Alessandria). - ConQUINTO VERCELLESE (Novara). - Condotta; dotto; L. 1850 lorde. abit. 2000, famiglie pov. 40. L. 2800 per soli poveri, alloggio e L. 500 per caScad. 5 nov. vale. oltre L. 50 quale U. S. per ciascuno dei Co*MONTE URANO (Ascoli Pz'ceno). - A tutto 30 ot- muni, indennità a convenirsi per cusa immigranti. tobre condotta; I,. 4000 lorde, di cui due terzi Scad. 5 nov. pei poveri; assicurazione; non obbl. cav.; ambuROMA. Ministero della Gue,,,a. Allievi uffilatorio e ospedale. I sanitari sono due. Acce~t~­ zione entro 8 giorni, assunzione del setv1z10 ciali di complemento e sottot.ene~ti. m~dici . cl! supplemento presso alcune Direzioni di san1ta entro 30. (35) •


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militare e presso alcuni reggimenti d'arma a cavallo. Vedansi le norme relative ai corsi speciali ed all'ammissione nel « Giornale Militare • n. 36 del 26 agosto 1913, n. 1070. Scad. 30 nov. ROMA. Ministero dvlla Istruzione . pubblica. Straordinari di patologia generale nella R. UniversitA di Cagliari; di medicina legale nella R. Università di Pisa; di clinica ostetrica e gineco· logica nella R. Università di Sassari. Scad. 9 dic, Ro~fA. Pio Istituto di S. S piyito ed Ospedali riuniti. -Concorso a dieci chii;urghi aiuti. Documenti alla Segreteria generale dell'Amministrazione Ospi. tali era, posta nel palazzo di S. Spirito, fino alle ore r6 del 2 dicembre 1913. Biennio di servizio di assistente medico-chirurgo negli Ospedali di Roma, oppure servizio prestato dopo la nomina ad assistente per 16 mesi almeno negli ospedali medesimi, servizio non contemporaneo al precedente, co· me assistente effettivo nella R. Clin. chir. di Roma nel corso dell'anno accademico, per i mesi necessari a completare l'anno di chirurgia del biennio predetto; quietanza del tesoriere dell'Istituto da cui risulti l'eseguito versamento, per tassa di esame, della somma di L . 50 non ripetibili . Non potranno essere eletti che i primi dieci che riporteranno 1a maggioranza dei voti. Gli eletti saranno assunti in servizio secondo il bisogno e la graduatoria di merito, e dovranno osservare le norme regolamentari in vi~ore e le altre che venissero in seguito pubblicate. Sul loro stipendio verrà ritenuta, in tre rate mensili di L. 50 ciascuna, la somma di L. ISO per spese di concorso, in aggiunta a quella di ~ L. 50 sopraindicata. ROVERE VERONESE (Verona). - Medico con· dotto; L. 6ooo. Scad. 31 ottobre. *SAN CASCIANO DEI BAGNI (Siena) . - Medico per la generalità della frazione Palazzone; L. · 3000 lorde compresevi indennità cavale. ed a. f.; 3 sessennj; non più di 40 anni s. e. r.; ab. 960. Scad. 10 novelllbre. * SAN LoRENZO IN CAMPO (Pesaro Urbi no ). Medico della fraz. San Vito sul Cesano per la generalità; L. 3200 lorde e L . 700 per cavalcatura, · 3.... sess. Abit. 800. Scad. 31 ott. SARTEANO (Siena) . - 2a condotta a tutta cura, 2400 abit.; L. 2000 pei pov . . L. 1150 per gli Abb., L. 250 per sostituz. reciproca, L. 600 per cavale., nette; assicuraz. Serviz.io entroE rs giorni. Scad. 15 nov. TREVIGLIO (Bef'gamo). Ospedale Santa Ma'Yia. Medico pTimario Direttore; L. 3000 , casa ed uso acqua potabile. Aiuto di chirurgia; L. 2000, abi · tazione nell'interno dell'Ospedale, illuminazione, acqua potabile, b11cato, riscaldamento e servizio oltre il ro per cento sulle tasse chirurgiche degli ammalati a pagamento. Non più di 40 anni per entrambi. Rivolgersi alla Segreteria. Scad. 31 ott. TRIPOI.I. Amministrazione degli Istituti ospedalieri e di beneficenza. - Direttore sanitario del1'0spedale Civile; vedi fase. 40. Scad. 10 ncv. 7 " . AILATE (CYemona). - Medico chir. residenziale; L. 3500 al netto di R . M., due sessenni., Ab. 3450 dei quali circa 3100 considerati poveri. Non obbligo mezzo di trasp. Incarico lJ . S. e direzione ospedale Caimi. Il territorio com. è considerato zona malarica . Assunz. posto entro 15 giorni. Scad. 3 0 nov. 1

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IL POLICLINICO

VERCEI.LI (Novara). - Presso la Scuola ostet'Yica pareggiata Assistente; L. 1180 nette con l'obbligo di pernottare e risiedere nell'ospedale maggiore ove ha sede la scuola e disimpegnare ufficio assistente presso sezione maternità ; non più di 30 anni, titoli ed esami; documenti al Rettore della R. Università di Torino. Scad. 10 novembre. VERTENEGLIO (Istr ia). - Il Municipio ha aperto il concorso ad un posto di medico comunale con cond~tta piena e coll'emolulemento annuo di cor. 5000. Armadio farmaceutico.(Cittadinanza austriaca). 1

Medico·chirurgo assumerebbe interinato o supplenza. Scrivere Dott. N. D. Supino (Roma). , Cercasi medico-chirurgo supplente per due mesi dal 1° novembre in Pofi ·e Roma) (a 100 Km . da Roma sulla linea Roma-Napoli). Splendido panorama, aria di collina, acqua potabile buona, illuminazione elettrica. Compenso L . 3 00 mensili nette. Scrivere subito al Sindaco. Sono segnati con un Aste1 isco • i concorsi che ci risultano dii· fidati dalle singole Associazioni San itf:\ric professionali. Sono ~egnati con due asterischi •• I concorsi che cl risultano boicottati dalla Federazione delle Ass ociazioni Sanltar\e Italia ne .

GENOVA. R. e linica medica. - Sei posti di assistente; vedi fa se. 42. Scad. 5 novembre. ROMA. M i nisteiro della MaYina. - È aperto un concorso a premi fra gli ufficiali del corpo sanitario marittimo in servizio attivo ed in posizione ausiliaria, per la compilazione di consigli pratici e precetti igienici, ad uso dei militari di marina, da comprendersi in un fascicoletto che verrebbe inserito nel libretto personale dei marinai. Il breve scritto, che non dovrebbe comprendere più di 12 o 16 pagine di stampa, in forma semplice, chiara e compendiosa, senza termini tecnici, tratterà questi argomenti: tubercolosi, malaria, tifo, infezioni intestinali in genere, alcoolismo. insolazione, igiene nelle marce, igiene individuale nei paesi caldi, ma!attie veneree e sifilitiche. Gli scritti, senza data e senza firma, devono essere dattilografati e chiusi in pieghi suggellati. sui quali, oltre allo scopo dell,invio, sarà segnato un motto che dovrà essere ripetute nel testo. Nello ste'>so piego sarà chiuso un plico minore da aprirsi dopo l'esame scritto e contenente un foglio che porterà il medesimo motto, insieme al nome del compilatore. Detto piego, suggellato, sarà spedito dentro un'altra busta o involucro esterno all'Ispettorato di sanità, che ne accuserà ricevuta al foglio d'ordine indicando i) motto. Il termine del concorso scade il r 0 luglio 19r4. 11 premio da assegnarsi al migliore lavoro, che risponderà a tutti i . requisiti suddetti, sarà di L. 600 e non potrà essere diviso. Il giudizio verrà dato da apposita Commissione composta da tre ufficiali superiori medici della regia marina, che sarà a suo tempo 11omir1ata. La Commissione avrà facoltà di designare i premi minori di lire 200 ad uno o due scritti presentati, qualora avessero tali pregi ?-a potere essere utilizzati in parte per la redazione definitiva. Il concorso J?Otrà essere rin~ovato . se. nessun<? dei concorrenti fosse degno dt prem1az1one. Glt scritti non saranno restituiti. •


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SEZIONE PRATICA

rtOTIZIE DIVERSE Il IV Congresso della Società italiana di Neurologia indetto a Firenze, è stato rinviato al mese di aprile 1914. in giorni da destinarsi. I titoli delle comunicazioni, unitamente alla richiesta dei mezzi per le eventuali dimostrazioni. dovranno e~sere inviati al dottor Mario Zalla, Clinica di San Salvi in Firenze. Il I Congresso della Società italiana di radiologia medfea si è svolto a Milano. Pronunziò il discorso inaugurale il prof. A. Righi di Bologna. Daremo in un prossimo numero un resoconto dei lavori redatto espressamente per noi dal prof. Mario Serena. A sede del prossimo congresso, da tenersi nell'anno venturo, venne acclamata Genova. L'inaugurazione del museo antitubercolare a Mi· lano. Questa cerimonia venne abbinata con l'inaugu· razione del congresso radiologico. Tenne un elevato discorso il prof. Foà, che espose i mezzi e le finalità del Museo. Il Museo è racchiuso in due sale che già contengono molto materiale raccolto dagli attivi organizzatori dottori Cova, Ariento e prof. De Fano. II Conferenza internazionale per la protezione operaia. L'atto conclusivo di questa Conferenza, adunatasi a Berna, è stato firmato dai delegati delle se· guenti nazioni: I't alia, Germania, Austria-Ungheria, Belgio, Spagna, Gran Bretagna. Norvegia, Olanda, Sv~zia, Portogallo e Svizzera. . Le convenzioni internazionali saranno elaborate soltanto nel 1914, anno in cui si adunerà la conferenza diplomatica che il Consiglio Federale svizzero si propone di convocare. L'atto ora firmato contiene le seguenti proposte principali : La convenzione vieterà il lavoro notturno dei giovani operai impiegati nell'industria fino all età di 16 anni compiuti. Il riposo durerà 11 ore consecutive per lo meno; queste undici ore dovranno comprendere il periodo dalte 10 della sera alle 5 del mattino. Nel~e miniere di carbon fossile e di lignite lo spostamento delle ore di lavoro è ammissibile quando la durata massima sia prolungata. La convenzione entrerà in vigore due anni dopo la chiusura del processo verbale della convenzione. In ragione delle condizioni speciali di certi paesi. il termine dell'entrata in vigore della t>roibizione del lavoro industriale notturno per i giovani ope· rai dell'età di almeno 16 anni dovrà essere prolungata per i laminatoi e le ferriere che lavorano il ferro e l'acciaio a fuoco continuo. Nuovi senatori. Sono stati innalzati alla dignità del laticlavio due medici: l'on. Alberto Agnetti, ex deputato al Parlamento; ha sempre sostenuto con impegno il mandato politico; è decorato della medaglia per i benemeriti della salute pubblica nella campagna contro il colera; '

il prof. comm. Bellone Pescaro1o, docente di semeiotica delle malattie nervose all'Ateneo torinese, socio ordinario della R . Accademia di med icina di Torino, uomo di studio e di pratica, consulente apprezzato. Ai due egregi sanitari vadano i nostri rallegramenti. Ci sia consentito di manifestare da queste pagine il nostro compiacimento p er la nomina a senatore del prof. Roberto Ardigò, l'illustre filosofo italiano del positivismo scientifico.

Medici candidati. Riportiamo dall'cc Avvenire Sanitario » un altro elenco di colleghi che presentano la loro candi datura in diversi collegi d 'Italia: Lanciano - Dott. prof. Caporali. Penne - Dott. G. Tinozzi. Pescina - Prof. M. Scellingo. Prato - Dott. A. Angiolini. Lugo - Dott. U. Brunelli. Montesarchio - Prof. L. Bianchi. S. Bartolomeo in Galdo - Dott. V. Bianchi. Foggia - Prof. P. Castellino. • Acerenza - Prof. R. Sa.n toliquido. Badia Polesine - Prof G. Badaloni. Pistoia - Prof. P. Casciani 1 Novara - Dott. Giulietti. Verona I - Prof. L. Messedaglia. Bojano - Prof. M. Pietravalle. Aosta - Prof. G. Ra ttone. Alghero - Prof. A. Roth. Piedimonte d'A. - Dott. Scorciarini Coppola. Chiaravalle Calabro - Prof. P. N. Gregoraci. Pisa - Prof. G. B. Queirolo. Vico Pisano - Prof. Guido Tizzoni. Bologna I - Prof. Luigi Silvagni. Cento (Ferrara) - Dott. A. Bussi. Tropea (Catanzaro} - Dott. F. Mottola . Nuoro (Sassari) - Dott. F. Dore. Borgo Mozzano (Lucca) Dott. G. Pilli. l\dria (Rovigo) - Dott. A. Gallini. Rovigo. - Dott . F . Beghi . Sappiamo pure che pel collegio di Legnago (Verona) si presenta il dott. Percaccini, Pres. della sez. Veronese dell' Ass . N az. Med. Cond.

Un ambulatorio per la cura dei tumori. Una buona e pia gentildonna genovese, la signora Luisa Olivari, con atto munifico e filantropico ha istituito in Roma, fondandolo di sana pianta e cioè comprando il terreno necessario e facendolo fabbricare appositamente, un ambulatorio gratuito per la cura dei tumori, che colma una lacuna nella assistenza sanitaria dei poveri della ca pitale. L'ambulatorio, unico nella specie in Italia, sorge nel popoloso e popolare quartiere di San Lorenzo (via .Etruschi, n. g) in un fabbricato J?ien~ di luce e di sole ed oltre ad essere formto di ogni comfort moderno (luce, acqua, termosifone) e di ampi e spaziosi locali per visite e medicazioni, è dotato di tutto ciò che l' igiene e l'ingegneria sanitaria odierna conoscono; possiede fra l'altro una stufa per la distruzione immediata dei residui infetti. . La nobile fondatrice ha speso oltre a cinquantamila lire nella benefica istituzione, la quale ser· virà ad alleviare le miserie ed i dolori di tanti

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e tanti infelici, che colpiti da tumori, in certi stadi della malattia non possono essere accettati dagli osperlali. Nulla ha tra~curato per rendere proficua di bene la sua istituzione . Si è recata a Parigi ed a Londra per stt1diare in quelle cliniche l'impianto di ambulatori consimili. Direttore sanitario dell'ambulatorio è l'illustre prof. Alessandri, delJa Università , che ha fornito l 'istrumentario chirurgico. L'ambulatorio sarà aperto tutto l'anno , il mar·· tedi , giovedi e sabato, dalle 10 alle 1 2.

La prima casa del « Sorriso d'Italia ». A Porto Maurizio ha avuto luogo con grande solennità la posa della prima pietra della prima casa di cura marina del «Sorriso d'Italia ». Oue,..., sta istituzione, com'è noto, si propone di fondare · in vari punti d'Italia colonie di soggiorno climatico al mare e al monte accessibili ai ragazzi delle classi sociali agiate e medie. Il Governo era rappresentato alla cerimonia da S. E. l'on. Vicini. Il discorso d'occasione fu pronunciato dal poeta Bertacchi.

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Onoranze a un collega. Gli ammiratori ed amici offersero al dottore Enrico Andreoli di <Borgonuovo V. T. (Piacenza) una medaglia d'oro quale attestazione delle benemerenze da lui acquista te in quella borgata, ove ha fatto sorgere e prosperare varie opere di beneficenza ora fiorenti. Onorificenza. La Società della medicina americana ha decretato la medaglia d'oro annuale al dott. Bass di New York, in riconoscimento della scoperta da lui compiuta della coltura degli ematozoi malarici. - La coltura ha luogo in sangue umano defibrinato, in presenza di zucchero d'uva che pare agisca solo da riducente. I risultati di Bass hanno già ottenuto molte conferme. Dame della Croce Rossa decorate. La regina Eleonora di Bulgaria, che diresse personalmente il servizio della Croce Rossà durante la guerra e apprezzò il coraggio e l'utilità dei servizi resi dalle due distinte signore, contessa Gabriella Zileri Massimo e donna Elena Jaccarino Rochefort, consigliere della Croct! Rossa Italiana - le quali si recarono a S<:>fia per prestare la loro opera in favore dei feriti bulgari - le ha insignite ora d'un ordine cavalleresco e, pel tramite del nostro ministro degli Esteri,.ha loro fatto tenere le decorazioni Assoluziane di un medico. Il dott. G. B. Foppiani di Bobbio (Piacenza) era stato imputato di avere omesso di visitare il cadavere di una bimba di 8 mesi, pur autorizzandone il seppellimento. · La causa, discussa innanzi la pretura di Bettola, è terminata con l'assoluzione del sanitario, il quale potè dimostrare che si era trovato nell'impossibilità di recarsi sul posto, perchè sorpreso dalla tormenta, e potè addurre una legione di testimoni che comprovarono la sua attività costante e premurosa a tavore dei malati. (38)

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Un medico ferito. A Canicatti. (Girgenti) durante un comizio elet torale degenerato in conflitto il dott. Salvatore Rao, vice sindaco, venne colpito a un braccio da un colpo di rivoltella. . Attentato contro un medico. Al Saint-Mandé di Parigi il dott. F. Philippe: che sostituiva un collega, venne improvvisamente assalito da un paziente durante un esame medico. L'aggressore era armato di due temperini. Il medico riuscì ad afferrarlo pei polsi e ad im· mobilizzarlo in un angolo della stanza, riportando solo ferite lievi ad una mano, al ciglio di sinistra e al labbro superiore. Errore di un farmaeista . A Firenze l'on. Ciccaroni era entrato in una fa rmacia per chiedere un purgante; ricevette invece dell'alcool denaturato che gli. cagionò gravi disturbi, tanto che si dovette portarlo all'ospedale vicino, ove fu messo fuori pericolo. Le suore nel manicomio di Novara. In ~eg ui to alla morte della ispettrice ed al ritiro delle due sotto ispettrici de1 manicomio di Novara, l'amministrazione ha chiamato a sostituirle le suore di carità. le quali già prestano servizio negli ospedali cittadini. La legge contro l'alcoolismo. Si è tenuto a Roma un convegno indetto dalla Società industriali e negozianti di Roma d'accordo con l'Associazione fra i proprietari di esercizi di Milano, per concretare i desiderata della classe diretti -a temperare la legge contro l'alcoolismo nella compilazione del regolamento. Una commissione dei convenuti è stata ricevuta al Ministero dell' interno dal]' on. Falcioni. Un ospedale preso per fame. L'Amministrazione dell'ospedale civile di Genova attraversa una grave crisi finanziaria . per cui i fornitori l'hanno diffidata per mezzo dt ufficiale· giudiziario a far onore ai propri impegni prima del 15 ottobre, minacciando se non ottempererà a tale obbligo di cessare ogni fornitura. Il debito de11' Amministrazione ospitaliera, a quanto si dice, è di 500 mila lite che sarebbero così divise: 150 mila. per latte e lattic.ini, 100 t?ila per carne, 40 mila per pane, 40 mila per. yin<?, 19 mila per formaggio , 80 mila per med1c1nal1, coloniali, ecc. (Avv. San.). La Cassa di maternità In Francia. È stata promulgata negli scorsi giorni in Francia una legge che prescriye il ripo~o dt;lle donne addette alle industrie prima e dopo 11 parto e l'assegnazione di indennità e di sussidi durante questo periodo di riposo. Scuole per fanciulli deficienti e tardivi. Attualmente in Germania esistono circa I 800 scuole per ragazzi deficienti e tardi vi (Hilfschulen) con 3800 scolari. Il numero di . ta~i sc1:1olt: .cresce ogni anno, e per provvedere at bisogni dt

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SEZIONE PRATICA

esse si sta istituendo ad Essen una scuola normale di pedagogia emenda ti va, dove riceveranno adat~ta J!repara~ione i !Jlaest~i c~e vogliano dedica rst all educazione del deficienti. (Vita San.). •. Gesta di suffragiste. .L e suffragiste inglesi hanno. infranto molti vetri alle finestre di Harley Street, una via abitata da varie personalità mediche. Hanno cosi inteso di protestare contro il gavage forzato a cui vengono' sottoposte nelle prigio~~ dai medici, per disposizione del Ministero dell 1nterno, allorchè proclamano lo « sciopero della fame ».

Mercanti di ossa. . Or è qualche settimana sono stati arrestati due inservienti dell'Istituto di anatomia patologica di Torino, i quali, con la dichiarazione cc oggetti da collezioni scientifiche di zoologia » avevano spedito una partita di casse contenenti ossa umane fresche, scarnificate e disinfettate. N?n comprendiamo la tagionevolezza di questa misura. Un'importante legge igienico-sanitaria in PensiJ· ' ' vania. Il 25 giugno è ·stata approvata dal Senato di Pensilvania una legge che incontrò il plauso di tutte le Società mediche e scientifiche di quello Stato. Questa legge a vieta la concessione delle licenze matrimoniali a tutte le persone affette da malattie infettive o comunque trasmissibili, a chi sia sotto la iutela o sia soggetto ad eccessi di alienazione mentale o affetto da imbecillità' ». Nessuna persona - dice la nuova legge - potrà sposarsi, se , per un periodo minimo di cinque anni sia stata ricoverata al Manicomio, a meno che non possa provare, ·con dichiarazione di visita medica collegiale, ·«che le ~ause psichiche che resero necessario il suo ricovero manicomiale siano completamente scomparse ». Questa legge ha suscitato tale favorevole impressione, che altri Stati Americani intendono approvare una ·simile legislazione. A Chicago - in questi giorni - si riunirà un Congresso di medici psichiatri e legali, per discutere l'importantissimo argomento. (I,' Igiene Sociale). La campagna centro le mosche. Il « Local Government Board » di Londra ha pubblicato la sua sesta relazione annuale sulla que~tione della mosca domestica, e sulla influenza che l'insetto esercita nella diffusione delle malattie infettive. Una nuova ~ittà-gi_ar.dino. Si è inaugurato nel mese scorso a Epinay-surSeine il primo gruppo di villette-della città -giardino sorta per iniziativa di una società mutua operaia, allo scopo di fornire civili ed igieniche abitazioni ai lavoratori che numeros!ssimi si addensano nella località per le · varie industrie ivi esistenti. · L'attuazione completa del progetto comprende la fabbricazione di 75 piccoli padiglioni ciascuno con '1ue alloggi contigui composti di cucina, sala da pranzo, studio, ,d ue o tre camere da letto e

spesso _a nche una lavanderia, oltre un giardin~tto. di cento metri quadrati. Inoltre un vasto giardino comune è riservato unicamente ai giuochi dei bambini. I~· meraviglioso di questa opera di previdenza e dt associazione sta nel fatto che gli alloggi non hanno che il prezzo d'affitto da 580 a 630 lire , compresa la r ata di ammortamentot e l'inquilino dopo 25 anni diventa il proprietario dello stabile da lui abitato.

Xenofobia nelle Università germaniche. · Si annuncia ufficialmente da Berlino che il numero degli . studenti stranieri nelle Università della Germania verrà limitato, stabilendo una cifra massima non superabile, poichè la ressa degli studenti stranieri nei laboratori e nelle cliniche si sarebbe dimostrata svantaggiosa per gli studenti tedeschi, particolarmente nell'Università di Berlino, dove nell'ultimo se·m estre erano inscritti 645 russi, di cui 511 alla facoltà di medicina: Di recente vi si era già manifestata un'agitazione contro i russi. Nell'Univer-sità di Monaco di Baviera è stabilito da due anni un limite di numero per gli studenti balcanici. Dopo l'avviso generico di provvedimenti da prendere, segue il preannunzio di misure radicatissime, alle quali ricorrerà l'Università di Berlino: rifiutare cioè per il nuovo semestre ogni immatricolazione di russi. Solo in casi specialissimi il Ministro dell'istruzione si riserverà ·di provvedere a qualche ammissione. Nelle altre città non è preannunziata ancora nessuna misura del genere. Risarcimento di danni arrecati dai raggi X. La signora Chevalay, incaricata del servizio di radiografia nel sanatorio di Zuydcoote, in Francia, .era stata colpita da una radiodermite alle mani. E lla jntentò un processo contro l' amministrazione del sanatorio. I periti giudiziari ammisero la totale incapacità al lavoro ed il pericolo della pe~dita delle due mani. In base a questa perizia il tribunale ci vile di Dunkerque ha condannato l'amministrazione del sanatorio a p agare alla signora Chevalay la somma di lo,ooo franchi. \

Necrologio di lavoratori. Da una relazione pubblicata in questi giorni a Londra dal Board o/ Trade risulta che nel 19r2, 5046 lavoratori inglesi trovarono la morte in conseguenza di accidenti derivanti dalla loro professione. Su questo totale, che rappresenta un aumento di 742 individui. sulla cifra dell'anno pre· cedente, 1876 lavoratori appartenevano alla ca· tegoria dei marinai fuochisti e macchinisti, mentre 107 facevano parte di equipaggi di navi da pesca naufragate. l lavoratori morti in seguito ad accidenti minerari sommano a 1311; di essi 177 perirono in disgrazie avvenute· alla superficie del suolo e 1134 perirono nelle gallerie sotterranee. I lavora tori uccisi negli staoilimenti, neg li opifici e nelle officine sommarono a 9 45 , mentre le vittime dell'industria tessile furono 73. 1 casi di avvelenamento saturnino furono 587. I casi di avvelena . mento da mercurio, fosforo ed a rsenico 22 (Avven. Sanit .). (39)


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IL POLICLINICO

Rassegna della stampa mediea.

La Sem. Méd., 27 ag. AcHARD e RJBoT. « Ritenzione ipocloremica nelle nefriti idropigene ». La Med. Soc., 25 ag. PETRINI. « La crisi della • specie ». Gaz. d. Hop., 28 ag. CHAUVET. « Sulla patologia dei minatori (di carbone) ». Deut. Med. Woeh. , 28 ag. RoT'rER. « Operazione radicale di un carcinoma polmonare ». - KAssow1Tz. « Sulla questione del rachitismo ». Brit .. Med. Journ., 30 ag. RIVIERE. e< I metodi moderni nella diagnosi della tisi ». - EVANS. « Pancreatiti acute ». La Prov. Méd., 30 ag. MoussoNS e LÈURET. « Gli slattam~nti anormali ». Riv. Ospedal., 31 ag. LuziATTI. « Trattamento radioterapico dell'ipertrofia del timo (asma timico) ». - FEDERICI. « I polipi rettali nei bambini )) . Gazz. d. Osp., 31 ag. CoRBE'rTA. « Sul linfagioma cistico congenito del collo ». La Clin. Med. It., ag. PARINI e CECCARONI. « Pressione arteriosa e diuresi nella terat>ia ipofisaria ». - CoSTANTINI. e< Sulla batteriemta tifi.ca ». Areh. gén. de Méd., ag . PERPÈRE. a Fisioterapia dell'asma ». La Presse Méd., 30 <ag. GUIBÉ. « Rapporti tra ap· pendicite e diverticolite ». La Rif. Med., 30 ag. S.rsTo. cc Sull'azione del to· rio X nelle malattie del sangue ». Riv, erit. di Clin. Med ., 30 ag. CATÒLA. « Lacune di disintegrazione cerebrale ». Med. Klinik, 31 ag. J ANOWSKI. • La dietetica delle nefriti 1. Journ. d. Prat., 30 ag. LECLERCQ. « La nevrastenia della cinquantina •. Jahresk. f. arzt. Fortb., sett. }APFÉ. « Medicina sociale ». - POPPE. 11 Medicina forense » . TIIIEM. " Medicina d'infortuni ». - SUDHOFF. e Storia della medicina ». · Gaz. d. Hop., 30 ag. BENON. a Le nevrosi traumatiche ». - 2 sett. SAINTON e Roi. a Il diabete ipofisario ». Arch. d. Mal. de I' App. Dig. ecc., ag. HAr,~EZ. «La ricerca delle emorragie occulte del tubo digerente ».

(ANNO XX, FASC. 43 J

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Rev. Clin. de Madrid, i5. LAFORA. « Le affezioni nervose prodotte dal paludismo •. Areh. It. di Gineeol., 31 ag. LOMBARDO. « Il mio compressore dell'aorta addominale nelle emorragie ostetriche in sostituzione del laccio elastico alla Momburg ». The Journal A. M. A., 30 ag. EASTMAN, SuMMERS. cc Le bande peritoneali e la stasi intestinale ». - MooRE. e< Stati preneurastenici e predemenziali ». - ANDERSON. cc Sulla misura dell'efficacia di alcuni disinfettanti ». Berl. Klin. Woch., 1 sett. GUDZENT. a Il dosaggio e la metodica per l'uso di sostanze radioattive nelle malattie interne ». - F'RoMHERZ. cc Sulla cistinuria ». Riv. di Ig. e di San. pubblica. 31 ag. DI VESTEA. cc Ancora a proposito del cc'' Lisoform,, ». The Practitioner. sett. REEVE. « Il trattamento della tisi con iodio nascente ». - CHAR.LES. cc La patologia dell'emicrania ». - N1c:KOLSON. cc Nuovo caso di malattia da morso di ratto ». Pathologica, l sett. FERRAI. cc Modificazioni del sangue nelle scottature ». Miinch. Med. Woeh., 2 sett. v . DuNGERN e ~­ PERN. « Fissazione del complemento nel liquido cerebro-spin. di carcinomatosi. ». - G1uK. cc La tuqercolosi laringea è una controindicazione alla collassoterapia? ». FISC.EIER. « · ' Igiene sociale,, » e cc ''medicina sociale,, ». La Sem. Méd., 3 sett. CHEINISSE. « L'ulcera del duodeno nei bambini ». Gazz. d. Osp., 2 sett. BEiLINI. • Azione curativa dell' isovaleriana to •di bomeolo in alcuni casi di • • nevrosi e neuro-ps1cos1 ». La Presse l'fléd., 3 sett. FAURE e DESPLAS. (( Fibroma puro del cieco ». Edinb. - Med. Journ., sett. WILK•E. cc Diverticoli duodenali e duplicature della parete duodenale. - REN'rON. 11 Difetti di conduzione del cuore ». - CATHEART. «L'estensione nella cura operativa delle fratture degli arti ». The Journ. of Trop. Med. a. Hyg., 1 sett. O' CoNNEL. <e Metereologia della malaria ». - A.RcHrBAI.,D. « Anchilostomiasi acuta trattata con un vaccino autogeno ».

Indice alfabetico per materie. Adenite iperplastica in bambino . • • Pag. 1573 Anemia perniciosa progressiva : uso del salvarsan . • . • • . . • • . . . . • » 1570 Atonia della prostata. • . . . . . • . » 1559 Cancro della testa del pancreas. . • . » 1569 Carcinoma del crasso : stadio iniziale . a ·1569 Chemoterapia . • • . • . . . • . . . » 1551 Colture in vitro dei tessuti. • . • • . 1 1566 Diffusibilità dei germi patogeni. . • • » 1555 Energia nervosa e chimico-fisica del protoplasma . . . . . . . . . . . . I 1564 Igiene (I diritti dell'). . . . . • . . • I 1532 Igienisti italiani: congresso • . . . . . I 1537 Malattia di Duchenne: cura. • . • . . I 1573 Medici condotti del comune di Roma D 1586 (Ancora per i) . . . . . . . . . . . Nitrato d'argento in eccesso nella praD tica oculistica: neutralizzazione. . . 1574 D Pancreatite da orecchioni. . . . . . . 1518 Roma, I9I3 -

Ttp. Nazionale di G. Bertero e C

Paralisi progressiva e spirocheta pallida . . . . . . • . . . . . . . . . . Pag. Phlegmasia alba dolens come complicanza della infezione pulmonitica. . » Ricorsi contro le deliberazioni di licen» ziamento. . . . . . . . . . . . . . Sciatica: terapia . . . . . . . . . . . » Scorbuto infantile . . . . . . . . • . J Secrezioni interne in rapporto con la: dermatologia • • . • • • . . . . . . Sifilide: cura con iniezioni supermassi· mali di benzoato di mercurio . • • • Spirochetosi: azione dei prepara ti mercuriali . • . • . . . • • • • . . • • Termodinamica nella biologia. • • . . Tubercolosi: Congresso nazionale contro I la - ; voti approvati. ~ : . •. . . . )) TumoTì : conoscenze attuali • • • •• J) Ultra microscopia : origini e sviluppo . I)

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1538 1561 1586

1544 1545

1556

1571 1566 1565

Pozz • r•sp,


.Roma, 2 novembre 1913

.inno XX.

Fase. 44

SEZIO.NE PRATICA

[!)/RETTORI:

Prof. GUIDO BACCEl:..LI -

Prof. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO . Lavori originali; Dott. Leonurdo Casolino: Un caso di leucemia mielogena con una particolare manifestazione oculare• .-- Riviste sintetiche: Emilio Fuà: I moderni_ studi sulle feci. - Sunti e rassegne: CHIRURGIA: ~on Berard: La qufa dille /fatture fetenti della rotula. - SEMEIOLOGIA: R a thery: Semdo'l-Ogia del liquido cefalo-rachidiano. - Osservazioni cliniche: Dott. Oreste Golini: Una epidemia di fe!Jbre mediterranea nella frazione di MonteP escali (prov. di Grosseto). - Accademie, Società mediche, Congressi: Il primo Congresso dei medi.ci scolastici. - Società di scienze m edi.che in Con1gliano Veneto. Appunti per 11 medico pratico: CASISTICA: La definii-ione della neurastenia. -

La r1a1i·one miastenfca nei casi di neVf'osi CaSi traumatica. - TERAPIA: G,ave collasso dovuto ad iniezione di preParati mercuriali . - Caso di morte dovu to al salvarsan. di morie da n eo-salvarsan. - La reazione di Wassermann nei rapporti co~ la cura antisifi,liti.ca. - Medicina sociale: Commt.ssariato d' emigra1ione: pef la tutela dei fanciulli c'lse emigfano. - Pos'ta degli abbonati. - Varia. - Cenni bibllograftoi.

Nella vita professionale: Il caso del medico di Roccagorga. - I medici e le elezioni generali . - Risposte a quesiti 'e a domande. - Condotte e Concorsi. - Nomine, promozioni e onorificenze. Notizie diverse. - Rassegna della stampa medica. - Indice alfabetico per materie.

DlrlSSI di proprietà rl1e'1'•SI -

B vleta.t a

la. !'lproduzf one di lavori pubblicati nel POLICJLINI()O o la pubblicazioJJe dt sunti di essi

sen1a citarne la fonte.

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LA.VORI ORIGINALI Clinica oculistica della R. Università di Parma diretta dal prof. C. GAI.,'LENGA.

Un caso di leucemia mielogena ~on una particolare manifestazione oculare Nota clinica per il dott. LEONARDO CASOI,INO assistente volontario. Dopo che Wirchow nel 1845 ebbe stabilito c~e la leucocitosi permanente con particola!i alterazioni morfologiche del sangue rappresenta il carattere principale e necessario per la diagnosi della leucemia, spetta a Liebreich il merito di aver descritto per la prima volta nel 186I le alterazioni del fondo oculare in detta malattia. Ciò che comunemente si osserva è la retinite leucemica, costituita alle volte da macchie o strie bianche disposte lungo i vasi, altre volte da emorragie verè e proprie per rottura delle pareti

vasali. Egualmente interessati possono essere il corpo vitreo, il nervo ottico e la coroide. Nel caso di cui mi occuperò brevemente mancavano le comuni alterazioni del fondo oculare, ma si notava nell'occhio sinistro un quadro cli· nico che merita di essere ricordato, in quanto che nella letteratura non devono abbondare descrizioni di alcuni particolari che in primo tem·p o si osservarono nell'occhio del caso che forma oggetto di questa nota. Sarebbe s~ato importante l'esame istologico delle membrane oculari alterate, ma il divieto cli autopsia m'ha impedito di enucleare l'occhio ammalato. Z . .. M.•. ) di anni 54, contadina , da San Nazzaro di Sissa (Parma). Il padre, dopo nove anni di permanenza nel Manicomio di Colorno (Parma), vi è morto all'età di 67 anni. Attualmente ha due fratelli e cinque sorelle viventi, delle quali una è 'ricoverata da sette anni nel Manicomio di Colomo. Una sorella è morta di difterite quando aveva tre mesi; un fratello è morto nell'ospedale di Parma all'età di

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1586

IL POI ICLLNICO

anni, dopo quattro mesi di malattia. Dalla sintc.)matologia che l'inferma ci riferisce pare che si sia dovuto trattare di un carcinoma dello sto~ maco, che in queste regioni si osserva con una certa frequenza. Esclude di aver sofferto le comuni malattie dell'infanzia, nè in seguito ricorda di essere stata mai malata . . Per un periodo di dieci anni è andata a lavorare in risaia, ma esclude assolutamente di aver sofferto mai febbri malariche. S'è mestruata all'età di 14 anni. A 22 anni ha preso marito ed ha avuto undici gràvidanze, di cui tre aborti e otto portate a termine. I tre aborti corrispondono alla quarta, sesta e ottava· gravidanza. La causa di essi l'inferma crede doverla attribuire alle non lievi fatiche quotidiane a cui si sottoponeva. Durante l'ultima gravidanza l'jnferma è andata soggetta ad edema generalizzato, che scomparve dopo due mesi in seguito al parto normale. Attualmente ha cinque figli viventi e sani. Degli altri tre, uno è morto all'età di ventotto giorni in seguito ad infezione morbillosa; il secondo è morto di vaiuolo all'età di tre mesi e il terzo di• scarlattina in un'epoca che l'inferma non sa precisare. Le mestruazioni sono state sempre regolari, ma , quantitativatn.ente scarse. Spesso si è verificato un 'r itardo mensile, che però non ha mai superato i ·d ieci giorni. Sono cessate da dieci o undici • anni. Afferma di aver sofferto soltanto di un certo grado di anemia fin dalla giovane età, e da qualche anno un indebolimento generale con cefalee intense, che si sono accentuate in questi ultimi giorni, in cui ebbe a risentire per la prima volta disturbi della visione, accompagnati da leggero dolore non ben precisabile al globo oculare sinistro. L'inferma viene ammessa in Clinica jl 16 giugno 1913. I disturbi visivi all'occhio sinistro da· ta'n o da quindici giorni. L'esame obb!ettivo dal lato oculistico ci fa rilevare: Occhio destro normale. Il visus=r. Occhio sinistro: Ptosi della palpebra superiore, intensa iniez.ione ciliare. Cornea trasparente. La camera anteriore, di profondità quasi normale, presenta nella sua parte inferiore un essudato grigio-giallastro, alto due millimetri circa e non molto facilmente spostabile col variare della posizione del capo. Pupilla mobile e dilatata per instillazione di atropina. L'esame oftalmoscopico è negativo. Il v·i sus = 20/70. La tensione oculare = 15. Si fa diagnosi di irido-ciclite, riservandoci di espletare con ulteriori esami lo studio patoge · netico. La reazione di Was~ermann è negativa. Si continua ad instillare atropina e si applicano delle sanguisughe alla regione temporale si · nistra , senza un risultato apparente. Il 18 giugno si pratica una paracentesi allo scopo di far fuoriuscire l'essudato e sottoporlo ad esame, ma non fuoriesce che acqueo. Tuttavia, tenendo conto dell'aspetto dell'ammalata, delle condizioni dell'occhio, della perfetta mobilità dell'iride, dell'esser comparsa epistassi un po' insistente, arrestatasi con una certa difficoltà, si sospetta che l'essudazione nella camera 42

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(ANNO XX, F ASC. 44]

anteriore sia l'espressione di un disturbo generale ed - eventualmente di fatti di alterata crasi sanguigna, onde il prof. Gallenga prescrive di sotto· porre l'inferma a minute indagini generali e all'esame del sangue. Esame obbiettivo. - Costituzione scheletrica regolare, discretamente robusta. Pannicolo adiposo diminuito, invecchiamento precoce. Colorito della cute bruno, con leggiera tinta giallastra. Sparse su la superficie del corpo si rivengono emorragie puntiformi, delle quali alcune recenti, altre di data più antica . Le vene cutanee sono bene sviluppate e discretamente turgide. In corrispondenza dello sterno si nota un circolo venoso collaterale. A ppaf'ecchio t'espira torio. - Normale. Cuore e appa1ecchi'o circolato1io. - Normale. Arterie esplorabili al tatto non indurite. Mucose visibili di aspetto leggermente roseo. Dentatura guasta. Addom e. - Si presenta tumefatto specialmente al lato sinistro, ma non è meteorico. La milza è enormemente ingrossata. In alto giunge al settimo spazio intercostale; in basso, alla spina iliaca anteriore-superiore; in dentro raggiunge la linea mediana. Ha consistenza duroelastica ed è spostabile. Il fegato deborda per tre dita trasverse dall'arcata costale sull'emiclaveare. Il limite superiore è al quinto spazio intercostale. Il oordo e quella parte del fegato che si possono palpare hanno consistenza dura . Sistema ghiandolat'e. - Si palpano bene le ghiandole inguinali, ascellari e latero-cervicali, ma non sono molto ingrossate. Esame delle ut'ine. - Tracce d'albumina. Tensione arteriosa = 155. Esame del S'lngue : Emoglobina 70. Corpuscoli rossi 3,760,000. Corpuscoli bianchi 240,000. Emocitoblasti 80 %· Coagulazione normale. Al mattino del giorno 21 l'inferma è colpita da leggera epistassi. L'esame dell'occhio sinistro ci fa notare un fatto nuovo. L'essudato grigio-giallastro che occupava la parte inferiore della camera anteriore presenta un colorito rosso per una 'Sopravvenuta emorragia nel cors<.> della notte. Il giorno 22 si nota una continua per quanto lenta emorragia delle gengive. Le condizioni dell'inferma si mantengono im· mutate nei giorni 23 e 24 giugno. La temperatura s'era mantenuta sempre normale; nel pomeriggio del giorno 25 però il termom~tro segna 38° .5 gradi centigradi. 26 giugno 1913. Temperatura ore 8: 37° .8 ; ore 16: 38° .3. L 'emorragia nella camera anterior~ è aumentata di poco. L'iniezione ciliare che S! era notata ai primi giorni è quasi scoJ:?parsa. S1 notano invece diverse chiazze emorragiche sottocongiuntivali nell' occhio sinistro. Si iniettano cinque centimetr~ cubi dj siero di cav~llo. 27 giugno. I/tpoema occupa quast la ~età della camera anteriore . Sono aumentate le chiazze emorragiche sottocongiuntivali. Si iniettano altri cinque centimetri cubi d1 siero. Temperatura ore 8: 37° 0 • 1; ore 16 : 38° . 3. 28 giugno. Temperatura ore 8: 37°. 2; ore 16: 370. I.


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lANNO

XX,

FASC.

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SEZIONE PRATICA

L'ipoema occupa tutta la camera anteriore, si somministrano venti gocce di benzolo, che l'inferma rigetta dopo un quarto d'ora. Al pomeriggio si somministrano altre venti gocce di benzolo nel brodo. Si pratica la terza iniezione di cinque centimetri cubi di siero eterologo. 29 giugno. Temperatura ore 8: 37°.4; ore 16: 38°. Numerose emorragie puntiformi alla regione anteriore del braccio destro e al viso. Le gengive seno orlate in nero per l a. continua emorragia. Si iniettano altri cinque centimetri cubi di siero. 30 giugno. Temperatura ore8: 37°.8: ore 16 : 38°.2. Sono aumentate le emorragie sottocutanee alle braccia. Il versamento sanguigno nella ca.mera anteriore tende sompre ad aumentare. Quaranta gocce di benzolo. 1° luglio 1913. Temperatura ore 8: 37°.8; ore 16: 38°2. Si aumenta la dose del b enzolo (60 goccie p10 die), ma l'inferma ha vomito che si ripete tre volte nel corso del giorno. Nella notte s'è avuta emorragia delle ~engive abbastanza notevok. · Nell'esame delle feci si rinvengono degli elementi sanguigni. Si praticano quattro clisteri con gelatina e cloruro di calcio. Stato generale molto depresso. _ 2 luglio. Temperatura ore 8: 38°.9; ore 16: 39°.6. L'emorragia nella camera anteriore non è più aumentata, anzi sembra che l'ipoema tenda a diminuire. Larga chiazza emorragica sottocutanea all'ipocondrio di sinistra. Altre chiazze si rinvengono alle regioni interne delle cosce. L'esame d elle urine non lascia notare nulla di speciale. Si sospende la somministrazione di b enzolo. 3 luglio. Temperatura ore 8: 38°.4; ore 16: 39°.6. L'ipoema tende insensibilmente a diminuire ; occupa ancora però i due terzi della camera anteriore. Al mattino l'inferma è colpita da epistassi profusissima, per cui s'è dovuto ricorrere al tam.. ponamento posteriore. 4 luglio. Temperatura ore 8: 40°. l; ore 16: 49°.3. Vaste emorragie sottocutanee che occupano completamente le due regioni ipocondriache. Nuo,ro versamento emorragico nella camera anteriore. 5 luglio. Temperatura ore 8: 37°.3. Polso filiforme . Camera anteriore totalmente occupata dal versamento sanguigno. L'inferma muore al pomeriggio con fenomeni di asistolia . E sistendo nella nostra ammalata un tumore cronico di milza con epatomegalia e relativo in grossamento dei gangli linfatici, si deve pensare che il quadro clinico a cui si assistette è dovuto alla riacutizzazione di un processo leucemico cronico. Il reperto ematològico infatti è qu ello di una leucemia acuta a em ocitobtasti . L'essudato della camera anteriore, che nel nostro caso si è rivelato quasi come un sintomo premonitorio, non poteva da solo farci pev.sare all'esist en za della particolare alterazione morfologica del sangue, su cui non mi diffondo. avendo essa costituita òggetto di esame per parte del prof. Ott, ex aiuto della Clinica medica di Parma e attualmente direttore d el laboratorio di chimica-clinica dell'Ospedale Maggiore.

Dirò soltanto che 1'80 % dei globuli bianchi era data da quella forma di elementi (emocitoblasti). che n ella leucemia mielogena precedono la formazione dei mielociti, a seconda di quanto venne stabilito d a gli studi del Ferrata, della Clinica medica di Parma, che p er lungo tempo si occupò di questi argomenti di ematologia. Se- avessimo potuto esaminare l'ipopion che fu osservato nei primi giorni in cui si presentò l'inferma ,' avremmo certamente constatato chel'essudato plastico era formato dalla fuoriuscita di fibrina e corpuscoli bianchi dai vasi dell'iride e del corpo ciliare . Il primo versamento sanguigno che trasformò l'essudato in una massa rossastra, si effettuò con . temporaneamente ad una leggera epistassi e ad emorragia delle gengive. . Seguirono emorragie sottocongiuntivali nell'oc-· chio ammalato e sottocutanee nelle diverse p arti del corpo, e queste ultime andarono sempre aumentando, in modo da formare negli ultimi giorni vastissime chiazze emorragiche. L 'ipoetna invece , dopo aver occupato tutta la camera anteriore, tendeva a diminuire e per due giorni non s'è avuto alcun versamento. Negli ultimi due giorni invece~ mentre la temperatura sale e sorpassa i 40° centigradi, si ha una epistassi notevole e la camera anteriore torna à riempirsi di sangue. In quanto al decorso acuto della leucemia nella nostra inferma, non v'è nulla di particolare, anzi in essa abbiamo oss ervato quel decorso clinico e quella sintomatologia, che vengono comunemente descritti. Cosi ad esempio, le emorragie sottocutanee, le epistassi frequenti e profuse, rappresentano un fatto quasi costante nella leucemia; ma ciò che per noi ha una .particolare importanza, è l'alterazione avutasi nell'occhio sinistro, che credo si verifichi di rado. Certi processi infiammatori d ell'iride e del corpo ciliare, dànno luogo nella camera anteriore ad un essudato, del quale il più delle volte si può d efinire la natura e l'origine. Il nostro caso invece dobbiamo ascriverlo a quelle forme di irido-cfcliti , che son dovute o a cause ignote o 1neglio ad una affezione costituzionale. L'alterazione morfologica degli elementi sanguigni infatti nella nostra amrnalata costituiva una spiccata affezione costituzionale e ad essa si deve sia la fuoriuscita di fibrina e di leucociti dai vasi dell 'iride e del corpo ciliare, che nei primi giorni hanno contribuito alla formazione dell'es'iudato nella camera anteriore, sia il versamento di sangue verificatosi nei giorni consecutivi.

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!L POLICLINICO

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I processi infiammatori dell'iride su individui leucemici sono descritti di rado in letteratura. Un caso è del Michel: si trattava di una donna con irite doppia, in cui l'esame microscopico di un pezzo d'iride escisso, ha fatto rilevare la presenza di numerosi noduli di cellule rotonde e di cellule epiteloidi. L'esame del sangue ripetuto però dimostrò una leucocitosi transitoria . Altri autori in seguito, senza che l'ammalato presentasse l'alterazione morfologica del sangue, caratteristica della leucemia, descrissero col nome di iriti leucemiche, tutte quelle forme infiammatorie che facevano notare la presenzR di noduli grigiastri su la ~uperficie anteriore dell'iride. Queste forme però devono giustamente rientrare nel capitolo della tubercolosi iridea. Il caso descritto dal Puccioni su individuo realmente leucemico, ha fatto notare che nell'occhio sinistro erano i~ teressa te le membrane profonde e il corpo vitreo, t nell'occhio destro l'iride aveva perduto i caratteri anatomici e il forarne pupillare ristretto era occluso da un essudato biancastro. Nella nostra inferma invece l'iride presentava soltanto un leggiero ritardo nella rea zione luminosa, ma sulla sua superficie non v'era alterazione alcuna che potesse attirare la nostra attenzione. Per di più l'alterazione oculare si presentò e si mantenne localizzata in un occhio, a differenza di quanto comunemente viene osservato, e per un periodo di tempo fu caratterizzata da semplice essudazione con emorragia nella camera anteriore. È risaputo come la diatesi emorragica sia uno dei sintomi più caratteristici della leucemia e una delle cause sta nell'alterata nutrizione delle pareti vasali (Striimpell). Ho già detto che. la retina è tra le membrane oculari quella che più facilmente va soggetta alle alterazioni leucemiche, ma nel caso in esame l'occhio destro si è conservato sempre normale e la retina dell'occhio sinistro non ha presentato alterazione alcuna fino a quando si è potuto fare l'esame oftalmosco pico. Ciò che si sarebbe potuto verificare nei vasi retinici, è avvenuto invece a carico dei vasi dell'iride e del corpo ciliare, i quali in primo tempo hanno dato luogo ~ll'essudato con la fuoriuscita · della fi't>rina e dei leucociti , e in secondo tempo all'ipoema con la rottura delle loro pareti. In quanto alla te~api a dirò che le iniezioni di siero eterologo si sono prati ca te allo scopo di modificare la diatesi emorragica . Per la ste.5sa ragione si sono fatti i clisteri di gelatina e cloruro di calcio, essendosi riscontrati degli elementi sanguigni nell'esame d elle feci .

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Si è creduto opportuno infine di ricorrere al benzolo, perchè in questi ultimi tempi si è a ttribuito a questo farmaco, da una parte un'azione Ieucotossica e leucolitira e dall'altra un'azione displastica e anaplastica specifica per il sistema ematopoietico in genere. Tutte queste assidue cure però non furono coronate da successo.

Parma , luglio 1913. BIB LIOGRAJ:."IA. R. LIEBREICH. U eber 'Yetinis leukaemica und uber Embolie der Arteria centralis 'Yetinae. Deutsch. Klinik , n. 50, 1861. R. LIEBREICB:. Atlas der Opthalmoscopie. Berlin. Taf. ro, fig. 3. SAEMISCH. Retinis le·u,kaemica. Klin. Monatsbl. f. Augenheilk., S . 305 bis, 321. DElJ'rSCHMANN . Ueber Veranderunge;J. des Auges bei Leukamie. Deutschmann's Beitrage z. Augenheilk:., 4. Heft, S. 42. MICHEL. Ube, Iris und lritis . Arch. f. Ophth., XXVII. 2, S. 237. Pucc10N1. Contributo clinico ed anatomo-patolo. gico allo studio delle alterazioni leucemiche nelt'occhio. Annali di oftalmologia, 1898, pag. 519. KORANVI. Berl. klin . Woch., 1912 , n. 2 9. SELLING. Ziegler's Beitrage, vol. 5 r , fase. 3. BoNI. Pensiero Medico, anno III, n. 26. I

RIVISTE SINTETICHE. I moderni studi sulle feci. (ADOLF SCHMIDT, direttore della Clinica medica di Halle; M edizinische K linik. 1913). Per il dott. EMILIO FuÀ, assistente. Due malattie funzionali dell'intestino si sono individualizzate in quest'ultimo decennio: la dispepsia fermen,tativa e le diarree d'origine gastrogena. Adolfo Schmidt e la s ua scuola hanno procreato la prima e dato all'ultima il battesimo scientifico . Di queste due malattie, che venivano per l'addietro confuse tra loro e con molte altre che presenta vano la diarrea come manifestazione esterna visibile, oggi siamo risaliti alle origini, e all'eziologia distinta corrisponde una t erapeutica diversa e realmente feconda di risultati. Di ciò dobbiamo essere grati allo Schmidt che solleyò lo studio delle feci dall'abbandono in cui le aveva lasciate la classe medica. Boas le definiva la Cenerentola di tutta la medicina; ma finalmente anche per esse è arrivato il prjncipe generoso della favola. Primo merito dello Schmidt è quello d'avere ideato una P'fobekost anche per lo studio della

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funzione intestinale ; perchè soltanto sottoponendo gli organi sempre al medesimo stimolo noi pos· siamo sicuri criticare e dedurre quando ci trò· viamo poi di fronte ai prodotti della rea7.ione. Anche le ricerche intorno al contenuto gastrico, più brillanti e concrete. coincidono col momento in cui fu introdotta in clinica la colazione di Ewald. Inoltre lo Schmidt ci ha tratteggiato tutta una metodica nuova da seguire: ricerche macroscopiche, microscopiche e cliniche che in Germania si vengono oggi diffondendo tra il favore concorde perchè ~ono ricerche che ci indirizzano spesso a una diagnosi esatta e ci formulano allora la terapeutica: io stesso l'ho vedute praticare su larga scala non solo nella Clinica di Halle, si capisce, dove furono concepite P vive l'autore, ma anche nei policlinici e negli ospedali di Berlino. Ma torniamo alle nostre due malattie funzionali dell'intestino: si ·chiamano funzionali o dis· peptiche quelle malattie che non s'accompagnano a un'infiammazione della mucosa; cioè i fatti patologici, di qualunque natura essi siano, si svolgono e si succedono nell'interno del lume senza che l'intestino ne partecipi con lesioni anatomiche dimostrabili. Le diarree gastrogene e la dispepsia fermentativa che ci dànno pure due reperti fecali cosi caratteristici, q11asi agli antipodi l'uno dall'altro, hanno in comune, sempre che non 'sian? complicate. di non presentare nelle feci il muco~ il quale è, come sappiamo, il prodotto primo e più semplice della mucosa intestinale infiammata. Io non riporto qui per intero la probekost; mi limito soltanto a riferire il pasto del mez7.ogiorno ch'è quello, come vedremo, che contiene gli elementi dietetici essenziali per la diagnosi delle due malattie in questione: un piatto abbondante di pu'fée di patate, e 125 gr. di carne di manzo magra, pestata, e cotta poi leggermente al burro con la precauzione che rimanga cruda nel centro. Questa precauzione ha il suo perchè. L<? stomaco esce appena da una crisi: dopo averlo dotato di tutta l'importanza possibile, di averlo fatto il centro se non unico, certo prevalente della digestione, s'è inteso ii bisogno di contestargli tutta questa sua im'portanza secretoria; ed i fisioìdgi sperimentando su gli animali, i chirurgi con le loro audacie meravigliose sugli uomini ci hanno ripetuto storie di anima li e di uomini che dopo l'asportazione completa dell'organo hanno continuato a vivere e a digerire. Non è un male che la medicin.a vada soggetta ogni tanto a queste

revisioni par~iali; io credo anzi che sia in esse da ricercarsi una causa non indifferente del suo progredire continuo; perchè con queste revisioni, un nucleo rimane inalterato e si riafferma, mentre viene sfrondato tutto quel più che la mente entusiasta di chi crea è talvolta disposto a concedere. Per lo stomaco un dato è rimasto inattaccabile: che il succo gastrico, come contenente l'acido cloridrico, è assolutamente l' unico prodotto, tra quelli delle ghiandole digestive, che abbia il potere di sciogliere il connettivo e in special modo il connettivo crudo. Si può comprendere adesso tutta l'importanza, per la diagnosi delle diarree gastrogene, di quella parte centrale di carne che venga risparmiata dalla cottura. Le diarree gastrogene non hanno una storia che risalga lontano; alcuni anni fa furono comunicate le prime osservazioni che in alcuni casi di diarree che da lungo tempo si protraevano, era stata riscontrata la mancanza di secrezione dello stomaco: si rese pubblico in seguito che in realtà casi di achilia gastrica specialmente, ma anche alcuni di subacidità, decorrevano non di rado complicati con diarree: a dimostrare quasi il rap· r1orto diretto tra il difetto di secrezione e il fatto intestinale lo Schmidt contribuì da parte sua, ' descrivendo nei reperti fecali di tali ammalati quantità sempre notevolissime d ei filamenti di connettivo. Ce n'era già di quel tanto perchè la malattia s'individualizzasse e prendesse il posto a sè che le spettava, mise il suggeUo finale il risultato terapeutico ch'è talvolta sorprendente: io ho veduto nelle Cliniche di Ewald e di Schmidt qualcuno (non tutti, e dirò dopo il perchè) di questi pazienti che vi ricorrevano per diarree ribelli a ogni cura, presentare la cessazione - non esagero - immediata d'ogni sintomo intestinale quando, stabilita la diagnosi esatta, si sommini- ' stravano le prime gocce di acido cloridrico e s'iniziava una dietetica ch'aveva di mira unicamente la lesione dello stomaco. I4a causa della fenomenologia è da ricercarsi nella mancanza dell'acido cloridrico: per la sua assenza il connettivo non viene disciolto che incompletamente o affatto e quindi anche le fibre muscolari ch'esso racchiude passano più o meno inattaccate nell'intestino e sfuggono all'azione dei fermenti; purP i micror· ganismi• introdotti col cibo non trovando più l'acido cbe gli uccide attraversano vivi il piloro e attecchiscono e prolificano accanto ai microrganismi facoltativi dell'intestino: perchè tutti e •

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due (quelli d'occasione e i facoltativi) trovano un terreno eccellente per il loro sviluppo nel cibo rimasto quasi greggio e mal digerito. Di qui putrefazione e decomposizione delle sostanze alimentari e stimoli abnormi alla parete intestinale che reagisce con una peristalsi aumentata, con la diarrea, costituita di masse fetenti in decomposizione, in cui talvolta, ad occhio nudo, possiamo già distinguere resti di cibo indigeriti. Se passiamo all'esame delle feci dopo che, secondo la tecnica dello Schmidt, ne abbiamo accuratamente rimescolata una parte piccola nel mortaio aggiungendovi un po' d'acqua distillata, e abbiamo versato il prodotto nel piatto a fondo nero, noi abbiamo: una reazione alcalina evidente, e di caratteristico, di esclusivo, un'abbondanza ' veramente notevole di connettivo che appare come filamenti biancastri, opachi, di lunghezza e spessore diverso. Nei preparati microscopici del metodo noi troviamo: in quello natu; ale parecchi frammenti di fibre muscolari di cui alcuni conservano ancora la striatura (dato questo sempre patologico), alcuni cristalli di acidi grassi, e una invasione addirittura colossale di microrganismi; in quello trattato con la soluzione di Lttgol per la dimostrazione degli amidi, e nel terzo coll'aggiunta d'acido acetico per mettere i grassi in evidenza, nulla d'anormale che risalti. La diagnosi nei casi tipici si fa sul piatto in un istante: a prima vista per la ricchezza dì :filamenti di connettivo che non ha riscontro in nessun'altra malattia dell'intestino, e, mi si lasci passare la espressione sin1metrica, a primo odorato per quel puzzo nauseante di putrefazione che esala dalle feci. S'intende che non tutti i casi di achilia o di subacidità sono complicati dalle diarree: come meclia si dà una percentuale del 30 %; negli altri è l'intestino che supplisce e s'impone, o sono mancate quelle ragioni che noi chiamiamo occasiona li e che dànno il tracollo decisivo quando una funzione si trova in equilibrio instabile. Ma è naturale che in tutti i casi di diarree che si protraggono, che recidivano facilmente, che sono ribelli alle cure comuni, il medico deve avere sempre questa forma dinanzi agli occhi: ovvio se dall'anamnesi possa già sospettarsi un'alterazione dello stomaco, ma giustificatissima ancora quando tutti i dati che ci offre il paziente sembrino ne• gativi rispetto al funzionare del suo stomaco. Tutti sappiamo che i sintomi subiettivi dell'achilia gastrica siano talvolta indistinti . vaghi, di

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entità minimale; i mala ti parlano di un non so chtt, che avvertono dopo il pranzo, di pesantezza, di scomodità, di un qualche cosa insomma d'indefinibile che tutto è fuorchè dolore. E si comprende allora senza sforzo come di fronte ai fastidi seri dell'intestino tutte qt1este sensazioni sgradevoli possano passare in seconda linea si da non richiamare allo stomaco l'attenzione del oaziente e quindi quella del medico. Nei vecchi po è frequentissimo che l'achilia gastrica decorra senza sintomi inosservata: Seidelin e Liifschietz esaminando per esperienza loro il contenuto gastrico di vecchi che avevano ricorso all'ospedale per altre malattie e che non soffrivano nè avevano sofferto mai a carico del loro stomaco, trovarono nel 40 % dei casi una mancanza assoluta della secrezione. E veniamo adesso alla dispepsia fermentativa, die intestinalis Giirungsdyspeps1·e , che sarebbe causata, secondo lo Schmidt, da una debolezza congenita dei poteri di digestione della cellulosa. Sarebbe .(diciamolo incid.e ntalmente) la condizione opposta alla stitichezza cronica funzionale. Cioè, secondo l'autore, l'organismo delle per~one normali ha una capacità x di digerire la cellulosa: se questa è congenitalmente aumentata allora anche l'assimilazione delle sostanze nutritive introdotte è così eccessiva, cosi estrema, che si hanno quelle feci scarse, secche, povere di microrganismi e dei prodotti della decomposizione che caratterizzano la stitichezza cronica funzion:ile: la quale :finchè non venga complicata (peristalsi ottu~a-dischezia - condizioni nevrasteniche generali - infiammazione della mucosa del sigma e del retto) è da considerarsi cosi, come una condizione eupeptica soltanto. Ma quando invece il potere verso la cellulusa è congenitalmente diminuito abbiamo la tendenza. il substrato favorevole da cui per una ragione qualsiasi potrà svilupparsi in seguito la dispepsia fermentativa. Una delle cause occasionali a cui lo Schmidt pensa con preferenza e contro cui ìn~orge e mette in guardia è la moda che tende a diffondersi sempre più delle protratte diete vegetariane. Quando la cellulosa non viene digerita come d'ordinario, anche gli amidi che essa racchiude sfuggono in patte all'azione dei succhi particolari e diventano il terreno più propizio per i microrganismi della fermentazione che quivì s' impiantano, proliferano e dànno luogo a processi abnormi con formazione dì gas e di acidi grassi volatili. Questi irritano la parete intestinale, ec-

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citano la peristalsi e conducono alla diarrea. Se noi esaminiamo le feci, dopo avere sottoposto il malato alla dieta clello Schmidt, già nel recipiente esse ci dànno a notare un'apparenza caratteristica, schiumosa, o diffusa o localizzata in alcuni punti; e lasciano esalare un puzzo.irritante, acre, che ricorda assai quello dell'acido acEtico o del1'acido butirrico. Puzzo ben differente d a quello delle diarree gastrogene: lì era effr tto della decomposizione degli albuminoidi, qui della fermen· ' tazione degli amilacei; lì erano i microbi della putrefazione che avevano trovato le sostanze favorevoli al loro sviluppo. qui sono i microrga· nismi fermentativi che hanno trovato il campo adatto per la loro attività. Preparate le feci nel modo prima ricordato e versate nel piatto a fondo nero per gli esami, non abbiamo macroscopicamente nè connettivo come nelle forme gastrogene nè muco come in tutte le forme infiam· matorie, ma sol.t anto un'abbondanza più o meno notevole dei resti delle purée di patata che si presentano simili ai granuli cotti di sagù: la reazione, provata con le cartine di laccamuffa, è acida, talvolta intensamente acid~. Altri reperti diagnostici caratteristici appaiono sempre al microscopio nel preparato trattato con la soluzione di Lugol; noi vediamo allora cellule numerose di patata che contengono granuli colorati in bleu o in rosso a seconda del grado di digestione del!' amido; e granuli di amido abbondanti si trovano pure liberi, sparsi per tutto il preparato. E, reperto tipicissimo per questa forn1a morbosa, un numero notevole di micrqrganismi diversi tra loro ne_lla forma . nella grandezza, nella maniera di aggrupparsi, ma che hanno in comune tutti quanti d'avere assorbito la soluzione di Lugol e di presentarsi colorati in un bleu intenso: sono i g1'anulosehaltige Mikrobien descritti per la prima volta dallo Schmidt. Anche nelle diarree gastrogene noi avevamo già notato un'invasione colossale di microbi, ma erano microbi che con la nostra metodica non si coloravano, che non avevano mai nel modo di pre· sentarsi, n ell'aggruppamento. niente di elettivo e di particolare, di modo che noi ci troviamo nella impossibilità assoluta di poter differenziare l'uno dall'altro. Nella malattia che consideriamo adesso invece hanno l,affinità elettiva per il colore che li unisce e ne fa un gruppo distinto; d i più presentano tutti qualche indicazione specifica per cui noi possiamo riconoscere a prima vista il cespite da cui originano: possiamo diagnosticare

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cosi i bacilli filiformi delle specie del Lepthotri~ le grosse specie del Clostt'idium butirricum o quelle del Granulobaciltus saccharobutirricus che si presentano talvolt.a riunite in accumuli, talvolta di· sposte in ca tena . Alla reazione acida, al reperto microscopico descritto, aggiungiamo il terzo sintoma che va a completare la triade di questa forma interessantissima : portate le feci al termostato, in uno qualsiasi dei tanti tubi di fermentazione proposti, notiamo dopo 2~ ore che s'è avuto uno sviluppo forte ~empre, talvolta sorprendente di gas, e che la reazione, già acida, Io è diventata ancora di più. Diagnosticata questa forma, due trattamenti terapeutici s'impongono: uno dietetico e l'altro medicamentoso; dietetico: diminuzione o meglio ancora abolizione per alcuni giorni degli idrati di carboni0 ; medicamentoso: somministrazione di preparati che contengonofermentidiastasici(Takadiastasi). Dopo un po' di tempo, quando le condizioni sono migliorate, noi possiamo tentare di ricondurre gl 'idrati di carbonio nella dieta; ma · gradatamente, per saggi, stud_iando sempre nelle feci se e quanto essi vengano tollerati dal paziente; a somiglianza di come nelj'urina del diabetico noi studiamo l'adattabilità dell'organismo a 11n ritorno delle sostanze zuccherine. È naturale - e assolvo tardivamente alla parentesi di qualche periodo addietro - che non tutti i casi sono cosi facili alla diagnosi, nè cosi sensibili alla cura; nè tutti i casi all'esame delle feci appaiono così bene in'Ìividualizzati, nè piani e semplici come io li ho prospettati. Perchè ci possono essere talvolta assoriazioni di malattie; può un fatto dispeptico per il lungo permanere essersi tra ~forma t.o in una condizione infiamma• toria, e non essere sempre facile allora sceverare,, criticare con sicurezza, e con sicurezza risalire alle origini. Io ho voluto soltanto ricordare i quadri tipici delle due forme morbose non complicate: per i casi non tipici più gravi ed ostinati, che sono però tutt'altro che i più frequenti, nella Clinica dello Schmidt si sta tentando adesso una cura nuovissima: s'insufflano nello stomaco o s'introducono direttamente nell'intestino per mezzo della pompa duodenale di Einhom quantità abbondanti e ripetute di ossigeno; e i primi risultati ottenuti dànno ragione a b ene sperare. Aprile 1913.

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SUNTI E RASS.E GNE CHIRURGIA. La cura · delle fratture recenti della rotula. (LÉON BERARD. Le Bulletin méàical, n. 40 del 1913).

La cura delle fratture recenti della rotula può essere cruenta ed incruenta. L' A. si O•'cupa di ambedue i metodi, ma soltanto per quelle fratture, che non si accompagnano a lesioni delle parti molli, cioè le fratture esposte, quali sono quelle di pendenti da ferite da arma da fuoco o da choc, perchè queste rientrano nel capitole delle ferite penetranti del ginocchio. · Nelle fratture chiuse occorre subito distinguere quelle dirette dalle fratture indirette . Le prime, quasi sempre comminutive, od a pitì frammenti, hanno prognosi favorevole perchè le lesioni sono più sull'osso sesamoide, che sul tendine del quadricipite, la cui integrità è necessaria al mantenimento della funzione del ginocchio. Le fratture indirette, per flessione, estensione, tensione, o strappamento, hanno tutte il carattere comune di essere trasversali, da compromettere più o meno l'apparecchio fibrolegamentoso laterale del ginocchio ed in particolare le alette rotulee, la cui integrità è indispensabile alla trasmissione · corretta dei movimenti della coscia sulla gamba. Quale la cura? Vi sono diversi metodi, nell'uso dei quali interviene molto l'apprezzamento dell'operatore. Il primo metodo fu la sutura metallica transossea, proposto da Lister (1877)) e Lucas-Championnière (1883), che però può dare, anche se eseguito con la più scrupolosa asepsi, focolai di osteite rarefacente a contatto del filo metallico; o, a più o meno lunga scadenza, una flogosi articolare fino a suppurazione. L'accerchiamento della rotula con un filo metallico proposto ed usato nel 1892 dal Berger, per un caso di frattura comminutiva, fu un metodo .a doperato e lodato da molti chirurgi, in ispecie dal Lejars, che, in un articolo del 13 1narzo corrente anno, sulla S emaine M édicale, l'ha, preconizzato per tutte le fratture della rotula .. Questo autore completa sempre la riunione ossea, fatta per mezzo di un filo metallico (allu1ninio) passato a cer chio intorno all'osso, con tt11a sutura al catgut del legamento prerotulie110, e delle alette. ~er lui il mezzo di coattazione essen.z iale è il filo metallico a cerchio, la cui resistenza ed efficacia glì sembra al di sopra di ogni contestazione. A questo metodo si rimprovera una possibile infiammazione tardiva del

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ginocchio, con suppurazione e conseguente artrotomia. (Viannay, Leriche). Altro metodo di sutura della rotula è l'av·vita1nento diretto o l'avvita1nento su piastre, praticato sopratutto da Albins L.a mbotte e da Arbuthnot Lane, i quali ritengono che con questo metodo sia inutile la immobilizzazione dell'arto in est ensione, per i giorni che seguono all'operazione. Altri metodi, che non hanno oggidì più ragione di essere, sono: l'applicazione delle griffe sui frammenti (Malgaigne e Duplay) ; · e la sutura . sottocuta1iea perirotulea (Caput) . A questi metodi si rimprovera la persistenza di una interposizione di tessuto fibroso fra i frammenti, e la rottura delle alette. Richiedono poi il preventivo vuotamento col trequarti del versamento articolare, ed ancora una o più piccole incisioni dei tegumenti per porre le griffe o passare i fili. L'A . dell'articolo, il Bérard, non ha usato nessuno dei metodi sopra ricordati, ma qll:ello della

sutura fibro -periostea delle alette, e del rivesti1ne1ito della rotula, in tre casi di ftattura di detto osso, indiretta, co11 risultati eccellenti. Ricorda, ed illustra i casi clinici, e la tecnica seguita. Egli incise la pelle con taglio arcuato di 12-15 cm., a concavità superiore da un condilo femorale all 'altro, col massimo della curva al punto di inserzione del leg·amento rotuleo sulla tibia, e colle estremità all'altezza della metà della rotula. Sollevato il lembo cutaneo, asciugò con garza la ferita, ed asportò i coaguli sanguigni attraverso la rottura del rivestimento prerotuleo fi.110 al fondo dei cul di sacco articolari con tamponi montati su una pinza. Andò quindi alla ricerca dei bordi c;lelle a lette rotulee rotte, e con l'uso di pinze , cercò di avvicinare i frammenti del periostio e del rivestimento prerotulieno, ottenendo con unn semplice trazione su dette pinze, il contatto dei frammenti ossei. Con un catgut, numero tre, passato a sopraggitto ricostituì la continuità dell'aletta interna, con un altro l'aletta esterna, con un terzo riuni i frammenti fibrosi prerotulei, assicurando così definitivamente il contatto dei frammenti ossei su tutta la loro lunghezza. Quindi con emostasi accurata delle parti molli sottocutanee, potè cl1iudere totalmente la ferita operatoria senza lasciar drenaggi, con un ultimo sopraggitto fatto con crine di Firenze. L'arto ft1 posto in una grande fasciatura ovattata ed immobilizzato.

La cura incruenta delle fratture della rotitla può riassumersi in poche formol e. Riconosciuta od appena supposta la frattura, si sparge della tintura di iodio sulla regio11e del ginocchio, se


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vi sono anche piccolissime escoriazioni si fa una leggera fasciatura ovattata dalle dita del piede a metà coscia; quindi l 'arto si mette in una -doccia piatta del Bonnet. Al 3° o 4° giorno si ..scopre il g·inocchio, si nota l'entità del versamento, e si invita il paziente ad alzate il calca.,gno dal piano del letto. Se questo movimento "\·errà compiuto, la prognosi è buona perchè i frammenti rotulei sono poco divaricati, e non -vi ha rottura dei legam enti :fìbro-periostei late·r ali, e del t ess11to :fibroso di rivestimento del1 'osso. Si ricorrerà alla puntura del ·versamento, nel -cul di sacco sottotricipitale, porzione supero-esterna, ove esso sia abbondante, l'infermo sia apirettico, e non vi siano pericoli di infezione. Quindi si ovatterà e si terrà immobile per altri due giorni l'arto. Dopo quattro giorni, se non vi fu puntura, o dopo sei-sette, se questa vi fu, si inizierà il massaggio e qui11di la mobilizzazione. I movimenti passivi del ginoccho si ten'1:eranno con prude11za al decimo giorno, accentuando a poco a poco il mo·vimento di flessione. Dal 20° al 30° giorno, secondo l'estensione ·delle lesioni, lo stato della muscolatura del soggetto, e secondo la buona volontà di quest'ultimo si inizieranno i movimenti atti vi di :flessione e di estensione, e si permetterà il cammi110 con le grucce. Verso i 60 giorni si può permettere la deambulazione col bastone per la ,casa. Dopo i tre mesi si può fare uscire ' l'infermo, previa applicazione di una ginocchiera -di tessuto elastico. Il metodo incruento non può nulla però per impedire l'interposizione di tessuto :fibroso fra i frammenti della rotula, donde la formazione di pseudo-artrosi con callo :fibroso più o meno lungo, e quindi difficoltà e dolori nel camminare in salita, o nel salire sur una scala ; e -quindi torsioni di questo callo, con sua possibile rott11ra secondaria. Nella cura cruenta delle fratture della rotula, 1a mortalità è dell'r o 2 %; nei tre quarti dei -casi si ha la completa restituzione permanente .anatomica e funzionale e la durata della cura è -O.i due a tre mesi. Il metodo incruento dà il 50 % di risultati soddisfacenti, 30 % di risultati mediocri, 20 % di risultati cattivi. Ma l'o- . perare sulla rotula, per quanto paia, quindi, senz'altro il metodo di scelta, è sempre un metodo delicato, che richiede aiuti e mezzi adatti; infermi senza tare ereditarie, o lesioni polmonari, renali, epatiche, o possibilità di infezioni. Quanto poi al problema della durata delLa incapacità temporanea e del grado di inabilità i>arziale permanente nelle fratture non esposte della rotula, si può dire, che col metodo cruento 2

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l'incapacità temporanea dura da due a tre mesi, col metodo incr11ento fino al 6° lnese ed anche più (25 % dei casi). ~'inabilità permanente parziale dipende sopratutto dalla integrità dell'apparecchio muscolare ligamentoso, dalla forza di contrazione del tricipite nell'estensione attiva della gamba, dall'ampiezza dei movimenti attivi e passivi del ginocchio (:flessione ed estensione), dalla assenza o meno di movimenti anormali di lateralità del1'articolazione. È · raro che il metodo incruento lasci una incapacità permane11te inferiore al 20-25 %, che può giungere fino al 50 %. Il lnetodo cruento dà, ·nella metà dei casi, invece, restiti1,tio ad i11tegru1n in 3-4 mesi, e nel resto una incapacità dal r o al 20 %. G. QUARTA.

SEMEiOLOGIA. Semeiologia del liquido cefalo-rafhidiano. (RA'rHERY. Ann. de Méd. et Chiir. infa·nt., 1913. n. 6)1 La semeiologia del liquido cefalo-rachidiano rappresenta l 'i11troduzione razionale allo studio delle malattie del sistema nervoso. È in questo liquido che si bagnano il cervello, il midollo e le radici dei nervi periferici, e quindi in esso si riflettono tutte le lesioni cli questi organi. L'esame di questo liquido costituisce una vera biopsia che ci informa dello stato anatomico del sistema cerebro-spinale. Inoltre il liquido cefalo-rachidiano risente di alcune malattie generali discrasiche, d'origine epatica, renale, ecc. : così si spiegano certe manifestazioni nervose d'ordine generale o discrasiéo. L'esame di questo liquido può essere utile perciò alla diagnosi d'una malattia generale, di una intossicazione od auto~intossicazione. Di qui risulta I 'intimità dei rapporti fra il sistema nervoso e i visceri più diversi. Scoperto dal Valsalva, il liquido cefalo-rachidiano è stato poi descritto accuratamente dal Magendie. Situato fra l'aracnoide e la pia madre, esso occupa gli spazi sotto-aracnoidei, nei quali esso non circola liberamente per la presenza di numerose trabecole. Sulla superficie del cervello, esso è soprat11tto abbondante in corrispondenza dei quattro laghi o confluenti: anteriore e po- · steriore, superiore ed inferiore. Intorno al midollo, gli spazi sono molto più ampi e son divisi dai legamenti dentati in d t1c logge : anteriore e posteriore. È noto che il cono terminale arriv.-a alla II , . .ertebra lombare, al di sotto della.

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quale g li spazi sotto-aracnoidei si fondono in un unico spazio che si continua fino alla II vert ebrà sacrale: una puntura fra l a IV e la V lombare permette di racco~liere il liquido senza pericolo di ledere il midollo. Il liquiclo cefalo-rachidiano inoltre riempie il canale ependimario, nella parte centrale del cervello e del midollo, dove esso si trova rigonfio ii1 ventricoli : questo liquido comunica col liquido periferico mediante il foro Magendie e i tre fori laterali di Luschka. L'origine del liquido cefalo-rachidiano è ancora molto discussa : per alcuni è prodotto da una vera ?ecrezione dei plessi coroidei, per altri si tratta di un semplice processo di dialisi. Il liquido cefalo-rachidiano, formato in corrispondenza dei plessi, si diffonde negli sp.a zi sotto-aracnoidei e nel canale ependimario, e di qui esso guadagna il circolo generale, come di·· mostrano le iniezioni di sostanze inerti o facilm ente diffusibili nello spazio sotto-aracnoideo, attraverso le guaine linfatiche dei nervi periferici (la guaina del nervo olfattivo è la via <li propagazione alle meningi dell'infezione meningococcica), ed attra-v·erso le g uaine linfatiche perivascolari, per arrivare alla cist erna del Pecquet, al dotto toracico e quindi nella vena sue. clavia e nel circolo sanguig·no. · Due fattori, il fattore meccanico od il :flogistico o tutti e due insieme, possono intervenire nella patogenesi delle modificazioni del liquido cefalo-rachidiano nei diversi stati morbosi. Talvolta un tumore, una briglia :fibrosa, una placca di sclerosi circoscritta ostacola la circolazione del liquido e dà luogo a disturbi differenti. Se è soppressa la comunicazione fra il liquido ventricolare e il liquido degli spazi sottoaracnoidei, si hanno disordini meccanici dovuti alla dilatazione dei ventricoli. Cosi nel midollo può trovarsi incistata una parte di spazi sottoar.acnoidei e formare una vera cavità chiusa nella quale il liquido, non rinnovandosi, viene a subìre speciali alterazioni (coagulazione massiva). Talaltra un processo :flogistico influisce per un doppio meccanismo sul liquido cefalo-rachi.diano, cioè istologicamente per l'esodo di elem enti anormali dalle meningi infiammate, e chimicamente per le alterazioni della secrezione dei plessi coroidei e per gli scambi normali che la flogosi stabilisce col sangue. D'altra parte l'alter,a ta composizione chimica del liquido cefalo-rachidiano altera la permeabilità delle meningi, le quali perciò permettono il passaggio di speciali sostanze, come il bleu, 1'ioduro di potassio, ecc. Di qui i diversi metodi di ricerca della permeabilità delle meningi.

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La permeabilità delle meningi all'ioduro di potassio è stata interpretata in favore della natura tubercolare della meningite. Le modificazioni del liquido cefalo-rachidiano hanno un'importanza fondamentale per la diagnosi e la prognosi di certe affezioni. Con la puntura lombare alla Q1tincke si ottiene facilmente una certa quantità di liquido per farne l 'esame. Esame fisico. - Importa anzitutto la pressione con la quale fuoriesce il liquido. Per eliminare le cause d'errore nell'apprezzamento di questo fenome110 sono stati proposti dei manometri speciali, come quello di Claude. lV.iolto più importante è lo studio del colore del liquido cefalo-rachidiano. Normalmente limpido, incolore, chiaro come l'acqua di roccia,. esso può presentarsi più o meno intensamente rosso per emorragia meningeale; o di colorito giallo dovuto alla presenza di pigmenti biliari (come nell'ittero), ma dovuto per lo più ad emorragia seguit a da emolisi, ciò che si verifica. nella emorragie meningeali e talvolta nelle meningiti. Il liquido può diventare torbido, purulento. Il liquido francamente purulento, come quell<> d'un ascesso, è espressione della meningite cerebro-spinale; il liquido semplicemente torbido. parla in favore di una meningite banale. Il punto criosco1)ico del liquido cefalo-rachi·· diano normalmente è di 0.57 circa; esso diminuisce nelle meningiti e sopra tutto nelle forme tubercolari, aumenta nell'uremia, nel diabeteJ'> nell'asistolia e nelle emorragie sotto-aracnoidee.: Importante è la densità che normalmente è • 1007.59 circa. Esame chimico . - La composizione chimica. normale, secondo i dati di W estrezat, è la seguente: Estratto secco a 100° . gr. 10.90 per litro Ceneri . . . . . . . » 8.80 id. Materie organiche . . » 2.20 id. Cloruri . . . . . . . » 7 .32 id. Albumina . . . . . . > o. 186 id. Urea . . . . . . . . » 0.06 id. Azoto totale . . . . . > o. 197 id. Zucchero . . . . . . » 0.534 id . Colesterina . . . . . » 0.007 a 0.014 Queste sostanze possono variare nei diversi stati morbosi. L'estratto secco è fortemente aumentato nei diversi casi di emorragia meningea, uremia, e sopra tutto nella meningite cerebrospinale, mentre è molto meno nella meningite tubercolare. Cosi una quantità normale di estratto secco. insieme con l'aspetto torbido del liquido staranno in favore della natura tubercolare. La.


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SEZIONE PRATICA

ricerca dell'albumina si fa scaldando 2 eme. di liquido in presenza di 6 gocce di acido tricloroacetico. Normalme11te si ha una leggera opalescenza, per la presenza di una p iccola qua11tità di albumina, rappresentata soltanto secondo talttni da glob11lina. In alcuni stati morbosi il tasso dell'albumina è molto elevato, da 8 a IO grammi, come si osser,ra nei casi di coagulazione massiva per compressione midollare, sopra tutto d'origine pottica. In genere l'iperalb11mosi è meno elevata, da 6 ad 8 gr., come si ha 1.lelle meningiti acute, specie nelle meningiti non tubercolari, come pure nelle m·e ningiti croniche (sifilide, tabe, ecc). La sua presenza può servire di ele1nento differenziale nella diagnosi di una affezione organica da quella di un disturbo funzio11ale. Un'elevazione del tasso dell'albumina del liquido cefalo-rachidiano si può avere anche nel corso di un'infezione generale, come in certi casi di intossicazione (uremia, ittero, diabet e) . L'aumento dell'albumina può essere dovuto alla serina od alla globulina: questa ricerca è molto importante, perchè la serina è aumentata nella meningite tubercolare e cerebro-spinale, la globulina nelle affezioni sifilitiche e parasifilitiche. La reazione di Noguchi per la globulina sarebbe caratteristica della sifilide ; secondo altri una reazione positiva non è patognomonica della lue, mentre una r eazione negativa èsclude questa infezione. Si fa bollire dapprima eme. 0.4 di liquido e eme. 2 di soluzione al IO % di acido butirrico; poi dopo l'aggiunta di eme. 0.4 di soda normale, si fa di nuovo bollire e sì lascia in riposo: si ha nella reazione positiva un precipitato ben serrato al fondo. L'urea si ha nell'uremia, in quantità t anto pii.Ì alta quanto più grave è il pronostico : il pronostico è fatale secondo Widal quando il tasso d'urea r,aggi unge i 3 grammi. La presenza di zucchero si dimostra col liquore di Fehling , ma è bene de~lbuminizzare prima della reazione. Normalmente si trova circa il 0.50 % di zucchero. Attmenta J1ella iperglicemia, 11~lle intossic-azioni e nelle infezioni,· nelle congestioni delle meningi (tumori cerebrali, emorragie cerebrali e meningee, ecc.). . La quantità di zucchero è inferiore al normale nel periodo iniziale delle emorragie meningee e in tutte le forme di meningite: questo fatto può servire per la diagnosi differenziale' fra meningite e meningismo ~ Nel caso di acetonemia, sopra tutto nel coma diabetico, si può dimostrare la presenza di acetone, acido diacetico, acido ossi-beta-butirrico. I cloruri normalmente si trovano nella pro-

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porzione di 7 grammi per litro. La diminuzio11c del tasso dei clorttri è si11onimo dell'infiamm azione me11ingea, ed è più o meno accentuata a seconda che si tratt a di meningite acuta o cronica. La diminuzione è più forte nella meningite tubercolare. Il tasso di cloruri può aumentare, per ritenzione di cloruri dovuta ad impermeabilità del filtro renale. È e-vTidente l'importanza dell'esame chimico del liquido cefalo-rachidiano : la diminuzione dei cloruri e dello zucchero e l'aumento dell'albumina parla110 in favore di un processo me11ingeo. Il grado più leggiero di alterazione meningea (congestione), si rivela con un aumento della quantità di zucchero; un grado ulteriore è caratterizzato dalla diminuzione dei cloruri, poi dall'albuminosi, infine da lla mig·razione leucocitaria. • Esame istolog·ico. - Si centrifuga il liquido e si esamina al microscopio il sedimento. Si animette che anche normalmente il liqt1ido cefalo-rachidiano contien e elementi cellulari : circ.11 I linfocito per millimetro cubo secondo Nageotte. La presenza di emazie è propria dell 'emorr agia meningec,..le. La polinucleosi è caratteristica della meningite cerebro-spinale epidemica e della meningite acuta banale. Tuttavia talvolta essa è stata dimostrata all'inizio delle m eningiti tubercolari e nelle meningiti tubercolari acute ;i come pure in alcuni casi di tumori cerebrali, di rammollimento ed eclampsia. La linfocitosi invece è compagna delle meningiti croniche tubercolari; essa può succedere alla polinucleosi nella meningite cerebro-spinale in convalescenza; essa è stata pure osservata negli orecchioni, nello zona, in alcune intossicazioni da piombo, ossido di carbonio, m ercurio, alcool. ' JVIa sopr attutto nella sifilide la linfocitosi è frequente e presenta un notevole interesse : essa si ha nell'eredo-sifilide e nella sifilide acquisita, nel periodo secondario e nel terziario, nella sifilide latente e nella ignor.ata. Esame batteriologico. - Serve a dimostrare l'agente patogeno della malattia (bacillo di l{och, meningococco di Weichselbaum, pneumococco, stafilococco, strèptococco, b. Eberth, b. di Lofiler, coliBacillo, ecc.). Nel liquido cefalo-rachidiano è stata anche dimostrata la presenza di spirochete, tripanosomi, di filamenti actinomicotici. Esame biologico. - Co11 lo stu~o biologico del liquido cefalo-rachidiano si potrà ricerca r la sua tossicità, le sue proprietà diast asiche e: catalitiche, e sopra tutto studiare la presenza o m eno di anticorpi. P. S.

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OSSER17AZIONI CLINICHE

ranzia dalle infiltrazioni di ogni genere per la cattiva manutenzione.

Una epidemia di febbre mediterranea nella frazione di Jlontepeseali (prov. Grosseto)

Non parlerò dei pubblici lavatoi che per la scarsità dell'acqua si riducevano a delle sconce pozzanghere di acqua nera, putrida, fetente, ove tutta la popolazione lavava i propri indumenti. Nel paese si fa assai uso del latte e per tale bisogno vi sono numerose capre e mucche che lo forniscono. Le capre, in numero di circa una ventina, pascolano nei pressi del paese e alla sera vengono ricovera te nel paese stesso. Manca qualsiasi vigilanza da parte dell'autorità municipale sia sulle bestie che forniscono il latte sia sui proprietari di esse. ·

pel dott. ORESTE GOLINI.

È un fatto ormai provato dalle recenti ricerche , che in Toscana ancora, la febbre mediterranea è assai più diffusa di quello che non si creda e vasti foco!ai di infezione, che per lo addietro si conoscevano sotto altre denominazioni, come la febbre livornina, la febbricola, o in genere tutte le febbri di origine nascosta o criptogenetiche, oggi si è potuto appurare trattarsi esclusivamente di febbre mediterranea. Dal dott. prof. ~eri Filippo e da altri, che molto si occuparono della infezione :Bruciana, furono illustrati molti casi verificati in quel di Pisa e di Lucca e più specialmente a Stiava. L'anno 1909 nel mese di giugno, inaspettatamente e contemporaneamente si ammalarono fra il 10 e il 14 vari individui dislocati nelle diverse parti dell'abitato, colpiti da una forma febbrile, prima a tipo continuo e poi a tipo intermittente, accompagnata, non sempre, da sintomi addomi· nali. Sospettai una infezione intestinale di probabile natura colibacillare. Tale fu la mia convinzione per qualche giorno, fino a che, espletate varie ricerche, non fui messo sulla buona via, dalla prova siero-diagnostica che con il prof. Memmi, direttore dell'Ospedale di Grosseto, facemmo, prova _c he insieme al quadro sintomatologico ci dette la certezza trattarsi di infezione per setticemia Bruciana. Prima però di trattare dei casi che si verifica-: rono nella frazione di Mont~pescali, credo opportuno dare sul paese alcuni dati topografici ed etnici. La frazione è a 222 m. sul livello del mare, luogo malarico, con 1500 abitanti di cui molti abitano in pianura. . Il paese è un aggregato di case decrepite e la popolazione su 9 decimi è povera. L'igiene sia dell'abitato che delle vie è molto trascurata. L'industria agricola, unica nel posto obbliga gli opeperai a scendere, per il lavoro, nel piano sottostante, ove spesso contraggono , 1,infezione malarica. Da poco si è provveduto di acqua buona la frazione, con una ben fatta conduttura, mentre fino ad un anno fa la popolazione si dissetava a àei serbatoi di acqua piovana raccolta dai tetti, serbatoi che non presentavano alcuna ga-

Ho voluto dare tali dati principali sullo stato igienico della frazione, prima di entrare nella descrizione del come si è svolta l'infezione, per poterci, se sarà possibile, orientare per la ricerca delle probabili cause che la originarono. Il professore Memmi negli anni passati, in varie epoche, chiamato a consulto in diverse località della Ma· remma Grossetana, potè constatare molteplici casi di febbre maltese. Da questi focolai sparsi. rintracciati casualmente, si può arguire che il numero dei casi debba essese assai superiore al numero di quelli che caddero sotto l'osservazione. La difficoltà di stabilire la diagnosi per mancanza dei mezzi di ricerca, unita alla non bene individualizzata sintomatologia, costituisce tutto ciò una di:fficol tà non lieve per rintracciare e stabilire con certezza i casi di setticemia del Bruce. L'esplosione della epidemia nella frazione di Montepescali avvenne verso il 1 o di giugno e nel breve periodo di pochi giorni si eh bero la maggior parte dei casi. Nel suo manifestarsi l'epidemia, assunse, sia per gravità che per varietà, tutte le più spiccate forme sotto cui può presentarsi e che la patologia ha· descritto. Per fortuna l'epidemia non si è ripetuta negli anni susseguenti, salvo qualche caso sporadico. L'infezione non predilesse un rione piuttosto che un altro, in paese non fece parzialità nel ceto fra i colpiti, nè ebbe preferenza di sesso. Inoltre non mi fu dato di stabilire alcun dato di fatto sui colpiti da fissarlo come causa predisponente nel contrarre l 1infezione. Varie pure furono le età, dai I 7 ai 57 anni. .F.ra i colpiti vi furono individui di una provata robustezza e floridezza di salute di cui go· devano prima di ammalarsi.


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SEZIONE PRATICA

Quule 'ria di propagazione escludo a prio,i, nel modo più assoluto il contagio, poichè ebbi 'in tutti i casi, reiterate prove su persone di famiglia che assisterono i loro ammalati, con cui dormirono nel medesimo letto durante i profusi sudori, mangiando gli alimenti avanzati ai paz~enti con il medesimo cucchiaio, bevendo al me• desimo bicchiere e trascurando insomma i più elementari dettami dell'igien~. Se ebbi due casi nella medesima fa~iglia, questi furono attaccati contemporaneamente. Quindi, per via di esclu· sione, dovremo pens~re ai due soli mezzi di pro· • pagazione cioè o per via idrica, da molti esclusa o messa in dubpio, o per mezzo èel latte delle capre. A proposito del primo mezzo di infezione sopta citato, mi mancano i dati per poter, nel caso mio, concludere, non avendo allora, l'autorità competente, creduto opportuno procedere all'esame bacteriologìco delle acque. Riguardo al latte di capra è ben vero che nel paese se ne faceva e se ne fa largo uso, ma ebbi modo di assicurarmi che "ìalla maggior parte dr;:'i consu · matori, prima di sorbirlo, si sottopone a!la ebullizione. Ma ciò che ha maggiormente valore è il fatto indiscusso , e da me scrupolosamente accertato, che cioè, vari ammalati fortemente colpiti dalla infezione bruciana, mai in vita loro avevano betJUto latte di capra o di mucca. Durante l'epidemia r~ccomandai .a lle autorità competenti l'esame bacterologico del latte detle capre o almeno la lattoreazione, ovvero tutte le indagini atte a rintracciare possibilmente la causa probabile da cui orig~nò l'infezione, ma ciò non fu possibile fare ed io son dolente, in questo mio modesto lavoro, lasciare tale lacuna. Grazie alle sapienti investigazioni del proessore Memmi, direttore dell'ospedale di Grosseto, che mi fu saggia guida nella scoperta di questo focolaio di setticemia Bruciana, insieme ad e"so potemmo accertare, in ogni singolo caso, la dia· gnosi esatta a mezzo di ripetute prove siero-dia· gnostiche. QUADRO CLINICO DEI SINGOLI CASI.

I casi constatati durante l'epidemia, per il loro decorso clinico, possono dividersi in diverse classi: 1° Casi a lungo decorso con temperatute elevate, con quadro clinico caratteristico dell'infezione Bruciana, di cui due casi interessantissimi terminati con formazione di molteplici e grandi ascessi dovuti sempre alla medesimae infzione.

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Casi a decorso breve con quadro clinico regolare. 3° Forme ambulatorie fr~ cui casi caratterizza ti da violente nevralgie. '-' 2°

CASO I-II. - L. . . G ... . di anni 42 e sua mo· glie A ... , di anni 33, commercianti benestanti. Furono colpiti contemporaneamente il 14 giugno con sintomi identici. Dopo qualche' giorno di male9sere , sorvennc la febbre con lunghi brividi, con accentuata cefalea, la lingua fortemente patinosa e arrossata ai bordi. All'esame nessuna manife · stazione cutanea, nulla agli organi toracici ed addominali; f eci poltacee. La temperatura si ma11tenne per qualche giorno continua con 38°.5 la mattina e con esacerbazioni annunziate da brividi. che salivano fino a 39°-39°.5. Nella nott~ la febbre diminuiva con sudor] profugi. Verso il 12° giorno la temperatura divenne intermittente; avevamo una apiressia di quasi 1 2 ore cioè dalle 3 del mattino fino alle 3 di sera nelle quali ore in genere, con forti brividi di freddo, si iniziava la febbre. Alle 2r raggiungeva il massimo per deelinare e scomparire nella prima metà della notte con profusissimi sudori, che avevano odore fortemente acre. L'alito divenne fetido , specie al mattino in cui, al destarsi. i pazienti emettevano abbondanti quantità di .catarro muco-purulento . giallo verdastro. senza colpi di tosse, proveniente dalla laringe e dalle prime vje bronchiali. L'evacua· ziohe, che nei primi giorni ~ra poltacea, ritornò uaturale. Le orine erano scarse, d1 colore giallo carico e alla superficie ricoperte di uno strato oleoso. All'esame chimico, minime traccie d'indacano e di albumina. J\1ilza notevolmente ingrossata; fegato appena debordante. Le con::!izioni del cuore si mantennero sempre buone se si toglie un po'di debolezza nei toni a malattia inoltrata. Il sensorio pure si mantenne integro anche nelle alte elevazioni di temperatura. Abbondante sudamina ricuopri tutto il corpo che alla fine della infezione tern;iinò con una generale desquamazione forforacea della cute. Si ebbero di tanto in tanto vomiti violenti. Fino dall'inizio dell'infezione si rilevarono segni di una defì.cente emolisi ed il paziente andò incontro ad un rapido denutrimento, quantunque le forze lo sostenessero abbastanza. Espletate tutte le indagini che sui primi tempi, brancolando nel buio, credei opportuno fare, fi. na1mente, riuscito negativo l'esame microscopico del sangue (supponendo trattarsi di malaria). negativa la sieroreazione per il tifo e del paratifo B, ottenemmo risultati, in ambedue i casi. chiaramente positivi con la sierodiagnosi eseguita verso tre stipiti di culture pure del micrococco melitense inviateci dal prof. !\'eri dal gabinetto di igiene di Pisa, ottenendo una rapida agglutinazione in una diluzione dell'I ~{,. I sintomi suddescritti accompagnarono i due coniugi ancora per lungo tempo, per circa 2 mesi e mezzo, dopo di che ritornò l'appetito, la temperatura cadde per lisi; ritornarono le forze, e sal <vo qualche ria!zo di temperatura. a periodi più o meno lunghi, cat13ato da qualche strapazzofisico o intemper~nza dietetica. in ultimo tutto ritornò alio stato normale ed i pazienti. fino ad oggi, goclono ottima salute. H o descritto tali casi, perchè essi impersonificano il quadro del decorso regolare dell'infezione Bruciana.


IL POLICLINICO

CASO III. - (Febbre mediterranea con formazione di molteplici ascessi). B ... I ... , di 47 anni, coniugata, colpita da febbre il 13 giugno, febbre con brivido e che prese, dopo qualche giorno, il tipo intermittente. Il quadro clinico nel primo periodo si è svolto quasi nell'identica maniera ai quello sopra descritto, salvo qualche disturbo intestinale, con emissioni diarroiche e mucosità, tinta qualche volta di strie sanguinolenti. Ma dopo qualche tempo ogni sintomo addominale scomparve. La paziente beveva latte di capra e, per sua confessione, qualche volta non bollito. La B ... dopo circa tre mesi dall'inizio della malattia, durante i quali l'infezione si svolgeva con il quadro monotono che le è proprio, incominciò ad avvertire dolori alla regione lombo-sacrale, con irradiazioni agli arti inferiori, dolori che sul primo ritenni quali nevralgie che si manifestano nell'infezione Bruciana, infezione nella B ... accertata con un reperto sierodiagnostico evidentissimo, più volte ripetuto. La temperatura vespertina che cade?a nella notte, con sudori profusi, era accompagnata da tali dolori intensi, ribelli a qualsiasi mezzo usato per combatterli. .. La paziente entrò nell'ospedale di Grosseto nel novembre, ove stette 22 giorni e ritornò a casa c1uasi nelle identiche condizioni. Le alte dosi di morfina orn1ai appena bastavano a mitigare i forti dolori che aumentavano nella loro intensità. Si suppose una infezione specifica tubercolare; fu tentata, senza risultato, la cura iodica. Fu rifatta la sierodiagnosi per il micrecocco melitenRe e riuscì pienamente positiva. I dolori si irradiavano anche alle regioni inguinali; e la regione lombo-sacrale in alcuni punti, presentavasi dolentissirna alla pressione digitale, senza che alcuna alterazione apprezzabile fosse possibile rilevare. Andammo così avanti dal dicembre fino al marzo e il 5 di detto mese la paziente entrò nella Clinica medica di Pisa, ove soggiornò per 27 giorni e ritornò a casa propria senza che le sue condizioni fossero per nulla migliorate, salvo i dolori alquanto attenuati. · Nei primi di giugno notai un leggero i11grossamento nella parte supero-esterna della regione inguinale sin;stra, di forma allungata. dura al tatto. non spostabile, irriducibile alla pressione. Nello scorcio di 10 giorni l'intumescenza crebbe. Praticai iniezioni alla Durante, senza risultato. Altra piccola intumescenza pianeggiante, dolente, comparve alla parte superiore della regione sacrale sinistra prossima alla linea mediana. Anche questa dura, non riducibile e fissa . Quella della regione inguinale crebbe quanto un piccolo arancio, divenne fluttuante e alla percussione dava un suono ipofonetico. Cosi assodato trattarsi di un ascesso con produzione gassosa, inviai la paziente all'ospedale di Grosseto ove dal dal prof. Cig11ozzi fu ap~rto (26 luglio 1909) e ne uscì fuori, insieme ad una tenue quantità di gas, abbondantissimo pus giallo-citrino eremoso, fluido, della quantità di circa 1 litro. Con la tenta, seguendo le vie attraverso a cui erasi fatto strada il pus, si andava ad incontrare una superficie ossea scabrosa che non poteva essere altro che una porzione della fossa iliaca interna. La ferita in breve divenne rosseggiante, scarsa la emissione del pus. La temperatura cadde; i dolori cessarono. La paziente risentì un imme-

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diato benessere con il ritorno dell'appetito. Dopo un mese di degenza all'ospedale ritornò a casa in. buone condizioni e la ferita presso che cica- , tr1zzata. Ma l'intumescenza alla regione sacrale notata per la prima, presso la linea mediana, cominciò ad assumere delle proporzioni più rilevanti e il 12 settembre anche questo ascesso venne aperto, con emissione di una grande quantità di pus dalle medesime caratteristiche del primo. Mentre pure questa cavità tendeva a richiudersi, dolori sempre più forti comparvero alla regione crurale e la temperatura bruscamente si elevò a 390.5-400. Per vari giorni nulla potei notare alla ispezione e alla palpazione sulla regione dolorante. Ma dopo circa 8 giorni cominciai ad avvertire un ingrossamento delle ghiandole crurali nel triangolo di Scarpa a destra. Il sacco ghiandulare eta duro, non spostabile, urente, pulsante, doloroso al tatto. In breve aumentò di volume e per compressione sui vasi femorali si ebbe edema e cianosi dell'arto destro. Iniziatasi la fiuttua7ione i dolori · si mitigarono e l'arto riprese il suo naturale aspetto. L'ascesso prese grosse proporzioni e dopo quasi un mese e me7.zo dall'inizio, fu aperto con emissione di pus giallo-citrino della quantità di oltre un litro. Dopo di che la ferita guari rapidamente con la immediata scomparsa della temperatura e di tutti i sintomi dolorosi. Eravamo già al 15 gennaio 1911 e l'ammalata rapidissimamente riacquistava il primitivo stato di floridezza. Fu ancora ritentata la sieroreazione per il micrococco melitense e risultò di nuovo positiva. J"'a paziente godè un benessere assoluto fino agli ultimi di febbraio epoca in cui cominciò a manifestarsi una forma di artrite alle articolazioni delle dita delle mani, prima destra poi sinistra, ed in breve tutte le articolazioni furono att?.ccate con dolore e gonfiore delle regioni articolari. Fu costretta la paziente alla immobilità assoluta per circa un mese, poi con massaggio e diaforetici tutto scomparve e finalmente l'ammalata tornò a star bene. Adesso. che son passati già ·molti mesi dalle ultime indisposizioni, nulla di nuovo più si è verificato, e la paziente è aumentata di circa 12 kgr. con ·ottimo appetito e sensazione di assoluto benessere. Su questo caso mi è piaciuto trattenermi di più, poichè la produzione di grossi ascessi multipli in conseguenza dell'inf~zione del micrococco melitense, è cosa che nella storia della setticemia bruciana non è molto frequente e scarse notizie mi è stato dato di raccogliere intorno a tale fatto raro. Alla distanza di un anno dalla cessazione ap· parente di ogni malessere, sottoposta la B ... ad un nuovo esame del sangue, si ebbe ancora una nuova conferma dell'esistenza in circolo dell'infezione maltese, avendo ottenuto evidente agglutinazione del siero con una diluzione di oltre· 1 ~'6 verso 3 stipiti di micrococco melitense. CASO IV. - Merita di esser ricordato e che ha stretta analogia con il sopra citato, è quello di certa C ... V ... , abitante in campagna, donna che è stata ed è tipo perfetto di malarica. Contrasse l'infezione maltese nel marzo 1911. Credendo essa si trattasse ancora di malaria, per lungo tempo tirò innanzi con la febbricola ve-


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spertina: che usciva con s11dori profusi. Le dosi di chinino a nu11a servivano ed il pallore ed il ·crescente deperimento la decisero a consultare un medico. Trovai, all'esame reiterato dell'am· malata, sintomi bastanti per a vere il dubbio trattarsi di infezione da micrococco melitenis~, ·dubbio poi chiarito dalla sierodiagnosi eseguita nel Gabinetto del prof. Memmi in Grosseto. Comparve un dolore prima alla regione glutea e tro-canterica destra, e che si irradiava alla gamba. E poi nella medesima regione alla parte sinistra. Furono curati per ischialgia, derivanti dalla in· fezione in corso. Ma essi seguitarono con la feb·b ricola vespertina e i sudori notturni. Dopo un riacutizzamento dei dolori, nell'ottobre. comparve nel triangolo di Scarpa della coscia destra un piccolo gonfiore, dolente, fisso e degli strati profondi. Contemporaneamente l'ingrossamento dei gangli colpiti, fu assai lento, ma continuo ed as· sunse proporzioni rilevanti; ed il 18 luglio 1912 )'ammalata entrò nell'ospedale di Grosseto. Fu ripetuta la sieroreazione e si ottenne l'agglitinazione in una djluzione dell'r: 300 verso 2 stipiti di micrococco melitense Furono aperti i due -e normi ascessi, che avevano raggiunto il volume di una piccola testa di feto; torrenti di-pus giallo -citrino ne uscirono fuori. Dopo l'apertura degli .ascessi, la temperatura si ridusse a piccole elevazioni vespertine, che si prolungarono ancora per molto tempo, finchè tutto scomparve. Adesso lo stato della malata è abbastanza =buono, atteso il suo stato di cachessia' malarica. Lamenta ancora qualche raro elevamento di temperat~ra dopo qualche fatica, e dei dolori alle t"egioni sacro·ischiatiche. CASO V. - E ... Z ... , di 52 anni, atta a casa, di esile costituzione, con endometrite cronica. Fu -colpita da febbre maltese il ro giugno 1909, diagnosi acr.ertata dal resultato positivo datoci dalla sierodiagnosi. Il decorso si svolse con tutti i sintomi comuni e descritti negli altri ammalati. 'Qui si ebbero frequenti disturbi diarroici. Alla -denutrizione abituale che presentava l'ammalata prima di cadere inferma, si aggiunse un rapido deperimento per l'infezione bruciana, tanto che il 20 giugno si notarono i primi fenomeni di adi.namia cardiaca, adinamia dovuta alla miocardite acuta. La temperatura da varia ed intermittente, ·divenne alta e continua (39°-40°). Le forze vennero sempre meno. Comparvero i vomiti, edemi alle gambe ed il muscolo cardiaco cominciò a non rispondere nemmanco ai più potenti cardio·cinetici. La lingua divenne nera, arida, screpolata. Secche le mucose. Frequenti furono i deliqui nnchè il 14 luglio !,ammalata mori in conseguenza della miocardite, dovuta all'infezione Bru• ·ciana. CAso VI. - C ...

Q... , di anni 31. operaio cam-

pagnolo, di gracile costituzione. Fu colto dalla ·infezione maltese il giorno· 7 luglio. . Il quadro clinico genuino della febbra mediterranea che fu da me osservato pe.r qualche giorno, non mi lasciò dubbioso sulla diagnosi. Presi il sangue e ne facemmo prima l'esame mi· <eroscopico, temendo della malaria, ma in ciò il reperto fu negativo. Eseguita la sierodiagnosi si ebbe l'agglutinazione evidentissima in una di)l uzione dell'r su 200 verso tre stipiti di cultura :pura di micrococco melitense. Il quadro tipico

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della infezione Bruciana si prolungò ancora per varii giorni con, temperature intermittenti e sudori profusissimi. La profonda prostrazione in cui cadde fin da principio l'infermo mi impressio.nò. Guardai ]e orine e trovai rilevanti traccie di albumina. La milza più voluminosa che negli altri casi. Lievi colpi di tosse molestavano spesso l'ammalato. Accentt1ati edemi ai malleoli. Al· l'ascoltazione del torace trovai rantoli a piccole e medie bolle alla base per fatti ipostatici ed accenni ad un'iniziale edema polmonare. Il cuore fiacco e i toni alquanto confusi. Al 22° giorno di malattia la dispnea si accentuava alla più lieve fatica. Le orine divennero scarse e grumose. I fatti di insufficenza cardiaca si accentuarono man mano. Ne vennero ad aggravare lo stato, frequenti epistassi, anoressia e vomito ad ogni ingestione di cibo e bevande. Anche in guesto caso il miocardio subiva lentamente l'azione deleteria della intensa infezione setticemica Bruciana. La temperatura ebbe scarse elevazioni con sudori freddi. In questo grave stato l'ammalato volle andare all'ospedale di Grosseto contro il mio parere. Bastò questo affaticamento perchè il C ... fosse colto, al suo arrivo all'ospedale, da intensa dispnea e deliquio, Dopo nemmeno due giorni. con fenomeni di insufficienza cardiaca, il paziente morì per miocardite acuta. Il C ... mai aveva bevuto latte. . CAso VII. M ... P ... , commerciante di anni 50 sofferente da 3 anni di nevrastenia con

insonnio per cui il suo stato, da floridissimo quale era, divenne precario. Il 2 aprile 1910 fu colto da febbre, con brividi di freddo. Si ritenne un attacco di jn:fluenza. La temperatura, da continua quale era, divenne intermittente e seguitò, nonostante fossero esperiti varii trattamenti che il caso dettava. I profusi sudori all'uscita della febbre, le forti cefalee, il pallore. l'esclusione di una infezione malarica, consigliò ad un attento esame del sangue. Negativa riusci la prova del Vidal, invece fu positiva la prova della siero reazione del micrococco melitense, eseguita dal pro· fessore Neri nel gabinetto d 'igiene di Pisa in una diluzione dell'1: loo. La malattia seguiva il suo corso, quando al 35° giorno comparvero i primi edemi agli arti inferiori con sensazioni di difficoltà nel respiro durante la notte. Il polso divenne piccolo e frequente (108-112) con 37° .3 di temperatura. Frequenti colpi di tosse ed all'asc6ltazione del torace notavansi rantoli basilari. L'albumina comparve assai rilevante nelle orine scarse. Anche nell'addome notai la presenza di liquido ascitico. Verificaronsi frequenti ed abbondanti emorragie anali che accentuarono lo stato di anemia e di prostrazione. Il più piccolo movimento provocava all'infermo intensa dispnea . Insieme al prof. Memmi fu riscontrata anche qui una miocardite acuta la quale, indifferente ad ogni eccitante ed ai cardiocinetici, chiuse al 52° giorno di malattia il quadro clinico; del caso VII, come del V e del VI furono i tre ammalati che soccomberono per miocardite acuta in seguito alla virulenza della setticemia Brt1ciana. Quest'altro caso che sto per descrivere ora, rappresenta uno di quei casi detti a forma mista, che esordiscono cioè con il quadro clinico della febbrea mediterranea (convalidata la diagnosi da una sieroreazione del melitense evidentissima) per cedere poi il posto ad una violenta infezione ebertiana. (15)


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Tale fu il dec<;>rso clinico seguìto da me sull'operaio A.. . C ... , di 24 anni, colpito dalla febbre maltese il 19 giugno 1909. L'andazzo delle temperature e tutti gli altri sintomi coincidevan0 perfettamente con ~li altri casi già .narrati. Nel gabinetto del prof. Memmi osservammo il sangue del paziente e si ottenne una rapida e completa agglutinazione, con una diluzione dell'1 su 300 contro due stipiti di culture pure di 1\-1. rnelitense freschissime. L'uscita della temperatura, che non saliva mai al di sopra dei 38°. 3 era segnalata da profusissimi sudori. L'aspetto mantenevasi buono, e lo spirito dell>ammalato elevatissimo, nonostante il dimagramento e l'aspetto anemico. Al 15° giorno il paziente peggiorò; cadde in profonda prostrazione; la temperatura, con intensi brividi di freddo salì a 39°-39v.7 mantenendosi tale. La lingua si ricopri di una patina bianco-sporca, le gengive fuligginose. Labbra secche screpolate con erpes labiale. Nell'addome comparvero delle roseole e si ebbe gorgogliò nella fossa ileo ciecale. Si avevano frequenti sc:;triche diarroiche. La milza sj ingrossò e divenne dolorosissima. Dinanzi a qusto quadro, proprio dell'infezione tifica, fu eseguita la prova del ' l idal che sortì positiva. Al 28° giorno la temperatura discese a 38°-38°.3 per risalire dopo tre giorni di nuovo a 40°, e per ridiscendere gradatamente per lisi finchè al 37° gi~rno di malattia si ebbe per la ptima volta 1' apiressia. L'ammalato entrò in convalescenza che fu lunghissima. Durante questa, fu ritentata la sieroreazione con il micrococco melitense. Ma il risult~to fu negativo. Qui certamente, dai fatti citati, si è avuta una sovrapposizione dell'infezione ebertiana alla infezione Bruciana. Certo non potrei assicurare se al principio dell~ malattia fosse già in atto il bacillo di Ebert insieme al M. melitense poichè, dato il quadro clinico esplicito dell'infezione Bruciana, mi limitai a fare le ricerche solo intorno a tale malattia ed accertarne la dia· 7

,

gnosi.•

ture vespertine che andavano dai 37°.5 a 38°,.5-s> con sudori profusissimi, anoressia, anemia rapidai e spiccatissima fino dai primi giorni, prostrazione· e dimag-ramento. In alcuni si ebbero rilevabili fatti addominali. Terminata l'infezione, rapido fu pure il ripristino al primitivo stato. Vi fu certo G... B .•. , di anni 22, in cui l'infezione, insieme al quadro comune degli altri sintomi, presentava gravissima forma nevralgica del trigemino e in special modo del plesso lombo· faciale con predilezione el N. sciatico di ambedue-i lati. , I dolor~ furono atroci e -si ebbe arrossamento. e gonfiore ai ginocchi, delle articolazioni dei piedi· e del collo dei piedi. Tale stato durò 25 giorni rpoi cadde la febbricola, che quotidianamente affliggeva il paziente e tutto finì, ritornando I 'ammalato al primitivo stato di salute.

***

Così termino questo mio modesto lavoro in cut ho creduto bene raccogliere ed illustrare, comemeglio ho potuto, i casi, cercando di corroborarli con dati scientifici e con delle ricerche, semprenella cerchia delle possibilità che mi era consen· tita dal disgraziato ambiente ove l'infezione si è-svolta. Sento inoltre il dovere di porgere i mier più sen~iti ringraziamenti al prof. Memmi e al' prof. Neri Filippo, che mi furono larghi di aiuto. e di consiglio . Montepescali (Grosseto).

Ma ad ogni modo rimane il fatto quale è da me descritto. FORME DI INFEZIONE DA MICROCOCCO MILITENSE

ATTENUATE, AMBULATORIE.

Ebbi altri ca~i di febbre maltese, la diagnosi dei quali fu accertata con la sieroreazione in cui il siero presentò varie attività di agglutinazione, ottenendola da un titolo di diluzione di 1 : 100 :fino a r : 500. In questi casi il decorso clinico, pur rivestendo i medesimi carat~eri dei precedenti casi genuini suddescritti, ebbe però forme molto attenuate, della durata dai 15 ai 20 giorni e fino a un paio di mesi. Gli ammalati pur tuttavia potevano accudire ai propri .affari. Questi furono certi B... A ... , di anni 17; P. . . M. . . . di anni 35; M. . . P ... , di anni 57; B •.. V ... , di anni 50; B . .. Z ... , marito della B ... I ... , dj anni 52. In questi si ebbero lievi tempetn-

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SEZIONB PRATICA

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ICCADEIIB, SOCIBTl IEDIOHB, CONGRESSI •

(NOSTRI RESOCONTI P ARTICOT.,ARI).

Il primo flongresso del medici seolasticl. Si è tenuto a Milano nella sede dell'Ufficio municipale d'igiene. Ali' inaugurazione intervennero i senatori '.Lustig e Poà, il prof. comm. Sciavo per il Governo, il dott. cav. Pampana per la Provincia, l'assessore ptof. Ferrari per l'Amm1nistrazione comunale di Milano, il ca v. Giordano per l'assessore all'istruzione primaria, il medico capo municipale prof. Bordoni-Uffreduzzi, il dottore Filippetti in rappresentanza dell'Ordine dei medici, il comm. Lanzi dell'Associazione « Per la Scuola D, i dottori Ragazzi ed Albertini organizzatori del Congresso, i proff. Boselli di Bologna, Gualdi di Roma, Graziani di Padova, Canalis di Genova, i rappresentanti della Mutualità scolastica, il Comitato per la Scuola rinnovata ed i delegati dei comuni di Mantova, Ferrara, Padova. Como, Firenze, ecc. Parlarono il dott. Ragazzi, il prof. Ferrari e il dott. Pampana. Diamo un breve cenno dei lavori. Dott. Mario Ragazzi. Riferisce sul tema: Sviluppo e organizzazione dei servizi genet-ali di vi· gilanza igienico-sanitaf'ia sulle scuole. L'O. ritiene che si debba al più presto provvedere ad un completo servizio di vigilanza igienico. sanitaria su tutti gli istituti di educazione, integrato dai necessari . mezzi di profilassi e di cura; che lo Stato renda obbligatoria tale vigilanza, contribuendo alle spese per quanto riguarda le scuole governative; che il Ministero della P .. I. istituisca un ufficio tecnico centrale d'ispezione e di coordinazione, e che i Comuni muniti di un ' ufficio d'igiene fondino una speciale sezione di igiene scolastica. Prof. DI Vestea. Patrocina !,istituzione, presso le scuole di magistero in genere, di uno speciale ed adatto insegnamento fisiologico-igienico. Tale proposta viene confortata da un'altra relazione del dott. Boselll di Genova. Prof. Alberto Graziani, direttore dell'ufficio medico scolastico di Padova, si occupa dell'opeya dei medici sc,olastici fuoYi dalla séuola. Dotta. Linita Beretta. Parla sulla P1'opaganda d1ll'igiene e sulla morale dell'igiene, illustrando elevati concetti che le procurano vivi applausi. Dotta.. Modena-Camporini. Patrocina la formazione di uno speciale c01po di medichesse scola· stic/J.e, le quali come donne avrebbero più attitudine ad avvicinare i fanciulli e sarebbero da questi più facilmente accolte. 3

Dott. Arsum sostiene l'utilità dell'insegnamento dell'igiene nelle scuote da parte dei medici condotti • Parlano ancora i proff. Sormani, sen. Lustig, Canalis. Scla vo, il dott. Frassi. Alla fine vengono approvati due ordini del giorno df Di Vestea e Ragazzi, conclusivi delle loro relazioni. A. M.

Società di scienze ·mediche in f)onegliano Veneto. Seduta del 4 luglio.

Coletti A. PYostatectomia transvescicate. -

n-

lustra. un caso operato col metodo Freyer di ipertrofia prostatica, discutendo nei particolari i vari metodi operativi di Bottini, di Ruspi, di Wilms. Tra questi metodi dà la preferenza a quello transve~cicale, se pur residua talora una fistola · vescicale.

Coletti A. Gastt'oentet'ostom1:a per gastroectas1·a da contrattura det piloro. - Trattavasi di una ragazza isterica, senza lesioni gastriche, e con gastrectasia per contrattura spastica pilorica. Venne operata di gastroenterostomia retrocolica posteriore.

Zanier. Una nuova concezione dell'isterismo. Ritiene che la patogenesi dell'isterismo sorga fondata sopra una base sensoriale; e che la ge· nesi degli accidenti più comuni dell'isteria sia facilmente spiegabile, quando si ricordi che !'autosuggestione morbosa, a cui sono dovuti, è in rapporto colla mentalità del soggetto, e colla formazione delle idee, mediante il pervertimento del meccanismo sensoriale della coscienza. DoTT. V. BARNABÒ.

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.

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IL POLICLINICO

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- APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA. La definizione della neurastenia. Quando il Beard studiò la neurastenia egli cre·dette di descrivere un'affezione ben definita. Anche lo Charcot condivise la sua opinione. Da allora però si è venuto facendo un lavoro di elitJlina· zione come si è fatto per l'isteria, ciononostante la parola « nevrastenia », come qice il Dejerine, ha fatto fortun-a: è divenuta una malattia di moda, come lo è l'artrjtismo. Su 300 malati osservati da Dejerine e Gauckler in questi ultimi anni (Pt'esç;e méd., 1913, n. 17), non se n'è trovato uno solo la cui sintomato&ogia poteva confondersi con quella della descrizione classica: tuttavia questi malati erano stati qualificati per nevrastenici. Studiando i caratteri generali che dànno a tutti questi individui un aspetto di famiglia patologica se ne trovano tre: stanchezza, esauribilità, de• pressione. Questi non sono caratteri• abbastanza comprensivi per permettere l'identificazione d'una malattia. tJn tubercoloso è stanco, esauribile e spesso depresso e pur tuttavia non è un nevrastenico, Tutta la nosologia della nevrastenia illumina in modo speciale se invece di considerare globalmente i nevrastenici si prendono a considerare le singole manifestazioni che li colpiscono e si studiano nella loro etiologia, nella loro patogenesi e nel loro svilu.p po. Su 300 malati qualifi· cati come nevrastenici il Dejerine ha ricercato il modo d'insorgenza delle. malattia, queste ricerche non sono sempre facili giacchè i disturbi ini· ziali spesso hanno un posto infimo nelle sintomatologia attuale e spesso sono dimenticati da! malato. Questa analisi molto importante permette di riconoscere che all'inizio i 300 malati osservati erano o mentali (34 %) od organici (40 %) colpiti in diverse funzioni o degli emotivi (25 %)· Tra i malati che alì'inizio presentavano disturbi mentali ben definjti molto spesso (9 casi), si trattava di un accesso tipico di melanconia isolato nella vita del malato. In dieci casi si tratta va di accessi di depressione che facevano parte integrante d'una psicosi periodica affermata, 24 erano dei tipici ipocondriaci e 56 dei psicastenici puri. Tra tutti questi soggetti che più tardi hanno presentato o no numerose manifestazioni funzionali di carat~erè suggestivo, non ve n'era uno solo che presentasse tale fenomeno all'inizio della malattia.

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Tra i malati che presentavano all'inizio disturbi organici 26 avevano malattie organiche più o meno mal definite: disturbi tiroidei, malaria, ett· teriti gravi, malattie infettive e soprattutto manifestazioni tubercolari più o meno attenua"'~e, intossicazioni svariate, turbe vascolari per arteriosclerosi . Un gruppo importante (20 casi) è costituito da individui colpiti da debilità semplice. Dejerine intende con questo termine mala ti senza alcuna base organica particolare, ma. con un peso insufficiente rispetto all'altezza. Tali individui stanno bene se la loro attività fisica è ridotta, ma se per una ragione o per l'altra essa deve aumentare essi entrano nel campo patologico. Questi ammalati sono esauribili perchè hanno a disposizione solo un coefficiente molto basso di forze. · I malati che all'inizio presentavano disturbi dovuti all'azione di una causa emotiva si possono dividere in due categorie: in 53 casi si tr~t­ tava di una causa emotiva importante di cui si era reso conto il soggetto stesso: in altri 23 casi invece la causa emotiva non · appariva nullamente: quetJti malati sono chiamati dal Dejerine: inadatti morali. Si tratta d'individui in cui manca un adattamento ,.completo tra il genere di vita che menano e le loro tendenze costituzionali: così gli affettivi che vivono nella solitudine. Per Dejerine su tutti gli stati suddescritti si può basare lo stato nevrastenico che non sa,.-ebbe altro che l'insieme dei. disturbi generali o payticola1i che risultano àallo stato emotivo. I meccanismi cosi diversi che presiedono all'entrata del malato nello stato nevra~tenico debbono essere considerati come semplici cause emotive come impedimenti alla nostra funzione di adattamento per qualche inferiorità congenita o acquisit~. Il psicastenico, la cui vita attraversata da crisi di dubbio o di scrupolo, il semplice surmenagé che la stanchezza rende inadatto ali' esercizio della vita quotidiana, l'organico che trova nella sua malattia una causa d'insufficienza parziale o totale, divengono nevrastenici collo stesso meccanismo. Quindi per Dejerine il concetto di fenomeni nevrastenici si deve limitare all'insieme dei • disturbi che si sviluppano su tJ,i un terYeno determinato Yisultante direttamente o indirettamente, p'imitivamente o secondaYiamente dall' azi'one p,eesis tente degli stati emotivi. P. A.


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SEZIONE PRATICA

La reazione miastenica nei casi di nevrosi traumatica. Se n'è occupato il prof. A. Salmon all'Accademia medico-fisica :fiorentina (maggio 1913). Il R. in vari casi di isteria traumatica ha notato la coincidenza tra la reazione miastenica e la presenza di spiccati disturbi vasomotori; questa coincidenza si ebbe pure nei casi di nevrosi traumatica citati da Flora, Murri Raymond, Grocco, Pieraccini, Alessi, Moglie, Lumbroso. La reazione miastenica viene consfatata con particolare frequenza nelle affezi~ni dove sono comuni i fatti vasomotori a tipo angiospastico, ad esempio nell'isterismo, ~ella nevrastenia, nel morbo di Basedow (Grocco, Flora, Salmon), nella tabe dorsale (Flora), nella demenza precoce (Pariani). Il R. cita un caso personale nel quale la reazione miastenica si associava esclusivamente a dei disturbi vasomotori che costituivano il solo fatto morboso presentato dal paziente. Per queste considerazioni il R. ritiene che la coincidenza tra i due fatti non sia casuale e possa contribuire a rischiarare notevolmente il meccanismo di questa reazione. Egli infatti, in base agli intimi rapporti tra la resistenza elettrica e le modificazioni ~ello · stato vasomotorio (Vigouroux, Remack, Jolly) ed al fatto che gli stimoli faradici intensivi o a ritmo frequente, quali appunto si adoprano per l'esame della reazione miastenica, hanno un'azione elettiva sui nervi vaso-costrittori, a differenza di quelli galvanici, i quali avrebbero invece un'azione vaso-dilatatrice (Gr.untzberg, Ostroumoff), avanza l'ipotesi che in molti casi la reazione miastenica possa essere in rapporto con una modificazione vasomotoria provocata dallo stimolo faradico. Il R. ammette cioè che il tetano faradico ,applicato in modo continuo sulla cute, determini una costrizione dei vasi cutanei e muscolari nei tratti eccitati dall'elettrode, e che questo spasmo vasale, anemizzando fortemente i tratti cutanei e muscolari, da un lato ostacoli la trasmissione della corrente traverso i mezzi liquidi dei tessuti, dall'altro provochi la rapida esauribilità dei nervi cutanei e muscolari nella ricettività e conduttività della corrente : di qui un notevole aumento della resistenza elettrica e la perdita della contrazione muscolare. Il muscolo perderebbe in tal modo la sua eccifabilità senza essere affatto esaurito, ma solo per un ostacolo • nella trasmissione della corrente, dovuto ad un fatto vasomotorio. Con questa ipotesi verrebbero chiarite molte particolarità della reazione miastenica che apparivano prima del tutto inesplicabili, ad esempio: 1° il fatto che essa si osservi solo cogli stimoli faradici intensi e a ritmo frequente, dotati appunto di notevoli proprietà vasocostrittrici; 2° che sia sufficiente la p.iù breve sospen-

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sione della corrente per osservarsi il ritorno della co11trazione, comprendendosi · come allo spasmo vasale segua una vasodilatazione reattiva e quindi una diminuzione della resistenza elettrica; 3° che il nluscolo in apparenza esaurito dallo stimolo faradico reagisca perfettamente agli stimoli volitivi ed a quelli galvanici, la cui azione restauratrice può appunto spiegarsi colle loro proprietà vaso-dilatatrici ; 4° che diminuendo il ritmo della corrente e quindi anche là resistenza elettrica riapparisca l'eccitabilità muscolare (Tullio) ; ' 5° la variabilità, il transfert osservato dal Flora, costituendo questi dei fatti comunissi1ni ad osservarsi nei fenomeni vasomotori. Questa tesi si concilierebbe perfettamente colle esperienze di Marinesco il quale dimostrò lo stretto rapporto tra la reazione miastenica e le modificazioni del circolo sanguigno, e con quelle di Carreras e Funaro i quali constatarono una reiativa inesauribilità dei muscoli al tetano faradico negli animali ai quali venivano tagliati i nervi periferici corrispondenti o il midollo spinale, essend.o noto come dopo queste operazioni si· abbia una vaso-dilatazione degli arti ed una diminuzione della resistenza elettrica. Dato l'intimo rapporto tra la reazione miastenica e le modificazioni vasomotorie determinate dallo stimolo faradico, è logico il ritenere che nei pazienti dotati d'u.na abnorme reattività vasomotrice, lo spasmo vasale cutaneo e muscolare dovuto al faradismo sia molto più intenso dell'ordinario e quindi più rapidamente si ottenga l'ineccitabilità muscolare al tetano ·faradico. Non ci dobbiamo quindi sorprendere che questa reazione possa talvolta osservarsi nei sogg·etti sani, come lo constatarono il Flora ed il Murri (in 15 robusti soldati), non essendo raro il caso che essi rivelino una spiccata instabilità dei centri vasomotori, una disposizione speciale ai fatti vaso-costrittivi, nella stessa guisa che essi talvolta presentano un notevole dermografismo o altri fatti vasomotori, indipendentemente da qualsiasi affezione. Si comprenderà pertanto come la reazione miastenica si osservi con particolare frequenza nei soggetti molto emotivi, essendo l'emotività generaletnente associata ad una notevole instabilità vasomotrice; noi verremo in tal modo a spieg arci la sua frequenza nei casi di nevrosi traumatica, in soggetti cioè fortemente emotivi sia per il trauma sofferto sia per le preoccupazioni d'ordine fisico ed economico, particolarmente poi nei casi d'isteria traumatica, essendo nell'isteria frequentissimi i disturbi vasomotori a tipo angiospastico (Déjérine, L. Levi, Patella, ' , ecc .. ) F ere, (19)


U, POLI~INICO

La reazione miastenica, quando sia strettamente legata ad una speciale reattività vasomotrice dei pazienti, merita il nome di reazio'rie psei1,do-miastenica e deve essere distinta dalla reaz.ione miastenica proprianiente detta, dove la condizione patologica consiste essenzialmente nelle condizioni distrofiche o discrasiche del muscolo. Quest'ultima si osserva generalmente nei casi di grave astenia e presenta della particolarità che strettamente si collegano alla stanchezza muscolare, quali l'esauribilità muscolare agli stimoli volitivi, a quelli galvanici. Vi sono infine dei casi in cui l'astenia si associa alla depressa attività dei centri vasomotori; è noto ad esempio, come nella malattia di Erb spesso si osservino insieme alla stanchezza muscolare dei distinti disturbi vasomotori: la linea bi.anca di Sergent (Raymond), il dermografismo, una abnorme reattività vasomotrice al fredù.o (-.1\.lbertoni) ; si comprende come in questi casi la reazione miastenica si osservi con una particolare frequenza e presenti la particolarità della reazione miastenica propriamente detta unita a quelle della reazione psudo-miastenica, che sono in rapporto colle modificazioni vasomotorie della cute e del muscolo, determinate dal tetano faradico. Il R. ritiene in base a queste considerazioni che nei casi di nevrosi traumatica la reazione miastenica sia solo in rapporto coi disturbi vasomÒtori presentati dai pazienti e costituisca quindi un ottimo reattivo per saggiare il loro stato vasomotorio . A. S.

TERAPIA. Grave collasso dovuto ad iniezione di preparati mercuriali. While osserva (The Medical Ret:iew, giugno 1913) • che mentrè si pubblica ogni caso di collasso o di morte in seguito ad iniezioni di salvarsan, in genere si ritiene che · le iniezioni mercuriali di nessun altro inconveniente siano capaci, tranne un p·o' di scialorrea. Nel caso seguente, dopo parecchie iniezioni di emba-rina, si ebbero sintomi allarmanti, molto somiglianti a quelli causati dal salvarsan. Si ammette che l 'embarina sia meno tossica di ogni altro preparato mercuriale, e non sia meno attiva come sostanza battericida. Una donna maritata a 36 anni, con sifiliderma secondario papuloso, non aveva fatto nessuna cura. Le prime quattro iniezioni di embarina furono completamente innocue. Tre ore dopo la quinta iniezione la paziente accusò una intensa cefalea, prevalentemente occipitale, e dolori articolari. Lieve stato febbrile. Brividi di freddo du(20)

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rati circa due ore; verso sera la cefalea di venne più intensa. La paziente era sub-cosciente, congesta in viso. Alle I I pom. la temperatura era tornata normale, ogni altro sintomo morboso scomparso, e la paziente accusava soltanto stanchezza genera~e. Il giorno seguente era in condizioni perfettamente normali. Albuminuria e glicosuria assenti. Dopo cinque giorni fu fatta la sesta iniezione~ che fu seguita subito da sin tomi simili, alquanto più accentuati. Furono attribuiti questi fenomeni ad esacerbazioni di una flogosi tonsillare sofferta al principio della cura. Evidentemente erano dovuti all'azione tossica del medicinale, perchè si rip~tettero ancora dopo la settima iniezione. I .n più, questa volta ci fu vomito e disfagia. Tuttavia, dopo tre giorni, fu fatta l'ottava iniezione di embarina. La reazione· fu più grave, con dispnea, disfagia, sete intensa e vomito. Secchezza e solletico alla gola, rigidità dei muscoli, spossatezza generale. Senso di freddo intenso con cianosi delle estremità e congestione della faccia. Polso a 140. Furono somministrate sostanze eccitanti. La cefalea si mantenne intensa, e dopo poche ore si ebbero sudori profusi, ai quali segui la perdita di coscienza con respiro irregolare e stertoroso. Dopo 7 ore la paziente era subcosciente: soffriva allucinazioni visive ed uditive. Questi sintomi poco a poco cedettero, e la mattina seguente residuava semplice senso di stanchezza, Le urine si mantennero sempre normali. Non essendovi stati segni di stomatite. nefrite, nè disturbi intestinali, è chiaro che quei fenomeni erano dovuti in proprio ad t1n avvelenamento mercuriale. Essi somigliavano a quelli descritti a carico del salvarsan. Ambedue le sostanze, tollerate sulle prime, possono nelle iniezioni successive produrre sintomi così allarmanti. I sinto,t ni dell'avvelenamento da embarina sono più transitori. L'A. ritiene che sia identica la interpretazione di questi ~enomeni nell'un caso e nell, altro: le iniezioni ripetute di ambedue le sostanze possono produrre uno shock anafilattico. Naturalmente questi fenomeni costituicono una forte controindicazione alla contin~azione della P . S. cura.

Caso di morte dovuto al salvarsan. Subito dopo la comparsa del sifiloma iniziale, prima d 'ogni manifestazione secondaria, ad un giovane robusto di 19 anni, fu fatta un'iniezione endovenosa di o.6 gr. di salvarsan, che fu ben sopportata. Due settimane dopo, fu ripetuta la stessa dose; e si ebbero egualmente sintomi di lieve reazione. Fu trattenuto nell'ospedale du-


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SEZIONE PRATICA

rante la notte, e la mattina seguente fu licen· ziato. Prima di arrivare a casa, ebbe un capogiro e fu costretto a sedere sul marciapiede per 15 minuti. Circa 48 dopo, il paziente cominciò ad avvertire malessere, dolore all'epigastrio, e iperacusia fastidiosa per la quale ogni rumore gli rim · bombava come un un colpo di tamburo. Aveva il viso congesto e sudava . Presentava i riflessi rotulei esagerati. Otto ore più tardi, cominciò a perdere la coscienza. Brividi di freddo; pupille uguali e reagenti. Alvo aperto. Fu praticata una Iniezione di morfina ed atropina. Le condizioni generali però non sembravano molto allarma nti. La mattina seguente era in uno stato di stupore. Non rispondeva alle domande; ma reagiva agli stimoli. Il polso si manteneva buono. Babinski presente; riflessi pateIJari esagerati. Verso sera cominciarono a manifestarsi degli attacchi convulsivi che si ripeterono tutta la notte, ad intervaJli disuguali; nelle prime 24 ore ebbe 18 attacchi. Vomitò 4 o 5 volte. Alcune convulsioni erano ~eneralizzate; altre limita te alla metà ~inistra del corpo. La mattina successiva la puntura lombare ha dato liquido cefalo-rachidiano limpido, sotto pressione: al. microscopio, risultò eccessivamente corpuscolato, con assenza di microbi. A poco a poco, entrò in coma e 96 ore dopo l'iniezione, cioè 48 ore dopo la comparsa dei primi sintomi, è morto. Non fu permessa l'autopsia. ' G. Fleming (Australian Med. Gazette, giugno 14, 1913), ha raccolto nove casi di morte in seguito all'iniezione del salvarsan, decorsi con sintomi uguali, in alcuni dei quali l'autopsia aveva dimostrato un'encefalite emorragica. Questo caso dell' A., a differenza degli altri, presentava esagerazione dei riflessi, men tre quelli ne erano assenti. TI paziente era stato infettato da una stessa donna n ella stessa notte insieme con altri tre disgraziati, uno dei quali fu pure curato col salvarsan. Nessun altro ebbe sintomi di tale natura. Ciò dimostra che questi non furono dovuti a speciale virulenza del virus. Neppure po~sono attribuirsi a speciale suscet· tibilità del paziente per il virus, perchè questi casi sono stati osservati soltanto dopo l'introdu· zione del salvarsan. Il paziente era giovane e vigoroso. Si deve concludere che l'esito ~ortale fu dovuto al salvarsan, che ha determinato l'encefalite. Disgraziatamente non si può dimostrare a tempo l'esistenza di questa grave idiosincrasia. È strano che i sintomi si manifestino dopo 48 ore. P. S.

Casi di morte da neosalvarsan. Non è stata felice l'esperienza fatta dal Verge nel « Royal Prince Alfred Hospftal » con le iniezioni di neosalvarsan (Australian Medie. Gaz.~ giugno 14, 1913). In più centinaia di casi le iniezioni di salvarsan erano riuscite innocue. Non fu cosi quand<> fu introdotto in sostituzione il neo·&alvarsan. Si sono verificati 3 casi di dermatite esfoliativa acuta, da avvelenamento arsenicale. Il 1 ° caso di morte si ebbe in un giovane· di 20 anni, nel quale non esisteva davvero nessuna controin".licazione per questa cura.

P. S. La reazione di Wassermann nei rapporti con la cura antisifilitica. Non si può ancora riassumere in una formula. concreta il valore della reazione di Wassermann dal punto di vista della prognosi e della cura. Bertin e Breton (L 1 Ech~ m~d. du Nord, 24 ago~ sto 1913) così · riassumono il loro pensiero: Ogni cura intensiva della sifilide determina in generale una modificazione della reazione di Wassermann; se la cura è precoce, energica, seguita per lungo· tempo la reazione può divenire negativa; ma tale resultato da solo non depone assolutamente per la guarigione della sifilide. Nel decorso della malattia essa però può fornire utili indicazioni : se la malattia è curata al primo comparire dell'ulcera, la \V. R. può ~com· parire definitivamente con i segni clinici. In tali casi il termine sterilizzazione sembra giustificato. , Nel periodo secondario non si può fare assegnamento su una sola reazio11e negativa. È meglio seguire sistematicamente la cura regolare, qualunque sia il resultato della prova di labora-· torio. Se ripetutamente questa resulta negativa, si può allora interrompere la cura a patto di ripetere ogni anno la r e zione. Nel periodo terziario la reazione di Wassermann è più fedele indicatrice, e se e ssa diviene negativa. dà diritto a sospendere la cura, purchèfenomenologia clinica da una p arte e ripetute reazioni d'intermittenze più o meno lunghe di tempo diano la garanzia continua della supposta • • guar1g1one. t . p. Pubblicheremo prossimamente : • MANTov.Au.~I, L'acqua distillata nelle iniezioni endovenose di sai varsan; ERCOL1\NI, Alcune considerazioni sullo strapazzo fisico. (21)


.1606 NI~DICINA

IL POLICLINICO

SOCI.ALS

CJommissariato d'emigrazione. Per la tutela dei fanciulli che emigrano.

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Com'è noto, l'art. 8 del Regolamento 10 lu· glio 1 901 n. 23 sull'emigrazione comprende gli Ingegneri delle miniere e gli Ispettori delle ind u strie fra i funzionari competenti a redigere nel Regno i processi verbali ed a raccogliere le prove per accertamenti delle infrazioni agli art. 2 e 3 della succitata legge. Questi articoli stabiliscono : A1t. 2 . Coloro che arruolino, conducano o mandino all'estero minori degli anni 15. a scopo di lavoro senza che s iano stati sottoposti alla visita medica e forni ti del librétto del Sindaco di cui all'art . 3 del regolamento sul lavoro dei fanciulli I·7 settembre I886 saranno puniti eon la pena pecuniaria comminata dall'art. 4 della legge 1 r febbraio 1889, n. 3657. Art. 3. - Chi arruoli o riceva in consegna nel Regno uno o più minori degli anni 15 per impiegarli all'estero, sia in professioni girovaghe sia in industrie che verranno indicate dal regolamento come dannose alla salute e come pericolose, sarà punito con la reclusione fino a sei mesi e con la multa da cento a cinquecento lire. Con la stessa pena sarà punito chiunque conduca o mandi all'estero m inori degli anni 15, con lo scopo di impiegarli ~ome è detto nella prima parte del presente articolo. In tal caso il tutore decadrà dalla tutela e il genitore potrà essere privato della patria potestà. Le medesime prescrizioni sono applicabili a chi induce una clonna minorenne a emigrare per trarla alla prostituzione. Come chiaramente emerge dalla lettura di que· ste disposizioni, lo scopo prefissosi dal legislatore nell'emanarle, è stato quello di tutelare l'interesse dei deboli minorenni e garantire ·la :fibra fisica delle nuove generazioni. Ora, il Commissariato dell'emigrazione, al quale principalmente è affidata l'applicazione di queste di'jposizioni , si è sempre vivamente preoccupato perchè esse non fossero violate dalla ingordigia di genitorj inumani e dalle male arti di disonesti interessati, ed esso ha largamente diffuso opportune pubblicazioni. Ma nonostante gli sforzi di quell'Ufficio e la attiva cooperazione dei funzionari di altre a1nministrazionj dello Stato, la incetta dei minorenni nel Regno continua tuttavia • su vasta scala, principalmente per la connivenza dei parenti dei giovani operai, i quali, per ignoranza, non hanno chiara coscienza del danno che arrecano ai loro figli ed alla nazione tutta permettendo il precoce s~ruttamento della loro prole.

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Ed è perciò che il Commissariato ha rivolto un nuovo appello agli ingegneri delle miniere e agli ispettori delle industrie, perchè vogliano dare al Commissariato stesso la propria cooperazione, per la repressione della emigrazione clan destina dei minorenni, sia raccogliendo eventualmente tutte le prove necessarie a deferire i colpevoli alle autorità giudiziarie, sia comunicando, con la massima sollecitudine possibile, al Commissariato dell 'emigrazione qualsiasi notizia che diretta~ente o indirettamente possa facilitare la sua opera per la integrale applicazione delle disposizioni di legge surriportate. (L'Igiene Sociale).

POSTA DEGLI ABBONATI. (183) A nestetici in odontoiatria . .-

Prego indicarmi nella «Posta degli abbonati» l'anestetico più efficace e conveniente p er l' ·estrazione dei denti. Ringraziamenti e saluti distinti. Dott. Alfredo Sguànci. Fra i tanti anestetici adoperati per l'anestesia locale per iniezioni nell' estrazione di denti o di radicj di denti, quello che a preferenza si consiglia è la novocaina sciolta in soluzione :fisiologica in proporzione del 2 %. a cui si aggiunge qualche goccia di soluizione millesimale di adrenalina. Il potere vasocostrittore dell'adrena1ina, oltre a dimi· nuire l'emorragia post-operatoria, r~tarda l'assor· bimento dell'anestetico, diminuendone così l' azione tossica generale ed aumentandone il potere anestetico locale. Volendo preparare da sè la soluzione si può usare la seguente formula: Pr. Novocaina . . . • . gr. 2 Sciogli a bagnomaria nella seguente soluzione: Cloruro di sodio. • . . cgr. go Acqua distillata . . . . gr. 100 Aggiungi: Adrenalina (soluzione I 0 /oo) gocce 50 Si prepara a~etticamente la soluzione e·si chiude in :fialette di vetro sterilizzate della capacità di un centimetro cubo, lavoro che si può fare facilmente da sè o si può ordinare al proprio farmacista. L'iniezione di un centimetro cubo di questa soluzione è generalmente sufficiente per ogni estrazione. · A. C. (184). Alcooii·smo acuto e infezione pneumococ-

cica. - La prego vivamente d'indicarmi nella rubrica degli abbonati, che riesce cosi utile ai medici pratici, qualche monografia sull'alcoo-


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SEZIONE PRATICA

lismo acuto, considerato dal lato clinico specialmente, con una raccolta di casi di morte, avveratisi come effetto immediato dell'alcoolismo o mediato di qualche complicazione. Si tratta di assodare con ipotesi più o meno probabili, essendo mancata la sezione cadaverica, la causa o le cause determinanti d ella morte capitata ad un individuo, il quale, pur essendo alcoolista ed In età di 63 anni, dopo aver ingerito in breve tempo circa due litri e 'mezzo di vino, cade in uno stato comatoso, e col sopraggiungere della febbre fino a 39 Y2 e dei fenomeni bronco-pulmonali (presenza di rantoli diffusi a ·medie e a grosse bolle), muore dopo due giorni dall'accaduto. B enchè in apparenza sano e di cos tituzione robusta , aveva sofferto tre o qua ttro volte la pulmonite. Desidero perciò consultare tutto ciò che si è pubblicato sull 'argomento. Con distinta stima e ringrazi a menti mi dichiaro s uo vecchio ab bonato 2008.

È certo che l'infezione pneumonica decorre gravissima quando s i associa ad alcoolismo acuto o cronico. Lo si dimostra anche sperimentalmente. Può consultare: Lancereaux , lntoss'icazio·ne per bevan de alcooliehe, nel v ol. X I d el Nft.ovo Trattato di Medicina e Terapia diretto da Gilbert e Thoinot, trad. ita· liana, 1908. Triboulet, Ma thieu, Mignat. Traité de l' alcoolisme, 1905. R. B. (185) I-4à prego, avendo io fatto la proposta al

Consiglio provinciale d i Messina dell' istituzione di un sanatorio antitubercolare provinciale, significarmi a mezzo del Pol1'.clinico se e dove in Italia esistano simili sanatori. I11 attesa di suo gentile riscontro, la ringrazio antici patamente Dev.mo Dott. Lo Cicero Giuseppe. S. Fratello. Non sono ancora stati istituiti sanatori provinciali per la cura d ei tubercolotici; i sana tori popolari esistenti, gratuiti e semigratuiti, li dobbiamo alle amministrazioni comunali od alla be· neficenza privata. La sua iniziativa ci sembra altamente eneo· mi abile. A. V .

Preghiamo i colleghi di non formulare più di una domanda per volta. In linea di massima non diamo corso a quesiti di casistica nè a richieste d'indicazioni bibliografiche. La Red. \

VARIA Sull'insegnamento della medicina. - S e n'è occupato in una lezione inaugurale il prof. W. Osler, che è quanto dire il più reputato clinico medico dell 'Inghi1terra. Egli ha rilevat o come i metodi seguiti in Inghilterra siano oltremodo deficienti e t endano a immagazzinare una c ongerie immane di nozioni inutili nel cervello del futuro medico, più che ad organizzarne e sistemarne poche e concrete e suscettibili di applicazioni definite. «È una crudeltà b arbarica, egli ha detto, rimpinzare la mente d i minuzie che hanno s oltanto un valore cinese ». Specialmente ha disapprovato ciò che egli chiama « il feticcio dell'anatomia » . Ha insistito sui vantaggi che si ottengono nell'insegnamento dalle piccole Università di provincia, o meglio dalle piccole classi, in cui il docente può interessarsi più direttamente agli allievi, può chiarire dubbi, eliminare difficoltà, colmare lacune, rendersi veramente prezioso. Ha depl~rato che si persista nel sis tema delle « lezioni » . Queste possono mettere in bella mostra le qualità oratorie dei professori, ma giovano pochissimo agli allievi, e ormai sono d ivenute quasi superflue, in quanto che disp oniamo di tanti libri di testo . B gli le vorrebbe ridotte al minimo, 11er sostituirvi esercitazioni pratiche e discussioni. Si è fermato molto a lungo sul!a questione degli esami. I-1'eminente clinico ritiene che si esageri l'itnportanza dell'esame, quale cc organo del meccanismo didattico », quale mezzo atto a misurare re conoscenze dei candidati e l'attitudine a servirsene. Tant'è vero che gli studenti i quali riportano i migliori voti diven~ono per solito scadenti professioni sti. Ritiene che siano dannosi i criteri disparati e contraddittori seguìti dagli esaminatori, gli uni troppo severi, gli altri troppo indulgenti. È convinto che molte « bocciature 1 siano non soltanto ingiuste e umilianti, ma anche dannose, poichè portano ad accrescere inutilmente il numero degli anni di studio, i quali per la carriera medica in Inghilterra dovrebbero essere 5, mentre praticamente divengono in media 7: due anni d el periodo migliore della vita vanno cosi p erduti. Molte domande imbarazzanti f atte agli esami sarebbero addirittura a: insensate >>: quando questioni del genere si presentassero nella vita reale, si avrebbe il tempo e il modo di consultare i libri; e ne fanno fede soltanto della incapacità mentale degli esamina tori. Tornerebbe opportuna la domanda posta già dallo Spencer: Chi esamina gli esaminatori ? (23)


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IL POLICLINICO

È appena necessario di aggiungere che queste considerazioni sull'insegnamento della medicina valgono per l'Italia non meno che per l'Inghilterra. E potrebbero ripetar~ i. all'incirca, per tutti gli altri insegnamenti. Sovratutto nelle scuole secondarie sappiamo tutti che i professori dimostrano un senso didattico de:ficientissimo e dei criteri fallaci. I~e scuole elementari invece hanno già compiuto dei progressi notevoli, sia nell'arte di insegnare, sia nella scelta deile nozioni da impartire e nei risulta ti che se ne conseguono. y.

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A. RICCIARDI. La responsabilità giuridica della

levatriee nelle infezioni puerperali. 1 op. in-8 di pag. 93. Noci, 1913. In vendita presso l'autore a Ginosa. L. 3. È un'onta per noi l'alta mortalità che siame»

ancora costretti a registrare per infezioni puer· perali. Diamo dunque un benvenuto a questa monografia, che tende a precisarne ed eliminarne le cause ed a :fissarne le responsabilità. L'eccellente lavoro del Ricciardi s'indirizza ai profani non meno che alle levatrici ed ai medici. R. B.

CE!tffI BIBLIOORAFICI •

( No,. ri feren1i1eono chi i ltbl't (Jlfoenuli in dono •lla R edt1si01t1)

.•

M. FISCHER. Weitere Beitrage zur Behandlung der Nephritis und verwandter Erscheinungen . Dresden und Leipz!g. Theodor Steinkopff, 1913. Un aumento dell'introduzione di cloruro sodico nell'organismo dei nefritici a scopo terapeutico sostenuto ora dal Fischer è tanto più strano quanto è in aperto contrasto coi reperti sperimentali recenti di Widal e della sua scuola. Però le idee teoriche del Fischer nel meccanismo d'azione de· gli edemi, le sue osservazioni sui malati- ed i suoi risultati sono così dimostrativi .che stimolano gli studiosi a ripetere su larga scala gli esperimenti. La piccola monografia è chiara e svolge la tecnica e la formula della terapia salina delle nefriti e ne stabilisce le indicaziQni. P. A.

Phlébites utero-pelviennes au cours de· la puerpéralité . MAYET. lntervention médicale d' urgence dans les empoisonnements. Poinat, éd. Fr. o. 50, eia-. scuno.

JEANNIN.

Sono rispettivamente il 51° e il 48° volu~etto. · delle« Consultation~ méd. /Ya·rtçaises » pubblicatè a cura della Casa Poinat, di cui il criterio direttivo è lo svolgimento degli argomenti che più intere~sano il medico pratico in maniera piana e breve. Anche in questi due volumetti della parteschematica della patologia segue la · scelta dei mezzi curativi moderni, esposti con ordine e con lodevole criterio di selezione. t. p.

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI., BENASSI G. Sulla diagnosi d'elmintiasi intestinale. Napoli, 1913. '

CANDIA E. .1\lteraziopi e fenomeni renali in seE. KAN'tOROWICZ. Storungen der mannlichen guito ad iniezioni di siero di sangue eteroge-Geschleohtsfunktionen. ·Urban und Schwarzen- · neo a dosi tossiche e a dosi terapeutiche. berg. Berlin-Wien, l9r3. Geb. M. 3. Napoli, 1913. Il lavoro dell' A. serve a richiainare l'attenzione ROSSI GIACOMO. Quinto contributo allo studiodei medici su di un campo che ha finora dal della macerazione della canapa. - Portici, 1912. punto di vista scientifico trovato poco svolgiDELITALA F. Contributo allo studio della tubermento, quello dei disturbi sessuali dell'uomo. colosi juxta articolare dell'anca. - Bologna'" Dopo una chiara esposizione dell'anatomia 1913. e :fisiologia degli organi genitali maschili sono svolti in modo speciale i pervertimenti sessuali e RONCHETTI V. Contributo allo studio dell'azione la questione dell.' impotenza: il merito pri neipale del benzolo nella leucemia. - Milano, 1913. della monografia è di avere dedicato alla terapia SF.GADELLI G. Di alcune modificazioni alla legge un'attenzione molto maggiore di quella finora sug li infortuni sul lavoro. - Firenze, 1912. dedicata e che ha fatto sì che la massima parte dei nevrastenici sessuali prestano spesso più fede ORTALI O. Contributo allo studio della cura chiai ciarlatani che non ai consigli del medico. rurgica della perforazione intestinale da tifo. P. A. - Milano, 1913. (24)


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SEZIONE PRATICA

NELLA VITA PROFESSIONALE. Il caso del medico di Roccagorgà. La classe medica italiana conosce il caso del medico di Roccagorga, in provincia di Roma, il ·cui nome fu ripetuto tante volte dalla stampa politica a proposito dei ·sanguinosi conflitti che si ebbero a deplorare in gennaio in quel comune, e del processo penale che ne segui a Frosinone. Oggi che il dibattito giudiziario si è chiuso, l'Ordine dei medici di Roma diffonde nella stampa una sua relazione sul contegno del dottor Garzia in Roccagorga, documento sereno, spassionato, equanime che torna ad onore dell'istituto degli Ordini e che è de5tina to ad impressionare l' opi · nione pubblica. Noi lo pubblichiamo tanto più volentieri in quanto effettivamente anche nella stampa professionale e di classe questo disgraziato collega av~va trovato finora parole di freddo e guardingo compatimento, e non di difesa. (C.) I dolorosi tumulti svoltisi a Roccagorga nel decorso gennaio e che tanta eco di rimpianti e di commiserazione ebbero in tutta Italia, siccome si dissero occasionati, per quanto indirettamente, dal contegno di quel medico condotto dottor Ahnerindo Garzia, inscritto all'Ordine della nostra provincia, formarono, sin dal primo istante, oggetto di considerazione da parte del Consiglio .amministrativo. Numerose inchieste furono eseguite al riguardo da autorità e da pr~vati; e anche l'Ordine avrebbe voluto intervenire: ma, poichè di tutti quei fatti si era impadronità 1' autorità giudiziaria, ha rite· nuto, allora, di ~oprassedere. Svoltosi però al Tribunale di Frosinone il processo a carico degli imputati, il Consiglio amministrativo dell'Ordine, che ha viste pubblicate sui giornali accuse specifiche contro il dott. Garzia, il quale mai da alcuno ebbe contestati i fatti gravissimi dei quali era chiamato moralmente responsabile, e che, nelle deposizioni dei testi e nelle arringhe degli avvocati ha sentito vilipeso in ogni maniera, senza che una voce amica invocasse almeno una attenuante per chi, assente, non poteva difendersi, ritenne doveroso, dopo che la giustizia punitiva si era pronunciata, ve . dere se e quanto il Garzia stesso fosse moralmente responsabile, e, accertate le responsabilità, provvedere disciplinarmente a carico suo, come è consentito dalla legge 10 luglio 1910, n. 455. Ma il Garzia stesso, ad onore del vero, aveva chiesto il giudizio dei' colleghi dell'Ordine al anale .... appartiene, per aver modo di presentare le sue discolpe e perchè gli riuscisse, una buona volta, dopo tanto turbine addensatosi sul suo capo e

dppo essere andato ramingo in vari luoghi per trovare lavoro, egli che pure ha a suo carico una numerosa famiglia e la vecchia madre, di dimostrare che in lui non lievita il fermento di quella delinqt1enza che, avanti ai giudici di Frosinone, si volle prospettare: e questo ottenuto, gli sia possibile di trovare un Juogo ove collocarsi e dove gli riesca di rimanere senza essere riguardato con occhio sospettoso e sprezzante. Il Consiglio dell'Ordine dei medici di Roma volle incaricare del delicato ufficio, il suo presi~ dente dott. Enrico Ballerini, il consigliere dottor Ignazio De Nicola e il dott. Agostino Nanni, medico condotto di \ 7 elletri. Noi ci recammo a Roccagorga il 5 corrente per appurare quanto vi fosse di vero nelle affermazioni di alcuni testi uditi al proce~so di Frosinone. Il compito non era dei più facili, ma venne da noi accettato, s~pendosi come sia imprescindibile sempre l'adempimento del . dovere, sebbene ooco . gradito per la tema di essere costretti a segna ... larvi colpe in chi è ascritto alla nostra famiglia. , . IJe conclusioni cui giungeremo, è prezzo dell'opera dirlo subito, son tali ·da dissipare i dubbi che erano sorti in noi a carico del dott. Garzia, il quale non è indegno di esercitare la nostra nobile e santa missione. Ad Almerindo Garzia , vennero fatte, specialmente, le imputazioni di essere trascurato nell'esercizio della professione, di essere venale e di essere donnajolo. Ed intorno a queste imputazioni si svolsero particolarmente le nostre ricerche. Avremmo prima desiderato di udire la deposizione dell'on. deputato Campanozzi che fu a Roccagorga subito dopo il tumulto e che fece una inchiesta per conto del suo partito e che in Tribunale, alla pubblica udienza (giornale Il Mes · saggeYo, 26 agosto 1913, n. 236) affermò che, se si fosse in tempo licenziato il medico i fatti non sarebbero avvenuti. Ma l'on. Campanozzi, da noi pregato a concederci un colloquio, non credette di aderire al nostro desiderio, lasciandoci senza risposta. Anche il sig. cav. O. Bruzzi, commissario di P . S. dell'Esquilino, inviato a Roccagorga subito dopo la sommossa del gennaio, non abbiamo potuto udire pe.r chè ci fece conoscere come a lui non sia stato concesso dai superiori di riferirci l'esito delle sue ricerche, per quanto già rese pubbliche in Tribunale (udienza del 18 agosto 1913)•• Ad ogni modo, recatici sopra luogo , abbiamo, nei giorni 5 e 6 corrente, ricevuto le deposizioni di ottanta persone (redigendo altrettanti processi verbali) invjtando alcuni dei testi che già ave·

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vano deposto in udienza al Tribunale, coloro che povero medico di appagare .le esigenze di una ci vennero segnalati dall'attuale regio commis- popolazione fra cui si trova chi viene a dirci che sario sig. Capuzzi~ e quanti spontaneamente vol- egli faceva morir di fame i bambini lattanti perchè lero comparire innanzi a noi. Abbiamo anche loro ordinava la dieta idrica continuata per voluto sentire il collega dott. Garzia per conte- molte ore, e perchè tale sistema di cura non era stargli le accuse che a lui venivano fatte ed approvato dal farmacista, che, invece, di na.. udirne le discolpe. E a questo proposito ci sia scosto propinava i rimedi? No; non sappiamo se Jecito di deplorare vivamente come tutti qt1elli questi fatti hanno impressionato coloro che fecero che a Roccagorga vollero di loro iniziativa o do- le inchieste prima di noi, ma in caso affermativo vettero, per incarico ricevuto , investigare sulla lasciamo giudice il Consiglio se l'accusa di tracondotta del medico locale non abbiano sentito scuranza possa essere fondata! il dovere ed il bisogno ·di interrogarlo per comQuanto alla arditezza che il Garzia avrebbe dipleta re le loro ricerche e per dargli modo di far mostrato verso il sesso femminile basterà che vi valere il sacrosanto diritto della difesa che non ricordiano alcuni fatti appresi dalla viva voce si nega neppure ai peggiori malfattori. Siffatti delle veperi insidiate nel loro pudore (deposisistemi partigiani non dovrebbero essere consen- zione n. 49). titi ai lumi del xx secolo, specialmente a chi si Una di queste richiede il Garzia di un certififa banditore di nuovi veri ed assertore di li- cato di sana costituzione per recarsi a Roma al bertà! brefotrofio e prendervi un trovatello da allattare. Nè ci par lecito che si debbano e si possano Inutile rjcordarvi le giuste domande che si riaffermare alla tribuna parlamentare e alle udienze volgono per il baliatico al sanitario locale in un dei Tribunali dei fatti che non furono raccolti apposito modulo a stampa. Or bene, il Garzia colla dovuta imparzialità e senza udire tutte le vuole accertarsi che la richiedente (depos!zioparti in discussione. ne n. 18) non abbia gangli inguinali, fa l'atto di La quasi totalità dei testimoni uditi ha di~hia­ procedere alla necessaria palpazione. . . Apriti rato che il dott. Garzia è stato sempre sollecito cielo! Si tratta di un attentato al pudore d'una ad accorrere alle chiamate che gli venivano ri- donna, le affermazioni della quale (deposiziovolte; tutti, senza eccezione, compresi i suoi de.-. ne n. 56) vengono poi contraddette da altra tenigratori, hanno avuto parole di lode per la sua stimone! Un'altra malata affetta da adeniti tuabilità professionale, ed anche coloro che gli bercolari sottoascellari (deposizione n. 32) richiede muovono rimprovero di trascuratezza, hanno am· l'opera del Garzia: questi oltre che visitare la messo che se vi fu qualche volta ritardo ad ac.. regione affetta, fa precedere una esplorazione correre· alle chiamate fu solo in momenti di ec- delle mammelle per escludere che il male avesse cessivo numero di malati. Come poteva il sani- in queste la sua origine: ebbene, anche per questo tario soddisfarle tutte ugualm~nte colla stessa si accusa di attentato al pudore! sollecitudine? (deposizione 62) . E quando accorUna esplor?zione fatta nel collo d' una terza reva sollecitamente anche it1 luoghi incomodi e (recatasi al domicilio del dottoré per fargli visi· in casa di poveri? (deposizione 55). Si comprende tare un bimbo malato) per rilevare se esistessero come ad un medico debba riuscire molto diffi- gangli luetici, diventa senz'altro un tentativo di cile accontentare una popolazione fra cui si tro- abbracciamento con susseguente strappo di vevano individui che, davanti a noi, non si peri- stiti che, non sappiatDio con quale esito per la tano di affermare che il medico deve sempre obbe· nettezza loro, sarebbero, come unica preda, ridiYe pe1'chè è pagato con 50 scudi al mese I Una pomasti nelle mani del povero sanitario! polazione fra cui si trova chi (deposizione n. 57) Via, ci pare che la delinquenza di Almerindo non si fa scrupolo di dichiarare che tutti i me- · Garzia, affermata da qualche avvocato della didici hanno sempre fatto come il dott. Garzia fesa nel processo di Frosinone, sia alquanto perchè a casa sua non van·n o mai (compreso il me· problematica, per non dirne temeraria 1' acdico attualmente in servizio), aggiungendo poi cusai Ma ci resta ancora l'altro capo d'accusa, cioè che non ce ne era mai stato bisogno perchè egli va a curarsi altrove! Come si può concepire che Ja venalità. Questa si sarebbe rilevata in due un sanitario possa completamente soddisfare una modi: 10 per le richieste di piccoli doni e di compopolazione nella quale si trova ·chi si fa lecito, contro il volere stesso dei più direttamente in- pensi che il- Garzia avrebbe preteso onde prestare teressa ti, di denunciarlo all'autorità giudiziaria, l'opera sua; perchè vienè a morire una puerpera da lui ope~0 per la vendita di medicinali a prezzo esarata con la maggior diligenza e la maggiore p~­ geratamente eJevato. rizia, come il marito della defunta ebbe a diPer i piccoli doni possiamo con tranquilla cochiararci? {deposizione n. 20). Sarà dato a un scienza affermare che, su dichiarazioni di quasi (26)


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tutti coloro che abbiamo interrogati, siffatti doni gli venivano liberamente offerti, come ancora si usa in molti paesi verso il medico. Il Garzia non li avrebbe mai chiesti, come quasi tutti ci hanno dichiarato, talora anzi li ha respinti quando venivano presentati a lui come giudice conciliatore, e coloro che affermano il contrario si contraddicono .fra loro e, per giudizio dei maggiori del paese, rinfaccerebbero ora una cosa fatta prima spontaneamente. Le persone abbienti ci hanno dichiarato che non chiedeva regali; i poveri (e son numerosi) han detto che con loro era sollecito senza nulla chiedere e senza nulla averel Vien fatto qui di domandare quali possano essere le cause per cui si farebbe ora credere richiesto ciò che si offriva invece liberamente e spontaneamente. Va considerato che il dott. Garzia, a Roccagorga, oltre che coprirvi la carica di medico condotto, funzionò eziandio, per sua sventura, da giudice conciliatore, da presidente della Congregazione di carità, e da soprintendente scolastico. In queste sue mansioni ebbe, naturalmente, a crearsi dei nemici, i quali lo hanno atteso al varco per accusarlo di fatti, dai quali, a nostro avviso, esula persino l'ombra d'una colpa. Abbiamo contestato al collega la vendita e la somministrazione di medicinali e diciamo subito che egli non l'ha negata. Premesso che a Roccagorga l'unica farmacia, da molto tempo, era chiusa per la morte del titolare, che il dott. Garzia non teneva l'armadio farmaceutico e che, malgrado le sue replicate sollecitazioni alle au~orità sanitarie del circondario e della provincia (sollecitazioni che a noi constano di sicura scienza) non potè mai ottenere che la farmacia fosse riaperta; egli era uso prescrivere frequentemente specialità farmaceutiche di alcune case industriali. Tali rimedi, il più delle volte, non si trovavano in vendita nelle farmacie dei paesi circonvicini e talora neppure a Roma. Il Garzia allora ne procurava la spedi· zione che si faceva rimborsare a prezzo di costo 0 che i destinatari pagavano direttamente, contro assegno, all'ufficio postale (deposizione n. 19). Molti dei rimedi al Garzia inviati in esperimento furono da lui gratuitamente regalati ai malati poveri che ne avevano bisogno (deposizioni n. 19, 21, 43, 44, 38, 36). Ed è anche avvenuto che, qualche volta, il Garzia si ~ia fatto ri~borsare di questi rimedi che erano dt sua esclusiva proprietà. Ora, questa può essere cosa poc~ .delicata, ma non pare a noi che debba e possa add1r1ttura essere elevata a capo di accusa così grave da richiedere il licenziamento di un collega che, in un comune, ha pure acquistato il diritto alla sta- ... bilità consentitogli dalla legge. L'avere prescritto con frequenza delle specialità

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costose che non si trova vano talora neppure a Roma, in un paese ove il denaro non abbonda, e a clienti sospettosi e di una menta!ità ancora molto primitiva, speciali~à che si potevano facil· mente sostituire (e forse con risultati terapeutici ugualmente efficaci) con rimedi di prezzo meno elevato e di uso più ordinario, può deporre poc<> favorevolmente per il senso pratico del dott. Gar· zia che non ha saputo proporzionare il costo dei farmaci alla potenzialità finanziaria dei clienti cui doveva prescriverli, e che si è dimostrate> troppo entusiasta delle novità segnalate dalle quarte pagine dei giornali scientifici: ma non riteniamo, per questo, che sia da dipingere il Garzia come uomo venale e da dichiararsi in Tribunale come il peggiore dei delinquenti (gior· nale Il M essaggef'o, 30-31 agosto 1913, n. 240-241). ,. A Roccagorga serpeggiava da molto tempo il malcontento contro l'Amministrazione comunale. Alcuni del paese che avevano dimorato per qualche anno in America, ritornando in patria, tro· vavano che, per loro, l'orizzonte dei monti Le· pini era troppo limitato e, pel solo fatto d'aver valicato l'oceano si sentivano degni e capaci di guidare le sorti del loro paese natio. Si trovò facil· mente il pretesto nella trascuranza del medico che non obbediva, nella sua natura troppo amorosa per le donne, nella sua venalità, e allora dagliall'Ammini ;trazione comunale che protegge il medico? Quella stessa Amministrazione comunale che la Giunta Provinciale Ammininistrativa, quand<> si trattò di aumentare d'ufficio lo stipendio del medico, afferma va contraria al sanitario! Quegli stessi ammtnistratori che in questi giorni hanno dovuto soffocare una già iniziata sottoscrizione per il richiamo del dott. Garzia a Roccagorga t (deposizione n. 93). Ed ecco scoppiare la rivolta di cui autore principale è ritenuto il Garzia, che è costretto a rassegnare le dimissioni e che, da tutti, è condannato e vilipeso senza neppure essere interrogato! Egregi colleghi del Consiglio, la vostra Co~­ missione per le ricerche fatte e per le deposi-· zioni raccolte non crede di proporvi alcuna misura disciplinare a carico del dott. Almerindo Garzia e poichè egli, d~po le povere vitt~me dell'.e~­ cidio. è stato l'unico sacrificato alle tre muruc1pali, lasciate che noi chiudiamo. for~ando il voto sincero che il sacrificio del medico di Roccagorga e il ricordo dei morti valgano almeno a ricondurre in quello sventurato paese la calma necessaria perchè la vita civile riprenda il suo col'so normale verso un avvenire di prosperità e di progresso quale noi tutti dobbiamo desiderare. Dott. ENRICO BALLERINI. - Dott. IGNAZIO DE NICOLA. - Dott. AGOSTINO NANNI.. Roma, 11 ottobre 1913.

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J:6I2

IL POLICLINICO

I medici e le elezioni generali.

..

'

Senza la pretesa di una esattezza assoluta, riassumiamo per i nostri lettori i dati che riguardano i medici candida ti nelle elezioni politiche per la XXIV legislatura. Allo sp~rare della passata legislatura i medici deputati erano 36 (1); di questi 6 non si ripresentarono candidati, e cioè gli on. Agnetti (nominato senatore), Cantarana (defunto nell'intervallo fra lo scioglimento della Camera e le elezioni), Celli, Margaria, Pieraccini, Ridala (nominato senatore). Ecco 1a nota, per quant'è possibile completa, dei medici che si presentarono candidati. L'asterisco disting~e i deputati uscenti . La designazione del colore politico è quella indicata dai giornali politici più seri: Allevi dott. Giovanni, soc. rif., Milano IV. '* Angiolini dott. Antonio, rad., Prato. * Baccelli prof. Guido, lib., Rorua III. * Badaloni prof. Nicola, soc. rif., Badia Polesine. .Balconi dott. Giuseppe, soc. ufi., Borgomanero. Barbato dott. Nicola, soc. uff., Pal~rmo IV, Catania I , Andria. Barilari prof. Michele, rad., Serra San Bruno. Beghi dott. Galileo, soc. uff., Rovigo. * Bianchi prof. Leonardo, lib., Montesarchio. * Bianchi dott. Vincenzo, lib., San Bartolomeo in Galdo. Binda dott. Evangelista, rif. cri~t., Appiano. Bonardi prof. Edoardo, soc. ufi., Alessandria e Menaggio. Bossi prof. Luigi Maria, soc. uft., Foligno e Va .. rese. Brunelli dott. Umberto, soc. uff., Lugo. Bussi dott. Armando, soc. uff., Cento. * Cacciapuoti prof. F. Paol<1, lib., Napoli VI. Caminiti dott, Rocco, d. cost., Bagnara Calabra. Capitaneo dott. Luigi, dem. cost., Monopo1i. Capobianco prof. Francesco, lib., Vallo della I"'u• canta. ·Caporali prof. Raffaele, rad., · Lanciano. * Casalini dott. Giulio, soc. uff., l'orino III. * Casciani prof. Paolo, lib., Pistoia I. · * Castellino prof. Pietro, rad., Foggia. -Cavaliera dott. Giuseppe, soc. uff., Iglesias e Novi Ligure. -Chierichetti dott. Guido, lib., Campi Bisenzio. * Ciartoso dott. Luigi, lib., Savignano. * Ciocchi dott. Gaetano, lib., Sessa Aurunca. (1) Le elezioni generali del 1909 mandarono alla

Camera 35 medici; di questi 2 non furono convalida ti (Brunell1, Costa Gesualdo). 1 morì durante la legislatura (Fede), 1 si dimise (Marazzani) . Altri cinque furono eletti durante la legislatura (Bianchi Vincenzo, Giulietti, Guidone, Messedaglia, Paparo). (28)

(ANNO

XX 1

FASC.

44j

Clementi dott. Francesco, catt., Palermo IV. * Coiajanni dott. Napoleone, rep., Castrogiovanni. Cucca dott. Carlo, dem. cost., Napoli II. Della Vedova prof. Temistocle, dem. coc;t., Milano II. De Rossi prof. Carlo, lib., Levanto. • Di Lorenzo dott. Nicolò" lib., Calatafi.mi. Dore dott. Francesco, lib., Nuoro. * Ellero prof. Lorenzo, rad., Treviso. Falco dott. Francesco, rad., Penne. * Faranda dott. Giuseppe, rad., Naso. Fazzi dott. Vito, rad., Lecce. Gallani dott. Dante, s~c. uff., Adria. Gallavresi dott. Emilio, soc. uff., Treviglio. * Gangitano dott. Cesare, lib., Canicatti. Giannattasio dott. Nicola, lib., Cassano all'Jonio. * Giulietti dott. Luigi, soc. uff., Novara . Gregoraci prof. Pier Nicola, lib., Chiaravalle. * Guidone dott. Prospero, lib., Corleto Perticara. Imbriaco dott. , Pietro, g~ner. med., lib., Vallo della Lucania. Insabato dott. Enrico, catt., Lonigo . Lava dott. Giovanni, soc. u:ff., Chivasso. Libonati dott. Bernardino, lib., Lagonegro. Lusena prof. Gustavo, soc. rif., Capriata d'Orba. Maffi dott. Fabrizio, soc. uff., Crescentino. Mafrici dott. Bruno, lib., Melito Porto Salvo. Masini prof. Giulio, soc. uff., Empoli. Mntteuzzi dott. Ercole, rep., Roma I. Mazzarella dott. Basilio, rad., Sessa Aurunca. Mazzotti dott. Giovanni, lib., Ravenna I. * Messedaglia prof. Luigi, lib., Verona I. Miranda prof. Giovanni, rad., Sant'Angelo dei Lombardi. Molinari dott. Vincenzo, lib., Lanzo. Morisani dott. Teodoro, lib., Piedimonte d' Alife. Mottola dott. Francesco, soc. rif. Tropea. Nardelli dott. Giulio, lib., Pescina. Padula prof. Fabrizio, lib., Atri. * Pantano dott. Edoardo, rad., Giarre. Paone dott. Giuseppe, lib., Gaeta. * Paparo dott. Raffaele, lib.~_,- Caulonia • Pascale prof. Giovanni, lib., Cerreto Sannita. Percaccini dott. Giov. Battista, mod., I 4 egnago. Peroni dott. Giovanni, lib .. Oleggio. Perrotta dott. Antonio. lib., Palata. Petrelli dott. Rigoberto, lib., Ancona. Petrera dott. Daniele, lib., Bari. Piccoli dott. Giùvanni, lib., Agnone. • Pietravalle prof. Michele, rad., Bojano. Pilli dott. Bettino, soc. rif., Pietrasanta. Porta dott. Giovanni, soc. rif., Como. * Queirolo prof. Giov. Battista, lib., Pisa. Raia dott. Vincenzo, soc. rif., Petralia Sottana. * Rampoldi prof. Roberto, rad. Pavia. Rindone dott. Santi, rad., Regalbuto. • Roth prof. Angelo, lib., Alghero. * Sanarelli prof. Giuseppe.lib.~Bibbienae Cortona.


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SEZIONE PRATICA

* Santoliquido prof. Rocco, lib., Acerenza . * Scellingo prof. Mariano, lib ., Pescina. * Scorciarini-Coppola ciott. Angelo, Jib.", Piedi · monte d 'Alife. Sgobbo prof. Francesco Paolo, lib., Mirabella Eclana. Silvagni prof. Luigi, rad.. Bologna I. Tanturri dott. Domenico, lib., Sulmona. * Tinozzi dott. Domenico, lib., Penne. Tizzoni prof. Guido, lib., Vico Pisano. * Toscanelli dott. Nello, lib., Pontedera. Vignolo di Cos dott. Attilio, lib., Chiavati. Za11ardini dott. Gino, lib., Spilimbergo. Risultati del 1° scrutinio: Dei deputati uscenti presentatisi candidati furono finora rieletti: Angiolini, Baccelli, Badaloni, Bianchi L., Bianchi V., Casalini, Casciani, Colajanni, Faranda, Paparo, Pantano, Pietravalle, Queirolo, Rampoldi, Roth, ·sanarelli, Santoliquido, Tinozzi, Toscanelli. Sono rimasti in ballottaggio : Castellino, Ciocchi, Giulietti, Guidone, Messedaglia. Sono caduti : Cacciapuoti, Ciartoso, Di Lorenzo, Ellero, Gangitano, Scelli ngo, Scorciarini-Coppola. · Dei candidati nuovi sono stati eletti finora: Bonardi, Bussi, Capitaneo, Caporali, Cucca, Pazzi, Maffi., Masini, Morisani , Rinàone, Vignolo di Cos. Sono in ballottaggio: Barbato, Beghi, Binda, Brunelli, Cavaliera, Chierichetti, Dore, Gregoraci, Imbriaco, Mazzarella, Mirànda, Petrelli, Petrera e Sgobbo. Quest'altra domeniéa tireremo le ultime somme; frattanto è interessante notare che i candidati medici Rarebbero stati classificati nel modo seguente: Cattolici e moderati . Liberali . . . • . . . Dem. costituzionali · . Radicali . . . . . . . Repubblicani . . . . . Socialisti uff. . . . . Socialisti riformisti. .

. . . . . .

• . . .

. . . • •

. . . .

. . . .

4 45 4 15

2

• •

• •

15 7

Totale . . .

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Queste cifre sfatano un po' la leggenda sul sov vertivismo della classe medica italiana. CAJUS.

Assegni di Yiposo a medici condotti, lo-ro vedove ed orfani. - Diamo, riprendendolo dall' cc Avve· nire Sanitario », I 'elenco degli assegni di riposo conferiti ai sanitari condotti, loro vedove ed or· fani dal Consiglio d'amministrazione durante il

secondo trimestre dell'anno 1913, a carico della Cassa di previdenza .per le pensioni dei sanitari ed ammessi a registrazione della Corte dei conti. Costa dottor Carlo fa Domenico, pensione lire 1319; Prete dott. Giuseppe fu Raffaele, id. lire 1506; Patrizi dott. Francesco fu Giov. Bat· tlsta, id. lire 2020; Giupponi Maria, ved. del dott. Fontana Pio fu Pietro, id. lire 781. 33; Troia Aurora, ved. del dott. Garabelli Giuseppe fu Giovanni, id. lire 582. 50; Romano Giuseppina e figli , ved. ed orf. del dott. Galloro Francesco di Raffaele, id. lire 743. 50; Montanini dott. Giov. Bat· tista fu Demetrio, id. lire 1165; Braidi Erminia e figli, ved. · ed orf. del dott. Montanini sud d. id . lire 582. 50; Grati dott. Leopoldo fu Pietro, lire 3000; Chicco dott. Domenico fu Giuseppe, id. lire 1541; Orfani Chicco Giovina ed Alfonso del dott. Chicco Domenico fu Giuseppe, id. lire· 770. 50; Cotnito dott. Vincenzo fu Francesco, id. lire 3681. 43; Bergonzi dott. Licinio fu Pietro, id. Iìre 956; Gherardi dott. Giuseppe fu Giulio, id. lire 1 llO. 49; Bettola dott. Francesco fu Gio· vanni, id. lire 1607; Zanardi dott. Attilio fu Adriano (riforma) id. lire 5269. 14; Quartino dott. Pietro fu Giuseppe, indennità lire 2634. 33; Passetti Rosa e figli, ved. ed orf. del dott. Maioli Luigi fu Giuseppe , pensione lire 753; Bergamini dott. Celso fu Domenico, id. lire 1146; Pianforini dott. Uberto fu Giulio, .id. lire 900; Fac:;olis dott. Sebastiano fu Giov. Battista, id. lire 2156; Ortane del dott. Caporali Paolo fu Dionigi, id. lire 884. 50; Buonanno \Tincenza e figlia, ved. ed orf. del dott. Izzo L uigi fu Bernardo, id. lire 1105; Di Pietrangelo dott. Antonio fu Gesualdo, id. lire 669; Barrera Maria ved. del dott. Eyssantier Giov. Battista fu Giovanni, id. lire 379. 50; Pierini dott. Giuseppe fu Oreste, id. lire 827. 40~ Gollo Carlotta e figlio ved. ed orf. del dott. Baitone Antonio di I,uigi (riforma), id. lire 652. 25; Valente dott. Enrico fu Giovanni, id. lire 3586. 66; Verriente dottor Francesco fu Cosimo, id . lire 2144. 16; Sanesi Anita e figlia ved. ed orf. del dott. Marrucci r.iario fu Lorenzo, id. lire 900; Marrucci Nella orf. dei coniugi suddetti, id. lire goo; Nobili Giuseppina e figli, ved. ed orf. del dottor Tordelli Paulo fu GiuseppeJ id. lire 1066. 20; Gregorio dott. Luigi fu Cosimo, indennità lire 3087. 72; Eredi del dolt. Ca vallari Illide fu Guglielmo, id. lire 1189. 49; Lepra Caterina e figli, ved . ed orf. del dott. Tagliero Bernardo fu Bernardo, pensione lire 1500; ..t\.rlia dott. Pietro fu Francesco, id. lire 1779; Viganò Ester, ved. del dott. Rossari Luigi id. lire 1207; Cattaneo Sofia, ved. d el dott. Cantù Antonio fu I"uigi, id. lire 627, 50; Astarita dott. Giuseppe fu Giuseppe, id. lire 3000; Ricci Giuseppina, ved. del dott. Rossi Luigi fu Fran7

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IL POLICI,INICO

cesco, id. lire 1081; Pastelli Giulia , ved. del dottor Beltrami Giuseppe fu Gervasio, id. lire 1500; Grandi dott. \/incenzo fu Giovanni, id. lire 1847; Fontani dott. Vittorio fu Raffaele, id. lire 1830. 24; Abrial Lisetta e figli, ved. ed orf. del dott. Fontani Vittorio, id. lire 915 . 12; Montanari dott. Giuseppe fu _'\lfonso, indennità lire 5965. 96. I medici italiani in Tunisia. - In una corrispondenza da Tunisi il « Giornale di Sicilia » rie.o rda che negli ultimi del luglio scorso, una campagna attivissima venne iniziata dalla Soc1:età medica francese, con lo scopo evidente di modificar la pratica medica degli Infortuni sul lavoro in Tunisia, in modo da far usufruire di questo cespite importante i medici francesi esclusivamente : si voleva, in poche parole, creare un monopolio. Il corpo medico italiano, che è la maggioranza del ceto medico cosiddetto straniero, dopo aver edotto il R. Console generale dei fatti, fece in· viare per il suo tramite un pro-memoria al Ministero degli Esteri. Si ricorda va allora che il 98 per cento degli assicurati sugli infortuni del lavoro sono operai italiani e molte società di a~sicurazione sono perfettamente italiane. D'altra parte in Tunisja, come · in Francia, vige la legge, che lascia ali 'operaio la libera scelta del medico: ogni modifica restrittiva del decreto attuale sarebbe un'aperta violazione della _libertà di esercizio dell'arte medica fra noi. • A quell'epoca il Ministero francese dichiarò che nessuna modifica era imminente. Era chiaro però che qualche cosa era allo studio: lo faceva supporre chiaramente una serie di articoli che veniva pubblicando sulla D épéche Tunisienne un noto ispettore di assicurazioni francese, articoli che non eran certo tutta farina del suo sacco, con lo scopo prefisso di propugnare l'abolizione della libera scelta deJ medico da parte del malato e il ripristino della nom~na di meqici :fiduciari delle Compagnie di assicurazioni. Si comprende beni~simo il tranello; una volta che le Compagnie saranno autorizzate a scegliersi i loro medici di fiducia, esse nomineranno dei medici francesi e lo scopo sarà così raggiunto. In questa previsione i medici italiani e quelli di nazionalità britannica si sono ri11niti, il 6 ottobre scorso, e han deciso, dopo matura riflessione, di- inviare ai rispettivi regi consoli il se· guente ordine del giorno, perchè sia trasmesso al Governo: « I medici stranieri (italiani e britannici) di Tunisi, riuniti a comizio il 6 ottobre T913, in vista di possibili modifiche alla vigente legge sugli Infortuni del lavoro, fanno voti perchè siano

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(ANNO

XX,

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FASC.

ugualmente rispettati i diritti dei medici, a qualunque nazionalità appartengano ». L'atteggiamento assunto è decisamente difensivo. L'adesione dei medici di nazionalità inglese ha dato maggior importanza all'affermazione, contenuta nel vibrato ordine del giorno.

I.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. (4102) R egolamento d'igiene - Compenso per la

1'.edazione. - Il Dott. L. C. da G. chiede conoscere se, avendo tre anni or ~ono proceduto alla redazione del regolamento di igiene, possa pretendere speciale compenso e se in caso di rifiuto da parte del Comune possa richiedere compenso e quale. La redazione del regolamento di' igiene non entra negli obblighi normali del medico condotto. Se Ella, quindi , ba atteso a tale lavoro ben può chiedere ed ottenere adeguato compenso Il tempo trascorso non vale ad eliminare il diritto che avrebbe già Ella acquisito. In caso di rifiuto di detto compenso da parte della Amministrazione dovrebbe adire l'autorità giudiziaria, cioè, il conciliatoi:e del Comune ove Ella compì la redazione del regolamento (4 103) F aYmacia - Medico direttoYe. - Il Dot· tore A. S. da L. desidera conoscere se un medico proprietario di una farmacia possa sostituire il direttore che si assenta per gravi motivi o per infermità. Non essendo consentito il cumulativo esercizio della professione di medico e di farmacista, il primo non può giammai sostituire il secondo sia anche questi assente per infermità o ·per: gravi motivi. Si dovrebbe provvedere in ogni caso per una provvisoria supplenza da parte di altro farmacista. (4104) Ufficiale sanitario - Partecipazione a con .. cors·i per nomine a maestre elementari. - Il Dottore F. R. da B. chiede conoscere se sia 1egit · timo il rifiuto apposto dal Comune al pagamento (\elle indennita cui crede aver diritto per aver partecipato alla Commissione esaminatrice dei titoli per un concorso indetto per la nomina della maestra elementare. Il far parte di tali Commissioni è compito assolutamente estraneo allo ufficiale sanitario, il quale, fra l'altro, non vi è chiamato per tale sua qualità ma bensi per l'altra molto più generale di essere, cioè, persona fornita di laurea o di titolo accademico. Il rifiuto del Comune è, quindi, ingiustificato e qualora in esso si persista crediamo che possa Ella adire, con sicuro successo, l'autorità giudiziaria ordinaria.


(ANNO XX, FASC. 44]

SEZIONE PRATICA

(4105) Medico consorziale - Ufficiale sanitat'io. Il Dott. abbonato n. 7756 desidera conoscere se il medico condotto di un Com une possa essere nominato medico consorziale in un altro Comune, se la nòmina degli ufficiali sanitari è fatta ancora per incarico del Prefetto e se si acquista la stabilità dopo due anni. Non è possibile che il medico condotto di un Comune sia nomin~-. to medico consorziale in un altro, sia .p erché il consorzio non è mai rappresentato da un solo Comune sia perché mancherebbe in uno dei due posti 1a condizione della residenza, esplicitamente e precipuamente richiesta per ogni condotta medica. Quando l'ufficiale sanitario è nominato in base a concorso dopo due anni di prova acquista la stabilità con decreto prefettizio. Ora non si fanno più nomine prefettizie provvisorie. Per le nomine ad ufficiali sanitari o si bandiscono i concorsi o si procede al riconoscimento del già acqui c;ito diritto alla stabilità per servizio ultratriennale o con incaric-o al medico condotto. {4Io6) Ufficiale sanitarfo. - Il Dott. abbonato n. 8224 desidera conoscere come debba regolarsi nel caso che il Consiglio comunale, richiestone dal Prefetto, dia parere sfavorevole al di lui riconoscimento come ufficiale sanitario stabile per precedente servizio ultra novennale. Noi crediamo che il parere sfavorevole del Consiglio comunale non possa nuocerle perchè la legge impone solamente l'obbligo di udire tale consesso ma non accenna a pat'ere f avoyevole di ' esso. (4107) Certificati. - Al Dott. V. P. da S. I. che ci interpella in proposito rispondiamo che quando il certificato di malattia si riferisce ad una infermità in atto e sottoposta a cura, va rilasciato gratuitamente. Può dar luogo a compenso se l'individuo non è attualmente infermo. (4Io9) Assistenza ad opeyazioni di alta chirurgia. - Il D ott. G. C. d a S. G. M. desidera cono·scere se possa 1ichiedere compenso . per avere egli come medico condotto della generalità degli abi· tanti prestata assistenza ad un profe~sore per una operazione di alta chirurgia eseguita ad un cliente. Non crediamo possa competere con1penso perchè il medico condotto per la generalità è tenuto ad eseguire anche da sè tutte le operazioni, quando anche di alta chirurgia, che si possono eseguire tenuto conto dell'ambiente e dei mezzi di cui ~i dispone. Ora come Ella non avrebbe potuto pretendere compenso se avesse eseguita l'operazione da sè, cosi non può chiedere compenso per l'assistenza prestata. Doctor

JUSTITIA.

~ndotte

e f'oncorsi.

AMEGLIA (Genova). - Condotta pei poverri (1.00 circa); L. 990, L. 100 pel servizio necroscopico, L. 60 quale U. S. e L . 50 come vaccinatore; non più di 45 anni s. e. r. Scad. Io nov. ANCONA. Ospedale civile Umberto I. - Cercasi assistente preferibilmente con laurea di data recente. Stipendio 1080 lorde; qualche incerto· vitto t~tt' i g;iorni. alloggio con biancheria. illu'minaz1one, r1scaldamento. Nomina per un biennio, dopo un mese, e con servizio un anno di medicina e un anno di chirurgia. Scrivere al direttore. ANELA (Sassari). - Condotto; L. 3000 nette. Scad. 15 novembre. · ARZIGNANO (Vi'cenza). - Due condotte libere; L. 3500 e L. 3000. Scad. I5 novembre. BELLEGRA (Roma). - Medico chir. condotto· L. 2582 . 70 pei poveri, L. I29I. 30 per gli abb.; L. Ioo per le mansioni di U. S., lorde; due ses· senni. Ab. 2389. Scad. un mese dal 6 ott. .BERGAMO. Consiglio degli Istituti Ospidaii'eri. Fino alle ore 15 del I5 novembre sono aperti con. corsi per titoli a due posti di Medico-chirurgo assistente biennale; vedi fase. 43. BRESCIA. Ospedale civile. Medico primario. Rivolgersi ali' Amministrazione. Scad. 10 nov. C~~I (Modena). - Due condot~e: per Budrione e Migl1ar1na, L. 2500; per Fossolt e San Marino L. 2600. lorde; 3 sessenni e L. 700 nette per mezzi trasporto; non oltre 40 anni, s. e. r. , cura poveri, ab. 3400 circa ciasc11na. Scad. 6 nov. CARRARA (Massa CarraYa). Condotto supplente; L. 1000 nette e diaria di L. 10. ~cad. ro nov. CASALROMANO (Mantova). - Medico; L. 4100 aument. ed alloggio. Scad. I2 novembre. CASTELMADAMA (Roma). - A tutto IO nov. concorso a una delle due condotte; L. 2500 pei po· veri, L. 500 per gli abbienti, L. 100 quale U. S., al netto di R. M. Servizio entro IO giorni. COMO. Deputazione provinciale. - Medico direttore del Manicomio; L. 6000 lorde <lell'imposta di R. M., alloggio vuoto per sè e famiglia, illum. e riscald.; tre sessenni. Titoli scientifici e pratici. Docum. alla Segreteria non oltre le ore 16 del I5 dicembre. FICULLE (Perugia). - Ab. 3186. Concorso ad una delle due condotte comprimarie; lorde (in corso di approvazione) L. 4100. senza obbligo di ca val. Riposo ql:lindicinale. Scad. 20 nov. Autorizzazione ad accettare eventuale nomina Medico di sezione delle ferrovie. Richiedere avviso al Municipio. GoRI,A MINORE (Milano). Ospedale Raimondi di Prospiano. - Direttore medico. Rivolgersi all'Amministrazione dell'Ospedale. MONTA (Cuneo). Ospedale-Ricovero « Misericordia Dei». - Medico; per schiarimenti rivolgersi alla segreteria. Scad. 12 nov. MONTALCINO (Siena). - Due medici per la cura gratuita agli abitanti di Torrenieri e S. Angelo in Colle; L. 3100 lorde ciasc., obbl. a . f.; il secondo ha l'obbligo di una visita settimanale a Camigliano; L. 400 ciasc. per la cav. Scad. I5 nov.

(31)

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* MONTALDO

IL POL1CLINICO

SCARAMPI (Alessandt'ia}. - Conlorde. abit. 2000, famiglie pov. 40.

dotto; L. 1850 Scad. 5 nov. NoCERA UMBRA (PeYugia). - Condotta chirur.; L. 4000 nette. Scad. 15 nov. * ÙLEVANO ROMANO (Roma}. - Due 'condotte; lorde L. 2200 quota poveri, L. 1150 quota facoltativa abbienti, due sessenni, _L. 50 all'U. S. Scad. 40 giorni dal 1° ott. P_i\.DOVA. Ospedale civile. - Assistente effettivo; L. 1400 lorde, stanza di abitazione, L. 6 per ogni guardia di 2 4 ore. Scad. ore 17 del 5 nov. Età mass . 30 anni. L'eletto dovrà assumere le sue funzioni entro IO g!orni da quello della nomina. PERETO (Aqui·ta). - A tutto il 15 nov . condotta piena a L. 3500 pei poveri , L. 3 0 0 per gli abb., L. 200 quale U. S., lorde; un anno in ospedali dopo la laurea o due di condotta come titolare o tre di es.:rcizio libero. PERUGIA. Università Libera. - Cattedra sreciale di chirurgia dimostrativa e clinica· generale , se~ meiotica e me'd icina operatoria; vedi fase. 39. Scadenza 4 gennaio. PETTINEO (Mess1'.na). - Condotto; L. 2800 nette , non più di 40 anni, s. esercizio regolamentare, 2 anni servizio ospedali o condotte. Abitanti 2976. Scadenza 30 novembre. PIANCASTAGNAIO (Sie11.a). - Due condotte per la generalità; L. 3400 ciascuna aumentabili e L. 600 per cavalcatura, abitanti 2913 e I778. Scadenza 5 novembre. PINASCA (ToYino). - Medico del consorzio con Inverso Pinasca e Villar Perosa; L. 2200 e L. 200 quale U. S. Scad. 15 novembre. QUINTO-VERCELLESE (Novara) . - Condotta; L . 2800 per soli poveri, alloggio e L. 500 per ca· vale. oltre L. 50 quale U. S. per ciascuno dei Comuni, indennità a convenirsi per cusa immigranti. Scad. 5 nov. . ROCCAPRIORA (Roma). - L. 4000, cura piena. Scade 1 5 novembre. ROMA. Ministero del la Gui:rt'a. - Allievi uffi.. ciali di complemento e sottotenenti inedici di supplemento presso alcune Direzioni di sanità ~ilitare e presso alcuni reggimenti d'arma a cavallo. Vedansi le norme relatiye ai corsi speciali ed all'ammissione nel « Giornale Militare » n. 36 del 26 agosto 1913, n. 1070. Scad. 30 nov. . ROMA. Ministet'o d,;lla Istt'uzione pitbblica. Straordinari di patologia generale nella R. Universìtà di Cagliari; di medicina legale nella R. Università di Pisa ; di clinica ostetrica e ginecologica nella R . Università di Sassari. Scad. 9 dic. Ro~fA.

Pio Istituto di S. Sp,i'rito ed Ospedali 1'iuniti. - Dieci chirurghi aiuti. Vedi fase. 43. Scadenza ore I6 del 2 dicembre 1913. *SAN CASCIANO DEI BAGNI (Siena). - Medico per la generalità della frazione Palazzone; L. 3000 lorde compresa vi indennità cavale. ed a. f.; 3 sessenni; non più di 40 anni s. e. r. ; ab. 960. Scad. 10 novembre. SARTEANO (Siena) . - 2a condotta a tutta cura, 2400 abit.; L. 2000 pei pov., L. r150 per gli Abb., ( \2 )

[ANNO

XX, F ASC. 44 J

L. 250 per sostituz. reciproca, L. 600 per cavale., nette; assicuraz. Servizio entro 15 giorni. Scad. 15 nov. TEMPIO (Sassari). - Medici per i soli poveri d~lle frazioni Luogosanto e Arzaghena; L. 2000 c1asc. e L. 10 0 per a. f. . oltre premi e sussidi governa ti vi per intensificazione lotta malarica. Scad. 15 novembre. · TRIPOLI. Ammi'nist1'azione degli Istituti ospedalieri e di beneficenza. - Direttore sanitario del l'Ospedale Civile; vedi fase. 40. Scad. 10 ncv. ~. AILATE (Cremona). Medico chir. residenziale; L. 3500 al netto di R. M., due sessenni. Ab. 3450 dei quali circa 3100 considerati poveri. Non obbligo mezzo di trasp. Incarico U .. S. e direzione ospedale Caimi. II territorio com. è considerato zona malarica. -~ssnnz. posto entro 15 giorni. Scad. 30 nov. V_'\R~SE ed unite CASTEL~ANZE (Como) . IV Riparto. L . 2800 per I943 poveri, 3 quinquenni, ab. 3200. Scade ro novembre. . VERCELLI (Nova1'a). - Scuola ostetrica pareggiata Assistente; vedi fase. 4 3 . Scad. IO novembt;e. GENOVA. R. Clinica medica. - Sei posti di assistent e; vedi fase . 42. Scad. 5 novembre. 7

ROMA (R. Utiive.-sità). - È indetto il concorso per titoli a quattro posti di c;tudio della Fondazione C'orsi tra laureati della Facoltà di medicina e chirurgia nell'università. Laurea da non oltre un triennio solare a datare dal 10 ottobre 1910, dopo aver frequentato i corsi per un biennio almeno nella Università. L. 100 mensili per otto mesi. Scad. 30 giugno I9I4. Sono segnati con un a sterisco • i c oncorsi che ci risuJtano dit· fidati dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con due asteri!chl •• t concorsi che cl risultano t>olcottatl da lla F ederazione delle Associazioni Sanitarie Italia ne.

D iffide e boicottaggi: N uove diffide sanzionate: Corvino, San Quirico, Torricella, Verzate. Oliva Gessi (Pavia) , Formig11ano [per Tresigallo] (Ferrara). Tassarolo (Ales· sandria). Magrè . Valli dei Signori e Torrebelvicino (Vicenza)! C'ollesalvetti [per Parrana San Giusto] (Pisa ). R evoca di diffide : Ponte nelle Alpi (Belluno), Montale (Pistoia).

Nomine, promozioni e onoriftcenze. FIRENZE. - Il dott. Bruno Agostino è autorizzato a trasferire da Pisa a Firenze la libera docenza in patologia medica. GENOVA. - Sono,nominati i dottori: Barlocco Amerigo aiuto, Crosa Agostino e Morelli Ferdinando assistenti nella clinica medica. PERUGIA. - Il concorso alla Cattedra di fisio· logia nell'Università è stato vinto dal prof. Oswaldo Polimanti. (Felicitazioni). SIENA. - Il dott. Noferi lTgo è abilitato ::illa libera docenza in clinica chirurgica e medicina operatoria. I dottori Poggiolini Aurelio e D'Oria Giuseppe sono n ominati assistenti in clinica chirurgica.

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SEZIONE PRATICA

NOTIZIE DIVERSE Guido Baccelli Deputato di Roma. Ci compiacciamo come di festa in famiglia che con splendida votazione sia stato confermato deputato al III collegio il nostro amato direttore prof. Guido Baccelli.

In onore di Manson. I magnifici progressi realizzati durante gli ulultimi venti anni nella conoscenza delle malattie dei paesi caldi sono dovuti in gran parte a sir Patrik Manson od alla sua iniziativa La creazione delle scuole o istituti di medicina tropica le, focolai cosi attivi e utili d'insegnamento e di ricerche, è pure d?vu~a alla sua attività bei:iefic~. In questi campi egli è stato un creatore di genio. Un grupJ?O di studioc;i - tra i quali Castellani. Celli, Monticelli e Perroncito per l'Italia - hanno pensato che fosse venuta l'ora di attestare all'eminente scienziato la loro ammirazione viva per la sua o pera e il loro affetto rispettoso per la sua nersona. Hanno perciò voluto promuovere in suo onore una manifestazione internazionale, cui possano partecipare tutti coloro che conoscono od ammirano Manson: hanno aperta una sottoscrizione allo scopo offrire al Manson una n1edaglia d'oro con la sua e~gie, opera del dott. ~au! Richer membro dell'Istituto e dell' Accarlemta d1 medici~a e profes~ore di anatomia alla Scuola di Belle Arti a Pari~ i. I.e sottoscrizioni vengono ricevute dal dottor James Cantlie, direttore del journal of Tyopical Medicine and Hygi'ene , 140, Harley street, ~on: dra W .. e dai signori Asselin e Houzeau, ed1tor1 degli Archives de Parasitologie, place de l'Ecole de Médecine, Parigi. . . . Nessun-limite è fissato per le sottoscr1z1on1. I sottoscrittori di 25 franchi riceveranno un esemplare della targhetta in bronzo; quel.li di 50 franchi ne riceveranno uno in argento patinato. Si prega di sc~iver.e nettamen~e i~ c~gn?me . il prenome o le iniziali e tutte le 1nd1caz1on1 necessarie per l'invio.

Medici senatori. Tra i medici senatori di nuova nomina . oltre al dott. Alberto Aonetti e al prof. Bellom Pescarolo, ·è l'on. dott. Do~enico Ridola , laureato in medi-cina ma consacra tosi con ardore allo studio del1'archeologi a tanto che è stato nominato ispettore agli scavi e monumenti.

Società Piemontese degli amici della Neurologia. Con questo titolo un nucl~o . di medici ha ~ostituito in Torino una Assoc1az1one che ha lo scopo di incoraggiare. nella . classe ru.e~ica della regione piemontese g.11. studi ~eu~olog1c1 , con spe: ciale riguardo alla . cl1n1ca.: dt ~tffondere tra dt essa, nel limite det propri mezzi, la conoscen.za di quanto si prod~ce nel c~m.po d~lla neurologi~; di illustrare con dimostrazioni e discutere casutstica e reperti r elativi all'anatomia, fisiologia e patologia del sistema nervoso. La Società ha la sua sede nell'Istituto di Neuropatologia della Regia Università di Torino (via Quattro Marzo n. 11).

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Un Istituto di puericultura a Palermo. Sono pochi mesi che per iniziativa del dott. Pietro Valenza ha cominciato ad avere una pratica attuazione , con l'aiuto di un benemerito Comitato permanente di Dame presieduto dalla baronessa Turrisi. L'istituto ha per programma Ja formazione di una coscienza igienica nelle famiglie e nellescuole, mediante pubblicazioni speciali e soccorsi alle madri . Alla esplicazione del programma si è provve· duto pubblicando e diffondendo quattro volumetti per gli alunni delle scuole elementari. per quelli delle sc-uole medie, per le ragazze che uscendo dalla scuola entrano nella vita e per le madri: quest'ultimo, intitvlato « Il più bel fiore ». è un manualetto completo di puericoltura. Nelle classi povere viene distribuito a migliaia di copie un foglio -guida per illuminare le madri su tutte le questioni di igiene materna . Funzjona inoltre un ambulatorio in via Villareale. Annessa all'ambulatorio è una mostra per· manente, ove è esposto alla vendita tutto ciò che occorre ad un bambino, dalla culla igienica agli oggetti indispensabili alla teletta . delle fascie modeste alle vestimenta di lusso, dai giuocattoli ai dolci ed alle farine nutritive. Gli utili interi ricavati dalle vendite sono devoluti alla istitu• z1one. L' Italia vanta poche altre istituzioni del genere: la Scuola di puericoltura fondata dal prof. Vicarelli di Torino nella Clinica Ostetrica ; l'Alleanza Cooperativa Torinese, che elevò il dispensario per lattanti a Scuola di puericoltura per studenti me· dici e levatrici ; l'Istituto Nipioigienico di Capua fondato dal prof. Cacace. È sperabile - come ha proposto il dott. F . Salpietra - che la LegcJ Nazio · nale per la protezione de lla prima infanzia, sorta a Firenze, rannodi tutte queste istituzioni ed al· tre ne promuova.

Un nuovo pedoeomio a Bologna. Nel f~sc. 41 ( 12 ottobre) della Sezione Pratica sotto questo titolo si legge che all'inaugurazione parlarono il preside~te del~' Amministraz~oi;ie deg!i Spedali avv. Gattont, il sindaco N~dal1ni ed 11 direttore del nuovo Spedale prof. P1 n~h.erle . ~ar­ larono invece ii presidente dell' Ammtrustraz~on~ centrale degli Spedali §tVV. Alberto M~!lo~t,. il sindaco avv. Nadalini, 11 prof. Comba, gta cl1mco pediatra a Bologna, ed il prof. Berti , attualmente incaricato di Clinica pediatrica.

Ru briea della beneficenza. Il sig. dott. Rodolfo Rasura morto a Saro~no ha istituito erede universale l'Ospedale Maggiore di Milano, cui ha lasc-iato un patrimonio di circa lire 60,000 vincolato da usufrutto a favore della di lui vedova.

Ordinanze di sanità marittima. Con recente decreto è revocata l'ordinanza di sanità marittima n. 6 dell' 11 settembre riguardante le provenienze dai porti russi del Mar Nero, fatta eccezione per quelle dal porto ~i K.herson e dall'isola di Cefalonia, sottoposte rispettivamente alle disposizioni contro il colera e contro la peste. (33)


1618

IL POLICLINICO

La peste in Europa.

Si è prodotto un piccolo focolaio di peste bubbonica nella Russia europea, sulle rive del mare d'Azof. Gli accidenti da salvarsan.

Il dott. Dreuw di Berlino ( Potsdamerstrass e , 31-a) raccoglie tutti i casi di accidenti gravi (morte, sordità, cecità, encefalite emorragica, pa ralisi, crampi epilettiformi, intossicazioni gravi_, ecc.) consecutive all'uso del salvarsan. Si dichiara grato ai colleghi che vorranno ·f avorirgli comunicazioni documentate e precise al riguardo. -Fin'ora nella letteratura sono già consegnati circa duecento casi letali da salvarsan.

se'g reto professionale medico. Un operaio passivo d'infortunio sul lavoro venne a morte n ell'ospedale di Lilla. Il medico fiduciario della Società d'assicurazione si rivolse al primario della sezione per conoscere l'esito dell'autopsia. Venne cosi a sapere che il paziente era colpito da leucemia. In .seguito a questa informazione Ja Società ammise che il decesso non dovesse ascriversi all'infortunio e quindi rifiutò il pagamento di qualsiasi indennizzo. La vedova dell'operaio querelò il primario innanzi al tribunale di Douai per violazione di segreto pro,fes')ionale Il tribunale assolse il medico; ma la Corte di cassazioµe , innanzi alla quale venne la querela in seconda 1stanza . lo ritenne responsabile civilmente e penalmente. Il medico della compagnia d'assicurazioni, anch' esso querelato, è stato assolto. Usurpazione del titolo di professore. Il Tribunale di Torino ha condannato un tale che si qualificava di « professore » senza essere provvisto di alcuna laurea o diploma o incarico d'insegnamento. La sentenza richiama l'articolo r 86 del C. P., il quale parla dell'usurpazione non soltanto di grado accademico ma anche anche di titolo. Strana questione di onorario. •

Un medico che viaggiava sulle ferrovie belghe venne chiamato d'urgenza da un impiegato per apprestare le sue cure ad un viaggiatore colto da malore. Il medico inoitrò poi una parcella di 20 lire all'Amministrazione ferroviaria; ma questa rinunziò d i pagare. Il giudice di pace dette ragione aU' Amministrazione, ritenendo che l'impiegato aveva agito per semplice sentimento di umanità e che il medico avrebbe dovuto reclamare il pagamento dal viaggiatore assistito o da chi per esso. ,

Un ospedale volante. Un a1nericano, S. F. Cody, ha esperimentate ad Aldershot un ospedale volante. Si tratta di un b iplano, arredato di tutti gli strumenti necessari ad apprestare soccorsi d'urgenza ai feriti, (34)

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ed anche di una tavola d'operazione. Gli istrumenti, per quanto di una eccezionale leggerezza, sono di un& qualità eccellente. Questo aereoplano in tempo di guerra servirebbe a portare, colla massima prestezza. i soc corsi sani tari là dove le ambulanze ordinarie non possono arrivare che con lentezza e con diffi coltà Il colonnello Donegan, direttore dei servizi medici dell'armata inglese, ha contribuito a stabilire il disegno di questo ospedale di nuovo genere. (Avv. San ). Decremento delle mosche. Una Commissione nominata dal Governo inglese per studiare la natura e le cau·se di una malattia contagiosa che colpisce le api , ha messo in r~lazione questo fatto con la diminuzione delle mosche , che la Commissione stessa pone in rapporto coi progressi dell'automobilismo. Infatti da tali progressi deriva una diminuzione delle stalle ed è nello stallatico che di preferenza si sviluppano le mosche. . Così riferisce la rivista automobilistica inglese « Autocar ». Vittima del dovere. Il dott. Abondio Ragni di Meda ha contratto un'infezione gravissima nell'operare un paziente. Ricoverato nell'ospedale di Desio, vi è stato sottoposto all'amputazione del braccio destro dal chirurgo dott. Lolli. Le sue condizioni erano molto gravi. La perdita di Lucas-Championnière segna un lutto per la scienza. Nell'ora incerta in cui il genio di Lister applicava alla chirurgia le superbe scoperte di Pasteur, Championnière ebbe il merito di comprendere la verità e d'imporla con la forza sovrana della sua convinzione e del suo esempio. I suoi la vorì sulle ernie, sulle resezioni e sulla trapanazione, lo classificano tra i maestri della chirurgia pratica. È stato un educatore di prim'ordine: gli allievi si addensavano intorno a lui:> anzi non pochi col· leghi da lui istruiti divennero poi suoi emuli. A11' 11. Associazione internazionale della stampa medica » aveva portato, quale preside.n te, l'autorità del suo nome venerato. · Uomo benefico, chirurgo espertissimo, apostolo della verità. fu amato per la dolcezza del suo carattere ed ammirato pel suo valore. E' morto sulla breccia, mentre pronunziava una comunicazione alla Società chirurgica di Parigi Inchiniamoci riverenti alla sua memoria! P. M. Il 17 settembre moriva in Vetralla, il medico condotto dott. Salvatore Gugliuzzo, colpito da un attacco di angina pectorìs mentre attendeva ad un'operazione di parto. Non aveva ancora cinquant'anni, e da venti si trovava a Vetralla amato e stimato dalla popolazione. . Per la sua integrità di carattere,. e Eer le dot~ del suo cuore sarà lungamente rimpianto da.t A. G. colleghi.


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XX, FASC. 44 1 •

SEZIONE PRATICA

Rassegna della stampa medica.

Ann. Intero. de Chir. gastro-intest., 2. DELAGÉNIÈRE. « L'occlusione intestinale da calcoli biliari. - FAUVREL. « Contusioni del duodeno ». La Liguria Med ., 1 sett. FERRUA. « La medianità ». La Policlinique, 1 sett. Buvs. « Mastoidite atipica » . Lucina, I sett. CoLORNI. « Sjfilide e concepimento secondo le recenti vedute ». Ann. d'Ost., VIII. GENTILI. cc La decidua considerata come glandola endocrina ». - BONI. « Mola vescicolare infiltrante ». Deut. Med. Woch., 4 sett. KROMAYER. « Co~me­ tica medica della cute». - PrnKuss. cc La cura del cancro con mesothorium e terapie associate ». · Wien. Klin. Woch., 4 sett. SCHINDLER. cc Radiume mesothorium-terapia dei tumori maligni ». Vo~I'-. « I sarcoidi (Darier-Roussy) sottocutanei ». - GooDMANN. « Anastomosi artero-venosa nella gangrena iniziale ». Lo Sperimentale, 5 sett. « Atti dell'VIII riunione Q.ella Società italiana di patologia ». Gazz. d. Osp., 4 sett. CHIRI. <e Epitelioma della f~ccia trattato col principio attivo del fequirity

1619

D.

Gazz. Med. It., 4 sett. RuscA. cc Sulla bradicardia itterica ». Paris Méd., 6 sett. « Numero di oftalmologia, oto-rino-laringologia e stomatologia ». La Rif. Med., 6 sett. PALMULLI. « Modificazioni quantitative ed istologiche dei corpuscoli del sangue nel lavoro muscolare ». The Lancet, 6 sett. JONES. « Dolore e insonnia ». - BLANDY, COLE. (( Casi di pellagra nell' Inghilterra ». Pensiero ~ed., 7 sett. CATTANI. « AutenticazionEanatomo·patologica del fremito arterioso o polso vibrante e considerazioni cliniche sull'endopericardi te » Gaz. d . Hop., 4 sett. « Congresso francese di alienisti e neurologi ». - 9 sett. FERRAND e CoVILLE. cc F ebbre tifoide iniziatasi durante la vaccinazione antitifica ». Mediz. ,Klinik. 7 sett. BRtiCKNER. « Rapporti pa. tologici tra naso ed occhi ». - HART. « Sulla cosi detta costituzione linfatica » . Berl. Klin. Woeh., 8 sett. ASKANAZY. «La peritonite biliare senza perforazione ». - HERSCHEI· MER e R.EINHART. cc Sulla amiloidosi locale ». Galieia Méd. , sett. GOYANES. cc La miiasi intesti· nale ». Annals of Surgery, sett. ELSBERG. « Sui traumi della spina dorsale ». - ScHACHNER. cc L'asportazione totale del colon ». - 0LLERENSHAW. « Sui tumori sacrococcigei ». KIDD. « Purpura della vescica ». - LEONARD. « Il cancro del moncone cervicale residuo dell'isterectomia parziale ». The Journal A. M. A., 6 sett. CAPPS. cc Mal di gola epidemico da streptococchi ». - DAVIS. « Artrite cronica da streptococchi ». The Americ. Journ. of the Med. Sciences, sett. FOOTE. «Il vero valore dell'operazione per can· ero ». - KING e l\frLLS. « Il pneumotorace artificiale terapeutico ». JENNINGS e KING. « Gl' insetti agenti presumibili di trasmissione della pellagra ».

Ann. di Nevrol., II. III. c<" Morbo di Parkinson in un antico basedowiano ». Le Bull. Méd., 6 sett. PECH. cc Sul meccanismo d'azione della digitaie ». La Sem. Méd .. Io sett. RODILLON. « La calcireazione e ii suo significato diagnostico » . Miinch. Med Woeh., 9 sett. BESCHAD è SCHILLING. « Una nuova leucemia da sole forme di passaggio». - SwrFT e ELLIS. cc Sulla cura combinata locale e generale de1la sifilide del sistema nervoso centrale ». La Presse Méd., 6 ~ett. NoGUCHI. e Ricerche colturali sul virus della rabbia ». Journ. d. Prat., 6 sett. GouGEROT. a Nuove micosi ». - MoNTEOUIS. « Apprezzamento del vegetarianismo sul terreno dell' igiene ». Gazz. d. Osp., 7 sett. ScANDOLO. cc Importanza del calcio nella genesi dell'ateroma e d ell'arteriosclerosi e la loro cura colla dieta acalcica ,>. - ~r s.ett. F~INI. « Diabete insipido ed opoterapia ipofisaria ». Bull. d. Scienze Med ., sett. GAVINI. e< Urticaria pigmentosa nell'adulto». - PAZZI. «Dal campo os~etrico·ginecologic? alle frontiere della pedia. tria e della eugenet1ca razionale >). La Presse Méd., Io sett. BuRNAND. cc Come si comporta il polmone ·' opposto , , nel1a cura della tubercolosi polmonare col pneumotorace artificiale ». Riv. di Ig. e di San . pubbl., I6 sett. BERTI. (( Di una proba bile micosi del piede da Oospora hyatinula ». · Zbl. f. Ther., sett. COLIN. cc Sull'ormonal (ormone peristaltico) di Zuelzer ». Le Bull. Méd., Io sett. PLICQm~. « Le anemie della pubertà e loro trattamento ». Rev. de Méd. , Io sett. RENON e LEGAL. « La de · menza epilettica ». - KROKICWICZ. a Trattamento della tubercolosi ». Rev. de Chir.. 10 sett. BROCQ. cc Cura cruenta delle anchilosi viziose del ginocchio ». - RouBACHOW. « L'operazione di Freund nell'enfisema ' polmonare ». L'Encéphale, IO sett. DAVIDENKOF. (( Contributo allo studio della sindrome lenticolare ». L'Idrologia, ecc., n . 8. CALLENGA. cc Azione di alcune acque minerali sulla secrezione pancrea tica ». Wien. Klin. Woeh. , 11 sett. RIEHL e SCHRAMEK. « Il radium in dermatologia». - HYNEK. cc Sull'azione degli astringenti ». Deut. Med. Woeh., 11 sett. BERING. « Patolog ia della debolezza cardiaca ». - FuLCI. « Natura del timo e attitudine rigenera tiva di esso ». STRAUSS. « Sull'esame funzionale del fegato ». Derm. Woeh., 13 sett. C'RONQUIST. <<Come agiscono i balsamici? ». Riv. erit. di Clin. Med ., 13 sett. TROTTA e CANTIERI. « I processi suppurativi nella febbre me· diterranea ». Paris M é d., I 3 sett. ~IAN e SCHULMANN. « Com a cerebellare .». GouGEROT. "' Piodermiti tu ... bercoloidi ». Il Morgagni, 13 sett. ROMANELLI. « La diagnosi delle malattie pancreatiche ». Gaz. d. Hop., 13 sett. WEISSENBACH. (( Le menin· giti eberthiane e le manifestazioni m eningee della febbre tifoide >L

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1620

IL POLICLINICO

The Lancet, 13 sett. NICOLSON. « Sulla demenza criminale )). - RIDEAL. « Proposta di un metodo internazionale per la ptova dei disinfettanti » La Prov. 13 sett. CARLES. « Fluoro, ali. Méd., . menti e vino ». Gazz. d. Osp. , 14 sett. PARINI e ALLINEY. « Emazie granulose e sieroterapia antitubercolare .». Il Cimento, 15 sett. CRISTALLI. cc Proteggiamo la maternità » . Med. Klinik, 14 · sett. PF6RRINGER. cc Turbe affet· tive dei psicopatici ». - LANGS'fEIN. « Le pieliti nell'età infantile ». L' Ig. Sociale, 15 sett. GOSIO. <e Considerazioni et1ologicbe sulla pellagra ». Le BulJ. Méd .. 13 sett. PoTTERAT. a Epididimite tubercolare ». La Rif. Med., 14 sett. FARMACBIDIS. (( Sulla genesi dell'ateroma aortico e sulle alterazioni del miocardio d a esso dipendenti ». - GAVINI. « La cutireazione della sifi!ide ». FAZIO. « Mio.i clonia epilettica familiare ». Berl. Klin . Woch. , r5 sett. FLEXNER e NOGUCH!. « Coltivazione del microrganismo della poliomielite epidemica ». -- - ZsCHUCKE. cc La modificazione Miiller-Brendel della reazione Wassermann nella malaria ». Bull of. the J. Hopk. Hosp. . sett. HURWITZ. « Osteite deformante ; malattia di Paget »..K.Nox. « Diabete nella prim~ infanzia )). - AusTRIAN e FRIAD. « Produzione di ipersensibilità passi va alla tubercolina ». - THEOBALD. « Potere accomodativo sub normale ». EvANS. « Sclerosi unilaterale dell'arteria polmonare ». The Journal A. M. A. , 13 sett. DUNKAM. « Il pneumotorace palliativo agevolato dalla stereoroentgenografia ». - MITCHELL. " L'anestesia locale~. - POPE. « L'idroterapia della fatica nervosa». Pathologica, 15 sett. GABBI. « Sulla identità clinica ed etiologica della Leishmaniosi umana e canina ». - SANGIORGI. « Melitococcia in Piemo.n te ». La Presse Méd ., 17 sett. NoGucm. " La reazione luetinica (cuti·reazione della sifilide) ». La Sem. Méd., 17 sett. DE Bov1s. " La diagnosi delle salpingiti tubercolari ». La Liguria Med. , 15 sett. PESCI. « Studio rontgenologico delle stenosi del colon ». - VrnoNI. cc L'acido glicuronico negli epilettici ».

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XX

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Journ. Méd. Français, r > sett. «Numero sulle applicazioni recenti di fisioterapia ». . Il Morgagni, sett. D'ALESSANDRO. « Cirrosi d'origine tubercolare 11 • Irpinia Med., sett. PERUGINI. cc La pratica delle emorragie post partum ». -- CARBONE. « La terapia della diarrea nei bambini ». L'Attualità Med., 15 sett. A!ITTONINI. « L'evoluzione della t Lcnica e dell'organizzazione mani . comiale ». Ann. de Méd. et Chir. inf. 15 sett. GuIBÉ. cc Rapporti fra appendicite e diverticolite ». Wien. Klin. Woch ., 18 sett. LEI'l'NER. « La diagnosi precoce del carcinoma gastrico ». Revue Neurol. , 15 sett. RAIMISTE. « Sciatica spi· nale ». · Rev. de Thér.~ 15 sett. LABBÉ. « Trattamento della gotta ».

' Il fascicolo di ottobt'e 1913 della nost,a Sezione Chlr~rgiea contiene i se~uent.i lavo,i: I. t>rol. Ignazio Scalone. - Ernia crurale strozzata della tromba u terina con sindrome d'ileo paralitico. Operazione. Guarigione. II. Dotl. Nicola Leotta • Sulle f~rlte del cuore. III. Dott. Giulio Diat&l - Appunti di tecnica sulla prostate· ctomia soprapubica. ' IV. Dott Puglisi-A.llegra Stefano -· Su alcunl casi di a ngina di Ludwig. V. Dott. Raniero (Jssall - Contributo a Jla topografia del e sinus terminalis • della dura madre spinale con considera zioni chirur· giche. VI. Dott. Anrelo c:Jbiasscrinl - Plastiche vasali con lembi liberi d'aponevrosi.

lt fascicolo di ottobre 1913 della nostra Sezione

Medica _c ontiene i seg-uenti lavo,i: I. Prof. R. Massalongo e Dote. U. Gasperlni - Sulla osteo-ar·

tropatia ipertrofica pneumonica. II. Do&,. G. lzar - Un caso di ascesc;o polmonare venuto a guarigione mediante pneumotorace artificiale. III. Dot&. Cesare Pezzi - Considerazioni sopra due casi di dissociazione atrio-ventricolare completa. IV. Dott. T. Pon&ano - Rapporti tra malattie da siero e fenomeni anafilattici.

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Indice alfabetico per materie. Alcoolismo acuto e infezione pneumococcica. . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1606 Collasso grave dovuto ad iniezione di preparati mercuriali . . . .. . . . . » 1604 Fanciulli emigranti: tutela igienica . . ~ 1606 Febbre mediterranea: epidemia. . . . » 1596 Feci : studi moderni ~ . . . . . . . . » 1588 Fratture recenti della rotula: cura . . 1 1592 Leucemia mielogena con particolare manifestazione oculare. . . . • . . . . » Liquido cefalo-rachidiano: semeiologia » Rom a, 191' -

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T lp. Na:cionale d i G. B ertero e C

Medici (I) e le elezioni politiche • . . Pag. 1612 Medici scolastici: congresso. . . . . . » 16or Medico di Roccagorga (Il caso del) . • » 16o9 Morti da salvarsan e da neosalvarsan. . . . • . . . . . • . . . . • . Neurastenia: d efinizione . . . . . . . Neurosi traumatica: reazione miaste• J) 16o3 ntca . . . . . . · . · . · · · · · · I 1601 Prostatectom1 a transvescicale. . . . • Reazione di Wassermann nei rapporti )) 1605 con la cura antisifilitica. . . . . . • I. P ozz ,


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.Rozna. 9 novembre 1913

Anno XX.

Fase. 45

SEZIONE PRATICA DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI

Prof. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO.

Lavori originali: Dott. G.

Nannini: Osservazio,.i s14lt'anestesia generale con l'etere solforico. -

Sunti e rassegne: CHIRURGIA:

_<\lJard: Intorno alta diµ,gnosi dett'ulcera du.odenale. - Caillé, Durand e Ma rre: Risultati immediati e lontani della cura chirurgi,ca dell'ulcera gastrica o duodenale. - Moveau: Sulla recidiva delle ulceri dopo la gastroenterostomia da steno si non neoplastica del Piloro. - SIF~OGRAFIA: H. Noguchi: Paralisi progressiva e sifilide. - MEDICL.~A: Waucomont: L'intossicazione tabagica. - Medicina sociale : E. Ginestous: .La vis1:buitd dei segnali colorati delle strade errate. - Lezioni: Labbé: Sul diabete bronzino. Osservazioni cliniche : Dott. Emanuele Mondolfo: Sopra un caso di m eningite cerebro-spinale gut1rita con le iniezioni endov1nose di sublimato. - Dott. Centra Clodoaldo: Un caso di anemia perniciosa progressiva curato e guarito . con iniezioni endovenosi di sublimato corrosivo . - Dott. O. Paleani: Il m etodo Baccelli del salasso alla pedidia applicato in un caso rii an<Uri'a calcolosa in soggetto già nefrectomizzato.

Appunti per il medico pratico : MEDICINA SCI.ENTIFIC.<\: Ltsioni della tiroide nel niorbo di Basedow. -

CASISTICA: Il punto laterale addominale e la diagnosi delle tl.ffezioni Pleuro-polmonari acute nell'adulto. - La contratt'ura tldla parete ,.ei traumatismi addominali. - TERAPIA: Forme cliniche e terapia delle artriti blenorragiche. - Un vaccino atitigonococcico atoss,ico . - Posta

degli abbonati. - Varia. - Cenni bibliograftoi1 Nella vita professionale: La protesta di un sacerdote cone10 ì m6todi del ciarJatanismo . - Cronaca del movimento professionale. · Risposte a quesiti e a domande. - Condotte e Concorsi. - Nomine, promozioni e onorificenze. -Notizie diverse. - Rassegna della stampa medica. - Indice alfabetico per materie. Diritti•• propddà rl1ena&I -

lÌ vietata la riproduzione dl lavori pubblicati ne1 ·POLICJLINl(JO o la pub!Jlioa~Jon• dl sunti di esal

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LAVORI ORIGINALI OSPEDATiE CIV!ItE DI C..uu>I Sezione Chirurgica diretta dal prof. G. ZlRONI

Osservazioni sufi' anestesia generale con l'etere s9lforico. Nota clinico-statistica del dott. G.

NANNINI,

assist.

Da un materiale clinico di 1 000 anestesie, prodotte con l'impiego esclusivo dell'et('.re, mi permetto fare emergere delle ccnside. . azioni atte a portare un contributo sulle qualità di questo liquido usato a scopo narcotizzante. Nelle 1000, rientrano 100, che sono state prima particolarmente e poi in toto prese in esame, per portare anche delle cifre nei risultati dell'impiego dell'etere, cifre che riguardano la quantità media del narcotico usato correspettivamente al tempo ed ai vari tempi dell'operazione. Abituati dalla scuola e dai testi a considerare il cloroformio come il narcotico principe nell'anestesie generali, ma d'altra parte, o-

bligati sempre ad essere cauti e circospettì nell'impiego di questo, appena gli studi ultimi hanno risuscitato la questione dell' etere o del cloroformio, come liquido anestetizzante, e hanno nuovamente glorificato e magnificato l'etere, noi abbiamo voluto esperimentare la narcosi eterea, prima in qualche caso, e poi, soddisfattissimi dell' esito, addirittura in tutti i casi capitati alla osservazione. Ne è risultata l'intima convinzione doversi l'etere usare sempre dove ci sia bisogno di una narcosi generale e dove non esistono lesioni bronco-polmonari gravi : per più ragioni : prima, per la facilità della somministrazione, seconda, per il decors.o della narcosi, terza, per gli effetti immediati e postumi della narcosi stessa, quarta, per 1' estensibilità di questa a tutti i casi per i quali sarebbe stato permesso e non permesso 1' uso del cloroformio. Per «somministrare» l'etere noi abbiamo usato la maschera del Julliard, ma ci siamo costantemente attenuti al metodo u graduale » o a « piccole dosi » abolendo del tutto quello « asfissiante » q detto anche « a gran(I)


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di dosi >> e cercando così, con modificazioni proprie, di tenere una via di mezzo, fra l'eterizzazione classica, e 1' eterizzazione a gocce. Versando infatti nella maschera del Jul1iard l'etere a picçole dosi e ripetute spesso. al principio della narcosi, .diminuendo successivamente e per quantità e per frequenza, quando la narcosi vera ha avuto principio; t enendo sempre sollevata leggermente dal viso del paziente la maschera, e obligando così il paziente, tanto al princ~pio che durante la narcosi, a respirare non più vapori puri di etere, ma etere misto ad aria atmosferica, la nostra esperienza ci dimostra, di ' . . . . avere cosi accoppiato 1n parte 1 vantagg1 della narcosi « a gocce », coll'eliminazione degli inconvenienti del metodo « intensivo » colla maschera di Julliard. La condanna per la «maschera di J ulliard» e prima di oggi per l'eterizzazione in generale, fu dovuta massimamente ·al fatto di essere l'etere il fattore di molte turbe poln1onari post-narcotiche : oggi dopo l' anestesia eterea col metodo Witzel, si è compr~so non doversi l'etere, ma bensì il metodo di somministrazione seguìto, incolpare di queste complicanze polmonari. Gli studi e le statistiche del Mikulicz, del Witzel, del Salomoni, del Capurro, ecc . stanno a di mostrare questo fatto, e provano che le complicanze polmonari si verificano nella stessa media tanto dopo l'uso del cloroformio, quanto dopo l'us·o dell'etere, e dopo l' anestesia locale e spinale, ribattendo l'accusa della specificità infiammatoria sul polmone, attribuita all'etere, e facendo emergere come siano piuttosto tutti gli altri fattori inerenti al trauma operativo, e alle condizioni d' ambiente che creano un « locus minoris resistentiae pulmonalis ». Certamente cc il metodo intensivo», prima usato, riusciva dannoso, e spesso pericoloso e sopratutto perchè, senza la reclinazione forzata della testa, e nella preoccupazione del narcotizzatore di non far respirare al paziente dell'aria atmosferica, mal si evitava il pericolo dell' aspirazione del contenuto orale (muco, saliva, ecc. , commisto alla flora batterica · della bocca) nelle vie aeree superiori ed inferiori. Ma oggi usando o la eterizzazione «a gocce>> colla maschera di Esmark, o quella « graduale» colla maschera del Julliard, mai te11uta ermeticamente chiusa sulla bocca del paziente, ma sempre ad una certa distanza <la quella, usando la reclinazione forzata della testa indietro, e in ciò fare l'inalza1nento della mandibola, lingua e laringe, ~ la posizione (come sempre noi abbiamo r.i (2)

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<lottato) del paziente con i piedi rialzati e la testa in basso, si ovvia al pericolo dell' aspirazione e sue complicanze, e il risultato clinico lo ha dimostrato, poichè in 1 000 e pilì. anestesie coll'etere, soltanto un caso abbiamo avuto di bronco-polmonite grave, ma in stagione invernale ed in soggetto debilitato ~ dove forse più c'erano da incolpare le · condizioni d'ambiente precarie, che l'irritazione dell'etere sulle vie respiratorie; nel rimanente dei casi il decorso post-operativo . e' sempre stato ottimo. Noi ci siamo sopratutto attenuti al metodo suesposto, piuttosto che a quello « a gocce» , per ragioni di economia di tempo e di costo : perche così, mentre le modalità della somministrazione sono altrettanto semplici e comode, sì è ridotta d'assai la quantità del narcotico .usato, e si è anche abbreviata la durata della narcosi, risparmiando sopratutto sul tempo del periodo iniziale, preparato1·io., precedente alla narcosi vera: cosicchè, mentre su un materiale di 100 operazioni comprendente casi svariati e clini~a~ mente importanti abbiamo avuto per una durata media di ogni narcosi di minuti 31 3/ 4. l'impiego di eme. 101 r/ 2 di narcotico, del quale eme. 53 I / 2 sono abbisognati nel periodo iniziale, durato in media 7 minuti,. mentre gli altri eme. 48 ·s ono stati sufficienti per condurre a termine l'operazione (corrispondente a minuti 23 3/ 4 di «tolleranza chirurgica»), nelle poche eterizzazioni a gocce abbiamo speso molto più tempo e molto più materiale, aggirandosi in media il periodo iniziale sugli rr-12 minuti, con lo impiego di 100., 120 eme. di etere, con una quantità totaìe, a operazioi;ie compiuta, di più di 200 eme.; mentre d'altra parte, per quello che abbiamo riferito di sopra siamo riusciti a carpire i vantaggi propri dell' ete- . • • r1zzaz1one « a gocce ». Il secondo grande vantaggio dell'uso del1' etere su quello del cloroformio, rispecchiante le modalità di « decorso della narcosi >> riguarda vari fenomeni. Raccorciam.ento manifesto del periodo cc preparatorio . in toto (7 minuti), e mancanza o assoluta brevità del periodo di « eccitamento ». Usando l'etere non si hanno di solito, al prin-cipio della narcosi, quelle reazioni muscolari veementi come per il cloroformio: il malato che si adatta :fino da principio più facilmente all'odore caratteristico, e respira meglio, :finisce spesso per passare nel cc sonno vero narcotico » senza fenomeni reattivi o con ben pochi; e una volta iniziato il perjodo di «tolleranza » la narcosi è calma,


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profonda, accompagnata da assoluta risoluzione muscolare. Questa quiete assoluta si mantiene sopratutto colla reclinazione forzata della testa : così ·divengono rari i ran, toli tracheali, non si ha cianosi, nè dispnea, ed eccezionalmente siamo costretti a sospend.ere il corso della eterizzazione. Nei nostri casi mai è abbisognato di intervenire col s11ssi~io dell'ossigeno, nè con iniezioni stimolanti l'attività cardiaca, e per ciò non abbiamo sentito ~l bisogno di somministrare ai nostri pazienti, prima della narcosi, nè iniezioni morfiniche, nè clisteri alcoolici. Per ciò che riguarda le « complicanze immediate» della eterizzazione, conviene ricordare come non si abbia quasi mai il vomito a molestare il corso del sonno narcotico e mai addirittura quell'indebolimento e quelle intermittenze di polso, non rare a riscontrarsi nei cloroformizzati . Sembra anzi che l'etere ecciti l'azione cardiocinetica; e ii1fatti molte volte rimaniamo sorpresi, di qt1anto il polso guadagni di regolarià durante il sonno dato dall'etere, di conse guenza non si sono mai avuti nè fenomeni di collasso, nè di sincope, e questo lo dimostrano anche delle statistiche estesissime, quanto quelle di Gurlt, di Tilmanns, ec: . . altrettanto manca il fenomeno della « sincope cardiaca primaria laringo - riflessa» che col cloroformio è uno degli accidenti, c1uantunque fortunatamente raro, pure altrettanto temibile quando capiti : chè se il :respiro può arrestarsi, la cau sa è di origine respiratoria, e quindi non pericolosa. Ma pure i fenomeni di « apnea respiratoria » sono eccezionalmente rari : perchè i limiti della narcosi sono molto più estesi che non per il cloroformio ; cioè la distanza fra dosi che dànno l'anestesia e dosi che compromettono la vita, è molto più breve per il cloroformio che non per l'etere e questo è un pregio grandissimo, di capitale importanza, permettendo, anche in mani poco esperte, di evitare il pericolo della sop1~adose. Le «complicanze tardive>> della eteronarcosi sono addirittura molto meno importanti e molto più rare che non per la cloronarcosi . Il « risveglio » avviene molto più rapidamente e in modo più completo che non ·dopo la cloroformizzazione : è difficile che il paziente continui a dormire oltre i cinque minuti primi dal termine della narcosi : passati i quali non rimane nè confuso, nè delirante, non presenta senso di ambascia, come non è tormentato che rarissime volte dal vomito. Se conati di vomito si

hanno, per lo più questi sono poco intensi e durano poco : permettendo, di regola, trasc9r se le prime 5 o 6 ore, la somministrazione al malato di un po' di materiale liquido, e nei bambini e nei robusti, se il genere d'intervento lo permette, anche un po' di cibo che i giovani pazienti reclamano ardentemente, godendo ormai di un vero senso di benessere. Il pericolo di « so:tfocazione » mentre il malat o non è ancora risvegliato,, per cad11ta della lingua inqietro, non è stato da noi non solo visto, ma neppure sospettato. Com manca o è piuttosto r aro il vomito, così manca la cefalea, la nausea e. la sete ardente propria dei cloroformizzati. Abbiamo detto di sopr a le modalità di tecnica da seguirsi per 0\ Viare a quelle complicanze polmonari che sono state il maggiore attacco di offesa contro l'eterizzazione, per cui credo inutile ritornarvi : abbiamo di contro la tanto attenuata tossicità dell'etere per il fegato, il rene e cuore da potere « estender e ». il suo uso a . una gran quantità di pazienti, per i quali con rischio avremmo potuto adoperare il cloroformio : e questo si dica per gli individui molto avanzati in età (70-75-80 anni), per individui con tare dell'apparecchio cardiaco dove l' etere talvolta ha maravigli.ato, facendo come da medicamento : elevando la pressione sanguigna, e' agendo da vero cardiocinetico : ·p er gli individui lesi nel ricambio materiale, con t are epatiche e renali, dove l'etere si può usare impunement e (mai abbiamo visto · la degenerazione grassa del fegato o un peggioramento di una nefrite), e sopratutto poi per i bambini di tenerissima età (nei quali adopriamo la somministrazione del narcotico «a gocce» con la «maschera di Esmark»), do,Te poche gocce dànno un sonno profondo e non arrecano al paziente alcun disturbo nelle condizioni della vita vegetativa. • Per cui, tirando le conclusioni a questa su ccinta esposizione, conviene che io raccomandi al ceto chirurgico l'impieg9 dell' etere, che, nel razionale suo uso, non presenta che rari casi di contro-indicazione (lesioni bronco-polmonari di una certa importanza.), là dove è indicata la narcosi generale : ma che anzi, dato il suo modo di comportarsi nell'organismo, riesce, r elativamente agli altri anestetici, l'anestetico a cui sempre si deve ricorrere, a beneficio dei pazienti , e a tranquillità dell'operatore. 1.:.

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Anzitutto è necessario mettersi d'accordo sulla sede vera dell'ulcera duodenale. È stato proposto di considerare come confine fra duoCHIRURGIA. deno e piloro una piccola vena che costantemente decorre trasversalmente nel tratto interIntorno alla diagnosi dell 'olcera d oodeoale. medio; ma secondo le osservazioni di Kiimmel1 (ED. ALLARD. Medizinische Klinik, r9r3, n. 14). è questo un s eg·no molto incerto e convenzionalmente stabilito, per cui spesso seQondo i criDa quando gli autori an1ericani ed inglesi teri subiettivi di giudizio un'ulcera della rehanno messo in evidenza la frequenza straordinaria dell'ulcera duodenale, l'interesse per la . gione può essere. attribuita al duodeno od al piloro. sintomatologia di questa malattia è cresciuto Fra i sintomi più importanti il dolore tiene il anche fra noi: i risultati delle nostre osservaprimo posto, secondo il giudizio degli inglesi zioni non ci hanno portati lontano dalle statie degli americani. Questo dolore intenso, cram· stiche dei fratelli Mayo, di ìYioynihan ed altri. piforme, trafittivo! t erebrante si manifesta per È interessante fermarsi ad esaminare le ragioni della discordanza delle opinioni circa !a lo più 3-4 ore dopo il pasto e dura circa un'ora, Però il primo inizio del dolore può oscillare ia difficoltà della sintomatologia in rapporto alla I a 4 e 5 ore dopo il pasto; ma quanto più diagnosi di q11esta malattia. lVIentre i chirurghi tardi compare il dolore, tanto più probabile è ~ a suq.detti ritengono sia singolarmente facile tale presenza dell'ulcera duodenale. dia~11osi e lVIoynihan pensa che ben poche m aSpesso il dolore si presenta a stom aco vuoto, lattie presentino una così chiara fenomenologia, a digiuno: a questo particolare alcuni autori Ewald e Bier sostengono che la diagnosi delcome Mo,y nihan dànno un valore decisivo J altri , l'ulcera del duodeno è nient'affatto sempiice. come Ewald non accordano alcuna importanza. Della stessa opinione son) F. Miiller, Gruber, Dopo il pasto della sera, i dolori notturni a Cramer. stomaco vuoto sono ancora più caratteristici . Purtroppo ben pochi dati sicuri possediamo L'ingestione di cibi o di sostanze alcaline li miper essa, e in vece quanti errori diagnostici tigano o li fanno .cessare ; e però il paziente sono st ati commessi, e quante volte è st at a diasuole a\Tere con sè o t enere accanto al letto g nosticata un'ulcera duodenale inesist ent e e viqualche biscotto o delle sostanze alcaline. ceversa. I ..dolori h anno sede 11ell'epigastrio, a destra Naturalment e le cifre antiche non valgono più della linea median o co11 irradiazione verso lo in confronto ai nuovi criteri diagnostici. Lo stesso lato. Ma11cano le irradiazioni dolorifich e st esso Moynihan ancora nel I 905 riteneva ch e verso la colonna vertebrale; s ono state descritte oltre il 20 % dei casi di ulcera duodenale rimairradiazioni del dolore verso la coscia destra. 11evano latenti, non diagnosticati, :fìnch è recenIl dolore può aver sede nella regione ombeliteme11t e è venuto ad ammettere l'opinione su cale. ricordata. I fratelli Mayo fra centinaia di casi Come si vede, questi dolori dell'ulcera duodeoper ati h a11no avuto soltanto rari errori diag11ùnale hanno dei caratteri che noi sogliamo ritestici. Fra 23 casi operati da Bier, in r 3 la dianere tipici per la iperacidità dello stomaco. gnosi fu riscontrata esatta, Secondo la st ati' necroscopico Anche a questo proposito ~i sono affacciate idee sticà recent e di Gruber, il reperto su 53 casi di ulcera duodenale sezionati a Stra- estreme : si è voluto negare qualunque altra sburgo negli ultimi IO anni, soltanto il r5.3 % causa della ·ipercloridria e si è ammesso ch e dei casi erano s tati clinicamente diagnosticati: questa sia semplicemente un sintoma dell'ulcera duodenale. Con questi concetti la diagnosi dele soltanto il I O% in 88 casi sezionati a Monaco. l'ucera duodenale, basata su sintomi così poco Ciò si spiega per il fatto ch e in genere ai chicaratteristici, diventerebbe ancora più incert.1, rurg i i casi clinici si presentano con quadri ed una serie di malattie molto semplici; come sintomatologici completi : b~n altrimenti avper es. l'ipercloridria dei fumatori, sarebbero· \7iene in u11 ospedale. In moltissima parte dei esposte a pericoli seri. Del resto è strano come casi di Gruber, l'ulcera duodenale era un fatto concomitante con gravi malattie gener ali, la i dolori dell'iperacidità possano assimilarsi con quelli dell'ucera duode11ale : si differenziano gravità delle quali mascherava in parte la sinsopra t11tto per l'intensità e l)er l'ora della comtomatologia dell'ulcera. Dai risultati di ulteparsa. riori esperienze dobbiamo aspett are di poter l\iolto caratteristico è il fatto che gli acces~i trarre un rapporto più preciso fr a i casi diagnodolorosi, con o se11za trattamento alcuno, dopo s tica ti di ulcera duodenale e i casi veramente lln periodo più o m eno l 11n go possono scom p'lJ)r esenti.

SUNTI E RASSEGNE

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rire, per ritòrnare poi all'improvviso. Ciò si avvera in genere in conseguenza di errori dietetici o per causa di raffreddamenti, tanto che secondo Moynihan queste recidive si hanno per lo più durante l'inverno. Questa periodicità degli accessi dolorosi è così caratteristica, ·che Moy·ninhan dice che un'iperacidità intensa recidivant e è propria dell'ulcera duodenale. Un carattere d'importanza per la diagnosi differenziale con l 't1lcera gastrica è che i pazienti di ulcera duodenale hanno buon appetito, sogliono avere fame, manca in genere in essi il dimagramento, e le loro buone condizioni generali contrastano con la presenza di una così grave affezione. Secondo .l' A. invece per lo più si ha sempre un certo grado di denutrizione, e due dei suoi pazienti per la paura del dolore non sapevano che cosa mangiare. Dello stesso parere è Albu. Anche qt1esto sintoma dunque è contraddittorio, come molti altri sintomi dell'ulcera duodenale. Gli autori sono invece d'accordo nel ricon :>scere la rarità del vomito dell'ulcera duodenale · ciò parla contro la possibilità della diffusior(· dell'ulcera duode11ale dall'ulcera gastrica. In quest'ultima invece il , ..omito è molto frequen· e e ti pico, e secondo l'esperienza dell 'A. il primo vomito sul quale l'infermo richiama l'attenzio- . ne, spesso è un'ematemesi più o meno grave. Gli autori inglesi ed americani ritengono cbc a nt1lla valgono i sintomi obiettivi, e che i dolori descritti bastino sempre alla diagn -si. È importante anche il comportamento dell 'acido cloridrico. Per lo più è stata riscontrata jpercloridria, spesso anche acidità normale m:i. delle volte anche ipoacidità e fu osservata persino mancanza di acido libero. Dal comport .. mento dell'acidità gastrica dunq11e non abbiamo dati di valore sicuro per l a diagnosi iri. esame. Forse l'intens ità varia dei dolori è in rapporto col grado di acidità; e forse la frequente ldtenza dell'ulcera duodenale si spiega con l'acloridria. Di maggior valore è il dulore alla pressione, che si ha all'epigastrio lateralmente a destra della linea mediana, o nella linea mediana co11 irr.a diazioni verso destra. Se il dolore alla pressione manca, esso sempre si risveglia, secondo lVIoynihan, durante l'accesso di dolore spont:;.neo. La zona di iperestesia descritta da Mendel nella stessa ragione non è stata da altri confer.a1ata. Recente1ne1tte -~.lbu ha descritto come un fenomeno patognomonico, nei periodi degli accessi dolorosi, un forte grado di insufficenza motoria dello stomaco. Anche a stomaco d1·

P RATI CA

giuno, si riscontrano residui alimentari con tutti i fenomeni della stasi gastrica, fermentazioni, ecc. Ciò è dovuto allo spasmo del piloro, che dev'essere anche considerat o fra la cause dei dolori. Alla radioscopia l' A . ha osservato che il comportamento dello stomaco in genere ha una particolare importanza per la diagnosi dell 'ul, cera duodenale. Per processi u lcerosi del tratto gastro-enterico, è strano come nella letteratura si abbian.~) poche ricerche intorno ad un sintomo d 'interesse capitale, le emorragie. Ciò è dovuto i11 parte al fatto che gli inglesi e gli americani dànno nessun valore speciale ai sintomi obbietti-vi, e perciò non hanno fatto ricerca speciaJ e delle emorragie occulte. Non ogni emon·ag:a, come pensa Moynihan, ma soltanto le emorragie abbondanti dovute a rottura dell'arterir pancreatico-d11odenale sono cla considerarsi come complicazioni della malattia. È da ritenere eh e in ogni ulcera a pert.a mol ro spesso si può essere sicuri di avere una piccola fuoruscita di sangt1e, che in date circost anze (, di111ostrabile nelle feci. Se non si fa l'esame delle feci, una minima quantità di sangue può sfuggire all'osservazione. Il reperto di sangue nelle feci in casi di mancata emorragia nello stomaco è fra i migliori segni diagnostici dei-· l 'ulcera òuodenalt. A prova migliore de·lla sede dell'ulcera nel du.odeno, Einhorn prende un filo di seta bianca . lt1ngo cm. 75, lo lega ad un estremo col suo pa.nierino e lo fa inghiottire, indi lo fissa con l'altro estremo all'arcata dentaria. Lo lascia in sit'u dt1r.a nte la n otte, cli modo che esso si tinge in rosso se si ·verifica un'emorragia: se si tinge a · 55-65 .C'm. di distanza dall'arcata àentaria, l'emorragia h a sede nel duodeno. Questa ricerca però ha valore molto relativo. J~a sonda duodenale di Einhorn e Lazarus, e la cannula duodenale di Gross sono mezzi no... scevri di pericolo : Gross però ha potuto dimostrare la presenza di sangue nel conte1111to du< denale in 4 casi su sei, mediante l'aspirazione. L'autore ha cercato di provare l'esistenza dell 'ulcera del duodeno mediante la colazione di prova con l'olio. Secondo le osservazioni di ~3ol­ dyreffs sui cani, che poi sono state applicat e con successo in clinica da Volhard, Ehrmann, Lewinski ed altri, si sa che dopo l'introduzione nello stomaco di una grande quantità d'olio, si ha il rigurgito nello stomaco del succo pancreatico e del contenuto duodenale. Questo metod, , si utilizza in clinica per raccogliere il succo pancreatico. Con questo mttodo è stat a dimostrat'l

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la presenza di sangue nel contenuto daodendle, mentre con le comuni indagini nel contenuto gastrico non si è trovata traccia di sangue. L, A. riferisce hrevemente tre casi cliniC'i che dimostrano l'utilità e la praticità di questo rn.etodo. l~on è questo t1n sintomo costante (a11C'b .= l '_.<\.. non l'ha trovato in altri d11e casi), ma certo ha u1ta i1nportanza n0te\ 0le. All'esame radioscopico, secondo le comunicazioni di Haudel{, Bier ed altri, si trovan., nell 'ulcera duodenale speciali alterazioni, a carico dello stomaco e del duodeno, eh.! possono giovare alla · diagnosi in esame. A c?-rico dello stomaco sono stati osservati: ptosi, spostamento a destra, residuo alimentare dopo se1 ore e più lai pasti di prova, e un vuotamento rapido dello stomaco subito dopo l'ingestione del cibo, ciò che indica un'esagerazione della motilità del duodeno. In corrispondenza del duodeno si osserva un ostacolo al passaggio della sospensione di bismuto benchè l'entrata'nel duodeno sia libera, l'o1nbra del bismuto sempre presente 1101 1uodeno a volte sotto forma di zaffi, e quivi sempre frequente il dolo::e alla pressione, infine la ferma dell'1tlcera impregnata di bisnl11to sull..\ p:irE:·te del duodeno. Nat11ralmente vi sono dei casi 5n cui questi segni mancano, e la radioscopia f':>rnisce dati fallaci. Nella diagnosi differenziale, oltre l'ulcera gastrica, bisogna prendere in considerazione anche l'appendiC'ite e la colelitiasi. In conclusione, si può dire che tutti questi sintomi non ci dànno mai la sicurezza assoluta nella diagnosi dell 'ulceta duodenale. A ragione gli americani e gl'inglesi metto110 in prima linea gli accessi di dolore; ma no11 sono neppure privi di valore i sintomi obiettivi. Bier ritiene che la causa principale della sproporzione fra le statistiche. nostre e quella degli anglo-americani consiste nella differenza -Jei metodi diagnostici adoperati. . Alcuni autori incliner~bbero all'idea della laparotomia esplorativa : 1' A. non crede che l'esempio deg·li americani sia da imitarsi, fo11dandosi soltanto sui dati anammestici. Tutte le osservazioni finora fatte dimostrano che all'ulcera duoaenale manca ancora un complesso sintomatico caratteristico, costante e non fallace. ~'enorme letteratura degli ultimi anni ci clà la misura del bisog:no di nuove conoscenze per la diagnosi di questa malattia, alla quale p11ò essere utile in alcuni casi il metodo usato c.lall 'autort>. 1

S . P.

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Risultati immediati e lontani della cura chirurgica dell'ulcera gasklca o duodenale. (CA~LÈ, DURAND

e MARRE. A-rch, rnatadies

appa~eil

diqestif).

Per apprezzare i risultati ed il valore dell 'intervento chirurgico nella cura delle ulcere della regione pilorica, non basta fare in una statistica globale, il percento dei successi e degli insuccessi, nè far dipendere i risultati dalla sede esatta dell'ulcera, e dalla varietà clinica della sindrome che ne deriva. Gli esiti immediati o lontani dell'operazione dipendono: 1° dalla sede dell'ulcera; 2° dall'antichità della stenosi, e del grado di perturbazione da questa apportata alla motilità gastrica; 3° dalla igiene del malato: regime alimentare, ed igiene di vita; 4° dalle modificazioni che determina l 'operazionè nella funzione motoria dello stomaco. Vi sono, insomma, da un lato condizioni dipendenti dalla malattia, ed anteriori a l'operazione, e dall'altro condizioni dipendenti dal malato oper.ato e dalla • operazione. Riferendoci alla sede soltanto dell'ulcera stenosante, sembra che la proporzione dei successi clinici sia più elevata nelle ulceri iuxta-piloriche che in quelle francamente piloriche. L'età dell'ulcera e più ancora dei fenomeni di stenosi ha sensib~le influemrza sulla bontà dei risultati del1'intervento : nelle ulcere e stenosi antiche le t11rbe dispeptiche ricompaiono dopo l'operazione in r / 4 dei casi ; nelle ulcere croniche del pi· loro con stenosi recen~i soltanto in un 1iono dei casi operati ; nelle ulcere giovani con stenosi ;recenti mancano affatto le turbe dispeptiche post-operatorie, così pure la dilatazione gastrica permane più facilmente negli operati, quanto più è antica l'ulcera e la stenosi. . Nella comparsa di turbe digestive negli operati hanno grande importa11za gli eccessi nell'alimentazione, i lavori faticosi, gli sforzi cor. porei. Lo scopo della gastro-e11terostomia (operazione quasi esclusivamente pratica nella malattia in parola) è quello di ristabilire il transito normale dell'alimento dallo stomaco allo intestino. Essa cagiona spessissimo l'alc.alinizzazione, o quanto meno neutralizza il succo gastrico iperacido per il reflusso della bile e del succo pancreatico. Non pare che siano sufficienti a spiegare le turbe po~t-operatorie nè la soppressione di questa neutralizzazione, nè l'assenza più o meno tardiva di funzionamento della bocca anastomotica. In parecchi operati, con turbe dispeptiche intensissime, si è quasi sempre riscontrata ipoacidità. Se non pare che vi sia


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SEZIONE PRATICA

rapporto tra la sede dell'ulcera, la natura cicatriziale o spastica della stenosi, e la funzione della bocca operatoria, non sembra nemmeno che vi sia nella maggioranza dei casi un ra pporto definitivo tra le sindromi dispeptiche postoperatorie ed un disturbo passeggero, o una cessazione di funzione della bocca. Questa asserzione è fondata sull'eguale frequenza di funzionamento dell'anastomosi negli operati che più non soffrono, ed in quelli che soffrono di nuovo, perchè agli autori pare presunzione, in materia di esq.me radiologico dedurre l'occlusione della bocca dal fatto che non la si è vista funzionare ; solo i fatti positivi hanno un valore assoluto, e • di questi soli occorre tener conto. Per la medesima ragione, non si può parlare di impermeabilità assoluta del piloro dopo l'operazione; quello che si può affermare è la frequenza relativa della simultanea funzione del . piloro e della bocca operatoria, poco dopo o dopo molti anni dall'intervento, e tanto negli operati che più 11on soffrono, quanto in quelli che hanno ricominciato a soffrire dopo l'operazione. A spiegare la. patogenesi degli accidenti lontani, presentati da alcuni operati, si può portare 1'ipotesi della impermeabilità prolungata o definitiva della bocca anastomotica. La st enosi spastiche da ulcera prepilorica sono anche, se non più spesso guarite dopo l'intervento, che non le stenosi da cicatrizzazione di un 'ulcera del piloro medesimo. Il fattore preponderante della prognosi e, del valore dell'intervento pare risieda sopratutto nell'età dell'ulcer.a e più ancora in quello della stenosi: le stenosi recenti dànno i migliori risultati. Gli accidenti o le turbe dispeptiche, osservate più o meno lungo tempo dopo l'operazione, possono essere divisi in quattro gruppi, di differente importanza. Gli uni sono certamente di origine ulcerosa e di pendono o dalla persistenza di attività dell'ulcera stenosante, o dal risveglio dell'ulcer,a anticamente stenosante, o dall'esistenza di una nuova ulcera. Altri, relativamente più numerosi, sono paragonabili ai sintomi present ati prima dell'operazione, e costituiscono una sindrone pilorica attenuata, su cui hanno influenza indiscussa gli eccessi alimentari ed i lavori faticosi. Più frequentemente degli accidenti o delle turbe surriferite, si presentano dei fenomeni mal caratterizzabili di dispesia : pesantezza e ripienezza epigastrica, malessere generale ad ore non :fisse, rigurgiti frequenti, cefalea, stato di depressione psichica, inattitudine al lavoro, diarrea. Questi sintomi appaiono generalmente poco dopo l'operazione in r.apporto ,~ on la ripresa della alimentazione normale, e dispaiono dopo qualche settimana o mese. In

tutti questi infermi gli autori hanno riscontrato uno stomaco del ·tipo atonico, dilatato, postico. Una quarta varietà di accidenti post-operatorii, che dipende veramente dall'operazione stessa, è la diarrea. Dipende essa da una specie di incontinenza della bocca gastro-digiunale, dalle sue dimensioni, dall'atonia della muscolatura gastrica? Si deve invece attribuire a turbe secre-• torie secondarie del pancreas] Pare che tutti questi fattori debbano agire simultaneamente. Nella quasi totalità dei casi di stenosi pilorica antica o recente, completa od incompleta, dovuta ad un'ulcera cicatrizzata, od in evoluzione, del piloro o della regione pilorica, la gastro-enterostomia è stata seguita più o meno immediatamente da una guarigione completa o quasi. In questo secondo caso il più spesso residuarono, nei casi degli autori, leggere · turbe dispeptiche generalmente passeggere. G. QUARTA.

Sulla recidiva delle ulcere dopo la gastroenterostomia da stenosi non neoplasf,ica del pi· loro. (MOVEAU. Arck. de chiru.Ygie).

È relativamente frequente la recidiva dell'ul-

cera dopo la gastro-enterostomia per stenosi pilorica non neoplasica, donde le dispepsie gravi dei gastro-enterostomizzati, e la scomparsa dei benefici ottenuti coll'operazione. Sull'argomento vi sono n11merosi lavori, che però si occupano quasi esclusivan1ente dell'ulcera peptica del digiuno (Tiégel, Vaquez, Gosset, Schostach, Lion). Più di frequente nell'uomo la recidiva non dipende da eccessi alcoolici o da eccessi di alimentazione, ma dipende da la persistenza delle condizioni che determinarono l'ulcera primitiva, restando detti infermi degli i perpeptici. Il reflusso dei liquidi intestinali nello stomaco, ostacola indubbiamente la recidiva, ond'è che il processo operatorio posteriore di Von Hacker è il migliore di tutti, ma la recidiva si put; veri.fica;-e anche con questo metodo perchè nemmeno questo ha una azione certa sul chimismo gastrico. La regione del ?tea-piloro è la sede di elezione delle ulcere dopo la gastro-enterostomia, il che dipende dagli attriti ripetuti, dai traumi leggeri, ma continui del punto anastomotico e delle pareti vicine gastriche e intestinali. Dal punto di vista anatomico, si possono classificare queste ulcere in: ulcere perforanti con peritonite diffusa ; ulcere stenosanti ; ulcere aderenti con peritonite adesiva a piastrone, o complicantisi con fistola ga strica, o digiuno-colica. Le ulcere

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stenosanti occupano tutti, o parte dei bcrdi della ritonite diffusa, stenosi del neopiloro, fLstole di.~occa gastro-digiunale, la stenosano fino alla giuno e gastro-coliche possono (..SSerne le conseguenze. sua distruzione completa con cb!iterazione terminale. Le ulcere aderenti con piastrone si osLa diagnosi delle recidive è facile. L'anamnesi servano solo dopo la Von Hacker. L'ulcera, diremota, le turbe dispeptiche gravi, e sopratutto il reperto del vuotamento dello stomaco a digiunale, gastrica, o dell'orificio aaerisce per una placca di perigastrite, a sinistra dell'ombellico, giuno, e la localizzazione del dolore a s:nistra dell 'ombellico dopo 2-3 ore dal i1asto, sono dei alla parete addominale. Le aderenze si possonu mezzi di diagnosi eccellenti. facilmente rompere col dito; si ~ade c0sì in ut1a La cura sarà medica e chir11rgica. Regime cavità, che comunica col tubo tligesli\70 ed il dietetico, preparati di bismuto. L' interventc cui fondo circondato da bordi duri e callosi è chirurgico è vario e complesso : resezione gascavato in pieno muscolo retto. Tal volta la pastrica o intestinale e formazione di una nuova rete è completamente perforata, e una fistola bocca; distruzione di una fistola, ed entero-anagastrica si stabilisce. Le fistole gastriche e distomosi per stenosi .del colon, ecc. giuno-coliche sono una complicazione deila V011 G. Q. Haclrer. Non presentano- esse aderenze con la parete e con le anse intestinali ~he sono sede della :fistola; q~este sono libere nel peritoneo. SIFILOGRAFIA. Se la :fistola si è formata vicino all'anastomosi operatoria, il colon trasverso .fissato indietro, Paralisi progressiva e sifilide. alla sommità dell'.ansa del digiuno anastomizzat a, ha contratto in alto ed in avanti aderenze (H. NOGUCHI. La PYesse M édicaZe, 4 ott. 1913). con la grande curvatura. Il mesocolon ed il le' . gamento g·astro-colico, retratti ed ispessiti, forE noto che la paralisi progressiva è un' affemano nell'angolo di t1nione del digiuno e del zione ben det~rminata dei sistema nervoso cengrosso intestino come un sperone che contritrale, legata etiologicamente alla sifilide. buisce alla st enosi. Se la :fistola invece si forma È noto che Ja paralisi progressiva termina inelontana dall'anastomosi operatoria, il mesocolon vitabilmente con la morte , che colpisce gli uonon presenta nè ispessimento nè retrazione ; il mini con una frequenza quattro volte maggiqre colo11 non aderisce allo stomaco, e ne ricovre 1 della donna, che si manifesta nel pieno vigore tutta l a parte 1nobile quando questa si separa dal digiuno. Una terza particolarità è la ste- della vita, e che nella proporzione dal 15 al 30 ~lo nosi costante del col.on trasverso, per l'ispessi- gli alienati ricoverati nei manicomi sono affetti da questa malattia. mento delle pareti intestinali. Numerose e 'd ifferenti teorie sono state sosteL'ulcera può recidivare dopo pochi o nlolti anni e ·si manifesta o con sinto1ni gastrici o innute intorno alla patogenesi della paralisi pro, testinali, o con complicazioni : perforazione l)rltgressiva, senza giungere mai alla soluzione del sca, o :fistola digiuno-colica. I sintomi g·astrici, problema. presentano la più grande analogia a quelli delle Benchè le statistiche provino che essa si sviulceri del piloro. I vomiti ematici, incostanti, luppa nei soggetti sifilitici, non esisteva fino a compaiono tardivamente. Il vuotamento d ::!!lo qualche tempo fa la prova decisiva della natura stomaco a digiuno rivela sempre un Lerto grado specifica di questa malattia. Le scoperte citolodi stenosj, il liquido estratto è i peracido, è più giche, biochimiche e sierologiche hann? reso più o meno abbondante, e contiene residui 8-limcnstretto il rapporto fra la sifilide e le manifestatari ben visibili . • I sintomi intestinali sono la consegtteuza della zioni così dette parasifilitiche; ma mancava anstenosi del grosso intestino; sono segni di occlucora la dimostrazione dell'agente causale della sione cronica incompleta, più o meno intensi . \ 1i sifilide. ha diarrea , abbondante e ripetuta, ribelle a tutte. Le osservazioni di Nonne, Fournier, Krafit- . le cure, alternantesi con periodi di stipsi osti. Ebing ed altri sulla forma giovanile della paranate. Le feci 11on sono mai lienteriche, nè con lisi progressiva e la ~ua stretta parentela con sangue ; h anno color.e giallastro, o biancastro, l'eredosifilide , e le osservazioni di Zambaco, e sono semi-liquide. Nelle fistole alla sindrome Binswagger, Hiibner ed altri sulla esistenza sidell'occlusione cronica completa si aggiung\.1no multanea di manifestazioni luetiche e paralitiche vomiti ed eruttazioni di odore fecaloide. Non è indicavano strettamente la natura specifica di mai troppo 1'insistere sulla gravità della recidiva dell'ulcera dopo la gastro-enterostomi::i : pequesta affezione. La osservazione di Krafft-Ebing .

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SEZIONE PRATICA

-che i paralitici resistono all'infezione sifilitica è In un'altra serie di casi il periodo d'incubaimportante, perchè ricollega il processo morboso zione fu anche di circa tre mesi. della paralisi progressi va a quello della sifilide Queste esperienze dimostrano le proprietà in.attiva. fettive delle lpirochete presenti nel cervello ·dei La soluzione del problema del rapporto fra la paralitici e la loro debole virulenza per il cosifilide e la paralisi generale dipendeva dunque niglio. " ·dalla dimostrazione della spirocheta pallida J;lelle Graves è riuscito a provocare la cheratite ed lesioni di questa malattia. Molti insuccessi si erano , un,eruzione papulosa nel prepuzio del coniglio .avuti in queste ricerche. inoculando il sangue di paralitici. Questa dimostrazione fu fatta recentemente Da tutto ciò non possiamo conchiudere in fada Noguchi, e poi, con tecnica migliorata, è stata vore dell'esistenza di una specie di spirocheta ~onfermata da Marinesco e Minea, da Marie e specifica per il sistema nervoso centrale, ma ·ab· Levaditi ed altri. biamo la prova delle proprietà infettanti della Si può dire che nella paralisi progressiva si ha spirocheta della paralisi generale. una spirochetosi diffusa a tutto il cervello, loca· È sempre sconosciuta la causa del lungo inter~izza ta sopratutto nelle zone corticali. Si vede vallo fra il contagio della sifilide e la manifestaspesso che le cellule nervose contengono una o zione della paralisi progressiva (in media da 8 a più spirochete, mentre le pareti dei vasi sangui- 12 anni). ·gni sono integre. Alla risoluzione di questo problema il N oguchi Alla presenza della spirocheta nel parenchima ha eseguito un'altra serie di ricerche sperimen111ervo~o sono dovuti le alterazioni istologiche ed tali. i sintomi osservati nel corso della malattia. Il sistema nervoso centrale delle scimmie e dei Le proprietà biologiche della spirocheta pallida conigli è fortemente refrattario alla sifilide quando dimostrata nella paralisi progressiva sono di una anche il viru'3 sia introdotto direttamente nella .speciale importanza. sostanza cerebrale. La maggior parte degli aniGli autori che sostengono la origine sifilitica mali restano in perfetto stato di salute per un -della paralisi generale e della tabe s'appoggiano periodo di tempo indefinito dopo questa inocuin generale sulla benignità della sifilide nei primi lazione. stadi, primario e secondario. Essi pensano che È probabile che questi animali abbiano bisogne la spirocheta che più. tardi aggredirà il sistema di essere sensibilizzati prima che la spirochete nervoso centrale possegga un'affinità elettiva ~pe­ pallida possa infettarne il cervello. -cifica per quest'ultimo. Sono noti i famosi casi Per questa considerazione il N oguchi ha fatto -Osservati .d a Brosius, nei quali si trattava di pa- a questi animali una serie dì iniezioni endove· :recchi lavoratori del vetro infetta ti alla stessa nose di spirochete pallide morte e viventi, e dopo .s orgente, colpiti in seguito tutti quanti da para- un intervallo di cinque mesi egli ha fatto una lisi, tabo-paralisi o sifilide cerebro-spinale. Si può · inoculazione intracerebrale di emulsione di sifi·ritenere dal punto di vista pratico che vi sia un loma testicolare. Queste esperienze f.urono fatte in 12 conigli. :vi-rus ne'l'voso fra le spirochete pallide, ma ciò non -è dimostrato da nessun dato di fatto. Altri 4 conigli non sensibilizzati furono inoculati Per stabilire la patogeneità e poi le proprietà allo stesso modo per controllo. Tutti i conigli, "biplogiche delle spirochete osserva te nel cervello per un periodo di due mesi, si conservarono in dei paralitici, il N oguchi ha eseguito una serie condizioni invariate; poi alcuni degli animali co· <li esperienze. Ha inoculato 36 conigli con emul- minciarono a diventare torpidi, inattivi, emaciati, .sioni di sei cervelli di paralitici. In due dei co- con spasmi degli arti inferiori ed atassia. Queste nigli inoculati col materiale ottenuto da un cer- manifestazioni ebbero carattere progressivo: al vello paralitico ha osservato, dopo· 97 e rispetti- 3° mese i conigli non si muovevano più. In alcuni la reazione di Wassermann di venne vamente dopo 102 giorni, un'indurazione tipica nel testicolo e nello scroto. Nel primo caso le positiva. •• -spirochete erano poco numerose ; nel secondo 'I conigli di controllo non presentarono nessun -erano molto abbondanti. Come si vede, le mani. fenomeno morboso. iestazioni si ebbero con una lentezza straordiDopo 3-5 mesi furono sagrificati gli animalii naria. vi furono riscontrati nei vari casi segni di me2

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ningite essudativa non purulenta diffusa, atrofia unilaterale dei lobi frontali, piccole chiazze sclerotiche, indurimento diffuso della s~tanza cere· brale. La dimostrazione della spirocheta pallida non fu facile, ma fu positiva col metodo del Levaditi. Le alterazioni istologiche consistevano in una proliferazione endoteliale ed infiltrazione perivascolare, analogamente. a ciò che si osserva nella paralisi generale umana. Queste esperienze indicano che la sensibilizzazione rende vulnerabile all'invasione della spirocheta pallida il sistema nervoso centrale d'animali che altrimenti sarebbero ad essa refrattari. Ciò non è privo d'importanza per la interpretazione della patogenesi della paralisi generale pro• gress1va. P. SABELLA.

MEDICINA. L'intossicazione tabagica. •

(vVAUCOMONT. Le Scalpel).

Il tabacco contiene sette od otto alcaloidi, di cui il più importante è la nicotina, un derivato della piridina. Nella foglia di tabacco una parte della . nicotina si trova allo stato libero, il resto sotto forma . di combinazione organica (malato e citrato). Le foglie fresche ne contengono una quantità maggiore che non quelle preparate, in quèste la percentuale è va· riabilissima, ma non è assolutamente vero che i sigari cosidetti forti ne contengano una quantità maggiore dei sigari d~lci. Lehma.n e Weger dicono che mentre di questi si assorbe solo il 9 % della ·nicotina contenuta, dei forti si assorbe il IO %, ma la ragione del fatto va ricercata non nel valore dei contenuto, ma nello stato della mucosa assorbente: questa stimolata e irritata dagli elementi accessori che si formano nella combustione dei sigari forti (ammoniaca, basi piridiche), è messa in condizioni di resistenza minorata e quindi l'assorbimento è facilitato. Il f11mo del tabacco contiene il 75 % di nicotina trasformata, contiene anche piridina, anidride carbonica, ossido di carbonio e acido cianidrico, il quale ultimo mancherebbe secondo Habermann, solo nel fumo di pipa. Cento grammi di tabacco russo hanno dato a Pontag {ro)

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8 milligra mini d'acido cianidrico e 4124 eme_ d'ossido di carbonio; 1.1na sigaretta russa del~ peso di grammi 0.50 ha dato 18 eme. di OC emilligrammi 45 di nicotina. Nella combustionedel tabacco si.libera inoltre ammoniaca, in doseventi volte maggiore nel sigaro che nella sigaretta; · nelle foglie di tabacco infine si ritrova dal 5 al IO% di sa]i di potassio. Le ricerche farmacologiche anche recenti si. accordano nell'attribuire tra tutti i composti tossici del tabacco, il danno che deriva all,organismo, alla nicotina, che si assorbe per la mucosa, aspirata col fumo. Se i fenomeni· tossici sono anche meno gravi di quanto potrebbero essere, s'è perchè: 1 ° una forte quantità della nicotina sfugge· col fumo che s'eleva dal punto della com .. • bustione; ' 2° una parte si condensa per raffredda· mell.to nella sezione fresca del sigaro e lungo il tubo della pipa o del portasigari; 3° la nicotina, in parte, si combina con altre sostanze formatesi dalla combustione e• principalmente con la formaldeide per formareun composto incerto. Quella parte di nicotina assorbita, è rapidamente eliminata, secondo· alcunì in parte fissata e distrutta dal fegato. L'azione tossica immediata del tabacco è innegabile e si può scorgere facilmente dagli effetti che ha sul sistema nervoso il fumo del primo sigaro sul giovinetto· che s'inizia: egli impallidisce, grosse gocce di sudore gli imperlano la fronte, la saliva abbondante gli riempie· la bocca, il polso celere, talora rallentato, fì .. na1mente vomito e talora anche diarrea: vi ha adunque un'eccitazione generale del sistema nervoso, dei nervi vasomotori, secretori, cardiaci, dei nervi che presiedono alla peristalsi· intec:;tinale. A tale stimolo però facilmente l'organismo· diviene tollerante, non v'ha un vero mitri-· ·datismo per la nicotina. I disturbi più importanti che interessanodirettamente il pratico sono i candiovascolari: sperimentalmente il tabacco è capace di eccitare prima, quindi di paralizzare i nervi cardiaci, sia i moderatori che gli acceleratori, anche l'eccitabilità dei muscolo cardiaco stesso. è atimentata come hanno dimostrato Werthelmer e Colas. L'intossicazione tabagica agisce sul sistema arterioso provocando sul principio una caduta.


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della pressione in rapporto con la bradicardia, q11indi un forte rialzo della pressione che coincide con l'acceleramento del polso, dovuto all'eccitazione dei centri vasomotori midollari e a quelli del sistema vasocostrittore che occupa le stesse pareti arteriose: la vasocostrizione risparmierebbe le arterie cerebrali e le polmonari: quindi si giunge alla paralisi, ~on vasodilatazione e caduta della pressione. Clinicamente il fatto pitì sensibile, talora anche all'ammalato è la tachicardia. Possono insor· gere delle crisi ·pseudo-anginose con senso di grave angoscia, che possono anche asst1mere un carattere drammatico tanto da far credere al paziente d'essere affetto da vera 01ganica an· gina di petto . L'esame del malato fa notare talora la pre~enz a di irregolarità del polso da extrasistoli: angina ed extrasistoli scompaiono, se si abolisce completamentè il fumo. Lunga discussione v'è stata e dura ancora se il tabacco possa per sè esser causa di arteriosclerosi : ·1a dimostrazione nè clinica nè sperimentale è possibile; certo si deve pensare che. i continui insulti alle arterie provenienti dai mutamenti di pressione e dalla vasocostrizione prolungata sono ca11se tali da far pensare che il fumo favo,:isca il processo di sclerosi arte· • • r1osa. Il fumatore, oltre ai disturbi cardio-vascolari, ha spesso disturbi digestivi: perde l'appetito, accusa un senso di pressione e di ripienezza gastrica, non è raro vedersi sviluppare degli stati dispeptici. Il gusto è anche notevolmente alterato. Cramer ha osservatò che variano le turbe digestive a seconda della quantità del fumo: l'uso smo. dato del tabacco porta r~pidamente all'insufficienza motoria gastrica e alla costipazione spastica, invece negli individui che fumano poco, aumenta la motilità gastro-intes~inale (diarrea). ColÒro che « ciccano » presentano spesso diminuzione notevole dell'HCl gastrico che può andare fino all'acloridria: dal punto di vista meccanico e clinico il tabacco dunque danneggia le funzioni del tubo gastro-enterico. È dubbio ancora se il tabacco possa essere causa di aborto; la maggior parte degli AA. pensa che ad esso sono da attribuirsi sicuramente disturbi intestinali. •

Circa ai disturbi del sistema nervoso, lasciando da parte i psichici, ricorderemo la cefalea, l' emicrania, la vertigine, disturbi nel sonno, più raramente sincope od accidenti epilettiformi. Tra i disturbi motori: tremori, crampi. A carico degli occhi l'ambliopia nicotinica~ e specialmente se l'individuo è un alcoolista, l'ambliopia niéotinico-alcoolica. Pare che gl'individui tarati (alcoolisti, sifilitici, diabetici) risentano danni assai più gravi da lievi intossicazioni niconitiche, del normale. Il tabacco è quindi da proscrivere nei cardiaci, negli arteriosclerotici, nei sifilitici, nei dia· betici. Dal punto di vista medico la nicotina è stata talora provata ed utilizzata (occlusione intestinale, malattie cutanee), ma s'è visto che mentre gravi possono essere gl'inconvenienti scarso o nessuno era il vantaggio.

T. l'VIEDIOINA

PONTANO.

SOCI.AL~

La visibilità dei segnali colorati delle strade ferrate. (E. GINESTous.

P'>'ogr~s

Méd., n. 32, 1913).

L'autore si occupa, in questo studio, della vi-· sibilità dei colori prescelti per le segnalazio11i nelle strade ferrate, e della possibilità che essi si prestino a confusione. Le sue osservazioni s:i riferiscono a persone, come i ferrovieri, che possiedono il senso cromatico normale, . ciò che t: accertato con rigore da tutte le Compagnie con apposita visita medica. Non esistono in Francia dati statistici esatti sul numero di accidenti ferroviarii dovuti a falsa ii1terpretazione di colori . Le relazioni industriali dànno, nel quinquennio r905-r909 una cifra di 682 disastri causati da inosservanza di segnali (pari al 9.5 per cento di tutti gli accidenti) e probabilmente dovuti, secondo l 'autor e, in massima parte a confusione di colori. L a segnalazione per i treni, in Francia, è fatta a mezzo di bandiere, dischi, segnali quadrati, semafori, di giorno; e da lumi colorati di notte, o isolati, o applicati ai segnali fissi diurni. I colori stabiliti dal Codice di uniformità dei segnali sono: il rosso per la fermata assoluta ; il verde per il rallentamento ; il bianco per la '-·ia libera. Il segnale a scacchi verdi e bianchi, illuminato per traspar enza di notte, indica la bi-

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forcazione d'una linea, o serve per annunziare la prossimità di segnali di fermata assoluta. Il segnale giallo indica fermata nelle linee non percorse da treni in corsa. Segnali violetti indicano la direzione degli aghi degli scambi. Da alcune società è anche adoperato il colore bleu sia per indicare (Comp. del Mezzogiorno) che. l'ago d'uno scambio è disposto in modo da dare il cambiamento di direzione; sia per indicare (Paris-Lyon-Méd.) il cambiamento di direzione dei treni in u11a stazione. Critica dei segnali colorati. - Alcuni autori (Martin, Galezowski) dichiarano che, malgrado tutte le precauzioni prese dalle Società ferroviarie, può capitare che i loro impiegati siano affetti da anomalie dannose del senso cromatico. Da qui la necessità che si scelgano colori di segnalazione che siano confusi meno facilmehte. L'anomalia congenita più frequente è la discromatopsia ; in questa categoria i ciechi per il rosso ed il verde (daltonismo) predominano ; di conseguenza proprio i colori che hanno una maggiore importanza nelle segnalazioni, sarebbero quelli più frequentemente soggetti ad essere confusi. Oltre alle anomalie congenite del senso cromatico, ve ne sono ~umerose altre che sopravvengono in dati stati patologici. In alcune affezioni oculari, infatti, come nell'atrofia del nervo ottico, si ha alterazione nella • percezione del rosso e del verde ; nella retinite albuminurica si ha qualche volta la cecità per il bleu e nella retinite diabetica l'abolizione del senso . cromatico; nel distacco retinico si confondono il verde e l'azzurro. Nelle intossicazioni alcooliche e nicotiniche si ha alterazione nella percezione dei colori secondo quest'ordine: verde, rosso, bleu e giallo, ed in ultimo il bianco che viene percepi~o come grigio. Anche nel corso di alcune infezioni (scarlattina, tifo) si sarebbero segnalate alterazioni del senso cromatico. Nell'isterismo si può avere ·dapprima l'abolizione della percezione cosciente del verde e del violetto, poi quella del bleu e del bianco: in ultimo si ha la mancata percezione del rosso. Quantunque raramente, difetti simili possono capitare durante la gravidanza. Parecchi osservatori, infine, riferiscono che la fatica può provocare eritropsia, la quale può pure aversi per effetto di una luce molto viva. A causa di queste anomalie congenite od acquisite del senso cromatico, i segnali verdi e rossi, i più importanti per la sicurezza nella circolazione dei treni, sar~bbero quelli che si confonderebbero più facilmente: e perciò Giraud-

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Teulon propone che a questi due colori · siano sostituiti il giallo e l'azzu1To, i quali hanno una intensità 1uminosa che occupa il primo posto nello spettro, e che non sono oggetto di confus~one da parte dei daltonici. Oltre che di confusione negli stati patologici, alcu11i accusano gli attuali colori di segnalazione di essere i meno percepibili anche per un individuo normale. Questa questione è complessa, ed occorre studiarla separatamente per i segnali diurni, e per quelli luminosi in uso di notte. I segnali diurni consistono in bandiere e dischi. È difficile stabilire una graduazione di visibilità' per i colori, perchè questa di pende da molte condizioni, e specialmente dalla saturazione e della intensità della tinta. Per la saturazione bisogna tener conto che· nessun regolamento fornisce indicazioni sulla composizione dei colori. In quanto alla intensità, è risultato dalle esperienze di Aubert che il colore maggiormente visibile è l'arancio : viene poi il rosso ed in ultimo l'azzurro. Il rosso è il colore più visibile con minore intensità di luce. Le ricerche di Broca hanno dimostrato che, a distanza eguale, l'acutezza visiva cromatica, a luce media, decresce a cominciare dal giallo, per il verde, l'azzurro, l'arancio ed in ultimo il rosso. Fino a questo punto, dunque, i colori prescelti dalle strade ferrate sarebbero quelli forniti di maggioci coe:fficenti di percettibiltà. Soltanto per quanto concerne la· visione periferica della retina (finora si è parlato di visione centrale) si avrebbero dei risultati sfavorevoli, per~hè il campo visivo più esteso lo ha l'azzurro, il più ristretto il rosso ed il verde. 1 Secondo Sauvineau il rosso è il colore meglio percepito, nella segnalazione luminosa. Concludendo, dunque, i colori ora in uso sono ancora quelli che dànno la massima garanzia, per l'individuo normale, cònie si presume debba essere, per quanto riguarda il senso cromatico, il ferroviere. Alcuni propongono, per evitare gli errori cui potrebbero andare soggetti affetti, sia pure temporaneamente, da alterazioni nella percezione dei colori, di sostituire ai segni colorati, segni di forma variabile secondo il significato che si vuole loro .attribuire. Il sistema sarebbe, però, peggiore di quello attuale, perchè la distinzione delle tre dimensioni oltre ad esigere una perfetta visione binoculare, rende l'accertamento di tutte le anomalie del senso della proiezione e della localizzazione più difficile che non quello delle discromatopsie.


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SEZIONE PRATICA

Malgrado il risultato delle esp~rienze riesca favorevole all'attuale sistema di segnalazione, non si deve escludere che esso esiga perfezionamenti. Questi dovrebbero consistere nella prescrizione di colori uniformi, oltre che per il tono, anche per il grado di saturazione e d'intensità, e nel ricercare i mezzi di rendere più visibili i segnali, tenendo conto delle mutate condizioni della trazione a vapore, che porta a velocità prima non conosciute. Occorre, perciò, poichè è dimostrato che i c~­ lori si distinguono più facilmente su certi fondi, stabilire un regolamento anche per la colorazione di questi (il rosso è più visibile su fondo verde o nero, ed il verde su fon do nero). Occorre, anche a umentare la potenza di proiezione della sorgente luminosa dei segnali, imitando qttanto si è fatto per gli automobili. E poichè, in ultimo, come è dimostrato dalle esperienze di Maxwell, il colore sottoposto ad una rotazione tanto più perde la sua chiarezza quanto maggiore è la velocità, data la cres ciuta rapidità dei treni, per rendere più visibili i seg11ali si dovrebbe aument are proporzionalmente La dimensione dei dischi. Le conclusioni alle quali viene l'autore di questo importante studio s ono le segu enti : I colori scelti come segnali di maggiore importanza (rosso e verde) non devono essere rimpiazzati da altri, perchè se è vero che quei colori sono quelli che più facilmente vengono confusi dagli individui affetti da alterazioni congenite od .acquisite del senso cromatico, sono altresì quelli che più distintamente sono p ercepiti dall'occhio norn1ale. N on v i è alcuna ragione di sostituire i segnali colorati con quelli di forma: è necessario però, pur conservando l'attuale sistema, di assicurare il .massimo di visibilità dei segnali, introducendo la prescri. zione del grado di saturazione del colore, il colore di fondo, un miglior sistema di illuminazione ed una m aggiore dimensione dei segnali. S. DIEZ.

LEZIONI Sul diabete bronzino. (Lezione clinica di LABBÉ. Arch. des tnaladi'es de l' appareil digesti/). Il diabete bronzino, descritto per la prima volta nel 1882 da Hanot e Chauffard, è una malattia assai rara; fin oggi non sono stati pubblicati che una cinquantina di casi.

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La malattia. attacca quasi sempre l'uomo, rarissimamente la donna, appare generalmente fra i 35 ed i 50 anni. È caratterizzata da la seguente triade sintomatica: pigmentazione, cirrosi epatica, diabete. La pigmentazione non è limitata ai comuni t egumenti (Gilbett e Sur.mont), ma si estende alle mucose e con una intensità anche considerevole (Potier, De Massary Gouget, Jeanselme) . La melanodermia diminuisce nel corso dell'affezione, e la depigmentazione procede come per la vitiligine sur una regione speciale limitata da un bordo netto. La cirrosi del fegato si accompagna con ipertrofia delI:organo, che può diminuire durante il decorso dell'affezione (Rendu); come durante questa possono apparire ascite, sviluppo delle vt-ne sottocutanee addominali. Quali turbe dìge- · stive si hanno: inappetenza e crisi di diarrea, la cui spiegazione ~i può ritrovare nelle contemporanee lesioni del pancreas. Il diabete è di media intensità, la noli uria oscilla tra 3-4 litri e !a glicosuria fra 120 e 200 grammi. Questa non si fa solo alle spese degli idrocarbonati, ma anche degli altri alimenti; l'intensità e gravità del diabete deve essere giudicata dal rapporto fra la glic9suria e· la ingestione alimentare. Il tasso dello zucchero è relativamente scarso per l'anoressia e le turbe digestive, che non permettono un'abbondante alimentazione; le medesime cause d ebbono invocarsi per la scomparsa dello zucchero verso la fine della malattia. I/acidosi compl;ca la maggior parte delle forme morbose, e spiega la debolezza, l' inappetenza, la fine fatale rapida. La morte avviene per tubercolosi, peritonite, polmonite, granulia, eresipela, ecc. La prognosi è ·infausta; la durata dell'affezione varia da qualche settimana a qualche mese.· La cura deve sempre farsi per quanto inefficace in linea definitiva: serve a prolungare la vita, e ad alleviare le sofferenze. Il regime latteo, le cure d'avena, un regime misto, comprendente sempre degli idrati di carbonio, l'opoterapia epatica e pancreatica, il bicarbonato di soda ne formano la base. Le lesioni anatomo-pat olog1:che sono le seguenti: tutti gli organi sono pigmenta ti, comprese le sierose specialmente la peritoneale. Il fegato è grosso, rosso, duro; ai tagli istologici presenta una spiccata e tipica cirrosi bivenosa avanzata, vi è ricca neoformazioni di canalicoli biliari nel tes· suto sclerotico. Il pigmento ocraceo infiltra sotto forma di fine granulazioni tutte le cellule epatiche, il cui nucleo è intatto; nelle trabecole (13)


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IL POLICLINICO

connettivali si presenta sotto forma di blocchi spessi contenuti nelle cellule degenerate od anc~e in pieno tessuto fibroso. Vi ha sclerosi intensa peri- ed intralobula'Ye pancreatica · perivascolare e pericanalicolare. Gli isolotti di Langherans sono scomparsi. Le cellule del parenchima degenerate contengono fine granulazioni di pigrnento ocraceo, le tra becole connetti vali grossi blocchi. La milza ipertrofica, presenta lesioni sclerotiche c0n emorragie della polpa; e con macrofagi ricchi di pigtJenti. I reni presentano sclerosi meno avanzata, congestione intensa con emorragie nella sostanza corticale. Il pigmento infiltra l'epitelio delle anse di Henle, rispetta i tubuli contorti; è molto meno abbondante che nel fegato e nella milza e pancreas. Cuore flaccido, molle, piccolo, con fibre muscolari cosparse di fine granulazioni. Sulle capsule surrenali. il pigmento si deposita nelle cellule più supeprciali della sostanza corticale. Il corpo tiroide può essere leso e· presentare una infiammazione cronica con sviluppo di tessuto interstiziale, e distruzione della maggior parte dei globi colloidi; è infiltrato di pigmento. Questo si -r itrova anche nell'ipofisi. Riassumendo: le lesioni sono caratterizzate da una sclerosi intensa del fegato e del pancreas, più leggera dei reni, mi~za tiroide, e ~a un accumulo di pigmento in tutti i visceri, specie fe. gato, pancreas, cuore, sotto forma di fine granulazioni nelle· cellule parenchimatose, di blocchi più o meno grossi nel tes~uto connettivo. Il pigmento è' di natura ferruginosa (Gilbert). Nella pelle vi ha inoltre aumento del pigmento melanico normale, La patogenesi del diabete bronzino ha ·sollevato numerose discussioni. I primi autori la considerarono come una entità morbosa a sè, con . la triade sintomatica caratteristica. Hanot e Chauffard avevano ammesso che l'iperglicemia, e l'endo arterite diabetica consecutiva fossero la causa da parte della cellula epatica di una ipergenesi pigmentaria e che per via embo· lica il pigmento fosse poi disseminato nell'organismo tutto. I tre elementi carattetistici della malattia sono relativamente indipendenti tra loro, ed il diabete bronzino non s! ~e;-e oggidì ritenere come una entità morbosa a sè. Infatti "."i sono cirrosi p!gmentarie del fegato senza pigmentazione c':.!tanea nè diabete (Letull~. S!!be:t e Gre:net); cirrosi pigmentarie con melanodermia senza diabete •

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(Brault); cirrosi epato-pancreatiche senza pig· mentaiione epatica nè cutanea, ma con dia. bete (Gilbert e Lereboullet, Monier); pigmentazioni generalizza te della pelle e dei visceri senza cirrosi epatica nè diabete (Quincke, Recklinghausen, Gandy e Bornait-Legueule). Il pigmento ocraceo che infiltra gli organi è di ,natura ferruginosa e deriva dall'emoglobina; si fo!IDa a contatto delle cellule della economia, nelle quali si ritrova: si ha la emocromatosi di Quincke e Recklinghausen. A spiegare ]a patogenesi di questa pigmentazione diffusa sono venuti fuori i lavori di Widal e Chauffatd sopra gli -itteri emolitici. Due lavori recenti hanno stabilito la relazione tra emolisi e cirrosi pigmentaria. Goujet ha trovato diminu· zione della resistenza globulare in un caso di cirrosi pigmenta-ria; Chalier e Nové-J osserand hanno trovato la medesima predisposizione alla , emolisi in un caso di diabete bronzino. Insomma la pigmentazione ocracea diffusa risulta da un processo ~molitico, verosimilmente tossico, ma la cui origine ci sfugge. Secondo P. Marie la pigmentazione ocracea determinerebbe una irritazione ed una reazione connettivale nel fegato, donde la cirrosi dell'or· gano. Ma questo rapporto non si può ammettere per le osservazioni sugli itteri emolitici nei qua~i la cirrosi del fegato e degli altri organi manca o è minima . . A spiegare le cirrosi viscerali si possono invo· care l'alcoolismo, la sifilide, la tubercolosi. In ogni caso bisogna ammettere l'esistenza di un veleno organico sclerosante. potente, capace di ledere simultaneamente fegato, pancreas, reni e milza. È probabile che questo veleno sia anche ' dotato di proprietà emolizzanti. . Il diabete non è la causa della cirrosi, ma una conseguenza, le a!terazionl del pancreas basterebbero a spiegarlo, specie pc! quando vi si aggiunge cirrosi avanzata del fegato. · Il diabete bronzino è dunque una varietà . di diabete aa cirrosi epato·pancreatica alla quale si aggiunge un sintoma contingente; la pigmentazione. Nella patogenesi della affezione si devono ammettere tre tappe: I a un processo tossico, la cui origine ci è . sconosciuta; 2 a una azione em~1i7.­ zante e sclerosante dipendente da q!:.e:~t.o pro:ces~o, ~~::~e it!èi\-:i émolitico con ell!osiderosi da una pa.rte, e cirrosi epato-pant.:teatica dall'altra; 3a q!:.este !es!on! ilàn~o clinicamente la pigmen· tazione cutanea e mucoso-cutanea, ed il diabete. G. QUARTA.


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SEZIONE PRATICA

OSSERVAZIONI CLINICHE Istituto di clinica medica generale della R. Università di Pisa •

diretto dal prof. G. B. QUEIROLO.

.Sopra un caso di meningite eerebro-spinale diplocoeciea guarita con le iniezioni endovenose di sublimato per il dott.

EMANUEI.,E MONDOLFO,

assistente.

Fino da quando, nel 1893, Guido Baccelli praticava pet' la prima volta le iniezioni endovenose di sublimato in un infermo affetto da sifilide cerebrale, la terapia modE:1na si arricchiva di uno ·dei più efficaci mezzi di lotta contro gli agenti infettivi: e il metodo del clinico di Roma, d'allora in poi applicato su larga scala nella maggior parte delle malattie infettive acute, andò affermandosi per nuovi e sempre più numerosi sue· <'essi terapeutici. Il meccanismo di azione delle iniezioni endo• venose di sublimato fu oggetto di accurate ricerche, fra le quali meritano particolare menzione .i lavori del Serafini, dello Spissu e del Mariani. Questo ultimo autore, con t1.na serie di ricerche sperimentali (1), potè dimostrare che il sublimato -iniettato nelle vene non ha alcun potere batte·.ricida, bensì aumenta le difese dell'organismo mediante quei molteplici e complessi fenomeni biologici, che costitµiscono la immunità. Infatti, , come il Mariani sperimentalmente dimostra va, la iniezione di piccole dosi di sublimato nelle vene degli animali e dell'uomo conferisce al siero di sangue proprietà antii:ossiche. batteriolitiche, ed un più alto potere agglutinante. Queste proprietà nGn sono specifiche per un sol germe, ma ~ei pari si esplicano sperimentando con germi di specie diversa: trattasi di una vera e propria ~ vaccinazione, mercè la quale si ottiene un siero antitossico polivalente. Ritengo di far cosa non del tutto inutile, riferendo un caso di meningite cerebro-spinale da me curata con questo metodo: sebbene la terapia clinica sia già ricca dei più fortttnati successi, -onde a buon dritto si onora il nome di Guido Baccelli.

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S ... C ... , di anni 50, di Buti, bracciante, am· mogliato con prole. Non precedenti ereditari de. gni di nota, nè in via ascendente, nè in via col-

Le rnodetne teot'ie sulla immunità e le iniezioni en dovenose di sublimato. Il Policli· :nico, sezione medica, anno XIII, fase. 6. (1) MARIANI.

laterale; non precedenti personali importanti, se si eccettui il tifo, sofferto durante il servizio militare. Parco bevitore, non commise eccessi di sorta: non risulta che sia mai stato contagiato di sifilide, nè che abbia contratto altre malattie veneree. Riferisce la famiglia dell'infermo che, il 23 giugno, mentre egli era intento alla mietitura del grano, fu improvvisamente colto da convulsioni generali e da vomito. Il periodo convulsivo durò circa due ore. dopo di che l'ammalato cadde in uno stato saporoso: in tali condizioni inviato di urgenza all'ospedale di Pisa, fu ammesso nella Sezione medica diretta dal ptof. Landi ( l ). Fino dai primi giorni l'infermo presentò dolo· rabilità e rigidità della nuca, obnubilamento della c-osc1enza, tendenza al sopore, contrattura degli arti. Nelle urine si riscontrò la presenza di lieve quantità di albumina e traccie di pigmenti biliari. Il 27 giugno fu praticata una pttntura lombare, la quale diede esito a liquido perfettamente limpido. Nei giorni successivi le condizioni del paziente rimasero pressochè invariate. se si eccettui :un lieve grado di paresi dell'oculomotore esterno di ·sinistra: tale fenomeno fu però osservato in modo fugace e incostante. Una seconda puntura lombare, praticata il 30 di giugno, diede esito ad un liquido lievemente torbido, nel quale l'esame microscopico dimostrò numerosi corpuscoli purulenti e micrococchi non molto abbondanti, riuniti a coppie; non si osservarono coC'chi intracellulari . Durante tutto il periodo della degenza dello infermo nell'ospedale il polso si mantenne sempre raro (48 ·54 battute al minuto primo) e la temperatura non oltrepassò i 38 centigradi. Il 30 giugno l'infermo veniva inviato alla Cli· nica (sezione delle malattie infettive), ove si rilevarono i seguenti dati obbiettivi, che breve· mente riassumo: Individuo di robusta costituzione, con a pparato scheletrico regolare, mass~ muscolari valide, pannicolo adiposo sufficiente; temperatura apiretica; apparato linfatico.ghiandolare integro. L'am· malato giace in decubito laterale destro, con gli arti inferiori flessi a guisa di canne di fucile; il sensorio è profondamente ottuso. Apparato respiratorio. - Il torace a Il 'ispezione si presenta di conformazione regolare; le due metà toraciche si espandono egualmente con gli atti respiratori. Non v:è tosse nè dispnea. L'esame :fisico degli organi respiratori non fa rilevare alcun fatto degno di nota. Apparato cifcolato1io. - Area · cardiaca nei li. miti normali; toni del cuore netti sopra tutti i focolai di ascoltazione. Il polso è ritmico, di· scretamente valido, raro (52 battute al minuto primo). Appa'Yato dige,rent~. - Lingua coperta da spessa patina biancastra, alito fetido; funzioni intesti· nali torpide. Addome teso. difficilmente trattabile, un po' meteorico. Il fegato è nei limiti normali; la milza è aumentata di volume, giungendo col suo bordo anteriore sino alla linea ascellare anteriore. (1) Le prime notizie anamnestiche e le informa-

zioni sul decorso della malattia nel breve pe· riodo della degenza dell'inff!rmo nell'ospedale mi furono cortesemente fornite dal prof. Landi, che sentitamente ringrazio. (15)


IL POLICLINICO

Nelle urine esistono tracce di albumina e di pigmenti biliari; nulla di notevole nel sedimento. Sistema nervoso. - L'ammalato giace in stato soporoso. talora su·b -delirante; esiste un profondo oscuramento della psiche e della coscienza. Non presenta segni di alcun~ sofferenza: soltanto alla percussione del cranio, ovvero nei movimenti del capo e particolarmente nella flessione, si riesce a provocare dolore. Si risveglia pure vivo do· lore mediante la compressione lungo le porzioni cervicale e dorsale del rachide. Le pupille sono midriatiche; i riflessi alla luce sono presenti, ma alquanto torpidi; non v'è anisocoria. Pure presenti, ma alquanto torpidi, i riflessi congiuntivali e corneali. Si nota una evidente paresi del retto esterno di sinistra . L'esame metodico dei movimenti attivi _e delle varie specie di sensibilità riesce impossibile per le condizioni psichiche dell'infermo. Tuttavia ad un esame grossolano, resulta che le funzioni della motilità e la sensibilità generale si conservano integre. Nei movimenti passivi degli arti si osserva uno stato permanente di contrattura: esiste un forte grado di opistotono ed è evidente il sintomo di Kernig. L'addome è teso ed avvallato: vi si disegnano in modo assai manifesto le strie del Trousseau. I riflessi tendinei sono tutti notevolmente indeboliti: normali i riflessi cremasterici, vivaci gli addominali. Pre~ente, a destra, il fenomeno di Babinski. Di fronte ad una sindrome clinica cosi concia· mata ed al r eperto batterioscopico del liquido cefalo-rachidiano, s'imponeva il concetto diagno- . stico di un'affezione acuta delle meningi , interessante l'asse cerebro· spinale. . L'ammalato, nelle prime 24 ore della sua degenza in Clinica, si aggravò notevolmente. Il sensorio si fece sempre più ottuso: si ebbe delirio, e, durante la notte, si osservarono attacchi convulsivi, con scosse tonico-cloniche generalizzate. All'esame obbiettivo, ripetuto il mattino se· guente, si trovò l'infermo in stato comatoso. Le pupille erano divenute miotiche e rigide: i riflessi tendinei erano completamente aboliti: il respiro, assai superficiale, tendeva al tipo di CheyneStokes, il polso si manteneva raro (58), la tem- · pera tura sub-febbrile (37°. 6 ). Data la gravità del caso, iniziai subito, per consiglio del prof. Queirolo, una serie di iniezioni endovenose di sublimato Incominciai coll'iniettare dosi di mezzo milligrammo, per poi giungere gradatamente a milligtammi 1 1h per volta, non oltrepassando mai, per tutta la durata della ct1ra, la dose complessi va di milligrammi 2 Y2 nelle 24 ore. La quantità totale di sublimato iniettata durante l'intiero periodo della cura (dal I 0 al g di luglio) fu di milligrammi 8 Y2 • Altri provvedimenti terapeutici non furono pra· ticati, tranne la vescica di ghiaccio in permanenza s ul capo, derivativi intestinali ed iniezioni ecci· tanti durante il periodo comatoso. Il 3 di luglio, C'ioè due giorni dopo l'inizio delle iniezioni endovenose di sublimato, si verificò nel paziente un improvviso · miglioramento. Dallo stat o comatoso, in cui precedentemente si trovava, l'infermo ricuperò in parte la coscienza, nè

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più si verificarono attacchi convulsivi; le pu· pilJe, sebbene sempre un po' torpide, reagivano. alla luce. Nei giorni seguenti il miglioramento si· accentuò in modo ancor più deciso: scomparvero la rigidità della nuca e l'opistotono, diminuirono· le contratture degli arti, si attenuarono i dolori lungo il rachide: le funzioni psichiche completamente si reintegrarono. Il IO luglio anche la paresi dell'oculomotore est~rno era scomparsa, ,n è più si osservava il sintomo di KP-rnig. L'esame obbiettivo dell ~ motilità nulla faceva rilevare di abnorme, tranneun lieve grado di impaccio nei movimenti attivi: non esistevano paresi nè paralisi, non atassia, non turbe a carico degli sfinteri. L'esame della sensib1lità tattile, termica e dolorifica non dimostrò alcuna alterazione. L'infermo, ormai sulla via della convalescenza,... veniva passato, per la chiusura della Clinica, all'ospedale, ove, in breve tempo, si completava la guarigione . Il caso che ho riferito mi sembra non privo dt interesse: merita sopratutto di esser posta in ri· lievo la ~ravità dei fenomeni morbosi che nel nostro pa~ziente si svolsero, ed il rapido lor di· legnarsi in coincidenza con l'attuata terapia. È da notare inoltre che un cosi fortunato successo fu ottenuto con dosi minime di sublimato, inferiori assai alle dosi terapeutiche comunementeindicate: non fu superata infatti, come dissi, la. dose di milligrammi 2 e mezzo nelle 24 ore. Questo caso adunque porta una conferma di più alla affermazione del Baccelli, che cioè a dos~· mini ma corrisponde effetto massimo: legge che il clinico di Roma genialmente intuiva, e che, ne~ campo sperimentale, doveva trovar così valida e larga conf~rma .

Un caso di anemia perniciosa progressiva curato e guarito con iniezioni endovenose di\ sublimato corrosivo per il

do~t.

CENTRA CLODOALDO.

Sin da auando il Baccelli con pari genialità. ed arditezza ebbe aperta la ~ia delle vene ai ri· medi eroici, fu mia cura di giovarn1i di sì preziosa risorsa terapeutica nei casi, nei quali chiara e netta ne appariva l'indicazione, e fortunatamente al mio attivo posso di già contare varie iniezioni endovenose di sublimato che compierono invero e non è certo iperbolica l'espressione, delle • • • vere nsurrez1on1. Debbo qui intrat,tenermi alcun poco sulle iniezioni endovenose di sublimato corrosivo nella cura di un morbo non troppo frequente, ma abbastanza esiziale, del} 'anemia perniciosa progressiva. In una memoria che ha carattere essenzialmente terapeutico ed indole del tutto pratica " non discuterò la patogenesi, nè la sintomatologia, ~


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SEZIONE PRATICA

nè il diagnostico, salvo ad accennare di volo a o:uel poco che in riguardo alle questioni anzidette si connette col problema terapeutico del caso clinico che vo ad illustrare. .

F ... T ... '. di anni 27, da Roccamassima, cam · pagnola, coniugata con prole. Nata di parto a termine fisiologico, allattamento naturale materno. Deambulazione al 14° mese, I a dentizione :fisiologica, esantemi infantili. Mestruata a 11 anni, la mestruazione si ripètette regolare per quantità e qualità e fu esente da altri disturbi. Non ebbe sin qui altre malattie di carattere, salvo nefrite gra':idica che precedette l'esplosione della mal~tt1a. attuale. A:ndata .spos~, ebbe 3 gravidanze, di cui le due prime fistologtche, la terza complicata a nefrite gravidica con parto prematuro spontaneo. Normali i puerperi. Il padre mori a quanto pa;e di bronchi te, la madre tuttora vivente gode ottima salute, nè ebbe malattie di carattere. Nulla d'importante dal lato anamnestico nei fratelli e nelle sorelle. Circa la prole: il 1° bambino è tuttora vivente, sano e robusto, il 2° mori di a trofia, il 3° nato di parto prema turo · al settimo mese compiuto porta le stimmate della prematurità, ma è in via di miglioramento progressivo affidato alle cure di buona nutrice. Nella seconda metà dell'u1tima gravitlanza (3a'). invitato a visitare l'inferma , trovai leggero edema alla faccia , cui seguirono in progresso di tempo edemi alle estremità inferiori mucose visibili pallide, pallore del volto, albuminuria ( Yz 0 / 00 all'albuminometro Esbach). · Non si procedette all'esame mie roscopico del sedimento urinario. L'inferma accusava d ebolezza agli arti inferiori e senso indefinito di malessere. Diagnosi di nefrite gravidica e fu prescritta cura ad hoc sulla base di .riposo assoluto, e di esclusiva dieta lattea. L'inferma a tal modo migliorò senza che riacquistasse il b enessere primitivo. In causa delle sofferenze avute sì ebbe parto prematuro (7° mese) con feto vitale. Non ostante divieto volle sottostare al gravame dell'allattamento ed in questo periodo fu sottoposta ad intensa cura ferruginosa -arsenicale (arseniato di ferro Zambelletti, 3v grado. 2 iniezioni pro die) che resero le condizioni dell'inferma migliori. Restituitasi nella campagna, mi fu condotta in paese dopo un m ese circa in condizioni dcplore,·olissime. Donna di configurazione scheletrica regolare, costituzione sanguigna; cute arida, inelastica, di colore giallo terreo, persistenza del cloasma uterino alla faccia; sottocutaneo scarso, masse mu scolari flaccide, assenza di glandole e cicatrici: muc?se visibi~i pallidissime.. L'inferma accusa un'astenia generale pronunziatissima. tatchè mal sopporta, o per meglio dire, le riesce pressochè impossibile la stazione eretta permanente e la deambulazione: nei movimenti appare facile il tremore. Temperatura ascellare serotina oscillante tra i 38°.2-39° c.: pressochè apirettica al mattino. Assenza di sudori notturni. Cefalea frontale intensa. Nulla d'importante in riguardo alla sensibilità generale, nè in rapporto ai sensi specifici, nè al sensorio. Lingua arida, priva di patina, anore3sia completa, diarrea intensa; scariche liquide con detriti di sostanze ingeste, fetide. 3

A carico dell 'appai-ecchio circolatorio soffio anemi~o alla pu!l~a, rumo~e. di trottola -alle giugulari. Normali i polmoni, tl fegato e la milza. Normali le urine, per quantità e qualità: assenza di albumina e glucosio. Nulla di abnorme tJ.ella sfera genitale. Quale la diagnosi? . Si era in presenza d! donna di buona costituz~one, esente di ogni labe ereditaria, non si:filit1ca. che nel. cor~o di pregressa gravidanza presentò albuminuria persistente con edemi, cefalea e. debolezza generale, che ebbe però senza dubbio nefrite gravidica con sintomatologia non grave, talchè non si ebbe necessità di discutere soltanto l'opportunità dell'interruzione dello stato gravi dico, che migliorò con cura medica, sino a scomparsa dell'albumina, cui segui parto prematuro sl?ontaneo con pue~perio fisiologico. L' inferma in preda ad un discreto grado di anemia per pregressa nefrite vuol sostenere il peso dell'alla.tt.am.ento. Ad. un. cert~ punto cade in gravi cond1z1on1: l'anemia s1 fa intensa febbricita ha diarrea. Nel quadro dei sintomi d~minano la debolezza estrema, la cefalea, la febbre, anen1ia accentuatissima, anoressia. la diarrea. I r eni non dànno alcun sintomo, nei p oh11oni in riguardo a sintomatologia tutto tace e cosi in riguardo alle glandole annesse al tubo digestivo. Assenza di emorr~gie .. N?n .fu possibile avere il reperto ematologico, sia in riguardo al tasso e1noolobinico sia alla formula emoleucocitaria. t> Anche nell'assenza di questa destinata a mettere in evidenza la macrocitosi, l'ipercromia e la leucopenia, credo di non avere errato sul risultato dell'esame clinico e dei dati ana1nnestici ponendo la diagnosi di anemia perniciosa progre~siva. Data questa diagnosi mi parve opportuno nel1' interesse dell'inferma di ricorrere, come fece l'illustre prof. Baccelli, alle iniezioni endovenose di sublimato corrosivo, partendo dal concetto che in molti casi la causa dell'affezione è legata alla presenza di germi (in un caso il Si lvestrini trovò il tetragene). Preso tal partito, senza punto preoccuparmi del grado di vulnerabilità renale, possibile relitto della pregressa nefrite gravidica, praticai 2 iniezioni endovenose rli sublimato corrosivo (4 mgm.) nelle vene superficiali della piega del · gom~to di ambedue i lati nel periodo di due giorni. Una terza iniezione la si praticò nelle vene superficiali della regione 111alleolare interna del piede destro . Non si ebbero incidenti di sorta, salvo leggera irritazione delle vene pochissimo sviluppata. Le condizioni dell'inferma si fecero rapidamente migliori e in ordine di diminuzione e scomparsa di sintomi, debbo notare che prin1a cedette la piressia, quindi la diarrea, infine l'anoressia e il tremore degli arti. A lungo persistette la cefalea. Ebbe ottimi coadiuvanti nella cura con i cor .. roboranti arsenicali-ferruginosi. 1

Pubblicheremo prossimamente: Trulli, Eritema polimorfo e tubercolosi; Ricciardelli, Della pneumonite abortiva; Salustri, Sul significato semejologico della rea· zione del permanganato nell'urina (reazione di Weisz).

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IL POitICLINICO

Il metodo Baccelli del salasso alla pedidia a·p.. plicato in on caso di anuria calcolosa in soggetto già nefrectomizzato per il dott. o. p AI,EANI medico·chirur.go degli ospedali di Roma. Durante un breve servizio interinale nella VI condotta medica esterna di Ancona, fui chiamato d'urgenza presso il letto d'un infermo che da 36 ore circa non aveva più emissione d'urina. Tratta vasi d'un uomo di 42 anni di costituzione robusta, piuttosto pingue, e chP presentava sul· l'addome una vasta cicatrice estendentesi dalla regione ipocondriaca sinistra fin quasi ~!l'inguine dello stesso lato con ampia ernia _ ventrale laparotomica. Egli era stato operato 5 anni innanzi dal prof. Boari, chirurgo primario dell'ospedale della città, di nefrectomia sinistra per calcolosi renale sinistra congiunta a gravi alterazioni dello stesso rène, per cui ne era stata giudicata opportun_a l'ablazione. . . In seguito l'ammalato, che nel passato aveva molto . sofferto per le sue coliche nefritiche, era sempre stato in condizioni discrete di salute, e, contuttochè non avesse costantemente seguite le norme igienico-dietetiche che gli etano state prescritte, pure di nessun grave disturbo aveva avuto occasione di lamentarsi, ed aveva potuto liberamente adempiere all~ propria industria di negoziante di vini. Ma fu appunto in seguito ad uno stra pazzo fisico seguito da un più grave disordine dietetico, che il nostro uomo venne colpito nella giornata del 5 maggio corrente da vomi~o e da dolori addominali dapprima diffusi e poi specialmente insistenti in corrispondenza della· regione ipocondriaca destra, senza però un vero e proprio carattere di fissità, nè alcuna tipica irradiazione. L'intensità del dolore non fu mai molto viva, tanto che il'infermo non pensò neppure di chiamare il medico: soltanto si mise a letto, prese un energico purgante, attendendo che rapidamente scomparissero i disturbi ch'egli attribuiva ad un puro e semplice imbarazzo gastrico. L'inizio del dolore era stato preceduto da qualche sensazione di brivido e da vomito che si ripetè poi, ma senza troppa insistenza. Urine dapprincipio normali per quantità e colorito. Alvo aperto. Senonchè, mentre i dolori si erano gradatamente attenuati fino a scomparire del tutto, cominciò,

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dalla notte del giorno 6, a sospendersi completamente la funzione urinaria. Invano il nostro infermo attese per tutta la giornata · successiva la .ricomparsa delle urine; finchè, preoccupato ·d i qttesto fatto, mai accadutogli per il passato, e pur non lamentando sofferenze speciali, chè anzi non accusava malessere di sorta, salvo di quando ' in quando un po' di stimolo non doloroso alla minzione naturalmente senza effetto, si decise di chiama re il medico. Io giunsi al letto dell'infermo la mattina del giorno 8, e seppi che la funzione urinaria era interrotta fin dalla sera del giorno 6, in cui l'ammalato aveva emesse le ultime urine di colorito chiaro e di trasparenza limpide. Obiettivamente riscontrai: soggetto, come s'è detto, robusto, di costituzione scheletrica regolare, con màsse muscolari ben sviluppate, e pannicolo adiposo piuttosto abbondante. Colorito della cute btuno su tutto il corpo, piuttosto ac· ceso sul volto. Non edemi. Temperatura del corpo afebbrile. Nulla a carico del sistema ghiandolare linfatico. Apparato respiratorio normale. A carico del cuore notasi soltanto un secondo tono aortico forte, squillante, metallico; polso di media frequenza , duro e molto teso. Addome rigonfio, meteorico, difficilmente trattabile sia a causa dell'abbondanza di adipe, sia per il meteorismo e la tensione delle pareti. Come s'è già detto, esiste una vasta cicatrice addominale sinistra con laparocele. La palpazione non suscita dolore in nessun punto del ventre. Alla percussione notasi un leggero timpanismo diffuso, salvo in cori;ispondenza del quadrante superiore di destra -e regione ipocondriaca dello stesso lato, ove appare una zona piuttosto estesa di ottusità, im-· putabile in massima parte al fegato che deborda dall'arco costale di due buone dita. Il margine superiore del fegato anch'esso giunge un po' più in alto del normale: sicchè l'organo è evidentemente e discretamente ingrandito in toto. La pal~ pazione bimanuale del rene destro si fa male a causa dello stato delle pareti addominali: essa non provoca dolore di sorta, come pure dolore non suscitano la percus;:,ione ed il ballottamento. .A causa sempre delle condizioni <lell'addome, non può essere praticata esattamente l'esplorazione palpa toria ureterale. Indagine rettale negativa. La vescica non si palpa al di sopra della sinfisi del pube. Nulla a carico del sistema ner• voso.


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SEZIONE PRATICA

Introdotta la sonda nella vescica, non esce nemmeno una goccia d'urina; soltanto il catetere, allorchè viene estratto, trascina dietro sè un piccolo coagulo sanguigno nerastro: indi 2 o 3 gocce di sangue escono dall'uretra. Mi trovavo dunque dinanzi ad un caso di anuria completa che continuava da due giorni. Il giorno successivo lo stato anurico perdurava immutato. Anche questa volta la sonda non diede esito nemmeno a poche gocce d'urina. Il cateterismo era riuscito sempre ser1za difficoltà di sorta. Introdussi in vescica una soluzione di permanga.n ato potassico, che usci liberamente dall'uretra. Prescrissi bagni caldi, un drastico energico e dei sudativi; e, d'accordo colla famiglia, convenimmo di consultare lo stesso chirurgo, prof. Boari, che aveva operato l'infermo precedentemente, data la probabilità di dover ricorrere da un momento all'altro ad un nuovo atto operativo. Col professor Boari ci accordammo di soprassedere ancora, con· tinuando a somministrare evacuanti e sudativi .. E così trascorsero altri due giorni senza che la funzione renale si ristabilisse. La pelle e l'intestino supplivano sempre il rene nella sua man· cata funzione con sudori profusi e scariche diarroiche frequénti ed abbondanti. Era giunto il momento di decidere l'intervento. È vero che il malato continuava in quel periodo di tolleranza che nell'anuria calcolosa può protrarsi anche per una .settimana e più, ma era anche vero che, soprassedendo ancora, potevano da un momento all'altro improvvisamente scoppiare dei gravi sintomi d'uremia~ e allora l' intervento sarebbe giunto troppo tardi . Come si sa . circa la cura chirurgica dell'anuria calco1osa, i pareri dei diversi chirurghi sono discordi. Alcuni operano d'urgenza , come si trattasse di un'ernia strozzata, giudicando l'attesa più pericolosa dell'intervento immediato. Alcuni consigliano di attendere alcuni giorni , però non mai sino a che si manifestino dei sintomi gravi d'uremia, poichè allora sarebbe, come s'è detto, troppo tardi. La maggior parte dei chirurghi èonviene di eseguire l'atto operativo nè troppo presto, nè troppo tardi, allorchè si giudica essere l'organismo giunto a quel limite di tolleranza, oltre il quale si manifesterebbero dei sintomi minacciosi. L'operazione, come si sa, consiste nel taglio del rene affetto da calcolosi (nefrotomia). Giunti peraltro al quinto giorno di anuria completa, senza però che si preannunziasse finora nessun sintomo grave, convenimmo; prima di

ricorrere senz' altro ritardo ali' atto operativo (molto grave nel nostro caso essendo il soggetto già stato privato di uno dei suoi reni) di esperimentare qual salasso alta pedidia che il Baccelli con una delle tante sue intuizioni geniali suggerisce di praticare in casi di nefrite acutissima, di congestione renale, e in tutti quei casi in cui sia indicato abbassare prontamente la pressione nel circolo della vena cava inferiore. Furono estratti dalla pedidia dello stesso lato, e cioè di destra, poco meno di 500 eme. di sangue, incidend9la trasversalmente, previa applicazione di un laccio alla radice della coscia. Il salasso fu fatto a mezzogiorno circa; alla visita della sera P.o tei constatare che il malato già aveva emesso, in più volte, circa un litro di urine di colorito pallido, limpide, che a.ualizzate dimostrarono tracce incalcolabili di albumina e nessun altro componente patologico. Nella nottata successiva poi si manifestò una vera polinuria, avendosi 5 litri circa di urine cogli stessi caratteri delle precedenti. Il giorno dopo la minzione continuò sempre abbondante. Senonchè, trascorsa quasi un'altra giornata, la funzione urinaria di nuovo s'interruppe bruscamente; ma questa volta soltanto per poche ore. Durante questo nuovo, ma breve stato d'an.uria: non però completa , poichè il malato riuscì ad emettere qualche eme. di urina, egli accusa va frequente e doloroso stimolo alla minzione, non però dolori lombari, nè addominali. Finalmente, colla sensazione di un vivo dolore uretrale, emise un calcoletto non molto duro, della grossezza di un piccolo cece, e subito dopo ebbe un'ematuria abbondante. Poi, nel corso della giornata, non più sangue, ma si manifestò una vera cc débacle » poliurica con 9-10 litri di urine pallide e limpide. E con ciò definitivamente si ristabilisce la funzione renale, tanto che il malato dopo alcuni giorni può ritenersi guarito. Come si sa, l'anuria può dipendere da due ordini di fatti : o da · un ostacolo meccanico di qualsiasi natura che risieda in un punto dell'apparato urinario al di sopra della vescica, ovvtro l'anuria ha per origine un arresto di secrezione del rene. Che nel nostro caso si trattasse di anuria da ostruzione uretrale dovuta alla presenza di uno o più calcoli 11on esisteva quasi dubbio alcuno. Eravamo in presenza di un uomo che già aveva sofferto a"ltre volte di coliche nefritiche, e che aveva subìto, appunto per calcolosi renale, un atto operatìvo. Avevamo avuto anche

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questa volta una sindrome dolorifica accompa- il campo di sua distribuzione nel rene, per quella gnata da vomito, sebbene non si fosse potuto correlazione che esiste tra circolazione venosa e parlare di una vera e propria colica renale. Anzi, secrezione urinaria, tra vena renale ed uretere la sede dei dolori ed il quadro morboso generale, (basti ricordare le note ·esperienze ~i Ludwig sui prima che si stabilisse l'anuria, potevano far vasi renali e quelle di Hermann che operava in pensare piuttosto ad una semplice colica inte- senso inverso, variando la pressione nell'uretere) stinale. Senonchè il sopraggiungere dell'anuria siasi verificato, che per il brusco abbassamento completa, il prolungarsi per qualche giorno di • di pressione, lo spasmo uretYale, mantenuto dal essa con un periodo di tolleranza caratteristico, calcolo, si attenuasse tanto da permettere a questo, la m.ancanza di edemi e di altri sintomi di ne- che non aveva potuto prima svincolarsi appunto frite acuta, avevano già indicato trattarsi nel a cagione dello spasmo medesimo, di liberarsi e caso nostro appunto di anuria calcolosa. riprendere il suo cammino verso la vescica. Il Ma vi era nel nostro ammalato tutto un quadro calcolo non fu completamente espulso che dopo che stava ad indicate un forte aumento della un paio di giorni e dopo che ebbe a subire una tensione sanguigna ed una congestione viscerale; altra tappa, ma questa volta di poco momento, il volto pletorico, il polso duro e teso, l'aÙmento forse al] 'imbocco dell'uretere nel.la vescica stessa. di volume del fegato, il ventre meteorico. E fu L'urinazione abbondante susseguita allo spoappunto in considerazione più che altro di questo stamento del calcolo, ha certamente contribuito stato congestizio generale, che venimmo nella a facilitare la sua discesa e la definitiva sua determinazione di praticare il salasso; e scegliemmo espulsione. la pedidia, secondo il concetto del Baccelli, per · Il salasso in questo caso ha sostituito la neeffettuare in tal modo lo scarico diretto del1a ff'o tomi a, che è l'operazione di scelta in queste vena cava inferiore, diminuendo così la tensione circostanze. Durante l'atto operativo si asportano nelle vene viscerali congeste, e princt aplmente il calcolo o i calcoli se sono facilmente accessibili. nella vena renale destra. Però avviene talora che, spaccato il rene, il calIl risultato fu oltremodo brillante, perchè, non colo, difficilmente aggredibile, non possa essere solo s'ottenne un b enefico effetto su tutto lo liberato all'atto del!' operazione; pur tuttavia stato generale del malato, ma, cosa quasi inspe- spesso accade. dice Chauffard, che il calcolo rirata, la Yicompa1'sa immediata della funzione del- prenda liberamente la sua emigrazione verso la l'unico ren e, il quale, non tanto per un arresto vescica. Anche in questi casi si può pensare che di secrezione, quanto per uno stato di ostruzione l'emorragia che si produce per il taglio dei diversi meccanica non poteva liberamente funzionare. strati e del parenchima renale stesso effettui, a Le condizioni delle urine emesse, senza albumina guisa di sala~so locale, quella decongestione renale o quasi, chiarissime, senza traccia di elementi sufficiente per determinare, coli' abbassatnento patologici, indi l'espulsione del calcolo, stanno . della pressione, un'attenuazione nello stato spaappunto a dimostrare che l'anuria non tanto era stico uretrale, che è la causa più importante dovuta ad uno stato di congestione r.e nale, e dell'anuria calcolosa. Maggio 1913. quindi ad un arresto di secrezione, quanto allo ostacolo meccanico che impediva il libero pas. saggio del liquido dall'uretere in vescica. Importante premio semigratuito I Ed ora come si spiega il fatto che la sottraProf. E. CARLIFANTI, dt oblmtoa bromatologica nell• zione di san.gue abbia avuto un cosi salutare &. Untversftà dJ Roma efietto, determinando ]a quasi immediata espul· sione del calcolo ? PRONTUARIO PER GLI UFFICIALI SANITARI Sappiamo che esiste una stretta correlazione tra la circolazione renale e la secrezione urinaria; Norme Je1l1laUye e re1olamenaarl i disturbi della circolazione ::,i ripercuotono imme· lo •l1ore ,er la protezione della pobbllea 111.menaaztoae. diatamente sulla funzione del rene. In base a ciò È un manuale tndlapensablie agll Utnctall Sanitari perohl io penso, che l'abbondante sottrazione sanguigna eostttulaee una guida atoura nell'eserotzto dm loro umolo per quanto al piede, scaricando direttamente la vena cava 11 rtferllce al delicato ramo dell'al1menta1tone. Un volume elegantemente rllepto In tela ohe al trova tn va· inferiore, e per conseguenza diminuendo la ten- dtta a L. 3,&0. Per 1 no1trl Abbonati L. 2 1 fra.noo dJ JlOrto sione sanguigna nella vena emulgente e in tutto ara ooomandato.

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APPUNTI .PER. .IL MEDICO PRATICO. MEDICINA SCIENTIFICA. Lesioni della tiroide nel mor·bo di Basedow. Roussy e Clunet nella Revite neurotogique, 1913, n. r3, riferiscono i risultati dei loro studi anatomici su dieci corpi tiroidi, appartenenti a malati ehe presenta vano la sindrome di Basedow. Nella descrizione delle lesioni della tiroide nel gozzo esoftalID:ico permane ancora una certa incertezza. Dei 10 casi esaminati dagli autori, cinque erano di vero Basedow, tre di gozzo e due di cancro tiroideo con si11drome di B asedow. Nei primi la tachicardia, l'esoftalmo ed il tumore erano comparsi contemporaneamente alla ipertrofia diffusa del corpo tiroide: vi fu riscontrata una struttura omogenea estesa a tutto I 'organo. ·vi era ipertrofia e proliferazione cellulare con tendenza alla trasformazione cilindrica e alla formazione di vegetazioni acinose. Tale iperplasia più accentuata in alcuni punti, dava l'aspetto di adenomi. Il lume degli acini era ridotto. La sostanza colloide appàriva meno crcmofila che allo stato normale; non si colorava nè con colori basici, nè con colqri acidi; era meno spessa e friabile. Lo stroma si presenta piuttosto assottigliato; in tre casi in esso si notavano dei veri noduli ' linfoidi, con centro chiaro germinativo. In taluno di questi follicoli linfoidi si trovavano piccoli ammassi di cellule epiteli ali in degenerazione e che potevano interpretarsi come inclusioni di cellule degenerate. Nei tre casi di gozzo, gli Autori hanno osservato i diversi tipi di struttura del gozzo: gozzo colloide con vescicole enormi (cistoadenoma), ipertrofia colloide a grandi vescicole ineguali (gozzo çolloide semplice), iperplasia di tipo fetale a pie.. coli acini, sclerosi iniziale, sclerosi avanzata, sclerosi calcificata, degenerazione mucosa e degenerazione colloide del~o stroma. Però si riscontra· rono anche dei punti dove l'imagine istologica ricordava quella del Basedow vero, sicchè sem'bra va che nel gozzo banale si andassero formando delle zone in via di ipèrplasia, che spiegano l'evoluzione clinica di un gozzo semplice in un gozzo eso1ftalmico. Nei due casi di tumore a tipo maligno, il tumore ebbe un'evoluzione parallela alla tachicardia, al tumore ed all'esoftalmo; la cellula cancerosa presentava i caratteri di una cellula tiroidea cilindrica secernente una sostanza colloide. Per la interpretazione di questi reperti, gli AA.

si giovano considerando ciò che si ottiene negli animali nei quali si procuri un'iperplasia compensatrice del corpo tiroide, sopprimendone sperimentalmente una gran parte; e concludono co1 ritenere . che nel morbo di Ba c.;edow la ghiandola tiroide presenta delle modificazioni istologiche che si traducono in uno stato di iperplasia dei più manifesti. P. S ..

OASISTICA. Il punto laterale addominale e Ja diagnosi

delle afiezioni pleuro-polmonari acute nell'adulto. L'A. prende occasione da un caso di palmo_ nite in un giovane di r8 anni, simulante la sin_ drome .a ppendicolare acuta, per di#ucidare il pr0blema clinico e ricostruire le note sintomatiche differenziali di affezioni, a prima vista cast differenti e dal punto di vista clinico e dal punto di vista terapeutico. 11. punto laterale addominale è stato da lungc... tempo studiato dai pediatri, perchè con una cer ta frequenza è dato di riscontrarlo nei bambini, nella polmonite e nella pleurite. Nell'adulto lo studio del sintoma è di data più recente. Si os _ serva sopratutto nella polmQnite e l'esam eaccurato della questione è stato f.atto nelle dùe tesi prima dal Mirande, dal Daussy i)Oi. Raro ad asservarsi, esso è stato pure segnalato (Mirande) nella broncopolmonite, e nella pleurite. I caratteri clinici devono essere particolarménte analizzati: il punto doloroso è localiz zato nella stessa regione dell;ippendicolare, no11 v'ha neppur dolore toracico contemporaneo, è assai violento tanto da iinmobilizzare il malato. Con la palpazione si constata iperest esia superficiale netta, simile · a quella delle neuralgie intercostali ; il dolore provoca talora difes a lieve della parete, nella palpazione brus ca e rapida, ma se si palp.a lentamente, progressiya1nente, profondamente, scompare la difes a della parete; ci si può così spesso accertare che non esiste un reale dolore profondo, nè tumefazione alcuna iii corrispondenza della regione appendicolare. Il vomito che spesso accompagna l'insorgenza del dolore, fa pensare anche più all'appendicite; ma in realtà se si analizza l'anamnesi dei polmonitici, il vomito si ritrova anche all'inizio di questa malattia nella maggior parte dei casi. Se la temperatura s'innalza all'improvviso a 40 gradi difficilmente si pensa all'appendicite).

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ma bisogna ricordare che le polmoniti a sindroa) di sorvegliare l'appendice dei pneumonime appendicolare spesso dànno solo 38°-38°.5 di tici e dei pleuritici che soffrono di dolori addotemperatura. minali; La facies acquista un gran valore nella diab) di ascoltare attentamente il polmone nei gnosi differenziale: non la faccia p.a llida, terrea, ca~i di sindromi appendicolari; dell 'appendicitico, nè tendenza al collasso, ma e) di distinguere la sindrome appendicolare _ la faccia congesta quasi voluttuosa con pomelli dall ;appendicite vera. ai~·ossati. Tali differenze inducono il medico <::. Naturalmente il concetto diagnostico porta con non limitare il suo esame all'addome ma ad os- . s~ diversità di cura: l'inter'\7ento nell'appendiservare il torace e specialmente la base destra, cite vera, l'astensione nelle sindromi pseudo-apSl)E:Sso si troveranno i sintomi polmonari che ilpendicitiche. lun1ineranno la diagnosi. T. PoNTAxo. L >evoluzione della malattia l1a due st adi : uno (E. Sergent. I oilrn,. des praticiens, 27, 1913). addominale, in cui predominano i sintomi a -carico dell'addome, e che non va mai al dilà del La contrattura della parete nei traumatismi quarto giorno, una toracica in cui i sintomi deladdominali. 1'.a.ffezione pleuropolmon~re prendono il sopravvento. , In presenza di una contusione addominale 1'alora (Daussy) la sindrome peritoneale si ' spesso il clinico più esperto può rimanere ii1prolunga e t ardivamente si sovrappone la sincerto di fronte al problema. della diagnosi e d1·ome toracica che sembra quasi una complica_ . della prognosi. Nessun sintoma dato dai trat2lOne. tati è infallibile per la prognosi, nessuno è paPer la patogenesi bisogna disti.n guere: tognomonico per la diagnosi delle lesioni proa) casi in cui l'appendicite esiste real1nente; f onde. Il polso, la disp11ea, lo schock: niente b) c(,lsi in cui l'appendicite non è che ap. ha valore assoluto per far decidere 1'astensione -parente. o 1'intervento chirurgico. Nei primi o l'appendicite è una semplice lo_ Recentemente Hartmann ha sostenuto cl1e -calizzazione di un diploococcen1ia, o è il punto di partenza d'una polmonite. In tal caso la pol·· soltanto l'esistenza o meno di una contrattura della parete non limitata alla sede della conttt1nonite, la broncopolmonite sono sempre tardive. sione deve g·uidare il chirurgo e giustificare la Se I 'appendicite no11 è cl1e apparente, secondo laparotomia. Ma neanche questo sintoma è inl'opi!)ione del Mirande, non è la pleura ammafallibile. Non sono rari i casi di traumatis1no lata che dà l'irradiazione dolorosa, perchè il doaddominale con f rei intervall, nei quali manca lore nel pu11to di J\1ac Burny si può riscontrare ogni segno, anche la contrattura della parete, e anche nelle polmoniti centrali, ma è il midollo pure la morte rapidame11te avviene prima che ch.e riflette per m ezzo dei rami intercostali lo sia stato possibile 1'intervento. stimolo ricevuto dai filetti splancnici, irritati Il Florence (La Province M édicale, 1913, dalle lesioni polmonari, sulla parete addomin. 31) cita parecchi esempi di questo genere: nale. u11 caso di rottura dei vasi meseraici, un caso 53e la poln1onite è basale (il punto addo1ninale di rottura completa di un'ansa intestinale, ecc., doloroso non esiste mai nelle polmoniti apinei quali la morte è avi;renuta nel silenzio assocali) avviene una eccitazione splancnica che luto di ogni sintoma, senza il minimo accenno ha il suo pu11to di partenza nel processc i~+i::i.!!1di contrattura della parete addominale. ma torio polmonare ; lo stimolo è portato al meE neppure si può sostenere che la contrattura tamero corrisponde11te midollare, che per mezzo della parete sia un segno che esiga l'urgenza del dodicesi1no ner·vo intercostale irradia il do· dell'intervento; essa può esstre presente in casi lore sulla sf~ra cutanea della regione iliaca (e di traumatismi senza lesione alc~1na dei visceri q~indi 11E:l punt0 di. Mac Bur11ey). addominali. Il Florence cita anche di questi IJ punto doloroso addominale non è dunque se casi nei quali, in seguito ad tµia semplice con·rion it1ia neitralgia i1itercostale riflessa con punto tusi8ne della parete addominale, fu osservata di parte1iza 1iei filetti simpatici del polmone. una contrattura completa della stessa a tavoChè anzi, secondo il Mirande stesso il punt0 lato, che indusse ad un intérv·ento d'urgenza c10loroso da vera appendicite è anch 'esss un doinutile se non dannoso, o cl1e scomparve rapil ort riflesso della stessa natura, e quindi la poldamente prima che l'intervento si potesse ese1.nonite più clie iniitarlo lo riproduce. . gu1re. I~a conoscenza sull'esistenza di sindromi pseuLa , contrattura dunque può mancare anche do appe11dicolari nelle affezioni toraciche acute quando esistano grai;..·i lesioni nella cavità addocoru 11orta la necessità :

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m inale, e l)UÒ essere presente quand'anche man-chi quals iasi lesione apprezzabile d ell'addome. L a l ap ar otomia soltant o può in m aniera si cura darci notizia di · ciò che nell'addome è av-venuto in seguit o ad un trauma. Ma la laparo"tomia h a pure essa i, su oi pericoli e i su oi postumi, come l 'eventramento, ecc. E per ciò il Florence torna a vant are nei casi du bbi . . il va1ore della punt ura del Doug las . An ch e essa non è matem aticam ente sicura nei su oi r isultati ; m a essendo di una t ecnica facile e di facile esecuzione , essa pu ò essere p raticam ente utile , per.chè potrà dis pensat e il chirurgo da una la paro·tomia i11utile ed i11t enipestiva, se non dannosa. P. S.

5. Poliartrite blenorragica.~ Decorre dapprima con caratteri subacuti, come un'idrartrosi pura e semplice. Si riscontra talvolta nel versamento il gonococco, tal'altra dei germi piogeni o ,assenza completa di batteri. Anche questa forma è accompagnata da atrofia muscolare. 6. Aririte de/01·man te n odosa delle àita. - È stata 4escritta da Foumier. In questa forma la mano può assumere l'aspetto della mano ad ar· tiglio. In tutti i casi si tratta di una pioemia attenuat~, nella quale i microbi e le loro tossine penetrano nel circolo . sanguigno e, localizzandosi, . · d ànno luogo alle diverse forme cliniche descritte. La diagnosi dell'artrite è sempre molto facile. Nelle bambine la vulvo-vaginite è molto spesso di natura blenorragica e può complicarsi con arTERAPIA. trite. ~ei neonati la congiuntivite blenorragica può Forme cliniche accompagnarsi qualche volta con artrite. e terapia delle artriti blenorragicne. La prognosi dell'artrite blenorragica è sempre Il Mauclaire (Le Progrè s M édical, agosto 1915) molto grave, tranne i casi di artralgia semplice. -presenta tre casi clinici di artrite blenorragica; L'atrofia muscolare e l' anchilosi sono le più gravi -quindi descrive le di v~rse varietà cliniche della evenienze da considerare da1 punto di vista della blenorragia articolare. prognosi. L'artrite blenorragica può anche tra1. Artralgia. - Molto spesso sf osservano forme sformarsi in artrite tubercolar'e. molto leggiere di artralgie che accompagnano una I.Ja cura varierà a seconda delle forme cliniche. blenorragia acuta 9 cronica insignificante. E~se Se si tratta di artralgia semplice, basteranno i sono caratterizzate da dolori vsganti nelle ginoc- revulsivi leggeri. -chia, nei gomiti, nelle caviglie: sono dolori legNella. idrartrosi si farà una compressione me.. :gieri che difficilmente si sanno localizzare nelle todica e ben serrata. Se , malgrado questa, l'idr ar· -0ssa, nei ,legamenti o nei tendini. Possono durare tro persiste, si dovrà procedere alla puntura eva cuatrice od all'artrotomia, la quale permette di ' da pochi giorni a 2- 3 settimane. 2. Idrartrosi bleno;ragi'ca. - Questa forma è più vuotare l'articolazione non solo qel liquido siefrequente, caratterizzata da un versamento atti· roso o purulento, ma anche dei prodotti fibrinosi ·colare abbondante ad andamento subacuto. Ha che potrebbero· dar luogo ad aderenze ed anchi· sede per lo più nell'articolazione del ginocchio, losi. L 'incisione dell'artrotomia dev'essere lunga accompa'g nata da atrofia muscolare molto pre- . soltanto 2-3 centimetri. · -coce e rapida, che rende subito invalidi questi Nei casi di poliartrite e monoartrite acuta si pazienti. È questa atrofia muscolare che rende deve fare la immobilizzazione. È discutibile se particolarmente grave l'idrartrosi blenorragica. È sia utile vuotare il liqùido del versamento. Se il .facile la tìiagnosi differenziale con l'i :!.rartrosi tu- versamento è abbondante, è utile l 'evacuazione bercolare, l'idrartrosi p seudo-reumatica infettiva di esso, perchè il riassorbimento sarebbe molto e l'idrartrosi della sifilide t:;econdaria. 1-qngo ed i prodotti fibrinosi potrebbero portare 3. Poliartrite suhtztuta. - Attacca parecchie all'anchilosi. L'artrotomia inoltre può evitare la .articolazioni, ha un decorso subacuto con gon- formazion~ ~ erosioni ed ulcerazioni delle cartifiore, dolore ed atrofia muscolare. Può essere lagini, causa così frequente delle fusioni dei c~pi ·confusa col reumatismo articolare acuto: essa articolari p~r a!!~hi!csi :fibrosa ed ossea . In realtà però 1, artrotomia non ha dato risulperò non cede alla cura salicilica, uon è accompa6-a!a aa temperatura così alta e rara·mente si tati molto dimostrativi. .complica con localizz~zioni cardiache. Ciò che più è importante è l'immob ilizzazione 4 . •"flt! onl)C(.ft~if~ acut a o .::'Ytrite ftemmonosa. dell'articolazione malata : un &pparecchio gessato Presenta un breve periodo proda.-omale. Si nota sotto narcosi è ciò che v'ha di m eglio a fare, gonfiore, dolore, rossore, edema deJl'articoiazione oppure l' estensione continua. -colpita. In certi ca.si la regione mentisce tutti i Non bisogna protrarre molto a lungo il periodo sintomi del flemmone. L' articolazione contiene delia immobilizzazione. Appena cessato il p eriodo un liquido sieroso puriforme aobondante. I rap- di acuzi ;.. , dopo 15 giorni in media, essa d eve essere porti dei capi articolari sono alterati. sospesa. I~ seguito si metterà l 'arto in una doccia •

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metallica, dentro la quale il paziente comincierà a fare i primi movimenti. Poi si mobilizza gradatamente, senza massaggi violenti, ma con dol· cezza e prudenza. Il massaggio deve essere piuttosto precoce per combattere r atrofia muscolare. La radioterapia, l'elettrizza zione, le cure delle stazioni termali hanno un valore subordinato. Tutto questo per la cura chirurgica : noi ·aggiungiamo che la cura delle artriti blenorragiche è resa più breve, più facile e più completa dall'uso dei vaccini antigonoccici, i quali in essa trovano la migliore indicazione. P . S ABELLA. •

Un vaccino antigonococcico atossico .

Dacchè è stata sperimentata per la prima volta, c!oè da circa sette anni, la vaccinoterapia della blenonagia e delle sue complicazioni non ancora ha conquistato largo favore nel pubblico. E ciò perchè ancora non era stata risoluta la grave difficoltà della t ossicità dei vaccini preparati. La tossicità è propria di tutti i vaccini microbici; ma forse è più spiccata per il vaccino antigonococcico. Una dose debole, insufficiente a . scopo terapeutico, può provocare delle volte reazioni così violente, che finora è stata impossibile una cura intensiva, la quale sola in certi casi può dare risultati utili. Diverse ricerche e tentativi sono stati compiuti allo scopo di eliminare la· tossicità dei vaccini: il più ingegnoso è l'applicazione del metodo dei vaccini sensibilizza ti di Besredka al vaccino antigonococcico. Questo metodo però non permetteva di avere dei vaccini stabili e capaci di essere conserva ti a lungo; e poi con esso neppure si riusciva in maniera certa ad eliminare la tossicità dei v accini. P er inoculazioni sottocutanee, il vaccino sensibilizzato dà febbre, malessere, cefalea; per via endovenosa può da r luogo a gravi reazioni generali. L' inoculazion-e pura e semplice di gonococchi viventi non è più to<5sica di cos1. Nicolle e Blaizot (Le B'ltlletin m édical, ottobre 1913) sono riusciti a deliminare comple~ta­ mente la tossicità del vaccino antigonococcico, e ad ottenere insieme un prodotto stabile, che conserva indefinitamente le sue proprietà specifiche. Gli autori non rendono pubblico il loro metodo prima di aver terminato le loro esperienze, perchè esso è suscettibile di essere applicato nella preparazione di altri vaccini. Il potere curativo di questo vaccint) atossico è notevolmente più alto. Inoculato nelle stesse d osi finora u sate per i vaccini comuni, esso fa ot tenere più rapida la g~arigione; in dosi superiori dimostra un' efficacia più grande, senza dare fatti di reazione locale o generale. I

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La sua efficacia è dimostrata dalle cifre di una statistica di 200 casi. Oftalmi a blenorragica. - È nota la gravità di questa local~zzazione del processo blenorragico e la difficoltà della sua cura. 24 casi trattati con inoculazioni quotidiane di questo vaccino sono tutti guariti dal 3° al 10° giorno di cura. L'effi· cacia curativa è imm ediata: il giorno dopo la prima inoculazione il paziente apre gli occhi, e subito è assicurata 1' integrità dell'occhio. Orchite blenorragica. - 20 casi guariti dopo 4 a 6 iniezioni a giorni alterni. Il dolore cessa 24 ore dopo la prima iniezione, e la risoluzione comincia. Il paziente può riprendere le 5Ue occupazioni il ,giorno dopo. Una guarigione cosi rapida mette al sicuro dalla sterilità. Reumatism o blenorrag,ico. - - Tre casi trattati e guariti dopo 2 a 8 iniezioni, ripetute ogni 2 o 3 giorni. Dopo la quarta iniezione si è potuto alzare un paziente che era a letto da più di otto mesi. Uretrite acuta o cronica, semplice o complicata con cistite, 124 casi trattati. Il dolore e l'edema flogistico cessano rapidamente; la secrezione subito dispare; in parecchi casi è scomparsa dopo la terza iniezione. Non bisogna, però credersi al sicuro dalle recidive: bisogna continuare ancora la cura; in genere sono necessarie 7-8 iniezioni. ·Con questo metodo sarebbero guarite delle uretriti molto croniche. La vaccinoterapia non dispensa dal trattamento locale. · Bisogna sempre aver cura di controllare lanatura gonococcica del secreto uretrale. Gli AA. promettono di comunicare prossimamente altri risultati ottenuti nell'uomo e nella blenorragia deJla donna. P. S. I

POSTA DEGLI ABBONATI.

'

(186). A m algame per otturazi'oni deritarie. - Nt:.l numero 36 del « Policlinico » lessi la risposta

sulle composizioni dei cementi per le otturazioni dentarie. Io pregherei farmi conoscere la composizione ed il modo di preparazione delle amalgame più in uso per le otturazioni dei denti. Vorrei pure conoscere la com posizione della pasta alla formalina e della pasta T-r·io per la ot· turazione dei canali radicolari nonchè della dentina artificiale del Flecter per cuoprire le polpe scoperte o quasi, prima delle otturazioni. In attesa ' Sassari, Fon ni. Dott. GIOACCHINO MARCHI abbonato 4650.


f ANNO XX,

FASC.

45]

La composizione delle amalgame più usate è la seguente : Argento Stagno Rame Zinco Oro Platino -A.sh a. Sons • . ~ureka

. • ••

Fellowship • . Flagg • • • • • Fletcher • . • ·G lobe . • • • Herbst • . . • Justi. . • . • 20.th Century. TrueDentalloy

66.54 55.00

67.71 6o.oo 40.00 44.89 53. 85 35.20 67.03

65.91

27.16 40.00 27.95 35.00 56.90 51.90 38.46 69.10 27. r3 27 .13

1645

SEZIONE PRATICA

s.02

0.90

••

•• 1.16

3.00 •

••

••

••

••

••

••

0.50

4.00 2 71

••

••

••

7.69

••

3.50 4.87 5.21

1.80

0.32

o.So

1.10

•.

••

1 .52

••

••

~.oo

3 .18 5.00 •• •

•• ••

per conoscere il segreto si può consultare il J?oliclinico sez. pratica (mi pare di 3 anni fa) dove io resi nota la formula che forma la fortuna di certi ciarlataneschi specifici. Non si tratta che di •

Veratrina . . . • • Senape polverata •

gr. I ... id. 300 • • Aceto medicinale quanto basta per fare pasta molle a cui 's i aggiunge qualche grammo di es- senza di senape - cloroformio· canfora e sangue di d'l'ago. Applicare questo pastone lungo tutto lo sciatico, dalla cresta iliaca al calcagno, in garza. Fare contemporaneamente un'iniezione di morfina e lasciare il rivulsivo per 3 ore circa. L'effetto nei casi di sciatica reumatica è mirabolante. Ma i ciarlatani usano la pasta anche nella neurite sciatica per più volte e lasciano andare a casa il povero guarito con molte pillole di morfina in tasca. Si recidiva al cessare dell'azione morfinica e si licorre al ciarlatano con centinaia di lire. Un signore spese 100 0 lire con peggioramento della sciatica. M. N. • •

Per la preparazione di queste amalgame si fonde prima in un crogiuolo il metallo che fonde a più alta temperatura aggiungendovi a uno a uno i metalli che fondono a temperatura più bassa. Si versa la lega ottenuta in una forma per farne una verga, la quale appena raffreddata si lima; quindi si libera con la calamita dalla limatura il ferro che ha lasciato la lima. La pasta alla formalina è composta di: Ossido di zinco . • . . . . parti 8 Solfato di zinco essiccato . id. 2 Cr~solo . . . . . . . . . . id. 3 (188). D'ismenorr~a in iste'l'ica. Ho bisogno Soluzione di formalina . . id. I di un consiglio terapeutico e di qualche notizia Eugenolo . . . • . . . . . id. r . patogenetica sul caso che da vario tempo mi è Glicerina quanto basta per farne una pasta occorso di osservare. ~onsistente. Una giovane signorina, con nessuna nevrosi La pasta Trio contiene come sostanze fonda· ereditaria, durante il periodo mestrt.lale che acmentali: tricresolo, creolina e formaldeide. cade regolarmente e per una durata di quattro La dentina artificiale del Fletcher è cosi com- o cinque giorni, desta serie preoccupazioni per i posta: fenomeni che si presentano. Potve'Ye. Dolori spasmodici alla testa, all'addome e alle Mastice polverizzato . . parti 7 Y2 estremità, notevole abbassamento della vista, ronzii all'orecchio e vomito quasi continuo. Ossido di zinco calcinato id. 100 Solfato di zinco calcinato id. 12 Spesso ha la sensazione, sempre nel periodo mestruale, di sentirsi ingrossata, e qualche vo1ta Liquido. mostra effettivamente un ventre meteorico e i Gomma arabica • . . . . . parti 25 piedi gonfi: durante i mestrui accade di trovarla Acqua . . . . . . . . . . • id. 65 priva di sensi. Alcool . . . . . . . . . . id. 10 Tutti questi fenomeni si ripetono esattamente, Fenolo Jiquido. . . . . . . id. o. 25 più o meno accentuati ad ogni periodo mestruale; Come già si disse nel n. 36 del Policlinico per si comprende come la giovane possa sentirsi il cemento, si deve qui ' ripetere che non si riesce grandemente preoccupata all'avvicinarsi del pe· -ad ottenere con simili indicazioni, le quali sono riodo critico. risultati di analisi, buoni prodotti paragonabili Quale aiuto si può dare? tutti i tentativi di a quelli del commercio, per la difficoltà di pro- cure locali fatti durante l'attacco mestruale, per ·Curarsi gl'ingredienti allo stato puro e per la dif- dir cosi, sono riusciti inefficaci. Dove ricercare ficoltà della preparazione e riesce più economico la ragione di tali periodici disturbi ? Forse nel..-comprare questi prodotti che fabbricarli da sè. l'isteria? A. C. Supino. Dott. N. D'Alessio. (187) La cu'Ya empirica della sciatica. - Un corCertamente i fenomeni che offre la sua pa·tese abbonato ci scrive da una città dellla Ve• ziente sono tali da destare l'apprensione del sog, ·nezia: Alla risposta data da CAJUS all'abbonato n. 18r getto, della famiglia e anche del medico consul-;t;ulla cura della sciatica si può aggiungere: che tato al proposito. (25) • • •


IL POiICLlNICO

• ~e però si considerano attentamente essi appaiono come una notevole esagerazione di fenomeni che rientrano nel campo fisiologico. È noto difatti che durante la m estruazione si possono osservare, fortunatamente con frequenza non ec• • cesstva, una quantità di alterazioni a carico di vari sistemi, come ad esempio: cardiopalmo o bradicardia, dispepsia, nausee, diarrea, e in modo particolare possono essere accentuati i fenomeni a carico del sistema nervoso. Nel caso specifico cre~iamo che i fenomeni osservati non siano che }>esaltazione di alterazioni nervose fisiologiche, esaltazione che può rip ortarsi, come giustamente viene osservato, ad isterismo. Nulla d a fare perciò, all'infuori .della cura usuale per l'isterismo e, ove occorra, qualche cura sintomatica. /. b. l. (189). Autori.zzaziòne al matrimonio di sifilitici. - Un mio cliente, giovane di 25 anni, fidanzato,

nel mese di aprile si contagiò di sifilide. · Gli praticai la cura classica mercuriale essendo stata assodata la sifilide dai caratteri dell'ulcera, dall'ingorgo glandulare inguinale, dai fatti generali ip.cipienti. Fin oggi ho praticato cento iniezioni che sono state tollerate benissimo e fin da principio, come per incanto, tutto spari ed allo stato attuale la diagnosi di sifilide progressa non si potrebbe più fare. Come cura consecutiva praticherò altre cento iniezioni annuali per altri due anni altern-te con cure iodiche. Il padre della fidanzata si è rivolto a me per sapere quando l'ammalato potrà passare a matrimonio. Io mi sono riserbato di rispondere, e mi rivolgo a voi per avere delucidazioni al riguardo dal vostro illµminato giudizio. Dott. Ermanno N uonno. Legga il lavoro di E. Ho:ffmann, riassunto nel Policl., Sez. prat., fase. 8, pag. 267, 23 febbraio 19 13: « Durata della contagiosità della sifilide e con· senso al matr~monio alla luce delle nuove indagini »• I. U. (1go). Le sarei gratissimo se con cortese sollecitudine volesse indicarmi la bibliografia riguardante l'Educazione sessuale e l'Igiene Pedagogica. Abbonato 7302.

Preferiamo non fornire indicazioni bibliografiche. Consulti il lavoro di Forel da noi altra volta recensito.

(26)

[ANNO XX, FASC. 45)

GLOSSARIO MEDICO. Opsiuria.

(Da Otptor;, che giunge o si compie tardi, eoveetv., urinare). Descritta da Gilbert e Lereboullet (Société de Bi ologie, 9 marzo 1901), dal loro allievo Lecerf (Thèse de Paris, 1901) e da Vìllaret (Thèse de Pa-· ris . 1906). Modificazione della diuresi caratterizzata àa un ritardo nell'eliminazione dei liq.u idi ingeriti, di modo che la quantità delle urine emesse durante-la notte (mentre l'ingestione dei liquidi è nulla), supera quella delle urine emesse durante il giorno .. V'è spec;so inversione parallela nel ritmo dell'eliminazione azoturica. . E' dovuta a cause complesse, tra· cui la più· importante è il ritardo nell'assorbimento idrico a livello dell'intestino, legato a ipertensione portale. Questo ritardo determina a sua volta quello. dell'eliminazione attraverso i reni . L'opsiuria costituisce dunque uno degli elementi principali della S'i°n dYome d'ipertensione portale. Si riscontra nella fase preascitica delle cirrosi alcooliche, nelle cirrosi biliari, in certi casi di fe. gato cardiaco, talvolta nella litiasi biliare e nella colemia f amifiare. Si rjscontra anche in certi malati colpiti da af~ fezioni varie dell'apparecchio cardiaco-vascolare· e dei reni. (<la La Presse Médicale). R. B.

VA.RIA Il pre.zzo delle preparazioni di radium. -

Con-· trariamente alle aspettative, si nota una riduzione sensibilissima nel prezzo delle preparazioni di radium (]ourn. lnd. Eng . Chem., settembre 1913,. n . 780; ]ourn. A . M. A., 1913, 11 ottobre, p. 1382). Nel 1911 le preparazioni di radium della Au-· strian Radiumpraeparatefabrik ammontarono a gm. 14. 1, contenenti gm. 2. 647 di cloruro di radium puro valutato lire 1,074,500. La produzione totale di bromuro di radi11m oscilla ancora fra 2 e 3 gm. di radium all'anno: si mantiene quasi costante. Non può dunque invocarsi un aumento della produzione. Eppure al principio del 1913 il bromuro di radium puro si vend~va in Germania al prezzo di lire 525 al milligrammo, mentre in luglio vennero fatte a Vienna delle vendite alla metà di questo prezzo. Il decremento del prezzo non può spiegarsi che grazie alla minore richiesta, dovuta all'avanzare dei mesothori um, che viene usato al posto del radium, sovratutto in medicina.


[ANNO XX, FASC. 45]

SEZIONE PRATICA

La richiesta larghissima d! sostanze radioattive per la cura dei tumori maligni, tende ad essere soddisfatta escl11sivamente con questa sostanza, la quale è molto più economica. Il mesothorium, più attivo del radium sui tessuti neoformati, può otteners~ al prezzo di sole lire 160 al milligrammo; e sebbene la vita del mesothorium sia corta, si dà · ad esso la preferenza. Si vuole che mescolandolo a sali di radium $i ottengano delle prepara.zioni a lunga vita . Un altro prodotto che tende a soppiantare il radium è il radiothorium. A. A.

CEltlYI BIBLIOORAFICI (No,. si ruensiscono chi i ljbri peroenuti in dono alla Redazione)

-

Prof. ANGELO CASALI. Sulla presenza dei corpuscoli di Prowa.zek nel tracoma. (Pavia, Succ. Bizzoni, 1912 ). Quanto rumore destassero nel mondo scientifico il Prowazek e l'Halberstadter nel 1907 quando per i primi annunziarono la presenza di certi clamidozoi nell'epitelio della congiuntiva affetta da tracoma nell'uomo e nellà scimmia, è conosciuto da quanti seguono i progressi della batteriologia. . Solo le loro conclusioni non furono condivise dalla schiera degli osservatori, giacéhè essi ritenevano tali corpuscoli - di natura forse paras, sitaria - come elementi specifici del tracoma, anzi degli agenti etiologici. Invece le ricerche dell' Addario, del Zur Nedden, dello Spoto, dell'Heymann, con ingrandimenti di 2000 diametri, conferma vano la presenza di tali corpuscoli non solo nell'epitelio, ma anche nel contenuto dei follicoli tracomatosi accanto al nucleo; e non solo nel tracoma, ma anche nelle congiuntiviti gonorroiche, nelle follicolari, nelle semplici e financo nella congiuntiva normale. Se ne dedusse, perciò, che questi corpi non avessero alcuna importanza e che fossero degli elementi di degenerazione del nucleo delle cellule. Il Casali esponendo tutte le dottrine a propo· sito, presenta i risultati delle sue ricerche che sono davvero degni di menzione. Il materiale è della Clinica oculistica dell'Istituto di studi superiori di Firenze, le microfoto· grafie sono da obiettivi a 3000 diametri. Egli ha preso un numero eguale di mala ti per ogni forma di congiuntivite. Ha trovato i detti corpuscoli nel 70 % nel tracoma acuto, nel 6o % nel tracoma cronico, nel 20 % nella congiuntivite blenorroica, e nessun corpuscolo in nessuna altra forma di malattia della congiuntiva.

Per l' A. i corpi di Prowazek se non sono gli agenti etiologici del tracoma, hanno una qualche importanza per la diagnosi perchè si trovano a preferenza in questa affezione. Dott. GIULIO COZZOLI. A. ONoDI. Die Beziehuogen der Trane-norgan& zur Nasenhohlen und zu ihren Nebenhohlen .. Urban & Schwarzenberg. Berlin-Wien, 1913. M. 7. 50.

Sui rapporti tra organi lagrimali e cavità accessorie del naso si trova molto poco nei trattati di anatomia, di rinologia o di oculistica. L'A. perciò in base a numerose ossérvaz.ioni originali ha studiato profondamente l'argomento che svolge in questa splendida monografia dove sono esposte lucidflmente questioni riguardanti l'etiologia e la terapia delle malattie delle glari· dole lagrimali. Il testo è corredato da 45 illustrazioni rappresentanti altrettante fotografie di prepara ti originali in grandezza naturale, Sia il testo che le spiegazioni delle tavole è sct'.itto oltre che in tedesco anche in francese ed inglese. P. A. LAGLEYZE P. Du strabisme. Paris, Jules Rousset>éditeur. 1913. Prix: 15 fr., I volume in·8, di 409 pagine, con 152 figure. Il libro è diviso in tre · parti: ricerche etiologiche, patogenesi e meccanismo del trattamento. Nel suo lavoro il prof. Lagleyze espone molte vedute originali sopra un gran numero di problemi scientifici e clinici, la soluzione dei quali ha sempre preoccupato i più illustri oftalmologi. Non si tratta di un manuale didattico destinato all'insegnamento, ma è un lavoro frutto di migl~aia di osservazioni cliniche: compiute durante un trentennio di pratica professionale. R. B. CAILLAUD M. L'arte dell'occhialeria. La scelta delle lenti e delle loro armature in oftalmologia. Traduzione italiana con note ed aggiunte del. dott. Ercole Passera. Torino, Rosenberg e Sellier, 1913. L .. 4· Il dott. Ercole Passera, traducendo questo manuale di occhialeria del dott. Caillaud, ha soddisfatto un desiderio vivamente sentito da ottici e d'a oftalmologi: vi troveranno uno studio a pprofondi to delle varie specie di vetri. usati in occhialeria e le qualità ottiche a ciascuna di esse· inerenti, la lavorazione delle supérfi.ci dei vetri di ottica e la misurazione, cosi importante in pratica, delle armature degli occhiali. L'oculista troverà in questo vade-meaum quanto occorre per metterlo in grado di formulare le prescrizioni di lenti e di controllare il modo col_ . quale vennero eseguite. R. B.

(27)


IL POLICLINICO

(ANNO

XX,

FASC.

45)

NELLA VITA PROFESSIONALE. La protrsta di un sacerdote contro i metodi del ciar latanismo.

Nel giornale Il B erica è comparsa la seguente lettera di un bravo prete che sru firma Don Aurelio, la quale merita di es.sere riprodotta da tutt'i giornali medici italiani per la franca sincerità 'ed il buon s enso con cui è scritta. La lettera pare diretta soltanto ai confratelli di sacerdozio <lello scrittore· : ma che direbbe il buon prete veneto se gli dicessimo, in confidenza, .che essa potrebbe dirigersi egualmente bene a .molti medici italiani, ai quali tutf'i giorni .si rivolgono le arti allettatrici dello sfac-ciato ciarlatanismo farmaceuticQ, con proposte di co11ipèrage che si ripetono con troppa insistenza per poter pensare che esse rice,rano sempre e da tutti l' accoglienz:J. che si meritano?

C. Ieri la posta mi recò due fasci coli ,.1i « ré·c lame » uno per certi globuli di portentosa efficacia contro l'anemia, l'altro per le malattie dei reni. Il primo avea viaggiato mezza Italia per farmi sapere che se io ne fo' comprare tre o quattro scatole riceverò in dono una spazzola, od un pettine, od un asciugamani, ma crescendo nel numero delle scatole e sempre a prezzo di costo avrei potuto avere in dono una pendola od un carrozzino, un messale artistico da 700 franchi, o uno sciallo per signora, un servizio da tavola od un tri · taformaggio, il panno per una sottana od un macinino ecc.; mentre il secondo più aristo.cratico e meno sfacciato non mi prop(1neva un affare, ma solo la salute dei miei parrocchiani a L. 3.50 la scatola franco di porto. Oggi invece ricevo della cc réclame» in .carta asciugante (sempre utile, dice) e mi promette una buona interessenza, se io mi fo' compare per la vendita di certi glomerulini o pillole di effetto più che certo e miracoloso. Ma anche la settimana scorsa ricevetti di tali « réclames » banali nella forma e pòco rispettose nella sostanza, colle quali certi speziali grossisti e grossolani mi vogliono persuadere a farmi loro rappresentante, colla promessa di una bu'o na percentuale (ro per cento, 25 per cento ed anche 30 per cento) sul prezzo della merce venduta. (28)

Dimenticavo di dire ch'io sono sacerdote e siccome ho la persuasione che molti dei miei colleghi abbiano ricevuto e ricevano come me ta:li « réclames » e tali sollecitatorie come esca 'di comparaggio, così qui mi permetto di dire a quei signori speziali grossisti e grossolani : cc Per conto mio, Signori, mi attengo al tractent f abrilia f abri, e dei vostri prodotti, delle vostre pillole, dei vostri globuli e glomeruli, come anche delle vostre grattuggie e dell'altro ciarpame che tPi offrite, non so proprio che cosa farne: non ne voglio sapere affatto nè per me (grazie a Dio) nè per il mio prossimo. Vedete, Egr . Signori, il prossimo mio istei:ico od anemico, clorotico o linfatico mi fa tanta compassione che se potessi gli darei un pollo al dì per farsi del brodo, ma non mi azzardo di suggerirgli o di dargli alcuna delle vostre scatole prodigiose, se non altro, perchè quel guadagno del 30 per ,cento senza nessuna fa• tica, non mi• pare onesto, mentre mi• pare del tutto disonesto fargli pagare 3 o 4 franchi l'una delle scatole di polvere forse inerte, ma forse anche contenenti dei rimedii veri sì ed autentici, ma che io non conosco e di cui non posso conoscere l'utilità e l'opportunità per µna diagnosi coscienziosa del loro male» . Ai miei confratelli invece direi : « Prescindendo dalla poco decorosa partecipazione agli utili in un affare che sa di industrialismo molto bottegaio e che è illegale e proibito, noi non possiamo e non dobbiamo prescrivere o suggerire farmaco alcuno per le seguenti ragioni: difficilmente noi, coi nostri s.t udi e coi mezzi che possiamo usar~, possiamo con sicurezza diagnosticare la malattia di chi ci espone i suoi disturbi, quindi ci è uri. rimedio, che per impossibile suggerire • • • • certa nostra scienza e coscienza, s1 possa ntenere utile a loro : non conoscendo la composizione di quelle pillole o globuli, noi non possiamo proporzionarle al bisogno del malato, alla sua età e condizione fisiologica, e quand'anche per un mero caso noi indovinassimo il genere di cura, se indipendentemente · da questa noi ci trovassimo ad avere un risultato poco o niente buono, noi non troveremmo che una scarsa giustificazione nella nostra buona volontà e nella rettituJine di intenzione perchè ... quel non buono risultato fu per noi volontario in causa (chi scriv7 sa positivamente che non in un solo caso i 1


(ANNO

XX,

FASC.

45J

SEZIONE PRATICA \

risultati di cura furono meno che soddisfacenti). Noi dovremo pensare: quali studii abbiamo noi fatto di fisiologia, di patologia, di materia medica, di semeiotica, di posologia? e nel caso pratico come si fa a rivolgere a certi malati le domande necessarie a conoscere il caso? E se l'apparente anemia per es. nasconde una vera malattia del sistema nervoso? se l'apparente isterismo n asconde un vizio organico od è effetto d'uno stato ftsiologico delicato e necessitante cura e riguardi speciali ? Si sa poi che generalmente quei globuli o « cachets » o glomerulini sono a base di veleni potentissimi - arsenico, stricnina, fosforo, ecc. - come possiamo noi con tranquilla coscienza affidarli alla poca ·liscrezione di chi ignorante od isterico spesso rifiuta un consiglio dal medico per motivi troppo particolari? Mi diceva tempo fa un bravo medicc che il somministrare per es. dei prodotti arsenicali a madri che dieno ancora il latte al loro bambino è estremamente peric.oloso per quest'ultimo, ora non è raro il caso che una tale madre si senta molto debole, che presenti anche un aspetto come d'ammalata. è chiaro che una cura arsenicale per essa è controindicata. Direi poi ai medesimi miei colleghi che nel marzo ,di questo anno fu promulgata una legge speciale che commina p~ne gravissime di carcere e di multe· a chi abusivamente prescrive medicine senza essere medico, o le spaccia o rivende senza essere farmacista approvato. Quella legge è veramente saggia e provvidenziale non solo obiettivamente ed in sè stessa, ma anche perchè essa lascia la vera responsabilità a cui spetta, ·mentre nessuna legge, neanche quella della carità cristiana, può obbligare noi ad assumer ci così alla leggiera responsabilità gravissime con atti e fatti che nessuna prudenza ci consiglia, nessuna necessità ci giustifica perchè dei medici se ne trovano dappertutto. E allora? . Visto il modo veramente sbarazzino in cui quelle cointeressenze ci sono offerte : considerate le gravi responsabilità sia di ordine morale che d'ordine materiale e personale cui gratuitamente andremmo incontro; tenuto conto che è pur necessario non togliere al farmacista ed al medico la loro clientela, a mio modesto parere sarebbe necessario lasciare che « tractent fabrilia fabri » . E poichè sono pochi i dilettanti di commissioni farmaceutiche, questi pochi respin-

gano sempre e senza tanti riguardi le . ·« réclames » che ricevono, gli opuscoli e i trattatelli, gli almanacchi e le buffonesche monografie ed i regali anticipati che con poco rispetto a noi troppo spesso vengono a · tentarci di farci complici di un commercialismo poco coscienzioso, spesso niente affatto onesto, e sempre, assolutamente illegale. Con tante scuse... Don Aurelio. f)ronaca del movimento professlonale. •

I medici e la nuova

~amera.

Nella votazione di ballottaggio del 2 novembre fra i medici candidati furono eletti gli on. Castellino, Cavaliera, Dore, Gregoraci, Imbrlaco e Maz, zarella. Caddero i deputati uscenti on. Ciocchi, Giulietti, Guidone e Messedaglia. Il gruppo medico della Camera per la XXIV legislatura comprende perciò 36 dep11tati, urecisamente quanti · ne conteneva la precedente e cioè: Antonio Angiolini, Guido Baccelli, Nicola :Badaloni, Leonardo Bianchi, Vincepzo Bianchi, Edoardo Bonardi, Armando Bussi, Luigi Capitaneo, Raffaele Caporali, Giulio Casalini, Paolo Casciani, Pietro Castellino, Giuseppe Cavaliera, Napoleone Colajanni, Carlo Cucca, Francesco Dore, Giuseppe Faranda, Vito Pazzi, Pier Nicola Gregoraci , Pietro Imbriaco, Fabrizio Maffi, Giulio Masini, Basilio Mazzarella, Teodoro Morisani, Edoardo Pantano, Raffaele Paparo, Michele Pietravalle, Giovan Battista QueiroJo, Roberto Rampoldi, Santi Rindone, Angelo Rotb, Giuseppe Sanarelli, Rocco Santoliquido, Domenico Tinozzi, Nello Toscanelli, Attilio Vignolo. Politicamente, questo gruppo si compone di 16 liberali, 10 radicali, 6 socialisti ufficiali, 2 democratici costituzionali , 1 repubblicano, I socialista riformista. La classe medica italiana sal11ta con compiacenza il ritorno alla Camera di alcuni suoi amati maestri, di antichi e stimati uomini parlamentari, di giovani energie nuove. Siamo sinceramente dolenti che gli eiettori di Lu~o abbiano lasciato in minoranza Umberto Brunelli, presidente dell'Associazione Nazionale dei medici condotti, il quale anche fuori del Parlamento continuerà a dedicare t utta la sua opera all'elevamento morale ed economico dei suoi compagni di lavoro; ma notiamo con vi va soddisfa zione che gli elettori di Nuoro banno invece onorato sè stessi scegliendosi a rappresentante il dott. Francesco Dore, un medico condotto sardo che personifica la semplicità e rigidità di caratt ere e la bontà d'animo della sua razza. ~

CAJUS.

(29)


'1650

[L

POLICI,INICO

(ANNO XX,

FASC.

45)

I

L'Associazione Romana dei Medi ci Ospedalieyi' si è riunita il 4 corrente in numerosa assemblea.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE.

Il Dott. G. B . da C. V. espone che fu nominato insieme ad altri due colleghi medico condotto di un Comune diviso in tre diverse zone e che, venuto a mancare uno dei colleghi, la di lui zona fu assegnata ai due medici che rimanevano, con conseguente aumento di assegno. Domanda se l'aumento sessennale deve essere liquidato in base allo stipendio primitivo od in base a quello accresciuto. , Essendosi il Comune riservato il diritto di far rit.o rnare in qualsiasi epoca le cose al primitivo stato, deve ritenersi che l'attuale stipendio sia affatto temporaneo e godibile sotto la condizione che la condotta rimanga . ancora divisa in due anzichè in tre zone. Per tale considerazione, l'aumento sessennale va commisuratp allo stipendio primitivo e non a quello posteriormente ottenuto. (4112) Stabilità. - Al Dottor abbonat-o n. 2490 rispondiamo che egli sarà virtualmente stabile col giorno 31 prossimo dicembre. Sarà poi effettivamente stabile col 31 marzo r914. (4114) Pensioni. - Al Dott. E. C. da C. D. rispondiamo che egli col 31 dicembre prossimo conterà 24 antri e 4 mesi di servizio, essendo computa bili i 9 anni presta ti prima della istituzione dalla Cassa di previdenza. Potrà quindi andare in pensione col giorno I 0 del p. v. nìarzo. Tenuto conto del contributo plurimo da Lei versato per un decennio, liquiderà annue lire 928.20 di penI medici condotti del Comune di Roma . - Nell'asione, oltrP il supplemento di lire 29. 73 spettandunanza tenuta lunedi 3 corrente dalla sezione • tele per il versamento volontario di lire 88 da roma na dei medici condotti nella sede del consiglio dell'Ordine veniva approvato il seguente or- ' Lei fatto per anni quatro. Il Comune con la somma di lire 528 paga il contributo per quattro dine del giorno: posti di medico. Se i posti sono solamente due, « I medici condotti del comune di Roma, udita la relazione del colloquio avuto dai loro rappre- potrebb~ darsi che pagasse anche i contributi propri di Lei e del veterinario. Indaghi presso la sentanti con l'assessore per l'igiene; delegano la stessa commissione che parlò con segreteria del Comune. L'errore materiale dello l'assessore a presentare a questi un memoriale in ammontare dei contributi sarà a suo tempo corcui siano dimostrati i danni che deriverebbero r.e tto di ufficio. (4I15) Assistente di clinica - Pensione. - Il ala alla classe che alla cittadinanza dalla applicazione dei progetti di riordinamento, sia prov· Dott. B. M. da M. ci interpella per conoscere se visorio che definitivo, dei servizi che l'assessore sono computabili agli effetti della pensione gli ha in animo di presentare; anni di servizio prestati nella qualità di assistente deliberano di opporsi ora ed in appresso e di clinica. con ogni mezzo alla attuazione dei detti progetti » • . Gli anni di servizio prestati come assistente di clinica sono computabili perchè prestati allo La Associazione t'Ya i medici chiYurgi liberi eseYStato senza diritto a pensione. Durante tale pe- · centi di Rom a ha votato un ordine del giorno stigmatizzante una recente disposizione del R. riodo di servizio il medico può rimanere od iscriCommissario degli Ospedali di Roma che impone versi alla Cassa e lo Stato paga il contributo che la tassa d'iscrizione di L . 50 per i concorrenti al ad esso compete, come 0 qualunque altro a.egli enti posto di chirurgo aiuto negli Ospedali e quella contemplati nell'art. I della legge. (41I6) Visita collegiale - Pensione. - Il Dottor ulteriore di L. 150 per i vincitori. Troviamo anche noi poco liberale questa disposizione che G. G. da G. S. chiede conoscere cosa deve fare non ha confronti in altre amministrazioni, e fac- per chied ere la visita collegiale e quale pensione od indennità gli potrà competere. ciamo voti che non ci insista in essa. (30)

Espletate le pratiche di ordinaria amministrazione si occupò del ricorso presentato dal socio prof. Da11a Vedova contro la punizione inflittagli dal direttore dell'Ospedale di S. Giacomo, e votò all'unanimità il seguente ordine del giorno: « L 'assemblea della Sezione RQmana dell'Associazione Nazionale dei Medici Ospedalieri; « Davanti al gravissimo provvedimentò preso dal direttore dell'Ospedale di S. Giacomo verso il collega prjmario professore Dalla Vedova; « Protesta vivamente contro l'atto arbitrario, ' offensivo di ogni norma regolamentare, lesivo del prestigio del personale sanitario tutto, il quale nel provvedimento contro il collega Dalla Vedova vede l'offesa aperta alla sua dignità e ai suoi diritti; • Denuncia all'Ordine dei Medici il fatto deplorato e lo invita ad occuparsene, pronto ad assumere quell'atteggiamento che l'ulteriore svolgimento dei fatti, potesse richiedere » . Si procedette poi alle elezioni suppletive per le cariche rimaste vacanti, e risultarono eletti i seguenti cònsiglieri: Prof. Giovanni Mingazzinì, prof. Nicola Sforza, dott. Manginelli. dott. Gino Pieri, segretario e cassiere,. dott. Armando Sala, vice-segretario. Si decise qt1indi di convocare per sabato 8 una nuova assemblea alla quate il Consiglio Direttivo si riserva di esporre il suo programma circa le varie questioni che agitano in questo periodo il personale sanitario degli ospedali.

(4111) Aumen.ti sessennali. -


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SEZIONE PRATICA

I,a visita collegiale deve e-,sere chiesta al medico provinciale, che determinerà le norme secondo cui essa deve aver luogo. L'indennità che Le potrà competere è di lire 8635. 40. (4118) Titolo professionale · Stabilità. - Il Dottor D. C. da. . • . avendo prestato servizio come interno e come assistente onorario nella clinica medica può assumere il titolo di: già assistente e interno nelle cliniche di • . . e se possa ritenersi stabile nella condotta in cui attualmente presta • • servizio. Not crediamo che nulla si opponga a che Ella assuma il titolo indicato, perchè esso corrisponde ad ufficii realmente da Lei sostenuti. Non può ritenersi stabile perchè l'anno di interinato fu prestatato con notevole interruzione di fronte alla nomina conseguita in base a concorso. (4119) Sessennii. - Il Dott. M. M. in M. desidera conoscere se disponendo il proprio capitolato che i sessenni debbono essere sempre commisurati allo stipendio iniziale, questa parola iniziale debba riferirsi allo stipendio di prima nomina od a quello che è venuto aumentandosl per effetto dei sessenni già consegui ti. Allorche il capitolato parla di stipendio iniziale deve riferirsi a quello di prima nomina. Di guisa che tutti gli aumenti sessennali debbono essere di annue lire 6o. Doctor JusTITIA.

, "ondotte e "oncorsi. ALESSANDRIA. - Due condotte: L. 1500 pei po· veri; aumenti quinquennali fino a L. 1950; L. 100 per supplenza. Scad. 30 nov. Servizio entro 15 giorni. A b. 16oo e 4000; fam. povere circa 40 e 86. ANELA (Sassari·). - Condotta; L. 3000 nette. Scad. 15 novembre. ARZIGNANO ( Vi·cenza). - Due condotte libere; L. 3500 e L. 3000. Scad. 15 novembre. ATTINÙS. (Udine). - L. 3500 pei poveri, tre sessenni. Scade 20 novembre. Il capoluogo unito alle frazioni con strade carrozzabili. Documenti di data non anteriore ai 6 mesi. Assunzione del servizio. entro 15 giorni dalla partecipazione della . ...... nomtna. ..{.~ _.....,t; B ERGAMO. Consiglio degli Istituti Ospidatieri. -Fino alle ore 15 del 15 novembre sono aperti concorsi per titoli a due posti di Medico-chirurgo assistente biennale; vedi fase. 43. CASALROMANO (Mantova). - Medico; L. 4100 aument. ed alloggio. Scad. 12 novembre . . COMO. Dep-;,1,tazione f>rovinciale. - Medico direttore del Manieomio; L. ·6000 lorde dell'imposta di R. M., alloggio vuoto per sè e famiglia, illum. e riscald.; tre sessenni. Titoli scientifici e pratici. Docum. alla Segreteria non oltre le ore 16 del 15 dicembre. 7 15'-

FrCULLE (Perugia). - Ab. 3186. Concorso ad una delle due condotte comprimarie; lorde (in corso di approvazione) L. 4100, senza obbligo di ca val. Riposo quindicinale. Scad. 20 nov. Autorizzazione ad accettare eventuale nomina Medico di sezione delle ferrovie. Richiedere avviso al Municipio. (Ancona). - L. 3000 pei poveri, L. 500 pei semi-abbienti, L. 500 indennità varie. Scade 19 novembre. MERGO

~OD~NA.

Cong regazione di Ca1'ità. - Chirurgo pr1mar10 dell'ospedale congregazionale; titoli ed eventualmente esami; sei anni di laurea; triennio in clinica od ospedali; 30-40 anni; divieto di servizio in cliniche, altri Istituti e case private di cura. Nomina triennale; conferme triennali. Gratificazione annua di L . 6oo (seicento). Servizio entro 15 giorni. Chiedere l'annunzio.

MoNTÀ (Cuneo). Ospedale-Ricovero « Mise.,icoYdia Dei B. - Medico; per schiarimenti rivolgersi alla segreteria. Scad. 12 nov. MoNTAf,CINo (Siena). - Due medici per la cura gratuita agli abitanti di Torrenieri e S. Angelo in Colle; L. 3100 lorde ciasc., obbl. a . f.; il secondo ha l'obbligo di una visita settimanale a Camigliano; L. 400 ciasc. per la cav. Scad. 15 nov. MONTECATINI VAL DI CECINA (Pisa)~ - Concorso per la condotta pel Castello di Quer<!eto e Sassa. L. 3450, lorde, compreso cavalcatura. Scad. 30 nov. NOCERA UMBRA (Perugia). - Condotta chirur.; L. 4000 nette. Scad. 15 nov. ORTANOVA (Fo ggia). --Medico di Ordona; L. 1800 lorde per i soli poveri, ab. 1300 riuniti . Scadenza 22 nov. · PERETO (Aqui·ta). - A tutto il 15 nov. condotta piena a L. 3500 pei poveri, L. 300 per gli abb ., L. 200 quale U. S., lorde; un anno in ospedali dopo la laurea o due di condotta come titolare o tre di esercizio libero. PERUGIA. Università Libera. - Cattedra speciale dì chirurgia dimostrativa e clinica generale, semeiotica e medicina operatoria ; vedi fase. 39. Scadenza 4 gennaio. PETTINEO (Messina). - Condotto; L. 2800 nette, non più di 40 anni, s. esercizio regolamentare, 2 anni servizio ospedali o condotte. Abitanti 2976. Scadenza 30 novembre . PINASCA (Torino). - Medico del consorzio con Inverso Pinasca e Villar Perosa; L. 2200 e L. 200 quale U. S . Scad. 15 novembre. ROCCAPRIORA (Roma) . - L. 4000. cura piena. Scade 15 novembre. RoMA. Ministero del la Git~t'f'a. - Allievi ufficiali di complemento e sottotenenti medici di supplemento presso alcune Direzioni di sanità militare e presso alcuni reggi men ti d'arma a cavallo. Vedansi le norme relative ai corsi speciali ed all'ammissione nel u Giornale Militare • n. 36 del 26 agosto 1913,· n. 1070. Scad. 30 nov. ROMA. Minist6'o <Ùlla lstf'uzione pubblica . Straordinari di patologia generale nella R. Università di Cagliari; di medicina legale nella R . Università di Pisa; di clinica ostetrica e ginecologica nella R. Università di Sassari. Scad. 9 dic.

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IL POLICLINICO Ro~fA.

Pio Istituto di 5. Spirito ed Ospedali riuniti. - Dieci chirurghi aiuti. Vedi fase. 43. Scadenza ore 16 del 2 dicembre 1913. SARTEANO (Siena) . - 2• condotta a tutta cura, 2400 abit.; L. 2000 pei pov·., L. 1150 per gli Abb., L. 250 per sostituz. reciproca, L. 6oo per cavale., nette; assicuraz. Serviz.io entro 15 giorni. Scad. 15 nov. SuzzARA. Congregaeione di carità. - Cercasi subito medico-chirurgo assistente, stipendio L. 1300, alloggio, percentuale compensi operativi. Presentare doc11menti all'Amministrazione. TEMPIO (Sassari). Medici per i soli poveri d~lle frazioni Luogosanto e Arzaghena; L. 2000 c1asc. e L. lOO per a. f. ~ oltre premi e sussidi governativi per intensificazione lotta malarica. Scad. 15 novembre. 7

AILATE (C1'emona ). Medico chir. residenziale; L. 3500 al netto di R. M., dy.e sessenni. Ab. 3450 dei quali circa 3100 considerati poveri. Non obbligo mezzo di trasp. Incarico U. S. e direzione ospedale Caimi. Il territorio com. è considerato zona malarica . Assunz. posto entro 15 giorni. Scad. 30 nov. '

ROMA. R. Utiive1'sità. - È indetto il concorso per titoli a quattro posti di studio della Fondazione C'orsi• tra laureati della Facoltà di medicina e chirurgia nell'università. Laurea da non oltre un triennio solare a datare dal 10 ottobre 1910, dopo aver frequentato i corsi per un biennio almeno nella U niversità. L. loo mensili per otto mesi. Scad. 30 giugno 1914. Cercasi medico·chirurgo interino per la durata di mesi tre, a cominciare dal 1° dicembre p. v. Stipendio L . 400 mensili. Obbligo della cavalcatura. Disdetta scambi~vole un mese prima. Rivolgersi al Sindaco di Amatrice. Sono segna ti con un asterisco • i concorsi che ci risultano dit· ftdatf dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con due asterischi •• l concorsi che cl risultano boicottati dalla Federazione delle Assoclasionl Santtar\e Italiane.

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Nomine, promozioni e onorificenze. FmENZE. - Il clott. Chiappella Riccardo è abil_itat.o alla libera docenza in ~igiene e polizia santtana. MEsSINA. - Il prof. Besta Carlo è nominato straordinario <ii clinica delle malattie mentali e nervose. MODENA. - Il dott. Massaglia Aldo é nominato a~sistente in medicina legale. NAPOLI. - Sono abilitati alla libera docenzaf.i dottori: Pellegrino Camillo in ortopedia; PalazzÒ Giuseppe in patologia chirurgica. Il dott. Jacono Igino è nominato assistente di fisiologia. PADOV.A. - Il dott. Berti Antonio è abilitato alla libera docenza ·in J?B tologi a medica. Il dott. Palmieri Luigi è nominato aiuto in clinica oculistica. PARMA. - Il dott. Tedeschi · Aldo è abilitato a lla libera docenza in igiene. · SASSARI. - Il prof. Baglioni Silvestro è nominato straordinario di fisiologia. (Rallegramenti) SIENA. - Il prof. Gagnoni Enrico è nominato straordinario di clinica pediatrica. 11 dott. Guerra-Coppioli Lt1ìgi è abilitato alla libera docenza in patologia medica.

' TORINO. - Il dott. Camera Ugo è nom inato assistente in patologia chirurgica. TRIEsTE - Il Consiglio comunale ha nominato, con votazione qu asi unanime, il prof. Giulio Ascoli a co_prire la carica di direttore del Civico Nosocomio. Coµ regio decreto sono state accettate le dimissioni dall'ufficio di membro del Con~i glio provinciale di Sanità di Benevento del prof. Cravino Andrea, e con successivo decreto il dott. Vatte· roni Aristide Riccardo è stato nominato membro del Consiglio provinciale di Sanità di Benevento per il triennio 1913-1915.

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D iffide e

boicot~aggi:

Nuove diffide sanzionate: Ronco Scrivia (Genova), N anto Castegnero (Vicenza), Locatello (Bergamo) .

La nostra Amministrazione offre agli abbonati del Pollcllnlco, oer sole L . 4, franca a domicilio,

Revoca di diffida : Mergo (Ancona). La Presidenza dell' A. N . M. O. visto il bando di concorso, in data 3 ottobre 1913, al posto di Chirurgo Primario dell'Ospedale di S . Salvatore di Pesaro; Considerato che il bando include tra le condizioni quella del limite massimo di 40 anni di età per l ' ammissione al concorso; Ritenuto che tale condizione è lesiva dei legittimi interessi dei medici ospedalieri e non è vantaggiosa neanche al fine che ogni concorso deve proporsi, e cioè migliore selezione possibile del candidato da nominarsi; ha diffidato il concorso predetto e rivolge un appello ai me· dici ospedalieri organizzati e non organizzati affinchè non concor1'ano o si ritirino dal concorso se già avessero inoltrata domanda per parteciparvi .

La nuova Farmacopea Officiale

la

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(3& edizione)

pubblicata dal Ministero dell' Interno, in elegante vol11me, rilegato in tela e posto in vendita ctiret · tamente dal Governo al prezzo irriducibile di lire 5 più le spese postali. - Obbligatoria per gli ufficiali sanitari, i farmacisti, gli ospedali, ecc. L'Amministrazione cede ai propri abbonati quel . ribasso che il Ministero accorda a.i grossisti per acquisti di non meno di 50 copie per volta e vi aggiunge di suo le spese di affrancazione ordinaria. Le richieste debbono essere Indirizzate asclu!lva-

mente all'Amministrazione del Giornate IL POLI· CLINICO, Via del Tritone, 46, ROMA, m edia nte

Cartolina-Vaglia. Volendone la. spedizione sicura da smarrimenti, unire oent. 25 per la r accomanda. z1one.

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SEZIONE PRATICA

. NOTIZIE DIVERSE .

del 3 dicembre 1903 e veduto il testo unico delle leggi sanitarie, approvato con Regio decreto I agosto 1907, decreta che le provenienze d a Salamina siano sottoposte alle disposizioni contro· il colera contenute nell'ordinanza di sanità marittima h. 1 0 del 1° settembre· 1go7.

XXIII Congresso della Società Ita1lana di Medieina Interna. Non essendosi potuto organizzare · a Tripoli, si adunerà a Roma nel dicembre p. v. Per qualsiasi informazione rivolgersi al prof. . L'Istituto Ortopedico Rizzoli. Luigi Lucatello, R. Università di Padova. Vi consacra un ampio studio illustrato, nella Berliner Klin. W ochenschri ft del 20 ottobre 1913, L'XI Conferenza internazionale contro la tuber- il prof. Joachims Shal di Berlino, che Io dichiara « sicuramente il più bello del mondo » (wohl d as colosi. ' schonste der Welt). si è svolta a Berlino. All'inaugurazione intervenne l'Imperatrice di Germania. Ali' lstitu~o per le malattie infettive di Berlino. Era rappresentata la Federazione italiana delle opere antitubercolari. Il prof. Gaffky, direttore del celebre Istituto Una delle sedute venne presieduta dal sen. Ma- fondato da Roberto Koch, si è ritirato dal suo ragliano. posto a partire dal 1° ·ottobre u. a. Dalle relazioni sui progressi della lotta contro Egli si dice stanco di lavorare, in causa della la tubercolosi nei varii paesi è emerso l'aumento sua età, 63 anni; intende concedersi un riposo progressivo dei sanatori e la confortante dimicompleto nella sua città natale, Hannov~r. nuzione dei decessi per tubercolosi. Gli subentrerà probabilmente il prç>f. Loeffler Importanti questioni sono state discusse, in di Greifswald. · particolare sui mezzi curativi e sulle assicuraC'è da rimanere sorpresi che Loeffler, quasi zioni private e statali. Vennero anche pronun- 'alla stessa età del collega, abbia manifestato altre 'z iate alcune . . . ìnteressanti conferenze, illustrate da. volte il desiderio di lasciare la sua piccola repro1ez1on1. s~denza per quella agitata e turbinosa di Berlino. La prossima riunione avrà luogo a Berna nel Questo suo desiderio si è certo acuito dopo la _p rossimo anno. perdita della consorte, avvenuta or è qualche anno. • Il Congresso internazionale per i pronti soccorsi e le ambulanze Colonie estive ·di Roma. È stata pubblicata, a cura del benemerito Cosi è svolto a Vienna in settembre. Alla seduta mitato pro Colonie estive scolastiche marine e di chiusura venne deliberato di costituire un montane, la relazione medica sui risultati conseComitato intemaziotiale per i primi soccorsi in casi di gravi disastri - terremoti. inondazioni, guiti. La relazione reca le firme dei dottori e pro· epidemie, -... come la Croce Rossa .fa in tempi di fessori Enrico d'Anna, medico addetto alla ColonirJ guerra. speciate di Nettuno, Efisio Melis, Ilario Romanelli, Silvestro Sii vestri, Pietro Zannelli. Congresso internazionale per la prevenzione degli L'Istituto potuto provvedere questo anno infortuni e l'igiene del lavoro. alla cura di 758 fanciulli, di cui 50 tubE:rcolotici. Il Comitato permanenue. adunatosi a Lipsia in La spesa conplessiva, compresa quella p er l'amsettembre, ha deliberato d' indire la riunione di pliamento delle colonie esistenti e l'i~pia~to delle un congresso a Parigi nel 1915. nuove, a·m monta a oltre 50,000 ltre, 1n gran parte versate grazie alla beneficenza privata. Per ' la colonia speciale di Nettuno, destinata ai b~m: Il V Congresso italiano dei medici ferroviario bini tubercolotici. si sùno spese in due mesi d1 Il Comitato esecutivo di questo congresso, che esercizio circa 8000 lire. doveva aver luogo a Napoli in ottobre, ha creduto opportuno un rinvio motivato dalle elezioIl premio NobeJ per la medicina. ni politiche. Il Congresso avrà luogo nella primavera del 1914. L 'Istituto Carolino di Stoccolma ha propost o per il premio Nobel il prof. Richet di Parigi. Carlo Roberto Richet, nato n el 1850 in quest a La Cassa Nazionale di Previdenza per gli operai. città, è uno dei più illustri :fisiologi v iventi, profesIl Consiglio di Amministrazi?ne de~la Cassa sore di fisiologia, in quella Facoltà m edica fin Nazionale di Previdenza per gl1 operai ha apdal 1887. . . . . . . provato il rendiconto generale per l'anno 1912. Ha pubblicato importantiss1m1 la vori sc1ent 1fic1 Il direttore generale della Cassa, comm. Orazio fra i qua li : . Paretti, espone in esso le risultanze dell'anno, I veteni delt'intelligenza - Ricerche sperimenfacendo rilevare il progressivo svilu~po fu1antali e chimiche sulla sensibili tà - La struttura ziario e l'aumento continuo delle dell~ circonvoluzioni cerebrali - L 'uomo e l'intel. . . dell'Istituto . iscr1z1om. ligem a - It calore anim ate - V ocabol ario di Fisiologia. Ordinanza di ~anità Marittima. I n collaborazione con Hericourt, egli st abili nel Il Ministro d ell'Interno, constat ata la comparsa . 1888 il principio d ella sie1'oterapia. Applic.ata dai del colera nell isola di Salamina (Grecia)~ veduta due scopritori alla tuber colosi , la sieroterapia. dette r isulta ti incerti ; ma fu b at tend o la stessa vta che, la convenzione sanitaria internazionale di Parigi

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IL POLICLINICO

venne trovata la cura specifica della difterite, la quale dimostrò l'eccellenza del metodo. Seguirono poj l~ _a1tre molteplici applicazioni dello stesso pnncipio. Dobbiamo anche al Richet l'importante scoperta dell'anafitass1:, che ha rinnovate molte concezioni della patologia ed è stata suscettibile di larghe applicazioni pratiche. Ad essa egli deve l'assegnazione del premio. A partire dal 1880 ha diretto per una lunga ,serie di anni la « Revue scientifique ». Il Richet è anche filosofo, autore drammatico, poeta ed un fervente pacifista; ha scritto varì volumi di arte e poesia; presiede la Società francese per l'arbitrato fra le Nazioni.

Un diploma d'onore. La Commissione generale dell'Esposizione russa d'igiene ha conferito il Gran diploma d'onore alla Società Italiana per gli studi della malaria ed al prof. Angelo Celli, in riconoscimento dei successi riportati in Russia dall'applicazione dei metodi italiani per la lotta contro la malaria. Onoranze a un collega. La Società apolitica di mutuo soccorso fra i reduci d'Africa (Eritrea e Libia), risiedente a Milano e che conta 440 membri. ha offerto una ricca medaglia d'onore in oro al proprio medico sociale dott. F~ancesco Polli, .il quale da 10 anni presta gratuitamente alla Società l'opera sua inte1ligente e amorevole. \

Corso d! p~rfezionamento. Si è inaugurato a Genova, presenti le autorità accademiche e sanitarie della città, i 1primo corso di perfezionamento per medici, organizzato dai liberi docenti. \''intervenn,"'ro numerosissimi sanitari di tutte le provincie dell'Alta Italia. Parlarono il presidente dell'Ordine dei sanitari dottor Grossi e il prof. Segàle, trattando dei rapporti fra l'alta coltura e la vita profe~slonale dei medici.

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È da notare che la fabbrica di radium di cui la signòra Curie ha assunto da qualche tempo la diretta sorveglianza produce il minerale in uno stato di· assoluta purezza: ogni milligrammo di radium è garentito per i~critto dalla illustre scienziata. . •

Un medico ferito. Il dott. Giulio De Blasio di Cerreto Sannita (Benevento) è stato preditoriamente aggredito e ferito gravemente al capo da un colpo di randello mentre, dopo un comizio elettorale, pas~eg­ giava con alcuni amici. I colleghi che lo assistettero ebbero a riscontrare i sintomi di una leggera commozione cerebrale. Le sue condizioni sono state preoccupanti. Notizie tardive. La « Gazzetta Ufficiale » del 18 ottobre u. s. pubblicava un decreto ministeriale del 10 no· vembre su di un concorso a quattro posti di coadiutore nel laboratorio chimico della sanità, mentre le prove di esame, cominciate il 15 ottobre, erano già terminate. A. Il personale degli ospedali in Germania. ' In una seduta ~el Reichstag, il deputato socialista Anfrick, intrattenendosi sulla situazione del personale ospedaliero, faceva conoscere alla Camera co:ne il 46 % di esso lavori da 12 a 14 ore e il 39 °!o da 14 a 17 ore al giorno. In 157 stabilimenti il personale maschile - 612 individui non ha quasi alcun riposo, e lo stesso può dirsi del personale femminile di altre 439 istituzioni. Il salario iniziale è di 10 marchi e giunge da 30 a 70 marchi anche per il personale dei manicomi. nei quali il setvizio è eccezionalmente rude. Risultato: cambiamento frequente del personale, molto pregiudizievole ai malati.

La medicina e le malattie nell'antico Egitto. .In · una interessante conferenza tenuta all'Isti· tuto Reale di Medicina a Londra, il prof. Elliott Smith ha fomite alcune indicazioni sulla mediCongresso d 'igienisti e tecnici municipali. cina e sulle malattie nell'antico Egitto. Si è tenuto a Torino, nel salone dell'Istituto Il prof. Smith, durante la sua lunga permaprofessionale operaio, un Congre~so dell'associa- nenza in Egitto, ha esaminato scientificamente zione generale · degl' igienisti e tecnici municipali ventimila m1llllmie di cui quasi la metà risale a di Francia, Algeria, Tunisia, Belgio, Svizzera, seimila anni prima dell'èra volgare. Gran Dt1cato dì Lussemburgo. Il sindaco conte In queste mummie il prof Etliott ha trovato T. Rossi portò il saluto della città. Il prof. F. traccie di malattie che ancora tormentano l'umaAbba tenne una conferenza sui progressi igienici, nità, e fra le altre: la lebbra, la gotta e la tudemografici e sanitari di Torino. L'avv. A. Fu- bercolosi. Di quest'ultima ne furono riscontrati .. bini parlò della legislazione sulle case popolari dodici casi di vario carattere. ed economiche. Si sono pure trovate traccie d.i una malattia che forse corrispondeva, in certi suoi caratteri, Due grammi di radium . alla sifilide. In una tomba fu scoperta una ricetta datata L'Istituto del radium di Londra ha acauistato .... due grammi del prezioso metallo da una ditta duemila anni prima dell'èra volgare, nella quale' francese al prezzo di circa di due milioni di fr. · si davano le disposizioni per comporre un unIl certificato d'acquisto dichiara che il radium guento col quale ungere il corpo di un maniaco fu prodotto sotto la sorveglianza diretta della quindici volte al giorno, :fino a tanto che la calma ritornasse al malato. La ricetta è composta di signora Curie. quattordici ingredienti diversi ed il loro peso è ~L'acquisto fatto dall'Istituto inglese, a capo . . . del quale è l'illustre scienziato Treves, appare accuratamente speci:fic~to. Secondo il prof. Sm1t1:1. Ja imbals~maz1one dei di tanto più interessante, ove si pensi che il r adium esistente in tutti i paesi raggiunge appena cadaveri ha aperto 1a via allo studio della ai:iatomia ; gli egiziani non ne hanno prc:>fit~ato; .in~ei o sette grammi. Viene a fare dell'Inghilterra vece ne hanno tratto grande vantaggio 1 greci. 11 paese più ricco in radium . .(34) •

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SEZIONE PRATICA

1655

Rassegna della stampa medica.

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IL POLICLINICO

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(ANNO XX

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Indice alfabetleo:1per materie.

Amalgame per ottura zioni dentarie . . Pag. 1644 Anemia perniciosa progressiva guarita con le iniezioni enclovenose di subiimato . • . . . . . . . . . . . . • . Anestesia generale con l'etere solfo · • J 1621 neo . . . . . . . . • . . . . · • . Anuria calcolosa in soggetto già n efrectomizzato: applicazione del m etodo Baccelli del salasso alla pedidia Artriti blenorragiche: forme cliniche e t erapia . . . . . . . . . . . . . . • Ciarlatanismo (I"'a protesta di un sar .~ cerdote contro i metodi del) . . . . . Contrattura della parete n ei trauma>) 1642 tismi addominali . . . . . . . . . . )) 1633 Diabete bronzino . . . . . . . . . . . Dismenorrea in isterica . . . . . . . . » 1645 Roma, 1913 -

(36)

Tip. Nazionale d l G.~Bertero e C.

Intossicazione tabagica. • • • • . . • Pag. 1630 Meningite cerebro-spinale diplococcica guarita con le iniezioni endovenose , di sublimato . . . . . . . . . . . . » 1635 Morbo di Basedow: lesioni della tiroide . » 1641 Op~iuria . . • . . . . • . . • • . . . • I 646 Paralisi progressiva e sifilide . . . • • , 1628 Punto laterale addominale e diagnosi delle affezioni pleuro-polmonari acute I 1641 nell'adulto . . .' . . . . • . . • • . )) 1645 Sciatica: cura empirica . • . . . . . • J) 1646 Sifilitici: autorizzazione al matrimonio Ulcera gastrica e duodenale: diagnosi, intervento ed esiti . . . . . . . . . 1624·1627 Vaccino antigonococcico atossico . . • » 1644 ' Visibilità dei segnali colorati delle strade » ferrate . . • . . . • • . • . • • • ·


Roma, 16 novembre 1913

Anno XX.

Fast. 4G

SEZIONE PRATICA

.. DtRETTOR/ .:

Prof. GUIDO BACCELLI REDATTORE CAPO:

Prof. FRANCESCO DURANTE PROF. VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO . Lavori originali: Dott . N. Trulli : Eritema polimorfo e tubercolosi. -

Sunti e rassegne: ME DICINA: W. Fom et : La Ct'ltura

pu,a dell' agetite causale del vaiuolo. - CHIRURGIA: Spyridion N. Oeconomos: La dilatazione aciita Post-operator1·a dello stomaco. -· NEUROPATOLOGIA : Schuster : S ulla diagnosi differenziale del!e contrattture delle dita. - Cv'"RE MODERNE : Dott. Umberto Manega : L'aiione dell' f1ra,.io in un caso di cancro. - · Storia della medicina : Lucas Champìonnière: La t-rapanazione preistorica. - Osservazioni cliniche : Dott. Marino Cati : Glossite fiemmonosa parenchimale acutissima con imminente pericolo di vita .Per asfissia. - Dott. Scaramucci Francesco : Fistola salivare del dotto di S tenone gua, ita sPont~ neamente. - A.coademie, Società mediche, Congressi : I Congresso italiano di radiologia medica. Appunti per il medico pratico: CASISTICA: Il dolore nella fossa iliaca destra . - L'1:leo mesenterico cronico. - TERAPIA: Metodo sem plice d'malazione degli anestet,,".ci. - Dell'anestesia col clrnuro d'etile - Posta degli abbonati. - Varia. - Cenni

I

bibllograftci. Nella vita Professionale: L' XI Congresso dell'Associazione Nazionale dei m edici condotti a Pa, ma. - Cronaca del 1novinien to profession ale. - Risposte a questti e a domande. - Nomine, promozioni e onorificenze. - Condotte e Concorsi. - Medicina sociale: Gli Ospedali in Ger11tania. - Notizie diverse. - Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie. '

Diritti •• proprleM rltena&I -

B vietata

la riproduzione dl lavorl pubbllcatl nel POUCJLINICJO o la pubbllcasloD.1 dl sunti di taaJ

se.n.ia citarne la fonte. I

LAVORI ORIGINALI Istituto di Clinica Medica della R. Università di Roma diretto dal prof. BACCELLI.

Eritema polimorfo e tubercolosi per il dott. NICOLA TRULI~I Assistente onorario nella Clinica aiuto medico negli ospedali di Roma. Il Pons nel 1905 richiamò l'attenzione sulla frequenza dell,eritema polimorfo nel corso della tubercolosi: l'eritema polimorfo secondo il Pons si accompa~nerebbe nella grande maggioranza di casi ad altre manifestazioni tubercolari ed in particolat" modo col reumatismo tubercolare. Hildebrandt due anni dopo riferiva di una donna già affetta in precedenza da adenopatie in cui si presentò una eruzione tipica di eriten1a nodoso seguìta tre settimane dopo la guarigione da pleurite e pericardite secca. Avendo ottenuto una tubercolosi generalizzata nei conigli a cui aveva iniettato il sangue della malata pensò trattarsi di una bacillemia. Landouzy e Laederich, però, in un caso di eritema polimorfo in un giovane. tubercoloso ottenne risulta ti negativi per la presenza di bacilli nel sangue sia mediante culture, sia coll'inoculazione nei conigli. Chauf-

fard e Troissier, in una malata affetta da eri~ tema nodoso, con localizzazione tubercolare all'apice del polmone destro, ogni volta che praticavano la intradermoreazione di Mantoux, ottenevano la riproduzione sperimentale di nodulo di eritema nodoso completamente simile alle le-' sioni spontanee. Nessuna reazione ottennero, invece, colla iniezione di acqua salata e di tossina tifica. Thibierge e Gastinel, invece, riprodussero il quadro dell'eritema nodoso, di cui era affetto l'infermo, non solo con la tubercoli na ma anche con il siero an,tidifterico, antitetanico e la sempli ce soluzione fisiologica ; con questi mezzi, però, la reazione era meno sensibile. Marfan in 6 casi di eritema nodoso ha ottenuto l'esito positivo della cutireazione ; di questi solo in due esrstevano sintomi clinici di tubercolosi, negli altri quattro manca va completamente qualunque sintomo che potesse far pensare ad una infezione tubercolare. Recentemente Ciuffini riferisce di un caso di eritema p.o limorfo in un giovane tubercoloso di 20 anni in cui, dopo due eruzioni di eritema (con tumefazione e dolor abilità nelle articolazioni degli arti superiori ed inferiori) il processo si estese rapidamente. In un secondo lavoro riporta altri due casi. • 1

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Il, POI ICL.!NICO

Nel primo caso si ebbe un eritema polimorfo (varietà . maculo-papulosa) localizzato specialmente agli arti superiori in una ragazza di 14 anni col· pita contemporaneamente d~ pleurite essudativa destra, con cutireazione positiva e citodiagnosi del liquido con carattPri tubercolari. • Nel secondo caso si trattava di un eritema polimorfo limitato agli at·ti inferi'ori (intrecciandosi la varietà maculo-papulosa con quella nodosa) in una bambina di 13 anni con una broncopolmonite tubercolare all'apice destro con cutireazione positiva. Dopo quattro mesi dall'eruzione fu affetta da peritonite tubercolare. In tutti e due i casi le culture e le inoculazioni di sangue negli animali rimasero sterili le une, negative le altre. Nell'ultimo caso la intradermoreazione di tubercolina produsse ogni volta un nodulo simile ai noduli di eritema, mentre debolissima fu la reazione alla soluzione fisiologica ed al siero antidifterico (semplice arrossamento della cute). Ed ora veniamo al nostro caso:

B ... C ... , di anni 31, donna di casa, nubile. Il padre morì di un tumore cerebrale. la madre di. emorrae-ia cerebrale; due fratelli morti, uno di meningite tube,colare, l'altro di tifo. Ha quattro sorelle e quattro fratelli tutti viventi in buone condizioni di salute. ~ulla nei collaterali. Nacque a termine di parto fisiologico, ebbe allattamento mercenario cambiando balia per quattro volte. _All'età di due anni ebbe ileo tifo e dopo qualche tempo sofirJ di morbillo. È stata sempre soggetta a frequenti malattie specialmente a bronchiti durante la stagione invernale. È stata sempre graeile e a 16 anni accusava spesso debolezza generale, frequenti epistassi, mestruazioni irregolari per ritmo e quantità. Fu ricoverata per due volte all'Ospedale di San Giovanni ove fu curata di anemia; in quel tempo le furono riscontrate ingrossate le glandole al collo. Nove anni or sono ebbe pleurite fibrinosa sinistra per cui ricoverò di nuovo a San Gio · vanni. Dopo un mese di degenza cominciò ad avere febbre alta, fortemente remittentP. al mattino, tosse continua con espettorazione scarsa, sudori notturni, astenia intensa , ogni tanto sputo striato di sangue. All'apice sinistro venne riscontrato respiro aspro e qualche rantolino soltanto inspiratorio. L'esame dell'espettorato fu positivo per il bacillo di Koch. All'ospedale migliorò: persisteva però lieve febbre serotina, mentre la tosse era scomparsa quasi completamente. Dopo due anni improvvisamente le condizioni peggiorarono notevolmente: febbre alta continuo· remittente, tosse intensa, dolori ali' emitorace sinistro, affanno, emottisi. In queste condizioni venne trasferita al Sanatorio Umberto I. dove un po' per volta tornò allo stato precedente. D'allora in poi ha subito dei periodi di miglioramento e peggioramento. (2)

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Nel gennaio dell' anno scorso mentre era in buone condizioni con lievi elevazioni termiche serotine che non oltrepassavano i 37° 3/10 incomjnciò ad accusare dolori toracici, malessere generale; la febbre si elevò raggiungendo un massimo di 38 Yz · Dopo 4 giorni comparve un'eru · zione di macchie rossastre un po' rilevate, a bordi netti, di forma tondeggiante, della grandezza di uno a quella di due centesimi, localizzate agli arti superiori ed jnferiori (regioni estens9rie). All'esame obbiettivo veniva riscontrato: . Paziente di costituzione scheletrica regolare,. colorito roseo-pallido, masse muscolari poco sviluppate. pannicolo adiposo scarso. In corrispondenza degli arti superiori ed inferiori si nota~ vano macchie e papule rosse coi caratteri su ri. cordati, leggermente dolorose alla pr~ssio ne . colla compressione la colorazione rosea non ~com­ pare. Polmone. - Apice sinistro abbassato e ristretto. ipofonesi nella regione sopraspinosa con aumento del fremito vocale tattile. Posteriormente espi. razione prolungata con qualche rantolino in- ed espiratorio. Nella fossa sottoclaveare rantoli disuguali in- ed espiratori piuttosto risuonanti, in discreto numero. A destra nella fossa sopraspinosa lieve ipofonesi, respiro aspro ed espirazione prolungata. Nella parte più esterna si odono sfregamenti. Dopo 8 gior1ii dalla comparsa dell'ef'u2ione ebbeper tre giorni spitto sanguigno. Dopo 20 giorni I 'eruzione era scomparsa, non aveva più dolori, la febbre si era ridotta a pochi decimi. Nel novembre scorso si ripeterono gli stessi fatti, non comparve. però, lo sputo sanguigno. L'eritema assunse la varietà nodosa agli arti jn ... feriori. Obbiettivamente a destra nella fossa sopraspinosa s'avevano rantoli umidi, disuguali , un po' risuonanti. Dopo poco più di un mese la febbr~ si ridusse anche questa volta a pochi decimi e l'inferma abbandonò il letto. Nell'aprile 1912 l'inferma per diversi giorni .accusò cefalea e dolori reumatodi alle grandi articolazioni degli arti inferiori. Dopo 6 giorni comparve un'eruzione l imitata alle gambe, coscie e faccia. L' eritema questa volta presentava la varietà maci,1,lo papulosa alle cosr;ie ed alta faccia, nodosn alte gambe. La temperatura aumentò. ma. non molto: continuò a conservare il tipo netta mente intermittente ed alla sera la febbre non oltrepassava 38° ~~ . L'inferma ogni tanto aveva brividi; la tosse da lieve si fece più intensa, aumentò il senso di astenia, si accentuò l' ano• ressta. Dopo 10 giorni comparve sputo sanguigno che si mantenne per 5 giorni. Indi i dolori reumatodi scomparvero, la febbre diminuì, finchè dopo· un mese e mezzo si ridusse a 2 -:- 3 / 10. L'eruzion ; scomparve completamente dop? 25 g~o~ni. Esame obbietttvo. - Stato dt nutr1z1one deficiente; l'inferma è pallida ·con pomelli arrossati, le masse muscolari sono ipotoniche, scarsissimo il pannicolo adiposo. Nelle regioni del collo si palpano piccole glandole non oltrepassanti la grandezza di un mezzo fag1uolo, mobili. indolenti. Sulla faccia antero· esterna delle coscie si notane macule e papule di colore rossastro che vanno dalla grandezza d~ un centesimo ed anche più piccole a quella d1


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SEZIONE PRATICA

due centesimi, a margini netti, alcune rotonde altre più irregolar,. Il colorito non scompare alla pressione digitale. Nella faccia antero-esterna delle gambe s'hanno macchie e noduli. I noduli a contorni regolari non oltrepassano la grandezza di un centesimo, con parte centrale elevantesi dalla superficie cutanea non oltre i tre millimetri, di forma ovalare o irregolare; in mezzo a tali noduli si riscontrano macchie rosse che non scompaiono alla pressione. La palpazione è leggermente dolorosa, la consistenza è maggiore di quella del sottocutaneo. Torace. - Piccolo, quadrato; la spalla sinistra è più bassa della destra, l'angolo inferiore delle scapole è allontanato dalle pareti toraciche, angolo epigastrico acuto. Il tipo di respiro è misto, prevalentemente costale superiore. Durante i movi1nen ti inspira tori, la spalla sinistra si eleva meno della destra. A sinistra apice abbassato e ristretto, ipofonesi nella regione sopraspinosa con aumento del frc:mito vocale tattile, respiro soffiante espiratorio. Nella fossa sottoclaveare si ha lieve ipofonesi con aumento del fremito vocale tattile, respiro aspro leggermente soffiante nell'espirazione, qual· che rantolino in-ed espiratorio nel terzo esterno della regione. A destra apice un po' ristretto; nella fossa ·so· praspinosa lieve ipofonesi, respiro aspro, espirazione proJungata, rantoli umidi in-ed espiratori nel terzo esterno. Nella metà superiore della regione interscapolare si ha qualche sfregamento. Nella fossa sottoclaveare suono di percussione un po' esagerato; uella metà esterna si ha un gruppo di rantoli a piccole e medie bolle un po' risuonanti. Cuore. -· Nei suoi limiti normali, toni soffianti. Polso. - loo regolare, piccolo. Fegato. - 'Non ingrand1 to. Milza. - Non si palpa. Ingrandita alla percussione. di 2 centimetri. Urina. - Tracce di albumina, assenza di cilindri: Osservazione del 15 giugno: A destra scomparsi gli sfregamenti nella regione interscapolare. Dintinuiti i i;antoli nella regione sottoclaveare. Non ci fu permesso l' escis· sione di un nodulo per l'esame istologico. Appeina comparve l'eruzione fu raccolto il sangue ed iniettato in tre cavie; a due per via sottocutanea, ad una per via endoperitoneale. La cavia a cui era stata praticata l'iniezione endoper1toneale dopo cinque ore ebbe delle leggere convulsioni generali. si notò tumefazione addominale. Il giorno appresso le convulsioni scomparvero, come pure scomparve il gonfiore addominale. Le altre due non ebbero disturbi. Dopo 30 giorni furono uccise. ed in tutte e tre non si riscontrarono lesioni tubercolari nel punto d'innesto ed a distanza. Le culture del sangue per due volte in brodo ed in agar glicerinato rimasero sterilL Il giorno 20 aprile pra.ticammo la in~r~dermo­ reazìone con la tubercolina (r /50000) 1n1ettando una goccia di soluzione nell'arto inferiore sinistro. Dopo 30 ore si era già formato un nodulo della grandezza di un centesimo che aumentò nel giorn? successivo e che non scompariva con la pressione. Il 26 praticammo l'istessa iniezione nell'arto superiore destro ed ottenemmo un nodulo della

medesima grandezza, con i medesimi caratteri e che scomparve gradatamente dopo 15 giorni. Il 30 saggiammo la intradermoreazione alla soluzione fisiologica in ambedue gli arti di sinistra e non si ebbe che un accenno di arrossamento che scomparve dopo 2 giorni. Il 5 maggio saggiammo la intradermoreszione con siero antidifterico sugli arti di destra: anche questa volta dopo poche ore si notò un leggero arrossamento che scompariva alla pressione tanto nel braccio che nella gamba; di questo arrossamento nulla più esisteva dopo 24 ore. Questo caso è di grande importanza perchè viene ad illuminare no11 poco alcune forme di eritema nodoso. Riassumendo. si tratta di una donna con un fratello morto di meningite tuber colare ; malata da 9 anni con una lesione tubercolare limitata ali' apice sinistro. Nel gennaio 1911 dopo sintomi generali ebbe un'eruzione di eritema polimorfo della varietà maculo-papulosa limitato agli arti superiori ed inferiori: contemporaneamente all' ename obbiettivo veniva notato un'invasione tubercolare all'apice destro. Nel novembre 19r1 si ripetono gli stessi fatti: fenomeni genera1i a cui segue la comparsa di eritema polimorfo, varietà nodosa degli arti infe. . rtort. Dall'esame obiettivo risultò chiara la diffusione del processo a destra. Nell'aprile del corrente anno 11inferma è colta per la terza volta da fenomeni generali a cui segue la comparsa di una eritema polimorfo colle tre varietà miste: maculopa pulo-nodoso, la varietà maculo-papulosa limitata alle coscie ed alla faccia, nodosa alle gambe. Contemporaneamente si nota diffusione del processo tubercolare tanto a destra che a sini~tra. Questa volta ci furono possibili tut.ti quegli esami che erano del caso: l'escreato risultò positivo per il bacillo· di Koch, le culture del sangue per ben due voli.e rimasero sterili, le inoculazioni di sangue in. tre cavie dettero esito n egativo, la intradermoreazione alla tubercolina produsse un nodulo tanto nell'arto superiore. che nell'inferiore, colla intradermoreazione con soluzione fisiologica negli arti d.i sinistra ottenemmo un accent;to di r eazione; praticandola con siero antidifterico si ottenne il medesimo risultato. In genere l'eritema dopo un mese era già guarito ed i fenomeni polmonari cominciavano a migliorare. L'inferma co::!tinua a rimanere al sanatorio Umberto I ove le viene praticata la cura specifica. Scorrendo la letteratura, non siamo riusciti a trovare la descrizione di un caso simile. Finora non era mai stato descritto alcun caso di eri· tema poliforme recidivante (colle sue varietà) nei tubercolosi. Lo studio accurato portato su questa inferma è doppiamente importante. Innanzi tutto si può obbiettare: perchè parlare di eritema nodoso tubercolare e non di eritema polimorfo che colpisce eventualmente soggetti tubercolosi come colpisce altri soggetti ? Certamente per i casi descritti finora si poteva elevare qualehe dubbio. Ma leggendo bene la descrizione di tali casi, ci manca certamente la sindrome dell'eritema polimorfo come malattia a sè. (3)

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Sono stati descritti vari tipi di eritema poli- si osserva nelle m~lattie infettive, sia per l'azione dei germi di queste, sia perchè favoriscono I 'atmorfo: Tipo eri tema m acutoso; vescicolo-bollos o (di cui tecchimento di una infezione secondaria. Besnier distingt1e tre tipi: bolloso comune. bolQueste infezioni sono: reumatismo articolare loso-larvato e bolloso figurato), nodoso. Questi acuto, difterite, colera, tifoJ blenorragia, ecc. tipi possono intrecciarsi. La sintomatologia è I~e malattie infettive a decorso cronico come molto variabile. D'ordinario si osserva al prin- la tubercolosi , la sifilide specialmente al periodo cipio una fase preeruttiva di durata più o 'meno secondario. lunga e che è rappresentata da fenomeni gene· Riguardo alla forma primitiva, la causa nella rali : febbre di intensità variabile, disturbi inte- maggioranza dei casi ci sfugge e ·dai più si pensa stinali, dolori vaghi, artralgie più o meno nette, ad una infezione sui generis . .angina faringea, un po' di tracheite ed anche di Riportiamo ora un caso di eritema polimorfo bronchite leggera. Raramente l'eruzione appare da noi osservato nella Clinica medica. senza il periodo premunì tore. L'eruzione appare nello stesso tempo alla faccia dorsale · dell'estreD ... R ... di anni 27, da Poli, cameriere, celibe. Il padre morì in seguito ad affezione polmomità, sul coilo ed al viso ed ha un netto caratnare; madre vivente e sana. · • tere di simmetria. Nell' infanzia crebbe bene e non ebbe a soffrire Riguardo ai sintomi concomitanti si osservano malattia degna di nota. A 16 anni ebbe ileotifo, disturbi della sensibilità, iperaigie in corrispon- a 20 anni polmonite lobare destra. Non fumatore , n on bevitore. denza dell'eruzione. che sono sede anche.. di pruNel novembre ultimo contrasse ulcera unica rito e bruciore. Molto interessanti sono le ar- che venne diagnosticata per ulcera molle: si accompagnò adenite inguinale destra . tralgie, per la presenza delle quali alcuni autori Dal novembre in' poi è stato sempre bene. considerano questa dermatosi come una manife- Dieci giorni prima dell'ingresso cominciò ad acstazione del reumatismo. Recenti ricerche hanno cusare malessere generale, cefalea piuttosto intensa a localizzazione frontale, artralgie localizdemolito questa ipotesi per cui si crede che le zate nelle articolazioni degli arti inferiori, dolori artralgie in questa eruzione si debbano conside- di gola Dopo due giorni intervenne febbre, iniziata con brivido, che divenne alta, continua , rare come pseudoreumatism1 infettivi. remittente al mattino. Le artralgie colpiscono per lo più le grandi artiNel giorno d'ingresso accusava ·cefalea, stato colazioni, sono in genere simmetriche, si osser- di abbattimento. anoressia, stipsi da tre giorni, minzione normale, aveva lieve tosse senza espetvano nel periodo preeruttivo e all'inizio dell'eru- torazione. Entra in Clinica il 28 aprile 1912. zione, Esame obbiettivo. - Condizioni generali discrete, Qualche volta si sono avute delle nevralgie sot - lieve ottundimento del sensorio, masse muscolari ben conservate, pannicolo adiposo scarso. Sulle torbitarie, intercostali, ecc. La febbre si inizia regioni dorsali degli arti e sull'addome e suJla nel periodo premunitorio ed ordinariamente cessa parete anteriore del torace si notano delle mac· chie rosse {di varia intensità) che vanno dalla nel periodo di stato : questa non è una regola grandezza di una lenticchia (alcune ancora più chè la febbre può continuare con tipi diversi. piccole) a quella di un centesimo; pochissime con· Quanto allo stato generale, in genere, si man- fluiscono tra loro, scompaiono non completamc::nte sotto la pressione digita!e. L'eruzione è simmetiene buono; qualche volta invece si ha il quadro trica. Nelle regioni dove è manifesta l'eruzione del tifoideo: · si può a vere quindi anche tumore l' infermo accusa sen~o di bruciore. Apperato tinfoglandolare. - Nelle regioni retrodi milza. cervicali ed inguinali si palpano alcune glandole L'infezione può determinare localizzazioni vi- duro-elastiche piccole. mobili, indolenti, non su peranti la grandezza d'un piccolo fagiuolo. ~cerali, respiratorie, cardiovascolari, epatiche, re . Torace . - Ben conformato, tendente al cilinnali, ecc~ Frequenti sono le localizzazioni endo- drico. All'esame del torace non si rileva che carditiche, rare quelle epatiche, spleniche, ecc. qualche ronco in ambe le basi. Cuo'fe e vasi. - La punta si palpa nel 5° spazio Questo in genere il quadro classico, . ma esso intercostale un po' all'interno (lell'emiclaveare. varia poichè varia l'etiologia. Le sezioni destre non debordano; non si ha inLe cause di questo eritema si possono dividere grandimento del fascio cardio-vascolare. I suoni ed i toni non presentano a1terazioni dei loro cain intrinseche ed estrinseche. ratteri. Quelle estrinseche sono il freddo oppure I 'inAddome. - Ben conforfnato, trattabile, indotroduzione di speciali ~ostanze medicamentose o lente. Si apprezza un discreto grado di meteorismo ga~ro-in testinale, inoltre si ha gorgoglio alimentari. Cause intrinseche: si distingue l'eri- ileo-cecale tema sintomatico e l'eritema primitivo. Il primo F egato. - Trovasi nei suoi limiti normali. I

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Milza. - Il polo inferiore della milza si palpa a rlue dita dall'arcata costale. con margine tondeggiante, di consistc1:1za molle-elastica. Il limite superiore dell'ottusità splenica trovasi a]l'ottavo spazio lungo l'e1niclaveare, anteriormente l'ottusità sorpassa di 2 centimetri l'ascellare anteriore. UYina. - Si riscontrano traccie minime di urobilina. Le sierodiagnosi per il tifo, paratifo A, paratifo B riescono completamente negative. La "\Tasserman riesce negativa. Esame del sangue: Emazie. . . . • • • • • • 4 ,000,000 Leucociti. . . • • • • • • 7 000 Emoglobina .. • • • • • • 75 % Esame colora,to del sangue. - Non si riscontrano alterazioni apprezzabili. Formala leucocitaria : Polinucleati neutrofili . . . . 60 <J°~ Id. basofili . . . . r 0/ 0 Id. eosinofili . . . . 1 % Linfociti. . . . . . . . . . . 36 °10 Mononu.c leati . . . . . . . . 2 ~lo L'esame culturale del sangue dà esito negativo. Nei primi due giorni di degenza l'infermo ebbe lieve febbre continua {con massimo di 37° e 8/ 10) dal 3° giorno in poi ebbe apiressia. ·Fu sottoposto a cura salicilica: poco per vo1ta tutti i disturbi si dileguarono. Le macchie scomparvero molto lentamente dopo 20 giorni. Anche la milza andò diminuendo gradatamente.

Siamo dunque davanti ad un caso di eritema polimorfo primitivo in cui nulla manca. Tutto c'induce a credere che questo eritema debba essere d'origine infettiva e qualche volta, infatti, s'è riscontrato in forma epidemica. L'agente, pero, ancora ci sfugge . . Tutta questa sindrome non si è mai avuta negli eritmi polimorfi dei tubercolosi, quindi non dobbiamo parlare di eriten1a polimorfo accidentale nei tubercolosi. Si hanno, quantunqt1e raramente, degli eritemi polimorfi. recidivanti ·ma si tratta di recidive a brevissima distanza e mentre la prima eruzione comincia a decrescere si assiste all'apparire di • una nuova eruzione. Nel nostro caso si tratta invece di un eritema polimorfo recidivante a lunga scadenza e cercheremo in seguito di trov~re la ragione di questo fatto. Evidentemente noi dobbiamo cominciare a schematizzare; noi parleremo di eritema polimorfo essenziale primitivo che può chiamarsi eritema infettivo quando sia del tipo del nostro secondo caso (Bignami ha descritto un'altra forma a sè d'eritema essudativo grave). Parleremo invece (specie quando la casuistica sarà più numerosa) di eritema polimorfo dei 1,ubet'colosi.

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Veniamo ora alla seconda parte. Da quanto abbiamo esposto sopra e dalle osservazioni degli autori che si sono occupati dell'argomento risulta evidente che in molti casi l'eritema polimorfo è una manifestazione tuber· colare. Quale il meccanismo? Poichè dell'argomento si sono occupa ti pochi autori e poichè i casi si vanno studiando ora da quando si è comicia to a notare una certa frequenza nei tubercolosi, esiste discordia tra gli autori. L'eruzione cutanea è il prodotto di una setticemia da bacillo di Koch, oppure deve considerarsi come una tossiemia determinata dal bacillo stesso? Ecco i due termini della questione. Certo la seconda ipotesi presenta delle serie obbiezioni inquantochè non si trova l'eritema polimorfo con una certa· frequenza data l'enorme diffusione della tubercolosi; ma se la seconda ipotesi trova dinanzi a sè queste ed altre obbiezioni, Ja prima non ba il beneficio del controllo sperimentale. Pons e Hildebrandt pensarono alla setticemia come causa diretta: il primo per a'Ver trovato in un caso di eritema nodoso (in un tubercoloso) delle cellule gjganti con corona di nuclei circondate da cellule epiteliali, il secondo perché era riuscito a determinare caratteristiche lesioni tubercolari mediante l'inoculazione del sangue di malati. Nessuno mette in dt1bbio tali osserva- · zioni , ma Landouzy e Laederich ripetettero le osservazioni ed ebbero invece esito negativo, in più le culture in mezzi aerobici ed anaerobici furono sterili. Hildebrandt in un caso trovò in· vece la presenza del bacillo di Koch nel sangue circolante; ma perchè in questo caso non pensare ad una coincidenza fortuita tanto più che il Rosenberger e il Randle credono che la tubercolosi sia una ba tteriemia anche in casi lievi ed arrestati? Una tale osservazione contrasta collo studio accurato nei casi che si sono venuti pubblicando. Noi, dopo l 'esaine del nostro caso, siamo d'accordo nel ritenere che l'eritema sia l'effetto di una intossicazione tubercolinica . Ciuffini nei suoi casi lta anch'egli avuto risultati negativi sia dal lato culturale del sungue, sia dal lato esperimentale. Nei casi che sono stati descritti in seguito con accuratezza l'eritema in genere comparisc~ quando nell'organismo si hanno delle gittate tossiche; nel caso d'Hildebrandt all'eritema (soggetto con tubercolosi glandulare) dopo pochi

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giorni , si ebbe pleurite e pericardite. Nei tre ca'\i di Ciuffini : nel primo si ebbe contemporaneamente un'estensione rapidissima del processo tubercolare, nel secondo si ebbe eritema e pleurite essudativa destra tubercolare, nel terzo si trovò contemporaneamente all'eritema lo svolgersi di una lesione tubercolare all'apice destro. Nel nostro caso, che viene maggiormente a dar luce a l 'origine tossica, l'estendersi delle lesioni tubercolari, vengono segnalate in tutte e tre le volte dall'eritema polimorfo diffuso, ciò che ancora viene a confortare il concetto che la maggiore o minore estensione dell'eritema stia in diretto rapporto coll'estensione e la profondità delle lesioni tubercolari: ciò si spiegherebbe colla maggiore o mi, nore immissione in circolo delle tossine . Il nodulo di eritema sperimentalmente si r roduce solo per mezzo della tubercolina oppure an~he per mezzo di altre sostanze? Certo la patogenesi presenta in questo campo delle lacune, ma noi possiamo fin d'ora pensare a qualche cosa di positivo. Chauffard e Troissier ottennero la riproduzione del nodulo éritematoso solo mediante la intradermoreazione tubercolinica, nulla coll 'iniezione di acqua salata e di to<>sina tifica; LaignelLavastine riprodusse tali esperimenti col medesimo risultato: Thibierge e Gastinel riuscirono a riprodurlo oltre che con !a tubercolina anche con altre sostanze; essi, notarono però, che la reazione colle altre sostanze fu meno intensa. Barbiere Lian mediante nuovi esperimenti ebbero risultati concordi con quelli di Chau:ffard e Troissier; essi usarono anche s iero antidifterico e antimeningecoccico; anche quelli di Ciuffi.ni, nell'ultimo dei su0i casi, portarono al medesimo risultato. Nel caso nostro avemmo la riproduzione d ei nodulo solo med iante la intradermoreazione alla tubercolina sia nell'arto inferiore che nel superiore; avemmo appena un accenno di reazione inoculando in un primo esperimento la soluzione fisiologica , in un secondo il siero antidifterico. reazione che scomparve interamente entro 21 ore. Anche aìtri autori ebbero soltanto un lieve accenno di reazione mediante l'inoculazione dei sieri. Si è quindi concordi (contro il solo caso di Thibierge e Gastinel) nel ritenere che la vera riproduzione di un nodulo molto simiJe ai noduli di eritema polimorfo si ha in soggetti tubercolosi con la intradermoreazione alla tubercolina e non con altre sostanze. Data la relativa frequenza di eritema polimorfo che oramai si va riscontrando nei tubercolosi, è

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dovere di medico · portare subito l'attenzione sui vari sistemi dell'organismo per vedere se non esistano lesioni tubercolari in atto e, nel caso che non si riscontrano, studiare il soggetto e, i casi di Marfan insegnino, per vedere se l'eritema polimorfo non sia la manifestazione di una tubercolosi occulta ; e in tali evenienze si ricorra a tutte quelle reazioni atte a rivelarcela.

SUNTI .E RASSEGNE MEDICINA. La cultura pura deli'agente eausale del vaiuolo. (W. FORNET. Berline'>' klin. W .ochenschrift, n . 40, 1913).

In una discussione sui vari proces~i per la preparazione e la conservazione del vaccino anti-vaiuoloso, tenuta in una riunione de Senato scientifico di Berlino nell'Accademia imperiale, amm esso che la linfa vaccinica non può essere coi metodi finora adoperati conservata attiva per un lungo periodo di tempo, fu dato incarico all'A. di fare nella sezione di medicina del Ministero della Guerra una serie di ricerche intorno a questo problema. Se _s i vuole conservare più a lungo attiva la linfa vaccinica, bisogna anzitutto ricer€are quali sono le cause per le quali essa così facilmente si altera. È noto che il vaccino si altera più lentamente sotto l'influenza di temperature fredde, più rapidamente sotto l'influenza di temperature calde. Si deve pensare che la facile alterabilità del vaccino possa dipendere dalle associazioni microbiche che quasi costantemente lo rendono impuro, oppure dalla glicerina. Miiller usò per il primo là glicerina come mezzo di diluizione per la umanizzazione (tella linfa. Kirchner dimo5trò poi che una linfa~ ricca di germi. sotto l'azione d ella glicerina a po.:o a poco se ne imp ~verisce. La glicerina esercita dapprima la sua influenza battericida sui germi concomitanti, e poi dopo un certo tempo anche sull'agente causale del vaiuolo, e quindi rende inattiva la linfa. Per ovviare a ciò, bisogna va o eliminare l'influenza dannosa della glicerina, o sostituirla con un altro mezzo di diluizione e di conservazione della linfa. Secondo le esperienze di Maggiora, le tempera· ture alte esaltano il potere battericida della gli-


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SEZIONE PRATICA

<'erina, le temperature basse lo attenuano. Chaumier ha potuto conservare attiva per più di due anni la linfa in glicerina tenendola alla temperatura di -6° a -15°. Questo metodo presenta lo svantaggio che la linfa si altera rapidamente appena si toglie dalla ghiacciaia, e poi è molto costoso. D'altra parte molti autori avevano cercato di potere conservare la linfa vaccinica nelle più di· verse sostanze chimiche, ma senza risultato. Secondo l' A., tutte queste 8ostanze non hanno corrisposto allo scopo, perchè · dotate delle stesse proprietà battericide dapprima sugli altrj germi, e poi anche sull'agente del vaiuolo. Essendosi dimostrati non utili a questo scopo .; più diversi antisettici, si tentò l'allontanamento meccanico degli altri mezzi di disinfezione. In fine l'A. si è servito dell'etere, Ja cui azione sterilizzante è noto che è stata utilizzata dal Vincent nella preparazione del suo vaccino antitifico polivalente. Il 25 febbraio 1913 per la prima 'o 5 gr. di linfa fu agitata in 10 eme. di etere per 12 o 24 ore alla temperatura di 18°-20°, e dopo fu fatto svaporare ]'etere. Quattro conigli vaccinati, previa depilazione, con linfa cosi trattata, presentarono dopo quattro giorni nella sede dell'innesto arrossimento, infiltrazione, e formazione di croste ed escare, come si osserva in seguito agli innesti fatti con linfa comune. Sui terreni di coltura in uso la linfa agitata in etere per I2 · ore presenta ancora germoglio di germi, mentre risulta completamente sterile se fu trattata per 24 ore. Adoperando linfa proveniente da diversi istituti vaccinogeni, fu riscontrato <.>empre che questo metodo di trattamento la rendeva sterile dopo un periodo di tempo che oscillava dalle ore 10 ~t1 alle 100 ore, a 5econda del numero e della qualità delle specie batteriche in essa contenute. Queste esperienze sono state ripetute con gli stessi risultati da numerosi altri autori. Si doveva peraltro dimostrare che la linfa così sterilizzata è ancora capace di trasmettere il vaiuolo. A questo scopo furono dapprima innestati sulla pelle d epilata quattro conigli, nei quali si ebbero le stesse manifestazioni su descritte. Per avere una prova più dimostrativa, furono innestati II conigli sulla superficie interna dell'orecchio, i quali nei giorni successivi presentarano dapprima arrossamento della regione, e poi la comparsa di un alone, infiltrazione, crosta rossobtuna, neoformazioni di vasi; e sotto la crosta,

raccolta di materiale liquido sieroso._ Dopo 10-12 giorni tutto scompariva; e quindi restava una cicatrice lucida. Fu fatta anche l'iniezione corneale in due conigli: dal secondo giorno in poi furono rjnvenuti nelle cellule epitiliali i caratteristici corpuscoli del Guarnieri . A dimostrazione maggiore dell'attività specifica della linfa sterilizzata per mezzo dell'etere, nel giugno 1913 furono con essa innestate due vaccine: in ambedue si ebbe la comparsa di pustule vacciniche. Col materiale di queste pustole fu ripetuto l'innesto con successo in altre vaccine, e quindi l'esperi~ento fu ripetuto in serie più volte. Nel settembre 1913 Paschen ha innestato un gruppo di bambini con linfa completamente sterilizzata mediante il trattamento in etere per 48 ore: le pustole cosi ottenute erano bellissime e non differivano affatto da quelle che si ottengono col vaccino comune. Dunque l'attività specifica della linfa non viene affatto menomata con questo trattamento al· l'etere. Sorge quindi il problema di saper per quanto tempo la linfa cosi preparata conserva la propria attività. Numerose serie di innesti nei fanciulli potranno a vere valore decisivo in questo senso. Siccome è stato dimostrato che la linfa comune conservata in gljcerina dopo pochi giorni si al· tera alla temperatura di 37°, si studiò la durata a questa temperatura della linfa sterilizzata con l'etere. Una grande quantità di linfa fu trattata col solito metodo per 24 ore in etere e poi fu tenuta alla temperatura di 37° in brodo sterile, rinnovando il brodo di tanto in ta11to, e dopo 4-6-8 giorni, e poi dopo 2-4- 6 settimane furono con essa innestati conigli, vaccine ed uomini: in tutti i casi si ebbero risultati indubbiamente positivi. Poichè la linfa cosi preparata si conserva attiva almeno per un mese e mezzo alia temperatura di 37°, si deve ritenere che essa, al contrario della linfa comune conservata in glicerina, in una temperatura inferiore debba conservarsi attiva p er un periodo di tempo molto più lungo, se non indefinito. È evidente la grande importanza di questo fatto per la preparazione di grandi quantità di l~nfa, e per le provviste di linfa nei paesi tropicali. La linfa cosi preparata e conservata presenta poi l'altro grande vantaggio che, malgrado la sua attività non sia affatto alterata, essa, all'infuori I

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dell'agente causale del vaiuolo, non contiene nes· sun altro germe. Questi risultati fanno sorgere il problema se qui si tratta soltanto di conservazione o pure di cultura dell,agente causale del vaiuolo. Per rispondere a ·questo quesito diversi terreni di cultura furono seminati con linfa sterilizzata in etere e conservata in brodo sterile, e fu più .volte provata la sua azione specifica. L' A. descrive le diverse fasi di uno di questi esperimenti: il 23 ·maggio una certa quantità di linfa fresca fu sterilizz~ta per 24 ore nell'etere col solito metodo e allungata con 10 eme. di brodo fu tenuta a 37° : il 28 maggio r milligr. di questa cultura fu seminat~ in 50 eme. di brodo fresco; r milligr. • di questo il 4 giugno fu seminato in 20 rmc. di siero di ~a vallo sterile, e quindi il 13 giugno r milligr. di quest'ultimo in 20 eme. di agar; il 22 giugno~finalmente r milligr. di questa cultura in agar fu seminata in 50 eme. di siero e brodo. Quest'ultima cultura ha dato luogo alla formazione di una pustola non molto caratteristica: perciò il materiale di questa pustola fu innec;tato ad una vitella, e in questa si produsse una pustola molto bene sviluppata. Così la linfa vaccinica si mantenne attiva a 37° per un periodo di 6 settimane e durante una serie di passaggi per molteplici t erreni di cultura. Poichè in questi terreni di cultura il materiale primo aveva subito una diluizione di r a 1000 bilioni, è poichè la linfa diventa inattiva fin dalla diluizione di r a 1000, dobbiamo ritenere che in ' questi casi abbia luogo una moltiplicazione dell'agente causale del vaiuolo contenuto nella linfa sterilizzata. • Queste esperienze sono state ripetute 1n condizioni differenti. Nessuna differenza è stata notata tra le culture in brodo, siero-brodo> o gelatina; in condizioni aerobiche od anaerobiche. La cultura di un ultimo passaggio che aveva dato risultato positivo nella vitella lasciò in questa uno stato di completa immunità contro la linfa vaccinica comune. E la natura specifica di questa pustola vaccinica fu accertata mediante un innesto ulteriore, che produsse nei conigli la formazione di pustole tipiche e bene sviluppate. Speciale menzione merita il tentativo felice di sterilizzare con etere il materiale raccolto da una pustola vaiuolosa umana il 26 luglio 1913, di coltivarlo e infine di innestarlo sui conigli. I primi 1

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otto passaggi furono da Pissin innestati sopra un coniglio, producendo sempre in tutti i casi ]a formazione di papule, dalle quali si potette raccogliere una notevole quantità di linfa. Questa linfa produsse in altri conigli delle pustole bene sviluppate, mentre che nel coniglio innestato per primo si era stabilita completa immunità contro la linfa vaccinica comune. In uomini adttlti finora si sono avuti risultati positivi in due soggetti innestati con materiale di cultura di 2° ordine. nel quale il materiale iniziale era stato diluito nel rapporto di r a 10, 0 0 0 e in un altro soggetto con cultura di 3° ordine,, nella quale la linfa era stata diluita da I a 5,000,000.

Dopo aver dimostrato le proprietà specifiche delle culture pure, batteriologicamente sterili, sugli animali e sull'uomo, l'A. passa a studiare più da vicino queste culture. Macroscopicamente, esse appena si differenziano dai terreni di cultura non semenza ti; soltanto dopo un lungo periodo di cultura noi possiamo notare talvolta in esse un leggiero intorbidamento, particolarmente attorno alla spugna di platino nel siero brodo. Microscopicamente, nei preparati a , fresco, a goccia pendente, e nei preparati colorati, da prima non v'era nulla da notare. Con la fucsina carbolica a caldo, con una forte soluzione di Giemsa e col mordente di Lo:ffier divennero visibili piccoli corpuscoli rotondeggianti, della grandezza di 0.2-0.5 micron,. Disposti a coppie, essi sono circondati da un alone ed uniti da un ponte sottile. Talvolta queste forme si sono os.servate germogliare· a mo' di fungo. Si può trattare di precipitazione d'albumina e di colore? La rotondità completa della forma, la disposi· zione prevalente a coppie, la somiglianza delle forme tra i preparati colora.ti ed i preparati a fresco, dimostrano che non si può trattare di precipitazione di sostanze coloranti, prescindendo dal fatto che queste forme sono agglutinate dal siero di sangue immune dal vaiuolo, e che la loro comparsa e il loro sviluppo nella cultura può essere passo passo seguita. Perciò l' A. conclttde di- . cendo che in questi corpuscoli bisogna riconoscere l,agente causale del vaccino e del vaiuolo. Poichè esso si distingue da tutti i batteri noti sia per la sua morfologia, sia per la sua resistenza agli antisettici e per le sue proprietà biologiche, l' A. propone di definirlo col nome di Microso11ia vaccinae seu variolae.


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SBZIONE PRATICA

Il concetto espresso dall' A al Congresso internazionale di medicina di Londra che gli agenti ~ausali di tutta una serie di malattie prodotte <la virus filtrabili somigliano al M icrosoma vac.cinae s. variolae, e che potrebbero esser~ coltiva ti nella stessa maniera di questo, ha trovatç -conferma nella comunicazione del Flexner e No.guchi sulla PoZ.t'omie litis epi'demica: in questa ma· lattia, come nella rabbia, gli AA. hanno coltivato piccoli organismi del tutto somiglianti a questi del vaiuolo e del vaccino. P. SABELLA.

CHIRURGIA. La dilatazione acuta post-operatoria dello stomaco. { SPYRIDION

N. O ECONOMOS. Progrès médi'cal).

Sotto il nome di dilatazione post-operatoria dello stomaco o di paralisi acuta dello stomaco si designa u.na sindrome anatomo-clinica, che sopravviene in seguito ai più diversi interventi, -è caratterizzata da un quadro analogo a quello dell'occlusione intestinale alta, od alla peritonite g enerale, diffusa, da una patogenesi complessa, da una prognosi talvolta fatale, e da una cura .spesso efficace. Gli AA. 'Si occupano solamente della dilatazione acuta dello stomaco che si manifesta come un accidente isolato post-operatorio, e non di .quella che fa parte del quadro della setticemia -peritoneale post-operatoria, così come l'occlusione· intestinale. ,,. Il primo caso di tale affezione ftt pubblicato -dal Bonnet nel i679 : venne~o in seguito i casi <li Koeberlé, Gross, Thiébaud, Hunter, Morris, Kundrat, Schnitzler, Robinson. Dal i905 numerosi autori si sono occupati in ogni paese di tale affezione. SINTOMATO~OGIA.

Si devono distinguere due periodi: il periodo <dell'inizio del male, ed il periodo di stato. L'esordio della dilatazione acuta può farsi ad un intervallo più o meno lontano dall'intervento .chirurgico. In certi casi il modo di insorgere è acutissimo mentre l'infermo viene fasciato, o messo in letto; in altri casi è meno brusco e si manifesta la sera od il giorno seguente alJl'inter-vento. Abitualmente si inizia fra le 48 e le 72

ore insidiosamente con vomiti, che seguono a quelli provoca ti dall, anestesia, donde occorre sempre guardarsi da quei vomiti che persistono dopo le prime 24 ore. Vi sono infine casi tardivi, In cui la dilatazione si inizia dopo 4-5 giorni. In ogni caso i malati sono agitati, inquieti, in preda ad angoscia, hanno polso piccolo e frequente, si lagnano di strettezza della fasciatura, e di pe· santezza insopportabile all'epigastrio, talvolta di dolori vivi allo stomA.co, o dorso-lombari a si· nistra, o di espettorazione frequente. Compaiono quindi i vomiti o i rigurgiti e si entra così nel periodo di stato; nel quale si hanno segni funzionali, fisici e generali. Fra i segni funzionali , nei !iguardi del tubo intestinale, si hanno innanzi tutto i vomiti, che eccezionalmente (forme acutissime) possono mancare. Questi vomiti possono rid ursì a semplici conati violenti, penosi, dolorosissimi, senza evacuazione alcuna di liquido; o essere accompagnati da l'espulsione di una piccola quantità di liquillo gastrico. In altri casi ancora, i più frequenti, col vomito, più o meno ripetuto, l'ammalato emette circa un quarto di litro di liquido, con minore sforzo e dolore, e con minori segni di indebolimento e di shock; in altri casi infine i vomiti sono abbondantissimi. Il contenuto gastrico vomitato varia fra un litro e mezzo ed otto; ha consistenza acquosa, o densa , con particelle solide e fiocchi nerastri; sapore acido; colore ve1·dastro o nerastro; odore nessuno; e con l'analisi chimica (Rousseau) presenta iperacidità, fermentazioni, tracce di sangue, presenza od assenza di pigmenti biliari e di urobilina. Altre turbe funzionali, a carico del tubo gastroenterico, sono: 1° i rigurgiti da soli, o accompagnati ai vomiti; 2° i dolori. specie alla fossa epigastrica, o dorso-lombare sinistra, od a livello dell,addome, vivi, spontanei, o provocati dalla palpazione; 3° la sete ardente, penosa, iilsopportabile; 4° l'arresto di emissione dall'ano di gas o materie fecali; non precoce ma tardiva, e spesso mancante (sintoma secondario). Quali tut'be -respi,.atorie oltre alla sensazione di angoscia, si può avere dispnea spiccata, ortopnea, fame di aria, dovuta alla compressione del cuore o polmoni da parte dallo stomaco dilatato. Le tut'be crird1:ache hanno parte importante nel quadro generale; si ha acceleramento e piccolezza del polso, dovuta per alcuni (Reymer) a la distensione notevole dello stomaco. che sospingendo il diaframma, agisce direttamente per azione meccanica o riflessa sul pne11mogastrico;

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non bisogna però dimenticare che nelle occlusioni alte del tenue l'intossicazione rapida dell'organismo è la regola. Le turbe itrinarie consistono in oliguria ed anuria , spiegabili con il meccanismo della disidratazione come la sete; e nella presenza dello indacano. Titrbe nervose precoci invero, sono: agitazione, inquietudine, delirio, shock, collasso. Sintomi fisici·. - Sono meno importanti, e meno precoci dei precedenti. Coll'ispezione si nota una bozza epigastrica, o epigastrica ed ipocondriaca sinistra, fino all'ombellico spesso, mentre la regione sotto ombellicale è piatta, molle, avvallata; raramente la bozza occupa tutto l'addome. Generalmente mancano movimenti peristaltici; e le anse intestinali non sono mai distese, come accade invece nelle peritoniti. Colla percussione si può sapere delle dimensioni dello stomaco, del suo contenuto, dei suoi limiti, ma spesso il suono è ottuso per ripienezza da liquido dell'organo. Colla palpazione si notano sulla bozza epigastrica gorgoglii, tensione, ballottamento, si provoca dolore nella zona semilunare di Trattbe. Segni generali: la facies è stirata, gli occhi infossati, secca la lingua, la voce roca, le estremità fredde e cianotiche, la temperatura oscilla intorno ai 37° C, o si abbassa. Quec;ti sintomi sono il risultato della inanizione da una parte, e dell'intossicazione da veleni endogeni dall'altra, non vanno però escluse le diverse compressioni toraciche od· addominali. La dilatazione a~uta dello stomaco evolve piuttosto rapidamente, senza limiti ben netti di passaggio dall'esordio al periodo di stato. La durata della sindrome è variabilissima, da dtie a quattro giorni, ma può aversi la guarigione o la morte anche in 12, 24 ore. La terminazione della sindrome è variabile; in un gran 11umero di casi, specie in queJli curati, il miglioramento avviene rapidamente, così come fu rapida la cotnparsa e l'evoluzione della sindrome. In altri casi bi va piuttosto rapidamente verso la morte (casi meno rari dopo le conoscenze di oggigiorno). La dilatazione acuta post-operatoria dello stomaco benchè immutabile nei suoi tratti essenziali può tuttavia rivestire differenti forme cliniche ben descritte da Roux de Brignoles. Questo autore, basandosi sulla gravità e rapidità dell'evoluzione, distingue tre forme: una benigna, una di intensità media, ed una grave ....4\ccanto a que-

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ste Trousseau ne pone altre due, secondo il contenuto gastrico espulso: 4 a in certi casi vi è as· senza o quasi di liquido nt'llo stomaco e si tratta allora della forma di distensione gassosa; 5a la. forma ematemetica o emorragica. Vi sono infine le forme associate (con una occlusione intestinale ad es.), e le forme a ricadute. L'anatomia patologica no~ è ben netta per le poche necropsie pubblicate. Tuttavia la lesione· essenziale riscontrata consiste in una grandissima dilatazione dello stomaco, che può giungere con.. la grande curvatura fino al pube. La distensione si fa sopratutto a spese della grossa tuberosità e della grande ct1rvatura, cpn direzione variabile, obliqua o verticale, con volume che va da uno ad otto litri, col card!as immutato. ma col piloro che può cambiare di posizione e di dimensioni. Nella mucosa non si sono mai notate ulcerazioni, ma leggere su:ffusioni sanguigne. La muscolatura è assottigliata, ma senza alterazioni. Microscopicamente si ha solo congestione dei vasi. L'intestino spesso è afflosciato dietro lo stomaco; altre volte il duo~eno è dilatato fino ai vasi mesenterici superiori. Il diaframma è forte· mente ricacciato in aJto nel torace. Il peritoneo non presenta lesioni macroscopicamente apprezzabili. Le nozioni etiologiche sono molto vaghe ancora, finora i casi pubblica ti e conosciuti sarebbero 109. Numerose sono le cause predisponenti alcune riguardanti il maJato, altre l'intervento. L'età del. l'infermo non ha influenza; quanto al se~so si ve-rifica più frequentemente nelle donne. Nessuna influenza ha la professione. Molto importanti 1n· vece sono: la dilatazione cronica anteriore dello stomaco, l'enteroptosi con rilasciamento del mesentere e turbe nervose secondarie, le posizionf basse del duodeno, le anomalie di inserzione del mesoduodeno e l'ipercloridria. Alcuni autori banno creduto trovare la causa neJl' intossicazione dall'anestetico, specialmente dal cloroformio, il che non pare esatto. Nella metà dei casi si tratta di interventi addominali, ma nell'altra metà di interventi extra-addomi· . nali, e tra questi in prima linea sono quelli sull'utero e sul rene. Non ha importanza la durata dell 'interven.to. Numerose sono le teorie patogenetiche emesse dai chirurgi. Con Rousseau si possono dividere in cinque categorie: teoria meccanica, teoria tossica, teoria infettiva, teoria nervosa e teoria mista. •

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Fra le teoyz'e meccaniche vi è quella dello strozserie di fenomeni riflessi o paralitici, di condi· zamento duodeno-digiunale da parte dei vasi mezioni meccaniche e di compressioni diverse. senterici superiori e dell'inserzione del m esenterio La diagnosi differenziale si deve fare: con la per una caduta primitiva del tenue ( ?) cagioperitonite, con la occlusione intestinale, con la nante secondariamente una trazione del mesen- setticemia peritoneale, con i vomiti post-anesteterio ed una occlusione duode:nale (Kundrath, tici; con un semplice reflusso di succo duodenale Schnitzler, Albrecht, Riedel}. Secondo Kelling nello stomaco, con )'asistolia acuta, con l'uremia, la dilatazione post operatoria è dovuta ad una e con lo shock. chiusura valvolare completa del cardias e del piLa /'rngnosi deve essere molto riservata sempre, loro; ad una paralisi post anestetica della musco- anche quando si interviene rapidamente. latura g~strica; ad un eccesso di riempimento La cu'Ya, interessantissima, deve essere profidello stomaco per difettosa dieta, infine a gastro- lattica; deve combattere il sintqma: dilatazione ptosi, ad affezioni gastriche anteriori, ccc. Vi ha gastrica e sue conseguenze; deve combattere poi la teoria del:ta occlusione intestinale in seguito l'agente causale della dilatazione. Insomma deve alla posizione di Trendelemburg (Rousseau), teoria essere profilattica, sintomatica ed etiologica. che però non si adatterebbe a tutti i casi. Viene Cura profilattica. ~ Esaminare metodicamente quindi la teoria aerofagica di Tissier, Matbieu, lo stomaco di ogni malato prima della operazione, Lardennois, secondo la quale ha grandissima im- e fare unà esatta anamnesi di precedenti turbe portanza l'aerofagia, sia che si tratti di malati gastriche; sorveglia re la quantità e la buona quaprecedentemente aerofagi, sia che l'aerofagia so- lità dell'anestetico; non fasciare troppo stretto pravvenga dopo la anestesia. In seguito allo in- l'addome del malato. tervento si produrrebbe una ipersecrezione buccoCu,a s1'ntomatica. - Consiste nel combattere faringea con scialorrea ed aerofagia provocata la dilatazione gastrica e le turbe generali che ne dalla anestesia, e favorita spesso dalla ferita do- derivano, col vuotare prontamente lo stomaco. Vi sono mezzi medici a tale scopo e mezzi chivuta alla pinza linguale. , Teoria tossica. - La sindrome sarebbe provo· rurgici. Fra i primi: !'applicazioni di correnti in· cata dalla intossicazione cloroformica (Morris). dotte sulla regione gastrica, il freddo locale, il v11otamento dello stomaco colla sonda, il vuotaCome spiegf.ire i casi che seguono a rachinovqda lavaggio. I risultati felici imcocainizzazione. a cocainizzazione locale, a nes- mento seguito • mediati o lontani del lavaggio sono stati riconosuna anestesia ? La teoria infettiva invoca una paralisi gastrica, . sciuti da tutti i chirurgi che l'hanno usato. Seche insorge ed evolve in ~aniera acuta in se- condo l 'A. a il lavaggio gastrico ripetuto· finchè guito ad infezione circoscritta o generale della è necessario basta il più spesso per arrestare gli sierosa peritoneale che la ricopre (peritonite ga- accidenti della dilatazione acuta dello stomaco,. stro-duodenale, setticemia peritoneale) secondo purchè praticato prestissimo ». Nei casi: ribelli si è proposta ed eseguita la una legge generale. gastro-enterostomia o la gastrostomia , la prima Secondo la teo'Yia ne'Yvosa (Lieutaud, Lechaudel, Reynier) la dilatazione sarebbe sempre dovuta raccomandata da Kundrath e Muller. Quale cura dello stato generale: si darà del ad un riflesso che ha il suo punt9 di partenza in una irritazione del plesso solare, e si fa risen· latte all'infermo, s i vuoterà l'intestino con entetire sulla innervazione motrice dello stoma co ed roclismi , si faranno iniezioni di caffeina, di olio · anche del resto del tubo digestivo. Questa teoria canforato ad alte dosi, di sparteina, di eserina si adatta ai casi acutissimi, ma questa teoria (Kelling} , di stricnina (Forgue); le ipodermoclisi. simpatico~addominale non riesce a spiegare i casi, A queste ultime l' A. 1\referisce le rettoclisi alla che sono seguiti ad interventi extra.addominali. Murphy di 5 0 0 eme. di soluzione fisiologica ogni Si è anche pensato che la parte preponderante due ore. La cura causale è impossibile oggidì. La sola nella genesi della paralisi gastrica . sia dovuta ad una inibizione del vago, con le sue conseguenze indicazione da potersi soddisfare ~i è quella di sugli apparecchi: respiratorio, circolatorio e di· combattere la compressione del duodeno da parte dell'arteria mesentocica, che sospinge le anse del gestivo. Più logica di tutte è la tec'l'ia mista emessa da tenue ed il mesentere verso la parte superiore .Braun, secondo la quale si tratterebbe di una dell'addome. Vi si arriva, ponendo l'ammalato 1

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è improbabile che essa costit11isca una stimmata clegenerati va. Paalzow esclude che ! 'affezione sia congenita e la mette in rapporto con traumi ripetuti sulla palma della ma110. Ma si deve obbiettare che nei casi da lui osser·v ati in alcune categorie di la,·oratori, come i calzolai, le dita erano flesse nell'articolazione metacarpo-fala11gea e che l 'apone,·rosi palmare presentava un ispessimento nodoso: il che non si ve~·ifica 11el ti po familiare . La farina di Paalzow si accosta invece molto alla contrattura descritta da Dupuytren. Questa consiste in una flessione permanente del 1nignoNEUROPATOLOGIA. lo, anulare e t alora anche del medio nell'articolazione metacarpo-falangea. Essa è in rapporto ad Sulla diagnosi ditlerenziale delle contratture un progressivo raggrinzamento e raccorciamento delle ditao dell'aponevrosi palmare. La etiologia di questa affezione non è ancora esattamente conosciuta. (SCHUSTER. Berl. klin. W ocb., n. 23, r913). Per il fatto che J1e sono colpite ·ambedue le mani, Oltre le deformità di posizione delle dita in che è stata frequente1nente constatat a in indi·virapporto a rigidità articolari, a cicatrici delle dui affetti da 1nalattie spinali, come la siringoparti molli, a lesioni dei tendini, e le contratture mielia, da neuriti e da psicosi degenerative si ridelle dita in rapporto ad una lesio11e organica del tiene generalmente che il morbo di Dupuytren sistema ner,roso centrale e periferico (emipl egia, sia in rapporto ad un disturbo trofico di origi11e paralisi dei nervi ulnare, mediano, ecc.) esistono spinale. Si riscontra pure in individui affetti da delle contratture .delle dita che J1on dipendono gotta, diabete, alcoolismo ed altre discrasie, coda alterazione di capi articolari, da lesioni traume in sog·getti che per ragione del loro mestiere matiche delle parti molli e che solo in parte sono subiscono traumatismi ripetuti e forti sulla palma di pendenti da disturbi della inner·vazione muscodella mano (impiegati postali per il timbrare, lare. vetturini per tenere le redini ecc.). Ciò però non La contrattura familiare delle dita, la contrat- esclude la dipendenza dell'alterazione aponevrotura di Dupuytren, la contrattura ischemica e tica da un disturbo spinale. quella isterica costituiscono un gruppo di affeUna contratt11ra schiettamente miogena è quelzioni, le quali hanno dei caratteri peculiari per la ischemica : essa è in rapporto ad un raccorciai quali si distinguono 11ettamente dalle altre mento dei muscoli dell'avambraccio dipendente forme di contrutture dipendenti da una ben da un arresto di circolazione causato per lo più nota lesione anatomo-patologica. da una fasciatura troppo stretta e prolungata. La La contrattura familiare delle dita per quanto mano si trova in posizione di flessione, le prime generalmente poco ·nota è stata già ben descritta falangi delle dita sono it1 leggera estensione, da Hoffa, Goldflom, Henneberg e Muskat. Conmentre le altre falangi sono flesse. La eccitabisiste in una flessione permanente ad angolo più lità faradica di tutti i muscoli dell'avambraccio per lo più manca. o meno ottuso della seconda falange sulla prima, e più raramente anche della terza sulla seconda, La contrattura isterica delle dita presenta un del dito mignolo e talvolta anche dell'anulare; · quadro per quanto vario quasi sempre differente 1'articolazione metacarpo-falangea è sempre lidalle ·v arie forme di contratture finora descritte l)era. L'affezione colpisce quasi sempre più ine da quelle dipendenti da una lesione organica divid11i della stessa famiglia ed ha carattere eredel siste1na nervoso centrale e periferico: le dita dit ario . Tutti gli autori so110 concordi nell'amsono sempre contratte in modo da dare alla 1na111ettere che la contrattura dipenda da una retrano un atteggiamento speciale e caratteristico. La zione congenita delle parti molli . Sono state contrattura isterj ca si verifica con una certa freosser\·.i.te a mezzo dei raggi Rontge11 delle pic- quenza oggi in seguito ad ltn trauma . Ed è perciò, cole alterazioni dei capi articolari, ma esse. più specie quando il soggetto ha diritto ad un it1denche ca t1sa devono ritenersi conseguenza dell 'anizzo, che essa è spesso ritenuta simulata. Il so11or1na1e posizio11e delle falangi . Negli individt1i spetto di simulazione sorge per il fatto cl1e la affetti (la contrattura familiare delle dita si riintensità della contrattura isterica '\'"aria facilsco11tra110 altre anomalie di sviluppo o anche dimente d'intensità, e che essa aumenta nei te11tasturbi a carico del sistema ner,·oso per cui non tivi di estensione passiva delle dita, per il fatto in certe posizioni, e si sono consigliati vari decubiti: quello ventrale (Schnitzler), la posizione genu-pettorale, la posizione di Trendelemburg, la posizione inclinata di 25 a 45° sull'orizzontale, la posizione laterale sinistra (Kelling) o destr~ (Chavannaz). La cura adunque è semplice in pratica: lavanda gastrica, preceduta da cateterismo evacuatore, iniezioni di stricnina, di morfina, e decubito ventrale o genu-pettorale. G. QUARTA.

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cl1e i concomitanti disturbi della sensibilità sono ,-ari, mutevoli ed affatto caratteristici e che il dolore nei tentati vi di estensione ha varia inten· sità e 11011 esiste quando si distrae l'attenz:i:on~ del paziente. Quando si consideri che tutti questi fatti s i constatano generalmente negli isterici, se 11e dedttce che essi non possono convalidare il sospetto di simulazione. Talora la posizione delle clita nella contrattura isterica assume 1'atteggian1ento delle dita del 1norbo di Park:inson, ma l'assenza degli altri sintomi caratteristici di questa sindrome evita qualsiasi errore di diagnosi. Recentemente Hasko\l'ek ha descritta ttna «de\.·iazione laterale delle dita» come fenomeno concomitante della neurosi traumatica, ma essa e\ridentemente 'rientra nel grt1p1)0 delle co11tratture isterich e. DRAGOTTI.

CURE MODERNE. L'azione dell'uranio io

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casn di cancro.

Nota preventiva del dottor UMBERTO MANEGA chirurgo primario all'Ospedale di Osimo. N ell' << Archivio di farmacologia sperimentale e scienze affini » del 1912 veniva pubblicato dal prof. C. Acqua, incaricato dell'insegnamento della fisiologia vegetale presso la R. TJniver sità di Roma, uno studio accurato « sttll'azione dell'Uranio sulla cellula vegetale ». L'A. n ella sua monografia veniva nella conclusione ·che: « l'Uranio esercita la sua azione specifica sui nuclei cellulari, dei quali impedisce la èariocinesi e perciò arresta rapidamente la moltiplicazione delle cellule embrionali ». Termina va poi rammentando l' analogia esistente tra la cellula vegetale e quella animale per un gran nurbero di fenomeni ad ambedue còmuni e consigliando l'opportunità di compiere un simile studio su gli organismi animali, in casi di moltiplicazione di cellule anormali. Accettai il consiglio del prof. Acqua; e memore delle diverse teorie sulla patogenesi del cancro, tra ie quali molto seducente quella embrionale del Durante, che nel mio esperimento sembra trovare un'ulteriore sanzione, volli provare il nit'f'ato di uranio sopra un caso di cancro ri prodotto della mammella. I soddisfacenti risultati, da me ott nuti nello spazio di quattro mesi, mi indussero a pubblicare per ora questa breve nota. riservandomi di dare ulteriori ragguagli quando sj potrà con sicurezza affermare di completa o meno avvenuta • • guar1g1one. '

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P ... A . . . , d'anni ·61, inserviente, di Osimo, fu da me operata di asportazione di c ancro della mammella destra con vuotamento del cavo ascellare il 28 agosto t907. L'esame microscopico confermò la diagnosi di cancro midollare. La guarigione a vve1111e di prima intenzione; e la donna godette buona salute per un per101o di cinque anni circa. Poi comjnciarono noduli cli riproduzione sulla regione operata e con essi dolori lancinanti. Quando a me si ripresentò l'ammalata, nel maggio u. s., ho constatato che il volume del tumore riprodotto era quello d'un pugno d'adulto, durissimo, fisso al torace, coperto dai comuni tegumenti rossi e lucenti. Nel centro della tumefazione la pelle era ulcerata per una grandezza di un pezzo da cinque centesimi e sanguinante. Notai nella paziente un deperimento notevole, determinato aalla incipiente cachessia e tale da far presagire non molto lontana la suR fine. Iniziai la cura il 6 giugno u . s. tacendo dap· prima iniezioni a giorni alterni sia sul tessuto cancerigno che n ella regione circostante di un gr. cli soluzione ali'uno su diecimila di nitrato di uranio e per un periodo di 30 giorni: poi all'uno su ci11quemila, all'uno su quattromila per un periodo di altri trenta giorni e sempie a giorni alterni; da ultimo adoperai la soluzione all'uno per mille, iniettando di quest'ultima anche due grammi per volta. Le iniezioni suddette, in r1umero complessivo di circa sessanta. fatte ambulqnt~mente. furono p erfettamente tolleratE:; non hanno mai dato luogo ad alcun disturbo, se si eccettui un certo bruciore sul sito della durata di pochi minuti, specialmente con le ultime soluzioni più forti. In tutto questo periodo di tempo fu sospesa due volte la cura per un periodo di 8-ro giorni, per aver campo di meglio ~tudiare _la dura ~a dell'effetto del nitrato d' uranio. Ebbi cura inoltre di mantenere sulla superficie ulcerata del tumore dei batuffoli di cotone sterile imbevuti della soluzione. I risultati fin'ora ottenuti e che mi sembrano confortanti, sono i seguenti: a) Cessazione completa dei dolori lancinanti; e ciò fin dall'inizio delJa cura. b) Riduzione graduale della tumefazione fino a raggiungere circa un terzo soltanto del vol~me primitivo, volume che tale si mantiene da circa ro-12 giorni. Il fatto è constatato dall'ammalata stessa con suo grande conforto. e) L'ulcera, dapprima facilmente sanguinante~ si è coperta di sottile pellicola. d) È graduale l'aumento delle forze della .Pa: ziente, già in pericolo di vita: e le sue condiztoru generali sono a ssai soddisfacenti. eJ Il peso del corpo che non ho constatato al principio della cura, perchè intrapresa con ~carsa fiducia, era un mPse addietro di kg. 79. per arrivare oggi a kg. 81. Si rammenti che la cura è stata fatta ambulantemente, che l'ammalata è povera. vive in una misera soffitta e manca quindi di tutti quei confor ti che avrebbero potuto completare la cura meclesima. A questo punto dobbiamo farci una domanda: Continuerà il tumore nella sua fase regressiva ? oppure potrà mantenersi cosi ridotto senza minacciare ulteriormente l'esistenza della paziente? La risposta potrà essere data tra non molte> tempo.

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Questa mja breve nota intanto, lontana da qualunque pretesa, ba il solo scopo di incoraggiare gli studiosi di patoJogia, che dispongo110 di perfetti mezzi di indagine, a tentare la prova in casi simili. Posso dir loro che ved rà tra breve la luce una comunicazione de.Ilo st esso prof. di fisiologia ve• getale, fatta ;n questi giorni all'Accademia dei ' Lincei, nella quale si prende in più intimo esame l'a zione di degenerazione nucleare provocata dall'uranio e si espongono i risultati di ricerche secondo le quali luranio ste~so distrugge la cromatina, impedendo cosi il processo cariocinetico. Per parte mia continuerò con questo e con al~ tri casi nell'intrapreso esperimento, adoperando anche altri sali di uranio e riservandomi di riferire esattamente a tempo opportuno sui risultati ottenuti. Auguriamoci che gli sforzi di molti possano arrivare é'd una soddisfacente soluzione e che questo metodo d i cura del cancro non abbia ad accrescere il numero di tanti, finora inutilmente provati. Auguriamoci almeno ch'esso po~sa ottenere confortanti risultati nei casi di · cancro dichiara ti inoperabili. Osimo, ro ottobre r 9r3.

STORIA DELLA MEDICINA. ,

La trapanazione preistorica. {LUCAS-CHAMPIONNIÈRE. Sem . méd., n. 44, -

'29 oct. 1913)*. L'apertura del cranio è una delle operazioni più impressionanti e che rendono più fieri gli uomini d ella nostra generazione, che l' hanno inaugurata. Quanta meraviglia ora se si pensa ·che simile intervento chirurgico si perde nella notte dei tempi, e che esso fu praticato da uomini, di cui la scienza non sa dirci nemmeno l'epoca nella quale vissero? Pmnières de Marvejolles nel 1868 e De Bay -per i primi mostrarono dei crani, appartenenti a scheletri di un'età sconosciuta, ritrovati sotto dolomiti o in grotte sepolcrali, sui quali si riscontravano ~ perture artificiali fatte durante la vita. E gli studi precisi degli scopritori e di Broca assodarono che in questi soggetti preistorici l'apertura del cranio era stata fatta durante la vita, e ne era . seguita la guarigione ed anche una lunga sopravvivenza.

* Il

veterano della chirurgia francese venne abbattuto d a l male dopo aver letta questa comunicazione alla Société de Chiritrgie. Riportandola, intendiamo rendere omaggio alla sua venerata memoria. (14)

Le scoperte in seguitosi moltiplicarono e costrinsero ad ammettere che la trapanazione del cranio fosse, in epoche lontanissime, opetaziooe abituale. E la sorpresa crebbe, e ad essa tennero dietro interpretazioni false ed ingiuriose per i nostri antenati. Non si credettero questi capaci dell'ardita concezione chirurgica, che forma un orgoglio dei nostri tempi, e si disse c1?-e essi si assoggettarono a simili interventi chirurgici per solo fanatismo religioso, come ancor oggi alcuni sel· vaggi si assoggettano a mutilazioni. E poichè con le pietre non era facile aprire il cranio di un adulto, si disse che queste operazioni erano fatte s11l cranio tenero dei fanciulli per una consacrazione religiosa o per l~e"pulsione di demoni. Non si fu contenti dunque d'inventare la religione dell'uomo preistorico, ma se ne volle precisare il culto! . È venuto poi il tempo della · riflessione, e lo ~tudio è stato fatto con più precisione e minor fantasia. Questi pezzi anatomici sono venuti a rappresentare per noi un documento prezioso che ci fa comunicare con una umanità di epoca sconosciuta, ma abituata all'osservazione, al ragionamento, alle deduzioni terapeutiche, un'umanità insomma intelligente. Forse che non sono da attribuirsi ad un'epoca assai assai remota doc11menti artistici di esecuzione mirabile? Ed allora perchè negare una pratica, che non si è limitata ad un'epoca soltanto, ma si ritrova fra razze diversissime ed in età che non possono avere nessun rapporto fra loro? E poi ora vedremo come questa pratica, da tempi imprecisabili, si è mantenuta fino a che noi l'abbiamo adottata con criteri scientifici e strumentazione perfetta; e questa costanza ininterrotta ci dice come la natura umana fu sempre indirizzata dal dolore e condotta a quelle osservazioni, a quelle sole pratiche terapeutiche capaci di alleviarlo. Quando la civiltà ha portato I la paura del dolore e della morte, la pratica della trapanazione presso i popoli più civili si è lungamente eclissata, per· riapparire quando la s~ienza moderna ha garantito la soppressione del dolore e la sicurezza del risultato. . Infatti, con serie che già dicevamo ininterrotta, noi troviamo crani trapanati non solo nelle grotte sepolcrali di epoca imprecisabile, ma anche in altre sepolture, pur esse preistoriche, ma certo assai più vicine a noi , come i cimiteri . galli. Più tardi, in America, nelle tombe dell'età precolombiana noi ritroviamo numerosi esemplari di tale intervento, assai interessanti in quanto lo stato di mummificazione permette lo studio dei minimi particolari dell'operazione. E questa trapanazione selvaggia esiste ancora, non solo tra gli abitanti della Polinesia e delle montagne del Daghestan, ma presso popoli a~sai


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più vicini , come i Kabytes, dove l'Autore, a Poco a poco, quando si ritrovò di fronte a sogBiskra, ha trovato un thoubib che la praticava getti con dolori terebranti identici, la sua espe· -correntemente. rienza gli suggeri di aprire il cranio e i non dif· Nella Cornovaglia, il paese delle miniere più ficili successi confermarono ed estesero la sua .antiche, è pratica popolare per i traumatismi prati ca. Lo stato sei vaggio con le sue preroga · .alla testa, che ivi sono tanto. comuni. ti ve di maggiore insenaibilità , di abitudine ai ' Nei paesi di maggiore civiltà si trova appena. traumatismi, di rassegnazione di fronte al dolore Pare che nel medio-evo fosse, in Europa, affidata violento resero gl'infermi resistenti all'intervento. -~ ciarlatani, i cosidetti cir;;ulatores; acquistò L'esaltazione della sensibilità è un a:tributo della -credito ed importanza, ma non criterio scien- civilizzazione e la chirurgia senza ipnotici è assai tifico, durante le guerre del 'XVII e XVIII secolo. facile presso gli individui di mediocre civiltà. I numerosi casi nei quali. con vantaggio e con Le nazioni di grande ed antica civiltà non banno praticata la trapanazione : cosicchè noi sollievo si può praticare l'apertura del cranio a non la ritroviamo fra i Cinesi, gli Indiani, gli solo scopo decompressivo, non furono ignoti ai Egiziani, gli Arabi, e ciò per la ragione suesposta no.stri antenati lontanissimi. L'esperienza dei secoli completò la loro scienza. ,della maggiore sensibilità al dolore. Ed a questo punto ci si presentano due imSi che questo processo, che è nato nei nostri ·portanti problemi da risolvere: come mai l'uomo tempi, e di cui noi ·siamo tanto fieri, formò la -primitivo e dell.'età della pietra ha potuto ese- terapia di uomini così lontani nel tempo, che guire con ta11ta perfezione una operazione così noi non sappiamo attribuire ·. ad essi un'epoca. delicata e laboriosa ? quali scopi si prefiggeva ? Forse noi, proclamandolo ed adottandolo nel nome Adoperando le selci si poteva aprire il cranio della scienza, abbiamo subito un impulso, che "<> grattando, come sosteneva Broca, o ripassando essi ci hanno dato? E non avviene spesso che pazientemente nei solchi, come dimostrò speriquelle che orgogliosamente chiamiamo scoperte ·m entalmente Capitan. Ma un altro procedimento nostre, non siano che ritorni a pratiche ed a dovettero avere i nostri antenati, certo non cosi . nozioni di antenati sperduti n~l tempo ? ingenui da adoperare le ]oro selci come noi ado· La trapanazione del cranio è certo il docu .. periamo i nostri taglienti di acciaio, e noi lo rimento più straordjnario che noi abbiamo dell'u· 1:roviamo ancora fra i popoli selvaggt; essi cioè manità. GIUSEPPE St.BATINI. ruotando la punta di una selce afferrata a piena mano, dovevano rapidamente entrare _nel cranio, facendo .tanti fori l'uno accanto all'altro, e sovrapponendoli in parte, facilmente e senza pro· OSSERVAZIONI CLINICHE durre sangue giungevano al distacco di un disco -0sseo. Le dentellature, spesso ancora riconoscibili Glossite tlemmonosa parenchimale acutissim~ nei crani ritrovati, sono li a testimoniarlo; il con imminente pericolo di vita per asfissia. cranio peruviano segnalato dal Verneau, nel quale forse la morte impedi di terminare l'opeNota del dott. MARINO CATI. razione, presenta tracce incontestabili di questa tecnica. Ed ancora oggi i Kabyles adoperano T ... A ... , di anni 40. Il padre mori a 74 anni -così i loro punteruoli d'acciaio. ed i pastori.' con di paralisi progressiva. la madre a 65 anni di emorragia cerebrale. Due fratelli viventi godono lo stesso movimento, a prono il cranio dei loro buona salute. montoni affetti da tournis. L'infermo ha sofferto i comuni esantemi della Gli strumenti moderni poi di più alta precisione infanzia ed una leggera bronchi te all'età di sette anni. A 23 anni · incominciò ad abusare di vino e non sono i trapani classici a sega rotonda, ma apparecchi che perforano il cranio con movimenti di liquori, continuando ad es3ere sempre forte bevitore; è anche forte fumatore. Mai sofferse di -rapidi di rotazione I . con·.,ulsioni. Nega lues. Quale lo scopo dell'apertura del cranio ? Il giorno 16 aprile alle ore 6.30, mentre si stava È quasi indubbiamente da scartare l'i•iea reli- vestendo, sentendosi mancare, si sdraiò sul letto giosa, nel cui campo la fantasia è giunta a far e perdette la coscienza: un suo bambino presente al fatto, narrò che l'infermo agitava le braccia. dire che la tonsura dei preti non è che un re· Riacqujstata la coscienza il malato si accorse di siduo della trapanazione preistorica! L'interpreavere la lingua dolente per una piccola soluzione tazione più probabile è quella che si riferisce ad di continuo sul margine destro; più tardi ebbe anche l'impressione che la lingua fosse leggermente un 'idea te:-apeutica. Negli individui primitivi dovevano essere fre- tumefatta. Alle ore 14.30 dello stesso giorno, stando in quentissime le fratture del cranio, e l'uomo do- letto, l'infermo fu improvvisamente colpito da -vette essere indotto a togliere le schegge e a convulsioni tonico· cloniche, con perdita di coscienza, intensa cianosi del volto, senza perdita ~enire i dolori atroci degli infossamenti cranici. (15) 1


IL POLICLINICO

di feci e di urine. L'attacco convulsivo durò circa 10 minuti. Fui chiamato d'urgenza. Giunsi quando erano cessati i movimenti convulsivi . ma la coscienza non era tornata ancora normale; chiamando a nome I 'infermo, questi rispondeva quasi gridando, spaventato; vi era ancora cianosi del volto, leggera dispnea, polso molle e frequente. Ali 'esame della cavità orale, quasi nel punto di mezzo del margine destro della lingua, si notava una ferita lacero-contusa a tutto spessore, estesa circa mezzo centimetro; la lingua, specie nei tessuti circostanti alla lesicne. era alquanto aumentata di vol11me; i tessuti del pavimento della bocca apparivano violacei ed un po' tumefatti. Temperatura 38°. ~ L'infermo, riacquistata completamente la coscienza, nulla ricordava dell'accaduto; accusava però dolore violento alla lingua e, per il gonfiore della lingua stessa, una certa molestia nella fonazione e nella deglutizione. Consigliai subito lavacri anti settici ed applicazione di ghiaccio. Dopo due ore il dolore alla lingua ~ra notevolmente diminuito e l'infermo si sentiva migliorato, perchè la lingua e ·i tessuti del pavimento della bocca mostravano evidente tendenza a detumefarsi. Lasciai l'infermo in queste condizioni, che mai avrebbero lasciato sospettare quanto avvenne in seguito. Solo un'ora dopo, circa cioè le 17. 30. fui di nuovo chiamato con la massima urgenza, ed ac, corso prontamente mi si offerse il quadro penoso del morente per asfissia. Paziente immobile, completamente incosciente; bulbi sporgenti. volto intensamente cianotico, corpo ricoperto di sudore freddo; respirazione stertorosa. difficilissima; polso frequentissimo, appena percettibile. La bocca spalancata si vedeva riempita dalla lingua enormemente ingrossata, violacea e sospinta in alto dai tessuti del pavimento della bocca, anch'essi violacei ed oltremodo tumefatti, fino a raggiungere anteriorn1ente il margine tagliente degli incisivi inferiori. Il pericolo di vita per asfissia era imminente; urgeva perciò intervenire chirurgicamente per ristabilire la circolazione aerea. R::ipidamente, dopo aver introdotto due dita nella bocca per abbassare la lingua spinta in alto, feci una profonda incisione sulla faccia superiore della lingua stessa, lungo la line?. mediana. per la lunghezza di circa 6 cm. ; poscia con le dita procurai sbrigliare i tessuti edematosi e anteriormente la lingua, verso l'apice, ebbe i tessuti lÌÌvaricati a tutto spessore per circa z cm. Come effetto dell'incisione e dello sbrigliamento si ebbe immediata fuoriuscita di sangue rossoscuro, ist;:\ntanea diminuzione della cianosi del volto e graduale scomparsa degli altri sintomi. Il passaggio dell'aria era evidentemente ristabilito e scongiurato quindi il grave pericolo di morte per asfissia . Subito dopo furono praticate iniezioni eccitanti, che si continuarono anche nella notte, insierue ad applicazioni locali di ghiaccio. Non si ebbe una forte emorragia: oltre la parenchimatosa, solo tre arteriole davano sangue e bastò afferrar le con pinze di Kocher per a vere in breve tempo un· emostasi definitiva. Il giorno successivo, 17 aprile, continuava ancora una leggera emorragia parenchimatosa, nella bocca si trovarono molti coaguli sanguigni ed emanava un fetore insopportabile. Vi era ingorgo delle glandole linfatiche sotto-mascellari. (r6)

[ANNO XX, FASC. 46J

La respirazione si effettuava abbastanza bene :: ad intervalli l'infermo aveva subdelirio. Tempera tura 39°. 3; polso 120; respirazione 26. Rimozione dei coaguli sanguigni, antisepsi boccale, ghiaccio. dieta lattea, un grammo di teobromina al giorno. All'indomani si soiµministrò un purgante oleoso. Nei margini della lingua, e precisamente nella porzione extra-dentaria rimasta compressa dai denti, si formarono dei cenci necrotici, neri, fetidissimi, molto aderenti alle parti sane: questi cenci necrotici vennero continuamente escissi e i tessuti sottostanti trattati con soluzione alcoolica di iodio. Le superfici cruente si mantennero sempre ben deterse e con ottime granulazioni, cosicchè il z maggio la cicatrizzazione era completa. Era anche scomparso il fetore, l'ingorgo glandolare e la febbre. La lingua, tornata al volume normale, presentava ai margini solo due piccole piaghe, ben granulanti. Deglutizione e fonazione normali. . Il 3 maggio l'infermo lasciò il letto in condizioni locali e generali molto soddisfacenti. Il 12 maggio la lingua era completamente ~a­ rita; il malato in ottime condizioni generali. Si credette opportuno continuare l'uso della teobro• mma. I

Ora possiamo domandarci: di che natura furono le convulsioni da cui fu colpito il malato?' Probabilmente si trattò di accessi di epilessia arteriosclerotica, abbastanza frequenti nei soggetti che !ecero lungo abuso di bevande alcooliche. E quale fu il processo morboso che invase la lingua? Certamente una glossite fiemmonosa parenchim-a le, determinata dai microrganismi della bocca, penetrati per le soluzioni di continue> prodotte dai denti durante gli attacchi convulsivi. Non si formò l'ascesso perchè la profonda e lunga incisione fece abortire il processo. Ma ciò che colpisce è la rapidità fulminea con cui il processo morboso attecchì e si svolse, mettendo in pericolo la vita del paziente. Difatti solo 11 ore decorser0 dal primo attacco di convulsioni, e consecutive leggere lesioni da morsicatuia della lingua, al momento in cui l'infermo corse il rischio di morire per asfissia : anzi neileprime 8 ore il processo morboso era appena manifesto, e divenn~ imponente soltanto nelle succes{)ive 3 ore, vale a dire dopo il secondo attacc<> ' di convulsioni, che produsse certamente, per mezze> dei denti, lesioni della lingua più marcate e più favorevoli al rapido sviluppo del processo flogistico. Per quali cause adunque la glossite si svolse cosi tumultuariamente? Queste cause debbono ricercarsi nella natura dei germi, nelle condizioni locali dell'organo colpito e nelle condizioni generali del soggetto. .


(ANNO XX. FASC. 46

SEZIONE PRA'fICA

Il germe o i germi che hanno prodotto la glossite saranno stati ospiti abituali della bocca e dotati di un notevole grado di virulenza per pro· durre flogosi intensa e parziale distruzione ne· erotica dei tessuti. Le condizioni locali dell'organo colpito contri· buirono indubbiamente sull'andamento del pro· cesso: questo, infatti, già iniziatosi al mattino dopo le prime lesioni della lingua, divenne molto più attivo quando per il secondo attacco di con· vulsioni avvennero nuove lacerazioni e contusioni della lingua stessa, e si ebbe quindi un terreno mo.lto più favorevole allo sviluppo dei germi. Dobbiamo infine attribuire un certo valore anche alle condizioni generali, .che non offrirono certa· mente un grado notevole di resistenza organica, trattandosi di un soggetto gravemente intossi· cato dall'alcool e dalla nicotina. La minacciante asfissia era prodotta sia dalla compressione che la base della lingua esercitava sul! 'epiglottide, sia dall'edema sopraggiunto nella glottide. L'incisione e lo sbrigliamento, con la abbondante fuoriuscita di sangue e di siero ede, matoso, provocarono naturalmènte rapida detumefazione della lingua, che non compresse più l'epiglottide, riassorbimento dell'edema glottideo ed arresto del processo morboso. Un'altra operazione chirurgica avrebbe potuto salvare l'infermo: . la tracheotomia. Ma, quan· tunque in casi urgentissimi sieno state eseguite felicemente tracheotomie con le sole forbici (Marchettini), oppute con le forbici e una cannuccia di pipa, pure non potevo dissimularmi la gra. vità dell'intervento operativo, anche per la mancanza assoluta di assistenti abili e di un ambiente adatto e sereno. Concl~dendo: la glossite flemmonosa parenchi· male, sia diffusa o circoscritta, deve aver sempre una prognosi gr~ve, perchè può asfissiare il paziente in poche ore. Richiede quindi un soccorso e hirurgico pronto ed oculato. Cantalupa Sabino, giugno 1913.

Fistola salivare del dotto di Stenooe guarita spontaneamente per il dottor SCARAMUCCI FRANCESCO. Sui primi di luglio 19rr! certo I. . . D ... , di anni 54, si presentò a me con una tumefazione rossa dolente, a limiti indeterminati e della grossezza di una noce avellana, in corrispondenza della regione geniena sinistra. 3

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Durante 20-25 giorni tale tumefazione cominciò a divenire voluminosa, inceppando quasi totalmente i movimenti della masticazione e assumendo per i suoi caratteri, l'aspetto di un flemmone sub-acuto in principio, acutissimo poi. Deciso l'atto operativo il 1° agosto, fu necessaria un'ampia incistoue obliquo·verticale, e cioè disposta secondo l'asse maggiore della tumefazione. Il contenuto era marcioso·sanguinolento con forte odore di putrefazione avvertito anche dagli astanti. Per oltre r5 giorni dalla cavità si dovettero man mano asportare via cenci necrotici, fìnchè si addivenne all' accollamento delle pareti ed alla quasi cicatrizzazione della ferita. Fu allora che apparve evidente uno stillicidio di liquido limpido, filante che aumentava colla masticazione e coll'uso del fumare; era saliva che inzuppava tutta la medicatura, pura sal~va non più mascherata nè dal sangue, nè dal puc;. Fu messa ogni cura per guarire questa ormai :fistola salivare, e ~i diede perciò opera a fasciature compressive, a cauterizzazioni col nitrato d'argento, colla tintura di iodio, ecc. Ma l'uscita della saliva si manteneva abbondante sperie mentre il paziente masticava o fumava, onde si pensò, data la persistenza del seno fistoloso, che non alla glandola parotide la fistola appartenesse, ma al dotto di Stenone. Ed una tale diagnosi venne da vari colleghi confermata sia per l'ubicazione della lesione, sia per mezzo del cateterismo, il quale fu proposto anche come cura da tentare. Si arrivò difatti a questa cura, ma per breve tempo e senza alcun esito, di guisa che il paziente si noiò e riprese un bel giorno, essendo egli un lavoratore dei campi, la sospirata via della campagna, trascurando completamente o quasi, il suo incomodo . Corse cosi un lasso di tempo - quattro mesi circa -- in capo ai quali la saliva non usci più dal seno fistoloso; la reintegrazione del condotto di Stenone era avvenuta spontanea e completa; e due anni ora son trascorsi, e la guarigione si mantrene definitiva. Mi è piaciuto riferire questo caso perchè offre un modesto contributo alla possibile rein· tegrazione spontanea della fistola salivare del dotto stenoniano, laddovechè molti patologi affermano essere ciò impossibile. Ed in tal senso, Duplay e Reclus dicono• che la fistola salivare del condotto di Stenone è difficile a guarire, Rochard e Dumoulin scrivono nella diagnostica clinica chirurgica, che la fistola salivare del dotto di Stenone è difficilmente curabile; Tillaux afferma che le fistole del dotto di Stenone non hanno tendenza a guarire e reclamano un intervento operativo delicato. Di tali interventi poi se ne sono esco-

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II.

PO~ICI,INICO

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FAsc. 46]

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gitati di ogni specie: chi ha tentato suturare i due estremi del condotto reciso, chi deviare il corso della saliva creando un nuovo orifizio nella cavità buccale e chi, infine, estirpare od atrofizzare con liquidi caustici la parotide. Del resto, in base alla mia ossoryazione, è da ritenersi per fermo, considerando anche i dispareri fra gli au~ori sulla guarigione spontanea delle fisto 1e ?alivari, che prima di intervenire con atti operativi, talora di incerto ri . sultato, si t entino per parecchi mesi i mezzi • incruenti. consigliando all'inferm0 una paziente aspettativa, dopo di che, trascorso inutilmente molto tempo - da 4-6 mesi - è giusto e doveroso ricorrere al grande ausilio dell'arte chirurgica. Ischia di Castro, 28 giugno 1913.

ACCADEMIE, SOOIETl IEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOLARI).

I Congresso italiano di radiologia medica. Milano,

12, 13, 14

ottobre.

Nei giorni 12-13-14 ottobre u. s. si è svolto a Milano il I Congresso italiano di radiologia medica, promosso dalla Società di radiologia, ed organizzato da un Comitato locale, di cui erano · presidente il dott. Parola e segretario generale il dott. Perussia. '

.

Prof. Augusto Righi . La natu1a dei Yaggi X. Premesse ·nozioni generali sulle proprietà dei raggi X, 1'0. fa notare co1ne molto meno conosciuta sia la natura di tali raggi i Sono essi formati da fasci di particelle materiali velocissime, ovvero sono semplicemente delle vibrazioni enormemente enet"giche dell'etere, di -quella sostanza imponderabile che pervade tutti gli interstizi esistenti fra le particelle minime della materia? In altri termini, sono tssi di natura materiale o di natura immateriale? Questa seconda ipotesi è stata finora la preferita dai fisici. E ~tudi recentissimi l'hanno confortata al punto da conferire ad essa quasi il carattere della certezza. Gli studi relativi sono stati compiuti specialmente da Friedrich, Kipping e Laue. Questi scienziati hanno fatto cadere un fascio sottilissimo di raggi Rontgen su di un cristallo di salgemma, para!lelamente ai cosiddetti assi di simmetria del cristallo stesso, cioè in una direzione uguale a quella secondo la quale son disposte nel

cristallo, in perfetto ordine, la varie file delle molecole componenti il cristallo stesso. E al di là del cristallo hanno .p~sto una lastra fotografica, in modo che i raggi Rontgen per arrivare su questa lastra dovevano attraversare il cristallo. Naturalmente i raggi Rontgen sono cosi penetranti che un fascio di essi attraversa il cristallo di salgemma e giunge cosi al di là di esso, ad impressionare la lastra fotografica, proprio come un fascio di luce ordinaria attraverso un vetro giunge ad impressionare una lastra fot0grafica posta al di là di esso . Dopo aver dato alla lastra fotografica il tempo di venire impressionata dai raggi Rontgen, gli scienziati suddetti l'hanno sviluppata e hanno studiato le immagini cosi ottenute. Ebbene, essi constatarono che tali immagini erano costituite da una serie di macchioline disposte secondo un ordine perfetto, e questo ordine ripeteva quell'ordine, secondo il quale sono disposte nel cristallo di salgemma le singole m olecole. Studiando a fondo il fenomeno risultò che esi. stono delle analogie assai grandi fra esso e i fenomeni cosiddetti d'interferenza, che si constatano nel campo dell'ottica, quando si fa passare un fascio di luce attraverso una fessura sottile e si studia il modo di comportarsi di esso al di là della fessura, o quando un fascio di luce vien fatto battere su una superficie polita sulla quale sono state tracciate delle linee sottilissime parallele vicinissim~ fra loro: il Righi ricorda che tutto questo amplissimo campo di studi di ottica venne aperto dalle prime osservazioni eh e sulla diffrazione della luce ba fatto un fisico italiano, il Grimaldi. Lo studio minuto dei fenomeni d'interferenza eseguito nel campo dell'ottica, sperimentando sui cristalli, aveva già fornito delle nozioni importantissime rispetto ai varì ordini di fatti fisici. In primo luogo si è potuto determinare il modo con cui si sono ordina te in seno ai cristalli le singole molecole. In secondo luogo si è stati tratti a pensare che al contatto delle vibrazioni eteree, di cui è costituito il fascio di luce che colpisce il cristallo, gli atomi delle molecole del cristallo ·stesso si mettano anch'essi a vibrare ii1 concordanza con le vibrazioni eteree costituenti il fascio di luce. La regolarità di questi fenomeni è tale che in base alle particolarità più sottili di essi si è ·potuto determinare la lunghezza d'onda delle vibrazioni eteree11 che costituiscono la luce. Ebbene, le ricerche che il Friedrich, il Kipping e il Laue hanno eseguito sui raggi Rontgen col dispositivo suddetto, hanno dato dei risultati analoghi. Cioè si è constatato che quando il cristallo di salgemma è colpito dai raggi Rontgen gli atomi, di cui sono formate le sue molecole, si mettono

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SEZIONE PRATICA

1675

.a vibrare similmente a quanto fanno

quando Prof. Vittorio Maragliano. Gli apparecchi intenvengono colpiti dal raggio di luce. E le macchie, sivi nella tecnica rontger;,ologica. - L'O. dopo aver che si riscontrano sulla lastra fotografica colpita sviscerato ·1a questione importantissima degli dal fascio di raggi Rotgen dopo che questo ha apparecchi intensivi nella tecnica rontgenologica, .attraversato il cristallo di salgemma, non corrigiunge alle seguenti conclusioni: spondono solo all'impressione fatta sulla lastra 1. Nell'apparecchio intensivo oltre che !'in-dai .raggi Ro~gen, che hanno attraversato il cri- tensità della scarica del "secondario ha il massimo -stallo, ma anche a quella prodotta da queste valore anche la forina della curva della scarica -brazioni, che, partite dagli a tomi del cristallo stessa. ·stesso, si sono anch'esse diffuse fino a colpire la 2. Allo stato odierno della tecnica, un unico lastra. Si comprende così la ragione per cui le apparecchio intensivo od extraintensivo è difficile macchioline presentate dalla lastra, quando la che possa sopperire ·a tutte le richieste della ra:Si sviluppa, riproducono assai bene i particolari diologia e sarà miglior consiglio a vere un doppio -di disposizione delle molecole di cristallo: gli è impianto: un ·extraintensivo per la radiografia, ed , ·che a produrle banno contribuito in modo rego- un buoh rocchetto a scintilla lunga, con poco qare le vibrazioni in posto degli atomi, di cui ferro e raffreddato, per la radioscopia e la radio· ·quelle molecole son forma te. terapia a posa. Chi non vuol acqui~tare due apSe ne deduce dunque che i raggi Rotgen sono, parecchi può ricorrere all'ultimo apparato del Dessauer, su corrente alternat~ - oppure, su ..come i raggi luminosi, delle vibrazioni dell'etere. continua, ad un rocchetto intensivo in cui si abAnche in tal caso la· regolarità del fenomeno bia la possibilità di lavorare per l'istantanea col·è tanta che in base ai particolari di esso (cioè tenendo conto del modo e dell'ampiezza delle l'unica scintilla, per la radiografia rapida col vibrazioni di simpatia presentate dagli atomi del Wehnelt e, per radiografia a posa, radioscopia e terapia, col mercurio. Meglio poi se il rocchetto ,~ristallo) gli studiosi suddetti hanno potuto deha compatibilmente colla sua intensità, poco ferro terminare la lunghezza d'onda delle vibrazioni, -che costituiscono i raggi di Rontgen, cosi come e secondario segmentato. 3. Si riserbi di regola la radiografia istantanea · altri prima di loro in base ai particolari d~i fe·nomeni corrispondenti nel campo ottico avevano o rapidissima all'ambito polmonare, al cuore, a!lo misurato la lunghezza d'onda a.elle vibrazioni che stomaco. per i bimbi inquieti ed a scopo di studi -costituiscono i J;aggi di luce. Ed hanno trovato e applicazioni sp~ciali. Per la radi9scopia, radioter.apia e la massima -che tale lunghezza è circa mille volte più pic·cola della lunghezza d'onda delle vibrazioni lu- , parte della radiografia chirurgica si preferisca un , • m1nose. apparecchio non intensivo e sedute e pose più Com'è noto, i raggi · luminosi dalla lunghezza lunghe. 4. Si scelgano ampolle preferibilmente ad an·d'onda minore sono i raggi di luce violetta, ed -inoltre esistono delle vibrazioni eteree di lun- ticatodo ricco di metallo, poco fusibile (come ad :ghezza d'onda ancora minore, non luminose, ep- esempio il \Volfram) e si adoperino coll'intensivo, (continua). pure dotate di proprietà energetiche intensissime, se.m pre le valvole. ·i cosi detti raggi uttra-violeiti. Ebbene, i raggi • I Rontgen, in base alle constatazioni suesposte. . . - Becentissima pubblicazione verrebbero nella scala delle vibrazioni eteree, an' • ·COra dopo i raggi ultravioletti per ciò che riDott. Prof. f)arlo Brunetti .guarda la brevità dell'onda, pur e~sendo anch'essi. ~ibero docente di Patologia Chirurgica nella R. Università dotati di proprietà energetiche intensissime; medi Ròma. -rìtano quindi di esser dett1 raggi ultra-ultra-violetti. Prendendo posto in questo modo nella serie Importantissimo volume in-VIII grande, di già abbastanza nota delle vibrazioni dell'etere, 359 pagine, nitidamente stampato e corredato da essi perdono gran parte di quel carattere miste- figure intercalate nel testo e da 4 tavole. L. 10. rioso che hanno avuto finora; mentre l'azione N.· B. Gli associati al • Policlinico • che qualche tempo fa che essi hanno sul corpo umano viene ad assi- ebbero a leggere di questo stesso autore, 1' interessantissima ' GUIDA AL PRONTO SOCCORSO CHIRURGICO > ed espresmilarsi fino ad un certo punto a quella della sero alla nostra amministrazione i più vivi ringraziamenti per luce: quando i medici li dirigono sugli organi aver provvisto loro un libro veramente utile e pregevole, possono ottenere, quale premio semigratuito, il nuovo volume or ora pubper combattere il male nella sua sede più pro- blicato " Le ci.sts e i neoplasmi del mesentue ,, franco di porto per L. 6, 25 se in Italia e per L. 7 se an• Estero. mentr.e per i fonda, là dove essi soli sanno penetrar~, è in sole non associati, esso è posto in commercio al prezzo di L. 10. Per riceverlo prontamente, spedire subito Cartolina-Vaglia certo modo una cura di luce che viene prati-

vi-

Le cisti e .i neoplasmi del mesentere.

~ata.

esclusivamente al prof. ENRICO MORELLI, via del Tritone 46, Roma.

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tL POLICLINICO

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. La forte cefalea, l'irrequietezza e soprattutto il fatto che nello stesso opificio dove il paziente lavorava erano stati colpiti da influenza varie Il dolore nella fossa iliaca destra. • altre persone faceva pensare ad· un attacco inIl dolore nella fossa iliaca destra di regola è fluenzale: infatti nei giorni seguenti, pur rima-· dovuto ad appendicite, ma può dipendere da altre nendo la cefalea, le condizioni dell'addome andarono rapidamente migliorando. cause. L'Ward riporta a sostegno di questo principio L' A. riferisce numerosi · altri casi di influenza (Lond. Hosp. Gaz., Apr . 1913) varie o.sservazioni che presentavano una sindrome appendicolare· cliniche che meritano di essere riferite minuta- più o meno spiccata, in cui però coesisteva una mente: intensa cefalea e dolori aQ;li arti ed alle spalle. Per l' A. si tratterebbe di una vera localizzazione ini1. Dolo'l'e d'origine nervosa. Un uomo di 78 anni si lamenta di dolore nella ziale del processo influenzale nell'appen~ice. L'infossa iliaca destra, dolore tollerabile che era fluenza generalmente si localizza alle fauci ed al insorto la prima volta di notte all'improvviso faringe, ma è nota una localizzazione a carico dello stomaco o del colon; cosi non è improbabile destan~olo : non ebbe però vomito. L'infermo non aveva mai avuto prima dolore, però si lamentava che in qualche caso si abbia una localizzazione di difficoltà della digestione. La lingua era im- all'appendice. Di regola il processo appendicolare paniata; il polso ·e la temperatura normali. Esi- influenzale guarisce rapidamente . . Alcune volte steva una certa dolenzia nella fossa iliaca destra, però s'impone un intervento, come in un caso ma la resistenza muscolare era appena percetti- dell' A. bile : non si aveva una dolenzia profonda. Il pa4. Sindrome appendicolare da malattie genito-· . . ziente fu tenuto in letto e gli furono sommini- u1ina1'ie. 11 dolore nella fossa iliaca destra dovuto all'in-· strati calmanti gastrointestinali senza grandi risultati. Nel quinto giorno dall'inizio della ma- fiammazione degli annessi, o durante la mestrualattia comparve un'eruzione di herpes zostel' lungo zione o nella pielonefrite o nella gravi danza è l'area di distribuzione dell' 11° nervo dorsale. La ben noto. Nella pielonefrite specialmente vi è dispepsia in questo caso doveva considerarsi solo . una sp~ccata dolenzia nel punto di Mc. Butney una coincidenza. forse per la comprensione dell'uretere in corriIn questo gruppo dei dolori nervosi va anche spondenza dell'anello pelvico. Nelle infezioni croconsiderata l'appendici te isterica. niche delle vie urinarie dovute al bacillus coli o ad altri microrganismi che si verificano nelle 2. Doto,.e di natura muscolare. · Una donna di 38 anni, di condizioni generali donne il dolore nella fossa iliaca destra può esnon buone, accusava nell'addome, specialmente sere molto accentuato e può essere causa di nella fossa iliaca destra, un dolore che si accen- errori di diagnosi. 5. Dolo'Ye dovuto al colon. tuava nei movimenti. La palpazione mise in riUn cieco· disteso per un accumulo di feC'i può lievo una doJenzia delle pareti addominali. Essa aveva giuocato al tennis tutto il pomeriggio del dare origine ad una sindrome appendicolare più . . . ' o meno accentuata: questo fatto si verifica fregiorno 1nnanz1 non essendo abituata a tal genere quentemente nella gastroptosi di fort~ graqo, dov.e di sport. Ad un esame obbiettivo accurato si spesso le appendici asportate si riscontrarono constata va che anche altri muscoli erano dolenti normali. Forse molte cosiddette disp~psie appenalla pressione. L' A.. ha osservato spesso dolori dicolari non sono altro che dispepsie associate a nella fossa iliaca destra nei giuocatori di golf. 3. Appendicite infiuenzate. stitichezza. Un giovane di 21 anni fu colpito ali'improvviso 6. Dolo,e d' O'l'igine epatica. da cefalea e violenti dolori addominali talmente Una donna di 42 anni soffriva di attacchi di violenti che egli pareva in collasso. Prima di dolori addominali e vomito da oltre 6 mesi, nelle questo attacco aveva av:uto per qualche giorno ultime sei settimane aveva vomitato quasi ogni una lieve angina. I-1a temperatura era di 39°. 2, il giorno. Esisteva una lieve ittero e dolore lieve polso 140: il paziente con una mano si compri- in corrispondenza della cistifellea ma molto più meva la testa, coll'altra l'addome. Il dolore del- intenso in corrispondenza dell'appendice. All'operazione si riscontrò una cistifellea ispessita ed l'addome era localizzato specialmente nella fossa iliaca destra. opaca senza presenza di calcoli, il fegato vi si

CASISTICA.

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SEZIONE PRATICA

riscontrò normale. L'appendice anche era normale e fu asportata. 7. Dolore dovuto ad endotelioma del peritoneo. Una ragazza di 9 anni fu colpita da dolori addominali: un medico <:'he la vide due giorni dopo l'inviò all'opedale con d.i agnosi di probabile ascesso appendicolare. Al momento dell'esame presentava una tumef~zione in corrispondenza del la fossa iliiaca destra della grandezza di un aràncio; febbre e vomito. All'operazione si riscontrò U!Ja massa che non fu potuta asportare e che sembrava interessare lo stomaco, l'intestino ·t7 l'omento. All'autopsia si riscontrò endotelioma diffuso. Sembra curiosa in questo caso la mancanza di dimagramento ed il fatto che la bambina era stata in buone condizioni fino all'ultima settimana. r· sintomi erano forse dovuti all'occlusione intestinale secondaria ad una emorragia nell 'interno del tumore. P. AJtESSANDRINI.

L'ileo mesenterico cronico. La questione dell'ileo mesenterico va assumendo oggi .una notevole importanza: esso per lo più è sconosciuto dalla generalità dei medici mentre la sua frequenza e la sua importanza avrebbero dovuto richiamare prima l'attenzione. Il Rokitanski fin dal 1842 ha osservato il fatto che il tenue, se molto mobile, può col suo mesenterio comprimere il duo(\eno, che, trovandosi fisso, non può essere trasportato in basso: lo Schnitzler nel 1895 fece la diagnosi la prima volta al letto dell'ammalato ed istituì il trattamento operativo. Non bisogna confondere l 'ileo mesenterico cronico coli' acuta dilatazione di stomaco (o ileo arterio-mesenterico acuto o paresi gastro-enterica) che dipende da una paralisi primitiva dello stomaco e del duodeno dovuta forse a disturbi del vago o del simpatico. e ad una occlusione secondaria del duodeno nel punto ~n cui è sovrastato ·dal mesenterio: qui si tratta per lo più di una forma acuta, in cui, se non s'interviene, può sopraggiungere la morte in poco tempo Nella forma cronica si verifica una moderata dilatazione di stomaco secondaria e l'occlusione non è assoluta. Il Graham (Med. Ree., 15 settembre 1913), riferisce tre casi d'ileo mesenterico ero -. nico capitati alla sua osservazione nel corso di una settimana. Il reperto anatomico è costante: la porzione trasversa del duodeno nel punto in c.ui incrocia la colonna vertebrale in corrispondenza della terza o quarta vertebra lombare è fissata ad essa. I foglietti del mesenterio dell'intestino tenue si staccano dalla faccia anteriore del pancreas

immediatamente al disopra del duodeno e passano avanti a questo, insieme a1l'arteria, la vena ed il plesso nervoso. Le cause predisponenti ad una ~ompressione per parte di essi sono: un'assottigliamento del mesenterio, una debolezza della muscolatura dello stomaco o del duodeno in seguito p. e~. ad una malattia di lunga durata che richieda la posizione orizzontale per lungo tempo, l'enteroptosi, una lordosi lombai-e molto accentuata, il rilasciamento della parete addominale,_ e le ernie molto voluminose e difficilmente riducibili. Il sintoma fondamentale è il vomito: esso si può verificare una o due volte al giorno e può presentare delle intermittenze di mesi: esso è più un rigurgito che un vero vomito. Non è raro. anche un dolore all'ipocondrio destro talora all'epigastrio, dove assume un aspetto crampiforme:. talora si può avere un senso di soffocazione. Durante gli attacchi gravi si ha oliguria ed aceto. nur1a. Esistono forme abortive, in cui l'unico sintoma è un senso di peso all'epigastri0 od eruttazioni,. All'esame obbiettivo si riscontra uno stomaco . modicamente dilatato ed alla palpazione una do· lenzia diffusa. . La profilassi consiste in una dieta abbondante nella convalescenza di malattie esaurienti e nell'evitare una lunga posizione supina. In ogni casa di vomito, la cui diagnosi riesca osCJ,t.Ya, si deve tentare di tenere il paz1:ente in posiz·i one genu-pettorale o sollevando i piedi del letto: solo nel ca~ o­ che questo trattamento sia inefficace e che si abbia il sospetto che si tratti della forma morbosa descritta si può ricorrere al trattamento operatorioche consiste in una gastro-enterostomia posteriore o in una duodeno-digiunostomia. P. ALESSANDRINI.

TERAPIA. Metodo semplice d 'inalazio}!e degli

anest~tici.

La narcosi generale tanto più agevolmente si effettua e tai:ito più è scevra da inconvenienti e da postumi, quanto più si riesce, con metodi speciali e purezza di medicamenti, a ridurre al minimo p ossibile la quantjtà totale di narcotic<> ed a regolarne la somministrazione in maniera che esso venga dal paziente inalato in modo uniforme e continuo. Numerosi metodi ed espedienti sono stati esco-gitati a questo scopo, fino all'uso di vere mac· chine cronometriche da alcuni autori adopera te> Con sagacia non comune e con vero spirito di utile praticità, il dott. Virno degli Ospedali Riuniti di Rona ha ideato un semplicissimo appa-

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-recchio che risponde nella maniera più ideale e più efficace agli scopi suddetti. E ne ha fatto ampia e diuturna applicazione , ('On risultati costanti ed eccellenti, nel I 0 padiglione · di chirurgia diretto dal prof. R. Bastianelli, al Policlinico Umberto I. II dott. \ ' irno ne riferisce in . una brave nota preventiva nella Rivista Ospedaliera, I 9I3 , n. I7· Il metodo de!-l'A. si fonda sulla proprietà di imbibizione dei tessuti immersi nei liquidi, sulla volatilità del cloroformio, dell'etere e della miscela di Scbleich, e sulla pesa11tezza dei vapori di questi vari narcotici. Bastano allo scopo : I 0 una bottiglia comune (da 30 gr. per il cloroformio, da 60 per lo Schleich, da roo per l'etere); 2 ° un rotoletto di garza idrofila, lungo 3 cm. più della bottiglia, e cosi grosso da passare a lieve pressione per il collo della stessa, e peschi nel Jiquido; 3 ° un pezzo di tela od una compressa da laparotomia nelle quali sia praticata un'asola . Fa passaTe il collo della bottiglia nell'asola e ve lo ferma con una fettuccia ; i mm.erge nella bottiglia dell'anestetico lo stoppino di garza facendolo emergere per 3 cm. circa; situa l'òrlo della bottiglia a mezzo cm. al di~opra ed al da· vanti della punta del naso del paziente se egli giace supino, al disopra ed al davanti della na· rice più alta se giace su di un fianco, quasi a contatto delle labbra se è bocconi; ripiega la -compres3a sulla faccia del paziente in modo da limitar~ un piccolo spazio nel quale resti isolato lo stoppino. Lo stoppino per capillarità è sempre bagnato dall'anestetico, il quale può quindi continuamente evaporarsi, sia per il calore della guancia del paziente, sia per la ventilazione che la respirazione stessa stabilisce. Il paziente, senza manovre speciali, si assopisce ·dolcemente e rapidamen~e. in 2 a 5 minuti, senza mai passare per un periodo di eccitazione. Dice l' A. che, se lievi perturbamenti fanno alleggerire o approfondire la narcosi, questa automaticamente ritorna al primo livello per effetto dell'accelerarsi o rallentarsi d el respiro, che favorisce più o meno l'evaporazione del narcotico. Si regola e si gradua la narcosi aumentando o diminuendo il tratto emergente dello stoppino. Nessun paziente narcotizzato ~on questo metodo è stato soggetto ad incidenti spiacevoli durante la narcosi; nesisuno ha avuto successivamente vomito o fatti bronchiali. Il risvegliarsi del paziente è anch'esso graduale e inavvertito. Con queBto metodo vengono ridotte al min.i mum le contro·i lldicazioni all'anestesia generale per i malati di cuore, bronchi, polmoni, alcoolisti , ecc., essendo la narcosi regolare assolutamente innocua. {22)

L'economia ottenuta con questo metodo è grandissima: si consuma soltanto la quinta parte del· l'anestetico d'ogni altra narcosi ben fatta, sia perchè il paziente assorbe minori quantità di anestetico, sia perchè ne è molto diminuito lo sperpero e lo spandimento nell'ambiente. P. SABE LI.A.

Dell'anestesia col cloruro d'etile. Il dott. Bardet adopera il seguente miscuglio per anestetizzare nell'estrazione di più denti. Mescolato con molta aria ed aspirato lentamente, esso produce la narcosi generale in circa due minuti e se11za agitazione. La narcosi dura circa un .minuto, quanto può bastare per l'estrazione di parecchi denti. IJ risveglio è molto rapido; dopo pochi minuti è completo lo stato di lucidità mentale; qualche volta si ha nausea leggiera; ma subito dopo poche ore tutto è finito. Cloruro di etile . . . . gm. 60 Cloruro di metile . . . » 35 Bromuro di etile. . • . » 5 Per preparare il soggetto il Bardet somministra mezz'ora prima di praticare la narcosi 6 ctgm. di oppio demorfinizzato, allo scopo di calmare il si· sterna nervoso e preparare le condizioni più opportune all'anestesia. Inoltre è opportuno.di fare assorbire una certa quantità di carbonato di calcio per evitare u~teriormente t1na crisi di ipercloridria. Nell'anestesia generale l'abbassamento della sen· sibilità generale è una buona condizione per il sistema nervoso. I riflessi irritativi del tubo gastro-enterico sono da sorvegliare, e bisogna badare alla possibilità di una azione tossica dell'anestetico sul fegato, per combatterla a tempo. (Société de Thérapeutiqu e, 15 maggio 1913).

p. s.

POSTA DEGLI ABBONATI. · (191) I preparati di tiroide n ella cura dell'ooe·

sità. - Prego rispondere nella Posta degli abbonati: Quale valore ha la vantata e consigliata cura della tiroidina nella obesità? Quali gli eventuali pericoli della cura e quali le precauzioni? Quale è lo stabilimento in Italia che produce preparati sicuri di tiroidina? Abbonato n. 7001. La tiroide è stata utilizzata oltre che nelle classiche sindromi di ipo- e di distiroidismo, come cura sintomatica nelle più svariate forme morbose, traendo vantaggio da alcune p'eculiari proprietà


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SEZIONE PRATICA

<legli ·estratti, come quella di stimolare il ricambio materiale, la diuresi, di risollevare le depressioni psichiche, ecc. Una popolarità pericolosa ha acquistato Za tet'apia opoteYapica tit'oidea neZcombattere Za po tisarcia, e la pratica è fondata, sebben~ esperienze contraddittorie non manchino, sulla influenza della tiroide attivante il ricambio materiale. I resultati meravigliosi e rapidi, ottenuti nelle mani di alcuni autori, sono in costrasto con gli efietti negativi e talora dannosi ottenuti da altri medici e da mol t·i pazien ti. È fuori di dubbio che in alcune polisarcie l'estratto tiroideo è il migliot m~zzo per ottenere rapido dimagramento, cosi in molti polisarcici giovani e di bassa statura; pur· troppo però il fatto clinico non può essere generalizzato a sistema: con ogni verosimiglianza l'estratto tiroideo agisce in sen,so benefico in quelle .obes1:tà in cui non è im probabile una ipofunzione ,. tiroidea; resta senza effetto alcuno in altre poli· sarcie a patogenesi diversa. S'impone quindi da parte del medico un serio e minuto studio del malato, delle ert~dità morbose, ecc.; quando questo sia impossibile per una ragione qualsiasi, il medico ricorrerà ad oculati tentativi. da lui stesso pra:ticati e soiyvegZiati, senza n1ai abbandonare il medicamento alla volontà del malato. Praticamente quin1i si può tentare tale genere di cura solo quando i comuni mezzi di igiene alimentare e fisica non abbiano dato resultato alcuno; la cura deve essere guidata e sorvegliata dil~gen­ temente dal medico, il quale deve fondare il cri, terio direttivo sul bilancio organico del paziente. Le dos~ non devono essere troppo alte (0.20 di polvere di estratto); i periodi di cura opoterapica -saranno alternati con periodi di cura igienica. Nelle polisarcie femminili , che seguono alla menopausa e talora alla castrazione, può associarsi all'estratto tiroideo, l'estratto ovarico. I segni d'intolleranza dànno in genere un quadro parziale o completo d'ipertiroidismo. t. p.

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Avvenuto il prolasso si proceda alla sua r idu zione: si ponga il bambino in posizione genupettorale, e quindi con un quadrello di garza a più doppi, o con una pezzuola di lino unta con olio di mandorle si spinga la tumefazione fino alla compleJ.a riduzione. Per impedire che si riformi si possono applicare sulle natiche due striscie di cerotto ia croce in modo da ravvicinarle strettamente. Quando il bambino defeca si ponga in po-, sizione elevata in modo da impedire che i piedi poggino in terra onde evitare che esso ponzi con troppa forza . Utile è far defecare i bambini nel semicupio per diminuire il tenesmo. Se non si riesce a ridurre il prolasso si può anche ricorrere alla narcosi cloroformica. Come tonico intestinale si può adoperare la paraganglina (2·4 goccie 3 volte al giorno). La paraganglina si può ~nche iniettare nel retto (20 30 goccie) con poca acqua. Riescono spesso utili gli enteroclismi di olio (30-50 gr. di olio di ulivo tiepido) iniettato con una sonda N elaton. :Sono state consigliate per dimin11ire la rilasciatezza dell'anello IDUSCOlare le iniezioni di ergo• I tina alla distanza di 1/2-1 cm. dall'ano: Pr. Ergotina Bonjean . . . gr. 1 Acqua distillata e bollita. ~ aa. gr. 10 Glicerina sterilizzata . . Per 10 :fialette uso ipod. S. 1/3-r/2 siringa. Si tenti anche la introduzione nei retto (due volte al giorno) di coni di ghiaccio che si lasciano liquefare nel retto stesso. In casi nei quali non si riesce con questi mezzi ad evitare la recidiva si possono introdurre nel retto dei tubetti di ebanite o di metallo che terminano ali' esterno con una placca metallica clie porta 4 lacci che si fissano ad una cintura. Secondo alcuni, in casi ribelli, giovano le iniezioni pararettali di parafina. Se il prolasso non è assolutamente riducibile si consigli l'intervento chirurgico (rettorrafia transcutanea secondo il metodo di G. Pieri, Riv. di clin. ped. Settembre 1913). M. F.

(192). Cura del prolasso della mucosa rettale. Un bambino di anni 5 soffre da un anno di pro-

lasso della mucosa del retto ad ogni evacuazione; -emette ad intervalli feci rivestite di muco e soffre di stitichezza. Le sarei grato se si compi~cesse indicarmi la ~ura di tale affezione. Con ringraziamenti ed ossequi mi creda Dev.mo Dott. Gabriele Piccirilli abbonato n. 8192 . .

(193). Contro il prurito vulvare. -

La prego farmi rispondere sulla rubrica relativa al seguente quesito: Quale rimedio si può adoperare con successo contro il prurito e bruciore vulvare che si manifesta qualche volta nelle gestanti~ Ho tentato vari rimedi consigliati dagli autori ma con esito negativo o quasi, solo dall'unguento È necessario anzitutto curare la causa (diarrea- di cocaina ho ottenuto qualche beneficio, quindi stipsi). Nei bambini deboli, atrofici è necessario · le ~arei tenutissimo se mi si indicasse qualche ri· ;Curare anche le condizioni generali {cure arsenico- medio efficace. ferruginose, idroterapia). Dott. Pietro Rizzo.

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Circa il prurito vulvare è noto che bisogna principalmente ricercare il momento etiologico e rimuoverlo con qualsiasi mezzo, spesso anche ricorrendo a intervento chirurgico. Nello stato di gravidanza, qualora non si riscontrino altre affezioni, il prurito può essere prodotto da secrezioni vaginali irritanti. Occorre perciò anzitutto verificare se non vi sia gono· cocco od altro che sostenga l'irritazione e il prurito e nel caso affermativo istituire una cura appropriata. Per il prurito la pomata alla cocaina, epicarina, ittiolo, ecc., possono essere utili e giacchè ne ba ritratto giovamento insista, coadiuvando la cura con le usuali norme igieniche. t. b. t. Desidererei mi indicasse un paio di ricette, delle più pratiche e delle più rispondenti a iniezioni sottogengivali, allo scopo di poter levare i denti senza dolore: Desidererei anche sapere se tali soluzioni non si alterano col tempo. Quale sarebbe un trattatello di dentistica la più elementare e bastante per medico condotto? Con stima. Dott. Canoffi. {194). Mezzi an es te ti'ci in odontoi·a:ri·a. -

Nella posta degli abbonati del N. 44 del Pot1:ctinico è stata pubblicata una risposta a domanda analoga alla sua; in essa troverà quel che desidera sapere. I-1e soluzioni anestetiche si alterano e si infettano se vengono tenute, per essere adoperate, nelle solite boccettine da medicinali; è necessario perciò di preparar le secondo il bisogno, oppure di conservarle in fialette chiuse alla fiamma, contenenti ciascuna la quantità sufficiente per una iniezione {un centimetro cubo). Al caso suo servirà bene il libro del Prof. Chia · varo, che il Potictinico dette come premio ai suoi abbonati nel 1907, dal titolo Elementi di odontoiatria e di prut~si mascella1·e e facciate, di cui ora c'è la seconda edizione in vendita presso E. Rampichini .. Via Nazionale, 40 - Roma. A . C. (

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IL POLICLINICO

VA.RIA

La sensazione della fame. - La fame è stata considerata sia come ut!a sensazione generale, che ha sede in tutti i tessuti, sia come effetto di una causa p etiferica locale, che ha sede nello stomaco. 1'feila prima ipotesi. . la scomparsa di alcune sostanze dal sangue si ripercuoterebbe sulle cellule I1ervose e così la sensazione di fame farebbe la ~ua apparizione. Con questa maniera di vedere è difficile comprendere perchè la fame imperiosa al principio del digiuno, sparisca in seguito com(24)

pletamente. D'altra parte, non è affatto provato che la composizione sanguigna sia modificata quando si fa sentire la fame. Durante la febbre,. allorchè i materiali del corpo si distruggono più rapidamente che d'ordinario, la fame dovrebbe· essere imperiosa; ma que~to non avviene: al co~­ trario. La rapida disparizione di essa subito dopo il pasto, prima che abbiano potuto incominciare la digestione e l'assorbimento, il fatto che essa diminuisce dopo l'introduzione di corpi non dige· ribili nello stomaco, scuotono la tf'oria che la fame risulti direttamente dalla mancanza di nutrimento nell'insieme del corpo. Inoltre essa è una sensazione intermittente o per lo meno di una intensità che presenta dei massimi e dei minimi: questa periodicità va contro l'idea che la fame abbia una . causa generale nell'orgabismo. Nella seconda ipotesi, si possono subito eliminare un certo numero di possibilità. Prima di tutto la fame non è dovuta alla vacuità dello· stomaco, poichè essa non appare che molto tempo dopo un lavaggio gastrico. Ed essa non dipende nemmeno dall'acido cloridrico che potrebbe essere secreto il.allo stomaco, poichè il liquido gastrico dei soggetti a digiuno è presso a poco neutro. E non si può spiegare megli.o colla turgidità delle glandole gastriche. durante il digiuno. Diversi lavori hanno dimostrato che lo stomaco poteva essere la sede, nell'animale a digiuno, di contrazioni vigorose. Boldireff ha dimostrato che tutto il tubo gastro-intestinale presentava cosi un'attività periodica e che, in capo a parecchi giorni di digiuno, le contrazioni divenivano sem. pre p1u rare. È facile dimostrare che queste contrazioni e la sensazione di fame sono due fenomeni concomj •. tanti. Un medico ha introdotto nel suo stomacouna sonda elas~ica collegata con un manometro ; egli indica con un segnale i momenti in cui la. fame è particolarmente imperiosa: questi momenti coincidono con delle violente contrazioni dello stomaco (tali contrazioni sono registrate senza che siano viste dal soggetto, per evitare una perturbazione di ordine psicologico).· Le contrazioni in questione non sono localizzate ·nelle> stomaco, ma si producono anche nelle regioni inferiori dell'esofago. Se esse sono effettivamente la causa della ·s ensazione della fame, si ~piega il carattere periodico di quest'ultima, come la sua disparizione nel digiuno prolungato, o nel cas0< di una troppo grande stanchezza, che, come lo ha dimoc;trato il Boldireff, abolisce l'attività dell0< stomaco·. Tuttavia se le esperienze degli autori rivelano chiaramente la concomitanza delle contrazioni e della sensazione di fame, non sembra che esse permettano di stabilire fra i due fenomeni una relazione da causa ad effetto. (The ]out'nal o/ Physiolo~y, 1913). \

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CE/Ylll BIBLIOORAFICI .:(No,. 1i recensiscano che t libri Pdrvenuti ;,. dono 111/a Redt11ton1)

A. CORNELIUS. Die Nervenpunktlehre. Leipzig, Georg 1'hieme. 1913. Mk. 7. Il concetto sostenuto dal Cornelius in questosecondo volume, che è indipendente dal primo, è che in -tutte le affezioni nervose la periferia presenta una serie di punti tipici che colla semplice pressione provocano gli stessi disturbi eh~ accusano i malati. Una cura puramente p sicoterapica è spessissimo inefficace e cosi una t erapia interna: invece con un massaggio fatto con opportuna t ecnica si riesce a vincere quasi sempre il disturbo. Il libro del Cornelius, scritto con competenza neurolog;ca non comune, merita di esser letto da ' .ogni 1nedico, giacchè p er quanto le idee originalissime dell'autore abbian destato vivaci polemi· ehe, i suoi risultati terapeutici (dovuti alla suggestione o no) certo sono molto brillanti. P. A .

H. MA.RCUSE. Energetische Theorie der Psyehosen und der abnormen Bewusstseinszustande. August Hirschwald. Berlin, I913. Mk. 3 . 60 Il lavoro del Marcuse si può considerare un tentativo di raccogliere ·in una t eoria psicologica tutte le malattie mentali. Le teorie finora esistenti sono insufficienti giacehè hanno il torto di essere basate su fatti clinici, vàle a dire su quadri morbosi spessa non ben definiti o su criteri anatomici ed etiologici. L' A. basa le sue teorie sul sistema psicologico <lello Iodl, e dopo averne esposto chiaramente i principi, viene a considerare le alterazioni pBic hich e nelle diverse affezioni mentali riassumen -Oone infine i rapporti. La monografia è scritta con chiarezza e si legge ~on interesse perchè serve ad orientare ne] labirinto della psicologia patologica i medici non specialisti. P. A.

von HoFFMANN. Die Rassenhygiene in den Vereinigten Staaten von Nordamerika. l voi. in-16 di pag. 237. Miinchen. J. F. Lehmanns Verlag, 191 3. M. 4; rilegato M. 5.

GÉZA

Nell'epc-ca odierna di attività medico sociale questa pubblicazione assume un valore notevole, poichè dimostra come l'America progredisca in -tale campo. L' A., che è vice console dell, Austria negli Sta ti ·Uniti, si occupa in u11 capitolo introduttivo dell'eredità, con specf ale riguardo al mendelismo;

espone poi le vedute che hanno corso negli Stati Uniti sul miglioramento della nostra specie ed i mezzi con cui si esplicano: propaganda popolare, istituti scientifici, legislazione; tratta a lungo della regolazione del matrimonio, della stE'rilizzazione, dei deficienti fisici e psichici: idioti, delinquenti, parassiti, anomali sessuali; da ultimo prende in esame il fenomeno della immigrazione e le norme per disciplinarlo. Sapevamo già come te vedute degli amerioani fossero avanzate in questi campi ; ma rimaniamo sorpresi dall'apprendere in. quanti Stati la legislazione relativa abbia già pieno vigore. Il lavoro è basato su di uno studio profondo della letteratura. L. V. V. GARDETTE. Formulaire des Spécialités pharmaceutiques pour 1913. 1 vol . in-18 di pag. ·400. 7a ediz. Paris, Librairie J. B . Baillière et Fils . Rilegato frs. 3. La terapia odierna è invasa da una colluvie di specialità. La maggior parte sono certo superflue o dannose. ma alcune riescono utili e s'impongono stabilmente. Il dott. Gardette ha voluto dare sulle specia· lità le indicazioni nec-essarie per prescriverlt>. Il suo formulario ha carattere nazionalista, poichè si occupa quasi esclusivamente di prodotti fran· cesi. È diviso in tre parti: nella prima le specialità sono elencate per ordine alfabetico: ivi do· vranno ricercarsi la composizione e la dose; la seconda riporta per ordine alfabetico1i nomi dei fabbricanti; la terza è quasi inutile, poichè ri- . prende le specialità in ordine alfabetico, indicando oer ciascuna il nome della casa produttrice. B. R. A. WrDE. Manuel de Gymnastique Médicale et Orthopédie suédoise. I vol. in-8 di pag. 311 , con 1 0 0 incis. Paris, Librairie Félix Alcan, 1913. Frs. Io. Ling, Zander, Brandt hanno creato dei metodi, una tradizione e una scuola. Il prof. Wide ha raccolto in qu esta opera i loro insegnamenti e ha rispecchiato i progressi ulteriori della ginnastica medica e della meccanoterapia n ella Svezia. Il lavoro ha ottenuto un successo straordinario. È stato tradotto in tedesco, inglese e francese e sono in corso le traduzioni in italiano, russo e spagnuolo. · Questa è la seconda edizione francese, rimaneggiata e migliorata dall' A. , che n e h a soppresso molta parte della patologia, del tutto ~uperfiua per il pubblico medico e fuori posto per i ginnasti; ha sviluppato invece le questioni di tecnica.

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NELLA VITA PROF.E SSIONALE. L' Xl Congresso dell' Assoei~zione Nazionale dei mediei condotti a Parma.

Dolent i di doverlo fare in ritardo a causa dei resoconti di molti Congressi radunatisi nell'au· tunno in Italia, riassumiamo i più importanti ar· gomenti trattati nell'XI Congresso Nazionale dei medici condotti tenutosi a Parma dal 25 al 28 settembre u. s . Gli intervenuti furono circa 400 , numero veramente notevole; l'inaugurazione ebbe luogo nell'aula magna dell'Università alla presenza delle autorità locali, del rettore e di molti professori dell'Università. Alla presidenza sedevano il dottor Carlo Tonelli, presidente del Comitato ordinatore del Congresso, i rappresentanti del Governo e del Comune , il mtdico provinciale e il dott. U. Brunelli, presidente dell'Associazione Nazionale. Parlarono il dott. Tonelli stesso, il dott. Pochi, assessore per l'igiene, il d ott. Oliari. medico provinciale, il comm. Lusignani, presidente della Deputazione provinciale. il dott. Conti. presidente della sezione parmense dell'Unione Veterinaria italiana, il dott'. Malusardi, presidente delle sezioni romane dell'A. N. M. C., il prof. Soglia, presidente dell'Unione magistrale, ed infine con la solita parola calda e convinta il dott. Brunelli, al quale i congressisti feceto una calorosa accoglienza. Del discorso Brunelli ci è caro ripubbli· care l'ultima parte che sintetizza il programma della classe medica per la risoluzione del problema dell'assistenza sanitaria. « La questione dell'assistenza sanitaria che le pubbliche Amministrazioni trattar0no sempre e solo attraverso la miopia visuale amministrativa e fiscale è diventata una delle più ardenti ed urgenti questioni . nazionali. Tutti i più vitali interessi àella collettività vi culminano entro e tutte le più profonde radici della vita economica della nazione vi si abbarbicano. « S'impone dunque una soluzione di questa crisi e la soluzione radicale e razionale è quella da noi agitata, quella che attraverso a un immediato miglioramento del servizio di condotta coll'intervento integrativo del Governo e conseguentemente delle sorti dei medici che renda meno illusoria l'attuale opera loro di fattorini della medicina, sbocchi in una più larga diffusione degli ospedali e culmini nell'assicurazione obbligatoria contro le m alattie, diffusione degli ospedali che 43 impone come il mezzo migliore non solo per ass.icurare ai malati la cura in ambienti provvisti di tut to il comfort necessario ma per prevenire le m alattie, giacchè colla più larga ospedalizza( 26) 1

zione si ottiene il più largo e razionale isolamento· dei m alati e la più larga e razionale educazione igienica, poichè chi sarà stato a curarsi in ospedale ne uscirà non solo più presto guarito ma meglio educato a preservare sè e ·la sua famiglia dalle malattit!, più larga ed efficace assistenza ospedaliera che si potrà ottenere mercè quel concentramento e quella trasformazione delle Opere pie che s'impone specialmente in Italia dove una gran parte del patrimonio dt=-lla beneficenza va sperduto in spese di burocrazia e in iscopi ornai · sorpassat.i dallo spirito e dai bisogni del tempo,, e mercè quella assicurazione obbligatoria contrc le malattie che già forma patrimonio sociale di alt re nazioni e che risolverà autom?ticamente i prob!emi più gravi della nostra assistenza sa.tJitaria. <e Le Casse di malattia verseranno direttamente -agli ospedali le diarie per le degenze degli assicurati. Ecco così sgravati i Comuni del gravissimo onere della spedalità, reso possibile il r.iordinamento dei bilanci ospedalieri, e l'abolizione del fiscalismo del domicilio di soccorso. I versamenti degli assicurati, sommandosi, andranno in parte a rinsanguare gli e~austi patrimoni degli Istituti ospedalieri, in parte a fondare nuovi ospedali , case di salute, sanatori, ospizi, ecc. La lotta contro la tubercolosi e le altre malattie diffusive troverà solo in questa riforma il suo alimento naturale e vigoroso. Questa cooperazione di tutti~ che permette. la realizzazione di cosi grandi propositi ha in sè. come ben scriveva un valorose> collega, un alto significato di disciplina sociale> e porta nel suo grembo i germi di un rinnovamento morale che nessuna predicazione evangelica sarà mai capace di suscitare. Noi cancelliam<> dalle nostre leggi la parola beneficenza, e vi seri· viamo: dovere sociale. « Mai democrazia politica o sociale potrebbe cercare programma più sincero e fecondo di libe• razione umana. « L'opera di propaganda da noi progettata ed intrapresa con sì largo consenso di autorità politiche ed amministrative si propone appunto di far penetrare nella coscienza pubblica queste ve· rità elementari. Noi abbiamo fede nella loro limpida forza, e nella affinità che esse hanno coi bisogni più imperiosi dello spirito umano. Ma per farle trionfare noi batteremo alle porte dei poteri centrali; delle Opere pie, delle Provincie, dei Comuni e delle Università, di tutte queste istituzioni, che sono le più interessate al trionfo del nostro programma. La vigilanza e l'assistenza sanitaria vi troveranno l'unica loro salute; il Go•

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verno il compimento del primo dei suoi doveri; le Provincie, le Opere pie, i Comuni la possibilità di un respiro più largo ai loro vincolati bilanci; le Università il m odo di arricchire i mezzi di lavoro e di indagine; è giusto quindi che essi non neghino il loro aiuto morale e materiale alla civile iniziativa. Ed è questo che anche oggi noi chiediamo a voi signori, che appunto per questo volemmo oggi intorno a noi. Se noi riusciremo a creare nel Paese quelle forze di propulsione po· litica che l'occasione della prossima lotta elettorale ci mette a portata di mano , se riusciremo a far convergere in unico senso le volontà dei potenti organismi ~ociali che sono direttamente interessati nella questione, se noi nel libro, nel giornale, nel comizio, <lalla tribuna parlamentare fa· remo senza tregua risuonare !a nostra voce, noi avremo vinto e ~arà vittoria altissima perchè come J?ià ebbi parecchi anni in questa stessa aula ad affermare non sarà vittoria d'una classe e d'un interesse particolare ma sibbene d'un universale interesse perchè avrà trionfato il principio che la vita e la salute individuale sono gli elementi primordiali della grandezza delle nazioni e della ricchezza della società ». Dopo la verifica dei poteri, dalla quale risulta· rono presenti 72 sezioni, delle quali con diritto a voto 55 con 110 deleghe complessive, il presidente Brunelli espose la relazione morale dell'Associazione per il 1qr3. Riportiamo da questa due punti di particolare importanza che mettono in luce fatti che testi· moniano deÌl'autorità e della forza dell'Associa. z1one: « Per la prima volta si è costituito a risolvere una vertenza insorta fra un medico e un comune del circondario di Chiavari un arbitrato vero e proprio a seconda delle disposizioni dei nostri codici, arbitrato composto della mia persona, d! quella del sindaco di Chia vari, e di quella del1' illustre giureconsulto prof. Less'o na, e che emise una sentenza avente valore di giudizio uguale a quello del magistrato ordinario innanzi al quale era stato prima portata la controversia. « L'altro fatto è la presenza di un nostro rappresentante al Consiglio superiore di sanità, presenza che costituisce non solo la prova più patente della forza della nostra organizzazione ma costituisce anche un ottimo posto di combattimento per orientare la nostra giurisprudenza a più liberali interpretazioni delle leggi e dei rego· lamenti che disciplinano il nostro esercizio prcfessionale. Non c'è pratica cui sia chiamato il C. S., a trattare che non possa dar luogo alla più larga e proficua discussione dei nostri problemi e a questa larga e proficua discussione noi, rappre·

sentanti degli Ordini, abbiamo condotto il C. S. che, dobbiamo riconoscerlo, ha accolto la nostra entrata e la nostra attività colla più cleferente attenzione, come altrettanta deferenza abbiamo riscontrata nel Direttore generale della Sanità. Certo l'ambiente non è facile alla conq11ista delle nostre rivendicazioni: troppo esso è impregnato di tradizioni conservatrici, frutto del sistema di sua composizione. Ma se le nuove voci manterranno là dentro il tono che noi in omaggio al nostro mandato e alla nostra provenienza vi ab· biamo portato: se dal <li fuori noi continueremo nell'agitazione incominciata perchè 'luesti vecchi organismi sieno rinnovati col dare più larga e di. retta rappresentanza alJe questioni igienico-sani. tarie vive e dolorose, a ben maggiori e più radicali conquiste, con minor dispendio di energie, noi . giungeremo •. Nella discussione che segui Grando nl rilevò che i medici condotti non hanno ottenuto nulla in fatto di garanzie legali, contrariamente a quanto è accaduto per i maestri e i segretari comunali; ed affermò che la protezione e difesa legale è più necessaria per i medici del mezzogiorno. Vaclno censurò alcuni giudicati del C. S. di sanità in materia di provvedimenti disciplinari presi dagli Ordini: in merito alla propaganda igienica invitò i colleghi a non lasciarsi burocra· tizzare. Ceramicola fece opportun~ osservazioni sugli elenchi tiei poveri, e Guastalla si associò notando çhe coll'elenco dei poveri si può simulare una condotta residenziale Ià dove in realtà è piena. I dottori Billi, Bussi e Biscioni , presentarono il seguente ordine del giorno che fu approvato all'unanimità: u Il Congresso, udita la relazione morale fatta dal presidente generale, l'approva e passa all'ordine del giorno ». Si venne poi al resoconto finanziario del 1913, con la lettura della relazione dei r evisori dei conti, che dette luogo ad un vivace dibattito, il quale si chiuse con l'approvazione del s,. . guente ordine del giorno dei dott. Bussi e Balloni: « L'assemblea, udita la relazione dei revisori, prende atto delle dichia"razioni della Presidenza Centrale, approya il consuntivo 1912, e passa al· l ' ordine del giorno ». Del pari fu approvato il bilancio preventivo 1913. Nella seconda seduta, si svolse un'interessan· tissima discussione che si prolungò anche nella terza. e che fu quel la che per così dire dette la nota caratteristica al Congresso di Parma. Essendo impossibile riferirla per esteso, ci limiteremo a brevi cenni.

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IL POLICLINICO

Provvedimenti pe,, la Cassa di resistenza.

Vacino rileva che pochissimi pagano la quota per la Cassa di resistenza, e ritiene che ciò sia perchè essa è troppo elevata. Propone che lo statuto sia modificato riducendo la quota da loo lire a 20 da pagarsi in due annualità. Fatichi si associa a Vacino; riferisce che se· -condo una sua inchiesta su 79 sezioni e 4880 soci, soli 1262 hanno pagato una o due quote e 295 le intere 100 lire; due terzi dei soci non pagano -e perciò finiranno con r andarsene. Percaccini riferisce altre cifre sulla morosità per la Cassa di resistenza. Omodei propone che la Cassa di resistenza diventi facoltativa. Grandoni chiede un referendum fra i soci. Ceramicola appoggia la riduzione a 20 lire. Dopo altri oratori favorevoli alla riduzione, Giannini difende l'importanza e 1a necessità della -Cassa di resistenza, dicendo che la resistenza non -0bbligatoria diventa beneficenza. Arsuffl a nome delle sezioni di Milano e di Mantova presenta un ordine del giorno favorevole al mantenimento della quota di :r'oo lire. Bussi invita il Congresso a votare la Cassa di -resistenza, per la imminenza di grandi lotte: ritiene questa una questione di vita o · di morte per l'Associazione. Pirri si associa al pensiero di Bussi. Da)pra to propone una Commissione per studiare la questione. Omodei domanda che si voti prima il mante· nimento della Cassa di resistenza e poi si stabilisca la quota. Dopo repliche di Fatichi e Vacino, si annun:ziano i seguenti ordini del giorno: « L,undecimo Congresso dell'A. N . M. C.; « considerato che la nostra Associazione è una -0rganizzazione di resistenza vera e propria; « considerato che la resistenza d'oggi è la pre· ~videnza di domani; << ritenuto che sarebbe soverchiamente ingenuo tlisarmare mentre da parte dei Comuni la reazione infierisce con forme sempre nuove di resistenza e fra la classe aumenta il crumiraggio; « conferma nel modo più assoluto il deliberato -del Congresso di Perugia; « fa voti che tutte le Sezioni sentano il dovere di obbedire; « ed invita la Presidenza ad applicare rigoro·samente lo statuto ed il regolamento. Arsuffl ».

Il Congresso, riaffermata la necessità della 'Cassa di resistenza; « considerate le condizioni attuali della Cassa s tessa in rapporto alla compagine sociale ed i pericoli che ne deriverebbero; (28) «

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ritenendo che lo stato attuale della Cassa sia suffic1enie a far fronte alle necessità del momento ed a quelle attualmente prevedibili; « delibera di esigere da ogni socio il contributo di lire 20 e sospendere la riscossione delle altre quote finchè Ja necessità di lotta non richiami all'applicazione del deliberato di Perugia. Vacino, Fatichi, Ebhardt ». • cc

Messo ai voti l'ordine del giorno Arsuffl è respinto con 82 no, 47 sì, 2 astenuti; quindi l'ordine del giorno Vacloo è invece approvato con 82 voti, 43 contrari è 2 astenuti. Dopo tale votazione Brunelli presenta la seguente proposta che è approvata all'unanimità: « Le domande del ritorno dei versamenti fatti in più delle lire 20 dovranno essere inviate a mez'./.o delle Presidenze sezionali entro tre mesi,• lasciando libertà ai 'soci di disporre come meglio vorranno delle loro somme, e ia ·cassa centrale liquiderà entrq 12 mesi ». Svoltasi altra vivace discussione sopra riforme dello statuto nella parte riguardante la rieleggibilità dei membti della Presidenza, il Congresso approvò il seguente ordine del giorno Fatichi: « Il Congresso in attesa di ulteriori modifica· zioni più r adicali e meglio rispondenti alle necessità dell'Associazione delibera: « 1° che il Consiglio sia composto di soci ordinari dell'Associazione; cc 2 ° che ogni due anni la metà dei membri del Consiglio si rinnovi e non possano gli uscenti essere . rieletti che dopo due anni; 3° che il presidente sia rieleggibile ». I

Sul tema della PYevidenza e delle forme piu adatte per l' Associ·azione fu approvato il seguente ordine del giorno Brunelli: « Il Congresso plaudendo alla bella relazione del dott. Della Valle e tenendo conto della di· scussione, demanda l'esame delle varie proposte ad una Commissione che al pro3simo Congresso porti conclusioni concrete al proposito, e delibera fin d'ora che riaffermando il dovere, da parte del Governo, di migliorare il nostro trattamento di pensione, circa l'aumento del nostro contributo alla Cassa pensioni debbansi, prima di qualsiasi concreta proposta, interrogare le sezioni ». Sul tema del Poteye giurisd1'zionale sui medici condotti fu approvato il seguente ordine del giorno Cingolani: « L'XI Congresso me-:!ici condotti; « Riaffermando i voti espressi in tutti i pre· cedenti Congressi dal 1905 ad oggi. contro la giurisprudenza amministrativa, che insiste sempre nell'ammettere il doppio potere giurisdizionale (dei Consigli comunali e dei Consigli sanitari) nonostante la riconosciuta incompetenza, inidoneità


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e abusi della giurisdizione comunale, la quale fu annullata di diritto dalla lett~ra e dallo spirito dell'articolo 9 legge sanitaria d el 1888; cc ricordando i memoriali presenta ti in pro po· sito dall'Associazione al ministro dell'interno nel 1908, 1910 e nel corrente anno, le assicurazioni fatte dallo stesso ministro alla Camera e in pubblicazioni ufficiali, e il parere emesso in argomento dall'adunanza generale del 2.9 m arzo 1906 dal Consiglio di Stato; « tenendo presenti i recenti regolamenti che disciplinano i poteri giurisdizionali per i m aestri elementari e gl'impiegati amministrativi, ai quali tutti è stata concessa la rappresentanza di classe nei Consigli di disciplina, creandosi cosi un re· gime di eccezione e di rigore per i soli medici e veterinari condotti; « delibera di promuovere la più intensa agita· zione di clac;se con comizi e con l' azione eletto· raie e parlamento.re, perchè sia :finalmente approva ta dal Parlamento una legge per l'interpre· tazione autentica dell'articolo 9 della legge sa· nitaria nel senso desiderato dai medici e ripetutam ente manifestato dallo stesso potere esecutivo ». Nella quarta seduta, dopo una discussione sugli ufficiali sanita ri, si accese altro vivo dibattito in· torno aile agitazioni di classe s pecie per quanto concerne la lott a contro la condotta piena , cui p resero parte Fatichi, Malusardi, Prunas. Percac · cini, finendosi con l'ap provare il ~egt1ente ordine del giorno Brunelli: « Il Congresso in fatto di conflitti sul sistema di èondottà, afferm ando il dovere da parte d elle autorità tutorie di rispettare le disposizioni di legge avvalorate d alle dichiarazioni del Ministero dell'interno e dalle co1T1unicazioni della Direzione della sanità, d elibera di so::trarre Je risoluzioni di detti conflitti all'istituto arbitrale per affidarlo in accordo cogli Ordini medici e le altre Associazioni mediche e~ clusivamente ai mezzi dell'azione diretta e di non pubblicare nel Bollettino quei concorsi a cu ra piena che· non sieno stati riconosciuti dalle competenti Sezioni inclusi nelle eccezioni di cui alla legge ». . In seguito a iniziativa di Ceramicola e Arsuffi, il Congresso dema ndò alla Presidenza di occuparsi d ella propagan da fra gli st·u denti di 1nedicitia d.ei postula ti dell'Associazione. •

Circa gli interin ati e le supplen ze il d ott. Bru nellj ribadi il suo giustissimo concetto che i servizi cosidetti a scavalco sono la spinta principale ai crumiraggi. Fu poi app rovato il seguente o. d . g. Brunelll: « Il Congresso delibera che in fatto di certificati e cure per gli infortt1ni sul la voro si a impedito a medici ed . '\.1nministrazioni . di fare contratti a forfai t indecorosi •.

Venuti a discutere dei rapporti fra gli Ordini e l' A ssocia.7ione, Roneoni citando una serie di imperfezioni dell'opera degli Ordini secondo la recente legge, propose le dimissioni di tutti i medici condotti che fanno parte dei Consigli degli Ordini. Brunelli, Guastalla, Pirri parla·rono contro la proposta Ronconi, e il Congresso terminò approvando il seguente ordine del giorno Brunelli: « Il Congresso, pur riconoscendo le manchevolezze e le incongruenze della legge sugli Ordini, ribadisce il p roposito di conquistare i Consigli degli Ordini per agitarne il miglioramento avvenire e pPr giovarsene intanto a trarne i migliori possibili vantaggi a conforto dell'azione della classe ». Sull'argomento del~ ' azione elettorale (che al m omento del Congresso di Parma era nel suo p eriodo di massima act1zie) il dott. Grandoni propose il seguente ordine del giorno: « L'XI Congresso Naz. M. C., cc vista la necessità di una rappresentanza di categoria nel ParJamento, acciocchè l'importanza del grande problema igienico-sanitario vi sia pro spettata d.a chi, vivendo in continuo contatto con la m assa delle popolazioni, è in grado di apprezzarne i bisogni e le esigenze, • riservandosi di deliberare per le successive elezioni generali un contributo a pposito di tutti i soci per formare un fondo speciale d estin ato a sostenere le candida ture di categoria, « delibera di affermarsi nelle elezioni attua li sulle candidature dei medici condotti, invitando le Sezioni a contribuire alla lotta elettorale pro candì d a ture dei medici condotti con una somm3, quale è stata chiesta dalla Sezione di Va ldinievole ». Dopo viva discuscione Brunelli prese la parola per dichiarare che l'Associa7.ione deve a vere un orientamento politico conforme alle vecchie direttive, si associò perciò all'ordine del giorno del dott. Gra ndoni. cui p ropose sia aggiunto per primo comma la frase cc riafferman do il preceden te p rogramma d'orientamento politi;o » e pose su que- · sta aggiunta la questione di :fiducia, non inten dendo l'attuale Consiglio direttivo restare al su o posto · se tale emendamento venisse respinto. L ' ordine del giorno Grandoni con l'emenda mento Brunelli fu approvato all'una nimità meno uno fra grandi acclamazioni. Sull'argomento del programma di propagan da igieni co-sociale parlò il dott. Ranellettl ; dopo aver distribuito il programma igienico-sociale dell'_L\.ssociazione raccolto in volume, Io illustrò brevemente nelle sue tre parti: a) propaganda igienica per la lotta contro le malattie di carattere sociale; b) propaganda in favore della previdenza; (29) •


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e) statistica nazionale della morbilità e mortalità delle classi lavoratrici, per la quale risponde a Vacino non esser vero quello che gli fu riferito, trattandosi solo delle malattie professionali elen· cate dietro la scheda. Ricordò che tale program~a ha riscosso le più vive approvazioni dal Governo -che 11a promesso il 5Uo valido appoggio e ricom· pense :finanziarie. Citò le adesioni dell'on Giolitti, dell'on. Falcioni, de!l'on. Credaro, del comtn. Corradinr, del prof. Ascoli, dell'on. Rigola per la Confederazione del lavoro e di altre personalità. Terminò con l'augurio che la Nazione intera fi· nisca col riconoscere le brnemerenze del!' Asso-

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~taztone.

Maffi parlò lungamente per i11citare i medìcj

-condotti ad una lotta atti va e persistente contro la tubercolosi. Accennò a ciò che si è fatto .all'estero per rendere manifeste le deficienze dell'Italia, specialmente nelle campagtte. Brunelli a nome dell'Associazione si congratulò vivamente col Maffi per la sua bella e dotta relazione. Ter1ninati così gli argomenti all'ordine del giorno, il Congresso dopo breve dibattito scelse Ancona a sede d el XII Congresso naz.ionale. In occasione del Congresso di Parma ebbero luogo dei festeggiamenti, offerti agli intervenuti ~on cordiale signorilità. Riuscitissima Ja serata in onore dei Congressisti ai giardini dell'Esposizione, ìl ricevimento dato dal Comune e dalla Provincia nel ridotto del teatro ~egio, la gita a Busseto salutata da un bel discorso di quel Sindaco cui rispose a nome dei congressisti il vice-presidente Ranelletti, e la visita agli stabilimenti tern1ali di Salsomaggiore coronata da un banchetto nel quale parlarono il prof. Gardenghì, pel Municipio di Salsomaggiore. il prof. Cattaneo, il dott. Branchini, l'on. Brunelli e con parola affascinante l'on. Berenini.

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tronaca del movimento professionale.

Sutl' assegno d~ riposo ai medi ci condotti._ L'Ordine dei Medici della provincia di Benevento, considerando che 1, attuale assegno di riposo concesso ai medici condotti non r~sponde alle esigenze dei tempi attuali, nè facilita il rinsanguamento della condotta con elemento giovane; fa voti al Governo del Re percbè, accogliendo i desiderata della classe dei medici condotti, esso sia mig1iorato in mis11ra da non essere inferiore a lire 1500 dopo venticinque anni di servizio e a lire 2000 dopo trenta. E perciò invita gli Ordini d ei medici del Regno a votare e far votare dalle locali ~ezioni dei medici condotti e dai Consigli provinciali sanitari analogo ordine del giorno e a sollecitarne l'appogggio presso i singoli senatori e deputati. (30)

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RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE.

(4120). Aumento di uffic'io dello stip"ndio del medico stabile. - Il dott. abbonato n. 1738 espone

che il Consiglio Comunale, interpellato in merito di un aumento di stipendio da lui chiesto di ufficio alla G. P. A. abbia rimandato la discussione de11a relativa domanda all'epoca della for · mazione del bilancio 1914. Chiede conoscere se il parere del Consiglio Comunale sia in materia obbligatoriamente richiesto e se contro la deci· sione della Giunta amministrativa il medico possa ricorrere ed a chi. Secondo il disposto dell'articolo 26 della legge, l'avviso del Consiglio Comunale è obbligatorio quando trattasi di aumento di stipendio da disporsi di ufficio dalla G. P. A. Il Consiglio Comunale può dire un si od un no, ma deve, in ogni caso. pronunciarsi. In caso di. ulteriore oscitanza potrebbe rendersi opportuno l'intervento del Prefetto, perchè si tratterebbe da parte del Consiglio Comunale di rifiuto a compiere operazioni fatte obbligatorie dalla legge. La decisione della 4a sezione _d el Consiglio di Stato da Lei citata è fondata pienamente in diritto, sia per· chè consona al disposto del precitato articolo 26 della legge. sia perchè effettivamente la Giunta deve accordare l'aumento di assegno nel solo caso che esso possa influire sul migliore e più regolare andamento del servizio sanitario. È bene poi tener presente che l'aumento di ufficio dello stipendio può aver luogo sol quando fatti nuov:i e posteriori alla nomina, rendano necessario nell'interesse del servizio un tale miglioramento, giacchè nel caso inverso il medico che ha preso parte al concorso con piena consapevolezza delle condizioni econòmiche e di servizio inerenti, non potrebbe dolersi della sua posizione e chiedere postumi miglioramenti. Contro la decisione della G. P. A. è dato solo ai Comuni di ricorrere al Consiglio Superiore di Sanità. I medici interessati possono ricorrere, come contro un provvedimento definitivo, o alla 4" sezione del Consig!io di Stato od al Re in linea straordinaria e solo per eccesso di potere, violazione di legge od incompetenza. (4122) . Ufficiale sanita'Yio - Medico pensionato. - Il dott. abbonato n. 6914 chiede conoscere se essendo pensionato possa accettare l'ufficio di ufficiale sanitar io in altro Comune appartenente ad altra provincia. Crediamo che non vi sia alcuna difficoltà a fare quanto Ella propone. In quanto alla pensione potrà avvalersi del di~posto dello art. 29 del testo unico approvato con Regio decreto 2 gennaio 1913, numero 453, e cioè rima· nere iscritto alla Cassa rifondendo la pensione già ricevuta .


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Al dott. G. R. da S . G. I. B. che ci interpella su tale argomento, rispondiamo che per riscattare quindici anni di servizio occorre pagare in un decennio, oltre i contributi ordinarii, una somma che si aggira fra le 5 o 6 mila lire. Occorrerà rimanere iscritto alla Cassa per un decennio almeno, in fine del quale si liquiderà annue lire 922. Per ottenere la pens;one di lire 3000 dovrà raggiungere i 35 anni di servizio ed i 67 di età. (4125). Ufficiate sa·n itario. Il dott. abbonato n. 7756 desidera conoscere se in un paese di 3400 anime si possa nominare I 'ufficiale sanitario indipendente dal medico condotto, se la nomina deve essere fatta per concorso, se questo è per titoli o per esami e quale stipendio è annesso alla carica. Nulla si oppone a che in un paese di 3400 abitanti si proceda alla nomina dell'ufficiale sani· tario indipendente dal medico condotto. La nomina dell'ufficiale sanitario deve avvenire in seguito a concorso per titoli ed esame. Lo stipendio dell'ufficiale sanitario non è stabilito da legge o da regolamento. Esso è determinato dalle singole Amministrazioni municipali. (4126). Cura ostetrica. - Il dott. abbonato 1275 che da qualche anno presta, in assenza della le· vatrice, il servizio di assistenza ai parti delle persone povere chiede conoscere se possa pretendere compenso per l'assistenza prestata ad altri colleghi che dovettero compiere una operazione chirurgica su di una primipara appartenente a famiglia agiata. Non può pretendere compenso perchè non trattasi dì semplice assistenza a parto ma di assis tenza puramente tecnica ad intervento operativo. Avrebbe pur dovuto prestare la detta assistt nza se non avesse avuto l'incarico di supplire la levatrice-, essendo medico condotto a tutta cura , Doctor }USTITIA. (4123). Pensioni. -

No1ninr, promozioni e onorificenze. TIOLOGNl~..

- Il dott. Tullio Pietro è nominato assistente in fisiologia MODENA. - Il dott. Anselmi Giuseppe è nominato aiuto in clinica oculistica. NAPOLI. - Il dott. Cicconardi Giuseppe è abilitato alla libera docenza in patologia generale. PADO\TA. Il dott. Ferrari Giovanni è nomi .. nato assistente in clinica oculistica. ROMA. - Il dott. Marras Francesco Maria è abilitato alla libera docenza in igiene. ToRINo. - Sono nominati i dottori: F oà Carlo aiuto in :fisiologia; Coppola Alfredo assistente alla clinica delle malattie mentali e nervose.

C)ondotte e C)oncorsi. AmATRICE (Aquila). - Due condotte a cura piena. Per Amatrice e frazioni annesse lire 2590 poveri, lire 400 abb., lire looo direzione dell'Ospedale Umberto I, lire 600 cav. Per una zona da stabilirsi lire 2500 poveri, lire 600 abb., lire 600 cav. All'u:ff. san. lire 250. Età Jimite 45 anni se il concorrente trovasi in servizio; 35 se non lo è. Chiedere annunzio. Scad. un mese dal 10 nov. ANDRIA (Ba~i). - Vedi annunzio dettagliato sulla prima pagina della copertina. ALESSANDRIA. - Due condotte: L. 1500 pei po· veri; aumenti quinquennali fino a L. 1950; L. 100 per supplenza. Scad. 30 nov. Servizio entro 15 giorni. A b. 1600 e 4000; fam. povere circa 40 e 86. ATTIMIS {Udine). - L. 3500 pei poveri, tre sessenni. Scade 20 novembre. Il capoluogo unito alle frd.zioni con strade carrozzabili. Documenti di data non anteriore ai 6 mesi. Assunzione del servizi<? entro 15 giorni dalla partecipazione della nom1na. CAPOTERRA (Cagliari ). - Condotto; L. 3000 nette e L. 2 0 0 per l'a. f. Scad. 30 ~ovembre. CINIGIANO (Grosseto). - Condotti pel capoluogo e le fraz. Monticello e Sasso d'Ombrone, per la generalità; L. 4000 per ciascuna delle fraz., L. 3800 pel capoluogo. Scad. 12 dicembre. COMO. Dep:A.ta.zione provinciale. - Medico direttore del Manieomio ; L. 6000 lorde dell'imposta di R. M., alloggio vuoto per sè e famiglia, illum. e riscald.; tre sessenni. Titòli scientifici e pratici. Docum. alla Segreteria non oltre le ore 16 del 15 dicen1bre. FICULLE (Perugia). - Ab. 3186 . Concorso ad una delle due condotte comprimarie; lorde (in corso di approvazione) L. 4100. senza obbligo di ca val. Riposo quindicinale. Scad. 20 nov. Autorizzazione ad accettare eventuale nomina Medico di sezione delle ferrovie. Richiedere avviso al Municipio. GIAVENO (Torino). - Una delle tre condotte: pei poveri L. 550; servizio necroscopico L. 425; vaccinazioni pubbliche L. 175· Scad. 27 novembre. LORETO (Ospedale det P. I stituto della S. Casa). - Cercasi possibilmente per il primo prossimo dicembre assistente medico-chirurgo. Stipendio L. 2 00 mensili lorde r. m . Cawera, caffè a1 mattino , termosifone, luce elettrica. Rivolgersi al direttore. MERGO (Anco1ia). - L. 300 0 pei poveri, L . 5 00 pei semi-abbienti, L. 500 indennità varie. Scade 19 novembre . · MoNTEE;ATINI VAL DI CECINA (Pisa). - Concorso per la condotta pel Castello di Querceto e Sassa. L. 3450, lorde, compreso cavalcatura. Scad. 30 nov. MONTECCHIO PRECALCINO (Vicenza ). - Medico ; L. 3000, L. 500 per obbl cavale ., L. 150 quale U . S. , etl altri incerti in circa L . 2 00. Scad. 30 nov. MONTE URANO (Ascoli Piceno). - Proroga del concorso al 15 nov. R estano ferme le altre condizioni tutte. ORTANOVA (Foggia). --Medico di Ordona; L . 1 800 lorde per i soli poveri, ab. 1 3 00 riuniti . Scadenz3 2 2 nov.

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PALANZO (Como). - Medico del Consorzio con Pognano e Lemmo; L. 3250 lorde, aumenti, cura piena , ab. 1689. Scad. 25 novembre. PERUGIA. Universiià Libera. - Cattedra speciale di chirurgia dimostrativa e clinica generale , semeiotica e medicina operatoria; vedi fase. 39. Sca_d enza 4 gennaio. · PETTINEO (Messina). - Condotto; L. 2800 nette, non più di 40 anni, s. eccezioni regolamentari, 2 anni servizio ospedali o condotte. Abitanti 2976. Scadenza 30 novembre. ROMA. Mitiistef'o d"'lla Ist1'uzione pubblica. Straordinari di patologia generale nella R. Universìtà di Cagliari; di medicina legale nella R. Università di Pisa; di clinica ostetrica e ginecologica nella R. Università di Sassari. Scad. 9 dic. Ro~1A. Pio Istituto di' 5. Spirito ed Ospedali f'iuniti . - Dieci ehirurghi aiuti. Vedi fase. 43. Scadenza ore 16 del 2 dicembre. ' SAN SALVATORE TELE SINO (Benevento ). La Unione Agraria cerca medico fiduc1ar o; L. 250 mensili. Dirigere le offerte al presidente. STELLA (Genova). - ·Medico àel~a fraz. San Martino; L. 3000, aument. per sessenni. Scad. 30 nov. '.7 AILA'f E (Cremona). Medico chir. residenziale; L. 3500 al netto di R . M., due sessenni. Ab. 3450 dei quali circa 3100 considerati poveri. Non obbligo mezzo di trasp. Incarico l J. S. e direzione ospedale Caimi. Il territorio com. è considerato zona malarica. Assunz. · posto entro 15 giorni. Scad. 30 nov. Giovane medico disposto assumere interinato pel mese di dicelnbre p. v. Scrivere offerte dettagliate: Fides. Posta restan!e . Collecorvino (Pro· vincia di Teramo). Cerca!:'i intE>rino per un Comune d ell'Italia cen• trale . Condotta comoda a kn1. loo da Roma sulla Roma-Sulmona. Per cozdizioni e schiarimenti rivolgersi al dott. Giovanni Di Cola in I.oreo (Rovigo).

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proclamato la diffida di detto Comune, fissandc, la tariffa per l'interinato in lire venti giornaliere. . I c<?lleg?-i ,tu~ti s~no invitati a compiere atto dt sol1dar1eta ai deliberato della Sezione. Marino. - Per la Sezione dei Castelli romani, il presidente: prof. Giovanni Cocci ». .

ROMA. R. U tiiveYsità. - È indetto il concorso P.er titoli a quattro posti di ')tuclio della Fondazione C'orsi tra laureati della Facoltà di medicina e chirurgia nell'università. Laurea da non oltre un triennio solare a datare dal 10 ottobre 1910, dopo aver frequentato i corsi per un biennio almeno nella Università. L. loo mensili per otto mesi. Scad. 30 giugno 1914. . TORINO. Reàle Accadem'i a di medicina (Via Po, n. 18). - E' aperto un concorso al 13° Premio Riberi di L. 20,000 per lavori scientifici di argomento appartenente alle discipline mediche in genere. Scadono i termini col 31 dicembre 1916. Per le condizioni del concorso rivolgersi alla Segreteria dell'Accademia, via Po, 18, Torino. Il segretario generale: V. Oliva. ·

n dott.

Theodoro Fischer Galati è disposto a tenere un corso gratuito di lezioni di lingua tedesca e francese in rapporto alla me,licina. I colleghi che ne volessero profittare sono pregati di mandare la loro adesione presso la Clinica oto-rino-laringoiatrica del Policlinico Umberto I in Roma. I

lM:EI>IOIN.A SOCI.A.Ln Gli Ospedali in Germania.

In Germania vi sono ospedali pubblici e privati, fondati da filantropi o da associazioni reli• gtose. Gli ospedali pubblici sono sostenuti ed amministrati a spese della città, dei comuni o dei diSono segna ti con un asterisco • i concorsi che ci risultano dif• stretti. Lo stato interviene in modo diverso. fidati dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con du~ asterischi •• i concorsi che cl risultano In Prussia lo Stato costruisce e mantiene solo boicottati dalla Federazione delle Associazioni Sanitar•c Italiane . le cliniche universitarie, m a non aiuta le autorità • D iffede e boicottaggi: locali per l'assistenza ospitaliera; nel Wiirtemberg Ci si comunica: « Prego pubblicare ne!la rubrica invece lo Stato sussidia le amministrazioni cidèl Giornale che la Sezione veneziana dell' Ass. viche nel loro compito dell'assisten~a ospitaliera. naz. med . cond. ha diffidato per insufficienza di Il largo incremento dell'assistenza ospitaliera stipendio la condotta del IV riparto del comune in Germania è dovuto a cause molteplici: al fedi Mira. (Concorso dal 1° ai 30 novembre). nomeno dell'urbanesimo che concentra nella città Il vice ·presidente: E. Soldà ». « A nome della Sezione di Montepulciano della gli çibitanti i quali fra le modeste pareti domeAssociazione nazionale medici cot1dotti prego la stiche, ò.urante la malattia, non possono trovare S. V. a voler mettere il concorso alla condotta tutti quei comodi che si possono avere a mezzo di Sarteano {Siena) nella rubrica d ei concorsi dif- della degenza ospitaliera, e alla legge sulle assi· fidati, ec;sendo stato aperto a cura piena in concurazioni sociali. trasto colle aspirazioni della classe. _Dal 1870 ad oggi il numero degli ospedali in Il segretatio: L. Ansuni ». «La Sezione dei Castelli Romani dell'Associa- Prussia è andato aumentando da 888 a 2314, ed zione Nazionale dei medici condotti. riuscito vano il numero dei letti da 37,039 a 160,437, cioè il ogni tentativo di vie conciliative col Sindaco del numero dei letti è cresciuto del 300 al 400 per comune di Montecompatri per migliorare le con- cento, mentre il numero dei pazienti da 211,06 0 dizioni del servizio sanitario (stipendio lire 3000 lorde capitolato già respinto dalla Prefettura) • è andato a 1,204,641, cioè è aumentato del 700 previa approvazione della presiden za centrale ha per cento. (32) •


[.i\NNO XX, FASC. 46)

SEZIONE PRATICA

L'amminis~razione

comunale è la suprema autorità nel caso si tratti di ospedali civici. In generale l'amn1ini~trazione comunale affida la sor· veglianza amministrativa ad una deputazione composta di consiglieri e cittadini. La direzione medica è affidata ad un medico direttore il quale in alcuni ospedali è anche responsabile della ge· stione amministrativa, mentre in altri ospedali ha al suo fianco un incaricato il quale si accupadella parte amministrativa. I medici tedeschi sono fautori però della direzione unica negli ospedali . La Leipziger Verband, l'associazione dei medici pratici che difende gli interessi della classe me· dica in Germania, ha domandato da tempo che che il medico direttore debba avere ampi poteri sui servizi amminìstrativi e che in ogni caso l'economo debba essere sempre un impiegato subordinato all'autorità del direttore. Le spese ospitaliere in Germania sono in continuo aumento, sia per l'aumento dei salari. sia per il rincaro d ei generi alimentari, sia per le esi· genza del la tecnica medica. Si calcola che la spesa dei salari e della tecnica scientifica assorba da un terzo a due quinti dell'i!!tera spesa, sempre escluso, s'intende, il capitale impiegato per la co· struzione e per l'arredamento delì'ospedale. La media delle giornate di degenza per ogni malato, varia fra roo e zoo giorni di malattia. L'inchiesta fatta su un certo numero di ospedali fa rilevare che il numero dei me:iici impiegati negli ospedali varia da 5. 16 ad 8. 12 per looo . giornate di degenza. - Lo stipendio deidiret· tori medici varia da un minimo di 3000 lire a 1 un massimo <li 15, 000 lire; per alcuni direttori vi è il diritto alla pensione ed alloggio gratuito o ad un indennizzo per quest'ultimo. Lo stipendio degli assistenti varia da 1250 a 2500 lire, più il vitto e l'alloggio gratuito. Gli stipendi dei medici sono aumentati in questi ultimi tempi anzitutto per la scarsezza dei medici, poi per l'azione spiegata dall'organizzazione medica, la Leipziger Verband, la quale ha impos~o che lo stipendio degli assistenti non deve essere inferiore a L. 1500 all'anno ~ deve aumentare ogni anno di 350 lire, mantenendo intatto il dirittò a vitto e alloggio gratuiti. I direttori medici possono fare assegnamento su altre retribuzioni straordinarie, come la pra tica con~ultativa e gli onorari per la cura degli abbienti ricoverati negli ospedali pubblici. Anche per i medici direttori la Leipziger Verband ha domandato stipendio fisso proporzionato agli obblighi ·i mposti ed al lavoro ospitaliero, il diritto. alla pensione e alla retribuzione personale da parte degli abbienti ricoverati nell'ospedale. 1

1689

Gli assistenti anch'essi ricevono un tanto per l'assistenza agli abbienti e possono contare sui proventi dei certificati. I ~edici pratici tedeschi considerano come ingiusta od inopportuna la cura degli abbienti negli ospedali pubblici, allorchè questi n.on rimu · nerano i medici con retribuzioni personali. Negli ospedali tedeschi vi sono tre classi di pazienti. I pazienti appa-rtenenti alla prima classe pagano più del costo; i pazienti appartenenti alla seconda classe coprono le spese; i pazienti appartenenti alla terza classe pagano meno del costo. La diaria medica per i pazienti della prima classe varia da 6 a 12 lire al giorno; quella per' i pazienti della seconda classe varia fra le 4 e le 7 lire al giorno; q!.lella per la terza dalle 2 alle 3 lire al giorno. Le persone non domiciliate nella città devono pag::ire diarie più elevate. Il diritto all'assistenza ospitaliera in una città si acquista dopo due anni di domicilio nel luogo di soggiorno. Le spese deglf ospedali sono in parte dai sus• sidi del Comune. Qualche ospedale dispone di lasciti privati ma sono molto pochi gli ospedali che hanno questa fortuna. Concludendo: Gli ospedali sono frequentati dai malati assicurati o dai malati che sono a carico della pubblica assistenza . Gli istituti acssicuratori mandano a spese loro gli ammalati all'ospedale; questa possibiiità però danneggia l'organizzazione dei medici delle casse per malattie, i quali si vedono minacciati nelle loro rivendicazioni economiche per una più equa retril)uzione dalla concorrenza che possono esercitare gli ospedali. I medici delle casse per malattia domandano che nel ca3o di confljtto i medici ospitalieri facciano causa comune con loro. Gli ammalati che frequentano gli ospedali a carico dell'assistenza pubblica coprono più della metà delle giornate di degenza annuale. Il contributo versato dai ·malati a carico della pubblica assistenza agli ospedali copre circa la metà delle spese. generali per la gestione ospita' liera, escluso~ s'intende, il capitale impiegato dal Municipio per la costruzione e l'arredamento dell'ospedale. Il deficit deve essere coperto dalle pubbliche amministrazioni. (Il Cimento). Pubblicheremo prossimamente : Scaduto, La roentgenterapia delle affezioni a cute tubercolari. · Egidi, Sulla tecnica della intubazione per la narcosi; secondo Auer e Meltzer.

(33)


1690

IL POLICLINICO

(ANNO X.X, FASC. 46)

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f!OTIZIE DIVERSE Il Congresso nazionale di oto-rino-laringologia. - Un busto a E. De Rossi. Si è tenuto in questi giorni a Roma il Con. gresso annuaie della Società italiana di oto-rinolaringoloiatria. Daremo prossimamente un resocooto riassuntivo dei lavori espletati. All'inaugurazione venne scoperto un busto in bronzo di E. De Rossi, modellato dallo scultore G. Sartorio. Parlarono i proff. PuteJli. presidente della Società italiana di oto-rino-laringoiatria, Ferreri, direttore della clinica oto-rino-laringoiatrica di Roma, nella quale sorge il busto, Maffei, de· cano dei docenti di otoiatria dell'Università di Napoli, Tonelli, rettore dell'Università di Roma, Grazzini di Firenze e Poli di Genova. Così il Rossi - il quale instaurò in Italia la specialità e fu lustro e decoro dell'Ateneo Romano è stato degnamente comn1emorato.

IV Congresso dell' Assoeiazione professiònale dei dermosifilografl italiani. Riportiamo l'ordine del giorno di questo Congresso, lndetto a Napoli per il 20 e 21 novembre. Comunicazioni della presidenza. Resoconto finanziario. - Ciuffo. Ispettorato del servizio celtico dello Stato. - Montesanoo La profilassi dei mali venerei e l'opera dell'Associazione. Vignolo Lutati. Dell'intervento del dermatologo nelle questioni d'igiene scolastica e nell'insegnamento òell'igiene sessuale. - Id. Sulla réclame professionale. - Id. A proposito del concorso a primario dermosifilografo nell'Ospedale di Brescia. - Fiocco Dei mezzi adeguati alla profilassi delle malattie veneree. - Elezioni del Consiglio direttivo per il biennio 19I4-1915. Le riunioni si terranno nell'Aula della R. Clinica Dermosifilopatica , gentilmente cqncessa dal direttore senatore T. De Amicis. L'inaugurazione del Congresso avrà luogo il giorno 20 n ovembre alle ore Io. A questo Congresso terrà immediatamente dietro, nei giorni 22 e 23 novembre, quello della Federazione dei medici specialisti, promosso dalla ,stessa Federazione. Presidente dei due Congressi è il prof. G. Pini di Bologna {via San Stefano 18); segretario il prof. V. Montesano di Roma (via Campo Marz io 69) . Inviare le adesioni (lire Io) a1 dottor Gaetano Mendozzi, Napoli, Vico Neve a Materdei, 3, onde ottenere il vantaggio della riduzio11e ferrov iaria per ambedue i Congressi.

Il VI Congresso nazionale per le cure marine e montanine. Si tenne a Como verso la metà del settembre scorso. Numerosi furono gli intervenuti. Aderirono gli on. Giolitti e Credaro. TI Congresso votò, tra gli altri, questo ordine del giorno: u Considerando che la legge sulla mutualità scolastica che provvede a concetti pedagogici della educazione, al rispélrmio e alla mutualità (34)

nel_fanciullo ed obbiga l'inscrizione alla Cassa di previdenza per la vecchiaia, lascia con saggio criterio liberi i singoli Istituti di provvedere ·con quei mezzi che si credessero più convenienti e per altri vantaggi morali e materiali, ai fanciulli, futuri uomini, tenendo conto eh~ il sussidio di 5 centesimi dovuto durante le malattie acute si è dimostrato uno spreco di utilità, fa voti perchè l'Autorità scolastica stabilisca di provvedere alla profilassi antitubercolare e ad ogni altro decadimento organico mediante le cure marine e montanine, la scuola, i ricreatori all'aperto »: Del nuovo Consiglio di amministrazione fu confermato presidente il comm. Triani. A nuova sede del Congre~so per l'anno venturo fu scelta Bologna .

Congressi del 1914. Luglio 28 -2 agosto. Pietroburgo. XII Congresso Internazionale di Oitalmologia. Estate ? Budapest. VIII Congresso internazionale di Antropologia criminale. Settembre 7-12. Berna. Congresso internazionale. Neurologia; Psichiatria e Psicologia. Autunno. ? Vienna. Congress<> internazionale per le Malattie del lavoro.

Corsi di perfezionamento in igiene. Dall' II gennaio al ro marzo 1914, nello Istituto d'igiene dell'Università di Roma, avranno iuogo tre corsi di perfezionamento, uno per i laureati in . Medicina e Chirurgia. l'altro per i laureati in Veterinaria, il terzo per i laureati in Chimica e Farmacia e i diplomati in Farmacia. Si d.ovrà versare nella Cassa dell'Università la somma di lire 100. 05 per tassa di laboratorio e· la somma di lire 10. 22, occorrente per sopratassa d'esame e marca da bollo del libretto. Le iscrizioni si riceveranno fino al 9 gennaio p . v .; ed essendo limitato il numero dei posti disponibili, le ammissioni avranno luogo secondo l' ordine di presentazione delle domande . Per ritirare alla fine del corso il diploma su pergamena si dovrà presentare domanda al Rettore su carta bollata da cent. 60, e versare alla suddetta Cassa la s omma di lire 8. 72. Per chi avrà frequentato regolarmente. i d~tti corsi bimestrali in questa o in altra Un1vers1tà, e vorrà prepararsi p er i concorsi ?i posti .della Amministrazione sanitaria presso 1 Comuni e lv Stato. ulteriori corsi di perfezionamento avranno luogo dal 30 ~arzo al 30 luglio 1914. A detti corsi sono ammessi ancl1e coloro che hanno compiuto gli studi nelle Università estere -

Insegnamento dell'Igiene nelle RR. Scuole nor· mali. A Torino per incarico speciale del Ministero della pubblica ist~u~ione i~ dott: Raffaello Severi di quella c1tta ha impartt~<? nel decorso anno scolastico I9l2-13 un Corso dt insegnamento d 'igiene alle alunne di quelle R .R . S~uole nor-. mali « Domenico Berti » svolgendo 1 seguenti temi: << Igiene sociale - Igiene scolastica-: Ma· lattie infettive Tubercolosi - Malaria Pellagra - Malattie parassitarie ne~Ja Scuoi~ Miopia scolastica - Scoliosi scolastica - Igiene della prima infanzia.


(ANNO

XX,

FASC.

46j

SEZIONE PRATICA '

Il dott. Severi, che ebbe fra il numeroso uditorio parecchi professori e professoresse di quelle scuole, spontaneamente accordi ad ascoltare le sue interessanti conferenze, ha avuto anche per il corrente anno scolastico confermato tale incarico dal Ministero ed incomincerà il nuovo Corso S. A. a partire dal decembre ve1~turo.

Dispensario antitubercolare a Roma. Il 10 ottobre venne aperto a Roma il Dìspensarjo antitubercolare Regina Elena. presso Castel Sant' Angelo, dovuto al!' iniziativa del professor Rossi-Doria e costruito su progetto Jetring. Ce.3are Tamburini. È un modello di Dispensario a tipo smontabile e riunisce tutto ciò che è richiesto dall'igiene per simili Istituti, con sobria e gaia_ eleganza. È diretto dal prof. Angelo Signorelli. Sarà « profilattico e curativo »: servirà, cioè, a un tempo alla visita e alla segnalazione dei malati , limitati per ora ai fanciulli sino ai i6 anni, e provvederà ai medicamenti, alla refezione quoti· diana e all'inchiesta sociale. È mantenuto a spese degli Ospedali Riuniti di Roma, col concorso della Direzione Generale della Sanità e del· l'Amministrazione civile: si può quindi considerare come un Dispensar io di Stato. La spesa si calcola a circa lire 25,000 annue. La Commissione direttiva sarà composta dei rappresentanti degli Enti suddetti e dell'Alleanza antitubercolare Romana. Gli iscritti nelle Facoltà di medicina. Durante l'anno 1911-12 gli iscritti nelle Facoltà di medicina del Regno furono 4512. Dal conc<?rso degli inscritti, in proporzione al rispettivo numero degli abitanti, risulta che le cinque grandi regioni d'Italia si possono disporre cosi per quel che ri~uarda le iscrizioni nella Facoltà di medicina e chirurgia: primo posto all' ltalia meridionale, secondo all'Italia· centrale, terzo alla Sardegna, quarto alla Sicilia e quinto ali' Italia set· tentrionale. Per q11anto riguarda la Sicilia, conviene notare che molti studenti dell'i~ola, specie nel periodo dellt cliniche, si recano a completare i loro studi nelle Università di Napoli e Roma. _

(Vit~

Sanit.).

Lega medica per lo scambio di estratti (memorie). Viene ora costituita a B~rlino, per iniziativa del maggiore medico H. Berger. una " Me:1izinische Vereinigung fiir Sonderdruckanstausch ». Funzionerà mediante una stazione centrale e pubblicherà un archivio. Del Comitato fa parte il prof. Maurizio .!\.scoli . di Catania. Per informazioni rivolgersi al dott. Hermann Berger, Oberstab8arzt a. D., Berlin-Friedenau, Knaustr. 25, ovvero al segreta rio, d ott. Henius, stessa sede. ' In memoria di un chirurgo. Il popolo di Castrogiovanni volle nell'atrio dell'Ospedale Umberto I erigere un rr1onumento al suo benefattore d ottor Pietro Patinato, il quale dipartitosi prematuramente dal mondo aveva lasciato in tutti i cuori memo1ìa perenne delle sue opere altamente scienti.fiche.

i69r

Egli operando casi difficoltosissimi e con esitofelicissimo accorreva volentieri nei tuguri per soc· correre i poveri ammala ti. Il dott. Farinato fu esempio a tutti di rettitudine e · di filantropia non comune. La festa che gli si è voluto tributare riusci degna dell'Estinto. essen.do manifestazione d 'ogni classe e d'ogni partito. Si è svolta la prima do menica di novembre con l'intervento di num~ ­ si sodalizi. Parlarono bellamente jl presidente della Congregazione di carltà, dott. Andrea Longo, il quale è stato l'organizzatore e il dirigente la festa, il direttore del Pio I C)tituto dott. Enrico Anzalone, l'onorevole Napoleone Colajanni, ammiratore del Farinato, Ciantro Termine e il prof. Addario di Palermo, oer dire che Farinata meritava ben altra sorte... per i meriti scientifici e morali ad un tempo, e che il monumento al dott. Farinato è indice <li coscienza del popolo Ennese verso il figlio illustre. C. B.

Cura della tubercolosi. I dottori H . Thalheim e Zunulmann e i proff. Schleich, E. Miiller e Kraus hanno riferito, in una adunanza tenuta nella II Clinica medica della Charité a Berlino il 25 ottobre (v. Berliner Ktin. Wock .• io nov. 1913). intorno ai buoni risultati ottennti dal vaccino di F. F . Friedmann nella cura della tubercolosi. · Il dott. Friedmann ha fatto seguire alcuneosservazioni conclusive. Come è noto, il vaccino di Friedmann risulta di bacilli tubercolari viventi ottenuti dalle tartarughe. Questo rimedic> non aveva fatto buona prova negli Stati '(Jniti, dove era stato lanciato con una réclame straordinaria. Il segreto del successo consisterebbe del precisare le indicazioni e nel fissare il dosaggio.

Montecatini in Francia. Dal ~ Formulaire théra peutique » di Lyon eLoiseau (Masson et C.. Paris, 1912, p. 668) riportiamo la seguente indicazione, che dimostra comele cose nostre siano conosciute i11 Francia; Montecatini (Italia, provincia di Lucca) , 280 m. di altezza. T. 21 a 31° . Mineralizzazione 4 a I 8. p . iooo di cloruro di sodio. Modo di impiego: Bagni, bevande. Indicazioni: Reumatis1no cronico. V. P.

Una circolare contro gli scapaccioni ed i baci. In una sua circolare l,assessore per la P. I. d el comune d! Milano ha creduto opportuno, richiamando l'articolo 106 del regolamento generale 6 febbraio igo8, di raccomandare al personale insegnante di « non ricorrer mai, in confronto degli alunni, a mezzi correttivi non espressamente consentiti dall'articolo s tesso, neanche quando detti mezzi, più che di una fo,r~a ve~a e pr~pri ~ di punizione, avessero - nell 1ntenz.1one di chi le applica - il. cara t~ere di p~ terno castigo ». Nella medesima circolare st fa appello alle Direzioni affinchè volessero cc vietare la biasime· vole usanza dello scambio dei baci, si~ tra alunni ,. sia tra alunni ed insegnanti » . (35)


r692

IL POLICLINICO

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(ANNO XX FASC. 46j

Rassegna della stampa medica.

The Quart. Journ . of Med., ott. PARKINSON e RowLANDS. « La stricnina n ella insufficienza cardiaca». - W A.C.LÉS. « Sulfoemoglobinemia ». Klin.-ther. Woch., 6 ott. Voss. « Le malattie croniche generalizzate delle glandole linfatiche ». La Prov. Méd .. 4 ott. SPILI.MANN e BENECH. (( 'Influenza a inizio meningeo con ittero infettivo ». The Journal A. M. A.. 4 ott. SToN~. « Il significato clinico delle tensioni a lte e basse ». THRUSH. « L'igiene nelle ferrovie ».Med . Record , 4 ott. \VOLBARST. cc Colliculite, m a · lattia del veru--montanum » . Paris Médic., 4 ott. Numero consacrato alle ma· lattie mentali e nervose. La Presse Méd ., 4 ott. NoGUCHr. « Stato att uale della coltura del treponema pallido ». - NoGUCHI. cc Paralisi generale e sifilide ». Berl. Klin. Woeh. , 6 ott. ScHMIDT H . « Sull'etica medica ». - FORNET. <e I.a coltura pura del virus vaioloso ». Gazz. d. Osp. , 5 ott. BuRzI. e< Chemioterapia del cancro e della tubercolosi cutanea col lecitinato di rame ». Mtinch. Med. Woch .. 7 ott. ROSENOW. (( Terapia della leucemia col thorium X » . \VINDESHEIM. « La terapia delle anemie gravi ». La Sem. Méd., 8 ott. KLIPPEL e WEIL. ((La reazione d'attivazione del veleno di cobra » . The Americ. Journ. of the Med. Sciences. ott. PAINTER. « L'influenza dei djfetti scheletrici sullo stato di salute e di malattia ». - BROOKS. « Il cuore nella sifilide » . Bull. of the J. Hop. Hosp., ott. BoGGS. « Il sal varsan nell'anemia perniciosa » . FROIHINGHAM. cc Etiologia dell'arteriosclerosi l: . Gazz. d. Osp. , 7 ott. 0RTALI. « Tubercolosi dello stomaco a forma neoplastica ».

Jahr~sk.

f . arzt1. Fortb., ott. « Malattie infettive. . Ricerche immunologiche. Medicina tropicale ». Wien. Klin. Woch .. 9 ott. Numero consacrato alla r adiumterapia dei tumori maligni » . Giorn. It. d. Mal. ven. e d. PeJle. 8 ott. PASINI, DELLA FAVERA. cc Il cianuro d'oro e di potassio nella tubercolosi cutanea ». The Med. Review, ott. C~ARKE. cc I/anemia pezniciosa della vecchiaia ». - STEWARD. t< Sulla calcolosi biliare )), - RONKERSKIOLD. (( L'iodio nascente nel trattamento delle ferite » . Deut. Med. Woch., 9 ott. KROMAYER. « Cosmetica medica del volto ». - KRAUS. « Radiumterapia nelle malattie interne D. Giorn. di Pslch. elin. e Tecn. manicom., ott. FoRNACA. « La demenza negli epilettici adolescenti >) . BATISTI, \ 7IDONI. (( ~ull 'infantilismo )) . DE PASTROVICH. « Equivalente emicranico ». - TAMBRONI. « La lesione del facciale nei pell agrosi >>. . Bull. de l'Ac. de Méd., 7 ott. JoNNESco. « La rachianestesia ger.erale (discussione) ». Rcv. de Méd., 10 ott. RouCHuT, VoLMAT, L ÉPINE. « Sul diabete ». BORDIER. « Azione biologica delle radiazioni » . PRAGA. « Il fegato nel paludismo cronico >>. Rev. de Chir. , IO ott. LEJARS e RUBENS DUVAL. « I reni ectopici congeniti non patologici ». BINET e MUTEL. (( Il radio curvo )) . - BROCQ. « La cura cruenta delle anchilosi viziose del ginocchio ». Medie. Record . I I ott. AusT1N . « La metatarsalgia di Morton ». - COLLINS. e La cura mo· derna della tabe » . The Lancet. I I ott. WETHERED. a La febbre n ella tubercolosi polmoHare » . - SKINNER. e< Guerra e m~dicina » • '

Indice alfabetico per materie. Anestesia con cloruro d'etile . . . . . Pag. 1668 Glossite :flemmoncsa parenèhin1ale acuAnestesia in odontoiatria. • • . . . . » 1680 tissima con imminente pericolo di vita per asfissia . . . . . . . . . . Pa ~ 167 1 Anestetici: metodo semplice d 'inala• )) Ileo mesenterico cronico . . . . . . . ~ 1667 z1one. • . . . . . . . . . . • • • • Medici condotti: congresso • • . . . . » 1682 Contratture delle dit?. : diagnosi diffe» 1678 I 1668 Obesità: cura con preparati di tiroide renziale . . . . . . . . . . . . . . Ospedali in Germania (Gli) . . . . . . 1688 Dilatazione acuta post-operatoria dello ~ 1663 Prolasso della mucosa rettale: cura . » 1679 stomaco . . • . . . . . . . . . . . ,, 1676 Prurito vulvare: cura . . . . . • . . » 1679 Dolore nella fossa iliaca destra. . . . » 1567 Radiologia medica: congresso. . . . • » 1674 Eritema polimorfo e tubercolosi . . . » 1680 Trapana1.ione preistorica . . • . . • • » I670 Fame: sensazione . . . . . . . . . . , lTranio: azione in un caso di cancro . » 1669 Fistola ~alivare del dotto di Stenone 1675 Vaiolo: coltura pura dell' agente cauguarita spontaneamente . . . . . . sale . . . . • • . . . • . . . . • . • I662 Gastroenterostomia per gastroestasia 1601 da contrattura del piloro . . . . . . L Pozz,x, f'esfJ Roma, 1915 - Tip. Na2ionale di G. Bertero e c. (36) 2>

J)

\

LIBRI DI OD.ONTOIATRIA: Prof. A. CHIAVARO. - Elementi di odontoiatria e di prostesi mascellare e facciale, con 256 figure, e con prefazione del-prof. FRANCESCO DuRAN'l'E (seconda edizio11e). L. 10. I n . Cisti paradentarie e prostesi delle ossa mascellari, con 49 figure nel testo. L. 12. In. Ricettario odontoiatrico, contenente più di mille ricette ed indicazioni terapeutiche, con prefa· zione del prof. GAE~.wo CAGLIO. L. 25. In vendita presso E. RAMPICHINI, Via N azionale, 40 - ROM . .4..

-


.l•no XX.

..Roma, 23 novembre 1913

F'ase, 4'1

SEZIONE

P~A. TIC.A

I

DIRETTORI: •

Prof. GUIDO BACCELLI ---;- Prof. FRANCESCO ,DURANTE REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

--------------...======================================--============================~-==3~=SOMMARIO . Lavori originali: Dott. Mario Mantovani: L'acqua distillata nell1 iniezioni endovenose di saloarsan. - Riviste sintetiche 1 Dott. Ercolani Pietro: Alcune considerazioni sullo strapa110 fisico. - Sunti e rassegne: FISIOPATO~OGIA: R. Ehrmenn e H. Wolff: Ricerche sul sief'o dei gottosi. - MEDCCINA: A. Mathieu: Coliti acute infettive nel bambino e nell'adullo. - A . Ma.thJeu: Coliti dissenlet'iformi ed emorragiche. - RIMEDI NUOVI: K.ronfg e Gau55. La cura del cancro coi raggi R6nlgen e col mesolorio. Storia della medicina : Babilonia e la medicina ippocratica. - Osservazioni cliniche : Dott. Pasquale Fusco: Di un caso tli guarigione completa di sclerosi cavernosa o « lt1duratio penis fJla stica ». ...._ A.ccademie, Socletà mediche, Congressi :. I Co,.gr1sso italiano di radiologia medica.. - Reai,e Accademia tlelle scienie di Bologna. MEDICO PI<.ATICO: Dott. Alfonso Ricciardel'i: Della peeu.moni'e a~ortiva. - CASISTICA e TERAPIA: Sulla patogene~i del.la lubercolori apicale. - Gli elementi per la P,ognosi n ella tubercolosi polmonare. - Diagft()si e terapia della. t1'bercolosi renale. - · Emorragia mtutinal,, nella tupercolosi. - Cura diretta della peritonite tuber· colare con la tintuf'a di iodio. - Varia. - Cenni bibliografici . Nella vita professionale: Il Collegio-convitto di Perugia Per gli orfani dei sa,.itari. - Il r° Congresso Nazionale d~gli Ordini dei Medici. - Risposte a quesiti e a domande. - Nomine, pr,o mozioni e onorificenze. - Condotte e Concorsi.

Appunti per 11 medico pratico : CONTRIBUTO

-

Notizie diverse. -

Olrlt&I •1 froprlelà rl!ena&I -

DE~

Rassegna della stampa medica. - Indice alfabetico per materie.

B vietata la

rlproduzf one di lavori pubblicati nel POLICJLINICJO o la pubbllcasion1 dl

sunti cli

1a1l

senza. citarne la. fonte.

LAVORI ORIGINALI MANICOMIO PROVINCIALE « FRANCESCO RONCATI » diretto ' dal prof.

RAFFAE~E

BRUGIA

1-ABORATORIO MICROGRAFICO.

L'acqua distillata nelle iniezioni endovenose di sai varsan per il dott. MARIO MANTOVANI direttore del laboratorio e comprimario dell'Ospedale Maggiore.

La questione dell'acqua distillata nelle iniezioni endovenose di salvarsan ormai è passata in giudicato : tutti sono concordi nel1' affermare che per sciogliere e diluire il prodotto chimico parassitrotopo dell'Ehrlich, non si deve adoperare che acqua di recente distillata e immediatamente sterilizzata. Tuttavia non mi pare inutile riandare il lungo cammino percorso per arrivare alla sanzione di questo importante momento di tecnica, anche per portare il mio modesto contributo, elaboratosi attraverso ormai quattro anni di esperienza, e molte centinaia di iniezioni endovenose. Vive ancora nella mente di tutti il ricordo del quadro sintomatico che per l'addietro presentavano molti dei malati i-

niettati col salvarsan. Mezz'ora circa dopo l'iniezione, cadevano in preda ad un brivido di freddo del tutto simile al palustre, seguito da febbre intensa (39° e 40°) della durata anche di parecchie ore, e poscia da sudori profusissimi. Insieme al brivido compariva spesso cefalea opprimente, vomito, stato di nausea penoso e persistente, e nel giorno seguente un notevole benessere faceva dimenticare al malato le sofferenze trascorse, ed al medico le preoccupazioni di un gio~no. Durante il tempo dell'iniezione, tranne rarissimi casi, nei quali per insufficiente alcalinizzazione del preparato si ebbe congestione dèl volto, senso di costrizione toracica, e dispnea (crisi nitritoide) in tutti gli altri l' ammalato non accusava che un lieve senso di calore e di tensione alle tempia. È opportuno sapere che io ho sempre adoperato il salvarsan per iniezione endovenosa in soluzione alcalina o lievemente iperalcalina, secondo il metodo di Alt, che generosamente volle essere il primo ad esperimentare. Per l'istrumentario dell' iniezione, ho costantemente sentita la convenienza di usare anche un matraccio pieno di soluzione fisiologica allo stesso tasso di quella adoperata per diluire il medicamento (5 per mille) ; si ha un duplice vantaggio non indifferente : il sicuro indizio (I)

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del facile scorrimento del preparato nella ve- tossaca del medicamento, poichè la tossicità na, e si evita l'inconveniente che sulle pareti del salvarsan è minima, riferita si intende della vena stessa possano depositar~i parti- ad un uomo sano, e minore di quella del celle del medicamento, costituendo un foco- mercurio, tanto è vero che questo alle dosi di quattro o cinque centigrammi può già essere laio di irritazione. Risultato pratico è che io non ho mai os- causa di disturbi : e nemmeno a fenomeni di servate nessuna di quelle trombosi venose che idiosincrasia. ·Questi sono rari quasi quanto quelli per il alcuni descrivono anche colla soluzione alcalina. La spiegazione prima che parve giusta- cìoroformio e quando si avverano riprodumente interpretare i fenomeni di reazione cono esattamente il quadro dell'avvelenaimmediata, fu precipuamente la lotta fra il 'm ento acuto da arsenico. Dunque a spiegare i fenomeni di reazione parassita e il rimedio. Il patologo di Francoforte aveva con ge- immediata bisognava indagare sulle altre soniale intuito, dato mano ad un coltello chimi- stanze che entravano nella preparazione del co che doveva recidere d'un colpo l'idra ma- 606; a quelle così dette eccipienti. Per opera lefica : il tempo delle guerriglie, delle sca- di Hutinel, Kottmann, e Meyer si sapeva ramuccie contro un nemico che sapeva uti- dell'esistenza di una così detta febbre da clo-· lizzare in modo sorprendente il terreno colle ruro di sodio dovuta al sale stesso o alla sua sue insidie era finito. Per la grande tattica concentrazione, tna era una· febbre lievissima . da Lui instaurata, si anda,ra a cercare il ne- tale da non superare uno o due centigradi . mico nei suoi recessi, per combatterlo e an- . W echselmann fortunatamente per primo pensò che la reazione febbrile in seguito alnientarlo in una. volta sola 1 L'attuazione di un tale concetto esigeva un l'iniezione endovenosa di salvarsan, quella mezzo rapido, energico, potente, la .s terelisa- reazione immediata, fosse dovuta alle matetio magna non si poteva ottenere che con rie organiche che esistevano nell'acqua distillata vecchia, e a quelle che provenivano dalla una azione violenta e massiva. Era .naturale quindi che il malato dovesse distillazione durante la sterilizzazione col ' . .' . reagire p1u o meno intensamente a questo e- calore, d'una flora sviluppatasi nell'acqua norme perturbamento che si compiva nel suo dopo la distillazione. L'argomento parve subito di somma im: organismo. Questa interpretazione però apparve subito ai più manchevole, e del tutto in- portanza, e moltti se ne occuparono, e tutti s11f:fìciente, a rendere ragione del complesso con profitto. Rebiere esaminando IO campiodei fenomeni che cadevano sotto la nostra os- n} d'acqua distillata del commercio videche servazione. Intanto l'esperienza aveva dimo- l'acidità per mille espressa in eme. di Na OH strato in un modo ineccepibile, che alcuni n/ IO variava da un minimo di eme. 0~4 ad 'un ammalati non reagivano così tumultuosa- massimo di I5. 2 e le materie organiche per mente all'iniezione : la febbre era la sola mille espresse in ~mc. di Mn 04 n / Ìoo vaconseguenza, non mai troppo elevata, tarda riava da un minimo di eme. 4 ad un massimo di Iooo ! Da quasi tutti campioni si potè ottea presentarsi, facile ad esaurirsi. Ora anche in questi nei quali la reazione, nere in varia misura lo sviluppo di una fiora di muffe e altre volte di microrganiera tanto lieve e così mediata, doveva pure ricca • sm1. necessari amente avvenire la lotta fra il paOra, se si pensa che Jakimoff potè dimorassita e il rimedio, le spirochete dovevano morire sature di arsenocettori e liberare la strare in alcuni malati infetti da tripanosoma loro endotossine, e perchè allora non era che la tossicità del salvarsan è da 10 a 13 volcosì intensa come negli altri? D'altra parte te maggiore quando s'inocula contemporai fatti reattivi che presentavano i meno, era- neamente una piccola quantità di culture bacno talmente diver si da quelli dei più, che teriche uccise, appare logica l'ipotesi dell'Es'imponeva una divisione netta e sicura fra mery che sotto l'influenza di cadaveri bacte~ quelli che reagivano immediatamente coi fe- rici le cellule del corpo acquistino una aumen-· nomeni tumultuosi e intensi, e quelli che rea- tata avidità di arsenico, o assorbano maggiur givano meditatamente con fenomeni lievi e quantità del sale arsenicale, o lo scindine più labili, così fin da allora si potè stabilire che intensamente per provocare poi tutti quei in seguito all'iniezione endovenosa di sal- fen·o meni che appartengono alla reazione im• • mediata. Comunque sia, i fatti sopra citati varsan, s1• poteva avere una reazione immediata, vivace e impressionante ed una rea- imposero subito di far tesoro dell'avvertizione mediata, debole e di pochissimo conto. mento di Wechselmann e del contributo di Quella non poteva essere dovuta all'azione molti altri non meno benemeriti. Ed io dagli (2) t

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ultimi mesi dell'anno scor so cominciai subito a distillare personalmente l'acqua, tanto per sciogliere il salvarsan, quanto per fare la soluzione fisiologica da diluirlo e sterilizzarla immediatamente. Il risultato fu degno dell'aspettativa. Le reazioni immediate scomparvero in tutti i malati anche in quelli chiamati una volta parasifilitici spesso in condizioni di deperimento organico notevole. In questi giorni ho compiuto il primo centinaio di iniezioni endovenose di salvarsan, senza avvertire nessuno di quei fenomeni noiosi ai quali una lunga consuetudine aveva ormai abituato. L'importanza del fatto è tale da rendere inutile ogni ulteriore commento, si ricollega direttamente alla diffusione maggiore di un medicamento, che anche oggi continua a riscuotere la fiducia dei medici e dei malati. La reazione mediata che ho potuto seguire nei miei malati si è espressa in tutti, tranne d'uno, che ebbe anche un po' di vomito, da lieve ipertermia. Nei luetici con lesioni acute che non subirono mai alcun trattamento specifico, la prima iniezione fatta con dose sufficiente (20-30 centg.) fu costantemente seguita in più della metà da una reazione termica comparsa dopo cinque o sei ore, e che non superò mai i 38°. Nelle iniezioni seguenti nessuno ebbe ipertermia tranne d'uno che certamente presentò i segni d'una intossicazione acuta , da arsenico. Rare volte ho osservato una lieve reazione intestinale (qualche scarica diarroica). Nei malati di sifilide cronica non ebbi mai a lamentare nessun inconveniente, uno solo ebbe un ostinato singhiozzo alla seconda iniezione, che però non riapparve nelle successive Dopo di che non mi pare soverchio ardire, 1' affermazione basata sull' esperienza quasi quotidiana, e su malati di natura diversa affidatimi anche dall'ambita fiducia di miei colleghi, che le iniezioni endovenose di s~l­ "·arsan fatte con tutta prudenza, e tecnica rigorosa, sono senza pericoli g~a~i e scevre di queoli inconvenienti immediati che pure non a;endo carattere di speciale gravità, tuttavia erano tali da impressionare molto il malato e non poco il medico. Il nihil nocere del grande dell'Istituto Speyer, ha trovato la sua conferma più bella e più convincente nella esperienza clinica. Bolog na.

Pubblicheren10 prossimamente : CARMELLI. r rn caso di occlusio1ie intestinale da a; . ve rticolite di M eckel. I

RIVISTE SINTETICHE. Alcune considerazioni sullo str3pazzo fisico per il dott.

ERCOI.ANI PIE'!RO.

Lo stra pazzo fisico si veri.fica in modo speciale in seguito a sforzi muscolari troppo violenti e ripetuti che cagionano la stanchezza e lJindebolimento generale o che finiscono con l'inettitudine a un nuovo sforzo e con l'esaurimento. Questi disturbi scompaiono col riposo, ma essi rappresentano peraltro l'abbozzo di disturbi più seri e durevoli che vanno a costituire lo strapazzo. L a fisiologia della fatica ci può far ben comprendere gli accidenti dello strapazzo, ma essa è ancora disgraziatamente incompleta, perchè gli autori hanno preso. di mira solamente e specialmente la fatica muscolare, mentre nella fatica non è soltanto lo stato particolare del n1uscolo che vi prende parte, ma tutto l' organismo. Esaminiamo infatti, per dare un semplice esempio, un individuo che ha eseguito una corsa un po' lunga a passo ginnastico; in esso constatiamo facilmente : accelerazione dei movimenti respiratori, dei battiti cardiaci, sudore più o meno abbondante. Nella :fisiologia della· fatica adunque bisogna calcolare tutte queste modificazioni dell'organismo che accompagnano le contrazioni muscolari. Agli accidenti quindi dello strapazzo concorrono principalmente tre fattori : 1 ° l'intossicazione prodotta dal lavoro; 2° l'esaurimento nervoso; 3° i disturbi dell' ematosi e della circolazione. Ciascuno di questi tre fattori può influenzare, esagerare ed aggravare la potenza del1' altro .in una . maniera peraltro molto difficile a precisarsi. I. Intossicazione prodotta dalla disassi11iila zione muscolare: - Un muscolo che lavora eccessivamente determina un avvelenamento con i prodotti della disassimilazione che si formano in una maniera esagerata. La :fisiologia infatti c'insegna che un muscolo in riposo assimila e disassimila, come . . . . . . ' tutti 1 tessuti viventi, presenta c1oe una maniera di nutrizione comune a tutti i tessuti, ebe può chiamarsi nutrizione organica; un 1nt1scolo invece in azione, che si contrae, compie un lavoro meccanico, quindi si veriftcano fenomeni chimici nuovi, il cui insieme corrisponde a quella che può chiamarsi nutrizione dinamica; l' accumulo di questi fenomeni chimici nuovi che sono prodotti (3)


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é sostanze di rifiuto, le quali .aumentano

notevolmente quando il lavoro è spinto sino alla fatica, determina appunto nèl tessuto muscolare la ragione della stanchez. za. Nello stato normale i prodotti derivanti dall'attività muscolare sono man mano portati via dalla corrente singuigna, e la fatica non si produce se non quando dopo contrazioni troppo intense e prolungate questi prodotti si formano in quantità tropp·o grande che non resta annullata dalla circolazione sanguigna ed avviene un'autointossicazione la quale ha un'influenza importante nella patogenesi degli accidenti che n·e derivano; ma l'influenza dell'avvelenamento se è forse preponderante non è però la sola che intervenga nel provocare gli stati morbosi che possono succedere alla fatica. Va tenuto conto anche d'un altro fattore, dell'esaurimento nervoso. 2. Esai1,ri11iento. nervoso. Ogni movimento è subordinato ~d un'eccitazione nervosa.· Qt1ando ,noi passiamo dallo stato di riposo allo stato di moto ha luogo in date zone del sistema nervoso un aumento di lavoro. Nel cervello, nel midollo spinale avviene in dati gruppi di cellule una trasformazione di forza, di tensione in forza ·viva, di energia potenziale in energia attuale, di forze radicali, come ben dice Barthez, in forze agenti; e quando il capitale di riserva finisce per consumarsi, s'ha allora l'esaurimento. Il lavorìo eccessivo della cellula cerebrale e spina}(. accelera il movimento di disassimilazione e vi accumula .taluni prodotti della nutrizione, e per produrre la fatica della cellula dei centri, all'esaurimento dinamico si aggiunge, secondo il Ranke, un'auto-intossicazione della propria sostanza per mezzo di corpi derivati da essa. Checchè ne sia di tutto ciò, il vero è che quando 1' esercizio . fisico eccessivo produce dei disturbi, l'adina~ia . nervosa deve esser tenutq. in conto di un fattore patogeno molto importante. Questa nozione fu un po' troppo dimenticata rispetto all'influenza dei lavori che dimostrarono nello strapazzo fisico l'esistenza di un' autointossic;azione coi prodotti della disassimilazione muscolare. 3. Disturbi della r espirazione e della circolazione. - Ogni esercizio un po' esagerato dà per effetto dei movimenti respiratori accelerati provocando ansia, dispnea, affanno. La causa di questo fenomeno non è stata chiaramente accertata dai fisiologi. Secondo Richet, la frequenza della respirazione, che immette maggior quantità d'aria fredda~ ha per iscopo di raffreddare il san(4)

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gue eccessivamente riscaldatosi dal lavor0 eccessivo. Secondo Mosso e Johansonn l'accelerazione della respirazione è dovuta al sentito bisogno di maggiore eliminazione di sostanze tossich·e. Dal punto di vista patogenetico peraltro la frequenza della respirazione è strettamente connessa a disturbi cardiaci che hanno ·una parte molto importante nelle malattie da fatica. Ed infatti ogni fatica un po' violenta accresce il numero e l'intensità dei battiti cardiaci; tale sovrattività è a tutti nota. E veramente il cuore dapprima eccitato sotto l'influe~a, ad esempio, d'una lunga corsa, in seguito s'indebolisce e la tensione arteriosa si abbassa. Le cause poi ·che determinano 1' accelerazione dei battiti cardiaci sono dai :fisiologi interpretate in modi di versi : chi ammette l~ autointossicazione, chi l'eccitazione del centro cardiaco nel midollo allungato, il fatto è, ed è inconte- , stabile, che glj sforzi muscolari, di qualunque natura essi siano, esaltano l'attività cardiaca e questa può esser seguìta. da un esaurimento più o meno grave, più o meno durevole. E secondo l'intensità e la .d urata dello sforzo, secondo lo stato precedente del miocardio, che può trovarsi in condizioni sane o alterate, gli effetti di questa sovrattività varieranno da un individuo all'altro : in uno potranno essere nulli, in un altro potranno dar luogo ad una dilatazione cardiaca transitoria; in alcuni questa potrà rimanere permanente terminando più o meno presto con un'astenia cardiaca definitiva; in altri infine la dilatazione potrà essere seguìta da un'ipertrofia. Questi tre fattori adunque, esaurimento nervoso, autointossicazione dei prodotti del lavoro muscolare, disturbi della respirazione e circolazione, intervengono principalmente alla prodrizione degli accidenti dello strapazzo; ed ora prevalendo o l'uno o l'altro di tali fattori ne deriva la moltiplicità dei clisturbi determinati a seconda anche della f~rma del1' esercizio fisico che provoca lo strapazzo e le speciali condizioni individuali. Il fanciullo e l'adolescente hanno una nutrizione assai attiva e quindi facilmente li colpisce lo strapazzo da cui peraltro guarisco-' no presto; gli adulti però sono più frequente-· mente strapazzati perchè maggiormente si dànno ad esercizi forzati. Il vecchio raramente si - strapazza, ma quando accade, il cuore e il cervello resistono di meno e ne consegue una gravità di disturbi maggiore. L'uomo ha occasione di strapazzarsi più della donna; le ragazze che abbandonano la vita salubre dei campi per sottoporsi al lavoro


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penoso ed antigienico delle fabbriche nelle · città, subiscono le conseguenze dello strapazzo. I militari e specialmente le reclute {non allenate) nel tempo delle grandi manoche vanno soggette facilmente allo strapazzo. Lo sviluppo straordinario delle macchine non ha alleggerito la fatica all'operaio. Il grande fisiologo A. Mosso, dice che l'uomo fu condannato a seguire la macchina che dirige e questa non conosce altro limite nella sua velocità che la debolezza dell'uomo che deve darle aiuto; e Carlo Marx asserisce che la m~cchina ha fatto bensì abbassare il prezzo delle merci, ma non la fatica dell'operaio, . perchè le ore di lavoro invece di diminuire sono aumentate. Gli accidenti da strapazzo si osservano peraltro non solo negl'individui costretti dalla loro professione, ma anche in coloro che si dedicano a strapazzi sportivi. Lunghe corse in bicicletta, al nuoto, al pattinaggio, ecc., possono determinare accidenti _gravi, ed alcuni vincitori 'di corse, hanno pa· gata cara la loro vittoria. La mancanza di riposo e di sonno, l'insufficienza di essi favoriscono l'autointossicazione da strapazzo. Lavorare molto e dormire poco significa favorire moltissimo la produzione dei veleni da strapazzo; ho letto sui giornali che durante la guerra turco-bulgara, un soldato turco, vinto dalla stanchezza e dal sonno, invitato da un superiore a levarsi e marciare, rispose: uccidetemi pure ma lasciate11ii dorrriire. Qui peraltro è necessario far risaltare l'importanza grande ~ell' abitudine. {Tn abitante di città che per una giornata volesse lavorare come un contadino, il giorno dopo sarebbe a letto con una stanchezza febbrile, mentre il contadino ogni giorno compie, senza inconvenienti, la stessa quantità di lavoro. Quale la ragione di questa immunità? In forza dell'abitudine, forse anche per eredità s'è stabilito l'equilibrio tra la disassimilazione e la potenza eliminatrice; in secondo luogo .in seguito all'abitudine si contraggono solamente i muscoli che sono necessari al movimento voluto, si produce un massimo di lavoro con un minimo di spesa ; vera educazione muscolare che dà l'allenamento che con l'eredità dell'abitudine produce la resjstenza di certe razze umane e di animali alla fa ti ca. E s'osservi d'altra parte nei convalescenti, negl'individui affetti da certe malattie croniche e nei feriti una minima fatica f>UÒ dar luogo a disturbi e determinare l'ipertermia. Certamente lo stato morale ha un'influenza grandissima nella produzione dello strapazzo fisico. Un lavoro noioso affatica molto di più è' un lavoro cui si prende interesse. Il Wilks

narra che una ragazza di costituzione delicatn. non era capace di far delle lunghe passeggiate, mentre non provava alcun fastidio e passeggiava per molto tempo quando era sotto braccio del suo fidanzato . ACCIDENTI DETERMINATI

DALLO

STRAPAZZO

FISICO.

Lo strapazzo fisico adunque può da solo determinare degli stati morbosi come caust! essenziale, e può anche predisporre a cert~ malattie e favorire in alto grado l'invasione microbica nell'organismo nel quale si determina in seguito ad esso una diminuzione di resistenza, un locus minoris res1:stertliae, ~ quindi l'attecchimento dei germi patogeni. r. Causa essenziale di malattia è lo strapazzo sotto .forma aciitissima. Esso può dare affanno, dilatazione cardiaca ed asfissia mort ale. In un uomo che fa un esercizio insolito e violento, ad esempio, un uomo che corra per non perdere il treno, la respirazione, il ritmo cardiaco si accelerano ed assieme l'affanno semplice; se l'esercizio è spinto più oltre, l'individuo diventa angoscioso, cianotico e il polso si fa irregolare e v'ha t endenza alla sincope, e può determinarsi una dilatazione cardiaca transitoria, ma ·s e l'esercizio è prolungato in un grado più elevato, ~ battiti cardiaci si fanno disordinati, persiste la cianosi, la dispnea si fa più intensa e poss,ono com pari re degli edemi malleolari. Q~esti disturbi possono in pochi giorni scomparire ma possono anche uccidere l'individuo per sincope. Il soldato di Maratona, che andò ad annunziare la. vittoria agli Ateniesi, morì appena giunto. Ogni anno nelle ascensioni alpine si deplorano morti per strapazzo o di vecchie guide o di persone non sufficientemente allenate. 2. Esistono peraltro degli accidenti dovuti a uno strapazzo acuto e subacuto che interessano maggiormente i medici, e da una forma leggiera di semplice stanchezza si giunge fino a dei veri stati tifoidi con tutte le loro catene intermedie e con tutta la seq11ela dei vari disturbi. In seguito ad un lavoro insolito, ad una camminata rapida, ad una corsa a piedi, o a cavallo o in bicicletta, .:si pro,-a dopo qualche ora, un leggiero malessere con dolori muscolari, ma presto tutto scompare. Se gli sforzi sono più prolungati ed intensi, il malessere generale e i dolori muscolari sono più accentuati, l'individuo si mostra abbattuto, incapace al lavoro, sente freddo; qualche volta la lingua si copre d'un leggier0 strato saburrale e s'ba anoressia, ma la tem•

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peratura non si eleva. Se gli sforzi sono an- tività sono variabilissime negl'individui sotcora in grado più elevato viene la stanchezza toposti alle medesime probabilità di contagio. febbrile, l'indìviduo si s~nte oppresso e son- Perchè un microbo germ1ni e pulluli nell' ornolento, a letto non dorme, presenta agita- ganismo è necessaria l'opportunità morbosa, zione, cefalea, un calore per tutto il corpo; ·la quale è creata da modificazioni dell'amal mattino, se pur ha potuto chiudere un oc- biente interno come quelle che dipendono chio, si desta di soprassalto, madido di su- dallo strapazzo, o dall'ambiente esterno che dore, con le membra rigide e dolenti, la testa sono le condizioni meteoriche. Anzi moltispesante, la lingua impaniata, senza appetito, simi se non tutti i microbi sono dei nostri oil polso è frequente, la temperatura elevata; spiti abituali. Lo pneumococco, i 1 bacillo durante la giornata la febbre diminuisce un della difterite, ecc., possono trovarsi nella nopoco, ma l'individuo è incapace di lavorare, stra bocca anche allo stato normale. Il bacillo prova un'estrema stanchezza, si sente man- del tifo forse non è che una modificazione del care le gambe. Dopo 24 ore generalmente la bacillo coli communis che si Eberth1zza. I febbre scompare, rimane un po' di ]ombag- piogeni, streptococchi, stafilococchi possono gine, crampi dolorosi muscolari; per cinque vi vere nella bocca, nella vagina, sulla cute o sei giorni i muscoli, che avevano preso d'un individuo sano; quindi attualmt.nte si parte all'esercizio, rimangono rigidi, dolenti deve ammettere che certi casi di malattie inal tatto, incapaci allo sforzo. Quando lo sfor- fettive non sono dovuti ~l contagio, ma sono zo è in grado superlativo abbiamo clei veri veramente spontanei ; e se l'infezione non stati tifoidi che durano 5-6 giorni; ]'amma- avviene è in grazie al fagocitismo e alle prolato è intontito, insensibile, indifferente, pre- prietà battericide del siero del sangue nelsenta lo stupor tifoso; si osserva un po, di l' uomo sano. Se il microbo diventa patogeno, sub-delirio, la cefalea è intensa. Un sintoma se la sua virulenza si esalta si è perchè sono importantissimo è dato dai dolori muscolari, intervenute delle modificazioni interne od espontanei o alla pressione, dolori che talora sterne. Lo strapazzo è una delle cause inprendono la forma di crampi e colpiscono terne che maggiormente facilitano l'infezione specialmente i muscoli che hanno lavorato di microbica, e l'organismo avvelenato dallo più. Anche il tubo digerente è vivamente in- strapazzo diventa preda dei microbi, precisateressato, a cominciare dalla lingua, come mente come il corpo entra in putrefazione alnella fèbbre tifoidea, s'ha anoressia, sete viva, lorchè in esso si è estinta la vita. Se lo straspesso diarrea, gorgoglio ileocecale, spleno- pazzo favorisce l'infezione è perchè diminuimegalia e talora anche ipertrofia epatica con sce la resistenza vitale, perchè si attenua la ittero. Il cuore è debole, l'ottusità cardiaca resistenza dei mezzi coi quali l'organismo si assoluta è più estesa del normale, ed il mio- difende contro i microbi, s'attenua quindi la cardio è dolente alla pressione. Nel decorso attività dei fagociti, il potere chimiotassico della febbre da strapazzo si può avere albu- cellulare, l'azione battericida ed antitossica minuria, e l'urea molto inferiore alla norma degli umori. Sembra che lo strapazzo favorima al momento della defervescenza critica sca di preferenza certe determinate infezioni. della febbre l'organismo si svelena con una Così la niiosite infettiva egregiamente deprofusa eliminazione d'urea e di urati. Que- scritta dal Brunon si sviluppa soltanto in inste febbri da strapazzo possono subire le più dividui predisposti da strapazzo fisico al quavarie interpetrazioni, possono mentire le feb- le ·s pesso si aggiungono le emozioni morali bri tossiche, le febbri nervose, ma l'etiologia depressive, la noia, la nostalgia. La causa. e la clinica accurata e vigile le sa discernere ordinaria occasionale è lo sforzo muscolare, le une dalle altre per quanto vi siano le più ma la causa intima del processo suppurativo svariate forme cliniche anche di febbri da sta in un'infezione generale, probabiimente da stafilococco piogeno; i muscoli colpiti sono strapazzo. • • sempre i muscoli lavoratori per eccellenz~ . Abbiamo accennato che lo strapazzo fisico Così anche l'osteomielite degli adolescenti ~ oltre ad essere causa essenziale di stati mor- spessissimo preparata dallo strapazzo. Si · bosi, può predisporre alle malattie favorendo potrebbe dire eh~ l'osteomielite :sussegue l'invasione microbica. Da qualche anno a alla così detta febbre di crescenza e che la questa parte la patologia microbica ha subìto trasformazione di questa in quella ha luogo una modificazione. Si è anzitutto constatato quando interviene lo staphylococcus pyog~che l'azione esclusiva microbica non è suf- 1\ US. La pi?emi~ spoD:tanea degli antic.hi AA. ficiente a spiegare tutto nella genesi delle con ascessi art1colar1, Jaccoud asserisce che malattie infettive e che le condizioni di recet- compare spesso in seguito a fatiche esage(6)


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rate. Peter insiste sul fatto che la maggior parte delle endocarditi infettive sono precedute spesso dallo strapazzo. Anche la tubercolosi può esser favorita nel suo sviluppo in date circostanze dallo strapazzo :fisico ed infatti le cause ordinarie della tubercolosi tardiva acquisita sono i raffreddamenti ripetuti in individui strapazzati per eccessi di lavoro e per miseria. E la maggior parte dei clinici ammette che fra i vari fattori etiologici che favoriscono lo sviluppo del tifo è senza dubbio lo strapazzo :fisico. Nell'esercito questa influenza dello s.trapazzo si verifica spessissimo. Peter ha osservato delle epidemie che decimavano un reggimento cessare appena cambiato il colonnello. Il tifo colpisce specialmente le truppe sottoposte a manovre prolungate e a marcie forzate, assale specialmente i militari giovani, che non si sono abituati alla fatica. Esso serpeggia specialmente in mezzo agli attendamenti di guerra, come abbiamo verificato anche nella recente campagna italo-turca, dove lt. fatiche in tempo di guerra sono incalcolabili e dove si sono sviluppati moltissimi casi di tifo, favoriti e preparati certamente dallo strapazzo :fisico. Ho visto con i miei occhi tornare a casa dei militari affetti da febbri intermittenti malariche e dopo queste venir colpiti dal tifo. In seguito allo strapazzo si _ modifica dunque profondamente l'ambiente interno ed in seguito a queste modificazioni interne pet autointossicazioni da strapazzo il bacillo del colon comune raggiunge la sua virulenza fino a .dare il tifo vero e proprio. Così si spiegano tutte le serie morbose che vanno dalla semplice stanchezza febbrile alla febbre tifoidea più caratteristica. Lo strapazzo :fisico può anche aggravare l'influenza deleteria e perniciosa dellt-~ temperature estreme. Vero è che esistono dei disturbi dipendenti unicamente dall'azione del calore e dall!insolazione, ma è anche vero che il colpo di calore è favorito in special modo dallo strapazzo, cioè a dire che lo strapazzo rende più efficace e più rapida l'influenza nociva del calore eccessivo. I colpi di calore si verificano più specialmente nel, l'esercito, ed un grave inconveniente è quello di sottoporre alle fatiche ed agli strapazzi delle grancli manovre, i soldati chiamati di recente e non ancora sufficientemente allenati. ~ quindi molto probabile che la maggior parte dei casi ritenuti come colpi da sole, siano itnputabili allo strapazzo acuto, combinati con l'influenza delle alte temperature.

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Come il calore favorisce la produzione dello strapazzo, così anche il freddo eccessivo può affrettare gli effetti perniciosi. Certi casi di pretesa asfissia da freddo, seC'ondo il Dufour, sarebbero casi di strapazzo acuto, favoriti da questa condizione cosmica. Egli cita degli esempi dimostrativi forniti dagli annali militari. Alcune malattie cardiache possono pur esse esser favorite nel loro sviluppo dallo strapazzo :fisico; e già Galeno sapeva che la professione d'atleta favorisce lo sviluppo delle cardiopatie. Mettendo da una parte gli strapazzi acutissimi, di già accennati, che possono dare dei vizi di cuore in un tempo brevissimo, vi sono peraltro dei lavori muscolari esagerati che per lungo tempo possono continuare senza un disturbo notevole della salute, ma in seguito poi possono danneggiare il cuore con i suoi vasi e quindi anche i reni ed i polmoni. Talamon in pro .. posito cita molti accidenti cardiaci in individui diversi ed a seconda del loro mestiere con nomi di cuore forzato, cuore strapazzato, cuore irritabile, ipertrofia atletica e questo specialmente nei facchini, spaccalegne, nei fabbri, nei minatori, nei soldati degli eserciti accampati e mobilizzati per una guerra, negli atleti, nei ginnasti. Il pericolo starebbe appunto nella ripetizione dello sforzo. Molti di tali individui muoiono con tutti i segni dell'asistolia, dopo aver presentato per un tempo più o meno lungo dei sintomi d'ipertrofia cardiaca non valvolare. Gli effetti- dello strapazzo cronico sul cuore non sono risentiti in modo uguale da tutti; la sovrattività cardiaca consecutiva alla faticp. forza il cuore in una maniera irreparabile solamente in quegl'individui nei quali il miocardio presenta una debolezza speciale innata od acquisita favorita anche da varie cause come ad esempio, debole res.i stenza di taluni individui mal costituiti, petto angusto, miseria fisiologica dipendente da cattiva alimentazione, emozioni morali tristi, ecc. Le lesioni cardiache preesistenti in seguito a malattie infettive o tossiche, come il tabacco, l'alcool, la sifilide, sono certamente tutte cause predisponenti efficacissime atte a peggiorare le condizioni noci ve dello strapazzo fisico sul muscolo cardiaco. Gli sforzi anormali_, ripetuti e violenti tanto frequenti nei giovanetti, sorprendono il loro cuore in una fase di sviluppo e quindi si possono avere delle conseguenze perniciose più frequenti che in qualsiasi altra età. Alcuni medici ed autori ritengono che lo strapazzo fi.

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sico cronico possa annoverarsi tra le cause vande abbondanti, con purganti e aiaforedell' art~rioscl~rosi, ma questa è una que- tici. Il massaggio è utile ed utilissimo quanstione ancora discutibile dal fatto che non do i dolori sono intensi, esso attiva notevolda _sola sarebbe capace a dete!minare questo mente la riparazione dei muscoli affaticati. processo morbos9 v~sale, bensì vi concorre- Se il .cuore è debole si ricorrerà alle iniezioni rebbero altre cause predisponenti perniciose . eccitanti, ed .in casi di astenia acuta miorar, e deleterie. dica non bisogna esitare di praticare il saAnche i polmoni possono esser male in- lasso che• diminuisce la fatica del cuore e fluenzati dallo strapazzo .fisico; all'enfisema favorisce rapidamente l'eliminazione di!lle po~onare i~fatti vanno soggetti speci~l­ tossine. mente facchini, fornai, spaccal~gna, ma an' che 'qui è da ripetere. che non è lo str~pazzo Per concludere, bisognerebbe far esamifisico capace da _·solo a determinare tale le- nare dal medico ogni fanciullo prima· di persione, vi concorre bensì una predisposjzioD:e mettere, che si dedichi .ad una profession.e o anteriore, una fragil~tà sp_eciale delle fibre mestiere o a~..un esercizio fisico qualunque. elastiche dovuta o all'eredità o a taluni di- Se vi è qualche labe degli apparati circolasturbi della nutrizione generale o della nu- torio, locomotore, digerente o del sistema trizione locale del polmone. nervoso, proibire quegli esercizi fisiei che Lo strapazzo fisico finalmente può esser potrebbero aggravarla. Esigere sempre un causa di accidenti acuti nel decorso di varie allc:;namento graduale e progressivo. Incomalattie croniche; così nelle ·nevrosi uno raggiare sì gli esercizi :fisici, ma combattere strapazzo muscolare può far scoppiare un lo sport negli istituti scolastici. . . accesso di nevrastenia, nelle isteriche lo , Belvedere Ostrense (Ancona), luglio 191J. sti:apazzo fisico basta da solo a determinare dei parossismi convulsivi e delle paralisi funzionali, negli artritici spesso la fatica r BIBLIOGRAFIA. ridesta una crisi acuta, un accesso di gotta, e così anche nel diabete lo strapazzo ha spesso per conseguenza di precipitare la caches- A. Mosso. La fatica. Milano, 1894. sia ~ o di provocare il coma diabetico. E il RoUQUÈS. Substances therm~gènes extraites <les Gendre ritiene che l'abuso della bicicletta tissus animaux sains et fiè'Vreux par autoinpo~sa provocare negl'individui predisposti toxication. P.aris, 1893. la comparsa della tiflite. CousTAN. Les maladies imputables au surnie · Però, concludendo, lo strapazzo fisico lonage dans L}armée . Montpellier médical, 1894. caiizza gli accidenti morbosi nel sistema loGAUTRELET e LAGRANGE. Les graphiques de la comotore o in date parti dell'organismo. f atigue et de LJ entralnement. Sembra dimostrato che negl'individui predisposti l'atrofia muscolare progressiva possa ARLOING. Surmenage des animaux. · Dict. encyclopédique des Sciences médicales. cominciare da taluni gruppi di muscoli sottoposti allo strapazzo ; in un maestrQ da SALVIOLI. Inftuence de La fatigue sur la digesballo, scrive Hammond, l'atrofia e)."a comin:tion stomacale. ciata dai muscoli del polpaccio; l'osteoma CENI. Du pouvoir bactéricide du sang dans la degli adduttori che si osserva nei cavallejatigue musculaire. Archives ita1iennes de Biorizzi, la tarsalgia degli adolescenti obbligati. logie , Vol. XIX. a stare a lungo in piedi, ci presentano degli SAGNET. Etudes sur le a<Jcidents d}origi1ie tlieresempi analoghi. mique, Le coup de chaleur et la thermolté\

Per quel che riguarda la te1"apia bisognerebbe esporre un sistema di regole i:rofi.lat.: tiche che permettessero di evitar gli stati dello strapazzo e dovrei quindi riferire una gran parte dell'igiene. Nell'immensa mag.. gioranza di casi, ·gli stati di strapazzo guariscono con il riposo : quies lassitudinis reniedium. Si favorirà l'eliminazione delle so. stanze organiche tossiche elaborate, vere scorie dell'organismo coi diuretici, latte, be•

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Liosie. TALAMON. Les exercices du corps et L}hypert.-cpliie du coeur. R. BLACHE. Hypertrophie et dilatation du coe·u r · dans L'adolescence · ou ectasie cardiaqiie de croissance . H. HUCHARD. La pseudo-hypertrophie cardiaque de La croissance. Journal des praticiens, 1894. •


I

{ANNO XX, FASC. 47]

SBZJONE PRATICA

SUNTI E RASSEGNE FISIOPATOLOGIA. Rieerebe sul siero dei gottosi. ~R. E!mMENN e H. Wo~PF. Munch. mediz, W och .•

n. 38, I913).

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Il concetto della gotta atipica è stato stabilito dal Goldscheider. Egli osservò che i casi di essa sono molto più comuni di quelli di gotta tipica. Questa forma che si differenzia dalla gotta -classica solo per la mancanza degli accessi, mostra s opra tutto dei tofi all'olecrano e davanti ~Ila rotula. Anche lo scricchiolio articolare è stato t rovato dal Goldscheider presente in questa forma -come nella gotta classica, cosicchè lo si può considerare come un sin tomo clinico caratteristico della gotta. E perciò egli ritiene. come casi di gotta atipica -quelli che, anche senza la presenza di tofi, pre· sentano il caratteristico scricchiolio articolare. ·oltre ad una serie di sintomi che si mostrano nella gotta (sintomi cardio-vascolari, obesità, tumore di fegato, sintomi renali, nevralgici e segni ·di depressione nervosa). Una tjcerca sul sangue in questi casi era interessante perchè è stato dato come segno carat· teristico della gotta la presenza di acido urico nel siero sanguigno dur~nte une dieta apurinica. Ricerche degli AA. eseguite in casi di gotta tipica avevano dimostrato che anche nei soggetti normali, durante una dieta apurinica si può tro·vare nel sangue una certa quantità di acido -urico. Con metodo recente e più preciso Wfe·chowski trovò in tali casi da Io a 2 0 milligrammi di acido urico per litro di sangue; la quantità <I.elle basi puriniche fu trovata 4 volte e perfino io volte maggiore di quella dell'acido urico. Gli autori hanno studiato l'azione dell'atofan ·sul contenuto in acido urico del siero perchè la -efficacia di questo medicamento su la eliminazione del detto acido nella gotta (Nicolaier e Dohm, Weintraud) non è stata ancora sufficientemente assodata. Lo Zuelzer ha notato la scomparsa dell'acido urico dal sangue con la somministrazione di atofan. Anche il Deulsch ottenne la scomparsa dell'acido urico dal sangue mentre il Retzlaff trovò solo una leggera diminuzione o nessuna variazione. Nei soggetti nutriti con dieta .apurinica il Retzlaff dopo somministrazione di

2

17or

atofan . trovò nel sangue un notevole aumento dell'acido urico del quale t>rima erano dimostrabili appena tracce. Una variazione dell'alcalinità è stata constatata specialmente dalle ricerche del Magnus..Lévy e di altri autori più recenti sia durante l'accesso sia al di fuori di esso; e si sa del resto che-.le antiche, vedute sulla gotta, specialmente quelle del Garrod e del Cantani, attribui vano una grande importanza a questa condizione. Dalle ricerche eseguite dagli AA. sul sangue di sette pazienti essi traggono le seguenti conclu• • s1on1: I. Anche il siero di soggetti sani nutriti con dieta apurinica mostra una certa quantità determinabile di acido urico. 2. In casi di gotta tipica, dopo una dieta apurinica, si può trovare temporaneamente nel siero una quantità di acido urico uguale o anche minore di quella che si riscontra nei soggetti • sani. 3. Anche nei casi di gotta atipica nel siero sanguigno non si riscontra alcuna caratteristica. 4. Con l'atofan (alcune ore dopo la somministrazione) la quantità di acido urico nel siero per lo più resta immutata, ma in un caso divenne molto minore. Anche la quantità di urea e di basi puriniche rimane invariata. Durante un accesso gottoso con la somministrazione di atofano la quantità di acido urico si mantenne notevolmente bassa, mentre alcuni giorni dopo, cessata la somministrazione del medicamento, la quantità del' acido divenne più alta pur riman~ndo immutata quella della urea. 5. Mentre ne11'intiero sangue, secondo Wiechowscld, la quantità delle basi puriniche è da 4 a 10 volte più grande di quella dell'acido urico, nel siero quest:ultimo è sempre notevolmente più abbondante che le basi puriniche. 6. La concentrazione in ioni di idrogeno del sangue dei gottosi è in parecchi casi notevolmente più alta di quella del sangue normale e perfino di quello dei diabetici con sin tomi comatosi o precomatosi. Si può dunque ritenere come non dubbia una diminuzione della alcalinità del sangue nei gottosi. 7. Il siero dei gottosi mo~trò in alcuni casi un aspetto lievemente lipemico. F. BRUNI.

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I


IL

.1702

PO~ICLINICO

MEDICINA. ,

Coliti acute ipfettive nel bambino e nell'adulto. A. MAtmEu (Gaz. des Hopit., 3 luglio 1913).

Passa in una rivista di confronto, le forme cliniche di colite infettiva degli adulti e dei bamb'1 ni; egli vuole così completare una lacuna delle relazioni al Congresso di medicina di Parigi (Cade Hutinel e Nobécourl), le quali, perfette nel lo;o svolgimento, .avevano assunto precisi limiti, il primo occupandosi solo di quelle degli adulti, rrli altri due delle coliti dei bainbini. L' A. fa no·· o tare come la colite degli adulti possa anche essere . . . ' la conseguenza lontana, con parossismi piu o meno intensi, della colite dell'infanzia, e che, solo conoscendo com parati vamente la forma morbosa nelle due età, si possono spiegare certe particolarità che diversamente sfuggir~b~ero. Nelle coli ti dei bambini, si possono distinguere due forme: la generalizzata, superficiale, catarra"z.e e la colite ulcerosa. Congestione dell'intestino colon retratto spastico, follicoli tumefatti come' tanti piccoli rilievi biancastri ~el . prim.o caso raramente si riscontrano ulcerazioni serpigino~e, erosioitl ovalati, sanguinanti facilmente; tale forma di colite si può produrre anche 11ell'aùulto. Ma in questo sono più frequenti invece le coliti cli ssenteriformi, con lesioni ulcerose ed emor~~­ giche del segmento sigmoi~o-ret~a!~' le c?l:~ flemmonose (specialmente s1gmo1diti o per1s10moiditi). . . p difficile potere affermare qualche cosa di s1 cur~ sugli agenti patogeni: bacilli di Widal, Shiga, Flexner, colibacillo, steptococco, enterocc,cco devon essere presi in considerazone ; non devo~o però essere lasciate nel dimenticatoio le azicni proteo~itiche degli anaerobi, e tutta la flora intestinale, sulla cui azione noi ancora trop· i;o poche nozioni possediamo. . . Errori alimentari, deglutizione nel fanciull? ~ muco-naso-faringeo, negli adulti i~tossicaz1òru da alimenti azotati, l'abuso del regime carneo, la coprostasi, sono tutte cause che p.ossono,.avere Ja loro gra11de influenza nel determinare l 1nsorgenza d'un'enterite. FORME

~INICHE.

Fornia acuta, seniplice o catarrale nel bambino. _ Sct'ivono 1-Iutiuel e Nobecourt: « Durante qual che giorno il bambino è trist:, abbattuto, impallidisce, perde l'appetito, la _l1n~ua è sa~ burrale alito caldo o fetido, cost1paz1one, fe . .:1 putride' poco colorate. Quindi vomito alimentare 0 1'ilioso, qualche dolore colico, feb~re 38, 38.5. Le scariche divengono più frequenti, tre, quat-

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FASC.

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tro volte nelle 24 ore, costituite da materiali mal. digériti, semiliquide, fetide, con muco a grani u a :filamenti. Stato generale poco modificato. Addome leggermente 1neteorico, colon più o mena c..vl!tratto. Miglioramento rapido sotto cura appropriata; in uno o due giorni la temperatura scende al normale, le materie fecali perdono la. loro fetidità, non contengo110 muco, lingua detersa, compare l'appetito. Con cura male ap-propriata si aggrava la 1nalattia; talora si ag~ grava a malgrado della cura, quando la forma lieve non era che l'inizio della forma rirave ». Nell'adulto · così procedono le cose secortù.a· Cade: «Inizio spesso brusco, il quadro clinico si corrpleta talora in poche ore. In alcuni m~ia~ i però l'inizio è lento. Dolori addominali vivi, coliche con scariche ripetute. Scariche liquide o pastose più o meno mescolate a detriti solidi; quindi le scariche me110 frequenti sono puramente liquide, mescolate a muco jalino e qualche volta a ~uco-membrane; talora sono mucosità co11 stri~ture sangttigne ; in pochi casi le feci s0no. sempre abbondanti, fluide, diarroiche. Non rai.·i sono i premiti, il tenesmo anale, tenesmo vescicale, con pollachiuria. Possono presentarsi sin-· · tomi reattivi a distanza : dolori g.astrici con ipersensibilità epigastrica alla pressione, n1usea. Vf>mito, tendenza a lipotimie, accelerazione e piccolezza del polso, angoscia, facies peritoneale, con intensità individuale variabile. Sensibilità appena accennata lungo iJ co101!, specie disce~dente ed iliaco, la palpazione fa sentire sotto le dita uno dei segmenti intestinali spastici. Lieve febbre 38, 38.5, con remissioni mattutine, talora apiressia. Evoluzione breve (8-ro giorni) ; può prolun-· garsi e. ricadere; talvolta segue una colite cronica muco-membranosa, che poteva anche preesistere )) . Nel confronto tra le due forme, nei bambini e negli adulti, bisogna notare che nell'adulto sono presenti sempre tenesmo, e premiti, eh-e sono indice d'una localizzazione, verso la parte inferiore del grosso intestino, fatto meno frequente i,el fanciullo. Forme gravi. - Nel fanciullo, secondo Hutinel e Nebécourt, le coliti acute, mucose intense, J.>OSSono avere un inizio insidioso, in altri casi in sorgon'o sotto una forma particolarmente- ~r~ve. Esse si vedono nei bambini da r a 3 anm : de- · ~critta <la Widerhofer con il nome di enterocolite fullicolare o dissei1t eriform e (Marfan). quasi se111t:.re essa compare in un bambino eh.~ avea g1:ì. disturbi digestivi. La fase prodromica, che talora esiste, passa per lo più inavvertita. Il bambino bruscamente è preso da febbre e vomita le feci si modificano, lo stato generale ' . si altera; vomito sul principio alimentare po1


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SEZIONlt PRATICA

mucobiliare. Si ripete più o meno frequentemente, sia dopo l'ingestione di liquido sia spontaneamente. Cessa però in due o tre giorni. All'inizio le feci sono dure o pastose, poi divengono molli o semiliquide, di odore fetido, putrido. Eliminati i residui alimentari le scariche divengono frequenti, poco abbondanti mucose, striate di sangue o con strie purulente saniose, di colorito in genere giallo-verdastro, la reazione è alcalina. Dolori colici ; l'addome è trattabile sul principio, quindi esso è retratto. L'intestino crasso è c:01l.tratto e dolente alla palpazione, sopratutt > a livello del colon discendente, del cieco, del colon ascendente. Anoressia, set e, labbra secche e screpolate, lingua saburr ale all'inizio, diviene secca, bianca sul dorso e alla base, rossa sui bordi. Il bambino, che all'inizio è agitato diviene sonnolento, facies peritoneale, dimagramento, pelle sec· ca, poco elastica, urine scarse e scure. Respi10 frequente, polso accelerato, la temperatura rairgiunge 39-40 gradi all'inizio, poi si ~bbassa ed assume andamento vari.abile. L'evoluzione è muta, a seco11da della forma, dello stato precedente e dell'età del bambino; nei casi favorevoli tutta la sindrome si attenua in 4-5 giorni; la convalescenza s'inizia ed è lenta; durante la convalescenza però sono frequenti le ricadute. In alcuni casi scompare la febbre, ma la sintomatologia intestinale persiste e conduce il bambino ad uno st ato minaccioso di cachessia. Nei casi sfavorevoli ~'aggravano rapidamente i sintomi iniziali; temperatura, elevata, talora • ipctermia, dispnea, polso piccolo, convulsioni, eritemi, complicazioni, esito fatale . Talora infine la forma assume un car attere subacuto, quasi tifoideo; guarisce con cura opportuna. Una forma detta colerifor1ne è assai simile per sintomatologia del colera asiastico. Cade, a proposito della forma grave ulcerosa dell'adulto; scrive : « Le feci sul principio formate, divengono rapidamente diarroiche : esse mantengono il loro aspetto fecale d'ordinario, di rado sono rimpiazzate da mucosità più o 1neno sanguinolente. Si tratta d'ordinario d'una diarrea abbondante, acquosa, fetida, che contiene sempre muco, muco-membrane, talora dei veri lembi di mucosa, pus, sangue, alimenti indigeriti riconoscibili (lienteria). Il pus, talora rilevabile macroscopicamente, per lo più si deve ricercare con l'esame microscopico (leucociti numerosi più o meno alterati). Il sangue è per lo più abbondante nelle feci,

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talora sono solo strie, talvolta è in tale quantità da colorare in nero il liquido diarroico ; alcuni mnlati elimina110 addirittura sangue rosso puro o quasi puro, misto a coaguli. In ogni caso la colite merita il nome di emorragica; ma ogni colite emorragica non è una colite ulcerosa. (Strauss). Scariche ripetute (10-15 nelle 24 ore), con bisogni frequenti ed urgenti, con falsi stimoli, e premiti. Tenesmo piuttosto raro, ed anche eccezionale : ii1dica esso in genere una partecipazione del ret· to al processo morboso. Lo stimolo all'urinazione è spesso frequente e accompagnato da tenesmo. In og·ni caso il malato si lamenta poco di dolori acldonùnali vivi, e la loro localizzazione è inde~isa. Sensibilità anormale dell'addome sul grosso intestino e particolarmente a livello d.el colon discendente e dell'S iliaca. Si può notare spesso la corda iliaca a sinistra; l;addome è piatto, talora leggermente meteorico, con la rettosigmoidoscopia si può vedere ro~sore della mucosa, con presenza di essudato e d'ulc~­ razioni. Nelle forme emorragiche si può scorgere il sang·ue uscire dalla superficie mucosa ulcerata. Raro l'erpes, rare ulcerazioni necrotiche della bocca e del faringe. ~olso frequente, urine scarse, ricche d'urati e d'i11dacano, temperatura elevata (40°) ; negli ultimi periodi delle forme gravi talora ipotermia, algidità, collasso, che uniti ad una diarrea abbonda11te simula le forme colericl1e, facies peritoneale, astenia grave, in certi casi d'infezione si generalizza; endocardite infettiva, eritema nodoso ». Queste coliti ulcerose sono in generale gravi . essE' possono tuttavia guarire in poche settimane (3-5) ma in generale la guarigione quando si 11a sopra-v~viene in qualche mese. Nella convalescenza si possono avere ricadute frequenti. Le forme gravi dell'adulto e del bambino offrono dunque delle differenze: nell'adulto però si trovano talora dei casi assai simili alle enteriti dei bambini, per l'intensità delle manifestazioni addominali, e tossi infettive ge11er ali. Se nel b ambino si possono riscontrare dei fatti che hanno tendenza a prendere andamento di dissenteria acuta, nell'adulto il predominio degli accidenti dissenteriformi è più frequente e più netto : e possono condurre alla morte in poche settimane, ma più frequentemente che nei bambini all'accesso iniziale segue uno st ato dissenterico di colite subacuta o cronica emor• r ag1ca. PONTANO.

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IL POLICLINICO

t)oliti dissenteriformi ed emorragiche. ((A. MA:T e •EU. Gazetle des

..

Hopilau~, 22

lug. 1913).

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toscopico invece dimostra l'esistenza d'un cancro : si tratta in genere di malati d'una certa età che hanno 7-10 scariche al giorno, fatte di muc~ co11 scarse sostanze fecali , talora di materia sanguinolenta, di feci nere, saniose; anche nell'intet\rallo tra le scariche, gli ammalati perdono sost anze della stessa qualità che loro bagnano la biancheria. I~ decorso è progressivo, non incomincia quasi ma1 bruscamente, come suole invece fare la colit e emorr agica pura. L a esplorazione rettale e 1'E:same rettoscopico permettono di risolvere rapida1uente il quesito . Nella donna dinanzi ad un attacco acut o di colit~ dissenteriforme, bisogna sempre pensare ad un 'eventuale affezione dei oO"enitali (salpino-ite . . o , per1metr1t~). L'esame rettoscopico può dimostrare la .comp.ressioue dell'i11t estin o, ~ l'esame ginecologico rivelare la causa vera dell •affezione. Sindromi di coliti dissent eriforme sono talora provocate dalla presenza di ulcerazioni specifich e tubercolari : con l'esame rettoscopico si possono veder e perdite di sostanze profonde a bordi scollati, policiclici, con piccoli sollevame~ti biancastri, corrispondenti a tubercoli agglomerati· se il soggetto è un t11bercoloso, la diagnosi è facile; ma se non vi sono contem l)oranee lesioni polmo11ari , la diagnosi div;,ene assai difficile, e l'esame rettoscopico è necessario. Il sifi.loma ano-rett ale è caratterizzato da un induran1ento totale del retto, che di esso fa un t~bo. rigido, resistente all'entrata del rettoscopio; v1 s1 vedono ulcer~zioni ricoperte da placche rli pus raddensato, e non facilmente sanguinanti; solo le lesi~ni tubercolari possono dimostrare il medesimo aspetto e allora saranno utili gli esami ausiliari. Diarrea alternat a a costipazione più che delle sindromi dissenteriformi, si presentano compag ne dell'ulcera semplice del colon, descritta da Quénu e Duval ; m a il çarattere p rincipale che accompagna quest a lesione, sono le emorragie abbondanti, ripetute, t anto più forti, quant o pi11. l 'ulcerazione è vicina al retto. Bisogna t ener conto, per le diagnosi differenziali, delle ulcerazioni emorroidarie : queste in g·enere dànno emissione di sangue puro in corrispondenza delle defecazioni, t alora melena, se il sangue è st ato ritenuto per qualche tempo nel1~an1poll a rettale. Al! 'introduzione del rettoscopio in questo genere di inalati, non è possibile veder . nulla ; ma, ritirandolo, si vede un'ulcerazione lenticolare a fondo rosso scuro, a bordi irregolari.

Nelle diagnosi differenziali tra colite dissenteriforme ed emorragica , l'esame r ettoscopico fornisce preziosi elementi : esso ormai tiene il posto d'onore. Il reperto varia a seconda che la forma dissenterica sia acuta o · abbia avuto un decorso piuttosto cronico. }.felle forme croniche, che datano da più mesi, l'esame r ettoscopico rivel a lesioni il più delle volte assai superficiali : rossore diffuso ' fra<Yib 1ità della mucosa, facilmente sanguinante. Oltre che rossa, nei casi r ecenti, la 1nucos.a si vede tumefatta, sopratutto in corrispondenza delle valvole. In un certo n11mero di casi, invece .si constat a secchezza liscia della mÙcosa, rosea, fri abile, senza muco; è reperto frequente specia ~­ mente nei vecchi ed indie.a g rave atrofia delia m11cosa. In qualcl1e caso la mucosa è opacata, come se fosse st ata trattata con carta. da smeriglio, •talora finalmente esistono erosioni superfi.cia1i a fondo rossastro, a bordi giallastri, allungate, delle dimensioni d'una lente , t aloi:a inve,_e sono punti sporgenti corrispondenti ai folli"oti chiusi dell'i11testino aumentati di volume; ulcerati o no. Oltre alle due forme ormai classiche di dissenteria , l 'a11iebica e l a bacillare, si distinguono altre forme dissenteriche da spirilli, da protozoa.1i,• ecc. Per fermarci alle due specie più note e più frequenti, mentre nella forma amebica ·le l esio11i sono soprattutto profonde, sottomucose, e si trovano ascessi, ed escare che distruggono la mucosa sollev.a ta e scollata, nella forma bac11· lare l'infiammazione è diffusa alla superficie, la secrezione è meno abbondante, piccole ulcerazioni tendono a raV\ricinarsi e a fondersi. l margini di queste perdite di sostanza sono irreg·olari e leggermente sollevati, limitat i agij s trati della mucosa. Nelle forme croniche siano amebiche che bacillari talora le lesioni sono ·assai superficiali e simili a quelle che si riscontrano nelle coliti dissenteriformi dei nostri climi. P er la diagnosi differenziale allora ci sovveng·ono l 'esam e microscopico (aineb e) o la ·sierodiagnosi per 1'agglutinazione . J~isogna ricordare come talora, sotto u na forma a tipo dissenterico di colite, abbia inizio una forma tifoide e paratifoide : è necessaria tale nozione specialme11te n elle coliti febbrili, che t a1ora sono il primo periodo di infezione da b. t iphi e paratiphi. ** Talora la sindrome clinica (scariche emorragiche Il prof. Follet , di Lilla, pensò per il primo ad t1na cura chirurgica di queste coliti: egli in· un bn1scl1e, feno1neni dissenteriformi prolungati) fa caso di colite dissenteriforme, praticò un a110 pc::nsare ad t111a colite emorragica, ma l'esame ret-

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SJ1ZIONB PRATICA

cecale, ma l'intervento troppo tardivo non diede r~sultato. Novaro, nel I887, ebbe invece buon successo in un caso analogo. I tentativi numerosi hanno avuto un duplice scopo di mira : a) mettere in riposo il colon; b) praticare lavaggi dall'alto al basso, visto cb e è cosa ben difficile lavare l'intestino dal basso all'alto. Per . isolare il colon . s'è ricorso alla colostomia: ' sttl cieco, sul colon ascendente, parte superiore del colon discendente, sul colon iliaco. Sarebbe miglior partito stabilire l'ano preternaturale sul colon discendente, il più basso possibile; quivi le feci giungono già formate e il fastidio dell'infermo è minore ; ma per ciò è necessario ché la lesione si'l limitata alla zona sottostante.; senonchè in genere, la colite occup a tutta l 'est ensione del colon, e quindi la cecostomia rimane sempre il metodo più sicuro. Con l 'ileosigmoidostomia s'è tentato di stornare le materie fecali dall'intestino tenue al colon sigmoideo escludendo quasi il colon; perchè sia irtdicata l'operazione è necessario che il colon pelvico sia integro; ma c~ntroindicazione è il fatto che spesso si produce un reflusso di ma;. terie fecali verso la parte su periore del colon e verso il cieco. Se può bastare, l'appendicostomia è il metodo idfale di cura: si tratta di fissare la base dell'appendice alla ferita cutanea e di accollare il c.ieco alle pareti con due punti di sutura, qi resecare l'estremità dell'appendice, d'introdurre una sonda attraverso all'appendice fino al cieco. R.imane una fistola snperficiale di piccole dimensioni, attraverso alla quale si può con una sonda praticare il lavaggio dell'intestino. Non si può l'atto operativo praticare se l'appendice è obliterata. Tale risorsa costituisce un vero progresso chirtttgico nella cura delle coliti, e nell'avvenire sarà certo più u sata di quello che ancora non lo

sia stata.

T.

PONTANO.

RIMEDI NUOVI. •

La cura del cancro coi raggi Riintgen e col mesororio. (KRoNIG

e GAuss. D eut. mediz. Wochenschrift, I9I3, n. 26).

Nel Congresso internazionale di ginecologia del 19I2 a Berlino, gli AA. riferirono sui primi otto casi di epitelioma nei quali avevano sperimentato con successo l'azione profonda dei raggi Rontgen, applicando . così per i primi nel cancro il principio sostenuto da Gauss e Lembcke.

In seguito, in un articolo nel n. 7, I9I3, della lliii:nchener Mediz. Wochenschrijt, hanno dimostrato che coi raggi Rontgen e mesotorici siamo in grado di potere ottenere in profondità le stesse alterazioni cellulari, e singolarmente la distruzione delle cellule cancerigne, come da Perthes ed altri era stato ottenuto per i tessuti superficiali. Specialmente il caso pubblicato di epitelioma dello stomaco, nel quale nella sede originaria di un voluminoso neoplasma furono riscontrati, dopo la cura, piccoli residui di tessuto cancerigno in via di involuzione, dimostra l'.azione dei raggi in profondità. La sede dello stomaco è molto indicat a a dimostrare l'efficacia di questa cura, perchè il tumore è situato profondamente e fra mezzo è interposta la parete addominale ; al contrario nel cancro del collo dell'utero e della vagina i raggi agiscono in parte in su perficie. Più tardi gli stessi principi della rontgenter apia profonda gli autori li hanno estesi alla mesotorioterapia, e con questa hanno ottenuto ancora migliori successi. Nel Congresso internazionale di fisioterapia in Berlino (n1arzo 19I3), Gauss ha riferito su ISO casi neoplasmi curati col mesotorio; fra questi v'erano 30 epiteliomi di di'1-rersi organi, dei quali già ro egli considerava come guariti. Gli AA. descrivono la tecnica e la vari età dei raggi adoperati . Fanno la storia dello sviluppo della radioterapia del cancro, e dicono che le loro ricercl1e cliniche seguono il cammino di questo sviluppo. Non contenti dell'azione dei raggi Rontgen non filtrati sull'epitelioma, son passati ai raggi filtrati ; dalla rontgenterapia profonda si è sviluppata poi per analogia la mesotorioterapia profonda, con la quale essi h anno ottenuti gli ultimi e migliori risultati. Dividono il loro materiale clinico in due cate• gone: I 0 Influenza dei raggi Rontgen non filtrati (metodo antico); 2° Influenza dei raggi R_ ontge11 e mesotori~i filtrati (1netodo nuovo). Dividono poi i loro casi clinici in due sotto• gruppi: I 0 Applicazione dei raggi Rontgen e mesotorici negli epiteliomi non operati; 2° Loro applicazione allo scopo di prevenire· le recidive di cancri operati. Coi raggi non filtrati hanno trattato 26 casi di carcinomi non operati. Tutti i pazienti di questo gruppo sono morti. Questi raggi costituiscono un metodo di cura palliativa. Allo scopo di prevenire le recidive, hanno curato 64 casi. I risultati sono molto interessanti, perchè dimostrano la forte superiorità dei raggi filtrati. Di questi 64 casi, 43 furono trattati

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IL POLICLINICO

quasi esclusivamente con raggi Rontgen non filtrati; gli altri 2r casi in parte con raggi non filtrati, ma per lo più ins ieme anche con raggi filtrati. La differenza è evidente. Dei 43 del primo gruppo, 23 sono morti; dei 2r del secondo gruppo, gli autori hanno notizie soltanto di 20, e tutti questi 20 casi non hanno dato recidi,re. Quest'ultimi però sono in osservazione da un periodo non ancora molto lungo: 7 donne da meno di un anno e r3 da più di un anno (da 5 ad r anno e mezzo). Se pensiamo che circa il 60 %di recidive si hanno nel primo anno dopo l 'operazio·n e, vediamo subito il valore di quei risultati. I casi non operati trattati con raggi Rontgen e mesotorici sono 56: in ro casi furono applicati solta11to i raggi Rontgen, in 46 gli uni e gli altri combinati. L.a cura combinata ha dato finora i migliori risultati. Bisogna ricordare che gli AA. hanno finora trattato quasi tutti pazienti inoperabili e disperati. I rist1ltati sono migliorati da quando la fiducia crescente nel metodo ha indotto a trattare con esso anche i casi operabili. Dei 46 casi, 5 sono morti ; 7 si sono sottratti a .cure ulteriori e quindi non se ne hanno notizie ; 19 casi sono ancora in cura ; e 15 possono essere considerati completamente guariti. La più lunga durata della ma11canza di recidi va è per ora di l anno . e 4 mesi. . Gli AA. hanno trattato i ca11cri dello stomaco mediante ap.p licazioni dall'esterno, ed eventualmente mediante l'introduzione nello stomaco di una capsula attraverso la fistola di Witzel. Hanno in cura tre casi <li epitelioma dell'esofago: in questi casi si è cercato m.ediante l'esofagoscopio di applicare la capsula di mesotorio sulla sede del tumore. Se si vogliono ottenere buoni risultati dalla radioterapia nell'epitelioma, bisogna curare casi operabili, non casi disperati . Ma dobbiamo sconsigliare l'operazione ai casi operabili? Dai dati statistici molto particolareggiati , il confronto fra la mortalità post-operati va e i risultati favorevoli negli epit elio1ni dei \rar! organi è quasi sempre sconfortante. Si può concludere che anche i carcinomi che si trovino nelle migliori condizioni debbano essere trattati con la radioterapia, tanto più che con essa, come risulta dalle recenti osservazioni, non si perderà un tempo molto prezioso, come prima si è ritenuto. Se la radiotera pia in u11 caso inoperabile produce molto prontamente un regresso nello sviluppo del tumore, e rende possibile l'operazione radicale che prima non si poteva eseguire, si de\.·e pensare, secondo gli Al\... , che essa non possa essere dannosa anche nei casi operabili.

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Gli AA., per concludere, dànno queste norme generali. Se il cancro è operabile ed è possibile il controllo all'ispezione ed alla palpazione, si può cercare di ottenerne la guarigione mediante la radioterapia; se mancherà il successo, si sarebbe sempre in tempo per l'operazione. Se è operabile e non è possibile il controllo con la palpazione e l'ispezione, si potrà allora eseguire l'operazione radicale, se la statistica delle guarig·ioni e della mortalità post-operativa riguardanti il caso in ispecie dànno speranza di successo; se ciò non è, la radioterapia sarà an che indicata. Se il cancro è inoperabile, si deve in ogni caso eseguire 11n intenso trattamento radioterapico, il cui successo potrà dipendere in tutti i casi dalla combinazione dei diversi metodi di • cura. Quanto alle recidive, sono nec~ssarie speciali raccomandazioni. Ogni intervento operativo nel cancro deve essere seguìto e sussidiato dalla radioterapia profilatticamente e sistematicamente praticata. I casi non trattati a questo modo sono facilmente esposti alla recidiva. È necessario irradiare ancora a scopo profilattico, a regolari intervalli, anche i e.a si di ca11cri guariti con la semplice radioterapia, anche dopo la scomparsa completa di ogni sintoma sospetto di possibile recidiva. Se non si tien conto di tutto ciò, i disinganni del trattamento chirurgico non saranno risparmiati neppure nella radioterapia del cancro. I P. S.

STORIA DELLA MEDICINA. Babilonia e la medicina ippocratica. Conferenza con proiezioni tenuta a Siena nel settembre 1913 . al Congresso della Società per il Progresso delle Scienze.

Studiando alcuni oggetti caldaico-babilonesi del Museo del Louvre a Parigi, mi fece impressione un vaso votivo offerto da Gudea (2350 av. Cr) a un dio Ningjschzida, nel qua)e è rappresentato il simbolo· di questo dio, consistente in due serpenti avvolti attorno ad una mazza, in modo da ricordare perfettamente il simbolo dell'Asclepio greco (fig. 1). Mi fu dato allora di trovare in parecchi oggetti i ricordi di questa Gudea e della protezione speciale che gli accordava quel dio, il cui nome s'interpreta signore dell'albero della vita, e le continue espressioni con cui il protetto raccomanda la sua vita al suo protettore ; ed infine la particolarità che in queste rappresentazioni, contrariamente all'uso babilonese, Gudea si fa


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SEZIONE PRATICA •

presentare alle divinità superiori non per mano di un sacerdote, ma per mano di Ningischzida, che ·è un semidio. Mi parve di vedere in ciò l'aspirazione di quel re all'immortalità, che infatti a suo tempo -raggiw1se. Ho potuto raccogliere e mostrare parec-chfe rappresentazioni di questo dio, sempre munito ·del medesimo simbolo, il serpente - emblema, del -resto, riconosciùtogli dagli assiriologi. Che il serpente rappresenti il male in genere e la malattia in ispecie, si può arguire non solo da alcune affermazioni nelle quali quel dio, e il -suo dio immediatamente superiore, Ningirsu, sono descritti come difensori dalle malattie (come in un inno a Ninib }, ma anche dal fatto che essi hanno per attributo il bastone . come il greco

il tratto di terreno dove esso signoreggiava, compreso tra il basso Eufrate ed il basso Tigri. Questi luoghi, invero, soggetti alle inondazioni perio· diche di quei due fiumi, furono oggetto di bonifiche. idrauliche per parte di quegli antichissimi abitatori. Quella regione infatti che ora è squal· lida e deserta, rese nell'antichità il 300 per I: e di queste opere igieniche ed agricole si trovano riC'ordi ad esempio n ell'iscrizione del canale di Ammurabbi, dominatore di poco posteriore al nostro. Pertanto il nostro eroe offre al dio delle acque, ben noto nella mitologia caldea, presso cui e sotto i cui piedi sono vasi da cui escono delle fonti , che rappresentano appunto le acque sotto terra e sopra terra, un vaso parimenti provvisto

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Esculapio. Analoghe rappresentazioni si trovano nella Mitologia egiziana. Cosi presentai la figura -di un Horus egiziano, dio della salute, nelle cui mani sono le bestie f ascinatrici, che consistono prevalentemente in serpenti. Quali potevano essere i rapporti tra un re che .aspira all'immortalità e un protettore speciale da lui scelto, che ha proprietà di vincere le malattie .e per emblema un serpente ? Questo a me pare possa risultere dall'esame di alcuni sugelli appartenenti a quei re, dei quali .alcuni antichissimi, e specialmente di uno (fig. 2) che P.ra il sugello particolare dello stesso Gudea, ' nel quale figura ancora questo eroe presentato a Ningirsu da Ningischzida, portante i suoi inseparabili serpenti. L'interpretazione di questo si~llo è secondo me la seguente: L'eroe presenta per mezzo del semidio al dio principale il sim· bolo dei suoi maggiori meriti, ossia delle boninche da lui fatte per rendere abitabile e salubre

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2.

di correnti acquee, che imboccano in. uno dei due fiumi sacri sgorganti dalle spalle del nume, che sono a?punto l'Eufrate e il Tigri. L'offerta dunque di Gudea è quella di un paese da cui sorge la salute, ricordata dai serpenti di Ningiscbzida, e dove fiorisce l'Agricoltura rappresentata dal ger·moglio che sorge in mezzo alle acque incanalate . Questa spiegazione a mio credere va est esa anche ad altri analoghi sigilli nei qnali ad esempio si vede Isdoubar, l'Ercole dei Greci, abbeverare i tori selvatici a questi vasi: rappresentazione certo che ricorda un altro lato utile delle bonifiche, cioè la pastorizia, resa possibile colle acque sistemate. Una importante osservazione si deve qui fare: queste opere igieniche rappresentate in questo sigillo dal serpe e da un vaso, hanno un perfetto riscontro nell'antichissima Igia dei Greci, insignita di una coppa e di un serpente. Tutto ciò prova però che originariamente il serpente non deve essere stato il simbolo della

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Medicina propriamente detta, ma della pubblica Igiene. Il sorgere della Medicina deve essere stato immediatamente soffocato dalla superstizione e dall'intervento d ella Mitologia. Poca stima e poca fiducia dovevano raccogliere, pertanto, gli antichi medici, messi cosi in concorrenza coi numi t Presso gli antichi Babilonesi (come si legge nel codice di Ammurabbi) il chirurgo che è riuscito infelice nell'esito di un'operazione aveva le mani tagliate: (Come .una nutrice che avesse trasgredito ai suoi doveri aveva tagliate le mammelle! ). A ' queste considerazioni che dànno alla Medicina greca un simbolo comune a quello del!' Igiene pubblica babilonese, va posto accanto il singolare contenuto di quella Medicina che più schiettamente fu greca, cioè la ippocratica. Ippocrate coi suoi quattro umòri lega strettamente la salute umana alle quattro stagioni dell'anno. Nell'inverno prevalgono le malattie di pituita (muco), p erchè la stagione è fredda ed umida, e tali sono i caratteri di quell'umore. Per analoghe ragioni le malattie del sangue prevalgono nella primavera, quelle della bile nell'estate e quelle dell'atrabile nell'autunno. Ora in tutta la cosmogonia dell'antica Babilonia, che fu popolo cultor~ eminente dell'Astronomia, prevale il concetto dell'indissolubile legame del cielo e degli astri con tutto ciò che avviene nelle singole parti del creato: il m acrocosmo ripetuto nel microcosmo. Ho mostrato un fegato di terracotta che serviva agli aruspici babilonesi, nel quale è la chiave per la spiegazione dell'exstispicio, e questa terracotta viene illustrata da altro, del tutto simile, ritrovamento fatto a Piacenza di un fegato in bronzo, etrusco, pure da me mostrato, nel quale ultimo gli etruscologi vogliono vedere le varie parti del cielo riprodotte nell'organo, e questo come chiave della divinazione, sEmpre sulla base dell'idea babilonese, che cioè il microcosmo rispecchi il macrocosmo. Evidenti sembrano dunque i punti comuni alla Medicina e alla Igiene della Grecia da un lato, e a quelle dell'antica Caldea e Babilonia dall'altro. E il trovare in questa il simbolo della mazza, della coppa e del serpente può risolvere finalmente la tanto dibattuta questione della origine della medicina greca , la quale non sarebbe nè autoctona , come vogliono i più recenti, nè derivata dall'indiana, come dissero il Puccinotti ed altri, e deve invece essere stata coeva colla coltura caldaico-babilonese . V. PENSUTI. (16)

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POLICLINICO

OSSERVAZIONI CLINICHE '

Di on caso di guarigione completa di sclerosi cavernosa o « lnduratio penis plastiea » per il dott. PASQuAr,E Fusco. Mi è occorso, tempo fa, di vedere nella mia .

pratica un caso di un'affezione di un corpo cavernoso del pene, cl1e il Fournier chiama sclerosi· cavernosa, ed il dott. Callomon , in un articolo pubblicato nella M edicinische K tini k, e riassunto dal dott. Belosersky nel fascicolo 4 della sez. pratica del Policlinico, 1912, chiama I ndura ~io penis plastica. E poichè l'esito finale ne fu la guarigione definitiva, ottenuta coi rimedii antisifilitici, cred<> valga la pena di rendere il caso di pubblica ragione, siccome quello, che mette in chiaro due punti dal Fournier messi in dubbio, e dal Callomon completamente negati; vale a dire la gua· ribilità di tale affezione, la su& natura luetica. N ... N ... , di anni 55. individuo di buona costituzione organica, di media statura e complessione, non aveva, durante la sua vita, sofferto. altre malattie degne di nota, all'infuori di una resipola facciale e qualche febbre gastrica nel-· l'àdolescenza, e febbre malarica per tre settimane all'età di 2 5 anni. Nel 1890 contrasse sifilide, la cui manifestazione iniziale fu piuttosto dubbia, avendo l'apparenza di un semplice foruncolo a l prepuzio ; foruncolo, però, che invece di sparire in pochi giorni. rimase per circa un mese, dando ben presto luogo a segni non dubbi di gravezza, avendo causatofebbre e dolori osteocopi sin dal principio del secondo mese. Ciò nonpertanto, l'infermo prese la cosa piuttosto a cuor leggero, e per i primi anni si curò in maniera saltuaria ed interrotta, a preferenza con frizioni mercuriali e con pillole di protojoduro. Nonostante che ogni anno avesse praticato per parecchi mesi cure antisifilitiche, pumondimeno d'allora in poi non passò un anno senza che avesse qualche nuova manifestazione, sia schiettamente sifilitica, o parasifilitica. E una di queste manifestazioni fu appunto. quella di cui è oggetto questo scritto, vale a dire una piccola gomma del corpo cavernoso di sinistra, là dove questo si continua colla corona del ghiande. Tale gomma era cosi piccola e profondamente situata, che l'infermo non se ne sarebbe mai accorto, se non fosse stato per il dolore sentito nell'erezione, e per l'impossibilità di esercitarela copula. Per siffatti inconvenienti si rivolse a me,· che a tutta prima non li misi in rapporto colla smJide, sia perchè erano passati r g anni dall'epoca del contagio, sia perchè l'individuo aveva praticato ogni anno delle cure specifiche. Ma poi, visto che il male andava crescendo, anzichè di-


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SEZIONE PRATICA

minuire, mi decisi di consigliare nuovamente i rimedii specifici, sia in via di esperimento, sia perchè, trattandosi di un soggetto sifilitico, non sarebbero mai stati inutili. Nel mio caso la guarigione fu completa non solo, ma può dirsi anche permanente, esse.n do oramai passati due anni e mezzo, senza che l'individuo abbia avuto alcun disturbo, tanto nell'erezione, quanto nella copula. Il trattamento usato fu lento e lungo, e cons1~tette in questo: Applicazioni leggiere e limitate di unguento mercuriale al 20 %, ogni due o tre giorni, seguìte nel giorno appresso da immersione del pene in acqt1a calda per pochi minuti: frizioni generali con gr. I . 50 di unguento grigio, tre volte la settimana. Dopo un mese si sostitui alle frizioni mercuriali la soluzione com· posta di bijoduro di mercurio e joduro di sodio, anche questa in minime dosi, continuando le applicazioni locali due o tre volte la settimana, seguite da immersione del pene in acqua calda. .__Dopo un paio di mesi l'infermo fu in grado di esercitare la copula, ma ancora con un poco di dolore e deviazione dell'asta verso destra. Ed anche questi residuali disturbi cessarono al terzo mese, durante il quale si alternò la pozione mista, in tenue dose, con qualche iniezione ipodermica di bijoduro di mercurio. I

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Ho voluto attendere fin oggi a render noto que~to caso clinico per il principale motivo di assicurarmi ~ella stabilità della guarigione, la quale, secondo il Fournier, non si verificherebbe mai. Egli difatti riferisce che Mauriac e Batut hanno citato due casi, in cui gl'induramenti cavernosi erano completamente spariti sotto l'azione del trattamento specifico, ma (aggiunge in parentesi) per esser seguìti, in verità, da una recidiva nell'uno e nell'altro caso. Ora io, per parte mia, ritengo che gli insuccessi, o le incomplete guarigioni siano dovuti alla insufficienza del trattamento curativo; insufficienza relativa al tempo, anzichè alla quan .. tità del rimedio usato. Invece che una cura in· tensa e di breve durata, si richiede una cura lunga e lenta, a piccole dosi. Trattandosi di una lesione così limitata, si richiede del tempo, e non poco, perchè il mercurio ed il jodio possano, per mezzo della circolazione sanguigna, apportare i loro effetti su quella. Nè vi può esser compenso tra tempo e quantità del rimedio, attesochè di questo una gran 3

parte viene eliminta quotidianamente, senza eser· citare la sua azione sulla parte malata. In quanto poi alle recidive, non me ne meraviglio gran fatto, convinto come sono che la guarigione della sifilide non è mai definitiva e permanente. Il mio infermo si è curato in media per tre o quattro mesi all'anno, sempre però con piccole dosi ed interrottamente.

** * dico:

Concludendo, io . I. Che gli insuccessi o i parziali successi ottenuti dal Fournier e dal Callomon sono da addebitarsi, a mio credere, alla brevità del trattamento. 2 . Che quando la sclerosi cavernosa o induratio penis plastica si riscontra sopra individui che non contrassero mai sifilide nè blenorragia, essa è dovuta a lue ereditaria, la cui estensione non è facile stabili re • 3. Che in questi casi, più che in quelli di lue acquisita, la cura deve essere blanda e prolungata, accoppiando le applicazioni locali col1a cura generale. Filadelfia (Stati Uniti d'Am.).

ACCADEMIE, SOOIETl IEDICHE, CONGRESSI {NOSTRI RltSOCONTI PARTICOLARI).

I Congresso italiano di radiologia medica. Milano,

12,

13, 14 ottobre.

Dott. Aristide Busi. L 'i'ndagine -radiologi'ca del cfanio. - Grande è il numero e l'importanza delle informazioni che le indagini rontg. del cranio possono dare, sia perchè, il · cranio, considerato in sè, cioè in quanto è osso, cartilagine e connettivo, va soggetto a tutte le svariate lesioni che colpiscono le altre parti dello scheletro; sia perchè, per certe sue particolarità morfologiche (cavità pneumatiche, denti) va incontro ad altri speciali patimenti; finalmente perchè, dati gl'intimi rapporti tra cranio ed encefalo, molte sono le malattie che dal contenente si fanno sentire sul contenuto e che reciprocamente da questo si inscrivono su quello. L'esame obbiettivo rontgenologico del cranio prende oggi risolutamente uno dei primi posti nel complesso dell'esame obbiettivo generale e in molte specialità, nè ornai dovrebbe venir più trascurato, come complemento dei vecchi mezzi d'indagine, per tutti quei pazienti in cui vi siano

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IL POLICLlNICO

sospetti o ragioni fondate di pensare ad una le· sione endocranica. Non solo la clinica nelle sue varie branche è chiamata ad approfittare di tali ricerche, ma anche altri rami della biologia, per es. l' anatom·i a n<J'~male descrittiva e comparata (proiezioni semplici e stereoscopiche) e l'antropologia (misurazioni dei più diversi diametri ed angoli sul vivo). Per quanto spetta la clinica è tuttavia da notare, che per spremere da queste ricerche il massimo dell'utile, bisogna affacciare al rontgenologo un determinato quesito. La premessa di un quesito ben posto conduce sovente con poche proiezioni, cioè in modo rapido, economico, non pericoloso per il paziente, alla soluzione giusta. Ne segue che non può scegliere la tecnica più acconcia al problema da studiare che chi è in grado di intenderlo, cioè un medico; nè può interpretare esattamente i dati radiografici che un medico già bene addentro in questi studi, e che possegga a fondo l'anatomia radiografica normale e patologica del cranio. La radioscopia in questo campo non serve. Solo la radiog1afia può fornire dati vera1nente attendibili. La tecnica radiografica del cranio comprende oltre venti proiezioni tipiche. Si distinguono: 1. Malattie primitive della scatola craµica - 2. Lesioni del cranio secondarie ad alterazioni del suo contenuto - 3. Alterazioni del cranio che cadono .direttamente · nel campo della rinologia, otologia, oftalmologia, odontologia. I. L' A. prende in considerazione anzitutto i corpi estranei e le lesior1,i trau 1n atiche (fratture della volta , della base; diagnosi differenziali con aspetti normali; importanza medico-legale della radiografia delle fratture; postumi delle fratture craniche). Per i corpi estranei (proiettili) descrive un mezzo semplice, radiografico e radioscopico, di localizzazione, già in parte pubblicato (Mar· tinelli, Ferrari) . Mostra quindi esempi di fratture del cranio, di proiettili endocranici; malformazioni craniche; un caso di oxicefalia con cecità in bimbo (sindrome oxicefalica d el Bertolotti}; un caso di oxicefali!J in vecchio senza disturbi visivi; casi di idrocefalo cronico; cranio di un bimbo m i xedematoso con sella tu rcica allargata,· casi di tum'Jri ossei e di sifilide del cranio. II. Le parti molti endocraniche, sia in con· dizioni normali cbe patologiche, se non contengono ca leio (come non di rado avviene per la glii'andola pineale sana), e le patologiche s~ non invadono una cavità pneumatica, non sono diret· tamente visibili coi raggi X. Si richiama perciò alle esperienze classiche di Obici e Bollici, e dell'Oppenheim.

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Re{>erti importantissimi sul contenuto cranico anomalo ci fornisce spesso lo studio delle modificazioni e lesioni che le pareti del cranio subiscono in certe evenienze. L' A. descrive in breve il quadro generale e parziale delle alterazioni (assottigliame11to delle pareti craniche; impressioni digitate molto manifeste, eminenze mammillari ben pronunziate; forami emissari, vene diploiche allargate; solcp.i mo~to profondi di certi seni; c1eiscenza di alcune suture; ampliamento dell'ingresso e della cavità della sella tu!cica, ecc.} prodotte da un notevole aumento cronico, diffuso o circoscritto, della pressione endocranica, da qualunque causa provenga. Stabilita l'anatomia radiografica normale della sella turcica e dei suoi annessi (apofisi clinoidee ant.; seno sfenoidale: Busi, Balli, Bertini), anche in vista dell'ipofisectomia e della trapanazione palliativa della sella (Schiiller), passa a dare parecchi esempi con proiezione di casi (alcuni ebbero il controllo necroscopico}, dove la sella turcica era più o meno profondamente alterata (allargata, corrosa, distrutta) per tumori endoseliafi (con • o senza acromegalia); per tumori soprasellari; per aumento ge'nerale del!a pressione endocranica (diagnosi radiografica differenziale e difficoltà). Projetta i diapositivi di alcuni altri casi di pressione endocranica aumentata. Enumera, riassumendo, in quali contingenze si hanno segni radio· grafici dell'aumentata pressione endocranica (era-,, niostenosi; idrocefalo cronico; tumori ; epilessia; emicrania; certe psicosi, ecc.). III. Accenna alla tecnica più acconcia per mettere meglio in evidenza i seni frontali, le orbite, le cellule etmoid~e, i seni mascellari, i seni sfe· noidali, le cellule mastoidee. Tutte le cavità pneumatiche si veggono ben trasparenti quando con· tengo110 aria in quantità normale e hanno pareti di struttura e spessore normali; sono più o meno opache quando l'aria vi diminuisce, qualunque ne sia la causa {essudati, versamenti sanguigni, fratture, granulazioni, tumori molli ed ossei, ecc.), o le loro pareti ossee si ingrossano, si addensano. Proietta casi di queste diverse malattie (infiam· mazioni dei vari seni; frattura del seno frontale, odontoma, sarcoma, cisti dermoide con germe dentario dell'antro mascellare, tumore del seno sfenoidale, ecc.). Riassume in breve la sindrome radiologica dei tumori dell'acustico (Schiiller). Parla della ricerca · dei corpi estra1iei dell'orbita. L'importanza dei raggi X nell'odontologia è grandissima. Accenna alla tecnica quale fu da lui già sviluppata in altro lavoro. (La S tom atologia, anno VI e VII). Proietta i radiogrammi delle più di verse lesioni dei mascellari e specialmente della mandibola (radici rimaste nel mascellare superiore, fratture,


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SSZIONB PRATICA

cisti ossee, osteomielite, tumore maligno della mandibola) e dei denti, ottenuti sia col metodo orale, sia col metodo extraorale.

Dott. Pasquale Tandoja. La 'Yadiologia deZt'intestino. - L'O. passa in rassegna tutta la pato· logia . intestinale che si ~ova dell'indagine rontgenologica e, corredando il suo dire colla dimo· strazione di una serie di bellissime radiografie, mette in rilievo tutta l'importanza assunta dai raggi X nella diagnosi delle malattie dell'inte· stino. Si soffer~a specialmente sulle sindromi radiologiche importanti dell'ulcera e della stenosi del duodeno, dimostrandone esempi tipici, diagnostica ti co11 ·indagine radiologica. L'oratore passa in seguito ad illastrare l'importante capitolo delle affezioni del tenue, in cui egli registra un'osservazione di una stenosi alta, clinicamente sicura, non rilevabile con la sindrome radiologica comune, ma con la constatazione di anse fortemente distese da gas che l'irrigazione del colon dimostra appartenere al tenue. Questo segno ritrovato finora solamente nell'occlusione acuta del tenue, deve, per assurgere a dignità di dato sicuro di stenosi nel tenue, essere confermato con reperti autotoptici. f Il vasto capitolo del colon, sia nella sua funzione normale e patologica, che nelle alterazioni morfologiche, è nel modo più completo illustrato: non vi è ·punto in cui l'oratore non apporta il contributo della sua esperienza o di studi e ricerche speciali, la valvola ileo·cecale, l'appendice, le aderenze , le fissazioni, ecc. L'oratore si sofferma con una ricca documentazione sugli spostamenti che il colon subisce per le tumefazioni, tumori ed ascessi nell'ambito dell"addome - il cosidetto comportamento del colon - e dimostra fra altro come nelle tumefazioni renali esso ~ vario da una parte per il preesistente stato anatomico .del colon (varietà fisiologiche, ptosi) e d'altra parte per la situazione non sempre identica del rene (ectopia congenita, ptosi} e per il differente modo come patologicamente esso può aumentare di vclume. L'oratore dopo avere mostrata qualche rara anomalia di posizione del colon, passa a trattare della flessura sigmoidea, di cui mostra le numerose varianti nel campo del normale, nella lunghezza, forma, situazione. Fa rilevare che questa nello stesso ;ndi vi duo è variabile per la pressione endo-addominale varia e per l'intervento di spasmi nel ginocchio setto-romanum, per cui risalendo fin oltre l'ombelico essa può comprimere lo stomaco, che può presentare una falsa biloculazione o un difetto limitato di riempimento come nei tumori.

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Nella trattazione dei tumori e delle stenosi , l'oratore apporta ancora un nuovo contributo, segnalando alcune norme importanti di tecnica, che a lui hanno dato modo di svelare dopo il vuotamento del liquido dell'irrigazione, stenosi che avevano pertanto permesso al liquido di superarle senza arresto, o incompleto e irregolare limitato riempimento. In tutta la trattazione del lavoro appate in ogni punto la cura costante dell'oratore di orientare la ricerca Rontgen con l'osservazione clinica com pi eta del malato e di accettare ed utilizzare solo i dati che costanti si sono avuti in ripetute • • osservaz1on1. L'oratore in ultimo dice che la radiologia dello intestino deve i suoi progressi all'intima collaborazione dei radiologi con i chirurghi•; su questa via essa ha in sè i germi di nuove conquiste anche nella immane lotta che la scienza e la pietà umana compiono per scoprire in alcuni tristi morbi le prime fasi ingannatrici; ma essa ha bisogno che in questo periodo i malati sie110 a lei inviati: essa ha bisogno dell'ausilio dei me· dici. Prof. Mario Bertolotti. La Rontgen- e la radiitm· terapia nelle forme g1:nec,0Zogiche. - Analizza~<.1o le numerose osservazioni dei vari autori e le personali, si può r~tenere che la ginecologia abbia realmente trovato nella radioterapia un valido sussidio nei seguenti casi: 1 ° nelle forme dismenorroiche di qualunque età; 2 ° nelle metropatie emorragiche al di .là dei • 40 anni; 3° nella fibromiomatosi dell'utero tra f 40 e i 50 anni. Non è che a prezzo di parecchi anni di esperienze che queste indicazioni si sono potute stabilire. Le controindicazioni riguarderebbero specialmente i miomi suppurati, calcinati, polipiformi e gli adenomiomi. Nei casi di miomi voluminosi a rapido sviluppo con sintomi di compressione sulla vescica, l'intervento chirurgico dovrà essere pre· ferito, cosi dicasi di tutti i casi di tumori cistici con aspetto di degenerazione carcinoma tosa o sarcomatosa. Le forme infiammatorie cronj che degli annessi debbono sconsigliare !a radioterapia. Cosi nelle infezioni con febbre, nella gravidanza e negli stati cachettici. In principio si era ammesso che le metrorragie molto abbondanti dovessero costituire una controindicazione alla cura rontgen-ologica. Parecchi autori però si sono opposti a questo criterio, facendo osservare che tali controindica-

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II. POLICLINICO

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zioni s'impongono ancora più energicamente per In conclusione, oggi la nostra esperienza si basa l'intervento chirurgico ed insistendo invece sulla sopra un materiale imponente di osservazioni urgente opportunità di trattare coi R. R. le paconcernenti la radioterapia dei fibrimiomi. È orzienti sofferenti di miocardite, anemia grave, o mai acquisito il fatto dell'azione costante della con complicazioni cardiache o renali. radioterapia sulla funzione mestruale e sulle perSecondo la maggiora nza degli autori colla cura di te sanguigne; azione dovuta all'influenza distrutR ontgenologica dei mioni si otterrebbe realmente tiva che i raggi R ontgen esercitano sulle ghianun'influenza favorevole sulla funzione cardiaca. dole sessuali femminili. Personalmente l' A. ha potuto seguire due casi di L'azione dei raggi Rontgen s11i fibrimiomi è miocardite miomai'dsa migliora ti notevolmente du- duplice: cioè a zione ovarica indiretta ed azione rante le irradiazioni. diretta sulle cellule tum0rali. · Un altro punto import.ante da stabilirsi è Il. metodo Rontgen non presenta alcun pericolo quello che riguarda le indicazioni in rapporto con una tecnica prudente; in queste condizioni all'età. i disturbi leggeri osservati in seguito alle radiaNel fissare questo limite, quasi tutti gli autori zioni sono incostanti e di corta durata, e le le· sono· d'accordo nello stabilire come limite optimum sioni cutanee rimangono ridotte a cosa trascuquello tra i 40 ed i 50 anni, tenendo conto, bene rabile. inteso, delle differenze individuali e delle speciali Col metodo Rontgen la percentuale delle guaopportunità. rigioni ottenute è notevolissima: . nella maggioCerto non converrà mai insistere a lungo nella ranza dei casi la cura radioterapica dei miomi radioterapia con donne giovani al disotto dei 40 conduce con certezza ad una guarigione permaanni, in cui riesce più difficile lo stabilirsi della nente. Tuttavia esistono certi miomi assolutamenopausa artificiale e della sterilizzazione. Come mente refrattari ai raggi Rontgen. giustamente osservano Runge Fiessler e AlbersQuanto àl radium esso venne applicato in giSchonberg, una cura radiologica troppo prolun.: necologia la prima volta da A bbé (1905) in due gata in giovani donne, può portare a delle alte- casi di carcinoma del collo dell'utero, poi da molti razioni delle ovaie capaci di influire sul ricambio altri contro le metriti emorragiche. i fibromi, le ~on anomalie di sviluppo. annesiti acute e croniche, le perimetriti e sopraL'A. ha curato dal 1908 ad oggi 35 casi cosi tutto il cancro dell'utero. ripartiti: Nella cura col radium del carcinoma dell'utero 2 r casi di fibromioma tosi; si ottennero sul principio dei risultati semp~ice­ 14 casi di metropatie emorragiche. mente palliativi : specie dal lato analgesico (1905· Su 21 casi di miomi ha ottenuto in io casi la 1910), ma non troppo incoraggianti. La cura del amennorea colla riduzione del tumore, ed in 8 cancro dell'utero col radium non ha cominciato casi .l'oligomennorea; un caso fu operato in corso a dare risultati estremamente interessanti che da della cura, ed in due si ebbe un completo insuc· un paio di anni, e cioè da quando si è pensato cesso (miomi peduncolati sottosierosi). La sua sta- di adottare il metodo dette radiazioni ultrapenetistica per i miomi porterebbe ad una percentranti co11, dosi massive di 20-30 centi gr. (Dominici). tuale soddisfacente dell'86 % di guarigioni cliCheron e Rubens-Duval impiegando il metodo niche. di Dominici hanno ottenuto sopra 53 casi trattati, Su 14 casi di metropatie emorragiche l'oligo- la cicatrizzazione perfetta delle lesioni in 18 casi menorrea si stabili in 4 casi ed in 8 si ottenne che persistono in istato inalterato da otto mesi. Il radium pare agisca più favorevolmente sulle l'amenorrea totale; l'età era in questi casi oscilforme di cancro vegetante (JeantJe et Née). Atlante tra i 40 ed i 50 anni. Quanto alla tecnica, siccome in realtà le radio· tualmente il criterio più razionale che va diffondendosi, è quello di impiegare la radiumterapia dermiti tardive sono state osservate unicamente da quegli autori che hanno usato il metodo di massiva in seguito all'intervento chirurgico. In Germania in questi u1timi tempi ha preso Bordier, cioè quello delle dosi massive, rimane giustificata la tendenza di Beclère, Belot e di voga l'applicazione del mesothorium; però trataltri molti, di voler operare con maggiore pru- tandosi di forme neoplastiche, i sali di radium debbono avere la prevalenza; recentemente al denza. Un buon criterio sarà quello di non fare mai Congresso di Londra, parecchi tra i più autoreassorbire alla cute più di 5-6 H. ogni 15 giorni voli autori tedeschi, hanno riconosciuto la prae di misurare le variazioni delle pastiglie radio· ticità del metodo delle dosi massive colle radiacromometriche situate sopra e non sotto ,·z filt,o zioni ultrapenetranti introdotto da Dominici. Dai tentativi fatti da tutti questi osservatori, d'alluminio. Una dose cumulativa di 40-50 li. rappresenta già un maximum che non si deve ol- risulterebbe che realmente il radium avrebbe un effetto curativo e non soltanto palliativo. trepassare se non in casi speciali e ribelli . • (20)


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(ANNO XX, FASC. 47]

SEZIONE PRATICA

Oltre all'applicazione delle dosi massive con radiazioni ultrapenetranti per le forme neopla stiche della vagina o del collo o anche dei genitali esterni, furono adoperati con buoni risultati i cataplasmi di fanghi actiniferi, le irrigazioni colle acque radioattive ed anche l'elettrolisi del radium. Miomi e fib'Yomi. È difficile attualmente pot~r decidere se il trattamento col radium e col mesothorium nella cura dei fib~omiomi sia superiore alla radioterapia. I raggi Rontgen pare abbiano un'azione diretta più efficace sui mio~i, però, secondo Kronig e Gauss, il metodo ora in voga nella ·loro clinica di Friburgo consiste in una combinazione della radioterapia col mesothorium, specie nelle pazienti giovani. Il mesothorium può essere applicato internamente per la via vaginale od intra-uterina. Con questo sistema si otterrebbe molto rapidamente l'amenorrea; però in qualche caso il mesothorium ha dato luogo a reazioni a distanza sulle ghiandole vascolari a secrezione interna e specialmente a tumefazioni della tiroide. Anche l'ematometra sarebbe una complicazione avutasi in seguito all'introduzione endouterina del mesothorium. Quindi l'indicazione di adoperare a preferenza i sali di- radium e non il mesothorium anche nel metodo misto radio e radiumterapico dei fibrimomi, che è stato preconizzato e tentato per la prima volta da Cheron e Rubens-Duval con risultati veramente soddisfacenti. Un fatto intrressante sarebbe che colle irradiazioni ultrapotenti del radium a dosi terapeutiche, non si otterrebbe la sterilizzazione dell'ovaio. Infatti dopo l ,ii rradiazione fatta col metodo Dominici su sei ca vie femmine colla dose e colla intensità usata in ginecologia, si notò che tutte le 6 cavie irradiate furono fecondate. M et'Yite. Oudin, Verchère, Wicklam, Degrais, Cheron, Faber e Bender hanno ottenuto dei risultati eccellenti con applicazioni di durata variabile da pochi minuti a 24 ore. Salpingiti. Risultati positivi (Cheron) si ebbero con salvaguardia della funzione ovarica (2 r casi di gravidanza dopo la cura su 171 operazioni) . Molti sperimentatori si occupano attualmente del radium e delle sue applicazioni terapeutiche in ginecologia; i risultati ottenuti sono tali da incoraggiare sempre più nella via intrapresa. Questa questione, messa all'ordine del giorno nel recente Congresso di Londra, col suffragio di tutti gli autori riveste addirittura una importanza sociale di prim'ordine. Si è visto oggigiorno che per fare della radiumterapia attiva ci vogliono delle dosi elevate di 20-30 centigr., dosi che rappresentano dei capitali ingenti e che sono

attualmente a disposizione di pochi grandi centri privilegiati. In Italia finora la radiumterapia a dosi massive rappresenta soltanto un ideale che non è stato realizzato da nessuno, e queste> stato di impotenza in un campo di ricerca cosi fecondo e benefico, è da augurarsi che cessi al più presto possibile . A. A.

Reale Aeeademia delle scienze di

•~ ologna.

Comunicazioni di interesse medico-chirurgico" Anno accademico 1912-9 13.

Ivo Novi. Il meccanismo di azione del lievito di birra nelle digestioni e fermentazioni ga~trentericbe .. - È noto che il lievito di birra si usa contro le fermentazioni anormali del tubo gastroenterico. e si ammette che per questo meccanismo valga fra l'altro a guarire o eorreggere le forme di acne sebacea, e di eritemi · tossici da dispepsie varie. Non è determinato se tale a zione si compia per lo svilupparsi del fermento, o semplicemente per la sua vitalità e conseguenti influenze chimiche o per fatti di eccitamento s ulle secrezioni, o sull'apparecchio motorio o infine per influenza sugli stessi enzimi digerenti. Ha potuto dimostrare che il lievito di birra stimola a maggiore azione la pepsina nelle dig~stioni artificiali e che la pancreatina, per quanto almeno si riferisce alla sua azione amilolitica, trovandosi insieme a lievito di birra, diventa più attiva del doppio o del triplo, effetti molto più intensi di quelli che si erano veduti per la pepsina. E si noti che il lievito di birra dimostrò di non possedere nessuna azi0ne amilolitica, il che del resto è ammesso dalla massima parte degli osservatori. A vendo l'A. osservato in altre esperienze non ancora. pubblicate che la pancreatina è atta a formare H 9S del solfo elementare, e ricordando le belle esperienze di De Rey Peilhade su la presenza di una sostanza nel lievito di birra atta a compierecotesta trasformazione del solfo e chiamata perquesto filotione, ha attribuito in parte l'azione acceleratrice del lievito di birra al filotione cheesso contiene. Il filotione sebbene presenti una minore azione potrà risparmiare ad alcuni malati quei disturbi che si accompagnano alla proliferazione del lievito o alla formazione di prodotti secondari.

Guido Tizzoni e G. De Angelis. St·u di intof'noalla biologia ed atta morfologia del lo styeptobacillo pleomorfo della pellag~a .

Pietro Albertoni. Sulle condizioni che ' egolan<>

i processi biochimici

d~l

fegato e dei muscoli. G. M. PJCCININI.

(21)


II.

PO~ICUNICO

[ANNO

XX,

FASC.

47]

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CONTRIBUTO DEL MEDICO PRATICO. Della pneumonite abortiva per il dott.

A~FONSO RICClARDlU,IJ:.

'fralasciando di accennare allo studio sulla pneumonite nei primi suoi due periodi storici, quando cioè si cominciò a tentare la disti?zion~ ~i essa dalla pleurite e si giunse poi a distmguere solo quantitativamente le <lue malattie, posteriormente con Laennec, epoca in cui la diagnosi di tale affezione si rese precisa mercè l'esatta osservazione semiologica, e consecutivamente con Friedlan<ler e Frankel, quando essa venne più rigorosamente confermata per la scoverta del mitCroorgànismo patogeno, gli studi sul detto morbo furono pregevolissimi ed utilissimi. Difatti, mercè tali studi ed accurate osservazioni si ebbe a constatare, oltre alla forma tipica a decorso clinico, la pneumonite dei bambini, quella dei vecchi, dei bevitori deg l'individui in preda a malattia cronic~, la pneumonite tifosa, l'astenica, la forma rudimentaria ed abortiva e quella con risoluzione ritardata. Tutte forme morbose che clinicamente hanno un'importanza notevole, e sono da :prendersi nella massima considerazione dal medico pratico, specie sotto il punto di vista ·della terapia e della prognosi. Persistere però oggi ancora sulla ricerca e sulla constatazione di quelle forme morbose, specie di quella ritenuta più rara, cioè dell~ f:>rma abortiva (1) a semplice scopo di stat1st1ca senza portare alcuna novità clininica, mi sembra un lavoro inutile o per lo meno poco profi. cuo. Ciascun medico che ha una certa pratica p1ofessionale e che esercita specialmente in un paese che, per le condizioni metereoloaiche, offre di frequente malattie acute delle vie respiratorie, possiede un discreto patrimonio di osservazioni proprie delle svariate forme cliniche di pneumonite, dalle più semplici alle più complicate, dalla forma tipica a decorso ciclico a quella abortiva o con risoluzione ritardata. .Forse s'insiste su tale argomento per eliminare ancora quella strana impressione che (r) Lo Sperimentale, rgoo, fase. II; Miinch. med. Woch., 1905, n. 44; La Clinica Med., 1906, n. 13.

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per lo passato molti a tutta prima provavano sentendo · parlare di pneumonite di un giorno tanto da ricorrere all'errore di diagnosi per spiegarlo, come dice il Maragliano, oppure, non negando la diagnosi, da ammettere il meravigli oso? Forse si ritiene in tal modo di ribadire sempre più il concetto che è completamente errato il ripeter~ e ripetere, come un tempo, che la pneumonite deve durare sette giorni in tutti? Secondo le vedute scientifì.c he moderne sono purtroppo noti i fattori patogenetici della crisi nella prieumonite. L'essenza di essa, come di tutte le malattie ill:fett,ive, s:>tt? il punto di vista della patologia, e costituita dalla lotta che si compie fra l'organismo invaso ed il germe infettivo ; dimodochè organismo e pneumococco sono i due elementi precipui che determinano il decorso del suddetto morbo. L'organismo verso lo pneumococco può avere un3: disposizione individuale o f amiliare, una immunità relativa od assoluta, congenita od acquisita, come pure lo pneumo .. cocco può essere più o meno virulento nel momento della sua invasione. Mettiamo da parte l'organismo disposto a subire l'azione patogena dçllo pneumococco, quello, cioè, in cui mancano le sostanze di difesa di natura generale e specifica che possono inibire l'attecchimento e lo sviluppo del suddetto germe; non soffermiamoci sull'organismo con immunità assoluta, giacchè in esso il quantitativo delle suddette sostanze è tale da renderlo del tutto refrattario, ma consideriamo brevemente quello con immunità relativa, congenita od acquisita. L'organismo relativamente ~mmune, quale si riscontra nella maggioranza degli individui, possiede in varia misura le suddette sostanze di difesa di natura gener ale e specifica. Per condizioni speciali può verificarsi in un momento una diminuzione di questa resistenza organica per cui l'agente pneumonico può attecchire e svilupparsi determinando l'infezione. Senonchè l'organismo impegnato nella lotta, stimolato dallo stesso agente infettivo, o meglio, dalle sue tossine, produce, come è risaputo, quando il processo volge a guarigione, ulteriore e maggiore quantità di sostanze difensive specifiche, le


{ANNO XX, FASC. 47]

-quali finiscono col neutralizzare le sudd(•t.te .t ossine sino ad autoimmunizzare sè stesso e creare così un terreno inadatto allo sviluppo ulteriore del germe. Questo lavorìo organico a secondo che sia . ' . ' piu o me~? ricco e rigoglioso, determina un ·decorso p1u o meno breve del morbo. D'altr~, parte l'age.nte infettivo, che può e~~ere pi u o meno virulen~o, può resis t.e re ,piu ~ meno a lungo nella lotta e quindi determ:nare da parte sua una durata maggiore o nnnore della malattia. Dimodochè dallo studio della lotta di questi due .f attori scaturisce il meccanismo patogenetico della cri:si nella pneumonite. Questo però avviene nella guarigione spontanea, naturale senza l'in tervento di alcuna terapia. ' Ma d'ordinario il pneumonitico viene curato e, da parecchio tempo in qua, viene :-)ottoposto ad una terapia che può dirsi specifica. Mercè gli studi della scuola di Genova .specie del Lucatello, è stato dimostrato eh~ l~ digitale ad alta dose ha un potere batteri·cida. ed antitossico contro l'infezione · pneumonica. Ora sottoponendo l'infermo, come suol farsi, alla cura digitalica ad alta dose noi veniamo ad aggiungere un ~ltro elemen'to ai .due fattori anzidetti) il quale oltre a mo·1erare il decorso del morbo ne abbrevia ancehe la durata, come lo stesso Maragliano afferma a proposito della nota di Bechtoldt sulle polmòniti di un giorno. Sicchè, ricapitolando, l'organismo, la terapia digitalica e lo pneumococco sono i tre fattori che vanno in giuoco sul meccanismo -pato.g enetico della crisi pneumonica, la quale è rappresentata dall'immunizzazione dell'in-dividuo contro il germe nello stesso modo co.me si verifi.cà in tutte le malattie d'infezione. Dalla varia efficienza poi dei primi due fattori rispetto all'altro può ottenersi l'immunizzazione in di verso periodo di tempo, fra 7 od 8 giorni, fra 4 o 5, ed anche dopo un giorno, come può aversi anche dopo otto • • .g1orn1. Dimodochè qual meraviglia nella rara \onstatazione della pneumonite cosidetta abori:i va? Non dovrebbe viceversa sorprendere pi11ti:osto la costante osservazione della sua forma a decorso ciclico che è la più comune;· È molto semplice ed agevole forse alnmetiere nel maggior numero degl'individui identica resistenza organica ed indentico potere :patogeno dello pneumococco? •

. 1715

SEZIONE PRATICA

L~ pneumonite abortiva quindi non merita

speciale menzione rispetto a quella con decorso settenario o con risoluzione ritardata se non per quanto riguarda solamente il suo brev~ ~iel? imm;inizzatorio, dovuto a special i cond1z1on1 dell organismo, coadiuvate alle volte da un'opportuna terapia e favorite da un attenuato potere patogeno dello pneumococco. Pico (Caserta), luglio 1913.

CASISTICA e TERAPIA Sulla patogenesi della tubercolosi apicale. Dopo la prima constatazione di Luis e di tutti i clinici maggiori, i quali si sono occupati del problema della patogenesi della localizzazione apicale della tubercolosi, un numero straordinario d'ipotesi più o meno giustificate è stato emes~o, non solo per spiegare la localizzazione apicale in genere, ma la localizzazione sull'apice di sinistra in ispecie. Una r,erie di lavori del Molle (Le Bull. méd., ro sett. 1913) tendono a sostenere una nuova ipotesi, fondata su presupposti biologici più che su esperienze anatomo-fisiologiche: la primitiva localizzazione della tubercolosi negli apici sarebbe dovuto ad una supposta peculiare distribuzione dei nervi conduttori del trofismo bronco-polmonare. Il punto di partenza delle concezioni etiologiche dell' A. è nella supposizione di uno squilibrio trofico tra il lato destro e sinistro del corpo, ipotesi avvalorata da induzioni cliniche. Le due parti del corpo umano presentano in genere una disuguale resistenza, che spiega la frequenza maggiore di determ;nate affezioni nella metà sinistra del corpo: le varici ad esempio predilignoo la metà sinistra del corpo; per l'A. questo fatto è dovuto ad una acquisizione autogenetica, nell'inferiorità trofica cioè di uno dei lati del corpo. Nel polmone l'innervazione trofica è data principalmente dal vago; tra i due nervi sinistro e destro esistono numerose anastomosi; la motolità, la sensibilità bronchiale e pleurica sono esclusivamente sotto l 1 dipendenza del vago; se per poco si supponga che i filetti terminali del vago destro e del sinistro non si distribuiscono in proporzione eguale in tutta l'estensione del territorio bronco-polmonare e che alcune parti di questo territorio ricevono la loro innervazione trofica più esclusivamente dall'uno che da tutti e due questi nervi, e se precisamente tali condizioni c;i verificano più specialmente negli apici, s'intende (23)

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IL POLICLINICO

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facilmente l'insorgenza in determinati p11nti della localizzazione polmonare. Nè sperimentalmente, nè anatomicamente è possibile verificare questa ipotesi, per la fine rette nervosa dello pneumogast.rico e del simpatico che presiedono a il 'innervazione polmonare; in favore invece dell' ipotesi sta il fatto clinico, che in esso trova facile spiegazione. In realtà in alcuni soggetti (debolezza sinist.Ya) l'invasione bacillare si porta specialmente in due regioni differenziate dell'apice, polo anteriore sinistro (fossa sottoclaveare), polo posteriore destro (fossa sopra e sottospinosa, spazio vertebro-scapolare); viceversa in altri (debolezza destra) la distribuzione si fa nel polo anteriore destro e nel polo posteriore sinistro; tale legge è stata COJ?.fermata da Marfan. Secondo la teoria dell'A. la pullulazione bacillare avviene con una predilezione in tali territori insufficientemente irrigati dal punto di vista trofico, e precisamente innervati da· uno solo dei due vaghi. La nuova ipotesi dell'autore è basata quindi su un presupposto anatomico e fisiologico « lo squilibrio trofico di origine nervosa ». ma la ipotesi è ben lu.n gi dall'avere una sola prova sperimentale. t. p.

Gli elementi per la prognosi nella tu betcolosi polmonare.

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Nella tuberco]osi polmonare cronica dell'adulto se~ondo L. Bernard (Le ] ourn. méd. franç., 15 agosto 1913) i segni fisici forruscono scarsi elementi pronostici, poichè l'evoluzione e la durata di un caso determinato non sono sempre corrispondenti ai caratteri anatomici: tubercolosi cavitari possono vivere per dieci, quindici anni, malati che presentano lesioni poco avanzate possono soccombere do,po breve periodo di tempo. Un valore maggiore per la prognosi ha invece la tendenza evolutiva della tubercolosi. Bezançon e la sua scuola hanno messo nella sua luce l'importanza del periodi di tregua e delle pouss~es di recrudescenza delle lesioni polmonari tubercolari: la presenza e l'intensità delle poussées ev0lutive indicano una gravità particolare. I sintomi locali della malattia non possono mai essere considerati come aventi un valore unico; il loro valore muta a seconda delle particolari condizioni che lo determinano, a seconda del terreno nel quale il processo morboso si svolge: cosi la dispnea, che in alcuni casi rivela una rapida evoluzione, tal' altra invece insorge in una tubercolosi fibrosa di prognosi non gravissima, come sintomo di una forma enfisema tosa od asmatica; l' emottisi stessa è talora la conseguenza d'una poussée evolutiva, talora essa si verifica in una tubercolosi sclerotica. (24)

[ANNO XX, FASC. 47J

Febbre e dimagramento vanno considerati con attenzione tra i sintomi generali; alcune localizzazioni (enterite, laringite) aggravano la prognosi' della tubercolosi polmonaré, alcline complicaziont come la nefrite tubercolare idropigena, devono essere considerate come complicazioni fra le più gravi. Il valore della pressione arteriosa, già da Mar· fan messo in evid~nza, è ripreso di nuovo daL. Bernard il quale ritiene che queste variazioni della pressione arteriosa fanno parte d'un insieme di fenomeni che individualizzano in certo quav modo le forme della tubercolosi polmonare : cosi le tensioni me(lia e bassa si osservano nella tubercolosi caseosa cronica, le tensioni normali o · appena deboli nelle forme fruste o abortive, le tensioni normali o forti nelle forme fibrose ed enfisematose; l~ tubercolosi acute si accompagnerebbero sempre a pressione molto .bassa. Circa il terreno sul quale il processo tubercolare si svolge Bernard ritiene che l'artriti9mo costituisce una ccn<lizione per un'evoluzione favorevole della malattia; in ~ssi il processo ha maggior tendenza a provocare il tessuto fibros<>" e l'asma o l'enfisema, che non la caseificazione.. Un'infeziona sifilitica recente aggrava la prognosi della tubercolosi, ché può assumere un an· damento acuto; una sifilide antica dispone invece alle reazioni ~clerotiche, e la tubercolosi il più. spesso avrà carattere sclerotico più che caseoso. Bernard ncn crede che l'alcoolismo predisponga ad aggravi la tubercolosi polmonare: il parallellismo si spiegherebbe per le deplorevoli condizioni d'igiene e d'alimentazione che porta con sè l'alcoolismo, vero fattore di miseria fisiologica e sociale. Il grave alcoolismo rende più gravi le condizioni del processo tubercolare, ma l'intossicazione alcoolica modica pare ostacoli piuttosto che favori sca Ja riproduzione del bacillo di Koch; Bemard ha spesso veduto la tubercolosi presentarsi negli alcoolisti sotto la forma fibrosa. Un interesse considerevole dal lato pronostico ha la conoscenza di un'affezione anteriore tubercolare; ma è nozione molto difficile ad accertare :in genere si ammette che la tubercolosi si contragga nella prima età, e che solo tardivamente-il più delle volte si manifesti. Certo l'aver sofferto di lupus o di adeniti tubercolari costituisce una delle ragioni di immunità contro la tubercolosi polmonare; però la legge è vera solo se un lungo-. spazio di tempo ha separato l'affezione ganglio· nare dall'infezione polmonare. Circa il valore della cutireazione, Bernard ritiene in tesi generale che le reazioni medie sf hanno nei mala ti che sopportano bene le lesioni spesso avanzate, le reazioni leggere nei tuberco· losi avanzati con lesioni caseose e cattivo stato.


f A.NNO XX,

FASC.

47]

SEZIONE PRATICA

-:generale, reazioni nulle riei casi avanzati della -malattia. Durante una poussée una cutireazione negativa può avere valore pronostico grave, e viceversa; ma accidenti intercorrenti, complicazioni improvvise possono modificare tale valore pronostico. L'analisi dunque dei vari sintomi, lo stato della pressione àel sangue, la tensione arteriosa, una .cutireazione, l'esame del terreno sono buoni elementi per il giudizio pronosti~o.

~a

presenza di questi sintomi. Eliminata ogni altra causa di cistite, si deve ammettere una le• s1one renale, e quasi sempre la tubercolosi renale. L'es~me cistoscopico ed il cateterismo degli ureteri sono indispensabili. Il rene sospetto dà una urina pallida, abbondante. contenente leucociti o ?acilli di Koch, a peso specifico basso, ciò che indica la diminuzione della funzione renale . Occorre poi sapere se la tubercolosi è localizzata ad un solo rene. Alla cistoscopia, generalt . p. mente si vedrà in corrispondenza dell'ori:ficio ureterale del lato malato qualche piccola ulceDiagnosi e terapia della tubercolosi renale. razione, nelle vicinanze un aspetto edematoso Il medico pratico, dice il Pauchet (Le Bulletin· della mucosa, l'ori:ficio beante, scolo di urine torbide. Il cateterismo ureterale è indispensabile: ~ilical, 6 agosto 1913), deve pensare alla tuberfacendo il cateterismo ureterale dopo un'iniezione colosi renale tutte le volte che osservi un solo dei sintomi seguenti: ematuria transitoria, feno- di ~arminio, questo si eliminerà da 10 a 1 5 mimeni di cisti~e (disuria, poilacuria, urine torbide), nuti dal lato sano; dal lato del rene insufficiente l'eliminazione sarà ritardata. Si farà l'esame mi· .albuminuria lieve, dolori renali. croscopico per i leucociti. i cilindri, i bacilli. Si dovranno in questi casi eliminare tutte le Se il rene opposto risulta sano ad oo-ni ricerca altre cause comuni di cistiti: calcoli, blenorragia ,. t o , 1 in ervento chirurgico dev'essere praticato al più ipertrofia prostatica, tumori. La diagnosi sarà poi presto. La nefrectomia si impone. Nel 20 per confermata dal cistoscopio, dal cateterismo urecento dei casi l'uretere è infetto e dev'essere terale, dall'esame istologico, dali'esame batterioestirpato: spesso basta iniettare nel suo lume logico delle urine. dell'alcool assoluto o dell'acido fenico e leaarlo o La tubercolosi renale pnò presentare due forme con ca tgut; la sostanza caustica distrugge e scleanatomo-patologicbe: non ha interesse chirurgico · rotizza l'uretere. la forma miliare, espressione di una infezione baAll'inizio del processo, essendo questo localizcillare generalizzata ; la forma caseosa localizzata zato nel polo superiore, alcuni autori hanno proal rene, a decorso lento, si presta ad un trattaposto 1 la resezione parziale de.I rene: metodo mento chirurgico radicale. molto pericoloso per la frequente presenza di Nell'8o per cento dei casi la tubercolosi renale f?colai microscopici ·disseminati nella porzione è ~nilaterale; nelle at;ttopsie invece il rapporto nmasta del rene. percentuale è invertito, in quanto che il secondo Se il ·cateterismo dimostra la presenza di b~­ rene si è infettato secondariamente. cilli in ambedue i reni, e se il rene che risulta L'infezione bacillare del rene si stabilisce per meno malato è ancora sufficiente, e il paziente è via sanguigna. L'uretere e la vescica si infettano an:cora in condizioni discrete di resistenza, si può secondariamente per le urine. La tubercolosi priestirpare il rene maggiormente infetto. Il rene mitiva della vescica è molto rara: nove volte su residuo si ipertrofizza, e sotto l'influenza della 10 è consecutiva a tubercolosi renale, ed una congestione :fisiologica i rari tubercoli vengono volta a tubercolosi dei testicoli e delle ovaia. distrutti od ·incapsulati. L'inizio della malattia è subdolo. e difficilSe per le cattive condizioni della vescica non si mente si può precisare la data. I sintomi seguenti può praticare il cateterismo degli ureteri , prima appaiono all'improvviso, ed uno solo di essi può della nefrectomia bisognerà accertarsi delle conbastare per la diagnosi: ematuria che dura 2-3 dizioni dei reni mediante due incisioni lombari. giorni, disuria e tenesmo vescicale, poliur~a con I chirargi più autorevoli hanno una mortalità di lieve alb11minuria o lieve piuria, dolori renali. La circa 6 a 7 per cento. Nei tre quarti dei casi, febbre non esisterebbe, finché non si stabilisca gli operati guariscono definitiv amente. Gli altri un'infezione secondaria. Il rene solo di rado è presentano disturbi vescicali, insufficienza renale , aumentato di volume. Se si ritarda l'intervento recidiva della tubercolosi; anche in questi casi, lo stato generale deperisce sempre più, per effetto il miglioramento· notevole e sempre d'una certa del riassorbimento delle tossine e dei dolori ostidurata incoraggia ad intervenire. La guarigione nati che tolgono il sonno, manca l'appetito, viene definitiva potrebbe essere costante, se la diala febbre , ecc. gnosi fo3'>e sempre precoce. La ricerca dei bacilli nelle urine è positiva 4 P. S. voi te su 5. La diagnosi è generalmente facil~ per

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IL POLICLINICO

Emorragia intestinale nella tubercolosi. Piccole quantità di sangue nelle feci dei malati affetti da tubercolosi polmonare non sono rare, ma !'emorragie di una certa entità sono complicazioni rare della malattia; ed è strano il fatto che in individui che hanno od hanno avuto durante il corso della malattia fondamentale quasi costantemente ulcerazioni intestinali le emorragie di una certa entità debbano considerarsi quasi eecezionali. Ciò si spiega colla endoarterite obliterante che accompagna ogni processo di tubercolosi e che si verifica anche nelle forme ulcerative gravi della tubercolosi polmonare che decorrono cronicamente. Il Cruice (Med. Ree., 13 sett. 1913), riferendo quattro casi di emorragie intestinali in tuberc9losi ne riassume la patologia. La causa più frequente di tale complicazione è la meccanica; essa per lo più è dovutg alla rottura dei capillari o dei • piccoli vasi, e all'autopsia non si viene di regola a riscontrare il vasellino rotto. Esiste anche una forma discrasica di emorragia dovuta a diapedesi in seguito alle alterazioni vasali o sanguigne: in questi casi non riscontriamo alcuna alterazione: per lo più si tratta di forme acute di tubercolosi, specialmente la tifo-bacillare ovvero di esacerbazioni di tubercolosi cronica. L'emorragia è preceduta frequentemente da sintomi intestinali più o meno accentuati, quali diarrea od emorragie microscopiche: in alcuni casi manca qualunque sintoma premonitorio. In due casi dell' A. si trattò di emorragie mortali, però i pazienti erano affetti da tubercolosi al· l'ultimo stadio: in una paziente si ebbe pure ematemesi. La temperatura non sempre si abbassa come nel tifo ; si ha però una forte tachicardia che spesso precede l'emorragia. L'emorragia può venire dal colon o dal tenue e ciò si riconosce dal colore del sangue e dall'essere il sangue più o meno m escolato intimamente alle feci. La prognosi, specialmente nei casi avanzati è grave e per lo più l'emorragia è la causa della morte. In rarissimi casi il paziente dopo l'emorragia ha potuto migliorare. La cura da tentarsi è quella di ogni emorragia. P. ALESSANDRINI.

Cura diretta della peritonite tubercolare con la tintura di iodio. L 'Hoffmann nel 1912 ha curato con questo metodo i primi quattro casi di pe~tonite tubercolare. E seguita la laparotomi a e la toilette della sierosa peritoneale, egli ha pennellato con tintura di iodio al 1 0 %, tutta la superficie del peritoneo

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parietale ed intestinale. Ed ha ottenuto la gua rigione in tutti e quattro i casi. Il Falkner (Munchener mediz. Wochensohzift, maggio 1913}, ha applicato lo ste~;so metodo di cura in due casi di tubercolosi peritoneale, uno dei quali era accompagnato da ascite. Nel prime> dei casi curati dal Falkner, si trattava di un ragazzo dt 12 anni, che da parecchie settimane accusava dolori nel quadrante destro dell'addome. Pebbricitava a tipo etico. Ail'esame obiettivo si palpava nella regione ileo-cecale un tumore e si riscontrava la presenza di liquido ascitico. Alla laparotomia, il tumore era costituito dall'epiploon; numerosi noduli miliari erano disseminati su. tutta la sierosa; l'appendice si presentava di aspetto normale. Pennellato il peritoneo con la tintura di iodio al 10 o/o, si suturò senz'altro la. parete. Dopo 20 giorni era scomparsa la febbre, non v'era traccia di versamento ascitico, nè altri segni fisici patologici all'esame obiettivo dell'addome. Dopo un anno le condizioni generali e locali erano ottime; non v'erano disturbi che facessero sospettare l'esistenza di aderenze peritoneali. Secondo .caso. Una ragazza di 12 anni, affetta· da pleurite tubercolare e peritonite con ascite. Fatta la toracentesi, e vuotata l 'ascite mediante la laparotomia, introdusse nella cavità periton~ale una compressa di garza Imbevuta di tintura di iodio e la passò in giro in tutte le direzioni , quindi la ritirò. Nei primi giorni, dopo l'intervento, si ebbe meteorismo leggiero e dolori addominali modici; ma la paziente non tardò ad uscire dall'ospedale, clinicamente guarita, ed in condizioni generali molto migliorate.

p. s.

VA.RIA Le medichesse attraverso la storia. - Prima assai che nel nostro secolo si era permesso alle donne di curare ufficialmente i loro simili. In Grecia non esistevano soltanto levatrici, ma anche medichesse. Galeno parla con stima delle sue colleghe di Roma e principalmente di una dottoressa Antiochia che faceva diagnosi meravigliose e salvava ammalati che i medici avevano spacciato. Parecchie sante furono valenti medichesse. Si cita santa Nicerata che guari san Giovanni Grisostomo da una laringite; santa Teodosia, madre di san Procopio, che era stabilita a R oma. U n gran numero di monache curavano le malattie senza avere il titolo di dottoresse. Ed in molti luoghi anche ora si trovano m onache che posseggono il segreto di farmachi la cui ricetta data da secoli.


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SEZIONE PRATICA

La Germania ha posseduto santa Ildegarda, che fu medichessa e scienziata. Lasciò parecchie opere. Aveva presentito la circolazione del sangue e la t~oria dell'autointossicazione; ammetteva che la follia fosse una infermità e non il risultato dell'inv,a~ione diabolica; scrisse anche sull'epilessia, ecc. In Francia, Abelarda indusse le religiose del Paracleto ad esercitarsi in chimica. E sino al xv11 secolo l'Univ~rsità di Parigi trasmetteva brevetti a medichesse, a chirurghesse, L. P. a farmaci~te.

Le donne In medicina. -

Nel corso di alcune conferenze il prof. Hochenegg, direttore della I cfinica chirurgica dall'Università di "'./ienna, si è dichiarato assai scontento delle donne medichesse. A suo modo di vedere, queste mancano di senno critico, sono superficiali ed affrettate negli esami e nei giudizi, difettano dell'attitudine a trovare una soluzione pronta e ragionevole, non sentono la responsabilità. Per questi motivi egli ritiene che la carriera medica non sia da consigliare alle donne. Ha poi rilevato il fatto che fino ad oggi, mal grado ci siano già tante medichesse sulla superficie del globo, nessuna ha portato un contributo di qualche valore alle nostre conoscenze: la medicina ha continuato a progredire, dttrante gli ultimi 15 anni, grazie al lavoro intenso degli uomini, anche nel campo ginecologico e pediatrico. Naturalmente le a sserzioni di Hochenegg hanno sollevato in tutta l'Austria un turbine di proteste da parté dei dottori del sesso debole, che giustamente fanno osservare come negli ospedali le dottoresse si sobbarchino agli stessi compiti e agli stessi doveri dei loro colleghi maschi e adempiono le stesse mansioni. Esse hanno attinto vari esempi negli altri paesi per comprovare la fallacia dei presupposti di Hochenegg. Tuttavia non sono state in grado di dimoi;trare che il genio femminile abbia ancora impresso una qualche orma nel sapere medico, ciò che giustifica, entro certi limiti, le paro!e amare del valente clinico viennese. R. B. Il movimento suffragista Inglese. - Sir Almroth Wright, lo scienziato di fama • opsonica », '3i è avventurato nell'arena politica: ha pubblicato un libro sul movimento suffragista nel quale proclama l'inferiorità media della donna rispetto all'uomo e sostiene che concedere il voto politico alle donne equivarrebbe a far compiere un passo indietro a tutta l'umanità. Il risultato più ta1:1gibile sarebbe la scomparsa dello spirito militare e delle virtù civiche. Egli dichiara che la donna non è in grado di valutare la superiorità delle questioni sociali e

la subordinazione di queste agli interessi egoistici e di famiglia. A suo modo di vedere, tutto il movimentosuff~agista trae origine da un falso amor proprio offeso delle donne intellettuali. R. B . •

Irritazione telefonica. - Questo stato morbosoè stato diagnostic~to da un medico legale tedesco nelle seguenti circostanze. Un avvocato berlinese venne querelato per ingiurie dall'amministrazione postale e telefonica cittadina. Ciò suona strano alle no'3tre orecchie, poichè nel nostro paese si suol dire a voce e per scritt0> ogni male possibile del servizio postale, di quello telefonico, di quello ferroviario, di quello di nettezza urbana e di tutti gli altri servizi pubblici; e si suole pigliarsela più o meno urbanamente col personale addettovi. Ma non si corre il menomo· rischio che le amministrazioni corrispondenti appioppino tra capo e collo una querela per ingiurie. Unico e benefico risultato è quello di provare un certo sollievo ! L'accusa sp-ecifica mossa all'avvocato di Berlino era ch'egli aveva rivolto alla signorina com· mutatorista le parole di « camella » e di « capra ». Veramente, ci sembra alquanto difficile dimostrare eh~ questi termini sono obbrobriosi e ravvisarvi gli estremi del reato. Il camello è un animale utile, paziente e degno di stima; anche la qualifica di « capra » sfida ogni obbiezione, poichè denota un animale mite e pacifico, salvo in circostanze occasionali, quando esso moc;tra il bisogno prepotente di cozzare. Insomma, quegli appellativi potevano passare per complimenti. Al processo è risultato che l'avvocato vittima. del telefono aveva chiesto nove volte, nella stessa giornata, una stessa comunicazione e che ogni volta la signorina aveva risposto « occupato ». Essendosi rivolto all'ufficio reclami, venne a sapere invece che il filo era stato libero in tutto quel tempo t Da ciò il suo vivace risentimento. Un perito medico nominato d'ufficio dal presidente testificò, dopo esame del soggetto, che questi era molto nervoso e impulsivo e che la vessazione inflittagli dalla signorina gli aveva fatto perdere il dominio di sè stesso. E gli era divenuto Telephon<i:rger, che è quanto dire invelenito contro i telefoni , ciò che attet1uava la sua respon~abilità legale. Su queste conclusioni la Corte inflisse all'imputato un'ammenda di 2 60 marchi, ossia di 335 lire italiane. Dopo tutto, è una discreta sommetta. L'avvocato di Rerlino troverà certo molti simpatizzanti in Italia, tra coloro che sono costretti a servirsi dei telefoni, nei quali l'elemento femR. B. minile fa così cattiva prova.

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IL POLICLINICO ,

CEltrtl BIBLIOORAFICI (No,_ 1i ru1111iscono ehi i Zjbri

1>1r~1nuli

i11 tlMto 11lla R14'J1lo.u

Prof. dott. A. PIPERNO. Frattura delle ossa mascellari e loro cura. Torino, Un. Tip. Editrice Torinese, L. 15, 1913. Anzi tutto è un lavoro riassuntivo completo, nel quale è raccolta ed ordinata con mano maestra la vastissima letteratura intorno alle fratture delle ossa mascellari e loro trattamento. È questo un argomento tra i più importanti della odontoiatria; ed è inoltre il più delicato, se si pensi al dualismo che fino agli ultimi tempi ha diviso chirurgi ed odontoiatri. È il capitolo nel quale l'odontoiàtra non può soltanto affermarsi, ma dev'essere specialmente chirurgo. Ali' A. non mancano n è le une nè le altre qualità: perciò ba fatto opera serena e compiuta. È un capitolo cli patologia chirurgica, in fondo, -quello che l' A. compila e tratta con tanta perizia; ma non vi manca la parte originale, sia per ciò che riguarda le peculiarità anatomo-fisiologiche e l'interpretazione del meccanismo dell'apparec.. chio dentario nell'uomo, sia per ciò che riguarda l'uso e le modificazioni dall' A. apportate ai metodi ortodontoia trici nel trattamento delle fratture del mascellare inferiore. Numerose tavole e ben riuscite completano il lavoro: alcune riprodotte, molte originali: tutte ·Chiaramente esplica tive. Se il libro è più proprio agli specialisti odontoiatri, non è meno utile ai medici pratici, per la chiarezza e la semplicità degli insegnamenti che ne derivano. T. FERREttI. ,

.Prof. A. CHIAvARo. Ricettario odontoiatrico, con prefazione del prof. G. GAGLIO. Napoli, L. 25 (in vendita presso E. Rampichini, via N azionale, 40, Roma ). tCome dice il prof. Gaglio nella succinta ammirevole prefazione, i denti debbono essere la forza e la bellezza della bocca. A questo scopo, degno dell'opera di un valoroso scienziato, il prof. Chiavaro nel suo libro, modestamente intitolato « Ricettario odoutoiatrico », ha combattuto, si può dire, una nobile battaglia contro l'incuria abituale del volgo, che cosi raramente sa apprezzare il valore reale ed ideale dei migliori doni ricevuti da natura . Ed aggiungiamo che tale battaglia il prof. Chiavaro avrà sicuramente vinta, quando medici pratici e studiosi specialisti si saranno forni ti di guesto suo lavoro . • Nel quale lavoro è più ampiamente trattata la parte utile al medico pratico, dalla nozione chiara .di patologia, alla prescrizione terapeutica formu-

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lata nella ricetta, che di quelle nozioni è il compendio, ed è la sintesi sempre della vasta esperienza dell'autore. E di ricette il libro è ricchissimo: ne contiene oltre un migliaio, ordinate in un centinaio di ca· pitoli: alcune classiche e tratte da libri e periodici, altre originali inedite, prodotto diretto della dottrina e dell'esperienza dell'autore. Non esisteva ancora un ricettario odontoiatrico ' completo: il prof. Chiavato ha colmato la lacuna nella maniera più lodevole. Ma, come la sua fama esigeva, non ci ba dato uno dei tanti for· mulari, irti di ricette come i roveti sono irti di spine. Alla formula, alla ricetta egli è pervenuto come per sintesi delle nozioni di patologia e di clinica ampiamente esposte e con ordine impeccabile in ogni capitolo. Auguriamo a questa pubblicazione tutta ia fortuna che merita.

T. FERRETTI. P.

Formulario terapeutico ragionato delle malattie della bocca e del denti. Casa editrice Vittorio Idelson., Napoli, 1913. Lire 4.50. Questo formulario ha, secondo le intenzioni del1'A., lo scopo unico di presentare nella maniera più succinta possibile, una descrizione sommaria delle malattie di tutti gli organi della bocca, indicandone, oltre alla cura, le complicanze e le derivazioni. La lunga esperienza professionale e didattica dello Scervini conferiscono al vol11metto uno speciale valore per il medico esercente e per lo studente: veramente parco e giudizioso nell'esposi· zione della parte fisiopatologica, egli detta una serie di buone . ricette, che troppo spesso dal pubblico sono richieste al medico . t. p. SCERVINI. -

R. IMHOFER. Dle Ermiidungen der Stimme. Wurzbnrg, C. Kabitzsch, 1913. Mk. 5· Un libro sulla fonasterica oltre che ad interessare i laringoiatri, deve destare l' attenzione di ogni medico che deve conoscere e diffondere tra i maestri, artisti di teatro e predicatori, gli elementi di una buona igiene della parola. La monografia dell 'Imbofer tratta la questione della fonastenia sotto tutti i punti di vista; cosi è svolta ampiamente la parte storica dell'argomento, poi egli viene a trattare le forme cliniche e l'essenza della malattia colle sue cause e~ dopo aver discussi i criteri diagnostici e prognostici, dà un ampio svolgimento alla profilassi. Il lavoro è arricchito da una abbondante raccolta bibliografica. P. A.

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SEZIONE PRATICA

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NELLA vrTA PROFES ·SIONALE~ · ..

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Il "ollegio-convitto di Perugia per gli orfani dei sanitari. •

Le condizioni del Collegio.convitto per gli orfani dei sanitari italiani in Perugia sono in questi ultimi tempi di molto migliorate. Ciò si rileva da1 verbale dell'adunanza del Consiglio d'amministrazione che ebbe luogo il mese scorso e nel quale venne presentato il bilancio preventivo per l'anno 1914. ·Il presidente, il solerte prof. Simonetta che dedica tutta la sua attività 'al buon andamento dell'istituto, si disse lieto di poter informare il Consiglio che la riscossione dei contributi è ora assai migliorata; è cessata la dolorosa con· dizione d'essere in di--;imborso col tesoriere (Banca P<?polare) e gli incassi sono stati nei mesi di agosto e di settembre così importanti -da far scendere a 73,877.18 lire la somma totale dei residui complessivi i quali al 31 luglio ·s ommavano a 117,682. 05 lire. Questo è frutto dell'azione vigilante, che il Ministero dell'interno esercita a favore di qt1ella ·Opera Pia. Il lavoro, che si compie in quel dicastero, resta ignorato da tutti, ma è minu· zioso e continuo perchè, fin tanto ch·e il regolamento per 1,applicazione della legge 2 lu· ~glio 19II, non ·avrà 4isèiplinato tutta la materia, ed anzi nell'intento di organizzare meglio 'che sia possibile il servizio (specialmente per _quanto · r-i guarda l'anticipazi9ne ~elle quote. d~· vute· d·a sanitarii impiegati nalle diverse Ammi.nistrazioni dello Stato}, il Ministero stesso ha avocato a sè tutte le pratiche relative. Per ·a vere· un'idea . del numero di esse, basterà calcolare che sono, per ciascuna delle 69 provincìe, altrettante quante le Amministrazioni.centrali, che stipendiano sanitari, cioè die~i. Oltre a questo gravosissimo lavoro il Minisrero ha energicamente richiamato le Prefetture inadempienti al dovere di compilare gli elenchi dei contribuenti da trasmettere alla amministrazione del Collegio-couvitt.o . Prima della nuova legge era accaduto che sei Prefetture, le quali, sino dal novembre 1910 avrebbero dovuto cominciare con la rata di aprile, non avevano inviato gli elenchi, ed altre tre Prefetture avevano bensì inviato gJi elenchi, ma anche in queste provincie la riscossione non era incominI

ciata. Oggi invece è una sola la Prefettura che non ha mandato l'elenco e, per di più,' in quella provincia risulta che la riscossione è iniziata. È avvenuto adunque quello che fatalmente può ve-. rificarsi cioè un sovraccarico di lavoro negli uffici della Prefettura, per modo che evidentemente si è preferito dare tutte · le disposizioni necessarie per l'esecutorietà dei diversi ruoli, rimettendo a maggiore agio la trascri· zione dell'elenco da spedirsi alla amministrazione, la quale .ha certamente maggiore interesse a veder svolgersi la riscossione di quello . che a possedere un elenco infruttifero. I convenuti si compiacquero molto delle informazioni fornite dal presidente dalle quali risulta lo stato florido attuale del Collegioconvitto. Il presidente infonnò poi che per cessata. assistenza, sono rimasti scoperti 5 posti nell'a sezione maschile del Convitto e 4 nella femminile e 9 b~rse di studio. I convenuti hanno esaminato .le domande. di assistenza e le proposte formulate dalla Giunta e procedendo al coordinamento di esse deliberarono di coprire tutti i posti rimasti liberi nelle due sezioni del Convitto, di assegnare 2 rette ad altri Convitti e di conferire ro borse e ro sussidi straordinari. Da questo emerge che vengono aumentate 2 rette in altri Convitti e I borsa di studio. Cosi che complessivamente, nel 1913-914 saranno assistiti: in Convitto a Perugia ma· schi 53 e femmine 23; in altri Convitti maschi 6 e femmine 6; con borse di studio maschi 70 e femmine 30; con sussidi maschi 13, femmine 5 e famiglie 4; e, oltre · a queste 210 a~istenze, vi saranno, a carico della Gestione speciale per gli or/ani di vittime .del terremoto del 28 dicembre 1908, queste altre 19: In Convitto a Perugia: maschi 9, femmine 3; con borse di studio: maschi 4; con tSussidii: maschi 2, femmine I. Dati ai convenuti tali schiarimenti, venne messo in votazione il bilancio consuntivo che fu approvato all'unanimità e presentato il preventivo pel 19r4 che ha totale di entrate di lire 188,781 pareggiato da un identico totale di uscite con una eccedenza a fon do di tiserva di lire r,200.

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Merita ampia lode il Consiglio di ammini· stiazione che seppe risollevare a uno stato di vera floridezza le condizioni del Collegio-convitto cli.e sta t anto a cuore di tutti i sanitari d' I talla e che p areva fosse per cadere sotto i colpi di una crisi economica che da parecchio tempo lo travagliava. Il 1° Congresso Nazionale degli Ordini dei Medici. In seguito al risultato di un ireferen dnm fra gli Ordini dei ME7dici circa la data del 1 ° Congresso N azionals degli' Ordini dei Medici, la Presidenza della Federazione lo ha fissato in Roma per i giorni 20 e 2 1 dicembre p . v. Pubblicheremo n ei prossimo fascicolo la circolare all'uopo spedita a tutti gli Ordini dei Medici. L 'agitazione dei medi ci ospedalieri di Roma. La sera del 16 corrente s, è riunita nuovamente nell'ai:ifiteatro dell'ospedale di San Giacomo la Sezione romana dell, Associazione nazionale fra i medici ospedalieri. Nell'assenza del prof. Giannelli , l'assemblea, n11merosissima per il grande concorso di primari, aiuti e assistenti, fu presieduta dal prof. Min• • • gazz1n1. Il prof. Bastianelli , presidente della Sezione, riferi circa il colloquio che la Commissione ali 'uopo nominata aveva avuto con il comm. Gajeri sulle varie questioni che prese11temente agitano la classe dei medici ospedalieri e riferi che la Commissione si era potuta accordare su molte delle questioni discusse, quali quelle dei trasferimenti amministrativi, quella delle visite fiscali, quella dell'assistenza sanitaria per i medici che eventualmente si ammalassero, quella dell' alloggio dei medici negli ospedali e quella del riposo settimanale, tutte questioni nelle quali il commendatore Gajeri ha riconosciuto i diritti dei medici e che, una volta ormai stabilite in linea generale, saranno definite nei loro particolari di comune accordo fra l'Associazione, il Consiglio dei direttori e il R. Commissario. Quanto alla questione del concorso per chi· rurgo aiuto e alla relati va tassa il presidente riferì il progetto di transazione proposto dal com mendatore Gaj eri , per il quale progetto la tassa imposta da 200 lire sarebbe stata ridotta a 10 o I 5 lire per concorrente. L'assemblea si mostrò molto soddisfatta e approvò all'unanimità l'opera svolta dal Consiglio direttivo e dalla Commissione. Riguardo alla transazione prorJosta dal R. Commissario, stabili di rifiutarla, come pure respinse la proposta di fornire al Commissario i fondi richiesti prelevandoli

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su quelli sociali, dovendo i medici fare una questione di diritto circa l'itn posizione della tassa e non di finanza sull'entità di essa; quindi non ess endo potuti intervenire alcuni dei concorrenti al suddetto concorso ritenne opportuno non prendere alcuna deliberazione definitiva in merito alla questione e fu votato il seguente ordine del • giorno: «L'assemblea mentre approva l'operato della Presidenza, ringrazia il R. Commissario della tyansazione, non la accetta, e passa all'ordine del • giorno». ..

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Intorno alle agitazioni dei medici ospitalieri di Roma il dott. Ballerini. presidente del Consiglio dell'Ordine dei medici, ha avuto un lungo collohuio con il R . Commissario degli ospedali commendatore· Gajeri. . Intorno al caso della punizione del prof. Dalla Vedova, chirurgo primario nell'ospedale di San Giacomo, il Consiglio dell'Ordine ha incaricato delle necessarie indagini una Commissione com~ posta del presidente dell'Ordine dott. E. Ballerini, òei Cl)nsiglieri dottori U . Mariotti e A. Garofalo, del prof. Sante De Sanctis e del dottore Francesco Della \ 7alle, tenente-colonnello medico del regio esercì to.

RISPOSTB A QUESITI E A DOMANDE. (4128) Dimissioni - T ermini - Pagam ento di

stipendi . - Il Dott. S. S. da P. chiede conoscere se, in caso di dimissioni, sia sufficiente il t ermine di giorni 16 per preavviso al Comune, acciò possa provvedersi di altro sanitario e se ed a chi si debba ricorrere per ottenere il pagamento dello stipendio ingiustificatamente non corrispostogli durante i mesi di giugno a dicembre 1912 . In caso di dimissioni il preavviso deve esseclato n el periodo di tempo prima che viene fi!sato nel capitolato o nella deliberazione di no· mina. In caso di silenzio nell'uno e nell'altro documento, si deve aver riguardo alle consuetudini locali ed, infine, a quel t empo che equamente necessita per la ricerca di un nuovo ~a­ nitario, sia pure interino. Ora a noi sembra che nella maggior parte dei casi difficilmente si possa entro quindici o sedici giorni contrattare con un nuovo medico, specie se, per mancanza di elementi locali, sia forestiero. La consiglieremmo, quindi, di non insistere nell'impug nare il provvedimento del consorzio con cui si pone a suo carico l 'onere della supplenza per un mese. Circa lo stipendio, in vista del rifiuto dello esattore, potrebbe bene citare il con-


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sorzio dinanzi l'ordinaria autorità giudiziaria. Nell'atto introduttivo del giudizio potrà fare anche menzione degli interessi legali sulle somme che Le sono dovute. (4129) Certificati d'infortunio. Il Dottor G. D. da S. desidera conoscere da chi deve farsi pagare i certificati d'infortunio rilasciati agli operai del gas, se, cioè, dal Municipio che gli affidò quell'incarico o dalla Cassa Nazionale degli iniortunii. Il pagamento dei certificati che si rilasciano dai sanitarii in caso di infortunio, è regolato dallo articolo 149 del regolamento approvato con R. Decreto 13 marzo 1904, n. 141, secondo cui quello del primo certificato, che si unisce alla denunzia dell'infortunio, è a carico del capo <' esercente della impresa, e quello del definitivo è a carico dell'istituto assicuratore. I certificati intermedii, constatanti il decorso della infermità sono rilasciati gratuitamente dal medico condotto, se l'infortunato abbia diritto alla cura ~ assistenza sanitaria gratuita. (4130) Vaccinazione - Rilascio certificati relativi. - Il Dott. P. A. da V. M. chiede conoscere se il medico co11dotto può rilasciare certificati di vaccinaiìone quando nel Comune vi è 1'ufficiale sanitario; se il detto medico condotto possa in detti certificati firmare per l'ufficiale sanitario, e se per reprimere l'abuso si possa denunziare il fatto all'autorità giudiziaria Al medico condotto non compete, neanche a seguito di delegazione, rilasciare certificati di vaccinazione., Il rilascio di detti certificati compete esclusivamente all ~ufficiale sanitario e senza spesa a carico dei richiedenti. Anzi eh è de nunziare il fatto all'autorità giudiziaria, sarebbe miglior partito fare dal Sindaco richiamare i medici condotti alla esatta e scrupolosa osservanza del disposto dello articolo 22 del Regolamento 29 marzo 1892. (4131) Capitolato niedico - Annullamento. Il Dott. Abbonato N . 6915 chiede conoscere se sia possibile, come pare sostenga 1'Amministrazione comunale, ottenere l'annullamento di un capitolato per condotta a cura piena che imponga al titolare l'obbligo di prestare la propri 3 assistenza ai soli abitanti del centro ed a quel· li sparsi entro un raggio di 600 metri, e ciò peYchè la imposta limitazione contrarierebbe alla speciale indole della condotta piena. La limitazione imposta al capitolato non contraria 1'indole della condotta piena perchè il C0· mune avrebbe potuto e dovt1to provvedere altri· menti alla assistenza di coloro che domiciliano oltre il raggio di 600 metri dal centro. Ora il vagheggiato annullamento è impossibile perchè s1 violerebbero i diritti acquisiti dal sanitario, cl1e

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è già stabile. L'intervento di ufficio del Gover · no del Re si rende necessario solo qu::indo con deliberazioni comunali si violano o conculca110 • dìsposizioni di indole e di interesse generale . ma non già quando, come nel caso, si intend~ ritornare, per modificarlo, su di un capitolato che· vige da ben dieci anni. Se il Comune in · tendesse poi commetterle il servizio per l'intero territorio dovrebbe aumentarle congruament<" ~'assegno .,~d in mancan.Za. avrebbe pur Ella sempre il diritto di ottenere l'a11mento di ufficio dalla G. P. A . ai sensi dell'articolo 26 del testo unico. (4133) Visita degli animali da macello. Il Dott. Abbonato N. 8750 chiede conoscere se prestando come interino servizio in una frazione, ove esiste veterinario comunale ed ufficiale sanitario sia obbligato a visitare gratuitamente gli animali da macello. Quando nel Comune o frazione di Comune esiste il veterinario comunale, il medico condotto, sia anche interino, non è obbligato ad eseguire gratuitamente la visita deg·li animali da macello. (4134) Omicidio colposo ~ Visita carni da macello. - Il Dott. Abbonato N. 9014 desidera conoscere se sia passibile di pena chi invitate dalla levatrice a provvedere in caso di parto ~ l sollecito 1ntervento chirurgico, per odio contro il medico locale, invita altro forestiere che giunge quando non si può fare a meno di eseguire la embriotomia, e se coloro che macellano nel proprio domicilio animali suini od ovini debbano pagare la relativa visita sanitaria. Crediamo che nel fatto del rifiuto del medico loca] e in caso di massima urgenza, per sempli · ce personale animosità si possa ravvisare l'impruàenza, che, a norma dello articolo 371 del Codice penale, costituisce il reato colposo. Qual~ siasi persona può del fatto rendere consapevole l'autorità giudiziaria. La visita è fatta grafuitamente. Deve però l'Amministrazione comunale reprimere l'abuso impedendo che le carni sieno macellate in locale diverso dal macello. (4136) . Pensioni. - Al Dott. S. G. da A. rispondiamo che al 31 dicembre prossimo liquiderà come annua pensione la somma di lire 1462.32. Con 60 anni di età e 29 di servizio, liquiderà invece la pensione di annue lire 1624.42. Al Dottor 4137) Certificati - Pagamento. N. S. da S. P. B. che ci interpella analogamente ris pondiamo che il certificato di vaccinazione per uso scolastico è rilas ciato gratuitamente dall't1:fficiale sa11itario, quello di sana costittt• zione per concorsi ed altro è rilasciato a pag amento da qualsiasi medico esercente, tranne ch e per coloro che risultano poveri, quello p er tra-

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sporto di carne macellata è rilasciato a paga«Jondotte e «Joneorsi. mento dall '11fficiale sanitario o veterinario Ct>munale, quello pel trasporto di animali è rila~LESSAND~IA.-:- Due COf:ldotte: L. 1500 pei poven; aumenti qu1nquennal1 fino a L. 1950; L. 100 sc;ato gratuitamente dal veterinario, e quello p~r s~pplenza. Scad. 30 nov. Serv:zio entro 15 pel l avoro delle donne e dei fanciulli è rilascia. g1orn1. Ab. 1600 e 4000; fam. povere circa 40 e 86. to senza spesa a catjco degli interessati da parAMATRICE (A quila). - . Due condotte a cura te dell'ufficiale sanitario. piena. Vedi fase. 46. Sc-ad. un mese dal 10 nov. La compilazione delle cartelle biografiche dei * BEH.GAMASCO (Alessanàt'ia). - Condotta, lire pregiudicati compete all'autorità locale di P. -... 1200 lorde, in corso d'approvazione. Scad. 29 nov . e non al personale sanitario. In mancanza del veterinario compete all'ufficiale sànitario di eBONANNARO (Sassari). - Condotto del Consorseg·uire senza spesa la visita delle carni macelzio con Borutta; L. 2750 e L. 300 U. S., obbl. tenuta a. f. Rivolgersi al Presidente del Consorzio. late al mattatoio comunale~ BORGOFRANCO sul Po (Manto11a). -Medico per (4138) Ammissioni di i1iferm,i nell1 0.spedale - Documenti. - Il Dott. G. C. da M. desidera la generalità; L. 4300 lorde, aument., L, loo quale U . S. e L. 600 per cavale. Scad . 25 nov. conoscere se si abbia il diritto di richiedere alle CANALE (Cuneo l. - Uno dei 2 posti di medico gravide che si presentano per essere ricoverate condotto pei poveri e pel servizio necroscopico ; nell'ospedale il certificato di stato civile; e se L. 800; assunz. 15 gennaio. Scad. 30 nov. pel ricovero degli infermi poveri si · possa, olCAPOTERP.A (Caglia'Yi). - Condotto; L. 3000 tre il certificato di povertà del Sindaco, richienette e I,. 200 per l'a. f. Scad. 30 ~ovembre. dere anche la prova della di lui inclusione nello CASTELBELLINO (Ancona). I A tutto il 31 òielenco dei poveri. cembre condotta semi-residenziale: L . 3000 cura Per la ricezione degli infermi poveri _n ell'opoveri, L . 500 semi-abbienti ; L. lOO quale U, S .; L. 500 per mezzi di trasporto, lorde; tre sessenni. spedale ~ delle gravide non si possono richieServizio entro 15 giorni. Popolaz. inferiore a 1500 dere doc11menti maggiori e diversi da que:lli inabitanti. dicati nel relativo statuto o regolamento interCERES (Tor ino). - C0ndotto; L. 2000 e L . 200 RO . Col richiedere altri documenti potrebberf> d'indennità d 'alloggio. Scad. 10 dicembre. essere esclusi taluni che altrimenti vi avrebbeCHERASCO (Cuneo) . - Condotta per i poveri ro diritto, e ciò con evidente darino degli inte,. della 3'" sezione; L. 1000 e 4 sessenni. Scad. 30 nov. ressati e con violazione delle norme statutarie 0 CINIGIANO (Grosseto). - Condotti pel capoluogo 1 egolamentari v igenti. e le ftaz. Monticello e Sasso d'Ombrone, per la generalità; L. 4000 per ciascuna delle fraz. , L. 3800 pe! capoluogo. Scad. 12 dicembre. COMO. Dep ~"' f azione provincia te. - Medico diret· Nomine, promozioni e onorifieenze. tore del Manicomio; L. 6000 lorde rlell'imposta di R. M., alloggio vuoto per sè e famiglia, illum. e BOLOGNA. - Il dott. Longo Carlo è promossò riscald.; tre sessenni. -Titoli scientifici e pratici. aiuto in patologia medica; il dott. Scagliarini Gino Docum. alla Segreteria non oltre le · ore 16 del 15 è nominato assistente in sua vece. dicen1bre. FIRENZE. - Il dott. Cac;agli F rancesco è abiCREMONA. - Conc;orzio Formigara-Gombito, a 1itato alla libera c1ocenza in patologia chirurgica. tutto il 25 nov. R esidenziale. Ab. 27,.,4. Stipendio 1 I dottori \ altancoli Giovanni e Berti Giuseppe L. 5000 finò a 1500 poveri, più L. loo per ogni s~no nominati assistenti in clinica medica. 200 poveri di più dei 1500. Due aumenti sessenPALERMO. - Il dott. D entici Salvatore è no- nali . Indennità L. 800 cavalcatura obbligatoria. Tutti gli emolumenti liberi da R . M. n1inato assistente in anatomia umana. FILOTTRA.i.~O (Ancona). ~Iedico della l '\ con· ROMA. - Il dott . Garibaldi Giuseppe è prodotta (S toraco) ; L. 4050 lorde; abit. 2900 circa, n1osso aiuto in ~linica dermosifilopatica. cura piena, obbl. cavale. Scad. 5 dicembre. PISA. - Il dott. Pirani Coen Renato è abilitato FIRENZE. R. A'l'cispedate di San ta Maria Nuoalla libera docenza in clinica ostetrica e ginecova. - Due medici assistenti , nomina biennale, logica. conferma biennale; L. 120o con ritenuta di R. M. SIENA. - Sono abilitati alla libera docenza i Età m assima 28 anni. Scad. ore 17 del 4 dic. dott ori: Brunacci Bruno in fisiologia sp erimentale , GIAVENO (To-rino). - Una delle tre condotte; Chiarugi Mario in clinica chirurgica e medicina pei poveri L. 550; servizio necroscopico L. 425: ooeratoria. ... vaccinazioni pubbliche L. 175· Scad. 27 nov . BERLINO. - Il prof. Loeffier, direttore dell'istiIMOLA Congt'egaziotie di Carità. Concorso tuto d'igiene di Gr eifswald , è succeduto al prof. Gaffky nella direzione dell'istituto per le malat- per titoli a medico assistente dell'Ospedale di S. Maria della Scaletta. Stipendio L. 1620 lorde, tie infettive. Gaffky e Loeffler ~ono stati tra gli allievi più alloggio nell'Istituto e vitto nei giorni di guardia. reputati di R. Koch. Scad. 25 dic . 1

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fANNO XX,

FASC. 47J

SEZIONE PRATICA

LAVONE (Bfescia). - Prorogato il concorso al 31 dicembre. Lorurro. Ospedale det P. Istituto della S. Casa. --:- Cercasi po~sibilmente per il primo prossimo dicembre a_s~istente medico-chirurgo. Stipendio L. 200 mens1l1 lorde r. m. Camera, caffè al mattino termosifone, luce elettrica. Rivolgersi al direttore: !doNTECATINI V AI, DI CECINA (Pisa). -- Concorso per la cond0tta pel Castello di Querceto~ Sassa. L. 3450, lorde, compreso cavalcatura. Scad. 30 nov. MONTgCCHIO PRECALCINO ( Vicenzà). - Medico; L. 3000, L. 500 per obbl. cavale .. L. 150 quale U. S. , ed altri incerti in circa L. 200. Scad. 30 nov. . *MONTE URANO (Ascoli Piceno). - Il con~orso alla condotta viene nuovamente prorogato a tutto iJ giorno 30 novembre . Rimangono ferme nel resto le altre condizioni tutte. NAPOLI. - Concorso per titoli e per prove a 12 posti di sani tari addetti al servj zio di vigilanza sugli alimenti, bevande, igiene abitati ed industrie, I,. 2400 ciascuno. Otto posti sono riservati e laureati in zooiatria e 4 a laurea ti che abbiano compiuto studi di chimica bromatologica e sostenuti i relativi esami. Per schiarimenti rivolgersi all'Ufficio municipale d'igiene . Scad. 15 dic. PERETO (Aquila). - Il concorso per la nomina del medico condotto è prorogato a tutto il 3 r di· cembre 1913. Stipendio lire 4000 con eventuale maggiore assegno di lire 5 0 0 Per maggiori informazioni rivolgersi al sindaco. . PERUGIA. Universiià Jibera. - Cattedra speciale di chirurgia dimostrativa e clinica generale , semeiotica e medicina operatoria; vedi fase. 39. Scadenza 4 gennaio. ' PETTINEO (Messin a) . - Condotto; L. 2800 nette, non più di 40 anni, s. eccezioni regolamentari, 2 anni servizio ospedali o condotte. Abitanti 2976. Scadenza 30 novembre. • QUISTELLO (Mantova ). · - Tre condotte piene per le frazioni; L . 3000 lorde e tre sesseni: L. 6oo per carrozza e cavallo obbligatori; all'uft. san. L . 1300. Scad. un mese dal 14 nov. ROMA. M itiistet'O di.-! la I s t,.uzione pubblica. Straordinari di patologia generale nella R. Universìtà di Cagliari; di medicina legale nella R. Università di Pisa; di clinica ostetrica e ginecologica nella R . Università di Sassari. Scad. 9 dic. Ro~A . Pio Istituto dt: 5 . Spirito ed Ospedali Yiu· niti. - Dieci chirurghi aiuti. Vedi fase. 43. Scadenza ore 16 del 2 dicembre. STELLA (Genova). - Medico àelia fraz. San Martino; L. 3000, aument. per sess. Scad. 30 nov. TORTONA (A lessandria). - Medico-chirurgo assistente dell'ospedale; L . 1098, lorde, camera, percentuale atti operativi abbienti e L. 300 annue per indennità guardia notturna, non più di 35 anni. Scad. 30 nov. \ 7AILATE (Ct'emona). Medico cbir. residenziale; L. 3500 al netto di R. M., due sessenni. Ab. 3450 dei quali circa 3100 considerati poveri. Non obbligo mezzo di trasp. Incarico lJ. S. e direzione ospedale Caimi. Il territorio com. è considerato zona malarica . Assunz. posto entro 15 giorni. Scad. 30 nov. VENEZIA. Ospedale Ci.vile. - Medico chirurgo assistente di 2a. classe ; L. 1200 elevabili a L. 16oo col 1914; non più di 32 anni al 20 nov. Chirurgo

assistente di I a classe; L. 1500 elevabili c. s. a L. 1700. Assistente di 1a classe L. 1500 elevabili c. s. a L. 1700. Non più di 35 anni ed alloggio nell'Istituto per questi 2 posti. Salvo approvazione autorità. Esami. Rivolgersi al Protocollo dell'Ospedale. Scad. 29 nov. VICENZA Ospitale Civile. - Medico chirurgo secondario. Scad. ore 16 del 3 dicembre. Nomina e conferma biennali. Assunzione dell'ufficio entro 5 giorni dalla partecip. di nom. L. 1700 lorde, alloggio, nei giorni di guardia, vitto e indennità di L. 4. Iscri~ione a un Ordine. VIETRI SUL MARE (Salerno). - Condotta pei p overi delle fraz. Dragonea e Benincasa; L . 1500 lord.e , abit. 1418; laurea da 4 anni; non piùdi40 anni. Giovane medico disposto assumere interinato pel mese di dicembre p. v. Scrivere offerte det· tagliate: Fides. Posta restante. Collecorvino (Provincia di Teramo;. Cerca~i interino per un Comune d ell'Italia centrale . Condotta comoda a km. 100 da Roma sulla Roma-Sulmona. Per condizioni e schiarimenti rivolgersi al dott. Giovanni Di Cola in I,oreo (Rovigo). Cercasi interino, che possa impegnarsi per quattro mesi, per condotta dell'alto Abruzzo. 8tipendio lire cinauecento m ensili nette. .P er informazioni scrivere· al dott. A . P altrinieri , Ospedale S. Gal · licano, Roma. Cercasi interino per ~1onteflavio (Roma) dal 1° dicembre prossimo. Stip. L. 300 mensili nette di ogni ritenuta, per il servizio medico ·chirurgico, uft. sanit. e gestione armadio farmaceutico. Durata circa mesi quattro. Per informazioni , scrivere al Sindaco. Sono segna ti con un asterisco • i concorsi che ci risultano dif· fida ti dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con due asterhchl •• l concorsi che cl risultano boicottati dalla Federazione delle Assodasionl Sanltarte Italiane.

Diffide e boii;ottag5i: Nuove diffide sanzionate: Cerreto Guidi (Firenze), Corvino San Quirico e uniti [diffida preventiva] e Cozzo Lomellina (Pavia), Montecompatri (Roma), Pesaro a chirurgo primario dell'Ospedale [dall' A. N . M. O.], Sarteano (Siena), Introbbio e uniti (Lecco). Revoca di diffide: Ficulle (Perugia), Sala Bo· lognese (Bolognat, Macugnaga (Novara) : Revoca di boicottaggio: Mezzanino (Pavia). Ci si comunica: « Leggo nell'ultimo numero del giornale, fra le condotte e concorsi, la condotta di Giaveno. Ora siccome tale condotta è stata diffidata dalla locale Sezione Valsusina dell 'A. N. M C. (come risulta dall'avviso pubblicato dalla G<Jzzetta del Popolo di Torino del giorno 13 c . m .), come Loro abbonato mi permetto di avvertirli di ciò, onde nel prossimo numero risulti che tale condotta è diffidata, per l'esiguo stipendio. Scusino il disturbo e con cordiali saluti Dev.mo dott. Paolo Pogolotti, Giaveno ». R. Unive,-sità. - Concorso a sei premi Rolli di lire 1000 ciascuno, da assegnare uno per ciascuno dei sei anni di studio della faco1tà medico-chirurgica. Documenti al Rettore non più tardi delle ore 1 2 del 10 dic. Prove scritte, orali e pratiche. ROMA.

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IL POLICLINICO

(ANNO X.X, FASC. 47)

NOTIZIE DIVERSE . XXIII Congresso di Medielna interna. L'annuale riunione della Società italiana di medicina interna, che doveva aver luogo ·nell'ottobre di quest'anno a Tripoli, fu dovuta riman· da~e per la coincidenza del periodo elettorale ed avrà luogo a Roma, dal 20 al 23 del prossimo dicembre, sotto la presidenza del professore Baccelli. Per incarico del Consiglio direttivo, riferiranno: il prof. d'Amato di Napoli sulla calcolosi epatica, il prof. Gnudi di Bologna ed il prof. Cesa-Bian. chi di Milano sulla sifilide del cuore, il prof. Moreschi di Pavia e il prof. Silvestrini di Perugia sulla vaccinazione antitifica. Il Consiglio direttivo ha inoltre richiamata l'attenzione dei congressisti sopra i seguenti soggetti di studio. affinchè su di essi venga portata una larga messe di contributi e di ricerche originali: a) Nevrastenia e isteria; b) Anomalie di sviluppo in rapporto alla patogenesi e alla clinica; e) Le~ioni non tubercolari dell'apice e dell'ilo polmonare. Al Congresso possono intervenire i soci della Società di medicina interna e tutti i medici italiani che inviino al prof. Giulio Galli della Clinica medica di Roma la quota di iscrizione in lire dieci. Hanno già comunicata la loro p artecipazione ai lavori del Congresso tutte le cliniche ed i principali ospedali italiani , e molti medici pratici hanno già annunciate le loro comunicazioni, cosicchè è da ritenersi che la riunione assumerà particolare importanza, anche per l'interesse che presentano i temi generali proposti La Federazione Nazionale fra le associazioni del personale addetto alla vigilanza igienica indice un Congresso nazionale a Roma dal 7 al 9 dicembre nella sede dell'Ordine dei Medici (piazza Foro Traiano, l). Presidente della Federazione è il prof. T . Gualdi. direttore dell'Ufficio d igiene di Roma. Per schiarimenti <lirigersi fino al 6 dicembre al segretario federale dott. G. Palomba (Roma, via Marche 72, int. l . telef. 67-39). Nei giorni 7·8-9 dicembre la Segreteria federale risiederà nei locali del Congresso. Riportiamo il programma dei lavori : 7 dicembre , Congresso degli Ufficiali sanitari capi di uffici d'igiene; Assemblea generale della Federazione - 8 dicembre ore 15: Riunione preliiminare del Consiglio federale; ore 15 11z: Inaugurazione dell'assemblea: r. Verifica dei poteri; 2. Elezione della presidenza dell'assemblea: 3. Relazione morale (prof. Gualdi); 4. Relazione finanziaria (dott. Palomba ): a) bilancio consuntivo al 31 ottobre 1913. b) bilancio preventivo anno i914; 5. Nomina di due revisori dei conti; 6. Statuto e regolamento federale; 9 dicembre ore 9: 1. Costituzi0ne degli uffici d'igiene; 2. Uffici veterinari comunali; 3. Posizione giuridico economica del personale tecnico addetto ai servizi di vigilanza igienica negli ufuci d'igiene ed istituti an· nessi; 4 . Ufficiali sanitari liberi esercenti (posizione giuridico economica, azione di classe); 5. Ufficiali sanitari medici conàotti (posizione giuridico-economica. azione di classe); 6. Medici fiducia1i Istituto Nazionale d'Assicurazione; ore 15. (34) 1

Riunione del nuovo Consiglio federale per l'elezione del presidente e del segretario; ore 15 lft: r. Proclamazione del nuovo Consiglio federale; 2. Relazione <lei revisori dei conti; 3. Congresso· J914 (data, sede, temi, relatori); ore 16 lJ>: Insegnamento dell'i~iene nelle scuole (relatore per la commissione il dott . G. Persichetti). Alla Conferenza internazionale contro la tubercolosi. La Lega nazionale contro la tubercolosi rappresenta l'Italia nel concerto internazionale antitubercolare. Quale delegato di essa il sen. Maragliano è intervenuto alla recente conferenza di Berlino a rappresentarvi il movimento antitubercolare italiano. Associazione americana degli immunologi. Si è costituita a Minneapolis. Minn., il 15 giu· gno- u . s . tra 41 membri, i quali sono stati tutti allievi di Almroth E. Wright di Londra. La società di propone lo scopo di rac~ogliere tutti gli studiosi americani dell'immunologia, di promuovere le~indagini in tale campo, di diffondere le nozioni relative tra i medici pratici. Presidente temporaneo della società è C. B. Webb, di Colorado Springs; segretario ne è Martin J. Synust, Montclair, N. Y ., 34, South Fullerston Avenue. Un comitato di cinque membri pre1)arerà i congressi. Il primo congresso si terrà il 1 giugno 1914, in occasione dell'adunanza annuale dell' « American Medica! Associa ti on >>. Istituto e scuola di perfezionamento in igiene e polizfa medica A norma dei vigenti regolamenti universitari, nell'Istituto e scuola di perfezionamento in igiene e polizia medica costituito nella R. Università di Torino saranno ammessi nel prossimo anno 1914 ad un corso di cinque mesi (gennaio-maggio) i laureati in medicina, ingegneria, veterinaria, chimica e farmacia e diplomati in farmacia , per studi preparatori agli esami pei posti di carriera sanitaria, governativi e comunali; e ad uno di due mesi (aprile e maggio) quelli che aspirano all'attestato necessario per essere nominati Ufficiali sanitari nei comuni del R egno. Gli i$critti al primo corso, quinquemestrale, dovranno essere provveduti di un proprio microscopio, con obbiettivo ad immersione. La ta ssa di laboratorio, da pagarsi alla cassa universitaria, è di lire 150 per l'iscrizione al 1° corso e d i L. loo per quelJa aJ 2°. Le doman.de d'iscrizione devono essere dirette al rettore della R. Università. Onoranze al prof. Bianchi. Fra gli allievi ed i colleghi dell'on. prof. Leo· nardo Bianchi si è costituito un comitato, onde festeggiare il 25° anniversario d'insegn~mento ufficiale universitario impartito dall' 111 u~tre psichiatra. Il Comitato d'onore è presieduto dal prof. Augusto Tamburini; ne è pr~sidente <?norario S. E. il Ministro deJla Pubblica Istruzione on. Credaro; ne fanno parte le principali autorità •


[ANNO XX, FASC. 471

SEZIONE PRATICA

di Napoli, senatori, deputati, professori dell'Università e medici di Napoli ed eminenti psichiatri d'Italia e dell'estero. Le onoranze avranno luogo il 1° dicembre p. v . nell'Aula Magna della R. Università di Napoli.

Onoranze in Germania. Il generale medico S. E. von Schjerning, comanda~ te supremo del corpo sanitario militare gern1an1co, ha celebrato il suo 60° compleanno il giorno 4 ottobre. I servigi importanti da lui resi al corpo sanitario ed alt' esercito gti hanno valso, in tale occasjone, le più cordiali e vive manifestazioni di simpatia. Un telegramma gratulatorio dell'imperatore esprimeva all'illustre sanitario il convincimento che sotto la sua direzione illuminata il corpo sanitario dell'esercito ~aprà adémpiere degnamente il suo alto mandato. 11 prof. F. A. Hofftnann, direttore della Policlinica Medica dell'Università di Lipsia, ha festeggiato il giorno 13 novembre il suo 70° compleanno. . Il valente clinico e patologo è ben noto per le sue « Vorlesungen iiber allgemeine Therapie », pel suo « Lehrbuch der Konstitution<5krankheiten » e pei suoi studi sull'enfisema, sulle malattie del mediastino, ecc.

Il 5 ottobre il prof. Quincke, da tempo ritiratosi dall'insegnamento, ha festeggiato il suo 50° anniversario di dottorato .

Premi a medici rurali. La Commissione provincia le milanese per la propaganda igienica nelle campagne ha erogato premi speciali ai medici condotti dottori Biaggio di Rho, Tommasini di Pozzuolo Martesana, Arsuffi di Para'biago, Brogli9 di Magenta, Rossi di Motta Visconti, Zerbi di Arluno, Rusconi di Melegnano, Zoncada di Vaprio d'Adda, Brasca di Niguarda, Vallenzasca di Gorla Maggiore, Magugliani di Ozzero, Rotondi di Gorla Minore, Benzi di Trezzo d'Adda e Brichetti di Busto Arsizio, additandoli alla pubblica benemerenza per le conferenze d 'igiene da essi tenute nel 1913 alle popolazioni rurali della provincia.

Beneficenza. Un incognito ha rimesso al sindaco di Genova lire 30,000 pregandolo di disporne per b eneficenza. Il sindaco ha a ~segn ato lire 25.000 agli ospedali civili p er sussidi da erogarsi nell'esercizio in corso ed ha ripartito la somma rimanente tra il Pio Istituto dei rachitici, 1' Asilo materno ed altre istituzioni di beneficenza della città. La signora Bramano Giulia· vedova Villa ha legato lire 10,000 ali · Asilo Regina Elena per le • madri povere legittime di Milano. La signora Maria Verta ha legato lire 25,000 all'ospedale di Castellone (Cremona).

Fondazione per Io studio delle malattie. Un filantropo viennese, sig. Lichtenstein, ha istituito una fondazione impegnandosi di pagare per 15 anni la somma annua di 50,000 corone, allo scopo di alleviare le sofferenze del! 'umanità.

E&li devolve principalmente questa somma allo studio ~elle malattie e dei rimedi opportuni da opp.orv1. Ha no~inato per amministrare la fond~zto~e !1n Com1t~~o al q!1ale appartengono molti sc1enz1at1 e autor1ta mediche.

Mancato acquisto di mesothorium a Monaco. Il poderoso movimento determinatosi in Germania per l'acquisto di sostanze radioattive ha subito un brusco arresto a Monaco di Baviera, ove le autorità municipali non hanno dato l'assenso per il pronto acquisto. già deliòerato, di 200 ..000 marchi (250,000 lire) Ji mesothorium. S1 presume che i fabbricanti facciano elevare di troppo il prezzo di questa sostanza, la quale do . vrebbe costare molto meno del radium, pure conservandone la proprietà essenziali; perciò si ritiene pr1:1dente di attendere, prima di procedere all'acquisto. L'esempio di Monaco verrà certo seguito da altre città della Germania.

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Vittima del dovere. Il dottore Luigi Maremmi, medico condotto a Cavriglia . ~~corso d'urgenza per molte chiamate nelle ore p1u calde del 15 e 16 agosto u. s. , venne colpito da insolazione, in seguito alla quale si è manifestata una meningo-encefalite che ora lo ha ucciso sfidando le premurose e amorevoli cure dei colleghi. .. Lascia nella desolazione la moglie, un figlio e la madre. •

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Il prof. Jaboulay è scomparso nella spaventevole catastrofe del Melun. Si può dire ch'egli muore vittima del dovere professionale, in quanto che si portava a Parigi chiamatovi quale commissario di un concorso. Era uno dei rappresentanti più in vista della scuola medica lionese, ove da l 1902 dirigeva la clinica chirurgica. Quasi tutti i rami della chirurgia furono affrontati brillantemente da lui; ma venne particolarmente attratto dalla chirurgia del cancro e del sistema nervoso. Nessuno ignora i suoi lavori sull'esotiropessia compiuti in collaborazione con Poncet, di cui fu ass;stente, sulla sezione del simpatico nel gozzo esoftalmico, sulle anastomosi vascolari, ecc. · La s ua attività portava l'impronta del &uo spirito originale, del suo carattere indipendente , della sua t enacia• ammirevole . A ve va 5 ~ anni. Il 5 ottobre è morto a 46 anni il prof. Ro bert Kutner, direttore del Kaiserin Friedrich-Haus per gli studi medici post universitari. A lui si deve il movimen to poderoso d eterminatosi in Germania a favore dei corsi medici di perfezionamento. Costituì all'uopo un'ampia organizzazione e fondò Ja << Zeitschrift fiir arztliche Fortbildung ». Fu un chirurgo di val0re, consacratosi precipuamente all'urologia. Sono ben note ed apprezzate le sue opere « Die Handhabung und praktische Bedeutung der Asepsis fiir die Behandlung der Harnleiden » e « Die instrumen t~lle Behandlung der Harnleiden » • (35)

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IL POLICLINICO

[ANNO XX, FASC. 47]

Rassegna della stampa medica. Kl.-ther. Woch., 29 sett. STREISSLER. « Sulla co· lelitiasi ». Rev. del Circ. Méd. Argentino, sett. NEtSON. « L'università e la società , . - CoNTAMIN. s Il cancro sperimentale ». Il Lavoro, 31 ott. CARozz1. « Inchiesta igienicosanitaria sull'industria della coloritura •. L'Igiene Sociale, I nov. TAMBURINI. 1 Per un sanatorio marino permanente per i bambini tubercolosi ». Rassegna di Ped., 7. CATTA?\TEO. cc I-1e ghiandole a secrezione interna nella patologia dell'infanzia ». Il Cesalpino, l nov. PERI. cc Sulle più urgenti modificazioni da apportarsi alla vigente legge sugli infortuni del lavoro ». The Boston M. a. S. Journal, 30 ott. LoVETT. « Trattamento della scoliosi ». Arch. gén. de Méd., ott. TUFFIER. « La chirurgia intratoracica )) . Riv. Ospedal., 31 ott. BASTIANELLI. cc Sulla cura chirurgica dei tumori maligni del colon ». La nuova Riv. Clin.-Ter. , 31 ott DE RENZI e REALE. « Origine del diabete me] lito ». Pathologica. l nov. DURAN'IE L. cc Fisiopatologia del nervo splancnico » . BoLAFFI. « Particolare forma di sarcomatosi l) , Le BuJI. Méd., 1 nov. PINARD. « La donna in stato di ritenzione ». Brit. Med. Journ., r nov. BAINBRIDGE LANE. « I~a stasi intestinale cronica ». LIT'rLER. « Sul trattamento del morbo di Little ». The Lancet. r nov. ANDREWS. « Natura e grado delle differenze specifiche tra i batteri i1. Journ. d. Prat., l nov'. SERGENT. «Le forme scrofoloidi della sifilide >>. - BABINSKI. cc Epilessia isterica ». The Practitioner, nov. ZUNDEL. « L'infanti!ismo ». DE KEATING-HAR!. (( Il trattamento del cancro». - KENNEDY. « Sintomatologia della colelitiasi ». La Rif. Med., i; nov. CozZOLINO. « La cutireazione alla tubercolina nella pertosse ». - DE FRA..~­ c1sco. « Occlusioni intestinali post-operative ». Paris Médie. , 1 nov. Numero consacrato alla terapia. La Presse Méd., r nov. RoGER. « Azione del clo ruro di sodio sulla secrezione renale >>. - TRO~· SFONTAINES. e Il galyl, composto arsenicale an · ti sifilitico ». I

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Indice alfabetico per materie. Acqua distillata nelle iniezioni endovenose di salvarsan. . . . . . . . . . Pag. Cancro: cura coi raggi Rontgen e col mesotorio . . . . . . . . . . . . • • Coliti acute infettive nel bambino e nell'adulto . • • . . • • . . • • • • • Coliti dissenteriformi ed emorragiche • . . . . . . . . . . . . . . . • Collegio-convitto di Perugia per gli orfani dei sanitari (Il) • • . • • • . • I Emorragia intestinale nella tubercolosi. . . . . . . . . . . . • . . • . • Lievito di birra: azione. . . . . . . . • Roma, 1915 -

(36)

Tlp. Nasionale dl G. Bertero e

c.

1693 1705 1702 1704 1721 1718 1713

PP,ritonite tubercolare: cura con tintura di iodio . . . . . . . • . • . . . . . Pag 1718 Pneumonite abortiva. . . . • . . . . ~ 1714 Radiologia medica: congresso italiano. , 1709 Sclerosi cavernosa (Indura tio penis pia· stica): guarigione . . . • • . . . . . • 17o8 Siero dei gottosi: ricerche . . . . . . 1 1701 Storia della medicina: Babilonia e la medicina Ippocratica . . . . . . . . I J,,00 Strapazzo fisico: considerazioni . • .• I 1695 Tubercolosi apicale: patogenesi . • • . I 1715 Tul>ercCllosi polmonare: prognosi . . • .. 1717 I IJI6 Tubercolosi renale: diagnosi e terapia. L Poz2 I, rtJf>

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.Roma, 30 novembre 1913

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Fase. 48 •

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SEZIONE PRATICA •

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REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

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PROGRAJ\tIJ\tIA. La fede che il gran numero di abbonati serba al <( Policlinico l> e la costanza con cui progressivamente questo numero cresce anno 21er anno - costituendo ormai oltre la metà dei . medici italian1: - dimostrano che 1:l periodico soddisfa i bisogni della pratica e interp1·eta le aspirazioni· della maggt'oran:a dei nostri colleghi. L'esperienza di ormai 20 anni lia additato il segreto del successo : essere ~emp1·e disposti· ad ascol. ... .. tare i desideri degli abbonati e a secondare le loro gi'uste richieste; 1·i·nnovarsi· di continuo, seguendo, talvolta guidando, i· nuovi orz'entamenti delle questioni mediche, ma senza decampare mai dall'1'ndiri'zzo clini'co eh' è la nostra guz'da e la nostra forza. ' Nelle memori'e originali dei due nostri archivi mensili - la setz.one medica e la sezione chirurgica - richiediamo essenzialmente e soltanto la severi'tà scientifica nella documentazione delle osservaz1:oni e delle ri·cerche cliniche. Nella sezione settimanale, mentre seguiamo da vz'cino il prog1·esso i'nternazi'onale in quanto ha di serio e di onesto, lavoriamo nella pratica clinica e per la pratica clinz'ca. I medz'ci italiani hanno piena cono, scenza non solo dei criteri cui sono informate le rubriche pressoch~ costanti' del <( Policlinico», ma anche del valore e dello zelo con · cui vi attende una forte schiera di valorosi colleghi._ La par·te sempre pi·ù estesa ed intensa che la medicina viene prendendo nella vita sociale ci ha condotto a dare sviluppo a rubriche nuoi·e, che con nuovi e provetti redattori renderemo stabili: le questioni relativ~ alle assicurazioni~ alrassistenza sociale, alla profilassi delle infezioni, agli infortuni fermeranno sempre più direttamente la nostra attenzione. La rubrica (< Posta degli abbonati n che tanto favo1·e ha incontrato p resso gli abbonati ha reso necessario un apposito ufficio di consulenza che viene felz'cemente a innestarsi nell'ufficio di redazione e a completarlo, facendo di tutta la Redazione del (( Policlinico l> un complesso armonico ed attz'vo, di cui la sop·raintendenza dei due G'randi clinici italiani, i p1~ofes sori GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE, accresce il prestigio. Con la efficace assistenza nelle individuali difficoltà della professione, con la calda e serena difesa degli interessi di classe, con la ri'cchezza e freschezza delle notizie, il « Policlinico » esce dai· confini di un periodico tecnico per divenire il vero ed indispensabile Giornale del medico pratico. Nelr armonica sua distribuzione, mentre attende al progresso che le discipline cliniche compiono nel mondo, rappresenta il movimento dell'Italia, cke si rinnova anche negli studi medici e negli ordinamenti '

medico-sociali. L'Amministrazione, che ci ha sempre segutti nella rice1·ca del meglio, per evitare dispiacevoli ritardi·, -ha già pronto un volume di pediatria pratica come p1"emio p er l'anno prossimo, ed ha inoltre provvisto a migliorare la carta, affrontando non lieve aumento di spesa. Ai nostri sforzi concordi non può mancare la benevola accoglienza dei vecchi e nuovi abbonati• .Mentre li' r"t'ngra:iamo tutti della fiducia, sollecitz'amo il conforto del loro consigléo. LA REDAZION&. (I\

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1730

IL POI ICLINICO

(ANNO XX, FASC. 48)

SOMMARIO .

Lavori originali: Enrico Salustri; S ul significato semejologico della t'eazione àel perman ganato nelZ-urina (1'eaz. ài Weis1). - Sunti e rassegne: NEUROPATOLOGIA: Monier-Vinard : Le anestesie nel~ emiPlegi'a cerebrale. - FISI OPATOLOGIA: L. Asehoff: Cvmeoriginano i calcoli ài pu,.a colesterina? - CfilRURGIA: F . Landois : Dei sat'comi primitivi àei muscoli. - M. c. Bardin. Ci1 t.i idatidee delle ossa. - Osservazioni cliniche : Dott. Riccardo Camelli: Un caso ài occlusfone intestinale da diverticolite di lv!eckel. - Igie ne applicata~ La lotta contro la tubercolosi in Ge11ova. - Accademie, Società mediche, Congressi : Reate Accademia delle scie,.te di Bologna. - Reale I slituto V e,.eto di scienze, lettere ed af'ti.

Appunti l)er il medico pratico : CONTRIBUTO DEI, MEDICO PkATICO· Dott. D. Paolant onio: L'uso dell' adrenalina ~ufa

n ! l l tJ·

àeUa glomef ulo-ne/rite scarlt1ttinosa. - CASISTICA e TERAPIA: La psoriasi è fJ" sintoma ài alcu ne malattie infettive croniclte ? (tubercolosi, sifilide). - L' eresipela latente. - S ui àistufb i cutanei della lossemia alimentare. - Cura dell'intertfigine. - N ei ed angionii cw a!i con l'aria calda. - Posta degli abbonati. - Notizia bibliografica. - Cenni bibliogra.ftci. - Varia.

Nella vita professionale: I Con g1'esso nazianale degli Oràini dei medici. - Il V Congresso internazionale della stampa medica. Risposte a quesiti e a domande. - Condotte e Concorsi. - Lotta antitubercolare . - Medicina. sociale :Aleuni 1'isultati delle ass1curazio,.; sociali in Inghi'lter1'a. - Nomine, promozioni e onorificenze. - Notizie diverse. - Rassegna della stampa medica.. - Indice alfabetico per materie. · Dlrl&&I •• proprietà rl1ena&I -

B' vietata la, rlproduzl one di lavori pubblicati nel POUCJLINIClO o la pubbllcasiont di sunti di 1aaJ

senza citarne la fonte.

LAVORI ORIGINALI Istituto di clinica e patologia medica della Università di Camerino diretto dal prof. ANDREA FERRANNINI.

Sol signifieato semejologieo della reazione del permanganato nell' urina (reaz. di Weisz) ricerche di ENRICO SA.LUS't:aI, interno.

Mori tz \f\Teisz, partendo dal concetto che la t anto nota diazo-reazione di Ehrlich sia dovuta alla ricchezza di una data urina in cromogeni dell'urocromo, trasformabili per ossidazion e in questo urocromo, è stato in· dotto nel 1910 a sostitutre la r eazione di Ehrlich con un'altra, che fosse più semplice come tecnica e si poggiasse sulla nota azione ossidante dei permanganati. Così, si è o~iginata una reazione dell'11- · rina, la qu ale da W eisz è stata proposta. co11 la tecnica segu~nte . La urina da esaminare, nettamente limpida e che non abbia subìta la fermentazion.e ammoniacale, viene diluita con due volte il rispettivo volume di acqu a distillata . Con ia metà del liquido così risultante si riempi·= il terzo di una comune provetta e l'altra metà si versa in una seconda provett a, cl1e funziona d a testimone. Nella prima provetta si fanno cadere goccie III di una soluziont~ acquosa di permanganato a l per m1lle, e si agita fortemente il tubo da saggio. Se lr.. reazione è negativa, la miscela non cangia di colore o si tinge leggermente in bruno ; 3e la r eazione è positiva, il liquido ass11mt· un colorito giallo verdino o giallo oro. Nei casi d ubbi, con,,iene aggiungere altre goccie II clel1a soluzione di permanganato, p,Jichè d1 questa aggiunta la r eazione, se positiva risulta intensificat a; se la r eazionP è nega~i,ra , (2)

la tinta brunastra rossigna, ass11nta oa!la miscela, r esta tale. Come si vede, la reazione, prOfJOsta èa Weisz, è superiore di gran lunga, per semplicità, alla diazoreazione di Ehrlich, dippiù, secondo i risultati, :riferiti dal~o · s·iesso. Weisz, non si osserva mai nelle u r·ne normali; non viene simulata da alcuni farmaci (creosoto, tintura di oppio, naftalina),- eh<= invece possono mentire la diazor·~azione; non è inibita da sostanze,, aggiun! e ~r. tif~cial­ m ente all'urina, come succede inv ~~e per i l tannino ri~petto alla diazoreazione. Quanto poi al significato semejologico della nuova reazione, questa additerebbe, se· condo Weisz, che lo infermo, a cui appartiene la urina con reazione positiva, trovas~ colpito da tubercolosi e che il gra.io o stadi<) della medesima è molto avanzato, onde la r eazione avrebbe un significato d111Jlice, additando diagnosticamente che la data ma lattia è di n atura tubercolare e che pfonosticamente l~ malattia è molto gr ave. Sino a gennaio del corrente 1913, all' estero, su questa nuova reazioac di v~,' eisz non si erano pubblicati che i la·vo~i di Vitry e di Mladeno:ff, il quale ultimo anzi ne fece oggetto della sua tesi di dottorat<> a. Parig1. In Italia, sino a quell'epoca nes!..~11r: l avorc erasi pubblicato sul riguardo. A ttesa questa scar sezza della letteratura e atteso, d'altra parte, lo spiccato interesse pratico del valore semejologico, che Weisz avea assegnato alla nuova reazione, al Dir ettore, prof. f'errannini, parve opportuno affidarmi una serie d'indagini, intese ad assodare il valore clinico della reazione recentissima, e dei risultati ottenuti feci con1unicazione il 30 aprile del corrente anno? nélla seduta della Sòcietà Eustachiana flt Camerino Qt1esti risultati , che rappresen-


lANNO

I'

XX,

FASC. 4~ ]

·1731

SEZIONE PRATICA

tano i primi, pubblicati sull'argomento in Italia, sono già riassunti nel r:-soconto della sedut a dell'Eustachiana, stam.pato su vari periodici. · Nello attuare le ricerche, scelsi nella Cli- ' nica medica, e in parte anche nella Clinica chirurgica di questa Università, ammalati del tipo più diverso, come sesso, come età, come natura e 'stadio del male, come presenza o mancanza, di processi febhrili. La tecnica da me seguita, è proprio identica a quella di Weisz e che pocanzi ho specificata. Semplicemente mi è parso opportuno distin- . g·uere la reazione in 3 gradi, secondo la intensità differente del colorito giallo oro o giallo verdino, nel caso di risultato positivo, cioè grado minimo, medio e n1assimo. Per ognuno degl' infermi esaminati, ho ricercata ia reazione da 6 a 8 volte, in alcuni persino J <-,' volte, in urine di giorni di versi. Tra i fatti osservati, quello che mi colpì anzitutto, è rappresentato dalla mancanza assoluta della reazione o dal suo grado minimo in parecchi~ infermi di malatti.e differenti dalla tubercolosi ma intanto di t ale grado di gravezza pronostica, che alcuni degl'infermi sono morti in questa medesima Clinica . Tra questi infermi non tubercolosi e con pi·ognosi infausta, cito: a) una inferma cinquantaseènne, morta in questa ,C linica, con intossicazione nefropatica (la così dett~ uremia) ed anasar ca ; un infermo (cinquantaduenne) di nefrite arteriosclerotica e di miocardite artero-scler<>tica con anasarca e delirium cordis, molto migliorato dopo un mese di cura ; b) tre infermi di pulmonite lobare destra di cui uno quarantenne con delirio gr avissimo ma con esito in guarigione, ed un altro, diciannovenne, con stato comatoso, protrattosi per tre giorni, ugualmente con esito in guarigione; e) un infermo settantennè, con cancro dello stomaco a for ma scirrotico-nodulare; d) un caso di tumore maligno del f e., gato, cerziorato dalla biopsia dello intervento chirurgico ; e) un caso, letale, di tumore maligno del colon, con metastasi nel b ar..:ino; f) un caso di tumore maligno paraovarico in donna quarantenne ; li) un caso di tumore maligno retroperi toneale con esito letale pochi giorni dopo la u scita dalla: Clinica~ k) un caso (donna sessantaqt1attrenne) ò i trombosi corticale nel lobo rolandico destro per arteriosclerosi con emiplegia sin i-

stra e convulsioni a tipo bra\ 3.is-jacksoniano· ' l) t1n neuroartritico (trentacinquenne) con plètora addominale e stasi emorroidaria; m) un caso (giovine trentenne) d'irrit azione del vago per infezione da influenza ; n) un caso di calcolosi epatica (donna trentacinquenne, maritata, con prole) con n1odico ittero ma con intensi accessi colici; o) un caso di tiflite subacuta {adulto trentottenne, ammogliato, con prole) con esi-: to in gu arigione ; p) un caso di carcinoma epatico con metastasi retroperitoneale (cinquantacin.quenne, ammogliato, con prole), morto 12 giorni c1opo la uscita dalla Clinica. Tra i casi di malattie, acute o croniche, di natura sicurame11te non tubercolare, di gravezza .m edia o minima, con risultato negativo <lella reazione, cito : ..4) un caso di bronchite muco-purulenta croniea, febbrile, con assenza assoluta d1 bacilli di l(och nello espettorato; B) un caso di poliartrite subacuta (gio,,.ine trentatreenne) di n atura sifilitica ; C) un caso di bronchite cronica mucosa senile; . D) un caso di broncl1ite cronica con èll· :6.sema pulmonare ed accessi asmatici . Tra i casi di malattie, di natura sicura1nente tubercolare, ma .li gr avezza media o minima e cl1e hanno presentato un grado mi nimo o risultato negativo rispetto alla r ea. zione di W eisz, cito : l ) un caso di pleurjte essudativa sini stra specifica con modica febbr e e migliorato molto nel cor so di 40 giorni ; 2) un caso di clorobrightismo in giovane ventiduenne, molto migliorato nel cor::., 1 di 50 giorni ; 3) t1n caso di pleurite essudativa sinistra (una ragazza tredicenne) con molto versamento sier c)fibrinoso e febbre piuttost o elevata e in cui spiccò un netto parallelismo tra la evoluzione del male e il risultato della r eazione, nel senso che questa si mostrò (li grado massimo, ·quando il versamento e la febbr e raggiunsero l' acme, e viceversa si mostrò di grado minimo o risultò assente, quando la febbre scomparve e il versamento pleuricu si ridusse a poca quantità; 4) un caso di peritonite cronica {giovine ventitreenne, maritata, con un :figlio) con essudato a tendenza plastica. Tra i casi di malattie, di natura sicuramente tubercolare e di gra·vezza massima e che hanno presentato la reazione di 'Vei!=z con grado massimo, cito : 1

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(3)


1732

IL POLICLINICO

I) un caso di broncoalveolite e pleurite secca del lobo superipre sinistro (ragazza quattordicenne) con fenomeni cavitari, febbre serotina molto elevata, emaciazione generale, inappetenza, vomito; II) un caso di broncoalveolite dell'apice destro (donna, nubile, cinquantatreenne) con insufficienza aortica e poliartrite preg·ressa, di natura tubercolare, morta in Clinica con i sintomi locali e generali dell' acinesi miocardica, preceduta ed associata c1all' acinesi dei cuori periferici o arterie ; III) un caso di enteroperitonite specifica subacuta (giovine ventenne, celibe), morto in Clinica ; IV) un caso di broncoal veolite diffusa e versamento peritonitico molto esteso (contadj no cinquantaduenne, ammogliato, con proJe) con esito letale in Clinica. Fanno eccezione a questa ultima serie di risultati due infermi : un tubercolotico ventottenne, morto in questa Clinica con ca\Terne pulmonari, diarrea colliquativa e vomito, nefrite specifica; un morbo di Pott in fase iniziale (giovine ventiseenne, celibe), con enteroperitonite cronica per quanto di g·rado modico, con febbre serotina costante per quanto non superante il 38°.5. Nel primo di questi due infermi ho esaminato ben rs saggi di urine, e su questi r5 saggi 'la reazione di Weisz è stata 4 volte di grado medio, 8 volte di grado minimo, 3 volte completamente negati va. Sempre negativo è stato il risultato nell'urina dell'altro infermo. Da questo complesso di risultati, da me r .otati, emerge che, quando in Clinica ci troviamo innanzi ad infermi, acuti o cronici, se la intensità del male si presenta media o minima, l'assenza della reazione di \Veisz o la sua presenza, ma in grado abitualmente minimo e t al volta medio, non sono elementi di giudizio diagnostico, atti ad escludere o affermare la natura tubercolare del male, però hanno valore nel confermare che questo male, qualunque ne sia la natura, pronosticamen te è di gravezza media o mini ma. Invece> quando ci troviamo innanzi ad infermi, acuti o cronici, se la intensità del male si presenta massima e intanto la reazione di vVeisz è negativa o è presente in grado minimo, questo dato di fatto è elemento di giudizio, molto sicuro, per stabilire che la natura del male non è tubercolare. Finalmente, quando ci trovian10 innanzi nd infermi, acuti o cronici, sicuramente tubercolosi, la presenza della reazione di ,,~eisz. se costante e di grado massimo, è eleme11to di giudizio, abbastanza sicuro, per {4)

(ANNO

XX, F ASC. 48]

stabilire che la prognosi in quel tubercoloso è molto grave, abitualmente letale e a breve scadenza. A questa ultima conclusione, però, h a.uno fatto eccezione 2 su 6 infermi studiati, come ho riferito pocanzi. Su questo complesso di risultati non hanno influenza, secondo le mie ricerche, nè l'assenza o la presenza ed il grado della febbre, nè le condizioni dello apparato gastroenterico, nè lo stato generale dello infermo come riutrizione e come cenestesi. Quanto ai risultati, che sono stati pubblicati da altri osservatori posteriormente alla rnia comunicazione del 30 aprile, fatta alla Società Eustachiana, Laignel Lavastine, Grandjean, Merklen, R . Pierret e H. Leroy, R. Pierret e P. Bardou, hanno messa in evidenza la spiccata importanza pratica della reazione nello indicare la gravezza e la evo1uzione del male nei tubercolotici, e in senso quasi analogo conchiude L. Dozzi in base alle ricerche compiute nello Istit. di Pat. Medica di Padova, diretto dal prof. Lucatello. Fa eccezione la osservazione unica di Dufour, il quale ha riferito di avere notata positi,ra la reazione nell'urina del suo interno, persona sana e robusta. A questo caso isolato sono da contrapporre i risultati numerosi di Pierret e Leroy, i quali hanno notata mancante la reazione in ogni individuo sano esaminato, senza dire che Dufour non precisa il grado della reazione nel caso unico osservato. Circa il meccanismo chimico-biologico della reazione, non ho esperienze personali sul proposito. W eisz sostiene che la reazione dipende da sovrabbondanza dell'urina in cromogeno dell'urocromo e per l'azione ossidante del permanganato il cromogeno si trasforma in urocromo. In vece, secondo Pierret e Bardou, l'azione ossidante si svolgerebbe sull' allantoina e suoi derivati, i quali si troverebbero in grande quantità nell'urina, come prodotti disintegrativi del m~t~­ bolis mo purinico e quindi dei nucleoprot~1d1. Nei tubercolotici molto gravi esisterebbe una esagerata disintegrazione dei nucleoproteid~ citologici e prevalentemente nel senso ~e1 derivati della serie purinica, donde la spiccata reazione nell'urina. Di qt1esto concetto Pierret e Bardou adducono come prove la presenza, e con grado ele, ato, della reazio: ne di Weisz nei liquidi amniotici ed in ogni altro liquido ricco di allantoina; la gran~e ricchezza in allantoina, osservata nelle urine con spiccata reazione di VvTeisz . .i\llo stato normale si rin,,iene nell'urina una quantità . scar sa di' allantoina, al mass1mo gr. o. 14 per litro. 1


[ANNO XX ,

FASC.

48]

SEZIONE

In conclusione . Secondo i risultati delle mie ricer che, compiute nella Clin. Med. di Cam~r~no, sotto la direzione del prof. Ferrann1n1, quand·o in un infermo, che si presenta molto grave ma che lascia dubbi sulla precisa natura del male , l'urina mostra la . reazione del permanganato o di Weisz e la mostra in grado ·massimo e in maniera costante, questo sintoma concorre a stabilire o definire che il male è sost enuto dalla infezione kochiana e che questa è in una fase molto avanzata, per contrario l'assenza o il grado minimo della reazione escludono recisamente che trattasi di tubercolosi senza contraddire alla spiccata gravezza d~l male ~he è p~rò sostenuto da altra causa ; quand~ 1n u n infermo la malattia si presenta con gra~ezza media o minima, la presenza della reazione del permanganato o di \ Veisz non precisa molto sicuramente che trattasi di tubercolosi, pur essendo utile a confermare che il male, qualunque ne sia la natura è poco o pochissimo grave. ' . In · altri teri:iini, il significato semejologico della reazione rispetto alla diaanosi ed ~lla prognosi ~ella tubercolosi è in~lto più import~nte e più netto negl'infermi, in cui la reaz1one o è costantemente assente o al contrario è presente in grado massimo e costantemente. '

l\1oRITZ WErsz.

BIBLI OGRAFIA. Medizinische I{linik, 1910, n. 22,

42.

et MLADEXOFF La réactio1i de 11/foritz ~ eisz (ou ép1eil've dil per11iariga,1iate dans l'uri1ie des tubercitleux. 11a leilr pro1iostique . Comptes de la Soc. de Biologie, 1912 , n. 32 . ì\'fr~ADENOFF . IJa r éactio1i de Morit z W eisz (épreitve du pe1"1na1'zganate) da1is l'uri1ie des titbercitle,u x ; sa valeitr p1 ognostique. Thèse de Paris, 1913. ENRICO S ALUSTRI. Sul sig1iificalo se1nio loo·ico della reazione del per1nariga1iato 1iell'urina. Soc. Eustachiana di Camerino, seduta del 30 a11rile 1913. LAVASTINE, GRANDJEAN, MERKLEN, D UFOUR. Recherclies sur la valeur de la réactio1i urinaire de ·J1. 1 oritz We isz ail perman,ga1iate de potasse . Soc. Mé<l . cl.es I-Iopitaux , séa11ce dt1 27 juin 1913. R. PIERRET et I~ERO Y. I.Ja réactio·n de M oritz TVeisz. Ech 0 1uéd. du Nord, 1913 , n . 14. R . PIERRET et BARDOU . Etiologie de la réaction, JVlorit z iVeisz . Ecl10 méd. du Nord, 1913, n. 15. L . D ozzr. SulLa reazione dell' -urocro 11ioge1io. Gazzetta degli Osped. e delle Clin., 3 luglio 1913. I VITRY

1

1

1733

PRATICA

SUNTI E RASSEGNE NEUROPATOLOGIA. Le anestesie nella emiplegia cerebrale. R e'V ue rieurologique , n. 16, 1913).

(lVIoN IER-VINARD.

Si è molto disc11sso sulla frequenza delle t11rbe de] la sensibilità n ella e11iiplegia corticale : le s:at~stiche dànno risultati molto diversi, i q11al1 cl11;enclono dalle differenze di te1npo, che selJara110 gli esami cli11ici dall'ictus. Sembra 11el ,·ero chi affer111a la costanza delle turbe sensiti '\·e poco dopo l'ictt1s ; qualch e mese più tardi sono scomparse n ella metà dei casi; più tardi esse esistono meno s pesso ancora. La sensibilità tattile è molto s pesso alterata : nei !)timi gior11i, che seg·uo110 l'e1niplegia, ess;1 è di1ninuita in quasi tutta la metà del corpo 11aralizzato, ma a poco a poco si restringe il ter! i torio at1estesico. I~ 'anestesia tattile, prodotta da lesioni della corteccia cerebrale, si i)resent a secondo certe 111odalità proprie : eccitazioni tattili di i11te11si tà Jìrogressi \·a pro\·oca110 rispost e note,·oli per la loro irregolarità e le loro contradizioni. Così 11na serie di eccitazioni deboli 11on essendo l)i ì1 a\·\·ertite, 1111 contatto più fort e risveglia la sensazione, l11a, contin11anclo ad aumentare l'i11tens ità della eccitazione, non si pro·vochexà n ecessaria111ente t111a percezio11e t attile più netta che i)er i pri111i contatti e le risposte saranno ora l)ositi,·e, ora negati,·e. Queste irregolarità della l)ercezio11e tattile au1nentano a 1nisura che si i)rol1111g·a l 'esplorazio11e. ~a sola certezza ii1somma che si può ragg i1111gere è che la p ercezione t attile sia indebolita, 1na q11esto i11deboli111ento 11011 l1 a nulla di cost ante, 11è di mis11rabile. La st anchezza dell'attenzione è la cau sa 1Jrepo11derante delle risposte inesatte del s og·getto in esame. Q11esta stanchezza prese11ta il caratt ere di no11 est endersi alle percezioni suscitate i11 tutto il corpo : essa è limitata al Jato ein1 i1le. gico . La pers ist enza anormale delle se11sazioni tattili inter'\rie11e inoltre a turbare le i)ercezio11i ulteriori. La pro,·a del co1npasso di v\reber è il complemento classico della es1)lorazione tattile ; la percezione s i11111lta11ea delle d11e p1111t e clel compasso è regolar1ne11te t11rbata, anche q11ando l 'anest esia è di debole i11te11sità : la facoltà della discriminazione t attile resta indebolita anche quando l 'ap1)licazio11e delle due p11nt e 11011 è esattament e si1n11ltanea.

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IL POLICLINICO

La sensibilità alle eccitazioni dolorose non è q11asi n1ai abolita in un emiplegico per lesione corticale. Essa può esistere immediatamente dopo l'ictus, n1a in generale è passeggera · e sparisce dopo 4 o 5 settimane. Tuttavia nel corso della esplorazio11e può acèadere che il malato accusi co11 una certa lentezza le sen~azioni dolorose e che la natura dell'eccitante doloroso, come i)ure la intensità della sua applicaziòne, appaio110 incerte : i1 ritardo però e l'esitazione della risposta di pendono solamente dalla ottusa sensibilità tattile concomitante. La sensibilità ter1nic~ no11 presenta di solito maggiori alterazioni nella emiplegia corticale: in generale il freddo ed il caldo sono avvertiti dal lato malato; tuttavia le differenze di qualche grado, riconosciute dal lato sano, non sono apprezzate dal lato paralizzato. Il senso 111uscolare fu lungament e studiato negli emiplegici corticali : la nozione di posizione e quella dei movimenti passivi sono gener.almente alterate. Questo disturbo può essere molto accentuato, lna il più spesso la coscienza del1'attegg"iame11to non è che diminuita. La nozione dei movimenti attivi, è alterata i n un gran numero d'e1niparetici per lesioni corticali : lo stesso si dica della nozione dei pesi. La nozione di dimensione, di forma, di volume degli oggetti è molto comunement e indebolita. La localizzazione delle sensazioni cutanee (tattile, tern1ica, dolorifica) negli emiplegici corticali dà luogo .a pochi errori. Non occorre insistere sulle turbe subbietti"ve della sensibilità nella emiplegia corticale, vista la loro poca frequenza e l a loro debole intensità. Le Lesio11i d el talanio dànno luogo a feno111eni 1uotori e disturbi _d ella sensibilità . A lato dei fe11omeni di dimi11uzione, fu descritta l 'iperreazione alle eccitazio11i sensitive di ordine affettivo . Questo elemento contribuisce a differenziare in u11a mis11ra importante le turbe sensitive tala1nicbe da quelle delle lesioni corticali e sottocorticali . I fenomeni di ai1estesia per lesione della re~;io ne capsule-talamica sono di diversa intensità, sopratutto secondo la grandezza della le~ione. Se il talamo ottico è direttamente interessato, ai si11tomi di anestesia si aggiungono 1 dolori spo11tanei e la iperreazione alle eccitazio11i dolorose. La sensibilità tattile presenta le più grandi \'a riazio11i, e 11on manca quasi mai la s11a alterazione. I11oltre un fatto è costante 11elle ricercl1e estesiometriche ed è la possibilità cli determinare in ciascu11a regione una soglia tli percezio11e tattile fissa. ~on si l1a mai stanchezza dell 'atenzione. La sc11sibilità al caldo ed al freddo non è che ecce-

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zionalmente abolita in modo completo. È molto più frequente che questo modo di sensibilità sia perfettamente conser\1 ato: il caso generale è che si constati nelle estremità un lieve indebolimento delle percezioni termiche. La localizzazione delle sensazioni t attili e t ermiche è spesso inesatta . La forma di sensibilità alterata con la maggior frequenza, e spesso con la più grande intensità, nella emiplegia t alamica è la perdita del senso di posizione e dell'apprezzamento dei movi1nenti passivi. Spesso il grado di questa alterazione è lieve ed anche i~ principio può sembrare che faccia difetto. Anche per queste sensazioni, come per le precedenti, può essere esattamente determinata una soglia di pe:rce• z1one. La nozione di grandezza, di contorno, di forma, di consistenza sf11ggono alla indagine se esist e paralisi motoria completa, o se esist e anestesia t attile 1nolto intensa. ...t\..nche per queste ricerche si ha una soglia costante di apprezzam enti stereognostici. L'iperreazione alle eccitazioni affettive è direttamente subordinata alla distruzione di una reg'ione determinata dal talamo ottico. Essa può essere p~o\rocata solo allorch è non esista anestesia completa per tutte le forme di sensibilità. No11 solo le diverse eccitazioni cutanee posson produrla, ma anche le eccit azioni muscolari ed articolari, le eccitazioni della sensibilità viscerale, le percezioni sensori ali, ed anche semplici rappresentazioni mentali. La frequenza di questa alterazione se11sitiva è molto grande : fu trovata da Head 20 volte in 22 soggetti affetti da emi plegia talamica. La puntt1ra od il pizzicamento so·n o le cause provocatrici il più co1nunemente efficaci. Le 1)ressioni graduali sono un fattore rimarc~bile di iperreazione dolorosa : spesso la soglia di· percezione è elevata, ma spesso anche si osserva che, a partire dal momento in cui è raggiunta, si provoca una sensazione dolorosa, a volte molto penosa, che tende ad irradiarsi a distanza del punto di compressione in tutto l 'arto; la sensazione penosa suole persistere a lungo . Le sensazioni termiche producono pure l'iperreazione : esse possono far nascere una sensazione dolorosa, ma a volte anche una sensazione gradevole. L'esplorazione della sensibilità viscerale può pro,·ocare le stesse i perrisposte di quelle della sensibilità dei t egumenti : anche per essa si ha ha I 'esistenza di una soglia assolutament e fissa . Anchè le eccitazioni psico-se11soriali e gli stati emotivi posso110 provocare impressioni grac1E-·voli o sgrade\·oli 11ella parte emiplegica del


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SEZIONE PRATICA ,

sens.azione angosciosa all'~udizione di un pezzo di musica_, sensazione di piacere per una emozione gradevole. I dolori spontanei nélla emi plegia talamica .costituiscono un segno cli11ico importante. Essi hanno una data di apparizione variabile, a volte precoci, spesso tardivi. La loro topografia è :speciale; sono riferiti non alle articolazioni, ma .ai muscoli, pelle, e sono paragonati a pizzicamenti, a bruciature, scosse elettricl1e. L 'acutezza è spesso molto viva. Questi dolori si distinguono da quelli, C'he costituisco110 l'iperrea:zione alle eccitazioni sensitive, per il loro carattere di spontaneità as~oluta. S ornigl·iarize e disso nz iglianze 1iei disturbi sensitivi nelle due _gra,ndi t'ategorie di eniiplegie .cerebrali orgarz.icl1.-e. - Occorre ricorclare che esiste per ciascuna delle dlte sinc1 ~·r.·1i cli e111i plegia cerebrale l 'up.ione cli altri disturbi (afasia motrice, o sensoriale, emianopsia, emicorea, emiatetosi, ecc.). Se però queste manifestazioni, _preponderanti ~el quadro clinico, forniscono ele1nenti sicuri ed evidenti per la diagnosi topografica della lesione enfacelica, le turbe della sensibilità non hanno minor valore. Le somiglianze esistenti fra le anestesie corticali e talamiche sono molto manifeste: le principali si riferiscono alle alterazioni della sensibilità ed alla loro distribuzione topografica. I fenomeni anestesici non presentano differenze specifiche: nell'una e nell'altra ,·arietà di emiplegia la se~sibilità superficiale è affetta in tre modalità principali : tatto, dolore, temper.atura; raramente l'abolizione è· completa. La sensibilità profonda è molto più alterata della superficiale; il senso stereognostico presenta nei due casi la stessa frequenza di attenuazio·ne. Un'altra similitudine è creata dall'analogia della distribuzi.o ne topogr.afica delle anestesie talamiche e corticali. Esse sono so·vra pposte ·alle paralisi motorie, più accentuate nei punti ove maggiore è il deficit motorio; inoltre hanno una distribuzione t egumentaria designat a col nome caratteristico di topografia cerebrale. Le anestesie corticali e talamiche sono in opposizione, se si considerano dal pu11to di vista della loro ·e voluzione clinica generale e nei loro rapporti reciproci colle turbe motrici, che coesistono con esse così frequentemente. Nella emiplegia cerebrale i fenomeni sensitivi possono presentarsi all'inizio con grande intensità: in altre parole la sindrome emiplegica col massimo di turbe sensitive e minimo di turbe paralitiche si risco11tra sopratutto nelle lesioni del t alamo, la sinclrq1ne opposta dipende piuttosto da alterazioni corticali.

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Nell'emiplegia corticale i fenomeni di anestesia si presentano con una fisionomia speciale, di cui i tratti . principali sono le percezioni alluci- · natorie e la rapida stanchezza dell'attenzione, donde la impossibilità di determinare una soglia fissa all'eccitazione efficace. Nell'anestesia talamica, al contrario, la soglia di percez'ione è fissa per le diverse categorie di sensazioni : la facoltà d'attenzione non è diminuita e le percezioni allucinatorie sono eccezionali. Nelle prove stereognostiche esistono pure alcune diversità. L'emiplegico corticale non porta a questa indagine l'interesse molto vivo, non mostra senso di curiosità : l'esplor.a zione, la palpazione degli oggetti non risveglia la nozione precisa della forma, consistenza e natura . L'anestesia talamica si riduce ad una diminuzione, più o meno grande, di percezione sensitiva : raggiunta la soglia di eccitazione, la percezione si ha con integrità del potere di associazione e di paragone delle impressioni sensitive concomitanti, o anteriormente raccolte. I,a sindrome sensitiva per lesione del talamo ottico non differisce daila sindrome corticale per le sole particolarità dei fenomeni anestesici ; essa esprime un carattere proprio di due fenomeni di un altro ordine: i dolori spontanei e l'iperreazione alle eccitazioni affettive. Secondo cei:ti autori la lesione di qualche altra regione (peduncolo cerebrale, calotta protuberanziale) potrebbe produrre a volte una manifest azione analoga. Questi fatti costituiscono però l'eccezione, mentre la sindrome talamica consente costantemente la presenza del fenomeno, d_a to che la parte esterna del talamo sia lesa. • Per quale meccanismo il talamo interviene nella elaborazione di reazione d'ordine affettivo? Alcuni attribuiscono i dolori, provocati dalle eccitazioni diverse, e le parestesie ad una azione di irritazione, prodotta dalla lesione. Per gli autori inglesi, lungi dall'essere legata ad un fenomeno di irritazione, la comparsa dei dolori e delle reazioni eccessive alle · eccitazioni sarebbe do,ruta ad una specie di disquilibrio di una funzione prossima al talamo ottico, in seguito alla scomparsa del controllo sensitivo eseguito normalmente dalla corteccia cerebrale. Il talamo sarebbe l'organo regolatore delle impressioni di nat11ra gradevole o sgradevole; una ipertoni ~ sensitiva corticale sarebbe la conseguenza della lesione della parte più esterna di questo nucleo P. CIUFFINI. Pubblicheremo prossimamente : SCADUTO. La ron,tg·e nterapia dell e afjeziorii chirurgic.lie tubercolari. ,

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IL POLICLINICO

FISIOPATOLOGIA. .

Come originano i calcoli di pura colesterina ? (L . A SCHOFF. lV.liin ch. mediz. W och. , 19 13, n. 30).

L' autore, in opposizione alla tesi difesa dal N aunyn, sostiene che esistano due diverse specie cli calcoli : che alcuni si formino come conseguenza della stasi e di p lterazioni del ricambio, indipe~­ dentemente da fenomeni infiammatori: che gli altri derivino dai prodotti della decomposizione infiammatoria del contenuto della cistifellea e dagli essudati della ·parete di questa. Egli sostiene inoltre che i ·calcoli· una volta formati conservino le loro quali tàr,:. cosi che dalla struttura di essi si possa indagarne l'origine. Il Kretz e lo Schade ritennero che la impal. catura proteica dei calcoli derivasse dalla precipitazione non r eversibile di una sostanza colloide che il Kuru credette di poter identificare con la fibrina, basandosi su colorazioni col metodo di Weigert. Ma da ri.c erche dell' Ayoama risultò che questa concezione non poteva sostenersi: sia perchè il detto metodo di colorazione in questi casi dà risultati molto vari; sia perchè è molto varia la struttura della impalcatura proteica dei calcoli e solo raramente ricorda la struttura reticolata della fibrina. Il dottor Ayoama, che ha studia to la struttura della impalcatura proteica dei diversi calcoli, ha trovato che molto varia ne è la disposizione e l'abbondanza e che- nei calcoli . di pura colesterina manca completamente o ne esiste appena u~a traccia nel centro di cristallizzazione. Questo per l'Aschofi sta a confermare che i calcoli di pura colesterina si formino senza l'intervento di fattori flogistici; perchè non può ammettersi che la sostanza proteica sia in seguito scomparsa pur rimanendo intatte le d epos1zioni cristalline. Si è sentita la necessità di distinguere tra i calcoli 4i pura colesterina quelli a struttura raggiata, e quelli a struttura stratificata. A queste varietà distinte dal Bacmeister se ne può aggiungere un'altra a struttura raggiata e finamente penniforme; e un'altra in cui la colesterina forma grossolane trabecole irregolarmente intrecciate, senza che sia neppure accennata una disposizione raggiat a. Quest a ultima varietà rappresenta per l'Aschofi la forma più pura d ei calcoli di colesterina. Essa risulterebbe d alla tumultuosa precipi-

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tazione di una· grande quantità di sostanze cristalloidi e non potrebbe essere spiegata come trasformazione di altre forme di calcoli di colesterina pigmento e calce. Mentre la scarsità e la disposizione della impalcatura proteica parlano contro l'origine infiammatoria dei calcoli di pura colesterina, le osser• vazioni cliniche parlano per una dipendenza di questi da alterazioni dei ricambio della celeste · rina . Si sa che il plasma sang-,1igno delle d onnegravide è molto ricco di lipoidi; e da ricerchedel Pierce e di Mc. Nee risulta che anche la bile delle gravide è molto ricca di colesterina. · Pensando anche alla disposizione alla stasi nel deflusso della bile che può insotg'~re durante la gravidanza o durante il parto, ci ~pieghiamo come· in questi casi possano form arsi calcoli di pura colesterina. Infatti questi, secondo le osservazioni dell' Aschofi, si trovano più frequentemente in. giovani donne che hanno partorito. Del rec;to non sono ancora concordi le opinioni su la origine dal sangue dell'aumento di colesterina nella bile delle gravide. Infatti il N aunyn sostiene che la colest erina della bile derivi solarnente dagli epiteli delle vie biliari. Però la quantità di colesterina formata per· sfaldamento delle cellule epiteliali deve essere molto piccola; e non potrebbe spiega rsi la origine dei calcoli di pura colesterina, che insorgendo indipendentemente da fenomeni flogistici, richiedono un'apbondante desquamazione di cellule epiteliali da cui deriverebbe la colesterina. D'altra par.te l'Aschoff ha dimostrato, iniettando latte di vacca nella cistifellea di cani. che l'epi· telio di questa è più atto all'assorbimento che alla secrezione. Un fatto che parla direttamente contro l'ipotesi dell'origine locale della colesterina è questo, che allacciando il coledoco aumenta il contenuto di colesterina nel sangue (Chauffard, Mac Nee); quest'ultimo autore ha trovato, p roducendo nei cani un ittero emolitico da toluilendiamm!na, che il contenuto di colesterina nella bile aumenta parallelamente all'aumento della stessa sostanza nel sangue. I calcoli di pura colesterina, sebbene nascano senza l'intervento di fattori flogistici, possono, una volta formati, facilitare l'insorgenza di una flogosi secondaria; ma il trovare in un certo numero di casi la parete della cistifellea perfetta mente normale conferma che l'opinione d ell' autore sulla loro genesi non infiammatoria corrisponde alla renltà.


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SltZTONE PRATICA

Un calcolo di pura colesterina può incunearsi nel collo della cistifellea o nel cistico, e dalla in· 1ìammazione della cistifellea può allora prendere -ori5ine un empiema o un idrope (idrope primitivo) : in questo caso il calcolo non subisce mo· dificazioni. Ma se il calcolo si scioglie in parte o ·cessa l'incuneamento, l'jnfezione della bile che ·entra ed esce dalla cistifellea dà nascita a nuovi -calcoli di origine infiammatoria, o a stratifi· cazioni flogistiche intorno al calcolo di pura colesterina (calcolo combinato). Anche i calcoli cosi 01iginati possono occludere il cistico e determinare un idrope della cistifellea (idrope secon-dario). Il Kretz spiega diversamente la origine del calcolo combinato. Per lui il nucleo di pura -colesterina rappresenterebbe il calcolo primiti'\"o nato per la trasforma zione di un antico calcolo -Oi colesterina pigtnenti e calce, e intorno ad esso si sarebbero sovrapposti dei nuovi strati di colesterina pigmenti e calce. Come appoggio alla sua ipotesi, che i calcoli di pura colesterina derivino <lalla trasformazione di quelli di colesterina pig"ttienti e calce, il Kretz adduce la osservazione di aver trovato calcoli di colesterina solo in persone molto avanzate di età. Ma l' Aschoff può -opporgli i risultati della sua statistica, e specialmente il fatto che egli trovò un calcolo di pura -colesterina in un fanciullo di dieci anni. L'argomento più imp ortante e n on mai confutato contro ia dottrina della metamorfosi sostenuta da Kretz e da Naunyn; sta nel fatto che in nessuna cistifellea è stato mai trovato più di un calcolo di pura colesterina o più di un cal-colo combinato. Anche nelle cistifellee con numerosi calcoli non è stato mai trovato più di un -calcolo combinato. Questo fatto che conferma ed illumina la dottrina dell'Aschoff resta incompren·sibile accettando la dottrina della metamorfosi, -perchè ammessa una lenta trasformazione dei -calcoli, si dovrebbero trovare frequentemente, nei -casi antichi, più calcoli di pura. colesterina, o più -calcoli c ombinati in una stessa cistifellea, o ·gli uni accanto agli altri. Del resto per ammettere che un calcolo di colesterina pigmenti e calce, a struttura raggiata -0 stratificata e fornito di una impalcatura pro· teica spessa e con struttura speciale, possa tra.sformarsi in un calcolo di pura colesterina disposta a grosse trabecole e quasi completamente privo di impalcatura proteica si dovrebbero ammettere potenti dissolvimenti e nuove cristalliz:zazioni; Hansemann ha recentemente sostenuto

che i calcoli biliari possano di nuovo sciogliersi nella bile, ed ba dimostrato sperimentalmente che i calcoli dell'uomo si sciolgono se po.~ti nella cistifellea dei cani. Che il dissolvimento possa verificarsi anche nell'uomo non è stato dimostrato, ma l 'Aschoff crede che per i calcoli c1i pura colesterina ciò sia ammissibile. Il dott. Ayoama ha trovato che i calcoli biliari dell'uomo non si sciolgono nella bile ottenuta da fistole biliari di uomini, ma si sciolgono nella bile del cane che è povera di colestérina. Il dissolvimento della impalcatura proteica dei calcoli non è stato ancora dimostrato. La questione trattata dall'Aschoff non è d i importanza puramente teorica ma può anche illuminare di consigli la pratica del medico. Se si riflette che una buona parte dei calcoli si iniziano come calcoli di pura colesterina, si puo tentare il loro dissolvimento con una dieta che faccia diminuire la quantità di colesterina nella bile. Parimenti una dieta appropriata e specialmente l'adatto movimento del corpo possono riuscire ad evitare l'eccessiva concentrazione di colesterina nella bile e così ad allontanare le condizioni che determinano la formazione del calcolo. F . BRUNI. '

CHIRURGIA. Dei sarcomi primitivi del

muscoli~

(F. LANDOIS. Berliner kli n,ische W cvhenschf'.).

I sarcomi dei muscoli delle estremità del tronco e della testa quali tumori propri dei tessuti connettivali , si originano dalle aponeurosi musco.. lari o dai muscoli stessi. Si è fatta perciò una netta distinzione clinica tra sarcomi delle fascie aponeurotiche e sarcomi propriamente muscolari, distinzione che ha anche notevole importanza dal punto di vista prognostico. Non in tutti i casi è ugualmente facile la diagnosi differenziale. Nella Clinica chirurgica di Breslavia l' A. ha raccolto dal 1901 al 1 912 venti casi di questa specie di tumori. Macroscopicamente era evidente la sede aponeurotica in sei di questi casi, in altri nove era netta la sede muscolare, negli altri cinque non si distingueva bene per il volume della neofor· mazione se questa era in rapporto più col ventre muscolare o con la fascia aponeurotica.

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IL POLICLINICO

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Secondo la statistica del Lorenz, fino al 1904 erano stati pubblicati 109 casi di sarcomi primitivi dei muscoli; nel 1912 il Kiittner ne ha contati 130, comprese le sue osservazioni personali. Dal punto di vista istologico I'A .. distingue: a) i sarcomi fuso-cellulari più o meno ricchi di sostanza intercellulare; h) i satcomi a cellule rotonde; e) i miosarcomi (escludendo da questa classificazione i sarcomi a struttura mista, i condrolipo-angio-sarcomi, ecc.). Di 9 casi osservati nella Clinica di Breslavia, 4 erano a tipo fuso-cellulare, 4 a struttura rotondo-cellulare, 1 mixosarcoma. Secondo l'A. non in tutf i casi ·di sarcomi sarebbe ammissibile l'origine embrionale della neoformazione. Nella maggior parte dei casi i fasci muscolari a causa dell'infiltrazione neoplastica, subiscono alterazioni regressive, con degenerazione vacuolare delle fibre, metamorfosi grassa e atrofia. Nella letteratura sono descritti dei tumori connettivali maligni, nei quali oltre agli elementi connettivali, le fibro-cellu]e mus~olari avrebbero avuto parte attiva nella proliferazione neoplastica (Porster, Waldeyer, Sokolow, Weber, ecc.}. Queste osservazioni sono state messe in dubbio da altri autori (Christiani, Rindfleisch, ecc.), perchè in generale è per lo meno molto raro che due tessuti differenti abbiano contemporaneamente parte attiva nella neoformazione. Grawitz ha dimostrato in .m aniera evidente l'esistenza di sarcomi che si originano esclusivamente da elementi muscolari, e li ha denominati • • saycomi• miogeni. Che gli elementi muscolari possano pren<.ler parte attiva nelle flogosi, nei processi di tiparazione delle ferite. sopra tutto nella miosite cronica e nella· sifilide dei muscoli, a volte con vere forme di mitosi, è stato chiaramente dimostrato con ricerche recenti numerose del Neumann, Landois, Grawitz, ecc., in contrapposto all'antica opinione che i muscoli rimanessero passivi di fronte a tutte le influenze esterne, e fossero soltanto capaci di alterazioni regressive. L' A. ha studjato l'istologia di due sarcomi muscolari nell'Istituto di patologia di Greifswalder, nei quali risultava evidente la partecipazione atti va degli eleme11 ti muscolari nella proliferazione neoplastica: fra le cellule fusiformi ha osservato numerose cellule muscolari in mitosi.

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I nove casi osservati nella Clinica chirurgica di Breslavia furono trattati con la estirpazione radicale; in un caso si dovette procedere all'am-· putazione omero-toracica a causa della recidiva. Nei due anni successivi all'operazione, quattropazienti ebbero esito letale. Dei 5 superstiti, in un caso solo si ebbe guarigione definitiva sicura; in due casi si ebbe recidiva locale; degli altri due si ebbero soltanto notizie indirette. Si ebbe dunque una mortalità del 44 %, e fra i superstiti il 60 o/o. di recidive. Queste cifre della piccola statistica dimostranotutta la gravità della prognosi dei sarcomi primitivi dei muscoli, paragonabile a quella dei sarcomi periostali delle ossa lunghe. Negli uni e negli altri s'impone la necessità di un interventochirurgico demolitore più precoce che sia possibile: nei casi più avanzati si amputi generosamente o si disarticoli in corrispondenza dell'articolazione più vicina. P. S.

.,isti idatidee delle ossa. (M. C. BARDIN. Gazette des hofritaux).

Le cisti idatidee delle ossa sono rare: bastf pensare che il parassita deve percorrere un lungotragitto superando due fitte reti di capillari, quella epatica e quella polmonar~. per giungere· al ventricolo sinistro che lo lancerà nel circolo generale.dove sarà arrestato finalmente dalla reteca pillare periferica. La causa che sembra realmente agire determinando l'arresto del parassita in seno all'osso è il trauma che viene trovato in quasi tutte le osservazioni, e che fu sperimentato con risultati . positivi. In ogni modo, giunto in seno all'osso , di cui sono preferit~ le epifisi per l'abbondante vascolarizzazione, il parassita si sviluppa dando luogo alle cisti idatidee, che si presentano sotto due forme ben distinte: la forma 11niloculare, rarissima , e la forma pluriloculare, la più comune. La forma unilocutaYe è la forma delle comuni cisti idatidee: l'embrione divenuto vescicoloso si circonda dell'avventizia. La membrana interna prolifera, le dimensioni si accrescono, il liquido diviene più abbondante, Ja parete ossea è pro. gressivamente usurata, assottigliata, distrutta. La forma ptuYilocula'le è la forma sulla quale si sono emesse le più svariate teorie, da quella che ammette una tenia differente dalla tenia delle cisti uniloculari a quella che considera le


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s ·a zIONB PRATICA

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vescicole come risultato della trasformazione di un egual numero di embriot1i; da quella che sttppone una proliferazione per segmentazione della vescicola primitiva a quella che suppone la rottura della vescicola madre con disseminazione delle vescicole figlie nelle areole dell'osso, ecc. L' A. conclude che la forma multiloculare deve intendersi con una ragione del tutto meccanica e non si differenzia dalla forma comune: è la speciale struttura dell'osso che costringe le cisti a scivolare in tutte le piccole cavità oss~e che trova o che forma da sè stessa. Le cisti unilocii.lari sono rare: esse proliferano secondo il modo endogeno, evolvono lentamente . . e possono persistere lungo tempo inavvertite, costituendo come dei tumori benigni.· Le cisti pzu,iloculari sono invece molto maligne: si sviluppano a preferenza nella sostanza spugnosa areolare e con vascolarizzazione ab· bondante. In un primo periodo (d'infiltrazione) il focolaio non ha limiti distinti: le vescicole confluenti al centro, sono disseminate nella periferia che rappresenta la zona d, invasione. In un secondo periodo (di stato) il tessuto compatto va scomparendo, la circolazione si ostruisce e vi è necrosi della parte centrale: si ha così una cavità ripiena di un liquido puriforme, non fetido, di quantità variabile, dovuto a degenerazione granulo-grassa degli elementi cellulari e nel · quale sono rari uncini ma nun:ierose vescicole di volume variabile e talora dei piccoli sequestri. La parete della cavità è formata da tutto ciò che resta dell'osso ed è rivestita da una membrana limitante che molti autori hanno negata forse per speciali circostanze di osservazione (Gangolphe). Cosa de~ gna di nota, il periostio non presenta nessuna reazione, donde facilità di fratture e ritardo di consolidamento. Con i.l progressivo diffondersi delle idatidi il tessuto o~seo è completamente distrutto, le masse muscolari spostate lasciano anch'esse delle cavità che si riempiono di liquido comunicante con quello della cavità centrale. In qualche caso si ricordano lesioni delle vene, mai dei grossi vasi e dei nervi. La rarità delle cisti idatidee delle ossa spiega i numerosi errori diagnostici commessi: elementi diagnostici sono innanzi tutto le /fatture spontanee delle ossa lunghe, specie se ripetentisi a breve distanza di tempo. Nelle ossa piatte la puntufa esplorativa della tumefazione dà esito a liquido sieroso o verde pisello mescolato a gocciolfne brune acajou ed avanzi di idatidi, oppure

a liquido limpido , incoloro dove il microscopio svelerà gli uncini. Il dolore non è costante nè caratteristico. J-'a 1'adiog1'afia sarà di utilità mostrando l'assenza della reazione periostale ed il tessuto spugnoso crivellato d' areole. Potranno infine soccorre.r e l'esame del sangue (eosinofilia), la reazione di Bordet, la sierodiagnosi. L'echinococco delle ossa è sempre di prognosi grave, specie in rapporto alla sua localizzazione. Le cisti del rachide sono state sempre di esito le~ale e così presso a poco quelle del bacino. Qualche caso di guarigione delle cisti del cranio lasciò sempre tristi conseguenze, come perdita della visione o indebolimento delle facoltà intellettuali. Agli àrti si è dovuto quasi sempre terminare con l'amputazione o disarticolazione e non sempre con successo. Nei riguardi della terapia non vi è che un solo metodo di cura: aprire la cavità ed asportare più radicalmente possibile il focolaio parassitario.Quando questo è limitato, aprire ampiamente, ricercare attentamente ogni vescicola , per quanto piccola, e asportare quanto più è possibile della membrana limitante, facendo seguire abbondante irrigazione. L'A. consiglia i lavaggi di formolo (1 %) da ripetere ad ogni medicatura. . Quando il focolaio è esteso bisogna chiedere al paziente un sacrificio maggiore, poichè bisognerà demolire ampiamente tenendosi lontani dal focolaio stesso. E così per gli arti talora non basterà amputare e converrà. disarticolare; e cosi pel bacino la cui localizzazione portò quasi sempre la morte. Che se l'articolazione dell'anca è anch'essa invasa e se lo stato dell'ammalato lo permette, si giunga alla disarticolazione interileoaddominale, la quale non darebbe che una mort alità del 28 ~~ e che sola, secondo I'A., può arrestare la fatale marcia invadente delle idatidi. GIUSEPPE GIORDANO.

li fascicolo di novembre 1913 della nostfa Sezione

Chirurgica contiene i segitenti lavof'i: I. Dotlorl Giacinto Giordano e Luigi S&ropeoi - Contributo sperimentale alla chirurgia del diaframma per via endotoracica. ~ sostituzione di larghi lembi diaframmatici con fascia lata. II. Do&t. Giuseppe Serafini • Incrocio totale spino-facciate per lesione traumatica del facciale .

m.

Dott. Pruncesco Nassetti • Dell'operabilità e delle vie df accesso ai tumori della ghiandola pineale.

IV. Dott. Emanuf'lle Leonardo Piazza • Contributo alla conoscenza delle formazioni congenite mediane del collo.

v.

DoCt. \ ngclo Cblasserlnl - Lesioni infiammatorie speri·

mentali dell'ipofisi e della regione ipofisaria.

VI. Doti. Giuseppe Ploardi • Ricerche sperimentali sui tra1>ianti d'uretra.

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IL POLICLINICO

OSSERVAZIONI CLINICHE R. OSPEDALE DI MODIGLIANA d iretto d a l dottor RICCARDO CARNELLI.

Un caso di occlusione intestinale da diverticolite di 1'1eckel per il dott. RICCARDO

CAR-~ELLI.

Il diverticolo di Meckel che, come sappiamo,

costituisce un'anomala formazione anatomica dell'intestino ileo, ha acquistato, in questi ultimi anni, una grande importanza chirurgica perchè e per la sua sola presenza, e per varie altre cause, può essere motivo di serii inconvenienti relativi alla funzione intestinale. Il diverticolo di Meckel, detto anche diverticolo intestinale congenito o diverticolo solitario, è una appendice dell'intestino che ha la sua origine, lateralmente, dalla parte inferiore dell'ileo al di· sopra della val vola ileo-ceca le e ad una distanza di circa 80 centimetri e perfino <li un metro. Esso è formato d a tutti gli strati della parete intestinale e provvisto di abbondanti vasi. Come sappiamo, nell'adulto, esso rappresenta un residuo del canale onfalo-mes~nterico che, nel· l'embrione unisce l'intestino tenue al sacco vitellino. Secondo le statistiche del D' Augier; concernenti 200 cad,averi, del Kelynack, riguardanti 298 individui, si può ammettere che il diverticolo del Meckel si trovi, all'incirca, 2 volte su roo. Questo diverticolo dell' ileo foggiato a dito di guanto, più o meno lungo e più o meno largo ha una certa parte nel produrre la occlusione intestinale, se è vero che sn 100 casi di occlu· sione, 6 sono da esso prodotti. (Fitz -Réginal) . È questa relati va rarità che mi ha suggerito I 'idea di illustrare il caso che ho potuto osservare. Ho detto relativa rarità, inquantochè, oggigiorno, dopo studi più recenti e dopo investigazioni e ricerche anatomopatologiche più minuziose ed esatte, i casi di occlusione intestinale prodotti dal diverticolo di Meckel sono forse più di quello che non si creda e bisognerebbe che il pratico a ves~e tutto l'agio e la libertà di poter studiare nei cad averi di tanti individui nei quali, se.,,.;; IUS fu fatta g iustamente la diagnosi di occlusione intestinale, non ne fu fatta quasi mai la diagnosi anatomopatologica. Si approfondirebbero forse, cosi, le nozioni di un capitolo di diagnostica ancora quasi oscuro, nonostante i lavori del Mal-

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ga1gne e Blunt, del Dreifuss. del Perthes, del Graser, dell'Edel, del Reinbach; del Mertens, del Castellino, ecc., perchè ancora oggi, difficilmente ed anzi quasi impossibile riesce formulare, clini· camente, una diagnosi di occlusione intestinale da diverticolo di Meckel, senza confonderla con una peritiflite. un'appendicite, un volvulo, un ileo adinamico o meccanico di altra natura. Dai lavori degli autori suddetti che hanno molto illuminata la patologia del diverticolo di Meckel, sappiamo come esso possa trovarsi a fare parte delle ernie e come, per il primo, Littre abbia studiato questa ernia che si chiama appunto l'hernia JJittrica. Nel diverticolo di Meckel si possono inoltre osservare delle cisti da ritenzione che talvolta raggiungono un volume notevole, · tanto da dar ltwgo a seri inconvenienti. Oltre le cisti si può avere là formazione di corpi estranei, che hanno la loro origine simile a quella dei calcoli stercoracei che si riscontrano nell'intestino e che, talora, colla loro presenza e per il lungo soggiorno possono dar luogo a catarri o ad ulcere da decubito, producendo perfino la perforazione del diverticolo, con tutto il quadro di una peritonite circoscritta o di una peritiflite. In quanto alla possibilità che ha il diverticolo del Meckel di dar luogo ad un ileo si ammette, che per la sua conformazione e per !·a libertà di movimento di cui gode possa avvolgersi intorno ad un'ansa intestinale e strozzarla oppure, come talora si osserva, ciò avviene perchè dall'estremità libera del diverticolo può staccarsi un cordone fibroso che arriva fino all'ombelico e può, colla sua tensione, strozzare un'ansa intestinale. Nel caso da me osservato non si trattava veramente di un cordone fibroso che raggiungeva l'ombelico ma di una briglia peritoneale che partendosi dall'apice del diverticolo si estendeva fino al duodeno che strozza va. Altre volte un ileo può esser prodotto per invaginazione del diverticolo nell'intestino, o vice· versa per invaginazione dell'intestino nel diverticolo. Ed ora ecco il caso : Certo G ... L ... , d'anni 6o, da Modigliana, viene colto improvvisamente da un forte dolore addominale in corrispondenza del quadrante superiore destro. subito al disotto del bordo costale, sulla linea parasternale destra. Egli presenta costipazione, singhiozzo e ventre meteorico. È bene notare che il paziente è uomo di robusta costituzione fisica, con masse muscolari


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SF,ZIONB PRATICA

pen sviluppate, con pareti addominali ricche di tessuto adiposo, per cui non tanto facili riescono le consuete indagini cliniche. . Tuttavia notasi subito una leggera tumefaz1one, nel punto clolente, indicato dal malato. Essa sembra estendersi in senso orizzontale e quasi corrispondente ad una parte del colon trasyerso. ~olla percussione ~i rileva un leggero suono timpanico e colla palpaz1one, eseguita molto accuratamete, si sente questa intumescenza quasi pastosa e riducibile nel suo volume. Non potendo, lì pet li, stabilire una diagnosi sicura, si prescrive al paziente un leggero purgante e l'applicazione della vescica di ghiaccio, nell'intento di rivedere il giorno dopo, se tale intumescenza fosse diminuita. Intanto, interrogato il paziente minuziosa mente e, scartata subito l'ìpotesi d'una com11ne colica, pensammo ad una lesione in tutta vici. nanza dello stomaco, in corrispondenza delle re5ioni più alte dell'intestino. F orse un tumore del piloro che colla sua presenza esercitasse una qualche compressione sul colon ? Ma dall'amnesi del paziente niente rilevasi che possa far sospettare ad un tumore. Egli sostiene d'essere stato sempre bene ; di non ricordarsi di essere sfato mai malato fino a 12 anni fa, nella quale epoca ebbe a subire il tifo e che solo, durante questa malattia. ebbe un giorno dei dolori vivissimi nell'addome ma non ricorda dove; non sa precisarne il punto ; l'indica malamente nelle vicinanze delta regione ombelicale. Del tifo guarì completamente e da 12 anni egli è. stato sempre bene senza aver mai sofferto alcun disturbo gastrico od intestinale. D'altra pa rte, lo abbiamo già detto, è uomo robusto e grasso; non presenta alterazioni pigmentarie della cute, non ingorghi ghiandolari, ganglionari; le sue abitudini sono state sempre sobrie non a vendo mai abusato di alcool, di tabacco nè di venere. Assicura, inoltre. di non a ver mai contratto nessuna infezione celtica o sifilitica. Per tutte queste ragioni quindi ci sembrò di dover scartare subito la diagnosi di un tumore. Il giorno dopo quando rivedernmo il paziente, che aveva già avuto il benefizio d'un abbondante evacuazione, in seguito all'azione del purgante, la intumescenza nel quadrante superiore destro, era scompars a e coll~ palpazione prolungata e profonda niente trovasi del quadro del giorno P.recedente. Però un nuovo sintomo era apparso; 11 vomito di sostanze col caratteristico colore della bile. Un nuovo dubbio sorse allora, se avesse potuto trattarsi di un"occlusione intestinale del duodeno al disotto dell'orificio duodenale, per modo che la bile fosse costretta a risalire nello stomaco. In questa ipotesi ci sentimmo incoraggiati dall'osservazione ulteriore del paziente e dal rinno· varsi periodico del vomito che accadeva ogni 24 ore, mentre nello stesso periodo di tempo, la intumescenza del quadrante superiore destro subiva delle oscillazioni volumetriche. L'impedimento dunque, nelle regioni più alte dell'intestino doveva esserci, ma quale ? Di che natura? Era ciò che avremmo desiderato stabilire clinicamente. Lungi dal supporre, come potemmo constatare in seguito, che tale impedimento fosse dovuto ad una briglia originatasi dal diverticolo di Meckel, pensammo anche ad una calcolosi biliare; ma l'assenza d'ittero, per quanto calcoli del coledoco

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anche se grossi come noci, non determinino sem· pre di necessità l'ittero e !:anormalità di sede del tumore cistico, l'assenza di dolore e di febbre ci fecero scartare anche questa ipotesi. Neppure una cisti da echinocco del fegato che ~omprimesse i~ qualche maniera posteriorm~nte ti duodeno ed 11 canale coledoco, ci parve illuminare la diagnosi, perchè la superficie del tumore che si poteva osservare all' esterno, benchè liscia, non era co~tante scomparendo col vomito. Questa circostanza di volume non è un carattere delle cisti da echinocco inquantochè esse mantengono una relativa tensione e lo stesso volume finchè non vengano, in qualche modo, svuotate. Anche la mancanza a el fremito idatideo, per quanto essa sia un segno non sempre facilmente riscontrabile, ci fece ritenere non giusta questa ultima ipotesi. Il malato, insomma, proseguì in questo stato di cose per 3 giorni, durante i quali, benchè noi avessimo già avanzata l'idea d'una pronta lapa· ratomia, ormai convinti che un ostacolo doveva esistere al circolo fecale. egli si rifiutò ostinatatamente, perchè tolto il vomito periodico di sostanze biliose, non a ve va altre sofferenze che, secondo lui, esigessero l'opera pronta d'unchirurgo. Finalmente, però, persuaso e trasportato nell'Os pedale, fu sottoposto alla laparatomia. ' Operazi one. - Aperto l'addome con un taglio longitudinale, lungo il margine esterno del muscolo retto di dest~a, che partendo dall'arcata costale inferiore arriva fino presso quasi all'om· belico, dopo non brevi ed accurate esplorazioni nella cavità addominale, troviamo una sottile briglia, che strozza il duodeno proprio al disotto dell'orificio del coledoco. Tale briglia lunga circa un 20 cm., passa sopra ]e anse intestinali del tenue incrociandole quasi obliquamente e seguendola nel suo decorso, troviamo ch'ella fa capo ad un diverticolo di Meckel abbastanza voluminoso ed in tutta vicinanza della regione ombelicale. Tale briglia, di consistenza carnosa, è più larga e spessa verso il punto di origine, mentre si mostra sottilissima e quasi filiforme nel punto ove produce lo strozzamento. Liberato il duodeno da questo impedimento, con un semplice colpo di forbici si reseca, fra due .. legature, la briglia carnosa ricca di vasellini di neoformazione e l'asportiamo. L 'intestino ~osi liberato riprende subito il suo calibro normale e non trovandovi alcuna alterazione di sorta sulla parete, l'operatore non giudica opportuna alcuna resezione in vista anche dello stato assai grave del paziente per la prolungata narcosi. · Richiuso co:>ì l'addome, il circolo intestinale viene ripristinato completament e ed il p aziente ha anche il benefizio di due scariche alvine colla contemporanea scomparsa del vomito : tutto quindi lascia supporre ad una pronta ed immediata guarigione. Senonchè, il giorno dopo le cose cambiano improvvisamente: 11na perforazione in te· stinale nel punto ove esisteva lo strozzamento, induce ad una peritonite generalizzata e alla conseguente motte del paziente. Ora questo caso, come l'abbiamo esposto, i1i.i sembra assai importante e dal lato chirurgico e da quello clinico, inquantochè esso si presta a diverse considerazioni anatomo·patologiche, dia· gnostiche e tecniche.


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IL POLICLINICO

Anzitutto come si può spiegare la presenza, nell'addome, della briglia strozzante ed originatasi dal diverticolo di Meckel? • Sappiamo che la presenza di aderenze intestinali o di briglie peritoneali presuppone sempre un fatto flogistico peritoneale, inquantochè queste aderenze o queste briglie sono sempre il risultato di una pregressa peritonite essudativa localizzata o diffJ.sa e specialmente specifica, o più raramente, come forse nel nostro caso, l'infiammazion.e produttiva si è manifestata come tale sin dall'inizio, in seguito ad un processo lento, cronico di diverticolite. Nell'anamnesi del nostro pa' ziente risulta infatti, ch'egli ebbe un'infezione tifica assai grave e che una volta notò un dolore assai vivo presso la regione ombelicale. Perchè dunque non potremo supporre che un processo cronico sia residuato nel diverticolo di Meckel , . capace di dar luogo ad una peritonite produttiva e quindi alla briglia trovata? Egli è appunto questa supposizione che mi ha fatto intitolare questa breve tnia nota clinica: a Un caso di occlusione intestinale da divertico .. lite di Meckel ». D'altronde sappiamo come .il pro· cesso infiammatorio prodotto dal tifo è sempre più intenso nella porzione inferiore dell'ileo, quindi, nel nostro caso, anche più vicino al diverticolo di Meckel, dove può es~ersi avuta una lieve perforazipne e forse una peridiverticolite. Nè ciò deve meravigliare, quando si pensi, dopo i lavori più recent i sulla patologia del diverticolo, che esso può andare soggetto a quasi tutte quelle stesse malattie che colpiscono l'intestinq. Il nostro caso inoltre mi sembra importante dal lato clinico inquantochè dimostra, ancora una . volta, che una diagnosi di diverticolite è pressochè impossibile, potendosi con tutta facilità scambiare con un processo peritiflitico1 ben sa· pendosi quanto può essere variabile la posizione del cieco e sopratutto del processo vermicolare. Tale difficoltà poi appare ancora più manifesta quando, come nel nostro ca so, il diverti~olo o meglio un processo di diverticolite è in grado di dare un'occlusione intestinale cosi a distanza dal suo punto d'impianto. Quello che è certo si è, che n ei casi di occlusione intestinale, quando si possono eliminare tutte le altre cau se (tumori, peritoniti circoscritte, calcolosi, cisti, ecc.), non deve sfttggire alla mente del pratico anche la possibilità di un diverticolo di 1'1eckel, come causa della occlusione perchè, per quanto l'evenienza non sia poi tanto frequente, (14)

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abbiamo visto come esso possa avere gran parte, nella patologia dello strozzamento intestinale. Il nostro caso poi c'insegna come oggi, di fronte ad una sintomatologia di occlusione intestinale di qualsiasi natura, l'intervento chirurgico debba essere sollecito e come ogni procrastinamento dell'operazione possa portare di necessità alla morte. Dati i mezzi moderni di tecnica e di antisepsi la laparatomia a scopo diagnostico dovrebbe sempre farsi , essendo ormai quasi nullo il rischio e probabile una guarigione e che nei casi, come il nostro, quando abbia che farsi con un'occlusione intestinale, non si deve mai essere re.s tii ad eseg~ire la resezione del tratto intestinale strozzato, per quanto esso presenti condizioni di vitalità abbastani.a soddisfacenti, perchè dal solo esame esterno non possiamo prevedere qua li alterazioni profonde e minute esistano dal lato del lume intestinale e che possono essere causa, in seguito, di nefasti successi. A proposito anzi di occlusione intestinate da compressione, credo valga benis~imo il detto lC che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio \) e che per ogni tratto intestinale stenosato od occluso vi sia più sicurezza di successo nella resezione che nell'affidamento della restitutio ad integrttm lasciando le cose come stanno, anche quando apparentemente sembra che si dovesse avverare una guarigione ~aturalmente. Modigliana, 31 agosto 1913. .

BIBLIOGRAFIA. KELYNACK. On Meckel's divert,i culum.

Journ.,

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21 Aug. B~uNr. Note

Brit. med.

et anatomo-patholog. sur l es infiammations du diverticute de M eckel. Bull. et mém. de la Société anat. de Paris, 1899, . mai. DREIFUSS. D as diveyticulum ilei. Zentralbl. f. d. Grenzgeb. d. Med. u. Chir., 1905, S. 401. PERTHES. Zur Path0Zog1:e und Tkeyapie der Hifscksprungschen K rankeit (Megacolon congenitum) 34. Kongr . d . Deutsch. Gesellsch. f. C~ir. , 1905, II, S. 1. GRASER. Das falsche Darmdivertikel. Deutsch. Gesellsch. f. Chir., 1900, Bd. 19. v. EièHHORN. Zut' Genese de f erworbenen. Dal'1ndivertikel. Inaug. Diss. Ziirich, 1897. MERTENS. F alsche Divet'tikel der Flexi1ra sig1noidea und des Proc. vel'miformis. Mitteil. a. d. Grenzeb. d . Med. u. Chir., IX. S. 743. EDE~. U eber erwot'bene D aYmdi vertikel . Virch. Arch. Bd. 138, S. 347, 1899. MONOD e VANVERTS. T e,;nica opeyatori'a. TILLMA-~·s. Trattato di ch'i rurgia. BERGMANN e P. v. BRUNS. Trattato di chifufgia pratica. CASTELLINO. Stilla patologia del divert·icolo di Mec1'eJ.. Riforma medica. · MALGAIGNE


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SEZIONE PRATICA

IGIENE APPLICATA. "La lotta contro la tubercolosi in Genova. Genova è alla testa delle città italiane per la :attività e l'energia con le quali ha iniziato e conduce la lotta contro la tubercolosi per opera di un'Associazione sorta nel 1905 e che ha saputo 'taccogliere mezzi ed energie cosi da raggiungere risultati veramente ammirevoli. Nel 1905, per iniziativa di una signora che porta va l'idea da Firenze, si radunò un gruppo di -signore che insieme ad alcuni medici costituirono il primo nucleo dell'Associazione e già fin da quel primo anno riuscirono a raggruppare 200 soci e .a raccogliere 3810 lire. Fissato un programma razionale e vasto, si cominciò il lavoro con due sezioni: Squadra di socco,,so e Dispertsa-ri, le quali dovevano segnalare e .assistere i tubercolosi. · ... Non potendo la Associazione disporre di un -dispensario proprio cominciò a giovarsi dell'opera dei Policlinici esistenti allora nella città, i quali le segnalavano i tubercolosi che più specialmente richiedessero una assistenza igienica e finanziaria. Di ogni infermo veniva redatta su un modulo iuna storia clinica e un diario e durante questo periodo - che va d al 16 aprile 1906 al t8 febbraio 1909 - l'opera dell' A~sociazione si esplicò ·particolarmente in un lavoro di educazione famigliare e di soccorsi ·fatti a seguito di inchieste -domiciliari praticate da lln gruppo di benemerite s ignore opportunamente istruite alla loro filantropica missione. La sq t-tadt'a di soccorso che tuttora funziona è ·essenzialmente costituita da un gruppo di egregie signore, le quali si sono divise tra loro le varie incombenze necessarie ad assicurare quella con1inuità di assistenza necessaria alla vitalità della i stituzione. Si sono cosi costituiti diversi gruppi e precisa.m ente: 1) un gruppo destinato al turno di servizio alla -sede sociale la quaìe è aperta regolarmente fra le 15 e le 17 di ogni giorno per la distribuzione dei •

~soccorsi;

2) un gruppo di signore visitatrici a cui è de-

mandato l'obbligo di praticare, in seguito alla vi· -sita e segnalazione del medico, una inchiesta domiciliare intesa a stabilire le condizioni finanziarie del paziente e quelle igieniche della sua casa; . 3) un g;ruppo di signore propagandi'ste incari-cate di prestare la loro opera a vantaggio della

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istituzione col diffonderne la conoscenza e gli scopi, col procurare nuovi soci e collo studiare e attuare tutti quei mezzi che possano valere ad aumentare le risorse dell'associazione. L'inchiesta domicilia-re forma certa men te la parte più importante nell'opera di profilassi antitubercolare in quanto che, redatta su un modulo 11nico, nel quale sono contemplate tutte le ricerche che valgano a determinare l'ambiente in cui vive il tubercoloso, essa costituisce la base sulla quale si possono applicare quei provvedimenti di in dole umanitaria e igienica che sono necessari nei singoli casi. Essa ricerca: Nome, cognome, età del paziente, domicilio, pyofessione, stato civile. ' Da quanto tempo data la malattia attuale. Membri ,d ella famiglia viventi. Loro stato di salute. Se esistono ascendenti o collaterali. Professione del padre, della madre, dei fratelli e corrispondente salario. Se il paziente ha famiglia, profe~sione del coniuge, numero dei figli , professione e salario. Nome e indirizzo dei .padroni del paziente, del marito o della moglie, dei figli. Risorse giornaliere della famiglia prima e durante la maiattia. Se ha debiti . .Per qual somma e verso chi. Se riceve soccorsi da Opere pie o da privati, o da società di mutuo soccorso. Se il malato è capace ancora di qualche lavoro e con quale guadagno. Se può uscire o è obbligato a letto. Se la sua alimentazione è sufficiente. Se abusa di alcoolici. Qual' è lo stato dei suoi abiti e della sua biancheria da letto. Se i figli sono a balia o vanno a scuola. Larghezza della via abitata dal paziente, sua soleggiatura e salubrità. Quante famiglie abitano la casa. Sua situazione dal punto di vista igienico. Se dispone di acqua corrente o di pozzo. Stato delle latrine. Se è fornita di cortile o giardino. Di quante camere dispone la famiglia. Dimensioni e condizioni della camera del malato. Quanti letti per camera e quante ,persone per letto. Se il paziente dorme solo. Se sputa e dove. Come si provvede alla pulizia degli ambienti. Come e dove si fa il bucato. Condizioni d'ambiente. delJ'offi.cina di lavoro del paziente. Medico curante del paziente: cure fatte. Quali sono i bisogni più immediati del malato e della famiglia. Che cosa si può domandare per il malato al suo padrone. Che cosa si può domandare alle Opere pie. Quale forma d'assistenza può accordargli il dispensario. Necessitando una disinfezione dell'ambiente, preavvisarne. (15)


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POLICLINICO

La cura, durante questo periodo, era natt1ralmente lasciata al medico di fiducia e si prosegui con questo sistema, invitando nel frattempo anche i medici condotti a concorrere nell'opera di segnalazione dei malati di tubercolosi, fino a che si potè o:ttenere dal Comune un locale doye aprire (1909) un dispensario, la cui organizzazione fu fatta secondo le note norme dei ~ispensari francesi e belgi, affidandone la parte diagnostica e terapeutica a due sanitari e la · profilattica alle suddette signore della squadra di soccorso, ad ognuna delle quali fu affidata una zona determinata della città. Esse provv~dono pure alla distribuzione di soccorsi che consistono in buoni alimentari (carne, latte, uova), in biancheria personale e da letto, in brande, i11 sputacchiere, in sapone, in soda, in olio di merluzzo, ecc., e ancora in istruzioni igieniche per preservarsi dal contagio tubercolare Istruzioni che debbono a·v ere la maggiore praticità onde corrispondere utilmente al loro fine profilat'

tico. Allo scopo di evitare che la biancheria personale e da letto del tubercoloso abbia contatto con quella degli altri componenti della famiglia e con quella ~egli estranei, si fecero fate dei sacchi di varia capacità e ad ogni tubercoloso è dato un sacco numerato dove riporre i suoi effetti personali e letterecci il quale per accordo stabilito con l'Ufficio d'igiene viene poi ritirato dagli addetti alle disinfezioni, portato a sterilizzare e quindi restituito al malato. Dopo però due a~ni di esperienza fatta dalla squadt'a di soc,orso nella assistenza domiciliare dei pazienti, secondo i suesposti concetti di soccorso ..al paziente e di protezione per coloro che convivono con lui, si potè constatare in modo chiaro che se tale assistenza poteva fino ad un certo punto giovare al paziente, riesciva quasi sempre inefficace a proteggere chi lo circonda, sia per le strettezze dell'ambiente e la miseria delle suppel· lettili, sia per l' impossibilità di poter esercitare un serio e continuato controllo sulle condizioni igieniche dell'ambiente stesso. Preoccupato da un tale stato di cose, il Con· siglio direttivo della Associazione comprese che un'opera efficace di profilassi solo si sarebbe potuta attuare quando si fosse potuto, in mancanza del ricovero del paziente all'ospedale, isolarlo nei modi più umani e nello stesso tempo rigorosi dalla sua famiglia e particolarmente dalla sua prole.

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Riusciti vani l tentativi fatti di procurarsi una area per richiamarvi, durante il giorno, i bambini figli di tubercolosi, e ciò per le speciali con· dizioni topografiche e per la scarsezza di aree disponibili entro le mura della nostra città, si è dovuto pensare a cercare nei dintorni una località ove fosse possibile creare, in condizioni climatiche opportune, un Asilo, ove i bambini, sottratti al pericolo di contagio, potessero, con un soggiorno più o meno lungo e subordinato allecondizioni del pericolo stesso, ritemprare il loro, • minacciato organismo. E la associazione potè felicemente risolvere il problema ottenendo un>area di proprietà municipale, situata nella valle di Chiappeto, nella regione di S . Martino d' Albaro, riparata dai venti e felicemente esposta sui colli clie circondano. Genova, con un edificio utilizzabile e una vasta zona di terreno coltivata a ulivi e a vigneto a m. 115 sul mare. Adattato il locale con l' aiut0< pecuniario di generose persone, si potè aprire 1'Asilo il 5 luglio 1908 con 9 bambini che poi au-· mentarono e con successivi adattamenti e miglio· ramenti il locale diventò atto a ricevere 45 bambini. L'accettazione di essi si fa sempre in base ai re~ultati dell'inchiesta domiciliare che la squadYa di soccorso compie a ogni segnalazione che sia fatta alla Associazione di un malato tubercoloso. Le condizioni di ammissione all'Asilo ~ono precise, e cioè si esige c~e il bambino sia sano e che· vioa in un ambiente infetto da tubercolosi, e quindi in pericolo di contagio. L'età dei bambini ·è stabilita fra 3 e 10 anni, e in grazia delle favorevoli condizioni di ambiente per cui è possibile una vita quasi continuamente· all'aperto, di una buona nutrizione, di un esercizio del corpo ottenuto con frequenti passeggiatee con una ginnastica appropriata non è da meravigliarsi se la salute abbia avuto a risentirne· notevoli benefici, e nessuna malattia degna di nota si è mai avuto a dover registrare. A integrare l'opera di protezione svolta dall'Asilo, fu iniziata il 28 febbraio 1q10: la prima Colonia sussidiaria di campagna a Sant'Olcese. La scelta di questa località fu consigliata dalla amenità e salubrità del soggiorno, dalla relatiV'a vicinanza alla città e più spec-ialmente dal concorso che alla opera poteva assicurare il medico locale; la colonia iniziata con due bambini, ne accolse successivamente altri 15, tanto che nel primo anno le giornate di assistenza dedicate nella colonia a tali bambini variarono da un mi-


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SEZIONE PRATICA

nimo di 30 ad un massimo di 300 - con un complesso di 1954 giornate e una media di 130 per • ciascuno. Prima di essere affidati alla colonia i bambini entrano nell'Asilo campestre di S. Martino ove restano per un tempo vario, ma sufficiente per assicurarsi della loro perfetta salute e per abituarli al distacco dalla famiglia ed assicurarsi della loro attitudine alla vita di campagna. La designazione delle famiglie destinate ad accogliere i detti pupilli, e che devono essere materialmente, e moralmente sane, viene fatta dal medico locale che si è assunto anche l'incarico di invigilare giorno per giorno sulla loro salute e sul loro contegno. Tutti i bambini frequentarono la scuola e presentatisi agli esami, li superarono egregiamente. Essi trovarono nella popolazione accoglienza simpatica e cordiale. I risultati furono tali che nel successivo anno 1911 si istitui una seconda sede di colonia a Valleregia in Val Polcevera. Nel 1910 oltre che a sviluppare le opere già esistenti, il Consiglio direttivo volse il pensiero a iniziare, durante il periodo delle scuole estive, un primo esperimento di scu ola all'aperto . Una commissione a tale scopo costituita in seno al Consiglio direttivo, studiata la questione, potè con una sollecitudine singolare attuarlo in grazia specialmente del concorso c·h e il Comune prestò alla generosa idea. La direttiva fu quella di selezionare fra i ragazzi non promossi e per i quali il Comune di Genova istituisce abitualmente un corso estivo, quelli che per la loro mic;eria fisica famigliare e personale reclamavano una specie di trattamento di favore. Tale selezione fu fatta all'aprirsi dei corsi, dai medici municipali col concorso dei meilici del dispensario. Come località fu• scelta una delle scuole civiche· più periferiche del comune nella Valle del Bisagno, a circa 3 chilometri dalla città, in regione di San Gottardo, giacente entro un grande rettangolo di terreno di circa 1o~mila metri quadrati, piano, coltivato a campo e ad orto, e variamente piantuma to. Nella parte più adatta, con zone soleggiate e con altre diversamente ombreggiate, furono erette tre baracche smontabili, fornite di tende mobili e sotto le quali si disposero i banch: di scuola

I bambini inscritti, in numero di 100, partivano ogni mattina da piazza Deferrari su un tram con .'-·imor~hio, e giunti alla scuola occupavano variamente il tempo fino alle ore 18 seçondo un apposito orario che dava~larga parte ad un'attiva vita fisica.

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La scuola dava tre refezioni, due di latte e pane e una al mezzogiorno con minestra, pietanza e pane. La felice iniziativa fu così feconda di risultati buoni ed evidenti che l'anno successivo il comune adibi a tale scopo la villà annessa 'duna scuola civica in San Luca d'Albaro, ove con semplici

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2.

mezzi, una ttenda tesa sui pali di una veranda (fig. 2) s'impiantò un padiglione; nel 19 1 2 poi le scuole all'aperto diventarono due, essendosi aggiunta a questa una secoµda scuola nella parte occidentale della città (via Napoli) e nel 19 13 una terza nella storica Villa Giuseppina, acquistata per i suoi storici ricordi legati al risorgimento. Qui la fitta ombra degli alberi secolari rese su-

(17)


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tL POLICLlNIOO

perfiua la costruzione di padiglioni (fig. 3). Cosi nel 1913 gli alunni che fruirono del vantaggio di due mesi di vita all'aperto salirono a 200. Frattanto però l'Associazione lavorava alla realizzazione di un'idea da lungo vagheggiata, quella cioè di. costituire una sede propria in un istituto che fosse nello stesso tempo centro d'istruzione e di profilassi, e ciò si potè ottenere con la fon-

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FASC.

Il piano supetiore (vedi fig. 4) è stato ripartito nel~e due sezioni profilattica ed educativa. La sezione profilattica è rappresentata da ciò che si suol chiamare dispe11,sa1io o preventorio; la educativa da una g1'ande aula o museo antitube'l'co la'l'e. Fra l'una e l'altra si interpone la sala del Consiglio direttivo e quella delle signore della Squadra di soccorso. Corrispondentemente a una

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dazione dell'ufficio antitubercolare mercè la concessione gratuita di un'area fatta dal Comune nella regione del Cavalletto e la provvida e munifica O

cotale divisione il piano superiore è accessibile per due distinte entrate situate ambedue lungo la stessa via Innocenzo , Frugoni. Di queste, I 'in· f" f

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Fig. 4.

oblazione di lire 40,000 fatta subito dopo dalla Cassa di risparmio di Genova su proposta del socio e consigliere avv. P. F. Casaretto, vice-pre· sidente di questo istituto. Sull'area felicemente situata perchè centrale e isolata da altri edifici si costruì subito un edificio a due piani : il piano superiore è stato adibito ai servizi essenziali, l'inferiore ai Recondari.

(18)

feriore, posta verso l'estremità più ampia dell'Istituto, dà accesso per una breve scala al pianerottolo corrispondente al piano stesso per il quale si giun~e alla sala del Consiglio, all'aula museo e alla sala delle signore. Per la stessa porta si scende al piano inferiore e precisamente all'appartamento del custode. L'ingresso per questa porta è riservato al Con-


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SBZIONB PRATICA

siglio direttivo, ai sanitari e al pubblico che in .. tende visit:ire il Museo o raccogliersi nell'aula per eventuali riunioni sociali. L'entrata superiore è situata al piano della strada in prossimità all'estremo più ristretto dell'Istitnto ed è riservata ai pazienti che frequentano la sezione• profilattica. Come appare dalla pianta (vedi fig. 4), questa sezione dispone di un locale di aspetto, dal quale si arriva ad un auditorium destinato alle indagini anamnestjche. Da questo locale il paziente, per il corridcio che corre verso il lato occidentale della sezione, giunge alla sala di consultazione. Fra queste due sale è disposto il laboratorio e la camera oscura per le indagini laringoscopiche. Dopo la visita e dopo aver ricevuto eventuali sussidi, il paziente esce dall'istituto scendendo la scala interna che porta al piano inferiore donde si esce sulla strada costeggiata dalle mura di Santa Chiara. Il piano inferiore a terreno, oltre che per l'appartamento del custode, è adibito a stanza di ste.. rilizzazione, a stanza per le indagini radioscopiche e, per ora, a magazzeni per tutto quanto può oc.. correre al sussidio dei pazienti (biancheria, brande, ecc.). La grande aula ove è insediato il museo antitubercolare serve alle riunioni sociali (superando oggi i soci il migliai0) oltre che per conferenze e dimostrazioni. A questo scopo deve appunto servire il materiale didattico ed educativo ivi raccolto. Questo deve considerarsi essenzialmente costituito, oltte di una piccola biblioteca di riviste e di opere di difesa antitubercolare - di una serie di preparati grafici - modelli, ecc., in· tesi a chiarire nel mqdo più obiettivo che sia possibile, l'eziologia, la statistica, la distribuzione geografica, e la profilassi della tubercolosi. Se si pensa che, invitando a turno le scuole alla visita del Museo, si potrà farvi passare ogni anno parecchie migliaia di scolari, i più adatti ad assor .. bire e a diffondere •nelle loro case la buona par\lla, si con1prende come il programma educativo possa venire per tal modo grandemente agevolato. Per quanto riguarda la sezione profilattica, il servizio è essenzialmente affidato ai sanitari aventi alle loro dipendenze una infermiera particolarmente istruita per le indagini anamnestiche e sopratutto per le visite e le inchieste domiciliari. L'infermiera è coadiuvata in quest'ultima mansione a.a lle signore visitatrici, fra le quali, come già si è detto, sono ripartiti i diversi quartieri cittadini.

La funzione del dispensario resta sempre pertanto quale fu ideata da Calmette nelle sue linee generali: esame medico del paziente, assistenza e profilassi famigliare. Un punto però ancora controverso è ~e l'assistenza deve estendersi o no anche alla cura ambulatoria del paziente. Nel 1912 ben 1202 furono le persone che si presentarono per la prima volta al dispensario, delle quali 364 tubercolosi attivi e 245 dubbi e la maggior parte (784) si presentarono spontaneamente. Furono nello stesso anno distribuiti 13,332 buoni alimentari (latte, carne, uova), effetti letterecci, di vestiario, sapone, soda, disinfettanti, ecc. Nel 1912-13 a integrare l'opera per l'infanzia sorsero altri due istituti, un nuovo Asito per i fanciulli sani di genitori tube~colosi, aperto in via Bologna in una villetta (fig. 5) ceduta dal Comune. Qui non si accettano che i maschi (20)

Fig .• 5.

dagli 8 ai 12 anni, così l'Asilo preesistente di San Martino serve per le femmine da 3 a 12 e per i maschi da 3 a 8 anni. L'altra istituzione fu la scuola invernale ali' aperto e sulla spiaggia. Utilizzando lo stabilimento balneario municipale sulla spiaggia della Strega, località centrale e prossima ai quartieri più infestati dalla tubercolosi, fu aperta ,.. ai primi di gennaio una scuola per due classi di 30 alunni ciascuna, scelti nelle classi 2 a e 3a fem· minili e maschili delle scuole viciniori. Criteri di scelta furono oltre le misere condizioni economiche e le deficienti condizioni fisiche, la presenza della tubercolosi nella storia anamnestjca famigliare. Questi alunni frequentarono tutti i giorni la scuola, aperta in un edificio di legno (fig. 6) privo della parete su".l, esposta sul mare, e riparata dai venti del nord dall'alto muraglione della strada di circonvallazione. D'inverno ogni alunno era (19)

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IL POLICLINICO

coperto da un mantello con cappuccio e si potè anche in gennaio con + 9° tenere aperta la scuola che aveva naturalmente un orario speciale, ~ome si provvedeva ad una abbondante alimentazione (minestra, pietanza e pane a mezzogiorno, pane e latte alle 16). La scuola rimase aperta fino ai primi di giugno con ottimi risulta ti. ~

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,.... Fig. 6.

;: Nello stesso anno 1913 in base al concetto di produrre una educazione popolare largamente diffusa coi mezzi più obbiettivi e comprensibili, fatta allo scopo di interessare alla lotta antitubercolare tutto il corpo sociale, si utilizzò l'aula' museo alla pyopaganda atititubeYcolat'e /1a gli scola1i.

Furono prima tenute conferenze ai 700 maestri civici affinchè facessero una lezione sulla tubercolosi ai loro allievi di quinta e sesta classe, indi questi passarono a turno nell'aula-museo per vedere una serie di lOO proiezioni, preparate dal sottoscritto con le quali mediante immagini, disegni, figure anche simboliche vennero illustrati i concetti dei microbi, delle infezioni e del problema antitubercola~e. Le proiezioni venivano illustrate da signore e signorine precedentemente preparate e iJ giorno dopo, ogni classe faceva un tema nel quale riferiva ciò che aveva visto e imparato, e al migliore tema di ciascuna classe fu poi solennemente assegnata una medaglia. La dimostrazione era cosi di~posta: · 1° Causa à~lla tubef'colosi è un bacillo, un microbo: quindi che cosa sono i microbi? Analogia con le muffe, epperciò presentazione di queste in massa e nei singoli esemplari veduti con la lente d'ingrandimento : presentazione di una coltura microbica, del microscopio e dei microbi. Proporzione dell'ingrandimento microscopico per dare un'idea della piccolezza di quelli: schema (20)

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della moltiplicazione dei microbi. Richiamo del concetto che la moltitudine fa la forza per far comprendere la potenza straordinaria di esseri cosi piccoli . Dove si trovano i bacilli della tubercolosi? Loro ciclo evolutivo dai malati ai sani. Dimostrazione delle vie aeree e dei polmoni malati dai quali i bacilli escono a migliardi coll'espettorato, diffondendosi dappertutto, ma specialmente nella casa del tubercoloso dove il contagio per i bam. bini sani diviene quasi inevitabile. Mezzi di con tagio (a tavola, per terra, in letto, collo spazza. mento a secco, per mezzo delle mosche, del bacio, ecc.). I germi entrano per la bocca e le vie respiratorie, fissandosi in diversi organi ma più specialmente nei polmoni ove producono il tu· bercolo e poi la cave:rna e da do-y-e poi un'altra volta escono all'esterno per essere causa di nuovi contagi. 2° Mezzi Yefwessivi. Necessità di una diagnosi precoce. Dispensario antitubercolare. Il ricono· scimento· della tubercolosi è fatta dal medico mediante l'esame microscopico dell'espettorato. Una volta che un Individuo è riconosciuto tubercoloso deve essere inviato possibilmente al sanatorio se ricco, all'ospedale se povero. Ospedali e sanatori. U8cito il malato dalla casa, occorre disinfettar~ l'ambiente, la biancheria, i mobili, ecc. Vari sistemi di disinfezione: pompe spruzzatrici, stufe a vapore d'acqua, formaldeide. Per un opportuno accertamento che coloro che con vivevano col,malato non siano stati contagia ti, questi sono invitati al Dispensario antitubercolare per farsi visitare ed avere consigli e soccorsi. 3° M1Jz~i p~&ventivi. Dimostrazione dell'azione disinfettante del sole e della luce. Gli alleati della tubercolosi sono l'oscurità e il sudiciume. Vicoli malsani della città, case buie e sporche, addensamento della popolazione. Mortalità per tubercolosi nei vari mestieri. Sputacchiere. Spazzatura ad umido. I deboli sono predisposti ad ammalare di tubercolosi. Mezzi per conservarsi sani e robusti. Pulizia personale, doccie nelle scuole, bagni, pu · lizia delle unghie e delle mani, igiene della bocca, carie dentaria. Alcoolismo. Posizioni scorrette del corpo nella stazione eretta e nello stare a sedere a scuola. Respirazione nasale e boccale. Ginnastica, corsa, nuoto, voga, giuochi all'aperto, lavori campestri, ecc. '. Cinematog~afie dell'Ufficio antitubercolare, degli Asili per la preservazione dell'infanzia e delle Scuole all'aperto.


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SEZIONE PRATICA

1749

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Si fecero in tutto 54 conferenze-dimostrazioni alle quali parteciparono 3869 scolari, i quali di. uu n, u an u ' JlD mostrarono con i temi fatti di essersi fatta un'idea {NOSTRI RBSOCONTI PARTICOI,•RI). chiara e precisa del problema antitubercolare. Reale A.ceademia delle scienze di Bologna. Riassumendo il lungo e comple'>so lavoro della Associa.zione genovese vediamo che essa agisce Comunicazioni di interesse medico-chirurgico. ricercando i malati per mezzo delle relazioni dei Anno accademico 1912-913. medici curanti, delle denuncie fatte al Munfcipio Pietro Albertoni e dott. P. Tullio. Ricet'che sui per;.morte o cambiamento di domicilio o trasfe· rimento al o ? dall'ospedale; a questi malati e all€ processi digestivi ed assimilativi in un uomo sano loro fam1g1ie porge assistenza e consigli, cercando con fistola gastrica e chiusura completa dflll'esofago. - Gli AA. hanno approfittato di un caso di fidi educarli igenicamente, e allontanando da essi stola gastrica, con totale chiusura dell'esofago in i figli sani che colloca o nei due Asili o nelle Coun uomo -perfettamente sano, che si alimentava lonie di campagna. Azione per la tutela dell'in- esclusivamente dalla fistola, per studiare varie fanzia completata dalle scuole aJl'aperto estive questioni relative ai processi digestivi ed assimi(n. 3), dalla scuola invernale alla spiaggia e pros- lativi. Le risultanze principali furono le seguenti: simamente dall'ospizio mafino permanente che 1 ° che la necessità del cibo riguardo alla quaper generosa concessione dell'on. Merello sorgerà lità e alla quantità può essere giustamente requanto prima a Bergeggi e potrà ricevere 100 fan- golata dalla cenestesi, dal bisogno della cellula, ciulli permettendo cosi un conveniente sviluppo indipendentemente da qualsiasi sensazione gusta· alla cura marìna che per l'addietro si poteva far solo ti va ed impressione psichica; 2 ° che il cibo trovato sufficiente dàl paziente per pochi fanciulli ché erano gratuitamente acper soddisfare i bisogni fisiologici, corrisponde colti !lell'ospizio marino di Voltri (Dott. De Rossi). qua~i esattamente alla razione stabilita da Voit Conviene pure aggiungere che per riuscire a e da Moleschott come caratteristica per il medio questi risultati oltre l'opera individuale attivis- lavoratore; sima del presidente prof. Poli, che seppe instillare 3° che i vari ali menti, per le loro proprietà un fervore di attività a quanti lo circondano e plastiche, nutritive e nervine Ptovocano nell'inlo coadiuvano, valsero la costante e attiva par- dividuo modificazioni della cenestesi generale; 4° che il processo digestivo e assimilativo tecipazione delle Amministrazioni comunali che a poco a poco portarono il contributo annuo a procedeva regolarmente; tutto l'acido del succo gastrico si fissava sul cibo introdotto, comparendo 25,000 lire, che concessero i locali degli Asili camsolo alla fine della digestione acido libero; pestri, il terreno per l'Istituto-Museo, sussidi e col- · 5° che le sensazioni di fame e di sete si estin· laborazione all'istituzione delle scuole all'aperto. guevano perfettamente con la diretta introduOggi l'Associazione genovese contro la tuber- zione dei cibi e delle bevande nello stomaco. colosi ha un movimento di centomila lire annue · Alfonso Poggi. La ricostit·uzione della cistifellea e pi* di un migliaio di soci paganti, possiede lo- dopo la colecistectomia. (Ricerche sperimentali a cali proprii e gode del favore del pubblico per scopo chirurgico). - Intorno all'argomento esi.. modo che molto ancora potrà fare e ottenere. stono già parecchi lavori sperimentali ed alcune Dott. MARIO RAGAZZI. osservazioni cliniche; tuttavia poichè vi è dissenso fra gli autori e le ricerche lasciano ancora non poche incertezze, fin da due anni l' A. ha I mporlante premio ae.migratuito I èreduto bene di istituire indagini sperimentali in proposito. L'argomento oltre che d'interesse fi.. Prof. E. CARLIFANTI, d1 obimloa bromatolo11oa nella siologico è anche d'importanza chirurgica, t>erchè B. Unlvenltl dJ Roma se realmente si fornisse un nuovo serbatoio per PRONTUARIO PER GLI UFJ'ICIALI SANITARI la bile, dopo l'asportazione della cistifellea, la terapia chirurgica dei calcoli biliari con la coleNorae le1l11latlye t 111olameD&arl cistectomia perderebbe non poco del suo valore. In Y11ore ,er la •le&edone •ella •ùbllea allmen..&IOlle, Per gli esperimenti l'A. si è servito quasi sempre È un manuale tndUpemablle agli Ullctall Sanitari perch' di cani, solo tre volte di conigli; ha sacrificato eo1tttul8ce una guida lloura nell'eeerclz1o del loro amcto per cuanto gli animali da 24 giorni a 2 anni dopo l'opera11 rllerilce al delicato ramo ded'altmentulone, zione ed in tutto eseguì 15 esperimenti. Per ciò Un volume elegantement-e rlleaat.o In tela ohe sl irova J.n vu· che riguarda l'asportazione della cistifellea l'A. dlta • L. 3,&o. Per I DOIVI Abbonati L. 2, franOC) d1 Porto ha variato con quattro modalità principali: era ccio••ndato. (21) •


(ANNO

II, POtIC~INICO

a) Asportazione della cistifellea e del dotto cistico che veniva allacciato vicino a! coledoco. b) Colecistectomia ed asportazione parziale del cistico (circa la metà ). c) Colecistectomia lasciando in posto tutto il cistico. · d) Colecistectomia parziale lasciando in posto il collo oltre il dotto cistico, oppure anche una piccola porzione del corpo della vescica biliare. Dai risultati avuti, che l' A. espone con particolari, conseguono le seguenti conclusioni di interesse chirurgico: 1 ° Che il nuovo serbatoio della bile per la configurazione sua di sacca con sbocco ristretto, può presentare, come la cistifellea, condizioni favorevoli a che un nucleo di calcolo possa formarvisi ed ingrandirsi; però non è da trascurarsi la circostanza che esso per la. sua piccolezza contiene bile in proporzioni molto minori di quello normale. 2° Che, stando ai risultati ottenuti nel cane, dovrebbe consigliarsi di accoppiare alla colecistectomia l'asportazione del dotto cistico, più e he sia possibile vicino al colodoco, perchè se anche non si riuscisse di impedire la neoformazione di una sacca, questa avrebbe dimensioni piccole e insignificanti. Resta però a dimostrarsi se nell'uomo come nel cane il dotto cistico abbia altrettanta faci· lità a lasciarsi distendere dalla pressione della bilè, chè anzi per una osservazione sperimentale fatta dall' A. nel cadavere umano vi sarebbero ragioni non solo per dubitarne, m a per ammettere il contrario. Occorrono però più numerose e svariate ossei:vazioni, che l' A. sta eseguendo, per un giudizio definitivo. Dott. GUIDO M. PICCININI.

Reale Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti. Adunanza ordinaria del 30 ottobre 1913.

A. Bono me. Sul la pfoduzione spe,t'mentale di spleno e mielopatie emolitiche mediante antisieri specifici. (Confronti con analoghi processi dell'uomo). - L'O. presenta una memoria nella quale sono riferiti i risultati delle sue ricerche sperimentali sulle alterazioni che si producono negli organi emo- e liufopoietici in seguito ad iniezioni endovenose di sieri emolitici specifici. In un primo periodo la milza presenta i carfitteri del tumore spodogeno, con abbondanza di macrofagi. In un secondo tempo si va iniziando una neo· formazione fibrosa che trae origine dal reticolo della polpa e del connettivo perivasale, onde risulta uno stato di fibro-adenia simile a quella che caratterizza le splenomegalie nel morbo di l22)

XX,

FASC.

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Banti. I follicoli non vengono di solito interessati che molto tardivamente. In rapporto con l'esagerata attività fagocitaria si istituisce nella milza una neoformazione d'elementi endoteliali, sia dalle pareti delle lacune venose, sia dal reticolo dei cordoni midollari. Queste neoproduzioni endoteliali che possono estendersi fino al fegato, sono .analoghe a quelle che si riscontrano nelle sple11opatie emolitiche dell'uomo. Nel midollo osseo dei cani e dei conigli trattati con sieri emolitici si istituisce con una certa rapi~ità una reazione mieloide ed eritroblastica: la prima è di gran lunga più intensa della seconda, la quale va gradatamente esaurendosi quando l'esperimento si prolunga con ripetute iniezioni di siero. Per effetto della considerevole produzione di elementi midollari, a diverso grado di maturazione, si possono produrre infiltrazioni mieloidi in alcuni organi come nel rene. L'esagerarsi della normale attività eritrolitica della milza in seguito all'emolisi provocata dai sieri specifici potrebbe spiegarsi con l'ammette~e che i prodotti di disgregazione degli eritrociti ' vengano digeriti dal protoplasma delle cellule endoteliali in cui sono fagocitati e che da questo processo di digestione si originino dei nuovi prodotti tossici capaci di continuare a produrre emolisi. Questo concetto, che sta in armonia con le attuali opinioni sul meccanismo dell'anafilassi , spiegherebbe il sopravvenire della guarigione , quando in individui affetti da splenopatie emolitiche o da anemie spleniche o da morbo di Banti, si asporti la milza .

R. Nas.ini 1 C. Porlezza, U. Sborgi. Indagini ehimico-fisiche sopra te acque salsoiodiche e sofwa i gas di Salsomaggiore. - In questo lavoro viene riferito su tutte le indagini chimico-fisiche fatte sulle acque e sui gas di Salsomaggiore degli autori, in ~pecial modo sulla crioscopiti delle acque, sulla loro conducibilità e conseguentemente sull'aggruppamento più probabile, in base alle attuali teorie . delle sostanze disciolte nell'acqua, inoltre sull,azione catalitica delle acque stesse, o, a dir meglio, sull'azione loro sull'acqua ossigenata. Di più si studia il problema della radio attività sia delle acque e del re-;iduo solido, sia dell'aria, tenendo conto anche di esperi~nze fatte ripetutamente da molti anni. Si completa in riguardo ai gas rari, l'analisi del gas, in cui il Na· sini già da tempo aveva scopeito l'elio, oltre l'argo. Si applicano poi alcuni recenti metodi di ricerca sulle acque minerali specialmente quello che può chiamarsi spetlrochimico globale. A . DIAN.


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SEZìON1t PkA'flCA

APPUNTI. PER IL MEDICO PRATICO. nalina cloridrata nella proporzione di 2 gocce ogni 3 ore, complessivamente da r2 a 15 nella giornata. Ma quale fu la mia sorpresa, L'oso dell'adrenalina nella cura quando, scomparsa la presenza del sangue della glomerulo-nefri,e.~~ searlattinosa nelle urine ' vidi diminuìre anche l' abbon. . dante albumina dei giorni precedenti, riper il dott. D. PAOI.OANTONIO. ducendosi quasi alla metà! Contemporaneamente le urine divennero più copiose e meCredo opportuno ed utile portare a cono- no dense, gli edemi scemarono, lo stato genescenza dei medici pratici i risultati di queste rale migliorò, l'ammalata divenne più tr.a nmie esperienze sull'uso dell'adrenalina nella quilla, più calma; scomparsi la cefalea ed nefrite soarlattinosa : il vomito. 0 I perchè trattasi di un metodo· nuovo o In decima giornata l'esame chimico-microper lo meno fì'n ora poco usato e SJPerimen- scopico dell'urina fu negativo e l'ammalata tato, semplice ed anche sicuro, che tutti pos- entrò in piena convalescenza, senza accusare sono e debbono tentare senza tema alcuna; altri disturbi, miglioran.do gradatamente nel2° perchè quantunque relativamente le condizioni generali sì che al 20° giorno nuovo, pure è stato confermato dai risulta- potei dichiararla del tutto guarita. ti pratici ottenuti in un numero non esiguo Volli ripetere gli esperimenti poichè la glodi casi di nefrite i quali non si presentano 1nerulo-nefrite era abbastanza frequente nel così numerosi all'osservazione del medico periodo desquamativo. . pratico, come nella circostanza di una epideNon starò a ripetere caso per caso la storia mia scarlattinosa. ed il decorso della malattia mercè tale cura ; Dal marzo all'ottobre Igio, in Falena, si in complesso dirò che i casi da me curati fumanifestò un' epidemia di scarlattina. Ebbi rono oltre trenta, per lo più bambini e bamcosì l'occasione di sperimentare questo meto- bine dai 2 ai IO anni nei quali tra 2 a e 3a do di cura, che mi fu suggerito dal caso se- settimana di malattia si ebbero i comuni singuente. tomi dell'affezione renale. Per una bambina di circa 5 anni affetta da In tutti io adottai questo sistema di cura: scarlattina, verso ~l 15° giorno, nel periodo dieta lattea, riposo assoluto a letto, qu alche desquamativo, si notò la comparsa di edema, volta contro l'anasarca, unzioni con olio calprima delle palpebre e poi dell'intero volto do e successivo involgimento in coverte di che assunse una tinta cerea; grande irre- lana; qualche lassativo e qualche altro ·rimequietezza, conati di ·vomito, e cefalalgia; dio richiesto dal caso. Somministrazione per mentre l'urina, divenuta scarsa, torbida, al- bocca di adrenalina nella dose di circa 2-3 l'es·a me chimico faceva rilevare albumina cir- gocce della soluzione I per mille .per ogni ca ro per mille e al microscopio, cilindri ia- anno di età frazionatamente nella giornata. I lini, molti leucociti nonchè emazie. Stavano bambini prendevano il medicamento nell' accosì le cose, quando, con una brusca elevazio- qua semplice o zuccherata, ovvero nel latte ne di temperatura, si notò altro cambiamen- e con grande facilità. Non ebbi a verificare to nella qualità e quantità delle urine che mai inconvenienti di sorta, mai sintomi d'indivennero addirittura sanguigne e più scar- tolleranza. Con l'esame dell'urina verificavo se ancora. la scompars·a rapida dell'albumina e gli alPer combattere questa perdita di san.g ue tri sintomi della nefrite scomparire anch'escon le Nrine pensai di ricorrere all'uso del- si in un lasso di tempo variabile fra il 5° ed 1' adrenalina. il I2° giorno di cura, raramente più tardi. Preferii l'adrenalina perchè all'azione emo- Volli anche istituire esperimenti di controllo statica unisce quella eccitante sul cuore che e dove nella stessa famiglia si ebbero più nella malata in esame mostravasi abbastan- b~mbini malati, tralasciai in qualcuno di za debole. Ne iniettai quindi un terZ;o di somministrare l'adrenalina, raccomandando 1 eme . per saggiarne la tolleranza. Ai sele sole regole igieniche. Ebbene, in questi condp ·g iorno già l'ematuria era scemata, ed la risoluzione della malattia fu più lenta, al terzo quasi scomparsa, tanto che sospesi · l'albumina si riscontrò per più lungo t empo l'iniezidne della solita dose .e somministrai nell'urina, perfino dopo un mese, e q~alche per bocca la soluzione uno per mille di adre- volta comparvero i segni della uremia non

CONTRIBUTO DEL MEDICO PRATIOO.

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IL POLICLINICO

mai comparsi nei malati in cui sin da principio fu somministrata l'adrenalina. Come agisce dunque l'adrenalina nella cura della glomerulo-nefrite scarlattinosa? L'adrenalina è il principio attivo delle capsule surrenali, di quelle glandule cioè a secrezione interna che, come il Brown-Séquard originariamente annunciò, sono organi indispensabili alla vita e sulle cui im portantissime funzioni nella economia animale la scienza non ha detto l'ultjma parola. Infatti, le indicazioni e gli usi dell'adrenalina si vanno rapidamente moltiplicando; dall' azione semplicemente vaso-costrittrice, ischemizzante, emostatica per cui venne da principio adoperata, a quella assai più importante e complessa, la opo- ·ed ormonoterapica, che oggi ad essa si deve attribuire. Due illustri autori francesi, il Castaigne ed il Parisot, appl~carono l'opoterapia nelle nefriti servendosi di estratti di altri· organi, guidati da una concezione fisio-patologica della funzione pluriglandulare nella determinazione dell'uremia. Essi pensano, che nelle nefriti, in cui il rene è primitivamente affetto, tutte le altre glandule a secrezione interna subiscono danni anatomici ed alterazioni funzionali. L'opoterapia surrenale nelle nefriti può basarsi sulle alterazioni bene dimostrate cui andrebbero soggette le capsule surrenali nel corso di esse nefriti. In ogni lesione renale si riscontrano corrispondenti lesioni delle capsule surrenali che per conseguenza apportano una corrispondente insufficienza surrenale ed un turbamento nell'equilibrio endocr!no, almeno all'inizio della malattia, per ristabilire il quale occorre una iperplasia capsulare ed una ipersecrezione adrenalinica come nell'ulteriore decor so. Si tenga inoltre presente che in molte malattie infettive acute, nelle quali durante o dopo il corso, sono facili a comparire lesioni r enali, esiste l'iposurrenalismo, come si è dimostrato sperimentalmente e clinicamente. Si può dunque con quasi certezza ammettere, che nella nefrite scarlattinosa, la quale rientra nel quadro delle nefriti infettive, l' iposurrenalismo esiste, e che una terapia compensatrice mediante il principio attivo della capsula surrenale istituita in primo tempo trova in questo caso la sua razionale indicazione immettendo così nell'organismo quella sostanza che temporaneamente manca o è deJ~ ciente, sostanza (secondo l'esperienza) indispensabile all'economia organica, e che oltre arl una pro\rata azione antitossica, deve ave(~)

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re un'azione eccitante sugli elementi cellula- . ri di altri organi e probabilmente sul rene, onde la sua azione diuretica constatata nei miei esperimenti . . Non va trascurato inoltre, in questa cura, il potere ipertensivo dell'adrenalina, atto e necessario a combattere la notevole vaso-paralisi che di frequente riscontriamo tanto nell'insufficienza renale quanto in certi stadii dei morbi infettivi. Comunque si voglia intendere il meccanismo di azione dell'adrenalina nella nefrite scarlattinosa e nella cura delle nefriti in genere, come asserisce nelle sue pubblicazioni il dott. Ercolani che l'ha sperimentata in un certo numero di casi, dalle risultanze da me ottenute nella cura di 30 casi di bambini con glomerulo-nefritè sono in grado di affermare : . 1 ° Che nella glomerulo-nefrite scarlattinosa l'uso dell'adrenalina trova la sua razionale applicazione. 2° Che gli effetti curativi sulla lesione re~ale . si manifestano subito, fin dal secondo giorno, con aumento della diuresi, diminuzione dell'albumina, miglioramento dei fatti generali. 3° Che la malattia risolve in un periodo relativamente più breve (fra i 5 ed i 15 giorni, se l'adrenalina viene presto somministrata al malato). 4° Che si elimina il pericolo dell'intos• • s1caz1one uremica. 5° Che la somministrazione si può fare per via ipodermica o meglio e più facilmente per bocca in dose da ro a 20 gocce nella giornata, secondo l'età del bambino (dai 5 ai ro anni) e la gravità del morbo. 6° Che essa somministrazione è facile, scevra di pericoli e d'inconvenienti, tanto da non essere necessaria la sorveglianza del medico; ed il rimedio, si può facilmente trovare dovunque. Intendo con questa mia breve comunicazione, di apportare un contributo clinico alla terapia di una complicazione abbastanza temibile e frequente della scarlattina. •

CASISTICA ellfERAPIA La psoriasi è un sintoma di alcune malattie infettive croniche? {tubercolosi, sifilide). In questi ultimi anni numerose affezioni cutanee di eziologia non nota sono state ascritte alla tubercolosi. Ciò è stato fatto anche per la psoriasi, forse per la coincidenza di alcune malattf e croniche delle articolazioni, che da molto tempo si fanno risalire all'infezione tubercolare.


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SEZIONE PRATICA

I francesi forse sono stati i primi ad ammettere, sulla base di osservazioni cliniche, un rapporto fra alcune forme di artrite, la tubercolosi e la psoriasi. Menzer recentemente ha voluto riconoscere, nella etiologia della psoriasi, la tubercolosi latente, combinata con un'infezione mista stafilo-streptococcica. Ed ha conchiuso, con alcuni autori fran· cesi, che la psoriasi n on è una malattia a sè, ma deve essere considerata come un sintoma di malattie infettive costituzionali. Egli anzi ha formulato le seguenti proposizioni: 1° I psoriasici apparentemente sani soffrono di malattie croniche del sistema linfatico, del nasofaringe, della cavità toracica: ecc. ; 2° essi reagiscono alle iniezioni di vaccino antistrepto-e stafilococcico con fenomeni generali; e reagiscono anche alla tubercolina con fenomeni generali e locali (febbre, e localmente edema e rossore delle efflorescenze e qualche volta comparsa di nuove eruzioni); a volte comparsa di foruncoli in seguito ali' iniezione dei vaccini suddetti ; 3° la tubercolina e questi vaccini dimostrano un' influenza tel'apeutica contro la psoriasi. Schoenfeld (Deutsch k lin. Wochensch'Yi f t, luglio 19 13) ha voluto controllare le osservazioni di Menzer in 23 casi di psoriasi volgare. In tutti i , casi fu fatta da prima la prova diagnostica della tubercolina; e a seconda delle condizioni geperali e toraciche e a seconda della reazione avuta, la dose primitiva di tubercolina di ~/z milligrammo fu portata a 10 milligrammi e più; se la reazione ' fu intensa , la dose di T non fu aumentata. In un caso si giunse fino a 50 milligrammi, senza aver ma i reazione generale: cosi in esso fu escluso ogni rapporto con la tubercolosi. In 3 casi la reazione si ebbe soltanto dopo una iniezione di 1 5 -20 miJligr~mml. Gli altri 19 casi reagirono tutti alle dosi di 5.5-ro milligrammi; in uno di essi la tub~rcolosi era clinicamente evidente. Dalla frequenza della reazione generale si dovrebbe concludere che spesso nella psoriasi è presente la tubercolosi, di rado manifesta. Una razione locale , caratteristica come quella dei focolai tubercolari, non fu mai .osservata dall'autor(S. Se si aveva una spiccata elevazione della temperatura, gli elementi eruttivi acquistavano un colorito più acceso ed un aspetto edematoso. Questa specie di pseudo-reazione si spiega se si pensa alla struttura istologica della effiorescenza: focolai circoscritti, con vascolarità particolarmente ricca, possono, durante l'elevazione della temperatura, presentare un colorito rosso-vivace, analogamente a ciò che si ha anche nella cute sana circostante.

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In tutti i casi di psoriasi, l'A. ha pure praticato la reazione alla T. A. con iniezioni intradermiche e sottodermiche, 'senza ottenere fenomeni più significativi. Il fatto più notevole fu la comparsa di nuove eruzioni in due casi, in seguito alla iniezione intradermica di T A: ciò si verificò nella stessa sede delle iniezioni ed anche in regioni più distanti. Si ebbe questo fenomeno in due casi di eruzione ac11ta: perciò è da attribuirsi all'azione traumatica dell'iniezione, come pure fu notato in seguito ad altri traumi. In uno di questi casi l'iniezione sottocutanea di tubercolina non aveva dato nessuna reazione. Le iniezioni di T sistematicamente ripetute per più mesi non si sono mostra te mai terapeuticamente efficaci. Se d'altronde tubercolosi e psoriasi coesistono, ed in seguito alla cura tubercolinica il paziente migliora nelJà lesione tubercolare, non è da meravigliarsi se secondariamente anche la psoriasi migliori. Le iniezioni di vaccini anti- strepto- stafilococ c1ci non dimostrarono nessun valore terapeutico; qualche volta si ebbe la fuoruscita di qualche foruncolo. Perchè una dermatosi possa etiologicamente ascriversi alla tubercolosi, occorrono tre prove· dimostrative: il reperto dei bacilli tubercolari , la prova biologica sperimentale negli animali, le reazioni locali e generali alla tubercolina. Se mancano tutte queste prove, non si può ammettere che il soggetto sia tubercolotico e tanto meno che la dermatosi sia di n a tura tu· bercolare. La prova manifesta del rapporto etiologic<> della psoriasi coJla tubercolosi è sempre mancata ·a ll'autore. Nelle osservazioni di Menzer si sarebbe trattato sempre di pseudo-reazioni o di fortuite coincidenze di malattie. N elio studio dell'etiologia della psoriasi è stato pure esaminato il suo rapporto con la sifilide. Gjorgjevic e Savnik in quasi tutti i casi di psoriasi volgare hanno avuto · reazione di Wassermann positiva: per questi risultati essi hanno concluso per la non specificità della reazione, non in fav(>re della natura luetica de11a • • psoriasi. Von Bruck e Biach invece h anno osservato che c'erano dei precedenti luetici in tutti i casi di psoriasi con. reazione di Wassermann positiva. Prescindendo naturalmente dai sifilidermi psoriasiformi, nella psoriasi si può a vere reazione d i Wassermann positiva o debole, come si ha in alcuni casi di eruzione acuta di lupus eritematode.

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'1754

IL

PO~ICLINICO

In 71 casi di psoriasi volgare esaminati dal'autore tre volte la W. R. fu positiva, una volta dubbia, In tutti gli altri casi fu negativa. Nel due -casi con W. R. positiva, non v'erano dati anamne· stici sospetti di lue. Questi risultati sono decisa· mente contrari al concetto patogenetico della psoriasi quale sintoma della sifilide. Niente prova duttque finora che la psoriasi non sia una malattia a sè, ma sia da interpretarsi quale sintoma di malattie infettive croniche, .come la tubercolosi o la sifilide. Ciò non esclude la p ossibilità di manifestazioni cutanee psoriasifotmi di natura specifica. Intorno all'etiologia della psoriasi molti problemi sono ancora insoluti; l'origine parassitaria di questa malattia attende ulteriore conferma; altri concetti patogenetici -sono sempre discussi: per questi fatti si spiegano certe teorie così poco fondate sulla realtà. . P.S. L 'eresipela latente. ·

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Dodici giorni dopo l'atto operativo si notò nella profondità della ferita un 'infiltrazione che aumentò nei giorni seguenti per estensione. Dopo 2 settimane circa dall'inizio, la temperatura era 37°.8-38° con tendenza a salire. Compare :finalmente, al disopra del tessuto infiltrato, una piccola chiazza di eresi pela,. che si estese ] n pochi giorni, al collo, alla testa, mentre l 'infiltrazione diminuiva e la temperatura scendeva al normale : esito .in gt1arigione. Nell'eresipela latente dunque v'ha un'altra particolarità che resulta dalla lettura di queste due storie cliniche; la tumefazione profonda diminusce a mano a mano che il processo diviene superficiale e diviene manifesta l'eresipela. L'incubazione inoltre è stata lunga, circa due mesi nel primo caso. L'A. crede che non t anto la rarità dell'eresipela latente, quanto il fatto che es·s a è stata finora misconosciuta spiega la mancanza di descrizioni nella letteratura medica.

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t. p.

A. Schlesinger (Deitts . Mediz. Wocliensch., 16 .g·en. 1913) denomina eresi pela latente una forma

Sui disturbi cutanei della tossemla alimentare .

speciale della malattia, caratterizzata dalla prolungata localizzazione del processo morboso nella profondità, e dalla sua apparizione t ardiva alla superficie. I due casi, sui quali egli fonda tale .denominazione, così si possono riassum ere: Infermiera <li 40 anni ; riceve una piccola ferit a lacera clel dorso della mano sinistra da una malata di setticemia post-abortiva; dopo 15 giorni circa, quando la ferita era già cicatrizzat a, insorgono dolori lungo il braccio sinistro, con prevale11te localizzazione al gomito; sono interpetrati come neuralgia del cubitale e curati senza effetto con una terapia antinevralgica. Dopo un mese e qualche giorno la sindrome dolorosa 'Costrinse l'an1malata a mettersi a letto; la temperatur.a subfebbrile 37°.2-37°.4; l'esame obbiettivo face,.:a notare una tumefazione dolentissima .dietro l'articolazione del gomito; si pensò ad una periostite del cubito, quando dopo circa 15 giorni compar,·e a livello della tumefazione, che intanto s'era i11gra11dita, ed era di,·e11uta più superficiale, ttna piccola chiazza circoscritta di eresipela. La temperatura 37°.3-38°. In pochi giorni l'etesipela si estende, e dopo 2 settimane a\·eva in:vaso il collo ed il dorso. Intanto però la tumefazione del gomito era diminuita per grandezza e il dolore s'era attenuato; l'eresipela ebbe esito in guarigione e tutto il processo infiammatorio del braccio scompanTe senza lasciar traccia. i el secondo caso si trattava d'una giovinetta <>perata per linfoadenite tubercolare.

Palloway (Bfitish medicai Journal, aprile, 1913) in una relazione alla Società reale di medicina, ha indicato le affezioni cutanee che possono essere determinate dalla tossemia alimentare. Questa è prodotta sia dalle sostanze tossiche contenute nello stesso nutrimento, in gran parte dovute all'azione di fermenti normali e patolo· gici, sia dai prodotti della fermentazione e della putrefazione dovuti ai microrganismi ospiti abituali dell'intestino. Le manifestazioni cutanee della tossemia ali· mentare sono prodotte nel · maggior numero dei e.a si dalle sostanze tossiche contenute già nello alimento o prodotte dai batteri. Queste manifestazioni si possono raggruppare in quattro gruppi: 1 ° eruzioni, determinate da una lesione dei vasi cutanei, che scompaiono senza lasciare tracce durature; a questo gruppo appartengono le varie forme di orticaria di durata più o meno lunga ed i vari tipi di eritema, comprese le forme essuda ti ve e vescicolari ; zo lesioni infiammatorie della pelle con infiltrazione di elementi celi ulari e disturbi persistenti, dilatazione dei vasi sanguigni, atrofia, per sistenti dermatiti, formazioni di ulcera e cicatrici; 3° porpora nelle sue varie forme, ossia porpora puntata e diffusa, che compare spesso combinata con altri fatti emorragici; 4° pigmentazione in seguito all'assorbimento ed all'abnorme spandimento del pigmento prossimo al tipo normale, ossia la melanina, o alla disintegrazione di emoglobina, all'emolisi deter-

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fAAAo XX, FAsc. 48J

1755

SEZIONE PRATICA I

minata dalla penetrazione in circolo di tossjne L'eczema marginato infine è un'affezione dovuta alimentari. , all'epidefmophyton di Sabouraud,· consiste in una Tra le manifestazioni cutanee del primo gruppo placca a contorno cirèinnato, di cui il centro l'orticaria principalmente è prodotta da sostanze guarisce e diviene giallastro, mentre la periferia, tossiche formate nel tratto superiore del tubo è in attività e ·presenta delle vescichette. digerente per azione dei normali fermenti digeNella cura dell'intertrigine è utile l'insaponastivi; mentre l'eritema è provocato dall'assorbi- tura, purchè dopo di essa si usi l'attenzione di m~nto di sostanze tossiche dal grosso intestino. ben asciugare Ja p~rte. Tra le affezioni del secondo gruppo ha interesse La pulizia della parte con tamponi imbevuti il lupus e~iteinatoso; è stato dimostrato che questa . di alcool canfoi:ato a 90° è utile ad eliminare la malattia è in rapporto con una determinat~ le- presenza dello streptococco, ma, a lungo andare, -sione renale, ma verisimilmente essa può anche si determina irritazione fino alla scottatura; usan,essere provocata con la tossemia alimentare. dolo l>isogna procedere a 3 medica ture quotidiane; Il rapporto tra la porpora e le intossicazioni una di esse può essere sostituita da un tratta·intestinali è evidente specialmente nello stadio mento con tamponi imbevuti di tintura di jodio dniziale della cirrosi epatica, quando cìoè insieme 2 parti, in alcool a 90° otto parti. -a tale affez~one cutanea in forma piuttosto grave Tra una medicatura all'alcool e l'altra sarà opspesso ~i verifica parallelamente l'emorragia dal- portuno prote·g gere con talco la parte. l'intestino. Il rapporto tra la porpora punctata Nei casi ribelli riesce utile ogni 4·S giorni spencon la tossemia alimentare è dimostrato dalla nellare la parte con · -così detta porpora di Henveh. Una forma di pornitrato d'argento • . . 2 .pora simile si osserva nella cotite e nella dissenacqua distillata . . • . 40. teria. Al contrario di quanto si verifica nella Terminata l'applicazione del nit.rato d'argento forma punctata la porpora, che si manifesta con .estese emorragie cutanee, ·è determinata da tos- si passa sulla pelle un bastoncino di zinco puro; ·semia la quale ha origine nella porzione su pe- l'argento diviene nero come l'inchiostro di Cina, · e si ricopre con una pomata di .riore del tubo digerente. Le forme di pigmentazione abnorme della cute .ossido di zinco . . • <la tossemia alimentare sono molto varie: alle Vaselina . . . . • . ana gm. 15 :forme derivanti da localizzazione nella cute di Lanolina . . . . . . pigmenti patologici appartengono l'ittero urobiVitto e bevande possono, durante la cura, ri3inico, l'emocromatosi dal caratteristico pigmento .contenentè ferro, le pigmentazioni derivanti dai manere senza modificazione alcuna , la pulizia prodotti di alteraziolie dell'emoglobina, come la minuziosa del corpo, specialmente negl'individui obesi, è la prima norma di profilassi per la mauretemoglobina. lattia. t. p. DRAGOTTI.

Cura dell'intertrigine.

Nei ed angiomi curati con l' aria calda.

Tra le dermiti, più che frequenti, di pratica giornaliera, occorre distinguere l'intertrigine, lo .eritrasma, l'eczema marginato. L'intertrigine è una dermite essudativa, localiz.zata nelle diverse pieghe cutanee: inguinali , sottomammarie, delle natiche, soprapubiche nelle ,p olisarciche, cavo a$cellare. La chiazza d'intertrigine è precisamente sulla plica, arrossata, con essudato, con f~ssure che ·hanno sede sul fondo della plica stes3a: causa è ·lo strepto~occo, il ~ui sviluppo è favorito dalla sporchizia, dal calore, dall'ttmidità naturale delle pliche. L'eritrasma invece è localizzato sotto la piega -e nell'angolo cruroscrotale; la chiazza di eritrasma :riproduce il contorno della borsa adiacente, secca, di colorito rosso scuro, uniforme, è dovuta alla .azione del mic.rospofon minutissimum.

L'opportunità della cura dei nei e deg1i angiomi non è discutibile: essi spesso guastano la estetica di chi ne è colpito, possono andar soggetti a gravi fenomeni flogistici, e non di rado a poco a poco possono assumere caratteri di malignità. · Sono stati proposti molti metodi di cura. La maggior parte dànno risultati molto incerti, o sono inefficaci. Soltanto la roentgenterapia e la radiumterapia dànno rist1ltati degni di conside .. · razione: ma sono metodi lunghi, a volte infedeli ed anche pericolosi. L'intervento chirurgico dà molto rapidamente i suoi risultàti, ma non sempre è praticabile. L'aria calda ad alta temperatura (a 750 gradi) ha dato da tre anni risultati sicuri, rapidi ed eccellenti, ed · attualmente costituisce per molti il metodo di elezione. (La Ctinique, 1913, n. 22, M. Vignat).

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IL POLICLINICO

Il solo apparecchio pratico per questa t'ura sarebbe l'apparecchio di Gaiffe, atto ad agire con correnti dparia continue od interrotte sopra un punto ben determinato della pelle. Se l'angioma o il neo è vasto e si vuole libe· rare il paziente in una sola seduta, sarà indi· spensabile la cloronarcosi. ~i insaponerà la regione, si pennellerà con tintura d'iodio e poi con al~ool, come per un'operazione chirurgica. Il getto d'aria a 750° sterilizzerà i punti che investirà; ma nei giorni successivi si formerà una piaga che si infetterà se i bordi non saranno sterilizzati. Dall'asepsi della piaga dipende in gran parte la perfezione della cicatrice. Prese queste precauzioni, si avrà cura di co· prire la regione circostante con tin telo sterile imbevuto d'acqua sterile, aperto nel mezzo mediante un'asola che metta allo scoperto l'angioma. Poi si passerà alla carbonizzazione di questo. Carbonizzata Ja superficie del neo od angioma, questi si abbassano e si retraggono. Non bisogna fermarsi a qu,esto punto, per evitare che nei giorni seguenti non riappaia l'angioma o il neo. Si leva l'escara con un cucchiaio e si cauterizza più profondamente. Un po' di Gompressione arresterà l'emorragia. L'operazione sarà compiuta solo quando la profondità della lesione sarà accuratamente carbcnizzata. Negli angiomi sottocutanei ~i incide la pelle per metterli allo scoperto e poi si carbonizza; tolta l'escara, si può anche suturare p er prima. Se la piaga rimane asettica, il decorso è molto semplice; basteranno poche medicature come per una scottatura non infetta. La carbonizzazione produce un dolore ·intenso immediato, ma in genere il dolore scompare subito dopo l'operazione. Sulla faccia sarà opportuno lasciare che l'escara si distacchi spontaneamente. La cicatrice che residua in seguito alla carbo· nizzazione in genere è piana, liscia, uguale, quasi simile a tessuto normale. p. s. •

POSTA DEGLI ABBONATI. {195) Cura di' igt'oma cis tico delle borse siet'ose.

- Sarò molto grato a cotesta gentile Redazione, se vorrà farmi sapere, per mezzo della Posta degli abbo11ati, quale cura è da preferirsi per un igroma cistico di una borsa sierosa comunicante con l'articolazione: quella incruenta o quella cruenta? Si tratta di un uomo sulla cinquantina, reumatico, affetto da igroma cistico del cavo popliteo, molto facilmente comunicante con l'artico· lazione del ginocchio. Lo si può asportare senza (28)

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compromettere l'articolazione ? Oppure sono da preferirsi le iniezioni in cavità della solita mi· scela di glicerina e iodoformio ? Abb. n. 6874 - Dott. G. M. Un chirurgo sperimentato, che disponga di un ambiente opportuno, deve sempre preferire il metodo .. cruento a quello delle iniezioni, · specialmente quando si tratta di estroflessioni sinoviali o di borse, comunicanti con le articolazioni. L'intervento permette di estirpare completamente la membrana cistica, evitando la recidiva .. della quale non si può altrimenti escludere la possibilità, anche nei casi più favorevoli. Le iniezioni o vengono praticate con liquidi non diffusivi o poco irritanti ed allora falliscono allo scopo; o con liquidi energicamente attivi ed allora possono esteniere la loro azione alla cavità articolare con conseguenze senipre incresciose . .. . se non altro per la reputazione del sanitario. T. F. 196. Sulla c-ura detta ritiite cYon2'.ca ·ulceYante. -

I.,a prego di volermi essere cortese di una risposta sul seguente quesito: la mia signora soffre da circa un anno di catarro nasale cronico ed adesso presenta sulla mucosa e solo in corrispondenza del~e pinne nasali delle ulcerazioni superficiali, che s~ coprono di croste. Stato di salute generale ottimo. Soffri solo di dismenorrea mentre era nubile. Ha fatto lavaggi nasali con o senza SQnda con acqua borica o salata: si ha la guarigione, ma subito recidiva. Ha usato del pari qualche polvere o pomata astringente senza alcun effetto. Cosa mi consiglia di fare, in attesa che cessato. lo stato di gravi danza io possa recarmi in un.. centro a consultare uno specialista ? La ringrazio sentitamente e la prego di volermi rispondere con cortese sollecitudine. Con ossequi Dev.mo abbonato 3817. Sarebbe stato bene che Ella avesse distinto la forma ipertrofica dalla atrofica, poichè le direttive della cura nelle due r;niti sono diverse. Da quanto risulta dalla sua domanda appare che il sintoma più molesto siano le abrasioni superficiali della mucosa, che accompagnano il catarre> cronico semplice del naso, donde le piccole e superficiali ulcet'azioni catarirali, cagione di perenne stimolo all'inferma. Oltre la cura generale, igienica e ricostituente, potrà usare con vantaggio, a diminuire la secrezione, le pennellature con soluzione di protargolo 1-2 ~~ ; e alla sera applicare una pomata composta di aristolo gr. 3 e vaselina gr. 15 (m. f. pom.; S. per uso est.).


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SEZIONE PRATICA

Appena liberata la paziente dalla gravidanza, si rechi dallo specialista per vedere se esistano difetti .a natomici locali, che di solito favoriscono .o provocano l'insorgere della rinite cronica. Intanto ricerchi se v'è albuminuria: negli individui albuminurici è stato notato un catarro della mu~osa nasale, che da Jacquet venne curato effica· <::emente con la dieta declorurata. gb.

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NOTIZIA BIBLIOGRAFICA. G.

MINGAZZINI.

Anatomia clinica dei centri ner-

vosi. Seconda edizione riveduta e notevolmente ampliata. Torino, Unione Tipografico-Editrice, 1913.

Il successo con cui il mondo scientifico salutò fin dalJa prima edizione il prezioso Manuale del Mingazzini, che ha raccolto un largo plauso tra (197) Cura dell'emofilia. - Ho un bambino il gli studiosi di tutti i paesi, fa supporre che .quale per la 4a volta è stato in peticolo di vita anche questa seconda edizione verrà rapidamente per grave emorragie da emofilia. esaurita. Che cura si potrebbe tentare passato il pericolo Il Mingazzini, una grande forza della neuropatodi gravità? logia italiana e che tanto merito ha nella diffusione Abbonato n. 5416 delle dottrine neuropatologiche, evita, in questa La Spezia. seconda edizione, le pecche inevitabili in un libro che per la prima volta vede la luce e mette il Le consiglio l'uso del siero di cavallo normale; mondo tnedico al corrente dei progressi fatti in .esso è indicato anche durante il periodo di gravi questi ultimi anni nelle principali questioni neu~morragie, oltre che come preventivo. ropa tologiche. Inietti per via intramuscolare 2-3 eme. di siero Cosi i capitoli sulla istologia normale del si-di cavallo normale; a distanza di 3-4 giorni ripeta ~tema i1ervoso, quelli sui reperti istologici deJla i' iniezione per 4·5 volte. Bisogna ricordare la demenza paralitica, sulla afasia e sull'aprassia possibilità dell'insorgenza di fenomeni anafilattici sono, si può clire, completamente rifatti. Anche in questa edizione l' A. lta dato maggior da siero specie in bambini che abbiano altre volte avuto cure sieroterapiche di qualsiasi genere: svolgimento allo studio delle vie nervose anzichè in tali casi provi il metodo Besredka antiana:fi- a quello deJla fine struttura, non perchè l'istologia lattico (v. sulla cura della difterite, Poli'clinico, sia considerata superflua, ma perchè il Mingazzini sei... pratica, 1913, v. r2pporti tra malattie da ha voluto conservare al libro un carattere emisiero e fenomeni ana:fila ttici, Policlinico, sez. me· nentemente clinico. Egli si rivolge sopratutto al pratico, a chi cioè dall'anatomia vuole solo la <lica, n. 9~10-1913). Il siero di cavallo· s~ può acquistare in qualsiasi - guida per arrivare ad una esatta diagnosi di istituto sieroterapico (Belfanti, Meister Lucius, sede e di natura di un processo morboso che 7 colpisca il sistema nervoso. l,B citopa tologia in'\\ elcome); in sua mancanza, qualsiasi siero antitossico (l'antidifterico per es.) è buono; è necessario vece, pur avendo un grande valore per la spie- , -solo che il siero sia di cavallo perchè esso s'è di- gazione dei disturbi presentati dal paziente, non mostrato in grandi quantità innocuo, anche nei aiuta molto nel problema della diagnosi. Questo indirizzo sopratutto clinico è il merito fondabambini. mentale del libro del Mingazzini, che ha saputo i. p. rendere accetta la lettura di uno sterile dottri· nale anatomico, in quanto che le nozioni di anato(198) Lesioni endocaf'di'che consecutiv~ a malaYia. mia :figurano ripartite fra numerose considerazioni :_ Sarei grato a codesta Redazione se volesse in- cliniche e abbondanti osservazioni personali. ludicarmi se esistono monografie e quali - Sulle meggiate dalla critica serena del Maestro. Molte ISlterazioni endocaYdicke consecutive a mala-ria. figure originali agevolano l'esposizione. In attesa, ringrazio. Le controversie su molti punti oscuri sono a Dott. V. Beduschi. bella posta evitate e vengono riferite solo le opiTurro. nioni più universalmente acco!te. I riferimenti degli autcri stranieri non sono Erano state ammesse specialmente da Lance- trascurati, ma accanto ad essi :figurano i lavori roux, ma negate dalla maggior parte degli autori. della scuola italiana, romana in ispecie; il libro Dalla malaria originano disturbi cardiova~colari del Mingazzini è quindi uno dei pochi libri scien-di natura funzionale, non lesio11i flogistiche. tifici italiani che, nella sua obbiettività, presenti Di monografie non se ne conoscono. un carattere fondamentalmente nazionale . • A l. A. V.


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IL POUCIJNICO

CEltlfl BIBLIOORAFICI

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H. KEHR. Die Praxis der Gallenwege Chirurgie in Wort nnd Bild. Vol. I, in-4° di pag. 419 con 48 tavole a colori, 23 in nero e 116 figure nel testo. Miinchen, J. F. Lehmann's Verlag, 1913. Prezzo M. 28; rllegato M. 30. Sono già ben note le concezioni e la tecnica di Kehr, poìchè il valente chirurgo se n'è occupato in parecchi volumi (uno dei quali, eccellente, tradotto Jn italiano) ed in molti articoli di giornali. Quest'opera grandio.sa non c'insegna nulla di essenzialmente nuovo al riguardo. Assume però importanza specialissima oer le indicazioni pratiche e per i dettagli precisi che fornisce. Rende accessibili a tutti i chirurghi i risultati di molti studi e di un'esperienza clinica copiosissima, unica al mondo. Sovratutto pregevoli sono le splendide tavole e figure, fatte eseguire da tre artisti di valore. Ne risulta quasi un insegnamento oggettivo. Il testo è redatto molto lucidamente. Questo primo volume tratta della preparazione alle operazioni e della tecnica generale; ne se· guirà un secondo. Il lavoro del Kehr sarà accolto con pieno favore dai chirurghi che operano sulle vie biliari.

V. P.

HAI.~OPEAu.

La désarticulation temporalre dans le traitement des tuberculoses du pied. N°. 1 des « Annales de la Clinique chirurgicale » du Prof. Pietre Delbet. 1 voi. in-8°. Paris, Librairie Félix Alcan. 10 fr.

È il primo d'una seri~ di lavori che saranno pubblicati sott~ la direzione di Delbet, ed è dedicato çlall'A. al metodo conservativo impiegato dal Delbet nel trattamento della tubercolosi del piede. I dettagli di questo metodo sono esposti dapprima in linea generale, poi particolarmente per le singole articolazioni. Una serie di 35 tavole fuori testo serve a far seguire .molto facilme nte la descrizione dei diversi processi. '/>. S.: A. GIANNUZZI. Sulla tubercolosì vescicale. Roma, Tip. Polizzi e Valentini, 1912. Questo grave per quanto interessante capitolo della patologia della tubercolosi, che aveva già messo a prova l'acume di clinici e sperimentatori provetti, I' A. svolge in un accurato volume, corredato da tavole micro e fotografiche e da una completa bibliografia. Ad una prima parte sintetica, in cui con parsimonia è selezionata la parte migliore delle co-

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noscenze anatomiche e fisiopatologiche, segue un contributo personale anatomo-patologico, che con· la diligenza con cui è raccolto ripara alla scarsezza del numero ; seguono 52 storie cliniche ~ brevi ma complete per quanto riguarda il compito che l'A. s'è assunto. Al problema della patogenesi, che tanto ha af-fatica to la mente dei patologi, l'A. dedica una delle parti migliori del lavoro, in cui l'elemento critico e sperimentale permettono al lettore di formarsi un giusto concetto delle vie discusse di penetrazione del bacillo di Koch nella vescica. La trattazione clinica completa il volume, che è frutto di studio accurato e condotto con lodevole senso di critica e di misura: esso non chiude, nè lo potrebbe, definitivamente tutti i problemi, ma porta un notevole contributo alle conoscenze scientifiche attuali, di çui è uno degli> indici più moderni e fedeli. t. p. P. DELBET e P. MoCQUOT. Varices du membr& inférieur. N. 2° des « Annales de la Clinique Chirurgicale » du prof. P. Delbet. I voi. in-8°. Paris, Librairie Félix Alcan. 18 frs. Questo lavoro è il risultato di quindici anni di ricerche sperimentali, cliniche, anatomo-patologiche e chirurgiche, che hanno portato gli AA. a formulare una teoria patogenica ed una terapeutica razionale delle varici degli arti inferiori, tenendo conto dei vari momenti eziologici. In una prima parte, studiano le valvole e le insufficienze valvolari delle vene dell'arto inferiore; e poi trattano della istologia, anatomia , fisiologia clinica e patogenesi delle varici. Nella 2a parte, fanno la critica dei diversi metodi operativi; e poi si fermano a parlare delle indicazioni e contro-indicazioni delle resezioni della safena e dell'anastomosi safeno-femorale. p. s.

G.

B~ECHMANN. -

carde.

J.

Les épanehements du Péri-

B. Baillière, éd. Paris, 1913.

L'esame dei singoli sintomi e dei quadri clinici, esame minuto e critico che l'A. fa intorno alle conoscenze sui versan1enti pericardic!, si propone lo scopo della diagnosi precoce; ad essa è legata la precocità dell'intervento che talora salva il malato da una fine fatale. L 'elezione dell'intervento è dedotto dall'analisi critica di tutti i tentativi e di tutti i metodi proposti per pungere e diagnosticare o per vuotare i versamenti pericardici. L'A. è partigiano del metodo della puntura epigastrica di Marfan, e di essa nel volume si trova ogni dettaglio. Utile monografia e dal punto di vista clinico e da quello terapeutico. t. P·


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SEZIONE PRATICA

VA.RIA. Una litania pei medici. - Dalla Lancet Clini& riportiamo il seguente saggio di una litania pei medici.

* **

Da troppo pochi e da troppi clienti, libet'a nos Domine. Dai clienti che pagano a fin d'anno, dai clienti che cominciano a scriverci 11 Caro Dottore » e dalle clienti troppo grate, libera nos Domine. Dai nevrastenici e dai malati immaginari inguaribili, libet'a nos Domine. Dal consulente che ci sottrae il malato e dal medico che verrà dopo di noi, libe,a nos Domine. Dalle infermiere troppo stupide, dalle infermiere troppo istruite e dalle infei;miere troppo belline che destano la gelosia della padrona di · casa, libefa nos Domine. Dagli agenti librari, libera nos Domine. Dal cliente che vuol mettere fu9ri d'imbarazzo un'amica, libeYa nos Domine. Dalle chiamate alle 2 di notte, libefa nos Do• mine.

Dai nuovi metodi per somministrare il sa 1var· san e dalle modificazioni alla reazione di W assermann, tibefa nos Domine. Dalle cure per la tubercolosi, dalle farine lattee e dalla metaamidofenilparametaossichinolina, libe~a nos Domine. Dalle siringhe di Pravaz che non agiscono, dalle macchine statiche quando il tempo è umido, dal catgut che si spezza e dagli strumenti dimenticati nel ventre, libera nos Domine. A. A.

Spirito anglo-americano.

Il dottore : Non scoraggiatevi. Alcuni anni or sono io ebbi la stessa malattia. Il paziente: Ah, ma non lo stesso medico! 1 T,ansc,ift ». All' e~a me. Il professore chiede : Specifichi di che. cosa sono morti gli abitanti che perdettero le loro vite a Pompei ed Ercolano. Lo studente: Credo siano morti di un'eruzione . 1 Chtistian Advocate &. Il paziente: Il mio stomaco è sconquassato, dottore. Il medico: Avete provato la cucina di famiglia? Il paziente: Non è questa la ragione, dottore. Ca1"nel l W indow. . - Ora, disse la vecchia signora nervosa al farmacista, siete ben sicuro di avermi dato una pozione ben fatta?

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- Questo non potrei asseverarlo in buona coscienza, rispose il farmacista. Io non ho fattoaltro che eseguire appuntino l'ordinazione del medico. Each.

Psicologia orientale. -

Il Governo francese ha promosso un'inchiesta in alcune città orientali per conoscerne lo stato sanitario. Il pascià di Damasco si è affrettato a riempire il questionario inviatogli. Riportiamo alcune delle informazioni da lui fornite. Alla domanda : - Le provvist!! di acqua sono sufficienti e di buona qualità? - l'ottimo funzionario ha così risposto: - Da tempi immemorabili a Damasco nessuno è mai morto di sete. Alla richiesta: - Forni te informazioni generali sullo stato generale di salute - egli ha cosi replicato: - Non è lecito immischiare sè stesso ed i propri fratelli in questioni che concernono soltanto Allah. (Bull. of the Chicago Re.alt Depaytment).

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. CHEI.INI A. Ospedale civile di Piombino. II0 Re-

soçonto statistico triennale della Sezione Chirurgica (1908-1911). - Follonica. 1913. SALINARI S. I,e ferite dell'addome prodotte dallemodeme armi da guerra. - Milano, 1913. P!RAS L. La reazione delle precipitine come mezzo di diagnosi della peste - Novi Ligure 1913.

caratteri antropometrici di 400 bambini delle scuole elementari in relazione alla gerarchia intellettuale ed alla condizione sociale·econo':llica. - Genova, 1913. LERDA G. Die rationelle Pneumopex:ie in der Thoraxchirurgie. - Leipzig, 1913. coyA F. Quali sono i tubercolosi sanatoriabiliY - Milano, 1913. PARLAVECCmo G. Di un caso raris~imo d'idatidedel pancreas guarito colla marsupializzazione Milano. 19t3. D'AMICO C. L'invaginazione intestinale nei bambini. - Galatina, 1913. BARNABÒ V. Ricerche sperimentali sulla necrosi ossea. - Treviso, 1913. D'URSO G. Malaria e polmonite. - Napoli, 1913. GRASSI E. Brefotrofio provinciale di Milano, Relazione generale per l'anno 1912. - Milano,

GANDINI V. I

1913 .

S. Rapid treatement of Anthraxeswhithout sbedding of blood, by means of pure water steam. - Milano, 1913.

GuccIARDELLO


1760

IL POLICLINICO

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NELLA VITA PROFESSIONALE. I Congresso nazionale degli Ordini dei medici. Dal referendit·m fra gli Ordini dei medici circa ia data di questo Congresso, è risultato che parecchi desiderano sia tenuto dentro l'anno: la Presidenza ha quindi stabilito la convocazione del I Congresso nazionale degli Ordini dei Medici in R oma, nei giorni 20 e 21 dicembte p. v. (in luogo ed ora da destinarsi). Argomenti da trattarsi saranno: 1. Modificazioni alla legge ed al regolamento sugli Ordini: _a) Modificazioni alla composizione dei Consigli dell'Ordine; b) Obbligatorietà della inscrizione e sanzioni giuridiche; e) Efficacia delle misure disciplinari; d) Tutela dell'Ordine sui medici dipendenti da pubbliche amministrazioni; ~) Semplificazioni e riforme delle procedure regolamenari. 2 . Modificazioni allo statuto della Federa• z1one. 3. Pubblicazione di un giornale organo della Federazione. 4. Riunione dei Congressi medici (scientifici e professionali). 5. Composizione dei Consessi sanitari (Consiglio superiore di sanità, Consigli sanitati 'provinciali). · 6. Eventuali proposte dei singoli Ordini su questioni speciali (da comunicarsene il titolo alla Presidenza della Federazione non oltre il 10 dicembre). 7. Elezione del nuovo Consiglio della Fede• razione. Verrà pubblicato in seguito l'ordine del giorno completo. La Federazione ba già iniziato le pratiche per ottenere il ribasso ferroviario per i congressisti e le loro signore. La Presidenza ha nominato una Commissione ·esecutiva del Congresso nelle persone dei dottori Enrico Ballerini, Alfredo Garofalo, Giovanni Pa· lomba. Qualunque schiarimento potrà essere domandato alla segreteria della Federazione: Roma, Foro Traiano, 1.

Il V Congresso internazionale della stampa medica. Si è adunato a Londra il 5 agosto u. s., sotto la presidenza del compianto dott. Lucas-Championnière. Dal resoconto ufficiale, ora pubblicato, togliamo i seguenti dati.

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La stampa medica dei vari paesi era così rappresentata: Inghilterra: Sprigge, Dawson W!lliams, Creasy, Smith, ecc.; Germania e Austria: Po~ner, Spatz, Zedhen, Lennho:ff, ecc.; Belgio: DeJace, Coppez, Phéchère, Delsaux; Danimarca: Ehlers, Rovsing; Spagna: Calleja; Egitto: Comanos; Francia: Lucas -Championnière, Pozzi, Landouzy, Desfosses, Fovean de Cournelles, J,eredde, Borgonié, Arnaud, Burnier, Bérillon, Roulland, Bionde!; Ungheria: Schaechter; Italia: Ascoli V., Ceccherelli, Gradenigo, Segale; Polonia: Wicherkiewiz, Krynoski, ecc.

***

Il dott. Raoul Blondel, segretario generale, legge la sua relazione sull'itnt',ficazione detta terminolo~ia J

medica.

Il relatore segnala la confusione ingenerata da termini nuovi costruiti senza regola e senza presentare carattere descrittivo sufficiente; dimostra come la lettura dei lavori medici stranieri sarebbe agevolata se almeno i sostantivi e i verbi designanti malattie, sindromi e azioni patologiche e fisiologiche fossero gli stessi in tutte le lingue, o facili a comprendere da tutti i medici forniti di coltura classica. Propone che in avvenjre la creazione di termini medici veng·a assoggettata alle norme seguenti: 1°· uso di radici tolte, per una stessa i.)arola, dalla stessa lingua, greca o latina; soppressione degli ibridi greco-latini, franco-grechi, germano· latini, ecc.; 2° scelta di termini che richiamino un segno essenziale piuttosto che evocatori d'una teoria, descrittivi e non puramente esplicativi, poichè i fatti restano e le interpretazioni passano; 3° abbandono dell'uso dei nomi d'autore, i quali variano secondo i paesi, creano spesso ingiustizie storiche, alimentano polemiche inter· mina bili di rivendicazione e finiscono per richiedere dizionari speciali. La revisione dei termini già in circolazione sarà opera delicata, che non potrà essere compiuta radicalmente, poichè certi diriti acquisiti sono imprescindibili; ma il relatore crede che alcuni miglioramenti possano realizzarsi e all'uopo propone che in ogni paese l'Associazione nazionale della stampa medica as~uma l'iniziativa della revisione, mediante il proprio ufficio, al quale verrebbero aggregate persone competenti. Indica le modalità della revisione. Le innovazioni, se realmente pratiche, verrebbero subito accolte dagli autori; il disserente cita in propo-


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SEZIONE PRATICA

sito con1e esempio il termine a febbre di Malta » che, su richiesta dell'Inghilterr~.· è stato sostituito da « melitosi ».ora da tutti inteso e sempre più usato. Le conclusioni del R. vengono accolte ad unanimità e si decide che la revisione comincerà in un ramo della medicina; su proposta del R. si sceglie l'epidemiologia, poichè essa presenta una importanza notevole per i regolamenti sanitari internazionali.

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Il prof . . Posner di Berlino si occupa del controllo alla réclame dei prodotti medici. Egli propone che. accanto ad ogni _t\.ssociazione della stampn medica, venga costituita una speciale Commissione di revisione. Il controllo è già stato istituito dai grandi giornali medici inglesi·. E in Germania I'As~ocia­ zione della s tampa medica, indipendentemente da ogni azione giudiziaria, ha posto il veto alla pubblicazione degli annunzi menzogneri, relativi a . prodotti la cui composizione chimica differisce da quella indicata o la cui somministrazione può costituire un pericolo per la salute pubblica. Il disserente ritiene che in tutti i paesi potrebbe funzionare un controllo del genere, senza attendere l'intervento dei Tribunali nè le perizie ufficiali da essi ordinate in seguito ad accidenti o denunzie. La Commissione scarterebbe gli annunzi non desiderabi~i, sia per la forma, sia per l'oggetto, e li metterebbe all'indice in tutti i giornali medici. Il prestigio degli annun7.i ammessi ne verrebbe accresciuto e la stampa medica assumerebbe cosi l'iniziativa di un'opera di epurazione desiderabile. Le eventuali analisi di controllo verrebbero com piute a spese degli impetranti. Il Congresso approva le conclusioni del profes· sore Posner e decide che le Associazioni nazionali della stampa medica saranno invitate ad esaminare, ciascuna nel proprio paese, l'opportunità e la probabilità di successo di tali misure.

••• L ·Associazione internazionale della stampa me. dica, in adunanza statutaria, ha studiato poi le condizioni di pubblicazione dell' Ann.uar:?·o generale in preparazione; ha approvato i Yesoconti del tesoriere; ha proceduto infine al rinnovamento del proprio ufficio di presidenza, il quale è risultato così composto: Dejace (Belgio), presidente; Ascoli V. (Roma) e Calleja (l\tiadrid), vice-presidenti; Raoul Blondel (Parigi), segretario generale; Desfosse (Parigi!, se. gretario generale aggiunto; Dawson Williams (Londra), tesoriere.

RISPOSTB A QUESITI E A DOMANDE. (4139) lnfol'tunii - Cura chif'U1'gica. Il Dottor G. I. da B. di M. chiede conoscere se come medico residenziale abbia il dovere di curare gratuitamente un operaio infortunato in un Comune vicino, ma appartenente al Comune ove presta servizio e se abbia del pari il dovere di inviare i certificati relativi ali'· andamento del male. Per la legge negli infortunii ogni infortunato ha diritto alla assistenza e cura sanitaria che gli sarebbe normalmente spettata , e, cioè, gratuita se inciuso nello elenco dei poveri od in caso di estensione della condotta a tutti i natudali del luogo. Nonostante che l 'infortunio sia avvenuto in Comune diverso, se l'infermo fu poi trasportato nel suo paese di origine, il medico condotto ha l'obbligo di mandare all'istituto assicuratore i certificati relativi al decorso della malattia. (4141 ) Ufficiale sanitario. - Il Dott. Abbonato n. ·9403 chiede conoscere se un inedico di ospedale amministrato dalla Gongregazione di carità possa essere nominato ufficiale sanitario e quale mezzo vi sarebbe per far procedere subito alla nomina regolare dell' ufficiale sanitario, tanto più che quello che attualn1ente presta servizio è fratello al farmacista. :\on vi è incompatibilità fr~ la carica di medico dell'ospedale e quella di ufficiale sa11itario. Per far cessare il lamentato inconveniente denunzi il fatto al Prefetto sollecitando relativi solleciti provvedimenti per la sistemazione di un sì importante servizio. (4143) Estrazione di· denti. - Il Dott. Abbonato n. 4622 desidera conoscere quali ragioni dovrebbe a.d durre in giudizio qualora si inducesse a chiamarvi il Comune, che si rifit1ta pagargli a parte l'estrazione dei denti. Il medico condotto è anche tenuto alla estrazione dei denti quando essa può avvenire con i mezzi ordinari di' cui disponeo In caso contrario deve essere pagato ma non dal Comune ma bensì dal paziente • (4144) Riduzione detla condotta piena. - Il Dott. G. B. da C. desidera conoscere in forza di quale Jegge o giurisprudenza non è consentita la condotta piena nei Comuni ove risiedono liberi esercenti. N 011 vi è ali' uopo alcuna disposizione speciale di legge. La giurisprudenza si è più volte pronunziata in senso favorevole alla tesi. Può riscon· trare, fra gli altri, il parere del Consiglio di Stato a sezioni unite del 27 ottobre 1910 pel Comune di Nocera Tirinese. .(4145) Indennità. - Al Dott. G. G. da G. S., che ci chiede uno schiarimento, rispondiamo che

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IL POLICLINICO

la somma . di lire 9635. 40 non deve sembrare esagerata, sia perchè trattasi di indennità, pagabile una volta tanto, sia perchè Ella la verrebbe a liquidare dopo 17 anni di servizio. (4146) Fa.,mac·ie. - Al Dott. A. C. da M. di N. facciamo rilevare che l'Amministrazione del 1 Po· !iclinico 1 tien eonto dei soli quesiti che vengono fatti nell'interesse diretto dei propri abbonati e non in quello di altri. Per atto di doverosa ·cortesia rispondiamo, però, che il trasferimento della fermacia poteva essere fatto senza autorizzazione e che chi si sente leso nei propri diritti, non al· l'autorità amministrativa, ma a quella giudiziaria avrebbe douto ricorrere. Il Prefetto si dovrà uindi, dichiarare incompetente a risolvere l' interposto gravame. (4I47) Stabilita - Pensioni. - Il Dott. R. G. da V. prestando servizio da interino fin dal I 0 gennaio l9I l chiede cono!Scere se possa titenersi stabile a seguito della nomina regolare a base di concorso, ottenuta nel 4 novembre del corrente anno. Chiede inoltre conoscere se, a venào il Comune durante l'interinato pagato alla Cassa di previdenza il contributo proprio e quello del sanitario, possa tal periodo di te1npo essere rite· nuto come ut:le agli effetti ùella pensione. Essendo stato nominato medico condotto a base di concorso, diventa utile e computabile nel biennio di prova il tempo trascorso in servizio di interinato. Ella, quindi, è già stabile. Il ser. vizio prestato come interino può solamente valere per affrettare l'acquisto del diritto alla pensione, ma non può essere considerato come servizio utile alla pensione, perchè ad esso manca una condizione indispensabile e, cioè, quella della nomina regolare, fatta in base a concorso. (4148) Ricorso contro aumento di ufficio dello stipendio. - 11 Dott. B. M. da S. desidera conoscere se il Comune può ricorrere contro la decisione della G . P. A., che aumenta di ufficio lo stipendio del sanitario ed in qual termine il ricorso stesso pnò essere proposto. È lecito ai Comuni ricorrere al Consiglio superiore di ~anità contro le deliberazioni della G. P. A., che ai terminell'articolo 26 del Testo unico elevano di ufficio lo stipendio del mt'dico condotto. Però per effetto della circolare del Ministero del1' interno del 5 maggio 1910, n. 20400, tale ricorso non è più ricevibile se proposto oltre i 39 giorni dalla notifica, e ciò in applicazione del disposto dell'articolo 319 della legge comunale. (4149} Pensioni. - Al Dott. abbonato N. 3139 rispondiamo che liquiderà l'annua pensione di lire 1649. Alla vedova , tenuto anche conto del contributo plurimo pagato, sarà corrisposta la metà della pensione suddetta . ~

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Il Dottore A. A. da C. chiede conoscere se l'esattore delle Opere pie, al pari di quello comunale, abbia l'obbligo di pagare mensilmente lo stipendio ai medici dell'ospedale, anche in mancanza di appositi fondi in cassa. Le Opere pie non hanno esattori, ma semplici tesorieri. La legge del 14 luglio 1898 fu fatta pei medici condotti e non per i sanitari a servizio de'le Opere pie. Per costoro bisogna, in caso di inadempienza, ricorrere ai mezzi ordinari e, cioè, ai ricorsi alle superiori autorità ed, ocrorrendo, al sequestro delle rendite patrimoniali. (4151) Indennità e pensioni. Il Dott. L. C. da C, ~esidera conoscere quale indennità compete ad un medico condotto con IO anui di servizio che sia diventato inabile a continuare il servizio per infermità non c0ntratta nè dipendente dal servizio e se spetti la restituzione dei con tributi pagati al medico condotto che lasciasse volontariamente il posto. Il medico condotto che se.JZa alcuna ragione ~i salute abbandona il servizio, perde i contri· buti v~rsati . Per poterle indicare l'ammontare de~la indenn.'..tà che riceverà, occorre che ripeta il que3ito, indicando l 'età che avrà all'atto della cessazione del servizio. (4I52) Cura gratuita - Patroc1'nio p-resso la Cassazione. - Il Dott. D. L. da V. P. chiede conoscere se abbia diritto a cura gratuita la donna che, sebbene iscritta nell'elenco dei poveri siasi riunita in connubio con giovane agiato e se possa presentarsi a discutere una causa in Cas~zione un avvocato abilitato a patrocinare presso quella Corte, ma diverso da colui che sottoscrisse il ricorso. Coll'andare a convivere stabilmente col giovane agiato, la donna è divenuta parte della casa di lui e ne segu~ la sorte anche economicamente. E perciò è il giovane che deve provvedere alla cura ed assistenza sanitaria di le. Ciò, anche se manchi regolare matrimonio, perchè deve essere certamente pubblica e notoria la comunanza materiale ed etica che esiste fra i due. Ben può un avvocato diverso da quello che sottoscrisse il ricorso pa ttocinare dinanzi la Corte di Cassazione. al giorno dell'udienza si presenti e dichiari di essere egli il rappresentanze legale di quella data parte. (4153) Cut'a abbienti - Rifiuto. - Il Dott. P. T . da V. desidera conoscere se un medico condotto pei poveri possa rifiutarsi all'assistenza agli abbienti, quando nel Comune esistono altri medici liberi esercenti. Crediamo che in tali condizioni si possa rifiutare l'assistenza, meno però nei casi di urgenza, (4150) Stipendio medici Opere pie. -


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SEZIONE PRATICA

o quando, per qualsiasi altra ragione, manchi ne~ paese la possibilità della sostituzione, anche immediata. ·3154) Pensioni. - Al Dott. G. I. da C. rispon· diamo che i due anni accennati non possono essere ·riscattati, perchè prestati con rimunerazione inferiore a lire 300 annue ed in una qualità diversa da quella per cui è ora iscritto alla Gassa. (4155) Tariffa pe1 la visita delle caYni da macello. - Il Dott. L. C. da G. desidera conoscere se la Giunta comunale può stabilire una tariffa per la visita delle carni da macello e, nella negativa, come debba règolarsi contro un atto della Giunta, che ha diminuito, senza nemmeno consultarlo, la tariffa di tale prestazione. La visita delle carni macellate nel Comune è richiesta nell, interesse generale della pubblica salute e perciò, in mancanza del veterinario comu·. nale, essa è eseguita gratuitamente dall'ufficiale sanitario o da chi, anche temporaneamente, lo sostituisce. Se poi trattasi di visita a c lrni macellate fuori Comune, l' imposizione di qualsiani tassa è assolutamente illegale, come ebbe a dichiarare il Consiglio di Stato con suo parere del 2 febbraio 1912, Comune di Chiaravalle. (4157) Concorso per la nomir•a a meaico condotto Imp·u gnativa. - Il Dott. abbonato n . 9418 chiede eonoscere se sia insindacabile la deliberazione della Commissione giudicatrice di un pubblico concorso per la nomina a medico condotto. se sia luogo a rifacimento di danne e quali mezzi di impugn~tiva siano dalle legge concessi. La Commissione giudicatrice di . un soncorso per la nomina a medico condotto non presenta una deliberazione~ ma una semplice relazione al Comune con la graduatoria dei candidati. Il suo pronunziato è insindacabile, sia perchè basato su criteri tecnici, che sfuggono al controllo delle autorità superiori, sia perchè la legg~ non fa nel caso menzione alcuna di possibilità di ricorso. Potrebbe essere sindacabile e suscettibile di gravame la deliberazione del Consiglio comunale, che procedendo alla nomina del medico condotto commettesse violazione di legge o trascurando i risultati della graduatoria od ìn altra qualsiasi maniera. Però, anche in tal caso. essendo tale deliberazione un provvedimento definitivo, non è ammesso altro ricorso che quello straordinario al Re od alle Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato e per tali motivi di legittimità. L'interposto gravan:ie è, quindi, assclutamente irricevibile. Qualora il Comune, in dispregio della graduatoria, si ostinasse a non procedere alla nomina del medico condotto, i vari graduati dichiarati idonei , potrebbero chiedere al Comune stesso il risarcimento dei danni.

(4r58) Ufficiale sanitario. - Il Dott. abbonato n . 8838 chiede conoscere se il medico condotto può fare da ufficiale sani tarlo in altro Comune. Il medico condotto non può accettare l'incarico di ufficiale sanitario in altro Comune, perchè il disimpegno di tale funzione non gli permetterebbe di rispettare l'obbligo della residenza. Doctor J USTITIA.

c:!ondotte e c:!oncorsl. AMATRICE (A qu·i la). - Due condotte a cura piena. Vedi fase. 46. Scad. un mese dal 10 nov. . ANDRIA (BaYi). - Medico condotto supplente; lire r50:) lorde e 3 sessenni del decimo; non più di anni 40 s. e r. Scad. 20 dic. *AZZANO MELLA (Bt'escia). - Medico; L. 3400 lorde e 3 sessenni, cura piena, ab. 1329 dei quali 822 nel centro, 507 nelle frazioni, poveri r100 . Scad. 3 dic. BANA'RI (Sassari). - ConJ.otta; L. 3300 nette aument. Scad. 15 dic. . BARBARESCO (Cuneo). Condotto u. s. del consorzio con 1 rezzo Tinella; L. 2000 con obbligo di residenza a Bongiovanni (centro); abit. 3329, poveri 105. Scad. 3 dic . BOLOTANA ~Sassari ) . - Seconda condotta; lire r500, 4 sessenni, 25-45 anni, s. e. r. Scad. 15 dic. CASTELBELLINO (Ancona) . - A tutto il 31 dicembre condotta semi-residenziale ; L. 3000 cura poveri , L. 500 semi-abbienti ; L. loo quale U, S .; L. 500 per mezzi di trasporto, lorde; tre sessenni. Servizio entro r5 giorni. Popol. inferiore 1500 ab. CERES (Torino). - Condotto; L. 2000 e L. 200 d'indennità d'alloggio. Scad. 10 dicembre. CHIAUCI (Campobasso). Condotta unica; L. 1500 per l'assistenza a 20 poveri e L. r400 generalità, vaccinaz., arm. farm .; L. 100 all'u:ff. san . Ab. 1058 agglomerati. Scad. giorni trenta dal 20 nov. CINIGIANO (Grosseto). - Condotti pel capoluoao e le fraz. Monticello e Sasso d'Ombrone, per la generalità; L. 4000 per ciascuna delle fraz., L. 3800 pel capoluogo. Scad. 12 dicembre. COMO. Dep;,1,tazione fwovinciale. - Medico direttore del Manicomio; L. 6000 lorde dell,imposta di R. M., alloggio vuoto per sè e famiglia, illum. e riscald.; tre sessenni. Titoli scientifici e pratici. Doc. alla Segreteria non oltre le ore 16 <lei 15 tiic. · FILOTTRANO (Ancona). - Medico della r a condotta (Storaco) ; L . 4050 lorde; abit. 2900 circa, cura piena, obbl. cavale. Scad. 5 dicembre. FIRENZE. R. A rcispedate di Santa Maria N ·uo- ' va. - Due medici assistenti, nomina biennale, conferma biennale: L. 1200 con ritenuta di R. M. Età massima 28 anni. Scad. ore 17 del 4 dic. GIRGENTI. R. Prefettura. - Ufficiali sanitari di Naro e di Fa vara; L. 1600 e L. 2 400 lorde. Età limite 45 anni al 24 nov. Scad. 26 dic . •

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IL POLICLINICO

!MOLA. Gong regazio1ie di Cay1,'tà. - Concorso per titoli a medico assistente dell' Ospedale di S. Maria della Scaletta. Stipendio L. 1620 lorde, alloggio nell'Istituto e vitto nei giorni di guardia. Scad. 25 dic. LAVONE (BYescia). - Prorogato il concorso al 31 dicembre. MARMENTINO FRUNA (BYescia). ._ Consorzio, L. 3467, due sessenni, alloggio. S cad. 31 dic. MOMBELLO LAGO MAGGIORE (Como ). - Consorzio con Cerro Lago Maggiore; L. 3300 nette aument. Scad. 19 dic. NAPOLI. - Concorso per titoli e per prove a 12 posti di sanitari addetti al servizio di vigilanza sugli alimenti, bevande, igiene abitati ed industrie, L. 2400 ciascuno. Otto posti · sono riservati e laureati in zooiatria e 4 a laureati che abbiano compiuto studi di chimica bromatologica e sostenuti i relativi esami. Per schiarimenti rivolgersi all'Ufficio municipale d'igiene. Scad. 15 dic. PERETO (Aquila). - Il concorso per la nomina del medico condotto è prorogato a tutto il 31 dicembre 1913. Stipendio lire 4000 con eventuale maggiore assegno di lire 500. Per maggiori informazioni rivolgersi al sindaco. PERUGIA. UniveYsità libera. - Cattedra s peciale di chirurgia dimostrativa e clinica generale , sem eiotica e medicina operatoria ; vedi fase. 39. Scadenza 4 gennaio. POMPIANO (B1'escia). - L. 4100 per 2000 poveri, obbligo mezzo di trasporto. Tram Brescia·Orzinuovi . Scad. 15 dic. PRALUNGO (N oua1'a). - A tutto il 31 dicembre. Residenziale. Ab. 2926, poveri 20 circa. Stipendio L. 1500 lorde. L. roo inqennità uff. san. QUISTELLO (Mantova ). - Tre condotte piene per le frazioni; L. 3000 lorde e tre sessenni: L. 6oo per carrozza e cavallo obbligatori; all'u:ft. san. L. 300. Scad. un mese dal 14 nov. REvI~E LAGO (Tf'eviso). Medico; L. 3350 e L. I 50 quale U. S ., condotta libera. abit. 3037. Scad. 24 dic . RIMINI (F orlì) . - Ospedaie Civile, Assistente; L. 1500 lorde, vitto, alloggio. Rivolgersi alla Congregazione di Carità. ROMA. M 'i nistero della Marina . - Concorso a 27 tenenti medici; L. 2400 oltre L . 200 d'indennità d'arma . Gli esami cominceranno il 26 ~enn . Scad. IO genn. E tà massima 30 anni al 10 nov. Diploma originale di laurea. Chiedere l'annunzio. SACCOLONGO (Padova). - A tutto il IO dic. Residenziale. Ab . 2987, poveri 350 circa; stipendio 3200 comprese L. 500 indennità m ezzo obbl. trasporto. T re aumenti sessennali. L. 200 ufficiale sanitario. SAN GioVAN.NI D'Asso (Siena ). - l\'.fedico condotto della fraz. Monti~i; L. 3000 e L. 300 ove rinunzi al mese di congedo . Scad. IO dic . • SA...'11.1 PIETRO IN CERRO (Piacenza). A tutto il 10 dicembre. Residenziale. \~ tipendio I~. 2800. Indennità uff. san. L. lOO. I ndennità cavalcatura I~. 800. T re aumenti sessennali _'\Jloggio, con annessa e fienile . _..\.ssunzione del . . stalla, rimesse . serv1z10 Io gennaio. <36}

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*SERRAVAL~ DI

CHIENTI (MaceYata). - Ia condotta; L. 2700 lorde per la cura obbligatoria e facoltativa, L. 600 per indennità vettura, L . Ioo quale U. S., non più di 45 anni s e. r . Scadenza I5 dicembre. · · SESTO CAMPANO (Canipobasso). Condotto; L 3100 nette, cura piena; abit. 2552; L. Ioo per mezzo di trasporto alle frazioni . L. Ioo quale l T. S., L. 200 per a. f., non più di 45 anni, s. e. r. Scad. 29 dic . VENEZIA. Ist1.tuto degli Esposti.-Medico assi· stente. L. I500 ed ~lloggio . Per schiarimenti rivolgersi alla Direzione. VICENZA Ospitale Civile. - Medico chirurgo secondario. Scad. ore 16 del 3 dicembre. Nomina e conferma biennali. Assunzione dell'ufficio entro 5 giorni dalla partecip. di nom. L. 1700 lorde, alloggio, nei giorni di guardia vitto e indennità di L. 4. !seri z.ione a un Ordine. · VILLENEUVE (Torino). - È aperto un nuovo concorso al posto di Medico consorziale: L . 2200 elevabile di L. 5000 se approvato deliberato. Scad. 15 dic. Sono ecgna ti con 11D asterisco • 1 concorsi che ci risultano dif· ft.datl dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con due asterlachl •• I concorsi che cl rflultano boloottatl dalla Federazione delle Aasoclasionl Sanltartc Italia ne.

·

Diffide e boicottaggi: ~uove diffide sanzionate: Solonghello [per l'interinato e per il servizio effettivo] e Villaminoglio (Alessandria), Medicina (Bologna), Portico di Caserta (Caserta), Capoterra (Cagliari), Mira [I \T riparto] (Venezia), Gia veno (Torino), \Tol terra [fraz. Villamagna] e Pomarance [fraz . Sarrazzano] (Pisa), Monte F alcone (Fermo), Gemm~no (Forlì). La sezione Isola d ;Elba dell'A. N . lVI. C. tiene a precisare che . la tiiffida per Portolongone ri guarda il penitenziario governativo e non il comune di P ortolongone. Revoca di diffide: Bomasco. Mezzanino e JVIor· nico L osana (Pavia), Montone (Perugia). Castelbellino (Ancona). Ci si comunica : « Prego diffidare concor~o Filottrano perchè a cura piena e con stipendio insufficiente. L a rin· grazio. Dott. Aldo Mergari n. 4

Lotta antitubercolare. La « uga Nazionale Italiana contro la tubercolosi • (via del Tritone, 46 , Roma). intende di svolgere un programma di difesa sociale contro la tubercolosi, adattato alla natura ed alle condizioni del paese. Indice perciò un concorso tra i medici condotti ed ufficiali sanitari in servizio. per un opuscolo ché dovrà valere di guida ai medici propagandisti e nel quale sotto forma di conferenze (non più di tre) sia svolto il programma della difesa sociale contro la tubercolosi . La somma fissata di lire 1000, sarà ripartita in tre premi: il 1° premio di lire 500 ; il 2° premio di lire zoo; tre terzi premi di lire 100 ognuno. Le memorie premiate restano di proprietà della Le~a. 11 concor~o

scade il 31 maggio lq14. I concorrenti accluderanno atla loro memoria una busta chiusa contenente il loro nome e i titoli che dimostrino la loro qualifica .


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SEZIONE PRATICA

La Commissione giudicatrice sarà composta di tre membri scelti dalla Lega Nazionale, di cui uno faccia parte o dell' A~sociazione tra i medici condotti o di quella tra gli ufficiali sanitari. 11 lavoro sarà cosi impostato: NATURA E CAUSE DELLA TUBERCOLOSI.

Il bacillo di Koch. - Ouando. dove e come il bacillo di Koch viene --a contatto dell'uomo. Porte d'entrata del bacillo nell'organismo (pelle, vie respiratorie, tubo digerente). - Che cosa accade del bacillo penetrato nell'organismo. - Predisposizione individuale . - Vie di diffusione del bacillo. - Localizzazioni principali della tubercolosi. Segni generici dell'infezione tubercolare. - Attributi principali esterni del tubercolizzato. - Segni speciali più apprezzabili da ognuno . della localizzazione polmonare. (Si raccomanda ai concorrenti di svolgere sommariamente questa prima parte, la quale deve servire di chiarimento alia seconda). PIANO ORGANICO DI LOTTA CONTRO LA TUBERCOLOSI.

I. -

Lotta individuale. a l norme d'igiene generica individuale (vita all'aperto, igiene delìa pelle, igiene dell'alimentazione , del lavoro. della psiche); b) norme riguqrdanti particolari condizioni di predisposizione alla tubercolosi (ereditate od acquisite) e riguardanti i mezzi prat:ci atti a di· fendersi dal contagio (educazione antitubercolare. individuale). Lotta collettiva o sociale . a) norme d'igiene generica collettiva (igiene delle abitazioni. igiene della scuola, igiene del lavoro); b) norme collettive di lotta contro la tubercolosi. II. -

M ezei per evitare il contagio tubercolare. Prese-rvazione dell'infanzia. - Accertamento e sorveglianza dello $tato di s&lute dei bambini (ambulatori infantili, medici scolastici, ecc.). Provvedimen ti di tutela. - Dell,infanzia in generale (leggi di protezione della maternità e dell'infanzia. - Opere di aiuto materno, ecc.). Dei predisposti (predisposizione individuale). Colonie all'aperto (marine, montanine, di cam· pagna. ecc. ). - Scuole all'aperto, colonie di vacanze. ecc. Provvedimenti a favore dei bimbi conviventi con ammalati di tubercolosi aperta (pre jisposizione d'ambiente). Preservazione della casa. - Accertamento e sorveglianza igienica della casa (ufficio d'igiene municipale). - Inchiesta domiciliate da parte dei dispensari, ecc. - Legislazione di tutela igienica della casa nei riguardi della tubercolosi. Denitncia

obbli~ a t oria

delle fof' me di' tubercolosi aperta. Cura degli in divi dui affetti da tubercolosi. - Ac~ertamento degli affetti da tubercolosi (dispensario antitubercol:ire comunale. ambulatori , denuncia, da parte dei medici esercenti, delle tubercolosi aperte). - ProvveC:imenti per la cura degli affetti da tubercolosi (cura domiciliare , sanatori, colonie, ospedali specializzati, ecc.).

~DIOINA SOCI.AL~

Alcuni· risultati delle assicurazioni soeiali in Inghilterra. La prima relazior;e ufficiale del Comitato nazionale inglese sulle assicurazioni sociali contiene copiosissime informazioni sull'andamento dell'atto legislativo che provvede appunto alle assicurazioni sociali. Troppo lungo ed anche superfluo sarebbe il riportare in esteso molte preziose osservazioni ivi contenute, cosicchè ci atterremo al metodo di esporre in riassunto i risultati principali. La relazione ricorda a riguardo dei calcoli a ttuariali, che il tasso di mortalità alle diverse epoche della vita non è una quantità fissa e nota, alla quale si possa attribuire un grado di fiducia sufficiente da permettere ad un attuario di predire con certezza il numero d elle persone che sopravvivono ad una età determinata; il tasso di mortalità è al contrario variabile e sopratutto nel corso degli ultimi anni; le sue variazioni sono state costantemente nello stesso senso ed hanno aggravata l' importanza dei carichi degli organi di assicurazione che garantiscono le indennità di malattia o di invalidità o di pensione: i progressi della scienza medica, il mig~ioramento delle condizioni igieniche, le profonde modificazioni delle abitudjni del popolo, che ha permesso di addivenire in larga misura al progresso della educazione, igienica hanno senza dubbio contribuito a produrre nel Regno Unito di Inghilterra un abbassamento del tasso di mortalità che è stato constatato tanto dai poteri pubblici, quanto dalle inchieste private. · Il Comitato attuale ha quindi proceduto ad una 11uova inchie·s ta sulla mortalità, prendendo per base l'effettivo della popolazione stimata a ciascun anno alla data del 30 giugno 1909 ed il numero delle niorti avvenute in ciascuna età durante gli anni 1908-1910. Si è ottenuta cosi la nuova tavola, che non crediamo dj riportare qui, ma che dimostra all'evidenza la diminuzione avvenuta nelle età fino a 80 anni per gli uomini e fino a 90 per le donne. Ma non meno interessanti sono le ricerche a rigua1·do dei tassi di mortalità e di inva lidità. Le prime sono frutto di diverse esperienze risultanti dalle operazioni di società di mutuo soccorso, di cui la più recente e la più sviluppata è la Man,chester Unity . Ma questa esperienza era data , come tutte le precedenti, dalle indennità accord ate dalle Società di mutuo soccorso, fino d al primo giorno d i inabilità al lavoro, mentre la legge non contempla l 'ind ennizzo chf> a p artire dal quarto giorno di inabilità e lo garantisce durante 26 settimane a partire d a quel giorno.

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-


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Quanto alle indennità di invalidità l'esperienza NOTIZIE DIVERSE • della M ancheste'Y U nity era sufficiente per le persone che erano assicurate da un lungo periodo; Nuovi senatori medici. ma tutti i casi di invalidità di una durata di La dignità senatoriale è stata conferita a tre due anni e più non erano classifica~i che per età medici. · senza distinzione dell' epoca nella quale la maIl prof. Ettore Marchia/ava dirige l'Istituto di lattia aveva inco1ninciato, in modo che una stessa anatomia patologica della R. Università di Roma . Gli hanno acquistato fama mondiale i suoi media associava la malattia che era al suo terzo anno di durata, quella che era al quarto, quella studi sulla malaria. Notissime sono anche le sue indagini sull'anache aveva raggiunto il quinto, ecc. ecc. L'espe- tomia clinica del sistema nervoso (ha scoperto e rienza non era dunque sufficientemente detta- localizzato la sindrome di Marchiafava). Domina da maestro tutto il campo dell'anagliata per le condizioni che caratterizzano i primi tomia patologica. anni di applicazione della legge durante i quali i Clinico insigne, è uno dei consulenti più rinocarichi dell'invalidità dovevano apparire a poco· mati ed apprezzati della Capitale. Gode la :fid11cia a poco, a misura che l'invalidità si svi1uppava di Sua Santità, che lo ha nominato suo medico tra le persone assicurate abili al lavoro {poichè curante. E' membro dell'Accademia dei Lincei e di erano tutte impiegate ed occupate) all'epoca nella molte altre società scientifiche nazionali e stra• quale cominciava il versamento delle quote. Fu- niere . rono quindi applicati dei procedimenti materna· Nacque a Roma nel 1847. tici ai risultati della Società Ma·n chester Unity, Il prof. Carlo F 01'lanini dirige la Clinica medica allo scopo di adattarli al regime della legge. Non- dell'Ateneo ticinese. Si è imposto all'attenzione ed all'ammirazione dimeno non è apparso desidera bile di rimettersi esclusivamente a dei metodi di c~lc~lo che pote- d·e1 mondo medico con l'applicazione del pneumotorace artificiale alla cura della tubercolosi vano essere giudicati puramente teorici. Cosi, col polmonare. consenso del Ministero delle Finanze, rivolgenÈ il più degno rappresentante e continuatore dosi alle Società più importanti e che sj sapeva della vecchia e gloriosa iatromeccanica italiana, la quale seppe precorrere i1 positivismo scientifico. conservavano il dettaglio dei loro risultati di E' membro dell'Istituto Lombardo di Scienze pratica, si ottennero dei dati atti a confermare e Lettere. o rettificare i risultati matematici al• lume della Nacque a Milano nel I 847. · • esperienza. Il prof. Girolamo Gatti· è valente operatore e Si ottenne cosi col calcolo il numero dei casi patologo chirurgo. Allievo del Carie, seppe distinguersi e acquistare di malattia sopravvenienti a ciascuna età, esfama nell'Ospedale Mauriziano di Torino. sendo distinti per durata. Ed ecco i risultati: Entrato nell'agone politico, è stato per tre legislature uno dei più autorevoli rappresentanti Nume'Yo dei casi di malattia della du1'ata di: del socialismo mantovano. •

Età

3

20-24 25-29 30-34 35-59 40-44 45-49 5t-54 55-59 6o-64 65- 69

a nni

4 anni

53 35 30 23 21 I9 I9 I9 20

I9 20.5

24 22 20 17 I6 I5 15 15 16 16 I5·7

5 a nni

I3 I5 14 I3 I3 I2 I2 I2 I3 I2 I2.8

6 anni

6 IO IO IO IO IO IO IO IO IO IO.O·

7 anni

8 anni e più

3 6 7

8 8 8 8 8 8 8 8.o

l

12

I9 29 32 36 36 31 33 35 33.0

(L'Igiene Sociale).

Nomln~,

promozioni e onorificenze.

Su proposta del Ministro degli esteri, S. M. il Re ha conferito la croce di ufficiale della corona d'Ita1ia al cav. dott. Guido D 'Ormea . capo servizio all' cc Office International d'Hygiène publique » di Parigi. F I RENZE. -

Berti G~ useppe cwrurg1ca. (38)

I ùottori VoltancoJi Giovanni e sono nominati assistenti in clinica

Lega Nazionale Italiana per la lotta contro la tubercolosi. È stata costituita da alcuni mesi a Roma. Si propone di promuovere gli studi sulla tu · bercolosi e di curare l'organizzazione della difesa sociale. dando unità d'indirizzo e di intenti a tutto il movimento antitubercolare in Italia. Per raggiungere i suoi scopi la Lega: a \ incoraggia gli studi d'indole scientifica e d'indole sociale sulla tubercolosi; b) diffonde con la propaganda le conoscenze relative alla contagiosità e alla prevenzione della tubercolosi; e) promuove e favorisce le istituzioni dirette alla preservazione e alla cura della tubercolosi; d) promuove dallo Stato provvedimenti legislativi per la profilassi; e) provoca dai pubblici poteri e dagli enti morali I 'appoggio morale e :finanziario alle istituzioni che comunque contribuiscono alla lotta antitubercolare. La Lega si com pone di soci effettivi e di so~i perpetui benemeriti. Sono soci effettivi tutti i cittadini d'ambo i sessi e gli enti che intendono cooperare agli scopi suddetti e che si obbligano, almeno per un triennjo. a versare una quota annua di lire 5.


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SEZIONE PRATICA

. Sono ~oci perpetui benemeriti quelli che elar- . coltà dategli dalla legge, avesse agito non come giscono in una sola volta alla Lega una somma capo. dell'Amministrazione comunale, ma come non inferiore alle lire loo. ~ f~nzionario governativo; sicchè quel\' ordinanza Possono essere costituiti comitati locali nei co· sindacale non poteva essere fonte di obblighi per muni, nei quali il numero dei soci, tra effettivi l' A~ministrazione comunale; obblighi che, ove e benemeriti, non sia inferiore a 20. P.er legge non spettino al comune di origine del La Lega è diretta da un consiglio centrale ricoverato, dovrebbero, quando mai , spettare incomposto del presidente e di 24 membri eletti. ve.ce allo Stato, supremo tutore dell'ordine pubIl congresso generale si riunisce almeno una blico e. per mandato del quale, come ufficiale govolta . all'anno in vià ordinaria , e in via straordi· vernativo, avrebbe agito il Sindaco di Milano. nar1a quando lo ritenga necessario il consiglio Veniva quindi condannata la Provincia nelle spese centrale o ne faccia domanda un quinto dei co~ di lite. mi ta ti loca li. Propaganda igienica. Chiedere lo statuto e il regolamento alla seQ're· teria, via del Tritone 46, Roma. ;:.:> Il dott. Angelo Vetri ha tenuto a Castrogiovanni (Caltanissetta), nella sede del fiorente soLe vaccinazioni antitifose in Italia. dalizio « Unione cooperativa professionale democratica-cristiana tra contadini )>, una conferenza Il generale medico Ferrero di Cavallerleone dà notizia, nella Nuova Antologia, delle misure prese sulla malaria, che riusci convincente e venne ac· a difesa contro il tifo nelle truppe mobilitate in colta con molto .f avore. Era i1lu~trata da proiezioni. Il dott. Vetri coopera così efficacemente Libia. Nelle guerre, purtroppo e in quelle coloniali sopra tutto, le malattie infettive mietono alla campagna antimalarica che sotto la illumivittime come le armi e talora più Jelle armi; e nata direzione dell'ufficio sanitario provinciale va particolarmente micidiale in Africa è l'infezione svolgendosi in quel vasto territorio. tifica. In guerra non si può fare assegnamento sicuro sulla profilassi perchè mille cause concor- Elargizione del sen. Marchiafava. In occasione della sua nomina senatoriale il rono a render vani la solerzia e i precetti dei medici. Si è. pe~sato du~gue. pe:r ~e nos~re truppe! prof. Marchiafava ha elargito 500 lire per le coalla vacc1naz1one ant1tifica, gtà tn uso 1n parecchi lonie alpine e appennine e altrettante per l'Al- · leanza antitubercolare di Roma. eserciti, allo scopo di rendere i soldati più resistenti all'infezione. Fatti gli studi e gli esperimenti necessari il generale Ferrero iniziò persò- L'Istituto Pasteur di Parigi. Il 15 novembre ne fu celebrato solennemente nalmente a Tripoli, nell'agosto 1912, la vaccina· zione dei scldati. Fino al giugno 1913 furono ese- il venticinquesimo anniversario. L'Istituto Pasteur venne fondato in seguito a guite 16, 191 vaccinazioni e precisamente 6p91 prime vaccinazioni, 5427 seconde vaccinazioni e 4068 una sottoscrizione pubblica internazionale che terze vaccinazioni, con questo risultato: dopo la fruttò due milioni e mezzo. Ha oggi succursali a prima vaccinazione nei vaccinati si ebbero 9 casi Lilla, Costantinopoli, Saigon nell'Annam, Tananadi tifo di cui tre mortali; morbosità per mille 0.4; riva al Sènegal, ecc. La sede di Parigi occupa una superficie di 30 dopo due vaccinazioni si ebpero ancora 9 casi di tifo, ma nessun morto, con le proporzioni: mor- mjla mg. e si divide in istituto batteriologico, bosità per mille 1.65, ·mortalità o; dopo tre vac- istituto sieroterapico, istituto di chimica e ospecinazioni si ebbero tre casi di tifo, morti o; mor- dale pasteuriano. Al pianterreno tutto il lato de· bosità per mille 0.49; mortalità o; mentre nello stro è occupato dal « Servizio della rabbia ». Il stesso periodo la morbosità nei non vaccinati , in primo piano è dedicato ai lavo~i pratici di batte· Libia, fu del 35. 3 per mille e la mortalità del 7 riologia. per mille; cifre dolorose benchè assai inferiori a Casi di avvelenamento in un sanatorio. quelle avute da altri eserciti: nella guerra ispanoNel sana torio-ospedale Umberto I di Roma sono americana si arrivò al 192. 65 per mille di mor· bosità col 14. 03 per mille di mortalità, e nel Ma- intervenuti ' 7 casi di avvelenamento di cui uno rocco si ebbe il 168.43 per mille di morbosità e letale ed altri due gravi, prodotti, pare, dalla somdel 21. 13 di mortalità. Ora la vaccinazione si ministrazione di gocce amare Beaumé al posto di prosegue regolarmente in tutti i presidi libici. un liquore stomatico. Sono in corso un'inchiesta dell'autorità giudi(Riv. d'Ig. e San. pubb. ). ziaria e d una di carattere amministrativo per assodare le resoonsabilità . Tra Provincia. e Comune. • Il Sindaco di Milano, con ordinanza 18 marzo Incendio in un ospedale . · 1910, in base al disposto dell'art. 79 della legge In una corsia dell'ospedale di Sanca lYiaria 17 luglio 1890 sulle Opere pie, riconosciuto che un infante. originario di un comune del Berga- della Consolazione a Roma s'è sviluppato un masco , stava per rimanere privo di alcun sosten- incendio. Nella corsia erano ricoverat e 23 inferme. tamento a causa di malattià e di povertà dei Grazie alla solerzia d e:lla capo-sala si potè susuoi geuitori e ritenuta l'urgenza, ne ordinava il ricovero nel Brefotrofio provinciale di Milano. In bito provvedere a domiuare il fuoco , mentre le seguito la Provincia richiese ·a1 Comune di Milano inferme • venivano trasportate in altri locali del il rimborso delle spese per l'allattamento, ma a ciò nosocomio. il Comune si è rifiutato, onde un giudizio svoltosi innanzi la P retura del I Mandamento di Milano. Si è spento a Parma il prof. Alessandro CuIl giudice ha assolto ìl Comune, affermando gini, già ordinario di medicina legale in queldoversi ritenere che il Sindaco di Milano, ordi- 1'Ateneo. È stato un valente ed appassionato culnando il ricovero in quelle speciali circostanze di tore della specialità. assoluta necessità ed urgenza, ed in base alle fa(39)


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IL POLICLINICO

(ANNO XX, FASC. 48]

Rassegna della stampa medica. Brit. Med. Journ.,

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Ann. di Ostetr. e Ginec., IX . .J\LFIERI.

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Indice alfabetico per materie. ...-\eque salsoiodiche: ricere he . . . . . Pag. -~drenalina: uso nella glomerula-nefrite scarlattinosa . . . . . . ·. . . . . . » _.\.nestesie nella emiplegia cerebrale . . , » •.\.ria calda nella cura di nèi ed angiomi _i\..ssicurazioni sociali in Inghilterra . . Calcoli di colesterina pura : pa togenesi » Cistifellea: ricostituzione dopo la colecistectomia . . . . . . . . . . . . . Cisti idatidee delle ossa . • • . . . • Digestione e assimilazione: ricerche » nell' uomo . . . . • . . . . . . . . )) Emofilia : cura . . . . . . . . . . . . Emolisi sperimentale da sieri specifici per la produzione di spleno- e miJ) cio . pa tie . . . . . . . . . . . . . . E resipela latente . . . • . . . . . . . Igroma cjstico delle borse sierose: cura • I)

1749 175r 1733 : 755 1765 1736

Intertrigine : cura . . . . . . . • . . Pag. 1755 lVIalaria: lesioni endocardiche consecu.

tive . . . . . . . . . . . . .

Occlusione intestinale da d iverticolite di lVIeckel . . . . . . . . . . . . . Ordini dei medici: Congre~so nazionale Psoriasi: rapporto con malattie infettive croniche {tubercolosi, sifilide) . . . . Reazione al permanganato nell'urina (reazione di '\~eisz) : valore semeiolo• gtco . . . . . . . . . . . . . . . .

1749 1757

Rinite cronica ulcerante: cura . . . . Sarcomi primitivi dei muscoli . . . . S tampa medica: congresso internazio-

nale . . . . • . . . • . . . . . . .

1749 1754 1156

1'ossiemia alimentare e disturbi cutanei Tubercolosi: Lotta contro la - a Ge-

nova. . . . . . . . . . . . . . . .

• 1757 )) ))

1740 176o

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Roma, 191, -

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Tip. Nasionale di O. B ertero e C.

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Roma, ? dicembre .191.3

Fuse. 49

.1 ~EZIONE

P.RA.'".l."ICA

DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI

Prof. FRANCESCO DURANTE

REPATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI ·~·~..-..~-------,_..,-=======:::==========================-========--

-====-==-=-==========================--.-"\:"'_,.........

SOMMARIO. Lavori originali: D_ott. Guidi Egidi; Sulla te.cnica della intubai:ione per la narco.;i secondo Ai"'e' e

~Vfelt1er.

- Sunti e rassegne: F·I SIOPATOLOGIA: Dana e W. Berkeley: Le funzioni della glandola Pineale. - John H. J ohnson: La tonsilla linguale n ell'uomo sano e nel malato. - CIDRURGIA: Vautrin: L' esclusione del duodeno nella cura de/.l'ulcef'a sottopil\Jrica. - Kirmisson: Le imperf°'azi oni anali. - MALATTIE VENEREE: Scbmitt: La cura specifica della gon°'rea. - Fiessinger e Durand: La Cheratosi bteno"a· gica. - Osservazioni cliniche : Dott. Carlo Pavesio: Pustola carbonchiosa curata col si·ero anticarbonchioso. - Accademie, Società mediche, Congressi: Reate Accademfa medica di Roma.

Appunti per 11 medico pratico: CASISTICA e TERAPIA: Sui 1iflessi vasali. - Erit,emia coti ascite, fiebite della splenica e trom• bosi gastroepiploit;a. - Amaurosi ed ambliopia secondarie a gravi etnorragie. - L'azione della digitale sulla pressione sangui·gna nel• l'uomo. - Azione dell'alta frequ enza sul sangue e sua s(>eciale utilitel nella clorosi. - Rubrica ufficiale sanitario ed igiene 1 Carafte,izzazione dell'acido benzoico i n presenza di fenoli e di acido salicilico. - Posta degli abbonati. - Varia. - Notizia.

bibliografica. - Cenni bibliograficJ1 Nella vita professionale: Cronaca del movimento professtonale. - Risposte a quesiti e a domande. - Co.11dotte e Concorsi. - Notizie diverse. - Rassegna della stampa medica. •- Indice alfabetico per materie . '

OIF"' Avvertiamo i Signori Abbonati che a giorni comincerà la sped)zione del premio pel 1913 « COMPENDIO DI GINECOLOGIA MODERNA » (vedi a pag. 1793 e 1794). Diritti •1 propde&t rlaena&I -

L'Amministrazione.

IÌ vietata la rlprodu~lone di lavori pubbllcati nel POUCLINICJO o la pubblloaslollt di sunti di 1111

sen.ra otta.rne la. fonte.

tiene i chirurghi dall'applicarla su vasta scala dipenda dalla difficoltà che si incontra nell'eseguirla, essendo neces·s ario disporre di apparecchi Sulla tecnica della intnbazione per la narcosi che possono sembrar complicati e ricorrere a secondo Aoer e Meltzer speciali artifici. per il dott. GUIDO EGIDI, aiuto chirurgo Già in questo giornale e in altri in Roma vi degli Ospedali di Roma. sono stati autori che hanno illustrato il metodo Coloro che. hanno usato nell'uomo o negli ani- di Auer e Meltzer e gli apparecchi necessari ad mali la narcosi per insuffiazione intratracheale· ottenere una corrente continua di aria carica di ne hanno vantato concordemente i pregi, tut- narcotico, sotto una pressione regolabile . Io stesso tavia è già passato parecchio tempo dalle prime ebbi occasione di occuparmene e ritengo che sia comunicazioni sull'argomento, senza che essa sia ·ormai possibile a tutti, in qualunque ambiente, . entrata nella pratica comune e, per quel che io procurarsi con mezzi semplici un apparecchio so, le narcosi esegui te nell 'ttomo secondo il me- per insufflazione continua; mi pare invece che abbia ancora importanza occuparsi dell'intuba· todo di Auer e Meltzer si contano ancora sulle dita. Mi è parso che uno dei motivi che trat- zione, la quale, pur essendo un'operazione facile, {I)

LAVORI ORIGINALI


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IL POI ICL!NICO

richiede accorgimenti tecnici e preparazione in chi deve attuarla. Le considerazioni che intendo riferire mi sono state suggerite dall'esperienr.a fatta nell'intubare gli adulti nelle condizioni richieste per la narcosi secondo Auer e Meltzer. A me era già da anni familiare l'intubazione, che avevo più volte eseguito per croup nei bambini, e mi pareva che tale operazione non dovesse presentar difficoltà; ma ho dovuto constatare che intubare degli adulti narcotizzati in una posizione non molto adatta e con tubi non rigidi è un operazione che, se non si usano speciali accorgimenti, può fallire. Negli animali da esperimento di solito l'intubazione è facile. Gli animali che più frequentemente vengono sottoposti alla narcosi per insuffla zione intratracheale sono i cani e i gatti. Questi hanno un'apertura orale cosi ampia che permette facilmente di raggiungere la glottide per i~trodurvi un tubo. Dopo che l'animale è stato addormentato con uno dei comuni metodi per inalazione, gli si apre la bocca quanto più si può, si tira in avanti la lingua e, se è necessario, si afferra e si tira in avanti con una pinza la piega glosso-epiglottica. Allora l'epiglottide diviene accessibile al dito e spesso anche alla vista; l'indice della mano sinistra raggiunge comodamente l'apertura glottidea e serve di guida per eseguire l'intubazione. Nell'uomo le difficoltà che presenta l'intubazione variano secondo retà del soggetto. In genere è Fiù facile intubare i bambini che gli adulti, perchè la glottide si trova in questi ultimi a una distanza considerevole dall'apertura orale. Nei bambini invece è facile raggiungerla con un dito e servirsi di questo come guida per introdurvi un tubo. La ri<::trettezza del cavo oraie dei bambini molto piccoli non rappresenta • una seria difficoltà: infatti gli ostetrici si serv ono alcune volte dei tubi di Fehling per eseguire la respirazione artificiale 11ei neonati asfittici. Anch'io, durante il mio servizio nella Matern ità di S. Giovanni la ho eseguita più volte e una volta ho eseguito l'insuffiazione continua unendo il tubo di Fehling, introdotto nella laringe, a un recipiente dal quale poteva fluire ossigeno a pressione moderata. In tale occasione ho potuto constatare che era possibile ossidare r apidamente il sangue di un neonato asfittico, (2)

(ANNO XX, FASC. 49]

senza che questi co:i1piesse movimenti respiratori (1). Nell'adulto la laringoscopia diretta e la laringoscopia fatta con lo specchietto facilitano certamente l'intubazione; però tanto l'uno, quanto l'altro procedimento richiedono mezzi speciali che in una sala per comuni operazioni sono ingombranti e spesso non sono nemmeno utilizzabili. . Per eseguire la laringoscopia àiretta occorre deflettere fortemente il capo dell'infermo e in· clinare in avanti la parte superiore della colonna dorsale, in modo che l'asse della laringe e della trachea~ prolungato in alto, passi attraverso l'apertura orale. Se non si dà :tll'infermo la posizione voluta, l'asse laringo-trach~ale prolungato va a incontrare il palato duro in vicinanza dei denti incisivi, così che questi nascondono l'im· magine della glottide all'occhio dell'osservatore. Il modo di dare al paziente la p osizione ailatta per la laringoscopia diretta è facilitato da speciali sustegni per le ~palle e per la colonna cervicaìe; ma vi sono dei casi nei '1uali la posizione de$idera ta n on si può ottenere o perchè la cplonna vertebrale è anormalmente rigida o ppure perchè condizioni patologiclle speciali la rendono ìnsopportabile. Per eseguire la laringoscopia diretta occorrono inoltre delle specialt spa tole (tipo Kirstein) e mezzi di illuminazione che non tutti i servizi ospitalieri possiedono. La 1aringos:opia con lo specchietto è certamente me rio incomoda per il malato; essa però (1) Ne parlo, sebbene brevemente, pe:-chè credo che sia un'osservazione rara. Si trattava di un bambino che aveva sofferto molto durante il parto e nel quale, malgrado ogni cura, non si era potuta stimolare la respirazione normale. Dopo circa un'ora di tentativi riusciti infrut· tuosi, poichè il cuore batteva ancora, e~eguii l'intubazione e l'insufilazione continua di ossigeno .. In pochi istanti il bambino, che era intensamente cianotico. divenne roseo; ma tuttavia i movimenti respiratori attivi non comparvero re· golarmente. Si avevano uno o due respiri attivi ogni minuto, precisamente come avveniva prima dell,insuffiazione. Nel timore che questa avesse turbato in via riflessa l'eccitabilità dei centri o che la decarbonizzazione eccessiva del sangue impedisse ai centri di entrare in funzione, privandoli di uno degli stimoli ai quali normalmente reagiscono, cessai d'insuffiarf' ossigeno fino a che il bambino divenne nuovamente cianotico. Ma anche alJora il respiro automatico non comparve. Ripetuta l'insufilazione, il bambino potè vivere ancora per circa clue ore, poi il cuore cessò di battere. •


LANNO

xx,

FASC.

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SEZIONE PRATICA

1771

richiede condizioni di illuminazione piuttosto 'fale curva permette di eseguire l'intubazione complicate. comodamente e, a mio parere, è la più adatta. Occorre una lampada che mandi un fascio luInfattj non ho mai potuto apprezzare i vantaggi minoso sullo specchio frontale dell'osservatore; il degli intubatori foggiati secondo curve complifascio luminoso deve essere riflesso da questo cate. Se in ogni caso fosse possibile deflettere specchio Hllo ~pecchietto laringeo e da questorifortemente il capo del paziente, l'intubatore più flesso ancora sulla glottide. È bene inoltre che adatto sarebbe uno strumento rettilineo. Ma sic· l'ambiente nel quale si esegue la laring()Scopia come ciò non è sempre possibile, la curva che è sia provvisto di luce proveniente solamente dalla necessario dare ali' intubatore è quella che aplampada, affi.nchè Ja luce diffusa non diminuisca prossimativamente corrisponde all'angolo che la chiarezza delle immagini guadagnate cou 1a fanno l'asse della laringe con l'asse antero-pouce riflessa dagli specchi. steriore della bocca. Nella posizione abituale che Tutte queste condizioni diffi.cultano l'uso della si dà agli intubandi tale angolo è quasi uguale laringoscopia diretta o indiretta nelle comuni all'anf;olo retto e può, in alcuni casi, acquistare sale operatorie, cosicchè mi è parso c be non si un'apertura maggiore, perchè. quando la base dovesse far troppo assegnamento sull'uso di essa della lingua viene depressa dal dito esploratore, per eseguire la intubazione necessarja alla insuf- l'apice dell'angolo formato dal pavimento orale flazione intratracheale. con l'asse della laringe si sposta e l'angolo diSe è vero che la maggior viene ottuso. parte dei chirurghi, che hanno Poichè al mio mandrino si può cambiare la usato il metodo della insuf - curva quando si voglia, mi pare che convenga flazione intratracheale, si sono allontanarsi dalla curva dei tubi di Schrotter serviti della laringoscopia di- · solo quando si cambi l~ posizione eh~ si dà al retta, bisogna riconoscere che capo dell'infermo: se il capo è molto deflesso, la maggior parte di essi dispone occor re diminuire la curva, .se il capo è molto di organizzazioni molto supe- flesso, la curva deve e!?sere aumentata fino quasi riori a quelle delle quali noi di- a raggiungere l'angolo· retto. sponiamo; per questa ragione La lunghezza del mandrino è di cm. 40; introdotto nella siringa, lo si adatta in modo che il mi è parso utile imparare a far '· l'intubazione senza mezzi spe- suo estremo giunga. a livello dell'estremo della siringa o meglio rimanga qualche millimetro in dietro. ciali. In tal modo si ha la certezza che la punta Le siringhe delle quali io mi sono servito sono di seta gom- d el mandrino non venga mai a contatto della mata o di caoutchouck nero mucosa laringea o tracheale. Per evitare che possano avvenire lesioni, nel semirigido con una apertura terminale e una o due aperture caso che la siringa spostandosi accidentalmente laterali (siringhe Patamia). Per in dietro lasciasse sporgere l'estremo del n1anguidare queste siringhe, che drino, la punta di questo è stata munita di u11 sono flessibili, occorre un man- b ottoncino e si è fornito il mandrino di un semdtino che mi son fatto costruire plice dispositivo che serve da arresto ·alla siringa. di m etallo, di circa 2 mm. di diaQuesto dispositivo è costituito da un cilindretto •• metro e temprato debolmente, m etallico nel quale s'introduce l'estremità postein modo che, pur rimanendo relativamente elastico, riore del mandrino; il cilindretto, che può essere conservi la curva che si crederà conveniente dargli. fissato per mezzo di una vite in un punto qualLa curva che io do al mandrino è quella che hanno siasi del mandtino, sostiene un'ansa metallica i tubi Scrhotter i quali, come è noto, sono sempli- lunga e volta in avanti, la quale impedisce in cemente piegati a cirra 10 cm. da un estremo, in modo assoluto che la siringa possa scorrere in modo che le due porzioni rettilinee del tnbo for- dietro. L 'ansa inoltre serve a fissare comodamente nella mano la siringa e i! mandrino. mino tra loro un angolo di circa 60 gradi. I I

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11 diametro del cilindro è inferiore a quello del movimenti verso i la ti, come in basso e in alto. lume della siringa, cosicchè non può occluderlo; Io ho più volte provato che laringi quasi inacd 'altra parte la siringa non puo scavalcare il ci- cessibili col dito dalla bocca, venivano molto dilindro , perchè esso è sormontato dall'ansa, volta stintamente palpate, se, durante la narcosi, si in a vanti, che serve da manico. aveva cura di far afferrare la laringe dalle dita In questo modo il lume della siringa rimane di un assistente e di farla spingere in alto. Quesempre aperto e si ha il vantaggio di essere orien- sta manovra è semplice e quanto mai facile, tati sulla riuscita dell'intubazione, infatti, ap- specialmente negli adulti, tra i quali di solito, pena il tubo è giunto nella laringe, l'aria che occorre di incontrare laringi difficilmente raggiunpassa attraverso di esso produce un rumore ca- gibili col dito . ratteristico, che mancherebbe se il tubo fosse Credo che la difficoltà ma~giore che s 'incontra occluso. nell'eseguire l'intubazione negli adulti si debba L'infermo che deve essere sottoposto alla in- ricercare nella posizione inadatta che si dà ai sufflazione intratracheale deve prima essere narpazienti e nejle variazioni di situazione che la cotizzato con uno dei soliti metodi per inala· laringe 's ubisce negli individui che banno i muzione. Ottenuta la narcosi , si ec;egue la intuba- scoli rilasciati per ca gione della na1cosi. . ' zione e, se questa verràe seguita direttamente sulla Infatti, se ci poniamo dinanzi ad un individuo guida del dito . il paziente verrà lasciato nella seduto; nella hocca del quale ampiamente aperta posizione più adatta alla narcosi, cioè in decubito introduciamo un dito per andare alla ricerca dorsale, su un 1etto privo di cuscini. dell'epiglottide e della glottide, la ricerca non Io ho più volte osservato che la posizione, che ' fallisce quasi mai. L'infermo, per lo stimolo del più facilmente permette di raggiungere col dito dito ba conati di vomito e compie poi dei moindit"'e la glottide, non è quella a capo fortèmente vim€nti di deglutizione, durant~ i quali la ladeflesso. La forte deflessione del capo facilita l'in- ringe viene spontaneamente a urtare contro la troduzione del tubo nella laringe, perchè abolisce punta del dito esploratore. Ma se facciamo la la curva che l'asse de!la cavità orale fa con l'asse stessa prova in un individuo narcotizzato, del della laringe, ma allontana la glottide dalle ar- quale riusciamo a stento a raggiungere l' epiglotcate dentarie di tanto che spesso, negli adulti, tide, accade spesso che la stessa pressione esernon è più possibile raggiung~rla. citata dal nostro dito sulla base della lingua si Per convincersi di questo fatto basta fare delle trasmette allo ioide e alla laringe, in modo che osservazioni su sè stessi. Quando il capo è forquantn più noi spingiamo, per avvicinarci all'etemente deflesso e la bocca aperta la distanza piglottide tanto maggiormente essa ci si allontra la sinfisi del mento e la forchetta dello sterno tana. è molto maggiore di quanto lo sia se il ca po è In questi casi occorre non esercitare col dito in atteggiamento normale; mentre nelle due po- esploratore alcuna pressione, fino a che la lasizioni la situazione della laringe varia poco. In ringe non sia stata immobilizzata e spinta in questo fatto si ha già una prima ragione per prealto dalle dita di un assistente. ferire l'atteggiamento normale del capo a quello Queste difficoltà non s'incontrano che in indidi defiessio11e; ma ve n'è ancora un altro, sul vidui adulti con scheletro facciale molto volumiquale voglio insistere, perchè effettivamente lo noso; in questi casi anche lo scheletro laringeo ho trovato di grande importanza pratica. è robusto e sporgente, cosicchè è facile afferrarlo Quando il capo è in forte :flessione in dietro, i per dargli la posizione voluta. muscoli anteriori del collo sono tesi e la laringe Una volta che sia stata raggiunta dal dito si trova quasi immobilizzata per la tensione dei l'apertura superiore della laringe, l'intubazione muscoli sterno-ioidei, sterno-tiroidei e omo-iodei viene eseguita facilmente. Come nell'intubazione · da una parte; e dei genio-ioidei, milo-ioidei, io- che si pratica comunemente nei bambini, il dito glossi, stilo.ioidei, digastrici dall'altra. In questa esploratore è l'indice della mano sinistra. La posizione del capo le escursioni che si possono punta di questo dito riconosce l'epiglottide e, far compiere passivamente alla laringe sono quasi premendo sulla sua superficie posteriore, la reclina sulla base della lingua. Quando l'epiglottide nulle. Quando invece il t•apo è :flesso o in esten sione normale, i muscoli sono completamente ri- è stata immobilizzata , la glottide rimane aperta, lascia ti e è p ossibile imprimere alla laringe ampi perciò il tubo armato di mandrino, seguendo il (4 )


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XX,

FASC.

49]

SEZIONE

dito indice fino all'estremo, verrà a trovarsi nelle vicinanze immediate della glottide. Perchè vi entri, basta che lo si faccia progredire, mantenendo la punta dello strumento sulla linea me diana. • Appena il tubo è entrato nella laringe ne siamo avvertiti dal sibilo che ia l'aria passando attraverso di esso; inoltre la situazio11e del tubo può essere controllata dal dito Quando si è avuta la certezza che il tubo è nella laringe, lo si fa progredire tanto quanto è possibile, data la curva del mandrino; infine il mandrino viene estratto e il tubo si fa progredire da solo nella trachea fino al punto voluto. Questo punto è situato due o tre centimetri. al disopra della biforcazione bronchiale. Per riconoscerlo possiamo servirci di calcoli approssimativi sulla lunghezza della trachea, della laringe e della distanza tra la laringe e le arcate dentarie; oppure possiamo spingere il tubo fino a che urti sullo spigolo che separa i due bro.:ichi alla loro origine e ritrarlo poi nella mi"ura stabilita.

SUNTI E RASSEGNE FISIOPATOLOGIA. Le funzioni della glandola pineale. '

{DANA e

w.

BERKELEY. M ed~'cal Reco1 d,

10

1

maggio 1913).

Ancora oggi la glandola pineale è una delle parti del ~ervello le cui funzioni sono poco· conosciute. Anche per questa , come per tutte le glandole endocrine, la patologia ha servito di guid~ alla fisiologia. Essa ha mostrato come certi tumori della glandola pineale, che in genere si osservano nei fanciulli, si manifestino, all' infuori dei sintomi comuni a tutti i tumori cerebrali {cefalalgia, vomiti, vertigini, nevrite dell'ottico) e di certi sintomi dovu't1 a compressione delle zone circostanti (apatia per idrocefalia dovuta alla compressione dell'acquedotto di Silvio, nistagmo e par~lisi oculari per compressione dei corpi quadrigemini, atass1a ed asinergia per compressione dei peduncoli cerebellari anteriori), sotto forma di una sindrome speciale costituita da obesità con precocità dello sviluppo fisico {specialmente ses· suale) e psichica anormale (macrogenitosomia). Su 57 casi, 13 riguardavano dei ragazzi dai 13 anni in giù. Si trattava di epiteliomi, gliomi, psammosarcomi, teratomi.

PRATICA

1773

Tali i da ti clinici che han servito di punto di partenza per le ricerche dei fisiologi , i quali si sono riferiti alla filogenesi , oppure si son serviti di diversi metodi sperimentali: stimolazione od ablazione della glandola, iniezione od ingestione degli estratti della medesima. Patten considera 1a glandola pineale come il residuo di un antico organo della vista : l'occhio parietale, che funziona negli ultimi invertebrati ed i primi vertebrati. Ma nelJ>uomo essa non conserva più alcuna struttura di un organo di senso, ma è nettamente un organo glandolare. Secondo Minot, nel .liquido cefalo-rachi<liano secreto dai plessi coroidei. la glandola pineale versa alcune speciali sostanze chimiche. De Cyon, sottoponendo a lievi stimoli elettrici la glandola pineale dei conigli. l'ha vista contrarsi e retrarsi. Secondo alcuni autori, questa retrazione regolando l'afflusso del liquido cefalo-rachidiano nel terzo ventricolo e viceversa attraverso l'acquedotto di Silvio, regolerebbe automaticamente la pressione del liquido dentro questo ventricolo. Questa regolazione forse sarebbe dovuta ali' ipofisi, poichè ogni aumento di pressione nel , terzo ventricolo la ecfiterebbe per mezzo dell'infundibolo. In favore di quest'azione pt1rame11te meccanica, De Cyon ricorda che Nicolas ed altri hanno de· scritto delle fibre muscolari nella glando1a pineale di alcuni mammiferi. Ma queste fibre mancano nell'uomo; e poi la sua struttura glandolare non permette di attri · buire ad essa funzioni puramente meccaniche. In seguito ad iniezioni di estratto di glandola pineale di bue o di montone nei conigli, de Cyon ha osservato che le piccole dosi accelerano i moti del cuore, e le dosi più alte li rinforzano e li rallentano, e a volte li rendono irregolari {polso trigemino). Per de Cyon, la glandola pineale non ha un'influenza molto apprez1.abile sulla pressione arteriosa I glicerofosfati di sodio e di calcio a vrebbero azione analoga: ora queste sostanze si trovano in proporzioni molto elevate, anche sotto forma di piccole ccncrezioni, nella glandola pineale, la quale forse ha la funzione di immagazzinarle. In vece per Dixon e Halliburton, le iniezioni endovenose di estratto pineale abbassano la tensione arteriosa. Seconclo Eyster e Iordan, l'iniezione endovenosa d i estratto acquoso di glandola pineale di montone abbassa la pressione arteriosa più del· ( .5)


1774

IL POLICLINICO

l'estratto di altre porzioni di cervello. La caduta della pressione è accompagnata da vaso-dilatazione intestinale. Non essendovi modificazioni importanti nel numero delle pulsazioni, nè azione speciale sul cuore isolato, è da pensare che questa vaso-dilatazione sia la sola causa dell'ipotensione. L'estratto acquoso acidulato, iniettato per le vene nel coniglio, produce diuresi moderata e transitoria. Secondo Ott, abbassa dapprima la pressione, poi la eleva; stimola le contrazioni intestinali ed uterine ; e produce glicosuria nel coniglio; stimola ugualmente la diuresi ed aumenta il volume del rene per vaso-dilatazione. Exner e Bose. hanno estirpato la glandola pineale a 95 giovani conigli, dei quali i tre quarti sono morti nelle prime dodici ore, e 22 ne sono sopravvissuti. Diciassette di questi ultimi avevano subito l'ablazione totale. Ma soltanto sei ne sono vissuti fino al periodo della m a turità sessuale; gli altri sono morti per affezioni intercorrenti. · 9li autori non han.no potuto notare alcuna influenza apprezzabile dell'operazione nè sul peso, nè sullo sviluppo sessuale . . Berkeley ha studiato su 1d ue cani l'azione dell'estratto pineale sulla pressione sanguigua. L'uno ha ricevuto per via endovenosa una soluzione concentrata del nucleoproteide estratto da trenta glandole di vitella, e poi due oncie d ella globulina contenuta nelle stesse glandole; il secondo ha ricevuto la soluzione salina concentrata di ventiquattro glandole pineali di giovane bue. Tutte queste ricerche sono rimaste negative. In conclusione, l'azione di queste iniezioni en.dovenose sulla pressione arteriosa è dubbia o, almeno, è leggiera. Ma con questo metodo si tratta di un'azione rapida e fugace. Risultati più importanti si potevano attendere dall'ablazione della glandola. Betkeley è riuscito a distruggere la glandola pineale in giovani conigli, m a nessuno di essi è sopravvissuto per due settimane, quanto occorre per potere avere un risultato qual~iasi. L'ablazione della glandola dunque non ha dato finora gl' insegnamenti spera ti. Invece l'ingestione di estratti sia negli animali che nell'uomo sembra abbia fornito risultati incoraggianti a Dana e Berkeley . . Questi autori hanno dapprima studiato in due fanciulli da 4 ad 8 anni l'influenza dell'ingestione di e'3tratto pineale sull'eliminazione di azoto.

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Questa determinazione è stata fatta per un periodo di tre settimane; nel corso della seconda, i fanciulli hanno preso, oltre la loro alimentazione ordinaria, tre capsule d'estratto pineale. Nella fanciulla di 8 anni si è avuto un lieve aumento di peso, e nel fanciullo di 4 anni un forte aumento d ella eliminazione dell'azoto du• rante la seconda settimana. Il fatto è notevole; ma le esperienze sono troppo poco numerose da poter permettere di trarre una eone lusione. un·altra serie di esperienze è stata fatta sugli animali. Parecchi piccoli gatti sono stati nutriti con glandola pii:ieale di vitella {una glandola fresca al giorno per ogni animale), mentre altri gatti servivano da controllo. I primi hanno subito supe· rato i secondi nello sviluppo, nell'attività ed intelligenza. Gli stessi fenomeni sono stati osservati in quattro giovani conigU ed in cinque giovani ca vie sempre per effetto della ingestione di glandola pineale. Gli stessi risultati hanno dato in ' cinque giovani cavie le iniezioni intraperitoneal~ di una soluzione di nucleoproteidi estratti dalla glandola pineale di vitello Dunque negli animali giovani la glandola pineale pare eserciti un'influenza stimolante sullo sviluppo fisico. Le esperienze sull'uomo sono state fatte da Berkeley, poi da Cornell e Goddard in fanciulli in istato d'arresto di svilt1ppo, di tipo e grado diversi. A 42 fanciulli è stata somministrata ogni giorno per più mesi una capsula di glandola pineale di bue giovane (40 capsule contengono 12 glandole). Dai risultati delle sue 21 osservazioni, Berkeley conclude che in certi casi di ritardo sullo sviluppo fisico ed intellettuale, la glandola pineale può essere un medicamento molto utile. Berkeley tende ad ammettere nell'età infantile la possibilità di una deficienza mentale specifica che si può qualificare col nome ipopinealismo, e riferisce un caso dimostrativo in favore di quest'opi. nione. 1 Comell e Goddard hanno fatto altre esperienze durante 4 mesi in 21 fanciulli; altri fanciulli veni vano t enuti nelle stesse condizioni come controlli, ma senza prendere il tessuto di glandola pineale. Nella valutazione dei risultati ottenuti, gli autori distinguono lo stato intellettuale dal fisico. Dal punto di vista intellettuale, 7 fanciulli non hanno guadagnato nulla dalla cura, 14 sono mi· glforati. Secondo la prova di Binet, il guadagno medio è stato di 3.35 punti.


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Dei 14 controlli, 5 non hanno migliorato affatto, 9 hanno guadagnato in media 2. II punti. I ri· sultati sono pure favorevoli alla cura di glandola pineale. Dal punto di vista fisico, i risultati furono perfettamente inversi: il guadagno medio in peso, forza muscolare, capacità pulmonare ed altezza fu sensibilmente maggiore nei controlli. Vi ha dunque eontrasto netto fra l'influenza sullo sviluppo intellettuàle e l'influenza sullo sviluppo fisico. Berkeley suppone che quanto più le riserve di energie di un soggetto sono spese a profitto dello sviluppo intellettuale, tanto meno ne resteranno per lo sviluppo fisico. Ed emette l'ipotesi che la secrezione della glandola pineale agisce come un fermento che facilita gli scambi nutritivi nelle cellule cerebrali. Que"te ipotesi sono premature; prima di interpretare i risultati ottenuti, bisognerebbe controllarli con altre e più numerose esperienze. I risultati di Cornell e Goddard nei fanciulli sono in contraddizione con quelli ottenuti da Berkley nei giovani animali. Si può dire s·o ltanto che le esperienze fatte finora incoraggiano a nuove ricerche per la soluzione di un problema interessante.

P. S.

La tonsilla linguale nell'uomo sano , e nel malato. ]OI-IN

II.

f ourn.

of Op1ithalmology a1id Oto-laryngology.

JoHNSON.

1775

SEZIONE PRATICA

Col nome di regione dell'amigdala linguale V?.nno intese le sezioni inferiori del grande anello li11fatico descritto da Waldeyer, completato lateralmente da quell'insieme di follicoli chiusi che si trovano accanto allo sbocco della tuba eustachiana (ton.silla tubarica di Gerlach) e dalle tonsille palatine, in alto dalla tonsilla faringea ; detta regione corrisponde esatt amente a quella 11orzione dorsale della lingua ch e va dalle papille circttm vallate all'epiglottide. ' Dal punto di vista anatomico e funzionale, la tonsilla linguale non differisce dalle altre masse linfoidi delle fauci . La patologia di detta regione in confronto alla patologia linguale ha questo di caratteristico, che nelle modalità di estrinsecazione oltre a partecipare di questa in massima parte, offre varietà che ne dillerenziano o perchè le sono esclusive o perchè rientrano nelle affezioni delle tonsille in genere; onde ne risulta più complessa e più varia. , Dobbiamo quindi distinguere :

a) malattie comu11i al rimanente della lingua (cancro, sarcoma; più frequenti il lipoma e il fibroma,. più rari i fibromiomi e gli angiomi ; fra le :flogosi, rare la tubercolosi e la sifilide, meno la lepra e specialmente l'actinÒmicosi); b) affezioni esclusive di detta regione, ad ese1npio gli strumi linguali, per persistenza del dotto tireoglosso, almeno nelle sue sezioni superiori (canale di Bochdalek), le cisti congenite; e) lesioni comuni agli altri distretti tonsillari, come i linfomi e le ipertrofie. Queste ultime nella tonsilla linguale hanno un decorso eminentemente cronico, con esacerba· zioni intercorrenti a carattere acuto: sono frequenti nella età media (secondo Oppenheimer nel 20 per cento dei casi si tratta di individui fra 30 e 40 anni; l'iperplasia della tonsilla associata a varici si avrebbe di solito fr.a 25 e 40 anni; per Clark fra 19 e 35) ; sono state tuttavia vedute anche nei f,anciulli, specie scrofolosi o eredoluetici (Ruault, Mc Bride) . I sintomi delle lesioni della tonsilla linguale possono distinguersi in locali e riflessi e possono venire enunciati nei seguenti: tosse, sensazione di corpo estraneo nelle fauci, parestesie, mutamenti della voce, emorragie, disturbi respiratori. Johnson si sofferma a considerare questi diversi segni e conclude che le tonsille linguali, ricch e di glandole, lubrificano la superficie della base della lingua. Esse formano dei linfociti, onde in co11dizioni normali riescono ad esercitare una importante opera di protezione. Numerosi fattori, d'ordine fisico-chimico (raffrt.ddamenti, bevande e cibi irritanti, ecc.) o inf(;ttivo, suscitano stati morbosi a carico di queste tonsille, le quali partecipano p~tre anche alle più. semplici affezioni della gola. Fra le sorgenti estrapolmonari di tosse, lo spazio g losso-epiglottico è senza dubbio qttello che vi contribuisce con maggiore frequenza ; quindi se questa porzione del tratto respiratorio non è esaminata accuratamente in ogni caso di tosse ostinata, si può andare incontro a gravi errori di diagnosi. Numerosi riflessi risultano dalle tonsille linguali malate e dalle loro varici-, che debbono venire curate con trattamento adeguato (asportazione, cauterizzazione). Da quanto si è esposto si vede come le tonsille linguali possano non di rado andare sogo-ette a svariate lesioni e tramutarsi così da oro o-ani di difesa in elemento di malattia e di dio st11rbo per l'organismo: quando ciò accada si dovi anno asportare radicalmente. G. '

BILANCIONI.

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IL POLICLINICO

CHIRURGIA.

(ANNO

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razioni e cli emorragie brusche costituisce un:-i le:sione essenzialmente dannosa, contro la quale ti.on si an1mettono mezzi dilatorii. Si deve opeL'esclusione del duodeno nella cura r are. . dell'ulcera sottopilorica. Quali saranno i processi operatorii ? (VAUTRIN . R e'Vue de chirurgie). Moynihan, e tutti i chirurgi inglesi ed ameL '. L-\.. . considera l'ulcera duodenale come una ricani, applicano indistintamente la gastro-entcrostomia. Per l' A . però questa operazione lesione# provocata sulla mucosa dell'intestino non è sempre giusta; nè sempre salva la situadall'iperacidità del succo gastrico. L'ulceraziozione. Fin dall'agosto I910, preconizzava due 11e apparirebbe o per l 'azio11e diretta corrosiva operazioni, sole logicamente capaci di guarire del succo gastrico, o perchè la neutralizzazione l'ulcera : la resezione e la esclusione del duodi questo liquido da parte delle secrezioni bideno. L a prima è applicabile ad un numero li8.re, pancreatica ed intestinale non si compie ristretto di casi, la seconda sarebbe destinata a in condizioni soddisfacenti, il che spiega la sede s0ppiantare la gastro-enterostomia, a compleassai frequente dell'ulcera nella prima porzione t arla se si vuole. del duodeno, e sulla sua faccia anteriore, in una regione, in cui il flusso alcalino arriva più L' A . si fonda s ulla semplice logica dei fatti, difficilmente, e dove in ogni caso si produce sul sano apprezzament o clinicQ e :fisiologico pi1't tardivamente. donde devono discendere tutte le nostre deter!"'ulcera duodenale sarebbe un'ulcera peptica, minazioni. Dopo il Congresso chirurgico del cosi come quella che si verifica dopo la gastroI910, l'esclttsione del duodeno è stata rimessa e11terostomia sulla branca discendente dell'Y di in vigore da varii chirurgi : così in Francia se Ro11x. Quindi sopprimendo la causa produt- • n~ facevano fautori Delagenière e Quénu, e nel trice dell 'ulcerazione, la si potrà guarire. Se si I9Ir in ,Italia Biondi, Bastianelli e Schiassi; toglierà perciò 1'ipercloridria con un regime a- viene quindi un lavoro completo ed esauriente st:ll 'argomento di Leriche e Bressot nel Lyon. limentare appropriato, e· con l'uso di alcalini, chirurgical. si preparerà la cic.a trizzazione dell 'ulcera duode11ale - cttra questa che deve essere prolunQuali sono gli interventi che permettono di gata per vario t empo se si vogliono ottenere sopprimere il passaggio dei succhi i peracidi risultati duraturi; anche qt1ando ·vi siano emornella regione duodenale? Solo l'esclusione del ragie intestinali ripetute. duodeno; la gastro-enterostomia anche larga, a Sono tutti di accordo nel ritenere applicabile sospensione vert~cale, a orifìcio molto declive, la sola . cttra metlica nelle di,rerse forme dell'ul- è una operazione incapace di evitare per in. cer a duodenale ad evoluzione acuta, cioè contro tiero la via gastro-duodenale, quando non coesista una stenosi pilorica. Gli studi sperimenl 'ulC'era tossica o tosso-infettiva, contro quella che dipende clall'uremia, dall'insufficienza urit ali di Kelling, Legget e Maury, Bréchot, Delnaria, dalla setticemia, co11tro l 'ulcus neonato- bet, le radioscopie ripetute dimostrano colla ru111, ed anche contro quella che segue ad in-. 1naggiore evidenza che la bocca anastomotica del t er\Tenti addominali. In tutte queste forme un digiuno su uno st omaco con stenosi larga, con intervento chirurgico sar ebbe temerario ed an- spasmo pilorico o con ulcera è destinata ad una funzione precaria ed imperfetta ; nelle condiche insensat o, per lo stato generale del malato, e per le numerose perdite di sostanza della zioni più favorevoli svia in parte il contenuto mucosa. Quindi la cura medica cqntro ciascuna gastrico dal piloro, ma a poco a poco il 1ieopiloro si restringe e può persino obliterarsi. delle singole malattie sopra ricordate. Q11ando un'ulcera sottopilorica ha resistito Contro l' ulcera subacuta e cronica cambia la terapia. È vero che nelle forme subacute, la alla cura medica e ad una dietetica severa, il cura deve essere in linea generale esclusiva- solo mezzo per assicurarne la guarigione è di sotme11te medica. Se nel corso di una crisi di i per- trar la totalmente, e non incompletamente alla azione corrosiva del succo gastrico. Si dimostra c1oridria, compaiono dei sintomi di ulcerazione, 1a cosa nligliore e più semplice si è di stabilire insufficiente la gastro-enterostomia semplice, · specie quando vi siano i pericoli di perfora1111a c11ra 1nedica che darà spesso ttn eccellente zione, o di emorragie, o queste sie110 in atto; risultato e non di fare una g·astroenterostomi a . \ 'Ì sono però dei casi nei quali questa operae però gli alcali11i od il regime restano l1tt1li, le complicazioni pennango110, ed i fenomeni dis- zione dà i migliori risultati, e sono quelli nei quali attorno all'ul cera duodenale si è lentape1)tici e clolorosi sono t e11aci, senza por t en1po mente stabilito un processo di infiltrazione it1ir1 mezzo si do,·rà inten·e11ire. L'ulcera cro11ica, a bordi dt1ri, talvolta cal- fia1nmatoria, un ispessimento delle pareti i11telosi, a fo~d<> a1lfr:J.t tuoso, gen.::r.tore di perfo- stinali, ed una stenosi con periduodenite esst1-

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SEZIONE PRATICA

<lativa cosicchè il duodeno si trova stenosato, :ispc:ssito e deviato nel sito lume sinuoso e poco permeabile ai liquidi gastrici. Negli altri casi si ricorra all'esclusione del duodeno, per il quale -intervento l' A. ritiene migliore fra tutti il metodo sperimento da Chauvel, e leggermente modi:ficato da Eiselsberg, Korte, Ionnesco, Quénu, e da lui medesimo: in un primo tempo si determin::i. la sede e l'estensione dell'ulcera, e, ad una distanza di due centimetri circa al di sopra della 1esione si fissa la zona dove deve avvenire la separazione. Si legherà la a. pilorica, la corona-ria, ed ançhe il tronco della gastro-epiploica. Tra due pinze abbastanza lontane l'una dall'altra, e su una pezza, che si è posta nella breccia ·creata tra i due epiploon, si fa la sezione netta ~ol bistouri e si puliscono ben bene gli estremi che si ricoprono con tamponi imbibiti di siero. Ciascuno degli estremi è quindi suturato su tre , piani. I~'uno al catgut affronta con un soprag,gitto i tre strati della parete, gli altri due ese_g11iti alla Lembert addossano i piani siero-muscolari sopr a al precedente. Non occorre preoc~u parsi delle brecce epi ploiche, ma è prudente lasciare fra i due monconi un drenaggio che .arrivi" all'hiatus di Winslow, e che si lascia du{. o tre gorni i1i siti1,. Dopo un tale interventv la gastro-enteroston1ia, che si è fatta pre-cE:dere o che si fa seguire non viene ad essere ag·gravata. Questa gastro-enterostomia dovrà essere larga, declive ad impianto verticale, od <>bliquo, fatta con il processo di Von Hacker. Occorre ottenere il . riposo del duodeno, la ' ~essazione delle funzioni di questo tratto di intestino alterato, colla soppressione del contatto dei liquidi iperacidi e con la cicatrizza:zione della ulcerazione : il suddetto processo .assicun-a un tale risultato indubbiamente. È specialmente sull'accidente emorragia, che l'esclusione deve manifestare la sua azione curativa e salutare, non bisogna però ritenere che abbia un valore emostatico assoluto poichè tutto -.ò.ipen.de dalla sede dell'ulcera, in rapporto alle arterie legate, che sono la pilorica, la coronaria, la gastro-duodenale e la gastro-epiploica. Se l'ulcera è molto bassa, al disotto del piloro .e sul versante pancreatico, dove serpeggiano le .arcate arteriose duodeno-pancreatiche, · l' emostasi è impossibile anche con la legatura del tronco gastro-duodenale, perchè il sangue è portato a piena corrente dall'arteria pancreatico.duodenale inferiore, branca della mesenterica superiore. Di fronte ad un'emorragia incoer-cibile, quando occorra ag·ire presto, l'esclusione ·è ancora accettabile ; si potrà preferire in questi casi la duodenotomia con escissione dell'ulcera, e duodenoplastica consecutiva o la resezione duodenale, ma per realizzare questa terapia i2

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deale (di ogni forma · di ulcera du9denale) occorrono circostanze eccezional111ente favo1·evoli, ed un soggetto resistente. L'escissiorie sola è un processo applicabile quando la lesione si presenta sulla faccia anteriore della prima porzione del duodeno, con il suo aspetto caratteristico, bordi ben netti e visibili tra tessuti sani, con perdita di sostanza piccola e senza tendenza ad estendersi. La ulcera deve anche essere solitaria, condizione essenziale della cui esistenza non si è mai ben sicuri. Dopo incisione longitudinale sull'ulcera stessa si escide sui bordi della ferita tutta la zona malata, quindi si pulii;anno trasversalmente i bordi di questa breccia losangica con due o tre piani di sutura. In tal modo non ,-iene a restringersi il lume duodenale. I/escissione combinata con la g·astro-enterosto11iia non ha indicazioni manifeste, nè vantaggi st1ll 'esclusione con la gastro-enterostomia. La resezione duode1iale applicata all'ulcera è u;i intervento serio che vuole un malato molto resistente ed un chirurgo con qualità speciali ed esperienza gr_a nde, si può fare quando le lesioni duodenali sono poco estese, non vi sono aderenze nè periduodenite. È una operazione di eccezione che realizza l'esclusione e si completa con una gastro-enterostomia. Sarebbf: l'operazione ideale ma le sue indicazioni sono molto ristrette, e le controindicazioni molto numerose. G. QUARTA.

Le imperiorazioni anali. (l{IRMISSON. ] ournal

des Praticiens).

Come per altre malformazioni è l 'embriologia che dà ragione delle imperforazioni anali, poichè retto ed ano sono formazioni isolate, indipendenti, ed il retto comunica con le vie genito-urinarie dalle quali viene poi separato dallo sperone cloacale. Da ciò forme diverse di ano imperforato. Dalla forma più semplice dove non esiste che una membranella sottile traverso cui transpare la colorazione bruno-verdastra del meconio, si passa alla forma in cui l'estremità ano-rettale è separata dalla pelle per un certo spessore di tessuti, i quali permettono tuttavia che il perineo s'abbassi a forma convessa durante le grida e gli sforzi del bambino; per giungere alla forma più grave in etti il perineo è retratto, inca·vato e non è permesso quasi il passaggio delle dita fra le tuberosità isèhiatiche. In una seconda categoria ano e retto sono be11 conformati ma non comunicano, oppure comunicano per un passaggio ristrettissimo, indice generalmente di una atresia filiforme del grosso intestino e talora del tenue di prognosi infausta ..

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IL

PO~I~INICO

In una terza categoria il retto si apre nella cute (a livello dello scroto, alla faccia iPJeriore della verga, ecc.) o in organi vicini: vie urina.rie (vescica, uretra) nei maschi, casi sempre gravissimi; vie genitali (specie vagina e vulva) nelle femmine, casi ora lievi d'importanza t anto da passare talvolta lungo tempo inosservati, ora gravi per accidenti da ritenzione fecale dovuta a insufficiente ampiezza dell'orificio. La diagnosi della malformazione è quasi sempre facile al medico accorto : soccorrono talora 1'esame delle urine e i fenomeni da occlusione. Riguardo al trattanie'rito operati'Vo 1'A. insiste molto su ciò che non si de'Ve fare e che è appunto ciò che finora si è fatto: la puntura cioè con un trEquarti e l'incisione col bistori (emorragia, apertura del peritoneo, retrazione cicatriziale, ecc.). L 'A. consiglia il seguente processo : Collocare il bambino sul dorso, a gambe flesse e divaricate, a sponda di tavolo. Se maschio introdurre per l'uretra un cateterino per sorvegliare la vescica. Poche gocce di cloroformio : incisione cutanea lungo la linea mediana da circa due ce11timetri dietro lo scroto prolungando verso il coccige. Sospendere il cloroformio affinchè le grida e gli sforzi del bambino favoriscano, occorrendo, la messa allo scoperto dell'ampolla rettale. Nei casi più difficili può occorrere escidere la punta del coccige. Raggiunta l'ampolla, traversarla con due fili in croce per esteriorizzarla, incidere con un bistori e suturare i lembi alla pelle curando l'esatt a sutura della cute alla mucosa ad evitare poi una retrazione del tessuto congiuntivo e il ritorno di fenomeni d'occlu• s1one. Quando non si trovi l'ampolla è consentito aprire il peritoneo, ed in caso di assenza praticare un ano iliaco. Anche dopo molti anni è possibile sopprimere l'ano artificiale e ristabilire una anastomosi fra intestino ed ano normale. GIUSEPPE GIORDANO

MALATTIE VENEREE. La cura specifica della gonorrea. (ScmnTT. M ed·izinis~he Ktinik, 1913, n. 31-32).

I tentativi di una immunizzazione passiva od attiva per le complicazioni della gonorrea hanno un fondamento scientifico, essendosi riusciti a dimostrare nel sangue di questi infermi la presenza di sostanze fissatrici del complemento. Questi studi peraltro hanno dato poco 111me sulla natura, ancora incerta, di tali sostanze e sulla possibilità di ottenere un'azione imm11nizzante forse in parte legata alle sostanze stesse. L'autore non potendo

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[ANNO

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per i limiti consentiti al suo lavoro, entrare in considerazioni teoriche, tanto più poi che per la pratica applicazione della vaccinoterapia basta tenersi ai fondamentali principi dell'immunizzazione attiva, entra senz'altro in argomento. L'immunizzazione ·passiva è stata tentata sopratutto dai medici americani, i quali però non hanno ottenuto fino ad ora risultati incoraggianti,. così che questi tentativi vengono ormai sempre più abbandonati. L'immunizzazione attiva invece ha dato migliori risultati. La preparazione del relativo vaccino si fa in generale nel mode> seguente: Culture pure di gonococco, vecchie da dodici ore fino a più giorni, vengono mescolate ed agitate. con soluzione fisiologica di sale da cucina, eventualmente uccise a 60°. Accertato il loro contenuto batterico, vi si ag .. giunge acido fenico % % (od altra sostanza analoga. in proporzione adatta) quindi se ne esperi' menta la sterilità. Vi è differenza fra il vaccino autogeno (derivante cioè dallo stesso i11fermo sul quale si vuole adoperare) e quello e.terogeno , ottenuto cioè da altri infermi, e che per lo più è polivalente, cioè prepa·r ato con gonococchi di origine diversa. I vaccini del commercio sono di regola polivalenti: di essi si conoscono dodici qualità fra cui sei in Germania. L'A. ricorda l'a1'thigon preparato da Bruck (20 milioni di gonococchi per eme.) , quello del Wright (5 milioni di gonococchi p. eme.),. quelli del Reiter (A-10) 50-100 milioni di gonococchi p. eme. Il modo d'impiegare l'aYthigon è il seguente. , Le iniezioni vanno fatte con una siringa del Pravaz, sterilizzata, nei muscoli glutei. Si comincia con 0.5 eme. Se la temperatura s'innalza, si attende per due o tre giorni e poi si ripete la stessa dose. Se la reazione è scarsa, si lasciano passare pure due o tre giorni e poi s'inietta l eme. Se infine dopo la prima iniezione non si ha aumento di sorta nella temperatura, già dopo 2 giorni si può iniettare una maggior dose e si continua cosi nelle proporzioni seguenti: o. 5-1.0-1.5-2 .o. Dosi maggiori di 2 eme. si adoperano soltanto in casi eccezionali. Ultimamente Bruck e Sommer iniettarono il vaccino, per altro in dosi minime, entro le vene. I vaccini Wright-Reiter si adoperano nel modo. seguente: iniezioni alle spalle. sul petto, sul dorso, sull'addome, sotto la cute, sollevata in plica e disinfettata con un po' di ovatta imbevuta dJ


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SEZIONE PRATICA

soluzione concentrata di lisolo. Nel ritjrare l'ago si allontani e.ccuratamente dalla cute, mercè dell'ovatta asciutta, ogni traccia di lisolo. S'incomincia da o. 1 fino a o. 2 eme., aumentando, con l'intervallo di cinque ad otto giorni, ogni volta di o. I. o. 2 eme. fino alla dose massima di 1. o fino a 2.0 eme. La differenza nelle dosi e nella durata degli intervalli fra le iniezioni dei diversi vaccini è in rapporto alla differenza delle vedute teoriche dei vari autori e in parte alla differenza di virulenza dei gonococchi adoperati per il vaccino. Sembra che i vaccini più ricchi di gonococchi siano più utili per combattere i processi cronici più tenaci. · L'autore passa tloi a riferire i risultati ottenuti dai diversi sperimentatori con la vaccinoterapia nelle singole affezioni blenorragiche. Ne1l'uret1'ite anteriore aouta maschile e femminile sembra che non si possa ritenere come accertata la bénefica influenza della vaccinazione: alcuni anzi la negano. Qualcuno ha notato un miglioramento nei fenomeni subbiettivi. Altri autori invece hanno osservata una reazione da parte dell'uretra ammalata: dopo 24 ore dall'iniezione si notava aumento nel numero dei gonococchi: essudato pu rulento più denso, ecc.; in breve un peggioramento della • durata di 48 ore all'incirca. Finito il periodo reattivo si aveva un miglioramento di 3-5 • • giorni. Nell'uretrite anteriore C1'onica sembra che i risultati siano migliori, almeno nel senso di abbreviare la cura locale. La maggioranza degli autori peraltro non si pronunzia in modo definitivo e sembra invece che i successi ottenuti siano cosi scarsi e cosi incerti da non lasciare soverchie speranze di adoperare con buon effetto questo metodo in un Ql"ande numero di uretriti antt:riori. b Nell'ut'ett'ite posteriore acuta e c,onica i risultati della cura col vaccino su per giù si rassomigliano a quelli della cura dell'uretrite anteriore, i benefici effetti della vaccinoterapia cioè non sono ancora accertati. Anche nella cistite gonorroica non si sono avuti risultati sicuri, mentre nella pielite gonorroica essi furono nulli addirittura. N~lle vaginiti specie nellevulvo-vaginiti delle bambine, alcuni riferiscono di aver ottenuti dei buoni risultati, altri invece soltanto insuccessi. Sembra in ogni modo che la cura vaccinica, sola od assosociata ad una cura locale, porti in un gran numero di casi alla guarigione od almeno renda più breve il decorso dell'affezione.

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Nella cervicite gon<WJ'oi·ca non sembra raccoman dabile questo metodo. Incerti e contraddittorii sono i risuJtati ottenuti nelle bartoliniti e negli ascessi ed infilt'fati parauretrali. Cosi pure non c'è da attendere grandi succ es~i nella proctite e nella congi'untivite blenorragica per quanto, specie in quest'ultima malattia, non manchino osservazioni favorevoli (Mittendorf). In quanto alle complicazioni gonorroiche, le quali insorgono per trasmissione del virus attraverso le vi e linfatiche o si verificano negli organi annessi al tratto urogenitale. si può dire che regnano le stesse incertezze per quanto qui si tratti nel maggior numero dei casi di focolai più o meno circoscritti, nei quali le condizioni anatomiche e fisiologiche sembrerebbero essere favorevoli ad una benefica azione del vaccino. Alcuni p . es. raccomandano la vaccino-terapia nella linf angioite e nell'adenite gonort'oica, nella cowperite e nella prostatite, specie, in quest'ultima, se vi si associi u.n a cura locale. Non mancano peraltro, soprattutto per la pf'ostatite, osservazioni di' completi insuccessi, e non si può quindi parlare di risultati costanti. Al contrario nell'efri,didimite sembra che la mag. gior parte degli autori abbia ottenuto buoni risultati, se anche vi sono osservazioni in contrario . La specificità dell'azione vaccinica si manifesta già, per quanto non regolarmente, con una rea· zione locale dell'organo ammalato (aumento nei di. sturbi subbiettivi, nel gonfiore dell epidic'!,imo, ecc.) e con reazione generale (T. a 38° :fino a 40°, spossatezza, inappetenza, ecc.). A quanto pare (Bruck) una controindicazione si avrebbe nel caso di temperatura assai elevata, almeno per l'arthigon. Sembra pure che nel caso di un'epididfmite di data recentissima l'infiammazione, in seguito all'uso del vaccino, possa prendere uno speciale carattere di violenza. Negli infiltrati di antica data la cura vaccinica non ha effetto di sorta. Anche la futiicolite gonorroica viene favorevolmente influenzata da questo metodo di cura, cosi che per lo più dopo la prima iniezione cessano i dolori e dopo le successive scompare l' indurimento. Sulla spermatocistite gonort'oica le esperienze sono ancora troppo scarse per permettere di trarre conclusioni definitive. Nelle affeziotii blenor1agiche de~ti annessi f emminili, le osservazioni sono al contrario assai numerose e sembra che nel maggior numero dei casi non sia dubbio il benefico effetto di questa cura, 7

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IL POLICLINICO

se pure non sempre i risultati siano completi, nè l'azione favorevole del vaccino possa ritenersi costante. Sembra però che la vaccinazione in questa, come nelle altre affezioni già mentovate, non abbia alcun potere profilattico. Fockler e Schindler, p. es., malgrado il vaccino, videro insorgere una salpingi te. Dembska potè studiare 200 casi. Nel 50 °fo delle affezioni dell'utero, degli annessi, del parametrio e del peritoneo, specie nel caso di focolai circoscritti e già dalla prima iniezione, notò un miglioramento. Nel 20 %, solo più tardi si notarono i favorevoli risultati, seguìti peraltro da completa • • guar1g1one. Un certo numero di casi infine non r.isentì alcun benefico effetto (infezione mista?). Si può concludere dunque che l'azione del vaccino non è costante, ma che in un gran numero di casi si possono avere notevoli miglioramenti. Non mancano poi i casi nei quali dopo la vaccinazione (otto-dieci ore)- specie dopo la prima iniezione - si ha un aun1ento nei dolori e nella tumefazione del focolaio infiammato. Alcuni osservarono emorragie uterin~dopo l'jnie· zfone, anticipo delJe mestruazioni, ecc. Tutti questi fenomeni sono stati utilizzati anche a scopo di diagnosi: però l'assenza di queste reazioni locali, data la loro incostanza, non permette di escludere l'etiologia gonorroica dell'affezione degli annessi. Nè il loro verificarsi sembra giustificare sempre la diagnosi di natura blenorragica: il Fromme avrebbe appunto osservato una reazione in un caso nel quale era da escludere l'etiologia • gonococctca. L'A. infine passa a trattare delle metastasi gonorroiche dovute al penetrare del gonococco nel circolo sanguigno ed al propagarsi del virus bacterico a punti lontani dal punto d'ingresso. Nella gonoco!' coemia, le osservazioni, corris pond entf:mente alla rarità delle forme gravi di questa affezione, sono scarse: i risultati sembrano però completamente favcrevoli. Lo stesso dicasi del1'endocaf'dite e soprattutto dell'aYtf'ite gono1Yoica, dove già dalla prima iniezione si verificherebbe • un grande m iglioramento nei dolori e nei movimenti . In n1oltissimi casi si sarebbe ottenuta la com· plet a guarigione . Naturalmente contro le anchilosi già esistenti la vaccinazione non ha alcun pot ert! benefico. Alcuni autori però riferiscono di a ver uttenuto qualche successo. In alcuni casi

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si osserva, specialmente dopo la prima iniezione, reazione locale nell'articolazione malata con aumento del dolore e dellatumefazione, rossore della cute, maggiore difficoltà nei movimenti, ecc. Anche qui, per l'incostanza della reazione, non si può trarre nessun partito a scopo diagnostico, come pure a tale scopo non si può utilizzare la reazione generale (febbre, senso di spossatezza., ecc.) che talora si verifica. Non pare che questo metodo di cura possa nuocere al processo artico1are, per quanto sia stato riferito che in qualche • caso di recente data, dopo la vaccinazione, il processo si sia esteso ad al tre articolazioni. Sembra poi che la vaccinazione non preservi da recidive. •

Nei pochi casi di tendo-sinovite gonof'roica nei quali fu sperimentato il vaccino si ebbero buoni risultati e cosi pure nelle che1atosi blenof'1agiche. Nelle affezio·r.i ocula'>'i metastatiche di natura gonorroica la cura specifica sembra aver dato effetti benefici. Vi ha poi chi sostiene (Gorbunoff) che in tutte le forme di tracoma le iniezioni di vaccino nel sacco congiuntivale o sottocutanee diano sempre pronta guarigione. L'A. chiude la sua interessante rivista, che è corredata da un largo indice bibliografico, con la enumerazione dei disturbi secondarii che sono stati osservati in seguito alla iniezione di questi vaccini, specie I'arthigon e i due vaccini Reiter, e cioè dolori nel punto iniettato (per quanto la iniezione stessa, di per sè, dia poco dolore e per quanto la reazione locale sia cosi poco costante da non poter essere utilizzata a scopo diagnostico) che possono irradiarsi nelle regioni vicine: eritemi, edemi, a11mento della temperatura (talora fino a 39°-40°) specialmente nel caso di gonorrea con complicazioni, dolor di \!apo, senso di accasciamento, nausea, diarrea, palpitazione cardiaca, erpete labiale, passeggiera fosfaturia, ecc., talora albuminuria, dolori agli avambracci ed alle mani. Si può dire che la reazione generale di regola si verifica più spesso in quelle affezionf gonorroiche in cui sono stati constatati gli effetti benefici della terapia vaccinica (epididimiti, annessiti, ecc.). Anche la reazione locale dei focolai mala ti non è costante: si ha specialmente nelle epididimi ti, artriti, affezioni degli annessi. Peraltro la sua mancanza non autorizza ad escludere l'etiologia gonorroica e, per contro, sebbene la presenza della reazione locale possa considerarsi come specifica, pure non mancano casi di affezioni certa-


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SEZIONE PRATICA

mente non gonorroiche in cui si ebbe reazione del tratto uro-genitale Mancano osservazioni, salvo pochi casi, di conseguenze spiacevoli dovute alla vaccinazione, per quanto c'è chi sostiene di aver veduto in seguito a questo metodo di cura aggravarsi il processo blenorragico, o sopravvenire complicazioni (epididimiti, salpingiti, estendersi del processo dall'uno all'altro testicolo), o addirittura verificarsi una infezione generale. Resta in questi casi sempre da dimostrare se la vaccinazione sia stato l'unico momento causale dell'insorgere di tali fenomeni. Sono stati descritti due casi di accessi epilettiformi dopo la vaccin~zione, ma anche qui il rapporto diretto con il vaccino non è stato dimostrato. Ad~nque, per quanto riguarda la possibilità di conseguenze dannose, l'uso di questi vaccini, in ispecial modo l'arthigon e il vaccino del Reiter si può raccomandare senza esitazione. Soltanto, se si vuol essere molto prudenti, quando si Ia l'iniezione di arthigon, si possono lasciare per qualche giorno i IIlalati a letto. V. MoNTESANO.

La '' (Jheratt•si ,, blenorragica. (FIESSINGER e DURAND. Paris méd., 8 marzo 1913).

La cheré!-tosi è fra le complicazioni più rare e più singolari della blenorragia. Rarissimi sono i casi descritti : e ciò· è dovuto in parte, secondo gli A.A., al fatto che non da tutti ne è fatta la diagnosi. I soggetti affetti da cheratosi blenorragica presentano costantemente manifestazioni artritiche n1ultiple e gravi, ad evoluzione sub-acuta, caratterizzate dalla mancanza di anchilosi. Sono state descritte due forme cliniche : a) il cono corn,eo; b) la suola plaritare. I coni cornei hanno la loro sede di predilezione sulla faccia dorsale del piede, sopra tutto al margine interno e sul dorso dell'alluce; raran1ente se ne osservano sulle gambe, agli arti superiori ed alla faccia ; ma dimostrano una certa tendenza a diffondersi . Dapprima gli elementi eruttivi sono rappresentati da piccoli bottoni rosei lenticolari sull 'all11ce, ma s11bito diventano acuminati sotto forma di rilievi cornei conici che si sentono alla palpazione. Gli elementi isolati si ingrandiscono, si sovrappongono, e dànno al tatto la sensazione di una carta in rilievo. I rilievi sono acuminati o rotondeggianti, cornei, d'un giallo rameico, lu-

centi. Intorno ad ogni elemento, disposti a coccarda, si notano due aloni, l'interno pallido biancastro, l'esterno roseo congestizio. Col grattamento cade la sostanza cornea, }'epidermide resta ulcerata e si copre di una incrostazione. L'eruzione dura da I a l mese e mezzo; poi cadono rapidamente le croste, e resta l'epidermide rosea neoformata. Si posso110 avere alterazioni trofiche delle unghie. La sitola pla1itare è dovuta ad una produzione cor11ea eccessiva e lenta che, dopo 3 settimane in media, copre tutta la faccia plantare del piede sotto forma di callosità ampia, dura, spessa da I a 2 1nm., si ha quindi la desquamazio11e completa di tutta la callosità, contemporaneamente a quella degli elementi isolati, e quindi l'epidermide resta assottigliata e rosea. I coni cornei e la suola plantare presentano una disposizione bilaterale simmetrica. Chauffard l'ha definita col nome di dermopapillite ipe1-cheratinizzante, Baermann col nome di der11ia.tite papillare paracheratosica. Si verifica nei casi di infezione blenorragica grave con artropatie multiple; ma ,-i sono circostanze occasio11ali che ne favorisco110 la produiione. Cha11ffard e Froin hanno insistito sulla importanza della macerazione epidermica dov11ta a iperjdrosi, a secreti irritanti, ecc. Questa macerazione si ha facilmente nelle fasciature abbondanti ovattate con le quali si iinmobilizzano le articolazioni malate. È per questo che l'eruzione di preferenza si ha nella pelle dei piedi, dove il sudore e la impro1)rietà favoriscono la macerazione dell'epidermide. Quanto alla patogenesi, Jacquet fondandosi sulla simmetria dell'eruzione e sulla esagerazione dei riflessi, ammette per essa un'origine trofica e nervosa centrale. Chauffard e Fiessinger hanno ottenuto la riproduzione sperimentale di questa forma morbosa seminando sulla cute sana grattata i materiali raccolti dalla sede dell'eruzione. Di qui risulterebbe evidente e netto il rapporto patoge11ico fra blenorragia e cheratosi. Gli AA. riferisco110 di un altro caso da loro osservato, interessante per le localizzazioni molteplici della eruzione : in ambedue i piedi, nella faccia interna della coscia sinistra, nel perineo, nell'asta, nelle pertinenze anali il paziente presentava anche incontinenza delle urine e delle feci da mielite, ed a questo fatto gli AA. attribuiscono la causa della macerazione epidermica che avrebbe preparato le condizioni fa\orevoli all'eruzione cutanea. In questo caso p erò non sono ri'usciti ad ottenere la riproduzione sperimentale del processo.


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IL POLICLINICO

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N ell 'osser,~azione di Gougerot, la cheratosi ava sede nelle ma ni di un operaio, esposto per ragioni del m estiere a macerazione continua. Gli AA. insistono sull'importanza della macerazione e dell'irritazione cutanea, quale fattore determi11ante della cheratosi blenorragica. P. S.

OSSERVAZIONI CLINICHE . Ospedale Maggiore di S, Giovanni Battista, e della città di Torino, Sezione chirurgica diretta dal prof. GIUSEPPE FANTINO.

Pustola carbonchiosa curata col siero anticarbonehioso per il dott.

CARLO PAVESIO,

assistente.

Avendo sentito parecchie volte vantare le virttì del siero anticarbonchioso, ho voluto provarlo in un caso di pustola carbonchiosa capitato all'ospedale verso gli ultimi di marzo del corrente anno. Premetto che i risultati furono veramt!nte ottimi ed immediati, tali da incoraggiare e da giustificare pienamente questo metodo di cura, lasciando da parte gli altri metodi più o meno lesivi. Aggiungo che i risultati ottenuti si devono sicuramente mettere in rapporto col rimedio iniettato, poichè susseguirono immediatamente all'iniezione e localmente ci si limitò a fare una medicazione protettiva con garza semplice. Che si trattasse di t1n caso di carbonchio è stato accertato oltre che dalla sintomatologia clinica, anche dall'esame culturale e micro• scop1co. Passo senz'altro all'esposizione del caso: F. . . G . . . , d'anni 32, conciatore. Nulla nel gentilizio. Non ricorda d'aver fatto precedenti malattie. Verso gli ultimi di marzo cominciò ad avvertire un n1olesto senso di prurito al lato destro del collo. Osservata la regione l'a. non notò ivi nulla di speciale. Del resto si sentiva ancora completamente bene e continuò ad attendere alle sue occupazioni finchè l9 insorgere di un po' di tumefazione al collo accompagnata da prostrazione e da malessere generale non lo costrinse a ricorrere ad un medico. Questi giudicò trattarsi di un :flemmone in ,;a di form azione e vi praticò un'incisione la quale diede esito a puro sangue. (14)

Intanto i sintomi si an:iavano aggravando, si aggiunse cefalea, diarrea e vomito. L'a. poteva a mala pena reggersi in piedi: la temperatura era elevata, il polso frequente, respiro dispnoico. In queste condizioni ebbi io a visitarlo. Procedendo all'esame della le$ione, riscontrai alla parte destra del collo in corrisponde.r.za di una linea trasversale passante per la cartilagine cricoide una pustola della grossezza di una moneta di due centesimi, alquanto rial. zata sulle parti circostanti, la qua]e presenta un centro necrotico di color brunastro ed una circonferenza formata da tante piccole vescicole di color grigiastro. Tutt' all'intorno vi è un notevole edema duro, poco dolente al!a pressione il quale si estende in basso alla parte superiore del torace destro ed al braccio destro. In questa zona di edema a poca distanza dalla pustola vi sono vescicole e bolle isolate. · Le ghiandole sopraclavicolari ed ascellari non sono palpabili. La temperatura è di 380. 8 al mattino e di 39°. 3 alla sera. Il polso batte 100 battute al minuto, pieno, regolare. Le urine sono scarse. All'esame chimico si tro,la una grande quantità di urati ed una nube di albumina. Pensai subito trattarsi di una pustola carbonchiosa e preso un poco del secreto di essa lo esaminai al microscopio previa colorazione con fucsina, riscontrando i caratteristici bacillj del carbonchio. Iniziai subito allora la cura col siero nel modo che starò per dire. Aggiungo per incidenza che non mi fu possibile avere i bacilli specifici del secreto delle vescicole e delle bolle che si trovavano isolate nella zona di edema. Intanto col secreto della pustola feci culture in brodo, in agar ed in gelatina in piastre le quali tutte furono positive. Iniziai adunque la cura con un'iniezione en· dovenosa nelle vene del braccio di 20 eme. di • siero. Essa f J. bene tollerata, non diede luogo ad inconveniente alcuno e se ne videro gli effetti già dopo poche ore in quanto che l'ammalato si accorse di essere più sollevato, quantunque la temperatura nel giorno stesso dell'iniezione si mantenesse press' a poco inalterata. Gli effetti furono però molto più palesi il giorno dopo in cui si ebbe a riscontrare quanto segue: Temperatu·ra 37°. 6, polso 84, respiro regolare. Sòno scomparse le nausee ed i vomiti ed il malato si sente ritornare le forze ed un senso generale di benessere. Il 3° giorno dall'inizio della cura pratico una se~onda iniezione endovenosa di 10 eme.


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SEZIONB PRATICA

Le condizioni sono ancora migliorate dal giorno precedente. . Il 4° giorno faccio una 3a ed ultima iniezione sottocutanea di 10 eme. di siero. Temperat11ra a 37°. 4-37°. 6, polso ritmico, regolare, forte senso di appetito. ~

Ho già detto del miglioramento rapido ed intenso dello stato generale; aggiungo che parallelo fu pure il miglioramento dello stato locale della lesione pustolosa. L'edema circostante alla pustola manifestò subito una forte tendenza a circoscriversi ed diminuire di intensità, scomparvero le vesci· -cole, e la parte centrale della pustola fu iso· lata da un solco di delimitazione ben netto e quindi eliminata. . I margini della perdita di sostanza risultante dall'eliminazione dell'escara acquistarono un bel color rosso ed a poco a poco si• avanzarono fino a ricoprire la perdita di sostanza ed a cicatrizzare la lesione. Questa complessivamente impiegò I S giorni a guarire, mentre per il riassorbimento completo dell'edema fu necessaria un'altra diecina di giorni. Le urine esaminate ripetutamente rivelarono lCostantemente una nube di albumina. Va notato che, dieci giorni dopo l'ingresso all'ospedale, il paziente fu colpito da intensi dolori intestinali e lombari. Mi venne il vago sospetto che questi potes~ero essere in rapporto colla presenza nell'in.. testino e nei reni di bacilli del carbonchio o delle loro tossine in via di eliminazione le quali irritassero quegli organi dando luogo a quella fenomenologia . dolor?sa cosi intensa .. Raccolsi all'uopo il sedimento delle urine • • -che fu sottoposto all'esame m1croscop1co pre· via colorazione con fucsina, contemporanea·m ente a qualche ansata di feci. Osservai così dei bacilli i quali avevano tutta la morfologia dei bacilli del carbonchio, ma non riuscii ad averli in cultura, come pure non infettarono di carbonchio la cavia alla quale furono iniettati. Si trattava forse di hacilli morti uccisi cioè dalla forte resistenza confe' . rita all'organismo per parte del siero, oppure avevo a che fare con bacilli a morfo~ogia molto similare a quelli del carbonchio? Comunque sia, 25 giorni dopo il suo ingres~o, l'a. esce dall'ospedale completamente guarito e senza alcun reliquato nel luogo della primitiva lesione.

Conchiudendo, nel caso mio si trattava di un lavorante conciatore il quale si era inne· stata, forse grattandosi con le unghie infette di bacilli del carbonchio, una pustola carbonchiosa al collo. Quando ricorse a me per la cura si trovava in uno 5tato grave e che destava forti preoc• • cupaz1on1. Una sola iniezione endovenosa di 20 eme. di siero fu sufficiente per togliere rapidamente ogni gravità al caso in questione. Due altre iniezioni di ro eme. ciascuna furono bastanti per guarirlo. Non si fece nessttna cura locale della pustola, e non si ebbe nessun inconveniente dall'uso del siero. La pustola guarì senza cicatrici o deformità dl sorta, ciò che può avere una grande importa·nza quando essa abbia sede in una parte scoperta come sarebbe appunto il collo od il

VISO.

Prima di terminare questo mio breve lavoro, voglio accennare un piccolo dettaglio che io ebbi a riscontrare nel mio ammalato, cioè la mancanza di proprietà agglutinanti per il bacillo del carbonchio nel si10 siero di sangue. È questa una proprietà già riscontrata da altri ricercatori e che può costituire talvolta un sin torna diagnostico. Il bacillo del carbonchio ha la tendenza a riunirsi nelle culture in brodo in ammassi fioccosi che si depositano al fon do della provetta. Ma se ad una cultura in brodo preyiamente agitata per sciogliere questi ammassi :6.occosi, noi aggiungiamo qualche goccia di siero di individuo carbonchioso noi vediamo dopo 24 ore di termostato che il brodo conserva un intorbidamento difft1so, senza alcun precipitato fioccoso . BIBLIOGRAFIA. Anc01'a ' un caso di carbonchio guarito mediante iniezioni endovenose di siero S ciavo. Com. Ace. Medie., 1903. ' SCLAVO. Sullo stato. fJ!esent~ d~lla sieroteyapia anticaYbonchios a. Rivista d Igiene e Sanità Pub-

ABBA.

blica,

1903.

f!n caso

~t'f!Vi.ssi~o d1:

Ca1'bonchio ematico guarito colle iniezioni sottoc14taf!ee ed endovenose di sieyo Sciavo, Gazzetta Medica di Torino, 1900. . , . COSTA. Un caso di cat'botichzo nell uom~ guanto col siero Sciavo. Giorn. Ace. lVIedic. Tonno, 1911. BATTIGNANI. La pustola maligna curata colle iniezioni sottocutanee ed endovenosa di siet'o anticarbonchioso Sciavo. Gazz. osp. e cliniche, 1911. ALPAGO NOVELLO.

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n POLICLINICO

Sull'opportunità di considef'a'Ye la pustola maligna come infortunio sul lavoro. Atti Soc. Piem. d'Igiene, 1901-1902. LAMBOTTE e MARECRAL. L' agglutination des bacilles cha'Ybonneux pa'Y le sang h·u main 1io'Ymal. Annales Institut Pasteur, 1899. SIMONETTA. Due nuovi casi di infezione caybonch1:osa curati escZ.zisivamente col siero specifico Sclavo. Siena. r901. BORMANS. Di un ni4.ovo caso di pustola m ati gna guaYita co l siero Sclavo e della mancanza della proprietà agglutinante del siero di sangue dei caYbonchiosi. Giorn. R. Accad. Med. Torino, 10 luglio 1903. BoRMANS . Un triennio di cura sieroterapica anticaf'bonchiosa Sclavo in Piemonte. Riv. Igiene e Sanità Pubblica, 1907. ALMASIO. La sieroterapia anticarhonchiosa Sc!avo ·i n Piemonte nel triennio 1906-1909. ABBA.

ACCADEMIE, SOCIBTl IBDIOHE, CORGRESSJ (NOSTRI RESOCONTI PARTICOLARI).

R. Accademia medica di Roma. Seduta straordinaria del 23 novembre 1913.

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FASC.

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intorbidamento e un precipitato di iodio, tantO' più abbondante quanto maggiore è la quantità di acido iodidrico. Prof. Levi Della Vlda. Repe,-to di un f>'rotozoo patogeno in un conigli o nost1'ano. - L'O. comunica che fra sette conigli adulti, provenienti da. una tenuta in provincia di Siena e non ancora sottoposti ad alcun esperimento, egli ebbe ad osservare la morte di due animali in seguito a grave deperimento (forte anemia, notevole dimagramento, adinamia profonda). Di uno non fu possibile praticare l'autopsia; nell'altro richiamarono l'attenzione dell'O. alcune gravi alterazioni anatomiche della milza. L'esame batterioscopieo e colturale della milza e deJ sangue del cuore r~usci negativo; negli strisciamenti della milza e del fegato colorati col Giemsa si riscontrarono numerose forme di protozoi, libere, intracellulari o riunite in ganghe, assai probabilmente riferibili al Toxoplasma cuniculi Splendore, parassita <lescritto finora soltanto nel Brasile e nel. Senegal. Sono in corso studi per identificare tale protozoo, del quale l'O. dimostri\ vari preparati_ ,. A. BAI,DONI.

Presidenza del prof. F. Durante, presidente Prof. G. . Gaglio . T tntuf'a di iodio inalterabile pyiva di acido ·iodidf'ico . - La tintura di iodio, preparata già da p ochi giorni, contiene acido iodidrico che le comunica proprietà irritanti. Per distruggere l'acido iodidrico formatosi, e per prevenirne la formazione , l'a11tore propone di aggiungere alla tintura di iodio I % di acido iodico, in cristalli. che in presenza dell'acido iodidrico forma iodio ed acqua :

5 H J + H J 0 3 = 6 J + 3 Ha O L'acido iodico aggiunto nella tintura di iodio, essendo poco solubile ne11•a1cool, forma un deposito al fondo che assicura la distruzione dell'acido iodidrico a mano a mano che esso si forma. L 'acido iodico non è caustico, e, come sostanza antisettica , la sua presenza può essere utile nelle molteplici applicazioni che si fanno della tintura di iodio a scopo antisettico. Per mezzo dell'acido iodico si può anche dimostrare in una maniera facilissima la presenza dell'acido iodidrico nella tintura di iodio. Basta a questo scopo diluire una piccola quantità di tintura di iodio (1 eme.) con acqua (5 -10 eme.), si forma un abbondante precipitato di iodjo, si filtra. Il liquido filtrato, limpido, colorato in giallo, rappresenta una_. soluzione acquosa satura di iodio, e contiene l'acido iodidrico, se questo esisteva nella tintura di iodio. Ora, se a questo liquido si aggiunge acido iodico si determina un (ro)

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xx.

FA~C. 49]

SEZIONE PRATICA

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA e TERAPIA Sui riflessi vasali.

Hess e Bermann ( WieneY Klinische Wochens~h1·ifl. n. 32, 1913) a mezzo del pletismografo di Lehmann-Mosso, hanno studiato i riflessi vasali in individui affetti da sclerodetmia, arteriosclerosi e siringomielia. È noto che gli stimoli termici producono una v~riazione del lume vasale; il c aldo produce dilatazione, che dalla curva pletismografica è registrata con un innalzamento, seguito in breve da abbassamento, e con una maggiore ampiezza delle singole oscillazioni; il freddo produce rapido abbassamento del livello della curva ed una diminuzione dell'ampiezza delle singole oscillazioni. Tali modificazioni si possono consta tare alla estremità di un arto quando gli stimoli vengono applicati sul membro omologo dell'altro lato. Nella sclerodermia gli stimoli termici non producono alcuna modificazione della curva pletismografica, il riflesso vasale è spento; in qualche caso si è avuto nn accenno di reazione. Un tale disturbo funzionale si deve verisimilmente mettere in rapporto col fatto che le pareti vasali compartecipano al processo di degenerazione trofica delle parti vicine, o quando meno deve essere attribuito ad un disturbo meccanico della circolazione per lo indurimento del connettivo, nel quale i vasi sono disseminati, che impedisce la libera espansione delle pareti vascolari. Le ricerche sui riflessi vasali nell'arteriosclerosi banno \iato risultati vari. In un gruppo di infermi, nei quali l'arteriosclerosi era manifesta per lo stato delle arterie periferiche, i riflessi vasali gli stimoli termici erano sempre assenti. In un altro gruppo di casi, nei quali le lesioni arteriali non erano netta1nente apprezzabili alla palpazione, i riflessi erano presenti, per quanto le modificazioni nella curva pletism9grafica apparissero con un certo ritardo. In un terzo gruppo di casi infine, nei quali l'arteriosclerosi era particolarmente grave e diffusa ii caldo non provoca va alcuna dilatazione, mentre al freddo·si aveva netta la normale reazione. I risultati più interessanti si ebbero nei casi di siringomielia. Mentre nella sclerodermia e nella artericsclerosi il disturbo funzionale è in rapporto ad un'alterazione delle pareti stesse dei vasi, nella siringomielia l'assenza di reazioni vasomotorie si deve mettere in conto di una lesione di una parte qualsiasi dell'arco riflesso. L, applicazione di stimoli termici sulle estremità dove esi~

stono bilateralmente disturbi della sensibilità non produce alcuna modificazione della curva pletis· mogtafica sulla estremità omologa. In un caso di siringomielia invece nel quale la dissociazione sensitiva e3isteva solo a destra si sono avuti i seguenti risultati: gli stimoli termici applicati ~ul braccio sinistro sano dettero una reazione vasomotoria normale al braccio destro, la stimolazione di quest'ultimo invece non dette alcun risultato al braccio sinistro; gli stimoli psichici dettero in ambo le estremità una evident~ • reazione. Ammesse normali le tern1inazioni sensitive bisogna ammettere o che le fibre afferenti dell'arco riflesso vasomotorio prendano una via affatto differente dalle altre fibre sensitive e sono alterate isolatamente o che nella completa inte· grità delle vie periferiche esista un'alterazione delle cellule del corno posteriore del midollo e dei gangli. Poichè il riflesso dal lato sinistro al destro si è avverato in modo affatto normale si deve ammettere che le cellule delle corna anteriori, queile cellule appartenenti al simpatico e disseminate nel midollo, sieno integre, di che del resto è prova sia la mancanza di qualsiasi disturbo trofico e funzionale dei muscoli al lato destro, sia la possibilità di provocare il riflesso vasomotorio al lato destro a mez:1.o di stimoli psichici. Evidentemente la lesione risiede unicamente nelle corna post~riori, lesione che rende impossibile la trasmissione degli stimoli dal lato destro al sinistro. Il fatto poi che gli stimoli psichici son capaci ·ai provocare il riflesso va~ale in ambo i lati conferma in genere l'esistenza di centri vasomotori corticali o sub-corticali e l'integrità delle rispettive fibre di connessione col midollo spinale nel caso esaminato. DRAGOTTI.

Eritremia con ascite , flebite della splenica e trombosi gastroepiploica. Chauffard e Troisier arricchiscono la casuistica delle eritremie di una nuova osservazione (La Presse Méd., 9 aprile 1913) importante per le particolarità del quadro clini('o. Si trattava di un malato che presentava eri• trosi cutaneo-mucosa dall'adolescenza ; reticolo venoso dilatato, spleno ed epatomegalia. L'esame del ~angue dava una assoluta poliglobulia, 9,560,900 ; leucocitosi con polinucleati, un tasso elevato di- piastrine e una modica reazione mieloide. (17)


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IL POitICLINICO

Cinque mesi prima della morte il quadro clinico, che presentava tutti i dati completi per una diagnosi di eritremia, muta per l'insorgenza di una sindrome di ostruzione della vena porta (ascite al?bondante), spiccato circolo collaterale, emorroidi. Clinicamente gli AA. sùpp(•nevano che si fosse prodotta, in vista della frequente complicanza di tale accidente, una trombosi della vena porta, e il sospetto sembrava confermato dalla ·contemporanea comparsa di doìori addominali e della tumefazione dell'addome. In favore di tale interpetrazione deponeva an.:. cora il grado di dilatazione eccessiva delle vene superficiali addominali: reticolo supplementare del tipo cirrotico, ma insorto acutamente. I caratteri fisici, clinici, citologici dell'ascite erano quelli d'un versamento di origine mecca. n1ca. L'esame del sangue infine dimostrava una rapida e facile coagulabilità, viscosità aumentata, elevazione del volume del sedimento globulare. Mancavano le emorragie intestinali, resultato negativo avevano dato le ricerche per scoprire eventuali emorragie occ11lte. Il fegato rjmaneva grosso, duro, la sua funzionalità clinica integra. L'autopsia dimostrò tutte le note anatomiche della poliglobulia mielogena, accanto alle quali si erano aggiunte tro1nbosi di vecchia data della splenica, trombosi recente del circolo gastro-epi· ploico e delle corte vene, varici compensatorie delle e~ofagee. Il grave disturbo circolatorio in rapporto con la trombosi splenoepatica, e gastroepiploica e con lo stato di stasi ipertensiva e pletorica dava facile spiegazione della grande ascite a tipo cirrotico. I,a sindrome clinica è dunque legata ad una nota complicazione dell'eritremia, la trombosi, però nel caso in ispecie la complicazione mutava profondamente il quadro clinico ordinario della malattia.

t. p.

Amaurosi ed ambliopia seeondarle a gravi emorragie. Da vati autori sono stati osservati gravi disturbi visivi consecutivi ad emorragie e recentemente il Duhot e Pierret ne hanno raccolti altri quattro casi. Il modo d'insorgenza del disturbo varia nei singoli casi: talora è improvviso, come quando un paziente che si rimette da una sincope consecu-

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tiva ad una grave emorragia e non può distinguere gli oggetti circostanti. Però l'ambliopia .o l'amaurosi può comparire dopo vari giorni dall'emorragia: ne sono sintomi premonitori cefalea o fosfeni. In qualche caso l'ambliopia aumenta progressivamente e raggiunge il suo massimo in pochi giorni mentre l'amaurosi può essere completa fin dal primo momento o secondaria ad una ambliopia progressiva. Le lesioni sono di regola bilaterali, ma gli occhi sono colpiti in grado diverso. Le deformazioni del campo visivo nell'ambliopia sono differenti nei vari casi. All'esame · oftalmoscopico molti osservatori non hanno riscontrato alcuna lesione, almeno nei primi giorni. Nella maggi.or ·parte dei casi però si riscontra un pallore del fondo, specialmente in prossimità della papilla che è bianca: le arterie retiniche sono molto più sottili del normale, le vene o di grandezza normale ovvero anche più ampie e non presentano traccia di trombosi. In altri casi la papilla è arrossata ed edematosa; i margini sono meno distinti del normale, le arterie sono piccole e le vene presentano evidenti i segni di una st::tsi accentuata; si trovano spesso emorragie intorno alla papilla a forma di fiamma di candela. L'edema scompare presto e le emorragie dànno origine a depositi di pigmento e si stabiliscono alterazioni atrofiche. Nell'ambliopia le alterazioni sono molto meno accentuate che nell'amaurosi. La prognosi quoad functionem deve essere in ogni caso riservata, specialmente se il paziente è molto anemico e febbrile e se le emorragie, specialmente del tubo gastrointestinale si ripetono. Talora si ha una guarigione con difetto infatti rimangono . scotomi di varie forme e grandezze nel campo visivo\ La diagnosi è facile quando l'emorragia è grave e recente, quando però l'emorragia è stata leggiera e ripetuta e se le alterazioni del fondo non sono molto evidenti può essere molto difficile. La diagnosi differenziale si deve fare coll'occlusione dell'arteria centrale della retina, coll'ambliopia isterica, colla nevrite ottica tossica e coll'atrofia tabica. Qua11to alla cura essa deve essere soprattutto indirizzata contro la malattia fondamentale. Localmente si possono fare iniezioni sottocongiunti vali cli sublimato corrosivo all'r: 2000 o cloruro d'oro all'1o/00 cosi pure l'iridectomia o la scleroto1nia allo scopo di migliorare le condizioni della circolazione locale, giacchè l'ischemia del nervo ottico e della retina sarebbe, secondo gli autori, la causa della malattia. P. A.

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SEZIONE PRATICA

L'azione della digitale sulla pressione sanguigna nell'uomo.

ed esaminato prima, durante e dopo la cura , in colorazione vitale (brillant·cresylblau e brillantcresylblau, Sudan III) e in preparati a secco Price (comunicazione al ·Congresso ·di Londra: (Giem~a, bleu di metile ed eosina, May-Griinwald) ; The action of digitalis on the blood p,,essure in contemporaneamente · si facevano la determinaman) ha con una serie di ricerche sull'uomo vozione della emoglobina e il conteggio dei globuli. luto controllare le nozioni che si hanno intorno Le applicazioni curative si facevano regolarmente all'effetto della digitale sulla pressione sanguigna. ogni giorno, alla stessa ora , per 15 minuti nel Egli ha diviso le sue esperienze in tre serie grande ~clenoide di un apparecchio Reiniger. (32 casi in tutto); in una la pressione era infe· Come effetto della cura si rilevò un migliorariore alla norma , in al tra normale, in altra su- mento più o meno rapido nelle condizioni ge:r:ieperiore. La somministrazione della digitale era rali. Le forze au~~ntavano, miglioravano le condata a dosi progressive ed alte fino a determinare dizioni digestive, le condizioni psichiche, le funfenomeni d'intolleranza ; l'esperienza nello stesso zioni mestruali; e la sanguificazione appariva soggetto è stata ripetuta fino per tre volte. evidentemente migliore. Il peso del corpo tendeva I serie: 16 casi con lesioni valvolari, miocardiregolarmente ad' aumentare. tiche, arteriose. In 1 2 nessun apprezzabile mutaAll'esame del sangue si notò, come fatto di mento nella pressione sanguigna, in tre un ab- m assimo rilievo, l'aumento costante e relativabassamento, in u no elevazione, di c11i la durata mente rapido de11·emoglobina (da 45 a go, nel non si potè determinare dopo la somministra- 1° ca"o, da 50 a go nel 2 ° , da 50 a 80 nel 3°, da zione , perchè l'ammalato venne a morte. 45 a 80 nel 4°, da 60 a 80 nel 5°, da 55 a 75 II serie. In questa serie gli esami sono stati nel 6°). fatti ogni giorno, sempre alla stessa ora, ed in I globuli rossi aumentarono evidentemente di alcuni casi per un lungo periodo di 5 mesi ; si numero in due casi, mentre l'at1mento fu insignitrattava di pazienti costretti a letto. ficante negli altri. Però si notarono importanti Le osservazioni sono 5, con malattie del mio· modificazioni morfologiche e qualitative. Si corcardio e delle arterie. resse l'anisocitosi; spari la poichilocitosi in qual· In nessun caso si ebbe durante o dopo la som- che caso in cui la si notava. ministrazione della digitale aumento della presLe malate rivedute dopo qualche mese dalla sione, in uno si ebbe abbassamento. cessazione d~lla cura e tenute sempre senza me Nella III serie~ gli esami praticati con la mede· dicamenti, non solamente si conservarono nelle sima accuratezza , non dimostrarono mai nemmeno buone condizioni, ma progredirono nel migliora innalzamento apprezzab.i le della pressione; si trat- mento ottenuto. • ta va di soggetti in cui l'esame del polso e del In complesso l'a. f., sotto forma di auto-concuore non rivelava alcuna anorma lità. duzione, mostra di avere una azione efficacissima Durante il periodo sperimentale· si ebbero però negli stati cloro-anemici ; tale azione è più o meno a notare oscillazioni della pressione d a un giorno rapida a seconda dei casi; bastano in genere 2 0 all'altro. a 30 applicazioni per mettere il sangue e lo stato L'A. crede di poter concludere che l'uso della ge~erale in buone condizioni ; l'effetto si rn andigitale non innalza la pressione nell'uomo, e che tiene, anzi progredisce e si completa dopo cesperciò non si corre alcun p,e ricolo nel sommini- sata la cura; n el sangue si v erificano i fa tti di strarla in malati con alterazioni vasali e pres- una rigenerazione degli eritrociti e sovratutto di sione alta. u'n aumento della loro provvista emoglobinica, t. p. I mentre il valore globulare e la formula leucocitaria tendono all'equilibrio normale. Sembra che l'azione della d'arsonvalizzazione si Azione dell'alta frequenza sul sangue eserciti prima di tutto su quello che costituisce e sua speciale utilità nella clorosi. il fattore dominante dell'anemia clorotica, ch e è Della questione si occupa il prof. Luigi Bor - l'incapacità d ei globuli rossi di form are emoglo· doni (L'i drologia, l a climatologia e la terapia fi · bina in quantità sufficiente. Sul meccanismo di azione l' A. fa delle opporsica, n. 4 , 19 13 . pag . 118) . Egli ha usato l'alta frequenza, sotto forma di auto-conduzione, in 6 casi , tune riserve, non essendo facile di definire se tutto di anemia clorotic~. ottenendo risultati che meri- consista in un'azione stimolante sugli organi em atano di essere conosciuti. Le m alate erano tenute t opoietici o se vi si associ un'azione sugli organi nelle abituali condizioni di vita e di vitto e prive a secrezione interna che, secondo i moderni conassolutamente di medicamenti. Il sangue era rac- cetti sulla clorosi, sembrano avere una speciale colto alla stessa ora, fatto fluire senza pressione, importanza patogenetica. ~

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IL POLICLINICO

D'altra parte non bisogna dimenticare che vi possono contribuire altri elementi, e specialmente l'azione tonica e regolatrice sul sistema nervoso che a sua volta può agire in modo efficace sugli altri apparati. Sarebbero riuscite interessanti delle determinazioni sulla t ensione vasale e sulla temperatura, così da poter istituire un raffronto con le indagini compiute da 1 prof. Ghilarducci intorno ali' influenza dell'elettricità statica sulla clorosi (pubblicate nel cc Policlinico » sez. medica). O. S.

filtrate. Il liquido filtrato, che potrà essere anche leggermente torbido, si raffredda completamente poi in un estrattore si agita con 40 eme. di etere; dopo riposo si- decanta la parte acquosa, poi si lava una volta o due l'etere agitandolo con un miscuglio di 20 eme. di acqua e 5 eme. di alcool a 950. Dalla soluzionze eterea si asporta l'acido ben. zoico agitandolo con 20 cc. di acqua nella quale siano stati aggiunti 0.2-0.3 di bicarbonato sodico e 5 eme. di alcool concentrato. Quando l'acqua si sia nettamente separata (dopo al massimo 10' di riposo) si fa passare per il rubinetto la soluzione idroalcoolico-alcalina contenente il benzoato di sodio in una capsula del diametro di 8-9 em. e si • evapora a b . tn. fino a siccità. Sul residuo si procede alla purificazione degli altri antisettici (fe«Jaratterizzazione dell'acido benzoico noli ed acido salicilico), se si cont~ngono, e q11indi in presenza di fenoli e di acido salicili~o. si procede al riconoscimento dell'acido benzoico. La ricerca e la caratterizzazione di piccole 2° Dal latte. Si opera sul latte dopo averlo quantità di acido benzoico, che è uno degli anti- sbarazzato dalla caseina e dalla crema nel sesettici più usato per la conservazione di alcuni guente modo: s'introducono in un bicchiere di alimenti, presenta sempre delle grandi difficoltà . vetro 10 eme. di soluz. acquosa di acido solforico sia per la estrazione, sia per il riconoscimento, al 5 % e 2 0 eme. di alcool a 95°; si fanno cadere specialmente quando con esso sieno presenti fe· in questo miscuglio sotto forma di sottile getto noli ed acido salicilico. 50 eme. di latte avendo I, accortezza di agitare il Senza qui enumerare tutti i metodi di estra- bicchiere durante la caduta del latte; dopo 4'· sr zione e le reazioni più squisite di caratterizza- di riposo si getta il tutto su di un filtro a pi~ghe zione dell'acido benzoico, si dirà dettagliatamente in modo che vi sia contenuta la totalità de! lidi quei mezzi di estrazione e riconoscimento più quido coagulato. Se le prime porzioni sono toraccreditati e suggeriti dalla lunga esperi~nza, . se- bide, si ripassano sopra il filtro; occorrono genegnalando tutte le delicatezze della tecnica neces- ralmente 15' -20' perchè la filtrazione sia completa. sarie a conseguire lo scopo di estrarre e ricono- Il filtrato si ripone in un estrattore con 50 eme. scere fino a 72 mmgr. di questo antisettico, an- di etere, ed al fine di evitare l'emulsione, e he ha corchè si trovi in presenza di altri antisettici coi sempre t endenza a formar."i, in caso di necessità, si aggiunge tanta acqua distillata da riempire quali ha reazioni analoghe. E stYazione delJ,acido benzoico. - 1° Dalle so· l'estrattore, e quindi ~i agita parecchie volte il statize grasse; burro, ecc. - In un estrattore della miscuglio. Si lasciano separare i due liquidi, si ' capacità di 300 eme. s'introducono 50 eme. di acqua decanta la parte acquosa, si lava l'etere due volte distillata, 15 eme. di alcool a 90° e circa o. 5 di con acqua leggermente alcoolizzata. Quindi si bicarbonato di sqdio. Disciolto questo, si versa procede come sopra per separare dalla soluzione nella soluzione 25-30 gr. della sostanza grassa eterea l'acido benzoico sotto forma di benzoato appena fusa. Si agita dolcemente con un movi· di sodio che si porta fino a secco. mento circolare il tutto, si rivolta l'estrattore su 30 Dalle bevande fermentate ; vino, biYra, ecc. sè stesso per una dozzina di volte e si lascia 50 -6o eme. di bevanda da saggiare sono addiziopoi in riposo. Dopo 10' la sostanza grassa si nati di qualche goccia di acido solforico o clorisarà separata; si decanta allora dal ru~inetto in drico e si agita con 40-50 eme. di etere; dopo riun pallone il liquido idroalcolico che dovrà avere poso si separa lo strato acquoso, si lava l'etere due volte con a cqua; quindi si estrae dall'etere reazione alcalina alle carte di tornasole. Si acidifica il liquido con 8- 10 gocce di acido l'acido benzoico agitando con acqua alcoolica adsolforico o cloridrico, si scalda il tutto sino al- dizionata di bicarbonato sodico, e quindi si prol 'inizio dell'ebollizione. Si sospende il riscalda- cede come sopra per ottenere il residuo del sale mento, si aggiunge 1 gr. circa di talco o di terra sodico . Depurazi·one dell'acido be·nzoico. - Per sbarazd 'infusori, si agita per x' a 2' e si versa sopra un filtro a pieghe bagnato tanto grande da conte· zare l'acido benzoico dal fenolo , dall'acido salinere l'intera quantità del liquido, si riportano cilico e da molti altri derivanti fenolici, si prosul filtro per uno o due volte le prime porzioni fitta che tutte queste sostanze sono facilmente

Rubrica ufficiale sanitario ed igiene

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SEZIONE PRATICA

d;strutte dal permanganato di potassio In soluzione solforica, mentre l'acido benzoico resiste a questa azione. Il residuo ottenuto dalla estrazione si riprende con 10 eme. di acqua, dopo dissoluzione si addizionano 2 eme. di acido solforico puro eone. e si porta il tutto a circa 800, si aggiunge a goccia a goccia una soluzione di permanganato di po· tassio .al 10 % fino a leggera colorazione rosea persistente. Raffreddato il tutto si porta in un imbuto a rubinetto al fine di estrarre dal liquido con etere l'acido benzoico, la soluzione eterea convenientemente lavata si agita con una leggera soluzione di bicarbonato di soda come sopra indicato. Sul residuo nella capsula che contiene tutto l'acido benzoi(;o allo stato di sale di sodio si procederà alla caratterizzazioneo Ca'l'atterizzazione dell acide benzoico. - La caratterizzazione dell'acido benzoico in piccolissime quantità presenta delle grandi difficoltà. Sono due le reazioni che più di tutto si ricordano; 1a formazione del bleu di anilina e la formazione dell'aç . m-dimitrobenzoico di cui la so· luzione alcalina ammoniacale in presenza di solfuro di ammonio dà una colorazione rosso-arancio. La prima reazione manca di sensibilità; di più essa presenta nell'applicazione delle difficoltà, che non è sempre facile vincere. La seconda reazione in vece non offre troppe difficoltà ed è sensibile fino a svelare % mmgr. del prodotto. . Ecco come si consiglia di operare:. sul residuo di benzoato di sodio contenuto nella capsul~, ben raffreddato, si versa un miscuglio di 5 eme. di H 2SQ 4 puro a 66° e ro gocce di HN03 fumante; dopo aver bene impregnato il residuo, si attende qualche minuto fino a che la schiuma che si forma in seguito allo sviluppo di anidride carbonica sia scomparsa, e si scalda allora su di una piccola fiamma Bunsen, evitando che la fiamma tocchi il fondo della capsula dalla quale deve essere distante da z a 3 cm. e ciò finchè i vapori bianchi appariscano nettamente. La soluzione solforica dovrà essere incolore od appena colorata in giallo-paglia, quando l'operazione sia stata ben condotta; dopo ben raffreddato si versa il tutto in una fiala contenente 50 eme. di acqua distillata; si pone nella soluzione ac.quosa un frammento di carta di tornasole, si aggiunge lentamente dell'ammoniaca, (occorrono circa 15 eme. di soluzione a 22°) fino a reazione nettamente al• calina, e dopo raffreddamento si fa cadere nella soluzione a goccia a goccia, agitando dopo ciascuna aggiunta, del solfidrato di ammonio; se è presente dell'acido benzoico, si constaterà, dopo l'aggiunta di qualche goccia di solfidrato, che la 1

tinta gialla della soluzione ammoniacale passerà al rosso-arancio. Quando questa colorazione a ppaia, è necessario soc;pendere l'aggiunta del solfidrato. La colorazione rossa si svilupperà allora rapidamen te e diverrà più o meno intensa a seconda della quantità di acido benzoico presente. Questo modo di ricerca quando sia bene eseguito, darà sempre risultati soddisfacenti anche con Yz mmgr. di acido benzoico.

E. C.

POSTA DEGLI ABBONA'FI. (199) La digi tale netta ne/Yite acuta. -

Prego rispondermi nella Posta degli abbonati al seguente quesito: Nel ·decorso di una grave febbre infettiva in· sorge nefrite acuta con edemi ai malleoli e allo scroto; sopr~vviene intanto un processo pneun10nico che io non ho creduto di trattare con !a digitale, temendo di aggrava re le condizioni del rene. Esiste in realtà controindicazione all'uso della digitale nella nefrite acuta, o per lo meno, ho fatto bene, nel caso mio, astenen9-omi dalla somministrazione digitalica? Librizzi.

Abbonato n. 9094.

Non v'ha controindicazione all'uso della digitale,, se durante una malattia infettiva insorge una nefrite acuta, chè anzi la digitale s'è dimostrata certamente innocua anche nei casi di nefrite cronica o di rene arteriosclerotico, malattie queste in cui i canoni della vecchia iarmacologia ponevano un veto preciso e senza eccezioni. · L'uso della digitale in questi ultimi anni s'è liberato da restrizioni, fondate su esperienze incerte, o su interpetrazione falsa di fatti clinici coincidenti con l'uso della digitale. ma non da essa provocati; se il campo s'è allargato da una parte, però esso ha avuto limitazioni non tanto per i danni eventuali, quanto per l'inutilità in a1tri casi del rimedio stesso : cosi nelle malattie infettive, e specialmente in quelle che ledono il miocardio, s'è venuti nella convjnzione che la digitale a nulla giovi su un muscolo degenerato o in via di degenerazione: è per lo meno inutile e dannoso tentare di frustare il miocardio leso, è dove· roso invece combattere la malattia prima (quando lo specifico esista, es. salic. sodio, 5iero antidifterico, vaccinazione, ecc.) e di rendere facile la funzione cardiaca, diminuendo le resistenze e cercando di ridurre le attività dell'organismo alle pure vegetative. (2I)

I

l I


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IL POLICLINICO

S'è perciò che un'iniezione di morfina, usata a proposito, in un polmonitico delirante, si dimostra più utile dell'infuso di digitale: quella fa riposare un'intera notte il malato e dà tregua al cuore, questa non determinerebbe, dato che possa farlo, che un sopralavoro d'un cuore già minato nella sua costituzione anatomica. Tali idee sull'uso della digitale Ella potrà trcr vare svolte in una breve rivista $intetica « Indicazioni all'uso della digitale », Policlinico, sezione pratica. 10 settembre 1911. , t. p. della seborrea. Codesto giornale ha dato più volte in quest anno la te· rapia della seborrea. Ora a schiarimento gradirei co11oscere: l. In quali casi debbasi alla pomata salicilica (con lanolina?) aggiungere il solfo (unito o separato dall'acido salicilico?); 2. Se le frizioni che si debbono far seguire due volte il giorno al primo trattamento, e cioè coll'acido salicilico oppure spirito saponata ecc., si praticano nei giorni medesimi del primo trattamento oppure quando; 3. Con quale forma di seborrea - grassa o secca - si applicherà l'olio di ricino o la glice• l'tna. Ringrazio. Con stima. Dott. Alessandro Prati. Pavia (N. 673). (200) Sulla terapia

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In generale si associa l'acido salicilico al solfo e si adopera una pomata solfo-salicilica con va· selina. Le frizioni con questa pomata si faranno lo stesso giorno ed immediatamente dopo quelle con spirito saponata alcalino. L'olio di ricino o la glicerina si adopereranno sempre, per correggere l'azione troppo digrassante delle cosi dette u acque per capelli » di cui abbiamo dato qualche formula nelle precedenti risposte e nelle quali vi è sempre dell'alcool. La }oro proporzione (sino al 7 %) varierà da individuo a individuo, a seconda del tioo della se· borrea, se cioè secco o grasso. Queste naturalmente non sono che norme schematiche: al medico intelligente spetta poi il sapersi regolare nel trattamento dei singoli casi a seconda della forma dell'affezione e sopratutto della sensibilità di ciascun soggetto all'azione del vari medicamenti che si adoperano. V. MONTESANO. Per la diagnosi delle affezioni intestinali. Sarei molto grato se a mezzo della « Posta degli abbonati del Policlinico » mi si potesse rispondere ai seguenti quesiti: (201)

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Con quali sintomi al letto dell'infermo si può fare la diagnosi di sede anatomica dell'infezione intestinale o meglio come si fa la diagnosi difierenziale fra enterocolite acuta infettiva non specifica, fra colite acuta infettiva non specifica, fra enterite acuta non infettiva specifica e anche fra imbarazzo gastrico febbrile. Prego ancora cotesta ~ Posta degli abbonati > spiegarmi che cosa ne pensa della typhobacillosi del Landouzy che.nega l'infezione intestinale come entità morbosa e asserisce essere questa il più delle volte ·una forma lieve di setticemia tubercolare? Questa opinione è condivisa anche da U. Arcangeli che invece di typhobacillosi vorrebbe si chiamassero criptoti1bercolari tali setticemie tubercolari. Eppure nel XIII Congresso francese di medi· cina (13·10-1912) si ammisero le coliti acute infetti ve non specifiche. Prata d'Ansidonio Marco de Vincentis Abbonato n. 2838. 1

Impossibile rispondere a tutti i suoi quesiti nella posta degli abbonati; le consigliamo un ottimo libro moderno: Trattato di medi.cina e tefapia di Gilbert e Tho1:not, il vol. 17°, malattie dell'intestino, L. 10.50. Unione tipogr. editr. torinese. Torino. Circa la tifobacillosi di Landouzy si può dire che con una pessima denominazione è indicato un fatto ctinicamente sicuro: l'esistenza cioè di setticoemie tubercolari a forma tifosa; volere identi· ficare con questa nuova entità morbosa tutte le infezioni febbrili acute a patogenesi ignote che vanno sotto la denominazione di febbri intestinali, gastroreumatiche, è certamente un'esagerazione che non risolve il problema ma deforma l'er· rore cambiando nome al cestino patologico. Non vi sono sufficienti dimostrazioni cliniche e di laboratorio per ~astenere tale ipotesi; le febbri suddette probabilmente non tubercolati, nè-qu~sI certamente intestinali, attendono ancora una spiegazjone, frutto di serena ricerca e non di facile analogia. t. p. Cura emfi-rica della scintica. - A completare la rivista d ei mezzi empirici p~r la cura della sciatica reumatica, credo utile richiamare il metodo forse più antico di tutti e che ho visto dare buoni risultati. In un prato di vecchia data nel mese di maggio od in autunno si scelgano pianticelle dette di • ranunculus scelleratus • (pe' d'asen), che ba i fiori di color giallo ( 1 ). ( 202)

(1) In altre stagioni si può procurare dal far-

macista.

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SEZIONE PRATICA

Si raccolgano le foglie e si lavino per bene in acqua sterile o meglio ancora in acqua ossigenata. Si sminuzzino tali foglie ben bene con un coltello in modo che jnsieme ad aceto buono si formi una poltiglia o pasta che si mette in un bicchier~ e si preme per darle la forma del calcagno. La si applica poscia sul calcagno (e non posteriormente) per 24 ore ponendovi sopra pezze di tela. In chi cammina scalzo la pelle callosa stenta a sollevarsi con un a sola applicazione, per cui ne occorrono 2-3. Si toglie e si applica garza e cotone e si ripete (per le prime ore) la medicazione ogni ora e si deve cercare che la piaga continui a gemere per circa 30 giorni. TOGLIANI dott. COSTANTINO Revere. abbonato n. 8914.

VA.RIA '

I pesci in medicina. - Nell'antichità i pesci furono spesso considerati come animalj sacri. Molte religioni li accolsero nel loro simbolismo mistico. L' ictiomanzia prediceva il futuro dall'esame dei visceri dei pesci. Divennero anche un simbolo cristiano, sia perchè associati ad alcuni miracoli di Gesù Cristo, sia in causa del curioso acrostico mediante il quale '1X0Y'1: forma le iniziali del nome e dei ti, toli del Salvatore. Dalla religione i pesci passarono in medicina, poichè la medicina antica era eminentemente sacerdotale. Sembra che già ai tempi di Asclepiade si annettesse loro un significato medico, il quale però in seguito andò perduto. ·

** * odierna i

Nella medicina pesci han dato il loro nome greco alla ictiosi, quella rara malformazione scagliosa della cute che ·i tedeschi indicano col delizioso nome di cc Fischschuppenauschlag ». I nomi di derivazione piscatoria sono più frequenti nella materia medica anzichè in patologia. Anzitutto è da ricordare l' ictiòlo, olio trasparente giallo· brunastro, dotato di :fluorescenza verdemare, viscido, di odore bituminoso, di sapore sgradevole, solubile nell'acqua, miscibile agli olii ed alla vaselina. Chimicamente è il sale ammoniacale di un acido sulfonico: sulfo-ittiolato di ammonio. Viene preparato per distillazione da uno schisto bituminoso che si trova negli strati cambriani del Tirolo ricchi di pesci fossili. Da ciò il nome. Questo ottimo rimedio antisettico, dermoplastico e risolvente fu introdotto nella pratica dermato.

..

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logica da Unna nel 1812; è stato largamente adottato anche dai ginecologi e dai rino-laringologi; ultimamente sarebbe stato riconosciuto utile per il tratttamento delle ferite (glicerina ittiolata al 10%); se n'è tentato l'uso anche per via interna. I fabbricanti d'ittiolo preparano molti prodotti derivati (ictalbina, ictargolo, ictargano, ictiogeno, ictiormolo, ictiosoto, ictiolato di magnesia, ictiolidina, ictioformio, ecc.), i quali hanno applicazioni svaria te. ·

* ** Di derivazione latina è la pisc1'dia. Questo nome denota una sostanza proveniente dalla • Piscidia erytrina >>, arbusto della famiglia delle leguminose che cresce nelle Indie, nelle Antille, nella Giamaica. Gli indigeni ne usano le foglie, i rami e l~ corteccia per stupefare i pesci e facilitarne la cattura: da ciò il nome generico della pianta, mentre il nome specifico deriva dal color rosso dei fiori. La corteccia della radice di piscidia viene usata terapeuticamente come analgesico, narcotico, diaforetico e lassativo. Si tratta di un rimedio molto ma!leggevole. È stato raccomandato in specie nei dolori uterini, nell'emicrania, nelle nevr~lgie, nell'insonnia, nei deliri, nella tosse dei tisici, nella pertosse; la tintura è stata adoperata localmente contro l'odontalgia. Principio attivo della droga è la piscidina, la cui azione farmacologica· consiste nel paralizzare i gangli sensoriali dei nervi spinali, eccitare i centri motori del midollo, deprimere il cuore e produrre l'ipnosi. È stata preconizzata contro tutte le affezioni poc'anzi accennate.

*** Con lo scopo di avvelenare e catturare i pesci, da noi si usano invece le coccole di I~vante, ossia i frutti di vari arboscelli rampicanti, indigeni delle coste indiane e dell'arcipelago asiatico australiano, appartenenti alla famiglia delle Menispef'macee. Con cocéole di Levante e mollica di pane si prepara una pasta della quale i pesci sono molto ghiotti. Subito dopo essersene cibati presentano movimenti irregolari e convulsivi e da ultimo galleggiano perchè la vescica natatoria paralizzata si riempie d'aria e non può più vuotarsi. A questo comportamento dànno importanza i medici legali per ricercare l'avvelenamento da picrotossina, .Prodotto nell'uomo sia dai pesci catturati con coccole di Levante, sia dall'uso di birra resa amara con questa droga; all'uopo fanno uso dei ciprini o pesci dorati. Costituente attivo della droga è la picf'otossina o coccutina, cristallizzabile, amarissima. È un ve(23)


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IL POLICLINICO

leno molto attivo; determina vertigini e convulsioni, eccita e poi paralizza i centri bulbari. Si è usata terapeuticamente a milligrammi nelle contratture, nell'epilessia, ecc. Risulta di due principii chimici definiti. Per catturare i pesci si ricorre anche al cloru,o di calcio. I pesci uccisi con questa sostanza sono molto putrescibili e quindi procurano facilmente turbe gastro-enteriche. Lo stesse comportamento si osserva per quelli presi mediante Ja dinamite. L'igiene e l'economia pubblica concordano dunque nel proibire tutte queste forme di pesca che spopolano le nostre acque dolci.

* ** I pesci ci forniscono uno dei migliori medici-

nali, l'olio di fegato di merluzzo. Era in uso tra i pesca tori del Nord molto prima che ~osse introdotto in medicina, al principio del secolo scorso. Quello depurato, il ~gliore, è di colore giallo pallido delicato, di odore e sapore speciali; viene estratto dai fegati freschi di cc Gadus morrhua » e di parecchie altre specie di merluzzi. Contiene tracce di iodio, bromo, fosforo e colesterina, acido morruico e varie basi organiche volatili e fisse, ma la sua efficacia terapeutica non sembra essere lègata a questi principi, bensi all'assimilabilità maggiore ·di quella che presentano altri grassi animali. Dall'olio di fegato di merluzzo si ottiene il gaduol o morrol, un estratto alcoolico, liquido, oleoso, giallo-bruno, amaro, che avrebbe le stesse indicazioni. Il gadil è una delle solite specialità composte; contiene come ruenstruo l'olio di fegato di merluzzo. Succedaneo dell'olio di fegato di merluzzo è l'olio di squalo, con cui viene spesso mescolato.

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Tra i prodotti forni ti dai pesci alla materia medica troviamo ancora l''i ctiocolla o colla di pesce, sostanza gelatinosa ottenuta dalle vesciche natatorie 5ecche di « Acipenser huso » e di parecchie altre specie di storioni che abbondano nel Caspio, nel mar Nero e nei loro affluenti principali. Si gonfia in acqua fredda, si scioglie in acqua bollente e la soluzione raffreddandosi si rapprende in una m assa gelatinosa. È solubile anche in alcool diluito, non lo è in alcool concentrato. Spalmando una soluzione d'ittiocolla su di un tessuto fitto di seta i farmacisti preparano le varie specie di taffetà. t.:;i adopera l'ittiocolla anche per confezionare fascia ture con tenti ve, per allestire coni ed ovoidi

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vaginali, suppositori, capsule gelatinose e sovra· tutto dischi e lamelle gelatinose contenenti varie sostanze medicinali come lo iodio. Dal fegato di vari pesci si ottiene il f?adosio, sostanza grassa che ha quasi la stessa c-omposizione e le stesse proprietà della lanolina; assorbe fino a 250 parti di acqua; è stata raccomandata per preparare l'unguento mercuriale. A titolo di curiosità ricordiamo infine che le • sarde e le aringhe sala te sono un rimedio popolare delle bronchiti, del reumatismo e della gotta, a condizione però di ... non ripulirle. Si è ammesso che la loro azione antireumatica fosse dovuta a tfimetil- e propit-amina, presenti nella salamoia. Queste sostanze sono state estratte distillando la salamoia e usate in terapia contro le affezioni retimatiche, prima che si conoscessero i salicilici, :a fenacetina, ecc. Oggi sono abbandonate.

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I pesci interessano il medico non soltanto nel dominio della patologia e della tera[lia. Come art1:colo dietetico essi costituiscono un eccellente sostituto della carne. Quasi tutti i pesci del mercato sono di facile digestione e tutti sono molto nutrienti. Si è · preteso che una alimentazione troppo ricca di pesci (nella Cina, nelle Indie) possa predisporre alla lebbra, come pure che i pesci possano conferire direttamente la malattia. lVIa le ricerche epidemiologiche e batteriologiche hanno confutato qu~sto errore. Alcuni pesci delle acque dolci sono in grado di conferire all'uomo la tenia detta Both1iocephalus latus. Sconosciuto nell'Italia meridionale e centrale, questo parassita si riscontra in quella settentrionale, ove i grandi laghi ne sono infestati. Le cisti si ritrovano quasi esclusivamente sotto la cute dei pesci colpiti; quindi la trasmi'>sione del parassita all'uomo ha luogo solo se la cot· tura è stata del tutto insufficiente. Nei paesi ove si consumano i pesci crudi, come nelle Puglie, essi sono stati incriminati di trasmettere le malattie infettive che si contraggono per la via gastro-intestinale, sopratutto il tifo e il colera. Di alcuni pesci sono sicuramente velenose le carni (per es. della << Meleta venenosa »), od anche certe oarti , come le uova o il sangue (quello di an · .. guilla per iniezioni è fortemente emolitico, come dimostrò Mosso). Di alcuni pesci sar~bbero velenose le punture dei raggi che compongono la prima pinna dorsale (molti acantopterigi), ovvero le punture delle parti acuminate del preopercolo. Ma il nostro articolo va divenendo troppo lungo .. Preferiamo di rimandarne l a continuazione ad un. altro numero.

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SEZIONE PRATICA

NOTIZIA BIBLIOGRAFICA. Prefazione al Libro di premio per l' anno 1913 '' COMPENDIO DI GINECOLOGIA MODERNA,,.

L'Editore del «Policlinico» va acquistando .ogni anno nuovo titolo alla gratitudine degli abbonati al suo giornale, mediante la pubblica.zione ed il dono di questi co mpendt-, nei quali furono sino ad ora raccolti sapiente1nente gli argomenti più importanti e più utili della pra.tica medico-chirurgica. Questo anno viene pre~entato agli abbonati un «Compendio di ginecologia » e la compilazione ne venne affidata ad un ottimo collega, intelligente ed abile, il dott. Raniero Cinaglia, chirurgo dell'ospedale di A mandola in provincia di Ascoli Piceno . Con giusto. discernimento il dott. Cinaglia ha raccolto dagli i1isegnamenti .dei migliori maestri di ginecologia ed ha ben ordinato le nozioni scientifiche e pratiche per q'ltesta co1npilazione, che - io penso - deve giungere ben accetta ai medici pratici.

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Quello che fu detto da molti per l'ostetricia, può essere rtpetuto per la ginecologia. Degli insegnamenti intatti dell'una e dell'altra branca medica, così strettamente collegate, alcuni deb, bono essere riservati agli ostetrici ed ai ginecologi eletti, ai veri cultori della specialità ostetrico-ginecologica; debbono altri di qitegli insegnamenti esser corredo sicuro della mente e della pratica di tutti i YJ?edici -chirurgi e specialmente di quelli che si trovano a dar l'opera loro nelle condotte lontane dalle grandi città. ' Se deve essere regola indiscussa per il medico pratico, che abbia retta coscienza, di non cimentarsi in quelle operazioni di alta g1:necologia, che richieggano itna virtuosità di tecnica, che solo pitò possedere chi ha la mente e la mano abituate per quei difficili interventi, non è men vero che egli debba potere eseguire quelle operazioni ginecologiche, che hanno carattere di pronto soccorso. Si pensi per questo alle condizioni nelle quali si deve trqvare il medico pratico di fronte al minaccioso pericolo di una crisi da gravidanza tubarica, che richiegga l' immediato intervento operativo, di fronte alle gravi co1idizioni nelle quali può esser posta una sofferente per un ascesso parametrale, che debba essere aperto e vuotato, di fronte ad una pro-

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fonda lacerazione, ad una 11iinacciosa raccolta sanguigna delle pareti vaginali, per le quali ttrgan~ immediati provvedimenti. E non dicianio di molte altre condizioni dell'esercizio professionale gineco,logico, che hanno carattere di pro1ito soccorso . Deve il medico pratico anche nella lonta1za condotta saper dare quelle cure ginecologiche più comun.i e più semplici, che le pazienti non possono procurarsi recandosi nelle grandi città. Si ponga mente a tutte quelle lesioni dell' apparecchio genitale femminile, deviazioni uterine, fiogosi più o meno profonde, irregolarità mestruali e mille altre, le quali, se non hanno adatta cura, mantengono le pazienti in uno stato continuo di semi-infermità, che le rende sempre sofferenti e le toglie sempre più dal governo della casa e dei figli, dalla vita coniugale. B en disse con dotta pa1·ola in un'inaugura· zione di un congresso ostetrico-ginecologico il .Prof. Leonardo Bianchi, lo psichiatra illustre: « la tristezza di una donna malata si rifiette sitl « tono morale del marito e sull'educazione dei « figli: una donna sana, a condizioni uguali, « irnprime una nota di equilibrio e di forza alla « propria famiglia ». E bisogna riconoscerlo: quante donne sono rese inadatpe al!a opera loro di moglie e di madre per continue anche lievi infermità, che i11 certi luoghi non trovano adatte, speciali cure? Il numero di queste sofferenti deve pertanto dimi1iuire proprio per l'opera ginecologica corretta dei medici pratici, dei medici condotti, che debbo1io dare sempre più l' attenzio1ie della loro mente eletta a queste pazienti troppo spesso tra scurate, perchè ritenute o poco malate o malate di lesioni che richieggano troppo lunghe e pazienti cure. Nel campo ginecologico il medico pratico ha inoltre itn alto e nobile indirizzo da dare alla sua attività: egli deve prendere· parte alla lotta contro il cancro dell'utero: egli deve fare la più attiva propaganda nella sua condotta medica per diffondere gli insegnamenti circa i primi sintomi del male e quando qitesti appaiano, anche oscuri e dubbi, egli deve sapere e poter praticare quegli esami che co1iducono più facilmen~te verso la diagnosi precoce del ca1icro: egli deve persuadere energicamente le pazienti, artche per il solo sospetto diagnostico della insidiosa tteoplasia, a recarsi nei gratidi centri, irtvicin(25)


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dole al ginecologo-operatore ben scelto, per affedare a lui e la diagnosi e la cura imm.ediate, in tempo 1ttile. J,,a · guarigione operativa permanente del cancro è strettame1ite legata alla diagnosi precoce del male ed a questa diagnosi precoce molto può contribuire il medico pratico.

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CEltlll BIBLIOORAFICI

H . RrEDER u. J. ROSENTHAI,. Lehrbueh der Ront· genkunde. Band I. Leipzig , Verlag Johann Ambrosius Barth. 1913, Mk. 25. Il m edico non radiologo. che desideri pigliare conoscenza della diagnosi radiologica o formarsi -)...·** un concetto di quello che il nuovo metodo può . dargli sia dal lato « indagini » che dal lato cc teCon l'i1(t,tendimento che i1i questo Compendio rapia J>, si trova a dover compulsare trattati non mancasse l'indirizzo moderno della gineco- troppo estesi, famigliarizzarsi coi quali gli costelogia pratica, q'/Jtale con fugaci ed incompleti rebbe un lavoro esorbitante i confini del modesto cenni ho rJiti indicato, ho creduto di accettare scopo che si propone. Pure il medico radiologo, l'invito dell'Editore del « Policlinico » di rive- quando gli occorra orientarsi rapidamente in quei dere il bel lavoro del collega Cinaglia ed è così campi che a lui sono meno noti, si trova dinanzi che ho avuto l'occasione di aggiungere ad esso alla stessa difficoltà. La lacuna che ogni medico amante della proquei capitoli che mi parve meglio rispondessero pria cultura non può a meno di aver sin qui laal detto moderno indirizzo e mettesser:J il mementato, viene ora colmata da un trattato in dico pratico in migliori condizioni per l'utile due volumi che Rieder e Rosenthal. due nomi esercizio professionale ginecologico . tra i migliori della radiologia tedesca, hanno dato , alle stampe in collaborazione con altri distinti CeSARE MICHET'4I. radiologi: LehYbur.h de'Y Ròntgenkunde, edito da Johann Barth, I"ipsia. Il primo volume, di 600 ' pagine, si apre con un'esposizione piana e chiara di Rosenthai sulla fisica dei raggi X, e ad ~ssa fanno seguito, distribuite in altrettanti capitoli N. B. - I signori abbonati scuseranno se per !n modo armonico e ben proporzionato, le varie circostanze affatto indipendenti dalla nostra vo- parti della radiologia nei riguardi dei vari appa lontà, quest'unica volta abbiamo dovuto ritardare rati organici. Nulla è trascurato di ciò che la novella scienza offre di utile e positivo: cosi troviamo la sped izione del premio annuale oltre il con .. ampiamente esposto l'impiego della radiologia nel sueto. campo chirurgico e nell'ortopedia; vi fa seguito In compenso essi guadagneranno nella bontà del un capitolo di radiologia dentaria e dei mascellibro il quale, mercè l'opera volenterosa 'e sapiente lari; con speciale competenza Rieder tratta della del prof. Micheli, ha acquistato pregio e utilità diagnostica polmonare, Kraus quella della pleura e del diaframma, Dietlen quella dell'apparato. maggiore, sì da soddisfare ogni particolare esi- vascolare. Non meno diffusamente, e ben se ne genza del medico pratico in materia di ginecolo- comprende l'opportunità, è svolto il capitolo delgia. E questo è stato il motivo del lunghissimo l'apparato digerente: esofago, stomaco, intestino, ritardo, che per noi fu causa di noie e di spese da autori che da anni si occupano specialmente non indifferenti, le quali, speriamo, ci saranno com- di questo dato campo. Chiude il primo volume il capitolo sulla- radiolopensate dalla benevolenza e dal compatim~nto degli gia dei reni e degli ureteri. Troviamo ancora nel teabbonati per un fatto che, promettiamo, non si ri· sto quasi 500 figure a linea, accurate e nitide, in cui la parte sostanziale si rileva a colpo d'occhio. peterà più. Questa nelle sue linee generali 1'impostazione 11 premio del 1914, di cui abbiamo già pronto il del primo volume, e ci auguriamo, indicando il manoscritto, sarà regolarmente spedito entro il nuovo trattato ai colleghi studiosi, che il seprimo trimestre dell'anno nuovo. E cosi avverrà condo vol11me, di prossima uscita. in cui dovranno anche per il premio del 1915, alla compilazione del trattarsi parti non meno sostanziali, quale, ad quale già attende fin da ora un valoroso medico. esempio, la terapia rontgeniana, sia all'altezza di quello che ci sta dinanzi; di ciò del resto ci dà L'Editore affidamento la serietà dei nomi che dirigono e P. M. collaborano nell'opera. Prof. E. MORELLI. I

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SEZIONE PRATICA

M. FAULHABER. Die Rontgendiagnostik der Darmkrankhieiten. Halle a. S., Carl Marhold. Mk. 1.50. Il Faulhaber in questo manuale della collezione Albu e che è il complemento di quella da lui pubblicata sulla radiologia dello stomaco, espone in una forma chiara tutto che vi è di assodato per la diagnostica raqioscopica delle malattie intesti· nali. Dopo una esposizione della morfologia e della topografia del! 'intestino viene a parlare della sua . funzione motoria studiata coll'aiuto dei raggi X ; poi nella seconda parte svolge la pato • logia intestinale. Il manuale che racchiude in pic· cola mole tutte le nozioni indispensabili al medico colto ha 36 figure originali c.he illustrano ciò che l' A. colla sua speciale competenza espone nel testo. p. AI.,ESSANDRINI.

ferenziata da un tipo unico già molto evolutoper modo che i gruppi umani meglio caratterizzati sono da considerare quali specie elementari o sottospecie comprese in una specie collettiva - l' « Homo sapiens ». F. G.

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI.

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Dott. VITO MASSAROTTI. Il suicidio - nella vita e nella società moderna. (Sua etiologia, patogenesi, sintomatologia e profilassi). Roma . B . Lux, editore, 1913, vol. di pag. 333; con 20 grafiche intercalate nel testo, lire 5. L'A. cogliendo i dati dalla vita sociale odierna, mette insieme circa 4000 casi di suicidi; sui quali, dopo una rapida corsa attraverso la parte storica del suicidio, impianta un vero e proprio studio clinico del fenomeno studiandone la etiologia nella sua espressione sociale, religiosa meteorologica, individuale; la patogenesi_attraverso le malattie mentali, le passioni, la paura, ecc.; la sintomatologia nei vari suoi aspetti, luogo, mezzo, lettere, ·suicidi doppi. omicidio-suicidio, suicidi precoci, ecc. per poi giungere a delle considerazioni profilattiche sociali ed indi vi duali sul suicidio. Il lavoro è· una esposizione completa di tutti i lavori precedenti . e dello stato attuale della quistione, ha una ricca bibliografia e come scopo precipuo si propone di dimostrare, che il suicida è solo colui che per squilibrio permanente o transitorio mentale, coadiuvato da cause sociali, meteoriche, familiari, ecc. toglie con mezzo diretto ed indiretto, con atto positivo o negativo a sè stesso la vita. E. M.

v.

GIUFFRIDA-RUGGERI. L'uomo attuale. Una specie collettiva. 1 vol. in-8 di pag. 191, con. tavole, figure e una carta. Milano-Roma-Napoli, Società Editrice Dante Alighieri, 1913.

L. 6. Con copia ingente di dati e competenza eccezionale, il valente antropologo napoletano comprova, definisce e lumeggia il concetto della unità della _nostra specie, nel senso che questa si è dif-

GALLO N. Ipertrofia tonsillare e sua cura. Trenta tonsillotomie. - Biella, 1913 , R.ASPOJ.,INI LUIGI. Dispensario gratuito Regina. Elena per le malattie dei bambini nella Spezia. Resoconto morale-sanitario dell'anno 1.9 12. La Spezia, 1913. LIGORIO E. Ospedale civile di Venezia e fstit.utf dipendenti. Statistica e relazione sanitaria pel. biennio 1911-12. - Venezia, 1913. MoNTE~ANO V,. Derma ti ti di origine professionale. - Roma, 1913. DORI L. Contributo alJo studio dei lipomi mul· tipli. . - Milano, 1913. D' ALFSSANDRO F . Occlusione intestinale. - Laparatomia. - Napoli. 1913. TRor~rA G. e CANTIERI C. I processi suppurativi. nella febbre Med~terranea. - Firenze, 1913. VIDONI G. Su le alterazioni aortiche negli alienati giovani. - Genova, 1913. CASAROTTI E. Anchilostomiasi-infortunio od anchilostomiasi-malattia professionale? - Milano~ 1913.

CELLI A. La diffusibilità dei germi patogeni. Torino, 1913. LA TORRE F. Degli intimi rapporti del peritoneo. con il tessuto muscolare dell'utero. - Città di Castello, 1913. QUADRI G. Tentativi di applicazione dei metodi anafilattici alla diagnosi della anchilostomiasi. - Genova, 1913. QUADRI G. Splenomegalia emolitica con itteroacolurico intercorrente ---: Palermo, 1913. BAGLIONI S. Die Hautrefle:x:e der Amphibien (Frosch und Krote). - Wiesbaden, 1913. CINAGLIA R. Un caso di torsione intraaddominale dell'omento. - Milano, 1913. ArruAIQUE A. Su tre casi di lussazione compli· cata. - Napoli, 1913. MoDIG~IANO E. Una nuova teoria sulla guarigione delle malattie ed una buona promessa per la scomparsa della tubercolosi. - Napoli, 1913.

VIGNOW Q. Mobilizzazione basale del mesa-colon pelvico per ristabilire la diretta continuità intestinale nelle resezioni del colon iliaco e porzione terminale del colon discendente. - Napoli, 1913.

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NELLA VITA

PROF~SSIONALE .

(jronaca del movio1ento professlonale. La S ocietà di m~dicina legale e l'abilitazione al. J'eset'cizio professionate. - Il Consiglio della Società di medicina legale di Roma, adunatosi sotto la presidenza del prof: comm. A. Tamburini, dopo lunga discussione « sulle proposte della Commissione reale per il riordinamento degli studi superiori » concernenti la facoltà di medicina e di giurisprudenza e in special modo l'insegnamento della medicina legale, ha votato all'unanimità il seguente ordine del giorno: cc Il Consiglio della Società di medicina legale in Roma, prese in esame le proposte fatt~ dall'on. ministro della pubblica istruzione dalla Commissione nominata per la riforma universitaria; nel mentre ritiene che la proposta di stabilire una distinzione tra il dottorato in medicina e l'abilitazione ali 'esercizio professionale, riuscirebbe dannosa alla medicina pratica; rilevando che nel programma ller conseguire il diploma per l'esercizio professionale, fu omesso l'insegnamento della medicina legale: deplora questa esclusione che è in contrasto con gli interessi della Soci~tà, della giustizia e dell'odierno progresso scientifico e non meno deplora che nel programma degli studi della facoltà di giurisprudenza, l'insegnamento della medicina legale sia limitato ad un solo semestre, disposizione che sarebbe in contrasto evidente colla necessità ogni giorno maggiormente sentita nell'esercizio delle professioni forensi, di una cultura sempre più approfondita in tale disciplina ». Associ azione nazionale dei medici ospedatiefi. L'ufficio di Presidenza si è adunato il 26 novembre. Il presidente dà notizie circa la diffida del concorso al posto di chirurgo primario dell'Ospeliale S. Salvatore di Pesaro, e legge alcune lettere di concorrenti, disposti a ritirarsi dal concorso. Su denuncia di una Sezione, vengono esaminate le condizioni de] bando di concorso al posto di assistente nell'Ospedale di Tortona, e dopo esauriente discussione, pur riconoscendo che le condizioni predette potrebbero essere migliori, il Consiglio ritiene che non vi sieno gli estremi assoluti per proclamare la diffida. Si legge il bando di concorso al posto di chirurgo primario dell'Ospedale congregazionale di Modena. Tra le condizioni maggiormente lesive degl'interessi e del decoro professionale, vi sono il com-

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penso in forma tli gratificazione di lire 500 annue, il limite di 40 anni di età; il divieto di prestare servizio in case private di cura . Senza discussione, il Consiglio, all'unanimità, delibera la diffida del concorso, incaricando la Presidenza di dare al!a deliberazione la maggiore diffusione possibile. Si provvede a dare esito ad una richiesta della Sezione bolognese e la seduta è tolta.

F ederazione nazionale dei sanitat"i addetti alta V. I . ., Congyesso nazionale .. - Contemporaneamente all'assemblea generale della Federazione si riuniranno in Roma a convegno gli ufficiali sanitari capi di uffici d'igiene,. mentre i sanitari addetti agli u~fici d'igiene convocheranno l'assemblea della !oro Associazione nazionale. La riunione assurge quindi all'importanza di q.n Congresso nazionale del personale sanitario addetto alla vigilanza igienica, il quale è chiamato a discutere e deliberare su vari argomenti d'interesse professionale e scientifico. Il Congresso avrà luogo nella sede dell'Ordine dei medici {piazza Foro Traiano, n. 1). Ai congressisti saranno concessi speciali ribassi ferroviari. Per schiarimenti rivolgersi al segretario dottor Giovanni Palomba, via Marche, 72, Roma. Ordine dei medici della pfovincia di Palefmo. La presidenza dell'Ordine ha deliberato di comu· nicare a tutti i presidenti degli Ordini dei medici del Regno le seguenti deliberazioni: 1 ° di rivolgersi alle autorità competenti e far voti perchè nelle Commissioni di accertamento della ricchezza mobile vi sia un rappresentante degli ordini dei sanitari; 2 ° di invitare tutti i Consigli degli Or<lini dei medici del regno ed appoggiare col loro voto il seguente ordine del giorno: e Il Consiglio dell'Ordine dei medici della provincia di Palermo, Considerando, che l'art. 85 del regolamento per l'esecuzione della vigente legge sulla tutela dell'igiene e della sanità pubblica, col ritenere gli ambulatori annessi alle farmacie quali istituti di cura rende più facile trasgredire al disposto dell'art. ~4 della legge 22 dicembre 1888 che vieta qualsiasi convènzione dei sanitari con i farmacisti sulla partecipazione agli utili della farmacia; considerando che l'ambulatorio annesso alla farmacia apre l'adito all'esercizio c11mulativo della medicina e della farmacia, che parimenti é vie-

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SEZIONE PRATICA

ta to dallo stesso art. 54, e che per "10 meno con questa annessione si verrebbe a facilitare l'inframmettenza del farmacista nell'esercizio della ruedicina; fa voti perchè sia soppresso l'art. 85 del regolamento per l'esecuzione della legge sulla tutela dell'igiene e della sanità pubblica approvato con R. Decreto 3 febbraio 1901 ». G. DONZE~LO. A ssociaz1:one medici -i gien1:s_ti del comu ne di Roma. - Nell'assemblea generale tenuta il 22 novem~re, dopo aver. discusso in merito alla riforma dei servizi attuata nell'ufficio d'igiene di Roma, l' A. nominò una commissione composta del presidente dott. Rocchi Vincenzo e dei dottori Olivieri e Nardelli coll'incarico di far pratiche presso il direttore ed il futuro regio Commissario onde otte-· nere che la riforma stessa sia accompagnata al · · meno da quei miglioramento economico consentito dalle economie risultanti dalla riduzione del persottale sanitario. In merito poi alla prossima assemblea de11' Associazione nazionale, si occupò delle relative ele· • • z1on1.

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RISPOSTE A QUESlTI E A DOMANDE . • (4159) Concorso per nomina a medico condotto.Il Dott. F. A. da S. C. desidera conoscere se un

medico c~e è consigliere comunale deve dimet · tersi nell'atto che presenta la domanda al concorso o quando è n ominato. Le dimissioni dalla carica "di consigliere comunale debbono esser date ed accetèate appena che la Commissione giudicatrice abbia emesso il suo voto e lo abbia come idoneo incluso nella graduatoria. È il Consiglio comunale che deve essere nella sua scelta lasciato completa· mente i1 oero e scevro di ogni qualsiasi anche più lontano senso di convenienza o di riguardo. Chi è Consigliere comunale, d'altra parte, può pur senza dimettersi prendere parte al concorso, potendo in alcuni casi l'inclusione nella graduatoria essere procurata per semplice titolo professio · nate. (4160) Sessennii - Congedo • Vaccinazione. - Il Dott. abbonato n. 2349 chiede conoscere l'epoca in cui vi sia diritto all'aumento sessennale sta .. bilito da un capitolato approvato nel 25 giugno 1908, mentre egli è in carica dal 15 aprile 1906. Desidera anche conoscere in qual modo si possa osservare la disposizione del capitolato che impone al con:iottato di pr~sentar al Comune il sanitario interino durante il congedo e se a costui debba ensere ceduto i! proprio cavallo . Chiede,

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infine, COJ.?.oscere se i.)er l' a 1empfmento dell'obbligo della vaccinazione possa richiedere dal Comune il rimborso delle spese di trasporto fra le varie e di~tanti frazioni, in cui e la condotta divisa. Se nel capitolato approvato non esista alcuna disposizione transitoria, che ne retrotragga l'applicazione ali 'epoca della di Lei nomina a medico condotto, il periodo sessennale comincia per Lei a decqrrere dalla data della effettiva approvazione di esso capitolato da parte della G. P. A . e cioè dal 25 giugno 1908. Allorchè fu redatto il nuovo capitolato avrebbe dovuto recl3mare contro la disposizione che metteva a suo carico l'obbligo di presentare il supplente di soddisfazione della Amministrazione comunale, giacchè tale obbligo, in caso di attrito, avrebbe potuto costituire una ragione per negarle indirettamente il congedo. Ora che tale disposizione esiste e non è stata a suo tempo impugnata, bisogna osservarla. N on è obbligato a cedere il proprio cavallo al· l'interino. Poichè l'annuale congedo deve essere usufruito senza alcun aggravio a carico del sani .. tario, deve il Comune corrispondere al supplente ' la spesa occorrente per la cavaleatura durante l'interinato . Essendo provveduto di uno speciale assegno pee la cavalcatura troveremmo ingiustificata la domanda di compenso per le spese di trasporto occorrenti per il d! ~impegno del servizio di vaccinazione. • (4161) S u pp lenze dut'ante i con gedi . - Il Dott. A. T. da C. desidera conoscere se ~ia legale l'obbligo imposto dal Comune ai due sanitari che ora e ~ercitano la condotta di sostituirsi vicendevolmente e gratuitamente durante le assenzP e per i congedi ordinari. L'obbligo della supplenza reciproca e gratuita può essere imposto nel capitolato di prima no01ina in base al quale si espleta il con~orso, ma non può essere imposto, senza violazione evidente di diritti acquisiti, a chi, come Lei , è da diversi anni nella condotta e non ha mai sostenuta un simile onere. Faccia le sue rimostranze al Sindaco e qualora nulla ottenga, produca formale ricorso al governo del Re contro il provvedimento tutorio con etti il nuovo capitolato era approvato . (4164) Co~isorzio sanitar1:0 . - Il Dott. L. B. da F. chiede conoscere se, contro il decreto del Prefetto che istituisce coattivamente un consorzio sanitario sia concesso al medico stabile che si senta leso il diritto di ricorrere e nella affermativa a quale autorità. Al medico interessato stabile non è dato di · ritto a ricorrere contro il decreto del Prefetto che istituisce di ufficio un consorzio sanitario. Tale facoltà è concessa solamente al comune. E sso deve dimostrare che !'istituendo consorzio fa diminuire o rende meno efficace, secondo le varie contin-

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gcnze locali, il servizio di cura e di assistenza dei poveri. Il ricorso deve essere, proposto entro 30 giorni dalla notificazione al Ministro dell'Interno che decide definitivamente sentito il Consiglio superiore di sanità ed il Consiglio di Stato. (4166) Assenza abttuale q·uotid-iana dal Comune. - Il Dott. R . P. da F. d'A. chiede conoscere se il Comune abbia il diritto di rifiutargli il permesso di assentarsi ogni giorno per tre o quattro ore dalla residenza per recarsi in famiglia, non ostante egli possa essere durante l'assenza temporaneamente sostituito da un medico viciniore, e ~e tali assenze, fatte contro il divieto del Comune, possono costituire giustificato motivo di licenziamento. A prescindere dalla disposizione contenuta nel capitolato secondo cui l'assenza ar!che temporanea di un sol giorno senza il consenso della Amministrazione è vietata , non possiamo ritenere che nel rifiuto opposto dalla Giunta si debba scorgere una violazione di un suo diritto. È naturale , anzi, che il Comune no 1 aderisca alla assenza abituale e quotidiana del proprio medico, perchè ogni impiegato deve osservare scrupolosamente l'obb1igo della residenza costante. Nè vale l'indicazione da Lei fatta dello eventuale sostituto perchè costui non risiede neppure su 1 posto. Le assenze fatt~ contro il divieto del Municipio potrebbero costituire materia di punizioni disciplinari ed , in caso di recidiva, anche di licenziamento. (4168) Pensione • Obbligo di ,·scriz'ionn alla Cassa di previdenza. - Il Dott. V. R. da V. desidera conoscere se anche oggi nominato regolarmente in base a concorso possa rifiutare l' iscrizione alla Cassa di previdenza, come fece nel 1898 allorchè fu pubblicata la legge '3Ulle pensioni dei medici condotti . L'iscrizione alla Cassa di previdenza è obbligatoria per tutti i medici condotti regolarmente nominati dai Comuni. L'art. 28 della legge del 1898 che lasciava liberi di aderire alla Cassa i medici già stabili con Lervizi anteriori, ora più non esiste e non può essere, quindi, invocato. Il detto articolo costituiva una disposizione transi· toria, che fu sostituita da altra nel nuovo testo di legge del 2 dicembre 1909. Ella ha ora l'obbligo di rimanere iscritto alla Cassa. (4169) Modifiche al capitolato - Aumento di slisp~ndio , modalità della t'elatitia delibettazi one. Il Dott. D. G. da A. chiede conoscere se la modifica al capitolato con cui si aumenta lo stipendio al medico condotto in carica debba essere presa con votazione segreta o con votazione per alzata e seduta; se sia passibile di penalità il sindaco che ingiustificatamente si rifiuta di fare (30)

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inserire in un verbale consiliare le considerazioni di un consigliere, se, in luogo di lui, possa essere denunziato il segretario comunale e quali sieno le modalità per l'approvazione del capitolato. L'aumento dello stipendio al medico in carica è certamente un fatto riguardante persona e p erciò deve essere deliberato, sotto pena di nullità con votazione segreta. E poichè la concessione dell'aumento non può prescindere da considerazioni di indole personale sull'impiegato, che ne è l'oggetto, anche la seduta avrebbe dovuto essere segreta. Il $inda("o, che ingiustificatamente si rifiuta di fare inserire in un verbale consiliare le osservazioni di un consigliere incorre nel reato di abuso di potere q di autorità. Non potrebbe essere punito il segretario comunale che ha obbe· dito, contro sua volontà, alle ingiunzioni del Sindaco. Il capitolato è approvato dalla G. P. A. previo parere del Consiglio provinciale di sanità . (4170) Concot'si - Copia autentica della laurea. - Il Dott. C. T. da M. desidera conoscere se in un pubblico concorso possa essere esibitop in luogo Q.ella laurea originale o di copia notarile di essa, il certificato rilasciato dalla segreteria universitaria e se sia legale la esclusione dalla prova per tale motivo. Allorchè n ell'avviso di concorso è richiesta la produzione della laurea originale o di copia notarile della medesima, non 'è legale e costituisce un giustificato motivo di esclusione dalla prova, la produzione del semplice certificato universi· • tari o. (4171) Cassa pensioni - Contributi. Il Dottor E. R. da M. e h iedè conoscere la ragione per cui , servendo in un consorzio, paga maggior quota di contributo nel Comune che corrisponde stipendio minore e quale sarà la pensione che potrà competergli. Vi è evidentemente uno sbaglio. Nel primo Comune paga l'intero contributo di lire 132 mentre tale somma avrebbe dovuto essete divisa proporzionalmente agli stipendi che riceve da esso e dal secondo Comune. La quota di Jire 57 ~ h e paga in detto secondo Comune è superflua. Faccia istanza per rimborso all'ufficio provinciale sanitario, citando l'art. 30 del R egolamento approvato con R. decreto del 9 marzo 1899 , n. 121 . Perchè potessimo liquidarle la pensione che riceverà dopo 25 anni di servizio occorre che ripeta tale parte del quesito indicando l'età che avrà all'atto del collocamento a riposo. (4173) Servizio necroscopico. - Il Dott. G. ~I da M. chiede conoscere se possa riflutar..,i dal prestare il servizio necroscopico in zone di verse dalla propria condotta, a chi, in caso negativo possa ricorrere, e se è va1ido un ricorso fatto dopo nove mesi al Consiglio di Stato dal Com une


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SEZIONE PRATICA

che credesi leso dalla decisione della G. P. A. che aumentò lo stipendio del sanitario. Effettivamente al medico condotto compete it disimpegno gratuito della carica di medico necrOscopo. Però tale obbligo è limitato alla sola zo.n a della propria condotta, altrimenti si trasformerebbe in un servizio prestato gratuitamente senza causa. Qualora non ottenga ragione dalle auto· rità adite può ben anche citare il Comune da. . vanti l'ordinaria autorità giudizia1ia per adeguato compenso. I Comuni possono ricorrere al Consiglio superiore di sanità contro le decisioni della G. P. A. con le quali si aumentò di ufficio lo stipendio del medico condotto, ma nel termine di giorni 30 dalla notificazione del provvedim~nto, come fu stabilito dalla circo!ate ministeriale del · 5 fil.aggio 1910, n. · 20400• Doctor JusTITIA.

"ondotte e "oneorsi. ALESSANDRIA. Ospedale civile. ;-- Medico primario; L. looo e percentµale proventi. Schiarimenti dalla Segreteria della Congregazione di carità. Scad. 20 dic. AMATRICE (Aquila). - Due condotte a cura piena. Vedi fase. 46. Sead. un mese dal 10 nov. ANDRIA (Ba1i). - Medico condotto supplente; · lire l50J lorde e 3 sessenni del decimo; non più di anni 40 s. e r. Scad. 20 dic. BANARI (Sassari). - Condotta; L. 3300 'nette aument. Sc~d. 15 dic. BAROLO (Cuneo). - Medico per i poveri; L. 1600 e L. loo quale U. S., probabilità di nomina a sanitario clell'O. P . Barolo con assegno di circa L. 500, se beneviso a quell'Amministrazione. Scad. 23 dic. BELMONTE CASTEI..LO (Caserta). Medico per la generalità·; L. 2800. Scad. 15 dic. BOLOTANA (Sassar·i) . - Seconda c9ndotta; lire 1500, 4 sessenni, 25-45 anni, s. e. r. Scad. 15 dic. BRESCIA. Ospedali civili. - Medico chirurgo assistente. Rivolgersi all'Amministrazione. Scadenza I.5 dic. BusTo ARSIZIO (M i lano). Civico ospedale. Medico chirurgo ass1stente; L. 1600 nette, vitto, alloggio ed altri emolumenti. Rivolgersi alla Segreteria delJa Congreg. di carità. Scad. 31 dic. CASTELBELLINO (Ancona) . - A tutto il 31 dicembre condotta semi-residenzialé ; L. 3000 cura· poveri, L. 500 semi-abbienti ; L. loo quale U, S .; L. 500 per mezzi di trasporto, lorde; tre sessenni. Servizio entro 15 giorni. Popol. inferiore 1500 ab. CERES (Tofino). - èondotto; L. 2000 e L . 200 d'indennità d'alloggio. Scad. 10 dicembre. CHIAUCI (Campobasso). Condotta unica; L. 1500 per l'assistenza a 20 poveri e L. 1400 generalità, vaccinaz., arm. farm.; L. 100 all'uff. san. Ab. 1058 agglomerati. Scad. giorni trenta dal 20 nov.

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CINIGIANO (G1osseto). - Condotti pel capoluogo e le fraz. Monticello e Sasso d'Ombrone, per Ja generalità; L. 4000 per ciascuna delle fraz., L. 3800 pel capoluogo. Scad. 12 dicembre. COASSOLO TORINESE ( T OYino ). - Medico del Consorzio con Monastero di Lanzo per i poveri, loo famiglie circa; L. 2000 e L. 200 quale U. S. Scad. 20 dic. COMO. Dep-,J,!azione provinciale. - Medico direttore del Manicomio; L. 6000 lorde dell'imP.?sta di ~· M., alloggia vuoto per sè e famjglia, tllum. e r1scald.; tre sessenni. Titoli scientifici e pratici. Doc. alla Segreteria non oltre le ore 16 <Jel 15 dic. GADONI (Cagliari). - Medico per la generalità; L. 3090 nette e L . 150 p. a. f., probabilità servizio miniera Ramiosa. Scad. 19 dic. GmGENTI. R. Prefettura. - Ufficiali sanitari di Naro e di Favara;· L. 1600 e L. 2400 lorde Età limite 45 · ~nni al 24 nov. Scad. 26 dic. 1

GONNOSTRAMATZA (Cagliari). - Medico del consorzio con Gonnoscodina Simala; L. 3500 nette. Scad. r 5 dic. IMOLA. Congt'egazio-;ie di Carità. Concorso per titoli a medico assistente dell' Ospedale di · S. Maria della Scaletta. Stipendio L. 1620 lorde, alloggio nell'Istituto e vitto nei giorni di guardia. Scad. 25 dic. LAVONE (Brescia). - Prorogato il concorso al 3r dicembre. Lo.A.No (Ligu-ria occident:ile). - Condotto per completare la cura dei poveri della città esercitata dall'Ospedale Civile. Ab. 4500, famiglie povere 30 circa. Stipendio L. 1200. Età non superiore a 35 anni. Almeno due anni di laurea. Limite per il concorso, 20 dicembre. - Condotta raccomanda bile nonostante l'esiguo stipendio. MARMENTINO FRUNA (Bt'escia). - Consorzio, L. 3467, due sessenni, alloggio. Scad. 31 dic. MARRUBIU (Cagliari). - Condotto a cura piena; L. 3000 nette e L. 200 per a. f. Scad. 22 dic. MOMBELI.,0 LAGO MAGGIORE (Como). - Consorzio con Cerro Lago Maggiore; L. 3300 nette aument. Scad. 19 dic. MONDAVIO (Pesaro-Urbi,,o). - Medico per Sant'Andrea Suasa; L. 3200 lorde e L. 700 per cavale., 3 sessenni, cura piena, abit. 958. Scadenza 20 dic. *MONTAJ4DO ROERO (Cuneo). - Medico per ì . poveri (150 circa), U. S., e necr. ; L. 1700 ed alloggio; abit. 1689. Scad . 31 dic. NAPOLI. - Concorso per titoli e per prove a 12 posti di sanitari addetti al servizio di vigilanza sugli alimenti, bevande, igiene abitati ed industrie, I-1. 2400 ciascuno. Otto posti sono riservati a laureati in zooiatria e 4 a laureati che abbiano compiuto studi di chimica bromatologica e sostenuti i relativi esami. Età 25-35 anni, s. e. r. Esami scritti, pratici e orali. Per schiarimenti ulteriori rivolgersi all'Ufficio municipale d'igiene. Scadenza ore 17 del 15 dicembre. OTRICOLI (Perugia) . - Condotto; L. 3500 lorde, cura piena, 3 sessenni su L. 2500. Scad. 15 dic.

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IL POLICLINICO

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PERETO (Aquila). - Il concorso per la nomina tutte quelle altre disposizioni che venissero in del medico condotto è prorogato a tutto il 31 di- seguito emanate; cembre I9I3. Stipendio lire 4000 con eventuale d) che essi debbano, all'atto della presentamaggiore assegno di lire 500 Per maggiori inf or- zione dei documenti dimostrare di essere iscritti all'Ordine dei medici. mazioni rivolgersi al sindaco. Si avverte infine che, per dar tempo e modo PERUGIA. Universi'tà libera. - Cattedra speciale di chirurgia dimostrat~va e clinica generale , se- agli interessati di aver cono~ cenza di quanto sopra meiotica e medicina operator1a; vedi fase. 39. e di uniformarvisi, si è prorogato fino a tutto il 15 dicembre 1913, alle ore 16. il termine per la Scadenza 4 gennaio. presentazione della domanda e dei documenti prePOM".PIANO (B-rescia). - L. 4 Ioo per 2000 po- scritti. veri, obbligo mezzo di trasporto. ·Tram BresciaSACCOLONGO (Padova ). - i\. tutto il IO dic. Orzinuovi. Scad. 15 dic. Residenziale. Ab. 2987, poveri 350 circa; stipenPRALUNGO (Novara). - Medico condotto residen- dio 3200 comprese L. 500 indennità mezzo obbl. ziale. Ab. 3000, poveri 20 circa. Stipendio L. 1500 trasporto. 1're aumenti sessennali. L. 200 ufficiale lorde. L. 100 indennità uff. san. S ervizio con re- sanitario. tribuzione a parte nelle quattro Società locali. SAN GioVAN:NI D'Asso (Siena). - l\fedico conClientèla nei vicini comuni di Tollegno e Cossila. dotto della fraz. Montic;i; L. 3000 e L. 300 ove Termine per le domande 3I dicembre. rinunzi al mese di congedo. Scad. 10 dic. PREMILCUORE (Firen,ze). - Condotta per C'orSAN PIETRO IN CERRO (Piacenza). - A tutto ' niolo a tutto 20 dic.; L . 3700 e L. 600 per obbl. il IO dicembre. Residenziale. Stipendio L. 2800. cav. ; due sessenni su L. 3000 pei poveri; al lordo Indennità uff. san. L. Ioo. Indennità cavalcatura di tassa R. M. Assicurazione . . Alloggio. S ervizio L. 800. Tre aumenti sessennali Alloggio, con entro 15 giorni. annessa stalla, rimessa e fienile. Assunzione del • • • serv1z10 10 gennaio. PROVVIDENTI (Campobasso). - Condotta piena; L. 2400 pei poveri e L. 600 per gli abbienti, lorde; *SERRAVALLE DI CHIENTI (Ma.cerata). - 1a conassegni quale D. S. e per l'a. f. Abit. Ioo8 agglo- . dotta; L. 2700 lorde per la cura obbligatoria e m erati. Età limite 45 anni. Scad. 40 giorn! dal facoltativa, L. 600 per indennità vettura, L. 100 28 nov. quale U. S ., non più di 45 anni s. e. r . Scadenza I5 dicembre. QUISTELLO (Mantova). - Tre condotte a cura libera per le frazioni; L . 3000 lorde, pei p overi; tre SESTO CAMPANO (Canipobasso). Condotto; sessenni; L. 6oo per carrozza e cavallo obbligatori; L 3100 nette, cura piena; abit. 2552; L. IOO per all'ufi. san. L . 300. Scad. un mese dal 14 nov. mezzo di trasporto alle frazioni, L: roo quale REVI~E LAGO (Tt'eviso ). Medico; L. 3350 e U. S., L. 200 per a. f., non più di 45 anni, s. e. L . 150 quale U. S., condotta libera, abit. 3037. r. Scad. 29 dic. S cad. 24 dic. TORINO. R. Opera pia ospedale di San Luigi Gonzaga. - Medico assistente presso l'ospedale RIMINI (Forlì) . - Ospedale Civile. Assistente; L. 1500 lorde, vitto, alloggio. Rivolgersi alla Con- urbano; L. 1200, vitto ed alloggio; obbligo della guardia notturna. Rivolgersi alla Segreteria d elgregazione di Carità. 1'0. P~ , via Santa Chiara, n. 40. Scad. 15 dic. ROMA. M ·ini'stero delta Marin.a. - Concorso a VENEZIA. Is t1'tuto degli Esposti. - Medico assi· 27 tenenti medici; L. '2400 oltre L. 200 d'indenstente, L. 1500 ed alloggio. Per schiarimenti ri · nità d'arma . Gli esami cominceranno il 26 ~enn. Scad. IO genn. Età massima 30 anni al ro nov. volgersi alla Direzione. Diplom a originale di laurea. Chiedere l'annunzio. VILLE~EUVE (To-rino ). È aperto un nuovo RoMA. Pio Istituto di Santo Spirito ed Ospedali concorso al poC)to di Medico consorziale: ~· 2200 1'iun iti. - ~ifodifiche ed aggiunte ad un precedente elevabil.e di L. 5000 se approvato deliberato. avviso di concorso per la elezione dei chirurghi Scad. 15 dic. aiuti: Medico attivissimo, servizio ospedaliero, accette3i avverte che, con determinazione 25 novem · rebbe interinato se buone condizioni. Indirizzare ribre 19I3, unicamente allo scopo di agevolare i chieste: Tessera tramviaria 4. Fermo posta, Roma. concorrenti, e per assecondare le premure de1l'AsSono Kgua ti con UD aster~ • 1 C?ncorsi ~e ci riaultano dif• socinzione dei sanitari ospedalieri, nonchè quelle ftdatl dalle singole Assocla.zion1 Sanitarie profese!onaU. . Sono segnati con due asterbchl •• l concorsi che cl raaultano della maggior parte degli interessati, si è stabiholcottatl d alla Federazione delle Associa zioni ~a nftarte Itali ~ o~. lito di: a) esonerare i concorrenti ai dieci posti di L'Associazione dei medici liberi esercenti della chirurgo aiuto dal pagamento della tassa di am- provincia di Firenze ha istituito un ufficio di inmissione, che col precedente avviso 18 ottobre 19r3, dicazioni p er interinati. supplenz.e, ecc . era stata determinata in L. 50; L'Associazione invita i m.edict . cJ:i~ des1deran~ b) ridurre a sole L. 50, da corrispondersi meiscriversi nel registro delle disponi bil1tà a recarsi diante unica ritenuta sul primo stipendio men· alla sede sociale (via Giuori . 63) aperta a tale si\e, la tassa di L. 150 che si era stabilito doversi scopo tutt' i giorni feriali dalle 18 alle I9. corrisponè ere dai vincitori del concorso; s• è st abilito inoltre : Il nost1'o oJiornale nell'interesse dei .prof>ri assoe) che i concorrenti debbano, nella domanda d i ammis~ ione , fare esplicita dichia razione di aver ciati a.;coglie volentieri gratuitamen.te .in questa r~Mica gli annunzi di coticorsi e quelli di offerte o riconoscenza dei regolamenti vigenti sui servizi sa· ceYche di ititerinati. nita ri ospedalieri . ed uni formarsi ad essi, come a

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SEZIONE PRATICA

IYOTIZIE DIVERSE Le onoranze a Leonardo Bianchi. L'1 corr. nell'aula magna dell'Ateneo Napoletano ebbe luogo la . sole~n~ cerimonia per le onoranze a_ Leona.rdo ~iancht, tn occasione del suo 25° anruversar10 d insegnamento universitario. Erano presenti il mi~stro dell'istruzione on. Credaro, il corpo accademico e molte autorità. Il r~~to~e Cqc~hia pront1nziò un elevato e a p· plaud1t1s~1mo discorso. i1lu'3trando l'alta fi~ura morale di Leonardc Bianchi e la sua opera sèienti:fica e politica. . Parlò poi l'on. Credaro, che recò la partecipa· z~~ne ~el _Gov~rno a~le on?ra!lze e _lumeggiò i menti s~1ent1:fich1 del B1.anch1 e 11 prezioso contributo da lut portato a~la .r1for~~ uni veF::ii t aria. Seguirono. con elevati d1scors1 1 professori Tamburini e Miranda, l'assessore Dolce per il sindaco. il prof. _D'Abundo, l'avv. Sansone per la Corda Fratres, il prof. Colella e numerosi studenti. I professori Mingazzini e D' Abundo offersero al prof. Leonardo Bianchi artistiche pergamene a nome della scuola psichiatrica di Roma e di quella di Catania. L'on. Bianchi rispose commosso dicendo con l'usata modestia che la festa era simbolica non dire~ta alla sua p~rsona , ~a alla scienza eh~ egli fervida mente coltiva. Il discorso dell'on. Bjanchi ve.ane coperto da grandi ovazioni. Pervennero all'on. Bianchi numerosi t elegrammi dall' estero e dalle università italiane. Il presidente del Consiglio ha così telegrafato: • « Nel ~elicitarmi con te per l'omaggio che oggi viene tributato dalle università italiane alla tua luminosa carriera scientifica e nell'es primerti i più fervidi e cordiali saluti, sono lieto di annunziarti che _in tale circostanza S. M. il Re si è compiaciuto nominarti di motu p roprio Grande Cordone d ell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro . Saluti aflettuosissimi. - Giolitti ». Ad un banchetto in onore dell'on. Bianchi intervennero il ministro Credaro, il corpo accademico e le autorità.

Per una nomina a senatore. Tra i senatori di nuova nominà segnaliamo co11 vivo compiacimento il duca Umberto \ Tisconti di Modrone, il filantropo infaticabile che ha fondato l'istituzione omonima, la quale svolge un'opera benefica nell'Italia meridionale mercè la lotta contro la malaria e l'elevamento materiale e m orale di quelle popolazioni. Egli sovviene anche molte altre opere di beneficenza. Sente, così, altamente i doveri del lignaggio e del censo.

I servizi sanitari della R. Marina durante la guerra Libica. · Gli ultimi fascicoli degli « Annali di medicina navale» sono consacrati interamente all'esposizione dei servizi sanitari resi dalla nostra R. Marina durante la guerra it~lo-turca. Nell'azione precorritrice, accompagnatricr, integratrice compiuta dalla R. Marina, concordern ente a quella del R . Esercito - osserva il gen. B. Calcagno in una prefazione - i nostri servizi sanitari non risultarono inferiori al difficile e labo. rioso compito che vennero via via chiamati ad assolver~ .

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L'effi.cien2a della nostra organizzazione ha natur~lmente culminato nell'opera d elle nostre due n avi-ospedale Re d'Italia e Regina d' I talia. Ebbe già a~ occuparsene il dott. Gior gi, appar· tenente alla riserva navale, in una brillante ed efficace conferenza alla Lancisiana riportata negli Annali. Per volere del gen. Calcagno sono state ora racco~te tutte le relazioni che furono a loro t empo richtes~e e che pervenn~ro all'Ispettorato di sanità, ma'3s1m~ per. quanto riguarda lo straort1inario lav~ro c~1rurg1c.o delle navi-ospedali e degli ospedali d1part1mental1 che dettero ricovero ai feriti. I~e relazioni sono redatte dai dottori Rosati ~a~chetti, v~accari, De Crespi, Caforio, Monte~ r1s1 e Ferrero. La pu~bli.caz.i~ne. int~gra]e di queste relazioni concreta~ g1ud1z1 s1cur1 sulla condotta chirurgica da preferire nella traumatologia da guerra e offre una documentazione superior e da cui oli studiosi potranno trarre materia di confronti ~ ulteriori coi;is!der~ zioni c~i~iche ed operative; innalza la di. gn1ta e 11 prest1g10 del corpo sanitario della n o · stra marina da guerra.

La profilassi antitubercolare di Stato. II prof. E. Bertarelli invoca, nella R ivista d' f. Rierte e Sanità pubbli'ca del 1° novembre . il concorso attivo dello S tato nella lotta contro il fiagel!o tubercola re che miete in Italia 60.000 vit· time all'anno. Ricorda come lo S tato sia già intervenuto con· tro altre mal at t ie a larga diffusione, la malaria la pellagra e le infezioni trasmesse · dall'acqua. A quest'ultimo scopo è stato stanziato a favore dei comuni un quarto di miliardo, p er la costruzione di acquedotti. E sollecita dalla nuova Camera un atto legislativo che maturi gli sforzi dello Stato anche nella crociata co11tro la tubercolosi. Ritiene il momento opportuno. poichè lo spi· rito pubblico è bene preparato e persuaso che la tubercolosi si può e si deve combattere. Il bisogno più urgente sarebbe quello degli ospedali per tubercolosi, che importerebbero una spesa urgente d.i 15 a 35 milioni; in secondo luogo sarebbero da reclamare i mezzi per la fondazione di dispensari; in terzo luogo converrebbe fondare od aiutare altre opere, come ospizi marini, colonie rurali e di educazione, e cc. In totale occorrerebbe impostare in cifra tonda , per un po' d'anni, al· meno una decina di m ilioni all'anno, spesa consentita daJle attuali esigenze del bilancio. I medici usciti dalle urne in queste ultime elezioni dovrebbero assumere l' impegno morale di dar corpo ad una legge che si proponga questo concorso dello Stato.

Per le terme di Salsomaggiore. Si è recata a Salsomaggiore la Commissione ministeriale che ha studiato e condotto a termine il progetto delle grandi opere di rinnovamento di quella stazione termale . Della Commissione fa parte il direttore generale della Sanità.

Il nuovo ospedale di Parma. Il concorso per un ospeda]e di 600 letti a P arma si è chiuso con la presentazione di 10 pro~etti . La Commissione giudicatrice è così compost a: proff. G. Rattone. L . Pagliani e A. Ballori. ingg. E. S peroni e Corradini. (33)


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IL POLICLINICO

XVIII Congresso ostetrico-ginecologico. Dal 18 al 20 corrente dicembre al Policlinico Umb~rto ~ D:ell'.aula del~n Clinica ostetrico-ginecologica s1 riuniranno gli ostetrici ed i ginecologi italia~i per il loro X VIII con~esso. Dai proff. Pestalozza. e Guzzoni degli Ancarani sa1. anno. port~te ~ll~ discussione ampie relazioni sui t emi Corioepitelioma e Mortalità del neonato. S ono annunciate importanti comunicazioni individuali. T~tti i medici-chirurgi che s'interessano degli studi ostetric?-g~necologtci possono prender parte a_l congresso tn~iancto la quota di L. 10 al cass1~re della Società prof. F. S. Rocchi (Roma, via Cavour, 116) ed ottenendo cos{ i documenti per l~ facilitazioni di viaggio valevoli dal 1 4 al 28 dicembre. Tutt~ i medici possono presentare al. co~gresso proprie com~nicazioni di argomento scienttfi~o o pratico ostetr1co-ginecologico, inv ian. done prima del 15 corr. l'indicazione del tema e delle brevi .conc~usioni al ~tgretario della Società (prof. C. Mtchel1 - R oma, v1a Bocca di Leone, 25). Un Istituto per la cura degli erniosi ad Alessandria d'~gitto.

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X.X, FASC. 49]

Fu votato il seguente ordine del giorno: « I c?nv~nuti. alla riunione indetta dal delegato dell 1 Ist1tuz1one internazionale per l'educazione fis.i ca, svolt~si la. sera del 20 novembre 1913, delt~erano di costituirsi come ptimo nucleo del comi t~ to na~onale per l<? st?dio e la propaganda dell educazione fisica sc1ent1fica, come sez. dell'Istituzione internazionale che ha sede a Bruxelles ». L'assemblea procedette alla nomina di una comi:ziiss!one incaricata di compilare le norme per il funzionamento del comitato; essa risulta cosf composta: sen. Todaro, presid.; proff. San tori Saverio, Carlo C.ol<?mbo, Montuori, generai~ Corsi, comm. Cancellieri, comm. Ceresa, prof. Ferrari, comm. Rava e prof. Romano Guerra , segretario generale. . Pres~o la sede del Touring ebbe luogo l' insediamento del Comitato Nazionale di turismo scolastico, costituitosi in seno al Touring per la propaganda e l'attuazione, fra gli studenti delle scuole medie, del turismo igienico, ..ricreativo ed istrutti.vo. L'i~iziatiya venne assunta in .seguito all'invito d~ll Associazione per la Scuola. Ader1rono alla costituzione del Comitato i Ministeri della Pubblica Istruzione e dei Lavori Pubblici, la Direzione delle Belle Arti la R. Società italiana d'igiene, il Club alpino itaiiano enti scolastici, ecc. ' Il .Comitato nazionale procedette in seguito alla nomina del Comitato esecutivo, chian1a ndo a comp orlo il comm. Federico Johnson, quale presidente; l'on. Francesco Mira, il sen. L . Camerano, il p~of. V~ttorìo Nigherzoli, l'avv. prof. Eliseo Porro ~d 11 prot. Leone Niccolini , quali vice-presidenti; il cav. Mario Tedeschi, quale segretario.

.S. A. ~l Khedive ha data una nuova prova di pie~ pei sofferenti. Il sovrano dell'E gitto ha infatti avuto l'idea di fondare un istituto speciale per la cura radicale delle ernie. De~a esecuzione del progetto, è stato incari. cato .s .. E . ~Ioh~~ed. pascià ~aid, presidente del C?ns1glio det min1str1, e grazie al valido concorso di S. E. Mansur pascià Y ussef, presidente della Orwa . et. Woska, nonchè .d ~l comitato di questa assoc1a~1o~e, è stato ~d1b1to a<l uso di osp edale un rad1gl1one nel rec1n to del magnifico edificio Per la coltura delle levatrici. dell asilo Abbassi . N el periodo dell'anno scolastico i913-14, ad iniI piani .de.i layori e la direzion~ chirurgica della benefica 1 st~tuz1one sono affidati all'egregio no- . ziativa d el prof. G. Guicciardi, nella R. Scuola stro connazionale dottor CoJ\oridj bey, sui meriti' ostetrica di Venezia si terranno delle conferenze set~in1a~ali su argomenti di ostetricia e ginecodel quale avemmo già a richiamare l'attenzione· la fiducia in lui riposta - per questa opera -' logia dai professori Guicciardi e Gardini; di igiene generale dal dott. Ligorio, direttore dell'ospitale da S. A. il Khedive ne è indice incontes tabile . Il nuovo istituto si chiamerà cc Ospedale Ab- civile; di igiene del bambino e pediatria dei primi giorni di vita dal prof. E. Giorgi, direttore del bas II ». \ l errà presto allestito. brefotrofio; si darà cosi modo aile levatrici intelligenti e volonterose di raggiungere quel livello di Alla Facoltà medica ·d i Modena. coltura generale che le moderne esigenze impon· Non ess.=n do intervenuto un accordo tra la Con· gono. - E' a sperare che le levatrici comprendano gregazione di Carità e il Governo sull'ammontare l'alto significato di questi corsi di p erfeLionamento. del contributo da assegnarsi alle Cliniche pel tratt ament o speciale dei degenti, è mancata com- Per gli scolari tardi vi. p~eta~ente .l'assegn~zione e le Cliuic~e minacciano L a Commissione min ist eriale chiamata a stud1 chiudersi . Da ciò una grave agitazione degli diare i provvedimenti n ecessari per risolvere il studenti. problema igienico-educativo dei raga zzi deboli di mente h a suggerito al ministro della P. I . d i fare . Per l'educazione fisica. a mezzo delle autorit à scolastiche, una inchie~ta La Commissione Reale per l 't>ducazione fisica che per ora si limita a raccogliere i seguenti dati: ha tenuto la su a prima adunanza. \ l 'intervenne numero e qualità dei corsi magistrali già tenuti il ministro Cr~daro, il quale ha lumeggiato l'im- nel R egno per l 'educazione dei fanciulli deboli portanza naz1onale dell'educazione fisica ed il di mente; numero e qualità degli Istituti esistenti còmpito rl:ella C?~~i~ione in rapporto alle scu ole per l'educazione dei detti fanciulli, nonchè delle e per le libere iniziative, che per fortuna d'Italia classi elementari speciali già istituite n ei caposi vanno moltiplicando. luoghi di provincia, accanto alle ordinarle classi .\l ministro ha risposto, ringraziando a nome elementari; numero dei fanciulli deboli di mente, della Commissione, il presidente di e5sa, senat ore accolti ora nelle classi elementari ordinarie dei prof. P10 Foà. I>oi la Commissione ha iniziato i ca poluoghi di provincia. ~uoi lavori . Contro l'uso di sputare in tram . .H8: av~to luogo in Roma una riunione per coL'Associazione milanese per la difesa cor1tro st1tutre il comit ato ital:ano per lo studio e la la tubercolosi. in vista della t1a. curata osser!Jropngancla dell'educazione fisica e scientifica . vanza d'un articolo del regolamento locale d'iPresiede va il senatore Todaro. I

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(ANNO

XX,

FASC.

49 J

SEZIONE PRATICA

giene (il 247) che vieta di sputare nei tram, ha deliberato <l'intensificare la propaganda contro la suddetta inosservanza , chiamando a cooperare a più energici provvedimenti i medici d ella Lega Tramvieri e il personale dei tram che dovrebbe es~ere il più direttamente interessato al raggiungimento dello scopo

Contro l'uso del cianuro di potassio. Il Consiglio sanitario della Germania (Wissenschaftliche Depution fiir das Medizinalwesen) ha protestato contro 1.uso del cianuro di potassio, al quale si ricorre negli alberghi per la pulizia delle posate e del vasellame metallìcò. in quanto che in presenza di acidi questo p ericoloso com posto può sviluppare acido cianidrico. In seguito a tale voto è stata emanata ur~'or­ dinanza che vieta l'uso ilei cianuro di potassio e dei c-omposti similari allo scopo su indicato. Per un sanitario benemerito. _i.\.d iniziativa dei soci del Circolo anticlericale sub a ventino di Roma venne offerta una pergamena al dott. prof. Camillo Prò, in segno di stima e di riconoscenza pet la sua opera altamente umanitaria e morale svolta a beneficio degli abitanti del quartiere. Gli a ~itanti del quartiere hanno firmato un album in onore del prof. Prò. In memoria di Dieulafoy. È stato inaugurato a Parigi un monumento in memoria del prof. Dieulafoy. Esso sorge nell'anfiteatro Trousseau dell 'Hotel-Dieu. Ténnero elevati e commossi discorsi i professori \X/idal, I,andouzy e Mesurer. '

Società per lo studio delle questioni sessuali. Si è fondata a Berlino una società internazionale per lo studio delle questioni sessuali. Essa si propone di unificar~ tutte 1 ~ ricerche e tutti i problemi che si riferiscono a questo importante ramo degli studi medico-sociali. Del Consiglio direttivo fanno parte, fra gli altri, il ministro degli interni di Germania e il presidente della camera dei Sighori di Prussia. Per l'Italia è stato chiamato a farne parte il prof. G. Mingazzini della Università di Roma. Orchestra medica parigina. A provare l'affratellamento della classe medica parigina conviene far sapere che sotto la presidenza del dott. Richelot agisce da tempo un'orchestra, completa, composta di medici e di appartenenti alle loro famiglie; essa prepara concerti speciali; vi convengono t medici, le loro famiglie e gl'invitati . La data sui libri di medicina. Alcune case editrici omettono la data sui libri da esse pubblicati. Altre sono poco scrupolose nel segnare la data: speciaJ~ente nello scorcio dell'anno preferiscono far figurare l'anno succes•

nell'apprezzare la freschezza di una pubblicazione). In proposito il IX Congresso internazionale cii zoologia , adunatosi in Monaco, ha espresso un voto che le classi sanitarie certamente appro· veranno e faranno proprio. Le case editrici ven~ono, cioè, sollecitate a voler dare a tutte le pubblicazioni di carattere scientifico la data esatta della loro pubblicazione, indicando non soltanto l'anno, ma anche il mese e il giorno. La segreteria dell'Associazione internazionale della stampa medica ha ritenuto opportuno di richiamare l'attenzione su questo desideratum.

Sull'etiologia del cancro. Il prof. Bosc richiama nella Presse ..Tldldicate del 26 novembre numerose sue osservazioni già pubblica te. le quali tenderebbero a stabilire che il cancro è dovuto a protozoi parassiti paragonabili a quelli che Noguchi ha testè descritto per la rabbia . L'A. ne trac delle norme profilattiche che consistono sovratutto 11ella osservanza di una rigorosa nettezza. Un caso di peste a Trieste. Il 16 ottobre venne a morte a Trieste, dopo 4 giorni di grave malattia, il capo stiva Giovanni Vlasfelic del piroscafo « Duchessa di Sofia di Hohenberg » appartenente alla compagnia austroame'ricana arrivato da Buenos Aires. Dall'autopsia risultò che la morte era dovuta alla peste bubbonica, probabilmente importata dai sorci infetti che si trova vano a bordo del piroscafo. Furono subito prese le opportune misure ed il piroscafo fu rimorchiato al Lazzaretto con a bordo tutti coloro che vi si t rovava no e che furono sottoposti ad isolamento e disinfezione • • • sever1ss1m1. La morte di un uomo di 300 chili. Il Temps » di Parigi segnala la morte a La Chatre d.i un impiegato in una casa di comm~rcio. dell'età di 47 anni, il cui peso avrebbe raggiunto i 300 chilogrammi. (l

Tragedie nei manicomi. Nel manicomio provinciale di San Daniele del Friuli (Udine). un deme~te. che non era reputat~ pericoloso uccise a colpi dt zoccolo un altro ricoverato e poi scavalcò il muro di cinta e dileguò per la campagna; in giornata venne ricondotto al manicomio. Medici tedeschi che massacrano le famiglie. A Dresda il dottor Kepler assassina va, dopo una violenta scenata, la moglie e un bambino; stava per fare subire la stessa. s~rte. a un ~glio 1naggiore, di 9 anni. ma questi s1 mise a gridare e st salvò. Pare che il ,l ottore sia stato determinato al delitto dai cont111ui contrasti in famiglia, che debbono averlo disgustato deJla vita.

SlVO.

Da queste consuetudini derivano inconvenienti e pregiudizi_. sia agli autori (nel decidere le questioni di priorità), sia agli acquirenti (fuorvia ti

Un medi~o di Monaco, d ott. Eimeyer, ha sgozzato la moglie, una figlia di 20 anni ed un figlio . . . ' . dt IO; pol Sl e UCCISO.

(35)

'


IL POLICLINICO

[ANNO XX, FASC. 49J

Rassegna della stampa medica.

Le Progrès Méd ., 6 nov. ESMitIN. « Il botulismo ». The Lancet, 6 nov. MERCIER. « Sull'eredità ». Gt.YN~ . (( Sull'isteria )). - WILLIAMSON e Pe TERS . (( Sui portatori di tifo )) - HOPKINS. « Malattie d ovute a deficienze dietetiche ». La Rif. Med., 8 nov. DE FRANCISCO « Occlusioni intestjnali p ostoperative ». - LUCIBELLI. cc Alterazioni bulbari da intossicazione acida ». Brit. Med. Journ., 8 nov . GLYNN. « Sull'iste ria » - ROGERS. cc S ul trattamento della dissente· ria bacillare ». Rev. Neurol., 30 ott. MINGAZZINI. cc Piccoli segni r}elle paresie organiche ». The Boston M. a . S. Journ. . 6 nov. RosENAU. « I progressi della medicina preventiv a ». The Journal A . M. A., 8 nov. PERSHING. « L a nevrastenia quale accresciuta sensibilità alle emozioni.)) - STRONG, TYZZER e GASTIABORN. <e Verruga perttviana, febbre Oroya e Uta ». ErsENDRATH, BECK. cc Chirurgia clegli ureteri ». - GUTHRIE. cc Il tramontare del medico di famiglia ». Le Scalpel, 9 nov. HouGARDY. «I pretesi misfatti del siero antidifterico ». Galicia Méd., nov . (( CARRACIDA. « Le micelle in biochimica ». Bel. Klin. Woch., 10 nov. S caLEICH. E. MtiLLER, .fHALHEIM, lMMELMANN, KRAUS e F'RIEDMANN. « Il metodo di F. F. Friedmann per la profilassi e la cura della tubercolosi ». - K~ING. cc Vaccinazione contro la varicella " . MOSSE. « Le malattie con emolisi turbata n. Pensiero Med., 9 nov. BAJ. « Diagnosi differenzi a le fra achi1ia gastrica semplice e cancerosa ». La Belg. Méd ., 9 nov. LAMS. « Cause determinanti del sesso ,, . Edlnb . Med. Journ., nov . }AMIESON. << Profilassi e cura dell'eczema ». - CARMICHAEL. cc Rlephantiasis neuroma tosa ». La Presse Méd .. 8 nov. MARC-ARMAND e CRENDIROPOULO . « Sulla guarigione del tetano sperimentale ». - IsSAILOVITSCH-DUSCIAN. « I ri· flessi condizionali o associativi ». Paris Méd ., 8 nov. CAMUS . « Sulla psico-analisi e la dottrina di Freud ». - D'AUSSET e L'HUILLIER. (( Le false varici n . Zbl. f. Ther., nov. FURSTENBERG. e Sulla dia termia ».

Medie . Record .. 8 no,-. ROSENBLETH. (( Sviluppo e terapia delle neurosi e psiconeurosi nell'infanzia ». La Presse Méd., 12 nov. ROGER. « Alcune considerazioni sui batter i dell'intestino». - GALLOIS. cc Il trattamento pro.filattico locale deJa foruncolosi». Le Bull. Méd., 12 nov. EsMEIN . (( Peritonite pneumococcica a forma ascjtica ». La Sem. Méd ' I2 nov. CHEINISSE. « Il gastrospasmo ». Wien. Klin. Woch., 13 nov . KAHANE. (( Le depressioni psichiche ». - RIEDL. « Estirpazione dell' a rticolazione del ginocchio ». Deut. !\led . Woch., 13 nov . BEHRENROTH. (( Diagnosi e terapia dell'echinococco polmonare ». ZIEGLER. « Roentgendiagnosi della broncostenosi ». SzoI,Losv. « Spasmo del cardias e ipnosi >>. - WEI~. '< Diarrea e antidiarroici ». Gazz. Med . It., 13 nov. Z u ccor..A. « Fibro mixoma dtll'endocardio ». Gazz. d. Osp, 13 nov. MONZARDO. « Sterilizzazione 'delle mani con soluzione alcoolica di timolo » . Le Bull. Méd., 15 nov. « BROCQ « Prurito e rea zioni cutanee ». L'Ig. Soc. ~ 15 nov. TORLONIA. « Il resoconto morale della Croce Rossa ». Paris Méd., 15 nov. MILIAN. cc La reazione di Herxheimer ». - MOUCHET e PIZON. (( Fratture comminutive della clavicola ». Brit. Med. Journ., 15 nov, MoTT. « La degenerazione del neurone ». - BEL:C,. « Le secrezioni interne e i caratteri sessuali d ella donna J) . SHARP. « Adenite cervicale epidemica ». Derm. Woch., 15 nov. NoTTHAFFT. cc Le malattie sessuali nelle memorie di Giacomo Casanova ». Zbl. f. inn. Med , 15 nov. KoSTER. (< Sui rumori • • cran1c1 ». Zbl. Chir., 15 nov. \VELCKER. « Sulla gangrena da colera e da tifo ». Le Progrès Méd., 15 nov. LEREBOULLET. (( Gli ac· cidenti da ·aria compressa» . Le Journ. Méd. Français, 15 nov. Numero consacrato alla cura solare. J o urn . d. Prat., 15 nov. SERGENT. u Compito dell'insufficienza surrenale in patologia ». - MA· RION. « Segni funzionali dell'ipertrofia della prostata ».

Indice alfabetico per materie. Acido b enzoico: caratterizzazion e in presenza di fenoli e di acido salici-

lico . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. Alta frequenza: azione sul sangue e speciale utilità n ella clorosi . . . . . . Amaurosi ed ambliopia seconda rie a • • » gra v1 emorragie • . . . • . . . . . Cheratosi ble norragica . . • . . . . . I) Diagnosi di a ffezioni intestinali. . . . Eritremia con ascite, flebite d ella splenica e trombosi gastroepi ploica. . . J Glandola pinea le: funzioni . . . . • . I Go11orrea: cura specifica . . . . . . . I ltnperforazioni anali . • . . . . . . . I Narcosi secon do Auer e Meltzer: tee · I rùca della intubazione . • . • • • . Roma, 191s - Tip. Naslonalc di o . Bcrtcro e c.

1788

1785

1773 1778 1777

Nefrite acuta: uso della digitale . . . Pag. 1789 Pesci (I) in medicina . . . . . . . . . » 1791 Pressione sanguigna: azione della di-

gitale. . . • . . . • . . . . . . . . Pustola carbonchiosa curata col siero anti-carbonchioso . . . • • . . . • . Riflessi vasali . . . • • . . . . . . . Sciatica: cura empirica. . . . . . . . Seborrea: terapia. . • . . . . . • • . Tintura di iodio inalterabile priva di a cido iodidrico . . • . . • . . . . . Tonsilla linguale nell'uomo sano e nel malato . . . • . . . . . . . . . . · « Toxoplasma cuniculi ,, ? • • • . • • . Ulcera sottooilorica: esclusione del duodeno . . . . . . . . . . . . . • • •

I

• I

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1782 1785 1790 1790

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I I

1775

1784

~

l. Poz21, ra{I.

(36) •


inno XX.

.Roma, 14: dicembre

1913

Fase. 50

SEZIONE PRATICA l

DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI

Prof. FRANCESCO DURANTE

RED.'\TTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. ' Lavori originali: J?rof. V. Pensuti: OsseffJazioni sop,a la vacr.ina:ione antitifica -

Sunti e rassegne! ItARINGOitOGIA: Prof.

T .. Ma11:cloll: Contributo allo st•-idw delle localiszazio~i ta fingee n1lla tubercolosi polmonare. - CHIR(J RGIA; WiHiam ) . MaJO; La clufurgia del Pa1tc1'ea~. - PATOLOGIA DE LLA NUTRihIONE: Schaumann: Stati paiolog'ici dipendetst1 àa di/e-tli ,.ella aieta. TERAPIA: Fischl: Sulla resi~tenza dei foc,,lai z,,cali di s bif'ocheti atla cu,a antiluetica combinata. - Storia del a m~ dicina: Guglielmo Bilancioni: Ne/, quarto centenario aella ntiscita di And,ea Vesalio. - Accademie, Società mediche 1 Congressi'

Reate Accademia tnedica di Roma.

Appunti per il medico pratico · MEDICINA SCIENTIFICA: La t1rmocatorim1tria del colpo di calore. - CASISTICA : Peritoniti

tt1bercolare e forma asciti'ca i" 1rat1ida11ia. - La pleurite dei l11tlanti. - Gli emp1·emi pa,apneumonici. - TERAPIA: Cura tJel/4 fra(tttt• <lel collo à1l femore nelle divc,se età. ' - La cura d1ll'ascesso os sifluenle. - Posta degli abbonati. -Varia. - Oennl

bibllograftot.

Nella vita professionale: Il Cottg,.esso dei capi di uffici d'•gi1"e. - Risposte a quesiti e a domande. - Condotte e Concorsi. - Nomine, promozìoni e onorificenze. - Notizie diverse. - Rassegna della stampa medica. - Indice alfabetico per materie.

AVVISO. -

Il nostro volume di PREMIO pel 1913: ''COMPENDIO DI GINECOLOGIA MODERNA,, si sta rilegando e nella prossima settimana ne principieremo la spedizione a tutti gli associa.ti che già pagarono I' abbonamento per intero e, contemporaneamente, anche a coloro che, come

nei decorsi anni, intendono ricevere Il premio stesso gravato del dovuto Importo pel proprio abbonamento ed accessorie tasse postali di assegno, ecc. Coloro invece che inviarono il solo importo d'abbonamento, e non i cent. 50 per le prescritte spese postali di atfrancazione e raccomandazione del premio suindicato, sono pregati di rimetterceli subito a mezzo Cartolina Vaglia o con Francobolli. z · µochi ritardatari si affrettino perciò a mettersi al corrente verso l'Amministrazjone.

Ricord!amo che i pagamenti deb~ono essere indlrRzzati sempre nominativamente al Prof. ENRICO MORELLI • Via del Tritone, 46, Roma. I.' AMMINISTRAZ.I ONE.

Dlrl&&I •1 proprie" rl3ena&I senza citarne la fonte.

B vietata

la rlproduzlone dl lavori pubblicati nel POLl«JLINIClO o la pubblicaziont di sunti di tBll

LAVORI ORIGINALI POitICLINICO 1J MBERTO I IN ROMA.

Osservazioni sopra la vaccinazione antitifica per il prof. V. PENSUTI, medico primario. A vendo la Direzione degli ospedali di Roma disposto che nel mio ~eparto al Policlinico fossero ricoverati unicamente dei malati di febbre tifoide, e avendo il prof. Gosio, capo dei laboratori della Direzione generale di sanità, messo a nostra disposizione il vaccino preparato a scopo profilattico, affinchè lo sperimentassimo nei nostri malati, il dott. Biacca, mio aiuto, ha testè condotto a ter-

mine un importante lavoro su circa 120 casi, le cui conclusioni sono evidentemente in favore dell'utilità di questa terapia. Dopo questo lavoro ho voluto io stesso, tanto più volent ieri dopo che il mio aiuto ebbe lasciato la mia Corsia, seguitare questo studio cosi importante, e le conclusioni mi parvero in massima confermare le precedenti afferm~zioni del Biocca, ed anche portare un notevole contributo ulteriore, in modo da rendere anche più evidente ed esteso il campo d'azione del rimedio. Rimando al lavoro succitato per quanto ,si riferisce alla storia di questa moderna terapia del tifo, ed ai vari metodi di preparazione del vaccino antitifoso.

(I)


1806

Il, POI !CLINICO

Debbo avvertire che una piccola parte dei casi da me studiati trovasi tuttora dege11te all'Ospedale in via di osservazione, perciò una piccola parte della mia casuistica non figura nell'elenco seguente, e formerà, forse, oggetto di un'ulteriore pubblicazione.

(ANNO X.X, FASC. 50)

CAso 9· - Ded., anni I7, D . Il IO ottobre lo0 di malattia, JII: l' I r , II; il 12.. I. Effetto poco not~vole sul decorso. Morte 11 26 per enterorragia. CA~o.ro: -

~lf., .anni 20, D. Temperature con

CASUISTICA.

masslllll ripetuti sui 40' Stato generale medio~remente grave. Il 4 ottobre 8° di malattia. I; 11 5, II; il 6 III. I/ 8 miglioramen to generale. Temperature abbassate, ma oscillanti fin dal 7. Febbre dopo la cura, 5 giorni.

Nella casuistica le indicazioni III, II, I indicano senz'altro l'esècuzione di iniezione sottocutanea di l eme. di vaccino, rispettivamente di III grado (pari a 400 milioni di batteri), di II (200 milioni) e di I (roo milioni).

. CASO II: - Bit.: anni 19 .. D . Il 14 ottobre Ir 0 di malattia. III; 11 15, II; 11 17. I Prima della cura presentò un massimo di 39°.3 e minimi di 37° e an~he 36°. Dal 17, dopo breve reazione , si può considerare guarita. Permanenza della febbre giorni o .

CASO l. - Ced. circa 26 anni, U, vaccinato il Io, l r, I2 ottobre, con dosi successivamente di III, II e I grado. Principia in rr 0 giorno di malattia. Lieve miglioramento nello stato g~nerale. Dopo parecchie settimane di nessun evidente E>ffetto sulla temperatura, si manjfestano successivamente parec<'hi ascessi perianali che vengono tagliati. Vidal positiva fin dal principio. Sfebbra il 5 dicembre. CASO 2. - Res., 16 anni, U ., stato generale alquanto grave, Viene c0n temperature piuttosto alte Il Io ottobre, 13° di malattia, vaccinato di III grado, l'II di II grado, il 12 di I . Immediato vantaggio sullo stato generale. Guarito il 16. Giorni di febbre, do~ terminata la cura, 3. CASO 3. -· Neb. , circa 17 anni, U . Viene in stato grave. Il 14 ottobre, r8° di malattia, III; il 15 II ; il 17 I grado Fin dal I8 migliorato lo stato generale; febbricita altri 7 giorni. CASO 4. - Mop ., anni circa 20, U. Piuttosto grave; temperatura alta, Il 7 ottobre, II 0 di malattia, I; 1'8, II: il 9, III grado. Effetto pronto sulla temperatura, ma poi oscillante :finchè si manifestano dei furunculi. Guatisce dopo altri 21 giorni di febbre. CASO 5. - Vag., anni 20. Temperatura con massimi di 39% 0 a 40°, e minimi di 38° e decimi. Il 18 ottobre. 14° di malattia, I; il 19, II; il 20, III grado. Qualche temp. di 36° già fin dalla terza iniezione. Dal 22 al 27 migliora la tempera tura, La febbre persiste per 7 giorni dopo terminata la cura. CASO 6. -Loz., anni 26, U. Il 19 ottobre, lo 0 di malattia, III; il 20, II; il 21. I. Fin dal 22 qualche 36°. Guarito il 23 (il 24 un massimo isolato di 38°.3, cessato subito vuotando l'intestino). Prima della cura temperatura fino a 40•>.2. CAso 7. - T ep. , 12 an~i. di 40°. 11 18 otto ~)re , 14° di Effetto sulla temperatura della febbre dalla fine della

l J Presenta massimi m alattia, I ; il 20, III. dal 24; permanenza cura 7 giorni.

CAso 8. Lis., anni circa 16, D . \ Tiene alquanto abbattuta e in istato confusionale. Temperature, massimi 39° 3 con remissioni forti. Il 13 ottobre, 13·· di malattia, III ; il 14, II; il 15. I . Perma11enza della febbre un giorno (salvo un fugace 381'.1 il 19). State generale ' ubito fortemente migliorato.

(2)

1

.c~so 12. -

Ce~. , an~i

circa 25, D .. gracile, eritr1st1sca; emotto1ca prima e durante la malattia. F!eque!1ti massi~. di 39° e decimi, qua]che minimo dt 37° e dec1m1. Il 14 ottobre, 17° di malattia, III; il 15. II; il 18, I . Reazioni a 40°, effetto sulla temperatura fin dal 16. Permanenza della febbre 4 giorni. . CASO 13. - Tac., anni 37, D. Il I4 ottobre 25° di malattia (!) . III; il 16, I. Il 17 miglioramento. Permanenza della febbre dopo la cura 4 giorni. CAso 14. - Tepr., anni circa, 40 D. (non curata direttamente. ma ~emplice relazione del medico) con ~emperature elevate, con stato di agitazione maniaca grave, con sensazione penosissima di bruciori e di dolori in tutta la persona. Il 24 ottobre, III; il 26, II; il 28, I . Immediatamente e fino a tutto il mese la temperatura si abbassa notevolmente: immediatamente e per altrettanto tempo spariscono tutti i sintomi generali suddetti. Il I 0 novembre ricomincia Ja febbre con gli stessi sintomi. Però il medico si rifiuta a ripetere la cura, perchè ad ogni iniezione si risveglia vano i fenomeni di cui soffriva fin da giovanetta, cioè senso di debolezza generale, polso radiale piccolo (cuore sano) . CASO 15. - ÀYg., anni 12 . D. gracile. Febbre alta, rare remi"sioni notevoli. Il 26 ottobre, 13•> di malattia, III ; il 27 , II; il 28 I. Fin dal 28 quasi apirettica. Permanenza febbre o giorni. CAe.o 16. - Ref. , anni rr, U, Massimi di 40° e 39° e decimi, remissioni di 38° e decjmi piuttosto rare. Il 28 ottobre 1011 di malattia, III; il 29. II; il 30, I. Dal 1° novembre comparisce qualche 36°. Permanenza della febbre 7 giorni. CASO 17. - Viv., anni 11, D. Il 28 ottobre 14° di malattia II; il 30 II: il 31, I. Il 1° novembre comparisce qualche 36° e decimi. Permanenza febbre 3 giorni. CAso 18. - Zob .. anni circa 27. D . Il 21 settembre. r 1° di malattia, I; il 23 II ; il 25 , III. Qualche effetto nella temperatura dal 25 settembre. Il 17. 1.q e 19 ottobre c;enza febbre 20 otto .. bre rip,.esa con forti temperature, st ato grave, vomito che le impPclisce l'alimentazione, polso piccolo frequente Il 30 ottobre III: il 31. II; r · noven1bre I. Imme Jiat a cessazione dello s1 ato grave e del vomito. Polso migliore E ffetto sulla temperatura immediato, ma incerto. Pl:rmanenza


LANNO

xx,

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della febbre Io giorni Dal I7 ripresa della febbre con vomito; mas~imi fino a 40°. Spontaneamente e permanentemente è guarita fin dal 25. Notevole che nella precedente apiressia la malata non si era riavuta completamente, e si era ripresentato qualche 37° e decimi, e qualche vomito. 19. - Ram .. anni 15. D. Il 17 ottobre. 9° giorno di ricaduta dal tifo, ebbe l'iniezione di Y2 eme. di I. Restò senza febbre dal 21 al 25, indi si ebbe una lieve ripresa i cui massimi non arrivarono mai a 39°. Il 4 novembre III; il 5, II; il 6, I. Permanenza della febbre dopo la prima vaccinazione, un giorno; dopo la seconda, tre giorni, e guarigione completa e permanente. CASO

20. - Gap ., anni 15. D. Ebbe una prima vaccinazione. in 20° giorno di malattia, il 4 novembre, in tr~ giorni successivi, II, II, I grado. Seguirono temptrature oscillanti, ed allora . il 22 novembre si procedè alla seconda vaccinazione (in tre gi0rni consecutiv:i III, II, I). La febbre 5opra vvisse ancora dieci giorni. La Vi dal negativa fino al 19° giorno, comparve il 1° dicem· bre. CASO 21. La/., anni 11, D., stato generale buono. Il I8 ottobre. 9° di malattia, II; il 20, I; il 23, % eme. di I. Durante la cura qualche 36° e decimi. Dal 25 qualche abbassamento della temperatura, che però procede a salti. Permanenza della febbre 12 giorni. CASO 22. - Cuz., anni circa i1. D . Stato grave, delirio Il 4 novembre, 10° di malattia, III; il 5, II; il 6, I. Fin dal 7 sintomi peritonitici, per i quali è trasportata in chirurgia. CASO 23. Arb. T., anni 7, U. Stato grave, temperatura alta, polso frequente. Il 6 novembre, 1I 0 di malattia, II; il 7, II; l' 8, I. Temp~­ rature alquanto più basse, ma sempre oscillanti. Il 17 una vaccinaz.ione di I~ grad_o: stesso effetto sulla temperatura :il24massimo di 38° 8. Il 25 . II; il 26, II e il 27, I It 28 ha sfebbrato permanentemente. CASO 24. - Ops., anni 16, D., gravissima, stato tifoso sordità tifosa. Il 6 novembre, 14° di malattia : III; il 7, II; I' 8, I. Stato generale subito e gradualmente migiiorante. Effe~to sulla t~mpe­ ratura d21 12 ma incerto e vacillante, spiegato dalla presenza di una foruncolosi. Curata di questa, permanendo le temperatu~e, second~ rivaccinazione: il 28 novembre III; il 29, II; il 30, I. Il r 0 novembre è apirettica. CASO

25. - Gna., circa anni 16, D , Temperature elevate con leggere r emissioni . Il 6 novembre, I3° di malattia, III; il 7, II; l' 8, I. Effetto sulle temperature fino d~l 9·. Permanenza della febbre, dopo la cura, 12 giorni. CAso 26. - AY!i . A. , anni 9. U. Il 4 novembre, 170 di malattia, II; ii 6, I; 1'8, I: Effetto immediato sulla temperatura ma vacillante; permanenza della febbre 8 giorni. CASO 27. - I ap. anni circa 18, D. Temperature elevate con qualche rara. forte remissione. L' 8 novembre, 18° di malattia, III; il 9 II; il 10 I. Fin dall 'I 1 effetto sulla temperatura, ma da't 15 andamento zoppicante e massimi anche di 39° e decimi. Rivaccinazione il 18 novembre III; il 19, II; il ~o. I. Guarita dopo 4 giorni di febbre. CASO

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SEZIONE PRATICA

Lud anni 7In. Stato generale leggermente grave. L'8 novembre in 16° di malattia, II. La febbre dura un sol giorno dopo l'iniezione. Però 1'11 presenta un 39°4, e prosegue con la febbre fino al 17 in cui è spontaneamente guarita. Il 20 nuovamente febbre, e allora s'inietta ~·2 eme. di I . Nessun effetto. IJ 2.f, II; il 25, II; il 26, II. Qualche effetto sulle temperature si vede immediatamente Il 30 è senza febbre In questi ultimi giorni si è ripresentata qualche temperatura, e la malata è tuttora in osservazione. CASO' 28. -

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CAso 29. - Cec. , anni 16, U. Stato grave. Tendenza all'enterorragia già prima della cura. È vaccinato il 9, Io e 11 novembre, cioè dal 24° giorno circa di malattia, e successivamente III, II, I, grado. Non cnmincia a sfebbrare che il 7 dicembre. La Vidal fin dal principio, ed anche alla fine di novembre si mantenne negativa.

30. - Sac. , D., cir<'a I7anni. Il novembre circa 20° giorno di malattia III; 12, II: 13, I. Sparisce il delirio che presentava. Permanenza della febbre due giorni dopo la cura. CASO

CAso 31. - .l iac., anni I 7, D. Ebbe una prima forma per la quale subì la vaccinazione di grado III, II e I con intervallo di un giorno tra l'una e l'altra. Recidiva dal 9 novembre. L'11. III; il 12, II; 11 13, I. Effetto st1lle tempera ture fin dal I4. Permanenza della febbre 3 giorni.

32. - SYog., anni circa 17, D. L'11 novembre, 18° giorno di malattia, III; il I2, II; il 13, I . Dal I4 progressivo e lento miglioramento. Permanenza a.ella febbre IO giorni . CASO

CAso 33. - Loc., anni circa 20, U. Il 10 novembre, 14° giorno di malattia (?) III; il 12, II ; il 13, I . Effetto immediato. Permanenza della febbre un giorno.

CAso 34. - Zol., anni 20. U . Dal 30 ottobre era apirettico di forma tifosa . Il 6 novembre ricaduta con n1assimo a 39° e decimi. Il 12, 7° giorno di recidiva, III; il 13, II; il I4. I. Effetto sulla temperatura fin dal 16, ma a sbalzi. Il 21, 22 e 23 stessa cura. Il 24 qualche effetto sulla temperatura, il 30 è senza febbre . Durata della febbre 6 giorni. Dalle prime iniezioni riacquista il senso dell'appetito. 35. - Mam. , circa 16 anni, D. Stato grave ; cuore debole. Il 19 novembre, 20° giorno di malattia, III ; il 20, II; il 2I, I . Fin dalla prima iniezione lo stato generale e del cuore migliorano visibilmente. La temperatura si abbassa fin dal 24. In~orge un altro accesso con freddo il 28. Si rivaccina il 28, 29, 30 (III. II, I), guarisce il 7 dicembre. Permanenza della febbre 6 giorni. CASO

36. - Tam., anni circa 16, D. Effetto fugace da una prima vaccinazionP fatta il 4, 5 e 6 novembre rispettivamente I. II, e I, dopo cui presentò temperature fino a 40°. Secondo intervento il 20, 2r , 22 novembre (ITI, II, I): effetto jmmediato sulle temperature, permanenza della febbre 8 giorni. CASO

37. - _--1.rf. , circa I6 anni, D. , alquanto grave. Il 20 novembre. I4° giorno dì malattia, III; 21, II; 22, I. E ffetto sullo stato generale buono: sulla t em perat ura d al 27. Permanenza della febbre 8 giorni. CASO

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IL POLICLINICO

CA~o ~8 . -:- ls_sOf',. circa 25 anni, D ., curata con

va~c1i:iaz1on1 ~

giorni alterni dal 22 novembre, 13 di malattia (successivamente I , II, III). La febbre sopravvive dieci giorni. CASO .39· - Sor., circa 16 anni, D. Gravissimo stato dt .a~batti~ent? c~n .Polso impercettibile, frequent1ss1mo, d1 cut migliorò immediatamente c?n la pr~ma vaccinazione (9 ottobre, forse 1 3° dt malatt1a. I; 10, II; 12, III). Però sulla temperatura non si vede l 'effetto se non il 19. Dal 26 ot~bre al 12 novemhre senza febbre. Il 13 una ricaduta con 39°.4. Il 15 rivaccinata, I; il 17, II. Permanenza dell~ febbre 4 giorni. CONSIDERAZIONI. {*)

Statisti:ca dei casi co1!lside.Ya li. - Tralasciando il caso di morte Cuz. ~zz ), i casi refrattari di cui parleremo poi (altri 3 ossia il caso {1) Ced., il (9) Ded., il (29) Cec,, i casi L·ud. (28) e (14) Tepr. rimasti sospesi, abbiamo 33 casi cosi ripartiti, a seconda del numero dei giorni di permanenza della febbre, dopo fatto r ultimo innesto vaccinico: Cas·i n. 4. • Id. 3. • Id. I • • Id. 4 • • Id. 4 • • Id. I • . Id. 2 . • Id. 4 • • Id. 3 • • Id. 4 • • Id . 2 • • Id. I • • Totale 33.

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g1orn1• D id. l id. 2 id. 3 , d. 4 id. 5 id. 6 id. 7 id. 8 id. IO id. 12 21 id. •

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Forse non è fuori luogo richiamare l 'attenzione sul caso S or. (39). È importante notare la curva uguale e uniform e, (salvo gli ultimi 2 giorni di febbre nei quali la media è già quasi di apiressia) con cui la temperatura cadde dopo la vaccinazione. Ecco le medie: 39°-45; 39°.3: 39°; 38°.9; 38°.75; 38°.6; 37°.8; 37°·3; 37°.I; 37°.5. Come diremo nel paragrafo Insufficienza della vaccinazione, è questa uniformità che rappresenta, a nostro credere, il regolare, efficace influsso della vaccinazione quasi costantemente. Però sia lecito o~se rvare che la cura fu fatta (come col metodo seguito ordinariamente dal Biacca) con tre vaccinazioni, a giorni alterni, a cominciare dal I grado. poi col II e quindi col III. Ciò. forse , mostra la superiorità del metodo . {<f') Il. numero in parente.~i consecutivo al nome s1 r1fer1sce alla numerazione dei casi fatta nella

xn parte. (4)

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da me per lo più seguito : iniezioni a distanza di 24 ore, e prima di III, poi di II e quindi di I grado. ·

lnftuenza sullo stato generale. - Costantemente i nostri ammalati hanno avuto un immediato giovamento nelle condizioni loro generali, il che fa riscontro col fatto che il rene , sebbene vi fosse albuminuria, non solo non peggiorò, ma spesso diede orine normali, quando prima della cura vi era albuminuria: indizio della diminuita tossicità del sangue. Parecchi dei nostri malati erano veramente in ~~o ~tato tifoso grave, e ciò nondimeno ad og11i 1n1ez1one mo3trarono un progressivo miglioramento delle loro condizioni. Citerò specialmente il caso Ops. (24). Specialmente è notevole un caso che non figura nella nostra statistica, di una bambina di anni 10, che ebbe ben sette volte in otto giorni l'iniezione di un centimetro cubico di II grado. La malata era comatosa, affetta da tremori più specialmente nell'arto superiore destro, tanto àa Simùlare una meningite: il mattino appresso ad ogni iniezione la piccola inferma presentava un risveglio delle sue facoltà mentali, ed ora, tuttochè febbricitante, è in condizioni generali assai soddisfacenti . Uno dei segni più comuni è quello di vedere al mattino appresso al giorno della vaccinazione il malato in un sonno tranq.uillo, segno che da lungo tempo ho segnalato come uno dei precursori della guarigione del tifo, anche prima d elle forti remissioni di temperatura. Un altro sintomo è quello del ricomparire il senso della fame, come ad esempio fu n el caso Zot. {34). Cosi anche abbiamo veduto sparire il delirio: e per lo stato cardiaco e la minaccia di collasso può servire il caso Sor. (39) . Nei casi Zob. (r8) e Tepr. (14) avemmo con la vaccinazione immediata scomparsa nella prima del vomito, dell'abbattimento e del collasso cardiaco: nella seconda sparì immediatamente un molestissimo senso di bruciore e dolore generale delle membra e uno stato maniacale assai impressionante. Ora è istruttivo il fatto che nella prima, alla r<:cidiva del male, e nella seconda aila ripresa, i sintomi ricomincJarono. Ciò che sorprende è il fatto che questa azione chimica ed inimediata del vaccino è distinta ed indipendente dalla azione remo i a e fu;.zionale del medesimo , volendo cosi chiamare queste due azioni; perchè an che nei casi refrattari, come n el


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SEZIONE

caso Ced. (I), ordinariamente la prima di queste azioni si verifica. Certo noi non possediamo in teta pia me~zi così diretti ed efficaci contro i sintomi tifosi: e siccome il vaccino ci è risultato p~rfettamente innocuo, quindi crediamo ~h·e nei casi gravi non solo non vi sia ragione per non adoperarlo, ma anzi ve ne siano due. Insufficienza delta vaccinazione. - Nei ~asi nei quali la cura non riuscì efficace ~e non dopo una rivaccinazione, ed in casi analoghi a questi, la temperatura dopo la vaccinazione mostra di caratteristico una grande oscillazione neile cifre. Sebbene queste oscillazioni si siano viste anche in casi nei quali la guarigione sopravvenne prontamente senza rivaccinare, come nel caso Vi11. (17), che ebbe febbre soltanto per tre giorni dopo cessata la cura, pure ritengo sia piolto utile tener calcolo di questo fatto per ripeterea sollecitamente la vaccinazione. La media delle tempet'atit'Ye giornaliere deve quindi essere tenuta in grande calcolo nella vaccinoterapia. Citiamo il caso Res. (2) come mcdello di diminuzione graduale e senza oscillazione. La febbre in questo caso durò tre giorni dopo la cura. Ora le medie dei tre ultimi giorni anteriori all'inizio della cura furono rispettivamente 38°. 7, 39°. 1, 39°. 1. Dopo la cura la media fu più bassa e a curva, regolare, cioè nei tre giorni di sopravvivenza della febbre fu rispettivamente 38°. 8, 38° . 3, 38° .3. Nel primo giorno di apiressia 37° . 1. Nel caso Viv. ( 17) sopra citato i giorni immediatamente consecutivi alla fine della cura diedero le temperature medie di 37°.9, 38°, 37° .1, 37.4. Il Il caso Re/. (16) mostra anch'esso queste temperature oscillanti. E realmente la cura poteva essere più forte o ripetuta, e certo allora la febbre non sarebbe durata per 7 giorni. Ecco le sue medie nei giorni consecutivi alla cura: 38° . 8, 38°.7, 38° .2, 39°.1, 38° .2, 37° ·9, 36° . 4. Nel caso Arb. T. (23) si ha u gt1almente dopo

la prima vaccinazione la serie seguente di medie: 38°.8; 38°.1; 37°.75; 37°·6 ; 38°.3; 38°.5; J8°.2 ; 38°.9; 38°.7. L'insufficienza fu dimostrata dal fatt o che una seconda vaccinazione diede 1, immediata guarigione. Nel caso Iap. (27) avemmo pure bisogno

di una seconda vaccinazione. Ebbene prima della prima vaccinazione le temperature diedero le seguenti medie: 38°.7; 39°; 39°.4. Immediatamente dopo si fece la vaccinazione, e subito dopo questa si potè notare la sua parziale efficacia, perchè le temperature medie furono 38°.6; 38°.3; 38°.6;

PRATICA

38°.2; 37°.95; 38°.1. Contro questa curva oscil-

lante sta la curva che ottenemmo dopo la seconda cura che f tt quella efficace definitivamente. Le medie furono; 38°.15; 38°; 37°.65. Lo stesso si verifica nel caso Ram. (19), Laf. (21), Lud. (28) nella sua prima cura, Tam . (36) nella sua prima cura e nel caso A rb A. (26), che credo che con un intervento più energico non avrebbe avuto otto giorni di persistenza della febbre. Infatti tutti costoro ebbero bisogno di una rivaccinazione, e nel caso La/. (21 ) non rivaccinata , la febbre durò 12 giorni. Io credo che valendosi di questo indizio, si avrà una guida con cui gli effetti delle vaccinazioni dovranno esserP notevolmente accresciuti. Sarebbe errore però il credere che quando le temperature cadono in modo uniforme e senza oscillazione, }>organismo però sia sicuramente 'vaccinato. Ciò si vede chiaramente nel caso Zob. ( 29) e nel caso Ram. (19), in ambedue j quali fu necessaria la rivaccinazione. Riaccensioni della /ebbre. - Esaminando attentamt!nte le curve dei nostri malati vaccinati o no, spesso abbiano veduto che la temperatura subiva dei rialzi o piccole riprese o piccole ricadute: queste rappresentano molto bene la lotta che fa l'agente morbigeno per mezzo dei veleni che produce da un lato; e dall'altro ii grado più o meno forte di reazione dell'organismo. Questa reazione si vede talora affievolirsi a scomparire, ed i sintomi morbosi , tra cui la febbre , ricompariscono. Se si lascia per qualche tempo la malattia a sè stessa, si può vedere una specie di gara tra l'organismo che si aiuta da sè, e l'aiuto prestato dalla vaccinazione. A volte è la natura a volte è l'arte che soccorre il paziente. Nel caso Zob. (18) dopo una vaccinazione a dosi crescenti e a giorni alterni (metodo Biacca) si ebbero tre giorni di apiressia, poi una forte ripresa, nella quale applicai la vaccinazione a giorni consecutivi, dal terzo al secondo al primo grado. La febbre sopravvisse ben dieci giorni. Guarita la malata, fu soggetta ad una ricaduta con sintomi gravi, t emperatura fino a 40°, ma di durata breve. E qui la guarigione fu spontanea e permanente. Nel caso L ud. (28) dopo una leggerissima vaccinazione la febbre non sopravvisse che un giorno. Ma segui una recidiva di sette giorni con massimo di 39°.4, e questa volta la guarigione fu spontanea . Consultando la tabella delle rivaccinazioni si può del resto a vere una prova palmare del quanto le statistiche della vaccinazione possono migli(•-

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rare. quando il rimedio sia usato senza esitazione Al contrario presentando pure delle remittenze o paura quando si tengano presenti questi criterii. prima della cura, non ebbero effetto rapido L"1t'/. Rivaccinazioni. - Ecco la nostra statistica. Da (37) giorni ~ e Srog. (32) giorni 10; di essi però il essa togliamo il caso Lud. (28) perchè ancqra sotto primo fu vaccinato tardi, cioè in 140 giorno. studio I casi seguenti presentarono bensi le suddette Tabel!a della sopravvivenza della febbire dopo remittenze, eppure la febbre persistè per pochiste,minata la t"ivaccinazione. simo: Sac. (30) giorni 2, 22° ; _4,.g. (15) giorni o, Casi 2, febbre giorni o; Casi 2, id. 3; Casi 2, • 13°; Loc. (33) giorno 1, 15°. id. 4; Casi 2 , id. 6; Casi 1, id. 8; Casi 2, id. 10; Il caso Alf. (10), curato molto precocemente, Totale casi 12; media permanenza febbre giorni 5. in 8~ giorno, ebbe una persistenza della febbre I due casi che portano la durata di giorni ro per giorni 5. sono di rivaccinazione assai tardiva (vedi Zob. (rB) Come si vede, !,efficacia più o men grande della cura essendo soggetta a molti fattori, ed essendo e Gap. (20). Vafii fattori che infiuiscono sull'efficacia della a mio credere il più importante proprio quello, vaccinazione. - Anzitutto vi è un elemento indi- la cui portata ci è de! tutto ignota a pyiofi, cioè 'riduale, che consiste nella facoltà più o meno il fattore individuale, non è possibile di prevegrande che ha l'organismo di opporsi così al prin- dere il grado dell'effetto della c·u ra. Da più cipio morbigeno come a quello vaccinatore. Que- e più ca3i però risulta chiaro che i vaccinati oltre sto già si vede da quanto ~bbiamo detto sulle il fine della 3a settimana diedero effetti visibilvariabilità di questa potenza di difesa già nello mente più scarsi (cfr. anche i due casi di rivacstesso individuo nei varii periodi della lotta del.:. cinazìone che guarirono dopo IO giorni al (par. Ri1'organismo contro la malattia. Ne parleremo vaccinazione). anche meglio a proposito dei resistenti e t'efrattat'i. Complicati, Resistenti, Re/Yattari. -- Nel nostro Due fattori però anche essi importanti sono: l'in· studio abbiamo dovuto forzatamente omettere, tervento più o meno precoce nel decorso della / percbè tuttora in cura . quei casi, che furono malattia, contando per giorno di malattia; e circa 4 o 5 nei quali sopravvenne una complical'esistenza o meno, in mezzo alle temperature più zione febbrile (polmonite e varie manifesta1.ioni o meno alte, di qualche notevole remittenza nel di piogeni, per es. foruncolosi, ascessi, otiti medie decorso della fe~bte durante il periodo anteriore suppurative). Questi casi hanno certamente dato alla vaccinazione. Ne diamo qualche saggio. delle curve alquanto meno favorevoli; ma se, come In coloro che furono curati tardivamente, oltre ho in mente, le pubblicherò, l,effi.cacia del rimedio la prima settimana e mezza, avemmo talora buoni si vedrà evidente. Questi sono i complicati; essi effetti: per esempio il caso ..4.-rg. (15) ebbe perma- però non sono refrattari. Il caso di maggior dunenza della febbre giorni O malgrado il principio rata d ella febbre ( 2I giorni) del Mop. (4) appardella vaccinazione fosse fatto in I38 giornata di tiene appunto a questa classe. malattia; il caso Loc. (33) ebbe permanenza della È notevole che più volte abbiamo osservato, febbre giorno 1, sebbene vaccinato il 15° giorno; in ordine cronologico, p,ima una certa resistenza Sac. (30) giorni 2, circa 20° ~ Viv. (17) giorni 3, all,azione del vaccino, e poi la manifestazione 14°; Res. (2} giorni 3, in 13°, Tac. (13) giorni 4 purulenta. Dobbiamo credere che fin da principio in 25° ecc. esistessero dei piogeni in circolazione, i quali si Nei cas~ , invece, Bit. (11) e Loc. (33) , vaccinati fissarono poi formando le varie manifestazioni rispettivamente 1' 11° e il ro0 giorno, la permanenza purulente? Ovvero la maggiore gravità del male della febbre fu di giorni O, ed 1 . Qui è n aturale il ha reso l'organismo suscettibile cli una succes· pensare che la precocità della cura abbia avuto sione morbosa di natura suppurativa? Ricerche un peso nel buon risultato. di questo genere si potr~bbero fare solamente Ecco una serie di esempi nella quale si ebbe facendo la coltura del sangue. Noi l'abbiamo fatta buon effetto dalla cura in soggetti che avevano (e ringraziamo l'egregio prof. Pergola dei Labom ostra to notevoli r emissioni prima della vaccina- ratori di sanità dell' aiuto che ci ha prestato). Ma zione: B it. ( II) e ./l.,.g .. (r5), giorni O; Loc. (33), e le nostre ricer che furono senza risultato. Però Lor. (6) e L is. (8) giorno 1 ; S ac. (30) giorni 2 ; esse furono condotte in periodo troppo inoltrato Cez. (12) giorni 4. di malattia, quando cioè l'emocoltura suole riuscire

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SEZIONE PRATICA

ster ile: e d'altronde a principio dalle ricerche non eravamo orientati verso questa direzione. Nemmeno è escluso che lo s.tesso bacillo del tifo possa avere causato la suppurazione. Questo fatto, già noto da ricerche di Loriga e mie, si è verificato in t1no dei nostri ammalati (non vaccinato) che nella convalescenza ha presentato numerosi ascessi nelle natiche. In esso fu trovata una coltura pura di .bacilli del tifo senza piogeni. , Prima di parlare dei 3 ref1 attari vet'i è utile esami· nare il caso Gap, (20) che io chiamerò dei ~esistenti, che fu rivaccinato, e guari 10 giorni dopo la ri· vaccinazione. Una influenza in esso della prima vaccinazione si rilevò certamente, come si vede dalle seguenti temperature medie dei tre giorni immediatamente precedenti alla cura: 38°.8, 38°.9, 38°.5. Immediatamente dopo la cura si ebbe 38°.8, 38°.8, 38°.7, 38° 5, 38°.2, 38°.2, 38°.5, 38°.7. La seconda cura fu di lenta azione, e la malata è guarita 10 giorni dopo. È notevole che la seconda vaccinazione fu fatta alla distanza dalla fine della prima di ben 15 giorni, e che la prima fu fatta al 20° giorno di malattia. Sono qui più che mai convinto che se mi fossi servito dei dati poco fa esposti circa le medie deJle temperature, e avessi, sulla base dell'andamento oscillante delle medesime, eseguito più presto la rivaccinazione, questo caso figurerebbe tra i buoni. È però notevole che la Vidal in 19a g·i ornata ancora non era compa~sa, ' ed è comparsa molto tempo dopo. Ora qui due elementi vi sono per dare la spiegazione sulla tarda azione del rimedio: 1° la Vidal negativa fino a periodo tardo; 2° la tardività del rimedio, specie l'applicazione tarda della seconda vaccinazione. Ma una considerazione, quella delle medie succitate, posteriori alla prima vaccinazione, medie che presentano le già notate oscillazioni, avrebbe dovuto consigliare un secondo intervento senza che altri 15 giorni trascorressero. Nella Zob. (18), altra malata guarita dopo 10 giorni dalla seconda vaccinazione, questa fu troppo procrastinata (25 settembre, 30 ottobre). Questi casi non sembrano refrattari ma semplicemente t'esistenti. Vengono ora i tre casi veramente t'efrattari. Abbiamo prima il caso D ed. (9), che perdemmo per emorragia, senza che il rimedio avesse potuto dare un qualche effetto sulla temperatura. In ·essa ta reazi one del V idal fu negativa. 1

Volendo però guardare le temperature medie dei giorni immediatamente susseguenti alla ci1ra, noi troviamo dal 13 al 22 ottobre le seguenti medie temperature quotidiane: 38°.4, 38° 8, 38°.6, 3 8 0 ..5' 330 . 2' 3go 3, 3go •5' 3 go. 2 3 go. 5, 3 go .3 5. Qu 1· St· nota dunque il carattere saltuario degli insufficientemente vaccinati: e, altro carattere, la diminuzione in queste temperature medie in paragone della altezza della cifra dei giorni immediatamente anteriori alla vaccinazione. Abbiamo infatti nei 3 giorni anteriori ad essa: 39° . 1, 39°. 1, e nel giorno intermedio un 36°. 2, che altra spiegazione non può avere se non una enterorragia non avvertita; giacché fu questa la complicazione che spense la malata. Ritengo, pertanto, che forse con un rapido ripetersi delle vaccinazioni si poteva salvare questa malata: seppure, come diremo fra poco, la Vidal negativa non ci avesse, in seguito, indicato essere il compito inaccessibile. Vengono poi il caso Cec. (29), perfettamente insensibile al rimedio, e con Vidal negativa fino all'ultimo. Esso pu,-e pe,-ò fu vaccinato assai tardi. L'ultimo refrattario fu il caso Ced. (1), che dopo aver dato lungamente prova di refrattarietà, manifestò una lunga serie di ascessi attorno all' ano. Riassumendo, i casi refrattari furono tre: la Ded. (9), con r~azione del Vidal negativa e forse insufficientemente vaccinata. Il Cec. (29), vaccinato tardissimamente e con costante reazione del Vidal negativa. Il Ced. (1), vaccinato abbastanza presto, non rivaccinato, e che terminò con complicazioni purulente e quindi potrebbe anche pas~are per un complicato .. Vaccinazione rlei bambi'Yti dai dodici anni in giù. - Abbiamo vaccinato e rivaccinato i bambini, superando la diffidenza e la paura che regna in in questo argomento. Possiàmo assicurare di non aver notato il benchè minimo inconveniente. In un caso che non è contemplato nella mia statistica perchè tuttora Jn cura, abbiamo iniettato dal 25 ottobre al 2 dicembre (eccettuato il 27) per ben 7 volte 1 eme. di secondo grado. La malata che era veramente in uno stato gravissimo, si è riavuta in un modo graduale ma stupefa· cente: la piccola inferma, sebbene ancora nelle tempera ture non vi sia un notevole miglioramento, da più giorni è passata dallo ~tato comatoso alla completa coscienza, e stamane (9 dicembre) giuocava con la bambola! I

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IL POLICLINICO

Tabell a dei bam bini vaccinati:

I lettori avranno notato che io ho adoperato

delle dosi superiori a quanto ammesso ordinaria· mente. Ad eccezione del caso TepY. (11) (puramente riferito) nessuno dei miei casi diede sintomi di benchè minima intolleranza . Sulla portata di quei sintomi notati dopo le vaccinazioni in questo caso, non posso naturalmente giudicare. Ho usato vaccinazioni e rivaccinazioni , mostrando che anche un'unica terapia relativamente forte può essere in~ufficiente. Nei casi gravi ho avuto casi soddisfacenti, e nessuno inconveniente. Al contrario ho notato. in essi e negli altri, una benefi<'a azione sullo stato generale, delirio, pericolo di collasso, vomito, ecc. Ritengo quindi. che nel vaccino vi sia un'azione chimica immediata distinta dalla fisiologica e mediata. Le statistiche d a me av ute sono assolutamente confortevoli {vedi pag. 1808) e potranno migliorare rivaccinando in tempo. I refrattari furono 3, e sulla possibilità di rendere anche m inore la loro perce ntuale . rimando il lettore alla discussione d el rela tivo pa ragrafo Siccome il vaccino non ebbe influenza sulle complicazioni febbrili del t ifo . quindi l' effetto suo fu alquant o oscurat o dalle sopravvenienti suppurazioni. Ho usato vaccinazioni e rivaccinazioni nei bambini con b uon successo e con dosi alte. Pubblicheretno prossin1a1nente: i\rtom, Sulla ptosi a bilancia nella inening1te ba-

silare luetica.

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SUNTI E RASSEGNE

N umero dei milioni di batteri inoculati, giorni di febbre persistente, età. A,-b. T. (23), milioni 1200, giorni o, anni 7 Lud. (28), id. 750, id. x, id. 7 AYg. (15), id. 700, id. o.. id. 12 Ref. (16), id. 700 , id. 7 , id. I I T ep. (7), id. 500, id. 7, id. 12 Viv . (17), id. 500, id. 3, id . I I A rb. A . (26) , id. 400, id. 8, id. 9 Laf. (21), id. 250, id. 12, id. r l Il lettore potrà for~e esaminando le storie tro· vare che talora la cura parve insufficiente. E il caso A Yb. T. (23), guarito dopo o giorni di febbre, ma solo dopo la rivaccinazione. n'è la prova evidente. CONCLUSIONI.

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LARINGOLOGIA. Coniributoallo studio delle locali 1zazloni laringee nella tubercolosi polmonare. (Riassunto d'una comunicazione al XVI Congresso della Soc. Italiana di oto-tino-laringologia. Roma, novembre 1913) per jLprof. T. MANcror.,1 aiuto nella Clinica oto-rino-laringoiatrica della R. U niversità di Roma. Molli autori si sono occupati di studiare i. rapporti fra localizzazioni laringee e tubercolosi polmonare; ho ritenuto quindi opportuno, b asandomi sulle numerosissime osservazioni fatte al dispensario « Re Umberto », aperto al pubblico dal settembre 19 11 e dove nel solo 1912 aflluirono ben 2224 malati, di portare un contributo personale a questo studio. 1 . FYequenza. - La localizzazione laringea viene descritta, insieme con la intestinale, la complicazione più frequente della tubercolosi polmonare. Willigh la trovò {1856) nel 13.8 %, Inhofer (1908) nel 20.8 %, Potanger nel 29 % fra i malati di un sanatorio. ' Le osservazioni più sicure e éioè quelle basate sulle autopsie dànno una frequenza del 28.r % Eichhorst, 30.6 % Heinze, 50 % Kidd. Io ho trovato, clinicamente. una frequenza ancora maggiore e cioè il 60 %, notando subito che i reperti laringoscopici nega tivi si hanno in casi di lesione unilaterale del polmone, in alterazioni polmonari del periodo secondario, in bam· bini tubercolosi. R itengo che la differenza delle statistiche debba r icercarsi nel fatto che le osser va zioni non sono state ripetute. Io, seguendo i malati da quasi due anni, ho veduto svolgersi delle lesioni laringee in tubercolosi che prima ne erano esenti. Ricor d erò a t al proposito i casi r e 2 dei quali riporto in fine u n cenno di storia. Altra causa d'errore , che può r ispecchi arsi nella valutazione d ella frequenza . è d a t a dal criterio anat0mopat ologico, e in t al caso laringoscopico, su cui si basa la diagnosi. Sappiamo bene che sono frequenti nei t ubercolosi d ei sem plici C'a tarri faringo laringei che non debbono essere considerati specifici, ma condividiamo col Pot3 nger l 'idea che tutti gli ispessimenti della mucosa della laringe in individui


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[ANNO XX, FASC. 50]

SKZJONE PRATICA

affetti da tubercolosi polmonare devono essere ~nsiderati, di regola, come lesioni tubercolari. Mi è accaduto talora di osservare individui che all,esame degli organi interni non presenta. vano segni certi di tubercolosi polmonare, con esame negativo dell'espettorato, presentare delle 'infiltrazioni caratteristiche della laringe, tali da .far ammettere quella diagnosi di tubercolosi che • ·poi si rivelava dopo qualche .mese ad un nuovo esame del polmone. • 2. Periodo. - Tutto ciò risponde ad un altro quesito che molti autori si sono già rivolti e ·-cioè del periodo della tubercolosi polmonare in cui la forma laringea si manifesti e cioè mentre fin dal I periodo si possono avere manifestazioni '1.aringee, queste si faranno sempre più frequenti 'nei periodi successivi come del resto risulta da -una statistica di Besold e Gidionsen che su 498 --casi trovarono la tubercolosi laringea 12.35 % nel primo periodo della tub~rcolosi polmonare; _31.93 % nel II periodo e 55.82 % nel III. 3. Rapport~ di gravezza. - Riguardo ai rap·-porti di gravezza fra le due forme, se vogliamo .considera,la separaiame·nte, gli AA. dicono che i .-casi più comuni sono quelli in cui ad una tuber· -colosi polmonare avanzata s'accompagna una lesione laringea di media gravezza. Però sono numerose le eccezioni a questo pa-rallelismo di evoluzione. ' · Tuttavia è certo che le forme t1lcerative sono -più frequenti nei casi più avanzati della tuber·colosi polmonare. Ciò viene dimostrato anche dal fatto che la forma anatomopatologica quasi esclusivamente ,predominante nei mala ti che ho osservati, è stata la infiltrazione la quale in qualche caso si è tal-mente sviluppata da _assumere la forma vege·tante fino ad apportare la stenosi (caso 5). • Il tipo pressochè unico riscontrato è dovuto in -tal caso alle condizioni generali abbastanza buone -dei pazienti, tanto che questi possono frequentare ancora un dispensario senza essere obbligati .-alla cura ospitali era. I rapporti di -reeifwocità fra le due forme, e -cioè come la lesione tubercolare laringea aggravi la forma polmonare, specie per la disfagia che •ostacola l'alimentazione, sono ben noti. 4. L ocalizzazioni e rapporti di lateralità. - Si affermò che c,era una relazione di lateralità fra . .la parte della laringe e la parte del polmone da maggior tempo malato. I

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Il carattere della lateralizzazione, oltre che per l'importante aiuto diagnostico, rappresentando un argomento in favore della teoria linfatica della infezione laringea, era sostenuto da Schrotter, Friedreich, Bre~gen, Schnitzel , Schoffer, ecc. 1 contro coloro che ammettevano il meccanismo della e&pettorazione. Recentemente Jouty e Molle hanno sostenuto ' che le lesioni tubercolari di una emilaringe coesistono con lesioni predominanti a livello della fossa sopra e sottospinosa del lato opposto: essi spiegano questo fatto ·con uno stato di diminuito trofismo in cui tutta la regione innervata dal pneumogastrico del lato malato viene a trovarsi rendendo così facilmente attecchibile l'infezione: il lavoro, basato su 6 osservazioni, si fonda su disturbi unilaterali della sensibilità. Nella pratica, però, la grande frequenza delle localizzazioni diffuse o delle connessure non permette di appurare questa teoria. Riassumiamo le osservazioni fatte su questo argomento: la lesione laringea coesisterebbe all'a lesione polmonare con le seguenti percentuali se· condo i vari autori: Laub. . . . . . . nel 53.5 % ' Krieg . . . . . · » 39·3 % Magenau . . . . . » 16.25 % Guder . . . • . » 19.6 % Frese . . . . . . » 5 % Besold . . . . . • J 32 % Juraz • • . . . . » 7.9 % Pfei:ffer. . . . . . » 50 % Blumenfeld. . • • J) 5 % Dalle mie osservazioni si conferma il grande predominio della localizzazione interaritenoidea (32 %) cui f~ riscontro la localizzazione multipla (2 2 %) in cui la re~ione interaritenoidea è di solito anche in tere~sata: si può quindi calcolare che nella metà dei casi o da sola o accompagnata da altre localizzazioni, la regione interaritenoidea sia compromessa. Tutto ciò rende di scarsa importanza il criterio di unilateralità, il quale si basa su un numero di casi tanto rari da sembrare eccezionali. Però in due ho potuto osservare che questo criterio corrispondeva perfettamente (casi 3 e 4). Come alterazione notevole .. per la sua alta percentuale (17 %) ho riscontrato la paresi degli adduttori, pur trattandosi di Individui con localiz .. zazioni polmonari riferibili al II periodo. Riferi· sco per i casi da me osserva ti la

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.IL POLICLINICO

Frequenza delle localizzazioni tubercolari nelle va,ie t'egioni della lat'inge.

Varie regioni della laringe contemporaneamente. . . . 22 % Lo spazio interaritenoideo. . 32 % La regione delle aritenoidi. • . 4 % 2 O/ Una corda vocale vera . . . , IO Una corda vocale falsa . . . 2% Entrambe le corde. . • . . . 2% Entrambe le false corde . . . 2 % Paresi degli adduttori . • . . 17 % 5. Tubet'colosi lat'ingea nell' infanzia . - Tutti gli autori sono concordi nel riconoscere la rarità della tubercolosi laringea nell'infanzia e questa rarità è, d'altra parte, tanto più sorprendente quando si pensi alla grande frequenza delle in· fiammazioni croniche e acute nella laringe dei bambini. Vero è che il Perrin afferma che tale diagnosi è più facile farla alla necroscopia decorrendo spesso con assenza di sintomi e specie della disfagia. Con tutto ciò basterà ricordare che fra gli Autori più recenti, il Collet, su più di 1000 casi di tubercolosi laringea, non ne ha visti che quattro casi in bambini. Magenau uno su 400 tubercolosi laringei. Lake su 605 casi tre volte. Lockard due volte su 904 casi. Nel dispensario Re Umberto, estendendosi l'osservazione ai figli dei tubercolosi che vengono a visitarsi, ho potuto constatare in 4 casi di ragazzi da 8 -1 2 anni con notevoli lesioni tubercolari del polmone: La laringe completamente normale in 1 caso (n. 3), in un altro la lesione laringea comparve assai tardivamente, in un altro vi fu una fugace iperemia del vestibolo che migliorò con la cura, e nell'ultimo, infine, si notò per un certo periodo di tempo un'infiltrazione dello spazio interaritenoideo che andò pure migliorando. In cinque casi sospetti (figli di tubercolosi, con esame del torace negativo, ma cutireazione positiva) trovai fn due iperemia costante delle corde, false corde o della regione aritenoidea, ed in un caso anche infiltrazione dello spazio interaritenoideo. I. liambino di 10 anni. - Nella visita del febbraio 191j si era riscontrato ipofonesi agli av.ici. rantoli a medie e piccole bolle, ronchi e sibili. ottusità alla regione sottoclavicolare; l'esame laringoscopico era risult~to negativo nel maggio e nel luglio, mentre nell'ottobre si rivelò infiltra· ?.ione caratteristica nella regione interaritenoidea. II. Donna di 34 anni - ~Ientre l'esame laringoscopico nel principio del 1912 era negativo di fronte ad un reperto del torace costituito da (Io)

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leggera ipofon~si nella fossa sopraspinosa destra. murmure vescicolare aspro all'apice destro coll\ q~al~he ronco e ran~olo, col peggiorare delle condiz1on! del torac~, nell ottobre 1913, compariva l'infil· trazione specifica della regione interaritenoidea. III. panna d.i 21 anni. - Il 23 marzo 1912 presenta 1pofones1, fossa sottoc1avicolare sinistra rantoli alla fossa sottoclavicolare destra e torac~ P.OSteriore sinistro: sputi nega ti vi ; nella laringe 11 20 maggio 1912 regione interaritenoidea e corde vocali leggermente infiltrate, all'esam~ generale del 16 novembre 1912 si trovano le localizzazioni polmonari più diffuse, e abbondantemente positivi gli sputi. L' esame laringoscopico , il 4 dicembre 1912, mostrava che la infiltrazione della regione interaritenoidea era aumentata in modo da assumere la forma vegetante. IV. Do~na ~i 33 a~ni. - Il 27 agosto 1912 pre· s~ntava r1duz1one d1 suono al lobo superiore sin_is~ro, rantoli_ diffusi a medie e pic~ole bolle a s1n1stra poster1ormente e anteriormente nella fossa. sop~a _e sottospinosa; rantoli scarsi posteriormente a s1mstra L esame laringoscopico, 20 novem~re 191~, m~strò leggera infiltrazione della r~gione 1nterariteno1dea e della falsa corda sinistra. V.· Donna di 21 anni. - L'8 maggio 1913 ipofon~s1 lobo superiore destro e base emitorace sinistra: rantoli a piccole e medie bolle su tutto il t?race e specie al lobo superiore destro e anteriormente nella fossa sottoclavicoJare destra, all'esame laringoscopico, 16 maggio 1913, si notava infiltrazione della corda e falsa corda destra, cui seguiva, il 6 giugno, infiltrazione delle aritenoidi e dell'epiglottide, determinando stenosi grave. (Ringrazio vivamente la Direzione medica del Dispensario del largo aiuto fornitomi e segnata. mente il senatore prof. Marchiafava del permesso di pubblicare queste osservazioni). lvl.

CHIRURGIA. ' La chirurgia del pancreas. (WILLIAM

J. MAYo Ann. of Su.,.gery, agosto 1 9 13).

La situazione profonda del pancreas costituisce una notevole difficoltà per l'esatto apprezzamento degli stati patologici di detto organo durante la vita: e le poche conoscenze che di essi abbiamo si debbono principalmente alle osservazioni di qualche chirurgo ed alle ricerche sperimentali. n pancreas deriva da due o tre estroflessioni della lamina intestinale, e nei primordi della vita del feto è intraperitoneale. In seguito subisce una rotazione verso destra e perde il suo peritoneo posteriore, il quale si trasforma in tessuto fibroso. Il pancreas riceve sangue da varje sorgenti, di cui le principali sono: la pancreatico-duodenale superiore, l'inferiore e i rami derivati dall'arteria splenica mentre scorre sul margine superiore del corpo del pancreas.


(ANNO XX, F ASC. 50)

1815

S.ltZIONB PRATICA

I linfatici seguono le vie sanguigne, ciò che, come ha mostrato Deaver, è un fatto importante per l'insorgere di una pancreatite. Il pancreas non ba una capsula propria, ma una pseudocapsula si forma r apidamente per stimoli infiammatorii. Esso trovasi nascosto dietro il fegato , duodeno, colon trasverso e sopratutto dietro lo stomaco; per raggiungerlo, il chirurgo si fa di solito strada traverso il grande omento, dopo aver spinto lo stomaco in alto, il colon in basso. Il pancreas è di solito fisso per la testa, mentre ba mobile il corpo e la coda, ma talora la sua. mobilità raggiunge un tal grado, che l'operatore può stirarlo fuori della cavità addominale.

I. - Lesioni del pancreas durante le opeiyazioni sullo stomaco. Haberkant ha avuto una mortalità d.el 76 % nelle resezioni di stomaco per cancro, in cui il pancreas, in parte compr eso nella neoplasia, fu leso. Mikulicz nelle stesse condizioni, ' cita una mortalità del 70 %, contro 27 .5 ~lo nei casi in cui il pancreas rimase intatto. In 448 resezioni dello stomaco per affezioni benigne o maligne, i fratelli Mayo ebbero una mortalità del 10 ~~. In circa 8 % di questi casi il pancreas venne leso con una mortalità dell' I 1 %. Il dotto pancreatico principale non fu però mai raggiunto. essendosi i Mayo limitati ad escidere la porzione superficiale dell'organo aderente allo stomaco. Dopo aver rimosso la parte pilorica cancerosa, essi affondavano il m oncone duodenale, chiuso con due suture a borsa di tabacco, direttamente nella ferita pancreatica, secondo il suggerimento di Willy Meyer. Suturavano poi il peritoneo anteriore e la capsula neoformata del pancreas alla superficie anteriore del duodeno. Non raramente le ulceri della parete posteriore dello stomaco si perforano ed acquistano forti aderenze col pancreas, nel quale a poco a poco si forma una cavità. L'operatore è, in tali casi, costretto ad escidere un tratto notevole del tes .. suto pancreatico infetto. Per controllare l'emor· ragia gli AA. uRano mobilizzare un tratto dell'omento gastro-colico o gastro-epatico e fissarlo con sutura alla escavazione formatasi nel pancreas. II . - Lesioni del pancreas nel corso di operazioni sulla milza. In 31 splenectomie, praticate netla Clinica Mayo, la coda del pancreas fu lesa tre volte, per il fatto

che questa arriva coi vasi splenici fino all'ilo della milza. In un caso insieme con la milza furono rimossi circa 4 cm. della coia del pancreas, cosi · da lasciare allo scoperto il dotto pancrea· tico: la soluzione di continuo fu ricoperta col peritoneo. Il paziente guari perfettamente. Si ebbe pure guarigione in un secondo caso (anemia splenica), in cui 3 cm. della coda furono trovati uniti al peduncolo splenico. In un terzo caso, pure di anemia splenica, una buona parte del pancreas fu suturata in più piani attorno ai vasi splenici, che per le loro condizioni di friabilità non permettevano una legatura diretta. Anche in questo caso il paziente potè lasciar dopo breve tempo l'ospedale in buone condizioni, nonostante che Ja sutura e la legatura attorno al pancreas avessero dovuto meccanicamente occludere il dotto pancreatico. III. -

Resezione di metà del pancreas per tumore.

Si tratta va di una donna di 37 anni con una storia di dolori colici dell'epigastrio e ipocondrio sinistro, che risali vano a tre mesi prima dell 'in gresso nell'ospedale. Aveva perduto kg. 8 di peso. L 'esame del contenuto gastrico, delle feci, del sangue, la radiografia furono negativi. Fu fatta la diagnosi di probabilità: colelitiasi con risenti· mento pancreatico. L'operazione non rivelò pre · senza di calcoli nella cistifellea, ma mise in evidenza un tumore della grandezza di un uovo nel pancreas. Fu rimosso insieme con parte del corpo e con la coda del pancreas, e l'emorragia con• trollata con clamps lasciati a dimora per cinque giorni. Il tumore, che macroscopicamente poteva sembrare di carattere maligno, si mostrò all'esame istologico come una cisti trabecolare con pareti spesse, compresa in un tessuto òi sclerosi. Gua• r1g1one. Poche sono le resezioni del pancreas per tumore, nonostante che Billroth, fin dal 1884, lo avesse rimosso per adeno-carcinoma. Finney ha raccolto 16 casi di resezione per tumore, ed ha citato un impor.tante caso personale, in cui i due monconi pancreatici divisi furono suturati con esito buono. D ei 16 casi su ricordati, 9 ebbero risultato favorevole, 7 un esito infausto. È da notare che in questi 7 casi si trattò sempre di neoplasie maligne. •

A. CruASSERINI.

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' 1816

IL POLICLINICO

PATOLOGIA DELLA NUTRIZIONE. Stati patologici dipendenti da difetti nella dieta. (SCHAUMANN. Congresso di Londra). Un fatto ora generalmente riconosciuto è che una alimentazione completa dell'uomo e degli animali superiori è costituita dagl'idrati di carbonio, grassi, albumina, sostanze minerali ed acqua in una quantità che corrisponda al dispendio di energia del singolo individuo. Come espressione aritmetica generale dell'energia introdotta nell'organismo in forma di nutrimento si è scelto il valore della combustione delle sostanze alimentari e questo si è posto a base della legge dell'isodinamia. Questa legge ha però un assoluto va!ore solo per gl'idrati di carbonio ed i grassi, mentre per gli alÒuminoidi ha t1n valore limitato; giacchè il primo gruppo di sostanze costituisce in realtà sostanze termogeniche: all'albumina invece spettano funzioni essenziali nella vita del protoplasma: recentemente si è dimostrato che, oltre all'albumina, altri elementi sono essenziali e non sostituibili, così i nucleoproteidi, i fosfatidi. la fitina e la colina; però sull'importanza di questi corpi nel ricambio le nostre conoscenze sono ancora frammentarie. Quindi, oltre a sostanze bene note e conosciute chimicamente, esistono numerosi corpi finora poco conosciuti che hanno un'importanza grande nella fisiologia della digestione. Lo studio di un gruppo di tali elementi nutritivi si connette co11e osservazioni fatte recentemente per le ricerche dell'etiologia del beriberi e dello scorbuto. L'Eykmann ha infatti trovato che i polli che vengono nutriti per lungo tempo con riso accuratamente liberato dei suoi invo- ' lucri muoiono di una malattia che presenta molta analogia col beriberi, in cui si riscontrano para, lisi delle zampe e delle ali, con degenerazione di nervi periferici, forte dimagramento, talora edemi e prima della morte dispnea e cianosi. Altri autori sono riusciti ad avere quadri morbosi analoghi alimentando gli animali con mais, patat e, pane o carne molto salati. Inoltre si è osser\~:lto che alcuni ~lementi riscaldati a lungo in aut( >clave a 1~0° perdo110 il loro valore nutritivo e determina110 alterazioni gravi negli animali a cui vengono somministrati. Qui non si può parlare di una mancanza di eleme11ti nutritivi fondamentali intesi nel senso

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[ANNO XX, FASC. 50)

antico; d, altra parte si è visto che aggiungendo alle sostanze trattate nei modi suesposti una piccola qua11tità di certe sostanze animali o alimentari che per sè non basterebbero a mantenere la vit~, non solo si evita l'insorgenza del quadro morboso descritto, ma si ha un'azione terapeutica immediata, giacchè scompaiono estese paralisi in pochissimo tempo. Il gruppo delle sostanze necessarie in questo senso è costituito sopratutto dal lievito di birra, dalla corteccia dei grani del riso o di altri cereali, dalla sostanza del testicolo, del cervello, dal muscolo cardiaco, dal tuorlo dell'uovo, ecc. I4e osservazioni fatte anche sull'uomo dimostrano che ~l beriberi si ha specialmente negl'individui che si nutrono quasi esc~usivamente di riso mondato. Anche studi sperimentali praticati su malati mentali confermano il fatto suddetto: basta una piccola quantità di riso non mondato perchè la malattia non insorga e se è già iniziata guarisca rapidamente. Quindi si può concludere che il beriberi è una malettia dipendente dalla mancanza di una sostanza contenuta nella crusca. Al tre ricerche hanno dimostrato che gli estratti alcoolici ed acquosi di tali « sostanze complementari » hanno la stessa azione delle sostanze stesse sebbene in grado più limitato. Lo Stepp ha osservato che nutrendo i topi con sostanze alimentari trattate con alcool essi muo· iono in brevissimo tempo: aggiungendo invece ad esse il residuo ottenuto dopo l'evaporazione dell'alcool di lavaggio, l'animale si rimette rapidamente. Quindi queste sostanze complementari sono solubili in alcool e così è stato dimostrato che lo sono pure in etere. Lo Stepp ritiene trat· tarsi di fosfatidi, il Rohl di lecitine. Osborac e Mendel hanno trovato che con una miscela appropriata di proteine pure, di idra ti di carbonio, di grassi e di sali si può mantenere costante il peso del corpo di ratti giovani, ces · sando l'accrescimento. Aggiungendo una piccola quantità di latte o di estratto alcoolico di latte si ha un rapido accrescimento degli animali: quindi gli AA. pensano · che le • sostanze complementeri , siano forse f veri • ormoni specifici <lell'ac-crescimento 1. È interessante il fatto che la stessa nutrizione insufficiente nei diversi animali p11ò portare a diverse alterazioni, cosi mentre si è visto che la mancat1Za di alcune sostanze in alcuni animali provoca una polinevrite netta, in altri solo lie-


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SJfZIONB PRATICA

l~I7 •

vissime degenerazioni: in alcuni casi la malattia si avvicjna allo scorbuto, in altri al beriberi. Dei corpi conosciuti chimicamente e che avrebbero tale azjone indispensabile alla vita. finora ne è stato isolato uno dal Funk dall'estratto alcoolico della crusca del riso: è una sostanza cristallizzabile che egli ha chiamato vitamin e per cui ha trovato anche la formulà . Essa introdotta per os ovvero per via sottocutanéa, ha una spiccata azione antinevritica. Non si sa ancora se le vitamine di origine diversa abbiano la stessa composizione chimica. Pare però che tutte siano combinazioni fosforate (fosfatidi, acido nucleinico, fibrina). Il meccanismo d'azione delle vitamine sarebbe identico a quello dei fermenti che agirebbero stimolando il ricambio dell'azoto; pare però che sul ricambio del fosforo esse non avrebbero alcuna • azione. Dal punto di vista pratico risuJta che molte sostanze ritenute come ricostituenti, quali l'estratto di malto, agisconq con tale meccanismo: molti successi della terapia dei fermenti, in oggi cosi in voga, debbono avere questa spiegazione. La conclusione che sorge dai fatti suesposti è che una alimentazione completa dell'uomo e degli animali superiori non è costituita solo dagli elementi ormai da tetti ammessi come indispen sabili; idrati di carbonio, grassi, albumina, sali minerali ed acqua, ma di un gruppo di altri corpi contenuti in piccole quantità in tutte le sostanze nutritive che sono necessarie p·e r !a conservazione della vita. P. ALESSANDRINI.

TERAPIA. Sulla resistenza dei focolai locali di spirocbeti alla cura antiluetica combinata. •

(FISCHI..

W iener ktinische Wochenschrift, 1913, n. 37).

La questione della possibilità della reinfezione sifilitica fu già risoluta dal Kobner in senso positivo nel 1871 e l'antico aforisma che nessuno ' può infetta~si di sifilide più di una volta (Ricord, v. Barensprung) cadde quindi nel vuoto. Peraltro, siccome le osservazioni successive non sempre reggevano ad una critica severa, si cercò nel congresso di Londra del 1896 di precisare il concetto di « reinfezione », senza che però si riuscisse a risolvere in modo definitivo una quistione cosi

importante anche dal punto di vista della curabilità della sifilide. Cosi il Johns su 356 casi ne trovò soltanto 14 i quali non prestassero il fianco a qualche obiezione, dovendosi ammettere una reinfezione solo quando concorressero le seguenti circostanze: 1 a certezza assoluta sulla pregressa lues; za la nuova affezione deve clinicamente manifestarsi con ttna sclerosi (e, secondo le nuove ricerche, la diagnosi ne deve essere completata dalla dimostrazione della spirochete); 3a sviluppo della ti piéa tumefazione dei nodi linfa ti ci regionali; 4a comparsa delle manifestazioni 'secondarie dopo il solito periodo d'incubazione; 5a recentemente si richiede anche l'esito positivo della reazione del W assermann. Il Pasini, in base alle sue ricerche, esprime il convincimento che durante i periodi di latenza della infezione sifilitica rimangano delle spirocheti in quelle parti di tessuto che già furono sede di una manifestazione specifira. Egli trovò infatti nelle sezioni di una macchia pigmenta.ria atrofica di un bambino ereùo-sifilitico, dopo due anni dall'apparente completa guarigione, delle spirocheti colorate con il metodo del V0lpini e Bertarelli. Sandmann inoculò in otto scimmie i residui cicatriziali di manifestazioni sifilitiche clinicamente guarite, tolti da pazienti che non avevano avuto più segni di lues da un periodo di tempo variabiabile fra sei settimane e quattordici mesi, e riscontrò che, anche nei casi curati energicamente con il mercurio e in cui non si erano avuti da lungo tempo sintomi di lue recente, permaneva sempre il virus nei punti ove prima si erano avute manifestazioni. Anche Hoffmann giunge alle stesse conclusioni e riferisce di aver trovato, in esperienze analoghe, un numero abbastanza notevole di spirocheti. L'inoculazione nelle scimmie dette risultati po· siti vi. In contrapp0sto a queste osservazioni VignoloLutati, in quattro pazienti che da otto mesi sino a due anni e mezzo parevano guariti della loro lues, non riscontrò più spirocheti ma solo ancora dell'infiltrato cellulare. Secondo Neisser, Baermann ed Alberstadter le spirocheti ospitate, per così dire, negli orgèilli emopoietici, al momento del nuovo divampare del processo, rientrano in circolazione, si fissano nella pelle e dànno luogo ad un infiltrato perivasale. A soC5tegno del loro modo di vedere starebbe il fatto che, nei periodi di nuova attività del processo, sarebbero dimostrabili le spirocheti nei preparati fatti dal sangue. \


1818

IL POUCLINICO

Comunque voglia spiegarsi questo permanere del virus infettante nei casi di lue~ ben curata e clinicamente libera di manifestazioni, le mentovate osservazioni giustificano l~ipotesi che le recidive nella sifilide siano dovute al ripullulare delle poche spirocheti rimaste nei tessuti. L'autore ora si è proposto di studiare nella clinica d . s. di Vienna questa questione in rapporto al metodo di cura combinata (neo-salvafsan e mercuf'io) istituendo ril'erche istologjcbe e sperimentali di cui riferisce il risultato. Il sistema " di cura, usato nella clinica, si può riassumere in questo schema: fatta la diagnosi clinica, confermata dalla dimostrazione delle spirocheti ed eventualmente dalla prova del Wassermann, e se non esistono controindicazioni (tisi;· nefrite, grave arteriosclerosi, lesioni nervose e quelle alterazioni oculari e auricolari nelle quali secondo gli spe· clalisti il neo-salvarsan non sembra indicato), si somministrano per prima, agli uomini, gr. o.6 di neo salvarsan, nelle donne gr. 0.45, per iniezioni endovenose (o.I5 di neo-salvarsan per 20 eme. di acqua da poco stillata e sterilizzata). Se non si ha notevole aumento di temperatura o altri disturbi (dolor di capo o di stomaco, albuminuria, esantemi tossici, ecc.), si inietta nei giorni successivi una maggior dose (sino a 0.75-0.90) secondo la costi tuzion~ individuale, dopo di che s'inizia una cura mercuriale per frizioni o per iniezioni (in generale 30 frizioni, o 12 iniezioni di bicianuro di Hg.). A metà di questo ciclo di cura, si fa una terza iniezione di neo-salvarsan, nelle stesse dosi della precedente, ed una quarta finalmente se ne fa quando la cura mercuriale è completa (0.9 negli uomini, 0.75 nelle donne). Nei casi studia ti dall'autore fu fatto anche un tra t .. . tamento locale (calomelano, empia'3tro grigio, ecc.). Tre infermi (condilomi piani e panadenopatia; sclerosi iniziale e scleroadenite inguinale bilaterale; sclerosi iniziale con adeniti bilaterali inguinali specifiche ed angina specifica), furono sottoposti a questo trattamento, dopo di che si procedette alla escissione, previa anestesia locale, dei resti dei condilomi piani (1° caso) e delle cicatrici residue dei sifilomi iniziali (2° e 3° caso). Dalla superficie di sezioni dei pezzi cosi escissi vennero fatti , con 1'aggiunta di una goccia di soluzione fisiologica di cloruro di sodio, molti preparati per strisciamento. Parte di questi tessuti furono messi in soluzione di formalina 10 %, per la colorazione Levaditi e parte infine furono innestati sotto la cute dello scroto di conigli . san1. (14)

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Nel primo caso (condilomi piani in soggetto sifilitico da più di un anno, escissi dopo due mesi dalla prima iniezione di neo-salvarsan) lari· cerca delle spirocheti fu positiva solo nei preparati col metodo del Levaditi, per mezzo del quale le si poterono riscontrare ben conservate e piut· tosto numerose intorno ai vasi e in mezzo al connettivo cicatriziale. Uno dei conigli innestati. dopo circa due 'mesi ptesentava al testicolo de· stro un nodo ulcerato della grandezza di un pisello, che fu escisso e nel quale fu possibile dimostrare la presenza di spirocheti. Un successivo innesto su di un coniglio, nei due testicoli, di due frammenti di questo nodo non ebbe esito positivo. Nel secondo caso (cicatrice di sclerosi iniziale con lieve pigmentazione, escissa dopo 36 giorni dalla prima in. . ezione di neo·salvarsan) si ebbe presenza di spirocheti nei prepara ti per strisciamento. Uno dei conigli iniettati, dopo circa due mesi presentava un nodo sottocutaneo della grandezza di una lenticchia, che fu escisso e, colorato col metodo Levaditi, mostrò numerose spirocheti nelle • • sez1on1. Nel terzo caso (cicatrice qel sifiloma completamente ricoperta di epiteli o e con lieve pigmentazione: !,escissione fu fatta circa un mese e mezzo dopo la prima iniezione di neo-salvarsan), si ebbe risultato positivo nei preparati per strisciamento e anche, sebbene in scarso nt1mero, in quelli col metodo Levaditi. Risultato negativo degl 'innesti nei conigli. Questi risultati dimostrano che anche dopo una intensa cura combinata con neo-salvarsan e mercurio sono visibili le spirocheti nei focolai all'apparenza guariti e che la virulenza di esse non sembra essere diminuita {come mostrano gl'innesti ai conigli), Ciò concorda con i risultati delle ri· cerche del Neumann, Majocchi e di altri, secondo le quali, in un territorio dove si erano avute in precedenza manifestazioni luetiche, malgrado una cura generale con il Hg ed anche dopo cure loun infiltrato. cali, oermane • I risultati ottenuti dall' A. sui sifilomi iniziali macroscopicamente guariti portano qualche lume nella questione ancora molto discussa della reinfezione e del sifiloma 'edu~: secondo l'autore le spirocheti residue nel sifiloma possono dar luogo ad una nuova manifestazione che qualche volta assume l'apparenza di un nuovo sifiloma iniziale. I risultati stessi dimostrano che con una intensa cura con Hg e sal varsan, pur ottenenda&i effetti sorprendenti anche in forme spesso ribelli I


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;alla terapia ed assai infettanti (sifilide della mu·cosa boccale), non si ottiene una completa di-struzione delle spirocheti in lo&o. Finchè dura l'azione intensa d~l Hg e del salvarsan può non verificarsi una manifesta disse-nìinazione di virus nell'organisno dai superstiti -nidi di spirocheti, ma quando i due prepara ti si sono completamente eliminati dall'organismo ·stesso, possono allora le spirocheti moltiplicarsi in loco e diffondersi. Ciò, secondo l'autore, giu:stifica il precetto di escidere al più presto il sifiloma iniziale o quanto meno distruggerlo per quanto è possibi1e in quei malati in cui, man·cando ancora adenopatie ed esantemi, il processo morb<)SO sembri non essersi propagato all'orga·nismo intero. In questo modo è più probabile -che si riesca ad impedire anche per l'avvenire una recidiva locale ed una propagazione delle -spirocheti in tutto il corpo, mentre nei casi non trattati in tal maniera può il focolaio di spiro.cheti residuanti dare origine di nuovo ad un processo patologico e cosi far credere al quadro di una reinfezione. V. MONTESANO.

STORIA DELLA MEDICINA. Nel quarto centenario della nascita - di Andrea Vesalio. Bruxelles si prepara a celebrare in modo solenne il ricorrere della nascita di Andr ea Vesalio. Vesal è il vero cognome originario dell 'ann · tomico belga, che in latino si disse Vesalius (' :italianamente Vesalio. L'Italia ha il dovere ed il diritto di parte~i · parvi, perchè la figura del riformatore deg·li studi anatomici del secolo XVI si innesta e si confonde con la vita universitaria di nostr.1 _gente : studiò a Padova, fece dimostrazioni a Bologna, dettò lezioni a Pisa, e sarebbe succ :· <duto al Falloppio sulla cattedra padovana, se l a morte non lo aveses rapito a cinquant'anni. Con il 1914 saranno passati quattrocento anni dalìa nascita del Vesalio avvenuta il 31 dicen1bre 1514. 11ella capit ale belga. Andrea era. figlio di uno speziale della corte di Carlo V; .aveva studiate lettere latine e greche e fisica al collegio di Lovanio; più tardi a complemento di coltura imparava l'arabo. Seguì a Parigi il corso di anatomia di Silvio, e ritornando a Lovanio vi compose il primo scheletro, con !e <>&sa di un impiccato.

Peregrinò per la Francia, la Svizzera, l' :\ustria e la Germania, e sempre per ragioni di studio ristette a ·venezia, a Padova e Bologna. Essendo stato invitato da Cosimo I de' Medici, il grande mecenate delle scienze e delle arti, a tener un corso di lezioni dimostrative a Pisa, vi andò, ed osò rettificare le nozioni galeniche, allora predominanti nelle scuole universitarie. Con l 'atto a11dace fondava la moderna anatomia obiettiva. A Basilea pubblicò il trattato rinnovatore, con il quale contrastava a molti concetti del medico di Pergamo, suscitando meraviglie e proteste degli autorevoli maestri del t empo. Per le scienze, come per le società, nulla è tanto penoso quanto l'accettare un'idea che le sforzi a rinnovellarsi. Vesalio sosteneva l'anatomia doversi investigare direttamente sull'uomo, sottoponendo a rigoroso controllo le nozioni tramandate. E non subendo il fascino di una tradizione umanistica, era meno rispettoso verso i maestri dell'antichità e si allontanava da loro ogni volta che i l diretto controllo gliene dimostrava errati i pregiudizi. l\Ia non era molto facile poter attuare u11 tal metodo! L'anatomismo galenico era molto più agevole, poichè si trattava _di leggere e di interpretare i testi, e veniva favorito dal fatto che le autopsie nel medio evo erano state vietate fino al secolo X III, quando Federico II decretò non potersi aspirare al titolo di chirurgo, senza avt.r compiuta qualche preliminare dissezione. Ma quale scarsezza di osservazioni! Nelle scuole mediche di Sicilia e di Napoli si a11atomizzava ttna .volta ogni cinque anni ! Facevano t~sto il libro di l\1ondino dei Liuci del 1315, ritoccato dal Berengario e dall 'Achillini i1el 1520, e dopo il 1534, le tavole del Dryander e del Ryff. Con il trattato Dt liu1nani corporis fabrica, compiuto nel 1542 da Vesalio, cominciava l 'opera riformatrice.

•• • fierissimi

Opera che ebbe nemici anche in coloro che pur contribuivano a scalzare a demolire metodi e tradizioni viete, con la costruzione di una nuo·va scienza di osser·vazione. Quale ragione ha questo fenomeno paradossale, che costituisce una delle più singolari sorprese della storia delle scienze? Nei miei studi sull'Eustachi ho cercato di lumeggiare questo profondo dissidio, che andava oltre le persone e coinvolgeva u11a radicale concezione di metodologia . Per valutare con giustizia le ricerche dei celebri anatomici del secolo XVI, bisogna rappresentarceli in lotta contro il fanatismo e contro l'autorit à dispotica di Galeno. Essi furono in ciò molto meno fortunati degli anatomici dei nostri

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giorni. E conviene giudicare gli uomini con le idee e le conoscenze del loro tempo e non con le nostre : le insistenze cavillose, il linguaggio talora violento, le sottigliezze pedanti delle argomentazioni - ricordate il contrasto tra l 'Annibal Caro e il Castelvetro? - potranno sorprenderci in uomini così superi ori, ma trovano la loro spiegazione nel costume e nell'abito mentale del secolo : è appunto in quest'epoca che, ad esempio, Ingrassias per divulgare le belle ricerche sulle ossa non le affida a un lavoro suo e autonomo, ma le va interponendo alle povere osservazioni sullo scheletro lasciate da Galeno. Su questo nome venerato si giurava ciecamente. L'o1)era di Galeno riassume tutta la scienza dell'antichità, si sforza di coordinarla, di farne la critica, di dare un organismo uno e razionale alla medicina, di stabilire regole e leggi; Galeno sperimenta, seziona, riferisce le funzioni che scopre alle strutture messe in luce e per questa tendenza scientifica giunge a rendere all'anatomia e alla fisiologia inestimabili benefizi : la sua opera resta il testamento biologico e medico del mondo antico. Nel medio evo, quando lo spirito umano è come ottenebrato, la tradizione galenica, pur incompresa e travisata e deforme attraverso gli arabi, getta uno sprazzo di luce nell'insegnamento medico, in cui i testi di Galeno formano m1 codice imposto come una bibbia, così che la sua dottrina grava fino al secolo xvi intangibile e tiranna. Per abbatterla occorse uno sforzo gigantesco, che noi difficilmente misuriamo: per rendersi conto della coscienza individuale e collettiva in quel momento storico, dobbiamo leggere gli scritti di von Helmont, di Vesalio, di Colombo, di Eustachi, di Paracelso, in cui sono gli echi della grande reazione cl1e si andava svolgendo e dei conflitti suscitati da essa. Il nome di Galeno diverrà per alcuni, come per Vesalio in cui frequente ricorre il Galenus erra'Uit, sinonimo di quanto è retrivo e scolastico; al fegato gale1iico Bartholin detterà l'epitaffio ironico. Tutta,ria quando Vesalio rigetta il maestro di Pergamo, nasce un vivo fermento di ribellio11e it1 molte scuole d'Europa (Sylvius a Parigi, Eichmann a Marburgo, Eustachi a Roma, Pozzi a Vercelli e lo stesso mite Falloppio), protesta che, appunto perchè diffusa e complessa1nente i11trecciata da odi personali e pregiudizi i11tellettuali, non possiamo giudic~~rc con semplicismo. Se i primi possono dare conto dcl libello del Sj"},;11s, già maestro del Vesalio, il quale scri,~e11do co11tro il gra11de anatomico 11e alterò puerilmente il cognome, Vaesa11i c1tjusda111 caL11nzniar1t11i ilt Hippocratis et Galeni rttn a11aton1icani depulsio, ove taccia il disce-

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polo d'imperizia, d'arroga11za, d'empietà e persino di aver alterato i testi dell'antico, i secondi avean radice nell'essenza stessa della rinascita~ Mentre Vesalio si ribella a Galeno e con questa rivolta dirige gli studiosi verso una distinta anatomia normale dell'uomo, indipendente della zootomia ; Eustachi ha il senso della gelosa custodia di una tradizione umanistica,. della quale trova il tipo perfetto in Galeno. Se esso erra nei particolari è un genio anatomico dal lato delle vere intuizioni scientifiche ; ed era naturale che Eustachi nel dedicarsi all'anatomia normale descrittiva, congiungendola alla anatomia patologica, e nel rischiarare il significato funzionale degli organi in condizioni normali e morbose con lo studio dell'anatomia comparata, obbedisse ai canoni sperimentali. In ciò l'italiano era più all'unis.ono col pensiero del suo tempo che non il belga. L'età loro deve cominciare con un ritorno a quello che era stato, con una ripresa di quello che s'era fatto: di qui la necessità e la ragione del rinascimento. La conclusione della rinascita è rispetto alla gnoseologia, quella stessa della grecità; si guardi alla natura, s'interroghi, si sforzi a svelare i suoi segreti, perchè le idee non sono fuori delle cose, nè imposte dalla mente all'univ·erso, ma nascono nella 1nente dal s110 fecond<> contatto con la natura. Molteplici dunque gli elementi che muovevano il dottissimo Eustachi - il quale era, non bisogna dimenticarlo, figura rappresentativa del suo tempo, un perfetto umanista. - in difesa di Galeno, nel quale incarna l'indirizzo scientifico del rinascimento, che nella vita e nella letteratura del classici vedeva il modello dell'umana perfezione e in esso con studio entusiasta voleva penetrare. D'altro lato non era così cieco seguace degli antichi da trascurare l'esperimento e l'osservazione: udiamone la professione di fede, che espone nella avvertenza, premessa alle opere minori: «Tantum semper apud me valuit « veternm scriptorum authoritas; tantumque et « studii, et operae, in veri inquisitione investi« gationeque ponendum esse existimavi; ut sum« mos in re medica viros, qui vere principes eius « facultatis authores, et habentur, et sunt; quos « imitarer, et sequerer Hippocratem et Galenum, « duces in primis delegerin1: ac in infinitorum «pene hominum, et eorum animantium, quae « in nostra terra gignuntur, corporibus inciden« dis et dissecandis... .. multos jam an11os di li« gentissime sim versatus >. D'altronde l'amore del ·v ero gli fa correggere e completare Galeno: «Ego vero non contradi« cendi studio, sed ut veritatem eruam; et doc« tiores viros ad celeberrimi h11ius authoris cau-


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« sam suscipiendam excitem; non pos~um me

continere, quin multo aliter hac de re scribam, « qua1n ipse fecerit )). Andava in traccia della verità e quando credeva di doversi allontanare dagli asserti del maestro lo faceva liberamente e in guisa ne persuadeva i discepoli, che per questo i fautori più ortodossi del pergameno gli suscitarono in Roma una sorda ostilità. Quando pensa di essere n el \rero Eustachi, come egli stesso dice, u sa un eloquio fervido e concitato e aspro, non risparmia parole e critiche acerbe a Vesalio: « Nescit hic vir >> (scrive nel De. Ve n.a co1nm'u11i projunda bracliii) « alio« rum it1iura quicquam scribere ... inani quadar.1 <e suspitione insimulat : arbitratus fortasse, <e quae ipse non vidit, immo, ut rectius loquar; cc quae negligenter preateriit, nusquam repe<< riri )> . Vesalio poi prestava il fianco all'attacco, poichè mentre accusava Ippocrate e Galeno di aver descritto unicamente l'anatomia umana su sezioni di primati, aveva ricavato molti capitoli della sua fabrica dagli animali: e l'Eustachi, al cui zelo stizzoso, nulla sfugge, lo not2.: « quum non semel et ipse (Vesalius) ad bruta conf ugiat; q11emadmodu1n in oculorum, lin« guae, ac laryngis musculis, nec non renibus « cum plerisque alijs partibus animadvertitur ». Altra cagione per la quale Eustachi e Falloppio si elevarono contro Vesalio derivò dall'arroganza verso Galeno talora non giustificata e sempre ostentata1ne11te espressa dal brussellese e dall'autorità inoppugnabile che numerosi fanatici co11cedevano ai s11oi libri. In ciò vedevano una ingiustizià, una viltà servile, un danno alla scienza; egli, dopo restaurata l'anatomia minacciava un grande male allo spirito scientifico, poichè dal sommo grado a cui era asceso, l'.alto ufficio egemonico e sociale che ebbe presso il più potente monarca del mondo, esercitava tal fascino sulle ·menti, che si stimava grave colpa il co11traddirlo. Era un nuovo idolo, un nuovo ipse dixit che si andava affermando, che avrebbe ostacolato il libero progredire delle scienze, senza l'animo franco e sdegnoso di Colombo e di Aranzi, di Eustachi e di Falloppio. E quest'ultim, volle esprimere all'inizio delle Obser'Vatio'ries a1iatomicae con ironica meraviglia il suo pensiero su la pretesa infallibilità di Vesalio: « Io non sono stato - scrive Falloppio - alla cc scuola del Vesalio, ma tanti pregi riconosco « nelle sue opere, che volentieri mi dichiaro suo «discepolo. Tuttavia nelle proteste di molti che «lo stimano senza errori riconosco altrettanta « in<Tiustizia. Nella scienza anatomica errò Ipo « pocrate, incontrò Aristotele il falso, errar .)UO « Erasistrato, Marino, Erofilo e, come i suoi <e

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« antecessori, sbagliò Galeno. Ora, Vesalio non « ha mai dato nel falso? Invece io trovo in « q11esta sua anatomia non poche cose errate; le « omissioni non le enumero, e in vari luoghi

l'anatomia dei bruti spacciata per l'umana è «mentire alla scienza imperdonabilmente, dopo cc le accuse non sempre giuste nè vere, da lui «mosse a Galeno di non aver descritto che « membra di scimie >>. Ora potremo intendere la difesa fanatica di Galeno e le pagine di fiera e diritta critica mosse da Eustachi allq studio dell'orecchio nell'anatomia del Vesalio, donde u11a polemica che fu causa che il sanseverinate divenisse spesso acre e intransig·eute verso l'innovatore, di cui miscono:.ce la grande importanza scientifica. Str.ana condizione psicologica di uomini cosl sommi : lYiartine, Albi110, Haller sono d'avviso che Eustachi co11 le stte tavole non mirasse a rappr sentare tutte le parti del corpo secondo un ordine sistematico, ma di correggere le osservazioni di V esalio i11ipude1ite, per far trionfare quella che eglì credeva la verità : « quum cc tam severus et g·ravis Ves lii censor fuerit, « ico11es efficeret, et eas quidem haud dubie « 1nagnam parten1 contra Vesalium ». (Albino). Ma q11esta ostinazione nel polemizzare co11 l 'a11atomico belga, il sorvegliarr1e continuo i nlovimenti e il regolare la propria attività scientifica su la falsariga di quello, doveva riuscire fatale all'opera eustachiana : dopo aver dato alla luce lo scritto sui reni, seppe che « nonnul~ « los (leggi Vesalio) veheme11ter commotos fuiscc se» onde determi11ò di attendere le replic.:be, prima di pubblicare le sue osservazioni quasi ultimate e le tavole che da an11i veniva preparando. Ma in quell'anno stesso Vesalio mori; é il superstite Eustachi, malato e stanco, non completò il disegno vagheggiato, lasciando ogni documento delle sue ricerche al suo compagno di lavoro Pini che, forse perchè scomp.a rso lo stimolo di un avversario, mancò alla promessa di pubblicarle. cc

••* Vesalio confutò con letture e con altre dimostrazioni le obbiezioni che gli venivano fatte e prosegui nelle riforme, aggiungendo alla diretta osservazione morfologica o dei fatti descrittivi, l'osservazione sperimentale. Aprendo il torace a un cane gli potè prolungare la vita, insufflando ritmicamente aria nel polmone collacontrariamente bito. Egli allora sostenne alle dottrine meccaniciste - che l 'uffi.cio della respirazione doveva essere quello della ventilazione polmonare. Fatto che un secolo dopo Roberto Hooke dimostrava essenziale alla vita. (17)


IL POLICLINICO

Vesalio studiò pure le funzioni respiratorie <lei muscoli intercost ali e sempre in tema di tal natura ammise com e possibile il fatto, che sebbene il feto sia in istato di apnea, già a partire dal settimo mese ha latenti le attitudini alla respirazione polmona:ce. Inoltre contribuì allo studio dei visceri, delle vene, delle valvole semilunari e del setto interventricolare: di quest'ultimo finì per ammettere l'impermeabilità, sen za forse intenderne il valore, portando così un elemento inconsapevole a favore della circolazione generale del sangue. Nella 1)ri1na edizione della sua opera V esali o confessa di ammirare L artefice i1idustre che per meati non visibili del setto è giunto a far trasudar e il sangue dal ventricolo destro al sinistro. Nella ris t ampa del 1555 manca la protesta di ammirazione al creatore e lo seri vente dichiara di non intendere come « per septi illiu s sub« stantiam ex destro ventriculi in sinistrum n e « minimum quid sanguinis assumi possit ». Questo più r etto modo di pensare Tollin crede ii1spirato a Vesalio dalla Cristianisnii restitutio p11bblicata n el 1553 da Serveto. Foster sostien e ii1vece che il passo della prima edizione del Vesalio non rappresenti che una larvata ironia dell'a11atomico, il quale avrebbe ricorso a questo mezzo quando il suo pensiero era in aperto e stridente contrasto con i dogmi galenici. Nella seconda edizione, quando salda era la sua fama e il rinnovamento dell'anat omia a\"eva progredito in modo mirabile, egli sostituì g·ran parte di qttesti dubbi velati sost enendo a \-iso aperto la propria opinione. Ora, questo su pposto dcl fisiologo inglese sembra arbitrario e inatte11dibile, se si tien conto del t emper a1ne11to clel Vesalio e del suo atteggiament o critico aggrc sivo, assunto verso l e dottrine galeniche. D'altra parte Ceradini, con una serie di risco11tri sug·li scritti minori del bruxellese l1a c1i111ostrato che Vesalio aveva appresa a Pa<.lo,·a dal suo prosettore Colombo l 'impermeabilità del etto 11el 1542 e aveva difesa questa dottri11a a Pisa 11el 1543 senza mai dedurne la consegue11za fisiologica che ne discende, del circolo 1ni1101'e e neppt1re la necessità soste11ut a da Gale110 - delle anastomosi della ,·e11a arteriosa co11 1'arteria venosa, - al fine di e\·ita1e occasioni di glorificare Colombo, a cui serbò i~ucore perchè a. Padova a\·e,·a cercato di re11dergli ostile la scolaresca. ono a11cl1e da ricordare del Vesalio le autopsie fatte a sco1)0 a11atomo-patologico : alcune di que. t c~cguitc nei corpi dei colleghi dell 'ate11eo pi"a1101 che co11 1nodernità di concetti co1ne al laostro tc111po dove\"a110 dare esem1)io il \ 1aloroso .. 1H1to1nico ,iaco111ini o il I .. ombroso - lega'\'«ltlo 1

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il loro corpo alla ricerca scientifica. Così è da 1nenzionare l'autopsia metodica fatta da Vesalio sulla salma del giureconsulto senese Belloarmati, professore a Pisa, trasportata a Siena dopo il completo exstispiciuni. L' osservazione , acuta . tuttora per l'epicrisi, è nel libro di Vesalio Radicis Chynae Ibsus (Lugduni, 1547), ove si cont engono preziose notizie di anatomia e dati importanti sui mezzi e s ul materiale anatomico concessi all'autore da Cosimo de' Medici, al quale è una dedica scritta da Fra11cesco Vesalio - frat ello di Andrea - datata « Ferrariae tertio idus Augusti 1746 ». Dunque Vesalio in modo indiretto contribuì alla scoperta della circolazione confutando non pochi errori galenici, specie la dottrina dell'ematopojesi epatica. n fatto da lui notato che il calibro della cava è maggiore in prossimità del cuore che del fegato, lo ricondusse alla dottrina aristotelica dell' eniatopojesi cardiaca, e ad ammettere che non solo le arterie, ma anche le vene sono suddite del cuore.

•** Andrea Vesalio fu medico nelle milizie di Carlo V, poi_ a corte di Filippo II, dove diventò vittima di gelosie feroci e di basse in·v idie. Alla corte di Spagna era deceduto un per&onaggio di molta autorità; all'autopsia ave11do Vesalio urtato con la punta dello scalpello il ct1ore d el morto, parve ad alcuni dei presenti che quest'organo si fosse contratto. Ne seguì un tumulto. Egli è t acciato di assassinio, è trascinato in giudizio) condannato a morte . Inter\1enne personalmente il re e commutò la pena nell'esilio. · Vesalio p artì per la Palestina, in pellegrinaggio espiatorio ; a Padova i11t anto si spegne\a Falloppio (1562) lasciando vacante la cattedra di anatomia. Il Senato di Venezia, memore del Vesalio, gli offri la cattedra e l 'in,1.tò a prenderne possesso. Era un raggio di speranza per l'esiliato, sc·litario e nomade per la Terra Sant a; legittima speranza che doveva essere brutalmente troncata dalla sventura! Fatta vela per l'Italia, dalle sponde dell'Asia 1\1inore giunse all'arcipelago greco e colto da furioso ciclone perì, 11aufrac.-ando sullo scoglioso lido di Zante. Era la metà di ottobre del 1564. Miserevole :fi11e di chi, , ,issuto sotto il fas toso dominio spagnolo, ave\.·a fatto n1emorabili $tudi, in età fiore11tissima per le arti, le lettere e le scienze : in quell'epoca in cui Copernicv rinno\Ta,•a le dottri11e astrono1nicl1e, Cardano le t eorie algebriche, Cesa!pino scopri,·a il circolo ~anguigno e arditi t1a\ igatori nuo\·e terre; qt1ando ' rasari scri~eva le l 1 ite, Cellini fonde,·a (">

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il !'erse.o, e la cupola di l\1ichelangelo s'innalza-va ardimentosa nel cielo di Roma 1 Vesalio così appartiene anche a noi, e la nazione italiana deve associarsi alla celebrazione eh~ il po1)olo fiammingo ne farà a Bruxelles nel -centenario del r9r4. GUGLIELMO BILANCIONI.

!CGADEMIE, SOCIETl IEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOURJ).

lt. A cc ad e mia medi ca

di Rom a.

Seduta straordinaria del 23 novembre 1913. Presidenza del prof. F. Durante, presidente Prof. R. - Campana. In pa.-ecchi casi di bambini con mala,ia cronica v'è complicata la sifilide. L'O. studiando con particolare interesse nei bambini alcune forme di malaria cronica ribelli alle cure antimalariche, si è domandato se tali forme possano avere relazione con qualche altro processo morboso e particolarmente colla sifilide. Su due manifestazioni è stata portata- speciale attenzione: la febbre e le alterazioni organiche. I/0. è giunto alla conclusione che: esistono lesioni .attribuite a malaria e possono riferirsi a sifilide; quelli che hanno manifestazioni febbrili, che si potrebbero ,riferire a malaria, sono stati curati efficacemente cogli aJ:?.tisifilitici; non si esclude che tali soggetti possano avere contemporaneamente la malaria. Il prof. Gosio sente il dovere d'interessarsi in tnodo speciale , alla discussione, parte~ipando al Consiglio direttivo del Sanatorio donde provengono i bambini studiati dal prof. Campana. Tre anni di funzionamento hanno purtroppo dimostrato che, in molti casi, la malaria cronica si complica ad altri mali e non di rado si nota un insieme da cui ri3ulta una funesta candidatura alta tubercolosi. Proteggere tanti piccoli infelici è pertanto di somma necessità ed urgenza. Ed anzitutto occorre indagare bene lo stato morboso fondamentale e quelli concomitanti. L'Associazione, non avendo i mezzi.diretti per adempitre a questo compito, ha disposto per un periodo di osservazione alla Clinica medica e, con generoso consenso di Guido Baccelli, i bambini sono ogni anno ricoverati in un reparto speciale e vi rimangono fin quando i sanitari credono opportuno mandarli al Sanatorio: là giungono ognuno con un foglio clinico, in cui è riassunta la diagnosi e la terapia da effettuarsi; con tal

sistema l'Associazione credette garantirsi. Ora il ptof. Campana, in fondo, avvisa all'opport11nità di interpellare anche altre competenze. L'O. ringrazia del nuovo lume che egli porge col suo studio ali' Associazione. Questa ha oggi da risolvere tre grandi problemi: estendere il ricovero a tutti i bisognosi; prolungare il soggiorno quanto è necessario; pensare ad un'ulteriore vigilanza sui congedati. Ad ogni modo, trattandosi cli perfezionare la funzione sanatoriale, l'O. crede che l'Associazione sarà ben lieta di tener conto dei consigli dati dal Campana. ~1 prof. Marchiafava domenda se alla fine dell'autunno i bambini, ricoverati nel Sanatorio, sono rimandati a casa. Bisogna essere molto attenti su ciò perchè potrebbero essere sorgente di infezione per· individui sani. Il prof. Gosio, all' osservazione del prof. Marchiafava, risponde che del giustissimo appunto si preoccupò sempre anche l'Associazione pro bambini malarici: infatti - come si disse - invoca i mezzi per prolungare convenientemente il soggiorno sanatoriale. Occorre però distinguere bene la cura della malaria cronica dalla profilassi contro nuove infezioni. Chi alberga residui di parassitismo malarigeno nel sangue, va con ogni certezza soggetto a ricadute (recidive endogene); scomparsi questi residui con una cura intensiva e prolungata congiunta al conforto dietetico climatico, la probabilità di riammalare per una rei»i/ezione ex novo è assai minore. Quindi l'Associazione è già fin da oggi grandemente benemerita. tanto più che~ nel Sanatorio, i bimbi apprendono, fra l'altro, le norme di profilassi per quando tornano alle loro case. B. A.

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IL POUCUNICO

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APPUNTI PER IL MEDlCO PRATICO. MEDICINA SCIENTIFICA. La termocalorimetria del colpo di calore. Nella spiegazione patogenetica del colpo di calore, non tutti gli autori sono di accordo, e quan· tunque prevalga l'opinione che oltre l'elevata temperatura ambiente qualche altro fattore ignoto debba contribuire alla sua genesi, alcuni invocano speciali radiazioni dello spettro solare, altri · la carica elettrica dell'atmosfera, altri ancora la stanchezza dei centri nervosi, ecc. Intanto uno dei sintomi predominanti nel colpo di calore è la iperpiressia dei pazienti, la quale supera la temperatura atmosferica e si mantiene tale anche quando cambiano le condizioni esterne. Varie ipotesi sono state affacciate per spiegarla, come la paralisi dei centri termici, la maggior produzione e minore emissione di calore, ecc. ma nessuna è chiara. Il Segale (Pathologica, n. 119), porta il contributo sperimentale ad una teoria semplice convince11te per la spiegazione dell'iperpiressia dei colpiti. • Era stato osservato come il maggior numero di colpi di calore si abbia quando le temperature atmosferiche raggiungono gradi elevati, ma non altissimi, e vi coincide un grado notevole di umidità, prossimo a quello di saturazione. Queste osservazioni ripetute non potevano esser trascura te e d'altronde è noto che le alte temperature, accompagna~e da presenza di vapor acqueo conducono ad aumento della temperatura del corpo per dimjnuita emissione (Liebt!rmeister), essendo la radiazione e la conduzione del vapore inversamente proporzionali al grado di umidità (Rubner), e la emissione del calore per la superficie respiratoria assai maggiore in ambiente secco (Zuntz e Schumburg). Ma importanti sono le osservazioni del Granilis, sulla influenza del vapor acqueo a tensione elevata , riguardo all'eliminazione dell'anidride carbonica. Questa diminuisce fino a ridursi a metà. La fuoriuscita di C0 11 dal polmone non avviene infatti per semplice diffusione ma è favorita dalla concentrazione che il sangue subisce nelle reti perialveolari per la perdita di vapore acqueo. Nel caso speciale l'umidità dell'ambiente, impedendo l'evaporazione polmonare, viene a togliere questo importante fattore del ricambio gassoso. Inoltre l'evaporizzazione dell'acqua negli al· veoli polmonari produce all'orgarusm~. in condizioni normali, una notevole perdita di calore, pet' assorbimento, la quale non si verifica più {20)

quando l'atmosfera è quasi satura di umidità. Se ora si aggiunge che l'aria atmosferica satura o quasi di vapore acqueo, si possa trovare ad una temperatura SU{>eriore a quella del corpo, ne consegue che, giungendo in contatto colla superficie polmonare, essa si raffredda, e cede per suo conto calore in quantità non trascurabile, ove si pensi che il calore di vaporizzazione di I kg. di acqua è di 595 grandi calorie. Queste importanti deduzioni fisiche per la spiegazione della sintomatologia dei colpi di calore. sono state direttamente controllate dal Segale con gli esperimenti sugli animali. L'A. si è servito di un calorimetro, nel centro del quale era fissato un cilindro di vetro aperto alle estremità e poggiato sopra una griglia sollevata di alcuni centimetri dal pelo dell'acqua. L'ambiente cosi era saturo di umidità: la temperatura sì poteva variare. Le esperienze hanno dimostrato che, contrariamente a quanto avviene in ambiente secco, l'animale, in ambiente umido e caldo, non solo non elimina calore, ma ne as· s0rbe, la temperatura dell'ambiente si abbassa e quella clel soggetto si innalza fino a valori supe· riori a quelli dell'ambiente stesso e la morte sopravviene rapida . . Restano cosi confermate le deduzioni del Grandis, e dallo studio sperimentale risulta controllato che il colpo di calore si produce quando si hanno temperature elevate in amb.tcnte sovraccarico d'umidità. L'organismo allora viene ad avere abolita la emissione di calore, e comincia a sovrariscaldarsi; a ciò può aggiungersi per il raffreddamento del vapore acqueo un vero assorbimento polmonare di calore dell'ambiente. Attraverso una serie di sintomatologie intermedie, nelle quali primeggia l'ipertermia, le conseguenze di questo squilibrio di temperatura, cui si aggiunge alterato ricambio di coil, giungono fino alla morte. G. SABATINI. 1

CASISTICA. Peritonite tubercolare a forma ascitica in gravidan1a. All'importante argomento dell'influenza reciproca della tubercolosi e della gravi danza porta il suo autorevole contributo il Mangiagialli (A n1zali di Ost. e Giti., gennaio 1913) con lo studio di un caso occorsogli corredato da 2 chiare illustrazioni. Ricordato che la peritonite tubercolare


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SEZIONE PRATICA

a forma ascitica è rarissima in gravidanza e richiamati i casi precedenti dello Scipiades, del Nattan-Larrler e del Pery, l'A. espone il caso da lui osservato. Si trattava di una nullipara che dopo 2 amenorree .presentava sofferenze addominali, febbre serotina e sviluppo eccessivo dell'addome. L'A. pose diagnosi di tubercolosi peritoneale a forma ascitica, con probabile annessite tubercolare destra e gravidanza nel 3° m~se e propose l'intervento laparotomico con l'intendimento di limitarsi alla semplice laparotomia terapeutica dell'a5ic ite e conservativa dell'apparato sessuale salvo indicazioni contrarie date da contingenze speciali rilevabili all'atto operativo. Ali' operazione si ebbe la conferma della diagnosi clinica: fu lasciato in posto l' annesso destro evidentemente affetto da tubercolosi e si praticò drenaggio del Douglas. Positivo riuscì, nel peritoneo delle cavie, l'innesto di frammenti di peritoneo. Il decorso postoperativo immediato e successivo fu buono. Si praticarono 18 iniezioni di siero Cuguillière. Dopo 4 mesi e n;iezzo elevazione termica improvvisa a 38° .9 senza causa apprezzabile, dolori e, dopo poche ore, parto di una bambina di 840 grammi che, affidata ad una buona nutrice sopravvisse (ed è vi va e sana dopo 6 anni). La ·madre sembrò sempre migliorare e cosi continuò per oltre due anni e mezzo quando presentò nuova tumefazione addominale, dolori, febbre. Fatta diagnosi di peritonite tubercolare recidiva con ascite, pi~sal l. inge tubercolare destro, annessite tubercolare sinistra, si procedè alla colpoceliotomia posteriore che però, nell'aprir la tumescenza annessiale destra fluttuante dette esito a molto pus ed a vegetazioni d'aspetto papillomatoso con emorragia tale che si dovè sospendere l'operazione e zaffare. I frammenti di vegetazioni fuoriusciti dettero reperto anatomico di cistopapilloma ovarico suppurato. Frattanto si ebbe guarigione chirurgica ma rimasero gravi condizioni generali che sconsiglia vano qualsiasi ii:,tervento. Pure in seguito a cure mediche l'ammalata migliorò e poichè essa stessa richiedeva con insistenza una nuova operazione fu nuovamente laparotomizzata e con estrema difficoltà, a causa di complicate aderenze, furono asportate le due masse neoplastiche papillomatose. Zaffamento alla Mikulicz e guarigione che si mantiene ancora dopo 6 anni. Alla operazione- nessuna traccia di affezione tubercolare: gli innesti di peritoneo questa volta riuscirono negativi. L'A. pur non volendo trarre alcuna conclusione trattandosi di un caso, vi trova peraltro la conferma alla sua convinzione di preferire il tratta .. mento chirurgico conservatore nella tubercolosi peritoneale a forma ascitica complicante la gravidanza. U. Ror.AND1.

1825 La pleurite del lattanti.

Reano (Pediat-ria, agosto 1913) osserva che questa fo!IDa va distinta da quella che colpisce i bam-bini di una certa età. Generalmente è consecutiva a broncopolmonite o è complicazione di processi infettivi generali o locali. Può essere fibrinosa <> purulenta, raramente è emorragica. I sintomi clinici spesso mancano totalmentenei neonati e nei bambini di qualche mese, si che la diagnosi è solo anatomica. Nè d' altronde se sono presenti, specie nei bambini un po' più adulti_, dicono molto: il dolore e iJ decubito son0incostanti e difficilmente apprezzabili; la tosse e ladispnea possono riferirsi alla broncopolmonite~ la cianosi può avere anch'essa altre cause. La febbre può mancare, o se esiste, 11on avere nessun · carattere di febbre pioemica .specie nei lattanti al di sotto di 6 me~i, che possono presentare ipotermia, apiressia o febbre irregolare, spesso con una sola elevazione premortale. L'ispezione del torace è anch 1essa poco feconda; solo se vi è molto liquido si può notare immobilità dist en sione degli spazi intercostali o deviazione della colonna vertebrale . La palpazione può mettere in evidenza il dato importante della diminuzione della vibrazione della cassa torac:-ica. Alla percussione, leggera, spesso risalta ottusità sottoascel· lare o alla base. L'ascoltazione ci fa notare in alcuni casi abolizione o riduzione del murmure vescicolare. Utile può essere la puntura esplor!?tiva, che va eseguita con ago piuttosto grosso, e, nel caso 'che non si aspiri nulla bisogna tentare l'esame batteriologico del liquido rimasto attaccato all'ago. La radioscopia può rendere qualche servizio, spe~ie nelle forme incistate, diaframmatiche O · interlobari. Agenti patogeni possono essere lo pneumococco o lo stafilococco: alcune volte si trovano tutti e due. La pleurite pneumococcica è la più freqt1ente· ed è di regola mortale. La pleurite streptococcica tien quasi sempre dietro a penetrazione nell'organismo di germi patogeni dall'ombelico, dalla cute o anche dalle vie respiratorie durante il pasto. Praticamente si diagnostica quest a forma solo difficilmente specie quando non esistono che i soli due sintomi del dimagramento e del vomito e mancano la febbre, la tosse, la dispnea. Allora i piccoli infermi, pallidi o cianotici fanno pensare a qualcheinfezione grave ; se moltopiccoli muoiono, se un po' più adulti possono guarire. Spesso a queste due forme di pleurite si associano affezioni di altre sierose, come il pericardio. il peritoneo, le meningi, le sierose articolari. SABA~INI.

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Il. POLICIJNICO

Gli empiemi parapneumonicl.

Per Gerhardt (Mitteil. aus den Grenzgebielen de, Med. u. Chir., 1913, 5), accanto alle forme note di empiemi metapneumonici, va messa una pleurite purulenta parapneumonica, che si sviluppa durante la fase d'acme della polmonite. Generalmente essa è caratterizzata così: sviluppo rapido del versamento pu1ulento anche durante la fase febbrile dell'infiammazione polmonare, evoluzione benigna, assenza di germi nel pus, versamento assai scarc;o. In alcuni casi però queste pleuriti rivestono caratteri di gravità, ed è difficile differenziare le due forme basandosi solo sopra l'i11tegrità dei polinucleari, presenti nel versamento. È più semplice e più facile distinguere le pleuriti amicrobiche dalle microbiche, e ciò può regolare anche la prognosi. È ancora incerto se in queste forme parapneumoniche il pus sia sterile :fin dall'inizio o se i germi patogeni scompaiano precocemente. In un caso si trovò pus con pneumococchi viventi ma non virulenti. Anche la quantità del pus può variare ed allora l'evoluzione non è più cosi semplice: la febbre persiste per una o due ')ettimane. durante le quali permane la leucocitosi e continua la diminuzione del peso del corpo. Le forme di pleurite parapneumonica non sono frequenti, ma importanti praticamente perchè ben caratterizzate e con grandissima probabilità risolvono spontaneamente. SABATINI.

TERAPIA. Cura delle fratture del collo del femore nelle diverse età.

Nella terapia delle fratture del collo del femore da qualche anno si vanno realizzando dei sostanziali progressi. Praticamente bisogna distinguere le fratture nei vecchi, negli adulti , nei bambini. Nei vecchi le fratture del collo sono sempre gravi, per le complicazioni viscerali (polmonite), o per i decubiti che minano l'esistenza del malato. Per evitare le complicazioni è necessario non mo· dificare la vita del malato nelle sue abitudini; si può, secondo il consiglio di Championnière, mobilizzRre la frattura :fin dai primi giorni, imprimendo agli arti movimenti passivi progressivi, e fare alzare il malato al più presto, costringendolo a muoversi con l'aiuto di stampelle o sostent.n· dolo per le ascelle. Si può costruire per fa vari.te la possibilità de1 cammino, una spiga gessata discendente :fino all'estremità inferiore della coscia • ..che immobilizzi !•anca, e calmi il dolore, e per(22)

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metta :fin dal principio la deambulazione. La consolidazione in posizione viziosa (rotazione esterna) con o senza anchilosi, è la regola; non sono rari i casi che finiscono con impotenza totale e definitiva; ad ogni modo dev.e passare sempre un anno, prima che il malato possa utiltnente poggiare il piede. Nell'adulto invece la terapia si propone lo scopo di ristabilire la forma e la tunzione dell'arto; il primo dovere è quello di diminuire l'ango:o del femore prodotto dalla frattura; se non sì cerca di rimettere il femore nella sua inclinazione normale. vi saranno sempre limitazione dei movimenti, dolori, difficoltà del cammino~ Se, come avviene quasi sempre nel1e fratture extraca psulari, i due monconi ossei sono incastrati, bisogna disincastrare prima i frammenti. Withmann dà i seguenti precetti: si addormeuta l'ammalato, e si porta con precauzione il membro in abduzione, finchè il grande trocantere viene a toccare il bacino; il bordo dell'acetabolo rRppresenta il punto d'appoggio della leva, e perchè si ristabilisca l'inclinazione normale del collo basta sol che si ottenga l'abduzione :fisiologica. In un individuo notmale, senza frattura, l'abduzione forzata potrebbe determinare rottura della capsula e lussazione in basso della testa del femore, ma se il collo è fratturato, la lussazione non avviene e invece si produce il disincastro. Per mantenere la riduzione vi sono due metodi: il tiraggio, e l'apparecchio gessato in abduzione. Il tiraggio può essere esercitato sul membro in posizione rettilinea, sul ginocchio flesso: ma con tale metodo, poichè il bacino è tutt'altro che immobile, il malato riproduce istintivamente~ con un movimento a bascule delle spine iliache, l'adduzione della coscia sana sul bacino; questa duzione costituisce una grave deformità che è causa di accorciamento, di dolori e di zoppicamento. Il metodo di scelta per l'estensione continua col tiraggio è quello nel quale l'estensione viene esercitata nell'arto mantenuto in reale abduzione. È raccomandabile · allo scopo una doccia di Bonnet. modificata in maniera da permettere l'abduzione dell'arto colpito. Tale abduzione continuata con 1a fissazione del bacino nella doccia, tende a ristabilire l'angolo normale del femore. L'ascen· sione del grande trocantere è impedito da un tiraggio con 6-8 kg., applicato per mezzo di un cerotto adesivo. La rotazione esterna è evitata per mezzo della parte estrema della doccia, che raddrizza e tiene in buona posizione il piede. L'arto rimane nsturalmente scoperto; si può qt1indi praticare il massaggio e a tempo opportuno la mobilizzazione del ginocchio.

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SEZIONE PRATICA

L'apparecchio gessato in abduzione è stato specifico. Alla complicanza piogena seguono le usato da qualche chirurgo, ma offre l'inconve- gravi conseguenze sull'organismo, che sogliono niente di esporre al pericolo della rigidità arti- determinare i proce ..si suppurativi, fino alla de-colare dell'anca, del ginocchio, poichè si oppone g~nerazione grassa o am Ioidea degli organi. Il .alla mobilizzazione e al massaggio. , metodo conservativo si propone di aiutare la Nei bamb~ni l'estensione continua è difficilmente trasformazione sclerotica, o la fusione dei focolai .applicabile per la poca docilità del soggetto. La tubercolari . quando questa sia avvenuta, di evi·cura d'elezione è l'apparecchio gessato in abdu- tare la fistola e di salvare la vita del malato . .zione È b ene sopportato, i pericoli di rigidità La punzione diminuisce la pressione e sopprime articolare a di atrofia sono assai meno gravi che quindi uno degli elementi che determinano l'ul·nell'adulto. In primo tempo si riduce la frattura cerazione, seguendo coll'ago non troppo grosso sotto cloroformio; le manovre sono identiche un tragitto che attraversa tessuti sani, la pic,come per l'adulto; il chirurgo tira sulla gamba cola apertura si chiude e guarisce. e abduce, finchè il grande trocantere viene a tocCon il liquido dell'iniezione non si vuole de·Care il bor<lo cotiloideo, si corregge contempo· terminare l'antisepsi del focolaio, ma una leucoraneamente la rotazione esterna, mentre un aiuto ~itosi locale: ai linfociti preesistenti si aggiungono immobilizza il bacino per mezzo della coscia sana i polinucleati; la loro distruzione mette in libertà -.flessa fino a livello del ventre e portata essa pure un fermento lipa·sico che digerisce lo strato cereo in abduzione. che circonda il b. di Koch ed un fermento proSi pone allora il malato su un sostegno pelvico teolitico che rende assimilabile la massa del pro·e si fa una spiga gessata estesa dalla cintura toplasma del corpo bacillare, 1' iniezione non fa pelvica fino alle dita del piede; fin dai primi altro che agevolare un naturale processo di digiorni dopo che il gesso si è consolid.ato, il ma- fesa. L' A. riassume in quattro tipi le differenti lato può alzarsi e camminare con l'aiuto delle forme cliniche e indica la condotta da seguire : . stampelle senza appoggiare sul piede malato. 1 ° Forme benigne che hanno tendenza natuDopo quattro settimane si può raccorciare l'apparecchio per permettere i movimenti del ginoc- rale ad una guarigione per sclerosi, tumefazioni chio, e dopo otto settimane si può tentare di dure, indolenti o poco dolenti alla pressione, con levarlo definitivamente, salvo a rimetterlo se la stato generale buono, che non mutano o poco di ·consolidazione non è avven11ta. Si praticano allora volume; si può tentare l'iniezione di piccole . massaggi e movimenti attivi e passivi ; l'arto però quantità di liquido sclerosante: Olio d'ulivo sterile • . . . . gr. lOO non può,. nè deve sopportare alcun peso, per lo Etere. . . . . • . . . . . . » 20 meno per quattro mesi. Iodoformio . . . • • • • • • )) IO L'intervento, deve essere eseguito subito dopo l'accidente; i risultati sono tanto meno buoni Creosoto . . . . . . . . a. gr. 2 . G uaJacolo . . • . . . . quanto più tardi s'interviene; dopo tre mesi non -si ha, in genere, speranza di buon successo. La quantità ·da iniettare, dipende dal volume t. p. .dell'ascesso e dalla sua consistenza (1 a 2 eme.), due iniezioni per settimana, da giungere ad un totale di 12 iniezioni. La cura dell'ascesso ossifluente. 2 ° Tumefazioni dure, non fluttuanti, do1orose, Privort ,(] ouYrt. des Pratic. 1913, n. 27) cosi di decorso rapido, con risentimento della stato ~iassume quanto si pttò fare in preseJ;tza d'un generale. ascesso ossifiuente. Non t agli nè incisioni di sorta, È necessario favorire la fluidificazione dell'a·ma cura conservativa: punzione ed iniezioni mo· scesso con l'iniezione di liquidi fluidificanti : naf. tolo canforato, glicerinato, olio gomenolat o, ti·dificatrici. L'obbiettivo che il metodo si propone è quello molo canforato. di favorire l'evoluzione normale d'un focolaio tuLieve e breve dolore subito dopo la iniezione, ·bercolare verso uno dei proces~i di guarigione nuovo dolore qualche ora dopo l'iniezione, talora ·naturale; il processo tubercolare talora si arresta con modica elevazione termica, ma l'ascesso duro al suo primo stadio (fungosità) e guarisce in si è trasformato in un ascesso caldo asettico. virtù d'un processo sclerotico, ma l'evenienza è Continuare le iniezioni quotidianamente o a giorni -rara; d'ordinario le fungosità si fluidificano, la alterni fino ad ottenere la fusione complet a, ·cute si 11lcera, il processo si fistolizza; la tuber- qu~ndi procedere a 6 iniezioni sclerosanti. colosi guarirebbe per fluidificazione del prodotto 3° L'ascesso è fluttuante : completare la fu· morboso, se, come spesso succede, i germi co- sione se è necessario, altrimenti fare col solito -muni non complicassero il processo suppurativo metodo le iniezioni sclerosanti.

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1828

IL POLICLINICO

4° Se i focolai sono multipli e lo stato generale grave, con febbre, non bisognerà intervenire che quando la pelle è minacciata. Le punzioni devono essere rare, le iniezioni discrete, il principio si riassume: massima cura generale, minima cura locale. Con tali cure, scegliendo opportunamente liquidi e metodi, a seconda della condizione locale del processo e generale del malato, si può avere ragione, con una certa rapidità, degli ascessi ossifiuenti. t. p.

[ANNO XX, FASC. 50J

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Se il collega vorrà fare a meno di qualsiasi antisettico, forse sarà meglio per preservare gli aghi dalla ruggine di conservarli in bagnonell'olio di uliva o nell'olio di vaselina sterilizzati. 2° Per conservare i cateteri di gomma, senza sciuparli, non v'ha soluzione antisettica che v alga per tutti: sarà indispensabile l'apparecchio alla formalina, molto facile nell'uso pratico, che si potrà acquistare da qualsiasi fornitore di strumenti chirurgici. P. S. I

(205) Legge sulle farmacie. - Desidererei sapere

POSTA DEGLI ABBONATI. Prego volermi rispondere nella Posta degli abbonati dandomi no· tizie precise sull'azione deJ veronal, di cui si legge nella letteratura-réclame delle varie case produttrici avere un'azione ipnotica, innocua, quasi naturale, senza postumi di depressione. Se questo può dirsi per l'uso del farmaco ristretto a poche volte solamente, non può dirsi secondo me per l'uso continuato del medesimo. In due cast difatti in cui gl'individui erano so· liti prendere ogni sera mezzo grammo di veronal il sonno n on riusciva riparatore. S i notava depressione del sistema nervoso, debolezza generale, inappetenza, sonnolenza ed indebolimento della memoria. Desidererei sentire qualche cosa in proposito. Sarei ancora grato se mi si potesse indicare qualch e recente trattato di farmacologia che si occupi di questi nuovi preparati. Dott. S . P . I. (203) Efficacia del veronal. -

È certo il veronale uno dei migliori ipnotici, al quale si ricorre con fiduci a ; ma non deve es· ser preso alla lettera tutto ciò che scrive la réclame della casa produttrice. Si conoscono casi di avvelenamento per veronal e purtroppo anche qualche caso mortale. S ta a l criterio del terapist a riconoscere se il dato paziente tollera bene il farmaco; nel caso contrario si ricorre arl altro ipnotico. P er la scelta di un trattato di farmacologia scorra la rubrica dei ci Cenni bibliografici ».

B. (204). P er conservare ste1'ili gli aghi da sutura, ed i catete,i di gomnia. - Grato se n el p rossimo numer o d el Policliniro , Sezione pr atica , posta

d egli abbon ati , m i v errà indicato: I 0 la soluzione a ntisettica migliore per conservare gli aghi d a sut u r a e sen za ch e abbia no ad arrugginire; 2 ° quale è la soluzione a ntisettica migliore p er conservare i cateteri d i gonuna. Ringraziando. Dott. Natale D a Madice Bosco Chiesanuova.

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se la nuova legge sulle farmacie è ~tata pubblicata nella Gazzetta U fficiale, o in altri termini, se è anilata in vigore, e quando. Più, dove si potrebbe leggere interamente, o . acquistarla direttamente. Colla speranza ve.i~r la risposta anticipo vivi ringrazi amenti. Dott. A. B . da V . La legge rigua rdante le disposizioni sulla aut orizzazione all'apertura ~d all'e"ercizio delle farmacie è stata firmata il 22 maggio 19r3, porta il n. 468 della raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno, ed è stata pubblicata sulla Gazzetta U fficiate del 3 r maggio 1913, n. 126; ha avuto vigore fino d a l 15 giugno corrente a nno. U na edizione economica è stata fatta dalla Casa Editrice E. Pietrocola, N apoli, « Biblioteca legale », n. I366. E. C. •

(206). Il d ott . G. Romualdo Tecca di Rocca di

Papa (Roma) scrive: La pregherei di farmi n oto o per lettera o n ella piccola posta del prossimo numero della Sezione pratica , uno o più m anuali completi di elettricità med ica, italiani o tradotti in italiano, che contengano per d isteso la t ecnica dei differenti modi d 'applicazione elettrica, compresa quella di radiografia e delle correnti ad alta a lta fre qu enza. •

Le su ggeriamo: Elemen ti di R on tgenologia Clinica, dott. Valobra, Lattes edit. Torino. - Radioterapia. R. Kienbock, Società editrice libraria. - Atlante di Yadi ogrammi noYmali de ll'Uomo. dott. Grash ey , Società editrice libra ria . - Elettrici tà Medica, prof. Sgobbo. Quest i sono fra i migliori libri in italiano che tra ttano d ell' argomento richiest o. Man ca un tra ttato ch e svolga esaurien temente la r a diologia e la elettrot era pia insieme.

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I ANNO

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F ASC. 50]

SEZIONE PRATICA

VARI.A I pesci in medicina (*). - Dal punto di vista embriologico i pesci attestano in modo impressionante la nostra genealogia. Tutti . noi attraversiamo, infatti, nel nostro sviluppo fetale un periodo in cui siatno forniti di aperture branchiali al .collo, di cuore biloculare e di molti altri caratteri .che distinguono i pesci: essi illustrano cosi la legge che l'ontogenesi ricapitola in modo più o meno accelerato e sincopale la filogenesi. Dal punto di vista teratologico queste nozioni ci spiegano varie malformazioni. Ad esempio, le cisti dermiche al collo non sono che derivati di .aperture branchia li. Morfologicamente i pesci danno prova di un ada t· tamento completo all'ambiente acqueo. Tanto che gli animali terrestri i quali hanno ripreso la vita acquatica, come i delfini, i narvali e le foche, :ne hanno assunto di nuovo la forma. I fisiologi hanno compiuto interessanti ricerche sui pesci, da v. Schroder a Miescher, da Moreau a Frémy, da Borelli a Matteucci, ecc. Hanno studiato il compito statico e la sensibilità della vescica natatoria, le funzioni degli organi laterali -e degli organi elettrogeni, il meccanismo della respirezione e del nuoto, il ricambio dell'urea e dei 1icitidi, ecc. Non poche di queste rlcerc-he sono state suscettibili di a ppli e azioni alla fisiologia degli animali .superiori: ad esempio la funzione ureogenetica del fegato fu scoperta dapprima nei pesci.

* ** « Boston Medica! and

Come osserva il Surgical J ournal » del 23 marzo 1913 - dal quale abbiamo desunte alcune di queste note - vi sono pochi passatempi più piacevoli ed utili per un medico che l'allevamento e lo studio dei pesci dorati o • • • ciprini. Questi graziosi animali muoiono con grande facilità. Dice un nostro poeta, il Teza: Son morti: una terribile . li feri li ammazzò, potenza ignota: anche' l'acqua pareva. farsi torb~da · di mestizia; ed ormai la vasca e vota. Non è forse opera vana tentare di elucidare le cause che rendono cosi fragile l'esistenza dei ci-

prini. Presumiamo infatti che d1"ffic1·1ment e un medicoi·1 quale s'impegni, senza riuscirvi, a sorprendere e a definire queste cause e ad eliminarle, saprà poi orientarsi quando si tratterà di proteggere la vita umana. Chi scrive è un appassionato allevatore di ciprini e può dare al riguardo alcune informazioni le quali gli sembrano interessanti anche perchè (*) Vedi fase. precedente.

trovano uno strano riscontro nei precetti sanciti dall'igiene umana. L'osservazione dimostra, in primo luogo, l'importanza dell'aerazione: affinchè i ciprini possano vivere bene vanno tenuti di preferenza all'aperto, sul davanzale di una finestra, su di un balcone, in un giardino. È questa una prova indiretta del compito essenziale che spetta all'areazione nel mantenere in buono stato di salute. Raccomandate dunque ai vostri clienti di dormire con la finestra aperta, di vivere quanto più è possibile all'aperto! È necessario, in secondo luogo, di coltivare, nella stessa acqua in cui vivono i ciprini, delle alghe. le quali sottraggono l'anidride carbonica eliminata e forniscono ossigeno, rendendo l'am· biente più sano. Viene confermata cosi con singolare evidenza, l'utilità della vegetazione dal punto di vista igienico... Raccomandate dunque le gite ed i soggiorni in campagna; 1nettete in evidenza i pregi dei vasti parchi e dei giardini nelle città; fate comprendere la superiorità igienica delle città-giardino. Le alghe forniscono anche un buon alimento ai ciprini. Pochi altri cibi poc;sono essere utilmente somministrati: un po' di carne lessa, un po' di pane, qualche insetto. ~1a basta eccedere, percbè i nostri animali si ammalino e muoiano. Non venendo consumati, i cibi forniti in eccesso si corrompono e divengono • • nocivi. Tutto ciò rende d~ un'evidenza quasi intuitiva l'importanza igienica della morigeratezza nella dietetica. Osservando le norme sopra indicate, basterà rinnovare l'acqua ogni 15-30 giorni. Questo rinnovamento risponde solo uno scopo di nettezza. Ricordiamo che anche per l'uomo gl'igienistf assegnano oggi un'importanza mediocre al bagno generale di nettezza; se questo viene ripetuto troppo spesso, può persino riuscire dannoso, perch~ sottrae alla cute il grasso e altri elementi utili e quindi la espone alle d ermatosi. Tutto considerato, l'allevamento dei pesci allena, in qualche modo. all'esercizio dell'arte salutare... ·se ben mantenuti, i ciprini non soltanto vivono ma si moltiplicano: due volte l'anno le femmine en1ettono moltjssime uova tra le alghe e sulle pareti del recipiente. Ne nascono dopo qualche giorno dei piccoli che portano per qual· che tempo il sacco di albume, corrispondente alla vescica ombellicale del feto umano. I piccoli debbono essere presto separati dai genitori, i quali altrimenti li divorano; i pesci sono ittiofagi •.. .. (25)


IL POLICLINICO

L'allevamento dei pesci addestra anche all'osservazione fisiologica . Si possono allevare dei pesci per anni prima di rilevare che essi nuotano prevalentemente muovendo ad elica la robusta coda, mentre le pinne pettorali e addominali regolano solo il movimento della coda, come un nuotatore farebbe con le braccia; che i loro occhi sono sforniti di palpebre e di membrana nictitante. poichè ... non è necessario umettarli; che i loro occhi sono appiattiti all'innanzi, poichè sarebbe superflua una superficie convessa in un mezzo il cui potere di rifrazione eguaglia quasi quello della cornea; ecc. È riferendosi all'abituale deficenza del senso di osservazione che Agassiz escla1na va: « guarda te i vostri pesci >> !

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Solo i ciprini o pesci dorati possono allevarsi in una vasca; ma chi fosse un seguace di ser Isacco, potrebbe fare delle interessanti osservazioni anche sui pesci delle · acque libere. Questi sono oltremodo vivaci e dotati di un vigore straordinario, mentre invece i ciprini sono delicatissimi. Non appena però si tenta di mettere i primi nelle condizioni in cui vivono bene i secondi, li vediamo perire irrimediabilmente. Ciò prova quale importanza straordinaria abbia l'adattamento a condizioni speciali di vita, anche se queste limitano la libertà e sono malsane. Solo nei grandi acquari, come quello splendido di Napoli , si riesce ad allevare bene i pesci delle acque libere, i quali vi si trc vano come nelle toro :iç. condizioni naturali.

Belvedei;e Ostrense, 6 dicembre 1913. Gentilissimo Signor Redattore-Capo del « Policlinico u, Prego la S. V. di vol~r inserire nel suo accre· dit~t? giornal~ che io sin dal maggio 1910 (vedi e Rivista Medica » di luglio 1910) e poi negli anni successivi ho pubblicato nella « Rivista Medica » di ~1ilano dei lavori sulla cura delle va rie forme di nefrite vere coll'adrenalina, e che mentre per il dott. P aolantonio, cui sono peraltro grato d'aver trovato dei risultati anche lui veramente soddisfacenti nelle nefriti scarlattinose ( « Policlinico » fase . 48 del 30 novembre), l'esperimento fu a suo dire una c;orpresa. perchè usava il farmaco come emostatico e cardiotonico, il veder diminuire la albuminuria in breve lasso di t empo, per me fu un intuito e sono stato il primo ad usarlo in simili forme di malattie renali. Perdoni i] disturbo. ~Ii è caro cogliere questa occasione per offrire i miei rispetti e devozione per la S. \". Devotissimo dott. Ercolani.

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CEltlfl BIBLIOORAFICI Prof. B1EDL A. Innere Secretlo. Ihre physlologl· schen Grundlagen und ihre Bedeutung fiir di& Pathologle. 2a. Auflage, Wien-Berlin. Urban und Schwarzenberg. 1913. In pochi anni si è esaurita la 1a edizione di questo trattato ed è già uscita la 2a, la quale è quasi il doppio della prima. Questo fatto indica: r0 il valore intrinseco del libro; 2 ° l'interesse che quest'argomento suscita; j 0 la quantità degli studi pubblicati nel frattempo. Della prima parte dell'opera abbiamo già resoconto; la seconda che ora presentiamo complt!ta lo studio del sistema sufrenale, della gla·n dola cuf'otidea, dell'ipofisi, della glandola pineale, delle gtandole sessuali, della se1;1ezione interna del pancreas, della mucosa gastro·enterica e del rene. Basta quest'elenco per significare che il pre· sente volume comprende le più vive questioni dellct. biologia moderna: esse sono svolte con largoesame di quanto di meglio è stato pubblicato e con la profonda competenza che tutto il mond<> riconosce a Biedl. Una bibliografia straricca e un ampio indice per materia, utilissimo in libri come questo che abbracciano. si può dire, tutti i problemi della nutrizione sia fisiologica sia patologica, comple· tano l'opera. La moderna specializzazione ha potuto permettere a un uomo solo di approfondire cosi lo studio delle g1andole a secrezione interna da intenderne la esten~ione e da riconoscerne tutti gli intimi significati. Gli editori ci hanno abituato a opere di pregio e pubblicate con scrupolo di esattezza. \ T. A.

E. ABDERHAI,DEN. Abwehrfermente des tierlschen Organismus. 2 a. ediz. r voi. in-8° picc. di pagine 200. Berlin, Verlag von Julius Springer, 1913. L' A. vuol esserci di guida in un territorio nuovo nel quale egli vanta una scoperta fondamentale. E c'indirizza per nuovi sentieri. Pur troppo però la sua trattazione riesce dif· ficile a seguire. Tra l'altro , il lavoro non è stato ripartito in modo da agevolarne la lettura e da renderne più accessibile lo studio. Manca un indice pei riferimenti. Fermano specialmente l'attenzione le nozioni sul catabolismo e l'anabolismo delle • Bausteine • (pietre costruttive degli edifizi molecolari proteinici); sull'ermafroditismo vero e sull' 1 habitus •


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SEZIONE PRATICA

sessuale delle cellule; sui fermenti normali del san gue; sulla gen~~si e sul significato dei fermenti difensivi iiticì e sull'anafilassi; su le correlazioni _cellulari .ed. organiche;sulla patogenesi di numerose malattie; sùlla siero-diaonosi delle funzioni ' ~ e delle disfunzioni organiche e sugli equilibri fra _le azioni dei vari fermenti; sulle applicazioni terapeutiche p".'esumibili. Accurate e sotto ogni riguardo complete sono le descrizioni dei mE:todi dialitico ed ottico. Una tavola dimostra ~l raffreddamento dei tubi di polarizzazione; varie figure chiariscono il testo. La letteratura è copiosa; vi tengono larga parte i lavori dello stesso Abderhalden. Il successo riportato da questa trattazione, che apre nuovi orizzonti alla medicina, è stato cosi pieno da rendere necessaria una nuova edizione a qualche mese appena dalla prima. ·L. V.

J. WOHLGEMUTH. Grundriss der Fermentmethoden. Berlin, Julins. Springer. 1913. M. 10. Lo studio dei fermenti va acquistando sempre più importanza nella ricerca biologica e non v'è dubbio che anche in avvenire a~sumerà una diffusione maggiore, giacchè non solo sono connesse collo studio dei fermenti questioni puramente teoretiche, ma problemi essenzialmente pratici specialmente di valore diagnostico. Il Wohlgemuth ha raccolto in un volume tutto ciò che sui fermenti possa interessare sia il chimico che, il me1lico e accanto ad una esposizione chiara del meccanismo d'azione è svolto ampiamente la metodica della loro ricerca esci udendo i metodi non adatti o complicati. Nel libro del Wohlgemuth è omesso tutto ciò che è ritenuto superfluo: -dopo un'esposizione dei fermenti che scindono idrati di carbonio e grassi, · svolge in modo completo lo studio della tripsina · e della pepsina. Infine si diffonde sui fermenti "· che scindono le nucleine', sulle ossidasi, sulla catalasi e sullo studio de1la coagulazione del sangue. P. A.

H. LENHARTZ, E. Meyer. Mlkroscopie und Ohemie

aus Krankenheit. J. Springer, Berlin, r913. M. IO. È la settima edizione del noto libro del Lenhartz, con aggiunte e note del prof. Meyer del· " l'Università di Strasburgo. Nel titolo è il migliore elogio del libro, che nell'ultima accurata edizione contiene la tecnica precisa delle ricerche di laboratorio, ormai ne· cessarie per delucidare i problemi di diagnostica medica. Bacteriologia e parassitologia, completate nelle più recenti scoperte (Sporotrichium, Spirochete,

Leishmania), ricerche sul sangue microscopiche e chimic.o-fisiche, esame dell'espettorato, del contenuto gastrico, delle feci, delle urine, degli essud~ti e transudati, sono gli argomenti che formanooggetto di un preciso svolgimento e e he conferiscono al libro un carattere di completezza e un giusto sapore di novità. t p. G. TEYXEIRA. Manuale di tecnica farmacologica .. I voi. in-12° di pag. 590. Milano, Società Editrice Libraria, 1913. Rilegato, L. 7.

Questo manuale sarà bene accolto dai farmacisti e dagli studenti di farmacia, ma potrà essere lettoe consultato con vantaggio anche dai medici. Espone la tecnica farmaceutica rispecchiandone i progressi recenti e valutandone le applicazioni alla medicina. È dettagliato e i)reciso, per quanto sia scrittoin un italiano piuttosto malsicuro e non sempre la terminologia medica ne sia corretta (a titolo di esempio l'A. usa canceroso per cancrenoso) .. Lo corredano 70 buone figure. y. Annali E. Merck per l'anno 1912 (vol. XX\' I). Questi Annali, pubblicati per la prima volta. nell'anno 1887 in lingua tedesca apparvero nel 1891-92 in tedesco, inglese, francese e russo. Per renòerlj maggiormente accessibili ai numerosi lettori d'Italia e per corrispondere all'interesse suscitato da noi, la Casa Merck si è decisa ora a fame un'edizione anche in italiano. Essi contengono una rivista scientifica imparziale della letteratura pubblicata nello scorso anno· su prodotti chimici, droghe e nuovi rimedi, di interesse medico o farmactutico, senza riguardo alcuno a ciò che concerne il lato commerciale. L'opera è compilata sulle pubblicazioni degli autori menzionati e riporta le indicazioni delle fonti. A. S. A. W. BoURNE. Synopsis of Midwifery. 1 voi. in-12 di pag. 212 Bristol, J ohn Wright &- Sons I4td. 1913. Rilegato. Prezzo 5/net. Concisione, ordine, chiarezza, sono le doti precipue di questa revisione sinottica dell'ostetricia. Le nozioni terapeutiche sono rese nei dettagli.con mira costante alle applicazioni. I problemi ancora irresoluti sono appena sfiorati ; le concezioni e le vedute estreme sono omesse. Il lavoro si renderà utile ai medici che conoscono l'inglese e che volesssero rivedere di un colpo tutta l'ostetricia o troyare una indicazione fedele in alcuni casi incetti o difficili. Il formato lo rende comodamente tascabile.

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IL POUCLINICO

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NELLA VITA PROFESSIONALE. · 11 Congresso dei capi di umci d'igiene.

In una sala dell'Or3ine dei medici si è adunato il Congresso degli ufficiali sanitari capi cli uffici d'igiene. Il Congresso è riuscito numeroso, animato; gli .argomenti trattati furono molti e per ciascuno si sono volati ordini del giorno assai importanti. Gli ufficiali sanitari capi di uffici d'igiene hanno discusso una serie di proposte dirette a modificare in gran parte l'attuale ordinamento igienico• sanitario, c he si è dimostrato non completo e non rispondente, sia ai bisogni della tutela igie· nico-sanitaria, sia a quelli del personale che vi è .addetto. • La proposta essenziale è quella per il riordinamento degli attuali uffici d 'igiene su la base di I sti:.uti d'i giene creati per disposizioni legislative e regolamentari e costituiti con organi é funzioni uniformi. Questi Istituti d'igiene di organamento statale e dì funzione locale debbono sosti tuire gli uffici d 'igiene, dove oggi esistono ; dove non esistono uffici d 'igiene nelle città capoluogo di provincia <> più impo tanti per popolazione o altre ragioni, si dovranno creare ; per i comuni piccoli si dovrà provvedere con Istituti d'igiene consorziali. Questi ultimi dovranno essere costituiti come tutti gli altri e ad essi dovranno essere uniti tutti i servizi necessari (laboratori, ospedali d'isolamento, servizi di disinfezione, ecc.). Come azione preparatoria il Congresso ha espresso un energico voto contro i tentativi di disgregamento oprati in alcuni comuni contro la compagnia dell'ufficio d'igiene. Altri voti pronunciati dal Congresso riguardano le condizioni di nomina e di carriera del personale, e furono tutti consoni allo scopo principale dell'Associazione, che è quello di elevare la funzione degli uffici d'igiene a quella altezza che oggi compete loro per i progressi dell'igiene e delle scienze affini. RISPOSTB A QUESITI E A DOMANDE.

( 4175) Vaccina1ione. - Il Dott. L. R. da R. desidera conoscere se il medico condotto sia ob· bligato ad eseguire le vaccinazioni a domicilio od in apposito locale municf pale. Il medico condotto non è obbligato a recarsi a domicilio per eseguire le vaccinazioni. Può ben dJsimpeguare il suo obbligo in apposito locale co· munale: coloro che vogliono essere vaccinati a casa debbono. se agiati, corrispondere analogo compenso. (28)

(4176) Pagamento di stipendio. - Il Dott. G. C. da F. S. desidera conoscere se abbia il diritto di riscuotere lo stipendio come medico condotto il 27 di ogni mese, e se occorra il suo personale in· tervento per firmare il mandato. La legge non stabilisce che lo stipendio del me· dico condotto deve essere pagato il 27 di ogni mese, come ha fatto per la indennità dovuta ali 'ufficiale sanitario. Il detto stipendio va. quindi, pagato alla fine del mese, salvo disposizione contraria contenuta nel capitolato. Per la firma del mandato occorre la presenza del creditore. Si potrebbe supplire con un bianco segno, ma in tale caso la firma dovrebbe essere legalizzata dal sincaco o da un notaio . (4177) Indennità per cessazione dal servizio. Il Dott. G. A. da A. D . R. desidera conoscere la indennità che gli potrà competere nel caso fosse obbligato a lasciare il servizio dopo 14 anni per infermità, e se, avendo compiuto 12 anni di servizio, possa far domanda per l'aumento ses· sennale. ~el caso il medico condotto sia costretto a chiedere il collocamento a riposo per infermità non contratta a causa di servizio prima di aver compiuti 25 anni di servizio, ha diritto ad ottenere una indennità. Detta indennità è commisurata ai due terzi del capitale corrispondente alla pensione, che nelle identiche condizioni gli sarebbe spettata. Non possiamo indicarle in concreto la cifra esatta, perchè Ella ha omesso di far conoscere l'età che avrà all'atto del collocamento a riposo. Non v' ha dubbio che, stando alla disposizione transitoria contenuta nel capitolato, Ella abbia diritto al sessennio. Esso è rappresentato dal decimo dello stipendio che avrà goduto per sei anni di seguito o di quello che godrà all'ac· quisto del diritto. (4178) Pensione - FoYmalità. - Il Dott. G. N. da M. desidera conoscere quali siano le formalità per ottenere la pensione di riposo e se il con· dotto collocato a riposo possa esercitare la ca· rica di ufficiale sanitario con l'annua indennità di lire 200. Le formalità neeessarie per ottenere il collocamento a riposo sono contenute negli articoli 57 e seguenti del regolamento approvato con R. decreto del 9 marzo 1909, n. 121. Il medico che ritiene aver diritto alla pensione dovrà inviare a mezzo del sindaco o direttamente motivata la domanda all'ufficio provinciale sanitario. Tale domanda deve indicare il nome, il cognome, la qua• lità e la residenza del richiedente, deve essere firmata dall'interessato ed indicare il luogo dove

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si intende riscuotere la pensione. Alla domanda abbia, durante il precedente periodo di servizio, stessa deve essere unito l'atto di nascita, l'ori- ben compiuto il proprio dovere. ginale laur~a ed uno stato esatto dei sevizi pre(4182) Ufficiale sanitaYio - Incompatibilità col stati, accompagnato dalle deliberazioni di nomina, medico condotto - Pensioni - Risr;atto servizio inte-ridi licenziamento, sospensioni, ecc., ecc. Crediamo nate. - Il Dott. V. T. da G. V. desidera conoche il medico collocato a riposo ben possa eser- scere se accettando la nomina definitiva di mecitare la carica di ufficiale sanitario con la in- dico condotto diventi incompatibile come uffi dennità di lire 200. ciale sanitario, essendovi in pa~se altri liberi (4179) Aumenti sessennali - Riassunzion~ in seY- esercenti e se, nominato medico condotto o defivizio dopo ottenuto il collocamento a riposo. - Il nitivamente ufficiale sanitario, possa ri3cattare, Dott. F. B. da S. G. I. chiede conoscere se gli agli effetti della pensione, dieci anni di servi6io competa l'aumento sessennale ~a in quale misura interinale. in base alle diaposizioni contenute nel capitolato Essendovi in paese altri liberi esercenti. è inrecentemente modificato e se il m edico condotto compatibile il servizio cumulativo di medico concollocato a riposo possa riassumere servizio, ri- dotto con quello di ufficiale sanitario. Ella, quindi, scrivendosi alla Cassa di previdenza. che già riveste tale ultima carica, non potrebbe Poichè il capitolato, recentemente modificato. contemporaneamente esercitare anche la prima. non accenna a stipendio iniziale. i! sessennio si I servizi interinali, perchè non fatti in seguito a liquida sullo stipendio che si gode all'atto del nomina regolare, non sono riscattabili agli effetti compimento dei ~ei anni. Ella quindi lo liquiderà 1 della pensione. su quello di lire 1800, che godrà al 1° gennaio r9r5 . (4183) Pensioni ed indennità. - A 1 Dott. L. C. L'articolo 6 della legge 2 dicembre 1909, n . 744, da C. di R. rispondiamo che gli compete la innon vieta al medico collocato a riposo di ripren- dennità di lire 3714 . 28. dere servizio di condotta riscrivendosi contem(4184) Certificati per la Cassa di maternità. - Al poraneamente alla Cassa di previdenza. Dott. R. A. da N. rispondiamo che i certificati (4180) CuYa ai detenuti 1'iet carcer'? mandamenesposti nel quesito vanno rilasciati gratuitamente tale. - Il Dott. 1. G. da R. chiede conoscere se si a per la indigenza delle parti, si a per lo scopo non ostante contraria disposizione del capitolato, umanitario e di beneficenza, che l'istituto si possa pretendere com!_:>enso per l'assistenza sapropone. nitaria che presta ai dete!!.uti nel carcere man· (4186) Cura piena - Sdoppiamento della condotta damentate. Diri tti del medico in caYica. - Il dott. G. D'Ada Effettivatt>tente per la citata disposizione della C. D'O. chiede conoscere se ess€ndosi sdoppiata vigente legge comunale e provinciale potrebbe la condotta a cura piena, possa egli opporsi a aver diritto a compenso per l'assistenza che presta che, per allegate ristrettezze economiche, il Coai detenuti ricovern ti nel carcere mandamentale. mune sopprima la seconda condotta, obbliganPotrebbe, però, essere a ciò di ostacolo la dispo· dolo a fare di bel nuovo l' intero servizio e se, sizione contenuta nel capitolato, che dovè essere sopprimendosi la condotta piena, abbia il diritto a suo tempo da Lei liberamente accettata. Allo di veder rispettata la propria stabilità. stato, non sembra esservi altro mezzo che quello Non può opporsi a che il Comune, per allegate d·i ottenere analoga modifica con cancellazione di ragioni economiche sopprima nuovamente la seun obbligo che non trovasi in armonia della conda condotta, giacchè, dopo tutto, pel fatto legge, o, quanto meno. di chiedere congruo au- del Comune, Ella ritornerebbe a fare il servizio mento di stipendio da parte della G. P. A. ai che faceva per lo passato e pel quale fu nomisensi dell'articolo 26 del testo unico dell~ leggi nato. L'istituzjone della seconda condotta non era fatta nel suo interesse, ma bensi in quello sanitarie. (4181) Ufficiale sanitario - Nomina definitiva • del servizio. La sua abolizione non viola alcun diritto da Lei acquisito. Se il Comune si indu· Paret'e del Consiglio comunale. - Il Dott. abbonato 773 desidera conoscere quale valore può cesse a sopprimere la condotta piena, resterebbe avere il deliberato del Consiglio comunale ri- pur sempre condottato pei poveri, per la ~ntera chiesto ai termini dell'articolo rr2 del regolamento estensione della condotta, cosi come fu da prima sanitario per la nomina definitiva dell'ufficiale nominata. Non è ammissibile la nomina di un medico condotto esclusivamente per le persone agiatt. sanitario. (4187) Certificato sanitario. - Il Dott. abboIl parere chiesto in tale materia al Consiglio comunale non è impegnativo, ma semp1iceniente n~to n. 2010 da S. desidera conoscere se, come ufficiale aanitario, abbfa diritto ad esigere comconsultivo. Il Prefetto può bene da esso prescindere nel suo definitivo provvedimanto qualora penso per il certificato che rilascia per la vendita gli risulti in modo non dubbio che il sanitario di carni traumatizzate.

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CL POLICUNICO

Il certificato per la vendita di carni traumatizzate è rilasciato nell'interesse del pubblico e non di quello dell'esercente, il quale potrebbe vendere la detta carne anche senza certificato, perchè non dannosa al pubblico. Il certificato è, invece, richiesto per garantire il pubblico dal possibile inganno ed impedire che il genere fosse venduto a prezzo normale. Esso è, quindi, gra· tuito. (4188) Cassa pensioni. Il Dott. G. D. B. da S. A. desidera conoscere se due anni di interinato, durante i quali ha pagato il relativo contributo, valgano agli effetti della pen~ione. I servizi interinali non sono calcola ti come utili agli effetti della pensione. Essi valgono solo per accelerare l'acquisto del relativo diritto. Non doveva durante l'interinato pagare contributo di sorta. Può chiedere il rimborso di quanto ha indebitamente pagato, facendone domanda all'uf. ficio sanitario provinciale. Doctor JusTITIA.

Condotte e Concorsi. ANDRIA (Ba1'i). - Medico condotto supplente; lire 150'.) lorde e 3 sessenni del decimo; non più di anni 40 s. e r. Scad. 20 dic. BAGNO DI ROMAGNA (Fi1'et.ze). - Residenza in S. Pietro in Bagno; due condotte, per Bagno e Val di Bidente; L. 3700 lorde ciasc., L. 6oo per obbl. cav. e due sessenni, cura piena. Scad. 25 dicembre. BAROLO (Cuneo ). - Medico per i poveri; L. 16oo e L. loo quale U. S., probabiJità di nomina a sanitario <lell'O. P . Barolo con assegno di circa L. 500, se benevisa a queJl' Amministrazione. Scad. 23 dic. BORGOFRANCO SUL Po (Mantova). -È prorogato a tutto il 20 dicembre il concorso per la condotta medica estesa alla generalità e con lo stipendio lordo di I,. 5000 aumentabili. BUSTO -~RSIZIO (Mi'lano). Civico ospedale. Medico chirurgo assistente; L. 1600 nette, vitto, alloggio ed altri emolumenti. Rivolgersi alla Segreteria della Congreg. di carità. Scad. 31 dic. CASTELBELLINO (Ancona) . - A tutto il 31 dicembre condotta semi-residenziale ~ L. 3000 cura poveri, L . 500 semi-abbienti ; L. 100 quale U, S.; L. 500 per mezzi di trasporto, lorde; tre sessenni. Servizio entro 15 giorni. Popol. inferiore 1500 ab. CASTEL RITALDI e s. GIOVANNI (Perugia). Condotta unica; ab. 1888 ; scad. 31 dic. ; L. 3515 lorde ; non obbl. di ca v.; L . 100 quale U. S. , L 150 quale gestore a . f . ; alloggio dietro ritenuta rli L. 250; L. 500 se il sanitario vorrà tenere la cavale. Cm.Auc1 (Ca11ipobasso). Conclotta unica ; L. 1500 per l'assistenza a 20 poveri e L. 1400 generalità, vacdnaz., arm . farro .; L. lOO all'uff. san. Ab. io58 agglomerati. Scad. giorni trenta dal 20 nov . (30)

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CITTÀ DELLA PIEVE (Pef'ugia) . - Condotta chirurgica, a tutto 15 gen.; ab. 3000 circa agglomerati; L. 3240 pei poveri, L 960 per gli abb., L. 1000 per l'ospedale. Asc;unz. servizio entro 10 giorni. COASSOLO TORINESE ( Tof'ino ). - Medtco del Consorzio con Monasr.ero di Lanzo per i poveri, loo famiglie circa; L. 2000 e L. 200 quale U. S. Scad. 20 dic. Cozzo (Pavia) . - L. 2500 pei poveri, tre sessenni; alloggio; L. 300 indennità varie; lire 100 trasporto invernale. Scade 20 dicembre. POLLINA (Treviso). - Condotta libera; abitanti 3674; stipendio L. 36oo aumento decimo tre sessenni; mezzo trasporto L. 500; Ufficiale Sanitario L. 150. Questua fieno, senz"impegno comunale. Scadenza 31 dicembre 1913. F'RASSINELLE (Rovigo). - Medico; L . 3000 e tre sessenni, L. 500 per mezzi di trasE<>rto e L. 200 quale U. S.; ab. 2148, condotta libera. Proroga al 25 dicembre. GADONI (CagliaYi). - Medico per la generalità; L. 3000 nette e L. 150 p. a. f., probabilità servizio miniera Ramiosa. Scad. 19 dic. GIRGENTI. R. PyefettuYa. - Ufficiali sanitari di Naro e di Favara; L. 1600 e L. 2400 lorde. Età limite 45 anni al 24 nov. Scad. 26 dic. IMOLA. Cong,.egazio11,e di Cat"t'tà. - Concorso per titoli a medico assistente dell'Ospedale di S. Maria della Scaletta. Stipendio L. 1620 lorde, alloggio nell'Istituto e vitto nei giorni di guardia. Scad. 25 dic. INZAGO (Milano). - Condotta piena ; L. 4220 nette. Scad. 5 gennaio. LAVONE (B,.eseia) . - Prorogato il concorso al 31 dicembre. · LeANO (Genova). - Condotta; ved. f asc. 49· Scad. 20 dicembre. MARANZANA (Alessandria). - Condotto e U. S.; L. 1500, famiglie povere venti circa. Scad. 20 dic. MARMENTINO FRUNA (BYesda). Consorzio, L. 3467, due sessenni, alloggio. Scad. 31 dic. MARRUBIU (Cagliari). - Condotto a cura piena; L. 3000 nette e L. 200 per a. f. Scad. 22 dic. MOMBELLO LAGO MAGGIORE (Como). - Consorzio con Cerro Lago Maggiore; L. 3300 nette aument. Scad. 19 dic. MONDAVIO (Pesaro-U-rbirio). - Medico per Sant' Andrea Suasa; L. 3200 lorde e L. 700 per cavale., 3 sessenni, cura piena, abit 958. Scadenza 20 dic. •MoNTAJ.,DO ROERO (Cuneo). - Medico per i poveri ( 150 circa), U. S. , e necr.; L. 1700 ed alloggio; abit. 1689. Scad. 31 dic. lYlONTEPARANO (Lecce). - Medico per la generalità; L. 26oo e quattro sessenni di L. 214; utili dell'armadio farmac.eutico. Sc8d. 26 dicembre. PltRETO (Aquila). - Il concorso per la 1:1omin!1 del medico condotto è prorogato a tutto il 31 di· cembre 1913. Stipendio lire 4000 con eventuale maggiore assegno di lire 500. Per maggiori informazioni rivolgersi al sindaco.


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SEZIONE PRATICA

PERUGIA. Univet'sità libera. - Cattedra speciale di ch·i rurgia dimostrat~ va e clinica generale , semeiotica e medicina operatoria ; vedi fase. 39. Scadenza 4 gennaio. PRALUNGO (Novara). - Medico condotto residenziale. Ab. 3000, poveri 20 circa. Stipendio L. 1500 lorde. L . 100 indennità uff. san. Servizio con retribuzione a parte nelle quattro Società locali. Clientela nei vicini comuni di Tollegno e Cossila. Termine per le domande 31 dicembre. PREMI~CUORE (Firenze). Condotta per C'orniolo a tutto 20 dic.; L. 3700 e L. 600 per obbl. cav. , due ~essenni su L. 3000 pei poveri; al lordo di tassa R. M. Assicurazione. Alloggio. Servizio entro 15 giorni. PROVVIDENTI (Campobasso). - Condotta piena; L. 2400 pei poveri e L. 600 per gli abbienti, lorde; asseghi quale U. S. e per l'a. f. Abit. 1008 agglomerati. Età limite 45 anni. Scad. 40 giorni dal 28 nov. REVINE LAGO (Treviso). - Medico; L. 3350 e • L. 150 quale U. S., condotta libera, abit. 3037. Scad. 24 dic. · ROMA. Ministero della M arin.a . - Concorso a 27 tenenti medici; L. 2400 oltre L. 200 d'indennità d'arma. Gli esami cominceranno il 26 ~enn. Scad. 10 genn. Età massima 3Q anni al ro nov. Diploma originale di laurea. Chiedere l'annunzio. SALGAREDA (T,-eviso). - Condotta libera p~l 1° riparto; L. 4000. Scad. 31 dicembre. SANCASCIANO IN VAL DI PESA (Fi-renze). -Al 20 dicembre coniotta per Mercatale; L. 2300 e due sessenni, lorde; L. 400 per cav. obblig. Ab. 4481 dì cui circa looo con diritto slla cura gratuita. Età limite 35 anni. Assunzione dell'ufficio entro 10 giorni dalla partecip. SAN MARZANOTTO (Ale ssandria). - Medico condotto U. S.; L. 1200. Scad. 29 dicembre. SESTO CAMPANO (Canipobasso) . Condotto. - L 3100 nette, cura piena; abit. 2552; L. 1òp per mezzo di trasporto alle frazioni, L. 100 quale U. S., L. 200 per a. f., non più di 45 anni, s. e; r. Scad. 29 dic. SOGI.IANO AL RuBrçoNE (Forlì). Condotto pel 2 riparto, cura soli poveri; residenza nel capoluogo; L. 3000 lorde e tre quinquenni; L. 700 per Gav. A tutto 30 dic. VALDE~LATORRE (Torino). - Medico chirurgo pei soli poveri' (circa 80 famiglie); L. 2000 lorde, L. 200 quale U. S. e per a. f.; ab. 2360. Scad. 31 dicembre. VICENZA. 0.;pedale civile. - Medico chirurgo secondario. Istanze alla segreteria non più tardi delle ore 16 del 30 dic. Assunzione b~enna~e; ~on: ferma biennale. I,. 1700 lorde, alloggio; net giorni di guardia vitto e indennità di L . 4. Sono tegnati con un astei~co •.i c?noorsi c~e ci ~ultano dit· tldatt dalle singole Assoclazion.t San1tar1e profesa1onalt. Sono segnati con due asterlschl •• l concorsi che cl risultano boicottati daUa Federazione delle Associazioni Santtarte Italiane.

Diffide e boicotìaggi.

Nuove diffide: Camporotondo (Macerata), San Giova11ni d'Asso [fraz.. Montisi] \Siena). Seriate, Calusco e Carvico (Bergamo) Castel di Serravalle (Bologna), S. Elpidio al Mare (Fermo).

Revoca di diffide: Monforte-Perno-Castt>lletto (Cuneo), Cozzo Lomellina (Pavia), Foiano (.t\.rezzo). La presidenza della sezione friulana dell' A. N. M. c.· invita i colleghi di non assumere sotto alcuna forma servizio nel comune di Salice, fino a che non sia ultimata un'inchiesta in corso, senza chiedere l'assenso preliminare della presidenza stessa. Per gli ufficiali in congedo aspiranti alla nomina a sottotenente medico, il Ministero della Guerra ha determinato quanto segue: Gli aspiranti alla nomina a sottotenente medico di complemento potranno ottenere la nomina stessa senza alcun preventivo corso di istruzione militare. Sono in conseguenza aboliti i corsi di istruzione di cui l'articolo 4 della circolare n. 352, il quale è quindi soppresso. ·I militari di r a. categoria o i volontari di un anno, laureati in medicina e chirurgia, che soddisfino alle condizioni di cui l'articolo 2 della legge 8 giug1;10 l9I3 . n : 601, pos~ono essere nominati sottotenenti medici di complemento e ammessi rispettivamente in tale qualità al corso tecnico della durata di 4 mesi che avrà luogo presso la scuola di applicazione di sanità militare per i medici. . · Le domande di nomina degli aspiranti, redatte SU CaJ;ta da bollo da !1. I, dovranno pervenire al Ministero (Direzione generale personale uffi •. ciali), pel tramite dei distretti militari, non più tardi del 20 dicembre corrente. I comandanti dei distretti daranno tuttavia corso alle domande presentate in tempo utile e non corredate del diploma di laurea per coloro che a quella data non abbiano ancora fatto in tempo a conseguirlo. Tali doman -Je saranno però dal Ministero considerate come decadute, qualora il detto titolo non venga prodotto entro il 28 dicembre detto. · Per la documentazione delle domand·e e per l'accerta mento dei requisiti fisici degli aspiranti, valgono le disposizioni contenute nella circolare 352 predetta e nel mar1ifesto annesso, le quali saranno applicabili altresì per la parte riguardante- le informazioni riservate da chiedersi sul conto degli aspiranti. Qualunque sia però il risultato delle informazioni. tutte le domande dovranno essere trasmesse al Ministero, il quale si riserva di decidere in merito. Gli aspiranti che saranno nominati sotto tene 1 ti medici di complemeuto dovranno pi-e sentarsi alla rispettiva scuola il 15 gennaio p. v. per compiervi il corso tecnico. Compiuto il corso tecnico, i sottotenenti saranno trasferiti ai reggimenti o corpi per prestarvi il servizio di prima nomina che avrà la <lurata di otto mesi per coloro che siano vinéolati alla ferma di un anno, e di quattordici mesi per coloro che siano vincolati a ferma maggiore. In detto periodo di servizio non va computato il tempo trascorso presso le scuole. Ad evi tare però che qualche sottotenente di complemento trascuri di seguire i corsi delle scuole predette colla voluta ass~duità! si det~rmin~ che quelli che non ne superino gli esami finali dovranno ripeterli dopo tre mesi, riservandosi il Ministero di trattenerli in servizio tre mesi di più. (Gi01'n. Milit. Ufficiale, 6 nov. 1913) . . 31) •


IL POLICI.INICO

(ANNO XX, FASC. 50]

Nomine, promozioni e onorificenze.

rtOT/ZIE DIVERSE

Corpo sanitario militare.

Società Italiana di Medicina interna. I! XXIII Congresso di Medicina interna, pre· sieduto da Guido Baccelli, avrà luogo in Roma dal 20 al 23 dicembre. I temi generali che saranno trattati sono: 1° Profilas~i e vaccinazione del tifo nell'uomo; relatori : Si I ves trini e Moreschi. 2 ° La sifilide ilell' apparato cardio-vascolare; relatori : Gnudi e Cesa· Bianchi. 3° Calcolosi epatica; relatore : D'Amato. Il termine improrogabile per l'iscrizione delle comunicazioni nell'Elenco definitivo dei lavori del Congresso scade col 16 corrente Per ulteriori schiarimenti, rivolgersi al prof. Giulio Galli, delegato per l'organizzazione del Congresso, al Policlinico Umberto I, Roma.

Ufficiali 1'n servizio pe,manente. - Tenente co· lonnello medico promosso colonnello medico: Fa. bris Domenico. Sottotenenti medici di complemento nom!nati tenenti medici in servizio permanente: Cambazzu Mario, Raineri Umberto, Sacco Rosario, Fusco Angelo, Pesce Nicola, Gioffrè Salvatore, Possati Alberto, Scarcella Vincenzo, La Rocca Paolo, Gurgo P ierino, Scillieri Vincenzo, Mussone Leopoldo, Trani Paolo, Gregorio Giovanni, Buono Demetrio, Canepa Romolo, Corigliano E nrico, Montec;sori Napoleone, Cavagliano Bernardino, Knapp Giovanni, Bianco Umberto, Betti Bettino, Bruno Carlo.

XVIII Congresso ostetrico-ginecologico. La Commisqione esaminatrice del concorso a direttore dell'Ospedale dei bambini ed Ospizio Gli ostetrici ed i ginecologici italiani si radumarino « Sieri Pepoli » in Trapani . composta dei neranno a Roma dal 18 al 20 del corr. dicembre proiessori di ortopedia Clemente Romano di Na- per il loro XVIII Congres3onell'aula dellaR. Clinica poli, Dalla Vedova di Roma e Putti di Bologna, ostetrico-ginecologica al Policlinico cc Umberto I». Dai professori Pestalozza e Guzzoni Degli Anha ultimato i suoi lavori. Al concorso partecipa rono i dottori prof. Cur- ca rani saranno portate alla discussione ampie cio dell,Istituto Ravaschieri dJ Napoli. Baviera relazioni sui temi : << Corioepitelioma » e « Mor· di Roma, Messina di Bologna. Severi di Torino. talità del n eonato ». Anche i pediatri potranno Cancli di Rimini. Lo Re di Napoli, Calandra ed interessarsi alla discussione di questo ultimo A. Ccsentlno di Palermo (quest'ultimo ritiratosi tema. Per il Congresso sono già annunciate importanti comunicazioni individuali da ostetrici e prima del concorso). Tra questi valorosi campioni dell'ortopedia ita- ginecologi di ogni parte d )Italia e dai più imporliana è stato classjficato ad unanimità primo il tanti centri di stu·1io. Tutti i medici-chirurgi che s'interessano agli dott. Edoardo Calandra dell Istituto dei rachitici studi ostetrico-ginecologici possono prender parte ed Ospizio marino di Palermo. al Congresso, inviando la qt1ota di lire 10 (evenBOLOGNA. - Il dott. Ficai Giuseppe è_abilitato tualmente di lire 6 per i loro parenti) al cassiere alla libera docenza in igiene. della Società (prof. F. S . Rocchi, Roma, via CaIl dot~. Secchi Giuseppe è abilitato alla libera vour, 116), ed ottenendo cosi i documenti per le docenza in patologia medica. facilitazioni di viaggio {40 -60 o/0 di riduzione) CAGLIARI. - Sono nominati i dottori: Seszu valevoli dal 14 al 28 dicembre. Tutti possono presentare al Congresso proprie Giuseppe assistente in clinica medica; Lanza Luigi "comunicazioni d1 argomeuto scientifico o praaiuto in patologia medica. tico ostetrico·ginecologico, inviandone l'indicaCATANIA. - Sono nominati assi'ttenti i dottori: zione del tema e delle brevi conclusioni prima Giampiccolo Carmelo in clinica chirur.; I~a Torre del 14 con·ente, a 1se~retario della Società (profesMario Paolo in medicina operatoria. sore C. Micheli, Roma, via Bocca di Leone, 25). NAPOU. - Il dott. Martelli Car1o è abilitato XV Congresso di dermatologia e siftlografta . alla libera docenza in anatomia patoiogica. La prin1a sed uta della X\T riunione della SoIl dott. Sgrogo Salvatore è nominato assistente cietà italiana di dermatologia e sifi.lografia avrà supplente in clinica oculistica. luogo in Roma alle ore 10 ant. del giorno 17 corPALERMO. - Sono nominati assistenti in clinica rente, nell'aula della R. Clinica dermosifilopatica pediatrica i dottori Maggiore Salvatore e Luna al Policlinico '(Jmberto I, gentilmente concessa. In altra seduta saranno discusse le proposte di mo· Francesco. dificazioni allo st atuto e regolamento della Società. PAVIA. - Il dott. Mariani Giuseppe è abilitato arà inoltre dal socio prof. D . Barduzzi svolta alla libera docenza in clinica dermosifilopatica. una mozione « sulle condizioni di dannosa infePISA. - Il dott. Costantino Antonio è nominato riorità in cui si vorrebbe costretta la Dermosifiloassistente in fisiologia. patia nel nuovo disegno di riforma universitaria 1. Per i1!formazioni rivolgersi al segretario proROMA. - Sono abilitati alla libera docenza i dottori : Purpura Francesco in clinica chirurgica fessore M. Carruccio, piazza di Spagna, 35, Roma. e medicina opera tori a; De Plato Giovanni GiuPer l'assistenza ospìtaliera. seppe in chimica bromatologica. Alla presidenza della Camera è pervenuta la ~ ~ SSARI. - Sono nomina ti assi °'tenti i dottori : seguente interrogazione, firmata dagli onorevoli Curti Erirulo in linica dc?rmo..:ifilopat1ca · Corzo Salterio e Meda: Giovanni in clinica delle malattie mentali e ner« I sottof)critti chiedono d'interpellare il Mini· vose. stro dell'interno sulle condizioni della assistenza osoitaliera in Italia e sui provvedimenti Je~1sla· SIEN\. ~'ono nominati i dottori: Tornero Arturo assistente in cli11ica ostetrica; Bianchi tivi ed amministrativi 11e\!essari per regolarla e migliorarla Guiberto aiuto in patologia generale. (32)


[ANNO

XX, F ASC. 50)

SEZIONE PRATICA

Per gli ospedali di Roma. Un decreto r7~le del 4 a~<?sto passato autorizzò .' la Cassa depos1t1 e prest1t1 a somministrare al Tesoro _pe; f?~ni~la all'Istituto di S. Spirito ed qspedal1 r1un1t1 dt Roma la somma a mutuo di ~e ~.600,000 ~l saggio del 4 per cento, estingui· bile _in 30 anni, . con altrettante quote da prelevars! sul contributo fisso di lire 970 ooo annue, c~e 11 Tesoro deve all'Amministrazione ospedalt<:ra per effetto dell'articolo 3 della legge 8 luglio 1903. Adesso il Mini~tro del Tesoro ha presentato alla Camera un disegno per convertire in legge il detto decreto. •

Nuovi ospedali e ingrandimento di ospedali. La Commissione provinciaJe di beneficenza di Forlì ha approvato un piano finanziario speciale propost~ dalla. locale _Co11gregazione di Carità per ~a .cre~z1?ne dt m~tut da contrarsi presso vari ~st1tut1, in;iportant1 la somma di lire 400 mila , da impegnarsi pel compimento dei lavori del nuovo o=>pedale Aurelio Saffi. A Pallanza, presenti le autorità, si è ' inaugurato un nuovo padiglione ospedaliero donato dalla principessa Teresa Colonna-Caracciolo ecostruito su progetto dell'ing. Castelli. Alla principessa Colonna venne offerta una artistica pergamena.

L'Ospedale Italiano di Londra. Fondato a Londra nel 1884 dal defunto commendator Ortelli, è posto sotto l'alto patronato dei Sovrani di Inghilterra e d'Italia e del Governo italiano, ed ha per presidente l'ambasciatore di Italia a Londra. Esso accogiie ammalati italiani o parlanti l'ltaliano. senza riguardo alcuno alla loro fede religiosa o politica, ed ammalati di altre nazionalità. Dà consultazioni mediche e chirurgiche. Nel 1884 il comm. Ortelli e la .:;ua signora visitando un povero italiano infermo in un Ospedale inglese notarono che si trova va a disagio perchè ignaro della lingua inglese e fu allora che egli decise di mettere a disposizione dei malati poveri italiani una sua casa in Queen Square, n. 41, e subito parecchi medici offrirono la loro prestazione e le suore di San Vincenzo l'opera loro come infermiere. Più tardi il comm. Ortelli donava un'altra casa per l'ambulanza. Nel 1898 il comm. Ortelli volle atterrare le vecchie case ed erigere al loro posto un nuovo Ospedale che corrispondesse meglio alle esigenze della scienza moderna, e . morto prematuramente, il progetto venne mandato a compi:nento dalla signora Ortelli che poi volle aggiungere un altro fabbricato da Lei intitolato ,, reparto Regina Elena ». La signora Angiola Ortelli mori va lo scorso anno lasciando 250,000 lire all'Ospedale, che ha inciso a lettere d'oro i nomi dei coniugi Ortelli come quelli di due grandi e patriottici benefattori . Og~i l'Ospedale, sito jn una magnifica poaizione, in un vasto, elegante fabbricato, ha 50 letti, dei quali in media 48 sono sempre occupati: nello scorso anno 19r2 vi vennero accolti 816 ammalati con ttna permanenza media di 20 giornate; il costo è di poco più di 4 franchi dei nostri per

1837

giorno: i:am):>ulat~rio dette 10,544 visite per 4517 ammalati, at quali vengono pure somministrati gratuitamente i medicinali. . I medici onorari sono l'italiano M. Melandri e l'inglese Dickinson; chirurghi onorari Legg ed Armour; assistente chirurgo onorario il dottor Giordani; assistenti medici onorari i dottori C_ur~ie. e Tallaric? .. Vi sono pure consule~ti, spec1al1~t1, un serv1z10 molto bene provvisto pei raggi X, ecc. Dal 1884 a tutto il 1912 l'Ospedale accolse 12 ,270 ammalati di cui 7586 italiani. I medici italiani che in occasione del recente Congresso internazionale di Londra visitarono l'Ospedale, rimasero impressionati e commossi nel ve1ere l'ordine, la pulizia, il perfetto assetto di ogni locale, ben aereato, l'arredamento completo dei dispensarii, della sala d'operazione, il trattamento dietetico.

Mezzo milione per un istituto modello d'igiene. Si annunzia che il Consiglio di amministrazione della civica Cassa di Risparmio di Verona ha deciso di erogare la somma di mezzo milione, già destinata all 'os{>edale per. bambini Alessandri - ed essendosi esaurito 'il lascito del fondatore - per la costruzione di un modernissimo e benefico istituto modello di igiene. L'erogazione dovrà essere approvata dal Consiglio comunale. Nella Cassa Nazionale di assicurazione per gli infortuni degli operai sul Ja voro. Si è riunito il Consiglio superiore dell'Istituto. sotto la presidenza dell 'on. Ferrero di Cambiano. Espletati gli atti di amministrazione interna il Consiglio ratificò le nuove condizioni generali della ·polizza di riassicurazione, il regolamento premi e indennità e delle tariffe, le condizioni ~e­ nerali delle polizze per la Tripolitania e Cirenaica per l'assicurazione obbligatoria e facoltativa . Nelle sale della direzione generale si sono riu· niti per la prima volta, sotto la presidenza dell'on. Ferrero di Cambiano i membri della consulenza medica centrale, nominata dal comitato esecutivo nello scorso mese di novembre. Il consesso ha esaminato ed approvato il progetto per l'armamentario d ell'ambulatorio di Tripoli, concretando lo studio della istituzione degli ambulatori in quelle sedi compartimentali che • ancora ne sono prive. Una discussione scientificamente importante si è svolta sui mezzi più idc,nei per il riconoscimento personale degli operai indigeni in Libia. La ricerca di questi mezzi, necessaria quanto ditticile, poichè non esiste lo stato civile e i nomi ed i cognomi uguali sono frequenti ssimi e mancano peculiari caratteristiche difterenziali tra individuo e individuo, ha condotto alla adozione del sistema dei cartelli segnalativi con l 'impr-o nta digitale come mezzo più semplice e più pratico e di maggiore sicurezza.

Sulle Casse di maternità. Il prof. Tullio Rossi Doria ha tenuto una conferenza sulle Cas~E di maternità, ad iniziativa della federazione fra le Casse libere di maternità , presenti i comm. Giuffrida e Maiorana in rappresentanza dei ministri di agricoltura e delle (33)


IL POLICLINICO

poste e telegrafi, il comm . Paretti direttore generale della Cassa Nazionale, il comm. Camagna ed altre notabilità, nonchè numerose impiegate. L'oratore h a p arlato sulle Casse libere di maternità , sulla opportunità che eise accolgano le donne di tutte le cond izioni socia li e sulle istituzioni attinenti a lle Casse stesse, riscuotendo calorosi applausi.

Per le classi la voratricl. L'on. Cotta favi ha presentato alla presidenza della Camera questa interpellanza : « Il sottoscritto chiede d'interpellare il ministro d'agricoltura industria e commercio sulla necessità di affrettare le riforme della legge sulla Cassa nazionale di previdenza per l'inva lid ità e vecchiaia degli operai per migliorare le condizioni e promuovere una maggiore inscrizione delle classi lavoratrici ».

La denuncia obbligatoria della tubercolosi. La S ocietà Reale d'Igiene di Milano tenne nella sua sede un 'adunanza dedicata alla denunzia obbligatoria d ella tubercolosi. Erano presenti una sessantina di soci. La discussior1e molto animata finì coll'accordarsi sul principio che non è possibile pretendere la denuncia obbligatoria in tutta Italia, a causa del deplorevole stato embrionale nel qaale si trovano le istituzioni antitubercolari. Venne votato l'orèline del giorno Gatti, col quale la Reale Società d'igiene fa voti che l'istituto della denuncia obbligatoria non si introduca sen· z'altro, ma venga integra to colle altre l rovvidenze antitubercolari destinate a neutralizzarne le con· seguenze moleste pel malato e ad assicurarne in· si eme le conseguenze van taggjose al malato stesso, alla sua famiglia , alla società. Un museo della tubercolosi a Genova. Uno dei mezzi più efficaci per creare n el popolo una sana coscienza antituberC'olare è certamente rappresentata dal Museo che l 'Associazione genovese per la lotta contro la tubercolosi, prima in Italia, ha istituito nel suo ufficio di via In · nocenzo Frugoni fin dal giugno dello s~orso anno . Per quanto il Museo non fosse ufficialmente aperto al pubblico, in attesa d i essere completa· mente sistemato. esso aveva già al suo attivo un lavoro di intensa propagan da se si pensa che oltre ad essere stato fatto segno di considerazione e di studio da parte di eminenti personalità nella politica e nella scienza, costitui per tutto l'anno scolastico decorso il luogo di convegno per gli alun ni civici del corso popolare, per una serie di conferenze educative. E' pure nel ~Iuseo della tubercolosi che, sotto la presidenza del sindaco di Genova. convennero lo scorso anno gli onorevoli rappresentanti della Liguria nei due rami del Parlamento per p ro1nuovere quella azione dt Governo ch'ebbe la su a pri111a affermazione j11 una pa1ticolare impostazh 11e 11el bilancio dello Stato di una somma desti unta a inizinre la lotta contro la t11bercolosi h1 I t alia. Per deliberazione clel Con"igli... direttivo della As o iazione. il ì\Iuseo ,.,iene ora aperto al pubblico. c-l1e vi a\"rà libero access'o, con diritto a un fogl io catalogo, dalle ore 10 alle r2 ~ dalle ore 14 ali i 6 di ogni domenica e giovedi. (34)

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FASC.

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Propaganda antitubercolare a Tivoli. Il dott. N atale Allegri , ufficiale sanitario di Tivo1i e benemerito assertore e divulgatore della lotta contro la tubercolosi. ha fatto pubblicare p~r le scuole cittadine il seguente decalogo igiemco: 1 . L'aria buona è il primo elemento della vita; non ne avrai altro migliore. 2. Ricorda ti che la tubercolosi si può evitare e si può guarire 3. Non respirar mai aria viziata . 4. Non sputare per terra e non inghiottire lo sputo ; si trova nello sputo il maggior contagio della tubercolosi. 5. Non dare e non ricevere baci nella bocca. 6. Non mangiare carne sospetta, nè bere latte se non bollito. 7. Non ubbriacarti, nè bere liquori. 8. Non indebolire il tuo organismo, anzi pro· cura di aumentarne sempre la resistenza. 9. Onora il sole, la luce e la nettezza. 10. Non abitar case malsane. Insegnamento dell'igiene nelle scuole. S'è nuovamente riunita in Roma la Commissione incaricata dello studio dell'importante argomento dalla F ederazio11e per la vigilanza sanitaria. Erano presenti i {>toff. Santori e Neirani, la professoressa Amadori, 1 dottori Venere e Persichetti, i maestri sig.na Ci ottoni e sig. Benedetto; giu~tificò per lettera la sua assenza il prof. Cioffari. La Commissione, dopo maturo studio, è giunta alle seguenti risoluzioni: J. . L'insegnamento dell'igiene o meglio l'educazione igienica degli alunni delle classi elementari, deve e"sere affidata ai maestri . 2. Agli attuali maestri, che non abbiano frequentato il corso annuale di scuola pedagogica, nella quale l'igiene è materia d i esame, verranno a cura delle università impartiti speciali corsi di 30 lezioni sull'igiene. 3. L'insegnamento dell'igiene nelle scuole normali è riservato ai sanitari specialmente competenti in materia di pubblica igi en e. La Commissione incaricò il dott. Persichetti di redigere una succinta relazione dei lavori compiuti. Propaganda igienica. La sezione Lomellina dei medici coudotti, a mezzo di soci volonterosi, tiene un breve corso di conferenze di igiene agl'insegnanti del circondario, sui temi: I. Igiene in generale e mala ttie infetti ve (Dott. ca v . Carlo O modei-Zori11i). II. ~!a­ larla (Dott G . Bru nazzi). III. Tubercolosi (Dottor A. Gallo). IV "'\..lcoolismo (Dc1tt E . Salvaneschi). V. Soccorsi d'urgenza (Dott . . i\. . Giorcelli). VI. Igiene scolastica (Dott. cav. C. Omodei·Zorini). Il corso ha luogo in Mortara nel Circolo« Carducci ». Si è iniziato il 16 novembre e contini1a nelle domeniche. Le conferen ze sono illustrate da proiezioni 111• mtnose. Il dott. G. E<)calar, medico conclotto del comune rli Ron1a, ha tenuto nella taz!one ~anitaria di Carroceto (Agro Romano) una conferenza di: « .. ozi on i prati che ecl utili sul la inalaria ». I-1"'1 confere11za era illustrata da proiezioni e da preparati microscopici.

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LANNO

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SEZIONE PRATICA

Premio Lombroso. Onde ~ommemorare il primo anniversario della morte d1. Cesare Lombroso (19 ottobre 1911) la sig~ora Nina Lombroso aveva istituito un premio di L. ~o?o da assegnarsi al migliore lavoro di ricerche cltntche e sperimentali intorno alle teorie del grande italiano, sulla etiologia e sulla profilassi della pellagra. Sono riusciti vincitori: 1° il dott. Vincenzo Luigi Camurri, medico comunale òi Padova e~ aeq~o col prof. Volpino della R. Università di Torino; 2° tl prof. E. Audei..ino allievo di Lombroso, pure della R. Università di Torino. Il premio è stato diviso tra il dottor Camurri e il prof. Volpino.

Prolusione del prof. Murri. All'illustre prof. Augusto Murri, che ba ripreso co~ una st~penda prolusione sui progressi della scienza medica le sue lezioni, professori e studenti amici ed estimatori hanno fatto un'imponente di: mostrazione.

Lezione inaugurale di Chautiard. Il prof. Chauffard ha ripreso il corso di clinica medica all'ospedale Saint-Antoine, innanzi ad un anfiteatro colmo. Trattò dell'ittero congenito megalosplenico, forma particolare dell'ittero emolitico che Chauffard ha efficacemente conc?rso ad isolare da 1 gruppo degli itteri da ritenzione.

Contro i rumori dannosi. Il prof. V. Grazzi, in una intereqsante prolusione all'università di Pisa, si occupò dei rumori dannosi e discusse dei mezzi atti a intensificare la propaganda contro di essi.

Onoranze a colleghi. La popoJazione di Calcinato volle dimo"trare la sua riconoscenza al dott. Ettore Crovelli, per l'opera attiva da lui svolta nel paese, durante 25 anni , quale medico condotto; offri al benemerito sanitario una medaglia d'oro accompagnata da una riuscitissima pergamena. . In memoria del compianto e beneamato dottor Vincenzo Palmieri gli abitanti di Magreta (Modena) vollero che nel centro del paese fos"e murata una targa in bronzo nella quale si dichiara che egli esercitò l'arte ~ua cc come sacerdozio » e che u il suo n ome rimarrà perenne nel cuore del popolo che volle consacrargli questo segno di grati tu dine ». La cerimonia dello scoprimento riusci solenne e commovente. Parlarono il presidente del Comitato promotore, il sindaco di Formigine, 1 on. Vi· cini, il dott. Brunelli, il prof. Levi, il dott. De Andrea. 1

Dati demografici sull'Italia nel 1912. La cc Gazzetta Vfficia le » pubblica alcuni dati sulla popolazione , sui matrimoni, sulla natività e mortalità del Regno pel 1912. Facendo la semi-somma delle cifre dell 'l popolazione. calcolata al principio e alla fine del-

1839

l'anno 1912, si è determinata la popolazione presumibile alla metà dell'anno in 35,026.489 abitanti. . Il numero dei_ nati vivi fu nel 1912 di l,133,983, tlqua.le,ragguagltato a looo abitanti alla metàdello ~tesso anno, dà il rapporto di 32.38. Nel 1911 tl quoziente delle natività era stato di 31.32 e nel 19ro di 32.29. I morti nel i912 diedero un quoziente di 4.03 per 100 nascite; nel 1911 tale quoziente era stato di 4. 16; nel 1910 di 4.21 . . Nel 1912 morirono 635 ,785 individui, si ebbero ~toè 18..15 morti per ogni 100 abitanti. Nel 1911 11. quoziente era stato di 21.41, nel 1910 di 19.85, St è avuto dunque nel 1912 il più basso quoziente di mortalità dal 1862 al 1912. È · stato massimo nelle Puglie con 21.93 °/00 ; minimo nel Piemonte con 15.39 °/0 0 . . ~el 1912 si ebbero 56 morti per ?gni 100 nati v~vl mentre nel 1911 tale proporzione era stata di 68 e nel 1910 di 6o per ogni cento nati vivi. Nel corso dell'anno furono contratti 264.674 matrimoni, pari al 7.56 per mille abitanti. Nel 1911 il quoziente di nuzialità era stato di 7.50 e nel lQio di 7 .83. •

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Il prof. Edwin Klebs, il veterano dei patologi e dei batteriologi, si è spento il 21 ottobre nella nativa Dortmund. Questo eminente scienziato tenne le cattedre di patologia nelle università di Wiirzburg, Praga, Zurigo e Chicago. Il suo trattato di patologia generale è un'opera salda e duratura. Uomo di larghe vedute, la sua prerogativa fu quella di essere sempre a lle avanscoperte. Il suo nome rimarrà associato alla scoperta del bacillo della difterite, da lui riconosciuto come causa della malattia un anno prima di Loeffler, nel 1883. Egli distinse anche il bacillo del tifo prima di Eberth. nel 188~. Precorse di 7 anni Koch nella investigazione batteriologica delle infezioni traumatiche (1871), in occasione della guerra franco prussiana. E precedette Koch nelle culture batteriche sui terreni solidi. Anticipò la dottrina dei ·virus filtrabili (sin dal 1871). Intraprese gli studi iniziali sulle endocarditi sperimentali micotiche. In collaborazione con Gerlach (1873), pel primo produsse la malattia perlacea nei bovini alimentati con latte tubercolare. Fu il primo a t entare (1900) la cura della tubercolosi coi vaccini isolati dagli animali a sangue freddo (Blindschleichenwut'1-n bacitlus. Educato alla scuola di Wirchow, se ne staccò nettamente, in quanto riconobbe e proclamò che le lesioni anatomo-patologiche sono solo terminali e non rischiarano i processi fisio-patolo~ci. Lascia un'orma indelebile nella storia della medicina. A Darmstadt è morto il farmacista dott. Luigi Merck, direttore della grande casa E. Merck, che, grazie al suo impulso, raggiunse grande sviluppo . Il Merck fu anche uno studjoso di quistioni economiche e sociali e creò molte istituzioni di previdenza per i suoi impiega ti ed i suoi operai, le loro vedove ed i loro orfani. . .

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IL POI,ICLINICO

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Rassegna della stampa mediea. •

Rev . de Méd., Io nov. Brutt e BI,ANC PERDUCBT. e La tubercolosi renale chiusa in forma di male di Bright ». BONNAMOUR e BADOI,LE. « La sindrome osteomalacica; sue cause ». - MARTINEZ. «Pneumotorace terapeutico bilaterale •. Rev. de Chlr., 10 nov. BROCQ. « Trattamento cruento delle anchilosi viziose del ginocchio» . BOURCART. u S ullo stomaco biloculare ». - Resoconto del Congresso francese di chirurgia. Ann . dt Osterr. e Ginec .. X. SFAMENI. «Sulla otigine della inserzione velamentosa del funicolo e delle anomalie placentari che con essa di freq11en te coincidono». - COVA. «Sull'origine di una reazione chimica particolare del sangue delle gravide». - MA.CCABRUNI. «Sperimenti di coltura in vit'fo dei tessuti dell'utero e ·dell'ovaio di feto umano ». Bui!. of the J. Hopkins Hosp., nov. GoWENTREE. HURWITZ, BLOOMFmr.n. «La fenoltetracloroftaleina per la misura della funzionalità epatica 1. The Boston M. a. S. Journal., I3 nov. FLovn. « Il pneumotorace artificiale nella cura delle affezioni croniche delle pleure e dei polmoni ». L'Encéphale , Io nov. PASTINE. «Sul rifilesso controla tera le degli allucj ». - DAVIDENKOF. « La cecità psichica J). - p ARHON, MATÉESCO e Tuup A. u Le nuove ricerche sulla tiroide degli alienati». La Stoma tol., 15 nov. SAM.AREI.I,I e ARLOTTA. 1 Necrosi fosforica del corpo della mandibola; resezione totale; protesi ». Gazz. d. Osp., I6 nov. CARLETTI. «Le infezioni acute latenti ».

Il Morgagni. nov. DAI, LAGO. « Aortite tubercolare ». - VIGEVANI. « Meningite cerebro·spinale sub-acuta ». de I' Ac. de Méd., 11 nov. Discussione sulla regolamentazione della vendita di sostanze velenose. Annals of Surgery, nov. RonMAN e WILLARD. « L'anemia splenica e suo trattamento chirurgico ». - STONE. « Risultati prossimi e remoti dell'operazione di Whitehead per la cura deJle emorroidi ». Rev. de Thér., 15 nov . « Ricerche sull'acido fenil· chinolico -carbonico (atofan) 1. Il Tommasi, 29. LROCA'rA. « Sulla genesi delle piastrine ». Rossi. « La reazione generale nella cutireazione colla tubercolina ». La Prov. Méd., I5 nov. PI.ERRE'?. «Le glicosurie sintomatiche » . Pathologica, 15 nov. SEGÀLE. « Termocalorimetria nella anafilassi da siero ». IZA.R. • Chemoterapia dell'infezione melitense ». Il Cesalpino, 15 nov. LEONCINI. «Avvelenamento mortale per. resorcina ». La Presse Méd ., IS nov. CHA.UFFARD. •Patogenesi della litiasi biliare; com pi to dell' ipercolesterinemia ». - NICOLLE. CONOR e CoNSEIL. Cl Sulla vaccinazione antitifoide , . Journ. d. Prat., 15 nov. BROCA. «Strappi e scollamenti dell'epitroclea "· - CnAUFFARD. « Ma· lattia cli Hanot •. - DÉJÉRINE. e I tipi principali della siringomielia 1. Il Lavoro, 15 nov. MoRI. Cl Lesioni professionali dell' arto superiore dei mattonai 1.

Il fascicolo ai dicemb.Ye 19I3 della nost,a Sezione Medica contiene i seguenti lavo,i:

Il fascicolo di dicembre 1913 della noslra Sezione

I. Dott. P . Sisto - Ricerche sull'anemia perniciosa progressiva. II. Dott. A . Brugciatelli - Un caso di peritonite biliosa con versamento di bile nel peritoneo senza perforazione dell'apparato biliarP.. III. Dottori C. Sforza e G . Cosco - Sulla diffusione della tubercolosi umana ai 1nuscoli eal midollo delle ossa. IV. Dott. A. Anselmi - Contributo clinico al va lore diagnostico delle antistafilolisine.

Chlrurgica contiene i seguenti lavo,.i: I. Dott. A. Pigna.tti - Innesti sul deferente. II.

Dott. E . Bartolotta - Contributo operativo e istofo.

gico allo studio dei fibromi congeniti ed elefantiatici della pal· •

pebra infcriore . III. Dott C. Foroni · Sclerectomia ab-externo.

Indice alfabeti eo per materie. Ascesso ossifiuente: cura . . . . • . . Pag. 1727 Asepsi degli aghi da ~utura e dei cateteri di gomma . . . . . . . . . . . , 1828 Colpo di calore: termocalorimetria . • • 1824 Dieta: stati patologici che ne dipendono . . • . • . . . . . . . • . . . » 1816 Empiemi para pneumonici. . . . . . . » 1826 Fratture del collo del femore nelle diverse età: cura . . . . . . . . . . . • Malaria cronica e sifilide nell'infanzia. , Nefrite scatlattinosa: uso dell'adrenaliua . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Roma, 91 13 -

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Tlp.

~ 1s ionale

di G. Bertero e

c.

Pancreas: chirurgia . . . . . . . . . . Pag. 18I4 Peritonite tubercolare a forma ascitica in gravidanza . . • . . . . . . . . » 1824 Pesci (I) in medicina . . . . . . . . » 1829 Pleurite dei lattanti . . . . . . . . . • 1825 Sifilide: cura combinata e resistenza , dei focolai di spirochete . . . • . . Tubercolosi polmonare: localizzazioni J) I812 laringee . . . . . . . . • . . . . . » I807 Vaccinazione antiti.fica . . . . . . . . I 1828 Veronal: efficacia . . . . • . . . . . . » 1819 Vesalio Andrea . . . . • . . . . . . . t.

ro~11,

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4000 '

XX.·

Roma, 21 dicembre 1913

Fase. 51 (fine)

SEZIONE PRATICA DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI Prof. FRANCESCO. DURANTE , REDATTORE CAPO: . PROF. VITTORIO ASCOLI •

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SOMMARIO

IDott. G11stavo •.\rtom: Sulla Ptosi a bilancia n ella meningite basuare luetica. - Sunti e rassegne: CIDRURG!A: Sinclair White: Cancro del colon. - SIFILOGRAFIA; H. Noguchi: Staio attuale della cultura d8lla Spirocheta pallida. - Gougerot: Sifilide a de~orso atipico. - PEDIATRIA: D. Pacchiani: Con$1'derazioni crit1'che su i cosl detti disturbi della nutrizione nei bambini. - osservazioni clini eh~ Dott. Mario Fasano ; Tra pianto tendineo-aponeurotico m sostituzione della rotula est-Wpata. - Conferenze 1 Dott. Natale Salvatore: S ul va:or~ da assegnarsi alla siero-diagnosi nella febbre mediterranea. - Accademie, Società mediche ,

Congressi : Rea!e Accademia delle Scienze di B ologna. Appunti per il medico pratico : SEMEIOTICA CHIMICA: La reazione urfna'ia di Moriz -Weis.

Su u n nuovo metodo di dosamento degli zuccheri. - Sull'applicaz;one tlell'acido cloridrico con percloruro di fe,ro Per la ricerca d.elle biline e dei pigmenti bi'l-iari nelle fecce. - CASISTICA : Sulle affezioni vescicali provocate in piccole bambine da corpi estranei finora non osservati. - L'esame delle uri1ie nella blenorragia acuta e Cf'onica. - Rapporti eti ologici fra fimosi e affezioni renali . - TERAPIA: La terapia iodica della f ebb'e tifoide. - Sul trattamento delle infezioni con estratti digeriti di batterii. - Iniezioni endovenose di siero 1tmano normale i" c4si di setti.coemia. - Il siero ant1.di fterico Per via endovenosa. - Te1'apia dell'angina ulcero-m embranosa di Vincent . - Posta degli. abbonati. - Varia: La psfche di Benvenuto Cellini. -Cenni bibliografici. · 'Nella vita professionale: Con gresso della Fedef'azione fra le Associazioni Nazionali del personale addetto alla vigilanza igienica - Cro'IJQ-ca del movimento Professionale. - Risposte a quesiti e a domande. - Nomine~ promozioni e onorificenze. - Con.dotte e Concorsi. - Medicina. sociale: Della medicina dell'assicurazione vita. - Notizie diverse.

-

Rassegna della stampa medica -

Indice alfabetico per materie.

Premio ordinario gratu11io agl1 abbonati per 1, Anno ·1914.

M:lt.~;~~~::~!~~!:~1t~j]%!i'i>~A. MANUALE DI PEDIATRIA PRATICA SArà un volumA in formato tascabile di circa 500 pagine, nitidamente stampato, con molte figure

:intercalate nel testo, ed elegantemente rilegato in piena tela con inscrizioni in oro sul piano e sul dorso. È già in corso di stampa e varrà spedito nel primo trimestre del 1914). SO~~.ARIO: PREFAZIONE • .PARTE

I . .Assistenza al bambirw sano. Alcune nozioni d.i uslologia del bambino. Il neonato normale e prematuro. Prime cure. Igien e generale del bambino. Allattamento. Alimento del bambino dopo il primo anno. - PABTE I I. · N ozioni generali di terapia infantile. Alcune norme generali di assistenza al bambino malato. Alcuni metodi di cura. Indicazioni e teonjca.. Norme generali di assistenza nelle malattie contagiose Oure climatiche. - PARTE III. D i agnosi e cura delle più comuni maiattiB dell'infanzia. Malattie dei neonati. Malattie infettive acute. Malattie infettive croniche. Malattie dell'apparato respiratocio. M~lattie dell'apparato digerente. Malattie dell'apparato respiratorio. Malattie dell'apparato genito-urinario. Malattie del s.istema nervoso. Malattie costituzionali del sangue e del ricambio. Malattie della pelle. - PARTE IV. Posologia infantile. Avverten?a. Per aver diritto al suddetto interessante volume, spedire subi'to, mediante Cartolina-vaglia indirizzat a nominativamente al Prof. ENRICO MORELLI - Via del Tritone, n. 46 - ROMA, l'importo d'abbonamento per l'anno 1914. · N. B. Per le prescritte spese di affrancazione, racoomandazione, ecc., del volume di premio, unire all'Importo d'abbonamento ~ent. 50 se per I' •talia e Fr. uno se per l'Estero. ·

Fra pochi giorni, gli associati del 1913 riceveranno il premio COMPENDIO DI GJNECOLO.G IA MODERNA. Dlrl•&I

•1 proprietà rl1enaSI -

È viet ata la rtproduzionB dJ lavori puhbl1cat1 nel POLICJLINl()O o la pubbltcasJon1 dt sunti dl ta1J

sen1'a citarne la. fonte ,

AMBULATORIO NEù"ROPATOLOGICO. diretto dai proff. G. MINGAZZINI e A. GIANNELLI.

Sulla ptosi a bilancia nella meningite basilare luetica '

per il dott.

GUSTAvo ARTOM.

Nel r896 Pacetti in UJ:1. suo « studio sulle paralisi funzionrili dei muscoli oculari » descriveva la cosi detta pto~i a bilancia in tre ammalati con ptosi della palpebra superiore: il primo affetto da tabe, il secondo da demenza paralitica, il terzo da demenza paralitica e tabe. La ptosi a bilancia consist~ nel fatto che se a tali amma-

lati, nei quali il sollevamento volontario della palpebra paralizzata era impo~sibile , si chiudeva l'occhio sano, subito la palpebra dell'occhio affetto si sollevava con facilità , senza intervento attivo del paziente e senza l'azione di alcun_altro muscolo. In uno dei casi del Pacetti il bulbo, che presentava uno strabismo esterno, ritornava sulla linea mediana nel momento in cui la ptosi scompariva. Finchè la mano rimaneva applicata sul1' occhio sano, l'altro occhio rimaneva aperto per un tempo indefinito; non appena si toglieva, la ptosi si ripresentava colla primitiva intensità. Avendo io avuto occasione di osservare la ptosi a bilancia in un caso- di meningite basilare ... (I) ~-


Il, POI ICLINICO

luetica, afiezione nella quale tale fenomeno non è stato ancora descritto, mi è parso opportuno di retider noto tale caso facendo seguire brevi considerazioni sull'interpretazione di esso, che è ormai chiara alla luce dei moderni studi anatomici. B ... G ... , di 29 anni; donna di casa. Nulla di notevole nel gentilizio e nell'anamnesi pregressa fino all'epoca del matrimonio avvenuto dieci anni fa. L'inferma nega di essere stat~ cont agiata dal marito. Questo però ammette di aver avuto la sifilide. L'ammalata ebbe nove gravidanze: quattro a termi11e, cinque aborti. Due de~ figi~ . mo?ron~ in tenera età per cause non spec1ficab1l1, glt altri stanno bene. La paziente afierma di a vere go· duto btton a salute fino verso la fine del marzo 1913.

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Addominali vivi. Pupille uguali, di media am. piezza. Reazione alla luce, alla con vergenza e all'accomodamento pronta. Reazione consensuale conservata. Sensibilità superficiale integra per tutti gli stimoli (tattili, termici e dolorifici). Sensibilità profonde (attitudini segmentarie, stereognosia, pallestesia) ben conserva te. Craniooercussione dolente in corrispondenza della regìone frontale sinistra. Non dolore alla pressione dei rami del trigemino nè degli altri nervi periferici. Olfatto, udito , gusto normali. Visus= I d'ambo i lati. Esame oftalmoscopico normale; non discromatopsia. Polmoni e cuore normali. P9lso Bo ritmico, regolare, un po' teso. Esame dell'addome negativo. Urina, p . spec. ro20, di color g1allo carico, fortemente torbida, albumina in notevole quantità. All'esame microscopico scarsi globuli rossi, glo · buli bianchi, epiteli, numerosi cilin~ri ialini. Reazione di Wassermann sul sangue nettamente positiva. Si prescrive regime latteo, si. rac~omand~ il riposo e, data la grande quantità d1 alb~1na. si somministra joduro di potassio ad alte dosi nella speranza di poter ben presto intervenire con preparati mercuriali. L'ammalata non si è ripresentata più all'am· bulatorio nè si è potuto più rintracciarla.

In quell'epoca cominciò ad accusare un dolore alla regione sopraccigliare sinistra a~soc~ato a qualche co trattura intercorrente dell orbicolare dello stesso lato. Dopo una settima~a sv~g!ian­ dosi si avvide che la palpebra supenore s1n1stra era abbassata e che alzando la palpebra ve.deva doppio. In tali condizioni rima~e fino a~ giorno in cui si presenta all'~mbulato!l? (25 aprile _1913) accusando inoltre una lieve vert1g1ne nella v1s1one binoculare. Nell'ultima settimana ebbe tre volte vomito facile senza nausea. Esame obiettivo (25 aprile 19~3 ) .. - .L'am~~lata Riassumendo, in un' ammalata luetica noi riè una donna in buone cond1z1on1 dt nutr1z1one. Pannicolo adiposo abbondante, faccia e mucose scontriamo dei sjntomi quali un lieve edema alla pallide. La faccia è inoltre lievemente tumefaccia e alterazioni particolari dell'urina, che ci fatta. Agli arti inferiori varici abbondanti. conducono alla diagnosi di nefrite acuta. Allato Movimenti estrinseci del globo oculare destro a qu~sta lesione renale noi riscontriamo doloranormali. La palpebra superiore sinistra è abbassata in modo da ricoprire completamente la pu- bilità della regione frontale sinistra alla percuspilla corrispondente; il sopracciglio sinistro è 1ie- , sione ed oftalmoplegia esterna parziale sinistra. vemente elevalo. Il bulbo oculare nella posizione Questa è costituita dalla paralisi del retto indi riposo è spostata verso l'esterno in modo che la cornea viene a toccare l'angolo esterno del- terno , e dell'elevatore della palpebra, e dalla pal'occhio. Nei movimenti dell'occhio si nota che resi del retto superiore ed inferiore. esso non si sposta affatto. verso ~'interno. mentre In altri termini esiste una paralisi incompleta è ridotto il movimento dt elevazione e dt abbas· dell'oculomotore sinistro. samento del globo oculare. Se ora si chiude l'oc- esterna • chio destro la palpeb~a. sinistra si ~olle~a subito Nota; come l'ammalata fosse luetica. Questo rimanendo in tal pos1~1one :finchè 1 occhio destr~ è mantenuto chiuso, ricadendo appena questo s1 fatto è attestato, in mancanza del criterio teraapre. La sco~parsa .?ella ptosi avviene senza peutico, dall'anamnesi, che ci dice che il marito intervento attivo dell ammalata e senza parte- si infettò di sifilide. che la <.lonna ebbe numecipazione di alcun altro muscolo oltre l'elevatore della palpebra superiore e senza spostamento del rosi aborti, è infine accertato dalla positività globo oculare. . . . della reazione di Was<>ermann. ()ra nel nostro La plica naso-labiale e lab10-gen1ana sono da a mbo i lati uguali, i muscoli delle due metà del caso due soli fattori eziologici possono essere in· viso si contraggono . bene. ed ~gualmen te, cosi vocati come causa dell'oftalmoplegia: la sifilide e pure i frontali e. _glt orb1co~ar1 ~elle pal~ebre . la nefrite acuta. ~Ia se nel corso di questa seLingua sporta clintta; movimenti della 11n~a tutti possibili e normali . ' 1elopendolo mobile, conda afiezione furono descritte oftalmoplegie, diritto. queste sono rarissime in confronto alla frequenza Agli a rti super~o~ ed i1~fe~ori no~ feno_meni. t~o­ colla quale le riscontriamo nei luetici. D'altra fici , non ottitud1n1 speciali. l\Iov1ment1 att1v1 e parte, data anche la mancanza di altri dati passivi tutti normali. . . . . . . Riflessi profondi. agi~ ~rt1 so~er1<?n (tri~tpit~. eziologici. è molto proba bile che nel nostro caso radiale. dei flessori) v1v1, eguali d ambo 1 lat!· Rotulei. achillei, idem. Alluci plantari. Corneali, l'infezione luetica debba pure ritenersi respon· sabile della sindrome renale. Purtroppo per ra congiuntivali pr esenti. (2)


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SEZIONE PRATICA

gioni da me indipendenti manca il criterio terapeutico. Fissata cosi l'eziologia, viene la questione della localizzazione del processo. Noi possiamo subito e~cludere che si tratti di una lesione corticale oppure posta lungo il decorso del neurone motore centrale dei movimenti associati del III, perchè è molto dubbio che in tali casi si possano avere vere e proprie oftalmoplegie. La maggior parte degli autori, sia c1inicamente, sia sperimentalmente non hanno osservato che delle paralisi temporanee e incomplete dei movimenti coniugati degli occhi. Si tratta d'una lesione che lede il neurone motore periferico del III paio di sinistra o attaccando le cellule delle quali tali fibre si dipartono o attaccando le fibre stesse, vale a dire di un'oftalmoplegia nucleare o di un'oftalmoplegia sottonucleare esterna. Ed infatti la sifilide può localizzarsi in ambidue le sedi. È noto come tal diagnosi di localizzazione sia difficile. Però nel nostro caso l'unilateralità della lesione è molto importante per farci propendere per la sua sede sottonucleare, anche perchè l'oftalmoplegia unilaterale d'origine nucleare è rarissima.. Nè d'altra parte vale l'obiezione che nel nostro caso non tutti i muscoli innervati dall'oculomoto comune sono lesi, perchè tali paralisi incomplete spesso si incontrano come espressione di lesioni sottonucleari. E l'incertezza della sede va sempre più diminuendo coll'esclusione di un'affezione del peduncolo cerebrale, data la mancata realizzazione della nota sindrome di Weber. Nel nostro caso adunqne si tratta o di meningite gommosa basilare o di ·n evrite gommosa dell'oculomotore comune di sinistra. Ma la nevrite gommosa va esclusa dati i disturbi soggetti vi accusati dail 'inferma (dolori alla regione sopracigliare sinistra, vomito a tipo cerebrale) e la dolorabilità della regione frontale sinistra alla percussione. Non credo. data la sintomatologia presentata dall'ammalata, che sia il caso di fermarsi a discutere la possibilità della tabe o della sclerosi a placche o di una lesione della eminenze quadrigemine o del seno cavernoso o dell'orbita .

stro caso, si presentava nel modo classico de. scritto dal Pacetti. Qual'è l'interpretazione da darsi a questo fenomeno? Il Pacetti spiegò la ptosi a bilancia partendo dall'ipotesi che le fibre dell'elevatore delle palpebre abbiano un deci:>rso in parte crociato. Se l'oculomotore comune è affetto da un solo lato arriverebbe all'elevatore delle palpebre dal lato affetto un'innervazione controlaterale sufficiente a permettere l'elevazione della palpebra ptosica. Quest' innervazione collaterale entrerebbe in giuoco colla chiusura dell'occhio affetto e perdu· rerebbe; finchè tale chiusura viene mantenuta. Una prova della verosimiglianza di tale ipotesi è data dalla sinergia :fisiologica dei due eleva tori d ella palpebra superiore. E ssa fu erratamente contraddetta dal P anegrossi in base a un suo reperto anatomico ma venne corroborata dagli studi più moderni. Il nucleo di origine del III paio è situato sotto le eminenze bigemine anteriori, innicchiato nel fascio longitudinale postèriore , il quale è come scavato p er riceverlo. .... Gli anatomici vi hanno distinto un gruppo anteriore e un gruppo posteriore. Il gruppo anteriore è a sua volta costituito dal nucleo anteroesterno di Darkschewitsch e da l nucleo antero-interno. Il gruppo posteriore dai nuclei di EdingerWestphal, dal nucleo centrale di Perlia e dai nuclei laterali principali. Nella zqna anteriore sarebbe situato il centro d 'origine per i movimenti dell'elevatore della palpebra come si rileva specialmente dagJj studi di ,Déjérine. E gli potè studiare istologicamente i nuclei dell'oculomotore comune in un paziente affetto da ptosi congenita unilaterale e trovò non soltanto una forte riduzione delle cellule della zona anteriore del III paio del lato dove esisteva la ptosi, m a vide pure che parecchie cellule erano scomparse nella zona anteriore del nucleo omologo del lato opposto ed in ispecial modo quelle addossate al fascio longitudinale posteriore. Il nucleo d 'origine del « levator palpebrae » a vrebbe adunque sede nella parte anteriore del nucleo del III paio e subirebbe un parziale incrociamento. E con questo concorda una revisione più a ccurata del reperto istologico di P anegrossi. In questo caso esisteva una ptosi d estra ed infatti a destra il nucleo dell'oculomotore comune * ** Stabilita cosi la diagnosi di sede veniamo ora era gravemente alterato anche anteriormente men · tre a sinistra in questo punt o le cellule nervose . . ad occuparci più intimamente della ptosi a l' intreccio interno delle fibre nervose erano di· bilancia. Questa, come abbiamo veduto nel no-

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IL POLICLINICO

screta mente conservati. La ptosi a bila ncia è adunque dovuta ali' innervazione controlaterale deJl'elevatore delle palpebre paralizzato. 'fale im· pulso si fa sentire soltanto colla chiusura dell'occhio sano. Secondo P acetti l'impulso sarebbe automaticam ent e inibito dall'insorgere della diplopia, che sempre esiste in questi casi, perchè coll'elevatore son colpiti altri muscoli. Secondo Mingazzini non è tanto la diplopia , che impedisce lo.svolgimento d el fenomeno quanto piuttostò il fatto che la compressione e~ercitata dalla mano sulla palpebra sana obbliga il malato a determinare un impulso maggiore anche sul nucleo sano dell'elevatore del med~imo lato da cui partono le fibre incrociantisi e destinate all'elevatore del la to paralizzato. La ragione per cui il fenomeno della ptosi a bilancia non è costante è ovvia: basta la lesione delle cellule o delle fibre, che si incrociano, appartenenti al gruppo nucleat"e dell'elevatore del lato dove non vi è la ptosi. perchè il fenomeno • non possa prodursi. La ptosi a bilancia ha adunque un alto valore per una diagnosi di localizzazione fine per le lesioni nucleari del III paio dei nervi cranici. Può il fenomeno del Pacetti riuscire utile nella diagnosi differenziale sempre cosi difficile tra lesione nucleare e lesione sottonucleare? Teoricamente il concetto a prima vista potrebbe parer sostenibile. Parrebbe infatti logico il pensare che se la lesione colpisçe le cellule da ognuna delle quali si origina una fibra o diretta o crociata, possa rispet· tare, almeno in parte, la via che conduce lo stimolo controlaterale più facilmente che una lesione, che colpisca la radice e specialmente il nervo là dove fibre ed omolaterali ed eterolaterali formano un tutto u~ico. Senonchè già teoricamente contrasta a quest'idea la frequente bilateralità delle lesioni nucleari in confronto delle sottonucleari mentre la presenza della ptosi a bilancia, come abbiamo veduto, è subordinata alla integrità o quasi integrità da un lato delle cellule da cui originano le fibre crociate, che vanno all'elevatore delle palpebre del lato opposto. Il nostro caso, in cui si tratta certamente di un'affezione sottonucleare vi sta nettamente contro. Fino ad ora quindi al fenomeno di Pacetti non possiamo dar~ che un valore semeiologico e fisiopatologico. Sarebbe bene ad ogni modo in avvenire di studiare la ptosi a bilancia più profondamente di quanto non ::>i sia fatto fino ad oggi e sotto questo

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punto di vista e nella sua frequenza e modalità di presentarsi nelle varie affezioni, che possono dare una paresi o paralisi unilaterale dell 'elevatore della palpebra superiore. BIBLIOGRAFIA.

Anatomia clinica dei centf'i r1efvosi. II edizione, Torino 1913. PACETTI. Sutle parali'si funzio•n,ali dei muscol1' oculari. Policl~nico, Sezione medica, vol III, fascicolo 3, 1896. MlNGAZZINI.

SUNTI E RASSEGNE CHIRURGIA. (}ancro del eolon. (SINCLAIR WHITE. B'Yit. Med. ]OUfn., luglio 1913). Il cancro del colon è di solito primitivo, ma qualche volta il colon stesso viene invaso da neoplasie maligne insorte in organi vicini o da metastasi cancerose. L' A. ricorda il caso di una donna affetta da cancro del retto, e in cui, nel fare la colostomia, trovò un nodulo metastatico del colon discendente. Raggiunge la massima frequenza tra 40 e 65 anni, ma la percentuale sotto i 40 anni è maggiore che per i cancri delle altre regioni (Maydl e altri). La sua frequenza relativa si può desumere da1la statistica di N othnagel: nel periodo di 20 anni furono fatte 3583 autopsie di cancerosi; in queste si contano 343 di cancri nell'intesti~o, e, più particolarmente, 164 del colon e 162 del retto. Il tipo istologico del cancro del colon corrisponde quasi sempre alla varietà tubulare del carcinoma ghiandolare. Esso infiltra la mucosa. la sottomucosa e la muscolare, tendendo a diffondersi più secondo la circonferenza che longitudinalmente. Di solito assume la forma sclerosante, pet cui si produce una costrizione anulare che. se il paziente vive abbastanza a lungo, può condurre all'ostruzione completa. Il tumore non raggi1 1 nge quasi mai un gran volume : la superficie interna è formata da un'ulcerazione con margini eversi e duri, mentre all 'es temo esso produce come un so!co costrittivo sull'intestino. Il peritoneo è invaso tardivamente: lo stesso dicasi dei gangli mesenterici, che talora sono semplicemente ingrossati per un processo iperplastico reattivo. La parte prossi· male del colon si dilata e la muscolare diviene


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FAsc. sr]

SEZIONE

ipertrofica; talora si ha un lieve grado d'invaginazione della parte malata nel tratto distale sano, aumentando così la stenosi. In un numero minore di casi la neoplasia assum~ la forma fungosa, con masse polipose e fragili rivolte verso il lume dell'intestino. Questa forma non produce quasi stenosi, ma ha un decorso assai più rapido, e predilige i giovani. Non esistono, sfortunatamente, sintomi precoci di questa malattia, e di solito i pazienti chiedono il consiglio del chirurgo, quando i sintomi dell'ostruzione intestinale cronica si sono già stabiliti. Nella forma fungosa il fetore delle feci, e la presenza in esse di sangue e di pus, nonchè il rapido deperimento possono condurre alla diagnosi. Nella forma sclerotica le prime manifestazioni consistono in una costipazione ostinata e progressiva, talora alternantesi con scariche diarroiche, dolori colici uniti a forti movimenti peristaltici. In seguito si ha timpanismo addominale, la lingua è fortemente impaniata, l'alito fetido, l'appetito diminuisce e la digestione diventa tarda e difficile. Alle volte si può palpare una t11mefazione, specie se il tumore è a carico della porzione centrale del colon discendente o del cieco. Talora, sia per il fermarsi di feci solide nel tratto stenosato, sia per invaginazione o inginocchiamento a livello del tumore, insorge la sindrome dell'occlusione intGstinale acuta. In altri casi si ' ha perforazione dell'ulcera neoplastica con peritonite circoscritta o generalizzata. Nell'ostruzione da cancro del colon, il meteorismo addominale precede sempre il vomito, e questo non ha un carattere così progressivo come nei casi di volvulo. Un · sintoma importante è dato ·dai forti movimenti peristaltici del tratto prossimale del colon, che possono essere veduti e palpati traverso le pareti addominali . Tali movimenti si accompagnano ad esarcerbazioni del dolore. In genere sintomi di ostruzione cronica al di là dei 40 anni debbono far pensare a un tu~ more mali moris. Ma è sempre necessario poter escludere le stenosi tubercolari, sifilitiche o dissenteriche. Talora l'accumulo di masse ·fecali o la presenza di corpi estranei (calcoli), la cui presenza abbia cagionato una flogosi reattiva, possono simulare la malattia in questione. Inoltre prima di porre una diagnosi sarà fatto un esame accurato del retto. dell'utero e delle ovaia. La tubercolosi, l'attinomicosi del cieco e specialmente l'appendicite cronica possono essere causa d'errori. La tubercolosi del cieco non è rara nelle •

PRATICA

donne sotto i 40 anni, ma la tumefazione è fin dall'inizio fissa, frequente la diarrea e la piressia serale. Un'altra affezione, che può lasciare perplesso il chirurgo. anche dopo aperto l'addome, . è l'ascesso cronico retrocecale. Quanto alla diagnosi di sede del tumore, allòrchè non si riesce a palparlo, potrà essere utile la disten~ione del viscere sopra la neoplasia, il luogo di arresto delle onde peristaltiche, la radiografia dopo il pasto al bismuto, la sigmoidoscopia, se il tumore siede in basso, la misura della quantità di acqua che si può introdurre nel retto, trovandosi il malato nella posizione di Trendelenburg. Dato che il cancro del colon presto o tardi, n ella maggioranza dei casi, conduce all'ostruzione, e dato che esso non dà metastasi che tardivamente, la sua estirpazione, con resezione di un tratto maggiore o minore di colon, è molto spesso indicata e necess.aria. La colectomia che, fino a pochi anni fa, dava una mortalità del 40 %. oggi, per la migliorata tecnica, per l'uso frequente della colostomia preliminare, per la migliore scelta del materiale, dà una ip.ortalità non superiore al 15 % . W. J·. Mayo su 69 colectomie per cancro, ha avuto solo ro morti operatorie. L' A. nel periodo di quattordici anni ha fatto nella sua pratica privata 26 colectomie; in r 5 casi esisteva ostruzione intestinale acuta o subacuta, per cui alla colectomia fu fatta precedere la colostomia. Dei 26 pa· zienti, 4 morirono per cause dipendenti dall'operazione, 5 per re!.:idiva dopo un periodo da due a quattro anni, 13 godono buona salute a intervalli dall'operazione varianti da pochi mesi a 14 anni; gli altri 4 pazienti sono morti dopo vari anni per malattie intercorrenti. Naturalmente la colectomia ha dei limiti e delle controindicazioni. Anzitutto essa non dovrebbe mai essere adoperata in casi di ostruzione intestinale, se non dopo almeno due settimane da una colostomia preliminàre, che permetta il miglioramento delle condizioni anatomiche e fisiologiche di un dato tratto intestinale. La colostomia sarà spesso da preferirsi alla colectomia, pur rimanendo un'operazione palliativa in individui molto avanzati in età. D'altra parte n ei cancri àel colon che colpiscono i giovani e che si distinguono per una crescita rapida, i risultati della colectomia sono pcco soddisfacenti. Questa sarà pure controindicata, quando sieno già avvenute metastasi in altri organi.

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IL POLICLINICO

La colostomia trova le sue indicazioni nei casi sopra detti, come operazione palliativa, cioè quando la resezione è impossibile, e come primo tempo nei casi di ostruzione. Ma anche quando l'ostruzione manchi, l' operazione in due tempi, cioè la colostomia seguita dalla colectomia, presenta molti vantaggi sulla operazione in un sol tempo. Essa permette anzitutto l' esplorazione dei visceri addominalt, permette le irrigazioni del segmento malate , la cui sepsi viene diminuita, mentre il mancato passaggio delle feci ne migliora le condizioni anatomiche; inoltre la sutura, dopo la resezione, avrà molto maggior probabilità di mantenersi continente. Quanto alla tecnica della colectomia l' A. fa alcune considerazioni sul modo di riunire i due monconi colici dopo la resezione. Egli ha usato, a seconda dei casi, tre metodi: la riunione capo a capo (end-to-end), che rappresenta il metodo ideale, ma anche il più difficile, e che è indicato sopra tutto quando i due monconi seno abbastanza distanti tra Joro; la riunione latero-laterale (sideto-side) , molto più facile, ma che richiede un notevole grado di mobilità dei monconi intestinali; finalmente l'impianto laterale o termino-laterale (end-to-side). L'A. chiude il suo importante articolo citando, abbastanza per esteso, tre casi ben riusciti di colectomia per cancro. A. CHIASSERINI.

SIFILOGRAFIA. Stato attuale della coltura della spirocheta pallida. (H. NOGUCHI. La Presse médicale, ottobre 1913). Da quando nel 1909 Schereschewsky ha annunziato di essere riuscito a coltivare dai tessuti sifilitici umani alcune forme di spirochete nelle quali aveva creduto di identificare la spirocqeta pallida, numerosi autori si sono occupati dell'argomento Molti hanno ottenuto delle culture im· pure; almeno 10 autori afiermano di avere avuto culture pure di c;;pirocheta pallida (Miihlens, Hofi· mann, Noguchi , Sowade, Arnheim, Tomasczewsky, Sbmnmine, ~akano. Batslack. e recentemente Schereschewsky). I terreni di cultura adoperati possono di,·i· dersi in tre gruppi: a) siero di cavallo o di altri animali, solidificato (Scber'!schewsky, ~Iiihlens, Hofimann. ecc): (o)

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b) acqua di siero e tessuto animale fresco

(Noguchi); e) agar-ascite e tessuto animale fresco. Il terreno di Schereschewsky è stato modificato varjamente d ai diversi autori. Alcuni autori hanno adoperato esclusivamente i tessuti sifilitici umani, altri hanno adoperato anche quelli del coniglio. Le culture furono da tutti eseguite (tranne da Noguchi e Baeslack) senza precauzioni anaerobiche rigorose. È certo che le spirochete coltivate dai primi sperimentatori potevano moltiplicarsi e conservarsi per più generazioni in un siero di cavallo coagulato a metà. Le spirochete coltivate dal :Noguchi difieriscono perchè si coltivano soltanto per la presenza di tessuti freschi e con l'esclusione completa dell'ossigeno. Il terreno n. 2 è fatto esclusivamente per le culture ottenute dalle lesioni testicolari del coniglio; il terreno n. 3 è adatto solo per i pro<;lotti impuri ottenuti dalle manifestazioni sifilitiche umane. Il N oguchi ha osservato che la specie di spirocheta di provenienza 11mana non può essere coltivata nel terreno n. 2; e che quella proveniente dal c9niglio non si sviluppa nella prima generazione in un tessuto con agar ascitico nè in altri terreni di cultura, compreso quello di Scheresc hewsky. Quanto alla morfologia delle spirochete coltivate, alcuni autori ammettono che le loro culture contenevano insieme forme sottili e forme grossolane, spec:almente quando si tratta va di spirochete di origine u1nana. Miihlens credeva che le due forme appartenessero a varietà difierenti; Schereschewsky riteneva appartenecssero ad una medesima specie di spirochete sviluppate in condizioni differenti; Noguchi si dichiara favorevole a Ila prima opinione. Servendosi di materiale di cultura ottenuta dal sifiloma del testicolo di coniglio, il Noguchi per il primo riusci nel 191 x a riprodurre delle lesioni sifilitiche tipiche in numerosi conigli. In seguito diversi autori hanno ottenuto gli stessi risultati, adoperando materiali di cultura pura od impura, proveniente dal coniglio o dall'uomo. Vi sono difierenze fondamentali fra le proprietà biologiche della spirocheta colti\'ata da ~Iiihlens ed Hofimann e quella coltivata da Noguchi. La prima esala un odore di putrefazione e si coltiva non solamente nel siero di cavallo quasi in superficie. i11a anche nell'agar puro e nel brodo per più generazioni in presenza d'ossigeno; mentre


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SEZIONE PRATICA

-che la .seconda si sviluppa soltanto in condizioni rigorosamente anaerobiche in presenza di tessuto fresco sterile e non produce mai odore di putrefazione, ed inoltre non si sviluppa mai .nel siero di cavallo, nell'agar o nel brodo. neppure <dopo averla coltivata a lungo artificialmente. Il Noguchi ha inoltre dimostrato che alcune iorme di spirocheta boccale (Treponema dentium, Treponema mucosum) presentavano in cultura pura -caratteri morfologici che non potevano essere distinti da quelli della s pirocheta pallida, ma che -essi a differenza di questa esalavano, come le culture di Miihlens, un odore di putrefazione caratteristico. ...; Gli studi recenti fatti dal Noguchi sulla Spiro! haetfj, èalligyyum, forma intermedia fra la spi:rocheta pallida e la spirocheta r efringens, che si trova nelle lesioni non sifilitiche delle regioni genitali delì'uomo, fanno risorgere le difficoltà che si incontrano nel riconoscere una spirocheta che somiglia all~ spirocheta pallida in culture prove· nienti da sifilitici umani. La SpirochtJ,eta calligyrum si sviluppa molto più facìlmente in diffe-ren,ti terreni e può essere confusa con la spiro-cheta pallida; si sviluppa come questa e non produce odore fetido. Se ne distingue perchè priva di potere patogeno, perchè si riscontra in manifestazioni non luetiche, e ancora perchè è un po' più grossa: Le spirochete non patogene che si coltivano facilmente nel siE:ro·agar ordinario ap· partengono a questo gruppo, benchè la spirocheta pallida possa per simbiosi svilupparsi insieme con esse; in questo caso la cultura non pura potrebbe essere non patogena. Per ottenere una cultura pura, occorre servirsi di materiali puri, come q11e!li del sifiloma del testicolo del coniglio. In una cultura in cui la spirccheta pallida sia associata al!a calZ.igyrum, alla refrin.15en::> o ad altre, si può . eliminare la spirocheta pallida nelle generazioni successive sopprimendo il tes~uto fresco o non curando con rigore ]'a naerobiosi. Non si può ottenere l'inverso. Dalle osservazioni su riferite deriva che i metodi adoperati per la cultura della spirocheta pallida hanno dato finora risultati incostanti. Q'=1ando ·si hanno culture impure, la prova eh~ in esse sia presente la spirocheta pallida si ottiene dalla ino·c ulazione sperimentale positiva; ma se la cultura non possiede potere patogeno, non si può affermare che essa sia cultura pura di spirocheta pallida, perchè possono esistervi altre spirochete morfologicamente simili. È positivo sol tanto eh

le culture pure di spirocheta palJida non producono putrefazione. Se la cultura è patogena e presenta fenomeni di putrefazione, deve essere considerata come cultura impura. Se presenta fenomeni di putrefazione e non è patogena, non si può in alcun modo provare che essa sia una cultura di spirocheta pallida. La cultura pura ottenuta dal Noguchi ha bisogno della più assoluta anaerobiosi. Nelle culture ottenute dagli altri autori con metodi più semplici non è esclusa la presenza di specie saprofitiche, avch~ se esse presenta110 proprietà patogene. P. SABELLA.

Sifilide a decorso atipico. (GOUGEROT. Paris médical, 21 giugno 1913).

L' A. riferisce la storia di un'infermo che ebbe l'accidente iniziale della sifilide nel luglio del 1911 e fu subito curato con due iniezioni endovenose di 606. L'infezione parve estinguersi, giacchè non seguirono manifestazioni secondarie. Ma sette mesi dopo) in un periodo nel quale più comunemente si hanno placche mucose e sifilidermi pa· pulosi disseminati, il paziente ha presentato manifestazioni terziarie tipiche. L'infezione ha quasi saltato il periodo secondario, dal sifiloma iniziale è passata direttamente alle lesioni gommose. Il 606 pare quasi abbia fatto anticipare il periodo terzi ario. Tutta una serie di osservazioni simili a questa stanno a dimostrare che il 606 spesso modifica l'evoluzione della sifilide. Certamente le sifilidi atipiche non erano rare neppure col trattamento mercuriale, ma esse pare ~iano diventate più frequenti dopo l'introduzione delle cure arsenicali. · Da tutte queste osservazioni l'A. trae quattro insegnamenti praticamente molto ~tili: 1 ° Le cure molto intense, mercuriali od arsenicali, possono ritardare, attenuare o sopprimere del tutto le manifestazioni del periodo secondario; e ne può risultare uno stato di guarigione clinica duratura o passeggera, ma più apparente che reale. 20 Queste cure sembra che affrettino poi gli accidenti terziari, o più esattamente le recidive precoci si presentano con manifestazioni terziarie e non più secondarie, come se manchi la generalizzazione della sifilide e questa tenda a localiz. zars1.

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IL POLICLINICO

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3° Queste osservazioni devono mettere in guarDelle volte la generalizzazione della sifilide si dia dall'affermare facilmente ]a guarigione della manifesta soltanto con un sintoma: in un case> sifilide: l'infezione rimasta latente potrà dare re- le placche mucose, in un altro la poliadenopatia. cidive precoci e tardive. Gli altri sintomi mancano; per quanto il paziente 4° I sifilitici devono essere sempre sorvegliati e si osservi accuratamente, la roseola non si manicurati, anche quando sembrino guariti, poichè le festa. È questa la sifilide ritardata incompleta, false guarigioni sono sempre molto frequenti. nella quale la cura non ha soltanto ritardato ma Sifilide secondaria YitaYdata, YitaYdata ed atte-. ridotto gli accidenti secondari. . nuaia, o sopprassa. - Nella sifilide detta ritarDa questa varietà di casi si passa per gradi data, l'esplosione delle manifestazioni seC'ondarie all'altra varietà nella quale il solo mercurio. il non ma1:1ca , ma si verifica più tardi del solito. solo 606, o l'uno e l'altro insieme sopprimono le parecchi me~i dopo il sifiloma iniziale. La cura manifestazioni secondarie. ha ritardato, senza attenuarla, l'intensità del peIn questi casi secondo alcuni la sifilide è guariodo secondario: e si hanno quindi tutti i sin- rita, è abortita; semplicemente è resa latente, setomi della generalizzazione dell'infezione. condo altri, e molto spesso suole recidivare. L '.'\. riferisce di due casi di sifilide secondaria Sifilid~ te'fziaria precoce, per effetto di queste.ritardata in seguito a cure mercuriali; e ricorda cure. - In questi casi la recidiva invece di prei casi simili osservati da Gaucher ed altri in sesentarsi con manifestazioni a tipo seconda rio, si guito alle cure di 606. presenta con lesioni a tipo terziario, le più caDa quando si è diffuso nella pratica l'uso del ratteristiche dei periodi tardivi della sifilide. Queste osservazioni dimostrano che l'evoluzione· 606, parecchi autori hanno pubblicato casi di guarigione di sifilide nel periodo primario e di dell'infezione è profondamente modificata dalla cura. La cura, arrestando la proliferazione dei reinfezione più o meno precoce. Questi casi sono stati messi in dubbio da altri germi, non permette la manifestazione delle eru• autori. Gaucher, riferendosi anche al caso di un zioni a tipo secondario; e forse per effetto di rare individuo che aveva presentato una cosiddetta embolie microbiche localizza l'infezione soltant°' reinfezione senza aver avuto la possibilità di con- in alcune sedi, come succede nel periodo terziario, tagiarsi una seconda volta, ritiene che almeno ed in queste sedi le spirochete moltiplicandosi non chiaro, alla nella maggior parte di questi casi il secondo si- daranno luogo, con meccanismo ...... filoma sia in vece una lesione ulcerosa secondaria manifestazione di lesioni terziarie gravi e prodella stessa sifilide apparentemente guarita dal fonde. Se la cura non ha fatto guarire l'infezione. ha 6o6, e che la eruzione generale consecutiva non arrestato la grande generalizzazione e ha ridotte> sia altro che una roseola di ritorno. Il primo sifiloma guarisce o sembra guarire sotto la disseminazione dei germi a pochi accidenti lo· l'influenza della cura intensa; la sifilizzazione ge- calizzati: essa dunque tende da principio a locanerale è arrestata, gli accidenti secondari non si lizzare la sifilide. manifestano; ma nella sede del sifiloma o nelle Poichè questa tendenza a localizzar~i . ancora circostanze lungo i linfatici sopravvivono nello più d ell'aspetto delle lesioni stesse, è caratteristato di latenza colonie microbiche le quali, per stica clinica d~Jla sifilide terziaria, si può dire che la cessazione della cura o per altre circostanze la cura ha soppresso il periodo secondario. sostiintercorrenti, potranno più tardi vincere l'indice tuendolo quasi co) periodo terziario. di resistenza dell'organismo: esse pullulano, riproFalse guaYigioni della sifilide: pericoli delle sifiducono o no una nuova manifestazione nella seae lidi latenti ignorate. - Queste osc;ervazioni hanno primitiva o nelle vicinanze, si diffondono, perven- un grande interesse pratico. La soppressione anche gono nelle vie sanguigne e si generalizzano dando completa degli accidenti secondari non significa luogo alle manifestazioni del periodo secondario. dunque che la sifilide sia guarita: certamente è L'A. riferisce quindi alcuni casi di sifilide se- un progresso l'attenuazione e la soppressione del condaria ritardata ed attenuata, in seguito a cure periodo secondario, cosi pericoloso per il paziente intense mercuriali o più spesso in seguito a cure per le lesioni viscerali. nervose . renali, ecc., e per di 006. Questi casi sono più frequenti dei prece- gli altri per il pericolo di contagio; ma bisogna denti, e conosciuti da tempo più lungo. sempre diffidare delle guarigioni apparenti. In

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SBZJONE PRATICA •

-questi casi l'illusione della guarigione' può esserè ·molto perniciosa : non prendendo nessuna precau· zione per sè e per gli altri, il sifilitico potrà an..dare incontro alle più gravi affezioni del sistema -nervoso (tabe, paralisi progressiva), può con ·1eggerezza maritarsi pochi mesi" dopo il sifiloma -iniziale ed andare incontro ai disastri peggiori. · Non si sarà mai sufficientemente prudenti .nel.:. ]'affermare la guarigione definitiva della sifilide. "])i grande utilità può essere in questi casi la reazione di Wassennann. La conclusione pratica di tutte queste osserva.zioni è che i sifilitici debbono essere sempre sor-veglìati e curati, anche q11ando sembrano guariti. Le recidive sono tanto frequenti, anche dapo lunghi periodi di latenza clinica, anche dopo pa.recchie reazioni di Wassermann negative. Nel periodo primario e sécondario la reazione -di Wassermann è un sintoma utile a conoscere, ma non indispensabile: si deve fare un tratta· ·mento sistematico di almeno quattro anni, come la lunga esperienza clinica ci insegna. La reazione di Wassermann più volte rip~tuta . e sempre ne· :gativa potrà renderci m·enc rigorosi nel trattamento sistematico della sifilide secondaria latente. Se la reazione è positiva, o se -ritorna tale dopo un'interruzione della cura, allora vi sarà una ra;gione di più per insistere nel trattamento. Ma nei primi quattro anni la reazione di W as· ~ermann positiva non deve essere considerata come un elemento indispensabile per la continua:zione di una cura sistematica. Nel periodo terziario invece e nelle si~lidi tar·dive latenti la sieroreazione è necessaria. Quando "la reazione negativa concordi con l'assenza di sintomi cutanei mucosi e nervosi {può essere utile .la puntura lombare), si è nel diritto di sospendere la cura, tanto più che il trattamento mer.curiale pare non abbia azione preventiva contro gli accidenti ·terziari. Ma sarà bene ricordare sempre che la reazione negativa rion ci metterà mai .al sicuro dalle recidive, e quindi il sifilitico dovrà ·essere sempre sorvegliato. Nel periodo terziario, se la reazione è negativa ·e non vi sono manifestazioni, è dubbio quale sia il compito della cura. Certo è prudente non tra· lasciare del tutto la cura, finchè la presenza di anticorpi nel sangue indica che l'infezione latente ·è ancora in attività. Ma, malgrado le cu.r e o ,tinate, nelle sifilidi latenti tardive è difficile modi· ficare la reazione. Perciò non si curerà per degli .anni, senza interruzione: un sifilitico che soltanto

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pres"enti reazione di W assermann positiva. Si dovrà sempre sorverglia:rlo e tutto al più sottoporlo o~ anno a brevi periodi di cura . Terminato il trattamento sistematico dei primi anni della sifilide, se la sifilide resta latente, la reazione di W~ssermann è il solo mezzo atto a controllare i risultati della cura. Essa completa 'I 'esame clinico che dovrà essere periodicamente praticato. P. SABEtLA. •

PEDIATRIA. • Clonsiderazioni critiche su i cosi detti disturbi della nutrizione nei bambini. (D. PACCHIONI. Comunicazione all'VIII Congresso

Nazionale di Pediatria in Bologna, settembre 1913).

L' _i\. per quanto ammiri l'importanza degli studi delle scuole tedesche n~ campo dei cosi detti disturbi della nutrizione, non può accettare il concetto soste~uto da Czerny, perchè lo ritiene troppo duttile ed indeterminato. Infatti non vi è nessuno stato patologico che non possa essere ridotto ad una malattia della nutrizione. Devesi invece considerare il disturbo della nutrizione soltanto come l'effetto o il danno provocato sulla nutrizione, per esempio, dalla anormale alimentazione. Espone i suoi dubbi circa le ricerche chimiche eseguite sul ricambio dalle scuole tedesche. Critica la teoria dell'acidosi di Czerny ed anche quella di Finkelstein, e conclude ,dicendo che esse possono essere accettate soltanto come prototesi o ipotesi provvisorie. Ritiene più utile di ricondurre i fatti morbosi ad una patogenesi più reale, e crede che il momento patogenetico fondamentale debba sempre ricercarsi n~lle condizioni della mucosa intestinale, ricordando che sono solo le sue cellule quelle che regolano tutta la nutrizione. Perciò il tornare esplicitamente a localizzare i disturbi da alimentazione nell'intestino, ed il tornare a dire che come la causa prima è nell'alimentazione e l'effetto ultimo nella nutrizione, così la loro sede di formazione è nelle 'vie digerenti. ed il parlare quindi piuttosto di malattie dell'apparato nutritizio che di disturbi della nutrizione, pare più consentaneo con la logica e con lo stato naturale dei fatti. · A questo punto l'A. riassume le .Principali co· gnizioni di fisiologia, mettendo in rilievo l'importanza grandissima delle cellule epiteliari intestinali, che si possono considerare come organi ghian · dolari investiti di secrezione interna. Finc.h è queste cellule riescono ad adempiere il loro còmpito non

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IL POLICLINICO

vi è malattia; la malattia incomincia, come anche dicono gli autori tedeschi, appena cbe queste cellule diventano insufficienti. L'insufficienza delle cellule intestinali epiteliari segna il fondamento patogenetico dei disturbi da alimentazione. Il e limite di tolleranza 11 di Finkel<;tein corrisponde al limite dell,attività funzionale delle cellule epiteliari intestinali. Naturalmente al principio di una malattia da alimentazione, es~endo la lesione del tutto funzionale, non si possono avere sintomi a carico del tubo enterico. Non parla dei danni da ipoalimentazione perchè, essendo provocati non dall, alimentazione, ma dalla mancanza di alimentazione, crede che di essi si debba trattare là dove insieme alle diatesi e costituzioni si tratta l'argomento della nutrizione in generale. Per l'applicazione d el concetto patogeno si riferisce agli avvenimenti morbosi determinati dall'allattamento artificiale. Dice che sorpassato il limite della massima attività funzionale delle cellule epiteliari della mucosa intestinale si ha il fallimento delle funzioni cellulari. La prima a fare difetto delle tre funzioni (digestiva, assorbente, assimilativa) deve essere quella assimilativa, perchè è la funzione che le cellule dànno innatural· mente, per forza maggiore come risposta agli stimoli della innaturale alimentazione. Il difetto di questa funzione interessa da prima solo i proteici ed i grassi. Gli idrati di carbonio ed i sali sono invece ben t ollerati. Effetto utile consegue alla dlminuzion~ della dieta, p erchè si ristabilisce l'equilibrio della funzione assimilativa. Si può trovare una dieta di tolleranza, con la quale il peso corporeo si mantiene almeno stazionario, e che misura il valore della funzione assimilativa. Somministrando maggiori quantità di albumine (Combe) o di gr9.ssi si ha la reazione paradossa, perchè una maggiore quantità di questi materiali impropriamente elaborati giunge a modificare le condizioni del ricambio materiale. In seguito, poichè la funzione dell'assimilazione e quella dell'assorbimento sono strettamente dipendenti l'una dall'altra, si determina un difetto anche nell'assorbimento, ed infatti compaiono residui di caseina (Uffenheimer) ed aumentano i saponi nelle feci. Col progredire dell'errore alimentare le cellule intestinali diventano sempre più insufficienti e la insufficienza si estende anche alla funzione digestiva. Si ha ristagno di materiali anche incompletamente digeriti con produzione di decompo· sizioni e fermentazioni anormali, sopratutto acide che impediscono la formazione di saponi. Gli acidi grassi ed altre probabili sostanze acide determinano allora irritazione della mucosa, che reagisce con la escrezione di muco, con la secrezione di acqua e con la esagerazione della peristalsi. Cosi

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si gi11nge alla dispepsia, nella quale la lesione dell'intestino da funzionale incomincia a diventare organica. La persistenza di queste condizioni, limitando sempre di più l'entrata in circolo di materiali adatti per l'assimilazione intraorgani~a, può giungere fino a determinare l'arresto della. funzione autonoma dell'accrescimento, con consecutiva atrofia o decomposizione che '1ir si voglia. L,.aggravamento invece di queste condizioni intestinali può invece d'altra parte condurre la mucosa in un tale stato di deficienza funzionale che, quasi come una membrana non vivente, si presta all'assorbimento ed assimilazione non a seconda delle normali sue leggi biologiche, ma unicamente a seconda delle leggi fisico-chimiche. Cosi allora penetrano in circolo sostanze proteiche, grassi, lipoidi, zuccheri e sali in tali condizioni di difettosa elaborazione che possono acquistare proprietà tossiche. L'intossicazione da· causa alimentare oltre che per altre circostanze si verrebbe appunto a determinare per mezzo di questo meccanismo. Conclude facendo rilevare la parte grandissima e fondamentale che l'intestino prende nel determinismo di questi disturbi da alimentazione, e trova quindi "necessario. di tornare a localizzare decisivamente nelle vie digerenti queste sindromi morbose. In mancanza di altre denominazioni. che valgano ad individualizzarle e definirle, gli sembra adatto il termine di enterosi. E con mag· giore precisone per enterosi dovrebbero intendersi quelle condizioni morbose croniche dell'intestino da causa alimentare determinate prevalentemente da un'insufficienza funzionale delle cellule della mucosa intestinale e specialmente di quelle epi, teliari. Le enterosi, come ogni altra affezione delle vie digerenti, si manifesterebbero con due sorta di sintomi, con sintomi intestinali cioè, e con sintomi generali a carico della ntttrizione e di intossicazione. Però, a differenza delle enteriti. i fenomeni intestinali delle enterosi specialmente al principio non sarebbero tanto appariscenti come quelli generali, corrispondentemente alla quasi completa mancanza di lesioni anatomiche ed alla notevole compromissione in vece dell 'atti- _ vità funzionale cellulare. Senza la pretesa di a vere dette cose nuove, crede che orientando in questo modo il ragionamento si venga a mettere più in fuoco la questione dei disturbi da alimentazione per modo da conciliare le teorie degli autori tedeschi con il decorso naturale degli avvenimenti. Il concetto delle enterosi infatti, mentre conserva tutta l'importanza alle alterazioni della nutrizione, serve a ricondurre decisamente il momento patogenetico fondamentale nella sua sede di formazione, cioè nell'intestino. G. A. DOTTI.


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FASC.

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SEZIONE PRATICA

OSSERVAZIONI CLINICHE 0SPEDAI.E CIVILE DI ASTI.

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Trapianto tendineo-aponeurotico in sostituzione della rotula estirpata per il dott.

MARIO FASANO.

Fin dal 1908 alla XXI adunanza della Società italiana di chirurgia riferendo su d~ un caso di osteomielite primitiva della rotula nel quale ero stato costretto a procedere all'enucleazione dell'osso intero necrosato avevo accennato ad un metodo operatorio suggeritomi dnlla ·ptatica del caso e che mi aveva dato risultati funzionali ottimi sino allora dopo tre anni e che tali si· sono mantenuti sinora ossia dopo 8 anni. Siccome nell'osservazione in questione si trattava di frattura di rotula necrosata con lacerazione delle parti molli di rivestimento, ecco usando le parole testuali della mia comunicazione, quale fu il procedimento da me allora eseguito: « Ampliata convenientemente la ferita traumatica dell'aponeurosi rotulea di rivestimento mediante uil'incisione, si estraggono i frammenti liberando attentamente a contatto dell'osso con strut!!enti ottttsi lo sfondato fibroso ed enucleando quindi a grado a gra\io avendo cura di non prolungare là lacerazione dell'aponeurosi di rivestimento e di non intaccare i legamenti laterali, che non erano stati interessati dal trauma. « D~tersa accuratamente la cavità articolare sj procede alla preparazione dei lembi aponeurotici escidendone le lacinie prolabenti e regolarizzando i bordi fibrosi residui all'apertura dell'aponeurosi di rivestimento della rotula per modo da formare un elissoide diretto in senso verticale, avente un diametro massimo di 6 cm. ed un minimo di 3 cm. Ciò fatto si passa alla sutura dei bordi aponeurotièi delimitanti i contorni dell'incisione elissoidea sopraddetta, sutura che viene eseguita con punti staccati di seta, avendo cura di infig· geie 1'ago un centimetro all'esterno di detti bordi e poter quindi avvicinare sulla linea mediana una porzione maggiore di legamenti laterali e costituire quindi un robusto tendine rotuleo in sostituzione della rotula enucleata ». Il buon r~sultato funzionale ottenuto in questo caso mentre veniva a dimostrarmi la possibilità di poter sostituire la rotula mediante una pia-

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stica tendinea, mi spingeva d'altra parte a praticare qualche ricerca anatomica e sperimentale allo scopo di meglio disciplinare la tecnica del1'intervento praticato.

Lo stato anatomico della regione nel caso oc~orsomi era ben diverso da quello che ordinariamente suole presentarsi nella pratica. Si trattava di un'osteomielite della rotula a decorso subacuto, l'osso necrosato si presentava qt1indi poco aderente, quasi staccato dall'aponeurosi di rivestimento, esso formava come un se· questro ricoperto dall'aponeurosi rotulea ispessita a guisa di periostio sequestrante, in tal caso riusciva facile l'enucleazione dell'osso e la conservazione delle aponeurosi rotulee. . Al contrario operando su di una rotula normale il distaccò dell'aponeurosi di rivestimento non solo non avviene come nel caso occorsoci, ma difficilmente si possono conservare lembi aponeurotici di ampiezza tale da poterli suturare insieme e ristabilire con essi la '~onti:iuità dell'apparecchio legamentoso. A tal uopo osservando sul cadavere l'anatomia della regione mi venne fatto d'ideare un metodo, che non solo cotrisponde bene anatomicamente al piano dell'operazione, ma anche fisiologicamente sembra soddisfare allo scopo prefisso, vale a dire alla ulteriore funzione dell'arto, come ebbi a convincermi con numerose esperienze pratjcate su caru.• Il metodo da me ideato è fondato sui trapianti ed innesti aponeurotici e tendinei, argomento che tanta parte ebbe in questi ultimi tempi nel progresso df'lla chirurgia ortopedica e che costituisce continuo oggetto di studio in questa branca della chirurgia. Esso è basato sulla sostituzione della rotula estirpata da parte di un lembo tendineoaponeurotico. Noi sappiamo come l'apparecchio legamentoso anteriore della rotula è costituito dal tendine· del quadricipite il quale si continua col legamento rotuleo mediante l'interposizione della rotula. Questo tendine è diretto un po' obliquamente in basso ed ali 'indietro e si fissa sulla faccia ante_riore della rotula in corrispondenza della sua base per l'estensione di un centimetro circa ricoprendo poscia la rotula per tutta la sua estensione mediante lamine fibrose, che si continuano in basso col legamento rotuleo e lateralmente sui margini della rotula, per modo da costituire due legamenti laterali, detti alette della rotula, le quali si espanI

(II)


IL POLICLINICO

dono cir<'ondando il ginocchio sulle parti laterali e vanno a fissarsi dietro Je capsule fibrose di ciascun condilo. Estirpata la rotula ne risulta un difetto dell'apparecchio legamentoso. che può essere facilmente sostituito da un lembo aponeurotico scolpito dal tendine del quadricipite, ribattuto in basso sul difetto risultante dall'ablazione della rotula e suturato al legamento rotuleo ed alle alette laterali. Ecco in riassunto i vari i tempi dell'operazione: r. Si delimita un lembo cutaneo-aponeurotico in modo da comprendere insieme con la cute la aponeurosi d'involucro, prolungamento di quella della coscia, la quale per l'interposizione della borsa prerotulea passa dinnanzi alla faccia anteriore della rotula senze aderirle. Questo lembo a convessità in basso della lunghezza di 10 centimetri circa raggiunge il suo punto estremo 1n corrispondenza della tuberosità anteriore della tibia e comprende nel suo diametro trasversale la rotula ed il tendine del quadricipite. 2. Sollevato il lembo si incide a contatto del bordo rotuleo interno l'aletta e si procede all'isolamento dell'osso in tutto il suo contorno. 3. Sul tendine del quadricipite per tutta la sua larghezza e per un'altezr.a corrispondente a quella della rotula estirpata si scolpisce per sdoppiamento un lembo sino a mezzo centimetro dalla sua jnserzione al bordo superiore della rotula. 4 . Si ribatte questo lembo a cerniera in basso in modo che la sua superficie incruenta sia rivolta verso l'articolazione e lo si sutura al legamento rotuleo ed alle alette. 5. Si abbassa it lembo aponeurotico-cutaneo e lo si sutura a due piani. Come già ebbi ad accennare, le esperienze da me praticate su cani di grossa taglia ebbero a darmi ottimi risultati nonostante in questi animali abbiasi notata leggera flessione oltre la norma in corrispondenza dell'articolazione operata: È da notarsi però che questi animali poco si prestano ad esperienze del genere essendo in essi l'articolazione corrispondente a quella del ginocchio normalmente in semiflessione e variando quindi le condizioni statiche che si ri~contrano fisiologicamente nell'uomo. Tuttavia il fatto che gli ani· mali pochi giorni dopo l'operazione potevano camminare e presto anche correre e che in essi la estensione era possibile tanto da potersi rizzare sugli arti posteriori, unitamente al risultato da

(ANNO

XX, FASC. 51)

me ottenuto nell'uomo nel caso comunicato, seb. bene in esso il procedimento per condizioni patologiche speciali sia stato alquanto diverso, m'inducono a sperare che il metodo operatorio possa essere tentato utilmente nella pratica. Esso troverebbe le sue indicazioni in tutti i casi in cui per processi necrotici (osteomieliti) o neoplastici la rotula dovesse necessariamente essere estirpata, inoltre come complemento negli inter· venti soliti per fratture trasvt:rsali della rotula nei quali non sempre i metodi sinora praticati ebbero a dare risultati funzionali perfetti in seguito alla formazione del callo fibroso ed alla conseguente diastasi dei monconi di frattura. Asti, 6 novembre 1913.

CONFERENZE. Sul valore da assegnarsi alla siero-diagnosi nella febbre mediterranea. Contributo per il dott. NATA~E S~VATORE tenente medico M. T. (Conferenza tenuta il 24 novembre 1913 nell'ospedale militare principale di Palermo).

Una quistione ancora dibattura, è quella che riguarda il tasso minimo al quale la siero-reazione agglutinante per il b. melitense debba ritenersi positiva. Difatti, mentre alcuni (Wright, Zamn1it, Cippitelli, Trambusti, Donzello e molti altri) ritengono che la siero-reazione ottenuta al titolo r :30, r :40 minimo debba considerarsi come specifica, altri autori invece (I{olle, Missiroli, . L\..scoli, . ecc.) ritengono che bisogna arrivare a titoli abbastanza ele' >ati per poter ritenere positiva la reazione agglutinante, esistendo dei ceppi m. me1itense i quali possono presentare, anche a titolo elevato, agglutinazioni con sieri non specifici e co11 sieri normali. Altri ancora (l(onrik) negano ogni valore specifico alla sieroreazione, in quanto che avr ebbero ritro\-·ata la sieroreazione agglutinante po~i­ ti va sino al titolo r :soo con siero di sang11e nor1nale e di indi, idui affetti c1a altre Inalattie. Data questa divergenza di \reclute, 1101~ sono mancati i tentati, i per cercare altri 1netodi di laboratorio capaci di J>oter rendere 11tile "er\ izio 11ei ca i in cui la sieroreazione 1

1

1

(12)


[ANNO XX, FASC. 51]

S]{ZIONB PRATICA

ag~lutinante dà risultati incerti, in consideraz1.o~e ~ncora che I' emocultura non riesce p~s1t1va in tutti i casi e che la puntura della nJ.ilza, dalla qu~le con maggiore facilità si ot~en~ono reperti positivi, non è di facile applicazione pratica. Sigre, .Pulvi!enti, Missiroli infatti hanno cercato di applicare il metodo della fissazione d~l co~plemento di Bordet e Gengou alla c1J.agnosi della febhre mediterranea però a parte l~ ~onsi.derazione che. questo ~etod~ è s:-iscettib1le di errori e richiede una tecnica rigorosa ed esatta, la quale solo in mano di esperti può dare risultati probativi, si è dovuto constat~re, da ~icerche comparative fatte colla sieroagglut1nazione (Missiroli) che non è scevro degl'inconvenienti che si sono a~tr.ibuiti al~a reazione di \ ì\Tright, essendosi riscontrati ceppi di m . melitense dotati. di ~ap.acità fissatrice spiccata per gli ant1corp1 di III ordine, 1nentre se ne sono trovati degli altri che esplicano in grado assoluta1nente minin10 tale ·proprietà. Ecco pere hè io, che mi sono da qualcht: tempo occupato con intere e dello studio di a uesta malattia, che come e noto è molto diffusa nei nostri paesi, mi son dovuto persuadere che la r eazione agglutinante, applicata con determinate norme, rappresenta un metodo preziosissimo per la diagnosi della setticemia di Bruce e che anzi, senza tema di errare, è l'unico metodo su cui oggi ci si fonda per la diagnosi differenziale. Però è bene ricordare che ·1a siero-reazione aggluti11ante non va mai giudicata isolatamente, bensì in rapporto col decorso clinico del processo infettivo.

• ** D alle mie osservazioni risulta che le ag. glutinine specifiche nella infezione Bruciana cominciano a comparire generalmente verso la fine della prima settimana e più propria·· mente al 5° giorno di malattia, persistono a lungo e si possono ancora :riscontrare dopo un anno dall'infezione, però con tasso pro gressivamente più debole. Il potere agglutinante del sangue degli ammalati di febbre mediterranea incomincia d'ordinario poco marcato (1 :30) e in linea generale, nelle infezioni lievi a decorso lento e che giungono a guarigione completa, il potere agglutinante arriva a riscontrarsi sellipre più elevato (1 : 1500-2000) che non nei casi gravi a decorso acuto (1 :300) . Ne1 casi a decorso acutissimo la sieroreazione si ri-

scont~a 9u~s~ se.mpre negativa, o posi ti va in

debol~ dilu1zion1 (r :30) ed eccezionalmente mantiene un tasso più elevato. ·Il ~ot~re agglutinante diviene più elevato col .n:1gl1o:amento della sintomatologia e lo a·vv1cinarsi della convalescenza mentre ~ua::ido la malattia si aggrava e si avvicina . esito leta~e, va sempre pi1ì degradando fino a scomparire del tutto. Una nota caratteristica dell'infezione mel1tense è qu~lla che i valori di agglutinazione possono oscillare n1oltissimo da un aiorno al!' altr? (Tr~r:ibusti, Cantani junior). Gli :.. halz1 relat1v1 possono essere fortissimi in quanto che si hanno degli sbalzi che da r :300 ·vanno ad l :4000. Alle volte le oscillazioni sono ~osì am~ie da fare scomparire intieramente la reazione e farla comparire mentre era assente. Ri~petto poi alla: in1portanza dei differenti campioni batterici, nella valutazione della ~ier?diagnosi, nella maggioranza dei casi 11 siero agglutina più intensame11te il cam~ f . ione batterico che si è ottenuto con l' emocultura dell'ammalato in esame. . Il grado di agglutinazione di ciascun campione batterico non si mostra fisso subisce r1.otevo~ vari~zioni nei successi vi passaggi, sia nei mezzi colturali, sia attraverso animal~. Le culture vecchie, anche di qualche sett1man~, sono spesso autoagglutinabili e possono indurre a deplorevoli errori a cui probabilmente debbono ascriversi i risultati del l(onrich e degli altri osservatori che attribuiscono. tuttavia al si.ero normale alto pot~re agglutinante per gli agenti della febbre ~1 1\!Ialta, senza escludere anche l'ipotesi che il si.ero. r~te~uto normale potesse appartenere ad indiv1dm che avevano sofferto in precedenza forme lievi di febbre mediterranea e ~he presentasse perciò potere agglutinante 1n atto. Recen~emente poi, Negre e Reynaud banno riscontrato la presenza di bacilli parameli tensi, così detti perchè stanno al b. melitense come i paratifi stanno al tifo· àànno cioè una sintomatologia simile a quel~ la del b. melitense ma il siero di sangue dei soggetti ammalati da paramelitense non aaglutina il m. di Bruce. ò Così pure è degno d'interesse il fatto osSE'rvato da Nicolle e Conor della trasformazione di un ceppo di melitense, isolato dal Bruce, in un ceppo di paramelitense dopo aver soggiornato qualche anno nei laboratori di Tunisi e di Algeri, ed in questo caso è


1854

IL POLICLINICO

probabile che l'agglutinazione negativa con sintomatologia tipica deve far pensare a questa possibilità.

•••

Tal~ differente ~omportamento del potere

agglutinante del siero di ammalati d'infezione Bruciana e rispettivamente dei differenti ceppi di campioni batterici e di un c~ppo st~sso, g~us~ifi~herebbero la proposta d1 alc~ni ~utor1 di ritenere specifica quella agglutinazione ottenuta usando delle diluizioni di siero ad alto titolo (r :200 Montefusco, r :5 00 Kolle, Ascoli), qualora nella diagnosi di febbre mediterranea ci attenessimo solo. alla reazione di Wright per il solo m. melitense. Tale criterio, a mio modd di vedere, non può reggere, quando la ricerca si estenda come è doveroso fare, per essere scrupolosi' anche agli altri germi che possono dare del~ ~t sindromi cliniche simili alla febbre mediterranea ed è ottenuta entro certi limiti di diluizione del siero, entro certi limiti di témpo e. con stipite noto, controllado sempre con siero normale. Il limite minimo di r :40, basandoci sulla esperienza di laboratorio e sulle osservazioni numerose di altri (Wright, Durham Zanimit, l(retz, Birt, Cippitelli, Stefanelli, Trambusti, Donzello, ecc.), qualora la sierodiagnosi corrisponda ai suesposti postulati e si accordi ancl1e ai sintomi clinici, può dare al reperto sierodiagnostico valore positivo assoluto ed indicarci che nel siero in esame è contenuta senza dubbio l'agglutinina specifica e che quindi l'organismo è stato ~f­ f etto o ba in corso l'infezione melitense. In linea generale dunque, la reazione positiva così ottenuta, vale ad assicurare la diagnosi nei casi sospetti, poichè l'anamnesi permette di attribuire il giusto valore ai reperti positivi che ,,anno riferiti ad una infrzione pregressa. . È ovvio ancora notare come anche non devesi concedere valore negativo alla sieroreazione perchè negativa, massime nei primi giorni di malattia ed anche in periodi avanzati quando i sintomi clinici stanno a dimostra re per la loro gra ' 'ezza 1' esistenza della n1alattia (1'ra111bt1sti) . Con\ erra in tal caso rjpctere la prova dopo un certo periodo di ten1po in cui la formazione delle agglutinine do\ rebbe \ erificarsi. l.,' esperienza dell 'osser\'atore provetto è ltfficiente a far clistinguere i casi dubbi, che fortuna.ta111entc costituiscono eccezioni, e 1

1

(14)

1

[ANNO

xx,

FASC.

SI]

spill:gerà questi ~d avvalersi di ogni altra indagine necessaria per l'accertamento della specificità o meno della sieroreazione in esam~, e se ra~oni di lodevole prudenza consigliano a spingere .la sierodiagnosi, in ogni cas.?, al t~sso massimo raggiungibile ciò non puo autor1zzare (come ultimamente vorrebbe jl Montefusco) a mettere in dubbio il valore dia~nos~ico. delle sieroreazioni pubblicate nei casi di febbre mediterranea finora stud~ati solo perchè i saggi agglutinanti non raggiunsero in alcuni di essi il tasso di r :200 essendo stata la specificità di tali reperti affermata oltre con l'attenta osservazione clinica anche con rigorose ricerche che furono . negativo, agli ' altri ge1mi estese, con esito che possono dare delle sindromi cliniche sin1ili alla febbre mediterranea, e ·g ià d'altra parte controllate con sieri no1mali. •

• •* A conforto delle suesposte considerazioni pubblico i risultati avuti in 80 sieroreazioni aggl~tinanti prafc~te nel R. Istituto di patologia generale di Palermo, su ammalati sospetti di febbre meàiterranea, durante l'anno scolastico 1912-13. • I ceppi usati per la sieroreazione furono quelli di Pasteur, Krall, Nicolle, e di campioni prelevati con l'emocultura da ammalati cii febbre mediterranea. Essi, dopo identificazione, sono stati mantenuti attivi con ripetuti passaggi sottodurali in conigli gio• vani. Le culture adoperate per la emulsione batterica, non erano auto-agglutinabili e di età recentissin1a (c11lture di 24 ore) e per ogni sieroreazione Jurono adoperati sempre stipiti di versi controllati con siero normale e con siero di controllo ricavato da animali immunizzati con l'iniezione endovenosa di nucleoproteide. La tecnica seguìta prevalentemente è stata ln microscopica e per i risultati ci siamo attenuti a quelli avuti nel periodo di mezz'ora, per quanto, nei casi negativi, anche dopo sei ore non si è notata agglutinazione. La sieroagglutinazione è stata sempre estesa ai germi del tifo, ai b. paratifi A e B ed al b. coli. Per i dettagli di tecnica sulla preparazione dell'emulsione bacillare e per le diluizioni del siero ci siamo attenuti a quanto sta prescritto in tutti i trattati. I risultati ottenuti si possono riassumere nel seguente quadro :


-

..

-

-

- ....

-

>

Ris1ùtati

Siero di sangue di lndlvldui so· spetti ammalati dl infezione mè· litense

~

Riassunto delle osscrvaelonl

Gruppi ,

~ -

...

~

I Gruppo IS •

· · · · · ·

~ Sieroreazioni

agglutinanti positive per il m. melitense

I

l : 6o

3

1:120

4

i

I:

200 •

1:26o l

:500

r:100

II Gruppo 1o

. . • • . . •

Sieroreazloni agglutinanti posittve per il b. uro

..

l

III Gruppo 8

• •

• •

• • • < S leroreazloni \

a gglutin'.lnti positive per il b. paratifo B

II

I

2

I

I

~

rn o • \ La sieroreazione fu sempre estesa ai germi del tifo, al paratifi A e B ed a l b. coli, e mai si ebbe agglutinazion e positiva per questi a ltri germi ad un t asso superiore di 1: 20 n è l a sieroagglutinazione di controllo con siero ricavato d a a nima li (conigli) immunizza ti con iniezioni endo: venose di nucleoproteide, diede esito positivo ed a tassi elevati variabili con i diversi stipiti da 1:1000 ad 1:5000.

H ..__

...

5

I

I: 180

3

1:300

2

1:500

..

La sieroagglutinazione per Il m. meliten5e fu positiva a l tasso massimo di 1 : 15. Il siero norma te di controllo a gglutinò il m. melitense al tasso massimo di 1: 15, 1: 25. Il siero di controllo ricavato da animali immunizzati con iniezioni endovenose di nucleoprot eide, mantenne l1 valori di 1: 1000 ad 1: 5000 a seconda gll s tipiti usati. Su 4 casi si osservò agglutinazione di gruppo con i paratifi A e B ed al tasso non superiore di 1: 100-1: 180. •

. I: 80

Ol

3

1:500

2

1:1000

2

~

~ ~

I

1 :160

gj

Non sl ebbe sieroreaZione agglutinante per il m. melitense al tasso superiore di r: 20. I1 siero normale d i controllo agglutinò il m . melitense a l tasso m assimo dl e: l~, 1: 25 mentre il siero ricavato da animali immunizzati col nucleoproteide mantenne i valori di 1: 1000 ad I :5000 a seconda gli stipiti. In 3 casi si osservò agglutina zione di gruppo con . il b. d el tifo e con il paratifo A al tasso non s uperiore di l: lOO ed 1: 180.

§ ~

i

Non si ebbe reazione sler oa.g glutfnante per m. f1 melitense al t asso superiore di 1: 20. Il stero normate di controllo agglutinò il m. melitense al tasso massimo di 1 : 15, 1:20, mentre U sie.r o ricavato da animali immunizzati col nucleoproteide mantenne i valori di 1: xoro acl,1 :5000 a seconda gli stipiti.

H

01 .._...

P er 36 casi non s i present ò agglutinazione positiva a l tasso superiore di 1 :20 per tutti i germi In esperimento, e nel mentre il siero normale di controllo agglutinò Il m. melitense al tasso variabile di I: 15 ed 1 : 25 il siero normale ricavato da animali immunjzzati col nucleoproteide conservò i valori dl a gglutinazione di 1: 1000 ed 1: 5000. È probabile trattarsi di casi di febbri anemiche. o pretubercolari, e di natura ignota nei quali per quanto clinicamente nessuna lesione organica è s tata constatata all'epoca della febbricola simulante una febbre mediterranea, a nche l'esame sierodiagnostico h a d ato risultati negativi . Anzi in alcuni casi si è potuto avere la conferma che t.rattavasi di infezione da b. di Koch perchè la cutireazione ha dato risultato evidentemente positivo. Totale . . .

••

80

H

CX> 01

c..n


IL POLICLINICO

Per i dati sopra riportati e conformi alle osservazioni sperimentali e cliniche comunicate dal Cippitelli, dallo Stefanelli in ispecie e da molti altri ancora, mi credo autorizzato a ritenere specifica la sieroagglutinazione per la diagnosi della febbre mediterranea al tasso minimo di I :40 qualora la sieroagglutinazione venga condotta colle norme sopra cennate ed estesa anche agli altri germi che possono dare sindromi similari alla infezione maltese. Con ciò non si •escludc. naturalmente di portare la prova a titoli il più possibile ele,rati a maggiore conforto dell'esame diagnostico.

ACCADEMIE, SOOIBTl IBDICHB, CONGRESSI {NOSTRI RBSOCONTI P ARTICOJ+llU).

Reale .iecademla delle Scienze di Bologna. Comunicazioni di interesse medico-chirurgico. Anno accademico 1912-913. Prof. comm. G. Ruggi (direttore R. Clinica chirurgica). Speciale processo di plastica per la glabell a e fadice del naso. - Riferisce due casi, nei quali la necessità delle condizioni dei malati gli suggeri un particolare procedimento merjtevole di molta considerazione. Illustra il suo dire con nun1erose fotografie. Il secondo caso era nella persona di uomo di 6o anni affetto da cancroide alla parte mediana del dorso del naso e già operato due volte nello spazio di due anni dall'O. medesimo. Essendosi il processo maligno ripetuto per la terza volta il paziente ricorse ancora all'opera del prof. Ruggì. Ed allora appunto l'operazione venne eseguita con un proces~o speciale. Essendo malagevole riassumere la descrizione di tale intervento, riferiremo quasi integro il primo caso. E ciò per mancanza di spazio. Si tratta di una contadina di 68 anni, da cin· que mesi operata altrove per l'asportazione di un cancroide alla regione frontale e glabella del naso. Il tumore si riprodusse e l'inferma volle entrare nella Clinica il 28 novembre 1912. L'ulcerazione era nel mezzo della fronte, nella parte inferiore, con invasione nella radice del naso, e le parti infiltrate si estendevano a destra fino all'angolo interno dell'occhio. La massa neoplastica inoltre era fortemente aderente al sottostante o~so, per guisa che nessun spostamento era possibile nelle parti cutanee periferiche alla lesione morbosa. Il 2 marzo 1912 l' A. asportò tutta la parte ammalata, a vendola in antece-

(16)

[ANNO X~ FASC. 51)

denza perifericamente circoscritta mediante unaincisione circolare alquanto più estesa e discendente a destra, allo scopo di togliere l'infiltrazione esistente nella palpebra superiore al lato interno dell'occhio. Fatto questo per riparare alla perdita di sostanza, l'A. pensò servirsi di due lembi scolpiti sulle guancie, l'uno un po' più esteso, a destra, l'altro meno, a sinistra, ma di dimensioni convenienti, per modo che, sollevati e ruotati, potessero venire applicati sulla soluzione di continuo di recente fatta. PocW punti dati con seta sottile furono posti sulle parti, ed un piccolo drenaggio in corrispondenza della radice del naso, che venne tolto dopo due giorni. Al settimo giorno si levarono i punti: la guarigione avvenne per ·prima, e nessun tratto di cute cadde in mortificazione. Sulle guancie. com'era naturale, le parti furono avvicinate con punti dati con fili di seta. La cosmesi per questa asportazione di tessuti aveva guadagnato, perchè, es· sendo bilaterale, anche le guancie si mostrarono, dopo l'operazione, meno cadenti. L'inferma lasciò l'ospedale al 10° giorno dall'operazione, in condizioni ottime. Prof. G. Valenti (direttore R. Istituto anatomico). Sopra ien caso di pseudoefmafroditismo femminile esteyno (Klebs). - Essendo venuto a morte in Bologna un individuo che presentavasi al pubblico come uomo-donna ed avendo potuto il disserente c;tudiarne il cadavere, ne fa oggetto di relazione. Si tratta di quell'individuo a nome Virginia Mauri, nato in Roma nel 1859 e sopran· nominato Zepthe Akaire, descritto per la prima volta da A. Filippi nel 1881 e poi da altri, e giudicato di massima importanza per la medicina legale. Dott. Gt..rmo M. PICCININI. •

.,.- Recentissiina p1tbblicazione

Dot*· Prof. 4Jarlo Bronettt Libero docente d1 Patologia Chlrurgica nella R. Università di Roma.

Le cisti e i neoplasmi del mesentere. Importantissimo vol11me in-Vlli grande. di 359 pagine, nitidamente stampato e corredato da figure intercalate nel testo e da 4 tavole. L. 10. N. B. Gll assodati al • Policlinico > che qualche tempo fa ebbero a leggere di qu'5to stesso autore, I' lnteressaut.lsslma e GOIDA AL PRONTO SOCCORSO CWRURGICO ,,. cd espres5Cr0 alla nostra ammiulstrazione l piò vivi ringrutamcnti per 11ver provvisto loro un libro veramente utile e pregevole, possono ottenere, quale prendo semigratuito, U nuovo volume or ora put>. blicato " u cùti 1 i ~lasmi dd mese,.u,, ., franco d1 porto per sole L. 6, 2.5 se iD ItaJfa e per I,. 7 se all'Est~, m~ttt per I non a590Clatl, c!BO à poeto iD commercio al prerzo di ~. 10. Per rl~erlo prontamente, spedire aublto Cartolln.a-Vaglfa esclusivamente al prof. ENRICO MORlll3.I, del Tritone 46 , ~oma,

m


fANNO XX,

FA~C.

51)

1857

SEZIONE PRATICA

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. SEMEIOTICA CHIMICA. La reazione urinaria di Moriz- Weis.

,

Se si aggiungono ad un'urina diluita con 2/3 d ·acqu~, poche gocce d'una soluzione di permnnganato l : looo, la soluzione diviene d'un colorito giallo oro se la reazio11e di Moriz-Weis è positiva. -~ tale reazione è st ato attribuito un certo valore diagnostico e pronostico n ell'esame della tubercolosi polmonare : essa s arebbe stata più frequentem e11te ritrovata nei tubercolosi polmon ari e s pecial1nente n elle forme gravi. (Co11fronti il lettore lo stt1dio dilige11te da noi pt1bhlicato 11el n. 49). Laignel-La·v astine e Gra ndjean h anno voluto co:ntrollare il valore cli11ico della reazione : essi comunicano alla S ocieté 1nédic. des hopitaux nella. seduta d el 27 giug no, cl1e nei tubercolosi cavitarì la r eazione è sem pr e positiva, n ei tubc::·colosi all'inizio la r eazione è negativa ; che quando sia presente in un caso di tubercolosi polmonare essa ha quindi pronostico grave . Però m entre nella pleurite è negativa, si mostra positiva nella polmonite. :31erklen aggiun ge c'h e la r eazione può ritrovai·si positiva 1?-el tifo e in a lcune infezioni acute. ' Dupur ha comunicato n ella stessa seduta che la reazione può essere positiva nelle urine d! ndividuo sano: qualsiasi valore diagnostico deve quindi essere negato alla nuova reaziòne ; lo studio si dovrà allargare circa il valore pro110stico nei casi di tubercolosi accertata.

t. p.

Su un nuovo metodo di dosamento degli zuccheri. Nello scorso anno, il dott. L. Barelli, per il dosaggio del glucosio ha proposto un metodo, poggiato sullo scoloramento di un reattivo, che si compone di solfato di rame (gr. 65.85 su mille di acqua) , di rodanato di potassio e di carbonati alcalini (rodanato gr. 300, carbonato sodico anidro gr. 150, bicarbonato sodico gr. 35, acqua distillata q b. per mille eme.). Giovanni }ovine, nella Clin. Med. di Camerino , ha verificato che questo nuovo metodo risponde a lle esigenze della pratica, purchè il reattivo si prepari estemporaneamente, volta per volta, e pur3

chè (precauzione ancora più importante) la urina da esaminare venga artificialmente privata degli urati mercè l'addizione di una soluzione acquosa di acetato neatro di piombo al 15 o 20 % e lo eccesso del sale di piombo venga eliminato mercè una soluzione acquosa sa tura di carbonato sodico. Secondo i risultati dell' A. ; questo trattamento preliminare della urina, mentre elimina sicuramente gli urati, non precipita il glucosio, anche se presente nella proporzione di uno su diecimila. Il previo scoloramento della urina con carbone animale non riesce ad impedire che il reattivo rodanico nel però.ere il colorito azzurro assuma 1 un colorito alquanto gialletto quando il saggio della reazione è positivo. Però, questo colorito gialletto spicca nettamente rispetto al bleu, quando questo scompare durante l'evoluzione della reazione , onde l'A. ritiene che quel colorito gialletto non costituisce un inconveniente nell'attuazione del metodo.

(I.l Tommasi, 1913, n. 14).

Sull'applicazione de11· acido cloridrico con percloruro di ferro per la ricerca delle biline e dei pigmeo ti biliari nelle fecce. Al principio del 1913, Grigaut ha proposto un metodo speciale per la ricerca dello sterco-bili· nogeno e della stercobilina in contrapposto ai pigmenti biliari nelle fecce. All'uopo, le fecce da esaminare si diluiscono con acqua bollente, indi si mescolano in un tubo da saggio, che contenga acido clo1idrico puro e percloruro di ferro molto diluito. Qualora le fecce contengano soltanto biline, il saggio assume una colorazione rosea o rossobrunastra. Qualora siano presenti anche i pigmenti biliari, specialmente la bilirubina, allora il saggio assume un colorito verde. Poichè su questa reazione non esistevano ricerche di controllo, per lo meno in Italia, Giovanni }ovine (Gazzetta de.gli Ospedali e delle Cliniche, 1913, n. 103) nella clinica medica di Camerino l'ha sottoposta a verifiche numerose. Da esse risulta che il nuovo saggio di Grigaut è superiore al già noto saggio di Schmidt e Strasburger (sublimato corrosivo e cloruro di sodio). La superiorità è rappresentata tanto dalla rapidità e intensità della reazione, quanto dalla semplicità della tecnica. (17)


1858

IL POLICLINICO

CASISTICA. Sulle affezioni vescicali provocate in piccole bambine da corpi estranei finora non osserva ti. Abels (WieneY kl1·n. WochenschY., 1912, n. 46), nel settembre 1909 ebbe in cura una bambina di 17 mesi, la quale ammalò con sintomi di cistite; all'inizio della malattia si manifestò più volte iscuria. lJna anamnesi accurata accertò più tardi che, due settimane prima dell'inizio della malattia, tornando dal soggiorno in campagna, la bambina a'Veva accusato bruciore e dolore ai genitali. specie nella posizione seduta. Malgrado una cura medicamentosa e mAlgrado ripetute lavande vescicali la malattia non migliorava; quando ad un tratto la bambina emise un capello di donna lungo almeno 25 cm. Nei giorni seguenti furono riscontrate nelle urine piccole particelle <'he, esaminate al microscopio, mostrarono fibre di lino, di cotone. di lana incolori o anche colorate; verosimilmente si trattava di pezzetti di carta straccia. La emissione di tali particelle. derivanti da corpi estranei, continuò per molto tempo, anche quando già i sintomi morbosi si erano andati attenuando. Data l'età della bambina si può escludere che questa abbia da sè stessa introdotto il corpo estraneo in vescica. Circostanze esteriori impedirono una inchiesta giudiziaria intorno alla persona colpevole; ma con ogni verosimiglianza questa era stata una cameriera a servizio di altra famiglia cui la bambina venne affidata per poche ore e che fu più tardi licenziata perchè masturbava un fanci~!~ che e~sa aveva incarico di sorvegliare. Sembra che questa cameriera fosse istetica; non è possibile stabilire se il movente <lella 5ua az!one s!a s~ato un pervertim~:i:o sessuale o piuttosto un senso di rancore verso la bambina, la cui floridezza faceva risaltare le condizioni fisiche scadenti del fanciu)lo a lei abitualmente affidato. Probabilmente il corpo e3~a::eo da !ei !~t!odotto fu un rotolo di carta straccia avvolto da un capello come da un filo. È da ritenere che, nei primi tempi, l'estremo inferiore del rotolo fosse ancora nell'uretra, donde il dolore (specie nella posizione seduta) e 1'iscuria; solo più tardi, e precisamente in seguito alla introduzione di cateteri a scopo terapeutico, il corpo ecstraneo fu spinto in vescica. Recentemente l'A. ha avuto occasione di oss rvare un altro caso, il quale presenta con il precedente una grande analogia ; anzi, assicura I' A. , senza la conoscenza del primo caso egli non avrebbe probabilmente diagnosticato esattamente il secondo. Si trattava di una florida bambina (li 9 mesi, in cui fu riscontrato deperimento (18)

(ANNO

XX, FASC. 51}

organico, senza che l'esame obbiettivo facesse rilevare alcun segno di malattia. La madre della bambina fece osservare, qualche giorno dopo, che l'orina appariva torbida, come se avesse contenuto iu Dospensione una sostanza biancastra. L esame microscopico dell'orina fece riconoscere la presenza di granuli di amido; e l'A. ritenne che fosse accidentalmente caduto nell'orina un l>oco di quelle polveri che si applicano, nei bam· bini, fra le pieghe cutanee. Le condizioni della piccola inferma migliorarono spontaneamente; tuttavia rtualche settimana dopo la maàre informò il medico che la bambina orin·a va con molta frequenza; e un nuovo esame microscopico fece rilevare, oltre ai segni caratteristici di una lieve cistite, la presenza di numerose fibre, uguali a quelle descritte nel caso precedente~ Degno di nota è che, pochi giorni prima del comparire dei fenomeni suddescritti era stata . licenziata una bambinaia isterica e maligna. Fu verosimilmente costei la quale aveva introdotto nell'uretra della bambina un rotolo di carta che, a giudicare dalla grande quantità di amido riscontrato nelle orine doveva essere stato imbevuto di salda di amido, allo scopo di renderlo più resistente. L' A. fa rilevare come questi casi, nuovi nella letteratura, abbiano grande importanza medica e mediC'o·legale. Non è inoltre escluso che tali manipulazioni su piccole bambine abbiano luogo più frequentemente di quanto oggi venga ritenuto; sicchè è consigliabile non dimenticare questa possibilità. V. FORÙ 1

L'esame delle urin~ nella blenorragia ae11ta e cronica. Pickin (Tbe LancF.t, 1913, !l. II) riunisce in due quadri molto semplici e chiari gli insegnamenti dell'esame delle urine nella blenorragia. Nei casi acuti il paziente urina in due bicchieri: 1°

Conclusioni

bicchiere

Chia ra

Uretrite anteriore acuta .

Torbida; ma al rischiara ,

Uretrite anteriore acuta

T orbida •• Id.

• . .

se trattata con a ddo a-

e fosfaturla.

cetico Id.

• • •

Meno torbida d el r 0 btc· chicre, non sj rischiara con r acldo acetico

Uretrite acuta antator c e posteriore.

I d.

• • .

Torbida come od anche pi\) del primo bicchlc-

Uretrite a cuta a nteriore e posteriore e cistite.

re

Nei casi di uretrite cronica, si lava prima con una soluzione di acqua borica l'uretra anteriore


(ANNO

XX, FASC. 51]

SEZIONE PRATICA

e si raccoglie in un primo bicchiere il prodotto di questo lavaggio dell'uretra; dopo il paziente urinerà in altri d11e bicchieri: Acqua di

Urina

lavaggio 1C1 bicchiere

bicchiere

Urina

intervento, che ouò essere utile se le lesioni re, nali non sono molto avanzate. Per 10 stato del rene bisogna astenersi dall'anestesia generale. (Mittheitungen aus den Grenzg. d. Med. u: Chìrurgie, t. XXIV). P. S.

Conclusioni 3° bicchiere

TERAPIA. Torbida • • . Torbida o con Chiara o leg- Uretrite anteriore e sedimento g e r m e n te posteriore. V escica torbida libera. Id.

.. .

Id.

..

Torbida

Torbida (no n Uretrite anteriore e si rischiara posteriore. Possibicon 1• a ci do lità d'infezione mi· acetico) sta."

. Torbida (in Torbida parte si rischiara con ac. acetico)

(si ri- Uretrite anteriore e

schiara e on ac. acetico)

posteriore. e fosfaturia.

Torbida o con Chiara: sen7-a filamenti filamenti

Chiara

Uretrite a nteriore, possibile restringimento uretra le.

Torbida o con Torbi da o chiara con fì. filamenti lamenti

Id.

Uretrite anteriore e posteriore.

Chiara, senza Torbidaochia· filamenti ra, con fila menti

Id.

Uretrite posteriore : esaminare la prostata.

Torbida, con Torbida, con Meno torbida, Uretriteposterioreed filamenti filamenti ma pochi fì. anteriore. Vedere se lamenti esiste infez. mista.

P . S.

Rapporti etiologici fra fimosi e affezioni renali. '

Heinrichsdorf riferisce quattro casi di giovanetti dagli I I ai I 5 anni affetti da idronefrosi ed uremia, con esito letale: alla necroscopia si riscontrò dilatazione considerevole delle vie urinarie e nefrite atrofica. Causa iniziale di queste lesioni era stata la fimosi. Un altro caso consimile è stato raccolto dal Pauzat nel 1893. Per lo stato fimotico del prepuzio, si hanno facilmente manifestazioni flogistiche che stenosano temporaneamente e ripetutamente l'orifizio prepuziale e l'orifizio uretrale: la balonopustite recidivante è causa della stasi urinaria con tutte le conseguenze flogistiche delle vie urinarie. La dilatazione delle vie urinarie che ne consegue è molto lenta ed insidiosa : i bambini di quando in quando accusano lievi difficoltà nella minzione: i parenti non vi prestano attenzione. I primi fenomeni che si impongono sono i sintomi d'insufficienza renale, che precedono di poco la morte. Delle volte l'infezione ascendente delle vie urinarie affretta 1a manifestazione clinica della malattia. In questi casi la circoncisione fu seguita subito da morte perchè fu praticata ad uremia conclamata. L'autore però resta favorevole a questo

La terapia iodica della febbre tifoide. La terapia iodica del tifo è molto semplice e realmente efficace. Essa è stata più volte sperimentata. Bidault, Carles, Arnozan, ecc., con re· centi ricerche ne hanno precisato la tecnica e l'uso, riuscendo ad eliminare gli inconvenienti proprii dei metodi antichi. In tutti i casi nei quali 1' idroterapia è difficile, mal sopportata, non efficace nei risultati, lo iodio costituisce una risorsa terapeutica di uso facile, molto efficace per l'abbassamento della temperatura, e sembra anche diminuisca la durata e la gravità dell'infezione . Bidault ha consigliato le soluzioni seguenti per gli adulti, c:P,e si possono diluire più o meno per i fanciulli: • Iodio . . • . . . . . . . gr 0.10 Ioduro di potassio . . • » 0.50 Acqua dist. bollita . . . • 2.00 Per bocca, egli somministra 6 cucchiai da zuppa al giorno, uno ogni due ore, lasciando riposare la notte. · Ogni cucchiaiata è presa in un bicchiere d'acqua pura o zuccherata. Per clistere egli prescrive due volte al giorno, mattina e sera, la soluzione seguente: Iodio . • • . . . . · . • gr. o 05 Ioduro potassico . . . . » 0.20 Acqua dist. bollita . • . » r .50 Mandando lentamente e profondamente con una cannula lunga 25 centimetri, il paziente la sopporta molto bene (previo clistere evacuativo). Non bisogna aggiungere mai dell'alcool nella soluzione, perchè esso costituisce una delle principali cause d'intolleranza. In un primo periodo, per debellare l'infezione, si somministra contemporaneamente per via orale e rettale. Quando il paziente comincia a migliorare si somministra una metà dose e si fa un solo clistere al giorno, e poi a giorni alterni. Così si andrà diminuendo la dose dello iodio per bocca, ma si continuerà a darlo per tre settimane. I clisteri abbassano la temperatura da 3 a 7 decimi ip. media, con la regolarità del bagno freddo. (19)


i:86o

IL POLICLINICO

Nelle forme leggiere e di media gravità, l,azione dello iodio sulla temperatura è più rapida ed intensa. L'odore fetido delle feci si modifica subito dopo la prima lavanda rettale, la diarrea cessa. Nelle forme più gravi è anche manifesta l'efficacia di questa tera pia: la diuresi si fa più abbondante, scompare l'alb11minuria, il sensorio si risveglia. Se si riesce ad evitare le complicazioni, la convalescenza è rapida: alla quarta settimana in genere il paziente riacquista le sue forze. Sette malati trattati esclusivamente con questo metodo son guariti tutti senza complicazioni e senza ricadute. Un caso di questi era in condizioni disperate. Lo iodio fu somministrato un po,tardivamente, solo quando fu accertata la diagnosi. Se la diagnosi può essere più precoce, i rist1ltati sono più pronti e forse anche abortivi. · · Per il potere disinfettante dello iodio, Bidault segnala parecchi fatti degni di considerazione nella pratica. Nelle autopsie o nella medicatura di piaghe putride, l'azione antiputrida dell'acqua iodata è eccellente e veramente superiore a quella d'ogni altra sostanza. L'A. consiglia di insaponarsi le mani con l'acqua iodata (una cucchiaiata di tintura di iodio in un litro d'acqua}, e poi tenere le mani in bagno nella stessa c;oluzione per pochi minuti. L'utilità del iodio e le sue numerose applicazioni in chirurgia sono fatti molto noti. Arnozan e Carles hanno adottato una tecnica differente. Somministrano tutti i giorni da X a X..~V gocce di tintura di iodio nel latte o nel vino di Malaga. Essi però non si limitano esclusivamente a questa cura: si giovano, a ~econda dei casi, dell'olio Call-forato, della stricnina, delle lozioni e bagni freddi. La loro statistica di 44 casi è molto favorevole: hanno avuto 40 guarigioni, con una percentuale quasi identica a quella del 9<:> % ottenuta dal Raynaud, uno dei primi e più ardenti promotori di questa terapia. I quattro decessi furono dovuti rispettivamente a perfora· zione intestinale tre giorni dopo 1 inizio della cura, a paresi ed ostruzione intestinale, o ad alimentazione precoce e poco adatta, ad intolleranza assoluta dello stomaco allo iodio. I-4e ricadute furono rare e non gravi.• I/influenza di questo metodo di cura sulla du· rata della malattia risulta veramente indiscutibile. Questo metodo, già esperimentato con successo molte volte, merita, dice il Plique (Le Bulletin 11u~dical, 20 sette1nbre 1913), di entrare nella pratica. P . S.

(20)

(ANNO XX, FASC. 51]

Sul trattamento delle infezioni -eon estratti digeriti di ba tterlJ. Hierschfelder (The ]ou.,nal of the Ama,, medie. As~. , aprile 1913) trattando le cavie con un . estratto di pneumococchi vivi, ottenuto con la digestione in una soluzione alcalina di pancreatina, ha dimostrato la produzione di un'imm11nità attiva e passiva verso i pne11mococchi. Il trattamento della pulmonite con lo stesso estratto diede risultati favorevoli, e la crisi comparve nella maggior parte dei casi 24 ore dopo la prima iniezione. Per il trattamento della gonorrea fu adoperato un estratto ottenuto con lo stesso procedimento: una sospensione di gonococchi fu riscaldata a · 38° ed aggiunta ad uguali quantità di soluzioni di pancreatina e bicarbonato sodico al 2 %, la miscela fu mantenuta per 1 5 minuti alla temperatura di 38°, acidificata con acido cloridrico, e filtrata attraverso il filtro Pasteur. In seguito alla iniezione di 5 eme. del liquido così ottenuto si ha una breve reazione con brivido e febbre; con ulteriori iniezioni la sensibilità dell'organismo diminuisce fino a scomparire. Nella gonorrea acuta e cronica dell'uomo i ri· sultati non furono evidenti, all'incontro nella gonorrea dell'apparato genitale della donna si ottennero sor:l.disfacenti risultati, ed in dieci casi i gonococchi scomparvero dalla secrezione già dopo la prima iniezione . In questi casi fu anche adoperato il trattamento locale, per modo che solo in un caso di gonorrea femminile si ottenne la scomparsa del gonococco per la esclusiva iniezione di estratto di gonococchi. Risultati molto buoni si ottennero nelle complicazioni della gonorrea; in sette casi di epididimite gonococcica cinque guarirono rapidamente, in sette C'asi di artrite gonococcica il risultato fu sempre favorevole. In tre casi di tifo addomina1e un estratto di bacilli Erberthiani fu adoperato con buon risultato e si potette constatare un considerevole aumento del potere agglutinante. In due casi d i reumatismo articolare un estratto di streptococchi dell'endocardite produsse sensibile miglioramento . DRAGOTTI.

Iniezioni endovenose di siero umano normale In casi di sei&icoemla. Bennecke (Munch. I''r!aà. Woch., 2 sett. 1913) ha • • • • ottenuto 3 guarigioni su 5 sett1coeDllet gra v1 curati col siero normale 11mano, previo salasso di 200- 400 gr.


[ANNO

xx, Fase.

51]

SEZIONE PRATICA •

Il siero fu iniettato alla stessa dose (200-4oocmc.) e fu prelevato da individui sani, ottenuto per centrifugazione e conservato in termost~to alla temperatura del corpo. All'autopsia dei due malati morti non si trovò traccia di emolisi; uno di essi ebbe una polmonite términale. Quattro dei cinque malati erano scarlattinosi con gravissima intossicazione: il salasso diede fuoriuscita di sangue nero, spesso; mentre si procedeva all'introduzione del siero umano, il sangue del salasso divenne più rutilante e più fiuido, il polso più valido, l'esantema scarlattinoso, rosso scuro livido, divenne francamente scarlatto. t. p. •

186:r

.

acqua ossigenata pura o allungata della metà per detergere i prodotti necrotici, e quindi applicare <> una soluzione di solfato di rame al 10 % seguita da polverizzazione di clorato di potassio, oppure applicare direttamente la tintura d1 iodio che è sempre il medicamento più attivo. Per ~ ' igiene della bocca si prescriva un gargarismo di clorato potassico. Il dolore può essete calmato con applicazioni di ortoformio. Per impedire il contagio, è necessario sterilizzare le posate, ecc., e disinfettare i prodotti di secrezione .. P. S.

POSTA DEGLI ABBONATI.

,

Il siero antidifterico per via endovenosa. Beyer (Munch. med. Woch., 26 agosto 1913) ha tentato di dilucidare nella Clinica di Rostock il problema se il siero antidifterico, usato per via endovenosa, è clinicamente assai più efficace che adoperato per via sottocutanea. L'esperienza presentava molte difficoltà legate alla varia gravità delle epidemie e alla variabilità stessa dei casi; i casi furono scelti in tal mani~ra da facilitare il paragone, e le dosi per via sottocutanea furono doppie di quelle jniettate direttamente nel circolo. Rispetto alla curva termica se i difterici erano trattati al secondo giorno dell'invasione difterica la febbre poteva scomparire anche il giorno dopo dell'inieziòne endovenosa (5 casi su 14). Col metodo intramuscolare tale vantaggio non si è mai riusciti ad ottenere. Se la terapia interviene al 3°-4° giorno, i risultati rispetto alla temperatura non si differenziano coi due metodi. Rispetto alla detersione del faringe con l 'iniezione en.dovenosa, su 28 casi, 13 si presentavuno al terzo giorno col faringe libero, 7 su 28 seguendo la via sottocutanea. Minime le differenze in casi assai lenti a guarire. Fenomeni serici (urticaria) due volte con l'iniezione endovenosa. Il rene r1mase sempre integro malgrado delle forti dosi e dell'acido fenico contenuto nel siero terapeutico. t. p.

Terapia dell'angina ulcero-membranosa di Vincent. Recentemente sono state raccomandate le ~ ppli · cazioni locali di bleu di metilene in polvere, e le applicazioni di salvarsan in polvere. Quest'ultimo metodo ha dato i risultati migliori e molto spesso dà la guarigione dell'ulcerazione dell'angina di Vincent. Ch. Clyde Sutter (Medical Record, 8 marzo 1913) consiglia di lavare l'ulcerazione con ,

(207) Ch inina-uretano per iniezioni. -

Dalla Posta degli abbonati (della quale mi compiaccio non solamente perchè l'ho ideata io, ma essenzialmente perchè è venuta ad e:ssere una vera miniera di cognizioni eclettiche per chiunque la legga .... A proposito: non converrebbe a fin d'anno fare l'indice degli argomenti trattati ?) desidererei risposta a questo quesito: Quale intento ha l'uretano associato al chinino per iniezioni ? Si possono, le fiale di chinino con uretano poste in commercio dalla Privativa di Stato, usare senz'altro per iniezioni endovenose ? E siccome spessissimo se ne trovano certune il cui contenuto presenta un colore lievemente verdognolo, ci si può fidare anche di quelle, o il colorito abnorme vuol dire alterazione ? Dott. Pietro Pilato . Trino Vercellese abb. 6217. 1

L'uretano etilico si aggiunge al cloridrato basico di chinina per aumentarne la solubilità. Sono s.tate eseguite esperienze di iniezioni endovenose di cloridrato ·di chinina ed uretano, ma ali 'estero e con soluzioni preparate dagli autori stessi. È da persona prudente non adoperare le soluzioni che si sono un poco colorate. Gli argomenti principali della « Posta degli abbonati » verranno inclusi nell'indice delle materie.

B. (208) Vacc'ino antigonococcico. - Sarei grato se mi dicesse nella Posta degli abbonati se Kicolle e Blaizot hanno messo in vendita il loro vaccino antigonococcico, in caso positivo dove potrei rivolgermi. In pari tempo il pro~rio parere in riguardo. Dott. Aurelio Congiu Bono abbonato n. 8873. Non ci risulta che gli autori abbiano messo in vendita il loro vaccino. Il nostro molto prudente parere, quando si tratti di vaccini, è che si debba

(21) •

l


1862

~

POLICUNICO

usarne con una certa fiducia, ma non senza circospezione e senza soverchio apriori~tico ottimismo. Abbiamo esperienza di altri vaccini antigonococcici e buoni risulta ti; non conosciamo quello di ~ic~lle e Blaizot, che pa.,e superi gli altri. P. S: (209) ,4ffezione parali'tica in bambino; cura. -

Prego V. S. farmi rispondere nella Posta degli abbonati del prossimo numero alla seguente domanda: Allo stato attuale della scienza medica, quali sono i moderni e più efficaci metodi di cura per la payalisi spi'nale infantile, con consecutiva atrofia completa di tutti i muscoli dell'organismo, con perdita involontaria e continua dell'urina e delle ieci. Il caso da me tenuto in cpra, data da un mese; il bambino dopo il 1° settenario di febbre tifoidea, fu colpito da collasso. Indi divenne afasico e si manifestò la lesione ne! midollo spinale. Con ogni stima. Dott. Giuseppe Sapienza. Santa Cristina Gela (Palermo). L'essersi la paralisi manifestata durante il de-corso del tifo fa pensare che non si tratti di una « paralisi spinale infantile » (malattia a sè, oggi ritenuta di natura infettiva) ma di una complicazione del tifo non rara a riscontrarsi, e determinata da lesioni causate dalla tossina del tifo sia sui nervi periferici che sul sistema nervoso centrale (nevriti, processi degenerativi infiammatori, ecc.). L'afasia si manifesta piuttosto frequentemente nei bambini durante il decorso del tifo e per lo più guarisce spontaneamente e completamente in tempo più o meno lungo. Anche le paralisi o le paresi consecutive a tifo guariscono in genere spontaneamente. Solo dopo un periodo di circa 12- 14 giorni se non si nota!miglioramento si deve incominciare la cura elettrica dapprima con correnti molto deboli, e poi pian piano più forti. L'applicazione dapprima si farà a giomi alterni, poi tutti i giorni per un periodo da 5 a 10 minuti al più. Molto utile è il massaggio sistematico degli arti colpiti. 1\1. F. Il dott. Tentoni Enrico di Mondaino (Porli) scrive: I corsi d'igiene per gli ufficiali sanitari dove e quando si terranno in quest'anno? Un testo buono per prepararsi qual'è ? I.e sarei grato se vorrà rispondere. (210) C01si d'igiene per ufficiale sanitaYio. -

Corsi di perfezionamento in igiene per i laureati i tengono in quasi tutti gl'Istituti d'igiene t1niver~itari. Ogni Istituto annunz.ia in tempo ·utile, u per i giornali medici. la data d'inizio del corso, (22)

[ANNO

xx,

FASC.

SI]

la durata df questo e le condizioni d'inscrizione. Siccome le date d'inizio e le durate del corso sono diverse nelle varie Università, è bene rivolgersi per avere gli schiarimenti necessari al segretarlo dell'Università o al direttore dell'Istituto dove si in tende di fare il corso. A Roma il corso si apre il giorno I I gennaio, e dura due mesi. I testi di studio per una buona preparazione sono il Manuale dell'igienista, di A. Celli (Unione Torinese); il Manuale d'igiene, di V. De Giaxa (F. Vallardi); il Tf'attato d'igiene e di sanità pubblica, di L. Pagliani.

D. (211) Desidererei che Ella fosse tanto gentile da indicarmi un trattato, non molto 110/uminoso

però, riguardante l'ufficiale sanitario. Desidererei che vi fosse trattato delle norme sulle esumazioni dei cadaveri. Grazie. Distinti saluti. Dott. Sandro Sozzi. Delle norme desiderate si trovano, in breve com· pendio, nei manuali e trattati d'igiene (confrontare risposta precedente). Il Lion, nella sua a Ingegneria legale per tecnici e giuristi » dedica un capitolo ai Cimiteri, dal quale si possono apprendere le regoi.e pratiche e le prescrizioni regolamentari sulle operazioni mortuarie. Il volumetto fa parte dei Ma· nuali Hoepli. D. (212). Abbiamo in italiano un buon libro di

Storia della Medicina? CastelJeone. Abbonato 2731. No, in Italia, così ricca di gloriose tradizioni medjche e biologiche, non esiste un buon libro recente di storia della medicina. Gli ultimi trattati sull'argomento sono quelli, ormai classici, del De Renzi e del Puccinotti; mentre in Germania e in Francia ne furono pubblicati or non è molto. Auguriamo alla nostra coltura, che dal movimento intellettuale che innegabilmente anche da noi spinge alcuni medici a colti va re con amore la storia della propria arte, esca questo libro nazionale di cui è cosi sentita la privazione. gb.

Pubblicheremo prossimamente: Mingazzini, Cefalea es.5e.0ziale - Puntura lombare - Guarigione; Longo, Intorno all'azione del cloruro di sodio sul reni normali e patologici.


{ANNO XX, FASC. 51]

SEZIONE PRATICA

VA.RIA. La psiche di Benvenuto Cellini. - Confesso di .avere aperto il libro del dottor F1"ancesco Que\fenghi, edito a Bergamo (r913) con la consut:ta signorilità di tipi e di illustritzioni dall'Istituto italiano di arti grafiche, con una qualche diffiodenza. Temevo di trovare una di quelle mono;grafie pseudoscientifiche, del genere delle critiche letterarie dettate dai discepoli più o meno au~o­ ·rizzati e degeneri della scuola lombrosiana, che .ad esempio turbarono le serene onoranze cente'1tatie del Leopardi, nelle quali allo studio della ··p ersonalità e della poesia del recanatese venne applicato un gergo antropologico positivista ... Ma, con eguale candore, confesso che subito mi sono dovuto ricredere. La monografia del Qt1erenghi - di cui la nostra stampa periodica non vedo si sia occupata, mentre ne parla favorevolmente The Lancet del 5 aprile, - corre piana ·e pur documentata . senza soverchie pretese di -simboli verbali e dottrinali. Lo studio di quel guazza buglio di nobili ed ignobili qualità, che fu l'anima di Benvenuto, .aveva già attirato l'attenzione, oltre che dei 1etterati di professione, degli alienisti. Paul Co11r· bon fu il primo a condurre uno studio metodico sulla psiche del Cellini nel senso d'indagarne le ceondizionf patologiche; e ne concludeva: 1. Cellini nacque· da una ìamiglia nella quale '.Si è notata l'esistenza del temperamento nervoso; ·d i più, i suoi genitori erano, già avanti IJ.ell'età, -quando lo generarono. . 2. Le · diverse infezioni malaria, sifilide, -cpeste - da cui fu affetto, non fecero che esagerare in lui la predisposizione morbosa, che egli .aveva ereditato. 3. Per tutta la sua vita fu uno squilibrato, ·come lo provano gli impul~i criminosi (egli con-fessa tre assassini), le ossessioni, le fughe, l'as-senza di senso morale, Je idee ·di persecuzione e .di grandezza, l'idea fissa di una fiamma celeste .11ccesa sulla fronte della divinità, le perversioni .sessuali che egli presentò {negate tuttavia dal Querenghi). Senza giungere sino alla demenza, l' in-<=oerenza dei suoi ultimi anni fu tale che un bio-grafo potè dire di lui che aveva « perduta la testa». 4 . Ogni scossa della sua esistenza - malattie, prigionia, eccesso di lavoro - si accompagnò :ad accessi deliranti o ad allucinazioni oniriche; queste ultime con i caratteri indicati da .Regis m.ei degenerati. •

5. Tutte le dette stigma te, di cui ognuna isolata ha scarso valore, riunite in fascio costituiscono una sindrome nettamente descritta dal Magnan e permettono di considerare nel Cellini il tipo mentale del degenerato. Il Querenghi adunque non vuole investigare la patologia vera e propria della psiche del Cellini, ma solo quale fu e come funzionò la parte in sen1bianza sana di essa e quale influenza abbia a_v uto su di essa la parte malata. Difficile compito è seguire l'A. in questa disamina. confortata di quando in quando dalla viva voce dell'orafo :fiorentino. cioè da brani di quella indimenticabile autobiografia. Dovremo così limitarci a enumerare le deficienze nota te dell 'A. : Cellini fu un cattivo a~ministra tore, nÒn seppe ben condurre gli affari .suoi, in ciò che ne riguarda la buona regola e il conseguente utile; fece di tutto anche per alienarsi l'animo dei potenti e delle loro donne, e in genere di tutti coloro che gli avrebbero p otuto giovare in un modo o in un altro. Una delle maggiori defic~enze della psiche del Cellini è quella del senso psicologico. Ogni uomo sa tornare sui propri p ensamenti, analizzarli .spiegarli a sè e agli altri, come pure è capace di intuire l'altrui psiche : ora, in tutta la Vita e nemmeno nei due trattati dell'oreficeria e della scultura, invano si cerca un'espressione, a mezzo della quale egli tenti di rendere partecipe il lettore del suo lavoro psico-artistico. Benvenuto paxla sempre delle difficoltà tecniche e manuali: infatti con l'arte sua non seppe rendere i sentimenti e le umane passioni, abilità che non apprezzò neppure nell'arte di ~fichelangelo ,e di Donatello. Altra facoltà negativa del Cellini fu quella del~ l'affetto verso le donne: egli ebbe degli amorazzi, non degli amori, considerando la donna solo come strumento dell'arte &ua e del suo piacere carnale. Che diremo poi delle sue vendette, sovente plebee, e più spesso ancora assolutamente ingiustificate? Baretti a ragione lo disse «Vendicativo come una vipera »• A chiunque infine legga con tranquilla mente la Vita e non si lasci troppo avvincere dal narratore, non riuscirà difficile convincersi che tutta la vita del Cellini è dominata da un fenomeno costante, l'illusione, illusione che passa spesso al suo parossismo con l'assumere forma di vera e perfetta allucinazione. V'è un personaggio letterario, che per la natura sua eminentemente illusiva potrebbe paragonarsi al Cellini, ed è il Don Chisciotte del Cervantes. G. B. 1

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POLICLINICO

CEltlfI BIBLIOORAFICI Traité du Sang, sous la direction de A. GILBERT et ~I. WElNHERG. Tome I. J .-B. Baillière, Paris, 1913. Il trattato sul sangue che vede la luce per i tipi di Baillière è u un'esposizione delle più com· plete delle conoscenze scientifiche nel sangue con tutti i dettagli che comporta la tecnica moderna 1; il primo volume contiene in una parte l'esame chimico-fisico del sangue e dei suoi elementi anor· mali e patologici; una seconda parte è riservata allo studio degli elementi anormali provenienti dall'esterno (microbi, parassiti, funghi, ecc.). Del siero, del plasma e della sierodiagnosi, degli elementi ematici contenuti nei prodotti o nelle secrezioni dei vari organi si parlerà nel secondo volume. Perchè l'opera riuscisse completa in ogni sua parte, dacchè l'erµatologia ha allargato i suoi confini e ha ra ggiunto progressi straordinarii, la r edazione dei varj capjtoli è stata affidata ad au· tori di nota competenza: Gilbert e Chabrol svolgono il capitolo sulle proprietà fisico-chimiche del sangue, Nicloux il gas nel sangue, Nolf la coogulazione, · Mouton e Weidenreich rispettivamente lo stato colloidale dei costituenti del sangue e il globulo rosso normale, Sabrazès il globulo rosso allo stato patologico, Aubertin la poliglobulia e Troisier la resistenza globulare e gli itteri emolitici, Pappenheim i leucociti normali, Fiessenger le zimodiagnosi, Sabrazès i leucociti allo stato patologico, e poi ca pi toli di W eil» Leger. Ayn9.ud Jeanlet sulla leucemia, eosinofilia, globuline, sull'ultramicroscopio, ecc. ecc. L'enumerazione dei capitoli di già dimostra come gli autori non hanno esitato nell'affrontare in 1tn tra,ttato, dei capitoli nuovissimi, che mantengono tutte le asperità delle cose nuove: ed è davvero un grande vanto della letteratura medica francese quello della feconda operosità . e della rapida divulgazione di tutto ciò che dallo studio più recente v'ha di utile: molti studiosi italiani non possono che a tali f.:lnti ricorrere; il libro è uno di quelli che si prestano a colmare lacune. e dispensano dal ricercare nelle riviste alc1.uù argomenti che ancora non avevano avuto il battesimo nei capitoli dei trattati. t. p. CRÉMIEU. Radiothérapie des maladles du sang

et

des organes lymphoidas J.·B. Baillière et fiJs éd iteurs. Paris. I4. 1 50. Fa parte della raccolta delle • Actualités médicales • e prende in considerazione l'influenza ~Jetti,~a dei raggi X sulle m alattie del sangue e degli organi linfatici, mettendo in rilievo tutti i (24)

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vantaggi che se ne possono ricavare. In rapida rassegna sono passate in rivista le leucemie, le anemie, le sindromi pseudoleucemiche, le adeniti, le splenomegalie aleucemiche, l'ipertrofia del timo, l'ipertrofia delle amigdale; e in breve e lucido quadro è esposto quanto finora di più utile e di più pratico si conosce. È un volumetto interessante per lo studioso che da esso può conoscere-quanto si può attendere dai moderni presidi terapeutici. t. p. MENSEC.Handbueh der Tropenkrankheiten.II.Auf-

lage Verlag Iohann Ambrosius Barth. Leipzig,. 19r3. l\1k. 16.20. In pochi anni si è esaurita ledizione tedesca di questo trattato sulle malattie tropicali , cui, sotto la direzione di Mense, hanno collaborato gli autori più specializzati in questi studi, tedeschi,. inglesi, francesi e italiani. Ciò deriva sia dal pregio intrinseco del trattato sia dell'interesse che l'argomento suscita nel mondo moderno. Della seconda edizione è uscito per ora il 1° volume. Basta analizzarlo per avere la prova che non si tratta di una ristampa o di un aggiornamento della Ia edizione, ma di tutto un riordinamento dell'opera, sotto le più recenti concezioni sui processi morbosi. Il 1° volume è ora interamente dedicato agli animali inferiori come cause e veicoli di malattie, specialmente agli artropodi flebotomi. Le cognizioni naturalistiche ne costituiscono il fondamento, ma il maggiore sviluppo è dato ·all'azione che essi esercitano sull'uomo sia diretta, sia indiretta. Il trattato diretto dal Menc;e è un'opera di consultazione indispensabile per chi si occupa di medicina tropicale. . A. V. BENHAMOU

E. Le traitement du paludique. Poi-

nat, éditeur, Paris, 1913. Nel breve opuscolo che fa parte delle Consul· tations médicales ft'ançaises. l 'A. traccia la via al pratico nella cura della malaria, occupandosi della posologia e dell'uso del chinino e delle medicazioni arsenicali e schematizzando in fine la linf'a di condotta. Molte formule utili e dei consigli a. v. giudiziosi corredano l'opuscolo. I titoli di due cenni bibliografici pubblicati 11ello scorso numero vanno così m odificati :

P rof. BIEDL A. Innere Sekretlon. Jbre pbyslologlschen Grundlagen und lhre Bedeutung fiir dle Pathologie. II. Auflage, 'Vien-Berlin, Urban und Sch"·arzenberg, 1913. l\1. 24;

1-I. I4ENHARTZ, E. l\:CEYER. Mikroscople und Chemleam Krankenbett. J uliu.s Springer. Ilerlin, 1913~ }!.

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SEZIONE PRATICA

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NELLA VITA PROFESSIONALE. ~ougresso della Federazione fra le Associazioni

Nazionali del personale addetto alla vigiJanza • • • 1g1en1ea. Nei giorni 8 e g del corrente dicembre si è riunita in Roma, nella sede dell'Ordine dei medici, l'assemblea generale della Federazione del personale addetto alla vigilanza igienica, presieduta dal prof. T . Gualdi. Nei giorni precedenti si erano .adunati già a Congress3 gli Ufficiali sanitari Capi ·d i Uffici d'igiene ed i sanitari addetti a questi ·uffici, nonchè avevano tenute separate riunioni i Consigli direttivi delle altre Associazioni federate (Società personale laboratori, U. S. liberi esercenti, U. S. medici condotti, veterinari). All'assemblea federale intervennero quasi al -completo i rappresentanti delle singole associazioni. Assi~tevano pure il presidente ed il segtetario del Con~iglio dell'Ordine dei medici di Roma e molti sanitari. Dopo vivace ed esauriente discussione svoltasi -sui vari temi dell'ordine del giorno, il Congresso all'unanimità emise i seguenti voti : «Il Congresso, considerato che in Italia l'esercizio della Sanità pubblica locale è storicamente -ed attualmente opera esclusiva degli Uffici di igiene, mentre il legislatore li ha considerati solo incidentalmente e mantenuti ancora nell'orbita ·delle organizzazioni .f acoltative dei servizi comunali. «Ritenendo cosa indispensabile che sia determinata la necessità ed obbligatorietà di tali uffici, come già fu fatno nella legge francese, in quanto -essi costituiscono le unità fondamentali deli'or· • • gawzzaz1 one. Fa voti: a) Costituzione degli Istituti di igiene e sanità: 1° che si determinino con quella forma di diritto che si ravvisa più sollecita e pratica le condizioni di organizzazione e di funzionamento degli uffici suddetti, che dovranno denominarsi più giustamente Istituti Municipali di igiene e .sanità; 2 ° che si affermi lo scopo statale degli interi Istituti come già fu dichiarata gove·r nativa la figura dell'Ufficiale sanitario capo, lasciando impregiudicata la competenza delle spese per il loro mantenimento, cioè se comunale, statale o -consorziale fra Stato, Provincia, Comuni; 30 che sia tenuto fermo il principio del~a ·indivisibilità di tutte le funzioni riflettenti la igiene e sanità pubblica, e della coordinazione di esse sotto una direzione unica responsabile, giusta il concetto fondamentale della nostra legge sa•

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nitaria. L'indivisibilità deve mantenersi anche sui servizi consorziali previsti dalla legge attuale; 4° che sia obbligatoriamente richiesto il parere o la collaborazione dell'Istituto in qualunque provvedimento sani tari o o per qualsiasi servizio anche facoltativo che riguardi direttamente o indirettamente la pubblica igiene o sa. nità; e perciò venga più specificatamente affermata la responsabilità dell'Ufficiale sanitario capo dell'Istituto e la nessuna ingerenza degli organi amministrativi nelle funzioni sanitarie; 5° che gli organici e le condizioni di nomina, d'impiego e di stipendio dei funzionari tecnici addetti agli Istituti siano stabilite con norme generali emanate dal Governo, determinando però le categorie d'impiegati tecnici laureati a cui quelli debbono essere pareggiati: 6° che alla compilazione di nuovi regolamenti governativi riflettenti la costituzione ed il funzionamento degli Istitut.i d'igiene e sanità partecipi una rappresentanza degli ufficiali sanitari Capi degli Uffici d'igiene e dell'alto personale tecnico addetto alla vigilanza igienica. b) Posizione giuridica ed economica del personale degli Istituti: 1 ° che gli atti amministrativi in materia sanitaria non possono essere trasmessi all'auto· rità superiore senza il permesso dell'ufficiale sanitario; 2 ° che l'ufficiale sanitario sia chiamato nelle sedute di Giunta nelle quali si trattino argomenti igienico-sanitari ; 3° ,che gli ufficiali sanitari Capi di Uffici d'igiene facciano parte di diritto dei Consigli sa· nitari provinciali., delle Commissioni provinciali per l'applicazione della legge contro l'alcoolismo, della Commissione provinciale di beneficenza, del Consiglio scolastico provinciale, delle Commissioni degli spettacoli e teatri, ecc., e che abbiano il diritto di vigilare su tutte le istituzioni di as· sistenza igienico-sanitaria ; 4° che, abrogando frattanto le incompatibilità degli articoli ro e 17 del Rego]amento sa· nitario 1901, sia fatta la dovuta parte all'elemento elettivo nei Consigli provinciali sanitari e nel Consiglio superiore di sanità; 5° istituzione di un titolo di base (medico igienista, chimico igienista, ecc.) da conseguirsi mediante esame di Stato, titolo che deve essere indispensabile per l'ammissione ai concorsi agli uffici delle amministrazioni i nico-sanitarie statale e provinciale, comunale (U. S. personale tecnico degli Uffici d'igiene, medici provinciali, segretari medici, ecc.); (25)

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1866

IL POI,ICLINICO

6° il personale attualmente in servizio ha

diritto a t ale titolo ; 7" tali concorsi saranno fatti per titoli e saranno giudicati da una Commissione, della quale dovranno far parte almeno un ufficiale sanitario Direttore di Ufficio d' igi~ne e due a ppartenenti alla categoria per la quale è aperto il concorso. Sarà titolo di pr~ferenza il servizio prestato in un Ufficio d'igiene; 8° che al personale degli Uffici d'igiene vengano applicati l'art. 45 del Regolamento per la legge comunale e provinciale 12 febbraio 1911 e le disposizioni contenute nel Regolamento luglio 1906 per i medici condotti; 9° che i funzionari degli Uffici sanitari llna volta assunti in servizio potranno venire promossi a tutti i gradi superiori; 10° che venga equiparato il servizio prestato negli Uffici sanitari a quello prestato allo Stato, sia in riguardo ai concorsi sia alla pensione colla possibilità di passaggio dall'uno al· l'altro Comune e da questo allo Stato; 11° integrazione della pensione mediante un contributo speciale, in modo da mettere i funzionari nelle stesse condizioni degli altri impiegati comunali; 12° diritto a compensi particolari in misura congrua, ove le amministrazioni assegnino al personale attribuzioni o mansioni non considerate nelle leggi o regolamenti governativi; 13° i diritti e compensi per prestazioni di carattere eminentemente privato vengono fissati in modo uniforme; 14° che sia concesso il diritto ai funzionari degli uffici sanitari ad una licenza di almeno due mesi a scopo di studio a carico dei Comune; 15° cumulo dei permessi annuali per due • anni;

16° venga esteso ai funzionari il diritto ai

ribassi ferroviari sulle ferrovie dello Stato; 17° venga concesso il biglietto tramviario o ferroviario permanente agli ufficiali sanitari per recarsi nel capoluogo di provincia. e) Laboratori di vigilanza igienica. l. Che sia abolito l'art. 101 del regolamento sanitario 1go6 (dipendenza tecnica dei laboratori da) medico provinciale). 2 . Che tutti i La bora tori comunali esistenti oltre quelli dei Comuni capoluoghi di provincia siano conservati e messi in condizione di poter nel miglior modo rispondere al fine per il quale furono istituiti. d) Posizione giuridico-economica degli U. S. medici-condotti e medici liberi-esercenti. Concorso e nomiae: . . . ei Comuni ove non esiste ufficio rli igiene la nomina dell'ufficiale sanitario è fatta dal pre-

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fetto sempre sulle risultanze di un concorso per tito!i ed esami, colle modalità previste dagli articoli 72-80 reg. 19 luglio 1906. Al concorso possono partecipare tanto i medici condotti del Comune o Consorzio quanto i liberi esercenti. · Sino a che non sarà nominato per concorso. l'ufficiale sanitario titolare, sarà incaricato dal. pr.efetto un medico condotto a coprire interinalmente la carica di ufficiale sanitario. Ai medici condo: ti e liberi esercenti, che all'attuazione della legge 25 febbraio 1904 avevanoavuto la nomina di ufficiale sanitario ti"tola,,~ (triennale) ed erano in servizio da un biennio, si applica immediatamente la disposizione sulla stabilità. Gli altri ufficiali sanitari attualmente incaricati del servizio, che siano provvisti di titoli speciali d'igiene, potranno essere dispensati da~ concorso e dal periodo di prova, su parere conforme del Cons. San. Prov. Stabilità: · L'ufficiale sanitario t'itolaYe sia medico condotto che libero esercente acquista diritto alla stabilità dell'ufficio e dello stipendio dopo due anni di prova in un medesimo Comune o Consorzio di Comuni. Stipendio: Quando è ufficiale sanitario il medico condotto,. lo stip~ndio per tale carica è stabilito dalla proporzione di lire 100 per ogni mille abitanti del Comune o Consorzio, mai però al di sotto di 400 lire. Se il Comune trovasi in zone malariche dichiarate, lo stipendio sarà elevato del de• c1mo. Qnando l'ufficiale sanjtario è un libero esercente il minimo di stipendio sia di lire 200 per ogni mille abitanti, oltre i diecimila, la proporzione è di lire 100, per ogni cento abitanti, con quattro aumenti quinquennali del decimo. La direzione della profilassi in genere (malaria, risaie, ecc.) è affidata asclusivamente all'ufficiale c;anitario nei singoli Comuni con diritto alla eventuale indennità. Le disposizioni degli art. 21 e 37-41 legge sanitaria sono applicabili allo stipendio dell'ufficiale sanitario. Agli ufficiali sanitari che eseguiscono visite od ispezioni fuori di re5idenea spettano le indennità di trasferta e di soggiorno contemplate ,nell'art. 86 · reg. san. 19 luglio 1906. Congedi: Per quanto riguarda i congedi ordinari e straordinari, gli ufficiali sanitari avranno diritto allo steqso trattamento che i comuni fanno ai rispettivi medici condotti, in conformità dell'art. 29 reg • san. 19 luglio 1901 .


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SEZIONE PRATICA

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Licenze e congedi saranno accordati dal pre"ronaea del movimento professionale. fetto, il quale darà l'incarico della supplenza ad un ufficiale sanitario viciniore. Il Congresso Nazionale degli Ordini dei medici. Ufficio: Il Congresso Nazionale degli Ordini dei medici Ogni Comune o Consorzio dovrà mettere a di' . . sposizione dell'ufficiale sanitario un locale con la sara maugurato 1n una sala della regia Univerrelativa suppellettile, registri, stampati ed oggetti sità di Roma, il 20 dicembre alle ore 9. Pubblidi cancelleria. necessari pel regolare funziona• chiamo il suo ordine del giorno, nel quale sono argomenti di grande interesse per la classe memento dell'ufficio. Ove ne sia dimostrata la necessità , l'uffi- dica italiana. ciale sanitario propone al sindaco di delegare 20 dicembre Sedi,,ta antimeridiana: ore 9. ad altro personale tecnico l'incarico temporaneo di coadiuvarlo nella esecuzione delle sue ·.;.. Inaugurazione del Congresso. Nomina della funzioni. 1 presidenza del Congresso. Verifica dei po. Nelle ispezioni degli spacci e delle sostanze teri. soggette a vigilanza sanitaria l'ufficiale sanitario 2. Comunicazioni della Presidenza della Fede• sarà assistito in qualità di segretario dal segrerazione. tario del Comune. 3. Resoconto finanziario della Federazione (teUfficiali sanitari liberi eset'cent i. soriere dott. Ruzzini}. . Visto che i prefetti del Regno. malgrado il 4. Modificazioni alla legge ed al regolamento sugli Ordini : recente parere del Consiglio di Stato e le analoghe istruzioni ministeriali, non si decidono per a) modificazioni alla composizione dei la maggior parte ad applicare l'art. ·13 della legge Consigli amministrativi (consigliere prof. Gianturco); del 1904; b) obbligatorietà della inscrizione e san.. Visto che alcuni prefetti, malgrado il pazioni giuridiche (consigliere dott. Firere favorevole del C. S. P. bandiscono i conlippetti); corsi con evidente eccesso di potere e per cone) efficacia delle mjsure disciplinari (con· siderazioni estranee al pubblico interesse sanisigliere prof. Cappelletti); tario; d) tutela dell'Ordine sui medici dipenVisto che altri prefetti, contrariamente alla denti da pubbliche Amministrazioni legge, rigettano alcune domande di ufficiali sa(consigliere dott. Evoli) ; nitari senza neanche sottoporle al parere del e) semplificazioni e riforme deJle proceC. S. P.; dure regolamentari (consiglieri proGli ufficiali sanitari liberi esercenti chiefessore Boccasso e dott. Marchese) (1). dono formalmente al ministro dell'interno ed alla 5. Mezzi da adottarsi per l'attuazione dei voti Direzione di Sanità, che emani subito catego· del Congresso (Ordine di Parma. Ordini riche Istruzioni normative ai Prefetti del Regno medici del Veneto). perchè venga da essi applicato l'art. 13 d~lla legge 1904 con equità e fanno parimenti voti che Seduta pomerid1·ana: Of'e 15. in alcuni casi di già avvenuti concorsi, ingiustamente banditi, siano adottati provvedimenti rli 6. Modificazioni allo statuto della Federazione (consigli ere-segretario dott. Garofalo). equità e giustizia. 7. Pubblicazione di un giornale organo della Fee) Veterinari : derazione (consigliere on. dott. Campi). (omissis). 8. Riunione dei Congressi medici (scientifici e professionali) (presidente prof. Guzzoni). * ** 9. Composizione dei Consessi sanitari (Consiglio • Superiore di sanità, Consigli sanitari proUna Commissione fu ricevuta dal direttore vinciali) (presidente prof. Guzzoni. Ordini generale della sanità, al quale succintamente medici del Veneto. Ordine di Messina). Rapespose i voti emessi dal Congresso. presentanza della classe medica nei Consi· Il comm. Lutrario, pur non assumendo alcun gli Superiori dello St ato (Ordine di Mesimpegno sui provvedimenti che sarà necessario sina). attuare nell'interesse dell'organizzazione dei servizi, promise di prendere in attento ·e benevolo (1) Diversi Ordini hanno preannunziato moesame i desiderata della classe e di riferire in zioni e proposte riguardanti il tema n. 4, e le svolgeranno durante la discussione. merito al Ministro.

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1868

IL POLICUNICO

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dtcembYe -

Seduta antimeYidtana:

o~e

9.

Potere ginrisdizionale sui medici condotti e sugli ufficiali sani tari (Ordine di Milano). II. Diritto degli Ordini ~i stabilire una tariffa minima per le prestazioni medico-chirurgiche (Ordini medici del Veneto. Ordine di Porto Maurizio). 12. Rilascio del certificati medici per l 'I~tituto Nazionale delle a~sicurazioni e per la Cassa Nazionale di previdenza (Ordine di Ferrara). 13. Riforma della tariffa per le perizie giudiziarie (Ordine di Avellino). 14. Sui medici stranieri (Ordine di Porto Maurizio). 15. Concesoioni ferroviarie per i medici condotti e gli ufficiali sanitari (Ordine di Bari. Ordine di PalE;rmo). 10.

Seduta pome'fidiana: •

16 .

17.

18. 19. 20. 21 . 22.

23 .

24.

Ot'e

15.

Intervento degli Ordini per il miglioramento morale ed economico dei medici militari {Ordine di Torino). Compensi ai medici condotti per il servizio ai presidi militari (Ordine di Chieti). Cassa pensione per i medici ospedalieri (Ordine di Milano). Cassa di previdenza e di soccorso per i medici liberi esercenti (Ordine di Palermo). Sul diritto a portare il titolo di « dottore 1 (Ordine di Bergamo). Sull'Ordinamento del Collegio degli orfani dei sanitari (Ordine di Palermo). Abolizione degli ambulatori medici nelle farmacie (Ordine di Palermo). Esercizio abusivo delle levatrici, e riforme dell'insegnamento e dell'ammissione delle alunne leva trici (Ordine di Palermo). Elezioni del Consiglio della Federazione.

RISPOSTE A QUBSITI E A DOMANDE. (4189) Case di satule. Il Dott. abbonato numero 4629 desidera conoscere quali estremi oc-

corrono perchè una casa di salute possa funzionare. La legge sanitaria stabilisce che nessuno può aprite e mantenere in esercizio un istituto di cura medico-chirurgica o di assistenza ostetrica se non coll'autorizzazione del Prefetto, sentito il medico provinciale ed il parere del Consiglio pro· vin<'iale di sanità. Occorre, quindi, present are analoga domanda al Prefetto, unendo la pianta del locale prescelto. (4191 ) Inforttlnii sul l av<Wo. - Il Dott. D. C. -da C. Ib desidera conoscete se un infortunato che (28) •

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XX, FASC. 51J

non appartiene al Comune abbia diritto a cura gratuita e se il medico abbia diritto al pagamento della cura completa o solo della prima prestazione. Salvo contrarie disposizioni contenute eventualmente nel capitolato, chi non appartiene al Co· mune non ha diritto alla cura gratuita. Se l'infortunato potrà essere ricoverato in uno ospedale al pagamento della relativa diaria deve provvedere il Comune di origine. Se non vi è ospedale il medico che privatamente lo cura può farsi da lui pagare, prelevando il compenso dslla indennità che sarà per spettargli. Alle prime immediate cure deve provvedere l'assuntore od impresario dei lavo11. (4192) Si,pplenza. Il Dott. A. P. da T. espone che con recente modifica del capitoJato, debitamente approvata fu divisa in due l'unica condotta pei poveri da lui tenuta. Fu stabilito che in caso di mancanza del collega egli avesse dovuto supplirlo con diritto a percepire il quarto dello stipendio. Chiede conoscere se tale disposizione del capitolato si possa applicare subito, non essendo ancora avvenuta la nomina dell'altro sanitario e se, quindi, debba a lui essere corrisposto in più il quarto dello stipendio dal giorno 1n cui intervenne l'approvazione del relativo atto delibera tivo. La disposizione del nuovo capitolato si deve, secondo noi, applicare dopo avvenuta la nomina del secondo medico condotto, perchè solamente allora la divisione della condotta diventa reale e concreta. Ora Ella presta lo stesso servizio per cui fu nomin3to e, perciò, non può chiedere compenso maggiore. Il Comune, innanzi che proceda alla nomina dell'altro sanitario ha diritto di esigere da Lei il servizio normale in base alla prima nomina e potrebbe anche revocare la istituzione della seconda condotta senza ledere con ciò i diritti eventualmente da Lei acquisiti. (4193) Pensione. Il Sig. abbonato n. 4992 chiede conoscere se essendo stato nominato me· dico condotto nel novembre ultimo abbia l'obbligo di iscriversi alla Cassa di previdenza e se, nell' affermativa, abbia il diritto di riscattare tredici anni di servizio precedentemente prestati. Essendo stata nominata in seguito a concorso medico condotto, ha il dovere di iscriversi alla Cassa di previdenza. Poichè I' adesione avverrebbe posteriormente al 1909 non potrebbe più riscattare gli anni cli servizio p ~cedentemente prestati in base a lla legge 2 dicembre st esso anno. Potrebbe profittare della legge sulle pensioni dei medici anziani, ma Jn tal caso dovrebbe pagare nel primo decennio una somma che si aggira fra le 5 o 6 mila lire oltre il contributo stabilito per legge.


[ANNO

xx,

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FASC.

SEZIONE PRATICA •

(4194) Ufficiale sanitario - Servizio ostetri'co. Il Dott. A. P. da S. O. desidera conoscere se avendo esercitato per diverso tempo le funzioni di ufficiale sanitario come medico condotto unico esercente nel Comune abbia diritto a compenso e se avendo supplito e coadiuvato una empirica anche jn casi di parti normali abbia eguaimente diritto a compense. Per 1,esercizio delle funzioni di ufficiale sanitario, nel silenzio del capitolato, le compete lo assegno che è all'uopo stanziato in bilancio. In caso di rifiuto da parte del Comune può chiedere alla G. P. A. la emissione del mandato di ufficio ed anche adire l'autorità giudiziaria comune. Qualora l'assegno stesso rion fosse adeguato può chiedere alla stessa G. P. A. congruo aumento di ufficio, ai sensi dello articolo 26 del testo unico. _.i\ nche per la coadiuvazione prestata in casi di parto normale alla empirica può chiedere congruo compenso al Comune, avvalendosi in mancanza di altri elementi, di prove testimoniali. Si rivolga prima di ogni altro, bonariamente al Comune riserbando~i adire l'ordinaria autorità giudiziaria in caso di rifiuto. Doctor } USTITJ·A. AVVERTENZA:

I qeesiti pervenuti successivamente a quelli a coi si risponde nel presente fascicolo, aVl'anno risposta nel 1° fascicolo della Jrossima annata, che si pubblicherà il 4 gennaio 1914. (}iò per norma di quegli associati cbei hanno scritto o 1be volessero scrivere per sollecitare riscontro. La Redazione.

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Nomine, promozioni e onorificenze.

,:i.

FIRENZE. - Sono nominati assistenti i dottori: Roello Giovanni in clinica psichiatrica; Altamura Alfredo in clinica oculistica. NAPOLI. Il dott. Cedrangolo Ermanno è abilitato alla libera docenza in semeiotica. PADOVA. - Il prof. Messedaglia Luigi è incaricato dell'insegnamento di microscopia clinica. PARMA. - Il dott. Dominici .Mariano è nominato assistente per ]'anatomia umana. PAVIA. - 11 dott. Morone Giovanni è nominato aiuto in clinica chirurgica; il dott. Maura Giuseppe assistente nella stessa clinica. TORINO. - Sono abilitati alla libera docenza in neuro-patologia i dottori Boveri Piero e Mattirolo Gustavo. Sono nominati i dottori: Gazzola Tullio assistente in fisiologia ; Borelli Lorenzo aiuto e Gastaldi Giuseppe assistente in clinica medica. INNSBRUCK. - Il prof. Steyer di Greifswald è stato chiam~to a dirigere la clinica medica in sostituzione di Schmidt, chtamato a Praga. LOSANNA. - Il prof. Michaud di Kiel è stato assunto alla direzione della clinica medica al posto del prof. Bourget, deceduto.

Condotte e Concorsi. BAGNO DI ROMAGNA (Firet.ze). - Residenza in S. Pie.tre>. in Bagno; due condotte, per Bagno e Val dt Bidente; L. 3700 lorde ciasc., L. 600 per o~bl. cav. e due sessenni, cura piena. Scad. 25 dicembre. Bl!STO f1Rs1z10 (J?dilano). Civico ospedale. Medie? chirurgo ass1stente; L. 1600 n ette, vitto~ allogg~o ed altri emolumenti. Rivolgersi alla Segreteria. della Congreg. di carità. Scad. 31 dic. CASTELBELLINO (Ancona). - A tutto il 31 dicemb~e condotta semi-residenziale: L. 3000 cura pover1, L. 500 s~mi_-abbienti : L. 100 quale U, S.; L. 5?o. per mezzi dt trasporto, lorde; tre sessenni. Serv1z10 entro 15 giorni. Popol. inferiore 1500 ab.

* CASTE!tFIDARDO

Condotta chirurgica a cura gratuita per l'intera popolazione; I:· 4000 lo.rde, esonero cavale., esercizio professionale bJennale durante l'ultimo quinquennio P!ecedente al 28 novembre 1913. Obbligo direz1one Ospedale e Reparto Cronici, prestazione d_'op~ra per. i malati del paese, sobborghi e terr1tor10 esterno; L. loo se u. s. Scad. 31 dic. (Ancona). -

CASTEL RI:tALDI e s. GIOVANNI (Perugia). Condotta unica; ab. 1888; scad. 31 dic.; L. 3515 lorde; non obbl. di cav.; L . roo quale U. S., L. 150 quale gestore a. f.; alloggio dietro ritenuta cli L. 250; L. 500 se il sanitario vorrà tenere la cavale. CASTIGLIONE D'ORCTA (Siena). - I ~ e za condotta a cura piena; lire 3000 lorde e lire 700 per cav.; lire 0.50 d'indennità per ogni visita oltre un km . dal:a residenza ; due sessenni. Alla r a. condotta· è annessa l'indennità di lire 300 per U. S.; alla 2a di lire 150 per l'a. f. Scad. un mese dal 7 dicembre . CITTÀ DELLA PIEVE (Peru~ ia ) . -- Condotta chirurgica, a tutto 15 gen.; ab. 3000 circa agglomerati; L. 3240 pei poveri, L. 960 per gli abb. , L. rooo per l'ospedale. Assunz. servizio entro ro giorni. FIRENZUOLA (Firenze). - Medico condotto pei poveri ; ~· 2800 e L. 700 per cavale. Scadenza 5 gennaio. FOLLINA (Treviso). - Condotta libera; abitanti 3674; stipendio L. 3600, aumento decimo tre sessenni; mezzo trasporto L. 500; Ufficiale Sanitario L. 150. Questua fieno, senz'impegno comunale. Scadenza 31 dicembre 1913. FRASSINELLE (Rovigo). - Medico; L. 3000 e tre sessenni, L. 500 per mezzi di trasP.orto e L. 200 quale lT. S . ; ab. 2148, condotta libera. Proroga al 25 dicembre. GIRGENTI. R. PrefetfuYa. - Ufficiali sanitari di Naro e di Fa vara; L. 1600 e L. 2400 lorde. . Età limite 45 anni al 24 nov. Scad. 26 dic.

*

GROTTE DI CASTRO (Roma). - Una delle due condotte; L. 3750 lorde, cura piena; abit. 4101 dei quali 325 sparsi, servizio ospedale alternato con l'altro sanitario. Scad. 30 dic. GUASTALLA. CongYegazione d i carità. - Concorso per titoli a medico assistente dell'Ospedale. Stipendio 1600 lorde. Alloggio nell'istituto e prima colazione. Incerti dalle 400 all~ 600 lire. KomJna 1

(29)


1870

IL POLICI;tNICO

annuale. Per schiarimenti rivolgersi al direttore medico, cui debbono anche inviarsi i documenti. Scadenza 3I dicembre . !MOLA. Cong,.egazio1ie di Cari.tà. Concorso per titoli a medico assistente dell' Ospedale di S . Maria della Scaletta. Stipendio L. 1620 lorde, alloggio nell'Istituto e vitto nei giorni di guardia. Scad. 25 dic. INZAGO (Milano). - Condotta piena; L. 4220 . nette. Scad. 5 gennaio. * LARI (Pisa). - Condotto pei poveri di ~asciana Alta; L. 2500. Scad. 25 dic. LAVONE (Bt'escia ). - Prorogato il concorso al 31 dicembre. MAMERTI.NO (Bre scia) . - Consorzio con Fruna; L. 3467, d ue sessenni, alloggio. cad. 31 dic . MARETTO D'ASTI (Alessandt'it•). - Condotto pei poveri e U . S .; L . 2000 lorde; abit. 750, famiglie povere 18. cad. 10 gennaio. MILANO . Pio I stituto Oftalmico (via CasteJfidardo, I5). - E' va~ante un posto di as~istente. L . loo mensili con alloggio e proventi eventuali. *MONTAJ.,DO ROERO (Cun&o). - Medico per i poveri (I50 circa), U. S. , e necr.; L. 1700 ed alloggio; a bit. 1689. Scad. 31 dic. ~MONTEPARANO (Lecce). - Medico per la gener a lità; L . 26oo e quattro sessenni di L. 214; utili dell'armadio farmaceutico. Scad. 26 dicembre. MONTEROSSO (Cun eo). - Consorzio con S . Pie~ tro, Monterosso Pradleves e Castelmagno; L. 2500 lorde; ab . 6017. fam. povere 100 circa. Rivolgersi alla segreteria comunale di Pradleves, sede del consorzio. S cad. 31 dicembre. OVARO ( Udine) . - Condotta piena; a.b . 3800 in regione m ontuosa , nel . capoluogo ed ~n 13. fra.zioni ; L. 3100 pei poveri e L. 1350 per gli abb1ent1, lorde ; tre sessenni; L . rooo per cav.; eventualmente L. 150 quale U. S . ..'ervizio entro 15 giorni. S cad . 4 genn. *PERETO (Aquila ). - Il concorso per la ~omio.a del medico condotto è prorogat o a tutto 1131 dicembre I913. Stipendio lire 4000 con eventuale maggiore assegno di lire 500 Per maggiori inf ormazioni rivolgersi al sindaco. PERUGIA. Un iversi tà libera. - Cattedra speciale di chirurgia dimostrati va e clinica ge?erale, semeiotica e medicina operatoria ; vedi fase. 39. Scadenza 4 gennaio. PIEDIMON1' g S . GERMANO (C aset ta ). - Condotta p ien a: L . 3400 con 2 sess. di un dee . Scad. 28 dic. PRALUNGO (Novat'a) .. - M~dico co~dott? residenziale. Ab. 3000. poveri 20 circa. t1pend10 L. 1500 lorde L. 100 indennità u:ff. san. ' ervizio con retribu zion e ~ l>9:r~e nelle .qu~ttro Società loc~li. Clientela n e1 v1c1nt comuni di Tollegno e Cosstla. Term ine per le domande 31 dicembre. P RO\-VIDF.N1'I (Ca mpobas so) . - ~ond~tt9: piena; L. 2400 pei p overi e L. 6oo p er gli a.bb1enti, lorde; assegn i qua le u . S . e per l'a . f . Ab1t. 10?8 a.gglom rati. E tà li1uite 45 a n1ri . Scad. 40 gtorn? dal 2 00\". REVINE LAGO f T f eviso). Medico ; L. 3350 e L. 1 -o q u ale U. ~. , condo tta libera. a bit . 3037. cad. 24 clic. (30)

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* RIVOLTO

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Condotta; L. 5200. Abitanti 4082. Scad. 31 dicembre. (Udine). -

ROMA. M ·i nistero della Marina. - Concorso a 27 tenenti medici; L. 2400 oltre L. 200 d'indennità d'arma. Gli esami cominceranno il 26 ~enn. Scad. IO genn. Età massima 30 anni al IO nov. Diploma originale di laurea. Chiedere l'annunzio. SALGAREDA (T,-eviso). - Condotta libera pel 1° riparto; L. 4000 . Scad. 31 dicembre . *SAN MARZANOTTO {Alessandria).- Medico condotto U. S .; L. 1200. Scad. 29 dicembre. SANTA MARIA MAGGIORE e GRANA (Novara). Consorzio; kmq. 14; ab. 2021; lire 1250 pei po . veri (350 incirca), lire 1500 per gli abbienti, 250 lire quale• U . S . ; indennità di lire 1000. Scadenza 10 gennaio. SERBARIO (Cagliari). - Medico per la generalità; L. 4300 lorde. S cad. 31 dicembre. SESTO CAMPANO (Canipobasso). Condotto. L 3100 nette, cura piena; abit. 2552; L. 100 per mezzo di trasporto alle frazioni. L. 100 quale U. S ., L . 200 per a. f., non più di 45 anni, s. e; r. Scad. 29 dic. SETTIMO MILANESE (Milano). - Condotta libera; L. 3500, L. 100 quale U. S e L. 150 dalla locale O. P. S cad. 30 dice rnbre. SOGI.IANO AL RUBICONE (Forlì). Condotto pel 2 riparto, cura soli poveri; residenza nel capoluogo; L . 3000 lorde e tre quinquenni; L . 700 per cav. A tutto 30 dicembre. V ALDELLATORRE (Torino). -

Medico chirurgo pei soli poveri (circa 80 famiglie); L. 2000 lorde, L. 200 quale U. S. e per a. f . ; ab. 2360. Scad. 3 r dicembre. VERONA. Or;pedale Civil~. - Concorso per titoli a medico chirurgo assistente di II categoria ; lorde lire 1200, e compenso di lire 3, oltre il vitto, per ogni servizio di gu~rdia di 24 .ore. Diri~to all'alloggio ed alla colazione del mat~1no. Termine di chiusura del concorso r5 ge1'na10 19 14. Per schiarimenti rivolgersi al Consiglio ospitaliero. VICENZA. Ospedale civile. - ~edico c~~rgo se: condario. Istanze alla segretena non p1u tardi delle ore 16 del 30 dic. Assunzione b~enoal.e; ~on: ferma biennale . I,. 1700 lorde. alloggio ; net giorni di guardia vitto e indennità di L. 4. Interino per più mesi cercttsi da ~onsorzi<? d:lla Provincia di Roma. Domandare 1nformaz1on1 e specificare pretese al indaco di Licenza (Roma). Sono .egnaU con un n.steiisco • . f c:~ noors a c~e c1 naultano dir· ttdati dalle si ngole Assodazionl San1tar1e professionali. Sono segnati con due astcclschl •• I concorsi che d rlaultano t>oloottatl da lla Federa.alone delle AssoclasionJ Saoltarte ltaU a nt.

D i ffide e boicottaggi.

Nuove diffide sanzionate : :\fodena a chirurgo primario dell'Ospedale congregazionale (d a ll' A . N. ~I. O.), T.4oano (Genova), Calimera e Camole (Lecce), S Marzanotto (Alessandria), Conselice [due condotte] e Massalone Barda (or~ a scav~Jco) (Ravenna), Pereto (Aquila ), Lari ( per Ca sc1ana Alta] (Pisa), ~Iontecarotto (Ancona). . Revoca di diffide : R occaforte del Greco e \. ara podio (R t!ggio Calabria). ...!ondovi, a n1e~1co primario d ell'Ospedale S. Croce, T aranta Pel1gna (Cweti).


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XX,

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SEZIONE PRATICA

L'Associazione dei Medici Scolastici italiani 1".IEDICINA SOCIA.L~ a~o ;Scopo di cooperare alla diffusione nelle fa~ nugl1e delle norme più elementari di loiene banb ' disce un eoncorso N azionate per iin Libretto illuDella medicina dell'assicurazione· vita (r). strato e~ ~ ttraente che valga ad imprimere nei fanc1ull1 11 concetto della necessità e della belLa legge con cui in Italia fu creato l'Istitu to lezza della più semplice ed accurata pulizia della N azionate dette assicu1·a.zioni s·u tla vi ta, segnando persona e dell'ambiente in cui si vive. un primo passo verso una più larga politica di Ta~e. li~retto dovrà rispondere alle seguenti cond1z1on1: ·assicurazioni sociali, ha rappresentato l'inizio di a) non essere meno di otto nè più di sedici un nuovo periodo nel campo della previdenza. pagine di stampa. illustrazioni comprese; "Al sempre maggiore sviluppo di questo Istituto, b) avere illustrazioni in nero o a colori vivaci! e~pressive, e con senso artistico, ]e quali che si propone di diffondere anche negli strati più umili del nostro popolo l'alto senso del ri·cost1~u1~cano la parte principale e più sviluppata del 11bretto ; sparmio e della previdenza, e con il risparmio di c) il testo sia facile, piano, attraente. Esso tutti contribuire fortèmente al rinnovamento fi. l?otrà anche essere limitato a semplici legget1de 1n. pxosa o in versi che commentino le illu3tra- sico e morale del popolo, sono specialmente i me. dici italiani che devono dare l'opera loro. z1on1 ; d) il titolo del libretto e la copertina illuIn un Istituto di ,assicurazione-vita spetta al strata dovranno essere seducenti e tali èla non medico la maggiore responsabilità: lo sviluppo di tradire a priori il contenuto e la finalità a cui questi Istituti si basa infatti sulla scrupolosa setende il libro ; e) sono disponibili per i lavori che meglio ri- lezione degli individui che chiedono di esservi spondano alle condizioni del concorso, due premi: ammessi, e sull'esatta valutazione del vero val't1no di cento. l'altro di cinquanta lire, che ver- lore della loro vita. Il medico assicuratore deve ranno aggiudicat~ -da i1na commissione di tre membri, due medici e un i1tsegnante, specialmente perciò essere non solo accurato netta diagnosi, competenti e da non1inarsi dalla Presidenza della ma deve anche essere un prognosticatorr: egli inAssociazione dei Medici Scolast.ci ; fatti non solo deve sapere dire se una persona f) all'autore o agli autori (se il lavoro è fatto all'atto dell'assicurazione è sana, ma deve anche in collaborazione) resterà ogni diritto di proprietà indicare le probabilità che ha questa persona di letteraria e artistica e di cessione ad editori o periodici; ma il premio non verrà pagato ai vin- restare sana per un dato periodo di anni. citori se non dopo che sarà stata fatta la pub · E poichè un Istitu to N azioriale che esercita in blicazione integrale del libro stesso, in un volu- regime. di monopolio e non ha fini commerciali, metto, senza alcuna variante del testo premiato ma un'alta finalità sociale, non può solo accete con la condizione che oltre ad una eventuale edizione 'di lusso ne sia, in ogni caso, fatta anche tare gli eletti della vita, ma deve offrire il mezzo di giovarsi dei benefici della previdenza (sia pure una popolare. . L'autore dovrà offrire alla Commissione giudi- con Je dovute cautele) anche a coloro la cui vita catrice almeno sei copie del libro st esso; rappresenta un valore minore, 8orge difficile la g) i manoscritti sa ranno aµonimi e . contrassegnati da un motto da riportarsi su una busta questione di quanto le singole malattie possono chiusa nella quale saranno contenuti: cognome, diminuire il va,ore medio della vita. Ed è questo nome e indirizzo del o degli autori ; un argomento, il cui grande valore per la medik) il concorso scade il ~I gennaio 1914 alle cina dell'assicurazi0ne-vita non può sfuggire ad ore 17 e non s1 terrà conto dei lavori che arrivassero dopo quell'ora. Entro un mese dalla alcuno, e che non potrà essere risolto se non chiusura del concorso, sarà dato il giudizio sui dallo studio e dall' ~perienza comune dei medici. lavori presenta ti ; _ Nella pratica quotidiana della medicina dell'as1) i lavori dovranno essere inviati raccomansicurazione-vita continuamente si presentano fatti dati al seguente indirizzo: Dott. Mario Ragazzi - Direzione della Rivista: L' Ig·i en,e detta Scuola, che rendono titubante il medico assicuratore nelle conclusioni finali d el suo esame e sull'importanza via Balbi n. 15· 1 g - Genova. che a questi fatti deve egli dare neilo s tabilire il valore tiella vita dell'assicurando. Quale importanza per es. iti un soggetto giovane, con anamnesi buona, con sistema circolatorio Pratica ed importante pub.blicaztone del professore integro deve darsi ad una legger a albuminuria Fraace1eo Egldl, Docente di Laringologia nella R. Univercon ~1ualche raro cilindro ialino? 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{ 1) Con questo articolo « Il Policlinico » inizia

}"adem pimento di una promessa contenuta nel programma del 1914, pro~essa che sarà ;n antei:~t~ iu avvenire con cura assidua. a n1agg1ore ut1l1t a de1 medico esercente. (_V. d. R .). 31)


IL POUCLINICO

la cui vita ha un valore minore? Bd ecco sorgere la questione delle &lbuminurie nei rapporti con la medicina dell'assicurazione-vita. E cosi pure con quali criteri rispetto alla durata della vita ed alle probabilità di morte debbono essere giudicati i glicosurici? Debbono essere tutti i glicosurici respinti, ovvero bisogna distinguere alcune forme, le quali dando una maggiore probabilità di vita, possono essere accettate? Altri argomenti di sommo interesse sono quelli ~he si riferiscono alle aritmie, alla sifilide, alla tubercolosi clinicamente guarita ed alle molteplici questioni dell'eredità nei rapporti del cancro, d ella tubercolosi, della sifilide, della pazzia, delle malattie del ricambio Sono questi tutti argomenti che ogni giorno nella pratica della medicina dell'assicurazione-vita si presentano e che meritano quindi un' ampia discussione ed uno studio diligente: e certamente nello studio di questi problemi debbono oggi i medici italiani arportare la loro competente esperienza. AlPestero. specialmente in Germania, in Inghilterra, in America, la medicina dell'assicurazione-vita ha cultori numerosi e trattatisti valenti e oltre che in particolari rubriche di molti dei maggiori giornali medici gli argomenti di medicina dell' asgicurazione-vita sono trattati anche da periodici speciali (Zeitschri ft fut' VeYsiche-rungsmedizin, Zei tsch'>'i/t fu'>' die gesamte V ersiche-rungs Wissenschaft, Moniteur des ass4'1'!1nces, Butletin de t•assoc1ation internationale des Méd~cins e~peYts des Compagnies d'assu-r11,nces, Blat te'>' fu f Ve-rtrauen· saytze der Lesensversicherung). È sopratutto in Germania che la medicina dell'assicurazione-vita ha oggi cultori numerosi e valenti. In Berlino vi è un Circolo per lo sviluppo degli studi assicurativi (Deutschef Ve,-ein fiif' die Veysicherungs Wissenschaft) che compTende t re sezioni: nttuariale, giuridica, medica. Ogni anno si tengono adunanze in cui ogni sezione di· scute argomenti di indole speciale, e poi in se· duta plenarja si discutono argomenti che possono esser e di int eresse generale. Per cura di questo Circolo è stato raccolto in un volume di circa 250 pagine un indice di tutti i lavori che nei vari rami dell'assicurazione sono stati scritti in Germania dalla seconda metà del secolo XIX :fino ad oggi. e ne! capitolo che riguarda la medicina dell'assicurazione-vita sono citati tutti i lavori fatti in questo campo. Il De:,tsche, Verein tiene anche ogni anno cors i di perfezionamento sulla tecnica delle assicura zioni. ed in questi corsi i migliori fra i cult ori della medicina de11·assicurazione-vita trattano i \?ari argomenti che interessano nella loro pratica i1nedici assicuratori. (3 )

[ANNO

xx.

Fase. SI

È tutto un insieme di studi ancora in Italia a molti sconosciuto e che è necessario per il più grande incremento dei nostri Istituti assicurativi sviluppare anche fra noi. E noi abbiamo piena fiducia che i medici italiani consapevoli che in gran parte dall'opera loro sapiente ed intelligente, dipende l'avvenire dell' Istituto Nazionale delle assicurazioni, vorranno portare nei vari problemi da noi appena enunciati tutto il contributo della loro grande esperienza. 14 dicelllbre 1913 . Dott. SILVESTRO SILVESTRI.

NOTIZIE DIVERSE L'VIII Congresso Nazionale di ortopedia. Si è t enuto a Firenze negli scorsi giorni. Hanno destato vivo interesse le comunicazioni svolte. Il prof. Alessandti ha riferito u sopra un nuovo processo di autotrapianto osseo libero». Il professore Nicoletti si è trattenuto «sulla infibulazione nella osteo-sintesi », che ha portato come· contributo clinico la completa guarigione del caso di frattura totale esposta della gamba . Il prof. Dalla Vedova ha riferito «sopra ramputazione femorale sopracondiloidea osteoplastica a cappuccio cinematico»; il pròf. Purpura ed il dott. Cusumano " suJl,anastomosi dei tronchi nervosi• ». Dai lavori del Congresso emerge luminoso il notevole contributo che gli eminenti cultori italiani dell'ortopedia hanno in breve tempo appor · tato a questa nuova branca della medicina.

Il XV Congresso nazionale di dermatologia e sifilografia si svolge a Roma con largo intervento di insign1 cultori della specialità. . . Daremo in altro num~o un resoconto de1 lavort compiuti. Corso pratico di perfezionamento in Pediatria. Nell'anno scolastico corrente 1913-914 avrà luogo presso la Clinica Pediatrica all'Universi~à d i R o1!1a al Policlinico Umberto I un corso di perfezionamento in Pedia tria per i laureati in n1edicina e chirurgia. Il corso avrà la durata di un seme~tre e s'inizierà il 12 gennaio 1914. . _ Sa ranno i mp~rtiti i se~enti ms-~gnamen~ · 1. Lezioni di clinica p ediatrica e conferenze c~1nicbe speciali per i perfez~onandi (pr~f. C~ncet~t); 2. Malattie dei neonati e malattie 1ofett1ve (prof. Modigliani); 3.. Esercizi . di semeioti~a ~n­ fantile 1prof. I.,uzzatt~) ;. 4. Ig1ene e ~erapta infantile (prof. Spolver1n1): 5. Ortopedia (professore Dalla Vedova); 6. Terapia fisica nelle malattie i11fantili (prof. E . Luisada). . . . . L'orario è com binato in modo che gli iscritti. come negli altri anni anni, P?ssono co~tempo­ raneamente frequenta~e. anche .11 corso. di perfezionamento ic Ostetricia e G1necolog1a, ovvero quello di Igiene.


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FASC.

SI)

SEZIONE PRATICA

1873

Alla fine del corso, que1li che lo avranno frequentato regolarmente e che avranno superato la prova d'esame. riceveranno un diploma di perfezionamento in Pediatria. Per essere ammesso si deve farne d omanda su .carta bollata di 50 centesimi al Rettore della R. Università, non più tardi del 3 1 dicembre 1913, presentando; a) Fede di nascita, debitamente legalizzata dal Presidente del Tribunale; b) Diploma o certificato di Laurea in Medicina e Chirurgia (anche di Università estere; e) Quietanza di lire loo. 05 rilasciata dall'Economo della R. Università. Si dovranno pure versare nella Cassa Universitaria lire 12 .02 occorrenti per la sopratassa di esame e marca da bollo per il libretto. Per ritirare il diploma in pergamena gli interessati dovranno in seguito presentare domanda .su carta bollata da centesimi 60 e pagare L. 8.72. Coloro che nelle ore lasciate libere dalle lezioni volessero essere ammessi al Laboratorio (purché vi siano posti disponibili), per eseguire ricerche speciali, dovranno pagare la tassa mensile di lire 20 stabilita dalla Facoltà.

lati e feriti e l'attuazione della recente legge che accorda al Comitato la facoltà di estrarre una tombola nazionale di un milione. Circa la seconda proposta, fu sospesa ogni deliberazione relativa àlla data dell'estrazione. ma fu votata quella riguardante l'impiego del capitale che si ricaverà dalla tombola a totale beneficio della istituzione in Roma di un ospedale della Croce Rossa, ch e oltre ad essere utile alla città sarà di agio agli ufficiali ed al personale dell'Associazione iscritti alla IX circoscrizione. per far pratica 0n1]e acquistare quelle cognizioni utili e riguardanti la loro missione. La tombola sarà gestita dalla Banca d'Italia.

-Oorso speciale di ostetricia, ginecologia e pediatria.

L'assicurazione dei contadini contro gli infortuni sul lavoro,

Dal 12 gennaio al 13 febbraio 1914 ~arà tenuto nei RR. Istituti clinici di perfezionamento in Milano un Corso speciale di ostetricia, ginecologia -e pediatria per laureati in medicina e chirurgia. Il programma particolareggiato verrà reso quanto -prima di pubbJica ragione . La tassa d'iscrizione è fissata in lire 30. Le iscrizioni ~i ricevono presso l'Economato degli Istituti clinici, via Commenda, n. 10, Milano. •

Corso teorico-pratico di perfezionamento in Igiene e Polizia Sanitaria. Nell'Istituto di Igiene della .R. Univers~~à. di Catania avrà luogo il Corso bimestrale d 1g1ene per Laureati, dal 15 gennaio al 15 marzo_. . , Tassa di L. loo, all'Economo della R. U n1vers1ta. L'iscrizione verrà chiusa il 12 gennaio 1912. Per altri schiarimenti rivolgersi al Rettore. 'Per gli ospedali di Roma. La Giunta generale del bila~cio ~iscusse sul disegno di legge per la conversione 1~ . legge ~e! a~creto che autorizza la Cassa depos1t1 e prestiti .a somn1inistrare al tesoro lire 2,6oo,ooo per fornirli all' Istituto di Santo Spirito in Roma. L'on. Falletti nella sua qualità di antic.o commissario degli ospedali riu~ti. di R~~~ rifece la storia delle vicende finanz1ar1e del.l 1st1tuto, os·servando che non ostante la nomina de~ commissario reaio, B edendo, e quella successiva del commissari~ Gaieri, non. si. è potuto ancora. raggiungere l'assetto fin.anz1ar10 .neppure per 11 fu · turo: propose quindi, e la Giun~a accettò, ~he l'on. Schanzer - relatore - nell ec;ame del dtst;gno di legge si renda conto dell~ st;iddette .vi: cende per sapere se .e quali. sacr1fic1 finai;ii:1ar1 siano ancora necessari per sistemare defiwt1vamente la sezione ospedaliera. La Croce Rossa. Il Comitato regionale dell~ Croce ~ossa. ha preso in esame due p~~poste. unportantt e . cioè: ]'acquisto di automob1l1 per il trasporto de1 ma-

Accompagnata dal presidente dell'Associazione, conte della Somaglia, una Missione sanitaria militare argentina ha visitato i magazzini del materiale della Croce Rossa. La Missione non esitò a dichiarare che fra le organizzazioni straniere da essa studiate, quella della Croce Rossa Italiana può tenere uno dei primi posti, se non il primo.

L'on. Gerini ha interrogato il Ministro di agricoltura, industria e commercio « per sapere se e quando presenterà all'approvazione del Parlamento un disegno di legge per l'assicurazione dei contadini contro gli infortuni sul lavoro )). L'on. C'a paldo ha assicurato che il disegno di legge in parola è allo studio.

Per l'igiene nelle tipografie . Al IX Congresso tipografico nazionale tenutosi a Bologna dal 15 al 14 nov. u. s. il dott. Carozzi espose brevemente sul tema « Igiene tipografica e lavoro femminile », in seguito a che venne a pprova to il ~eguente ordine del giorno : «Il IX Congresso Tipografico Nazionale, richiamandosi agli ordini del giorno votati nei precedenti congressi ; riconosciuto come le condizibni d 'ambiente e del materiale di lavoro rappresentino un importante fattore nelJa genesi delle comuni malattie e determinino quelle che oggi si riconoscono proprie ad alcune professioni , che, come la tipografica, obbligano l'operaio al quotidiano contatto di pulviscolo piombifero ; fa voti che a somiglianza di quanto s'è fatto de altre nazioni e ultima mente d.all'Austria colla Ordinanza del Ministero degli Interni e del Commercio in data 23 agosto i911 , si emani anche in Italia e per l'industria grafica {fonde~ie di caratteri e tipografie) un r egolamento speciale che valga a meglio tu~e~are l'igiene, la s~curezza e la salute degli operai in quelle occupati; e nell'intento di attenuare il danno che lo esercizi.) della prof~ssione apporta agli or~anismi minorandone le resist en ze verso le malattie tutte e sopratutto verso le forme infettive, la ~u.ber­ colosi in prima linea, come la dolorosa quot1d1ana esperienza e le statistiche .comprovan~ . domand.a agli enti competen.ti che tl lavoro dt comp?st: zione tipografic.:i sta compreso fra le professioni insalubri e pericolose, elencate nell~ tabella A del Regolamento della legge sul lavoro de 1 le donne e dei fanciulli ; (33)


1874

IL POLICLINICO

e poichè il funzionamento delle macchine a c?mporre ~o~ è . eh~ una v.er~ e propria fon dita di "..'aratter1, 1nv1ta 11 Cons1gl10 superiore del La· voro a voler provvedere affinchè per gli addetti a tali macchine si applichi senz'altro la viaente legge, che appunto vieta di adibire le donne minorenni e i fanciulli alla fondita dei carat· teri •. ~I dott. Car?zzi accennò ad un progetto, da lui presentato 1~ unione al professore Luigi DeV?to e al Comitato Centrale, per la creazione di una Cassa ~azionale d'Assicurazione contro le n1alatti~ per gli appartenenti alla classe tipo· grafica.

(ANNO

XX, F ASC. 51}

La Società cc Uva )) contro l'alcoolismo. Quest.a S?cietà si .propone di raggiungere l'intento ~1 sviluppare 11 commercio dell'uva mangereccia fresca. e conservata come alimento. nonchè la l.avoraz1on~. ed il commercio degli altri prodotti analcooltci della vite. Il Comit&to provvisorio, che alla prossima asse~blea cederà il posto al Comitato definitivo, è cosi. formato: rag. Alberto-Borella; prof. Davide Lev1-Morenos.; prof.•.\~gelo Menozzi; prof. Augusto Moretti; dott. Giuseppe Ollino; dott. Alessandro Schi3:vi; P.rof. ~}u.s~ppe Seppilli. Del Col.l~gio d~1 ~robtvir~ fanno parte il dottor Angelo F1lippett1, 1 on. Lurgi Luzzatti e l'onorevole Edoardo Ottavi.

Per la difesa della maternità. L3: Società medico-~hir~rgica di Bologna, in seg~i~o ~d. una comun1caz1one. ~el socio prof. G. Fin1z10 intitolata « La mortal1ta infantile in rapporto al lavoro delle madri l>, nell'adunanza del 20 novembre u. s. ha approvato all'unanimità il seguente ordine del giorno: La Società medico-chirurgica di Bologna; constatato che i figli delle operaie del laboratorio pirotecnico e della manifattura tabacchi presentano una mortalità superiore anche a quella dei bambini della popolazione più povera della stessa Bologna; riconosc;uto che la più elevata mortalità dei figli delle anzidette operaie non deve ascriversi a condizioni intrinseche al lavoro delle madri, ma a condizioni estrinse<'he: trascurata assistenza della prole in genere, e maggior frequenza del· l'al~attamento mercenario in ispecie; r1conosciuto che la créche nell'opificio, col per1nettere la custodia del lattante e col facilitare l'allattamento materno nelle ore di lavoro, attenua. sensibilmente la mortalità dei figli delle operate; fa voto presso le autorità competenti che , al pari di quanto già esiste presso la manifattura tabacchi di Chiaravalle da oltre un ventennio e J;?resso molti altri opifici, sia dipendenti dallo Stato, sia privati, venga istituita una cYeche anche presso il laboratorio pirotecnico e presso la manifattura tabacchi di Bologna.

Propaganda igienica. ~l dot~ .. Ni_cola .Giusti. me~ico. ispettore ca~o

pe1 servizi rlt ass1'>tenza sanitaria nel suburbio ed Agro ron1ano, nella tenuta Torre del Padig~ione della Società dei beni rustici. in presenza d1 numeroso pubblico, ha parlato degli errori e dei pregiudizi popoJari sulla malaria, insegnando c<:>n e.sl>osizi.one chiara e con p arola facile e piena di sp1r1to ai campagnoli quali sono i mezzi per lottare con efficacia contro l'i nfezione malarica. Assisteva~o il prof. Celli, l'ispettore generale d~lla samtà comm. Ravicini, il medico provinciale prof. Badaloni. i medici dell'Agro romano delle s tazioni sanitarie vicine dottori Escalar, Sorani, Castellani, i maestri del luogo. .r. egli stabilimenti di l\Iilano e Dergano della l 1ttu Cnrlo E rba si so110 inauourate due c:: cuole interne per gli operai addett~i, allo scopo di 1npartire loro nozioni utili , compresa l'igiene.

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Sanatori galleggianti per bambini. A~ un Congresso internazionale di igiene in.

fantile tei:iuto recentemente a Buffalo (Stati Uniti) ove quasi tutte le repubbliche americane e parecçhle n azioni europee erano rappresentate, venne proposto, tra generali acclamazioni, di indirizzare un appello ai Governi di . tutte le nazioni civili per domandare c!te le n~vt da guerra minori, una volta messe fuori u so, siano trasformate in asili e sanator~ per i bambini tubercolosi poveri. Consentiamo anche noi nella proposta; ma perchè non provvedere ad irrobustire anche i bambini sani?

Il centenario della scoperta dell' Iodio. Il centenario della scoperta dell'Iodio dovuta al chimico di Digione Bernard c ourtois, fu celebrato in questa città il g novembre. Ebbe luooo lln ricevimento al Mu~icip~o; p'o j fu inaugurata una targ~ commemorativa. Nel p~meriggio venne pronunziata. un~ c.onferenza ~al s.1gnor Motignon , professore d1 ch1m1ca al Collegio di Francia; infine si tenne un banchetto. La dichiarazione della scoperta dell'Iodio fu fatta ali' Accademia delle Scienze nel novembre del 1813; perciò il Comitato delle onoranze volle commemorare questa data, sebbene il Courtois fa~esse rimontare la sua scoperta a diciotto mesi pnma. 1

Propaganda igienica in India. Il Governo ingl~s~, ~nde facili~re il compito della propaganda 1g1emca nell'India , ove le difficoltà di avvicinare le donne indigene da parte dei medici rendeva quasi impossibile l'educazione igienica del popolo, ha pensato di istituire un primo nucleo di venticinque mediche~se (lestinate al servizio coloniale, affirtando loro il compito di istruire le donne indiane nell'allevamento igienico del bambino e nella osservanza delle regole igie niche nell'economia domestica. Le medichesse che intendono assumere questo servizio non devono avere un'età inferiore ai 24 nè superiore ai 30 anni. devono possedere un di· ploma conseguito presso le università del Regno Unito dovranno compire un tirocinio di tre o sei mesi presso qualche ospedale. dopo di che saranno co11fermate definitivamente. All'efà di 48 anni potranno ritirarsi dal loro ufficio. I inedici inglesi che esercitano nell'India si ripromettono i migliori risulta ti dalla cooperazione che potranno avere dalle nuove col!eghe.


LANNO

xx,

FASC.

sr I

SEZIONE PRATICA

Una scuola d'infermiere a Vienna. Per decreto del Ministero dell'Interno verrà organizzata a 'lienna, presso l'Ospedale generale, a spese ~el Municipio, una scuola per infermiere. Le allieve debbono aver ragginnto 18 anni di età ed essere forn.ìte della licenza elementare o di un titolo equipollente. Durante due anni d'internato le allieve riceveranno gratuitamente l'istruzione professionale, alloggio, vitto e assistenza medica; in seguito dovranno prestare per tre anni la loro opera negli ospedali, dopo di che verrà loro conferito un diploma di Stato.

Influenza delle forti emozioni sulle gestanti.

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A Parigi una signora fu vittima di un accidente di vettura, pel quale venne ritenuto responsabile il cocchiere e condannato a pagare 150 franchi di danni. Ella aveva riportato delle ferite ad un braccio e ad una spa Ila. In quel tempo era incinta. Dopo cinque mesi dette alla luce una bambina deforme. Attribu1 le deformità della piccina allo spavento avuto ed intentò una nuova causa contro il proprietario della vettura, ch!edendo un indennizzo di 5 0.000 franchi. , La Corte ha nominato tre periti nei professori Pozzi, Bonnaire e Paul. Si presume che la relazione di tre clinici cosi com{>etenti farà testo in tutte le cause ulteriori del genereo · E' da avvertire che la credenza popolare sulla possibilità che una forte ~mozione della gestante possa determinare delle deformità nel nascituro non è suffragata per ora da dati scientifici attendibili.

Società internazionale per !a distruzione razionale dei topi. Questa associazione conta già numerose società, amministrazioni. camere di commercio; essa è patrocinata dalle autorità sanitarie della maggior parte dei paesi civilizzati. Il suo ufficio permanente è a Copenaghen. (Copenaghen, K. Cort, Adelersgade, 8. 'Danemark). L'associazione si propone di favorire tutti gli sforzi per lo ~terminio dei topi e di rh1nire nei diversi paesi l'appoggio di tutte le individualità. collettività ed autorità per raggiungere questo scopo. L'associazione internazio11ale si incarica di far conoscere, per questo oggetto, i mezzi di distruzione, i progressi e le riforme d'interesse generale. Essa raccoglie p eriodicamente i risultat~ otte· nuti e l'opinione delle persone competenti suJle questioni allo studio Essa prepara con d~leg~ti ai div:ersi . c?n&re~si d'igiene, l'adozione di misure .e ~ispos1z1on1 internazionali propri e a consegu1!e 11 ?ne propos~o. Essa si unisce a riassumere 1 voti presentati e cerca di farli adottare dalle autorità e dai poteri legislativi dei dlfferenti paesi. - (Gazz. d. Osped.). Operazioni estetiche. Una vecchia signora di Lion e stipulò un contratto con un medico perchè le livellasse le rughe del volto e del collo e il medico la trattò, pare,

1875

con successo. Ma sopravvennero disturbi; la signora li imputò alle operazioni subite e citò l'operatore, pretendendo 20 mila lire di danni. Il tribunale trovò che il contratto er&. illecito poichè la vecchia signora aveva avuto la stupida pretesa di ringiovanire e il medico aveva con in· decente réclame speculato sopra rlebolezze femminili che vanno biasimate e non eccitate. Co11dannò il medico a versare alla querelante 500 lire per danni.

Congressi medici internazionali del 1914. Gennaio 8- rr. Mosca. Congresso Internazionale per Assistenza ad alienati. L uglio 28·2 agosto. Pietroburgo. XII Congresso Internazionale di Oftal · mologia. Estate. ì Budapest. \ìIII Congresso Internazionale di Antrop ologia criminale.

L'indice dell'annata. Il prossimo fascicolo sarà destinato interamente all'indice dell'annata. Il faticoso e ingrato lavoro della compilazione di un indice diligeute è spes50 schivato dalle redazioni dei periodic L scientifici. Eppure assai più che nei libn - ove la materia è già raccolta e ordinata sistematicamente - t1n indice dettagliato ed esteso si dimostra utile nei periodici. per chi voglia ritrovare in modo rapido e sicuro gli ar· gomenti trattati. Questo concetto è stato espre~so con efficacia dall'afori,ma inglese: un periodico vale q?tanto it suo indice.

Ispirandoci a tali criteri e sollecitati dalle ap · provazioni e dai suggerimenti dei nostri lettori , siamo venuti migliorando di anno in a nno l'indice del nostro giornale. Ed ora lo abbiamo reso notevolmente più completo e più pratico. Come al solito. esso verrà ripartito in tre sezioni : per materie, per rubriche e per autori . Nell'indice alfabetico delle materie abbiamo • . moltiplicato i riferimenti; ossia uno stesso soggetto comparrà sot to varie voci o diciture, per modo da agevolarne la ricerca . Anche negli scorsi anni ci eravamo attenuti a q11esto principio, ma ora Io abbiamo applicato più largamente. Ci lusinghiamo cosi di soddisfare appieno al voto for mulato da un recente <t Congresso internazionale della stampa medica ». . Nell'indice per materie abbiamo compreso anche la « cronaca del movimento professionale » e le e risposte a domande e quesiti », argomenti che ne erano stati esclusi negli scorsi anni. In tal modo abbiamo esaudito il desideratum e~presc;oci da alcuni lettori. - Gli argomenti d'interesse professionale si distingueranno facilmente da quelli scientifici perchè posti in corsivo. Anche nell'indice delle rubriche abbiamo portato una innovazione n otevole, in quanto che vi figureranno i « cenni bibliografici », ripartiti per argomenti.

** * Nel suo insieme l'indice del nostro u:

Policlinico • risponderà dunque sempre meglio al suo fine e otterrà - non ne dubitiamo - il plauso incondizionato dei lettoti. B.

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(ANNO XX, FASC. 51J

IL POLICLINICO

Rassegna della stampa medica. La Rif. Med .. 15 nov. P ALMtJLLI. « La patogenesi del! 'ulcera gastrica ». - FoRMIGGI~I. « Cisti del funicolo ..:permatico di origine connettivale~ . La Ginecol. , ro-cr. S FAMENI. «Sui fibromiomi uter1n1 ».

.

Giorn . Intero . d . &c. Med . 15 nov. FABIANI. cc Cura incruenta della lussazione congenita dell'a nca ». Mediz. Klinik. 16 nov. BRUCK. « Chemoterapia della tubercolosi». PoRTNER cc Diagnosi e tera pia dell'ematuria». Le Scalpel. 16 nov. WELSCH. a Patogenesi dello strozzamento retrogrado dell'intestino nell'ernia a W ». St. Pet. Med. Woch, 12 nov. SCHABER'r. «Il blocco cardiaco in clinica ». -- LAURENTZ. cc S ull 'ulcera duodenale >1. - - FEIERTA.G. cc S plenomegalia cronica familiare di tipo Gaucher ». -SCHWARZ. «Sulla distrofia adiposo-genitale tipo Frohlicb ». Riv. di Ig . e San. pubbl., 16 nov. BERT~RELLI. « La profilassi del tifo esantema·t ico » . Rlv. Osped .. 15 nov. ANGELINI, « Risultati del pneumotorace artificiale alla Forlanini ». l\IILIANI. « S ieroterapia antitubercolare interumana ». -- S CADUTO. «La rontgenterapia nella lotta contro il lupus • . Bev. Neurol., 15 nov . CASTEX. «Nuovo riflesso in soggetto con sindrome cerebellare » • Pensiero Med ., 16 nov. CATTANI. << Le frontiere della tuberco]osi » .

Il fascicolo di dicemlw~ 1913 della nost,a Sezione ti edlca contiene i s6guenti lavori: I. Dott. P . Sisto - Ricerche sull'a nemia perniciosa progressiva. II. Dott. A . Brugnatelli - U n caso di peritonite biliosa con versamento di bile nel peritoneo senza perforazione dell'appa· rato biliare. ' llI. Dottori C. Sforza e G . Cosco - Sulla difiusione della tubercolosi umana ai musco! i e a l midollo delle ossa. IV. Dott. A . Anselmi - Contributo clinico a l va lore diagnostico delle antistafilolisine . •

Berl. Klin. Woch., 17 nov. vVEGELL~. << L'infiltrazione grassa alimentare del cuore ». -- BLl.~f. « Clinica e terapia del coma diabetico ». Klin.-ther . Wocb., 17 nov. STEYERTHAL. « ..-\.pprezzamento della paralisi progressiva ». Miincb. Med. Woch. , r8 nov. WEBER. cc L'impulso al giugulo ». EICHHORST. a S ulla profilassi del!' anafilassi ». Allg. Wien. med. Zeitung. r8 nov . ~1AYET . « Elioterapia della tubercolosi chirurgica » . La Trib. Méd , ro. ::V!EILLÈRE. « Rivista di tossicologia n. Gazz. d. Osp. , 18 nov. BORINI. " Pseudò-appendicite da a scaridi ,, . Ano. di Med. Navale, I-IV. Numero consacrato ai serviz i sanitari della R. Marina durante la guerra libica. Riv. di Patol. Nerv. e Ment., 18 nov. BuSCAINO. « GRASSI. Sterine f' lipoidi nel sistema nervoso cerebrale ». - CIUFFINI. « I tumori della pia centrale ». - DE LISI, SIMONELU. e Determinazione del potere antitriptico del siero di sangue ». . Arch. f. Sch.· u. Tr. - Hyg., 22. GREISERT. « Trattamento dell'anchilostomiasi ». - GRO'l'HUSEN. cc Il trattamento della malaria » . MENSE. cc Osservazioni sulla pellagra ». La Presse Méd ., 19 nov. LANDouzv. « Eritema nodoso e setticemia a bacilli di Koch ». Gazz. Med . lt., 2 0 nov. BINDA e CASSARJNI. «Compo·-ti aromatici presenti nell'espettorato ». Il fascicolo di dicembre 1913 della noswa Sezione Chirurgie& contiene i segu~n~i lavori: I. Dott. A. Pignatti • Innesti sul deferente . II .

Dott. E . Bartolotta - Contributo operativo e istolo.

gico al lo studio dei fibromi congeniti ed elefantiaticl de11a pal· pebra inferiore. III. Dott C. Foroni - Sclcrectomia ab-extemo.

Indice alfabetico per materie. Pag. 1871 • . 184 [ •

1849

I

1857

• I

1856 1856

» 1863

• I

1857 I86I

J

1847·

J)

1852

I

1846

I

1851

I

1861

Il fascicolo 62 contenente il frontespizio e l'indice gener ale sarà spedito nella prossima settimana. Il 10 fn ctcolo dell'annata XXI uscirà il 4 genn aio 1914. lloma, 9115 -

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Ttp. Nastonale 4 1 o. Burero e

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L. Poz1i.

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