Il policlinico sezione pratica anno 1925 parte 1 ocr parte4

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IL POLICLINICO

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g . 250. Frutta fresca g. 100. Biscotti secchi g. 10. Pane comune g. 50. Vino g. 150. Acqua a volontà. ,C ena : Una minestra legg.e ra e lo stesso pasto che alla colazione. Fare uso di una cucina lPOCO grassa e con poche . spezie. La dose di carne 1p uò es5ere sostituita da un paio di uova.

fil. Adiposità ipo:fisario- cerebrale- periferica. T·a11to lesio11i dei centri vegetativi mese11cefalicl quanto lesioni dell'ipofisi che agisce 1p er via ormo11ica su questi cent'ri, possono determjnare la s~ndrome della distrofia adiposo-genitale. Un altro elem.e11to i~1portantissimo nel deternlin isrno della sindro111e è dato ,d allo stato dei tessuti pPriferic i, del çellul~re sottocutaneo. Cosi ad esempio l'orn1one tiroideo favorisce 1 processi ossidativi nel cellulare sottocutaneo (e vi impedisce qu1ndi l'eccessiva apposizione di grasso) soltanto se la r eazione vi è leggermente acida, non se è forternente acida o leggerrr1ente alcalina. Per queste considerazioni H. Zondek (JJcutsche rrlediz. W ochenschT., n. 31, l92, 1925) vuol~ sostituito al nome « distrofia adiposo-genitale » il nome 11 aaiposità iipofisario-cerebra-le-periferica » . La inalattia è caratterizzata dallo svoluppo relativamente rapido di 1nasse adipose, da. oscillazioni termiche con tendenza all'ipertermia, da tendenza all'òliguria e da cefalea. A differenza ·dell'~dipo­ sità ipotiroidea, 11 ricambio basale non è dir11inuito, ,p11ò anzi essere esagerato. Oltremodo caratteristici per l'adiposità cerebrale-ipofìsariQ-p eriferi ~a. sono i disturbi nel ricambio de!l"acqua e dei sali. I 111alati tendono all'oliguria, l'urina ha un peso specifico alto. Le prove funzionali dimostrano che è din1inu]ta la capacità di elim inare l'acqua; co11 lé n1odalità !Proprie al disturbo extra-renale. 1\1olt1 a1nmalati non riescono ad eliminare normalmente il cloruro di sodio: aggiunto alla dieta ]n quan_tità. di circa 10 grammi. , Q.uesta f orrna di adiposità si accorr1pagna dunqu e a notevole ritenzione cli acqua e di sali n~i tessut1; perciò l'ipo·ali111entazione non riesce a determinare una diminuzione di peso. E soprattutto irr1portante dimi11l1ire per quanto è ppssibile l'acqua ed i , sali che i malati ]ngeriscono. Il riposo a letto, i diuretici usuali, l'opoterapia ti~)c.a dcterrninano t1na forte diuresi e diminuzione di peso: co111rporta1r1ento q11indi analogo a ql1ello ùegli edematosi. La rnassima efficacia si ottiene però cori l'opoterapia tiroidea. I.a tiroidina viene tollerata anche in forti dosi, si possono somministrare fino a Q.6-0.8 grammi di tiroidina secca. Por.r.. . . 1

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XXXII, F ASC. 39} •

Iperplasie delle paratiroidi nell'osteomalacia ed osteoporosi. L'iperplasia delle paratiroidi, descritta da Erdhei1n ed altri autori in casi di affezioni dello s.c heletro, vennero riscontrate anche da F. Kerl (De~tsche med. Wochenschr, n. 31, 1925) in un caso .dj_ osteomalacia 1puerperale e in un caso di ~steoporosi. 1 L 'iperplasia delle paratiroidi è un fenom eno di compenso, con cui l'organisrr10 cer- , ca di -sop1perire all'impoverimento dello scheletro in calcio. p OLL.

NOTE DI TECNICA. . La diagnosi microscopica della dissenteria all'inf• zio . Non è sempre facile distinguere subito clinicamente la dissenter]a bacillare 1da quella amebica; e spes·so è il laJb.oratorio che afferma e chiarisce la diagnosi, della .q uale l'èsame del malato permetteva solo un lontano sospetto. G. Haughwout (Journ. A. Nl. A ., 11 ottobre 1924) in base alla sua eStperienza afferma che ~esso basta l'esam.e microscopico delle feci per porre e specificare rapidamente la diagnosi di dissenteria. L'essudato della dissenteria bacillare è riccbissimo di polint1cleati n eutrofili in disfacimento, contiene eritrociti, plasmacellule, un notevole numero di macrofagi di ti,p o en-d otelioide in degenerazione, ed alcune cellule quasi completamente distrutte, ridotte ad om·b re (ghost oell$). Caratteristici sar eb,bero 51Pecialmente i macrofagi endotelioidi e le ghost cells. , Nell'essudato mticosanguinolento della dissentèria amebica invece i polimorfonucleari sono più scarsi, vi si trovano crtstall i di Charcot-I.eyden, e, soprattutto, si osserva l 'Entamoeba histolytica, ri.conoscibile sipecialmente ~erchè contiene emazie in .via di digesti9ne. In pratica si può ritenere questo dato come caratteristico : secondo Kofoid e Swezy anche la Councilmania lafleuri, ameba assai. r aramente osservata nelle feci umane, conterrebbe e_m azie. . La ricchezza di polinucleari dovrebbe mP.ttere in sospetto di una dissenteria mista, amebico bacilJare. Secondo l'A. la dissenteria balantidica, e le varie ulcerazioni del colon, danno iuogo ad essudati carattertstici, non confondi.bili con quelli do·vuti alla ,dissenteria amebica e bacillare. DOhlA.

Il periodo . d'incubaiione e la ricerca batteriologica della pertosse. Ch. Funck-He1let (.4rch. de niédecine des e1i1 farits, febbraio 19-25), ba:sandosi sull osservazione di sette eipide.mie verificatesi in ·un asilo d'infan-


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XXXII , 1'..ASC. 39]

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SEZIONE PRATICA ,

zia, r.i tien e òi poter affermare .che il" periodo di incubazione della pertosse ha una .durata minima ·di 9-11 giorni; esso sarebbe quindi più lu[}go di quello a111n1esso da Comby (una settimana) e da altri, che lo vorrebbero 'ridotto a .p ochi minuti (Ro ger). Per la riceTca e la diag11osi nel periodo catarrale, l'.t\. consiglia l 'insemenzamento delle goccioline 1Proiettate con la tosse; si. ottiene con esso il 75-80 % di risultati positivi entro 48 ore. Per la profi'lassi, sarebbe efficace l'iniezione del siero di conval-escenti col metodo di Debré. · 1

,fil.

Sulla variabilità del Bact. coli. -~nselmi

(Z entr.

f.

Bakt., 1924, Bd. 92) prende

in esarnP il problema d alla lfissazione di tipi sierologici ·del bact. coli e il ~roblema ad esso unito della ·variabilità in rapporto coll'ambiente. Il b. coli in relazione col suo carattere di saprofita e di commensale, possiede una forte variabilità, mentre il b. paratifo B, commensale tendente al parassita, mostra già una più grande stabilità che diventa ancora maggiore nel b. tifico, parassita onbligato. L'.t\. tene11do presente tali fatti si domanda se la variabilità possa essere una proprietà o forse anche una funzio11e, facente parte del carattere saprofita e che va perduta col carattere. parassita. A tale ·s copo, anche per stabilire una prima grande· division e nel gruppo del b. coli, divisione già da altri" teT)tatu con risultato negativo, l' A. prende in esame, dal punto di vista sierologico, due ce:p pi paras~itj, dei quali uno isolato da un ascesso renale, l'altro da uria pielocistite ed u11. cepp9 saprofita isolato dal1e feci d 'un individuo sano. Trattand o le culture ottenute dai ceppi suddetti con i relati vi sieri agglutinanti e giovandosi d~lle opportune ricerche del Castellani: 1'.i\. riesce a stabilire cl1e rimane sempre u11a identità .sierologica fra tutte le culture dei ceppi parassiti, 1r1entre fra quelle d€rivanti da ce1pipi saprofiti si nota uria costante Yariabilità sierologica. .i\. POZZJ.

IGIENE.

I

La disinfezione degli sputi tubercolari .

Fra i di.versi (procedim enti usati per la disjnf€zion& degli sputi tubercolari, l'incinerazione rende necessarie delle sputacchiere s1pecjali, è costosa ed urta c9ntro difficoltà pratiche. L'ebolliziontl riesce 0ttima1nente allo scQfpo a con~izione ohe sia prolungata per un tempo sufficiente, almeno per

15 1ninuti in una soluzione che elevi la temperatura dL ebollizione; jnoltre è necessar io che gl1

sputi ver1gano dapprima liquefatti per mezzo <li una sostanza chimica, altrimenti al contatto delr ac rp1a calda subiscono la coagulazione, f!icchè 1possono rimanere dei bacilli vivi nell'interno det coag-uli. Il processo rol vaipore sotto 1p ressi one può, essere 11tilizzato soltanto in adatti ~ tab1limen ti. Vi sono 1p oi dei processi termochimici che cor1~ist o110 riel m escolare gli sputi con ·calce viva, irr1mergendo . IPOi il tutto in un recipiente coTh acqua calda. Il calore proveniente dalla idrat:izione della calce permetterebbe di raggiungere una temperatura prossima a 100°. In11u1r1erevoli sono poi i processi chimici, rn<D ben pochi di essi ·p ossono Ii.tenersi efficaci. L'acido fenico, i! sublimato ed i sali metallici sono. . . da sconsigliarsi 1p er l'azione coagulante e per la t ossicità. ·Gli ipoclor"iti alcalini (cloru ro d.i calcB, acqua di Javel, liquore <li Labarraque) dannr, ri-· sulta1i discordanti secondo i diversi sperimentatori .e così pure i composti del tricresolo in solu. . ziord saponos.e (creoline, lisolo) od. assor.~ati a sostu11ze alcaline (cr esilol sodico). P. Cou-rmont e.i \. Rochaix (La Presse médicale, 7 febbraio 1925) danI10 la preferenza alla formalin~ associata ad una base alcalina, sia in forma d.i s oluzione acquosa di formalina a l 2,5 % col 5 % di pota5sa, sia corne s0Jl1zione saponosa alcalina di Kuss, composta con s~p on e n ero gr. 8; carbonato di sodio. secco gr. 4; formalina del commercio cm~. · 40; acqua qL1anto basta p er un litro. La soluzione d e~; e agir€ p er una ventina di ore.

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POSTA DEGLI· ABBONATI.

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L ' u rot1 ·o pina nelLe setticoemie. -

Al dott. G. M. :

L ·urotropina per via boccale e per via endovenosa è stata largamente adoperata nelle infe-

zioni e tra queste nelle setticoemie. Buoni resultati si trovano registrati in nume-· i·ose pubblicazioni, tStp ecialm ente con alte dost. (fì110 ad 8-12 grammi nelle 24 ore) . ·R esultati co11vincenti n on abbiamo mai potuto ott-e.n ere nella nostra diretta esperienza ar1che con alte dosi per via endovenosa, .quando la 5etticoemia tale si poteva d enominare 1p er il reperto T. PONTANO. emoculturale ~ositivo! . I L ibri di odontoiatria. -

A.11 'abb. n. 9799:

Un buon testo moderno di Od.0ntoiatria e Pro~ t esi dentaria è il A!an·u el du candidat aux exameris · de ch:irurgien-d eriti ste, d el ,dott. FRTiEAU, 3 vol.,.

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1!.

POLICLINICO

éd. Doin, ·P aris (66 ), plaice de l'Odéon n. 8, 1923-25' franchi 137. In italiano è in c~rso di pubblicazione il Trattato di Odontoiatr?,a e Protesi dentaria del prof. BEN. DE \"ECCHI~. via Cuma a s. Lucia n. 6, ·N apoli. Il periodico. mensile r,a Stomatolog·ia, organo· della Federazione Stomatologica Italiana, piazza S. Bernardo 108-.1\, Roma, abb. annuo L. 60, 1pubblir,herà a puntate nel 19,26 il rece11te e classico trattato del prof. SZABO di Budapest. B stato ristampato il Prirno trattato italiano di Odontotecnica, del defu11to 1prof. CARLO PLaTSCHIK, Milano, ed. Cogiiati, L. 90. 'Il A. PIPERNO.

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Principi di deontologia medica. Qualunque 1nedico chiamato per 1a prima volta in una famiglia, se viene a sapere che esso è stato chiamato in manca11za del me·dico curante assente o malato, deve prestare le sue cure solament~ durante l'assenza ·d el collega. 2) Se il 111edico chiamato dura11te l'assenza del ~urante si accorge che il malato ha l'intenzione di richiedere i11 sègui to le sue cure, esso ,p otrà -continuar.e a visitare il malato dopo averne av1)

.v ertilo il collega. 3) Qualsiasi medico chiamato 1per caso 1presso

un malato in cura dovrà limitarsi a prescrivere l ri1ned i necessari •p er ovviare agli incidenti del

rnomento e non presentarsi nuovamente ·dal malato se non è cl1ia1r1ato in con'sulto dal curante. 4) Qualsiasi medico chiamato da un malato nel corso dr una rnalattia acuta o cronica r.egol!lrme11te seguita da altro medico farà ogni sforzo . per fare richiamare il primo curante e, .se non vi ·riesce, dovrà prevenire senza ritardo il collega. 5) Il medico che 11a sostitu ito un collega non si -permetterà di. 1prestare le su.e cure ad un cliente o ai suoi vicini immediati che egli non ha cono·sciuto se non per la avvenuta sostituzione, a meno eh.e non ne ottenga il nulla osta ·da parte ·clel collega. 6) Q11alùnque n1edico chiamato in consulto deve astenersi da ogni commento in presenza del malato o dei famigliari. Fatto a .p arte il consulto, 1a cura sarà ap1plicata dal medico curante. 7) Il medico chiamato in consulto dal medico .Curante o dalla famiglia non ritornerà a vedere il Inalato che •s e è nuovamente chian1ato ed au·t orizzato dal curante. 8) Rientra nelle norme di bt1ona colleganza l'accettazione di un consulente 1p ropo5to dalla

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fan1iglia, qualu11que sia la sua età, il suo grado e la sua posizione, purchè la sua onorabilità person,ale e professionale siano indiscutibili. 9) Il g·abinetto di consultazione è un terreno ne.utro in cui il 1nedico IPUÒ dare i suoi con c;igli a tutti quelli che glieli chiedono e qualunque ::ia il m.e dico curante. · (Adottato dal « Conseil généraL des Sociétés d'arrond·i s s em.ent »).

ftl.

)ledici ed onora1·i di Roma imperiale. L'esercizio dell'arte medica nell'antica Roma ' era tra le professioni più .p rofittevoli. I medici ordi11ari ·d.el primo irnperatore Ton1ano percepiva110 l'onorario annuo di sesterzi 250 000 pari ' ' a lire 67,968. Oggi bisogna dire però lire-oro. Rendite ancor 111aggiori ottenevano i medici nella pratica, presso le famiglie della nobiltà rorr1ana. Ogni primo dell'anno era loro anticipato il lauto stipendio annuo, ma ricevevano inoltre somme cosipicue .p er singole cure ... felici . Il gran Claudio ·Galeno, da ·un consol.e di Pa~estina, si ebbe 400 aurei (L. 10,750) per avergli guarita la moglie gravemente a1nmalata. Quando poi se ne ·d icono tante ·dei consoli roma11i. .. Plinio narra due casi, nei quali eransi ·p ron1essi in a11ticipazione onorari di sesterzi 200,000 (lire 54,375) ... sempre che il paziente guarisse. I roma.ni erano pratici in tutto. Il famoso medico Stertinio ricavava da1l'eserciz1 o professionale in città 6,000,000 di sestierzi (1,621,250) .

Un altro medico di grido, Erina, lasciò la bella sostanza di 10 milioni di sesterzi (2,718,750 lire • oro!). E aveva speso altrettanto in edifici di pubblico bene. Proventi così lusinghieri erano causa però di grandi guai per la. salute pubblica, .p erchè traevano molte 1perso11e ignorantissi.rr1e dell'arte medica ad abbandonare la loro qualsiasi professione originaria ed abituale, per improvvisarsi medici. In ·quei beati tem pi gli esami non esistevano, ed i medici non assumevano quasi alcuna ·responsabilità, ·quando spedivano· a Plutone 1 clienti. Ma co1ne correttivo a questo inconveniente, acca·deva spesso che allorchè l'improvvisato m·~dico aveva fatto ogni strage possibile, .sì da raggiungere una celebrità a rovescio, vede.vasi . isolato, privato d 'ogni cliente, ed allora. per vive.r e diventava gladiatore o· becchino. O tornava all'antico m·estiere di falegname, tessitore, fabbro, n1uo-naio macellaio ... e ' (Dal Giornale di Genova). 1


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[ANNO

FASC.

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SEZlONE PR.\I1CA '

1373 •

NELLA VITA PR.O F,ESSIONALE. I

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AMMINISTRAZIONE SANITARIA. · Pei Gabinetti di r~diologfa. Il Nl inis-tro Seg'retario di Stato pe1· gli affari dell' I nterno ha. pubblicato in data 18 1ti.LgUo il se-

CONCORSI. P OSTI VAOANTI.

BENEVENTO. R. Pref ettu1·a. - Uff. san. di Buonalbergo ; L . 5000 (sic). Scad. 30 sett. 'G li esami (/itcnte De<:reto : .avranno luogo a .Napoli. Al n. 58 del pa1--agraf01 XI nelle istruzioni anCELLE S. VITO (Foggia) . A 30 gg. dal 7 sett.; nesse ial decreto ministeriale 30 aprile 1921 sono L . 9000; età lim. 45 a. Serv . entr o 15 gg. Docuaggiunt·i i seguenti commi : me11ti .a 3 mesi dal1Ht presentaz. · I Gaibinetti ·d i radiologia imipi antati in case di F1n.ENZE. R . Pref P;ttitra. - Uffi.c. sanit. di Praabitazione e che impiegano aipiparecchi alimentati to; Se.ad. ore 17 del 10 ott. ; L . 12,000 e c .-v. ; 8da tensioni corrispondenti ad un.a lungh~zza di trienni deci mo; valutaz. parziale S€rvizi prestati; scintilla tra punta e piano da 25 .a 35 centimetri, è concesso il libero eserc. pr ofess. E tà lim. 45 a .. e cioè ad una tensione da 150 a 185,000 volts, debAb. 60,560. Chiedere annunzio. bono oon·isp·001.dere alla condizione che il fascio . Gu.Hn10 (P€rtt(tia). Chirurgo ·prima.rio; lire· luminoso sia trattenuto in tutte le direzioni, ec7000 oltre L . 600 serv. attivo, L. 4000 serv. p-0veri cetto quella in cui viene utilizzata, da uno strato in Ospedale e c.-v. .- 1\-fedico p rima1--io di città; di materiale opaco equivalente almeno ad una laL. 8000 oltre L. ' 600 oorv. att.· e c.-v. - Aiuto chistra <li pirunbo di due millimetri a i spessor e . Nella , r11rgo ; L . 4.500 e c.-v. oltre alloggio e vitto neldirezione nella q11ale i raggi vengono utiliz.?jati, l'Ospedale. - Per tutti e 3 i oonc.: età mass. I.a protezione del pi ano sottostante o soprastante 40 a . ; scad . 15 ott. Per schiarimenti rivolgersi seall'ammalato dovrà essere costituita da una· lastra gretaria comunal e. di piombo dello spessore di almeno millimetri due, lESI (.4-nco·na) . Medico e chirurgo primari o di materiale .e quivalente, e ·d ella sruiperficie di presso l'Ospedale Diociesi ano (13 comuni); risipett. metri d11e per due. Per i Gabinetti che impiegano .apparecchi ali- L. 10,000 e L . 8,000 e aumenti fino al 50 %; c. -v.; partecipaz. proventi; per la direz., a uno dei due mentati da tensioni corrispondenti -ad una lunghezza di scintilla maggiore di 35 cm. e fino a 45 prirmari L. 2000. Indenn. iper casi urgenti L. 2000· oentimetri, corrispondenti .ad una tensinne supe- al med . e L. 2500 al ohir. Rivolgersi segreteri-a riore .a 185,000 e fino a 230,000 volts lo spessore della Congreg;.az. di Carità.. Scad. 31 ott. LAVELLO (Basif,icata). - A tutJto il 15 ott.; età dei mate1·iali protetto1·i di cui al comma precedenlim. 40 a.; tassa L . 50,15; docum. a 3 mesi dal te non rpotrà essere inferiore a millimetri tre di ·1O sett. L. 7000 e 4 quadrienni (eventualmente 5} piombo o di materiale eq11ivalente. L 'ambiente adibito a qualunque ap plica.zione rar deoimo; !3id·d izion. L . 5 oltre i 900 isoritti; .ab. diologica deve essere fornito di adatti dispositivi 10, 746. Serv. entro 10 (sic) giorni. LOIANO (Bologna) . - _.\I 15 ott., ore 18; 2a. cond.; che permettano il continuo e sufficiente rinnovarsi L. 3000 e 5 aumenti di L. 600, oltre L. 1200 c. -v.; dell'aria, in modo che i prodotti nocivi non poscav. L. 3000; eventuali alt.re indenn . sano recar danno uè at paziente, nè aigli operatori, MANCIANO (Grosseto). - Scad. 20 ott. ; la. connè al vioinato . . Ogni gabinetto r.adiologioo è obbligato ad es$ere dotta (capoluogo); L . 10,000 e ~egno annuo riprovvisto <li q11ei mezzi <li protezione del personale vedibile L . 1500 ; ·d ieci trie11ni ventesimo; riconooperante ed asS'istente riconosciuti come sufficienti Lroim~nto qu att.ro trie.n ni servizio regolare altri Comuni . Età limite 39 a . E sonero tassa concOO'so. dalla tecnica moderna (guanti, grembiuli ecc.). Chiedere .avviso. I possessori di preparati di radi11m sono obbligati a conservare tali preparati in un.a scatola di · ·ÌVI11,ANO. Consiglio degli I stituti Ospitalieri. Dirigente la Sezione Radiologica dell'Ospedale pioonbo cl1e aibbia in tutte le direzion i lo spessore Maggiore. Vedi fase. 31. Scad. 10 ottobre. di almeno centimetri cinque. MONTECORSARO (Macerata) . - Al 10 ott. ; 1a. oond. e direz. Ospe<l. Civico; ab. 3712 idi cui 700 c. pov. ; L. 8000 e 3 quinquenni .d ee., due c .-v. detratte L. 780; indenn. trasp. (d.a L . 500 L. 2500 seL 'assicurazione-malattie nelle province r edente. condo il veicolo) ; L. 3000 indenn. « chirurgica » . Il Co·n siglio dell'Ordine dei Medici di Trieste Età Jiim . 39 :i. Tassa L. 50.JO. Docu·m . a 3 mesi dal 5 sett. S erv. entro 15 gg. vedendo nel n1.àntenimento della legge .a.u sitriaoa sull'a.ssicu ramone obbligatoria di malattia un "f'ePALMI (Reggio Gal.). - Al 30 sett. , 3a. cond. ; rioolo grave per la libera professione ed un coti- età' lim. ~i5 a.; tassa L. 50; docum. n·o n anter . tjnuo svalutan1ento della prestazione medica, in- 1 giu. L. 4000 (sic) E;alvo miglioramenti deliberati e in corso approvaz. voca dal Governo Nazionale Ja r evisione sostanPIACENZA. Ospizi Civili. - -Primario di radioziale della legge chieden do, dopo sette anni dalla logia e terapia fi.'ìii ca nell'Osped.a le Civile; L. 7000 .sospirata l iberazione, ch e i medici di queste Proe 50 % introiti lordi. Scad. 15 ott. Docum. alvincie vengano equ iiparati agli altri medici d'Italia 1' Amministraz. J1ei loro diritti e J1ei loro doveri . 1

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Cronaca del movimento professionale.

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[ANNO XXXII, FA....~. 39]

IL PO<LICLINICO·

PIEVE nr T.Eco (Pario 1l!aur.). - Al 30 sett., ere 18; due cond. oorusorz.; L. 7500 .p er 500 pov. ; :a.ddiz. L. 5; c.-v.; 5 quadr. decimo; L . 1000 al sanitario a.d •d etto a l forese; età lim . 35 a.; tassa L . 50.15. Serv. entro 15 gg. PrsA. R . Prefettura. - Uff. san. di Pisa; al '20 ott., ore 18; L. 16,000 oltre o.-v. e L . 2000 inde11n. carica; 5 quadrienni decimo; divieto libero -e.sere. nrofess. Ab . 70,000 circa. Età lim. 45 a .' Doc11m~ a 3 m~i dal 1° sett. T~a L. 50.20. Esami presRo l'Univ. di · Pisa. ChiedeTe annunzio. . R-0MA. M inistero della Guerra. - ~ aiperto ll reolutamento dei sottotenenti di complemento del -oorpo sanitario. I l t..er:mi11e per la •p resentazione delle doct1mentate do1n.ande è fissato al a1 ottobre dovendosi imnrendere il servizio sotto le armi il 1 o dicembre, -per se'guire il relativo corso d'istr·u:zione. A cura dei comandi di distretto militare ·saranno pubblicati i manifesti contenent i le noTme dettagliate da seguirsi per chiedere l' aarumissione ai corsi s u·ddetti. RoMA. ltlinistero clella il1arina. - Concorso a 15 P'°sti di tenenti medici in S . A. P. Vedi fase. 36. Scad. 15 nov . S . PAOLO Ar.B \ XESE (Potenza) . - Cond. resid., serv. pov. L . ?'JOO; L. 500 uff. san.; aum. quadr. Scad. 15 ottobre. . s. PIETRO VERNOTICO (Lecce). - 2a cond . ; vedi fa.se. 38. D·ocu.m. a 3 mesi dal 4 sett. S. VITTORIA IN MATENANo (_4.scoli Piceno). 'S cad. 15. ott. 'redi fase. 38. SER.VIGNANO (Ascoli Piceno). - Al 2 ott.; L. 8500 oltre L. 500 indenn. laurea; addizion. L. 5 oltre i 1000 pov. i L . 1700 tra.sp.; 5 q·u adrienni dee. Età lim. 40 a. Docum. a 3 mesi dal 28 ag. Eventuale proroga. TEVEROLA (Caserta). - L. 7000 e i quadr. 1/10; -ab . 2264. Scad. 30 sett. ,.,.OLTRI (Genova). O. P. Os.perlale /)an Carlo. Medico prirrriario; titoli ed eventup.hnente esami; L. 6000 -(sic) . Scad. ore 18 del 31 ott. Età lim. 40 a . Laurea da 5 anni. Docum. a 3 mesi. Chiedere annunzio alla segreteria. NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE..

Il prof . Agostino De L ieto Vollar-0, stabile di clinica ooulistica nella R. Università di Firenze, è trasferito alla cattedra della stec3sa discilplina .nella R . "( n iversità di Milano. · Per la cattedra .d i patologia speciale chirw"'g ica presso l'Università di .Padova la Commissione . di Facoltà ha designato : Baggio Gino, Fasiani Gian Maria, Razz.aboni Giovanni. La Commissione ministeriale si è divisa; la maggioranza h.a designato: 1° Fasiani, 2° Razz.a.bon~, '30 Baggio; la minoranza (P erez) : 1° Raz~abon1, '2<> Baggio, 3° Faisiani.

Lia Società Frane~ Nazionale di Chi'rurgia ha -assegnato 11 premio quinquennale Lannelòngu~, -consistente in una medaglia d'oro e 5000 franch1, a.l dott. George Orile di Clevelan·d (Stati Uniti -cl' America) iper l'insieme dei suai lavori sull'.anoci.associazione, sul1a genesi dello shock ecc.

NOTIZIE DIVERSE. Associazione delta Stampa Scientifica Italiana (Sezione Medica). Allo scopo di preparare il materiale per le disous1sioni e le deliberazioni che avver ranno in seno all'imminente Congresso della stam1pa medica, l 'ufcio di segreteria dell'Associazione stima dov-eroso di comunicare ai soci ed a quanti potessero aveTVi ·interesse una brave cronistoria dell' Associazion-e stessa e di pro~ettarne lo stato attua.le. 1

Un' As..c,.oc1azione della Stamtp.a Medrica Italiana era pnrsa da anni nooessaria.: se ne istituirono successivamente parecchie; qualcuna ebbe momentaneo successo, ma tutte si spensero in breve teru.p o.

Soite 1nigliore toccò ali' .4.ssoriazione della Stampa 1')cier1tifica Itn.l·iana, costituitasi nel giugno 1909 per iniziativa di "l\fario Segale; era divisa in pi~ Sezioni, delle quali però ha funzionato 80ltanto Ja Sezione 2lfedica, presieduta ~a Enrico Morselli e di cui era seg1·etario attivissimo e volenteroso il Segale. Dalle iniziali dell'Associazione e della Sezione è derivata la sigla ASSIM, oon cui P stata desigltata l' •.\ssoc1azione della Stampa Medie.a in Italia; questa sigla figura anche sui periodici aderenti all'Associazione. L' Assi ni ebbe })€r parecchi anni un periodo abbastanza florido e brillante di vita. Essa fu aggregata all' .Associa'z ione della Stampa, risiedente a Roma, attraverso la s~.e di Genova, Tenne vari Congressi nazionali ben frequentati e riochi di deliberazioni; pat.:teo]pò ai Congressi internazionali della stanipa medica ad.u natisi a Budapest, Rom.a e Londra. Important-e il Congresso interEazionale che si tenne. a Roma, nel 1911. In quell'occasione venne consolidata anch-e l 'intesa dell' Assim con l 'Associazione della Stampa, in nome della q.u ale l'on. B.arzilai ch e allcrra ne era il presidente tenne un elevato discorso (in un banchetto offerto dai giornalisti medici italiani ai colleghi stranieri) . Si devono .all' Assim, fra le altre, due inizi.ative sanzionate dai Congressi internazionali della stampa medica e che .dovreb1b ero ormai aiver corso in tutti i Paesi: 1) le memorie originali, pubblicate nei periodici di medicina, devono esserè corredate delle con cll1sio11i o di riassu nti, allo scopo di agevolare le recensioni specialmente da parte dei pe' . ri.()(lioi idi altre lingue, e çosì . attivare i rap·p ort1 cultu.r ali internazionali; 2) uno 5tesso lavoro non può essere pubblicato in più di un periad.ico della stessa lingua. La manifestazione più hril1ante qel1' Assim si è forse aJVuta all a grande Esposizione del Libr o a Liipsia nel 1914: ivi l' Assim espose, in u~a sala, non soltanto I.a produzione edito:riale medica, ma tutta 'quella scientifica italiana, iniziando oosì la vita della società al completo, in tutte le sue Sezioni: rioevette il ·gra nde diploma di benemer~­ za · a sua volta rilasciò medaglie oommQQilorat1ve a tutt[ gli espositor. d·e lla mostra italiana. 1

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SEZIONE PRAIICA

L a guerra arrestò quasi del tùttO la vita deldello statt1to, sono ammessi a far parte dell' Assim 1' Assim il direttore, il redattore-capo e il segretario di P er conferirle una attività più rispond·e nte al redazio1ie dei periodici di Jnedicina iscritti. D ev' essuo carattere nazionale, il presidente e il segresere corriisposta alla segreteria un.a quota annua d'iscrizione reperibile dall'amministrazione del petario espressero il desideratum che fosse trasferita riodico . nella capitale. I vi, n el 1920, si adunò il Consiglio direttivo, che decise il trasferimento. Alla pr~i­ Il bila ncio fin anziarie <lell ' Associazione (richiesto denza fµ ohiamato jl socio G. Sanarelli; a far parte insistentemente da un p eriodico di Napoli) è molto del Consiglio furono designati i soci V. Asooli, modesto. Basti di.re che dur~nte il 1924, in cui la viee-ipresidente, A. Busi , A'. Fe.rra.n nini, L . Giufsegreteria non credette di avanzare sollecitazioni frè, L. Lucatello, L. Mangiagalli, L . Pagliani, M. per le riscossioni, a cau sa della scarsa attività esplicata dal!' Associazione, fllro110 riscosse quattro sole Segàle; al Morselli fu conferita I.a presidenza onoquote, di L. 20 ciasc.u na. All' inizio d e1 1925 l'attivo raria; la. càrica di .segr~tari<J fu assunta d al socio ammontava a L. 1435.60, costituito quasi per intero G. Dragotti. M0rcè l'opera solerte ed efficace d el sen. Sana.- da residui degli anni preceden ti . L'lTFFICIO DI SEGRETERIA. 1elli, coadiuvato dal dott . Dragotti , furono sensibilme11te attenuate le conseguenze della crisi che travagliò la stampa periodica n èll'immediato dopo- Congresso di medicina tropicale. guerra. In p articolare si ottenne, dal Ministero Si adt1uer à a Tokyo, dal 18 ottobre al 7 novero. . del Lavoro, la concessione d ella carta aid un prezzo 1925, il VI Congresso dell' Associazione di medi' r idotto per i JJeriodici inscritti all' .4.ssim, qu.alora cina tropic::Lle d ell' E stremo Oriente . In una .seduta ne richiedesser o e consumassero un minimum defi- dell'Associazione , tenutasi sotto la presidenza del nito; questa concessione arrecò un notevole van- d·ott. bar one K i ta-5l\to, si è stabili t-0 che le com utaggio alle amruinistrazioni dei iperiodici di medi- 11 icazioni scientifiohe saranno tenute in sei Sezioni cina a maggior tiratura: si può affermare che gra- così divise: a) Anatomia, fisiologia, biochimica e zie ad essa molti periadici poterono conti11uare ]e farmaicologia; ìJ) Patologia, microbiologia, parraspubblicazioni e altri p oterono condurre un a vita sitologia e zoologia me.dica ; e) Me dicina del lavoquasi n ormale. ro, medicina t r opicale, n evrologia e pediatria ; Dopo questo sfoTzo l ' Assim entrò in un periodo d) Chirurgia, dermatologia, ginecologi.a, oftalmofii stasi . Si era forse s viati e distratti da preoc- lO'gia , Jna)attie ve11e·r oo e odontoiatria; e) Igiene, C'Upazioni più pressanti! L 'arresto della vita n el medicina s ociale, ~alattie contagiose, statistica; dopo g uerra è avvenuto in presso che tutte le con- /) V eterinari.a.. generi associazioni e;Stere, le quaJi in questi ultimi Uno .degli a r gomenti di dh5oussione rpii1 i m•portempi si stann<l ricostituendo. , tante riguaròerà i mezzi .di preve nzione del beriLa prima a-Oun.anza del Consiglio direttivo, in- beri e la proposta di determinar e il tipo di riso d etta -nel luglio 1924 d alla presid.enza, andò quasi 11on noci-v:o alla alimentaeione. d~rta; perciò il presidente, sen. Sanarelli, credette di dover rassegnar e le dimissioni con lettera Giornate mediche tunisine. • diretta n.l vice-presidente, prof. V. Ascoli. Come è noto, le « giornate mediche di BruxelPoco prima anche il ·dott. DraJgottA. si era di- les » hanno avuto u11 succeSSIO straordinario e sono messo d alla carica di segretario, la quale è stata state subito imit~te: ab1bianno avuto infatti le assunta interinalmente, dal d-0tt. L. Verney, p~r cc giornate mediche d i Tolosa» e s i ·01·ganizzano l~ ' assicl1rare l'espletamento degli affari corrent 1.• cc giornate mediche di .P arigi»; ora si annunziano Le inansioni di economo-cassiere sono state accet- anche le te gioTnate mediche di Tunisi », indette ta.te dal ra'g . R-enato Pozzi. <lal 2 al · 5 rupTile J.926; conte.n ip·o raneamente si Il pr{)1f. Ascoli dette jmmediatamente notizia prepa r ano · un'Esposizione d'igiene, &Scursioni, ridella decisione del Presidente, con circolare ai <;evimenti, r apipr.esentazioni teatrali, ba.nchetti ecc. giornalisti medioi italiani, invitan,d oli nello stesso Gli .argome11ti ali' ordin e del giorno sono: Chirurtempo a,d esporre le loro idee sul d.a. fare. Le gia gastro-d uodenale ; F ebbre m editerranea; P_r~­ risposte sono state poche e di sca.rsa 1m·portanza, filassi e cura, del morbillo. P ossono aiderire med1c1, non tali da indurre il vice-presidente ad u11'a.zione v.e terinari e f.airmacisti ; qt1ota fr. 100, ridotta a 50 :immediata. Affinchè la, sospenBione della vita so- per i sanitari milita ri , a 40 iper i sanitari d 'ospeciale non abbi a oltre a prolunga rsi, egli· ha dira- <htle, peT gli tStudenti di medic~na e per gli stramato gli inviti per un'a<lunanza generale da tenieri . Indiirizzarsi al segretario ·d el C0imritato orga nersi .a Roma jl 28 ·o ttobre p . v., in occasione dei nizzatore, sig. Gér.ard, Ufficio d'Igiene della Città, Congressi di medicina interna e di chirurgia. Essa Tunisi. stabilirà se l' .Associazjone debba mante11ersi in vita e, nel caso affermativo, come ·d ebba esser e Congresso metapslcl1ico internazionale. modificata iper iniziare un nuovo periodo di atSi è tenùto a Parigi 11ella ~ prima metà di settività che tutti le auguriamo fecondo e fort unato. Evidentemente occorrerebbe addiveniTe alle ele- tembre, allo scopo precipuo ,d i mettere i11 luce il carattere scient ifico dello spiritismo sperimen tale zioni, dopo fatte le n ece.<;sarie riforme dello stae di pro..~ettare l a portata morale e sociale che tuto. Ricordiamo, n. 'JUesto proposito,. che, a no,rma vanno .assu1ne nd·o i fenomeni spiriti ci. 0

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IL POLICLINIOJ

Conferenza italo.francese per le tariffe doganali dei medicinali.

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In iSeguito a trattative che hanno avuto luogo nel mese <li git1gno scorso tra u na delegazione italjana, presiieduta dal prof. l\farfori, e una delegazione francese, presiie,duta dal pTof. Mo,u reu, incontratesi .a Pa.r igi, t:>i è raggiunto un accordD preliminare s ulJa b.aoo dell'assoluta parità di trattamento ~oganale fra i due paesi per i prodotti medi(li nali. Si con fida che esso diverrà 1pre&to· le1g ge.

. Corso di igiene navale per medici di bordo. Si è chiuso da qualche giorno il co1>tSo d i Igiene N.avale e Profila~i della Emiigrazione, tenuto in ' ' e-'llezi.a co11 eccezionale perizia e con dedizione veramente e..~rnplnre dal dott. cav.,, uff. Messi, medico iirovinciale, in seguito a<l autorizza.z ione della Direzione generale. della Sa~tà Pubblica. D etto corso f,a parte cli qu ello di Medico di Bordo, autorizzato dal Ministero ·degli Interni e d iretto .d al prof. comm . Casa.grandi. direttoire del·l 'Lstituto d'Igie11e della R. Università di Padova. Le confere11.z e .del -Oott. cav. Messi, alle quali i)re.se parte un gru·p po numeroso di medici venuti d·a vari oentri ita.liani, sono state teoriche ed anche pratiche con ispezioni fatte sui vari tipi di pi romafi, sia per passeggieri, sia per emigranti, sia pe.1: trasporti, e spe.ciali come per le carni co11gelate, le derrate, .ecc. I d·otboa:i h.a11110 assistito a varie pratiohe di di.si11fezione e disinfestazione e questa eseguita co1 m.etodo della .anidride solforosa e con mezzi modernissjmi quali sono i gas cianidrici, visitando infine la .meravigliosa Stazione Sanitaria di PoTeglia la quale, e per la modernità delle costruzioni, e per doYizia di •perfetti e d,elicati apparece;hi, e })er la larghezza dei 1nezzi di ricovero, è v·anto dell'Italia nella lotta contro le sempre temibili infezioni esotiche, e c<?Stituisce wn.a delle più belle opere d.ella benemerita .nostra Direzione Generale della Sainità. Pubblica, tanto saipienten1ente diretta dal prof. comm. A. l\1essea.

Corsi di perfezionamento a Vienna. Numerosi corsi di perfezionamento, ·d i varia durata, in tt1tti i rami della medioina, si terranno presso· la Facoltà medica di Vienna durante l'anno scolastico 1925-26. Chiedere programmi e informazioni .al Biiro der Wiener Aerztekur.se, Wien VIII/l, Schlos...<;;.elgasse 22.

P e r l'Università di Palermo.

. La Facoltà .Medica di Palermo ha a.ppTovato i lJrogetti de.J p.rof . ing. Zanca per l'amrpliamento e la sistemazione dell'edifizio delle Anatomie. In tale occasione si è rilevato che la sistemazione ·degli altri edifizi .universitari è ancora quasi allo stato O.i progetto, mentre in altre città è un fatto comrpiuto: ep1pu1·e l'Università di Palermo è u11a delle primissime d: I talia .

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All'Univer1ità <li Perugia. Nello soorso lu glio ve11neTo conferite, con speciale solennità, le p rime lauree dalla Facoltà medica recentemen te completata. 1

Scuola di odontoiatria e protesi dentale presso la R. Università di Bologna. Sooo aperte le iscrizioni dei Medici Chirurghi al oorso 1925-26 pel conseguimento del diploma per specialisti in odontoiatria e 1protesi dentale. Essendo il nt1°m ero dei ,p osti limitato, l'.aocettazione viene regolata secondo la priorità nella presentazione dei documenti e pa,g amento ·delle relative tasse. Per pTogr.amimi ed informazioni rivolgersi presso la segreteria della F .acoltà di medicina e chirt1rgia della R. Univensità di Bologna e pr€&SO la Direzione dell'Istituto Olinico per le mal attie della bocoa, via S . Vitale 59 - Bologna (13) n ei locali del quale ha sede la scuola.

Nuov o ospedale. Il 13 corr . venne inaugurato a Gozzano (Novara) un oop<=>...<lale dedicato all a memoria dei caiduti in guerra, presenti il duca di Pistoia, molte autorità, rappresentanze di associazioni e n um0rosa folla plaudente. Pronunziarono discorsi gli 011. Pestalozza, Gray e Bellori. Un imponente cnrteo si diresse a.I Parco della Rimembranza pe1! rendere omaggio ai cad.u ti .

All'Ospizio Marino di Ost ia. In merrtoria di Rianchina Carlieri, piccola martire vittima della più atroce brutalità umana, il giornale <' Il Messaggero » aveva aiperta una sottoscrizione. La som1na raocolta è stata devoluta all'Ospizio Marino di Osti.a per mantenere due letti a lei inte&tati . I l 13 corr. venne inaugurata, nell'O~pizio stesso, u na laipide commemorativa, presente il R . Commissario di Roma, sen. Cremonesi . Parlarono il prof. Vittorio Ascoli, presidente del Comitato Rom.ano contro la Tubercolooi. il sen: Cre.m-0nesi, il giornalista Giovanni Diotallevi per il « Messaggero n .

Elargizioni e lascit i. L a signora Sofia Androni, morta .a Piacenza, ha lasciato oltre 200,000 "lire ad istituzioni filantropiche della città. So110 stati ·d isposti i seguenti legati a favore dell'Ospedale Maggiore di ì\iiilano : L. 200,000 da]l'avv. Gèsare Branca, inorto a Milano; L . 50,000 dalla sig.ra Angelina Rossi Tedova Boschi, morta a Triu.gg'Ì,o·. •

Per gli orfani del medici morti in gue:rra. La presidenza della Federazio11e Nazionale degli 01idini dei Medici ha messo a disp-OSizione del Comitato iper l'~istenza agli orfani dei medici morti in oauerra la somma di L . 5000. Il pir esidente del


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XXXII, FASC. 39]

SEZIONE PRATICA

Comitato, gen. med. F. Della Valle, ha ringraziato per la cospicua elargizione, la quale cc conferma come la Fed. erazione senta altamente il dovere di assistere i figli dei nostri eroici colleghi morti nel compimento della loro santa missione ».

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graziando e annunziando di a~e.r fatto dono, al· l'O~pedale, ·della somma di J,. 50,000.

Viaggio di medici stranieri in Italia. L' an 1u1nziato via.ggio di medici st"ranieri in Italia, ·o r.g anizzato dall' Enit, si è oomipiuto in questi

Il prof. Sambon a l\lllano.

giorni, diretto dal prof. G. Ruata ; i medici che vi }la11no partecipato ascendono a 160. Ne daremo ulte,riori notizie. ·

Il 'I}rof. \Vestern Sambon, dell' Università di Londir.a, accompagnato da un grup1po di medici inglesi, è stato ricevuto al Palazzo comunale di Milano, ove ha tenuto una conferenza sulla trasmissione del cancro. Il Sambon è ben noto per avere preannunziato la tra.smissione dellà malattia del sonno mediante le glo.ssirLe, del tifo esantematico mediante i pidocchi, della malaria mediante le zanzare; egli ha precor..so anohe la scoperta di Fibger sul còmpito dei blattidi nella trasmissione del cancro. Meno fortunate furono le sue concezioni sulla trasmissione ,della pe-llagra. Ora il Sambon sostiene che nella trasmissione del cancro hanno molta parte vari insetti domestici: blattidi (scarafaggi delle cucine), larve di tenebrionidi (vermi delle fari11e) ecc. Il Sambon è italiano.

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Insegnanti stranieri in Argentina. Abbiamo già <lato notizia delle oonferenze tenute in Argentina dai proff. G. Fichera e P. D.u val (fase. 36, p. 1229 e 1236). Altre conferenze hanno avuto luogo da parte dei proff. G. Bertraud di Parigi, sulla biochi1mioa, e P. del Rio , Hotte~a di Maidrid, sulla citopatologia del sistema nervooo. Sono stati invitati ricentemente i proff. G. Bickel di Berlino e L. Laipicq,u e di P a. ' r1g1.

Per la lotta sociale contro il cancro. Un pregevole lavoro è stato puhblicato1 da F. Fietti a Firenze (I,a Poligrafica, 1925), oon p refa.zi-0ne di A. LTuStig. Dà notizia degli istituti scientifici, degli istituti e reparti os·p edalieri, diagnostici e curativi e della loro organizzazione, dei periodici specializzati, de.II.a propaganda, ecc.; compie opera utilis.sima di incitamento e di ammaestramento. 0

Il prof. Banti commemorato a Buenos Aires. Sotto gli auspici della Sezione di Buenos Aires della S,o çietà D.ante Alighieri , il ·p rof. Ara..oz Alfaro, diTettore generale della Sanità pubblica del] >Argentina, ha letto una magnifica commemorazio11e del compianto !J'r of. Guido Banti, illustrandone i co11tributi scientifici e le caratteristiche fo11damentali del pe11siero.

Propaganda contro il cancro. '

;per Il prof. Ort:ner. Si è festeggiato il 60° ~ompleanno del prof. No~ bert Ortner, clinico medico di Vienna, insigne ca·r diologo, autore della «Sintomatologia clinica delle malattie interne>> e del diffusissimo ~< Trattato di terapia »; è uno dei più. reputati c001.SUlenti del1' Austria.

Commemorazione di Filippo Lussana. ~

stato commemorato a Bergamo l'insigne fisiologo,, nat.o nel 1820 a Cenale e morto nel 1897. Alla cerimonia, che fu completata con l'inaugurazione di una vi.a al nom,e di Lussana, parlarono t.ra gli altri il prof. Gallerani, rettore dell'Università di Camerino, e il ·prof. LucateJlo, rettore dell'Università di Padova, we il commemorato insegnò per un ventennio.

Onoranze al prof. Alberico Testi. Al prof. Alberico Testi, nominato ·cittadino onorario di Cotignola (Ravenna), è stata conseg11ata una artistica pergamena, presenti le autorità ·e molto pubblico; nell'occasione è stata anche inaugurata la nuova camera operatori.a dell'Ospedale Testi. Numerosi i discorsi; rispose il Testi rin-

La L ega italiana per ìa Jotta contro il cancro informa che i sanitari i quali desiderino di riceverne 'g ratuitamente le più recenti pubblicazioni, possono farne richiesta, comunicando il loro indirizzo, al sig. Guido Pilastrini, economo dell'Opera Nazionale Invalidi di Guerra - Roma (1.3), via Alberico II 4-B.

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Centri antlmo1·billosi in .Francia. Il Consiglio m.unicipale di Parigi ha stabilito di organizzare due centri destinati alla preparazione di siero antimorbilloso, l'uno nell'ospedale Claude Bernavd, l 'altro nell'ospedale « des Enfani:B malades >i . ~~ cap-0 di ognuno di tali centri vi sarà un capo-servizio ospedaliero, alla oui d~pendenza verrà norninato un dirigente il gabinetto di batteriologia.

La lotta contro i rumori. Il R.. Commissario di Rom.a sen. Cremonesi ha ricevuto il comm . prof. Pietro Gallen•ga, presidente dell'01icline dei l\iiedici, e il corrnm. prof. Vittorio Zevi, consigliere dell'Ordine stesso, i quali gli hanno nresentato 1'01,diine del giorno votato su ' ' proposta del prof. Zevi in data 8 genna.io corrente anno, dal Consiglio dell'Oroine per doonandare che il Governo Nazionale e l' Amn1inistrazione locale,

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resesi conto . del danno igienico sociale che incombe al paese, proootto dai rumori ooce8Sivi, in specie del traffico, emanino al più presto norme tecniche «l amministrative, adatte a prevenire e riparare · a tale ·grave stato di co,se. Il R:· Comrnisaario ha dichiarato di avere posta tutta la suia attenzio11e all' im·p ortante argomento che ha 'interessato così e.pl'?assionatamente la stampa citta.dina in questi giorni, ed ha annunziato che sono in co1~so. (lì •p ub·b·l>icazione. nuove no-rme regolamentari per combattere nei limiti del possibile gli inconvenienti così giustamente p~osipet­ tati ·d al Consiglio ,d ell'Ordine dei Medici. H a soggiunto <li .averne· intrattenuto a lungo il -p rooide.nte del Consi!glio il quale gli ha assicUFato tutto l' appoggio del Governo per I.a comiple:ta vittoria di questa nuova battagl~a per il migliO!I'amento della vita c ittadina. Il prof. Gallenga ha ringraziato sentitamente a nome dell'Ordine il R. Commissario per le sue importanti dichiarazio'lli .

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tre prima essa era dominata d.all' anatomia patologica che, .auspice Morgagni, venne coD1Sidarata a lungo come la sola base della medicina. N.aunyn non disconobbe l'im:portanza ·d elle lesioni autoptiohe; ma co111p-rese che esse erano solo uno stadio terminale e che COllveniva sorprenderne l'evoluzione e indaga.r e 1€ alterazioni funzionali di cui eisse erano espressione. Un paradigma delle co11cezioni ·d el N aunyn ti è dato dai suoi classici studi S1Ul d:i.abete, iniziati n el 1874: è nell'ambito ·del suOl pensiero fisiopatologico che Minkowski SCC}prì il COinJpito del p·ancreas (qu asi contemporaneamente quoota seoperta veniva fatta dall'italiano Dominici); è seguendo i suoi insegnamenti che Stadelmann, Weintr.aud, Magnus-Levy, lJ·m ber, Bar ed altri suoi collaboratori e allievi ricon·obbero l'acidosi diabetica e ne .accertarono il compito nella genesi del coma; è · N ~unyn in persona che elaborò la nozione di tolleranza ai saccaridi e, in tal modo, stabili la cura del diabete su basi che restano tutt'ora salde. Un altro esem·pio dei suoi metodi di studio ci è · Certificato medico prematrimoniale negli Stati fornito <l.alle affezioni del fegato e delle vie epaUniti. . tiche: genesi degli itteri, produzione dei calcoli biliari, fun21ioni del fegato, ecc., studi condotti in Nello stato di Luisianu. è stata presoritta la collaborazione con Minkowski. visita medica p.remati:imoniale, per i soli uomini; In tutti i campi deilla medicina iD:terna Naunyn non dev'~sere anteriore ,di 15 giorni al matrim<>1.ha lasciato orme profonde, instaurando o valoriznio; à comminata la 1>ena .del car~re a.gli uffiz.an,do gli studi fisiopatologici e sc01prendo così ciali di stato civile che i1on richiedono l 'esibizione ;nt1ove vie. _Ma egli procedeva co11 cautela e avvedel certifi cato medico all'a.t to del matrimonio: dutezza, guardandosi dalle conclusio,n i precipitate e, sovratutto, dal trasportare in clinica i risultati Cartelli-réclame della Croce Rossa. bruti dell'esperimento. La Leg.a dèlle Società della Orooe Rossa, con Un.a delle note fondamentali della sua attività sede a Parigi , aveva bandito un concorso per car- è l'aver ricondotto la terapia al posto che o·g gi telli-réclame da ser vire a scopo di propaganda in le viene ricono5eÌuto, mentre un tempo era pretempo di pace. I lavori preoontati sono stati 333, valso il triste v.ezzo di sdegnarla o lasciarla nelp.ro·v~nienti <la ao paesi. Il premio unico è stato l"ombra. Egli si abituò a oonsider.arl.a come lo seopo nssegnato .al si~. Barciuski; premi sono stati con- suipremo della medicina; ad ese m,p io, vantava coferiti anche a dieci altri cart€lli, <li a rtisti .aume una delle sue cose migliori di aver introdotto la lavanda gastrioa per la cura della gastroeciastriaci, belgi , francesi, italiani, norvegesi , svedesi, svizzeri. sia e di avere, in tal modo, alleviato gravi sofferenze. L' A rchiv f. experim. Pathol. u. Pharmacol., da lui fondato, rispond e a questa su·a concezione: eg.l i intendeva che dalla patolo1gia non fosse disgiunta BERNA RD NAUNYN. la farmacologia., cioè lo studio scientifico dei riSi è sp ento a 86 anni. Questa ~tà inoltrata simedi, per lo meno come finalità che va tenuta pregnifica che da tempo egli .aveva lasciato l'inse- sente. gnamento e rinunziato alla vit.a attiva. P~rciò il Naunyn dette il primo esempio di organizzaNaunyn puo sembrare oggi, a mo.J ti, un SOO'pa.B- zione mo<ler11.a di una clinica medica: le due clisato · tanto nitt che le nostre nuove generazioni niche di Konigsoorg e di Strasburgo, nelle quali ten<l~no a di~conOS1Cere e ~a dimenticare il compito egli ha insegnato, .restano anoora oggi de.i modelli ed i meriti ·d ei predecessori, anche se sommi. e destano in noi la più viva ammirazione. N at1nyn .appartenne, appunto, alla esigua cateEgli considerava l'in.segr1amento come il primo goria d ei som1ni. Egli h a caratterizzato tutta un'edovere del clinico.: e il suo insegnamento era <li pooa della medicin·a: può essere considerato ce- rtna chiareZZft CJ;"istallin.a,, av;vivato di fede e di 1ne il vero fondato.re della mòdecr-na internistica. pia..ssione. . Dobbiamo, infatti, al .N aunyn alct1ne' conoezioni ' La sua forma menti·s lo teneva lontano dagli inche hanno impresso tutto un nuovo in·d irizzo alla trighi; era franco , senz~ essere soortese; rude, medicina. Fu lui a introdurre l'esperimento in cli- ma di ouore. nioa, la quale fino a ;µna sessantina d'anni addietro Fu u'D. lavoratore insta ncabile; per lui « il lavoro è 1-a reli!?Jione dell'uomo ». La sua produzione si limitava alla sempljee osservazione dei fatti . Fu lui a portare in olinica il pensiero fisiologico, men- stampata, che la moglie ha raccolto nel 1909, è 1

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già· copiosissima; m.a non ra;ppreisenta che una parte esi:gua della sua mu1tiforme .attività. L 'anno scorso egli ha pubblicato i ricordi d ella sua vita, da cui emergono quest.e sue ca..ratteristiche. Patriota fervente, volle prestare servizio durante }~·ultima guerra, malgrado l' età inoltrata . Vada il nostro mesto saluto alla memoria di Bernardo N.aunyn, di cui i medici moderni devono consideraTsi tutti come fig1i spirituali.

E morto a 57 anni, il 19 agost.o, dopo lunga e straziante malattia, il prof. RICHARD CASSIRER, noto i1eurologo; egli ha recato' contributi importanti alle nostre conoscenae sulla degenerazione del nucleo lenticolare, sull'idiozia familiare, sulla poliomielite anteriore acuta, &ull'encefalite letargica e, special1nente, sull~ neurosi vasomotorie e trofiche, intorno alle quali ha scritto una apprezzata monografia e pru-ecchie memorie.

Ad appen.a 44 anni, nel 'momento di subentrare a.I suo maestro prof. Urban in Amburg·o, veniva u~.ciso da una sepsi chi1·urgica contratta nell'eseguire un' operazione, il dott. FERNAND HENRICH, valenti&:>imo ope-ratore, Ca!po d elle sezioni chirurgiche nell'Ospedale del Cuore di Gesù e negli Ospizi Riuniti di Trier. Si è spe11to i.I prof. KUKULA., ordinario di clin ica chirurg]ca alJ'Univ:ersità Carl-0 di Praga. Il dott. oornm. "\..,.INCENZO VIRDONE, direttore dell' Ospedale italiano ·di Brooklyn e chirurgo primario dell'Istituzione Wiskoff, si è ucciso· preci1)itandosi in mare dal « Conte Verde » durante il viaggio che lo riportava in ip,atria, oveinterudeva <li farsi visitare per gravi dis turbi _nervosi. Era una delle più spiccate personalità qella nostra colonia 11ell.a m etroipoli i1or.d -ame.r icana. Contava 50 .anni. · 1

Il prof. O. DE L.A. CAMP, direttore della Clinica Medica di Friburgo, è morto in età di 54 anni . Era stato allievo di C. Gerhardt e di F. l{raus . Fu dei primi ad apiplicare la radio-diagnosi alle malattie endo-toraciche; in questi ulti.m i i/empi si era consaorato in specie alla radioterapia della tuberoolosi.

Si è spe11to a S. Teresa di Riva il dott. GIOVANNI CAJ\IIINITI VINCI, chirurgo valoroso,. cittadino p·r eclare, professionista probo e benefic0.

Indice alfabetico per materie . .Adiposità jpofisaria-cerebrale-periferica Pag. Alimentazione con latte autoclavato » Anemia perniciosa: reperto ematologico atipico . . . » A s.sic·urazione· malattie: contro l' ,, « Baoherium coli »: vari•a bilità . » Barrn bini: svilu p.p o organico in scu ola all'a;perto e in colonia estiva . >> Bibliografi.a . . . . » Oirrosi di L1aennec: idroe.1 nia . . . >> Cistifellea: esame radiologico » Cisti muco&a presaerale voluminosa aq evoluzione 1nsolita . • · . >> Ooleciste.ctoruia esterna ed intern.a . » Ooliche epatiche da litiasi e aris1 di fegato non litiasiche . . . . )) Deontologia medica: principi . . . u Diabete complicato con tubercolOSJ:i: te)) raip1a . . • • • • Dia bete: ed.ero.a generalizzato cons€cu, tivo a tratta.m ento insulinico . . . )) )) Diabete : soglia del lo zucchero Diabetici trattati con ·insulina: rap• porto t1'a zucohea.·o proteico e corpi acetonici · . .. . . )) Dissenteria : diagno~i microscopica al,. . . 1 InlZlO . . • . • · • · · • >> Epifisite ·distruttiva' multi,p la: esiti . a distanza • . . . . . » I nst1lina ed estratto di ipofisi posterior e : azione a.n ta;gonista .. n

1370 1365

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Ins ulina:

reaz ione a.Il' . ,. Pag. 1369• M edici ed onorcvri di Roma impe1~iale 1372: )) Obesi: r egime alimentare 1369 Osteomalacia ed osteoporosi : iperplasia delle parati.1·oidi . . 1370· P ertosse: periodo d ' incubazione e ricer)) oa batteriologioa . . . 1370 )) Piede : cura di d:i&turbi funzionali 1366· )) Profilassi chininica: limiti . 1359)) R adiologia : pei Gabinetti di . 1373 'Reazione di gelatinizzazione: valore dia)) gnostico . . . . . . . . . 1357 Scarlattina e morbillo: prof1.a$i im.m unjtaria . . . . . 1357 Segno di Babi11ski negli stati tO&Sici . )) 1361 · Sitmpatectomia periarteriosa : c-0rusidera. . . )) z1on1 su un caso . . 1353· &impatectomia peri.arteriosa: ha influeD2;a sulla tubercolosi osteo-artioo)) lare? . . 1349 Simpatectomia periarteriosa: problema )) topografico . . . . 1345· • )) Sp.u ti t11bercolari: disinfezione 1371 Tubercolosi iniziale: climatoterapia ·ma. )) r1na . . . . 1367 Tubeil'colcsi polmonare: riposo in posi)) zione ·declive . 1366· UlceTa digiunale dopo gastroentero-ana)) 1367stomosi : ·p·atoge nesi . )) U rotroipin.a nelle setticemie 1371 • ))

))

H.om..a. - Stab. Tipo-L it. Armani di M. C<>Ul'l'ier.

V. •

ASCOLI,

lted resp .

..

\


JL POL:!:CLINlCO

(P !\ GINA DELL'AMMINISTRAZIONE)

...- Pubblicazione di speciale importanza : Prof. GIUSEPPE SANARELt l Direttore del R. Istituto d'Igiene dell'Università di Roma I

Nuove vedute sulle infezioni dell'Apparato digerente

"

.

"

(Con 28 figu re intercalate ne! testo) .

R iportiafll_,o qui di seguito l'intero I ndice dli questa interessarvtissima Monografia che l'illustre rrrofessor SANARELLI ha voluto assegnare alla nostra Collezione. I

PREF!ZIONE.

I . CosA

JI. LA

s'INTEN:JEVA, lN PASSATO, P E R INFEZIONE INTESTI NALE.

PATOGENESI DELL.\ FEBBRE TIFOIDE.

§ 1. Quel che si pensava in addietro circa la patogenesi della febbre tifoide - § 2. La febbre tifoode speri.mentale. - § 3. Le odierne cO!Iloezioni p atogenetiche sulla febbre tifoide.

III. LA PATOGIDIBSI DEL COLERA. ' § 1. Opinioni antiche e r ecenti sulla patogenesi del colera umano e sperimentale. - § 2. Critica delle precedenti ooìnioni. - § 3. La « .peritonite colerica » delle cavie. § 4. Galvanonotropismo microbioo: i vibrioni colerigeni e loro segno elettr ico. - § 5, Evoluzione del proces.so vi·b rionico nelle caivie. - § 6. Il gn.stro-enterotropismo d ei vibrioni oolerig~ni . - § 7. Il processo colerico int estinale nei r«J1ditori : la << ba.rriera gastrica ». - § 8. Ge11esi parenterale del coler.a detto intestinale nei giovani cani. - § 9. Permeabilità ai vibrioni della mucosa naso-bucco-faringea. § 10. - Come entrano, come si comportano e conte escono i vibrioni nell'organismo animale. § 11. Una fase oscura del processo colerico: l'.algidismo. § 12. L'.algi<lismo sperimentale nelle cavie. - § 13. Colera sperimentale nei conigli; l'u epitallassi »: sintom~to1ogia e lesioni ànatomiche. - § 14. Colera e influenze stagionali. - § 15. Colera e gestaz~cme. - § 16. Identità fra i quaidri batteriologici del colera umano e sperimentale. IV. LA PATOGENESI DEL CARBONCHIO DETTO «INTERNO » O « INTESTINALE » . § 1. Opinioni correnti ci•r ca la ·p atogenesi di questo processo morboso. - § 2. I « batteridi » carbonchiosi e i succhi in~tinali. - § 3. La sorte delle spore carbonchiose nel canale digerente. § 4. I conigli cc portatori » di spore carbonchiose. - § 5. Come si pro,vooa il carbonchio nei co• nigli « portatori» di spore. - § 6. Natura ematogena delle manifestazioni carbonch"iose intestinali. - § 7. Come sii producono le lesioni intestinali n el carbonchio. I

'\i".

-

AL.TRE INFEZIONI RITENUTE BNTEROGENE.

§ 1. Patogenesi della dissenteria baciJlaire e delle febb1i paratifo1di. - § 2. Patogenesi dell'.aippendicite. § .3. Patogenesi del tifo murino. § 4. Tropis mo batterico, tattismo par.assitario e affinità

elettive d egli ultravirus. VI.

COROLLARI PRATICI DI QU~STE NUOVE VEDUTE PATQGENETICHE.

§ 1. Bando ai disinfettanti intestinali. Igiene della bocca e vaccinazioni antitifiche. - § ~. Il mi· orobismo delle tuniche intestinali. - § 3. Ipotesi antiche e re<)enti sull'azione biologica deJle acque purgative naturaili. - § 4. Meccanismo1d'azione delle .à cque pu·rgative naturali ·nelle enteropatie. -

§ 5. ]ìisio-p.atologia delle idr.otfilie teBsulari.

VII. hl\ CRJ::NOT·ERAPIA NELLE SMICRODIZZAZIONI E DISINTOSSICAZIONI INTESTINALI. § 1. Effetti del trattamento idropinico nelle enteropatie sperimentali. - § 2. Meocanis.ino patogenetico delle ritenzioni clorurate e dell'acidosi. Un volume di circa 200 pagine (N. 15 delle nostre Monografie M edico-Chirurgiche d'a•ttualità) nitidan1ente stampato su ca;rta semipatinata, con 28 figure intercalate nel testo. p ,r ezzo L . .25. Per i nostri abbo1ati sole L . 22,50 in porto f.ranco. •

l'nviare Vaglia Postale all'Ed1'tore LUIGI P OZZI -

Via Sistina, 14 -

ROMA.


ANNO XXXII

Roma, 5 Ottobre 1925

Fase. 4:0

fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRAN CESCO DURANTE

SEZIONE PRATICA

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R EDATTORE CAPO:

PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Rivi ste sintetiche : G. Gru~ò.a.: Vecchi e nuovi merodi d·i

Cenni bibliografici. Accademie, società mediche, Congressi: Il I Congresso internaziona le pel soocoriso al b a mbino. Appunti per il medico pratico: SEMEIOTICA: Sul respiro

terapia nelle suppurazicmi -0roni<>he dell'orecchio. Osservazioni cliniche : G. Za.netiti: Taglio cesareo per p.1aceTuta preV'ia centrale. - P. Ca.staigna: Abnorme stato di oontrazione dell'u tero gravido simula;nte Uiil. mioma. - R . Giamp.aolo : Stù. <=-OalllPOrta.mento del1'emorrag.ia -0he prelude alla .rottu.ra s ponta nea dell'utero in travaglio eep'U:lErivo. - S. Pera: Gr avidanza in utero bicol'ne con parto .d ,istncico. - F. Troyano : S0:pra un .caao di ovarite pseudotuberoo1are. Note preventive : D. Falleroni: L 'anofeli&mo delle risaie nelle paludi Ponti.n e, in rel.a.Mone · all'epidemiologia del•l a malaria. Fatti e documenti : R. Mrurob1esini: Sui tu.mori primitivi del polmone ·nei bovin.i. Sunti e rassegne: ORGANI Dr.I.LA RF:SPIRAZIONE: G. MacLeod Mua:iro: Per l a diagnosi preooce di tn1ber.col-0si polm·o nare. - I. Kni0tz: L 'origine dei dolori toraci ci nella tubro:oolooi polmonare in.cirpiente. - Mor001e: La freniootomia in malattie vair.ie del polmone e de ll·a pleura.

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perioruco. - Sulla diag.nosi differenz.ial~ tr.a iaip:penLe difficoltà d:iicite acuta e polmonite in:iziale. •della diagnos,i di tubercolo.si delle ghiaiilldole bronchiali. - CASI STICA : Complica.z.ioni oculari del1a febbre tifoiide. - Sul1~ er~ditarietà del1a rettn.i te 'J)igmentosa. - TERAP l A: L'azione 1contr.aria dei medi•caimenti. - l •n dicaz.ioni e posologia dell'adrenalina. - Il der.ivato forrn:ilioo d ell'aioidomet~amin<:>-paira-oxi-fenil-ar­ Ginico (Trepa,rsol) nel trratitamento dell'amebiasi. POSTA DEGLI ABBONATI. -

V <\RlA.

Politica sanitaria e giurisprudenza: G. Selv.aiggi: Controve:ooie giU1'1Ì1diohe. Nella Vi·ta professionale: Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze.

Noti! ie diverse. Rassegna della stampa medica. I ndic~ alfabetico per materie.

OlrlHI di proprietà riservati. - É vietata la ri1J1·oduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubblicazionP dei sunti df essi senza citarne la fonte.

Memento

Ai pochi abbonati che non hanno ancora inviato la 2a rata semestrale dell'abbonamento in • corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L'AMMINISTRAZIONE.

RIVISTE SINTETICHE. •

CLINICA 0T0-1RINO-LARINGOIATRICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROM~

diretta dal 1p rof. G.

FERRERI.

Vecchi e nuovi metodi di terapia nelle suppurazioni c1~oniche dell'orecchio. Dott.

GUIDO GUIDA.

Molti medici ·dei secoli passati ritenevano che la secrezione purulenta 1proveniente dalle aff ezioni auriculari fosse uno 51Purgo salutare, poichè dava luogo alla fuoriuscita delle sostanze tossiche dell'organismo e quindi gli ammalati venivano abpandonati a loro 1stessi, senza una cura esatta ed op1portuna 1p er la ·g ravità del male. Dacchè gli studi della .m edicina nel campo otoiatrico sono notevolmente progrediti si è data grande importanza alle forme suppurative croniche dell'orecchio. Infatti ormai l'otite media purulenta cronica è considerata una malattia di un certo valore. so-

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ciale, 1p oichè con maggiore frequenza ne sono col1)iti i bambini (specialmente dopo i comuni esantemi) deperiti, linfatici, !Scrofolosi che vivono in ambienti malsani e poco igienici. Siccome l' età giovanile è assai debole e poco agguerrita contro tutte le possibili malattie, con facilità il processo auriculare diventa cronico e deterrr1ina spesso sordità n ei piccoli otorroici. In una statistica riportata da Ferreri abbiamo poJ tute osservare che la maggiore percen tuale si riscontra nei bambini da uno a dieci anni (35 %) , invece nell'età adulta va sempre più diminuendo fino ad aversi, dai 50 ai 60 anni, una per centuale di 3.8 %. Inoltre, l 'otite purulenta cronica € con'Stder uta una malattia pericolosa, poichè l'affezione flogistica trovasi indovata in vicinanza di organi Vi· tali (cervello, seno laterale, labirinto, facciale) che 51pesso sono colpiti durante il decorso <li essa. Difficilmente il 1p rocesso si svilllppa cronicarr1ente, invece è quasi sempre cons€guenza di un'affezione acuta. In tutte le malattie esantematicl1e con complicazioni auriculari, molto f1requentemente 5i ha I


1382

II POLICLINICO

il passaggio alla forrna cronica per J e concomitanti alterazioni delle pareti ossee (specie nella scarlattina) e non rare volte le forme croniche sono anche legate a malattie gene· rali debilitanti (tubercolosi, scrofolosi e sifilide) oppure ad affezioni della cavità rino-faringea (adoenoidi). Anche le stesse con dizioni anatornir.:he dell'orecchio contribuiscono molto a trasforrr1are il proce.s<;o da acuto in cronico. poicl1è non si potrà mai a.vere un libero scarico e un drenaggio co11tinuo, specialmente quancl0 le perforazioni della membrana sono nei quadranti superiori, e 1perciò jl pus ristagnando lungo tempo, dopo alterata e anche distrutta la mu·cosa della /cassa determina imo.diftcazioni :tali che raramente si IPOtrà avere una guarigione. E mia intenzione accennare ai vari tratta1nenti terapel1tici <;ia .medicamentosi, sia chirurgici, limjtandomi soltanto ai diversi metodi che fino a.d ora sono stati praticati e con i quali si sono ottenuti risultati alquanto 1soddisfacenti. Nelle forme supp·urative cronicl1e dell'orecchio molti cercano . di essere demolitori ed intervengono senza indugio sulla mastoide, altri invece si ljmitano alla cura chirurgica atttraverso il condotto uditivo e un terzo grup1p o di autori si attengono soltanto alla cura m edicamentosa . A .p arer rnio credo che la cura debba variare da persona a 1persona, da oreccl1io a orecchio, poichè prima di ap1p licare l'uno o l'altro II!etodo è necessario Yedere l o stato anatomo-patologico e le co11dizioni in cui si trovano le varie parti ammalate .dell'0Teccl1io. .Perciò, s.enza .essere nè .demolitori, nè cor1servatori, bi.sogna in primo tempo 'tentare la cura medtca111entosa, se si ha invece necrosi. degli ossj cini per cui poco o nessun giovame11to aip porti la cura medica, si cercherà di fare l'oss.icul ectomia, se infine si avrà jnfiltrazione delle cellule mastoidee, e il ,p rocesso cronico minaccia di estendersi, ci sarà l'indicazione e l'autorizzazione 1p er intervenire con l'antiromastoidotomia. l.,a cura medica nelle suppurazioni croniche dell'orecchio è adopeTata su larga scala da tutti gli otoiatri, ma si differenzia a secondo le diverse scuole, sia •p er la scelta del m edicinale e sia anche per il modo come viene adoperata. Lo scopo della cura medica dovrebbe essere quello di fare arrivaJI'e le medicine nei recessi pil'1 nascosti, per eliminare l'azione dei patogeni esi· stenti, modificare le varie alterazioni ·da esse apportate, e nello stesso tempo eccitare i vari tessuti a pio ter r eagire all'avanzarsi del male. Non rare volt.e invece con queste medicjne nc'n si riesce a nulla, poichè non solo le gocce non

[ANNO

XXXII F A.'\C. 401 I

arrivano a raggiungere il focolaio morboso, essendo le perforazioni della membrana assai piccole, ma anche aJrrivandovi, non possono esercitare la loro completa ed energica azione per il ri stagno del ipus che ricopre le pareti. P erò, non si può nascondere, che .spesso si •possono avere anche dei buoni risultati soltant'J con la cura medica, ma ciò senza dubbio d~penderà da ,diversi fattori che contribuiranno alla guarigione, come dal tempo in cui il processo cronico dura, dalle varie alterazioni formatesi, dalla estensione del processo suppurativo e dalla vìru1enza dei patogeni. 1

* ** Cominciamo a passare in rivista i vari metodi che si adoperano nella scuola di Roma. La terapia preferita in .questa scuola è la << terapia a secco » .da !Parecchi anni seguita con successo e senza aver mai dato luogo ad inconvenienti (Je'sioni traumatiche) prodotte dalla introduzione continua del 1POrtastuello, come alcuni vogliono sostenere. Lo scQfpo della terapia asciutta è quello di .pulire la cassa del pus ristagnante, e quindi di allontanare buona parte dei patogeni che sono la causa delle varie alterazioni. Parecchi sono gli otoiatri che si dimostrano entusiasti della terapia asciutta fra i qua1i è necessario ricordare Korner, Jansen, Hang, Hessler ' E;d altri ancora. Fra i metodi di terapia asciutta credo opportuno ricordare per primo la cura caustica ado1p erata per lungo tempo n ella clinica di Rorna, poi abbandonata ed ora ripresa. Spetta al Ferreri il merito di aver~ adoperata per primo la cura caustica nelle forme suppurative croniche deJì'orecchio, erroneamente da 1pareccl1i otoiatri at. tribuita allo Scl1wartz. Questo metodo terapeutico ha il suo valore poichè le sostanze caustiche istillate nell'orecchio, hanno lo' !Scopo o di riacutizzare il processo e quindi di poter curare come se si trattasse di una forma acuta, oppure di spegnerlo, ucci.dendo i vari patogeni e causticando tutte le zone alterate. Non si ...uuò nascondere che è un metodo ab· baRtanza pericoloso poichè la sostanza caustica può fare a:iattivare il prooesso e quindi P.uò pro1 d111 re compli.canze che prima non esistevano e ancl1e perchè il medicinale istillato può arrivarr in gola attraverso la tromba. Ferreiri consiglia di adoperare la soluzione di nitrato di argento .al 5 %, 1però facendo disiporre il pazie11te in una data posizione, in modo che il liquido possa entrare sia nella cassa e nelle ce11

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[At~NO

XXXII FASC. 40]

SEZIONE PRAff('.\

lule periantrali; poi ha cura di fare r ialzar e la testa jn modo che il liquido caustico non ,p assi in gola attraver so la tuba. Inoltre per neutralizzare r effetto del nitrato di argento istilla delle soluzioni di clorurro d i sodio pure al 5 %. Un coefficiente impor tantissi1no per la guarigione rapida è dato dalla scelta dei ca si che possono avvantaggiarsene; infatti questa cura ha dato dei brillanti rj st1ltati specialmen te n elle for1ne grant1lo-fungo·se. Un altro metodo consigliato e adolJ}erato comu11e·m ente è quello 1della soluzione alcoolica di aci, do salicilico o solfato di zinco all'l %, liquido a11tisettico e a stringente, il quale ha il vantaggio su quello della cura caustica, di rp ot.er essere adoperato, mediante istillazioni, dal malato stesso previa accurata pulizia del condotto. Anche ques1o metodo ha dato degli ottimi risultati. Io e Turano partendo ·dal concetto di trovare un rim~di o ide~l e che avrebbe dov11to aver la virtù di uccidere i vari patogeni -ed eccitare i tessuti ammalati più n ascosti a reagire contro l'avanzarsi del male, abbiamo eseguita la ionoterapia. protargolica (cioè il p·assaggio nei tessuti rlei sali m etallici rurgentici attraverso la corrente elettrica) seguit: ·. dalle radiazioni secondari e. Abbiamo a:vut' dei ri·s ultati brillanti · qu ~3tù è facile pensarlo 1poichè gli ioni arge11tici eh~ Q.rri,1avano nell'i1 timità dei tessuti avevano un'azione prevalentemente sterilizzante del terreno settico, azione che aun1ontava aip1pena i raggi X colpivano gli ioni sviluippando r adiazioni secondari e. Abbiamo avuto · casi di guarigioni ancl1e co11 una sola seduta. Non si può disconoscere che con tale metodo l'azione ·del medicinale arriva ugua11nenie e si· 1p uò .diffondere su tutti i tesisuti ammalati anche nei più remoti dove la medicina a g occe, n on sareJ)be per nulla arrivata; infatti ad avvalorarcl tale ipotesi 3l)biamo visto cb.e nei casi in cui 1a secrezione tendeva a scomp·a rire, il risentimeo.to dolorinco sulla 1nastoide diminuiva progrP..~-ì~ va.1r1ente fino alla completa scomparsa. Ciò noi l'abbiamo attribuito al fatto che le aip1plicazioni di ion o-terapia e di raggi X arrivan·do fino nei tessuti più nascosti servono a decongestionare cct arginare la diffusione del processo eccitando inci tre i tessuti sani a reagire. Campo, ,p artendo dal concetto di Besredka che i te·ssu.ti acquistano una certa immunità locale contro ·determinate in~ezioni prodotte da alcuni getmi, 11a vol11to esperimentare questo concetto e a ta.1 uopo ha preparato i filtrati delle secrezioni auriculari che istillava nella cassa; ma non 5err1pre ha a'ruto buoni risultati. ~uesti sono i vaTi

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1383

rr1etodi terapeutici adoperati con risultati soddisfacenti n ella cli11ica di Roma. Altri autori come Lermoj ez, Boulaj, Citelli, Pol. litzer e Babinski invece dimostrandosi contraTi alla tera1p,i a asciuttta, consigliano le iniezioni antisetticl1e attraverso il condotto uditivo (teraa>ia umida ) : anclìe Caliceti ha adoperato i lavaggi con acido borico al 3 % in soluzione fisiologica sterile e dopo 'Parecchi es1perimenti fatti ha r,or1clu s.o che con la cura a secco, difficilmente si riesce a i.PUlire co1npletam ente la cassa e il condotto del pus ristagnante, aJggiungendo che l'introduzione co11tinua del porta-stuelli porterà l'irritazione della me1r1brana. Parecchi però sono gli otoiatri che combatton :) i lavaggi per paura di possibili 1proipagazioni del proces~o flogistico verso l'interno (F erreri); inYece Caliceti assicura di non aver mai avute infezioni secondarie e consiglia la cura a secco Jolta11to . quando :s•i 'hrunno l a rghe p erfor·a zioni della rnemb-rann. con scarse secrezioni: però rite11go cl1e i lavaggi ve11gono a produ.r re dei trau111i sulla 1ne1nbra11a, superiori a quelli cl1e ipPò dare l'jntrodl1zio11e di un portastuelli, i1on escludendo a11cl1e la possibilità di p,r opagazione .dei patog·e11i v-erso l'interno. Un altro trattan1ento medicam.ento.so di una certa i1111portanza soste11uta da Geronzi, Sune y ìVIo11st, Nathan G. \Vord e Vacher è quello fat1.o

co11 la forrnalina e tutti hanno riferito di aver • otte11uto risultati n1eravi1g liosi. Infatti Vacher ha avuto guarigio11i rapid e i11 15 giorni, f acenrlo ne 1 condotto istillazioni co11 for111alina in soluzione al 5 %, al co11trario lVIolist .11a credt1to di adoperarla in soluzioni deboli al :? 1Yoo . 0 alle volte usa11do anche i vapori di f ormali11a .. ~.\tlelzi ha trattato le forme cronicl1e dell'orecchio col metodo alla « 'Libely » cioè mediante polverizzazioni d'acetahilide dentro la cassa; inoltre Dionisio su 48 pazienti ha ottenuto 44. guarigioni mediante le applicazioni· di radioterapia e fototerapia, face11do presente che parecchi dei g1iariti presentavano forn1e sup1purattve cl1e ave' 'ano Tesistito ancl1e alla cura chirurgica e11doauricolare. ~011 Céljpisco però come mai razione fototera, pica 1p·ossa aver ag·ito su alterazioni ossee cl1e d urava110 da tempo; credo OPlPOrtuno far presente inoltre cl1e la sola radioterapia in diversi es1Jerimenti eseguiti da me e da Tu1?a110 su pazi.enti con affezioni suppurative auriculari cro11icl1P :j~·; .1plici senza alterazioni ossee, non 11a cluto nessun risultato, tranne cl1e una leggerissima climi-


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lL POLICLINICO

[ .l\NNO

XX XIl, F ASC. 40 J

nuzione d ella seorezion e soltanto nei primi * ** giorni. Ferreri ,p,artendo dal concetto cl1e l'ossigeno diPassate in rivista molto sommariamente le cure minuisce la vitalità dei patogeni, ha sostenuto di medicamentose adoiperate debbo dire qualche aver trovato efficacissima la cor rente di ossigeno cos3. sul trattamento chirurgico endo-auricolare. introdotta per la tromba soltanto nei casi in cui Lo scopo princ~p.ale della chirurgia endo-aurin on vi erano alterazioni ossee. culare è quello di fare un facile drenaggio e Non sono state n ep1pure traiscurate per l 'azione n ello stesso tempo di poter allontanare i vari f oassai efficace le sostanze coloranti: infatti Toc olai cariosi che non permetterebbero la guarirnassi poichè il violetto di Parigi, o pioctanina ha gionP e che ipotrebbero molto facilmente far p rola proprietà di essere battericida e antisettico e pagare il processo infettivo ai vari ed importanti di 1penetrare in tutti i tessuti senza apportare alorgani vicini. cuna alterazione, 11a adoperato la soluzione alcooNon si può assolutamente disconoscere la nelica al 20-25 % co11 buoni risultati istillandola a cessità alle volte di togliere le ossicina p er la gocce dopo aver 1pulito bene il condotto. Anche definitiva guairigione: ·D e Rossi con la sola ossiGaudier ha adoperato il bleu di metilenP. in 50 luculectomia ha ottenuto buoni risultati: anche Bozione all'lj500 ottenendo ra1p ide .guarigioni in tre tey ritiene che l 'ossiculectomia ben fattsi- possa o quattro settimane. Jo attribuisco però quec;te dare rapide guarigioni; infatti •Grunert ebhA il guari gioni soltanto all'accurata J)Ulizia e all'Gt.zio55 ~b di guariti, il R einard il 50 % e Ludwig su n e antisettica d ell'alcool poichè si è visto alle 32 ammalati venti guariti. volte che il solo alcool ha potuto guarire affeCome si vede d~ queste statistiche la chirurgia zioni auriculaTi croniche. e n·do-auriculaire [potrà dare buoni risultati, però Alla cura asciutta bisogna aggiungere le insufsolta nto quando il processo carioso è limitato agli flazioni ·di m edicine in polvere; come il calome- ossicini, poichè se si ha diffusione all'epitimpano lano e l'acido borico eseguite con vantaggi in- raramente si otterrà guarigione dalla sola ossisuperabili da Bezold, ma ormai questo metodo in culectomia. terapia è quasi abban,d onato da tutti. Anche i i.TacLe perforazioni della m·embrana di Sckrapnell cini sono ·stati usati specialmente .da Yacobs, n el 60-70 % dei casi producono focolai di carie p erò con scar sissimi risultati. estesi all'attico e raramente si avrà giovamPr1to Passati in rivista buona [pairte d.ei metodi me- specialmente in questi casi, soltanto con l'e5tradicamentosi conosciuti e a doperati com.u nemente zione 1degli ossicini, però ,p rima di intervenire in 1pratica n on posso fare a meno di dire che con l'antromastoidotornia è sempre conveniente tutti i metodi sono buoni, poichè si prefiggono adoperare l' oss iculectornia (Ferreri). tutti lo stesso scopo cioè di uccidere i ger1ni e Anche ·Giorgio Ferreri iè ·del 1p arere di eseguire ..... modificare le alterazioni .da essi [prodotte, me- l'ossiculecto1nia allorquando le lesioni siano lidiante l a loro azione antisettica e batteirici·da, mitate agli ossici11i e sovratutto nei casi in cui però credo che condizione necessaria per la gua- 11on sia stato 1possibile guarire il processo cariorigione sia data dalla accurata .esatta ed asso ~ on la terapia asciutta. Egli si manifesta favosidua pulizia del pus ristagnante, che .d ovrebbe r evole all'intervento endoauricolare cc nelle forn1e essere eseguita divers.e volte al giorno 1da peTdi osteomieliti croniche da semplici piogeni ed sona pratica. in quelle tubercolari in particolari condizioni di notevole resistenza organica )) , sperando IPOCO 1però Senza dubbio in tal m·o do la .p ercentuale d elle sull'esito felice di q ueste ultime forme. Inoltre guarigioni nell~ forme suippurative croniche delparlan•do delle difftcoltà ·d i una possibile ·g-naril 'oreochio aumenterebbe di molto, poichè accade gione ·d o.p o l'o·s siculectomia lo stesso autore cliée: quasi sern1p•r e che gli ammalati non potendo con « .l\nche da questo lato gli ossicini dell'ore~chio facilità esegui.re da soli tutte le pratiche n eces« differiscono dalle altre ossa dell'organismo, p oisarie, si annoiano ed abbandonano la cura poco « chiè in queste ultirne, una volta operato il f ocotempo dopo d'av&rla cominciata. • « laio sup1purativo 5i 'PUÒ esser certi dell'esito un· altro coefficiente importantissimo per la « favorevole, salvo nuove complicazioni, mentre guarigione con la cura medica è ·dato senza dub<e che n egli ossicini purtropipo la guarigione è bio dal grado .di resistenza che offre l'indivi duo e< assai s1pesso compromessa dalla permanente alla cronicità del pTocesso, e poi anche dallo « comunicazione con il rinofaringe attraver so la stato di virulenza dei 1patogeni, la quale varia a « tub·a ». secondo delle specie idi questi e dalla loro assoÈ esatto quello che dice Gior.g io Ferreri poi~iazione (simbiosi) . 1

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[.ANNO XXX·I I, FASC. 40 ]

SEZ TONE

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cl1è non rare volte si dà l 'occasione di vedere do1po l.'ossiculectomia guarigione p erfetta dell 'ammalato e doipo alcuni mesi presenza di nuove poussées suppurative. Il .p aziente ritOTna nuovamente a noi con secrezione abbondantissima dall'orecchio Oip erato e già cicatrizzato. ·Questo fatto senza dubbio è da m ettere in diretto rapporto con l'ajpertura della tuba nella faringe, da dove tprovengono nuovi 1g ermi ·Che trovano niella cassa timpanica un campo fertilissimo di attecchimento. La mucosa timpanica trovasi infatti in condizione di .minorata vitalità sì ~ da non poter op·p orsi ai nuovi germi arrivati. A tal uopo, Gl1erardo Ferreri, part en 1do dal concetto su esposto , per escludere queste IPOSsibilità di propagazion e di infezioni da parte della farl11ge ha consigliato sem1pre di chiudere l'ostio tubarico timpanico e così sugger isce di p en.etrare con un'ansa di platino arroventata p er chiudere la vi a di comunicazione . .i\.rslan è d'accordo col F erreri nel fare scm1pre e in tutti i casi l'asportazion e degli ossicini prima idi fare lo svuota.m ento temporo-mastoideo, poichè ritiene che certe voltie il -quadro clro.ico ag. gravato dalla febbre possa dipen dere da qualche fatto locale dell'attico. .i\ltri autori al contrario ritengono che a nulla vale la chirurgia endo-auriculare e vi si m ostrano contrari. Infatti Ken Lowe e Dench dicono che per ottenere la guari gione con la estrazione degli ossicini occorre un tempo m aggiore che 1p er la radicale sen za avere, n on rare volte, rist1ltati soddisfacenti e inoltr e aggiungono cl1e in tutti quei casi in cui si è avuta guarigione con la ossiculectomia soltanto, si 1P·o teva benissimo ott en ere lo stesso senza alcuno intervento chirurgico ma solo con un opportun o trattamento teraipeutico m ed tcamentoso. 1Anche Scl1reibe e Gompers, con idea abbastanza azzard ata, sostengono che non hanno mai visto n essuna gu arigione con la sola ossiculectomia, ritenendo ancora che l'estrazione dell'ossicina n on impedirà per nulla l'avanzarsi del male attraverso la mastoi de. Infine altri autori si mostr ano contrari · ad intervenire sugli ossicini, 1p er il fatto che l'udito dell'individuo viene a ,p eggiorare en ormemente. Veramente questa idea è da dis·c utere poichè sia per le altoerazioni locali a carico dell'incudi11e e ·del martello (processi cariosi), sia anche p er quelle a carico delle varie ar ticolazioni che il prolungato ristagno di ipus avrà arrecato, le ossi·c ina avranno senza dubbio 1p erduto completamente o quasi del tutto la loro funzione dal punto di vista fisiologico , e quindi la loro asportazione non potrà arrecare alcun peggiorarnento della facnltà uditi.v a come alcuni vogliono asserire. 1

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PR~TlCA

1385

Son o d'avviso quindi d'intervenire seffi!Pre sull'ossicina ,p rima di fare l' a~tromastoidotomia, poichè in tal modo si vengono ad allontanare i f ocolai di carie delle ossicina stesse che sono i punti di 1parienza .dell'avanzarlSi del male, si mette allo scoperto la r egione dell'attico, in mo·do da fare arrivarie le m edicine nei 1punti più nascosti, e da rendere più favorevoli le condizioni del drenaggio 1senza che si abbia a temere alcun \l)eggioramento nella facoltà uditiva. Anche F erreri consiglia spesse volte l'ossiculectomia [prii.na di adoperare la cura caustica. B op:p ortuno perciò eseguire questo 1p iccolo intervento 1per tentare l'ultima via 1di salvezza prim.a cii fare la tra·p anazione della- m aistoiide, operazio11e. di una certa importanza, di r espon sabilità e di lunga durata. ·.

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Non è 1per nulla mia intenzione interessarmi dei inetodi di chirurgia m astoidea ·descritti in qualunque trattato di otoiatria, ma poichè questo atto op erativo .fa par te integrante della te1·a.pia finale nelle forme suppurative croniche dell'orecchio medio, credo giusto dire soltanto che qo3ndo le pareti ossee son o soggette a carie, e l'estrazione degli ossic1ni e le v arie t erapie m edicam entoise astringe11ti e· antisettiche non hanno apportato giovamento ci sarà l 'indicazion e di intervenire ampiamente aprendo tutte le con cam erazioni mastoidee, m ettendo in comunicazione l'antro con la cassa con l'a•l »battimento della parete ,p os teriore del condotto e secondo il metodo ormai tanto conosciuto 1d i Stach , p el' tentare la terapia d e~i ­ siva delle varie alterazioni forma tesi. Ho ritenuto abbastanza utile ,p assar e in :rivista molto sommariame11te la tetapia m edicamentosa e chirurgica endoauriculare poichè dal punto di vista ·p ratico si possano a.v ere quei. prer.isi i 1dirizzi e quegl{ opportuni suggerimenti sui m etodi di cura consigliati ed adottati dai vari otoiatri , sp erando così ·ch e i m edici generici possa110 trarne 1p·rofì.tto, per l'a1pplicazio11e pratica su·gli ot01pazienti. 1

BI1B'LlOG RAFIA. A. RSLAN-PARENTI. I l v alor.e. dell'asportazione degli ossicini nelle supp'ltrazioni cronach e d ell 'orec. chio 1nfedio e le loro complicanze. ('Casistica ·d i 140 opèr ati) . Arch . I tal. di Otologja, ecc. Volume XXIV, 1913, pag. 187. BorÈY. Trattarrierito conservativo deU' audizione nelle otorree croniche. III Congr. Spagnolo di .Qtologia, ·S iviglia, 1910. CALICETI . Sul valore di lavaggi nella cura delle supp'urazion,i timpaniche. Arch. ital. di Otologia. ecc. Vol. XXI, 1917, 1p ag. 294.


1386

II. POLICLINICO

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(ANNO XXXII,

FASC. 4(r)

OSSERVAZIONI CLINICHE. OSPEDALE

(~!VILE

DI BRFSCEW.O.

Taglio cesa1·eo per placenta previa centrale. Prof. dott. GIOVANNI ZANETTI Chirurgo direttore e docente. Nella discussione s11lla cura ·della 1pla.centa previa centrale fattasi n el XXII Congresso della Società Italiana di ostetricia e ginecologia (Policlinico, .'Sez. pratica, 1923, n. 23-24), si vede rome i l tagljo cesareo v ada aoquistando serrupre rnaggiore importanza. Il Viana (P oliclinico, Sez . .pratica, 1924, n . 24) 11a r accolto in 1.1n'unica statistjca 191 cast di placenta jprevia trattati col taglio cesar eo, nelle varie cliniche italiane. In rap·p orto al grado di p-revietà, il 75 % era r appresentato dalla placenta previa cen t rale, l'intervento ft1 116 volte con-;ervatore, la mortalità glo.b ale fu d ell'11,4 % per le madri e del 23,2 % 1p er i flglL Il detto a utore lamenta però come la cura chi·r urgica della placenta previa n on sia ancora ·diffusa fra noi, in modo da contrastar e jl cam1po :ii. m etodi oste• trici. Se in taluni casi e n ella 1pratica privata 5ono da preferirsi n ella cu·r a della placenta pr~yja centrale gli a ltri interventi, n ell'ambiente ospitaliero e nei ca si di an emia estrema per i mponenti m etrorr agie, il taglio cesareo diventa il mezzo .terap eutico sovrano. Il caso che sto per eSjporre serve a portare un contributo alla valorizzazione ·di tale intervento in simili casi. Savoia Ida, di a. 42, da ·Lentigione, gravida al termine, tro;yavasi da circa 8 giorni ·r icoverata in ospedale in seguito a iforte metrorragia ver ificatasi il giorno precedente. Al suo ingresso ogni traccia di emorragia era cessata. ·Donna senza 1p recedenti m orbosi gen-erali degni di nota, ·di rob·u sta co.stituzione, 1è alla tredicesima gravidanza ricorda che nelle precedenti gravidanze iP iù volte il parto si era espletato con a,pplicazioni di forcipe. Il feto era vivente, in situazione e posizione normale, il collo u terino anc?ra formato, l 'orificio interno, permeabile a l .dito, permetteva di pa]jpare un tessuto 1pastoso che dava l'impressione della 1placenta. . Tali le condizioni della donna al suo ingresso in ospedale : si decide di attendere per intervenire che si inizi il iPeriodo dilatante del part~ quando, dopo ci:r.ca 8 giorni .di degenza, decorsi in calma comtpleta, improVVlsamente nel sonno la donna, nelle 1prime ore del mattino, ·è . colpit~ da im•p onente m etrorragia; i l 1personale d1 servizio chiama imme.d iatamente . il dottor Vercellana Filiberto, che dormiva in ospedale, egli tr~vò la donna in stato di anemia estrema e i:>rovv1de ai soccorsi del caso, cioè ilJ>odermoclisi ripetute! iniezioni eccitanti ecc. .stimando opportuno d1 occuparsi subito del solo stato generale gr!lv1ssimo, mentre .p rovvedeYa a chiamare lo scr1~en1

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I ANNO XXXII ' F ~se. 40 J

SEZIONE

te. Trovai la donna in .condizioni gravissime con polso ap1Pena p ercettibile, .frequentissimo, collo scom par.so, dilatazione di circa 5 cm., la metrorragia tornava a 1pr~sentarsi. Compresi subito che, espletando anche r apidamente il parto 1p er le vie naturali con la ·r ottura della placenta ed il rivolgimento, la inevitabile anche piccola perdita di sangue, sarebl;>e riuscita fatale alla donna: ·decisi quindi il taglio cesareo. Intervento. - Narcosi eterea; laparotomia mediana e sottoombellicale; inci.sione m ediana alta del corpo u terino; rottura delle membrane; estrazione del feto con recisione ·d el funicolo tra due pinze; estrazione della 1p lacenta (previa centrale); sutura d ella incisione uterina alla Sanger; sutura a strati della f e-rita laparotomica. Durante l'intervento, durato ·p ochi minuti , si iniziò altra ilpod ermoclisi e praticò iniezione di estratto di lobo p osteriore di ip,.Qfisi (pitu itrina) . Il feto era m orto, forse nella notte, dura nte 1a metrorragia. La donna, cui n ella giornata furono praticate altre ipodermoclisi, rapidam ente si ri mise; il decorso dell'atto operatorio fu assolntamente n orma le, sempre apiretico, con guar igione per prima intenzione; tolti i punti di sutura c:u ranea in ottava gior11ata, la donna in 12R. lasciò l'ospedale completamente ristabilita. Ciò che ha a ttratto la nostra attenzione in .questo intervento e che ci ha persuasi della sua su.p eriorità specie nei casi di estrema anemia, è stato 11 modo completamente esangue nel quale .si è espletato. L'incisione della parete addominale, e specialmente quella d ella parete uterina, n on hanno dato una goccia di sangue, le su.p erfici di sezione si mostrarono completamente anemiche ed appena v110tato, l'utero cominciò vali dam ente a contrarsi assiçurn.ndo cosi, assieme alla sutura, ;una completa emostasi. 1

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In casi come il presente, cioè di an emja profonda, n on credo sia da ricorr ere, com e consiglia il Santi, alla isterectomia precesarea (rapida jsterectomia su utero gravido e sua a1pert11ra J opo P.srportato (Pol.ic l inico, Sezione Pratica, 1923, p a g . 778) : ciò prolunga l'atto operativo al1mentan·d ·.} lo schocl{. Co1ne abbiamo veduto, intcirven en do .p er ·p lacenta previa centrale, l'inci~ione uterina cad e ·di n ecessità lontana dalla inserzione 1placentale, lo stesso stato di anemia favorj sce la contrazione dell'utero contribu endo all 'emostasi spontanea il che si p uò secondare t;O n iniezion e di pituitrin a. durante l'intervento stesso, che si compie con minima 1p erdita di sangue. Solo n el caso in cui .ci trovassimo di fronte ' ad un utero inerte a tali .stimoli, il taglio cesar eo demoljtore si renderebbe n ecessario. Gli altrj interventj, com e la rottura della rlacenta e consecutivo rivolgimento con estrazione podalica d el ' feto, in ca so di anernia profonda, sono da esclu·d ersi, potendo anche una lieve ulteriore •p eI'dita di sangue, riuscire fatale a li 'inferma. Riguardo alla tecnica, la etero-narrasi n o11 è controindicata e la incisione alta m ediana del-

13tn

PRl\T!CA

l 'utero si rende unica modalità p ossibile di taglio cesareo. In casi estremi il taglio cesareo anche a ·domicilio e con m ezzi insufficienti, :p uò es.s ere tentato oome unico m ezzo a salvare !'inferma; sono noti infatti il caso d el Mattoli (Polic linico, Sezione pratica, 1900), quello del B11ssa Lay (P oli.clinico, S ezione pratica, 1923) ed altri ve n e sono di inediti, come quello a mia conoscenza del Ra:dighieri (Boretto) . Però è ormai .o pinione comune la necessità di ospitalizzare al più presto. i casi di placenta ~revia centrale, per ·p otere intervenire con tutti quei moderni sussidi, che danno quasi garanzia di successo. Ho vol uto esporre tale caso nel P olicliriico ·p er l'indirizzo eminentemente pratico di questo giornale, sicuro ·d i fare cosa utile, specie ai giovani colleghj , dato che la m etrorragia da placenta previa centrale è una delle più gravi evenienze, che si possano incontrare n ella 1p ratica ostetrica !!iornaliera.

OSPEDALE .c rvrco

MANDAl\II ENTALE - VALENTANO.

Abnorme stato di contrazione dell'utero gravi do simulante un mioma. [)Ott.

PIFITRINO ·CASTAGNA, chirurgo-direttore.

Mi è occorso un caso che credo abbia un retto interesse pratico e clinico, anche p er l'errore di ·diagnosi che fu commesso: Il 18 novembre u. s. si è 1presentata all'ambulatorio di questo Ospeda1 e, inviata dal suo m edico cur a nte, talé A. B. di anni 42, contadina. Rifer isco brevem ente la sua storia clinica. Mestruò a 14 anni ed i flussi m.e struali si seguirono quasi costantemente r egolari fino alla prima gravidanza. Prjmo 1parto molto laborioso, tanto che fu praticata una applicazione d.i forcLpe ed il feto nacque asfittico. Dopo un aborto ebbe altre quattro gravidanze con feti vivi e sa11i. Attualmer1te è in nono m ese di gestazione. Riferisce che da vari mesi soffr e d~ violenti dolori diffusi a tutto l'addome ch e si verificano all'improvviso, .p er scomparire dopo qualche minuto. · ·Esame obiettivo: donna di costituzion e scl1e· letrica molto debole,. di statura piuttosto bassa. Ma5se muscolari scar se ed ipotoniche. Assenza di glandole nelle r egioni latero-cervicali e r etrocervica li, ed in quelle inguino-crurali ed eipitrocleari. Ap1parati r espiratorio e circolatorio normali. L'addome, all'is1pezione, si presenta molto in~randito, specie n el su o diametro anter a-posteriore. ·L a cute ha ·p a r ecchie smagliature vecchie e recenti ed un l ieve rnarezzam ento venoso sottocutaneo. La cicatrice ombelicale è spianata. La p alpazione fa percepire un ventre tumido, indolente, con utero gravido che arriva 4 dita sopra l'ombelico , a d estra del quale si 1p alpa una ')fp ecie di tumore, che staccandosi n ettam ente dal-

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1388

JJ . POLit:"LINICO

l'utero giunge fino ·s otto l'arcata costale. La p. alla palpazio·n e di questa massa compatta, non avverte alcun dolore. La percussione mette in eviùenza una notevole ottusità. Non sono di accordo col collega che ha fatto diagnosi di mioma in gravidanza e che me la i11viò per la cura e l'intervento del caso. Contrastava, infatti, la diagnosi del 'Collega: 1) il decorso affatto normale .della ultima gravidanza e dell'ultimo parto; 2) il 1periodo, breve, trascorso dalla gravidanza precedente alla attuale (appena due anni); 3) il volume stesso dell'ad1dome; 4) il fatto che nè la levatrice nè la p . uiai hanno notato alcun 1segno di tumore nel iperiodo che va dall'ultimo parto all'inizio della gravidanza attuale. Trattengo, pertanto, la donna in osservazione. In altri ·due esami successivi, eseguiti a breve lasso di tempo l'uno dall'altro, il <e tumore » si avvertiva sempre nella identica 1p osizione. Un quarto esame faceva sentire il e< tumore » lievemente spostato all'indietro .dell'utero. Le condizioni generali si mantenevano sempre buone. Inliprovvisamente si iniziò il travaglio sette otl otto giorni prima della data presunta. Preparata la donna convenientemente, per il 1p arto im1ninente, e t~nendola in continua osservazione, ::;i ebbe la sorpresa di notare come il « tumore >> si 51postava ancora di più all'indietro dell'utero. .~l1·esame vaginale si avvertiva il collo dilatato per 5-6 cm. e la testa fortemente impegnata. Dopo alcu11e contrazioni si ruppe il sacco delle acque " e, completatasi la dilatazione della bocca uterina, la testa non tar·dò a discendere n ello scavo. Il parto si espletò in modo affatto normale, in~ sperato, in poco più di due ore dall'inizio del travaglio. La perdita ·di sangue fu minima. Attorno all'utero contratto non avvertirnmo 1più la esi·stenza del cc tumore » . Venne esaminato attentamente_ l'utero attraverso le pareti fortemente rilassate, lo si 1paLpò n ella sua superficie uniforme, liscia. Del « tumore » nessuna traccia. Il .p uerperio si svolse regolarmente. 1

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Nel :m io caso, .per •quanto dianzi ho -O.etto, penso che non si possa parlare di mioma scomparso durante la gravidanza; sibbene io credo che un abnorme stato di contrazione circoscritta e transitoria della .p arete uterina abbia potuto simulare un mioma. Il fatto è molto raro, ma può acca·dere: basta 1pensare al segno del P iskacek al principio dplla gTavi.danza, e so1p ratutto a quelle circoscritte contrazioni dell'utero che sono note nella mole vescicolare, talora ~ppunto interpretate come fibromi. contrazioni a cui il Roben vòleva dare importanza diagnostica (1). Anche subito dopo il parto io ho o.sservato, una volta, una forma di utero bicorne transitoria che pensai essere stata data da fenomeni fugaci ·di contrazione. Il Meyer riferisce un caso che è bene riportare. (1) GAIFAMI. SuLLa mòLe vescicoLar.e, ecc. Rassegna ùi Ost. e Ginec., 1921.

[ANNO XXXII, FASC.

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St trattava di una donna di 34 anni con tre barr1bini viventi. Ebbe l'ulti1na mestruazionP regolare ai 1p rimi di febbraio, a cui seguì una ainenorrea per sei settimane, poi vennero i pP.riodi due volte (a metà di marzo e a metà aprile) con l'intervél;llO di quattro settimane, IPOi vi furono emorragie irregolari e negli ultimi dieci giorni. ipri1na ·d el ricovero n ella clinica, agli ultimi di giugno, vi erano permanentemente forti emorragie. L'esame clinico-ostetrico mise in evidenza un accenno di cianosi della mucosa. La portio era con servata. Oriftcio uterino chiuso. Il collo dell'utero do1Po circa 4 cm. passa in un tumore dEllle dimensioni di un pugno, situato a sinistra, alqt1anto molle, il quale col suo polo superiore 15porge alquanto dal bacino. A destra si trova un tun1ore quasi ·d elle dimensioni di una testa di uomo, pure alquanto molle, che penetra meno nel piccolo bacino e giunge col polo superior e quasi un !I}almo ipiù in su del tumore di sinistra~ sulla superficie -si avvertono alcuni nodi duri dPlle di111ensioni di una noce. I due tumori aderiscono ampiamente tra loro, tuttavia vi è una manifesta e profonda insellatura in forma bicorne. Non si sentono toni car.diacL L'esame in narcosi confer· 111ò tale risultato. Non fu 1p os.s ibile porre una diagnosi sicura. Fu an1messo un utero miomatoso e gravido con morte del feto. Fu però lasciato incerto se la formazione dell'utero bicorne fosse dovuta ad un gran n odo di mioma u11ilaterale, ad· t1na gravidanza in un corno dell'utero o ext.rauterina. Nella laparatomia eseguita alcuni gior11i più tardi si ebbe dapprima lo stesso r eperto: a sinistr a un tumore alquanto 1nolle, delle dimensioni di un pugno, a destra un tumor e degli stessi caratteri, grande come una testa, fra i due una ·d epressione iprofonda di 5-6 cm. Gli annessi a c:;inistra si di1partivano presso la cupola super iore ~el tumore e a destra alquanto più in basso. Sulla. 1p arete anteriore e posteriore vi erano 4-5 nodi di mioma grandi come mezza nocciola. Dopo pochi istanti la forma dell'utero si modificava en ormemente sotto gli occhi, la profonda depressione si spianava quasi completamente, le due metà originariamente ben se1parate scomparivano sempre 1p iù e l 'utero costituiva quasi una sporgenza uniforme. Nell'utero estratto fu ricostituita artificialrner1te la forma originaria. Do1po indurimento, il preparato fu inciso, e risultò che l'uovo morto occupava l 'intera cavità uterina, e non era limitat1 ad un corno. Tra l'uovo e la parete uterina esisteva tutto intorno un versamento sanguigno uui.. formie. La placenta co1npletamente staccata, era riconoscibile soltanto microscopica1nente, invece il 1p1·odotto del concepimento era abbasta11za br.n

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fMN0 XXXII, FJ\SC. 40]

SEZIONE

conservato. I.a parete dell'utero era di Sipessore uniforme e normale, senza grossi miomj. Questo errore non indifferente del Meyer è aggravato vieippiù dalla mutilazione operata, che non aveva, in verità, alcuna indicazione. 11 Meyer stesso inoltre ricorda di avere osserv:l.to, all'esame clinico, la forma bicorne di 11n utero gravido, mentre n el successivo esan1e in narcosi era scomparso. E dunque fuor di dub-b io che si possono avere

degli abnormi ,stati di contrazione dell'utero. E credo che questi abnormi stati di contrazione dell'utero non si abbiano soltanto in certe condizioni patologiche dell'uovo e dalla parete uterina, ma anche in condizioni fisiologiche. , •Pertanto, 1prima di pensare alla .p resenza di un mioma in lln utero gravido bisogna t P.n ere presen•.e la possibilità che dei pseudomio~ni si possano formare per abnorme contraz~one parziale della parete uterina, che non sono da confondere nè debbono venire confusi con rr1iomi. . In tal modo si eviteranno errori paragonabili a quelli test è riferiti. DicembrP 1924. BIBLIOGRAFIA. A UBERT L. Un cas de fibrome utérin pris pour une

grfJssesse. Revue méd. de 'la Suisse Romande,

ton1e 29, 1pag. 218, 1909. BARRET C. W. Ain. Journ. Obst. , vol. 59, pag. 637, 1909.

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D ella diagnosi d ei tu1nori fibrosi uterini nei zoro rapporti con la gravidanza ed il parto.

BUEVE.

La Clin. Ostetr., vol. 7, pag. 193. I. A. Fibromioma dell'utero simulante il travag lto del parto. Re·v. Med. Cubana, vol. 20, pag. 144, 19-22 . HAI~T. R. B. F lbroid tumor of the uterus simulanllny 1Jregnanry. An1. Journ. Obst., vol. 59, 1pagina 459, 1909.

FIG UERAS

Mc.

BuR~EY

B. A. Diagnosis and differenzial diagnos1.s of uterine fibroids. 1Clini_que, vol. 34, pag. 86, 1903. MAYER A. Munch. med. Woch. 1919, n. 3. PrcHEVlN R. D. Di ffìcultés du diagnostic du fìbro·1ne utériri. Sém ain e Gynéc., vol. 9, pag. 49, 1904. PYLF. I. s. Uterine fìbroide simulanting pregnancy. .l\1ed. Rev., vol. 53, pag. 533, 1908. TE-xTER. Fibrome uterin ayant donné li eu à des sympt6mes de grossesse. Bull. Soc. An. Physiol. Paris, 1920. TILLAUx. Le diagnostic entre les fi,bromes utérins, les affections des annexes et la gro ssesse. Revue gén. Clin. Théra{P.., tome 18, pag. 183, 1904.

PRATICA

1389

Snl comportamento dell'emorragia che prel ude alla 1·ottu1·a spontanea dell'utero in travaglio espuJsivo. I'

Dott. Rocco GIAMPAOLO.

Ri~ ordo un caso clinico di rottura spontanea

d'utero, di grande interesse, verificatosi una not. te, che ero di guardia assieme ad altri colleghi del corso di perfezionamento in Ostetricia nella Clinica Ostetrica di Rom,a (1° trimestre 1921).

Si trattava di una donna ·di campagna di oltre 40 anni alla sua nona gravidanza. ~ rlla storia d ella puerpera si rilevava che in uno o due . parti precedenti vi era stata ap1piicazione di foir cipe: nulla nel gentilizio, conformazione scheletrica .e del bacino normale e così 1pure i suoi diametri. L'attuale gravidanza era al suo termine e la paziente da oltre ·due ore in periodo eSipulsivo già preceduto dalla rottura del sacco : il feto v.ivo e vitale in p osizione longitudinale con presentazione cefalica : vertice in O. S. A. Però malgrado il p·eriodo eS1pulsivo inoltrato e la dilatazione comipleta del collo la testa non si era ancora impegnata, ma era mo·b ile allo stretto superiore: all'esplorazione si constatava un voluminoso tumore da parto : questa era la sola irregolarità che era dato ·di rilevare. La 1paziente si lamentava in modo compassionevole, sicohè la mia attenzione era spesso rivolta a lei, in modo che hq potuto sorvegliare tutte le fasi SU·ccessive del parto. Ad un certo punto, inco·m inciai a notare un piccolo rivo d.i sangue defluire a intervalli dai genitali esterni: ho constatato che questo filo di sangue si presentava in coinri den za ·di una con trazione uterina e ces<5ava nella pausa. Ascoltando i battiti f étali si notava una certa. irregolarità del ritmo, indizio di sofferenze d ella ·p azie nte (una moderata pressione snll'addome era avvertita con dolore) il filo di sangue si fece continuo, m.a con un comportamento caratteristico; era una emorragia che ingrossava e dirr1inuiva a intervalli: ho notato che l'aumento corrisipondeva all'acme della contrazione e la diminuzione alla fine d ella contrazione e alla pausa relativa. P er caratterizzare questa •p articolare emorragia u serò un 'espressione un po' banale, ma che rende periettamente l'immagine di es.sa: era un' emor1~agia fus i forme e ripeto, l'ingrossamento ·del fuso corri51Pondeva all'acme della contrazione uterina. In verità il ca so incominciò ad interessarci non poco ed abbiamo cercato di dare una spiegazione i:azjonale dell'emorragia che complicava un travaglio di parto sul quale nessuno, pochi momenti 1p•r ima, avrebbe avuto soSipetti o timor~. Nessuno di noi ha interpretato nel suo vero significato il sintomo minaccioso ed eravamo tutti ben lontani ·da sospettare la sua vera portata: n1a 1poichè le sofferenze m aterne (senza altre anomalie rilevabili) si erano fatte imponenti e così pure i segni delle sofferenze fetali rilevate dal. l 'ascoltazione dei battiti che a un certo punto cesgarono del tutto l'aiuto di guardia ha deciso di intervenire con' una rapida . ap~licazione di

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IL. POLICL tl\; ICfJ

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1Siccnè con legittima soddisfazione, il prof. PefovciJpie alta. Ai1cora la testa non si era impegnata. Il flusso sanguigno intanto l.5i fece più stalozza ill-ustrando, in una delle sue magnifiche volum1r1oso e alla intro·duzione della secon·da branca del forcipe, abbiam·o avuta la sensazione e indimenticab ili lezioni, questo caso clinico indi un corpo solido che p esca.ss.e in un · ambiente ter.essanti~sirrio ha potuto registrare un nuovo liquido; vi è stato un rumore netto di guazzatrionfo ·della 1s ua clinica. m ento. Con una raipida e felice manovra l'opera:Dunque n elle sue linee generali, il quadre t::Vitore estrasse un voluminoso feto in stato asfittico, che fu affidato prontamente ~Ile cure di una 1uppatosi va inteso -cosi: la partoriente al1a sua levatrice ·di guardia, m-entre all'espulsione del nona gravidanza, in un'età non più gio;vane al. lifeto seg.u iva un .g etto di san·g ue a 1pieno canale n1it~ della 1p uenperalità, doveva, con un utero c;treche inondò letteralmente il pavimento e immemato da num erosi parti prec.edenti, espellere un diatamente fece capolino alla vulva un'ansa infeto 1nacrosoma attraverso a uµ canale del pal'to testinale o per lo meno ognuno di noi la prese :per tale. çosì si rivelò in un modo veramente lievemente distocico, come si deve argomentare drammatico e inopinato il quadro della rottura dallè 1P1recedenti applicazioni ·di forcipe, per quan·d'utero. ·P erchè nessuno di noi ha sospettato tale evenienza n eppure q:uan1do awertirrimo· la branca to i dati morfologici .e diametrici d.el bacino non del forcj1Pe diguazzare n el sangue? Perchè in quel facessero sospettare tale disto,cia: ,c ome si vede ce caso clinico non vi era nessuno dei 'sintomi clas- n' è wbbastanza per sipiegarci l'avvenuta rottura. sici della minaccia ·di rottura 1d'utero; l'unico se- Ma l'intere~se del caso sta 1p recisamente nel fatto • gno era rappreoon1 d-to da quella emorragia so.. che, tale evenienza si 1è avuta c·o n il sile!l.zio !I)ra d.escritta (il oui meccanismo in rapporto alla quasi assoluto dei sintomi che :sogliono 1p reludere rottura d'utero si:pi11gherò fra breve) e che noi tutti ci .spiegammo con errate interpretazioni, o a ccompagnare il ·g rave accidiente ·della rottura come ad es.: distac<o ·di ,p lacenta normalmente d'utero e l'.u nico segno cl1e, interpretato a te~n­ i11serta, ecc. Immed iatamente fu avvertito del i)O, avrebbe forse risparmiato alla tpaziente i~ caso il pTofessor Gaifami, che per fortunata cornbinazione si trovava ancora in clinica a quel- . terribile incidente, era appunto quella sipecialE.. emorragia descritt a .e per la cui inteiipretazio11.e l'ora inoltrata della i1otte. Si è proceduto· quindi ai (primi 1soccorsi della paziente, previo u11 rapioccorre apjprofondire il meccanismo d'azione. E·(l do secon damento artificiale, m.entre si allestiva ecco in qual m odo: ·D urante le contrazioni del la sala operatoria 1per il necessario intervento. F·u a1ppl icato il laccio di Momburg per la com- periodo espulsivo, il corpo ·dell'utero ten.de a retratsi, mentre il segmento inferiore si dilata: si pressior e ·d ell'aorta addominale e immediatamente ::>i ·è proceduto al tamponamento dell'utero. . dice appunto che il ,cor,p o 1partorisce il feto nel Nell'esplorare la cavità uterina prima del tampo- segmento inferiore. Quando il rparto .è distocico, name11to, onde ricercare la lacerazio·n e, quello di noialtri che accudiv.a a ta)e mansione, ha s.cam- per lln a qualsiasi circostanza, ad un certò jp11r1to la dilatazione del segmento inferiore <>i .effetbiato l 'anello del cercine di contrazione per la lace:razione; . il pro.f essor 1Gaifami, controllando tua fino al limite della sua elasticità : allor~ J·) l'osservazione, ci avvertì cl1e quello era il cercine strato p~ù interno de~ segmento inferiore incodi .contrazione e che la lacerazione era ·del lato sinistro del segmento inferiore ed. era una lacera- mincia a s maigliarsi, 1Per ·Cui si verifica, per la zione incompleta, vale a dire rimaneva ancora co11.seguente lacerazione di piccoli vasi, un'emorintegra la si.erosa; sicchè quello che a noi 1parve ragia che ,deve avere quel comportamento caratun'ansa intestinale f.uoruscire dalla vulva, era teristico sopra. descritto; e cosi comincia a defl11iprobabil1nente tale, ma inguainata nella siero:s a. re dai genitali un filo di sangue, il ·qual~ ipreAcr.er1no a questo particolare, 1Perclrè non .p rivo d 'in1portunza pratica. .Nel frattempo allestita la senta degli aumenti o delJe diminuzioni s :1cr.es.- . sala operatoria, il prof. 1Gaifami, con la consueta sive nella sua .p ortata (emorragia fusiformP); gli perizia e r.aipidità, ha 1procedu to alla isteriectomia aumenti coincidono coin l'acme ·delle contrazioni d ella 1paziente, la ·qùale intanto venne i~odermo­ uterine e 1que:sto s'intende, quando si pensi ohe, clizzata. Il .p ezzo anatomico giustificò 1p1ienamente aumentando lo sforzo contrattile del corpo, aula ·diagnosi fatta : vi era un largo squarcio del lato sinistr o del .segmento inferiore con integrità 1nenta la. distensione del ·s egmento inferiore e della sierosa e rottura dell'arteria uterina, il quindi si accentuano le smagliature dello :strato cui capo centrale, per l'enorme retrazione ela- più interno ·di tale segmento con la conseguenza stica che si iè dovuta verificare, non è stata rpossibi1e di rinvenire, per cui fu n ecessaria un'ac- di altre lacerazio·n i vasali, mentre verso la fine della contrazione e 1più nella ipausa suocesstva il curata sutura a strati del margine uterino del l egamento largo -cnrrispcm·dente. La paziente, gra- segmento inferiore ten·d e a r.e trarsi, con la qual zie a questo tempestivo e 1provvido intervento, cosa ·deve diminuire l 'afflusso di sangue. Effetc·h e :segul asetticamente e senza complicazioni, -Oopo una degenza relativamente breve, venne di- tivamente la rottura spontanea .del segmento inmessa completamente guarita, segnando così una feriore si verifica per strati dai (più interni agli brillante eccezione nella infausta casistica _di tali esterni, fi.110 alla 1siero<Sa, la quale .p uò ancl1e non accidenti. _ _ rompersi, costituendo .la varietà di rottura inAggi.ungo 1p·er la cronaca, che si è .p otuto sa~v~­ completa, caratteristica aippunto della rottura re anche il feto asfittico, il quale era un bell1ss1mo bambino di .g rammi 4100 (feto macro·s oma) . spontanea del segmento inferiore. S'intende cl1e 1

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SEZIONE PRATJCA

col progredire della rottura avv-engono lacerazioni di vasi più cospicui, !I)er cui l'afflusso di sangue andrà 'Progressivamente aumentando, perdendo così la caratteristica suddescritta di emorragia fusiforme: ma ,questo si verifica appunto quando la rottura è ormai in atto e non più evitabile. Certo l'emorragia che .p recede una rottura di utero 1può avere modalità differenti rd a ·quelle sopradescritte, se altre con dizioni intervengd,n o nel determinismo della r ottura (cicatrici di pregresse parziali lacerazioni, cicatrici di 01perazioni subite, ecc.). Ma dato il meccanismo d'azione suddescritto, ;se la mia interpretazione non è errata, io credo che il segno d-ell'emorragia fusiforme debba avere una larga ap1plicazione, almeno in una grande parte dei casi di rottura spontanea dell'utero in travaglio espuJsivo : e non è chi non veda la grande utilità della sua tempestiva ed esatta inter.p retazione 51pecie nell'assenza .d i altri segni che ind·Ucano ad una 1p ronta diagnosi del caso. 1

S:tn Lu ca (Reggio Calabria), febb-raio 1925.

G1·avidanza in ·utero bicor11e con pa1\to distocico. Dott.

SILVIO

PERA, medico condotto. .

Nella mia !I)ratica di medico con·dotto mi si presentò n el gennaio u. s. il seguente caso, ~h€ ritengo opportuno rif~rire p er la sua importanza dal lato ostetrico. t

B. M., nei G., di anni 29, atta a casa, nata e domiciliata a Lari. Dal lato anamne'stico si sa che la madre ebbe 5 parti normali e a termine, il 1padr-e è vivente e sano; ha fratelli e sorelle 1p ure viventi é sani. MPstruò a 15 anni; prima- di andare a marito è stata a periodi dismenorroica. Si possono escluder e precedenti luetici e ven.erei. Il marito. è sano e robusto, ed ha fatto per lungo tempo il militare. Fra le malattie 1precedentemente sofferte è degna di n ota una forma di atonia gastro-intestinale di natura nervosa, di cui guarì mediante una lunga cura 1prima di sposarsi. Donna di sana costituzione fisica, con sv'iluppo scheletrico r egolare. tC hiamato dall a levatrice perchè, iniziatosi il 1partc da oltre 48 ore, n on avveniva l'espulsione spontanea del feto p er inerzia uterina, con 1r1inaccia a~la vita del medesimo ·e alla salute d-ella donna, riscontro trattarsi di primi.p ara a termine. Il decorso della gravidanza è stato normale da l lato ostetrico; dal lato generale vi :sono. stati disturbi notevoli ·da parte dell'appar-ecchio digerente. La donna ha semipre avvertito i movimenti attivi d el feto, mai passivi. Procedo subito all'esame ostetrico. Colla is.pezione rilevo ch e il volume del ventr€ è maggiore 1

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1391

nel senso antero-posteriore, non in modo uniforme, .ma assumendo una forma irregolare tanto da simulare al lato sinistro della donna in alto una massa separata e distinta. .Alla palpazione col1p isce subito la mia attenzione la presenza di una marcata insenatura i11 corr)sponden.za del. fondo dell'utero. Proseguendo nella ,p alpazione riscontro cl1e il feto è in situazion e longitudinale colla testa in basso già scesa nello scavo. C0Jl'ascoltazione ·noto che il battito cardié;tco fètale ha il massimo d'intensità in corrispondenza del quadrante inferiore sinistro dell'addome vicino alla linea mediana. Tern1inato l'esame esterno, previe accurate dìs~nfezioni, procedo alla e51Plorazione, colla quale riscontro che la testa ·è fortemente impegnata nello scavo, colla sutura sagittale sul diametro 10 obliquo del bacino, la 1piccola fontanella a sinistra e in ·avanti. P-erciò faccio diagnosi di presentazione di vertice in O. I. S . A. Particolare degno di nota è che il labbro anteriore della bocca uterina è fortemente aderente per un buon tratto alla 1p arte presentata. Considerato che le contrazioni uterine sono troppo deboli 1p er com·piiere il ·p arto, che la parte presentata è come tratter1uta dal labbro anteriore d.ell~. b_oc~a uterina, che all'ascoltazione ri1p,e tuta s1 cominciano ad avvertire i 1segni di sofferenza del feto, der.ido di eseguire subito l'applicazione del forci;pe, coll'assistenza della levatrice. Rasi i peli della vulva, evacuati il retto e la vesci ca, disinfettati accuratamente i genitali, proced ') alla introduzione ied ap1plicazione delle branche. Relativamente difficile ·quella della branca sinistra (posteriore), è difficilissima quella · della branca destra nel descriver e la spirale a grande estensione per ess€re applicata e nel superare il grave ostacolo della bocca uterina fortemente ·aderente col suo labbro anteriore alla parte 1presentata. ' . Ad ogni modo l'applicazion-e del forciìp e, assai laboriosa e difficile, fini coll'estrazione del feto vivo e sano, senza· lacerazJoni perineali nella madre. Estratto il feto, avviene una discr eta emorrag·ia e contemporaneamente l'esipulsione spontanea di una caduca pseudo-gravidica atrofica. Aumentando l'emorragia tanto da farsi minacciosa per la vita della madre, evidentemente per c~usa de~la ritenzione della vera placenta gravidica n ell utero, n on acoonnando il secondarnP11to ud effettuarsi spontan eamente p er lo stato d'in erzj a uterina., colla massima 1p·r uden za e lentezza procedo al distaoco graduale ·della 1placenta. Durante tale manovra n oto cl1e la placenta p€r un buon tratto è inserita ad un setto coi caratteri ' che divide di una m embran·a piuttosto sottile, l 'utero in due cavità; progredendo nella manovra riesco a rile·vare !P~re che la parte superiore dell'utero è costituita da. due cor11i. In tal m.odo compio il secondamento artificiale, assai laborioso, lento e ,difficile ed accomp·agnato da grave emorragia dovuta evident em ent~ alla inserzione della placenta sul setto divisorio dell'utero. La massa placentare estratta ha tutti i ca.ratteri della vera placenta gravtdica normale € coinipleta. Per la tend~nza dell'utero a rimanere nello stato d'inerzia, faccio subito il massaggio. irri1

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IL POLICLINICO

gazioni vaginali calde ed iniezioni di ergotina, ottenendo -così la contrazione e la cessazione dell'emorragia. Durante il massaggio riscontro ancora la insenatura in corrisipondenza del fondo dell'utero, che avevo già notato colla palpazione nell'esame ostetrico prima del parto. Il decorso del puerperio è stato normale. Da quanto .ho esposto circa il caso occorsomi . n ella mia pratica, risulta evidente la diagnosi di utero bicorne 'U.nie.e rvicale, e la , sua importanza sia per lo sviluppo ovulare, sia per le com:plicazioni al momento del 1parto. Infatti l'iespulsione spontanea di una caduca pset1do gravidica atrofica nel secondamento e la es tr~zionc successiva di una placenta gravidica norrrLale, dimostrano che in una sola dPlle due cavità si è sviluppata la gravidanza, mentre nell'altra la mucosa ha parteci1pato alla ipertrofia gravidica, formando colla sua proliferazione una specie di decidua. Inoltr~ il parto è stato laborioso e difficile per lo stato d'inerzia dell'utero. Il secondamento infine, necessariamente artificiale, è stato .p ure lento e pericoloso per la gra~ ve emorragia dovuta alla inserzione della placenta sul setto divisorio della cavità llterina. I J.. arj (Pisa).

OSPEDALE CIVILE DI

AT~SA.

Sopra un caso di ovarite psendotubercola1·e. (1) Dott. FELICE TROYANO, chirurgo primario. Le nostre co11oscenze intorno all'ovarite tubèrcolare sono .purtro1ppo çi,ncora limitate e dubbie. Si a1nmette dalla maggior parte degli :'lutori che essa, mentre acco mpagna altre localizzazioni tubercolari .dell'apparato genitale femminile, raramente si riscontra come affezione isolata e primitiva. Forse 1p er questa ragione in pu·bblicazioni ancl1e 1·ecenti .si accenna all'ovarite specifica quasi inciqentalmente, trattando l 'annessite tubercolare in genere e 1per questa la forma più comnne, la salpingite. I casi di ovarite tubercola.re ·pubblicati sono pochi e .cli essi parecch i danno adito a dubbi sulla loro autenticità. Perchè, accanto a manifestazioni tubercolari caratteristiche· dell'ovaia e degli ar1n esst femminili in g-enere, vi sono delle forme di ben difficile interpretazione, davanti alle quali anche clinici provetti restano in dubbio. 1

(1) Lavor o prese11tato nell'aprile 1923 alla riu-

nione della Società dnl i ...\.bru zzesi.

Medico~Chirurgica

degli Ospe-

[ANNO

XXXII, F ASC. 4()}

Riferisco in proposito un caso di ovarite capitato alla mia osservazione, cl).e, mentre dimostra come talvolta anche l'ispezione diretta la.. parotomica ·degli annessi non è sufficien~ 1per il diagnostico, dà 1nodo di accennare breverne11te alle form.e più comuni di ovarite che con quelle speçifiche si possono confondere e al .p roblema terapeutico che il chirurgo di volta in volta è chiamato a risolvere. C. ·Giovanna, di anni 24, contaidina. Entra in o.s~~dale il 21 luglio 1922. Nulla a carico ·del gent1l1z10; nessuna malattia . degna di nota, all'infuori di un'influenza .sofferta sei anni fa. Me·st~uata a 17 anni, le mestruazioni, regolari nel primo anno, divennero su'Ccessivamente scarse > accompagnate da dolori al basso ventre, alle volte anticipate, alle volte mancanti. Maritata a 20 anni, cioè 4 anni fa, ha avuto una sola gravidanza, terminata con 1p arto fisiologico : bimbo vivente e sano. Tre mesi dopo il iparto cominciò ad avvertire un ·dolor~ al quadrante inferiore sinistro dell'addome, dolore non continuo, gravativo, che diventava un po' più intenso all'avvicinarsi e durante le 1nestruazioni. Nel maggio dello scorso anno il ·dolore si accentuò notevolm,ente fino a diventare addirittura insopportabile. Ha fatto le solite cure locali e generali: 1pare che l'inferma trovasse qualche sollievo nelle applicazioni di ghiaccio. Non • sa ·d ire di avere avuto mai febbre. E . .o. Donna di media statura, di aspetto sofferente; sviluppo scheletrico e muscolare nor1nale; .p annicolo adi1poso un po' scarso; mucose visi. bili pallide; assenza di gangli palpabili; polso· e res1p iro regolari. Nulla a carico degli organi toracici. Addome • non 1r1eteorico, di forma e volume regolare, trattabile in tutte le regioni, meno nel quadrante inferiore :sinistro, ove la palpazione risveglia dolore. Esame ginecologico. La v11lva, la vagina, il collo dell'utero nulla presentano· di patologico; fornici liberi; utero ed annessi di destra norrnali. La regione annessiale .d i sinistra è dolente al1a palpazione e IP'r esenta una tumefazione roton. deggiante, della grandezza di un .uovo di 1pollo, n1obile, di consistenza elastica, che -si ritiene essere l'ovaia ingrossata. Si fa diagnosi di probabiLe ovarite cronica sin,istra e si decide l'intervento chirurgico. Atto operativo (7 agosto 1922). Rachianestesia novocainica e morfina. Laparotomia 1nediana sotto ombelicale in po,s izione di Tren•d elenbu!g.. Peritoneo 1p arietale e viscerale integro. Nessuna lesione apprezzabile - dell'utero e degli -annessi rii destra. Nel Douglas si raccolgono circa 200 gr. di liquido cjtrino misto a qualche ftocc.h etto di fibrina. Nel liquido nuotano gli annessi di sinistra ptosici : di .questi la tromba è di as.p etto normale, m.entre l'ovaia è ingrossata, di consistenza elastica di colore bianco grigiastro e con ' la su1perftci~ cosparsa di numerose produzioni siporg-enti, del tutto simili a tubercoli. Nessuna di queste sporgenze mostra segni di casei.fìcazione. Il rilievo anato1no-patologico fa -ritener:e di trovarsi in presenza di una ovarite spe1


f ANNO XXXII, F ASC. 40 J

SEZIONE PRATICA

-ciftca. Ri1r1osso pertanto il liquido dal Douglas, s~ !Pratica l'ovariecto·m ia e si richiude l'addome. rJ?ecorso postoperatorio regolare; guarigione per prima. L'inferma viene dimessa _al qui11dicesimo giorno completamente guarita. Per notizie assunte l'operata gode tuttora ottima salute, non essend~ più ricomparsi 'i disturbi ·d a essa accu sati. Tutti i segmenti dell'apparato genitale femmi· nile possono essere attaccati dalla infezione tubercolare. Si suol distinguer-e la tubercolosi genitale in 1primitiva e secondaria a seconda che la localizzazione genitale rappresenta la prima mani.fec;tazione del bacillo di Koch nell'organi5mo o una 1neta.sta.s i di fo colai 'Preesjstenti in altri organi. La via di rp ropagazione 1più comunemente riconosciuta della tubercolosi g.enitale è quella ematica, segue quella linfatica, la diffusione per t~ on­ tigujtà e quella effettuata a mezzo di nemaspermi. Tralascio ·di proposito la forma congenita. Si ammette in gener.e ·dai più cthe la tubercolo5i genitale femminile si ipropaghj per via disce~­ dente, però non si può escludere la diffusioTle in senso i11verso, come r ecentemente il Forgue ha dimostrato. Non tutte 1però le sezioni dell'aPfp·a rato ge11itale ferrnr1inile partecipano con eguale intensità e freque11za all'infezione tubercolare. L'Alessandri rileva che in genere le re.gio n i più frequen.temente colpite sono quelle annessiali, vjene poi l'utero, a pref-erenza il corpo e l'endometrio, poi il collo, la vagina, la vulva. Il Bertolini, nela ,sua relazione, su 55 casi di tubercu losi genitale, al Co11gresso di Ostetricia e Ginecologia tenuto in Trieste nel 1921, riporta venti casi con lesjoni tubariche; otto di tubercolosi ovarica, di cui cinque con salpingite; sette òi tubercolosi del corpo dell'utero; quattro con t11bercolosi del collo; un solo caso di tubercolosi della vulva; n essun caso a carico della vagina. Hartmann, Bergeret e Rem·il_ly, jn uno studio su 28 casi di tubercolosi genitale . femminile, t,ro' 'ano solo dieci casi di ovarite e insistono .sulla rp·r evalenza delle lesioni tubariche. Il Wolff, analizzan·do 82 casi di tubercolosi genitale e peritoneale nella donna, riferisce che il perjtoneo era interessato nella ,p roporzione del 68 %, le trombe 48.8 %, le ovaie 31.7 %, l'utero 14.n %, e rileva la frequente co·e sistenza di tumori (miomi, adenomi, sarcomi, cancri, ecc.). Il ·S immond.s ammette che l'ovaia partecipa alla tub0rcolosi genitale nella proporzione del 2.5 %; il Pankow invece ·d à 1'11.4 %; lo Schimpert il 13.7 %.

T11tto sommato ·1e cifre sues1p oste c'jnducono a rite11ere che le ovaie, per 1quahto diano un contrìbuto notevole alla tu bercolosi genitale, sia.no 1

1393

r~la.tivarnente resistenti al bacillo di Kock, ~pe­

c1 almente se si considerano gl'intimi ra1pporti anatomici e fisiologici con le trombe cosi fr equente. mente co lpite ·dalla stessa infezione. B stata rilevata da alcuni una certa analogia tra la tubercolosi dell'ovaia e .quella del testicolo: e, carne questo il .p iù delle volte viene attaccato secondariamente all' eipididimo, così l'ovaia può rimanere per lungo tempo immune anche di fronte a lesioni avanzate delle tube. Il Cohn spiega questa res·i stenza dell'ovaia col fatto che l'albuginea protegge il tessuto glandòlare: essa s.i isipessisce ed oppone una pote11te barriera alla 1penetrazione d-el bacillo. L'jnf PZione invece può ~enetrare facilmente quando la contint1ità dell'involucro ovarico viene ad essf"re int0rr01ta, corne accade durante lo scopipio rti un follicolo del ·G raaf. L'ovaia però si è già detto.1 !PUÒ essere invasa anche per vi.a sanguigna e per via linfati ca , nel qual caso si riscontrano delle localizzazioni in. trafollicolari, pur rimanendo la superficie glan·d olare integra. Il fatto che il paren chima ovarico 1può rimanere lungo tem1po immune ha un'im.p ortanza pratica notevole, p oichè in determinate circostanze ci dà la ipossibilità, a sportati i fo colai annessia ~i più avanzati, di cons-ervare la .g landola per la secrezione interna, se non per la funzione riproduttiva di solito precocem ente co1npromessa. La r elativa immunità dell'ovaie alla infezione tubercolare, neg~ta ·d al vVolff e dallo ,Schott!n.encler, è oramai ammessa dalla maggior parte ·dei Chirurgi 8 Ginecol ogi e provata da numerose c;ta. tistiche : in genere la tubercolosi ovarica 5i accorr1pagna ad altri foco·l ai annessiali, sipecialmente a carico delle tube, per lo più è secondaria ad altre lesioni tubercolari e raramente si manifesta com e localizzazione 1primitiva. 1

***

Nel caso riferito l '~pparato genitale non presentava lesioni ap1prezza•b ili all'infuori di quelle descritte a carico dell'ovaia di sinistra, lesioni di cui i cnratteri fecero ammettere la natura 5pecific::t della malattia. L'e,namnesi famigliare muta e quella p ers~11ale non fornendo alcuna notizia su infezioni tubercolari pregresse o in atto, .bisognava ritenere di trovars.! di fronte ad una forma di ovarite c:,,pecifica .p rimitiva. Lo stato generate dell'inferma, che nessuno dei comuni segni di malattie costituzionali presPntrva, non ci forniva alcun elemento probativo, es gendo risapl1to che ipiccole localizzazioni tubercolari dell'apparato genitale sono com[>atibili con un relativo .benessere dell'organismo.

• •

__________________________________________________________....._... •


1394

?I POLlCLINICr.

D'altra 1Parte sintou1i di focolaio della tubercb· losi ovarica non esistono, non differendo il suo quadro clinico da 1quello delle comuni annessiti. In assenza. di dati anamnestici ed obb1 Ptti vi sicuri, data la relativa rarità della forma morbosa, . si pensò di approfondire l'indagine diagnostjca mediante l'esame .microscopico del 1pezzo anatomico asportato. Allestiti pertanto dei preparati, al microscopio si è .p otuto rilevare quanto 1se,g ue: parencl-dma ovarico normal.e; albuginea isipe,ssita e in parte sostituita da, tessuto fibroso: a spese di questo tessuto fibroso si erano formate di tanto in tanto delle piccole 1P·r otuberanze rotondeggianti ancl1'e.sse di t essuto connettivale. 1Nelle piccole formazioni connettivali non fu possibile mettere in evidenza nessuno .elemento che IPOtesse ricordare il tubercolo. Adunque le piccole produzioni osservate sulla superficie ovarica, macroscopicamente del tutto simili ai tubercoli eh.e si sogliono riscontrare nelle affezioni specifiche ·delle seriose, altro i1on erano eh.e produzioni co,n nettivali, espressione di una comune ovarite ad andamento suba.cute. La Jayle nel descrivere le varie forme di ovariti tubercolari ne enumera quattro: la granulosa, la piogenica, la lardacea, la po·l imorfa. A queste forme si potrebbe aggiungere una quinta, la cistica, ritenuta dal Poncet e da altri anch'essa di natura tubercolare. Lo stesso Jayle a.ggiunge che tutte queste for· me sono caratteristiche ·della infezione tubercolare, ma. possono essere f0rnite anche dalle comunì annessiti; la d·iagnosi ,p erciò è 1s empre incerta. La difficoltà d'intel')pretazione diagnosi.: ca diventa maggiore nell.e infezioni annessiali associate, quando cioè, come spesso avviene, Ja J.ocalizzazione tubeTcolare coesi3te a.d infezioni di altra natura (gonococco, ;s tafilococco, coli, ecc.). Qu~sta eventualità non è rara, essendo a tutti nota l'importanza che ·h anno le comuni infezjoIJ1 ' annessiali sia nel preparare il terreno alla tubercolosi che nell'influenzarne lo sviluppo. Il 1problema diagnostico in questi casi non puù essere risoluto se non mediante ricerche di l~bo­ ratorio, prima fra esse l'esame microscopico del a;>ezzo asportato. Così nel nostro caso, nel quale i dati anarnne stici e clinici erano incerti e l'osservazj0ne- del focolaio infiammatorio faceva isupporre una for• ma tubercolare, fu appunto l'indagine microsco pica che rilevò la. vera natura della lesione. i.La quale, stando alla classifica dello Jayle, rientra nella categoria molto varia .e nurr1erosa delle ovariti eh.e simulano le specifiche e si confondono con esse, e 1precisamene sarebbe una forma di ovarite granulosa pseudo tubercolare. 1

~

l

1

XXXII,

[ANNO

F.~81:'.

40J

·La ~ifficoltà diag~ostica rende oltremodo •l~li cato il 1problema terapeutico, che in questi casi_ resta affidato esclusivamente all'esperienza clinica del ·Chirurgo. ' 1L e inferme .p er solito giungon.o a noi d0tpo avere sperimentato lungamente tutti i comuni n1etodi di cura medica; sicchè al chirurgo non resta che la laparotomia e la conseguente resezio.".le o ablazione délla parte malata. · E ovvio ricordare che l'intervento con:s.r.rvatore è applicabile .solo in cast di lesioni circoscritte e b·en delimitate, e ·qualche volta può dare buoni risultati clinici, se non fu.n zionali. In genere ·p erò l'estensione e la ~rofondità delle alterazioni anatomiche, la gravità dei disturbi accusati, all~ volte non legati a ·g ravj lesioni organiche, l'ine!ficacia della cura medica praticata, la circoc;tanza favorevole, come nel nostro caiso, della integrità dell'ovaia dell'altro lato, imPQngono e giustifica.no l'ablazione della glandola lPsa. -~tessa, aprile 1923.

NOTE PREVENTIVE. L'anofelismo delle risaie nelle paludi Pontine, in i·elazione all'epidemiologia della. mala1·ia. D o tt. DOMENICO FALLERONI .

Riferisco brevemente con questa nota preventiva i risultati ottenuti finora dalle ricerche ese~ite in una delle due risaie, fatte in quest'anno, nelle paludi Pontine. Quella, di cui si tratta, si trova nel territorio del Comune di Terracina, in contrada Caronte, ove la .società Bonifiche ·P ontine ha co,l tivato a riso 80 ettari di terreno. Attigue alla risaia vi sono una tenda e due capanne per il ricovero degli operai ad·detti alla presa di acqua dal fiume Sisto e 1p er deposito di materiali (calce e concimi chimici); e, nel raggio di un chilometro, si trovano alcune abitazioni, il casale dell'azienda agricola> appartenente alla stessa società, e i dormitori per gli operai dell'impianto idrovoro del Consorzio per il Bo·n ificamento ·P ontino. Ho cercato di stabilire quali anofeli e quali for.m e id i malaria dominano ' nelle vicinanze della ' risaia in confronto con zone più lontane, oltre ' due chilometri. Le zanzare della malaria, che dominano nelle paludi Pontine, sono gli An. maculipennis, che io ··distinsi (1) . in due grup1pi 1per il (1) Studio sugli An . maculipennis delle paludi

Pontirte, 1p ag. 6. Recanati, Tipografia Economica, 1924. -' f

'


[A!~NO

X\'XII.

FASC .

40]

SEZIONE PRATICA

colore delle uova (grige e nere), per i caratteri dei loro galleggianti, da cui diipende la diversa disposizione -delle uova n ell'aoqua, e per l'aspetto dell'insetto alato. Le An. maculipennis dalle uova nere sono in generale, in confronto co.n quelle dalle uova ,g rige, un poco 'Più grandi, più scure, con macchie alari più accentuate, con arti più grossi e sc11ri, e depongono in ciascuna volta un numero maggiore di uova, che superano non raramente 400 (mese di maggio) fino a raggiu11gere la cifra ·di 479, con t1na media, ricavata da moltissirne deposizioni complete, di 223, mentre la media ·delle' uova grige, alquanto inferiore, è 1·isultata di 177. Nella distinzione che feci di uova nere e grige, le uova caratterizzate da due fasce nere in r.orri&pondenza degli estremi dei galleggianti, le raggruppai, per la 1ncrostazione grigià abbastanza accentuata, fra le uova grige, ma per osservazi0'1i ulteriori sui caratteri dei loro galleggianti in cor. ' rispondenza anche ai caratteri dell'insetto alato, ritengo che esse apjpartengano al tipo delle nPtP Della sipecie di A n. maculipennis è stata fatta una distinzione. Edwards (1) nel 1921 ·distinse quelle, ch8 depongono uova senza galleggianti, creandone una specie nuova col nome di A n. elutus, che io accertai esistere n el nostro ,paese. Pensai che i Bulletin o/ eritorriological research. , volum e XII, part. 3, november ; 192.1, p. '273.

1395

caratteri differenziali di uova grige e nere e dei loro galleggianti, caratteri che si conservano nelle varie deposizioni (fino a 9) di ciascuna zanzara e anche nella discendenza, potessero essere il segno di varietà o razze diverse e che esse 1potessero 1presentare condizioni diverse alla vita dei parassiti della malaria, ·d a determinare qu ell~ ·differenze epidemiologiche di luogo e di t empo che si osservano. I

l 'ali nozioni ~ntomologiche mi sono servite di base nelle ricerche attuali. Ho studiato le anofeli catturate nella tenda e nelle due capanne attigue alla risaia e nelle abitazioni comprese . nel raggi0 di 1 Km. Lo rstudio l'ho fatto in confror1to con le anofeli catturate nella Stazione Sanitaria della Croce Rossa di Pontemaggiore e adiacenze, distanti oltre due Km. dalla riS:tia. In questa stazione è stato attuato un - piano di lotta · contro la malaria, con nuovo indirizzo. In essa funzionano tre porcili, dove dall'aprile . fino ad oggi (19 settembre) sono state catturate circa 400,000 zanzare. Nella risaia, in visite ripetute, ho sempre troYat o larve di An. m aculipennis tra le piante ·d i riso. P er stabilire l'eventuale in.fluenz~ delle risaje sull'anofelismo ho creduto necessario fare moltissime osservazioni metodiche, in temrpi divers1 , ; di cui risultati ho riunito nel seguente prospetto : Stazione Antimalarica di Pontemaggiore

Risaia •

D ata delle catture

N. zanzare

che

e ovodeposizioni

deposero

-

.

-- -

...:.

~

I

Deposizione uova N. zanzare

I

Grige

con senza fercengalleg- galleg- tu a le gianti g i anti

Deposizione uova

Nere }f.

che ,

Percen- deposero tua le

I

Grige '

con

senza Percenga ll eg- galleg- tua le gianti gianti

Nere

N.

Percentuale

1925 Giugno.

. .

.

112

L uglio .

.

A gosto.

~ ettembre

. . . • . •

63

66.32

6.25

120

93. 75

1

8.75

73

91.25

11

2

7.30

165

92.69

57

3

12.47

421

87.62

6

90.17

11

9. 83

95

32

116

96

2

8!.48

18

15.52

128

8

186

141

10

81.18

85

18.82

80

6

182

128

20

81.31

84

18. 68

178 481

.

--

33.68

95

-

Totale .

596

460

38

89.55

98

evidente che la qualità di anofelismo della risaia è diversa da quella della ·Stazione Sanitaria di Pontemaggiore. Difatti nel raggio di 1 km. dalla risaia 1predo1ninano le A n . maculip ennis ·d alle uova grige, mentre a Pontemaggi(Jre quelle ·d alle uova nere. La differenza è notevole .. e le cifre lo dimostrano chiaramente. Su 596 zan zare della risaia che deposero, 498 deposerD uova È

4

t6. 44

grige e 98 uova nere, n ella proporzione ri·spettiva di 83.55 e di 16.44 %, m entre il contrario è avvenuto nella stazione antimalarica di Pontemaggiore, le cui zanzàre deposero su 481, uova nere 421 e grige 60, con una Jp ercentuale di 87.52 di llova n ere e 12.47 di uova grtge. .t\.lla grande 1p revalenza nella risaia delle uova grige s'accom·p agna un numero discreto, molto


1396

TL POLI( LINICO

maggiore ol1e in altri luoghi, di An. elutus, le quali conservano i loro caratteri: sono più picccle, più chiare, con macchie alari meno distinte in confronto delle An. maculipennis dalle uo.v a grige, con. le quali hanno molta affinità. Alla differenza · di carattere entomolo·g ico fra gli anofeli predominanti, che si è mantenuta costante in tutto il periodo, si può · dire, .della coltivazione del riso, corris·p onde una differenza epidemiologi ca. I casi di malaria verificati·s i nelle vicinanze della risaia hanno presentato carattere mite, me11tre nella zon a di Pontemaggiore si sono avute forrr1e di malaria grave. Gli operai addetti alla presa. dell'acqua sul fiume Sisto st sono a1nma· l ati, ma di terzana mite. Nel mese di luglio, su 25 risaiuole della .p rovincia di Bologna, di Malalbergo, venute 1Per il tra:pianto del riso e dim·oranti nel fabbricato dell'azienda, compreso, come ho detto, nel raggio di 1 Km. dalla risaia, ne am1nalar on o 14, ma anche queste con forme non gravi. Alcuni giovanetti, operai agricoli, rico,rerati in qu1esto stes'tso fabbricato, in una .delle visite che vi facemmo (30 agosto) ci dicevano, mentre il .dott. Pietrosanti faceva il prelevan1ento del sangue, che essi erano ammalati di febbri cl1e permettevano a. loro di continuare il lavoro, ·poich.1è gli accessi venivano nel pomeriggio ed era110 di breve durata, da 5 ad 8 ore. Il dott. Pietrosanti, direttore della stazione sanitaria di Po11temaggior e, che mi coadiu va con intelligente e vivo interessamento per il nuovo m etodo di lotta co11tro la malaria, basato sull'azio11e protettrice d egli animali -domestici stabulai.i, 11a r ilevato, cosa importante, che in questo locale e d in altri vicini l'anno scorso dominavano forme .g ravi ·di malaria, che egli ebbe -in cura. Lo studio continua e le ricerche sono indirizzate a stabilire il comportamento dei .p arassiti della malaria n elle due varietà o razze di An. rnaculipennis e le 1p rove, naturalmente, sono fa tte c: 1! zan zare immuni, ·d i allevam ento. Avevo notato alcuni casi, nei quali il predominio di for1ne g~a'i di ma.laria roinc·i deva con la presenza di i~umerose A12. maculipennis dalle uova nere. I risultati attuali con fortano la mia idea, che il arado dell'infezione 1piossa esser e in relazione con o la razza o la varietà d ell'insetto trasmettitore, e çosì si potrebbero spiegare le ·d ifferenze epidemiologicl1e che si osservano fra le regioni d'Italia, prin cipalmente, tra l'Italia m eridional e e settentrio11ale. Inoltre, tenendo conto del fatto che le due razze di zanzare l1anno in mesi diversi dell'anno il loro periodo ·di maggiore 1s viluppo, si può .p ensare cl1e il decorso dell'epidemia nei diversi 1pe riodi della stagion e malarica varii anche in raip-

[ANNO XXXII , F ASC. 40]

porto colla maggiore o minore presenza di zar1zar e di uno dei due tipi. P armi sarebbe importante estendere simili· ricerche, come è interessante conoscere le ragioni per le quali la risaia favortsce la produzione ·delle A n. maculipennis ·d alle uova grige, in confronto di quelle dalle uova nere. I risultati finora avuti mi sembra consentano .di ritenere: 1) che . in Italia vi sono due varietà o razze di A n. maculipennis, distinte dal colore e dal numero delle uova e dai caratteri dei galleggia11ti; 2) che molto probabilmente il grado d'infezione della malaria è legato a queste varietà o razze dell'i.11setto trasmettitore, nel senso che le A n. maculipennis .dalle uova grige trasmetterebbero la malaria mite e quelle dalle uova nere la malaria grave; 3) che nelle risaie sembra110 predominare le An. macul'ipennis dalle uova grjge e che questo fatto, se conferm ato in altre località, potrebbe sipiegare la malaria mite di molte nostre risaie. (Consegn.ato in R edazione il 19 setteml>re 1925).

F ATTI E DOCUMENT I. Sui tumo1·i p1·imitivi del polmone nei bovini. Prof. RINALDO MARCHESINI .clocente. di Patologia e di Tecnica Microscopica i1ella R. Università di Roma. B ris:iputo com e sia cosa molto rara lo s'ilup

po dei tumori primitivi del polmone e ,dei bronrl1i; e ciò se ]n fondo non è di gr ande differenza per la _patologia un1ana, .p ercl1è o primari o ~econ: (lari so110 sen1pre malevoli, può assumere invece lln interesse molto maggiore 1p er ciò che può essere ip er gli animali da macello. Il tumore o t:~ ­ mo!etti del poln1one possono venire in questi ::i.nirnali facilmente 1d iagnosticati per IProces~i tuber::olari e senza lln esame istopatologico qcru:p oloso non è cert o facile la di:stinzione, p erchè il polmone può pre5entarsi alterato a tal punto da T€ndere difficile la diagnosi. Queste osservazion-i fatte spesso dal dott. Bertolini. nel suo esame coscenzioso e minuto della i s.pezi.or1e della carne da macello ha destato in me il desiderio di volerne fare uno studio apposito. A,,u to infatti dal dott. ·Bertolini stesso dei pezzi di polmone di bue che pl'esen tavano dubbie alterazioni mi son o accjnto all'esame di tali pezzi pat0logici, ed esegu en done le manipolazioni necess&ri e 1per sottoporli a fi11i tagli m icrometrici,


[ANNO :XXXJI, F ;.sc . 40}

SEZIONE PRATICA

come alle varie colorazio11i diagnosticl1e, vengo ad esporne brevem€nte i risultati ottenuti. I tagli ·del polmone di bue delJ e zòne sospette mi J1anpo presentato varie fasi ·p atologiche a cui 1può andare incontro un 1p olmone malato., ed è così che in varie zone ho potuto ri scontrare • stadi ·diversi di processi patolo.gici. !11 alcune zone si veggono gli alveoli che si

1397

Queste varje alterazioni del 1polmone, aJ di fuori delle zone veram€nte invase dal tumore, come ora · vedremo, possono facil1nente indurre ir1 errore, jn una osservazione macroscopica, facendole sospettare come dovute a · fatti tubercolari . L ' i11teriprétazione che noi 1potremo dare a qu:. ti fatti invece è la cronicità della malattia, e

b •

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.

~

-

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I

,

Taglio di polmone d i hl1e affetto da tumore primitivo. a.) Proliferatlione .d ell'epitel'io bronchiale ed infiltrazione di• esso negli alveoli polmonari . b) Strato di tessuto connettiV'O da. rea.z ione, che oirconda l e zone affette da tumore. e) Stato enfisematoso del polmo11e con pr0Jiferazione1 degli endoteli ed invasione di sangue cl.a stasi.

comprimono reciprocamente e che presentano il loro epitelio 1p roliferato: epiteli alveolari rigonfi, rotondeggianti e di molto ingrossati, come nella pnet1monite . desquamatiya e nella .p olmonite cataTrale. In altre zo11e gli alveoli si presentano dilatati per processo enfisematico e r~pienj di un reticolo fibrillare tn parte retratto in parte distrutto, come nella polmonite cruposa nel periodo di epatizzazione; così zone i cui vasi si scorgono ripieni di sangue, e sangue stravasato negli alveoli in una forma da stasi . •

che il 1polmone inva so dal tumore reagisca in modi diversi a seconda la tappa ctel tumore che vn. invadendo il tessuto. Nelle zone di polmone dove è evidente il tu1nore appare innanzi tutto chiara la sua origine dalla mucosa ·dei bronchi, i cui epiteli prolife· . rati si insinuano negli alveoli e ne occupano in tutto o in parte gli alveoli vicini. · A questa proliferazione dell'epitelio bronchiale, fa seguito anche una proliferazione del connettivo interlobulare r degli endoteli degli alveoli e dei vasi san-


1398

[ ..\NNO XXXII, F ASC. 40 J

guigni, costitue11do così una Ya sta .zona 1proliferativa che va invadendo il p ol1no11e. In alcuni 1punti a questa inYasione fa da rer· · cine e da ostacoio la par-ete alveolare circostante, in cui il connettivo proliferando esageratamente viene a circo11dare il tumore da. diyiderJo in zolle d'asP.etto adenon1atoso; assumendo così il polmone un vero a~pocto cirrotico. (Vedi fig. ). In , altri punti, dove è a vve11uta una compartecipazio11e 1degli endoteli alveolari e vasali all'at~ tiva moltiplicazione, il taglio del 1polmone assum e una forma car cinomatosa. Ho voluto ricercare se era possibile attribuire a presenza di parassiti questi fatti di eccessi va prolifer azione dell' ep]telio bronchiale; ma la ricerca è stata vana. Cosicch è le varie fasi in cui si è riscontrato l'alveolo polmonale in questi t agli istologici verrebbero solo a dimostrare, cl1e la causa prima della malattia debba rioer carsi in una fo rma di catan 'o bronchiale cronico, di lunga durata, da do·ver essere essenzialmente ·di stim0lo alla proìificazione degli epiteli broncl1iali in prim a , da spingerli aù una proliferazione atipica , cl1e ha avuto 1per termine poi una invasion e carcinomatosa del .polmone.

,·olta. fallace nel sen so che vi possono essere, sia i>ure rari, dei portatori di bacilli del tutto sani. Anche in rigl1ardo a-i segni fisici le nostre idee sono mutate; mentre un tem1p o si rit€neva rorne u11 segn·o di malattia incipiente il prolungamrnto cl ella fase espiratoria o la presenza di un re• spiro bronchiale o tubario, og.gi si 1Sa che questi segni o possono trovarsi anche in toraci del tt1tto normali o so110 !Piuttosto tardivj.

N8ll' esame fisico sono stati introdotti alcuni raf~ fi11amenti; così si è rilevata la grande utilità del1' ispezion e € della palpazione che l' A. a ssevera e&sere stata svi luppata specialm ente dagli a1neri cani, m entre è n otevole sotto tale :punto di vista il contributo degli italiani, particolarrn ente ùelJa scuola napoletana. Una volta questi rnetodi di esan1e si limitavan·o alla ricerca del fremito vocale tattile, che ora invece .si considera di scarso valore. Si rivolge ]nvece ora l'atte11zione ai riflessi muscolari che si rivelano con una specie di ritardo, se limitato ad un apice il quale tradis~ e con la su a presenza delle alterazioni molto t~rn­ po 1prima ch e esse siano indicate . dalJ a- percu ~si on e o dall'a scoltazione. I dati r ilevati clall a ispczio11e possono e,ssere confermati dalla palp~zi o­ ne, fatta leggerm ente con la pnuta delle dita, Ja quale fa conoscer e lo 51pasmo riflesso 1r1uscolare . . dello sternomastoideo, ·d egli scaleni .ed a11cbe deìla p orzion e s uperiore dei pettorali. Il dito, opportu11al1\ente educato, ap1prezza in tali casi • • una sensazione di resistenza n1uscolare in ronORGANI DELLA RESPIRAZIONE. trasto con la sensazione molle ed elastica del m tl· . Per la diagnosi pr·ecoce di tubercolosi pol- scolo in te11sione normale. Anche i cambian·•enti monare. nel trofis1no dei musçoli del cingolo toracico ~ lo stato dei tessuti sottocutanei possono i11 tal modo (G. MACLEOD ~1UNRO. The P rac titioner, aprile 192)). essere nlessi in evidenza. Secondo qualche autore, . anzi, la 1p1alipazione leggera ha largamer1te sostiIl successo nella lotta contro la tubercolo5i ri, tuito la percussio11e; sotto tale punto di vista si mane in fondo affidato al medico ,p ratico ed · (À!!a diag11osi precoce che e.sso IPUÒ fare. È quindi mol- deve notate che s] può trovare una distrofia dei to 1n1portante che questi sappia co11oscere a tem- muscoli dal lato ·dove la malattia dura da 11>iù lungo terr1po ed i11vece uno spasmo muscolare re. po la ·malattia senza fondare la diagnosi soltanto flesso dal lato opposto dove la malattia è di data sui segni fisici come si tende ancora a fare oggi. più recente. Invece s1 deve tener conto della sintomatologia conie dei segni fisici se si vuole arrivare a quella Anche la tecnica della percussione si è di 1nolto diag11osi 1precoce che ha la massima importanza migliorata soprattutto i1el senso di eseguirla a5p er i~ successo del trattamento come 1per tutto l'a\·sai. leggermente. Bisogn a però tener .p resente che ver1ire economico del .p aziente. In una malattia? · fn generale i cam biamenti lo ~ali a:Ila percussione corne la tube r eo losi in cui, per gli str€tti rappor ~i no11 hanno grande significato; è assai discutibile fra tenorr.eni anatomici e clinici, il IPaz] ente pùò se realmente vi sia un cambia1nento apprezzabile nella percussione dell'area di Krqnig nei 1primi presentar~ u11 comple$SO sinto1r1atico diverso n distadi della. tubercolosi. ·Gra11de importanza è stata sfanza di poche settimane, si può arrivare ad in. ' attribuita invece alle zone di di1ninuziòne di 1·i. terpetrare il quadro c~inico soltanto con 11na pon, sonanza ·m esse in rilievo p er primo da .i\brarns, derata con siderazione di tutti gli elementi e con un abil.e giudizio sintetico. La 1p·r esenza de1 ba- le quali costituiTebbero uno ·dei primi segni di polmonare attiva, con origine puracillo di Koch n ello sputo, che era considerata co- tubercolosi , mente riflessa. In realtà però l' A. non ha rr1ai porne decisiva, ,.a ora ritenuta troppo tardiva e tal-

SUNTI E RASSEGNE.

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SEZIONE PRATICA

tuto rilevare con tale 1netodo di esame dei risui• tati ·attendibili. · Ad og11i m odo, il m edico si espone ad errori gravj per la propria rirp utazione e per il benessere del paziente quando fa ·diagnosi di tubercolosi basandola sopra certi segni fisici limitati, tnentre la 1nalattia 11on esiste e così 1pure quan.lo tjene in scarsa o punta considerazione p.er la diag nosi la sintomatologia presenta ta dal pazie11te. I /esagerata im.p ortanza attri·b uita ai segni fi~i­ ci porta al sanatorio molti individui del 1utto sani, 1nentre trascurando il significato dei sinto-= mi accade talvolta che u11 brutto giorn o la tubercolosi si ri\·eli con u11a subitanea err1ottisL Bi sogna ·riconoscer e che la valutazion e esat ta del significato dei sintomi no11 è cosa agevole. · Essi rivelano u no stato dt tossiemia cl1e può anche esser ·dovuto ad altre cause. Talvolta sono chiari e mettono subito sulla 'Strad~ della di ~. gnosi, altre volte invece le informazjo11i date Jal ipazier1te deviano l'attenzione del m edico. F. quir1di n ecessario esaminare 1Yarticolarmente og11un.) dei sintomi rivelatori di una tossiemia per vedere quali possano consi·derar$i in certo modo specifici per Ja tubercolosi. 1) La febbre. La m aggior parte cl Pgli i11dividui sani l1a, al mattino una temperatura di 36o,2-36o,3, . arrivando alla sera ad un rnassimo, di 370. L, e n~ traia di tossine nella corrente sanguigna porta uno squilibrio nel meccanismo regolatore del calore, cioè che fa variare la temperatura , la quall3 1p erò può evi dente1nente variare anche per altri fattori. B poi importantP cl1e la temperatura ·.;ia presa per du e o tre settimanP ad intervall l regolari ·di due or e, evjtando di prend erla subito al ritorno da una passeggiata o d 0tpo l'esposizi on e al freddo. La temperatura orale può variare specialrne11te negli individui che respirano cor1 la bocca; in ogni caso il termometro deve essere tenuto in bocca almeno per sette minuti. Più rapida da pre:fidersi e pift sicura è la temperatura rettale. Assodato cl1e vi sia r ealm en!R !!Il aumento cli ternperatura, non è ancor detto che c:; i tratti di tuber colosi; altre numerose tossie1nie posso110 provocare tali elevazi.oni, fra cui le sinusiti, j disturbi ~ppendicolari, ecc., senza contare che in persone nervose si osservano spesso notevoli• alterazioni della curva termica. Un segno che indica la probabile infezion e tubercolare è la temperatura m attutina (presa prima cli il.1zars i) costantemente più elevata che la norrnale. Altr:1 c·aratteristica dei tubercolosi è la febb re provocata da un esercizio fi sico normale. 2) Il malessere. Il p~ziente si sente più staucoche di solito; il suo lavoro normale ed anche i diverti1nenti sono compiuti, ma con un certo sfor· zo. ' ' i è inoltre rom e un'avversione per gli escr 1

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cizi di .ogni genere ed una specie di languore, sipecial1nente al mattjno. 3) I dis t1lrbi cir colatori. Raramente questi dari no sen~zjoni anormali. Anche la tachicardia, che si trova nel 90 ~~ delle tubercolosi iniziali, si traduce di raro obbiettivamente; è anch'essa di or igine tossi emica ed è da attribuirsi allo stimo i o eccessivo del si1npati c:o, mentre la instabilità de! polso, che 1pure è caratteristica dei tubercolosi è ' dov uta alla combinazione degli stimoli del vago e del simpatico. L'abnorme frequenza del polso, in n.sse11za di ogni condizione febbrile o ·d i vizi cardiaci, che aurnenta al m inimo esercizio ed anche sotto l'influ enza di un .p oco di tosse, è certa1nente uno d·ei segni più sicuri di infeziòne tubercolare. S1pesso poi accade ch e la frequenza del polso, salita eccessivarr1ente dopo un Ifeve esercizio, si vada abbassando assaj lentamente. An che l'ipotensione del · polso è uno dei segni a cui si • cleYe .p orre la maggiore attenzione, percl1è lo si tro,·a in m olti casi. 4) I sintorni gastrointestinali. Sono di carattere n on costant e, ma presenti in molti ca.si; talvolta anzi domjnanti. Pi\1 che di anoressia, si tr'atta di appetito capriccìoso, . talora vivace non ostante la febbre. Com e sospetto deve considerarsi• sempre lo svilup1po di una gastrite in giovani rSenza alc una causa apparente; così pure mette sulla buon a. strada per la diagnosi la p.erdita 1progTe3:>iva. di peso. 5) Sistema nervoso. Quel gruppo di sintomi cl).e va sotto il nome di .p sicastenia e di neurastenia 1p uò essere soltanto premonitore della tubercolosi polrnor1are e continuare per degli anni prima elle questa ·d ia segni evidenti. Quasi caratteristici sono il sen so di stanchezza, il disgusto per ogni occu~ 1pazione a cui si è accennato, una notevole irri, t abi.lità mentale e le variazioni ,d i carattere. Si notano inoltre cefalee, dolori spinali, vertigini, che indicano l'effetto delle tossine sul sistema nervoso. No11 sono rari i dolori alla clavi<:f) 1a, spontanei o risvegliati dalla palpazione profonda, i dolori alle spalle che si irradiano alle braccia, la raucedtne transitoria a cui i pazienti n on fanno caso .. Bisogna s0tprattutto ten-er presente che la tubercolosi può mascherare qualsiasi altra affezione dei grandi sic;temi, pri:ma che l'attenzione polmone. venga richiamata al I • I dtversi .e svariati sintomi che il ,paziente acc usa vanno vagliati con cura per poter arriyare ad una diagnosi, per la quale n ei primi stadi non si 11a nessun aiuto n è dalla presenza ~i tosse o di ernottisi, n è dall'esame radiografico o da quello dell' espettorato. 'L'anamnesi familiare può es.sere utile ma maggiormente lo sarà qt1ella individuale ' che d'eve com.p rendere ogni particolare su ogni malattia fi11 da] l'infanzia; natural1nente la storia


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della malattia attuale 11a la 111assi1na in1portanzé', e si pcitrà così arrivare dal complesso di si11tomi, ogr1un o di per sè poco sig·nift.c ati vo, ad una diagnosi molto pri1na. che n e diano confer1na l'esam e radiografico o quello dell'espettorato.

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FILIPPINI.

L'origine dei dolori to1·acici nella tubercolosi polmonare incipiente. (I. KNOTZ.

vlliener klin. W pch erischrift, 16 )t1gl io

1925).

..:\ccanto ai consuetj m etodi ·di esame si vie11e ora diffondendo . fra i pra tici la ricerca di certi segni lievi per la diagnosi di tubercolosi polmonare incipie11te; trattasi p er l o più di dolori spo11tanei o provocati dalla .p ressione s u detern1inati punti d€1 torace che cornpaiono precocen1ente nella tuber colosi polmonare. Le op ini oni sull1origine di tali dolor i varia110 secondo i diversi autori che si sono occu1p ati dell'argomento. SPcon{lO Stahe1 in essi son o da riferirsi a !Ilodi.fìcazior1i della pleura che talvolta si palesano all 'ascoltazior1e, m e11tre i d olori più ·d iffusi che son o freque11ti sip ecialménte nelle 1Jro11chiti , sarebb€ro da attribuirsi a sforzi muscolari da tosse; sp iegazione però che non soddisfa .p oichè essi non son o per nulla in rapporto con la frequr.11za e l ' intensità della tosse. Macke11zi e li con sidera com e una conseguer1za di un r iflesso visceromotore. In seguit~ ad irritazione c·e11trjpeta che 1p arte da un organo interno am1nalato vengono tesi i muscoli del corrispondente segmento midollare (difesa muscolare) e ne conseguono dolori. Altri autori 1p ensa110 che si tratti di una perineurite, la quale però può escludersi per il fatto che il 1p lesso rimane sem-· pre insensibile alla pressi on e. L'A. con sidera l 'insieme dei sintomi n ell'apice polmonare e al di sopra di esso com.e un' unità clinica e li mette in di·p endenza con il fo cola io p olmonare. Questo si trova di consueto alla base del lobo superiore, più spesso ·del sinjstro; il processo s'incammina poi J)er l e vie linfatiche ftno all' ~ice. Arriva per tal modo a dare _degli essudati alla superficie d ella pleura in cui si formano l e prime aderenze, anche se non è percepibile alcuno sfregamento. Da questo essudato e d9. quest e aderenze, le t ossin e vanno verso la parete toracica e, prima di tutto, ai muscoli vj. cini , nei .quali si ha una tumefazione infian1matoria di origine fossica ed una doloT31bilità . 1·a1e sintomo della tubercolosi ~icale iniz!ale ha quindi la sua origine in una pleurite d el· l'a.p ice e va considerato come una malattia tubercolare della cappa muscolare d ella spalla, corr1e un r eumatismo tubercolare di tali musco li. 0

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XXXII,

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40J

f) a ciò qui11di l a tensione e la ri gidit à di cui 1pu rlano gli autori che corrispo11dono alla ·di- • fesa muscolare e trovano a11alogia con la tensione e la rigidità ch e si hanno in altre for1oe dj re urn atismo. I dolori permangono pe r di ver se settima11e e subentra l'atrofia che, sec0nùo la teori a della difesa (1) sarebbe la ronseguen za dello sforzo clurato a lungo. Nel concetto de1l'.t\., l 'atrofia dei muscoli della spalla sarebbe la conseguenza delle l esioni 1nuscolari . indotte dalla mi osite tossica tubercolar e, com e si verifica anche l'atrofia nluscolare in altre forr11e cli reumatis 1no. f_,n 1niosite poi scompare quando, scorr1parso i I ,p rocesso pleuritico, non si ha .p iù produzione 1oca1e di tossine .e quando, p er l'orga11izzazior1e delle a derenze, le vie di comunicazione sono diventate Ineno agevoli. Si spiegano così la t e11sion e ed i dolori nella inuscolat11ra della spalla, nonchè .1a sensibilità del t.r a1p czio d el gran pettorale e l 'atrofia consecutiva. Il .punto di partenza di queste consi dera zioni è stato 1p er l ' A. la osservazio11e di uri. punto dolùroso a1la. pressione in tutti i casi iniziali e '1e lle ricadute; tale punto si trova verso la m età della testa omerale dal lato affetto; il dolore è r·0 .:;1 vivo che gli ammalati danno un grido e si tirano indietro. Tale punto doloroso non si _trova n el grar1de, ina b ensì nel p iccolo pettoral e che nella regione indicata si trova copeTto ·dal gran pettorale; essentlo più vicino alla parete toracica, esso viene lPer primo leso dalle tossine. Talora, come esit9 della miosite tuber colar e tossica, rirna ngono per lungo tempo 1piccoli 110,9.uli dolorosi nel muscolo p ettorale. I ·p a zienti si presentano al medico a ccusando dolori al cuore i1 quale ri· s ulta sano, mentre è invece l'apice .cpe è arn rr1alato. In parecchi casi, il dolore non si risveglia c;nl· tanto con la pressione, ma è anche spontaneo e scompare d opo alcune settimane col diminuire dell~ ple11rite a1p·i caJe. Questo segno del 1 p iccolo p ettcra! e è uno dei 1più precoci, compare moito tempo prirna delrottusità e .p uò essere di grande utilità per il medico; la ·sua diminuzione eù il suo aurnento segnano corrispor1denti regressioni o progressi d el processo 1p rofondo. Come i dolori muscolari toracici sono da conside~arsi espressione di una miosite tossica, rosi anch.e la sensibilità del frenico è da riferirsi ad t1na 1>eri11eur.ite tossica, la :sensibilità delle spine · vertebrali dalJ a t erza alla settima è da attri4

(1) Secondo Mackenzie, l 'organismo tenderebbe a difender si ·r endendo •p iù salda la p~rete mu-

scolare sulla parte ammalata per 1negl10 proteg- ~ gerti l 'organismo.


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SEZIONE PRATICA

buirgi ad una periostite tubercolotossica e la comparsa di piccole ghiandole linfatiche al margine posteriore dello sternocleidomastoideo, . nelJa cavità ascellare e negli spazi intercostalj ad una linfadenite da tossine tubercolarj. FILIPPINl. '

La frenicotomia in malattie va1·ie del polmone e della pleura. (MORONE.

Boll. d. So c. Chir. Pavia, 1925, fase. 10).

1~01

tani a ùistanza ·d i circa un anno e m ezzo sono abbastanza soddisfacenti per le tubercolo'-i ma non duraturi in tutti. Il su ccesso fu pronto e pern1anente nei casi di deformità toraciche e medjas1injcl1e da aderenze. In conclusione cr ede che la r esezione del . fr enjco esercita una gran.de efficacia 1p·a lliativa sempre o quasi se1npre, spesso tale da 1permetter e una evoluzjon.e assai favorevole d ella tubercolosi pol-. monare.

Essa deve essere adoperata in quei .casi in cui Dotpo la proJ)osta ·dello Stuertz (1911) di ottenon è indicato il pneumotorace terapet1tico che nere il collasso d el lobo inferiore del polmone e certa1nente deve essere preferito. ài sottrarlo alla distensione inspiratoria metiianBR. te la sezione del frenico, la terapia chirurgica della tubercolosi IPOlmonare acquistava un nuovo mezzo che per quanto ostacol ato da Hellin fu BIBLIOGRA~1CI convalidato da studi ed esperirnenti specialmente del Sautrbruch e della sua scuola che ·dal la sernCAH f.() DE GREGORIO. Sindromi ipofisarie. Roma pli ce sezion e giung·e'va all'idea di una r esezione 1fl~4. P rezzo L. 15. la più ampia possibil e. L 'A. 11a operati 54 casi principalmente tu.b ercolosi a>olmon ari con aderenL' apparato ipofisario, p er la sua com1plec;sità ze pleuro-parietali estese, tali da non p ermt:!ttere ana tomica, per i rapporti complicati glanclulari 84Pplicazioni del pneumotorace terapeutico; brone nervosi, [)er la sua situazione anatomica, che chiectasie, ascessi :polmonari, deforrr1azioni gravi ne rende diffici1e l' esipolorazione cljnica e speridel mediastino per aderenze. Dapprima si limimentale, 1per l'importanza oramai· non più ditava a praticare la resezione di 2 cm. del nervo scussa in m olteplici •s indromi m orbose, costitl1isce nel suo tragitto cervicale 1poi ha asportati 8-10 e per il clinico e 1Per l'endocrinologo uno degli cm. circa. ed infì11e ha ;praticata l'asp ortazione scegli più difficili a superare, ma uno dei prototale ·del frenico secondo F elix. Ha compiuto blerni pitl attraenti e ·di attualità. Anatomia, fisiol'opocazione con anestesia locale mediante inrisio- patologia, clinica s:Iell'ipofisi sono c~pitoli i11 evone lungo il margine posteriore d ello sterno cleido- luzi c·ne in molta 1parte an cora 11on decisi: ir1mastoideo, rintraccia11do sul la guida dello scaleno grato com1pito quello di rjassumere, .di criticarP., anteriore il nervo nell'angolo tra lo sterno cleiùo- e, in m ezzo ai sentieri e ai m eandrj delle ipotesi mastoideo ed il muscolo omo-ioideo. È da rilee d elle discussioni, trovare la via ampia che pervare che m olte volte esiste un frenico a ccessorio 1netta un orientamento ragionato se n on ancora che si stacca dal n ervo principale in vicinanza razionale. Cal'lo De Greg·orio Ila affrontato tutte ·dell'origine di questo e ad esso si devono i casi queste difficoltà col suo bre,re volume, n el quale di jnsuccesso diverse volte riscontrato nella letha vo1uto pres€ntare al lettore itali'ano lo stato teratura. L'estinpazione completa fu eseguita famoderno d egli studi sulla ipofisi. Breve il volucendo arrotolare il capo p erifer ico del nervo reme, che aVTebbe 'Potuto diventare 1nastodontico, ciso sulle branche ·di una !Pinza P ean. 1p ur che l' A. avesse a'1 uto la facile pazienza ".d i Gli effetti che conseguirono alla frenicotomia r iportare tutta la farraginosa raccolta di ipot~si furono innalzamento del diaframma, specialmene cli esperien ze cl1e sull'argo1nento .son o ·p ub·blite nella m età sinistra , e immobilità di esso, ricate, breve ied i nter essante perchè quello c~1e duzione della base dell'emitorace del lato operato, più si ammira n ella trattazion e è la fari1j tà della • riduzione ~ compf]'.'essione del .p olmone in qualche sint(:'si duttile cl1e n on nu oce m a giova alla cl1iaca>so simile a quella del pneumoto,r ace. In alcun i r ezza d el conte11uto. Co11 lucida chiarezza infatti malati si verificò subito ·senso di ben esser e, scom- l'A. e51Pon e e l'anatomia microscopica, e l'a11ato1parsa della tosse, diminuzione dell'espettorato , mia della regione sopraipofisaria, e la fisiopatocessazione di emottisi e della febbre, migl:oralogia e la semeiologia, capitolo di grande jntemento dell'appetito, senso di euforia. In altri si resse anche p er il medico pratico. Nel dissidio ebbe un rialzo termico, un aumento dell'espettoancora. esiste11te circa la fisiopatologia ctelle glanrato cui seguì 1poi un 1periodo di miglioramento, d ole l 'A. è fervente sostenitor e della teoria neuroin altri infine i1on si verificarono le modificazioni glandulare; tuttavia egli, nella esposizione delle fav orevoli 'Post-operatorie. ·Que.sti erano special- sindromi morbose, adotta una classificazione climenf e infermi con lesioni bilaterali. Gli esiti lori. nica, 1senza pregiudicare il concetto patogeneti1

CENNI

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POLICLINICO

co ; tpruder1te e lodevole condotta fino a che le cognizioni non saranno ch iare e con cordi. Porta un contributo personale di casistica bene studiata e trova modo ·di mettere nel giusto rilievo • l' ope1a importante degli studiosi italiani, facilm ente dimenti cata dagli stranieri. Il IP·Ubblico medico italiano sarà grato al De Gregorio, che ha in breve volume con centrato una. vera biblioteca moderna; il medico 1p ratico nella italianità dello scritto e nella consegue{\za del1e dedu zioni ~rov erà sp-ianata la ·stra9.a 1p er conoscer e esattamente i termini idi un importante capitolo di endocrin.o logia clinica moderna. T. cPONTANO. R . A.

L a tétanie i n fantile. Un vol . di .p ag. 224, 1925. Masson et C.ie, éd. Frs. 16.'

La tetania .infantile costituisce un argomento di grande attualità p er il numero considerevole di stu.diosi che oggidì se ne occupan o. I .'autore, con un lavoro ampiamente documentato, m ette in .g iusta luce il valore delle ricer che fisico-chimiche del sangue, da cui scatuTisce ne! ta l 'importanza [patogenetica fondamentale delle ,·ariazionj dello ione calcio n el ricambio, conn esse all e alterazioni dell'equilibrio acidi-basi. Inter essante è la valorizzazione diagno•stica della misura della cronaxia, concetto elettro-fisiologico del tutto moderno, la quale dovrebbe sostituire, tper la sua maggior precisione, la ricerc:i. del classico segno di Erb. In ca1pitoli speciali sono poi tStudiate la tetani:1. tireoprjva e le tetanie sperimentali per iiperalcalosi 1provocata. Le indicazioni terapeutiche chiudono l'interessante volume, . e sono anch'esse trattate con concetti as solutamente moderni, e in relazione ai • dati patoge netici positivi generati 1dall' os·serva zione clinica e dalle ricerche di laboratorio. M. FABERI.

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T U RPIN.

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M. LAEMMER. Opothérapi e clinique. Orga.nothérapie. F ormulaire. Masson, 1925, 10 fr. Come dice esp.Jicitamente l'intestazion e del libro esso è un Formulario. L' A. ha voluto per ciò seguire le direttive pratiche dei formulari elencando form·u le, prodotti e vie di somministrazione a seconda le · malattie dei vari organi e tessuti. La lista dovrebbe sembrar molto breve ed invece è lunghissima ~oi ~hè tutto o quasi l'organoteraipia ha tentato di curare. Ciò non toglie utilità e chiarezza al volume. In t1na pr:i. ina patte sono e~posti i principi generali di organoterapia .p er ciò che riguarda la forma del ari prodotti, le dosi, le sinergie e le incompatibilità, le indicazioni, ecc. In particolare son o s·uggerite le regole da se\

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guire circa la durata e l' anda1nento delle singole curr:. Trovano posto in questa parte alcuni ce11ni sui metodi di esplorazione funzi onale delle varie gh. a secrez. interna da servire ·di base per una tera,p ia 01Potera1pica razionale. D. M. •

G. LAROCHE. Opothér apie endocrinienne . Massonp 1925, Fr. 12.

Il libro che il Laroche pubblica, per i suoi 1ntendimenti e per il metodo con cui è condotto, troverà o.g ni favor e tra i m edici che vogliano conoscere p iù da vicino le basi scientifiche di una opoterapia endocrina. Noj non ci schiereremo tra i fautori accesi e gli entusiasti ad ogni costo della opoterapia. Ma vogliamo far rilevar e che le aprioristiche avversioni, spesso fon·date sol o sull'ignoranza, sono sconsiderate quanto i troppo facili entusiasmi. L'opoterapia conta rp ochi sicuri vantaggi e 1successi. ·Se bene 1pochi essi ·giusti!flcano e r endono di obbligo la diffusione e la con oscenza della opoterapia e11docrina. Tanto più .questo a noi sembra giusto se si pensa che fra i prodotti opoterapici, quando sono attivi, se ne trovano di quelli. che debbono esser dati a ragion veduta e sorvegliati attentamente n egli effetti. Il ·dott. Laroche ha opportunamente e con ottima sintesi fatto precedere alle conoscenze su ogni ,p reparato opoterapico le nozioni di .fisiologia e di fìsiopatologia endocrina che sole possono guidare l'uso di questi prodotti nei sin goli casi. e permetterne almeno · s~nza danni la. 6ommi11istrazione . troppo spesso eseguita a capriccio! Circa 40 pagine del volume sono dedicate alD. MASELLJ. l'insulina. /\. l\1ARTINET. Er1fergétique cliniqu:.e. iM asson. Fr. 35. '

19'"2..r::;.

Questa opera ·del Martinet è stata pubb1icata, dopo la morte dell'A. , a cura dell'allievo ed amico il dott. G. Martingay. L'ardito fine cui il Martinet ha in fondo mirato è stato quello . di giungere, attraverso 1e conquiste più moderne di fisiopatologia del sistema nervoso vegetativo, di biochimica, di fisicochimica e di psicofisiologia e -con lo studio dei fenomeni e fatti più solidamente stabiliti, ad una con-cezione sintetica di molti stati morbosi, a manifestazioni svariate ma a fondamento unico. che Je r icerche contemporanee 1Permettono di definire, inter.p retare, classificare. Scaturisce naturalmente, ·da .queste vedute del Martinet,, la t e1apia d~i singoli casi. Terapia spesso, secondo il l\1artinet, sorprendentem ente utile. In ogni capitolo sono ricordati e djscussi gli stu·di, i princ~pi ed i metodi di ricerca adottati, per scopi clinici, in queste varie branche della


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SEZIONE PRATICA

biologia di cui la clinica d'o.g gi non può fare a meno per la esatta concezione ed individualizzazione dei .p ro·cessi morbosi. E un libro per Gosì dire di frontiera e che si legge con grande in teresse. D. MAS-ELLI.

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D ei 15 italiani i11terven1:1ti al Congresso 6 appartenevano alla. delegazione ufficiale governativa: S. E. Paolucci de' Calboli presidente, il gr .. uff. prof. Labriola, il comm. Sciti, ed i proff. Valagus.~a, SignoreJl,i e Spolverini. Gli altr·i ra.p1p resentavano autorità locali ed opere ·p rivate, tra cui il prof. Caronia, 11 maggi ore Armani, La contessa BRAL1N. Die ortliche Betaubung. Ihre wissenschaftliNora Balzani, la marchesa Firmaturi, la sig.ra che1i Gru·n dlagen und practische An1vend1lng. Labriola,. la sig.na Va1agu,ss.a, la sig.r.a. Mar.a.ini, Edit. Johann A1nbrosius Barth, •Li1psia. la dott.sa Sandesky, la sig.ra T,reves. L 'o.pera del Braun è nota ai .chirurgi. Oggi egli R stato certo doloroso per noi constatare come la presenta nella sua settima edizione. .Pregio di 4 italiani, che avevano accettato l 'incarico di fondamentale del lavoro è quello di seguire passo riferire SìU diverse relazioni generali, soltanto uno (V aìagu.ssa) siasi presentato, mentre ·gli ialtri tre passo le conquiste dell'argomento. In qt1est'ultisono rimasti assenti in maniera che le rela~ioni ma edizione si trovano svolte profondamente italiane, anche esse strumipate in precedenza (checcorr1e nelle precedenti - le nozioni storichP sulchè abbiano riferito con troprpa facilità alcuni l'anest€Sia locale, le varie modalità di anestesia giorn ~li) non sono ~tate lette! 1 loca .e, le diverse sostanze !medicamentose che · Del resto le varie re.I.azioni, comunicazioni e hanno azione anestet1ca. locale, e la tecnica gediscu&sioni di questo congresso eminentem,e nte sonerale e particolare 1Per ottenerla. Vi si trova .p oi, ciale non hanno nel complesso condotto ad idee con1e novità, il rifacimento del capitolo sull'anenuovA od a proposte -Originali, m.a più che altro il convegno mirava allo scopo - came ha rilevato lo &tesia per lè operazioni al collo. B. stes.~o pr:0f. Del.a.qui~, delegato dell.a Con.federazion e Svizzera - di cercare di perf.ezionare e coordinare i vari mvzzi e metodi già in pratica nei di·versi paesi .a pro dell'infanzia. La. delegazione italiana, che si era divisa il LaIl I Congresso internazionale voro nelle varie sezioni , ha preso attiva parte pel soccorso al bambino. nello svolgimento della discussione. Alla i a. sezione (igie.ne e medicina) le risoluzioni Il CongreS&> internazionale del fanciullo i·ecenpiù importanti proposte si riferiscono : 1) alla temente tenuto a Ginevra, è riuscito uno dei più necessità di istituire corsi superio.r i di puoriculimportanti del genere non tanto dal punto di vista tura insieme a scuole pratiche per ogni cla&se soscientifico (veramente non er.a un congresso. per ciale per l 'assistenza al bambino (tesi cald amente discuS3ioni scientifiche!) quanto dal 1punto di vi.s ta ' sostenuta dall'illustre e ben noto prof. Pinard); sociale. Vi ~ono i~tervenuti da tutte le parti del mondo 2) alla in.stituzione <li dispensari soci.ali a favore della maternità e dell'infanzia; 3) alla necessità i rappr~entanti delle varie opere di assistenza all'infanzia ed i più illustri pionieri della difesa della sorveglianza attiva sul latte animale consum.ato dai b ambini; 4) alla grande utilità della igienica e mo·r ale del fanciullo, allo scopo di intendersi sul modo migliore per ottenere che lo.. svi- cu ra dell'ari.a e del sole non solo per i bambini raohitici e .t11bercol-osi (e la din1ostrazione pratica lu1ppo fisico· e moral e del bambino avvenga da per fatta dall'·i llustre re]at.ore dott. Rollier .d ei b.riltutto in modo fisiologico. la.nti risult:lti otten11ti ha vivamente interessato I temi proposti per la discussione generale erano ed impreSSiionato i congressisti) ma in .g enere a a vero dire troppo 11u1merosi (ben 16), e trop~o S'<!opo profilattico per tt1tti i bambini che frequenvasti: si è e.ercato di rimediare a questo incontano le scuole. veniente divi·denclo il Congresso in tre sezioni: igiene e medicina; assistenza pubblica e previIn questa sezione il delegato italiano prof. Vadenza sociale ; educazi.011e e pro·pa·ganda. lagussa .h.a po.r tato il suo notevole contributo nella In prima linea - non fosse .altro che pel i1uquestione <lell' alimentazione del l attante e nella mero ,de;gli intervenuti - figuravo.ano i delegati elioteraipia. Anch.e il prof. Oaronia ha comunicato in.glesi (oltre il centinaio), poi quelli francesi e le sue ricerohe sulla profila.ss.i antimoo-billosa ed antiscarlattinosa ed il prof. Signorelli insistette quelli dell'America d el Sud. Circa i 3/5 dei congressisti er.ano raippresentati da donne, e se ne sul fatto che il baimbino deve vivere sempre vicino comprende hene il motivo, trattarudosi d el b·amalla in.adre, di cui oonviene egualmente ocourparsi. bino. Notevoli sono state pure ]e discussioni verificaGli italiani non hanno dimostrato molto interes- tesi ne1li3i II seziorLe che Sii occupava dell'assistenza se- p€1r qu~t:t riun~orne intern azionale, e ]a stessa e previdenza sociale. Tra i voti più importanti stampa si è limitata a brevi cenni pur troppo non emessi figurano quelli: 1) sulla rioerca della pasempre esatti. Eppure da noi le questioni che si ternità; 2) sulla necessità che nei grandi centri riferiscono .al ·benessere del bambino sono abbasi formino dei comitati speciali a favore della mastanza studiate e prospettate presso la . pubblica dre e del bambino pei vari generi di assistenza opinione e . molte opere si compiono a suo van(a Ro1na già f unzio11ano!); 3) sulla opportunità taggio! che non vi sia distinzione - per ciò che si rife-

ACCADEMIE, SOCIETA MEÒICHE, CONGRESSI.

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IL POL lCI.JNICO

risce all' .assistenz.a - tra bambino legittimo, illegitt.i1no ed orfano ; 4) sull'utilità del controllo medico n ell ' infanzia e nell'adolescenza; 5) sull'opportunità che i bambini stranie ri ricevano eguale assistenza, in caso di necessità, di quelli del paese di r esjdenz.a; 6) sulla necessità sia che i b ambini emigranti durante il viaggio invece che abba11do11ati siano n.~sistiti e vigilati da una signorina diplomata i1ell'.assisten.z.a all'infanzia, e sia che vengano fatti studi sistematici ed inchieste sui metodi di alimentazion e qi ques.t i bambini e sul loro stato di salute specialmente durante le traversate marittime. Quest'111,ti1no ordine del giorno .approiv ato dal congresso è stato integralmente p roposto ed illu.~trato dai delegati italiani (prof . L abriola e prof. Spolverini) pa.rtico]armente des ignati .a questa se~ione per la disr.11ssione dei vari t emi che interesEav ano i.n modo speciale iÌ n ostro Commi8sariato di emigrazione, il quale ha potuto dimootrare (come del rP.sto ha riconosciuto nella seduta plenaria il delegato dell'Argentina S. E. Perez.) di essere all' a.vanguar·d ia nell~ opere di previdenza a favore degli -emigr.anti , co1mprese le d-0nne ed i ba.m bini. Difatti nella 3a sezione '< educazione e propaganda » (~ stato f..aci]e al delegato oomm: Sciti dimostr ar e come il C011I1missariato di Emigrazione mercè l'i nstituzione dei vari corsi popol ari e professio11ali si sia validamente inter.e ssato di educare l'o~inio.n e p11bblica nella· protezione dell'infanzia e specialmente le. madri e le infermiere visitatrici. Il con gres~o del r-esto 11a . giustamente riconosciuto il grande oontributo che la donna 11a o vunque portato all'opera di organizzazione e di propaganda in favore della maternità d ell'infanzia . In oltre, a proposito della formazione di un personale idi previdenza sooi.a1e in favore· ·d ell'inf.anzia e dell' adole<:>cenza è stata votata J.a risoluziione che i. m ecljci, le levatrici, ]e infermiere visitatrici, le .ass]ste.n ti dell'infanzia riceva110 un'istruzione special.e. in aprposite scuole, che un p er son.a:Le, cosiì speci.alizzato, è indispensa.b ile per la tutela dell'infan zia le cui instit11zioni dovrebbero esserne fornite , e .e h.e debbono i11stituirs.i nei vari ·pa;esi dei corsi di studio ·di previdenza sociale. Su questa interessante questione il nostro delegato ufficiale prof. Sign-0relli ebbe agio <li illustr,ar e con molta competenza l'utilità della scuola di a Ssist en za all'infanzia <li 8. Gregorio funzionante i11 Roma già da vari anni. Parimenti il delegato prof. Spolverini mise in rilievo quantot si fia prima in Roma erp1poi in Milano a tale riguardo, ed in ip1a rticolar modo richiamò l' attenzi-0ne 1del Congresso sul nuovo insegnaimento sociale, instituito recentemente dalla Ca.ssa Nazionale delle Aooicl1razioni sociali, per 1a tutela ,della maternità e dell'infian2ia e degli ope• • r a1 TI). genere. Dalla breve ~s·posizione fatta sui lavori del Congr esso è fa cile dedurre che molti dei voti emessi già avevano trovato in Italia pratica attua2ione a favore del fanciullo, sia pure limitatamente .a talun~ regi-oni . Disgr.aziatamente non si è potuto dare l a sensazione, approssimativamente esatta di ti1tt.o quanto in realtà si compie da noi a favo re 1

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dell'infanzia, giacchè l'Italia a differenza di tante . altre nazioni (Gerrn1ania, Argentina, Inghilterra), non ha presentato una pubblicazione ri~untiva :il riguardo, n è ha preso parte in alcun 7Mdo all'esposizione internazionale, .an11essa .al Coruo-resso I::> ' cli l)Uericultura e di propaganda infantile; ciò che invece hanno fatto tutte le altre 47 n.azioni partecipanti alla riunione. Questa è stata una lacuna veramente deplorevole, mentre il materiale non sarebbe davvero mancato per u·s cirne co~ o·n ore, solo che ci si fosse pensatoi Lia no~tra direzione generale di Sanità, tanto be11em.erita per svariate i11iziative utili al benessere sociale, potrebbe, in vista dei còntinui rongr-essi che si susseguono ovt1nque, instituire un ufficio di organizzazione e di coordinazione per la bt1ona e completa riuscita dei medesimi . Così pure è noto con quanto fervore in Italia specialmente talune. instituzioni cattoliche si occupino a pro del fan ciullo e quante opere facciano funzionare pel suo benessere materiale e morale. Sarebbe quindi stato desiderabile che, trattandosi di un congresso sociale .avente per soopo una crociata. a favore d.ell'i11fanzia, fosse stato messo in evi.d enza tutta questa grande opera di assistenza, educazione e propaganda ; se11za lasciare che sola.mewte pastori di altre reli·g ioni m.e ttessero in rili~vo, a11che in qualità <li relatori ufficiali (B·e nt el, l\tallery), l'opera che essi .sivolgono ,ed in par- ' t.icolare 1nodo sulla .qt1.e stione 14a.: ricreazioni or. te . \ gan1zza Del r esto le instituzioni cattoliche già I.avoirano in ispecie attraverso le missioni, in tutto il mondo, pel benessere del fanciullo con buoni risultati, ed è fa.cile prevedere cbe i risultati sar ebber-0 ancora 1nigliori e comunque più raipidi se i mission ari stessi potessero, oltre a] r esto, ricevere anche una preventiva adeguata istruzione sia sopra alcune norme di igie11e infantile, ed assistenza sanitaria all'infanzia, e sia sui concetti di previdenza sociale. Il Congresso h.a emesso anche il voto che le Università cr eino le cattedre ·di previdenza sociale. In Itali.a, sarebbe più logico che di tale pr-0blema se ne incaricasse specialmente l'organo più competente, vale a dire la Ca.$a Nazionale delle Assicurazioni soci.ali, sia pure previ accordi con altri enti (talune università e ·p rovincie, in numero però ]imitato). Indubbiamente l'argomento merjta tutta ]'.attenzione in vista della sua grande i.importanza. L'Italia deve ancora molto operare a vantaggio del fancil1llo ed in specie del bambino; deve oer~ care di proteggerlo e difenderlo d.alle numer-OSe malattie che ne insidiano la salute, d.eve tendere co·n ogni mezzo a sipendere il danaro per farlo crescere s.ano piuttosto che curarlo qu.an·do è malato. I11 nessun altro caso corrisponde tanto al vero, come p·el bambino, il detto «meglio prevenire ohe reprimere Je malattie». Di questa grande verità dovrebbero essere convinti tutti gli Italiani: auguriamoci che la nuova legge .a pro dell'infanzia ci avvii verso questa mèta così desiderata. Prof. SPOLVERINI, Ordinario di Clinica Pediatrica.

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SEZIONE P RATJCA

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APPUNTI PER 11 MEDICO PRATICO. . •

SEMEIOTICA• Sol respiro periodico.

Golwitzer-Meier (Deutsche m ed. W ·ochensch., numero 24, 1925~ rileva che il reslJ)iro periodico viene oggi ger1eralmente attribuito a man canza di ossigeno ·che può essere centrale locale 01p,p ure generale. Difatti i tessuti e liquidi organi·c i non riescon o a com~ensare improvvise alterazioni della tensione dell'ossigeno, come lo fanno invece nel caso dell'acido carbonico per merito dcl bicarb0nato in essi conten11to. Il contenuto del san g ue in gas nel ·corso del respiro p er icd ico varia n otevolmente a seco11da delle ·con dizioni che hanno d eterminato qu esta modalità di respiro. Così ]l contenuto del gas n el sangne può essere normale quando il respiro .p eriodi co sia i11 rapporto con deficienza locale di oc:;sigeno nel centro reSJPiratorio in seguito a disturbi d ello scambio tra questo centro e il sangue. Uno di questi casi è riferito dall'autore in un uomo di 65 anni co~pito ·da un attacco apopl8ttico. Non ap1p ena il r espiro periodico determinava un'iperventilazione, la reazion e d el sangue si spostava ver so il lato alcalino, la tensione carbonica dirninuiva, la ten sione dell'ossigeno aumentava. Se invece una d eficienza gener ale dell'ossigeno ha determinato il r espiro per iodico, con1e in due casi osservati dall'autore di intossicazion e m orfinica di un m eningitico tuber~olare e in un caso di glo1r1erulonefrite cronica con urem ia (deficien za di ossigeno da inst1fficiente ventilazione per diminuzione dell'eccitabilità del centro respiratorio) auxnentano la funzion e dell'acido carbonico e la con centrazione di joni di idrogeno.

1'8'ppendicite si può avere, ma. in un rperiodo ulte_riorP.. Così 'PUre u na leucocitosi di almen o 25,000 per mmc. in periodo iniziale , parla nettan1ente o8r . la polmon it e. Un segno in.costante, ma di qualche valore, è dato dal comportamento del m uscolo obltqu 0 esterno nelle profon de respirazioni: in esso si p roduce uno Sipasmo riflesso n elle fibre 1P·i ù alte in caso di p olmonite, in quelle ·P iù basse in caso di 8'ppe11dicite. L a rigtdità dei muscoli addominali è più marcata in casi di lesioni p eritoneali , onde i m ovjmen ti respiratori d ell'addome risultano diminuiti o aboliti, ·Ciò .che non accade, p in misura assai della base 1ninore, nelle lesion i pleuropolmonari , del torace. In qualche raro caso coesistono polmonite e appendicite pneumococcica , e la diagnosi esatta delle clue lesion i è quasi impossibile all'inizio. DORIA .

Le difficoltà della diag nosi . di · tubercolosi delle ghiandole bronchiali . 1E. Friedman (Bos ton med. and. surg. journal , 14 maggio 1925) richiama l'atten zione sullo stato vel'amente caotico in c-qi si trova la question e della diag11osi di tubercolosi del1e gl1ia11dole broncl1iali. Egli 11a raccolte 50 radiografie in serie, prese su bambini di un preventorio di Boston e le ha sottoip oste all'esame di tre emi11e11ti radiologi ·della città. I pareri furono concordi :Soltan to in 14 casi in cui ve11nero riconosciute normali (secondo un altro r adiologo tutte le radiografie mostrava110 modifìcazio11i patologiche). • Nè magg·iore con cordanza si trova n el giudizio su i fenomeni clinici. Il segno di D'Espi11e consiPOLL. ste, come è n oto, n ell'ascoltazione della voce ~u­ suri-ata 1p osteriormente lungo la trachea; normalS ulla diagnos i differenziale tra app endicite acuta mente il rumore trach.eale e la chiarezza della e polmonite iniziale. voce su surrata cessano a livello della settima dorsale, mentre si avvertono pi1ì in basso fino alla I,a diagnosi ·differenziale tra appendi cite acuta e polmonite basale, ·dice L. BrocJ.;mn.1111 (J-> ractitio-. qt1inta dorsale n el caso ·di ingrossa1nento delle ghiandole tracheali. Ora la ricer ca di questo c;ener, agosto 1924), può essere particolarmente djfflgno, fatta in 53 bambini, ha dato risultati sconcile nei primi stadi, specie n ej bambi11i. Nel 1p eriocordanti ; in alcuni casi un m.edico lo avveTtiva do iniziale della poln1onite non è evidente l'alitare del naso, n è l'arrossam ento u nilaterale d ella fac- alla quinta dorsale, m entre un altro lo localizzava allH seconda o viceversa; alct1ni m edici lo c.ia, nè si ha u n n otevole aumento della frequenza resrpiratoria. L' esame fisico del tor ~ce non metta trovarono leggermente IP·Ositivo in 2 casi, mentre in eviden za nulla di caratteristico, mentre n ella altri in 18. In 27 casi su 85 osservazioni, poi, m età destra dell'addome si può n otare eviden te vi fu discorda n za fra d etto segno ed i r eperti difesa muscolare e dolorabilità. radiologici. Se n e deve con clt1dere ch e l.e notevoli . Parla contro l' appendicite una tf.m peratura di variazioni di qt1esto segno gli tolgono m olto drlla 39°~ o più. La frequenza del polso, nei pri1ni stadi, ·sua utili tà e che esso è ben lungi dall'ess.r.re panon ha grande valore diagnostico differenziale; tognomonico d ell'i11gtossa1ne11to delle ghiand0Je1Parla per la polmonite i l pulsus ondoS'US, che i1elbroncl1iali.

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lf POLfCL. NICO

Nemmen o l'ottusità p~ra vert ebrale o parasternale costituiscono un seg110 jmportante per la diagnosi, "in quanto che sono state riscontrate raramente in bambini che dai radiologi erano stati dichiarati sospetti di tubercolosi dell'ilo. Il segno di Eustachio-Smitl1 con siste nell'a:;coltazione di un rumore co11tinuo sulla 1parte superiore dello sterno quando jl collo del bambin o è stirato indietro quanto più 1p ossibile; 1può con5iderasi come leggermente positivo s~ il rumor e non è continuo. Esso si trova an che in bambini dal -coll0 corto e sen za ingrossamenti ghiandolari; può considerarsi di scarso valore diagnostico. In complesso du11que, la diagn osi della tubercolosi dell'ilo si trova in uno stadio di dubbio e di il1certezza. I così detti segni sono infidi ed i r eperti radiologici hanno scarso valore. La diagno5l va dunque basata sulla anamnesi, sulla iespo5izion e all'infezione, sull a cutireazione positiva e ·sui sintomi e segni costituzi onali. ftl.

[ANNO XXXII, FA&. 401

Sulla ereditarietà della retinite pigmentosa. Borrello (Anrial.i di Oftalm. e Cl. ocul., 1924 fas~. 1-2), dopo aver ricordate le osservazioni di Darir-r, Snell (29 affetti ·di retinite su 42 'di3 cen~enti da un retinitico, in 5 generazioni), Nettleship (1n 6 generazioni 16 aflfetti da retinit~ e 32 da catAratta), Oliver (13 casi in 2 generazioni), accenna alle sue osservazioni personali e constata ~be: · 1) l'ere.d itarietà ha importanza indis~atibile nella trasmission e della retinite 1p igmentosa: 2~ nella trasmissione n on vi è prevalenza di sesso: '3~ si può avere trasmissione djretta o alternata; 4} i matrimoni consanguinei tra' i discendenti con predisposizione ereditaria alla retinite pigmen tosa sommano la potenza ereditaria ~umen­ tandon e i casi nelle generazioni -Oiscendenti. PERSIA.

TERAPIA.

CASISTICA.

L'azione contraria dei medicamenti. Complicazioni oculari della febbre tifoide.

V.i sono dei. medicamenti che, ad alte dosi,

Sono piuttosto rare e .consistono specialmente in ·congiuntiviti banali, catarrali o flittenulari, ma soprattl1tto in una vera xer oftalmia che .p11ò portare COffi1Pli1c azioni corneali (ascesso ad andamento rapido, cheratomalaJcia) con inevitabile perdita dell'oc-chio. Queste lesioni si 11anno nei tifosi comatosi che rimangono parecchi giorni con gli occhi aperti senza l 'am1niccamento protettore delle palpebre. 1Sono anche state segnalate delle co~­ giuntiviti da bacillo di Ebert.h, ~1er 1p rojezione acci,dentale dt colture del bacillo, affezioni che so no guarite in otto g1orni. · H. ~'illard ('A1ontpell·i er médical, 10 gennaio 1929) 11a osservato una dacriocistite cronica ed una pe1·iostite della testa dell'unguis sopraggiunte nel periodo della convalescenza ·della tifoide. Sono stati pure segnalati il flemmon e 1dell'orbit~ e delle obliterazioni dei vasi oifbitali con conseguer1te gangrena secca dell'orbita, ~oi {li m età della f3.Ccia seguita da morte. Una delle 1più frequenti complicazio11i è la cheratjte; ulcerosa, ..molto grave. Si possono avere anche delle cJ11.eratiti flittenulari ·b anali che guariscono rapidamente; è stato anc.h e ~ossibil e ripro-0.urre ~erim entalmente nielle cavie una cheratite ttfica a ra.p ida guarigione. Rarissime sono l e a Iterazioni del tratto uveale. Alcuni autori · hanno riportato casi di coroiditi. iridocicliti, corior etiniti che .sarebbero state con-secutive alla tifotde. . ftl.

producono effetti contrari a quelli che si hanno a . dosi piccole. È questa del resto una legge cl1e si può ritenere ge11erale e che si applica anche agli alin1enti che, presi in quantità giu~ta, assicurano la nutrizione, mentre in quantità .eccessiva posson o avvelenare. I rimedi hanno azione specifica; quando si oltrepassa la dose curativa, si hanno dei disturbi di ordine tossico e, ad una certa dose, la morte. Tale dose è qu ella che i trattati chiamano mas- ' sima, di cui però la conoscenza ha poca importanza ~ er il medico al quale interessa soprattutto la dose curativa. Ora, se la causa del male è accessibile e si può mettere in atto la m edicaziont:J SJpeciftca, la dose cur ativa sarà elevata fino a toccare i limiti della tossicità. Ben altrimenti si deve invece agire quando si faccja sempli·cemente una 1nedicazione sintomatica, poichè allora ci si dovrà contentare di dosi più basse di quel1e indicate dai trattati, in quanto che, altrirnenti, ·Si potranno avere degli effetti contrari a quelli che s i desiderano. P .. es. , il caffè, ch e normalrn~nte è eccitante, i)Uò a dosi minime avere un effetto calmante; l'alcool che a d0si basse· è eccitante ha invece un effetto depressivo se duto a d alte dosi. Analoghe azi.oni si hanno con i medicamenti. Il solfato di sodio, eh.e a dosi di oltre 5 grammi è lassativo, dà costipazion e se somm)nistrato a dosi di 20 cg.-1 grammo. Il sottonitrato di bismuto ha effetto costipante fino a 5 graJl!mi e ~uò i11-

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SEZIONE PRATICA

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vece averlo purgante a dosi di 10 ·g rammi. C. Fiessinger (Journai de~ praticiens, 25 luglio 1925) consiglia nelle gastralgie di non oltrepassare gli otto grammi al giorno, sotto pena di vede1\c;i .p rodurre dei disturbi diarroici. Ancor più importanti sono queste considerazioni 1p er la digitale che troppo .spesso viene prescritta · irrazionalmente ed a dosi eoces·sive. Le alte dosi di digitalina 1possono .esagerare la fibrillazione auricolare ed esercitare un'influenza dannosa nei miocardi debilitati. Il peri colo incomincia quando si danno le 10 ·g occe al giorno e pnò essere grave al qi là del1e 20. Il miocardio giovane può resistere alle alte dosi, ma a partire da una certa età è facile avere una distensione acuta. Quanto alla chinidina, di cui si è abusato nel l'aritmia completa, si ;può affermare che essa ha provorato non pocl1e morti. Non sono rari i malati cl1e banno si11copi con dosi di 60 cg. che spesso so110 in pratica raddoppiate con il grave ip ericolo di sopprimere un dj sturbo che non incomoda iJ malato per sostituirlo con u11a tachicard ia e talvolta con un abbattimento· definiti,ro del cuore. Si deve tener presente che la chinina e la chinidina sono dei paralizzanti del cuore a dosi che oltrepassano i 20-30 cg. Nei cardiaci, è consigliabile la vecchia formala di Hucha1 d: cloridrato di chinino cg. 5; solfato di sparteina mg. 25; estratto di convallaria q. b. per u11a pill ola. Da prenderne t1n a mattina e sera spec,ialmente nell'intervallo ·d elle cure digitalicl1e. L'azione paralizzante si cambia in tonica. Al contrario della ·medicazione causale, in quella sintomatica, l'azione terapeutica, invece di aumentare con le alte dosi diminuisce o si inverte. E qu esta conoscenza dei risultati contrari che metterà il medico prudente in grado di r1on iprovocare delle catastrofi. ttt.

Indicazioni e posologia . dell'adrenalina. Affe::.ioni mediche. Nei djsturbi delle capsule

surren ali, l'estratto totale delle ghiandole surrenalj agisce meglio che la sola adrenalina, d::ito in dosi corrispondenti a 20-40 cg. di surrenale fresca. L'adrenalina riesce bene contro l'i1potensione arteriòsa; nei casi ·di astenia, la si prescrive a ·do~i di 30 gocce al gior110 o di 20-40 cg. di polvere surrenale. Le crisi d'asma sono scongiurate con l'uso di adrenalina ad alte dosi; 1/2-2 m·g . .per iniezion-.? , 3-4 mg. per via gastrica. Il rimedio è curativo ~er l'accesso e, tSecondo Sergent, impedisce il suo ritorno 5e somministrato per 5-8 giorni di seguito; tali risultati però non sono confermati da altri (lournai des praticiens, 25 luglio 1925). Nelle affezioni delle vi.e digerenti, l'adrenalina

regolarizza le contrazioni degli ipertonici, provocando una più raipida evacuazione dello stoma:::o. Nelle emottisi non è indicata, poichè, ad llna fase di vasocostrizione, segue quella di vasodilatazione che è dannosa. Invece essa è utire nelle emorragie delle vie digerenti, a dosi di 10-20 gpcce, unatre volte al giorno; .l'azione però è soltanto temporanea. Secondo le indicazioni di Bossi, l'adrenalir1a è con sigliabile nella osteorr1alacia, fino a 1/2-1 rng. al • giorno 1p er iniezioni. Utile è nei vomiti. della gravidanza, a .dosi di 10-30 gocce al ·giorno o con1e iniezio11i di siero glucosato (125 eme.) a cui si aggiunge 1/2-1 mg, di adrenalina. La si 11sa, come preventivo delle crisj nitritoidi; 30-120 gocce per b occa, m ezz'ora [)rima della iniezione, oppure iniezione endomuscolare di 10-20 gocce, diluite in 2 crr1c. di siero artificiale. Contro la crisi nitritoide già manifesta, si fa l'iniezione endomuscolare ·di 1-3 mg. e, ~opo .con la stesc:;a siringa (contenente qui11di tracce di adrenalina) si fa una iniezior1e endovenosa di un po' di soluzione fisiologica. L'adrenalina co·s tituisce uno dei rnigliori agenti contro lo « shock » ed il collasso, p er iniezioni di 1-2 mg. che sono state fatte con successo anche intracardiache, nelle sincopi anestesiche ed in q11elle delle difteriti gravi e della pertosse. Affezioni chirurgiche. Si è associata l'adrenalina aglt anestetici locali (cocaina, novocaina), in cui però essa aumenta la tossicità della cocaina. Non si debbono quindi oltrepassare dosi deboli: 10 gocee per 100 eme. di soluzione di novocaina a 1/200. Bisogna guard~rsi dall'usare tale rime dio nei basedowiant, negli ipertesi, negli individui cloroformizzatt, in cui si può avére la morte per :fibrillazione a uri colare. Oftalmologia. La si può bene associare agli anestetici. Per l'estrazione di qorpi estra11ei, si instilleran110, a 1più riprese 2-3 gocce di una solu• zione con 10-30 cg. di cloridrato. di cocaina, 10 • gocce di adrenalina in 10 eme. di acqua distillata. Per 01perare senza sangue, .g li oftalmologi u:5ano iniezioni di novocaina-adrenalina (20 cg. della prima e 10 gocce della seconda in 10 eme. di siero :fisiologico, a>er 10 :fialette). Le iniezioni retrooculari di tale miscela fan110 ab·bassare, nei ca.si di glaucoma, la tensione del globo oculare. Nel~e congiuntiviti acute, si instilJe. ranno, mattina e sera 1-2 gocce di una soluzione con: solfato di zinco, novocaina, ana cg. 10; adrenalina gocce 10; acqua ·d istillata eme. 10. Rin1ologia. Si prescrivono spesso delle polverizzazioni nasali con 10-20 gocce di adrenalina in 20 c1nc. di soluzione di cloridrato di. cocaina a 2 %. Si può anche utilizzare la pomata : adrena-


1408

IL

POL ICL~NICO

lina gocce 10-20; cloridrato di cocaina cg. 40; vag·. 20. seli fl a ·. Irr t11tte le !Prescrizioni sopra riportate, per adren alina s'inten·de l a soluzione del cloridrato ·ad 1 %0 .

fil. Il derivato formilico de11·acidometa-amino-paraoxi·ft'nil-arsiuico (TreparsoJ) nel tratta1nento delt' amebiasi.

/

Dopo iniziatosi l'uso dell'emetina nella cura della d issenteria amebica si potè comprovare la sua azione 1nediocre sulle forme cistichP. e la resistenza di ~ert e dissenterie alla detta terapia. Venne, per riforzare il p oter e dell'emetina, l' assoçia zione degli arsen obenzoli sia per via endovenosa, sia p er via orale con tutti i suoi inconvenienti. Il m etodo classico attuale semb r erebb ~ esser la cura em etinica, più il novarsenoben zolo. Più recente1r1ente si è dimostrato che sj può sos tit11ir e il nçirsenol (novarsenobenzolo in cap"u~e) collo stovarsolo ch e agirebbe più energicarnen te . sull e lesioni intesti11ali. P erò in que!3ti ultirni m esi in Francia si è vantato il derivato formico ·dell'acido meta-amino11>ara-oxi-fenil arsen ico, g ià ·u tilizzato 1per via orale nella cura della sifilide. I .p rivilegi di questo preparato sono i seguenti : 1) Proporzion e più elevata d'arsenico. 2 ) Eliminazion e più r egolare e più l enta. S'inizia il giorno stesso d ella somministrazi on e ed è con1ple la dopo tre giorni. 3) A. zio11e locale e genP.raJe. Il 11uovo prepar3to nel trasformarsi in sali sol ubjli r1ello stesso intestino ha una azione diretta sui parnssiLi. Questa azione sulla mucosa intestinale e la su a 1p en etrazior1e n el f egato so110 ar1cl1e argornenti in favore del. poter e ·s ulle lesio ni della. amebiasi epatica. Il p r1n10 1n-etodo di cura è phì dirett o alla dissenter]a a mebi ca acuta; si pratica con una ]niezione (il pri1r10 g iorno) di 8 centg. di cloridrato di ernetina in soluzione recentemente prepnrata a.l 4 ?lo d'estratto cl'i1p ecacuana; j sei giorni segu e11ti 12 ccr1tg e l'ottavo giorno 8 cPntg.; n ello stesso t ernpo si dà mattin o e sera una compressa. di 25 centg . di preparato arsenicale in un 1poco di acqua. Finito quest0 periodo si danno durante 4 giorni, una volta al mattino o in du e volte, quatteo compr esse (1 gr. pro die) del prodo tto arsenicale. Se . è n ecessarj o si fa una terza c11ra analoga dopo tre g iorni di r)poso. Nei casi osservati e seguiti, la scomparsa delle amPbe e delle cisti è stata p er così dire imme d it1ta e definitiva. Le di ssenterie croniche l1anno reagito an che in u ri m odo rapi do colla n uova terapia arsenicale. In questi casi il Treparsol si prendeva p er serie di 4 giorni settimanali du-

[ ANNO ~XXII, FASC. 40}

1·ar1t0 6 a 8 settimane consecnti ve. 'fal vqlta ques ta terapia può essere abbreviata. Nei casi in cui si trovava la dissente.ria associata al Llambia · ntestinal1s o Trichomona, o Anchilo5toma duode11ale il risultato fu ·sempre favorevole. L ' ..\.. afferma che in vista delle osservazioni \!li11iche, che egli rip orta in questa stessa comun1cazi0ne, può con clu dere cl1e il nuovo prepar ">t,1 è attualmente il composto arsenicale più attivo che 1p ossediamo contro la dissenteria arr1ebica. L 'associazione con l'emetina nelle forme acute permetterà di otten ere delle guarigioni definitive> e sugli altri parassiti intestinali la sua azione sembra suscettibile di ap1plicazioni interessa11ti. Questa comunicazione è stata tradotta e aaO'i11nta con osservazioni e commenti dal prof. So'ano Ramos n el n. 1 degli A rchit 1i di gastro-en terologia cl1e si pl1bblica i1ella HabanR. RE. ~~

POST A DEGLI ABBONATI. ..\ ll'abb. n . 8805: P er le not)zj e ch e la interessano 1p uò consultare il man11ale di T ecnica Terapeuti ca ragionata di B. MASCI.

Il termin e del 10 agosto 1925 (per la prec:;enta• zione delle domande e documenti per il con~orso ad allievo )spettore m edico delle Ferrovie dello State non è stato prorogato. Nulla si sa rirca l'epoca n ella quale si svolgeranno gli esami. :No11 vi son o libri speciali p er la preparazione al detto a. a. concorso. .1\1 dott. L. C. da Rotzo :

Con sigliamo : La tuberco losi mal attia sociale, clel prof. .~. !I.VENTO; edit. Zanichelli, Bologna. L a difesa contro la tuberco losi e la sua l egislazione, del prof. A. FRANCHETTI; ibid. G . M.

.L\.11' abb . n. 6039 :

·C onsigliamo il III volume d ello Stato attuale della lotta an titub. in Italia, edito dalla Feder~.­ zione :NoT. Ital. per la lotta con tro la t ubercolosi chP. tratta: Colonie e Ospizi 1\1.arini. G. M.

.<\l ctott. 1\1. S. ·da Caltanissetta: P er la proteinoterapia aspecifica, il latte è stato usato an che non scremato. B però preieribile scr emarlo, filtrarlo e farlo bollire per alcuni minuti. In gen erale è stato usato il latte di mncca; però 1può u sarsi anche quello di caa>ra. ~l.

Al dott. ·C. F. B., abb. n. 3068: Consulti G. ANTONELLI: Igiene del piede e deUa rn.ano. Ma nuale del pedicure. Hoepli, Milano . ti l. '


[ ANN"

X'. \Jl, F ASC 4·0;

·vARIA.

SEZIONE PRATIC:\

1409'

La st~mpa medica nella Russia dei Sovfety. . S. W eissenberg di E1irsabethgrad (Ucraina) riferisce nella M edizinische Klinik, 1925.. n . 21, Io stato della stampa medica r ussa du.r ante e dopo Ja rivoluzione. L'epidemia giornalistica .c~ntJinua: i l;?Jiornali medici da 53 che erano nel 1924 sono saliti nel 1924 a 59. P er quanto questo i1umero i1on abbia raggiunto quello del periodo dell' anteguerra (72) ogni aumento deve essere considerato insano per i seg11enti motivi: dato lo stato della oultura d ella Russi.a le città di provi11cia, per quanto ora centri universitarii, p-0sso110 a mala p ena sopportare pecunari311nente e spiritualmente il rpeso1 di un giornale scientifico. E questi giornali si pubblicano irregolarmente ed arrivano a·p1pen.a f110J:·i del lo.r o distretto, per cui il loro contenuto va per·duto per la generalità. Astraendosi dai nuovi fogli p r orvinciali, la causa d ella poca prosiperità <lei vecchi g iornali prima diffusissimi sta semplicemente nel fatto della tparalizzazione di O'gni iniziativa personale. I giornali, ora., tranne pochb ecce~ioni so110 statizzati e l 'abboname nto per i d:iversi im1piegati non di rooo è obbligatorio. C'iò serve poco perchè il numero degl~ ooemrplai1i non può essere alto. Anche il livell-0 intellettuale delle nuove generazioni non è tale da favorire l 'esistenza <lei giornali. Inoltre è ancora da osservare che il commercio privato è solo tolle·r ato; perciò gli avvisi di J)Ubblicità, che hanno gran.de im·p ortanza per la €\SÌ.St enza di un giornale, a•p ipaiono solo come una rarità e p·er la maggiorr parte vengo110 dall'industria t e.desca. Per quesrto1 motivo si ·deve arnmettere ohe i due giornali cli medicina rus.sii che si pubblicano a B erlino sono un'im·p resa inte11zionale o non intenzionale àeJl'industria tedesca.. L 'anno venturo saranno fondat.e u·g uali imprese a P arigi, per uso delle ditte francesi. Il cattivo st.ato d·e lla staanpa medioa non si rispecchia nel con te11uto, ch'è sempre eccellenté : ~~ò certamente si è molto abbassato in confronto a quello che era nella stamipa medica del vecchio . regime. .A. GIACCONE. 1

Le dottoresse in medicina n ell'Ing11ilter ra. La F ederiazi<>ne m e1dica delle ·d onne d ella Gran Bretagna h·a approvato in una recente riunione una spec.;_ale ·deliberazione con la quale « ·r ioonooce con sinoero 13.!)prezzamento il sacrificio fatto dalle donne dottoresse» le qt1ali .rifiuta1ron o cariche sanitarie ·p u.b bliche con un emolumento di sole 500 st~rline annue. La situazione creata dalle c.ondizioni àel dopo-gt1e rra, quando la srmobilitazione dei me.dici oscurò ogni prospettiv,a per le nume1·ose allieve di me<licina, che avevano cominciato a frequentare i corsi durante la guerra, va gradUialm1e nte migliorando. N on si sente più p a.rla re di insormontabili difficoltà per le dottoresse di fare tirocinii pubblici, o anich e esercitare liberament.e la professione. C'è posto, in questo senso p~ù d i

que l che si cred.a, .a condizione naturalme11te che esse di.ano prova di abilità e di tatto'. La Federazione 1delle donne me diche. ha avuto a11ch,e l'iniziativ.a <li st~bili.re u11 fo n.d o p erma11ente per capacita-r e le giovani laureate con mezzi limitati .a farsi strad a nell'.e.seroizio p ubblico rd ella professione. Inoltre man mano che il numero delle medichesse condotte aumenta Sii verifica un ooi·ri~·pondo11te a.u·m ento di domande ner i servizi delle ·dottoresse come a.sisiste11ti. -

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. CAVINA G10VANNI. Resoconto delle operazioni eseuuite nella 2a ,~ezione Chirurgica dello Spedale · JlaurJiore d.i Bolooria dal 15 giugno al 15 ag~­ sfo 1924. B ologn a, Sta.b ilimenti Poligrafici riuniti, 1924. 0AVINA G1ovANN1. Un anno nel'la 3..~ Sezione Ohiru.rgica dell/Ospedale ll1aggiore dli Bologna. - · Bologna, 'J'ip. Commercio, 1924.

A proposito di Agostino Bassi e Li"igi Pasteur. L odi, Successo:ri Wilmant

OrcARDI F ERRUCCIO .

1924.

,

CHRISTELI<ER Ert'\VIN. Eine neue einfache Jiilethode zur riotmalen u1id pathologischen Hi~totopogra­ phie cler Organe . - B erlin, Julius Springer, 1924. C!GNOZZI ORESTE. L'echinococco del lobulo dello Spigelio occludente le grosse vie biliari. ~ Paris Màsson & C., 1924. Io. l ct'l1,s an,afilattico idatideo . - Torino, Sta1b . Tip . 8. A. E. , 1924. CIPRIANI FRANCESCO. 1.~ulla talodinia. Ver·o na, M. B ettinelli, 1924 . CIVIDALI -ilLno. L e .ernie mediastiniche nel pneumotorace artificiale. - Roma, Grafia, 1924. In. H e·rpes zoster e varicella. - Firen ze, L. Niccolai, 1924. CorJASUONNO SERAFINO. P er la pu.fJ'tola carbonchiosa. - Fas1ano, M . Lia nt.onio, 1924. CoMIT'ATO ANTIMALARICO "\TERONESE (L'opera del) durante l'anno 1923. - Ve rona, Tip. « Corr:iere Matt ino », 1924. CoPPA Ezio. L'arte·rio,sclerosi da lavoro. - P alerm o, A . Gi.annitrapani, 1924. Co&INALDESI

S I LVIO.

...

Un caso inte ressant e di so1

doku. -

N arpoJi, G. B arca, 1924. C'oST'ANTINI F. Contributo allo siudio clinico ed

anatomo patologico della sclerosi a piastre. R eggio Emilia, Coop . Lavoranti tip., 1924. CozzoLI GIULIO . Un clinico se.,eno (Il colonnello D e Cesare) . - Chieti, C. Marchionne & F., 1925. OovoNE ALFONSO E RonER.TO . I dro farmaco-stomote-

rapia ·nelle forme f ebbrili settico-tossiemiche. S . Croce ·del Sa'll.Dio. DAzzI ANGELO. Co11ltributo allo studio <lelle va1-ia-

zioni ·morfologiche del sangue consecutive ad irradiazioni della region.e splenica con le dosi cosidette « eccitanti» . - Milano, C. Ze rboni, 1924. DE BIASI BauNo. St'luiies on Jso-Agglutinin in the Bloocl of t he New-Born. - Chicago, Med. Associat., 1924.


1410

IL POI.I GI 1.J\TJC('

[ANNO

XXXII, FASC. 40]

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE GIURIDICHE.

tifìcn zio n e e non attenda che la G. P. A. ir1 sede di tutela abbia 1p rovveduto circa la soppressione del posto.

LXVI. - Licenziau1ento per soppressione di posto. Nei ~asi di lice11ziamento .p er soppressio11e di p osto, in forz a dei poteri ordinari, · s.i devono con·s iderare distintamente du e provvecl irr1e11ti: la soppressione del posto, e il licenziamento. Il primo è soggetto ad approvazione della G. P. A. in sede di tutela e perciò non cost1tuisce provvedimento definitivo, essendo ammes• so r ecla1no 1n 'sede gerarchica, nel ter1nine di giorni 15, contro la deliberazione della gjunto.. Jl secondo, cioè il licenzia:n1er1to, è prov,roùi1n.e11to definitivo, contr o jl quale è ammesso ricorso alla G. P. .!\. in. sede git1risdizionale, per n1 otivi inerenti alla legittin1ità di esso e non p er considerazioni che attengano al merito del provvedimento di soppressione del posto, cl1e costituisce il presu1pposto de~ licenziamento. Talvolta jl licenziamento è stato d eliberato pri rna che la sop:p ressione del posto fosse approvata dalla G. P. .i\.. in sede di tutela e q11indi fos5e divenuta efficace. La IV Sezione del Co11sigli o di Stato, con decisione 28 febbraio 1 9~5. IL · 282, ha co11siderato vali·da~ in questo caso, la deliberaz ione di licenziam ento, soggiungend o però cl1e Ja validità è condizionata all'a.p1p rovazione della soppressione del posto. Si verifica quindi la ipotesi di un licenziam ento condizi onata1nente va lido. Se la ·d.eliberazion e che soippri1ne il posto 11011 sarà poi approvata, o se il iprovvedimento della G. P. A. che l'approva sarà a11r1ullato i11 sede di r icorso gerarchico, il licenziarnento si con sidererà come non avvenuto, anche se frattanto fosse stato res1p into il ricorso giur jsdizi onale con tro di esso. Infatti, annuJ !a•a . cornunqu e o n on raggiungendo le condizioni 1i .effi cac ia Ja deliberazione che sopprime il posto, viene m en o la. base dell'altro 1pll'ovvedimento. Più corretto sarebbe certamente il 1p rocedimen~o opposto : .p rovvedere cioè al licenziamento se e quando la· soppression e del 1posto sia . divenuta efficace giuridicamente. Ma, poichè la giurisprudenza considera frattanto condizi0natarnente valido il licenziamento, qualora quPs ts sia notifì c.ato 1prima che tSia stata a.p pirovata 'a deliberazione concerne11te la soppressione del posto è necessar1 o che l 'inter essato ricorra alla ' G. P . .i\.. in se·de giurispizionale contro fl Ucenzi a1ne11to, nel termine di trenta giorni qalla no-

LXVII. taria.

1

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Esercizio abusivo di professione sani-

La Corte di Cassazio11e di Ron1a, prima sezio.ne p en ale, con sentenza 20 febbraio 1925, ha resp·ir1to il ricorso della levatrice Fragano ch e era stata condannata 1per esercizio abnsivo di pr ofessio11e sani tari a, a ven·do il Tribunale di .!\velli no accertato in grado di arp pello te che essa ebbe a praticare delle iniezioni ipodermiche a variP. r)erson e e curò un a1nmalato ». La Corte di Cassazione ha considerato anzitutto che !'.esercizio abusivo di professione sanitaria costituisce contravvenzione e non delitto e che, perciò, per la .p unibilità basta il fatto volontario, salva la pro\"a di una volontà contraria a quello che si • sia materialrn ente compiuto ovvero un'assoll1tu n ecessità n€l S€nso dell'art. 49, n. 3, co.d. pcn . )>. lia soggiunto la Corte che « oggetto di tale contravvenzione possono, per limitarsi alla causa, essrre ·delle prescrizioni , cu re, operazioni, \J)er le qua11 sono richiesti ·s tudi o condizioni speciali ·p roprie d el rn ed ico in quanto, da chiunque altro fatte, o per ir1opportunità o per irregolarità. od altr a qualsiasi ca11sa, vi è sempre la possifli!ltù di un pericolo p er la salute delle persone » . Pertanto « una levatrice cui sono bene designati gli atti da tPOter compiere nel regolarncnto 23 feb braio 1920, n. 6678, risponde alla pari di ogni aJtro profano, quando, corne nella ~p ec ie, curi un ammalato e faccia delle iniezioni j.poùerrniche, compia cioè atti demandati al medico 5oltan to, salvo il caso che concorra una cll~ 8cri­ min ar1te » • Pubblicazione Indispensabile ad ogni medico: Dott. Cav. U1f. ALBERTO VIGO (Doctor Justltia).

LA LEfilSLAZIONE SANITARIA :: in

rappo1~to

all'esercizio professionale ::

(Manuale conitenente Leggtl, Decret i, Regolamenti, Oir. oolari. e tutto <}iò ohe si ritferisoe all'eeercimo profeesio· .n aile, oo ueo dei Medici condotti. dei liberj eseroenti. degLi uff.icia.lii eanitar.ii e del personale .ad,dett-O rui i1abo. r.atori di vigii lrunza igtlenica). Prezzo L. 16. Per i nostri rubbona.ti sole L. 13.75 in porto f r a noo. Inviare VagLia postale al Cav. LUIGI POZZI - Via. Sistina. n . 14 • Rom.a .

(*) La presente rubrica è affidata a11'avv.

GIOVANNI SELVAGGI.

esercente in C&SBazione, consulente

legale del nostro periodico

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[ANNO XX'\·.i!. f•ASC. ·10 J

SEZIONE PRATICA

NELLA VIT A

14-11

PROFESSIONAL E~

CONCORSI. POSTI V AOANTI. ADRO tBre~c·ia). - A tutto 15 ott., centro e dircz. 0.sped.; dooum . a. 3 mesi; tassa L. 50..10; sti1p: ~· 9000 olt,r e L. 2200 osped., L. 800 uff . sa.n., a•dcl1z1on. L. 3 oltre 20 ~4, iscritti, c.-v. Ab. 3027. ALESSANDRIA D'EGITTO. Ospedale I taliano. - Medico radiologo. Vedi fase. 31. Scad. 15 ott. Azz.\NO X \) (f,rdi ne) . - 2a. cond. (Tiezzo); .a tutto 31 ott. ; L. 8000 per 1500 pov. ; 6 quaidrienni dee. ; L. 500 ser v. attivo; L . 3000 mezzo trasp.; dGppio c.-v.; tariffa abbienti. Pianura; Kmq. 25; ab. 5000; pov. 210. Età lim. 35 a. T assa L . 50,10. Docum . .a 3 mesi dal 17 sett. Serv. entro 15 gg. BAGNI DI LuocA (L1trca). - Scad. 15 ott. Per S. Gemignano. L. 10,000 e 5 quarlr,ienni dee.; trasp. L. 3000; ')Uota mobile L. 1200; addizion. oltre 20 famiglie L. 20 a famiglia. Tassa L. 50.15. CA~tPI. Cong'regazione di Carità. Medico chirurgo radiologo presso l'Os.pe.d . B. Ramazzini. Scad. -OII'e 18 del 15 ottobre. T.assa L . 25.15. Quadriennjo in gabinetti <li radiologi.a e tera.p ia fisica. L. 5000 (sic) e due c.-v.; 40 % incassi lordi radiologia. Nromin.n, ann11a; conferme triennali. Serv. entro 10 (sic) gg. Chiedere .a nnunzio. EsTE (Padova). Ospedale Ci 1>ile. - Medico ass istente; L. 5000 e c.-v .; stanza, oon obbligo di pernottarvi; età mass . 30 a. ; tassa L. 50: Scad. 10 ott. FERRARA . -~lle ore 16 d el 10 ott., 0011d. rurale di Rav.a lle; tassa J.J. 50; biennio di laurea e 1 anno di .assistente ~n clinica od ·Ospedale o condotto o interi110 od uff. med.; L. 7200 e 10 bienni ventes. oltre L. 2500 cav., L. 1000 indenn. malaria e altre inde11n. In corso revisione capitolato. Kmq. 28.35. FrrtENZE. R . Pref P,tt1tra. - Uffi.c. sanit. di Prato; Se.ad. ore 17 del 10 ott.; L. 12,000 e c.-v.; 8 trienni decimo; valutaz . parziale servizi prestati; è c.oncesso il libero eserc. profess. Età lim. 45 a. Ab. 60,560. Chiedere annunzio. G1..T"u10 (P1~1·uaia). Chirurgo priu1a.rio; lire 7000 oltre L. 600 serv. n.ttivo, L . 4000 serv. poveri in Ospe.d ale e c.-v. - 1\-Iedico primario · di città; L. 8000 oltre L. 600 serv. att. e c.-v. - Aiuto chirurgo; L. 4.500 e c.-v. oltre alloggio e vitto nell'Osped.ale. - Per tutti e 3 i oonc. : ,e tà mass. 40 a. ; scad . 15 ott. P er schiarimenti rivolgersi segreteria comunale. IEs1 (.4.nco·na,). - ~edico e chirurgo primari pr~ l'Ospedale Diociesiano. (13 comuni); 1-isipett. L . 10,000 e L .. 8,000 e aumenti fino al 50 %; c.-v. ; partecjpaz. proventi; per la direz., a uno dei due prim1B-ri. L . 2000. Indenn. per casi urgenti L. 2000 al med. e L. 2500 al ohir. Rivolg~rsi segreteria della Congregaz. di Carità. Soad. 31 ott. IGLESIAS (Oaglia'T'i) . - Condotta rurale res.iden· za in città; ·1,. 8000, quattro quinquenni decimo-, un c.-v. Mezzi di tr.asp,orto a carico del Comune. Scad. un mese da.11'8 se.t t. Certificati a due mesi. 1

. LAVELLO (Basilicata). - A tutto il 15 ott.; età 11m. 40 a.; ta....~a L. 50,15; doçu.m. a 3 mesi dal l O ~ett. L. 7.0~0 e 4 quadrienni (eventualmente 5) decimo; add1z1on. L. 5 oltre i 900 iscritti; ab. 10,746. Serv. entro 10 (sic) giorni. L OIANO (Bologna). - _.t\J 15 ott., ore 18; 2a. cond.; L . SOOO e 5 aume11ti di .L. 600, oltre L. 1200 c.-v. ; cav. L. 3000; eventuali altre indenn. MANCIANO (Grosseto). - Scad. 20 ott. ; 1a. condotta (capoluogo); L. 10,000 e .assegno annuo ri._ vedibile L. 1500 ; dieci trienni ventesimo; ricono.scimento quattro trie11ni ser1rizio regolare altri Comuni. Età limite 39 a . Esonero tassa concorso. Chiedere avviso. Tvf1LANO. Consiglio degli Istituti Ospitalieri. Dirigente la Sezione Radiologie.a dell'Ospedale Maggior e. Vedi fase. 31. Scad. 10 ottobTe . l\tloNTECORSARO ('JJfacerata) . - Al 10 ott.; i a. oond. e direz . Ù&ped. Civico; ab. 3712 di cui 700 c. pov.; L . 8000 e 3 quinquenni dee., due c. -v . detratte L. 780; indenn. trasp. (da L. 500 a L. 2500 secondo. il veicolo) ; L. 3000 indenn. cc chirurgica ». Età lrim. 39 a. Tassa L. 50.10. Docum. a 3 mesi dal 5 sett. Serv. entro 15 gg. · PEs.ARO. - Dirett-0re dell'Ospedale Psichiatrie~ Provinciale; età lim. 40 (44) .a.; L. 16,000 oltre indenn. serv. att. L . 1120'; 5 quadrienni dee.; 2 c.-v. Tassa L. 50. Alloggio o indennità L . 3600. Soaid. 10 ott . Ohiedere .a;nnunzio. P1sA. R. P1·efettura. - U.ff. san. di Pisa; al 20 ott., ·o re 18 ; L. 16,000 oltre o.-v. e L . 2000 indenn. carica; 5 quadrienni decimo; divieto lib,ero eserc. profess. _.t\b. 70,000 circa. Età lim. 45 a. Docum . a 3 mesi dal 1° sett. Tassa. L . 50.20. Esami presi;;o l'Univ. di Pisa . OhiedeTe annunzio. REANA DJDT, RoIALN (ITdine). - A tuttb1 31 ott.; L . 8000 oltre L . 500 serv. ~t.t., 2° c.-v., L. 3000 mezzo trasp., L. 800 t1ff. san . Rivolgersi Ufficio Municipale. ROMA . A1 inisf ero della Guerra. Reçlutamento òei sottotenenti di oomplen1ento del corp0 sanitario. Se.ad. 31 ottobre. Vedi fase. 39. Rol\1:A . lJ!inistero della ll!arina. - Concorso a 15 p•osti di tenenti medici in S. A. P . Vedi fase. 36. Scad .. 15 nov. SANT' ARCANGELO DI n .oMAGNA (Forlì) . .- A tutto J 5 ott., 4_a. ,"!ond. ; k:mq. 10.5; a;b. 2345; L. 9000 e 10 bien11i ve.nt.es. ; L. 3000 oav.; 2 c.-v.; addiz. L. 3 oltre 18 ot, po1pol.; età limit . 35 (40) a. Tassa L. 50.10. · Cl1iedere annunzio . S. PAOLO ALBANESE (Potenza) . - Cond. resid., serv. pov. L. 7000 ; L. 500 uff. san . ; aum. quadr. Scad. 15 ottobre. S. VITTORIA IN 1\1ATENANO (_4. scoli Piceno). Scad. 15 ott. Vedi fase. 38. TmENE (llicenza). - 2° re.p arto ; L . 8000 per 1000 pov.; c. -v.; an1bulat. L. 300; trasp. L. 1000; pianura; ricco centro indt1sitriale-commerciale; Ospedale; ferrovia . Scad. 10 ott .


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Il. I>OLl CLJNlCr:'

[ •.L\NNO

XXXII, FA.Se. 40]

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A tutt9 10 ott.; ab. 947; 1.1. 9000 iper 400 pov.; L . 3500 trasp . ; L. 500 uff. ~an . ; L. 500 .ambu1at. se i11 CaiSa 1d el medico. Serv. 25 nov. VENnROGNO (Com-0) . -

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(Genova). O. P . Ospedale San Oarlo. Medico p.rirmario; titoli ed eventu.almente esami; L. 6000 (sic) . Scad. ore 18 <lel 31 ott. Età lim. 4.0 a. Laurea da 5 anni. Docum . a 3 mesi. Chiedere annunzio alla segreteria. , ... OLTRI

NOTIZIE DIVERSE. XXXII Congresso della Società Italiana di Chi• rurgia. Ricordiamo che è indetto a Roma, nei locali ·della .R. Clinica chirurgica al Policlinico Umberto I; nei giorni 25-28 ottobre. . I temi messi in discussione sono: 1) La cura del morbo di Flajani Basedow (in comune colLa Società di Medicina Interna; relatore : prof. P.aolo Fiori); 2) L e occllIBioni .intestinali (escluse le ernie strozz.ate; re1atori pr,Otff. Oreste M.argarucoi e Ugo Stoppato). I soci ohe desiderano prenotare l'alloggio si rivolgano all'Agenzia Cook - Piazza dell'Esedra, Roma - che ne è stata inQarjoata dal Comitato organizzatoir e. 0

CONCORSI A PREMIO.

Fondazione Forlaninì. Com.1c orso per un lavoro originale che riguardi l '.anat. patolog. o la pat.ogenesi o la dia·g nostica o la tera.pia della tub . polmon. Scad. ore 15 del 31 dic. 1926. Premio <li L. 10,000. I lavo1'i non devono e~sere p11bblicati prima del 7 luglio 1926. Vanno diretti alla Direz. dell'Osped. Magg. di Milano (vi.a Ospedale 5).

IV Congresso della Società Italiana di Urologia. BORSE DI STUDIO .

Borsa li'am,el. Conoor.:o a una borsa di L. 5000 a favore di un laureato n.el J925, da11.a Facoltà ·d i Med. dell'Univ. di Milano, per recarsi a Parigi. L' assegnaz. comporta l a freque.n za oontinuativ·a per almeno tre mesi i11 ltno. o p.iù istituti d i disoirpline mediche. Doou1n . .n,l rettore (viale S. Miohele del Carso 25) entro il 30 noy·. Punti degli e salD'.li &peciali e di la.u rea. Pagam. in d11e rate (alla partenza ed a 3 mesi). Ohi.edere ann11nzio. PosTJ

DI

PERFEZIONAMENTO .

Fondazione j}Jana·iagalli. - Cinque posti a favore <li laureati ·da non oltre 3 anni; sono .ammessi per lln anno scolastico in Cliniche o in Scuole speciali o di perfezionam. <lell'U niiv. di Milano come praticanti; premio /·d'incoraggi.ara. di L. 1500 .

Fon.dazione Siccardri . .- Qu•attro' pooti per laurea.ti ·dopo il 1° luglio 1924; .devono ,p restare l ' opera loro n elJ.a Clinica. d elle ~1.alattie professionali di Milano per un anno scolastico; .premio di lire J 8UO. · Per i <lue concorsi do·n1.an~de r10 n oltre il 30 no:v. alla se1g rete.r ia dell 'Univ. (viale S.a11 Michele del Carso 25). ·Chiedere .annunzio. 1

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE,.

I l clott. Arnol<l K. Henry, .a a cinque .anni direttore dell' cc Irish J ou rna1 o,f Medicai Scie11oe », è stato chiamato all'Università di ·Cairo qua.le clinico chirurgo. Il comn1 . Luigi Caippelletti, medico direttore dei Manicomi di Venezia, è stato nominato, motu proprio Savranio, grande ufficiale <lella Corona d'Italia.

Avrà luogo in Roma, nei g iorni di 29 e 30 ottobre p . v. n.ei locali della Clinica chirurgica al Policlinico Umberto I. ' Sarà s,ro·lt.o il seguente tema di relazione: Le pielonefriti (escluse le tubercolari e le oaloolose); rel.atori: Colombino-Mingazzini. Coloro che intendono fare delle comu nicazioni debbono inviare il t.itolo al seg·r etario (dott. Ermanno Mingazzini - Clinica chirurgica - Policlinico - R-0ma) non più tardi del 10 IO•t tobre. I Soci che vogliono usufrui1te del rib.a sso ferroviario !)et' sè o le f.ami·g lie, debbono farne richiesta al segretario, non p.i ù tardi del 10 ottobre, tenen·d o presente 'oo·m e la richiesta per ciascun membro ·d ella famiglia irm·p orta L. 25 di quota, mentre è gr.atuita quella personale. I Soci ohe .desiderano prenotare l' .alloggio possono rivolgersi all'Agenzia Cook, Piazza dell'Esedra - Roma, incaricata di oiò dal Comitato.

Conferenza Internazionale sui medicamenti eroici. D al 21 al 28 settembre si è tenuta ia Bruxelles la 2a. Conf€renza internazionale per l'unificazione delle formole <lei medicamenti eroici. La la. conferenza si era. adunata nella stessa città il 1902. •

Congresso olandese di scienze naturali e medicina. Si è tenuto ai primi di luglio in Groninga; principali remi discussi : risanamento idraulico dello Zu~derzee; diaibete e insulina; immunizzazione anti·d ifterica; trattamento chirurgico dai tumori cerebrali.

L'Associazione Medica Rrftannica in Australia. La locale Sezio11e della cc British Medica! Assoc:iation » inaugurava il 20 maggio scorso, a Melbourne, una i1uova sed«~ propria, consistente in un edifizio a ,d ue pjani sopra il pianterreno, in cemento armato; esso comprende un'aula per l' assemblea. generale, una biblioteca e molte camere per gli uffici e per adunanze parziali; nel vesti•

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... •

[ANNO X X)-~11 , I;ASC. 40 ]

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SEZTO:NE PRATl C.A

bolo sorge 11n monumen to a i medici ca.duti i11 gu erra, apera dello scultor e Web Gilbert. Alla inaugurazione assistevano il .sindaco, il raip1presen tante (attorney) gen erale dell' I ngh ilterra per la provincia d i Vittoria e molti r.a•p •1Jresentanti.

Congresso di medici negri. D al 25 al 29 agosto si. è tenuto a Chicago un Congresso <lei m&.iici cli còlore d~gli Stati Uniti ; venne p resieduto dal d ott.. Michael O. Dumasi di ashington.

"r

Corso per medici condotti. Nello Sp edale Ci vile di Ven.ezi a si terr à dur ante il mese di novembre p. v . il corso autunniale per medici condott i. La freque1tza avutasi nell'an110 passato, il v.a ~ido coneorso cl1e .al felice esito dettero valorosi rappresentanti dell'insegnamento ufficiale, che in fr aterna unità di intendimenti volle aggiungersi ai docenti ospedalieri, ha deciso l' Ospedale a tenere metodioaJID.ente i corsi stessi. Qu e&t' anno l' i nse1g namento si volgerà in modo particolare al vasto problema del cancro 0011sider.ato nei suoi var i aspetti. Si avranno perciò conferenze e lezi>0ni sulla pa togen~i, sulla tec11 ica diiag11ostica, sui vari metodi <li cura, mlle ripercussioni sociali di questa mal.att~a.

I l programma dettagliato sarà reso noto iruppena finito di concretare.

Scuola assistenti

~anitarle

della C. R. I.

Questa scuola; che ha per scopo la preparazione tecnioa e morale delle infermiere che devono• sv-01ger e opera di assistenza e d i pr ofilassi delle mal attie sociali e di educaziione i gienica del popolo, inizierà 1'8° corso jn novembre. L e doman.d e si r icevono fino al 30 ottob·r e. Età 21 anni compiuti a n on oltre 40. Si r ich ie,de il d iploma d'in fermiera. RivolgeTsi alla Direzione, via Toscana, 12 R oma.

L'Esposizione d'Igiene a Rosario. Rosario di Santa F è, La popolosa e induiStTe città della Repubblica Argentina che ospita, ooone è noto, u na cospicua colonia italiana., celebrerà. il secondo oentenariJO della st1a fo11dazione con una gr.and~ Esposizione internazionale ·d' I giene, Arte e Industri.a indetta per il dicembre prossimo e desti11iata a protrarsi fin o al marzo d eJ 1926. L ' I talia parteciperà naturalmente alla Esposizi-0ne con u n a su.a Mostra. Le merci debbo-no giungere a Rosario non oltre il 15 novembre. L a Deleg.azione per l 'Italia è presso J.a Uni"one delle Camere d i Commercio e I ndustr ia I taliane, in Rom.a, v ia F oro Traj ano, 1 .

Istituto Storico Italiano dell'arte sanitaria. 00'IIle a.bbi.a1no a11nunziato, è sorto in Riama e fu eretto i n Ente Mor ale con R . D . 14 maggio J922 . Ha lo scopo ·d i raccogliere in ia~pposite sale, · c-0nc~segli dall'I stituto di S . Spirito ed Ospedali

1413

Riuniti di Ro·m.a, materi ale attinen te all'arte ed alle pro fessioni ~ianitarie e di costruire uno speciale l\1useo, con annesso ar chivio, .d ell'arte sanitaria. itali.ana. All'Istituto, cui appar t en gono personalità del1' a,rte e della scienza, furono affidate iar11portanti raccolte, quali il Mu8eo Flajani di Roma e preziosi materiali provenienti dagli O&pedali civili di Torino, Vercelli, Alessandria e dal Minister.o della Guerra . Si fa or a p·r eghiera perchè anche da parte d i altre _.t\..m1ninistrazioni ospe1daliere ed E11ti sanitari sia ad esso dato ogni concorso che per loro sarà p·os.sibile con l'invio di materiali e di d·o cumenti, i quali, a termini delle disposizioni statutarie, verrebbero tenuti dall' I stituto a titolo di sem1plice deposito, restand o be n s'inten- . de, di i)roprietà dell'Ente che ne faccia l' invio. I l n1:inistro dell' I nterno, a;vuto r iguardo all'opera di alta significazione storico-artistica e, i nsieme, patri-0ttica, cui tende l' I stituto, e che si concreta in scopi di propaganda e di v·a lorizzazione in t utto ci.ò che rigu arda l'arte sa11itaria italiana, ha aderito alla preghiera rivoltagli, ed a sua volta ha invitato le P refettu.r e .a far opera presso le Amrminist1~azioni osipedaliere e gli E11ti sanitari della provincia a dare il lor o contributo a11' opera me1desima, .avvei'ten.d oli ohe oig ni maggiore chiarimento potrà essere r ivolk> al Segretatar-io gener ale di dett o I stit uto, prof. P . Capparoni, Yia del P ozzetto, 108 - Roma (7) . 1

Alla Cassa Nazionale infortuni. Durante il 1° semestre del corrente anno (42o del st10 esercicio), la Cassia Naziona le ,d 'Assicurazione per gli infortuni sul l avoro - con il tramite dei suoi uffici (Compartimenti, Sedi ed Agenzie) distribuiti per t utto il Re,g no - ha compiuto, fra le pri11cipali, le seguenti o·p erazioni: P er le assjct1razion i ·d egli infor t uni nelJe indu strie ha emesso 48,913 nuove polizze assicuranti .altri 618,362 operaj; ha ricevuto 85,849 denunzie d'i'nfortunio ed ha pagato L . 36,195,952 di indennità p er 76,979 casi, di cui 310 di morte e 4,546 di inabilità perman ente. P er l'assicurazio11e obbligator ia degli infortuni in agricoltura ha ricevu to la denu nzi.a di 22,536 infortuni ed ha pagato L. 8,602,088.88 di indennità per 18,135 oasi, «:,l i cui 400 d i morte e -2,083 d i inabilità permane11te. Jn totale nel 1° semestre del corrente anno la Cassa N azio11.ale I nfortttni ha ricevuto la denunzia di 108,385 casi cli i11fo1rtuni o · ed h a pa;gato L . 44,7~8,040.88 di indennità.

Per l'orientamento educativo e professional e. L'Istituto italiano di igiene e pre·v idenza sociale COIJil unica : cc Lia Reale Aocademia nazionale dei L incei ha solennemente sanzionato, n ella seduta reale del1'8 giugno 1925, ]a fo11daztion e di due p r emi, l'uno nel camipo dell'orientamento educativo, l 'altr o nel campo dell'or ientamento professionale, per inizna-


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II POLI CL· NICC

ti va ed a spese dell'Istituto italiano d'igiene, previdenza e assistenza sociale (Roma), e c.ornsistenti ciascuno in una medaglia d'oro del valore di L. 5~000. « Gli Enti scolastici e ·sopratutto quelli economici ed industriali, hanno intcn·es~o e clovere dj coo'.l?erare all'organizzazione umana e scientifica ·d ell' industria, con l '.a ttento1 .esaane d elle possibilità pratiche dell'ori,e ntame11to p,r ofessionale, attraverso lo studio delle attitudini fisiche e psichiohe ·d ei fanciulli nella scuol a e d egli oper.ai 11el campo. del lavoro».

In onore del prof. (inido Banti. P er iniziativa del pr-0f. Silvio Dessy, antico ed affezionato alliev.cx della scuola medico-chirurgica · di Firenze ed ora diTettore dell' Istituto Biologico Argentino, 001 concorso di questo Istituto e personale del suo direttore, di proifessori della Facoltà medica di Buenos Ayres, di medici del1' 0 spedafe Itali.ano di Buenos Ayres, alcuni dei quali allievi d ella Facoltà fiorentina, è stata raccolta .e conseg11ata alLa R. Università di Firenz.e la somma di L. 50,000, cogli interessi della quale sarà i·stituito un premio intitolato ia Guido· Banti, da . co11ferire pe:riodicamente al migliore lavor.o originale italiano di .ana tom.iia patologica. Segnaliamo questo omaggio r eso .alla memoria dell'illustre p·atologo, che è ins ieme 11uov,a dimostrazione degli stretti legami fra la R epubblica Argentina e l'Italia, e ·dell',a ttaccaime11to .alla madre patria ·tlegli italia ni ohe la on.a rano con la loro opera in quella nobile r e:gione.

Oblazioni e lasciti. Il si g. Giovanni Lagomaggiore ha donato a ll'Ospedale l\i1aggiore di Milano un libretto di risparmio col credito di circa L. 62,000 . I sigg. r ag. I vo e Giov.io Monti hanno donato all' Ospedale MaggJiore di Milan.o L. , 50,000 .in memoria del loro com·p ianto · p·a dre Francesico, a co11dizio11e che il reddito netto sia d estinato esclusivamente a n1alati poveri del ·comune di Milano . I

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Pel 35° anno di laurea in Medicina a Torino. I medici, laureati nel 1890 .all'Univer sità di To-ri110 h anno pensato di riunirsi a banchetto nel 1nese di ottobre p er festeggiare il 35° a11110 di laurea. Si incarica di ricevere le a desioni il dottor e Emilio Regogliosi (Torino - Via M assena, 4) al quale gli interessati sono p re:gati di comunicar e .a,d esiorie e indirizzi di colleghi laureati in q11el medes imo ianno . 1

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I A l'l.1.~U XX.Xli, FASC. 40)

cidere tale r-elebrazion e coi pro~imi Congressi di Medicina Interna e di Chirurgi& pei quali i medici residenti fuori di Roma possono usufruire di speciali facilitazioni di viaggio. Dott. GIANL 1 TCA L 1UCANG})LI • Rom a (33) - Piazza Obla di Rienzo 69.

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Per gli stndì di patologia in

ghilterra. L'U:ff. 2 ~0 :imministrativo del We.stJminster Hospital di L ondra ha deciso, di destinare la do11azionè ,d i 20,000 sterline (pari ad oltre 2 milio11i di lire it.) fatta dal sig. A . J. H . Oarbill, peT un esperimento: l'istituzione di un' cc llnità di pat ologi.a clinica», destinata a.gli studi di p1atologia in stretta conne8Sione con la clinica ; il personale risulterà di u n direttore assistito da due caipi di lahoratorio; vi saranno addetti anche dei medici di colJegamento (« liasons .medical officersi), il cui còm pito sar à quello di assicurare che il personale dell'Unità sia informato sui casi interessanti ricoverati nelle cor&:i.e . 1

~iminuzione

del prezzo del radium.

N otizie J,a I1on<lra r ecano ohe il prezzo del radiuin si è ri dot.to qnasi della ine.tà (da c. 300,000 lire it . .a 175,000 il gramm10), in .seguito- alla scop erta, fatta a Cata11g.a, n el Congo belga, di impo1rt&nti giacimenti ra·diferi. e alla costruzione di llno stabilim.e nto ad Olen, •p resso A1rversa, per il trattamento dei minerali e l 'estrazio·n e d el radium. I l consiglio d'amministrazione dell' Unione miner.aria ·del B elgio h.a stabilito, d'accordo col Ministero delle Colonie, di pon·e a dispos izione delle Ur1iversità de! Belgio, cioè Bruxellea, Gand, Liegi e Lovanio, la quantità di 8 grammi di clorurò di raidiu·m ; esse prov·y eder.anno p.o:i ,alla distribuzio11e agli ospedali. Gli Stati .d i N ew York e di Filadelfia hanno acquistato 2 graimmi ciascuno di bromuro .di r adium e I.a città di Q11ebec un gT.ammo. 1

Assicurazione per cure dentarie. Funziona dal 1921 nelle scuole di Boston; ogni .allievo pag.a mezzo dollaro l'anno e riceve cure periodjche di pulizia ed, occorrendo, otturazioni e protesi; per i bambini po·v eri provvede una caiss-1a di soccorso.

Epilogo giudiziario di un'uccisione umanitaria. La Corte d'Assisi della Senna ha condannat-0 a. due anni di prigione Anna Lavasser che ave.va llCCÌso con cinque colpi ·d i revolver la sorella colpita da tubero{)llosi · aw.anzata, allo scopo di metter fine a.Ile su-e aoff er enze .

A.i medici laureati in Roma 11el 1905. Si pregano i colleghi Qhe conseguirono la laur,e a nella R. Università di Roma nel 1905 e che ancora non avessero d.ato la prima adesione per un convegno in ocoasione del 20° anno d alla laurea, di farlo al più presto possibile, rivolgendosi al sottoscri tto, p er poter eventualmente far coin-

Il ·d-0tt. S.A.LV _i\.TORE ~ilND REANI, di 37 .anni, d.a Bari, assistente al Policlinico di Siena, si è uccisio preoipitando&i da una finestra della pro· pria .abitazione. Era benvoluto e stimato.

L. I .


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F ASC. 401

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SEZIONE PRATICA

B..lSSEGNA.

DELL~

lla.ss. ,~turli Sessuali, apr. - C. CENI . Psicl1e e funzio11i sessu ali. Patholog·ica, 1 mag. - B. P o!LETT·INI. Rapporti tra llficrccoccus melitensis e Bacillus abortus B ang. - C. V ENEltONI . Influ enza ·d ella latitudine sulla formula ematolo•gica. Presse jj{éd., 13 mag. - F. R AMOND e G. PaRTURIER. Reazioni riflesse della vescicola biliare sul tub,o diger. Rev . .J1édica Latino-Amer., mar. - E . M. 0 LIvmRI. Il meto.do 1?utti nelle anchilosi dell'.arto sup~ - N . TAGLIAVAOCHE. I metodi .anchilosanti nella cur a del morbo di Pott. Bull. A c. de P.1éd., 5 m.a.g. - D. DANIELOPOLU. P atogenesi e cura medica e chirurgica dell'asma. .l\'.[iinch. ]{ed. lìVoch ., 15 mag. - K. KooH. Guaribilità rlelln. meningite tbc. - H . J. THOLUOK . Scrofolooi e malattie d entarie. - F . RovER. Roent-· genter.aipi.a della tbc. pol·m . D eut . .Med. T·Voch ., 15 m'3.g. - L . B oRCHARDT .. I ie secrez. ~nterne e i loro disturbi . - E. SETTNER· e P . Wu sTROW . Patogenesi e teraipia della coxa vara. - K . DEHIO. 1Jn. pseudorpneumtorace. 111 ediz. J(lir1.ilc, 15 111ag. - O. v . FLANQUÉ. Trat-tarrento ·de]l e malattie .annessiali infiammatorie .. - R. ZuROFER'. La tbc. laringea. vTTien . Jilin. R' och., 14 mag. - T. HRYNTSCHAK .. E r rori nella diagn . e t er aip·i a dell'ipertrofia prost. - F. REMENOVSKY e R. ~NTOR. Trattam. delle varir.i con soll1zione gl11cosica al 50 %. Ann. di Ostetr. e Giriec ., apr. - D. C. MERLETTI. Spasmofilia e gravidanza. - L. Rio. Intossicaz .. taba gica in gr avid. , A rc.h. di A.ntro7;. Crim., mar .-a pr. - G. PALUMHI. Simulato aborto. Brit . llled. J owrn., 16 mag. - R . JoNES. Profila~si e cura della storpiatura da fratture. F. B. SHAW. La crisi emoclasica nell'esame del1a funzione ep.at.

STAMPA. MEDIC..l.

Joibrn . de 1I éd. de Paris, 2 mag. - N umero s.ull' urologia. Stomatol ., mag. - A. PERNA. L 'anestesia in odontoiatr ia e in stomatologia. Paris -~1 éd. , 9 mag. - ~;\. LuMIÈRE. Importanza h~ologica dei fe11om. colloidali. !llediz. Klinik, 8 ln.ag. - G. BuTTNER. La malattja ·d i Perthes. - CL CHAROUSEK. L a tbc. dell'orecchio. Riformo, JJ1ed ., 13 arpr. - M. TRUFFI . Actinomioosi della cute. A. RoccAVILLA. Ascoltaz. transtor.acica vibratoria. Riv. Ital . Ginecol., mag.-giu. - E. DE BELI.A. Cisti della vulva e cisti vaginale. - C. SUPERBI. Associaz. di • ca•.rc:fnoma con ossificaz. dell'utero . L. BAOIALLI. Sterilizzazione n el cam•po ostetr. J ourn. de M éd. de Lyo·n , 5 mag. - L . BÈRIELe A. DE·nc. Menin·go-encefalite e pidemie.a ed · encefalite letargica. - S. BoRMA1\fOUR e P . GIRARDOT. L'aglio nella tbc. polm. Osservatore llled., mar. - O. CASAGRANDI. Alghe parassite dell'uomo e degli a.n imali. G·iorn. I tal . d:i Dermatol. e Sifilologia, apr. Resoconto del XXI Congresso ·della Soc. I t. di D erm . e Sifil. - Onoranze al prof. Breda . /3calpel, 9 mag. - THOUl\-ISIN. Sulla cura chirurg. d. fratture . Enclphale, 1nag. H. OLA UDE e G. RoBL1'f. Di-scrimin.az. tr.a demenza p1'ecoce e schizofrenia. - J. R.lì\fSAY H1.TNT. Sul meccan. ·d ell'inibizione nel sist. nerv. Hygiène ][e,n tale, lnag. - R. l\·IoRGUE. L n. spesa cnerCYetica nel lavoro mentale. - A .....t\.NTHEA UME e P. ScmFF. I problemi psichiatrici dell' immigraz. negli Stati Uniti. 4. re/i,. de Gardiol. y H em., a>nr. - L. CALANDRE. Gli att.acchi sincopali.

I

1

1

I::>

1

·Indice alfabetico per materie. terapia

.~drenali11a :

delle

. .

suppuraz1on1 . Pag . .1381

Orecchio: cro11icl1e . Ovarite pseudotubercola re M e1dicamenti : azione contraria Retinite pigmentos·a : er editarietà Taglio oooareo per placenta previa centraJ.e . . . . . . . . • Tubercolosi delle frl1i.a11dole polmonari: di:ffi.ooltà della, diagnosi . . . Tubercolosi polmonare: diagnosi precoce Tubercolosi polmonare jnci1piente : origine dei dolori toracici . . . . . Tumori primitivi del polmone dei bo vin i Utero: emorr.agi a che prelude la rottura Utero gravido : abnorn1e contrazione si. mula11te un m1om.a . . •

indicazioni e posolo·g ia . Pag. 1407 )) 1408 _i.\mebiasi: trattamento con treparool J\nofelisrno delle risaie in relazione all'epidemiologi.a del1a malaria . . . )) 1394 . .t\.p1pen,d icite acuta e polmonite iniziale : )) 1405 diagnosi dif ferenzialt? . . Ban1 bino: congre~so internazionale. pel )) 1403 • soccorso ~l - . · 1401 BibJ iografia . )) Esercizio abusivo di vrofessione sani)) 1410 ta·r ia . · · Febbre tifoide.: coroplic:azioni oculari . )) 1406 Frenicotomia jn mal attie var1e del polmone e della pleura . . )) 1401 Gra,rirlanza in ute.r o bicorne ccn p.arto )) 1391 distocico . . · Licenziamento per sopP'ressione di° posto )) 1410

)) ))

1392 1406 1406

))

1386

))

1405

))

))

))

)) ))

))

1398

1400 1396 1389 1387

V. ASCOL I, l{ed. res p.

H.oma - Sta.b. 'l'ivo-Lit. Arman·i di M. Courrier. •

\


dici editi dalla nostra Casa:

. . - Somm

''IL POLICLINICO,, ' ' IL POLICLINICO,, SEZIONE CHIRURGICA

SEZIONE MEDICA

!Il ffuScicolo 9 {15 settembre 1925) oontiene : LAVORI ORICINALI : I . - c. Baggi o : Contributo a l problema tecni-00 della

I l fascicolo 10 (ottobre 1925) contiene: LA \J OR I OR ICI N A I. I :

I. - G. BORGATTI: Sul significeato biorlogico della colesterina. II. - D. OALT.A.BllNO : Sull'a.z.ione ese:vcitat.a dal eac-0arosio, maltos.io e lattosio i·n trodott.i. per vi.a parenteri.oa SIUi sint0tmi della i:pogùicemia ins11lin.i1ca. III. - .A.. POZZI: Modi:fi.oaz·i oni della pressione arter.iosa e del ·c ontenuto del -calcio neil aan1g111 e ·Ln seguito .all 'irr a.idi·azione delle .c.a.psule surrenali. 1

'

RIVISTE

SINTETICHE:

E. TRENTI: I nterventi chirurg.i·c i 'Ilelia iC1Ura d ella 1:/U.ber.col<>si polmonare. PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 5.....

I non abbonatii a detta Sezione Medica potranm.o rice'"erli invi ando il relativo imrporto, .median.t e vaglia IP<>st.ale, a.il Ca;v. LUIGI POZZI - Vd.a Sistiina 14 - Roma.

II. III. IV. V. -

colecistectomia. C. Pat anè : La prima oeservazione di nodooità juxta-artiicola:ri in Cirenaica. c. Petta : .A.rucora di un oaao d·i linfobla.s.toma prim itivo dell'ovatl.o. L . Tonelli : Contributo clinioo allo stUJdio della pan1crea.tit:Je emorr.agica. C. V i Ila ta : Sul v,a,lore onoogenetioo del triauni.a. Coneid eraziopi statistiich e e cri t iche. PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 6.

--

I non abbonati a detta Sezione Ohirurgica potranno ri. ceverlo inviando il r elat ivo importo, medJiante vaiglia postale, al Cav. LUIGI PO~ZI . Via Sistina 14 Roma.

Cuore e Circolélzione Continuazione de

LE MALATTIE DEL CUORE E DEI VASI

LA CLINICA OSTETRICA

Periodico mensile diretto dal prof. VITTOJtlO

ASCO~J

IR:edattore capo: prof. CESARE PEZZI

PERIODICO MENSILE di ostetricia, ginecologia e pediatria, per i medi,c l pratici diretto daJ prof. PAOLO CAIFAMI

I·l fae1r,icolo 9 (1Sett.embire 1925) oontiene: Lavori o.riginali: F. LORENZETI'I : Su di alcune fra.tture agli arti suveriori del feto nelle estrazioni manuali podalich e. - G. A . BROSSA e S. ZOOCHI: RJi-

cerc.he sullo stato collo.i.da.1.e del si.ero nellra madll'e e neil ,nre on•a to. Nuovi presidii : B . RAGUSA: Catetere aid a ssorbimento crupillare per le O.J>'eraite di fistola ve.scioo-vagtlin~le. .Fatti e documenti (Casi stica clinica ed anatomica) : O. VIANA: Il parto dei fibromi. · La rubrica degli P.rrori : B. M. CETRONI : P er ,f oraz:ione

tra11m,atica dell''lltero nel corso d·i nn 1aiborto al qururto m ese. Stnaa>',Pa.men,.t-0 .di ULn'anea deil tenruie. Riviste generali : M . SBROZZI: La terapi!ai odierna delle i·nf ezioni ;pil1enpenaJ.i. Dalle riviste : Ostetricia : L 'ostetrjoia f.raince.se nel 1926. - Ano malie td1el ,cortdone ombelicale. - P.rognooi e teraa>ila della ·m o1a vesciicolare. - L 'u tero si rubbaesa verso il ·t emnine d el1a gravid1ain.za ? - Cinecologia : I l sarcoma ova-ni-co nelle ba,.m.h ine e nelle giovanette. In Q.UaJii casi rdi emO.rT1aigia uterillla è indiicata una CUJl'a looale, ·iiI'l. qu ali l'attesa, in qlll!ali no. - Sul1a ooeeistenza dell'a.IP{P'ew:licite e 1delil' annessi.t e. - L 'ilirr a diaz!one preoperator iia ,d el -0an1oro ,dell'utero. - La r a dio1!eraipta del oaincro del corpo uterino. - Metriti d elle S!POSe e rcmltUlI'a 1d1ello ·s·perm•a del m arito. - Pediatria : La sifì1ide ignorata defila :prima infanzia. Sin1dromi pseudo-crupose da ascaridd. - .Su11Ja distribuzione del colorito gi·a1:1o dell a pelle iilell'ittero dei n eon ati. - Nei vomiti d1ell'ii!l:f.runzia. - Il tr.attamento della pairaliSIÌ inifamtile 1oon la r,diotera,vi.a sol•a od a.ssociaita a lLa idiatemnia. - Note di biologia: Su.i naipl >Ol'ti deJ.•l 'uovo durante 1a migrazione tubari ca.. Sul vaJ.ore bioohjmioo 1del .feto e della 1Plaicenta niella determri:n1azione del travaglio. -· 1SecTezion.e oivarioo. in ratti pa.ra.btiotici. . varietà : OsteO!Illia1acdia famii.1gliare. - Il .cain1ciro faJmlgliare. - La m orta,Iità dei gemel•l i. -=--- Sesso e mortalità. - N atirvtità e mortalità nei p:rtlnoiipra li iPaOOi. Jnteressi professionali : O. BIGNAMI: Levatrtce e non ostetriica. Notizie : Nuovi perioda.ci di pedriatria. - Per J..a denru.n!Zia obblig"3-torda. della .g estaz.ione .i n Fna n cia. - Conida.nna di un medico ri'll In·g hilterra. - Per J.'assis.t enza ootm,:rtl'Oa in Austrialia. - Premio Derbet. - Le leviatrici delJ.o Stato d i New York. - Note demo.gTafìiehe. - La ·m ·orta·l .ità inlfantiJe ia Toronto. 1

Il f ascicolo 9 (settem bre 1925), oltre numerose r.aesegne, con.tilene i seguenti l avori : G. M.PJLDOLESI: L'azione dell a chinina e della cinconin1a siul ouore (<'...<>in 5 figu.re nel testo) . A. ORSI: Bloooo reompleto di b:rianca con speciali tipi di extr.r.ru:;i,stoli (co1n 5 fi1gure nel testo). .A.·bbon·aimento per il 1925 : Italia L. 28; Estero L. 3•. Per g-li abbonati ·aJl << Policlinico ,, : Italia L. 22, Eetero L. 32. Un fascicolo sepa rato L. 3.50.

IL VALSALVA Rl V ISl'A MENSILE DI OTO-RINO-L.A.RINGOJATRIA <liretta dirul prof. CUCLJELMO BILANCIONI Il fascicolo 10 (ottobre 1925) 001D.terr à: Pratica ospedaliera: D. LOSS APRILE: L a J)<altolog ia 1del IJ.':i.no-faringe .in r~rto .all'rup,parato .cal'ldio-va,.. s<!olare e 11.'espiraj;<>rùo. Idee e metodi nuovi : A. P.A.G.A.NI CES.A.: IIl. s.ollld aigig,io precoce tllelle uationi esofagee s.eoondo il metodo Sal21er. Osservazio1n•i di clinica: G. DON.A.DEI: .A. !P'r-O!POS:i.to di un oaso d.i 1€jbbr.a. Racco·l ta di tatti: G. FIERI : Es.trazione di coripo estraneo (proiettile di fucile m i1itare) cLa1l 1b ro nco · d~ro. Ricerche di laboratorio : G. .A.LAGNA: C001tributo allo stJUJdio del'1e ,piroipriietà bi01logiiche del. miu:oo n.a,,i;iale . In biblioteca : Udito e voce. Elementi :fieiolog.:001 de11.a. rparo1a e delt a 1IDJl1stcia. - La scelta ·d·e i pd:loiti !Per lia navigazione ·a erea. - Malatie dell'orecchio, del naeo e della .goJ.a. - L'eredità n.elil'uomo. . Recensioni : I l ieomwrrtatmento dell'orgia.no niella pr:umia feseUTa bram10hia le n€igli ian:fihi, ;tiei rettiLi e :nei a;n~ 1m­ miferi. - rS u un .caso di stenosi esoaagea .c1catr1z.J.>a1le d.i .alto g.raido tra.ttato .con dil atazio111e prog1ressiiv;a retrograida. - Lo S'VilUJPIJ>O d-el1a g1andQla p aTotdde e 1del 1l'org.a.no dii 10hievi·t z. - ~uJla ~urietera1p~a. del c~­ <>roi·d e .del La.bibro. - I rmru1ta-t~ . dell1a s1~ro~aip1a aint:idifterio.a a Genova e la m orbilità iper 1d1fteir1te. -. REU>erti di li.ai ·mi-0ro.bioa traemissibiJe i·n 1Selli& e dli v.iru'S filtrabile nel secreto nas-ale ozenatoso,. - L a fo l'l'Jilazione ·a tipica del labin~nto <m;~oul.a o cr.LStru .111eglee>t;a.). - Ricerohe a proipos1to d~ll ~nflu~nza del &llIIl: pati·oo 6i1l.·l la. respinazi one. :-- .s~ I"l1!leesi oto-ocmlar.i d.i localizzaziOIIle dei suoni nei ciechi. . La nota storica: G. BILANCIONI : Lo speocl:J.i<? detto «di Ola1' n è 1invece di Mala.cbiia De Oristoforl.IS. 1

Notizie e questioni.

Abbonamento oer il 1925: I t a1ia L. 28; Estero L. 38. Per gli abbonati al cc Policl i.iD.!i1co ,, : Itadiiia, L· 22, Estero L. 32. Un fascicolo separato L. 3.50.

.A.b bonamenito per il 1925: ItaJia L. 2~; Estero L. 39. Per gli abbonati a l cc Poliiclindco » : Italia L. 22; EsteTo L . 32. Un numero sepa.rato L. 3.50.

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ANNO XXXII

Roma, 12 Ottobre 1925

I

Fase. 4:1

'

fondato dai professori:

GUIDO BACC ELLI

FR ANCESCO DURANTE

SEZIONE ·RED ATTOR E C APO: PROF.

P..RA TIOA

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavor-i origina·li : JJ. P h ili·ppson: Come si

~iegano

i risultati oontradd.itorii che può dare la reazione di W aesermann? Osservazioni cri·n ict e : S. l\{airinacci : Coleperitoneo con intE1grità aipparente rlelle ,·ie biliari. - G. Cavima: Rottura tram.m a..tica sottocutanea :i ntrawer·i toneale del dl.l:odeno. Note di tecnica : V. ~[arino: Colorazione idei prepa.riati mimoscopicj delle farine coll'jodio: tecnica e vaintaigigi del metodo. Sunti e rassegne : P ATOLOGIA GENERALE: G. Sanarellli: La patogenesi .del car bonchio 1interno. - VIE DIGERENTI : Tremolières et Joulia: L'esame r.aidiolog.iloo ·d ell'aipipendice cronica. - J . Hom an-s : La diag.nosi precoce del can,cro clell'intestino crasso. - Bochemaker: Lo stomaco cc rosso ».

Cenni bibliografici. Accademie, società mediche, Congressi : IV Oon1gresso Internazionale d i Infortu.n jetica e di M.a1a1:Jtie del iliruvoro. - R. Accademriia Medica 1di Roma.

Appunti 9er il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA:

0 6teomielite a~<>uta vertebrarle. - L 'airtrite reu•mat<>iide. - La nevralgia ·ce1"Vico-br.ach iale o cervi·co...brracmia1ite rewmatiica. - I l trattamento del oreUJIILatiimno iairticolare acuto e delle sue com plicaz.ioru ·niel bMD!bino. - Il tr.a tta.mem.to 1chiir.urgioo e la clinica dellle oondrriti p ostifiche. - Il carcinoma fl.econrt.ario del rachiid e. L'età conveniente per operare le deformia~ion·i r.aicihitiche. - NOTE DI MEDICINA SCIEN'l'IFICA: Contributo ralle 'D.Ostre conoscenze euill'affinità tra varioolla ed h ero;>es zos~er. POSTA DEGLI ABBONATL - VARIA: I l contr ollo igieni.c o S!Uig'll.i siport. Politica sanitaria e giurisprudenza : G. Sel'Vaggi: Controvelìsiie .g iuridiohe. Nel!a vita pt"ofessiona.te : La JH'O'Vi111rcl1ail.iz~az ion·e delle oeondotte. - Croniaca del movimento profesaioDJaJle. Con,corsi.

Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

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Ai pochi abbonati che non hanno ancora inviato la 2a. rata semestrale dell'abbonamento In

Memen t Oe corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. LAVORI ORIGI N ALI. I ST lTUTO 1D ERM OSIFILOPATICO

DELLA

R.

UNIVERSITÀ DI ·PALER1\IIO.

Come si spiegano i risultati cont1~addito1·ii che può da1·e la reazione di Wassermann 1 pel 1p·r of.

L1J IGI PHILIPPSON.

Succede talvolta che Jo stesso siero, esaminato jn Yarii Istituti, dà dei risultati differenti: in uno è 1positivo, in un altro è n egativo e ancl1e il grado di positività può variare. Tali risultati in1pressionano naturalmente assai il 1profano e anche il medico ne rimane sorpreso. I sierologi invece vi passano sopr a , perchè li con oscono per propria esip,e rienza. S'intende che • si sono sempre 1preoccupati di questo inconveniente del metodo e hanno cercato a porvi riparo. Si è pensato a << standardizzare » l' estratto, a m ettersi d'accordo :Sulla tecnica, a misurare • obbiettivamente i risultati e via dicendo. Q11ello che pii1 di tutti era interessato in questa quistione era 11 \i\' asserrnann stesso, il quale

'

L' AMMINI STRAZIONE.

ci teneva che il suo metodo non venisse .discreditato da discrepanza dei risultati. Egli l'ha risolta in modo molto semplice, prescrivendo tanto una tecnica molto dettagliata e 1p1recisa, quanto la lettura d e1 ri·sultati, secondo la quale soltanto le inibizioni nettam ente riconosci-bili i11dicherf'b· bero la sifilide, mentre le inibizioni parziali non sarebbero ·da . con siderarsi che come dubbie, vale a dire eh e potrebbero bensì dipendere da sj eri sifilitici, ma anche d::t sieri non . sifilitici. Sperirnenti fatti di ,p roposito, per provare queste 1p rescrizio11i, sono perfettamente riusciti, inquantocbè differenti sierologi i1egli stessi ·s ieri hanno avuto identicj risultati. Intanto g·ener almente. non furono accettate; nemm eno dai suoi vecchi collaboratori, i quali 1p erò riconoscevano l'esattezza delle medesime. Essi dicono cl1e oramai la tecnica, usata ·dal Wasserm ann, sié\, già sorpassata da nuove modifiche che la rendono più 1perfezionata, dimodocl1è huor1a parte dei risultati dubbii secondo la sua tecnica riuscirebbe ancora sicuramente positiva. Un limite però, fi110 a cui so110 attendibili, non viene indicato e con s~gucnterncn1e l'uniformità dei mede-


I ~ 18

IT. POLICLfl\ICO

simì no11 è assir·l1rata, co111e lo è nella tecnica di \t\1 as301n1u.J1n. P er rendersi conto delle variabilità dei ris11Itati, bisogna ricordarsi flell'influe11za che eserc :tano 1nodifiche della tecnica sui medesimi. La R\\7.,. eseguita su sieri sifilitici, dà oltre rinibizione completa anche tutti i gradi intermcdii fra inib izione e emolise com,p leta. ·Per osservarlo, basta seguire colla RW. un caso di sifili,de recente durante il tempo di tratta1nento a.nt)siflli. tico . ..c\llora l')nibizione completa iniziale va man marto diventando più debole e l'emolise 1più evidente. !\.fa ancl1c, indipendentemente dalla cura, i sieri sifilitici in gen ere si com.p ortano nello stesso modo: nella sifilide recente ,danno costantemente inibizione completa, come 1pure nella sjfilide vec · chia si può avere lo stesso risultato, mentre nelrinizio della malattia e poi nella sifilide verrhia con o senza manifestazione si hanno i gradi interm edii e emolise completa. Ora, sperimentando su sieri sifilitici di debole • potere reattivo, si 1può m o·d ificare la ternira in mod o tale ·da av.ere . degli scarti più evidenti di positività, cioè o aumentando la dose di estratto o djminuendo quella del complemento. Allora la. quantità d elle emazie indisciolte nei sieri, in cui prima si aveva quasi emolise completa, aumenta e il risultato raggiunge un maggiore grarto di posjtività. E 1nagari sieri che 1pirima davano emolise co111pJeta ·di'ventano debolmente positivi. Sperime11ti sirnili si possono fare 1p11re con sieri non sifilitici. l\llodificando la tecnica come prima e provando co11temporanea111ente una serie di sier i c:;j osserva ch e a 1nisl1ra che o si aument~ la ' quantjtà di estratto o si diminuisce quella del con1plemento, diventano manifeste delle diff P,renze nel loro com1portamento reattivo. Mentre prima tutti daYano emolise completa, ora ve ne sono che la ùanno a n cora, mentre altri ·danno o emolise 1p iù o m en o incompleta oppure già inibizione incornpleta. Nella tecnica del 1906 il Wa·sser1nann u sava abbondante quantità di comple1nento, per cui la differenza nei risultati fra sieri sifilitici e non sifilitici era nettissima. Soltanto quelli da vano inibizione, questi emolise completa. P erò vi erano anche molti sieri sifilitici che davano emo'ise. Il llllmero dei medesimi era talmente grande che ni fìni della diagnosi il metodo riusci.va insufficiente. Onde rendèrlo utile a tale scopo, occorreva tro,·are m ezzo di far reagire i sieri sifilitici più frequ entemente. Il V\'assermann diminuì la quantità di comple1nento alla metà e in tal modo mo1ti sieri sifilitici, cl1e prima non reagivano, davano inibizione. Non era sempre inibizio11e ti-

[ ..c\NNO

XXXII, FASC. 41 J

pica, n1a spesso inibizione incon1pleta o emollse CO I). inibizione .p iù o ineno riconoscibile. Inlnnto quel rlle si Yeniva a osservare allora e 1pri1r1a 110, era la comparsa di inibizione pure jn sieri non sifilitici. Non inibizione completa, ma gradi di inibizione deboli. Non in tutti i si.eri , soltanto in una parte. Quindi il. Wassermann si vedeva costretto a jndicare esattamente quei ,g radi d'inibizione ·che potevano servire. per la diagnosi, e quelli che non lo potevano. :\'ello stesso senso, come la diminuzionr del complemento e l'aumento dell'estratto, agiscono ancora altre modifiche. Si u sano estratti che già ,da 1per sè indeboliscono fortemente il complemento. L'aggiunta di colesterina all'estratto agis ~e allo stesso modo. Diminuzione dell'ambocettore rallenta l'emolise. Non si inattiva il siero in esame, allo scopo di non indebolire la proprietà inibitrice del siero sifilitico. Non si fa uso del si.er,o di cavia, perchè iJ siero 11mano stesso possiedr rproprietà co1nplem er1tare per l'amboc ~ttore emolitico contro emazie del 1no!ltone. )Jon si fa uso di ambocettore emolitico contro emazie del montone, perchè jl s iero umano stesso lo rontiene. Non Si fa t1so nè ·di siero di cavia, nè dj ambocettore, percbè il siero umano stesso po-:;siede ambedue. -~ tante 1nodificl1e corriStJ)ondono altrettanti metodi differenti che sono tutt'ora in uso. Essi raggiungono il loro scopo nel dare molti pjù risultati p ositivi nella sifilide che non la RW. originale. .senonchè succede che pure ·s ier·i non sifilitici possono dare inibizione e molto più spesso che non nella RW. originale. Co1ne si fa allora, per distinguere se l'inibizione dipen·da da siero sifilitico o da siero non sifilitico? L0 prescrizione del Wassermann di riconoscere soltanto l'inibizione totale e l'inibizione parztale nettamente distin.g uibile da emolise, quali ris11l~ tati positivi, e gli altri ,g radi deboli d'inibizione soltanto quali risultati dubbii non era stata accettata, epperò si sarebbe dovuta darne un'altra. Ciò non è stato fatto . Si è invece girata la. questione, contentandosi ,di i icorrere ad un espediente, e cioè al tempo che c;ana tutti i mali. Invece di leggere i risultati s11bito dopo l 'e1nolise dei controlli, oppure dopo un .p aio d'ore, lo si fa l'indomani, forse nella s1peranza che nei sieri non sifilitici avvenga tuttavia regolare emolisi, per così dire, automaticament0, senza che, per l'esattezza del metodo, sia


I

f A1~Nll XXXII,

r"'ASC.

41]

SEZIONE

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necessario stabilire il tempo, in cui la r eazione è da considerarsi come compiuta. ..\. dare alla tecnica un indirizzo tanto unilaterale cl1e rniri a tirar11e fuori ad ògni cos!o 11 rnassi1no di risultati !Positivi, 11a contribuito anche il concetto della specificità del metodo. Co1ne si sa, il metodo della R1W . è que31o di Bor det e Gengou, basa1o appunto sul concetto ùeJJa specificità del processo che si svo lgc i1eJla òeviazione del complemento. ·Soltanto allorqnando un ai1tigene si lega al suo ambocettore, 1provooato ila lui, avYie11e questo fen o1neno, altrimenti no. Quindi nella Rv\' . ciò si verifica, .p erchè l'ant1, gene, o cioè l 'estratto di fegato sifilitico, s'iueontra col suo ambocettore, contenuto n el siero sifilitico. E, ~1ando anch e estratti di altri organi s-i 1nostrarono efficaci, 1per lungo tempo si pretende,-~ che il primo riuscisse m olto superiorf\ agli altri. E, quando anche il ,,,.assermann abbandonò il suo 1primo co11cetto e riconosceva i1ell'estratto quale parte attiva i lipoidi e nel siero siftli.tico sl.1ppon eva un ambocettore, formatosi contro gostanze, deTi,ranti dal ricam:b io ·di lipoidi delle cellule, alterato dall'infezione luetica, si continuaYa ancora a sostenere la specificità della reazjone. ~Iolti, riconoscendo o no questa interpretazione nl1ova, sono dello stesso 1p arere di lui riguardo alla specificità, perchè OfP~nano che n el siero luetico sia tuttavia 11na proprietà sipecifica ch e ~i appalesa 11ella reazione. S'jntende con talP ved uta s1 valutano i risultati in modo ben .clifferent~ da quello, in cui lo fa chi non riconosce più la spec ificità . Una inibizione, p er quanto li eve sia, rappr <'~enta p1tr semp,re il risultato di lln metodo di r icerca, ideato 3pposit amente rper dare nel siero si:filiti co tale fenomeno . Che vi si uno a11che sieri non lu etici che danno lo stesso risultat0, non importa a loro, perchè di1)enderebbe rla propri~tà del tutto ·differente da quella dei sieri luetici. Int ~111t o ora1nai è asso<lnto rl1e quest~ sp ecificità non esiste affatto. ~i piace citare in 1 p roposito il Bruck, uno dei primi collaboratori del wasserma1111 (T rattato della 1

Sierodiaor1.osi d ella sifi,lide, 1924).

Le malattie cl1e danno i)ure cc inibjzione co1n1p leta con t e.cn ica esatta » sono: Framboesia; febbre ri corr ente; tripanosorniasi; lebbra; scarlattina; malaria; tifo esanternHtico; i tlcus tropicum.

· Inoltre sieri di cadaveri. I sieri che mostrano « tendenza a inibizioni incomp1ete » son o : quelli di Lupus eritematoso acuto, di Ulcera molle con bu·b one;

quelli di gravide e cli partorienti; del sangue retroplacentare. Da questi fatti egli trae la conrlusio11e « che,. qua11tunque la reazione n on sia specifica , praticam ente lo è, ;perchè coll' esame cli11ico si 1posso110 differe11ziare queste malattie dalla sifilide » . Noi invece diciamo piuttosto che il 1neflico, se l1a ·di agnosticato una di queste malattie, non abbia a1cu11a ragione di ricorrere alla RW., che senta invece il bisogno di farlo n ei casi, in cui resta in dubbio sulla diagn osi, e allora il dubbio non può esser tolto, ap1punto p erchè il metodo non è in grado di far la diagnosi diff ere11ziale fra lf\ mal at ti e sud·dP.tte e la sifilide. .\oi possiamo _trovarci in ql1esta condizion e e nei m alarici, in cui, ancl1e cessata la febbre, la RW. per un certo tempo p uò rimaner e positiva a causa della ir1alaria e nella lebbra, t;ruando si trova an·cora n ell'inizio, in c11i i sintomi esterni lasciano dubbio sulla loro natura. E n ei paesi tropicali il cam1p·o d'a1pplicazione della R\'' · ne viene .p iù limitato. ' IJ Brnck enumera pure. una condizione nsioJoglca, in cui il ·siero 1p11ò dare inibizione inro mpleta. Ora io vi debbo aggiungere un fatto n1olto importante, di cui egli non parla, e cioè che il siero umano in genere possiede tal e proprietà. Questo fatto sta in istretta attin enza col nostro argo1nento, p erchè in gran parte anche da ciò derivan o le inibizioni parziali di sieri non c:;ifilitici che si confondono ron quelle di sieri sifiliti ci. Questa 1proprietà del siero limano è conosr.i-uta sotto il nome di anticomplementare e di auto- ' ·inibizione, con cui si vuole indicare che il ')iero danneggia il complem ento, il cl1e viene evidente nell a RW. nel controllo ·del siero. L 'emoli se vi C:>i rorr.!lpie più lentn.1r1ent1? cl1e n el sistema emolitico. Il suo ritardo è più o meno pronunziato. Qua~ora sia rnolto forte, al momento della lettura rtei ri· sultati si trova alcun accenno d'emolise, e come si sa, in questo caso Ja prova del siero con estratto non ha alcun valore. Ql1a11do invece il ritardo nel controllo del siero è debole, ciò n on influisce marcata1nente sull'esito , della r eazione, la quale nel ca so di siero non ·s ifilitico sarà emolise totale. Fra questi ·due estren1i sta11no i gradi intermedii in cui al mome1ltO della 1ettl1ra, invece di emolise totale, si trrverà em olise soltanto parziale, cioè risultato c11e può Psser dato pure da siero sifilitico. Chi non ha osservato il co1nportamento del siero n el suo con· trollo, lo registrerà senz'altro com e tale. Di questa ;proprietà anticorn1ple1nentare bo detto .p oc' anzi che sia del siero umano in genere, appunto percl1è non è legata a determinate prove-

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1420

IL PULlCLIJ\ !C~

nienze. Difatti sieri tanto di sani, quanto ·di ar11mala ti la posseggono in grado più o meno pronunziato. Anche i sieri sifilitici, in cui spesso è ta11to Inarcato che taluno ha pensato a servirsene magari per la diagnosi. Dalla breve es1Posizìone sulle cause çhe f nf Luiscono sui risultati della RW. si desume facilmente che « la reazion e di vV:assermann », come viene eseg·ui ta in tutto il mondo a scopo· diagnostico, è ben 1011tana da qu ella originaria del 1906, per mezzo della quale il Wassermann riuscì a scoprir e una proprietà ·del iSiero sifilitico. A sco1po didattico questa può ancora servire in iscuola, ma per la clinica fino dal principio si è mostrata del tutto inadatta, perchè indica la sifilide sol, tanto in numero a ssai scarso. A renderla veramente utile, si è dovuto farle subire delle notevoli modifiche suggerite ·dalle esigenze cliniche. Questo adattamento di un metodo, che orjgi11r:irìan1ente è stato basato su dei principii scientift.ci rigorosi, onde garentire dei risultati esatti, 11a avuto 1pe r conseguenza che accanto a que~ti si so110 ir1trodotti ancl1e dei risultati falsi. Ouesti sono quindi inerenti al metodo stesso; si verificano con certe modificazioni tecniche 1Più Slpesso che no11 con altre, 1na nessuna n 'è esente, neanche quella dell o stesso Wassernlann. Pertanto occorreva un cor rettivo, come 1p. e. quello prescritto da lt1i stesso, oppure quello del Kaup e di m e stesso. Arr.bedue mettono la proprietà anticomplementare dei sier i in evidenza, dimodochè le inihizioni, dipendenti dalla medesima, si possono djstingt1ere da quelle del s1 ero sifilitico. Il Kaup (Kritik d . Methodi k der RW. , 1917) misura la 1Proprietà anticomplementare di ogni singolo siero, usando delle quantità scalari di complemento tanto nel controllo ·del siero , quanto i1elJa s1!a 1Prova coll'estratto. La quantità massima di complemento che dal siero a solo viene i1npedita n ella sua azio11e nel ·s istema emolitico indica cl1e nella .p rova stessa soltanto le inibizioni che risultano con la quantità superiore sono valevoli per la diagnosi. Io lo f accio n el modo seguente: il sistema emolitico viene allestito in maniera che dia • erroli:se in un dato tempo, p. e. in dieci minuti. Il ritardo dell'emolise che può portare un sier0 in esame vien nota to. Di questo ritar·do si terrà conto nella prova coll'estratto. Soltanto quelle emolisi incomplete chP son o ip r esenti, quando è passato il do1p pio del tempo di ritardo, sono valevoli ,p er la diagnosi. (Cfr. PHI LIPPSON. Osserv azioni intorno alla . RW. , P oliclir1ico, 1914·. - CUCCIA. La RW. impnstata a tempo , Policlinico, 1921. - BERETVAS. S11,l m.etodo ' 1

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[ANNO

XXXII, FA$C. t1:l]

di Philippso·n e quello di Kaup per la prova della dev iazion.e del complemento nella si,fìlide, Arct.

di Pat. e Clinica Medica, 1923). D0po a ver visto cl1e l'esame del sangue sifilitico viene eseguito con metodi e con criterii differenti, non c'è 1più da meravigliarsi che i risultati possono variare da un esaminatore all'altro. C' è il sierologo fanatico che crede ancora alla 51pecifi cità della RW., forse non .p iù nel ..senso che si tratti di unione ·di ambocettore specifiéo eon antigene sp ec ifico di spirochete, forse neanche di • ambocettore specifico per i lipoidi dell'antigene, ma forse perchè egli pensa che il metodo di Bordet-Gengou è s~nto elaborato per un fenomeno imni.unitario ch e, pur mancando fatti concreti che l.o dimostrano, esiste tuttavia nella RW. Cnnseguc11teme11te ~ er lui i risultati posi tivi sono « specifici » . Che simili risultati diano anche siPri di altra 1p-rovenienza, non importa, perch·è ser;n11do lui sono « 1specifièi » e non si verificano che eccezior1a lmente. Egli imposta la tecnica ir1 modo tale da a ver il maggior numero possibile di risultati positivi che p~r lui indistintamente equivalgono senz'altro a risultati cc specifici ». Per 11oi medici tale modo di vedere non è accettabile, perchè noi non vogliamo sapere, se nel maggior numero dei ·Casi eg1i in·dovini la ,s ifilide, a noi )nteressa di avere eseguito nel miglior modo ,p os, sibile la RW. n el singolo caso, per aver risultat o sic11ro. Noi siamo consci che il diagnosticare la sifilide, oltre all'esser opera ·scientifica e •p ratica, ha anche u11 ln.fo sociale e morale di grande importanza, a cuj non si deve 1passare so1pra alla leggiera. ·C'è il puro sierologo, il quale eseguisce rigorosamente il suo compito, quando gli vengono 1nar1dati sieri per la RW. I risultati vengono notati es attamente con + e - e consegnati tali quali. L'ingerenza ·della Clinica n el suo lavoro non vjene ammessa, p erch è la RW. è opera del laboratorio e ba·sata su ,p rinci.p ii scientifici, alieni dall'empirismo clinico. Neanche con lui noi possiamo esser d'accordo, iperchè il su o modo di procedere 1posa sopra un equivoco. Il medico che desidera la ;RW. non vuol sapere se più o meno emazie siano rimaste indi· •Sciolte nei tubetti, ma vuol sapere, se l'esame lla dato la prova sicura ·della sifilide o meno. Non essendosi fatta da lui alcuna correzione ai risultati, richiesta dall'esperienza clinica, noi non possiamo fidarci ·dei medesimi. Viene il sierologo transigente, il quale ha capito la vera ,p osizione della RW. nella medicina e si serve di una tecnica che gli .per1nette di difff'! renziare i rist1ltati valevoli per la ·diagnosi da quelli che non lo sono. Il ·W assermann ci teneva sempre

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...\N~O XXXII, F ASC. 41]

SEZIONE PRATICA

che il suo metodo no11 venisse discreditato da risultati che fossero in contrasto colla Clini ca, epperò aveva stabilito una tecnica adatta. Quando i risultati non sono netti, egli li dichiara dubbii e . • .. . # In CIO viene seguìto da chi 1pensa come lui. Infine c'è il sier ologo clinico; il clinico stesso che fa l 'esame del siero nei ca·si, in cui egli crede opport11no o necessario ricorrere al medesimo. Per lui la RW. non è che esame ausiliare :p er l'esa1ne clinico, che eseguisce ·dopo avere esa~rito tutti i mezzl, di cui dispone per fare una diagnosi, i.11clu·S:l una approfondita anamnesi individu~lf' e fam1gJiarc cl1e è di tanta im.portanza nella sjfilide. Egli già prima di procedere alla R,V. sa cl1e soltanto un rjsultato 1positiYo netto può eventual1nente influire st1lla sua decisio11e diagnosti.r.a e che un risultato ·dubbio o negativo lascerebbe le cose i1n1nutate. 1 altronde egli dis:p one sempre della cura antisifil~ti r a a titolo dj prova, onde c·omipi ere la . u ~ opera. ~el re11derci rag·ione dei risultati diff ere11ti. che posso11u aversi colla reazione di vVassermn11n, esegnjta sullo stesso siero, i1oi abb\arno fatto la premessa cl1e le proYe siano state eseguite, con1uoque sia la tecnica, se11za errori, altrimenti no11 sarebbe stato pos·s ibile .paragonarli fra di loro. Intanto conviene aggiungere ora che a11cl1c pèr un sierologo provetto la tecnica è e rimane se111pre lavoro assai delicato. Non basta conos1"'~re bene la s11a esecuzion e in tutti i suoi del tagli, ma bisogna con oscere an~l1e \utte le cause Ji errore che ipossono introdurYisi. Sta hene ~he si osserva110 tutti i controlU prescrittj, ma nella si11gola prova vi è sempre Ja possibilit.à che aJl'i11sap1Jta ·se n'introduce qual cheduna. Fra quelli meno conosciuti sono: I sieri in esame, presi con tutte le cautele e conservati subito in ghiacciaia, dopo alcuni ~ i<.~ rni possoI10 acquistare maggior .p roprietà anticomple1r1entare. Da ciò deriva la prescrizione di ésaminarli più presto che sia possibile e non cltrr 2-3 giorni. Sieri, mandati per p osta, son o quindi esposti a tale alterazione, sperialment~ nella stagio11e estiva. Sieri, nella stagione estiva, hanno in genere maggiore .proprietà anticomplementare che non nell'inverno, cli cui :b isogna quindi tener conto nella tecnica. Il siero emolitico deve avere alto titolo. Occorrendo a basso titolo maggior e quantità del Jnedesimo per la 1p rova, Ja maggiore quantità. del siero già da per sè l1a azione anti c omplemen~are. :}nesto fatto fu già rilevato dal Bordet e Gengou. I

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Ernazie bovine non po~sono sostituire que11e di montone, perchè il suo siero emolitico non ha Chf' titolo basso, il che ha l'effetto suddetto. Ciò ha detto il Wassermann già nella sua prima pubblicazione sulla reazio11e. Dacchè l'esame •S ierologico vien fatto pure coi metodi a floculazione ·di Sachs-Georgi e di Meinicl<e gli stessi inconvenienti., lamentati per la RV\1. , possono verificarsi anche qui. Non intendo parlnre delle differenze costanti che esisto110 fra i risultati dell'ultima e d Pi primi. Ques~i metodi indi·cano ancora la ,sifilide, quando la R\'' · non lo fa ;più, il che si osserva frequentemente nei casi di sifilide ·durante il trattarnento. Quindi queste ·differenze non stann o in contraddizione fra di loro. I11tendo rp arlare invecp dei risultati, dipe11denti o da errori ·di tecnica, oppure dalla non specifir ità clei metodi. Difatti ancl1'essi, come la R\V. , ·danno rist1~tato positivo i11 malaria, frnn1boesia, ulcera molle con bubr.ne e via djcendo, e anch'essi, tal volta, danno tleboli gradi di f J-0culazione con sieri normali. Quest'ultimo fatto corrisponde alla proprietà :i11ti• co1nplernentare dei sieri in genere nella RW. e si osserva già nel controllo del siero, fatto con aggi u11ta di alcool puro, anzichè di estratto. Cn11 questi sieri, detti autofloculanti, su ccede che talYolta nella prova coll'estratto la floculazione non si verifica pi1ì, me11tre al tre volte persiste, danclo perr.iò rist1ltato, come lo 1può dare anche siero si fì1ltico.

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In qunnto alla tecnica c'è da dire che, quant.Lu1que sia molto più semp~ice che quelJn, della RW., pur nondimeno è nltrettanto delicata e p11ò esporre fa·cilm ente a -degli errori. Siccome il vero renttivo non è più l'estratto tale qualP. viene usato n ella R\V., ma invece l'ernulsione, che se ne prepara e:x tenipore, è innanzi tutto la sua pre.parazio11e che può già esiporre a risu1tati falsi. E, sebbt:ine gli autori d ei metodi abbiano d3to delle islr•Jzioni in proposito, qt1este non bastano, per garPntirnP la riuscita costante. E solta11to colla pratica che ·vi si arriva. Che veramente esista qu esta difficoltà lo 1prova .p ure il fatto che furono costruiti appositamente d egli apparecchi .per la pr.c1parazione ùelJ 'e1r1ulsionA per la Sachs. .Georgi. Ora iina emulsionp perfetta funziona così, con1e lo richiede il 1r1etodo, mentre 11na emulsione fatta male e che può avere l o stesso aSJpetto dell'altra co11duce se11z'altro a dei risultati fn.ls!. Il secondo fattore importante per le reclz1oni è In. ternpe.ratura, in cui. s i sYolgono.


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11. POLICLINICO

!~ella

prima pubblicazione del loro metodo Sacl1sGeorgi presr:ri YeYano 2 ore di terrnostato e <lù1po l 'amhien.te. In questo moclo anche sieri non 111etici flocu lano, come sierj luetici. Allora fu prescritto di lasciare i tubi 24 ore nel termostato e si ebbero dei risultatj gil1sti. Qu)11di per la reazione non occorre soltanto l 'err1l1lsione adatta, ma anche terr1p·e ratura a·datta. Rigl1ardo alla temperatura c'è però da aggiunl5ere ai1cora u11'altra cosa, e cioè cl1e durante tutto i l tempo essa sia costante. Se la te1nperatura è soggetta a grandi oscillazioni, s11ccede lo stesso, come alla tempera tura dell'a1nbiente, e cioè i risultati diventano falsi. Di front e alla tecnica della Rv''· vi sono quindi queste due differenze sostanziali: l'estratto non • \'ie11 se1nplice1ne11te diluito con soluzione fisiologica (ri "'pettivn1r1ente nella Meinj rke co11 soluzione clor11ro sod ica al 2 %) , ma dal 1nedrsimo ''ien 1p reparato il reattivo seco11do ben determinate 1~e­ gole. E la ternperatura elevata costante, occorrente per la reazione, no11 serve per accelerarla (con1e avviene nella R\ V. che del ·r esto può eseguirsi a11che ali'ambiente), costituisce invece un r eattivo vero e proprio, percl1è soltanto la flo cuJazione che con essa si forma è il vero risultato del met ocln, in entre, quando av,riene in altre condizioni, no11 ha n lcnn valore. · · Le ragioni e i motivi che ci spiegano i rist1ltati contraLldittorii nelJa R\\', Yalgono quindi anche p er questi ir1etocli. Delle modalità tecniche dj apparenza irri le,·a11ti posso110 condurre a ri~ultati falsi: nei gradi deboli di reazione i sieri non sifilitici si co11fon·do110 con quelli sifilitici e a j fini della diagnosi i metodi hanno bisogno di una correzione, con c·u i si stabilisce il limite, oltre cu1 i risultati non sono più attendibili. 0

Importante pubblicazione:

Dott. FURIO TRAVAG·LI già a. v. del r eip·arto Dermosifilopatico degli Ospedali CiYili di Ge11ova

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volume i11-8°, di pa.gg. IV-72 (N. 11. 1delle Mo11ografte Medico-Chirurgiehe d'attualità, Collezione del « Policlinico »), nitidamente stampato su carta semipatinata. P rezzo •L. 12. Per i nostri abbonati sole L. 101 75. InYiare ,-aglia postale all'Editore LU·I·GI POZZI ia Sistina, 11. 14 - Roma . . U11

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OSSERVAZIONI CLINICHE. O SPEDALt

DI

S. GIACOMO IN II REPARTO.

RO~IA

Colepe1·itoneo con integrità apparente delle vie bilia1·i (*) l)OI' il prof.

SERTOHIO lVfARINACCI,

libero doce1.1te

cl1irurgo-aiuto. Data la rarità dell'af,f ezione e dei casi pubblicati ho creduto opportuno illustrare brevemente il caso da me osser\~ato e operato nell'Ospedale di S. Giacomo nell'aprile scorso. N. A., di anni 33. ·~ulla n el gentilizio: nell'anamnesi remota vi è di notevole la frequenza di

so·f ferenze a carico dell'apparato ·di·gerente: sei anni fà l'infermo soffrì a periodi di dolori che egli rico1"'da fossero localizzati all'epigastrio, dolori non i11fluenzati dai pasti, che duraYano vari giorni, e a ' 'Olte assumevano notevole intensità tanto da impedire il lavoro e procurare delle notti insonni : tre anni .fa ebbe una colica ep atica, dalla .q uale guari rapi·damente : lo stesso anno 1SOffrì di enterite : pri1na . c:he insorgesse la presente malattia l'jnfermo notò una lieve itterizia, che si manifestò ·circa ·venti giorni i11nanzi. Il 28 aprile, dopo aver mangiato, l'infermo fu . preso all'improvviso da dolori addominali intensi, diffusi, più intensi nella metà destra: eb•b e vomito ripetuto, prima alimentare poi di liquido verdastro : modica elevazione di temperatura. Il giorno seguente l'infemno fu trasportato all'Ospedalè di S. ·Giacomo: le condizioni generali .erano di&crete; il polso sulle 100 pulsazioni: all'esame dell'addome si notava una difesa intensa nella metà destra dell'ad·d ome, più · accentuata nella fossa iliaca: con percussio11e superficiale si metteva in evidenza una riduzione cli suono n ella fossa iliaca destra : per i 1dati anamnestici e obiettivi p er' la frequenza dell'affezone, si diagnosticò trattarsi di peritonite, con grande probabilità ·da appendicite perforata e decisi di operar subito l'infermo. Rn chian. nlta, (stov. 0.07) positiva. Incisione di Lennander che si prolunga poi sino all'arcata costale: aperto il peri_toneo, flui subito una notevole ·q uantità di liquido verdastro, inodore, che appar~va libero nella cavità peritoneale: nelle a1tse in1estinali ess11dazioni fibrinose diffuse: sebbene ·già la •qualità del li·q uido facesse esclu· dere ·u n 'appendicite, esploro l'appendice che difatti trovai normale : esploro quindi gli organi della metà ~up eriore dell'addome poich·è sembra che il liquido f luisca dall'alto: esplorazione accurata. dello stomaco nella sua parete anteriore posteriore ove non rinvenni perforazione ma solo notevoli depositi ftbrinosi: esplorazione del duod-eno e del digiuno nella sua porzione iniziale; non trovo alcu·n a perforazion e: passo ad esplorare il fegato: la cistifellea è ripiena; esplorando la .faccia inferiore del fegato verso l'ilo, vedo fluire liqui·d o nettamente bilioso, senza per 1

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bist:~ut-ot:erapia

de1la. si:fitide

[ANNO XXXII, F A$C. 41 ]

( · ) Comunicazione fatta aJl' .i\.ccademia Medica cli Roma nella seduta ordi11aria del 2.8 luglio 1924.

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lANNO XXXII,

FASC.

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SEZIONE PRATICA

altro mi fo,s se possiil:»ile n è nella cistifellea n è IlPlle vie biljari extraepatiche trovare una les'ione di continuo: pensai alJora, e dissi ai collecrhi che ini assistevano, cl1e. solo potevo sipìegare fl caso anno:·e~an~olo fra .i rarissimi esistenti , ma pur· descr1tt1, d1 colepentoneo con integrità apparente delle vie biliari, e seco.n do questo concetto diagnostiieo, che il decorso ulteriore mi dimostrò esatto, diressi la terapia: era razionale cercar di d.erivar ~a bile all'esterno onde imp·edire il suo r1versars1 nel peritoneo, sinchè la lesione n on vista ma esistente, da do.v e essa fluiva fo~se cicatrizzata: applicai perciò d·u e tamponi di o-arza steri.le sulla lfaccia inferiore . del f e.g·ato in ° viclnanza dell'ilo che agissero di guida verso l'esterno alla bile stravasata: p.erò n el timore ·che tale drenaggio n on funzionasse o fosse insuf•ficiente s~turai il fondo della cistifellea al peritoneo parietale, senza aprirlo, riservandomi ad aprirlo se fosse n ecessario: per il resto suturai di prirrna la ferita aiddominale. Le condizioni dell'infermo migliorarono su bito, l 'addome divenne trattabile, scomparYe il vomito: dalla ferita .fluì, i primi cinque .giorni, bile · abbondante: in nona giornata tolsi i tamponi, la ferita andò rap idamente cicatri zzando : il. dec_orso post-operatorio fu compli,cato 11ei primi g1orn1 da una pleurite essudativa destra: la puntura confern1ò trattarsi di lj quid o citrino , del quale ,si ebbe un riassoTibimento r apido, spontaneo. L'infermo .è ora completame11te gu arito ed ha lasciato l'Ospedale dopo 40 giorni dall'operazione. 1

Questa in breve la storia clinica del caso: vi è di noteYole n ell' anan1nesi le sofferenze epatiche; l'inizio brusco: il reperto operatorio, molto interessante, ci dimostr·a trattarsi di un versamento bili::tre ir1tr;ipcritoneale con r eazione perito:!leaJe incipiente al versamento asettico, sotto forma di essudazione fibrinosa : un certo grado di rite11zione biliare com e dimostra la vesc icola biliare distesa: l'assenza di lesioni visibili a carico delle vie biliari extraepaticl1e e ·della cistifellea. Quale la patogenesi di questi casi, molto' rari? • ma pur. esistenti, in numero limitati, nella letteratura? La bile cl1e si versa n el peritoneo può provenirr dal d u orlen o, dal fegato, dalle vie . biliari: Wollf ritiene cl1e la bile proYenga da una lesion e piccola., del duodeno che può sfuggire all'055ervazione : tale opinione però n on sembra verosimile poichè a una rottura del duodeno segue inevit(l)bilm ente una peritonite diffus a o t1na circoscritta: nell'uno e nell'altro caso il versamento è più purulento che bilioso: un vP.rsa, mento b iliare s i p,u ò avere in seguito a r ottµra di cisti idadidea del -f egato: ma tale lesione n or1 passa inosservata. rl l 1Giu·biè perciò ritiene che l'unica origine possibile siano le vie biliari, sia intra- cl1e ex.traepati-cl1e. Il 1Grynfelt so.stiene l'ipotesi della transu dazione della bile dai \'asi aberranti della superficie del fegato, elle in questi casi si tro,rano dilatati e

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perfino varicosi: tale teoria fu poi sostenuta ancl1e dal Vogel. Sotto il i1ome di vasi aberranti si disegnano dei condotti suddivj si e anastomizzati fra loro, che n on è raro osservare sotto l'inviluppo fibroso del fegato , spec ialm ente dopo una bu0na iniezio11e dei vasi biliari: essi sono costitt1iti da una 1p·arete connettivale e da t1n epitelio cilinJri·co : pttnti di predilezione sono il legamento 1.r1a ngo1u.re, il l ega1nento sospensore, il lobulo di Spigelio, le vicjnanze ·deJla vescicola biliare. 1~011 tutti sono d'accordo circa il modo com e avYient~ la ft1oruscita ·della bile: e mentre il Grynfelt emytte l'ipotesi della filtrazJ011e biliare attraverso la par ete intatta, il Vogel riti ene si tratti di ·uria Yera rottura di essi : la fuoruscita della bile è d etermin ata dalla ritenzione biliare : l 'ostruzio11e <lei canali extraepatici determ ina una distensione dei canalicoli extraepatici n on solo supeI'ficiali nla profondi, con conseguente fuoruscita del1a bile. .A..ltr i ammettono una fuorus cita cl i bile dalle vie biliari extraepatiche : J'ipotesi p iù semplice è qhe .la bile esca da, perforazioni minuscole, specialmente della cisti.felea, cl1e spesso possono passare inosservate e che co.m e . ritiene Hugel no11 so110 molto rar e : secondo altra t eoria. si tratterebbe di· transudazion e dell a bile a livello de1Je vie extraepatiche, ipotesi che non ha una base c.linica nè sp erimentale. Spesc;o nel co_Ieperitoneo esiste ittP.ro: p erò l 'ittero è ipiù frequente all'inizio dell'affezione, diminuisce in seguito e scompare a misura che si SYiluppa lo· spandimento intraperiton eale : il fatto clinico è oscur o e spi egabile con varie ipotesi, la pit1 attendiibile del~e quali è che l'alterazione indotta nel peritoneo dall'azio.n e irritante della bile diminuisca e sospenda temporaneamente il .. P,Otere assorbente d e~ periton eo. Il per.itoneo rilsponde all'irritazione prodotta ·dalla bile asettica co~ essudazione sierosa: non sembr a che i ~ coleperitoneo possa produrre la morte per sè, il vero p ericolo è -costituito dal1' iniezion e, sia primitiva, quando la bile è già di 1per 1sè infetta, sia che la bile s,infetti secon• dariame11te, per 1pas!Saggi.o dei germi da up.o dei numer osi organi a contenuto sett~co c l1e la bile riveste, tanto più che, tCome ha dimostrato i l . Noe 1.zel la bile diminuisce il poter e di resistenza de:t peritoneo contro i germi. La qua11tità di bile ·content1ta ne~ peritoneo è molto vairiabile ma in genere è ,sempre notevole, poten·dio a volte rag.g iungere un volume notevole · in un caso del Barzellini vi era un versamento di 10 litri. S i tratta di un liquido chiaro, m en o filante ,d ella bi.le, di colorito giallo d'oro, gialloocraceo, o verdastro : a. ·v olte è torbido, qualche . . Yolta, com e nel c.aso da m e osservato, presenta 0


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inaisse fibrinose: il liqiuido J1a tendenza a impregnar\"! della sua materia ieolorante i visceri élJddor1!inali ch e bagna: generalmente contien e albu~ n1ina, urobilina : l'esame batteriologico ha dimostrato a volte la presenza di germi vaTi (Cocchi, Bacillo del tifo, Bacterium coli), in altri casi iJ liq11ido era sterile.

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La bile versatasi n el peritoneo in alcuni casi rim ~1.n e ccn1e liquido libero, in altri casi tende a in1cistarsi e si formano delle ra·ccolte circoscritte, periepatiche, sotto-freniche ecc.

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Il cole.peritoneo è stato sjnora in quasi tucti i casi una SOlìPresa operatoria ·O n ecroscopica. Uno dei sintomi più importante è il do1or e tanto spontaneo che alla pressione. Il dolore .spontaneo presenta ·v arie inodalità secondo che si tratti di casi ad andamento acuto o di -casi c he decorrono lentame11te : n ei casi acut i il dolore è il primo sintoma .dell'affezione ed A inten1S-O come quello che si manifesta n elle ·p eritoniti da penforazione, ora vaigo e mal localizzato, ora al contrario è localizzato al fianco d. all'epigastrio, al punto . di Maicl<-Burney, onde il più delle volte i malati ven go110 operati per 1per itonite da 1perforazi.one, colecistite, appendicite, oome n el mio caso. Nei casi ad anda1nento ·Cr o11ico i dolori spontanei o non esistono o sono _l eggeri: il dolore alla pressione ·p er lo più .s i comip orta corn e il dolore sp-0ntaneo . La febbr e, quçtsi sempre assente nei casi cronici è .f requente nei casi ad andamento a:cuto: l'ittero generalmente assente, escluso il ,p rimo periodo della ma lattia: in alcuni casi vi ·è arresto completo delle m aterie fecali e dei gas, simul ante un'occlusione inte-.,tinale, provocata ,dalla Teazione peritoneale al versam ento biliar e. Fra i sintomi obiettivi si de:ve ricorda-re 1a pre.senz.a di reazione peritoneale sotto forma di difesa che può man.care nei Yasi a decorso lento; il versamento biliare che si rivela oon sintomi diversi seco·n do che sia libero o circoscritto. Il tratta.mento non può esser e che cl1iruTg·ico. Siccom e molte volte la diagnosi non è esatta. r incisione ch e si fa i1on è adatta, onde bisogna 'Prolungarla in alto, oppure prati·care una second,a inci.sione adatta a espl·o rare meto·dicarne11te la cistjfel lea, il cistico,_ il coledoco, l'epatico, la faocia inferiore del fegato, ove a volta si potranno trovare canalicoli dilatati e :ulcerati. !11 caso cli raccolta incistata si pratica l' apertura della raccolta e il drenaggio consecutivo. In casi ·di spandimento diffuso se si trovano lesioni della cistifellea, la si asip orterà, si esiploreranno • le vie biliari e si praticherà il drenaggio delle vie biliari: se n on si trova niente di appTe·z zabile nelle vie biliari, si prati·c.herà il drenaggio del peritoneo o la coleciistost.omia. Il drenaggio del

peritoneo ha lo scopo di. far fluire la bile all' estern o, mentre si ripara la lesione ch e dette luogo a fuoruscita della bile: il drena>g·g io p eritoneale è un trattarn cnto palliativo, non l1a n essuna influenza sulla •l esione 1p rimiiiva; però nel mio ~ aso esso è stato sufficiente p er determinare la guarigion e. Non è Jo stesso p er la col ecistostomia: quasi serr1pre esiste Ull certo grado di ritenzione biliare come 1dimo.stra la distensione della vescicola biliar e: la ritenzione, porta alla disten sione dei canalicoli biliari e determina la fu.oruscita di bile per il processo di filtrazione, o per rottura ·dei canalicoli biliari: ·p.erciò l'indicazione di ,sopprimer e la r itenzione biliare praticand-0 la cole·Cistostorni a se, p . e., la ritenzione è determi11ata da un'affezione pancreatica, o la colecistectomia ..se s.i tratta di litiasi biliare : 1perciò il drena>ggio delle vie l:(iliari deve in circostanza, aiggtungersi o sostituire il drenaggio peritoneale il quale però può, come n el mio caso, esser da solo suffici-ente. O SPEDALE J\fAGGIORE DI BOLOGNA.

Rottu1·a t1·anmatica sottoci1tanea int1·aperitoneale del duodeno. Dott. GIOVANNI

chirurgo comprimario e libero ·d ocente. CAVTNA,

Il prin10 luglio 1924, nel p om eriggio, un muratore appena ventenne è ricoverato n ell'OspedalP. l\tlaggiore di Bologna in condizioni gravissime per shock ed anemia profonda. Interrogato, dichiara di essere caduto circa due or e 1pri1na da un ponte dell'altezza di .p arecchi m etri sull'estremità di una << putrella » (trave di ferro) ritta verticalmente sul terreno, battendovi ·sopra con il ventre in corrispondenza ·di un punto situato a destra della lin ea m ediana, un poco al diSOIPra dell'ombelico. Quivi infatti, all'esame obbiettivo_ si scorge un'abrasione cutanea assai superficiale e circoscritta, mentre la parete addominale è perfettamente integra, Il ventre è teso, duro come una tavola, dolentissimo ·dappertutto alla mi11ima ,p ressione rr1anuale, ma più spiccatam ente nella zona offesa dal trauma. Esiste una marcata ottusità a livello dei fian chi, nonchè della fossa iliaca sinistra . La cute e le rnucose visibili sono • ir1te11samente scolorate : polso piccolo, contratto, della frequ enza di 92. Vomito alimentare . In queste condizioni, fatta diagnosi di contusione grave dell'addome con lesion e viscerale interna, si procede immediatamente, sotto leggera r1arcosi eterea, ad un intervento laparotomic0 . AJperto il ventre con un lungo taglio m ediano sopra- e sotto-ombelicale, si dà esito anzitutto a circa due litri di san gue fluido , raccolto specialme11te n ella inetà si11istra del cavo peritoneale . La sorgente della form)dabil e emorragia si ricvnosce agevolmente n ella lacer azione ·di alcuni vasi del mesocolon trasverso, che si pinzettano ~ s L al-lacciano. Il meso stesso presc11ta verso la


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sua Tadice t1n'amp.ia brec·cia, attraverso la quale si ·scorge una soluzione di continuo della faccia anteriore del duo,deno, di forma lineare, a direzione verticale, della lunghezza di · circa quattro centimetri. La ferita interessa la seconda porzione del duodeno (porzione discendente), è beante e lascia defluire a fiotti liquido distintamente verdastro biliare:· i bordi mostrano una leggera iprotrusio,1'1e d.ella tonaca mucosa. ' Si chiude la ferita - non senza qualche diffiCDltà tecnica - mediante un doppio piano di sutura a punti staccati, ri&pettivamente mucoso e siero-mt1scolare. Quindi si esplorano rapi·damente gli altri visceri addorni11ali e si scopre una seconda ferita a carico di una delle prime ans.e del digiuno: tale ferita a decorso trasversale ~ situata sulla faccia libera dell'ansa e mostra nei suoi bordi uncr spiccata estroflessione della mucosa senza f11oriuscita apprezzabile di contenuto intesti11ale. Enterorrafia, toeletta peritoneale, sutura delle rp areti in massa, drenaggio. Dopo circa ventiquattro ore, exitus dell'operato con tutti i fenomeni tipici della 1pe:ritonite acuta generalizzata. Tn.le, per somrni capi, la storia clinica del caso che ci è occorso di oss~rvar.e e che deriva il suo interesse pi11 che altro dalla i11solita sede della lesi ':ne intestinale. Che si tratti effettivamente cli una evenienza piuttost~ rara, lo dimoc;tra il fatto cne .fin0 al 1917 secondo M.elchior n on esistevano nella letter(),tura scientifica più di cento osservazioni di rottura traumatica sottocutanea d e~ dU<?der10, iii cui tre sÒ1o italiane' (Br?-mbillo, Viti, Caul !). A queste ultime se ne deve aggiun~ere una recenti~sirr1a del Vaccari. Ma, se si tien contc. che nel gruppo dei casi raccolti dal Melchior, spe· cialn1ente fra i più antichi, vi ·sono comprese parecchie perforazioni traumatiche in ra,p-porto con lilceri duodenali preesistenti (e tali ' appunto sono da considerarsi, rp er limitarci alle osservazioni italiane, quelle del Brambillo e del Viti), allora la Tarità della rottura so1tocutanea vera del duodeno allo stR-to cioè di perfetta int€grità di que' st'organo, div·e11ta di gran lunga maggiore. Sorvolando sulla eziologia della lesione in discorso, la quale è stata segnalata in seguito a tra11matismi ·della più svariata natura (investirnenii, calcio di cavallo, caduta dall'alto Sll corpi Dttusi, come nel caso nostro, ecc.), è opportuno piuttosto accennare al suo meccanismo di produzion~ problema che in pratica non è sem1pre age' . vole a risolversi. Per analogia a quanto si an11nette 1per le lesioni della stessa natura intere&-. santi altri segmenti del t11bo gastrò-enterico, occorre prendere in consi·derazione i ·tre seguenti principali meccanismi: a ) scoppio (éclatement, :Berstung); • b) strappamen_to (déchirure, Zugwirkung); e) .<;chiacc'iamento (écrasement, Zerquetschl.lng) . 1

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SEZIONE PRATICA

La rottura da scoppio, per cui si avrebbe la

cerazione della parete intestinale · in seguito ad un in11provviso aurnento della pressione inierna enterica, ipresu1ppone uno stato di ri.p ienezza. e di distensione del duodeno, quale n ormalme~ 1te in quest'organo non si verifica mai, laonde secondo gli· Autori più autorevoli · questa ipotesi 1patogenetica dovrebbe essere del tutto scartata. Riguardo invece alla rottura da strapparrierito, senza dubbio va ammessa in molti casi ed è facile• ad immaginarsi, ricordando che il duodeno ·è fissato saldamente in tutto il suo dc(·orso alla parete posteriore delr addome, tranne che nella porzione iniziale e nell'angora duo<lenodigi11nale. Ora, se lo stomaco o la prima ansa del digiuno, cne godono di una grande mobilità, subiscono :per effetto. di un trauma contusivo , del ventre un im1provviso dislocamento, .p uò per trazio110 avvenire una lacerazione 1p iù o meno estesa del duodeno, talora ~erfino un-a rottura co1npleta trasversale del m edesimo. Tale evC'ni ei1za è -stata segnalata particolarmente do1p o j nvestimenti da p~rte di veicoli (passaggio di rn ote sul ventre),' mentre che quando si tratta di azio. .' ni traumaticne circoscritte, il meccanismo p1u con1une è certarnente quello dello schiacciamento diretto che 'si intuisce facilmente dato l'e3t9$0 ' contatto del duodeno con la colonna vertebrale. Questo è appunto quanto verosimilmente avve11ne nel nostro infortunato. Nella improvvisa caduta che egli fece dall'alto sull'estremità angolosa di un « putrella », il duodeno restò co111• presso e schiacciato fra il corpo contundente e .Ja r.esistenza del rachide. E rp·oichè è 1p resumibile che l'operaio non avesse avuto il tempo di !PTe· vedere il colpo e di difendersi quindi con la con- , trazione istintiva dei suoi muscoli . addomi11ali, così è naturale, , che, per la rila.ssatezza della parete, gli effetti del trauma dovettero essere dei più gravi. · Con lo ste~so mecci;.nis1110 è razionale amn1ettere che sirnultaneamente si producessero le al tre l esioni sopra ricordate, cioè la rottura di un'ansa digiunale, nonchè la lacerazione del m esocolon trasverso, causa principale ·dell' impo· ue11te emoperitoneo da noi constatato all'aipertura del ventre. ' c111odenaJe, Ri oO'uardo alla sede }délla 1rottura \ ' dalla, statistica dP.1 lVIelchior risulta che di solito si verifica nel secondo tratto (1Pars descendeus~ o nel terzo (1p,a rs horizontalis ·inferior ) e 1può essere - in linea generale - intraperitoneaie o re. . I troperttorieale, a seconda che la per f oraz1on e interessa rispettivamente la parete anteriore (provvista ·di p\eritoneo) o posteriore del duodeno. Tale distinzione, oltre che dal .p unto di vj sta unatomo-pat.ologico, non è priva di importanza 1

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IL POLICLINICO

nei riguardi della clinica., giacchè la sintomatologia della lesione· !PUÒ essere, almeno nei primi stad1, diversa p.ei d.u.~ casi. , Nelle . rottl1re intraperitoneali la seena : è do·m inata da 1PTincipio da fenomèni di shock;. cui subentrano . ra~pidamente quelli . di una peritonite . acut~ gent:!ale: I :Sintomi .clinici sono gli stessi ' . . che si accompagnano a tutte le perforazioni intestinali. enò.ocavitarie: vomito, r igidità e ·do. lorabilità del ventre sia . spoI).ta,.ne~, sia alla ' ·pres5ione, alterazioni del polso, modificazioni percussorie attestanti la presenza di gas o ò.i li. . qui~o ' libero (sangue, ~o!). tenuto . intestinale, ?Ss u-dati) n el cavo (peritoneale. Du e fatti .1poc;sono tuttavia richiamare l'attenzione sl1lla sede duo. denale della 1perforazione, e ~ioè Ja. maggiore dolorabilità del ventre .n elle parti alte dell'adòo1!1e , e sp~cialmente, nella regione del duodeno quan:..~ do vi cor.risponda anche ~a sede del t.rauma, e l'emissione di .sangue ·COI). il vomito, sintoma que. . ' st'ultimo comune alle lesion~ gastriche e del re,. sto solo ecceziona;tm~nte segnalato. Nelle rotture retroperitoneali invece, può esistere, jn . qualche ca.so, un complesso. sinton1atico . caratteristico, rapsotto certi riguardi abbastanza . presentato dall assenza di alterazj o.n i dimostra~

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bili · alla percu ssione Q.ell'addome e dalla com. . . '. . . ·p arsa improvvisa nella profondità . . del ventr.e cli

una tumefazione1 di vario "\\Olume, 1paLp'-1biJ8, eventualmente fluttuante, . . immobile :negli ~tti respiratori. 1'ale tumefazione ri·conosce la sua Ol'igi11e in un .versa1nento di ~angue (ematqma) o di contenuto intestinale o .di gas nel cellulare .. retroperi~oneale, ver samento che .conduce quasi inevitabilmente alla for,mazione qi un flerr1n1011e ·del" tessuto retroperitoneale stesso. Negli stadi ulterìori, la raccolta settica irrom'Pe . nella grande . ' •• cavità peritoneale e si ha così l'evoluzione fatale verso una peritoqite acuta generalizzata. -1 !enomeni terminali sono quindi i·dentici a quelli ' ~ ' delle rotture del duodeno fin dall'inizio endocavitarie. . ! . Tanto nelle lesioni intra-, quanto in que1le retro-peritoneali, il decorso. dei casi abbandonati a sè ·è .« foudroyant. », avendosi generalmente . la mcrte nello spazio .·d i ·24-48 ore. Ad aggravarti la , prog11osi contribuisce la frequente concomitanza di altre lésioni viscerali riscontrate a carico principalmente dello stomaco,. 'del . tenue, del colon, del fegato, del pancreas. Eccezionalmente si può avere guarigione ·sipontanea, attraversq la forn1a. . zione di a:sces~i circoscritti o di TI.stole duodenali. B ovvio pertanto che i_l trattamento di tali lesioni non può essere oggidì che operatorio. S'impone d'urgenza la laparotomia, (per la quale si darà la scelta all'incisione anteriore mediana, che per1nette una larga esplorazione di tutti i viscerj '

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ad,dominali e quindi il riconosciment9 di. ogni eventuale lesione concomitante. Dal Vaccari si è recentemente in_sistito siu i vantaggi che il tag~io trasverso l ombo-addo1ninale potrebbe presentare specialmente · nelre lesioni retro,.perfton~ali, ~u credo cne qu_esta: via di accesso non (possa e::; sere sèguita ·che in condizioni eccezionali, stante le insuperabil.i difficoltà c·he, com.e abbiamo· già visto, 1pratica1n ente si ' incontrano nella diagn,)5i esatta di ·1perforazione a sede duodenale. Giova . . ricordare che non solo clinicamente p-rima del.1'operazione, ma p.e rfino a ventre aperto certe lesioni duodenali, se non sono l!lOlto estese, · poss9n0 sfuggire a~l'attenzione del chi:r:urgo, qu!3.1ora non si abbia l'avvertenza di esplorar~ la retrocavità. degli epiploon mercè l'introduzion,e di , un dito nel foro di Winslow, incidendo nei ca.si so• spetti il legamento gastro-colico, o praticando lo scollamento colon-e.piJploico, o infine · mobilizzando il duodeno secondo il 1p1rocesso di Koclie~ per ispezionarne la faccia !Posteriore. Nel nostro • c.a so queste difficoltà non esistevano, perchè J'a'.qlpia lacerazione avvenuta alla radice del mesocolon tr&.sverso ci condusse direttarn ente sulla . lesi11ne ·d uodenale. Una . volta ric9n0Jìciuta la perforazione, occor. ' re provvedere alla sua cniusura definitiva. Nelle rotture parziali, si praticherà un'enterorrafia, 5eguendo le norme di tecnica abituali. Allorchè ìa 'lesione sia molto este~a, è consigliabile deviare il circolo a.li1nentare con una gastro-enterostomia . . associata a stenotizzazione del piloro, allo scoip o di alleggerire la · pressione sulla linea di su;ura ed evitare così una 1p ossihile deiscenza secon- · dari.a, . la qt1ale - come è ben noto ~ è già ! P alto grado favorita dall'azione necr otizzante del eontenyto duodenale .sui.. margini della sutura . stessa. ' Nelle rotture complete trasversali, il con111>ito . del° rhirurgo è molto più arduo e comple3SO: in queste circostanze si potrà tentare la riunione cir.c olare ·diretta dei due monconi du odenali, oppure la chiusura dei medesimi a fondo , cieco e il .ristabilimento . del circolo mercè una gac;trodigiunostomia od anche una duodeno-d1giunostornia. Allorchè sia compromessa la papilli:t del Vater non vi è altra via che ;çicoi::reré all'indagi' no sa operazione del Ka usch. Di regola sarà 1prl1dente lasciare nel ·v entre u11 drenaggio anteriore, completatd eventualrnente da una controapertura e. drenaggio lombare, quando si tratti di lesioni .duodenali a sede retro1perit0neale. Graz1e all'intervento immediato si . contano già nella letteratura !Parecchie guarigioni opPTatorie : Melchior ne ha raccolti 17 casi. Nel nostro operato ·p urtroppo, nonostante l'intervento pre1

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cocissi1no, l 'esito fu rapid amente infausto. Noi ci li1nitammo semplicemente a suturare la ferita ,. del duodeno, giacchè la gravità delle condizitlr1i • generali non ci avrebb~ consentito di praticare lilla gastroenterostòmia complementare. La morte avve11uta a 24 ore ruppena di distanza dal trn.urpa per 1p eritonite acuta ·diffusa ipertossica, deve essere attribuita all'abbondante versamento del cor1tenuto duodenale nel cavo addominale (si noti che l'individuo fu vittima dell'infortunio du, ,rante il periodo digestivo), ma fu senza 1dubbio affrettata dalla formidabile emorragia endoperitoneale causata dalla concomitante lacerazione del mesocolon trasverso.

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BIBLIOGRAFIA.

BRA~lBILLO.

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NOTE DI TECNICA. LABORATORIO DI BATTERIOLOGIA e MICROGRAFIA DELLA DIREZIONE GENERALE DELLA SANITÀ PUBBLICA diretto dal prof. B. Gosro.

Colorazione dei preparati microscopici delle farine coli' jodio: tecnica e vantaggi del metodo per 11 dott. VINCENZO MARINO, ass]stente. ' La · ben nota reazione dell'jodio è stata da me applicata alla microsco,p ia delle farine c9n l'in t.e11to di produrre negli elementi di esse una tonalità di colorazione tale da permetterne di mettere in rilievo i particolari morfologici ·dei singoli componenti, in modo da facilitarne l'osser. vazione microscopica rendendo più evidente la differenziazione degli ele1nent1 co11tenuti nelle misce1e ed a sem1Plificare quindi l a diagnosj. Ho creduto bene rendere noti i risultati ·delle mie ricerche perchè essi poss ano riu~cire utiJi specialmente ai laboratori ·d eputati a queste ana., lisi e ciò tanto più in quanto il procedimento da sep;uire per allestire un preparato con q,1esto rrte-

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todo, non offre nè ditficoltà di tecnica nè impiego di .tem1Po superiore I a quello nec essario 1Per allestire un romu11e preparato a fresco di farina . TECNICA. - Si pongono in un vetrino da or ologio tre goccie di liquido di Lugol . a cui si aggiungo110, cqn la 1nedesima pipetta ch'è servita ' per il Lugol, nove goccie di acqua distillata. Si mescola bene con l'ansa e quindi vi si sternperano una o dt1e ansate di farina. Si ba subito la 11ota reazione di colore. Si rimescola ancoru cop. l 'ansa p~r: qualche minuto per, esser certi che la reazione a~venga cornpletamente, indi presa col rovAscio dell'ansa stessa una goccia di questa mlsc.ela, la si depone in un vetrino portaoggetti e, sovrappostovi un coprioggetti, si esamina, come al solito prima a 50-100 e poi a 300-400 diametri, adoperando un oculare micron1etrico. '

ÙSSERVAZIONJ SULL'APPLICAZIONE DEL iVlETODO E VANTAGGI DI ESSO. 1) Gli' elemP7lti della farina in genere ed i gra-

rtul'i di arrtido i ·n specie, non subiscbno alcurta al-

terazione s·l a nella forma come nella grandezza e nelle va1"le caratteristiche proprie ai granuli di aniido di ciasctln cereal.e; anzi, · col metodo da me

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consigJiato, essi si conservano integri 1Più a lungo che adoperando il metodo comune 'ect i loro caratteri possono· osservarsi be11e anche fin oJ 1~'e 30 minuti e piu dal momento della .p reparaztor1e della miscela nel vetri110 da orologio, non verifi• • • candosi il loro l amerttato r]gonfiamento, e que· sto fatto è dovuto all'azione fissatrice spiegata dal liquido jodio-jodurato sui granuli stessL 2) I granuli di a.r,:nido appaiono, anzichè sco1orati come con la comun e tecnica, el egant.e111e11• • te colorati in azzurro pallido. I contorni ùt essi Si presentano netti all'osservazione, senza .hisogno di dover ' continuamente foghettare. .L\. questo proposito ho 1potuto osservare ct1e all 'esarne degli amidi del tipo glo'boso-lenticolare (Di Vestea), si nota che, .mentre i granuli 1più grandi assumono una colorazi one .ten.der1te al violetto, i medi e i piccoli si colorano in azzurro chiaro e solo molto .p iù raramente presentano la colorazione dei primi, a meno chè il I.ugol ~do­ perato non sia ·stato in eccesso o vi abbia agito troppo a lungo. La spiegazione di . questo fatto si ha mettendo in relazione questa osservazione 'co11 quanto chimicamente dimostrarono Macquenne e Roux (Strasburger: T.rattato di B otanica) che cioè: «, il granulo di amido è f ormato in maggior 1parte da amilasi che tinge in ble11 con l 'j odio ed in minor parte. da a1riilopectina, cina a l glicogeno, cl1e con l'jodio si colora in bleu violetto ». Da ciò p ossiamo quindi dedurre che, mentre 1'amilosi viene .a costituire. altr1eno

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IL POLICLINICO

iper la maggior parte, i granuli medi e piccoli l 'a1n i Iopecti11a sarebbe co-ntenuta, al1ne110 prcvale11ternente, nei grann1i 1p iù grossi. 3) I granuli di amido che rientrar10 nel tipogloòoso-poliedrico (Di Vestea.), col presente metodo si colorano molto debolmente,• 1però in essi gli spigoli ctelle formazioni poliedricl1e appaiono così marcati cl1e si re~dono evidentissimi in una 1r1iscel-a. di farina, non lasciando alcun dubbio sulla qualità del tipo cui aippartengono. 4) GÌi 1}i d·ei granuli di amido riescono a mettersi molto hene in evidenza ·p erchè essi, o risa.lta110 corr1e un punto scolorato, oppure, spec~al· rnente quelli di forma stellata o lineare, assu· rnono una j1percolorazi one ·b leu intensa, tendente al n ero, che li fa spiccare sul resto del granulo il quale i·imane colorato in azzurro chiaro. Questo particolare comporta1ner1to della colorazione evita di ricorrere a metodi speciali atti ét rr1 ettere in evidenza gli ili, quali metodi, con rendimento non superiore al ipresente, oltre ad essere più laboriosi, finiscono .p er alterare più o 1neno i granuli in esame. 5 ) La stratificazione dei grar1uli con questo metodo si rende pure più manifesta, .p erchè le varie strie concentriche che la costituiscono, vengono a colorarsi alternativa1nente una con maggiore ed una con minore intensità. 6) Gli elementi crl1scali, a meno che per l'atto della macinazione non siano com1pletamente cosparsi di polvere di amido, eventualità piuttosto rara, rimangono del tutto scolorati e quindi ri· saltano subito all'osservazione, anche quando per la loro forma e d1mensione avrebbero potuto, con l'usuale metodo, .passare inosservati. Lo stesso dicasi per gli elementi del le·gno, i quali rimangqno ipure scolora.t i, onde diven~ano più facilmente individualizzabili nell'esame d1 farine con esso sofisticate.

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Al chiarissimo prof. Go si o rivolgo sentito un ringraziamento per i saggi consigli prodigatimi n el corso delle 1presenti ricerche. Roma , 23 agosto 1925. Pubblicazione interessante:

[ANNO XXXII ,

eERE1\LI . E I

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·SUNTI E RASSEGNE. PATOLOGIA GENERALe I

La patogenesi d'el carbonchio interno. (G. SANARELLI. Annali d'Igien"e, 1925,

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Si sostiene oggi dai più che il carbonchio interno sia, in primo tempo, una vera e propria micosi intestinale, provocata dalla germinazione delle ·s pore contenute nel canale digerente a cui sussegue, in secondo tempo, l'infezione gene.r aìe. Questo modo di vedere è basato essenzialmente sulle esperienze di Koch, ·Gaffky e Loffler che, introducendo nello stomaco delle pecore un ci· linùro di .p atata contenente spore di car·bonchio, osservarono la 1norte di tali animali . Sembrava in tal 1noùo dimostrata erronea la teoria di Toussaint e Pasteur, secon·do cuj il carboncbio interno derivava da infezione attraverso erosioni delle prime vie digerenti, in quanto che, con l'introduzione diretta nello stornaco delle spore, chiuse nella patat~, si riteneva di esclu.d ere .la ·.o ossibilità di infezione attraverso lesioni delle prime vie digerenti. Un nuovo orientamento in questo campo ci · viene ora dato dall'A., il quale incomincia a rilevare che le esperienze di Koch e Gaffky sono infictate da una causa di errore; esse, di fatto , sono state fatte su pecore che sono rµminanti e quindi, se nell'introduzione della patata con spore, si evita una contaminazione acc]dentale della bocca, questa avviene in secondo tempo quando, con la ruminazione, gli alimenti e dunque anche la patata, ritornano in bocca e le spore posson.o penetrare attr.a verso lesioni acci. 1dentali. Che il carbonch1o non sia una micosi intestinale , viene 1poi dimostrato dall' A. per . altre vie. Anzitutto tegli lha rS\tabilito com esperienze che l'ambiente gastrico ed intestinale non è adatto per la moltiplicazior1e de~ bacillo del carbonchi~ cl1e vi si sviluppasse da spore ivi germinanti, in quanto che il succo gastrico e quello ente~ rico hanno una man1f est a azione battericida sui bacilli ·d el carbonchi9 i quali, posti in contatto con detti s1Jiechi, muoiono in 1pochi minuti i11 vivo come in vitro. Ma l'ambiente gastr.o -intestinale non è favore. vole nemmeno per la germinàzione delle spore. Queste, come l' A. ha dimostrato con unà teenica rigorosa, .passano inalterate attraverso lo. st~­ maco si distribuiscono lungo l 'intestino e s1 el1mina~o ·p oi con le feci. Ora, nell'intestino, esse subis_con o l'azione dei bacilli antagonisti (osser~abile anche in ·vitro) per cui ques~i si sviluppan o abbondantemente, mentre le spore non ger!

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Pref. GIOVANNI PETELLA, della. R. Università di Napoli

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SEZIONE

PR~TlCA

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minano affatto. Tale azione è s pecialmente eserVIE DIGERENTI. citata dal colibacillo. Più che i1el canale digerente, l e ·spore del car- L'esame radiologico dell'appendice cronica. bonchio che arrivan o n ella bocca, a mucosa in- (TREMOLIÈRFS et JOULIA. Le Journal méd·i cal Fran . tegra, sono però rapidamente trasportate n ei iPOlça.is, tomo XIII, n . 4). moni. Quivi i fatti si. svolgon o diversame11te se·L' A. fa rilevare come da alcuni dopo aver somcon do la qua11tità delle spore stesse. Quando queministrato un 1purgante sia fatto praticare un enste sono i11 dose submortale (meno di 50,000 per teroclisma di li·quido opaco (solfato di bari o. o ' ' ' il coniglio) i fagociti se 11e iIIljpossessano ben precarbonato di bismuto) della ca1pacità di eme. 1500sto e le ·trasportano nella circolazion e generale 1700 in modo da riempire -dal basso in alto il ed anche parecchi giorni dopo l'intro,d uzione, grosso intestino fino al .cieco. In America Spriggs esse possono trovarsi nei diversi organi, dove purga il malato 36 ore ·P rima di fargli ingerire non arrecano lalcun disturbo e finls001n o con _una miscel a ,di 425 grammi ·di latte aciòo e di l'essere digerite i.n sito, od elimin ate attraverso 125 grammi· di solfato di bario e pratica l'esame l 'intestino. Se invece esse sono in maggior nu- radi oscopico dell'intestino o.g ni quarto d'ora. ~ mero (1p. es., 100,000) i fagociti sono insufficienti Weil doip o aver somministrato 100 gramn1i di ' per il loro compito, le spore germinano ed i basolfato di barite alle sei ·di sera al m omento del cilli, attraverso la parete degli alveoli '1)0lmo- pasto e 200 grammi in un grande bicchiere di n ari, penetrano nella cir colazione gen erale e acqua n ella notte esamina il malato alle 9 de l danr~o luogo alla setticemia carbonchiosa. mattino. In generale i radiologici francesi non .l\ncl1e con una dose submortale di spore, si impiegano il latte acido e fanno prendere in 2 può avere talvolta lo sviluppo ·del carbonchio. o 3 volte da 200 a 300 grammi di gelobarina Ma, in tal raso, è necessario introdurre in qual- sciolta in una eguale quantità di aoqua \n rr1od o siasi parte ·d ell'orga.ni.smo i1na sostan~a capace di da praticar e l'esame tra la 1oa. e la 12a. ora dall'ir1crear e dei focolai necrobiotici o di turbare 'i.11 gestione ' del pasto O[paco . . In questo modo l'apqualche modo l'equilibrio chimico o fistco-chimico. pendice .p uò riempirsi e vuotarsi più volte. AlcuTali sostanze son o l'ar senico, il chinino, l'acido n; am1n ettono che sia visibile allo sc.h ermo rarislattico, il glucosio, il peptone, il sangue, il latte, simamente, altri invece che la sua visibilità sia l'acqua distillata, le colture vive o morte di coli- del 70 %. Secondo gli AA. ameri,cani sar ebbe sembacilli; ba.sta altresì provocare un abbassamento pre visibile. Il Fleig dice che si rpossa riscontrare della resistenza ge11erale dell'animale col tenerlo 11ell'87 %. L ' A. in 600 esami radiolo.gici dell'apjn termostato a 370 (ipertermia) oppure m antenenparato digerente ha potuto -constatare che l'aipdolo a dieta secca. p endice era visibile alla radiosco1pia nella proLa genesi del carbonchio interno appare quin- porzion e del 70 per cento ed è stata .p otuta radi, ron le ri cerche del Sanarelli del tutto diversa diografare n ella pro[porzion e d el 75 %. Nei casi da quanto si era fin. qui ritenuto. Le spore dalla in cui la radiografia non era stata ·p ossibile s i trottava di appendiciti retrocecali, la qual e variecavità orale passano ra1pidamente ai polmoni, donde per la circolazione gen erale, si diffondono tà all e volte può esse-re radiografata in proi ezioin tutto l'organismo e vi si sviluppano in ba- 11e obliqua. ~ei bambini l'ap'.J)endice, siccome si cilli soltanto se sono penetrate in quantità ecces- a1pre largam ente n el -cieco, -può e_s~ere facilmente siva oppure se vi è un abbassarnento della r e- riempita n1entr_e n egli adulti, siccome l'ap.penrlice sistenza dell'or.g anismo stesso. Le gravi lesioni è in parte ricoperta da una ri1piegat.ura srmiludell'apparato digerente che si osservano nel car- nare della inucosa cer.ale, non pl1ò essere riembonchio dell 'uomo e degli an1mali, non sono do- 1pita dal li·quido opaco. 1L e caratteristiche di uria vute a S"\'iluppo diretto del bacillo, 1na sono di appendice normale allo schermo sono le seguer1ti: origine ematogena, come lo stesso Sanarelli l1a 1) J'a1pp~ndice normale si riempie 1presso a dimostrato che lo sono quelle dell'apparato . dige- p oco i1ello stesso peri.odo di tempo che il cieco; rente nel tifo e nel colera. E tali lesioni sono 2) il lume del canale appendicora1e ap:p are a poi tanto pi"C1 gravi quanto meno sensibili sono bordi sensibilmente paralleli; i soggetti e quanto più protratto il d~corso . . \n3) lo svuotamento del liquid o opaco si fa dal, che n elle cavie, 1però, che fra gli animali da la- la 12~ alla 15a. ora doipo -q uello deJ cjeco. La palboratorio sono i più sensibili, si .possono trovare pazione riesce indolore. i1ell'intestino delle alterazioni gravi (necrosi., ulP er l'esame radiologico dell'84)pen-ò ice malata. cerazioni) che non isi possono ditstinguere da l'A. suggerisce. la seguente tecnica·: 2 giorni priquelle. che si ritengono caratteristiche nel car- ma dell'esame il 1-n aziente deve JDrendere ogni · bonchio intestinale od interno dell'uomo. 1nattina 10 grammi di solfato di matgnesia in un bicchiere d'acqua jr1 1nodo da vuotare l'intestino ftl.

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1L POL l CLINICO

e ~paz:tare specialmente il cieco dalle materie fecali provenienti da una stasi intestinale alta. Il mattino del 3° gio.rn0 ' :Si fahno pre11dere a <ligi uno sotto lo scherma al .p aziente una mi5cela di 200 gr. di solfato éii 'bario gelatinoi:;o sciolto in 200 cc . . di acqua. Si osserva quindi il passaggio del bolo oa>aco nello stomaco e nel duodeno; 3 ore ,più tardi un secondo esame indica il tempo di vuotamento dello stomaco. Il malato :p oi è riv~duto ogni 2 ore circa per ~oter studiare ·il vuotamento del canale appendicolare. Nel momento in cui il segmento dell'appendice aderente fi~ cieco è bene in evidenza l' A. ricerca il punto doloroso sia -in .p osizione supina che veroltre che in deticale, ~raticando la radioscopia , cub1to dorsale anche con incidenza ·p ostero-anteriore dell'a~polla. r.. a ~ersistenza del punto doloroso e dell'immagine ap•p endicolare in questo · due posizioni permette secondo l'A. di affermare l'esiste11za di un'appendicite. Si ·p uò alle volte osservare una variabilità nglla localizzazione del pµnto do lo roso il quale 1può essere localizzato un poco al. di sopra dell'inserzione dell'apip endice, alle 'rolte al diso,tto o lungo i~ bordo sinistro del cieco. In tutti i casi però ·questp dolor.e accoro•• pagn8: fedelmente gli spostamenti dell'organo nelle sue diff ererìti posizioni. I radiologici non sono tutti d'accordo sulla visibilità o meno dell'appendice nlalata. ·P er alcuni un'appendice che si riempie e si vuota in 36 ore è normale. Per a ltri invece og11i awendice visibile è malata. In generale però nell'appendicite crohica i sintomi . . radiologici descritti dai diversi autori si disti11guono i11 due gruppi: diretti o appendicolari ed indiretti, osservati . ~ioè su tutto il tubo digerente: ··1) Seg·n i f),iretti i quali si distinguono in segni &natomici e• segni fisiologi.ci e funzionali. , a) Se.g ni anatomioi: l'ap.p endice si riem pie I inegualrnente, . alcu11e parti retratte contrastano con altre di calib-ro normale. I bordi dell'imma.gine 01paca sono ineguali. 'Spesso si osservano de}le angolaziorui, l'appendice è immobile frequentemente fìssata al cieco o agli organi vicini, gli spostamenti d~l - _1paziente non hannei alcuna influepza sulla . sua localizzazione. 1 . • ·b) Segni fisiologici e funztonali. L'ap.pendice è dolorosa e · il dolore coincide costantemente con l'immagine appendicolare sia .nell'esame in , condizton.e orizzontale 1ch.e. verticale. Il vuotamento dell'a.p pen·diGe è generalmente . ritardato. .i\.lle volte dopo 40 ore esistonQ ancora traccie di liquido · 01pa.co. Questa. stasi 0tpaca .appendtoolare è t1n se-· gno so51petto secondo . Spriggs ohe conside~a l'ipocontrattilità come una conseguenza· -della -. flogosi cronica dell'appendic~. 2) Segni indiretti. L'esofago presenta -sove11tP uno stat0 spasmodic0 transitorio. Lo stam'aco .

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I è quasi sempre disteso per aerogastria dovuta a

aerofagia e a fermentazioni. L' A. ha spesso notato uno spasmo nella seconda porzione del ·duo. deno, la stasi ileale (ritenzione oltre le 24 ore) · è frequente nelle appendiciti croniche. T. LAURENTI.

La diagnosi p1~ecoce del cancro c1~asso. dell'intestino •

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XXXII,

(.T. JIOMANS. Boston m.ed. and surg . Journal, 9 aprile 1925).

Nulla è più esiziale al progresso nel trattamento d.el cancro che la credenza piuttosto diffusa fra i rnedici, che. i' cancri strettamente interni .possano rararr1ente o non mai venire identificati in t.einpo per l1n"efftcace cura chirurgica. P ensare in tal modo è dare per vinta una b~ttaglia prima ancora dti averla combattyta. Ormai, pe1· ~ cancri su1perfìciali, la convinzione della possibilità òella cul'a si è di'ffusa anche fra i 1profani ed i. medjci debbono quindi cercare di a\rere e Ji. inf oridere la fiducia che ciò sia ' possibile anche per i cancri profondi. Certa1r1ente, per arrivare in tempo con la tera1pia chirurgica i1el cancro del, l'intP.stino, si devono abbandonare le idee correnti sulla diagnosi di tale mal a ttia, la qua le si rivelerebbe essenzialmente quar1do i sintomi di ostrnzione sono al completo. Questi sono in realtà sintomi di sicurezza, ma non certamente precoci poichè si hanno ·soltanto allorchè l'adenocarcinoma ha 1raggiunto uno stadio avanzatto. ~ dunque necessario rjcercare &e da altri sintoh1i sl possa essere megliò guidati ad una diagnosi precoce. Un esemip.i o chiarirà la quest.i one. Un uomo sulla cinquantina, appare11temente in ·b11ona safute, l'nrconta che da un pafo .di mesi soffre dl disturbi addominaii che all'anaJi'si si dividono in un dolore sordo moderato alla parte bassa dell'addome ed in una sensazione di un tumore all'epigastrio. Verso : la fin~ della mattinata, egli av verte co1ne un senso di stanchezza e di vuoto; gli alimenti non 1p rovoc;ano nè diminuiscono i suol ' disturbi. La defecazione, dapprima regolare, si è ' ·andata fac endo alquanto stittica, sicohè il pazien, te deve ricorrere a dei purganti più spesso che prima non facesse . U11 ·111edico, da lui consultat~, lo rassicurò tlicend9gl~ che le sue condizioni non 1prese11tàvano nulla di serìo. L'esame del pazie!lte era del tutto negativo; addome trattab.i le, non disteso, nessu11 tu!!lore,.. esarrie rettale negativo. Però ·un clistere di bario dfmostrò un restringin1ento ed una irregolaTità dell'intestino nella re' . dall'esame progione retto-sig1noide; éonfer1nata ctoscopico: All'operazione si trovò un tipico canero. che venne resecato. · In questo caso i sintomi erano in realtà abba•

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stanza chiari, mentre in altri lo sono assai meno. Il medico qu jnd( deve conoscere i segnali di a~­ larrr1e e non essere riluttante ad investigare nel limite de11e sue 1p ossibiiità Io stato del paziente che si af1ì'da alle sue .cure. La fisiolog ia patologica del colon. Il contenuto dell'ìntestino tenue, allorchè raggiunge il . cieco, è del tutto' ltquido. Nel cieco nel colon ascendente esso è soggetto a stasi, a decompo-,. sizione da parte dei batteri e, ·p robabilmente, ad un certo rimescolamento. Quando esso lascia • • il lato destro del colon, è semisolido e di;s.renta asciutto quando passa al sigrr1a per ~er­ marvisi e venire IPOi evacuato. Siccome dunque il colon . destro contiene del materia!~ liquido, è improbabile che venga ostruito; ma sicr,ome il 1natE>riale vi subisce un certo ristagno, ecl è preda di attività batterica, e.o n for rnazione cli gas, si co1nprende che i tumori che ostacolano la sua motilità, provocl1ino distensione . loc~le e, forse, infezione della parete intestinale ed anche infiammazione secondaria dell'ap1p edice. Invece il crasso, al di là delh'l. fless11ra epatica, in c11i passano delle feci più o meno disseccate, è suscettibile di venire ostruito abbastanza raipidamente. Nor1nal1nente il colon trasverso e disce11dente non vengono usati per trattenervi le feci, ciò che invece accade per il sigma, ma tollerano abbastanza un certo a ccumulo. . Quando si tengano presenti queste 1particolarità flsiologiche, si comprenderà che un tt1more maligno che provochi un'o.struzione graduale, ·darà . sintomi diversi secondo la sua. localizzazione. l cancri del lato destro, quindi, provocheranno 1na~ !essere locale, dolore e formazione di gas. Quelli • invece . ·d el colon trasverso ed oltre da.ranno un certo grado di costipazione. Un tumore che, con ' quest'ultima localizzazione, desse un grado di costi~~zione tal e da causare delle coliche e della disten~ione rappresenterebbe un grado assai avanzato. appunto perchè il colon sinistro ed il sigma posso110 resistere bene all'accumùlo di n1olto materiale fecale . Si deve quindi tener presente che Ja costipazione associata con coliche ben nette è un sintoma tardivo del cancro ed i pazienti che raggi ungono un tale stadio raràmente guariscono con l 'intervento. Si pu.ò dire anzi che non guarirebbero n1ai se non vi fosse la tendenza di questo ti,po di carcinoma a rnetastasi tardive. Iri .questi casi, dunque, si devorio parti r.olarmenle considerare i sintomi consistenti in coc;tipazione ~odica od intermittente associata talora .. a ti ispepsia ed a malessere. Il cancro del colon ha anche altre particolarità. Juesto adeno.carcinoma, al r>ari di altri tumori 1nalig11i, può essere in prèval'enza cellulare o fibroso , ossia variare dal tipo di masse cellulari

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fuugose a quello ·di tumori ftbrosi suscett°ìbili ·di retrazione. In . entrambi i casi, ma specialmente 11el prirno, possono ulcerarsi e sanguinare: dando anche segni locali o generali d'infezioi:ie. Tali tun1ori si r iscontrano soprattutto nel cieco e nella regio11e retto-sigmoide e ~a ssono provocare · perforazioni, ascessi ed aderenze. I tumori scirrosi, ir1vece, posso110 lentamente ostruire l'intestino senza provocare nè sanguinamento, nè sepsi. Quando si tengano -presenti questi caratteri e si consideri il modo con cui le 'diver se parti del colon sono affette dai tumori ·che lentarnente 'e ostrt1jscono; i sinto1ni precoci del cancro delle cii verse 1Parti del crasso diventano facilmente intelligibili. Cancri del colon destro. Sono di solito turnori < cellulari che raramente ·p ortan o ostruzioné, rna che provocano piuttosto ·disturbi locali simili al1'appendicite acuta o ·subacuta; accessi di dolore e <1i sensibilità locale od alla regione ombelicale, • che si presentano a:d intervalli regolari. 11 segno diffetenzjale ~iù caratteristico · dall'appendi cite consiste n ella benignità dei sintomj generali e del .dolore locale, scarsa febbre, for1nola leucoci-' tari a quasi norrr1ale. · Un a1tr'o criterio · differenziale è quello dell'età, in quanto ch,e il can rro si presenta di solito dopo i 40 anni. Da questi turr1o~i si hanno delle perdite sanguigne di cui il pa7.iente può accorgersi e cl1e 1p rovocano 11n modi co grado di anemia. I

Cancri del colon trasverso, sinistro 'e del sigrn.a.

Nell'anamnesi spicca di solito la costip~zione che però 11on si deve ritenere persistente. Si osserva generalmente associata a cr ampi, coliche e talora a vomito ed a distensione. Qualch e volt8i si alterna con la diarrea; raramente quest'ultima è il solo segno. Il 'quadro pro comune è quello di accessi leggeri di ,coliche con dolore sotto l'omb~- , • • I ico sullo sfondo di una costi1Pazione e di a·i- .. . sturbi intestinali; la costipazione è meno accentuata ed invece gli. attacchi di colica sono più netti nel cancro del colon trasverso anzichè j r1 ' quello del sigma. Si 'deve iperà tener presente eh~ tal ~ processo si osserva · meno faciln1ente nel colon trasverso anzichè nel sigma e .I).ella parte su. periore del retto: , ,. , Si cornp·rende che, date tali premesse, .p uò acca. . dere di vedere per la prima volta il 'paziente 1 ' quando l'ostruzione è giunta ad un grado ele, .. . , . vato e si ha altresì distensione. In molti casi però si hanno disturbi_ locali r.icorrenti ed, in seguito ad infezioni, fàvorite dall'ulcerazi9ne, .si ha irritazione intestinale con fermentazi<?ni, cr ampi ed a~che dia rrea. ., . Cancro della regi.one retto-sigmoide. In questi casi, ·il !Paziente acèusa sintomi associati cori Ja • defecazione ed anche sanguinamento. Naturalrner~ \

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IL POLTCLlNICO

te non si deve attendere per la diagnosi nè Je feci a nastro, nè Je gravi emorragie. Non è rnro vedere un pazjente con cancro del retto che si 1an1enta soltanto di dispepsja; da ciò la necessità . ' di un esan1e completo di tali malati e la raccomandazione di non trascurare mai la ri~erca del sangue nelle feci. La ricerca accurata dei sintomi clinici non deve far trascurare le diverse pr:ove, quali l'esame delle feci, specialmente per la ricerca del sangue, la ~rocto scopia e lo studio radiologico dopo il clistere di bario. Non è difficile fare la diagnosi q~ando se ne ha il. sospetto; il difficile consiste invece nel formulare il soSJpetto. E questo può aversi quando si raccolga l'anamnesi siste1natica1nente, facendo le -necessarie domande al pa, ziente che spesso trova i sintomi accusati di così poca impo~tanza ·d a non dar: loro il neces3ario rilievo. Tali sintomi un paziente potrà averli • avuti tutta Ja vita e quindi non saranno sos.pe~ti , 1nentrel i~1 un altro che è sempre stato bene potra nr10 indirizzare sulla giusta via, in modo da avere la conferma nell,esame del malato. FILIPPIN1.

Lo stomaco ''rosso''· (BocnEMAl<ER. Surgery, Gynec. and Obst., marzo 1925).

L 'A. J1a raccolto 45 casi di una sindrome a ,carico dello stomaco che è poco nota .e solo negli ultirr1i anni è stata segnalata da von Haker e da Moynihan. Ha. una sintomatologia molto simile, a quella dell'ulcera gastrica e duodenale sopratutto 11>er quanto rjguar<la il do.l ore che insorge regolar1nente un'ora circa dopo i 1pasti, localizzato al1'epi·g ast.rio, oon 1periodi ·di . latenza e di esacerbazioni. inoltre vi è spesso nausea, conati di vomi t.o e· qualche volta vomi.to ali'm entare. L'acidità è ir1 genere aumentata, la Rontgensc0tpia può dimostrare sia iperstenia che ipo stenia gastrica. La laparatomia è invece negativa per quanto riguarda .p resenza d i ulceri, briglie o neoplasie e dà solo a vedere una colorazione rosso molto vivo della sierosa che si dimostra ~peremica, desquau1ata per un'area che comprende. l'antro, la regione pilorica ed il 1p rincipio del duodeno, mentre il fondo, parte della piccola curvatura e la regione cardiale sono sempre indenni. L'esame istologico è neg<l;ti vo per qualun·q ue alterazione sia ulcerativa che ne01plastica o flogistica nella mucosa, sottomucosa e muscolare. Solo qualche alterazione si riscontra a carico della sie.rosa in cui vi è non solo turgidezza delle arteriole e delle vene ma anche dei capillari. I

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La causa di qt1est~ sindrome che dà notevoli disturbi ai pazienti è o·scura. Von Hacker riteneva si trattasse di ulceri superficiali ma l' A. i11 un .solo dei suoi casi riscontrò un'ulcera. Moynihan 1p ensava trattarsi di una linfangite 1per infezione 1proveniente da · appen<licite (date le connessioni dei linfatici 1p eriduodenali e pancreatici con quelli del cieco-ap.p endice). Ma l' .-'\.. ne{ suoi casi solo .d ue volte trovò fatti appendicolari. Più fon·data ritiene l 'A. l'j1potesi che vi abtia parte una flogosi delle vie biliari. Ergli pensa pt1re che vi IPOSsano aver ,p arte fatti angioneurotici a; carico dei nervi che si distribuiscono allo stomaco. I nfine ricorda la possibilità di metterla in connessione con una periviscerite. Come cura l' A. consiglia la gastrectomia che • ha eseguito in 17 dei suoi casi con buon successo. V. GHIRON.

CENNI BIBLIOGRAFICI. J,. \!ORINI. La bl~norra.gia e le sue dannose conseguenze per l'individuo, la famiglia e la Società. Roma, L. Pozzi, ed., 1925, pp. 35. L. 5.50.

L' ..\ssoci.azione professionale dei Dermo.siftlografi ItaJjani, a1nministratrlce della fondazione Lor.atelli le r.ui rendite sono ·d estinate ad un pre111ic annuale per . il 1rliglior lavoro in argomc11to attinente alle discj1pil.ine ·dermosiftlogra·fiiehe, aveva ban1dito nel 1924 un concorso per il tema cl1e è og_get1o del presente opuscolo. .B en 17 lavori furono presentati al conconso fra i quali la commis2-ione esaminatrice, composta di tre fra i nostri ·p iù valorosi cultori di dermosifilografia, pres.cel.se questo del M-0rini, che ora la Casa editrice Pozzi ha pubblicato in elegante e corretta edizione. Il lusinghiero giudizio •della commissione disa>en.sereb•be ·da ogni ~arala di .p resentazione; ma 11on è superfluo rilevare come il Marini ·abbia saputo brillanteme-nte sUJperare le difficoltà inerenti a lavori di questo genere ed in pocl1e pagine sia riusc lto a darci un ,q uadro sintetico e<l .armonico del processo blenorragi-co e delle sue funeste conseguenze dal triplice punto di vista indi,1iduale, iamigliare e sociale, mantenendo~i nei .limiti di una sobria esposizione senza nulla. 1perdere 1n chiarezza ed in efficacia. J11alche im'Proprietà di linguaggio ed una certa spr0iporzione fra le varie .p arti della trattazione sono largamente giustificate dal carattere ipopolare del lavoro e dai suoi fini essenziali, pienamente raggiunti, di propaganda igienica. Aucturia1noci ora che alla nobile fatica dell'A . o .. corrisponda una larga diffusione in 1nezzo ad 1


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SEZIONE PRA7!CA

gui te cla numerose comunicazioni sugli argomenti e cla j11teressante ed esauriente discussion e cui presero parte i 1soci Truffi, Fiocco, Pasini, Marlinotti, Capp€lli, ·l\tlalusardi, Piccardi, Montesan o, i\1ihelli, Porcelli, Ersettig e molteplici altri.

ogni classe sociale, del suo 01p uscolo, la cui. let· tura 11on sarà per alcu110 'PTiva di qualc11e frut\ 7. MONTESANO. to e di qualche utilità . J. KYRLE. UelJer der den::.eitigen Starid der L ehre

M. A GOSTTNI.

von rler Patl1ologie ilnd Therapie der ~phi­ li s T..e]pzig U. .\Vie11, Franz Deutic1{e, 1924,

3a edizione.

BttRDEMIE. SOGIETA MEDICHE. tONfiRESSI.

In questo volumetto il l{y1·le 11a raccolto e ordinato il ciclo di conferenze da lui svolto presso la scuola d el prof. Finger a Vienn a in occasione d el corso di rp erfezionamento sulla sifilid e e le malattie veneree promosso fin dal 1918 dal gover n o at1striaco. Sono in totale 6 capitoli di cui 1a ,p rima parte tratta a grandi linee d.ei varii periodi delta sifiljde e delle manife.stazioni cliniche che soglion o esser loro proprie, la second a rtguarda i 1n ~tocli di inùagine sierologica e del liquor, la terza ir1fin e la terrup1ia. L'insieme della trattazione, soppressa ogni ci.fazione di teorie, talvolta anche in aperto contrasto. è del tutto schernatica e il medico pratico, per i cui bisogni il libro è venuto alla luce, vi trova esposte quasi esclusivame11te le vedute 1p rincipali sorrette oramai da più larga base teorica e pratica. Lo scopo d ell' A. lPUÒ dirsi piename11te r aggiunto e, ~ e talvolta la forma della trattazio11e possa ~p­ parire forse eccessivamente schematica, traspare pur tuttavia ovunque la perizia dell'A ., non solo nella materia in gener e, ma anche in tutte le più moderne ricerche complementari n el cam1po della sifilologia. Precisa, chiara l' esposizione. Il libro del r esto ha sortito la fortuna che si merita: ne abbia1no infatti già la· 3a. edizione e traduzioni in varie lingu e, fra cui anche in italiano. M . .i\ GOSTJNI.

IV Cong1·esso Inte1·nazionale di lnfo1·tnnistica ·e di Malattie del lavoro. (Amster<lam-4.\ia , 7-12 settembre).

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Giornale i tal. di d ermatologia e sifìl ologia, fase. 2°, 1925 (Processi verb. delle sedute ·d ella XXI Riu1

nione della Soc. ital. di Dermatologia e Sifilografia tenuta in Padova dal 20 al 22 dic. 199.4). La Presidenza d ella Società di ·D ermatologia e . Sifilografta ha voluto quest'anno scegliere Padova a sede dell'annuale congresso on,d e ,p artecipare alle onoranze tributate al 1prof. Achille Breda in occasione ·del suo ultimo anno di insegnamento. Questo volume viene appunto dedicato all'illus'tre Clinico dell'Università patavina presso cui una vera folla di allievi, di scienziati e autorità numerose convennero 1P1er rendere omaggio. Varie e interessanti le comunicazioni po ~tc all'ordine del giorno. Temi ufficiali furono il Cancro ~perimentale della pelle (relatore prof. fljzzozero' e J.,a guarigione della s-Vftlide (r elatore 1P rof. Tominasi). Ambedue le dotte relazioni furono se-

Parte<:iparono all'imp,o rtante Congr~o (il primo tenuto dopo I.a guerr.a) più di 800 medici . L :I talia vi era r~ipp resentata dai seguenti dottori: inaggioT generale della R. Marina REPETTI per il Commi&5iaTi:tto Gen~rale dell' Emigrazione , oaip o della d elega?.ione ; maggiore p.r of. Mosso per il lV[inistero della Marina; un maggio1re medico per il R. Esercito; prof . PISENTI per il Ministero dell'Economia; prof. D1Ez e comm. dott. TEPPATI per le Ferrovie dello Stato; prof. LEONE LATTES direttore dell' Istituto di Medicina Legale di Modena; professori D ' ALESSANDRIA e FoRNACA ·p er la Cassa N azionale Infortuni; <lott. C10FFI ·p ie r l a Sezione Emiliana della Federazione fra medici infortunisti; prnf. AJEIJ.O de]la Clinica delle malattie professi on ali di Milano ; ,dottori DENTI CO e SBISÀ di B ari . Il CongreSBo f11 i11au·gu11ato ad Amsterdam jl 7 settembre, alla presenza d el Ministro del Lavoro <lei Pa.esi B ~si 11el « Lichthof )> dell'Istituto Coloniale. Jl Presidente Generale V AN EDEN poirtò il saluto ai co11gressisti nelle cinque lingue ufficiali . L esse le ade8ioni, ·d alle quali risultò es...~re r appresentati 26 Stati d' El1•ro~pa. e d' Americia, il Segretario Generale dott. llRoE:x.. P ortarono in seguito il sall1to d ei loro Go·v erni i raippresentanti degli Stati aderenti. ~vieroè un' .accurata e p erfetta orga11izzazione tecnica delia quale v~ data lode ai Segretari dottoil'i K1.rzER, UE HARTOGH e J\{ETZ , i lavori p.r ocedettero con una r egolarità cronometrica. Alcuni temi furono sv.o lti dai r elat ori, senza discussione, in seduta plenaria; altri nelle due sezioni in cui era diviso il Congresso u11a per le malattie pro fessionali, l'alt r a per gli .infortuni. Pure nelle sezioni furono :.;volt.e le nt1merose comunicazioni libere, ammontanti ad oltre 100. I.te relavioni svolte in seduta plenaria riguardarono i segu enti temi: 1) Infortuni e Inalattie dal punto di vista medico (prof. CtrNÉo, Francia). 2) Dia.gnosi e limitazione delle malattie professicma1i (dott . TELEKY ; Germania). 3) Jnfortuni e n1alattie dal punto di vista legale (prof. GLAISTER, Inghilterra) . 4) Infortuni e tubercolo.~ (ZoLL!NGER, Svizzera; L!NIGER , ~rm.ania ; D1Ez, Italia) . 0

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IL POLICLINICU

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XXXII, FASC. 41J

5) Tum-0ri ecl infortuni (prof. SA UERBR.UCH, Germania). 6) M al<:1ttje 11ervose profes.s ionali ('Prof. CRouzoN, li'r anci.a). 7) Trapia nto delle ossa (prof. ALBEE, St. U. d'America) . 8) F erite delle ma1'li (prof. WITTEK, Austria). 9) La fatica (dott. ArJJ:,Er.s, Austria). 10) l....egislazi(}ne sociale e1d igiene (Sir ÙLLIVER, Inghilterra). 11) Patologia professionale del cuore e: dei vasi (prof . DEVOTO, Tt,a lia) . 12) Frattura del oollo del femore ed indennizzo (pro[ . 'AKJ~RMAN, Svezia). 13) L' adattamento negli infortunati (dott. OLI ER, Spagna.). 14) C1;enni sull'assjcurazione degli infortuni in agricoltura in Italia (proif. P1sENTI). La relazioni} del prof. DEVOTO, accolta con molto pl a us o dai congressisti, fu letta dal suo aiuto pr-0f. AIELLO, n on ess.~ndo l' illustre clinico potuto interve11ire ner mal~tti.a. Le r elazi.cn1i ufficiali svolte e discusse nelle due sezioni riguardarono i seguenti t emi : P €r l'infort·ùnistica: l) Osteosintesi nelle fratture ~COTTALORDA e I~rBERT , Francia; GvsENLYOK, Belgi0; \VAEGNER, B,uSiSi a); 12) L'indennizzo delle piccole Ìl'lV'alidità (J ULLIARD, Svizz.e•r a e LINIGER, Germania); 3) L'ins.egnamento della medicina degli infortu11i (prof. l(A UFMANN, Svizzera); 4) Artrit i traun1atich e (DIEz , Italia e WAEGNER, RUSsia); 5) F erjte delle cartila:gini semilunari (B1RCHF.f< , Syjzz<'ra e SMITH, lnghilterra); 6) Affezioni traltmatiche a ddominali (FRANço1s, Belgio, ScH:nIEDEN. Gern1.ania, ScHoF,l\[-\.KER, Olanda) . · P e r le malattie d el lavoro: 1) Intossicazioni d a gaz ( ArEr,Lo, Italia e LEHMAN, Germania); 2) Malattie professio nali oc11Jari (ELSCHNIG, Ceco-_S lovacchia e V AN DER HoEvE, Olanda); 3) Il laivoro nel1'.aria calda e,d u1nida (THOMSON, Ingl1ilterra, ToRRES FaAGNAS e So1,Eu, Spagna); 4) Malattie profe-ssionali e leggi sull' a.sìSicurazione contro gli infortuni (CuRSCJIMANN, Germania); 5) Le Pneumoco11i-0si (CoLL.IS, I!l.gbilt.err,a e SLEESWIJK, Olanda) . L e co1municazioni riguardarono i più svariati argomenti di infortun.i\Stica e di malattie d el 1av-0ro; moltissime, specie da part e d e i congressi&ti tede.scl1i, le comunicazioni su argomenti di pura trau111atologia, secoDJdo la tt=-ndenza esistente in Germania di dare più sviluppo a que&'ta parte, nello st1tdio dell'in fortunistica, che a quello m edieo+-legale . Qut•sta tend enza si può rilevare anche dai temi di tr::tumatolog ia svolti in prevalenza nellA relazioni ufficiali. Sotto questo punto di vista il Con·o·resso si -nuò dire che siia stato mlQlto, diverso I:> cla qu.elli cl1e si tengono in. Itali.a . I.1n secll1ta ai chi1LSura si tenne al Teatro Reale <lell' Ai.a. N on fu -nroclam.ata la sed e del futuro Co11gresso (si cont.endono l'onore, a quanto sii. dice, l\Iila11 0, Madrid, Londra). D elle p iù importanti relazio11i presentate nel Co11g resso, e delle c9munioazioni fatte dai medici italiani dian\o lln breve riassunto : DEYOTO. l )a.tologia rlell'apparato cardiovascola re di origine professionale. - In seguito a cause ~

n1ec<!aniche e · tossicl1e si possono avere nei lavo1·.atori manuali miocarditi, endocar:diti, aortiti, arterioB<?lerosi , atero1nasi.a vascolare, aneurismi, nef1iti, flebo patologia. che si sviluppano lentamente, e ·delle quali il m edico deve riconoscere l ' esistenZJa tempest.ivam€nte, sia p er valutare la capacità fi&iopatologica. r eale dell'operaio, sia per poter consigli.are i cambiamenti di mestiere . La patologia cardiovascolare è subordin::tta nelle sue manifestazioni all' i11t-ensità dei valori causali, alle condi~ioni p ersonali <le1 1avo1·atore, iall'interventoi di fattori morbigeni conca usali (alcool , sifili1d e, t-ab.acco, infezioni). J_,ENOR _'\1ANT e MoTTnF.. - Trattarnento delle f eri te e sutura. - Espo11gono lungamente le differ enti indicazioni nel trattamento delle ferite da infortunio. La sut11ra primaria richiede un controllo .accurato n ei primi giorni. L a contusione dei t~uti è una controindicazione, ed è da preferirsi l ' asportazio11e .abbondante di tutto il tessuto contuso prima di procedere alla sutura. I tt:'ndi11i ed i nervi <lev-01110 e~re suturati subito, e , se po&Sibile , anche. i vasi sanguigni mwggiori, compreso l 'aneurisma t rau1n.atico. Nelle ferite in~ette, la sutur.a secondarja è necessari.a soltanto per le fe.ri~ am~ie, dopo c he la secrezione puruletllta è cessata. Gli stessi criteri 1dc0vono se1guir&i n.ella cura d elle fratture esposte. L'osteosintesi è necessari~ solo in casi eccezio11t3ili. Le ferite delle .articolazioni d evono essere suturate Sllbito per impedire i11fezioni secondarie. Per la sti€&sia ragione è necessaria l a r C'sezion e primaria di fratture articol a ri complicate. Sono da evitarsi le oper.azioni sotto l'jnfluenza dello shock . LINIGER . - I nfort1llnio e tu.bercolosi. - Le malattie tubercolari in raipiporto con un infortunio sono r elativamente ra.re, e quando esistono sono ql1asi sempre ]a conseguenza d'una tubercolosi ig norata che si propaga per via sanguigna o linfatica . La co·r relazione fra u11 processo tbc. ed un infortunio può essere .ammessa solo se il trauma è stato violento, e se il p rincipio e il ·d ecorso 1delle m.alattie risipo·n dono a condizioni speoiali. Per amn1ettere l' aggra vaime11to non soilo si deve provare che la parte lesa fu colipita d.a un tr.auma, ma che ess•o sia ben evidente, non attribuibile ad altre ca11se, e che segua immediatamente all'inf·ortunio. Se il JJrocesso tubercolare è già avanzato non si p uò ammettere l'infortunio come responsabile in qualsiasi modo di un .aggravamento. ZoLLINOER.. - Tub ercolosi e tra1ima . - Il trauma è causa della tubercolosi solo quando nell'atto de,J ferimento ·i nocula i bacilli specifici. Negli altri casj il trauma costituisce una causa piarzi.ale di n'Laggiore o minore importanza, il ipiù delle volte aig;gravativ.a. Una c0i11nessione causale può essere accettata so1n se. il trat1m.a er.a tale, da produrre notevoli lesioni a natomicl1e nei tessuti, e se vi sia r elazione topografica. e cronologica. Per le ossa e le articol ar.ioni ritiene necessario un intervallo minimo di 4-6 sietti m.ane e massimo di 6 mesi ('Per alcune ossa <li lln anno); per la tubercol osi polmonare, minimo di 1 settimana, massimo di 4 1nesi. Ritiene dPsiderabile che in tutti gli stati la legge ìnde11nizzasse le tubercolosi solo per 1

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quèlla parte i11 cui il trauma ebbe uffizio aggraYatore. DlEz. Trauma e t·u bercolosi nell'inforturi,is:ica. - Esamina le diverse evenienze ohe possono verificarsi nei rapporti fra trauma e tubercolosi. Si possono chiamare tubercolosi tr.aumaticl1e verB sol0 quelle che deriv.ano da immissione di bacilli nei tess11ti per opera dell'agente vulnerante . .In t11tti gli altri casi s1 tratta di tubercolosi preesistenti, o allo stato inattivo, o clini<?a1nent~ guarit-e, cl1e il trauma, per le speciali condizio11i create nei tessuti sui qu.al.i agisce, riattiYa. }\1:~dico-legaln1e-nte occorre distinguere queste fo,r me da quelle in cui il trauma non esercita .alcun uffizio c:onoausale, ma è solo un .agente rivelatore. Il trauma può pure aggravare tubercolosi preesiste11ti allo stato .attivo. Esamina le condi.zio11i necessarie perehP possa .attribuirsi iaid un trau111a l'uftizio di agente concausa.le, ed i criteri <:linici e medico-legali che devono seguirsi per distingue.r e questi casi. da quelli nei quali n,o,n si hanno che semplici pretestazioni. Ritiene indiS1pensabile ch,e il traun·1a sia di una certa gravità, che, specie nelle forme osteo-articol.ari, vi sia coinci<lenz.:i topografica fra regione traumatizzata e tessuti i11Ya.si dalla t11bercolosi, e che esista un congruo i11tervallo di tempo fra l'epoca dell'infortu11io e lo sviluppo delle malattie . In tutti i giudizi <li i1€sso dey·e lJredominare il criterio clinico. :iIELLO. Intossicaziori,i da derivati benzolici. - Riassume i ris11ltati dei lavori scientifici più in1portanti pubblicati s11l benzolismo dopo il 1912. Tratta delle proprietà chimiche ,dei prodotti benzolici, del IC' dosi tossiche, delle .predisposizioni indi,·iduali cl1e fav-0riscono l'avvele11.amento, del meccanismo di :-.ssorbimento e di eliminazi-0ne dei gas. Descrive accur.atamente la sintom1atologia di queste i11t01Esicazioni) l'azione esercitata dal benzolo n ei -vari tessuti, ed, esaminate le f-0nti di intossicazi0ne, affronta con praticità il pToblema profilattico passa11do in rassegna tutte le disposizioni legislati ,~e esistenti a tale scopo nei vari paesi. Tratta in pa1·ticolar modo l'intossicazione cr,o nica <la be11zol ne.gli operai dell'industria del ca-0utchouc e degli e-splosivi, e le tarde conseguenze dell ' int.ossicazione dei ~as di gue,r ra in rapporto al p ro blen1a della tuber{'olos i. T~lBERT e C o TTAT.OH.DA. - Osteo sintesi nelle frattu1 e. - N ell'osteosintesi l.a consolidazione aivviene sotto l'influe11za del corpo estraneo metallico. Di solito il callo ohe si forma è solido. In rari nasi avv ie11e una decalcifioazione CO/Il riiprocluzio11e della fratt11ra.. L'ope1;azione deve, esSf're fatta presto, e l'immobilizzazione durare a lungo. Costituiscono controindicazioni .assolute la vecchiaia e le malattie C0\5tituzion.ali. Il successo operato,r io dipende da molti fattori e sipecie dalla forma e clalla loca1izzazione della frattura. Gli 00. discutono le varie indicazioni e concludo·n-0 che si <leve ricorr·-=-re .all'osteo1-sintesi solo in quei oasi in c11i non vi è sper.anza di successo con altri trattamenti . TELEKY. Descrizio11e e diagnosi delle malattie '[YJ'of PssionaJi. Dal punto di vista tecnico-assicurati\-0 po.~sono considerarsi malattie professio1

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nali specifiohe, da equip.ar.arsi nel tratt.amento agli infortuni, solo le intossicazioni prodotte dal lavoro. La loro diagno~i non presenta difficoltà insormontabili. Difficile è invece stabilire un nesso fra la mortalità nelle diverse protfe&9ioni e il lavoro . D1Ez. -· Artriti mic·r obiche post-trau'fn..atiche. Accenna brevemente .alle ' artriti consecutive .a traumi ,aperti . le quali non presentano difficoltà di natur.a medico··legale. Le ooin testazioni, nella pratica infortunistica, sorgono quando si attribuisce .a d un trauma chiuso un'artri~ tuberooilare sifilitica, strepto e st.afilococcica, reumatica, go-' nococcica, e tutte quelle altre forme di a.1-triti cl1e vanno sotto il nome di pseudo-traumatiche, sia primitive che s econclarie ad osteo-mieliti iuxtae.p jfisarie Dimostr.a che le ricerche sperimentali, fra le quali ricorda q11elle del fiorentino Colzi e di altri italiani, e il materi.ale clinico noto pro,·ano cl1e in .alcuni o.a& esiste un'iazione concau(1ale esercitata .d al trauma nello svilu,p ipo o nel- ' l'.aggr~vamento <li queste artriti. Esamina il problema patogenetico sotto l'aspetto clinico e aniatomo-patola.gico, e discute i criteri clinici e medico-legali che ,d evono seguirsi per ammettere il nesso f1ia tutte q11e.ste artriti e il fattore traumatic0. Porta al pr0iblema un contributo di osiservazioni personali. V\7 AEGNER. A.r1t·riti traumatiche. - ;La sinoYia, l'epifisi e la cartilagine reagisoono in modo differente .aà uno stesso trau1na: sinovite, necrosi epifisaria} degenerazione delle cartilaigini. Distingue gli stati patologici (contratture artr-0gene, anchilosi, 1nobilità anormali) dalle malattie vere e •proprie delle articolazioni ~artrite traumatica, .artrite ,d eform.ante, -0steocondriti, atrofia ossea acuta). Occorre estrarre subito con la punzi()JD..e i versamenti emon·agici, ed evitare ad ogni costo l'immobilizzazione. ~1olto indicata è l'estensrione · p ern1anente in semiflessione. CRouzoN . Malattie nervose professionali. Fra le malattie professionali che si manifestano con sintomi nervosi si trovano in prima linea gli avvelenamenti (piombo, mercuri01, arsenico, C. O. solfuro di carbonio, alcool, nicotina, gas velenosi). Una seconda categoria _è co mrposta dalle malattie causate da decon1pressione (n1alattie dei cassoni) e d.al1a corr ente elettrica. Scars a importanza hanno i crampi p;rofession.ali e i colpi di sole. Delle singole intossicazioni l'O. tratta dettagli.atamen-00 l' etiologia, la clinica, l' a11atomia patologica. . REUTER. - Jialatt·ie cardiache ed infortu·nio . Su 1000 casi di tr.auma. toracico studiati n ell' Istitut~ medico-legale <li Vienna, in 185 f~rono trov,ate lesio11i cardiache (emorragie, rotture dell'endocardio, di valv.ole, di fibre mUS<;olari). Poco chiara, ,p er lo più, è appars1a la relazione fra lesioni cardiache e sforzi eccessivi e traumi psichici. DrEz. - Lacerazioni val·v olari c"la sforz o. - Ricorcla I.a casistica italiana sulle cardiopatie traumatiche, e illustra lln caso di rottur.a delle valvole e~Hnilunari aortiche da lui osservato, in seguito a sforzo violento, in un giovane soggetto .affetto da sifilide ignorata, la cui importanza mette in evi1

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IL POLICLINICO

<lenza nella patogene i della lesione tr.a11n1atica . Si soffer1na in special modo sulla sindron1e cli11ica ma11ifestatasi Sillbito dopo l'infortunio, sul decorso e sugJ( esjti. Conclude che non si deve essere troppo pessimisti nella "iTalutazion.e di queste lessioni, p ercl1è €sse, col tem1)0, d-0·p o il proyesso di cicatrizzazione, miglioran-0 notevolll'.!ente e pe.r mettono l'estri11secazione d'una note•v ole c31pacità l.avo·rativa. LAT'rEs LEONE. ll risarci1nento n egli in.fo1"tuni m ortali. ~ ingiu&to risarcire in identica misura gli i11fortu11i m-0rtali senza tener conto delle condizioni ·personali del &o·g getto. L a legge dovrebbe prescrivere una diversità di trattamento• economico a secon.da che gli individui colpiti da morte si trovavano nella pienezza della loro salute, o colpiti da n1orbi inesorabili. Non nasconde p erò 1'0. gli ostacoli che nella pratica trorverebbe l' a1)plicazione. di questo criterio. •.\!ELLO. Tnflussi rlel sistema nervoso vegetativo e cl ella fa ti ca sulla 'tecettività delle correnti elet.trich e. - Negli animali sottoposti all'azione dell'adrenalina notò una diminuzione del1a · recettività; lo stessio comportamento si ebbe con l'atropina. La recettività aumentò con l'azione della pilocarrpina e negli stati di affati00J11ento acuto . D ata la frequen~a nei lavoratori a normale attività di disturbi a carico del sistema n euro-veget.ativo e le 1nodifica.zjoni che secondo le moder11e ·t eorie si verificauo in alcuni stati fisiologici (età, sonno, digestione, gravidanza, mestruazione, fatica) in una o entrambe le sezioni di detto sistema, si spiegano l e ·d ifferenze di comportament-0 individuale di fronte .alle correnti elettriche. DrEz. - Orchio-epi.didimiti traumatiche. - Ha stu.d iato 47 casi in cui era stata fatta diagnosi di orchite traumatica, e constatò che solo in tre casi si trattava di orchite veramente tr.arumatica (contusione del testicolo). Degli altri casi, 14 erano costituiti da epididimite b.JenQcrragica, 7 da epididimite tubercolare, 2 da orchite sifilitica, 5 da epididimiti ·da coml1ni germi infettivi delle vie urinarie (cistite), 1 ·da tumore .m aligno deJ testicolo, 8 ·da em.atomi del fuuioolo, 1 da ematom:a de1l'P1p1di·d imo, 5 da ematoma ·d ello scroto; in 1 cas.o l'erroTe di diagnosi era grossolano perchè si trattava di un'adenite inguino-crur.ale. Ritiene perciò che la maggior parte delle orohicreipididimiti cl1e si manifestano dopo traumi, e che vanno sotto il nome di traumatiche, non sono ohe epididjiniti bacteriche <li varia natura , sul cui svi]urp1po iJ trauma ha più o .m eno agito. Occorre perciò ricercare con un diligente esame uro-genitale, la causa di q11este malattie e stuàiàre poi medico-legalmente se il trauma .abbia influito sul loro sviluptpo. CroFFI. L:i11fezione ·malarica nei rapporti <;on l"infortunistica. - Ritiene accertato' il r.rup·p orto fra. traumi sulla milza o sulle ossa e risveglio di malnria l atente. Non si hanno sufficienti elementi per giudicare se un trauma sulle altre regioni de-! col'po ipossa provocare una reci·diva di malari a. I piccoli traumatismi, specie se non interessanti le oosa, non provocano di regola nuovi

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accessi, qua11do anche l'infezione non sia ancora s penta. ~ tutt .altro che dimostrato che gli int-erventi operativi, specie se lontani dalle ossa e d.alla milza, risveglino le latenze epidemiche;. cccorre studiare a questo proposito, quale parte s1petta alla narcosi, più cl1e all' intervento chirur- · gico, nel determinis1110 deJle recidive. DrF.Z. - P uò 7.a malafJ"ia costit·uire i'nfo rtunio sul la roro? Rileva la gran de importanza di questo problem.a medico-legale i11 I tali a, e passa, in ra s~egna i prece.denti legislativi e dottrinari in materia. Ritiene che m.aligr.ado esista nella malaria jl req11isito « causa violenta » mancano gli altri elementi che 11ecessitano per integrare la figura giuridica <lell'infortunio, elementi che illustra e che c·onsistono specialmente nell'assenza dei caratteri, di accidentalità, di imprevedibilità, di rischio specifico, nel modo con cui si contra.e la infezione nelle regioni endemicamente m.a lariche. CroFFI. - Discr-0ma·t opsia traumatica. - Espone alcuni oasi da lui oss~1rvati che dimostrano ]'esistenza rarissj1na ·di l1na discromatopsia acquisita e~~enziale in seguito a traumi oculari e più specialménte cere,b rali. Essa si è mostrata in gen erale transitoria., ma non è escluso che possa stabilirsi in modo perm-a11ente. Ritiene che le dicro,m.at01;>sie che interessano ambo gli -occhi devono essere •valutate, se permal1enti, dal · 5 al 15 per oento. FoRNACA. Tumori del cer1:ello e t raumi cranici. D' ALEsS .\NDRI A. - T piccoli segri i organici delle compressioni 1n·i dollari a sintomatologia così detta muta o -n egativa, o a sinfo·ma.rologia così detta fu'Tlrzionale. - Compressioni midollari fraumatliche a decorso lento . FoR:NACA . ?\-evriti professionali. CuNÉO. Infortuni e nialattie. In certi casi gli infortuni hanno influenza sulle malattie; se, però, si ammette che un infortunio può creare o aggravare un.a malattia, non si può riconoscere un'-0rigine traumatica in ogni malattia comparsa dopo traumi. Per ammettere il nesso oooorre insiste.re: 1) sull'importanza dell'inchiesta e sulla ricerca precisa dei sintomi prooentati dal soggetto prim,a dell'infort11nio; 2) SJUlle relazioni dirette esistenti fra trauma e malattia (tempo trascorso fra l'infortunio e 1a comparsa dei sintomi); 3) sulla natura della malattia e sulla influenza che può avere il tr.aum.a sulla sua patogenesi. Il dubbio sa.r à se.m~e a favore delJ'operaio·. · 'ToRRES FRAGN"AS e SoLER. Lavoro negli ambienti, caldi ed umidi . - Si possono .avere affezioni reumatiche e degli organi respiratori e dilatazi.O'Ili acute del cuore. Negli individui predisposti si svilup.p.a facilmente la tubercolosi. 0LLER. R ieducazione degli invalidi al lavoro. - In S·p agna è prescritto per legge ohe dopo la gt1arigione chirurgica e le cure fisioter.apiohe gli infortunati siano rieducati al 1avorQ, o in a>p·p<>~ti istituti o nelle offioine. L'O. comunica in special modo i risultati delle esperienze da lui compi11ti nell'Istituto di rieducazione che dirige a Madrid sui seguenti tre problemi ortopedici: cineplastica secondo Sauerbruch, digita.zione se1


[ ..t\.!\'NO

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XXt"XII, FASC. 41]

condo Krukemberg e prote6i da lavoro. Considera molto limitate le in<licazioni del~e due prime ope. . raz1on1. PaYLL. -

fortuni . -

La

~celta

1437

SEZIONE PUAllCA

delle professioni e gli in-

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un problema di gr.ande importanza per la protezione degli operai. Raccomanda perciò 1a collaborazione de l medico con le Casse di malattia e con le camere di lavoro. Nell'interesse di tutti i ·p artiti e degli enti assicurativi ritien e necessario un '.'iecordo intern.azion.ale per raggiungere quegli sconi etici, soci.ali ed economici che mediant,e un razionale orientamento professionale si possono ottenere. BwcKMANN. - Profilassi sociale del.le malattie professionali. - Si devono selezionare gli operai che corrono molto pericolo di contraITe malattie pi-oiession.ali. Durante 1.a disoccupazione gli operai devono r~cevere un'educazione igienica speciali·z .zata per la professione scelta. Que8te opere di prevenzione devono essere esercitate d'accordo fra medici, sindacati operai, organi d'assicurazione e policlinici spe<?iali. SPIELREL~. Le necessità rpsichiohe e fisiche proprie di ogni m€Stiere devono essere l'oggetto d ' uno studio sociale, preferibilmente facendo apprendere ed esercitare il m estiere, all'inizio, sotto la sorveglianza dell'esaminatore. Poiohè i sintomi della f.atica differiscono a seconda dei . mestieri, d evo·n o essere studiati per ciascuno di essi. Uno studio ps icotecnico oorrupleto d ella personalità di ogni aip-prendista .d eve farsi prima di oonsigliare la scelta del mestiere. Esso viene fatto a M~a n ell' Istituto pe1· l a prote2jone degli op€rai. 0

<s.

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B. Accademia Medica di Roma. 8eduta straordinaria del 6 giugno 1925. Presidenza: orof. R . •

ALESS ANDRI,

J>1'0Sidente .

Il P r.ESIDENTF. d à La narola al socio o:rof. B1I t.NAlII il qi1ale commen1or.a il socio prof . Ga glio. Ne ricorda la vita l-"\UStera, n e analizza l'ope ra feconda, commentandon e ]1a v.a sta opera scientifica.. Il PRESIDENTE ringrazia a n ome idell ' Aocaidemiia i I prof. Bignami d ella degna rievocazione. I

Cont1·ibuto alla cono8c:e,,,,za dei diverticoli del dttwdeno . Prof. G. SABAT'INI. - Tl1ustra un caso clinico rife rentesi a ~ato con sindrome ·d olorosa al quaida-a.nte t urp . .a. dell'a ddome , riferita a coliche ep atiche, nel quale l' 'esame raidioscopico rivelò un diverticolo duode nale. Rileva l'estrema rarità del raso e fa . èonside razioni sulla eventuale terapi~ e ' sulla genesi.

La coagul(izinne chi·mosinica del latte per opera rlel succo gastrico in presenza d'-i bile e sali biliari. PJ'of . A. CLEMENTI. Riferisce le sn•e esperienze per .studiare l'influenza esercitata dalla bile e dai sali bili ari sulla attività coaguJ

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lante de l latte, ·propria del succo gastrico. La bile è O\Sta<'olo a l1a coagulazione del Latte p €r opera dell a chimosina in conoootr:azioùe superiore al lOof,, e i sali hiliari in conce11trazioni superiori all'l 01o, in co11centrazioni ininori r itard ano la coag11lazi•one pe r l' assorbimento de1la chimosina per opera d ella bile e dei sali biliari. P e r le su e esperienze 1'0. può esclude re che la causa dell'incoagulabili~à ri'S ieda nella d1iminuzione della tensione eu·p erficiale provoc.ata. dai sali biliari.

I mpiego della reazione (lr.(.l''iodoformio come reazione di costit·u;~ione delle sosthnze proteiche ..

Prof. A. CLEMENTI. · - Comùniéa pu:re il r~ul ­ tato delle sue esperienze circa l'im·p iego della r€azione dell'iodoformio come r eazione di costituzione delle sostanze proteiche. La reazione consiste nella formazione di iodoformio per a:ggit1nta alle sosta11ze proteiche di un.a sol11zione concentrata di idrato sodico e suoe€6sivamente di solu2Jione jodo-jodurata: l a reazione risul ta pronta solo se le sostanz.e proteiche sia no però trattate con acido nitroso. Spiega il meocan ismo della reazione e ne rileva l' utilità didattica.

Co nfronto tra l'a.zione antiemetica della pituitrinrr, dell'ndre'11alin,(L e d,i q_ueste $Osta'Tlze associate. Dott. GALATÀ. - Espone i rist1ltati ottenuti con l 'uso d ella pituitrina ed adren°ali111a ~ate come a ntiemetici. L'azione dei due ormoni associati è notevolmen te più intensa. •

Ricerche microchi·m iche sulla secrezione interna clel corpo luteo . Dott. MoMIGT.JA~o (presentato dal socio prof. G. P estalozza) . - .!.i liooidi secondo 1'0 . non spetta una funzione ortnoniça. Richiama l'attenzione su una sostanza con le reazioni dei colloi·di, sul oor·po luteo, oosta.nza che i·wppresenta· un docu.m ento delle correlazioni funzi onali tra le diverse ghiandole a secrezi<Yne colloide, e quindi .ancl1e in favore di una 1analogia nei prodotti di secrezione.

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Az·io ne dti alcuri.i ioni suUa procluzione ckl calore nel muscol.o. D ott. E. SEi;tENI (presentato d al socio prof . F ano). - Riferisce prima sui risultati de~e sue .esperienze s ull'influenza di joni sodici, ;potassici, di calcio sulla produzione di , calorè sul musoolo ; essi non so1o influenz~no l 'eccitab~lità del~ muscolo, ma ancl1e i processi energetici che si svolgono durante l a sua .attività. I

A·nafilassi e 1ur1porti ·tra m,adre e feto . Dott. E. S~n~~I. - Riferisce ·delle sue esperienze sui raipporti t ra feto e madre n ei rigu.a rdi dell 'anafilassi: è possibile an.afilatizzare il f~to d~ntr~ l ' utero senza a n.a.filatizzare la madre. L anafi~1 attiva del feto dà origine ad anafilas.sii p assiva d ella ma1dre. L'organismo fetale è capace di reaz1oni imm,,1nitarie. E. GROSSI. •

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Il PJLICLI"'l'TCO

FACSC. 41]

IL , MEDICO PRATICO . •

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CASiSTICA E TERAPIA. I

Osteomielite acuta vertebrale. E un'affezio ne relativa1nente rara che si osserva sopratutto nègli a.d olescenti, tra i 12 e i 15 anni, cioè nell'e1poca in ·cui ap,p aiono i punti cornplementari di ossificazione vertebrale. Ch. Mathieu . (rif.. in Presse médicale, n .. ·13, · 1925) ne riprnr1de lo studio a proposito di 5 casi osservati.

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[ANNO XXXII,

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A P P UNT ~ PE~ •

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litico, va trattato con la incisione larga e con la trapanazione. ·L a vacciTloterapia può coadiuva.re ma non deve avere importanza ~reponderante. L' ..\. si sofferma su dettag~i -di tecni.ca (trans\'Cr$l~ctomia, Iaminectomia, costo-transversectomia vuotamento con la « curette » del corpo vertebrale, ecc.) ~ e ·per la via di ace.esso dimostra che la ' sola razionale è la laterale, che permette di aggredire il corpo vertebrale contornando il ca: nale ser:iza aiprirlo. Dàl punto di vista medico-legale l'esperto può incont:çare molte difficoltà nella valutazione del ·tra uma come fattore di localizzazione morbosa. 1

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Il traumatismo si trova ~!l'origine dell'affez•i one in 1/4 dei casi. La 1porta d'entrata può essere una lesione d e~ tegumenti, la forun·colosi, un'ant;ina, un focolaio privo di osteomielite degli arti. La · A. PICGINEI.LI. reg1011e lombare è la sede · più frequente. I/infe· L'artrite r~umatoid e. zione può colpire sepatatamen't e l 'ar co posteriore o il corpo vertebrale, e più. frequentemente l'arco, Da una discussione alla Società Reale MedicoChirurgica di Glascow (dic. 1924, recens. in : The ass11mendo tre forme : 1per-iostite fJernmcnosa: Rrit. Nled. Journ., 3 ·g ennaio 1925) emergè che cli(ascl~sso sottoperiosteo), periostite esterna (aiscesso extraperiosteo), oste'omielite epiflsaria o iuxtaepi- nicamente si deve intendere l' a . r. come un grup:ft.saria , fotma più grave · per la sua tehdflnza alla 1po di affezioni microbicl).e intimamente conn~sse ' . articolare cr onico, rtiff u.sion e. l.e lesioni vascolari (trombosi) sono di l 'una all'altr a (reumatismo • r egola, data la im·p ortanza del 'reticolo venoso polir.rtrite croni-ca villosa , ' reumatismo nodoso ' perivertebraie, e c·osì pure gli. ascessi, uni- o bila- gotta reumatica, .artrite atrofica, malattia di Stil!, terali, cl1e, nas-cendo d·all'osso, possono restare artrite c.ronica infettiva). Dj regola non si trova nessun germe nel sa.n.gue intramuscolari, o fondersi s otto la pelle do.p o aver ·p er.forato l'aponevrosi dorsolombare. Le meningi e nelle zone malate, e solo in rari casi sono stati possono essere colpite dall'infezione partita -Oal isolati dalle articolazioni dei bacilli é dei cocchi. fo colaio osteomielitico, talora ·come sempli ce rea- Il 1proce.sso morboso .è. rappresentato. .essenzialmen. . zione congestiva di .vicinanza, talaltra come me- te da una fibrosi te, -con 1prolif erazione ed auningi te per propagazione diretta o pioemica. An- mento del tessuto fibroso .delle articolazioni colchP l'apparato .p leuropolmonare è in certi casi pite. • L'il1izio .è in genere sulbdolo e dalle picco!e ar, intcr~ssato (asc'e ssd 5ottopleurico, ascesso ipo1 1110narc). Le foTme clinfché sono quelle abitua li ·di . ticolazipn i; meno spesso l'inizio è dalle grandi, con fen om eni acuti. Il tessuto fibroso dei muscoogni osteomielite l ,e così pure i sintomi generali. • ' li, · le . aponeurosi, le fasci e · ed il pa11nicolo adiImportanti sono i. segni :regio;nali dell' affezio11e : . .... • atteggiamento rigido del malato che non può 1poso sono più o meno coinvolti e infiammati. La essere 1r1odi.fir.ato senza provocazione di dolore, rartilagine e l 'osso non sono colpiti 1primariairnpu.stamento con circolazione collaterale, tun1e- mente; ma alloI'quando si stabilis~ono immobilità fazion e fusiforme a livello della . zona vertebrale articolari, contratture muscolari e simili l'osso si Jesa, infine fluttu azien-e ·p rdfonda. Il ·decorso di- atrofizza, la cartilagine diviene ruvida e ulcerata, penoo dalla gravità 'O sede della infezione, dalla la capsula fibrosa retratta ed ispessita, e finalcomiparsa delle ' GOmplicazioni. Di solito l'osteo- mente può costituirsi un' anqhilosi fibrosa 9d o~sea. Il focolaio 1p rimitivo d'infezione 1p,er lo più sfugmielite dell'arco .è di una gravità molto minore • • • • incolpare una. to;nsillite, una di quella del cor.p o, che è quasi sempre . mortale rre; talora si può , per la frequenza delle comip~icazioni nervose e piorrea, un'af,fez;ione cronica dell'intestino e del • .p olmone, ·: una derm·atosi, .qual'e, ad esempio, . la plet~ropolmonari. ·L a dìagn·o si .differenziale ·'è q"Gal.asi, . , .e eos1 ' . 1 psor1 via. che volta , difficile e delicata; ' specialmentP. · col ' La cura sar à generale e )oàale. Per la ,p1'ima m . ·di 1 Pott: va ricordato che nel Pott l' ascesso in molti casi la protein oterapia fi.Spe, posteriore :è di una estrema· rarità, che è meno cortis_pondé estP.SO, più arrotondato', senza circolazione colla- cirica. La &ec.onda sarà rappresentata dalle yarie s:p . ecie di trattamenti c-hirurgici e fisici, ~tti a . I terale, e accompagnato da un gipbo. La. ·puntu:~ · infi.11e, toglie ogni dubbio. Per la terapia 1'05teo- ridonare la mo.b ilità all'articolazione c_olp.i ta. ' 1\1. F ABERI. mi elite vertebrale, come ogni focolaio osteomie'

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SEZIONE PilATlCA

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La nevralgia ceryico-brachlale o cervieo-brachiallte reumatica.

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Il trattamento del reumatismo .articolare acuto e delle sne complicazioni nel bambf no.

Al fPari delle nevralgie degli arti fn{eriori possono verific~rsi, ed anche freqt1ent~ ll.Jnte, algie a carico de~li arti superiori, sottor varie forme. ' La più frequente a riscontrarsi è quella che Roger-Reboul-Lachaux-Rathelot (Gaz. des hop., n. 60, • 192..5), chiamano cervico-bra:cbialite reumatica. Trat~ tasi di una nevralgia che partendo dal coll-0 (parte posteriore) scende lungo il braccio per irradiarsi fino alla estremità dell'arto. E dovuta ad , una irritazione• delle radici del plesso ·brachiale per l'artrite

P. Lereboullet (Paris médical, · 11 aprile 1925) , insiste sul fatto ' che il reumatismo artico1 :i re

acuto è una 1nalattia generale tenace; le sue 'ma, nifestazioni viscerali possono svolgersi parecchi anni doipo la flussione articolare, talvolta leggera ed effimera. Il trattamento curativo ·della fase reumatica • compor ta l'imrnobilizzazione abbastanza ,p rolun• gata, l'applicazione locale di prodotti sa.1ici1ici (di preferenza in pomate 1poco odoranti) e sopratdei forami di coniugazione della co1on'na cervitutto il trattamento intenso specifico con il $alicicale, ottde si può meglio · caratterizzarla col nome lato di sodio. Questo è analgesico, antjfebbrile di sciatftca del •braccto . · ed .ra un'azione contro l'infezione reumatica; al Gli .t\A. n e hanno os.esrvati 23 casi e da essi contrario di quanto si riteneva un tempo: esso ' .. hanno potuto rilevare carne in genere i dolori 11on è affatto un depressore cardiaco. Se si vuole vengono più frequentem ente accusa.ti nella parte i11terv.enire utilmente, occorre I somministrarne p osteriore d ell'arto con irra.diazione alla faccia delle dos1 forti, tanto più che il bambino sopd orsale della man? e 1più 1part1colarme11te alla ra- 1porta ·delle dosi da adulto. Non ci si d.e ve atted]ce del dito indice. nere alle dosi di cg. 50 IPer anno di età, ma somPunti dolorosi 1più nt..tti si hanno nel mezzo in1i11istrarne fino a 5 anni 3~4 grammi ' al giorrìo, della doccia di torsione, nella reg. d egli epicondai !l ai 10, 3-5 grarpmi e dopo i 10, se ne darandili, i-iella faccia posteriore dell'avambraccio. no 5, 6, 8 grammi /3 più. Lp si darà. per Yia oraNel collo i dolori sono meno intensi; impedì- ìe, in soluzione bicarbonata, molto . ·d iluito ed in piccole quantità per ogni volta; si può ancl1e 5 cono tuttavia la. i1pere\ tensione e l'inclinazione laterale dal lato oppo ~to. Il punto più sensibile si 11sn rlo per via rettale. Nelle forme gravi, si è ha in corrispondenza delle ultime vertebre cervi- - ,preconizzata, in unione con I.a via . orale, quella cali e d ella I e II dorsale. endo\·enÙsa (2 eme. di una soluzione al 5 .%, due volte al giorno). Una condizione -essenziale 1per la Può aversi anche dolore in corrispondenza cJ el riuscita è il prolungare il trattamento; anche dopur1to glenoideo anteriore, della ·p arte anteriore po la sc0n1parsa della f~bbre e dei fe11omeni · ard ell'articolazione scrupolo-omerale, ciò che mostra ticolari , si cont inuerà la somministrazione per la coesistenza di una artrite scaJJ)oloomerale. • almeno dieci .giorni in quantità di 2-3 grammi. Oltre la. localizzazione oertico~braichiale poste- • Le localizzazioni vfscerali e sipecialmente quella riore E> cervicoradiale, vi è la forma cervico-cubica,rdia.ca ;rendono n ecessario 'il wrol11ngam~nto tale , nella quale il dolore appare lnngo il !ascio ' d ella cura salicilica. nerveo-vascolare alla pàrte · interna del braccio, . Finita I~. cris~ reumatica. si ordineranno d ~lle con irradiazione alla f aacia 1pa lmare d ella rr1ano. cure saliciliche successive rp€riodichè, p. es., di . Si possono d~stinguere inoltre f orme ·alte con dodieci giorni al mese. Si alternerà tale cura con lore , sopratutto cervicale e periscapolare e forme al tre : j odate, arsènicali, .e d .anche con l' opotebasse con prevalenza 'del dolO'I'e a·I polso .e alrapia tiroid.e~., che qualche volta influisce favore1' a vambracci o. voln1ente sulle segueie articolari. • L'intensità 'della nevralgia è varia, potendo Come cura climatica, ·Si eviterà il clima mariaversi casi iperdolorosi, che costringono a let~o no p sì potrà cor1sigliare, con prudenza quB.lche anche 1p er settimane, e forme invece b e~igne nelle stazione idrominerale, specialmente le acque cloquali il dolore è leggero e intermittente. rurate (l eboli. . ftl. Il r ifl esso trici1pit~le è spes~o indebolitq. ., , Radiografìcamente il rachide cervicale in qualIl trattamento chirurgico cl1e caso mostra osteofiti o ossificazioni dei .lega. e la clinica delle condriti postlfi.che. menti vicini, in altri si nota seinplìcemente un Ir1 base a statistiche eseguite durante le epideatteggiamento rettilineo dellà colonna cervicale n1ie tifiche 192-0-1923 Voskresensky (Novy Khisegnalato come ·un segno di reumatismo verteròurghitchesky Arkhiv, tom. VI, n. 25, 1925) ha brale. potuto stabilire che la èondrfte insorge specialA. POZZI . ' I

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[ANNO XXXII, F ASC. 41)

,L POLICLINICO

n1ente 11egli individui, il cui organismo è stato ir1d ebolito da un'alimentazione insufficiente, da un trattamento medico difettoso, ecc. E .Cfuesta la ragione per cui la guerra é la fame sono state caratterizzate da una recrudescenza del numero d ~i r ? si di ron·drite in seguito all'infezione tifosa. I sEg:ni dell'aff ezione della cartilagine costale possc PO essere osservati già alla fin e del primo me5e clop.o la scomparsa dei ,sintomi del tifo ma in alcuni ca si l 'inizio della condrite si è avuto dopo 7-8 m esi dalla fine del t ifo. L n. pleura, per la sua 1p rossimità al focolajo .'0ndritico, può reagire e formare un essudato si,">1 oso o siero fibrinoso. L'infiammazione 1 p Jeurica regredisce parallelamente alla diminuzione o alla scomparsa dei fenomeni che si verificano nelle sue vicinanze. Una guarigione sp ontanea della condrite postifica è inuti~e spera re . .l\nche la se1nplire apertura e il t.ampon ame11to del focolaio è insufficiente; solo il vuotamento completo del focolaio osseo è c·f.fìcc.1.cc: e 1può portare a gu arigione.

L'età conve11lente per epel'are le deformazioni rachitiche. I

B classica la raiccomandazione di operare le def onnazioni rachitiche 1 solta.n to a 5-6 anni, quan• do il ra~hitismo è guarito e le ossa completa1nento catc·iflcate. 1L 'intervento più precoce viene sconsigliato sia p·er i pericoli dell'anestesia, sia peDchè le deformazioni possono riprodursi, mentre d'altra parte possono spontaneamente miglìòrare con l'accresc.i mento. E. Allenbach (Journal de médecine de Paris, 4 ottobre 1924) contesta l'esatt~zza di queste affermazjoni, osservando che i p ericoli dell'anestesia sono stati esagerati, che il raddrizzum·ento spontaneo è più raro di ·q uanto si creda e che infìne Je recidive non sono poi tanto frequenti come si aff errna. Vi sono invece dei rvantaggi evidenti n ell'operazione p·vecoce, specialmente per il fatto che, in tal modo, si vengono ad evitare quelle deformazioni secondarie con 1\erturban1ento importante della stati·ca e con disturbi articolarj consecutivi. Le recidive vengono 1poi im, A. POZZI. pedite, allorchè si provveda al trattamento con i. raggi ultra violetti, i ·qualj hanno l' effetto di Il carcinoma secondario dcl rachi de. / ricaJcificare l 'osso. L' ..c\., in 170 casi di deformaH. Roger (Mars eille médicale, 15 febbraio 1925) zioni rachitirl1e, è inteDvenuto 48 volte dai 2 ai 3 fa rilevare . che -è questa una complicazi0ne ab, anni e 27 volte a 4 anni. In più che m età dei • bastanza frequente n el corso della carcinos i. Es- c asi l'operazione è stata fatta all'epoca detta p eso è spesso mti sconosciuto, nonostante presenti e1- ricolosa , senza che si siano osservate n è recicune particolarità caratteristiche. Risiede, di so. dive, nè accidenti da anestesia. I lito , alla r egione dorsale inferiore od . alla lomfil . • bare sup eriore. Malgrado la den ominazione di pa· =============================~ raplegia dolorosa, la sindrome rimane a lungo , :solta11to dolorosa ed è sempre ,p iù dolorosa che NOTE DI MEDICIN,A SCIENTIFICA. paretica. Dopo uno sta dio di dol ori diffusi, le algie s i localizzano alla 1parte inferi ore del tronco Cont:1i'huto alle nestre conoscenze e'd alla faccia anteriore di una o di entrambe le snll' affiJtità tra Tarieella ed herpes zost er. cosc:ie, con diminuzione 0 d abolizione del reE. (ìunder sen (A eta n ermato-Venereologica, 1924, flesso rotuleo; i dolori sono esacerbati dai mov ·'.1)1. \ ', n. f.~ rileva come siano tutt'altro che · m enti del tr on co. In seguito si ha una p araparece11ti le ipotesi sulla q,ffinità che esi5terehbe tra resi predoi;ninante q,lla radice ·dell'arto, 1p iù flacle ·d ue forme rr1orbose, varjcella ed henpes zoster. ci da che spastica. Tardivamente si manifesta la Già n el 189'"2 Bokay, poi ,n el 19 Frei e Cra uston O'ibbosità solitam ente ad angolo acuto; invece è b 1o• ubblicarono le 1p.ri1ne osservazioni su casi dL .her1precoce il dolore alla pressione paravertebrale. pes zoster a cui avevano fatto seguito, dono un A questa forma ,p osteriore del cancro funi coloveri1)do di con1une degenza os.p italiera, dei ca6i di meningo-vertebrale che si infiltra per il foro di ~,1aricell.a. Pensarono 1nsiem·e ad altri, che un viconiugazione e che è la più frequente, 5i oipr11s romu11e fosse la causa di ambedue queste forp on e un tipo anteriore di cancro del corpo ver' rr1e rnorbose. L' A. ai casi già noti aggi unge c;ei se· tebrale, per propagazione diretta di un n eoplarie cl i casi osservati negli ospedali di Cri-s tiania : sma delle vicinanze, essa s i manifesta con parasi tratta di eruzioni di varicella comparsi 111 indiplegia .p ju.ttosto brusca, più c?mipleta, JJiù spastividui da i.ungo tempo degenti in ospedale, che ca e meno dolorosa. . eranr, "tati a contatto con pazienti affetti da tiDal pur1to di vista radiografico, l'appiattimento pico herpes zoster; si tratta inoltre di ,tipiche zo11e del corpo vertebrale come una galletta, è spedi V(;SCicole di herpes zoster comparse nella cute cial e al can cro. Si può anche trovare l'aspetto di nmmalati che erano stati a contatto , con indi~ po1nellato e la vertebra nera per un processo vidui affetti da varicella. Tipico è il caso di una fìL. parancanceroso. 1

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SEZIONE PRATTCA

bambina 11ndicenne che, degente per psori::i.si, cadPOST A DEGLI . ABBONA TI. de improvvisamente ammalata di herpes zoster .4 zifine antisettica dell'urotropina. - All'abbonato femorale: 14 giorni dopo la prima comparsa delle n. 8161-1: vescicole, due bambini dello stesso reparto contraggono varicella; a questi casi segue una epldeI.1'urotropina si scinde p.e r idrolisi, .fornendo formald·eide allo stato 11asce11te, alla quale è stata 1nia d! 14 altri casi. attribuita l'azion e antisettica. Nicolajer, cui dobJ\ita non solo r agioni epidemiologiche miUtano a bia.mo l'urotro-p ina (1899) , credette che la scisfavore della teoria unitaria; clinicamente inlatti, sione avvenisse Stpontaneamente alla temperatura è noto come spesso le vescicole dell'eruzione vadel corpo, e la sua ipotesi fu accolta dal Loebisch, ricellosa non compaiano isolate, 1na bensì rimanCas.rer, His, ecc.; ma rpoi si è . riconosciuto che gano raggrua»pa:te nelle zone di decorso di nervi essa è i11sost.enibile : per es. Citro11 ha accertato principali; analogamente spesso si danno casi di r11e la deco1nposizione ha luogo solo a tempera herpes zoster generalizzato. Di più: le lesioni a11at11re superiori a 370.4()o e molto lentamente. U 1.~'al­ tomo-patologiche .della cute sono ~er ambedue le tra ipotesi \'enne avanzata da Wannier, secondo 1nalattie, simili, riscontrandosi nello strato spinoso cui la scissione e la consegu•ente azione antisetdel corpo mt1coso la medesima degenerazione vetica de11·urotropina nell'organismo avverrebbero scicolare delle cellule descritte ·da Unna. in 1p resenza ·d i acidi; egli si appoggiava a varie ' Lipschnitz rileva perfino nelle due malattie dei esperienze in vitro ed. anche alla nozione che l'urotropina è poco attiva nelle cistiti con fercaratteri di affinità etiologica: ·è noto come ve11ga riferita la causa di molte malattie infettive !l.lle m entazione ammoniacale. Questa ipotesi è stata ·. l:J1ppoggiata da Citron e largamente accolta dagJi cosidette inclusioni cellulari reperibili nel nucleo, o 11el proto1plas1na, o nel nucleo e nel protoplasma urologi. Da essa iè derivata la nozione di somministrare 1'uro1Toip·i na . insieme od alternativamente a di alcune cellule. Tipico l'esempio delle inclus1oni sostanze acide. Esempio: acqua 120, urotropina 3, celll1lari nel vaiolo, nel mollusco contagioso. f: r1oto anche c_o me si è tentata una classificazione fosfato acido ·d i sodio 9; sfl. ne mette immediata· mente in libertà la .formaldeide; ma la sol11zioeziol oglc~ di tali malattie a seconda che le in0lu11e si può in.gerire benissimo se preparata da sioni erano localizzate nel nucleo, nel protoplapoco: la ql.tantità di formaldeide € min0re di sr11a, nel nurieo e nel proto.p lasma. Orbene, alla quella ·Che può liberarsi nello stomaco. Lasciata categoria delle malattie con 'inclusioni esclusivaa lu ce diffusa, la Peazione della formaldeide va ment e nucleari appartengono 1 varii Herpes e ra aumentando e l'odore e il sapore acri di\rengono varicella. troppo manifesti, di modo . che la soluzione non Dalla valutazione di tutte le sueSiposte ragioni, può essere più adOIP·erata. La quantità di f ormalra,gion_i clinicne, epidemiologiche, etiologi che, anadeid~ messa in libertà è molto maggiore se, intomopatologiche, compare sotto nuova luce la pavece di ·fosfato a cido, si usa aci·do cloridrico, anch0 rnolto ·d iluito, il cl1e si spiega: a 0.2 % 1'HCl toge11esi della manifestazione cutanea della varipresc11ta una p H -d i 3, mentre il fosfato acido di cella: si sa come ad t1na infezione localizzata ai sodio a 6 % ne ·p resenta una di 5.6. gangli spinali o alle radici .p osteriori, ad una loro Data' l'instabilità della preparazion-e, si è rac infiammazione viene riportata oggi la patogenesi corr1andato di ingerire separatamente la soluzione dell'herpes con tutti i suoi ca1r1biamenti di conacida e, subito dopo, ql1ella di urotropina; ovve·dizio11i neurogene della cute. Posto che l 'herpes di ro di alternarle, a distanza. una zona fosse, dunque, dovuto alla infia1nrr1aSi è pensato anche, addirittura, di coml);.nare zione del ganglio spinale ad essa corrispondente, l'urotropi11a con acidi · deboli: così si sono pree posto che henpes e varicella foss ero forme m orparati l'elmitolo (combinazione con l'acido citrico: bose affini, la varicella dovrebbe venire consideha ottenuto n1olta voga) e, più recentem ente, rata non come una malattia esantematica con l'hexal (combinazione con l'acido borico, il quale diffusione del virus per 1nezzo dei vasi sanguigni avrebbe il va11taggio della assoluta stabilità\, la cutar1ei, ma come una vera e propria infiammasaliformi11a (co11 rac. salicilico), ecc. . 1 zione, generalizzata del .g angli spinali; in una paSi è rironosciuto per altro che l'urotro1p in a agirola come una polimielite posteriore acuta in cui sce anche di per sè, ]ndip.endentemente dalla reale . vescicole cutanee debbono venir considerate co- zione e quindi dalla messa in libert~ della forme "intorno neurogeno secondario. ma.ldeide. 1Già Ntcolajer aveva acce~tato che, al1'1 %. in qualunque mezzo, se non uccide i germi, ROCCHI. 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IL POLICLINICO

ne in1pedisce o . ne ·ostacola lo 'sviluppo; questa J1ozione è stata [>Oi convalidata ed estesa da Gotzl e Salus, \ 'inctervogel, Faltin, Duthoit, Pavone, P-Cc. Cosi ci si spiega come l'urotropina possa esercitare un'azione antimicrobica, se non proprio m icrobicida, in qualsiasi tess.uto o liquido dell'organismo, ed ostacolare le infezioni locali (colangiocistiti, fratture settiche, ecc.). Specialmente attiva ~ r.ontro le infezioni delle Vie biliari, il Che Ci Si s1piega con le ricerche 1di Duthoit, secondo cui l'urotropina si elimina elettivamente con la bile, oltre che 0on . l'urina . N.elle infetiorii generali (setticemie) l'azione dell'urotropina risulta, invece, incerta o debole, ooche ad alte dosi. Non si deve mai abusare dél rimedio, dato che riesce irritante (il danno recato ai tessuti finisce per superare quello recato ai batteri); specialmente dannosa è ~er i reni. ERNEY. 1

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sufficiente di educazione fisica. Quest'ultima, se praticata a dovere, conduce allo •sport che ne di• venta in qualche modo un corollario. Se ne deduce che le applicazioni sportive dell'educazione fisica consistono nel mettere jn azioné le r isorse organiche acquisite durante l'educazione fisica. Questa €ducazione comtPi'I'ende tre gradi : quello d'iniziazione o di allenamento respiratorio, quello di svilup1p·o armonioso del 9or·p o nella espansione delle quç.lità fisiche e quello di applicazione sportiva. Lo sport che entra in quest'ultima .fase, deve essere escluso dalle due prime. Il medico non può e non deve riman€re inattivo ed indifferente davanti a questa evoluzione che si fa sempre più vivace e che merita di essere incoraggia.t a. Egli deve anzitutto entrare a diriger.e l' educazione che si fa nel · periodo ·scolastico, in cui si deve soddisfare il 1bisogno naturale df' movimento del ragazzo che dal regime -Cura del lupus eritematoso. - All'abb. n. 26906: scolastico si sente legato ed oppresso. Si deve quindi 1g uidare uno sviluppo fisico sufficiente, Non esiste una· cura specifi·ca del lupus eTjtematoso il ql1ale, allo stato attuale delle nostre cono- . lottando inoltre contro le deformazioni 1PatG>lo' giche. scenze, rruppresenta una sindrome morbosa ben . . Altra sarà la funzione del medico nello sport. caratterizzata -nella sua morfologia e n ella sua Già ' si vede che le società SfPOrtive, moderni.zzanfisiono1nia clinica, ma determinata con ogni prodosi, domandano al medico il controllo dei loro babilità da cause diverse : n è la teoria che lo riansoci. Egli, senza voler essere invadente e [>retennoda alla tubercolosi o a i suoi veleni trova coi1dere di regolamentare ogni cosa, dovrà dirigere senzienti tutti· i dermatologi. bene le tendenze di tali isocietà in modo da assiI metodi di cura in uso :~ono essenziaJmente Jo• curare a tutti i dilettanti il migliore rendimt>r1to cali : il prof. Campana ad0perava 1'11nguevt o rnerSenza. controllo medico, lo sport male regolato curiale, talora con ~i1rr.esso: altri CO') sig Un.n:"\ la può , produrre nei giovani dei disturbi cardiovatintur.a di iodo a:;:~oci~ta Ci sali . dt cl1inir1a. ver s.colari e provocare. degli accidenti seri; spetta al bocca; ma nessuno di tali rimedi, con1e pure quelli medico r ealmente moderno, chiamato ad un elefisio-terapici (raggi X, ecc.), si può considera 1'i! ' rato ufficio spciale, di evitarli dirigendo opJlOrcorre specifico di questa oi:cura 1dermatosi. tunam·e n te le attività di questi giovani in modo V. MONTES.\ NO. che non ne venga compromessa la buona causa All'abb. n . 10221-1: .dell'èducazione fis<i.c·a e .degli s:port. 'fìL. Di vaccini .p er uso boccale si è parlato più volte, specialmente per i b. tifico, para.tifici, disPUBBLICAZIONI PERVENUTECI. senterici e per gli stafilococchi: a me non consta che vi sian o vaccini antigonococcici del genere D E F EDE NICOLÒ . L' l odaffsolo in alcwne malattie ' oçulari a fondo scrofoloso. - Nistri, Pisa, 1924. • fabbricati da istituti di ·p rovata 1s erietà in Italia D'URso G1usEPPE. La; loitta contro la '11Ullaria. o all'estero. V. MONTESANO. L'opera di Angelo Celli. - Melfi, Mario Del Se.colo, 1925. . FEI>ERrcr NicoLINO. Tubercolosi e gravid,anza . VARIA ~ Palermo, << La Commerciale», 1924. ID: Nuovo co·n tributo alla cura della pleurite es" Il controllo medico sugli sport. sudcitiva con l' autosieroterapia Gilbert modificata. - Milano, A. Rancati, 1924. Corne osserva R. Pauw_els (Le ScalpeL, gennaio Io .. Rilievi e annotazioni di chiru,rgia. - Mila.no, 1925) i .due termini: educazione fisica e sport non ~i\.. Rancati, 1924. sono sinonimi. ·D i fatto, nell'igiene d-egli esercizi FERRAR.INI Gu100 . Rendiconto clinico-stwtistico delfisici vi sono come due tap[>e: la prima di coll'Ospizio Marino di Bocca d'Arno (1920-23). tura gE}nerale o allenamento fisico, la seconda di Pisa, G. :J\tiioheloz:t.d, 1924. applicazione sportiva od utilitaria. Ora, app unto FrA~IBERTI MARIO . Il. « Plasmodium vivax », nel'la lo sport è un m ezzo di perfezionamento fisico, terapia della deme·nza precoce. Genov.a, G. B. ma non potrà rnai diventare da solo un metodo ~{arsano, 1924. \

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SEZIONE PR.\IICA • •

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE

GIURIDICH~

LXVII - Una gravé questione di competenza circa Je questioni dipendenti dal rapporto di • • impiego. Il testo unico 26 giugno' 1924, n. 1054 e l'altro della ste5sa data n. 1058 ci hanno ricondotto tra i tormenti delle contestazioni circa 1a comp~tenza giud]ziaria e a'mministrativa. Per giunger<:' ad una sistemazione tranquilla occorrerà non breve periodo .di elaborazio11e. L'art. 4 del testo unico 26 giugno 1924, n. 1058, attril)uisce alla giurisdizione esclusiva dèlla G. P. /\. « i ricorsi per questioni derivanti ·d al rapporto di impiego ... )>1. Soggiunge l'art. 5 che in quecite materie la Giunta « conosce anche di tutte le queI

stioni relative a diritti ». <e Restano · t7tttavia se1npre riservate all'autorita giudiziaria ordinari.a le questioni attinent·i a diritti patrimoniali co·nse-' auenziali afla pronunzia di legittimità dell,atto o provvedimento contro cui· si ricorre, nonchè le q1le.5 tioni pregindiziali concernenti lo stato e la

caipacità dei privati individui, salvo che si tratti della ca.pacità di _s tare in giudizio, e la risoluzio11e dell'incidente di falso » . Ma, s.e oggetto e fi~1alità della domanda è la reintegrazione di un diritto· patrirnoniale (paga' rnento ·d i stipendi, di indennità stabilite per l.egge o per. convenzione', rtsarcime11to di danno) è con1petente Ja G. P. A., an'Che sè non si" debba giudicare ·della legittimità di un atto o provvedirnento? Espongo, anzitutto, lo stato della giuri sprudenza . . Alcu11e decisioni si ·riferiscono alla competenza del Consiglio di Stato; ma la questione è es<;er1zialrnente identica agli effetti dei prinr.11p i diretti vi. l ,a IV Sezione del Consiglio di Stato, con 1iecisione 22 agosto 1924 (Foro It., 1924, III, 1°), dichi3.rò com1petente !,autorità giudiziaria a gindicare della d omanda .per la indennità povuta ad un i1npiegato per effetto ·della dispensa dal servizio, in quanto, non essendo .contestata la legittimità della dispensa, la pr.etesa relativa alla indenhità, cioè a un diritto patrirnoniàle, , era l'oggetto esclu.sjvo del ricor so. In sen.So conforme decise la IV Sezione con decisione 6 ·dicembre 1924 (Rivi sta d·i diritto pubblico, i925, p. II, pag. 46), e, analogamente,- con decisione 30 gen11aio 1925 (Ri1Jista di diritto pubblico, 1p. II, pag. 164). Però nè il Consiglio di .Stato ha fatto ancora nn esame completo della .questione nè si può ritenr.re che la giurisprudenza di esso si 1s ia stabilizzata o sia be11 avviata. I nfatti, con decis]011c 19 dj cernbrP 1D~·4 , la IV Sezi on e ha dichiarato r.ue 1

· 1n. com,p etenza esclusiva corppre11de la cognizione anche dE!i diritti ;patrimoniali, come quelli concer . nenti . l'anzianità e la decorrenza degli stjper1di, e elle le questioni consegtiertziali sono soltanto quelle relative ai danni. Si avverte, in questa risoluzione, la inflt1enza ·d i una nota critica del 1o Zanobini (F Qro It., 1925, III, pag. ta) alla decisione 22 agosto 1924; sopra ricordata. 1\1.a, tr~ttan­ dosi in quel caso di giudicare della legittimità ·cti un provveditnento · éoncernente la decorrer1za d ella. anzianità, no11 si può ritenere che la dE'cisione 19 dicen1bre 1924 segni un nuo,ro in.dir•izzu. Certo, ne 1la giurisprudenza del Consiglio di Stato non si 1p uò trovare una guida sicura: bisogna attenderne gli igviluppi ulteriÒri, s1pecialmente dal punto di vista della impostazione della cor1troersia. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazior1e lia nr10 avt1to occasione di dichiarare recenteme11te 1u con1petenza dell,autorità giudiziaria a conoscere di don1ar1de per diritti patriinoniali (inden 11i tà caro-yiver:i e, 'in genere, pagamento ·di sorr11n:1 di der1aro) 3 dice1nbre 1924 (Giur. It., 1925, I, 29) ; 6 di~embre 1924 (Giur. It. , I, 29); 17 ge11nnio 1925 (Foro It., I, pag. 18) ; 4 febbraio 1925 (Gi11r. lt., 1, 286J. Ma in queste sentenze non è esaminata, ,almeno espressa1nente, la questione -d ipendente dal1e nuove disposizio11i. Non mi risultano 1p11bbJicate altre se11t:enze del Collegio Surpremo. Interesc;ante è, invece, Ja giurisprudenza della Corte di Aiipello di Rorna, I Sez. Civile, anche percbè a !Ile • sembra cl1e essa abbia trovato la ·via giusta. , Con sentenza 17 febbraio 1925 (Giur. It. , II, 2~6) pr es. Faggella, est. Preda, la Corte dic:µiarò che sor10 . di competenza dell,autorità giudiziaria non soltanto l e questjon] attinenti a diritti 1patrimor1ia.li consegl1enziali alla pronunzia di legittin1ità dell'atto o prov,redimento, ma anche tutte l e controvr;rsie relative a ~iritti patrim.onia1i, cor1cerr1enti il rap1porto di in1pi-ego, c,he non di1pendi)no dall'esame ·della legittimità di un atto o provvedin1enfo arnministrativo.' Questa risoluìione è stata Tiaffermata dalla Corte (.pres. Faggella, est. Pagano) con sentr oza 17 marzo 1925 (Giur. It., sez. II, 334) la .quale contiene più ampia e precisa motivazione. A11che questa giurisprudenza dovrà subire ulteriori sviluppi, quanùo la casistica avrà dato modo d1 chiarirr1e e di precisarne i lirrliti; ma, delle mani! estazj oni giurisprudenziali, quell a della Corte di i}1ppello di Roma mi sembra la 1p iù imporia11te, alrneno come indirizzo generale. _ Sin .dalla prima applicazione della legge io mi llniformai allo stesso criterio. :\u11 è il caso di approfondire ora la quec:;tione. l\1i lirnito, perciò, ad esporre alcune oss ervazioni. \

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11. POLICLINICO

Le disposi zj oni fondamenta]i sono ancora q'.leJJe degli _ articoli, 2 e 4 .della légge 20 .1na.rzo !·R65, . ' n. 22,t8, all. E. « Sono devol11te alla giÙrisclizione ordinaria tntte ... le lnaterie i1elle quali si faccia q~estio11e di un diritto civile o politico, corr1unque v1 !)ossa essere i11ter'-essata la pubblica arr1rninistrazione e ancorchè siano emanati 1provvedirtlenti del potere esecutivo o dell'autorità arn1ninistrativa .,, .

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L'art. 26 del T. U. 26 giugno 192~, n. 1054, ~t­ tribuisce al Consiglio di Stato in sede ,giuric;d izion ale i ricorsi 1per incompetenza, ecces5o dl !)Otere o violazione di legge contro atti e provve· dinlenti di un'autorità amrninistrativa ... che abbic:tr10 per . oggetto ,u11 inte~esse di individui. .. quarido i ricorsi medesimi non siano di compe teriz ri dell'a11torità giud'i,ziaria.

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Dunqu e : gLÙdizio di legittimità circa provveò i1nenti chP non ledano un d~ritto civile o poJ itfc() . Sin qui nessuna jnnovazione. J_,'art. 27 atttibuisce al Consiglio ··di Staio giuri· sclizione anch-e di merito !I)er determinati obbietti autorizzandolo a decidere ·di tutte le questio11i pregiudiziali o incidentali (con effetti limitati) relative .a diritti, eccettuati l'incidente di fal50 e .., le quest10ni concernenti , lo stato e la capar.it9dei JJrivati indiyidui . Il fondarnento dell'ordine delle com1{letenze ri~ rnane fermo; la deroga è limitata alle questioni iJre1r!udiz'i.al'i. ed iricitJ.en,tali, le quali sono risolu te . .per esig-enze di eco1101nia dei g~u<1izi, con effetti circoscritti alla questione 1principale. I..'art. 28 attribuisce alla co1npetenza esclusiva (lel Consiglio di Stato i ricorsi relativi a detern1inate r11aterie :.. in alcuni casi (per es., . per i . rapporti di impiego con lo .S tato, ecc.), per i::G~o :gil1dizio di lègittimità; in .altri, per giudizio anche di rr1erito . .Ma si tratta sempre di un alto o 1

pro1,vedt.rrierito d~l quale si chieda l'ann·ullamerito per ragi:on,i di i'llegittimità o · di inerito.

I:art_ 30 sogg·iunge che in queste materie co111.e in queJle ,dell'art. 27 - il Consiglio di Stato .con0sci: anche di ~utte le questioni relatiYe J. diritti; ma p er queste gli e>ffetti del giudjcato non ' -son0 lin1itati alla questione princitPale. (( Restano, tuttavia, sempre riservate all'autorità gindizjar ia O['d'inari'a le questioni attinenti a diritti patrimoniali co·nseg1.J.enziali alla pronunzia di legittirri1tà ,

deLL'atto

o provv·e di1nento contro cui si rico rre

IlOilChè le q11estioni 1p regiudjziali concernenti lo .stato e la capacità. dei privati individui ... e !a risoJ11zione dell'incidente di falso ». Si P'Uò ritenere che, avendo l'art. 30 eccett11ate le qùestioni co·n segueriziali, abbia voluto co,m prendere nella comip etenza d el Consiglio di Stato le questioni di diritto patrimoniale, quando costit1I-isc0no !'oggetto della doma11da 1princ~pale'l Io non credo cl1c: questa interpretazione sia corretta. SP-

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guer1do lo stesso criterio si rd ovrebbe ammettere c~e, . a:·e~do. l'art. 30 ·eccettuato le questioni pr~­ ~iu~1zial1. ,crrca lo stato e la capacità e quelle intiden tali di . falso, sia. stata attribuita :J.1 Consiglio cii Stato la co1npetenza a conoseP.re di ques~e. rnaterie qualora no11· sorgano in via pregiu-' d1z1 a.le o i11cidentale, e siano invece dedotte carne oggett9 pri~cipale delfa ·domanda. rvra certamr.nte nessuno pensa che ciò abbia voluto stabilire la legge. Si deve

nvece rite11ere, così per le que5tio.n i , _,p~eg~u c~1ziali e inci~entali come per quelle patr1mon1a.11 conseguènzinJi, eh~ la legge · le abbia ec-· ~e ttPate ~esipressam.ente per evitare il dubbio cl1e, trat1.a.nd.osi di questioni accessorie, fos~ero eonsjdP,rate di competenza dell'organo di giurisprudenza esclusiva • j

.P er a.Itro, sarebbe illogi co ritenere che siano ' sta te eccettuate le questioni patrimoniali co1iseg1teriziali e non le questioni patrirr1oniali principali.

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Dal coi:·rdjnan1e11tn delle varie disposizioni ri. suita, r)er mio giudizio (d'accordo in ciò ('011 la Corte . di Appello di Roma) che, [)resupposto , e for1dan1e11to della coma>etenza esclu siva del cori• siglio di Stato è la domanda di annullarr1e11to 1)er , ' ragioni ·di legittimità o di merito, di u11 atto o provvedimento am,m inistrat.ivo. In questo ca~o il Cor1siglio .di Stato giudica anche, ai fini della dornan,da ma con effetti n on lin1itati nei CS5a, dell e questio11i coucernenti dirjtti, tecoett11ate quelle Tiguardanti lo stato e la capacità d.elle per~ sone, iJ falso e i diritti patrimoniali consegue11 ziali all'annullamento ,dell 'atto o provvedi1ne11to irnpugnato.

Identiche sono le .disposizionj degli articoli 1, 2, 3, 4, 5 che regolano la competenza di legittin1ità e di rr1€rito e la com.p etenza esclusiva della G. P . .L\. in sede gturi:sdizionale. Sicchè ide11iica • f.> Ja risnlu7ione anch~ 1 per i ricorsi coiicer11er1ti questioni djpendenti ·d{l-1 rap1porto di impiego. Un ese1npio chia,rirà meglio il concetto diretti'vo . Il Con1t1ne revoca u11a deliberazione che aveva attribuito la indennità caro-v.i veri o modifica una di~posizione del capitolato concernente il trattanler1to econon1ico. In questo caso, l'impiegato deve ricorrere alla G. P . A. in sede giurisdjzionale per 1·ar1nullamcnto dell'.atto che egli ritiene illcgit. tirrJO.

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Ma ~e l'i1r1piegato pcetenda la indennità o lo stjperidio in u1ta data mis:ura, sulla base del capl· tolato, d educeDdo che da questo atto deriva a lui il dir itto preteso, sicch.è 11on si debba agire per l 'annullamento di un 1provvedimento illegittimo, è compete11te 1 autorità giudiziaria a conoscere d ellct domanda diretta al pagamento della indennità o ,dello stjpendio in base al capitolato. . I

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SEZ IONE PRAIIC \

NELLA VITA PROFESSIONALE. La provincializzazione delle

con~otte.

. Il dott. Vacino, segretario generale del l3indacato Medici Condotti, ha presentato al Consiglio ,Superio re d'i Sani t=ì una relazione ed un. progetto di legge s·ulla provi·n cializzazione dei servizi sanitari, ii cui caposaldo è il passa ggio dei med.i ci condotti dalla dipendenza dei comuni a quella delle provincie. E questa u n'a.nt·ica aspi1·azionc della classe sanitaria. Ricordia1no che d ell-'avocazione della. conclotta m edica alle provincie si f ece bari ditore il pro f. Sanarelli, che pronunziò su.ll'argomento un magnifico disco ·so alla Camera dei D eputati nel 1910. Ora la q·u.i st·io'TI e vie?i e ri post.a ed OJUguriamo che sia favorevolmente risoluta. Una soluzione che salvaguardi le esigenze dell'assist enza sanitaria e insieme gli in·teressi dei medici, che potrebbero anche con il nuovo' sistema. essere non sufficientem ente tutelati sia pure per "<iltre vie ed in altri modi, n on è facile. Conviene che l'arqomcnto sia discu.sso nei dettagli, onde e'Pitare possibili d eltLsioni. I l progetto r edatto dal dottor Vacino sembra ben congegnato e può esser preso come ba.se. di discussione . Lo pubblichiaml) integralm,enfe. 1

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Urdinam e·n to d'3ll' .4. mministrazione Provinciale per i servizi sanitar i . 1. -· L' Amrrdnistr,t~ione Sa.nita:ria Provinciale per i Se.rvizi di V ig1l anza Igienico-Sanitaria e di Aasistenza Sanitaria e d Ospitaliera è costituita: a) da.I Consiglio Provinciale S.a nitarj-0. ; b) dalla D eputazione Provinciale Sanitaria . 2. - 11 Consiglio Pro\' incialei Sanitario, n ella sua. attuale composizione, viene aumentato di sette membri elettivi per libera scelta delle classi interessate (un Medico ed t1n Veterinario a.dibiti ai Servizi Co1nunali, un Medico· Ospitaliero, un Farmacista, un Rapprese11tan te· delle · Amministr.a.zi<>11i Ospitaliere, due rappresentanti dei Comuni della Provincia e cli t1n rn embro di diritto (Consigliere di Prefettura add etto .ai Comuni). 3. - Il Consiglio Provinciale Sanitario, oltre alle incombenze attribuitegli dalla 1.egislazion·e vigente, dovrà provvedere a tt1tti i ·servizi di vigilanza I·g ienico-Sanitaria, di •.\.ssistenza Sanitaria ed Ospitaliera attt1almente gestiti dai Comuni , alla cìassific.aizliome delle Condotte Sanitarie ne11e varie Categorie, al ]oro sdop piamento 0 riunione in Consorzio, alla fissazione degli stipendi, costituen<loli di due quote, di c11i un.a fissa per la r esidenza, ed una m obile in rapporto al numero degli aventi diritto alla Assistenza Sanitarja O'rat uit.a, cogli .aun1enti p&iodici e indennità varie, agli atti opportu1ti a promuove r e dalle Autorità nompetenti (Prefetto, G. P. A., Ministero), e, in difetto di loro iniz.iatiYl3., i p r ovvedimen t i . i1~ce·S­ sari per ottene.r e d1a i Comuni l'ade mpimento d elle 1

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prescrizioni stn.bilite dalle L eggi e dai R eC,,oilamenti in i11ateria di I giene e di Servizi Sanitari· ..\11'approvazione delle proiposte prese11tate dal~ Deputazione Sanitari13. Provinciale e dei Comuni p er la. costruzione, acquisto, restauro di stabili~ menti, ' laboratorì ed 01pere igieniche ; Al1' a.p provazione del Bilancio SanÌtari.o Provi11ciale; t All' aper tura dei concorsi, alla ·n omina, promozio11e, tr.asferi1nento, collocamento a riposo licen' ziamento d ei · Sa11itari; Alla nomina. degli Ufficiali S anitari dei Con1uni da esse dipe11denti e d alla vigilanza d egli Uffici Sanitari st essi ; all'.approvazione dei R egolame11ti Sanitari per Servizi Speciali <li Vigilanza IgienjcoS anitaria ( U ffi.ciali S.anita.ri), di Assistenza Sanitaria per i poveri (M€dici e eterinari Comunali) <li Assist enza Osipitaliera; a determinare i criteri p er accertaTe i requisiti per l 'iscrizione nello Elenco Comunale de.gli ave nti diritto .alla A~is·tenza Sanitaria éd Ospitàliera gratuita, cu.r à.ndone la esatta oeserv.anza cl.a parte dei Comuni; e tutte le alt re attribuzioni relative .ai Servizi di Vigilanz..a 1gie11ico-~a11itnria e di Assiste11za. Sianitaria, d eferite al Consiglio Sanitario d.alle le·ggi precedenti· alLa gestione dei contributi d ella P r.ovincia (per lotta antitubercolare, antirabbica, assistenza agli alienati, nati illegittimi, etc.) ; e dei Co1nuni (per Uffici Sanitari, p er A.&5istenza gratuita ed Ospitaliera) e d ei fondi e rendite comunque provenienti, destinate alla .Assisitenza Sanitaria ed Ospitaliera, tenen.dole sep3'r .ate dalle r e11dite ·d elle I stituzioni ave11ti un fine ed u na design.azione spec-iale, che d evono · esser rispett~te, e delle tasse Sanitarie che saranno fissate oon ' Sasuceessive disposizio11i di Legge, per i Serviz.i 11it.a ri. ' -!. - L a Depu tazione Sanitaria Prosvinci.a1e (D. S. P.) sarà c.omiposta di undici membri tra i quali qu.attro di dll-itto, il Medico Provinciale, il Veterin.ario Provinciale, il Consigliere di Prefettura addetto ai Comu11i , l'l,Jfficiale Sanita rio del Caipolu·ogo di Provincia· ·gli altri saranno d esignati dal C. S. P. nelle perscm~ : .di un Medico è di un Veterin ario adi biti ai S.arvizi Comunali, di un F aTmacisita, lln M edi co Ospitaliero, ' un Raip,p resen tan te dei Comuni, un R appr esentante delle _i\.mm:ini1str.a.z.io11i OspitaJnere, un me mbro scelto d al P refetto tra i R agionieri di Prefettura. 5 . - L a D eputazione Sanitaria Provinciale aidotta in caso <l'urgenza, i provvedimenti di competenza del Consiglio Sa11itario Prmrinciale cu i, nelle prime .adunanze, 11e spetta la i·atific.a.; prepara il B ilancio Provinciale Sanitario ; provvede all' assun zione t e1nporanea. d ei Sanitari; provvede n1€-di ante il Medico Provinciale e Veterinario Prov.incia le e loro diipe nde n t i ad ispezionare i Serv 1z1 . vigila 11do sul loro and.am ento e S1Ui funzionari ad essi addetti; delibera sulle domande d i 0

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lL POLICLINIC')

[ANNO

co11gedo ordinarie e straordinarie, di aspettativa p_rospet terà ]13, spesa globale e quella s-pettante .a present ate dai Sanitari ; ciascun Comune. Nel Consuntivo la spesa verrà . Pre para g.Li .atti e le proposte per le deliberaripartita tr.a tutti i Comuni· ove non basti si . z ioni del Consiglio Sa.nitario; integrerà col Concorso delle Provincie. Ft1nziona da . Consiglio cli Disciplina dei Sa12. Il servizio di Tesoreria per i Servizi nit ari ·dipendenti. Sanitari è fatto dalla Se?>ione di Tesoreria Pro6. La D0putazio11e Sanitaria Prov. elegge vinciale che provvede .alla esazione dei vari conn el suo seno 1111 Presi·d ente ed un ' Tice Presitributi e al paga mento d~gli stipendi al personale d·e nte. Coprirà la carica di Segretario Ammi11idipe.ndente ·d al C. S. P. strat.ivo 1111 E,unzio11ario di carriera d ella Preifet13. -. Alla nomina del personale Sanitario si tura. Tutti i provve.di1nenti di natura finanzi.a.r i,a provvede media11te concorso1 per titoli, bandito saran110 resi .e secutivi col visto tutorio della G. dal C. S. P. e occorren:do, per i casi da questo P. A. tanto se stati ·deliberati dal C. S. P. che stabili ti , per esame. se dalla D. S. P. coi poteri del C. S. P.; in sede 14. - Il concorso s arà .p er un numero di posti di discussione tutoria dovrà inte_rvenire il com•podeter-minato dal nu1nero di posti <li Servizio Sa11ente del C. S. P. e della D. S . P. che d ell' arnitario vacanti nella Provincia. gomento i11 disc11~sione sarà stato il proponente Avrà. lu1ogo t r e volte l'anno, alla fine di ogni o re1Hto re. quaidrimestre. I concorrenti saranno classificati da una Com7. - 1 Co11111ni Caipoluog;o di Provincia e di Circonclario, con pop-0lazione superiore ai 20 mila missione giudi<;atrice, nominata annualmente dal abitanti, pro,·vedono pe1~ proprio conto ai S erC. P. S. , in un.a graduatori.a comprendente tanti S.anitari quanti s ono i posti. vizi Sanitari. I Com11ni Ca•poluo.go di Ciroondario ·p ossono I postj di Servizio Sanitario alle dipe11denze del C. P. S. si dividono nelle seguenti categorie: don1and·are .al Ministro di affidarli al C. S. P. !JOSti <li· I Servizi S1anitari di ~etti Oo1nuni Cwp olt1ogo a) Ufficiali San1tari .addetti esclusivamente alla di Oircon°dario s.aJ·anno ope lP.gis .aiss11nti dal ·C. ' Tigila11za I gienioo-Sanitaria oon funzioni ispetS. P. , -qua11do le Am·n 1inistrazioni Comu.n ali tr.ati ve, e l\1edici ca.p i con fu11zioni direttive dei scurino l' a clempimC:'nto delle leggi e R egolame11t i SerYizi di Assistenza Sanitaria dei centTi magSanitari. P e.r tt1t ti gli altri Co1rnuni i , Servizi Sanitari -giori (non com·p resi i Comuni Capoluogo di Pr-0vjn ci a. o di Circondario). s o110 a ffidati a l C. S. P. . b) Uffioiali Sanitari dei centri minori, che 8. - I Comn11i c]1e hanno i Servizi Sa11it.ari possono .attendere anrbe a servizio l\1:edioo 1.ibe-• amminist ra ti ·dal C. S. P. ver sano annualmente ro , e Medici Comunali (Condotti) di Comuni di alla. 'fesorerja Provin ciale l'an1montare .delle spese ottimo reddito professionale, in centri di imporobbligatorie e f acoltative: per stipendi, aumenti tanz.a ~ notevole , con c omodità di reBidenza e di periodici e miglioramenti di oarrier13,, supiplenze .. '9erv1z10. in·dennità p er inezzi di tr.asporto , inden11ità spee) Ufficiali Sanitari e M edjci Comunali cli ciali n.·m bul.atorio, servizi interin.ali , ·p ·e'r aissicuraComuni di medi.a importanza con reddito minore zione inf0trtunio e trattamento , <li ipensione ed in a.ella categoria precedente, con minore comodità. ·g:enere tutte le somme inerenti ed occorrenti ai di residenza e di -servjzio. Servi~i ' Sanitari. d) Ufficiali Sanitari e Me.d ici Comunali <li D. - AJ Comune spetta fornire il locale per l'Ufficio Sanitario e il p~rsonale p er il s u-0 funziona-. centri di red·dit-0 discreto ma con disagio di resi<lenza e di ~ervizio. ,,, mento per il servizio di disinfezione, per il s e1·vie) Ufficiali s~nitari e Medici Comunali di zio d ell'ambulatorio e di infermiere per l' Assi- paesi di s ca.r so r e·d dito professionale e con disast enza Sanitaria. vo di .residenza e di s~rvizio (lonta~anza dai cen10. - L o Sta.to co11tribuisce .alle spese per i Sertri. condizioni topografiche, ecc.). vizi di Vigilanza Igienico-Sa11it.aria con un con(Il reddito professionale s'inten·de quello procorso <la fissarsi e a seconda delle necessità, su veniente da} Libero E sercizio). · prop osta del Consiglio Sanitario Provinciale, dal 15. - La ripartizione delle categorie 11otrà es~{inistro ·dell' Interno sentito il Consiglio Supesere modificata quando ne sia dimostrata la conri ore di S.anità. venienza o necessità. Il Regolam.e nto sta.b ilirà i 11. - La Prioivi ncia ·p rovvederà i locali p er il e. s. p . .; d uffiri da. esso ·d ipe11Jde11ti; contribui- criteri per la ri!)'artiz:ione di que,ste oategorie e per ].a valuta.zione dei titoli ~gli effetti de11a S1Ce ·alle spese per i Serv~zi s .a nitarj , a S llO parti'graiduator.ia. ool·a..re oarlico, p1er q11elli .d.1 retta1n.ente da essi 16. -- La Deo11t.azione Provinciale Sanitaria, dipendenti (Laboratori, J\!lanicomi, nati illegittis u proposta della Commissione Giud.icatrice pro1ni , provvidenze antitubercolari, antirabbiche, ancederà alla .assegnazione <lei Sanitari concorrenti timala ric.he , ecc.) e co·me eone.orso ad integrazione secondo l'ordine dell e graduatorie ai vari 11.ffici dei contributi Comtrnali qt1alora. qt1es ti fossero in' in concorso, tenendo conto delle esigenze del sers ufficienti ad un completo e regolare funz.ioname11vizio. <lei desideri de.i Comuni e della indicazione to de i ser vizi . dei Sa11itari. •i\ tal u ouo il C. P. S. i1el Bilancio Preventi\o )

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XXXII, FASC. 41]


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XXXII, f'ASC. 41]

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SEZIONE PRATICA

17. - I sa nit.ari al ser,·1z10 di Comuni i11 una Provi11cia possono, su proposta d ella Deputazione Provinciale Sa,nitari:1> essere tra.sferiti da 11n Oo1nu11e .o:tll'altro -della stessa Provincia, quando il p()<)to sia vacar1te, e pe.r merito o col loro consenso o su loro doma11d.a, motiYata da giustificate ra~ gioni personali o d1 famiglia , o per eccezionali inotivi di servizio, se mpre qua11do trattasi di posti clella ~te~sa categoria. I trasferimenti 11on potranno aver luogo senza il con~enso del Sa11itario. 18. - I trRsferirhenti d'ufficio, peT serv1z10 non lode"Voie, le sanzioni disciplinari, il lice1izian1ento saranno dPliberati dal G. S. P. con voto favorevole clei due t-E-rzi dei ,-ota11ti secondo le i1or1ne del R~golamento. 19. Oontro tali proYvedimenti di trasferimento e licenz.ianLC11to è .a.mm~iso .riooo·so al Mi11istero dell'I11ter110 , con diritto di .sospensione del -proVTedimen.to fi110 alla sua d~isio11e da parte del Mi11istero. 20. - L'assegnazione d egli TTfftci , .a.ll 'infuori dei traf.feri1nenti previsti al n. 17 sarà seIDJpre fatta per concorso. Per la prima C'ategori a non si potrà ~dire se non con titoli 'cii Servizio S·p ecializzato per la Vigilanza I gienjco-Sanitaria da determinarsi nel . R egolamento. Per le altre quatt.ro catego·r ie ·d ei Medici Com'l.1nali a.cl.detti all'assistenza l\i[edico-Chirurgica dei Co1nuni, ·g ratuita per i p1orv01i, non si potrà adire al Concorso di un po~to di llna. categoria se non dopo aver prestato servizio nelJa categpria immediatamente inferiore. La Commissione giudicatrice potrà non segu~re questa n·o rma solo nei casi in cui a ·p osti vacanti di tÌna, ·d ata oategoria non concorrano S,a nitari della categoria immediatamente inferiore, nel qual caso notrà assegnar~ i posti anche a concorrenti delle altre categorie su.s.5eguenti. 21. - Tra le norme eh.e il R egolamento stabilirà per ]a grailu.aitoria <lei conoocrenti sarà stabilita la -precedenza , nella valutazione dei titoli , al servizio pre.c:itato n~lla stessa Provinci.a ove il Sanitario concorre, la Silla .durata e l'a11zianità di Sf'rvizio comiplessivo. 22. - Per i posti che si r en·der.a11no vacanti, n egli inteTvalli delle decisioni ·dei. Conoo1rsi, I.a D. S . P. provvederà con incarichi provvi.s orj. 23 .. - T servizi prestati in diversi Comt1ni, in se-gnito n nomin:t 1 egola.re, s i cumulano agli effetti <le11a val11tazione dell1 nnzia,nità nei concorsj e degli a umenti periodici dello stipendio. 24. - Il C. S. P . stabilirà i requifiiti per la iscrizione nell'El e11co Comunale degli ave11ti d.iritto a1l'assist<B11za S.a nitaria ed Os.pitaliera gratuita, con n orme· che saranno notificate n,d ogni Comune. Tale Ele11co dovrà essere comunicato alla D. P. S. che vigileTà perchè siano state ·osservate le norme oredette . • La D . S. P. dovrà. rinviarlo al Coonune col suo 1

,,isto di approvazione perchè sia reso esecutivo. La D. P. S. p-0t 1 ·à farvi le mod ificazioui o correzio11i cl1e a suo giudizio saranno opp1o·r tune .

P er il regolarnento . Durante od in seguito al passaggio dei Servizi Sanitari dei Oom11ni alla, Provincja le riduzioni o aoppressioni di posti, che eventualmente si ren<lessero i1ece.ssarie, ;'Lovranno attuarsi, possibilmente; di mano in mano che i pooti SO!pprimendi si render.anno naturalmente vacanti per dimissioni o morte o collocarnento in pensione dei titolari. 111 ogni caso ai Sanjtari stabili esonerati dai 1oro uffici, in seguito a tale pro~redimento non· :;eguitc da i1omi11a in altro posto, spett erà una i!ldennità. pari a dt1e an11ualità di stipendio .

Disposizio ne transitoria. 1

Con .ap·p-0sito Regolamento saran110 specificate tutte l~ 11orme per l'approvazione della Legge sulla P rovincializzazione de.i Servizi Sanitari. J n particolare saranno stabilite norme: a.) per le modalità delle nomine elettive, della durata jn carie.a dei membri, del n 11mer-0 delle Sessioni del Consi glio Sanitario Provinciale; b) per le fu11zi.o ni ispettive e disciplinari della Dev11tazio11e 8anitar1a Provinciale; e) per le funzioni degli Uffici Sanitari e dei l\ifedi<.:i C-omu11ali (addetti alla assistenz.a Sanitaria Comunale); cl) per la classificazione dei posti di Servizio Sanitario in categorie, fissa.rllione dei relativi stipendi con a.umenti periodici ed indennità speciali relative e definizion·3 precisa delle mansioni ed attributi ' dei singoli uffici ; e) per le modalità d ei concorsi, nomina della Commissione giudicatTice, categoria e valore dei titoli di servizio e d i studio (servizio · prestato in ProvÌncia ove si concorre, anzi.a11ità, titoli di studio e di serv-izio pr€SSO Comuni, Osipe<lali, Istituti di Igiene, ecc.) eorr1ipetenze del1a Commis. s1one, ecc. ; . f) per le nomine dei Sanitari, trasferimenti, provvedimenti disciplinari, licenziamento, collocamento a riposo, ecc.; a) per i ve:raaim enti d ei contributi dei Comuni alJ.a Tesoreria Provi11ciale e la riscossi1one, da parte di questa, ·di tutte le altre rendite o Tasse Sanitarie eiven tualmente fissate, a disposizione del C. S. P. ·e di .altri cantributi comunqt1e provenienti (Stato, op-ere pie, ecc.); h) per i pagamenti degli stipendi ai Sanitari e personale dipendente ; i) per I.a formazione d egli Elenchi Comun.ali deg li .aventi .diritto all'Assiistenza Sanitaria gratuita e ]oro revisione; l) per J.a sommi11istrazione dei in e.dicjnali gratuiti e pag.a..me11to dei medesimi; m) per l'Assistenza Ospitaliera gratuita € pagamento del suo .ammontare. 1


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IL POLICLINICO

Cronaca del movimento professionale. •

L'aumento degli stipendi ai medici del mu nicipio di Genova. DB-liberato il 15 settembre dal C. P. pel Con1nne1, può forni.re termi11i di conifronto .ai colleghi: Medico su pe1·iore di1·~tto da L. 17, 000 a 21,500 ; ~{edici su·p eriori <la 16,000 .a 21,000; Medici i1g ienisti da 11 >000 a 14,000; l\'1.edico batteriologo cap:o da 16,000 a 21 ,000; Yledioo batteriologo da 11,000 .a 14,500; ~f e.dici condotti da 8,500 a 10,500 ; Medi~o anzin.Ho dispeas·ari celtici da 4,100 a 5,000; Medici titolari dispensari celtici da 3,600 a 4,500. .

CONC O RSI . POSTI V AOANTI. ALESSANDRIA o'EGITTO. Ospedale I taliano . - ~1:e­ dico radiologt0. · V ed.i fase. 31. Scad . 15 ott. AZZANO X 0 (Uàinc). ·- 2a cond.; vedi fase . 40. Sca.cl. 31 ott. CAMPOTOSTO (Ar:zu·ilo). - Al 30 i1orv.; L. 10.500 e 1 c.-v., oltre L. 3000 cav., L . 500 uff. san. T~a L. 50.15. Età lim. 40 a. Docum . a 3 mesi dal 15 sett. C'ERDIA (Pdlermo). - 2a cond. ; L . 9000 e 5 ql1inq u onni; tassa L. 100 (si.e). Scad . 31 ott. CICOGNOLI (PtLvia) . - Sca,d. 31 ott. ; L. 11,000 e 5 quadrienni dee.; c.-v.; L. 300 ambul.; L . 300 uff. .san. Ab. 1855 ; ipov. 137. FIRENZE. R. Ar{;ispeclale di S. JJ:laria N. e Stabb. Riuniti.. - A.ssistente ~e.dico e assistente ohirurgo; età 111as9. HO a. ; L. 5000. Scaid. ore 18 del 31 ott. Serv. ~11tro 15 gg. GuBDIV -(Perugia). Chiru•r go .p rimario, medico prima!=io . e aiuto chi1·ur<ro . Vedi fase . 40. Scad. 15 ott. . JESI (An,co na). -· ~1e(lico e chirurgo prirrnari presso l'Ospedale Diociesiano (13 co1muni); rispett. L. 10,000 e L. 8,000 e aumenti fino a.I 50 %; c.-v.; part~ip~z. proventi; per I.a direz ., a uno dei due pri111ari, L. 2000; al med. pe.r sorveigl. e cure Stabili1nenti d1 benefic. diipetidenti dalla Congregaz. di Carità. L. 1200 \ in<len11. per casi ur.g enti L. 2000 al med . e L . 2500 al chir. Rivolge'rsi segreteria della Congregaz. di Carità. Scad. 31 ott. MANCIANO (Grosseto). - Scad. 20 ott.; la condotta (capoluogo); L. 10,000 e assegno annuo rivedibile L. 1500 ; dieci trienni ventesimo; riconoscim~nt-0 quattro trienni servizio regolare altri Coruuni. Età limite 39 a. Esonero tassa concorso. Chiedere avviso. MEnUNA DI LIVENZA (T e1,iso). - A tutto115 nov.; L. 8000 e 2 c.-v., oltre L. 2500 trasp. e L. 500 uff . .;;an. OSTRA (.4.ncor.ia). -- Sca.d. 15 ott.; L. 8500 per 600 pov. Sll 3520 ab.; L. 8500 e 10 bienni ventes.; c.-v . ; indenn. cav.; tassa L. 50.10. P1sA. R. P1·efettura . Uff. san. di Pisa ; al 20 utt., ore 18; L. 16,000 oltre c.-v. e L~ 2000 in-

[_..\NNO XXXII, FASC. 41]

denn. carica; 5 quadrienni decimo; divieto libere e.sere. profess. Ab. 70,000 circa . Età lim. 45 a. Docu.m . a 3 mesi a.a l 1° sett. Ta&sa L. 50.20. Esami presso l'Univ. di Pisa. OhiooeTe annun.z io . PoNTEDAS8TO (Porto ]f a'l.ir.). - Consorzio 6 comuni; L. 7500; .a<ldizion . L . 5 oltre 500 ipov. ; 10 bienni ventes.; c.-v.; L. 3000 oaval·l o, ove occorra (sic). Scad. 20 ott. RAVENNA . - D~e cond.; età lini. 35 a . ; L. 8000 e 5 qua<lrienni decimo; c.-v . ; L. 2500 cav . ; in0denn . .supipleni. ·d i L. 500-1000. · A tutto 31 ott. REANA DEL RoIALE (T.T dine). - A tutto 31 ott.; L. 8000 oltre L. 500 serv. att., 2° c.-v., L. 3000 mezzo trasp., L. 800 uff. san. Rivolgersi Ufficio l\II llnici-p a1e. REGGIO CAL. - lta1d io1logo all' [stituto Dia.gnostico; L. 10,000 e 20 o/r) parteci:pazione entrate lorde. Eventualmente esami. D-0vrà occuparsi anche di diatermia, elettroterapi.a e raggi ultravioletti. Do1mande aJ'l' Associazione N1a z. Interessi l\1ezzog1orno d'Italia, R.oma, via Monte Giordano 36 (1-pa.larzzo 'l'a,verna) en.t ro il 31 ott. Inforn1azioni dal direttore dell'Istit11to, dott. Pietro 'l'im pan·0t, via Acacia, Reggio Cal. RoMA . Mir1ristero clella Guerra.. - Reclutamento òei .sottotenenti di compl~mento del corpo sanitario . Se.ad. 31 otto.b re. Vedi fase. 39. ROMA. ]finistero della 111arina. Concorso a 15 J>OSti di tenenti medici in S . A. P. Vedi fnsc. 36. Scacl. 15 i1ov S ..\J ,1JDEc10 (.Forlì). - · .A tutto i] 30 ott., la. oon d.; Ospe·cla.le. Età 1im. 35 a . Tas&a L. 50.10. L. 9000 e 10 bienni ventesimo; 2 c.-v.; L. 4000 ca.v . SAN SEVERINO MARCHE (Macerata).. - A tutto1 il 25 ~tt. , medic-0 e chirD:rgo primari ; L. 7000 e 3 quadrienni ,d ee. ; 2 c.-v.; riconoscimento serv. altri comuni p er 2 quadrienni; direzio11e delle Cliniche (sic) medica e ohirurgica dell'Osipedale. Età lim. 40 a . Dooum . .a 1 mese (sic) dal 14 sett . .Ab. 15000 di cui 5000 nel Capoluogo e Borghi. SEDRIANO (ll:lila·nn). ·- Scad. 31 ott. ; età lim. 35 a.; L . 10,5QO oltre L. 850 uff. san. e L . 400 bic. Ab. 3800. Già in consorzio · con Vittuone. VIBON.\TI (Salerno) . - Scad. 14 nov.; età lim. ' 4.5 a . ; L. 6500 (sic) ~ 4 qu.adrie1~'11i rd ec. ; c.-v. VIT'I·UONE (1vlilano) . - A tutto il 31 ott.; lire J 1,500 oltre aume.nti penodici ; L1. 400 biciol. L. 700 uff. san . A b . 2277, pov. 130. Età lim . .35 a . , ...OLTRI (Genova) . O. P. Ospedale i~an Carlo. Medico orirnario; titoli ed e1ventualmente esami; L. 6000 -(sic) . Scad. ore 18 del 31 ott. Età lim. 40 a. L aurea da 5 anni. Docum. a 3 mesi . Chiedere .annunzio alla segreteria. 1

1

Diffide e boicotta agi. Nuove .diffide: Roncofreddo (Forlì) . R evoca di. .diffjde: Esa natoglia (MaceTata). Boioottaiggi : Maenza (Frosinone). I

BORSE DI

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Sl l ì. DIO .

Co11 R'. dècr. è stata costitujta la « F .o nda.zione del R. Istituto . Internazionale e Oolonia.le », in Torino . Esso dipende dal Ministero çlegli affru:i esteri ed ha lo scopo cli erogare le rendite del soppresso R. rstituto I11teTnazionlae e Coloniale, e-


[.t\.NXO

XXXII , F ASC .

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SEZIONE PRAIICA

sèlusiTBJDffllte in box.se di studi-0 ·d a co11ferirsi a giovani italiani e figli di =italiani che, compiuti gl i .studi seco11dari all'estero, intraiprendano gli studi SUJPeriori in Italia e preferibilmente in Torino ed a giovani itali.ani che, comipiuti Con buon esito gli studi superi-0ri in Italia, vogliano perfezionarsi o far pr.atica all'esteTo o nelle Colonie . Le boi-se di studio <lebbono essere conf-erite sem·p re per concorso.

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE,

P er la clinica ostet.rioo-ginecologioa di Sa.ssari la commissione cli F acoltà ha designato: B.rugn.atelli Ernesto, 8a11ti Enrico, Vercesi Carlo; la commi~ione gil1dicatrice si è ·diivisa; la m aggioranza h a proposto il solo Santi; ·La minora.nza (Clivio) h.a proi)o'3to: 1) Santi, 2) Vercesi, 3) Brugnatelli. Nella ricorre11za del 25° anniversario ·del su o servizio nel Con1~.ine ·di Ohiusa di Bressanone, l' Aromi11istrazione di quel Comune ha con.ferito al dott. Antonio Brun11er la cittadinanza onoraria.

NOTIZIE DIVERSE. Associazione della Stampa Scientifica Italiana (Sezione Medica). Per .aderire al <lemaerio espr esso da parecchi collegl1i e mettere i soci in graido di •p artecipare meglio alJe discus.si-0ni del Congr esso ·della stampa medica, che è incletto per il 28 ottobre a Roma, riiportiamo lo statuto dell' « .Assim »: 1. L·a Sezione Medica dell'Associazione della Stampa Scientifica Ital ia.n a è istituita allo scopo di formare un collegio professionale che possa in ogni occasione assumere la rap!)resentanza del giornalismo medico itali ano, favorirne il progresso, fomentarne la so·lid.arietà e l'affr atellamento e tutelare gl'interessi morali e materiali -dei soci, adoperandosi atd agevolare ai medesimi l' esplicazione del loro compito. 2. Son o a1nmessi co1ne soci coloro che fa11no del giornalismo medico la loro professione abituale e cioè: 1) Il .direttore effettivo, il redattoir e-crupo e il segretari o di redazione di periodici scientifici ; 2) Il diretto·r e e il redattor.e capo dei p·e riodici ·d 'interesse professionale; 3) I giornalisti professionisti i quali dimostrino u na ininterrotta attività di r edattore scientifico in giornali quot~diani per almeno un t r ien11jo. 3. P ossono. e&Se1·e an1messi come s oci aggregati i direttori ed i reclattOJ:i di stam,p e p eriodiche le quali non .abbi ano epoca fissa di p-u bbli cazione o i redattori segretari di bollettini ed atti <li so~ cietà, i condirettori ono,r ari e i col:Laibor.atori erventuali di riviste o periodici scientifici. 4. Son o esclusi dall' Associ a.z ioµe i ·d irettori, red attori, ecc. ,di periodicj destinati precipuamente alla pubblicità e di quelli ch e risultaino pr·rnp-r ietà di case in1dustriali (ca~'e editrici eccettuate).

5. L' _i\.ssociazione è retta da un.a Gi11nta di . nove :.membri che dura in carica un biennio ed è rieleggibile per due t er zi. L a Giunta decide inap·p·ellabilmente per quanto rigua.rd.a la determinazione di socio professio·n ista in caisi controversi, l 'ammIB.ç;ione e l'ac;clusione dèi vari periodici. 6. Il P1'essi1d en te, il Vice P~·esidente e d il Ga&Siere dell' .Associazione sono eletti fra i membri della Giunta. Il Presidente ha la rap1p resentanza dell' Associazione e i1omina un Segretario. La Giunta si riunisoe ogni vòlta s ia ritenuto opportuno per il r egolare funzionamento d ell' Asso. . c1az1011e. L ' Assemblea dei soci deve essere riunita armei10 01g ni , bie11nio -oer la rinnovazion~e par ziale della Giunta. Ogni socio ha diritto 'ad un voto. 7. La qu ota sociale per ogni s ocio è di lire 20., che devono esse.re ·p agate al principio di ogni a nno . I soci potranno r ipetere all' Amministrazi.o ne del proprio giornale jl rimborso del contributo sociale. 1

1° Congresso sulla malaria. Si svolge a Roma mentre il giornale va in macchina . Ne daremo pros.simamente una breye cronaca e ne riferiremò i l avori.

Corso di perfezionamento sulla tuber colosi. Si terrà a I..1ione, sotto la direzione del prof. Courmont, coi concors-0 di 18 professori, 1nedici aspeclalieri, e.a.pi di cli nica e di Labor atorio. Tassa 150 fr . L e iscrizioni si ricev0110 iall'in dirizw : Secrétari.at de la Faculté de Médecine, Lyon; per informazioni scriver e direttamente al prof. P alli Courmont, Cliniqu·e Médicale, Lyo n. 1

Un corso di radiologia polmonare. Con di1nostrazioni ed esel'cizi pratici sarà tenuto <lal 3 a.1 7 n·o1vembre 1925, a L eysin , .d.a,l dott. J aquerod e dal sig. L a11ffenburger, radiologo della Società Climatica. P er il percorso Aigle-Leysin e }JeJ: }'.alloggio, iscriversi presso il sig. Lucien Emery, amministratore, Grai1d Hotel, L eysin (Svizzera). ' '

Onoranze al prof. Sol iflri. N el grande sal<>ne <lel p alazzo Gaddi P ep-oli <li Forlì s ono stata rese cordiali onoranze .a.I prof. Sante Solieri, in occ.asion e ·del conferimento della medaglia d'.argento al merito della Sanità Pubblica;. erano presenti il prefetto comm. Podestà, il sindaco oomm. Panciatichi, m-0lte autorità cittadine e iiaippr~ntanzo di viarie Associazioni e numeToso pubblico, tra cui l 'intero Consiglio della Associazione popolare cc Dam una man » , di cui il S-0lieri ~ president e, i ooonitati delle signore patronesse, il corpo dei J\'.filiti Volontari. Parlarono il v ice-presid~erlte ' dell' .Associazione conte Ercole Gaiddi P epoli, l ' avv. Bassetti, il sig. Giuseppe P aladino, che presentò al Salieri una tarma in bron-


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[ANNO XXXII, FASC. 41)

JL P OLICLINICO

zo, il dott. P aoJ<» Camporesi, che in nome· dei di. sceipoli g li 1.1iffTì uria splendida pergam·eina, i·l sindaco; rispose ringrazian.d o il Solieri, dopo rdd ohe il J)refetto gli consegna.va l'onorificenza decretatagli. . Vennero ai1che premiati, 0011 meda1glie e diplomi, i Militi Volontari.

Ordinanze di Sanità marittima. Con ordin.anza. di Sanità Marittima è re.v ocata · u11a urecedente ordina.nza concer nente le misure profilattiche contro 1a peste i)er l e provenienze da Tunisi. Con altra ordi11.an7.3. le provenienze' dai. porti del litorale ·d·e1lo Stato di. Cea,r à (Brasile) compresi tra 1a Baia 1di Timo1nha al Nor<l e Morro Tun.ao .al Sud, sono ~ottop-0sie .alle misure prescritte <ialla o-rdinanza di Sa11ità Marittima del 1° settembre 1907, contro la peRte.

Gli stnrlentf .rumeni nelle Un iversitù. italiane.

Corso pratico di erboristeria. Allo soop:o di prom11o·v ere la conoscenza della flora t1tile, e mettere in rilievo il v~alore ·d el prodotto co•n la distillazione, il Comitato provinciale di Cllneo per le piccole industrie ha. or.ganiz~ato a Pradleves un co1·so oratico a.coeJeriato di 8 ' ' l Pizioni, svoltosi dal 1° ,al 4 aigosto per l'i.d entificazione delle -orincipali erbe alioine e lia loro distillazione.

Contro la pubblicità fraufloJenta. Tl Cornitato etico dell' Associazio11e Medica Britannica ra.ccorr1and.a .ai medici as~oiati ohe i~ten­ dono prospettare con articoli, i1ella sta1niph politica, proble'llù idi. sci·e nza medica, di salute p111bblica o di p10lizia sanitaria, di !porre 1a eon.dizi1011e che i loro articoli non siano corredati di co1nme11ti ; cl a parte della re<:laz1one, sull'attività professiona]e ·d ell'autore, e n·e.p1)t1re della fotografia; stim.a supe-rflue anche ]e qualifiche mediche e l ' in dirizzo. Si rivolge i11 specie ai più autoreV·oli ra.ppres€<ntanti della profess:i1orn.e, I.a cui .azione viene ge11e-rnlmente p·r e1sa a modello dagli altri niedici. 1

1

Si è co.srtitt1ita un' cc Associazione Studenti Universitari Rtlmeni in Italia)> (A.S.U.R.I.), che ha per programma (( l'inteinsificazicme deill'u-n ione cult 11rale, fra l'Italia e la R11rna11ia ». Il Comita,t o .ce11trale ha lanciato un aip1pello che invita ad aderire tutti i rumeni cc cl1e hanno compiuto i loro studi in Itali.a. o che stanno compiend·o li, i quali co111Sii.derino doi\7€re di co.mienz~ eS1primere il loTo sentimento di 1aimmir.::izione e di r iconosoe.nz.a a.lPitali.a ed .1alla su.a cultura ».

Le vittime de11' automobile in Inghilterra:

Contro gl'lnnesti Woronoff in India. Si è cletermi1tata t1na viv.a agitazione, tr.a gli in1dù, c·ontTo i cacciatori ohe battono l'e giungle .all o scopo di cattt1raTe le S'cimmie d.a sracrificare le cure alla Voro;noff. Essa è alimentata dai IJeT I . sacer<l.0t1, IJ>Oichè .secondo il brahm:a nism•o gli anima li sono sacri. 1

L'ex 111anicomio di S. Maria della Pietà.

La, \rilla G.ab:rielli, che era srtata annessa all'anDurante gli ultimi dodici mebSi ven·n ero uccise d~ automobili nelln, Gran Bretaigi1a circa 4000 tico manicomio di Ro·m a, e che per molti anni 11e persone. 11 cc Daily ~f.ail », che ha istituito il sioostituì. la sede più importante, è stata acquistata .c;tema di a.ssioura.y,Ìone per la famiglia di ogni vitper 40 milioni da1l']}piscovato Americano, cl1e vi tima. di un .accidente a11t.om,o bilistico troViata. in porterà il proip·rio C'o llegio, affinchè questo dispo11possessiò di una copia del •g iornale (riceve un pre- , ga di l·O<:!ali più comodi e di ampi parchi sportivi; mio di 250 s terline) dovette in un sol gi-01rno, e una parte ·dei faibbricati sarà us1ufruita 1dall'Op,e ra cioè il 22 sPttembre, pagare quattro premi di as- .d elle MiiSSioni cc Propaganda Fide n per aume11tare sic11razi001·e (1per l'amn1ontare . di 1000 ~rlirie: il numero degli allievi. circa 118,000 lire) . · Questo •pericolo u.azionnle, come lo , chiama la stamp,a , è in contin110 e imipressio11ante aumento. Comunicato. I giornali invocano dal "Home Office » o MinisteRioo-rdia.mo che &ono aperte l e iscrizioni dei ro dell'Inte1~101 n1i suTe at.t e :a salvaguardaa:·e la vita M e·dici Chiru·r ghi al corso 1926-26 nella Scuola di d€i cittadini. Odontoi•a tria e Protesi dentaria pres.so La R. Università di Bologna, pel conse.g11 iment-0 del diploma Quanto può valere un piede. per specialis.ti in oclontoiatr'ia. e ·p rores1 dentale. Essendo il numero dei posti limitato, l'accettaIl Tribunale. della Senn.a ha co,n dann.ato la so,cietà dei Taxis di P.arigi a. pagare un'indennità zione viene regolata secon·do la p·r iorità nel1a predi 250,000 fr. a·l l'att.rioe sig.11a Denise Hébert, ohe . sentazione dei d,octrn1enti e pagamento delle relain seguito ia un ii1cide.nte automobilistico mentre tive t-llisse. Per p·r ;ogramm1 ed informazioni rivolig ersi pr': si recava all.a « Co1médie Française » dt{)!Vette subire l'.a.Il1p11tazio11e del pie,d e dest.rq. Pa1·eoohi te- so la segTetl0ria de1la 'Facoltà di medicina e ch1stimo11i derposero che lo ch.auffeur procedeva a ruii·gj a ·de11a. R. Universjtà di Bologna e p~esso 1.a Yelocità eccessiva. La difesa feèe osservare ohe Direzione del·l 'Isti.tuto Clì.ni~o per le mtalatt1e della bocca via S. Vitale 59 - "Bologn1a (13) nei locali 1 grandi progre-ssi della ortopedia :ii duoono molto, ' l e ha sede la scuola. del qua. oggi, i danni della p ,e rdita di un pi€de. 1

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SEZIONE PR.\IICA

RASSEGNA DELLA STAMPA MEUICA. Lancet, 16 mag. -

W. W. CHEYNE, LisTER, J.

B . 'VHEISFI&LD. Ionizzazio11e del lupus.

Journ . .4.mer. Jllecl. Assoc. ·

F. C. " rAITE. Le D. L. EnsALL. Un

scienze mediche fondame11t . e.sa.me adeguato alla fine dei corsi clinici. - E. HoLJ\fAN e W . ,V. J. ScoTT. La dilataz. unilaterale delle pl1ipille 11ei traumi del cranio. Difesa ,Sociale, mar.-apr. - C. G1N1. Sul controllo delle nascite. - A. NICEiì'OllO. Mortalità i)er tbc. in Italia. Riforma ]Jecl., 20 apr. - G. IzAR. Amebiasi polmonare. - CESARI. E sa111e Cflpill.ariscopico dei vasi congiuntivali . , Prensa M écl. Argent., 20 apr. - C. P. WALDORP. I m etodi di esplorazione f.unzionale dei reni. P ed·iatrio, 15 rnag. - I. NA sso. Endocarditi fetali. Jiinerva M erl., 20 mag. - G . GHERARDINI. Anemie dei nefritici. - A. CECONI . N evrosi gastriche. Amer. ,Journ. M ed. Se., mag. - N. B. FosTER. Cuore gozzo. - A. PrNF.Y. Natura neoplastica del pr.ocesso leucemico. - C. M. WrLHELMJ. Forma meningea primaria di blastomioosi generale. - R. R. :MELLON e D. W. 0At.DWELL. Epi,d emiologia de1 pemrphigus neon.atarum . - I. L. MEYERS. Sede d'origine del nistagmo. Clin,. y Laborat., m.ar. - B. LOPEZ DuRAN. I l c11ore n eJla tbc. E studios ] !érlicos, ·gen. - R. RAMIREZ GARCIA. Eredità, :predisposiz. e pretubercolosi. Paris :Ilfécl., 16 mag. - Numero sulle malattie del feg., del pancreas e delle vie bil. Gio·rn. ~~I ed. Prat.: mag. E. ToTI. P aralis i 1nringee associate.

a.a

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1 ~51

G. PETRAGNANI. La mo.sica è b·atterifera fin dalla i1ascita . J our1h . d. P·r at., 16 n1ag. - - H . MAYET. Trattan1. delle fratture del1a coscia. Fo~ia Jl e<l., 15 m.ag. P. 1\1. FRANOO. Il sondaggi.o pote11ziale fi sico dei surreni nella tbc. polm. Brlt. Jled. ,Journ., 23 mag. A. WEBSTER e L. H1LL. C.a u sa e pJ·ofilassi {lel rachitilSlmo. Boston illecl. a . l3ura. J ou'T"n., 14 mag. - C. L. THENEBE. Il siero antiscarlat.tinoso Dochez. Lancet, 23 mag. - P. Fr,EMMING. Il s.ignifi('ato dei sintomi oculari. . R'iv. Ospedal. , 14 e 31 m a r. - G. 0APUANI. La reaz. di Costa n ella tbr poln1. )1 oraagni, 17 mag. - C. GALE>Azzr. Polimiosite acuta.. Japan illed. TTl orld, 15 dic. - S . KusAMA e .a. Coltivazione ·della Riclrettsia del tifo es. 15 gen. S. l{ usAMA e :a. Eziologia del morbillo. 15 mar. T. 0Gucm. J1a1pporti tra precipinogeno e precipitina in vivo. TVi e'n Klinic. 1'Voch., 21 n1ag. - A. M. BnoGSITTER. Reperti microscopici nell' a.rtr1te urica. H. SoHNEIDER. Il flemmone duodenale. DPu.tsche 11fed. Woch., 22 ma:g. - H. BEITZKE. L e vie cli diffus. d ella. tbc. ·- R. MtiHSA UR. Diag11csi e 0tperaz. i)recoci clell' a1ppenc1icite. - F. HERJ\f. \ .NN . Trrupianti ov.arici. G'a z. d. Flop. , 23 mag. - E. G1nAun e G. ZuccoLr. Sist..ema conduttor e e ce-n tri a utom•a tic1 del cuore. Bull. .-1. c. M éd., 12 mag. - P . CouRMONT e Bo1ssgL . Infezioni mascheTa11ti la ·tbc. polm. .-lnnales de ~Iéd. , mag. -- N11mero di i1europatologia.

Igi ene Jlfoclerna, feb . -

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Indice alfabetico per materie. _i\naf1l~ ·si

e rappnrti tra. n1adre e feto Pa g. A p.p endice ,, -cronica )\: €'Lc::ia me r adiologico » Artrite re11matoi.de . » Bibliografia . . » Cal'bonchio intern-0: patogenesi . . » Co~eperjtone-0 con integrità .aipparente delle vie biliari . »

Oonclotte: pro,vinc"ialrizzaziorip, .

»

Condriti post-tifiche: . rurg1co

»

1437 1429 1438 1432 1428 1422 1445

trattamento chi-

Oronaca clel m,ovim ento pro.l,essionale .

»

Duodeno: divertieol1 . Duodeno: rottura traumatica sottocuta.n ea intr.ruperitoneale Farine: colorazione ·di preparati .m icroscopici con jodio . .

n

1439 1448 1437

»

1424

»

1427

Impiego: competenza circa le questioni dipendenti dal rapporto di - .

»

1443

Infortl1njstica e malattie del la'Voro : congresso internazionale • •

))

1433

Roma · Stab. 'rip<>-Lit. Arman ·i di M. Cou-rrier.

I ntesti110 cr ru..'\Sio : diagn-0si precoce ·del cancro Pag . 1430 L atte : ric€rche s ulla cqagt1lazione » 1437 Lu1pl1s e'l·1tematoc:;o : cura . » 1442 IVI usco li: fisiologia . » 14;37 N evralgi a cervico-br.achiale (cerv ico-bra)) 1439 ch ialite reumatica) . )) Ost eomielite acuta ve.T teihrale . 1438 • )) 1437 Protei _11e : reazione di costituzione )) 1440 U nchide: carci11·oona S€co•n<1al'io R aiehitic;mo · et à. pit1 conveniente per )) 1440 operare 1e deformazioni · . Reazione di W a..sserma11n : come sri. spiei· gano i ·ris11lt.ati contr.aiaittori cl1e può )) 1417 dar E'? . • Reuin.atismo a.r ticolare acu to e sue com)) 1439 plicaz1oni nel b::tlilhino: trattamento )) 1437 Secrezioni interne: r icerche )) 1442 Sport: controllo medico . • )) 1432 Stomaco « r o.sso » )) 1441 Urotropina: azione antisettica )) 1440 Varicel1a ed heripes zoster: affinità 1

V. ASCOLI, .li.ed resip.


. . . Ricordiamo agli abbonati l'interessante volume del PROF

CARLO BASILE

Diplomato in Me~icina tropicale al Roya1 College of Phisicians y Surgeons di Londra Libero docente in Parassitologia - R. Clinica Medica di Roma

Diagnostica delle mlllattie parassitarie ..

Prefazione del prof. VITTORI() ASCOLI !" Direttore della R. Clinica Medica di Roma Riportiamo alcuni brani dei giudizi espressi dalla stampa medica italiana su questo Ma11,uale: L'alta co111petenza dell' A. si ri fl ~L lt· :-:n .1 . lJ'.:!ra . ~criYendo per i u:ccl ici. egli. si è limitato n l!e nozioni chè li i11teressano, cioè ai parnssiti liiù i111JJorLautt per la patologia uwana, e si è lasciato O'Uidare unicamente dall'imp0rtanza pratica lt:>gnt<1 nel 11gui capitolo. La praticità è Jo ~con{) da cuj nulhf Jo svia: elimina citazioni. dissertazionj, <.loti riJH.\: ~i attiene a i fntti. Varie tabeJlc condensano e siste111Hno le nozioni esposte. Il lavoro è corrednto di :1bbondanti e òituostrative illustrazioni. io pRrte ~chen1atiche molte Ol'igina li. · Esso riuni-sce tutte le condi7-ioni per rendersi utile: e n essun n1edico colto dovrebbe privarsene. Nella tecnica òell 'allestimento editoria le no11 {• i;;t~11·... trascurata nes~una spesa. Unu. lode va a lla coraggiosa Casa editrice. (Da Ann,ali d'Igiene, febbraio 1923). Il prof. BAsÌLE ha dato unn brillante prova del come si possano sorn1ontaJ::e Je gravi difficoltà didattiche inerenti nlla trattazione sistematica di una materia tra le più agita te · La parte diagnostica differenziale - di grandissima importanza quando si consideri il 111 anuale in una delle sue funzioni e~senzia li , quella di consultazione - è svolta dal n ·ASILE con svari!lti e spesso nuovi artificii didattici: tigt1re, tabelle, schemi; ne consegue una forma concisa, attraente, che dà al Jet. tore un senso euforico di chiarezza e di ordine. Nella trattazione di contenuto particolarmente medico abbiamo constatato uno scrupoloso aggiornamento dei dati più importa.nti. ì\·I olto sele1-;ionata, la 1>a rte tecnico-diagnostica di laboratorio che rivela un i.·icercatore consun1ato; pochi metodi. 1ua J)ratici e attendibili. Così, conciso e serrato nella elaborazione della materia. limpido e chiaro nella esposizione, corredato dai più opportuni sussidi grafici, questo Ili a1iuale si presenta agli studiosi italiani in un opportuno momento ed è destinato ad lln lungo cnmmino. (Da Pathologica., 15 marzo 1923) . Il libro del BASILE mira ai bisogni dello studioso e gli offre i mezzi di diagnostica diretti : una esposizione nuda ma compendiosa delle nozioni certe. una esposizione stringata ma precisa che, in poche parole, oonden·s a dei capitoli; e, invece. molte figure dimostrative, che parlano per la lqro ·precisione, anche sulla sola guida della leggenda. ' Per l'utilità della materia, per le doti peculiari di chiarezza e di didattica, il libro riuscirà di sommo giovamento al inedico pratico e agli ·Studenti. (Da Minerva Medica, 10 aprile 1923). Alla insufficienza ed intempestività dello studio della parassitologia animale, impartito nei primissimi anni d'Università a giovani completamente digiuni di medicina, fa contrasto la sua grande importanza e vastità sempre IJiù crescente nel campo clinico. Il trattato ql1indi del prof. BASILE arriva a buon punto, portando a piene mani la larga messe di moderni stU<ii e di ricerche pratiche. La breve e chiara .sintomatologiaf le considerazioni diagnostiche e differenziali affiancate dall'enunciazione dei mezzi clinici di laboratorio, conrorrono a completare e ravvivare i diversi quadri morbosi. Si può con piena coscienza é cori giu·sto orgoglio affermare che questo Manuale, di pura marca italiana torse l'unico nel mo11do librario, è una ottima e necessaria guida. nello intricato problema parassitario.' agli studenti ed ai medici. (Da L'Italia. Sanitaria. 10 aprile 1923). ' Collana Manuali del " Policlinic~ ,,, Casa Editrice Cav. Luigi Pozzi - Roma 1923

Un vol11me nell'ampio forn1ato della nostra Collana Manuali del "Policlinico,,, di pag. XII - 262, stampato su carta semipatinata, con 18 Tavole nel testo e 91 figure intercalate, più 2 tavole a colorri fuori testo. Prezzo L. 33. Per i nostri abbonati sole L. 29.50 in porto franco SAGGIO DELLE ILLUSTRAZIONI

I

• Microfotografia. Leishmania intantum. Originale. Ingr. 3000 diam.

Leptospira iotero-haemorragiae (Noguchi, 1917). · Agente patogeno della Spirochet:osi ittero-emorragica o itt;ero-tnfettivo.

Dtssent'èHa ametitca. ;sezione m 1ntesnno cra:s~o. Notasi l'Entamoeba ·histolityca. nei tessuti e lo stato dì congestione dei vasi sanguigni. (Da un preparato avuto gentilmente da Wènyon).

Un volume in 8° di pag. xrr-262 (N. 8 della Collana Manuali del "Policlinico,,) stampatt su carta semi patinata, con 9 l figure e 18 tavole in terca:J ate · nel testo, pì ù 2 tavole a colori fuori testo - Prezzo L. 33. Per i nostri abbonati sole L. 29,50 in porto franco. Inviare vaglia postale ali' eil/tore LU/01 POZZI -

Via Sistina 14, Roma


ANNO XXXII

Roma, 19 Ottob1·e 1925

Fase. 4:2

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fondato dai professori : ·

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE

PRATICA

REDATTORE' CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI

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SOMMARIO.

Relazioni : V. A.scoli: La tera.pia epeci!fica della m a laria.. Osservazion1i cliniche : S. Bile: Una << LJ:isifnanc >> ·ciinematizz.ata con mo tore ad ansa secondo la tecnica del J\finervini. - G Piero: Intervento chirurgico sul simpatiico per angina pectoris. Sunti e rassegne : SISTEMA SCHELETRI CO : A. LéDi : IQ reumatismo veirtebr?-le. -- Marfan : Il ra.ohi·t iem 0. S1s·r EMA NEl~Yos<i · D . Gtllmpertz: Stato presen te dell e r.iicerche sulla balbuzie. - Symoruds : Sonni-0 ed linsonnio. cenni bibli9grafici. Accademie, Soci->t4 mediche, Co:ngressi : Società Na.poletana di ù!J..irurgia. - Società Medioo-Oh..i.riurgica di Padova. So~ietà Med.i co-Chirurgira B ehlunese. 1

1

Appunti

~er

il medico pratico :

Diritti di proprietà riservati. -

C ASISTICA

E

TERAPI1\ :

F-0Tn ~e attn:ll~

di .i ,nlfluenza n ell'inif.a nzia. - La tecnrl.ca operatoria ·P·ref·eribii1e {Per le p1elltl'iti purulente ~,oute nell'infauzia. I limiti del pneumotor.aice teraipeut1'CV. - Pneumotorace prov-0 cato •dJuTante u na. punt11ra. ec.::plor::ttiva. - Il regime alimenta.re del tuberc-oloeo -- NOTE DI ~EDT•.::INA SCIENTI FICA: Sul r i tmo fun.7ionale del fegato. - i1odificazionii del1a struttura p.ancrea t.ica <lnra11te il di.gii11·no s.per:i,m enta·l e. - lGIE· NE: La profi lassi dell'ittero .i•r ufettivo nel Giawrpone. - J.Ja. enoieiiaJ.ite epidemica è conta,giosa nel•l a fase P iarkineondania? - POSTA DEGLI ABBONATI· VARIA : L'abb'.i1g1i.amento e la salute della donna moderna. Nella vita professionale : Levatrice e non ostetrica. CoDJOOrsi. - Nou11ne, promozìo!Ili ed onori·f ieenze.

Notizie diverse.

Indice alfabetico per m aterie.

É vietata la riproduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubblicaziontJ. dei sunti dC

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. mento. Ai pochi abbonati che non hanno ancora inviato la 2a. rata semestrale dell'abbonamento In Me corso, rivolgiamo preghiera di farne sollecita rimessa. L'AMMINISTRAZIONE. RELAZIONI.

m eritav·ano; )'orti anzi dovette te11acemente difendersi dall'a·ocu sa che la polvere di china pr o:p inaia nel modo da lui indicato fosse dannosa. Se l'a:ffern1n-zior1e d: Torti 11on ebbe una grande eco, e gli studi sulla inal1ria non presaro quindi una giusta via, fu colpa dei tempi non .d ell'autore; poj cJ1è egli si mostrò tena,ce e con vinto propugnatore delle su e i dee, e le diffuse in un la tino classico, allo~a a ccessibile a tutto il mondo medico. Il suo trattato raggiu'n se in ·circa 40 anni sei edizioni. Quasi un secolo dopo, ·dalla; corteccia di cl1ina si" es.trassero gli alcaloidi efficaci contro le febbri, e furono largamertte usati. Tuttavia nè l'esperienza clinica sulla malaria, i1è gli studi s ugli alcaloidi :furono sufficienti .perchiè si riconoscesse a pieno l'importanza d0ll'asserto idi Torti. Ancora nella $ElC'oncla 1netà del secolo XIX si usava la ·Cl1}nina contro q·ualsiasi febt·~e e si discuteYa unicamente, in base acl esperimenti e aid induzioni fisiologjcl1e, sulle proprietà anti1pireticha di questo alcaloi·de.. Si riconosceva al più ·c he la chinina avesse u11a virtù antifebbrile, più 1spiccata e costante nel le • febbri malariche che i1on nelle altre febbri . Soltanto a poco a poco l~ felici descrizioni del 1nod2nese f11rono riconosciute com·e vere, ed è me~ 1

La te1·apia specifica della malaria. Relazione del prof. VITTORIO ASCOLI al I Congres<so internazionale per la malaria (Roma 4-6 ottobre 1925).

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L'affern1azio11e che la china possedesse una special~ virtù contro le febbri periodiche rimonta al principio ·del secolo X\ ' 111, cioè a ci11quant 'anni circa dopò che la divina corteccia aveva cominciato a diffondersi in Europa. '.juf'sto canone terapeutico lo dobbiamo a Franct:sco Torti, modenesP., il q11ale nel suo libro La terapia delle febbri 71eriodi·che, puJ:>bli.cato nel 17)2, dettò precisi inseg·nan1anti per combattere la febbre di malaria con la ;p·olvere di china . . Nello stesso r.erripO, utilizzò j l ·dato che molte febbrj cGdeYano e cesaava110 sotto l'azione della polvèr~ di r.hir.a, per rico11os.cere la natura inalarica di esse. Dalla sùa esperj enza, egli trasse la esplicita conclt1sione che la polvere di china agiva non

contJa febrem, sed contra ca1.lsam febris. Tali constat.azio11i no11 destarono l'interesse cl1e per la pre-~ isa document;:i,zio11e ond'erano sostenute \

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IL POLIC l.l.'llC'J

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rito <1 i Guido J3accelli di a Yerle adeguatan1e11te ùeter1ni11arc e circoscri \·ere il J)r oblema terapeuapprezzate e di <l verle m esse a base dei suoi in .. tico della malaria . 5eg·nan1enti snlla n1alaria, crea11do in Roma qu elDella enunciata proposizione si devono pre11dal'ambiente n el qual e la scoperta di Laveran {1880) r e jn pe_culiare esa1ne tre elen1enti: la cJ1inina, suJl'ematozoo d ~l la m alaria 11a potuto tro;,1are rila febbre, il parassita. c0nosci1nent o, svolgimento e perfezionamento per Il :parassita, i11n estato in 11atura, come sporozoiopera ·di Marchiaf B.va e della sua scuola. te, arriva, do1Jo il perjodo di incubazion e, alle Pochi an11i do·po ch·e fu noto l'ematozoo della forme del ciclo sctlizogenico; una certa quantità di malaria, Golgi (1888-1892) ·provò direttamente l'atali forme co1npie il proprio ciclo di sv1 luppc zione della chinina sui germi della malari:i. contemporaneame11te : costituisce una gerierazioGolgj , cl1e aveva sco1perti i cicli ,p arassitari ·~ella ?'fe. Tutt avia i m embri di ciascu11a g,enerazion e febbre , quartana e terzana, determinò quali mo11on perv 211gono tutti al1 'identico e preciso stadio dificazioni s ubivano i parassiti, n elle loro fasi simultanean1en.te: di un plotor1e di soldati in marevolutive n el sangue circolante, dopo che la chi- cia la prima fila rimane, sia pur e di pochi passi, j1ina era stata somministrata. . davanti alle ultime . Le gen er;:i.zioni ~1'itualmen+~ . Nel r itmo reaolare Jeg·Ii acce~si febbrili da al primo sviluppo •Che segue l'innesto, sono J'i Ù qu artana e da terzana benigna egli riconobbe con d'una, si svolgono in disordine o innestate l'una }JTecisione ·Che l'azion e più intensa della chinina con l'altra; più tardi si disci1Plinano e ·s i sep arano interveniva quando il farmaco era in circolo, al n ettamente : allora una predo1nina. La genera1nassi1n o di con cèntrazione, nel momento della zion e jn attività, n el m aturare ecl entrare in schizog2nesi, con cludendo che la cl1ini!la distrugschizogen esi, ,-arsa ~ n circolo 1 merozoiti cl1e da11gesse il parassita nello stadio di merozoita. Ri- n o ll1ogo a generazioni ulteriorL conobbe inoltre ch e, quando l'ematozoo divien e I parassiti sono ·di p iù va rietà o Stpecie: 1 endogJobul arE , Je alterazioni indotte da una stesbenigni che percorron·o quasi tutto il loro ciclo ba dose d i chinina sori e; tanto minori qua11to pj u 1121 sangue e, com e dice già la designazione, non iJrogrr~ dita verso la m:=t1nrltà è la fase di svilupp0. riescono di grave nocumento all'uomo e n on Stabilì c.h e le mo·dificazioni del parassita sono sogliono determinare esito infausto: i malig11i, rrtaggiori quanto più grond r è la quantità del ch.i - che percorrono il ioro ctclo, e specialmente le 111no, :fìno ad una certo. dose: al di là di essa i1on ultirr1e fasi del ciclo sob.izogenico, nei capillari degli organi, a cl1e provocan.o spesso gravi sin., '1n tensifican 0 rn aggiorJ.n cntc. tomi d'infezione e disturbi notevoli negli organi La dimostrazion e che la cll inina agisce nella 0 \ ·e a preferenza si localizzan o. rnalaria contra cau sam f ebris era così data, e cl1iara e {"OffJ~lcta. Po:chè in quell'·epoca si venin o.p o che un certo numero di schizogenesi ~: è • \'ano afferm&ndo i criteri suJla i11ùividualizzazio corr1pletato, una parte dei meinbri nati da es=-tl rie delle infezioni e deì loro decorso i11 rapporto si avvia per il ciclo sessuale con forme maschili agli agenti çattsu!i. la virttL propriamente speci- e femmiruli, le quali notoriamente si sviluppano poi n ell'Arioph el es, previa coniugazion e. E dif;c:1 della cl1in ina contro l a m alaria divanne un fatto ac quisito, i11°discu ~so, a11zi costituì il cardine scu sso se l e forme femminili possa110 nel 1sangue clél la terapi0. della n1 alaria. D'altronde la cor1- dell'l1orr10 ritornare per p artenogenesi al ciclo forma dell9. diagno·s t uelle febbri malariche data febbrigno. dal r eperto par assit&r Jo r ese fermi, energici e La febbre malarica si sviluppa in corriSIJ)ontf3nquilli nell' nso d0l rirr!e·dio specifico, e quindi denza dell a schizogenesi di llna gen erazione paI:Ortò ai ris1!ltati voluti. Chi conosca le varietf>.. rassitaTia. cliniche delJe ~ebbri rr1=tlariche a sappia manegE stato ammesso cl1e la febbre sia in rapporto g :are il cl1inino, procede quasi con precisione col nurr1er o dei 1p arassiti ch 'entrano in ·5chizoge nesi. ,i \ 1ne non risulta: infatti nella febbre che matematica nel 1preordinare la sua azione e nel seg11e délippresso ail 'innesto degli sporozoiti e che è pre ved0rna gli effetti.. . per lo pit1 alta, grave e con de,corso irregolare. non B ,p ertanto assiomatica la seguente proposiz]one: si rinv.engo,n c parassiti all'esame del sangue circo~ co1i l a chinin,a adeguata11iente soniministrata ~ ta­ lantc. Essi possono tardnre a 1Presentarsi, tal\1 olta lora con u1ta so la do se) Si tronca qualiLn.que acanc~ e 4-5~6 giorni, specialm ente se appartengono cess o febbrile da mal.aria e si interromp e la serie alla varietà maligna. Corrispondenza tra fel1bre e d ei ~'llccessivi, meritre scompariscono i paras'>iti numero di germi si riscontra lungo il periodo dcl· dal . sa ngu,e. le febbri r ego1ari con parallelo .svolgimento di sinI termini, in cui quesf·o n etto e i1nipressiona11te feno1neno si verifica, pongorto ava11ti una ricca gole e distinte ge11eraz ioni parassitarje. Dopo che ser}e ·ii evenian ze, la analisi delle quali serv e a le febbri hanno a lungo bersagliato un soggetto, e I

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SEZ IONE PRAT!CA

comunen1ente nei bambini, si ritrovano parassiti caloide che agisce contro la mn.laria è di ~1rca anche numerosi percorrere le fasi del ciclo scl1igr. 0,80-1,2 per la malaria benigna; 1,5"-2-2,20 per zogenico disposti in generazioni senza che la f ~b­ la inalar1a mo,ligna. Sono le .dosi che io ho defibre insorga. nito come terapeutiche: dosi più basse sono inatr,e manjfestazioni cliniche che seguono con hre~ tive o quasi; dosi più · forti, mentre non è djruo, VP. c;cadenza all'innesto ·del germe fatto dal!.' Annstrato che si ano pi1·1 utili, provocano disturbi neì phcles sono più g·ravi e 1P·i ù irregolari p.er la mol- soggetto (Ch'inismo). ;r.,e dosi terapeutiche, si ditiplicità e accavallarsi delle generazio11i. Se il rebbe con linguaggio matematico che sono necesparassita ap1partiene alla varietà maligna possarie e sutfìcienti. Dai ricordati studi di Golg1 è . sono riuscire anche pericolose alla vita (pernidjmostrato che gli effetti cl e.Ila -chinina v·ariano, ciose), sia !per l'inten·s] tà dell 'infezione, sia per secondo che viene somministrata in una fase 0 l'intensità delle lesioni di organi vitali. Do·po in lln'altra .della febbre e della vita parassitaria. qualche tempo si regolarizzano assumendo il tipo Qui inerita paTticolare attenzione una proprieloro proprio, ·divengono più o meno ·distintamen- tà, la quale nella chini11a non sarà mai -valute periodiche. tata ab·basta~za: intendo · dire la azione che proDa questa nuda e Sllccinta esposizione ·di fatti cluc{! in sittl. Il sapore amaro intenso, e specialgià risulta che la mani.festazio11e abituale della 1nente J'azione irritante stillo stomaco ren.dono dif1nalaria è la febbre e cl1'essa compare in Taip- ficile di somministrarla sciolta in dosi uri po' porto con la schizogenesi d'una generazione pa- forti, n e li1r1itano la dose, se vuolsi sommini::~rare rassitaria. .t\bbiamo or ora riferito cl1e il rap- rn cartine. porl n tra febbre e 1p·arassiti" è , qualitativo, no11 I.'azione to~ ica, irritante e p erfino ne cro~ a11te quantitativo. La febbre, qui come sempre, è la della chinina, fa sì che non ·debba introdursi 11el reazione dell'o,rganismo ad una causa r.he per- sottocutaneo o, meglio, nel tessuto 1nuscolare .in turba pec11lial'mente l'insieme dei processi ni1triconcentrazione superiore a grm. 0,30-0,50 per cn1c. tivi: non può svolgersi dunque · soltanto in prodi liquido e non più di 2 eme. iri ·una region~ porzione deJ.la causa promotrice, 1na deve ric;en- 1per ogni volta: .con più forte concentrazione si tire delle con·dizioni del soggetto. J:a reazione :di flogosi asettica e lento e scars0 Se passiamo a indagare come la schizogenesi assorbimento. Se per caso capita qualcl1e germe d'u11a generazione parassitaria possa provocare la patogeno, facilmente induce l'ascesso. Per iniefebbre, usciamo dal campo dei fatti ed entriamo zione endovenosa il farmaco deY'essere diluito aliÙ quello delle ipotesi : tuttavia quasi tutti gli 1neno a 1 : 10. autori sono concordi nel ritenere cl1e il rapido In pratica la via mi.gJiore e da prescegliersi è versarsi in circolo delle sostanze proteiche nate la via della bocca, a meno che non esistano Stpedalla schizogenesi, cioè resi.dui del parassita rnaciali intolleranze gastriche o · diS~l1rbi intestjna li .. turo, merozoiti in distruzione e residl11 di gloche m etton o i11 forse l'assorbimento . . La rapidità buli rossi parassitiferi, provochi la reazione fene l'intensità d'assorbimento non sono molto dibrile. :\el la febbr e originano sostanze protettive. ver~e tra le vie gastrica, sottocutanea, intrar.nu· difensive, le quali g"ià normalrnente i1npediscono scolare. Jn clinica, se l 'azione topica ·obbliga a che di solito i parassiti progressivamente crescano special i avvedimenti nella scelta rd·ei sali e nelle• . e gìi accessi si aggravino; ma talvo1ta finiscono n1oùaliti1 d'uso. lasci a fortt1r1atamente campo alla per n.r:-estare a .poco a poco, o anche di botto. il possibilità ·di proipjnare, per l'una o p<?r 1'3.ltra succedersi. degli accessi. Non tutti i rnalaricJ, via, dosi sufficienti allo scopo. J.,a via endove110sa neanche quelli con parassiti maligni, morivano è da usarsi in co ndi~]oni sp eciali. quando non esisteva alcun rimedio specifico. Il problema dell'assorbimento della cl1inina si t>,1Lando la febbre dimi~uis-ce, o cessa, in tal gui- connette con quello della sua eliminazione. La _;a, dimi.n11iscono o anche momentaneamente scouJcl\ir.i 11n iintnessa per via en·dovenosa si elilnina paiono i germi del sangue. J,e sostanze difensive subito in parte nelle urine, ma 1poco dopo prende che si formano nella malaria sono state recenteu11 ritmo di eliminazione lento, analogo a qu~llo 1r1ente ·determinate nelle loro ·p roprietà: esse non r,he si verifi·ca quando è immessa per le altre vie: portano a una assoluta e stabjJe immunizzazione, co111incia in tali casi. ad eliminarsi dopo poche ore Jna ad una immunità r elativa e di breve durata. in modo che gra11 parte è espulsa entro una giorristretta for se alla ·varietà parassitaria in.ficiente. , nata. Se p ertanto l 'assorbim ento avvi ene con lenDopo l'azione del parassiti esaminiamo quella tezza o la somministrazione avviene per dosi piccole e dista11ziate, si corre rischio di non riuscire della chinina. . I sali di c hinina agiscono per gran 1parte 1n a 1produrre mai una forte car ica di chinina nel· proporzione al contenuto ·di alcaloidi, ftnchè all'organismo. tnenc sono faci11r1ente a·s sorbibili. La dose cli alLa dose dell'alcaloide da 1P1rop1nai-e v1ent-> li/

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CL POLICLINICI>

mitatu ancora ·dall'azion e cl1'esso eser cita sul coni. ple25o dell'organismo e ~pecificamente sul .sistema llervoso e sull'ap;parato . cardiovascolare, che più direttamente ne risentono l'influenza. I disturbi del ch'inismo insorgono talvolta già con le ' anzidette dosi terapeutiche, ma n ella generalità dei casi sono lievi e sopcr;>ortabili; d'iventano n1olesti e dannosi con le dosi più alte. Ad11nque in pratica riesce agevole far p·e rvenire, al momento desiderato, nel sangue, quantità utili di chinina , :senza recare troippa molestia all'individuo. S'in• tende che le dosi varieranno secondo il peso del corpo, l'età, il 1sesso, il temperamento e la tolle. r anza del soggetto. Resta ancora a stabjJ ir0 in quale momentb è preferibile che l'alcaloide si trovi nel san.g ue. Noi ricordiamo le fondamentali rieerche di Go lgi sulle alterazioni ·dei 1parassiti dopo . l 'u so della chjnina; , son o state confermate quindi da Baccelli, Mannaberg, ·Rorna.nowski, Marcl1iafava e Bignami , Ziema11n, .S chaudinn, Rieux Billiet, 1$ou lier e Carda.matis; J3ass i1egli ·ult.irnj anni le ha riscontrale n elle colture. Tutti concordano nell 'ammetter e che specialme11t e il citoplasrna è alterato, poich·è si colora m eno fac.i lmente, p erde la forma e il vacuolo nutrjtizi.o·' m~ ché anche la cromati11a. nuclea1·e è . . . lesa, si frammenta e finiscè per dissolversi.. Le forme mature del ciclo sessuale resistono alla chini11a e non su·biscor1n inodificaziòni. .se ùopo la sommin istrazione de.'l la cl.:.inina si altera il -parassita e in ìnisura ·dirff\rente se.::011do la fase in cui è •SOrJ?reso dal farniaco. e se con la alterazioni .pa._. ra,s sitarie corrisponclono i benefici effetti s ulla febbre, noi dobbiarno c0neludcrc che c0nvie11e conceritrarr-: . nel sangu.; la ·cJ1i11ina n el ie111po più adatto per gli scopi che vogliam1) raggiung·ere. N~lle terzane - e quartane, le quali soglrono tenere .decorso periodico, Golgi ha dimostrato çhe se ·la cl1inina, in dosi terapeutiche, perviene 6-7 or.e . ;p riina del brivido, generalmente -l' accesso non si ,p resenta e si _tronca la .sene; se perviene in tempo più pro3simo al brtvid·o l 'ac.cesso immiinente in-1 sorge più o m eno 1simile al 1pr.ecedente, ma i Sl1C. cessivi mancano. ' Il magni!flco risultato che con u-n a dose si D.t tien e n elle ci.tate cir:costanze .non . si raggiunge nella terzana m align a, n eanche se gli acces.;i si · sono abbastanza regolarizza:ti travers.o· una .serie di recidive: necessitano per lo più almeno 2-3 dosi per troncare la febbre. Analogo risultato si raggiunge anche nelle più gravi e pericolose febbri da malaria, le p erniciose . 1Nel trattamento di esse però biso·g na pe11sì co11fidare nelle ·dosi terap~uti­ che più alte (2-2,30 di alcaloi-de), concentrarle e mantenerle qualcl1e giorno nel sangue; ma bisogna n el tem1p o stesso con ogni acume e sorve1

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' glianza buclare alle si11gole funzioni, sovratutto a quelle del sistema cardio:vascolare, il cui to·n o gr.averr1e11te si abbassa, e provvedere a rtparare alle deficienze. Se la cura è tem;pestiva e be11e • condotta, an cl1e le pP-rniciose sono vjnte ·dalla chinina.

Possiam o

pertanto

legitt·i1namente

concludere

che con .la chinina teoTicamente si rie sce a vin. cére og·n i febbre da malaria. L'esito infausto che·

talvolta si verifica, dipende da cl1e l'intervento è stato tardivo, la condizion'i ·del soggetto deteriorate, Je cure collaterali poco proporzionate ai di· stur.bi delle funzion~ organiche. • La cl1inina pertanto non è venuta meno a:l cou1pjto che fi,no a l)OChi anhi ·fa le era a ssegnato :

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coni.battere, troncare la febbre da malaria.

* ** Com e sempre avvien.e nel campo biologico, ove, rjsoluto un problema, se n e trovano pr·onti -dei nuovi e sempre più gravi o delicati, cosi, par la rr1alaria, dopo aYere avuto i l modo ·d i signoreggia.r·e e dominare la f ebb1·e, abbiamo visto che, ' ' . tolta la febbre, non era tolta di mezzo la mal atti a. P er c1istruggera la malaria nell'ùomo bisogn a aYer e sra dicato in modo ·Completo ed assoluto i varassiti. Potrebbe quasi affermarsi che la f eùbre r1on è ormai più che un episodio della malattia, episodio molesto, pertinace, tal':olta parfino 11>ericoloso; ma episodio. La malattia è costituita dalla permanenza del parassita n ell-'organismo e dai dar1ni ch'esso provoca. Allora, ]n .m odo più o meno cosciente, noi abbiamo imposto alla ch]nina un compito nuovo e · p ilì grav.e : distr,u ggere il germe aeila malaria. :e ìi proble1na terapeutico odierno. Proceclerò ,p er som mi capi nella seconda parte come ho fatto nella prima patte di questa rela· zione, la ·auale, data l a brevita del teµipo, non pu ò essere una disamina ·di tutto il vastissim o • materiale che ogni giorno si p·u bblica, ma iSoltanto il frutto della mj a esperienza e delle conYinzioni personali. Fra i dati finora esposti, .~ue posson o prendersi come pllÌlti .di parten za 1per qnesta purte ùel n1io ;tudio: 1) le alterazioni rrLorfologiche cJ1a dopo l'introiduzione. dt:lla chinina nell'organismo sono state riscontrate 11el parassita; 2) la .scarsa i11flu.enza ·Cr1e su queste alterazioni e ' sul decorso dalla m alaria· ha11no dosi di chi· nina superiori alle terapeutiche. La dose terapeutica porta alterazioni proporzi·onate al perio·do del ciclo biologico in cui in' 'este jl parassita. Dei pa:çassiti circolanti che si •

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XXXII, FASC 42]

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SEZ IONE PR o\.T{CA

tl'ovano nella fas0 .pçrcossa pil.1 forte111ente. nor' tutti sono intaccati con la stessa intensità percl1è 11on tu t ti allineati in t1n identi co stadio: sfuggo110 poi quei parassiti che, ristagnando n ei capillari, son o co111e fu ori del circolo. Nel caso èomune, in cui più generazioni, più o meno rp alesemente, vivono nel contem1p o nel san gue, i ger1ni che si trovano in fase diffeTente dalla fase colpita son o risparmiati. Poichè non si él.vrebbero più vaste conseguenze da dos1 maggiori, è evidente che nel caso d'un a malaria, ancl1e primitiva, una dose di cl1inina, quando pure tron chi la f ebbre e gli a ccessi chP. 5eguirebb ero immediati, n on distru gge tutti i germi esistenti n ell'organis1no. In tempo più o meno lungo, essi, svilup1pa11dosi, ricostituiscono ge11erazioni capaci di 1p ro''ocare l a febbre. La malaria riprende un corso di febbri recidi v·e, cr ean.cto un .p rocesso patologico de.I tutto analogo a qu ello che la chinina l1a sospeso. Lo 11a sospeso solo tempor anea111ente; ma non si con cluder ebbe con rigore di logica, se si aff erma~se rl1e lo ha sosipreso inutiLmente. Infatti, l 'org·anismo, nel! a sosp ensione della febbre, ha potuto r ifarsi dei danni p atiti n egli accessi 1p recersi. Se, dopo cessata la febbre, si fo sse somministrata un·arta dose di chinina 11el periodo in cu i la generazione febbriger1a si stu.va r icostituend o, si sar ebbe distrutta unu ~er­ ta quantità di germi: così successive som:nin1strazioni di chinina avrebbero stremati altri germi fino a che li av r ebl1ero distrutti co mpletamente. .i\.ppare chia ro che an che n el ca so di u11a malaria primitiva, l a cl1inina non riesc :i, con una o pocl1e dosj, a distruggere tutti i germi; ma ~ ag, • , I gi·u ngP. q11cst'intento dopo una seri e più o m en o Ju11ga di giorni di cur~. La s r~di cazi on e della ina1::.iria primitiva è graduale, ma sicura. 11 tempo n ecessario per la guarigion e completa può es-;ere di 1-2 m esi per la malaria benigna; si 1può protrarre per 6-7 m esi n ella 1nalaria maligna. Salvo ca.si straol'dinariH1nente rari, in c ui s1 r iesca D diagnosticare il p rimo attacco, ch'è s?.guito a brevissin1a distanza ad un innesto, e si curt con prontezza ed en ergia irnm ediata, è diffici le ad evi ta ra, anche n ell a malaria primi ti va, che il gerrne dell a malattia entri nel cicl o 1sessuale e . quindi gen eri forme piiì r 0sis tenti alla cl1ini11a; 1ua ~Jencr ~J111 2nt3 noi vediamo negli osp.edali , e sopratutto n egli a bitanti delle zone infeste, soltantc- casi cl1c durano da qual che tempo , artche da un anno e più, e che pertanto l1anno nel sangup 1nolte fotmr . d el c iclo sessuale. J~ la m.alaria

l uzione delle forme sassua li co ntribuisca alla gen esi delle recidive. Se pure l 'inter vento di esse fosse s icuro e Jargo, non toglierebbe importanza al .tatto ch e a rnano a mano, con la cura ch ininica ' ,p rotratta, an ch'esse scompaiono ùal sangue, sia p ercl1è il numero e la pottJ.ta ·delle generazioni febbrigene <iimjnuisce, sia l)crchè la chinina intacca anche le forme sessuali fino a ch e percorrcJno .I.e prime fasi evolutive. Tuttavia il prl)ble1na della guarigion e radicale nella malaria r·ectdiva divien e ipiù grave, perchè talvr:ilta gli effetti della cl1inina s ono 1r1eno 'P ronti e d ecisi e p erch è le r ecidi,re son o ptù ostinate. P er non allontanarci dai fatti p ositivi, dobbiamo riconoscere c.he anche qui un a chi n izzazione condott-3 con energia e· con m etodo , cprotratta per .lun• gl1i mesi P ripetuta a tempo opportuno, fmisce !per aver ragion e d ella m alaria, e porta alla eliminazion'? defì!1iti\ra dei gerrni . Un tale risultato fa-. ciln1ente si r aggiunge in singolj soggetti ; a 5tento si può ottenere in t1n a zona 1nalarica nelle masse ancJ)c se strette da disciplina; non si otti en e n ella i:>orp olazione libera d a vjncoli, specialm ente se non stabile. I,'interpretazi one varja secondo .il 1p·e so cbe gli a ut.ori ·dà nno ai fatti c oncreti e secon do che li accreditano in conformità a1le loro tendenze dottriTHlli. Il chinino 1 produce disturbi loca li e gen eraìi, e i1on è quin di preso ,,ole nti er i p er bocca ; le in1ezio11i sono d olor ose e mal si prestano p er soffinii, i1istrazioni ~n massa e a lungo. La cura rich iede tempo e attenzione : b en di raro viene condotta r.on la persistenza e la n1etodicità necessaria; tanto n1e110 l e n orme sono seguìte, quanto me.no esse sono richiamate dalln febbre o da dolori. I /apatia stessa che la malaria induce, a l ungo andare 1porta 1 a trascurare il tratta111e11to terupeut.ico. P er queste • cd al tre intu]tive condizioni cli vjta, la chin in izzazion e 11ecessaria i1on è facile a J)raticn.rsi dalle rnasse: manca quindi il fon rlarnento per la guarig ione. ì\tla si ag:i:i11ngono moti ri d 'altl'a natura, ad. ostacolare la g uarigi on a. 1\el periodo della cura possono interve11ire nuo\'i innesti di parassiti, della stessa 51p ecie o, peggio, di alt r a specie. I l nuovo germe si SYiluppa e disturba il lavor io di guarigione intrapraso. 1.n m inore azion e della chin)na n ella m alaria viene sipiegata con l 'ip ot esi che gli ematozoi malari ci col témpo acquisti110 una certa assuefazion e al farrr1a.ce>, jn gt1isa che . n e risentano meno gli effettj, e :tlnisca110 a11cl1e per di.vento.re ad esso ,insensibili: resistenti, come 1si è ·d etto, alia chi ·n in(l. Q11esta a gisce nbbastar1za contro ln. febbre, ma l e r ecj dive si segu on o con frequenza· e u11 certo rccidi:va. num ero di parassiti persiste i1el sangue. ~on intendo en trare a ·d iscutere il m eccanismo ·Ciò è innegabile e rap1presenta esse11zial1nente delle recidi\·e, e specialm ente se e quan to la evo~


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la clifftcoltù ·della guarigione. D'altronde mala1·ici 1lel tu1to insensibili alla cl1inin a (con parassiti chiriino -resis tenti), io n on ne ho mai osservati. Eleva11do la .dose della chinina, cambiando via di propinazione, sostitu endo un sale ad un altro tra i sali più attivi, le manifestazioni hanno ce0duto e i parassjti sono scomparsi. Talvolta 1e r ec:idiYe co11 r eperto ;p ositivo hanno .seguitato qualcl1e tempo, perfino u na ventina di volte, ma sono n iln ftn e cessate. ·E tali osservazioni non sono isoJ ate. Uria certa assuefazione si stanilisce, specialment e se si a.dop erano dosi piccole id i chinina; 111a la chin j110-resistenza è relativa. La. costj tuzione dell'i11dividuo e le ·condizioni di esjstenza e di ali1nentazio11e modificano l'azion e .della chinina. l A1 robustezza del soggetto e t1na buona no1·ma ùi vita, senza ·dubbio f a\·orisco!10 e affrctta110 la guarigio11e. L'i1rrportanza dci fattori indi'viduali n rl l'ultlmo periodo degli studi sulla malaria, l1a ricl1ia1nato su di sè tutta l'attenzione. 0S i .è supposto che da. essi d ipe11desser o i 1poteri ·di difesa dell '11qm o con tro j par assiti malarici , e che la difesa sl esplicasse non · solo nel sostegno delle for z'e org·anir,l1e, ma jn un' esplicita azione antiparac;sltaria. Le sostanze ·difensi,·e dell'organisrno agi rebb er0 con tro 'i ger1nL L a cl1in]na gioverebbe a facilit~. re, a. 1 promuo\'Cre l e forze antiparn.ssitnrie, cioè indirettame11te. Questo modo · di ir1t2ncler e il m eoca11ismo d'azi on e della cl1inina è accolto da molti buoni osservatori : Noc!1t e suoi collaboratori, Ziemann, e<.;~ . . Ci s ia consentito cli discutere, brevemente almeno, una tale ·questi on e, prima di intraprendere l' esame dei danni cllè co11seguono a i1urnerose r eci(~ i \· e e ai mezzi rp er r ipararli. Gli argo1nenti pr :11cipali contro l 'azio11e antiparassitaria della cl1in ina son o rica1)itolati da :\och t n aJ tnodo seguente : 1) la chinina non ha azione contro 1 gametoc iti; 2) il sa11gue defibrinato di malarico nella concentrazion e di 1: ~000 di chinina iniettato n ell'uom o trasmette la malaria; 3) la c.hin1na non impedisce le r ecidiYc; 4) le sommini strazioni prolun• gate e q11otidian e di chinin a , ·specialmente c;e in dosi grandi e quotidiane, dirninuiscono ]'efficacia della chinina contro la· malaria. Con il rispetto dovuto all'alta competenza di ~ och t , io cr edo che questi argomer1ti sieno cp1 p ugnal1ili. Si può infatti osservare: 1) che la ch1nina non agisca contro i garnetocili è stato da tutti riconosciuto, specialmente da coloro che hanno arnmesso l'azione diretta della chi11ina. Se n o:r;i modifica i gameti, signifi ca forc;e che non ,modifichi i trofozoiti, che n on distrugga i nlerozoiti? 1

[ANNO X:XXII , FASC. -i~]

PO I I CL 1ì'fICO

2) che il sangue defibrir1ato e alla concentra-

zione . di chinina cli 1: 5000 ri1Produca la malaria, r1on pro,ra cl1e Ja chinina non agi_<>ca contro i germi, per chè nel san gue possono essere con tenuti gameti; percl1è la chinin a n on distrugge i trofozoiti avanzati n ello svilupip o endoglobulare; , perchè le con·dizioni di èsperin1ento sono di verse da q uelle in cui la ·Chinina agisce quando è somrr1inistrata al malarico. 3) ell e la chinina non impedisca le r ecidive, può vol er dire cl1e non distrugge tutti i paras.~iti , ina no11 già che n on agisca contro di essi e specialmente contro alc·u ni sta dii d ella loro esistenza. 4) ·Che con la somministrazio11e rp rotratta a gra11di .dosi J a chinina perda efficacia contro la 1nalaria è a rtermazione ch e p11ò derivare da personali e singolari con statazioni, ma 11on rispende alla comune osseryazione dei fatti. Carne 110 riferito poco SO'Pra, anche n ei casi consi derati cl1inin o-resistentj, con la chinina adeguatamente propinata la febbre J1a sempre ceduto . o i pa.rn.3siii sono scomparsi per lu11go tempo. Gli argomenti addotti contro la virtù antiparas5itari a della chinina i1or1 mi sen1bran o ;p erta11to decisivi. An1mettenùo cl1e la cl1inina agisca sul parassita, io non escludo ch e l'organismo non partecjpi, e attivamente, al JJrocesso di guar1g1011e della malaria. Che n ella malaria &i stabilisca una certa im1nur1i zzation e l'ho riconosciuto ampiamente nel rnio trattato (1915) > e l'ho ripeturo in i-iassunto i11 quest a r elazione. Amm ettere le difese dell'organismo contro la malaria n on costringe ad escludere la viTtù antiparassitaria della chir1ina : 1e du e azioni posso110 coesi·st0re. Infatti la n1al'lria gu arisce jn n1olti casi sipontanea1nente, cl:remo dunque , per le forze dell'organisn10; ma propin ando la chi11ina in dosi adeguate e a tem~ po cletern1inato, no i oggi a 1piacere n ostro troncl1iD.!no le n1anifestazioni cliniche dell a mala".'ia e Ci1tcniamo la .scomparsa dei 1p arassiti dal sangue con matematica precisione. ~ eS$uno p11ò dubitare che l'alcaloi·d e no11 abbia esso .p rovocato qu esto proctigioso f en0Jne110 : le clif ese organiche 1per sè r:on ttvrebbero avuto Tagione della ma laria, se i1on doa;>o m olto terr1po e traverso cl1i sa qu ante oscillazioni P incertezze. Non r esta quincli che a discutere co·me, con quale ?>ieccanismo, la chinina ba determinato i.l suo eff etto. · Rispondono ovYiame11te i sostenitori dell'azion e indiretta c1el la rl1i11ir1a ch'essa ha promos5i, esaltati, i 1ptoc0ssj naturali di difesa. 1Nessun gravé argomento può opporsi; si può soltan to affermare che qui è una petizion e ·di principio, si ammette ciò che si d0\lTel)be ·dirnostrare. Ci è lecito cl1iede1·e loro ·u na ri~pn~ta n1la do1nanda seguente : men 1

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[.A. NNO XXXJ,I, F ASC. 42]

SEZIONE PRATICA

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tre la chinina ha pocl11 e transitori effetti sulle In conclusione, ritengo che il processo di gua!Più cliYerse· infezioni, dove pure l 'organismo .si dirigione della malaria si svolga per i danni di• fende, come avv·i ene che abbi a virtù così spiccata 1etti c18ila t;l1i11ina sui parass iti e per le sosta11ze e pro11ta nella inf ezi~11e malarica? R·eplicherebimrounizzanti elabor ate ·d all'orga11ismo: la chinina bero che nella rnalaria la azio11e difensiva è spedistt1rba o annulla la vita dei germi; i germi cifica; ma sarebbe affern1azione vaga. Se noj pure l esi con i loto prodotti inducono la ' immu11izzaraccogliessimo come J1uona, ci .domandetemmo: zior1\_' .. Perchè la ·virtù della chinjna s'espli chi nel posto che la virtù immediata ed energica ù ella n1ig~ior modo è nece5sario che con dosi ~er~p e u­ chinina dipende dalla 1potente attività, eh' Ps~a ticl1e eonce11trate :ae·l sangue a tempo debito solle,·a,, 11elle difese organiche, com'è che queste troncl1i la febbre e vi sia 1per qualche tempo tlife.:;e si attenuano in breve tempo e le recidive inantenuta in proporzione suffi. cie11temente alta ~i ~ tabiliscono ap1pena la chinina è sospesa? L' in(nnche con somministrazione ripetuta di dosi r esorg-enza ostinata ·delle recidive nella 1nalaria, fratte) finchè la vita dei germi in cir colo non sia ch'è l'argomento precipt10 contro la virtù antirepres·sa. B necessario ·c:he sia data in m-0·do e11er))arassitaria del farmaco specifico, varrebbe in gico, brusco e ·disconti11uo se si vuole im;p edire il sost<-~nza ancor pi1ì contro l'ipotesi cl1e la chinina ripristino delle generazioni febbrigene. stimoli i poteri di dif esn. D3to il modo come agisce sugli ematozoi, Finc.h0 i sostenitori della azione indiretta della se1nbra quasi assurdo pretendere dalla chinir1a chinir1a non avranno dirnostrato com'essa ecciti Ja così detta sterilisatio magna, ma essa è capace, e accresca i poteri d 'immunizzazione e :n qual di dare con sicurezza u na sterilizzazione fraz io1110<10 l e: sostanze jm1nunizzanti modifichino la 11ata, cJ1e mette capo alla guarigione radicale. 5tru1tt1ra dell'en1at ozoo e co1ne facilmente oc:cil.t\bbiamo sopra enumerato rnolt0 condizior:ii che lino d 'intensità, io rima11go nella vecchia idea ir1 praLica imr>ediscono cl1.'essa raggiunga il suo rl1e la chinina agisca contro il parassita ùelcon1plcto e be11efico intento; ma cl1i guard~ alla la malaria. Baso ·il -:nio giudizio specia lrnente essenza delle cose costaterà facilmente che la sulle c01istatate modificazioni citologiche. Preve1nancata guarigio11e. dip~nde o da cJ1e essa è male do la facile obbiezione : che tali modificazioni see insuffic j enten1e11te usata o da che le infezio11I gua110 all 'introduzione della cl1i nina no11 significa malarirhe sopraggiunte fanno 1p er così ·d ir e pio111che sia110 cagionate direttamente; l e alterazioni del bar~ nell' abisso un processo che si avviava alla • iSar1gn<=· i11dotte dal farmaco potre.bb2ro determi- vittotin. ~l qlto sipesso la pertinacia della malaria nar1e in modo i11diretto. Ma intanto alterazioni dipende da ambedue i motivi. del sangue speciftcl1e indotte dalla chinina n ei lu de fìcie11ze non so110 dunque nella ' ' irtù 1nmalaricj non sono note; mentre i rapporti tra trjnsoca del farma co; ina i1elle cir costéinze in cui modificazioni di rp arassiti e dose di c l1i11ina e Yiene adoperato. t2mpo di somrninistrazione depongono in faYorl-! :2nanùo la malaria ba dato luogo a un certo r1umero di rccid·ive determina un complesso di dell 'azione ·diretta. consegu;:inze, che costituisce quello stad·i·o definito l\f a la clinica rni 11a ormai tanto abitt1ato a valutare i fatti al di sopra delle presunte spiegacome malaria ironica. Nella malaria cronica si sor111na110 i danni delle febbri ripetute, cioè l' anezioni ch'io sento il d overe di dichiarare 1p erchè ' mi sin permesso qui di insistere sopra un argo- 1nia e le ·alterazioni .a.egli organi emo1p oietici, con mento dottrinale. i ùi sturbi funzionali del s~stema nervoso e del . La chinina eserciti la sua Yirtù direttamente <»ircoJo; le espressioni clini.cl1e della malaria sono attenuate, ma tenaci e p ersistenti, rn én1trc o indirettamente sul parassita, poco i1nporta al abbondano nel sangue parassiti del ciclo asessuamedi co pratico: irn1p orta il fatto che in rapporto le e del ciclo sessuale. S i conterr1perano una certa con l'alcaloide i11trodotto si alterano i germi e si nloclifica l 'cs1p)ressione clinica della loro vita. resistenza dei 1parassiti alla chinina e una cel'ta ~uesti fattj mi sernbrano inoppug11abili. Ed essi · imrnnnizzazione dell' organismo contro la m::i• impongo110 il dovere cli introdurre la chi11i.:.ia i11 lattfa. La malaria cronica origina abbastanza rapidadosi e tempi bene determinati, mentre io t~mo, con1e di fatti sta avv·ene11clo, che se si amrriette 1ne11te ·dalla terzana rnalig11a e dalla malaria mi· sta (il pi1) spesso t erzana maligna · e benigna; no11 ron termini generici che la chinina agisca sulla JUaJuria indirettamente, cioè eccitando r. accredi rado terzana maligna e quartana); origi11a lenscen.ùo i 1p oteri di diif esa, la questione della .dose tan1ente dalla malaria benigna. e drl modo di propinarla appaia subordinata. Io f: ,pertanto evidente che la malaria cronica invt:·ce ripeto cl1e il successo i1ella cura dei malacorr1prornette la capacità lavorativa e la resistenza rici è in gra11 parte legato al modo di usare il dell'individuo, mentre costituisce u11a ricca sori imedio specifi co . gente per la diffusione dei parassiti nelle zan1

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IL POL!CLINICCJ

[:\NNO

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zare; è ancJ18 difficile a d eb ellare completamente. Qui, oltre Ja c hinina, o ccorrono i coadiuvanti (sp ecialmente arsen ico e ferr o) e le c ure <:: omple1n e ntari (cambiamento di clima, cura d 'acque legvgerrncnte lassative) . , Da og·ni punto d i vista è necessario i1npedire che il malarico arrivi a q11esto stadio. ·Per raggi 11ngere lo scopo, la chinizzazione dev' essere pre. ' coce, e condotta con en ergia e con metodo. P er singoli individ11i viventi jn bnone condizioni igieniche l 'azion e d ella chinina e le difese organich e p9rtano a guar igione n el l asso di parecchi mesi; per le masse occorrono Sip eci ali provved)menti .sosi ali, non a n cora facilmante realizzabili. Esse sarebbero forse raggiunte se si trovasse modo di O\'Viare n el ternpo stesso a nuoYi innesti parassitnri, a dottando il più antico precetto nella cura d ei malarici : fuge coel.urn sub quo aegrota st'l. P artanto se i malar ici fossero allontanati n ella stagione d egli innesti parassitiferi dalle zone in' fett e, e· a rruolati pe1.. lavorare in luoghi s al11hri , sar ebber0 allora ar1che· proficuamente chinizzati.

Carne si vede il probJema d ella c ura della malaria è risolto per individui s ingoli: p er essi, la

guarigion e è questio11e di buona Yolontà. P er l e 1nasse cl1e vivon o in. zone infeste il p r oblema è praticamente molto .complicato a d 11a bisogno d elJa 1p ersuasion e e d ella d ecisa vo~or1 tà sia del m e· d ico sia d el malato, ma n el tempo st esso richiede indispen sabilmen te una somma di provv2dimet1ti sociali cl1e solta11to i poteri pubblici p osson o at. tua re. La c.hininél è sta ta impiegata n on solo a SCOJJO curativo, -cort1e a·b biamo illustrato; ma anche a scopo profilattico cioè p er prevenire là ir1alaria nei sani. So110 stati vantati su ccessi con dosi piccole e con dosi terapdut:.che; ma sono stati ri-Co· n osciuti molti insuccessi. P flt ine è tuttor a assaj ' dubbio ch e la chinina riesca a impedire l 'a tt eccn1mento d ella malaria in soggetti sani cl1e siano stati infetti con p unture di Anopheles . La cl1ini11a nor1 agirebbe contro gli sporozoiti nè co11tro le fasi che P.ssi p ercorron o pr ima di d a r e le gene· razioni febbrigene. Gli esperimanti pratic.ati s11ll' uomo in laboratorio non d epongono in senso favorevole. I ,e 2tati · sticl1e n elle r egioni malaricl1e 1Per la complesclità delle circosta11ze poco si 1p restano a conclusioni rigorose. Questa ralazione è intestata alla cura e non alla 1p rofilassi della malaria : uscirei dal tema, se mi fermassi sulla azion e della ch inina quale prever1tivo della malaria. / V oglio solta.11to notare che, quando la cl'inina è u sata a senso ,p rofilattico, riesce utile indi scutihiln1e11te con1e mezzo curati \·o . irnpede11do te111-

XXXII,

FA~C. ~2)

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poraneamen te e.be l e febbri insorga110 o uella pegg iol'e ipotesi che assurrLano g ra vità. ,

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** La n ecessaria brev·itù d i questa r elazione 11011 mi consente di tratta re lina quantità di problerni che si con11ettono cori la questione fondamentale, e la cornpleta110. Basti accennare alle intolleranze per la chinina • • che un ristretto numero di individui presenta in inod o primitivo, e che un discreto numero di 1na, la.ri~i p r esenta dopo aver c urato la malari a con i l cl1inir10 p er un t ernpo più o meno lungo . Uno d ej disturbi abbastanza comuni e gra,ri, in certe region i sip ecialmente, è l 'emoglobinuria. JJe intolle1·anze per la chinina, da molto t ernpo l1::Lrtn o spinto alla ri c~rca d ei succedan ei. Si sono cer cati n ei vari campi della materia rriedica, senza t rovarn e di ver ame11te efficaci. In quest'ultimi itnni il ·caro prezzo d ella r.hinina e la sua scarsezza sul mercato hanno sollevato il probl e1na: quale valore a bbia n o con tro la malaria alcuni altri alcaloidi d ella cl1inina; io ho da parecchi ar1n i ù irr105trata l'importanza della cin conina e la uso abitualmento in clini.ca, trovandola quasi t1tile quanto l a chinina. Devo tuttav1a riconoscere che .nella terzana maligna, è meno effi·é ace : d ev2 essere data in dosi più alte e per qualche gior no di pjù ·che n on la chinina. Ho riconosciuto efficacia • un :p o' div·ersa 1s econdo la fabbrica da. cui era offerta, ipur essendorni accertato ad ogni vo? ta dell a purezza chimica. · L 'esp erienza ·r ecente di molti malariologi ha provato il potere ·della chinidina; io p oss0 conf errr~arlo a pieno. Mi servo da troppo poco tern1po ·di quest' al·c aloid e 1per dare un giudizio su i possibili (da m e finora non incontrati) disturb ' car, dia ci. P er Jr1tnor e efficacia o p er eventuali disturbi nessuno degli a lcaloidi della china merita la preferen za sulla chinina. Ho sperimentato anc.he d ei iniscl)gli d ei Yari alcaloidi e spa-cialmente di chinina , cinconina e chini•dina, che sono •Stati rirnessi in uso col 11o me di c.hìn eti. H o tro,,.ato effìcae;i e, almeno finora, p1·ivi di jnconYenienti un chineto italia110 e un cl1in eto ola11dese. Io ho osservato clie Ja c1nconina può sostituire senza incon venienti la chinina n ai singoli iud iYidui in cui la chin ina provoca fenomeni di int olleranza. Può darsi cl1e una s imile vir tù abbiano anche gli altri alcaloi.di. ' Necrl i llltjmi anni è stata riconosciuta. la ben e':> • fica azione degli arsenobenzoli sulla terzana bertigna, specialmente ,p er ritarda r e il ritorno delle


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SEZIONE 'PRATlCA

recidive; ma nella terzana maligna e nella quartana (anche per mia personale esperienza) essa non si verifica. In quest'anno è venuto in uso lo stovarsol, del quala io stesso h-0 constatato effE'tti b11oni nella terzana benigna e talvolta nella terzana maligna. ·L '•uso ~ trop1PO recente perchè si . poss~ concludere, dati anche i non rari inconi;renienti e la difficoltà di propinarlo utilmente, sul!~ pre1erènze che esso merita nella 1Pratica. Corr1e ognuno ved,e, la ·Cura specifica contro la malaria è venuta bena determinandosi in tutte le n1odalità d'uso per raggiungere la guarigione, e s'·è venuta negli ultimi ~nni arricchendo di nuovi rimedi che 'Possono, in singoli casi e per scopi deter1ninati, essere di valido aiuto alla chinina. La chinina rimane però sempre la regina dei f arm uchi sipecifici contro la malaria. 0

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di nuovo nella pratica chirur&ica attuale, ricavandone tutti i vantaggi desideraJbili. A tal proposito, egli, negli Annali di Chirurgia Italiana, espone con nitida chiarezza i risultati da lui ·ottenuti cinematizzando i monconi di numerosi pazienti operati per congelamento a mezzo di anse tendinee flessoestensorie. Avendo io avuto occasione ·di 01Perare di disar- · ticolazione tar.so-metatarsica, un .p aziente affetto da osteo-artrite tubercolare dello estremo di5tale del metatarso, ho voluto attenermi alla tecnica consigliata dal Minervini, cinematizzando il mon. eone residuale con motore ad ansa, ottenendo11e un brillante risultato.

Raffaele C., di anni 18, studente, 1Presenta all'avampiede sinistro una osteo-artrite tubercolare flstolizzata dorsalmente. Costituzione delicata e so!. ferente; febbre (37.5-38) serotina. Siccome è stato curato per uno spazio lun.g o di tempo colle inie. zioni sclerotizzanti di liquido di Calot, senza nulla OSSERVAZIONI CLINICHE. guadagnarci, e siccome la salute del .p aziente è danneggiata, rpropongo una cura radiUna '' Lisfranc '' cinematizzata con moto1'e fortemente cale, soprprimendo .chirurgicam.ente la causa, che ad ansa secondo la tecnica del Mine1'vini. clopo breve .consiglio familiare viene accettata dal paziente e d.ai congiunti. \Dato cl1e la lesione era (Contributo clinico). Jocalizzata alla regione metatarso-falangea, 1ni proposi una possibile .d isarticolazione tarso-meta, Dott. SILVESTRO BILE, chirurgo. tarsica con consecutiva plaistìca cinematica. Assistente or<linario 11ella R. Università /di Naipoli. Operazione. - Il 4 maggio 1924, assistito dal dot. tor Maico, in narcosi morfo-eterea procedo all'opeLa Lisfranc, la Chopart, la .p irogoff, ecc., in razione. Ricercata l'interlinea c·u neiforme metatarsica e l 'apofisi del V metatarso niei punti di mezYigore nel secolo scorso, non erano, fino a poco zo dei margini interno ed esterno del 1Piede, eseguo tempo addietro, che esercizi di anfiteatro, banditi l'incisione dorsale, ~ortandola ad un dito trasvercorr1pletamente, o .quasi, dalla odierna pratico chiso al di qua dell'in.cisione, e l'incisione plantare rurgica, per i risultati poco soddisf~centi eh.e se ne che giunge in avanti alla testa dei metatarsi. Con una pinza anatomica e col bisturi disseco il lemricavavano. bo dorsale fino all'interlinea articolar.e. Isolati i ·Numerosi chirurgi, 1Per il passato, hanno 1Pratica- vari tendini dorsali (estensore dell'alluce, estensoto continuamente simili operazioni e molti di essi r e comune ·delle dita, breve iperoneo laterale) pro'Si sono cimentati per perfezionarle, aiPPOrtando cedo alla loro sezione, avendo cura di affidare i loro monconi · a p-inze ,d i 1ChBJput, per facilitare loro svariate modifiche per eliminare alcuni spiail tempo ,della formazione del motore. Indi proce~evoli inconvenienti che ne derivavano. do alla disse.c azione del lembo plantare, incominMa ' con tutto ciò , i risultati non erano affatto ciando dal margine mediale del piede. Mentre l'inbrillanti, specie per la Ghopart, ove lo scheletro dice della mano sinistra trae il lembo in basso, la della garr1ba pùggia.va soltanto su di una stretta lama di un robusto bisturi, insinuata trasversalmente, taglia con la '.{)unta rasente il ,p rimo metasu1perficie data dallo astragalo e ·dal caJcagi10 con tarso, Similmente 1procedo lungo il margine ' late~onsecutivo spostamento del centro di gravità e rale, facendo scorrere il tagliente sotto il V metatarso. necessaria claudicazione. P er aprire la linea articolare, .estendo I' a vampieAnche 1per la Pirogoff, genialmente ideata e messa in pratica dal grande chirurgo russo, i ri- 0de, cominciando ad aprire l'articolazione del 1Primo cuneiforme col I metatarso , manovra questa -suJtati non erano punto soddisfacenti, iper l'ac.c or- semplice e sicura. Seguendo con la punta del colciamento sen sibile che ne risultava e per l'atteg- tello la 1parte dell'interlinea già aperta, con un giamento a claudicar.e a cui il paziente andava co- ' tratto di ~unta, apro 1portandomi ad un buon cer1stantemente incontro, anche se l' accorciamento ve- timetro dietro l'articolazione aperta dal primo rnetatarso l'interlinea articolare che sep·ara il Il meniva correto con rialzo del tacco. tatarso ' dal Il cuneiforme. Imprimen.do all'avamLa rigidità assoluta della gamba sul corto 1non- piede movimenti .di estensione con Jeggera rotazione latero-mediale, con la punta sempre del bicone ne era la origine irrimediab-ile. Se come giustamente fa osservare il Minervini, si cercasse di sturi taglio il legamento dorsale cuneo-metatarsale, allontanando così il II metatarso dal III cuneiforabolire tale svantaggioso inconveniente, gli inter- me. Poscia, estendendo sempre l'avampiede diriventi co11se1·vativì su esposti dovrebbero torr1are gendo il coltello. secondo una linea arcuata, con


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IL POLICLINICQ

concavità rivolta prossimalmente e m edialmente ' . apro la interlinea articolare cuneo-cuboide-m.etatarsale, allontanando il III metatarso .dal III cu11eiform e e il IV col V, dal cuboide. In tal modo tutta l 'interlinea è ~perta sulla faccia dorsale. Non rimane ch e recider.e il legamento interosseo teso tra il primo cuneiforme e il II metatarso, impi e. gandq Ja manovra del colpo da maestro, indicata dallo stesso Lisfranc. Comincio col fendere con un tratto di bisturi le parti molli del I 51Pazio inteross.eo, quindi introducendo il pollice sinistro nel detto. spazio, penetro con la punta del coltello orizzontalmente, badando che il tagliente sia rivolto in alto. Con manovra prudente 1penetro tra le basi dei due primi m etatarsi. Rialzato il tagliente, im. pugnando a 1p iena mano il manico, con direzione obliqua in fuori, tag·lio il legam ento intercuneom étatarsale, ottenendo subito l 'ab·b assamento dell'avaffilPi€de,. Tagliati i pochi legamenti plantari eù il t endine del lungo peroneo laterale, termino la .disarticolazion e, per la quale non ho impiegato che pochissimo tempo. ,Nel lem1bo plantare rintraccio i tendini del lungo flessore dell'alluce e il fascio del flessore comune dell·e dita che vengono af. fid ati a 1p inze di ·C haput. Infine per formare il motore riunisco fra loro con 1punti di sutura i tendini dorsali e plantari in modo da form·a re due anse che circondano stJ11ettamente il rnon con e resi·duale. Il flessore lungo ,dell 'alluce venne suturato all' esten sore del m edesimo dito, e i due tendini più laterali dell' estensore comune, col fascio del flessore delle dita. Sul ten.dine ,p iù laterale dell' estensore comune suturai anche il t endi11e del breve peroneo laterale rp·er correggere mag;gio;rmente l'antagonismo eser. c] tato ctai du e tibiali rimasti liberi dal taglio, l'an terior e fissato al I cuneiform e, il posteriore allo scafoide. Termino l'intervento allacciando la pedidia e l e due plantari e suturando tra loro i lembi accuratamente con pochi punti di sutura inter. calati con grappe di Miche!. 1 Guarigione -per prima al 12° giorno. Al 220 cominciò a dare i 1p rimi p assi col m oncon e fasciato e calzato in un a larga pantofola di panno. Dopo pochi giorni fu calzata una comune scarpa, imbottita di ovatta all'estremo anteriore, .e il cammino dive11ne giorno per giorno sempre più sp edito senza punto claudicar.e. Fu fatta in seguito costruire una scar pa ortopedica in cui l'avampiede era sostituito da un 1Pezzo di sugh ero esattamente inodellato, ~ l'ammalato 1potè camminare senza alcuna difficoltà n è dolore, senza 1p resentare alcuna rigidità del moncone. • 1

rio rivisto un inese fa l'operato, e cioè do1po quasi 8 mesi dall'intervento, il cammin o è svelto niente inceprpato, non v'P, ipotrofia muscolare nè aderenza della cicatrice. Spostandosi questa liberam ente coi movimenti muscolari. Da .quel ch'è stato succintamente espo.sto, risulta chiaro come l'intervento scelto, secondo il conretto del Minervini, ha corrisposto util1nente ai fini propostimi, evitando al paziente tutti gli in convenienti che quasi sempre si sono verificati dopo una Lisfranc comune. Si sa infatti che tale operazione secondo si tPraticava prima, 1presentava disturbi inerenti alla fun-

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zion e d€arnbulatrice, la quale col progredire del tempo si r endeva sempre più inceppata e molesta. In tali operati, infatti, l'an datura non € mai spedit a, e la statica del corpo non è perfetta n è libera. Questo, rperoh è il moncon e, che pur r imane 1Per un .d ato tempo libero da equinismo per la presenza del tibiale anteriore, in seguito, ,per l'azione più potertte del tendine di Achille, diventa gradatamente equino , e 1Per l'abolita funzione dei peronei recisi, si atteggia gradatamente al varismo dovuto all'azio·ne antagonista dei due tibiali. Ne suecede che data la fi ssità della cicatrice allo scheletro sottostante cuneiforme cuboideo e l'atteggiamento varo.equino del moncone, facilmente si verifican o .delle dolorose ulcerazioni dovute a continuo fregamento del lato esterno di esso, anche se venga usata adatta calzatura ortopedjca. Ad ovviare a tutti gli inconvenienti su esposti, tra i quali princi!Paìmente rigidità del moncone, il Minervini suggeri. sce iJ precetto di non abbandonare alla loro atrofia i muscoli sezionati, ma di riunire i loro ten·dini flesso-estensori, sotto forma di due anse abbraccianti strettamente i1 moncone resi-duale, ir modo che la loro azione venga ad es1plicarsi su esso, imprimendogli i loro movimenti ed evitando in tal modo l'aderenza della cicatrice allo scl1eletro sottostante, scorrendo questa sul moncon e coi n10vimenti muscolar i. B la Li sfranc, tra le altre operazioni conservative, quale la Chopart, la Pirogoff originale, o le modifiche di essa, fatt e dallo Schede, dal La Fort e d::t.l Pasquier, senza dubb·io la più completa e la ptù rispondente agli scof{>i della deambulazìone e quando la si può rpraticare secondo le teorie del Vanghetti, i risultati saranno al di sopra dell'aspettativa, com e nel ca so da me riferito, che va aggiunto come m odesto contributo alle belle e non 'POCbe operazioni rpraticate dal prof. Minervini, geniale operatore dhe mi fu maestro nello studio della patologia chirurgica. 1

O SPEDALE CIVILE DI BELLUNO .

Inte1·vento chirn1·gico sul simpatic(}I pe1· angina pectoris. P.rof.

·GINO

PIER.I, chirurgo primario.

Glj interventi chirurgici finora praticati

nell~

cura 1dell'angina pectoris sono essenzialmente: 1) La resezione totale del simpatico cervicale (unilaterale o bilaterale) proposta da Fra.nck (1899) ed eseguita p er la prima volta da J onnesco (1916) ; altri eseguirono invece resezioni parziali (di solito del ;;olo ganglio surperiore o 1d el solo .ganglio' inferiore) :


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SEZIONE PR.\IlCA

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La resezione del nervo depressore, proposta 16 casi operati lo trovò solo in 10, e tutti coloro da F,ipipinger ed esegu] ta da Hofer (1923) ; cl1e hanno studiato ·r ecentemente l'anatomia del • 3) La sezione dei nervi spinali, proposta da de.p ressore (·Bernhard e Kreidmann, Finkelstein, Danielopolu ed esiegui.t a parzialmente in \.1n caso Lewit) concordano in questa constatazione. Vi da Hristides (1923) ; su questa non torneremo esè perfino incertezza se esso provenga dal cuore sendo stata abban·donata, e giustamente, dall;) e dall'aorta (Cyon) o solo ·dall'aoirta (Koster a stesso idaatore. Tschermal\.). La rese::ione totale del si1npatico 11a da.to la cesA m e sembra che l'operazione !Più razionale sazione degli attacchi dolorosi i11 quasi tutti i ed efficace nella cura dell'a. p . debba esser ricasi in cui fu piraticata; la r.esezione parz]ale die' q11ella che, sezionando n ella misura netenuta de dei miglioram.enti più o me110 SJpiccatL cessaria e sufficiente lie vie ·sensitive, non tocchi . Essa è passibile di gravj obbiezioni dal punto o toccl1i a.l minimo le fibre motrici e non dan, di vista fisiologico, in quanto abolisce, oltre le neggi i centri del simpatico. fibre sensitive centri1pete del sistema cardioaortiLe fibre s.ensi.tive del sistema cardioaortic(), co, anche i centri ganglionari (la cui funzione, a noi del tutto ignota, non I ·deve essere ·di liçve secondo le nostre attuali ed imperfette ·Con.oscenze, sembra passino in massima parte nel ganglio importanza), e le fibre centrifughe: i filetti acceleratori ·Cardiaci, i vasomotori coronari, i vaso- cervicale inferiore ·del simpatico (fuso .sjp esso col costrittori polmonari, i vasomotori della testa del 1° toracico nel ganglio stellato), in 1parte anche collo e dell'arto superiore corrj spondente, i nervi nel nervo depressore. Dal ganglio cervicale infesudorali e 1p ilomotori dello stesso territorio, i ner- il'iore i filetti sen sitivi giungono al s:iJstema nervoso centrale almeno per due vie: una parte rivi dell'iride e del muscolo di Muller. sale lungo il cordone del simpatico fino al ganglio Se ega1nin iamo le storie ·dei casi di resezione cervicale SUJp·e riore, e da quest0 1passa nelle anatotale del simpatico per a. p. pubblicate fino a stomosi ai nervi cranici (ciò che spiega l 'irradiatutto il 19'24, troviamo in realtà dei dati cl1e fanzionr del dolore, nell'a. p., al collo e al capo), no sorgere gravi dubbi sulla azione dannosa delle \1 aste resezioni del simpatico cervicale sul cuo- una parte fuoriesce ·dal ganglio stellato col fascio re e sui vasi. Su 5 operati di Jonnesco due .mo- nervo.so denominato nerv·o vertebrale , . che si dirirono al 4° giorno dall'operazione 1per ed ema rige verso il canale vertebrale, e 1penetrato nel polmonarie (·d a insufficienza acuta del cuore sini- rachide termina in anastomosi coi nervi spinali (e per questa via si spiegano le irradiazioni do. stro) e un terzo ebbe un attacco di edema 1pol1nonare dopo rpochi mesi. Così uno dei tre operati Jorose all'arto superiore di sinistra). Un intervento diretto alla so1p1pressione del do.. di Hofer morì per edema 1polmonare acuto. Un operato di Smith e Mac •Clure dopo un breve mi- lor e negli attacchi di a. p., proponendosi di inglioramento morì in piena asistolia. Un oiperato di terrompere le fibre sensitive cardiopaticlfe, doLewit ·d o1po ·alcuni mesi presentò grave e perma- v:rebbe dun.que sezionare: il nervo vertebra]~, il cordone '<:lel !simpatico ·cervicale, il n ervo ·d e1nanente scompenso cardiaco. Uno dei due ope. rati di Reid e Friedlan d er morì .do1po due sètti- presso;re. mane dalla operazione per trombo.si delle arterie Già Danielopolu aveva 1p roposto di sezionare coronarie. Il malato OJperato da Borchard mo;ri il cotrdone del simpatico subito al disopra ·del dopo 19 giorni per encefalomalacia da trombosi ganglio stellato, e il nervo vertebrale; in segu ito, dell'arteria silviana, e il chirurgo ritjene che la pur senza avere s1perimentato tale intervento, ha causa della morte possa essere messa in rap- consigliato invece di sezionare il cordone del porto con l 'operazione... Forse tale serie di in- simjpatico, di resecare tutto il simp·atico al disopra del ·g a11glio stellato. successi della simtpatectomia si prolungherebbe ulteriormente se di tutti gli operati fossero stati Essendomi propo:sto di approfondire il probleriferiti i risultati lontani (in alcuni casi la ,p ub- ma secondo le suesposte idee direttive, nel primo blicazione data da poche 1settimane o mesi dal, caso in cui ho avuto occasione di intervenire, l'operazione). io ho ·CO.sì fissato il programma -a.p eratorio: 1° La resezione del nervo d~epressore diede ad r esecare il nervo vertebrale e (nel du·bbio della Hofer su 9 casi 6 guarigioni e 3 miglioran1enti. presenza di fibre accessorie) tutti gli altri filetti _ Il nervo depiI'essore, descritto da Ludwig e Cyon' che, uscendo ·dal ganglio stellato, si dirigono n el 1866, si stacca ·dal laringeo superiore e dt- lateralmente verso il rachide; 20 sezi.onare il cor, sccnde verso il vago, e contiene fibre centriipPte ·done del simpati<00 subito al disotto del ga11glio sensitive. L,obiezione pregiudiziale che si può cer,ricale superiore (invece che al disopra del fare alla resezione ·del depressore è la incostanza ganglio stellato, rper interrompere anche gli evene Ja variabilità anatomica del nervo : Hofer su tuali filetti sensitivi che potessero giungere attra2)

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vers0 i rarr1i cardiaci medi); 30 trascurare deliberatamente il nervo ·depressore. Con questo ttpo ·di operazione vengono certa· r11ente sezionate alcune fibre non sensitive, e precisamente: riel cordone del simpatico le fibre a:>er l'iride e il muscolo di Miiller, per le -1g hiandole salivari e una 1parte dei filetti vasomotori per le car.otidi; col nervo vertebrale si taglia forse il gruppo superiore (il meno importante) dei nervi cardioacceleratori (diciamo forse, perchè le più recenti ricerche di Da.n ielo1polu escluderebbero che attraver.so ;il nervo 'Vertebrale 1decorrano fibre cardioaoceleratrici) . Comunque, la lesione delle fibre non sensitive e i centri del simpatico c;arebbe in tale operazione ridotta al 1ninimo. Riferisco la storia clinica del malato in cui fu esegt1ito l'intervento operatorio secondo tali direttive.

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un uomo molto robusto, 1pletoriéo: corporatura tozza, collo corto e largo. 1Discreto g.r ado di en~sema. polmonare (il torace è dilatato, rigido, e il re51p.1ro è a t~po spiccatamente aiddominale). Il c11or e e il fascio vascolare retrosternale all'esame clinico e radioscopico appaiono. unito.r memente ampliati nei loro diametri; alla punta e alla base si ascoltano il primo tono vibrato, accompagnato da un soffio 1sistolico, e il secondo to110 sdop;p iato; l'azione cardiaca è un poco aritmica. Polso 84, 1pieno, teso, con qualche irregolarità. ·N ulla di anorrnale all'esame dell'orina. L'esame del sangue per la reazione di Wassermann riesce negativo. Il giorno 30 maggio u. s. op erai il malato in narcosi eterea ,p receduta ·da una iniezione ·di Mass Zam.beletti. Incisione lungo il n1argine iposteriore dello sternocleidomastoideo di sinistra nella sua metà inferiore, attraversando la pelle e l'aponeurosi superficiale. Poichè le manovre n ella profondità del collo data la tozza conformazione di questo riescono difficili, si innest.a alla estremità inferiore •della incisione obliqua una incisione traisversale D. B . .Sebastiano, di anni 60, muratore. che si ·dirige medialmente per arrestarsi · alla liDall'età di 30 anni ai 50 anni ha sofferto a intermittenza di dolori articolari, co11 febbre, .che nea mediana; lungo questa incisione trasversale si taglia anche il .sottosta11te mus<:olo sternocleidol ~,costringevano 1per .settimane o mesi al TI.po.so m astoideo. :B allora possibile una vision.e suffip1u assoluto, e furono curati con pre.ip arati salicientemente estesa della profondità del collo. cilici e fanghi termali. Si seziona il ventr e dell'omoplataioideo, si sco·Non è forte bevitoTe·, è stato forte fumatore ' ma ha sospeso il fumare all'insorgere dei ·d isturbi pre il simpatico all'altezza ·del ganglio cervicale m.edio, che è voluminoso e con rami .cardiaci (meper i quali si fa ricoverare in ospedale. Nell'ago.sto 1924, mentre accudiva al suo lavoro, diali) ben svilU1Wati. ·P er seguire in basso il cordone del simpatico si sezionano i vasi tiroidei infu colpito improvvisamente da un ''iolento dolore feriori. Sj constata che il ganglio cervicale infecardiaco irradiantesi all'arto superiore di sinir:iore e il 1primo toracico sono fusi in un unico stra e durato circa 20 minuti. Da allora in poi ganglio discoidale del dia.metro di un centi1netro. tale dolore· si ripresentò tutte le · volte che tl maPer avere una migliore -visione dello 51Pazio inlato compiva sforzi fisici anche leggieri, e in terposto fra ganglio stellato e canale vertebrale breve anche il cammino in salita divenne penoso si .sezionano fra due legatur.e i vasi vertebrali, per l'insorgenza frequente degli attacchi che coe controllata la presen za di un ramo nervoso abstringo110 ogni tanto il malato a fermarsi finchè bastanza voluminoso che .si dirige 1dal ganglio non è ·dileguato il dolore. .P er curare questi disturbi ha fatto svairiate cur e . verso il canale vertebrale per -penetrare in esso, si sf'ziona; nel ·dubbio dell'esistenza di filetti ver(tintura di iodio e ioduro di potassio per os, iniezioni id i biioduro di mercurio, :siero Casali, ecc.}, tebrali accessori si sezionano anche gli altri filetti con scarsi risultati: solo in .seguito alle iniezioni nervosi di minore volume che partono dal gandi biioduro siembra abbia risentito qualche giova- glio stellato dirigendosi all'esterno, in rr1odo da mento, nel senso che gli attacchi dolorosi quan·do potere mobilizzare e spostare liberamente il ganglio verso la linea mediana. fa tale cura divengono meno violenti. Quindi si seziona trasversalmente il col'donie Questi attacchi sono caratterizzati da un dolore molto acuto che il malato avverte nella r egion e del sim1patico immediatamente al disopra ·del ganglio cervicale medio. precordiale e che si irradia alla metà sintstra del Sutura a punti .staocati dello sternocleidomacollo e del caipo (più intenso niella _parte posteriore del capo) e all'arto superiore sinistro (più stoideo reciso, quindi dell'omoplataioideo e ·dell'aponeurosi superficiale. Sutura della 1pelle; un intenso all'altezza della spalla). Tale dolore costringe il malato a interrompere drenaggio 1P·r esso l'angolo inferiore dell'incisione. Decorso post-operatorio normale: al terzo giorlo sforzo che sta compiendo (o il cammino), alno si rimuove il ·drenaggio, al settimo i punti. trimenti egli ritiene che per il ip.r otrarsi .d ella Il inalato uscì dall'ospedale il 16 giugno. acutezza del dolore cadrebbe a terra; l'attacco di .i\itualmente, a oltre due mesi dall'operaziont-, dolore dura circa 10 minuti, dopo di che residua un in·dolenzimento del braccio 1sinistro che dura le con·dizioni sono le seguenti : Il malato ·si afferma notevolmente migliru'ato in Q1rca un quarto ·d'ora. ·Non si è mai verificata seguito alla operazione. Al violentissimo dolore perdita di coscien za. ' cardjaco con irradiazioni al capo e all'arto supeNegli ultimi mesi il dolore insorge anche la sera quando va a letto e il malato sta per pren- riore di sinistra cl1e insorgeva frequentemente e anche 51Ponta11eamente, è succeduto un senso di .der sonno, e talora desta anche il malato durante la notte. Nel giorno, perchè l'attacco si pre- pressione e costrizione ·dolorosa retrosternale che si presenta solo durante gli sforzi, e non dà irsenti, basta che il malato eserciti un lieve sforzo, o che compia qualche atto (p. es., il camminare, radiazioni al c~po e al braccio sinistro. All'esame obbiettivo si osserva: Impiccolimento il ' 'es tir si o lo spogliarsi, ecc.), un poco in fretta. 1

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SEZIONE PRATICA

del rima paJ1pebrale di sini·stra; il ·diametro della pupilla sinistra è un poco minore di quello della destra. La metà sinistra del capo ha un colorito più spiccatamente roseo € la temperatura al tatto ap1p are un poco più elevata che a destra. ·cond1zioni del cuore e del IPOlso invariate. 11 risultato

0 ttenuto

dunque coll'intervento dn. 1ne eseguito, e che ha quasi il caratfRre e il valore ·di t1na esperienza di fisiologia, è il seguente: 1) Abolizione, durante le crisi angina.se, del dolore irradiantesi all'arto SUJperiore sinistro (in rapporto alla sezione del nervo vertebrale e dei filetti accessori); 2' ..\bolizione del dolore irradiantesi al capo € a1 collo (in rapporto alla sezione del cordone del simpatico fra ganglio cervicale superiore e medio); 3) Influenza meno evidente ·s ul dolore retrosterr1ale (diminuito di intensità ma non abo11to) , e ciò forse 1n rapporto alla persistente 1ntegrità del deipressore (o forse anche per la 1presenza di anastomosi a noi ancora ignote delle vie sensitive ca:rdioaortiche) . La. resezione del depr essore, che se1nbrerebbe il logico necessario com1p'1etamento dell 'intervpl1to presenta, come ho accennato, ·difficoltà di ind0ie sopratutto anatomica, per la incostanza e ·v ariabilità del nervo; nelle ricerche da me eseguite in oltre venti ca:daverj, solo circa in un terzo d€i casi ho potuto trovare il n ervo nP1la' topografia e struttura riferita nei classici testi di anatomia. Ma poichè è inconcepil'.\ile una incostante 1prec:;enza di un nervo a funzione cosi importante, è da st11pporre che ove esso manchi· nella st1a tiipica con figurazione debba essere sostituito da altri filetti nervosi con diversa pr ovenienza e decorso, ma sempre di .p robabile origine vagale. Ulteriori ricerche sul cadavere con controllo in vivo appaiono indispensabili per chiarire e .r isolvere definitivamente questo importante 1problema di anatomia chirurgica. · Le stiesposte nuove direttive sulla cura chiru.rgica dell'an g)na pectoris, mi sembrano giustlfic-ate dallo stato attuale delle nostre cognizion i; è ipossjbile, anzi probaJ)ile, che in 1segl1ito a una 'Più esatta co11oscenza dell'anatomia e della fisiologia del sistema nervoso caPdioaortico le id ·:\e in proposito debbano subire modificazioni, e possano es.sere form11lati altri piani di intervento chirurgico anche più razionali e 1soddisfacenti. Nè è da escludersi che ulteriori studi clinici e aiLatomo-patologi ci sull'a. p., illuminandoci maggiormente sul suo meccanismo 1patogenetico, ancora cosi oscuro P controverso, 1p ermettano di distinguere ·delle varietà d€lla .sindrome in rapporto 1

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alle quali debba essere modificato an·che, a iseconda .dei casi, il tipo dell'intervento. :B $Uperfluo forse io aggiunga, a conclu·sio11e di questa breve nota, che la teraipia r.hirurgica dell'a. ip . ap.p are giu.stificabile dal pu.n to di vista essenzialmente palliativo : essa può valere esclusivamente sul sintoma più tormentoso e pericoloS•), il dolore, non 1Potendo influi.r e nè sulle alterazioni cosl S:Pesso presenti a carico del c11ore e dell'aorta, nè 1sui .sintomi conc-0rnitanti delrattacco anginoso (o·p pressione, pal1Piitazio.ni, ecc.), i qual i anzi è bene n on scompaiano, affinct1è i malati, messi in avviso da questi segni .p rernonitori, n on abusino della resistenza del loro miorard1o. Ciò sia detto come .sommaria r~sposta alle obbiezioni pregiudiziali che contro l'intervento chi1·urgico noell'a .. p. hanno formulato anche medici di grandP. autorità (Ma,ckenzie e altri). I

SUNTI E RASSEGNE. SISTEMA SCHELETRICO. (A. LÉRI, Le B tllletin médical, 1925, n. 28).

I progressi della radiografia e la ·guerra hanrio fatto approfondire le nostre conoscenze sulle forme reun1atiche della colonna vertebrale, finora poco studiate e ritenute molto rare. In effetti la storia clinica dei reumatismi vertebrali s'è iniziata di recente quantun que le lesioni anatomiche relative fossero note da parecchio. Se ne sono trovati segni indiscutibili negli scheletri prei c:;.tor jci trovati in sepolture neolitic11e ed in scheletri egiziani della III ·dinastia rimontanti a più di 8000 ar1ni fa. Le lesioni reumatiche della colonna vertebrale sono di due specie: neoformazioni ossee o osteofiti ed osteo(porosi. Le n eoformazioni ossee o osteofit1 sono diSa>Oste a corona intorno alla fac cia superjore ed inferiore dei corpi vertebrali, di cui talvolta giungono a raddop!Piare la superficie; spesso si. congiungono a .p onte con osteofiti analoghi provenienti ·dalla vertebra vicina. Possono formare nodosjtà irregolari a livello delle apofi5j articolari e possono anche r estringere i fori di coniugazione. D'altra parte il tessuto osseo diventa por:oso, fragil e; si 11a un (processo d'osteoa>oro5i, !Per modo che le ossa perdono in certi punti quel che guadag11ano in altri. Le ossa colpite da questo 1p!'ocesso :;ubiscono con siderevoli alterazioni al . minimo ti·auma.

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Le lesion.j r eumatiche cronicl1e d elle vertebre, come di altre ossa, rsono .e.ssenzialm ente irregolari, asistematiche. Si possono avere forme generalizzate e forme locali. La forma generalizzata è quasi sempre accom.p agnata da reumatis1r10 degli arti nelle due forn) e co1nuni di poliartrite deformante o di r eum·atismo parziale. .Si banno notevoli d eformazioni. J_,a colonna vertebrale è incurvata in vario modo, in avar1ti o lateralmente, in toto o in singole sezioni. Non presenta 1però la deviazione angola.re che si b.a n el morbo di 1P ott. Il racl1ide è sipesso, m a non s<=:mpre, più o meno immobilizzato. In certi casi è ·diritto, ·v erticale e rigido, simile al racl1ide a sbarra .di ferro. . I dolori sono di due specie: 1possono essere locali.zzati al r acllide in punti .diversi e con intP.naità va.ria, oppur e 1p,ossono irradiarsi a·d assum er e forma di ,p seudo n evralgie lungo gli arti. ed il tronco. Queste ultime manifestazioni dolorose sembrano dovute a compr essione delle radici da parte degli osteofiti che occupano i iori di coniugazione. Tal ora infin e si hanno fatti spwstici degli arti inferiori dovuti a proliferazioni ossee nell'interno d el canale vertebrale. Alla radiografia si constatano f ormazioni osteofitiche ad uncino che dalla vertebra inferiore ri· salgo110 verso l a superiore o viceversa, e che si diSipongono fra loro a becco di 1p appagallo e taìvolta saldate in m odo . da formare un .p onte che riunisce le vertebre. L'aumento di superficie d elle faccie superiori ed inferiori delle vertebre e il relativo a ssotUgliam ento della parte medja dà spesso al corpo vertebrale u na forma specjale a diabol,o i_n analogia con la fo.rma d el classico giuoco. P er il processo d'oste01porosi queste vertebre sono particolarmente trasparenti e picchettate di macchie chiare che .danno loro l'aspetto di. un nido di veS[>a. In ;ra.p porto allo. varietà delle lesioni a11atorn1.. che, i si nton1i sono differentissimi; clinicamente ed anatomicamente il reumatismo vertPbrale è come le altr€ varietà topografiche del reumatismo, l'affezion e asistematica p er ecr.ellen za. Nel 1898 Pierre Marie descrisse con il n ome di spondilosi r izom elica una. sindrome S1)eciale caratlerizzata da anchilosi del rachid e e d elle arti~ola.z i o11i nelle r adici degli arti. Consta di di1e periodi: u110 inferiore, sacro-coccigeo e coxo-femorale, ed uno superiore, cervicale e scapoloomerale. A 1ivello di ciascuna regione si hanno due fasi pi.ù o 1neno distinte: dolore e 1poi ancbiloc:;i. l I

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dolore di. solito cessa quando l'anchilosi è defi11itivu. Quando il 1p rocesso è terminato il rachide è quasi del tutto .rigido; il _malato può com1pi.·: r J solo qualche movimento di rotazione del capo . L'atteggiamento del corpo varia a seconda che le a11che si anchilosano in flessione o in este11sion e 1più o meno completa. Il torace è seurpre ap1pi3.ttito. I dolori son o esclusivamente rachidei; non s'irr adia.no come quelli del reumat-ismo vertebrale com une; no11 hanno carattere n evralgico. La spon·dilosi rizomelica rè dov:uta ad un'infezione : blenorragica o tubercolare. L3. lesione anatomica della spondilosi consiste in ossificazione dei legam enti, in una m enisco-legan1en~ite ossificante, e Si differenzia dalle lP8ioni d el reumatism o cro'n ico . L'ossifi cazione è secondaria ; la lesione 1primit~· va. è un'osteoporosi. Le a1pofisi spinose possono sgr etolarsi fra le dita., L'ossificazione dei 11?gam e11ti avviene in conformità della nota legg.e di patol ogia. generale: i legamenti conti11uam e11te stirati si ossificano. La spondilosi rizomelica adunque è 1primi1ivamente infettiva a ten·denza. rarefacente, secondariamente t1n'anchilosi da ossiftcazi one lcgarnentosa rer così dire compensatrice e fino ad un certo pur1to cu rativa. Il r eumatis1no vertebrale cronico in vece è ca· ratterizzato da n eo.f ormazioni osteofitiche disseminate ed irregolari. Oltre il r eumatism o vertebrale generalizzato esistono forme localizzate, la cui frequenza è stata n1essa in evid€nza dalla radiodiagnostica. La più cornu11e è la forma 101nbare ed è d esign.ata con il nome di lombartria. Colpisce iper lo I)iù soggetti tra i 20 ed i 40 anni. Comunemente viene ·diagnosticata come lombaggine o sciatica. In effetti il sintom a più imponente è il dolore localizzato ai lombi e talvolta diffuso agli arti inferiori. L'atteggiamento dei malati è vario: il tronco è più o meno incurvato o flesso sulle ancbe, 11 dor so è piatto con scomparsa a e1la lordosi lombare normale. Il fatto più n otevole è l'appiattimento della r egione lombare con risalto delle apofisi spinoc;e. La lom})artria può esser e scambiata con la· lombaggine o con la sciatica. In effetti la lombaggine non è che la sindrome d olorosa della regione lombare; la lombartria ne è una d elle varietà. Si distingue dalle lombaggini d'origine muscolare o nervosa per chè si 1p os;ono constatare lesioni ossee all'e~a1ne radiologico e talora an che al solo esame clinico.

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SEZIONE PRATICA

La sciatica è una complicazione banale della 101nbartria: .in effetti tutti i sofferenti di sciatica sanno che quasi sempre i dolori s'iniziano ai lombi. Se si 1paI.p a il rachide degli sciatici si constatano quasi sempre ipunti dolorosi in corrispondenza delle ~ofi<:i trasverse della V lombare o dei canali sacrali posteriori. D'altra .p arte nel corso della scjatica non è interessato soltanto il plesso sacrale. I dolori non di rado si diffondono n€l territorio del femoro-cutaneo o deJ crurale; ed i punti dolorosi, spontaneamente o alla pressione, sono ·diversi dai classici punti dal \Talleix, per modo che i pazienti sono spesso scambiati a>er neurotici o !p er simulatori. In alcuni casi Si ha atrofia sia degli adduttori che del quadricipite, ed anche diminuzione o abolizione del riflesso patellare. Insomma vi .sono sciaticl1e !lelle ,quaJi esistono sintomi non dubbi di compartecipazione del plesso lombare. Queste forme dan110 ragione dell'origine rachidea, lombartrica, di molti.s sime for1ne di sciatica. Il reumatismo cronico ·della regione dorsale è rli ,p jù difficile diagnosi radiologica. mentre più facile è il riconoscimento del1e localizzazioni cervicali. Clinicamente le forme cervicali assumono vari aspetti: talvolta si ha dolore, ipoestesia, arefJec;sia nel t errito-rio di determinate radici corris\I)ondenti esatta1nen1e ai .p unti rachidei nei quali la radiografia rivela lesioni ossee. Talvolta si hanno paralisi radicolari del plesso brachiaJ.re a ti1po su peperiore ed inferiore. In altri casi si ha par'llisi leggerà e limitata con amiotrofia pronunziata e diffusa prevalentemente su i rSingoli territori dei grossi tronchi nervosi (radiale, cubitale, ecc.) . Altre volte il reumatismo vertebrale con localizzazione cervicale dà. il torcicollo, doloro5o o non, ed a11che il torcicollo detto mentale, nel <Iuale si hanno contrazioni dello sterno-mastoideo, del trapezio, dei sopra- e sottoiotd'e i ed anche dei m1Uscoli degli arti s uperiori ed inferiori a mo' di tic. La cura del ret1matismo vertebrale consiste essenzialmente nella diatermia e nella radiot.erapia (radium o meglio thorium X). Dn. 1

Il rachitismo. (MARFAN. Presse médicale,

gennaio 1925).

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L'A., do1po aver accennato ai recenti lavori di autori americani, riasst!me la sua concezione sul rachitismo che per 20 anni è stato oggetto di studio suo particolare. Essa si basa su · tre punti capitali: anatomico, clinico e etiologico. · Dal .p11nto di vista anatomico l'A. divide le alte-

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razio11i patologiche del rachitismo in due fasi. Una fase in·i ziale di condro-mielite .c aratterizzata anatomo-patologicamente da una ~peremia e dilatazione va sale della zona di proliferazione ossea, da una notevole proliferazione del midollo osseo dovuta in massima ai mielociti neutrofili e alle emazie 11ucleate; (i mielociti n eutrofili 1presenta110 segni di sofferenza, notandosi in essi elernenti con nucleo po,co colorabile, a volte vescicoloso, a volte ~icnotico) da t1na iproliferazione notevole della cartilagine seriale che inv'a de tessuto osseo già in formazione; e da una lieve decalcificazione dell~ lamelle ossee già formate. Una fase di stato di .condro-mielite fibrosa caratterizzata dalla sostituzione del midollo osseo da tessuto fibroide ·d isseminato di cellule stellate e cellule fusiformi, che invade anche il tessuto osseo già formato, alcuni canali di Havers, e che si riscontra anche nella zona di proliferazione sotto-periostea: dalla persistenza della proliferazione della cartilagine seriale; dalla non calcificazione del tessuto osseo in formazione che è formato da sostanza amorfa che racchiude ,degli osteoblasti piccoli e con J)rolungamenti poco viisibili, sostanza che viene chiamata tessuto osteoide o preossoso. Detto tessuto osteoide limita delle zona di midollo fibroso. È questo caratteristico del r-achitismo, e l' A. ipropone di chiamarlo tessuto racl1itico. A questa sua - concezione anatomo-patologica è stato da alcuni obbiettato che le alterazioni della fase iniziale del rachitismo descritte sono comuni e presenti in tutte le infezioni e intossicazioni a lungo decorso, e ·quindi facilmente ric;contrabili in rachitici ·Che muoiono di malattie infettive intèrcorrenti. L'A. ammette questo, ma rileva che tutte le volte che si riscontrano in bambini al disotto di un anno, sono sempre associate ad un certo grado di proliferazione della zona cartilaginea e di decalcificazione delle trabecole ossee vicine, lesioni queste iproprie del rachitismo iniziale. Anzi è .q11esta constatazione che ha indotto l'A. a rite• nere il rachitismo come conseg~enza di jnfezioni e intossicazioni varie a lungo decorso. Dal pu,nto di vista clinico rileva come giarnmai il l'acl1itismo si manifesta con alterazioni ossee sole; ar.canto a ·queste si notano quasi coc5tantemente un ingorgo di tutti gli organi linfatici e spesso anch.e della milza; tanto che l'A. basandosi sul reperto clintco e sulle somiglianze anatorniche e anatomo-1Patologiche del tessuto midollare e li11fatico dei rachitici pro.p one di chiamare il rachi- . tismo « osteo-linfatismo dell'infanzia ». Un discreto grado di anemia a carattere secondario, una notevole ipotonia muscolare dovuta ad una speciale alterazione della fibra muscolare 1

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IL POLICLINICO

(mio1p atia rachitica di Bing (-~ Baun) a cui è dovuto in massima il ritardo del cammino ed il ventre di batrace. Dal punto di vista etiologico l' A. mette in evidenza come ·c ostantemente le alterazioni rachitiche coesistano a malattie infettiYe cr or1i cl1e e a stati di intossicazioni croniche. Prima tra le malattie è la sifilide che dà il rachitismo più grave, JPerchè colpisce l'organismo nei primi mesi della vita extrauterina nèl periodo in cui l'ossificazione è 1Più attiva (dà con grande frequenza cranio tabe e splenomegalia). In seguito la tuib ercolosi, specie sotto forma dt scrofolosi, che colpisce specialmente i bambini tra il 1° ed il 20 anno di età. La broncoiPolmonite prolungata e a ricadute; le intossicazioni alim entari , specie da allattarr1ento artificiale. La gravità del rachitismo è in rap;Porto, in gen ere, al p eriodo di. accrescimento delle ossa. Più grave è la forma che col1I»isce i bambini n ei primi 3 mesi di vita con partecipazione costante delle alterazioni craniche; meno grave le forme ad 'età 1p i ù avanzata. L 'A. concludendo, dopo la suddetta esposizione di fatti, ritiene che tutte le intossicazioni ed inf ezioni ir1tense o prolungate provocano, se in~r.r­ vengono nella fase attiva dell' ossificazione, delle not~volt a.1 terazioni a carico delle zone fertili di accrescimento osseo che si manifestano anatomopatologicamente e clinicamente con i segni che vanno sotto il nome di alterazioni rachitiche. F. così che si sipiega la compartectpazione degli organi linfatici che subiscono pure le alterazioni del midollo osseo; l'anemia. L'ipot.emia m11scolare, quarto elemento della sindrome gel rachitismo, probabilmente è dovuta a sostanze anormali messe in circolo dal metabolismo alterato del rachitico e che agiscono sui centri nervosi che 1presieòono al tono rr\.uscolare. Si ripromette in un prossimo studio dj esaminare minutamente .quanto è stato 1)ubblicato negli ultimi ·Cinque anni sull'argomento dagli autori ' americani. RICCARDI .

SISTEMA NERVOSO. Stato p1·esente delle ricerche sulla balbuzie. (·D . GUMPERTZ . Medi z. Klinik.,

n. 13).

Sebbene la balbuzie per la sua natura e 1per la sua for1na clinica sia una malattia ben distinta dagli a.liri {listurbi della loquela, pure è assai c;pesso confl1sa, specialmente col balbettare, che è la impossibilità di pronunziare alcuni suoni o riur1ioni di suoni (fino al così detto agrammati-

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XXXII, FASc. •i2J

s1nus) ed il borbottare, che consiste in un affret-

tato tempo di .p arlare per cui suoni, sillabe, parole e frasi intere vengono tralasciate, rip€tule o interca late in falso posto. La balbuzie invece consiste in un'interruzio11e del corso norn1ale del linguaggio co11 pau~e o fer1nate su di un suono o con la ripetizione di un suono o di qi1alche c;illaba. Dal ,p unto di vista c;intomatologico dobbiamo riferirci ai disturbi del meccanismo respiratorio, f or1etico ed articolare con fenomeni consenzjenti di Gl.ltre !p arti del corpo. La respirazione nel !Parlare è jrregolare, l'espirazione è abbreviata, spesso si parla nella fase inspiratoria. Fra i disturbi della fonazione il più frequente ed il più caratteristico è la brusca interruzione della voce nella pronunzia delle vocali. L'articolazio11e può essere o iterativa (clonica) o . spastica (tonica) : i rnovirnenti clonici si riferiscono ad un suono o ad 11na sillaba: d, ·d, d ovvero di , di, ·di . La balbuz ie avviene :-tl princLpio della parola o d.ella frasP.; 11el~e pause involontarie sono intercalate delle ~illabe o delle parole riempitive (embolofrasi). Un sinto1na essenziale è l'angoscia del parlare co11 fenomeni conseguenti affettivi e morali; nello stesso individuo varia il gra<lo della balbuzie secondo le persone con cui parla, l'a1nbiente, la -stagione> il te1npo. Rig~ardo all'etiologia tuttj gli autori so11 d'accordo n.el ritenere che lo shock , le infezioni ad alta ternperatura, le afasie motorie post-infettive hanno la massima Jmiportanza e che, senza eccezione, la balbuzie è poi d11pendente dalla costituzione nevropatica. J,o stato clonico della balbuzie è dovuto a diverse cause, che hanno però sem.p re di com1111e l'atac;sia della parola, la quale può dipender.e dalla atassia associativa o dalla mancanza di attenzione o dalla discrepanza fra il poter parlare ed il poter 1pensare, come avviene nei bambini (a.tassia dis~­ ciat!va Hoepfner). In questo stato clonico l'individuo può non essere un balbuziente: lo diventa -solo quando acquista la coscienza diel dist11rbo. L'uo!no nor1nale ha l'iIDJPressione della propria parola solo come mar1ifestazione del pensiero, come suor10, ma non come n1ovimento articolare, delle cui 1nodalità non l1a 9.lcuna conoscenza; appena il balb11ziente rivolge la sua attenzione a questi movimenti, allora si affatica accentuandoli; alla bal· buzie clo11ica poco a poco subentra il tipo tonico. Contemporar1ean1ente si determina un'alterazione psichica: non è più il concetto ma l::i forma che 1preoccupa il balbuziente, il corso dei pensieri viene interrotto e l'attenzioneè costantemente ri.volta alla sensazione òel disturbo. Egli, 1piuttosto ch e seguire il discorso degli altri, pensa al suo, I


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SEZIONE PRATJ CA

al 111Q.do co1ne 1poter pronunziare il suono difftcile od evitarlo, preoccupato della pal1sa del suor10, ·div~nta incompleto o m anierato nell' esprimersi o nel pensare, per cui 11a l'animo travagliato e finisce ro rt a ver e orror e rtel 1parlare e degli u o1nini e di vi:ntare un essere asociale. Il vergognoso ricordo dei passa ti accessi e la paura d ei nu ovi turbano talrne11te il corso normale della associazione che Hoeipfner ritiene la balbuzie un'a.f asia associativa. Lo sforzo della parola è ·d i per se stesso un movi1nento, il quale provoca sirnultanei movime11ti di altri gruppi muscolar i: il balbuziente lla esperi1ner1tàto che i movim enti giovano o per lo ineno egli st1p.p one che sia così, quindi fa pri1na volontariamente, poi automaticamente d ei movi1nenti, che n ei balbuzienti inveterati donlinano talrnente la scena che la balbuzie verbale qua~i scom[parisce. Nel carr1po della terapia i [pareri sono discordi. Gutzmann ed i 1su oi discepoli propongono un metodo basato sull'esercizio; la scu ola psichica i1.or1 accetta questo 1p rincipio, riten endo che esso fa precisa1nente quel che si dovrebbe evitare, facendo cio è ri,rolgere l'attenzione ai movimenti articolari ; ed i successi ottenuti dalla scu ola di Gutzmann vengono dagli avversari attribuiti alla suggestione. La scuola di Hoepfner-Froschels-1.lebrnann Si serve di un metodo suggestivo-pedagogico. Jualunque sia il metodo, è perfettamente lo stesso; occor!'e evitare lo schematismo, l'ammettere i cosidetti suoni gravi, l'intromissione di terze personP n ella c ura. Il medico non affidi mui la cura della balbuzie al personale di assistenza. I corsi ,p ubblici per il loro inevitabile schemati '-mo hanno fatto cattiva prova come anche gli l 5tituti con internamento. Com e ogni buon pedagogo colui che cura la balbuzie deve esser .p er severante e far valere la sua influenza suggestiva in n1odo che il pazi ente n el minor tem po possibile si liberi dal legarn e che gli rende ~enosa la loq11ela. P er i molti balbuzienti, che per ragioni particolari non posson o partecipare a:d un trattamento 1psichico individuale, riescono proficue le scuole già esistenti in diverse grandi città, che rendono [possibile la capacità di parlare non solo nella scuola stessa, ma anche fuori, nella società. DE CHIARA.

Sonno e<} insonnio. (SYMONDS. British M edicai Journal, 9 maggio 1925) . La fisiologia del sonno è ancor a in certa. Tuttavia sembra che si tratta di un fen omeno cl1e si svolga esse11zialmente nel sistema nervoso centrale e consista nella com.p leta cessazione d i ogni

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attività cosciente e n ella di1ninuita capacità di r eagire agli stimoli ambientali. Contemporaneam ente si hanno fenomeni concomitanti in altre parti dell'organismo, che 1p er essere -più facilmente rilevabili sono stati ritenuti fattori causali del 501111 0. Una teoria che ha avuta 11na certa voga è quella basata sulla cir costanza che d urante il ~onno sì Ila abbassamento della pressione sanguigna e riduzi on e della frequenza del 1polso . .Alla ftne del giorno il c~11tro vasocostrittoire diventa esau sto, le arteriole si dilatano, la pressione sangi.iigna cade, l' a1pporto di sangue al cervello non è più in quantità tale da consentire l'atti·vità del1P. r.elJule 0orticali, s opravviene perciò il sonno. Cr1 appoggio a ·questa teoria è stato rilevato il fatto che al principio del sonno la corteccia cer ebrale negli anima li e nell'uomo si presenta pallida. Q11esta teoria che fa dipen.dere il sonno dall'anemia ce·r ebrale è contrastata cta · molti fatti. Innanzi tutto va osservato che la caduta della ;pressione sanguigna e della frequenza del 'Polso durante la notte è indip endente dal sonno. D'altra parte la funzione r ~paratrice ·del sonno mal si concilia con l'anemia d ei centri co;rticali, ossia con il diminuito apporto di elementi nutritivi ai t~S$1..lti che dovrebber o essere ricostituiti. La temperatura del cor po presenta un ritmo· giornaliero analogo a quello della pressione sanguigna . Raggiunge il suo minimo ver so le 3 a. m. e questa caduta notturna persiste ·anche se il soggetto è sveglio e attivo. Se 1p erò si acquista l'abii.udine d j dor1nire ·di gior110 invece che ·d i nott.e, il rjtmo termico ·dopo sei settima ne circa s'inverte completa.mente. in modo cl1e il minimo di temperatura si 11a di giorno. Ritornando all'abitudine del sonno n otturno il ritmo s'inverte nuovamente.

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·Questa tenden za all'adattamento del ritmo dei fenou1eni organici co11comitanti del sonno al ritmo del sonno stesso fa pensare che i detti fenomeni dia:>endono da centri r ifle ssi situati relativamente in basso nell'asse cerebro-spinale. Gl1 stimoli che agiscono sù questi ce;ntri sono molteplir.i, e tra essi il sonno. € il 1p iù im1portante. Gli altri stimoli sono la luce, la temperatura, i rumori, ecc., che possano fare agire il riflesso anch·e in mancanza del sonno. Si tratta di riflessi condizionali analoghi a quello per cui u n cane abituato a mangiare al tintinnio d'un cam panello, ha secrezione salivar e non appena ode tale suono anche se 11on mangia. Il sonno somiglia allo stu1Pore o al coma prodotti da anemia cerebrale da compressione del cervelJ o o ~ro detti da veleni agen ti sulle cellule nervose co1ne, ad es ., nell'anemia ~ nel diabete.

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IL POLICLINICO

P erò il sonno fisiologico sj distingue dallo stupor e patologico .p er chè: 1) l'effetto del sonno è riparatore, m e11tre dallo stupore si esce con le facoltà mentali ·ottt1se; 2) l'inizio' del son110 è r elativa1nent e rapido; 3} il r isveglio è un processo più rapido in confronto d el p rocesso cli guarjgion e dello stupore; 4) vi sono individui che dura11te i l sonno son o caipaci di selezionare stimoli sensoriali o organici capaci di provoca.r e immediatam ente il risveglio. Tutto fa ritenere che il sonno sia i11 dipendenza di un m eccanis1r10 riflesso, con lln centro e vie afferenti ed efferenti. L'effetto di questo proresso consiste neJl'iniibizione ·di ogni attività m entale cosciente e quindi dell'attività -cortir.ale. L'eccitazione del centro del sonno intercetta gli impulsi afferenti alla corteccia cerebrale, che per 1nanranza cli stim oli diventa inattiva entra in fase anabolica per modo che si h a riparazion e del suo tessuto. I

Questa con rezione sulla natura del sonno spiegherebbe il rapido ini.zio del sonno ed il rapido risvegJ io e gli effetti riparatori d el sonno stesso, (.I spiegher ebbe ancl1e le .a ifferen ze tra sonno e stu~ore.

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La rassomiglianza tra queste du e condizioni è dovuta al fatt o che in ambedue v' è ce~sazione -dell'attività corticale. .M a mentre lo stupore è dovuto ad t1n'azione ·diretta (difetto d'ossigeno o ·veleni) sulla corteccia cerebrale e ·q uindi · v'è per·d ita n on solo di coscienza m a an·ch e di co·s cienza potenziale; n eJ sonno le cellule corticali sono inattive solo per chè ad esse non possono giunger e g ii sti1n oli , per modo che la coscienza potenziale iè in tegra. Gli stìmoli che percoTrono la via afferente dell'arco riflesso con·s istono probabilmen te nello sta. io di esaurim e11to delle stesse cellule corticali, che dà un senso di stan chezza ed il desiderio di dorrnire. Di solito questa condizione ,determiI1a llna se·r ie di azioni volontarie intese ad eliminare gli 5timoli esterni ed interni, di c·u i la più imIP'Ortante ·è il collocamento in una IPOSizione di riposo per modo ·Che gli stimoli provenienti dai muscoli e dalle articolazioni sono ridotti al mi· ni1no. D'altra 'Parte si cerca di eliminare ogni stimolo luminoso o t1ditivo. Tuttavia. vi sono alc uni stimoli sensoriali cl1e sogl:ono eccitare le vie afferenti d el rifles.s o del son no come il dondolamento, le cantilene, al<:une varietà ·di luci , ecc. Sembra che il centro del sonno sia localizzato sulle .p areti o sul pavimento d el quarto ventric olo o nel l'aoquedotto di Silvio. L'insonnia può essere dovt1to: a ) ad affezio11i cl1e ledon o direttamente i 1 '

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FASC.

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centro d el sonno: se ·n e ha u11 esempio nell'encefalite letargica; b) ad iper eccitabilità delle cellule corticali in

conseguenza •d'intossicazione o ainemia: si riscontra r1.el corso di inolte i11fezioni, negli stati inizi~li dell'urem ia , n el saturnismo, eoc., ed in minor grado nella compressione e nell'edema cerebrale; e) alla presen za dj stimoli inabitua1i che inibiscon o il riflesso del ,sonno: la efficienza di questi stimoli dipende dall·a loro intensità, dallo stato di starichezza corticale o dall'azione di stimoli concJìzionali. ·Le 1p iù comuni cause di questo grlllPpo sono : 1) la posizion e e lo stato di tensione dej muscoli: è impossibile dormi·re stan,do in piedi;

2) i dolori (comprese le temperature troppo calde o troppo fredde, le irritazioni c utanee); 3) le emozioni : le ernozioni, e tra ,queste sopra tutto la paura, sono uno stimolo 1po tente 1per· l 'attività cosciente. . Il trat tamento dell'insonnio è vario e complesso. I narco t1 ci assicurano il sonno agendo clirettarne11te sulla cortecc)a cerebrale. 1Si tratta qui11di cli un sonno t ossico , analogo allo stupore, e com e tale non dovrebbe essere riparatore. Tuttavia bisogn a tener · co11to che l'in tossicazione delle cellule corticali prodotta dall'insonnia è peggiore di quella prodotta dai narcotici. D'altra ,p arte convien e tener presente che pi.ccole dosi d'ipnotici fav oriscono l'inizio d el sonno, ·che 1poi continua sipontane8Jm ente in modo nor1r1ale. A seconda i ra$i si adopereranno i bromuri da isoli o in com~ binazione con il cloralio, la paraldeide, l'oppio, il sulfonal, ecc. Il sonno può e.ssere propiziato con altri mezzi f'cl abitn·dini che hanno talvolta un valore affatto indivirtuale: pren dere un bagno caldo prima di anelare a leit to, bere una t azza d i latte caldo al momento di coricarsi, leggere qualche rnomento a letto, tappar si le oreorhie con batuffoli di ovatta e simili. Il sonno 1è favorito dalla completa immobilità e dal rilasciamento muscolare. Viceversa coloro che n on 1possono clor1r1ire ·d iven tano irrequieti, si muovo110, -cambiano 1posizione ogni momento: ciò allo11ta na il sonno e dovrebbe es.sere evitato ancl1e se 1è necessar io un forte sforzo di volontà. L'i11sonnio dovuto ad affezioni d el centro del sonno si cura più dif'ficilmente. La corteccia. è in ista.to d'ipereccitazione ed il riflesso inibitorio si converte in r iflesso di eccitamento: la corteccia è continuamente colpita da stimoli affereuti. Di solito i farma ci e gli altri m etodi soporiferi agiscon o solo dopo molto tempo. Il grt1ppo delle in sonnie tossicl1e e.d infettive è a11cl'!e esso dovuto ad eccitazion e della corteccia 1


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XXXIJ, FASC. 42]

SEZIONE PRATICA

cer?braìe, sulla quale agiscono d'altra 1p arte sensazi 0ni dolorose e di malessere. E consigliabile l'oppio, e nelle forme croniche il medinal con aspirjna. Il terzo grutP1Po delle insonnie, ossia di quelle dovute a stimoli non abituali, richiede trattamenti particolari a seconda la causa. .Si calmeranno i dolori con le cure opportune; lo stato d'irrequietezza e di tensione m11scolare con i metodi già indica.ti. L'insonnia emotiva richiede un trattamento complesso. \ i i so110 stati emotivi coscienti e in·coscientL Un'eu107.ione presente in veglia impedisce l'inizio del sonno. Un'emozione repressa allo stato di veglia .p uò ostacolare il sonno spostandosi su oggetti indifferenti, oppure disturbare il sonno stesso forzando la soglia della coscienza sotto forn1a di sogni o di incubi. Sono queste le forme che si avvantaggiano <:lella psicoteraipia 'ed in 1particolare della suggestio11e. Tuttavia anche in questi casi non si può fare a meno di ricorrere agli ipnotici. Adunque i narcotici possono essere sempre impieg·ati. ma devono essere sempre aocompagnati da al tre prati che terapeutiche come la psicotera. pia, la formazione dell'abitudine, il rilasciamento muc;colare, allo scopo di r istabilire jl ritmo naturale. DOIPo cin1que o sei notti durante le quali il soggetto ha dormito, la dose dell 'ipnottico è gradata1nente ridotta, me11tre si continuano le altre pratiche. .l\doperando questo m etodo si possono correre d11e pericoli: il soggetto acquista l'abitudine del narcotico, oppure non Yuol rinunziare alla droga ne.Jla pa11ra <li non dormire. Si Pllò ovviare a tali dif,ficoltà diminuendo gradatamente all'insaputa del paziente la qnantità del narcoti.co. A tale scopo si adoperano caichets nei quali la cfuantità del farmnco viene 1progressjvamente ridotta sostituendovi ·deJ iJ:>i·carbonuto di soda, in modo da dare al sog·getto l'illusione d'ingerire sempre la inedPsima dose di .sostanza soporifera. 1

DR.

Interessantissima pubblicazione: Pro f. FR A NCE SCO SCH IASSI .

La mala ria e le sue forme atipiche PARASSITOLOCIA • CLINICA - TERAPIA.

Un volume in-So dii pagg. xx-424, 00111 figure e graf~che in·t ercaJ.ate nel t'EISt-o e oon 3 tavole a colori fuori testo. In commercio L. 40, viù le eipeee posta-li di sped1izione. Per i noetri a.bbonati sole L. 37.75 in porto frane-O.

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1471

CENNI BIBLIOGRA FICI Un voJ. in-8° di 317 1pagine, con 74 figure. Spoleto, .t\rti Graflcl12 P anetto e P etrelli, 1925. Prezzo L. 45. E estratto dal prirno volume deg·li Atti dei Co11· corsi a lPremi per St11dii inerenti alle Assicura, zioni sociali, banditi nel 1922 dal l\1inistero dell'Eco nomia Nazionale. (La tiratura degli Atti dei Concorsi è prossima ad ·essere 1completata). Questa nuova pt1bblic.azi one del prof. Ra11el l~~tti ha vi11to il primo premio cli •L. 8000, n el concor so nazionale bandito nel 1922 dal Mini stero dell'Economia Nazionale, ed è stata scelta dalla Comrnis· sio11e aggiudicatrice con una relazione molto lusingl1iera. • L'opera si compone di due parti: la prima trat, ta drlla Patologia e Clinica delle malattie da lavoro; e costituisce un trattato completo di I">atologia e ·C linica del lavoro. Non 1neno interessante è la seconda parte del lnvoro, che riguarda l'assicurazione delle n1alattie da lavoro; la quale va · agitandosi 1presso tntti i paesi civili. L'A. tratta questa materia (a giudizio ·della stessa Commissione) « ordinata· « mente e con competenza, coma>letando ogni "in· ,, golo argomento col richiamo delle cognizio11i u storiche, e delle ·disiposizioni legislative vige11, cc t i : l'esposizione è sobria e precisa; non si fancc n o discussioni .p rolisse e si rifugge dalla rettocc rica: ma l'argomento è trattato da tutti i punti « di vista, e sopra ogni question e l'.c\. esprime. la « sua opinione » . . I,' A.. presenta inoltr e un piano di1 1p roposte ccn· crete !per 1,assicurazione contro le malattie profession ali, per modo elle il legislatore non avrebbe che tradurlo integralmente in un atto legislativo. Fra i rnolti contributi personali che l' ..\. ha portati, così nella parte clinica che in quella assicurati va, ricordiamo, in quest'ultima, una proposta originale, che 1potrebbe riuscire di grande interesse per le assicurazioni sociali: 1a proposta cioè, r.he venga stabilito, oltre il solito r.~ ri-­ trollo, il così detto « 1prerr1io della salute »; c1oe un'addizionale alla pensione veccl1iaia sotto for· ina di una percentuale, in proporzione inversa al q11nn,tum, l'assicurato sarà costato alla Cassa d'Assicurazione tPer malattie, infortuni, ecc. Dovranno inoltre essere istitt1ite I~ visite medicl1e preventive e peri.odiche ·p er tutti i lavoratori a~­ d etti alle industrie capaci di determi11are ma.latt1e professionali, allo scopo ·di agevolare la profilassi dj queste malattie. Il libro del 1prof. Ranelletti è destinato a destare jl più prande interesse fr a medici, socio· .I\. R ANELLETTI. L e malattiie da lavoro.


147'2

IL POLICLINlCO

Jogj, uo1ni11i politici, industriali e lavoratori, e in genere tra quanti si interessano ai problemi sociali del lavoro e specialmente a quelli della profilassi, e dell' assi·c urazione ·delle mal atti e in genere e delle malattie 1Professionali in iSipecje. Buona anche la veste tipografica. -~. S. L. WILLIAMS. Middle Age and Old Age. Oxford Medical publications. Prezzo scellini 10.6.

In teressante studio .sulla fìsio .,patologia della matt1rità e della vecchiaia. L 1A. espone la importanza della influenza della funzione endocrina sulle manifestazioni delle varie età della vita. Osserva che il ciclo vitale normalmente si dovreb·b e compiere con una perfètta armonia psicosomatica. Il disquilibrio è determinato da con·dizio11t n1r1bientali o dal modo di vivere, di cui. l 1unico re51ponsabile è l 1uomo. DR. L.

~1AYET.

Barème pour· l 'év aluati on sommaire de l "incapac·i té en matière d'accidents du tra:vail.

Editore Pojn:;lt, Parigi. Prezzo Fr. 6. In q ue.sto r11anualetto sono esposte in 111odo schematico le percentuali d'i11caipacità lavorativa determinate da pOiStumi d'infortuni sul lavoro. E una guida di facile "compulsazione quantunque sia molto dettagliata n elle indicazioni dell e var·ie forme d'incapacità. De.

[Al\TNO

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FASC.

42J

un libretto di Mal1at1n~ Ga11dhi, jl grande agitatore indiano, maestro venerato da centinaia àì milioni dei suoi connazionali. In questa sua « Guida alla salute » egli dà jpreziosi consigli esponendo le idee· fondàmentali che inspirano i moderni i.gienisti. Vi sono poi aggiunti alcun} saggi morali e sociali che danno una viva idea della vita di quei paesi e dimostrano la necessità di provvedere seriamente a dare condizioni più umane di vita a qu ei popoli. fi,l.

ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. Società Napoletana di Chi1·urgia. Seduta. del 4 111glio 1925.

Su la « ra.ra V'ltl nerum medica Pio » nPlle osteoartriti tubercolari esposte. 1

Dott. L. 0AFORIO. - L'O. com·u nica su due gravissimi c:..-1.Si di tubercolosi articolare fistolizzata,. guariti nella maniera più soddisfacente adottando il metodo proposto da.I Solieri ial C0011g.r esso di Ohirurgia del 1917. Anche i casi guarirono ne1 period.10 ·di 6 mesi circa adottanrlo la rara vulnerwm medirotio assocjata all'elioterapia e alla iodoterapia ipodermica. L'O. ritiene che la guari•gione debba interpretarsi ool meccanismo ·d ella iautova<X>inoterapia: si tratta ·d i una dUJplice vaccinoteraipia, iantipiogena e ·antitubercolare. L'infezione piogena, essendo meno grave e più snperfic:iale, guarisce per prima. L'infezione tubercolare ritorna allo stato d'infezione pura, 11011 inquinata e, sotto ]o stimolo di una autovaccinazione antitubercolare continuativa, finisce col ooder.g. anche essa. Non si potrebbe conce1pire un altro metodo più semplice e più sicuro, che sia capace ·di guarire lesioni tubercolari a.vanzatissime e quasi disperate. ~

1

Pitbblicazioni di propa,qanda igienica.

L'Istituto italiano d 'igiene, previdenza ed assistenza sociale continua nella sua opera benefica dj diffondere la coltura e le nozioni d 'igien e. Ecco qui un interessante opuscolo del prof. A. sull'Opera della donna per la prevenzio?le delle rnalattie m·entali e nervose, in cui l'A. D ' O ·RMEA

illustra in !orma 1Piana e piacevole questi problen1i di igiene sociale i quali, nell'ora che volge diventano semip re .p iù assillanti. .Segnaliamo poi una serie di quadri chei. illustrano in modo schematico ed irnaginoso con tint~ dove chiare, dove foscl1e, la necessità ùel• l'educazione igienica. L.a testa. di un'anguicrinita medusa (i serpenti sono le malattie) che si ciba di uomini e che ·viene trapassata e gronda sangue per il coljpo di sipada rappresentato dalla previdenza, assistenza ed educazione igien tea. Tl direttj&simo della salute (sempre mosso dalla as, sistc:inza, ecc.) che maciulla l'alcoolismo, la malaria., ece. L'alfabeto d ella salute, una enorme anofele che si distende su tutta la nostra penisola,

e

'

COSI

. via.

Di piacevole ed utile l ettura , olÌre ad uno stu, dio del jp[['Of. E. Levi su Tommaso Campanella con1e riformatore, eugenista e filosofo, è anche

Su d;u,e rari c<Mi di fibromi naso-faringei 'nella prima Ì'n.farizia (con presentazione di pezzi). Prof. A. D1 CORE. - L'O. nel 1923 ha operato per le vie naturali un bambino di 18 mesi, di fibroma naso-faringeo; in un altro infermo di 23 mesi fu praticata uel 1923 l'asportazione per le vie naturali di un grosso fjbroma i1aso-f.aringeo. Finora alcuna recidiva. I n entra.mbi i casi la diaanosi di fibroma tipico fu confermata istologica~ente nell'Istituto di ipiatologia generale della Universith cli Nanoli. Prendendo lo .sp11rri'-O da queste due osserva?ii_oni abbastanza rare, l'O. discute .sulla patoge11es1 e sulla. terapia di queste neoformazioni del cavo na~o-faringeo, ammettendo che, oltre nel sesso .. mascolino esclusivamente dall'epoca della puberta. al 250 anno di età, esse possono riscontrarsi anche nella prima infanzia, ·dovuta a fattori embri0Joo-ic1· , ereditari, morbosi e alla presenza delle vegec, tazioni adenoidi.


f.-\NNO

XXXIJ, FASC. 42)

SEZf ONE PRATICA

La roe1itgen-te1·apia dei tumori dell'encefalo . C. Gu ARINI. - Presenta quattro casi di tumori dell'encefalo, d ei quali tre dell'ipofisi ed uno del seno -cavernoso con invasione sf\condaria delJ.o sfenoide. Insiste sul co11cetto del1a utilizzazione dei piccoli e molteplici cani.pi di irradiazione e ,della esatta localizzazione tlel fascio .radiante e discute l'importanza, d ella diagnosi clinica e le indicazioni .della roentgen-teraipia . D ei quatt ro caisi in un tumore dell'epifisi la guarigione. pern1ane da circa 4 anni, n egli altri tre casi si è avuto notevole miglior.amento nei sintomi . La sella turcica è ricomparsa; la r egres6ione dei siI1tomi è tale ·da f.ar p e~are in due casi .ad arresto e regressione nella evoluzione dei tu. mori .

La Roentaen:terapia dei linfomi tubercolari. G. P1cc1NINO. - L ' O. esamina l'azione dei raggi X Ilei diversi sta-d i dei linfomi t ubercola ri. A questi stadi che vengono comunemente cons ideriati, 1'0. ne aggiunge un quarto costituito dagli €'6iti dei linfo1ni tnber oolari consecutivi alla guarigione ottenuta per altra via 'a spontaneamente: nodi fibrosi, cicatriziali, cheloidi eoc. Anche in questi casi la Roentgenterap ia può ottenere dei buoni successi, tanto migliori quan to .più recenti sono le lesioni in discorso. Dopo aver riferito ·d ella casis.t ica personale l'O. ~samina le varie teorie per spiegare questa benefica .aziona dei raggi .X . Egli fmisce con l'ammetter e 11n' azione sul tessu to di granulazione che forma il terreno di nutrizione del bacillo di Koch , tessuto di granulazi.o ne che viene distrutto per l 'azione dei raggi Roentgen.

L e indicazioni chirurgiche e radioterapiche nel cancro dell'utero. L. PIERGROSSI. - Allo stato attuale delle nostre oeonoscenze, r esta sem.p re come caposaldo di una buona riuscita, nella cura del cancro ·dell'utero, una diagnos i precocissima, seguita rapidamente da un atto o·perativo esteso e con1pleto e seguito da una irradiazione tanto più prolungata quanto me-. no il tum-0re era ra.diosensìbile: e ciò sarà f acilment.e accertato m ediante la ricerca dell'ind·ice ca-

riocinetico .

. . COSI: ' I i€ indica zioni p·ossono ria.ssumersI Nelle forme gravi, inoperabili e con avanzata -cachessia, anche il t rattamento Rontgen è contro-. indicato , poichè questo presenta anche esso i suoi -pericoli. Nelle forme inoperabili non ancora gravi, il tr.attarnento Rontgen darà dei risultati o.Jtre modo 1usinghieri, in lln primo tem.p0, e bisogn.e rà 1·icor. . rer vI se1npre. · ~ completamente ·infon<lato il timore ·di una ac{'elerazione Q propagazion-e de] ·processo per opera <lei raggi. Nelle forn1e a l l imite di overabilità, il radi·ologo -ed il chirurgo ·d ovranno decidere caso per caso. 1

Un caso di eresipela complicato con orticaria. E. PAPPACENA . - L 'a. di anni 18 contadina da Salerno, came ri era presso un a signora di N apoli,

1473

l1ell'ap1·ile corrente anno per essersi tolta una crosticina s ul capezzolo .destro, ebbe eresipela della mammel~ omonima : febbre alta, 39,5, stato generale buono, urine normali . In terza giornata le comparve una manifestazione cutanea, principalmente l ocalizzata .ctigli arti, tanto sulle superfici est er iori che su quelle flessorie, costituita 1da grosse papule rile vate, prima alquanto distanti e poi subito confluenti, di çolorito ras.so-chiaro, accom:. p.agnate da .p rurito insopportabile; la te-m·peratura ,oltrepassò i 40<>. L' O. ha creduto suo dover e rendere palese il ca.so ·descritto, non per l a sua importanza, ma unjcamente per mette.re in evidenza questa complicanza non cam11ne, la quale è certamente una manifestazione tossica, che pare ceda p resto al trattamento con siero specifico.

Particolare secchezza dello li,naua in seguito ad i stillazioni vescicali di olio gomenolato .

-

E . PArPACENA . - Un infermo di cistite da ritenzione, curato con lavande vescicali ed istillazioni di olio gomenolato al 20 % due volte al giorno, ebb€ i'ottavo giorno particol.are secchezza della lingua fino ad impedirgli di parlare. L'O . mette questo disturpo in relazione ad eccessivo assorbime.nto <l1 gomenolo, tanto più oh·e l'infermo ne ,a vvertiva da qualche giorno un disgusto nella bocca. Sospese le istillazioni del medicamento, la Jingua ritornò umida e la miglioria continuò fino al punto che l'ammalato potette riprendere la sua vita abituale. L'(). h a voluto . menzionare detto caso per mett ere in evidenza questo fatto nuovo che potrebbe indurre il clinico in errore essendo l'espressione di fatti uremici. F . B 1.roN'OMO LA RossA.

Società Medico-Chi1""u1·gica di Padova. Sedt1ta ·d el 13 luglio 1925. Presidenza: pr.oif . A.

CEVIDALLI,

preside,n te .

~t[ etaemoglobinizzazione

ecl ematinizzazione d.el sangue 1-iispetto al riconoscimento della carbossiP,mnqlobina . •

Prof. A . DALLA \ TOLTA. - Il sangue ossicarbonico può essere assai facilmente disti·n to <la quello (/SSiem•oglobinico <leterminando il periodo di tempo necessario alla s ua trasformazione. in 1metaemoglobina o alla Rua scissione in ematina e globina, in quanto il tempo <li metaemoglobinizzazione e di ematiuizz.azione è assai più lento per il sangue sottoposto ad ossicarbonicazione. Sulla base di questi princitpi 1' 0. •p ro pone, come mezzo ·di raip~da ·determin azione del ~an.gue ossicarbonico, sipecialmente nel corso dell' a·u·to:psia, l'uso <li cartine impregnate· .di ·a genti chirriici di azi one metaemoglobinizz.ante od ematinizzante. Sopra queste cartine si pot1·à f acilmente strisci are i1 sangue sospet to a mezzo idi un bastoncino di vetr o, paragonandone il con1portamento con quello di sangue normale 8tr iisciato come controllo. J.13. metaemoglobinizzazione e l'ematinizzazione si rilevano con grande facilità come trapasso del colore dello striscio 1

1


1474

IL POLICLINICO

dal rosso ~] cioccola tto. Particolarmente ad.atte agli scopi pratici so-no le cartine al ·nitrito di sodio (metaemoglobinizzanti) e.cl al bi.solfato di Na ·o K (ematinizza11ti) . Si preparano imbevendo carta da filtro con soluzioni acquose al 10 % o anche più conce11txate e presentano anche il pregio di poter essere conservate a lungo a ri•p aro dall'aria. /~i1.l

comporta·m ento dei trapianti dei tessuti coltivati 'Ì·1i. vitro di fronte ai. p·las mi eterogen,ei. 1

Prof. A. RoNCA1'0 . L'O. dimostr.a che nella serie dei successivi tra1Ji.anti delle colture di cuore embrionale di pollo, si arriva aid un punto nel quale il tess11to coltivato n•on risente più 1' a.z ione inibitrice sullo svilu·pipo esere!itata ·d al plasma eterogeneo (di coniglio) in cui è coltivato. Conclude che gli eleme11ti cellulari delle · colture evo·lvon-0, non sol·o morfologicamente, come è noto, Yerso un ti!po unico embrionale, nel qua.le si perdono i caratteri •p ropri del tessuto d.a cui origin ano, e per cui riesce difficile distin1guere un ele1nento proveniente da un tessuto oonnettivo da quello provenie11te da u11 tessuto epiteliale o muscolare, ma essi evolvono anche funzion.aimente verso un timo aspecifico, verso un tipo cioè che n1o·n risente più della specie da cui esso provien€.

L'fJzione dell'insulina con.;ù.lernta in rapporto alla diuresi.

Prof. A. Ros::>I .e dott. U. SARTORELLI. ~ In questa seconda nota gli 00. riferisco110 i risultati di ricerche C'On le quali hanno studiato le modificazioni indotte dall'insulina st1lla cu rva {li secrezione renale provocata col meta.d o di Volhard. In ' base alle loro osservazioni essi giungono alle seguenti conoJusioni: 1) ~ull~attività 5eoretiva del rene l'insulina determina in un primo temp-0 oliguria e i11 un secondo tempo poli·u ria; q.u est'ultimo fen()meno prevale sul rprimo . 2) Tali azio11i s·o no dovute· probaibilmente a fenomeni vasomotori di natura opposta d<all'inst1lina prO'V·Ocati. 3) L a di\rersità dei fenomeni vasomotori devesi mettere in relazione con Ja quantità di ormone circolante in un primo tempo ed in lln secondo tempo. A. R. ~ellnnese.

Società Medico-Chi1·u1·gica

Seduta del 4 febbraio e dell'll marro 1925. Presidenza : Prof. PIERI, presidente.

XXXII, FASc. 42]

L'esa.m-e deJ sanmue rivelò un milione di globuli rossi con .a nisocitosi, poiohilocito&i e molte en1azie nucleate; scarsa l'emoglobina con valore g].obulare diminuito di metà; globuli bianchi 10,000, coo1 predominanza di polin·u .cleari ne·u trofili e presen~ <:l i un piccolo numero di mielociti. Guarì con cuira arsenicale.

Un caso cli anernia perniciosa trattato col rase hiame nto del niidollo osseo . D ott. V. VALDUG.l. - Un uom'° di 49 anni ammalò tre a.n ni fa con si11tomi vaghi che ra.pi<lamente si chiairirono e si definirono in una. tipic·a anemia perniciosa. Fu curato in vari ospedali del1' America del Nord CO·n tutto l'arsenale teraipeutico 00111tr-0 tale malattia, comprese ripetute trasfusi-0ni di sangue, s·e·nza giovamento. Venuto jn Italia si constatò il qu.adro clinico ed ematologico di una grave aneJmia perniciosa (emazie 1,050,000. emoglobina 23 °Jo, valore globulare 1,09 ; macro, micro e poiohilocitosi) . Si pensò di sottoporlo al raschiamento del. midollo osseo, secondo la proposta di WALTHERHOFER e ScHRAMM. Il -p.rof. PrERI eseguì la -operazione asportando . col cucchiaio il midollo ·d el femore destro attraverso due orifici di trapanazione, uno sul gran troca:ntere, l'altro sul condilo interno. Il propos ito di esegnire in un altro intervento il riasohiamento di altre ossa lunghe fu frustrato dal rifiuto del malato. Dopo alte.m e vicende, si manifestò, dopo quattro mesi dall'oper.azione, un miglior3J1Ilento soggettivo ed obiettivo così evideu1te che il mal·a to ora , a sei mesi ·dall'operazione, si ritiene guarito.

I ri tervento ch1.r urgico per frattura della colonna 1'ertebrale (trapianto osseo). 1

P ·r of. PIERI. - L'O. incoraggiato dai riSiUltati ottenuti nella cura della sip1o n.d ilite tubercolare c-01l'o·uern.zione del in·apianto osseo secondo ALF'F,,,E, ha~ .aipplicato tale primci1pio terapeu.t!co a.n<?hé_) a llri caso <li frattu•r a vertebrale senza sintomi nervosi, e 1pr€senta il soggetto in question€ . ·. · Il rjs.ultato è soddisfacente : il soggetto a distanza di quasii 4 mesi ·dall' acoidente può ca.mminare a lungo senza dolori, e all'infuori della rigidità del breve segmento rachideo inch}av.ardato, che non gli pToduce del resto .app·r ezzabili limitazioni nei movi.m enti del tronco, non presenta alcuna canseguenza del grave trauma subìto.

.4.tipica propagazione di soffi mitralici.

Fisinterapia e malattie della pelle. Dott. GRIGOLLI. Conferenza non aidatta .aid essere riassunta per un resoconto. •

Tl n caso di anemia splenica pseudoleucemica con esito in gua1-igione. Dott. GREGORI. - L ' O. riferisce il oaso di un bannbino di 4 anni e mezoo, degente · nel reparto inedie.o dell'Ospedale Civile di F eltre, che prese~­ tava. a.ll'atto del suo ricovesro un profondo deper1me11to organico con a11emia grave e una ipeir tro· fia considerevole del fegat'O e della milza . 1

[.i\NNO

Dott. ZAMBELLI. - L'O. riferisce di due casi di insufficiem.2'L3i mitralica osserrvati nel ~epair~ Medico dell'Ospedale C'ivile di Feltre, ·n ei quaJ1 si avvertiva un soffio olosistolico rude, ohe .aveva il suo massimo di intensità all.a. pwrle interna del secondo spazio interco&tal.e sinistro, tale da faiT pensare alla stenosi della polm°:nare. . . .. I segni fwnzionali e gli altr~ .segni obb1ett~v1 clinici e ra<lioscopici ortodiagra.f1c1 deponevano invece .p er una insufficienza della mitrale. G. LocATELLI.


[ANNO

XXXI.I . F ASC. 42 J

SEZIONE PRATICA

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. .

CASISTICA E TERAPIA. Forme, attnali di influenza nell'infanzia. A. ILesage (lournal ~e médec'ine, de Paris, 21 marzo 192.'5) rileva il fatto che attualmente J'influenza riveste particolarmente un ti1po' co1eriforme; negli adulti ·è !requente l 'inizio dell'influenza con vomiti ripetuti, seguito da subjttero o ·da itterizia ben netta. Nei bambini, IPUò rivestire due forme. 1) Nei poppanti, si ·h a un inizio rinofaringeo, con starnuti ripetuti, gola arrossata, leggera stomatite e bron.chite, con qualche focolaio .polmonare fugace a rantoli fini. Questi feno1neni sono .fu1gaci e cedono in 24-48 ore, mentre sj manifestano disturbi di·g estivi di grande inter1sità e temperatura elevata, .ciò che fa sospettare Ja febhre tifoide. In altri casi, si ha 1'asipetto <J eJ colera infantile; con 1diarrea intensa, elevazione termica centrale ed abib assamento periferico. In 24 nre il ·barnbino può mori r e di colera grip1pale. In altri .casi si osservano forme che si iniziano con una rinofaringite banale, leggera ipertermia, con evoluzione simile all'infezione p11eurr1ococci· ca, tem1peratt1ra uguale mattina e sera prr 9-12 giorni e complicazioni da .p arte delle o'!'ecchie. J.. a paracentesi timpanica fa rientrare tutto nella norma. !.'otite però è del tutto latente, ir1 quanto che manca, o quasi, il dolore s·p ontaneo ecl è appena accennato quello alla 1pressione; il carattere del pus è quello da pneumococco, spesso e filante. 2l Nella seconda infanzia, i fenomeni rino-faringei sono poco netti; gola arrossata, reazione ganglionare cervi.cale leggera. Epistassi abbon.. danti e r~petute. La malattia si inizi a con un im.p rovviso rialzo termico e, subito .compaiono i vomiti quaisi subentranti che durano qualche ora ftno ad un •p aio di 1giorni. La temperat11ra sale a 39° e non cede che a l terzo giorno. Spesso, si l1a ittero con tu1ti i caratteri classici, che cede in 2-3 settimane, senza r eazione termica. Queste forn1e sono abitualmente benigne; i vorniti, che sul !p rinctpio aJppaiono allarmanti, cedono ad una dieta adatta. ,

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La tecnica operatoria preferibile per le pleuriti purulente acute nell'infanzia.

H. iL. Rocher (Gaz. h'ftbdomadaire des scien.ces médicales, 1 febbr. 1925) fa osservare che, nelle 1pleuriti 1purule11te dell'infanzia, è sufficiente la sempli..ce pleurotomia intercostale, senza resezione. In tal modo, ·p ur avendosi uno spazio f.Ufficiente per l' evacuazione, si previene lo shock

pleurico ed il pericoloso passaggio dell'a.ria. at~ traverso larghe ferit e pleuriche. Si praticherà l 'anestesia locale~ mediante iniezione di cocaina a 1/300 in siero di Hayem, .con aggiunta ,di adrenalina. La posizione 1preferibile è ·quella seduta, sul margine di una •tavola. · Nel~a 1p1eurite della grande cavità, si farà l'incisione al 1punto P·i ù d.eclive del IX-X spazio, sulla li1J ea mediana sc<llpolare. Si !procederà,' tenendo per guida l'ago esiploratorc lasciato in 1p-0sto, e, dopo inciso lo strato muscolare, si fa una puntura con un bistori nel punto dove si trova l'ago e si a!larg:i' la ferita mediante una pi·n za a lungo manico, di cuj s.i allo11tanano le branche, in modo da 1p ermettere l'introduzione di una cannula di vetr o: Questa poi si collega con una 1p ompa di aspi·r azione. Procedendo in tal guisa, si evitano gli accidenti gravi ch e seguono talora l'apertura brusca della cavità pleurica, la tosse ed il dolore toracico 1pro.fondo. Quando la cavità pleurica· è quétsi del tutto svuotata, compare un po' ,dj tosse; si sospende allora l'aspirazion e, si impedisce l 'ingresso dell'aria nella cavità pleurica ap. plicando un 1panno sterilizzato e si introduce un drenaggio corto, a s.fregam·ento, nello spazio in.tercostale inciso, chiudendo · 1·estremità esterna con. una pinza in modo d·a impedire l'entrata dell'aria. Si •s utura il 1piano m·u scolare a punti starrati e la pelle, mantenendo in .posto il dre11aggio (·del ·dia1netro di 8-10 mm.) mediante un crine. i applica poi la medicatura, che deve essere larga, spessa, ermetica, messa raip·i damente e 1 ben fis sata al torace. I.a si ricambierà regolar, mente, n ei primi giorni• anche ·d ue volte al giorno. I,e lavature 1pleuriche sono inutili a meno che non si tratti di pleurite putrida. P er la ])uona riuscita successiva, è a ssai importante la ginnastica respirat.oria; da principio, gli esercizi di espirazion e massima combatteranno il collasso e faciliteran110 l'avvicinamento del polrnone 3lla parete toracica. In seguito, gli esercjzi di inspirazione e di ginnastica toracica potranno combattere la retrazione dell'emitorace e ristabiliranno la simmetria delle due (parti. L' ..t\. ha trattato in tal modo con s·uccesso le pleuriti purulente anche degli a·dulti. 0

fi,l.

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l limiti del pneumotorace terapeutico. U. Carpi (Tub ercolo s3, 1924, ri. 10) osserva che

le ~ndi c azioni .e le controindicazioni ·del .p neumotorace terapeutico debbo110 informarsi alle direttive ge11erali del rnetodo. La prima indicazione è

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1476

IL POLICLINICO

.quella che fa ·del p11e11motorace il metodo di cu.ra -O.elle lesioni ·distruttive e locali a carattere evo1utivo che minaccia110 l'esistenza del mal"lto. Quindi, tutte le fo,r me fibro-caseose ulcerose localizzate evolutive, quelle caseose congestizie, quelle fìbrocaseose a tendenza progressiva, polmonari e •iPleuro1polmonari giustificano il collasso 1pneumoioracico. Es so sarà meno indicato delle forme ca·seose a decorso infettivo acuto a itpo pne11monièo o broncopneumonico diffuso . Non costitiJiscono indicazioni , per jl .p neum.otorace le forme tubercolari sen1'plici infiltrative benigne, quelle a tipo 1p eribronchitico, fibrose, .q uelle le11te a carat1ere saprofitico. La terapia 1pneumotoracica deve essere tempe-stivamente i1stituita in tutti i casi di tubercolosi caseosa o fibrocaseosa in Cl.I.i , esclusa la 1possibilità ·di una guarigione col mezzo di una cura -sintomatica e generale, il p·n eumotorace trova una indicazione precisa di cura diretta e radical e. Es·so è un atto operativo delicato e giu:stiftcato sol·tanto in .p resenza di lesioni distruttive localizzate , ma evolutiv·e e non suscettibili di .venire iniluenzate dalla terapia sintomatica, specifica e ·sanatoriale. fil. 1

Pneumotorace provocato durante una puntura esploratrice. Ri·c hard (Gaz.e tte d.es h6pitaux, 199...4, n. 70), sulla base di due osservazioni personali, acce:q.na allà :pos:ìibilità della formazione di .p neumotorace, secondario alla semplice puntura esplorativa. Sembra ·p erò che condizione necessaria a che si veTific hi questo inconveniente sia che l'a·go, specie se lq.ngo e di grosso calibro, attraversi 1parenchiina polmonare non sano (tl1bercolosi) PERSIA.

Il reglmtt alimentare del tubercoloso. ·La. nutrizione del tuber.coloso deve essere buo·na, e mantenuta con· alimenti vari e piacevoli, -per ·conservare l'a'Pip etito. 'Le Tegole dj questo regimA sono riassunte da ·G. 1Mauricp1aud (Lyon "J\.tértical, 1924). ·La preparazione degli alirnenti ·deve essere semplice, evitando salse, spezie e -soverchia cottura. ·S ono ·p ermesse tutte . le carrii da tnacello, mo derando la quantità delle · frattaglie, evitando la selvaggina, le cal'ni salate. La carne cruda di montone o di cavallo (quella di bue iPUò infestare di tenia) si può somministrare trit:=tta con zuc·chero o nel brodo, da 50 a 150 grara.mi, e cosi pure il succo di carne, ottenuto per pressione, 1per un 'Periodo di venti giorni al mese, sorvegliando le feci e soStPe11•dendo se compaiono segni di processi p.u trefattivi n otevoli. I ,pesci di assoluta freschezza sono con "igliabili, 1

[ANNO XXXII, FASC..j.2]

sp,ecie arrostiti o lessati. Le ostriche soltanto e di sicura provenienza, sono convenienti tra' i crostacei., ;p erchè eupeptiche in maniera eccellente. L8 ·uova saranno concesse in . numero di 3-4 al giotno limitando l'eccessivo uso dei tElmpi pass<:'.t~, e saranno ancora più limita.te llei casi rii congestione epatica e di litiasi, è a,d dirittura soppresse se esiste idiosincrasia. Il latte, che non deve essere ·dato in sostituzione di be~rande, è un buon alimento s pecie sotto forma ·di latte coagulato e a.i formaggio fresco . I grassi non ,,anno esclusi, ma dati sotto forma di burro e crema fresca. Mauriquau·d avrebbe avuto buoni risultati dall'uso ·di olio di fegato di merluzzo alla dose di 2 o 4 .cuc-c·b iai da zupi>a al giorno. Tutti i farinacr,i sono utili al tJubercoJ.oso. Il pane ~arà conce-sso in dose moderata con preferenza per il iJ?an~ più comune. I leg'l.lmi, lentiechie, piselli secchi, fagiuoli, costituiscono un buon alimento, purchè ~iano cotti a lungo, e sia conservato il loro brodo, ricco di .fosfati e di vitamine B. I legumt verd,t, ricchi di sostanze minerali e di 'Vitamjne, ~ono raccomandabili. Tutte le frutta tollerate sono permesse, crude, secche, o cotte: se compare diarrea dare solo marmellate id i cotogne, nespole o mirtillo. Il vino sarà dato misto ad aeiqua, e sarà concessa la birra amara ed et1peptica,. Il thè, il '·c affè, il cioccolato sono permessi., in generale. PICCJNELI J .

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Sul ritmo funzionale del fegato. Il fegato normale funziona in mo·do ciclico e ' questo ritmo allo stato patologico si esagera fino a. giungere alla intermittenza de.g li epatici. A que.. sta sintesi si può riferire il -conti:ributo che H. Walter (Thèse de Paris, 1924, Presse méd., n. 13, 192..1) porta allo studio .della fisio1p1atologia del fegato. Il suo rn,eto·do di e•s ame consiste nel realizzare quello .che egli chiama istantanee epatiohe: tµ • 48 ore studia la funzione biliare con la TicP.rca dei sali e dell'urobilina nelle urine, la funzione glicogenica con la glicosuria alimentare, la funzione antitossica con la glicuronuria, la funzione proteopessica col coefficiente Derrien-Clogne, infine 1a fu11zione ematica con le 1p rove emocrasiche. :)l1este istantanee sono fatte nel corso di una :stessa malattia, ogni 4 o 5 giorni. Quali i risultaii? "Neil'epatic_o leggero (ittero catarrale, congestionè, cirrosi all'inizio), l'insufficienza epatica si presenta in maniera assai variabile, anche nei cac;i clinicamente i·dentici, poichrè la lesione simultaI}ea di tutte le funzioni è eccezionale, e perch-è la


[·ANNO

XXXI.I,

FASC.

42)

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SEZIONE. PRATICA

14-77

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lesion e di un a funzione n on decorre parallelamente alle altr e: vi è a sin ergia, perchè non tutte 1€1 funzioni sono necessariamente colpite; vi è asincronismo 1perchè le colpite non lo sono contemporan eamente, ma ir1dtvi•dualment e e senza rapporto r eciproco. La stessa constatazione si fa in inalattie diver se che ledono leggerrner1te 1a cellula epatica: polmon ite, tifo, tt1rbércolosi cavitaria. Nella insufficienza epatica, dunque l 'asse11za ' . di parallelismo delle alter azioni funzio\lalj ò · la r egola. Nell'individu0 sa no le ricerche sull'urobilina e sui sali m ostrano c h e la loro eliminazione è cj ~ elica in relazione con gli apporti alimPntari. J... a spiegazione ·di questi fatti si può cer care nei lavori moderni sulla istofi siologia del fegato. Le con clusioni a cui giu11ge \Vnlther so110 queste : Normalmente il fegato funziona in mod o rjtmico tanto che i prodotti di scorie son o ernesc;i in misura alternativarnente 1p 'iù o m eno ahbo11d ar1te, realizzando nellA giornata una eliminnzion c poli. l. c1c.1ca. NP.gli stati 1pa.tologici questo po lici cl ism.o si accentua e deterr11 jna l'intermittenza, fl se la lesione è leggera le differenti fu n zioni son o sernpre in egualmente colpite. A.sinergia, a sincroni smo, intermitten za sono i 1'!aratteri propri d ella insufficienza epatica. Nei casi di piccola insuf.ficienza, Ja sola inter essante da l punto di vista d elle prove f unzio. nali, a cagion e di questa funzione _ciclica del fe-gat0 ' diviene assai ·difficile (constatazione d elusiva) distinguere ciò che è patologico da ciò cr1e è fisiologico, e in qtieste condizioni bisogna far a.pa:>ello an cora alla sola clinica. A. PICCINELLI. Modific~zioni

della struttura pancreatica durante Il digiuno sperimentale.

1·u1Ja anrora di preciso può dirsi sulla gPne.si

ins11lare d el pancreas; la discussione s'inizjò n el 1886 quando I.ewaschew ammise per il primo che il te~suto insulare non rappresenta altro che una tr,asformn zione del t essuto zimogenetico (aci.ni). Diversi autori con lavori sperim entali si son o occupati su ccessivamente di questo argom<?nto, !lla le 01pinioni formulate son o state tutte dic;cordi. De Gaeta.ni (O.sserv. Med·ic., giugno 1925) r ecentem ente l1a esaminato il pancr eas di cani, tenuti a dieta as·soluta 1per otto, do·d ici, ·diciannove !5iorn.i. Durante tale periodo n on era somministrato loro altro che acqua e venivano sorvegli a ti che n o11 si mu ovessero o ingoiassero f eci. Egli ha potuto vedere cl1e nel pancreas .a i tali ·can1 il tessuto delle i sole può essere accresciutn '

<tagli elem enti d egli acini; p erò se dopo un periodo di digiuno l 'animale è nli1ne11tato fì.110 a ritornare in condizioni n orm a li, il pa11creas torna a ,p resentare la sua costituzione i1ormale, ri· ptendendo gli ele1n e11ti insulari, di nuova f or1nazio11e, l 'a;sipetto delle cellule acinose d alle quali derivano. Questa intima relazione genetica delle isole co11 , gli alveoli, Ja 1p,o.ssibiJe trasforrnazione ·di ele1nenti alveolari in insulari e viceversa porterebbe alla con clu sion e che « le isole di Langerhans non sono organi sui generis, 1r1a rappresentano solo una parte particolar1nente differenziata -çlel 1essuto pancreatico. A. POZZI.

IGIENE. L.a profilassi dell'ittero jnfettivo nel Giappone.

Il dott. :r-t1zo T oyan1a stu·d ian·do il p roblema ge11erale della pro·f ilassi del m orbo W eil nelle ca1npagne gin.p1Ponesi ha con statato che la malattia ha una ·p articolar e tendenza a diffondersi; tanto cl1e .sonò n ote 14 prefetture infette c .on almeno 5000 casi all'anno. La m assima pa rte d ei casi sono in settembre e ottobre; si ammalano di solito fra 20-40 anni in prevalen za m aschi (75 %) con una mortalità del 18 %. La malattia. è predominante n ei paesi agricoli dove esistono acque stagnanti e si 11anno in generale buoni r isultati usando in questi casi come con cim e la calciocianamide. La spirochete è molto sen sibile agli acidi e muore ad una concentrazione acida del 0.1 %. A.Ila calciocianamide la spiro.chete è sensibile alla con centrazione 0.01 %, la spirochete muore in uria soluzione al 5 % di clqruro di sodio e n ell' acqua di mare; resiste 1per 28 giorni ad una temperatura ·di 10 gradi sotto zero. L' .A. insiste sull'uso profilattico . della calciocia~ namide cl1e è un otti1no con cime per il rise, per , ~ soia, ecc. (Path.ologica, 15 febbraio 1925). 1

Ls ell:cefalite epidemica è contagiosa nella fase Parkinsoniana? Gujllain ed altri rif erisco110 di un soggetto ricoverato alla Salpetri ère p er paraplegia da poliomielite acuta antica il qua le essendo vicino di letto di d11e parkinsoniani presentò dopo qualche tem1po una sindrome acuta di encefalite. Gli A_t\. rite111g ono che questa sia una prova di in1djscutibile evidenza della contagiosità clella encefalite allo stadio 1parkinsoniano.


1478

IL POLlCLINICIJ

Noi non p ossiamo con venire in questo semplicisn10 i11 qua11to pensiarno cl1e infinite possano esser e anche in un o~pedale le vie clel contagio tenuto ancl1e presen~e la rarità estren1issima colla quale sono descritti contagi ospedalieri da parte di soggetti affetti da. forma acuta. '( Path olo ,qic a, 15 febbraio 1925) .

[ANNO

Al dott. G. M. da T.: Il i)rossimo concorso per assistenti negli Os-pe dali Riuniti di Roma avrà luogo \rerso la fine dell' a11no in corso od al prtnc~io d el ve11turo. T . F. .~l

rlott. M. T . da N. :

La Salute

POST A DEGLI ABBONATI.

:e. l'Igierie nella Famiglia si pubblica

a Ro1na, piazza. del Popolo, 18; ne è direttore il dott. Eschilo ·Della Seta •

I

P. .

'

Al ·dott . .F . M. G.: ,

XXXII, ·FA.se. 42)

I,a fuoriuscita dalla mammella di sa11gue o dt Jl.q11ido come lavatura dj carn e è sempre sospetta, t Tatt'1 n·dosi sovente di cancro. ·Anche nell:t inastite cistica può a versi l 'efflusso di liquido lìr l111a stro, rr1a n on co11 chiari caratteri ·di sang ue ; s ecr et o oscuro o bruniccio s i osser va pure i11 1i:1n1ori benigni. In questi casi p er altro no11 mancano al}'esan1 e obi ettivo alt ri segni caratteristici. 1\tla ,p oicl1è clcflusso di sangue dalla man1me1la si p u ò r1Ycre n11cl1c · com e m estruazio11e y·icarinnte, ~1p ec:i e cl11rar1te l a pu bertà, s enza apparer1ie les::.011e a11atomica, n el caso in quastione, tratta11.dosi di gestante e puerpera, ov·e con l 'esame obi ctti,ro si p ossa assolutamente escJu.dr.r e ogni 1esio11e neq.plastica o ci·stica si d e\ 1 e 1p·e :q.sare a ln e~c nnis1110 analogo a quello della m estru azio11e v ica r iante. Se J_a p er d1 ta di s angue è cospicua, sp ecil~ ESsen·do fa vorita dalla suzione, 1sarà opp ortuno s ospe11dere l'allattamento.

A..ll'abb. n. 2143-1: Il Minister.o i1on ha ancora pubblicato la graduatoria dej medici 1provinciali aggiunti ir1 se. guito al ·co11corso testè espletato: e quin·di non è stato possibile riportarla nel Policlinico. C.

VARIA" L'abbigliamento · e la salt1te· della donna moderna. Nel primo quarto del secolo xx l ' ab.b igliame11to

delTa donna 11a subìto radicali, profonde trasforrnazio11i. La moda con i suoi ca1pr icci, le sue volubil.i tà ha sempre segnato rall)ide moµjftcazioni r1ella foggia ·delle vesti, delle acconciature della donna, ma si 'trattava · di variaziopi fbrmali, mentre il ti-po rirnaneva sostanzialmente il medesimo. . Da una ventina d'anni la donna non veste più co1r1e prj ma e le modificazioni si sono a.11date . ARTOM DI SANT' .L\..GNESE. sviluppando gradatamente fino a raggiungere la massima a ccentuazione nel periodo post/bellico. Al d ott. C . .B. : La moda moderna degli abiti cortj, delle b.raccia ~ 011 esiste u n trattato italiano di rontgentera.e del collo nudo, ·dei ca.pelli tagliati non ha man{)ia: p er le · affezioni g·jnecolog·iche può co11sul- . cato di provocare rirnproveri e proteste che 11antare in tedesco il libTo cl assi co di Wintza ,se ~tz: no culminato nel divieto. fatto alle donne di enUns ere Metho cle fur Rontg.,T.iefelherap. Tuttavia t'rare in alcune cl1jese di Ro1na se n on con una molti pu nti del. metodo (sp,ecie pei fibromi) n on prescritta acconciattira. E a rilevare però che non . h a nno il consenso generale. Può consultare Salzle sole autorità cattoliche si· sono s·c audalizzate, Jna1111: Ro e11tg.-Th. inner. Krank. (pure ·di Ur.b a nrna in Italia e altrove pare che il fenomeno abbia S chvvanzanb er g) . Invece esi1stor10 capitoli .e lette- provocato jl risentimanto degli zelanti seguaci dj Tature adatti alle s11e ricerche. altre religiC?ni. In italia no esistono lavori , staccati (BertolottiConviene 'riconoscere che la lotta tra la moda P o11zio, ec.c.) raccolti o nella collezione di « Ra- femrninile ed i puritani della moralità convendiologia 1\tledica » o n·e g'li .i\tti dei Cong r essi. zionf:lJe non si è iniziata oggi; si può dire che sia \

0

E. ~1rr \NI.

.A.ll' nbb. n. 28i3-J: Bibliot·eca di terapia Gilbert e Carnot, Cas a editrice clot t. Francesco Vallardi; "f rattato di di etet i ca di G. _L\. S UTHERLAND, Unione tipog r a fico-edi t rice, 'forjno. Prof. PAOLO .i\LESSANORT~I.

di tutti i ternpi. Se oggi si lamenta che j 'abbig lia1r1ento delle do11ne è tr0ppo sommario , altre • volte si. è gridato allo scandalo perchè era trop1po vist oso o tro1p·p·o carico ·d i ornamenti. Se oggi si biasima 1'impudicizja delle vesti, altre volte se . ne è biasimato lo sfarzo. S e oggi si predica la crociata contr o le vesti corte, l111a volta sr lanciava l ' anatema co11tro lo

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XXXJ,J, FASC. 421

SEZIONE PRATICA

strascico. Se ora si tro va che i l taglio dei capelli è troppo sbarazzino, una volta si biasima vano i tro·p pi riccio li e posticci. \ .-ero è che la lotta tra il de iderio da parte d elln. donna di aipparire, di distinguersi, di esibirsi, e l'intransigenza dei tutori del bl1on ~ostu­ m e dura cla cl1c dura la storia uma11a. ì\1a se le esagerazioni possono giustiftcare l e rampogne 111oralizzatrici, si deve tuttavia amm ettere che i) tipo d ell'acconciamento 1noderno della donna cosUtuisce clal punto di vista iglb· ni ro un effettiYo progresso. 1:.: scomparsa quella camicia di forza che era il bus.t o, le vesti non sono più raccoglitrici e depositari e di ogni sorta di germi, j tacchi delle scarpe hanno assunto altezze m eno fastidiose e meno deleterie. Il corn·p lesso degli indumenti è ora più l eggero, me110 impacciante consentendo una ~ift arr1pia motili tù, u11a J)iù a bbondante resipirazione cuta11ea. In effetti gli abiti donneschi ·d·eJ secolo c;corso srmb ravano fatti allo scopo di ljmitare e d<lnnegg1are l'attiYità fisiologica dell'organis1110. La 1naggiore superficie cu tanea cl1e le don11e off ro110 ull' aria; a l sole è a tutto vantaggi o della loro sal ute. Richiede una maggiore .p ulizia e ronse11tr quindi una 1nigliore traspirazione. Pcrm€tte una 111aggiore influenza benefica della luce sull'organismo. C'è una morale fì.sica le cui esigenze dev0110 pre,·alere su quelle della morale mentale, amrr1esso che le nl1dità degli arti superiori e del collo costituiscano un'offesa al pudore. Il taglio dei capelli contribuisce anch'esso a daTe alla donna 11na maggi0re spigliatezza e vivacità di movimenti, le consente di eseguire quegli esercizi fisici i11dispensabili all' armonicu svilUJPpo dell'organismo ed al mantenimento d ella salute. Non· a tori o è stato detto che la c11ltura fisica della donna è la base di ogni rigenerazione, e che si riformerà jl genere umano, riformando l'educazione della donna. L e donr1e forti so110 quelle cl1e fanno. le razze forti. Si 1pal'la di rnn.scolinizzazione della donna e nor1 si capisce cl1e questa paura è illogica. La natura non si forza, e la donna ha sempre iuteres.:;e a riman ere donna. L e donne che scimrr1iottar10 gli uomi11i sono .p ervertite o deficienti. La natura cerca sempre di r enrl ere più nette e più sensibili le diffc l·enze sessuali. C-erto non può rispondere agli interessi sociali ed alle esigenze est etiche che la donr1a a rneno di quarant'anni sia ridotta un ammasso di car11e senza vj ta, o cl1e ancor più giovane sia un essere pallid o, irnpacci ato ed irn1pacciante 1p er i suoi distnrbj. 1

Chp la donna d ebba essere senza muscolj, debba

a\·ere la taglia sottile o essere abbondante di

1479

grasso è un. pregiu·d izio cl1e risponde ad ignoranza delle leggi :fisiologiche ed a gusti volgari. Perchè essa possa respirar bene, digeri r bene e ben provvedere alla gestazione non deve certo avere muscoli da atleta, ma iè indisipensabile che abbia muscoli vali·d i. Deve aver quèl tanto di grasso sufficiente a modellarne le forrr1e perchè risponàa al tipo di bellezza eternato ·d all'arte ellenica. La m oderna a cconciatura deJla donna nelle sue lin ee gen etali meglio si presta all e sue necessità organiche. Il vesti r e semplice ed anche succinto non 1può costituire offesa a lla morale. L'abitudine e l'omo, · geneità finiscon,o per ingenerare ]'assuefazione. Tra non molto le ·donne con l'attuale abbigliam ento saranno per gli uomini quelle cbe erano al ternpo della crinolina e deil a parrucca. E tra gli altri vantaggi si avrà anche quello che le deformità organiche potranno essere meno i1ascoste, e di ciò si avvantaggerà l'eugenica. Clii si scandalizza p·ercl1è la moderna donna ' civi le è un po' meno infag·ottata cli quel che fosse per lo passato, somjgJia ai tradjzionalisti turcl1i e ·cinesi che rispettivamente ·vogliono ancora coperto · il volto ed atroifizzati i piedi delle loro • donne.

argo.

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GrugEP.PE.

A. Rancati, 1924. G10R.DA~o D. Eloqio di B((ssini. -,,. Venezia, T. F errari, 1924. . LANDOLFI J\if. Le hro·nchiect_asie. Napoli , N. Jovene, 192 k LARINI Do:rvrENico. ll petto a imb'uto a sviltUppo 1

precoce in ra.pporto con la costit'l.t zione . lo·gna, L. Ca.p pelli, 1924. 1

B o-

.

Crrrno. Erfari11ger m ed Sauerbruchs Rwnstige, iv;llraarlig bfvaeac lioe ar1n. - Kristia-

PLATON

nia, J. Bjornstad, 1924. PrsENTI G usTA\O. Lorenzo B orii . cardo Garroui. 1994.

Ron1a , Ric-


148U

TL POLICLINICO

NELL.A VITA •

[ .'lli~O XXXII, F ASC. -*2]

PR O FESSI ON ALE~

o che fi11 troppo ingenu.ame11te preferiscono ~a ~ola di cc Ostetrica » no11 p€nsano che le stesse eleu11entari attribuzioni .a lo~·o ultimam~11te riserbate dalla · ~ molto diffusa la tendenza da p1arte delle leCommissione lVIinisteriale non sipiega110, nè giustivatrici Ji esibire una qu.alifica cui non hanno fioano tale loro maliz.ioso contegno di fronte a tutta titolo, q11ella cli ostetrica. Della quistione che è stata già dibattuta nel ][eclico Italiano e nella la li'aniiglia Sanitaria, -ed anche i11 faicc}a al pubblico intelligente? Cliriica r]stetrica si occuipa ora . il dott. Bjgnami nell '.1vv e·n·ire ,~anitario. E d-0p1C1 tutto, se ancora riflettessero quanto La levatrice, egli scrive, deve comprendere il costa .1di spesa, di tempo e di lavoro intellettuale do~ere di denominarsi propriamente, non .arrecana guadagnarsi il titolo accademico di cc Ostetrido alterazio11i a quell' 011'ig in,ario, carw~teristico, e ca » pel quale fa bisogno aJVer fatto tutti gli stl1di ben cle finient,e titolo cli L evatrice, per cui le ve1me classici 0111de lJa.ssare poi all'Università, ed otterilasciato il diiploma go,v ernativo. 11ere in s0g11ito la laurea ~n medicina e chirurgia, A contrariare questa affermazione d'ordine tècniesse stesse riherrebbero follia il 1nenaJ·e inutile co-u:ffi.ciale non regge !_Junto nè acquista importanza vanto oon un titolo assai superiore e sproporzionato ai loro, srtudi odierni, nonchè alle umili riil f.atto - a cui p erciò tornereòb~ vano ed irrisorio qua.lun1J.ue accenno od ulteriore ap·pello p(rof essiostrette, !)er quanto delicatissime, mansioni professionali. Gli è perciò' che di levatrici fuori legge nale più o rneno interessato - che la Pretura dii Milano, avendo credl1to di sentenziare no11. tratpel fatto di infischiarsi ·dei regolamenti col sotto~ scriver-si od in altro m,otdo adoperare .abusiivan1ente tarsi di rea.t ·o, abbia a poca distanza aSS-Olte t re jl titolo 9i cc O&tetrica » non si dovrebbe pii:1 .aslevatrici sotto I.a medei~ima imputazio11e di avere solutame11te ed in 11essuna locaJità' parlare. alla port~ della Joro abitazione affisso 11na targa reca.nt.e Ja qualifica di Ostet1·ica a11ziche di LevaAlle 'Poche colpevoli e ribelli tuttora esistenti, e trice . magari inorgoglite per l'emanata sentenza della Pretura di Milano, ~»petta ql1indi il dovere in1pr~ 11 a]e assoluzirìl1e è fo11d.a.ta su deboli basi, conscinidibile di spogliarsi subito dell'abusiva a.utotra.rie ad ogni concètto etico e scie11tifico . Tratqualifica. tan1d osi di un caso affatto particòlare, o,f fertosi a]la magistrat11ra italiana, una maggiore valutal\fa. ::ior essere giusti bisogna con venire, che fr.a zione e comprensione dell'arg,o mento dal lato Sanile stesse levatrici esiste una }Ja1·ticola.r e categoria, tario sarebbero state bene accette: ne suebbe vela quale .a tempo debito non ha guardato a fatinuto un verdetto in se11so b en diverso, e certamenche, nè rispa.r miato sacrifici_, limitandos,i a gu1ate equo nei rigu.a rdi dell'illustr e Ostetrico preposto ' d aigni irr~sori, tal-volta nulli, e financo rimette-nall' Asse,s soi'ato ·d ella pubblica {gie11e nella Capitale ·dovi del proprio, pur di essere ·a1nme.sse ad iniL ombarda. ziare ·una. vera e soda pratica, a.id aipprofondire DeJ. resto un re/ erendum di t utti i me.dici d'It.a!e . cognizion{ · scolastiche aggiu111gendovene m.oJte ' lia sull'intervento da parte comunale a togliere altre solo possibili p revìa non breve, diligente e le targhe di cc Ostetriche » ·' <lovrebbe _senz'altro f.ati~sa prati-e.a diurna e notturn a, sotto il diessere pi1~t lus inghie ro e favorevole. retto controllo di competenti autorità, e soipr.a Il provvedimento chiest.o dal Bertaz.wli per salun vasto materiale rinnovantesi di gravide parvaguardare l'interesse collettivo su quello singolo torienti, puerpere e neonati presso varie Cl iniche, meriterebbe venisse accreditato e seguito da tutti Istituti e Case di Maternità ,an11esse a. grandi i Coml1n1 delle nostre grandi e piccole città quancentri ospedalieri. do n,o n lo fo6tSe più in alto dallo stesso Governo. l\f.a. n ep purè queste diligenti e stu.d iose leva-. Nella consulenza della piccola posta al n . 7 della trici, per questi grandi meriti innegabili, debbono cc Gazzetta Itali ana delle levatrici », pubblircata dai crede.rsi di port.are impunemente e quando loro direttori delle Cliniche Ostetrioo-Ginecologiche, e f.a co1nodo il titolo dj <e ostetriche ». di cui figura ca/po-redattore il ·p rof. Gl1zzoni, sta Se n er la loro ,p ratica tenessero ad essere tecniinserta qu~ta eloque11te e categorica ri&posta ad ca1ne1~te distinte -.dalle altre di con.d otta, o lib'e i'e A . C. : cc Ella 11Òn può, non deve mettere sulla tarprofessioniste, potrebbero tutt'al pii1, ~ s~nza .t~ma ga, nè sul biglietto di visita: Leva.trice-Ostetric~. di trasgredire in t.al caso la legge, serv1rs1 a d1r1tto Se lo faoessé di1nostrerebbe di non c-0mprendere il della qualifica di cc vi.ce o sottomaestre » od anche significato delle ·parole, e sollervexeb•b e l'ilarità gedi e< levatrici . perfezion.ate• », semrprechè però l_a ner.ale ». ]] proprio qui il caso dj aggiungere: « A Scuola òovesse rilasciare detti Certificati uffic1al1. bl1011 i11tenditor poche parole ... ». Ed è opportuno quii. ricordare due saggie conRase11tano poi la srempiaggine alcu11e levatrici, clusioni del R. Procopio: le quali ricorrono allo stratagen1ma di affiggere d.a cc P er noi è ostetrico od ostetrica chi oltre aYere u11 lato della norta d'entrata. di casa una targa conseguita la 1au::rea in Medicina e Chirurgia fu col titolo di <; Le;vatrice » e<l una seconçla targa per di versi anni in una CJinica ostetri~o-~inecolo­ dall'altro lato oon quello di <e Ostetrica». Ma tanto gioa od in 11na Maternità. occupandosi, sia della queste che que.J]e che abbinano le due qt1alifiche, 1

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I

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(ANNO

XXXI.I,

FASC.

42]

SEZIONE PRATICA

parte scie11tif ica cl1e pratica, ~ella speciale disciplina. « ....<\coottino le l evatrici oneste e coscienti una parola franca di chi difende sempre con amore i loro diritti. Non è oon un titolo pom·p oso che si acquista un.a larga clientela, ma coll'abilità, col· I'osserYanza sc1·upolosa dei propri doveri, 11ell'esercizio lJrofessionale, col ~acrifioio , col coltivarsi, coll'onestà e sopratutto colla modestia, la quale non deve f!lr 1·ifuggire dal chiede.re il consiglio e l'.ai11to <lel n1eclico quando occorra ». I

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I.

POSTI VACANTI.

AzzAKO X 0 (Udine) . Scad. 31 ott.

2a. cond . ,: ve<li fase. 40.

CA:lIPOTosro (Aquilu). - Al 30 n-01v. ; L. 10.500 e 1 c.-v., oltre L . 3000 cav., L. 500 uff. san. Tassa L, 50.15. Età lim. 40 a. Dooum . .a 3 m~ dal 15 sett. CERDIA (Palermo). - .2a con·d .; L. 9000 e 5 quinquenni ; tassa L. 100 (s'ic). Scaid. 31 ott. C1coGNOLA (1,avia). - Scad. 31 ott.; L. 11,000 e 5 quadrienni dee.; c.-v. ;. L. 300 ambul.; L. 300 uff. san. Ab. 1855; pov. 137. CJVITELL.\. e \.f-; .\N0\1'A (Teramo). - Entro un m ese dal 5 ott. ; kq. 3300, a.b . 3808, di cui circa 1000 iscritti; età li1n. 40 .a.; tassa L. 50; stip. L . 9000 E 4 ql1adrienni di J,. 500; L. 2400 trasp.; L. 500 se uff. san.; aiddi~ion. L. 5 oltre il · 15 % della popolnziont>.

1481

NocF.R.\. 11MBR.\ (Perugia) . - Tre oondotte (l'annun~io ci è stato rimesso il 7 ottobre ·per un concorso cl1€ scade il 15 ottobre : quindi · non ablJin.mo potuto darne 11otizia i11 tempo utile). PoJ,.\VENO (Brescia). - A tutto il ,31 ott.; consorzio ab. 1847; iscritti 100; montagna,; L. 10,000 e 6 quinqu~nni dee., olt.re J,. 3000 trasp. e L. 500 llff. sa n.; residenza nella. fraz . S. Giovanni di Pol aveno ; a.bitaz. deoorosa· ·g ratuita. Serv. entro 1O (sic) gg. PONTEDASSIO (l1n,peria) . - Sc.a.d. 30 .oit t.; consor:t. ; L. ··ì500 e aiddiz. L , 5 oltre 500 pov . ; 10 bienni ventes.; c.-v.; L. 3000 per cavalo. ove occor1·a. RAVENNA . - Due cond. ; età li1n . 35 a.; L. 8000 e 5 quadrienni decimo; o.-v. ; L. 2500 cav.; indenn. s upplen1. ·di L ..500-1000. A tutto 31 ott. REANA DEr, RoIALE ([Tdine) . - A tutto 31 ott.; L. 8000 oltre L. 500 serv. att., 2° c.-v., L. 3000 mezzo trasp., L: 800 uff. san . Rivolgersi Ufficio Municipale. REGGIO CAL. ltadiologo all'Istit11to Diag110€tico; L . 10,000 e 20 °/r.> p.a rtecipa.z io11eo entr.aw lorde. E!v011tualmente esan1i. Doi;rrà occup·arsi anche ·d i ·d iatermi aj elettroterapi.a e raggi ultra· violef.ti. Domande all'.A.ssociaz1one N az . Interessi l\fezzogJorno d'Italia, Roma, via Monte Giordano 36 (9a.l.;izzo T.averna) entro il 31 ott. Inforn1azioni dal direttore dell'Istituto, dott. Pietro 'l'imipano, via Aca.ria, R eggio Cal.

!11inistero della Guerra. - Reclutamento dei sottotenenti di complemento del corpo sanitario. Scad . 31 otto.b re. Vedi fase. 39. RoMA.

R. Arci.<;peclale di s. 1l1aria N. e Stabb. R OMA. 1lf inistero della lltlarina. Concorso a R iuniti. - Assistente medico e assistente chirur15 p!()sti di tenenti medici in S. A. P. Vedi fa~c. 36. Scaid. 15 nov . go; età mass. ao a:; L. 5000. Scad. ore 18 del 31 ott. Serv. entro 15 gg. SA1;r;nEc16 (.l<,orlì). - ·- A .tutto il 30 ott., ia. oon•d .; ' . GATTICO (No vara). - Kmq. 15,76 in piano e .colOspe1da.le. Età ]im. 35 a. Tassn. L. 50 .10. L. 9000 lina .•i\.b. 3004: stip. L. 8000; (;widizion. L. 5 ogni e 10 bi€nni '\7~nteisimo ;· 2 c.-v. ; L. 4000 cav. povero oltre i 400; dieci bienni ventesimo; c.-v.; SAN 8EVER1NO MARCHE (Macerata). A tutto1 il inde11nità bic1cllltta J.J. !500; uff. san. L. 500. Sca25 ott., medico e chirurgo primari; L. 7000 e 3 denza 31 ottoibre. quaidrienni dee.; 2 c.-v.; riconoscimento serv. altri GoRIANO S100LI (Aquila). - Età lim. 40 a. Dooomuni per 2 quadrienni; direzio·n e d-elle Cliniche cu1n. a 3 n1esi. L. 9500 oltre L. 500. se uff. san. (sic) medica. e chirurgica dell'Ostped.ale. Età lim. Scad. 30 gg . d.al 1° ott. 40 a. Docum . .a 1 mese (sic) dal 14 sett. Ab. 15000 JESI (APJcon.a). -· ~1edico e chirurgo primari di cui 5000 nel Capoluogo · e Borghi. presso l'Ospedale Diociesiano (13 comuni); rispett. SEDRIANO (ll1flano). -- Scad. 31 -0tt.; età lim. L. 10,000 e L . 8,000 e aumenti fino al 50 %; c.-v. ; · 35 a. ·; L 10,500 oltre L. 850 uff. san. e L. 400 bic. parte,cipaz. proventi; per la direz. , a uno dei due A b. 3800. Già in consorzio co11 Vittuone. primari, L. 2000; al med. per sorvegl. e cure Sta'fl<:ttAMO. Oongregaz. di Carità. - Aiuto di medie. bilimenti d1 benefic. <liipendenti dalla Co~gregaz. e aiuto di chir . nell'Ospedale Civile; L. 5000 oltre di Carità L. 1200; indenn . per casi ur.genti L. 2000 o.-v. in L. 100 mens., partecipaz. proventi. Scad. al med. e L. 2500 al chir. Rivolgersi segreteria ore 12 del 5 nov. Età lim. 35 (40) .a. Nomi11a e della Congregaz. di Carità~ Soad. 31 ott. co11ferma quaidriennali. Chie·dere an11unzio . LORENZO IN CAMPO (Pesaro-Urbino). Al 30 V IBON .\TI (Salernf)). - Sca.d . 14 nov. ; età lim. ott.; L. 8000 oltre L. 3000 cav. e 1° c.-v.; età lim. 45 a.; L. 6500 (sic) e 4 quadrienni 1 de~.; c.-v. 35 (~0) a.; tassa L. 50; L. 2000 se uff. sa11. MEDUNA DI LIVENZA (Teviso). - A tutto115 nov.; VITT·UON"E (J.liilano). - A tutto il 31 ott.; lire L. 8000 e 2 c. -v. , 'oltre L . 2500 tTasp. e L. 500 ] 1,500 oltre aurnenti periodici; L. 400 b1cicl., uff . .;;an. L. 700 uff. san . .Ab. 2277, po\. 130. Età lim. 35.a. FIRENZE.

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1482

lJ, POI.lCLINICO

"\~01.TRI

(Genova). O. P. Ospedale /3an Carlo. - ·

)1edi co prirrlario; titoli ed e;ventualmente esami; L. 6000 . (sic) . Scad. ore 18 del 31 ott. Età lim . -10 a. Laurea da 5 anni. Docum. a 3 mesi. Chieder e .annunzio alla segreteria. POSTI DI PERF'F.ZIONA ~f.E.NTO.

.

P rerni Paravici·n'l. E a per to il concorso a, due premi P aravici11i, un o per la n1edicina, l 'altro per la cl1irurgi,a, ~del­ l'im1porto di L. 10.000 ciascuno, tra medici-chirurgi .ajnt:inti, assjst e:?.1ti e s1up·p le11ti .dell'Osp edale l\{aggiore di l\{ilano, p er recarsi all'estero e perfezionarsi occu1pandos~ pa-i:ticolarmente d ella: cc fi siopatologia del ricambio con particolare i·igu.a1·do all a ter apia ~l ime11tare 1) , per la medicina e della · « chirurgia infantile» per la chirm·gia.. Esami. D ocumenti al Protocollo del Consiglio -i1on oltre il 30 llOV. 1

,r/ a borsa di studio T1Vassermann

per dottorresse in medicina. ~ aipert.o· il concorso per una borsa d:l studio

di Jire cinquerniìa da a ssegnarsi é:\.d una <lottol'PS~a italiana, la11reata in Medicina e Ohirurgi.a, · cl1e jntenda compiere un anno consecutivo di studi <li perfezio11aiI11e11to pr esso u11a Ui1ivers~tà od Istituto Su.p er i.ore del Regno. L' asseg1'10 sarà corrisposto in rate trim€st1·ali anticipate <.li li.re mille ciascuna, con decorren.za dal 15 dicerrnbre 1925. L a scelta dell'Università o Istituto Superior.a è in facoltà della concorrente, ma dev'esser e subordinata alla approvazione della ' Commissio11e .aggiudicatrice. Questa sarà composta di tre dottorac:;se e nnmi11ata dal Coi1siglio· d ell'Associazione N azioi1. I tal. D ott01re~e in l\ie.d. e ()h1r . Le doinande in carta libera, corredate dei doc ume11t i, do vranno essere indirizzate al1a Presidente dell' Associazio111e (dott.ss.t Myra Caroupino F errari - Salso.m~ggiore) no11 :pj ù tardi del 5 nove1n bre. P er le altre condizioni chie·dere annunzio . 1

. MOMINE, PROMOZIONI ED ONORI F ICENZE, I

Sono t r a.;feriti i proff. : Amato Alessandro di patolo·g ]a ge11eraltl da Bari .a P alermo; De Lieto \~o llaro Agostino cli clinica oculistica d.a Firenze a Mila110; Gasbarri11i ~ilntonio cli patologia general e da ~3iei1.a a Bologna.

Il rlott. L11dorv1co Tommasi è · noo:ninato pro1fessnr e di clin.ic.a dermosifilopat~ca a Sassari. Sono abilitati .alla libera docenza i dottor i: Giorgio Segrè in cli11ica dermosifilopatica, Aldo L r i ji1 medicina operatori a I..torenzo De Mon~ in patologia medica. •

[ AN~O

XXXII,

FASC.

42J

N OTIZIE DIVERSE. I Congresso internazionale della malaria.

Si è s volto i11 Rorna. dal 4 al 6 ottobre, con larga ~.ffi1ie?-za di congressisti (piiù di 300) venuti da tutti i _l"l.a esi: era110 t ra essi non pochi d ei più reputati cultori di inala.r iol·O·g Ja . L'inau gurazione ~bbe luogo al Camrpidoglio. con discorsi <lel R. Crunmissario sen . Crem0<nesi ' del ' del capo del govce1r110 011. 'Mus:-;olinj del oreside11te ' ' congress·c1 sen. Marchiafava, e del proif. M.aroho·u x in nome dei delegati ·stra11ieri . . I lavori si sono SYolti 11el P alazzo dell'Esposizion e . Le i·ela.z ioni o n1olte comunicazioni hanno sollevato vi•vo interesc;e. Tra j vari ordini del giorno citiamo come for se jl più importante quello .aiplJrovato a d una ni1mità su proposta di S . E. P erez, il 8Ìlrrrp,a,tjco ed attivo ministro dell'Argentina PTe.sso il R e cl'lt al1a: il voto che ~orgesse in Rorrna un I stitt1to ii1ternazionale p er gli studi biologici, clinici e sociali sulla malaria e che sollecitava daJ Gorverno Italiano l'iniziativa per la realizza.zi.o ne del ~)r o1getto . Ft1 design.ato un comitato internazionale per la pre9aTazione del 1p r0-~ imo congreS!So· che avrà luomo1 fra ci11que. .a nni .a d ~"11geri, ricorrendo_ il cinq11anten ario d ella scoper ta dell'ematozoo, che colà h a fatto L avera11. • Una ma1g 11ifica. Mostra è stata oi·ga11izzata ne.i locnli · del Cong resso dalla Direzione Ge11erale della Sanità P11bbl ica e dalla S c nol.a M alar iologica di Nettuno. E sse hanno pubblicato in onore dei congressisti un volume in r lf"gante edizione e ricco di jlJustrazio11 i originali sulle Organizzazi.oni anti malariche alla l1icc del.la nuova do ttrina. Il protf . Vittorio _L\.8coli ha r accolto ed esposto una iJ.npqrt;.111te serie di .antiche pubblicazioni e iéli stampe .s11lla 1nalaria e s ul primo periodo dell'11so <lela china. Ila jn.otltre cur.ato unia magnifica ristamip.a. ·d el classico tratt<.t to d el 'JJorti sulla oura ·d elle febbri p eriodiche. ·u volume è st.ato offerto ai <lelegati ,d el Congresso. Nell'occasioi1e .del con gr esso, sono state eseguite ù <listribuitt~ ~ii co.11gressisti varie .altre pubblicazioni 51peci ali, t r a cui uno studio postumo del Celli sulla mal.aria traverso i secoli nell'Agro Roma110·, in s plendida ediZJone ; una •p regevo,l issima monografia di G. Alessandrini, Giardina, N ov·elli e Srumpietro sull' an ofeli&mo nelle risaie; un.a relazione sull' opera d~l Oomu11e di R oma nel campo delln. malaria. I co11gr~sisti hanno visitato la Scu.ola di Nettuno e le bonificl1e del F errarese. Prossi1namente pubblich~r emo un ampio resoconto ·de.i lavori, redatto pe;r nori :d al dott. G. Colazza..

Società Italiana di medicina interna. L a Segi·eter ia della Società Italiana di Medicina Interna comunica il segt1ente programma d ei laYori del XXXI CongreEso.

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[ .-\NNn

XXXI.I , F ASC. 42 J

SEZIONE PR \TICA

Lunedì 26 o"!:.tobrn: ore 10: Inaugl1razio11e del Co11gresso della Società Italiana di Medicina Interna. - Oi·€ 10.30: ReJ.azione &ull'esaane ft1nzio11ale <lell'~parato respiratorio (Prof. G. Boeri, Nrup,oli). - Ore 14.30: Ril1nione ·d el Consiglio. direttivo . Ore 15 : ComuniC'azioni riguardanti: 1) Apparato respiratorio; 2) Tubercolosi. Ore 19.30: Conferenza del prof. S. Bagl1oni (Roma) : Fisjologia e Clinica ltma11a. .Nia.rtedì 27 ottobre: ore 9. R.€1.azione sulle « Cirr.osi epatiche» (prof. L. D ' A1nato) . - Discussion e. - Co1nunicazioni re1ative al tema della relazione. - Ore 14.30: Comunicazioni r1guardanti: 1) Fegato e vie biliari; 2) Appar.at.o di gere11te ; 3) RiC'aimbio materiale; Tera.pi.a e farmacologia. M~r<'oledì 28 ottoùre: ore 9 : Seduta ii1 comune con la Società Italia11a di Chir11rgja. - Relazione sulla « Oura del morbo di Flajan1-Basedow » (rel.atori : prof. A. Fe1·rata - Pavia (p€1· 1a parte medica) P prof. P. Fiori - ]l odena (per la pa.r t€ chirt11;gica). P er la radioterapia: pl'of. E. Milani Roma ). - Discussioni: Comunicazioni relative al t ema cl€11a r elazione . Ore 14.80: Assemblea della Società I taliana cli ~Jedicin.a i nter na col seg uente ordine del gior110: Comu11icazioni della Presidenza; Biian cio sociale; Rinnovamento. de·l le caricl1e sociali; S ed e e t emi del XXXII Co11gre.sso; V.a.rie. Or-e 15: Co1municazioni rig uardanti: 1) Ghiandole a secrezione interna; 2) Sangue ed apparato en1opoietico; 3) ?\f alattie infetti1re e batt.eriologia. Ore 18 .30: Riul1io11e del Consiglio · Direttivo. Giovedì 29 ottob1·e: oro 9: Comunicazio111 rigt1arda11ti: 1) A'Pparato cir colat orio; 2) T erapia , farmacologi.a. ; 3) Siero logia~ 4) Sistema nervoso; 5) Sen1eiologia e radiolo,g ia. - Ore 15: Comunicazioni ~·i g11:trdant1: l) Ap parato urinario ; 2) Malai·ia ; 3) ~falattie del Biisten1a locomotorre ; 4) Va.1·ie ed aggiunte. - Ore 18: Chit1suTa del Congresso . Coloro i qltali desid~rano parlieoipare al Congresso (soci o aderenti), de vono essere in regola coJ pagan1ento delle quote s oci.ali di lire quaranta (per le signore dei congreSSlisti lire venti), da inviarsi .al 'fesoriere cav. uff. Luigi Pozzi, via Sistina J 4 - Ron1a. Tessera, scontrino p er i ribassi tferro·viari e programma dei lavori <lol congresso, nonchè elenco degli alloggi, saranno i11vj ati a chi è in regola coi pagame11ti. Eventttali prenotazioni dirette di al'101ggi presso l 'Enit, vi a M·argh·~r.a 6 - Roma (Serv1zio Congrosso Medicina interna). Per ogni altr o schiarimento rivolgersi .al Segretario del Cungre.sso prof. Giusep·p e Sabatini, Regia Cl inica MecliC'a (P olicl111ico - ' lloma). 1

III Congres~o dei dermatologi ~ sifilografi di lingua francese. Si t.errà .a, B ruxelles clal 25 al 28 lug lio 1926. Temi .all'ro rdine del giorno: 1) I t ubercol1di; natura ~ trattamento; 2) Herpes e zona: loro ezio·logia; 3) Le purpure ; 4) Reinfezione, pseudo-rei nfezione, superinfezione sifiliti~he; 5) Disturbi en-

1483

d ocri ni d 1 origine e redo-sifilitica; 6) Stato a ttu.ale clèlla t erapia del lupus. Segretario generale: dott. Dekeyser, 9, r t1e des Sablons, Bruxelles (Belgio) .

Confere11za internazionale della C. R. Si è adun:1ta a Gi11evra la 12a Co11fere1nL.oa int er11azio11ale della C. R.; '"i ha11no partecipato più di quara nta associazioni 11azion.ali e vi sono stati rappresentati ve~tisei governi. Raippr'e senta va l' Ttal1a il gen. B a.due!. Il Congresso ha es1)resso il voto che ·e ntro ]l 1926 si' oo·n voohi u11.a Oo·n ferenza per lo stu dio e · l'organizzazione di una Croce Ro.'1.Sa Internazio•n ale.

Nuove disposizioni per l'istruzione superiore. •

IJa (-)ozze tta Ufficiale ·d el 25 settembre, n . 223, pubbh ca 1111 R. decreto-]e·g ge in data 4 settembTe, u . 1604, il quale reca et Disposizioni per l'Isrtruzion0 Superiore». S i compone di 72 articoli che rigu nrda110: le catted r~ vacanti, i concorsi, i tr.asferime11ti, la stabilità, gl' incarichi, le supplen ze, la libera docenza, i •urofe&Sor1 delle Università liber~, le tasse, gli studenti, il personale amministrativo e altre modificazioni e inno va,z,i.0111'i alle disposizioni vige11ti . Ci li ser viamo od i l)Ubblic.arn e integralmente lar~ ga. p.arte . Not evoli sono le disiposizioni per i concorsi. Qu esti vengono ape rt i a. t11tti; la commiss~one giud icatrice sarà composta di cinque membri, ' qu attro dei quali d ella materia e l' altro di mat eria affi.11e; due scelLi dall a F.acoltà presso la quale è vacante la cattedra, due d alle altre Facoltà e l'altro ·dal C. S.; la c0immi s.s.i-011e forma una terna, nella qual.a Ja F.acoltà è libera di scegliere il titolare. N ot e-voli oono anche le disp-0sizioni relative agli aiuti e d as~istenti, cui è concessa la trasferibilità senza concorso ad alt ra cattedra, da qual.si.asi Univer sità. So·110 i1n1)oste alcune lin1itazio11i al conferimento. degli incarich i.

1

Preparazione agli esami di Stato per i medici. Il Sennt.o accade1nico della R. U11ivers ità di NHpoli 11a disposto che vadano a c.arioo1 del bilancio a cC'ademico le spese per u 11 corso accelerato C'h e è stato iniziiato il 1° ottob.r e nelle Clinirche uffi<!i.a li per la prep.arazio11e .agli es.ami di Stato in Me dic111a e Chirurg i.a. IJ corso è assolutamente gra tt1i t o1.

Vertenza fra cliniche ed ospedale a Padova. A regolare u na. vertenza sorta fra le Cli11iche universi tarie e l'Osrped·a le di Paido.v.a è stata nominata una Commis·s ione s peciale la quaJe è risultata costituit.a. dal prof. Lucatello r ettore del-. l'Università, dal prof. Donat i d ir ettore della Clinica (~1'1irurgica , dall' a\-,-. F errari commissa1io straordin.a1·io dell'Ospedale e dal prof. Vigliani prin1a ri.o <lel N 01c;oco111io. J-'a Commissione si è riu.._


f!

POLICLI~IC.U

11ita per la nomina di un qui11to membro, ma non essen do riuscita a mettersi d'accordo sul nome di questa persona , l1a deciso di 1·imettere la designazio11e a.I Presidente del Tribunale. 1

I

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In memoria di Tommaso De Amicis. Il 13 sett ., sulla <f..acciata del Municipio di Alfede11.a , terra. nataie e da lui tanto amata, è stata, ' co11 largo intervento <li autorità, di <lisce.p oli e <li popolo e con intensa commozione, inau·gul'ata una Japide in memoria . ·di Tommaso De Amicis, ·011ore cl'l taiia, vanto dell~ Ate11eo N aipoletano, d i cui fec:e rifulgere il nome nel Paese ed .all'Estero. •

Il 3 ottobr e decede va improvvisamente in ufficio, col11ito ·d a fulmineo malore il dott. ALBER1'0 l\iIASSONE, direttore caipo divisione dei Servizi Igienici alJ.a Direzione Generale della Sanità Pubblica. L al1reatosi .a Torino, si era dedicato subito agli stu<li delFigiene: per i cui proble·mi pratici drmostrava speci,ale attitudine e vera passione. , Doipo aver seguito i corsi di perfezi·0in.amento presso i Laboratori della Sa11it'à Pubblica, riportando il titolo di perito 1n€dico igienico, fu nominn.to .assi. ster1te i1Bll'Istit11to ,d' Igi~ne dell' Università di Gen-01Va, ove, sott1J la guid.a del prorf. Canalis, perfezionò e rafforzò sua cultura, .acquistando quella d1sciplina e quella prontezza d'i11tuito profondo e sicl1ro nell'esame dei più complessi pro,b le-mi 1

la

[ .~NNO

XXXII, F!sr..

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rio tecnico di valore eccezionale. Nei quattro anni trascorsi nell'Istituto d ' Igiene di Ge11ova dette alla luce nn importante contributo scientifico, stu,d ia.ndo tra i primi I.a persistenza del vibrione colerico nelle acque. Vinto nel 18~9 il concorso per medico provinc1ale, fu destinato alla prefettura di Ascoli e nel 1900 ve11ne . chiamato a prestare servizio presso l'allora I sp e.ttor.ato Generale della Sanità Pubblica . Nel· 1905 vinse ii conçol'SO e venne nominato segretario -del Co1nsiglio Superiore' ·di San~tà ed in ·bale mansione delicata ' ebbe campo di spiegare le doti eminenti del suo ingegno e della sua attività. Nel 1918 conseg11ì la nomi11a di I spettore Medico ed assu11Se la Direzione dell'Ufficio Speciale Antitubercolare, che tenne fino .al 1924, · quando fu .alla Direzione della Divisione dei . . de8tinato . serV1zi igienici. In tutte queste cariche il Massone fece riful• gere la su.a &piccata personalità, dedicando al servizio tutta la · passio11e del suo vivo entusiasmo per il progresso dell'igiene, tutto il suo fervido ingegno, e tutta la pro.fonda conoscenza delle indagini scientifiche e statistiche. La morte del d·a.tt. Maissone, ohe .anche p€T le ·doti del suo animo buon-0 e gentile sii era attirato !'.affetto di quelli ·che con lui convivevano o ohe con lui do vevano .aver rapporto per necessità d1 Ufficio, }i::i, d~tato profondo rammarico. La S1a nità Pubblica perde uno dei funzionari più colti, diligenti e attivi.

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igi enici, c:hc fecero poi del· Masso11e un funziona-

Indice alfabetico per materie.

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.Aneini.a perniciosa 1;rattata col rascl1iamento del mi.dolio osse.o . . Pag. i\11emi a ~plenica pseudole11cen1icn. con )) esito i1l g ua.r igione . _i.\.11gi11a pectoris: inte~vento · chir11~··gioo )) sul sim'Piatico B Rlbuzie : s t.ato ure:sente d elle ricerehe » )) :Hibliografia . Cancro dell'utero: indicazioni chirurgi)) che e radioterapiche . D o11n <.t .moderna: abbigliamento e salute )) Encefalite epidemica: è contagiosa nella )) fa.se park~11soniana? . )) Eres1nela c.omt0licata con orticaria )) Fegato: rii1no· funzionale Fibromi n.aso-faringei nella prima in)) f a11zia · Frattura della. colonna vertebrale: inter)) ve11to (trap ianto osseo) . )) · I11flnenza nell'infanzia . Ii1Sulina: azione in r apporto alla diuresi )) )) Ittero infettivo: profilassi

Le1•atrice e

1ion n.sl'et1·ica

))

.&o.ma. - Sta.b. 'l'iJOo-Ii.t. Arman·i di M. Courrier.

1474 1474 1462 1468 1471 1473 1477 1477 1473 1476 1472 1474 1475. 1474 1477 1480

Linfomi tubercolari: roentgent erapia . Pag. Lingua: seoohezza d.a instillazione vescicale di olio gomcnolato . . » )) l\fal,aria: ter.a..p ia specifioa . Operazione <li Lisfranc: cine1natizza.zio)) ne secondo la. tecnica di Minervini Osteoartriti tubercolari esposte: metoc101 )) Solieri P.ancreas: 1nodificazioni dP.11.a struttura dura11te il digiuno . . . . · )) Ple11rit1 purulente acute nell'infanzia: )) tecnica operatoria Pneumotorace provocato durante un.a )) puntur.a esploratrice )) Pneumotorace t era1pautico1: limiti )) llaichitisrr.o · • )) Reumatismo vertebrale S.angne: rico11oscimento della oa rbossiemoglobi na . · )) )) Soffi 1ni.tralici : u.tjp1ca propagazione )) So11no ed insonnia . ·. ))' \ressuti coltiv.at.i in vitro: trapia11ti . Tuberr.olo~ : regi1ne alimentare . . )) )) Tumori . dell'encefalo: roentgenterrupia 1

1473 1473 1453 1461

1472 1477 1475 1476 1475 1467 1465

1473 1474 1469 1474 1476 1473

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ANNO XL'(Il

.lto1ua, 26 Ottob1'e 192;)

fondato dai professo ri :

GUIDO BACC ELLI ,

Fase. 13

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE

PRATICA.

R EDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Osserva zioni cli niche: A. Cavaz2juti: La sieroteriaa>ia e

la va,ccinoterrupia. nella febbre tif<>i·d e. Osservazioni su 48 ca.si .clintci. Note di tecnica . G. Spicca, : Teonica., valore pratioo e scienitifico d.ella micror~a,?;ione di Meinieke. Riviste siinteti~ he : M . Fia.beri : La v1a.oci.nazione ainti/ diifteri-0a. Sunti e rassegne: MED1CtNA: W. L . B.rown: Trattamento dell'.asma. - CHIRURGIA : Delbet e Menidatro : Eptitel!iom a mammario segregante. - IGIENE: Sir R. Phililp: L'rupprovvi.gionamento del latte nei I'laJ>iporti oon la. s a.Iute pubblioo,. ()enni bibliografici. Accademie, Soci et à mediche, Cong ressi : I Congresso Internazionale del1a )faslaria. Roma. .Appunti per il me.dico !)ra tico : CASISTICA E TERAPIA: Vol-

vulo della vescica bi•l ia re. - Dia.gnosi differenziale delle daverse fomne d1 ittero. --- Tr-attaanento degli it-teri nell'infanzia. - TNLttamento medico effioa.ce della ooltca epatica e ·dell'obliterazione del coledooo. - Il

dosa.mento dell 'in&uilina. - Anta,g onismo fra inaiulina erl estratti .i1p ofisard. - Dati m OO'fologi oi su[ p.roblem·a dell'ins ulina. - TECNICA MEDICA : Il metodo di W·eissenbach delle trMifusioni sottocutanee di sangue. - Esperienza ~rulla a uto-trasfu1sione durante o dorpo le operazioni intra<0rani.che. - NOTE DI MEDICI NA SCIENTIFI CA: Ormonli gastro-intestinali. -- IGIENE SOCIALE: Case di a.tdatta,,m~ntc per fanciulli predisposti a.Ile nevroparbie. - POSTA DEGLI ABBONATI. - VARIA : La soi~a metapsi<•hica. Politica sanitaria e giurisprudenza : G. .Selvaggii: Cont;r()IVeraie giu·r ,iidiche. Nella vita professionale : Concorsi. - Nomine, ipromozi·OO!i -ed onoro.ficenze. Nostre co rri spondenze : Eepooizione per l'Igiene d.ndiustriale e 1!)er le rn1i1srure preventive contro gl'i·n fortuni. Es€en. Notizie diverse. Rassegn a della stampa m edica . Indi ce alfabeti co per materie.

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OSSERVAZIONI CLINICHE. OSPEDALE RAMAZZINI Dl CARPJ Direttore : Prof. CARLO TOSATTI.

La sierote1·apia e la vaccinote1'apia nella febbre tifoide. Osser vazioni su 48 casi clinici. Dott. .~LFONSO CAVAZZUTI, aiuto. Questa nota ha lo scopo di raccogliere le osser. vazi0ni fatte sui casi di febbre tifotde ricoverati .nel padiglione d'isolamento dell'ospedale Ramazzinj dal 4 .settembre 1924 al 22 gennaio 1925, p eriodo in cui si manifestò una epidemia di febbre tifoide in un aggrupipamento di case operaie delìa Villa ·di Fossoli. Si dirà del numero dei colpiti, della tera1pia ~eguìta per ciascuno di essi e dei risultati ottenuti, dell;:t percentu ale dei decessi e delle gu arigioni in rapporto alla di vensa cura, tenendo conto della maggior e ·O mi11ore gravità del male. · iLa p rima domanda che si fa al medir.o che .accorre a.I letto dell'ammalato da 1parte d ei p arenti € quella di sapere se il ,p aziente guarirà dalla malattia. ,Non si domanda al n1edico la diagnosi ·d ella m alattia, ma gli s~ chiede che metta 1n op era tutta la sua esperienza ed i! c;uo s~ere per sottrar re alla morte una 1 probabile vititiron . Accert ata la diagnosi di febbre tifoide per

m ezzo della ernocoltura o della sierodiagnosi, il metlico si trova innanzi al qu esito del modo co1r1e rurare il proprio paziente. \ Ti sono alcuni che con.:;j gli ano la dieta idrica e lattea, sorvegliando e sostenendo la validità cardiaca e lasciando che il processo febbrile com1p ia il suo ciclo, attendendo la guar ig ione della malattia dalla attività di dif€lsa dell 'organismo. Altri hanno consigliato Je iniezioni endov~no se di urotropina, la i)roteino-teraipia aspecifica, la cura !Specifica per mezzo del siero antitifico , l'u:io dei vaccini antitifici. Nel comune di Caripi di circa 30,000 abitanti nel 1923 la mortalità per febbre tifoide fu. rti 5,8 % e n el 1924 di 33,2 %. Da questi dati g.e11tilmente fornitici dall'ufficiale sanitarj o, dott. Paltrinieri, 8'ppare chiaro il r.àratt€re epiden1ico della malattia, provenendo la inassima parte degli ammalati dalla località di Fossoli, e la gravità e m alignità dall'alta percentuale di mortalità. Dal 4 settembr.e 1924 al 22 gennaio 1925 furono ricoverati nell'ospedale 48 malati di febbre, di cui 10 morirono . Nel comune di Carpi si è avuta una mortalità p er febbre tifoide di 24,9 %, mentre la mortalità generale è stata ·del 22,8 %. Tutti i ,p azienti appena entrati in ospedale si trattavano con ghiaccio sull'addome e sul caipo e si tenevano a dieta liquida rigorosa, composta I


1486

IL POLICLINICO

'

di latte, limonata e qualche pezzetto di ghiaccio. Quando la temp eratura raggiungeva o oltrepassa·va i 40° C. si somministravano piccole dosi, iPer b·occa o per iniezioni, di chinino. La st1ticl1ezza erte si è presentata in taluni pazienti è stata vinta per n1ezzo ·di clisteri d'infuso di lino. Il sier o antitifico cne si è usato nel trattamento di aJcuni ammalati, è quello 1preparato dall'Isti1t1to sieroterapico milanese. Il Caseal calcico è quello dell'Istituto opoterapico nazionale Baldacci di ·P isa. Il vaccino antitifico è stato preparato espres~a­ m ente dall'iJlu.stre iPTOf. Fran cesco .s anfelice, dell 'istituto d'Igiene della Università di Modena, vaccino da. lui ·<i enomina to « Tifocidina » (1) . Q uesto vacci110 antitifico è stato da n oi adoperato dal 15 ottobre 1924. Dei 48 anunalati di febbre tifoide uno di anni 1 % entrato in ospedale il 16 ottobre 1924 con vorr1ito, diarrea, m eteorismo, tumore di milza non fu trattato con alcun rimedio s1pecifico. Si applicò solamer1te dieta lattea con .p iccole ·d osi di chinino e lattofeni11a. L'an1malato mori dopo 1 me::e dalla entrata in 0.3!pedale. Con si ero antitifico furono trattati 23 ammalati di .f~bbre tifoide. Il siero fu inoculato nella quantità di 10 crr1c. per iniezione. Ordinariame11tc si :p rat.ica1·ono 3 iniezioni a brevi intervalli. Sui 2.'3 a.mrr1al:tti 1si notarono 7 casi di n1orte. Col vaccino antitifico preparato dal prof. Sanfeli cs furono trattati 24 ammalati di febbre tifoi.ie . Di qu esti 24 ammalati 13 furono prima trattati co11 siero antitifico e non aven·do 1p resentato a1 cun !niglioramento, furono curati i.:t seguito con vaccino antitifico ·Sanfelice ed 11 furono cur ati con solo vaccino antitifico. Di questi Z.~ arr1n1alati curati con vaçcino -antitifico ne mo~·iro110 solamente 3. Il varcino antitifico fu inoculato, a secor.;.da dei ca si, nella quantità di 4 a 7 cn1c. r.on inier,rallo di 24-48 ore tra una iniiezione e l'altra. Le iniezioni furono ben tollera.te. Solo eccezionalmente si osservarono doloTi nelle articolazioni e comparsa di esantema. Per dimostrare la P.ffica-cia del vaccino antittfico è t1tile r iportare la storia di un ammalato, 1

1

L... Enrico, di anni 12, da Soliera, entrato in ospedale il 10 novembre 1924 con diagnosi di feb· bre tifoide. Il piccolo ipaziente era in letto da (1) Il vaccino antitifico .sanfelice si preparR utilizzando 1parecchi stipiti di bacilli tifogeni isolati direttan1e11te dal san gue d'indivi·dui affetti da febbre tifoide. Dalle colture in agar tenute in termostato 24-48 ore si raccolgono le patine e si sospPndono in soluzione fenica al 0,5 %. Preparata la emulsione, avendo cura di sospendere ogni patina colturale in 10 eme. di soluzione fenica, si aggiungon o per ogni sospensione di 10 eme. 2 eme. di siero antitiftco.

[ANNO

XXXII, F ASC. 43 J

giorni e presentava uno stato di ottundimento impressionante; non ris,pondeva, non articolava sillaba. Si nota,1a emiplegia destra. Le labbra; erano fuli ginose, la lingua aridissima di colore rosso iritenso.: la rp elle era secca, desg{iamata: si osservava rigidità della nuca .e del ·dorso: si notava consider evole tumore di milza, meteori~mo, diarrea profusa. La temperatura era di 390 c. a inezzogiorno, 39,2 la sera. Il giorno 11 novembre con temperatura di 39 2· si praticò la prima iniezione di 5 eme. di sie~o antiti1ico . .L\ mezzodì la temperatura segnava 38,5, la sera. 38. Il 14 mattina con temperatura di 39,4si praticò la •&econ·da iniezione di 5 eme. di siero antitifico. A m ezzodì la tern{(>eratura era di 38,4, la sera 38,2. Il 26 le temperature furono di 39,2, 38,1, 39,8. Il 27 si praticò la terza iniezione dt 5 eme. di siero antitifico ed a mezzodì si notò la temperatura di 38,2, la sera 39,7. Il giorno dopo al mattino la temperatura era di 38,4, a mezzodì 38, la sera 39. Il 29 al mattinola tem~eratura è di 38,9, a mezzodì 37,2' la sera 39 ,3. Il 30 si nota la prima apiressia alla sera con 36,4, ma il mattino seguente si osserva che la temperatura è 38, a mezzodì 38,8, alla sera 36,8. Il giorno 1 novembre il termometro segna 38,4.. 37, 7, 39,5. Il 2 novembre si nota 38,4, 38,6, 38,5. Il 3 novembre si nota 38,2, 37,7, 39,5. Il 4 novembresi nota 37,7, 38, 38,8. Il 7 novembre al mattino con temperatura di 39,4 s'inizia la terapia antitifica col vaccino Sanfelic-e iniettando 1/3 di eme_ :.\. mezzogiorno il termometro segna 39,1 ed alla sera 39,5. Il mattino '6egu e11te la temperatura è di 37,9, a m ezzodì 38, la sera 38,1. fl mattino del 9, m entre il termometro segna 37,8 si pratica una tSeconda il1iezione di mezzo eme. dello stesso vaccino antitifico. .I\ mezzodì la temperatura è di 37,3 e la sera 37,5. Si sono r iipetute le iniezioni i giorni 11, 13, 15 iniettando 2/3 di eme. ed 1 eme. ed ottenendo l 'abbassam ento della temperatura a 36,6, 36, 7, 36,9 nei giorni 13, 14, 15. In· questo periodo i fen omeni me11ingitici r egrediscono ed il 1p aziente riprend_e la coscienza, la parola ed i movimenti. Il 17 la teintPeratura raggiunge ·di nuovo 38 a mezzogiorno. La mattina del 18 si nota 37,8, a mezzodì 37,6, alla sera 39,3. Il mattino seguente il termometro segna 37,S, a mezzodì 38,5, la sera 39,3. Alle ore 15s'inietta 1 eme. di vaccino antitifico Sanfelice. Il giorr10 seguente si nota 38, 38.8, 39,4. Il giorno 21 si n11ta 38, 39, 40. Il 22 si n ota 38,3, 38, 37,9. Il 23 si nota 38,8, 39, 7, 39,3. Il 24 mattina mentre continua la diarrea profusissin1a con temperatura di 38,9 alle ore 10 gi pratica iniezione di 1 eme. di vaccino antitift ~o. A mezzogiorno la temperatura sale a 39,8 e la sera segna 38,2. Nella notte il paziente presenta enterorragia. Il 25 si n ota 38,3, 38, 7 39,3. Il 26 con te1nperatura di 38,2 si iPratica altra iniezione di 1 cn1c. di vaccino. A mezzodì si nota 38,6, alla sera 38,8. Il giorno dopo si nota 37,8, 38,6, 39 ed il 28 si i1ota 37,4, 37, 38. Alle 17 si .p ratica altra in iezione di 1 em e. di vaccino antitifico ed il giorno seguente si nota 37,6 a mezzodì e 38 la sera, m entre il 30 mattina la temperatura soende a 37. Alle ore 10 si ~ratica altra iniezione di 1 cmo. di vaccino antitifico e nella giornata il termome· tro sale a 38,7. La mattina seguente la tema>era· tura _iè a 38, a mezzodì scende a 37 e la sera.. 15


[.'\~NO

XXXII,

FASC. 43]

SEZIONE PRATICA

1s egn a 37,2. Il 2 i11attina con 37,8 si pratica iniezione ·di 1 eme. di vaccir10 antitifico. A mezzod1 il termometro seg·na 37,5 e la sera 38,2. Il 3 si nota 37,5, 37,4, 37,3. S'inietta altro eme. di vaccino antitifico. Il giorno dopo la temperatura è di 37,1, 37, 37,4. Il mattino del 5 il ter111ometro seg11a 36,7 e la febbre n on ricon1pare più. Il 21 dicembre il paziente lascia l'os.pedale compl etamente guarito. Da lle precedenti osservazioni si IPOSsono trarre le segu enti conclusio11j : 1) La sieroterapia antitifica esegl1ita alla dose di 10 c1nc. per iniezion e h·e Yolte a giorni altPrni o con i11tervallo di 2 gior11i, in 23 casi di febbre tifoide ha fatto osservare 16 guar igioni e 7 decessi, con una 1percentuale quindi di 68 gnariti, 32 1norti; 2) La vaccinoterapia antitifica Sanfelice praticata in 24 cagi di febbre tifoide ha fatto n otare 21 guarigioni e 3 ,decessi con u11a 1percer1t11ale quindi di 87,li. guaritj , 12,5 morti; 3) Se si confronta la cifra di 12,5 morti per centc 3.Vuta con la vaccinoterapia, con la cifra di 32,2 % di morti per febbre tifoide osservata in Carpi nel 1924, risulta r'hiaro il beneficio ottenuto dalla vaccinoterapia; 4) Dallo esame d ei casi trattati con la vaccin oterapia ap1Pare chiaro come non siavi da tem ern alcun danno a carico dei pazienti, se si toglie una. lieve er11zione cuta~ea e qualche dolore arti colar.e in alcuni casi, mantfestazioni che scom.p aiono. in breYP tempo ·senza lasciare alcun a traccia; 5) E con sigliabile l 'u so 1p recoce ·del vaccino, come pure è con siglia.bile continuare le iniezioni anche dopo sco1n1parsa Ja f ebbre per evitare le recidive . .i\d evitare le recidive contribuisce an chl'.) la dieta liquida co11tinuata almeno ·p er 15 giorni doµ o scqmparsa la febbre . Importantissima pubblicazione: ,

Prof. LORENZO MORINI

Libero docen.te nella R. Uniiversità ,d i Moçlena.

La blenorragia e le sue dannose [Onseuuenze per l'individuo, la famiulia e la società ::: <Laivoro v remi <.1to a l ,con.cor so p_er il p:riea;n.io Loca~l1i bandlitlo dall 'Assooiaz.ione pivofess1on1ale dei deranos'llfillog">Daifi i taùiani p :er il 1924). Elegam.itissima broohur~, in-16°, dii pa.g. 35, in nitiidiasimi tli'Pi elzevir, s u ottlllllia c8lrtta. P.rezw : L. 5.50 Jn porto f.ranoo.

Inviare Vaglia postale a l Cav. LUIGI POZZI - Via Sìe,t ina, n. 14 - Roma.

\

1487

NOTE Dl TECNICA. 1

R.

CLINIC~ DERMOSIFILOPATICA

DELLA R. UNIVERSITÀ DI R01vIA

direttore prof. P. L.

B OSELl INI .

,

Tecnica, valore p1"atico e scientifico della mic1·01·eazione di Meinicke .per il dott.

·GI USTO

SPICCA, assistente.

Il d esiderio di averP. un m etodo sierodiagr10-;tico rper Ja sifilide • valendosi cli un quantitativo mini-

mo di sangue, pare sia stato brillantemente soddisfatto dal Dohnal, il quale ha t entato di ridurre a metodo microscopico la M. T. R . La tecnica è d elle più !Semplici. Come strumentar io ' oltre il microscopio occorrono vetrini porta. oggetti ser111p lici, altri a goccia pendente, coprioggetti, un'ansa di platino del diametro di 5 n1n1. e una o m eglio due di 0.02 mm. L'estratto di l\tieinicke che serve p er la M. T. R. si diluisce con soluzione salina al 3 % n elle stesse proporzion i che si adopera per la M. T. R. e cioè : 1 : 11, .p revio bagno-maria a 40: 45° di entrambi cioè della soluzione salina e dell'estratto separatamente per u n quarto d 'ora. Si prende un porta-oggetto comune e con l'ansa di platin o di 0.05 su di esso si p orta un'aHsata dell'estra.tto diluito. Con l'ansa di 0.02 vi si aggiunge un'an sata ·d el sier o ir1 esame, attivo e fresco. Si mescola il tutto ben bene poi si 1Prende una goccia che si d eposita sul mezzo di un vetrino copri-oggetto. A questo .p unto si prende un purta-oggetti a goccia, pendente e, unti con vaselina i marg·in i .della celletta, si adagia sul copri-oggetto contenente 11\ goct;ia. Si capovolge il preparato e se non vi è entra ta dell' aria è di già bello e 1p ron to. Un'ora di attesa e si osserva al microscopio. Ci si serve di un oculare debole (n. 1 o n. 2) e di un forte obbjettivo a secco .p . es.: il n. 6 o n. 7. Lo reaz'ione è negativa: ·Dopo un'ora si osserverà un campo ottico vuoto o quanto meno contenente degli scarsi punticini, lucenti, di granrtezza varia, di irregolar e form a, s parsi qua e là. Dopo due ore il campo ottico rimane ancora vuoto e gli scarsi punticini lucenti son o se1npre allo stesso punto e sem(Pre della stessa grandezza. D01po 24 ore macrosco.p icamente si potrà veder e la ecroccia uniformemente grigia. L11 reazione è positiva: Il campo ottico non è vuoto ed oltre ai suddetti 1punticini si vedranno dei veri flocculi. Andando dal margine della goccia al suo centro si troveranno dei. flocr.uli uniformemente dispost.i ed i più grandi a l centro. 1

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I

lf.. POLICLINICù

Dopo due ore nelle reazioni fort emente positive si vede come i flocculi sieno ·divenuti più grandi e si sieno accostati sempre 1P iù verso il ~entro. I flocculi delle r eazioni debolmente positive e cl1e erano n ella prima ora 1p iccoli ssimi sono di''enuti 1Pii1 grandi. Se si lascia il preparato a temperatura ambiente p er 24 ore tutti i flocculi si portano al centro e forma110 un agg·lomerato visibile ad occhio nudo come u11 punticino biancastro più o meno grande a seconda delrintensità de1la reazione. Come si yed e l'operazione e la lettura sono delle 1più facili; soltanto deYesi lavorare pres.tissi1no e per la lettura occorre un p o' di pratica. Doven.aosi esa1ninare più sieri le anse di platino verra.nno rapidamen te lavate prima in acq11a poi in n.!cool assoluto e infine passate alla fiam1na per procedere ad un secondo preparato e così ad un terzo, quarto, ecc. È bene però di non praticare pilì di quattro-sei reazioni per volta perchè la mani1polazione apparentem ente sem.p lice in _p ratica non è rapi·da come può essere rapido il comune pipettare ed allora la soluzione dell'estratto si altera tutto a svantaggio .d ell'andamento di una buon a ren.zi on e. E !J)erò possibile, volendo, praticare delle m icroreazioni in serie. In tal caso occorre stabi.ljzzare la c:;oluzione salina al 3 % con la soda. Da una soluzione madre di soda all'l % si fa con una soluzione salina al 3 %, una ·diluizione di 1: 60 o di 1: 80 si che il conten11to sodico sia di 1: 6000 o rli 1 : 8000. L'estratto diluito con una solu.zionc salino-sodica 1nantiene , il su o optimum di freschezza e di inalterabil:Ltà per più di 20 m' ed allora lavorando sveltissimo, si può arrivare a preparare sino a 10-12 microreazioni, ma non certo di più. La diluizione dell'estratto non è più ado,p erabile quando pur restan do di colore lattiginoso si in torbida da n on più trasparire alla luce. 1

Ho praticato la Microreazione di Meini cke su cento sieri a sei, otto per volta. Le 1prime volte ho fatto seguire la microreazj one alla M. T. R. Accertatomi della rispondenza esatta ho . praticato in seguito la microreazione sempre prima e mai ho notato ·divergenze di sorta, sì che posso affermare che l'una reazione vale l'altra. Per una tecnica esatta ~ assolutamente neces-· sario: 1) la pulizia perfetta del materiale di vetreria. I vetrini grassosi, che si rivelano dal fatto che il liq11ido depostovi mal si distende, devono essere assolutamente rigettati. P er averli pulitis-

[ANNO

\XXII,

F~sc.

43]

simi e privi di grasso devono essere sott0posti ad una buona i11s~ponatura, lavati abbondantemente. in acqua cor rente, 1passati all'alcool assoluto e infine all'etere. Nel servirsene avere l'avvertenza di non toccare con le mani che i soli rnargini; 2) che le a.11se 5ieno esatta.mente di 0.05 Tnrn. e 0.02 rispettivamente; 3) lavorare sveltissimo e mai a tem1 perat11ra inferiore a 20°, stare attenti ·d i bene unge-re tutta intorno la celletta di Koch del vetrino a goccia pendente sì che il copri-oggetto contenente la goccia da esamin are perfettamente aderisca imp13ùendo l'entrata d'aria, la quale .durante l'ora di attesa per l'osservazione ,p rosciugher ebbe la goccia· 4) ·di non lavorare mai in serie numerose perch1è la diluizione salina od anche salina-sodir.a dell'estratto finirebbe jper alterarsi; 5) al momento di servirsi del microscopio adoperare sem.p re un oculare di numero basso e un obbiettivo a secco di alto potere ottico e non di~ ' rr1er1ticare di abbassare l' Abbe, ·di rid~rre l'iride aù un 1piccolo foro e id i portare lo speccl1ietto quasi orizzontalmente in modo che il campo ottico appaia quasi oscuro. I flocculi bianchi solo così saranno visibili::;simi. Per il prelevamento del sangue ci si serve di tubicini capillari. Dopo di avere punto con u11 comune ag.o sterilizzato il polpastrello di un dito o il 1o:bu1o di un orecchio, 1previo accurata disinfezione con alcool prima e etere 1poi, si accosta un c~illare alla goccia di sangue che fuoriesce e che sale rapi·da1nente entro il capillare. Riempito per due terzi e più il capillare si chiude alla fiamma l'estremità libera del capillare lasciando aperta quella di presa. Il siero si deposita al fondo. Se deve operarsi subito, si p uò sottoporre alla centrifugazione avendo l'avvertenza di bene accertarsi che l'estremità libera del caa>illare sia stata ben chiusa alla fiamma altrimenti si riscl1ia di non trovare pi1ì nulla ·do.p o la centrifugazione. Il siero si raccoglie su di un vetrino portaoggetti ben pulito e di esso si prende poi un'ansata di . 0.02 mm. per il preiparato. !~,[ PORTANZA PRATICA E SCIENTIFICA. L'importanza 1pratica riguarda generalmente le ricerche sierologiche nei soggetti infantili. Tutti sanno quale diffi<:oltà si riscontri per la presa di sangue nei bambini 1piccoli e nei lattanti in ispecie. Impossibile la puntura delle vene della piega del gomito, si sono proposti la puntura della vena giugulare, delle temporali, delle frontali, il taglio nel cal_ cagno, metodi eseguibili certo, ma richiedenti sc1n[pre un'asepsi scrupolosa ed un'assistenza più che pratica. Occorrendo invece per la microreazione


[.:\.N~O

XXXII,

FASC.

43 ]

SEZIONE

un quantitativo minimo di sangue basta pungere con un ago comune sterile il polpastrello di un dito e raccogliere cori un capillare il sangue occorrente. Così anche può accadere che in un laboratorio possa giungere un campione di sangue estratto da una vena che abbia dato una qnantità n1inima di siero, insufficiente p er procedere con esso alle reazioni sierologiche comuni : si p11ò con esso [praticare la microrea.zione senza cl1e si sia costretti di rifiutare il campione a scapito del sanitario che l'ha inviato e più ancora del pazj ente che seffilPre mal volentieri si sottopone ad un c:;econdo salasso. La microrcazione è poi d ella massima irr1portanza scientifica quando si p en si che giornaJ1nen1e può praticarsi la reazione, non rifiutandosi mai il paziente di farsi [pungere un dito; :il che può essere utile .p er saggiare n ell'indi\riduo la ef flcacia terapeutica di un p reparato. BIBLIOGRAFI.I\. DOHNAL. Dermatologische Wochen., 1923, n. 34. MEINICKE. Tagung der D eitt.schen Gesellschaft filr

PRATI CA

U110 dei primi ad ocrupar si de1l'argomento fu Dj ergo\vski (1902) il quale, i11iettan dosi sotto cute piccole quantità di estratti bacillari difterici, e introdu ceJ1do n elle fosse nasali di altri soggetti dei tamponi imbevuti d egli stessi veleni, dimostrò la comparsa n el sangu e di qunntità apprezzabili di antitossina. T ali ricerche furono confermate- da Sl11menan (1911). P etrtLschky (1912) prop ose 1a vaccjnazione per m ezzo di unguenti in c ui erano sos1Pesi bacilli dilterici mort]. Ma fu solo nel 1913 che sen1brò aperta una via più pratica alla vaccinazione antidifterica, per inerito di Behring. I 'introduzione di t ossina difterica attiva è infatti oltre1nodo perico1osa per l'organismo umano. Behring pensò opportunamente, basandosi sui prrccdenti la,rori d] Ba bes (1895), Park (1905) e 'f. S1r1itl) (1906) sugli animali, di lJtilizzare una miscela d i tossina e antitossina. L'operazione reo.., tò tuttavia assai complicata e non scevra di ,p ericoli, no11ostante le numer ose modificazioni a[p-porta te a1 vac-cino originale di Bebring.

K in, derheilkunde in 111,?is bruck im Septeinber,

1924. ID. Tagung der Gesellschaft d er Su dw estd eutschen D er1natologen in vVilrz b'Urg i?n Oktober, 1924. ~IEDER\~;rr:.SER. Wien. Klin. Woch. Ig. 37, n . 39, 1924. RIEIECHEL. Medizini scl1e J{linilc 1924, n. 40.

RIVISTE SINTETICHE. La vaccinazione

antidifte1~ica.

M. FABERI. f~

nota l'im.p ortanza della difterite tra i morbi infettivi più insidiosi che minacciano l'umanità. Per fortuna. non tutti i soggetti che sono esposti al contagio contrag·gono la malattia, e ·g ià Trous· sea•J aveva fatto t a lP. constatazione, non esseni.lo , riuscito a riprodurre su se str.sso e sui suoi assistenti l'i11fezione, portando delle membrane difteriche a diretto contatto delle tonsille . In seguito, dopo la sco1Perta del bacillo d.lft 0 rico e delle sue tossine e a11titossj ne, si provò elle circa 1'80 ~~ dei neonati hanno nel siero ili sa11gue sostanze antitossiche contro la difterite, e che tali a11ticorpi scom1Paiono in maniera notevole n ei primi anni di vita, ·p el ria11mentare di nuovo nell' età rnatura (vVassermann, Fi sc11 l, 'Vnnschh'1im). Facilitare ques to lavoro di difesa natura le e trovar la n1aniera di rendere stabile lo stato di immunità contro questa, come del resto co11tro le altre inn.Iattie infettive, è stato soggetto di ricerc!1e rr1lnt1ziose e di studi accurati. La storja della vaccinazione antidifterie;a è invero relativamente recente. j

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1489

Lii scoperta di Schicl< (1913) venne a buon punto

a

~li minare

molte difficoltà, m ettendo a portata del medico un metodo se1n.p licissimo . e f.edele per riconoscere lo stato di immunizzazione e -rf' · cettività veTso la difterite. Come si sa, la reazione di Schick consiste nell'iniettare nel derma una qu antjtà di tossina d ~ fte­ rica pari a. 1/50 della d ose rninima letale oer una caY1a di 250 grammi, dilu en do la tossina j11 soluzione fisiologica, in modo da avere una qua.n tità di liquido da iniettare ·d i 0,10-0,20 eme. Nei casi positivi, dopo M-48 ore, appa re nel 1PUr1to di iniezione tu1 arrossamento cutaneo cli 1/2-1 centirnetro d i diametro. Al 4° giorno la reazione è all'acme, la cute è infiltrata, ·di colore rosso-c~o . talora con t1na piccola v esc·icola. Poi l 'inflltrazio11e scompare a poco a poco, lasciando una rr1accl1ia pigu1entata ch e desquama. leggermente. \'i possono essere delle pseudoreazioni con inizio precoce do1po 6-18 ore, con arrossam ento diffuso cl1e scompare al 3°-4° giorno. Talora alla pseudoreazion e segue la r eazio11e vera. 1

In sostan za, una r.eazione posjtiva denota che il soggetto ho nel siero di sangue una qu3.nt: tà di antitossina difterica inferiore a 1/30 di u11ità antitossica per em e. All orqt1an·do in un soggetto ch e ha 1p rese11tato t1na r eazion e positiva :.si eseg·ue una vaccinazio11e antidifteri ca ap·propria~ él. , ìa reazione diviene negativa. .p arl{ e Zlngher di NuoYa Yorl<, applicando il m etrdo siste1naticamente come controllo, e 1lo·po ,·ari.i tenta ti vi, l1ar1110 otten uto u11a miscela tossico-antitossica leggermente j1poneutralizzata, che ~ vaccinati Bopportano assai bene.


.1490

IL POL TCL TNICO

(ANNO XXXII, F ASC. 43 J ;

Essi adoperano t1na tossina difterica maturata dopo permanenza cli 12-18 mesi in ghiacciaia, e tale che 0,2-0,4 eme. del veleno, uniti a una di1uizione ·di siero antidifterico co11tenente 1 unità antitossica, uçcidono in 4 giorni una cavia d i 250 gram1ni. Si è conv€nuto dirr che tale tossina contje~1'? uria dose L + in eme. 0,2-0,4. L'antitossina è poi r~ppresentata da u11 siero antidifterico conce . .1· trato, conte11ente da 12 a 1500 unità antitossicl1e p er eme. (Una un ità a11titossica di siero è capace di neutralizzare 100 unità tossiche di veleno). I .e proporzioni della mescolanza devono essere tali ·"'he una ·dose L + di tossina corrisponda a circa 1 unità antitossica. In un eme. d ella mescolanza 1preparatc:i si contengono circa 3 dosi L + e 3,5 unità antito<:sicl1e. •L'immunizzazione è completa dopo 2-6 n1 esi, clopo 3 iriiezioni sottocutanee di 1 eme. d~lla m escolanza suddetta. N.egli Stati Uniti di America, sotto l'impulso di Park e Zingl1er, e con la partecj1pazione attiva dei poteri pubblici, la vaccinazione antidifterica è .p rati cata su larg·a scala, sp ecialme11te tra i bambini. In Inghilterra e nel IB.elgio si usa lo stesso ·vaccino americano. ~elle nazioni di lingua tedesca si ha tendenza ad impiegare piuttosto vaccini com1posti di miscele ip.er11eutralizzate. In Olanda invece si adoperano delle miscele leggeTmente tossiche. La scienza francese ha permesso di r ealizzare lln progresso assai notevole, con la scoperta fatta da Ramon n el 1924. Questo autor.e, lavorando con 1niscele tossico-antitossiche, notò la comparsa di una fl occulazione n el siero antitossico al quale veni va aggiu11ta della tossina. Conservando tale miscela alla stufa, d opo aver aggiunto del for1nolo ·,p er impedir e possibili inquinamenti, provò ad inocularla nella cavia d OIPO un mes.e, e 1'inoculazione non riuscì letale. Anzi, dopo tale inoculazione, la cavia. s j mostrò resistente a delle dosi parecchie volte mortali di tossina pura, non rnodificata. Si trattava ·dunque della scoperta di una tossina difterica rnodificata, che venne chia111a ta « anatossina ». La preparazione dell'anatossina è in prntica 5en~plice . Si addiziona alla tossina difterica jl 3-4: 1000 di formolo , e si lasci a alla stufa a 40"-'~1 ° per un mese. Una cavia che riceve sotto cute un em e. di anatossi11a resiste, 11n mese .p iù tardi, a 100 unità tossiche. Inoculata di nuovo con un altro eme. di anatossina, resist e, qualche giorno più tardi, a parecchie mi gliaia di unità tossicl1e. Resnltato questo tanto 'P iù notevole, 1per quanto è prati~a-

me11te impossibile immunizzare una cavia ron la tossina difterica pura. f'raticam ente, il primo resultato titile si ebbe nella vacci11azione dei cavalli produttori di siero antidifterico. Da qui si passò poi all'~pplicazione neJl'uomo (Ramon, Darré, Roubinovjtch, J..oiseau . e J,afaille, Lereboullet e Joannon) . :Nei ban1bini si fa una iniezione sottocutanea di mezzo eme. e, d o.p o 3 settimane, se n.e pratica ' u1l'aJtra di l ,5-2 eme. J_n reazione è spesso assai vivace, specie dOIPO la sr.concla iniezio11e, e la febbre può sorpassar.e i 39° ; ma non vi è n lcun pericolo, e tutto scompare rapidamente. L'immunità che si ottiene è quasi irnmediata e, in parecchi casi, una settimana do1p o l'iniezione già ·il 40 % dei soggetti Yaccinati presenta una reazione di Schick n egativa. Sei settimane dopo, il 100 % dei soggetti non r.eagisce })iù. L'i mportanza ctel metodo è quindi evidente, r sebbene ancora non si 1p·ossa con precisionP dire quanto l 'immunità così prodotta cluri, è ovvio che, r onsidera11do la resistenza d·el bacjllo <iiftr!rico n egli individui e n egli arnbienti infetti, la vaccinazione offre 1a p()SSibilità di arrestare 5er17a rr1eno il dilagare del le epidetnie cli cliftèrite. I~a posizione del siero a ntidiff.erico, usato come profilattico, non è pertanto scossa, 1p erch è si comprende che, a llorquando urge i1nmunizzare rapi· damente un soggetto esposto al contagio, bisognerà ancora ricorrere ad esso, praticando nello stesso tem.p o anche la vaccinazione, che nort ha eff etto così effimero come il siero. In Fran cja è stato introdotto anche un Rltro 1netodo di vaccinazione a·n tidift,ericn, per m erito di .T. Renau t e P. I.évy, basato sull'i!Iljpiego di una rniscela tossica-antitossica iperneutraljzzata; ma il periodo che intercorr e tra l'iniezione e la corrLparsa dell'immunjtà è co11 tale metodo norevolmente più lungo di quello di Ramon , giungendo a circa sei m€si. Resultati notevoli sembra invece che si c:iuno ottenuti con tale miscela usata a :sco1po ter:apeutico, sia nei casi di difterite acuta, che nei casl di paralisi post-difteriche. Tra le statistiche cl1e comjnciano ad essere pubblicate sui. resultati della vaccinazione, in occasione di epidemie insorte in comunità d'individui. è interessante quella di Chr. ZoeUer, medico cnilitare, che si trovò a. combatterne una seria nell'estate 1924 nella guarnigione di Magon za. ~I e11tre tra i. non vaccinati si ebbe una morbilità dal ~ al 4,3 ?k>, tra i vaccinati si ebbe t1n ca~o di malattia, del resto assai lie,·e, tra 41 soggetti che avevano ricevuto 11na sola iniezione (2,04 %) e nes$11n caso in 102 che a'i:evano ricevuto dt1e injezioni.

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Il\NNO XXXI.I , FASC. 431

SEZIONE PRATICA

1491

In Italia non si è ancora fatto molto sull 'argo- che importanza l'ingrossamento delle gla11dule mento. Non b1sogna pertanto dimenticare il co11- peribron chiali, le irritazio11Ji. della pleura; Baccatributo portato da vari autori nostri, tra cui B~ndJ rini trovò che la toracentesi può provocare ac1 e Gagnoni, che studiarono una speciale linfa vac- cessi di Hsma. Tali irritazioni 1perifericl1e tposso_ cinica e .dei siero-vaccini antidifterici; e Stvorf . no ;p·r ovocare anche crisi epilettiche: l' asma LSi e Costantini che immunizzarono per os gli ani- può co11si derare un 'ep·i lessia localizzata. mali con una miscela tossico-antito&s]ca forteVi sono alct1ne proteine estranee •p er le quali mente iponeutralizzata, prodotta direttamente dal- l'organismo non 11a aoquistato ancora l'irr1mul'organis1no animale. n ità., e cher sogliono provocare anafilassi. RiL'i1nportante ar.gor.nento fu poi ampiamenfe dicl1et ha definito l 'anafilassi la tendenza della scu~so sulla base di studi ed esiperienze (Tron, razza ad opporsi all'adulterazione .del propr io P inckerle, ecc.), nel X congresso pediatrico di protoplasma. Nei gra:di estre1ni lo sl1ocl{ anafi~ Milano. lattico è mortale pe1-chè l'assimilazione delle so, Speriamo che non sia lontano il giorno in cui stanze estranee ~rodurrebbe un'alterazione tropanche la pratica v:accinica antidifterica entri nf'l- po ,p rofon:da dei tessuti. Nelle forme meno gravi l'uso corrente di tutti i m edici, per la difesa e l'anafilassi si estrinseca ~on violenti tentativi di 1a salute dell'umanità. eliminazione dell'ir1vasore. ·L 'asmatico presenta una sensibilità ver,so queste .sostanze per cui altri si din10.strano indifferenti. Queste sostanze • pos5ono essere costituite .da emanazioni di gatti, cavalli, rose ed altri fiori, 1penne, funghi, che non sono per sè stesse tossiche. La speMEDICINA. ciale sensibilità dell'organismo verso queste so, T1·attamento dell'asma. stanze si s aggia con la r eazione cutanea provocata dall'inoculazion e ~intradermic a 1delle so(\\y. I ... BROWN. Britic; /i Jledical Journal, 29 agostan ze stesse. Gli asmatici ~resentano spircata sto 1925). sensibilità 1per 1parecchie cli queste sostanze. An, L'asma è dovuta ad una condizione d i insta· cona in un'epidemia ·d'asma verificatasi in un bil it:\ ed irritabilità della 1por ~ion e broncomotor1a villaggjo pr esso Firenze trovò che ,quell'anno il ~ vasornotoria del nucleo del vago, che tende a g·ra110 era infestato da un parassita: tutti coloro reagire ::.tbnormemente agli stimoli 1psichici o tpe- che rr1anegg·iavano quel grano presentavano ecriferici, o a proteine estranee penetrate nel circolo zema, orticaria o asma. Leeuwen in una piccola sangllligno. ~uesta reazione può essere espressa isola ·della Zelanda studiò un'endemia ·di a5ma, g raf1 camente cosi : da cui era col·p ito cir ca 1'1 % della popolazione. Tro,,ò nel grano acari e funghi che sensibiliz_ Stimoli psi chici iP zavano un numero notevole di abitanti producendo a sma. Coloro che em·i gravano .g uarivano Stimoli pe1·iferici e-+ Nucleo del +-e Proterne estranee ma riavevano nuovamente accessi poco dOfPO torva.go nati in patria. Le cr isi ·di asma si potevano evitare con la semplice precau zione di otturare le fosse nasali con batuffoli di ovatta. S pasmo broncom otor e Edema vasomotore Alcune delle sostanze asmogene sbno nettaP er .quel che riguarida gli stimoli psicl1ici va m ente tossiche : possono essere tossine 1derivanti da infezioni .delle vie aeree superiori, tossine luerilevato che l'asma spesso si riscontra ·i n intere tiche. ecc. famiglie n europatiche e che gli asmatici son o individui abnormem ente suggestionabili. In questi 'Le idiopatie tossiche .sem bra siano 1sotto i1 controllo del sisterna p arasimpatico, che soprainsoggetti stimoli esterni del tutto in·differenti per ind ividui normali tpossono determinare accessi tenderebbe alla funzione di assimilazione delle , di asma. Questi possono essere espressione anche sostanze favorevoli e ·di elimin azione delle so di conflitti psicl1ici e costitutscono allora veri stanze •sfavorevoli all 'organismo. Eccita i processi si11tom1 isterici, come le paraljsi, le anestesie, secretori e muscolari ·della· digestione, (provoca lo svuotamento della vesci ca e del retto . e ipuò le c0nvulsioni. t ben n ota l'azione asmogena degli. sforzi ocu- far rig·ettare gli alimenti dallo stomaco a mezzo del vomito. La 1prod11zione del catarro bronchiale lari , d·ella febbre ·da fieno e altre affezioni nasali ·dell e sinusiti, dei disturbi gastro-intestinali, e ctelJa tosse costituisce un altro mezzo di P.li' delle a.ffezioni uterine. Al riguardo hanno an- minazione di sostanze n ocive, ed è interessante 1

SUNTI E RASSEGNE.

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1~92

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Il POLICLINICO

il fatto che i far1r1aci c.;ll e sono espettora11ti in piccole ,dosi, sono emet.ici a grandi dosi. L'asmatico è u11 vagotonico ed ·è suscettibile di altre 1nanifestazioni dj vagotonia. Questa può essere rel:it.iva n el senso che la condizione può essere dovuta sin. ad ipereccitabilità del vago come ad ipoeccitabilità del simp,a tico suo antago11ista . U110 dei modi con il quale il simpatico esplica la sua funzione protettrice consiste nell'attivazione ·delle glandole endocrine che au·1nentano il tasso di gJucosio nel sangue, ed in effetti nell'asma v:'è ipoglicemia. L'anafilassi è . associata alla vagotonia e la condizione opposta ossia l'immunità è associata alla simpaticotonia. No11 di r ado l'ipodrenalismo segue o accompagna l'anafilassi, mentre d'altra ~arte l'adrenalina ha un'influenza benefica nello shocl<. anafilattico e nell'orticaria. Hurst ritiene che le idio:p atie tossiche, l'asma compresa, producano i loro effetti depri1nendo l 'attività surrenale. ,t\nalogamente si possono spiegare le crisi d'asma co11secutive alle fatjcl1e e alle emozioni. L'iperatti_ vità delle fibre broncocost1ittTici del vago è bilanciata, dall'azion.e bro11codilatatrice .a el 1simpatico eccitato dall'adrenalina. Cosi si spiegherebbe ·p erchè un'iniezione d'adrenalina o uno spa·vento suole arrestare un accesso d'asma. Una analoga azione sull'asma a·vrebbero le altre glandule endocrine cooperatrici del si1npatico, la tiroide, il lobo posteriore dell'ipofisi, le ovaia. In generale si può dire cl1e l!asma può verificarsi n ei soggetti predi sposti ·q uando la bilancia endocrina pende in direzione ,del vago, e che . ristabilendo l'equilibrio rinforzan·do il simpatico si può prevenire o arrestare gli accessi. La :p elle senza dubbio ha funzione escretrice: l' erite1na non è raro nell'uremia: gli esantemi infettiYi, che hanno analog·ie con l'esantema anafilattico, hanno il significato di tentativo di eliminazione di tossine da 1p·art.e ·della cute. ~ interessante il fatto che sp.esso gli accessi di asma si alter11ano con eruzioni eczematose. . 1

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Il laringismo ~tridulo è considerato come · un equivalente di asma ~nfantile. Tanto nelle affezioni cutanee che nell'asma v'è eosinofilia. Le considerazioni etio-patogeneti·che su accennate costituiscono lln indirizzo sufficientemente preciso 1per un adeguato trattamento. In rapporto ai vari fattori .g eneratori dell'asma si tenterà la suggestione, l'eliminazione di ogni processo irritativo periferico specie di quelli localizzati nelle vie aeree supe1'iori, la ·d esensibilizzazione, il ripristino del bilancio vago-simpatico a favore di quest'ultimo, l'igiene generale. La desensibilizzazione specifica oiffre molte di1fi co ltà per la i,d entificazione della proteina spe-

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XXXII,

FASC.

431

cifica. Possono praticarsi le iniezioni di tubercolina a dosi iniziali deboli e poi gradatamente sempre più forti. JLeeuwen 11a · adoperato tubercolina co11 latte e -zolfo in 300 casi ed ha ottenuto il 50 % ·d i' guarigioni e il 30 % di miglioramenti. Occorre ben tProporzionare la dose sensibilizzatrice adatta 1Per ogni caso. Alu1d ha adoperato largamente l e iniezioni d] peptone ed assicura • con successo. I tamponi di ovatta applicati nelle fosse nac:;ali serr1brano che dirninutscano gli accessi : d'altra parte l'estratto ottenuto da tali tamponi può essere adoperato come sostanza .desensjbilizzatrice. Il cambiamento di clima spesso è giovevole; tPiù vantaggioso è jl soggiorno in montagna. Molto utili sono le ct1re arsenicali. La belladonna ·è il farmaco più efficace a)er calmare la cri.si ; agisce paralizzan·do le terminazioni del parasin1patico. L'adrenalina e la cocaina i11vece agiscono eccitando il simpatico, e ristabilendo cosi l'equilibrio vago-sjmpatico. La sommini stra_ zione di a·dr enalina insieme a pituitrina, riesce pi.ù efficace. Secondo Hurst gli stati asmatici non cessano se non con iniezion-i ripetute di adrenabna. Le inalazioni cl'ossigeno talvolta arrestano la crisi. .t\nche le cure prolungate d'iodio sono vantaggiose, forse 1P·erchiè l'iodio eccita l'attjvità della iiroi·de e per tal via stimola il simpatico. Gli asmatici cle,·ono condurre una vita regolata. Nt1trirsi bene, m a non con alimenti che ingombrano e dilatano lo stomaèo. Evitare le· droghe eccitanti e l'alcool. Vivere quanto più è possi.bile all'aria aperta ma senza esipor.si al vento. Dormire in camere ampie. Evitare la fatica intellettuale e gli sforzi fisici, praticare una metodica ginr1astica, s1Pecie respiratoria. DR.

CHIRURGIA.

Epitelioma mammario segregante. ( DELBET

e

l\1ENDARO. La Presse médicale,

n. 34, 1925.

p. 553).

Delbet con I.a collaborazione di Mendare ha fatto una revisione ·dei suoi 200 operati di cancro della mammella dal 1908 in poi, confrontando un accuratissimo studio istologico con dati clinici per desumerr1e fattori di gravità e fattori di benignità In alcuni cancri cubo-cilindrici ha notato J'esistenza di secrezione, .e rapportando i dati clinici con ìe note di secrezione ,delle cellule cancerigne. l1a riconosciuto che con questa coincida l'evoluzio11e benigna. Ha perciò distinto gli epi.teliomi segreganti nei qua1i la presenza di sostanze di natura albuminoi•

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SEZ10NE PRATICA

1~93

dea, colorate con le usuali tecniche, e che si ri-

c1nofì l l secor1do Delbet. Di tutti i 21 ca si di epi-

vela110 so tto 1'aspetto di un colorito giallastro più intenso del citoplas1na; op;pure secrezi oni mucose, colorate esclu sivamente col mucicarminio . \ .i so110 dippj\t delle secrezioni m jste le qun.lj p re11d1n10 tanto la colorazio11e d elle sostanze albn1ninoidee che Jn11cose, o piuttosto una tinta intermediaria, e qu este si 1p ossono dire a.lbumino-mucose o m1tcoso-albuminc secon do che predomini l' uno o l 'altr o.

1eljo1ni segreganti, 3 erano emofili, co11 una so_p ravvive11za di 4 anni e p iù dall'operazion e. L a qualità ·delle cellule èancerig11e ha prolungato la sopravvivenza, ma non l1a so1p1pr€sso il fattore grn.v ità derivante dall'emofilia. Gli epit.eliomi segreg·anti sono poco tonici, hanno lenta evolµzione, poca tende11za alle me>tastasi gangliari e generali. I Jneno atti alle metastasi sqno i mucoidi e per . frequenza vengo110 inversamente gli albumino1nucoidi e gli alb11111inotdei. In merito riferisce Delbet cl1e i mucoidi intracellulari (9) n essuno di-ede m eta.stasi. Ri guc:trdo all'evolu zion e locale ta li tipi di tumori hanno, si può ·dire, malignità locale. Tali no~ioni sono guida p er la prog·nosi, fa vorevoìe in tale sp ecie di tumori, e iper l'estensione d-elle indica zioni operatorie, delle quali 1p uò essere guida u11a bio1psia p reoper a toria.

Con lo stl1dio di 50 casi di cancro d ell a ir1arn1nella, 21 hanno rivelato l'esistenza di secrezioni: • in 1 caso completamente albuminoidea, )n 4 casi a lbun1ino-mucosa, in 6 puramente mucosa. L a secrezion e mucosa i.n alcuni casi r esta intracellula re, prPsentandosi come diffusa sulla cellula -0 sotto l'aspetto di gocciole intra-cellulari o ili bolle o di pia st re, o alla periferia, dando l'a~p etto di cap1p ello . • In altre condizioni pur essendo intra-cel111ln.re la 1nucina è situata ai due poli d elle cellule, c;ome prodotto di escrezione. In altri casi la sostan za 1nucoi·de è espulsa nelle cavità che ricordano gli a cini glandolari: secrezione esocrina, e si trova n ella rosetta, n ei tubuli , nelle fessure. Si ha una secrezion e endocrina quando IPOi la . polarità inversa .delle cellule e la sost a n za mu coide pas5H n el tessuto connettivo, costituendo l'epitelioma colloide, rari nelle m ammelle (4 casi). Lu secr ezione m ucoide abbondantR in alcu11e zone diminuisce lrtddove il tessuto va ·divene>ndo sen1pre più r,anceroso. In tre casi era abbonrlant.e n elle zone di 1passaggio, spariva nell.e zone dj infiJ trazione. Ri guar·d o alle prognosi gli AA. !I) osso no ct es·u · me r~ che nei 50 casi ebbero una m ortalità de l 31.2 ~6, globalme11te consid erati. Dei 29 non segreganti , rli 20 Assen dosj seguito l'esito dopo 4 anni, 10 !noriTono (50 %). Dei 21 epiteliomi segr eganti 4 operati rec.entemente sono stati perduti di v i·sta; 3 sono stati operati dopo meno di 2 a11ni e stanno bene; 13 sono stati seguìti 1per l)iù di 3 aTJ.ni, e nel corso d el 40 anno di essi 1 aveva una recidiva, e 12 erano j11 p erfetta sall1te. Da ciò si dest1n1erebbe che gli epiteliomi inammar·li S€gregRnti 11ann o una .p articolare beni.g11ità. l)i poi di 10 ammalati di quest'ultima categ oria seguìti in 5 anni, 2 sono morti, 8 stanno bene. Di quelli seguìti do1po 6 anni, 5 erano sani, e di q11esti 1 era op erato da 11 anni, ed 1 aveva m etasta.si vertebraJ e dopo 13 anni. Dei 2 recidiva-ti 1 (·1opo 13 anni) aveva un epitelioma parzialmente segregante; 11ei 2 casi di erpitelioma. segreganti venuti a morte gli .epiteliomi avevano invaso di rettam ente i vasi sanguign i : epiteliomi • 1

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1

JlTRA.

IGIENE. ~' approvvigionamento

del latte nei i·apporti con la salute pubblica. .

(SIR

·R. PHILIP. Edinburgh M edicai Journ., mag-

gic> 1925) .

.. costi tu]-

U11' ab bondante provvista di latte puro sce una n ecessità per il benessere della naz1011e ed i medjci conoscono gli s·vantaggi ed i ipericoli che vengono rispettivamente dalla scarsità e dalla poca purezza d el latte. Entrambi gl i aspet_ ti èel problema, dell'abbondanza come della 1pur ezzn, sono importanti. e le ,deficienze .r.he si sono venute verificando in essi 11anno gradatamente condotto ad una v era questione del latte; cl1e ba occupato la seduta .del la Società n1edico-chixurgica ·di Edinburgo in cui ·ven11e fatta la comun icazione de11' A. La stessa Società se ne era oc_ cupata fin dal 1914, SJpecialmente dal punto di vista della possibile trcvsm issione d ella tubercolosi insjstendo 1presso i soci perchè raccomandassero alle famiglie la bollitura d el latte e presso le pubblich e Amministr azioni percl1è si emar1assero provvedimenti in proposito. Il P a r lamento ernise, di fatto nel 1914 delle dis1posizioni che dovrrbbero venire a1pplicate e che com'Pr cndo110 : l'istituzione di veterinari ispettori, la registrazione di tutte le latterie, l'ispezion e llfficiale di tutte le cascine e .di tutti i bovini da parte del_ l' ispettore veterinario da esten·deriSi . a tutti i di, stretti da cui proviene il latte, la denuncia delle mur.cl1e i11fette e le pe:palità rper cl1i. ne venrta il latte, la denuncia da !l)arte del lattaio di ogni caso di malattia infettiva n ella casa sua o dei 1

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1494

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IL

POLICL J~ICO

[A.NNQ XXXII, FA<sC. 43]

suoi dipendenti e l'esclusione di individui affetti od in contatto con malati infettivi. Un Atto del Governo autorizza poi la Scozia ad app1j care la gradazione e la 1pastorizzazionP del latte. P e.r quanto riguar.da la prima sono stabiliti tre gradi e cioè ·

in quanto cl1e il primo è più r icco di proteine (2.5·4 % invece di 0.7-1.5 %) , più povero cli lattosio (3.5_5 %, invece di 6-7.5 %) rnentre entrambi 11anno la stèssa quantità -d i grasso (3-4 %) . Evidentemente la composizione ·del latte di mucca è soggetta a considerevo1i variazioni.

1) Latte con certificato. Deve provenire da mucche che hanno subìto la prova a lla tubercoli11a, la quale va estesa a t11tta la mandria e va ripetuta ogni. sei mesi; tutta la m a ndria va 1poi visitata dal veterinario tre volte l'anno ed· og11i animale nuovo che vi si introduce va pure visitato e 1p rovato. Il latte deve venir messo in bottiglia dallo stesso produttore e così ven duto. Deve . avere un contenuto massimo di 30,000 ger_ 1ni per em e. con 10 organ.ism.i colifor1ni (1 al rnassimo i:>er eme. 0.1) . Deve contenere al. n1en o il 3.5 % di grasso di latte. va esclu?o ogni trattamento con il calore.

P er quanto riguarda il èontenuto batterico,

2) Latte di grado A (con prova alla tubercolina). Deve sottostare ~lle stesse condizioni p er la tubercolin a e per il riscaldamento come quello con certificato ; soltanto è permesso un num ero • mag·giore -d i germi, non [>iù di 200,000 per c1nc., con 100 organismi coliformi (1 in crnc. 0.01) . 3) Latte di grado A. Deve sottostare alle stesse condizioni del 1precedente; solta nto che non si richiede la prova alla tubercolina e la visita alle mucch e p uò essere fatta ogni sei anzichè ogni tre m esi. 4 ) Latte pastorizzato. Deve esser te11uto per almeno rnczz'ora a 630-65° e subito raffreddato a 130. Il trattan1ento va fatto una volta sola. Contenuto massi1no di germi: 100,000 per· eme. con 10 orgar1ismi coliformi. I recipienti devono portare chJara l 'indicazione che si tratta di latte pastorizzato. .L\.ttualrne11te, nella Scozia, le lice11ze con cesse per la 1produzione di questi ti1pi di latte sono ùi 9 per il primo, 19 ,per fl secondo , 5 per il terzo; la pastorizzazione si applica 1per un terzo del latte che si ,rende ad Edinburgo . Lo sco[>o che si propone questa gradazione è quello di ottenere un latte puro, con J'applica_ zione dei metodi asettici che sono importanti. per il produttore com e per il con-s u1nato re. Le deficienze in questo senso portano per il primo dello sci UJPìo e delle perdiite economicl1e, per il 5econdo una riduzione nella .qualità, come nel valore fisiologico e la possibilità ·di infezione. E inutile i nsist ere su .questi ,p unti e sulla con venienza di a'rere a ·disposiZiione del latte fresco e non già sottoposto a qualsiasi procedimento di conservazione. Lq_ composizione d el latte di mucca presenta qua1 cl1e differenza da quella d el latte di donna,

l '.t\. osserva che il latte di una mucca p erfettamente sana, che vive in un ambiente adatto e munito con le precauzioni ·d i asepsi deve essere privo ·di gerrni. D'altra parte però il latte è un mezzo molto .conveniente per la moltiplicazione dei microrga nismi. Esso può essere contan1i11ato 1p rima di u scire dalla .st~ssa mammella p er infezione d ella mucca, S'Pecialmente .p er tubercolosi ed è in seguito continuamente soggetto ad ogni sorta di r;ontaminazione dovuta ·a mancanza ·di 1pulizia . Secondo i dati esposti dall' A., si calcola che il 50 % del bestiame che forni sce il latte nella Scozia sia tubercolotico e che il 2 % almeno si trovi in 1Stato avanzato con compartecipazione della mammella da cui arriveranno quindi nel latte dei bacilli tubercolari. È quindi necessario prov_ vedere ad eliminare tale sorgente d'infezione sia escludendo dalla mandria il b ovino riconosciuto tubercolotico, ,sia allontanando subito dalla ma dre tube11colotica il vitello appena nato in modo da a vere così due mandrie l'una formata da bestiame che r eagisce alla tubercolina, l'altra da bestiame immune . .Spetta [>Oi al produttore di far sì da ·diminuire la ~rima a vantaggio della seconda. Le. -occasioni di conta1ninazione del latte dalla mammella ·della n1ucca alle labbra del consumatore son o, si può dire, infinite. Un alimento, quale è il latte, di cui il valore consiste nella purezza è invece esposto ad essere ad ogn-i 1nom e11to contaminato. La :Salute della rnucca, a parte un'infezione diretta, può soffrire per il fatto che sta trop1po rinchiusa e 1p er l'insufficie11te cubatura, nonch.è' per la siporcizia della stalla. La pulizia, n el senso asettico, non è certamente nella mente del contadino e tanto m eno dPl lat_ taio che, per la maggior ,p arte sono ignoranti e trascurati. Alla mancanza generale di pulizia, si d evono aggiungere (ma ~otto voce aggiu11ge 1' A. ) I certe abitudini sudicie che si sono ve11ute f ormando, fra cui quella riip·u gnante di inumidire le ·dita con la saliva peT rendere !Più efficace la • 1r1ungitura. No11 si 1pè11sa n emmeno alla '.l)ulizia della inucca o dell 'ambiente e quella del recipiente jn cui si raccoglie ·i l latte è del tutto insufficie11te; tale recipiente è di forma inadatta e perrnette facilmente l 'entrata ai germi. Da esso il latte viene tra,·asato in altri, ugualmente di dubbia p n1iz1u (talvolta addirittura dei barili) senza che si /


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XX.SII, FA~C. 43)

pc11si i1e1nn1eno al raffredda111ento. I cer1tri di prod~1z ione come di distribuzione del latte s ono poi Sjpesso insalubri . .l\nche l 'imbottig1iarnento cl1e sernbrerebbe dare u11a ceri a garanzia non è spesso cl1e una lustra e viene fatto no11 r aramente L~urante la stessa distribuzione in città da un uomo sudicio che trasporta del .latte dubbio da u11 reci1p iente dubbio ad una bottiglia dubbia e chiude quest'ulti1na con un cappuccio cl1e h!l te_ i1uto fino ad ~llora nelle sue tasche o cl1e tiene magari fra i denti nel frattempo che riempie la bottiglia. Il risuitato fi11ale è un vero « Repolcro imbiancato ». ..\ questo elenco doloroso si aggiungano i metodi erronei di conservazione del latte da parte del consumatore: ancora dei reci1p ienti dubbi e l'esposizione ad ogni sorta di contaminazione. 1

Ttltto questo deve scomparire.

1~95

SEZIONE PP..\l ICA

Si ·d eve inco1ninciare dall'is1pezione veterinaria di tutte le mandrie da cond ursi con direttive eman anti dal centro ir1 modo <la impedire cJ1 e un animale tubercolotjco Yenga trasferito dal· il'una all'altra mandria; è jinoltre desiderabile che s) applichi ;p iù diffusamente la prova alla tubercolina. La 'rita della mucca d eve sottostare alle direttive della fisiologia, tenendo in considerazione ancl1e tutto l'ambiente in cui eS$a vive, el)_ 1ninando le stalle ·dal centro delle città ed ababbandonando certi vecchi pregiudizi quale quello che la mucca dia un rendjmento maggiore tene11dola in una stalla calda. Chi lavora nella cascina ·deve essere istruito sulla necessità e s11l significato della 1p ulizja, mirando allo scojpo idi ottenere dei veri metodi di asepsi con la scrupolosa ipulizia del personale e la sterilizzazione di t utti gli oggetti usati. Si deve insistere sulla necessità del raffreclda!nento del latte e limitare allo stretto neCe$sa.rio il tempo fra la ml,lngitura e la distribt1zione al consumatore. Bisogna poi assicurare una pro''vista più abbondante di questo alimento tanto utile e necessario; l' A. fa ril0,·are, a questo proposito, che il con sumo giornaliero cli latte a te_ sta nella Gran Bretagna è meno della metà di quello che si fa agli Stati Uniti. Pr,r assicurare tutti questi « desi·derata. » è ne_ cessario convincere l a po1Polazione della necessità di avere un latte in quantità sufficiente e · di ottima qualità, facendo vedere i pericoli che si corrono con un latte poco pulito. Si potrebbe anche adottare un sistema come q11ello vigente agli Stati Uniti, dove il . ven-ditorc espone pubblicamente il contenuto del latte in grasso ed germi. Bisogna anche educare e convincere il 1p rodut-

t ore

a cui si 1p uò dimostrare che il latte puro può be11issimo essere p rodotto e distribuito sulla • base commerciale e che si possono ten ere delle ma11drie del tutto prive di tubercolosi. Esso deve lJersuadersi ad eliminare le mucche che cla11no un latte po\rero 1pèr. Ja quantità e per la qualità e si deve inettere in test~ che le muccl1e, al pari ·degli esseri umani, vanno tenute in condizioni fisiologiche, facendo loro fare una vita m olto più all'aperto di quanto non si faccia fi nora e fornendo ad esse degli alimenti freschi.· La costituzione di ·u na mandria perfettamente sana ed nn trattamento a·datto del latte dalla mammella , della rnucca alla bocca del consumatore può esser·e per lui redditizio . Va esamin ato e migliorato di molto anche il p1'oblerr1a dei traS(porti che è di grand e irr1po.ctan_ za nella sempre più crescente ten·denza alla urbanizzazione e si deve fare la più attiva propa-. ganda nella popolazione 1percl1è si consumi il latte fresco e non si ricorra, come si fa purtrop1p o sovente, il latte secco, conden sato od in scatole il quale iè esiziale specialmente per i ba1nbini. La ·p astorizzazione, ·se fatta bene e sui metodi i1on tutti sono con cordi, dà u11 latte che non differi sce da quello fresco, ·dal punto di vista della qualità nutritiva. Come è fatta oggi invece non offre n essuna gaTanzia ed è invece un n1ezzo per coprire la s1porcizia con ci.ii si tratta il latte. Comunqu e, essa non può essere accettata che come una misura provvisoria fino a che n on si potrà ottenere un buon latte fresco. L'A., oltre ad inv0care degli opportuni 1provve_ c.limenti legislativi, insiste 1perchè i m edici si ace upino seria1nente della questione, persuadendo le farniglie a11zitutto all'allattamento al sen o c!ei ban1bini, e convi11cendole della i1ecessità di provvedere l1n buon latte, di con servarlo bene e di sterilizzarlo prima .dell'uso facendolo bollire · o tenendolo per una mezz'ora a 70°. Sono questi 1 requisiti minimi ai quali n on si 1p uò derogare sotto pena di gravi danni. FrI.lPPINJ. 1

I

CENNI BIBLIOGRAFICI. D ELrIERM e MOREL K AHN. L es principaies posilions

u,tilisées en radiogrdphie. Maloine,

é'# Par igi,

1925, 252 !Pagine, 134 fu.ori testo . Fra11cl1i 25.

Gli AA. come premettono al loro lavoro banno vol11to scrivere un libro 1pratico destinato non al solo specialista ma ancJ1e al medico che voglja dedicarsi alla parte radiografica. Ogni regione del conpo ·da radiografare costituisce !'argomento di un capitolo: nella ,p agina d] contro è fotografata la rr1alata n ella doYuta posizione e la posi•


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14·96

, [.-\:-i~O

IL POLICLINICO

zioue ri ~p e ttiYa da dare all'ampolla; , al di3r tto l 'imn1ag·ine radiogra:fiea . che si ottiene. 1La d-escrizione della posizione nel testo è seguita da u11 commento sui risultat.i che la relativa iPOSizi on e può portare e .sulle indicazioni r ela• tive alla posizione stessa. Accanto alle ~osizioni classj cl1e han trovato largo posto anche proiezioni m eno ·c onosciute. Il libro nella sua novità può riuscir~ in·dubbiamente ut.ile raccogliendo jn p iccola mole cognizioni ampiamente trattate nei libri classici di radiologia.

XXXII,

FASC.

43]

Bt&llDEMIE. SOGIETA MEDICHE, EON6RESSI. I Congresso Inte1·nazionale della Mala1·ia (Rom.a, 4-6 ottobre 1925)

La se duta ina11gurale del congresso ha avuto luogo il 4 ottobre al Ca1npidoglio . E1·ano presenti tutti i rappresentanti <lel Governo~ Al banco d'onore hanno preso poisto il Presidente del Consiglio, S. E. l\f ussoLlNI, il R. Oommi$ario sen. CREMONES.t, il conte Su ARDO, segretario di Stato alla. Presi·cle11za, il ministro dell' l.nterno prof ..F:EE. MTIANT. DERZONI, i pro.fessori AscOLI, N AZZARI, BAs'.l'IA• ' NELr..r, MESSEA, di rettore generale d€Jla" Sanità J>ubblica, il <lott. SELiA, ·i.1 prefetto DÀNCORA, e il H ANS :vIEYER. L eh·r burh der Strahlentherapie. \ 10 rapp r €sentante dei' rettore dell'Università di lu111 e I. Urban e Scl1warzeriberg, Berli110, 1925, Ro1na. 1153 pagin-e, 362 figure, 6 tavole a colori. 48 La s~duta è ~.p er ta alle 10 antimeridiane. Il se-n. CRE~fONESI pronunci.a un discorso in cui 1na r cl1i. porta il s aluto cli Roma a t.utti gli S.<!ienziati inIl. libro cl1e M. pubblica rappresenta il prt100 tervenuti al Congresso, ricorda le opere compiute <li una collana di volumi in corso di pubbl) canell'antichità fino ai giorni nostri per l.a. lotta zione e dedi-cati alla attinoterapia in g·enerc e in contro la n1alaria, enu.me·r a gli illustri maestri che dettero la loro opera .a questo scovo, dia Lanparticolare alla radioterapia. Questo primo volun1e ci~i .e il Gesuita Espagnol fino .a Marchi·a f.ava, riguarda i fondamenti .della radioterapia e alla • c :e lli e Grassi . corr1pilazione del volume hanno partecipato ~ più P.arla dell'opera indefessa dell'organizzazione n oti radiolo.g i: Holzknetht (lo 1sviluppo e l'in1pieantimalarica e dell'azione coordinata del G01Verno go delJa radioterapia); Do,rn (la fisica ·della elioe del Comune. Termina augurandosi che sor·m on1..ando gli <•&tacoli che "vi si frapipongono Roma terapia ) · Wahle (i fondamenti dell'attinoterapia ' . possa registrare una 11uova ~ suprema vittoria e 1e s orgenti di raggi ultravjoletti) ; l{eller (doanc:he in questo campo. saggio e dosimetria d.ella luce ultravioletta); IIolPrende dopo la ·paro1a S1. E. M ussoLINI, espritl1usen (la fisica. ·dei raggi X, le misure d ella mendo tutto l'interesse che il Governo dedica a qualità e della quantità dei raggi ); Dessa11cr e qu(\sto Congresso, ricorda come il lavoro fatto nelBrenziger (ap1parecchi e tubi roentgen) ; Hahn (le l'ultimo quarto di secolo intorno alla malaria ra.p presenti un vivo esempio di coll aborazione intersostanze radiottive e l e loro proprietà); B·ecker (la nazionale specialmente per opera di quattro grai1fi sica d e-i mezzi .di misura radioattivi ); Si1npson di Ii.azioni, la Francia, l'Inghilterra, gli Stati (la tecnica nell'impiego delle sostanze radioat~ Uniti e l' I talia. P erò il problema pratico resta ti ve); 1-Iausmarin (biologia e 1p1a tologia. della luce); a ncor.a aperto e a questo sembra soipriatutto H einecl{>e e Perthes (l'azion e biologica dei ragte•n dei·e il Congresso attuale. Menzion.ando tutto gi X e ·del radium); 01)itz, .De la Carn p, Dessa1fer ciò che lo Stato ha fatto e intende f.are nella lott,.a, contro la malaria., si augur.a che dall'-0pera (fonda111 enti biologici per la ter~pia dei cancro del congresso .d erivino risultati importanti allo della tubercolosi e fo11damenti per la teréllpia proscopo di atte11uare i ·danni .a.ttuali della malaria fonda) ; Strauss, iB ucky, Lorey .(danni dei raggi X e di f.acilitare le grandi opere che occorrono per e d el rn,dium; mezzi di protezione, ecc. ). il risanamento. Con questi auguri e con questa. Basta la semplice numerazione dei capitoli .e &peranza porge il benvenuto e si ,dichlara felice i nomi degli AA. per comprendere l'i1nportau za di inaugur.are i lavori del Congresso. Il se11. MARCIDAFAVA, il decan.o fra i grandi d ella pubblicazione del Meyer; il libro naturalmalariodogi, ha parlato a,ll'a&S€m·b lea, salutandoli rn ente aggiornato s tlle questioni jpiù impor1an1i in Roma, l'augusta per i suoi storici rioordri., ed rap1presenta uno dei libri più mode rni rispetto a ha mostrato -che 11ei camoi dell'antica coltura e . libri an aloghi già pubJ')licati in Germania. Il libro ]e vedute dei romani si .a vvicinavano ed .armoè 11a1uraln1ente, p er il modo di trattazione, dedi11izzavano con i concetti moderni. Ha citato amcato al lo specialista in materia il quale potrà tro- , pT.iamente i .c1assici, da Varrone che .a.veva co11cepito l'idea che l a malattia fosse cau&ata da vare raccolti n ella p11bblicazione del Meyer t1!1te minuscoli imper~ttibili animali ohe arrivavano qu elle nozioni più moderne in fatto specialrncnte al corpo 1per l.a bocca o per il naso, e da altri di tcrnpia, oggi sparse in molte pubblicazionL scrittori che avevano già associato al morbo l'inE. .i\1 t LA.N l. fluenza d€lle paludi <' accennando alle profonde .

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SEZfO~E

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co11osoenz.e sulla febbre i1egli scritti di Celso. Indi parlando dei gra11di clinici .d ei secoli scorsi, ha ra.m1nentato come Lanci.si in Roma aveva già accusato le zanzare di essere implicate nelle cause della malattia; e ancl1e Torti di l\iodena per i suoi cl1iari ?oncetti clinic1, e per la sua gra11ide fiducia nell'uso della chi11a. Ha rievocato pure l'opera cli Guido Baccelli, nei suoo lavori clinici J.'iguardanti la 1nal.ar1a; e dopo la s·c operta di Laver.a n, i l)rogressi conseguiti dai .suoi studi con 0€lli e Bignami, oJtre a quelli di Golgi; gli studi tlel ciclo exogeno con Ross, Grassi, Bigna1111 e Bastia11e11i; così le scoperte degli ultimi 45 .anni veni'"ano a riallacciarsi nlle intuizio11i degli antichi osservatori. R.ifere111dosi alle condizioni in Italia e ai danni e rovine in cui erano caduti· i luoghi dove già ui1 téIDl)O fioriva la potenza di Roma, ha reso omaggio a l 11ome di Angelo Celli, alla cui inf~uenza 'tanto deve la legislazio11e maJ.ar;ca in 1tali a . l-f n. gra11de fiducia nel futuro, e in una migiiore cooperazione di t11tt.e· le forze che lavQr rano .•antro il morbo. E rjfèrendosi al .d iscorso del capo del governo, in .cui era riconosciuto che la malar1a è una malattia soci.ale, per cui ·qualunque S!_Je~a dello Stato si risolve in u11a economia, termina con l'antico eletto di Catone: «ex iagricoli.s viri fol·tissimi et strenuissimi milites g1g11u111

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.N ella ~eduta 9re1p:irato1·ia dei del~rg.atj 11el pomeriggio si era procedut.o alle elezioni de1 president·i e ·del Con~:i~lio SC<!o11clo la segue·n te lista : Germania: dotL. NoC'ltt; I11ghilterra: Jg_1nes.; Francia: :\[archo11x; Stati Uniti: · T11ayer; Italia: Castellani; .A..rgenti11:i : Perez; Brasile: Cl1agas; ·rurr-hia: ~<\1Ssim I smail Be•y ; Jugoslavia: lvanic; Belgi.o·: V.a11 Campenhout; Potrtoig.allo : clott. Silva Telles; Ola,ncla: Sw.eJJengrehel. Jle1nl1ri 1n·opost i per il ( !on.sigl;o : Ascoli, Van Campenhot1t, '1.archou x, ;J a ines1, }] ackett, Perez, Libanio, Giemsa, , farcic:hl .Ahmecl Hil111y Bey, . ehl1ff ner, l\Ia.r chiafa va , Pittaluga. 1

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PRATICA

vdlta ·d i distinguere delle varjetà più o me·n o fisse n elle tre forme fondarnentali. Violate, esaminando le preparazioni <li 143 prelevamenti di sa;ngue provenie11ti da maLat.i co.lpiti da terzana benigna, 11a trovato 11umerose forme atipiche .arrivando così alla conclusione .apparentemente giu.sitifica.t a che ]p cl•iff~renze esistenti fra. -par.assiti del me desimo t~po sono talvolta 1naggiori cli quelle che cara.t terizza110 i tre tipi ·di parassiti. , JV[a ·gli argomenti dei pluralisti sono be11 più foir ti. Nella prima faoo ·dello svilUJppo dei plasmodi si ha già. una djfferenza nella form.a ·del pigmento che racchiudono, e a11cl1e la d11rata di evoltvzione varia per i <l1versi ti!Ji. Nelle inoculazioni s·p.eri1nentah gli anofeli ehe 11.anno pu11to .n1alati portanti llna sola fohna di parassiti dà11110 sempre la forma corrispon·de11te. Nei paesi doive es:L-ste una form.a sola idi febbre p. es. la. terza11a benigna, i malati sono costantemente portatoi:i del plasmod1um vivax. La r esistenza dei" plasmodi è pure differente a sc<'o11da del loro tipo. L'inie- . zione del sang11e prelevato rl.a u11 malato dà luogo sempre ad ·ùna febbre uguale .a quella dèl 'fornitore del virus, e · le fo.rme trovate nel sangue di ambed11e .~110 identirhe. Bencl1è non vi sia ancora un 1nezzo rperfetto ·di coltura degli e1natozoi, nei te11tativi fatti le d1fferenze morfologicl1e e le loro reazio11i sonn costanti. Vi ha a1iche cost.anza • nei sintomi che provocano e lt: ,lesioni degli organi e11e ei~sj p raducnno .sono pure costa11ti a seco-nda dei '"ari ti19 i . P. es . il P. Vivax &e·m br.a dare a pre.fere11za deg] i altri l.a splenomegalia. Anche la c.:hem~oterapia dei para8Siti è diversa. Il oruuino a~isce su t1itti, ma altri rimedi come lo sto1varsol 11ann-0 un'azione n etta snl P. V1vax e sono se11z.a rtlìcacia ,<Jugli altri. Nell'insieme gli argo11ne11ti dei plu ralis.t i sono più ~eri e 1'0. no11 e~ita a mettersi dalla. loro parte pur riconoscen·d o che l'argomento della Jnalaria no11 ha ancora esaurito la sagacità ' cle i r i oerca tori. 1

7)i scu:ssione . 11 ! 1rofesso r M UHLF.1' s (Amburgo) ricorda che 1

Nella seicluta pomeridia11a 1] prof. 1\!IAROHO.UX legge ]a sua relazione sul te11rta: Biologie cl es l'>a-

ra.sites . Unité et pl'l1,ralif P de.s parasites. Il concetto della unicità risale a Laveran il quale ba~.ava le sue concl usioni sul fatto che ritrovava nel iparassita oltre ad u11 polimorfisn10 proprio della sua evoluz1011e delle forme variate e ulteriormente variabili che .simulavano specie {liffe1·e11ti. I differenti tipi di 11arassita non .sarebbero stati che delle varietà più o meno fiS&e di un t1:00 u11ico. Il fatto notato che. i11 u11.a stessa regione tropicale si troYavano fra g1i indigeni forme 8.ifferenti da que]J.e degli europei, sembrava doversi attr1buirH :1d una. modific11zio11e del par.a ssita do,ruta alla resistenza di versa degli ·o rganismi n ei q11ali si $Vilu'!}p~. U11 altro argome11to in fa~ore dell'unicità è ·dato dalle variazioni morf01logiche che presentano i -parassiti a seco11da dei paesi in cui si osservano. Questi caratteri permettono tal-

J(ock fu fra i primi a riconoscere che nella malaria erano d.a distj11gt1ere tre tipi di parassiti. L' O. ha ritrovato. che il tipo di febbre ri~ip·On· deva sempre i11 qu.alu11que st.ag1one al tipo di parassiti inoculati, ecl .anche che la reazione al trattamento cl1rati,ro ·era in certo m.o do costaJ'l.te. Egli nelle sue rire.rohe nell'Argentina e in Dalmazia ha trovato i tre tipi di narasc;;iti nelle stesse persone qt1a11do erano an~he eS'iste·n ti nell' .amb1e11te. Per lui, ed e.gli c:red~ a.nche di poter affern1are lo stesso per i suoi coJleghi tedes chi, la questione della pluralità è oramai risolutii:t in senso affermativo. Il prof. Gosro, a.vendo potuto seguire 1e vicen·de di tt1tto un ciclo epiden1ico 11ella popolaz1011e stabile della -nrov. di Grosseto., ha -pot11to acce rtare le forn1e cli11ic]1e in r a!)porto al , t.ipo del parassita. Portando la sua .attenzione Sl},)ecialme'l.1te alle for111e miste, ~a riscontrato un antago11ismo b1ologic<? fra le varie forme, il che fornisce un .argo1nento di p.ift a favo.re della dottrina d ella pluralità. Il prof. BRUMPT (Fr a11ci.a) cita le esperienze del


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prof. Darling 9 er Ctli i malati di terzana maligna può sceglieie fra la chinina e lo stovarsol. Il sepote-va 110 essere i11fettati dalle zanzare portanti condo avrebbe maggiore azione ·sui g.aineti. Dà il parassita del1a quartana e viceversa. Ciò dimoin seguito irruportanti cenni stor1co-statistici: nelstra che .anche in natura vi è la possibilità di un l'insieme si tratta di migliaia di casi pubblicati trasporto di u11a spece di malaria in u·n malato e -Seguiti i quali provano, non la c11rabilità della gjà affetto da u11'.a.ltra differente. paralisi generale, ma la su.a p.ossibile st~bilizza­ Il prof. PITTAr./U GA (Spagna) accenn.a all'afferzione sotto forn1à di rf'missioni per1uanenti e abmazione del prof. M archoux che il p1asmodium bastanza nette da permet~re ria·dattazioni sovivax produce sple110.m egalia piuttosito ohe il placiali e f.amigliari. Fra l e contr·oinrlioazrioni sarebsmoclinm ma]aria e e dissente da questa affermabero .i casi av.an21ati, l'insufficienza funzionale zione .a., rendola frequentemente risco ntrata n ella trop1po .accentuata e l'età dei malati. Il numero popolazione del detta "lell'Ebro, dove la quartana degli 1a ccessi neeessa,ri a.Ila cura sarebbe d.a 10 è in grande prevalenza. .a 12. Negli stati mentali si è visto1 il d elirio at> Il prof. s,vEi:.LENGREBEL riferisce come in certe tenuarsi e sparic:re, cò:sì pnre le idee di persecue~1perienze avendo avuto un tipo dri fe.b bre diverso zione, la mega.lo1m ani.a e l'ipocondria. Si ha rict1cla qt1el10 inoculato, fatto dimostrato dal reperto peTo della memoria, fiss:tzione dell'attenzione e riematol ogico , ha potuto poi accerta.1"-e che nel sogsreglio dell'.affettirv1tà . RiguaTdo al m-0°do d '.a.ziogetto 111fettato cl.alle zanzare esisteYa u11a infene 1'0. discute se agisca per l'ipertermia come zione n1ista. Questo fatto in primo te1npo si saYogli·o110 molti .autori e infatti l'ultram·1crOS<lopio rebbe !Jotuto portare a sostt3gno dell'u11ità. mostr.a che a 40 gradi gli spirocheti ra11entano i ScHuFFNEit crede che la. discusisione sarebbe fa].oro movimenti. Ma questa i1ozione non impedi• cilitatn. se si interroga~ise l' .assemblea ,pe1~ saipere sce di tene r conto che J> azidne 1€ucocitaria. non sia intensa rispetto .ai parasssiti, e con essa si abquanti sono -per la pluralità e quanti per l'unità. MARCHOUX, replicando al prof. Pitta.luga, afbia un ·aumento dei prod-o tti di ·difesa. La febbre ferma di essersi trovato 1n migliori condizioni dj tifoide o0n accompagn.amento di leu.copenia non influenza la P. G. D'altra p.a rte l'iniezione di so~ osservazioni al Senegal do,re la terzana maligna f· quas i sconosciut.a e ]a s·plen-Oilleg.alia assai rar.a. ' stanze unicamente 1eucogene non avrebbe da sola nessuna i11fluenza. Qualche autore ammette anche Segue la re1a%ione d el prof. A . MARIE sul tema: un vero .aintagonism.f) microbico ed un'azione elet_ <1 L'uso terapeu.tico del virus malarico in .alcune tiva sul t essuto n,er\~osQ e sui v.am. La proporzioinalattie ne,·vose e mentali». · • ne relatiYa delle r emissioni provocate varia seL ' O. ricor<la delle antichissime osservazioni ri• condo gli .autori dal 30 al 50 per cento. . gu.ardanti l ' influe nza delle malattie febbrili in Sono stati fatti t-entativi d'impiego di altre certe m.a lattie menta1i e cita la tesi <li Esquicategorie di .agenti febbrigeni, oome lo 5J>irillo di rol (1836) che una febbre inattesa .avrebbe proDutton 1della febbre ri<'orrente e di rupplicazio,n e d·o tto de11e· g t1ar·igioni d1 malattie mentali croniad .altre catego.rie di malati come .ai sifilitici non che. Nel 1857 Bai1larger pres~nta dei casi di P. G. alienati ai sifilitiei non paralitici ed agli .alienati guariti i11 seguito a e1·esi1Jela o flemmoni ruppu' . (almeno in apparenza) non sifilitici. N ei sifilitic1 Tati con febbre. Do!>o .alcl1ni tentativi incerti solsecondari fu notata esaoerbazion.e dei fenomeni t~nto nel 1891 'Vagner von t.T auregg estpe:t1men:tò ectoderm~ci: e s~mbra che l'inocu1azi.one determidirettamente con Je i11fezjoni leuco-piretiohe. Pit1 ni l'or1e11tazione dello spirochete in s.enso dermatarài ft1rono tentati la tubercolina, i latto-1)roteidi tror>ico. Si avrebbe così una :profi1assi precoce e jl li evjto di birra con qualche risultato favoredella narasifilide. N 0lla encefalite letargie.a è levole, f1nchè Wagner $tesso iniziò i suo~ espericito e;o1·imere dei dubbi sulla. efficacia della malan10nti con l ' i1rfezio11e malarica. rioter;pia. Nei v.antaggi ottenuti nell.a cura del~ A tale scopo s:i inietta110 da due .a 5 eme. di l' epilE>ssia sii d'3ve t e11er conto del fatto che molt1 !Sn.ngue idi un malarico a gocce successive per evi·d egli epilettici tardivi sono sifilitici. Lo stesso s1 tare il eo::1gnlo e <lopo 10 o 12 giorni a.p parisce può dire di altri tipi di .a.ljenati. la fehb.r e soerim.entale . Le re-azioni termiche preE <ln. tener nresente in ogni caso che il m<r sentano ~.-.ariazioni individuali, così pure il tiipo mento n-er agir~ ·~ in cui si ha la maggiore probaclel ritm.o febbrjle. 1..ta reazione viscerale è eccesbilità ·di risttltati r1tili è all'inizio1 della mal.atti~ . siva negli e:patorenali. Vann9 .anche so1·vegl1a t e 1na qliello che ci manca è appu11to un criterio per le possibili reazioni, come n ei comuni soggetti mala 1diagnosi precoce della P. G. inci~iente €d imlarici. I -controlli em.atici mostrano attenuazione della visèosità sanguigna e diminuzione del. tasso mine.pte. J)iscus:sio·nc. e1noglobinico, i!)olinfocitosi e debole neutrofilia. , .. i è , predomimam.za dei polinuclear1 neutrofili. MuHLENS ha cor1statato che i diversi tipi di L a leucocitosi pers iste .a n che dopo la febbre. ma1a.ria iniett.nt1 r;vns.Prvano il proprio tipo cliPer quel e]10 concecne l ' ematozoario sembra r1ico e la relativa gravità. Sono st.ati f.atti . .acl certo che il plasmodiutrri vivnx inocul.ato da uo m0 Amburo-o , ·arie centinaia di tentativi, con c1rc..:'l a t1omo sia m e110 resist~nte che quello inoculato il 50 n~r cento di risultati soddisfacenti, naturaldall'a11ofele, e ciò a ca·u sa. d ella mancanza o di.mente- sono stati scelti dei casi in cui la P. G. era min11zione progressiva dei gameti nel sangue u<YÌà s,-ilun'):.lta. . m ano. e- J .\MES .(Ìnghilterra). -· N el suo paese si dà la Qu.ando si è raggi11nto 11 numero di acce...~ nepreferenza Rlrinocnlazio11e per mezzo delle zancessari r>er interro1npere il processo malarico si

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[A?;'NO XXXII, FASC. 431

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SEZJON~

za.re che vengono conse-::vate e messe a disposizione degli speri1nentatori. Chiusa cooì la discussione, il prof. PEREZ (Argentina) fa una comunicazione importantissima,. Rende dapprima omaggio .agli sforzi concordi degli scienziati e degli ingegneri italiani nella lotta a11timalarica, ma deve co11statare che anche in Italia la vittoria non è ancora completa. Nei vari paesi si nota la mancata ooncordanza fra l'interesse economico ff l'inter~e profilattico. Esprime riconoscenza. .agli organizzatori di questo primo Congresso e plau·de alla c.ouvocazioine a Ro,m a che offre tanta copia di materiale di studi e di opere feco11de. Ma la ,Delegazione .i\.rgentina ritiene che l'opera del Congr~so deve essere co.mipletata e ron~olidata d.a una organiz.~azìone perma.11ente che possa assicurare alle poipolazioni i benefici degli sforzi realizzati in tutto il mon,do e sottomette .al Congresso un pTog,~ tto dettagliato per la creazione in Roma di n11 Istituto pe1:mane11te della Malaria con il concorso scientifico e finiaa1zi.ario di tutte le nazioni. L a. con:'tunicazione è applaudita e viene deferita per l'esame al Consiglio.

eoni 1L 11 i cazi oni. Dott.

contrari

S \DI

DE

alPun~tà

PRATICA

J)ati epicle1niologici dei parassiti. - Egli presenta BumN. -

numerose grafioho di. .alcu11i .a nni di osservazioni in alcu11e zone m.alarj che della Spagn.a, in cui si Yede c·aime in ciascn11a si abbiano dei tiipi epidemiologici definiti. Inoltre come il trattamento e i provvedim enti profilattici abbiano influenzato <1ifferentemente le diverse forme. Il n' of. GH1Ro:-s i1ei suoi esiperimenti al Manic,01nio ~)rovin ciale t11. Ro11rla h.a inoculato in soggetti paralitici le due terzane e ha notato -0ltre le differenze individuali in rapporto allo stato di soggetti e al momento ·d ella malattia, delle diffe1 enz.e in rapporto ccm le due forme. Inoltre in .alcuni soggetti ha notato un.a rapida anemizzazi,o.ne, n-e.l coroo di poche ore, con caduta di emoglo};ina € di globuli rossi. H .a p11re osservato che i inalati oui €ra. stata inoculata la terzana benigna .alcuni mes1 prim.a, ha11no presentato una netta refrattarietà alta terzana. maligna e anohe nelle manifestazioni della crasi sanguigna essi offriYan-0 un i:eperto differente d.ai co1ntrolli cui era stata iniettata 1a stessa qualità e quantità di ~ang11e e che pr1ma non erri.no stati inoculati con la terzana benigna. Prof. 'l 'oM MASO PoN'rANO. - /3u)la oriaine clelle ·recid·i1:e. - Porta all' a.r qomento un contributo di prove cliniche, morfolagir.he e sperimentali. La recidiva essendo un fenomeno comune ai malati curati e non curati 1101I1 è in rapporto con elementi refr.attari alla cura stessa. Inoltre 1.a recjdiva è la negazione dell'i1nmn11ità instabile e la reinfezione è la 11.e gazione dell'immunità srtaibile, quindi non si può parlare cli immunità della malaria. Nella treg11a 1 soli rappresenta.n ti sono i gameti poichè l'elemento sessùato si esaurisce. La vecchia ipote.')i di Grassi che il gamete possa essere la ragione delle reci·d ive, ripres.a da Schaudinn che dimostrò la riproduzione dei gameti nel cir-

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colo, concorda 0011 le sue osservazioni. Per risolvere il problema. della riproduzione delle semilun-e 11.a cercaio di nrodurre la mal.aria estiva -· inoculaiildo sangue contene<nte soli gameti; e dato che i g.ameti dell'e&tJva sono resistenti al chri.nino ha chi11inizzato fo,r temente i malati fino a.d ottenere la •s oppressione degli schizonti e ha riprodotto 1.à terzana con sa11gue che presentava solai par.assiti sessuati. Se si e;onsidera che è biio11ogicamente i)rovato ohe 11 gan1ete può prolificare; dato che il gamete inoculato nell'individuo incolume può dare la malaria, l'opinione più aocett.abile è che la recidiva maJ.arica rappresenta l'effetto d ella sporulaitione intermitte11te dei gameti neJ. sangue. Ma le cellule nuove 11ru1no funzione limitata e al con t rario di quel che avviene nel soggiorno attraverso la zanzara la riproduzione gametica i11 circolo rappresenta un espediente, e dorpo un certo iernpo l'infezione si esaurisce. Prof. PITTALUGA. Non ritiene nè provata nè d1imostrata 1'a.s..:;enza degli schizo11ti dal sangue inoculato. 'Ricorda che 20 anni or &0010 ha pubb·l ~cato un lavoro sulla partenogenesi dei microgametociti di Laiv-er.a.;1ia e che le sue ricerche succes- · , sive hanno nlqua1tto scosso la sua stessa fiducia. Però crede che le esperie·n ze dc.l prof. Pontano ·"'iain-0 ancora. meno dimostrative delle in1mag.i ni morfologiche d.a lui descritte 20 .a.nni fa. Prof. ScHJASSI ha trovato .a più riprese e in . località differe11ti, soggetti che presentavano soh1wnti senza, aver f~bbre e ne ha seguito uno1 nella su.a clinica a Bologna pel' 10 mesi in cu1 si .avev.ano cos1Aar1temente schi~onti nel sangue .mentre mai h,a :Jresentato recidi ve. Il clott. P .us, senz.a dubitare che le recidive dipen·da110 dal ciclo schizontico-gameti.co, dà grande importanza al fattore della re.sistenza dell'orga. nismo. Il dott. C10FFI è d' a.coordo col prof. Ponta110 sulla causa delle r ecidive. Il prof. PoNT·ANO risponde ringraziando pri1na il dott. Cioffi lJer 1.a com.ferma delle sue oaserv.azioni. Al dott. P AIS risponde che non ha inteso negare del t utto l'immunità malarica ma la recidiva non si sipiega col meccanismo di essa. Al i>rof. Pittalug.a. che se egli volesse ripetere Je esperienze nelle condizioni medesime si convincerebbe che no11 sano da rigettare . .-i\.1 prof. Sch1assi che le gener:i zioni (li schizonti da lui trovati nell'inverno so110 delle generazioni provenienti dai gameti, ciò che concol'da co11 le sue e.siperienze. 1

Seduta antim. di lune<lì 5 ottobre 1925. Presidenza: dott. C1rAGAS (Br ..asile). Il d-0tt. SELLA legge la sua relazione sul tema: U n nuovo mezzo per la lotta anofelica i11· Italia. ReJazicme sulla 2.cclimatazio11e del « g.ambusia ». Vi è stato un periodo di gra11de scetticisn10 sull'ru..~ ·d ei pesci esotici 1impiegati per la distruzione delle larve di nnofele ; così }Jure gli esperimenti fatti coi pesci nostrani non hanno dato risultati incoraggianti. Le risaie dell'ltalia S€ttentrionale traiSformate in vivai di Ca11'pe hanno da.io vantaggi economici rilevanti ma oco si 1


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fL POLICLINICO

può dire dei vantaggi in confronto della d1struzione delle zanoare, e del res.to ivi si è verificata la fortunata oondizione dell'anofeliamo senza malaria.. Nel 1920 colpito dai magnifici · risulta.ti -Ottenuti da Ho,vaird medi.ante la g.a.mbusiia nell' Am<'rjca del Nord, pensò sarebbe st·a to conveniente }:impiego di qu€st.o pesce tanto in Italia che i01 l iSjJ)ag11a, date ançhe le ccxndi~ioni climatiche temperate favorevoli .al loro svill1p·p o. Le, p1rime s1pe<lizi oni dii ga.mbooie ai:rivat·o110 con l a maggior parte degli esemplari mort.i . l\1:igl1or fortuna si ebbe l' an.n o successivo ed alcune centinaia di esemI·lari furono i,mmessi in uno ~1tagno a Talayue1a, dove s j moltj,p licarono enormen1e11te. Due o trecento gambusie arrivat€- a Roma nel '22 furono c11 striht1ite in ·i località del Lazio. Nell'aprile segue~1te la moltiplicazione avvenne in grandissimo nu1mero e il !Jrof. Grassi os&ervav.a che, mentre le rive del la.go di Porto a Fiumicino presentavano negli .anni precedenti enorme ,q uantità di l.ar,·e, ora queste erano rar1ssime. D,a allora si 'sono diffuse .a traverso i cainali in modo straordinario e 1o stesso è .avvenuto in t utte le località in cui sono state imme1sse, ·n el Veneto, in Sicilia,, in Sardegn.a, nell'Istria e .altrove; anche nella zona pontin.a la gambuS'la' è -st.ata. distribujta in tutti j ca n ali. SL è · attivamente svilup1 p.ata, , nei canali artificiali del,113 grandi bo11ùfiche, tanto ilelle acque dolci che leggermente salate. Manifesta un.a gran, de resistenza alle temperature elevate e ai pro, c~s1 di putrefazione ed a lle condizioni sfavore,.o]i che si verificano ·durante il prosciugamento delle raccolta d'a.cqua. Sono resisite11tissime a i traspol'ti sotto certe condizioni. Nel Lazio le gambusie si riproducono 'Un me.se prima che 1n America e anche il loro svilt1:ppo sembr.a più raipido. Riguar1d o all'azio11e a11tilarvale si deve notare eh~ con le gambusie si rpuò arrivare a I.a dis·t ruz'ione co1npleta delle larvP 1 alla sola condiz1-011e di un grossolano .diserbo. Con la vegetazione 0 rizzqntale t: densa le gambu.sie agiscono solo alla pe·r iferia. Si è .avuto in questo caso il va.n taggio economico cli diminuire gra11d€mente la ql1a.n tità di p etrolio impiega.t o alll:l. . distruzione delle larve. In alcuni stagi1i <lelle paludi pontine, dove le laTve si contavano a milio11i, ora occorro•n o varie ore per raccoal1er11e noche do2zine. l risultati di questo pet:> riodo :iniziale autorizzano ad a.ffermare che con ]a gaa1;busia l'Italia h.a acq11istat.o un nU(}VO mezzo d1 -o artic:.olare irrinortanza -ner I.a distruzione delle larve di anofele. Data J.a con,dizione dei .n ostri focolai non è possibile affidare il co11tl'o.llo larvale al] a sola gambusia., tu ttav:i.a si J1a sempre una. gran<le riduzione di RlJe.c;e n€ll'11so degli altri me~z:i. D el resto è da rite11ersi. come affermava .anche il prof. Gr.ass i cc che la f~rtezza della m:ll.aria non si abbatte investendola da un solo lato », e si può dunque Slperare che l 'introduzione della gambusia faciliti il- problema tecnico della lotta. ed è da augura1·si che vengano allargate le basi finanziarie e legislati\e indispensabili alla ir1tegrazione delle grandi bonifiche. Il prof. J\JuaLENS è con,·into che le gambusie pos.sa110 distruggere le larve , sopratutto nei gran1

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di stagni e canali a bordi ri -oid1 ) con -veaetaIO zione -scarsa, alt.rimPnti, come ho p.arecohie volte constatato, larve e gambu sie possono coesistere. Secondo rece11ti osservazioni nE}}l' America del Nord u11a pirunta, la azoJa fi1llicoloides, iinJpedisce lo sviluppo delle larve. Q11esto fatto è co.n fermato da sue osserv.azioni person.a li. Il p1:of. SELLA replica di aver già fa~to esperimenti oon tale pianta i'lel La?:io senza riuscire a farla attecchire, malgr.a do tentativi ripetuti. Il prof. Gos10 conferma i risultati della relazio11e Bella con -0sservazi0011 nei e.anali) nei campi di aviazione vicino a Roma, dove ha trOtVato la distruzione com!)leta delle larve eccettuati quei punti in cui le gambusie non potevano arrivare perchè ostacolate dal terreno. Raccoma.nd.a l ' immissione delle gambusie nei mesi di febbrajo e . . 1nar.z.o, poich~ nell'inverno facilmente potrebbero 1ncrjre -urima d j moltinlirarsi . ~ me110 ottimista per i trasporti a grande distanza. Il dott. 8ADI DE B trEN rjferisce sullo svilt1ppo delle gamb usi€ 11ej differe.i1ti tipi d1 r accolte d' aioqua raccornan·d a 1'uso deJ.le ga.mbusie. anche per ragioni econ.omjche. Il .clott. H .\OKETT crede che i1on si :oo.ssano t irare conclusioni generali a iproposito delle ga.mbus ie perchè jn certe località ba visto la. coesiste,nz.a di larve e <li gambus.ie . Il dott. BENTJ,l<>Y (Bengala), pure ammettendo dei buoni risultati, crede che per ragioni di equi]ibrio naturale non si potrà mai .arrivare ad ui1.a distruz,ione comD1eta del le larve oer mezzo dei pe~Cl.

Dott. E. SERGENT (~.\J geri). Sono· state fatte in • Algeri delJe o~rvazitJni co11 « l'al eopa », pesce che si moltiplica facilmente in Algeria; i risultati sono stati b11oi1i apecialmente nei piccoli stagni e nelle .acque .domestiche, ma non nei canali. DDtt. 8FARCIC (Jugoslavia). H a trasportato 500 esemplari ·d i gamb11sie cl.a lla Spagna in Dalmazia in piccole bottigl ie, cambiando l'acqua tre v.olte al giorno; così ha perduto soltanto sette esemplaTi, mentre in 11n trasporto con r ecipienti gra11di !e gambusie sono 1norte quasi tutte. 81 dichiara entusiasta d ei risultati con la gambusia. Il dott. KLINGER crede anche lui che siano delJe ausiliarie utili unita1ne11te ad altre O!Jere di bonifica. Il dott. S\.\"I!.LLENGREREL (Olanda) e3pri::me .anche un giudizio favorevole. Sull'argomento : Fattor·i epidemioloaici e misure an.timala.riche i dottori EDMONDO e STEFANO SERGENT presentano la loro relazione. Essi esponeO'Ono il risulta.t-0 cli 25 an11i d1 studi sulla malaria I1el bacino del l\ofeclit€rraneo. Dal 1900, subito dono la sco·n erta di Ross. hanno verificato in Alg~ri.a. la legge di Grassi sen~a. anofelismo niente malaria. L 'anno seguPnte riscontr.amdo l' a.bbondanza. di anofeli nelle acque di Parigi ha1ino verificato la proposizio11e inversa: « anofelismo senza mal.aria,n. I loro studj sono stati fatti in collaborazione con i colleghi dell ' l stituto P~steur in _.\..lgeria. La reg t'eSSiione della malaria si presenta snontanea davnnti al progresso della civiltà


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SEZ IONE PRATICA

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oppure ~ il 1·isultato di una. lotta con mezzi appropriati? ~ un fatto cho migliorando le condizioni $OCial i .%i han110 guRrigioui con1plete e sparizione dei portatori di virlIS con vantaggio della collettività. Ciò è dimostrato da.Jla messa in valore delle terre di Corsiec1. che è andata di pari passo oon la sparizione quasi completa. ·d ella malaria. L 'esa.m e critico Jei mezzi profilattici necessita la differenziazione dei metodi secondo le moda' . Data la facoltà lità dell'esp0si7.ione a l contagio di.-Sposta.mento degli -~1nofeli la cui sfera d'azione si- può calcolare a circa due chilometri dal centro, t1n primo mez.zo alla portata sia degli isolati che delle masse si ha nel tenersi ad una certa distan.z a dai luoghi infetti. La chiminizzazione preventiva è a.ncora uno dei mezzi migliori di protezione; gli 00. preferiscono le dosi quotidiane con ingestione di un.a. dose di ci-rea 40 ogm. di chinino al pasto della sera, dose <:ontinuata ad inge.rire per circa quindici giorni dapo l'allontanaanento dai luoghi infetti. La zan~:ariera. in.d ividua.le è un mezzo utile purc}1è sia efficiente e aocuratame11te .sorvegliata. Per quanto riguarda le truppe in campag11a, si dovrebbe ane:he a prezzo di disagi tenerle a.I più }Jossib ile lor1tane dai centri d'infezione e aipplicare un.a chininizzazione rigorosa e sistematica con eventuale controllo dell-a ingestione 1per mezzo della. ana] isi dell'9 urine. Per le 'Popolazioni stabili la zanzariera colletti va ( a:pplicazione .di tele metalliche: a porte <~ fine\Stre) dovrebbe &.~ere un complemento della zanzariera individuale). Si impone la \Sorveglianza e la cura dei po•r tatori <li Yirus. :E un'utopia lo sperare di sopprimere tutti gli anofeli da un paese, ina i0coorre una continua lotta per diminuirli mediante opere di drenaggio t· di can.alizzazio1ne, favorire i nemici 1 del!le larve come i pesci e djstruggere la vegetazione acquatica che li protegge. Un mewo efficacissimo che imipiegano fin dal 1908 consiste nell'alternazione dei corsi d'acqu·a . Chiudendo periodicamente i canali per mezz.o della chiusura di dighe il disseccamento del letto <lei canali durante una o più settimane produce la ·distruzione delle larve. A ciò s1 .aggiungono i mezzi di distruzione d~gli anofeli alati nelle .abitazion1. B ase della lotta profilattic3 della m.a1a1·ia è la disciplina. Occorre quindi da parte degli igienisti incaricati dei servizi antimalarici una propaganda entusiasta ed incessante fleT il.luminare l'oninione pubblica. . -

D·iscussione . Col. J AMES . - ·Ha am1n1rato l 'eccellente lav-0ro del prof. Serge11t ma il fattore di importanza maggiore da considerare la maggior parte dei paesi d'Europa è quello economico. Qccorre che si ra-ecoman·d ino delle misure alla portata della poten.z.a finanziaria dei diversi paesi. Sopratutto occorre insistere nel trattamento di tutti i casi di malaria; 1.a ch ininizzazione pa:eventiva è costosa € la suia effica.ci.a i1on è assoluta . Una forma di lotta pooo cositosa ma di imporvanza oonsàderevole ò la. lotta contro le zanzare n elle abitazio'l11, ·poi. chè è i•n esse che s i contrae abitualmente · l'infe.• z1one.

Pror. 'BaoDEN (Belgio). - Parla della profilassi nel Congo :Belga; è favorevole alla chini.n izzazione · preventiv.a. .da co11tiuuarsi per tutto l 'anno non essendo ivi una stagione malarica propriamente detta. :E favorevole alle dosi quotidiane piecole alcune volte· .aggiungendo una forte dose Siettimanale. La T>rofilassi meccanica è limitata alle abitaz;ioni degli europei. I portatori dei pl~smodi che so110 i1umero.si ~_!)ecia.Jmente fra i b ambini delle popolazioni indigene (il 100 per 100 in alcuni luoghi) - v.a.nu-() sottcxpooti a chininizz.azion.e energica fino a1d otteneré la sco.mparsa di plasmodi dal ~·,a:ngue, il che abbiamo ottenuto porta.n do la dose di chi11ino per i buj1nbni da 1 a 5 anni ad un gr. al giorno per tre giorni. Presenta tavole statistiche al riguardo. Seduta po1neridia11a. Presidente: VAN CARPENHOUT. !>rof. Gos10. - Necessità della coorrdinazio11e e au1nento dei servizi antirnalar·ici. - Lia lotta antimalarica, malgrado i i1umerosii tentativi <l1 aipplicazione, non ha ancora dato i frutti <leside-rati, parte perchè si è domandato trop,p o e troppo rapidamente, ma soprat.t1tto perchè salvo1 qualc1h e esempio limitato, es..-;a lia avuto fino ad oggi un c.arattere poco intenso. La princi•pa1e misura da prendere è uru:t orgaiiizz.azione t~nica id i tutti i mezzi utili, oon dei buo'n . i centri didattici che Jle spieghino le risorse e la maniera d1 a.p plic.arle agli interessati.

Il problema più urgente da risolve;re è q11ello d~l chinino, 1a cui circola.zione è aneora ristretta € tardiva; per ogni soggetto esposto al pericolo bisogna c:alcolare u11a provvista di almeno 100 gr. da ottenersi con facilità ; non si possono stabilire degli schemi per la lotta antimalarica; ogni caso deve es.sere stu<liato separatamente con il concorso di tutte le competenze che vi sono in rapport.o. Lo organizzazioni di difesa contro la malaria devono innestarsi il più possibile con tutte le attività industria.li, salvaguardando con tutte le ris0tse sanit~rie la, m.ano d'o•p era bonificatrice perch;è prepari il grande riscatto economico, unitamente · a quello igienico. Il prof. K.LIGErt prt=>se.nt.a una comunicazione sulla epidemiologia · della malaria in P alestina . Anche in Palestina vi è costanza nei perio.di epiclemic~ che sono due. Uno in giugno 'e luglio, l'altro in ottobre e in novembre.Ha notato che una delle cause eh~ produ<!e l'aumento delle acque stagna.nti è e-0nseguenM dell'ineguale distribuzione de.Ile piogge. De.scrive i differenti tipi di a110fele ·c he ivi si trovano. Il fatto della predominanza del p. vivax in primav~ra e del p . falciparum alla fine dell'estate, può spiegarsi ool fatto che anche i parassiti abbiano una data temperatura fruvorevQle al loro svilu:pipo: !)l'esenta numerose tavole srtatistiche. . Il prof. BARUER (Stati L;niti): fa una comuniC'..azione ~u alcune esperienze col \erde di Parigi • co11tro le larYe di anofele (aceto arsenito di rame finemente polverizzato).


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IL POLICLINICO

Adopera un miscuglio di verde <li Parigi in 100 parti di polvere inerte. La polvere è cosparsa sulla superficie delle .a<Y4ue da trattare. Le particelle · sono ingerite dalle larve e poche dosi riescono allo scopo. Kliger in Palestina e Hackett in Italia l ' hanno .adoperato con successo. Questo metodo è • utile .a11che nelle acque coperte di ve.getazione ed (, relativamente poco co-~tooo. Non è cl.annoso per quelli 'che l'adopera.no ·a c-0ndizio11e di non s·p argerl.a contro vento. Del ' resto si ·può a.~ere per essa tutt'al più ~na leggera irritazione delle mt1cose. Nel periodo <lopo la pioggia si ha il momento 11nigliore per la distribuzione. Sono state fatte .anche mescol.anze di verde d1 Parigi con petrolio e olio minerale pesante; la quantità di petrolio usato è certamente minore ·d i quella che si llSa adòp<:'rare quando deve agire come un veleno respiratorio per le larve. In America. sono stati .anche impiegati. degli .aereoplani per spargere la polvere su larghe distese d'acqua, e ro11 buoni resultati. Nei vari esperimenti l.a riduzione delle larve è stata d.all'88 ~{, al 99 %. N ell ' insieme questo mezzo ha più_ che corrisposto alla asip ettazione. , Il dott. HAOKETT della fondazione R.ockfeller fa nna comun1ca.z.ione s ul.la importanza, del verde di Pariai co·me .larvicida delle anofele.. - DopOI un sommario delle _e s9e·r·ienze oom·p 1ute prima, rife1~isce sugli esperimenti in Italia negli ultimi due a11ni nei differenti tipi di raccolte d'acqu a, scegliendo · ! lt10.g hi in cui ]a vegetazione era più lussureggiante. Nella ·ptrop-orzione pi un omc. rper 10 lnq. di •St1perficie di aoqua, si di.struggono tutte l~ ln rve indipendentemente dalla maggiore o mi nore vegetaz101J1e. N.elle 1a cque non vicine ad acque correnti) la proporzione di 1 e.e . .per 20 m. di superficie ha dato praticament-e. lo stesso risultato. Quindi l'importanza del verde di Pari1gi, come larv1cida .deve essere maggiormente aipprez~ata. e riconosciuta, anche per il poco costo e per il fatto cl1e ncn danneggia la fa11na ooquatica e gli .ani, mali domestioi. P erò non dann€iggia nea.nohe le uova 1de11e .anofele. Grande cur.a è da prendere cont ro le .a<lt1lterazioni del prodotto. Il dott. CHA'*AS (Brasile) f.a una camunicazione della profilassi della in.al.a ria nel suo. paese. Dà 1111a grande 1m·p ortanza. al fatto, per lui incontestata che la mia.l ari.a si contrae quasi esclusivamente neìle abitazioni. Mette in luce l'importanza di curare gli antichi m alarici specialmonte i bambini che cost1tuiscono le maggiori riserve per l ' infezione. Consiglia oltre ia· protezioine meccanica delle abitazioni, d elle fumigazioni periodiche ogni 8 o 10 giorni, venodo corrispondente al ciclo sessuato nella · zanzara dopo il qua le essa diviene infettantf). Riferisce anche S.'l1i tioi di ano.f ele che. trasmettono la niala.r ia n el Brasile. B E.NTI"""EY (Be111gal) ere.de che ancor.a non si sia a rrivat1 ad un metodo di profilassi veramente economica. In un paese come il Bengal p. es. dove su 40 1nilioni di .abitanti 30 milioni sono malarici, il .~lo costo del verde di Parigi neoessar10 sarebbe superiore a tutte le rendite dello Stato. Des idererebbe che gli oratori si occupassero sopratutto della questione economica. 1

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I>rof. SoHUFFNER (Olanda). lliferisce come nelle Indie Olandesi si istruisçono le popolazioni alla caccia delle zanzare nelle abitazioni; con buoni risultati. Presso 1~ po·p olazioni più., disciplinate, si è :ivt1to tal volta un tale successo che s1 è resa non necessari.a la profila~i medi.ante il ol1inino. Dove la questione della malaria è una questione finanziaria si potrebbe comiuciare con l'adottare questo metodo che non costa nulla. Pro·f . MuHLENS. Dice che secondo il suo punto di \rista 11ella malaria bisogna individualizzare i n1etodi secondo i casi. Bisognere'bbe che i dirigenti la lotta avessero poteri dittatoriali. Nella zona del Canale di Panama il successo è stato pieno perchè oltre il -danaro si erano dati poteri dittatoriali . Prof. SwBLLE~GREREL (Olanda) . - A proposito <lelle condizioni mcfieorolog]che in ra.p1p orto a]l' .anofele, e alla sua -noca resistenza al freddo , fa notare che l'anofele, essendo essenzialmente un abitatore dBlle case, è poco influenzato dalla t emperatura ootern.a. Quindi l'importanza di distrugge re le zanzare nelle abitazioni. Prof. Bau:MPT. - All'opinio.n e cla.ssioa che la m1alaria si contragga nelle abitazioni può opporre le esper]enze. f.atte durante un viaggio in carov.an.a in Afric.a .sotto ]e tende, e durante 11 quale tutti abbiarry.o contratto la malaria. II a anche trovato degli i11.d igeni nomadi che avevano de11e milze enormi. Quindi crede che non sia il caso di generalizzare. J AllfES tiene a dichiarare che uel · suo rapporto voleva parlare di tutti i tipi di abitazione, e che la sua opinione è ·che non si può contrarre la. 111alaria. se no11 si è punti dalla zanzara, e non si ' . e in una casa. JJ prof. 8\V.ELJ,ENGltERl<;r_, riferisce· Sulla malar1a in ·Olanda, che ha presentato .attraverso i tempi diverse oscillazioni nella qualità e nella gravità <lelle epidemie, fi11chè grazje alle misure prese, e i-;opratntt<:> ad una buona assistenza medica rurale, · si è .arrivati a dominarla completamente se 11911 ad estirparla. 11 dott. ABATUCCI (l!.,r.anci.a) parla sulla malaria 11elle colonie francesi. Presenta ·d elle .statistiohe della morbilità delle varie colonie, parla. delle gr.avi difficoltà che si incontrano nei metodi profilattici e <leJù'enorme spesa della ohininizzazione preventiva che pure viene praticata. Presenta un docume11to ufficiale nel quale sono, riassunte le istruzioni pratjche date .ai Governi c.Jòlon.iali per la lotta antimalarica. Il dott. KLING fa una comunicazione sul paludismo nell,a Svezia. Dopo avere esposto come per circa 100 anni la malaria f 1osse ivi enormemente <.liffu.sa, attualmente, malgrado qualche easo sporadico, si può dire che si è arrivati .alla condizione ·di anofelismo ser1za paludismo. Ne analizza , 1e cause. In una seconda comun1cazione lo stesso dott. l(LING tratta la questione se il tratta.mento, per mezzo della malaria, di certe .affezioni nervose costituisca un pericolo per la propagazione del cuntagio. Sono state fatte delle ricerche che serT'irebbero a djmostrare che la malari.a d'inocula,


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zione non è t rasmissibile per mezzo <lelle anofele, n1a FO. non è oo·n vihto di ciò e parla di due casi di ma1arisa diohiaratisi in un .p a.diglione .p resso Stoccolma a 100 metri di distanz.a dal luogo dove trattavano la paralisi generale con inoculazioni malariche. Ha anche fatto delle ricerche sperimentali in proposito, con risultato p~itivo. Il clott. lvANIC (.Jugoslavia) fa una comunicazione sull'argomento se l'anofele macu1ipennis sia uomofilo e conclude in senso negativo. I! <.lott. l\I UHLENS: su questo argomento dice che da molti anni nell'ospedale tropica.le <li A.mb urgo adoperano le anofele maculippenis per inoculazione nell'uomo; del cui sangue si mostra avidissima. Ha riscontrato in Germania casi di terzan·a nell'uomo appunto a cau.sa di qu~te anofele abitatrici delle stAalle. Il dott . AHMED HILMY BEY (Egitto) fa una . comunicazione sulla lotta antimalarica in Egitto . Si diffonde lungamente sulla morbilità malarica • nelle diverse regioni dell Egitto, e le condizioni determinanti nelle singole zone. · Espone i lavori profilattici compiuti, i metodi usati ed i risultati nell'insiemé assai favorevoli. Dott. SADI DE B UEN. - Sulla · cattura dell'ano1

! ele durante d!ue amni nelle scuder'i.e' e nelle abitazioni a T·.ila·yuela. -- Dalle grafiche

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t503

SEZIONE PftATICA

ipr~entate

risulta che durante l'i11v0rno . . le zanzare si localizzano quasi esclusivamente nelle \Sleuderie; nei mesi <l' estate con l'aumento della tem.1per.atura le zanzare, si ritrovano J>rincip.almente nelle .abitazioni. Il passa·ggio dell' nnofele .alle scuderie costituirebbe un fe111omeno di ibernazione. Dott. DE SuS.\ (Brasile). - Sùlla lotta antiinalarica al B·rasile ecl i suoi risultati. - Si dichiara p.atigiano della :profilassi chininica, alla quale a.ttribuisce la riduzione della malaria in certe zone. Espone delle statistiche sulle bonifiche agr.arie comrpiute, e la lotta contro le zanzare per mezzo \d el petrolio e dei pesci. A Rio de Janeiro è ·stata f!o:n.data una scuola di mala.riolo· gi.a sotto l'egida della fond·a zione Rockefeller. Accenna alJe disposizioni legislative antiim alariche adottate.. Il dott. FALL'ERONI fa una comunicazione sopria sue ricerche relative alla trasmissione diretta della infezi101ne malarica e la funzione dei diverticoli esofagei nell'ianofele. Ha f.atto numerosi esperimenti in diverse con·d izio·n1 sulle zanzare studian- . done la funzione del su-echi.armento d~l samgue sia con puntura; che per solia aspirazione; ed è. arrivato alle conclusioni che l'anofele pungendo non inonda il oontenuto dei diverticoli e.sofaigei, mentre il sangue succhiato va ·d irettamente nello stomaco senza che ne rimanga traoci.a nel condotto dello stile. L 'immissione .dei liquidi nell'1ngluvie o nello stoo:naco avviene se }a zanzara punge; se la zani>ara utilizza la tromba. solo come oondotto di aspinazio.ae questi vai1no n ei diverticoli, che hanno pure importanza come serbatoi d'acqua., di cui sono !>ieni specialmente nella stagione estiva. Per tali osservazioni ritiene che l'anofele non può trasmettere direttamen'te la malaria. · Dott. MARZINOSCHI (della Rep·u bblica dei SIO.. viets). -- S11illa Zot(a antimalarica in R ussia . -

Nel 1919 una ~ande epidemia hia invaso tutta I.a Russia; è stato provveduto .alla lotta per 1nezzo. di istituti antimalarici e di stazÌo•n i sanita~·ie numerose. La denuncia dei casi di malari.a è stata. resa obbligatoria ed è stata fatta un.a propaganda intensa presso le popolazioni. È soddisfatto dei rist1ltati ottenuti. Seduta a.ntimer1diana del 6 ottobre. . Presidente: Dott. SwELLENGREBEL. Continuano le comunicazioni all'ordine d el giorno di ieri. D ott. PRESSAT (J~gitto ). - La malaria '[Yl'esso 1.1 canale di Suez. - Fino al 1900 tutti gli sforzi contro la ma.lari.a er,ano stati vani perchè se ne i-gnorava ancor.a l'etiologia. Ricorda con gratitudine un soggiorno a Rom.a nel 1902 e l'aiuto ricevut;o sui lu.oghi dal dott. Ross. Per mezzo della lotta sistematica contro le anofele e d ella profilassi. chininica già nel 1903 la malaria era scomparsa ad Ismailia . Malgrado le complicazioni sop~·avvenute rper la guerra dal '20 .a.I '24 i casi di malaria per anno variano da 9 a 33, l·a .m a1ggior p,a rte recidivi o ~mportati. Segue una ,c omunicazione dell'ing. DEL PELo PARDI, che espone ·v edute sue personali con l'influenza del sottosuolo in r.aipporto alta malaria. Il prof. DoNZETTI, riferisce sugli .ambulatori antimalarici jnvernali della Croce Rossa in Sicilia per la bonifica umana. Dott. CAS'ft{RSJON (Mes..:;ico) . - La zanzara cu-

l.ex come p robabile trasmettitrice della 1nalaria. -- Egli ritiene possibile che anche la oulex possa trasmettere la malaria, malgrado le sue esperienze in u1'loro~<:ii - - to abbiano avuto risultato negativo. Dott. l{AUFF.MAN. - Gli alcaloidi della ch~na e la loro sintesi. - Fu Pelletier ohe riuscì a is·olaTe ·dalla· china il pri·m o .alcaloide: 1a chinin a che dal '67 in ·p oi fu p·r ep.arata iallo stato puro tra.. scurando gli alcaloidi secondiari, come ac-cessori di mi1Il1or valore. Ora una ventina di questi sono stati 11ettam1ente definiti e studiati: la chinidin.a, cinconina, cinoonidina, cu1preina, chinitina, chinotidina, cinootinia, sono 1 più importanti. Essi differiscono fra loro o solo per il loro potere rotatorio o per il loro gr.ado di idrogenazione. La molecola della chinina è, per espressione convenuta, form.ata da due metà: un nuoleo chinoleinico, e un nucleo chinolidinico, nunite da un gru·p ,p o oarbinol. La chinidina è lo stereoisomero .destrogiro della chinina che è levogira. Per gli altri aloaloidi le differenze si portamo sulle catene laterali. In tutti, compreso I.a chinina, dei quattro .atomi ca~boni10 due sono disposti nello spazio in modo uguale e gli .altri due sono I.a causa ,dell'isomeria che esiste p. es. fr.a chil'.lina e ohinidina, fra cinconina e cinconidin.a, ecc. La sintesi della chinina è stata sempre una d elle più grandi ambizioni dei chimici e se non è stata .ancor.a . trovata la chinina si sono . fatte d elle scop·e rte sensazionali come il primo colorante artificiale (Perkins) e l'a.ntipirina (Kn'orr). E stato tentato dl ridurre ad un'espressione pii 1

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s~rnplice

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1~0LICLINICO

· la molecola del chinino allo scopo di .t entarne I.a sintesi, ma i1è la tallina iiè la cairina così ottenute hanno .,..vuto successo terapeutico. Inta11t o è stato t en tato di modificare 1a chi11ina nel se nso di togliere iad essa il gusto amaro e per questo ~ sta.t~ s uffi.cente di eterificare la funzione .a lcoolica della moleco1a per ren,derl.a insolubile ed in©·p ida . çosì sono state ottenute l'euchinina o etilca.rbonato di chinina, e l'aristochina., o carbonato ·n eutro di chinina, prodotti insiipidi {.• correntement~ usati. .Anche }!azione fis iologica secondaria dE'illa chinina (r()[Ilzio .agli orecchi, cef.al€ia., sod~dità, €CO.) è elimi nabile f.acendo uso di pr-0dotti 11herati da alcaloidi secondari specialmente della oinco,n idin.a . D'altra na.rte è stato rercato di :migliora.r e l'azione princiip.a.le della chinina modifica.:n,do I.a sua molecola; .agendo, specialmente su.Ila catena · laterale vinilica trasformata in gruppo etilico, poi sul gr·wptpo fenolico e finalmente su.Ila sostituzil()Ile del nucloo ohinoleico. Queste ricerche hanno condotto alla scoperta dell'optochin.a, eucupin.a e vuzina, preoonizz.ate da Morgenrot h nella lotta oontro le infe zioni p111eumococciche ·o nel trattamento delle piaighe infette da streptococco . 1\1a nessuno di questi prodotti può c9nvenire com,e succed.ane() del chinino ne1la s11a a~i-0ne .antimalarica, e finona tutte le ricer che tend,e nti a sostituirlo, non sono riuseite ; benchè il problema si imponga· specialmente per l'alto prezzo della chinina, doV'Uto spec1almen·Le al fatto che la sua pro<luzione è raccolta e controllata per il 90 % da un oolo grup,p o olandese, a Giava. Si deve riteneré tuttavia pos~ibile che si a rrivi alla sintesi di p·r odotti che, p11r essendo di struttura ·p iù semplici, abbiano un effetto ~imile al chinino. B.a&ta ricordare in proposito che la cocaina sintetica quasi identica alla naturale s i è mostrata inattiva; mentre la novoc~na , ha avuto successo benchè la sua. formula jn a.pparenza n on abbia alcun.a ras.somiglianza con l'alcaloide natur.ale. Soltanto 1a difficoltà è che noi non conosciamo l' ~ggru•p.pan1en­ to moleqo],a re necessario per pr-0vocare l'azione :specifica n1aJ.aricida. Studiando gli alcaloidi secondari che h.anno pure .azione antimalarica, possiamo già discernere quello che vi è di inutile nella complicata molecof.a, del chinino. Da questo esame comparato si arriva ,alla conclusione che solo la riunione dei due 11uclei chinoleinico e chi1nolidinico, può •generare l'azione &pecifica della ohiuina. 1\:Ia fin'ora per una diecina. di prodotti sintetizzati i1e] suo laboratorio, ~bben~ in qualcuno si .sia r>otuto consta.tare una sicura azione ma.laricida., questa À ancor.a 'troppo debole o il p1'oclotto è .ancòra troppo tossico ·p er essere uti11 zza to. I11tanto è st1\to però possibile di trasformare per delle reazioni <li disaggregazione e p-0i di ci11tesi i prodotti secondari d el chinino, come la cinconidina, la cinconina, la cincotin.a, ·in alcaloidi più 11obili, çome in chinotina (diidrochi11ina). Il ch e fa intravedere possibile lo sfruttar mento delle culture di china sud-americane povere di chininn ma ricche di alcaloidi second.ari ed in tal modo eser citare un ' influen2a fa,vorevole sul .-t@lrcato ·dei prodotti di chinina.

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Ma il vero succedaneo sintetico della chinina d1ovrebbe seoondo le irpotesi .accennate, dIJpen.dere da quei composti chinolitinici la cui configurazione -stereotiipica degli iatomi di carbonio simmetrici si trova ad essere sempre la . s~a negli alcaloidi naturali. Le i1ostre ricerche or.a volgono s u questo punto. L'O. in questo cam:po non ha avuto in vista l'intei.·esse scientifico, ma ha cercato .anzitutto di arrivaire .a 1'isultati pratici, ~ le probabilità d1 su.coesso dipendcmo pl'incipalmente da una collaborazione stretta fra i chÌlµlici · ohe realizzano le s intesi, e i firsiologi ed i medici olle lioittano contro •J..a malaria. Questi dorvrebbero senza eccezioni provare tutti i prodotti nuo vi dal pu·n to di vista farmaco-dinamico. Solo oosì la vittoria. sarà ,p1oas~bile. Termina con le parole d i Liebig: « Lo scopo pi l1 nobile deÌla chimica è, se non la pr~ara.zjOJle artificiale del chi.n ino, .al1m eno quell~ di cor1p i aJVentJi la su~ miracolosa proprietà c11rativ.a » . Coil. J AMEs . - Sull'az·iori,e comparata della chinina, chi11odina e cinconina nelÙD 'lnalaria. - Ha tenuto ooone eriterio dell'effetto terapeutioo immediato il tempo necessario per la 001D.[>leta sparizione dei parassiti dal sangue dei malati. ]! giunto alla conclus~one che l'azione Oll!r.ativa dei differenti alcaloidi p.1~ov~ti sembra esse1·e uguale in ciascuna delle forme di parassiti m.aJarici. Nelle dosi <li 60 cg. 2 volte ,3J giorno, i tre ·p rodiotti s i sono mostrati di uguale v.alore. In dosi biquotidi.ane di 30 eg. la cinconina è sembrata meno attiva. 11iguaTdo alla tossicità dei tre alcaloidi è stata notata la sola differenza che la· chinoidina sembra esercitare un'azione più depil'imente degli a.Itri sul cuore. Presenta i moduli che ha.nno servito a raccogliere i dati per le ricerche. Segue l'importante relazione del prof. AscoLI sul tratta.m ento speclf ioo della. ma1aria, già riprodotta i1el Polit;linico, N . 42. La discu~ione è a.pert..a. sui tre rappl()I'ti pl'ece·denti. Prof. GrF.:!\fSA. - Come ha es.posto il dott. Kauff.. Jnann, la sintesi del chinino è riuscita attualmen~ te soJo in ·morlo p.arziale. Molti dei prodotti o,t te11ut.i con I~ disaggregazione parziale della molecola qel chinino, hanno importanza per le ulte.-. riori ricerohe. D.ato ohe la sintesi coon•p leta è estren1amente difficile specialmente per 111 presenza delle eatene laterali vinilica: e etilioo, si è • studiati una so.stitu.Eroae del ~uippo vinilico con il carboxil: la chite.nina, che non ha avuto una ·distinta azione farm.acologica. Però se mediante un n1ezzo cli protezione si rende più stabile l'elejnento sostituito (chiteninetile), si può .avere, seoondo gli esperime11ti dell~Is.tituto TroJPicaJe di Amburgo, u.n.a azione efficace nella febbre terza11.a, maligna e tropicale. Questi d.ati possono servire di utile indicazione a t utti i colleghi che si .aff an.n ano intorno a l1a ri001·ca del1a. &intesi del chinino. SoHUFFNER vuole aggiungere qualche cosa all.a trattazione del sig. Kauffmann concernente il prez7.,o del chinino. Il sig. Kaµffm.a.nn attribuisoe l'aumento del 1

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SEZ rONF. Pn:\I !CA

p1·e.zzo del cl1i11ino al trust 0Ja11dese che artificialu1ente rialza i prezzi; egli conosce invece le co11dizioni delle piantagioni nelle Indie Olaindesi, e sa che tanto i] prezz·o della mano <l'opera qu.anto la i1ecessaria manl1t~nzione delle pia11te sono saliti ivi come nel l'esto del mo1n,do. Se si !.acesse scendere il 1prezzo al di sotto dei 60 frs. oro jl c:l1ilo, i coltivatori sceglierebbero la coltivaziorne di un;alt ra pianta l)ÌÙ redditiz:La e .abbai11donerebbero la c.:oltivazioi1e del chinino . È d ' accordo però su di un prezzo minimo inferiore ai 70 frs . Il chinino, come p rod1otto della terra n011 è da paragonar.si con l'ai1tipirina o la fenacetina che sono prodotti sintetici. Proif. l\.I uHLE.NS. Venticinque anni idi esperi('.'lnza nell' f.stituto di _t\.mburgo h.a.nno dato il risultato che il chinino è e rimane il iniglior sussidio terapeutico contro la, malaria,· perciò viene chiamato lo specifi~o. Hydrochinina, optoohinina e c:inchonina sono ~,tate anche a:do·pera~, ma non con gli stessi risul tati; il bleu di metilene ha dato buoni ri~·ultati i1ella ql1arta11a; l'hydrocl1inina viene ?..d essere pi1ì cara deil ohiniino dato le .d osi che bisogna .aidoiperare, e l'optoohinina ha spe.'!lso delle .azi.011i jJ1tossicanti; anche la cincho11ina nella dose di P-"r . 3 (pro dose 0,5) i1oi1 dà i risultati che dà i l chinino idroclnrico a gr. 2 (pr·O dose 0,5). Riguardo ·alla questione se il chinino abbi.a u11'azione diretta ocl indiretta, 1' 0. , al contrario del prof. Ascoli, la crede molto im.p ortante, e pensa che apipunto 1a soluLione di questa questione possa atprire num·e ·vie alla terapeutica della m alaria. Per mezzo di esperi1ne.nti eseguiti fuori <lel corpo umano egli è arrivato alla. conclusione che il chinino agisce rcmtro i par 31SSiti della malaria in congiunzione a d ,ate fo-r-0e nell'org.an.:bsmo e no11 ha gli stessi effetti ·p er sè stesso . La sua azio111e è qui11,d i in·diretta, e sopratutto .agi~e come stimolante 1deJ.le forze <li reazione del.l',01rganismo m entre dato in <losi P.'Ocessive, co1ne 1'(). ha esperimentato in Maieedonia in individui indeboliti da denutrizione e strapazzi della guerra, non 11.a avuto azio11e sulla. febbre o ooi paras~iti, m.a sembrava anzi !>aralizzare le forze di reazione dell'101rg.anismo. • Conclude che la d ose gr. 5 9ro <lose 0 ,2 gio{·naliera ha dato sem1Jre b11oni risultati tan to clinici quanto pairassitologici. Il dott. C:rNcA (Romania): !-)arla cli esp erienze per.sanali sull' .azione terapet1tica d el chineto e d~dla c:inconina, e conclude Sll 282 osservazioni che il chineto h.a la stessa efficacia del chinino, mentre l a cinconina i1.a ha molto meu10. N-on ha notato casi seri di intolleranza. Il p rof. P~RONI, ritiene op•p o1·tuno so1p ratutto occurparsi dei n1alarici dura11te il periodo apirettico. 1

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Seduta p·o,m erjdiana di martedì 6 ottobre. P 1reside11te : Dott. PEREZ (Arge11tina). Il dott. LuTR.-\RIO !)resenta u11 r.apporto sulla attività della commissi one della malari.a di cui egli è Presidente, presso la Società delle Nazioni. Porta ~l Congresso l'omaggio augurale del Comi-

tato d'igienG della Ror ietà delle Nazio11i ; spiega l'estensione e la portata {lella commissione, le sue .attribuzioni e le sue finalità. E ssa si propone l'inv€Stiga.zio1ne epi1deim iologica sulla situazione dei differe nti paesi del n1o ndo, e specialmente del1'Euro•p a in rap·p ortJ .al1a ma] aria; inolt re d'i11vestiga,re sui sistemi d1 profilassi impiegati da impiegare contro il morb10; dare tutti quei pareri cl1e potr.anno €Ssere richiesti dalle A1nmi11istrazioni sa11itane dei diversi ~1aesi. Un So,t tocomitiato di periti si occupa specialmente della questione seria del ~hinino, stud~a11do11e la prod11zione, il q11antitativo e la sua r1partizi-011e nei djfferenti paesi. J ,a Ccxmmissio11e ha visitato vari Sta.t i di Europa raccoglie11do grande quantità di mat~riale di studio, che è stato es·p osto in trenta n1onogr.afie, d'alle quali è stato estratto un ra-pporto p11bplicato a Gi11evr.a nel 1924. Nell'insieme si ha l' i m.p ressio11e che soprattl1tto in a1cu11i -nacsi, lo sforzo cc11111Jinto rper combattere . l a malaria ~:ia stato veran1ente i1otevole, e talvolta i r is ultati $ 0110 .~,oddisfa ce 11ti. Si augura che questo CQ'11greseo sia la sor~e :1t.e ·di forz.e ohe conducano n solleY'.a.i·e la um anità dal flag.ell10i. Il 9rof. PITTALUGA ~1arla dello stato• attuale d0Jl'endeimia 1nn1arica in Enro19.a, dei woi fattori di vari abiljtà. e i mezzi di !)revei1irla. Dà 11ume1·osi d at1 geo·g rafico·statisticj S'l1 l l'.argomento, ed esprirme '? pecialmente il voto che le riserve di cl1i11ino e dei medica:mPnti .a usi li a ri ve11gano 1nautenut.e al 1nassimo nei diversi paesi. Il prof . SwELLENGP.EJJFL, 21a rla sulle cause dI \·ariabilità r1ei fattori dell'endemia i1elle Indie Olandeai. Dott . M.\RQ c.rEz (C-Olombia). Riferisce dati sulla endemia 9alustre in ~~merica. Il prof. SEnGEN1' , riferisoo che dura11te l.a grande 0"11erra ' 1mal12:r ad10 un frran,de a.n--i10 rto in FJ·ancia o .__, ..... di maJ,arici .per mezzo dell'armata fr-ancese d'O· riente i1on vi ftlron-0 ·d iffusioni degne di nota. Tutt' ~l più 30 o 40 casi: Anche attualmente al Marocco nella presente ca·m~).agna. malgrado le trup1p o si tr.ovino 1accampate in luoghi malaTici, 11an vi è èpideimia tra le truppe operanti. n !lTOf. PITTALUG.\. replica rjngrazi.a.ndo i dottori s,vellengrebel a Marques del 101·0 contributo; ~sp rime ·d ei dubbi !)er l'avve11ire riguardo ·alle condizioni dell'armata del Riff i11 ra.pporto alla m~lar]a , e..sceudo i11 I spagna aum entati 11el 1925 i casi di jm1portazi,on.e dal Marocco. Il prof. N ocrrr ('Om unica 11u10Ye es1Jerienze sl1lla patogenesi della febbre emog1obin11rica p er le quali ha potuto S})erim~ntabn€1nte mostrare che t l0 de g]i ambocetto,r i sono ipresenti i1ell'orga11ismo il loro effetto, è fortem e nte sti1n101lato dal chinino e allora può prod11rsi emoglobi11uria. P~i:of. Sc'HUFFNER. Era Ol!1i nione ·di Sir P.atr1ck l\{anson eh~ nei tropici la febbre .ernoglubinurica ip-ote.sse ~ssere do vuta ad altre infezioni che nO'Il la malaria. I11f.atti 1' 0. 11a t rovato in Sumatr.a dove la febb re emogllLhinurica è rara, tre casi in c11i era clovutn a spirillosi di,erse. Ritiène che s1 dovrebbero fa re ulteriori ricerche in que~to campo. I

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II POLICLThTCù

Prof . voN ScHILL1NG. - Riferisce so1)ra un .caso di e111oglobinuria verificatosi .a Berlino, in un para.lit ico i11oculato con m al aria. Questo caso è importante perchè unioo n ella letteratura del.l a inoculazi ono e anohe perchè non dovuto .alla gravità dell' aJf.ezione (terzan1a benigna), e si era p1·esentato dopo ' la .sorrtministra.zione di un grammo di c}1ini110. In questo caso sem.b rerebbe provato ch e }'.antico e;o11ce·t to malari.a più chinino scia esatto. Iiitiene cl1e anche altre infezioni tropit:ali 9ossano dare e.moglobi'ILuria. Prof . MARIO GHIRON. - Sulla patogenesi della emoalobiriuria 111cilarica. - Ha e&pe rimentato sul siero rd i individui che avevano avuto gr.avi attacchi di emoglo~)inuria malarica, e il siero pre~o da essi 11a n1oiStrato sip1ccato potere emolitico i n -vitro verso globuli rossi tm·p regnati di chinino; così pure dei globuli r ossi prele.Yati da individui norm.a li oi a11Ttmalati , quelli che proveniv.ano da malarici <li terzana beinigna o m.a ligna, eihininiz~ati o no, h a11110 mostrato al maissin10 la facoltà di lascia1·si c>.m olizza1·E>. I g1-0buli rossi presi da un individu o n1alairico present;.1no dunque una condizione sp eciale p er cni si d·e·v e co11cl11dere che specialn1ent e i glohuli '1,ossi di indiYicluj malarici possoJ10 1n,ostrare ·e1nolisi. L 'emoli&ina d€gli emoglobi11urici può do,p o un certo periodo scomparire in inodo che la r eazione specifica non la può 1 mettE;re in rilievtQ . Quindi dato un siero emoglobinurico attivo quest o !)UÒ rilevare la pre6enza di una jnfezione malarjca nell'individuo che forni1See i globuli rOSSii. I ·g lobuli rossi malarici iimpregnati di chinino possono rileiv.are le pro1prietà emolitiche d el siero di t1n individuo, sia ohe 13,b bia avuto un manifesto attacco di emoglobi11uria, si.a ch e l'attacco si sia '!)resentato in forma larvata e clinicamente non completa . I

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AscoLI, B ASTIANELLI , p e·r l'Italia; A. ALF.ARO, per l ' .Arge111tina; CH.AGAS, per il Brasile; J AMES per la Gr.an Brettagna; MAc 0ALLUM per gli Stati Uniti; MARCHoux e SERGENT per la Franci.a; PITTAL UGA per la S<pa:gna; NocHT per la Ge.r mania ;• SFARCIO per la Jugoslaivia, e un raippresentante p er l' Egitto·. E ·aipplaudito un VQ•t o di ringraziamento al Governo Francese. Una proposta del dott. Sella è presentata al voto: cc Il

Oonsiglio del Congre&SIO presa conoscenza dell.a proiposta del ·dott. l\ifassimo Sella e t enendo conto degli sforzi già effettuati in que.sto· campo dal] a Commissione d'Igiene della Società dehle Nazioni, espri me il voto cl1e una collabora.z~orne intima sia sta.b ilita dal Comitato fra chimici, farmacologi e clinici per un e~ame metodico di tutti i comrposti chimici ·d ai ·q uali si poosa sperare una azione efficace contro la malaria » .

E approvata senza discussi<Jne. Segue una mozione del prof. Gas.io: cc

Il Congresso inter11azionale della malaria, con-

siderando ohe la bonifica integrale costituisce la v·er.a stabile garanz1'a contro il inorbo pallIBtre mentre plaude all'opera meraviglios a di tanti bo-· nifjcatori ed ~gricoltori, benemeriti dell'igiene e della civiltà, fa voti che essa ,re11ga intensificata in armonia eolle rn·oder11e cono.stoenze etiologi.c he ».

E a1pprov.ata senza dh9cu.ssione. Il dott. Thayer h a parola per un ri11grazia1uento sincero, .anche a nome degli .altri congressisti al G101V01mo italiano, al Presidente del Congresso e a.1 me.m bri del Comitato Otl'ganizzatore per la cortese accoglie.nza ricevuta e per il modo come sono stati condotti i lavori del Congresso la cui attività r1on m.a .ncherà <li miostra.rsi fe<!onda. E a!)plaudito.

Vota zione d elle mozioni. Riguardo .alla istitu7iione a Roma di un istituto jnter11.a zionale per la malaria il consiglio, su propost·a del dott. M ARC:froux, ha aidottato il segu ente voto: 1

Il Coogresso avendo p reso cognizione dell' int ere santj ssima pro:pos.t.a <lel clott. Perez, di creare a Ron1a un I stituto malariologico internazilO-u ale accetta di farla su a ed emette il voto che. il Govern0 :italiano si fac cia interprete pr€sso i Go,'e-rni interes"ati ~er ottenerne la realizza. z1one » . e<

Il voto è accett.ato senoo discU$ione. Viene an.cl1e a.pipro'Vata la praposta di tenere lln S€con do Congresso nel 1930 e di accettare la ospitalità offerta dalla deleq.azione Francese in _..\lgeri. I11 quell'an110 ·verrà celebrato ivi il cem.tenar10 . dell'occu1p azion e fr.a11cese ed il cinquante11a rio della scoperta del !)arassita ivi fatta da Laveran. I~a. ipr oposta è a.ccettata s.en za discussione. Fra:tta.nto viene eletto un comitato organizzatore che ric;.111ta con1poc;to clei p roff. MARCHI_.\FAVA,

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Il prof. BAS'l'IANELT..I ringraz.ia gl'interpreti per l'a1nmirabile lavoro eh€ ha facilitato le discuss ioni di questi gi9rni. Il Presidente della seduta prof_ PEREZ pr001une;ia u n discoi-so di chiusura in cui ren•d e omaggio al prof. Marchiafavia Presidente del Coonitato prom.c.tor~ e a1 suoi collaboratori) -tra i quali rieorda il Segretairio gen . prof. B ASTIANELLI il cui cò·m1pito di organizzare questo Congresso era verame11te difftoile, tanto· ·p iù trattandosi del primo . (Ju·alunque dubbio e diffidenza sul Congress~· stesso, si è dissipato nel vedere ]a mole dei lavori e la loro imoortanza. Ringrazia I.a D elegazione fr.ancese dell'invito per il secondo Congres8o ed esprime la sua riconoscenza a n.ome di tutti al Governo italiano, alla città di Roma e al Commissario Regio per l'ospitalità e per tutte le facilitazioni ohe hanno accordato perchè si potesse r'3alizzare tquesta missio11e di pace e di civiltà. Dichiara chiuso il orimo Congresso internazionale della malaria.

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APP .U NTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. •

Volvolo della vescica biliare.

Ne tra.tta F. Da.ux in una tesi di P arigi (r1fer)to in Edinb. A-led. Jour., agosto 1925). Se n é distinguono due varietà: una che colpisce tutto l'org·a110, e una, assai più rara, in cui ruota la sola ,porzio11e del fondo. In questo secondo caso patngenet1camente si richiede una lunghezza abnorme della vescicola, il quale fatto è 1p er lo più acquisito. ~el primo caso, invece, si riscontrano due condizi011i congenite predisponenti: 1) presenza di un omento che sospende in modo basso la vescicola al fegato; 2) assenza completa dell<l connessione peritoneale . tra fegato e 'vescicoln biliare, diguisachè questa è libera nell'addon1e, so· spesa al solo dotto, cistico. ' Sebbene il ·volvolo possa 84Pparire in quJlsiasi età, rpure è più frequente in queJla ad11l ta. I .. a pre·;enza di calcoli, rendendo la vescicola più ampia e rp esante e meno elastica, ne facilita la pr0ctuzi one. L '1nginocchiamento del dotto dà la sensazjnne, durante l'atto operativo, di un calcolo od F.tnr,he di un nodulo carcinomatoso. La parete clella vescica biliare appare ecte1natosa, i~pP.ssitu, infiltrata di sangue, e spe5c;o coperta di un essudato fibrinoso . A.ippaiono ancl1e piccoli focolai di necrosi, zone di emorragie, e mod ~che ulc8razioni. La cangrena ·è rara. La diagnosi differenziale con l'idronefrosi acu1 ta, l'appendicite, l'ulcera gastrica e duodenale e la pancreatite è basata sull'assenza d~i sinton1i propri di qt1este affezioni. I fatti dolorosi rapidamente si localizzano all'ipocondrio destro, ove, in generale, si •p alperà un tumore il di cui carattere patognomonico sarebbe dato dalla for1na a guisa di rene. Lo stato del 1p aziente non è c0sl grave come r1ella perforazione e nella pancreatite acuta. La prognosi è buona se l'operazione, consistente nBlla colecistectomja, sarà pratic8:ta nei primi 3 giorni. Dopo 5 giorni j 1 paziente, in genere, s.occombe. M. FABEHI.

Diagnosi Clifferenziale delle diverse formo di ittero. E.

KlopstocJ.~

(Deutsche Med. liVo chschr., n. 41,

1924) osserva che la velocità di sedi m en tn.z i 0ne

degli eritrociti distingue le forme di ittero semplice dalle forme di ittero infettivo e particolarmente dall'ittero sifilitico. Normal/:3 oppure ritar-

data nelle forme di ittero semplice la ve1oc : tà di sedimentazione è accelerata nell'ittero · infettivo e n ell'ittero sifilitico. L'accelerazione della velocità di sedimentazione permise all'autore <ii diaignosticare un ittero sempltce in casi di sifilide in cui appariva logico diagnosticare l l n ittero sifilitico; l'ulteriore decorso o l'autopsia dimostrarono trattarsi effettivamente di itteri c;[~rr1plici: il fegato non presentava alcun segno di lesione infiammatoria o degenerativa. POLL.

Trattamento degli itteri nell'infanzia. P. Lereboullet (Pédiatrie pratique , 5 ·dicembre 1924) raccomanda di seguire nel 1periodo acuto un regime a base di latte (eventualmente scremato), ·di brodo di legumi, .di paste, purées, di fr-qtta cotta. Sj lotterà contro la setticemia e l'infezione bi... liare secondaria mediante l'urotropina ed il salicilato di sodio; il benzonaftolo è utile contro le putrefazioni intestinali, contro l e quali si userà anche ]'estratto di bile assocjato o non ai fermenti lattici. Come colagogo, è bene prescrivere un clistere fresco ·quotidiano ed il calomelano; questo lo si darà all'ottavo fino al ùodicesjmo giorno, a dosi di 5-40 cg. secondo l' età, con una quantità uguale di lattosio, al mattino, a digiuno. Negli itteri attenuati, che si osservano durante la scarlattina, l'appendicite, la difterite, la tifoide, i vomiti rp erio·dici, il trattamento è quello della malattia causale. Fra gli itteri cronici, si distingu~ranno quelli scuri colurici e quelli leggeri acolurici. Nel primo gmp.po, si tratterà il più 51p1esso di cirrosi sifili- . tica, o cardiotubercolotica, di ·cisti idatidee, affe_ zioni che hanno ogn11na il 1p roprio trattamento. Nel secondo gruppo, troviamo gli itteri emolitici congeniti per i ·quali è prescritta la medicazione antianemica ed eccezionalmente la splenectomia. Rientra in questo gruppo la colemia semplice familiare che è un temperamento piuttosto che una vera malattia e cl1e esige un trattamento ~ssai sem.p lice. fj r.. 1

Trattamento· medfco efficace della colicri patica e dell'obliterazione del coledoc 1. Il metodo di Lyon, consistente nel1a iniezior1e n el duodeno di una soluzione di solfato di magnesia 25 %. che .p rovoca un riflesso di svuota- · merito della vescicola biliare, è preconizzato con calore da E. Allard (D eittsche mediz. lil'och , t. L, n . 50, e Presse médicale, n. 13, 1925) n ella colica r-patica e nell'occlt1sione calcolosa del coledoco.


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IL POLICLINICO

Ha utilizzato a questo scopo anche il peptone \Vitte, e l'olio di ulive, tratta;ndo 6 casi di coli che ep atiche violente e prolungate, ·di cui 3 acconipa· gnatG dopo a1cune settimane da segni di occlusioi1e del coledoco. Inietta 1per mezzo della sonda duodenale almeno 300 eme. di soluzione dj solfato 15 %, e nello stesso tempo paipaverina nei muscoli .p er calmare il çiolore, o, se questo è troppo intenso, gr. 0.001 di atropina. L'iniezione duodenale provoca · sempre una crisi più o meno vjolenta, oppure esagera iJ doJore già esistente. Xei febbricitanti, prima del sondaggio, ha 1praticato una iniezione intravenosa di at0tphan che possiede un'azione colagoga e antiflogistica. Il st1ccesso, nei 6 casi, fu completo. · Un malato itterico e febbricitante da un mese, ha tspulso non meno di 22 calcoli. In tutti i casi, dopo l'esito favorevole della cura, cioè do·p o la espulsione dei -calcoli che avevano provocato la ~risi, i sondaggi dt1odenali fatti ulteriorme11te, a. intervalli di 5 o 6 giorni, per completare la cura, non d eterrninavano alcun dolore. A. ·prccrNELLI. I

Il dosamento dell'insulina. , L'osservazione sui cani s1pancreatizzati ha din1ostrato cl1e esiste un rap1porto definitiYo fr a quantità di zuecl1ero utilizzato e quantità di in~ sulina son1ministrata. Vi è però· una diff erPnza fondan1entale fra il cane spa~creatizzato e l'uomo diabetico ed è che il primo è sano, m entre invece n el secondo la d efi·cienza panrreati2a è soJt::i nto una parte, e non sem•p re la ptù in1portante, della condizione 1p atologica a cui contribuiscono il fegato, la tiroide, le altre ghiandole endocrine, i disturbi digerenti, l'esistenza di focolai di assorbimento settico. Ora la secrezione interna del 1pancrea~ ha la dop1p ia f11nzione di .controllare la deposizione del gJjrogeno n ei tessuti e di promuovere l'utilizzazione d el glu.cosio. Se, come a ccade specialn1ente n el diabete d elle persone anziane, la prima è deficjente e la secon·da normale o quasj la ' som1r1inistrazione ·di insulina jn .quantità sufficiente per ovviare alla prima porterà ad un'eccessiva comh~stjon e dello zucchero e, qi1indi, alla iipoglire1nia. !Sarà dunque difficile eqnilibrare bene la dieta e la ·qunJ1tità di insulina senza cadere 11el 1p erir.olo {lell'ipogli.cerrua, siccl-tè si otterranno migliori risultati senza ric::orrere all'insulina. pesso poi il problema è complicato dalla rosì d ctta iperglicemia spuria, ossia dalla pr esenza di zucchero ne1 sangue in quantità elevata per l'ele,rame11to della soglia renale, siccl1è il dosame11to dello 211ccl1ero non dà un'indi cazio11e precisa sul metalJolismo dei corboi·drati e '

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la som1r1inistrazione di m1n1111e quantità di in-

sulina iprovoca un fortissimo abbassamento dello zucchero del sangue. :E: quindi necessario ,di procedere cautamente nella son1ministrazione dell 'insulina in tutti i casi in cui si ha una leggera albuminuria e le analisi ·del sangue ,d)mostra110 la ritenzione di prodotti azotati di rifiuto. I disturbi nella deposizione dello zucchero nei tessuti possono dipendere da carnbiamen~i patologici ·d ei tessuti stessi oppure da eccessiva attività delle iniluenze opposte alla secrezione interna del pancreas. In entrambi i casi l'insulina potrà essere utile, ma la dose evidentementP do.. vrà variare. Così, tenuta 1Presente l'azione antago-n jsta dell'adrenalJ.na, nei casi con iperadrenalismo, si 1potranno dare dosi maggiori di insulina, parte della quale andrà a correggere ranornalia adrenalinica. Nei cnsi cli ipertiroidismo, dosi relativamente grandi di. insulina possono essere inefficn ci probabilmente per l'inflt1enza i11d i retta della tiroide su lla procluzione cli adrenaljna. L'esperimento 11a p oi djmostrato che l'insuiina è inattivata da varie sostanze, quali la tripsir1a. la caffeina, la pituitrina, morfina, stricnina atro' pina. 1L effetto della 1piluitrinn 11a importanza rporcllè le dosi eccessi·v e <li pi1 uitri11a contiJ1uate a lungo possono esaurire la pitnitarja e portare alla poliuria. Viceversa, le pai-atiroidi attivano l 'insuli11a per , un 1neccanismo che rimane tuttora oscur11 e. clal suo canto l'insulina esercita hene la sua azione ' soltanto se le paratiroidi agjscono perfettame11te, mentre in caso contrario è incapace di estrinsecare il sno effetto. L'abbassamento del contenuto in ~ calcio ·del sangue è associato con l'i!Pofur1zione delle paratiroi·di ed è co1nune in tutti i casi di assorbimento di tossine dal canale digerente o cla qualche focolajo settj00. Prr u11a rl1ra effìcn ce del diabete è quindi nccessu rio a.11ontn na· re tutti i focolai di sepsi. 1

La sco1perta ,dell'insulina non 11a poi djminuito la n ecessità di una dieta - ~datta, a11zi ha maggiormente · dimostrato l'indispensabilità ·di essa. Bisogna poi tener presente che è il ribo assorbito e non quello mangiato che ha irnportanza; qui11di, in caso di disturbi digerenti e particolarmente ·di diarrea Ja dose di i11sulina deve essere ' dif,f erente da quel1a che si dà in casi in rui l'ass9rbirnento degli alimenti si fa n or1r1almente ...\nche la composizione della dieta ha la massima importanza, siccl1è con una dieta adatta ai bisog11i rnetabolici del paziente si otterranno effettj buoni anche con piccole quantità" di insuJina. L'iniziare il trattflmento di un diabetico con l'insu1i11a iil"plica inclubbjam en te una grande re,


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SEZIONE PR.<\l' ! C.:A

sponsabilitù da 1parte del inedico il quale deve tenere iP- seria considerazione tutti i fattori cl1e en t.ra110 nella d eterminazione della dose ottirn a che deve essere raggiunta se si vogliono otten ere gli effetti, ma i1on ,deve essere sorpassata sotto . pena di possibili gra,·i complicazioni. fi,l .

• prolunga1o (scon1JParsa di mitocondri cellulari , clegenerazione grassa, ecc.). Le esperienze di v. 'M ,eyenburg s ui conigli contrastano a q~este constatazioni: la so1nministrazione anche prolungata di insulina non 1p rovoca alcun a lesion e epatica. A. P1ccTNELL1.•

.Antagonismo fra insulina ed estratti ipofisari. .<\lla stessa 1nani er a di molti veleni, gli orrnoni po8sono in1lue11zarsi r eciprocamente in senso antag~nista o sinergico. Come lo dimostrano le esperienzf' di Joachi1noglu e Metz (Devtsche med. Wo cli ., to1no I .. , n. 51) gli estratti ipofisari d el corrunercio iniettati nei conigli ipodermicamen.tc, immediatame11te d9po l'iniezione sottocuf.anea di inS'.J}ina, impediscono l'azione di quest'ultima sul tasso del glucosio nel sangue. I diversi estratti ipof!;ari im1piegati si sono mostrati di efficacia ''ariQbile, tar.to da far p ensare a ut ilizzare questo rnetodo per titolare questi estratti il cui dosaggio è ora molto impreciso. .<\ questo pi-oposito i saggi d ei campioni co1nmer·riali sull'utero delle cavie han110 ,d ato risultati parall elj a quelJi ottenuti utilizz,a ndo il loro effetto antagonista con l'insulina. L'aggiunta della insulir1a ini•bisce le contrazioni delle fib r e 11scir, a condizione che il misc11glio di insulina e di E:stratto ipofisario sia effettt1ato 5 minuti pr im a del saggio sull'utero. L'azione dell'estratto ipofisario una volta iniziata n on può esc;er e pit1 arrestata daJla ulteriore aggiunta clell'i;nsuli11a.

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A. PICCINELLI.

Dati morfologici s ul problema de11' in sulina. Dallo studio ,di numerosi pancreas, dei quali · alcun i apparten enti a diabetici, H. v. Meyenburg ~Schu;eizerische mediz. Woch., t. LIV, n. 49) do.p o aver discusso la teoria insulare del diabete, conclude, p er ciò che rigu arda · le· isole di Langerbaus, afferman•d o che le isole non rappresentano tutto nella patogenesi, ma ehe verosimilmPnte, l 'azione gJicoregolatrice del 1p ancreas p ~trebbe essere turbata tutte le volte che l'attività sinergica del1a SPcrezione endocrina delle isole e della. secreztone esocrina degli aèini è resa im·p ossibile. La insulina agirebbe, in realtà, n on come estratto insul are ma come estratto pancreat1co totale. Riprendendo le esperien ze .d i altri autori circa l'azione dell'insulina sul glicogeno epatico, l'A. h a trovato cl:ie quasi costantemente l'in.sulìna deterrnj11a in ogni circostan za, un aumento, talora not:)\·ole, del glicogeno. \ Un ultimo punto studiato si riferisce alle eventuali lesioni che• l'insulina potrebbe produrre sul fegato, come 11anno osservato Crarner, Allen , Bo'i\'ie, Macleod dopo un trattamento insulini"0

l."509

TECN ICA MEDICA . Il metodo di \\reissenbach delle trasfnslo11i sottocutanee di sangue. Questo procedimento delle P'i ccole tra5fusioni ripetute permette .d} evitare la maggior parte degli i11cidenti e ·delle noie della grande trasfusione ed è indicato nella cura delle anemie croniche e di quelle in cui l 'indicazione della trasfu sione non ri vPste i caratteri di estrema urgenza. L 'iniezione &ottocu·t 0nea è riassorbita in 6-12 ore senza che si noti ecchimosi al ,p unto di iniezione; soltanto nei ca5i in cui il riassorbimento si fa lentam.ente ed i11co111p letamente, bisognerà ricorrere a ll 'iniezione endovenosa. Il donatore ' 'a scelto giovane e di buona costi, tuzione. La tecnica dell'i11iezione è semplicis5iroa ed il materia le occorrente si riduce ad una siringa da. 20 eme. in tutto vetro, steri lizzata, co11 un ago ad ugnatura molto corta e ad una serie di fialette sterilizzate di citrato di ·sodio puro al 10 % in a cqua distillata. Occorre inoltre un buon tubo in caucciù ed una pinza emostatica. Si jJssa, come di consueto, jl tnbo di caucciù al disopra del gomito del donatore senza · a rrestare il 1polso radiale. Si pulise.e 1a cute con al• cool od etere e si p11nge la ve11a con l 'ago montato sulla siringa in cui ~ [ sarà da1pprima aspir ato il c ontenuto di una fla letta cli citrato. Si riempie la siringa ch·e co11terrà così 18 eme. di sangue; la si rovescia 1delicatarr1ente per una dier.ina di volte allo scopo di rimescolare i liquicli e se n e i11ietta il co11tenuto sotto la cute della fa ccia esterna della coscia, o d ella parete addomi 11ale. già dapprima trattata con alcool od eteTe. Raramente l')niezione è dolorosa. Il n1etoùo è indicato nelle anemie gravj coni:;ecutive ad em orragie ripetute quando non si può ctomjnare la causa di queste. J. Konings :(L e Sca/peL, v. 77, n. 48) ritiene che qu esto sia il miglior procedimento da usarsi nelle anemie gravi a tipo pernicioso, face:q.do dapprima u11'iniezione ogni due giorni nell e 1p,rime settimane ed in sèguito tre vòlte la settimana. 'fil. '

Esperienza di auto-trasfusione durante o dopo le operazioni intracraniche. •

E. Davis-Cu·sl1ing (Surgery Gyneco logy arid. Ob.)/et.ric;-J, marzo 1925) ricordano come •questo metoùo ·cli nuto _trasf11sio11e sia già stato· u sato nella chi!'ul'-


1510

CL POLICLINI C1

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gia addomi11ale, per es. nei casi di ino11dazione da rottu r a di gravidanza tubarica. Essi l'l1:inno applicato alla cl1irurgia intracranica in c\}i l ~e­ morragia come è n oto è uno dei pericoli più ten1ibili ed è cau sa d i un abbassamento di presc;jon e pr eoccupan te. I.'ha nno esip e1imentato su 23 casi di op erazi orii per tumori intracr anici so1pr atutto per tumori molto estesi d ell e 1neningi. Essi uniscono ad u11 asp iratore ad acqua u11a boftiglia a do1ppio tubo in cui ·è contenuta una sol11zione citratata. Mentre un tubo ·è unito all'aspiratore l 'altro si collega con un tubo di \retro ad angolo che vien e messo s:ulla ferita per Taccoglier e il sangue . La solt1zion e di sangue viene poi filtrata attraver so a vari spessori di garza e iniettata n elle vene del paziente. Essi avrebbero con questo avuto sempre un rialzo benefico della pression e e miglioram ento ten11poraneo delle condi zi oni gen erali. All'obiezione che il sangue 1proveniente dal cervello conten ga dei principi ad azione d epressoria sulla pressione sanguigna perchè sono conten u ti come è noto nei liquidi e n ella sostanza cereb rale; gli A. .A... rispondono con esper ienze sugli an imali da cui risulta che m escolando una emi1Jsion e di sostanza cer ebra le a $angue si 11a. ugual• rr1cnte un aumento di pressione cotne u 5ando del sangue solo. Essi la consigliano quindi n ei ca<>i sopraindicati. V. GHIRON . 1

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Ormoni gastro- intestinali .

( ..\NNO XXXII , FA~C. 43]

ta ti contradditori: m entre alcuni vantano ottirr1i risultati nella cura dell~ stiticl1ezza, a1tri riporta110 feno1ner1i peri colosi e ip erfino m ortali. Si deve essere cauti col rimedio nei casi in cui il cuore non funziona bene. L'hormon al viene 1~sa­ to a n che nella dissent eria in cu1 rirnuovc gli spa.: smi e nelJ 'ernia intasata di cui rende più faèile la riduzione. La gastrina o secreti11a gastrica s i isola dalla mucosa dello stomaco, secondo Biedl soltanto cla lla mucosa della 1Parte pilorica. Datét .p er bocca essa è in efficace, iniettata per via endovenosa essa determina· u n a notevole secrezione gastrica. Essa determina però i1101tr e t1n abbassamento d el la 1pressione d el sa11gue e un ritardo n ella coagul azio11e d el sangu e. P er queste ragioni essa non yien e u sata in clinica. L a sccretina gastrica vien e isolata da tt1tto il tratto intestinale compreso l'esofago, il fegatn, i s urreni. Essa stimola la secrezione esterna del , pancreas che si . r ende evidente già un rtùnuto dopo l'iniezi or1e. Non è dimostrato che l'intestino contenga una prosecretina che verrebbe attivata dal chimo aci do. !11 clinica la secretina viene usata n ella stit.ichezza, nella stenosi '.Pilorica, nell'insufficienza 1p ancreatica, nella dispep<;ia. Una controind icaz.ione è rappresentata dall' ipercloridria. P er bocca essa è inefficace, per via en, doven osa essa determina collasso. Si som1nini· ,stra quindi soltanto p er i niezion e endomuscolare POLLITZER. o sottocutanea. 1

1

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IGIENE SOCIALE.

So110, dice .F. Boenheim U\il ed. Klinik, n. 31 , 1925) la colina, il hormonal, la gastrir1a o secreCase di adattamento tiba gastrica e la secr etina jntestinale. La colina per fan ciulJ i predisposti alle nevropatie. , è 1p iuttosto abbondante n ella corteccia delle sur• Parte11do d{l,l concetto che le cause remote di r en ali, essa .esplica azione a ntago.n istica all'adremolte ne.vrop.a tie d€-11'adulto vanno ricercate in innalina; la colina è d el resto ubiquitaria, essa è flue11ze- nocive suibite nell'infanzia le qu ali al1a un prodotto di scission e dei fosfa.tjdi presenti in loro volta determinano delle cattive· abit udini , e tutti gli orgar1i. Nell'intestino essa esiste allo stache quindi l'opera di JYrofilassi n elle ma1attie n erto libero diffusibile. La colina agisce sul plesso vose deve essere iniziata nèl fanciullo, si sono ist ituite a>gli Stati Uniti delle così ·d ette « case di adatdi Auerbach . Iniettando colina 1poco dopo il .p atamento» (Haòit clini.es) annessi a d alcuni « oontr~ st o aumenta notevolmente la p er istalsi dell'antro. di protezione dell'infan zia» ove vengono condotti Essa forma degli ester. L'acetilcolina è molto più · quei .fanciulli, ~i quali mostrano di non Sa4{>ers~ adatattiva della colina stessa, essa a gisce sulla setare al p.a81SJaggio da]J.a vita naturale propri.a a.elzion e extramurale .del parasimpatico. Teraipeu ti- 1' infanzia alla vita artificiale e convenzionale delcam ente la colina riesce utile nelle paralisi ga1' adulto. '1 vi vengono accolti i fan ci rulli indocili, rooiist enti a qualsi.asi discipli1'1a e che senza ragione strointestina li peritonitiche e n egli stati di ato.apparénte contraggono cattive abitudini, e vengonia cronica gastrointestinale. I vagotonici SOIPno sottoposti ad un esame fisico e psichico comporta n o la coli11a meno b en e dei simpaticotonici. pleto. Spesso risulta che le cattive abitud~ni e l~ L'I-Iormonal , prima isolato dall'intestino, si deviazioni psichiche di.p endono dall'educazione di: prepara or a dalla milza dove esso è abbondante. fettosa ricevuta n ell'ambiente famigliare. I n tali I .'iniezion~ di H ormonal de terrnina dopo 1 p ochi casi l'opera educativa che fa gestione diret~a. al~ l'esan1e, viene anzichè sul fanciullo, sui f.am1gl1ar1 minuti peristalsi di tutto il tratto tra il pi loro e i1 retto. Nella clinica il farma co ha dato risuldi esso. I

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[i\NNO XXXIJ , FASC. 43)

SEZIONE

POSTA DEGLI ABBONATI. Dispr>n sari antititber colari. -

Al dott. 1·ercio11c,

\-oltri: S e l ' abbonato allude ai Dispensari a ntitl1ber co-

lari di Roma, possiamo dire 0he dej tre a1.tualmeY1te esistenti, uno è comunale, un i.ltro f11r1_ ziona con s u ssidi privati e governativi e con una somma annuale fornita dall'Amministrazio11e Ospitaliera; il terzo infine è mantenuto dalla Regina Madre. bv" l 'abbonato intenda impiantare un Di sr.p et1sari J non gli mancl1erà il sussjdio del Govern o, e riteniamo che a nche il Comune, la Provir1cia, la l 1eneficenza privata potranno, se efficacem ente::: stimolati, con proposte con crete, concorrere al finanziamento , com e è avvenuto, io credo, p er tutti i Distp ensari finora istituiti. ~

U. MARTOTTl.

.-\.i dotto ri L. C. {la Mjano d el NapoU, G. G. da MarcP.llina e abb. n. 11852-2: I 1~rograrno1i di esame 1p er gli a spiranti all 'autorizzazione a viaggiare co1ne medico di bordo si tro\'ano pubblicati nella. Gazzetta Uffi,ciale del R egno del 30 a,prile 1921, n. 102, e nel Bolletti1 10 Ufficial e d el Minister o d ell'Interno dfll 10 maggio 1921, n. 13. Possono esser e acqui stati presso la Librerj a d ello Stato (R oma), ma se ne p110 avere conoscenza anche presso gli uffici dei. ~Ce­ dici provinciali n elle sin gole P refetture.

c. All'abb. n . 11 ,374_1: Per sapere .da quali L eggi € regolato l'esercizio ·della medicina in Egitto può rivolgersi. al ·C onsolato di Egitto in Roma, vja delle T erme d1 Dioclez]ano, n. 3-A.

c. •

VARIA _ · La scienza metapsichica. Il prof. M. Gh. Richet nell'abb a ndon are ,p el' li ' miti di età la cattedra di Fisiologia di Parigi ha esiposto in una confer en za i princìpi fonda mcntaJi della nuova scienza, alla quale egli ha dato i l · nome di metapsi chica, e che studia tutti quei fat1i coni-presi 1sotto i n omi di spiritismo, sonnambulismo, m esmerismo, fal{irismo, lu :?iiiJ j tà smo, m e·diani , . e simili. Richet d efini sce 1netapsichici quei fenomeni c he non possono essere spiegati con i fatti n 0ti d ella psicologia, della m eccanjca, della fisiologia llOrmali o meglio abituali.

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PP.~ "!'lCA

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L a m etapsichica si ·divide i11 due capitoli di_stinti, con n1etodi differenti e di di verso grad o di stcurezza: la inetapsichi ca s1t biettiva P la 1ne1n1p.3ichica obietttva. La 1neta.p sichica subiettiva rig uarda lo c;t11dio di fatti n on abituali, ma n ei quali non interviene i1es$un fenomeno m eccan:co o materiale e che ~·irr1 a ngono puram.ente psicol ogici. Lo lettnra di u11a lettera ehiusa in una busta o.p aca non importa alcu11 elemento nuovo di 1neccanica , di chirnica, di fisica, è un fenom en o che si ljmita alla psicologia. f_,a m etélJpsichica obiettiva è lo studio dei. fatti 1necc anici o materiali inesplicabili con l a ft':>ica e la chimica abituali : movimenti di oggetti senza contattj, forme d 'asp etto vivente viste da div.erse p er so11e e fotografabili, rumori violenti 11diti a dista n za , f e11orneni che i mpJ jcano qualche coc:a di pjù d'una nuova funzione intellettiva, perct1è si producono 1per m ovimenti dj m ateria, ch€ la t11e ·:can ica ordi11aria non p uò -spiegare .

Un'altra, differenza importante conc:;Jste n ella cj r costu nza che i fat ti di meta~p si chic a subi etti va son (1 rnolto com i.;ini e che la loro realtà è solidarn ente ed inoppugnabilmente dirnostra.tu, m0n tre j fat1i d i metrupsichi ca obiiettiva son o m o:to ral'i e si prestano ad obiezioni circa la loro realtù . l,u m etap sichi ca ·subiettiva studia i fatti coi qu::i li si ha. la conoscenza d ella realtà acq11i -3ita per v1 e ·diverse dalle v i e sensor iali ordinar: e. In altri ter1ni11i l'intelligenza può con oscer e un fram . rr1ento ·d ella r ealtà, quando questo non le può ess.f:!re rivelato dalla vista, dnll' udj to, dal tatto. Le t)$SPrvazioni fatte al rigu ardo sono numerosissj1r1e; Rich et n e espo11e çlu e. Smi.th, irn1piegato di banca a Londra, rj en tra ::t casa e dopo pranzo discorre tr anquiJJam ente .·f)n 5ua rnoglie. I n1proyvisamente egli ·dice: cc Che ora è ? n. « Sono le 8,45 >1 . cc È pro1p rio allie· 8,45 che Fred è morto, 1'110 visto» . .Jn effetti a quell 'orR preri sa Fred, ctie non era malato, moriva . ' V111gfìeld, nelle Indie, m entre era sveglio r1elJ a J)fO~r]a cabina d el suo yacht vede su o frRtello pallido e triste. Spaven tato si ritira in un'altra cabina e scrive sulla su a a genda le iniziali di suo fratello con queste parole : God forbid, la data e l'ora ·dell'apparizion e. Alla st essa ora dello stesso giorno in I nghilterra suo fratello W~lliam Baker moriva in ·s eguito a caduta d i cavallo 01entre ri n da va a caccia. ì\tl yers J1a clato il nom.e di telepatia a queste al--luoinaz ioni veridicl1e, cl1e hanno cioè qua lcl1e Telazlone cqn la realtà. Egli ha supposto che le vibr::?zioni cerebrali dell 'indivfduo A si tra5met1on .) in modo m1st erioso al cervello ·de1J'in·'di'vi~ duo :S .

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l L POLI CL lNICO

[A.N"N''1 XXXII, FA~C. 43J

L ·asistenza della telepatia i1on è dubbia. ·I: pro. bab~le cl1e n elle cose esistano vibrazioni imperret-

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tibili peT la maggioranza degli u ornini, ma che i11 certi i11di \'idui determinano la conoscenza. Questa conoscenza della r ealtà il più delle vn1te è simbolica; la realtà "i ·dissimula sotto lln simbolo visivo o uditivo. Le osservazioni al rigl1ardo sono numerose ed i m'Pressionanti tant.o che sembrano essere in con_ traddizio11e con il nostro senso intimo fPi1] profondo, cori la nostra libertà. In effetti vi sono non solo veggenza, ma anche preveggenza, cioè a dire noJ1, solo la conoscenza della ' realtà 'Pres·ente o trascorsa, ma la conoscenza .della realtà futura. Richet chiama. criptestesia, ossia sensibilit~ nascosta, questa facoltà straordinaria, inah !t uale dall'intelligenza ·di poter percepire nozioni (vibrazioni ) che i sensi norrnali sono inca1paci di farci acquisire. l~ quasi dimostrato che la. · potenza criptestetica, 1più o ineno latente nella maggioranza degli individui, si sYiluppa 11ell'ipnoti ~mo, nel sonnambuli.sino, nel transe spiritico. Di tutti i fatti di criptestesia i ·pi1ì interessanti sono quelli relativi alla signora Piper, che è c;tata studiata da Wil1iarn James, il celebre ps]cologo americano, da Myers, ·da Lodge, uno dei V~ù abili fisi~t viventi, da Hodgson, da Hyslop. Q11esti eminenti scienziati hanno studiato la ·P]iper per dieci anni ed han110 1p ubbl]cato in tre grossi voJnmi i risultati delle loro osservazio·n i. Tutti hanno avuta la certezza assoluta ,che la detta d.onna non pùò conoscere per le vie "ensoriali abituali i fatti che . raci::onta. ' Una volta la Piper in uno dei suoi transe di$Se: « io sono •Giorgio Pelham » che essa aveva appena conosciuto. Volle parl are con il padre, la madre, la fidanzata, i professori, i compag11i e gli altri parenti del Pelham, e con tutti la Piper discorreva come se fosse il Pelham ripetendo le con versazioni segrete che ciascuno d'essi aveva avuto con il Pelham quando questi era in vita. Altri · in·dividui, come Chowzin, Reese, Osso'~vietsky, Kabn hanr10 ,p resentato feno1neni criptest eti Gi. a11alog·hi. I .fatti raccolti cort rigore assolutamente scie11tifico, e con l'esclusione di og11i sosipett0 di frode, provano il mnclo indubbio che la cr i ptestesia è. un fenomeno reale. Varie ipotesi sono state avanzate per spiegare il fatto; Richet suppone che le cose ed i rnovime11ti provocl1ino certe vibrazio11i che possono essere :p er cepite da esseri specialmente ·s ensibili. J.,e allucinazioni elette Yeridiche corrisiponrion o ad un fenon1eno reale, lontano e cl1.e rigu~1 rda una sola persona. In tal caso è pit1 sew.p lice supporre una· conoscenza simbolica della r~altfl 1

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f'lle amn1ettere la presenza d'un fantasma vero con una rea ltà obiettiva. • Le cose si co1nplicano q11ando si ha allucinazione collettiva, 6ssia quando la stessa irurrtagl•le compare a parecchi individl1i in rnodo identico e simultaneamente. Le allucinazioni collettive esjstono ma so11r ,.aTissime in co11fronto di quelle individualL Al riguardo il medium più meraviglioso è c:;t;ita Eusapia Paladino che è stata studiata in Francia cYa 10ocl1as, · Flainma:rion, Max,vell, Sabatier, Gramor1t ' Co11rtier, 1Delan, Boirac; in Italia ·da Bot. tazz·i, Fo ~t, Srhiapparelli, ì\llorselli; i11 Ingh !lterra ed altrove da Lodge, Myers, ·c arTington, Ochorowitz, Schrenck-Notzing, Asal<:off. Il fenomeno essenziale 1p rodott.o da Eusg,1pi::i Paladi110 è la telekinesia, ossia il movimento d egli oggi:tti a distanza. Sembrerebbe 1provato eh€ tale movirnPn to è dovuto alla formazione, talora invisibiìt, · di artj e di 1nani atte a rn11overe gli oggettL Richet ~hiama ectoplasmi queste formazjoni cl1e emanano dal corpo, 11?nno tutte le ap,p arenze della vita e scom·p aiono · dopo una più o n1eno 1u11ga rr1anif estazione. In Eusaip ia il fenomeno era indiscutibile. Richet scrive: « T enevamo fermi i pieiii , le rnani, la testa d'Ensapia ed i11tanto lln grosso melene di 3 kg. posto a due metri di dista~zn si spostava so1pra l e 11ostre teste e si 1p·oggiava sulla tavo!a. I tasti d'u11 1piano si abbassavano, mèntre il piano era d istante da Eusapia due m~tri e mezzo » . l \ questi fatti si sono fatte due obbiezionl: cl1e

il feno1neno si verifica solo nell'oscurità e che ·d urante le esperic:nze Et1sapia poteva aver libera una delle mani. Tali obbiezioni non hanno alcun valore quando si consideri che le espe~i enze ~ono stat€ fatte alia 1p resenza e sotto la vigi1a11zd. di ernir1enti ed accorti scienziati, come MorsPlli, Bottazzi, Foà, Ochovowitz, Lodge che mettevano ognj c·11ra nell'eliminare ogni possibilità di frode. Successivamente sono state fatte altre esperienze la cuj attendibilità non ])Uò essere me3sa in dubbio. Stainton Moses, un pastore 1protestante di gran·de clevatura morale, ottenne rumori, movirne11ti di ta.voli, scrittura diretta. Schreniek-Notzing ha fatto 1SU di un tal Willy esperiènze positive, rigorose, ripetute, ·di un'Pvidenza impressionante. Klusky era capace di modellare a distanza im1pasti di p araffina, dando lor9 forma di ma11i e ·di .p iedi di ragazzi. . . argo. 1

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[ANNO XXXII, FASc. 43)

SEZIONE PRATICA

1513

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE GIURIDICHE I

LXVIII. - Criteri circa la valutazione dei titoJi nei• concor si.• E illegittima la graduatoria se nella relazione

della Commissione non siano menzion ati alcnni titoli di concorrenti e sj debba perciò 1presumertt che non tutti i titoli sian o stati valutati. Il giudizio della •Comm~ssione iè illegittimo se\ pur riconoscendo valido un certificato ·dal qnale r isultava che il concorrente aveva prestato lodevole servizio nella condotta che era oggetto del concorso, abbia poi dichiarato non idoneo il concorrente stesso. Questi criteri si desumono dalla deci,ione 23 luglio 1925, della V Sezione del Consiglio di Stato, della quale, per maggiore rp rer isazione. riportiamo la motivazione. « Con altro motivo, che investe le operazioni della Commissione ,esaminatri.ce del ·concor~o. si dPduce, tra altro, la violazione dello artirolo 34 del regolarnento sanitario 19 luglic 1906, numero 446, non che dell'articolo 4 ·del cc.. "'tnlato del Consorzio, ed eccesso di potere ~er arbitrarietà di giudizio e per avere omesso di tener vresenti alcuni dei titoli prodotti dal ricorrente dott. Fo5chi; Considerato che sul principio generale rhe le Com1nission1 esaminatrici dei concorsi debbono tener conto, nella pronunzja del giudizio, di tutti i titoli prodotti dai concorrenti non vi è contestazione; e non vi può essere, ,p ercbè, quando si omette di valutare alcunj dei titoli presentati, il giudizio non può, come si richiede, essere in corrispondenza con gli atti e, come tale,. è viziato di eccesso di 1POtere. Nella specie, l a r elazione d ella Commissione esaminatrice non ba in alcun modo tenuto conto dei seguenti titoli, e cioè. di vari attestati di lode rilasciati dai professori universitari circa la capacità .del Foschi in varie brancl1e delle materie veterinarie e di igiene, e di un certificato di lodevole servizio n el Comun~ di Aipecchio. ·ora, tale omissionE> che ha un valore decisivo 'Per sè, per le rag-ioni ' di sopra esposte, assume un carattere anche .p iù grave, perchè nello articolo del capitolat9 -del Consorzio è detto che « specialmente saranno ten utj in considerazione i titoli riguardanti l'igie· ne, la polizia sa11itaria e la zootecnica » ; e app u nto alcuni titoli del ricor ren tt e si il'iferivan o alla igiene (malattie infettfve) e alla zooter.nica

(studi concernenti l'incre1nento e il miglioramento del bestiame). Si ass·ume dalla difesa del resistente Consorzio che la circostanza che i 1Predetti titolj n on sono stati nepp·l1re menzionati nella relazione dPila Con1miss,ion e esaminatrice non implica affa.tto cl1e non siano sta.ti tenuti presenti nel giudizio, n1a ~dgni:fica semplicemente cl1e la Commi5slone li ha ritenuti privi di qualsiasi valore agli. effetti della graduatoria; Considerato che non si può arnmettere 11n principio il quale ann·u lla virtualmente una delle più importanti garanzie formalj della regolarità dei roncorsi, l'obbligo, cioè, della Co1nmissione esa minatrice di tener presenti nel suo giudizio tutti gli elementi del concorso. Ora, se si ammettesse il principio cl1e, quand'an che dalla relazione i1on risulta in alcun modo che i titoli s1ano stati t11tti esami11ati, tale omissione è coperta dalla presunzione che . il silenzio 1della relazione significa rnancanza di valore. dei titoli omessi, la circo~ stanza che l'esame dei titoli s'i a stato 1ncon1pleto non avrebbe praticamente valore, perchè non potr ebbe quas1 mai essere ~rovata. D'altra parte. nella spec1e, trattandosi non di un solo tltulo rna di u na categoria di titoli, alcuni dei quali, per ;p recisa di51posizione del capitolato, che è la legge del concorso, dovevano essere tenuti in ispec iale consi-derazione, la Commissione esaminatrice ben poteva valutarli co1ne credeva, con giudizio insindacabile, ma non poteva esin1ersì dallo esprin1ere il giudizio stesso; J

Co11siderato, circa la violazio11e del regolame11to sanitario succitato e la contraddizione e arb itrarietà ·del giudizio della Commissione esaminatrice, che l'art~colo 34 ·del regolamento sanitario 19 luglio 1906, n. 446, così dispone: « Nel caso "' di concorso per la prirna nomina del medico « condotto o dei medici condotti di un ·Co~~or­ « zio di nuova istituzione, la Commissione do\'rà « nella valutazione dei titoli tenere conto spe<l ciale del servizio medico già prestato ai Co« mt1ni costituen ti il Consorzio ». Questa n orrr1a, in vjrtù dell'articolo 1° del capitolato del Conso1·zio, il quale articolo vi fa espressament~ riferimen to, trovava a1p1p licazione nel concorso di cl1e trattasi; Co~1siderato che, 1nentre nella relazione della Con1missione esami,.natrice si riconosce che il Fo-

(*) La presen te rubrica è affidata a lJ' a vv. Grov ANNI lega]e del nostro periodico

SEJ.\.AGGI.

esercen te in Cassazione, oonsulent@


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[ANNO XXXII, FASr'. ~3j

IL POLICLINICO

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schi prestava lodevol e serv1z10 sin clal 1916 come veterinario 1nel ·Comune di Monsampietr:angeli, cioè in uno ·dei tre Comuni costituenti il Consorzio e, possedeva, quindi, un.o di quei titoli che, ai sensi della legge del concorso, doveva essere tenuto in conto sp eciale dalla Commissione €Sam,inatrice, la Commis.s1one stessa, con manifesta contraddizione, dichiara jl f'oschi inidoneo all'ufficio ·di veterinario nel Co11sorzio appunto di cui faceva parte il Comune n el quale il Fo5cbi aveva lodevolmente disimpegnato lo stesso ufficio. Dice l a difesa d el Consorzio che la Co1nmic;sio11e esaminatrice non era vincolata dai gi11dizi altrui, come la Commissione di avanzamento per gli ufficiali dell'Esercito e della Marina n0n so110 vincolate dai giudizi delle autorità militari che compilano le n ote caratter isticl1e; Consi·derato cl1e, n ella specie, il caso è diverso;

p ercl1è la Co1n1nissione esaminatrice del cor1corso, .come risulta dalla relazione ha fatto 1pro1prio il giudizio sulla idoneità del Foschi a disimpegnare l'ufficio di veterinario del Consorzio. Difatti, nella rela~ione, non si dice semplicemeote cl1e il Foschi presenta certificati di buon servizio, ma bensì si dice testualmente che presta lodevole servizio come veterinario nel Comune di l\1onsampietrangeli, uno dei Comuni comp onenti il Consorzio. Avrebbe ·p otuto, pertanto, la Com1nissjor1e, valutare come credeva tale titolo ai ftni d el m erito comparativo, ai fini, cioè, di asseg11aTlo 8Jd un posto più o meno elevato della graduatoria degli eleg,g ibili; ma non poteva certo, senza n1a11ifesta contraddizione e senza violazione dell'articolo 34 .del regolamento succitato , 11on t e11ere in alcun conto il titolo .stesso ai fini dell a idoneità, senza chiarire in modo alcuno le ragioni del giudizio ». 1

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NELLA VITA PROFESSIONALE. CONCORSI.

GAVORRANO (Grossetio) . ScaA!. 10 nov.; per · Searlino; L. 9700 oltre L. 1200 .ai.ssegno oomple111e11t. rivedibile; .5 quadr jenni <lec. <P OSTI VAOANTI. · Gr-c;LIANO TEJ.TINO (Chieti). Scad. 31 ott. ; Aoao (Brescia). - Proroga 31 ott. L . 9000, oltre L. 500 uff. sa11. e L. 1500 oav. AzzANO X 0 (Uclinc) . ·- 2a. concl.; vedi fase. 40. ' GortIANO S100Lr (Aqui la) . - Età lim . 40 a. DoScad. 31 ott. cum. a 3 mesi. L. 9500 oltre L. 500 se uff. san. CAMPOTOSTO (Aquila) . - Al 30 i1orv. ; L. 10.500 Scad. 30 gg. d.al 1° ott. ' ~ 1 c.-v., oltre L . 3000 cav., L. 500 uff . san. Tassa L. 50.15. Età lim . 40 a. Dooum. a 3 mesi dal 15 JE SI (An,cona). -· nfe{lico e chirurgo pTimari s ett. presso l'Ospedale Diociesiano (13 comuni); rispett. CERDIA (P L. 10,000 e L. 8,000 e aumenti fino al 50 %; c.-v.; . alermo). - .2a con<l . ; L . 9000 e 5 quin·que.n nj; tassa L. 100 (s'i.c). Scad. 31 ott. partecipaz. proventi ; per la direz., a uno dei due C1coGNOLA (l)av ia) . - Sca<l. 31 ott. ; L . 11,000 primari, L. 2000; al med. per sorvegl. e cure Stae 5 quadrienni ·d ee . ; c.-v. ; L. 300 ambul.; L. 300 bilimenti d1 benefic. ·dipendenti dalla Oo ngregaz. uff. s an. Ab. 1855 ; •p ov. 137. di Carità L. 1200 ; indenn . per casi urgenti L. 2000 CITTADELLA (Padova) . Ospedale Oivile ., - Scad. al med . e L. 2500 al chir. Rivolgersi &egreteri.a 31 ott. Medico primario; L . 12,000 e due c .-v . ; della Congr'6gaz. di Carità. Soad . 31 ott . .5 quaJdriemni. L ORENZO IN CàMPO (P esaro-Urbino) . Al 30 CrvITELLA 0ARANOVA (T eramo). - Entro un mese ott.; L. 8000 oltre L. 3000 cav. e 1° c.-v.; età lim. dal 5 ott.; kq. 3300, a b . 3808, di cui circa 1000 35 <40) a. ; tassa L . 50 ; L. 2000 se uff. san. iscritti; età lim. 40 .a.; tassia L. 50; stip. L. 9000 l\'f. EJoUNA n~ LrvENZA (T eviso) . - A tutt0t 15 nov.; -€< 4 quaidrienni di Jj. 500 ; L. 2400 trasp. ; L. 500 L. 8000 e 2 c.-v. , oltre L. 2500 trasp . e L. 500 se uff. san. ; aiddi zion. L. 5 oltre il 15 % del!1a uff. .:;an. popolazione. MoNTEoosmo (iJ1acerata) . i a cond. e direz. FEttR.\RA. - Condotta per Rav.alle; proroga a Civic'o Ospedale; proroga al 31 ott. tutto 10 nov. Nuovo caipito1ato. Stip. iniz . non PronBrco (Pesa1·0). - Scaid. 30 ott. ; L. 8000 e i11fer. a L. · 9500. 3 quadrienni dee.; trnsp. L. 2500 se automezzo, FIRENZE. R. A rci speclale di S. Maria "l\7 . e Stabb. L. 3000 se oavallo pro!prio; c.-v.; L. 300 uff. san.; 1-liuni ti. - .Aissistente medico e assis tente cl1iruretà lim . 24-45 a.; tassa T.1. 51.10. go: età mass. :30 a.; L. 5000. Scad. ore 18 del 31 POLAVENO (Brescia). - A tutto il 31 ott.; conott. Serv. entro 15 gg. sorzio ab. i847; jscritti 100 ; montagna; L . 10,000 GATTIOO (No vcvra) . - Kmq. 15,76 in piano e cole 6 quinquenni dee., oltre !1. 3000 trasp. e L. 500 lina. ~t\b. 3004 ~ stip. L . 8000; aiddizion. L . 5 ogni uff. san.; residenza nella fraz. S. Giovanni di Popovero olt.re i 400; dieci bienni ventesimo; c .-v.; laveno; abit.az. decorosa gratuita. Serv-. entro indennità bicicletta L . !500; uff. san. L. 500. ScaJ O (sic) gg. denza 31 dttoibre.

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SEZIONE PRATICA

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PONTEDASSIO (I niperia). Scad. 30 <lrtt.; consorz.; L . 1500 e a<ldiz. L . 5 oltre 500 pov.; 10 bienni ventes.; c.-,.. ; L. 3000 per cavale. ove oc-corra. RAVENNA. - Due co11d.; età lim. 35 a.; L. 8000 -e 5 quadrienni decimo; c.-v.; L. 2500 cav.; indenn. supplen1. di L. 500-1000. A tutto 31 ott. REANA DEL RoIALE ([i dine). - A tutto 31 ott.; L. 8000 oltre L. 500 serv. att., 2° c.-v., L. 3000 mezzo trasp., L . 800 uff. san. Rivolgersi Ufficio Municiipale. REGGIO CAL. lladjologo all'Istituto Diagno· .stico. Vedi fase. 42. Scad. Hl ott. RoMA . Ministero della Guerra. Reclutamento <lei sottotenenti di complen1ento del corpo sanitario. Scad. 31 ottobre. Vedi fase. 39. ROMA . .ZJ!linistero della lllarina. Concorso a 15 posti di tenenti medici in S. A. P. ,~ecli fnsc. "36. Scad. 15 nov SALUDECIO (.Forlì). -- A tutto il 30 ott. ia cond.; Ospedale. Età lim. 35 a. Tassa L. 50.10. L. 9000 -e 10 bienni v~ntesimo; 2 c.-v.; L. 4000 cav. S. LoRENzo IN OA~rro (Perugia). - Al 30 ott . ; L. 8000 oltre L. 3000 cav. e 1° c.-v. Età lim. 35 (40) a. Tai:;1sa L. 50. J,, 2000 se uff. san. SEDRIANO (.ilfilann). ·- Scad. 31 ott.; età lim. '35 a. ; L 10,500 oltre L. 850 uff. san. e L. 400 bic. Ab. 3800. Già in consorzio con Vittuo11e. 1 rE1tAMo. Congreaaz . di Ca rità. - Aiuto di medie. e aiuto di chir. nell'Ospedale Civile; L. 5000 oltrt3 e .-v. in L. 100 mcns., partecipaz. proventi. Scad. ore 12 del 5 noY. Età lim. 35 (40) .a. Nomina e eo11ferma quadriennali. Chiedere annunzio. ToRINo. O. P . O.spretale .'J. Luigi Gor1.zaoa. Chirurgo primario e medico prim.ario; L. 7500; €tà ma...c:s. 45 a. Tre medici assistenti; L. 5000; età lim. 30 a.. (35 per gli ex oombattent1 39 per gl'inv:alidi di guerra). Scad. 20 nov. Domande alla Direzione (via Garibaldi, 23). VIBONATI (Salerno). - Scad. 14 nov. ; età lim. 45 a.; L. 6500 (sic) e 4 qua.drienni dee. ; c.-v. VITT'UONB (l'llilano). - A tutto il 31 ott.; lire 11,500 oltre aumenti perio dici ; L. 400 b1cicl., L . 700 uff. san. Ab. 2277, pov. 130. Età lim . .35 a. , ..OLTRI (Genova). (). P. Ospedale .San Carlo. J\iledico prirr1ario; titoli ed eventualmente esami; L. 6000 (sic). Scad. ore 18 del 31 ott. Età lim. 40 a. Laurea da 5 anni. Docum. a 3 mesi. Chie<lere .annunzio alla segreteria. 1

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/Ja ùorsa di studio TVassermann

dòttoresse in 'Tnedicina. :f. <lperto il co11corso per una borsa di st11<lio di lire cinquemiìa da .assegnarsi ad una dottoressa italiana, laureata in Medici11a e Chirurgia, che jntenda compiere llD anno consecutivo <li studi di perfeziO'narnent(} nresso llna U11iversità od Istituto 8uperi10Te d el Regno . L' assegn-0 sarà corrisposto in rate trimestrali anticipate ,d i lire mille ciascuna, con decorrenza dal 15 dice[nbre 1925. La scelta dell'Un1Yersità o Istituto Su•p erior.e è in facoltà dell.a concorrente, ma dev'essere subprdinata alla ap,p rovazione della Con1mission-a aggiu<licatrice. Que,s ta sarà composta di tre dottoresse e nominata dal Consiglio d ell'AssociazionP Nazio11. Ital. Dott01·esse in Med. e Ch1r. Le domande in carta libera, corredate dei clocu1n~nti dovTan110 essere indirizzate alla Presidente tlell' ~i\.ssooiazio11e (dott.ssa l\1yr.a Carcu1Jino .H'errari - Salsoma ggiore) i1on ,più tardi del 5 noYen1bre. Per le altre condizioni chieder e .annunzio. per

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UKI'"ER~IT.'\.

.lfa naiagn.ll·ì. rL. 1500 per sperimentaile reati da no11

~1TL.\NO.

J?onclazione Luigi -- Cinque pooti di perfeziona.m ento u11 anno) presso U'lla clinica o ScuoJa della eletta Università per 1nedici laupiù di tre ,a11ni. DI

Fo11clazion.e Pier Dieq0 Si1;carcli. - Quattrio posti di perfeziona.mento (L. 1800 per un .anno) presso la Cli nica Lli malattie prof&\Sionali per medici laureati .dopo il 1° Juglio 1924. ' Don1ande in carta 1Jo1lata da 2 lire con certific·n to cl i. lau·1·ea e p n11ti di i11erito riportati nella C'arriera soo].astica; indicazio11e dell'Istituto .a cui si int€nde c:oo1correre. Indirizzare alla Segreteria clell'U11iversità (viale S. Mich ele del Carso, 25) 11011 oltre il 30 novembre. Horsa l?am.el cli I ,. 5000, a favore di llll laureato nel 1925 .a Milano per freque11tare per a.Imeno tre 111esi un I st ituto inedico o Clinica di Parigi. Do·rna,nde come -sopr.a.

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rEnFF.ZIONAl\rENTO.

I'rem,i Paravicini.

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORI FICENZEr

:E! stata commutalia in n1edaglia d'argento al Yalor .111ilitare una medag~ia cli bronZio che il clott. Barbanti Brodano aveYa. già ri1portata. Ec· c:o11e la motivazione: « ,~olo11tario di guerra, mentre noncurante del pericol-0 .atte-11deva con la co11sueta pre111ura .a n1edicare militè:1rj, feriti d.allo scoipipio di una gra~ 11ata di grosso calibro, veniYa egli stesso travolto dia .altra granata. «Sebbene cont1H:'I{), rimessosi subito dal primo naturale sbigottimento, co1t nobile esem•p io di cora0'0'1o e di is entimento ·del dovere, attraYersava 1:)0 un tratto di terreno forte.m ente ba,t tuto (lall' ar, tiglieria avversaria per recarsi a soccorrere un ufficiale. ,< Ricoverato in u11 Ospedale da ca1npo per shoc nervoso conseguente alle contusioni riportate, il g~ornp. successivlo ritornaYa spontaneam1'ente al suo posto in prima linea. - P odgora , 21 luglio 1915 )). I

:E! aperto il concorso a due premi Paravici11i, uno per la medicina, l'altro per la chirurgia, dell'im1porto di L. 10.000 ciascuno, tra medici-chirurgi aint.anti, assiste11ti e siupplenti dell'Ospedale Maggiore di Milano, per recarsi all'estero e perfezionarsi occuipandosi particolarmente della: « fisiopatologia del ricambio con particolare rigu.ard-0 alla terapia alimentare ,,, per la medicina e della cc chirurgia infantile» per la chirurgia. Esami. Documenti al Protocollo del Consiglio non oltre il 30 nov. \

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NOSTRE "CORRISPONDENZE. Esposizioue per l'Igiene industriale e per le misure preventive eontl'o gli infortuni.

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(E ssen, 13 -30 settembre 1925).

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Orga11izzata clalla « Deutscl1e Gesellsoha.ft fiir Ge ,Yerbehyg1ene », e.On sede a Francoforte sul Meno, il 13 settembre fu inaugurata ad E ssen la ~e Gesun:dheit und Arbeit n esposizione per l'igiene in,d u&tr1a-le e per 1.a prevenzione ·d egli infortuni. A Yusitarla furono invitati i partecip.anti al IV Co1rgr e, so internaz ionale di ·infortunistica e m alat tie (lel lavorio. L 'esp osizione non prese1'ltava gran cl1e di nuovo e di 1nolto inter essante. Essa er a divisa in due i:1adiglioni, uno dei quali ri gn ar·da,·a qua.sii esclusivamente l' industria minerar ia de·l carbo11e. Era110 n1essi in ·m ostra, ·d a par te <li molte ditte, a ppareccl1i di salvataggio, lampade di sic,u rezza, tipii di ventilatori, ·di ascensori, <li barelle, di cassett e di socooTso ; ni1mer osi gli a pp arecchi per l'inalazione dell" osSigeno e p er la res·p irazione .art ificiale; gli apparecchi <li disinfezione; le maschere per la respirazione in .ambienti invasi da gas tossici; gli occhiali per la prevenzione dei tr.au.mi oculari. Nulla di più che un'esposizione camp1onaria d ei pit1 comuni e noti me.z zi per 1a prevenzione degli infortt1ni e per· il pr<0nto soccorso. Nel carnpo del1e 111.alattie professionali, grafici dimostrativi sulla diffusione dell' anchilostomiasi del carbonchio, della tubercolosi, ecc. ; pezzi .ana~ ton1ici e fotografie dimostrative delle looioni prod.ot te dalla tubercolosi e dalle pneumococc~osi, p1·eparati inicroscQlpici riguardanti le infezi-011i pro.f essionali. I11teres\Sante la raccolta di gra.fici dimostrativi sui m etod~ seguiti negli jstituti di B erlino e di )1onaco per l'orientamento professionale nei vari n1estieri, e ,dei vari tipi ·di cc testi » mentali ooottati ; si p1uò dire che questo era uno dei reparti priù importanti ,dell'esposizione. Di scarsa importanza invece l'esposizione delle protesi ordinarie e da lavoro, delle tavole murarie dimo~trati ve per le istruzioni di pronto soccorso, e delle tabelle illustrate per richiamare l'attenzione d eglli opera i s ugli infortuni più gravi nelle d iverse industrie e sui m ezzi per evitarli. Quasi tras-curata l'e&p osizione dei mezzi per protegger e l' operaio contro i rischi delle n1a ccl1i11e indu striali. N el campo dell' assiste11za sociale ·n umerosi i grafìri dimost rativi dellJ? Casse d'in,ali<lità e di malattia, sulla morbosità e morbilità fra gli assicu rati, e le fotogr afie d1 case «li cura, dli convalescen ziari, di colonie profilattiche e curati,-e, di refett ori, di bagni, ·di cu cine, di d-01rmitor~ e di local1 p€r oure .ambulatorie e di pronto soccorso sia llelle officine industriali c)1e nelle stazioni ferrovia1·ie. Lntp-0.r tante, a questo proposito, l'espoizione fatta dalla Direzi,o,n e delle F errovie della R 11l1r. 1

Co11temporaneame11te .a,}l'in.al1gur.azione dell' Esposizione fu t~nuta nel giorni 13-15 settembre la riunione principale annu.ale della cc Deutsohe Gesellschaft ftir GewerbehygieP e » nella quale furono am.pia.mente discu~si i seg uenti terni: 1) Avvelenamento da ossido di caTlbonio e mezzi di prevenzione (Dottori Heubner ·e Forstman). 2) Tem·p er.atura e umidità negli imuianti industTiali e loro ilnportan.za per la salu~ dei lavorator~ ; inezzi di preve11zione (prof. Koelscl1, prof. Rosenthal, ing . Spa·u na•gel). Nume1·ose le comunic~zioni sulle più recenti osservazioni scientifiche e prat1che neJ caunp-0 della igiene industriale. Dai congressisti furono anche visitati gli stabilimenti inc1u:striali di Essen. L'espooizione fu visti.tata da parecchi medici italiian i ' fra. i quali il prof. .Aiello della ciinica del Lavoro idi 1\!I1lano, il prof. Diez ed il dott. Teppati delle Ferrovie d ello Stato. S. D.

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NOTIZIE DIVERSE.

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Associazione della Stampa Scientifica Italiana (Sezione medica). L'assembl ea dei soci si riunirà in Roma il giorno 28 ottobre p. v. alle ore 17 nei looa.li dell'Istituto di Clinic!l. l\!Iedica (Policlinico). Ordi ne del oior·n o: Rapiporto del p1·of. Vittorio .l\i.c:.c oli, ff. presid~nte, sull·a crisi dell' .Associazione e risoluzioni relative. Potra.n no es&~re ammessi anche medici non soci t purch è ipresentino pirima de11a seduta particolare d-0.mcynda e facciano riconoscere la qu.alità di gior11.alisti. Coloro che ldesiderano partecipare alla riuni-0ne p otranno giovarsi per il ribasso di prezzo deJ. viaggio della tessera del Congresso di medicin.a interna o di quelln. del Congresso di chirurgiai o .dell.a tessera per l'Anno Santo.

Società italiana di medicina interna. La Segret aria della S·o oietà Italiana di 1'-f€dicina Inte.rna comunica il segue.n te .p rogr a1nma dei Ja' '"ori del XXX I Cong.rt~So. Lt1nedì 26 ottobre : ore 10: Inaugurazione del Co11gresso della Società Italia:11a di Medicina Inter1'1a. - Ore 10.30: Rel,a.z ione sull' esame funzionale dell' rupipar.ato r eS!p iratorio (1prof. G. ·B-0eri, Na.p oli). - Ore 14.30: Riunione del Consiglio direttivo. Ore 15: Comunicazioni riguardanti: 1) Apparato respiratorio; 2) Tubercolosi. Ore 19.30: Conferenza del prof. S. Ba~li(}llli (Roma): Fisiologia e Clinica un1a 11.a . M a.r te.dì 27 ottobre : ore P · Relazione sulle « Cirrosi epatiche» (prof. L. D 'Amato e prof. G. Sabatini). - piscussione. - Comunicazioni relative al t.em a della relazione. -- Ore 14.30: Comunicazioni riguardanti: 1) Fegato e vie bilia.ri; 2) Apparato cl igerente ; :3) Ricambio inateria]e ; Ter.rupia e farn1a cologia.

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SEZIONE PRATICA

Mercoledì 28 ottobre: ore 9 :' Seduta i11 comune con la Soci~tà Italiana di Cl1irurgia. - Relazione sulla « Cura del morbo di Flajani-Basedow » (relatori: p1·of. A. Ferrata - l'avi a (per la parte medica) e prof. P. E'i1ori · Mode na (per la ·p·a rte ohirurgica). Per la radiotera.pia: prof. E. Milani Ro·m a). - Di.'icussioni: Co1uunicazioni relative al tema della relazione. Ore 14.30: Assemblea .della Società ItaJiana di Medicina interna col segue11te 01~dine d el giorno: Co n;i.u nicazioni della Presidenza; Bila11cio sociale; Rinnova1nento delle {;ariche sociali; Sede e temi del XXXII Congresso; , . . arie. Ore 15: Comnnicazioni riguardanti: 1) Ghiandole a seor ezione interna ; 2) Sangue ed a.pp•arato emop-0ietico ; 3) Malattie iinfettive e• batt€!'i ologia. Ore 18 .30: Rit1nione del Consiglio Direttivo. Giovedì 29 ottobre: ore 9: Comunicazioni riguardanti: 1) .Aip1p a.rato circolatorio; 2) Terapia, far.macologia; 3) Siero1ogia; 4) Sistema nervoso; 5) 8emeiologia e r.adi.ologia . - Ore 15: Comuni-cazioni riguardanti: 1) Apparato urinario; 2) :Malaria; 3) M.alattie del sistema locomotore; 4) V arie ~d aggiunte. Ore 13: Chiusura del Co11gresso. Per ogni schiarimento i·ivolge.rsi .al Segretario del Co11gres.so prof. Giuseprpe Sabati:q.i, R. Clinica Medica (Policlinico - Rom.a) . 1

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Perfezionamento In Clinica pediatrica. Av.rà luogo un corso di perfezionamento, presso l'Università di Firenoo, per il biennio 1925-27 rotto la direzione del prof. Carlo Comha. Alla fine del primo anno sarà obbligatorio l' esa-

nie d'i profitto. Al termine del biennio gli iscritti conseguiranno il J)iplo·ma di perfezionament o, che darà diritto .alla qualifica di Specialista pediatra (art. 4 del lt. D. 31 ·dicembre 1923, i1. 2909), dopo avere superato le pro·ve ·di esaime, oonsi,s tenti nella ·di4~cussione ùi una tesi scritta sopra un tema di p00.iat1~ia ed in saggi clinici atti a dimostra.r e la matu1ità pratica dei candidati . Le tas..se, oltre quelle d1 l.aboratorio, scmo le .seguenti e devo·n o €&Sere versate alla cassa della R. Università (Piazza S. l\{arco, 2): Tassa d ' iscrizione annuale (1pagabile in due rate), L. 900,50; Tassa di esame di profitto, L. 30,10; Tassa di esame di diplmna, L. 100,10. Oltre .alle tasse ' suindicate, gli iscritti dovl'anno versare 0 1g ni ianno alla Segreteria L. 7 ,05 per libretto, bolli, diTitti -e marca. Per Lu.formazioni e chiarimenti rivolgersi alla Direzione della Clinica Pediatrica (Ospedale A. Meyer), via Mannelli, 115, Firenze (23). 1

.Consiglio superiore della Cassa Nazionale Infortuni. Si è aidu11ato in sessione straordinaria con lo scopo precip11t0 di portare il p1·oprio esame st1lla gestione dell'.assi-0urazione infortuni in aigricoltura sv-0lta dall'Istituto nella quasi totalità del Re-

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gno <lurnnte il periodo sessenn ale di applicazione di questa provv~deuza legislativa. A conclus.i one della importante manifestazione, il Consiglio ha votato unanima.me11te un ordine del giorno proposto dal com.m. dott. J ulo Fornac1ari, col quale si afferma che la Cassa Nazionale Infortuni ha pienamente corrisposto con la gestio11e affidatale agli intendimenti del legislatore, soodisfacendo con retta ed economica aimministr.azione alle ooigenZ-e degli assicurati e dei pro'Pr1etari e t ermina co11 l.a deliberazione di dare comunicazione dei risultati posti in evidenza ·d alle relazioni del ro11s1gliere <lott. Tasca-Bord-0n.aro e della Direzion e Generale dell'Istituto, a · S. E. il Ministro dell'Econornia N.azi01nale e .d i portare ta.li risultanze a conoscenza delle organizzazioni agricole si.a di datori di lavoro che di la\oratori.

Indennità pagate dalla Cassa Nazionale Infortuni. DuTan te il 1° trimestre del corrente anno (42° del suo esercizio) la Cas1~a Nazionale per gli infoi-tuni st1l l avoro - col tra.m ite. dei suoi Uffici (Com·p artjmenti, Sedi ed _;\genzie) distribuiti per tutto il R el?Jllo - h·w com•p iuto, fra le pri11~ipa~i, le .segue11ti opeirazio11i : P er le .assicurazioni degli i.11fortu11i nelle industrie ha emesso 26,243 nuove polizze assiouranti altri 362,337 i()lp er.ai; ha ricevuto ;;9,7 ea denunzie . d'infortunio e ha pamato lia.·,e 17,094,410.88 <li indennità per 35,099 casi, ·di oui 151 di n1orte e 2,187 dj inabilità permanente. Per l'assicurazione obbligatoria degli inforrt uni in agriooltura ha. ricevuto la denunzia di 10,183 infortuni e 11a pagato lire 4,002,354.55 di inde,n 11.ità per 7 .SI 7 casi, di cui 184 di moirt.e e 968 di inabilità perirpanente. In totale nel 1° trimestre del corrente an110 1.a Ca~a Nazio11aJe Infortuni h a ricerv11to la denu11z~a di 49,886 casi di infortu.ni.o ed ha pag.a.to oltre 21 inili•oini di lir.e d'i indennità.

Una nuova Scuola per infermiere a Ne'v York. Il <e Presbyteii:in Hos1)ital » di N e" ' ì,..ork: ha aperto una sottoscrizione per 1 milione di dollari, pari .a 15 milioni di lire it., allo scopo di fondare una nuova Scuol a per in·f ermiere nel « Presbyterian-Coltrrnbia M.edical Center ». La s ignora Stephen V. llarkness ha contribuito1 con i quattro quinti alla sottosérizione, ohe è stata inter.a.1 nente coperta.

Contro la vivisezione nel Belgio. Sono stati rpresen•t ati al Senato belga du1e disegni di l egge p·e r la. s~]Jpressione della cosi.detta «vivisezione» . 8-econdo questi due progetti, verrebbero vietati tutti gli esperimenti sugli animaJ.i . nonchè l ' urtilizzazione degli equini per la produzione di sieri e l'imrpiego di cavie e conigli a scopo diagnostico. Energiche prote&te oontro queste minacci.ate restrizioni sono state sollevate dall' « Aoaidémie r oyale de Médiecine de Belgjque » e dalle Fa.coltà m ediche

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IL POLICLINICO

di Liegi, Brusselle, Lovau io e Ghent. Se si giustifica di elimi11are le crl1deltà inutili, si deve p erò riconoscere e proclamare che l ' impiego degli ani- . ma1i è in~lis:pensabile '.})er i progressi della medicina, come pure per intendi111enti diagnostici e curativi .

Nuovi periodici. R giunto al suo terzo numero, il periodico cc L e assic·urazioni sociali », organo della Cassa Nazionale per le Assricur.azioni Sociali; l)Ubblica studi origi11ali, notizie, statistiche, informazio11i varie, riviste bibliografiche, atti ufficiali, ooc. su quanto concerne le assicurazioni sociali in I tali a ed al1' Estero. La <li.rezione del1a rivista è p,r esso la sede centrale cil,eilla Cassa Nazionale, in Rom.a, Corso Umberto I , 329. •

Infortuni di sanitari. Il prof. d,o.t t. Montino, direttore dell'Ospediale cl.i Umbertide (Perugia), è stato casu.almente ferito da un colpo di rivoltella al malleolo. •

Nuova potente sostanza radio-attiva? Alla Società a1ner1cana di Chimica so110 state <le.scritte da Viol le l)f-Olprietà del « ra1d ion », sostanza eh-e sarebbe 190,000 volte più attiva del

Comunicato. Ricordia mo che sono · aperte le iscrizioni dei ~ledici Chiru·r ghi al corso 1925-26 nella Scuola di Odontoiatria e Protesi dentaria presso l.a R . Università di Bologna, pe] consegujmento del diploma per specialisti in odontoiatria e ,p rotesi dentale. Essen,do il numero d·e i posti limitato, 1'.aiccettazione viene regolata secon,d o la p.r iorità nella pr(? sentazione dei d·ocl1menti e pagamento delle rel.ati,,.e tasse. Per programmi ed i11form.azioni rivolig ersi preso la. segr eteria della Facoltà di medicina e chirurgja della R. Universjtà di B ologna e presso la Direzione dell'Istituto Clinir.o per le malattie d ella bocca, via. S . Vitale 59 - Bologna (13) nei locali del quale h.a sede la scuola.

Si è spento a Bologna il prof. FERRUCCIO T ARTUFERI, ordina.rio di clinica ooulistica in qt1ell.a unive1·s1tà; ha compiuto lavori pregevoli c1>1stologia, .anatomia uormale e patologica dell'occhio. Era. nato a Fabriano (Ancona) nel 1852.

Pure ,a Bo.Jog11a si è sipento il prof. GIOVANNI PERN A, che per ,~ari anni vi fu incaricato di anatomia topogra.fica f-.d attualmente era diTettore incaricato dell'Istituto di anatomia a ~'.fessi11a ; 11a compiuto .a pprezz.ate ricerche di an.at0mia micro- e macrosco•p ica. Era nato a Reg.almuto (C.a tania) nel 1876. •

[ .'\NNO

XXXII, FASC. 13}

.R.ASSEGNA DELLj. ST• MPA MEDICA.. JIecl. Ibera, 2.3 m.ag. -

J . "\TERDES MONTENEGRO .. Diagnosi eziologica dell'asma. Studiwm, 20 mag. - 1\.. CARDARELLI. Stenosi · esofage.a da carcinoma. - L. IACOPINO. Miasi intesti11ali. Jou1·n. cl. Prat., 23 m3"'. - SICARD. An1gio&pas1no oereprale da sat•Jrnismo. Patholoaica, 15 m'a.g . - G. FRANCHINI ... Cistite )am€b'ica. R -iv . di Terapia .Jled., 1uag. - V. RuATA. Nicot i11isrno, amblioipia nicotinica e loro cura. ,<)calpel, 23 mag. - H. :VIAGos. Lo choc ostetrico. Jo urn . 'JJ:/é(l. Franç., mar. - Numero sulla vace;i11oteraipia . Riforma .:'Vled ., 27 apr. - Resoc. deI congreStSO .a11tituberc. - l\iI. ARTOM. Sul fa,ttore &impatico nella '!liatogenesi delle dermatosi infantili. ' Bull . .4.c. de M éd., 19 mag. - P. BAzY. ConS€'guenze remo;te di radioter. profonda. Revue de la Tuberc., inar . - E . ARNOULD. La tub. coniugale. - PARODI. "\7. a.l o,r e e mlist1ra ·delle ' pressio11i nei pneumotoraci iartific. Ga~z. d . Osp. e cl. Clin., 24 mag . .-- .A. CAMPANI. Infezione e reinfezione tubercolare. 1llorgagni, 24 1nag. - V. TANTUR&I. Tuberc. laringe.a jg11orata e pro.f ilassi 80ciale. An1i . d'I giene, mar. - E. D1 MATTEI. Difficoltà e i.i1cert13zze sulla dia.gnosi batteriologica della. neste dei murini. - P. C . BARDELLI. Linfangjte cr~ptococcica. M. CoLJ_,INA . Sieroterapia della sifilide. Ze ,i tschr. f. Tube rk., mag. -- F. GLASER. La febbre quale i1eurosi vegetati,-a. M. KAI,TtE'VEIT. Dj ssol11z. di a.derenze e produzione di esSll•dati. 1.lrch. f. Sch. u. T r .-Hyg., 1 giu. - O. URoHs. La oommi1nistr. di chinina seoondo OoHsNER. P ractitioner, giu. - B. T. PARSONS-SMITH. Il Jneccanismo d el collasso cardiaco. .A. SooTT GILLET. J.Ja stitichezza e Ja sua our.a radicale. T. P. RYAN. Bicloridrato di chinina associato ad e>Stratto nituita.r io n el tra.va.glio. Riv . .S~n. ,$icil., 1 giu . - B . DE VEOcm. Le endo0arditi. toma tol., giu . - R. :NfIELA. I denti e la den1,izione in med. leg. . Presse M éd., 27 ma.g . - Numero su Oharcot. Deut. JJfecl. lVoch .. 29 m,a g. - RosENow. Medicina interna. e turbe del.le secrezioni interne. - ~f. HAHN, H. RERXHEil\-IF.R e W. BRosE. Stato sai1itario e p1·og11osi di longevità negli sportivi <li età. avanzata. Mediz. Klinil\,. 29 mag. - C. HrRSOH. Fisio1. e patol . comip wrate del ricambio minerale. - J. 0rTRO:N e H. HrRSCHFEr.o. Diatesi emorragiche e{l anemia a·nlastica nelle cure antiluetiohe. Ga1.-z. d~ Osp. e di Oli·n ., 31 mag. - M. 0AYREL. I nfez. aouta mortale da B. proteus; intossioazioni alimentari. G. GALLI. Patogen. ed eredi tari età d ell' arterioscler. 1

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[ .\~~o

XXXII , FASC. 43]

SEZIONB PRATICA

Journ. de 31éd. de Lyon, 20 mag. - Nume1·0 Sl1lla dermo- e sifilogra.fia. Jlinerva ]lf ed., 31 mag. - Numero su A. Ca,rle e lo sviluppo della chirua·gia in Piemonte. Brit. Alecl. Journ., 30 mag. - R. HuTOHISON. )fode e ciarlatani~i in medicina. Jotl!T'n. Am. JJed. Assoc ., 9 mag. - R. C. MoCHING. Antagonismo tra estra,.tto posteriore del]'ipofisi e insulina. - _t\.. I. MANVILLE. Effetti delle r·::udjazioni sull'olio di feg. di merluzzo. E. O. J ORDAN e a. Brucilli del tifo e ostriche. Revue N c,u rol., .mag. - L. BARD. Azione del cervelletto nella regolaz. dei movim. - J.-A. 81CARD. Ariflessia achillea nei tr.attam. no,rarsenicali. - N. ANTONI. Rachicentesi c~il1are. Racliol . .1ll ed., giu. ·- G. B1.rnom. Vizi di posizione congeniti e patologia del grosso1 intestino. - U. NuvOLI. Cuo1·e e aorta in un caso di m. di Addison. Jou1·n. Am. J,[ed . A ssoc ., 16 mag. - W. J. MAYO. Contributi ·della scienza pur.a ai progressi della medicina. - L. E. GRIMBERG. L'iiperpnea quale metodo <lia.gr1ostico . - A. HAMILTON et al. Tetraetile niombico . E. T. · GATEWOOD. L 'e11• cefalite. Presse 111.érl ., 30 mag. - M. CHIRAY e I. PAVEL. Fisiologi.a <lella vescichetta bil. .-lmer. Journ. Obst. a. G 1~pn . , mag. - A. 8TEIN. Gangr. d. estremità consecut. a operaz. ginecologica e al puerperio. - G. G1BSON. Esiti r emoti dell'-0por. Emruet-Ba1dwin sulla pa-ooidentia. G. W . CRILE. Teoria biofisica del cancro. - E. ,V. AnA:l!S. Il cordone ombel. breve. Wi en . Arch. Klin. Jled., 15 mag. - K. CsÉPAI et al. Azione dell'.adren~lina. - E. v . KERN e J. K UNZE . .tlzione 1del1a tbo. su1 sti.st. nerv. vegetat. L . HoLLAENDER . Sintomatol. e t erapia della po.licitemj a. .~led. Jòera, 30 mag. I. CODINA C'.AsT·ALDI. L 'immunità tegumentaria nella tbc.

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Cuore e Circolazione Continuazione de

LE MALATTIE DEL CUORE E DEI .VASI Periodico mensile diretto dal prof. VITTO~IO ASCOLI ,

Redattore capo: prof. CESARE PEZZI I l if:asieicolo 9 (Settembre 1925) contiene: 1

Lavori originali : I. G. l\!lELDOLESI: L'azione della. chinina e deùlta. cinconina au l ouoo:e. - II. A. ORSI: Blocc-o completo ·d i branca con Sl)ec:i.ali tiipti cli extTas iatoli. Rassegne, riviste e Congressi : Clinica : Endocardite vegeta.nte di nat ura tifosa. - La. miocardite reumatica: 1S1Ue lesiorui nodu1al"i sipec.ifiche - Sulle oscillaiioni dell a. ipressione caJ)illa re. Reeezi<0ne del pericar.ddo in un ieaeo di c. conoretio pericardiii ». U:n n1t0v0 ~:into m a dell'angina di r>etto : i l segno viscere-motore dell2. mano. - Sulla az4one de11.a trinitriina e del niitrito di amile S!Uli1a 1Pres&ione venooa. - Su d!i. un·a il'ana locailizza.zione della endooa.r.dit& i·en·matica. - Contributo a.Ila 1conoeceruza della insufficienza valivolaa-e (.a ortica) di oriigine 1m.1u sio olare. Considera.z.i.01111i su1illa eindroone di airugina di p·etto nella stenosti mit rale. Fisiopatologia : Rioorche a perimenta.l i eul·l a patogene.si ·de1le aritmie (.aritmia extra.sistolica, airitmia completa da fibrillazione auriieoJ..are consecutive alla iniezione intravenosia di dosi massive cli estrat to tiroideo). Sopra la durata della sistole ventricolare. - I l nervo depressore infeir>iore de1l'aorta. 1

1

' a << Cuore e CirN. B. - Ai nuovi ;:t.bbonati del 1925 colazione » si oonoodon0 le i n tere an n ate 1920-1921-1922. e 1923 del periodd.co << Le malattie del Cuore ,, e 1924 di « Cuore e Ci.r oolazione » per sole L. 75 se in l talia e· per sole L. 100 se all'Estero, in porto franco. A. richiesta si invia nume ro di saggio.

Abbonaimento per il 1925 : Ita lia. L. 28; Estero L. 38... Per gli abbonati ail « Policlinieo » : Itali.a L. 22, Estero L. 32. Un fascicolo eepariat-0 L. 3.50• Iniviare Vaglia postale a l Oav. Uff. IiOIG I POZZI'. Via Sist ina. n. 14 - Roma.

Indice alfabetico per materie. . Pag. 1491 tratta.m ento • Autotrasfusione i1elle 01peraz1on1 intra)) 1509 craniche . • )) 1495 Cenni bibliografici • • )) 1507 Colica epatica; trattamento )) Concorsi: tialutazio11 e dei titoli 1513 1489 Difterite; vaccin azione antidifterica . )) )) 1492 Epitelioma mam.1nario segr egante )) Igiene in1d ustriale ; 01Sposizione . 1506 • InsuJi11a; antagonismo. e.on estratti ipo~ )) 1509 fisarii · • )) Insuli11a ; dati mnrfologic i 1509 • . )) Ins11li11a; <losacnen to . 1509 • ...\sma:

H.oma · :Stab.

'l'ip~Lit.

Armani di M. Cout'rier.

Itte1·0 ; dia.g11osj <l ifferenzia le delle diYer ~e forme . . Pag. 1507 Latte; a:p1)rovvigionamento n ei riguardi de.Ila salute pubblica . . » 1493 )) :VIalaria. I Co11greisso internazionale 1496 )) Maù11mella; epitelioma segrega11te 1492 • )) l\f.etapsiçhica 1511 )) Orm,Olni gastrointe.stin::11li . 1510 • Reazione (Micro-) di J\iieinicke; t ecnica, )) V<1lore . 1487 • )) 'f ifoide. Siero- e vaoc i110,terapia 1485 Tra!rf usione di sangue; metodo Weissenbach . )) 1509 )) ,~acci11azioJ1e antidifte1·ica 1489 • • • V. ASCOLI, Red resp.


1_L~P_O_L_T_C_L_I_N_I_ C_ O~~~~~~~~-<P~A~U_J_N_A~D~B~L~L~'-~\M==-)f=I=N~I=S~T~RA.==-=Z=I~O~N~E~)'..._~~~~~~S:::::EZ. PRATICA FASC.43

fll'S" Pubblicazione utile per tutti i me dici : Dott. Cav. Uff. '

ALBERTO

Vrao (DOCTOR .JUSTITIA..)

La legislazione sanitaria in rapporto àll'esercizio professionale SOMMARIO.

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I

. PARTE. I. Esercizio .Pr~fessio!'al~ l~bero. - CA.Po .I . . N~rme per intraprendere l'esercizio professionale. Qua.li sono. Registra. -iione del diploma. Esenz1om. Rag1on1 d1 queste. Penalità per 1 contravventori. Legge e Reaolamento sull'Ordine dei Sanita.rii Albo d~' Sanitarii. Esenzioni. Obbligatorietà della iscrizione. Modalità e procedura delle iscri~oni. Effetti della inscrizione all'Albo. Trasferimenti da un Albo ad altro cli diversa Provincia. Cancellazioni e riammissioni. Da chi è pronunziata la cancellazione dal: 11' Albo. ~r~ano di sv.olgimento dell'a~io~e del C.o nsigli?. At~ribuzioni di detto Consiglio. Punizioni disciplinari. Compartecipazione al Cons.1gho Pr?vi~c1ale _ed al. Cons1gho Sup_er1ore d1 Sanità. - CAPO II. - Doveri inerenti all'esercizio professionale. Denu'flzia al ~ed1co provinciale dei fatti che possono mteressare la salute pubblica. Denunzia al Sindaco dei casi di morte. Referti. De· disposizione del Gvmune in caso di necessità. Dare occorrendo 1 nunzta delle malattie infettive. Mettersi a nunzia delle nascite. le i!:;~ruzioni n.eces~r,ie p~~ impedi.re la. propagazione di ~~a epidemia. Segreto profes~ionale. Responsabilità penali 'e civili per -Oann1_ prodotti da impen.z1a, n egligenza e imprudenz~. D1su~1p~gnare ~~nza _ecc~zione l'incarico che fosse eventualmente dato agli e~ett1 del D. L. del 22 agosto 1915, n . 1311. Denunzie degIJ 1nfortun11 agr1coh. - CAPO III .• Diritti inerenti all'esercizio profea· a•:o~ale. P agament? delle prestazioni. R~press~o.ne dell'es~rcizio ab~sivo._ ~sercizi.o ~i p_iù. professioni sanitarie. Eccezione per l'esercizio della farmacia. - CAPO IV. - Dell esercizio professionale dei med1c1 stranieri. Divieto dell'esercizio nel Regno. Eccezioni. Ra· gione di esse. Còndizione cui è sottoposto l'esercizio professionale presso gli stranieri residenti nel Regno. Oltre alle indicate ecce· .zioni l'esercizio è subordinato alla reciprocanza. Quali Stati concedono la reciprocanza. Esercizio n el Regno di italiani forniti di diplomi esteri. - CAPO V. . Esercizio professionale come medico di bordo. Instituzione. Autorizzazione per l'esercizio. Esami di idoneità. Documenti per esservi ammesso. Commissione giudicatrice. In che consistono gli esami e relativo programma. Decisioni tiella Commissione. Funzioni dei medici di bordo. Misure disciplinari. - CAPO VI .. Esercizio professionale dei dentisti e ff.ebotomi. Le~ge 31 r_narzo ~9.12, n. ~18, circa l'_ese~cizio. della odontoiatria . Abusi: D entisti ~tra~ieri. Fleb~t~mia .. - PARTE II. Obblighi .dei Comuni relat1v1 all'assistenza san1tar1a dei poveri. - CAPO I · Assistenza sanitaria e sommuustrazio11e gratuita di medici· nali. Obbligatorietà. Opere Pie. Condotte medico-chirurgiche. Numero e ripartizione di esse. Condotta piena e residenziale. Sop· pressione di condotte e diritti dei sanitarii titolari di qu elle soppresse. Trasferimento .di titolari da una condotta ad un'altra del medesimo Comune. Coercizione. Provvedimenti di ufficio pel caso di inoperosità dell' Am_ministrazione municipale. Ricorsi. Chi pub ricorrere. Termine. Somministrazione gratuita di medicinali. A chi viene concessa, Modalità d.e na concessìone. Da chi può essere fatta. - CAPO II. . Capitolato per il servizio di condotta . Elenco d ei poveri. Presupposti indispensabili pel servizio di condotta. Differenza fra Capitolato e Regolamento .. l).pprovazione di:.'! Capitolato di servizio. Ricorsi. Disposizioni che debbono contene.re i Oapitola.tì. Facoltà della G. P. A. Accettazione del Capitolato ed eV<entuali sue modifiche in corso di nomina. Elenco di poveri. Driterii per la sua relazione. Unicità dell'elenco pei medicinali gratuiti e per la cura gratuita. Procedura per la sua compilazione. Se il medico possa impugnarlo. Diritti del sa.niJtario in caso di mancaita formazione o revisione dell'elenco. - CAPO III . . Oondottt c onsorzia~i. Quando devesi costituire un consorzio sanitario. Consorzii volontarii e coattivi. Modalità della costituzione degli uni e degli altri. Inammissibilità di eventuali proteste da parte dei Co111un~ che ben provvedono al servizio sanitario. Ricorsi contro I -varii Decreti prefettizi in materia. Convenzioni regolatrici e loro contenuto. Funziona1nento delle assemblee consorziali. Diritti dei medici in caso di scioglimento del consoTzio. - CAPO IV .. Concorsie nomine dei medici ooridotti. Se sia a1nmessa la nomina diretta del medico condotto. Programma. Bando di concorso. Età utile per prender parte al concorso. Documenti di rito e professionali. Termini di chiusura. dei concorsi. Commissione giudicatrice. Graduatoria. titoli di preferenza, ricorsi. Deliberazione del Consjglio comunale e formalità richieste per la sua legittimità. Nomina fatta dalla Giunta Municipale. Diniego del Consiglio a provvedere. Nomina fatta dal R. Commissario. Impossibilità del Consiglio comunale ~ provvedere. Se il Consiglio comunalè debba rispettare la ·graduatoria. Unico concorrente. Nomina di ·medici aggiunti o coadiutori. Medici di Opere Pie in servizio di condotta. - CAPO V . . Obblighi inerenti all'esercizio d ella carica di medico condo tto. Disimpegno del servizio di cura ed assistenza sanitaria. Gestione del•l' armadio farmaceutico. R esidenza.. Vaccinazioni e rivaccinazioni. Servizio necroscopico. Servizio ostetrico. Certificati sanitarii. Assistenza. sanitaria a.i detenuti ricoverati nel Carcere mandamentale. Cura ed assistenza sanitaria ai prGfughi di guerra. Cura ed assistenza sanitaria agli invalidi di guerra.. Cura dei feriti in rissa. Cura degli ammalati celtici. Iniezioni ipodermiche. Certificati .per impedire la propagazione della sifilide per baliatico. lnfortunii sul lavoro industriale. Infortunii sul lavoro agricolo. Lavoro delle donne e dei fanciulli. Profilassi malaril!a. Pagamento di tasse e dei tributi locali. - CAPO VI . . Diritti inerenti CJJll'eserci;?.io della carica di medièo condotto. Stipendio. Aumenti di esso. Aumenti volontarLl ed aumenti coattivi. Quali aumenti coattivi pub -con cedere La G. P . A. Caro-viveri. Aumento imposto dai Decreti Luogotenenziali del 10 febbraio 1918, n. 107, e 19 giu gno 1919, n. 973 . Altri migliora.menti. Ricorsi. Pagamento dello stipendio. Prescrizione. Cessione e sequestro dello stipendio. Diritti secondarii ·condizionali. Sessennio. Congedo. Aspettativa. Dimissioni. - CAPO VII. • Della stabilità. Periodo di prova . Se in esso possa essere compreso il servizio interinale. Stabilità virtuale e stabilità reale. Stabilità di posto e di stipendio. Quale stipendio si consolida con la stabilità. Soppressione delle condotte povere. Contestazioni circa l'acquisto della stabilità. - CAPO VIII. . Provvedimenti di8ciplinari . Quali sono. A quali mancanze si applicano. Procedura per la loro applicazione . Ricorso. Facoltà di punire da parte dell'autorità. comunale. RicorSi. Graduazione delle punizioni. - CAPO IX .. Licenziamenti dei medici condotti. Licenzia.m ento durante iii periodo di prova. Se vi è bisogno di motivazione. Epoca in cui pub essere deliberato. Riassunzione in servizio dopo il licenzia· mento. Licenziamento in tronco. Ricorsi Licenziamento di medico condotto stabile. Modalità con cui deve essere deliberato. Risar•cim ento di danni morali e materiali per effetto di illegale od ingiu sto licenziamento. - CAPO X. • Pensioni. Istituzione della Cuea ·di previd enza per le pensioni dei sanitarii. Inscrizioni obbJigatorie e facoltative. Condizioni indispensabili per l'inscrizione. Medici .condotti che abbiano prestato servizio prima della istituzione della Cassa Medici anziani. Contributi. Chi ba diritto al rollocamento a · riposo. Chi ha diritto alla indennità pagabile una volta tanto Ammontare dell e pensioni a seconda delle varie cause per cui ~ chiesta. Ammontare della indennità. Pensioni di riversibilità a favore delle vedove e degli orfani dei sa.nita rii premorti. Documenti ehe. a seconda dei vani casi debbono accompagnare la domanda. di liquidazione della pensione. Norme circa la reda?.ione della do· manda di liquidazione di pensione e dei relat ivi documenti Contributi plurimi e loro valutazione nella liquidazione della pensione. Oisposizioni generali. Caro-viveri ai pensionati. Se il medico pensionato possa ripren dere servizio nel medesimo od tn altri Comuni. - OAPO Xl . • Generalitil. Se il medico condotto sia eleggibile alla carica di Consigliere Comunale. Se lo stato di incapacità deve cessa.re prima delle elezioni. Se le dimissioni possono essere accettate dopo Je elezioni. Se possa essere e letto Consigliere Provin· ria.le. Dei medioi condotti supplenti, provvisorii od interini Se i medici in servizio di Opere Pie siano eleggibili a Consiglieri Pro· \' inciali. Se il medico condotto possa far parte del lAmministrazione della Congregazione di Carità e di altre Opere Pie del comune. Se sia pubblico ufficiale. - PARTE TII. - CAPO I . Dell'ufficiale sanitario. Funzioni dell'ufficiale sanitario. Indennità di trasferta. nequisiti dell'azione dell'ufficiale sanitario L'ufficiale ~anita.rio ~ ufficiai.e _?Overn_ati~o. -. CAPO I~ : ~omina e carriera d~gli ufft· '('iali sanitarii. Nomi·n a dell'ufficiale sanitario . Bando di concorso. Commissione g1ud1catr1.Ce Cond1z1on1 per essere ammess1 al con . .corso. TitoU di preferenza. Programma di esame. Graduatoria. Nomina prefettizia. Nomine senza concorso Medico condotto uftl· eia.le sanitari Giuramento. Incompatibilità. Indennità. Pensione e congedi. Provvedimenti disciplinari. Se possa essere membro deJI' Ammh \istrazione di Opere Pie. Se possa essere consigliere comunale e provincia le. Se sia un pubblico ufficiale - CAPO III. · Della uigi•«nza igienica. Distinzione dei Comuni &. riguardo dell'~bbligo della; vi~ilanza. igienica. ~onsorzii vo.lontarii e coattivi OonTeDzione regolatrice dei Consorzil. Se il Decreto del Prefetto circa la cost1tuz1one, la modificazione e lo sc1oglimento del COn· iK>rzio sia provvedimento definitivo. Vigilanza ed ingerenza governativa sulle deliber~ioni. dei Co~s?~zii Regola.~ento specfale per iJ fun zio~mento dei Labora.torii e del personale. Pianta organica del personale e st1pend1i. Requ1s1t1 per partecipare aJ concol'IO. Programmi di esame. Com{Jlissione giudicatrice, graduatorie e nomina del persona!~ Attribuzio~I . diritti _e d~veri del personale del La.bora.torli, sanzioni disciplinari, congedi ed aspettative. Istruzioni pel personale ispettivo e d1 quello 1nca r1ca.to del preHevo def campioni.

Un volume in 8° di pag . X Vl-224: nitidamente stampato L. 16 Per i nostri a bhonati .-;ole L. 13, 75 in porto franco.

fnr iarc 1-aglia. PQstalc azz>editore LUIGI POZZI - Via Sistina)

14 - Ronia.

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ANNO XXXII

Roma, 2 Novembre 1925

Fase. 44 •

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fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE PRATIOA

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI

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SOMMARIO. Lavori originali : A. lCnipfer: Un'utile modificazion e della prova di Cohn nella diagnosi del cardiioepasmo. Osservazioni cliniche : M. Fa:beri: Contributo alla tera.p:iia dell'encefalite letargie.a. -- G. F. OatPu a n.i: Il henzoato di ben2.iile nelle siirul.romi ,ia)ertensive e disipnoii.che. ·s unti e rassegne : SISTEMA NERVOSO: Marqruezy: La diagnc,si della sclerosi ,a, pla0che .i niziale. - Grain.g er Stewart: Etiologia e eiruto:;na.tologia dehl.a poi11ineurite. -- APPARATO RESPIRATOiUO : E. Hoke: La csiiderosi polmonare. - E. Sengent: Leeiond 'POS'tumce 1dell',arpiparato ~espir~torio da gas di g<Uerra. O SSA: F. IConig : La cura chiru11gdrca delle fr ~tt ure sottooutainiee. - Fr. O. Ohristensen._: Truim orti delle oesa.

cenn'i bibliografici. Accademie, Società mediche, Congressi : Società Medi•ooChirurgica di P a dova. -

Reale Accaidemi.a cli Medi-

cina. e Chirurgja dri Naipoli. gi<ca. Belln.n ese.

Appunti per il 1nedico pratico :

Società Medico-Chirur-

Un caso dd reciidiva, di scarlrutt,ina. - Tentativi dli vaeciJ1?teraipia dell'infe.ziione s·c arl,a ttinooa. - La prevenzione del1a scarlattina. - Sul trattamento della tpla,-cenita ip revia. - Maet.ite crond-ca e ·can.cr-0. - Il tratta.mento della t ubercolosi del testioolo. - Il triatta.m enito delle :itnfiamim amoni cron.icbe della prootata. MEDI CI NA SOCI ALE: La lotta eointro ti l'!Umori. POSTA 'BEGLI ABBONAT I. VARIA : Fìisiiol-0gia e patolo,gia dei gemelli. Nella vita professionale : Disrposi.zoioni per l'istru zione 8UQ)erjore. - Conoorsi. - NO!IDJine, rpromozioni ed <YnOrificenze. C ASISTI CA E TERAPIA:

Nostre corrispondenze. Not'izie diverse. Ind ice alfabetico per materie.

Diritti di proprietà riservati. - É vietata la riP'roduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la. puhblieazionP dei sunti df essi senza citarne la fonte.

LAVORI ORIGINALI. . Un'utile modificazione della p1·ova, di Cohn nella diagnosi del cardiospasmo. A.

KNTPFER

(Bol ogna).

Gli spa smi n ella regione del tratto inferiore dell'esofago non hanno una patogenesi un?taria e n on vi è quasi rnalattia cui n on sia stato imputato cli poterli determinare. Juando questo fenomeno si presenta n ella sua forma essenziale e non è dovu1 o p . e. ad affezioni de1 tubo digerente, della parete esofagea stessa, ad alterazior11 -0rga11ici1e delle vicinanze, la letteratura più rece11te tende ad attrjbuir e al va.go ed al suo equilibrio alternante col sim1p atico una 1posizione patogenetica predominante, e questa influenza del vago potrebbe forse an che essere l' unic~ causa movens nel determinismo del cardiospasrno e rlella dilatazione idiopatica ·dell'esofago, che al cardiospasmo si associa. Dato l' interesse che può orfrire questo problema tutt'ora insoluto riporterò un caso in cu". lo studio del passaggio degli ingestJ {grossi boli di bario, opachi ai raggi X) dall' ultimo terzo dell'esofago fino all'imbocco nPJlo

-

stomaco ha ipermesso di osservare il momento in cui lo s1pasrno si rompe all'irnprovvjso ed avvie11e il repentino ed ampio - passaggio clei boli n ello stomaco. Per la n1igl1or e comprensione della chiusura patologica funzionalè del cardias · dobbiamo pretnettere alcune consiclerazioni fisiologiche: Come è noto l'esiste11za di un vero e proprio sfintere all'imbocco dello stomaco 1p uò essere esclusa. Le fibre muscolari che in questa regione si incrociano fra esofago e stomaco, in corrispondenza del rardias si compongono di tre strati : 1) lo strato e~terno con fibre longitudj11ali, iprovenienti dalle fibre longitudinali dell 'eso.fago; 2) lo strato medio con fibre circolari che provengono dalle fibre circolari dello stomaco; 3) 1o strato profondo con fibre oblique che hann o rarpporti di origine con • fibre circolari dell 'esofago (Forssell , Fleiner, Bauer. ecc.). :)ueste fibre sono capaci di strozzare il canale esofageo, per quanto lo strozzamento sernbr~reb­ be trovarsi situato al d isotto della corris,p onllente posizion e ar1atomica ·del cardias. In questo senso parlano le osservazioni dello Starck il q·uale nella chiusura del cardias non vede una contrazione anulare ma ben sì una contrazione


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IL POLlCLI::-iICO

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canalif orme lu nga 2-4 cm. del tratto .gastrico del cardias. Questa eventuale diversità di sede nulla altera naturalmente nella possibilità d'un'occlu• sione di cui le condizioni non sono ancora ben chiare. Il vago però sembra esservi 1p articolarmente impegnato. ·N aturalmente alla chiusura del cardias non dovrebbe baistare la contrazione di un singolo fascio muscolare che a:bbia un'i11nervazione unica. Si tratta invece probabilmente di un complicato ed alternante giuoco di equilibri nel sj·stema simpatico e parasim.p atico, che determina la chi usura.

si arpre ed il conten·u to dell'esofago sciv•la nello stomaco l'ammalato ha la sensazione come se si <e aprisse uno sportello » • Dopo questa necessaria divagazione veniarno al caso ·stt1diato :

Iginia .I\., di anni 22, nubile. Nulla di notevole n el gentilizio. Mestruata a 13 anni. Due anni fa appe11dectomia. :Non ricorda di avere avuto altre malattie. Quattro o cinque mesi dopo l'operazione 11a cominceiato a soffrire di disturbi nella de.gluttzione, specialme11te se i cibi erano asciutti e solidi; questi, i1on a;ppena ingeriti, le !Producevano Basterà così anche solo un lieve spostamento una sensazione come ·di una p~lla dietro lo stern el giuoco di queste fo;rze antagonistiche per · no . Questo disturbo si è accresciuto e da vari avere un disturbo funzionale, il cardioSlPasmo. rnesi la paz. ha spesso rigurgito subito o talvolta ancl1e un .quarto d'ora dOipo l'ingestione di cibi. Si potrà quindi concludere che la causa immeÈ in ottime condizioni fisiche, ha colorito rodiata di tale turba debba risiedere in un alteseo, sano e non è diminuita di peso ·dall'inizio rato equilibrio dei ipredetti sistemi (simpaticodel 1 a malattia . .l\ll'esame semeiolo.gico nulla si riparasimpatico) anche se le cause che lo prodll· lev?- a carico degli organi toracici ed a.iddominali. Polso 80, ritmico, normale. Riflesso oculocono posso·n o essere della più svariata natura cardiaco O. Nessuna influenza della atropina sullo come la :prova un'ampia casistica. spasmo. Il sondaggio continuato e metodico delDallo spasmo dal cardias, che 1può aver luogo 1' esofa.go no11 ha dato risultati. in qualu11que tratto del canale cardiaco si può Esarrie radiologico. - Radioscopia, in piedi) : forse isolare lo spasmo dell'hiatus. Qui i 1pila- Media"Stino com1p-letamente libero. I campi polmostri muscolari .d el diaframma abbracciano l'esonari, gli ili appaiono ·del tutto normali. Cuore norma le. Cu1p ole diaframmatiche ampiamente mofago . bjli e con escursioni norn1ali. Talune anse lo circondano e terminano ancbe Si somministra il p8!sto opaco (latte al bario) : nelle .p areti esofagee: Muscolo frenoesofa·geo. Già la massa opaca scende rapi-damente nell'esofago nell'esofago normale a questo punto avviene un e si arresta al disopra del diaframma, disegnando una colonna un po' più larga di quella di un breve arresto degli in.gesti. Si potrà quindi penesofago n ormaJ e, a margini· che presentano di sare che per cause neurogene o comunque non qua11do in quan·do delle contrazioni anulari, ancora ben chiare possa in questo punto insorscorrenti verso i.I bas:So, con · contemporanea ascegere uno 511>asmo (funzionale .sempre), dovuto sa .del liquido. all'anello diaframmatico stesso. Non si potrà in Do1p o un secondo ed un terzo bicchiere la paz. ha dei rigurgiti. Dopo qua1che tempo si osserva qu esti casi parlare d·i spasmo, chè uno spastno cl1e vi è sern•p re una certa quantità di liquido del diaframma dovrebbe aiprire maggiormente opaco n ell' esof ag.o ma cl1e una di,screta part.e l'hiatus: forse in questi casi vi è una paresi del è passata nello stomaco. Si riesce a vedere una nervo frenico. sottile striscia di bario a direzione obliqua verso s~nistra, che va dal punto chiuso ·dallo spasmo Nel successivo decorso del cardiospasmo viene fino allo stomaco. La pressione sui bulbi oculari coinvolto l'esofago. Sembrerebbe che le fibre conon n1odifica la sin.drone radiologica sopradetta strittorie d_e ll'esofago aibbiano un'innervazione nè riesce ad eliminare lo spasmo . analoga a quelle che rilasciano l'imboccatura ga.l\ll'indomani, a stomaco vuoto, si fanno ingerire a breve distanza cinque boli, all'ostia, di strica. Contemporaneamente allo s·p asmo del cardias si avrebbe quindi un rilasciamento dell'eso · bario, alquanto grossi. Invitata a deglutire il prin10 bolo con un sorso d'acqua la paz. co~pie fago che verrebbe secondariamente ad essere auratto senza difficoltà. Non apjp-ena il bolo viene m entato dallo spasmo stesso. spinto nell'esofago dai costrittori farin·g ei questo dà l'impressione come se cadesse in mezzo a del Lo stato spastico nel tratto cardiaco ha un liquido di cui però non si riesce a vedere il l~­ inizio lento insidioso fino a che la dilatazione vello superiore, data l'assenza di gas. Questo pri' ùell'esofago non da.rà ·dei disturbi: Senso di a:>BSo, mo bolo scende rapidamente fino quasi a met~ dell'esofago toracico e poi lentamente .fino al ~1di oppressione, difficoltà nella deglutizi?ne, risopra dell'hiatus, J:>er poi, da q·ue~ta se~e, sal~re gur.gito. I segni di stasi degli ingesti non mandi tanto in tanto in alto coi movimenti del diacano mai e sono oltremodo caratteristici. L'amvoletto di Cartesio. malato si serve delle più svariate manovre (bere Dopo t1n po' il bolo si ferma al diso1pra deldell'acqua, ispirazione, ecc.) per pirovocare il l'hiatus, viene un po ' allungato e come af.ferrato dalle contrazioni della parete esofagea. passaggio degli ingesti. Allorquando il cardias 1

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SEZIONE PRAT[CA

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Un 5econdo bolo discende colla stessa modalità del primo e va a raggiun.g ere il primo bolo, in coda, poi discen.d e ancora un poco, fino ad accollq.rglj si lateralmente e medialmente. Ciò che importa è che in nessun fP•u nto della discesa del secondo bolo, come :p ure in nessur1a fase del movimento alto della deg·lutizione faringea il pri1no boccone subisce uno spostamento sopratutto di •q ue11i che i11dicano un ·s uo imp agnarsi nell 'hiatus. Il 30, 40 e Sa bolo si succedono colle stesse modalità, prima accodandosi ai ·b oli precedenti, poi a ffiancandosi a loro, cosi da formare un cun eo opaco con base in alto e punt a in basso, sopradiaframmatica. Questo cuneo viene visibilm ente lavorato e subisce la configurazione, la impronta dei movimenti peristaltici esofagei. _.\ questo punto abbiam o dunque vari boli, eia· scuno della grandezza d 'una man.d arla nella porzione sopradiaframmatica d ell'esofag·o. Ogni bolo è immerso in liquido e mantiene la sua forma (cioè non si è rotto 1p ur essendo costituito ·di solf. di bario in ·ostia); che mantenga la sua forma lo si d educe da qualche movimento di ascesa. Somministrando allora un bicchiere ·di acqua e bario la paz. non lo beve d 'un colpo; tuttavia si osserva una rapida discesa del bolo. Poco dopo la stessa prova - mal riuscita - fa discendere un secondo b olo. Ma alla terza 1prova che riesce bene, due boli uniti pa:ssano di colpo il canale d ell"l1iatu s e cadono nello stomaco. Dopo alcuni giorn~ si riprendono tutte le esp erienze fatte : .stenosi all 'hiatus com e nei giorni passati; esofago modicamente dilatato (tutto ciò coll'acqua e bario). Grossi boli di bario scendono, si affian cano come negli esperimenti precedenti. Pro\-a del bicchiere d 'acqua e radiografia. Un radiogramma (2°) che corrisponde al momento di deglutizione del bicchiere d 'acqua ha sorpreso due e più boli passati d'un colpo attraveuso l'anello dell 'hiatus, che si è subito richiuso, ed avviati lungo il tratto esofageo sottodiaframmatico verso lo sto1r1aco. 1Da aggiungersi che in qualche jprova fatta nei g"iorni successivi si è osservato che insistendo nella prova di _Cohn se .ne perde l'eff etto.

I due boli che son o passati contemporanea' m ente nello stomaco, superando con facilità la parte spastica, dimostrano chiaramente come non esista una stenosi ma 'Solo uno spasmo. Il passaggio ha permesso successivamente di osservare a ccuratamente tutto il canale car.diaco, che risultò normale. Nel caso esaminato non vi sono segni di lesioni organiche dell'esofago o del tubo ·digerente in generale, nè esiston o alterazioni n egli organi delle vicinanze. Per quanto sia stato descritto un caso di cardiospasmo subentrato dopo un'ovorectomia (Castelli), non sembra che l'~pp endectomia debba essere chiamata in causa. L'aspetto a salsicciotto

legato alla b ase, che presenta l 'esofago quando è riempito, ha tutti i caratteri della dilatazione idiopatica. Circa la sede ·dello spasmo diremo che è i1ettamente al disopra ·del diaframma. L'ostacolo allo svuotamento è c-ostituito .p robabilmente dall 'an ello diaframmatico e non vi è elemento cheriveli un 'iiperfunzione sfinterica del cardias. Si· tratta quindi di un freno.-cardiospasmo nel senso del Giusez. Il caso studiato è uno dei tanti e non 'P r esenta caratteristi.che speciali, ma jl suo studio,· rpraticato nell'Istituto di . Radiologia del prof. A. Bu'si ha permesso di a·d operare un accorgimento cl1e· l'iesce anche meglio della prova di Cohn a mettere in evidenza la natura dello spasmo dimo-· strando con sicurezza la sua natura funzionaJe. I ·b oli piuttosto grandi, che iSono rimalsti intatti, e che corrispondono alle dimensioni di boe, con i comuni, col loro facil e !Passaggio, dimo-strano, sen za dover ricorrere a d altro artificio, corne lo spasrno cessi all'improvviso in modo. COilljp.Jeto. La cessazione improvvi·sa dello spasmo parrebb e non in dipendenza dal peso della colonna dt acqua b evnta, ma verisimilm ente ad un rifJesso elle parte dall'alto faringe al 1nomento dell'ingestione del liqutdo. Solo quando quèsto liquidoviene ingerito a piene fauc i lo stimolo è sufficiente, poichè introducendo la m edesima quantità di acqua a p iccoli sorsi, il fenomeno non av .. viene. P er un . riflesso alto-faringeo dell 'apertura im1p rovvisa del tratto spa stico parlerebbe anche la sua fa cile esauribilità: ·R ip eten.do subito la n ostra prova il fenomeno non avvien e e l'ammalata ha violenti rigur.giti; viceversa si presenta in mo·do identico ripetendo la iprova dopo qualcl1e tempo. •

BIBLI O GR•.t.\FI.t.\. A. Busr. Radiologia (n el Trattato di Se1neiologicc. fi s. e Diagn. chir. ·del TADDEI, U. T. E., Torino)_ W. DUGG. Bie itrag zur Frag·e d.es sog. Cardiospasm

i:.

u. d. i diop. Oesophagus-dilatation, F. d. R., X.

FEDDER. Kasuistischer Beitrag zur idiop. oesophagus dilatation, F. d. R. XXXII. H. STARK. Ueber spasmogene Speiserohr. Erw. im Rontgen bilde, F. d. R. , XXXII. V. UTILI. JJue casi di spasmo esofageo. La Radiol.,. 1\1. XJI, 7.

E.

Dilat. idiop. dell' esof. associata a stenosi z;ìlorica. Radiol. Med., XIV, 6. CASTRONo,·o.

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1524

U

POLICLt~lCO

1\1. LUPO. A Jlomalie della d eglutizione .esofag ea da squili brio vago-s impatico , R ad. Med., XII, 4. Ass~1AN N. Klin. Rontgenb. Piagn. d . inn. Krl<lL L eipzig, 1922. BERTOLOTTI. Diario radiol., 1925, 5 . . B. B ELLUCCT. Un interessante caso di spasmo e.-ufageo, .t\.rch . di R ad., 1, 3. B ERTULOTTL Studio R p,diol. sulla d eglut·i zione di un bolo i n cap sul ato, R ad. rn ed ., 9, 1923. CASTELLI. Dilat. ·l diop. a ell'esofago o megaesofa.go, Riv . Med'., 12, 1923.

[.i\.NNO XXXII, Fase. 44)

OSSERVAZIONI Ct.INICHE. OSPEDALE DEL BAìVIBINO GESÙ - ROMA REPAHTO MEDICINA MASCHI Pr imar io : !J)rof. UGO MANCINI.

ùont1·ibuto alla terapia dell'encefal'ite l et argica. Dott. NlARIO FABERI, aiuto med. negli Osp. Riuniti. ~1I ol ti so110 stati i medicam P.nti proposti p Pr la

\ tedi an che bibli ografia citata dal BERTOLOTTI nel D iario R acliol., 5, 1923. .HIRSGH. Zur J(enntrii s: 1\1. m. \V., 1919, 40.

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Pat.h ol. d . di ff. Oesoph. d'l l at. B . Kl. W.,

1920, 21. H UBER. Z. f( enntn. d·. allg. Sp. R ohr. Erw . Arch. f . \ "er,d. K rkh., 26, III , 1920. l{AlJFNl ANN u. KIEN BOCl(. f]e b. Erkr. d . Sp. R ohr. \V. Kl. W ., 1909, n. 35-38. l\1EYER. Entst. u. Bhdlg. d. peis . R ohr. Erw . u . d. · Ca1'dlospas11i. Mitteilg. a. d. Gren zg·eb . d. Med. u. Cl1ir., 34, 1922. V. l\'111~U LICZ . Zur P athol. u. T 11er. d. Cardiospasm. D. 1n. V\ì ., 1904, ·p ag. 17 e 50: '\\-EIS . Falle v on Oesop h. Erw . Fortscl1r. a . d . Geb . d. R o. Sh,. , 1915-16, 73. BAUER. i\ rch. f . Klin. Chir., 124, 4. KLEINER. M. m. W., 19,19. F ORSSELL. F. a. d. ·Geb. d . R o. Str. Erg., Bd. 30. l\tlEYER. Gren zgeb., Bd. 34. HEL~I. elter1,e R o. ùild er. D. inn. J{rk1l1. Vogel , L c ipzig, 1921. H OLZI<NEC HT. n ;agn . d . Oesoph. t eriose. D. m. \V ., 1906, 36. GEPPERT. Cardiospas1n. C. f. d. Grenzgeb. cl. Nl ed. ll . Cl1ir. 18, 1915, 1p ag. 179. GR(1DEL. Gru,n,dr. u . allg . JJ. 11 0. d·l agn., i11 D. ir1n. ì\il ed. u. Grenzgeb., L el1n1a1111, 7, 1921. H I::15SLER. Pri1narer Cardiosp((.sn11.ls nach T rrrum a .

Mittej l. a . cl. Grenzgeb .. 20, 1909, pag. 831.

Importantissima pubblicazione: ftref. Htt. GIOACCHINO l'UMAllOLA l>oOMite e primo a.iuto nella Ol!nica delle malattie nenoee e menta.li della R . Università di Rom.a.

Diagnostica del

~ella

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Prefazione e due captto11 Pref. CIOVANNI MIHCAZZINI

PARTE GENERALE : 11n volume in-8 dJ pag. VIII-86!. ln carta di lusso, nitidament e stamp'ato, con 175 figure quu1 1.ntte- originali intercalate nel testo e 8 tavole, fu ori t e1Ù' • ·nlori. Prezzo L. 4 2. Per 1 nostri abbonati sole L. 3 6. 7 5. PARTE SPECIALE : t•) SISTEMA NERVOSO PERIFERICO. i ·n volume di pag. 2'2, con 6i figure intercalate nel testo. Preuo L. 2 8. Per i nostri abbonati, sole L. 2 5. 7 5. 1

Inviare Vaglia poetale al Cav. LUIGI POZZI · Vi a Si eti'D.a, n. 14 - Roma.

cur a dell' encefalite letargica e n ella letteratura abbondano i ca si in cui si ottenne g uarigio11e usando un n1 etoao t er apeutico piu ttosto che un a ltr o. Un posto importante è t e11 uto d a ll'urotropir1a, preconizzata d a ,Cushj n g i1el trattamento d elle i nf ezioni m eningee. B noto infatti ch e, subito dopo l 'ingestion e di uro tropina, si ritrova .niel 11quido cefalo-racl1i·d1iano l ' a ldeide fo rmica, l a quale p uò l ogirament~ esiplicare azion e germicida sull ' ipotetico viru s d ell'encefalite. Netter la raccomandò quindi tra i primi , dando la preferenza alla via ora le riten endo che, se ' l'iniezi one iendoven osa p orta il 1nedic amento dir ettamente n el sangue, con non m i nore rap idità vi sparisce ; l 'ingestione di dosi rip etute a ssicur erebb e in\·ece una presenza prolungata n ella cavitq a racnei-dea. La dose con sig liata da Net ter fu cli 1-2 grarnrr1i al giorno. Contemporane amente fu .da a ltri vantata invece l ' iniezione en doven osa di u rotropina in dose ' 'a· riabile, e i successi rirportati egu aglierebhero quelli ottenuti con la somrnini strazione 1p er via orale. c ~1 r11oi e Bla111outier ottennero in vece buoni r ist1ltati i11 2 c a s i, iniettand o n elle ven e il sal icjlato d i sodio i n solu zione -al 10-50 %. R athery e Gour n ay a p1p l ic aron o tale metod o in un ca so e Schvvarz ii1 13 casi, anch'essi r·o11 e ito faYorevol e. Courcou x e Meignant u sarono invece u.na soluzione :più d eb ole, al 4 %, e<l essendosi trombizzat e l e vene dei · pazienti, ini ettarono il m edicamento a lla stessa c once11tr azionc nei 1nuscoli. con r isultati egualmente buoni, sep pur m eno ra1>icii. l\ilol l1ant, par te11do .dalla somi g;I ianza clini ca 1 ra encefalite l etargica e tripanosomiasi", usò ini ezioni di Atoxil ed ottenne i n 2 casi r1st1ltati in' coraggianti, s pecialmente nei riguardi d ei fa tti rti eccitazione m o tr ice. Il mercu rio fu invece esp erimentato d a Billio0'}1e1·m er i n f ()r1na di frjzioni di pomata rnercurial~ (fi110 a 5 gr. a l giorno), e di ir1iezioni di sali cilato di. Hg. I n par ecchi cns i acuti e snb3.CU! i tl miglioramento sarebbe stato rapidissimo. I

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SEZ fONE PHATlCA

Roseno\v, avendo :p otuto ripro.durre i11 ai1in1ali da laboratorio i sinto1ni e le lesioni d ell'en cefaJite letarg·ica, ii1iettando u11a varietà di stre1)tOcocco da lui isolata dalle amigdale, dai denti e dal nasofaring.e di encefalitici, pensò di usare il siero cli conigli e ·di cavalli irr1munizzati con dosi cre.:;centi di tale germe. I re ultati l)erò i1ou sarebbero stati buoni. • Effetto m1 g liore avr ebbe invece ottenuto l\llaggiore, u sa11do u11 vaccino se11sibilizzato, preparato da cultnre giovan1 di bacillo di Pfeifter. Conosciuto è poi i I i11etod o di F ocl1i.er delle jniez ioni di essenza di tre1nentina, con formazione cli asces i da fissazione, già da tempo l od3te in 1noltc alti-e inalattie i11fettive. Tali iniezioni, con igliate a11che dal Xetter, d·o,rrebbero essere praticate al più pre to 'Possibile, non ~:pip ena posta la diagnosi di en cefalite letargica. Xell'adulto si introducono 1-2 cent. ct1bici di e senza di tr.ementina Yec.cl1ia, e nel fanciullo 1/4- 1/2 cent. cubie.o, preferendo come luog·o per l'iniezione la parete add ominale, in un 1punto situato nel mezzo d ella lin ea cl1e unisce la spina iliac:-t anteriore superjore all'ombelico. Se u11a prirna iniezione non basta, se n e fa u11'altra 48 ore rlo110, -ed event11almente una t er za 3 giorni ipjù tardi. .--\ p1 pena formato l'ascesso, si inrirle e si medica. L'introduzione cl e i lr1edjca cn en ti cliretta1ncnte nello spazio endorn.cl1j eleo è stata tentatn ùa vari autori. I .. aubi e, jn 2 ca s i, u sò l ' i11iezio11e nello speco di siero antiteta11ic.;o, con risultati poco probativi. R och e Katznelbogen, partendo clal eone.etto r1 11~ gli anticor pi d el siero sang·uigno non ri e co 110 a 1p enetrare fino alle meningi e ai centri nervosi per l'ostacolo opposto clalla cosid etta « barriera e1ua t o-P.r1cefalica », ha11n o cercato di provocare artiftcial1ne11te una flogbsi m eningea . .t\ tal fi11e si sn110 . ervit i d i una soluzion e cli caseina al 10 %, iniettandone nel racl1ide un centin1etro cubi co, diluito in 10 ce11t. cubic i di siero fisiologico. .\nch 'e!:si però n on 1potero110 trarre effetti curativi n otevoli .dal l oro m etodo. Lehrmann inYecc, qua si contem.p ora11ean1ente, ìPerlsò d i uttlizzare la via endorachidea per l'introduzione clell'urotropina, indicando nell'adult o la dos.e di 6 cent. cubici della soluzione a ll'l %. In u11 soggetto cli 6 anni, il solo bambi110 d'a lui trattato, n sò invece 1/2 cent. cubie? d ella st essa soluzione a ll'l %, otten e11do buo11 effetto curativo. Dall'autore ·è d escr] tta l a r eazi one violenta in tal n1odo generata, e consistente in istato di agitazio11e e )n vomit i ripetuti. In complesso egl j avrebbe trattato ci1~ca 40 ca c:i , nla n-el suo lavoro 11011 è prerisata 1a pro1p or zion e clei risultati faYoreYolL

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In u11 caso capita to di r ecente sotto la n ostra osservazione, abbia1no vol uto applicare quest'ulti111 1 metodo curatiYo, usando dosi notevolmentP più alte, e 1pi0ich è l'effetto ·cbe se n e è ottenuto è stato oltremodo lusin.gl1iero, n on ritenianlo del tutto privo d 'interesse r iferirn e ampiamente.

F. E. di anni 7, da Ro1r1a, scolaro. I genitori sono vive11ti e sani. Du e zU p·a terni sono .r icoverati al 1nanico1nio !p er maJatti-e mentali non bene p r ecisa.bili. Non 11a, sofferto dei co1nuni esantemi d ell'infanzia. A tre a11ni ebbe affezi 011e cutau ea eczematosa , dura.ta a lungo. E di carattere assai vivace; nar• rano ·p erò i parenti cl1e, d a cjrca u na settimana, è dive11t1to 1p iù irrequieto ecl ha pei-iodi di agitazione insolita, durante i quali co1npie movimenti disordinati, grida, e non ubbidi\Ce. La notte non riesce piìL a dormire, mentre di gi orno, di tanto in tanto, è preso da bisog110 i11coercibile di sonno e si addormenta su lla seggiola, a n cl1e durante il prar.zo! È inoltre co111parsu n1octica febbre a tipo inten11itte11te. Entra all'ospedale il 18 n1arzo 1925. ..\ll'e. o. si nota. : .S tato gen erale di i1utrizione scadent e; cute e n1 ti cose visibili pallide; micro·p oliadenia gen.erali zzata; prgani ·tùraco-adclominali sa11i. Il bambino giace sul l etto jn precla a so1pore, d al quale v iene risvegJiato sct1ot e11dolo fort em ent e per poi ricader, ri st1h ito. Ri ~ ,ponde lentame11te ed incompletame11te alle domande che gli si rivolgono. Osservandolo in stato di riposo, si no1ano brevi scosse clonicl1.e coreiformj a carico dei inuscoli della m età d estra d ella faccia, e dell'arto

sujperiorc e inferiore ·clcstro. Di tanto in tanto, inolLre, gli arti d el lo ste o lato assumono atteggiau1enti catatonici. ~e 1111 deficit a carico dei nei-vi cranici; non clipl o1)ia. ~Iotilità attiva € .p assiva. degli arti nor1nale. Riflessi tendinei e cuta. nei n ormali. ~on rigidità d ella nt1ca. Kernig e R ornherg 11·egativL ~011 cli tnrhi clr lla clea111bulazio11e. Esa1ne d elle urin e: a ssenza di albumina e di a ltri elementi rp atologici. E$ame del liquor: Si estrag·go110 10 cent. cubi.! ci rli u.quido lin1pido, che ·fuo1·iesce a gocce ravvici11ate. Reazjo11i d i : No1111 e ..~µ e l t, Pand)', Baveri, negative. .i\lbt11nina: 0.10 0/00. ·osta11ze r jduc-enti jl F el1l ing : a u1nentate. Citodiagnosi : mononucleosi evirtente (5- IP•i ccoli mononucleati 1per ca1npo). Esame ·del sangu e: modi ca leu coc·itosi (12,500 gl. bian chi ). T en11perature serotine di 37.5-37.7. ~otev oJ e bradicardia (52) e "Qradipnea (16) rper1nanenti. 'L 'infermiera cli ser\rizio afferrna chr, durante la i1otte , il bambino invece di dor1nire si agita nel letto, e di t anto in tanto grida. Si po11e diagnosi di : en cf\fnlite letargi ca, cor ea en cefalitica, e si inizia immediatamente la cura con in i ezioni endovenose di urotropjna Schering a1 4.0 ~~ , iniettando una fiala cli 5 cent. cubici (gr. 2) alla volta. Contempora11ea1nente ~i sommi11istrano rper os altri 2 grammi ctel m edicam en to. Da l 20 al 25 marzo si pratica. tale c11ra giornal111ente. Lo stato generale })ermane però prcssochè invariato; . olo si osserva di1ni11uzione delle scosse CO· r e ifor1ni e diminuzio11e d ella bl'aclicardia e della 1

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IL POLICLINICO

.oradi·p~ea. Il bambin o però n on acc·enna affatto a d uscire dal letar go in c u i giace, e s i sveglia apd)e1~a p e~ brevi istanti al momento ·dei 1p asti. Si decide allora di . iniettare l'urotropina nello sp eco. .Il. 27 marzo, previa estrazione ·dì 5 ce11t. cubici di liquor, si inietta lentamente un a fiala da cent cubi.ci 5 ·di u~?t~op~na s.c11ering al 40 % (gr. 2): Subito dop 0 l 1n1ez1on e Il bambino diviene ao"itato~ si lamen~a di cefalea intensa, accusa pa;estesie a.gli arti inferiori, e vomita 2 volte. Dopo 3 ore cir ca subentra di nuovo calma perfetta e la mattina di1p oi, alla visita il bambino è s~e­ glio, ri.spond.e co11: 1p rontezza', ed esegu e rapidamente i mov1ment1 deg·li arti cl1e 0o-Ii ven.o-ono ordinati. L e scosse corei'forrni sono scom1parse e -così pure le catatonie. ' ;)i tar1to in tanto, 1p erò, nel corso della giorn atn., cade di nuovo in preda a sonnoler1za e la .n~tt~ r~posa a n cora poco. Si ripetono qui~di le iniezioi11 endo rachidee con la stessa tecnica e dose, n~i giorni: 30 marzo, 1, 3, 6 e 9 ap·r ile. La reazione imme.diata d el sistema nervoso al l'intl'oùuzione del medica1nento si manife.sta sempre più b landa. La temperatura, che ·d0tpo la prima i11iezion e endorachidea era salita 1per qualche <;ra a 39°, n el le iniezioni successive si eleva di poco (37.3-38) . Doip o la 6a iniezione il b·a mbino è ·completame11te sveglio. Dur ante il giorno è sema>re seduto sul letto, giu oca, r isponde con prontezza, mangia volentieri. Si crede perciò opportuno sos1~endere la cura, che non viene più ripresa, persistendo lo stato di ·g uarigione. Dura11te tutto il su·dd.escritto trattamento sono state esaminate tutti i giorni le urine, senza mai riscontrarvi alcun elemento 1patologico, nè il bambino ha mai accusato ·d isturbi subiettivi a carico d egli org·ani urinari. Il 19 aprile, un mese dopo l'ingresso all'ospedql e, viei1 fatto alza:re, e, dop o un altro m ese di osservazione, è dimesso in ottimo stato senza r eliquato alcuno d ella malattia sofferta. '

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facile. a d~te.rminare. P erch·è, 1se da un lato possiamo ammettere che veramente si eserciti una aiione à iretta sul vii us enoofalitico, d'altro lato non •b isogna misconoscer e l 'importanza teraoeu• • r1ca della reazione m eningitica che si 1provoca, e c11e si manifesta con segni netti.

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J... 'interesse del caso è, a parer ·nostro, rap.presentato ·dal n etto effetto curativo del medi ca1ne11to arlottato, e, sopratutto , dalla tollerabilità completa da parte di un soggetto giovanissimo v erso l'urotropina ad alte dosi, e introdotta per via end orachi·dea · La reazione del sistema n ervoso .p osto in nir etto contatto con una soluzione medicamen~osa ipertonica e notoriamen te irritante, è stata invero forte dopo la prima iniezion e, per scemare serr1p l'e più d'intensità n elle successive. In ogni modo non cr ediamo eh.e tale reazione sia stata, in com1plesso, molto più grave di quella osser vata n el b a mbino trattato dal Lehrm ann, e, considerando l 'effetto benefico in poco tempo ottenuto, si è autorizzati ad ammettere cl1e, in eventuali ulteriori ap1plicazioni ·di tale m etodo di cura, si potrh procedere con relativa tranquillità, uc:;ando dosi generose. Quale p oi sia il meccanismo con cui l"ur otropina in tal m odo amministrata agisce, non è

LETTERA TURA.

NETTER. Acad . de méd., seduta 30 aprile 1920. ID. Ibi·d. MAGGIORE. La P ediatria, 1920, n. 7. LAURIE. Acad. ·de méd .. seduta 16 marzo 1920 i\1lOLHANT. Scalpe1, 30 aprile 1921. CARNOT e BLA:\10UTJER. Paris m édical, 24 febb. 1923. LEHRMANN. Deut. m ed. Woch., 22 giugn.o 192:3. E. BILLIGHEIMER. Klin. Woch., 25 giugno 1923. ROCH e KATZNELBOGEN. Presse méd., 2 giugno 1923. E. C. ROSENO\''· Jour . of the Am. Med. A·ss., 2 giugno 1923. CHEJNISSE. L' .A.nnée tl1érapeutique, 1920, 1921 1922, 1923, 1924.

'

Io. P resse médicale, 8 dicembre 1923. F . RATHÉRY e .J. J. GOURNAY. Bull. et Ni ém. de la. Soc. m éd. des hòip . de ·P aris, 4 aprile 1924. COURCOUX e MEIGNANT. Ibid. , 2 m aggio 1924. SCHWARTZ. Soc. 1néd. de ·Colmar et ·du Haut- Rh in, 21 giugno 1924.

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CASA DI CURA « VTLLA ZONCA » DI VERCURAGO (BERGANTO '.

Il benzoato di benzile

nelle sind1·01ni ipe1·tensive e dispnoiche per il dott. GIAN FRANCO CAPUANI, direttorP. L'introduzione del benzoato di benzile ne lla te!'apia ?: di data rece.nte. Il dott. Johns David l\facl1t farrr13.cologo alla cc Johns Hopkins l Tr1ivcrsity » di Ba ltin1ora nello stùdiare l'azion e cl pi diversi alcaloidi dell'oppio allo scopo di t r ovare dei prepar ati sintetici dotati ·d i azione antispasmodica fer1nò la sua attenzione sopra la 1papaverina eh e 1p ossiede al mass.imo grado la pro:prietà di agir.e sopra le :fibre muscolari liscie J:Jaralizzandole, ·p ur sen za avere le proprietà analgesiche e narcotiche della morfina e di altri alcaloidi, che sono poi controindicati nelle é'risi viscerali spasmodiche in quanto anzi accentua110 la p rodu zione di sp asmi. L'azione della paip8.verina era già stata studiata da J. Pal di Vjenna. Fin dal 1913 egli aveva stabilite· con ricerche sperim en tali che la prupaver ina possiede la. 1propriet?t di provocare un Tilascia1nento d ei muscoli lisci e ch e questa azione c:;i estende tanto ai visceri (vescichetta biljare, tn u *'co1atura bronchiale, vescica, utero) quanto ai vasi sangui~ni. Clinicamente la 1papaverina gli a veva dato ottimi risultati nel: 3 crisi viscer aJi


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(;he !1anno per substrato una contrattura spasmodica della irt uscolatura liscia. Il ~Iac11t ha voluto ricer care quale era nella papaYerina il ra·dicale chimico che 1possedeva la efficacia ar1tispasmodica e 1potè convincersi che tale azione era dovuta alla presen za, n ella molecola della papaverina, del gr upipo benzile. Di ql1i l'idea di sperimentare se altri e più sem1plici agg ruppamenti del r adicale benzile 1potessero esplicar e tale azio11e eve11tualmen te anr.he con mag· giore pote11za. Si trattava 1per lui di trovare al di fuori degli alcaloidi ·dei composti contenenti il radical e brnzile e suscettibili quindi di essere 3on1rninistrati ser1za gli in convenienti di tossicità t> di assl!efazione dei derivati dell'op1 p-io. Il benzoato di be11zile fu il composto che sembrò corrispondere al suo postulato. Egli ne osservò buoni effetti ir1 diversi stati spasm odici: peristaltismo esagerato dell '~ntestin o, enterospasmo d'origine post-01p eratoria o altra, pilorospasmo sia di origine funzionale, sia dovuto a 1presenza di l1lcera o n eoplasma, costipazio11e sipasmoclica, colica epatica, colica nefritica, spasmi d ella vescica, coliche u terine , asma bronchiale, tosse canina. . P er quest'ultima malattia esperim entò sopra tre su oi bambini gravemente colpiti e inutilmente trattati con og11i sor ta di medi camenti compresa l'eroina. Sotto l ' infiuenza del benzoato dj benzile nor1 tarrla ro110 n d a vere un miglioramr nto no-

te\·ole sia n el nurnero che nell'intensità degli a ccessi. Con la collaborazione del collega J uhn c.J.ott Hog a n esperj1nentò sopra 115 bambini malati pure di tosse ferina; nel 90 % dei casi si -ebbe un migliora1nento, e 1presso a poco nel 50 % di essi tale mi glioramento fu note·vole. Gli effetti teréi1peutic·1 rte1 1nedicamento non avevRno un carattcire curativo pro1p riamente detto ma ~i manifest::iva110 con una .c1iminuzione dell'intensità e ,d el numer o deglj accessi, e l'asiSenza di alcune c:oronli<!azioni 11oiose della toss€ cani11a, quali vomiti , emorragie sottocongiuntivali, inson nia, dimagrarne11to. Secondo Mac Murray l'effetto del 1nedica1n E-11to s i manifesta generalmente n elle 48 ore, e i r1 un caso si ebbe miglioramento già dopo la sonnninistrazione a.ella !Seconda dose. Dopo tali co1n,unicazioni

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SEZIONE PRATICA

avv~nute

n el 1920 fu ,1na aara ,di sperirnentatori per vedere in quali casi di malattie spasmodiche si potesse aipplicare tale 1nedicam ento e lé comunicaz]oni, specialment e jn ..\merica s j susseguirono copiose. Il Macht lo aùclitava carne rimedio ottimo nelJ1angina di rpetto, n ell 'as n1a e nel singl1iozzo 1p ersistente; da altri a LLtori ye11r1c via via consigliato 1per tutti g li stati spa. rnollici fino al parkinsonismo ,po c;t~ .e nc:eìal itir·o. ~

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La suggestiva premessa teorico-farmacologica e

le ~ om11nicazioni lusi11ghier e di molti autori mi hanrlo indotto già da un paio ·di anni ad esperimPntare largamente tale medicam ento. A vendo presto constatato comE> fos,se quasi assol11tamente innocuo nelle comuni dosi terapeutiche, ne feci lln uso larghissimo anche in casi nei qnali non c'era l'indicazione e ne studiai s·p ecialmente l'effetto sulla pressione arteriosa come quella che inisurata allo sfigmomanometro poteva con mag- . g iare precisione darmi dei valori 1p iù obirttivi. In c:asi di malattie sipasmodiche tenevo conto del1' effetto clinico, in casi ·di altre malattie o di es1perimenti su persone sane (ricovero di mcndi~ità ) tenevo conto dei dati sfigmomanornetrici. L e operazioni furono lunghe e ripetute: così con coTdanti e univoche nei risultati da perdere og11i valore l'esposizione dettagliata delle tabelle, dalle quali ho potuto trarre delle con siderazioni di indole generale: alcuni ac.cenni di storie clinicr1e vengono riferiti quali paradigma dei ·diversi casi ti-p ici di azione del medicamento. E qui è i1€cessario di fare una im·p ortante pregiudjziale osservazione. Il benzoato di benziJe è assai difficile a trovarsi in comm ercio allo stato puro; lo si 1può trovare non presso i laboratori di chimica farmaceutica ma bensì 1p resso le ditte ch e producono le materie rprime per l'industria d ei profumi. Il prodotto è per ciò spessissimo impuro : nelle diverse forniture del • medicam ento era .p er me facile saggiare l'attività d el prodotto, per ch è con 20 goccie della soluzione alcoolica al 20 % io avvertivo, c;e il m edicamento era -puro, un senso di marcata astenia, che diverse volte no11 avvertii con camtpioni che non mi diedero po i ris11ltato ter~pet1tico . Un a volta la merce fornit~ era tale che il farmacista avvertl l'impurità del 1p-rodotto dai caratteri organolettjci di comune osservazione. Questa pregil1diziale è necessario fare, per spiegare alcuni casi altrimenti strani riferiti da autori i quali non hanno ottenuto. la più piccola azione terapeutica n ep.p ure con doc;i elevate. B possibile che per la difficoltà di trovarne i11 commercio, qualche ditta 1p oco scrupolosa abbi a fornito un preparato impuro o assolutamente estraneo al benzoato di benzile, giacch è è questo un medicamento sulla cui azione n on si può discutere potendosen e controllare l'azione con i dati obiettivi forniti dallo sfigmomanometr.o.

*** Il benzoato di benzile è u11 liquido oleoso, incolore e senza odore; 11a sapore bruciante, si che


1528 rL POLICLINICO

[ANNO

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i n1edici arnericani lo somn1inistra110 sciolto nello sciro1)1)0 cleI loro rinomato erjodictyon (altro prodotto irreperibile sul nostro mercato farma1·eutico) ed è • solubile in alcool. P arecchi sono i m9fodi per controllarne la purezza: p er escludere la :p resenza di cloro se ne 1p uò agitare una 1p-arte con altrettanta quantità di soluzione di amido jodurata: lasciando riposare la soluzione jodurata si separa e non deve tingersi in azzurro. Altro procedimento semplir.e è quello di provare s-e nella caps.ula di plat.ino 11on. lo.scia resi-duo al bruciarlo ciò che avvie'1e cori il .p rodotto assolutamente puro. Ho usato la soluzior1e in alcool ul 20 96 somministrandone, a seconda dei casj, da 20 a 60 goccie vro die. E$JJerienze di orientamento ho eseguito somministrandone a molti r icoverati rp er m endirità e a diYPrsi inalati i11 un secondo tempo limitai le ' ·pro\·e ai ca5i di i1pertensione arteriosa, in una terza serje infìn€ ne feci esperimento nelle sin·drorni dispnoiche.

*** Nelle p erson e sane la so1nmii1istrazio11e di 40-50 goccie pro die della soluzione alcoo1ica determina un ahbassamento di 10-20 millimetrj di rnercutjo. '""ogftettivarnente si avverte una inarcata ;;ensazione dl astenia che si suole attribuire all'ipotensione. In realtà l'azione paralizzante del benzoato di benzile si manifesta in parte anche sulla musc"olatura striata ed io ritengo che molta parte di tale sensazione di sta11chezza sia senz'altro l'espressio11e ·della sua azio11e sulla muscolatura scheletrica. Infatti .J. Kiss, assister1te alla Clj11tca medica univ·ersjtaria di Budapest, diretta. da Jendrasc;ik, or sono due anni ha mes.so in rilievo l'azione della paipaverina sulla muscolatura striata. Clinican1e11te egli esperimentò la 1pa1paverina in 18 ca i di tetano, e salyo che in uno ottenne dei buo11i ri..ultati: gli acce5si delle contrazioni diveniva110 1neno intensi o ce·devano anch€ complelan1ente al inc.=>dica1nento e il nt1mero degli accessi diminuiva co11siderevolmente. IJ clinico di Budapest jstlluì poi una serie ùi prove in casi ùi sclerosi él. placche co11 paresi spasmodica, n1a dove l' elemento spas1nodico era assai ·P ilì a ccentuatr, c11é i fienomeRi paralitici ,p ropriamente detti. So1pra 15 1prove ·di questo genere, 3 mancarono con1pleta1nente me11tre in altre 12 ha potuto notare u 11 migliorarr1ento più o me110 marcato nei rnori111e11ti attivi dell e m embra contratte. Invece non ha avuto risultato sopra la rigirtitf'l muscolare generalizzata i11 2 casi di e11c·efalite 1etargicn.

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FASC.

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Io 110 speri1nentato il benzoato di benzile in 3 casi di encefalite letargica élJppunto 1per rp·r o·vare l'azi0n.e del 1TI8dicamento sulJa fibra mt1scolare strjata; nìa solo in un caso ottenni una <5ensibile diminuzione nello stato di contrattura muscolare. L' ùso di :::ilte dosj deve esercitare p erciò una azione paralizzante su lle fibre 1r1uscolari a11che del cuore determinando indebolime11to della. forza di contrazjone. fino alla dilatazione del viscere. 11 ntedi.camento ha ·p erciò una netta controir1dicazicne nei casi in cui è compro1nessa la fibra del rr1i0cardio poteri.do essere causa di incicle11tL Ciò Si deve specialmente tener prese11te 11ei casi di asma uremico che talora si possono prese11tare per diagnosi differenziale con l'asma broncll iale, con l'inconveniente che inentre i11 qu esto 5econdo si possono ottenere buoni risultati, nel 1pri1no caso il cuore sebbene iipertrofico si trova spe3so sullél. soglia dell'ir1sufficienza .e l'azione del inedicamento 1può dare il tracollo a uno stato ino allora 1r1ante11uto appena appena in equilibrio. Due casi ho avuto del genere e ·di uno vjece più avanti si11teticamente riferito: credo che sia m eritevole di attenzione perchè questa azione priral izzante sulle ftbrf• cardiache parmi cnstit11isca. una importante co11trojndicazione del 1nedicamen to · in tutti gli sta ti di l€sa funzionalità del cuore. Dall'uso d el benzoato di benzile ne1Je ipertensi onl dobbia1no a ttcnderci gli stessi rj s11ltati che si otte11gono con gJ i altri ipote11sori e cl1e sono ben diYersi a seconda che si tratti cLi sindromi funzionali o di alterazionj anatomiche.

1

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S1 -\·ectn110 questi paracligina:

I

I i\.. C., di an11i 65, di Galliate. 1

Soggetto rp létorico . In s~g~ito a . gr~vi ,p reoc.? upazioni durate alcuni anni, 1ncorninc1a a soff11re di vertigini e 1r1alessere generale: u?a sera h~ ll11'epjstassi rl1e non si riesce a dominar~ con 1 soliU presidi e cJ1 e co11tinua più_ o meno i~ten~a per tre giorni. Pressione massima 2~0. S1 p1~­ scrive dieta ipostenizza11te e 40 goccie pro die di soluz. di étere be11zilbenzoico. Dopo .48 ~re_ la pressione è già diminuita e doipo 6_ g1orn1 e ~ 160 rn1n . L'a. non 11a vertigini, l11a s1 lamenta d1 oo·rave floi:Cidezza all e gambe. E. F., di anni 61, di ·Galliate. . E~ere ita la professione di levatr1c~, .e. :ei:ien~o di essere collocata a riposo 1per . 11m1t1 _d1 ~ta, vive in g·rande aJpprensione prod1gan~os1 se11za li1niti, oe sobbarr.andosi a léJivoro eccessrvo_. so:fre di vertigini, ronzii e cefalea nucale .. ~el genn&io 192-J ha una ·P. M. a 252. Un r eg~rn e severo unito a cura iodi ca abbassa la pressione a ~80 causan<J 0 p erò note\·ole di1nagrirr1ei1to _e~ astenia: Dopo aver provato ùiYer i medicamenti 1poten.sor1 riprend e i' ali1nentazion€ carn ea, ina la I?ress1o~e tlsale 'l :2ZO. Si soni n1i nistra hen~oato c_l1 benz1!e f'O n un di etetico n1i ~to: la ip re ·1011e s1 ~bbas:::sa n 190 . p- 1·i rimane , n1 cntl'r Jn pazie11te . 1 sente

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[AN~n

XXXlI, FASC. 44]

SEZIONE Pl:\4.TJCA

abbastn11za fort e da poter accudire alla sua 1profession e. S . :.\I. , di a11ni 50, ùi Galliate.

iVIaìata di nefrite cronica co11 miocardio ipertrofico . P. 1\11. 235. Dispnea ·da sforzo . Vertigini. Jl benzoato di b enzile n on ottien e alcun migliora111-e11to. D. ..\., di anr1i 52, di Stezzan o. Art.eriosclerosJ. P. ìVI. 220 ro n vertigini. Il m alato r1011 l1a avuto alcun beneficio dai soliti ipote11sorL Neippure il be11zoato di benzile ottie11e alc Ull va11taggio: cagiona anzi u11a fastidiosa inia.stenia.

In questi quattro scl1en1i ho l 'es~ressione esemph1:'c dei r isultati otten l1ti anche in molti altri

casi. X~!

pri1110 si trattava di una iperte11sio11c se1nplice: tanto che scompar,·e definitivame11tP co11 la liquidazione giudiziaria di un grave stato di cose; ma11ca,·a l'alterazione a 11atomica e il bPn zoato ùi benzile ha avuto un e ·ito im1ned1ato. Nel secondo ('USO l 'ipertensionr è in 1parte d 0\ Uta o aggra vata tla t111 Jieve gruclo cli arteriosclerosi e j} risultato è .:;ola ir1 ente 1p·a.rzial c. Nel terzo caso corri e i1el quarto l'i1p erten sio11e è or1nn i l' espressione di 11no stato anfl to1r1i co c0ntro i l quale nulla può il inedicamento riusre11do perciò inefficace e C[l.usando solarr1ente la i1oiosa iniastenia. 7

F. qu i sorge· spontanea una co nsiderazio11e di ra1;~lale i1nportanza. ~ella pratica m edica i casi p iù lJericolos i, e f1·equenti di ipertensio11e r1on

so110 giù q11ell i dovt1ti ad an giospasn10 funzio11ale (! che ~ono faci l1ne11te curabili co11 1'.allontan:ire il paziente clallc causè deter1nina11ti, e che in ogl1i lnOò<i i1or1 son o peri colosi. I 1più importa.nli e grav~ sono r1uclli dovu ti ad arteriosr.lerosi n ei quali .:::i vorrebbe abbassar.e la 1pressio118 à i ro ttura: ebbene proprio jn questi casi il benzoato di t.ie11zile non esercita alcuna favorevole a zion e, e ei viene a mancarP nè più nè m eno di . tutti gli Bltrr farrnarl if)Otcnsori cl1e risipon non o benr 11€i "a.si cli disturbo pura1nente funzion ale me11tre falliscono 11eccc.;sariarner1te allor ch è il fattore a r1ato1niro è la ba se d el disturbo che ci inter essa.

* ** ~e1le

sin drorn i clisp noich e 110 cer cato dj ;.n q,ggior n1entc estendere r-i rLpetere le prove r,Jiniche: cosa clel resto super flu a perch è anche qlli i risultati decisamente tavore\roli nel c~rnpo dei disturbi fur1zionali , fallirono corni:pletamente allorqua1tdo 1·alterazion e ana tomo-patologica a'\reya maggiore im 1porta11za. Ho con sid erato diversi C:lSi di asrna .

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1529

E. B., di a nni 10, di Bergamo. Soffre da anni di gravi ace.essi di asma bronchiale. A.Il' esame obiettivo si rilevano fatti broncl1iola1·i cliffusissirni. Eosinofilia del 12 %. Somministro J)E::11zoato di benzile senza risultato. Il liquore nnisat0 di a1n1nonio alla dose di 90 goccie fa qt1asi scornparire i fatti catarrali ma non infl11e11za gli accessi asrr1atici. Scomparsi i fatti cata1·rali due dosi di benzoato di benzile fa nno cessare gli accessi asmatici. Barone E. P., di anni 40, di Brescia. Sc:ggetto luetico. Da anni soffre di asma bronrl1ia le ed l1a tentato tutte le cure comprese la 1urbinectomia, le inalazioni di a.eque e le cure cJi1r1nti c:l1e. Il benzoato di benzile non ottiene aJcn11 ri nltato, la cura specifica migliora assai il ,p aziente. i:\. ~. , di an ni 38, di ·R omentino. A 2ces:>i di asma bronchiale esse11ziale. Eosi110fili a 1 %. ~ essun fatto bro11cl1ialP. Il benzoato di ben zi le 11a avuto un effetto sorprendente facendo

seo1n1pi0rire co1npletarnente gli accessi. F. A., di an11i 53, di Berga1no. As rna ure111i co. P. M. 230. Cuore i1pertrofico in

istato di scorr1penso la te11te. Il benzoato ·di benziJe i1on ottiene alcun n-1igl i ora1nento r1ella dispnea e cugio11a una dilatazione acuta del cu ore con mi ua cci osi fen omeni di a sistolia. .l\nche i11 ql1este sindromi di spn oiche pO$SO dire sintetizzati i risul tati ottenuti 1n numeroc:;i altri lnalati. Laddove l 'asma è ess€n zialmen te dovuta a c·o11trattura dell a !nuscolatura bronch)ale il risultato è i1n1nediato, nei casi invece n ei quo.li u11 copioso catarro è la cau$a determinante o aggravan te dell'a ccesso r1on si deve S!p erar€ di otter.crc u11 risultato se prirna non si ricfca come n el prirno caso a sopprim ere l'essndato catarralf;. Qt1anclo l'asma poi dipenda e.l a altre lesioni (p. e., sifilitiche) i1essu11 risultato s€ ne ott1 enc Sf' n o11 si istituisce una cura spec ifica. Quando di1penda da fattori tossici (u rer11ia) .p ure nessun ri s u Jt.~ to si •può ottenere.

** Cosicchè volend o riassu1nere i risultati ù~ me otte1111tl j n numerose prove esegui te sopra per~one sa n e e su 1 person€ affptte da disturbi di ipertensione o da dispnea, posso così co11rl udere. 11 benzoato cli benzile è un efficace mediram ento che agisce come la papaverina sen za peraltro possederne l'azion€ narcotica e quella cJj assuefazion e. Deterrnina un 1p·r onto abbassament<> della pressione 1à dove eause organiche non siano la causa dell 'ipertensione, ·dar1do 1però n ello s tesso tempo u na sensazion e di astenia dip-endente forse tn parte ùall' i1p otensione arteriosa, ma an<'he ùa.ll' az1011e paralizza11te sulla muscolatura del cuore e d el sistema muscolare scheletrico.


1530

IL POLICLINICO

~elle

'Sindromi dispnoicl1e agisce quando e"se Eian'J dovute a puro spasmo della mucosa bronchiale senza fatti organici di qualche entità. ~e risulta che il benzoato rli benzile è un ottimo agente antispasmodico ma di azione li1nitata ai casi in cui agiscano anche altri ir1edicamer1ti a n aloghi . ·c ome questi, esso agic:;ce nei so1i stati. funzionali , .p recisamente cioè nei casi meno g ravi o m en o im1portanti per il medico ~rati c o, mentre la sua azion e viene a man care proprio i11 ql1ei ca si di iperten sione o di asma nei quali vera1nente utile e indi~ensabile potrebbe essere l 'azione di un farrnaco ipotensore e antispasrnodico. Può però servir e ancl1e come mezzo di cliag11osi differenziale fra disturbi funzionali e • distu.r bi d a cause organicl1e servendo cosi anche per la prognosi.

BIBI~ IOGR_i\Fl_.\.

'

J. i\L.\CI-JT. l'er l'uso d el ben:oato . di benzile rie ll'arigina dl petto.

Ne\v Yorl{ Med . Jour11. , 28 ago-

sto 1920. Io. I l berizoat o d i b. nella cura d el l'as1n.a. Bull. of tl1e Jol1n s Hopkins I-Iosp., luglio 1920. Io. Il benzoato d i b. nella cura d el singhioz::.o persisterite . lVIedical Record, 24 luglio 1920. J. K1ss. A.:.iori.e d el la papaverina sulla rnu scolatura striata. Deutsche m ed. \Voch ens., 27 aprile 1923. LENZ e F. LuowIG. L a cura della dismenorrea. Schweiz. med. Wochenscl1., 28 dicembre 1922. QuAcK. I l. benzoato di b. nella dismenorrea. :.\1ed. l{lin il\, 25 febbraio 1923. J. D. I-IoGAN. I l b. di b. nella cura d ella perto sse. Bull. of the Jol1ns Hopkin s Hosp., luglio 1920. l\lc. wi u nRAY. La p1ertosse. New Yorl< Med. Journ., 24 luglio 1920. . J.

~IACHT.

Cu.ra d elle crisi so la1·i con il b. di b.

Presse m édicale, 9 ottobre 1920. C H. LAU P.RY

e

ì\IIOUGEOT. Il b. di b. come i p otensore.

Bull. et Mém. de la .soc. m éd. des hòpit. ·de P aris. Sedt1ta 20 maggio 1921. b. riori ha alcuna a:>:ione ipotensiva . Journal -~· 1~l . A., 11 ott. 1924.

GRtTBER ·SHACI{ELFORD.

Il

b. di

Importante Monografia: Dott. EN' RICO TRENTI

As.sieten te n-clla R. 01inica Medi·c a di Roma

Il Granuloma Maligno (Morbo di Hodgkin) Prefazione del Pro·f . VITTORIO ASCOLI

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[A..~NO

XXXII, FASC. 44}

SUNTI E RASSEGNE. SISTEMA NERVOSO. La diagnosi della scle1·osi a placche iniziale. (.NIARQUEZY. Bullet1.n

médti.cal, 1925,

n. 35).

I sintorni iniziali della sclerosi a placche sono 1e parestesie, i disturbi motori, la titubazione. i disturbi ocul ari. Successivamente compaiono le vertig·ini, i tr'emori, i disturbi della parola, 'i disordini u rinari. Le parestesie costituite da formicolio, intoJ1Pldim ento, sensazione di freddo colpiscon o gli arti e sopratutto le mani ed i piedi. Sopravvengono a crisi di breve durata e sono accentl1ate dalla 5'tancl1ezza . . I disturbi motori non sono meno frequenti. 11 primo sintoma è costituito da un senso di stanch ezza e di' peso agli arti inferiori. L'infermo trascina le gambe, l'andatura diventa ben .p resto malag·evole, incerta, titubante. I distu rhi ocularj sono talvolta quelli che richia1na110 innanzi tutto l 'attenzio11e del 1soggetto. Si tratta di di~plopia, amblio1p ia, dimin11zione dell'acutezza visiva talvolta progressiva fino alla amaurosi completa. Tali disturbi s ono sempre transitori. La ,-ertig·ine è ancl1e un sinto1na 1p['ecoce e relativamente passeggero. È per lo più ·una vertjgine rotatorja n on accompagnata da nausea e vomito. So1pravvien e a crisi di bre,re durata p er lo più ir1 seguito a sforzi, emozioni, mo,-ime11t) bruschj del capo . I d.i sturbi urinari sono n1eno frequenteme11te sinto1ni precoci della sclerosi a placche e q11asi sempre sono costituiti da bisogno impellente e frequ ente di urinare, qualche ' 'olta da llna certa: 1entezza dell'inizio della ir1inzione. I disturbi ge· nitali so110 eccezionali. I tremori so110 rararr1ente tl'a i sintomi precoci della malattiQ.; comunque anche n el periodo iniziale 11anno il .classico carattere intenzionale. I disturbi della parola com1 p aiono sempre 1Più tardi: qu ando sono precoci sono costituiti da una leggera d isar tria, da una certa lentezza n el parlare. I sinton1i su accennati raram ente compaiono isolatamente, p er lo pi1) sono aggruppati in vario modo con prevalenza ora dell'uno ora dell' altro, e c·iò in rap1porto alla disseminazione delle lesioni nel nervasse. Il loro carattere accessionale a crisj di breve durata fa si che essi non siano presi 11ella d ovuta con siderazione. Solo la loro ri_ petizione, la loro j11ten sità e sopratutto la. molte-


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[ ..\::\~ù XXXII. F A...'C 44 J

SEZIONE PRATICA

1531

plic]1à dei disturbi finisce per preoccupare il pa· rebbe pruder1te affermare una diagnosi basandosi ziente. E 1Per tale rag.ione che generalmente la ::>U di un solo s]ntoma, quantunque la sclero<;i a diagnosi di sclerosi a 1placche si fa a distanza di pla~ che è pi1ì cl1e sospetta quando i vari disturbi mesi e an.che di anni dall'inizio reale della ma. s11biettivi sono accom1pag·nati da uno dei seguenti latti a. ~intorni: nistag1no, a11datura atassica, disturbi Quantunque di !Solito l 'i.Tuizio dell'affezione è della se11sibilità profonda, asin ergia_ e adiadoco_ lento e 1p rogressivo, non mancano casi nei quali cinesia a11che lieve, decolorazione d~l segmento }a sclerosi si nlanifesta bruscamente con la com· terrJ,porale della papilla, scomparsa del :riflesso del Yelopendolo. parsa rapida quasi improvvisa di distt1rbi gravi. I ~intorr1i classici della scJ erosi a placche sono Ir1 qua11to alla diagnosi differenziale le forme para1)legi.cl1e so110 quelle che offrono le maggiori la: parola scandita, jl tremore intenzionale, il nistagmo, la ,para«>legia spastica. Ora per un CPrto difficoltà. E facile la distinzione dalle forme iniperiodo la parola scandita ed il tremore sono ziali di cornpressione midollare, ·p erchè in queste affatto eccezionali: tutt'al più si può trovare una si 11a11110 dolori radicolari, dis~urbi della sensibl· leggera lentezza del linguaggio e fine oscillazioni lità, ecc. dell' jndice nel movimento rapido della prova del Più difficile è la distinzione con la mielite sifidito al naso. litica (paraplegia d'Erb) tenuto conto che in certo Il nistagmo invece ha un valore semeiol ogico 1)eriodo di quest'affezione manca ogni reazione co11 ~i dere,ro le in q11anto può essere presente fin meningea ed il liquido cefalo-rachidiano è nor' dall'inizio della malattia. ina1P. Potran110 essere criteri diffe.renziali gli anLa para·p legia . s1pastica nel periodo iniziale è tecPdenti dell'infermo, l'importanza dei disturbi leggera iua netta. Si rileya j1Perto11ia, iper-reflettisfinterici, gen itali e pU1P·illari, l'assenza di di_ vità, Babinski bilaterali. sturbi atas ici, dei disturbi della sensibilità viL'andatura raramente è solo spastica, per lo bratoria e delle modificazioni del riflesso del velo~ più è anch e atassi·ca. pendolo. Il Romberg è frequente, ma Yaria da un giorno In certi casi l'intensità delle vertigini potrebbe all'altro. orientare verso la diagnosi di tumore dell'angolo La dismetria è eccezionale agl,i arti s11periori, ponto-cerebellare, tanto ·1più che l'irritaziòne del meno rara a quelli inferiorL Più freq11ente è un nervo vestibolare può produrre nistagmo, dist11rbi lie·vc grado d'asinergia e l 'adiadococi11esia. dell'equilibrio e dell'andatura. Tuttavia la 1PresenI rtflessi addominali, specie quello m edio, sono za d'emispasmo facciale, di nevralgie nel domiquasi sempre abo1iti. nio del trige~ino con scomparsa del riflesso cor~ La scomiparsa del riflesso del velo1p endc)lo si neale consente di riportare le vertigini alla loi-o ba nel1'80 % dei casi. verJ. ca.usa. La stasi papillare e l'ipertensione del L9. sensibilità superficiale non presenta altera- liquor costituiscono 1p oi dati decisivi. zior1i. La sensibilità ossea invece è rr1olt'o spesso L'i steris1no può .simulare la sindrome della scle_ ridotta o abolita. rosi a placcbe. In tali casi la decjsione in 1.ln In ogni caso di sospetto di sclerosi a placche se11 -o o nell'altro può esserP basata sul rilievo di conviene praticare l'esame del fondo dell'oc0hio. -i11101ni organici (iper-reflettività tendi n ea, Babinl,a decolorazione del segmento temporale della ski) che di rado mancano nella sclerosi, o sulpapilla ha notevole ,·alore diagnostico. l 'esistenza di altri sintomi isterici (dj sturbi della L'età nella quale la malattia si manjfesta ha sens1bilit:ì ~11perficiale, modificazioni del carnpo ancl1e i1n certo valore. I 1pri1ni sintomi si ri,·elano Yisjyo, ecc. ). fra i 18 e i 30 anni. Tuttavia si re~istrano casi DR. nei qt1ali la malattia si è 1niziata dopo i 40 e prirna dei 15 anni. Il decorso della malattia è caratteristico. Nel Etiologia e sintomatologia della polineuri~e. p·r imo perioc1o tutti i disturbi si presenta110 a (GRAINGER Srn,vART. British _ ,1 ed. J ournal, 1925, crisi transitorie. 1:! se1ten1bre). Il liquido cefalo-rachidiano è un po' ip erteso, La polineurjte -è t1n' affezione ,'di origine tossica, la reazione cellulare è miniima, la quantità d'albun1ina è se1npre moderata. La reazione di W,as- inf ettiYa o metabolica cl1e colpisce più o 1neno completamente più nervi 1Perif erici abolendone la sern1ann come quella di Pandy sono sem1P~·e ne0 gative. Le reazio11i colloidali, specie quella al ben- , funzione. Allo stato attuale delle conoscenz non è possibile altra classiftcazio~e delle po1ineuritj zoino, sono invece spesso 1positive. ali 'infuori di quella etiologica. Si distinguono cosl ·c ome si è già accennato, i sintomi su accennati quattro tiipi di polineuriti: ,, raramente si presentano isolati. Nè per altro saI

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u'

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I L POLICLINICO

Polineuriti da veleni esoge11i: piombo, arscn ~co, ni etcurio ed altri metalli, alr.ool, os5ido <li carbonio, sol ft1ro di car bonio , trinitrotoluene, ~ulf0 nal, trional, cloralio, cloretone, anilina; n1alatU a cla siero co11 polin eurite; lJ ; P olineuriti d.a t ossine endogen e : 1) Metaboliche: diabet e, beri-beri, emat<Jpor, ftnu rja, gravidanza; 2) Cacnettiche : n çoplasmi, ve ccl1iaia, anemia cro11ica; 3) I11fettive : tifo, 1paratifo, scarlattina, dlfteri te. inf I ue11za, ecc.; tubercolo si, sifilide, blenorra-_ gin, infezion e puerperale; n o11chè alcune affezioni acute, subacute o croniche n elle qt1ali è colpito pre,·ale11tr.mente il sistema n ervoso: polin eurile t~ ica acuta, JPOlineurit e febbri le acuta, polineu _ rite acuta infettiva, paralisi di Lq,ndry , polin eurite ricorrente; e) Polineuriti di origine ignota: r eumatiche, da c:isposizio11e al freddo; d ) Polinet1riti ·da infezioni loculi d ei n ervi: l ebbra, neurite intersJiziale i1p ertroftca gjoyanile (DC'jeri11e e Sottas) · o d egli adulti (Dide e Courjon). La polineurite è dovuta all 'azione diretta delle sostanze tossiche sul tessuto d ei l1ervi, per il qua1P lt' sostanze stesse hanno un'affinità cl1imica ~le ttiva. E stato b en e a ccertato ch e le tossine rl clla difterite, della tubercolosi, del teta110 --.on o fi ssate in vivn ed in vitro dal sistem a nervoso. E m e11tre la Yirulenza delle due pri1n e anm enta allorchè si fissano al sistema 11ervoso, . la tossina tetanica invece è neutralizzata. Le sostanze tossiche posso110 raggiunger e il sisten1a n ervoso per le vje del sangue e clei linfatjci, e diffondersi anche lungo i cilindrassi. La polineur-ite alcoolica, una volta 1più fr equente che ora, si presenta so1pratutto n ej bevit(>fi di alc0ol a forte concentrazione. E dov11ta all'azione dire1ta dell'alcool su i n er vi, ma è stata anch e avanzata l'ipotesi che fosse dovuta ad altre sostanze tossiche format esi nell'orga11isrno degli alcoolisti cronici. L'affezione comincia con sen so di tor 1Jnre, d i pesantezza e parestesie Ynrie ni pi ccli , dolori n egli arti s1p erie di n otte, crampi muscolari, dolorabilità det rnuscoli, iperestesia della p iar'.ta dei pied i, tr ~n1ori f i11i, debolezza degli arti ....\ questo stadio l'affezion e pu ò regredire con J ' n.~1 incnza dall 'alcool. Sono sintomi caratteristici cte1it1 po'li11enrite alcoolica: 1 ) - la intensità cle1 clo · lor c r tl ei disturbi sensitivi; 2) la ·dolorabilità acuta d ei n ervi e d ei muscoli; 3) la preval enza d ei clisturbi a cari·co degli arti ii1feriori in confro11to cli quelli a carico degli arti superiori; 4; Ja distribu zion e periferica dei sinto1ni con debolezz a preYalente ct ei muscoli est ensori; 5) la rapida corn-

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XXXII.

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FASC.

,p arsa di co11trazioni e cleformjtà doyuta a fibrosi clei muscoli; 6} lu presenza di disturbi inentali • rlei quali i 1più carattflristici sono quelli costituenti la sindro1ne di Korsn.koff. L r1 polineuri te satur11ina può m anifestarsi in seg11ito ad avvele11amento acL1to o ·cronico <la pio1nbo. Sono r egistrati casi n ei qu~li la paralisi si è 1nanifestnta dQpo mesi ed anche ann i dalla ccssazior1e <lell'avvelenamento. Il veleno può esser0 i11tr oc1otto neJl'orgnn i ~rrio con la ingestin11e cli oli rnen ti ed a cqua con tcne111 e saU di piomJlo, inalazione di polvere e vapori cl i piombo e 1più i-aramente 1nediante assorb]m ent rJ cu tnn eo. I sintorn i caratteristici ·deJla polin f'urite satur11in a sono: 1) assenza di sintomi sen sitivi, il solo sìntoma subi et tivo è costituito ùa cran1pi muscolari ; 2) mancanza cli doJorabilità dei tro11c.:n1 i1ervosi ; 3) Ja paralisi colpisce generalrr1ente pjù gli ,arti superiori ch e quelli inferiori, è bilaterale, segmentari a, e s;p esso localizzata a d ct rminati gruppi 1nuscolari; 4) insiem e alla IJ)arali si . vi sono altri si11torni ·d '"intossicazione .saturnina : cefalea, di sturbi gastrici, costipazione, c0Jicl1e, cute pa llida e giallastra, macchie di piorr1l>o su1J1• gengi\re, pign1 entazion e delle rnucose della bocca ingrossamento delle paroti·di, e caratteristichr al _ terazioni renali e v1sali. I,a polineuri te arsenicale può sopra\rvenire i11 conseguenza di avvele11amento acuto o cro 11i ~ o. a ccider1tnle o intenzionale. Da cl1e è stato limitato l'uso cle11'arsenico n eJl'i11dustria si riseontra rara· nien te com e aff ezio11e profe ssionale. Si può ' 'erifi<:: are i11 seguito a cu re a rsenicali prolungate in alcune malattir, co1r1e la cor ea e le anP-mie gravL Se ne ·Sono r eg·istrati ca s.i ·p rodotti da c u1·e cl'arsenobenzoli. La polineur]te arsenicale colp.isce ù) solito tutt' ~ quattro gli arti. I distt1rbi sensitivi sono jntensi: clol or e spontan Po , e d o1orabiliUJ a lla pressione dei muscoli e dei nervi. La paralf c;i oltre i rnuscoli estensori colpj sce i. pi•..:coli ml1 s~ oli dei pi edi e dellft ma11i. I clistllrbj ~rotìc1 sono rileYànti :. a ssotti gliamento della cute ùe1le dita, u11ghie fragili r striate, caduta di catpr.ìli, iperl-~ eratosi del palino della mano e della pianta clei piedi, er11zioni cutanee, pigmentazioni. r\on inar1cano altri segni dell'avvele11amPnto: denu1rizione, coriza, distnrbi gastro-i ntestinali. I.. n 1pol.i neurite dial1etica si manifesta ne~li individui sofferenti d 'iperglicemia ·da m olto t 0 mpo. Predorninano i d'isturbi sensitivi: dolori prof on _ di , cl olorabilità (l ei n1uscoli, la sen sibilità superficiale è 1p oco :-i lterntu, inentre lo è molto quella prof on cl a (perdita della sen sibilità vibratoria, del sen so di po~izio 1 1e ) . I fa1ti p aretici n on so110 rileY''l11tL Sono colpiti più gli artj inferiori elle quelli superiori. . . pe so si hanno gravi d is! urbi 0

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SEZIONE PRATICA

tro fìci, ulcerj, gangrene cl1e a differenza di quelle tabeticl1e sono dolorose. 11 beri-beri è caratterjzzato fin dal principio da sinto1ni di polineurite, e fP1Uò presentarsi in clue for1ne: la secca, nella quale esistono solo i fatti polineuritici, e la llmida, nella quale si 11a anasarc2. e ''ersamenti nelle cavità sierose.

La p0Une11rite può 1presentarS4i ·durante il ·perio<to di ·co11va.lescenza di inolte malattie infettive; le più fre.quenti so110 ·quelle tifose ed influenzali. Alcu11e infezio11i sono dominate sinton1nJrilogica1nente dalla polineurite. Tra le più caratteristi_ che è 1· eritroeden1a polinet1ritico, di cui sono stati d escritti rece11te1nente 1p arecchi casi in Australia, in Inghilterra, 11e1 Nord-.i\n1erica. Ne sooo colpiti ragazzi da. 4 m esi a 3 anni e inczzn dj etò.. Dopo duP. o tre settimane di febbre con fatti catarrali il bambi110 di,renta irritabile erJ ins~ nne e compare l!ll er.itema diffuso, localizzato rp revalentcincnte alle 1r1ani, ai piedi, al n aso, al po1nelJj, aJJa fronte, cl1e cliventa110 ancl1e eòematosL Si ba inoltre iperidrosi, intensa tperes!osia, dolenzia ·dei musco li, abolizione dei riflessi, debolezza generale, ipotonia senza però vere 1paralisj, fotofobia , anorressia gru ve. La difterite può rtare polineurite e 1p aralisi l o_ rali; queste ultim e colpiscon o prevalentemente i muscoli delle fau ci, dell'accomodazione. { ,a polin eurite di solito si sviluppa 1più tarclivamente. I l su o jnizio è insidioso e generalmente si constata solo quando il convalescente tenta di comminare. Predominano i fatti motori. Le forme lli polineurjte (polin eurite acuta tossica, polineurite acuta febbrile, polineurite infettiva

acuta) nelle quali la malattia sembra indipendente da ogni altra localizzazione tossir1fettiva, sonrig·Jiano 0ssenzialmente alla. paralisi ascenden, te di Landr~· . con la qual.e pertanto possono ror1nare tutto un gru1ppo. In tutte queste f orine si hanno le s~guen ti rassomiglianze: par::i li~i a scendente acuta a. tipo flaccido con scomparsa dei r:iflessi profondi; ihizio febbrjle; lievi . disturbi della sens'ibiJità · dolori mod erati e scarsa do1orahi l~ tà ' dei ~uscoli, disturbi sfinterjc.i lievi e tra11c:itori; assenza di disordin i mentaJ.i; alterazioni no11 co_ stanti dj liquido cefalo-rachidiano, r.he sipe$~O è normale, e può con tenere eccesso di proteine. So110 stati registrati casi di polineurite ricorrente. I... si11to1ni sono 1prevalentem ente motori; ciascu11 attacco lascia il ·p aziente sempre più ·de, bole; gli attaccl1i si verifd:ca110 senza cause ~ppa­ rentl e ~c·n intervalli irregolari dura11te i quali rimango110 assenti i riflessi elle se11ibrano permanentemente scomparsi. D 'I•I.

APPARATO RESPIRATORIO.

La side1·osi

polmona1~e.

(J;ioE:E E. "l\l edizlrii.sclie J{l ln:ik, 11. 21, 1925)

La siderosi dei polmoni ap1partiene assieme alla antracosi, alla n1alattia dei lavoratori della l)Orcellana, alla ami I osi, ccc., alla vasta catPgoria delle pneurnoconiosi. Sono malattie essenziaJ1nente p1 ofessi onali, che diffìcil1nente si mostrano come forme pure, essen.rlo s.pesso la pneumoco!'ljosi la rj ~ ultanza deJl'aspirazio11e di due o p·i ù 1polveri. Tutte le pneumoconiosi, dal punto dj vista della sintomatologia subbiettiva, IPOSsono distinguersi in due grandi categorie: quel1a in cui la ·p clvere perturbante non 1Provoca d-isturbi subbiettivi di sorta e quella i11 cui ·questi sono presenti. 1"al e g·ruppo può ve11ir diviso in due 5ottogruppi: ql1ello a sinto1ni precoci e quello a sintomi tardivL :.\1olto meno nociva della siderosi è l'antracosi. I disturbi subbiettivi precoci a volte possono sirnnlare una angina· tosse irritativa, ben diversa dalla 1osse poln:'1onare, raucedine, br1vidt, dolori toracici e articolari. Tali disturbi che porta110 sp esso allo stato enfisematoso, sono frequenti nei lavoratori robusti. In quei lavoratori che invece rappresentano il mediocre tipo m edio del1'operaio industriale, i disturbi sono diversi e non vengono a cessare nemmeno coll'interruz.iono del lavoro: v'è tosse laringea, abbaiante, sudori notturni, tem,perature subfebbrili, dolori ossei e car-Oiopalrna. Con1e si-ntomi co11comitanti sono da annoverare la anoressia, la facile stanchezza e sintomi 11evrasteni·ci. Tali sintomi precoci peggiorano i1otevolmente 11ell'inverno per 1nigliorare j11 estate. I distnrbi subbiettivi tardivi sono costitu.iti da tossi?, e dis1p1nea specie negli sforzi muscolari. I .p azienti han.no la sen sazione ·di avere ·il torace ristretto e insufficiente a1J a respirazione. A voìte ,·eri nr cessi asrnatici. In ge11ere vengo110 Cl: :norte 1per in sufficienza cardiaca, secondo Holischer, per insufficienza del cuor e destro. I sintomi cardinali 1per la diagnosi sono anzi~ tutto la nssol11t.a. contraddizione che c'è tra i disturbi del paziente e la negatività assoluta del referto cljnico obbiettivo; quindi la faringite e laringite che assumono spesso un a11da1nento ricorrente. Lo sputo può avere un tono gialliccio di colore o perfino un colore rosso ruggin ~ do~ vuto alla presenza cli ossido di ferro, a volte ipuò essere striato di sangue. Può mettersi in evidenza la non espandibilità dei margini polmonari, e in casi aYanzati !"esistenza di caverne bronchiectasiche. A volte djta a bacchetta di tarr1buro. L'aspetto ra·djoJogico dei rp olmoni nella sicleros1 è diverso: negli stadi incipienti 1'ilo appare in1


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tensamente opaco e dense strie si dirigono da questo ·verso gli apici e verso le basi. In stadi ava11zati il campo polmonare è diffuis amente in' 'aso ·d a maccl1ie oscure di grandezza variabile: da quella di una testa di 51Pillo a quella di un cece. Spesso tali ma-cchie sono confluenti sì che simulano la presenza di nodi neoplastici. La diagnosi d·ifferenziale tra tubercolosi e pneurn.oconiosi è qua11to mai ardua, e a volte riserba amare sorprese. Spesso è impossibile perchè il polmone preparato dalla pneumoconiosi ammala di t1~ber.colosi con grandissima facilità; allora la sintomatologia subbiettiva, obbiettiva e radiologica delle ·due malattie sfuma J't1na nell'altra e la diagnosi esatta è im1possibile. NotevolP. è il fatto che se il polmone .p neumoconiotico a!Ilmala facilmente di tub ercolosi, questa assu1ne allora nn andamento benigno eYolve1 1do~j come processo cirrotico indurativo. In altri casi , però, specie nei g·iovani lavoratori la tubercolosi in polmoni siderotici assume un andamento galoppante.

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terazioni della voce, dalla raucedine all'afonia COIDJ)leta. Si è descritto un caso di perforazione ·del setto nasale. Queste alterazioni m.igliorano col trattamento locale, e con le cure termali . Le lesioni broncopolmonari tardive hanno dato ìuogo a numerose pubblicazioni. Achard, fra i primi osservatori, 11a isolato i ·due tipi clinici prinripalj: r .err{ìsematoso, e il bronchitico, o pseudotuberrolare. .! \Itri autori hanno segnalato altre forme: bro11chite semplice re cidivante, bronchite con, enfisema, congestiorie edematosa recidivante, asc r')so polninnare tardivo, bronchi te cronica con erifis<'nia e a denom·ed.i astinite, tubercolosi confer-

1nata. I/ A. è con trario a m olti·p licare le forme ·c li-

nich e. In r ealtà i gas se hanno rap1presentato una ca11sa speclrLle di infiammazione della mucosa tracheo-bronchiale per la irritazione locale, non pos-· seggo.n o la lJroprietà .cli dirigere ulteriormente g-li esiti rno1ibosi di questa irritazione originale verso t ipi anato1no-clinici sp ecifici. •L'intensità e la complessità .c.lel processo progressivo sono relaf]Yi dn t1na 1p arte alla estens.ioROCCHl. 11e ecl alla ·profo11dità. dell e lesioni immediate 1provocate dall'azione d iretta del gas, e clall' altra alLesioni 1>ostume fi11ter,·e11to i11cliretto di diYersi fattori a ssociati dell'• appa1·ato 1·es1li1·ato1·io da gas di guer1·a. e incli,·ictuali (età, condizioni a11teriori dell'apparato P f unzione respiraior]a, tare e n1aJattie asso(E. SERGENT. Presse médicale, 11. 13, 1925). ciate, condjzioni igienicl1e di vita, ecc.). Le intossicazioni da gas di gt1erra, quando non r,e lesioni possono dunque persistere con caratllccidono brutalmente le vittime, d eterminano dei tere di benignità, o p ossono aggravarsi progressirelitti. morbosi ·dure,roli cl1e si manifestan o con va.1n:ente. L e for:rpe benigne si 1na11ifesta110 con , disturbi a;>iù o m eno accentuati delle funzioni di- sem1Jlici Clisturbi f-qnzionali, comuni .p er ogni tragestive, del fegato , dei reni , ·delle vie i'espiratocheo-bro r1cl1ite su·p erfìciale recidivante a og11i mirie. Queste ultime sono colpite più frequ enten1ennima occasione di raffreddamento, di inalazione te poichè il gas p enetra nell'organjsmo attraYerso di polver e, di fumo. ·L a tosse al)ituale -diviene acdi esse . cessionale, spasmodica, talvolta 1p ertossoide. Le · Il g·ruppo dei gas detti . « vescjcant1 >> (yperjte) e successive r icadute possono deter1ninare un certo quello dei « soffocanti » sono i maggiori respongrado di enfisema, e portare, a poco a poco, alle sabili di queste lesioni. La patogenesi si deduce forrne gravi. Jueste ultime presentano una evoludalle constatazioni s:perimentali e anatorno-patozione diversa a seconda chP. lo sviluppo è segnato logiche: le lesioni della mucosa bronchiale (co11- ·d a riaccensiont acute e subacute, o da' un'acce11gestione, ulcerazioni, false membrane, broncl1io- tuazione ·del processo di sclerosi .p rogressiva ed lite obliterante, ecc. ) e degli alveoli (edema, ateineluttabile, senza intervento di crisi febbrili inlettasia) aJJrono la 1porta alle infezioni secondarie tercorrenti. Il primo tipo comprende le manifestazioni congestive erpisodiche 1più o meno tenaci, che sorgono dal-la flora tb atteri-ca delle vie respifrequenti e febbrili, talvolta molto preocc11panti ra torj e superiori; 1nentre l'interven to di circo.stanperchè accomvagnate da piccole emottisi, il che ze occasionali (raffreddamento, influenza, ecc. ), contribuisce ad orientate la diagnosi verso la favor1sce la pen etrazione dei germi che trovano tubercolosi ; focolai di edema infettivo e. di bro1icocondizioni favorevoli al loro sviluppo nelle altepoln1onit e; manifestazio11i di pieurite e di corticorazioni permanenti dell'albero r espiratorio. p leurite, rivelatrici di fo colai polmonari in evoLo studio clinico di tali 1postumi compren·de le afff'zioni rino-laringee, le broncopolmonari, e la . luzione; casi <li ascesso polmonare tardivo, con vomi cl1e. Il secondo tipo è costituito dalle forme tubGrcolosi d egli intossicati. Nel rino-faringe si con statano ulcerazi0ni su- in cui l'infiammazione bronchiale gt1adagna, lenta, tutta la· parete e invade la zona fPeri-bronchlaperficiali, corizza cronica con o senza anosmia; le : così si costituisce la broncoalveolite cr0nica nel laringe ugualmente ulcerazioni 1più o m eno nrofo11cle che pOS$ono causare ,-eri spasmi. o al- cl1e conduce fatalmente alla sclerosi bronro-1pol1

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monare diffusa, con bro11cl1iectasie, e adenomeN011 bisogna ricorrere all'inter,'ento solo quandiastinite. La malattia assume allora la maschera do e dopo ·c he la cura incruenta è fallita. Tra di alcune forme di tisi fibro sa : solo l' esame batle in.d icazioni all'intervento rientrano, tra le priteriologico, se di1nostra Ja presenza del bacillo ·d i me, le complicazio11i delle parti molli : non solo Koch, può permettere di affermare l' eststenza lesioni c11ta11ee ma anche l'interposizione di mudella tub er colosi, poicl1è l'aspetto clinico e l 'esame scoli o fa·sce fra i m on coni ossei lesioni di nervi ' radiologico non danno la s0luzione del problema. o ' 'ast, interp osizione ancl1e di framm enti ossei Vi sono, però, numerosi malati n ei qua!i le in senso trasversale, r isp etto all'asse dell'osso, lesioni di scler osi bronco-polmonare rimangono lussazioni o divaric amenti dei. caipi articolari fratieom e fissate, · diminuendo il valore funzionale returati, di.stacchi con dislocazion·i ossee di robusti spir a tor io i11 una misura apprezz,abile (v alutatendini. A tutte ·queste indicazioni secondo alcuni ziorte ·dello s12ambio r esp iratorio, spirometri.a, ecc.). . immediate, si aggiun gono qt1elle in cui la cura Questi malati, (posti in buone condizioni, sotto- incr11ent a tentata è fallita (estensione con il chioposti alla terapia iodica e arsenicale ·p er l'eledo, tentativi vani di riduzione incru enta). m e11to catarrale, termale e fisica per la insuffiIn dicazioni condizionate sono rappresentate da cienza respiratoria , sono atti a un r en di mento fra tture multiple dell'estremità, o da quelle in pur limitato. cui il fattore statico o a n che cosm etico abbia Sulla delicata e i1nportar1te ,q uestione della tugrande importanza. Nei bambini l'astensione è bercolosi negli intossicati da gas si può dir e, 1per quasi la. regola: fanno eccezione le fr::ttture arti1Q conclusioni del complesso statistico, che il fatcolari con gr avi spostamenti. tore tisiogeno dei gas di guerra è pressochè nullo, L,A. ha 01perato ripetutamente fratture della P in ogni. caso infimo e quasi trascurabile. L'inclavicola, dell'estremità dell'omero, d elle d11e ostos5icazion e da gas non è sufficiente, da so la, a sa dell'avambraccio, della rotula, del 1nalleoli; provocare la tubercolosi. Quando si con stata un del collo, della diafisi e dell'estremo inferiore aggravam ento. e un risveglio imm ediato di tudel femore, ina l1a abbandonato come molti altri bercolosi do1p o la intossicazione si è costr etti aà autori la osteosintesi n ella frattura sottocapiamrr1ettere la riaccensione di llna tuber colosi at- tata. d el collo d el femore. tiva o latente, col fai1or e delle lesion i traumaf jche Il momento miglior e per l'intervento è compredella mucosa restpirator1a. so tra Ja fine della prima e !,in izio della secor1da Quando si constata una tubercolosi ·po11nonare settimana, sebbene alcuni operatori aggrediscano · tardiva, in antichi intossicati, n on si può invoil focolaio cli. frattura n ei primi giorni. care l'azione semplice e diretta del gas, e si è Lexer e Rehn , invece sostenendo come alla frattura faccia segu ito uno stupore di cir~a una condotti a far interven tre i fattori d'or·dine gen erale, indipendenti dalle con seguenze p~oprie dei settiman a hanno sost enuto che il momento m igas e favoriti da circostanze occasionali: reinfe- gliore 1p er l 'intervento sia invece fra la 4a e la 5a se,t timana neùla quale la ipe:remire da :frattura zioni accidentali e riattivazioni per cadt1ta d ella (aggiunge il su o massimo. Questo modo di ' 'eresistenza del terr eno. dere teorico n on è condivi,so da lla maggioranza Si può, in ogni modo , affermare che la prodei chirurgi anche (per la constatazione pratica gnosi ·delle lesioni respiratorje p er intossicazione da gas di guerra è gr ave, perchè costituicscono ùelle lesioni talora perfino ir1·eparabili stabilitesi in uno spazio di tempo così cospicuo. Questa un a invalidità funzionale incontestabile, e uno lunga aspettativa sarebbe 'giustificata solo se fosstato morboso definitivo. A. PICCINELLI . se gtustificato il timore di un r itar·do di conso_ • lidazione dopo gli interven ti precoci. OSSA. E opinione piuttosto diffusa .ch e la osteosintesi non garantisca dalla 1p seudoartrosi o ch e almeno La cu1·a chi1·urgica prolunghi il tempo di consolidazione, ma questo delle f1·atture sottoc11tanee. a ppare assol u tamente contr addetto dall'esperien(F. K6NJG. A rch. f. kLin. Chi't., 133, IP· 380). za e dai risultati di coloro che assai di freq11ente ' F . I\:ònig relatore s11l ·d etto tema al 48° Con· 1Praticano questa OlJ)·erazione. Difatti un solo augresso tedesco ha raccolto le informazioni di '32 tor e ha riferito di 4 pseudo-artrosi su 130 interventi altri n on l'hanno mai osservata. Un coefclintch e tedesche, austriache e svizzere sulla op' fici ente di massima importanza dal quale non portunità dell'intervento nelle frattur e. sot.tocuè possibile p r escindere è l'asepsi la pil't scrupo· tan.ee. Le opà.nioni a ta le ·p ro1p osito sono quant o Iosa. Casi di infezio11i tu ttavia si prese11tano spomai divergenti, ciò che spiega com e alcu n i osradicamente .qua e là, ma 1qt1asi costantemente servatori chiamino frequ ente un interven to da do1po tentativi ·d·i cu ra incruenta e r idu zioni faaltri de11ominato di eccezione. , 1

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IL POLICLINICO

ticose. I .. a cu te di questi 1pazienti presenta una ricchezza della flora batterica a ssai maggiore di quella d ell e p ersone sane: p er questo la :lisinfezione de11a cute è in simili casi più che indicata. l\iieglio è se si vuò fare a m en o della narcosi generale : nell'arto snperiore si può eseguire la anestesia del plesso o I 'anestesia tra_ sversale, preferibile sip erie nell'arto i nferior e alla rachian estesia. I l focolaj o cli frattura, almeno in quei casi in cui i monconi stanno vicino alla pelle, dovrebbe essere mf'sso se1r1pre al lo scop erto mediante una· in cisione a lembo. Una gra11de a tten zion e bisogna ri,rolger e alle parti m olli ch e varino trattate con la massima cura sezio' nando ove occorr e ~p,oneurosi e muscoli distac' cando il ·p eriostio co11 particola r e attenzione all'arteria !1utritizia, e tutto -con istrumenti evitando per quant~ è pos ibile il conta tto diretto d elle dita: 1p er ·qu esto è eviden te l'importanza di u110 s trur11cntario adatto. Le frattur e diafisarie offrono di rado difficoltà gravi el1c:· invece si 1p rese11tano in quelle articolari in cui occorrono vaste incisioni a lembo. Nelle frat ture rece11ti la contenzione co11 il semplice ing·raname11to dei monconi riesce per lo più sufficiente, ma in altre fratture app are spesso indispensabile l'uso cli apparecchi contento ri sia n o te1111poranci chE: ·deft.nittvi. P er i 1primi l'uso ùcl chiodo anm enta semip,r e più la sua diffusion e:, n_1a da :=iltri vjene preferito il fissatore di La1r1botte. Dopo 2-3 sc:>ttimane dalla sua applicaz_ione i1011 è più ·da temersi lo sposta1nento. Contro l'uso di inateriale da lasciare indefi11itiva_ me11te n el fo colaio di frattura (fili, viti, placcl1e), si sono schie1·atj la massi1na 1p arte degli opera• tori adducendo il pericolo di possibili fistole (eve11ienza talora evitabile, tal ora frequente) e 1p er i possibili di sturbi idi consolidazione e una al isteresi tale da non escludere la possibilità di nuove frat ture. ~Ifa un'attenta di-samina delle cause d ell'atr ofia ossea dimostra com e di questa siano a ltri i fattori causali (fissazione incompleta della protesi, azione meccanica d el filo, lievi infezio11i) : ·p iuttosto una grande attenzione si deve r1 v'olgere all'art eri a nutritizia la cui lesione può cau sar e gr~vi disturbi nel con·s olidamento de!l• frattur a. Tuttavia il cor po estran eo può effettiYan1c11t8 rinforzare la t endenza, .quand o esista, di tali disturbi e per questo il suo uso devf' essere circoscritto ai casi 1p 1iù n ecessari. In alcu11i casi inYece la sua a1ppliieazione è stata seguita da ottimo su ccesso fun zionale. L 'applicazion e d el filo da sutura d e, e essere limitata p er chè troppo spesso insufficiente a vantaggio di q11ella delle placche di Lane (b en e av·vitatel) eh.e debbono e. ere poste sotto il p erio tio e protette da una esatta sutura delle 1parti rnolli. Il rjsnltato ideale dell~ cura chirurgica sarebbe quello di un ri1

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pristi110 an at omico ·delle condizioni normali dell'osso, ciò ch e non sempre si r iesce ad ottenere, m a ci si può contentare se la cura incruenta dopo quella oper atoria ci permette u11 risultato fun zion ale buono. Durante il periodo post-o,p·era_ torio è cla tenere in specialissi n1 a · con sid el'azion e la contenzione ·d ella frath1ra. t\1entre cioè l'inizio d ei movimenti in condizioni favorevoli è bO'ià pern1essa doJPo Ja p.ri1na setti1nana, n elle fratture articolari non si deve sottoporr e l'arto a l carico se i1011 a g·uarigione constatata ractiologica111ente. T enendo presenti tutte queste condizion i i ris ultati defi11i fj vi, tratta1ldOsi so1prattutto di gra v1 fratttire, so110 1P•i ù che buoni. Su ·qualche insuccesso si cle\·e con tare sp rcie nelle fratture cl1e si infetta110, in qt1elle ·di i11di vidui vecchi e in quel 1 e ùel go1nito ::incl1e nel ba1nbino. E. ~t. Tnmo1~i

(FR.

c.

delle ossa. .

CHRISTENSEN . .4nn.

o't Surg ., giugno 1925).

. f: u11 i1nporta11t e articolo ,di ordin e statistico, in

quanto esso rappresenta un'anali si di JOOO casi> con s1p·Pciale riferimento alla sede dei tnm01 i e ai ra1)porti di ques ti co11 il sesso e con l'ct:\. L 'articol o i1on si presta ad una bre-ve rPcensione. Si possono solo rin ssumere alcuni dati pr incipal i. La classificazione, seguìta clall'.t\.. , è qneJla del Comitato della Società .t\.mericana di P ato1ogia, ed è ben diversa dalle classificazioni in uso presso di i1oi : I. Tumori osteogenetici : 1) Benig1),i: a ) e. ostosi; b ~ osteomi; e) condromi; d ) fibro1r1i. 2) ~Ialigni (sar?omi osteogenetici) : a ) midollari e sottoperjostei; b) periostei ; e) sclerosanti, d ) telangetta_ sici-sarcomi non .diff8rcnzJati. - II. Fibrosarcomi periostei. - III. Tumori gig·an to-cellulari. - TV. Mie_ lomi. _ V. Tumori ·di Ewing (mielomi endoteliali). VI. Ang·iom1i: a ) b enigni; b ) maligni (angiosarcomi). - Vii!. Tu1r1ori metasta.tici. - VIII. Tumefazioni flogi stiche, che 1possono simulare turnori (fra queste ·è compresa l'osteit e fibrosa_cistica ). .Secondo questa classifica, la raccolta <li C. ècosì div isa : 35 tumori benigni osteoge11ici. di cui 22 n elle ossa lunghe, e più p recisa1nente 12 a carico .del femore (8 nell'estremo distale). I vari 1.~pi di sarcom i osteoge11ici rapprP entano jl gruppo pi ù nu1r1eroso di tumori: 441 casi; e di Pssi il 59 % fu trovato in uomini , il 41 % in donne. r.,e ~edi rti predilezion e di questi tumori sono : l 'estremo inferiore .del femore (~2Z casi) ; l'estren10 1pr0Bsimal e della tibia (133 casi) ; gli estremi prossin1ali dell'omero e d·istale del radio (60 e 35 r usi). Cioè le sedi di m ass im o accrescimento delle ossa lnnghe degli arti, e quelle in cui il centro epifisario si o ~ sifìca più tardi. 1

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[-t\~"NO XXXII~ FASC.

44)

SEZIONE PRATICA

In 16 casi furono notati sar.comi multipb delle ossa. Si ebbe un solç> caso di sarcoma (periost.eo) della rotula. Il fibrosarcoma 1periosteo ·deriverebbe dagli strati p.iù esterni del periostio; è un t umore meno malj gno dei precedentj. Se ne ebbero 6 cas~. di cUi 4 j11 donne. I tumori giganto-cellulari delle ossa (cla no11 confondersi coi sarcomi) for1r1ano un gruppo ·di 362 rasi (53 % n elle , donne; 47 % negli ·uomini). Il maggior numero dei .casi fu osservato da 20 a 30 anni. R isipetto alla di·st.ribu zione nei vari seg_ u1enti dello scheletro, .si vede che essi colpi5cono le ossa della faccia· più spesso di quello che non le colp1iscano i sarcomi osteogeni (25,7 % risipetto a 19 %) . Le •cpofisi ossee sono invase ·p iù spesso dai tumori giganto-cellulari che dai sarcomi. 28 casi .di mielomi multipli : in 11 casi i pazienti avevano me110 di 2-1 anr1i. 87 tumori di E\ving (mielomi endotelial i) : la rnaggior 1parte colpiva fanciul1i e giovanetti. 4 casi di angiomi benig11i, di cui 2 n ell e vertebre. 33 casi di tumori metastatici (di cui 13 da tumori d ella mammella). A. CHIASSERINI.

1537

1'ondame11tali del1a rr1alattia presentati in uno stu. dio preciso clinico e d ettagliato, seguìti 1p er lungo terr1po, per lo più fino al controllo anatorrti co. Troverà l 'indagine di labo ratorio quale valido ausili0 nello stu·dio del malato e rr1ezzo con 1 ' ' tentativi più 1s variati, per chJiarire il problema etiologico : troverà risoluta, con documenti inoppugr1~.bili, l'annosa questione dei rapporti fra 1a tubercolosi e il linfogranuloma maligno. Nello studio casistico del Trenti si riflette il m.etodo esen1plare dell'Istituto di R oma nel qual e il la_ voro clinico è stato corn1piuto. • Non ''a trascurato l'accurato cajpiitolo 'sulla diagnosi che tè op.era non ·di rivista sint eti.ca n1a di llil 1 p er.sonale studio, che b.a superato difficoltà non lie,·i paratesi nel lungo tempo d'osservazione . Una. ricchissima letteratu:ra, .fotografie assai ben dimostrative, e delle microfotografie ?-SSai chiare i1el l' assjeme e nei dettagli, delle tabell e tern10grafìche chiudono il libro. . Di monografie come quella del Trenti dovrebbero arricchiare ogni giorno la nostra lettèratura m edi ca: esse servono a co1r1·p letare i trattati ma11. chevoli o insufficienti in argomenti di vitale importa11za, esse dovrebbero in serie completare la biblioteca dello studioso e del medico pratico al qurrle no11 è più lecito ignorare certe ·diagnosi, gli assillanti 1pr oblemi etiologici che .si djbatto110 se11za u11a conclusione decisa, i tentativi dj cura E. TnENTI. Il lin"fogranulorria maligno (Morbo di e il loro valore. Hodykin ) . Un ·v olnme jn-8° .di 176 tPag. con 18 AtJguro la b en meritata fortu11a. al libro che ha figure P 9 tabelle ter1nometrjche in tavole fuori · m erlt.i intrinseci, e che ma.11tiene carattere dj ual· te ~to . L. Pozzi, edit. Roma, 1925. tL. 18. pjtnnte attt1aljtà. T. PONTA"fO. ~on ma11cano nella lette ratura 1taliana e straniera contributi m on ografici sul morbo di HodgI. 8oAs. Diagno slik urid Th erapie der "l\ia.ye1ikin; in questo ulti1no decen11io non più rara è /.crarikhe i ten. 8a e ga edizione ·Completamente appar.s a la rnalattia, dacch·è la clinica ha aguzrifatta, con 145 figure e 6 tavole a colori. Edizato i mezzi ·di anali&i delle malattie sistemati_ tore Georg Thième, Leipzig 1925. che, stabilendo elementi di grande verisimiglianL'opera classica .di Boa s, che vede già i l suo ;~a di agnostica, e l 'anatomia patologica ha dettato quarto decennio di vita, si rinnovella di novelle i criteri d1fferenzi al i biops1ci p er l'accertamento frond e in qu esta nuova edizion e. Il volu1ne di diagnostico. 8lr/ pag i11e, fornito di un r egistro per materie e 11 Jinro cii Trenti , non è 01p era sup erflua, ipo1ch·è 1per autori, è di viso in tre gra,i1di sezioni : a )· tne1. A. i1el suo contributo non si è lim·i tato ad acco• tod i g enerali di ricer ca; b) teraJpia g enerate; glieTe i dati 1p er un r satto quadro d ella linfoe) parte speciale. gra1tulo1natosi maligna, ma ha aggiunto a lla se1',ra i capitoli, cui sono stat.e fatte 1naggjori lezione intelligente d ell e nozioni accertate u11 ag·g iunte e modificazioni risp etto ~Ile precedent1 r,ontributo l)ersonale, frutt<? di studio accurato edizioni, vanno ricordati quelle sulle Ertiorragie nella. Cli11i ca di Ro1na, contributo ricco per indagine cUni ca, anato1noiJ)atol<?gica, bacteriosero_ ocru lte, quello sull' Esa1ne Roen.tgenologico d,ello stornaco, e gli altri riguardanti l'Ulcera P'e vtica Jogica, ematologica , ri cco per esperienza cu r ativa dello stornaco, l'Ul cera p eptic a d _ e l di giuno, il coi mezzi l)iù moderni e p1ù in voga. Ca1Lcr o dello stomaco, i Tumo ri benigni dello Il libro nella sua prima par t e tratteggia con ston1.aco, la Sifi li d e gastr?ca. brevità l odevole quant o .si conosce del 1Problen1a, Non trR-scurata è la Chirurgia dello stomaco, n ella s~conda parte e nell'apipendice è la docual1neno ·per ciò che riguarda Je indicazioni, j m entazion e, cl1e, come giustamente afferma il vari tjpi d'intervento, i risultati. .t\l cun e figure, prof. Ascoli nella prefazio.n e, costituisce il merito presP dal Corso di opera:.i oni di Sch nieàen illumigliore d ella monografia. Lo studioso vedrà nei quadri analizzati i tipi strano questa 1parte. 1

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· CENNI BIBLIOGRAFICI

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1538

IL POLICLINICO

Interessa11ti sono alcune osservazio11i fatte dal1' A. sui 1progressi raggiunti nei metodi diagnnstici e terapeutici delle afiezioni gastriche. Ai vecchi m etodi di esame, che pure non hanno perduto il loro vaJore, si è aggiunta la D·i agnosi funz ionale .d.elle n1alattie d ello stomaco. La grande importanza assunta dall'esame Roentgenologico è ben valutata da B. Ma questo è consiQerato come un mezzo· di aiuto, non di sostituzione, dell' esa111e cli11ico. Notevoli progressi va.n no fa• ce.n do le ricerche gastroscopiche. Per ciò che riguarda la cura, B. richiama tutta l'attenzio11e sui m ezzi igienico-dietetici, e sulla nec.essjtà per il m edico di non cr edere che i Inalati, sòttoposti ad intervento ·chirurgico, 1p•ossano senz'altro sottoporsi al Tegime degli individui sani . Questo libro si raccomanda all'attenzione del m edico e del chirurgo non solo per l'autorità del n ome, ma anche p er il mo.do chiaro e ordinato ' con cui gli argomenti sono svolti.

CHIASSERTNI.

t

P. Diagnostica clinic a della funzional·i tà gastrica. Vol. in-8, pag. 140. Edizioni « Miner\·a Medica », Torino 1925.

GIRARDI

Questa monografia è il frutto de1la vasta t5l).~­ rier1za e di numerose osservazioni e ricerche eséguite cial Girardi in questi ultimi anni. I vari eìcrnen t.i della fl111zionalità gastrica, secrezione cloro-peptica e motilità, sono trattati oltrechè dal lato tecnico, i1elJe varie inodalità di _presentazione ta11to in con dizioni fisiologiche cl1e in quelle patologiche. Ori ginal i so1pratutto e interessanti so110 i capitoli ·dedicati alla secrezione cl oro-peptica, studiata n ei ·v ari periodi d ell'attività gastrica e cioè prirna a digiuno, poi con il sondaggio prolungato dello stornaco a digit1no con la sondina di Einhorn e in ftne con l 'estrazione frazionata della colazione di Ewo.ld, quando cioè due stimoli diversi ~~,·ci­ tano la mucosa gastrica. Oggetto di particolare trattazione è il capitol o dell a citodiag·nosi gastrica, metodo ·d 'indaf,ine degno di considerazione, ma purtroppo ·Sovente trasc nra.to. Tutti i pratici potranno, attraverso la chiara eS{Posizione dell' A., non solo co11oscere il significato delle svariate modalità della fltnzionalità gastrica, ma anche 1porsi in grado d.i eseguire tali ricercl:e. . \. Pozzr. ~

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EtLgenica e Igi ene rn entale. F.1 1ito r P Tdel son, Naipoli. Prezzo L. 20.

LEO~ .ARDO BIANCI-11.

psichiatra partenopeo, che la legge ine$0rabi1e ha allontanato dall' insegnamento, sl è ùE>diC' nto a lla propaganda dell'eugenica <? ·dell' igi Pne n1ent<1lc. Il libro pubblicato s11ll'argornenl,'insi .~ne

[ANNO

XXXI·I,

FASC.

44]

to è un atto di fede ed è la documentazione della gioYani!e en ergia che anima l'illustre vegliardo. L'cugenica è una scienza relativamente rer.13nte <? solo negli ultimi anni si è arricchita di. co11tributi che l'hanno resa degna di generale ronsidF?razione. Il Bianc hi se ne è impossessato e l'ha passata a l '.raglio della sua intelligenza illuminata, de 1 la sua vasta esperienza clinica. Ed ha scritto u11 libro dedicato prevalentemente alla gjovinezza, che dai p1.)Stulati della nuova scienza deve trar norrne p er jl miglioramento della nostra razz~. che se s11 altre razze ha il vantaggio della prolificità, 1presenta a11che, e forse per lo stesso eccesso di prolifirità, segni di decadimento organico, che sr posso110 e si debbono eli1ninare. , G. D RAGOTTL '

~LA

CLINICA OSTETRICA P ERI ODICO MENSILE

di ostetricia, ginecologia e pediatria, per i meditel pratici diretto daJ. pr<>f. PAOLO CAIFAMI Il f a.scico1o 10 (ottcbre 192.5) ·c ontiene: Lavori orig inali : G. Z.A.M.PA . La gl.ico&u.ra florizini.ca

oome segtno di gravida.nza. -· F. D'APRILE: La bi·Smutoteraipia del,l a sifi1ide in grav.~da.n1~.

Fa t ti e do c~! ment i (Casistica clinica ed a natom ica): F. D'ERCIIIA · Contributo .casis.t ico 1aillo studio dei

tu·m or.i para.renaiLi nella ·dorurua. ·C asi .dli feti acardii.

N . .MA1SIERI : Du-e

L a rubrica d l:!gli errori · G. A YMERICH: ·EmorT1agia da rottura d.i v·arice della v:agin·a ,s1i•m uJain.t e 1ln'emolìra-

gia da placenta pirev•ia Cf"n•t rale. Note di tera 9ia : O. VL\N_.\.: Del'lmatosi de1la meno rpausa. guar1ta con ·opoterapia ovarioa. Comm enti : G. MAS·S:EMI: Jl sttblimato ooITooiivo à.n ter ap ia oat.etri.ca. Riv ist e generali : G RF!VOLTELLA: Psicote1·a,pia e gineoologO.a. Dalle riv iste: Ostet r icia: 01Sserv.a zion1i 1initorn<> ialla gra. vidanza oo.mp1icata da diarbete ·m ellito. - Lnlfl:uenz.a tdrelJa .pressione crami.ca suli.a frequenza rdel ~attito cardiiaico lfeta;le dura.nte il :parto. Prooi1ass.i e teT1a1pd.a della ritenzione di re.sti placen'tari do~o parti fisiologrici. - Può wver Luogo J1a OOID!J>arsia del'1a mestruazione vera e propri.a dopo l'in·iz.io dellla gr.aivi. dianza? - V. 18. e gra,vidanza. - Sulla .cura d.ell'aborto. - Cinecolog ia : L'irradia zione 'della mdlzia nella ter,a,pia delle emorragie ginecolo:gli<ili.e. - TeraJ>d•a. stimo larnte mediante irradi:i.zi-one. - La raid•iumtera.J>ia d·eil 1camcro del ·c ollo. - La xoentgentera1pi.a nelle atff ezion•i chinurgioohe. - Our.a del'le ,a rtrdti 00\ll. l'aip'Plicaùi.on.e di diateTlmia alle affezioni del 'collo dehl'u·t ero. - Resultati remoti dell'isterectomia tllel .caniero del .corpo. - Rleaziione Bote1lho. - A.menoN.ea e iconivul· &iOn·Ì . U•n 1CfuSO di toxicodetmia a:neBltruale ICOTI S intomi eresipelatoei. Pedi a t ri a : L'eanorragi>a i.ntra~rani·ca dei neonati. Trattameruto deltl'asfissia del neon•ruto. - N ei:J.',a&fiBsia grave idei neonati. - Eteroterrupi.a della nertosse. Malfornnazionà. congenite l a bioprulatMie. - Influenza .della 1dietia ..s1.1lla la.ttazione. - La prov.a della diluizione 1applÌ!cata aJ. bimbo. Note di b i ol ogia : JJe leggi men·deLi ame dell'eredità. Influenza dell'ipofisi Eruglii orgc>.ni sessual.i f em,m inili. - Ricerche •comparative intorno aJ1'azdcme di estratti pla,renita.ri, ovarioi e corpi lrutein.tci sull '.aipparato sees u·a.l e femmilnile. - Ra1prporti funzio,n ali fra la 1Jiroi de e l'ovaio; menopr~...usa ·ohirl11'gica ·e gozzo esootalmico. -. Co1>pi lutei multii•p li i n gravidanza seJiljp1ice. GuUa terapia del raohitismo. I. . I .11b r'!. V a r iet à: L'igie-Tlc del S(>no. Notiz ie: Congresso dell a. Società Italiama di 06tetricia e Ginecologia.. - La mortalità intfantile in Ola.nida. D emografia franc~e. Abbonamento oer il 1925: Ita.Lia L. 28 ; Estero L. 38. Per gli abhonati al u Policlinico n : lta1ia L. 22, E s tero L. 32. Un fa&eieolo separato L. 3.50. Invi:tro Vaglia poetale al Cav. LUIGI POZZI Via Sie1'ina, n . 14 - Roma. 1

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[ANNO XXXII,

FASC.

44]

SEZIONE PRATICA

ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. Società Medico-Chiru1·gicà di Padova. Seduta del 26 giugno 1925. Pre ~clenza: !>rof. A . CEVIDALLI, pr~idente.

Contributo alla patoaenesi e terapia rlella1 febbre d.a fieno . . Prof. N. D 'A:."ìlCONA. - Passa in rivista le teorie patogenetiche che furono sostenute dal ·giorno del'la prim1a deS>crizione 1ad oggi sulla febbre del fieno e c0tnclude, a..ppoggiar1tl,osi a.d osservazioni personaili, che la febbre cla fieno è malattia eredofamigliare. Passando ai mez~.i curativi, si intrattiene brevemente sulla profilassi per suggerire un mezzo di <lisensri.biliz.z.azione a mezzo di un preparato otte11ut.o dall' Antol·antu1n Odoratum, ·da lui esperim entato, che servirebbe a vincere, o almeno a moderare, i feno1nE-n! ùella malattia in atto. Glucosio, calcio e colt~ sterina; consiclPrazioni sul loro cont~nuto ·n el sa naue clei bambini e sui f;()ro rapporti reciprùci nella, 10-rmollt c1i1rnica ematoloaica. Dott. G. DE TONI. - L '0. h a eseguito nel sangue tli una ci11qua11tin.a di bambini di età tl'a 1-12 .anni il do~agg io conten1·p oraneo1 del glucosio (Folin e "\\' u) , rlella colesterina (Gricaut) e del calcio (De )' raard). Nei ~ambini tra J-3 anni ha riS<'ontrato una media di glucosio di gr. 1 J>er mille cc. di sangue; per la colesterina e per il calcio ·d elle medie ris1Jetti\amente di gr. 1.65 e gr . 0.12 per mille cc. di siero. Nei bambini tra i 3-12 a.n nj i valor i n1edi furono ri&pettivame11te di gr. 1.05, di gr. 1.70 e di gr. 0.115. Egli rileva e<he i ris1lltati ottenuti d.a qualche autor'> C'd i snoi perROna.l i mostranb· che il rrupporto d ; interdipenden~a tra questi componenti del sangue spesso i1011 f-. dj mo~trahil e e che .anzi si p·OSSono :ricavare dei ·d ati contraddittorii e p1a ra;dossali. Egli' interpreta c iò con la straordinari.a oorruplessità ·dei · fen omeni metabolici sui .qua1i p·os.sono influire in<:lipendentemente svariate cause.

/-,i"ll'rziolooia del n1orbillo. Prof. G. SALVIO.LI. - I /O. riferisce le su e lunghe e laboriose ricerche per potere isolare e studiare jl virus di Caronia in 36 casi di morbillo. In molti casi ebbe r isultati negativi, in altri ottenne solo l'ernocolt ura , in altri ancora coltivò il virus fino al 5° ipassaggio. Ha attu.a,l.mente due ceppi rigoglioai, che p1·e senta alla Società, isolati e co-ltivati nel terreno di Cristina da lui prescelto oome il Jni·glior~.

S1illa 11011 'l'ara vresen,za e sul sianificato di cellule oar1 ali01ri del vago nel ganalio cerV'icale superiore del simpaticn 'Umano. Prof. 'l'. TE!tNI. - I n 7 soggetti su circa 90 <'samin·atj, 1'0. ha riconosciuta la tpresenza nel g . cerv. su per. sim·p a tioo, 'trattato col metodo

153~

Cajal pér le neurofibrille, di u11 gr11ppo, spesw assai nuim eroso (fino a, circa 200), d i cellule sensitive cer ebro-sp inali. I n base a più di un argomei11to, l'O. Titiene quelle. cellule come di sp ettanza del ganglio nod~-0 del vago, dislocate durante lo sviluppo ·d el gangl io simpa.tico; le considera come neuro11i sensitjvi del va•go anatomicamente e funzionalmente collegati .al si·stema Siillllpatico .' Discute quindi la questio11e. dei neuroni sensitivi del sin1•p atico e afferma ancora una volta, in base alle s ue osservazjoni, la natura viscerale, intesa in senso anatomo-fnnzion.a le oltl'e che in senso embriologico, del ganglio nodoso del v,a go.

Ricerche q11antitative S'ull'adsorbimento cwtaneo . D ott. ~t\. . _.t\.NTONIBON. - V e11nero eseguite delle rioorrhe sperimentali {}er determinare quantitativamente l'adsorbime11to, o p er dir meglio la capacità l[ldsorbente dello str ato corneo, riSipetto a ,-arie sostanze che si impiegano in terapia. (J odio, ac. fenico, ac. salicilico, iac. picrico, cloro) . · Si immergev.a a questo scapo la mano in soluzio,n i titolate, a concentrazioni crescenti, p er un ienlpo costante e si d eterminava poi lia quantità adsorbita dalla m.9,-no. Con i valori d ell'1an.alisi qu.a11titativa, si sono tracciate ·delle curve, le quali 'indicano CO•m e varia l'adso rbimento in funzione delle concent rn zioni . Dott. B. PANIZZA. - .Rice1·ch8 istofisiologiche sul co11ten·11..t o in glicogeno cJell,a bolla gel<J;t inosa ' l(>tr, l,o- ·acrnl<' d1:·a li uccelli. A. R. .

Reale Accademia di Medicina e Chirurgia di Napoli. Sedut.a del ] 2 luglio 1925. P residenza : pr.oif. GIUSEPPE PIANESE, presidente. Un , caso di (f uplicità del pe,,,,e osserva·to S'ltl cadavere di 1.tn adulto. Prof. GAETANO CORRADO . - Si tratta del cadavedere ·di un individuo di 38 a., il qu.ale presenta due peni, normali · per conformazione e per sviluppo, imrpiantati st1 ciascuna delle regioni inguinali, alla distanza reciproca di 8 om., e far.n ito ci..a~1cu110 d i uno scroto con un sol testicolo, di un solo corpo cavernoso d ell'asta, e del corpo cavernoso dell' uretra con relative ghiande. Le uretre sono pervie ed immettono in due vesciche, ciascuna comunicante col corrispondente ren e attraVPrso un solo uretere. Manca l a cicatrice om·belicale i1el suo sito nor1nale, però nello sp,azio fra i ·d ue peni si 11ota una zona di cute di aspet to cioatriziale in cui <lav·e va impiantarsi il cordone. La ·orosta.ta sinistra si -uresenta come una piecola mandorla e quella de.stra come un oooe. L e vedcichette semin ali - una per lato - sono di piccole dimensioni. I deferenti sono normali. L'ampolla rettale presenta un setto mediano, e si biforca in due conclotti che v·anno ad aprirs~ in due orifjzii al disotto ed all'interno <li ciascuno


1540

IL POLlCLINICO

scroto ; mentre nel sito abituale non · vi è tracci.a di orifizio anale. La colo11na vertebrale presenta cifo-scoliosi d0rs ale sen z'altra .ano.m.a lia. Le ossa del bacino sono irnpicciolite e deformiate, ed i pubi sono distanti fra loro 8 cm . cir ca. '

[ANNO XXXI•! , FIBc. 44]

coccica, C01m e hart1l0 dimostrato le pro-ve batteriologiche e cultura~.. Prof. ANACLET9 RoMANO . Il f enomeno della siriopsia (sineste sia) studiato pa,rticolarrnente in tre soggett i assai menomati nelle sfere sensoriali.

Sulla cura J el.le m e11ir1,giti otitiche.

'

Prof. G. GRADENIGO. Tr.a le numerose varietà clinich.e che può offrire la meningite otitiea è particolarmente i'l1l![>res.5iona11te una forma ad .and.a1IDento ra.pidissimo legata .ad otite medi.a acuta, forma t alvolta così r wpida da non dar tempo a d alcu11 tentati vo ter apeutico. Il p.a ziente è colto d'imiprovviso da un'otite acuta e già dopo 24-36 ~:>ire si inizia con iperpiressia e colla sintomatologia. classica la comtplic.azione meningea che in soli due o tre giorni dà luogo al coma, spesso contrassegnato <la erniplegia apposta all'orecchio leso o da p1aralisi di qualche musoo1lo oculare. In tali casi I.a infezione si diffonde al cavo cranico sia .attraverso al tetto d ella cassa tim·p anica e dell'.antr.o mastoi·d eo, sia .attraverso l'orecchio interno. Anche i11 t.ali casi r.rupidi, quando vi sia i l tempo, il tr.attam€nto d.a seguire è quello1 ohe si (! ormai affermato più utile nelle meningiti otitich e : allo11ta na.1nen to il più pronto possibile del focola:io infettante del temporale, p,u nture lo-n1bari riipetute, largo uso di vaccini, inie~ioni e11c1ovenose di urotropina, ecc. Alla p·rima e · senza dubbio più im1portante indicaZ}i.011e, 1'.ev.a cuazion-e ,c];e] focolaio infettante Ò"ell'o;rocchio mt-.dio, non r ispond.e spesso abbaeta11za efficacemente ] a semplice incisione della inen1br,an-a timpanica: i m'argi.n i della ferita ti·mp.anica hanno tendP..nz.a ad accollar.si quando l'essu1d at o non sia abbondante, e il drenaggio risulta p erciò insufficente. In tali casi l' O. non esita a sacrificare l'udito d ell' orecchio malato e a pr.aticare immooiataménte il completo svuotamento del cavo timip.anioo e delle cavità mastoidee .an11es.se. F, pr ecisamente un caso di questa categoria g uarito dietro quest-o interve11to, che porge ocC'asion e a qu&Sta breve com11nic:azione. ,'{u,l l'esame clell'udi t o coll'acum.etro a triaclo , modello Ste fa11,ini . Prof. Gru sBPPE GRADENIGO. - L 'O. <l!oroo avere 111i11utamente ·descritto l'a.pipàr ecchio basato sulla la1npada a triodo u sata in radiotelefonia ne enumera i vantaggi ohe l a Clin.ica 11e può t rarre con il su.o u so. Ulte1·ior'~

con t ribu to alla conoscenza delle forme a,n omale da inf ezio ri,e cripto-meninaococcica.

Prof . G. T EDE SC'II1. L'O . riferisce su di un • c·.aso . di u11 gjova.ne di 29 a11ni , p.avimentista, sifilitico, nel quale s i è avuto encefalite con sjnrdrome P arkin on1for1ne (crede il primo n ella letteratura). Tale ~indro1n e mor1'os.a è stata in modo ineluttabile sostenl1ta da una infezione cripto-me11in go-

A. CmsToN1.

Società Medico-Chirurgica Bellunese. Sedute d el 1° a.prjle e del 6 maggio

1925~

Pre5idenza : prof. G. PrEttr , presidente. Dot·t . i\. SPANIO. - I SÌ'Yl,to rni di insu fficienza cardiaca . . - Co11ferenza non adatta .aid essere riassunta in un resoco,nt-0 . Il rivestime·n to co·nrri1inti vale nelle feri te oc11,lari. Dott. G. FERl!ARI. Riferisce brevemente sui progressi della n1od~rna chirurgia ocul.are e dell.a. prognosii 1delle ferite oculari oggi notevolmente miglior.ata. Una d(']]e mig1iori conqu iste della t rau1matoJ,0igj.a. oculare è, 3enza dubbio, · il r ivestimento congiuntivale, il quale <leve considerarsi come mezzo di C'o ntenzion e che so.stituisee con vantaggio la sutura. diretta sclerocornea.l e e agiSce anche co·me mezzo di protezione contro la penetrazione di agenti in, fettivi esterni. Doipo aver6 esposto con•e si p r.atioa quest a pie, co1a operazione, l'O. })l'esenta .a lcuni malati nei qu.ali il solo riv&Stjmento congiuntivale potè sal' are 10fCChi che sarebbero .altrimenti stati fatalmente d~stinati all a clem olizione. Per la sua semplicità. questo atto. oip erativo, ohe non è SlunciBntemente riconosciuto, ed apiprezzato> è aiccessjbile anche al 1ne dico pr.atioo: .ad ogni modo è bene che il pr.atioo con<Jsca l'imiportanz.a di tale .atto operativo per p oter inviare .a tempo opportu110 il ferito alle cure dello $J>OOÌalista. 1

Sul censime·1ito• tlei t iibercolotici . D·o tt. C. PAGANI . - - Riohiam~'l l'attenzione dei colle1g hi .siul fatto che le modalità con le quali il Consorzio Ant.itl1be r colare Provinciale ha procedute al oonsim ento dei tube-rcolotici non potevano che re~dere insufficiente ed i.naidegu.a to il ri· sultato del cBnsirnento stesso, coim e di1mrnstra110 le statistiche co11c]usive. Ritie11e op·p ortuno che dalla S01cietà . parta u11 incitau1eJ1to a tutti i colleghi perchè abbi.a110 a rispondere con solerzia e precisione alla iniziativa. <lel Consorzio, p er evitare che per incm·ia _pr oprio df'i medici si possa .arrivare ad .avere una idea ù.ella g·ravità del pr oblema che sia a l disotto e lontan a d n,lla t ris te r ealtà,, co1n la relati,·a conseguenza di una s osta dl3. parte degli enti pubblici e pl'ivati nel condurre I.a lotta .antitubercolare.


[ANNO

XXXII,

FASC.

44]

• SEZIONE PRATICA

Su queste direttive p ropo11e u11 ordine d el giorno che, ·dopo n.n1pia discussione, ~e11e a1pprovato1 alla una.nimità d.alla assemblea, . e di cui dovrà €SSere inviata copia ai s ingoli 111edici della p ro. . Vln'Cla. 1

k

Hll'ascesso renale.

1 ~41

co1npres..c;;a, ~ cli limitare la la1ninectomia a lla asportazione dei soli archi vertebrali corri&ponde11ti a tale zona. Il 1jerzo caso riguarda una do11na neJla quale si e r a stabilita lentame11te u11a p.arruplegia spastica, e nella quale la p r esenza di trem101ri e talora. di n istagmo ave1va fatto soSipettare una siclerosi a placc;l1e . L a r adiografi.çi ·d imostrò il lipiodol fermo all'altezza de,11.a settima vertebra cer,-icale·, e gravi alterazio-ni ·de1l cori.po d·ella priim.a. dorsale . Si co11clnse p·e r u 11.a compressione da 1netasta~i ve,r tebr ale di un goz2'o· (+i t r e·n1ori, i sint o.m i oculari er a,.110 evide nteme11te in r apiporto a t1n o stato ·d i ilpertiroidisrno). L a laminectoruia, liberando il midollo della coonpression e, ha ridato alla- malata, almeno per qualche tempro, l'uso J1or1na le cle:gl{ arti i11feriori. • 1

Dett. R. B ROGLIO . - L 'ascesso renale è u11a aJfezione rara, e ancora mal d efi11ita r1ei testi di chi1·urg ia. L'O. pre3e11ta un ba,m bino di sei an11i ch e, sieJnza prece<le11ti degni <li nota , a.mn1alò con dol<01ri al fianco destr o , co1'1 febbre serale no11 moil to alta preceduta d.a brividi; la palpazione combinata dello spaz.io 101nbare di de.stra permetteva di palpare il r ene un poco .aumentato di volume, ,~i­ Yamente dole-11te; nulla nell'ori11a . Questi sintomi dopo circa tre .settimane- Sl1birono una remissione (dur ata un paio di settimane) ohe fece pe11sar e a un~ g uarigione s11)onta11ea, ma poi i-1,p resero p·iil intensi d i rprima e costrinsero a]J'intervento. Il cl1irn rgo &coprì il rene d e.s:tro : esso, era .aun1entato d i v olun1e, gra11de quanto l111 limo11e., e n el ter zo me1clio, srn lla parte co11vès·s a , p resein tava, subi Lo sotto la ca.1)sl1la, una r accolta ·cli .p us d e11so, gra11de qua11to un.a noce. 1i incisione e il d renaggio della cavità furono s~gl1iti ùa rapida guarigione; il malato n ei ~)rimi p-iorni f'he seguirono l' operazio11e ebbe iniezioni endovenose di urotropina. L 'esan10 hatteriologico del pus 1dimostrò lo stafilococco 1)iogene .aureo jn cultura pura . 1

1

Esplorazio'rle del

cai~o

rachideo col lipio<lol.

r. a ain alite

purulenta.

Dott. G. l oc..\TELLI. L '·O. p resenta un 1:aga.zz<J ·di 17 anni, cl1e fu operato n ell'aprile 1924 di ascesso sottoeipatico di oscur.a -origine; l'incision e praticata i11 tale intervento non è .a.i1co.-a g~ar]ta .

N el febbraio IS!Cor sio com.p arve j.mprovV'1samente 1111a. tl1m·eifa.zione dolente ·a lla r egione inguina.1e de.stra, e co11 essa febbre .alta co11 d e,J irio. Tre giorni ,do!Jo, .all ' ingre~1so in Ospe dal.e, persisteva tPbbre alta, l.a tun1efazione ingui nale era gra1lde 011a11to una 11oce, dolent issima, lo soroto a u1nentato di YolnmP, arrossato, ecle-rnatoso . All'opeTazione -si t r,ovò che la vaginale t~.;;tjco­ lare er a normale; a livell o dell'anello ingui11ale ester110 la tu1ne&.azione incisa si pre9e11tava co1ne una cavità c1sticn, a pareti liscie, arrossate , coperte <li pseuclome1nbra11e, co11te11ente pus gia.l loYe1'dastro; tale cavità, di forma cili.11dr ica, si prolunf.4a va i1el canale inguinale. L a ferita fu tantponata e g11arì 11el t ermine ,d i circa un mese. L 'e.same batteriolo1g ico 1d el pus ·dimostrò diplococchi iu c11ltura pur~. L 'O. ritie11e si tratt:i verosimiln1e11te d i ll n a infezione (forse metastatica dalla c.avità Sllppurante sottoepatica) di un sacco <'rniario n reesi~.tente m,a rimasto inavver tito. G. LocATEL&l. 1

1

Prof. G. P1ERI. - L ' O. inette Ìl1 rilie1v o il valore di 4uesto i1uovo mezzo d iag11ostico, i)ro1posto alcuni anni or so110 da _81cAn.n, e le c ui m·o1dalità cl i avplicazione .!1011 0 dive11ute n1olteipl•i ci. Egli si limita ia illustr·are la indicazio·n e più importante dell'iniezione di lipiodol: quella dell'esplorazione del cavo rach~deo, che è divenuta un.a prPziosa risor a per l a dia,gn·osi di natura e sopra.t utto di sede di alcu11e lesioni e .m alattie del .rnidol1 o e delle mening i. D esc·ritta 1.a tecnica dell' iniezione di lip·iodol n ello speco, l'O. presenta le riadiografie cli tre Monografia di g r a nde inter esse ~ casi in cui tale iniezione fu praticata . Nel primo si t rattava d·i un so~getto con sinDott . Prof. O. VIANA tomi di grave oom.p ressione della..cauda seco111daDirett '.)r e <lella ~I a.te1·nità, Bre+fotrofì·o e Scuola di Ostetricia in Verona ria. a u na fr.attl1ra delle vertebre lombari riportata tre anni p ri1na (par aplegia circoscr itta ai . piedi, fieri do]o,r i , ecc.). L a r aid•i ografia eis eguitn. dopo i11iezione di lipiodol localiz,zò l a 001npressùoPre1az fo ne del Prof. N . PENDE 11e j11 modo: esatto, coisicch è bastò resecare l'ar co cl ella .quarta lon1b a r e per sopiprimere gli 1a genti Un v o l11m e in-8° ùi p•a1gg. \'III·176 (N. 12 delle nostre Monogr,a.fie m edi{'.O-chi r u rg.i che d'attual'ità) n litiidamen.te di coonpressione d,e}le 1·acl ici (es.ostasi, a.d e re11zo me6ta1m p.ato in cartg. semipatinata. 11i1"! gee, ecc.). P·r ezzci L. 18. - P er i niO\Stl'i aibbol'lati s::>l e L. 16,50 in Nel siecondo caso si trattava d i 1111a .'!pon,d il itc por to franco. tubercolare do1·sale con paraparesi spastica grave . Inviare Va.glia P ostale all'editore LUIGI POZZI, Via La radiografia dopo iniezio11e di lipiodol permise Sistin·a . 14 - Roma.. di ci reo.scrivere -esatta.m ente la zon.a midollare

Ginecologia e secrezioni interne

'


1542 ' .

IL POLICLINICO

[ANNO XXXII, FASC. 44.l

,i\PPU NTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. Un caso di r ecidiva di scarlat tina.

Si può dire cl1e, in genere, la scarlattina cot\ferisce l'immunità, ma però n on semp1~ . In casi rari, si rposson o avere rica;duta, pseudoricaduta o l'ecidiva. Ai 38 casi ·di r eci•diva noti nella letteratura, E. Boscl1i (Riv. d i clinic a pediatrica, 1924, 11. 8) aggiungie ora un'osservazione personale di un ragazzo eredoliuetico, con ·Chiarissime note di Iin~atismo, che, all'età di 7 anni ebbe scarlattina ti pica, osservata dall'A. stesso, con abbonda11te ·desquamazione a larghe squam e. Un p aio di anni ·d opo , ve11ne colto cla febbre, molto eleva ta, vom ito, polso frequentissimo, ton sillite lacunare. Il giorno seguente tipico esantema scarlatt.iniforme, lingua a lampone, seg110 di Rumpel-1Leede posi: tivo. A suo tempo, desquamazio11e a 'Piccole squarne. ;La d]agnosi di scarlattina venn-e co11fermata -ancl1e da .p ediatri di indisoosso valore. ' L'A. esami11a quindi i casi noti della lettera t ura, alcuni ·dei quali sono su scettibilj di rritica e co11sidera le cause che, i1el su o caso, possono invocarsi per spiegare la -reci.diva. Anzitutto è da 1nettere in riUevo la costitu zion e li11fatica spic-catjssima. Ora R omingcr 11a potuto dimostrare cJ1e qu·esto t]po di costituzion e è a sai freque11te i1ei bambini cl1e ~ oggiacciono alla sr,arlattina e che essa era addirittur a esagerata in uno che soggiacque alla recidiva. Un altro. punto importa 11te è quello cl1 e, in alcuni casi d i reridiYa, si -era avuta precedenteme11te u n 'infezione; net caso dell' .'·\ . vi era110 stati disturbj gastrici con modico aurnento di YO}ume del '.fegato. Si può ammettere t·l1e e- ·e11tto j leucociti Ticl1ian)ati ve1'so i focolai c1.' infezione, do\'e inuoion o i11 gra11 numero Yengono m·eno quelle sostanze imn1unjzzanti ct1 cu l i polint1cleati sono i pri11cipali produt1 ori ; si prod uce perciò nel sa11g·ue uno stato sir11ile a qu ello cl1e si ha i1ella costituzion e li11fatica (leucocitop enia., con lj nfocitosi relatiYa). Un altro fatto p otrebbe in oltre essere in cau sa e cioè l·e serie alterazioni i1el caYo nasofar jngeo C'l1e si osservavano nel ragazzo in esarne. Pil.1 facilmente aYrebbero qt1indi potuto nelle aTufrattuosità della mucosa, rimanere i germi scarlatiinosi , me11tre i1er le lesioni stes e della mucosa e sottomu cosa non avrebbero potuto svol gersi i processi J ocali .cl1e a rtrivano a l)l'O dt1rTe l 'immunità. . fi,l. 1

Tentativi di vaccinoter apia dell'infezione scarlattlnosa . Il prof. G. Caronia (L a P ediatria, 1 apr. 1925), <topo avere a c.cennnto alle ricercl1e clel Di Cristina, ll e e d ella Siruloni sull'a g-ente etiologico del-

l'infezion e scarlattinosa, parla dei primi tenta tivi da lui eseguiti sull'uso della vaocinot.er~pia sp ecifica in detta malattia. Ha ado·p erato in primo teI?J-PO vaccino semplice fenol1zzato al 0.50 ·p er cento, preparato con germi isolati da malati scarlattinosi; in secon.do tempo vaccino lisizzato, vaccino c~oè ·p reparato con cultl1re di germi d ella scarlattina m essi a contatto co11 siero di convalescenti. Quest'u ltimo l'ha adop€rato l)er via endovenosa alla dose di em e. 0.50; 0.60; 0.80. Riporta 16 casi trattati. In tutti ha notato una not evo.l e ri.duzione n ella durata della malattia; una attenuazione r aipida delle manifestazioni in atto, una breve convalescen za con guarigione costante. L'.L\.., [>t1r consi·d erando com e sia n ecessario in una malattia a decor·s o così variabile .quale la scarlattina t1n a larg·a esperienza per potersi fare un concetto esatto di un nuovo indirizzo terapeu- . tico, i·itien e •questi 1Prìm i tentativi di va ccin oterapia specifica cli t1n certo valore, soflf ermandosi in special modo in controlli non trattati, cl1e tutti hanno . a'ruto un decorso più .grave, una mortalità del 15 per cento e una •comparsa di complicazioni di ·Cir ca i 1 50 -p er cento. RrccARDl . 1

La prevenzione della scarlattina. G. Dick e G. Hen ry (Journ. A. M. A., 12 luglio 19~4), m ediante stipiti d i streptococco ernolitico isolati da scarlattinost, o da per son e viventi in contatto con essi, affermano di essere Tiuscit.i a provocare nell't1omo, in alcuni casi, u na tipica scarlattina. Gli streptococchi erano di clue ti-p i : alcuni femnentavano la mannite , altri no. Col filtrato delle culture si ebbe . solo il rash, rna n on mai là malattia. Mediante intradermoreazioni con la tossina di questi streptococchi gli AA. sar ebbero riusciti a distingu ere gl'individui recettivi dai non recettivi. Quando è recettiva la m adre lo è anche il neonato, e ' 'icever'sa. E difficile standardizzar e la tossi na perchè a ciò n on si prestano bene gli anim ali, come per la tossina difterica, quindi i responsi · non sono sicuri com e per la R. di Schick. Gli .L\A. hanno pure tentato la vaccina.zione, e la produzione di antitossina iniettando i ca valli con la tossina: p oi la concentrano con opportuni m etodi. I ris11ltati di queste ricerche sarebbero incoragg·ia11ti, ancl1e a parere di A. Zingher. D OR l~ .

Sul t rattamento della p lacenta p r evia. F . Stri11a (L a Clinica ostetrica, 1925, n. 1) osserYa c. J1c, nella placenta pre,·ia, non complicata da

Yizia tura pelvica, le i11clicazioni per il taglio cesa-


[ANNO

XXXII F ASC. 44)

SEZIONE PRATICA

I

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reo $i troYano soltanto ir1 casi rari e del tu tto eccezionali. La ,p lacenta previa va 'in vece trattata, anzic}1è chirurgicamente, ostetricamente, come lo dirnostra la statistica di una trentina di casi dello stoE>sso A. Il trattamento da lui seguito è il seguente. 1) Trav aglio dicliiarato con placenta laterale o

rriarg1nale . Rottura artificiale delle membrane fida ndo per 1'eSjpletamento del parto sulJ e forze

della m adre, a meno che condizioni 51Peciali non esigano il rapido allontanamento del feto (rapido in senso molto r ela tivo) ; in tal caso, rivolgimento classico o misto a seconda delle condizioni dP-lla . . bocc::i u ter.ina ed estrazione Jenta del feto; attenta sorveglianza n el secondamento, secondan1ento :i.rtiftciale manuale o per spremitura in rasi dj emorragià o di stato m olto a nemico della donna e ·tamponamento utero-vaginale profilattico. '

2) Travaglio dichiarato con placenta previa centrale. Perforazione manuale o strumentale dPlla

place11ta, n1piplicazione c1i sa cchetto di Charnpietier o rivolgimento misto a seconda dell'urgenza, abbassarµento p r ofilattiico dell'arto, estrazione lenta del feto . Il segurito come nel caso (preoedente. 1

3) I n gravidanza. Finch è l'emorragia è liinlta ta,

vigila nza arm ata.; se l'emorragia si ripete, oppure assume caratter e allarmante, sacchetto di Cha1r1pieti er o rivolgim en 1o mis to, p r evia limitata d1la,· tazione d ella bocca u terina fino a p ermettere l'in-· t rodt1zione di due ·dita~ trazioni dolci e continua· te con pesi, così sul sacchetto com e sul feto, allo scopo di eccitare le contrazioni u terin e. Immediatam ente do1Po questo primo .tem1p o , se le condizioni dell a paziente lo esigono, si praticano lin1itate j1p odermoclisi a scopo tonicizzante e quindi i11ie· zioni eccitanti. Anche in qu esto caso, la espulsione d el feto è affidat a alle forze della madre (ri.v'ìlgimi:>nto misto) oppure, dopo espulso il saccl1etto, si pratica il rivolgimen to classico eseguendo m olto cautamente l' estrazione d ella testa fetale. È ser:1 pre d:i uf'are la massima dolcezza dell'esecu zi.) ne dcU6 1J1".11ovre, rna n ello stesso tempo non ~i .Jev~ avere nessuna dul11)iezza sulla indicazione dei vari interventi. fll .. 1

Mastite· cronicà e cancro. La denominazione : cc mastite ·Cronica » sarebbe, secondo G. Leutl1all Cl1eatle (The Brit. "A1ed. Jou1 ., gennaio 1925), fon,dan1entalmentie errata, perchè con essa non si allude ad un vero e proprio processo flogjstico clella m ammella, e perc11è i segni clinici ·che di tale aiff ezione si danno mascher ano spesso un incipiente carcinoma. Tali se -

gni, infatti, })rima o poi si co11fondono con quelli die1. n eoplasma. ll\1olti nomi sono stati 1p erciò 1proposti per sostituire quello di mastite cronica, ma l'A. preferisce il termine : mazoplasia. In ogni modo egli m ette in guardia con tro la frequenza con cui s.i passa ·d a semplici fatti di iper.p lasia alla !ormazio11e ·di tessuto n eoplasti-co, e consiiglia di ricorrer0 senza in1d u.g io alla bio1p.sia, al minimo sentor.e di ciò. l\tl. F AB ERI . •

li trattamento della tubercolosi del testicolo. Il trattamento 1deve essere .1p recoce, poichè all'inizio le lesioni sonq p-i1ì localizzate e si può agire sul solo eipididirno con la speranza di rispar· rniare l 'infezione del testicolo. Si deve agire esclusivame>11te sull'epididimo, evitando ogni mutilazione inutile, da farsi soltanto niei caisi estremi. Si deve poi tener presente che la tubercolosi d el testicolo è la manifestazione locale d ell'infezione generale ed è quindi il trattarµ ento generale deJla tubercolosi che si farà non solo n ei primi stadii, ma anch€ in qu elli avanzati. Hanno effetti notevoli l'eliotera1pia , il clima marino, la cura d elle acque saline. Soltanto questa cura si prescriverà acl u11 rnalato cl1e •Si presenta con un ipiccolo nucleo epididimarjo r ecente oppure antico, ma c11e r1on ha p rogredito. Se invece 1'andan1ento d ella malattia è 1piuttosto attivo, se il piccolo nucleo e.là l'impressione di una piccola fluttuazio11e profonda, se i tegumenti cl1e lo ricoprono si inspessiscor10, e presen tan o una minore mo.b ilità e soprattutto se essi incom inciano a farsi rossi, al· l ora si impor1e l 'indicazion e della epididim ectomj a. Al cuni preferiscono ancora i11 tal e stadio usar e le iniezioni modificatrici secondo la t ecnica di Calot o sclerogene secondo qne Ila di Lannelon· guc, altri far1n o d elle r-esezi.oni rparziali, o dei ,ra schiamenti o delle cauterizzazioni col termocau· terio. ì\Ia quando l'epidi-dimo pTesenta pareccl1i noduli evolutivi e· ri copre come u n voluminoso cimier o il casco testicolare si farà l 'epididimectomia con la resezione .p i ù o meno lunga del dotto deferen te. La coesistenza di lesi oni vescicolari o !Prostatiche è una ragione di più p er intervenire poichè l'epididi.n1ectomia ha su di esse un'azione n ettamente regressiva. Si farà la castrazion e qua11do la tubercolosi ha preso i tegumenti e li ha ulcerati costituendo le ti1pi che fistole della tubercolosi. con1e osser\ra Uteau (Jo,u rnai des praticiens, ZI marzo 1925) la castrazione si impor1c a11che nella forma ipertrofica in cui testicolo ed epididirno

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1544

IL POLICLINICO

forn1a110 u11a r11assa volumi11osa dovuta all'al>bo11danza della Teazion e co11nettìvn. al processo tu' fa pe11sare ad un i1eoplasn1a. ber colare. ferina cl1e I11 complesso dunque la castrazione sarà Tiservata alle for1ne acute, a quelle ipertrofich e ed a quelle elle continuano a progredire anche dopo l'epididi1r1ectomia . fil

Il trattamento delle inflammazlon della prostata.

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I

,i.\lc une n1anifestazioni cliniche dell 'infiamrnazio11c prosta tica sono b en note e con sistono in sensazi cn e di pesantezza, di prurito perineale, talvolta cociore profondo e senso di solletico; a ltre i11vece sono u1eno note come i d olori l ombari te11aci, ossessi on a11ti J)er la l oeo fissità e p er la loro ostinatezza. Qu esti dolori fanno p ensare il })iù dell e volte a lombaggine cronica e si trov ano d i solito in individui con pr ostata dura, sclerosa . .i.\ltri prostatici accusano soltanto disturbi gerlitali : sia d ell'er ezione, sta d.éll 'ejac ulazione, cl1e è pre1natura, dolorosa, asse11te; tali fenomeni s1 osservano sp ecial1nente n ell e 1prostatiti da coli. J~ semp re n ecessario l 'esarne si &ten1atic o cl1e nor1· deYe però limitàr si alla esplorazione rettale la quale p11ò a11che essere infedele. Oltre ai segni eY icle11ti ·di prost atite, quali l e n odosjtà, le irregolatità di consistenza, la mollezza esagerata della ghja11dola, solo l 'esam e cito-batteriologico del 11qu i rlo 1prostatico 1p erm ette di porre con si curezza la diagnosi. L 'esarne va fatto Slll liquido fuoriu scente dop o accuTata lavatura del canale i1retrale e cl c·ve riguard are la formala citologica e l e coli ure d el liquido stesso. :Nè si d eve trascura re l'esam e e.rtd o scopi co cl1e p ermetterà di mettere in tilievo la presen za di uretrite posteriore. Nei v ecch i la diagnosi v iene resa d ifficile dalla 1p resenza d el la jpertrofia .p ros tatica ed è talvolta malagevole stabil ire e 5i tratti di ipertr ofia semplice, di infìa1n 1nazio11e semplice o di infiammazio11e in pros1ata ipertrofica. L 'esam e citobatteriologico 1p otrà, in n11ione ai cara tteri rilevati al tocca1nento, 1p orta r e ad una diagnosi esatta. P er quanto riguarda il tratta1n e11to, oltre ai com .11ni metodi antiflogisti ci, è sernpre ind icato il ma:;sa g·gio f>i111ant1ale cl1e R. Da:rget (l o11rn,. de niéd. de P arls, 2 maggio 1925ì consig lia di fare in l)OSizi on e dorsale, in ct1i la ma.no a ddominale p errnett p 1'espressio11e del la gl1ian d ola ~P. il rnalato può rilasciare co1n1pletarnente In $Ua paret E' a clcl ominal e. È altresì raccoma11rtabilc di far e· il n1assaggio a.lternativau1cute co11 gli · indici di entrambe l e inani, i11 quanto rhe ogni indice n on fa bene il inassaggio cl1c clel lobo corr ispon d ente. 1

[ANNO

XXXII,

FASC.

44J'

Il 111assaggio deve essere ripetuto frequenten1ente ~ seguìt o e' 1 entualmente ·da istjllazioni dirette al processo uretrale come a quello prostatico. Il trattamento deve essere lungo e cont1nuare al di là c1 Plla g·narigione ap1parente, &e·g u endolo con co11ti11ui esami c itoba tteriologi.ci. Co11 il solo tratta~ 1nento locale però i rnetodi di coltura d el liquido prostatico e dello sp erma rivelano la presenza di stafilococcl1i e di gonococchi. ·Co11tro qu esti si .d eve· 1nettere ln opera la vaccinoterapia, sia r on g l i stocli.-vaccini, sia meglio con i vaccini autoge1ii~ i potrà così ottenere la scom1p·a rsu del eo-onococcu . • e, quando la prostatite è dovuta al coli, anche di questo germe; rara1n ente si potrà far scon1parire· lo 5tafilococco. La vaccinoterapia da sola è inefficace e gli insuccessi che ad essa si attribuiscono son o dovuti al fatto cl1e n on era stata messa in. opera la cu ra locale. Solo con l'abbinamento dei due trattamenti si ipotranno ottenere dei risultati' confortanti .

1

MEDICINA SOCIALE. La lotta contro i rumori. Il voto cl1e il Co11siglio d ell 'Ordi11e d ei ~ 1J edici ùi Roma p er lodevole iniziativa d el prof. \ ' ittorio Ze\.1 ha prers entato alle autorità ammini. trative della Ca1)itale, ha su scitato · f·ervore di con sen si ed 11a prov·1caro a11ch·e la i1npostazi on e cli u11 vrogramma elabora to d a l prof. iVIa11cioli pei- i11c:trico :l el R. Cornrnissario . Sarebbe azzardato farsi d elle illusio11 ~ cir ca l<t. in1n1edi ata .'l,i1pli cazio11e di un program111a cl1a 1 icl1ieùe 1nodificazio11i d 'impianti .e d'.ab.itudini .. !\l a l'aver p osto il problema e l 'a v1er riconosciu lo I Ja n ecessit à di iisolverlo costituisce certo argon1ento di speranza, so non affidamènto che le cause di ru1nore n on siarlo per lo m-eno aun1e111at,e . Non è dubbi o ch e fino a d oggi 1 tecnici no11 si preoccu1pavano d ' altro che di Tendere le segnala7ion"i più rumorose c h e fosse possibile, i1ella coiruzione (legl] irnpianti n on si p on e,·a mente ad e1i1ninare 0 ridurre i rurnori inut]li, nè alcun pedagogo h:t ricon oscitLta la opportu11ità d ':i nsegnare· alla gen t e- ital.ana i1 Yantaggio d 'ess.er e me110 ch iassosa. C.h iasso, chiasso! La stazion e d i co11,fin2 a vvertc con il suo n om e c.11 e s i entra r1el i-e.gn o d el cl1iasso. Ai ru1nori inevitabili si aggiungono quPlli :11u, . . . t ili. ~ <' lle stazioni al rom bo d ei treni s1 a gg1ung u 110 i fiscl1i d elle locon1otive ad alta tonalità e proJnngati oltre il necessa ri o, i fisrl1i ritti del

....


I .!\NNO XXXII' F ASC. 44 j

SEZIONE PR \TlCA

J)erso11ale di ma11ovra e d·e i capi stazione) il vo{'.j are dei viaggiator.i, l e gri,da dei venditori di ,g·iorTUtli, di bevande . . ùi ·viveri, c11e urlano a ~quarciagola. per so1iraJfar.si l '<un l'altro e producono un frastuono inferna1e ·Cl1e sa di fìera e c.11'e rico1:da -le baraonde pie.digrottescl1e di Napoli e ~ a11g·ioY annesche cli .R oma. Le g·ra11di città con la l oro vita sen1pra più agitata diventano sempre più rumorose, ir1to.llerabilrr1ente rumorose. I veicoli c11.e s'incroc~ano i11 tutti i se11si, s'accalcar10, s'inse.g·u ono urla110 jl loro .avviso senza treg·u a, senza misericordia, i tran1 scan1pan ellano e stridono s2nza pietà, l e motociclette strepitano, i ve11ditor~ arr1bula11ti, specie (jU·elli clei giornali, urlanp sgt1aiatamB11te la lol'o i11erce, i lattivendoli, gli acqt1aiuoli, i gelatieri soffia110 all egra111ente n.3lle lorc cornette, l e ca11t• par1e delle cl1iese battono poco crtst.ja11arnente i l oro rintocchi, si g ricla per })arlare, si fischi!l, si suor.._a da per tutto . Uu vero pandemor1io. ·U n 1pand e11ìu1110 reso ancora più assor'1a11te •dalla strettezza qclle vie delle città italiane. Niilano , Roma, Napoli sono le città dov·e l'.~nconveniente è }Jltl gra·ve: l\1jlane con il 1p alpito freme11te dei SllOi comr11er ci e delle sue industrie, Na1Joli la gaia città, .dove tutti i suoni, tutti i rumor ~. tutte le v·oci .s i fo ndono in ur1 fracasso assorda11te cl1e contra.sta con la dolce armonia che ,d'ogni parte canta ]a nat1]ra, R o1na, c·ll e i1el 1c11i centro augusto ma purtrop1p o angusto flr·v e pulsare il cuore d'u11a gra11de nazione. Il frastuono è l'inevitabile attributo d 'ogni gran1de città , e d'..venta sempre più inten so a misura c be l'urbanesimo si accentua, a misura cl1e la Yita di \·enta sernpre pit1 mecca11ica. Ogni giorno nuovi rumori si aggiungono, ed i r1uovi rendono più inte11s ~ i v.ecchi e vtceversa per nec.es;:,ità di ,5 opraffn.zior1e. O·g11i rumore .d iventa .p er cl1i lo procln ce u11'ab"itudine, un automatismo. I trau1 v ieri batto110 il ·p leèe sulle loro ca1uipa11e a11t o.1 naticamente ancl1e senzo. necessità, i condu centi di automol)ili pon1pnno la loro tro rnba per so lo divertimento o per a.bba11do11arsi allegr~me11te alle ·corse frenetir.l1e, che nelle ci1tà i1on clovrebJJero. essere cons8ntit1:;. f:. ·difficil e re11clersi co1l'to dei m otivi 1p·er i qunli i ve11ditori .di gior11ali debbano così spietatam rr1te rovinare le IOTO cord e ·v ocali ecl i timpar1i dei cittadini: Le loro gr i·d a sgradevoli so110 un invito tutt'altro cl1e s11ggestivo. f_.e campane delle ch :ese p er qua11to dolci e i101stalgicl12 m emorie ad esse Si COllPghin9, Jarebbero br.ne a limitare per lo m eno i Joro rintoccl1j, specie in certe or e cbe i lavoratori clevo110 ·decli.care al riposo. 1

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154;)

~la

purtroppo r1essuno vuole essere ass.~rrte nel pande1r1or1io generale. Eppure nell'jnteresse della salute dei c.ttadi11i occorre che il frastuono clell·3 grar1di città sia ridotto al minimo . ..\nGl1e pri111a che j rumori urbani rao·g·iuno·es'=' . o sei-o l'intensità e Ja tonalità attuale intensità e ' t o.n alita . cl1e per altro mi nacciano ·di accentuarsi. prog1 essivamente, ne era 61".ato s0gnalato il ùa11110. l"{icordiamo cl1e Barv ftn dal 1890 aveva richic1 n1uto l'atte11zione clell'.l\ssociazio11e medica inglese s ulle affezio11i cagior1ate all'organo dell'udito dai ru111ori. O~l-:ley in ..\merica da decen11i lotta con costa nza. apostolica co ntro i ru111or1. Verney i1el 1915 pub·b licava su questo periodico un articolo nel quale riassurneva. la quistio11e e consigliava i rimedi oppor1 uni. Egli ricordava c11·e il prof. Vittorio Grazz : di Pi sa fu un pioniere ·d0lla lotta contro i ru1nori i11utili. Quest'autore din1ostrò clinicament e P spe~ rimentalmente i dann i causati all'orecchio clai rumori a·c uti. Sec-o.r1do il Grazzi questi danni . sono lanto pi.ù gravi in quanto l'orecchio r1on dispo11e di un effica ce apparecchio di ·difesa cou~ ro gli st.i1noli. rr1ol-.Jsti , paragonabile alla palpebra cl1e proteggt: l 'occl1,io dalle luci trnppo vi ve . I danni .causati al SLste1na nervoso sono certa• rfJ énte più gravi. Lo .::;tato di n ervosisrno di cui ~cffre la società moderna devesi senza -dubbio ·i11 g ran parte attribuire all'azion e dei rumori i11t211si e continui. 1'nttl possono rendersi conto dello stato di ' i 1'i'('qui ei ezza, della se11sazio11e cli fa cstidio che dà u11 rumore i111ovo, o dello ,stato .di confusione che s1 prova ritornan.do dalla carnpagna in c·~ttà . ~\ è la così cle1ta ab]tu.di11e ai rumori preserva dall'azione dannosa del frastuo110 sul si, sterna nervoso. Le sensaziorti uditive contir1l1 e anche se n on ,·arcano la soglia della coscie11zu , non per questo non eccitano in rnodo co11t~nuo, assillante i centri acustici, da cui gli stimoli si propagano ai i:;entri vicini. St11 sist.Jma i1ervoso ag:scono infir1iti stimoli di c·ui non si ha coscjenz11, e quando questi stimoli sono abnormi, sono intensi e ripetuti, prod·ucono u11 'eccitazio11e continua che si tr.a.duce poi i11 esaurirnento. Se noi dal l'aperto entria1no in u11 arnb~ente con atmosfera viziato., a.vveTt.ia1no subito che si tratta di l1n' aria irresp irabile. 1\lla se ci soffermiamo per qualche tem1)0 i1ell'n.mbie11te stesso no11 avvertiamo p iù quella .sensazione p e11osa e r~pug11anie: tu1taYia l'aria viziata agirà sul nostro organis1no uroclt1ce11ùo i noti Ja tti tossici. Così avviene cl egli sl imnl l se11soriali rnolestt: l'abitu<li11e ·pt1ò farti 1

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1546

IL POLI CL INI CO

passare ina·y~: er ti t1 o renderli 1neno fastidiosi, n1a no11 elin1ina il dan110 eser citato sul sistema nervoso. 1

I rumori disturbano il sonno che è la funzione

rjparatrice per eccellenza del si1s te1na n ervoso. l i11a d olce, n1011otona n enia p·uò propiziare il sonTJO, iI rumori inten s i l 'ostacolano e lo disturbano, così come fa la luce viva.

..

Ci si può abituare, a ddor111entarsi e continuare a dormire a n·che quando l 'org·ano uditi.v o è co1pito i11cessa11temente da stimoli forti, m a si ha semprA u11 sonno agitato, irrequieto , poco ripa1 n tore. Gli stimoli a-custici continuano ad ag:r e sui centri inferiori anche se la corteccia cer ebrale non è in Q·r a do di t rasformare queste ecci tazioni 1n f eno111eni coscienti. Gli effetti benefici d el ·silenzio sono più sen siLili sui malati e s ui conYalascenti. ~elle g ran.di città bisogna ri11 unziare a questo m etodo a diuva11te di cura. E p t1rtroppo n ei n ostri osped ali, a11che i più accreditati, l'indole cl1iassosa d el nostro p opolo fa s i ch e il personale d'inser vien za e i i·icoveroti m e110 gravi n o11 si p aritano di v ociare, di gridare disturbando la calm a sen soriale di cui h ann o bisog·n o i malati. In effetti i1ulla è pii1 riposa11te d el s ilenzio. L 'azionr, :r:storatrice ,della vita di can1pag·na sul sis terr1a ner\'Oso d egli abita11t i d elJ e città è in buona parta doYuta al silenzio. Il p ro lil e 111 a d ella 1imitazj011e d ei ru1l1ori è senza d11bbio graYe. L e autorità a1nmin-~strative d ella ca1)itale i11 seguito all' opportuna jniziatiYa d el prof. Zevi han110 g·ià pronte le grandi linee di un progra111n1a . .-\u spichiam o ch e esso sia tradotto in 1prnt jca; e n or1 ~ oJo a R o1na, m a ir1 tutte le città d ?.l R eg n o. Ed au p icl1ia1no ancl1e che l e n or1ne cl1e sarà p er dettare il Governo abbiano ai1c.h e e1fft cacia educativa sul n ostro 1p opolo. P ossa questo im1pa ra1·e cl1 e il silenz jo è n on solo virtù propi zia i1ei r ap1)orti . ociali, nia ancl1e necessità di salute. G. DRAGOTTI. 1

[ANNO XXXII, F ASC. 44 j

Yas1: esso ·determir1a costrizione dei vasi periferici, d ei vasi degli organi addon1ir1alj, ecc., e fa solo eccezione per i vasi cardiaci sui quali spieg a azione vasodilatatrice. In questo m eccanism0 a·azione stimolante del simpatico\ e nella diYersa influenza d el simpatico st es.so sui . vari t erritori vasali sii ha la spiegazion e dell'appa re11te con tradizione. 0

T. PONTANO.

Tratlctti s'ulle malattie dei v•ecchi. :.\Iurgia, da P egli:

Al dott. G.

Consulti: l ,ORAND. L a vecc h i aia; cails e e· cura. Idelson, Napoli - H. ROLLESTON. Some niedical as1J:ects of old ag e. l\1acmjllan and Co., Londra 192Z - l\!I. w . THA\VLIS. Geriatric s. -c. V. l\1osby Cornpany, St-Louis, 1919 - '"' ILLIAMS. M i ddle age arirJ. old ag e. Oxford m ed. publ. I

fil.

:\l d ott. .-t\ ...\gostineJli, da Pesaro:

0

'

POSTA DEGLI

ABBO~ATI .

Con sulti : F : BOTTAZZI. Al i1nenta::.ione dell'uomo. Giannini ed., Napoli. .!\mpie tabell e sulla dieteti ca ' . troverà i11: !VI. S\VATHZ ROSE. A. laboratory handbook /or dietetics, i\Iacmillan Company, Lon dra. fil.

Al dott. D. iVIontema.g·no, da Pegli : Co11sulti: • PIANESE. Lrt tecn.ica delle a11,topsie. Ele1n enti e giudizio . oc. ed. libraria (attµ almente F. \ -allardi ), l\ililano. fil.

.-\ 1 u ott. C. E. , da ..\oquavi\ra : SPTNELLT. Jtanuale d i

terapia medica ginecolo(Jica e picco la chirurgia vagi na le. Idelson, editore.

::\a,p oli. ~on esiste u11 m anuale ·di terapia endovenosa.

111 qualu11que tra tt ato di tecnica medica, del resto, trO YEr à quanto desidera. Su quello recente d el ' \IAscr (L. Pozzi, ed., Roma) la materia è svolta con arn1p iezza su fficiente. fil.

.4 ::.ion.e d ell'a dre11a l ina su lle coronarie e sui Vl(J.Si perif erie i. -

.-\1 dott. G. ' ' ., abb. n. 3747 :

L'adrenali11a spiega azione vasocostrittric8 sui vasi p eriferici e su quel li innervati ·dal~o $pl ancnico, azione , .a sodilatatrice sull e arterie coronarje. P er re11d er si conto dell'apparente contrasto bisogna ricordare che l'azione d ell 'adrena1 ~n~ si eser cita attraverso 11 sistema si1n~ati­ co, di cui l ' a:d r enalina è lo s quisit o stimol a tore: '.\I a l'azi o11e del simpatico non è uni·voca sui

.-\1 dott . .-\. .\ zzolin a, da Palermo : l l ~ella rivista: T umori del 1p.rof. FICHERA tro, "età fo r se qualcl1e indicazione in proposito di quanto Ja interessa. Dico « forse » 1p erchè jì metodo è ar1còra allo stat o di stu,dio e non è ancora en t.roto riel dominio ptlbblico. 2) La subc11tina viene prescritta in quantità di gr. V.,8 1 % di s oluzio11e fi siologica (al 0,7 %) . fi l .


[ .:\NNO

XXXII, FASC. 44)

SEZIONE PR.~ T1(.•A

VARIA _ Fisiologia e patologia dei gemelli.

• •

\"i sono tre classi di gemelli: monocoriali, di:. coriali, siamesi. I monocoriali, detti ancbe monozigoti, omologhi, uniovulari, similari, identici, hanno quasi serr!pre aspetto identico, ,s ono dello stesso sesso. Derivano da un solo uovo come è provato dal fatto cl1e nell'utero sono J)l'ovvisti ·dti un solo corion e di• una sola placenta. I di cori ali non Si raissomigliano, o .meglio .hanno le sole rassomiglianze che si riscontrano tra fratelli e sorelle .p artoriti in epoche diverse: hanno corion e placenta distinti. Presentano intere~se solo per il fatto cl1e ne~la Yita intrauterina e generalmente an~he durante l'infanzia sono sot' toip osti alle medesime influenze. Possono essere di 5esso differente. I gemelli siamesi o riuniti, sono individui cnngiunti per una parte più o meno grande del loro corpo; derivano da un solo uovo ed 11anno perciò gli 1stessi caratteri dei monocoriali. Pochi sopravvivono. La frequ enza dei parti multipli varia nelle differenti località. Dalle statistiche di Kuri;chner risulta che a Napoli si ha 1 parte gemellare su 158 normali, a Palermo 1 su 126, a Berlino 1 su 88, a IJondra 1 su 85, ' a Parigi 1 su 84, a v·ieona 1 su 74, a Heidelberg 1 su 52, a Dublino 1 su 57. Ballantyne ha troYato che i monocoriali s i trovano n ella proporzione del 12,25 % cli tntti i parti gemellari ; ciò dà ragione del fatto cl1e nella maggi oranza dei ca si esistono differenze marcate tra gemelli. . Come si è detto , si ritiene generalrnentri che i gemelli identi ci derivano dalla fecondazione di un solo uo~o da 1p·arte di più . sper1natoznL In gran parte sono di sesso maschile e, co1ne si è acce11nato, presentano una sorprendente c:;omiglianza: hanno la stessa altezza, lo stesso peso, lo stesso colore dei capelli, della pelle, degli occhi. :2uesta eccezionale somiglianza ha fornito ottimo 1r1ateriale per la produzione cli leggende, di drammi, di romanzi. Castore e Polluce, i due gemelli identici, secondo la mitologia nacquero da Leda, che· fu fecondata da Giove che 1p er l 'occasione . prese. la forma di cigno. Secondo un altro mito Leda .p artorì due uova: da uno nacquero Casto.r e e Polluce e dall'altro Elena. Plauto nella sua commedia « Menaechn1i » mette in scena due gemelli: Menaecl1mus di Epidamnus e Menaecl1mus Sosicles. E Messenio , il servo di quest'ultimo, cosi parla della loro rasson1iglianza: « Io non riesco a distinguere 1'l1no dall 'altro. L'acqua non rassoI

1547

' il latte no11 .rassomiglia al

111iglia all' acqua, latte> con1e voi rassomigliate a lui, e lui a voi » . .:. . a somiglianza dei due 1Personaggi è sfruttata per creare situazioni comiche finchè il mutuo !'iconoscimento spiega gli equivoci alla firte della con1!t1edia. La « Commedia degli errori » ha un intreccio analogo, ma è ancora più com1Plicata dall'introduzione di ·due gemelli, D:romios, con1e attendenti dei principali personaggi, i due ge1r1elli .t\11tiprtol us di Siracusa e Anti1p holns di Efeso. ~ ella (( Twelfth Night » Shakespeare fa agire cl ue gemelli, Viola e Sebastiano, che hanno « una fa c('ia, una voce, un .p ortamento n. -~- Durnas nei (( Fratelli còrsi n rappresenta due gen1elli identici che erano riuniti al momento della 11asrita e fu.r ono poi separati mediante operazione. Dumas immagina C•h e i due fratelJj oltre la rassomiglianza fisi·c a avessero una sim1patia sentirnentale, per modo che anche a djstanza l'un·.:i avvertiva le sensazioni piacevoli o òolorose dell'altro. - ~l11rra~y · (Lancet, 14 marzo Ì925) osserva che oltre cl1e i1ell'aspetto fisico i gemelli monocondriali. 51 rassonligliano psichicamente. I fratelli Gcrdon, noti poi sotto il nome di <e Gemini Generals » entraro110 11ell 'esercito n allo stesso giorno e nello stesso giorno cliventarono generali. Due a.ltrt gernell i e11trarono nello stesso giorno come studenti tli rnedicjna · nel Royal Colleges, si lanrearono nel lo 3tesso giorno riportando i medesimi voti anche agli esami speciali. Due gemelli giuocatori di te11nis erano ugualmente abili. Altro ese1np10 cu.r ioso è dato dai fratelli \V., che ebbero perlìno lo stesso nun1ero (dieci) di figli. I gemelli monocondriali hanno le medesime caratteristir he anatomiche, la stessa inflessione di voce, lo stesso portamento, lo stesso carattere, gli stessi gl1sti e spesso an·che simultaneamente le c:; tesse jdee. Galton riferisce il caso ·di due gemellj, ch e contemporaneamente si srpedirono jn dono ri sipettivarnente dall a Scozia e dall 'Ingl1ilte.rra una cassa di bottiglie di champagne. I gemelli monocondriali presentano inoltre le medesime deformità: spina bifida, labbro .Jepo1 ino, J)Se udo-ermafroditis1110, dita soprannumerarie , ernia cerebrale, ipospadia, ipertrofia dell'ombelico . La mortalità dei gemelli è molto alta. Su 3883 pn.ia di gemelli ricoverati n el ·Brefotrofio di Mosca il 62,9 % morì_ nelle prime settimane di vita. Nella m età dei ca.si 111orta.li ambo i gen1elli morivano n ello ·stesso giorno, n ell'altra metà l'altro soa;lrav~ visse solo qualcl1e giorno . Nei primi due anni di Yita la mortalità è la più alta; superato il


IL POLICLTNICO

quinto anno la mortalità s i mantiene allo 5t8sso livPllo di quella d egli altrj bam·bi11i. P.er altro i geroelli posso110 rnggiu11ger e anche età avanzate. I frat elli D. vissero 81 anni e fi1ìo a IJOCo prin1a ... della 1u.ortc avc·va110 arnb.edue lavorato come pil oti; i f:t' utelli G. n1oriro110 a 91 an11i, e si ricorda il caso anclte cli due gemel le che inerirono cc.niennei e. 1 gemelli inonocondriali soffror10 di soli to le n1eclesime rnalattie costitt1zionali o eredit<Lrie, e qua ndo no11 vivo110 i11 a rnbienti diversi o si esp ongono a cause n1orbose separatan1ente p ossono contrarre nello stesso tempo le 1nedesime inalattie, specie durante i primi mesi di vita. A.bt riferisce d i dt1e gerr1elli r 11e contrassero insieme il 1p E» mfìgo e 1~ l'1e soffriTono conternporaneam ente n1a5tite si11istra seguìta da eresipela. Lo stesso Ul1tore osservò due gemelle che all'età di due mesi. ,p re$8ntavano convulsioni, tetania, racl1jtismo. Garrorl cC1nstatò alcaptonuria in cinque coppie di gerr1elU, albinismo in undici coppie e cistinu ria in allre due coppie. Murray troYò in un'altra coppia diabete c11e ebbe lo stesso decorso in a1r1bedu c gli individui i qua1i morirono in corna a _, ' ' poca distanzn di tem1po l'uno dall'altro. '1ich aelis · Tiferisce dt du e gemelli i qt1uli avevano vissuto in a1nbienti diversi e cl1e all 'età di 60 a11ni furono r,ol piti cla parestesie alle gambe, ulceri p erforanti dei piedi, glicos11ria, retinite albuminurt.ca a c.11e 1norirono cn11 i ntervallo cli t empo di poclle settimane. Galton osservò due ge·mell i cl!r alla stessa • ·et à furono colpi ti da n efrite e che morirono quus1 contemporaneamente. •

Il f e11omeno su a cce11nato del1a co11tem·poran1•it3. ed identità delle inanifestazioni morbose nei ge1r1elli m on oc'ondriali è stato con statat o anchP .p er .altre sindromi morbose. Trousseuu riferi sce di ·ù n e gemelle che pur vivendo lontano, alla stessa ora avevano crisi d ' asina e forme ·d ' oftal1nia r e u~ 1natica. La ycock osservò la cataratta 1nanifestatus i conternporanearr1ente in due gemelli. In una co ppia la ·cerulea, l'itterizia si ir1anifestaYano alla stessa o.ra (Gill). 111 una coppia di gemelli P caror l<e osservò il morbo cli H odgkin, in un 'altra Sie1nens osservò leucemia splenicn. E rosì si è constatata l'emofilia, la contemporanea manifestazion8 di i1eoplas1r1i (adenocarci11oma dell'utero, 11apillun1a d ella laringeì e di stenosi pilorica, noi1chè di gozzc e d1 altri disturbi d ella tiroide. .l\nch C' 1e malattie mentali presentano la stessa {',ont!..! mporaneità e 1somiglianza di decorso. Al riO't1ar<lo è intPressante l'osservazione di i\larandon C' d e ~Iontyel. Si tratta di due gemelle che mestrua· rono lo stesso giorno e conte1nporaneame11te soffrirono forn1e identiche clelle seguenti malattie: reumatismi, clisorclini intestinali, morbillo, roso1

[.t\NNO

XXXII, F.\SC. 44]

l ia, varotite . .:i inn ri tar:ono e diventarono incinte conten1poranea1r1ente. ,l\.l ouarto mese di oo·raYic.lanza a1nbedue furono colte da manja acuta con <leliTio erotico e r-eligioso. Do1pi0 il pal'to (t11tte e t ft1e partoriro110 l111 inascl1io) guarirono co!npleta111c11te. ~ei gc111clli rr1011oco11d.riali è stato osservato anche il 111ongolisrn0 ed altre forme di cretinisruo. I fatti finora cl epo11go110 IJer la .straordi11aria rassomiglia11za dei .g·em elli J11onoco11driali , cl1e oltre acl esttinsecar. i i1elle fattezze, nel portamento, i1el carattere, 11ellc tende11ze s i manifesta con le !nedesi1ne reazioni organiche e psichicl1e ai vari stimoli ambie11tali, alle varie influe11ze patogene. ~

argo.

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. L a, curenza premio clell'assicwrazio 1ne nbbliua·t oria malattie. - Prato, M. Ma.rtin1 , 1924. l'yor1 hoca (.L\~ute on the detio loay arid Treatment of). - . Lo111don, '\'alcher La.boratories, 1924. RoTIINOVITCH L ouISE and 11.{TILF.s GEORGE. A cheniir:ul basi:~ for thc 'l'r catnie·n t of Tub ercolosis. -. American Revie"' of TuqeTcolosis·, 1924. ROMA GNA MANOL-\ AcRILLE. L 'opera nazioriale per l'r: ssisf enza aali or.fa ni di ouerra anormali ps1rh i ci. - Ti p. A. ){n.nuzio, 1994.. SANJ:·ANGFJ.. o G. Esve rirn e·t1 ti cli ter·ap'ia endovenosa rn1i l'iodio a~lo stato di ione. Milano, A. Ran· cati, 1924. SC' \.GLIONE Giu SEPPE. JI etodo rapido dti colorazio11 e del trepon enia· pallidum con una soluzio·ne colora'!ltc ·un·ica. - · Genova, Stab. Tip. Tecnico PnosPEHI GINO.

Industri ale, ScHIAF:SI

1g2~.

FRANCF.sco.

J ,ci reviviscenza delle ~one 1

n:olr.riche considerata nei fattori causali e nelle modal.ità cli svoloirn ento. - Bologna, L. Cappelli> 1924. SEGA ACHILLE.

nale. -

1'.-Hovi

oriz~onti

d.ella pCDtoloaia re-

Torino, St.ab. 'Tip . S . A. I ., 1924.

La prova della ernoclasici digestiva ne i suoi rapporti C«Yn la funztion e epati ra.. - ì\i11lano, Soc. Edit. « Unitas », 1924. SICNOHI ATTI LIO . L'ottusità pa ravertebrale dorsale inferiore clestra nei processi neoplastti.ci . - CreSIERRA

CosTA

PIETRO.

mona Stab. Tin. cc Cremona Nuova », 1924. THALEtt ' HAwo. Die :Aiedikamen fo se behanclLung des Pu.erperalfiebers. ~ Berlin, J. S'Pr1nger, 1924. '\r ENTRA

CAR1\f"ELO .

[ Tn

ringo-tracheale. -

caso raro di anestesia laN oçera Inferiore, Tip. del

l\ia11icomio·, 1924. \ TRRONESI _.i\.LFRF.DO.

TJCt patologia d.el sistema arrrn

sirnpatico . - Roma , F.lli Pallotta, 1924 . . ' TroLA DoMENrco. .411tiche e mo(lerne teorie sul t rattrrm e·n to clella tefa nia paratireoprivn. Ge1

nova. G. Sa1nbol1uo e Figlio, 1925.


[ANNO

XXXII ,

FASC.

44]

154~

SEZIONE PRATICA

NELLA VITA PROFESSIONALE. Disposizioni pe1" l 'ist1·uzione supe1·io1·e. Ri~oduciamo

ial dcr rc>to-leyye 4 set i emb re 1925 ·n. 76C4 le pri·n cipoli dis1 .n~i..~io ·ni , che posson() ri1

(J'llarclure ~.Il i studi m edici . Nella riprocl·uz ione 1Jre11onia'lfLo ai pririci.pali articoli il titolo dell' argon1 ento che li dis C' iplina, e C(lr. ..,ervia,mo agli articoli il nun1eì'o eh<' hri nno nel

tt. st o. OoncoTsi per Cattedr e vacantt. "

~>\rt.

1. alvo il di.: posto del 2° comma del]'.art. 17 del R. d ecreto 30 . ettembre 1923, n. 2102, ovf' ui1a Facoltà, una ~ruo]a o un I stituto supe1-iore di magi.stero d el iberino di provvedere con nuova nomina a u11a cattedr a v.acante, pr'O•pongono al Ministro l'ap '3rtura del concorso. Il concorso è a pPrto a tutti con bando ch e viene pubblicato neHa (iaz~et•:u. [Tjficiale del Re!!110 e nel Bollettino0 U fficiale de l l\1inistero al1nen o <ln<' 1nesi prirr1a llfllla scadenza. Il concorso t: p er titoli: tuttavia, la Commissioin e giudicatrice JJUÒ richiedert-) 11 ria l)rov a del! ' attitudine did.a ttica, e, occorrendo, anche una pro•v.a pratica, ai co11correnti. ~i\.rt. 2. La Oo1n m i ~io ne giu<lic.atrice è compoota di 5 me1nbri, ed è i1-0min ata dal ::\1:in1stro. J)ne di tali memb.ri sono designati èLalla F acoltà o cu ol a o I stit uto supe riore <li n1agist ero che ha richiesto il con cor so: 1111-0 <li es.si deve esser e u 11 !J l'0 1fe~sore o cultore della materia rnessa .a concorso estra11eo alla. ]'acoltà~ alla Scuo.l a o all ' Ist1t11to stessi, l' aJti'o un !Jr ofessore a ppa r tenen tl a que.sti possibil·mente di materia affine. Oltre i due membri effettivi, la F acoltà, la Scuola o l'Istituto i nteressati d esigna n-0 due s11pplenti . Due altri inerrib r i sono i1omi11ati su p roposta rollett.1va de11e Faroltà, delle Scuole. e degli I stitutj, ai quali normalmen te <lippartiei1e la cattedra inessa a concor so, fra. i professori ufficiali dell a n1ateria non appa r tene n t i alla F ac-0ltà o alla Scuola o all' Istituto suiperio r-e di magistero cui tratt asi di .orovveclerc .. o fra i cultori della materia estranei all' insegn ame11to ufficiale. 0lt re i ·dl1e n1embri effettivi, le ll'acolt.à, 1e Scuole e gl'Istit.uti propongono due supplenti. Il quinto membro ed un su1pplente ad esso sono de ig nati dal Cons iglio su·p er1ore della pubblica istruzione o, in casi cli urge nza, di cui è giudice il }Iinistro, dal1a Gin nta del Consiglio st e"5So tra l p rofessor i o cul tori della m at er i.a estranei alla Faieoltà, alla Scu ola -0 a ll' l stituto cui deivesi provve•dere. Art . 3. - Le n1·01da lità per le designazio11i da far si dalle Facoltà, dalle Scuole e dagli I stituti su periori <li magist ero sono fissate con ordinanza mini ster1ale. Lo ,t:poglio dell e pror1oste rle1le F.acoltà , delle 8 <'11.ole e degli I sti t.nt i superiori di m.agjstero è 1

fatto dal vice p r es ide nte ·del Oo11siglio supe.r ior" di pubblica istru~ione .assistito dall ' ufficjo di segreteria del Consiglio stesso. ' Art. 5 . - L a Commissione, co11 motivata relazione, !Jr opone a.l pii1 tre candidati ch e ess·a rit enga d €gi1i di <'C·~J rire Ja catted r a m e.~~·a a con<:orso , gradua.n.do·l i irt ordine di merito , e- 11011 mai alla p.ari . I l l\finistro, ~c.:. nti to iJ parere de l Cons iglio supe rior è circa la r e.gola rità degli atti , d ecide della loro a.p pr ovazione . Dopo di che comunica aJ.la Faroltà, alla Scuola o all'Istit11t 0 i ntere~ ntj i nomi <lei candidati propa-c;ti dalla Commissione. L a FaeoJtà, la ... cuola o ]'Istituto superiore di ln.a.g istero, coin il Yot.o de lla maggioranza assoll1ta d ei p1"'01feswri cli ru olo p rese11ti alla seduta , designa no al M1nistro per Ja no n1in.a u110 clei ca.11didati p r oposti da lla C·o·r nmissione . E il ì\1inistro, constatata la regolarità della n roceclura <là corso ' ' co11 suo decreto , alla no1nina ste·ss a, se il ·designato sia il prim o clE>l la gra duator ia, quando trat tisi di prov,reder e .a. ~1osti di R egie lJniversr:i.tà o di Regi Tst it u t i superiori. Qu.ando t r.attisi cli U11i versità, di Istituti s11periori liberi ' o di Jstit u t1 s u•9 eriori di n1agistero par efrgiati dà a questi coml1nicazione della sua aipp110,,·az i0ne. (~u alor a la designaz ion <' delJa Fa coltà , della cu ola o dell' I stituto cad a su] secondo o sul terze> della g ra.du~.toria propost.a dalJa Oommissione g iu, <:l1.cat ric0, la nomina n on !1UÒ ei&Sere .appr ovata ed pffettu ata .~ e- 11 0 11 quando chi preceda nella g raduatoria ste ssa rifiut i la n omii1a o la consegna prf so altra F .acoltà o Scuola o altr-0 I stit uto. O\,·er o q nn ndo eg]i si a. g ià ~)rofessore di ruolo in lln i~ Li t n to cli '.]; ra cl o un i ve,r~·i tari o. ()ualo ra la Facoltà . la Scuola o l' l st1tuto superj or e di 11na.gi1St e r o 11 01n designino va]i,dame,11te J1essnno dei propostj dalla Con1missione g iudicat rice, non posson o chj edere l'apertura d el concoro per la stessa cattedra se non siano trascorsi due a nni solari . . Art. 6. - D ell'e.~i to d el con cor so, dopo le deliberazioni della F aco1t::t, della Scu.o la 0 1 del1' I stii;uto ner i quali jl conco r o stesso fu bandito, e entro u11 biennio da]la dat a di a.p provazion e degli Htti del concorso st et:so, po~1on-0 valer si le altre Faroltà o Sct1ole di l TniYer ità o di I st1t uti super io1·i R egi e liberj o gli a1tri I stituti su1Jeriori di n1.(l~)~tero Reg i e ~Ja reiggiat1 , design ando al Mi11istro, per la n omina , con le modalità e le con. dizioni di c:ui al })r ecede11te articolo, u n o fra i ra11d id ati prop ors.t i dalla c ·o,m missione giud 1catrice, che n on sia stato no.n1 in ato alla catted ra messa .a. \ ronco rs10 . ..i\.rt. 7. - l ie Cnn11ni.s.. ioni g i11dicatrici dei con. corsi si ri11n1 cono in R om.a. l e· relazioi1i delle Commissioni predette d ebbo- · no essere integraln1€ ntt~ .oubblicate n el B ollettin <> ufficiale del )[i11iste~·o della pubblica istruzione . 1

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·1550

rL

P OLifL rxrco

Art. 8 . - Le s pese per le Oommission1 giudi<:atrici, quando trattisi di concorsi a cattedre di Univers ità o d'Istituti superiori di cui alla tabella B .allegata al R. decreto 30 settembre 1923, 11. 2102, o di Unive·r s1tà o d'Istituti ]iberi o di I tituti superiori di ma:gisrtero pareggiati sono a .carico delle Università e degl'Istituti stessi. Art. 9. - Qualora le nomine, in seguito al r1st1ltato dei concorsi di cui ai precedenti articoli, ca.daino su chi già ricopra il p-0sto di professore .d i ruolo, questi conserva il grado e l'anzianità <ehe già occup,a .

Provvedimenti per Cattedre vacanti.

Art. 10. - L 'art. 16 clel R. ·decreto 30 settembre 192.3, 11. 2102, è sost ituito dal seguente: Ai posti v.a canti p resso ciascuna Faooltà o Scuola .Sii provvede con nuove nomine o trasiferime.n ti .che hanno decorrenza no1n anteriOl'e al 16 ottobre ..e non posteriore ~1 1° dicembre. S·petta • .alle Facoltà o Scuole di deliberare sul n1od.o di provvede·r e stabilmente .a i posti disipo1nibili. J,,e rel.ati·ve deliberazioni debbono essere pre8€ 11on oltre il 31 maggio, qu.ando trattisi di nuove nomine da farsi per concorsio1; non oltre il 15 11·ovembre 11ei c~~d. di trasferimento· o di nomina a norma dell'art. 17, comma ~ 0 , del R . decr eto 30 settembre 1923, n. 2102. Quando le deliberazioni delle F acoltà o· Scuole rig11ar dimo nuo.ve 11omine da farsi per 001ncorso, -€S.Se d·e bb ono essere .appro·v .ate dal Consiglio superiOJ.·c di pubblica istruzione. Art. 11 . - (~uando un.a cattedra si renda v.aca11te per il trasferimento o per il collocamento a riposo del SU'() titolare, i1 posto di ruoJ.o a-O essa corrispondente s'i11tende disponibile 20 giorni dopo la clata del .decr<?to con cui è st.ato disiposto il tra~feri1ne11to o · il eollocamento a ripos·o che han110 determinato I.a vacanza. Art. 13 . - Il terzo comma dell'art. 20 del R. d e.creto 30 settemb:re 1923, n. 2102, è sostituito dial se1gt1ente : 1 Og ni tra$f.erimento è disposto su deliberazione della Facoltà. o Scuola co1npetente presa col voto -della ma.ggioranza assoluta dei .p rofe.ssori di ruolo a.ppartenenti alJ.a Facoltà o Souola medesima. P E"r i tr.ac::fer:hmenti di cui al precede nte comma la deliberazione deve essere .apprio.v ata dal C'on. iglio swperiore, che si pronuncia volta per voltai salvo che si tratti di materia che costituisca una parte di quella i11se.c;nata dal professore, nel qual c a.so p11ò essere trasferito anche il p.rofessore . non 1

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~tabile.

_4.cqtListo della <<st abilità». Art. 12. - La 1notivata relazione circa l'ope1 osità e l ' efficacia didattica del prof0$ore e circa il n1Qdo col qu!1le egli ha a,dem.p iuto i!ll genere ai su oi doveri a,ccaclemici dur.ante il triennio, ric:l1iesta agli effetti del conseguime•n to della stabilità, è r edatta da.I Consiglio dei professori della. Facoltà, <lPlla. Scuola o dell' Jstjtuto . 1

[A._'fNO

X.\XJI, FASC. 44J

Congedo - aspettati ve - ·riammi~s,ione in servizio. .t\.rt. 14. - I primi due com·m i dell'art. 26 del R . decreto 30 settembre 1923, n. 2102, e dell'articolo 21 del R . ·decreto 6 maggio 1923, n . 1054, so!llo così sostituiti: Ai prof~sori si apiplicano le norme stabilite per gl'i:rµpieg.ati civili dello Stato per quanto co1ncer11e i oongedi e le aspettative. Tuttavia l'aspettat iva per motivi di famiglia non potrà scadere nel perio·d o dral 1° gi11gno a,l 30 settembre di ci.asourn an110, salvo che si tratti della scadenza del periodo mass11mo. Art. 15. - Nell' .art. 5 del R. decreto 22 m~g­ g io 1924, n. 'i' 44, alle pa1·ole « un congedo della durata di un intero anno scolastiC-O » sono sostituite le p.arole « uq co•nged-0 della durata di u.n i11tero .ai1no solare n. Art. 16. - I professori di ruolo ·d elle Università e degli Istituti suiperiori, che abbiano cessato dal S€rvizio per volontarie dimissioni, posooill-0 e.sfere riammessi in servizio, p.r evia proposta di una Facoltà o Scuola, e11tro i ]imiti dei posti del proprio ru.olo, e previo parere favo,r evole del Coi1siglio superiore di pubblica istruzione. 1

L ·i bera

docen:~a.

Art. 25. - La libera docenza può essere conce~ per qu.a ls i.asi disciplina, anche se non vi c·orrispon da un insegnamento ufficiale nell'ordi.na:nento .d idattico delle Università e degli Istituti . . swperiori. In tal caslQ il Cnns.iglio su·p eriore della pubblica istruzione, prima di proporre la Commissione giucl ioatrice delibera Sè per l'importanza e l'autonomia sciE1ntifica <lella materia in cui è chiesta la ]ibera docenz.a, si possa jniziare la procedura sulla doma.u da pre.sP-ntata. Art. 26. - J~ Commissioni giudicatrici per il c·onferimento dell'iabilitazione alla libera docenza si riuniiscono una Yolta all'anno in Roima n el per iodo che è stabilito con ordinanza Ministeriale. Art. 27. - All'art. 44 d el R. decreto 30 settembre 1923, n. ~102, è sostituito il seguente: _i\ l libero .docente, che durante l 'an·n o accademico abbia. e-ffettiv.ameinte jmpartito un corso regola.re di l ~ioni, è corrisposta, alla fine dell.' anno stesso, su deliberazione de] Consiglio di .amministrazione, una retribuzione commisurata all'im· portan~ del corso stesso, a totale carico del bilancio dell'Univursità o dell'Ist it11t<>. Non sono retribuiti i corsi impartiti ra titolo privato dai pro1fessori di ruolo e i corsi impartiti da liberi docenti che es·s~n{lo aiuti o assistenti ' a. t1n.a determinata cattedra svolgiamo una parte a.e l coroo ufficiale della materi.a medesima. 1

'Ll J'.

sa mi.•

Art 29. - Gli <?6a1ni ai profitto, oresso tutte le Facoltà 0 Scuole, possono essere sostenuti per singole materie o per gruppi di materie, secondo le disposizioni contenute nello statuto cli o~ni Uni\ersità o l~t itu to snueriore.


! ANNO XXXII. F ASC 44)

SEZIONE PRATICA

1551

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Tas;:e. .Art. 30. - La tas.sa an11uale d'i&Grizione stabilita p·er le E'.acoltà e Scuole indicate dalla tabella G al1e~ta .al R. ·decreto 30 sie.ttembre 1923, n. 2102, è aumentata d1 L. 50. Art. · 31. - Agli stu.denti di cittaidin1anza stra.niera è concessa la dispensa dal pagiMlleinto della metà di tutte le tasse e sopratasse scolastiche: nlQ1n è oonce~ di&pensa dal pagamento dei coniiri1b11ti di qualsiasi n.ia tura.. 1

Dispos·i zioni generali e transitorie. i\.rt. 46. - Per l' a.n.110 scolastico 1925-26 1a de.correnza delle i1vove nomine a 1professo re universitario per effetto di o6ncorso potrà pro1'1Q1g arsi .al 1° febbraio 1926. Le deliberazioni delle Facoltà o Scuole per i trasferimenti di p·r ofessori potranno essere prese entro il 30 novembre e i ·p.rorvvedimenti conseguenti aver decorrenz.a fino 1al 16 di-0embre s11ccessivo. i\.rt. 47. - ~ d eliberazioni adottate dalle Facoltà \Q Souole entro i1 30 giugno 1925 relative a nuove nomine varranno come proposte di concorso .ai seTuSi del presP11t€ .d.ecreto. Le deliberazioni delle Facoltà o Scuole relative ai tl'asferimenti di orofessori prese .anteriormente ' alla data di pubhlicazio111e del presente decreto ·hanno validità per l'anno accademico 1925-26. .Art. 48. - Le procedure per nuoiVe nomine già iniziate alla data del pxesente d ecreto con le nor·m € cli cui .all'art. 17 co.m rua 1° del R. decreto 30 • ..settembre 1923, i1 . 2102, sara.nno completate se•condo· le norrne stesse. Art . 51. I pr·ofe..ssori nominati nelle Università libere cli Camerino, Ferrara, Perugia e Urbino anterior1nente al 1° dioe·m bre 1924, qualora da tale diata o posteriormente ad essa siano· stati <> siano nominati professori di Università o di Istituti superiori di cui alle tabelle A e B , annesse al R. decreto 30 settermbre 1923, n. 2102, ha1n11 0' dirittò all,a stes&a oondizione che aid essi 4Sip ette-r.èbbe qualora a vessero ottenuto o ottenessero il passag;g10 in seguito .a trasferimento. Art. 57. - Agli studenti stranieri, che si si.ano immatricrjlati nelle 'Università e negli Istituti su-periori a tutto l'anno a.coademico 1924-25, è ap-plicab1le, fino al compimem.to1 del corso di stu·d i •cui sono iscritti, ·la dis posizione dell.'.art. 54 , ul-timo cormma del R. <l€creto 30 settem,b re 1923 '11. 2102, modificata dall'art. 19 del R. decreto 25 ·setten1bre 1925, n. : 585. A1·t . 59 . - Nell'art . 1 del R . decrèto 16 otto·bre 1924, 11 . 1755, .a.Ile parole: cc salvi i diritti .ac·quisiti dai laureati in medicina e · chirurgia a -tutto, il 31 <lice1nhre 1923 » sono sostituite le parole: cc s alvi j diritti acquisiti dai laureati in me·c1ic1na e chjrt1rgia a tutto il 31 <:licembre 1924 n. Art. 60. - Ferme le ·dii:.posizioni dell'art. 4 del R.. ·decreto 31 c.licen:ibre 1923, n. 2909, la. qt1a.I.ifica di speeia]ista pnò es~ere .assunta anche da co1oro ·c he dimostrino di a.vere .atteso, anterio.r mente alla 1>ubblicazione del 'R. decreto sopracita.to, all' esercizio di specialista. 1

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lie norme per f' ap1plicazione di questa ·d isposizione saranno en1anate. con decreto reale su proposta del ministro 1deilla pubblica i&truzione di concerto con i ministri competenti. Art. 63. Il per.souale assistente, · tecnico e rubalterno che alla .d,ata <lel 30 novembre 1924 er,a in oorvizio p·r esso il Regio ist:ituto di studi superiori di Firenze e presso i Regi istituti clin1ci di Milano è rispèttivamente m.aJllrenuto, a ,cl.a.tare dal 1° ·d icembr.e 1824,. pre$so la R. Univer&ità ·d i Firenze e la R. Università di Milanro·, ed ha diritto 1dalla data stessa al trattamento giur idico ed economico del personale assistente, teonico e sub.a'Jterno ·delle altre Unive1~sità Regie m.antenuto in servizio a.i S·ens1 ·de1l'art. 156 d ·e l R. d ecreto 30 settembre 1923, n. 2102 . Gli emolumenti spettanti al detto pe:raon.ale so110 corrispiosti dallo Stato, salvo il rimborso a questo ' da .p arte delle Università pre1d ette a norma del1' art. 156 del R. decreto 30 settembre 1923, nu1nero 2102, e. dell' ~rt . 26 del R. decreto 22 maggio 1924, ·n . 744. ~.t\rt. 64. Gli aiuti e gli assisite·n t1 in soprannumero e straordinari, ohe, ialla data del 30 novembre 1924, er.ano in servizio :pL r esso le RR. UniY-ersità e i RR. Istituti s·uperi•ori da aJmeno due ain.n i solari, posson 0 essere 110m1nati aiuti e .assistenti effettivi senza ooncors o, rispettate tutte le altre nor me e alle conidizio11i stabilite dall' 31I't. 64 ' del R. decreto 30 settembre 1923, n. 2102. Gli .aiSSistenti maJltenuti in servizio ai sensi dell'art. 156 del R. de.creto 30 s ettemibre 1923, n. 2102, possono pa;rimenti essere no-m ina.ti, iprescindenido d.al conoorso, .aiuti presso l'Istituto nel qua.le prestano servizio c-0n le i1orme e a]Je condizioni di oui al pre.detto .art. 64. Al personale assunto a norn;ia dei due commi precedenti non sono applicabili le dis,posizioni di cui .ai commi 3 e 4 ·del .p recitato .ar t. 64 . Art. 65. -.. ·- Il personalEi a~sis~nte (.aiuti e assistenti) ma11tenu LO _ in servizio ai s ensi dell'.art. 156 del R. deoreto 30 setteinbre 1923, n. 2102 presso l.e singole Università e i singo.Ii Istituti suiperiO'ri può essere tra.sferito su domanda e previa richiesta dei rispettivi direttori ad altre Univer.sii tà o .ad altTi Istituti superiori, conseirv.wndo il proprio , stato g iuridico e oontinuando a rperoopire gli emolumenti dallo Stat.o, secoi1do le norme di cui aJ precitato art. 156. Ad esso non è novuta a lcuna in.d ennità di tras ferimento a carico del bilan cio dello .S tato. Art. 68. - Gli liltimi due commi dell' art. 3 del ·R . .decreto 31 <licen1bre 1923. n. 3105, so.n o siostituiti dai seguenti: Gli stj1pendi, gli .assf1gn_i e le indennità caroviveri co111tin11eranno . a.a essere corrisposti d.a llo Stato salvo ri:mbors:o di e·s·si da parte .delle Università e .degli Istituti ~1.redetti a decorrer e d al 1° dicembre 1924. . A m.am.o a m.ano ch e l1E"} ruolo si verifichino -va.canze~ ·g l'impiegati predetti rient r an o nel ruolo stesso. •

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CONCORSI. P OSTI VACANTI .

C..\~IINO

Cov1to1ro ([! din e). l\1·eid ico-chirurgo-0istetri co. Stiip. lord o L. 9000, con 6 a:u1n. quadr. cle1 decimo; inc1e·nn. })er mezzo t r asp·orto L . 3000. ; id. dj servizio attivo L. 500 ; id . di uif. sian. li1·e '00, più caro viveri di Je-gge. D:ocumenti di rite>. T a sa di amm. a l ce>n corso L. 50.15. Scaidenz.a 24 n o\·. 1925. Per schiarimenti rivolge1rsi alla locale segreteria con11111,ale'. , CA:.\IPOTosro (Arzu·i lo). - .t\l 30 noY. ; L . 10 ..iOO e 1 c.-v. , oltre L . 3000 cav., L . 500 nff. san. Tn.<.;sa, L . 50.15. Età lim. 40 a. D ocum. a 3 1nesi dal 15 sett. CASTIONE DELLA PR gsoLAN.-\ (13ergarno). ·- M edico-chiru rgo, con,dotta residenz. Stip. e indenn . conglobate L. 16,143, olt1·e c.-v. e casa. d'.abitaz. Caipjtol.ato tirpo•. Tassa co11corso L. 50. D oc11menti di rjto. Soa·d e n za 20 dic. 1925. C1vrTELLA C .\RANOYA (T erarn.o). Entro un m ese dal 5 ott.; l\:f(. 3300, a.b . 3808, di cui cir ca 1000 iscritti ;. età 1in1. 40 .a. ; tassa . L. 50; stip. L . 9000 t< J quadri en n i di T,. 500; L . 2400 t r asp .; L'. 500 se uff. san·. ; addizion. L. 5 oltre il 15 % della popo1 azi on(:'. ' EsPRRIA (Casel·ta) . - Co11d. per le frazioni di S . Pi etro e Monticelli; L. 7000 cpn cinque quad r j.en n i <lel 1/10 ; €tà inass . -1 0 a . Se.ad. 30 11ov: ]'E ttR.ARA . Oo11dotta per Rav,alle; proroga a t u tto 10 nov. Nuovo cnipito l.ato. Stip. iniz. non inf r r. a L. 9500. F 1 YJZZ.\KO ( J[((.i; .-;a Onr1·ura). L1. 9000, con 5 oui n quen11i <lei ] /10 ; ca v. L . 1500; c.-v. Scad. 25 novembre. lc'os OMBRONE (TJesoro). ·- L. ~ 000 :per JOOO pov. ; ],. 2 pe1· ogn i pov. fino a 1500, L. 3 oltre; L. 3000 per c.av. E tà inass. 40 . Sca<l. 15 11ov. GA RBAGNATE (;),,J ilo'Tlo) . Sal'latorio. Alcuni posti di assistenti? _; I.J. 5500 , a lloggio·, vitto; obbligo di r€side n z;a, pernott. e serv. di g uardia. N ominia per 1111 bienn10, co nfern1a })e1· un m.assim,o di tre bien11i. P ubblicazion i a s ta.mpa in i1u n1 ero di cinque <;opie; cun·iculum vitae. Visita medioa d ' ufficio. E;.same (anamnesi e rilievo so·m iatico·, ~uto·psia, prove di chimica e •m ic r,oscopia clinica). Età ma.ss. 35. Scacl. 28 11ov. Prese ntazio11e delle do.m ande al·l ' Ufficio Protocollo del Consiglio degli Istit u ti Ospitali.eri cli Milano, ,ria Ospedale, n. 5 . GnAoo . - Pro roga. dfll co11co1'so al 90 n ovembre, L. '- 000; oltre L. 3000 per inden11ità ~1 l'l oggio ; c.-\.· .J. qu ~drien ni del dee. Età mass. 40 a. lEsI (A neo.in.a) . - L a scadenza d el co11corso per medico e ch~rurgo p rimario .de11 loca.le Ospedale Diocesa110 è !)r orogata alle or e 17 d el 15 nov. 1925. ~{En U N .\ DI L1vENZA (Tre11Ji.·o). A tiutto 15 no\ . · L . 000 e 2 c.-v.; oltre L. 2500 t r.a. p . e L. 000 uff. san. P ,\L)Il (lf P<JUÌ(J ('ala1,,·iu). lII co11tl.; L. 6000 (si<-), oltre L. 2-500 p<:! r cavale. ; età n1a s . 35; serv iY.io entro 15 ·)·g . ... end. 7 noY. DI

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1

I

[ ..\K~O

I f. 1'0LICLlNl CO

XXXII ,

FASC. ~4]

Pn.ocENO ( ]{ 0 111u ) . - I .. 10,500 ~J€1' i ~ l ri1ni 1000 poveri; L. 1500 per c.av.; L. 400 i)er uff. san . ; c. -Y. <'ad. 10 1110V. REGGIO CA1 •. R a<liolo•go aJl' l stituto Diagno_,;tico; L. 10,01)0 e 20 ~~ parteci1pa.zion€ eJ1trate lorde. E ventual.me1rte esamj. Dovrà ooc111pa1ìsi .anche di ·d ia t ermia, elett roti=i.r api a e raggi ultravioletti . Do·ma n<le a ll' Associazione N.a21. Interessi Mezzogiorno d' I talia, R ama, via Monte Giordano 36 (palazzo T avcrn:l) entt·0 il 15 n ov. Infoo·mazioni da], dir ett or e dell' I s tit 11to, 1dott. Pietro Timpano vi a Ac acia, Reggio Ca1wbria. ' ROMA. ]tfinistero d1 flri .11 ori·nu. Concor~o a 15 p-osti di te nenti medici in S. .-\ . P . 0<1 i f;1se 36. Sca<l. 15 n ov TE~RA Mo. Congreaaz. cli Cari t à . - :Aiuto di medie. e aiuto di chir. nell' O ~:p e.clale Civile; L. 5000 oltrec.-v. in L. 100 m nns., p a r tec i pa z . proventi. Scad. ore 12 de l 5 nov . Età lim. 35 (40) .a. N omina e conferma <}Uadriennali. Chie.dere a nnunzio. :f F.RRANOV..\ DI P o LI.IN O (JJr,tenza) . Oonc1 . resi1d cnzia le, COill cura l-{l{.. CC . ; t,. 6000 con sei quacl1·i~nni fino ai 4/ 10 dello stipendio; serv. eJ.1tro 1;) gg. Scad. l~ nov. TORINO. O. P. Osprdale . '. Luigi Gonzaga. Chirt1rgo prjmario e mediro prim.ario; L. 7500; età mass. 45 a. Tre medici russist e nti; L. 5000; età lim. 30 n. (35 per gl i e x oombattent1. 39 per gl'invalidi di guerra). Scad. 20 nov. Doma,nde alJa Direzion e (vi a Garibaldi, 23). TREIA (Jlacero ta). Due oon·d. n1ed.-cl1ir. ed una chiruT·gica; L . SOQO a ume ntabili del d ee. per 8 qua,driennj ; c.-v. I ,d ue ined. chir. hanno inde·n nità di cav.; età mass . .J.O . Scacl. 10 nov . VARAPODIO (Beugio Calabria.) . -- L. 000 e L. 600 per uff. san. Sca.d . ] 5 n o1v. \ TEKTI'MIGLIA ( l 1n1J;Jeria.). -- C-ond . di ca.1 npagna,. L. 7500, J.0 bienni del dee.; L. 2000 per oav.; c.-v. Scad. 15 no•v . VIBONATI (Saler no). Scad. 14 noìV. ; età lim. 45 a .; L. 6500 (sic) e 4 quadrienni de.e.; c.-v. 1

1

'r

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORI FICENZE.. Al dotTJ. .t\ttilio Candèla, volontarro1 di guerra e di trincea, g.ià insig11ito d~IJ,a cr oce al merito di g t1erra, è ·$tata di recei1te assegnata la medaglia di benemerenz:'t per i volontari cli guerra. Egli h.a n eilo scor ::;o luglio superato brillante.'l1e~J te il concorso per 1nedico p r o•vi11ciale a~ginnto ed è stato chi3Jll.ato dal Mini~te~·o del l' Inter110 a prestare servizio presso ]a Prefettu1'ia di Roma.

Tl d •)t t. l~ en ato Polli tze.r ha conse·~n ito la llbera cloc·en:z.a in ,; ]inica p ediatrica ad unanimità di voti della co1nmissione, e:o11119ost a dei 1prcff. P acchi oni, Fra.11c]oni e J)1 Cristi11a, svolgendo la lezio ne .st1l tema : cc [listr8fie mu.!icolari !)r ogres. s1ve ». Vivi ralle.gr !'l n1e11ti aì nostro egre~io collaborator e.

IJ comm. do tt. Enrico :Secret], è stat:o recente1

rn ente i1ominato Cav. Uff. cle1l'ordin f' dei • riz io \! L az!laro. Con <Yratulazionj.

1 ' .

~f au-


{A.NNO XXXII, FASC. 44]

NOSTRE CORRISPONDENZE. La rabbia a Genova.

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1553

'EZJONE PllATICA

S11 qt1este stesse colo11r1e ve-ni \ya or sono due anni segnalato il pericolo rabbico) ·d iffuso intenisamente in tutto i 1l paesie e la laconicit?t della i1otizi.a aveva tutt,e le npparenze di un comunicato ufficiale . (~uesto, riaffacc iarsi 1del morbu, do1po u na lunga tr.e gua, veniva a llora a.ttrjbuito al1a moda foll e e pU1nto gentile dei cani-lupo. Lo s1)esseggia.re 01vunque cli casi di aiclde11tature di ca11i d'ogni razza, con nun1erosi esatni batteriologici sul ca:ne dal risu ltat-0' positivo ci ]ascia dt1bbiosi cl1e gli incrin1i11abili sia.no soltanto le i1uove be lve do~estiche: i cani-lurpo; le più corruplete statistiche di tutto il regno ci forniranno gli elemPnti per un pi ì1 esatto giudizi o Si legge nel t;od ice sanitario ohe f1·a le inisure da ardottar&i dai Com11ni per la profilassi della rabbia è assai consigliabile quella di co,Lpire d'una gra1ve, tassa i1l detento•r ·e ·d el cane, allo ...copo di otte11er11e la rarefazione. ]11 Genova gnest an n1ento di tassa 11a avuto ttn effetto i11agico; ecco1c.• . E ssa era una volta per ogni ca 11e, di L . 20; salì poi .a L. 40, in seguito a d ecreo 111in iste l'iale, e ciò fi110 al J g21. Nel 1919 j} n11n1er.o dei cani er.a d i 3253; nel 1920 di 871J . .~ e-1 1921 si e le~· a }a tassa a L. 80 ed allora i c-ai:i diventano 4293; i1el 1922, 593'1; ne l 1923, 6H85; nel 192...t. 7820; nel 1925, il 30 settem br<', erano 906. Poichè 11 011 è '1uest.1 Ja sede per comme11tj sull'.argon1ento, riferiamo inYece i ·dati che p:osso110 largan1ente intere.ssare st1i casi sospetti di rabbia che , pi'PYi-0 csarne ;tll ' ufficio n1icrografico n1unicipale <.1i Geno ,·a, Ye1111 ero inviati all'Istituto antirabbico ili 'roriuo: Nel 1923 furono 46; nel 1924 furo110 33: n el 1925, a tut.tio sette1nbre ll. s., n. 43, n ei quali vanno compr·e&i 9 pre.s11nti pazie11ti, cl.ata. l ' irre1per ibil ità. rle1i e.ani morsica tori. Gli esiti f11rono t utti in guarigione. Un solo caso ·<li ~i1orte .da. id rofobia si c1e1)lora in Genorva e trattai.Si . di lln hambino, i cui genito•r i ha.nno rifi11tato il loro assenso pel d i lui invio a Torino . 1 t r e ca.sii tragici, pietosissimi, di Busalla, di Voltri, di Sestri Levante, dall'esito leta le e n ella forrr1.a furiosa di !·abbia si riferiscono tutti ad inidividui che non vennero sott.oiposti alla cura Pasteul': dt1e vi sii. rifiutaro no, ll· terzo, morsicato dal proprjo cane, n on se ne 1a.cldied.e; ricorse a1 1ne.todo ta r-d ivan1e11tc. Tutti C'asi recPntissi1ni. 1

1

Dott.

FHANCE::>OO CHOVA.

NOTIZIE DIVERSE. Associazione nazionale fra I medici visitatori. I l 16 ·C orrente è stato ricevuto dal direttore ge11€rale della Sanità pubblica, gr . uff. p rof. Messe.a, il dott . .t\_ Buquicchio, ipresi·d ente del·l ' Associazione a.azionale fra i n1c d ic i visitatori, accompagn.ato dal prof . I. Ca.p:pe11-L, p r esidente dell·a Società italiana di dermatologia e sif i logr afia, e ·d al p rof . V. M,o ntps ano, pre,.sider1te· <lell' Assocriazione professj onale dei dermosifilogr}<ùfi italia11i . Soo1p-0 del la vi;:;i tu r.ra ·d'illustr are lln ine·mori al~ contenei]. te .a lcu nB pro1i) oste di modificazione al servizio di profilassi anticeltica ed alle condizri.oni .attn a Ii di ca.r rie:ra <lei mecl ici visita tori . , Jl direttore generale, che ave-va già preso ,-ision ;! del memoriale, ascoltò eou J,a inassima benevolen~a Ja co1nmi~sioo1e e promise di ·far e oggetto di studio accur.~tu le i)roposte content1te nel memori<.t le 1

Corso pratico per medici condotti a Venezia. Si terrà presso l'Os'Pedale civile da.I 5 novembre al

e dioombre

1925; Oltre alle leziot1i clir~iche ·generali n ei' v a.r i reparti o~edal1 eri si t-errà nell'Aula Magna dell'0·11edale una oorie di conferenze cui è assicur ato il (·on corso d~ i proff. Oentanni, Oeres.o~e, Fichera, I•'ranco , Giordano Ro11dcni Roncato , sui va.ri argomenti che si connettano a ll a ipatologja d elJa dia~n osi ed alla cur a dei tumori 1nalig11i. Le iscrizion~ si rict~vono fino al 5 i1overnbre pres~-0 la D irezione Sanitari~~ dell'Ospedale Civile. ~t\ i 1nec11ci iscritti e che provengano d.a fuori di \, enezia l' Amtm inistrazione offre pen ·ione nelVin· tPrn.ato ospedaliero alla retta di L. 15 giorna,J iere per all0iggÌ10• e Yitto. r'\nche !Je l' questo l'iscrizione si riceve :presso la Direzio11e S,a nitairia. Alle doma11:d e di jscrizionCl. in carta sen1plic-e, unire Ja taS&a di L. 30 p er iJ. diploma di frequenza. 1

Congresso scientifico in onore di Maurizio Bufalini. Ricorre11do q11e.s t'anno il cinquantesimo anniversario ,della morte di Maurizio Bufalini il crrande ' b n1C!'clico f ilosofo f.ondatore della Medicina moderna, Cesena v.uole on-0rare con degne 011oranz.e e con n n CongreSStl scie11tifico i I grande suo figlio. .t\J Congre-sso, c:he si terrà nel 1}ooneriO"ITTO di dooe. meni ca 21 <licen1bre rp . v., possono essere fatte co111nnicazioni su ql1alsiasi bran·c a della medicina 0 ch ir urgia. Particolarmente gr1a diti saranno lavori r ·i gn ard.a,nti la vit.a. e le orpere del Bufalini ste~so, lnvori che potr.an110 essere presentati anche da letterHti e filosofi. l ' titoli ·de lle oorml1nicazioni d0Yra11110 essere inviati non !)iù tacdi del inese di 11ovembre al dott. G. Artusi - Cesena. Allo stesso i11dirizzo devono i11viarsri. i lavori di coloro che i1on i)otessero interven ire i)ersoualmente al Congresso, avvertendo di t~nire sempre un breve riassunto della comunica7.io nc stes a .

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1554

li comitato pey le onoranze in1"ita, a mezzo del pi esente comu11icato, medici, filosofi, letterati, socieià, accademie scientifiche, atenei, a voler onorare il Galilei della medicina partecipando· al Congresso.

' L'istituzione di un premio ''G. Banti n per i lavori di anatomia fisica.

[ •..\NNO XXXII, F ASC. 44 l

IL POLICLINTCO

La, seg1·eteria della R. 1rniversità degli studi, comunica che per i niziativa del. prof. Silvio Desey, ar1tico allievo dela. Scuola medico-chirurgica di Firenze ed ·o ra, direttore dell'Istituto di biologi.a asrgentino, o col con corso d1 questo istit11to, del suo direttore, dei p rofessol·i della Faooltà di medioina cli Buenos Aires, dei iue·d ici deJl' Ospedale itali.a.no di Buenos Aires, alcuni dei qua1i ex allievi della Facoltà fiorentina , è stata raccolta e consegna.t a all2. R. U niversità di Firenze la. somma di lire cinquantamila con l'inter esse d ella quale sarà istituito un premio intitolato a Guido Banti da conferire per:iioidicamente ai migliori lavori originali italiani di anatomia fisica .

Scuola di perfezionamento per specialisti in clinica pediatrica (Bologna). I corsi hanno la durata di due .anni, dopo i quali, previo esame e presentazione di un·a memoria ori:g i11ale sull'argo1m ento attinente o connesS-O con la disciplina, vPrrà rilasciat o un diploma di specialista in pediatria ·da vale1·e ~a tutti gli effetti di legge . Le materie d' insegr1amento sono : Clinica ped. n1ed. (C. Francioni); id. chir. (B. Ni,grisoli); Clin. Grtopedica (V. Putti) ; T erapia generale e puericult ura (G. Viola, I. Novi, C. 'Fr.ancioni); Olin. otorinolaring. (P. Cal-iceti) ; Odontoiatria (A. Beretta). Esonero di lln anno di corso per quei 1.aureati che dimostrino sufficiente preparazione o eccezionale :maturità per l'esercizio p·r ofessionale, comprovate con doçumenti e titoli di studio. T a.sse primo anno: irnmatric. L. 300; iscrizione I,. 600, laboratorio L . 500. Seco11do 1a nno: iscriz.]Qne L . 800; esame L . 75. laboratorio L. 500, esame L. 300. In izio nell' anno accade:inico 1925-26.

Borse di studio ad orfani dei medici morti in guerra. Nella terza l'iunione del Comitato1 di assisrtenza degli orfani dei medici morti in guerra, presieduta dal generale medico F. della V.alle, e comp<r sto dal sen . Simonetta, prof. Gallenga, generale medico di C. R. I. Baduol, generale medico di miairina Rep,etti, p•rof. Silvagni, p1roif. Ilven~, prof. Santamaria, dott. F atichi e dott. Boochetti, segretario generale, sono ~tati concessi aJtri 3 posti gratuiti all'Istituto Orfani di Perugia e 14 borse di studio per 1' assistenza in famiglia. In tutto ben 45 orfani dei medici sono .assistiti in n1-0do contini1ativ10 dal Comitato fino al compimento degli studi superiori.

Ecco l'elenco degli ultimi beneficiati: Posti g1·atuit·i all' l stitwto di Perugia. - Finotti Antonio, ·d a Rovigo; Di Baja Gaetano, da Napoli; l zzo Raffaele, da Arzano (N aJp<>li) . A.<>sistenza in famigiia con borse da lire mille. z~ anoletti Antonio, Pacileo Nicola, Zep1pa Isidoro, Arcangeli Alfredo, P.acileo Gorizio, I zzo ~Iacrina, Di Baja. Calliope, Zep p·a Maria Pia, Di Benedetto Grazia, Di Benedetto Vincenza, Conte Flor.a, Cont e l\fa1·ta, Lo i\{edico l\•f addalena, Lo l\fedico l\{aria Grazia. P e r tutte le inform.aziorni rivoJger.sii alla sede della Segreteria generale ID"Ssistenza orfani dei me•dici morti in guerra, Anzio (Roma). 1

Mostra internazionale biennale d'igiene e sanità. L ' on . R. Commissario del Comune di Roma, sen. Fil~ppo Cremonesi, oon recente provvedimento ha deliberato l'istituziorne di una Mostra Internazion ale Bienn.ale di igiene e Sa.11ità ohe costit uirà una proficua palestra di nobili iniziative e fe0011,d e energie- fra le varie Nazioni e le singole regioni d'Italia. Ogni due .ainni la Mostra verrà indirizzata ad tina b.r anca delle discipline igieniche e sanitarie, a dimostr azione delle .attività svoltesi nei singoli campi della lVIedicina sociale e dei perfezionamenti ottenuti nel v.ari ordinamenti e sistemi e nel1a relati·va produzione; all'azione di stimolo, ed emulazione fra le Nazioni, i Comuni, gli Enti e gl i Istituti si aggiungerà in tal mo.do quella più salutare e 1proficua de1la propaganda Jlle rcè la divulgazione ed illustra.z.ione ·d ei mezzi di pTofilassi e difesa per le po,p10•1 azioni, le quali hanno il dovere di conoscere quanto si compie da ogni Paese per la t utela deUa pubblica salute.

Un Sanatorio antitubercolare nell'Alto Adige. In una r iunione a Palazzo Viminale a cui pre[.,ero p arte il Mjnistro <lell.'Interno on. Federzoni, il Mini•~tro dei Lavorì Pubblici on. Giuriati e il Sott osegretario delle Finanze i<)cn . D' Ale.ssi-0 insieme ·con la. Commissione de i ra.pipr~ntanti delle provincie e dei oonsorzi antituberoola.ri di Trento, Treviso e Venezia, si discusse sulla istituzione e nella gestione di un sanatorio regionale a Plancios so•p ra Bressanone. L'on. lfederwni espresse il suo comipiacimento per la iniziativa delle Provincie Venete, unite.sii a Venezia p er concorrere col Governo nell'opera a: ricostruzione nazionale, promettendo tutto• il suo .appoggio per il felice risultato di questa afferanazjone. di solidarietà da p.aJrte degli Enti locali n ella lotta contro la tubercolosi. Nella riunione si rioonobbe la n~ità di affrettare le pratiche perchè l'unione delle Provincie Venete possa al più presto avere la libera disponibilità d el tenimento di Plancios. All' uopo il .l\i[inistero dell'Interno invierà sul posto un ispettore 1gener.ale, munito dei poteri nece&sari ancl1e da parte dell'Amministrazione fi-

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[ANNQ XXXII, FASC. 441

SEZIONE PRAf1CA

A..ll'Associazione Medica Britannica. Come an nun.ziamo a suo tempo, l'Associazione Medica. Britannica i-.e nne la sua .adunanza annuale a Bath, nella seconda metà di luglio. Vi furono aftte relazioni e oomunicazioni i·m iporta-nti, che hanno occupato pairecchie numeri del « British Med. Journ. i>, organo dell'Associazione. Alla presidenza per il 1926-27 è n·o min.ato Robert George Hograth. Dal resoconto del tesoriere, risulta che le spese raiggiunsero nell'ul.t imo esercizio la cospiou.a somma dj 113,000 sterline, oosia circa 15 milio ni di lire it.: ~l massimo finora toccato; vi ebbe un ava11zo di 5000 sterline. 1

Cuore e Circolazione Continuazione de

LE MALATTIE DEL CUORE E DEI VASI Periodico mensile diretto dal prof. VITTOl(IO ASCOLt

Redattor e capo : prof. CESARE PEZZI Il fascicolo 10 (ottobre l925) oontjene:

La vori origina4i : I . - G. N. MARTINEZ e A. NA VAR~ RO : Rul blocco parziale di cuore. II. - C. MINEREI : Il « rifle&So dei vRsi vertebrali ,, ; i l « rifleS6o del1a giugula.re int~na », e l 'a.pipi1icazi-0ne pra<tica di q'Uest'uH:dmo per l'identifica.z•i one .delle a.n .t i cihe •aid·erenze pleurti.tiche. Rassegne, rivi st e, congress i : Clin ica : La pressione venOGa periferica nel corao <li sindrOID.ii di ipertensione venosa locali?.zata. - Sulla iiiperton.i a costi·t uzionale fa.migliare. - Fisiopatologia: Sulla eseenza e sul determin ismo gen eti co clel processo endooarrditieo. Te ra p ia : L a som 1n in1istrazione dti di.g itale. 1

Comunicato. Ricor<lia1no èhe sono aiperte le iscrizioni dei Medici Chirurghii al corso 1925-26 ne11a Scuo]a di Odontoiatria e Prot€\Si dentaria presso la R. Università di Bologna, pel 00 nseguime.nto del diploma per apecialisti in od001toiatria e pr-0tesi dentale. E~ndo il numero dei posti limitato, l'accettazione viene regolata secondo la priorità nella p resentazione "lei documentii e 1pagamento de1le r elative tasse. Per pr.ograrmni ed informazioni rivolgersi presso la segreteria della J.i" 'acoltà di medicina e chirurgia della R. Università di Bologna e presso la Direzione ,d ell'Istituto Clinico per le malattie della bocca, via S . Vitale 59 - Bologna (13) nei Jocali del quale ha sede la scuola. 1

N. B. - Ai nuovi a.bbonati del 1925 a « Cu<>Te e Oi.r-· colazione » si concedono le intere armate 1920-1921-192t e 1923 del periodiioo << Le mala.ttie del Cuore ,, e 1924 di « Cuore e C:i.roolazione 11 per sole L. 75 se in It.aJ.ia eper sole L. 100 se all'Estero, in porto fra.n eo. A. i•iehi esta si invia n ume r o di saggi o .

Abbon a mento per il 1925: Italia L. 28; Estero L. 38.. Per g-li abbonati al •< Policlinico ,,: Ital ia L. 22, Estero· L. 32. Un fascicolo separato L. 3.60. Inrviare ' 1 a glia postale al Oav. Uff. I 10IGI POZZI. Via Sistina. n. 14 - Roma.

Indice alfabetico per materie. Benzoato .di ben~jle nelle sindromi ipertensive e dispnoiohe . Pa a . Cardiospasmo ; diagnosi con la pr-0va di Cohn . · » )) Cenni bibliografici . • • Cohn; prova di C. nel cardiospasm-0 . )) )) Cute; adsorbimento • • • )) Enoof.alite letargica; terapia . )) F·e bbre ·d-a fieno; patogenesi e terapia Fratture sottocutanee; cura chirurgica )) Gas di guerra, lesioni dell'apparato re)) spiratorio . · )) Gemellj; fisio]ogia e patologia . Ipertensione (Srindromi da) e benzoato )) di lJenzile . . l struz1ion e superiore (Disposizioni per l') )) Liipjodol per l'esp.Jiorazione del ca-vo ra)) ohideo )) MastJide cronica e cancro )) Meningiti otitiche; cura . )) MorbilJo ; eziologia. )) 0cula1·i ferite Roma - St ah. 'l'in-0-!Jit. Arman-i di M. Courrier.

1526 1521 1537 1521

1580 1524 1539 1535 1534 1546 1526 1547 1541 1543 1540 1539 1540

Ossa ; tumori . Pao. Pene (Duplicità del) » Placenta previa; trattamento . » Polineurite ; etiologia e si11tomatolog.ia. » P r.ostata; trattamento delle infiamma· .zioni cr-0niche » Rachideo (C'.av<J); esplorazio11e col l:Lpjodol » Re11ale (Ascesso) .· . » Rumori (La lotta contro i) » S.anmuei di òa.mbini; conte11uto i11 calcio, glu~osi-0 e colesteri11a » ·Scarlattina; prffi~enzione . » :S car1attin.a; recidi va » Scarlattina; va.cci11oterapi.a » Sclerosi a placche i11iziaJ e; diagnosi » Siderosi polmonare » Testicolo (Tub'e rcolo i ·del) » TubercQllotici ; cen. . .ime;nto » Tumori delle os~a . » V ~ginalite pu:rulenta . » V.

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1536 1539 1542 1531

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1541 1541 1544 1530 1542 1542 1542 1530 1533 1543 1540 153& 1541

Red. resp.

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PRATICA ~F_ A_ SC_ .

Nuova pubblicazione della nostra Casa : -

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B. HURRY.

I Circoli ·V iziosi

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Patolo 1a

Traduzione dalla 3a Edizione inglese riveduta ed accresciuta dal Dott. GIUSEPPE DRAGOTTI Prefazione del Prof. VITTORIO ASCOLI

I

(Con i1umerosissi111e fjgure di.stribuite in 23 ·ravo le interical::ite ed una a colori fuori testo).

R i7Jortlan10 qui appresso la Prefa::. ione con la tj1lale il cz;riico ~ledico di Roma si è degnato di preseritare il lib1·0 del dott. HURRY:

Più s'è venuto approfonden do lo studio del la funzione di ur1 si11golo organo, più manifesto e diventato che essa Tisulta dalla coordinazione di 1pareccl1ie attività specific11e; e d'altronde è stato ri-co110,sciuto ch'essa si svo1g·e in rapporto con le co11dizio11i del s1sten1a nervo·so e della circolazio11e, me11tre entra in di1pendenza con l'azione di altri org·ani e prossimi e lontani. Quest'èsarn e della complessità delle funzioni organiche, dei rap·p orti con lo stato ge11erale del soggetto e dell'inter-azione dei sjngoli organi 11a fatto coSJpicui n.cqui.sti i1egli anni più recenti. ~el soggetto i1ormale i fattori multipli d'una funzione collaborano per adattarla senza disturbo alle variazio11i indi, iduali .e alle modifi{;azioni clelle ·condizioni di vita, aiutan.dosi, sostenen,closi, su1pple11dosi rec~p:rocamente. In fisiopatologia si parla di rr1utuo cornpenso. E.sso persiste fino a ·Che le cause .p erturbatrjci sono relativame11te lievi e tem1poranee. Quando il turbarr1ento della fun, zione è gra:ve, e sopratutto· quando è legato a significativa lesione del tessuto o quando è gra, ver11ente compromesso lo stato generale del soggetto, le fo tze comp ensatrici .si esauriscono e si trasfor1na110 presto in forze di cui l'una peggiora l'altra e, fra loro sorrrmandosi, comprornettono serr1:p re più l'attività dell'organo malato, e finiscono per guastare ecl anche interrompere i legarni «

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d ella vita. Dal cv1npenso si passa al circolo vtzLoso.

Da anti cl1i te111pi era descritto jl circolo vizioso che si stabilisce i11 u11 organo od apparec·cl1io, qua11do il ·collegame11to degli intrinseci fattori ·da coadiuvante si trasfoc1r1ava in perturbanti·. Co11 il perfezionamento delle nozioni sui coefficienti estrir1seci d' ogni singola funzione, il campG dei circoli viziosi s'è an1pliato 11otevol111ente. Ha ne1 tem1po stesso raggiunto maggiore importanza in patologia, ina soprattutto nella cli11ica e nella tera;pia. La 1 p atologia che insegna come i i1u1r1erosi legami possano alterarsi e intreocirursi per accrescere i danni che una causa morbigena può 1pr0<1urre, apre la 'ria al clinico perch.è egli cletermiui .co111e nel caso conc1reto i raip1p orti funzionali (con più o rr1eno estesa e sicura dimostrazio11e cli Je. sioni dei tessuti) si sia110 modificati per cr ear-e il quadro morboso presente. Ciò apre al 1pratico lllHl via larga e ·s icura .cJ1c lo clirjge alla i11dividualizzazione cioiè alla vera clinica.. Il i·g nif.icato .degli elen1enti in ·concoirrenza nel processo m orboso e la gerarchia di essi offror10 nel caso si11golo l'indicazione terapeut jca che stabilisce dove e come possa efficacemente interro111~ersj il circolo vizioso che fatalmente 1 peggiora lo stato d'un organo e ancl1e cli tin indiYiduo. La ' 'alutazior1e dei circoli viziosi può pertanto co11si derarsi u11 m etodo semeiologico che guicla il clini co nell'art e di com1p,r endere a pieno il suo inferrno. Qu esto m etodo è con1e u11 sentiero facile che guida a inerpicarsi nel1 'aspra e folta for esta della clinica, e ne discl1iude dall'alto il chiaro· orizzonte clella diagnosL E Tnerito el dott. Hurry di avere sistematicarnente studiato l'argomento e di avere introdotto un tal rn etodo di esplorazione in patolo.g ia. ìVl a la importanza vasta e varia di 1questi .'tu.cli, rl1e ha11no radire nell'anatorr1ia e nella fisiologia e ~tenùono i rami n el la 1patologia e nella C"li11ica, ha contrjbuito, insieme co11 la abilità magistrale cli quest'autore nel prese11tare il i1uovo indirizzo, al successo, Teso manife to per 3 edizion1 in.glesi fatte n el corso di pochi anni e 1per le traduzjoni francese, spagnuola e giapponese di quest'opera. Io ritengo che sia stato bene ispirato il clott. Dragotti nel curare l'attuale esatta tradnzio11e italiana sulla 3a. edizione inglese, e sono con,rinto r11e l'editore Pozzi abbia bene 1pro\rvf'clutn alla coltura n1 edica italiana aggiungendo, alla collana clelle sue pubblicazionj origin ali, que 1a trncluzio11e clall'inglese. Jl 1ibro è dettato con senso di pratica ' 'erità, senza riferirr1enti a qu·estioni astruse e c11za foggio di dottrina: ac'ces ibi le ed utile a cl1iunque rneclico 1pratico senta il bisogno <li a cere eere ron ogni n1ezzo la propria capacità nell'allargare e app1ofondire lo stuclio cl el malato J>.

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v rr r1tic1 po talie all.'eàitnre LUTGT POZZI -

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ANNO XXXII

. Ron1a, 9 Nove1nb1·e 1925

Fase. 4:5'

fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE •

PRATICA

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI ,

SOMMARIO.

Ohirurgica della R-0ma.gna.

ca. - Sep.si da mi crococcus catarrh alis. -Trattamento delle ustioni .con l'adrenalin.a: am-Otne batterio~d·a ed 1arutie-ettica di rtale sostan2m. - Trattamento dei versamen;ti .a.rticola:M tra1unati.c i con l'asip1ir.a zione e 1a mobildzZJazione. - Come trattare la -cistite tuberooil.are. - NOTE Dl TECNICA: Metodo dii oorucentrazione per l'esame degli es©ettorati. - NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICi\ : 'Teor.i.a 6iUl diabete e s·ull'azion;e deli'insuli·n.a. - POSTA DEGLI ABBONATI. - V AltlA : Il ra.ffredidore. Politica sanitaria e giul"isprudenza: G. Sel'Va.g.gi: Controversie gi11ridiche. Nella vita professionale : Per il titol-0 idi Sipecia.lJieit.a. Conwrsi -· Nomine, prorr1ozioni ied onor.ificen~. Nostre corris~ondenze: XIV Congresso Stomatolog.i ro Ital;ano. ·

gn1i oftalmiei nell e comuni malattie nervose. - L'orecchio medio coone origin·e di sepsi croni·c·a. Trattamento della mening~te .settica diffusa di origine otiti-

Notizie diverse. Rassegn·a della stampa 1nedìca. l1ndice alfabetico pe .. materie.

L avori or-iginali: C. Benerletti: La 13anocr.i isina nella

cura delila tn be"Veolosi polmon.are. Osservazioni cliniche: E. Soiaky: Reni eristici. Rivendicazioni : G. Zanetti: Taglio cesareo per placenta prev.ia oorutriale. Sunti e rassegne : DIABETB: Ooller e Marsh: Les·ionD. delle eetremità nel dia.bete. Oa,.mrp1b ell: Glioosuria. UROLOGIA: Kornitzer: I djsturbi della minzione ed il 1oro s·ign.if~oat-0 clJinico. - Vogt: L'.iniezione endovenosa di urotropina nella. tera.pia della .nitenz.ion e di urirua. - I. Bettoni: Un nruovo indice per la misura della fun~iona1iltà renale.

cenni bibliografici. Accadentie, Società mediche, Congressi : Sooietà Medi·coAppunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Se-

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Olrltti di proprietà riservati. -

É vietata la riprod·u zione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubbli~azionP dei sunti di

essi senza citarne la fonte.

LAVORI ORIGINALI. La sanocrisina 11ella cui·a della tnbe1·colosi polmona1·e.

,

~ledico

~el

Prof. CARLO BENEDETTI primario Profilassi Antitubercolare (·Comune di Roma).

novembre del decorso 1924 Holger l\llollgaar.d, professore di fisiologia a Copenaghen annunziò cl1e ei-a riuscito a trova.re una sostanza che egli denominò sanocrisina, dotata di elevato potere terapeutico sugli animali malati di tubercolosi pol1nonare; in seguito a questa scoperta Secher, \\-ur1.zen, Gravesen, Permin, Standgaard e Faber, clinici ·di alto valore, a1p!l)licando il rimedio a cura della tubercolosi pol1nonare nell'uomo, confermarono le co11clusioni sperimentali di Mollgaard, afferman·do che questo preparato '.J)Otevu riuscire efficace nel trattamento della suddetta malattia. Data l'importanza scientifica delle personalità che annunziarono questi risultati, la serietà con cui erano stati condotti gli esperimenti di laboratorio e le 1p ro,re cliniche, tutto il mondo m edico. nella 51Pera11zu di potere essere veramente

sulla desiderata strada della co11quista. di un vero' rin1edio curativo per la tubercolosi pol1nor1are, 11011 esitò ad inviare medici specializzati da tu tti j paesi per ·studiare da vicino la scoperta annunziata, e per riferire sull'importanza real e della inedesima. La nostra Direzione Generale di Sanità volle . <lare questo incarico a me, ·doven.d omi recare al1'Estero per studi riguardanti la 1profilassi antitubercolare. Andato a Co1penaghen ebbi l'onore di essere ricevuto dal prof. Mollgaard il quale, oltre ad offrirmi le sue più recenti pubblicazioni in proposito, mi intrattenne nel suo Istituto in una lunga narrazione. dei risultati ·dei suoi studi. Successivamente il dottor Secher del Dispebjerg Hospital, uno dei clinici danesi che per primo volle aip plicare la cu ra sanocrisinica nell'uo1no, mi fece una lunga ~ documentata esposizione di casi clinici, con relativa dimostrazione di molti malati in cura. Il prof. Bang del Kommuneospital e il dottor Frandzel sostituto del prof. Faber, assente da Copenaghen, nel Rjgsospitalet, mi espressero il loro giudizio sulla efficacia cbemiotera1pica della sanocrisina, offrendomi il modo di fare constatazioni cliniche in numero notevole di casi. Oltre a ciò durante il rnio


1558

IL POLJCLIN:ICO

Yiaggio cercai di raccogliere le più 1Precise notizie riguardanti il parere cJ1e si erano in proposito f armati i Yari clinici, che ebbi occasione di avvici11are a Parigi, a Londra, a Bruxelles, a Ber] ino. Credo per le con statazioni personali, che ebbi l'op1portu11ità di fare, sia sperimentalj, che cli nicl1e, e 1per le notizie raccolte poter permettermi di manifestare il mio convincimento sull'importanza attuale curativa della sanocrisina. Già R. Kocl1 nel 1885 aveva ·dimostrato r.he i preparAti d 'oro hanno un'azione -deleteria sui bacilli della tubercolosi, e vari furono i tentativi di cura senza alc un r isultato. Nel 1917 F eldt e Spiess avevano ottenuto un co1n posto d'oro chiamato J(rjsolgan, consigliato n ella cura delle ' 'ari e forn1é della tubercclosi, che Yiene applicato anch0 presenteme11te in ·Germania (come appresi dal lVIe. dico capo ·del Dispe11surio .i\ntitubercolare dell 'Ospedale Vircl10'"'' a Berli110) con risultati i11certi, o m eglio, per me negativi. M<?)lgaard ricercò ed ottenn e un composto d'or0, detto sanocrì.sina, capace ·di un'azio11r chemio.tera:pica atta a con seguire, secondo la teorin cli Ehrlie;h, la cosidetta terrupia cc sterilisa11s magna >> contro la tubercolosi. Vedin.n10 ora che cosa .sia questo composto, e quali siano le sue proprietà cliniche e farn1àco· logiche. I.At sanocrisina è il sale di sodio dell'acido au. reot!tiosolforico, composto chimicamente stabile, otter.uto allo stato puro, che si presenta cristallizzato in finissimi aghi, di colore giallastro. so1 u. bile in acqua, in solubile in alcool ed etere, non igrosco(Pico, si d ecompone bruscamente a 1200 gradj, le sue soluzioni a cquose sono pressocl1è neutre, gli acidi miner ali ·diluiti ·s ono senza azior1e su cli esso a ternperatura ordin arja, non precipita Je sostanze proteiche. Ricercl1e batteriologiche eseguite dallo stesso :\Iollgaard hanno di1nostrato che i bacilli della tubercolosi ~1 cu,-ersi stipiti, umano e bovin o, subiscono in culture su terreni differenti impeùimento al loro sviluppo con l 'aggiunta di c;oluzionj • di sanocrisina, in gradi di concentrazion e diversi ùa 1: 25 a 1: 100,000; tl potere battericida della sanocrisina nelle cul tu re si manifesta in grado mo lto variabile, -dipendente in parte dalle qualità òe~l o stj,pjtc in parte dal terreno, da cui i1 bacillo è prelevato. L'effetto della sostan za in vitro non corrispo·n de al grado del potere chemioterapico, che 6i : volge 11ell'orga11is1no . cl1e è in misura senza con. fronto maggiore. :\Iollgaartl inoltre Yolle studiare i differenti effetti della sanocrjsina sugli animali sani e sugli animali tt1bercolotici. In vitelli -a11i la dose da 1 a 6 centig. per cJ1ilo cli ·p eso del corpo non deter1nina alcuna r eazione; I

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f .t.\NNO XXXII, F ASr. 45 J

nè 1nodifìcazione della curYa termica, nè alterazioni ematologiche, n€ lesioni renali, n è modificazioni sul peso, ne .cti _turbi gastrointestinali, tutto al più una fugace e lieve albuminuria. Nell'animale tubercolotico invece si ·verifica una brl1sca elevazione ·di temp eratura fino circa a 40o cl1e cala 1per lisi dopo due o tre giorni, anorresia> r1ausea, vomito, diarrea, talvolta emorragica albumi11uria per lo più costante. 111 certJ casi, .s pecie quan·do le iniezioni sono troppo ravvicinate, Si hanno disturbi graYj, intensa albuminuria, cadu ta brusca della febbre, fe11ome11i di collasso cardiaco, uno stato rli chcc, cl1e è per lo più mortale. Questa sin drome, che è analoga a quella che ':ii ha i11iettando bacilli n1orti n el sangue di animali i11alati, rapprese11ta la comu ne sin-d rome di una reazione tubercoli11ica; si noti 1però che non va conft1sa l'azione della sanocrisina con quella della tlù:Jer-colina, poichè la prima oltre l'azione in1rnn. n izzar1te delJa . tuberrolina, mira a lla ·distruziont:> dei hacj lli. I feuom eni reattivi vann o riportati all'azione ùi batteriolisi della sn.nocrisina che esplica ap1p11n to sui bacilli della tubercolosi. IJ tra ti <.t rn 0n 1o cl ella san ocrisina ra ppresern a u11 tentativo chemioterapico nel sen so di El1rlich e l\llongeurht, cioè i11trocl uzione n ell'organismo infetto dj una sostanza avente una diretta influenza dannosa sul parassita morbigeno, lungi dal 1uo~o di introduzione p er una affinità sipecifica che l1a con esso parassita. Le manifestazioni di affinità specifica nell 'orgnnismo, come avviene nella chemioterapia per gli spirilli, di1pen dono in gran •p arte .dalle qualità costituzional i del tessuto vivente dell'organismo ii1· fettato. Si ·è detto infatti che l'azione dannosa elle il b acillo risente ·dalla •sanocrisina è in questi casi molto più forte che i11 vitro, fuori cioè dell'organismo malato. Uguale comportamento si 11a per il salYarsan, cl1e esplica la· sua azione chemioterapica c-ontru gli spirilli, se iniettato nell'organismo malato. 1L 'iu flt1enza .delle condizioni pp,rticolari detla l'Ost1tuzione fisico-chimica del tessuto, che subordina e regola l 'azione cl1emioterapica della sostanza contro il 1parassita, come se dn lla reazione ùi tesSl1to per l'azion e ·dell'elemento chemioterapico sorges<:e l'eleme11to .specifico che uccide il fParnssHa. è dimostrato an cl1e ,dal fatto cl1e in certe localizzazioni (granuloma tubercolare del ginocch!o a<I esempio) il risultato clinico e anatou1opatologic1> chemioterapico è quasi nullo. Quindi l 'effetto chemioterapico anche ne! ca~o della sanocrisina, come per il salYarsan, è la ris ul tante dell'azio11c a:>·arassitropica e organntropi ca (indici chemiotera pici). 1


[ANNO XX'{II.

FASC. 45]

SEZIONE PRATlCA

L'azione parassitropica si espUca co11 l'uccisione dei bacilli e la liberazione rapida in circolo di tt1tti i 1prodotti tossici derivanti dalla morte JJuciJlare (sterilisa1io magna) donde « l'ictus imrnunis. satorius » di Ehrlich. Se l'an tigene non è molto tossico, o vie11e ad essere in11r1esso nel sa11guc i1e11a .dovuta auantità, e la capacità dell 'organismo ad elaborare anticorpi è sufficiente, l'iniez10.11e della sanocrisina produce una r eazione tubcrcolinica , cl1e si risolve facilmente senza dau110 del malato; se invece lo stato tossietnico tubercolinico è t:-01J)lpo forte, e n on arginabile dalla elaboTazione antitossica organica, si hanno gravi mani! estazioni reattive, che 'Producono lo choc e la n1orte, se n on si intervien e con 1nezzi capaci d l attenuare artificialn1ente la graYe tossiemia. '.)uesto -è il m eccanismo chemioterapico, con il quale la sa11ocrisina esplicherebbe la così detta sterilizzazione dei bacilli tubercolari. , .ediamo ora se la sanocrisina rispondP per la ~ua costituzione cl1irnica alle condizion i do"'.rute, l)erchè possa es,p licare questa azione cherr1iotera1pica. • ~ella sanocrisina, come complesso chimir.am ente strr. 1Jilc, è mantenuta la concentrazione di ioni m<'tallici, cl1e toglie al metallo l'effetto tosc;ico sull'organis1no esercitato dalla carica positiva io110metallica. Inoltre il detto composto per questa stalJilit:'t può essere eliminato dall'organisrno inaltr, rato per quella 1parte che non entra in co1nbi11a, zio11e col parassita, e se anche si decompone (e ciò do1po pilì gior11i da quattro a otto può anche acca-Oer e), nella decomposizione non avviene la Jibe!'aziono di ioni metallici o di altri corpi ,-elenosi per l'organismo. ' ' i è 1p erò cl1i in contrario sosLiene cl1e il con1posto metallico per sè stesso lJltò accusare fenon1eni tossici (intossicazione metallica). Inoltre a dimostrare l'effetto battericida Ja sanocrisina data la sua specifica affinità con il bacillo di I<och, è i11 grado 1per la sua diffusibilitci cl i sl1perare Ja resistenza cli permeabilità, dovuta al ri,,.estirnento livoi<le del bar.illo, e allo stato di avascolarizzazione e calcificazione dei tessuti tub ercolari, e ·di p enetrare n el corpo batterico dissolvendolo, c!o,;e .reaz!oni rr1jcr0chjrniche mettono jn e\·idenza tracce di oro. ~lollgaard, secondo le teorie di El1rlicl1 ritien~ anche per recenti sue inYestigazioni, din1ostrato cl1.e gli ioni caricati n egati\rarn ente passano inulto più rapidarr1ente attra, erso le m embrane ani 111ali, cl1e caricati ~ositivamente; ora l'i,dea fondamentale nella chemioterapia sa110crisinica è di « i11 erir e un metallo pesa11te in un com1posto staJ:iile, i cui io11i .siano rapida1nente penetranti n el corpo bacillare, e rimanere senza n l1ocerc ap-pu11to pc1 1

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la isua 5tabilità cl1imica nell'organismo 1pl;)r un tempo relativamente lungo. Da qJanto è stato detto ~1ollgaa1'd co11cJud e col ritenere dimostrato come la sa11ocrisina 1prr le sue qualità chimiche e per le sue affinità specifiche verso il bacillo, sia la sostanza atta ad esplicare la sterilizzazion e n ell'orga11ismo malato di tubercolosi polmonare d ei bacilli infettanti, e per questa sua proprietà corris1po11dere i1ella chemioterapi a antitubercolar e. Questa sua convi11zione è il risultato ·di quanto ha rotuto constatare con la lunga serie di ricerche sperimentali eseguit e, riguarda11ti i tentativi di cura dei vitelli tubercolotici. Infatti secon do il 1'1ollgaard jl trattamento su.nocri-inico neg·li animali malati produrrebbe effetti indiscutibi1mente 11tili e, a nche n ei casi gra''i, per lo m eno soste clinicl1e con l'arresto dell'attività d ei focolai, ancl1e quando, co1ne talvolta può succeder e, la Yera guarj gione clinica con l' an11ien tamento di tutti i bacilli esistenti n ell' organ ismo del malato, come sarehbe sip erabj le, no11 riesce possibile . Resta però se1npre il pericolo ·di intense reazioni tubercoliniche, capaci a produTre t:hcc talYolt::i mortale. Ora 'POicl1è ad o\rvjare a questo grave inco11veniente nnn basta la riduzione della dose, è n ecessario avere una sostanza curativa a tempo opiportuno, che n eutralizzi la eccessiva. tossiemia, tenendo conto che lo .choc è ann11nziato clall'a1bumi11uria, a cu i segue la brusca caduta della temperatura fehbrile cl1e si ha 1per la norLnaì.è reazione sa11ocrisinica. l\iladse11 -pensò di immunizzare cavalli e vitelli con bacilli tubercolari morti o . avirul enti, e di servjrsi del siero di questi a11imali antitossico per ·scon .r jjurare glj effetti dello cl1oc o prevenirlo. I ri ultati secondo l\lladsen e Mollgaard sono sod.ìis.fll centi tanto da sentirsi autorizzati a ritenere che il rime dio o il mezzo preventi,.ro 1p ~r g1i choc du sanocrisi11a., sia uprpunto il siero antitossico da loro preparato. Corne si elimi11a la sanocrisina. Fra nzel dimostrò cl1e- l'oro in parte si elimina · nelle urin e ed in piccola qu antità nelle feci, alcune volte anche nello espettorato: la elirr1inazione comincia rpresto ancl1e ·p er il primo giorno rt.opo la iniezione, n1a continua 1per tutta la settimana e talvolta 1pa.recchie settirnane, ciò cl1e prO\'a la lunga persiste11za del preparato nelrorganismo. Dopo la scope;:;rtn n cni 1Vlo1Jgaard ·è giunto con esaul'ientl ,dimostrazioni sperimentali impr~ssio­ nanti 1Per la serietà e la sincerità an.clìe 11 egli insuccessi ed i l r igore .c ritico con ct1i eTano stati 1


[ A~NO

IL P OLICLINICO •

c·o ud otti, non si esitò n ell'aipplicazione de1 r1n1eclio nella tuhercolosi polmonare u1r1ana. Qual'è la tecnica cl1e si u sa nella cura? ~ ell'arnpolla cl1e co11 Lien e il medicame11to s1 introduce con una siringa della capar,ità di. 10-2.0 em e., quella certa quar1tità di acqi1a recentemente distillata e .sterilizzata tanto da riuscire a disr.ior glierlo, per poi aspirarlo nella ,s iringa ; vi c;i é.l srpira success i,ra rnente ta11to d i acqua distil1ata e sterilizzata q11anto occorra 1p·er portar e :a soluzione a 5 % circa . Si p r atica l 'iniezione cndo,·enosa di questo liqui.do n ella piega d cl go1nito : l 'iniezione va prati ca1a lentarr1ente co11 le cautele ordinarje fisate anche nella cura del salvarsan. I3 i sogn a assicurarsi che jl li quido si a immerso nella vena e cl1e n on vada acl imbeverf' il t e$suto sottocutaneo per evitare dolore, cbe passa be11 presto del resto co11 impacchi cald i : è ei> cezionalmente ruro che insorgano reazioni flogistlcl1e e necrotiche. La solu zione di sanocrisina può a n che esser e ì11ìettata per , ria intramuscolare in con cen tra, zion e del 3 ~6 ; ma riesce dolorosa e m eno efficace : non si deve mai ricorrere a lla via sottocuta11ea 1per ch è è facil e avere fatti flemmosi e necrosi. Sub1t o dopl1 l 'i11iezi011e iJ malato prova u11 n1al essere con arrossarne11to d ella faccia con sen so rti caldo , avverte nétusee, anorresia, vo1nito, anclle djgiuno, ma trattasi di sen sazioni di corta durata. Dopo due o tre ore talvolta più tardi in gen el'e ·d all'i n iezione insorge ·- la vera sin·d rom e di reazi on e cl1e si in izia con l ' at1mcnto della t emp er a tur a . In genere l a curva 11a un andamento tipico: si t1a u11'asce11zione 'Piuttosto brusca a 39°-40° con cadu ta per lisi, e ciò gi s,rolge nello sipazio di 5, 6, 7 'giorni . come si v ede nella grafica qu'i contro esp osta. Detta tipicità 11011 si v erifica sempre e n on so110 rare l e grafiche f ebbrili atipiche. L'insorgenza della febbre come sopra si ha per la prima o meglio p er la seconda iniezione, p oicl1è ~er le successive la febbre v·a rendendosl meno alta e di più breve durata, fino a n on ·p iù n1an if estar si. Questo comportamento . febbrile dal Cummius viene interpretato com e dovuto a mancanza ùi materiale tubercolinico, essendo i bacilli divent at1 di s cn.rc;o nun1ero per l'azione batteriolitica vas ta , esipli ca ta dalla sanocrisin a n elle prime iniezio11i. Al pri1no attacco febbri le può comparire un lieye e fugace esant erna , cl1e ricorda l ' eruzione mor-

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SEZIONE PRATirA

bi1lO$a, e che può di rado generalizzarsi i.Sotto forma scarlattiniforme, che poi desq11ama. ~elle iniezioni su ccessive in genere non si ha esantema e se appare, è lievissimo. B frequente il comparire dell'albuminuria, forse febbrile, nella 1sindrome di reazione della prirna o seconda iniezione, ma lie,,e e ·di breve durata.

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mo per settimana; nP.lle donne di picrol1 statura la dose non deve sorpassare 0.75 gr.; 2) ne! ca$i febbrili si cornincia con 0.5 f;'r . e si continua con 0. 5, dirninuenclo l 'intervallo di 1 o 2 giorni; 3) nel casj acuti molto febbri] i 0.10-0.20 gr. ed elevare più l entamente .se è hen tollerata la do~~ ­ Ju:ilche autore consiglia gen erétlizzar e 1ques10 rnetodo anche n ei casi afebhrili.

Di regola avviene ·diminuzione di peso i1otevole a11che di cinque, dieci cl1ilogrammi, che si ri\J)ara prontamente, quando il malato comincia a 111igliorare.

Quali sono e come si rnanifestano glj effetti terapeutici riscontrati in seguito a trattamento? ubbiettivamente i malati avvertc) no miglioramento dello stato generale, scorr1parsa n on di 1"3d) dello stato febbrile, .della debolezza generale, dell'astenia, con rapido e forte aumento dt peso p assato. il tempo ·della reazione.

Le iniezioni vanno ripetute ogni due o tre giorni o ip iù a seconda dei casi: non si deve praticare iniezione successiva, se non è cessata la reazione della precedente. Occorrono 7, 9 iniezioni [per l a cura, dopo di che ''a sospes·:i ·p er riprenderla, se è il caso, do1po un periodo di tempo più o meno lungo, sempre dopo due mesi. La quantità di sanocrisina iniettabile è di otto o dieci grammi in genere. P er le dosi Secher jni etta le dosi ordinarie cl1e sono di 0.50 gr., n ella prima, e di 1 gr. nelle successive, negli adnlti. Ho visto dal dottor Secher applicare in una bambina di otto anni per una adeno1patia tracheobronchiaJ e .subfebbrile la sanocrisina nella dose di 0.25 gr. nella 1prima iniezione, dopo tre giorni 0.35 e 0.30 nelle successive. P el'min, Bog'anzon (Sanatorio di Sollerod) e.cl altri sono d'avviso che specie nei casi gravi si •debbono usare dosi [eggere, progressivamente crescenti, c1oè da cinque, dieci ccntgr. a umentando cli 5-10 centgr. fino a raggiungere le dosi di 0.5-1 gr. 1

Obbiettivamen te si notano modificazioni steloscopiche con scomparsa di rantoli umidi, cl1e Yengono sostituiti in mod o non costante e va~ . riabile da r a ntoli secchi e scarsi, che p e r lo più p ersistono per lung·o terr1:p o, do nde l 'eS'pettorato, che sui prirni giorn i IP'Uò anche atimentare quale . reazione di focolaio, ,d iventa poi scarso. Tra i malati, che ebbi l'occasione di esaminare trattati con la sanocrisina nel Rig5ospitalit e nr..J Dispebj erg H o. pi tal ipresentava110 re.perti ascoltatori realmente corrispondentj a l gi11dizio dato. I vacilli di I{ocl1 in generale diminuiscono o

scornp aiono anche alle r icerche tPiù complete, talvolta riappaiono sia tP Ure in numero scarso . Jn1portan ti sembrano i risiLltati radiologie'!. Disgraziatamente 1scarsa è la conoscenza che abbiamo sulle 1no.dificazioni radiologiche in casi di tubercolosi polmonare curati con trattamenti vari, o lasciati a loro stessi, p er m odo che non è pG5Sibile valorizzare esattamente le modifi cazioni radiologiche constatate nei casi 5ottoposti ti.I trattarnento sanocrisinico.

P er l e dosi fino a 20-30 cent ig. bastano intervalli di due giorni mentre in genere 5i consigJ iar10 intervalli 1più lunghi rper le dosi più al te. Le piccole dosi, se fanno im1piegare IJiù tempo i1ell'applicazione, abbrevjano gli interva1lj, percl1è eYitano gli arresti nella cura per eccessive e 1)ericolose reazioni. \ 7ice,rersa Secl1er r1tiene che le piccole dosi 11on abbiano valore chemioterapico e che ctebbono essere apjplicate le dosi alte, fidando n el siero <1ntjtossico nel caso di choc. \'i è anche chi ritiene che le piccole dosi possono anzi riattivare il processo tuberco]are. La dose può variare caso per caso ed occorre avere molta prudenza nei casi' febbrili ed elevare progressivamentP Ja dose fino alle quantità ordinarie. Faber consiglia comportarsi i1cl seguente modo: 1

certo, e ciò ·è risultato ancl1e dalla inia osservazione, che le radiografie dei malati cli tubercolosi jpolmonare curati con la sanocrisina, presentano ·di regola un rischiaramento sensibile rlei rarnpi polmonari con din1ostraz.i one ·di n eofor1nazione co11nettivale. Queste modificazioni a,·_ vengo110 i11 un tempo relativamente breve. Le ombre rpatologiche diventano m eno d ense, 5i riducono e scompaiono in certi casi; ri su ltano li1r1itatc da formazioni di tessuto conn ettivo che ten.de a retrarsi. È

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Ornbre recenti peribronchitiche di1ninuiscono forti::>mente o scompaiono, così pure l e on1bre anulari di ·d ifficile e incert~ intenpretazione. Queste n1oc1ificazioni Si vedono in genere i1ei casL di tubercolosi polmonare recente css11dati\-a; sono meno evidenti nei casi di forme preva-

casi af ebbrili o subfebbrilj cominciare co11 0. 5 gr., dopo tre g]orni 1 gr. e, se non c'è reazioz:ie forte o trascorsa la medesima, un g r am. 1) nPi

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1L P OL TCLlXTCO

Jcn1 em ente 1p rolifcrativc, e n elle croniche con .fibrosi. r.:osser vazione r ad io logica i1 ell e caverne è pure j 01portante, percl1è in genere il tessuto circostante si riscl1iara ed at1menta di sp essore e di 1ntensità l 'a11ello scuro c11e li1nita lo spazio chiaro, il cl1e climostrn. l' evoluzione attiva d cl processo sclerotico. e1nbrcrebbe che la. sanocrisina es1pl icasse uua ra1pida azione :ftbrifica ntc sul tassuto tubercolare del pol1none. 1'rn. l e n1odiftcazioni cliniche, quell e che rni hanno irn1p ressio nato a pr efer enza, sono appunto queste radiologi cl1e, ch e se meglio ·dimostrate in dipc11denza d e11'n.zion e d elln. sanocrisina a vrebbero un grande valore. Gli. inconv'e11ienti e danni che posson o deriva re dalla cura \ranno attribuiti all' eccessiva to~si e­ rn la tuber colinica p er la batteriolosi es[)licata dall a sa11ocrisina. Si discute come si è detto se i 1 p reparato 'Per sè s tesso a ccumulandosi n ell 'organismo possa p er azione t ossica rr1etallicn n.ggraYare lo stato clinico, e -ciò contro le din1ostra zioni t eorich e e le es1p erienze d el laborat orio ùcl l\IIol lgaard. In certi c a si si può aver e una reazione febbrile i11olto forte fino ad una 1.perpiressta (42o) con dispn ea , cia11osi, ittero, m elena, e morte. P ceicolo 'Più i mportante è rapppresenta to dalle ron1 pllcazioni

reu ali.

Può compari re, sia [)ure ùi r ado, un ' i11ten sa ::tll)u1ninuria co11 cili11druria. (cilindri grant1losi) fin clalle prim e iniezioni, albuminuria da non confondersi co11 quella l ieve e fuga ce d ella reazione or din aria. Altre Yolte questa albun 1inuri a s i presenta con 10 ioni re11ali t a rclivamente, ecl è j11 gen ere per l o più di 111nga dt1rata. Il siero antitossico può essere utile secondo l\Iollgaard 11ella albun1inuria precoce, n ella tarcl t,ra ri esce dannosa ; s' intende in questi co,5j ln. cnra Yn sosip csa. La perd i ta d1el peso cli\1 entn. preorcupnnte, q uando raggiunge un grado elevato (10-15 l\g. : ; spesso i11 casi di riacutizzazione di processo : in genere per ò ancl1c con notevole .diminuzione ùi peso le lesioni migliorano. I ." e ~antema che di solito è :p asseggero pu ò cli' 'C'n tare grave, sotto forn1a cli der1nite d esqu an1ativa, estesa e d ol orosa. cch er mi J1a mos trato Jn fotografia di t1 n caso r1tolto grave, ri soluto in guarigione; i l ol o ca so che egli abbia riscontrato n ella "Ua estesa pratica. I do l ori art icolari , ch e s i accompagnan o alla febhre co11 gonfiori arti colari 1Più o meno forti. sono pure rari e i1on di grande i m portan za (febbre ieun1at is111alc). •

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1'l'a i 1p ericoli quello cl1e pit1 è da t emersi è lo eh oc: malesser e, pallore, a lbuminuri a, abhassnmenro brusco della curva termica ·da 390 a ~oo , a 37° e m e110, [)Olso 1r1olJe, rapido, aritrr1ico, suo-

ni del cuore sordi e iinpt1ri, collasso cardiaco e anc!1e mortr . Appare co111e uno cl1oc anafilattico. B facile averlo n elle forme polmonari , molto febbrili e tossiemiche e con le d osi troppo forti e ra v1.ricinate. i\tlollgaavd, Ma dsen ritengono cl1e il stero antitossico applicato per Yia endovenosa (20-30 gr. ) ro 1ni>atte efficace111ente lo choc a\re11do azio11e cu. rativa e [)reventiva (1 o 2 giorni prima): i cnsi cli Tn orte po ssono v erificarsi, come i clinicj dan esi nella loro sincerità affermano, anche quand o vi era stato un trattan1ento 1pre,·en tivo del sier o (P ermin). Certo cl1e questo siero, cl1e 11a un potere antitossico lnaggiore in quello ottenuto rlai ca·val li , cl1e dai Yitelli non è sempre bc11e tollerato, ed occorre una grande c autela 11clla ua applicazione. Non va dimenticato a qu esto rig·uar.do che i sintomi p remunitori dello choc .... son o Ja comparsa della a lbuminuria piuttosto int en sa ed il brusco abbassarsi d ella tem1p eratura. Tu qual i casi la sanocrisiria è i11ri.i cata? Ln scelta clr.i casi 1p er trattamento efficace della ·sa11flcrisi11a offre delle difficoltà e·cl è argo1nr>nto cli ·v iva discu ssione. La difficoltà di scelta è ancl1e clipendente dal fntlo cl1e la t11hercolo. i i1ell ' uon10 i1011 è l1na sr 111pl ire malattia i11fett i\"a. ud a11da1nento n1011otono, i l cui i)rocesso biopR t~ o logico r isponde i11 r11oùo llllitario ad u11 tratta 1ncnto, solo percl1è il st10 l)rincipio etiologico co ~tituisre u11'unità be11 defi n ita.; 1svaria 1i elementi costituzio11ali e di d iSipoc;izi one organi ra, di Télpip orti fra. forze difen siY'e $pecificl1e ed a sp ecificl1e rendono l a tuber col osi polm onare u11 u inalattia polimor fa i11 tutto il c;t10 complesso diagnostico e prog11ostico. L.e i·dee i)l'evalenti fa11110 in genere ritener e che il tra ttan1c nto d ella sa11ocrisi11a n ei c.asi gravi, forte1nente febbrili a d ecor so acuto (polmonite cn ·eosa ) co11 stato ge11erale scade11te, cuore <l ehole n on i n da con sjg-1iars i, 1Percl1è gli i11suc' cessi so110 la regola, e r1011 è i1n1p roba hile elle lo c11cc sanoc1·isinico a cceleri la n1orte d el rna· Iato. 111 questi casi può essere solo tentato , quale t1lti1na r CLt lo o p er ,·olo11tà a ssoluta del malato. P ermil1 Faber ed altri si accordano in qu esto ehe i <'asi per i quali ln. i11dicazion e ·della ct1rn. 1per g li effetti b enefici cl1e può arrecnre, è i11clicutibile, son o quelli di tubercolosi polmonarfl essudativa cli r ecente n1anifestazione (non oltre llll a11n o) p oco e ~esi, 11on troppo 1progrcssivl . 1poco febbTili, a r esistenza orga11ica per lo n1e110 cl i. cr eta; n1entre riesce p oco efficace i1clle for1110 produtti Ye e 11elle forme fibrose J


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SEZIONE PRATI CA

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Può co·n sigliar;si ancl1e 1in forme polmonari estese ad andamento .cro11ico ed in certe tisi fibrose apiretticl1e, ma l'effetto è incerto. .N egativo o ùan11oso è il risultato della cura J1 elle forme di tubercolosi extra polmonare. ~1algrado ciò, Secher mi 11a 1 p·resentato ca~i di pleurite essu-clatiy·a e adenopatia tracl1Pohroncl1iale subfebbrile ct1rati con la sanocrisir1a e '::on JJ11on risultat o. Pur accetta11do i risultati del Secher, poirebbe obbiettarsi cl1e u11a pleurite tubercolare, a11cl1e 11011 lieve, do1po qualcl1e mese di ·cura orrli11aria -enza la ,sanocrisina possa migliorare ]n n1odo i1oteYole con la scomparsa .quasi della febbre 1"\cl il riassorbimento •del liquido: altrettanto .dica i della possibilità, con ui1a semplice cura di nria, di ripo·s o, ecc., di vedere attenuate le 1nanifestazioni cliniche Id.elle adeno1patie tracheobroncl1iali e febbrili. Il dottor H. Ulrici direttore del Sanatorio Civ] le di Sommerfel Ostl1aYelland rni dimostrò u11 ca o di artosinoYite fungosa del ginoccl1io curata co11 la sano crisi 11a, me11tre non la consiglia nnccra per le forme po1monari. ~ elle forme chirurgiche e nella tubercolosi mi1i are non è consig·liabile. :\Ia lgraido l'incertezza della scelta dei ca si du11que pt1ò djrsi che la anocrisina si è <lin1ostrn.1a utile i11 casi di t11bPrcolo. i 1~01monare essudativa l·rc:ente a sC'àrsa to siemj a.

Le con.troirldica:ioni sono dat.e, oltre elle dalla gi-nvità del 1processo polmonare a temiperature molto elevate ed oscilla11ti , dalla debolezza cardiaca con sudori profusi, ecc., la resistenzél car<1 iaca deve essere sopratutto valutata, le diarree profuse, le enteriti emorragicl1e, le lcsio11i ren a.li son o altre cause di co11troindicn.zion e. Q11anto alla durevolezza 1clei risultati, n ej casj i11 cui questi pos~ono essere dimo5trati, è da Ti tenersi che troppo breve, è il tempo trascorso cla quando questa cura è stata iniziata da poter Ti ·pondere con serenità ed esattezza in iproposito . JJ·esperienza clinica deve ammaestrarci a11col'a; vi •s ono ,dJei fatti c:he ·Ci a utorizz.ano a spe1·arP (modificazioni radiologicl1e ad es.). E certo che i migliori risnltati si hanno quando nlla ct1ra <lella sanocrisina seguo110 cure g€rteral i, :tipo sanatoriale, che serY~ono a consoliclare gli eff Ptti benefici conseguiti. Da tutto l'insien1e clei risultati e studi eseguiti dagli scienziati ·danesi, dall e 0 sservazioni e co1n1nenti di clinici stranieri che 11anno st11<1into la questione, applican·do o no il rjmedio, e alle mie l)ersonali ossei·vazio11i cli11irl1e fatte su malati e -.11 reperti, come sopra ebbi occasione di dire, ~lli 1 p are cl1e si possa ven1re ad t1na conclusione. 1

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non del tutto entusiastica, nè assolutamente pes~i 1ni stica .

P cn o cl1e questo rimedio che è efficace nella cura della tt1bercolosi sugli animali, può solo (al1ne110 per ora) iI1 un i1un1ero molto limitato di forme tubercolari .p olmonari essere applicato sul l'uomo, e con rist1ltati vantaggiosi, forse più pro11ti di qua11to -è dato ottPnere con altri mezzi di cura. L a ca.sistica de-ve essere <li molto accresciuta; j risultati cl1e co11 notevole sincerità sono stati fin0ra esposti i1ella loro vera entità no11 so110 decisivi; ancora il rimedio non è stato esa11rientemente studiato dal punto di vista clinico: nel1'0"1Jedale d1. Laen11ec a Parigi seppi che era stato appljcato in pocl1i ·Casi, ma con risultati n o11 inolto soddisf ace11ii ed i11certi, così 1p·11re cor1sta1::i.i i n Ingl1ilterra, in Germania; nel Belgi o detto tratto.mento non era stato fino ad un mese fa ancora esperimentato. Ritengo ·Cl1e ci troviamo allo stato di te11tativo, (certamente .serio), che 11a la sua base sperimentale, 1r1a cl11? occorre u11a lunga esperienza clinica prjma di poter giudicare se la sanocri sina sia. un rime1dio cl1e curi e gu arisca r ealmente la tubercolosi. BIBLIOGRAFI.i.\. (11 D i e Behandltlng der Tuberkulose mit San,ocrjsiri u11d Serunì. ' ' erteC·l t1ng·sstelle fur

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c.?·péri r?nces dil traitenient àe Sanocrjsiri_e. clan des cas graves de tuberc11,lose puLrrionalre par G. E. P ERl\IIIN. Copenl1ague. Estr. ·de

Vol. 1, fase. 2. (4) On l\1eas1lring of Anlit?tbercle Serum f or the Scl1iocrjsin treat1nen.t... D. 'rh. Maidse11, Co~

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1564

IL POLI CLINICO

OSSERVAZIONI CLINICHE( CI\"ICO

O SPEDALE HIRSCH DI SALONICCO.

Reni cistici. Prof dott. E~Rrco SCIAKY, chirurgo primario docente di cl1irurgia n ella R. Uni,rersità di Roma. Basan do1nj sulla teoria patogenetica della « mal, formazione congenita » comune a tutte le forme cisticl1 e del rene; teoria sostenuta dalla maggior parte degli stu·d io·si, riunirò in un solo capitolo 'la descrizio11e di tutte le cisti renali, eccettuandone, ben inteso, quelle ecl1inoco0ciche che rien. . ' trano in un altro campo patologico. Possiamo riscontrare in ·u no o nei due re11i conte1nporanean1ente, una o più, ·p iccole o gra11di cisti; talvolta tanto numerose, ·da costituire a ddirittura da esse sole, tquasi tutta l'intera ma , sa dell'organo, ed a cquistare in tal ieaso i caratteri 1patologici di quella forma, altrimenti e • più conosciuta ip·er « degfenerazione 1:policistica del r ene >> o « rene .p olicistico » . Le autopsie di n eonati dimostrano frequentemente nei r eni, la presenza di piccolissime cisti, specie nello strato corticale, tal ora vi~ibilj ad occhio nudo e tal'altra solo microsc01picame11te. Tali cisti, anche se microscopiche, diventano spess o, col crescere dell' individuo, 1Più evidenti rper atro,f ia del tessuto circostante e, 'qualcuna o 1più di esse, possono, sviluppandosi, acquistare di1n.ensioni e proporzioni talora notevolissime, come in uno dei casi capitatimi che citerò, nel quale una di esse raggiungeva il volume di una grossa testa di adult~. E evidente quindi, che si posso110 riscontrare, con insensibile trapasso flall 'w1a all'altra tutte le variazioni 1p iù diverse, dalla cisti solitaria fino alla dege11erazione polici·s tica di tutto l 'organo. lVIentre è assai frequente di riscontrare la presenza di 1Piccole cisti nel rene, che passano inosservate .clinicamente e 1perniettono una vita lu11ga e normale del soggetto; le grandi formazioni cistiche e la degenerazione .p olicistica invece, costituiscono una rarità clinica ed una seria infern1ità. Come ne è vario il numero, la dimension e e rubicazione, lo è anche il loro contenuto, ora di a -p etto siero-urinoso; ora chiaro come a cqua op• pure intorbidato; ora gelatinoso, ora emati.co più o meno sporco, talvolta francamente puriforme o caseoso con incrostazioni calcaree. Possono nel feto stesso a termine, tali degenerazioni cjstiche acquistare già uno svilu1p po mostruoso . e creare durante il parto hlna seria distocia p er l'enorme ,-01u1ne d ell'addome. l Tna cara tteristica 1pa rtico lare qua si costante ù ei 1

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re11i IPOlicistici \ è la .bilatel'alità dell'affezio11e: co11dizione questa che si oppone molto seria1nente ad un intervento radicale. Però vi è spesso conservata una quantità in1portante di paren. chima ghiandolare tale da permettere una lunga sopravvivenza, anche quando i11 apparenza tutta la corticale del rene •è sede di trasformazione cistica. In tale caso tutto il rene è molto aur11entato di volume e di ~eso, pur conservando gros. solanamente la sua forma carattertstica, e st notano facilmente anche altre alterazioni strutturali del rene e degli annessi suoi, quali ad e sempio adenomi d egli strati corticali e tumori di altra natura; dilatazioni notevoli di parte o di tutto l'uretere con o senza stenosi; cri{p,t orchismo, ipospadia, ecc., nonch·è analoghe ,degenerazioni cistiche di altri organi quali ad esempio d el fegato, della milza, ·della tiroide, ecc. · Istologicamente la struttura della parete delle cisti è costituita da uno strato fìbro~connettiYo esterno più o meno sviluppato, e da uno strato interno epiteliale di cellule cubiche ed appiat. tite. Nelle cisti a contenuto en1atico, tale strato e,p iteliale .è meno svilup1pato o a·d dirittura so5tituito da uno ·strato di fibrina: Vi si ha 1poi quasi sempre però una notevole iperplasia dello strato conn-ettivale. Le grosse cisti renali si riscontrano specie nell'adulto e, secon·do certe statistiche, più frequentemente n ella donna ed a destra. Le dege11erazioni policistiche ·si riscontrano pu. re n ell'adulto, fra i 30 ed i 50 anni; ma anche talora nei neonati. Circa alla patogenesi di tutte queste degenerazioni cistiche, quasi tutti gli studiosi pro1pug11ano ancl1e 1per queste, corne J>er altre analoghe aff ezionj, la teoria della « malformazione congenita >>, ammettendo che le cisti si vengano f orinando tper un anomalo 1sviluppo nell'embrione, degli epitelii glomerulari e tubulari del rene, i quali, invece di costituire, canalizzandosi, glomeruli ie tubuli, confluiscono inyece in formazioni epiteliali chiuse che, evolvendo, vengono a costituire le cisti, :proprio come si ritiene che ciò av,·c:;11ga anche i11 a ltri organi (Letulle, Forsmann, Bernier, Verliac, ecc.). Secondo la teoria della « neoplasia adenomatosa n invece, le cisti sarebpero doYute alla proliferazione dell'epitelio canalicolare in un tu1nore cistico; cioè una specie di ade11ocistoma Jnulti• plo, come un cistoma ovarico , e si avrebbero talora anche vere e 1p roprie proliferazioni pélG)illari endocistiche (Marchesini, Sirleo, Severi, Hanse1nan11, Lejars, Batrina, 1\lalass€z, ecc.). \ "irc l10,,· interpretava invece il fenomeno della produzione delle cisti, colla « teoria infiammatol' ia ,, riten endo c he jnfiammazioni renali del pe1

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X:\ Xl I, t:\SC. 45]

SEZJONF. P RATICA

riodo f etale provocasser o una sclerosi intorno ai tubuli ed alle papille e generassero poi col temp o, per c o~·ression e, una retrodilatazione n.ei tubuli e .g lomeruli, doncle la produzione di cisti. AvYalorarono tale ipotesi colla ·dimostrazione di abbon dante tessuto con11ettivo cicatriziale nei l'eni poli :::istici, :\11.>ers, Bond, Dugu et, Depage, Dominici, Erik~cn. Brongersmann, Forbes, Laroch e, Palazzo, \\'ester1berger ed altri, ma la maggioranza degli stucli osi cl1e ri.p re·Sel'o in esame ~·argo­ m ento obiettan o loro che, lungi dal rappresen tare la causa d ello sviluppo delle cisti, tale tessuto connettivo rappresenta invece l 'esito d i un 1p.rocesso reattivo sv·oltosi ·solo in seguito e secondariam€11te allo SYilu·p1po delle cisti, sì ·d a diventare esso eff etto anzi·c hè cal1sa della deg·en erazione cistica. S i1ì tomat olr>g·ia . - Le degenerazioni microci.st1cl1e non provocano si ntomi clinici evidenti; eccettt1atine tal\rolta i si11tomi d ella 1p iccola uremia latente, inerente al grado più o m eno esteso di sclerosi renale con comitante, e consistente i11 YO. · ghi di sturbi disp eptici con lingu a secca e impatinata, ftmzione torpida dell 'alvo, anoressia, ci ~ · bol ezza, cacl1essia , parestesie e qualche lieve ed8ma da stasi. Tali malati cadranno 1più -;pes~o sotto l 'ossel'Yazionr d el m e.dj co, che li curerà · p er lo 1più co1ne anemi ci e dieperiti. Le d egenerazioni cisticl1e più grandi, risvegli e. ranno l'atte11zione deJ malato e del medi:io, a seco11da del loro volum e più o m e110 grande, e si manif esteraf1no con i ·segni di u11 tumore r enale ipiù o m eno mobile, a sede più o meno variabil€, con u11a. sen sazione subiettiva di peso e di ten sione lombo-ipocon dr iaca e con crisi ch e simulano talvolta la ·colica n efritica. Il d otc·te r enale .p otrà a ccentuarsi in caso di compre<:;sione della pelYi renale, o per la 1p•rese11za di c-:ilcoli che ne oc.eludano gli sbocchi di d eflusso, od anche per la possibile infezione e suppurazjonie di parte o d j tutto il rene, ed in tal caso accompagnarsi anc11~ di elevazjoni termicl1e e fenomeni 5ettici. genel'ali. • L'€maturia si avr à di rado, e mancheranno i f enomeni uren1ici se la lesio11e è localizzata ad un solo rene e l'altro funzioni ben e. L'esam e cl1~mico. microscQpico de ll~ urine ,p otrà non rileYare nulla o quasi nulla di anormale; ra1·amente darà ql1a lche em azia o leucocità e trac-ce di albumina. La cleg·en eraz ione policistica dei n eonati crea spesso distocia nel parto, 1p.e r l'eccessivo sviluppo del ventre, ed in quelli c he sopravvivono al parto, si manifesta con f-enomeni uremi ci gravi. Nell'adulto iè il tumor e re11ale ch e costituisce il sintomo ipiù evidente, uni- o talora bilaterale, con f enom eni di compressione sugli Ol'gani vici1

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ni :· colon ascen c1e11te o discen dente, vie biliari, ecc., e vere ·Crisi nefralgi'cl1e d olorose più o meno acute, accomp ag11ate anche da n ausee, vomito e febbre. L'ematuria è un sintomo che si riscontra spesso, ribelle agli em ostatici, ostinato a 1p erdurarf', fino a Cl'eare una fo11te seria di anemizzazione d el paziente, e ch e si manifesta anche spontanea. mente quando il pazi'ente è a rj1Poso, coi caratteri di un'ematuri a n eo.p lastica. La funzion.e r enale è molto seriamente interessata qua11do le cisti sono numerose e più ancora nelle d egenerazioni policistiche; in tal caso il paziente 1presenta rapidam . ente i caratteri clinici ·Jj un r.efl'itico cronico. • Le urin e con tengo110 quasi sempr e albumina in maggiore o minore qua ntità e sono per lo più abbon·danti; di con centrazione e tasso ureico qua- · Si normale ·sipecie n-ella fase iniziale e l' esame microscopico del sed imento n on indirizza più di quello cl1imico ad una diagn osi. Quando si nota un a tt1mefazion e ·d i un r ene e Si 1p rocede all'esame separato delle urine d ei due l'enj , colpirà spesso lo scarso .valore fun zio11ale del rene supposto sano ch e, invece di pre5entare un aumento ·di funzione vicariante si terrà s1pesso al cli sotto del tipo normal e, quando non sarà acldirittura inferto re p er valore a quello più palesemen te affetto; ciò che spiega la facilità dei decessi -p er uremia, che seguo110, 1più o meno tar, di,ran1ente, le nefr.ectomie 1per tali affezioni. L'azotemia si è mostrata ·s pesso norma.le, quando é..n·cl1e la costante di Ambard dava già ci~re tutt'altro che in coraggianti; si che anch e in que. ste, rom e in altre affezioni, la costante di Ambard si è .p alesata un m etodo di ricerca più esatto e sensibile dell'azotemia. P er la « diagnosi >> aiuterà innanzi tutto i1 Cl'iteri o rli localizzazioné al rene d el tt1more in qu estione, coi caratteri di un tumore cistico che non scompare colla pressione n·è col cateterismo u r-eterico. La ricerca dell' eosinofllla e della reaziona di B0rdet-Gengoux allontanerà l'idea di una cisti idatir a . S e il tumore 1p resenta u.n a superfici-e lob?-ta i11eguale, ch e conserva vagamente, tPUr ingrandita, ancora la forma del rene, e, più an cora se si presenterà bilaterale, con una storia lunga di ematurie, crisi nefralgicl1e ie sintomi vaghi ma ostinati di piccola uremia, sorgerà l'i dea di una d eg en erazione policistica d el rene. In tal caso il cateterismo ureteri·co escluderà innanzi tutto 1'idronefrosi e, criterio importantissimo sarà il constatare un valore funzionale quasi analogo nelle 11rine dei due r eni , con una con centrazione ed un tasso ureico ta1Yo1ta migliore in quello :: he si so51P-ettava malato. 1


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L' inrln.gi11e radiografica svelerà spesso la pre-

[ ...\~NO \..\.\Jl ,

IL POLICLINICO

1566

senza di calcoli del, rene o ·del bac1netto. La pielografia aiuterà molto n ella diagnosi di idronefrosi o di idrocalice, e sarà bene anzj di es~gn i1:la sis~ematiGamente i1ello studio semeiologico• ·di og11i affezione del rene. Coi vart tumori, la diag11osi si farà in bac;e ai dati obiettivi della consisten&a .e ·della evoluzione del tum.ore; sebbene 5i debba aver presente come anche certj tumori m aligni del rene, possano evoivere in qualcl1e anno e con minj!!1-a alt~razione dello stato g-enerale ctel paziente. Il reperto di cellule n eò1plastiche n el centrifugato delle urine, ove si presentasse, riescirebbe dimostrativo; ed aiuterà infine anche il criterio del.l 'età del c;oggetto, per quel tanto c!le vale. Sp€sso però la diagnosi ·di n atura, ·si potrà fare solo all'atto OiPera1ivo ' . Se il tumore è di aspetto cistico, la deviazione del complemento farà suppo,rre o escluder.e una cisti idatidea. , · Nel dubbio se il tumore ·è renale o pararenale, la constatazi0n e di un valore funzionale notevolmente ridotto . di quel rene, farà '1p ropend,e rc 1por la localizzazione ìenal e. La 1p resenza di coaguli nell€ urine e la constatazione di un tumore renale, faranno escludere la nefrite emorragica. ,Colla tubercolÒsi del rene, la diagnosi differenziale si farà innanzi t~tto colla çonstatazione della piuria, specialmente se le urine presentano anche. r eazione acict.a; quindi con la ricerca, coi vari m etodi di arricchimento (Ellermann-Ellardsen) dP-1 bacillo di . Koch n ell-e urine e 1Per ultimo colla jnoculazione delle uril1e negli animali' da esperimento. Si potrà anche ricorrere alla ricerca ·dell'anti"'ene nelle urine (Debl"è e ·paraf), metodo b . . '. rapido e delicato, che vale quasi quanto l 1noculazione. 11/ esplorazion e cistoscopica mostrerà lesioni specifiche vescicali concomitanti ai 's.egni dis11rici noti; .. e lo studio anamnestico accurato rivele~à sipesso un passato di affezioni tubeT;;olari a carico di altri organi e 1' esame obiettivo rivelerà talvolta anche lesioni tubercolari in attospecie n ei polmoni . o nelle ghiandole peribron. d, » relativamente benigna q1t~a. vi.ta1n et quoad vaietudinem nelle grosse c1st1; poter1do un intervento sipes.so limitarsi a togli.ere la ~ola cisti rispettando il resto del rene san~, ed essenclo questa un'affezion e rper lo più unilaterale; diventa invece seriamente riservata n elle degenerazioni policistiche, specie e _talor.a. ~rusca­ mente, in seguito ad interventi ch1rurgic1 intempestivi. 'P otrà talvolta però anche la degenerazioll '' ooli cistica lascjata a. sè stessa o trattata palliati~am ente , permettere una sopravvivenza re-

chiaJi. La ({ prognosi

FA~<:.

J.J)

latiYamente lunga del malato, cl1e finirà in tal caso col cadere lentamente in uno stato uremico cl1e lo renderà meno resistente alle malattie e ne tormenterà ed abbrevierà l'esistenza. Nelle degenerazioni microcistiche non si 1parla in alcur1 modo di cura anche ql1ando la ie·s ione capiti f.ortuitamente nelle mani. per un intervento occasionale ·Che la riveli. ·Nelle grandi cisti d€1 rene dipende dai casi; se la -cisti si è estrinsecata in un solo polo dcl rene oppure se si tratta ài una o più cisti che 11a11no rispettato gran [parte di 1parenchima gl1iàn. dolare, l 'intervento si limiterà ad una resezio11e cuneiforme delle cisti, seguìta da sutura ·del rene o da tamponamento della cavità r.esid11ale (P ous son, t.D' Antona, Marion ). Se la maggior parte del rene sarà steta invasa entrerà in •b allo J'inùicazionc netta della nefrectomia, specie se l'rsame funzionale avrà · dimostrato ·sano e ' ralido l' :-1 ltro rene . Nella degenerazione 1p olicistica l'intervento chirurgi-co è controindicato, in linea di massima. <Tioverà contro !'.ematuria ed i ·dolori, piccole dosi giornaliere di blu di m etilene (0:10 gr.) noncb.è 20 ~ 30 gr. di gelatina somministrata nei pasti quotidianj oltre gli emostatici ordinari. Si cureranno m edicalmente Je crisi dolorose ed i sin.t.omi u;remici. In caso di ematuria o di infezione si J)Otrà ·prospettare l']ndicazione ·di t1n intervento cl1e si lirrliterà possibilmente ad una decapsulazione del ren 13 .o ad una nefrotomia, interventi entrambi di ri1p iego. ·Nel caso che la d ec~psulazione del rene sja impossibile, •p er.chè non si può distaccarne la capsula aderente e degenerata, .si 1p rocederà a 1la decorticazione o sbucciamento del rene, eseguito con le forbici che.. apren·do tutte le cisti superficiali .e resecandone la parete esterna per- tutta l'estensione della su'Perficie del rene, combatte sp esso molto utilmente l'ematuria e le crisi dolorose. Solo eccezionalmente, in casi di gravi em orragi e e di intensa suppt1razione, si 'I!roceder'\ alla nefrectomia. P erò tutte le statistiche di nefrectomie in tali casi sono disastrose, registrando una mortalità jmmediata e mediata. elevatissi m e: 1\ilikaniewsl{y dà 38 morti ·su 126 interventi, ed altri citano statistiche certo non più incoraggianti. · A..vendo avuto l'occasione di operare nel mio servizio chirurgico ospedaliero, tre casi di reni ìPOlicjstici, dei quali uno con un'enorme cisti sierosa· visto eh€ si tratta di affezioni piuttosto rare, ·stim~ utile riferirn e le osservazioni cli.nj che. Terapia.

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I. - Dassa G., di anni .52, ?oniugato; moglie e due figli vive~ti e s~n1.; esistono par~cchi casi di tubercolosi 111 famiglia. Soffre ossER\'AZT07'1E


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[ .:.\NNO

XXXII FASC. 45 J I

SEZIONE PHAilCA

da ::1olti ~n1~i di broncl~ite cronica ecl lla preser1-

tato bacilli di Kocl1 negli sputi. Da molti anni l-,rese11ta ogni tanto uri11e albuminuric11e; n el 1920 11a bruscamente u11'ematuri~ al)basta11za rilevante che passa con cure mediche. Ia da allora tali ematurie ·s i ripetono ogni tanto e senza ragjone, anche stando a r~po so completo. Il p. non ha ·dolori di sorta n1è fenomeni disurici. Con cure medicl1e tali ematurie si attenuano, ma non passano mai ·compl€tamente; l 'i11fermo · dep0r isce, l1a talora lievi elevazioni termiche e, dis1peranclo in una guarigione medi·ca, chiede al coltello chirurgi co la salvezza del suo male. Ecco11e l'esa1ne ol:>bietti'vo eseguito nel decerr1bre J922. • Individuo alto m. 1.65; di costituzione scl1elet1·ica i1or111ale, del peso di 60 l<g., clal colorito palli do, con inasse muscolari ipotoniche, scarso pan11icolo adipo. o e qualche ghiandola linfatica cervicale. I polmoni p resentano a sinistra rantolini crepitanti apicali; lieve ipofonesi all'apice destro, qualche rantolino diffuso alle basi. Cuore: lieve soffio sistolico alla punta; il 20 tono aortico un po' accentuato, limiti ~ ercussorii normali. L'addome è depresso, non presenta nulla di anorn1ale per il T€sto; ma nel fianco sinistro Ri lJalpa un tumore del volume circa di u11a testa di bu1nbi110, grossolana.mente reniforme, a super- 1 ficie ineguale, di consistenza dura, mobile late. ralmente, ballottante, indolente, cl1e, all'insufflazione ·del colon, appare nettamente posto al di dietro di esso , con i caratteri di un tumore renale. Il rene destro si ipa]IJ>a un po' 1più grosso del n ormale, ma non presenta segni clinici patologici e\rid enti. :'\ulla a carico degli altri organi addominali nè delle estremità, i1on edemi periferici. L' esame delle urine totali d elle 24 ore dà: eme. 1800, ·densità 1015, reazione legger1nent~ acida, colorito rosso vinoso, urea: 24 gr., cloru~i gr. 4.50, albumina presente, zuechero assente, indacano tracce. L'esame microscopico del centrifu ga1o dà abbo1i.~lanti emazie e qualche l eucocita, rari cilindri grant1losi, non bacilli di I{och all'esame col m etodo di Ellardse11. L'azotemia è O. 72 e la costante di ..\1nbard è 1 :\

l~a costa; legatura dell'uretere; allacciatura del ·pedur1colo vasale; nef r.e ciomia. Sutura della tpa .

rete, lasciando un drenaggio nella loggia. Decorso postoperajorio normale e rapida guarigione .chirurgica. 'Le ematurie cessano definitivamente -coll'intervento, ma' l'infermo continua a deperfre ed i fenomeni uremici si vanno accentt1ando. I

pjg, 1. ·L a costante ·d 'Ambard eseg·uita 2 mesi dopo dà K = 0.32; i fenomeni uremici dive11tano rapidamente allarmanti e i1on cedono alle cure mediche ; l'infermo muore verso la fine del trimestre.

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I{

= 0.14.

cistoscopia ri\rela una vescica normale per aspetto ·e continenza (250 c:{Uc.); lieve i1p eremia del trigono, m eati uret€rici entrambi normali. Col cateterjsn10 · ureterico la tumefazione non Si riduce e l'esa1ne separato ·delle urine dà: Rene destro: volume: ·16 eme.; asipetto: ambrino; reazione: acjda; urea: 14 %o; sedimento: scar si leucociti urati. Rene . sinistro : volume: 12 em e.; aspetto: ematico; reazjone: acida; urea: 12 %o; sedimento: abbonclantj emazie e leucociti. Dinanzi a ·questo reperto ·si esclude la tubercolosi del rene e Si pensa ad un tumore o ad una degenerazione policistica ·del rene si11istro e, viste le condizioni precarie dell'infermo per le continue em'aturie si decide l'inter·vento. ' in leggera cloretero-narcosi Il 9 ·g.e11naio 1923 r e~o are, previa incisione lombate alla Guyon, scopro ed isolo un rene grosso quanto una testa di bambino, aderente alla capsula adiposa dalla quale si distacca con pena; molto sviluppato ve1·so l'alto dove è fisso da aderenze; r esezione ·della L~

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Fl.oo· · ~on

'> ..... .

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essendosi potuta eseguire l'autop·sia, non si 1p uò essere rassicurati sullo stato del rene destro ·cl1e, secondo ogni probabilità, doye,ra essere 1pnre sede di a naloga degenerazione. Il rene sinistro tolto, misura cm. 28 di lunghezza 'Per 16 di massima largl1ezza; è costituito da un amn1asso di cisti dalle dirn ensioni massime di una n oce a quelle minori di un 1p isello, distinte nettamente fra loro (fig. 2)· anche nella sezione


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TL POLICLINICQ

[ ..\~NO

XXXII,

dell'organo, i1ella quale s1 rimarc:a fra le une e le altre, tralci aibbastanza importanti e.li parenchima gl1iandolai-e cli aspetto inacroscopico normale (·fig. 1) ; ciò che c i rend~ conto del suo funzionamento abbastanza t1tile e della rapi·da crisi uren1ica cl1e si è v er1uta stabilendo dopo la sua ablazione; n on aY enao potuto il rimanente rene, probabiln1 ente pure 111alato, certo degenerato , supplire alla funzione Yi cariante. Il caso ·è jstruttivo al 1p1unto di vista ·d iagnostico, e co11f erma la gravità del~a: prognosi 1postoperatori a della deg·.enerazione policistica del rene. Si sarebbe potuto (li sc: utere l'opportunità dell'interve11to per Ja natul'a probabile dell'affezione, 1p er ·il ,ialore ·della costai1te preoJ)eratori~ e per il risultato dell' esame s·e1p1arat0 delle urine; ma l'en1Ht11ria 1p ersistente e 1a t eina della possili>ilità di un tu111orP rnrr li 111nris, 11anno 1pe sa~o sulla decisione.

F'ASC.

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La cistoscopia in ostra: vescica co11tenente fa' cilmente 250 em e., di aS1petto normale. La cromocistosèo,pia dà a sinistra t111' ab·b ondante eliminazione del blu già evidente 15' ·dopo la iniezione; a destra tale eliminazione non è chiara ncancile 30' dopo. L 'esame delle urine seip arat.e dei due r eni dà: Rene d estro: '' olume: 4 eme.; colorito: pallido; reazione : a cida; urea: 5.40 %o; centrifugato: qq. l eucocita rarissimi urati. Rene sinistTo: volum e : 16 _e me.; colorito: azzurro; reazione: a cida; .urea: 22 %o; ·Centrifugato = urati abbondanti. Con questi dati si pensa a·d un tumore cistico del rene destro, co11 grave distruzione renale e buona funzjone n ell'altro rene; st decide l'intervento chirurgico cl1e eseguo in cloreteronarco.31 regolarB il 25 n ovembre 1924. Previo taglio lombare obliquo destro , scopro la loggia . r enale, nelJa quale trovo un e11orme tuo~s~:RVAZlO~E II. .l\brevayga M., di a.11ni 25, more cistico cl1e fa corpo col rene, aderente per c oniugato. sPnza antecedenti remoti degni di no ta ogni dove. . e ·con g entilizio n.egativo. Non ricorda malattie ·P er via ottusa l o distacco e tale distacco riesce importanti prima del maggio 1924, in cui ha su- particolarmente laborioso in avanti e in basso perato u11'infezion e tifosa, ii1 seg·t1ito a:lla quale è dove ha contratto aderenze col col on; il tumore rimasto molto indebolito. 11a il volume di un utero gravi·do al 7° mese e, Da qualch e tempo l1a dolori alla metà destra nel distacco della parte più bassa la cisti si <lell'::tddome, nella quale avverte una tumefazione rompe e ne fuorie sce liquido sieroemorragico in fissa un po' dolente alta· palpazione. ·Conserva qua11tità di circa 4 litri. .funzioni regolari d ell'alvo. R icorda di avvertire .continuando a distaccar e le aderenze si isola da qualche anno un senso di p-eso e qualche finalmente il rE}ne e si vede che ·quasi tutto il dolore la11cinante a lla regione l om·b are d estra; ma tumore era costituito da una enorme cisti del ipolo non 11a mai avuto coli·ch e nefrjticl1e classiche, nè r enale inferiore; m entl'e du-e altre, grandi come -ematuria; l'esam e delle uri11e, fatto praticare talt1ova di galline ne occu1panò il terzo medio ed ' rolta no11 11a r1 velato costitu e11ti a normali e la una · assai più gr ossa, tutto il polo superiore. quantità ·g lobale delle 24 ore si è mantenuta semVi$tO cbe del parenchima ghiandolare restava pre 1pressocl1·è 11o rLn al~. _ . . . . , ben poco, procedo alla nefrectomia, .p revia l egaNon 11a, mai presentato feno1nen1 disur1c1 n e tura separata d ell'uretere e del peduncolo vasale. elevazioni t.ermicl1e, i11è fenon1er1i uremi ci. T-ermino I'interve11to suturan<io la parete e laAll' esa me obbiettivo si nota: sciando due drenaggi tubulari nella loggia. GuaIndividt10 di ·statt1ra alta; sistema scheletrico rigione per ·p rima d ella f erita otp eratoria. L'ini1orn1ale · colorito roseo· 1p annicolo adi!{>oso un po ' fermo esce dall'os1pedale in 2Qa giornata e gode scarso· 'masse muscol~ri toni che e valide; non attualmente ottima salute. linfogl~ianclole sottocutanee nè ederni periferi·ci. Il 1p ezzo anatomico (fìg. 3 e 4) è oltremodo in·P olm o11i e cuore : n ormali. teressante, ·specie visto di lato (fig. 4). 1L' addome è sede di un tumore grosso qt1anto Il p olo jnferiore è scavato per ben 1/3 dell8: 11na gra11de testa cli adulto, profondament.e situato totalità dell'organo dalla grand-e cisti sierosa, ct1 i1ell'ipocondrio d estro, che scende fino a.Ila fossa cui si vede la m embrana, come un sacco amniiliaca ·destra e oltrepassa alqt1anto la linea m~­ stico ' interrotta al1 'estremo n el distacco . e che, . diana; di consistenza du roelastica, ~ supe~ficie pur r etratta, si presenta abbqstanza ampia. liscia e tesa dolente m odi·camente alla .p ressione, Il 1}3 medio ·è occupato da due cisti estrinsecate fisso e ben' limitato, nettamente di stinto dalla sulle pareti anteriore e posteriore, gran.di circa parete 11er ogni d o,~e, ·Chiarament~ distinto dal quanto u oYa di galline e c11.e si. aip1p~ofondan? fin fegato cl!e gli è indi1p endente al d1 .sopra e coi1 quasi alla pelvi: il ipolo .su1p er1ore e sede d1 u11 un a ccenno di ·diffusione Y.erso la regione l ombare · tumore cisti·co, a contenuto sieroso, grosso quanto omonima, in cui si palpa un ipolo renale,. ballot~ un arancio; fra l e 4 ·c1sti vi •è assai •scarsa qua~­ tando il ·quale, s i comunica t1~a sensazione tità di paren chima renale, con 1qualche altra .c1trasmissione al tumore in questione, tanto che s starella minore d1sseminata qua e là; la p elvi e ha netta l'imip ressione che le due mass~, turnar: l'uretere so11o i1ormali; il peduncolo vasale è un e r en e destro, _i eno intim~mente con~1unte. L~ po' p1ù grosso del normale. percu ssi one al di sopra cli esso, dall a~dome S i tratta e' ri-dentem ente di un caso di ~e~ener.~­ chiara e diYenta timpanitica coll'insuffiaz1one del zi one cisti ca del r en e, con una .g rossa c1st1 e ~1~ colon. . Nulla di a norn1ale ai te ticoli; prostata e vesci- minori sierose; se si fosse trattato di un~ c1st1 unica sareb·b e bastata una resezione cuneiforme cole emi11ali norn1ali. . senza nefr.ectomia. L 'esan1e globale delle urine ·delle 24 ore. da.: ,· 0 111111 P: em e. 1200; d ensità: 1019; aspetto: 11mp1OSSER\.AZIONE III. Franses s., di anni 26, C?do; r eazione: ar ida; albumi11a e zt1cchero.: a sniugata, senza proie, non l1a mai avuto gra,-1. senti; inclacan o : tracce ; urca: 28 .gr.; cloru:1: 1~. · 1L'e an1e ini cros1·01)ico d el centrifugato da: cri- da11ze. Soffre da 16 anni di ematuri e e lieYi do 1or1 stalli di a r jclo u1·ito, .t1rati amorfi e qualcl1e leuconella regione lombare sini tra; 10 anni fa ebbe a cita polinucleare. 1

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f •.\~'NO XXXII, F ASC. 45 J

SEZIONE PRATìC.\

soffrire di u11 ascesso paratenale si11istro che 1€ venne sbrigliato, e la pazie111e i1e guarì do1po qualche setti111ana di m eclicatute. B stata b ~11 e fino a 2 anni fa; a tale eip oca l'infer111a incon1i11ciò a notate che le uri11.e eran o torbide, 1purif or1ni e cli odore ·djsgl,lstoso; da allol'a soffre ~l'-

--

...

1569

Il r en e sinistro, i11vece, si l)resenta com e una

massa a superficie irregolare, di co11sisten za dura, del volume di una testa di feto a termine; gros. solanamente r eniforme ; poco mobile nel ballotta~ mento cl1€ riesce sensibilme11te doloroso.

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Fl g . 3.

ri arr1e11te del su o re11e si11istro; non presenta l)erò feno1neni disurie i , l1a qualche lieve elevazio11e ter~ mica; n on ha mai avuto u11a vera colica nefritica; m ai em esso ·CaJcoli fl , radiografie ripetute, n o11 J i hanno mai rivelati. L'esam e obb iettiYo riYela una donna di costituzion€ scheletrica n ormale\ un l)O' p alljda, con

Fig. 5. Presenta nella r egio11e lom•bare sinistra , u11a cicattice verticale Iuug·a . c111., a derente ai pian1 i)rofondi. L'esarne ginecoJogi,--o 11rJ11 l'iYela 11ulla di anorn1aJe.

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L Fig. 4. n1asse muscolari alquanto ipotonicl1e, senza a11ormalità .p atologicl1e n ella cute e nelle estre1nità. Torace: cuore e polmoni normali. ...\.ddome: facilmen te trattal)ile, n o11 presenta. ·nulla di anorm ale n egli organi endop eritonealL Il r€ne destro, di aipparenza normale, è indolente alla ~al1pazione e compressione.

· ----------F i g . 6.

!L'esame globale d.elle urin e di 24 ore dà : volume: 1050 ·cmc., {li aspetto forterne11te totbido con deposito cr emoso, di odore p utrido; reazio11e : alcalb1a; p eso specifico : 1021; albumina: 1p ·r esente; zuccl1ero: assente; i11dacano: tracce; non pigmenti biliari. L'esam-e m icroscop ico dcl ce11trifugato riYela :


.

1 ~70

IL POLICLINICO

[.;\:'{NO

XXX I I.

FASC. ~5]

\

abbondanti leucociti poUnucleari, qualche cristallo di acjdo ur~co, abbondanti urati an1orfi e cellule di sfaldan1cnto degli strati superficiali della vescica. La co ta11te ·di Anlbard è K = 0.072. l .. a ci -to ropia ri 1;ela una vescica contenente facilme11 te 200 em e.; il collo vescicale iè ·Congesto eù arrossato; il resto della mucosa vescicale riflette un colore giallo-roseo i1ormale; l'orificio t1reteri c:o destro appare no1·male; il sinistro pt1r.e normalb, ina da esso fuoriesce u11 denso filo di pu 5 c11e nello scendere in v-escìca conserva per un tratto la sua integrità, assomigliando ad t1n lombrico . Il cateterisillo clel rene sinistro non dà cl1e poca urina con11ni·sta ad una g·rar1 1p1a rte di pt1s ·denso; sì che ruri11a globale P.u ò considerarsi in gra11 iparte ecreta dal rene destro. ·Con qur. to reperto si 'impone l'indi.c azione di una n efrecton1ia cl1e eseguo il 27 febbraio 1925 in cloretero11arcosi reg·olare, con taglio lombare di Guyon. Ca do subito in una ganga di tessuto éicatri ziale ade1·ente al rene; col tagliente ri·esco a far1ni un piano cli clivaggio i1ella fitta ga11ga di peri11ef1jfp SGlero-adi1posa e ad ·isolare con gran pe11a il rene, aprendo ogi1i tanto cisti, quali isierose e .quali suppurate. Isolo e preparo ir1 basso 1'uretere che si 1presenta e11ormeme11te dilatato, raggiu11g·e11do le dimensioni di un pollice per tu tto il tratto ,·isibile dalla breccia 01p eratorio.; lo seziono bc11 10 cn1. sotto la p elvi renale, quindi allaccio il }Jedu11colo vasale ecl asporto il re11c. Sutura c.lC'lla parete e drenaggio della loggia rt:inale. Guarig·i011.e con decorso postoperatorio normale; l 'an1n1alata lascia il seryizio il 20 111aggio in ottime co11Llizio11i di salute. Il rene è un e en1plare oltren1oùo istruttivo (fig. 5 e 6 ; ini:-ura cm. 21 di lv.nghezza per 10 di la r ghezza. . B <:osti t u ito unicamente da u11 co11g·lornerato di cisti ben clisti11te, clel Yolume di u·n pisello le minori , cli una grossa. noce le .111agglor i; occupano tutto lo sip1es ore d ell'organ o e conte11gono un liqt1ido siero-ematico, le u11e, purifor1n·e, le altre; e ono separo te da tralci cli tessuto r enale in gran parte di a::1p etto cicatriziale; ma anche con tratti cl i aspetto inacroscopico normale. Le :fig. 5 e 6 mettono particolarrne11te in luce t1na a11ormalità i11teres ante c.011sistente i1ell' enor111-e dilatazione co11 i pessin1ento proporzionale della parete di tutto ruretere. 'Tale anormalità si è Yista talYolta acco111pagnare le degenerazioni polici ' ti c:l1e dei reni, assien1e ad altre, a carico anche di altri orga11i, come 110 riletato i1ella 1p·r i111a parte di questo lavoro e con1e è stato ancl1e recenteme11te riferito per un altro caso consimile, con1uni cato cla Pupin alla .società francese di Uro. log·ia. i tratta inson1rna, di u11 ese11~plare cli rene policistico st1ppt1rato in gran parte, i11olto probabil111c11te llllilaterale, Yisto che in tutta la lunga durata eYol uti \'a ·del i11ale, l'altro rene ha sempre fu11zio11a to i11 morlo co111p1eto .e i1on l1a mai dato segno rl i n1a1 attia, }Jer111-ette11(lo una ottima compe11 ~az ion e nncl1e dOipo l'interve11to radicale. 1

. LETI'ER.i\. TUR ..\ ANGLADE. r...·tude anatonio-pathologiqlle et clas.sifica-

tion d 'u,n ca. de rei11 polykistique bilatéraz. Jour.

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Einig e B e1ne rkungeri aber die Enster, u11y cìer ungelJ. Cysten,niere. \ \ 1irchov . .:Uch,

HORNO\,;SI<L

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STEINER. 'ui tu1riori rena li JJOllcistici. J ourn. d'Urologie, 1912.

RIVENDICAZION I. Taglio

cesa1~eo

pe1· placenta previa cent1·ale.

A proposito del la inia osservazione cli ni.ca Taglio cesareo per placenta previa centrale comparsa nel i1. 1~0 del a;>rese11t e periodico del corrente a11no, mi preme rendere i10To che jl primo ad esElgu ire con successo ln isterecto1nia precesarea sulla viv ente, è stato il prof. '"' a11te olieri di. Forlì. (Morr;agni, pa1·te II , n. 5, 1922' . Prof. GIOVA!\TNI ZANEITI.


[.i.\XNO

.\"XXII, f'ASC 45 1

SEZIO~E

SUNTI E RASSEGNE. DIABETE .

Lesioni delle

est1~emità

nel diabet e.

(COLLER e ìVlARSH. l _ourrial ·American Med. Assoc.,

18 luglio 1925). B ben noto che i djabetici vanno soggetti con facilità alle infezioni ed alla gangrena specie dei piedi. Queste lesioni costituiscono una causa ab _ bastanza frequente di morte (circa il 20 % dei diabetici), perciò il loro riconoscimento ha ·11na noteYole importanza dal punto di vista terapeutico e prognostico. Gli autori in ,. quattro anni nell'University Hòspital ne hanno osservato e studiato 52 casi, costituenti 1'8 % clei diabetici ricoverati. Tutti questi pazie11ti presentava110 lesioni (ulceri, infezioni, gangrene) alle estremità. inferi.ori. Le ulceri sono localizzate nella parte bassa delle gambe e sono comunernente associate a varici. La loro ·estensione e j loro caratteri variano a seconda la loro cronicità. Sono leggermente infette, ma l'infezione rara1ne11te si diffonde alle parti ·vicine, quantunque attraverso l'ulcera pos.sa invadere l'intero organismo. Dei pazienti esami11ati, otto tutte donne, nessuno migliorò co11 il solo trattarnento locale, ma guarirono con questo e con la dieta appro1priata. Le infezioni furono riscontrate in 24 casi. La rporta d'entrata dei germi era costituita da pie_ cole lesioni cutanee dei piedi, abrasioni prodotte dalle scarpe, taglio di calli, traumi in genere assolutamente insignificanti. Il fo colaio locale può assumere. tre forme· infezione ·dei tessuti molli , osteo1nielite, osteomielite con gangrena. Quantunq11e nel gruppo esaminato si cor..;tatarono solo tre infezioni dei tessuti molli è 1p robabile che i11 tutti i 24 casi la lesione iniziale doYette essere localizzata ai tessuti molli. Nei tre casi nei 'q uali il processo non si difft1sc si trattò di ,p iccoli ascessi e celluliti che guarirono con incisione e drPnaggio insierr1e ad a cleguato tratta.. ' mento antidiabetico. L'osteornielite fu trovata in rnn.ggior nnmero di casi. L'infezione è :secondaria, può essere 1pi1ì o m en0 ac11ta, colpire parti ossee più o meno grc:i.ndi, 11ecrotizzare una sola falange e ·distrnggere tt1fte le ossa del piede. La cosidetta ulcera perforante o trofica conduce alle necrosi delle ossa, essa comunica ~ a mezzo ·d i seni fistolosi co11 il processo osteomielitico. All'esame si trova gene.' ralrnente gonfiore, rossore, .calore, dolore de1 ipie_ de, pulsazione evidente della pedi·dia e della tibiale u;>osteriore. I radiogrammi rilevarono osteomielite dell e falang·i, dei metatarsi adiacenti e

PRAT1CA

1571

talora ancl1e delle ossa tarsali. Anche nei casi· gra\ri la capacità del paziente a utilizzare il glucosio è ridotto, ed il controllo dietetico è più difficile di quel che era prima dell'infe:z:ione. Nei casi gravi c'è intensa leucocitosi , delirio ' prostrazione. 111 genere la temperatura non è u1olto alta. Solo l'insulina domina in questi cél.si il diabete. Local1nente si praticherà incisione e drenagg io, PVer1tualmente arn1putazione: L'0steo1nielite talvolta provoca una reazione infiammatoria, cl1e determina grave arresto circolatorio lor,ale, don.de gangrena. I fatti si seg uono ·nel seguente ordine:· infezione dei tessuti molli, osteomielite, occlusione delle arterie c;clerotiche. L'infezione è molto virulenYa ·e g eneralizzata può seguire setticemia. e 1Piemia. La prognosi è in_ fausta. I 'infezione rer1de il rliabete più grave e 11on dominabile neppure dall'insulin_a . ·L 'amputazionfl non è .p ossibile perchè le condizioni del pa. ziente non tollerano gli anestetici e l'operaz ione. I.a gangrena diabetica può verificarsi anche prirnitivamente nei ~oggetti arterioscleroti ci. Pup a~sumere due ti1 pi a seconrla della presenza o meno ·dejl'infezione ·secondaria. La gangrena senza i11fezione rion differisce affatto dalla gangrena senile arteriosclérotica. Assume la . forma seéca comi11ciando dalle dita dei piedi, specialmen te dall 'alluoe. Di solito prirr1a della comparsa del la gangrena c'è cianosi, raffreddamento e talvolt5. dolore.. Si riscontrano segni evidenti d 'arteriosclerosi diffusa. Il trattamento chirurgico p11ò essere rimandato fino a quando i·l ·diabete può essere dominato, ma di solito non può es- sere evitato. 0

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L'amputazione d eve essere fatta seguendc· la linea ·di demarcazione; qu ando la gangrena malgrado ciò si estende, bisogna fare un'amputazione genèrosa abbastanza in alto. In quest'ultimo caso la mortalità è molto alta ma la morte non è ' doYuta all'operazione, 1perchè avviene <topo parecchie settimane. E difficile u;>recisare la causa della morte. Si ha prostrazione progressiva fino a1 ·decesso. I.a gangrena seguìta da infezione assume lo stesso quadro clinico della osteomielite con gangrena. .La di.a.gnosi differenziale delle varie lesioni delle estremità che si verificano nei diabetici ha importanza dal punto di vista terapeutico e quindi diagnostico. La tendenza a considerare tutte le dette lesioni come gang·rene induce ad amputa_ zioni di ·p iedi che potrebbero in,rece essere sal\"ati. Vi sono in effetti lesioni che guariscono sen7.n. interve11ti o con 1i»iccoli interventi · ch.irurgici curando il diabete. '·L 'insulina a iuta in ogni casQ il trattamento locale prevenendo il coma A


1.J- I -

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lL f'Ol.TCLINICO

din1inuendo lo. glico _uria. In effetti tra la m a.lattiP. generale e la lesion e loca] e si stabilisce un cir colo vizioso: il diahete favorisce l'infezione e questa aggrava il diabete. P er romp~re questo circolo convien e agire contempor·anearqente .sui du e processi. l ,a prog11osi tuttavia rimane grave in quei casi nei quali c'è infezione e di sturbi circolatori. D'altra parte con ,·iene che i diabetici seguano qt1elle nlisure J)rofilattiche atte a mantenere c;ernpre attiva 1a circolazione dei piedi e ad evi tare ogni lesione trau1r1atica dei medesimi. Tn ogni caso la mis ura profilattj ca 1p,iù efficace è quella I di cu r are la malattia generale. Negli interventi chjrt1rgici n ecessari per le lesion i d ei djabetici convien e curare la sce1t::i dell'ar1.Pstetico. Gli autori 11anno dato la !pre.fere11za alla r ac.hia11estesia , al protossido d ' azqto e all' etilene. L'an estesia locale n on de,re essere ado_ perata quando c'è arter iosclerosL I DR. 1

Glicosuria. ( CA~IPBE L L.

Laricet, 14 ma.r zo 19:25).

Quantunque i 1 diabete fosse già stato rle~~ ritto da ..\reteo Cappadocia nel 70 d. C., e fossi") già 11oto molti secoli fa ai cinesi cl'le lo cl1iamava no lR malattia cl ella 1s ete esauriente , ·tutta via la sua sintomatologia deve essere stata ricon osciuta molto tempo prima. Il sapore ·dole~ delle urine diabetiche è m en zionato çla un m edico indfano, Sursuta, n el 500 d. C. circa, e dal persiano _i\.vic un1z n e1 1000 d. C. ci.rea. In Euro~a però non c:P n e ebbe n otizia 1prima del 1600. Nel '700 un m edico inglese, iVIatt·l1ew Dobson, trovò ch e oltre l'uri110 a n che i1 sangu e dei diab.etici era .d olce, chP. questo sapor e sco1r1pa.riva n ell'urina dopo la f ern1entazi one alcoolica, e che le urine stesse sottoposte a ll'eYaporazione lasciav·ano un .r esi·duo di zt1cchero. CheYreul n el 1815 dimostrò che lo zuccltero ·contenuto n e Il 'u rina diabetica rassorniglia va a quello derivato d all'amido, ma fu solo n el 1R38 che P eligot dette la !prova definitiva ch e lo zycchero diabetico, · dell'uva, del m iele e quello derivato clall'amido erano identici e dette alla sostanza il nome d i glucosio ( yÀcuxoç - vino non f errr1entato). Dopo di che l ~ conoscenze sul diabete progre-dirono rapidamente. L'i n troduzion e e l'uso di u1etodi per la ricer ca del glu cosio n elle urine ril~vò che la glicosuria è un sintoma oltre che del diabete di altre a ffezion1, e che n elle urine posson o tro\'arsi a ltre sostanze che danno la m edt=>sirna reazione del glu cosio. Il glucosio in picr olissime quantità è un rostit11 en tP. normale d ell ' urina insie1r1 e a traccie di

[ ANNO

XXXII,

FASC. ~j)

altri carboidrJ.ti, quali il 1p e11tosio , la destrina ed altri ,p oìisaccaridi. Il terrnine glicosuria dovrPhbe essere riservato alla condizione nella quale compare n ell'urina una quantità· anormale di gl uc-osio, circa 10 mg. per ogBi kg. di peso del corpo. Le .p rove q11indi attualrnente in uso (metodi di Nylander, Trommer, F ehling, Hain e, Benerlict) basate .sul principio della riduzione degli ossidi metallici , generalmente ·di quelli rameici, :::t nche quando riescon o positive n on hanno valore probatorio decisivo per la esistenza di ·u na glicosuria patologica. Bisogna t ener conto della quantità di glucosio normalmente sciolta nell'urina, e teri.er con to d ella p·r esenza costante di altre sostanze riducenti, creatinina, acido l1.rico, ecc., nonchè dell' eYentuale aggiunta di formalina o clorofor111io . a 1sco1po di con servazione. Oltre a ciò l'aumentata , concentrazione di elett~oliti e di sostanze organiche nell'urina come la presenza di pr incìpi patologici, quali la bile e l'albumina, o l 'eccessiva qu a ntità di llrobili11a e d'indacano infl11enzano in \'ario ser1so la r eazione r iduttrice. Spesso piccole quan tità di sali inorganici n ell'urina tendono ad aume11tare ln sensibilità della reazio11e. 111a posson o a11cl1e far rimanere sciolto n el liq11ido l'ossj do di rame ridotto. Anche la creatinjna sc ioglie l'ossido ra1neoso . f: stato detto che la leggera riduzione i11 u11'urina con alto peso specifico sia ·sen z'altro indice di glicosuria, ma ciò non è esatto. Quandq .il peso s1pecifico alto è clovu t0 al glucosio la r idu zione ·d eve essere intensa. D' altra 1parte u n peso specifico basso non è incompatibile con la glicosuria sp ecie se il sog.getto lJeve molto o n1angia .p oco. Il metodo per la ricerca d el glucosio i1ell 'urina, più pratico e con 1r1inori probabilità di errori, è quel lo di :Sen edict. Si ag·gi unga no otto gocci e di 11ri n:i a 5 eme. d ella seguente soluzione : 1

Solfato di ran1e ricristallizzato Citr ~ to dj potassio o di sodio Carhonato ·di sodio anidro _.\ equa distillata a raggiun.~ere

gr. •

17,3

))

173

))

100

eme. 1000

Si r iscn lda la miscela e si fa bollire' per ùue minuti. Quindi si lascia raffreddare e si agita. J_,a ;p resen za di glucosio è rilevata dall'opacamento del liquido. Talvolt a si ha un'opacit~ grigioverdP dovuta a i fo sfati ed even tualn1ente a!l al· bum ina. LP u.r ine di individui con poliuria e sottoposti ad a limentazione 1priYa di glucosio posso110 dare ridu zione ad ossido rameoso rosso senza opacità. L'eliminazione di lattosio, pento~io, melanina, glicnronati, morfina, cloralio o derivati del catrarne può dare una r eazione positiva. ':\el casi nei quali si ha dubbio ci rca la sostanza 1"!he ha prodotto la r eazione riduttrice, per


[ ~N:'<IO ~XXII, FASC. 45]

SEZIONE PRATICA

accertare se si tratta o non di glucosio, conviene ricorrere alla prova d ella fermentazione. T,e cause d ella glicosuria sono Inolte. Può dlpenrtrre da eccessiva ingestione di zucc!lero (glicosuria ali1ner1tare) ed allora la dia.gnosi è facile in base ai dati anamnestici ed al fatto che l 'P,SCre zion1:1 di glucosio è del. _tutto transitoria. Nelle anrmie, n egli. stati tossici del gozzo, durar1te l'jnedia e nei forti stati e1notivi si tP·Uò a'rere lieve- glicosuria ·p eriodica. Ne1le lesio11i cer ebrali, emorragia, trombòsi, embolia, tumori endocra nici o ipofisari, co!Ilmozione, frattura del cranio, si può avere lieve glicosuria transitoTia. Si tra1ta <li disturbi del m etabolismo d egli idrati d1 c~Tbo­ nio; ma conviene tener conto che dette condizior1i po!'~on o essere accornpagnate da acidosi dipen<~ente da <lifet1o di alimentazione con acetonnria, c11e pu(' indurre alla diagnosi errata di acidosi 0 co1na diabetico. . . ~ t:'ll e infezioni settiche, nella colecistite, i1elle affEzioni acute e croniche del pancreas, n ell'a1r cooli.smo si può avere glicosuria tra11sitoria, che può si1nul ure un vero ·diabete o divenir tale ~1·ut­ ta11.josi in fondo di un disturbo in rapporto ad o.Iterazi one cl elJP, isole di Langerl1an s. Il vero diabete è caratterizzalo da glicosuria ricorrente a l un.g hi periodi di tem1po. Non sernpre c'è clirninazione continua di glucosio. I .a pii'1 inten sa glicosuria segue i pasti, mentre le urine delle :p rime ore del mattino spesso non contengono glucosio. Nei casi più l eggeri la glicosuria è il solo sinton1a 1presente, tanto che nei casi stessi i 1 diabete può essere confuso con altre affezioni : gl ;_ cosu ria rena1e della gravidanza, diabete r enale nel senso di Kle1nperèr (glicosuria ben.igna dei nefritici), glicosuria Tenale idiopatica, gliccsuria renale tossica, ed infine un gruppo di ca.si i11ter medii tra la vera glicosuria renale ed il diabet.e 1nelljto, che possono essere chiamati ·di din bete innocente. Ln diagnosi differ enziale tra queste for1ne di glicosuria ed il vero di abete è importante non solo dal ipunto di vist~ prognostico ma anche nei riguardi d ella terapia. ~ueste · glicosurie, che più che una malattia costituiscono ur1'anomalia del ricambio dei carboidrati, si distinguono dal diabete vero: 1) percl1è n on sono accornpagnate da altri sintomi 1norbosi · gli individui che la presentano 1POssono diver1tare de1p eriti ed astenici solo se si sottopongono a dieta deftcie11te; 2) sono messe in evidenza acci~lental.01ente durante l'esa1ne medj co per altre affezioni; 3) la J)Crcentual e di glucosio e l'escrezione totale della s tessa sostanza nelle 24 ore è ·p iccolissj1na; 4) inanca l'acetonuria, a 1neno che non vi sia graYidanza o jnedia; 5) l'aumento d'ir1p;r~t~0ne di iclrati di carbonio i1on accentud Jn

1:)73

glicosuria; 6) il quoziente respiratorio si eleva dop0 l 'ingestione di glu cosio, il che indica la nor1nalE' utilizzazione del carboidrato; 7) il fenomeno non ha tendenza ad accentuarsi anche sotto l'influenza di condizioni alimentari sfavorevoli al vero diabetico; 8) non c'è irperglicemia. Quest'ultimo è il carattere differenziale più importante, in quanto il vero diabete è essenzialtnente carat · rerizzat.o d all'eccessjvo contenuto ·d i glu cosio n el sang11e, ed jJ trattamento € appu11to ir1dirL~~zato­ ·P iù che n. far scomparire Ja glicosuria, ad abhas sare la glicemia fino al l ivello nor111ale pur per1nettendo a) soggetto d' alimentarsi s:i.1fftcient2rrten1e in modo da fornire all'organismo la quantità di calorie necessarie percl1è egli 1possa s''olgere il l:tvoro adeguato alla propria cond,izione. DR.

URO LO O I A. I disturbi della minzione ed il loro significato clinico. (KORNITZFH. A.merican Medicirie, agosto 19--25). I,e affezio~1i degli organi di escrez ione e di eJi, Jni11azionP dell'u rina s i estrinsecano sempre con 1norlificazior1i ·d ella com1p osizio11e dell'urina 0 del 1nodo di svuotame11to clelJa Yescica. Tutta,·ia cias0uno di questi dtsturbi può essere prese.n te in varie malattie, 1per inodo che non si può da un interna rjsalire alla diagnosi dell'affezione. Eltimentj 13uff icie11ti per l'indirizzo da dare alle i11clagini sono i seguenti: 1) f'reque11za della Jninzion e; 2) variazioni nel getto dell'urina; 3) presenza o asser1zn di dolore; 4) presenza o assenza di sangue I1ell't1rina. Questi dati, in rapporto ai risultati dell 'esa111e • fisico, cl1imico . e mi·c rosco1pico dell' urina ·dl . recente emessa (e 1p·er le don ne è utile vuotare la v·escica con il catetere), possono costituire elen1e11ti sufficjenti per Ja diag11osi non solo di. sede 1na anche· di i1atura de I la i11alattia. L' i11dividuo normale ernette quotidianamente 1500-1800 cn1c. di , urina con un peso specifico di 1015-1020 ed in cinque o sei minzioni. ·La capacità di ritenzione d ella vescica di 500 eme. pu0 ritenersi normale. La ingestione abbondante di liquidj aumenta la qua11tità dell'urjna ed il nu1nero d elle minzionj, rnentrc il peso speci.fj co si abbassa fi n o acl a vi;ricinarsi a 1000. La sete pro1ung·ata, l'aumento di 1per~1p·ira ziotie, la diarrea pr0rt.Jsa provoca.no dimi11uzione della quantità d ?l, l'urina e ~ontemporanea1ne 11te aumento del peso specifico fino a 1040 e oltre. Questa ' 'ariabili tà è indice del pott>re di adattamento del parenchima l'enale a l lavoro cl1e gli si richiede. e d'alt1·a patte 1


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IL P OLICLIN ICO •

I

costitui ·ce un elemento per la diag11osi d ei disturbi funzionali del r ene. In effetti il re11~ malato ha una funzione 1più costante d el r e>ne sa110; 1perciò q1Jando l a funzione varia meno, ossja quun. . do iJ poter e di adattam ento è ridotto, si deve sospettare una lesione .del paren cl1ima renale. l ,'in dice più signifjcativo della dimjnuita funzionalità r enale è l a diminuita variabilità del pe5o specif i ~o dell'urina (fissazio11e r enal e, isostennria). L'a um e11to della frequenza ·delle minzioni può esser-e in rapp orto all' at1mento della quantJtà <11 uri:ia ; cosi ,p resc indendo d a quella. deterrnin n.ta <:la jr1ge. ti one abbondante di liquidj, si 1può avere pol111r1a genu ina n el diabete e nella sclerosi renale. D'ultra parte vi sono condizioni, come nel secondo stacli o dell'ipertrofia prostatica, n elle quali la quantità di urina secreta è n ormal e o al di sopra della norma, il peso specifi.r.o è alto, e c'è un notevole aumento i1ella frequenza d ell e • minzioni e ad ogni minzio.ne la quantità di uri11a • e1nessa è piccola . ·.~naloghe ma.n ifestazioni si 11anno nelle nffezio11i infiamrr1atorie acu te d ell'l vescica e d elr u retra 1p oster iore, n e1 le 1prostatiti e nei calcoli vescicali. ir\nche l' urina fortemente acida rl à polit1r1a. Questa varia di g·ior110 e di n otte e con altre circostanze a seconda le affezioni: nella prostatit e e nell' ipertrofia prostatica è maggior e d i notte, nelle affezioni infiammatorie è u guale di giorno e di notte, n el calcolo ,-escicale in seguito a vibrazion i del corpo , nelle n eurosi vescicali i ha solo di giorno. 1.·01ig·11ria r la diminuzione ·della fr e.quenz[L dell e minzioni di solito si presentano simultan eam e:ire, ed 11a11no u n significato prognostico sfavor evole l)erchè sono indici d 'inst1fficienza r e11ale. In ~·egui 1 o a narcosi si jpuò a\rere ritenzione pd i11co11tinen7.a. • N~ll ' 11pertrofia prostati·ca la vescica può perdere gra:data1nent~ la sua contrattilità e divGnire un sacco enorme, completamente riempito di W'ina : la r!te11zione si aggrava sempre più , il p aziente l)UÒ olo emettere qual che goccia di urina e solo qua11do adoip era mezzi speciali ausiliari, ossia a cc'.Jvacciandosi e premendo fort emente .con la inuscolatura addominale. Se però il riem1pimPDto sorpas5a un certo limite, anche lo sfintere si allarga e si ha fuoriuscita in volontari a di piccole quantità d 't1rina . Q11esta incontinenza apparente 5i ri1p etc> cli ta nto in tanto in rappor to all' ~pe rriempi­ rne11to della vesci.ca (iscuria 1paradossa, disuria paradossa ). Lo stesso feno111eno può verifj.car si n ella rite11zio11e clipendente da affezioni rnidollari. I rt 1ali ca i l'i11troduzione di un ca tetere deciderà se i tratta di ritenzio11e o i n contjne11za v ertt. ConYiene però gt1ardarsi dal Yuotare rapidan1r nte la Ye cica iperdistesa per il peri colo di graYi em orrngie determinate da r ottura dei vasi

[ ANNO

XXXII ,

FASC. 45]

che si tro,·ano sotto l'azione d~ forte pressione. Se clopo lo s\ruotamento di 1pareccl1iti centir1aia di em e. di u rina il ·p aziente aY\rerte dolore e si l1a emissio11e cli sangue, si deYe immediatarr1ente s1nettere la cateterizzazione ecl iniettare jn vescica 100-150 cn1c. di solu zione fisiologica. L'evacuazione sistematica .compJeta dj una vescica iperdistesa può richi ed ere molti giorni. Più frequente della ritenzione cronica è quella acu1 a che si presenta jn ogni periodo d ella ,p rostatite, di ct1i per altro .costituisce spesso il 1primo si11tomo. Generalrnente è provocata da improYvisa con gestione- ·d ella pro~tata ipertrofica in seguito • a sforzi, a traur11a, a raffreddamento, ad affezioni intestinali e si mili. La rite11zione acuta si può aYere ancl1e nei restringi1nenti e nei calcoli uretrali, i1ei papillon1i clel collo e n elle donne gravjde in seguito a ùistorsione .dell'uretra. Nei prolassi e nelle anomalie di 1posizione dell'utero, come anche n ella gravidanza inoltrata si può a\rere inco11tinenza assolu ta o relativa. Altri . disturbi d ella minzi on e, specie n ell't1omo, posson o costituire elementj preziosi di cliagnosi di i1atura e di sede. Il in edico deve ossen·ar e il volt~rr1e e la f-0rza. del gett o, se ,è continuo o interrotto, se e quanto tempo passa tra il principio d ella contrazione d ella vescica e l'inizio dell'emissio11e d'urina dal m eato. D e\re osservare se l'ostacolo alla m inzion e è dovuto a fimosi. Tra i segni più im1porta11ti del r estringimen to t1retrale va11no notati l'assottigli am ento del getto, e la diminuzione d ella forza del g etto stesso· che può e.ssere ridotta a.I punto ch e r·u rina è err1essa a goccie. 'f n.li sintomi 'S ono pi'L1 accentuati quando il rest.ri11gimento è localizzato al collo della vescica. Si tr oYano p er.ciò anct1e nell'ip·e rtrofia prostatica, nella prostatite, n elle affezioni dei centri e d elle fibre n ervose della vescica. Quando il getto dell' ur jna s'interrompe irnprov. \risamente 1per ritornare con i cambiamen ti di po· sizion e del corpo, si deve pensare al calcolo vescicale. U n altro sintoma grave è il dolore, la cu i localizzazione e diffusione aiuta nello stabilire la diagnosi. Il dolor e dovuto a calcoli renali è localizzato ai lombi con dtiffusione lungo il tragitto degli ureteri, agli inguini, ai testicoli. Il dolore dei calcoli vescicali è Tiferito alla punta del pene e di\re11ta più forte con le vibrazioni del corrpo ed alla fine della minzione. Il dolore dovt1to a restri11gimento si manifesta solo durante la minzion e, è meno acuto, e s'irradia al perineo cd al r etto. ~-elle affezioni d el collo della ,·escica il dolore è a carattere puntorio, si manife~tn al ternlin e della minzione e dura fino a che la \'escira n on è completamente svt1otata.


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{~'\NNO

XXXII ,

FASC .

45]

SEZIONE PRATICA

Anr.he l'e1n.aturia ha un notevole valore diag110· stico. [ .' ern orragia 1p uò derivare da tutte le 1porzioni del sistema urinario. L'einoi:ragia che si ~ar1jfesta all'inizio della mi11ziohe, deriva d all'uretra; l'emorragia djffusa con ~angue intimam .e nte naescolato all'urina può derivare dalla vescica, da.gli ur~teri, dai reni; l 'e1norragia al t ermine ·della minzione .è ih rapporto a lesionj del collo della vescica cli solito gonococcica o a cal~ coli vescjcali. L ·e1nor ragia dipe11:de11 te d 'l calcoli localizzati n el vari tratti del sistema t1rinario, al1menta durante le col1cl1e o i11 seguito a forti movimenti del corpo. ~

1

L'e1na1uria da i1eoplasma si 1nanifesta ed aumenta senza cal1se apprezzabili, no-n è influenzata dai vari trattamenti, e cessa dopo un 1p eriodo d i tempo pitì ·O meno lungo. Un'ematuria di bre,re durata è spesso il stntoma inizi~ le delJ ~ tubercolosi renal e. Le ematurie vescicali pit'r abbondanti sono quel· le derivanti da ipertrofia prostatica: la quantità di sangue ·p uò essere tale da ta1r1ponnre comple· tamente la vesci·Ca. • DR. \

L'iniezione endovenosa di urot1~opina nella terapia della ritenzione di urina. (VOGT. "A1.unch. med. lf oc h., n . 23, 6 giugno 1924).

L'A. r icorda anzitutto co1ne l'indicazione all'iniezio11e endovenosp. di urotropina esista soltanto quando dopo 2 giorni da .una operazione o da un parto non si .abbia il vuotan1cr1to s1pontaneo della v escica. Si usa in 111edia la quantità di 5 crnc. di una soluzione di urotropina al 4 %; all~ volte sono sufficienti 3 eme. rna 51pesso si è obbligatj di iniettarne 7-8 ed anche 10. L'inie_ Zione p l1ò essere ripetuia se11za in con venie11ti 3-4 giorni di seguito. Non esiste alcuna controindicazione assoluta all'uso dell' urotropina: i risultati sono stati sempre favorevoli in casi :di ginecologia, o'3tetricia e chirurgia. ,L 'A. ha una es1perienza di 350 casi con 95 % ·di successi. Alle volte si è riscontrata cistite o tenesmo per l'impiego di quantità eccessive e di iniezi oni ripetl1te. Tali inconvenienti scompaiono prati cando ·delle applicazioni calde o ·cle1le supposte, raramente si è <iovuto ricorrere alle iniezioni di morfina. L 'ematuria nbn € quasi rnai comparsa. 1·akkas 1'11a risçontrata una sola volta su 500 casi. Il vantaggio ch e prese11ta tale metodo con siste nel fare che una volta provocata l'emissione s1p ontanea dell'urina il vuotamento vescicale torna n ormale e può mantenersi tale con piccole dosl ·di llrotropina sommi11istrate per boe-

1575

ca. Altro vantaggio non trascurabile è l'azione diuretica esercitata dall' urotropina stessa. Concluden·d o 1'.I\. fa rilevare come .1'urotropina. ag.isca solamente quando l'urina è acida; allor _ chè è ammoniacale è oppÒrtun o acidificarla prima con un'iniezione da 50 a 100 eme. di uria soluzione di fosfato ·di soda al 7 %. T . LA.URENTI.

Un nuovo indice pe1· la 1nisu1·a della funzionalità renale. (I. BETTON1. L 'Osp.edale '!\1.aggi.ore, ·31 agosto. 1925).

L' :\.. si propone di compen·diare e ·di v.alorizzare, mediante una formola .stabilita, i vari criteri ·dia_ gnostici di buona o di cattiva funzionalità renale in base 2.1 corn. portamento della diastasi nel sangue e i1elle ori11e. La diastasi, come del resto ogni altra sostanza che normalmente si trova nei due surriferiti mezzi, tende nella lesione del fìltro renale a ir1,rertirc il suo recj1p;rooo rap,p orto quantitativo, cioè ad aume ntare nel sangue e a dirninuire n elle orine e pii1 1p recisamente, .secon·do le !1umerose esp erienze fatte dall 'A., si comporterebbe n el seguente m òdQ: A terii sani: a) la ·diastasi è infalli~ilmente preser1lf; nel sar1gue in quantità inferiore a quella d elle orine; b) nel sangue il limite fisiologico massimo non oltrepassa le 6-7 U. D.; e) ad un tasso diastatico minimo o massi mo nel sangue corris1ponde un tasso diastatico pure minimo o massimo delle orine. A reni lesi: a) la diastasi tende a d aumentare nel 5angl1e superando anche i valori normali ma-ssim j : b) nelle or_ine tende inve.ce a dirni11uire avvi_ cinandosi ai valori 1r1in imi e ancl1e al di sotto ·di qn est i; e) date 1e oscillazio11i abbastanza ampje cl1e • ancl1e normalrr1e11te si r iscontrano nelle orine, ciò cne aoqu1 sta -rnaggiore importanza per la n1isura della f11nzionalità renale, è il tasso diastatica del sang11e e ar1cora pii1 la valutazione ·d el rapporto uro -sangt1igno il ·quale a reni sani dà un quoziente .i nferiore a uno . . Lo scopo cbe si prefigge l'A. è quello di poter arri vare a una f ormola eh e ip ossa esprimere co11 una sola ci.fra i vari criteri diagnostici surriferiti non solo per comodità d'intenpretazi one u1a . aJ1che p er una maggior esattezza di comprensione di essi. Secondo L' A.. più della co11siderazione del sin· golo valore diastat.ico nel sangue e nelle · orine ciò che specialmente conta per la r11isura della funzjonalità renale è la yalutazione del loro re-

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1


1576

IL POLTCLINTCO

ciproco rapporto; ma an cl1e qu est 'ulti1no 1p er ra_ gioni varie, alla stessa guisa del ra1pporto urosan g·uig110 dell'urea rispetto alla costante di Ani· lJard, dev· essere corretto. La correzione alla quale ricorse gli fu dettata dalla co11siderazione dei sin goli risultati avuti, i quali gli d1m ostrarono essere il .deficit ft1nzional e . d ei reni direttamente p rop orzionale al nun1ero delìe u11ità dias latiche d el sangue e inversameute proporzio11ale alla radice quadrata d elle unità diasta tj ch2 ·delle orine. Questo ·Co nce~ to .es1presso con una formala potrà essere rappresen tato n el seguente modo:

X

1

y

Vy

... (indice diastatico)

I

7 1 - - - 0.04 (i11dice normale minimo) 33 V33 1 4 . . = 0.~5 (ir1dice normale 1r1assimo). 7 V7 Risp etto alla funzjonalità renale ogn i indice inferiore a 0.25 d ovrà ritenersi 11ormaìe : ogn i in_ dice invece superiore a 0.25 starà ad indicare un d eficit della funzionalità in questione la quale sar à ta.nto p iù cattiva qua.11to più sarà elevato l'indice stesso. L' A. 11a in tal m odo esaminato 50 casi di forn1e con scompenso r enale e dal confronto co11e proYe fun zion al i più in u so (cost?.nte d'.i\.mbard e f enosulf onftaleina) contemporaneamente eseguite avrebbe trovato che il suo indice risponde con g1·a11d e sensibilità allo scoipo prefisso. Conclt1de affer1nando ch 'esso n on solo fornisce' allo studioso un buon m etodo di controllo da collocare accanto alle prove già n ote, ma ch'esso può es ~ ere esegui to anche in tutti i casi nei quali non è possibile di saggiare la funzion a lità renale col Tlletodi st1ncce11n ati. Da~ pu11to <li ''i sta d ella tecnica di esame la pro\'a dell'inùice diastatico è oltren10~0 pratica; 11 on richiecle alcun s.peciale str umento, nè u na .. ... pe'"!iale preparazione dieteticn del 1PnLiente. La sua esecuzi on e compreso il terupo in cui le 11r0Yette deYono rimanere in terw ostato non ri~l1iede pi11 di un'ora di teu1po. A. R. • 1

1

CENNI BIBLIOGRAFICI. G. SANAREL~T. 1Vuo ve vedtlt e sul l e inf ezioni. del. l'apparato dig erente. 1 yol . in-So di pag. VIII· 184 con :!~ figure nel te_to. Rorna , J_. . Po7. Z1 .Pdito,re, 1925. (Collezione « ~lf on ografiP mecl. cl:lirurg. d 'attualità "). Prezzo L. 25 .

Dobbia.m o j11co11testabjl.1ne11te ai lavori sperirnen tali di Sa11~rel l i le odiern e conosccnzP più 1precise e decisiv·e circa la patogenesi dc:> lJe md.1a1tie infettive dell'a,p paruto digerente. I l 1necranisrno putogenetico d ei processi m orbosi jnteressa11ti il canale a limentare è stato ass<ti difficile a svjscerare, a11che col sussidio dell e più r ecenti con 0 scenze batt eriologi cl1 ~. Da oltre un v e11tennio Sanarelli dimostrava , v er pri.mo, come l 'in fezione tifoide non sda localizzata n ell'intes·t ino, secondo si credElva (onJe i n omi di tifo addominale, dotien enterja, ecc. ~ ; ma ch e si tratta, invece, di un 'iufezione ~P.n eral e . Le sue rnem orie su questo argomento sono veri m odelli del gen ere e si leggono ancora c0n gr an· ·de interesse. La nuova co ncezi0ne patog·e11et.ica, da lui cosi stabilita, si è d ecisamen te affermata in medicina. Il valore fondamental e di essa è generalmente riconosciuto; ormai è dive11utu così corrente, che n on la s i a ccredita più a nessuuo! Bisogna cercare nei trattati il com1p,ito avuto da1 Sanarelli nel compiere siffat ta conquista scientifica . La concezione patogenetica d ella febbre tifoide è stata estesa , successivamente, ad altre infezioni si1nilari: a i paratifi, alle dissenterie ba· cillari, a.Ile diarree estive, ecc. Di r ecer1te il SanareJJj ha. compiuto tutta una serj e di ri r.ercl1e m olto interessanti fl orig! nali, sul colera. Esse estendono sempre più j trovati precedenti sul 1neccanismo patogenetico del tifo e portano un a f 011damentale innovazione llel con. cetto 1Patogenetico del colera . Secondo i risultati sperimentali di Sanarelli, questa malattia 11011 d·ev!e essere 1p iù .riguardata corne un'infezione che si effettua per la via gastro-intestinale e che si svolge n el contenuto dell'intesti110. Il conta~io avviene, inYece, attraYerso la mucosa delle fauci. I ·vibrioni penetrano, così, n ella circolazione sanguigna e linfatica, si dirigono all'intestino (en· terotropi mo) e lo colpiscon o da tergo. E a da11no d elle p areti intestinali che i vibrioni colerigr11i es1)licano la loro azione, col concorso di nliri germi (colibacilli, protei, ecc.), deter1ninand o ~a sjndrome algida. 1Sanarelli dimostra che questa è di natura anafilattoide ecl è caratterizzat a da cad11ta d egli ep jteli : perciò egli la designa col n o111e di << epitallassi » . Xulra ha ili specifico: si r jpete qua si identica in altre affezio1

in cui: x = unità diastaticl1e nel sangue y = unità ·diastatiche delle orine. .-\vendo presente che il tasso diastatico del sangue oscilla normalmente tra 4-7 U. D. , e che quello delle orine va da 6-7 a 33 U. D ., e che a r eni sa11i indi1pende11temente ·da qualsiasi .altra causa esiste una cei-ta reJ azione fra i valori m inimi e 1nassirr1i ùinstatic.i dei surriferiti m ezzi, il valore dell'indice in questione n on potrà altro che oscillare entro i seguenti t ermini :

I

[ .i\Nl'\O XXXII, FA~l.. '•5 }

1

1


[ .<\ì\~O

\:XXII,

FASC. 45 J

ni, come il cholera n.ostras e qerti attacchi di appe11dicite acuta. ·Le n ozioni così stabilite dal Sanarelli sono state già accettate e confermate da più parti. r.:epi, tallassi colerica, ottenuta ·Stperimentalmente da Sanarelli, è ormai designa ta col n.o me di u fenome110 di Sanarelli ». Ricerche lllteriori dello is tesso autore conrArnono jl carbonchio così detto interno o intestinale. Sa11arelli ha ·dimostrato eTronea la dottrina patogenetic a stabilita dal Koch e da altri autori te• .ae-chi. Egli ha dimostrato come inter,renga, anche in tale caso, un'infezione generale. Questa si com1pie attraverso le prin1e vie aeree e digerenti: la lesione intestinale risulta di natura ematogena. •

La primitiva con cezione patogenetica di Sanarelli sulla febbre tifo id e si è dunque rivelata vasta e comprensiva. Essa è ,tenuta elaborandosi e adattandosi ed è certo 1suscettibile di ulteriori sviluppj. Sanarellj ha \"eduto cl1iaro, e, a t.traverso una copiosa 1produzione di ricer cl1e sperimentali e una magnifj ca maturazion e di pensi ero, l1a compiuto un'opera cl1e è segn ata di genialità . In qt1esto libro egli l1a voluto offrire ai m edici, condensandole e riordinandole, le sue esperie1~7 e, osservazio11i P co,ncezioni sulle infezioni dell'apparato digerente. Lo fa in modo an1mirevole, con quello stile fa e il e e con'ente, eppure

sobrio, che costituisce una ,delle sue prerogative e che c'i nduce a considerare jl Sanarell i col'.lle uno d ei nostri injgliori scrittori medici. Egli esamina il pToblema con ricca .documentazione e con sottile critica: le nuove n ozioni n e balzano con eloquente evid enza. L'originalità si rivela in tutti i particolari; ma un sen so di equilibrio e di misura domi11a tutta l'esposizione. Si tratta di un lavoro meditato, denso d'idee nuoYe, ma ad andamento critico e circondato di cautele. L'autore vi ba aggiunto alcune 1parti inedite integrative, oltremodo interessanti, come la teoria elettTocolloidale dell' el jminazione dei batteri nel lume intestinale. È questa una concezione interamente nuo,ra, corr edata di belle esper1 enze, e :;0vrntutt0 coronata da a1pplicazi oni tera1p,euticbe cor1cer11enti l'azione ·di certe a oque purgative 11flturali sul microbisino intestinale. Questa dottrina, esposta ora 1per la prima volta, lumeggiata da ricerch e d1mostrati,re, verrà appresa con vivo i11teresse dai m ed1 ci pratici. Sono tanti gli argomenti conden sati in questo vo1 J n1 e, cl1e esso costi tuirà a lungo i1na sorgente ,à i l1tilissirne cog11izioni per tutti coloro cl1e s'inter essan o alla patologiR gen er ale, alla ba.tteriolo-

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SEZlONE PRATICA

gia. alla profilassi ed alla terapia delle entero, jpatie di natura microbica. ~1lolti problemi di patologia i11testinale, oggi avvolti da oscl1rità o addirittura incompresi, ,·eng·ono lun1eg·giati e definiti !Il qiJesto lihro, n et n1orlo piì1 semplice e m essi alla portata di tutti i medici colti. Le affezioni gastro-intestinali sono )e pitì frequenti di quante colpisca110 l'oJ·ganj smo: quindi il libro interesserà m olti rnedici desiderosi di ' approfo11dire le co11oscenze sulla patologia e di ,p recisar e la terapia ·di queste affezioni. Sanarelli 11a ragginnto yienarnente •lo sco1po di da-re una visione la rga e precisa, ol'gan ica e lampant.e dei complessi pr9ble1r1i pa.togenetici da lui risolti e <tel!e applicazioni che n e derivano. Il suo libro recct l 'impro!'lta della originalità e della chjarezz·t. Ne 1è annunziata una traduzione in france5e, a cura ·della cusa 1viasson, e se ne prepara una in tedesco. Il solerte editore P ozzi ya facendo con i suoi ma11uali '\rera opera ·di diffusjone delle nuove corre11ti scientLfic11e v·erso la sana pratica. 1

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FRANCESCO

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Vedico dell& Famiglie. Reale, Direttore e Primario del PreTPntorio per Lattanti e E. Maraini >. Medico primario nell'Ospedale in f antile < Bambino Gesù>. Docente di Clinica ped iatrica ne!l>i , t:otversità di Rom&.

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~A~~o

IL PGL ICL:i t\ iCO

XXXI[,

FASC.

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lttB·otMIE, SOGIETA MEDICHE,_GON6RESSI~ Società l\Iedico-Chii·u1~gica della Ro1nagna. 1S eduta del 28 giugno 1925. Presidenza. del prof. O. 0APEZZUOLI. •

>'intonia patologica dell'a cldo·me destro (appen~icite , it,lcera piloro-duodenale, colecistite). S . SoLCERI (Forlì). - L 'O., in base alla ·o sservazione <li circa 2000 ap·p endicitici ,o:perati, dimostr.a che la frequente coincidenza fr:a aip1pe11<licite, ulcera peptica e colecistite, è legata da un nesso patogenetico ohe può bene essere interp·r etato in base ai rifleooi p'r ovocati attraverso il simpatico ed il i1. vagQ dall'nppendioo flogosata . Illustra la ~mrportanza <l·u l sussi<lio radiologico per lo studio e per la diagnosi di questi pazienti. Casi di gastropatia ipercrina, <li ulreel'.a p eptica guarirono com1)let.amente e <lefi11itiva1ne11te a mezzo della sen1iplice ap.p en·dicectomia · la colecistite ' una ·volta stabilitasi, non viene motlificata dalla' .appendjcectom]a e richie·de bene spesso i11terYento chirurgico diretto. 1

Nit,ovo segn,o diagnost,ico differenziale per le affezior1.i <lolornse acute dell'addo 1ne . . E. MoNoOLFO (Cesena) . - Il si·n tomo che 1'0. illustra consiste n ella atte11ua.z ione o nella scomparsa del rifle.sso addominal e sulla zona corrispondente .al fo{Jolaio flogistico. L ' O. ritiene cl1e q11esto s€g110, di facile rilievo e di assoluta obi~ttività, possa re.care u11 utile s ussidio 11ell' ard110 co1upit o della diagnostica differenziale nel cani.p o delle affezio11i acute <lell'addome.

li'remito ·it!atideo· i11 cisti ovarlCCI.

S. SoLIERI (Forlì). -

Illustra un caso clinico in cui evider1tissimo · era il fre.n1ito idatideo, me11tre trattava.si di una cisti ovarica i1011 da echi11ococco. La cisti esti11lata ·coll'inter vento chiru.r gico mostrò caratteristiche speciali : era cioè formata da tre l·o·g ge rlel tutto i11dipendenti l'una dall' altr~. contenenti liquidi diversi" per 1de11sità, colore e corp11scolazione. Le pareti di una delle logge era esilissima, le lJal'eti delle altre due un po' più spesse; il liquido era jn tutte le cavità sotto alt.a t ensione. La cisti dava il fremito anchP estinpata; punta una. delle cisti sco1m iparve. L 'O. constata come il fremito idatideo non possa q11indi ritenersi p.ato gnomo nie:o della cisti da echinococco.

P. PANTALEONI fForlì) , - Il JJroble·ma. drlla anf itub e11·colarP. in R.omagna.

lo·~ta

E siti rnclin-terapici in rlirersP form e li 11r-0pla sia. V. lTTILI (Fa~nza). - Presenta ed illustra alcuni malat i affetti .fta forme cancerign e, {liverse per sede e per i1atura, trntt-ati con i ra.ggi Rjoentgen. e nza affermare la g uarigione clefiniti,·.a ·l'O. si lin1itn .a prese11tare dei casi cl1e ii1 seguito ad uua

cura radjotcrapica si nJantengono dopo ino1to tempo gu.ariti ancor.a. Ri~ ete il concetto già altra volta oopresso, che la radioterapia è .ancora l'unioo mezzo . in 110stra mano per arrestare, modificare jnfluire beneficamente. sullo sviluippo della terri~ bile mal.a tti.a , tanto da far sperare, che prosegue11do su q11{1JSta via si po....~a giung€re a risultati ben più favorevoli per durata e per percentua]e di <'urati. Deve ritenere la ra<lioteriapia .ancora superiore a lla chirurgia, non ta1roo per i casi presentati, quanto per le constatazioni di ogni gioll·no. Non è sufficiente intervenire presto, come si afferma . . generosamente: la recidiva è quasi' ne' intervenire sempre lì pronta a troncare ancor più presto tutte le speranze che l'intervento aveva ravvivate. La t ec·n·ica seguita • è la comune usata d.a noi i1ella oura rlel cancrd . Raggi duri: 30-40 di scintilla equivalente. Filtro di 10 +2 nelle forme profonde. Filtro gra.d11abile 11elle forime superficiali (5+ J , 10+2). Sedute quoticliane o ia giorni alterni di una-due ore, con 2 M. A. Secondo periodo dopo 3-4 setten.n arii . Terzo dopo due mesi e così per qualche te1np·o . 1

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Oo1itributa allo studio d el·l' cc Eventratio é/;ia,fragmati~a » 1\1. L'ORETI (Imola). - L 'O. ha .iil.lustrato .u n caso di eventratio diafratgmiatica stu.d iato radiologican1ente ·e tr;\ttato chirnrgicamente, ed ha te11t.ato cli .spiegar e ]e ragioni per cui questo fatto morboso si osserva quasi sempre a sinistra (su 130 c;aisi, 122 a sinistra ed 8 soltanto a destr.a). Ha concluso: 1) che a. parità di condjzioni l'enJidj afran1ma &inistr.-0 J1a mino1·e resiste11za di quello - destro pcrchè : a) esistono due orifizi e qui11di due Iocus 1nin.orics resiste11ti.ae, co11tro l'unico deJ1a parte opposta; b) vi è prepondera·n za . di tessuto m·u scolare, clJ.ie .sottoposto a conti11ua compressione ed inibizine dell' .attività. fisiologica, diviene at1'ofico, non presentando in seguito pi1ì alcuna ca.pacità di contl' arsi e di . resiste re. 2) l'emidiaframma di destra è come frenato 11.e i suoi m0vimenti e nella possibilità di esrpander,si: a) dalla vena cava inferiore che intima.mente nderi'Sce al su o orifjzio, ment1·e a sinistra l'esofago attr.av&rsa, liberamente il diafr.amma e cos-ì pure in parte l' arorta; b) dal fegato che protende a guisa di cupola; · e) d,a i . legamenti falcif-0rme, coronario e dai due triangolari; 3) lo stomaco in con.dizioni patologiche, può molto 9iù' faoilmente del fegato a .destra, provocare l'eventratio a sinistra; 4) la flessura s'Plenica del colon a sinistra, secondo il concetto del FRANK , è una delle principali ca11se di eventratio. O. S .\).TTONOCETO (Forlì). - Oonsiclerazioni sopra 'ttn ca so di lussazione bilaterale d el cri .~tallin o .


[ANNO ~.XX II , l:;'ASC.

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SEZIONE PRATICA

15/9

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. Seg ni oftalmici nelle comuni malattie n'ervose.

Sono n1oltissime le malattie che si rivelano con seg11i oc n~al'i; il grn1ppo più importante dj esse appartiene però al si·stema nervoso. Fra queste \V. FJ etc11el' Stil! (Practitiorier, settembre 1925) ·p rende in considerazione le seguenti. . · l·:n1 ·i crania. La si può riten ere dovt1ta a di ~turbi a ng! 011eurotici della circolazione nella cortec~ia cerebralf! sensoria. I pazienti che ne sono affetti hanno attacchi transitori e periodici di disturbi VIS1\'l, p . es., emia11opsja, o scotomi, insiern<:> con ,·izi di refrazione (astig·n1atismo 1niopiro, eteroforia latente) ed un fonclo dell'occl1io normale. Il n1jnimo -sospetto cli neurite ottica o di edema della pa1pilla, a ssociato a cefalea costante ed a diminuzione ·della freql1enza del polso deve far con5iderare la possibiljtà di un tumore cerebrale;. il vomito •Si trova tanto jn questo éome, nella semplice emicra11ia. Questa può guarire con la correzione dei vizi ocularj, ma talvolta è necessa, rio che il 1p aziente diminuisca . il lavoro mentale o la fatica fisica. Rp 1 lessia. Prima d~~ll'accesso si ha la n0ta at1ra visjva; dnrante l'accesso si nota una contTazione fibrillare dei muscoli pal1pebrali, la perdita del reflesso congjuntjvale e la mjdTiasi. Dopo l'accesso, rimangono delle ecchimosi nella rongj11nti\'a. :\ell'intervallo gli occhi sono relativamente normali; vi è però di solito, una certa perdita della concentrazione ,·isiva: gli occhi errano qua e là, oppure! sono fi c:;c:;i su qua lche oggetto ir1significante. Nella epilessia jakson iana, s i nota <3!pes!=\o i1eurite ottica od atrofia postneuritica. Sc~erosi disseminatri. Sintoma frequ ente e precoc9 è lo scotorna centrale per i colori oppure totale; le irregolarità della visione !Periferica sono spesso transitorie e così pure si osserva talora una cecjtà transitoria. ·Il fondo dell'occhio è ~di solito normal e 01 ppure con lieve atrofia della papjJla. I disturbi visivi con dolore del bulbo sia nei 1novimenti che alla pressione indicano una neurite retrobulbare, che si osser,ra spesso nella sclerosi. Il vero nistagmo lo si osserva nel 50 % dei casi. T r..be dorsal e. L'atrofia ottica !Primaria ed il segno cli Argill-Robertson (reazione della pupilla all'acco1nodazio11c ma non alla luce) sono spesso i 1primi segni cl1e 1p recedon o di anni i tipici. segni spinali. I. . e pu1pille .son o di solito mfotiche e spesso i11eguali. Denien.za paralitica. I segni oculari non differiscono gran cl1e da quelli della tabe. Vi è però •

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I

un si11toma pt1pillare tj1p1ico cl1e con5iste nella alternata co11trazione e dilatazio11e della 1p upiJla per pochi secondi dietro lo stimolo di un piccolo pen11ello di luce. '.Tale segno si 1può trovare anche in 1p azienti semplice1nente nerv:osj. E'ncefaLite .ep~dernri.ca. I sintomi obbiettivi possono esser e: di1plopia da p·a ralisi .dei m11'Sco11 oculari estrinseci, diminuzione dell'acutPzza visiva, difficoltà di tenere gli occhi aperti. Numerosi sono i sintomi obbiettivi. ·Gli· occhi sono tenuti soltanto 1parzialmente aperti; il paziente può, con uno sforzo aprirli del tutto, ma soltanto per breve ten1p·o. ·L e congiuntive sono leggermente congeste, la cornea ·è leggeru1ente opacata ed il -,uo riflE·sso è diminuito. Le ·PUJPille r eagiscono 1P.nta1nente alla luce ed all'accomodazione. Quando le palpebre ven gono rialzat_e, attivament e o passiv·a mente, si nota un movimen to lento laterale degli occhi. All'esame oftalmosco1pico si ri1scontra soltanto la neurite ottica che può anche guarire ma che conduce talora a lla cecjtà. Ne11rastenia ed isteris1110. E evidente che dai soli sinto1r1i oculari non si farà una diagnosi esatta· sebben e essi possano essere utili. Sono da considerarsi come neurastenici oculari quei pazienti ·dai 10 ai 30 anni cl1e si lamentano di astenopia dopo un lavoro oculare non eccessivo. L 'A. considera eccessiva la lettura 1p rolungata per olt.re un'ora dello rS nellen n. 6; tali •p azienti non resistono agli sforzi di accomodazione dei normali. Sono da consi:derarsi come isterici quei pazienti che si lamentano ·di asteno1pia, senza eccessivo lavoro oculare, nè errori di r ifrazione e con i muscoli estrinseri normaU; se 1poi essi hann o l'accornodazione perfetta, sono ·da ritener si pTobabili simPlatori, poichè rara1nente gli isterici raggiungono i 10/10. I sintomi dei neurasten jci oculari sono pura. 1r1ente subbiettivi ed i difetti visivi soltanto funzionali, tutt'al più si ipotrà trovare un PTrore di refrazione. Tutti i sintomi che tali pazienti a cc11.s a110 possono trarre in inganno 1'0"!11lista il quale deve tener 1presente che quando un individuo accl1sa: an1bliopia da t1no o da entrambi gli occhi si trova u na concentrazione del campo visivo con fondo perfettamente normale, senza segni dì glauco1na, si tratta di ambliopia nr.rvosa e la. diag·nosi .$arà oonfermata dal reperto del così detto ca1npo spirale .aella fa ti ca oculare. Prattca1nente tutti i sintorni oc1.1lari possono essere simulati dall'isterico; l'oftalmoscopio, il 1perimetro e l'esperienza cJjnica salveranno l'oculi· sta da errori in questo senso. f!L. 1


1ft80

Jl

L ~ore cchio medio come origine di

I

POLICLINICO

cronica.

s~psi

l .'oreccl1io m edio è breve, n1a l 'area di a ssorbimento è invece anlpia quanto quella del se110 sfenoidale e certo assai più che quella d ell 'ascesso d ental e apical e. Nessuna m aravjglia quindi cl1e l 'assorb11nento d el pus d a esso si manifesti con sintorni di malattia i11 altre 1p a rti dell' orga11i mo. E n on è raro il ca so di operazioni di inast oidite fatt e 1p er indicazioni 1pura m ente locali che hanno av~to u 11 grand e 1~ i se nti1nent o sulle condizioni g e nerali ·di s alute. E. \'' atson \Villimas (Pra.ctitionier, settembr e 1925) cita diversi cas t d e l genere cli ]_) azienti co11 sintorni ·di 11eu r.a stenia, di perdita generale delle forz~, di 1nialgia, di di sturbi m entali e p ersin o di accessi epilettici guariti o molto migliorati dall'opera· zione. In u n paziente con e1r1aturia, albuminuria , · co11 pus , cilindri e stafilococchi n ell ' urina , 1'01p erazion e, fatta co11 anestesia novoca1n1ca, fece scornparire gr ada1nente tutti i caratteri 1patologici d efl 'urjna, e ristabill. totalm en te il paziente. i deve quindi t ener present e cl1e, in Ofrni caso di as orhimento settico da qualch e fo colaio ignorato, \~a esaminato l'oi·ecchio ed in ogni ca"o di otorrea croni ca, qu ando si p ensi alla po·ssi'bilità di u n atto operativo, non si d ebbono so1tanto consiclerare le condizioni locali, ma anche i possibili risultati sullo stato .g enerale. . fil .

Trattamento della n1eningi1e settica diffusa di origine otitica. La nieningite settica è una delle · complicazio11i più g ravi e non rare d elle otiti. E ssa p·u ò essere p ostop erat oria, in sèguito a 1nastoid-ectomia 1per otite acu ta o ad una cura radicale per 0 tite cr on jca. 0 ppu re può su ccedere fortuita1n ente a dell e otiti acute o cronich e, con inizio l ento e progressivo ovYero brusco. L'esito ·è quasi s empre fatale ecl i casi di guarigion e sono eccezionali. 1

1

I g·r a11di interventi com1plessi (drenaggio del ven-

tricolo lateral e, d el quart0 ventricolo, lavaggio spinOYPntricolare, ecc.) sembra p.on al"lbiano dato in qu e~ta grave e\renienza nessun risultato ; iì drenaggio d ello spazio sotto-aracnoideo darebbe dei Ti ult ati n1ecliocri. .~l contrario, secondo ouant o a ffer 1na Parroccl (Par; s 111éd ical, 30 maggio 19~) il trattamento drl focol ai o auricolare, le . punture lombo.rj , la vaccinotera pia, ruso largo dei n1etall i colloi dali avr ehb e dato qualcl1e ca so di gua1·jgione. In presenza ùi una 111eningite settica, l' ..\. 1Pl'Opo11P il tratto. 1ne11to seguente: 1)

c111·a radic·ale,

111r tte11<10

largament r a

1111<10

[ANNO

XXXII, FASC. 45]

le n 1er1ingi cer ebraii e cer ebellari ed il seno laterale ; 2) rispettare l e ir1eningi se se1nbrano sane, incjderle i11vece e dten arle se so110 alter ate . Risp ettare il labirjnto se esso è anato111icame11te e funzion alme11te sano, trapanaTlo ji1vece nel caso contrarjo ; 3) ripetere l e punture l on1bari (30-40 em e.) q uo-

tidia n a 1nent8 ed anche due volte al giorno fino a che i.J liquor non dia più risultati positivi alla cultura. Iniettare n el r achide 10-20 eme. di elettrargol ogni due giorni. Vaccino- ed au toYaccino te-ra1pia endoYenosa ogni due giorni.

fil.

Sepsi da micrococcns catnr1·halis. G. . Endre·s e F. S cl1 ilf (1\Jiin cl1. niediz. 11' nc :"l, ., n . 18. 1925) l 'uno per la parte cli11i ca, l' altr v rp er la ·p arte batteriologica, d escri vo110 un caso di settic Pmia d a Micrococcus catarrl1alis. Il caso è di .. un i11dividuo che r icorse all'opera del m edi.;o dopn aver sofferto 1p er quattro settimane di febbre conti11ua e di edemi agli arti inferiori. L'esa" n1 e obb iettivo rivelò un decadimento notevol·e dellP rond izioni g en erali, una en·docardite ITJitra lica, tumore di milza , emorragie retiniche, anern1a secondaria. Nell'urina v'erano cilindri j ali'1i cd em~ zie. Culture del sangue in brodo, in agar, in a g ar. san gue. in aga r-sangne di Koch, in <1garascite di ed er o colonie di microroccl1i rhe Vf.!JL.ero riconos0iuti apparten enti al gruppo dei catarrali, non fermentando n·è il Maltosio, n è il Destrosio, . . nè i~ Levulosio. La lPl'OYa d Pll'agglu~inazione nie· dian te sieri specifici restò sem1pre n egativa. Dopo una quinta settimana di piressia in cui il p . pre·en tò f e n om cni ineningei, si ebbe l ' obitu s. L 'a uto1p sia rivelò una endocardite verrucosa mi. tealica, focolai ·di n efrjte embo1ica, un 1nfarto anemico 11ella inilza. Sia n elle vegetazionj e n 'Jocarrl ich e c he nel r en e Yennero riscontrati ac~n · rnu li di ruicrococchi ct el tutto simil i a que1 11 i ~i'. lati dal sangue. Il caso. è a.ssai importante p ercl1è a umenta le nostre conoscenze s ulle p ositiYità p atogenetiche clel l\tl icrococcu s catarrhali s . E sso venne isolato in ca si di m e11ing ite purule nta, in sputi pne urnon ic 1, n el pus da otite, n el 1pu s d a forn n co 1:. I l ca so r 1p0rtato è u11ico n ella Jptteraturo. 11011 essendo mai s tata d escritta una n efrite ed una endccorclite da )licrococcus catarrhalis. R OCCHI.

Trattamento «lelle ustioni con l'ad.i·enalina. Azione battericida ed antisettica di tale sostanza.

J3. Douglas

(Co111 pt e.c;- renrlus d e Biologie, 6 feb-

b r aio J925, Ia rile,·are q nanto segue: 1 ) L 'adrenalina eserr it a un effetto inolto fu,·o-

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$EZIONE PRA flC.\:

revole sulla e\·oluzio11e ùelle ustioni. Le scottapossibile, dopodicl1'è Sl applica una fa sci atura ben ture guariscono ra1)iclamente con in1pacchi lli soa,d·erente. Il malato resta in letto o cammina con luzione di detta sostanza, senza f.ebbre e senza le grucce. fen o1neni di intossicazione. Do1p o 24-48 ore la fasciatura è tolta e si co111incia a far ·qualche movimento. Se il versarnento. L' ..\. l1a riscontrato tali effetti nell' uomo fld ha voluro controllurli s1p·e rimental1nente: In due se si riproduce si rinnova l' aspirazione e la fasciatura: Dopo llna settimana, non essendosi più r i-· ri e di cavie praticò delle ustioni rnolto estes.e ed identiche in tutti gli animali snl dorso. Gli for1nato liquido, i movimenti son o ripresi del tutanimali trattati ~on im1pacchi di adrenalina g11a · tò, facendo ,portare al malato dei pesi. riron o perfettarnente, i controlli n1orirono tn tti In tutti i casi bisognerà però preventivamc11te con lesioni tipiche censecutive alle ustioni (ipe"" esclndl?re colla radiografi.a che vi siano delle l e·termia ecJ. infiltrazione dei gangli linfati ci, dei. sioni ossee a carico dei corpi articolari. 1\1. FARERT. polrno11i, del tenue). L'aclrenalina è impiegata a tale scopo in soluCome trattare la cistite tubercolare. zioni da 1 -2000 a 1-10000 in ·impacchi ripetuti anche a Jungo nelle ustioni estese, ed è assoiutaIl blet1 di metile11e, del quale sono note le prornente inoffensiva. Pertanto la cessazio11e brusca prie1 à antisetticl1e e antinevralgiche, è ?tato da• • d el trattarr1 ento adrenalinico ipuò provocare rliBlanc (Gaz=. d es Hopitau~&, n . 56, 14 luglio 1925) sordini locali (congestioni) perciò bisogna adousat0 in parecchi casi di cistite tubercolare. perare delle soluzioni sempre più diluite. L ' ..\. si è servito di una soluzione all'l % di L' adrenalina possiede un potere battericida ed bl eu di metilene nel sieTo artificiale (in mani'era antisettico rnolto netto. L'Autore ha potuto m ~t da aumentare, per la isotoni.c ità del liqujdo, la tere in evidenza tale potere con osservazioni in facoltà d'impregnazione della sostanza colorante) vitro. L'azione battericida è stata constatata per e h ".l. eseguito istillazioni vescicali da 5 a 10 eme., i 1p i0geni in generale, 1per lo streptococco em01isecon.do la caipacità della v escica, poi.eh-è dopo tico, per lo stafilococco, il 1p iocianeo, il B. coli,. l'ist1llazione il malato deve trattenere l'l1rina il il bacillo de1 tifo. più p ossibile. 2) L'azione favorevole dell'adrenalina neJle Sovente bastano 4 o 5 istillazioni, che saxanno u stioni si esplica senza dubbio per le sue ptofatte ogni due giorni nei casi acuti, og11i quatnrirtà ' 'asocostrittive. tro in .quelli m eno gravi. • 1..:.l\. ha potuto seguirP nell'uomo dopo una ir1ieNon si conosce ancora 1perfetta.mente peTc!1è il zio11e di adre11alina n ella flittena da ustione col bleu di 1netilene agisca su tali lesioni; certo si è microsco1pio biloculare l'estensione della vasoco . che l'effetto ·è rapi·do e la p·o llachiuria e i dolori strizione e l'arresto d ella congestione 1provocata vengono facilm ente calmati. dalla ustione. Cost s8condo I' A. l'adrenalJna eserAnche la capacità vescicale aumenta, in n1odo cita una azione favorevole nelle infezioni cre~.n­ • che, div~nuta jpossibdle la cistoscopia, si ipuò d o localmente una azione sfavorevole a1 pulluconstatare l'effetto elettivo del bleu sulle lesioni lare dei microrganismi ed all 'assorbimento dei · vescicali e ved ere come le ulcerazioni, le parti • loro prodotti. VIOLATO. cl1e hanno 1perduto il loro epitelio di rivestimer1to le mfnirne effrazioni della m 11cosa assor. Tratt~mento dei versamenti articoJari traumatici bono Ja so s t~n za colorante, restandone 1poi imcon l'aspirazione e la mobilizzazione. pregnate. A. P OZZI. Il rnet.odo è stato aipplica.to per molti anni. d::i. w. :vJ. Brickner (Ani. Jour. of Surg., febb. 1925), ottenen·do sempre bu0ni resu ltati, specie n elle NOTE DI TECNICA. sincviti del ginocchio. NellP. sinoviti dell'anca il nietodo di concentrazione successo è meno brillante, 1p erch·è la tùmefazione per l' esan1e degli espettorati. è · qui data in gran parte dall'edema extra ·al't.i1

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I

colare. Coll'aspirazione precoce si mitiga il dolore, si per1n ette alla capsula di contrarsi, e si ha la possibilità di eseguirfl qualche movimento, ridttcendo di molto le probabilità di u na lesione permanente articolare. Nella sinovjte del ginocchio si procede nel seguente modo: L'articolaaione è svuotata il meglio

Il reperto di ì1acilli di Koch nel]'espettorato è la sola 1prova sicura .p er la diagnosi di tubercolosi. P(··rò il comune m etodo di rtcerca mentre risp0nde molto bene quando i bacilli tbc. sono .abbondanti, nei casi in cui quèsti sono scarsi,. può forn~re anche dei risultati negativi. Molti metodi sono stati proposti per detercni!la:·e la concentrazione dei bacilli, ma nessuno dj essi I


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aYeva ·d ato finota buoni risultati. Recentement '-3 gio dal glucosio all'jclrn.to di e direttamente utiAndrus (Canad. med. ass. Journ., luglio 1924) 110 lizzabile (.i\.ndova e ' Vagner hanno os·servato l'nucercato di provocare la concentrazione J8i bcl.<..1111 1nento. del lattacidogeno dotPo l'iniezione cli in~eparandoli dall'espettorato per mezzo d'idrocA ;. suli11a). Per qt1esto fatto tutti i n1eccanismi regoflonati volatili. In tal modo è riuscito ad ossetlatori funzionano in 1nodo inverso a quanto av' are bacilli in grande quantità, in casi i11 <· c1~ viene .n el diabete: la glicemia si abbassa, le rimentre gli esami 1precedenti erano stati po5itivi . servt.. .rli glicogeno si ricostituiscono nel fegato, su ccessiv~rnentP, il t~pPrto bacillare ~ra djvenut0 11 Jnetaboli.s mo ·dei grassi torna i1o~·n1ale, 11 quon egativo. ziente respiratorio si rialza. Ugualmente in soggetti clinicaménte tubercolari . J_, 'ab bassan1ento del fosforo sanguigno con$tama con espettorato n egativo, l' A. ' ha avuto re- tato dopo l'iniezione di insulina si spiegl1erebbe perto positivo n el 58 % dei casi. e.on la fcrn1azione di una maggiore qt18ntifi\ di • A. POZZI. lattacidogeno. All'infuori di questa azione fisiologi-ca 1a i11sulina favorisce la glicogenolisi, o la produzione di zuccl1ero a spese dei grassi? Fleisch (Schweiz. ·NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. 1nediz. iv oc h., t. Llv·, n. 49, rifer. in Pre sse méd. , Te·oria sul diabete e snll' azione dell'insulina . 1925, n. 13) non lo 1p ensa, ma suppone cl1e essa · possa attivare le combu stioni stesse, 1poichè h:i, vi Il diabP.te è costi tnito rla un distur.b o del rnecsto che essa aittva la riduzio11e del b1eu di r.oetica11ismo regolatore cl1e presiede al met3.bolismo lene, ed aumerrta, in vitro, la produzione cte1ì'ace·degli idrati di ca1~onio. Ma l'elemento essenziale, taldeide, prodotto intermediario della combustio11e che all'organismo importa che ·Sia regolato, non ·d ell'a cido lattico. è il glucosio qual e si trova 11el sangue, ma l'idra•.i\.. PICCINET LI. to di carbonio utili=zabile, ed in iparti-colare l'aci·dO exosifosforico o lattacidogeno, che è, per En1bde11, l'ali~ento energetico necessario del muscolo. POSTA DEGLI ABBONATI. P er assicurare ai tessl1ti una razione ,p ermanente e 1st1fficiente di idrati di 1C direttamente utilizza·cu1'a della. « 1lretrorrea ». - .i\.IJ 'ab b. 8089: bili esiste tutta una serie di meccanismi regolaSe ciò che l'abbonato cl1iama uretrorrea è do' tori: un primo presiede alla trasformazione ·del vuto ad un'a11tica uretrite ble11orragica i1on anglucosio sar1guign o in idrato di e utilizzabile; cora guarita, è necessario curare questa co11 1 ma , in caso di lavoro muscolare intenso, la prov- consueti sistemi (lavande vescico-uretrali od istil· vista del glucosio del sangue 1s arebbe esaur.i ta in !azioni nell'uretra posteriore di sali di argento, 4 minuti circa, se un secondo 1neccanismo non dilatazioni graduali metodiche dell'uretra, ecc.) . n e assicurasse il rifornirnento a spese del glicoTalora peraltro gli stati di depresstone nervosa • g·en0 epatici) (meccanismo nervoso, secondo le i11 genere e la debolezza sessuale in ispecie sono esperien ze di CL Bernard, ed en·docrino, come è accompagnati da prostatorrea (emissione di liquido provato dalla iperglicemia adrenalinica). . . prostatico durante la defecazione o alla fine de 11a Il gllcot;eno epatico stesso non potrebbe soddimi11zione); in questi casi, olrtre le consuete cure sfare i bisogni dell'organismo per 1più di due ore, tonico-ri costitue11t_i giovano i massaggi prostatici se altri mercanis1ni regolatori non impedissero e le applicazioni fre1d.cte sulla prostata mediante l' esaurimento delle risE.rve permettendo l'utilizzai 1 ?J·~rfrig ere ture an.al.e, ecc. zione dei grassi, la cui disintegrazione co11du~e V. MONTESA~O. alla f orrr1azione del g·lucosio, e dei corpi acetonici. ~el diabete il distUrho essenziale colpisce la tra- All'2bb. n. 51t45: sformazione del glucosio in idrato di carbonio diCo11sulti : F . DI Cor.o. 'YlariuaLe pratir.o per l'i1nrettamentP. utilizza1bile, la cui ·diminuzione si acbalsamazione umana. Hoepli, ed ., ~filano. f ì l. com.pagna a un aumento della glicemia, a un ronst1mo eccessivo del glicogeno epatico, a una .Al dott. D. Del Duca: disassimilazione esagerata dei grassi con eccesso :\on esiste un libro che trattj solamentP della di c0rpi acetonici. Vi ipnò essere, nei diabeti gra. fonencloscopia.. Sul vecchio, 1na ,p ur sempre buono vi anche un disturbo tessurale che inibisce la ' p classico 1\l anuale dei metodi fisici di esanie di con1bustione stessa dell'idrato di e: ina questo ' Erctt0nsT, vj è un lungo capitolo del traduttore non è il fatto fisio-patologi co fondamentale. dedi cato alla fonendoscopia. L':tzione ·dell'insuljna, si co1npren·clerebbe bPne fil. cnn questa ipotesi: la jnsulina attiYa il passag1

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·SEZIONE ?:l 1.IìCA

VARIA ~ Il i·af1·1·eddo1·e. Il taffreddore rappresenta una delle 1più comui1i malattie, che ;pr ovoca il mag·gior numero di assenze dalle scuole e da l lavoro. In u 11 a recente statistica d elle scuoìe di V\'ashington, si è veduto di fatto ch e il 70 % delle assenze era ctov11to a cause m edicl1e e che il 40 '}~ era dato da affezioni clell'aipparato r espiratorio. Cifre ancora 1più nronative danno h ! società di assicurazio11 A; per 1 u1a d1 esse, con 2000 soci, ·s1 .... ono avuti, jn 300 giorni lavorativi, 651 assenti còn 1202 giornate p€rdute. La Metropolitan 1Life Insurance eompany, sopra 1000 assicurati 11a a vuto nel perio!lo di nn anno 420 assenti con 6i233 giornate perdute, c;e1:-ipre pe1~ il solo raffreddore; si calcola che questo, per Cl11c;.1go, raJppresenti una perdita annua di sette milioni e mezzo di dollari, senza tener conto dei ùisagi e del 1nalessere che non 1possono yenire cal colati in m oneta sonante. Vale quindi la pena di preoccuparsi di questa malattia più che non si sia fatto per il passato per vedere di evitare i danni che essa porta. Lo studio dell'andamento dell'eipidemia di.~n o­ stra che essa subisce d elle variazioni che sono state trovate sincrone a S. Francisco, New Orleans. Chicago, Boston e W ashing ton e cioè si ha una prima ondata verso la fine ·di ottobr<:', poi una diminuzione sino alla fin e di dicembre uno ' sbalzo n ella prima sett11nana di genna1o, scguìto da una graduale diminuzione. Nelle stati stiche non son o separati i casi di raffreddore da quelli ·di broncl--.1te, poln1onite, influenza, ma i primi raa>pr esentano indubbiamente l'assoluta maggioranza. Sopra 1272 individui osservati, il 90 % ehb~ raffreddori durante il periodo di otto m esi ; fra questi, il 7.7 % ebbe febbre, 1'83.1 % secrezione nasa!e , 62.6 % ostruzione nasale e 25 % mal di gola. Non è ri sultata chiara l'influenza di nessun fattore r ìte:quto patogeno (tabacco, dieta, respirazione per la bocca, corren ti d'aria, costipazione, ecc.); non sembra che la chir11rgia nasale e la tonsillecto1nia abbiano 1portato un a r iduzion e negli attacr.hi acuti. r:ra i diversi studj fatti per trovare un 1possibile germ e specifico, sono interessanti quelli èfi I{ruse e Foster che hanno raccolto la secrezion e nasale ed, agitatala con soluzione fisiologica, l'hanno .filtrata attraverso le Berl<efeld, introducendo poi 3-6 gocce del filtrato n elle naricj di dieci indivi:ì11i · ' in nove ·di questi, si ebbe, entro 8-30 ore lo svilupip o -di un r affreddore t.Lpico. L'esperimento fu poi ripet11to con i filtrati delle colture fatte con la $ecrezione nasale e diede r isul tato poc;itivo in tutti gli undici individui in cui venne fatto. Sembrerebbe quindi a ssodata l'influ.enza p atogena di I

un vjrus filtrabile. P er lo sviluppo del raffrf'ddore entrano p oi in gluo co altre .. cause, quali l'esposiziune a l freddo ed all' umidità, la vita in a mbienti miseri, g li :lbiti inadattL 'Come osserva G. B. Rice (Bo st on rn ed. and surg. jourrial, 14 m ag'g io 1925) , la patologia del raffreddore è abba~tanza nota. Nel pti1110 stadio, c::i ha la con trazion e dei vasi sanguigni e la dimj11uzio11e di attività d elle gl1ianclo le mucose; in seguito invece i vasi sanguigni si dilatano, le ghiand oJc entrano in grande atti, 1tà e ne ri 5ulta l'ostruzi one ' r espiratori a e lo stadio catarrale con secrezione n1ncop1trulenta spessa. Da ulti1r10 si ha la risoluzione oippure la diffusione deJ processo ai seni , al nasofaringe, a'lla 1aringe, alla trach ea , ;i.i. bronchi, alle orecchie. I sint omi generali, com e febbre, prostrazi on e, cefalea, dolori alla schiena ed agli arti, -dipendono dalle tossine assorbite d uran .. te lo stadi.o d'infezio11e. Xel primo stadio, sono utili le irrigazioni calde • nor1 già fntte con forza o con il p olver izzatore, ma 11sondo u11a siringa od tma ·doccia nasale e curan.. do el1e ia corrente d i ritorno abbia lib ero deflusso. Utile è a ltresì l'a1w li-cazion e di un ta1npone di cotone irnbevu to con un ~ale d'argento, da lasciarsi contro il turbinato medio per 10-30 minutL .t \nche l'rupplicazio11e di unguen ti nasali •p uò essere giove .. vole. • A. 11 ~0rn ofrgetto r1i disct1ssione è il trattamento col cloro gassoso in opip or tnna diluizion e. È un fatto assodato che l'azione del gas non può intend ersi i1el sen so che esso uccida 1 germi, i.n quanto che sarehb.e n ecessario per questo una concPntra.. zione che risulterebbe tossica per l'individ no. Al~ cu11i a utori ·se ne dimostrano en tusiasti, co1ne Veider e Sa:wyer che (Journ. amier. m ed. assoc., 8 rnarzo J 924) ottennero guarigioni nel1'81 % di bro11ch iti acute, nel 78 % di lar]ngit] acute e n el 100 % di laringiti cr onicl1e. L'accordo non è certamente raggiunto per quan· to riguarda l 'azio11e d ei vaccin i, pe r i qua15 va r ertomcnte sconsigliato l'uso indiscrimina to degli stocl<-vaccini. quelli autogeni .p ossono essere utili per la profilassi e a>er il trattamento nell o sta dio acuto e catarrale. In co1nplesso, si deve Titenere che il raffrecld~re spesso J1a inizio da cambiam enti termici, da inalazioni di sosta11ze irritanti e si manif Psta con una ip~re1nia non infettiva ch e rp uò anche Ftborti· re; in seguito :s i ha u11a vera infiammazio11e r l' infezione; il raffreddor e si stabil]sce eom e un .p ro· cess0 infettivo comunicabile ad altri. Si compren. de che la cura di m alformazioni o di alterazinni .del naso, gola sia t1n passo utile p er la profila.ssi e così pure l'.evitare il tabacco e gli stirncl:.tnti, l'uso ùi abiti adatti e l'effetto stimolante dPi ba... gni fr eddi, per aume11tare la r esistenza. fl,l.

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POLI1 ICA SANIT1lRIA E GlURISPllUDENZA * CON'fRO'' ERSlE GlURlDlCHE

LXIX. - Efficacia delle norme ~ei regolamenti organici e dell'obbligo assunto dal Comui1e ci1•ca il pagamento della Ricchezza l\lobile 1>er gli im• piegati. ·

La Corte di Cassazione del Regno, II Sez. civ., con sentenza 18 aprile 19"25 - .nella ca11sa Comune . 'di ~'r or. te:leone C.alabro contro .p apandreB. - ha risoluto due ir11portanti 'questioni: l 'una circa la efficacia clelle normP dei reg·~lamenti organici; l'altrn circa l::t val i·dità dell'obbljgo di corris.p ondel'e agli iinpieg·ati lo stipendio al netto della R. 1\1. I rapporti gilrridici tra g·li enti autarc.hici e i pro1pri in1pie·g ati soJ10 disciplinati norm·a lmente dal r egolamento organico. L'ente · cl1e ' attraver·so . il regola1nento o con altro provvedjmento, assunse un dE~to irr1peg·no, non può sottrarvisi, · salvo che dimostri cbe la norn1a I).on è piu in vigore o è contraria alla legge. Questa risoluzione~ che ha fonda1r1ento sui ·p rincìpi generali del diritto con cernenti i. rapporti obbligatori, trova larga ru.pplicazio11e nei ;p iù svaria.ti casi. ri n ;Sostanza, la norma del regola.mento o, in ge11ere, della deliberazione dalla quale sorge un obbligo del Corr1une è fo11te ·del correlativo diritto per l'impiegato e iì Coro ur1f" devE osservar] a, sinçl11è essa è in vigoee. Il regolamento 1p .u ò essere modificato, ma con 1e form e e con le approvazioni cl1e sono richieste per la formazione di esso; sino a .q11ando l'abrogazione o la modificazione non è perfetta ed efficar:t>, vale la vecchi::t i1orma. La ·Co-r te ·d i Cassazione consirlera inef.ficace a:ncl1e la aiSfPosiziou.e che, pui- approv ala in forma regolare, sia però con.~raria alla· legge. · Questa risoluzione può sem• brarr discutibiìe a 1prima vista; ma ·è gj uridicame11!e cerretta, percl11è il potere regolamentare è lirr1itato e ·de,re svolgersi entro l'ambito della legge: una disposizio11e contraria ad essa sarebbe intrinsecamente invalida ed inefficace. Così per es. sarebbe i1niproduttiva di effetti la disp9sizicne di un regolamento cl1e, !Per il periodo di prova, stabilj~se una durata maggiore o minore di ·quella legal e o cl1e co11siderasse non valutabile il servizio i11teri11ale, ecc. Qui la nullità è e'ridentissima perchè si tratta di norme contrarie a disposizioni imperative di legge. Pi .1 importante è l'altra risoluzione. B noto cl1e la pr :is~1 am111inistrativa e il Consiglio di Stato in sed~ consultiva consid e1~ano inefficaci le disposizioui delle deliberazionj o dei regolamenti comu1

' r1ali c;l1e stabilisco110 lo stipendio al netto della R. "NI. La Corte di Cassazione si è trovata <Ii fronte acl. una deliberazione, regolarmentP. ' a1ppro·vat;;i., la q.u ale attri·b uJva al ·C omune l'obbligo di pagare la R . M. sugli .sti1pendi dèi prqpri impiegati. Il c::tso era 1particola.rmente interessante perchè si trattava di un ·Corr1une che eccedev·a il Iirnite legale della sovraimposta. La Corte di Cassazione ha co11siderato e dicl1iarato vaÌido l 'impegno co11tratto dal Comune ed ha soggiunto cha tale validità non viene meno per il fatto che il ·C.o n1une supera il li.mite legale ·della .s ovrajmpo• sta, specialmente se il giudice di merito, con ap' 1prezzame11to incensurabile, abbia ritenuto ehe 110 nere dei pagamento _della imposta di R. ~1. sia stato dal Comune ass1111to in vista ·della tenuità degli stjpencli corrisposti ai propri impiegati. Qui si 1presenta un'altra questione: ammessa la validità dell'obbligo a_ssunto, 1può il Comune re. "tocare, con ~ffetti s'intende per l'avvenire, la delibera.z ione che è fonte ·dell'obbligo stesso? Tale questio11e non si :p resentava ·31Ila Corte di c:assazior1e. Io inclino a ritenere che la deliberazio·ne concer11ente l'obbligo del ipa.gan1ento della R . M. costituisca fonte di un ·diritto quesito ·dell'impiegat0 e cì1e il Comune non possa sottrarsi al rela· tivo obbligo. Ir1 u11 caso ·è però ipotizzabile una soluzione diversa : q11alora il Comune riveda e modifichi tutto i1 trattamento economico è, ass1.c11rando nl1ovi e maggiori vantaggi al medico r.ondotto, concet~er1do, per es., un aumento di st.!pe11dio, staì:iJisca le nuove .condizionL

LXX .. - Pubblicazione e. modificazione dei rego· lamenti. ' per la La legge non stabilisce norine speciali publ::•Jicazi orte .d ei regolamenti comunali. Si deve quindi ritenere che sia ricl1i,esta soltanto la pubblic::i.zion e prescritta per le deliberazioni. Pertanto i regolamenti, in .quanto contengano provvedimenti d'ordine generale. nor1 estgono notificazione individuale; pe1· essi l'l pubblicazione. nell'albo pretorio bast.a a produrre effetti erga ornries. Soltanlo l e deliberazioni riguardanti singoli individui o sj ngoli enti devono essere notificate agli interessati. Questa massima adottata dalla V Sezione del Consiglio di Stato con decisione. 6 febbraio 1925 n. 59, è discutibile qualora il regolamento contenga disposizioni cl1e tocchino interessi di . indjvid'JL P Pr es.: ne1 caso deciso si trattava di u~ regolamento concP.rnente i nuovi organi ·~i; il

(*} La presente rubrica è affidata a11'avv. GIOVANNI SELVAGGI. esercente in ·caSBazione, consulente

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SEZIONE PRATICA

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rtcorrente 1peodusse ricorso alla G. P. A . dopo la defir:itivP., incomi11ciando la rin110,·azione rlel pronotifjcazjonE? dell'in·quadramento ùi. llli n egli orce.dim ento stesso dall'ultimo atto nl1llo. A questo ganici nuovi, e il ri·c orso f11 dicl1iarato tardivo. obbligo i1 Comune non potrebbe sottrarai n err1meMa è da osse1·vare: se il regolamento riguardava no se alcu.n i dei concorrenti n on ripresentassero i direttamente l'interesse dell'im1piegato, se ci0è 0on- .. doc111nenti n ella seconda fase d el procedimento. teneva già la norma concreta dalla quale l'inquaLXXII. - Facoltà di scelta p er auto- determinadran1ento djrettamente derivava, quel provvedi• z1one. rr1eI'-to avre·b be dovl1to essere notificato all'interesSe n ell'avYisçi di un concorso sia detto cl1e la sato, a norma ·del regolamento di procedura 17 i1omina (nel caso in esame, nomina a medico cl1iagosto 1907 n. 643. .Se invece sj trattava di una rurgo d1 rettore di ospedale) sarà fatta con le stesnor1r~a generale, la notificazione non era necessaria ma n on decorreva n emmeno il termj11e per se inodalità e condizioni stabilite per i medici conclottj, l'a111ministrazione ha libertà rlj scelta fra il ricorso. iu quanto l'interesse dell'impiegato nort gli idor1ei à i1orma ·degli articoli 30 del T. U. delle era ancora concretamente Jeso. leggi. sanitarie 1° agosto 1907 i1. 236 e 25 del regcCo1nunque, è opportuno tener presente la risolame11to 19 lug·lio 1906 i1. 466, non 1potendo la porluz!one del Consjglio di Stato, che noi desumiarno tatg di tale clausola essere intesa co1ne semplice dalla decisione mancandoci i particolari ·di tutta indicazione d ell' organo cl1 e deve 1procedere alla la controversia così come si presentava al gi udi~io di esso. Co11viene tenerla 1 p resente come i1orma 1101n1na, della durata della nomi11a e così via. In quc:sto caso la facoltà ·di scelta i1on dPriva diretdi ro11dotta 1pratica in tutti i casi in cui siano de. tarr1ente dalla legge ma è effetto di t111'autodeterliberati regolamenti organici dai quali direttaminazione 1lel Co111tn1e stesso. mente derivi o possa derivare un effetto sulla Se sia prescritto n el bando cl1e un ~~pjrante carriera e sulla posizione dell'impiegato. In tal deve provare di aver compiuto il serYìzio effettivo cas0 si .deve tener conto della data ·della pubblidi assistente medico cl1irurgo e quello successivo cazio11e nell'albo pretorio. Soltanto l' esperto leùi aiuto chirt1rgo presso un gra11àe ospedale del gale potrà 1p oi dire se è necessario ricorrere imRegI~ o o R. Istituto Clinico, con reg·oJare nomina, rnediatamente o se s i debba attendere un pr0Tveil cr11corrente ·deve dimostrare di aver rompiuto di1r1ento ulteriore. jl servizio stesso 1per tutta l'l duTata ·p er la quale LXXI. - Effetti dell'annullamento ,dei risultati è stabilita la no!nina di ai11to secon do il regoladi un CBncorso. n1E:nfo 1e·1l'ospedale o R. Istituto clinico in cui ha A11nullati dal C0ns·i glio di Stato in sede giur1rserc1ta~o l'nfficio di aiuto. sd1zionale i ri511ltati di un concorso, 1per ''izio ·del] a Que.sti criteri si ·desumono d alla decjsio11e 20 graduatoria o 1per aìtro motivo attinente al pron1arzo 1925 n. 278 della IV ~ezione del Co11siglio ced!1r1ento, ma fermo rimanen.do il relativo bandi Stato. clo, l'amministrazione cleve far procedere a un LXXIII. - Servizio di supplenza. nuovo esan1e dei titoli dei concorr<:>nti. In tal E servizio jnteri11ale, da computarsi agli effetti caso, di frontP al fatto cJ1e alcuni di essi abbiano del biennio di prova, ai sensi dell'a.Tt. 36 del deritirato i titoli dopo l'espletamento ·del con corso, creto .L. 30 dicembTe 1923 n. 2R89, il servjzio preil C<!nune pu-:· stabilire un nuovo termi!le per la stato a titolo di supplenza in u11 posto ·occupato prese11tazi one dei titoli stessi ::il fi11e di mettere ùal titolare (Consiglio di Stato, Decreto 13 febbraio Lutti i concorrenti in condizjoni d1 uguaglianza. 1925 n. 98 conforme alla decisio11e delJa ste.;sa ~on possoe~J però esser e 1 p resentati titoli posteriori sezione J8 giug110 1915 P della I'; SPzione 6 ota.Ila scadenza del ip·r imo termine stabi~ito npJl'avtobre 1916). viso del concorso o co1nun·ql1e titoli nuovi. 1.a IV Sezione del C.onsiglio di Stato, cosi so. stanzi alrr1ente decidendo con se11tenza 21 febl:>raio Pubblicazione l11dispensablle ad ogni medico: 1925 n. 264, ha fatto corretta applicazione dei prinDott. Cav. Uff. ALBERTO VIGO CDoctor Justftia ). cipi giur]di~i che regolano gli effetti dell'anriu llan1ento e le condizioni .cli uguaglianza di tutti i concorrenti. ..\nnullato il risultato di un concorso, :: in 1·appo1·to all'ese1'"cizio p1·ofessionale :: il ·cornune 11on può co11siderare esaurito il con(Man·u ale contenente Leggi, DecretJi, Regolamenti, Oir. co rso stesso e non ·p uò procedere acl un nuovo oolarj e tutto ciò che si riferisce all'eserciziio 'Professi<>· 11a1e, ad ueo dei Medici condotti. d.ei liberi esercenti. lbando. Tutti gli atti anteriori all'ulti1r10 atto didegli ufficiabi sanitarii e del personale aiddetto a.i labo. rJ..tori di vigiil anza igiienica). • cl1iarato illegittimo e 1p erciò annullato, ri1r1ango110 Prezzo L. 16. Per i nostri abbonati sole L. 13.75 in pi.enamente ef.ficaci. Jl Con1t1ne è obbligato 3. riporto franco. Inviare VagJ.i.q, postale al Cav. LUIGI POZZI - Via pTendere il rprocedimento, ai fini della no1nina Sieitina. n. ld • Roma.. 1

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LA LEfilSLAZIONE SANITARIA


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NELLA VITA PROFES'S ION A'L E. Pe1-- il titolo di specialista.

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J ibP.ra

docenza co11seg·l1ita qua11do il consegui1nen. to c.l ella lib era docenza er a una p:rati ca, .d icj a1no St1 i giornali 1profess.ionali f erve ìa polcrnicn così, rneno seria di quel che era la l au rea stessa. ~ uJ le 11orme cl1e il Governo clovrà ema11are ir1 È ben n oto cl1e l a li:b er.a ·docenza er a nn sern~lpp1icazio11e all'artico lo di l egge tSul co11f eri1n qnto pllce atto di volontà da' parte d egli aStpiranti e clel tito1o ·di specialista. I l)iù sono consenzic:i11ti cl1e com e. i l sigaro e la croce di cavaliere non 51 con i criteri esposti dalla Presi.denza della F ede11P.gava a nessuno, ed è noto pure rhe .s.ì fatti razio11e degli Ordi11i, criteri in base ai ·quali si abusi portarono al decadime11to della istituzio11e, ten._fçono in co11siderazion e gli i11teressi di quei cl1e pu:re aveva ta11te benemerenze e tanti titoli . Inedici, che r>ur non rientr·a11do nelle categorie ·d i nobiltà. determ.i11ate -c1alla leg.g·e per . il co11ferimento •del Ora n oi asst1mia1no cl1e se è ·sta to riconosci uto titolo di s1p ecialista, esercit a110 r1otoria1r1ente e da il titolo di s·p ecialista a color o cl1e con seguirono u11 certo terr1po u11a s pec iale branca ·della mela libera docenza in sì fatte con.dizioni, non si dicina. può negare Jo stesso titolo, e quindi il d iritto a lla Il p r of. Ga llenga j11 tino degli ultimi Bol1etti11i Yita, a co1 oro cl1e hanno seguìto la via segnata flella Fed erazio11e J1a, da jpar suo, riass11nt o la c1a1Ja legge modesta1r1ente sì, ma certo non meno quistione e chjnrite le r a.gtorlJ cl1e miljtano in degna1n en te dj altrj, in quanto il loro successo è favore 1del progetto elaborato nei sen si 'Sll espost L $tato •determi.r1ato non d all' esibjzion e di tjtoli a c· Noi trovia1no cl1e le sue spiegazioni son o pie- - t·rerlitanti, n1a dal l oro val ore i ntrinseco . 11arne11te convi11ce11ti, in ~q1Ja.nto la P rAsidenza .E ciò sia detto co11 sop1p ortazione di quanti pre~ si è inspjrata a plaus~bili criteri idi eql1ità e di t e11dereb!>ero sottoip·orrp a·d uh e~ame di abilita o.p p'Jrtunità, cl1e del resto cra110 stati se:npre zion~ i canutj specialisti senza libera docenza. seg11ìt.i o.g11i qual ' 'oJta si ·è trattato di applicare l\!Iéo. a parte queste ragioni di equità e di giu stizi a, vi so110 i11teressi di classe e necessità. sociali 11t1ove legg·i in n1ateria di esercizio i)rofe5sionale. cl1e no n co11s·i gliano a ridt1rre il numero degli Ricordian:10 al riguardo il trattame11to fatto ai eserc ènti le s·p ecialità. Yecchi ragio11j eri e 1p iù tal"ld·i ag·li arcl1jtetti e ai ol.a cla-sse medica è l)letorica ed i ge11erici n e d e11tjsti, cui fu concesso ex lege il conferimento costitui::;cono la massa prevalente. Il_ nu1nero degli del titolo e l 'autorizzazione a continuare l 'esercispecia1isti è invece limitatissimo, rnentre le nezio della prof essio11e, 1qua11tunq11e n on for11iti di cessità della in1dagine clinica P della ter apia aualc11n titolo di stu ctio o .diploma accademic o. me11tano senl'pre 1più, e con esse le richieste nel l\1a an~be se non .fossero tali preceden ti, il cui pt1bblico. , valore etico e giuridico non è djscutibil e, i medici Alcune 51pecialità offro110 ancora m1 vasto cameserc-.entj da qualche temp 0 11na 1determinata spepo dj sfruttamento, e colòro che voglion o risercialità hanno be11 a ltri titoli di considera zione. Yar.si crti8sto ca1npo ·dimostrano una buona dose In effetti essi 11011 si trov·ano nelle condizioni dei d'egcismo, c'11e non è affatto sacr o anche ~e amricordati ragioni eri, .den tisti ed arcl1iteftj : essi r11ar1tato di nobili sentimenti d'umanità. 11anno seguito u11 corso regolare di st11di e so110 Ben e ha fatto quindi la Presidenza della Feden1u11lti cli un titolo che fi110 a poc'anzi li a.uto-razion e degli O·r1dini a prendere posizione e-d a Tizzava nel esercitare qua l siasi bra11ca clell'arte mantenersi sa1da Sll di essa. Il dovPre di t11telare ·anitaria, la medici11a ge11eraJe e la ~J1irurgia , equ~1nente gJi interessi di tuttj i m edici non pol'ostetricia e l ' oculistica, l'otori11olaring·oia1ria e la toYa seg11arla altl'.'a via . Panglos s. p sicl1iatria. E ci sarebbe da ·don1an·darr. {Se sln. proprj o equo toglier questo ·diritto legal1nen te Cronaca del movimen·to professionale. acquisito ai laureati prima d ell'emanazione clelìa leg·ge in qui stlon e. Associazione professionale ~ :1 esta lirnitazione degli attributi della laurea dei Dermoslfilografi Italiani. dott01·ale {]:o·v rebbe riguardare i 11u ovi e non i Con R. D. in data 17 sett e.mbre 1925, i1 . 1709, laureati ante legenL pubblicato nel B ollett ino <lel 1\{inistero della P . I. L 'astensione di sì fatti criteri d ovrPbbe equadel 30 ottobre u. s ., l 'Associazione professio1na1e me11te portare, e forse con più fon1do.rnento dl cl ei òeumosifilogr afi ita.l ia ni, Yie11e eretta in ente rngio11e, al1a Ji111 it azione dei diritti ir1erenti alla morale e se ne .rupiprorva jl relatiYo Statt1to. 0

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f .-\~~"l XXXII,

F ASC.

45]

SEZIONE PRATICA

CONCORSI. POSTI VAOANTI ,

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BoRGO}{JCO (J>ciclov(I,). - Concorso posto medico. Stip . L . 9000. Caro-viveri secondo regolame111to. J nden11. c.av:il. L. 3000. R in1borso ambul- L. --10. Co11duzione L. 600. D oci1me11ti di rito . Sca.de.nza. 30 nove1nbre . BRESCIA . - SpPdali, civili. - SeFi posti ·di medico nssiste11te, L 4500; c.-v. di L. 1200 . N ocmi11a per un .a 11·11 0, con event11ali co,nfea:me per i1011 oltre, ·u n trienmi::>. Età n1.ass. 30. Alloggio in osipe.dale od inde11nità ; L . 10 e vitto pC'r ogni gjor11ata <li gu ardia; i11teresse11za n ei prove11ti p€<J' pro11to socco·r so . 8cacl. 30 n ovembre. 0 A1\IPOTOSTO (A~·uilu). Al 30 noiV.; L. 10.500 e 1 c.-v., oltre L . 3000 cav., L. 500 uff. san. Tassa L . 50 .15. Età lim . 40 a . Docum. a 3 me.si dal 15 sett. CASTELFID.\.RDO (.1 n COrla). 2a con d. ; a tutto 25 11ov. ; L. 8000 .e 5 qua dr. dee.; c. -v.; L . 10003000 t raso. T assa L . 50.10. Età 25-45 a. Il eone. 11011 sarà nit\3n;iltl()1 Yalldo s e non vi partec~poran:no almeno 5 concorrenti . Sr'l·v . entro 20 gg. CRE~IONA. A!an icomit:- 1) ro1Ji·nciale. -- M eiclico di prima e seconda cla.~ . ltiS1pettiva·m ente L. 14 J11il~ e 13,000 con 5 quaidrienm del dee. Abitazio~1 e e-d ortaglia nello stabili1ue-nto dietro correspo11s10· i1e cli L. 500- Età mass. 40. Facilitazioni agli im])iegati della l">rovincia , ex-combatte11ti. Concorso r:er titol~. Bie,nn10 rli i)rova. Sca<l. 20 no,· .•.\ssn11zione e.n t ro lf> giorni. EsPERI.\ (Ca serta) . Cond . per le frazioni di S . Pietro e Mo11ticelli; L. 7000 con cinque quadrienni del 1/10; età 1nass. -10 a. Scad. 30 nov. F1v1zZ.\ NO (Jfaç: a Carrara). - L. 9000, con 5 o_uinquenni del J/10 ; cav. L. 1500; c.-v. Scad. 25 rtovembre. FoaLÌ. - Ufficiale sanitario . L. 14,000 i11,tle1111. ser vizio at.tivo 2000, con supplem en to t€mrpol·.a.neo dii altre 2000, dO!prpio c.-v.; 10 biffiIDi del ventesim.01. E t à m.as.'> . 45. Scad. 30 nov. G.\RBAGNATE (Jlilatno) . Vedi fase. 44. Scacl. 2 novembre. G~ADO. Proroga d el co11co~·so al ~o, novemb~·e , L. 8000; o1tre L . 3000 per 1ndenn1ta alloggio; c.·'·; 4 qun-drien11i del d ee. Età mass. 40 a. lEsI (Ancona) . - La scadenza del concorso per medico e chirurgo primario de1 locale Ospedale D iocesalli()I è ·p rorogata alle o·r e 17 d el 15 nov. . I,uc JTO ((}anlnn'&asso). - Conidotta per i p{YVer1 (circa 50); L . S500 (,sii!!) aume nta.bilti di un dee. -per ogni qui11quennio.. Se.a.Cl. 20 nov. Pu~vE n1 (;~unni;; (Bellu'Ylo). 4189 ab.; luogo montano, di villeggiat11ra; comode str aide c~rroz­ zabi·1ri. Per 1000 poveri L. 8000; L. 5 per o•g-n1 po~ . in più. Inden11. traSlpoirto: 3500 (.automobile o cavallo)· 2000 (motocicletta) ; 1000 (bicioletta). A11n1ein.t i' del dee . ogni quadriennio. Scad . 30 no1v. Servizio ein tro 30 giorniP10111n1No (Pi sa) . - Ufficiale sanitario. L. 15,000 oltre L . 5000 !)er ] ' i.n.ea rico di me.dico scolastico; c.-\ .. 5 quadr. del dee. Vi~tat.o l'esercizio professio11ale. E san1 i nresso l'Univer sità di P .iisa, secon(lo 11orme e l)r~grammi {'lel 28 gen11. 1923. Età 1

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111assima 45, saJvo .}e eccezio11i d el R. D. 17 giu gno 1923 e dell 'art . 26 del R. D. 30 <lic. 1923. Elenco dei titoli in do].)pi.a oopia. Scad . 20 dic. Assunzione del ser\. e11tro 30 giorni dalla n 0tm1in.a. Doman.d a all;i R. P refettur.a <li P isa. , REGGIO C.A1~. R a<liolago .all' I stituto Diagnos.tico; L . 10,000 e 20 <J'~ p arteci·p azione entrate lorde. Eventualmente esamj. Dovrà occuparsi anche di diate;rmia, elettroterapia e raggi ultravioletti. D·o1na11<le .a ll' .A..ssociazjone N aZJ . Interessi Mezzogior no d ' Italia, Roma, via Mo11te Gior da.n.o 36 (palazzo Tavern::t) entt'0 i] 15 nov. Informazioni dal, direttore dell'Istituto, dott . Pietro Timpano, via Acacia, R eggio Cala.bria . R Ol\!A. ]Jinistero della Jlarina. Concorso a 15 pt0sti di tenenti medici in S. A. P. Vedi fase. 36. Scad . 15 nov . TORINO.

O. P. Osprclale S . Luigi Gonzaga. -

Ohirurgo prim ari101 e jnedico prim.a rio. \ ' ecli fa sci- colo J4. Sca.d. 20 n ov. ' rARAPODIO (Reggio Calab1~ia.). - L. 8000 e L. 600 per uff. san. Scad. 15 no,·. V1noN.\.1'I (Salerno). - Scad. 14 nov . ; età lim. 45 a. ; L. 6500 (sic) e 4 qua<lrienn i dee . ; c.-v. V1r"'r~A s. L ucL.\. (Caserta ). - Al 30 i1oiV. ; L. 8000 oltre L. 240U ' c.a valc. e L. 500 t1ff. Siaù1.; 5 quadr. decimo. Et~ lin1 . 40 a . T ::tssa L. 50.10. D·oiou1n. a 8 m€si dal 30 ott. Ser v . entr o 15 gg. ScuoLA l\1Eorc.\ O s PITALIEHA or Ro~I A · I l Comitato Diret tivo della. Scuola Medica Ospit.~l i0ra di R oma ha istituito u n pre1nio di L. 1000 per il n1iglioT la\roro clinico origina.le , eseguito 11 ell1a. Scu0la. e nan p11bbJicato, che sarà p resentato da aJli evi della Sc"t1ola steS\Sia entro l' a I1no s-colast ico 1925-26. Di esso, a. giu dizio dell.a Commissione esa miJ1atrice, sarà curata. la pubblioazione sulla Rivista Ospitaliera. ~~~~~~~~~~~

, ...e1n éLesi c_;i,usa ritiro profeSiStione, accr editato Gabinetto Dentsistieo, sito stazion1e bab.1ea.re primo 01~di·11e 1 &piaggia adriatica' m archigi1a11a, unico sul posto, Ja1:ga client~la, paesi viciniori. Fa.cil~t~.zio11,i p·ruga11ue1n to periv:lo prova,, faoolt~ res~1ss10ne contratto se no11 COOl'\ren·iente. Trattative ri volgersi clott. Mia.rio Costabile Barnabei , via Ovi·d io 10, telef. 20404, R.oma (33).

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.. Al ur0f. G. :Nlingazmni, no1n i11ato nei gi~ 1mi decorsi inembro onora-::io d elle Società N el\lro.psichiatriohe di Estonia (Dorp.a t) e di Ron1enia (Buh a.rest) è stata coin fefita clall'UniYer sità di A.m buTgo., 'h('rt'·?·is cau.;a, lia meda.glia <l' oro. Qu~st.a è st•a.ta conferita contenrpora:11eaimente anche a1 profe1Sso1ri Caste.x e- Araoz A1faro cl-eJl'U i1iv€rsità cli Buen1os Ay·r es, al <.lot.t. l\!Iun 11 icl1 (Val pa,r aiso) e .al l')res·id e.n te dell n. Re~) 1.ibblica di Ve11ezue].a, dotto1· Gomez. Vjvei congr.a.t uil a.z ioni al ·n ostro illustre conn az.ion1ale d a parte d~l « P ol.ioli11ico ». Il rlo tt. cav. Gi11Jio Cozzo li , è stato r ecentemeoite i11sig11ito della me.daglia di argento dei B enr1m eriti d ella CToce R ossa I taliana per la propaga111da s9iegata nella pro,·incia a fa\ore dell 'ist ituzion e .


1588

(.~~N"O

IL POLICLI NI CO

NOSTRE CORRISPONDENZE. XIV Congresso Stomatologico Italiano.

Si è te11uto

.a F iume dal 10 al 14 settembre sotto l' Alto Patronato di S . E. Musisoli11i rappresentato dallo st~toilogo Olll . P ero.1a. Furono circa 200 gl 'int ervenuti, fra i qu ali numerosi stomatologi dj, Budapest e di .altre Nazioni, ven uti .a congratularsi per la legge Casati del 16 ottohre 1924 sanzionante il prinoipio d ella obbligatorietà della ]au rea in I medicina e chiru r gia per l'esercizio 1d ell 'oclontoiatria e p r otesi dentaria. L' aippl.audita relazione del prof. Beretta di B ologna sull'ordi·n amento degli stucl.i odomtoiatrici i11 Italia, d ella l egislazione e clell' esercizio pro f essio11alc, fu 1a1piprovab con il seguente oTdinie d €l giorn o: cc I l XIV Congresso di Stomato~ogia coiJ1 siderato l'.attuale ordin amento degli studi odontoiatrici in Ttalia; conside rato il !)articolare momento di pa6saggio d al vecchio a l nuovo sistema, che ha per ultin1a 1nèta l' integr ale pa.r eggiame11to didattico di questa speci alità .alle altre discipli1ie; considerato che il p r-0,g ramma del corso un1Yersitario obbligatorio di odoin toiatri.a, formuLato nel modo previsto d alla legge vigente, riduce n ec&Saria.mente il program.Jna delle scu ole postuniversitarie di perfezion amento di odontoiatria e p r otesi dentaria; fa voti phe il coir so postuniversitario cli perfezion.aruento .abbi.a l a durata ,d i un a nno, e ciò transitoriamente e fin-0 a quando n-0n s iasi formata la coscienza -odontoiatrica, nei Corpi accademici e nella popolazione scolastica». Int13re~anti comuni.cazioni rilevarono l':Ìil.niport anza etiopatogenetica idei denti cariati sulla irifeziome c1cti11on1icotica ~pro.f . C. D ' Alise, pr-0f. Fra.nei , dott. ChiuTco, dott.. Rooanz), dell'avitaminooi in ra.p 1p orto all.t:t ca.rie (prof. Pern.a) dell'arco di e&p1a11sione nei ra.ddrizzamenti (prof. Salamorn di Budaipest), dei servizì pubbli ci stomat.oiatrici a Milan.o e .a Trieste (prof. Arlotta, dott. Cozzi) e nel .R . EsP-rcito (dott. Candid-0ri), delle esperie'llze sulla devitalizzazione (prof. F.asoli) e sulla carie sp erimentale (proff. F asoli e l\1anicar di), delle r est1urazi oni p rotesiche (dott. B11ttazzoni) e di quelle chirurgiche (prof. Ca vina.) ed .a·1 tre moli.e che verranno p11bblicate ne <e La Stomatologia», organo ufficiale della Fe,d erazione Stomatologica I taliana, eretta in Ente morale c011 d-ecreto 16 luglio 1925 mercè la. valida cooperazione del pr esiàente prof. Gior gio Coen-Oagli. Proce<lutosi alla nomina de~ nuovo Consiglio della F. S. T. ris ultarono eletti: })residente il dott. piro D i l\Iento di B ologna; vicepresidenti, i dottori Gilb~rto Bersani di Bologna. e Edoardo P nritto di Rom~; tesoriere il prof. Arrigo Pipe r110 cli Ron1a; segretarjo i.l dott. Alberto Sta gni di B ologna. _i\ dir~ttore de « La Stomatologia n v-e11 n~ ricoo1ferm.ato per cinqu e a11ni il nostro prof. _.\ . P iperno. 1

XXXII,

FASC,

45J

I l . C011gresso ebbe un successo grandissi1110 per l'infaticabile orgai1izzazione del pre~adente del Co1nitato ocrdinator e dott. Bruno Polacco di Fiume. Si chiuse con u11a int,eressa11te gita di settanta colleghi alle cliniche stomatoiatriche di Budapest o di '· lien,na, 11 prossimo Co11gresso .avrà luogo a P erugia. nella prin1.a decade di settembre 1926; iì prof. P11p~rno 11e sarà preside11te del Cou1itato o~dina tore.

NOTIZIE DIVERSE.

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XXXI Congresso di medicina interna. Il 26 ottobre- alle ore 10 i1ell' ...i\.ul a della Oli11ica Medica di ltoma s i è inaugura.to il XXXI O-Ongr esso della Soci età di Medi cina I nterna . .Alla cerimonia intervennero, oltre l'o.n. F edele ministro della P . I ., i professori della F acoltà medica di R.on1a, quasi tutti i clinici e patologi d elle Università .italiaine, JnoltJissime notabilità mediche d ella caipit3Jle, il gen . Callig..1ri e il gen. l\{onaco, ra.p presenta11ti d el1a Sianità militare e marittima, il co·m m. ' 7 itetti pr eside11te degli Ospedalj Riuniti e varie C€ntinaia di m6dici venuti da ogni p arte d' l t3Jlia. Il sen. Ma.ragliano, quaJ.e presidente della ocietà, nel discorso inaugl1rale mi.se in rilievo il carattere speciaile acquistato d.al nostro paese a.1el campo interna.zionale della n1eclicina clinica, il che h,a p·e rmess o <l.i tracoiare 1a via per il co11solidamento clelle posizionj raggi nnte e per l'ulteriore 1

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p1~ogr esso .

Lo svolgi1nento dei lavori è stato iniziato d.aJ prof. B oeri, del•l a III Clinica ~1eclica di Napoli}, con u n'inte ressante conferenza «Sull'esame funzion ale dell' .ap1parecchio respiratorio » cui seguirono c-0mun icazioni scientifiche su le malattie del1' aippar.ato reepiriatorio, l a tubercolosi e la malaria. Alla sera dello stesso giorn o il prof. Baglioni , fisiologo r omano, svolsò in una conferenza .applaud ita i cc R ap porti tra. fisiologi a umana e clinica », dirnostr a ndo la. necessità che fisioJogi e clinici , senza r.icer car e le cause prim e d ei fenomeni vitali, s i te11.gano n el ca.mpo P'i ù pratico delle con tingen ze. IA1 g iornata del 27 f u occupata dalle R elazioni Sll « Le cirrosi eipaticbe » trattate cla·l purnto di vista !1.natomo-pat,01logico e patoge11etico dail prof. L. D'Am ato di N aip oli, e dal lato etiologico e clinico dal prof_ G . Sa.b atini di R oma. Vivace e brill.a11te fu la discussàone su detta r e1!1.zione per obbiez!o1ni fatte speci almente dai p roff. Soh.U!pfer, :Yiicheli, Cesa Bianchi , B arlocco e Sil\estrini , .a tutti i qual i risriose1·0 esa11rien temClnte i r elatori. I>a terza giorn.ata del Congt e.sso è stata interesa11te uer la discussione del te-ma, in comun e con la S oc ietà d i Chiru rgi!1. cc Snlla cura della malattia cli F Jaja.n i-Basedo"· » . R elatori rper la pa.rte chirurgica il prof. Fiori di )[oclena, per la parte medica il prof. F e rrata di P avia e per l a part€ rad ioterapica il prof. 1'1:il.a11i cli Rom a.

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{ ..\~1'10 :h.XXII, F ASC. 45 ~

Seduta assai importante per le discussioni di alto interesse ~cientifico e per i risultati teorici e pratici per La tera.pia di detto morbo . L'ultin10 giorno del Co11gresso è stato occupato dallo svolgimento di numerosissime comunicazio·n i, delle qu.ali 11on è po1Ssibile da1·e per or.a n eppure un cenno. I11di j l prof. l\iaragliano pronu11~iò il cliscorro ·d i cl1iusura, !'ingrazia11do i r elatori per I'.ardua fatica affro·n tata n·e lla disamina <:li così in1port.anti temi e ri ngrazi.ando tutti gli intervenuti per la dili genz3. o l' interessamento ·d in1ostrato allo svolgimento dei lavori del Congresso. P er l '.anno prossimo è '" tata stabilita la sede di Padova; i ten1i in ~'liscussione .saranno l' A11i.gi11.a ·di Petto e la Ct1r.a ch irt1rgica della tbo. pol1nonare. I congressisti parteoip1aro110 in gra11 i11uncro ~,cl u11a sontuosa col~zi0'11e .al Castell<> dei Cesari offerta ·d all1a Ditta B ozzi e Orippa, gerenti della Società dell'Acqua Anticolana, e ad Uill tè offerto cl.all'Istituto Nazionale l\ie<lico-Farmacologico. Nel prossimo nume.ro daremo un resoconto particolareggiato delle relazioni e comunicazioni che son-0 stat-e $YOlte. 1

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SEZIONE PRAflCA

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Congresso della stampa medica. Il 28 ottobre, si 1·iunirono in Roma, .al Policliinico Umberto 1 i rap·prfisenta.n ti dei seguenti gi0tmali: Actinuterapi'a, (P. ~I. Fr.anco), AnriaLi cl·i, chi' urgia di Napoli (1'orraca), .4.nnali di clinica medica (C. Piazza), .4.i·ohi-vio di Storia clelle scienze (:\fi€li), :lrchivio di radiolou ia medica (Gu.arini), Clinica ostetrica (A. P ozzi), Cuore e circokizione (~f. Pozzi), l i' olia medica (P. M. Fr aI~co), Gazzetta deuli ospedali (Cle-rici), I l medico itaUano (P. Picci11ini), Il Policlinico ('"'". ..t\scoli), . La Coltura ... t omutoloaica (De \~ecchis), Pensiero sanitario (C.apasso), Pe,liatrio, (.Je1nn1a iun.), Rassegrtl1J di stu,di psichia.~ric·i (D'Orn1ea), Rassegna di clinica ~ l erapia di Napoli (P alma), Rassegna di studi sf sYuali (Mieli), R1forma ·;ned·i ca (A . Ferrannini), Rinascenza meclica (Martelli), Rivista di, bio7.oa ia (Poljill.antj), Rivista sanitaria siciliana (Salpietra), ,~tomatolooia (Piper110 e Coen-Cagli), l·oce sanitaria (Capece). A.vevano aiderito per lettera. i seguenti periodioi: Avvenire S<11nita·rio, Cervello, Giornale del 1nedico ipratico, llfinerva rneclica, Osservatore mecl"ico, R ac/;ioloaia medica, La Clinica pediatrica, .':;tudium. Dur.ante 1a momentainea assenza ·d el prof . A~coli, l a presidenza venne .affi.data al prof. P. Pie. . . r1n1n1. Lo stu·dio della proposta di Polimamti (Adesione <lella stam;oa medica. .a.11' Associazione della stam.p a tecnioa italinn.a) venne rimandato a quando la Società potrà essere fondata su basi concrete. Si discusse <laipiprima s11lla co11venienza o meno cli In.ante11ere in vita. l' .A.S .S .I.M., sull'attività della quale si appunt.aro,n o molti strali. Salrpjetra pro1pose la fondazione di una nuova Soci€/tà sulle b.asi oogu~nti: 1) I stituzione di un

Consiglio di Probivi1·i, il quale esprima il proprio par~re sulle <]ualità morali di co loro che i11tendono far parte della Società allo sC-Olpo di evit.are l' intrufolamento di gente di scarsa moTalità e che nuJla ha a che far e col vero giorn.alismo medico ; 2) Nomina di un Consiglio di uomini veramente attivi e fattivi con sede in Ro.m a . L'Associazione dovrà poi -0ccupa.rsi_ di molt i problemi di crupitale importa11z.a sia :per la vita dei g iornali stoosi (p. es., il problema della carta) sia per la loro dig11ità (pubblicazione d i « réclames » sfa.cciate), e dovrà aver cura di tutte le pubblicazioni gr.andi e p iccole. A lui si .assooian o, i11 t11tto od in parte, Capece ed altri. Dop-0 l'aip,p rovazione della pro·p osta, ~1:ar­ telli fa osoorv.are la impossibilità che le basi della Società. possano venir gettate in questa seduta, poichè troppo lunga e forse poco p rofioua sarebbe la discussione . Propone quindi la n-0mi11a di un Comitato provvisorio il quale do,vrebbe studiare la questione e 11res.entar e i•n breve tempo delle proposte concrete. D opo varie discussioni sui concetti .ai quali si deve ispira.re 1a J1uov.a Società e sulla fiigur.a del gi()(.rnaìista 1nedico, d opo l'approvazione della proposta Polin1anti sull'in clusione nella stampa medica.. anc;he di quella che si ocornpa di bri.olQgia, ' enne com1)ilata una lista di m embri per il Co1nitato provvi~rio, nelle ' persone di Ascoli (Ro-ma), Clerici (l\1ilano), Oliaro (Torino), Verney (Roma), Coen-Oagli (Roma), F e.rr.annini (Naipo1li), Ca11asso (Nrupoli), Salpietra (Palermo), Polirnanti (P erugia). Ascoli f.a osservare 1.°:!he l'iaspirazione ad u n 'associazi001e della stampa medica data da molto ten1po, n1a le Società. sorte non 11a11no mai avuto che una vita breve e st.entata. La questio·n e della loro scarisa vitaìità dipe11de soprattutto da.I fatto che la maggior parte dei com•pone11ti non se ne occ111pa o persegue interessi limitati e lonta.ni dai fini ch o tali associazioni debbo1I10 aver e. L o dimostra il fatto che, all>inchiesta recentemente fatta ·d all ' Assjm, eolo pochissimi hanno risposto. Non ritiene possibile od efficace l'adesione alJ.a stampa politica ed è ben lieto di mettersi a di~;osizione, tanto più eh~ potrà portare il contributo della sua 111ng.a esperienza di giornalista e del113 ricerch€ f.atte su a.n.alogh e associazioni estere, 9pecialmente b elghe e tedesche. L'Assemble a nominò il Comitato provvisorio 'Proposto, il quale si riunì la mattina del 29 ottobre. D orpo lu11 g.a. disoussione esso addivenne alla compilaz·i one di uno schema, di Statuto <lel1a nuo·v.a cc Associazione <lella Stamp.a Medi~a » . Esso. verrà i n·viato .a tutti coloro che a. questa associazione si rept1ta possan-0 aipipartener e secondo il nuo~o statuto. 1

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Onoranze italiane e straniere al prof. Gosio. Al n r of. B. Gosio è stato .ass~gnato il primo premio (L. 5000 con medaglia d'oro) della F o11daziane Pa.gliani, desti1!l.ata a coloro che pa.rticoIarmente si sono segnalati nel oa.mipo dell'igiene. •


lL POLICLINICO

L'importanza del pre.miio è tanto 111aggiore i11 quanto che è la prima volta che e so v1e11e conferito. U11'altr.a me-1.aglia ·Ll'oro gli è stata assegnata <l.a.ll'Esposizione d\ Chimica applicata di Torino. Ma a i1che all' esteT-01 il nome del prof. Gosi o è :1.ltn,me1J1te .aipprezzato. L'Istituto di Medicina tropicale di Am.buTgo, nel1' oeoasrione e 1Jer ricor<lo a~J 25° anno di foin•da~ione, 11.a co11i.ato quattro 1U€1daglie d'oro, una deJJ.e quali desti11ata al Gosio, e altre a N.ocht (<li-rettor e deJ.lo· stesso· I stituto), a Fullebor11 ed .a Deeks. A.inbìta distinzione percl1è destin.ata ;11d un 11u.mero così limjta.to, cl1e deve essere quindi lfl{)tivo ·di comipi aci1nento per il Gosio e per l' I tali.a. Tanti onori gli vengono tributati, no~n solo pe1· j} noite,role impulso ·da lui dato al Laboratorio di Batteriologia. e }\ficrografia. della Direzione Ge11 erale di Sanità pubblica, i11a specialme!l1te per i segnat<tti servi•gi da lui resi ne1l campo della mala,r ia, nel qu.ale egli prodigò la sua fervida. a.t ti,·it,à fin ·d al tempo dei primi studi di Koch in ltaJia. E la continuò 8e:rr..pr·e , anin1a n,d o il fre.dd s.pirito di scienziato con il caldo e111tusi asmo dj una fede che egli sa tr.asrfond.e re nei suoi onllahorator-i. E l.a sc.uo1a antim.alarica di N·e ttl1no, le Colonie agrico1e .di Borghetto, gli Asri.li per la a11timnlarica. nella CaJa.briia, i11 t utto deg11e di .a.mmira21ionc, stam.no a ·dimostra.rlo e costituiscono probabilntente i primi nuclei da cu.i si s:volgerà pii1 fattiva e più prnfic'lùa Ja profilassi .antimala1 ica in Italia. Al pla1t1SO che a lui è giu11to i11 qu~ti giorni , si u11isce tot-o corde la "R.ed,_zione del Policlinico. 1

0

1

I

Corsi di Insegnamento Pratico per Medici per l'anno 1925-26 a Milano. E .a.p erta a tutto il 31 dicembre l' inscrizio11e ai Corsi di Inse g11ameu1to Pratico 1p er lVIedici presso la .D irezione :VIooica dell'Os1Jedale Maggioa.'e ('lia Osrpedale, 5, Mila110). I corsi <li inseignnmento pratico .avra.11110 inizio iJ 1° dicembre 1925 e cormiprenderan110: a) Lez.ioni di Anatomia patologica, di IgieneTec11ica Osrpita1ier.a e Dietetica, obbligatorie per tutti gli iscritti ai corsi (da dicembre .a, giug110). b) Lezi on.i di ~edicina Interna e Chir1urgia generale (da dicembre a giugno). e) Esercitazioni pTa.t iche giornaliere di 1\iicd icj11a jnter11a e di Chirurgi.a gene.r.ale, nelle Divi io1Ti ()spitaljere, alle qu·ali gli iscritti sara1mo assegn ati in i1umero non Sllperiore a 10 per ogni divis ione. cl) Corsii brevi di Te~niche <lia.gnostirl1e e t e.l'n.peutiche (aiprile~maggio) . Per l'iscrizio11e ai corsi a nnl1a li ed alle esercitazioni pra.t iche ù1 u11a divisione o di Medicina o di Ohirurgia coll'obbligo di frequentare rispettiva n1e11te tutti i corsi di lezioni della bra.nca 11e1la • q11ale sono jscritti, oltre i corsi di cui la lettera a) ,, oltanto per la frequenza ed esercitazioni ne11e altre Jivisioni di S!_Jecialità, occo1·re: 1

[ANNO

XXXII,

FASC.

45J

Il diplo,m a d~ laurea i11 medicina e chirurgia ed il ver&antento di l.1. 100. .Pei corsi brevi di teoniche dia.g nostiche e tera.p eutiche, [13..rà a1umessa l'iscriziooe anche a si11goli ·d i essi, mediante la ]Jrese11tazione del diploma dri laurea in meclicjna ~ chirurgia ed il pagamento della somma ·di L. 50 per og11i cor so. Alla fine di:i singoli co1·si, a que-lli che a''ran110 frequentato diligenttemP11te e co11 profitto, sarà ri1asciat0 u110 Stpecia1e .attestato. Agli {'tUJdent1 degli ultin1i anni della Facoltà idi Medicina. e Chirurgia, !1 seconda dell e norn1e regolamentari OS1pitn.liere ,·i·genti, è co11ce~sa · la isçrizic\ne, senza jl 9<tga1nento cli alc11n.a qt1ota. In seguito agli .a.ccordi ron la F.a<!oltà di l\Iedicina. i corsi tem. uti d.a insegn,a11ti liberi ~loc:enti hanno valore di cor si liberi agli effetti uni,ersitari. Per il programma partiC'olareggiato rivolgersi a1la Direzione.

Specialità

se~uestrate.

Con decreto 16 ottobre del Minj stero deJ1 'Inter no è sta.ta proibita in tutto il R·eg;n·o1la vendita al pub.blic-0> d i 1due s1pecifici i•111rentati e preparati d·a l sig. Anto111io _.t\.1nono di Pasquale cla Aprj gliano (1prov. cli Cose nza) sotto la den·o minazione di « Medicinale A1nono » e e< Pillole Amomo » e cl1e secondo il pr0irl11ttore dovrebbero servire per la cti.ra del cancro, dei fo1·uncoli inaligni, dell':a11trace, clelJe cancre110 e di tutte ]e n1a1attie Yeneree, ivj inclu&a la sifilide e 1della sca bbi.a. Con lo stesso i>rovvedimento è stato ordinato, in b~e all'ultimo caooverso de11' art. 18 dell.a legge su l'esercizio delle farmacie, il teilllporaneo sequestro d i ·lette specialità, presso chiunque si troYiuo. I11oltre l' ..t\.mo110 è stato deferito .a.Il' autorità gi u di~ia~ia.

I/influenza in Inghilterra. I •nooonin.o i:..i, ~ ina11ifestarsi i11 forma epidemica . Nelle ultime tre settimane son o di ·m olto a.u mentati i casi di morti e di poln1oniti gravi; il i1urneiro J'a,crgiunto n.on è molto elevato1, ma. mette in pensiero pe1· la precocità a~ua manifestazione. L'eipide1nia è ~)iù inte ns.a nel nord. 0

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Comnnf cato. Ricordiamo -~ he sono aiperte le iscrizioni ' dei Medici Chirurghci. a.l corso 1925-26 nella Scuol a di Odontoiatria e Protesi dentaria •p resso la R. "'Cniversità di Bologna, pel conseguimento del diplOJna per specialisti in odontoiatria e pr-0tesi dentale. E ssendo il numero dei posti limitato, l'accettazi one viene rego]n.ta secondo la priorità nella presentazione 1<lei documeartJi e ipagamento delle relative tasse. Pér pr.ograrrJJni ed informazioni rivolgersi presso la segreteria della ~"'acoltà di medicina e chirurgia della R. Università di Bologna e pres...<;,o la Direzione dell'Istituto Clinico ner le malattie della bocca, via S . Vitale 59 - Bologna (13) nei locali del quale ha sede la scuola .


[ANNO XXXII, FASC. 45]

.R~SSEGNA

SE7 IONE PRA I lCA

DELLA STAMPA MEDICA..

JI iinch . ·J I P-cl . Troch .; 29 m ag . - L. ScHoRcHoLz. I~a steriliizaz . t e1nporane.a da raggi sulla donna. - O. Lo:Ew. Le proteine la.b ili. - JANKov..rsKY . Natura e origine qeJl'idrorpe cardiale . A rch. 1 t. cli O~ol., ecc. - - v~. G. TENAGLIA. Distl1rbi della funzjo11e degli otoliti n elle oto•patie. - A. DBLLA CroPrA . Come ris1)onde il labirinto poster. nelle varie 1nalJ. ttie <lell'101rf1c chjo. Scal.pel, 30 mag. - P. JJi'oNTEYNE. M·o rte subitanea da p u ntura pleu rica. .4.rch. de Gardiol., ecc.) n1ag. - G. GALLI. L a forza di riserva del cuo:re l~ la legge del « tutto o nulla » . Presse nf éd., 3 giu. - · G. Po1x. Chimioterapia della tub. lJolm. - lt. H"CGEL e G. DRL.\TER. L'insufficienza venosa pro·g ressiva. Patholoaica, 1 giu. - A. B1cKEL. La ca·rbonuria disossidativa. Zbl. f . inn . .lled., 6 ~iu. - ..\. LuBLTN . L 'equilibrio .acido-basico nel sangue l1ma110. Paris ll!léd., 30 mag. - LEREBOUJ_,LET e JoA~­ NON. L'imn1unizzaz . S'!)ontanea -0cculta contro• certj germi specifici. Riforma jlferl. , 4 nJag . - C. Fn ucoNI. Dell'asma .anafilattico. - F. FEDELI . L e si11dromi gastriche della colelitiasi. F. Grc·FFRIDA. L'adrenali11a !Jer via e11dotràche.ale nell'emottisi. Gazz. cl. Osv. e d. Ol., 7 giu. - L. SALGHINI. Il liquido di Calot 11e1la cura clelle lesion i cutanee. - G. Bl!~NDA. Profilassi delle infez. cadaveriche. J ournal .4.mer. Jled. dssoc., 23 n1ag. - \\T. B. CouEN. Il s.ag~io della soluz. fisio1ogica ii1tracu-

1591

tane a per determinare l 'efficienza della circolaz . i1egli arti. - C. W. HENNEY e al. Embolectomia. L an cet, 6 giu. - F. G. CH.\KDLER. R eazioni cutanee,. .asma' e idro~i11crasia. Brit. P.!led . Journ .) 6 giu.- - ,V. BLAIR BELL. L'infu11djbulina. -- F . C. C. EvE. Il trattam. del ·diabete sempli ficato . 11 ir·n. Klin . TVoch ens ., 4 gi11 . - Numero giuecolngico. Deuf-sche lVled. Tl'och. , 5 giu. - ::\I. RosENBEY e W. B. M EYER. Pat-0genesi del diabete extra.-i11sulare-. - A. MARCiiiTQNINI. Reazioni co•l loidali resinose del liqu ido c .-sp . -~Ie.diz. Kli'nik, 0 giu. F. ScHr.EISMER . .Adeno1diti, vegetazioni .adenoidi e ·d iatesi essudative. 1ll iinch . Al ed. lVoch., 5 giu . - \\T. HEUBNER. IJ proble1na de.Ile en10J!)atie. - F. '\71Rz'. L 'iontoforesi nell'actinomico i. - ::.\Iu1,LER . Il puerperio. I-liv. Oto-~.,.euro-Oftalm., 1nar.-.a!Jr. - E. NI1NGAZZINI. Importanza clella Yentrico]ografi.a e del] e ncefalografia su lla diagn osi delle affez. chirurg. ceJ:ebrali. - M . L -vPO . Si11dr-0me oculo-ipofisari.a da e11cnndrom a del seno sfen'o idale. - G. GRADENIGO. Si11dro·m~ dell'apice dell.a 1·occa petrosa . R. B.~RÀNY. Teoria dell 'a•n naralio vestibolare e clel cervelletto. Pro·c. B. Soc. }[ed. giu. - Discussio11i su: Di. turbi non ·~1p ecifici della salute cla d eficie11za di ,-itamiue. Terapia e ndoc;·ina; Rinorrea parossist ica; Radioterapia. i1e·l le m:tl. cle1la Y-esc. e deJl.a prostata. Cnpiosa c.asist. Par;: Jl éd., 6 giu . - N un1ero sulle n1a.lattie infettjve . 0

Indice alfabetico per materie. Addome : a.ffez,i<Q11i dolorose acute . l'a,ç; . 1578 .i\..c ldome destro, si11to11ia p.atolo1g ica >l 157 Adrea1ali11a nelle llSt·io·n i " 15 o Cenni bibJ.iografici . )) 1576 Articolari versamenti . 1> 1581 Cistite tubercolare; trattan1ent-0 » 15 1 Concorsi; annullamen t'J . >) 15 5 Oon,corsi; sceito per autoclete1·niinazionf 1> 15 5 D.ia.b ete; lesioni alle estremità . » 1571 Diabete; teorie . l> 1582 E spettorato·; tecnica per l'esame » 1581 IDventn:atio 1dia,f1.,ag1natica » 1578 G1icosurj a . » 1572 Meningite settica d1 origjne otitica . » 1580 Min~ione (Distur.bi ,d ella); sig11ificato clinico . l> 1573 Neopl1asrie e radio"te'-'àl)ia l> 1578 Nervo~e (Malattie) e segni -0fta1mici » 1579 Oftalmici (Segni) riellei mala.t tie J1er~r-0se » 1579 Roma, - Sta b. Tiipo·Ll t. Arman·i di M. 'Courrier.

C)tite ~ Jne11i11gite settica Ovarica (Cisti); fren·Jt~ idatideo Raffreddore (Il) .

. Pag. 1580 )) 1578 )) 1583 ll()golarnenti; JJU71hli l'azione e n1odif ica. . zioni » 15.'J lteni ; misura. deila fnnzioo1aJità . » 1574 Ricchezza mobile; 1Jaga.ni ento . l> 1584 Ritenzione d'ori.n a (L'urotropina nelJa) » 157± Sanoc~'isina (La) nella tnb. uolmo11are . » 1557 Seipsi crnnic.a (l'-011·~chio medio·, or1g111e di) . 8e1ps i da microc. catl1arrnlis Specia1j1&ta (P e.r il titolo <li) . ,<)upp·l ~nza;

1

servizio

.

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1580

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1580 1587

»

1585

))

1557

))

1572

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Tubercolosi polmo11are; tr.attam. co111 sa, n OC1'18'111a

Urotro1pina nelle ritenzioni d'urina U&tio11i; uso ·d ell' adre11alina V.

ASCOLI,

Red. resp .


_IL ~P ~ O_ LI_C_L_I_ N_I_C_ O~~~~~~~~~-<_ P_A_G_I_ N_A~D _E_L _T_ J'_ A_ M_M _I_N _I_S_ T_R_A_Z_I_ O_ N_E_)~~~~~~-S~E =Z=---...: P RATICA

FARC. 45

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Altre importanti nostre pubblicazioni di questi giorni : .

Prof. GUGLIELMO BILANCIONI Direttore della Clinica Oto-rino-laringoiatrica nella R. Università di Pisa

Manuale di Oto-Rino-Laringoiatria VOLUME I. Par t e g e nerale . Naso e ca"V"ità an..:n.esse.

I NDICE SISTEMATICO ·DELL'OPERA : INTRODUZIONE. - Importari,za, intenti e confini moderni clell'oto-rino-laringologia. -- PARTE PRJ]!lll: NASO: f{vilu-!JPO .-;t?rico delle conoscenze di rinologia . - .4.natomia. e f isiologia del. naso. - Sviluppo clelle cavità nasnli. ·· Pr1~liminari di anatomia del naso . - Preliminari di fisio-patologia generale del naso . - Esa.me itel ·naso . - Sin,tomatologia generale: Ostruzione nasale. Secrezione nasale . Disturbi della parola d' o rigi~e nasale. Disturbi oculari. Distt1rbi olfattori e gustativi. Anestesia. I perestesia. Paresta5ie. Disturbi sensori.ali. Epitassi. Riflessi nasa.l i. Turbe ·d'ordine e11docrino . - Profilassi. - Fon,damenti nella terapia delie fosse nasali. - P.4.R'l'E SEOO)lD.'1: PATOLOGI~i\ DEL NASO: Dermar tosi del naso . Anomalie e deformità del naso. - 1'raumi del naso . - Corpi estrane'i nel ,naso·. - Riniti: Ri11ite a0ute. Riniti oroniche. - Tumori del naso. - P .-lRTE TERZA: SENI O CAVITÀ ACCESSORIE DEL NASO: Seni frontali . - Seni mascellari . - iSeni etmoidali . - Seni sfenoidali. - PARTE QUA.RTA: IPOFISI CEREBRALE E FARINGEA. PARTE QUJ~iT.4: L'OPERA DEL RINOLOGO NEJ,J,A CUlt•.\.. DELLA. DACRIOOISTITJ~ PURULENTA CR0N!(JA. U11 volume in-8° di pagg . X\~I-524, nitidamente stamp.ato su carta seiini1p •atin.ata, con 224 figure, in gran parte origiu.:Ji, iintercalate nel testo, - P rezzo J,. 58. P er gli abbonati .al Policlinico sole L. 5 2, 7 5. I 'nviare T aa?.ia P oatale all'Editore LUIGJ J->OZZI -

T"ia Sistina, 14. -

R()]J.4. .

.

Dott. FEDERIGO BOCCHETTI

Capitan o 1ntdh.:u DirelLvrl.! del Sana torio milita r e di Anzio

'

Le Colonie sanitarie marine militari Nozioni di terapia marina, solare edi educazione fisica (Con 21 figure interca!ate nel testo) ..

,

'•

·~

. Prefazione del Prof. ACHILLE • SCLAVO INDI CE DEL TESTO :

Pn er.,\ZIO)[E d-el Pi:of . ~l\cHtJ..LE SoLAvO. - CAPITOLO I. UN'OPERA DI VITA NEL TUMULTO TRAVOLGEN'fE DEf,J ,A CREAZIONE DI SE1\1PRE NUOVI CONGEGNI DI GUEltRA : Perchè sono state istituite. L ' E ser 0ito e la lVIedicina sociaile. Eoonomia? Le Colonie ed i Congressi scientifici. - CAPITOLO Il. r ..L\. Tf•;RAPIA MARINA. Consider.azion: genera}i. I 0limi !narini. I bagni di mare. O.\PlTOLO IIl. L ' ELJO,.f'ERAPIA. L'elioterapia ed i poipoli antichi. I lnodè'rni elioterapisti. Azione fisiologi.:a e wrapeutica della luce solare. Teonioa della cura soJare. Metodo per la cura sol13.re. Inrouv~n if'nti della f! 1tra solar e. - CAPITOLO IV. L'EDUCAZIONE Jj,JSICA. Scopo a cui deve tendere. l\fetodo da se2:111rP. Gi1111astica e i~esp irazione. Una, serie di esercizi. - CAPITOLO V . L'ORGANIZZAZIONE DELLE COJ-'ONINE l\1ARINE MILITARI. La scelta :.l ei militari. II personale .addetto alle Colonie. La Colonia nel suo insieme. I servizi gener.aJi. Il funz,ionamento. Il vitto. Il bagno di mare. I/ addio alla Colonia. - CAPITOLO VI . I RISTILT.ATI TERAPEU'fTCI. DAtermina.ziooe del peso. Perimetro toracico. Capaoità vitale pulmon.are. Dinamometria. Ricerche sul sangue. Esame clinico dei diversi apparati. Conclusione. - 0APITOLO VII. RICOSTRUZIONE CON FEDE ANTICA E FER, ... ORE NUOVO. - APPENJ>ICE. Le Oircolari Ministeriali. Le comunicazioni fatte daJ Cap. Bocohetti ai Congressi di Firenze, Roma, Venezi.a , Losanna, N.a.poli. La visita di S . E. il President.e del Consiglio , on. l\fussolini , di S. E. il Gen . Cavallero. EIE-nco degli ufiicLali medici che hanno prootato servizio 11eille Colonie Marine Militari . "Pit volume- i'll-So, di pagg. VIII-80 (N. 15 clelle )fonografie l\Iedico-Chirurgiche d'attualità, collezione clel « Policlinico »), nitidnn1ente stampato su carta se.mipatinata, con 21 figure intercalate nel testo. Prezzo L . 1 2. - Per gli a.bbon.ati al Policlinico L. 10 .80 . l11viare Vaglia Pwtale all'Editore LUIGT POZZI - T ia Sistinez, 14. - ROMA .


Ito1na, 16

ANNO XXXII

Novemb1~e 19~;)

Fase. 4:6

(

\

fondato dai professori :

GUID·o BACCELLI

FRANCESCO DURANTE •

SEZIONE PRATICA.

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. origi.nali . D. Mac~,;tTìni: Su ·un n uovo s egno della tuberool-0si polmona.re ·i ncipiente e euù'la s u a interpretazione p.atogenica. Questioni del giorno : C. Benedetti: V~cinaz ione Mltitwbel'co1are preventiva. Rivendicazioni : R. Cia1u·i: Eziologia 'del tiifo eeamtem ati<X>. Commenti : V. E. Ova zza: Per ,i liimit1i de lla pro1ìl assi c hininioa. Sun t i e rassegne : S I STEMA DIGERENTE : J. A. H artwell : La 1s ifilide deillo stomaco. - Ch. Higg.ius T"l1mor,i benign; d1ello stoma co. - Delore e Gr eyssel: Delle ul-cere reciidivaruti rpoet-op~rator ie. - Pauohet : La deg.a stro-

Lavori

Accademie, Società mediche, Congressi : XXXI Conigresso di Medicina Ln:tema. XXXII Congresso dell a Società Italia,na di Ch irurgia. App unti per il medico pratico : 1SEMEIOTI CA: Do epazrio di T ~aruibe. - I punti dolorosi 1del!la III, I V e V rvert ebr.a dore::W:e ·n ella t.UJbeL'oolosi pol monare. - CAs1sTI CA E TERAPIA: ULcere sifilitiche delle 1d·i ta. La 'Crosta lruttea. - La oura del l e lesiooi cut.anee 1oon i·l liquido idi Calot. - NOTE DI l\1EDtC I NA SCIENTIFICA : Studio pato.. .geneti-co dello squil.ibrio ad.dom inala. Nella vita professienale : Oorucora.i. - Nom:iin 1e, promozioni ed onor-ificenze. Not~ zie diverse. Indice alfabet ico !)er materie. 1

1 :

en terootomizztazionH.

É vietata la riP'roduzione di lavori pubblicati nel POLICLINtCO e la pubblù:azionP dei sunti dt essi. senza citarne la fonte.

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;

lJtilità (dolenzia del niargine esterno del citcu l l are,

LAVORI ORIGINALI. 0SPFDALE

C I VI LE

DI

CHIOGGIA

'ipotrofia rtel bordo esterno del cuc1Lllare, atrofl,a d1el nitlscolo sterno-cleidJo mastoideo del lato opposto, ecc.) .

(VENEZIA)

s~

un nuovo segno della tube1~colosi polmonare incipiente e sulla sua interp1~e­ tazione patogenica. (*)

Lo Jacono (3), suo allievo, ha pure recentemente indicato un sintoma, che ho potuto positivamente co11trollare (dolenzia del cavo ascellare al 1°, 2° e 30

Prof. D. l\IIAESTRINI, medico 1primario , ·direttore d el Dis(pensario Antitubercolare Mandamentale « Dot.t . A. Renier » . Come git1stam ente osserva il Boeri (1) , per la diagnosi di tubercolosi polmonare, disponiamo di grandi mezzi o di gr andi segni (reazioni bjologicl1e, ricerca dei bacilli, esame ra·diologico, ecc.), e di piccoli mezzi o piccoli segn i. Questi ulti1ni non 1sono me:r:io importanti d ei i)r imi, perch·f' access1bili a tutti i medici ed in qualunque residenza. Il Boer1 (2) ha il gran·d e merito di aver messo in evi·d enza vari piccoli segni molto preziosi, tPer la diagnosi di tubercolo~si IPOlmonçi.re incipiente, di cui, da vari a nni, con stato ancl1' io la grande ( · ) Comunicazione fatta alla Società ì\IedicoCl1irurgi ca OSip edali Abrt1zzesi, 30 aprile 1925.

I

.~pazio

intercostale ).

Altri indic~rono già importanti seg11i iper diagnosticare precocernente le apiciti (Baccelli, Queir olo. ecc.); Qui ho volu to richia~nare J'attenzio11e soltanto su ·qu elli cl1e hanno maggiore attiner1za co11 il nuf"JVù sinto1na, che 1passerò subito a descrivere. Se, in apicitici, eser.citiamo con la punta dell'·indice ·della man o destra una media 1pression e sull::t regiorie carotidea, e più 1precisamente 1ungo il ·decor so del fascio nerv.eo-vasale d el collo, cominciando dalla fossa sopraclavicolare mi1tore, c'i1nbattiamo in un 1p unto doloroso, che, nella maggjor parte .dei casi, è situato· e11tro l'a1nbito della .stessa f ossa sopraclavicolare mirwre. Q1Jesta zon a d'iperestesia è presente in l~sioni · apicali cli grado avan zato nel 90 %; e qu ello che più ini11orta è presente nella stessa percen,t1lale, in les'loni apicali i1ii .:iali.


1594

IL POLICLINICO

La fig. I rap1)resenta l'ammala ta De Gr. Clotil ~ de, di anni 37, affetta da apicite bilaterale: tra

[ AN~O XXXII, FASC. 46}

!dentice caso, ma perf ettan1ente op1posto per intensità e sede della lesione, è quello di Erminia Dor., di anni 19 (.fig-. III). Alla fo ssa sopQ'aclavicolare m ·i nore sinistra anche la debole pressione digitale 1p r ovocava dolore. .l\lla f ossa sopraclavicolare minore destra la stessa pressione proYoca,-a soltanto una sensa~ zio ne ·di fasti dio. · L a radiog·rafia di1nostrò (fig. IV) : 1) apice siriistro i.nimobtle, notevolmente ridotto, con Ja porzione superiore completamente bloccata da i·stP'gssimenti pleurici, i 1quali producono la sovrap1posizione della 1a e 2a arcata costale,- in modo che un lie,,e tratto ·di chiarezza si ha solo n ell'ultin1a lJorzione dell'apice, ·a:Il'altezza della cl.q,·icola e ùella terza arcata costale; 7.?.) 1' apie~ destro , o pacato n ella porzione para,·ertebrale antf'riore, tende con la testa, nella parte n1édiale inferiore, ad Ull TiSClliaramento dj_ screto. 1

ESAME DEGLI APTCI

cor

::\IETODI ORDINARI.

· A.pice sinistro: limite su periore abbassato; mar-

De Gr. Clotilde, di anni 37, affetta da apicite bilaterale.

FrG. I. -

FI G.

cata ipofo11esi alla regio11e so1pras1pinosa e sopraclavicolare; rantoli crepitanti e sottocrepitanti al le stesse r egioni.

II. - Radiografia degli apjci p olmonari ·di De Gr a.d. apice destro; a.s. apice sinistro.

Clotilde, affetta da apicite bilaterale.

le rJ11e bra11cl1e rnu coJari dello sle rn o-cleidn 1na_ stoiàJeo cli destra (cioè in corrj pon·denza della /ossa sopraclavicolare niinorc) è b en \risibile Ul lli p iccola c1'oce; qt1esto segno è il punto, ove, esercitanclo con l'i11clice ·della mano rlestra, una i110ùi ca ì)ressic11e, si pro\ oca un f orte dolore. •4.' sin,is tra, pure in corri pondenza ·delJa. fo ssa SOJJrac lavico lare miriore, s i ossea·va un gr osso pu11to ; è qu esto il lt1ogo, o,·e, esercitan do un'icle11_ tica prrssione, · i proYt;rn t1na sensa.:ione rnolr .~ta (che la malata qualifil"a come fn tidio ' , anzicì1è un vero e proprio clolore. ES,\iI E DEGLI APIC[ COI :\I ETOOI O RDI~ARI .

Apice destr() : alla r egjone soprasp·i nosa e sopra-

C'laYicolarc esi te ipofon e.-i e si odono r antoli subcrepitanti . .1pice sinistro: su tt1tta ln region e apicale ~si­ &te -010 e pirnzione leggermente prolungata. Il reperto radiografico fu ·i l seguente, co1n e dim ostra la lìg. II . . t pi ce diestro: forte vielutura; secon·d a are ara costale destra cosparsa di ombre irr egolari c1o· ,·ntf a focolai bronco-pn eu1nonici d ell'apice, il qt1ale è 1·idotto di circa 1 crn ., rispetto a ll 'am1piezza del sin istro. 1pice .~ini. tro: in alto .è n etto; 11Plla diagonale i1araYertehrale e ic;te una Yelatura, cl1e ricopre l'e.:;rre111a pari e clel lobo -uperiorc. Lo i11eralr1e.·ir1 rlu1tquc. acJ l(llO pres iorie digllr1l c 1nnclira. ,~ 1·1 f'-"<'11/r anl'lìe r1uaJ1 cl o la lesione api- . <t 1l r è i n i ::, i o/le, en 11 i e è i l r" . o cl r> li ' api ee sin l sl ro d1·ll'a11i 1nalntrr f> e Gr. ClOlildP.

.

F1G.

.

III. -

E. Dor., ai:ffetta da api.cite bilaterale.

Apice destro : 1n. per cussione è n egativa; l'ascol-

tazione fa percepire

lie,~e

din1i nuzione del mur-


.

i-.\NNO

XX\:II, P A....C. ~G ]

SEZ IO~c

mure vescicolare ed espirazione ·. prolung·ata alle r~gioni sopraspinosa e sottoclaveare.

PRATICA

sopraclavicolare mrlnore; ipo.fo11esi appena percet-

tibile alla regione sottoclaveare, ed espirazione 1prolungata, sipecie alla r egione sopraspinosa; 2) Apice polmonare destro: d olore alla pressione digitale, in corrispondenza della fossetta sopraclavicolare minore; rantoli crepitanti é sottocrepitanti alla regione del J11ohr.eneim; jpofonesi

Radiografia degli apici poln1onari d1 E. Dor., di anni 19, affetta da ap-icite bilaterale.

FIG. IV. -

ea espirazione aspra prolungata alla regione SOpras1pinosa. Il reperto radioscopico fu il seguen te : « Campi polmonari m arezzati; gli ili, opacati mandano· . ' sp ecie verso gli apici irradiazioni peribronc11iti· che; apici ambedue velati ed abbassati; atti inspiratori r idotti; all'apice destro qualche focolaio broncoipneumonico » . La fig. VI è la radiografia ·degli 34pici polrnon ari d el giovanetto O. T. :\cl rasi clinici citat.j , .. i è verificato (come Ja. più parte deJle volte avviene) che la dolenzia alla

regione carotidea, fosse entro l'ambito d8lla /os sa . opraclavicolare min.ore; ji1 altri casi però, a ssai scarsi jn·vero, il dolor~ si pt1ò provocare a metà lunghezza cir ca della reg·i one caroti dea. I r.asi cli11 i ci ricordati m ostrano tt1tti la conte1nporan ea esistenza di dite ;::one di d olenzia, ~ia 1pure di intensità ·diversa. La ragione di questo si deYe ritrovare nel fatto cl1e, nelle nostre sale ospitaliere, gli -a1p i2itici ' 'engo110 quasj semp1~e a lesione polmonar e a:vanzata. ' ~1Ii ·ono però. ambulatoriamente capitati vari rasi di apicite unilaterale, i quali pre sentava1'lo 11 na so la .:::ona di dolen~ia, cl1e in genere !u fissata alla base della f ossa sopraclavico l are rrii,. 0

nor e.

Il vurito doloroso, or ora descritto, n on si ha

Giovanetto di a11ni 16 (O. T. , da Cl1iog_ gia ), affetto da upicite bilaterale.

FIG. \ ' . -

Frc. , -I. - Radiogra.fia ·degli apici polmonari di O. T. , da Cl1ioggio..

s. n1pice sinistro;

d. apice d e tro.

La :fìg. V ra,p1prese11ta u11 giovan etto cli 16 a11n1 (O. 1' ., da Cl1iog·gia), il quale prese11taYa: 1) Api.ce pol1n onare sinistro : lievie fa st idio alla. pressio n e digi ta l e, ·in, co r1 ..is7Jond.en;:,a della fossetta

i11 affezioni polmonari dei lobi inferi ori, n è del lobo 1nedio polmonare ·destro : ·esso si prese·n ta, quarirto esiste una z.esione d1ell' apice polmonare :

questa è la pri1r1a car atteristica, sulla quale anzit.Ptto richiamo l'attenzione. L a seconda è : la d escritf ({ d olenzia si presenta i n casi dt z.esiorie apicale in.i:=ialissima; 1q1.1a n.do appena una pe.rc11ssione, molto abilmente con~ dotta, può far sospettare un addensan1ento api~ cale, ed i re1perti radioscopici e radiografici possono confermare, essere incerti, od anche negare qualunque lesione a1pical e. Un esempio molto dimostrativo m e l 'offrì il caso della giovane Frizie·r o V., di ai1nj 18, affr tta da 11p icite sirtistra,, e da me illustrato ad altro scopo (4) . Come fu già allora detto, al primo esam~ (4 dicembre 1923) · il r adiologo scrisse : « gli apici rion p .r esent ario altera~ioni d egne di no ta »; mentre era presente un a lieve dolen.::ia alla fos sa sopraclavicolare mirione sinistra e la per cu ssione aveva fatto rilevare lievissima ipofo n esi alla regione


1596

IL POLICLINICO

so1pra51pinosa dello tesso lato; nulla ·di anormale alla laringe. . Q11ando la lesione compromette, oltre che l'apice, anche il resto del lobo superiore, ed è profonda, con di&truzioni ·d i te,ssuto, si pivssono avere a11che altre zone di dolenzia, sulle quali ' mi soffer1nerò altro\re, ancl1e perchè non si tratt a, in simili casi, d1 apicite inizi~le : quan·do però si tratta di lesione apicale circoscritt::1, . e· situata alla parte 1più alta dell'a1piice polrnonare, si riscontra un solo punto dolente alla pressiorie, che in genere è situato in corrispondenza d ella base della f ossa sopraclavicolare minore. Le prin1e osservazioni mi fecero 1p ersino sperare di poter segnalare punti dive1"si. di irradia1

[.i\N~O

XXXII, FASC. 46]

colare minore, alla quale fu asS'egnata importan. za p er le malattie caPdiache. H. Il ea.d alle malattie tubercolari ipolmonari (fig. VII) assegna zone d 'iperalgesia molto estese (fig'. VII: D 1 , D 1 ; special1r1ente D 2 , D 4 , ID5 ) , che occupano grandi zone d ell'ambito toracico sia ::i nteriormente, sia 1posteriormente, e si confonaono con ìrradiazioni doloriftche che 's ogliono indicar::>i come indice cli malattie della mam1neì1a (D 4 , .D 5 ) e àell'esofago (D 5 , D 6 , D 8 J. Nello schema di H. Head manca dun9ue la zonn iperal gcsica alta fossa sopraclavico lare minore, come esponente d·i lesion.e pol1noriare tu bercolare.

'/\'o n esiste pertanto cuincidP1i:a topografica tra

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D, FrG. VII. -

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Zone iperalgesiche .del tronco (da

zione dolorifica, 1per i diversi lobi ipolmonar1: questa possibilità dal protocollo delle mie Jndagjni an cora n o11 appare priva di speranze; tuttavia ha bisogno di ulteriori e più numerose conferme. A questo punto cade a proposito .,p arlare •di alcune zone i1pera1gesiche clelJ 'Heçi.d. L e zone iperalgesiche cutanee., già segnalate da Heo d (5) in corri spo11denza ed in vicinanza della reg'iorie carotidea so110 topografìcam,ente e fun::.ion,alme1ite dtverse ·da quella indicata nel presente articolo. H. Head difatti indica due zone iperalge~i .."he ftsse. di cui l'una (l 'inferiore ) è al disopra e più mediale della fossa sopraclavic olare minore, e starebbe ad indicare (secondo Head) lesioni della porzione inferiore della laringe (.zona larl1i{]ea inferiore) ; l'altra (quella cioè :situata piì1 in alto) 0 q:1asi all'estremo superiore d ella regione carotidca, ed indicherebbe lesioni della 1porzione superiore della laringe (.:on.a larin.gea superiore ). Un'altra :ona iperalgesica da Head se.g nalata, è qt1ella situata alla fossa sopraclavicolare maggiorP o n1eg·Iio tra questa e la fossa sopra rla,·i1

-

H eacl ).

{({ a1 ea iperalges'ica, eh. e io segnalo nel prese1ite arti.colo, e quelle già in·dicate da Head : il che a1n1ostra cl1e la zona da n1e segnalata è diffe-

r e11te. In que to senso 11anno ancl1e deposto le ri cerche cliniche: ogni volta difatti che ebbi apiriticì con lesioni laringee secondarie, oltre la zona iperalr1esica alla fossa :<;opraclav/icolare minore, ri-

scontrai una delle zo11e. iperalgesicl1e (zone laringee), in,dicate da Head; ma in apicitici, in cui la laringe era integra, risco11trai soltanto la ::ona iperalgesica, da me fissata. alla fossa sopraclaYi_ colare minore, o poro più in alto, Ju11go il fascio neri 1eo-·l

a.sale d el collo. CONSIDERAZIONI GE~ERALI SULLA PATOGENESI DEL FENOiIENO.

Qualora l 'anatomia sapesse indicarci con pre:, cisione la fine innervazione polmonare, e le sue connessioni ce11trall. sarebbe assai agevole risalire alla rp atogenesi dr:>lla zona iperalge ica sopra d es:ritta; 1na purtroppo tudi ~ imili n1nncano. L'Oppel ... te so, che ha scritto sull'apparecchio respiratori o u11 trattato di l)iù di 600 pa gine. ùe.


[.~NNO

XXXII,

FASC.

46 )

SEZIONE PRATICA

1597

'

dica una sola pq,gina alPi1111ervazio11e, e si esipriin condizj oni normali o n1orbose, è in gran parte n1e presso a poco nel segue11te n1odo: soltanto apparente. « Xel poln1011e entran o n1olti n ervi , he accom· Seco11do lP sue osservazioni, tutti i dolori che pagn ano i bronchi ed i vasi. Provengono dal 5i possono, ad es., destare nella ca\rità addomi· vago e dal si mpatico; neJ loro decorso si trovano n ale, son o da riferire alle parti innervate dai molti gangli , speciaJme11te attor110 ai bronrl1i ed n ervi intercostali lombari e sacrali, segnatamente a lla base Po l1nonare. L e fibre n ervose son o mieA.I p€ritoneo parietale. Questo è sensibilP. sia in liniche ed amieliniche; le mielinicl1e raggi11ngono con{l izjoni normali,. sia in condizioni abnormi, la mucosa ed i Inl1scoli broncl1iali, le amieliniche spe1·ialmE>nte agli stim oli meccanici (stjramcnti, Yerosimilmenre la muscolatura vasale, p er regodilatazioni) ; mentre invece tutti i visceri ir1tra. lare l'afflusso sa11g·uig110. Ogni r amo bron chiale peritoneaJi e.d il p eritoneo viscerale , che li ricoha un corcl oncino i1ervoso, cl1e manda brevi 1pre, non ·sono capaci di sentire dolore, nè allo ran1i. I ran1i terminali a rriYano sino al colletto stato sano, nè allo stato malato. Un jatto considell'alveolo: qu esti ran1i servono forse ad inner. 111iJ e avyerrebbe n ella cavi1à toracica: · i .polmoni ·vare la n111scolatura dei. broncl1i e bro11cheoli. · e ln p 7e1J,re viscerali sarebbero j11sensibili, ed i 1\011 si conoscono n ervi efferenti, rl1e pur e devon0 esistere ». e Sa1p1pia1no pur e cl1e la regio11e carotidea è i1111ervata superficjaJmente clai rami del plesso cer, vicale superficiale, e profondan1ente dal vngo e dal simpatico. Il ple so cerYicale sup erficiale è rosrituito da branche, che si dipartono da arcate nervose, le cui fibre sj distaccano da i 1prin1i quattro n ervi cervicali. d • Da queste arcate nerYose parton o filetti, che • uniscono il simpatico ceryicale (ganglio c;erv ieale superiore e niedio quarido esiste'. co11 il sie . tema 1spinale. • Da qlle>~ti 1ati ris ulta che la in neryazione cu• tanra della regione carotidea e qui n di ~nche FIG. v·III. Sche1na per la jnterpretazione delle della fossetta sopraclav'icolare rninore, è in co nip ~ralgcsie cutanee e 'd elle irradiazioni dolorose nelle malattie degli organi profondi (da Sahli). nessione j11thna con la, 11orzione cervicale del gran simpatico. do lor], cl1e si sentono entro il torace, in casi di Orbene alla ll1ce di questi dati è abbastanza inalattia, dipenderebbero d a trasmissione di eccifacile adde11trarci sul meccanisn10 intimo col quatamenti all e pleure parietali, che sono sensibjli le , nella regione carotidea possano determi11arsi ancl1e norrr1alrnente. ar ee cutanee i:p er estesi che, ]n seguito a 1esioni 1pol1nonari. Questa dottrina però n on è completamente accettabile: come negare, a:d es., la dolorabilità del In base al !e osseryazio11i speri1nen tal i dei fisiologi del sec. XVII e XVIII, ed a q11elle dej chi- . dotto col eri ocn in ca.si di calcolosi? o ·di tratti iniest.iriali in, casi dt. erriia stro::,::,ata? r urgl1i, fatte sull'uomo prima dell'introduzione, Di fronte alle osservazioni cliniche d el 1L en nel1a pra tira, rleJla narcosi etflrea e clorofcrcnica, si ebbero numero e osseryazionj s11l!a sens-irrander, ha recentemente assunto impor tan za la dottrjna dei dolori riflessi. bilità dolorifica degli orga11i interni ·delJ 'organismo a11in1ale, ma, in ,,erità, non molto concordi. Fu primo jJ .L ange a con si·derare com e riflessi i dolori e le iperestesie cutanee, che a c·co1npaLirnitandoc; a far menzion.e dj quanto a noi g·nano certe malattie di organi interni 1P0co o può riguardare, ricordia1no cl1e la murosa delpunto sen sibili. l'apparecrhi0 respiratorio si riten eva gorlPrf! di Dopo glj stu di d el ·Roy (1888), del l\1acl\enzie sen sibilità ·dolorifica solo nel tratito nasale laringeo; secondo però l a .d ottrina allora d€lminante (1892: , rna specialm e11te dopo qu elli 'Pi'L1 e~tesi delil polmone avre bb e avvto 'una dolorabilità virl'He(}d (·1898), la dottrina d ei dolori riflessi assun ~e un interesse gen erale ed un significato teotuale, che si sar ebbe esplicata in co11dizioni abnor1ni, $egnatam ente infiammatorie. rico assai rilevante. in ordine alla moderna dottrina segnientale (Lucia11i) . ..\ q11esta do·t trina si 0tp1pose, i11 J)ase alle proprie osser,razioni clinicJ1e, il Lenn a11cler (1902-1904), Secondo Hea d al·c une co11dizioni morbose degli org.1.ni interni sono capaci di provocare sensasostenendo che la differ enza di sensibilità, cl1e mostrano i tessuti interni, secondo cl1e trovansi. zioni dolorose, ma queste vengono quasi seiilpre 1

t

-


1598

localizzate erron ean1ente, vale a dire in una regione ·d iversa da quella affetta. Anche nell' organo UJalato spesso si avverto110 sen sazioni ab11ormi, rna più che un vero dolore, è lin seniso oscuro di pesantezza o di tensione molesta, merLtre il vero dolore pungente, acuto è proiettato alla superficie coriporea. La fig. VIII, ch e tolgo dal Sahli, spiega questo processo : Sia a l 'organo ammalato: se da qui 1parte uno stimolo verso il centro spinale sensitivo 11; da questo i)unto l'eccitamento può progredire V8rso e ed arrivare alla coscien za; dall'altro può 1Passare in d, cioè in una via di sen so vicina e f. Ora a seconda che in d , con tal modo di irradiazione, .si origina 11n'eccitazione dolorosa, ovvero un se1nplice stato di ipereccitabilità, noi potremo avere sia u11a sensazione dolorosa riflf'ssa, che v iene proiettata verso e, sia una ìperalg esi'l clella zona cut anea e alla pressione, ed a qualunque altro stimolo non capace, p er sè, di pr odurre do lo re. • Da ciò risulta cl1e la ~peralgesia circoscritta della ct1te da me ·s tabilita alla fo ssa sopraclavicolare minore, non altrimenti delle vere sensazioni riflesse [>ossono acquistare importa nza diagnostica , perchè trovano ragion e di ] OfO esistPnza in strutture anatomj che e modificazion i fu11zionali ben definite. H. Head considera giustamente erron eè sia le • sensazioni dolorose rifles·se, sia le zone cutanee iperalgesicli e, e sono, secondo lui, null'altro che un ef,fet.to d ella poca sen sibilità dolorifica r1egli organi e itessuti interni. « Quan·dO uno stimolo dolorifico (egli dice) vien e c;;pplicato ad un punto poco ·sen sibile, jl quale sia in inti1na connessione centrale co11 un altro punto 1Più ·sensibile, il dolore, cl1e si desta, è sentito più intensam ente n ella sede · di rnaggiore sensibilità, invece che là, dove la sen sibil'itè. è 1ninore, ed in cui lo stimolo fu affettivarnente apip li cato » . Qu esta legge generale è applicabile, secondo Hea d, alle iperalgesie cutanee. << Quand o pervengono (egli dice) al midollo, per la via d ei nervi afferenti, abnormi eccitamenti da un or gano intern o malato, l.'eccitabilità d el segm ento midollare si esagera, di guisa che, quando un altro eccitamento cuitaneo di lieve intensità arriva allo stesso segmento, esso pro,·oca d olore, mentre in condizioni n ormali n on avrebbe desitato che una sempli.ce sensazione di cont<1 tto >> . La zona iperalgesica, da m e designata alla f ossa soprac lavicolar e minore, dev'essere interpretata du11aue nella sua p atogen esi, in base alle leggi, stabilite da Head: si deve cioè ammettere che dal polmone ammalato, partano continl1 amente stimoli, che, per le ' 1 ie afferenti del simpatico, 1

1

~

[ •.\.X~O

IL POLICLINICO

XXXTI, FASC.

~6)

m ediante> i rami con1u11icanti con il plesso cervicale superficiale, si iPOrtino alle radici spinali, indi ai ce11tri grigi clei rispettiyj centrj midollari, 0' 'e arrivano l)ur e glj stimoli sen·sitivi, provenienti ,dalla superficie ru tanea della stessa fossa sopraclav-ico lare minore.

Questi stimoli abnorm i, 1prove11ienti dal polmor1e, all'op1)0 to delle YerP. e pro1pirie sen sazioni. r iflesse, non saranno aYYertit e dalla cosci.enzn. e ser,Tjran110 solo a m odificar e la soglia di eccitabilità cli qu 1~gli stessi ce11tri midollari, con i quali son o in conn essione le fibre n er,'ose, cl1e in11ervano la regione carotidea. l/ hume11to di eccitabilità ·dei sudcl~tti c€ntri potrà raggiungar e tal grado, cl1e uncl1e stim oli norrnalme11te ineffir nci ( sub111trz-imali)·, ·p ortati sull9. cute .dell a region e sopraclavricolare minore, saranno avvertjti con11e senso di pressione, o d i. fasti.dio 0 di vero d olore a secon da cl cl [lrad o dt 1riodi fì cazione d ella sogl·ia.

·N ella sua patogen esi adu11que i l se~no :la me illustrato , d e, r'essere ·Co11t:i:clernto allo stesso n1odo degli altri. lJiceolj segni, già c1B Boer] e da altrt d escritti .

Ci1ioggia, 20 fel:>braio 1925. (1) (2) (3)

(4)

BI.BLIOGR.t\.FIA.. G. BOERI. Rinascen za Medica, anno I. n. 1. 19:?4. • ID . .Loco citato. · · LO .JACONO, in G. BOERT. Rina:scen za ì\!Iertica, anno I , 1924. D. M.AESTnTNI. Rinasc. J\lled., an110 I, n. 10. 1924 .

(5) H. H EAD. Die . e1is'i btlitatsstorurig der H an,t bei visceralerkrari,kun,g eri. Deutscl1 von W. Setffer, Berlin , Hirsch,va1d, 1898. Cfr. MARINESCO, Sén1ajne médicale, n. 33, 1896.

Interessantissima pubblic;J.zione: Dott. Prof, ACHILLE CAPOGROSSI

Docente di Patologi a l\fedica nella R. Unive.rs.ità di Roma. Medico Primario e Direttore dell'Ospedale Civile « Mazzoni • di Ascoli Piceno.

.tonceno e Dinunesticn dellH Tisi inizinle. Riportiamo il giudizio recentemente espresso su questo volume, dal Chiar.mo prof. Fabio Ri va lta : . . . «In questa monografia, oggi . indispensabile per .ogni medico l~he voglia rapidamente mettersi a g1o:no sulle ultime scoperte relative allà tubercolosi sono esposte 1n modo p~rfetto. e ~om~ pleto le moderne teorie che d e) tutto hanno n1od1ficato i cr1t~r1 già dominanti ·s ulla patogenesi e sulla cura di qu~sta ~alattia. L'autore ha svolto con molta con1p~tenza e con ~1n~e.s1 ef.ficace tutto l'argoment•) della infezione t ubercolare pr1m1t 1va 1nfa11· tile in stretto ' rappor to colla. tubercolosi polmonare,.dell'adulto e relativi stadi ed esiti. Non ma.nca un cenn<? sull 1mporta~te fenomeno di Koch, sull'allergia, s ulle tubercohn~ e sulla re1n· fazione e superinfezione. L'autore svolge pure ~n modo c~m· pleto i quadr: clinici delle forme acute e cr~n1ch_e _ind.ug1an: dosi sopratutto sull'impor t ante argomento dei 1pr1m1 s1nt<?mi della tisi in cipiente ed infin e ~ccenn a nncb~ ali esame ob~1et­ tivo generale e alle ricerche di laboratorio e delle reazioni · · t umorali. Il libro non è molto vohn:ninoso ~ si leJ;~e co1. ma~s1~<?. in erease poichè indica al medi~o. prut.1r.o ~u.t.t? quei prin c11711 ~~n ­ damentali cbe ogf.!i banno t1n1to per d1_r1gere la cur~ spect ca jmmuno-biologica di questa fnnest·.t e diffusa malattia>. rt Un volume in-8 di pag 1 \' -&:s, nitidamente stampato s u ca ~ distinta, con el~gantissima copertina. pr_ezzo L. 1 O. Per 1 0

nostri abbonati sole J-'. 8. 7 5 franco <'1 porto. In,~iare Vaglia postale al Cav. Ll""JGI POZZI - \ Tia Sistina. n. 14 - Rorna..


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SEZJONE PRAT l çA

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QUESTIONI DEL GIORNO.

In analogia con qua11to P asteur ·avPva ottenuto

per l'infezione carboncl1iosa , riuscendo a trasforrnare il vir us in vaccino, CaJmette, partendo da Vaccinazione antitt1be1·colare preventiva. t1n bacillo ·di origine bovina estremamente viP rof. CARLO BENEDETTI ru,le rito (alla dose di 3 miÌ1igr. 1per iniezjone e11. m edico pri111ario cli profilassi a11titubercolare dove11osa causava 11na tubercolosi miliare acuta al Corn1111c cl i Roma. in 4_5 settimane n ei vitelli dt 4-6 mesi) era riu• sci~o, nel 111ngo periodo di 13 anni cori 230 culLa lotta contro la tubercolosi 1segue sempre più ture su ccessi\ e su terreno alcalino di biJ e rli bove intensamente il suo orientamento verso un i11dia sopprimere compl etamente ed ereditariamente' riz.zo igienico-sociale, con1e quello che per comule proprietà tubercoliniche del bacillo, che con~ i1.1e consenso è finora considerato l'u11ico l"'.'.:.ezzo servaya solo quel tanto di tossicità capace di per 01pporsi efficaceme11te al grave flagello. stirr1olare la formazj one di anticoripi. Conternp9ra11ea111ente m edici di altissin10 valore Questo bacillo vaccino, -denorninato da Calmette vann o febbrilmente ricerca11do un mezzo cl1e posB C G (Bilié Calmette Guérin), è, secon·do lui, assa nel modo a>iù semplice, più rapido, più con·1_ solutamente ·irlof,fensivo, qualunque sia la via plet•...1 ed economico r endere l'organismo u1~ano p er la qt1ale ·viene introdotto nell'organismo. inatt.a ccabile clal bacillo infettante. Prove s1perimentali sui bovini , sulle scjrnmie (Istituto P asteur a Kindia), sui vitelli (568 in FranE merito rle.lla sen ola ·di ì\ilaragliano l'aver intcia, n el Belgo 184, nei Paesi Bassi 415, in 111ziato questi studi, i qual1, secondo l'affermazione ghilterl\a 311), hanno -dimostrato l'assoluta in110_ <lell'jJlustre clinico italiano, e di molti su0i alcuità del vacci110, oltre all'efficacia immunizlievi e seguaci, avrebbero portato alla conclusione zante. sperimentale . e clinica cl1e si è riusciti ad otteFin dal gillgno 1924, i risùltati delle prove spe· nere il ·desiderato mezzo immunizzante , che dirimentali autori:?zarono Calmette ad applicare senfenr!1 l'uomo dalla tubercolosi. E mancata ~erò la conferma e l'univer~ale con- za inconvenienti e senza riscl1i il va ccino in bamsenso ·p er il ·disinteresse o lo scetticismo di 1ne-· bini neonati esposti al contagio familiare. Il vaccjno (un centigrammo di coltura vivente dici sia. all'Italia che all'estero, scetticismo in paremulsionato jn 2 eme. di liquido glicerinato) vien te giustitficato dal fatto che i risl1ltati prati ci posfatto i11gerire in un 1Piccolo cucchiaio di latte, sono avere la loro conferma indiscl1tibile e pamezz'ora prima della po1ppata al 40, 60, so, o al tente: solo dopo u11 lungo [periodo di anni, men .. 50, 70, go giorn.o dalla nascita. ire che l'esperienza di laboratorio e clinii::he n on Dal 1° luglio 1924 al giugno 1925 sono stati vacsono cos8 ~argament e suffragate da rit~nere ri. solto in un modo o iR un altro l'i11teres5ante · cinati 2070 neonati in tutta la Francia e nel Belproblema gio; di questi, solo •di 423 si hanno n otizie preci se con vaccinazione avvenuta tra il luglio e il Il ·v accino preventivo di 1\1.Iar agliano è ra,ppredicembre 1924, e che rimonta 1per ciò a più di sentato cla hacilli ·cii I\:ocl1 u ccisi al calore, che 6 mesi. vanno iniettatj per via i1pod ermica nei neonati. Di qu esti 423, il 32 '}'~ (137) sono rimasti esposti Ql1 esto vaccino è a ssoluta m en te innocuo e seconal contagio familiare e 86 rimasero con la 1nadre do le statistiche fornit eci dal Maragli ano stesso tubercolotica . .avrebbe tale potere immunizzante, da essere atto alla prevenzion e della tubercolosi. · Nessuno di questi, fino al 1° giugno 1925, presentaron o il più ipiccolo disturbo per l'ingestion e D'altra iparte il prof. Calmette, in una Comunidel vaccino, nè mai affezioni 1presunte tubercocazione fatta all'Accademia di Medicina di Francia il 16 giugno 1925, conf errnava la scoperta di 1otiche. ·un suo vaccino pr_ev entivo, già annun ziato fin da!Vi fu una mortalità generale per malattie non l'anno precedente per gli animali, s11ffragata da t11bercolari n el 7 %, e solo per malattie che posprove sperimentali, seèondo lui inconfutabili. sono sospettarsi t ubercolari il 0.5 %. Nel 1906-7 le esperienz e di C.almette e C. Guérin Questi dati vanno m essi in confronto con qvclli sulle reinfezioni bacillari negli animali già con_ della 1nortalità media in Francia pegli anni 1906taminati, dimostrano cl1e l)Qteva esistere u n,,im1913; 1921, in nati vivi , rispettivamente del 12.5 %, munità antitubercolare legata alla presenza n el- 11.6 ~~. l'organismo immune di qualcl1e elemento bacilIl vaccino di Calmette è stato poi applicato in lare allo stato di vita latente, . e che poteva riu506 barr1bini annamiti sotto il controllo di medici ·scirè 1patogeno solo se cause varie fossero riuscite coloniali n ell' ..<\.frica Occidentale francese, dal 14 .a ridestarne la virulenza. Jnaggio 1924 all'S rnaggio 1925; altri 218 lattanti di 7

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razza nera sono stati ''accinati senza il minimo altra a>arte dell'organismo, esiplicare quella funincidente e perfettame11te sani, ,p ur restando 9.1zio1:1e simbiotica che il Calmette gli attribuisce. cuni di essi in ambienti i11fetti. . Cl1e i rnicrorganismi patogeni e non patogeni, Ora, 1pe-r ordine del ì\llinistro delle Colonjc tutte riescano ad attraversare le barriere gastroenteri_ le giovani reclute indigene dell'Africa Occidenche è questione ormai risolta in senso positivo; tale, del Madagascar e dell'I11clocina, destinate in tutto sta a vedere se questo avvenga per il B C G Fra11cia e nell'Africa ·d el Nord, saranno vaccinate. in via eccezionale, o sia la regola, poichè il mocQuesti sono i dati di Cui allo stato presente di- . canismo d·ella f orrnazione di anticorpi · prodotti 6poniamo, fornitici personalmente dal prof. Calda~la simbiosi bacillo-cellulare dell a residuata tosmette, .per una possibile valorizzazione · del suo si~ità del bacillo stesso, potrebbe perdere terr~no se solo qualche bacillo riuscisse a sfuggire l'.aziovaccino. ne letale dell'insieme dell e barriere !protetti.ve ga· Se11za entrare in dettagli di qiscussioni, che stro-intestinali, m entre la maggior 1parte di essi non si ~ddicono all'altezza scientifica ed umanita_ venisse a soc-combere. ria dell'argomento, specie quando si tratta di riE allora, se così fosse, e il B C G avesse l'.'eal_ ferire risultati di studi di personalità così erninen~i che illustrano il risipettivo paese, e che ono- · meJJ.te un'azione ' 'accinante, questa la dovrebbe non alla sua attività vitale, ma ai suoi materiali rano così altamentè la scienza, vogliamo subito organici di d.ecomposizione. domandarci: il vaccino Calmette offre pericolo o riscl1io per Il meccanismo immunitario verrebbe ad essere chi lo ingerisce? spo·s tato verso la concezione di ·M aragliano, con Le prove sperimentali e3eg11.ite con la massima la differenza che sarebbe superfluo affrontare le serietà lo escluderebbero: si tratta di un bacillo suscettibilità del 1pericolo infettante del bacillo che p.a perduto, attraverso 230 passaggi, 1p er il v'ivo, se l'irr1ml1nità fosse con seguibile con rna- • periodo di 13 anni, la propria attività morbosa teriali del bacillo morto . . tubercoligena anche ereditariamente, e che nume_ Gli studi di Maragliano e la sua scuola 11anno rose esperienze in più s1)ecie ·cLi animali facilmenpur di·m ostrato sperimentalmente che i bacilli te tnbercolizzabili, hanno dimostrato incapace di .morti 11anno potere immunizzante sia introdotti riacquistare comunque il minimo grado di viruper via parenter.ica, chP. 1p er ''ia gastrica. lenza. Questo €1 confermato malgrado il ,p arere di CalAnalogia con altri , rirus vaccini lo c'o nfermerebmette dagli stucli di ì\tiadsen che immunizza i cabert~ . La convinzione d ella completa inr1ocuità ·del valli e vitelli non solo co11 bacilli avirulenti, per vaccino bilia.t o è in Calrnette così assoJuta, che avere un siero antitossico 1r1a anche con quelli ' il rprof. Salimbeni dell'Istituto Pasteur, mi affermorti. mava che aveva egli fatto vaccinare col B C G una I prodotti bacillari, come tutte le albumine, per sua ni1p otina testè venuta alla luce. l'azione di fermenti che gli antigeni in genere i)roLo stesso Salimbeni , che è un illustre batteriotlucono attivamente, subiscono un processo digelogo italiano, . rni ri-cordava lo scetticismo -e le stivo disintegrativo: la disintegrazione del corpo accuse fatte sulle prime alla cura antirabbica di batter.ico porta alla formazione di polipeptoi:di che P asteur cbe veniva accusato di clare la rabbia vanno a 1far parte integrale costitutiva della cellu' all'uomo. la, ~ cui conferiscono resistenza organica immn_ Lo stato attuale delle nostre conoscenze ci aunitaria contro il bacillo da cui derivano, poichè queste albumine conser·vano la loro specificità cotorJ zza dur1que a ritenere che il J3 e G sia i11nome è dimostrato che la conservano anche prodotti CllO : gli studi ulteriori potranno m eglio confer _ proteici. inferiori, come le sostanze amino-acide. marlo. Gli anticorpi che si f armerebbero dalla simbiosi Il ·vaccino Calmette ha realmente potere immuùacillo-ceJlulare - secondo Calmette - ve!'rebbero · nizzante? a cessare . con la morte e l'eliminazione del bacilC~lmette, ritenendo che i bacilli morti n on aveslo, donde la cessazion e dello stato immunitario~ sero fino ad ora condotto ad alcun risultato sod1ner1tre la cellula organica conserverebbe rpjù a lundisfacente quali mezzi immunizzanti, riferiva al go &€condo Maragliano ereditar~amente la sua repotere residuale di tossicità del bacillo, i11 simsistenza .difensiva dopo la su·a integrazione biolobiosi con la cellula organica, la possibilità di dar gica con i prodotti batterici immunizzanti. luogo alla produzione di an~icorpi vaccinanti. Il meccanismo immunizzante raipido per l'indiLa prima obbiezione .che dobbiamo analizzare è quel 1 a che riguarda il fatto se realmente il B C G v.iduo sarebbe verificabile do1po l'iniezione ipoder_ mica dei pro.dotti batterici; quello lento ma staingerito è come tale assorbito, e possa, soffermandosi Yivo nelle glandole m esenteriche o i11 bile che sj \erifica preYalentemente per "ria ga•


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' SEZIONE PRATICA

strica, sarebbe quello destinato ad immunizzare la razza, come avviene per la maggtor parte di so .. stanze nocive, contro le quali l'organismo umano naturalmente si immunizza. In tali t ermini è impostata la genesi della immunità attiva che i due sistemi di vaccinazione conferiscono. Circa poi alla notorietà e all'ap1p licazione .del due sistemi, voglio n otare che lo scetticisn10 e la poca fiducia che riscuote all 11estero il vaccino d.i l\1aragliano, non sono certo maggiori di qua11to riguarda il metodo ·d i Calmette che, rper quel che mi consta, salvo nel Belgio (-dove il mfldi r o del Dispensario Alberto ed Elisabetta, mi ha riferito ess~re stato 1possibile solamente e con grandi difficoltà a1pp1i·carlo a 12 ba1nbini), in Germania, in 111ghilterra e in Danimarca, ancora non viene llsato. Il Calmette gentilmente mi diss~ che ;:~-rrchh~ n1esso m olto volentieri a disposizione di un oatteriol ogo, che il governo ]taliano voles5e ir1 ~·iare all'Istituto P:isteur, il ·suo laboratorio per gli studi necessari alla 1p reparazione d el vaccino, che ha bisogno di una sempre r ecente preparazione (10 giorni). La conclusione a cui interessa giungere è quella eh~ riguarda la don1anda se sia possi bile conferire 1

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rtm rn.unità attivn all' uorno con 11n vaccino che lo preservi dalla tubercolosi.

Allo stato attuale dobbiamo attendere che ulte.. riori studi ·di laboratorio, e una lunga e docu. mentata e perienza c1inica ci dimostrino il ·v alore pratico dei tentativi finora eseguiti. Certo che nei riguardi del vaccino Calmette l'esperienza clinica dei 4-00 casi seguìti sui 2000 vaccinati è tro1ppo poca cosa, sia per l'esiguità del 11umero e rper la brevità ·del tempo di osservazione, sia anche 1p erchè non sono noti i risultati dei 1600 che pure furono vaccinati. Quello che pare accertato è che tanto il. vacci110 1\1aragliano, quanto quello di Calmette, possono appli cArsi senza aipprensione alcuna, e ciò P. importante 1per sentirci incoraggiati a studiare e a sperare.

Dott. Prof. CUIDO MENDEi l>ocente dl Patologie. Medica nella R. Università dJ Ro~ Direttore del Se.ne.torio della C.R.I. e Cesare Battisti .>

Tubercolosi e Sanatori . (Trattamento Igienico-dietetico) Pretazione del Prot. Ben. A. LUs1·1c. Un volume tn-8, di pe.g. IV-72, con 15 figure intercalate nel testo ( N. 2) delle nostre Monografie medico~chirurgich• d 'uttualità., nitidamente stampato su carta semipa.tinata ~ con elegantissima copenina.. Prezzo L. 1 O. Per i nostri abbonati aole L. S. 7 5.

Inviare Va.glia P-0stale all'editore LUIGI POZZI, Via Sistina. 14 - Roma.

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RIVENDICAZIONI. Eziologia del tifo esantematico. Riceviamo: Illustre Sig. Direttore,

Leggo a pag. 1298 del fase. 37 (14 set.t. 1925) della Sezione pratica del Polic linico una nota riguardante la scoperta ·del germe ·del tifo esantematico fatta da S. Kusama, S·. Yoth1oka ed R. Audo e riportata dal The Jap. mied. World (15 di·C. 1924). Codesli autori avrebbero coltivato un germe assai sim!le alla Rikettsia Prowazeki, che, col Giemsa, aSSllffie il coìote della crom~tina nella zona c9ntrale ed lln colore bluarstro nella zona periferica. Ciò costitui.rebbe una buona conferma a quanto io feci rileva~e a pag. 932 del fascicolo VIII, 1919, del Giorn. di Mea. 1nilitare, nel qual€, in un articolo avente per titolo: Contributo alla d'ingnosi tìel tifn petecchiale, :Scriveva: « L'esame .del s~ngue è d el più grande inte« resse. .. Tingendo col Giemsa, e tenendo per « 24 ore al termostato, qualche volta nel proto« 1Plasma ·dei polinucleari si notano ·Cumuli di grac< nuli, cocciformi, piccqlissimi, tinti in rosso; « due volte riscontram·m o tali cumuli liberi ed « avvolti come in u11a sottilissima glia lievissicc mamente tinta in azzurro. Non 1 p ossiamo dire « quanto codeste f or~nazioni possano ricord 1re « analoghe forme descritte ·di recente in altre « infezioni e che rientrano nel tipo ancora in« certo ùei cla1r1i dozoi di ,Prowazek ». Apip are ben chiaro che l'oscura etiologia del tifo esantematico .. se 1per opera d egli autori giapponesi trova buon argomento .di cl1iarificazione, ebbe però nel 1sottoscritto il primo assertore di una verità, i cui ·d ettagli, come avviene in tutte le questioni biologiche, non potevano ven.ir :perfezionati se non col tempo. Se i risultati ottenuti dai suddetti autori avranno ulteriore conferma, Vi è fin da adesso da ,p ensare cbe, data la scarsezza d el reperto ·d.i tali germi nel sangue, pur constatati dal sottoscritto, occorra meglio studiare l ' habitat elettivo di essi nell'uom·o malato. P er mio conto, data l'importanza dei fenomeni n ervosi nel tifo, insem enzai allora sangue ·delle V·en e in emulsioni agar-cervello, in IP·Bzzetti di cervello con o senza aggiunta-: .d i gli cerina. << I risultati 1sono stati n egativi; soltanto in un « caso riscontrammo lo sviluppo di minutissimi e< corpu scoli cocciformi tingibilt .con i comuni co« lori e prendenti il rosso con il Giemsa ». (pagi11a 937, 1. c.). Ma quanti lavori italiani v·engono ignorati da autori stranieri e... anche italiani! Prof. ROSOLINO CIAURI. 1


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IL POLICLINICO

COMMENTI. Pe1· i li1niti della p1·ofilassi chininica. Al clott. .L\RNALDO

Con l'usu al e brio elevato il coll~ga 1L usignoli, che da a11ni segue intelligentemente i risultati della profilassi e della cura della rnalaria, nel ras.e. 39 di questo periodic9 1proclama, con vi.c3ibile compiacime11to, qu ell ~ · fusio11e dei 1procedimenti, predicati dai nostrj maestTi Celli e Grassi, che i11 i_1n primo tempo ad essi e poi a rispetttvi non ~isint eressati seguaci pareva impossibile. La co11cilin l)ilità delle 1prernesse, che i maestri già col'l' andar ·del tempo, ligi com'erano ai risultati degli es:p erimenti, an davano modi.ficanclo, secondo il Lusign o1i porterebbe ad un in,dirizzo, allettante in teoria, ma che, secondo me, nell'applicazione presenta l a stessa pecca di da.re esclusivis1no delle idee .che vorrebbe con cil.iare. La profilassi chininica , ·dice il ,L usignoli, venga tralasciata, dove la malaria è lieve, perchè dnn. rto ~a ; è necessaria invece, per farla di"ventare lieve, doYe la inalaria è graYe. Sorvolian10 sulla gravità e sp esso perniciosità, favorita da tante circostanze estranee ai 1p lasmodi della malar1a ed in cui rè necessaria una pro1ìlas5i ben .p iù complessa della medicamentosa e ,dell'imn1unitaria. lVIa come de·ve co1nportarsi il m edico dove la malaria non è 1p iù lieve. e non si può dire ancora grave? Nella delimitazion e stessa e n ella presl1nzione della zona malarica, voluta ·dalla legge, parecchi sono g·li scogli 1p er d;ichiarare un tratto sì o no e se con lieve o con grave malaria. Il 1p aludisrno gra,re poi non (( 1infierisce. » continuame11te, m entre la profilassi de,te entrare in a zion e .p rima e appunto percl1è tale gravità non si raggiunga. Non djn1entichiamo che dall 'erudita « Storia d ella malaria », oper a p ostun1a del Celli ap1parsa in questi giorni, si conferma lo spiccato anda_ m ento ciclico della malaria avanti e dopo le scoperte 1sulla sua trasmissione e terapia senza che la scienza abbia 1p outo dilucidare o mettere in dubbio tale fenomeno. Nelle svariate e talora per:4pateticl1e discussioni avute in quei tempi alle ,rolte col Celli, alle volte col Grassi o, per m eglio dire, nelle timide mie obbiezioni, le sole che permettessero l'appassionato e av,·incente discorrere di entrambi, ed al1'uno ed all'altro dichiaravo com e 1per arrivare a risultati probatori do·vevo seguire non solo gli an1maestramenti in discorso ma anche quelli d el· I' a .. -5e11te' : tutti erano di· difficile esecuz•i on e completa ed estesa. Ed ess1 stessi, che controllavano I

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cfi p ~rsona r.on lunghi, este11uanti soipra lnoghi i più lonta11i esperimenti, incitandomi ad una perse,reranza a·egna della grande missione, ri conoscevano che sia la profilassi chininica, come 1t:t m eccanica andavano perf ez.iionate e se non ese_ guite con intelligenza, anzi con scienza e con 1u11ga perseveranza, erano più che . inutili, danno.se. La diYergenza dei dl1e maestri, come non mt 1pare risalti abbasta11za ,dall e parole del Lusignoli. era sui 1primi n el ' 'oler dare soverchiante peso ad lin rnodo di profilassi e troppo poco, senza esclt1derlo, ad un altro. 111 realtà ora, e ancor 1più per certo nell'n\\·en'ire, si va. èontrollando di qual gTande valore sia la difesa meccanica; così come l'osservazione d1 q11esti ultimi tempi vortandoci ad aumentare le dosi profilattiche consigliate dal Celli non j11firm a, ma anzi accentua l'importanza della 1profilassi da lui preferita. Ancl1e nel recentissimo Congresso internazi011ale dei malariologi n on si è chiarita l'azione del cl1inino, se ant1iplasrnodico o difensore degli eritrociti o eccita11te i poteri immunitari dell'org·ani smo : in ognuna delle ipotesi p erò v1 eiie ad essere giustificato. l 'aumento che l'investigazjone n ostra insegna id i portare n elle dosi ·del chinino profiìattico a 0,80-1 g1·. ·in serie discontinua. Allora, si dirà, arriviamo a dosi quasi curative. Precisamente: all'atto pratico 1siamo sempre alla relatività delle cose; si tratta di elevare i limiti di difesa contro la frequentemente inevitabile l!)Ut\ t11ra d'anofeli infetti. Come ogni zona a m alaria Jiev·e p er molteplici circostanze - anche solo per maggior& agglom eramento temporaneo ,di individui da zona infetta - può diventare luogo di forma grav·e, cosi ogr1i candidato alla rna]aria p er parecchi m ottvi 1p uò di,·entare m alarico leggero o grave. Per concl11dere, son ben d' acco~do col !.,usignoli che il n1alar.ico va curato, come insiste l'Ascoli, a lungo con idosi più .f orti di quelle usate •p er l 'addietro (sipecie se si ricorr e ai succedanei), di chinino. Ma non si trascuri che davanti al me,d ico non vi è la malaria, bensì il malarico; quindi da principio non limitarsi alla terapia, agire contro le deficienze organiche e per una migliore nutrizione e .p er un ipiù valido funzionamento dell'organismo. Se tutto ciò va fatto, oltre a tutti gli altri presidi e dove vi -è la malartia grave e ·dove vi è la ' lieve, pure in esse non possiamo esimerci, se e quando lo si può ,p erseguire, da una seria profilassi chininica colle dosi più su indicate. CrPdo che con ciò, n el modo migliore per ora, limiteremo molto i casi che il Lusignoli indica come generatori di malaria cronica. 1

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SEZI ONE PRATICA

La ina11cata sor,reglianza, la difettosa esecuzjo. n e, l 'errata o poco a1pprofondita diagnosi, la cura inco11grua e breYe, la trascuratezza nostra n ell 'informarci sulle località di ìprovenienza e di destinazione non son o imputabili alla mancata azione d ella profilassi. ..\ncl1e con questi miei reverenti rimarcl1i credo che gli spiriti magni dei maestri aleggino ber1ignan1ente intorno alle i1ostre in Yestigazio11i. Se lo s1p irito di ·Gùido Baccelli deve insuperbire quando n oi da forse manchPvoli, ma spassionate os_ servazioni cerchiamo ·di stringere c1inic11e co11clusioni , dai loro sepolcr1i agresti le spog1je dt _.\.nge1o Celli e di •B attista Grassi devono qt1ietarsi !I)el profitto che dai loro diversi indirizzi noi otteniamo, onde .p roseguire lo stesso loro identico apostolato. Dott. V. E. 0VAZZA. 1

SUNTI E RASSEGNE. SISTEMA DIGERENTE.

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Le seconde in em orragie, dipen.de11tj sopratutto da lesioni luetiche del fegato . Le gornmc si inizian o nella sotto1nu cosa, e gradualn1e11te in,radono gli a ltri stratj : ri e consegnon.o ulcerazioni , e quindi 1processi cicatr1zi'l1i. La cau sa dell'ulcerazione ,-a spesso cerca.ta n ella oblit erazione .d ei vasi, e consecutiva necrosi. La ulc€razione 11a sede pii1 s1p esso sulla faccia posteriore dello .stomaco, verso la piccola curvatu· ra; è spesso molto ampia. l\Iolto frequ entemente le ulcerazi oni sono multi. p le, e lo st.omaco presenta ispessim enti notevoli' e difft1si delle pareti, ancl1e a dL tanza dell'ulcera. QuaJcl1e volta si tro,1 ano gom1r1e non u lcerate (Grn.ham, Stolper, ecc.). Clinicamente i pazie11ti danno l'impressione .di avere piuttosto una lesio11e neoplastjca d ello stomaco che una lesione u lcerativa s em plice. Anche 1percbè J'ipo- o 1'anacidità è assai frequente . Gran parte .delle osservazioni pubblicate con1e sifilid e dello stomaco sono ba ate su questi dati: \\·. R. positiva; ip o_ o ana cidità; deformità dello sto111aco a clessidra o con u11 i1etto c.listacco fra parte sa11a e malata : t1n grado di emaciamento 11011 corrispondente alla gravità delle lesioni riscontrate radiograficamente; miglioram e11to con l a eura specifica. In molti ·dei casi , i11 cui co11secu tivame11te fu ' fatta l'esame istolog,ico, la diagnosi di stfìlide ' dello sto1naco non fu confern1ata . 1

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La sifilide dello stomaco. (.1 .•~. HARTWELL. Anri. of Sibrg., 1925, april e) .

Traendo pretesto da un caso personale di probabile leSlione sifilitica .dello 1stomaco, in cui però l'esame• istologico mostrò la natura serr1plice dell '11lccrazionc, l ' ..\.. fa una interessante ri_ vista critica dell'argornento, esarninan·do i casi 1p ubblicati, sia dal punto di Y~ista clinico, che anat omo-patologico. Il primo la,-oro serj o sulla sifilide gastrica iè di Chiar i (1891) , che 1può raccogliere solo 7 casi con diagnosi. ben provata. Qu esta deve essere basata sull'esame istologico . Ed esso ·dimostra come la sifilide gastrica sja t1n'affezio11e molto ra ra. Lo stesso Cluari su 23 autopsie di sifilitici troYò s ol o 2 ca·si di sifilid e dello stomaco. Il criterio terapeutico, come mezzo ·diagnostico, n on è qui sufficiente. ' Dall'esa1ne di tt1tti i casi pubblicati di sifilide gastrica (e sono oggi alcune ce11tinaia)' l'A. trova che solo in 25 esistono criteri sufficieJ1ti, percl1è la di agnosi possa essere ritenuta esatta. Solo in un caso, quello cli l\IIc ~el (1922), fu possibile dimostrare la presenza dello spirochete pallido nelle s,ezioni. 1~utto induce a ritenere che lo s1pirochete non trovi nello stomaco un n1ezzo favorevole a l suo sviluppo. Secondo c .h iari le lesioni luetiche dello ston1aco possono essere dirette o indirette. L e prnì1e consiston o nella presenza di gomn1a o di infiltTazioni flogis tiche non ben caratteristic:he. '

/\ . CHIASSERTNI.

Tumori benigni dello stomaco. (C H. HIGGIUS. An.n.. of

Surg., maggio

19~5) .

Il caso riferito dall' A. ha un certo interesse per il fatto che la paziente av·eva vomitato un piccolo i umore 1ped1.1ncolato, cl1e all'Psame · istologico si dimostrò esser e u11 adenoma 1p oljposo. Era s tato quindi po ssibile fare la diagnosi pl'ima dell'operazion e. 1L a quale, eseg·uita da Crile, din1ostrò solo una chiazza emorragica in corri· spondenza della region e piJ orica. L' ..\. pre11dendo occasione da questo caso, riYede breveme11te la l etteratura che concerne le i1eoplasie benigne dello ston1aco, :nicordando che il IJ)rimo caso di tumore poliposo d ello ston1aco ft1 ·p ubl:llicato da 1C ruveilhier i1el 1849. La classificazione, che sembra valere anche oggi, è quèlla di .l\1Jer1etrier. 1) Polipi . Se unici, sono 1per solito localizzati i1el1a regione pilorica, e sono più volum1nosi dei po li pi multipli, cl1e '.Più spesso col1Piscono la ,parte 1nerliana d ello stomaco. La n eoplasia può aYe1~ origine dal fond o d elle ghiandole, o dai dotti, e, in quest'ultimo caso, contiene spesso delle p1ccol~ cisti ed l1a un a51p.etto lobulato. Sono 1


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stati d escrittì ancl1e polipi deri''anti dalle ghianoperJ torie percl1·è si 0110 formate in una nuova dole di Brnnner (in eterotopia). .sede dall'ulcera primitiva. Dalla statistica risulta 2) Lipo1ni. Originano dalla sottomucosa, e evidente u11g, p redominanza nell'uomo, fatto già erescono, o Yerso la mucosa, o ,·erso la sierosa. ossE:ry·ato dal Gosset e cl1e viene messo in rapColpi.scono più spesso la :p arte mediana dello porto con il maggior i1umero di interventi ,p er stomaco. -ulcere nell'11omo. L'età os,c illa fra i 40 e 70 an11i 3) Osteomi. Sono rari. Si tratta di solito di rilevando da altTe sta tistiche un caso di ulcera fibro1ni ossificati. digiu11ale perforata in un bambino di 4 mesi ore4) A.denomi. Si tratta di solito di adenomi porato per ,stenosi cong·e11ita del 1pil0To. li1P1osi (v. I ). ' Una grande importanza hanno la sede, la na5) Cisti. Son o di solito piccole, e a-ppartentura e lR modalità dell'intervento per l'etiologia. gono quasi se.rnpre al tipo delle cisti ·da ritenMentre ser.ondo Gelas la lesione pri1nitiva deve zione. essere sempre ~lorica, gli AA. ·h anno IP'otuto os6) J\!Iiomi . Descritti ip er primo da Morgagni nel servare un caso dopo ulcera· della piccola curva1762. Solitari o multipli; si trovano di prefe"enza tura ed un altro dopo u lcera nettamente ·duodeverso il cardias o lungo la grande curvatur8. n ale. In ra1Pporto alla modalità dell'interve11to Talora assumono un volume notevole (5400 gr. han110 ·osservato casi dopo gaistro-pilorectorr1ia, nel caso di v. Erlach). · dopo gastro-gastrostomi.a, gastro_digiunostomia ad 7) Mix o1ni. ·Sono tumori molto rari. Un caso Y, gast!'o-enterostomia posteriore potendo così ù1r e ne è stato pubblicato da Hausemann. che l'ulcera non 'è strettamente legata ad una 8) Fibromi. Sono di solito mult~pli e localizparticolare tecnica operatoria. zati nellél region e pilorica; possono essere sessili La frequenza n ei Joro casi concordeTebbe con • o peduncolati. la statistica di Mikulicz del 2,50 %, ma probabil9) Linfadenomi. Si trovano nella mucosa virr1ente i casi sono più frequenti. cino al cardias, come ~iccole tumefazioni sporNella ipaggior .p arte dei casi l'ulcera ha sede genti in cavità. Sono molli, lisci, di color bianco n ell'ori:fìzjo gastro-digiun ale. Quando ha sede nell atteo. la 1piccola curvatura non si può distinguere da J tumori benigni dello stomaco possono non un'11l cera primitiva. La forma digiunale pura è dar sintomi, o causarne .svariati a secon da della molto freqt1en te e può avere sede ad 1-2 cm. dallo grandezza, della sede, del grado di vascolarizza_ storna nell'ansa efferente, raramente !Sulla affe_ ' zio ne. rente. L'ulcera gastro-digiunale, la 1più frequente, Non 11anno sintomi 1Propr-i caratteristici, a meno si presenta unica o qua~che volta multi1)la ed ba che il tumore, o parte del tumore, non vengano l'aspetto delle ulcere gastriche. Molte volte l'ulemessi col vomito come nel caso del l' A. Meyer cera pTesenta delle lesioni di complicanza co1ne Ti chiama l'attenzione sul fatto che nei turnori la 1perforazione in 1p eritoneo libero, la peritonite gastrici benigni il vomito contiene gran di quanincistata p·er ;perforazion e in mezzo ad adere11ze tità di muco, e somiglia ad albume d'uovo. Ane che 1può essere seguìta dalla formazione .ùi un che i roentgenogram1r1i sono ·di scarso sussidio · R·Scesso retroparietale e da una fistola gastrodia~riostico (Carman). cutanea. Ciò avviene speciiulmente nella gastroSi può concludere che la diagnosi !PUÒ essere enterostomia anteriore. Con l'applicazione della « sospett ata >> per esclusione. g. e. posteriore è più facile la fìstolizzazione del· (Nella classifica riportata dall' _t\., non sono 1nen- l'ulcera n el colon che quindi 1p uò essere digiuno. ziona.ti i ne11rofibromi, e i cos·i detti « neurino- colica o gustro_colica. Le lesioni istopatologiche 1ni ». ·N. d. R. ) . sono ide11tiche a quelle di un'ulcera primitiva; A. CHIASSERJNT. solo si. avrebbe uno svilup1po constderevole del !Plehso ·di Auerbach che non si trova nelle ulcere Delle ulce1·e i·ecidiv anti postoperato1·ie norn1ali. (comunemente dette « ulcere peptiche ,). Riguardo alla patogenesi non si può incoJpare (D ELORE e GnEYSSEL. Jour n. d e Chir., n. 4, 1925). la 1ocnica col materiale di sutura, i bottoni per anastomosi, i clamps, che al massimo ,p otranno Gli A..\. apportano una statistica 1Perso11ale di avere influenza iSU un terreno fa,rore,role, poichè 25 casi di ulcera p eptica post-aiperatoria osservate molt e \rolte la comparsa dell'ulcera è tardiva jn 21 iHalati ·d i cui alcuni presentarono p iù volte (com e si sa fino a 12 anni do~o l'intervento). Cosl r ecidiva. 1Ql1asi tutti i m alati erano stati operatl per il metodo hanno lo stesso valore la g. c. da loro per il 1p rimo i11tervento. Nel computo sono a nteriore, quella ad Y, quella posteriore. Gli ..\...\. con1pre i cl ue o tre casi di ulcer e recidivanti con sccle ga 1ri ca cui da11n0 sen11pre il nome di post- 11ann o riscontrato 2 ulcere dopo g. e. ad Y ~o n1


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SEZIONE PRATICA

tro 22 con g. e. posteriore e così non credono che abbia importanza l'altezza della bocca anastom otica, la larghezza, la lunghezza dell'ansa, l'esclusione duodenale associata. IL'u1cera si tro,ra dopo g .. e. ed anche do1po gastro-pil orectomia estesa. Credono quindi che si tratti di recidiva di ulcera per una causa di ordine generale più che di un dettaglio di tecnica o u11a disiposizione locale. -Xè l'iperacidità gastrica, nè la istasi spiegano la patogenesi per cui r esta acl am1nettere lln~ malattia ulcerosa che produce la seconda ulcera come ha prodotta la prima, una diatesi ulcerosa. I truumatismi, le irritazioni l ocali ipos5ono favorire lo sviluppo delle recidive ma n on sono la causa necessaria come un trauma !1el ginocchiio n on è la causa di un tu1nore bianco di tale articolazione. Si ipossono riscontrare varie forme cliniche: una forma p erforante semplice, una forma r.on pia_ strone dj peritonite l ocalizzata ed una fo1'n1a di fistola digiuno-colica : ma la forma più comune è quella cronica semplice. In essa si 11anno corns sintomi: dolori precoci o tardivi dall a ingestione dei cibi ed anche il ,dol ore della .fame come nell'ulcera duodenale, ,c on sede a sinistra della linea mediana ,~erso l'ombelico, con irradiazioni dor, sali, alla Sjpalla sinistra, sep arati da intervalli 11· beri, vomito, ematemesi, decadi1nento iprofo11clo delle stato generale con persistenza d el l'appe1ito. Come segni fisici oltre il dolore provocato si puo trovare uno stomaco grande con sta $i e guazzamento a digiuno, una tumefazio11e a piastro11e da peritonite adesiva. Radioscopiicamente ~ i ha uno stomaco grande, allungato n el i.Senso verti~ale che si vt1ota. sovente con. lentezza, eccezional1nen_ te con Tapidità, la 1p resenza di un ipunto ,d oJoroso, e qualcl1e yolta di una niccl1i.a di\rertic0lare fissa. Si p11ò riscontrare una iperacidità ed in qu1lcl1e caso acidità normale. Fr~. le com1p!licazioni sono : la perf orazio11e brutale in pieno ventre, 1a perforazione in peritoneo chiuso, l'apertura in un organo vicino, ordinariamen te il colon. In questo caso con la formazione di uria fistola si 11anno: diarrea, von1ito co11 odore fecaloi.de, coli.che, eruttazioni frequenii, fetide. La diag11osi è fondata princ~palmente sulla. nozione di una gastro-enterostomia antecedente. 1p er ulcc:>ra cui sopraggiungono i segni di un'altra. u1_ cera accompagnati dai. sintomi predetti. P er il tratt::une11to non credo110 si 1possa. pensare a.ù u11a lJrofìlassi operatoria; fnr.se una r esezione a1np~a inYece della sem1p lice gastro-ente1·ostomia, portando Yia una n1aggiore quantità di inur:osa n1aluta può far sperare in un preserva-

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m ento; ma avendo riscontrato casi dopo gastro· pilorectomia credono che la questione sia molto 1più complessa ·di qua11to cQmu11emente si crede. L'intervento può consistere in una cura ipalliativa con una nuova anasto1nosi al di sotto della pri_ mn., quando le .condizio11i generalj del m.a la to n on per1nettono un'operazio11e. grave, mn orclina1·ia111ente esso cons,i ste n ella r esezione dell ' ulcera seg11ìta dal ristabilimento della continuità gastrointestinale. Qun.ndo .p er il ·distacco dell'ansa digiun~ l8 que. sta viene ad essere divisa trasversalmente consigliano di abboccare il capo distale nella br8ccia anastornotica rimasta n ello stomaco ed innestare latero-lateralmente il capo prominale nel digiuno venendo così a costituire la forma di g. e. ad Y cl1e 11a il merito di essere l'atto operativo 1più semp1ice. R. lBRANCATI .

La degastro-ente1·osto1nizzazione. (PAUCHET.

La Presse méd., 29 luglio 1925) .

A.le uni gastro-enterostomizzati si lagnano cl i do~ lori , Tig11rglti, turbe digestive e ciò perchè la gas tro-cnterostom ia cl1e è co~l b en efica i1ei malati aJfetti di stenosi duodenale è inolte volte fatta i11 individui ,cl1e all'atto operativo non presentavano i segni netti di una ulcera o di 1111a ste11osi. ì\folto spesso nelle sedute operatorj e ·s i legge: gastro-enterostomia; come una volta si leggeva isterecton1ia, senza diagnosi clinica, ed in questi casi si pratica facilmente un atto operativo no1 ~ solo su1p erflu o n1a dannoso. Il male risiede spesso n ena cistifellea, n ell 'ap1pendice, n el pancreas. Quando I1on si trova una lesione netta bi c;ogna i·ichiudere senz'altro il ventre. Le turbe consecutive ad una gastro-enterosto_ n1ia possono essere do\Tute: a d una vera lesione a sede extragas.trica; ad aderenze consecutive a manipolazioni ed a tecnica in1perfetta; ad una ulcera digiunale. Il mezzo migliore in tali casi è soppri1nere la gastro~enterostomia ripristinando le condizioni fisiologiche dello stomaco, o se vi è ulcera didigiuna.le completaTe dopo r esezione con u11a

Polya. \ ri so110 dei cas.i. cli en1orragie gas.tricl1e senza ulcera che vengono r11essi in ra1pporto <!on a Iterazioni del fegato o della milza e di cui bisogna rno1t e \rolte ten er conto. B RANCA Il.


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ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. XXXI Cong1·esso di Medicina In terna. Roma, 26-29 ottobre. 1925.

Alla presenza di S. E. il :M inistro della P. I. on. Fedele, del generale Calligari, ·del generale d ell?~ C. R. I . Badt1el e dei i)iù eminenti .clini.ci d"Italia, è stato sole11ne1ne11te inaug·urato nell'Aula Magna ·della Clinica l\1edica di Roma il XXXI Congresso .della Società di Medicina Interna. Il Preside11te ·d ella Società, senatore ,M aragliano, J1a pront1nciato il seguente discorso: •

E cce l.len ze e m ·i ei Signori,

A Voi Membri cospicui del Governo Nazionale,

a \ ' oi Uffici!'-1.li delle alte l\tlagistrature Accademiche ed Amministrative, a Voi rappresentanti della l\f edicina l\tlilitare: a Voi tutti grazie per esser venuti a propiziare colla vostra autorevole presenza l'inizio dei nostri lavori. La desideravamo vivamente, ·p erchè ci ,p areva opportuno che i ;pubblici poteri prendessero conoscenza di questa fiorente dimostrazione dei prodotti dell'ingegno italiano n egli studi medici. Fino ad ora non si è sufficientemente considerata la gran·de parte che la med1icina può avere nella esip ansione intellettuale che è a sua volta fattrice di influ ~ nza 1politica. Da noi si credette che ad u11a espansio11e intelletLt1ale potessero bo.sta re l ettere ed arti, e non s i co1r1prese o si comprese troppo 1poco, la forza e la autorità che può venire ad un Paese dalla esportazione del suo pensiero e della sua ip roduzione n el campo del le scienze mediche. Il soffio di vita realistica che agita oggi tutto il mondo civile, fa apprezzare in altissimo grado tutto qua11to interessa la difesa .d ella vita un1ana ~ la capacità pro.duttiva dell'uomo che è così stretta1nente legata alla integrità fun zionale del suo organismo. Lo si è compreso però assai bene fuori, specie in Francia, in ·Germania ed in Inghilterra. Accadde così, che effem eridi mediche, libri, strumenti, n1 ec! jcinali, tutto è dato dalla Francia, ·d alla Germania, dall' Inghilterra, m entre ciò cl1e è l103tro è quasi ignorato. · E queite tre J\azioni danno abitual1nente .prof esseri alle scuole me·diche dei minori centri scientifici mondiali: raramente li dà l'Italia. Eppure noi a.b biamo anche in medicina tutta la p otenzialità espansiva per esercitare la nostra influ t:\ n za n1 di là dei confini , ma p er esercitarla è necessario che le nostre scu ole abbiano mezzi ed organizzazione all' uopo. I mezzi invece difettano e molto. Oggi, t enuto conto .d elle capacità d'acqui sto della lira italia11n., ~li assegni alle scuole di medicjna sono inferiori di quasi la metà a quelli d ell'antegu erra. Di tutti i ser,rizi pubblici puossi dire senza 1ema di errare, quelli relativi alle scuolr. di n1edi\

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cina sono i 1p iù deficientemente dotati. L' organizzazio11e a sua volta è tale che i1on risponde 1più alle esigenze del momento e dell'ora. E così, mentre oggi giorno malgrado tante deficienze, per la azione singola dei nostri lavoratori, il valore della nostra produzione scientifica s.i innalza, la pre- . par azione dei giovani all'esercizio della medicina ogni giorno cade, perch-è è negletto l'insegname.nto di nuove discipline salite in onore e necessarie alla coltura pratica, perchè alle nostre cliniche mancano i mezzi di osservazione n ella misura necessaria, fPercl1è nell'insegnamento delle scienze medicl1e aippl~cate si ha una organizza. zionP che non corrisponde alle sue f_inalità. Or1 che un fecondo soffio di vita innovatrice, per la provvida azione del Governo Nazionale, colla guida illuminata di :Benito Mussolini, av·via l'Italia sopra più flori·di sentieri, si faccia penetrare questo soffio nei nostri atenei dove non è peranco sostanzialmente pe11etrato, dove è ipur n ecessario e fatale che pe11etri. E si faccia 1presto acciò la vita universitaria italiana si armonizzi con la vita che si vive e rispon·da alle esigenze reaU sticl1e dell'ora.

**~ Ed ora, prima di iniziare i lav-0ri, u11 pensiero di amore e riconoscenza si elevi dall'animo di quanti qui siamo raccolti alla memoria dell' uo1no, che tracciò sem1p~e alla clinica italiana l'indirizzo a seguirsi, che segnò nuove vie alla difesa della salute umana, che agli studi medici eresse qui tempio ·degno della grandezza romana, cl1e tenne sempre alta la 1personalità della Scienza Italiana, alla memoria di chi fu venerato n rstro cape., alla mcirnoria di Guido Baccelli. Ma questo pensiero non sia come fu finora, passeggera esplosione di sentimento, ma inizio positivo ,dell'omaggio che i medici italiani non solo, ma l 'Italia tutta ed il suo governo debbono a quest uomo che onorò la scienza nazionale, che ser1\rì luminosamente la 1p atria. Ebbene, tutta la prod11zione scientifica sua, ora sparsa e dispersa, .sia raccolta e pubblicata; il marmo eterni agli occhi di tutti l'effige sua e lo ricordi perennemente negli evi più lontani, quale gloria nazio11alc : ecco q11el che devono 01r1ai f ermamente volere Je scuole mediche italiane; maestri e disce· ~oli e con esse tutti i medici italiani, concorrendo, così, al compimento dell'opera cl1e una benemerita Commissione Nazionale ha già bene avviata, col consenso de1l'uomo eminente, che r egge il Ministero della Pubblica Istruzione. 1

:A1iei Signori ,

Con orgoglio di italiano, con soddisfazione di vecchio maestro saluto questa nostra annuale esposizione dell'opera scientifica nazionale nel campo dell a clinica e della patologia medica, che si associa con razionale e stretto lega1ne a qu ello d ella patologia e clinica chirurgica.


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SEZIONE PRAT1CA

Con orgoglio di italiano, 1Percl1è confronta rido 1 tanti documenti di sana operosità che ci vengono offerti -dai centri di studia nazionali con ' quelli che in simili esposizioni vedo ar1nual1nente offerti dai 1Più reputati centri stranieri, possiamo C:i)n sic11rezza affermare che non siamo inferiori a nessuno. E ·dissi con soddisfazione di vecchio rnaestr<.> 1perch.è - come appare dalle relazioni e dalle comunicazioni - vedo fedel1r1ente seguito quell'indirizzo che vagheggiarono i più illustri clJ nici italiani ora scomparsi, cl1e assicura una giovinezza 1perenne alla clinica perchè strettamente le. gata come essa e come deve sempre essere alle progressive conquiste n el campo delle scienze biologiche: scienza biologica essa ipure - non invecchia ir1ai, senza mai allontanarsi dal suo i1nmutabile punto di partenza: l'uomo infer1no senza smarrire mai la visione della sua immutabile finalità : Ja difesa della vita u1nana. E' fra questi due 1p oli che si agita l'opeTosità della clintca: vasto campo nel quale germogliano sen1pre nuovi ed alti iproblemi che, nati dallo studio dell'ammalato, attendono e vogliono avere da ogni branca d ello scibile, luce che penetri in ogri\ meato.

*** Fra i problemi in stu·dio, oggi uno primeggia: quello del terneno organico nei suoi rapporti colla morbilità, colla immunità, colla terapia.

E dicendo terreno organico intendo il complesso di tutti i possibili fattori che cor1tribuiscono a formarlo e ad individualizzarlo: costituzionali , morfologici, ereditari, funzionali, ed ogni altro noto ed ignoto - comunque siano _.d enominatj, comunque siar10 classificati. E' un problema che ìnveste ad un tempo fisiolog·ia e 1Jatoloy'i,a, di alto interesse per la biologia

normale e patologica, di altissimo interesse per la giusta comprensione dei vaTi stati morbosi, delle loro modalità di decorso nei singoli soggetti, ·d elle indicazioni curative all'uoip o opportune caso per caso. Questo problema si era già imposto alla clinica da tempo imme1norabi1e 1per quanto se ne ignoras~ero le ragioni e le modalità. Della oppoTtunità di ricercare tali ragioni e tale modalità nei nootri tempi si era penetrato primamente fin dal 1879 un grande clinico italiano, Achille De Giov.anni; lo ricordo con insistenza tanto maggiore 1p er quanto è 1naggiore ancora l'anàazzo italiano di obliare le cose nostre. Ma il campo della patologia e della clinica in quel turno di tempo e a lungo fu dominato, lo saa>ete, dagli studi sulla etiologia ·dei processi morbosi e sovratutto le dimostrazioni meravigliose dat e dalla batteriologia, fec ero dimenticare il terreno organico. Innanzi alla conoscenza d ei microorganistni patogeni, con un semplicismo sorprendente, si ere-

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dette di aver acquistato ormai la conoscenza d elle ragioni di infermar.e per tutto il gran·de grup1po delle malattie infettive. E per le non infetti ve si procedette alla ricerca minuzio,s a di ogni po5sibile agente esogeno con il soccorso della patologia sperimentale e della anatomia patologica, 1nettendo da parte il terreno organico ed il suo indivi·dualismo. Così fece la pluralità dei cultori d elle scienze mediche ed anche la pluralità dei pratici, i quali, i1on me ne vogliano, hanno fra noi in ge11ere una incomprensibile credulità innanzi ad og11i cosa con ~arvenza nuova divulgata, specie se 11a marchio straniero. E dire che il più delle volte ignorano il valore e la co1npete11za di chi ne fu autore! Il valore assoluto no11 basta, la compete11za è 11ecessaria. Ad esempio un batteriologo od un biologo puro, 1Per quanto di alto valore, non 11a e non può avere compete11za assoluta jn questioni di patologia u1nana, di clinica, di terapia, .p er quanto da noi ciecamente, a:d occhi cl1iusi trop1po spesso si accetti. . La maggior parte dei clinici italiani, ,p erò, a .differenza della maggior parte dei clinici stranie!'i, dei tedeschi specialmente, non accettò ma.i l'escl usivismo d ei momenti etiologici nella ;patog enesi dei morbi. Le clinicl1e italiane insegnarono sempre a v::tlntare, per quanto em·p iricamente la parte spesso :p reponderante del terreno organico. Ed oggi innanzi a tante delusior1i provate ed a tanti fatti contradditori via via raccolti e dimostrati, il valore deT terreno organico si è imposto a nche ai b.iologi puri e da ogni pai;te se t1e , roo-liono ricercare insistentemente i fattoTi a11ao litici e le ragioni. · In n1ezzo a questo nuovo movim ento di indag ini di raffronti e di studi i lavori di De Gio' snlla 1\Torfo1ogia del corpo ' van11i umano in rap1porto alla patologia ed alla clinica, :p osti immeritata1r1e11te in dimenticanza perchè sommariam en te giustiziati, da chi in allora non seppe coni. · 1p rer1derli, oggi luminosam~nte rivivono. L'applicazione cl1e egli aveva fatta alla clinica d ella morfologia col :soccorso della antroport1etria a\'eva turbato gli spiriti. Non. ' si era jpe11etrata la grande verità: che la misura domina l'evoluzione di tutte le scienze uman,e, e p er essa si acquista la nozione delta quantità che cornpleta qu1ella della qiLalità.

Riandiamo : nel 1879 egli in base ad una serie di ricercl1e metodicbe aveva enunciato queste 1proposizioni: che nella special e morfologia degli orga1iismi risied,e la ragione della speciale morbilità. Che il meàesi1no priricipio i,l quale spiega la form azione degli organi degli organismi, e la loro funziorie, spiega le anomalie di f orma e di funzione ch e l'orga.n isnio presenta attraverso i p eriodi della vita.

:)ueste due proposizioni oggi, dopo mezzo secolo da cl1e. furono concepite, si devo110 ricono-


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scere esattamente vere. Esse eSjp-licate e chiarite poi n ell a s11a 01pera classica sulla << Morfologia del corpo umano » , fecondate come furono e sono giorualn1ente con la gui1da di severi criteri scjentifici dai suoi allievi, irradiano ogni giorno di nuova luce il problema della morbilità umana nelle sue ragioni intime e segnano alla riconoscer1za ·d ei iposteri l 'uon10 che le dettò. Quest'opera dei suoi allievi che si prosegue gior11almente con tenacia sotto la guida del clinico di Bologna è confortevol e documento di una esemplare nobiltà d,i animo e di pensiero, perchè il culto e la riconoscenza (p·er i maestri si deve esplicare non in sterili manifestazioni 1audatorie ' ma col proseguirne e completarne l'opera. Le ricerche e le conquiste sulle particolarità della morfologia diventano ogni giorno più intime e più numerose. Esse scrl1tano insistente1r1 ente nella fine struttura d egli organi, dei tessuti financo nella varia personalità dei globuli sanguigni. D'altro lato le numerose ricerche metodiche n el can1po della ere.dità ci for:µi scon o a loro volta via via nuove conoscenze sulle caratteristiche del terreno organico. A questo lavoro ricostruttivo, dobbiamo notarlo con soddisfazione, portano ogni giorno utile 1ributo· lavori italiani, :fra i ,q uali quelli di Mino della Clinica Medica di Torino, di Rossi e di Perona d ella Clinica lVIedica di Padova e molti altri ancora. Intanto fra i fattori del terreno organico 1p·r ende posto ogni giorno più importante il ststem8 nervoso organo-vegetativo cl1e rpel suo modo ·di distribuirsi nell'organisrno e 1per le sue proprietà funzionali, investe, si può dire, tutta la patologia. Ogni giorno viene m essa sempre 1P·i ù in luce la parte cl1e esso prende nello individualizzare ogni soggetto e nello imprimere speciale modalità a l decorso delle più svariate entità morbose, riguardanti ogni possibile organo, e nel conglobare in processo p atogenetico unico fatti patologici relativi a (più organi. E qui ricordiamo ancora, vivaddio , cose italiane. F11 De Giovanni, che con un lavoro organico: << La patologia del simpatico ,, ha trattata fra i primi la parte larga che . prendono in clinica le alterazioni anatomiche e funzionali del sisten1a nervoso ' 'egetativo. Questo lavoro, pubblicato nel 1876, h~ preceduto di quasi 40 anni quello di Eppinger, e <li H esse, 1p ubblicato n el 1910 che sostanzialmente, con denominazioni d iverse hann o rip c~u to in buona parte quanto egli con fine int niz~o n e. aveva ril evato . ~on può essere certo compito mio in questa occasione entrare in dettagli analitici. Non insegno, non lo oserei, ma registro. Registro e ricordo che allo stato dell e nostre cognizioni il medico, innanzi ad ogni malato, d ev e chieder si in qual misura il sis1ema n ervoso vegetatiYo e11tri a creare la ituazione n1orbo a che deve dirimer e.

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Con piacere ricordo ancora che due valorosi discepoli di De Giovanni: Castellino e Pende hann o in questo campo proseguita ed arna>liata l'opera ·d el 1naestro. Col siste1na nervoso vegetativo, nella valutazione del terreno -0rganico, oggi 1debbono essere presr. an cl1e in considerazione le funzioni e i 'Prodotti delle ghianrd ole endocri11e. Sono questi fattori, certo oggi, ancora avYolti di inolta oscurità nei loro dettagli, ma la loro importanza si impone sia nel campo fisiologico, sia in quello patologico, per la caip.acità che possono avere di influenzare tutte le attività organic.ihe, di coordinarle o di turbarle coi loro ormoni e per la [parte che prendon o coi loro harrnozoni allo sviluppo ed alla crescenza dell'essere. E co11 grande compiaci1n ento ricordo la parte che la scienza italiana ha 1p reso in questo campo, nuovissimo di studi, .coi lavori di Pende, me11tre Castellino ha segnalati importanti sindromi cliniche in con11essione alla alterazione delle fu11zioni. enrt.ocrine. L'endocrinologia è certo un ramo di scienza che accenna a dive11ire assai vasto. Si richiedono, -si,_ ancora estese- ricerche non solo di laboratorio rr1a cliniche 1p er consolidarlo in ogni sua parte; ma è e sarà. Ed altri fattori, oltre a quelli fin qui enumerati, lo si intuisce, co11tribuiscono a cor1ferire personalità al terreno organico, alla cui integrità tutti gli organi colle loro funzioni prendono parte; il fegato so,rratutto. Ma in attesa di nuo\·e i111dagini rivelatrici oggi puossi affermare che per l'azione variabile di fattori molt~pli ci e mutevoli, ciascun organismo ha una personalità sua. propria, ohe imprime un carattere personale alla sua struttura, alle sue funzioni, alla sua resistenza agli agenti morbo&i, che influisce sul suo ino.do di vivere e di inifermare, qualunque sia l'agente morboso che lo in·sidia, qualunque sia l'organu colpito. Imparare a conoscer e l e caratteristiche perso11n li d ell'uo1no ma 111to, sviscerarle nei loro fattori, ind2gare n ella fattispecie quale di questi fa ttori col suo turbamento parteci(pi alla situazione morbosa; ecco un campo fecondo che si è aperto agli !;tu rlinc.i ·òei fenomeni biologici, 1p er scoprire fatti nuovi agli studiosi dei !fenomeni clinici, per applicare alla conoscenza ed alla cura degli inf ermi le conquiste della biologia, in quanto siano applicabili. Punto questo, miei signori, in cui ra 1per~!picac ia ed il sapere del clinico rpossono portare a risultati quasi miracolosi, ove il clinico con la potenza in·duttiva e deduttiva della sna mente che deve essere acuta nelle analisi, agile ' e rapida nelle sintesi, non sia addestrato a bene legger e nella intricata compagine dell'organismo. Senza questa particolare attitudine mental e, tutta la dottrina •p ossibile dello scibile, tutta la abilità sperirr1entale non basterann'o mai a fare il clinico quale deve essere innanzi alla missione sua. Nello stato attuale d elle nostre cognizioni, intanto, il terre110 organi co assume una ~p ecia le


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SEZ lONE PRATICA

impcttanza per la comprensior1e della così detta imruur1ità specifica in11anzi alle malattie infettive . . ('b e questa in1munità esi sta, oggi non si ba più ragione di du bitarne. Dalla colluvie d ei fatti che i batteriologi ed i biologi hanno raccolti in n1ez, zo a tar1tì dati contrad·ditori ed a tante disc ussioni spesso incon clu<lenti, dove n on r aramente, la dialettica p rese il s opravvento sui fatti, u11a verità è emersa : che l 'organismo innanzi all'azione dei batteri patogeni specifici 1produce in via reattiva n1ateriali difensivi specifici e che se questi sono in misu r a sufficie11te resiste e si i1n' sottigliezze di mn nizza. Tutte l e riserve, tutte le quella che io chiamerei volenti eri dialettica spe, rimentale, non valsero e n on valgono a d oppugnarla, mentre dimostrano che una parte dei batteriologi e d ei biologi puri di laboratorio n on hanpo una con cezione dei termini e d ei limiti della immunità. Ft1 un uomo di laboratorio, si, ma con senso realistico, R omer che tali termini ha stabiliti con molta chiarezza dicendo che per irr1munità d eve corr1.r1 rPn<I Prsi quello stato p er cui l'uomo e gli animali non sono u ccisi n è si mostrano a mn1alati innanzi a quegli agenti patogeni che n elle m ed esim e cir costanze e n elle medes ime modalità sono dannosi ad uomini o ad animali della m edesima snecie : « testu ali parole ». Vi invito, miei sig n ori, a ponderare ben e queste 1p arole : esse, quale un soffio di vento, fanno cad er e in buona parte gli e·d ifizi dottrinali basati sopr a esperimenti fatti in cavie ed in conigli per lo studio d ell a immunità. Ed è logico. Se l'immunità è consegu en za della resistenza e della reatti vità del t erreno organico, co1n e 1p ossono farsi dedu zioni da ciò ch e succede n el terreno organjco di animali a r esistenza ·d ifferen te e con n1odalità d.i infezione a ssai diversa da qu ella con cui accidentalmente l't1om o si infetta, cioè per infezione spontanea? Lascio A1 vostro acum e il tirar n e le concl11sion f le quali facilmente spi egano perch è molti sperimentatori , d 'altra 1p arte valenti, non abbiano alcuna siglpa t ia col t etre110 organico e si ostinino a sostenere che, senz'al tro, i batteri patogeni ba· stano a creare le malattie infettive: m en t r e la . pratica m edica .aa tempo .irnmemorabile aveva co-scienza di questa immunità di cui le conquiste scientifiche ci danno la s1piegazione e la ragione. ·Così ogg i pt1ossi affermare : che senza il consenso passivo d el t erreno organico malattie .infettive non posson o nascerne. Ma d'altro lato la -clinica deve essere grata ai biologi puri per il cre'Lto tecni~i~mo delle indagini. ;P er esse è sorto un c~pitolo nuovo quello della semeiologia bior logi ca, per n1ezzo del quale si dimostrano, fra il resto, nel mezzo organico, g li antigeni e gli anticorpi n ell e loro varie estrinsecazioni, si m isurano e si dosan o. Il clinìco per tal m od o è e11trato in possesso di nuovi 1neto.di diagnostici e ~prognostici positivi, m entre tut te queste conGscenze 11anno ape~to la via a lle terapie spec ifi-

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ch e, n on so lo, rr1a a p rofilassi sp ecifiche per rr1ezzo d i va ccinazioni preventive. Accenno a queste vaccinazioni, ma non mi ci ferin o; dovrei entrare in altro cam·p o e que~to non è oggi il proposito mio. Solo mi limito a de1plorare che dopo la larga esperienza fattane pres5o le armate belligeranti, fi11ora la vaccinazione rlel tifo 11on sia entrata nella pratica civile, svincolan·d ola da irragionevoli riserve ·dottrinali. In quanto alla vaccinazione 1preventi va d ella tu-. bel'col osi , è sperabile ohe si dif,fo.nda ora ch e stra nieri usufruendo i miei stt11di, se la appropriano e trovano in I talia comp•iacenti coo1p Pr atori. Il march i o 'forestiero anche in ques.to ha Qvuto i suoi effetti ed ha trovato italiani che n e hanno assunta la .p rotezione e se n e fanno procuratori.· 1

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f: jnteressante ora, m1e1 signori, volgere uno

sguardo r etrospettivo al modo con cui si e svolto tutto il lavoro scient:iJf,ico ch e ha messo in valore il terr eno orga,n tco. Anzitutto la osservazjo11 B cli1iica l1a cominciato a notare che innanzi ai m edesimi mom enti patogenetici, gli uominj reagiscono in mo do diverso o r estano indifferenti inna11zi ad es-si Q ne ammalano in varia misura ed in varia gravezza, con varie modalità a seconda d ella età, 1del sesso , d ell'ambiente. E si è 1

notato altresì che si hanno i11f ermità l e quali si r .Upetono con 1predilezione lungo la discen denza di un medesimo ceppo. Si ·con clu·s e che vi era. qualche cosa che se sfu ggiva alla analisi, pure esi steva per cui ciascun uomo ha in sè le ragior11 fond n.m en tali del suo infermare. Posto co sì il 1problema si è sentito il biso oo-no . di risolverlo scienti-fi camente. Si è cominciato dal m ettere in luce i fatti della grossa morfologia, si passò poi coll'aiuto ,d ella istologia nor1nale e pa. tolog·ica alla conoscenza ·delle 1nodificazioni intim e di struttura: col soccorso d ei metodi di' indagine forniti dalle sci enze ausi1iari si interrogarono le mo.dalità funzionali d egli or gani r1ei vari i11dividui, si attinsero dalla a natomia norn1ale e patologica e d alla .f isiologia l e conoscen ze r elative al sistema nervoso vegetativo. La endocrinologia. a iSua v olta svelò l e secrezioni inte rne ed ha data la visione dei loro compiti in rapporto alla economia ~unzionale idi t utta la rr1acchina organica. Le dimostrate connessi oni embriologiche anatom1 che e funzionali delle glandole endocrini col sistema n er voso vegetativo hanno illustrato poi, questi COI?piti. Bd infine le conquiste della 1immunologia misero in luce la p arte essenziale che il t erreno organico 1pre11de nella difesa contro le infezioni. E così •è sorto il nuovo edifizio l e cu i basi sono solidarr1ente gettate· e ch e ogni gi orno si completa con nuove conquiste. Meraviglioso esempi o questo di circostanze d ello scib.i le universo in rapporto ai problemi che interessano la difesa del1

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fL POL !CLINICO

l'uomo dalle infermità: 1p rob·l emi che nascono dalla clinica, che la clinica risolve utilizzar1do tuttP. le conquiste positive dello scibile, e di quello biologico sovratutto con una giu·d izi6sa selezione. Ed è in questa selezione che deve apparire la virtù ·del clinico. Le conquiste bioJo,g iche del primo quarto di questo secolo ventesimo, 1per la .loro molteplicità, per la moltepllcità delle ricerche fatte jn direzioni diverse, da competenti e da incompetenti, per la sterminata 1quantità di 'Pubblicazioni di va. rio valore, hanno creata confusione babelica, u11a vera anarchia in mezzo alla quale le me11ti si cristallizzano nel culto ·delJ e ricerche speciali e tendono a per.dere ·quella direttiva sintetica di cui la clinica deve essere custode~ Come l'ape sugge dai petali fiorenti solo quello che le è utile 11>er preparare il suo miele, il cLinico 1deve scegliere nella tu1nultuaria produzione solo quello · che giova al suo fine ed abbandonare il resto. Il medico ipratico poi non deve ;mai dimenticare che non è nell'ambito dell·a scientia condendu che deve spaziare la sua azione in soccorso degli ammalati, ma che deve pren·dere a norma e guida la scientia condita: cosa che spesso non fa e che invece è suo dovere di fare, perchrè altrimenti non 1difende ma compromette la vita umana. Questo pur tropipo qualche volta è accaduto, per la smania di ap1plicare com·p ensi curativi non ancora sanzionati negli ambienti che solo hanno i mezzi e la competenza per formulare un ipond erato giudizio. · Un grande maestro inglese della medicina, James ·M·ackenzie, non ha molto notava, che mentre coi metodi scientifici di esame e tecniche appr01priate si è giunti ad uno stato di 'Perfezione nello studio delle malattie evolute, lo sforzo medico devia dalla sua vera finalità: depistare cioè la malattia allo sta:dio della 1prediSiposizione afferrando i segni d elle sue prime manifestaz]ont E notandolo lo deplorava ed insisteva nella n e·Cfssità che l'insegname11to della medicina si sv.olga, col fare bene apprendere i metodi di esatne funzional e e .di t ecnica fisjo-patologica, acr,iò i m edici possano ad·destrarsi a conoscere le malattie n el loro 1pri1nissimo esordio. E chiedeva che si dessero agli studenti maestri dotti, si, ma con estesa consuetudine di infermi, non circoscritti in limitati orizzonti ma di larghe vedute. Noi dobbiamo essere lieti di poter dire che in Italia le cliniche fino ad or.a hanno funzionato nell'indirizzo da lui ora vagheggiato, ohe ii. mae~ tri fino ad ora mostrarono se1npre la necessaria larghezza di vedute e coscienza del compito loro. E vecchi e giovani, con fede ed entusiasmo lavor ercn10 a.ncora, augurandoci ch e l'opera scient ifi ca ita liana, gagliarda quanto è gagliarda in quals iasi centro scientifico mon·diale, abbia entro e fnori del paese quell' eco, che fino ad ora, purtroppo, non ebbe e non ha per colpa soprntntto di Ital iani cl1c impedì rono l'esp ortazi on e della nostra p rod uzione scientifica trascurandola o de-

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nigr:in·dola , che favorirono e favoriscuno a lar"'a mano l'importazione scientifica straniera creando artifjcialmente uno sbilancio consfderevole a no~ stro danno. . E hensì vero che la scienza non ha confini, m(\ è altresì vero che non debbono ch,iu,dersi j confini al la espansione della produzione scientifica na.. ziona.le (Per aprirli a doppio battente a quella forestiera, altrimenti si crea una specie di intern azion ale scientifica simile a quella politica che riceve dal di fuori il verbo dittatoriale: cosa cl1e no11 vogliamo e non dobbiamo volere. Un giorno Pasteur disse: (( La scienza ·deve essere la più alta (personificazione della Patria (perohè fra tutti i popoli ·s arà sempre il prin10 quello che avrà tenuto il primo (posto nei lavori del pensiero e della intelligenza ». Ricordiamolo, miei Signori, e difendiamo la nostra personalità scientifica che deve essere ancl1e rper noi la più alta person)ficazione ·della Patria. 26 ottobre 1925

S edula antimeridiana.

Ore 11. -

Presidenza:

RPlazione del prof. G.

CASTELLINO.

BOERI

(1'apoli).

Sull'esame funzionale deJl'apparato respiratori() Conclusi oni.

Sostituita la ·vecchin diagnosi sintomatica, sopra tutto iper l,i1n1pulso · venutole dal genio di Morgagn1 , da quella anatomi.ca, cui seguì, nella rj sp0ttiva, incessante evolùzione clell a medicj11a) la d}agnosi etiologica, la clinica avvisò ben presto la n ecessità della diagnosi funzionale, rilevando cl1e n on vi è parallelismo costante tra alte1·azione anatomica e sindrome funzionale. J.,'esame funzionale è per l'ap·p arecchio resipiratorio a11ebe 1p iù importante .che per altri organi o apparecchi , date le condizioni particolarj anatomiche e fisiologiche dell'apiparecchio stt::&;:,u. SupPrficialmente osservata la funzione dell'apparecchio respiratorio sembra una funzione meccanica : ma questa ·è soltanto resplicazione necessaria alla funzi on e cl1i1nica e chimico-fisica della resipirazione polmonare o respirazione esterna. .i\ sua volta 1quest'ultima non è che un mezzo diret1 o allo scopo essenziale o ultimo della re51Pirazion e, il quale scopo consiste nella respiraziontinterna o cellulare, ossia nel metabolismo o ri .. cambio cellulare. Se quindi oggi è an~ ora giustificato !,esame della fnnzion r meccanica, è ·p erò indispensabile quello della fu11zione chimica e chimico-fisica della respirazione. J.'esan1~ della funzione meccanica è già in parte contP.nnto nella parte della comun e sen1iologia fisica che rileYa il moYimento del tora ce e sopratutto l' esame sistematico e 1pro1Prio d ella funzionalità dei muscoli della respirazione, in particolar


[:\N~O

XXXII, FA::iC. 46]

SEZIONE PRATlCA

n1odo di quelli del cingolo scapolare (spasmi, contratture, alterazioni della reazione elettrica, dolora:bi lità, ipotrofie, atrofie, ecc.). l\lla un esarr1e rjgoroso e metrico 1della meccanica respiratoria si pratica rilevan.do la circonferenza totale o di 11na m età del torace (nastri metrici), i diametri 1del torace (compassi di spessezza), le variazioni degli stessi dati in ra1worto con le diverse fasi .della respirazione (indice di Hirty), le proiezioni cirtometricbe (Voillez) del torace, la pneumografia e la stetografja, compresa quella unjJateraJe comparata, la capacità vitale (spirometria), la resistenza respiratoria alla fatica, la \Ten ti lazione 1p Òlrnonare, la pròva di Peabody, il debit resa>iratorio, la pneumometria, la esplorazione del 1diaframma, la prova deJJ>apnea volontaria, la radioscopia, ecc. Da queste indagi ni si può ricavare un giucJizjo ab·b a.stanza preciso sulla funzione meccanica del1·aPtParecchio respiratorio, sl1lla capacità funz jonalP. di 011trambe o anche ,dj un solo polmone, sui caratteri meccanici id ella dis.pnea (inspiratori a, espi.rato ria, mista, bradi e polipnea), delle aritmie, delle alloritmie, id elle dissociazioni r espiratorie, della respirazione invertita, ecc. P erò l'esan1e della funzione meccanica non può formare una nozione 1precisa sulla vera essenza della respirazione, cioè sulla funzionP c~imica e fisico-chimica della respirazione, sia come r espirazione esterna e sia come respirazione interna o metabolismo cellulare. Giacché vi -è sempre paral1~1 i smo tra la funzione meccanica e quella chi· mica. Cognizioni pit1 ·p recise si otten gono oggi medinnte lo studio del q11oziente respiratorio, e, ancora 1r1eg1io, del m etabolismo basale, i cui repertl ·rorn!scono ghì itt clinica preziosi crjteri su quello che è lo scopo vero ·d ella respirazione, ossia il metuboli~n10 . ùcllulare. ì\1a non minore importanza si deve oggi attribuirP a1la determinazione della tensione dell'acido carbonico alveolare, essen·do dimostrato che la relazionP. resipiratoria di tale tensione esplica una · parte importantissima tra i meccanismi regolatori della reazione del sangue, e già si annov~rano contributi pregevoli allo studio di questo argomento nella clinica. Altre funzioni dell'apparecchio respiratorio indisper1sabili sono quelle che rig11ardano la pervietà nasale e le proprietà di filtro e di riscaldame11to c11e le vie naso-faringee es1plicano in senso protettivo nell'area respiratoria, la delicata funzione m eccanica. dell'istmo delle fauci, e i riflessi rispettlvi cl1e 1p rovvedono alla regolare distri·b uzicne degli alimenti, delle bevande e dell'aria per le risp ettive vie, e tutti i riflessi di difesa, lo starnuto, la tosse con l'espettorazione , il riflesso nasobronchiaJP ·di Frank, sui ·quali meccanismi tutti può l'indagine funzionale fornire interessanti reperti e applicazioni utili. '

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Non va ·di~nenticato l'esame della res1pirazione 11ei tJguardi del linguaggio e del canto. Interessante è la funzione che potrebbe dirsi ip sicom eccanica della respirazione, cui appartengono il collegamento e la ·dipenid enza tra la re-· spirazione e le funzioni nervose più alte, le facolta psichiche, le emozioni, ecc. >lon bisogna trascurare il valore elle deve altr1butrsi alla evapora.~io11e :pol1nonare nel bilancio idrico ·del1'0rganismo, e la regolazione della temperatura dell'aria respir~toria, nonch·è la proprietà d'assorbj1nento dei 1p olmoni, la funzione tossilitica, quella di eliminazione, quella lipolitica dei medesi1ni. Le applicazioni delln semiologia' funzionale respiratoria alla ·diagnosi, .alla iprognosi ed alla terap1a, sono numerose e acquisteranno sempre maggiore estensione ed im·p ortanza. I \?ecchi metodi ·di accerta1nento della capacità funzionalP. dell'ap1parecchio respiratorio sono oggi insufficienti, e ,sopratutto si devono abbandonare i criterii cl1e giu.d icavano di tali caipacità dai dati del volume, delle circonferen ze e dei diametri, 1poich.è l'esame funzionale rigoroso esclude un rapporto proporzionale tra volume e funzione. Oltre ai risultati già accennati, 'forniti dallo stpdio del metabolisrno basale e della tensione alveolare, l'esame f11nzionale permette ·d i ottenere un giudizj o preci so sugli stati d'incapacità. o di insufficier1za respiratoria, è di d eter1ninare una sin·d rome o uno stato . di compenso ed uno di scompenso nelle affezioni respjratorj e analoghi a quelli ,pil'L r101i per le affezioni cardio-vascolarì. Una applicazione utile alla terapia è quella ·d elle iniezioni endotracheali. lVIa l'esamf> funzional e dell '.~ipparecchio respiratorjo rende grandi servigi alla pratica medica, indicando le numerose deficienze e i gravi errori che comunemente si rivelano nella meccanica re·spiratoria ·dei cosiddetti sani. Il relatore, ricordando di avere pit1 volte sostenuto e dimostrato l'op1portunità di sottoporre anche gli organi della vita vegetativa al metodo della riedncazione fisica (finora applicato felicemente ma quasi esclusivamente alle affezioni della cosi·d(lctta ' ita idi relazione), rileva che tra tutti gll organi e gli appareccl1i della vita vegetativa, l'a:pparato respiratorio è quello che più si presta alin. rieducazione, come quello di cui ·s i ip·uò dire che la funzion e prevale notevolmente sull'organo, e obbedisce, come nessun'altro, alla volontà, alle abitudini, all'esercizio, ecc. Sulla guida di questo concetto si riesce molto agevoln1ente ad insegnare a respirare ai soggettt, i quali - e sono moltissimi - non sanno respirare; si correggono difetti importantissimi della n1eccanica respiratoria, si ·disciplina il meccani- • smo ·della tosse, la qual e è talora inutile, talora in sufficiente, talora dannosa, si guariscono e affez~r·ni respiratorie chP. hanno un fondamento pre~ valentemente meccanico, ecc. 1

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1612

IL

POLICLINICO •

Seduta pome.ridiaria.

Ore 15. -

Presidenza : BOERI

Comunicazioni riguardanti apparato r espiratorio e tubercolosi. JAcnNn (Napoli ). Sindromi broncopolmonari psieu.dotubercolari da enterococ;co. - Illustra due

casi ·di pseu·dott1 ber colosi .dovute unçi a l1 ' en térococc:o, l'altra alJ'emispora rugosa; verso i gern11 i.solati vi erano scarsi agglutinine n el siero di sa11g-ue (1: 6-0 per l' em.is1pora, l: 100 1per l'enterococco) . Guarigione dei due casi con autovaccino e joduro di potassio. . · MOLINARI (.N apoli) . - I l respiro a ritmo invertito nellJ1 lar1n.gostenosi. - I n n u merosi casi ·di laringosr:3nosi ha osservato un ti1po di respiro invertito che secon do l'O. rappresenta un meccanismo di corr..penso renden,do possibili i movimen ti respiratori qu an·do il [polmone, raggiu nto il massimo volurr1e, non può subire alcuna ulteriore m odificazione volumetrica :se n on parten·do da una dirninuzi0n e di volurr1e. DE NuN~o {Napoli). - Riferisce alcune sue ricerche sulla temperatura dell'aria espirata. GASBARRINI (Bologn a) . - Domanda se ha fatto ricerche anche nei tubercolosi e i1elle forme febbrili. ·L 'O. risponde di avere eseguito le rjcerche in un caso di tbc. polmonare e in l1na bambina febbrile, ma le osser,razioni so110 ancora in corso. S.'\NTANGELO (Na.po1i) . - Il 1netabolismo basale nei pne ,~irnotnrate artifi ci ale e terapeutico. Su 6 casi 11a notato che con jl Ir1tgJioramento .delle con dizioni generali ·d ell'infermò e con la scomparsa .dei fenomeni. tossici, il metabolismo basale diminuisce, perchè il pneumotorace terapeutico non è brusco e l'er1fisema vicariante del lato 01pposto già preesistente non porta110 a;d aumento della ventilazio11e polrr1onare e perch1è viene escluso il focolaio tubercolare, fonte di velenL CrOFFI (Napoli). - Riferisce un caso .g rave di bronchite f et'ida e bronchiectasia curato efficacem e11te con iniezior1i intratracheali di mugolio al 20 n er cento. S'intruttiene brevem ente snlla cura delle e·m ottisi grav i con i11iezioni intratracheali di adrenalina seco11do il 1netodo g·ià introdotto da .B ouchard. ·l\llORELI.l (Pavia). - Ris11,ltati di 127 freriicotomic . - I..' 0. sost~ene con u11a statistica ·di 127 casi di ·frer1icot.omia l 'im{I>ortar1za grande di questo atto operativo nella cura di svariate ·m alattie dell'ap• parato respiratorio. L'intervento fu attuato in 102 malati di tbc. polmonare, con sinfisi 1pleurica totale, 1 caso di tubercolosi con pneumotorace parziale, 2 rr..alati dopo cessazione ·della cura pne.umotoracica, 10 casi di empiema p ostpnet1motoracico , 4 broncl1iettas ie, 3 ascessi polmonari, 2 malati con sinf !si e gravi distur bi circolatori, 3 con toracoton1ia p er cura di empiema. In1p or tante è !~interv ento n elle emottisi infrenabili L'O. sostien e ch e il miglioramento o la g narig ione n on son o dovute in gen er e alla riduzion e

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[ANNO XXXII, FASC. -i-6]

~olmor1are

pe.r l'inalzamento del 1diaframrr1a paru, l1zzato (come è credenza g e11erale) ma alla dimin u zione del traurr1a che nel ,p oJrnone malato si ~ete~mi~a in ogni inspirazior1e e tanto più nella i11sp1raz1one forzata. Tale intervento -è specialmen. te in•dicato quando la malattia 1p1olmonare è prodotL~ o. favorita dalla esistenza di sinfisi pleurica. I m1gl1oramenti da frenicotomia dimostrano il grave danno cfl.e la sinfisi pleurica pro1duce e che l~ p leu rite deve essere curata con grande attenzione ed attivamente 1p er evitare al rnassimo dette aderenze. CARPI (Milano). - Note di tecnica 11nc1Lniolura1

c'i.ca artific·i aLe e il ·mio n;uovo aprparecchio .p er. il prieumotorace. - L'O. ricordate le norme che re-

golano la tecnica .[.Pneumot.oracica s.i sofferma ad illustrare t1n suo apparecchio di facile uso e di rpiccolo :volume che unisce alla semplicità la .esattezza della tecnica. LTJCATELLO (Padova). - Pro1 pone un nt1ovo appa~ recchio per l'esecuzione .del pneurnotorace e sostiene cl1e se la quantità dell'aria intrddotta 1:ior1 ha rnolta importan za, ciò che invece ·deve essere tenuto sempre presente, è .che· la pressione sia negativa. BERRI (Genova). La tera.p iu dei versarnenti pl.eurici con iniezioni endopleuriche di iodu·, 0 t~'l potassio. - L'O. 11a es1p erimentato detto metodo

nelle pleuriti meta- e parapneumoniche, in q11ell e ess udattve e in un caso di i-drotorace con risnltati favorevoli. .STANGANELLI (Napoli). - Titbercoiosi e scrofolos i. - L 'O. afferma che la scrofolosi non può sern1plicisticarne11te .def.inirsi la tl1berco1osi delle ghiandole, arnmette l'esistenza 1di ghjandole tubercol~ri in jndividui cl1e no11 presentano i1ote di abito linfatico, adenoideo, scrofoloso. Riassumendo lP pjù recenti indagini anatomopatologiche e di sierologia sugli scrofolosi, sostiene che la scrofolosi ip jù ~l1 e tubercoJ osi in atto o in potenza si deve considerare come uno stato di antagonismo e probabilrr1ente di vaccinazione contro la tuberc.olosl. Lo BIANCO (Roma). - Osserva che la distinzio11e tra scrofola e adenite tubercolare ·è artificiosa e che la scrofola si identi·f ica con la tubercol osi delle ghiandole del collo. Ricorda a tale proposito un suo lav.oro compiuto sotto la direzione d el prof. Marchiafava. MARGRETH (Modena). Ricerca degli anticorpi specifici nella tubercolosi. - ·U sando la fissazion e del complemento egli giunge alla conclusione elle detta reazione 1pratj cata con modalità di tecni ca esatta e con a11tigene acco11cio e prudentemente coor·dinata al complesso delle indagini clinic11e, può costituire, se positiva, un indice di netto ''alore per la diagnosi di fase dell'infezione tubercolare. S'intr::ttti e11e brevem ente sul metabolismo basal e dei tuber colosi in Taipporto con le vari f> alimentazibni. CASTELT.T!'\O P. (~ apol i) . -· Afferma cl1e il quadro Ltat·..:i ato dal prof. S!an ganelli è un qua dro arupio


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XXXII,

F'ASC. 46]

SEZIONE

e co1npleto, n el .quale le note e i rilievi del collega. De Libero costituiscono un particolare. Lo St.anganelli ha tracciato mirabilmente le .due costituzioni 01pposte e antitetiche quali scaturif)Co110 ·d alla direttiva ·del grande 1Vlaestro il De Gio·vanni, cl1e .questa mane il ·P residente 11a co11 pers1p icace parola invocato. Per troppo tempo, egli dice, i nostri studiosi hanno portato la livrea d ei lacchè : è tempo ormai che queste vedute costituzionaliste, cui le recenti acq11isizicni sulle funzioni endocrine ;portano nuova luce entrino n ella m ente dello iStudioso. È ' inutile rin1picciolire la visione con conside~azioni loca]i: la lesione glan·dolare va inquadrata nella costituzione e nel ti1po. LI~EROPULO (Ge11ova). Riferisce su di un caso di i·u bercolosi polmonare associato a sifilide notevolmente migliorato in seguito alla cura a11r.iluetica. CollSONELLO (Na1p oli). - Osser ya cl1e il caso presentato dall'O. risponde ad una sindrome poJmanare esclusiva sifilitica come ·è ·dimostrato dalle indagini biologiche, dall 'esam e clinico e dal risultato terapeutico. Co~TI (Milano). f\Tuovo cqntributo alla t erapia tubercola1,e con le stomosine. - Ha sperim entato ia sto1nosinQ antitubercolare su un migliaio di casi circa ed ha riscontrato che in 327 si IPUÒ parlare di guarigione, in 202 dj miglioramento, in 11.i. di scar so miglioram ento perman endo lo sputo positivo , mentre 189 ·devon o essere considerati 1Perdnt1 o per mort e o per abbandono della cura. REALE (Napoli). - Il ricambio respiratorio ed il m etabolisrri o basale nella tbc. polmonare. - Compiendo ri cerche su 120 casi di tubercolosi 1polrnonare ha notato che il M. B. é elevato n elle forme ad avoluzione progressiva, basso nell e forme che tendono a guarigione. Circa il rapporto tra fu11zione chimica e funzione m eccanica resipiratoria ha osservato · che nei casi lievi, il metabolisn10 basale è basso anche s e la gra ndezza r espiratoria è elevata, e che n ei ca si gravi l'aumento d ella ventilazione coincide con ·quello del 1netaboli smo basale. Tale cond·i zione è di prognosi particolarmente infausta. v. MARAGLIANO (·Genova). - Sulla prognosi radiologica della tubercolosi polmonare. - Osserva anzit11tto che .dal punto di vista r adiologico n on è suf ~i ci ente rilevare delle lesioni, ma è n ecessn.rio vedere quale n e sia la qualità. A tale proposito ricorda la t eoria di Aschoff e le obiezioni che ad essa sono state fatte. Rileva come ad un medesimo referto radiologico p ossano risponder e fatti anatomo-1Patologici diversi e come viceversa ad uno stesso reperto anatomo-patologico corrispondan o talora ·quadri radiologici diversi. Nei riguardi della prognosi la radiologia ha dimo strat~ che le caverne. 1possono guarire senza alcun intervento e che le ombre radiologiche di sclerosi devono essere cons:iiderate con m olta 1prudenza. L'O. si sofferma particolarmente sul contributo portato dalla radiologia allo studio delle forme r egressive 1

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PRATICA

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della tbc . polmonare dimostrando come vi siano lesioni co11statate sia clinicamente che radiologicarnente che ·p ossono scomparire in breve tempo senza lasciare alcun r eliquato. P er trarre dalla radiologia un buon criterio prognostico è necessario eseguir e varii esami radiografici in serie. Ore 18,30. -

Conferenza del p rof. BAGLIONI.

Sui rapporti tra fis iologia umana e clinica. .. Da quando circa tre lustri or sono com e naturale con seg11e11za •1.el grande sviluppo assunto clalle sc.jenze sperimentali si sentì il bisogn o nell 'in·segnamento della m e,dicina di separare la cattedra di fisiologia ,da quella ·di anatomia umana, la fisiologia si è a ndata sempre più sviluppando di vita autonoma o quasi indipendente, •spinta in part8 dalle esigenze dei m etodi, spacial1r.1.ente della vivi~ezione, ma sopratutto dallo spirito filosofico di scienza pura, dimenticando i bisc·gni pratici dell'applicazione immediata. ..\ssistiamo cosi al sorge.re dallo stato attuale, . in c1li m olto spesso il patologo e il .clinico uma110 og·gi Lrovano laoone nella fis iologia mo·d erna e sono ohl·iigati a in5t.ituire ricerche personali o a sostituirle con ipotesi più o meno fondatè. wl entre tutto 1·111terèsse del fisiologo è attratto dai problemi fondamentali e generali di biochimica, biofisica e fi siologia comparata. Per ovviare e rimediare a questo inconvenient0. grave sopratutto n el"i 'inseg·r1am.ento m edico che è diYenuto sempre ~iù difficile e complesso, è nece~sar1u p rocedere ad un a revisione del can1po del lavoro cl1E. induce alla necessità di stringere o n1e.glio tornare a stringere più intimi legami di collab01·azione tra f1sio1og1 e clini•ci. Dei moltissimi proble::rni ..:l j fisiolo.gia che inte1·essano 1nass1111amen te il clinico e il patologo, e cJ1e invece o.g gi il fi~iologo raramente tratta, i 1.)iù urgenti ed importanti sono qu·e lli delle naturali difese, de: processi riparatori e restitutivi, q uelli i.li ada1.tamento 0 di con1pen so dei . vari organi, quelli ·d ella modalità reattiva dal complessivo orga11ismo, quelli dell a variabilità individuale, c.he costitui sce una p articolare fisonomia fiE-iologica e cli11ica. L'op er a pr:1tica del fi~io) ogo moderno non deve n'è può mirare alla soluzione esplicativa d2i prol1JE'mi ma.ssi1ni , ma t>i deve oggi limitare all'analisi dei singoli fatti e del!~ 1iverse condizioni, rie-ostru endoli in una 5inte~;i realistica; così il cli11i•CO 8 medico pratico dall 'ana lisi r apida d ei vari fatti pBrziali dave ri3alire a un a rapida sintesi ricostruttiva dei J)roce;,si, sintesi con-creta, una conclusion e pratica e non una teoria esplicativa. In l1uesta sintesi necessariamente oggi d eve preYaÌ(-~re l 'indirizzo teleologi~ o. q 1Jale si addice dato l 'incompiuto sYilt1ppo .lell <: scienze biologi·che, in foJma di n e·1Yitalismo alle scienze biologiche. 1

(Continua)


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IL

POLICLINICO

XXXII Congresso della · Società italiana di Chi.rurgia. 25 28 ott o bre 1925.

Il ~5 ottobre e; . a. 11a av uto luogo, nell'Aula del1' Accad emia Medica, a l Policlinico, l'in augura:'.lon e ·del XXXII Co11gresso clella Società italiana di 'Chir ùrgia. Si~dono al banco della presiden za il prof. R. Alessandr i, e con lui il vice-presidente Le·otta, il (pro f. !\.II attoli. Numerosissimi gli intervenuti, tr a i qt1ali sono notati gli espon enti più illustri di tutte le sc~ 1oìe chjrurgiche italiane : T rico1r1i, Pascale, De Gaetano, CaLterina, Leotta, Ca1Ppelli, Taddei , Donati, f>urp11ra, P erez, Bastian elli Raffaele, il ge11erale Della Valle, Margarucci, Solieri, Camera, 1\IIaragliano, Uffreduzzi, Parlavecchio, Scl1ia.ssi, e tantissimi altri il cui nome .figura più tardi r1elle • comunicazion i e nell e discussioni. Per il num ero degli interven l1ti, p er aver ap~ rportato a \riva voce ~1 contributo personale, esposto con la calda parola. dell'intima !I)ers uasion e di ·qua nto sì sa e si è visto, la· tornata di questo Congresso si può dire uno dei meglio r iusciti e d ei rp iù interessanti. P erfetti i servizi di orga11izzazio11e, di cui va m olta lode agli organizzatori; oltre cb.e a:I P residente, a i pToff. Dominici e Baggìo . Con1unicato il bilancio, fiorente, della Società, discusse alcune 1nodifiche del regolamento, eletti nuo,,i soci il Presi'd en te letti alcuni telegran1mt di mancato 1ntervento, fra i q11ali si;:npaticissimo q11ello de1 n onagenario socio onora r.i o prof. Keen, di Leriche, di 'f ans111i, di Josepl1, di ' ' ignolo , ina11gura il Congr esso, ricordando come t utti i soci possa no com piacersi d ella lunga vita della Società che sorta n el 1882, è stata onorata dalla ' part<::ciipazione di ta11ti illustri scienziati, e di u11 incremento sempre continuo, tanto ch e oggi il numero · dei soci a sce11de a circa 500. Ri11g1·azia i relatori della loro 01p era compiuta, e avYerte come i1el tema cli r elazion e in comune con la Società di 1 \fedicina sulla cura del morbo di Bdsedow, abb ia chiesto di intervenire anche u11 radiologo , ciò che è stato con cesso con piacere, Infine comm emora i soci defunti, ch e se questo anno sono per fortuna scarsi, non ·di meno hanno costituito un lutto per la scienza italian a: sono il Rt1ggi ed il 1Giannettasio, di cui tesse convenientemente l 'elogio. Quindi con cede subito la par ola ai. due relatori; a l prof. l\!Iargarucci e al prof. to,p pato. I

1,, T ema di Rela::.ione.

Le occlusioni intestinali (escluse le ernie strozzate). PAHIE

I. -

T erapia rlella occlilsione intestinale.

Relaiore: Prof. ORESTE :\IAP.GARUCCI (Roma ). L'O. p1 emette subito l'alta mortalità dell'occlusi one i11testinale, la causa della quale va ricer-

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c:ita, oltre che nella gravità della malattia, i1el ritardo .della cura (infatti recentemente Von Beureu trova elle nei casi operati n elle prime 24 ore la mortalità globale dal 40-50 % scenda al 20 %) , e Vièile a tr:1ttare della cura dell'occlusione intestin ale. Il problema. terapeutico è sopratutto impern1ato sulle indicazioni e co'ntroindicazioni a l trattd1neDto operatorio. L'intervento è indicato n ei seg tte!nti casi : 1) forme acute di origine mecca11ica.; 2) .forme di11an1ich e, nelle quali vi siano si11tou1i di 1progredien te gravità della malattia (specie il v01nito fecaloide); 3) forme ·di occlusion e, in c11i vi sia dubbio tra origine meccanica o dl· i1amiGa, op1p ure tra occlusio11e acuta ed altra 1nalattia act1ta dell'ad·dome, cl1e richiede u11 trattan1enlo im1nediato (peritonite da perforazione ecc.). Però tra le forme acute di origine 1neccanica vi sono dei ca si cl1e sfuggono alla regola s uddetta. Qu esti sono: 1) l'occlusione duodenal e acuta di origine artero-n1esenteriale; 2) l'occlusione acuta lla :.1tturazione (ileo biliare, ileo verminoso); 3) la invo.gina?.ione acuta dei lattanti entro l'anno di età. S u qt1e5te forme prima del trattamento operatorio si tenterà la terapia incruenta con m ezzi medici (n ell'jleo bilia:re e n ell'ileo verminoso) o con 1r1ezzi fisi ci (invaginazione dei lattanti, occlusion e artero-mesenteriale dei duoden o) . In tutte le . altre forme rr1ecca.niche (strozza mento interno, \'Ol vole, ecc.) l 'irtter vento :va attuato immedtatamente. Fortunata1nente in genere queste forr.oe si irianifestano con sin tomi cosi minacciosi, che l' interv~11to si impone. Tuttavia alcune volte (es. volvolo nel di5tretto del colon, occlusioni da calcoli bilio.r1, ecc.) il q11adro m orboso si presenta meno violen to, on·de 1può aipparire giustificato l'adottare un tenta.ti,ro per risolvere in modo incruento queste forme ch e se 11anno un inizio subdolo e bla11clo, non vanno disgiunte da gravi pericoli e possono con l'attesa irta.turare condizioni irrepa r::ibiJ j . • 1·ra le contr oindicazioni all'intervento, . oltre ì' età tror>PO t en era o troppo avanzata e alla coc:si.stenza di altre malattie no11 suscettibili di 1nio-li0ramento , \'a p reso so1pratutto in considerazior:> • 11e lo stato del paziente per effetto della malattia ste55a (per qt1a11to secondo alcuni lo stato aYanzati ssimo della paralisi e del meteorismo non sia una ragio11e di non intervento, ritenendo .sufficiente il « rrlinimum n di funzionalità residuale dell'i11testino iperdisteso) o per complicazioni soprag~i nnte (1peritonj te settica da :perforazione) . Anche lo stato di collasso termina le è una controindicazione: non così lo sl1ock iniziale. P~trlando del tratt~111ento non operatorio, l'O. ric0rda tra i m ezzi fisici e meccanici: le imn1is~io11i di A.cqn a nel r etto, che possono risolvere alcune frrmr- di occlusio11e, e che so110 sopratutto efficaci 11ell e invagi11azioni dei lattanti; il sondaggio gastrico seguìto da laYanda (utile anche co.m~ J nezzo d iagnostico), con cu i si asportan6 1nater1al1 élltarnentf- tossici; la cura della positura (nelle forme di occlusione artero-mesenteriale del duo·


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SEZIONI: PRATJCA

deno ì e la cura ·del massaggio addominale (nella invag1nazio11e acuta dei lattanti), entrambe di massima importanza. Sono da proscriversi le insuff1azioni ·d'aria, 1p ercl1·è pericolose. Tra i mezzi chimici, in linea di massima, l'uso dci sedativi deve essere proscritto. Tutta,ria secondo Moyniham la morfina deve essere somministrata in dose li1nltata ed una volta ta11to per non alterare i sintomi dell'affezione e sopratutto il .dolore. Anzi, secondo Moyniham, in ogni attacco ·doloroso addominale acuto, l'intervento è indicato ·quando u11a piccola dose di morfina non calma il dolore. L'atropina è molto utile nelle forme spastiche. La fisostigmina, .che stimola le terminazioni motorie del vago, va usata, secondo Braun, alla dose di 5-10 mmgr. 1Per volta i1elle fasi iniziali, nelle jparesi causate ·da processi infiammatori, specialmente nelle paresi postoperatorie. Come stirnolatricc ·delle peristalsi è a11che molto raccomandata l '~pofisina, e molte altre sostanze 1 p iù o meno ris:pondent.i allo scopo sono state suggerite. Lehn1a11 ha pro1p osto di infiltrare con novocaina il territorto del ga11glio celiaco ne' casi di spas1no che, non cede11do all'uso ·dell'atropina, han r eso necessaTio l'intervento. I purganti debbono essere proscritti specie nelle fasi avanzate. Dopo aver accennato ai tentativi eseguiti 11el can1po 51perimentale allo sco1po di immunizzare l'organis1no verso i tossici che si produco110 n ell'occlusione jntestinale, ovvero di impedire l'azione di questi tossici sull'organismo .stesso (in oculazione ·di prodotti antigeni; legatura del dotto toracico in vi cinanza ·d el suo punto di sbocco, seg!l]to dall'incisione a rr1onte e dal clrenaggio, ecc. ecc.), il relatore intraprende. l'esame del corr1plesso argomento ·d el trattamento operatorio. Importanti ·sono le misure !Preparatorie : cardiocinetici, i1Podermo- e fleboclisi, vuotamento ~ lavaggio dello stomaco, riscaldarnento del paziente. Per l 'anestesia va sempre più generalizzandosi l'uso ·d i ·quel1a locale novocainica , m entre l'anestesia generale è necessaria quando si debba chiarire la diagnosi od eseguire un atto operativo corr1plesso. Vantaggiosa si è dimostrata la racl1ianestesia (non provoca il vomito, calma la peristalsi). il/atto operativo deve essere eseguito con sollecitlldine, ma nello stesso tem1po con sornrna delicatezza. Prescindendo dallo scopo puramente diagnostico dell'atto operativo, il chirurgo si deve essenzialmer1te prefiggere : di ristabilire la canalizzazione intestinale , di eliminare la causa dell'occlusio11e e di iprovvedere alle eventuali lesioni (cangrena) prodottesi negli intestini e d alle consegu enti com1Plicazioni (peritonite). Se non cl1e il più ·delle volte tali obbiettivi non sono in totalità raggiungibili, ed accanto al suddetto cc programma inassimo )) esiste un (( programma minimo )) imposto dalle condizioni ·del paz.i énte. Soltanto nelle occlusioni acute neoplastiche ed in molte occlusioni acute 1p er ·s tenosi infiammatorie il trattamento radicale deve essere compiuto in 2° tempo. Si capi1

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sce, :leJ resto, che non è 1possibile formulare una linea ·di co11dotta uguale per tutte le forme di occlu:;ione. Irnportantissimo il 1proble1na dell'esplorazione operatoria, necessario p er confermare la diagnosi e p ei d eci·dP.re la natura del 1p rovvedimento terap eu:i co. L 'eviscerazione, che alcuni 1preferiscono p0rchè evit~ razione riflessa sui centri dovuta alle manovre fatte a « cielo coperto ,, , è jpericoJosa sia per l' esposizio11e di tutto il pacchetto in1clStl11ale, sia 1 per le manovre n ecessarie alla r eintroduzione df'gli i11testini. Però dopo qualche rr1inuto di i11fruttuosa esiplorazione a cielo coperto (cl1e :J el resto può essere molto agevolata ·dal vuot~nl~ nto degli ir1testini), si 1 potrà ricorrere all'evi~cerélzio ne. L 'esplorazione deve essere metodica. Anzitutto l'i$pezione farà ·constatare la presenza di essudati (peritonite, cangrena), di transudati, di anse intestinali in isfacelo, ecc. Segu" 1'esplorazione man\1ale, con la qua1? si esamina prima la regione ileocecale, poi il 1picr~lo bacino, poi tutti i punti preferiti dagli strozzan1enti. ecc. Prima di ricorrere all'eviscerazione totale, è bene fare l' eviscerazione parziale delle singole a11se c0n la su ccessiva imrr1e·diata riduzion e; ancl1e questa ,p erò deve sempre essere preced uta dal vuotamento d ell'intestino (verli sopra) la r.ui tecnica è della 1p iù grande irnportanza. L'ansa prescelta va esteriorizzata ed isolata. Fra il numeroso strumentario proposto, preferibile il tubo di Moyr1iham. Quanto alla scelta dell'atto operativo esso varia a seconda dei casi. Regola fo11daµientale gengrica è che tutte le rr1anovre siano compiute sotto il controllo della vista. I 1principali atti operativi che 1pos::;ono richierlersi in tutte le forme di occlusione sono l 'enterostomia, la resezione e l'enter o-anastomosi. L'enterosto1nia talvolta rappresenta l' unico provvec!imer1to da adottare, sia come operazione palliativa quando è imposta ·d allo stato del i)azientc, sia come operazione preliminare, qua11do si farà. seguire ad essa l'intervento r a dicale (stenosi infiammatorie o neoplasticl1e). Altre volte l' en t~rostomia è un atto complementare a provvedi1nenti più radicali, ·da eseguirsi secondo alcuni soltanto quando le manovre resesi necessarie per il trattamento radicale• sono state inolto laboriose od c-,siste un forte ristagno, secondo altri quasi in tutti i casi. Del resto, potendosi avere la guarigion e 1spontanea della fistola intestinale residuale, l'enterostomia può anche a'1 ere il valore di u11 tratta1nento radicale. Per la· tecnica bisogr1a disting11ere la fistola del tenue dalla fistola del colon (colostomia). Per la fistola del tenue la tecnica odierna 11a eliminato molti degli inconvenienti creati dai veccl1i sistemi; si esegue cioè uria fistc1a a canale obli quo, fatto in rp arte a 6pese d ell e 1pareti dell'ansa 'intestinale, in parte a sp ese clei rnargini della ferita operatoria, adattand o all'er1ter ostomia i proce$S'i di . \\' itzel e di· l{ader p er ì a q:istrostomia. I .Francesi adottano il cosi dotto ine todo a mitr~ di fon tan. L' enterostomia va fa tta

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IL POLICLINICO

in u11 pu11tc non molto distante dall'ostacolo, c:.u di un'ansa facilrriente esteriorizzabile. Molti consigliano l 'enterostomia alta, la digiunostomia; questa però presenta ìl 1Pericolo della denutrizione in l ln 1p eriodo ulteriore. Per la colostomia i :punti ,p referiti sono il cieco ed il :sigma. Qui non è incìisp2nsabile la fistola a canale e può attuarsi il vecchio metodo in due tempi. La formazione ·d ell'ano sigmo:i:deo è facilitata dalla lunghezza del rneso. L:t reseziòne va appiicata nel trattamento d elle parti colpite ·da cangrena, la cui ·diagnosi si ba:Sa sul :::·iconoscim~nto dei noti caratteri. Si consiglia d) ~1ggiare dap[>ri111a l 'efficacia delle compresse calde; P11st raccomanda la soluzione clorosodica al 10 %. Se però le zone in sfacelo sono piccole, se \'i 5ono zone circoscritte di dubbia vitalità, bas:erà affondarle con suture siero-musculari o coip erte con bulbi di epiploon. La ricostituzione dellu. canalizzazione ·dell'intestino in genere non è attuabile nella stessa seduta 1p er lo stato del pazie.11te ed i due capi saranno allora impiantati ai margini della ferita operatoria. Nei pochi casi favi)revo1i si farà lUl'anastomosi latero-lat~rale (vedi appresso) ; sopratutto si cercl1erà ,d i ristabi, lire la continuità dell'intestino nelle resezioni alte, iper i pericoli già ac.cennati della denutrizione. Nella r esezione la sezione deve cad ere su parti sane; tuttavia bisogna sempre tenere in con5i·derazione che resezioni ampie aggravano il prognostj_co immediato e fanno risentire i loro effetti ancl1 e as.saj tardivamente (diarrea, deperirr1en. to, ecc.). Le r esezioni estese oltre i due rnetri hanno una prognosi cattiva, almeno n egli adulti, m e11 tre i ba mbini sop1portano bene ancb e tali ampie resezioni. Negli adulti anche dOlPO resezioni limitate, v& sorvegliato il r egime alimentare (defici ente 1p otere di a ssorbimento dei grassi). L 'entc~r o-an~stomosi, da quanto sopra) potrà essere eseguita solo n elle occlusioni subacute e in quelle acute solo n ei casi operati molto prP.coce m ente. Può essere eseguita tra tenue e tenu e (specie nelle stenosi alte) oppure tra ileo e colori (nell& stGnosi basse) . Può essere latero-laterale (tenue con t e11ue e tenue con .crasso) mentre sarà. nec~ssa.riam ente termino-laterale dovendosi anaston1izzare l'ileo con il colo11. PARTE II del 10 T enia di R ela::io1ie. intèstinale acuta.

Occlus1.one

ReJ:itore : Prof. UGO STOPPATO (Parma). L e occlusio11i i11testi11ali si ,d ividono in occl usioni da causa m ecca11ica ed occlu sioni da causa

dinarnica. Le 1prime a loro volta sf suddiviò o110 in r11ono1eptiche (l'intestino r esta diviso in dt1e so10 porz io11i: orale ed anale) ed in bilepti che (tra le ùue 11orzio11i orale ed anale, esiste una porzione int ermedia ). Le ca use delle occlu sioni mon ule11 ticl1t.• pos~o110 risiedere n ello spessore> d ella pal'(' t c 111 tc-;t i11alc ecl e ·sere ia con genite (atresie i

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ch e açquisite (s1enosi traurnaticl1e, inflammatorie neoplastiche); oppure possono risiedere all'inter, no della parete intes tinale (ostruzione di 1nasse fec::J.li, da calcoli biliari, ecc., ecc.), nel qual caso in genere al fattore meccanico si associa il fattore dinamico (paralisi o spasmo ·della parete); i11fine la: cat1sa. può risiedere all' esterno della 1parete i11testinale ed esercitare u11a compressione ljneare (briglie, ecc.) o larga (tumori, ecc.) oppure esplicarsi con un inginoc.chiamento o lorsione sull 'asse jntestinale. Delle occlusioni intestinali monole1p tiche da causa situata nello spessore della parete, il relatore ricorda i caratteri, : e ~cdi di preferenza, i meccanismi di azione, ecc. Un posto a parte ·è riservato all'invaginazione ed all'evaginazione (prolasso dell'intestino in corrispondenza ·di fistole intestinali spontanee o élrtificiali). Le occlusioni bilepticl1e sono ra1ppresentate dagli incarcera1nenti interni (attraverso orifici ~r­ niari interni, anelli e fessure congenite ed a cquisite, ecc.), dall'an11odamento (intrecciarsi di due anse intestinali come avviene p er lo più tra sigrr1a, colon e t enue ecl € age,rolato dalla lungl1ezza del sigma, dalla strettezza del mesosigma e dalla lunghezza del n1esentere) e -dal volvolo, il quale cons iste nella rotazione di un'ansa intestinale e del suo n1eso sul.l'asse longitudinale del meso stesso, per la 1Produzione della quale occorrono condizio11i anatomiche (congenite o acquisite) predispo, n enti. Queste sono rappresentate sopratutto da una sproporzione tra un tratto di intestino ed il suo corr~spondente meso, da cui ·deriva una 51pecie cli peduncolizzazione dell'intestino stesso. •Le occlusioni da causa dinamica possono essere dovute a paralisi od a spasmo. Nelle forme s1p astiche, la co11trazione tonica di un tratto più o m e110 lu11go ·d 'intestino con abolizione del suo lume, è in genere di natura riflessa (con punto ,di partenz:a da processi ulcerati\'i, n eoiplastici, ecc., situati p er lo più a breve distanza); talora ir1vece deriva da lesioni cerebro-spinali, da intossicazioni, ecc. Nelle forme paralitiche, di .cui le più gravi. si accompagnano a completo arresto del circolo ed a forte meteorismo, la causa è talora un trauma o uno strozzamento erniario o u11a pancr eatite acuta, ecc., ma il più sipesso è uria peritonite acuta ·diffusa o circoscritta. In ap pendice alle forme dinamiche il relatore ricorda le occ1 usi on i dovute alla .chiusura dei vasi m esenterici (embolia, trombosi), cl1e per lo più è seguìta in1111ediatam e11te da una iperperistalsi, e IPOi da paresi e paralisi d ell'intestino. Talvolta 1p erò manca il periodo iniziale di esagerata peristalsi. P assate così in rassegna le cause della occlusione ir1testinale, il r elatore Yiene a parlare ùegii effe1ti della m edesima . :\elle forme m on oleptiche del tenue, le alt erazi oni si 1p roducono soprat utto a m on te d ell'ostacolo e .consistor10 anatomi cau1ente nell'iperemia, 11 clla stasi, nell'eclern a dcJla parete che aumeuta fino alla m ort e. Funzionaln1cnte esse consistono ùapprima j11 un' C'iageraz1 or1e 1

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[ANNO XXXII, .FASC. 4&]

SEZIOl\TE

della peristalsi cui a poco a l)OCO subentra l'esaurimento e la para lisi. Ana loghe alterazioni fu11zionali si hanno n elle forme bileptiche del tenue da strozzamento, a carico d ell'an sa is trozzata, dove (>erò la motilità si a rresta 1Più ,p resto a causa del gra~e ·disturbo circolatorio ed il 1neteorisrpo è precoce. Fenome11i simili, tuttavia meno inte11si, si osse rvan0 n~lle occlusioni acute del cieco e del colon a scendente. 1'ra i fenomeni generali sono importanti lo abbassamento della pressione san · guigna (dapprima modica, ma progressiva fino alla m orte) e le modifica zioni del r espiro (che si fa meno profondo e m eno frequente) osservati i1el1'occlusio11e se1n1p li·ce sipe rimentale. Nelle occlusioni da strozza m en to la compressione n ervosa produce gravi alterazioni riflesse (fenomeni dolor osj , s l1ol{ addominal e i11izj ale) . Le teori e principali em esse allo scopo di interpretare il in eccanismo di produzione della sinclrom e d e1J·occll1sion e. intestin ale son o : la teoria n ervosa riflessa (per l'a zion e sugli ~p1p arati n ervosi centrali vaso- e viscera-dilatatori da forti is timol i partenti dal focolaio di occlusione), la teoria della disi·dratazjor1e (an emia. cer ebrale p er la conges tion e addominale e disidratazione d ell 'organism o p er l'abbondante secrezion e e trasu·d azione liquida intestinale) , la teoria infettiva (setticemia) e la teor ia dell'au tointossicazione (per velen i elaborati n ell'interno dell'intestino stesso). Le prirne due teorje se possono a1Jhas1.anza b ene spiegar e i sintomi iniz iali dell'occlusion e (.s hok), non ci ·dan110 suffi°cientF.: ragione dei fenorr1eni su ccessivi; qua11to alla teoria infettiva, l a batteriemia (coli, pi0ger1i, ecc.) che si è riscontrata in molti casi di occJ usion e intestinale, n on 1è cois tante e no11 è tant•) intensa da ~oter ci s piegar e la morte. La più attendibile è perciò la recente teoria dell'au tointossicazione, conval1ùata da numerose osservazioni ed espetienze ; ùa lle ricerche più recenti ri• sulta però che non si tratta, com e si credett e in principio, di u n'intossicazione da 1p rodotti putridi , ma dalla formazione tn r ealtà n ell').ntesti no e sopratutto n el duodeno in ·caso di occlusione, ·d i sostanze altame11te tossiche, d erivanti probabilm ente dalla ·sco111posizione della molecola alburnin oidea (proteosi 1pri1narie, ipepteosi, istamine, ecc. ) , alla cui .f ormazione co11corrono oltre le alterazion i secretive della mucosa, anche i succhi digestivi (s1p ecie il pancreatico) ed i batteri inte, stinali. Le a lterazioni sulla mucosa 'intestinale favorirebbero l 'assorbimento di tali sostanze. Corne e dove queste sostanze esercitino la loro azione tossica non è ancora b en e delucidato ; pare tutta' via 1nolto verosimile un'a11alogia tra la sindr ome dell'occlusion e e 'quella dello shok traumatico tar, divo. P oco ·si co11osce ancl1e p er quanto riguardano le difese dell'organismo co ntro i dan11i cau· sati ·dall'occlusione. •

PRATICA

1617 25 ottobre 1925. Séduta pomeridiana (ore 15) .

PresidJenza: Prof. ALESSANDRI. Coniunicazioni r i f erentisi al tema di relazione .

CACCIA e Riccr (Roma). -

Le occlusioni in.t es tir1ali acute (esc luse le ernie strozzate) osservate negli ultimi cinque anni nell' Ospedale militare di R oma. - Gli 00. riJfe riscono su 15 ·casi dii occlu.

sione intestinale operatli n ell'Osp edale Militare di R oma, n egli ultimi 4 anni, ·dei quali 12 da causa J11eccanica (tubercolosi intestinale; esiti di app endJ:1citi acute .e .c ronica, car cin.oma, volvolo del colon) e t r e da 1causa dinarnt. ca, dii particolare interesse (sipasmo su un g1oviglio di elminti, parali•si con secutiva ad una p eritonite diffusa, e lln caso in seguitq probabilmente ad llna rachianestesia stovainica in un traumatizzato). Dei primi 12, sette furono sottoposti ad intervento con due inerti, gli altri guarirono con cure mediche, o 51por1tan eam ente ; i casi ·di ileo dinamico guarirono tutti spontaneam ente meno ch e uno. l\1.\RINELLI (1F oggia) . - Volvolo d oppio del ten,u e 1

1

1

1

co1i ansa iriterval lare brev·e. Amputazione d1el le anse necrosate e doppia ·e nteroanastomosi sull'ansa interval lare . Guarigione. - 1.:0. riferisce su di

una. paziente op erata nel 1924 di isterectomia, la quale i1el gennaio 1925 fu i1r1provvisamente co~pita da fenom eni di occlusione intestinale. All'atto operativo si trovò un volvolo ·di due anse intestinali 1nolto vi cin e tra di loro, s0p arate da un tratto di intestino sano lungo circa 15 cm. Essendo le .due anse lesè completamente n ecrotiche fu praticata uria doppia r escissione ed u11a doppia e11teroanastomosi sull'ansa intervallare. Guarjgione. L'O. . dice di aver trovato n ella letteratura dal 1900 in . p ùi sole altre dua osservazioni del gener·e, che 0gli br:3Vt:in1cnte riass1Lm e. P a&sa poi a ·àiscu tere la (patogenesi del s uo· caso con cludend o che nel1·o.0clusio11e di '\'olvolo !in testinale 8Jccanto ad una causa pr~ di$ponente ·mer.;can'ica (forma, disposi· zion e e sede 1dlell'ani;a ), molto fr equenterr.ente es i· ste u11a concausa prcdiisponente di11amica rappresentata da partj colari -c.ondizioni dell'ansa che gj m0stra dilatata, at0ir1i ca e appesantita p er accum·ù lo di siecreto o ristagno idi escreto. FASANO (Asti). - D ella mortalità nell'ileo. - L'Oratore, prem esso ch e la precocità d ell'intervento è un fattore essenziale di miglioramento 1Pa:"ognostico , considera i seguenti elementi che , se s ono se-. ..... condari, possono, opportunamente coordinati, conourre a d una 1diminuzione della mortalità: 1) gastr·olusi preoperatoria, 2) an.estesia locale p er i pi1c·ooli interventi e racl1ia.n estesia (novocaina, sin cai11a l'\lin), precE>d11ta da iniezione sottocu tariea dii 50 ctg. di caffeina per i gr andi interventi, 3) preferenza alle incisioni pararettali, 4) evitare · )'eviscerazione totale, 5) rtd11rre al minimo le ma• nualità ope rutorie, limitandosi allo stretto n eces 1

0


1618

[ A~NO

IL POLICLINICO

sr;rio, 6) SY uotamento ~·elle anse intastinalli iperdistese con la puntura a ·distanza, 7) cure 1p ostoperatorie basàte sull'idrataz1 one dell 'organismo con .siero glucosato al 5 ~6 . L'O. su 26 operati nell'ultir11C• quadriennio ha avuto 7 decessi; una mortalità ·qutindi .del 25,9 ~,b . PALMA (Na1poli). A ssorbimento dell'intestino nell'ileo da stro::;zarriento. - L'O. servendosi della fenc1sulf o11ftaleina e speri1nentando ·su cagne 11a trovato ch e in tutto l'intestino tenue si 11a una diminuzione ùel poter e assorbente 1quando si stabilisca t1no strozzamento applicato in un punto qualsiasi idi esso ma sopratutto a monte, ed in ' . isipecial inodo n ella p orzion e duodeno-digiunale. La ca11sa di tale disfunzionamento è ;Sicuramente .cJ ov uta ad alterazioni della parete intestinale. ROl\IIITI (Bologna). - A ltera::;ioni della formula proteica del siero di sarigtte con, particolare riguardo al fi ùririogeno, nell'occLusione i ntestinale spe1'imentale. - L'O., fatta eccezione d ei casi a

·decorso brev·issimo, nei quali l1a trovato ·diminuzione cl el fibrinog·eno ed aun1e11to d elle plasma~ proteine, legate presumibilmente allo iStato di shock, in tutti gli altri casi ha trovato: ipoiprotein emia, j1p ofribinemia spiccate, ip erviscosimetria, iperglobuli11e1r1ia r elativa. Queste complesse modificazioni esprimono un profon·do sovvertimento d el metabolis·m o 1proteico in tutte le cellule dell 'organis1no ed in particolar m odo una n otevole comprorr1ission e delle funzioni epatiche. CANTELl\10 (NaJp()li). .4.lcune osserv·azioni sugli esili di una ileosigmoid os to1nia ·i n occlusione per tub er colo1ria dell'angolo epatico. - L'O. , partendo

dall'osservazion e di un caso ·di occlu sione per tuber coloma dell'angolo epatico d el colon, trattato co11 ileosjgmoid ostomia, ed in cui dopo l'atto operativo si ebbero alternativamente periodi di benesser e e period i di dolori addomin ali accompag11ati dt; diarrea e da stipsi, fa le segu entli con siderazioni: 1) le en teroanastomosi 1p ,o ssono dare buoni ri.sultati negli stati ·)cclusjvi, 2) n elle colosten o·s i ilessurali .debbono possibilmen te ·eseguirsi d1elJ e tiflosigmoidostomie, allo scopo di drenare anche il cieco-colon prestntturale. JURA (·R orna). - Valore della re azione del contenuto enterico nell e occlusioni sperimentali alte dell 'int estino. - L'·O. , avendo ·determinato n ei cani una occlusione intestinale a circa 10 cm. dallo

sbocco dei dotti pancreatici, ed avendo ·conten1poraneamente reso la reazione del content1to duodenale in alcuni casi 1Più alcalina ·d e~ normale, in altri casi in,rece acida, ha osser,rato che gli animali trattati nella prima n1a11iera venivano a morire dopo 24-48 ore dall'inizio dell'occlusion e, mentre quelli in cui il contenuto duodenale era stato reso acido moriYano dopo 5-6 giorni. Probabilmente il mezzo al calino favorisce l'assorbin1ento clei tos ici contenuti n ell'ansa duodenale. CASCI~O (~Iodi c a) . Casi di occlusione intesti 11atc . - L'O. riferì ce su 4 casi di occlusione i11testinale di cui t1na acuta (1per strozzamento di

XXXII,

FASC. ~6)

un· ernia nella fossetta retrocecale) e tre croniche (di cui u11a per tu1nore, le altre due rper invagin1ento ileo-ceco-colico). Guarigione in tutti i casi. Il trattan1ento .fll in ogni .caso diverso in rappo1·to alle 51peciali a-Iterazioni. Nel caso dovuto al tum ore, il quale era localizzato n ell'ultima porzio11e del duodeno e ·n ella •P rima porzione 1del digiuno, l'O. fu molto agevolato nell'atto oiperativo ùalla sezione del legan1ento di Treitz seguita dall'aspoTtazione ·d el tu1nore e ·dall'anastomosi termino-terminale. I due casi ·di invaginazione furo no trattati uno con l.o sYaginamento, l'altro con una larga ileo-coloectomia, per la necrosi soprav, ·enuta Nel caso dell'ernia interna fu praticata · la sezione .di una briglia fibrosa, che strozzava l'aipertura della fossetta cecale e ' ' enne così liberata l'ansa incarcerata. · LEOITA (Bari) . - Stilla occLusione duodenale cronica. - Riferjsce st1 otto casi ·di peri·duodenite. Tra l e i1urnerose classificazioni delle occlusio11i dùod1enali, egli n·e preferisce ·u na clinica cl1e pern1ette distinguer le in: 1) sopraampollari, 2) sottoumpollari. Illustra le caratteristiche .della sintomatologia, che non .corrisponde a quella di n·essun'altra. lesion e lo.calizzata in qualsia.si altro pu11to del tubo ;;as1roentel'ilco . Ma sopratutto netti sono i segni rad.i.alogici: 1) jrregolarità del conto1mo dl81 1b ulbo duod·8nale, 2 ) vi sibilità del d·u odeno in proiezio11e l aterale. Quanto ·poi alla ·distinzion·e d elle forme sopra- e sotto-ampollari, mentre le prime d anno solo 1sintomi gastrici, le secon1d e ·dla11no m1a Lfenornenolo.gia altame11te tosst1ca, più ig r ave. Quanto alla cura egli ritiene •che n ella maggior parte dei casi n·on sia opportuno n è la semplice sezione delle aderenze nè la per itonealizzazione, ma sia sempre ne.cessaria la ga stro-enterostomia (occlusioni alte) o la duodeno-digiunostom!i·a (occlusioni basse). (Contin 1ta). 1

Ricordiamo ohe Dres5o 13' nostra Amministraz.ione sono dis'I)onibili a l cur1e CQpie dre i vol11,m d del

Cooore1si della Società Italiana di Medicina Interna e

cdo~:

congresso tenuto a Roma dal 24 al 27 Ottobre 1923. Ulri volume di -pagg. XXIV·272. Prezzo L. 60. Per li nostri n.bbonati, fran~-o di p-Ot'to, J)er sole . . . L. 48 , Congresso tenut9 a Milano dal 28 al 31 Ottobre 1924. Un volume di pagg XX-342. Prezzo L. 60. Per i nr0stri ab· bonati, franco di porto, per sole · · !... 4 8

N. B . Queot-e condizioni vaJgono per le spedizioni da f arsi i,;n Jta;lla. Per quelle d a farsi all'Betero, aggiungere L. 5 se ,p er 11n solo volume o L. 10 ae ;p.ef'r ~ bedue, a rimhorso maggiori spese postali ·occorrenti per

la. spedizione. Inrvia.re Vaiglia Postale all'Editore LUIGI POZZI \ Tia Sistina, 14 - Roma . •


f.<\.N.NG XXXII,

FASC. 46]

1619

SEZIONt: PR l\TICA

APPUNTI PER IL MEDICO P·RATICO. SEMEIOTICA. Lo spazio di Traube. L'espl orazione radiologica, connessa con la 1pnetrn1osjerosa ha permesso di riprend ere alcune questioni in cui i fatti semhravano ormai acquisiti. -~nzitutto l ottusità dello spazio di Traube può servire a scoprir e dei piccoli versarnen ti della ca'tità pleurica sinjstra. Se si fa 1p rendere al ~11a­ lat0 la posizione g~n11pettorale, il liquido, se è m obile, va a raccogliersi nel seno costo-diafraTYlmatJ co anteriore; lo spazio dtventa ottu so. Esso, inv~ro, potrebbe essere ugualmente ottuso se il tessuto !Polmonare sottogiacente fo sse più d enso, ma questa seconda ottusità è fissa e non si modifica co11 le diverse posizioni d el malato. D'altra parte, si l1anno anche d egli errori. Lo spazi o d~ Traube 1p uò essere ottuso anche senza verc;arnento. Si può trattare di osteo-condrite, di sarcc1n1a centrale, di ipertrofia clel lobo sinistro del fegato, di ipertrofia della milza. Certe condensazioni polmonari danno un'evidente ottusità, la quale, però, riman e superiore e non oltrepass~ 1'este11sio11e di due dita trasverse. Se vi è un versamento, .questo p uò essere abbon1ante e incistato alla base. L'ottusità allora non vart'.i cori i cambiamenti di ~ osizion e. T,a pneumosjerosa p~rmette allora di vederci · chiaro, rivela11do i limiti della sacca e la possibile esisten2 a di tramezzi. Le variazion i di esten si0ne dell' ottu sità non danno indicazioni sul ,p rogredire o sul regredire del versamento essen do piuttosto, in parte, funzione della tonicità d el diaframma. Le indicazioni della toracentesi n on sono quindi da subor·dinarsi con l'ottusità d ello spazi o di Traube. Talvolta non vi è affatto versamento ; a nche le aderen ze freno-costali pos~.ono essere causa -di co11fu,s ion e. In tal caso, gli spazi costali sono d epressi e le coste inferiori sono a~ti­ rate verso la linea m ediana. Se si intrdoducesse a tale livello 11 trequarti, si . ri schierebbe di traversare le ader enze e di arrivare nell'addome e n ello sto1naco. (Jo·u rrtal d es praticiens, 19 settembr e 1925) . 1

1

f il.

I punti dolorosi della III, I V e V vertebra dorsale nella t uber colosi polmonare. Secondo Girbal (Jotlrnal des prrat1,ciens, 1925, n . 13) si troverebbero abbastanza precocem ente nella tubercolosi polmonare, anche quan·do l e lesioni sono · minime dei punti dolorosi che possono

. es.sere spontanei o provocati alla pressione digi· tale, in corrispond e11za della III, IV, V vertebra dorsale. Di solito, la yertebra dolorosa è 1più saliente, sicchè può simulare un mor.bo di Pott iniziale, che ' 'iene però escluso dall' e.sa1nr radiografico col quale si m ette in rilievo un aumento in altezza della parte 1p osteriore degli s1pazi interYertebrali in rapporto con la vertebra -0.olente, fatto che è l 'opposto di quanto si osserva nel vero morbo ·di P ott. L a patogenesi di tale dolorabilità sarebbe da riftr1rsi ad u11'ipotonia inuscolare consecutiva al clirn8grimento cosi frequente nel periodo d 'irr1pre-. g·nazione bacillare, la ·quale non p ermetter eb~e p iù a.i rnuscoli dÒTsali di mantenere- in posizion e 'rert1cale la colonna vertebrale cl1e vien e così tra. scina ta i11 avanti ·dal 1peso della parte superiore d el corpo. La rottura par ziale di .questo equilil>rio tende ad aumentare la curvatt1ra fisiologica <lor aie cl1,e è pilì sensibile in corrispondenza. della l] I 0 IV e più ra-ramente della v-. ·La vertehra che,. per effetto dell'aumento di curvatura, diventa 1a più salien te, e51plica st1lla sua apofisi sninosa una certa forza ch e, esagerando la 1pressione del r.orpo vt>rteùrale contro i ,dischi intervertebrali già in dol enziti, risveglià. lln ·d olore in corris.pondenza. dei detti 1disch i, sip ecialmente nella loro porzions per)ferica. A tale sensibilità si aggiunge u n'algia dei legamenti ' 'ertebrali distesi. La localizz;azio11ealla II e IV vèrtebra ·si spiega col fatto che la Ili corriso onde al punto in cui yengono a finire le scissure interlobari che si estendono appunto da. essa. fino all'estremità anteriore della VI costola": 1

fil.

CASISTICA E TERAPIA. Ulcer e sifilitiche delle dita. ·G. .Bienfait (Th èse d e Paris e Presse médtir:ale ,..· 19 settembre 1925) su 690 u lcere extragenitali ne ha osservate ~9 alle dita. La frequenza sarebbe quindi di 4 % sulle ul.ceri extragenitali e di 1 su 400 delle ulceri in gen erale. Il modo di contaminazione p·u ò essere vener eo. (18 casi su 29) o professionale (4 casi) oppure accidentale (7 casi ·d i cui 5 •m orsicature) . La mag... gior fr eq11enza si osserva nell'indice e n el m edio; viene poi il p ollice e più raramente l'anulare ed il mign olo. L'ulcera sifilitica del dito affetta ora la forma erosiva o1ppure, 1più spesso, quella tipi.ca ulcerosa; esiis te spesso l infezion e .secondaria; i mar .. gini sono più o meno scollati) il fon do grigia1

1

1


1620

IL POL1CLlNICO

stro , diJtcroide. I caratteri ·dell'indurimento di asipetto e di inanca11za del dolore son o freql1entemen.te modifica ti, ciò che può in·durre ad errori. Si hanno talvolta altre for1ne, co1ne .quel!a di patereccio, oppure l'ulcera ipeitrofica o fungosa. Esiste adeno1p atia ascellare od epitrocl eare od entrambe contem1poraneamente. Piuttosto rare sono le complicazioni; si osserva talora aidenitc a cuta o linfangite. La diagnosi è pos ta spesso con patereccio, diagnosi talora difficile cl1e esige la ricerca d el treponema. P i1ì raramente si farà confusione col tubercolo anatomico, col tubercolo verrucoso, con nn't1Jcera n1olle, con un tumore ulcerato. La prognosi della sifilide .c osì acquisita non sembra più oscura di 1quella della sifilide contratta per ' via genital e. fil.

La crosta lattea. Djnd (Schu;eizerische med. W ocherts., 8 giugn o 1925) attribuisce ai focolai dentari gran parte d egli eczemi ·della 1prima età localizzati alle guanci e ed al cuoio capelluto ed osserva che n 31Ja ' maggior parte dei casi si è esagerata l 'importanza attribuita alla sovralimentazione où all'alimentazione "'r jziata. I due fattori essenziali soncr la pre·di~posizione individuale che è costituzionale e particolar1nente fa1r1iliare e l'influenza scatenatrice del riassorbim ento g engivale provocata dall' a ccrescimento clel dente. .t\.ltri elementi sp.i ega110 in certi po:p1par1ti 1a comparsa di complicazioni , c0n1e prurito che si esagera nei so,rralimentati, impetjginizzazione n e_ gli scabbiosi, ftiriasici o mal te11uti, talora nnche morte Sl1bitanea n ei timoli11fatici. '!)esso l' eczema di origine dentaria si accornpagna a:d. ottaccl1i febbrili anche senza nessuna infezi on e ; l a f ebbre d entaria è del r esto lln fatto di osser,-azion e co1r1une ed inn egabile. L 'ec zema dei p o1ppanti cl1e mettono i denti guarisce spont aneamente dopo compiuta l ' eruzione ·dentaria che lo h a pro,·ocato. L 'importante è di evitare le complicazioni; distaccµ re [l.n zitutto la crosta m ~d,iante ap:p licazioni oleose ed astenersi da rnedicazj oni aderenti od orclusi,-e, clare in,1ece la 1preferen za a lle m edicazioni umide (liquido di Burow, <l i Dakin, acqua distillat a ). \ i i si può aggiungere la pr oteinoterapia (iniezioni di latte) i Tagqi X, 1na n on è affatto il ca so di modificar~ il regitne ali1ncntare, cl1e si rid urrà solt[l.nto di quantità. se Yi è febbre o prt1rito. 'fil.

La cura delle lesioni cutanee con il liquido <li Calot. Ln cura delle dermatosi e e.li certe forme di } ~­ si oni cutan ee col liquido clel Calot è as-ai indicati'l. percl1è non con sistendo l1el sempli ce uso cl i

[ .~NNO

XXXII,

FASC.

0]

un antisetti co, non è una cura 1puramente disinfettante, ma, secondo Calot, è una ct1ra la quale ha l'effetto di impedire la comparsa di decomposizioni putride nell e parti corrisp ondenti, essend• un liquido modificatore a. tipo secco, come egli lo chiama, p erchè non d.etermina fusione. Il liquido del Calot è formato da una mescolanza di etere e di olio al creosoto, secondo la formula seguente: Olio sterilizzato Eter e solforico Creosoto 1p uro Iodoformio

gr. 70 )) 30 )) 6

)) 10

S<:tlghini (Gaz. degli Osp. e delle Clini.che, n . 24, 1925), ha trattato e guarito ·COl li quido del Ca1ot varie forme di eczema acuto, umido, s pecifico (13 casi) ; due casi di s cottat11re di 20 e 30 grado, alcune for1ne di piodermitP. diff.erenti, lesioni cutanee da cause comuni (traumi, tagli), piaghe torbide ed infiT1e alcune forme di tubercolosi della pell e, come ulcere 1UJP-OSe. Con tale trattamento le lesion i cutanee descritte non ,,anno mai soggette ad irritazione al. cuna; fino dall'inizio della curn. il rossore l 'ede' ma, !a dolenzia, il prurito scompaiono complcta1r1en1 e e le crosticine cadono. L i:\ prima azi one che il liquido del Calot esercita sul 1A derruatosi è la calmant e; in ooguito accelera lo sviluppo d elle granulazioni e previen e ogni pror ~ss o settico. Tutto quello quindi che si 1può ottenere ragior1evolrn ente da un co1nplesso di sosta.nze anti settiche e antituber colari , i1 liquido del Calot 1p uò farcelo ott-e11ere in modo sicuro. A. POZZI. 0

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Studio patogenetico dello s quilibrio addominale. . Sotto il nome di squilibrio addominale si d eve inte1i.rlere un insieme di $intorni funzionali e fisici ca usati da dtsturbi del1a statica .d egli organi rle1l 'addome. Sf!rondo Fraikin -(Paris Médical, n . 28, luglio 1925) se n e distinguono ·due varietà: J ) Squilibrio con insufficienza delle parPti muscol3ri ch e limitano la cavità arldomino.le, e ptosi ùegl i organi; 2) Squjlibrio senza manifesta insufficienza òella parete, con ptosi totale o parziale dei vi!=:CP.ri, ~ con disturbi della circolazione e dell'innervazione ·d ell' addome. Le pareti rhe l im itano la cavità addominale hanno la funzione rli mantenere la statica del \'0ntre, di eser citare il massaggio degli organi in


[ANNO XXXII , FASC. 46]

SEZ T O~F

PRAl ICA

esso contenuti, e di decongestionarli al mo1nc11to vol11to. l

ì\ella prima varietà di squilibrio l'addon1r risente rapida1n ente gli ef.f etti dell'inerzia. museolare. Gli organi . alterano la lor o statica e la loro f unzion e, e il sist en1a nervoso viene coinvolto per il triplice meccanis1no d el l'affaticamento, dello stiramento d ei filam enti n ervosi e d ell'intossicazione. Si manifesta allora uno stato di irnpres:::,iona bilità e di iipereccitabilità del malato, che si ripercuote a sua Yolta sull'attività funzionale dei visc:eri.

Irr1portanza grande acqt1istano poi i di5turbi circolatori, l ega.ti ancl1'essi alla p tosi .degli or · gani, digui sach.è, per la sta.si sang11i gn a chP ne deri,·a, ,·engono ad essere alterati notevolmente: l'attività d 'assorbimento e di elimin azione dell'intestino, com e ipure l'i11nervazione vaso-m otrjce e funzionale ctel ver1tre, e la funzionalità degli a ltri organ i addo1ninali, quali I r eni, la vescica, il fegato, la 1nilza, ecc. •

IJa seconcla. vari età di squilibrio procede dai v 1sceri alla parete . .l\ll'in izio 1Si 11a un dist urbo d i fegato, un' alterazione della funzione biliare, una ins11!ficien za epatica. Ne risulta una modificazione dei succl1i digestivi ·d el duodeno, n el se11so r.11ei 1per una insufficiente neu.tralizzazione ·del chimo, l'evacuazjone del contenuto pilorico nel duocleno, e di quella del duodeno nel digiuno, avviene co11 più l entezza, generando una stasi alimentare . Da ciò d eriverà nna ptosi e una alterazione rnorf0lo· gica dello stomaco e del duodeno, che segner à il 11unto di partenza dello squilibrio addomina!e. Oltre p er ò che ai disturbi epatici, tale squilibrio può riconoscere la su a cau sa patogenetica in una stiJpsi cronica, :per la quale il colon trasverso si abbassa e si allunga, provocan do la disfunzione dei segmenti gastro-intestinali a monte. I .. e due cause po1.ssono poi nbhinarsi e sovrapporsj , s tahi· l endo dei circoli viziosi svariati. Lo squ ilibrio addominale è più frequente nelle donne, a causa della vita seder1tarja, dell'abuso dei })usti, de11e gravida11ze, dell e stitichezze osti11ate; della cattiva igiene. Negli u ominj poi 1potrà riscontrarsi tanto nei soggetti con rallentar11r.. 11to clella nutrizione, quanto nei soggetti magri, < 5enza ve11tre » ... affetti da disturbi epatici ed art· :tici. 1

. Come

'

si è accen11at o, lo squilibrio addom i nale porta a d ·alterazioni nervose varie, che poc:.:;ono andare da nevropatie se1nplici a forme di algio diverse, come ,p ure a dei veri e propri sta ti r1evrastenici, fino alle psiconeurosi. •

M.

FABEtll.

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. _.\.eor..LONI

G 10 \ ·AN. I.

Apparecchi sanitari. -

Ro--

ma. Tip. B eifani, 1925. _i\.LHAI QUE A . La tP,rapia delle pieiit i covn, wrotro-

piJ1a. peì' iniezioni e·ndc·venose . -

Niaipoli, «La

N uo,,issim·a », 1924. .,, Iu. l 11 <li cnzioni e risultat i delle cure &i restaurar zionP, funz·i·Jnale negli infnrtwnwti. - ~ aipoli, Ni cola J O\rene, 1924.

F.:u.i r((,pporti tra glicemia, zyressionc arteri11 .,a e fttnzione renale. - N13ipo1i G Barca, 1924 . In. Ricerche su.?la lipemia e suoi com.ponenti nelle 1nalattie clel san;J 1Le e del sistema emopoietico ed in ~1n caso di spi·rochetosi ittero-em;orraaica . . - rrorino, S. Lattes & C., 1923. In . , uZla recet~ività clelLa cut e alle ilnfeziorii. )filano, A.11t-0n io Cordani, 1924. A NGil..T LLI GusTA YO. Le inalazioni ne.l la cura della tubercolosi pol1no nare . - Roma, « Grafia », 1924ANTIKORI G. Chemioterapia clelle pneumococcemie . - Palermo, A. Giannitraipani, 1924. ~.c\~TONINI GrusEPPE. L'Ospedale Psichiat1~co proM.ilain o, vin eia le di Jlila-no in lllombello. Stucchi Ceretti, 1925 . ALFIERI E 11rrILIO. L'assi~tenz.o, degli espo1sti nel R egola n1 ento 16 dicembre 19.23. - P ·a ria, Ti'P. C-Oo.! IELLO GIUSEPPE.

1,

1

perati\a

] 925.

BA.J..\Roo F'ER~ANDO.

-

\

Il carbonchio nell'uom o (Owra).

l\iontefi a.scon€', M. Liv e.rzia·11i , 1925.

D . La recrudesrenza della mawria. Cause e ri~nedi . - R oma, 19~4.

FALCIONI

' ============================================

IL VALSALVA RJ VJ~TA MENSILE DT OTO-R I NO-LA RINGO.TATRIA rliretta da1l prof. CUCL~ELMO BILANCIONt Il fascicolo ·11 (No\Tembl'e 1925) contiene:

Idee e metodi nuov i : S. GUSSIO: I·ntorno a un iprocessodi restaurazione ,.0ondrocutan·ea. del .p adiglione auriool a1·e. Osse rv a zion i d i clinica: !. PIPll: S.a rcom a m elanotico· primitivo del r.ino-f•aringe di origine peritt"Lbarica (con diue tavole a eolori fuori testo ). Terapia : U. Ii. T O.RRINI: La tubercolosi laringea trattata rol metodo della cntiva.ccinazione all.a Ponndorf. Rice rche di laborator io : G. VIDAU: Ricerca. doell'iodio .ne-1 '"e"3suto to nsilla1re. .i n segÙito a som·m inieitr·a z.ione ·dii preparruti .iodd1ci. . F r a la scie nza e l'ar te · G. BILANCIONI : Pierl11igi da Palestrina, e .il ca.nto corale italiano. Recension i : Osteom iel ite tem poro-occi,p itade di ol"igine aiUricolare. - Il rantolo <:!r1le nei m11b~roolos.i e nel pneumotorace teraipeuLioo. - Sulle va;ccin.az.i·o ni J>er vta na~n.le - Ri1cerche fisio-psicologic he su di un .s-oiggeitto sor.ùo-m 11to, •cieco ~d a n osmi1co. - Disfonifr pro.ft>.r.Gional i negli i.1rtist! di canto. - Un caso di laringostenos.i cronica t r attato con li1l metodo proprio. - Le lesirin i anriroJa r1 nei frenasten.ici epilettici. Sesso e morbilità. ·- Sopra lma sindrome .cerebellobulbare. - Un.a pres11nt?. u Sindrome ·cerebello-bulbare " e un rea.le ascesso ,e ncefalico. - Sa.rC-OiID.a del la.hbrv s1u..perJore a, cellule polimorfe. - La form a ilaringea del la m e1n in.gitA3 r.11bercolare. La nota sto r ica : s. 'rRAIN.A : Le ricerche cLi Gaeta.no Garbolio &111' a.neste.sia de.i cana·l•i semicircolari. . • Noti zie e quest1 on 1. A bhonamento per il 1925: Italia L. 28 ; Este-ro L. 38. Per gli abbonati al u Policlin•ico u: Ital ia L . 22; EeterQ. L. 32. Un nu mero sapa.rato L, 3.50. Inviare Vag1ia poetale al Cav. LUIGI POZZI \Tia Siet•ina. n. 14 - Roma.

(


IL PULICLIXICn

[ ..\:SNO

XXXII,

FASC

46 J

NELLA VITA . PRO FESSI ON ALE. CONCORSI. ·POSTI VAOANTI. Concorso posto medico. Stip . L. 9000. Caro-viveri secondo regol a m€111to. lnde1111. e.a,·al. L. 3000. Rin1bors.o ambul. L. 8-±0. Conduzione L. 600. D ocun1enti dri rito. Scade.nza SO novembre. BRESCIA . - Spedali civili. - S&i posti di meçlico assistente; ved.i f.asc . 4·5. Scad. 30 11o•v . CAMINO DI C'o uROIPO (Udine) . l\1e dico-chirurgo-ostetrìco . S tip. lordo L. 9000, con 6 amm. quadr. d el decimo; indenn. !Jer m ezzo t rasporto L. 3000. ; id. di servizio attivo L. 500; id. di uff. &ain. lire 800, p iù caro viveri di ~egge . D.ocumenti di rito. T assa di am·m . al concorso L. 50.15. Scadenz.a 24 n ov. 1925. P er schiarimenti rivolge1~si .alla locale ..segr-eteria con1unale. CAMPOTOSTO (Aquilo,). - }\] 30 noiv.; L. 10.500 e 1 c .-v., oltre L . 3000 cav., L. 500 u ff. s.an. Tassa L . 50.15. Età lim. 40 a . D ocum. a 3 m esi dal 15 sett. CAsTETJ.FID.\RDO (.4.ncona). 2a. cond . ; a tutto '25 11·o v.; L. 8000 ·e 5 qua.dr. dee:; c.-v.; L. 10003000 trasp . T a.ssa L. 50.10. Età 25-45 .a. Il cc11c. n on sarà niten.i1to1 v,alido se non vi partec~pcr a1u10 alm~nio 5 concorrenti. SPrv. entro 20 gg. C REMONA. Alanicomit:; P ro1J·inciale. - M edico "<ii p·r im a e sP.conda class€. V edi f.a.sc . 45. Scaid . BoRGOI{J CO

20

(P adova). -

JliOV . •

ESPERIA (Caserta). - Oond . per le frazioni di S. Pietro e M o11ticel1i; L. 7000 con cinque quadrie11ni del 1/10; età n1ass. 40 a . S·c.ad. 30 nov. F1v1zZ.\NO (JJn .,su Oar·rara). - L. 9000, con 5 'Q.Uinquenni del 1/10 ; cnv. L. 1500 ; c.-v. Scad. 25 noYembre. FonLÌ . - Ufficiale sa11itaTio. L. 14,000 e inde11n. servizia at.tivo 2000, con supplemento temporaneo -00. .a ltre 2000, do1p1p io c .-v. ; 10 bien1ù d el Yentesim-0;. Età m~. 45. Scad . 30 no\. GARBAGNATE (l\:Iila1to). ' redi fase. 44. Scad. 28 11ovembre . GARGNANO (B resr:ia) . - Ab. 1260 di cui 200 pov. ; L. 10,000 e 6 quinq. decimo; trasp . L . 2000; c.-v. Scad. 30 noY. JJago di Gard.a. GRADO. - Proroga d el concorso al 20 novembre, " L . 000; oltre L. 3000 per indennità .alloggio; c.-v.; 4 qu adrienni del d ee. Età ma&s. 40 a. LucrTo (Canipo lJasso). - Condotta. per i poveri (oirca 50); I..1. 5500 (,si,~ !) aumentabili di un d ee. per ogni quinquennio. Se.ad. 20 nov. l\rIALVAGN.\ (llfessiria). - Scacl. 25 nov.; L . 9000.)[EDuN.\ DI LrvENZ.\ (~Treviso). - Proroga .a t u t to 10 genn.; L. 8000 . doppio c.-v. · t113.Sp. L . 2500; uff . sa11. L . !500. 'f assa co11corso L . 50.10. Chieder e bando. :\IIL.\NO. ('on ·iglio 0 .ipitaliero. - )1ed. a istente reside11te 11ell O pedale-Sanatorio ,~. E. II per tt1bercobotici in Ga •·b.acrnate · J,. -t.500 nette oltre L. JOOO i11de1111. re id .. alloggio, illt1111 .. ri cald ..

Yitio, obbligo di p ernottam. e turno di guardia. Età ma\SS. 35 a. Titoli ed esami. ri:as.sa L. 50. Scad. 28 no,-. NAPOLI. R ..4. ccademia di B elle A?·-ti e Liceo A.1listico . - 'Profe5Sore di .anatomia. Docum. al Ministero della P. J. (Direz. Gener. 1pe r le Antichità e le Belle ATti). Scacl. ;iO dic. N APOLl . s ·t azione Zr;ologica . (Ente morale). E ~~ acante jl posto di oaporeparto per 1a fisioJ10gia . Le condizioni offerte sono: stipendio iniziale a11nue lire 18,000 con aumenti qua:driennali di lire ~000 f ino ad un m assimo comrplessivo di L . 24.000 • oltre i111a. indennità di carica da ·delibe:ria.rsii dal Co11siglio di amministrazion e, la quale come m as.si1no p101trà r.aiggiungere .annue L. 6000, ed i11 linea provvisoria una i ndennità pel caro-vita. Le doma11de s u carta libera d-0·~ranno esser~ indi1·izz.ate alla Stazione Z oologica. PrEvE 01 C.\u0RE (Belluno) . 4189 a b. ; luogo 1nontano, di villeggiatura ; comode str.ade carro.z• • zabi·1ii. Per lOOù poveri L. 8000; L. 5 per ogni ·pm". ih più . Indenn. t~asporto: 3500 (automobile o oavallo); 2000 (rootooicletta); 1000 (bicicletta). Au1ne'l'1ti del dee. ogn:i quadriennio. Scad. 30 n ov. Servizio eÌltro 30 gior11i. P roMBIN<J (Pisa) . - Uffici ale sanitario. Vedi fascicolo 45 Soad. 20 dic. PONZANO DI FERMO (.4.scoli J->iceno) . .- Scad. 30 nov.; L. 9000 per i pov. fi no a l 25 % d ella popol. ; L. 2700 · cavallo; L. 500 uff. s~n.; L . 360 arm. fa.rm . ; L. 500 in<le.nn. 1aurea.; addizion. L. 5; oin· que q:.1aid.r ienni d-ec. RocoADEB.\LDI (Cuneo) . - Soad. 30 -n.ov.; L. 8000 • oltre· L. 2000 nH~zzo t1~a.sp . e L. 600 Tuff. san . Chiedere an11un zio . Rof'o 1 DI P \PA . (Roma). - ~l 28 dio. ; L. 8500 e 5 quaidrienni dee.; c.-v. Età lim. 39 a . Il concorso sarà proro~ato n el c aso che i concomrenti n-0n sia.no almeno due. SAN DEME1'RIO NEI VESTINI (.4.quila). - P er medico-chirurgico. Stipendio annuo L. 12,000 com• p lessiirve . A·u menti quinq. del decimo. Ottima re&idenza. Scade11za. 30 i1ov. ltichi ede1·e n oo·me .al Si11daco. S.\RNANO (j)Jacerata) . - Scad. 25 nov.; L. 7000 e 2 c.-,-.; L. 7?;0 uff. sa.n.; L. 1500 caY.; 3 quadr. decimo . 'roRINO. O. P . Ospedale S. liuigi Gonzaga. Ol1irur<Yo urimariio1 e jne.dico p rin1ario. Vedi fascio colo 44. Scad.. 20 nov · "'r R AP .\ l\'l. R. P rPjettura. Uff. san. di Trapani; L . J 2 ,ùOO. 3 qua<lrienni e 5 quinquenni di L . 900. Rtà lim. 4.5 a . Sca.d . 20 nov. ' ' ILL.\ S. L uc1A (Caserta). Al 30 nov. ; L . 8000 oltre L. 2400 cavale. e L. 500 uff. sam.; 5 quadr. deeimo. Età lim . 40 a . T assa L . 50.10. Dor-t1m. a R mesi dal 30 ott. Serv. e ntro 15 gg. 1

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.i\fedico chirurgo giowa.ne con conoscenza chirurgica ed ostetrica c~roa .a buone condizioni un interinato. ScriYere I .uigi Crespi - via in Selci. n. 49 Ron1a.

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l AN~O

XXXII, F ASC 46 J

SEZIONE PRATICA

1 G~3

...

D iffide . N·u ov1a diiffi.da: 2a co111clotta di Lu Monferrato t(AlPS.~diria ) .

OoNcoHsr A PRHMr.

J/oncla.?.ir; ne Colasanti. Oonoorsto, a un premio clel:la Fon.c1azione Col.asanti . P ossono concorrere i laureati in medjcina .e ohirurgia ne1La U 11iversità di Roma du,r ante l'ultimo q.u.a drienniiO scol astico. D evono compro·v.are d'Mrer seguito l'intero corso universitario i11 <letto Ateneo. Dooun1enti al R ettore .non più tardi ·d elle ore 12 del 30 no-t·. Al 001100100 .dovr13llll'l\O p·r esenta.r si una o più m èmorie originali a stampa, tra.t tanti .argomenti di farmacologia speri1nentale; dov.rian.no essere 0011segnate nel R ettorrato il'on più tarqi delJe ore 12 del 1° miugno 1926. Il concorso sarà deciso nel mese clj luglio 1926: il premio sa.rà di I,. 1200. 1

Fondazione Oa1·lo Forlanini.

'

L a Fondazione Oa.rlo Forlanini, sorta per onorare la memoria di Carlo Forlanini, bandisce ·un concorso iper un lavoro originale ohe i~iguardi o l'a11.atomiia prutologica , o la patoge nesi; o la diagn•ostica, o la terapia della tubercolosi po,lrmona.re. Il la,~oro a starrnpa o dattilografato, deve essere pre&entato in otto e~Pmtp]arj e11tTo le ore quindici del 31 dicembre 1926 a.lla DiTezione dell' Ospedale M.a.~giore di Milano, Yia Osp€dale 5. I vi possono richieders j le altre co11dizio11i. Il premio, indivic;ibilE>. è cli L. 10,000 ed il Consiglio si rieerva di contri buire alla i)ubblioazione clel ln., •oro, n,ella inisura cl1e riterrà opportu110. .BOkSF. D! STUDIO .

Fo nrlaz·ione Corsi. Due posti di studio d Plla F •o(lldaz.ione OoQ·.si, fra laiureati in medicina nell'1.Tnive.rsità di Roma da non oltre un trien11io rf opo due .anni di frequenza e avendo conseguito un.a n1erlia di 24/30. Il co1ncorso seguirà a mezzo di una. o più memorie originali. Preimio di L. 250 mensili .per otto mesi. Scad. ore 12 de.I 2'1. 110"\r. Rivolger&i a.l rettorato.

HOMINE, PROMOZIONI . ED ONORIFICENZE,. La Società Italiana di Oftalmologia ha asseg11ato al prof. dott. Ricoar·d·o Vers ari, 'direttore d ell' Istituto A11atomico d ell a nostra Univ-ersità, il premio posto a conco1~so p er i mi~1iori lavori di ana,tomia ed em·briolioigia dell'occhio facenclo al vi11cito,r e. una lu.sin·g hiera inanifestazione di sti111a . Congratu].azioni.

II '!)rof. Gaeta110 Fichera che, invitato ·d a.I Governo argentino, ha tenuto delle dotte conferenze sul ca·11cL·0 all' Università di Buenos Aires, è stato non~inato accaid emico -0no1ìario· ,di q·u eli1a Univers ità. ove, !Jer tale conferimento, ebbe luogo un ricevimento ufficia.le al quale hanno partecipato tutto il mo11 do scientifico della ca.pitale 1arge1n tin.a , la rap presentanza del Governo e le a'lltorità cittadine. Congratula.z ioui. 1

1

1

Il dott. Ca1~lo Ol1agas è 11omi11ato t itolare della c-attedL~a di medicina tropicale, recente111ente istit1uta nell'Università di R io de Janeiro.. lt s11ccedere al p r of . Depage nella 1a Clinica chirurgica di Brux-eJ.l es è stato chiamato il .p rof. ' 1 ertoogen.

L ' U11iversità di Bristol (Irlanda) h a conferito solennemente ~radi accade1nici onorari a sir Berkeley G. A. l\1:oynihan, professore di clinioa chirurgica a Leellis~ ed a siT R un1pJ1ry D. Rolleston , pre~idente 1Je1 Collegio Reale dei Medici cli L o11dr a . • l 1a Co1nmh~io11e nominiata dalla ~ale Società Ita.lia11a d'lgie11e dri J\tlilano per iJl giudizio sul cc Concorso per un opuscolo di pr01paganda .aintialcoolista », 11.a Tjte11uto a:cl uua11imità rn e•r itevole del pre1nio (gra1nde medaglia ,cl'·oiro offel'ta dal. d ott . Luigi B elle1.za e dalJ,a ditta U. Mar11ce1li) il sig11or ' Tirgilio Belloni, in ~guanti? nelle Sruol€ comu·nali di Milano.

L a « Aca,demi·a de ~Il~dicin a >> di Rio d e J.a.n eir o ha a,s seg11a.to la meda.glia d'oro del pre111io Alva.renga. ~l do!it ...t\.mer ico ' TaJerio n er le sue ricercl1e sulla sciatica. 0

Otto ·pre1ni ·della Jron1d:.tzio1ne Ro1li, di L. 1000 cia~.ic1u10, .!_)(\r studer1ti del 1° a.I 6° anno compi11ti della Faroltà di :WJedicina di Rom.a; prove scritte, onali e ptratiahe Sca.rl. ore 12 °dell'll dic. Rivo1lgersi ,n,J rettorato.

Il dott. -~ugu1sto Cassuto ha consegt1ito per titoli la liber.a docenza in Clinica delle ì\!Ialattie de·1le. \.rie Urina.rie ; ],a co.1n1nissione cent,ra1e, co·n1post•a dei profe~ori R.oberto ..l\.lessandri , Da vide Gioa1da.no e G.i uo ~<;io, lo l1a a.p prov1ato alla una11imità dei voti. Invjamo .~l nostro comrpj.a,cfrmen to a] n ostro a.mi'C'o e collaboratore.

V eindesi ca.usa ritiro professione, accreditato Gabinetto Denizistico, sito stazione balneare primo ordirne, spiaggi.a adriatica marchigi.ana, unico sul po~t,o, larga clientela, paesi viçiiniori. F acilitazior11i P'aig.airnento period'o prova, facoltà r escissione contratto se non conveniente. Tr.attative rivolgersi dott. Ml3.rio Oostabiile Barnabei, via Ovidio 10, telef. 20404, Roma (33).

Gior ni or soY110 si son o espletate in Rom.a le prove di libera doce.n za i·11 i~adiologila con 1a Commissione compioot.a. dai proff. V. Mia.r aigliano di Genova Bertolotti di Torino, Busi di Ro1na. Ha.n ' . no conseguita brilJ,au·i iemente la docen2Ja i proff. Bianchini di Roma, Bianchi di Genova., Del Buono di Bari, linpo di T.{)lr ino, Possati di Bologna , ' Tespdgnani di Padova . Il prof. Bi.anchi ni, n ostro

F ondazione Rolli.

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1624

IL POL ICLI~JCO

c<;>llaboratore e ben noto ra.diologo della R. Clinica Chirurgica di Ro~n a, lJer l'eccellenza dei suoo titoli sia scie11tifici ohe di ca;rrier.a, è stato dalla Commissione es.onerato ad hono rem da qu·alsiasi prova pratica e did.attic~i. Raliegr~menti vivissimi. 1

()RDINE DEI

(:ira n

ss.

MAURIZIO E LAZZARO:

Cordone : Se.11. prof. l\iangi.a.gaJli Luigi,

Milano. 0RDI1'"'E DELLA CORONA D' ITALIA:

Gran Cordone: S e.rr. prof. ]\((archiafava Ettore, 1

Rom.a. Grand'Vfficia[.i: Prof. Putti Yittorio1, Bologna; prof. Poggi Alfonso, B·ologna; ·p rof. Majocchi Domenico, Bologn.a; prof. Gra.z zi Vittorio, Pisa. 0o'11imenda·tori: Prof. Ascoli Alberto Modena· ' l:a Giiacin-' prof. Pen·d e Nioola, Genova; prof. · Vio. to, Bologna.; prof. Cividalli Attilo, Pa.dova; p-ro.f. Arcoleo Eugenio, Palermo ; prof. F eletti Raimondo, Catania; prof. Sfarneni Pasqu,aJe, BoJ.ogna ; prof. Ortali <Jesare, RoJJJla. Uf ficialé: ~rof. Ma~gio11i Aldo, Genova. Ca'l:aliere: Dott. Robecchi ParoJo, Torino.

XXXII,

FASC.

4G]

che- in tal seriso aveva stretto ui1 patto con I.a Croce Rossa Americana con ottimi risultati. Il progetto Ciraolo costituì anche questa volta uno degli argomenti più ~mportanti della Co·n fere11za . L 'assemblea, felicitandosi del successo riportato alla VI .Assemblea della Società deJle N.a.zioni, i11vitò Clon u n solenne voto Governi e Croci Rosse ad affrettare e secondare la p rocedura stabilita che porterà i•n breivisl3ri.1no tempo ,a:J1a attuazione pratica <lell'Unio11e inter1'la~io!11ale del soccorso, ge1nerosa ci.ni2j,i.ativa di u11 italiano. I lavori del Oongre&so si sono chiusi con tre confere11ze: del deleg.ato ita]i.a.110 gene:ra le. medico p·r of. Baduel, che p a:rJò, applauditissim·o, ali' A:thé·n ée: s.ul traid.iizion.ale concorso della Croce Rossa Italia.n.a alil·a lotta contro la•m·a laria in Italia· del co·Eo•n nello Pi·c qu é ~111ll'aviaZiio·11e sanitaria e' d €1 ' colonnello Haiuser sul ma.t eriale de-l'la Sanità militare svizzera . Al Cotn1gresso è stata annessa u11'esposizione di inateri.ale sanitario. Gran co11corso di pubblico; molto a •m mirato lo sta'Tld della Croce Ro,~a Italiana, ohe ,a veva esposto ·i principia.l i ti'Pi di tende per i soccorsi in guerra e nelle calamità rirco materiale sanitario e la dimootrazri.one gr·afir.a delle opere di pia ce, ecc. 1

XI Congresso Jnternaziona le d'Idrologia e Climatologia.

NOTIZIE DIVERSE. I Congressi medici di Roma. Dei Congressi di medicina interna, chirurgia, u roloig i.a Q ort(){pedia, ohe hanno .a>SSunto in quest' an110 uno s,·ilup1po maggiore del cons.uerto, d aremo an1°p .i resooonti, nell'.aAppooi.ta 1"Ubrica, a p.artire d a questo nu.m Pro.

XIX Congresso Nazionale Sindacato Medici Condotti. Si è te11l1to a. Sir:to11sa. dal 19 aJ 21 ottobre; ne daremo prossimamente il resoconto.

€ongresso di Storia delle Scienze mediche e tnrali.

[ANNO

11a-

Si ~ tenuto a Ven&;;ia dal 13 al 15 settemb:r;e, nella biblio·t eca dell'Ospedale Civi·le, sotto la preside11za del .s en. G~ordano ; i }avori furono .iniziati con un discorso del sen. R.ava e proseguirono .attivi.

Xli Conferenza internazionale della Croce Rossa . Si è tenuta a Gi11evTa alla me.t à di ottobre. Un alto se11tin1e11t o di consicler.a.zione e di simpatia da parte delle Croci R osise e dei GoverJ1i esteri l1a circondato 1 opera della D eleg;azione italiana nella Oocnferenza. Il generale. Baduel trattò la q11estùone della ne11tralizzazione degli .aeropla11i sa11itari con comipete11za e con proposte di grande- praticità ohe furo110 a<:cettaite da11' assemblea ; d el le re1Rzioni fra Croci R-0sse e Sa.11ità mi1itarj ; dE-11' adozione di uina ca.rta d'identità p€r i vari membri delle Croci R-0sse ch e viaggian<>t all1estero. !Jer ott ene re a:iuti morali e sanitari dalle Croci Roo e ~orell e, felice idea del sen. Ciraolo

Si è adunato ·dal 10 al 14 r0ttobre a Bruxelles, nel P al azzo <lelle Accademie, sotto la p.re&]de11za del dott. Terwa nge. Alla solenne in.augu~ra?Jione il sen. SanaTelli recò il saluto dell' Ital~a. Principali temi 1~i discussione sono stati : il tratta.me11to idro-min eraJe e clian.atioo <lelle affezioni gastro-vascolari e il t1·attamento con acque mineraJ.i sulfuree. 13.: stato deciso che il prossimo congresso si t.errà in Italia. Per gli 1a .tti e per informazioni rivolgersi al segretarjo dott . Poirot-D.e lpech, rue de l.a PJanche> 3 - P~ri s . '

J

Congresso russo d'idrologia. D,aJ 27 agosto al 2 sett embre fu tenuto nel Caucaso i·l Congresso di idrologia.. Vi presero parte i1.on solta11to i medici specialisti~ ma rpure gli stu<:liosi cli altre driscipli•n e. Il Congresso fu inaugurato in presenza (li 500 delegati dal prof. Sen1enko, commissario del11a Salut€ P.u1bblica, eletto ]Jresidente del Congressò. Il lavoro del Congresso fu diviso in 4 sezioni: 1) OrganizzaiJion e sociale ; 2) Balneologia; 3) Climatologia ; 4) Org.anizzazionP, mant€rumento e miglioramento d <?lle stazioni di c11ra.

L'Istituto di radiologia e terapia fi~icn de:z;li Ospeilali riuniti di Brescia.. :E: stato solennen1~ntp inaugurato nello · <'or ~o luglj0, creato ex 11101·'\ in 11no dei locali pii:1 ampi e più belli dell'Ospedale. ComprPnde una q11indicina di. a.mhienti S'u ddivisi in tre gru1opi : , ez.ione di rndiologia , Sezione di terap:ia fisica (diatermia, foto-~lettroter.api 1 a'\ e Sezione per i ernzi gener.a li , con officina, arcl1iT"io. ecc ., tutti muniti dei

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[ A.NNO

XXXII. f

ASC

461

1625

SEZION·E PR.\11 CA

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pili moder11i e più pratici aipparecchi. Direttore ne è il <llott. Alberti. S(){Ilo da. segnalaire, .fna l 'altro, le scrupo lose misure di p·r otezione per i lavoratori e la lodevole decisione del Consiglio d' Amminisrtr:amone di provvedere all' as.si curafilorte .del per S1001iale riadioilogico . 1

L'Ospizio Marino di ùstia. Il giorno 1° n·o vembre il Co1mitato Rom.ano per la lotta aintituber colare, ha riconsegnato .al Com•u ne l ' Ospizio l\IIarino di Ostia., che esso ebbe J'onore di gestire per un triennio. n MUI1icipio rientra cooi nel possesso di una sua proprietà, m ooso dallo scopo di run1pli•ar~, per p1oter'Vli accogliere un numero m aggiore di f.anciuilli, estendendo, in tail modo, il be11eficio della cura ma.r ina.. E opel'a. dcl Comitato R oma.no l 'or ganizzazion e e ]'orientamento ed:uoativo dato a qruest'-0spizio. A tale proposito 11on è inutile ricor<laire l'ammirazione el1e l'Ospizio meritèJ invariabilmen te da tutti col oro ohe lo visitar ono .

11 provvedimento te11de essen zia1mente ad attu,are un controllo di Stato sul1a COODJposizione qu•alitativia e quantitativa de1le sp•e ciialità; vieta il comme r cio di sp ecialità ohe vantino propirietà ed effetti contrari alla verità o al1a morale e contiellle rup.p OiSite n:orme intese .a disiciplinare le f ol'me di pubblicità, l.a cui liimitazio·n e è imposta drul·l a serietà dei metodi di cura, oltre cl1e d.all' obbligo che jncom.b e al.lo Stato ,di imipe·dire ohe S'ia car.p ]ta la bt1ona fe,de del pubblico. I l decreto-legge dovrà avere la su.a integrazione 0011 le norme regolamentari , ia1le quruli ritmane subor,din.a ta l.a sua aip1p licazi.one . . Lo pubblicheremo in un p1rossimo nu.mer-0 .

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Consulenza sanitaria nella t.' olonia Eritrea. Ccn decreti del Governatoxe d el1a Coloni.a Eritrea è stata iistituita. una Consulenza tecnica per le m;a,terie sanitarie ed igieniche. Il Consule nte Sa-nitario, prescelto nelJa persona. del maggior e med~co cav. A·g ostino Ritucci Chinni, òeve teinerie al corrente il Govern.at01re 1delle conLlizioni s anitarie ed igieniche della Co1lonia e del1' nnd.amento dei serviZJi relati'i a tali materie: sottopo11e al Governator e stu.d i e p1·oposte per la i)iù efficace esp1lioazione d ell' az:iione jgienica e sanita.r ia in Colonia specialmente n ei i'IÌiguardi della <difesa e della sviluppo dell'elemento demografico, noin chè proposte circa l'organiz~azion e e la sistemazione dei servim S'3.nitari.

Pel regolamento alla legge sulla protezione della maternità e della infanzia . Con decreto <l.el Ministro deLl'Inter110 è istituita una Commissione con l'incarico éLi prooedere agli studi prepiaii"atorì n ecessari per 1a comp1ilazi-0ne clel Regolamento previsto n el1l'.a.rt. Q5 t~el disegno di lPgge per _la protezione e l ' ru.ssistenza deUia m~ternità e dell'infat1IDa e di t racciare le linee del Remolrumento m edesin10. L a Coman~ssiop.e è così con1,p osta: March\iu.faya dott. prof. Ettore, senatore del Regno, pr€sidente; P ironti dott. Alberto, senatore del Re~no; Pestalozza · dott. pr1of . Er11esto, 1S10Tuatore del ~­ ·gno; M.artire li~gilberto, ~eputato .ai! Parlamento; ailagTuSSa doJtt. Fran ce.sco . Alla Oocrnmissione è aggr egato, con fu11 zioni di segretario, il d ott. Attilio L o Mon·a co) Consigliere dell' Am11ninJ.straziione dell' Interno.

'r

Norme per il co1nmercio nali.

~elle

specialità medici-

Urotropina falsificata. A seguito di una ispezione straordi11aria ese-

guita nello Stabilime nto F.a.r maceutico della Ditta l~eggè Ghirardelli e Co . di Milano, vennero prelevati ialcuni ca:m pioni ·d i urotropina co.mipressa, prep,a r.ati dalla stessa. P oichè l' an·alisi ha accertato I.a prese11za, nel prodotto medesimo, di sali ..ammoniaoali e un forte roo~duo minerale . di circa 25 %, costituit o da ferro, calcio, magnesio, sodio, acido sailicilico, e tra.ccie di acido cloridrico e &olforico, il Ministro dell'Interno, con decreto 2 ottobre corrente, ne ha proibita la vendita nel R etgno e n·e ha 01.,dinato il temporaneo sequestro pr~o chiunque si trovi. L a D.itta R eggè Ghira1'idelli e C. è stata inoltre ·denunci ata all'autorità giudiz.iiari1a per violazione .rlell' artioolo 18, ultimo1 oo,m ma, della le·g ge s11ll: Esercizi o delle farmacie.

Difesa dalla peste e dal colera. Con or<ll!11.anze ministeriali sono, sottotp(ost e ~Ile n ote misiurr e profilattiche contro l.a tpeste 1e proyenienze cla Candi~1. e dia Tunisi . ed .a queùle oontr o il colera le provenjenz€ da Sl1a nghai (Oin·a ), S.aigo11 e Cholon (I ndocina), K a,r ik.aJ1e P on·dicherry (possedimenti f'ra11cesi in India), Maniilia (Filiippi ne); è revocata l.'0Tdin.a11za iiigu.ardamte le mis1ir.e contro la pGste p er 1e p1rovenienze .cl a Syra (Greciia).

. Riforma degli studi medici in Austria. Un Comitato con1posto cli rappreoontanti del Ministero della P . I. e delle Facoltà medicbe del1' Austri a ha pro.po.sto iaJcu11e modifioazio,n i nel cu1·riculum medico. L a prin cirpale è l'ruggi·u nta di un ann o di pratioa istituzio11ale p·r ima di conseguire j} ·diploma d1 «Universae Medicinae D octorn, i1on dopo il ·~ia>Ioma, com'è iattu a.lmente i·n Germania. L a p 1.iatioa verrebbe fatta .assegnan do, a turni, un certo numero di clip·l omandi ai medici assistenti di i\Stituti clinici o d' ospedali; la. d11rata ·d ell'.i ntero1 corso · verrebbe così iportata. da &eim estri u 11dici a · tredici (6 anni X). L e proiposte su ddette sono state accolte solo in parte .da una nuova legge che regola. g1i studi medici ; si sono introd1otti solo 9 mefil di eser cizio pratico ma 3 p osso110 ti·a.scorrersi durante l'ul1

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La Gazzetta Uffi ciali~ ha pubblicato il Regio de·treto-legge 7 aigooto 1925, con cui si stabiJi~.cono speciali n orme per l a produzione ed il con11nercio ·delle specialità ·m edicinali.


1626

IL POLCCLINICO

timo periodo di studi, per modo ch e il corso s i allu11ga solo d·i un se111estr e; è concessa 1a facoltà. cl.i fa1·e 1'i11te1·n ato dopo il, 1clipl oma. Si sono portate Yarie i·estrizio11i <lracouiaine : per es. g li esani i. « RigoroSU}U », son o r j1)artiti in tre gradi o €zioni ; se il candidato cad e in t re m iaterie d ella prirna sezione (eccetb11itte la zooil ogiia e la fisioa) egl1i "'-iene escluso per semipre da.~i studi medici i11 _.\.ti tria, e non è a.mn1esso a praticarvi la medici na J1ep1pu:re con se.g11end·o il diplom·a in una nazione con cui s u 1s.isrta 1.a i·eci procità. L€ nuove di:posi.vion i aYranno cor.so solo per i nuovi inscritti, a partire dall' a.n110 scolastico 1925-26 ; ma tutti gl' inscr itti prima del J 922 d.e vonJo fa r e sei 1nesi d intern ato. l

Il servizio medico 1nilitare boicottato in Jngl1il·

terra. La.

XXXI I F ASC. 461 I

ta11to i1l clott,. 1 a,~ini, radiologo dell'ospedale di _'-\scoli; egli prestò le ])ri111e cure ai feriti . in t1 11 d.isastro iau tomobilistico avvenuto presso :i\t[ontere.nz10 (B ologna), rimaneva ucciso il dott. Alfre d_o P ,asqual.i, l~nre~to in veterinaria e diplomato in fiar1n1a c1a. ]~r.a l&pctto re sa11itario dell'Ufficio d'I~iene de l co1uune di :Aologna. Si clovet~ero ·leplorare ianch0 ll•n altro inorto e pa recchi feriti g r avi. 1

Il f a rn1aci&ta doit. \ Tittor io Bizza~rri di Moden a è r i1na sto i11ghiott.itò dalle sabbie m obili del Tan ar.b , sulle cu i r•ive si era recato a p~are · ali sforzi disper ati del f rateJlo · i1011 ,r,a lsero a ti~a;lo jn salvo. #

I l }Jrof. Giuseppe _t\.ntoni11i , direttore de] . J\1an icon1io di Mombel1lo, ha. perc1t1to il fimlio Gi'l1lio, st11de 11te :in ingeg11cr ia, c.aduto in un bu;rr.atJ durante un' a ce.n siou1e a1pi11a a l Conio Bi•anco. e n t i te co111d o1g lianze. · 1

British )iedic.a] _.\.1sociation » h.a proclan1ato il boicottaggio d el « R oy.al Army M edical . Col'ps »; ciò significa l'i11vito1 a tutti i · 1nedici cl i aste11ersi dal p.artecti.par e a concoQ·si o di as111ne rE> car iche; in oltre mli .a1111unzi di condorsi e po ti \'aca11ti no11 verranno i1iù pubblicati s ull' organo dell' Associazio,ne . Questa n1isl1ra è stata d eterrnir11ata d al trattamento <li quiescenza f.atto ai mag'giorj n1edici, tale che e i verrebber-0 a ricevere 1111.<a retribuzione inferi or e al mi11in10 ch e era stato 1oro ga rent1ito .a.Il' atto dell'a_s unzion e in . e rYizio. cc

Bis ogno

[ .i\.NNO

(}i

. I l dott. Giovi::tnni De •.\.n gelis da Ar<lone (Regp;10 0:11.) J d i passaggio a R uu1a è stato investito da un camion, riporta11d10 la frattura di a mbo le br accia e vari.e gra·v i con bt1sioni.

L' on. U1nberto B i·un elli. ritornando a CasteJìbologne.se i·n bicicletta, r edu ce dalJa visita iad un c lien te, r.a1dde riportando lia fr attl11ia di u n fe1i1ore . ]i; stato socco l'S-O e curatJo annorevolme11tenell'Istituto Ortop edico Rizzoli.

-

ospedali in Ingl1il terra.

(Tna. Commissione

i10111inata netll.' a1prile corso dal · )fi11i~tcro <li a11ità h a · r.i conosciuto, a quanto .afferma il B 1iii:;h Jled . J o·u rn., ch e i1eJla Gra n Bretag11a e nel Galles occorrerebbero aiLtri 10 000 ]etti ospedalieri il che in1por t-er eb be una &p es~ cli 2 1nilioni di sterli11e, pa.ri ad u11 quarto di n1iliardo di lire it.

La inerte i11e.sorabile ha strapip•a to all~a fìamigli.a 1nedioa italia na e a11' a ffetto degli amici. in piena mat11rità di et?t e di lavoro, il clott. pr,01f. MARIO· SEGALE, lib er.o dooonte di patoQo·g ia gene\»ale a, Ge.110 va . E1 a figlio di u u :?nedic-0. ltbito dopo la laurea si e.ra co11sacr ato !éilla ricerc.a 01riginale con s lan cjo ope roso, animato dal fuoco s.acr 0 del sa.p er e. Ma 11011 venne S€condat o e sorretto, forse per la fierezza e ]111diipendenz.a del su o carattere refrattar io ~gli i·1 1trigh i, immune da qt1alsi•a&i specie di tnan~azioni; rimase così escluso d a.lla carriera 11niYersitaria. Sen za ain1l:xizi:o.ni, .si contentò di a sume~e 1a qirezione dei laboratori scientifici ·d egli Ospedali ·di Genov.a . _i.\1lim.a to dal desi derio d i rend ers i utile a1lla sci enza ed .al l)aese, aveva fondato que ll' ammire,~ole periodico che è- <c P ath olo•g ica », accreditato C' d i fftlSo 1n.rgamente jn I ta li·a e f.u o.r i ; ad esso aveva dato la s ua opPr osità intelligente e t ena<:e, facend one un organo vivo, ricco di contributi pregevoli e di infornnaziorni d'ogn i genere, in cui spes.so e.sipri1nevia, in forn1a ardita e coraggio a, ap iprezz.amenti e gittdi7..:i avveduti e intere.c:;santi, f·chi della s11ia potente vj.talità, faville di un fuoco 11a.scost.o 1na non mai spento . A veva ideato e volu to 1' A ssociazione d ella stampa medica , 1' cc Ass:im », e p er lungo tempo l' aveYa. tenuta in niena efficien~. Era gen~ralmootf' ammirato per 1' i11t€1ligenzn eletta . 9er lia coltura 'Vasta, !>er l' attività ; era 1

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1

Medico assolto. Il clott. l """go Bon1bel1i è stato pro ·ciolto, con la formol.a fragata da 1' accu ~ a cli 1n or te e h a cl i Roma.

della più co1n11!)leta assol.Luzi-0ne, s11funa l:>r eci.sa e J,u cida motivazion e, d alcorreo j11 procu rato .abort10 seguìto d a ri11r eso ser\·izio regolare ne1g li Ospedali I

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Infortuni di sanitarì. Il dott. F erria , prin1ar ;o o ped.aliero .a T orino, ri n1a neva or è qu<'llche t en1po graveme11te fe rito, in::-i e111e nlla figlia e a due pas eggeri , in seguito nl ca.po,·olgin1e nto d ell' al1t-0n1obile i11 r ui Yiaggi.avn, preci))Ìtato p er la ·c.arp t1ta. di una str a d a u ell.e YiC'ina nZ€ ·d i P orto1na ggiore (Ferrara).

TI c1ott. con1n1. Tn>;> eri, medico di Asco1li Piceno < p r C' ide nte di q11t?1la de putaz.ione p ro\i11ci.ale) rin1ane~'t fe~:ito, ins ieme a moJti pn eggeri , ne Jle ' ic·in a n zc di Ai1'cona , essendo stati sbalz.at.i brt1'-<'n111ente f uori dell 'aut.on1obile che, per 10 scoppio cli tll1c:l gonJ 1n a, rleviava e .ancla,ra ad arre1..i a r... i cont t '(l nn f~ f;ato. Rim aneYa incol11me sol1

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XXXII. FASC. 46] ·

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anche circondato di affettuose simpatie iper il car.atte.re probo e mite. Col Segale è SC()(ffiparsa t1na magnanima figura di uomlO e di st11di<Ji.so. R.il11pi1aingiamo la grave p€rdita e inrvi.amo alla n1e1uorj a deill'·amico un commosso saluto. L. V.

dicite, ulla tir·oide e le para tiroidi, sulla costruzio11€, l'orga niz~azio11e e il funzionamento degli C'Spedali). La sua clinica era detta la Meooa dei c}11~rurgi .ameri ooni, cl1e vi affliuiv.ano rper cnnoscerne l' organizzazione irreipirens~bitle e per la copi.a del materiale.

E mortai il prof. IGN_t\.ZIO FENOGLIO. di otta.n t.a anni. -Fu per moil ti ai1ni docente neliLa D·n ive.rsità di Cagliari, ove jnsegnò patol1::>'g ia e clinica medica dal 1882 al 1906. Fu preside della f a1c o1ltà n1eclica d al 1889 al 1892. Te11ne il r ettorato dal 1896 fino al 1906. Il Fenoglio portò n ella cattedra la d irittura della mente e del carattere di maestro a.p ,p rezza to ed amato. P er quanto da. molti anni aYes e lasciato l ' inseg11a.me11to viene rico.r dato per la su.a nobile figura di 11omo e di clinico.

i è spen to n. 41 ai1ni i.il dott. H E NRY GR.AE:.\[E A.NDERSON, co11su1ente della ReaJe .Armata .....\.erea del1a Gran Bretagna, chirur,g o primario al St. )fark's Hospital di L ondra, autore del trattato « The M edical a•11cl Surgical ~pec~ of Aviatio11 ».

E morto imprornsame11te n·e,Jl età di 5 an ni il drntt. MIOI-IELE F _.t\.RAGLIA, medico co11dotto ib. in Sulmona, SU3. città nativa, oT"e esercitò la s u.a professione per cinque lustri. Fu pa.clre amoroso, integro cittadino, professionista esimio. S. P .

1

111orto .a M on1aco di Baviera a 68 an·n i, K. SCHLO 'SER., professore di oftalmologia, cui sci accredita di aver introdotto l'iniezione di a.JcooI 11e.l gangJ.io g.a.sserian o p er la cura della nevralgia del trige·m ino. È

I l dott. THO~l.i\...LLA., di Berlino, è morto a teatro , per un'emorragia ce1rebr.a le, m~ntre si raprpresenta'a un dra.mma di cui egli era aiutore.

Comunicato.

1

Si è S!Je11to a 67 ::un1i , <li ai1gina pectoris, i1 pro.f. ALBERT JOHN OCHSNER ch irur go ca.po dell' A ugu.sta llospitaL e del St. ~lary's H ospital e dal 1900 clinico cl1irurgo <.1e1la l l11iver ità di Il1i11ois. a Chica.go ; co~1ri,·a iuolte cariche e in questi u1 tiLrii tempi e r a stato eletto presidente <leil]' As scciazio11e Chirurgica .Americana e del Collegio Amerirano dei Chirltrgi. E noto per i suoi studi sull' .appendicite e specialmente per il suo metodo <li cura col digiuno. L::tsci a alcuni trattati ge11erali (Trattato <li diagn n<>i e trattamento chirurgioo, Clin!ica chirurgica p er l 'insegnamento <lei p ratici e degli stude nti) e speciali (sull'apipen-

R icordian10 che ::>ono a.perte 1e iscrizioni dei n1edici Chirurghi al corso 1925-26 nella Scuola di Odontoiatri.a e Protesi dentaria presso la R. Universit à di Bologna, pel conseguimento del diploma per ~pecialisti in odontoiatria e protesi dentale. Esse11clo il numero dei posti lim~tato, l'accettazione vie n e regolata secondo la p1·iorità nella presentazione dei d ocumenti e 1pagamento delle relati ve tasse. . PE.:r progr.a.nuni ed jnfor1n.azioni rivolger si presso la segreteria della :b..,acoltà di medicina e chirurgia dell a R. Università di Bologna e presso la Direzione dell,.Istituto Clinico per le m.alattie della. bocca. 'ia S. Vitale 59. - Bologna (13) nei locali d el quale ha sede la scuola .

Indice alfabetico per materie. ~.\ dclon1e:

squilibrio nella statica degli organi . Pag . 1620 . . . .A ppa1rato resipiratorio: comun1caz!lon1

,·arie

.

App.airato r espiratorio : esan1e funzionale Crosta lattea . . Cute : our1a delle lesioni con il liquido <li Cailot . . De~astro-enterostomizza.zion e • l1~isi o~ogia umana: ra.p po1rti • n1ca

co11

]a

» » »

1612 1610 1620

» »

1620 1605

))

1613

cli-

MARAGLI..\NO 1'~.:

1606 discorso . » Occlusioni inte:stin.ali (esol11se le e.r11ie strozzate) 1614, 1616, 16li 1602 Profilassi ohininica : limiti . . » Roma - Stah. Tiuo-!Jit. Arm a n·i di M. C-Ourrier.

Spazio di Traube . ·. . Pag . • Sjfilide JeJ.lo sto1naco . )) . . .. 'Tifo esia11tematjco : eziologj a » • 1'ube1rc0Josi: c0'111unicazio11i 1rarie . » 1' ubercolosii -oolinonare inoiuiente: nuovo segno e sua ìnterpu:eta21io ne p1atoge» 11etica Tube 1rc0Josi polmonare: punt i d oJorosi ver tebrali » Tu1n1ori benigni ·dello stomaco » 1jlcere recidiv.anti p ost-operative (ulcere p e•ptiche) » l~lrere sifilit iche delle cli ta » \ 7 accinazio11e antitubercolare preYentiv1 a »

1619

1603 1601 1612

1

1593

1619 1603 1604 1619 1599

V. A.SCOLI , Red. resp.


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IL POLTOLINICO

(PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE)

SEZ. PRATICA FASC. 'I

Pubblicazioni di sommo interesse: Dott. LUIGI CAPPELLI Aiuto alla Cattedra di Elettroterapia e Radiologia della R. Università di Roma.

MANUALE PER I MEDICI PRATICI .!Prefazione del prof. FRANCESCO GHILARDUCCI, Direttore del R. Istituto di Radiologi~ ed Elettroterapia della R. TJ niversità di Roma.

Ne riportiamo qui appresso l'Indice onde I tettori possano formarsi un criterio dell'importanza del volume : PAR'fE I. ~AP. I. IL RA"J?IUjjf NELL~ 'SUE PRO,PRlETA._ FI~J(JHE: 1. R.a,dioatti•v ità _ 2. Scoperta del Racl1un1 - 3. Il Radmm - 4. R.agg1 o. - 5. Raigg1 B - 6. R-a~g1 y - 7. Raggi secondari - 8. Estrazione del Radi.um - 9. Du.r ata e ge11~i del Radium - 10. Le trasf0:rmazioni radioattive - 11. L >Emanazione - 12. Ultimi prodotti. - CAP. II. IL R tlDJUj)J ~lELLE /3UE .4.PPLTOAZIONI ALLA il!lEDIOI~" A: 1. Ap·pa·~·ec?hi cli. Radium - 2. Aippa.r ecohi ad Emanazione - 3. l\ilaturazione degli a.p parecchi - 4. Altre a1ppl1caz11on1 mediche della Radioattività - 5. Tecnica delle applicazioni de1 Ra<lillln. Lia dose _ 6. I 11 tensità radioattiva impiegata - 7. Quesiti sull'uso degli -a.pparecchi ad Errn.a11a.zione - 8: Distriibuzione -clell'inte:n&tà. radioattiva -. 9. Posizio11e clell'~pa1-.ec~hio rispetto a.i tessuti - 10. Filtraggio primario - l~. Filtrazione secondar1a - 12. Durata d1 se.dl1ta - 13. l\iiodo di eseguire e di annota-re un'rupplicazJ.tcme - 14. Mezzi, d.i rinforzo de1le raidiazioni . - CAP . III. RADIUMBJ()LOGI.-1: 1. Proprietà hiotogiche gP-nerali del Radium - 2 .•l\zione dei raggi sui tessuti sa.ni · 3 . .Azione bioJogica in p.r ofo·n dità. - C -\P. IV. TER.4.PIA.: 1. Ca.nic ro della pelle - 2. Cancro d elle mucose. A) Epitelioma la;biale. B) Epi-t~lioma della lingu.a. O) E1pitelioma de1 pavimento buccaJe. D) Epitelioma della guancia. E) E;pitel1on1a del :i;»alato molle .e dei pilastri. F) Epitelioma ·della tons.i lla. G) Epitelioma del lari·ng~. H ) Epitelio1rrLa dei seni frontali, masceJJaJ:i e sfeinoidaJi. •J) C.ancr·o ·d ell'.eso.fa;go. L) Canoro dello rsto1n.aco. 1lf) Cn11cro dell'i11testino . N) CaJ1cr.o del retto e del!' a.n·o.. O) Ca11-cTo della ve~cioa e prostata. P) Ca.n e ro d,el p ene e della vulva. Q) Cancro dell'utero - 3. O.anoro deJla mam1n·ella - 4. Considerazioni generali - 5. D erm.atosi ritenute precancerose. A) Ohe.ratosi .self1i1e. B) L'exem.a e la psoriasi. O). Cica• trioi. D) Lup.u s. E) Nervi pigme11tari. Ii') Morbo di Pag€t. G_. iVIorbo di Bowen. H) Leuoopiasia .6. Dern1atosi non cancerigene. A) ·ohel•oode, cicatrici cheloide, acne oheloideo. B) Mialattia di Dupnytren. 0) Ri11ofima. D) Lpsrtricosi. E) Sicosi. F) Angioma - 7. Il Radium. come anestetico e come analgesico - 8. Il Radium co1ne e1nosta.tico e sue ap·plicazio11i alla ginecologia. A) l\if,e tror.ragie, menorr.a.gie, 1netriti. B) Fibro·m a e fibro-.mioma - 9. Sarcomi - 10. Altre a,ffezioni modi.ficabili della tera:pia radioattiva - 11. Conclu&oni - 12. Radill!Ill e Chirurgia. PARTE II. CAP. Ul\TJCO. NUOT·o SI• TEJJ.4 (ACOBILE) E NUOTl l ST.RUMENTI PER R_JDIU111TER11PIA: 1. Deficienze d.ell,attuale Radi u11~terapi.a. 2. Proposta di lln i1uovo sistema radiumterapico 111obile e suoi fondamenti fisicobiologici. . Uu volume in-8° di pag. IV-150 (N. 15 della Collana Manuali del " ·P oliclinico ,,), nitidamente stampato su carta semipatinata, con 5 tavole e 5 figure nel testo. - f>rezzo L. 18 più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 16,50.

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per Il Dott. Prof. A. ROMAGNA MANOIA Docente di Neuropatologia nella R. Università di Roma

Prefazione del Prof. GIOVJUINI KINGAZZINI della R. Clinica delle malattie nervose e menta.li dell'Università di Roma

PREFAZIONE. - CAPrroLO PRIMO. IL SONNO b1 ISlOLOGICO. - ·Cenni storici - Il sonno nelle piante -' neg!i animali - Caratteri generali e particolari del sonno nell'uomo - Sonno notturno e sonno diurno Come ci addormentiamo - Le allucinazivni ipnagogich e - Influenza d~lla volontà sul sonno - Le caratteristiche fisiologiche del sonno - Il risve~lio - ~ teorie sul sonno. - CAPITOLO SECONDO. I SOGNI. - Caratteri generali del sogno - Caratteri particolari di alcuni sogni - I soe:ni profetici, secondo gli n ntichi. e i criteri a ttuall - I sogni negli animali , nei fanciulli, negli adulti, nei neuropatici , nei pazzi, negli nlcoolizzati, nei delinquenti - Idee di Freud e di altri autori sui sogni. - CAPITOLO TERZO. GLI STATI AJ.\1 0RM ALI DI FJONNO. - Definizione - Lo stato di ipnosi - La letargia jsterica - Il sonno nell'P.pilessia - Il sonno provocnt(I 'Cogli anestesici. gli ip •notici; il sonno elettrico - Gli stati comatosi : per anemia. as:fis~ia. per fenomeni d1 comprei-:sione cerebrale , emorragia e rammollimenti cerebrali, nei processi infiammatori dell'encefalo e 'meningi (malattia del sonno - encefalite letargica, ecc.) nelle intossicazioni e autointossicazioni. - CAPITOLO QUARTO. I DISTURBI DEL SONNO. - Definizione - La tend~n~a al sonno - L'ipersonnio - Le narco'l(lssie - Il sonno automatico - Il parnsonnio (incubi, terrori notturni, il sonnambulismo spontaneo) - I movimenti anormali nel sonno - Gli stati di ebbrezza da sonno - La depressione al risve~lio - Stati sognantJ e psicosi oniriche - L'insonnio - Cause dell'insonnio - 'L 'insonnio nervoso - L'insonnio dei psiaopatici - Ef· t etti dell'insonnio - Cenni medico-legali sul sonno. - CAPITOLO QUINTO. LA OURA DEGLI STATI ANOR· MALI DFJI DISTURBI DEL SONNO. - Concetti generali - I.Ja cura degli smti com~tosi e delle. forme morbo~ di sonno neU'isteria e nell'epilessia - La cura iii alcune sonnolenze (narcoleR~1e, ecc.) e dei fenomeni di parasonnio (incubi, terrore notturno, ecc.) - Concetti generali sulla cura dell'in~onnlo - I coadiuvanti del sonno {precetti igienici, sistema di vita, ambiente, cure climatiche ed ioniche. cnre elettriche, ecc., ipn ot ioi) - La cura dell'insonnio da cauSP irritative, tossiche. ecc. - Concetti snlla neurastenia e cura del· l'in onnio dei neuropatici e dei psicopatici. INDICE ANALITICO del contenuto nel volume.

Un volume in-8°, di pagine VIII-196, nitidamente stampato su carta semipatinata, con 12 figure nel testo ed una riuscitissima illustrazione sulla copertina. In commercio L. 18 più le spese di spedizione postale. Per i nostri abbonati sole L. 18,211 in oorto franco. /111'l<tr Taylia Postale oll'J.;dito,.e Ll~ IGI PO.lZl - l 'ia Si.-.;f111a 1 l..J: - RO~I~'\.

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ANNO XXXII

Roma, 23

Novemb1~e

1925

Fase. 4:7

fondato ·dai professori:

FRANCESCO DURANTE

GUIDO BACCELLI SEZIONE REDATTORE

CAPO:

PROF.

PRATICA

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. •

Osservazioni cliniche : F. Valenti e A. 'l'om aselli: Lo

Stovarsolo nella oura della mal.aria. - T . Ponitano: Il saile sodico dell'acido acetilossiia.minofenila.rsinico (sto<varsolo sodioo) nella m alavia. Note e contributi : Sal~: Ricerch e clin'Ìlche 1ed eti·o logi ohe ' su di una infezione ~hirnrgioa ipoco <0<>nosciu ta. sunti e rassegne : BIST~MA ~ERvoso: F . MOJtt : L a diagnosi pre~e delle a ffezioni midollari. TERAPIA : Iagiè e Spengler : Mesaortite luetica e cura m·ala.ric1a. Cenni bibliografir.i. Accademie, Società mediche, Congre.ssi : XXXI Conigreeso di Medicina Interna. - XXXII Congresso della Società Italiana di Chirurgia. 1

1

essi senza citarne la tonte.

OSSERVAZIONI CLINICHE. l STlTUTO DI

CLLNICA ~lEDICA DELLA R. UNTV. diretto dal P.rof. R. FELETTJ.

CATANIA

DI

Lo Stovarsolo nella cura della mala1 ia. 9

11. NOTA.

Proff. F. VALENTI (aiuto) e A. TO:ùIASELLJ (assistente) 1

F('.cenclo seguito alla nota sullo stesso argomento, ap~paTsa nel Policl·i n.ico, Sez. prat., dello scorso anno 1924, riferian10 sui risu ltati ottenuti con lo stov9.rsolo in tre casi di infezione malarica estivoautt1r1na.1e. Il pri1110 caso rig'uarda un uomo di 40 anni, che da circa tre mesi so.ffriva di febbri a tipo irregolare, contratte alla nostra Piana. Dopo una breve degenza all'ospedale « Vittorio Emanuele » di questa città, il ,p aziente u sci ·di propria volont à, perchè gli accessi febbrili lo avevano abbando11ato per alcu11i g·iorni ; ma, ritornando alle con"Snele occupazioni, fu ripreso dalle febbri, per cui si decise ad e11trare i1ella Clinica Medica. Il soggetto, oltre ad un discreto grado di anemia, fac eva notare un marcato tumore splenico, e nel sangu e circolante il plasmodium praecox. Fu ir1iziato subito l'uso dello stovarsolo alla dose di '

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. E vietata la riproà·uzione ài lavori pubblicati ,

Diritti di proprietà riservati. -

Appunti per il medico pratjco : CASISTI CA E TERAPIA : Le .ar tropatie endocrin,e. Lipodistr-0.fia. L ' obesità nellai donna. - Ipofisit,e ·o roniica. - 1Contri.ib'ut-0 1caBi· stico alla tisi diabetjlCa. - NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA : L'oTi g;ine dell'urobi•l ina. - l m.portanza ide·hla dimostr a zio11e dell'ur-0cromogeno. - L'origine del fibrinogeno. Politic:l sanitaria e giurisprudenza: G. Selv·a@gj : Norme per J.a prodftlzione e i l c·-0mmerci-0 delle specialità me1dicina.lci.. - Controversie gi1ll'liid•ich e. Nella vita professionale: Conco:rei. - Nomine, promozioni ed o no riticenze. Notizie diverse. Rasseg na della stampa medica. Indice alfabetico !)er ma!erie.

nel POLICLINICO e la pubbl·ieazionP dei suntt cLf

due co1r1presse il 1primo giorno, e di tre nei giorni successivi. Dallo esame della tavola termometrica (N. 1) .si pu ò constatare come la febbre si sia ?p resentata elevata fin dal secondo giorno di somministrazione del ,f armaco, piuttosto bassa al terzo giorno e molto alta (40,2) al quarto giorno. In .q uesti ultimi accessi a n zi si manifestarono fenon1eni allarmanti a carico del sistema nervoso, che, facendo temere per u n imminente andamento p er11icioso della n1a.lattia, ci indu ssero a so1nmj 11is h·u.re senz'altro il cl1inino. Con questo rimedio la febbre ma11'cò per tre giorni, ma si ripreser1tò al quarto giorno e snccesstvame11te ancora al sesto, all'ottavo e a1 decimo gjorno, malgrado s1 conti11uasse a so111IDi11istrare il cl1inino tanto ch e il paziente, sfj dt1ciato, abbandonò srp·onta11earr1er1Le la Clinica. ·Il secondo caso, in persona di un tedesco globtrott er, cl1e aYeva contratto la malaria in vict· i1a11za di· Tetracina durante il suo viaggio in Italia, faceva i1otare a ccessi febbrili molto elevati ,. col t~pico a11da1ne11to della terzan a maligna ( ~. 2), a ve-wa u11 n1odico tumore di milza e imp ensieriva alquanto per un certo grado di stordi111ento e, di apatia, da ct1i era 1preso dura11te la febbre. I p arassiti inalarici (pl<ismodium praecox), nsse11ti ùura11te i primi tre ac.cessi febbrili, ap1par\Tero al quarto nel sangue periferico, in nu• 1nero assai scarso. Fu somministrato lo stovarsolo alla dose di due compresse lo stesso giorno ·del1' accesso e l'i11domani non si ebbe febbre, ma questa si riprese11tò il giorno seguente, mante-

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' IL POLICLINICO

i1endosi per oltre 48 ore. Continuando \l)erò a som1ninis trare lo stovarsolo, e alla dose ·di tre compresse al giorno, n ell e ore antim eridiane, si ebbe u11 periodo di qu attro giorni in cui la febbre fu quasi d el tutto assente , ·dopo dei quali si ebber o due accessi febbrili, separati da poche ore di a1p iressia. In ql1este due ultin1e f ebbri si n otò 11el

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Aveva ancora un inodico tumore di milza eù erano ancora presenti nel sangue circolante i parassiti ·d ella malaria, in mo·do ch e era facile 1presagire cl1e nuovi accessi febbrili si sarebbero ancora presentati. Molto più a lungo si potè segnire l ' am1nalato di c11i è oggetto la t erza osservazione (N. 3' . Egli,.

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Fig. 4. .\ elle ,; Cll l'l'e il eyno + indica i l giorno dl seunu C. r1uPllo lt el. Cl1ini110.

inalato u11 certo g rnùo ùi sopore e delirio, p er ct1i, n el tin1ore di u11 decorso i11alig110 dell' jnfezion e, si cr ed ette 01Pportt1110 n o11 insistere oltre 11elre perimento, e si ricor se a l chini110. Duran te la cura chinacea ·i ebbero ai1cora quattro accessi febbrili quotidia11i, gradatan1ente d ecrcsce11ti nella loro i11te11sità, ai qunìi cguì un lungo periodo. di apiressia cd i11fine 1111 period o fe bbricolare, clura11tll il quale il inala lo, i111paziente di proseguire il ~uo viaggio, ,·olll' c~ ._,, 1·c cli 1ues~o dall' Osp edale.

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giovan e di 17 anni, contrasse le febbri nell'ago ... to scor so, alla Pian a di Cata11ia, d oYc 1rova, "asi per ragioni di la,·oro; e continuò 1per un certo t en1po a d~mor are colà, se11za curarsi, 111algrado la febbre ''enisse ug11i giorno e quasi .sempre n1olto a lta. i\i primi di settembre ,-en11 e a Cata11ia, e dopo pochi giorni di p ermanenza a casa, e11trò in Cl in i ca. 1:-acrva allora n otare: gro.;;~o t tnnore di milza . elle raggiungcY<:l col :>UU polo ante1 iore l on1bel1calc trasYcr a, 111arcata a11e1nia, fchhre al

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[ANNO

XXXII,

FASC.

47]

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1631

SEZIONE PHAT I CA

di sopra di 40 C., lieve tt1n1ore epatico e presenza di numerose sernilune malariche nel sangue circolante. Le condizio11i generali del jpazien te erano tuttavia. discr ete, i1è si nota,,a alcun fenomeno allar1nante da part e dei vari si.sterni ed apparecchi, che 1potesse far temere un anda1nento pernicioso della malattia. Giudicammo quindi il caso assai adatto per un ll1ngo esperim ento con lo stovar~olo; e nl quarto giorno di degenza ospedaliera ne inizianun0 l'u o.

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i risultati ottenuti:

.i\ tre accessi febbrili a tipo quotidiano ed abba-

stanza alti manifestati si 11ei jprirni tre giorni di d ege nza, e durante i quali ra111malato n on prese alcu11 far1naco, seguì, in coincidenza con la somministrazione delle sto\·arsolo, un periodo di febbri irregolati, sempre assai poco elevate, generalmente di IPOChi d ecimi al di sopra del 37 C. e cl1e solo qualche volta toccavano i 38 C. Tali elevazioni termicì1e ora erano quotidiane, ed ora erano separate da un periodo di apiressia di 1-3-4 giorni. A. que.::;ro 1p eriodo che durò oltre un m ese, ne seguì llD altro i11 cui le elevazioni termiche si fecero ancora più piccole, di 37,1-37,4, e gli intervalli di apiressia sempre più lungl1i; e finalmente un terzo 1periodo ii1 cui la febbre mancò del tutto, salYo rare ed i solate piccole punte febbrili. Durante la cura lo stovarsolo fu somministrato alla dose di tre co1npre::;se al giorno, di tre ore in tre ore, i1elle ore antimeridiane, ~oichè l e febbri insorgeYar10 sempre n el pomeriggio inoltrato; e furo110 date per oltre due mesi di seguito, senza cl1e a'resse il lamentarsi alcun inconveniente. La inilza si rid'usse gradatamente di vo1urne, tanto che negli u ltimi giorni di degenza debordaYa tre Gen Limetri appena dall' arco costale ; ed il f egato ritornò nei li1niti normaJi. I 1p·a rassiti malaricj, solo qual che Yolta rappresentati da poc11.e forrne endog·lobnlari di plclsmodiuni praecox, ed 11 più delle volte da semilune, si 1nantennero abbondanti nel sangue circolante per oltre un mese; poi si fecero scarsi ed jnfine rari ; ma non scompar,·ero d el tutto, sino al giorno dell'u scita clel malato dalla sala clinica . Il 1paz1ente si rifece compl etam ente nello stato generale e r1ella sanguifi,cazione, anzi ingrassò notevolmente ed assunse un bel colorito roseo, fatto questo .da mettersi forse in rapporto con l'arsenico contenuto n ello stovarsolo. Il paziente, jnsotfferente d ella vita osipedaliera, creçlen·dosi co1npletamente guarito, uscì dalla Clinica ·dopo circa ,due mesi e mezzo di degenza; e da aÌlora in poi non n e abbiamo più avuto notizia. Questi i risultati ottenuti, dai quali si po5Sono trar1·e le con clusioni cl1e seguono: 1) Il cl1ini110 , nelJ e febbri estivo-aut.u1111ali, è di gran lunga 1preferibile allo stovarsolo, n1entre nells forme primaverili, sta11do al1neno <li nostri rasi, il secondo non ha nulla da in\ridiai·e al prin10; 2) Lo stovarsolo nelle febbri estivo-autun11ali è senza confro11to rner10 efficace che nellg, terzana e qna.rta11a 1p rirnaverili. Basta cor1frontare le ta,~01e termometricl1e di questi tre u1ti111i casj, con

quell e dei ,due pubb.Jicati lo s.cor.so tSPttembre (:\. 4 e 5) , per convincersene, senza bisogno di sp endere parole inutili; 3) Ancl1e i1ello febbri estivo-autunnali lo stoYarsolo eser cita una cliscreta efficacia curativa. I.o di111o stra, se non il caso 10, in cui anche il cl1i11ino si rnostrò ine:fficace, e il cac:-o 20, ueI quale la notevole gravità de1la infezione non ci 1pern1ise idi in si stel'e s11ll' espel'imento, il 30 am1r1alato , i11 cui si potiè otten ere la caduta graduale della febbre e la r<!trocessione degli altri fenorr1erti dell a n1alaria, ip er quanto molto lentamer1te; 4) Lo stovarsolo è stato tollerato ottimamente dai 11ostri a1r11nalat.i, e n el caso 30 anche p er moltissi1r10 tempo ed a dosi alte. Con i1lteriori esperjmenti ci proponjamo di fern1ar-t la nostra a ttenzi one più specialmente sul meccanis1no cli azio11e del farma co e sul modo 111igliore di so1nmi11istrarlo, 1p ercl1è nel cor so delle nostre osservazioni cliniche ci è parso che l'argon..iento mcrii i ·di essere studiato. [J ervenitto i'n reda::ione il 15 luglio 1925.

Il sale sodico dell'acido acetilossiaminofenilarsinico (stova1·solo sodico) nella mala1·ia. P rof . .TO~ [n!A SO P O:'{TANO ,docente di clinica 1nedica primario negli Ospedali -cti Roma. P0r opera di F'ourncau gli a cidi arsinici, rifi.utati da Fl1rlicll, perclle d avano fenomenj . tossicj nel. l'uo1110 e i1ell'ani1r1ale e non si dimostravano paras::iitici·d 1 in vitro, sono stati riabilitati. Co111e nell'atoxil così n eg·l i acidi arsinici Four11eau ha da t.o la dirr1ostrazione che l'effetto tossico dipe111de da jmpurità; egli molto giustamente pensa che la mancata azione a11tiprotozoaria. in ' '1ir0 non costituisce dimostrazion e sufficiente per r1egare l'azione in vivo. Il preparato 190 o a ci do acet.ilossiaminof enilarsinico o stovarsolo co11 te11e11te il Z7,2 % d'arser1jco e il suo sale soctico conte• i1ente il 20, 3 ?~. sono i prelJ)arati di F ourne::tu che ha11no dato buona prova nelle mani ,di numerosi siperimentatori i1e11a cura e nella prevenzione delle spirochetosj, della sifili de (,L evaditi e Sezerac, Lev·e1diti e Navarro, i\1artin, Schwartz, <:!CC . ) , nella cura del pian (1B eurnier e C1apier, Baermann, Ta.nor1 et Ja.rr1ot.), ·d elle sipirillosi ed a·s soc iazioni fu sospirillari , angina di Vincent (Cou\ry, ·Cot, abrazés), bro11cospirocl1etosi di Castellani (F'o11tan eì, P eyrot), n elle tripanosomiasi (Blancl1ard et LefL'OU), nell'.1 dissr.ntcria amebica (Marchoux, Dela11oe, Nogue et Leger, Cade et Ravault, .t\.n· glade, ec0.), i1elle la1nbli0Sii (Marchoux). I /acido 1

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I L POLJCLlN ICO

acetilossiaminofenila rsinico 11a dato cioè ottime 1prove, com e medicamento antiprotozoario, con una este11s.i011e ·d ella s ua azione, quale fi.nora neppure per il piì1 U1PPrezzato preparato arseni cale, il Salvarsan, era stato affermata. Sui 1parassiti :rp.alarici hanno tentato il rimedio cli r ecente per i primi Valenti e T omn1aselli , della ' · scuola di Feletti, subito .dopo il J\1Iarcl1oux. Su due r11al11ti Valenti e Tommaselli (terza11a benigna e quartana), su u11 nu1r1ero notevole di Jnalati (terzan a benigna, quartana e terzana inalig11a) sia in malarici sperimentalmente inoculati (1paraliti ci progre.ssivj), sia in malarici con n1alattia naturulme11te contratta, sperimentò il lVIarchoux. Mentre p er T on1maselli e Valenti l'azion e rapi.da con l'acido a cetilossiami11ofen ilar3inico si aveYa e nella terzar1a b enig11a e nella quar:ta11a, somrni11istrando il rimedio 1p er bocca, 1p er l\1arclloux, c11e p.ote,ra sperimentare ancl1e il sale soclico solubile per iniezioni intra1nu scolari, per \ria endovenosa, e p er via boccale, il rimedio dava risultati immediati e brillanti n ella terzana benig·11a, mentre resta,ra inefficace 11ella quartana e n el1a terzana malig11a . Mi è sembrato cl1e l'esperienza non fosse isufficientemente larga per a ffermazionj ·d ecise e concl usi,re, mi è se1nbrato cl1e lo ·stato attuale della .tera1pia malarica i n1po11esse un pitl lar go controllo su un rimedio , cl1e tanto numerose e tanto in1!POrianti qualità a nti1Jrotozoarie aveva manifestato nelle mani di tanti s t11diosL L'in sufficienza d ella chinina n ell'impedire le recidive, le n ecessità econornj che, ch e rendono la terapia sociale d ella n1alaria schiavo. .clell 'industria dell' estrazione dell'alcaloide, la possibilità di ,-alorizzare un rimb dio, che si 1p uò ott enere in laboratorio iper via sintetica, mi hanno spinto ad allargare l'esperimento. Le mie osser,razio_11i rigu arida110 l't1so del sale sodico dell'acido acetilossiami11ofenilarsinico, somrnirtistrato p er bocca, per via intramuscolare, per ' Yia endovenosa, n ell e tre forme cliniche di m alaria terzana benigna, terzana n1aligna , qt1artana. I casi clinici cl1e nella mia comunicazio11e al Congresso internaz.ionale d ella m~laria giungevano a 17, sono ora 23, ,p reci samente 17 di terzana maligna, 5 idi terzana be11igna, 1 di quartana. Ho ,roll1to sperimentare ~ol sale sodico d ell'acido acetilossiaminofenilarsinico e n on con l'acido perchè avevo bisogn o di un sale facil1ne11te sol11hile ed iniettabiile, per studiare fino a qual punto si poteva contare sull'azione antj1protozoaria 1del rimedio in ten1a <11 ina laria, dopo le nette a ff ern1azio11i ùi 1\larcl1ou.~. Egli infatti scrive che l'azio11e differente per le varie specie di parassiti è talmente ne!ta, cl1e ancora una prova in es~a st l)UÒ ''edere •delle 11ette differenze biol ogiche d ella specie dei par assiti n1alarici. I-Io voluto provare 1

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[.i\NNO XXXII, FàSC. i 7]

p revalentem ente sulle terzane maltgne, percl1è esse costituiscono la parte p iù grave dell'infezione malarica, coi danni individuali, con la p erniciosità, con la ostinazio11e delle reci dive, con la r elativa r esistenza r1atu1·ale del' parassita (1praecox) alla cl1inina) evi·dente a differenza delle altre specie (vtvax e pl. rr1alariae). I-Io pr ima saggiato la t olleranza del rimedio: esso è ben tollerato p er via boccale, anche alla dose di un gram1no e m ezzo , al giorno. Rararne11te so110 arr1vato alla dose di un gr. e m ezzo, d 'ardi· nario p er l'adulto mi sono tenuto alla dose di un gramu10 al giorno. N·è disturbi locali, n è segni di intolleranza g en er a.le. L 'iniezione intramuscolare non s11scita dolore' locale, può in,rece dare disturbi generali, ed in un caso ho avuti i più gravi sintomi di intossicazione, quali si possono avere con le iniezioni endoven ose. P er la via endo,renosa generale si può dite ch e il r1n1edio è ))en tollerato dai 1pazienti: sindrome non rara, ma di poca importanza è l'insorgenza di una modica agitazione, dolori ad.dominali, con senso di calore e modica cefalea lrnnsitoria,. Può p erò segnire a1l'iniezione di st.ovarsolo sodico una crisi nitritoide cl1e !PUÒ raggi1.1ngere .sindro1r1i pat1rose con ipotermia grave, tal0ra lie,re ittero transitorio. Queste sindrnn1i, che seguono alle .dosi alte ·del rimedio, inducono ad essere prud ent~: a sag·giare cioè la tolleranza del soggetto e a tener conto di eventualj tare renali precedenti, le quali so110 lJna n etta controindtcazio11e a ll'impiego. Q11ella sindrome nitrito1de che ' . i11sorge .dopo :p oche ore dalla somministrazion e del rimedio e ch e è costituita da agitazione, sen so di mal essere, ·r apida caduta nello stato algido b nel torpore ps.i chico, •da cui il ir1alato si riprend& con qualcl1e milligran11no di adre11alina, può aggra,rarsi e di\7 e11ire m ortale se preesi.steva lesione re11ale. È bene quindi astenersi da questa cura nej malati co11 lesioni r e11ali. Non si verificano. 1p·er quel che risulta dalla mia diretta esperien za quelle sindromi acute febbrili tossiche con esaP temi, a1ppannaggio n on raro dell'acido aceti1oc;siaminof enilarsiruco, somminjstrato per via boccale, quali 1o ho. ' reduto i1ella dissenteria con !'uso dello stovarsolo. Un pl'i1110 dato d 'indole gc11erale risulta dai telltativj finora co1npiuti : 1l rimedio mostra altiv1tu 1

ii plasmodiurn vivax, praecox, sia contro il dosi opportu11'e cioè si del parassita malarico . t\1a si d evono considerare come fattori di gra11de importanza la via ài somministra:;ione e la dose adoperata. l\Ientre per via bocca le e con do:;l

a11tiproto:oczria. sia contro sia contro il plasmodi11111 11lasn1odiilm malari(JJe; con ha ragione delle tre specie 1

medie ed ancl1e piccole (di 1/2 grammo, di un gramn10), fin dalla prima somministrazione si YC-

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(ANNO XXXII, FASC. 47]

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SEZIONE PRATICA

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dono .sco1nparire i !Parassiti e cede la febbre nella l)idamente regredisce, e tale fenomeno si risconte1·zana benigna, nella quartana e 'n ella te<rzana tra nelle benigne anche dopo la somministrazione maligna ben differentemente si comportano le di m ezzo g·ranuno del ri1nedio, nelle terzane macose. La v.ia boccale e le dosi medie nella terligne anche raipidamente, sebben e in minor graido zana .m align1 si dimostrano insufficienti· percl1e i1elle benigne. Scompa:re l ' urobilinuria, e lo sisto110 i parassiti in circo lo, non cede la f ebbl'.'e. stato genera1 e del malato se ne avvantaggia cou In queste for1ne com e nella quartana sono necesrétjpido ripristino dell o stato g·e11erale. sarie dosi curative al1neno di t1n grammo e neccs~ ci ca si di em oglobinuria ·da chinina in mala· sari ~L è la , rja en·d ovenosa. Nella quartana co11 l':iro l'uso del sale ·soidico d ell'acido acetilossiami· poche dosi di rirned.i o (due iniezioni per via endoi1ofenilarsi11ico, come in un caso di mia osservavenosa di un grammo) la f ebbre cedette, n1a il zio11e, pl1ò riuscire di grande utilità, senza danno sangue •.r estò positivo per ·qualche giorno (u11 g1"am~ c.l r •: ne e con la scomparsa d ella febbre in 36 ore nlo a l giorno fino al quinto giorno). I gameti 11an e dei par assiti cl1e erano talmente num erosi ·da 110 1nostrato· r~sistenza si1nile a quella clei parasfar terriere l a perniciosità. Purtrop,p o, t er1en·do in osservazione i malati nel siti febbrigeni. Nella terza1ia 1naligria con d osi cu rative di un la ~ er zana n1aligna la recidiva ·è quasi costa11te; grammo p er via endovenosa l a febbre cede ordies~a si è verificata iI1 ·coloro nei quali l a cura fu narian1ente ·d opo 24, 48 ore, talora res i st e per tre sospesa st1bito dopo avere ottenuto l'effetto cugiorni in misura atte11uata, Tnra1r1ente p ersiste 1p e.r r ativo, s i è verificata in coloro nei qualj la ter apia 11a p rosegì.1ito 1p er 6-7 giorni. Non abbiamo 1p areccbi giorni ·dimostrando insufficiente l'azion e del r imedio. Con dosi invece di 0.25-0.50-0. 75 la ancora esperienza cli lungl1e inter1nittenti cure a febbre per.s iste abitualm ente per 4-5 giorni. A11cl1e dosi ter aipeut.icJ:ie qua1i sogliamo praticare con la chinina. :\la u11 fat to pitì im-portante è degno d1 il repert o paraissitario talora divie11e n egati,,o il e ·sere r101 ato: quanclo la r eotdi,1 a sopravviene, le primo giorno dell'in oculazion e, talora al 20, al 3°, c1os1 di l' in1e<lio, che si erano dimostrate curative al 4° gior110. Scon1paj0n o però so lo i patassitj ase·3al princi1pio, si dimostrano invece ineffica ci; i pasuati , ch è i gameti (semilune) resisto no a lungo r a ssiti J1an110 acquista~o una resistenza al rimedio, inalterate a ripetute inocu1az.ioni di forti dosi di s i so no u suefa tti , sono divent1ti inattaccabili. In rimed io (10 g iorni con somministrazio11i di w1 qualc uno dei nostri casi , d opo u11a prima tregua grannno JJro die d i rimedio p er via endo,reno~aJ e l'apitlamente ottenuta, i1on sono stat e sufficienti in altro ca:so il sangt1e div enne negativo anch e rirp·ctute dosi per spezzare ·di nuovo la recicliva e l)er i gameti clopo lu11ga cutn. chininica seguita na. si è ottènuto solo lln abbassamento della febbre, 10 iniezioni di stovarsold sodico in 20 giorni alla sc1lzri. raggi un gere la scomparsa del ·c ircolo dei •p ados@ di 1/2 gra1nmo peir volta e di un gramn10 al rassiti, quale si era ottenuto la prima \rolta, con giorno per due g iorni o per via endovenosa. <losi una o ù ue ' ' olte somministrate. B asta nella I ,p arassiti malar ici scompaiono dal circolo p! ì1 11uova ct1ra, con parassiti che resistono, sospendere o meno rap·i,dam•ente: d'ordinario il parassita finchè si rinviene in cir col o conserva morfologia e per u11 gior110 la somrnini·strazion e 1del rimedio, car;:itteri ti11toriali normali. In qualche caso n elle per vedere improvv1isamen t.e ria ccendersi la febbre forme jnt.raglobulari si osserva la sc or11pnrsa della e n1olti1plicar.si di nuovo abbondanten1e11te i 1pacromatin a (colorazione col R o1nan owski Leis1nan11) rasslli febbrigeni, quasi cl1e il rimedio avesse e una peculiare alterazione d el protoplo.s1na, cl1e cap acit à dis truttiva solo contro una parte dei padirviene sipiccata111e11te spong·ioso. ì\it a il fatto non rassiti no11 a 11cora completamente resistenti. Tale è costante: esso non è n eppure una garanzia per fe11on1eno non ho potuto v erificare nella terzana la fine dell' cipisoclio febbrile, 1p ercl1è si presentò ben igna, in cni la recidiva è 1neno c~stante e ad pflr esemr>io in un bambino c11rato per via }ì(·11; og11i modo a scadenza lunga, quando essa avvie· ca.le, nel quale l'infezione ripTese vigore mentre ne. Poca e~p e.rienza. 110 della ·quartana per Ja le sornministrazio11i del rin1edio p er ·vie boccali rRr1tà {l el1a forma morbosa. R iporto a chiarimento d elle brevi note conclucontinuavano a11cora. In qualcl1e caso è dato di veder l e for1ne insi ,.e alcuni dei casi osservati, Ti1d ucen·do le noiizie traglobulari persistere nella tipica forma e nella a11a1n11estiche e obbietti ve al minimo n ecessario. perfetta colorabilità, anohe quando la febbre è cad uta e il rimedio si co11tinua a somministrare. B. Llligi, a. 58, manovale. Ha sofferto di attac~ chi di piccolo male. . Tutto fa per1sare ' che l'azione 1p arassiticida si svoli\1alarico 1primitivo, che, a1l ' esaime obbiettivo, ga nella vita extracorrpuscolare d el .p arassita. presenta organi sani, fegaio non ingrandito, milza Con la caduta della febb1·e, con la scomparsa dal in alto alla i1ona costola, palpabile aippena sotto circolo dei paTassiti febbrj.g eni, il migliora1ne11to l'arco. Ha avuto u11 ·p rimo accesso febbrile a casa con brivido e sudor e, entra all'8° padiglion e apiret«el raa1ato e rapidissimo: il tl11nore di rni lza ra 1

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I ANNO XXXII

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ii·CO, il 13 sette1nbre ha l1n a ccesso febbrile, che giunge a 4-0.4 con delirio ; l'esame del sangue è positivo per la ,p resru1za di plasmodiµm vivax intraglobulare, con granulazioni di Schupfner nelle emazie ip arassit ate . Alle 12 d el 13, quan.do l' a ccesso febbrile iniziatos i <t1la m ezzanotte decr e.sceYa con profu so sudore, si iniettano 0.50 di stoYarsolo sodico p er via endo\·e11osa. Lieve rialzo 3?.4 alla sera; poi la febbre ca.d c definitivamer1te, l'esame del sangu~ negativo al inattino segt1ente e nei giorni s u ccessivi, l'osser-vazione dura solo 4 giorni; l'ammalato i n perfetto benessere vuole u scir e ; n on si palpa la milza; esame negativo delle u rine ~ri1na e dopo l 'i11t6zio11e. (1Grafica 1a) .

G. :\ ll)erto, di am1i 24, muratore, a 15 anni malaria subito guarita. Da u11 m ese 11a febbre inter1nitLe11te: i primi giorni prese chi11ina, fu aipirett ico p~r qual cl1e giorn o, poi la t emperatt1ra. si rialzò e viene· all' osp edale all'11o accesso febbrile.

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var-:olo per bocca ma al sesto giorno la temperatura giun.g e a 37.5 e l' esarne del sangue è di n t1ovo positivo p er ar1elli .di praecox e per se1nilune. (·G rafica 3a). 0

F . Fran cesca, di a. 44, contadina. Malaria all'età di 15 anni, poi è stata sempre be11e. Qua11do entra in clinica 11a febbre ·d a 12

giorni, non l1a 1Preso chinina. Stato generale ,p iuttosto grave : magra, palli·da, milza a 4 dita dal1'ar.co costale, esame 1del sangue positivo per il plasmodium ;p raecox , non gamet.j . Ha una sola iniezione di .stovarsolo ;per via endoiVenosa di un g rarr1mo, ben sopportata; n ello stesso giorno d el1' iniezione la febbr e si rialza a 37.2 poi a1p iressia con11Pleta p er 4 giorni ed esame d el sangue negativo. L 'osservazion e non si può più 1p r olungare e nulla si .sa ,più, a .m algrado d elle nostre in·s istenze e della preghiera di riempO.Te una cartolina informativa . (1Grafica 4a) .

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Grafica 6a.

Si son11ninistra 0. 50 .p er via endovenosa di sto\ ar~olo sodico. Rialzo febbrile a 39°, caduta co11 . ., urlo re dopo 12 or e e apiressia stabile. L 'esam e ·de1 sa11gt1e il)ositivo prima della ct1ra, negativo OOIJO 12 ore; l a milza ·debordante u11 dit o, dopo due gio1·11i, non si 1p al1)a più. (Grafica => 11.) . P. Nicola, a . 18, manovale. 1\1a.larico da 7 a11J1-i. Fu ripreso dalla febbre quest'n nno, 10 giorni pri1na di essere ricover ato i11 -clin ica. Ha praticat o cnra ahin i11ica scarsa ed irregolare senza eff etto . Entra. i11 clinica in condizioni gravi : cefalea viol en1a, si11drome lieve meningen, febbre conti11uo r ernit tente rnilza a 6 dita dall'arco ·costale, fe' e duro 4 d·i ta sotto l' ar co, an emizzato, gato grosso ì'esame d el sangue positivo 1p er i] ~·lasmodium praecox e gameti, esame d elle urine negative Be si eccettui lieve t1robilinuria. Si inietta un gram mo al glorno d i stovar solo i1ei primi dt1e gio:·11i, t111 grammo e trenta il terzo giorno: la febbre cade dop·o 60 ore dalla somministraziol1e d e] r jm edio, l'esame del ·san gu e è negativo per gli scl1izonti, po~itivo p er le sernilune, la milza. :Qi riclUCl' ra.pidamente, dura11te i primi 4 giorni d i t\j!)i re~ ia fjno a tre dita .d all'arco costale. Al qui11to giorno la t ernperatura tende a risalire, si so o1mi11istra per due giorni un grammo di sto,

Grafica ?a.

t. l\.licl1eJ e, l etto i1. 31, \ i!II pnidiglione. :\lalarico ip rimitivo in gravi condizioni, con e·sa1nr positivo, r eperto a.bboncla11tissimo. Si a:-itiene 0tp·p ortuno di praticare iniezione di chinina, alla qua1e nella notte segue emoglobinuria: lieve subittero. La febbre p er siste a lta, il reperto parassitarJo abbondantissi1110 . Nelle u r ine oltre all'emo· g lobina, prese11za di albuminia, scarsi cilindri. Si inie tta 1 gr. di stoiVarsolo sodico per via endovenosa, ben so1p'portata; d opo 24 ore nuovo accesso febbrile a 39.6 si prati.ca una .seconda iniezione, la febbre ca.de dopo 12 ore dalla seconda iniezione, le co11dizio11i ge11erali r a1pidamente migliorano, ~a rn il za palpabile un dito sotto l'arco, d opo 3 giorni J1on è più palpabile, l 'esa1ne del sangu e, due g ior11i dopo la secon.da iniezio11e, è n egativo 1p er le fofme anulari, positivo p er le se1nilune. Al setti1no gior110 si rialza la tem1p era~ura a 37.7, si sor111ninistra lo .stovar solo per bocca alla dose di un grammo, ma Ja temp.e ratura n ett am ente abbassat.a su bisce piccole oscillazioni superand o di 2 d ecim i il .37 dopo 4 g:iorni ·di stovarsolo e l 'esame del sn11gue è posittvo. (Graf.i ca Sa) . D' ..\ .... Antonio, malarico cr onico, con grosso tum orc di milza, a 4 dita dall'arco costale, di a1111i 14. Lo stovarsolo 1p er bocca non modifi·ca notevol1nentc la f ebbre, l a milza, le condizioni general i.


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IL POLTCLINICO

[.~NNO XXXII, FASC. ~7j

Sagg1ato i1elle dosi di 0.50-0. 75, 1 gramn10. Per pina.te 1per molto ten1po in Inalati non ricchit iniezione e11dove11osa provoca 11n forte accesso · quali sono o.rdinariamente i colpiti in .preYalenza febbrile, e l'esame del sangue diviene negativo dalla malaria, non possono seguire i precetti dei ma per pocl11 giorni; la febbre rapidamente si rialza, l esame del sa11gue di nuovo positivo. me1lici, conoscitori dell'infezione malarica, cura (Genf1ca 6"). lung·a, interniittente, a dosi terapeutiche. C:on1e i . . . Dome11ico, malaria acuta in soggetto giovane precedenti ·vani tentativi nun1erosi, anche il nostro trova nelle ste~se ragio11i piena giustificazione. cli 27 anni, nessun fenom eno grave al di fuori della febbre . . Presenza di forme anulari di pl. Le cortclusioni, se da un certo punto di Yista !J)raecox. Stovarsolo sodico per iniezione endovenosa: cade la febbre e ·diviene negativo il san- sono scoraggianti, d'altra parte in tesi generale gue ·dopo. 36 ore ·daJl a iniezione. Scompare l'uro- f arino 51perare che è questione di tentativi , ma cl1e bilina, prese11te al primo esame; la milza si ri- tra i :Preparati del tipo forse si troverà quello cbe duce da tre a un dito sotto l'arco al terzo giorno. 1può raggiungere almeno la bontà antin1aJ.arica Continuando le iniezioni, un grammo al giorno, della chinina. . compaiono gameti piuttosto numerosi (semilune). L'osservazione dura $ett.e giorni; dopo la cura, Il sale sodico dell'acido acetilossiaminofenilarsinon febbre. In totale 6 iniezioni en,dovenose da 11ico allarga nella prova contro il !parassita rr1alaun gramrr10 ciascuna quotidiane. Dopo la 1prima rico la sua virtù anti'Pro.tozoaria. dose il malato ebbe forti dolori addominali senza Esso deve essere considerato come un antiproàiarrea e se nza vomito, alla terza iniezione seguì cefalea frontale durata tutto il pomeriggio. tozoarj o di' primo ordi11e quànrdo si consideri che (Grafica 7a) . in dos.e minima è capace di far scoffitParire rapidamente in poche ore parassiti della terzana betlo inteso con questi casi, scelti per darp una nigna. (plasu1odium vivax). Nella cura della teridea esatta dei vari gruppi dei malat.i, mettere zana benigna es.so anzi most·r a virtù tera"PeuUche sotto gli occl1i del lettore gli elementi che 1p·er- superiori alla chinina. E le ~rime dosi sufficienti mettono u11 facile orientarnento con una semplice sono tali da n on offrire pericolo alcuno per il occ11iata. 'Per brevità 01r1etto tutti gli altri casi n1alato. Specialmente 1per gli into,lleranti della i;l1e riprod11cono le cnr·ve esposte. La frequenza chinina la terapia in casi di terzana benig11a ha dell'uno o ·dell'altro fenomeno, la resistenza al fatto un vero acquisto, se il prezzo del rimedio rimeclio, la rec.i-dività sono esposte pif1 che con potrà essere portato e:ptro giusti confjni. cif1·e con giudizio di freqt1enza; le ip ercent11ali Ma nella terzana malig11a la virtù anti'proto- · non ern.no ·p ermesse ·dal numero limitato di casi zoaria dello stovarsolo ·sodico, che pure è netta studiati. nelle pri1n,e somministrazioni, preser1ta tali defiDal complesso delle osservazioni clinicl1e c]1e al cie11ze, e nel suo uso sorgono tali incon\renj anti nurr1ero scarso ·sopperiscono con la dilig·enza e si- cl1e esso non è utilizzabile 1per ora nella pra' curezza, si possono trar.re nette, se non definitive, tica: anzitutto le dosi ·da rag·giungere pPr avere considerazioni e con clu sioni. azione curativa pronta deY0110 e. sere tali che I punti di purtenza dei nostri tentativi in una pos~ono diventare tossicl1e e gravemente tossimalattia come la malaria, che possiede u11 ri1neche, specialmente se il rene i1on è inde11ne, ed in dio sipeoifico, sono stati: l 'insufficienza della chi- tema di terzana maligna è difficile dire qua1: to la 11ina non a vincere l'episodio febbrile, ma Ja ma- malattia o eventuali tare '}>recedenti determi11ino lati ln malaria; la rar a tossicità del rimedio in alterazionj delle urine esponent-e di lesioni renalj . • peculiari casi (emoglobinuria .da chinina n r.lla maSe anche :pel'ò una più accu,rata analisi e clelle laria); una considerazio11e {l'ordine economico, cautele cl1e l esperienza 1p otrà insegnare (adrenalina, alcn.linizzazione preyentiva, ecc. ) doYesse el1e rende preferibile a parità di condizioni un rimedio sintetico ad un alcaloide estratto .da una eliminare ,queste cause ostacolanti la pratica. esicorteccia, che può divenire 1nonopolio dannoso stono ragioni essenziali iper rifiutare 1per ora il contro ìa salute di nazion~ intiere. Ed in verità rimedio nella teraipia della terzana maligna. In sorge la r ecidiva a breve scaidenza con frequen;m l'~ppunto più grave che si può fare alla ol1inina tale ·da doverla ritenere una regola; nella reciè duplice: quello di non sterilizzare definitivafl1ente con la cura abitual e il malarico e di 11on diva il rimedio si mostra i11 ~ ufficiente contro gli in1pedire la reci1d1iva, ohe collega uno all'altro stessi parassiti si da far ·p ensare ·come molto vel 'anno epidemico, quello di 11on colpire i gameti rosi1nile il sospetto di una faciliiSsima assuefazione cl1e infettano le zanzare nella stagione adn:tta, e, del protozoo al rimedio. Le n ecessità della cura r.l1e, econdo una i·p otesi 1da noi accettata e di- della n1alaria che 1porta''ano all'esperimento con f e. a, c o ~titniscono la fonte delle 1·ecidive. L'altro Ja speranza di nna sterilizzazione rapida sono de• luse. I gameti d'altra parte di pl. praecox resiè il costo eccessivo sì che le dosi elevate e pro1

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stenti lur1gamente alla chinina resi.stono allo stovarsolo sodico con non minore tenacia. Co11viene stu1diaiI'e ancora il rimedio, e crearne .altri simili te11tando le vie promettenti della che1nioteTap-ia; esp erienze come le nostre mo·strano le linee di pratica n.J)1plicazione e qu este si limitano alla terapia della terzana benigna, sono spinta d'altra parte a tentati\ri i1umerosi, a:>erchè il problema della cura della malaria con prrodotti sintetici in tutte le sue forme, sembra avviato e bene avviato. BIBLIOGRAFIA (riguardante la Malaria). V AL&~TI

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TOMMASELLI.

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SEZIONE PHATICA

Policl., Sez. Prat. 8 set-

tembr e 1924. ' wlAHCHOUX. Ann. de l'Inst. Pasteur, ·m arzo 1925.

NOTE E CONTRIBUTI. Rice1·che cliniche ed etiologiche su di una infezione chirurgica poco conosciuta. NOTA PREVENTIVA

per il dott. prof. ·ARiVIANDO SAI A. direttore chir. dell'Osp. Consorz. di Ronr,iglio11e. Su di una esperienza personale di circa un centi11aio di casi, osservati in lln decen11io dj mia perrnai:enza come chjrurgo di l1 11 .o spedale Co11sorziale, l!)osto in un cen tro pre\'-a lentemente agricolo, ho potuto meditare ed eseguire ricercl1e sulle lesioni deter1ninate da morso di asino. Ho la co11vinzion e per averne !parlato co11 altri colleghi di Pro vincia, rilevando che dette lesioni pre"entarto ov:unque car::ittere di flogosi tenace, fetida, n ecrotizzante, a decorso cronicissimo (mesi) e sopra tutto quando vi sia lesione ossea . • I primi casi capitati sotto la mia osservazior1e 1ni avevano fatto ,sorger e il dubbio della non buona toletta ricevuta al posto di medicazione, ma .sul}ito 110 dovuto ricredermi poichè nella grar1de maggioranza la complicazione infetti Vé\ di dette lesioni è quasi fatale, qualunqe sia stato il trattamento 1proftlattico compresa l'escissione in inassa dei tessuti molli rnaciullati. Le lesioni sono 1più frequenti, come facilme11te si comprend.e, n ella primavera, e le regioni colpite sono prev'alentemente gli antibracci e Je man1 . :B prerogativa di 1que.sti ani1nali per solito tanto t1til1 nelle n ostre campagne, ·di addent<:tre inorpina tam ente, come a:>·res] da un subitaneo fu· rore, chiunque capiti loro dinanzi, e di nnn lasciare la presa, se i denti delle due mascellè non giungono a mutuo. contrutt4),' dopo avere contt1so, lacerato, frantumato, sul loro passaggio,

cute, muscoli ed ossa. A parte il meccani smo della lesione, che non asporta a lembo i tessuti, ma li perfora lasciandovi l'impronta dentaria, 1·aspetto esterno fa cadere in inganno n el giudizio 1prognostico, 1per cui si giudicano dette lesioni di lieve P-ntità, ma l'infezione sopravviene rtopo brevissima incubazione, ed al secondo giorno già si è stabilito un fetore inso1pportabile di carne putrida senza sviluppo di gas, mentre dai singoli fori deDa cute 1p ren1endo fuoriesce un liquido sanioso, giallastro, -fetido che bagna la 1nedicatura. La cute vicina non si arrossa n è si ' scolla come nei comuni flemmoni gassosi d]ssecanti. solo :si tumefà e si solleva a 1pomfo attorno al foro 1prodotto dai denti. Se si sipacca 111ng·o i tramiti si vede allora che aponeurosi e muscoli assumono ;per un breve alone attorno al trarnite l'aspetto di una escara in profondità con1a quella che determina l'elettrocoagulazione; ùopo alcuni giiorni si disfanno in brandelli necrotici che st el]mina.uo lentamente senza forn1azione di granu lazioni di buon aspetto, come suole :1vve11ire per le altre lesioni chirurgi che. La secrezione si mantiene ·p er mesi con g]i stessi caratteri : le ossa che vengono infrante e perfora te come da tra'1)·a no dalla stretta ·dentaria dell'asino , cadono in preda ad una osteite intern1ina.bile quand'anche la lesion e sia stata n1olto lieve, e lasciano vedere un processo di osteo1r1ielite, con n ecr osi parcellari, come suole ordi11ar1amonte avvenire nelle flogosi croniche di esse (tubercolosi, actinomicosi, ecc.). La febbre è 1precoce, a tipo irregolare, vi -?r1e ~on freddo, il ·dolore (1 locale, sordo, profondo e le condizioni generali dei feriti scadono rapidamente. Il decorso della l esione è lentissimo e ricorda LU1 po' ·quello delle iesioni chirurgir.b e che ave~ vo osservato n egli itterici, durante la epidemia Jocal e. Non 110 visto che dette lesioni assu1111no il carattere ·diffusivo ·diiteri-00, flemmonoso, n è su di esse attecchisce l'eresipela. La guar1gione che si fa lungam ente asa>ettare avviene solo quando è scomparso il fetore, e quando forse si esaurisce la virulenza dei germi putridi dei quali il collega Vivaldi della Direzione di f;anità si sta occupando. Queste mie osservazioni tsono spinte a studiar e la flora batterica buccale ·dell'asino, a st udiare la flora batterica della infezione chirur gica determinata dal morso e per la preparazione di un siero curativo o vaccino •p reventivo profilattico corne si fa a:>er il tetano. Attualn1ente il miglior trattamento almeno nella mia e51p erienza è quello di sbrigliare esatta1nente i tramiti fino all'osso;' eseguire il bagno I

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IL POLICLINICO

quotidiano o biquotidiano d'ipoclorito di calcio· ' praticare iniezioni endovenose di piccole dosi rii neosalvarsan, che abbreviano di molto ii decorso forse per azione indiretta, migliorando le condizioni generali e per azione chemiotattica ·diretta sui germi, rappresentati da forme spirillari come suole avvenire anche nelle stomatiti cancreno.s~. Se si ·p ensa alla diffusione dell 'animale da Ja, voro, cl1e in tutta Italia vive nella stessa capanna con i nostri contadini, se si pensa che la incaipacità lavorativa dura mesi e mesi si com' prenderà l'importanza sociale che !PUÒ assumere lo studio di tale infezione chirurgica ed il valore economico che per l'attuale legge sugli infortuni agricoli viene ad avere il trattamento profilattico.

SUNTI E RASSEGNE: SISTEMA NERVOSO. La diagnosi precoce delle aft·ezioni midolla1·i. (·F. MOTT. The Practitioner, ottobre 1925). Uno dei primi ·quesiti da risolvere in caso di sindrome midollare riguarda la diagnosi differenziale tra malattia funzionale ed organica. Al riguardo è necessario precisare la storia ·de1l'inizio . e dei 11>.rogressi dei vari disturbi, l'attitudine 1nentale e la condotta del pazie11te, tenendo in ogni inorlo pr~sente che in fatto d 'isteria costituisce un pericolo il suggerire i sintomi a.I paziente. Nelle 1nalattie funzionali l'inizio di solito è improvviso ed i distt1rbi variano d'intensità con le condizioni em0tiv1:; , il grado ·dell'attenzione e le influenze ambientali. Nelle parali-si, nelle contratture, nei disturbi della stazione e dell'andatura (astasia, abasia) di natura isterica i riflessi su11>erficiali e profondi sono di solito normali, in ·Ogni caso sono eguali a1 dt1e lati, non c'è vero clono, nè Babinski. L'emiplegia isterica ri51Parmia la lingua e la faccia. Anche nei . casi inveterati di disuso ·degli arti le alterazioni sono scar se o a.ssenti per modo c!le le reazioni elettriche dei muscoli rimangono n ormali. Di solito c'è acrocianosi e raffreddamento dei piedi, ed è assente il riflesso plantare, cl1e però ritorna con il riscaldamento del piede. Il riconoscimento dei disturbi sensitivi funzionali simulanti affezioni midollari è facile: è perduta completamente la sensibilità tattile, dolorifi ca e termica: non c'è dissociazione, e l'anestesia ed il dolore non è conforme alla distribuzione anatomi ca delle radici e dei tronchi nervosi. Negl1 arti l'anestesia superficiale ha la distribuzione a guanto o a calza. I disturbi funzionali guariscono con la suggestione, la riedl1cazione ed altre forme ~

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d'incoraggiamento. Bisogna anche ricordare che talvolta i dtsturbi funzionali si sovra{P·POnO'ono a 0 quelli organici. . La neurastenia può si1nulare un'affezion e · mi · dollai;e specie n ei riguardi delle sofferenze subietti ve . Spesso i neurastenici si lamentano d 'inte11si ·dolori dorso-lombari ed insieme di debolezza agli arti inferiori. In questi casi i riflessi sono 11ormali, non c'è anestesia o analgesia, non do1ori a cintura, non disturbi qegli sfinteri. Viceverc:;a il soggetto soffre di stati ansiosi e di appreri·s ionì ingiustificate. A n1ezzo della suggestione si pt1ò far cambiare la sede del ·dolore, e del resto Ja lo, calizzazione del dolore è sempre vaga e variabile. Con1l1nqt1e occorre esa1r1inare accuratamente le conrtizioni della colonna vertebrale e notare 'e variazioni òell'intensità del dolore e la sua distribuzione nej movimenti ·delle varie sezioni ·del rachide. Il dol0!'e localizzato e la dolenzia alla pressior1e de:1e vertebre combinato con rloJore. o parestesia localizzato in una zona cutanea c0rrisipon· dente al segmento o ai •s egmenti midollari depone per la diagnosi di carie ·O iperostosi, tumori, aneu, risrni che erodono le vertebre o di tumori extra1nidC'l1ari comprimenti le radici. L' esame radio logico confermerà la diagnosi. Il dolore dovuto ad afifezioni midollari può assumere carattere n evralgico :. può variare d'intensità periodicamente in rapporto al te1n1perame11to. ed allo stato generale del 1soggetto. Può essere lancinante, terebrante, scottante, ecc., continuo, prof onJo, contusivo, con ·Crisi parossistiche di rtolore più acuto. Si differenzia dalla vera nevralgia e dalla neurite per la st1~ distribuzione segmentaria. e per la mancanza di dolore .alla pressionP. dei noti ,punti a.natomici. :Juesti ·dolori pseudo-nevralgici sono ·dovut1 a compressione o irritazione ùelle radici sipinali o dei plessi brachiale, lombare o s1crale e si riscontrano negli stadi iniziali dAlle carie vertebrali, nell'aneurisma dell'aorta discendente, nella paraplegia dolorosa del cancro e spc· cialmente nella meningite localizzata o generale. In quest'ultima malattia il dolore .è accornpagnato di solito con spasmo muscolare generale o locale e con rigidità nucale specie qnando è implicata la rrgione cervicale. Nelle carie cervicali c'è dol enzia e r1gidità ed il paziente si sostiene la testa con ambo le mani. Presto o tardi i ctolori radicolari si accompagnano a disturbi obbietti-vi delJ a sensibilità (iperestes1 a, anestesia, analgesia) disposti a fascie c;ul tronco o a lunghe strisce sugli arti. .I\ differen1:i di quanto avviene nella neurite periferi ca lo. pressione dei tronchi nervosi non è dolente, mentre lo starnuto, la tosse, il soffiamento del naso, la defecazione provocano intenso dolore.

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SEZIONE PRATICA.

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La causa del dolore radicolare è la meningite locale o generale delle radici sensitive uosteriori in corrispondenza del loro 1percorso nei fori intervertebrali. La causa speciifica della meningite può essere ac>Certata mediante [puntura lombare. TJ 1più delle volte si tratta <ii sifilide. Talvolta i gravi dolori nevralgici con distribuzione segmentaria sono dovuti a lesioni dei g::ingli intervertPbrali, come si verifica neJl 'he.rpes zos'er. I dolori a~uti agli arti, ispecie agli inferiori, seguìti da disturbi della sensibilità obbi~ttiva, come iperestesia alla pressione delle caviglie, anestesia Pd analgesia, si hanno nelle neuriti 1Perifericna. Tali dolori, che talora sono caratteristicamente folgoranti, possono indurre alla diagnosi errata ·di tabe speci(l quando coesistono atas5ia, abolizione dei riflessi patellari ed achillei : le pupille però sono normali è la Wassermann è negativa. Nella tabe iniziale oltre i dolori folgoranti pos•ono essere presenti disturbi vescicali, rtiff icoltà nell'inizio d~1la minzione o incontinenza, che però non sono grJ.vi e talora non sono 1Presi neppure in conside.razione ·dal paziente, prirria che il 1nedico vi richiami l'attenzione. Sono state descritte crisi· vescicali consistenti in violenti dolori ·del basso ventre irraàiantesi alla faccia interna delle coscie; i 1Pazie11ti avvertono impellente bisogno di urin~re, ma non [possono, e talvolta anche fol'te bruciore alJ'11retra. Queste crisi possono durare anche parecchie ore. Le ·Crisi r enali ipossono sirr1u, lare una colica da calcoli. I.,e crisi gastriche sono ancora più frequenti n el !Periodo iniziale e s1pesso costituiscono per molto tempo l'unico sintomo dP.1la tabe. Anclle le crisi intestinali e rettali so'!lo disturbi precoci: il paziente si lamenta di tenesmo e di impellente bisogno di defecare, nonct1è di violenti dolori all'ano come se in questo fosse introdotto un ferro rovente. Le crisi laringee sono •p ure fra i disturbi iniziali. La concomitanza ·d ell'an estesia toracica ~on le crisi viscerali dà la spiegazione anatomica della loro origine; le fibre :simpatiche viscerali afferenti ter1ninano nelle corna posteriori corrispondenti alla sede del ·dolore e dell'anestesia, ed il processo infiammatorio che irrita le radici posteriori ser1siti've innervanti la cute irrita anche le fibre viscerali afferenti. Talvolta le fratture o le di:Storsioni spontanee ed indolenti costituiscono il !Primo evento clie induce il [paziente a ricorrere al medico. L'anamnesi allora spesso rivela che per il passato il soggetto ha sofferto dolori folgoranti attribuiti a reumatismo. L'impotenza o la isatiriasi possono costituirP. sintomi iniziali della tabe, dipendenti anche essi, ~

con,1e tutti gli altri disturbi di questa . malattia da processi distruttivi e irritativi. r,a varietà dei sintomi dipende essenzialmente dalla ·aislocazion e di tali processi. 1

Qualunque sia il disturbo che induce il !Paziente a. consultare il medico, l'esame accurato mette sem:p re in evidenza altri segni o ~intorni, tra i quali più importante 1p er frequenza e significato clinico il segno di .l\.rgyll-Robertson. Quantunque la sifilide sia la causa unica talvolta la r eazione di \Vassermann non è positiva nel sangue e nel liquor. Il rtolore a cintura è spesso il sintoma iniziale della meningite o meninge-mielite a focolaio con decorso lento e progressivo, e segna il principio clell'affezione che 1è generalmente di origine luei..ica. L 'accertamento dei sintomi infiammatori radicolari (!Parestesia e dolori a cintura) ha una notevole importanza iprog11ostica in quanto l'intervento terapeutico specifico tempestivo p11ò arrestare la diffusione del processo ed evitare così la produzione d'una mielite trasver.sa con la conseguente para1Plegia spastica. E [perciò indispensabile nP.i casi del genere procedere all'esame del liquido cefalo-rachidiano, e •quindi iniziare un f:nergico trattamento antisifilitico. I disturbi della sensibilità iSubiet.t iva oltrr che da processi infiammatori ·delle radici midollari, possono ripetere la loro origine da: 1) modifica. zioni transitorie ]a)cali della circolazione, come nel rnorbo di Reynau.d o nell,eritromelaJgia da spasmo vasomotore, o disturbi circolatori degli arti dipendenti da ateròma, arteriosclerosi ed endoarterite; 2) reazione al freddo; 3) nevrite to~sica, inft?ttiva o traumatica; 4) disturbi ne11rastenic:i, Sjpecie delle estre~ità (a croparestesie). Molte condizioni che 1producono ·dolori nevralgici possono date anche sensazioni di torpore, dl forrnicolio, di puntura. Qu este sensazioni anorna1e posso110 costituire il sintoma iniziale nelle affe zioni rtelle vertebre, nei tumori intra- ed extra1nidollari, nella meningite spinale cronica, 'nella mielite acuta e cronica, n ella poliomieljt.e anteriore, nella mielomala cia, nel ra1r1mollimento tromuotico del midollo, nella meningo-mielit.e sifilitica trasversa, ~ella sclerosi a placche. P erciò quando sono 1p resenti questi disturbi occorre sempre verificare lo stato della sensibilità obbietti va ' ·d ella motilità, dei riflessi, ·delle 1PUpille ed eventualmente praticare l'esame del liquor. L'anestesia totale nelle affezioni midollari 1Si 11a solo nella lesio11e trasversa completa, come si verifica nella frattura delle vertebre, nelle ferite d'arma da fuoco, nelle gravi m eningo-mieliti provoca.te da compressione o malattie. In tali casi la prognosi è sempre grave.


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Il.

POLICLi i~ICO

1.'anestcsia dissociata è più frequent e e 1più importante clini camente. Si 1può verificare nel!a nevrite perjferica , n ella compressione o irritazion& dell e radi ci, affezioni n elle quali si l1a la così detta anestesia dolorosa (anestesia tatti] e o iperestesia dolorifica, per modo ch e i semplici contatti sono avvertiti come dolori). Nella siringon1ielia e nell'e1nn.ton1ielia si ha anestesia dolorifica e terrnica, m entre ,è conser,rata la sensibilità tattile. In alcune affezioni midollari i disturbi sen sitivi sonc transitor i o assenti. Nella paralisi di Landr,,. . . c'è .scarsa o nessuna diminuzione d ella sensibilità. Nella poliomielit.e a nteriore a cuta si :Possono .avere solo n el periodo iniziale vaghe parestesie, iorpore, formicolio , mentre la paralisi flaccida dei n1u3coli dell'estr emità rè netta fin dai primi momenti dell' affezione. Nell'atrofia muscolare progressiva, che ha un decorso lento ed insidioso, n on si ha alcun disturbo sensitivo, r,he 1nanca ancl1e nella sclerosi laterale amiotrofica. In qu~­ sta ultirr1a affezion e il sintorna iniziale è costituito dall'esagf:! razione dei riflessi profondi accorr1p~ · gnata d a atrofia musr::olare. La diagnosi della sclerosi a placche è facile qnando son o 1preser1ti sinton1i encefalici (tremore int enziona.le, parola saccadèe, nistagmo, atrofia ottica, ecc.), ma quando Si hanno solo sintomi 1nidellari si 1p uò scambiarli con djsturbi funzion ali. Non raramente la malattia s'inizia con senso di torpote ed altre parestesie agli arti, segnìto • talvolta da a n estes1a transitoria. I disturbi motori (spasticit:\ delle ga1nbe, incoordinazione e difficoltà d ella stazione e dell'andatura) s'i11ter1sificano con le emozioni e ciò aumenta le probabilità di errore. L'8.ssen za dei riflessi epigastrici e addorn inali, l'accentuazione d ei riflessi patellari , il clono della !'Ott11a e del 1p ied e, la 1p re'3enza di Babins l<i, la paresi, la •p erdita ·del se11so di 1p osizione, la diminuzione ·della sensibilità ossea non lasciano a lcl1n dubbio sulla lesione organica inidol1are. La sensibilità supcrfir ia1 e di solito è in• tegra. I.a d iagnosi di localizzazione delle affezioni m i. · dollari ha notevole importanza dal punto di vista prog11ostico e terapeutico. La 1Prognosi è serr1pre 1r1ol to gra ve quando esistono segni di mi elitP. dif~ fusa e quando la lesione colpisce alc un ~ regioni midollari che governano im1Portanti funzioni organiche. Quando la lesione midollare trasversa è r.ornpleta. ossia quando c'è perdita totale d ella -sensibilità P paraplegia, c'è anche perdita d el controllo degli sfinteri , donde cistite, n efrite jnfettiva seco11d:iria, e si ha anche la 1Produzione di d ecubiti. Questi fatti son o più gravi quando la lesione risiede nel tratto lombo-sacrale. Gli interventi chirurgici possono da re uti1 i rl· sultnti nei tu1nori extramidollari. In qu esti casi occorre tn1a precoce quanto esatta diagnosi dl

natt~ra

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e di sede. Il primo si11tomo avvertito

dal paziente iè il d oJore o la parestesia, gen er a l1r1en te dj un lato, e solo nell'area di distriJ)uzione di una radjce, e associata ad iperPstesia dell'area stessa. Con l'aumento di volume del tumore si ha compressione midollare dello stesso lato con interruzione delle fibre n1otorie e sensitive, talvolta con la caratteristica sindrome dì Brovvn-Sequard. .se il tumore non viene asportato si 1può avere anche una completa parapJegia. La djagnosi esatta e 1precoce in tali casi può indurre all'intervento che evita disastrose conseguenze. DR . •

TERAPIA. Mesaortite luetica e cura mala1·ica. (Prof. .JAGIÈ e dott. SPENGLER. Wien. Klin. vVo ch., n. 31., 1925) . Dacchè è entrata nella pratica la cura della n1alaria nella paralisi 1Progressiva ed i11 altre forme ·della sifilide proposta da Wagner-Yauregg, è sorta anche la domanda se ed in qual modo questa cura 1p ossa avere influenza su quella manifestazi0ne cosi frequente della lue, cl1e è la mesaortite. L'A. h a sottoposto varii casi di m esaortite Lene accertata alla cura della malaria e proponendosi un d oppio quesito: 1) la cura malarica può presentare speciali p ericoli in una mesaortite? 2) Bi IPUò m ediante tale cura ottenere un arresto, un regresso od una guarigione della aortite? J,a cura è stata eseguita soltanto in quei casi in cui clinica1nente la diagnosi di una m esaortite era indubbia e per s icurezza di controllo fur ono scelti quelli in cui il processo n on si era ancora djffuso alle valvole aorticl1e e !Però non esisteva insufficienza valvolare. Nella scelta dei casi si tenne anche 1Presente l'esistenza ·d i fenom eni anginosi, di aortalgia e dolore delle coronarie, poich è la scomparsa dei f enomeni subbie1tivi dopo la cura è anche un criterio per giudicare dell'esito della cura stessa. La p ersistenza dell'insufficienza cardiaca malgrado il riposo a letto e la terapia cardio-tonica e quindi il mancato compenso sono una controindicazione della cura., come anche i casi in cui è constatabile una lesione del m iocardio. Nella m aggioranza dei casi fu praticata un 'unica iniezione endovenosa; il dott. Rosner 1Propone di farn e due in due giorni consect1tivi afftn ch~ sia ~bbreviato di m olto il per iodo di incubazione. Gli a m1nalati dopo otto a ccessi febbrili vennero trattati col solf. di chinina, 1Per uso interno e furono eseguite le iniezioni p er v1a endover1osa solo qu ando erano n ecessarie per la violenza del1' i11fczio11c n1nlaricn.


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XXXII, FASC. 47]

SEZIONE PRAT 1CA

Come cura con secutiva furono somministrate piccole dosi intermittenti di chinina per v)a orale. Contemporaneam ente è di speciale importanza una cura cardio-tonica .e l 'a ssoJuto riposo a letto -Oura11te tutta la cura. Nella maggior parto ·dei -ca si, non subito dopo la cura, ma 1precedenternent e, secondo il consiglio di Kyrles, fu iseguìto un trattamento col salvarsan. Nei 19 casi scelti n on si ebbe a constatare, du rante la cura, dalla ,p arte del cuore n essun fenomeno veramente grave o pericoloso. In un caso durante l'accesso febbrile vi fu un aggrava111ento dei fenomeni anginosi, in un ,altro il rumore 5istolico divenne 1più intenso, in un altro si ·do,·ette sosp endere la cura dopo il sesto a ccesso febbrile per l 'aumento d ei fenomeni a nginosi, cb'e persistettero 1per un certo tempo anch e dopo sospesa. 4

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Nella maggiora nza dei casi fu notevole la diminuzione della pression e sanguigna, che fu constatata anche 1p er parecchio tern,p o dopo 1nterr·o tti gli accessi febbrili. Si 1potette inoltre constatare che anche nei pazienti sottop osti ad una scarsa dieta non si osservò una dannosa influenza della cura sulle condizioni generali di nutrizion e. Nella m età dei casJ. era dimostrabile u n manifes!o tumore di milza; in più di due terzi di questi casi furono trovati in con siderevole quantità j plasrnodii nel sangue. Daìle osservazioni fatte risulta che nei casi di m esaortite 111etica studiati la cur a malarica fn toJlerata perfettam ente bene senza serii incidenti. La dur ata delle osservazioni fatte d opo la cura della m alaria è stata breve, appena sei 1nesi, e però n on è naturalm ente possibile dare un completo e d efinitivo giudizio, sebbene sia stata riconosciuta l'influ enza della cura sui proc~ssi Luetici aortici. Occorr on o 1p rirna 1pareccbi anni di perioùich e constatazioni sugli a rnmalati; però po s~ siamo oggi affermare alcuni dati : si è potuto ricor.oscere nella metà dei casi u n n otevole regresso dei disturbi anginosi in seguito alla cura malarica. E bene ricordare il caso di un individuo a 51 anni con mesaortite luetica e da due anni con violenti accessi angin osi non migli orati dopo le ripetute cure del salvarsan, nel quale dopo la cura questi cessarono cornpletar:net1te. P er quanto riguarda i risultati obbiettivi si può oggi dire cl1e non fu dimostrabile un mig~iora­ m er1to degno di nota dopo la cu ra. In tutti i modi è n ecessario un lungo peric·do di osservazione per poter determinare di qua11to il ip rocesso aortico possa essere influenzato dalla cura 1Dalarica. DE

CHIARA.

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CENNI BIBLIOGRAFICI. Dott. A. DE

NICOLA. L e cure ipertermiche e diater-

mich e nell e affezioni blenorragiche. Bologna ,

L. Cappelli, editore. Con la scoiperta delle correnti ad alta fr equenza ha avuto inizio tutta una serie •di esperim enti e di studi sulla cura 1della blenocra:gia tra i quali meritar10 a giusto titolo una larga considerazione quelli sulla « Diatermia » . In questo libro il De Nicola, ricordati dapprima gli antichi principi di termoterapia n ella cura d elle affezioni gonocoociche, es.pone i fon·damenti su cui iSi basa l'ap:plicazio11e terapeutica delle coTr enti diatermich e e ad alta' fr e.quenza, la lor o azio11e sul conpo umano, il comrplesso istru1nentario occorrente. Preceduta· poi da brevi ricordi anatomici sull 'apparato g·enitale nei ·due sessi, ~e­ gue l'esp osizione dei risultati ottenuti n ella cura d elle uretriti go11ococciche maschili e delle varie complicanze sia n ell 'uomo che n ella donna. Favorevolissime le .conclusioni : tali da 1poter ben dirsi cl1e, di fronte alle deficienze d egli attuali m ezzi, questi r1uovi princi;pi terapeu tici .costitui~ scono un ausilio ,-alidi ssi1no nel combattere le div·erse affezioni blenorragiche. Numerose citazioni bibliografiche completano in ogni Céllpitolo l'esposizione ·d ei sin.g oli a rgomenti. 1

M . AGOSTINl.

\V. \v' IGNAL. Pré cis à'Elettrophysiologie. Dédu ctio11.s cliniqucs et tl1éraip eutiques. ·G. Doin, éd. , P aris. Fr. 6. Ne! volumetto che condensa tutte le nozioni 1p iù necessarie in poco più di centocinquanta pagi11e, sono esposti il 1nodo d'agire delle corr enti elettriche sul r1ostro organismo, ed il modo di re;:i~ gire di esso ; da ta.li principi so110 d edotte le applicazioni cliniche e terapeutiche generali. L' es~osizione è elementare, chiara [precisa e moderna, e l'-~. si augura che la sua lettura, bastevole per una idea esatta se pur elementare, potrà spi 11gere i vo 1entero si a perfezionare e a completare la cultura nei grandi trattatL Noi rico11osci.amo cl1e esso rispon·de ad un bisogno sen tito del medico pratico, qu ando ricordiamo le ripetute i ·j cl1ieste della nostra 1posta d egli abbonati. 1

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T. P. IY" Interessantissima pubblicazione: Prof. LUIGI FERRAN.. INI della R. UniTersità di Napoll

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IL

POLICLINICO

BtCBDEMIE. SOCIETA MEDICHE. CON6HESSI. XXXI

Cong1~esso

di Medicina Inte1·na.

( Vedi fas cicolo precedente ). 27 ottobre 1925. Seduta antimeridiana. Ore 10. - Presidenza : SCHUPFER.

Relazione del prof. D'AMATO (Napoli) . ,

Le cirrosi epatiche. (Anatomia patologica e patoge11esi). Conclusioni.

I. Una classificazione razionale delle cirrosi epaticl1e non è possibile allo stato attuale delle nostre cognizioni. Se si sceglie per tale classificazione il criterio etiologico, ci si trova dava11ti alla difficoltà che l'istesso agente etiologico 1pl1ò produrre quadri anatomo-patologici e clinici del tutto <'li.versi. Se si sceglie come base il criterio ar1atomo-patologico, ·si trova che l'istesso .quadro ano... tomo-patologico può essere provocato ·da agenti zn orbosi diversi. Si aggiun.ga che durante la evo1uztone dell'istessa malattia, il quadro anatomo-· patologico può trasfor1r1arsi. Le barriere anatomo-patolog·iche, le quali se1nbravano separare n etta.rn ente fra di loro i diversi • quadri nosografi ci, si sono di molto abl;>assate; sicchè la clinica, la quale p er molti anni aveva t'i:p osato sulla classificazione anatomica , ha dovuto andare in cerca di nuove basi e di nuovi criteri differenziali. Si è tentato di prendere a base i sintomi fondamentali òelle cirrosi, cioè lo stato del f egato, il tumore di rnilza, l'ittero, l'ascite; ma qi1esti sin tomi, se possono essere utilizzati per classificare le così .dette forme tipiche, non servono più per intendere e differenziare le numerose forme intermedie e non -danno sempre l'idea complessiva completa del quadro morboso, se non vi si aggiunge anche 1possi'bilmente la qualifica etiologica. 1

II. Il concetto cl1e tuttora domina nella istogenesi d elle cir.rosi è ancora quello stabilito da I<retz, l\tiac Callum, Fiessinger , Fabris e tanti altri: che cioè le sostanze nocive agiscono :so:p ra tutto sugli elementi parenchimali del fegato, i quali cadono in necrosi, e formano dei vuoti che vengono colmati dal tessuto connettivo. Il paren· chi ma epatico reagisce con sforzi di rigenerazione. Ne ~·isulta u11 perverti1nento d·egli acini epatici, che costituisce la nota caratt eristica delle cirrosi a ti.po granuloso. Il processo non s'inizia attorno ai Ya i iperilobulari. Non vi sono linee nette di <lctrtnrcn.zione tra le cirrosi atrofiche e quelle ipertrofiche. L'iste~so tipo i ~ tologico di cirrosi può dipenrlcre da condizioni etiologiche diverse, pur che agiscano all'istesso modo sul fegato. Ed a seconda che ngiscono con inten itù maggiore o minore, in modo più <liffu ~o o più circoscritto, in modo a.cuto, .;;u)t-acuto o cronico, dando maggiore o minore 0111portt1nità a.I parencl1i1nu epatico ·di rigenerarsi

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e al connettivo di proliferare, si avranno quadri istologici diversi ed ancl1e farine cliniche diverse, n1algrado la nnità etiologica e patogenetica del processo morboso . In alcuni casi si 1può am1nettere che contemporaneamente o successivamente agiscano sul fegato diversi agenti morbosi. E molto proba·b ile che nello stabilirsi ·dei ·diversi quadri patologici intervenga il fattore individuale, costituzionale, il quale influisce nel determinare il grado di resistenza e la maniera d'i reagire ·deg·li elementi istologici ·d i fronte alle cause nocive. Un nuovo fattore istologico è stato preso ~n considerazione in questi ultimi anni nella istologe, nesi delle affezioni del fegato, ed 1è il sistema reticolo-endutel·i ale, al quale si sono attribuite funzioni così im1portanti nella fisiologia umana. Si è visto che questo sisterr1a s'ipertrofizza e s'iperpla· sizza in iparecchi processi morbosi del fegato a tipo sclerotico, potendo il tessuto fibrillare trasfornlar$i in tessuto collageno. Sperimental1nente si è pot?1to dimostrare questa maniera di comportarsi delle gitterfasern di fronte a 1p arecchie cause noéi.ve cl1e agiscor10 irritando o necrotizzando delle aree di tessuto epatico. Anche il tessuto connettivo ·perilob11lare, .d i origine ,g lissoniana, entra in proliferazione con una intensità cl1e non sempre è proporzionata a •q uella che subisce il sistema reticolo-endoteliare . Mancano però finora delle ricerche co1nplete sul modo di comportarsi di questo sistema nelle diverse formP. di cirrosi epatica, e più specialmente 11 elio forrne bil:i ari, dove sarebbe stato particolar· lnente interessante seguire le alterazioni di que· :to sisterr1a, al quale si attribuisce una parte così i1nportante nella patogenesi degl'itteri. III Molti amrr1ettono che la cirrosi atrofica del Laennec sia .p receduta da un periodo ipertrofico ~cirrosi atrofica post-ipertrofica); ma altri anato1nisti. 1patologici lo nega110. A·d ogni modo, accanto alla forma di · Laennec bisogna metterne un'altra, studiata da Hanot e Gilbert, nella quale l'ascite è accompagnata da tumore di fegato e di n1ilza, ed u11a terza nella quale vi è solo tumore -cl i fegato e di 1nilza e l'ascite manca, oppure può apparire in ultimo. E nota la cirrosi epatica del morbo di Banti. Eippinger l1a creduto di isolare un'altra varietà di cirrosi che ha ·dei lPUnti ·di contatto col morbo di Banti e alla quale ha dato il nome di cirrosi sple11 ort:f galica. I11 questa forma si osser,·a un fegato cirrotico, granuloso e un grosso tumore di milza, senza a scite e senza ittero perma11ente. L'etiologia ignota, il progressivo i11grancfimento della milza, il O'rande beneficio cl1e riceve dalla splenectomia la ra"'ricinerebbero al morbo di Banti, del periodo preascitico; ma se ne differenzia, secondo l'Eppi11gcr, perchè : 10 s'inizi~ con disturbi gastro-intestinali o coi fen omeni dell'tittero catarrale; 2° istologicamente la milza presenta una fibroaJenia, n1n non identica a quella delle milze bantiche, perchè non comincia mai dai follicoìi. l! nn yarietà cli questa forma, egualn1e11te de· ~

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SEZIONE PHATlCA

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scTitta da Eppi11ger si accompagna a grave ane, U11a forma interessante di atrofi a , no11 cirrotica e ini~, che ricorda quasi l'anemia perniciosa. norL inarantica, fu ·descritta per la prima volta nel Gli elementi forniti dall'Eppinger per differen· 1875 -d a Luciano Armanni. Un'altra forma di atroziare questa f orrr1a morbosa dalle altre non semfia speciale, accomipagnata da leggera proliferabrano sufficientemente d1mostrativi e convincenti. zionE' connettivale, da abbondante proliferazione Un posto speciale ~etta alla cirrosi eipatica che degli en·doteli e da pigmentazione giallo-bruna .si QSSer\'a n el morbo di ' Vilson. E un'affezione gio .. delle cellule epatiche fu descritta da D'Amato n el YaniJe, familiare, forse a11c.he eredo-familiare. Il 190-2. Queste forme non 1possono essere consi1derate fegato si presenta irregolare, a bernoccoli grossi, corr1e vere forme cirroticl1e. Esistono ·p oi vère f or .. molto ·m aggior.i •d i 1quelli delle ·comuni cirrosi. Le me cirrotiche, ascitic·h e o non, complicate con diacaratteristicl1e istologiche d el fegato cirrotico in betE-. La più i11teressante è la cirrosi pigmentaria rq uesta malattia sono l'attivissi1na proliferaziOi1e di Hanot e Chauffard, che oggi si preferisce di dei vasi biliari e dei vasi sanguigni e i processi cl1ia1nare emocromatosi. molto attivi di rigen erazione delle cellule epatiLa 1patogenesi di questa forma rr1orbosa è ancora che; come, dal punto di vista clinico, i disturbi tnolto oscura. Interessanti sono gli studi •di Aua carico del fegato sono così poco a ccentuati da scll er e r.apicque, i quali l1anno dimostrato che il passare spesso inavvertiti. La benignità dell'affepigrnento de])ositato nei visceri è un idrato di ferzione sen:'bra che siu. insita nella malattia, la quale ro, di cui h anno determinata la formula, e al quapern1ette un'attiva rigenerazione di capillari san- le banno dato i1 nome di rubigina, mentre che il · g11igni e di cellule eipatiche. · pig1nento della 1pelle è ·privo di ferro ed è una La cirrosi epatica è stata osservata oltre che n1elanina. Hueck invece accetta la vecchia distinnella malattia di Wilson anche nella p seudo sclezione del 1p igmento fatta da Recklinghausen e da r osi di Westphall-Strumpell, che molti identifi- Scbmidt in emosiderina e'.d emofuscina : soltanto cano con la prima, e nel cosi ,detto spasmo ·d i ritiene che anche l'emofuscina, convenientemente torsione (Thomalla, Wimmer e Neel) . trattata., dia la reazione del ferro. L'emofusc.ìna Non è facile spiegare la 1patogenesi di questa 8ar ebbe un lipotde, ed ecco 1perc.hoè Huecl< pro,p one cirrosi e i suoi legami con le lesioni dei nucl ei di chiamarla lipofusci na. d ella base. L'i1Potesi dii \Vilson ohe la malattia del NeJl'emocromatosi si ha accumulo ·di pigmento fegato precede quella dei .centri nervosi, per quanferruginoso negli organi interni e specialmente riel to suffragata da qualche caso clinico, non si può fegato, dove si. è calcolato che si possono deipo · dire sicuramente dimostrata. Il ravvicinamento del sitare fino a gr. 38.7 di ferro (Anschiitz e Heszmorbo di Wilso11 all'ittero nucleare ·dei bambini Zurhell e). •L a resistenza globulare in questa madi Schmorl e Beneke non illumina affatto la pa- lattia è normale o idi poco abbassata. Il sangt1e togenesi del male, 1p erchè anc·h e quest'ultima è non contiene nè auto- nè etero-emolisin e; non vi una malattia fa:miliare a patog·enesi oscura. è a11mento de·l le emazie granulo~ilamento se . La malattia di WJlson deve essere classificata, Diverse teorie si contendono il campo iper spiegare la patogenesi. Le pri11cipali sono: la emolisecondo Hall, nel gruppo delle affezioni eredi· 1ica (Regaud e Duvernay), la epatogena (Hanot e tarie, che Gowers 1designa col nome di abio trofie. Il fegato e i centri nervosi am·m alan9 contempo- Chauffard), la mista, epato-emolitica (Fiessinger e raneamente, per debil.Jità congenita, sotto l'azione T... aurent), la teonia ·di Ep·p inger, che invoca una insufficienza primaria 1delle cellule ·deputate fisiodegli stessi agenti nocivi. logicamente al trasiporto 1del ferro . I siderociti Ha un certo valore il fatto ricercato in questi avre1b bero perduta la proprietà di eliminare il ultimi teTI11Pi che anche negli infermi affetti da sin-drome post-encefalitica o da morbo di Parkin- · f rrro loro pervenuto. È più facile dimostrare la inesattezza di ·queste son la funzionalità epatica si presenta spesso scateorie anzi che costruirne una nuova, che sia atduta. Ha un signifiicato ancora oscuro la pigmentendibile. tazione grigio-verde della cornea, che si osserva costantemente in tutti i casi di morbo di Wilson. i\1erita un cenno speciale una form a r ara, ma V. La cirrosi iperirofiica biliare del ti'PO Hanot interessante: la cirrosi di Cruveilhier-;Baumgarten, esiste, ma 1è molto rara, quando si voglia tener nella quale, .com'1è noto, Si osserva la persistenza conto ·delle note istologiche fon·damentali ·descritte della vena ombelicale ed uno svilupipo considere- dallo stesso Hanot e 1p oi id a 1K retz e da Fabris. Juevole delle vene paraombelicolari. La 1Patogenesi ste note consistono essenzialrnente in processi di di ,questa ·forma ,di cirrosi n on iè affatto chiara. iperiplasia e ipertrofia delle cellule epatiche e in Recentemente il Bastai, n ella clinic'a del Mic·h eli, un pcoc.esso proliferativo, che non si deve ritenere • l1a trovato in qu esti casi la stenosi congenita delle i.niziato dai dintorni dei vasi biliari nè gros~i n è piccoli. Non vi € pervertilnento del piano struttu~ venG sopraepatiche : reperto .c he ren derebbe conto rale del fegato. d ella 1sindrome mo1'bosa . Si osservano 1p oi quadri morbosi che clinicaIV. ~Colto complessi sono i rapporti fra cirrosi 111ente si confon·do·no con la cirrosi di Hanot, ma epatica e •diabete. Nel ·diabete si 1può trovare un che se n e differenziano p er le note anatomo-istofegél to ingrandito per semplice iperemia oppure logicl1e del fegato. A questa categoria ap1parteni11durito. Più raramente si può trovar e atrofico. gono i ca si descritti id.i recente dal Grep1pi, ai 1

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qua li eg1 i dà giustan1ente il nome di epatite iperpeg·gia la d egenerazione grassa 1più o ineno avantrofica i11fettiva. Lo stesso si dica di alcuni esiti zat~ delle cellule epatiche. Molte volte la proli·della colangite lenta, studiata specialmente dal ferazio11e connet~ivale sembra dipendere dalla tra~aunyn e da Umber. Questo processo infettivo sformazione fibrosa ·dei tubercoli. cronico ·d elle più fini radici biliari st10Je attacBrault e L~gry non cr edono che sia •din1ostrato car e anche il 1p arenchima epatico e stimolare una n eanche sperimentalmente che la tubercolosi possa proliferazione conni?ttivale con disposizionì diverprovocare nel fegato delle lesion~ così dilffuse e se, ir1 mo.do che si produce una cirrosi, la quaìe, se · cosi avanzate come quelle él1e si vedono nei cocondo gli Autori te deschi, pren·d erebbe, a seconda muni processi cirrotici. dei casi, l'aspetto ora della cirrosi di Laennec ora Un posto S1peciale merita la così ·detta •pseu,,docirdell a forma di Hanot. Non si •p uò consentire che rosi pe:nica:vditica di Pick , la quale è una cirrosi si produca in tal modo il vero morbo di Ha11ot, ma capsulare che accompagna la sinfisi pericardica, si può rit enere che la colangite produ ca un q11aed è spesso di natura tu•b ercolare (Schupfer) . dro clinico e anatomo-patologico cl1e somiglia molVII. La sifìli1de 1p uò indurre n el fegato lec;ioni to al morbo di Hanot. svariati.ssi1ne, comunemente note. Vi ·è una cirDalJa forn1a ·di H anot van110 nettamente separate rosi volgare di natura luetica, che ha però qualle così 1dette cirrosi biliari da stas1, di1p·ende11ti che carattere istologico speciale; ed è noto che da occlusione cronica d elle vie biliari. Così pure vi è una forma di cirrosi ipertrofica biliare a tipo · debùono essere separate, rper le diversità ·del reHanot, oltre alle comuni forme sclero-gommose. perto istologico, 1quelle forme ·di cirrosi ipertrofica E i10La la epatite interstiziale d ella sifilide erebiliare che si osservano nella cal colosi epatica ùi taria. lung·a durata e nelle 1quali si trova spesso un' oc~1a vi 5on0 delle f o rroe di sifilide eipato-splen1ca,. clusione 1p arziale delle vie bi1iari. specialmente da lue ereditaria, che m entiscono abUn posto a parte merita. la cirrosi ~pertrofica bastanza bene il morbo di Banti: l'esa1r1e istolobiliare dj n a turn. sifil itica, descritta dallo stesso gico ·dimostra che si tratta di due processi diversi. Ha not: clinicamente si confonde con l'altra; ma è dubbio se la si·fili:de possa pro•durre 11n quadro Recentemente è stata richiamata l'attenzione da istolo.g·ico n o11 differenziabile nei -dettagli microJaoquinet anche sulle epatiti luetiche 1parenrl1i-scopici da quello della classica cirrosi di Hanot. n1a11, nelle quali, sebbene vi sia un leggero auVi è poi da consi1d erare la possibilità di cirrosi mento di co1111ettivo, non .è a parlare di vere cirgran ulose anitt ertch~, che •diventano itteriche p er r osi. Esse .p erò possono r a1ppresentare con probabilità iJnO dei primissimi staidi rdella lue epatj ca, il sopraggiu11gere ·di u11a infezione o ·di un'altra che a lungo an·dare può finire con la cirrosi. causa. .l\nche la 1Pre.senza .di iparassiti ani·m ali n el fegato Infine sono stati seg11alati casi di tumore apatoum~no può provocare t1n qua·dro clinico che sospl€11ico da sifilide terziaria corr1plicata da anemia miglia a .quello della cirrosi di Hanot . T ale è il pronuµziata . Questi casi presentano interesse, socaso di varietà ·di distoma, che più spesso è d el pra tutto perchè documentano i rapporti che intergenere opistorchis : la malattia è 1P·i ù frequente nei cedono fra cirrosi e apparato emato1p oietico. tropici e in alcune contrad e ·d ell'IA.sia. Vili. La malaria, rite11uta per molti a11ni u110 VI. E fuori dubbio che la tubercolosi possa lodei fattori etiologici più frequenti delle cirrosi calizzarsi nel ifeg.a to e che i v eleni tu.b ercolari epatiche, iè stata ·detronizzata quasi 1del tutto i11 esercitano un'azione nociva su quest'organo, come seguito alle ri·cerche precise ed autorevoli della è stato dimostrato a11che sperimentalmente : ma scuola idi Rorna (Marchiafav·a e Bignami, V. Ascoi1on è iper nulla !Provato che la cirrosi atrofica del li Dionisi). Tuttavia i1on mancano qua e là de' Laen11ec possa essere di natura tubercolare. E crizjoni di ca si clinici sospetti. Forse l'opi11ion e ben .sicuro invece che i processi cirrotici del fepiù esatta è quella di V. Ascoli, il .quale ritiene g:lto favoriscano lo sviluppo secondario della tucl1e l'i11fezi one malarica fPredisiponga il fegato a bercolosi. rise11tire più fortemente l'azione nociva di alcuni . La t ubercolosi può in·d urre p erò delle alterazioni veleni epatici, che forse non avrebbero intaccato nel fegaflì o a ti po paren chirnale, com'è !'e.patite u11 fegato sano. Così alcuni casi di cirrosi da inanodulare. del Sabourin e l'epatite 1parenchimule di laria andrebbero più gi11stame11te interpretati coGilbert, oppure a tipo interstiziale e parench1rne cirrosi ·da cnuse mulfiple. i è pensato che il male insieme, come è la :forma di Hutinel-Sabouturnore cr o11ico ·d i milza d a malaria p ossa divenr in, i1ella quale la proliferazione •del tessuto intare una sorgente di intossi cazione epatica e quinterstiziale è accompagnata da diffusa 1degenerazio· cli di cirrosi. Questa opi11ione, sostenuta da clinici n e grassa d elle cellule epatiche. E da notare che c1ninenti come Chauffarrl, Cardarelli, Rumino, Cain quest'ultima forma morbosa è in g.iuoco anche s telli110, è fondata su o servazio11i molto serie, e J'intos icazione alcoolica a ccanto a quella tubern1eriterebbe di essere S\iluippata con nuove indacolare. gi11i scientifiche. Han ot e Gilbert, Hanot e ·Lautl1 11anno <lescritto IX. La milza l1a u11a parte importantissima nella. par~cchi altri tipi d1 epatiti tubercolari, ma in i1atologia e nella clinica delle cirrosi epatiche . tutti , acca11to alla proliferazion e connettivale, cam1

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SEZIONE PRATICA

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è· più lecito sostenere che la milza i1elle cirrosi a·sciticl1e sia semplicemente una milza da stasi. Gauckler, che .fece il 1p 1imo stu1dio sistematico sull'argomento, dimostrò che l 'ingrandimento della milza è dovuto princi·palme11te alla sclero's i i.ipertrofica della ~olpa. Egli rilevò anche l'abbondanza di macrofag.i nel r.eticolo splenico, e quindi iu il primo a stabilire · che la 1r1ilza cirrotica è una milza eritrofagica. 1Le istesse alterazioni ·descritte nella milza della cirrosi ·atrofica il ·Gauckler le trovò nella cirrosi biliare tpertrofica e in alcuni casi di splenomegalia primitiva; però nella !orma atrofica si trova un'organizzazione meno avanzata che nelle iforme i·p ertrofiche. Eppin.ger volle iparagonare la milza della cirrosi ipertrofica con quella della splenomegalia emolitica, e trovò che i due reperti istologici erano all'ingrosso diversi, ma presentavano qualche 1p unto di contatto, secondo lui, molto interessante. Infatti le cellule ·d i Kupfer erano ricchissime di ferro e di eritrociti, come nelle splenomègalie emolitiche . Inoltre vi era un enonne afflusso .di sangue nella po~p·a .splenica, cioè in un territorio ·diverso dai · seni e dai capillar.i sanguigni, come nelle affezior1i a tipo emolitico. E vi erano Sipiccate alterazioni nei vasi della milza, a cui Eppinger ha dato gran peso, perchè pensa che gli eritrociti usciti dagli spazi rivestiti da endoteli vadano fatalmente incontro alla distruzione. Siccl1è per E·p pinger la milza delle cjrrosi biliari sarebbe a spiccato tipo eritrofagico. · .l\.ltri tipi istologici• di n1ilze n elle cirrosi epatiche so110 la inilza fibroad enica •del morbo di Banti, la milza sifilitica e la 1T1ilza ma:larica; ma queste lesioni sono così universalme11te note che non è il caso d·i riferirle.

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XI. l\iiancano ricerche sistematiche sullo stato del midollo osseo e delle glandole linf at1che nelle cirrosi. Nelle cirrosi biliari a tipo Hanot le lin.foglandole sono state trovate spesso ingorgate. BI>· pinger ha. insistito moltissi1r10 sulla 1partecipazion e ·del mi•dollo 0sseo ad alcuni processi cirrotici che si accompagnano con anemia, con esagerata emolisi opipure con fenomeni di 1diatesi emorragica. Il rnidollo presenterebbe spesso, secondo Eppinger, le note id i una più spiccata atti,rità; però alcune volte, per ragioni no11 sempre valutabili, il 1nidollo può presentare una depressione del~a sua funzione, ciò che alcuni chiamano collasso del midollo, con le relative consegu enze per la crasi sanguigna. Nel le cirrosi con ·diatesi emorragica a lui sembrò cl1e vi fosse un'esagerata distruzione di trombociti nella milza ed uria 1più attiva formazione ·di questi elementi nel mi•dollo delle ossa. Queste ricerche hanno bisogno di essere confer 1~1at e . ,. XII. La patologia sperime11tale si è affaticata da n1olii anni a riprodurre le cirrosi negli animali: Juesto scopo non si può dire c·h e sia stat o raggiunto in modo perfetto; m a in questo modo sono stati stu.diati una grande 1quantit.à di veleni e1patici capaci di pr ovocar e n el fegato alterazioni parenchin1ali e interstiziali assai vicine a quelle dello. cirrosi ùmana. L'alcool etilico non è tra i veleni 1più attivi; 1p iù nocivi sono l'acido lattico, l'acido acetico e l'aci1do. but.irrico e soprattutto il cloroformio, il fosforo, il tetracloroetano. P er arrivare alle lesioni inter stiziali bisogna usare •dosi piccole, ripetute per un te1r1.p o lunghissimo. Una s•p eciale .importanza per la patologia umana spetta alle ricerche .fatte con ali·m entazioni inadatte, ina11gurate ·da Ignato\vski e svilu1ppate specialmente da ·c11alatow e ·da altri. Queste ricerche dimostrarono che la so.m mi•n is.trazione di giallo d'uovo oppure id i colesterina pura induce 11el fegato degli animal.i e in altri organi (·specialmente l'aorta) alterazioni gravi : •quelle del fegato, secondo Ignatowski, possono ifiriire con la cirrosi. Ricerche analogihe fatte da D' A1nato con la colesterina non 1~iedero risultati identici : infatti si produsse un forte deposito di li1Poidi nel fegato e in altri organi, nell'aorta si produssero lesioni molto simili a quelle ·dell'arteriosclerosi umana, 1na i1el fegato non si Y-ide nessun accenno a reazione connettivale. Eguali risultati avevano ottenuto Anitschow e Chalatow. Queste ricercl1e di grande importanza 1per la patologia uma11a n1eriterebbero idi essere continuate. La patologia sperimentale 11a permesso di stu· diare l'istogenesi dell e cirrosi ed ·è venuta a risultati identici a quelli di K'r etz (Fiessinger 'e Wolf). Essa ha per1nesso a.i assodare un altro d'atto: che cioè molti dei così ·d etti veleni e1patici sono nocivi anche per altri organi, come la milza, il ipancreas, i rrni (D'Amato, P oggen-P ohJ, Rossle ed altri) : fatto sperime11tale che avvalora il concetto clinico che nelle cirrosi •m'identjca cau sa agisca sul fe1

X. Un altro orga110 leso frequentE>mente nelle diverse forme ·di cirrosi epatica è il pancreas, carne .dimostrarono Klippel e Lefas, D' .l\.mato, Steinl1aus e n1olti altri ·dopo di loro. Le alterazioni de pancreas sono state riscontrate non solo nelle cirrosi ascitiche con stasi iportale, ma anche in q11ell e in cui mancano i disturbi circolatori della vena por-' ta. Juesta rcostanza 1p ermette di pensare che le alterazio· 1el pancreas dipendano verosimilmente dall'istess , causa nociva cbe agisce sul fegato e sulla mil ... a. Le alterazjoni d el pancreas consj stono in lesioni parencl1imali ed interstiziali; nelle cirf')Si asc.it1che vj so110 ancl1e 1 p iù o meno gravi disturbi circolatori. Giammai l e alterazioni del pancre~s si possono ~aragonare per inte11sità a quelle del fegato; gl'isolotti di Langerhans presentano di r egola . lesioni mer10 Stpiccate e diifuse di quelle degli acin.i epatici. Sono note le alterazioni ·del 1par1creas nell'e1r1ocromatosi. Queste lesioni del pnncreas n ei cirrotici aiutano ad intendere le alterazioni del ricambio dello zucohero, che n on r aramente si osservano in questi infermi. Questa 1p9tesi, formulata •da D'Amato, è stata accolta da Eicì1horst, da Klip·p el e Lefas. Recentemente Cl1auffard Brodin e Zizine hanno espresso una ' 01pinione identica.


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IL POL lCL INICO

gato, sulla milza e sul pancr eas (Senator, Carda. rel li ed altri). XIII. La 1patogen esi delle cirrosi b ilia ri è anche più difficile a ricostruir e. Le ricer cl1e sperimentali fatte da molti osser vatori sugli eftetti della leg atura d el coled oco hanno dimostrato c·h e si possono produ r re n el f eg·a to alterazioni p ar en chimali e inter stiziali ch e somiglian o alla così detta cirrosi da stasi biliaré, m a n on somigliano affatto alla cirrosi di Hanot. 1'el1e cirrosi ~p e rtro ficl1 e ~iliari ·da calcolosi si dà giustamente maggiore imrportanza all'infe zione cron ica delle vie biliari ch e al fattore m eccanico 1della stasi incompleta . Da Kie11er in poi (1893) è n ella m en te ·di tutti cl1e la cjrrosi biliare di Hanot sia l'esponente di u11a infezione cr on ica del fegato o di u11a infezion e generale con localizzazioni a n cl1e n el fegato; u1a tutti i tentativi fatti 1p €r riprodurla provocando speri1nentalmente le irufezioni biliari, si possono ritenere f alliti. Le ricer ch e batteriologich e per isolare 1dei germi n ei casi ·di mo:i;bo di Hanot o di cirr osi biliari simili a •questo, hanno .iJ)ermesso di ricavar e germi 1diversi (b. coli, b. ,del tifo, enter ococco, sn·eptococcl1i banali o del tipo v iri da ns ); rna non si 1è 1potuto dimostrare la stretta spéctficità d ei g ermi isolati di fronte all' aflfezione epatica. Per alcune form e di cirrosi biliari si può ritenere che si tratti di u n esito ·d elJ a colangite l enta di Nauny n , che sarebbe p iù .giu sto cl1iama r e epatocolari gite lenta , poic l11è tutte le infezioni che la P,roduco110 esercitano la loro azione i1ociva anche sulle cellule epatiche olt·re che sulle radici delle vie biliari. La colangite cwpillare n on è da cor1fonder e con la com u n e angiocolite d ei grossi vasi, di cui non· si trova tTa ccia n elle sezioni n ecroscopiche. Questa p atogen esi non è appU.cabile al vero morbo di Hanot, nel quale gli osservatori più sag aci non hanno tr ovato n ote n è d i a11giocolite n è cli periangiocolite caipillar e. Un problema inter essante è la patog enesi d el1'ittero nelle cirrosi •b il1ia ri: questo iproblema non 1p uò non risentire le incertezze e le controversie che dominano a n cora la pa togenesi d elle itterizie in gen er e. E n oto ch e l'itter o 1delle cirrosi biliari è a tipo pleiocromico. Eppinger ha espresso di recente un'tdea originale sul si.gnilficato ,di questo ittero, s osten endo c·h e esso f osse in parte idi natura err1oli.tica . F ondava la sua Qpin ion e s ui segu enti criteri : 1) presenza di note,·ole quantifà di bilirubina n el contenuto intestinale di ·questi cirrotici; 2) stato dei fini capillari biliari, studiati col suo m etodo; 3) caratteri istologici della milza, ch e è a . tipo eritrof agico ; 4) emo s~d e ro si del fegato e d ella m ilza; 5) possibilità ·di a nem ie gravi nelle cir rosi; 6) a zione d ecisélim ente favorevole sull'ittero espli cata ·dalla splen ectomia. Accanto al fattore emolitico E1)pinger a rnmett eva anche d ei fatt ori ineccanici nella patogen esi dell' ittero cirrotico, che sarebbe perciò cli na tur a abba ~ tanza comiplicata. :>.ue te idee ono state combattute di recente dal P ietra , nella clinica del Mic11eli. Egli l1a visto in un bnon nu111ero cl'i nfern1i di cirrosi biliare cl1e la 1

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r~azi one di H. van ·de.n Bergl1 e1'a quasi se111pre

e.lir etta. :rrovò una gran de quantità di ferro 11elle c.ellule epatic~e e ;ferro e molte cellule :pigrrient1fere n ella milza. La biliruibina del siero era du 11 _ que una bilirubina da stasi; nelle urine vi erano i sa1i biliari. Non si .osservavano, negli infermi segni evidenti di .una piQ. attiva ri.g·enerazio11e dei sangue. Rela tivamente all'abbondante deposito di ferro, il Pietra osserva che nelle cirr<JSi il ferro è deposita to n elle cellule epatiche e non nelle oellule di l\:upfer, quin1di non vi arriva dalla milza. Non vi sar ebbe p er ciò nes•s un segno sicuro di emolisi esagerat a neg"li . inrf ermi di cirrosi biliare ipertrofica. . Il Pietra p ensa cl1e nella ipatoge11esi ,d e°'li jtter is.i debba dare il posto principale all e alt~razior1i della cellula epatica, le 1quali spiegl1erebbero anc11e la. rjtenzi.one ·del ferro. Egli non ammette cl1e 'vi sia. un rapporto fra quantità di urobilinoO'eno delle o urine e ·quantità ·di bilina fecale: tale rapporto, se è evid~nt e nell'ittero emolitico, non è eviden te n elle 1cirrosi. Infine non crede improbabil e che l'eccessiva eliminazio11e di urobilina e di bilirubi11a dipenda non cli.1 iperfunzione d elle cellule e1)atiche, m a da uno sca dim en tQ funzionale di qt1este. In realtà bisogna convenire che l'•Eppinger no11 h a for11ito pro,,e sufficienti per 1documentare la natura, com e egli •dice, p arzialmete emolitica del1'ittero dei cirrotici. Le ricerche sul sangue e quelle sul ricambio emoglobinico sono assolutamente .deficienti; .quelle istologiche non ·s ono nettamente dimostrative. Tuttavia il fatto ch e in iparecchi casi l'ittero è scomparso dopo la splenectomia 'h a un indiscutibile valore ed obbliga a ritornare s ulla questione con nuove ricerche. . La cellula epatica, cOJne aveva detto aùtorevolm ente lo Zoj a, e come sostiene ora anche· il P i etra , 1deve avere una parte importante nella patogenesi 1d i •questi itteri; ma io penso che ancl1e altri fattori entrino in giuoco. Tra i fattori non a11cora con<5iderati si può forse contemplare anc he questo: che il !fegato malato· secerne con tutta probabilità una bile alterata. ·M inkowski e Brauer riscontrarono 1dell'albu·m ina nella bile di alcuni infermi, e D'Amato con ricerche sperimentali dimostrò ohe Ja bile di an1imali sottoposti ad alcnne intossicazioni diventa r icchissima di nucleoproteide biliare e 1povera di sali biliari. La questione degl'itteri nelle cirrosi, malgrado i grandi progressi fatti in ·questi ultimi anni, d eve ritenersi ancor a allo studio. 1

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XI \ 1 • Xel grup.p o delle cirrosi di origine splenica

d orr1i11a indiscutibilment e il m orbo di Banti. S ~b­ bene alcuni ricercatori stranieri 1per sic::tano a 11cgarn P l'autonomia, tuttavia gli argom enti e i fatti rtirnostrati dal grande pa tologo fior entin o n on sono sta ti seriamente oppngnati. Dal punto di ,- i~ta anatomo-pa tologico so110 state ·d escritte l e~ i o ni fibro-a•de11icll e della milza in malatt ie diverse da qu cl1a cte1 Ba11t1i ; però in questi ca si la fibro-ad cnia c· ra .dtffic iln1en te omogenea e diffusa com P ucl •


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XXXII,

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SEZIONE PRATICA

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morbo di Banti, e sovra tutto no11 era dimostrabile che la fibro-adenia si generasse dai follicoli co1nA nella milza bantica. Sc11za ·dubbio si vedono in Clinica e ·al tavolo anatomico quadri morbosi che rassomiglia110 molto a~ mo:ribo di ]3anti. Alcune a:tìfezioni, fra le qual i la cirrosi splenomegalica descritta ·da Ep1pinger e alcune forme di slifilide epatosplenica, speri almente congenita, si confondono .faci.lme11te col 111orbo di Banti; n1a i qu.adri istologici di qneste malattie sono diver,si. Si è discusso se altre forme id i ·cirrosi siano di ùrigi11e splenica. Come è noto, lo Chauffard ritiene cl1e una ''ari.età ,di cirrosi biliare sia a precessio11e splenica. _.\nc-l1e nella malaria cronica il mio illustre l\faestro prqf. Cardarelli ha espresso il convincimento che la milza sia reS!J>onsa:bile della cirrosi epatica e· che la splenectomia fatta a tem1po salvi il fegato dalla cirrosi. E l'Eppinger nella cirrosi biliare ·~pertrofica, pur a1rmlettendo che l'affezione del fegato e quella della milza d ecor~ano in modo parallelo, crede che la milza aggravi le condizioni ·deJ fegato, le quali verrebbero migliorate dal1a splPnectomia. \ 11 è da i1otare ·Che l'esistenza di una vera cirrosi bili.are a precessione $plenica ha ·b isogno di essere meglio documentata. Nella malaria cronica, olt~e la milza, anche il n1idollo delle ossa è un recettacolo di germi; sicchè asiportata la milza non si è sicuri di avere .esti11ta l'infezione. Nella cirrosi biliare ~pertrofica -0cc0rronu nuovi studi 1p er determinare ·b ene .qual'è l'importanza fisio-patologica della milza. Slcchè la sola cirrosi ·di origJ.ne splenica be11 documentata finora rimane il morbo di Banti, sebbe11e si debba ammettere cl1e ·questo sia molto raro · e che possa esser e simulato da altri stati morbosi. 1

X\i. Nella ·p atogenesi delle cirrosi non va trascu-

rato il fattore costituzionale. È merito del De Giovanni e della sua sc·uola (sOi_Pra tutto Castelli.no, Viola, ·Messedaglia) di avervi ricl1iamato su l'attenzione deg·li stu1diosi. Recentemente Goldzieher e -C1hvostel< vi hanno anch'es•si insistito, a1nmettendo una ·debolezza congenita del legato in alcuni irlidividui o ir1 alcune ffamiglie, mentre il De Giovanni aveva am1nesso una tendenza congenita alle sclerosi viscerali. Il fattore costituzionale si rivela in mo·do chiaro -ed evidente nelle cosi ·dette forme familiari epatiche: il morbo di Wilson, lo sipasmo di torsione, -e poi le forme 1bili.ari, cl1e vanno dalla colemia se1r1plice familiare alle splenomegalie emolitiche, ·all'ittero nucleare -di Beneke e alle vere cirrosi biliarj ipertroficl1e. · ~essu n dubbio che iJ ,f atto re familiare giuocl1i u11a parte interessante nella patogenesi delle cirrosi. È compito delle ricerche future stu diare con :severe indagini quali s.i ano i fattori etiologici, anatomo-i stologici e fisio-ipatologici di questo fattore costituzi onale. 1

(Continua ).

XXXII Cong1·esso della Società italiana di Chi1·nrgia. (Veai fas cicolo precedente).

Discussione sulla occlusione intestinale. (1F orlì). - H a visto di1ninuire nella sua statistica 1a mortalità dal 40 % al 30 %, do1po che ha istituito in Forlì t1na perfetta organizzazione di pubbìica assjstenza e di pronto socc.orso. Ha avuto rCS ultati S 0d:disfacenti dall llSO dall'ip·ofisina nei casi di ileo post-laparotomico. Nell'ileo acuto usa sistematicamente l'ipofisina, riservandosi per ò d•i intervenire se il risultato favorevole non si. è ottenuto dopo un'ora o u11'ora e mezza. Non si è mostrata invece utile 1'ipofìsina nelle forme di ileo influenzali. con riflessi vag-0-simpatici. in cui ad un pariodo di par·a lisi fa seguito un lJeriodo epatico con crisi terminale diarroica. MATTOLI (Chieti). - Ritiene che l'eviscerazione debba limitarsi ai casi di assoluta necessità, nella maggior parte dei casi essendo possibil e di trovare il · punto .della occlusion e con un minimum di trauma oiperatorio. Rileva come in molti casi lo stato • degli infermi costringa il chirul'go a contentarsi dJi una semplice enterostomia; questa prati-ca non deve essere generalizzata poichè l'ideala chirurgico è di rin1uovere la causa dell'occlusione. L ' O. hh infatti frequen temente praticato, in casi di occlusio11e, anastom osi, esclusti.oni a resezioni con risultati migliori di quelli ottenuti con la semplice deriyazio11e del contenuto. L'O., infine, teme lo svuotamento delle an.se intestinalli, c-h e daYe quindi essere anch'esso riservato in casi specialissimi. DONATI (P adova). - tDesidera mettere in evidenza l'irr1portanza di alcune alterazioni nervos~ per lesioni dei n ervi contenuti n el mesentere che causerebpero dilatazio11i paretiche dell'intestino, in .cui ad un certo momento si può •s tabilire u11a occlusione acuta . .Le l ~sioni del sistema nervqso ·duodenale, da lesioni intrinseche ed estrinsecha (ulcere e cole-cistiti) possono causare dilatazioni della secon·da porzione diel duodeno temporanea e transitoria dapprima, ma che possono giungere fino all'occl usiona tipo arterio-mesenteriale, sulla quale i·attenzione dei chirurgi dovrà essere ri,·oJta in 1nodo special.e n ell'avvenire. l\il ARAGLIANO (Gen ova). - Ha constatato nei cani che tanto l'eviscerazione 1quanto la reintrodt1zione dei visceri n ell'addome determinai10 una caduta della pressione sanguigna, che è più rile,·ant.e nella seconda anzi,chè nella prima manovra. CERCHIONE (Soglian o). - Riferisce su di un caso di occlusion e intermittente determinato dalla compressione esercitata sul sigma da un lito1peJdion, esito di una gravidanza extrauteri11a verjficatasi 8 anni prima, e che guari per l'a1pertura della s acca nell'intestino il cui contenuto era divenuto •p urulento. Guarigione · dopo asportazion·e della tum efazione. CAMERA (Torino). - A proposito dell'invaginazione acuta dei lattanti, ritiene le cure medicl1e inutili e pericolose, in quanto fanno perdere un tem. SOLIERI

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IL POLICLI~lC:'J

po prezioso. Nel latta11te l 'eviscerazione, anche limitata, aggrava di molto la prognosi, per cui è bene 1praticare "Qn breve taglio laparotomico. BASTIANELLI PIETRO (.s. Giovanni Valdarno). - Su 27 casi di occlusioni intestinali . meccanicl1e 1'0ratore ha avuto dodici morti, cioè il 44 per cento di mortalità, ed in un caso d'ileo paralitico ha ottenuta la guarigione. In tutti questi cas-i la condotta operativa consistetta nell'intervento in un tempo unico, tranne che in un solo caso in cui fu praticato un ano artificiale. CAPPELLI (...\ncona). - Ritiene che spesso sia opportuno 1p·r aticare in primo tem1p o l'enterostomia, basandosi su criteri clinici desunti dalla sua esperier1za personale. Nei C3>Si in cui venga praticata la cura radicale, conviene svuotare preventiva1nente l'ansa ripiena al dis0tpra 1d ell'ostacolo. MAGRASSI (Brescia). - Rileva la grande rarità con cui si verificai10 nelle nostre regioni le invaginazioni intestinali, contrariamente a quanto avviene specie in Inghilterra, in Germania ed in Francia. Più frequ.enti sono invece da noi le occlusioni intestinali da elminti, n elle .quali 1però molto spesso if semplice ripos-o id ell'intestino ha par esito l'evacuazione .spontanea de.g li elminti. Non è dell'oplinione del MargaFucci che la tenera età del bambino controin dichi l'intervento. Il bambino, scarsamente resistente contro le infezioni, sopporta assai bene il trauma operatorio. UFFREouzzr (Torino). - Nella morte degli occlusi ha molta importanza il fattore della di'sidratazione. L'O. ha in corso ·delle esperienze nelle quali, praticando dopo la leg·atura del duodeno, la legatura del coledoco e la colecisto-digiuno-anastomosi, ottiene negli ani1nali così trattati una so·p ravvivenza maggiore di .quella che si verifica ,d opo la semplice legatura del duodeno. I veleni contenuti nelle anse escluse alte sono molto tossici ed ipotern1izzanti, mentre quelli delle anse escluse basse sono men 0 t'osstci ed 1pertermizzanti. Fa osser\•ure a Leotta cl1e all'esame radiolog(,co del duodeno è impossibfta distinguere nettamente le detformità organiche da quelle funzionali. BASTIANELLI R. (Roma). - L 'in.dicazione all 'interve:nto non si può basare sulla causa dell'occlusione ma sulla gravità del quaidro clinico. Non accetta perciò l'eccezione all'intervento che il relatore ha posto per le occlusioni ·da calcoli biliari. In linea generica egli è favorevole all'enterostomia, tranne che nei casi in cui sia molto facile rimuovere la causa dell'occlusione o sia necessaria una !Pronta rimozione della causa istessa. Non è con,·into che le radiografie mostrate dal prof. Leotta parlino 1per una stasi duodenale; tale nom en clatura si deve riservare solo alle forme nelle quali l 'ostacolo è nell'ultima porzione del duodenp e cl1e decorrono perciò con rigurgito duodenale dimostrabile radiologicamente e con sindrom e clinica bene studinta da Americani e da Duval. STOPPATO (rl sp. ). - ·Ritiene molto importanti le e~per i e n z~ che l'Uffreduzzi l1a in corso 1 perchè do1

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XXXII, F ASC. 47}

·vrebbero d·el ucidare anche la questione della prÒd. uzione ·d elle tossine nell'occlusione. Crede che la minore gravità dell'oc·clusione, quando sia deviato il circolo biliare, sia in parte dovuta all'eli1ninazi·one di un elem ento cl1e partecipa a d1eterrr1jnare la tossicità dal contenuto duodenale. Conviene éol ,Donati della imperfezione della attuale classìfìcazjone d·elle occlusioni intestinali mec·caniche, facendo notare, che ancl1e agli, parlandio d ei ·vari meccantsmi di produz·i one dell'ooclusione, ha .cercato di mettere in evidenza l'importanzn. del fattore funzionale. MARGARUCCI (risp. ). - Si compiace con il Solieri della bella organizzazione sanitaria da lui istituì. ta, convenendo nell'attribuire alla sollecitudine della cura, i migliorame·n ti operatori da lui con5tatati. · 0

E lieto che il Mattoli stia contro l'eviscerazione

totale sistematica, che in molti casi può essere evitata co11 lo ~vuota.mento imm·eàiato dell'intestino,. che deve essere eseguito con le 1più grandi cautele, dando la preferenza, per quanto riguarda la tecnica, ai tubi di ca:ucciù o cateteri di qual~he dimensione, che perrr1ettono un sollecito svuotamento ed imped{scono la filtrazione del contenuto i11testinale is otto la pressione dei gas sempre in forte tensione : a tutti questi requisiti risp-onde iI tubo di ~Ioynihan (a. cagione del suo calibro) quando se ne protegge l'impugnatura con compr.esse o in altro modo. Per quanto riguarda la resezione. dii cui il Mattoli v.orrabbe estendere le i11dicazioni, essa deve essere riservata ai solli casi ùi necessità (cangrena), mentre nella fase occlu'iva deve nrèvalere il principio di attuare il provvedimento più sern,plice e sufficiente. L'O. insiste, rivolgendosi anche al Bastianeili R., sull'opportu, i1ità, n ei casi di occlusione ineccanica neoplastica~ di limitarsi sul momento alla semplice derivazione fecale a m ezzo della enterostomia, come aveva g iil éspressarr1cnte affermato nella sua relazione, tranne alcuna 0ccezioni (vedi caso del prof. Cascino). L 'O. conosce . e ritiene giuste le idee del • prof. Bastianelli sulla -ciecostomia sistematica nelle occlusioni basse del colon e del ratto. Quanto alla via dii accesso certo quando la dia.g11osi di localizzazione può essere fatta prima, ad ' es., nel tratto ileo-cecale, un taglio laterale può essare utile, mentre nei ca.si .dubbi è più appropriato il taglio mediano. Quanto alla diagnosi causale, utile quando può esser.e fatta prima dell 'operazio11e, non è necessaria iper spi11gersi all'intervento; per lo p!iù essa non può stabilirsi che a yantre aperto. Con qualche probabilità può .essere fatta la diagnosi di occlusione da calcolo biliare, in cw~ non Si escluderà « a priori » un ter1tativo molto cauto di terapia incruenta (tanto più cl1e spesso i fenomeni occlusivi sono principalmente dovuti allo spasmo concomita11te ,, seguito ' in caso di insuccesso , dalla la1Paratomia e dall'e trazione. Il caso interessante del prof. Donati ùi eliminazi0ne spontanea di un'in\·aginazione 1

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[ANNO XXXII , FASC. 47]

SEZIONE

ileo-colica dimostra la rara 1p ossibilità di guari<?:ione spontanea dell'affezion e, che non è però I.Scevra di p ericoli € su cui n on è lecito contare. R ingrazia il prof'. Donati p er aver giustificato i Relatori, i quali sono diovut.i uscire dai limiti loro assegn ati ed occuparsA anch a delle occlusioni 11on acnte per gli importanti addentella ti che esi..sr.ono tra queste ultime e le forme acute. Al prof. Cappelli dice che il metodo di r asezione per in,·aginazione .del sigma, (n caso d•i cangre· na, è del Gt1kow, il qua le vorrebbe cl1e foss e adottato come metodo d'elezione, p archè dà risultati mi.gliori di quelli forniti dalle r esezi·onli 1segmentar-1·t p er via endoperitoneale. E d 'accordo col prof. l\1agrassi n el riten ere sia che l 'invagi11a zione, specia nei n eonati, è dia noi 1nPno frequente che n·ec paesi nordici, sia ~ he l ' ileo vern1inoso. a pref er2nza anche .dell'ileo biliar e, va inizialmente trattato medi calmente. Il prof. AlessaJJdri l1a giustamente detto che nella fase occlusiva le operazioni radical i non ind1'. span' sabili sono da evita csi, e con il m edesimo il relatore è d'ac·cordo n ell'aver· ottenuto buoni risultati dal m etodo di r esezion e Jesset-Bar k er-Itydygiar.

Comunicazioni. PASCALE (Napoli). -

Patog enesi d el l 'ulcera p eptica del dive1-·ticolo d i 1W. ec k et e suoi rapporti con alcuni tumori e f isto l e d ella regione ombelicale~

- L'O., con una chiara esposizion e e con numer ose !Proiezioni di sch emj, preparati microscopic1, 11a dimostrato la evenienza di ,queste infrequenti affezioni, insistendo sui rapporti ch e decorron0 tra ai.cuni tumori e fistole della r egione ombelicale con l 'ulcera p eptica del diverticolo di Meckel. 1

ANZILLOTTI (Livorno) . -

S1llla cu ra d·i alcune lesiorti che producorio stas'i ne l tubo gas troenterico. - Richiama l'atte11zione sull e cosidette peri-

visceri ti chP prendono l'aspetto ·di membrane di Jackso11 (1p·ericecali e pericoliche) o di Harris (a livello della region e piloro- duodenale). L e 1p erigastriti sono assai più rare· delle p eri1duod eniti, delle quali 1'0. illustra la si11tomatologi a e la patogenesi sia congenita che aoquisita, infiam111atoria, forse tubercolare o sifilitica. Accenna alle p erivisceriti del colon e del cieco, p er p oi 1passare a trattare della teraipia .di tali affezioni. La rimozione delle membrane, eseguita i11 vario modo, è indicata i1ei ca si se111plici, m entre n ei ca si complica ti si Ten•d e sp esso n ecessaria una opE>razione derivativa. TruvoJta la rimozione d elle m embran e non dà la guarigione, perchè lo stomaco o l'intestino rimangono inerti: in •questi casi è necessa ria la d erivazione d el contenl.1to intestinale; i1elle 1p er icoliti e peritifliti spesso la sezione delle m embrane e le 1plastiche i1on sono sufficienti e si r ende necessaria una ileo-colostomia. 1

D ls r:1.1,s si orie.

(Pisa). - Non ritiene frequ ente la natura t.ubEr coJare delle perivisceriti, per la c ui proTADDEI

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PF:\TICA

d1Jzione bastano comuni flogosi endo- e quindi p eriviscerali. Nelle membrane peritiflo-colicl1e convien e di fare la cieco-sigmoi dostomia e non la ileo-sigrrtoidostomia, in seguito alla quale rima11e ristagn o cecale. LEOTTA (Bari). - Osserva cl1e il termine di ,p eriduodenite non può com1pren.dere tutte le varietà d i i11ernbrane o briglie, ipoichè alcune di 1queste son o certarnente di natura non infiainmatoria; basti citare la occlusione arterio-mesenteriale. ANzrLLOTTI (ris p. ). - Al T addei fa osservare che tra le perivisceriti vi sono forme tubercolari, sifilitiche e ba nali, spesso di ori~ine appendicolare. Quanto alla a11astomosi p e~ 1p·er icolite egli 11a avuto buoni risultati con l'ileo-coloste1n ia • Al Leotta risponde cl1e il termine di 1p eri, iscerite è eclettico, senza indicare solo lesioni i11fia1nn1atorie. 1

1

Sediutll antimer:·diana del 26 ottobre. P r esidente : ALESSANDRI. PARLAVECCHIO (Pal errr10). -

Importanza e

risultati della cura ch iritrgica d ei pantoptosici. - Ri-

tie11e cl1e i pantoptosici debbano essere trattati cori cura chirurgica, e ch e 1POSsibilme11te ·d·ebba no esser e trattati con l1na sola operazione an cl1e multi·p l a, nella quale si deve cercare per lo m r 110 di fiss:i re il vi se ere o il gruppo di visceri più i1nportanli o più graveme11tc ptosici. Rileva l'importanza di l1na diagnosi a ccurata e rp recoce. Rig·11arclo alle tecn ica è ·de] tutto inutile accorc iare i legan1e11ti allungati. E preferibile costruire con !e1nbi apo uevrotici dci lega111enti artificiali. P er la gas trop essi l'oratore, dopo aver eseguito una gastroen ter0stornia con escl u sio11e pilorica e I' arri<:cia1nento gastrico, cr ea u11 legarnento artificiale prelevato dall 'aponevrosi del retto fissa11dolo da u11 lato allo stomaco e daJ l'altro alla fa ccia i11feriore del fegato ed al diaframma. Su 5'4 casi curati in 1ale maniera l'O. ha otte' n uto altrettante guarigìo11L D iscussione .

FASANO (Asti ). - Co11ferma i risultati di Parla, v ecchio sulla sua esperienza di tre casj operati però con il metodo ·P erthu s modificato e guariti. E anch'egli, infatti, da lu11go tem1Po ·dell'opinione che per la rna nifesta influenza d alla ptosi epatica sulla iptosi ga str ica , è n ecessario, per corr egger e ql1est' ultima, agire prima .sulla ptosi epatica. PARLAVECCHJO (ris71. ). - Il liga1nentu111 teres è ta lora molto sottile, la r esistenza n on paragonabjle a quella d ell'a·p onevrosi del retto. Il rriegaesof ago idiopatico e la sua cura chlr1J,l'[)iCa. - L'O. riferiscr Sll due casi

TADDEI (Pisa). -

<uon10 29 a., ragazzo 15 a .) in cui esisteYa una cons·iderevole dilatazione 1del1 'esofago (ristagno , rigurgiti, deperimento) ch e in corrisponde11za clel imbutiforrr1e. 1passaggio ·diaframmatico ·diven iva


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IL P.OLICLIN ICO

[AN~O

XXXII, FASC. 47]

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Nel prin10 caso, i11 condizioni gravi, ;fu eseguita una gastrostomia, seguìta da notevole miglioram ento delle condizioni gen erali. 1V1a 1'01p erazione più razionale è l' esofago-frenolisi (liberazione dell'esofago dal diaframma, su o stiramento in basso per 4 cm., nuova fissazione con catgut dell'esofago al con torno d ell'orificio ·d iaframmatico), che l'O. ba eseguito n el secondo caso, con notevole migliorarr1onto dei d isturbi. Quanto alla p atogen esi l'O. ammette che si tratti o di una atonia o piuttois to di uria stenosi relativa p er formazione di volvolo o d·i angolatura in oor11ispondenza dell 'orificio dia.frammatico JJis cus sione.

.A.LESSANDRI (Roma) . - Il m eg·aesofago n o11 legato ad ali~razioni organiche è più frequente di quanto si possa ,p ensare. Egli stesso ne ha osservato recentemente due cas-i, n ei quali però la sintomatologia fac eva piuttosto pensare ad un carèLio1spasmo anzich·è alla 1p atogenesi ammessa dal Taddei. In appoggio della natura cardiospasti·ca dell'affezione starebbero anch.e i buoni risultati otte11uti da alcuni con la inoilsura longitud1inale della muscolatura del cardias. Quant o alla via di accesso al cardia:s egli p·r ef erisce quella posteriore (Gregoire, Duval ). P . BAS1IAl'lF.LLI (S. Giovanni Val 1d'.A rno). - Ha osservato di rece11te un caso di dilatazione idiopati ca df;ll' csof~go (25 cm.), in cui a causa delle condizioni di inanizione si 1è limitato ad una digiun ostomi3. provvisoria alla quale egli ha int enzion e di far seguire un trattamento radicale. T.ADDEI (risp . ). - Anche l'O., com e Bastianelli, ha osservato :dilatazioni d ell'esofago, maggioii di quelle descrj tte, m a per lo 1Più di natura cicatriziale. A.l prof. Alessan·d.Ii risponde ieh e sebbene il decorso dei suoi casi farebbe escludere la. natura s1pas tica, tuttavia la esofago-frenolisi potrebbe anch e avere l'effetto di mo·d ificare l'innervazione e quindi lo spasmo. Quanto alla via di accesso egli ha trovato così opportuna 1quella anteriore da lui seguita, che n on ritiene id i d overla m odi-ficare.

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OLIANI (1'hiene). - Modi f icazione alla resezione. Billroth I. - Esp one una modificazione alla resezi0ne Billroth I : OO{Po aver liberato e sezionato il duodeno, si chiude il moncone distale con sutura l irieare . Eseguita la resezione pilorogastrica si procede ad una anastomosi latero-laterale tra stomaco e duodeno. L'O. 11a esperimentato largame11te il suo metodo e cr ede di ~oterlo con sigliare. BIANCHE111 (\iarallo Sesia). - Sul cosidett o mioma circol.are del p iloro. - Un caso di j'Pertrofia dello sfintere pilorico in una donna di 61 a. , in c11i fu fatta diagnosi di carcinoma gastrico._ Ritien :> trattarsi di ..una forma idiopatica probabilmente di natura nervosa. Fa rileyare le difficoltà diagnostiche e l'erron eità del termine a mioma cirrulare del piloro u. ..\.fferma che solo una cura radica.le può dare risultati definitivi. •

P. BASTIANELLT. -

Non si cleve senipre pensare ad 1Ll.c1era peptica dinarizi ad emate1nesi a distanza in gas trojejun.ostomizzati ed esclusi. - ~on sem-

pre davanti a·d ematemesi e melena a distanza, in gastroenterostomizzati ed esclusi si deve pensare ad ulcera peptica. Ritiene che con la gastroenterostomia e l'esclusione ci si m etta fuori dalle con dizioni in cui l 'ulcera peptica si svilup1pa e che l'eqt1ilibrio del trinomio offesa acida difesa alcalina, r esistenza biologica impedisca la' forn1azio11e dell'·ulcera. A sostegno di 1queste sue vedute r iferisce su ·due .casi 1da lui osservati in cui l 'i11tervento per gravi ematemesi o m elen e, in soggetti precedentemente gastroenterostomizzati non fece apprezzare alcuna lesione ulcerosa. In uno di questi casi era stata eseguita una gastroer1terostomia con esclt1sione. Discussione.

DONATI ('P adova). - Si dichiara scettico di fronte ai casi ·d escritti dal Bastianelli. Di r ecente ha os&ervato tre casi di ulcera digiunale ipresso la bocca a11a.stomotica; in due casi era stata eseguita una gastroenterostomia con esclusione pilorica; i1el terzo esisteva una ·duodenite stenosante che 1praticamente r ealizzava una esclusione duodenale. Ritiene perciò che l'esclusione favoris ca la produ· zione dell'ulcer a peptica; d"altra parte nei casi di. ulcera ·d u odenale sanguinante la sola gastroentorostornia non garantisce dalla recidiva, tnentre in molti casi la r esezione può <ld)parire SJ'roporzionata all'entità della lesion e. ·SEGRE (Torino) . - La frequenza dell'ulcera peptica è minore di quanto si afferma. Infatti il Dogl iotti impiantando sperimentalmente m11cosa digiunale in pieno stomaco, non ha ottenuto formazione ·di ulcera. Conviene .c ol Donati che sl tratti d1 speciali diS{Posizioni individuali. L'ulcera peptica si deve diag:nosticare solo sulla base di s icuri elementi anatomo-patologici rtscontrati all'atto operativo. P.\SCALE (•N apoli). - Le condizioni cl1e generano l'ul<:era p~tica sono d a un Iato lo stato biologico della mucosa, dall'altro la quantità e la qualità del succo gastrico. T ·'DDEI (Pisa) . - Ha osservato un solo caso di ulce~· a .p ept.ica consecutiva a gastroenterost()mia sen1plice eseguita 1da altro chirurgo con bottone di. Munphy e con stenosi della stomia. Quanto alla patogenesi ritiene che oltre a molti altri fattori abbiano importanza gli enterostasi: egli perciò esegue la stomia con tubi elastici e non con strumen ti rig~di, da adoperarsi per gli interventj s·n llo stomaco. BRANCAT! (Roma). - Le ·condizio11i Siperimentali effettuate dal Dogliotti, e che del resto non sonc n1tove, sono essenzialmente diverse da quello che si hanno in condizioni patologiche: nè c;i poss.1 no paragonare con quelle in cui esiste una gastroenterostomia semplice o un'esclusione cou condizioni s·~cretive abnormi; fattori tutti molto importanti ma ·differenti fra loro, per la patogenesi dell'ulcera peptica.

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IANNO XXXIl, 1

l<'ASC.

47]

SEZIONE PRATJGA

ALF.SSASDIU ama) . - .Ra osservato e 1,t1~blicato 13 casi di ulcera peptica, con reperti anal0mopatologici precisi. L'esclusio11e, pur n on essendo la causa dell!l lesione, sicuramente, secondo l'osservazione ge11erale, i1e aumenta la probabilità di prodllzione. Qua:a do in gastroesterostomizzati so1pravvengono 3off~renze gastrjche bisogna, neJ.la diagnosi, tenere i11 giusto conto la possibilità ·dell'ulcera peplica. Il problema terapeutico d ell'ulcera duo.ctenale rilevato .dal Do11ati resta tuttora insoluto. Per pToprio conto ritiene si debba sempre 1Prefe. .rire la resezione gastrica anche estesa, anche q11ando non è 1p ossibile o troppo grave una resezione dell'ulcera per la sua se.de, cl1iudendo il duodeno e praticando una Polya od una Balfour. BASTIANELLI (risp.) . - L'ematemesi verificatasi nel pri1no d e·; .c asi riportati si potrebbe anche spir·gare con disturbi simpatico-tonici, \I)er 5quilibri1) er1docrino, trattandosi di una ragazza . Conviene col J'ndidei sull'im1Jortanza della tecnica adoperçi,ta durante la gastroenterostomia. Rit.ie11e degne di interesse le esperienze del Dogliotti e al P-n.scale fa notare che il caso di ulcera 1pept1ca diverticolare dimostra la grande influenza cl1e s ulla patogenesi dell'ulcera peptica l1a i 1 bir1omio « a~1ùità gastrica, ,difesa alcalina». $CHIASSI (Modena). - La tecnica della scontinuità nervosa a cura dell'ulcera gastrica. - I/O. preme;,;se alcune nozioni anatomiche su1l'innervazio. ne simpatica e parasimpatica dello stomaco, descrive la tecnica ·dell'atto operativo, da eseguirsi come CU!'a dell'ulcera gastrica e che essenzialmente consiste nel iprati-care la scontinuazione nervosa e vascolare dello stomaco ~artendo dalla regione della piccola curvatura, in un pnnto situato un dite trasverso al disopra ·d ella zona dove esjste la lesione ulcerativa, e 1p raticando in seguito in sen5o circolare intorno al visc€1re una incjsione cl1e interessa la sierosa e parte dall a rnuscolare fino a che la ferita sanguina con vivactia. L'incisione 1è immediatamente seguita da una sutura alla Lembert. L'O. ritiene che tale tecnica risponde bene alle finalità terapel1tiche dell'ulcera gastrica. Disc·ussiorie.

SOLIERI (F orlì) . - Ricl1iama l'attenzione sull'articolo di recante pubblicato sul Policlinico, Sez. Prat.: « Sir1toma 1patologico dell'addome destro ». Ritiene efficace l'ojperazione dello Schiassl, poichè egli ha ve·duto gt1arire ulcere duodenali dopo la se1nplice appe11·dicectomia, in cast n ei quali le t urbe nerveo-vascolari del ·duodeno erano provocate dalla flogosi appendicolare. Do.NATI (Padova ). -- Ricorda che 1quando affermò che la reci:Sione dei n ervi non produceva l'ulcera gastrica, fu molto contraddetto. Esiperimentando il n1etodo Scbiassi associato alla gastroenterosto1nia, n elle ulceri .duodenali ha ottenuto ottimi ri· 5Ultali. Non ritiene invece che l'operazione sitt ()pp0rtuna n elle ulceri gastriche, perchè trattando

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queste 1e5io.ni .eon la :resennne .a sella della ]_IÌI!cola curva e quindi con la recisione ·àei nervl vaghi e simpatici, ha visto prodursi una cc atassia gastrica >i del segmento sottostante, che IPUò divenite causa di ristagno . TADDEI (Pisa) . - Do man da se sia giustificato eseg·u1 re una laparotomia per l'operazione di Schiassi fjncl1è no11 sia dirnostrato che non si ristabilisce la conti11uità ·delle vie nervose scontinuate e se ' n on co11venga invece, dato che la patogenesi nervosa sia accettabile, eseguire la resezione con la ' nervi quale si ottiene ancl1e la sezion e stabile ·dei • F. Rossi (kquila). - Per l'analogia dell'operazione dello Schiassi con la simpaticectomia periarte r·i osa aip1p licata alla cura delle ulceri periferiche, esiprime il dubbio che an°che ·dopo l 'operazione dello Schiassi, avvenga come p er ln. 1simpaticectomia p r·riarteriosa, che l'ulcera non guarisca o reci·divi. MAMBRINI (l\!lanto''a). - :E: convinto della semplificazione del processo dello ·Schiassi n ella cura dell'ulcera gastrica e duodenale. Ritiene ip erò che nell'ulcera gastrica il metodo debba incontrare delle limitazioni, a causa delle frequenti retrazioni ed alterazioni del legamento gastroepatico. ScnIASSt (risp. }. - Dice cl1e yoleva esporre solo la tecni·ca della sua operazione, ·sen za 1per ora discuterne il valore. Si riserva perciò di rispondere 111 inerito, quando sarà 1p ossibile dare un maggiore sYiluppo clinico all'argomento. (Roma). -

Ulcere gastriche sperimentali da ostacolo allo svuotamento d elLo stomaco (trau1ria ab ingestis?) . - .s u 10 animali, nei quali 1' 0. produsse una stenosi dell'antro ~ilorico, con B-\GG!O<

un 'introflessione della sua parete anteriore a m ezzo di punti staccati in catgut non penetranti, si verificarono 5 reperti di lesioni ulcerose. La produzior1e di qu este sarebbe causata dall'urto del co11tenuto gastrico contro la stenosi. A tale proposito l'O. ricorda la teoria ·di Aschoff, fondata a sua volta sulla teoria della via gastrica di Walùeyer, la quale p erò riguarda solo la cronicizzazione dell'ulcera, mentre secondo l 'O. il concetto patogenetico del trauma d eve estendersi anche ali ' insorgenza stessa dell'ulcera. l\tlINERVINI (Napoli). - Voluminosa cisti chilosa 1lel mesen.ter~. - Trattavasi di donna di 50 anni con. una voluminosa cisti del mesentere, la quale contaneva -circa 10 litri di un liquido lattiginoso. Il tumore fu estirpato ma dopo 3-4 mesi si riprodusse, ragg·iungendo proporzioni poco minori .d:ell a prima volta. L'O. ritiene che in simili ca•Si anzichè l 'estirpazione totale cor1venga quella 1parziale, lasciando aperta la cisti nell'addome, malgrado si formi in questa maniera un'ascite cl1ilosa, ovvero ancbe convenga fare Ja rnarsupjalizzazione d1ella cisti. I". Rosst ( t\.quila ).. -

Contributo alla chirurgia deUa calcolosi biliare. - In 30 casi di calcolo&i •

bilia1·e operati i1ell' Os1pe.dale di Aquila, 11a ese-

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IL POLICLINICO

guito 1 colecistotomia, 27 colecistectomie, 2 coledocostomie; un solo caso di morte dopo colecistectornia per shoc d a narcos.1. Come tecnica operativa Il ella ealcolosi biliare l '0. ri tien·e che sia preferibile, quando è possibile (vascicola libera da ader enze), la colecistectomia, anc.h·e n ei ca&i acuti con vescicola gangrenata e piena di 1p us (avendo cura in qu.esti c asi di a.spirare prirr1a il contenuto della cistifellea ), a meno che Ja cistifellea i1on sia avvolta da ad•er enze, la cui l'Ottura potrebbe essere causa di infezione. In questi ultimi casi si praticl1erà una colecistostomia. In otto casi l 'O. ha eseguito la rachianestasi·a fra 12a. dorsale e 1a lòrn-, • bar'3 . P er la diagnosi è molto utile il sondaggio duodenale: ottimi risultati ha ottenuto recentemente con radiografie eseguite oon tetrabromof 2r1olftaleina o m·eglio con tetrajodiofenolftaleina. 1

(P avia) . -

.4nomalia di posizione della cis t'lf elle a causa d.i co li ch e epatiche. Cole cist ect()mia. G1JJarig i one. - Parlato bTevefnente delle anoGIOIA

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1nalie di posizione .della cistifellea, l 'O. riferisce Sll di un caso, il cui quadrro morboso era quello dr: una coleci1stite con attacchi a ripetizione pura in cui all 'atto operativo si trovò che « il fond o della cistif allea: rovesciato a guisa di b erretto fri·· gio sul bordo .dell'incisura cistica, g(aceva libero in una fossetta i.Scavata sulla faccia superiore del ff~gato, tra 4uesta ed1 il diaframn1a. Col eci stecton1ia. Guarigione. L 'O. ritiene che la dJisposizione trovata n el suo caso fosse acquisita; congenita inY·ece sarebbe stata l a rlisposizio ne anato1nica, fa · vor evole al rovesciamento del fondo della cistifellea sulla faccia convessa del f egato, ·p robabilmente rappr2sentata dalla abnorme profondità d1ell 'incisurn. cisti-ca. Le coli·che .epatiche che si veri· fìcaron o in questo caso, si possono m olto sempli· • cem ente spiegare con l'ostacolo cr eatosi allo svuota1nen to della bile.

[ANNO XXXII, FASC.

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diffi coltà ch e si riscontrano nel ristabilire il cor<;o norn1ale de l1a. bile nelle distruzioni ·del coledoco e ·dell'eputico o n ell'obliterazione estesa del loro lume, 1pe-r lo più operatorie o post-operatorie; e dei vali particolari di tecnica escogitati a tale sco1po, attingendo largamente oltre che al campo clinico anchP a ,quello sperimentale. Le difficoltà sono gravi sopratutto p erch·è in genere ma.J.1ca la. cistifellea. e la lesion e oltre il coledoco interessa più. o meno 311che 1'epati-co. In qu esti casi è pre. f erjbile unire d1retta111ente il moncone del dotto al duodeno, semplicem ente o su tt1bo, allo scopo ·di ottenere 11na s1omia rivestita di epitelio . L'{J. 1p resenta appunto un caso ·di una don11a, operata circa sei rnesi innanz1 di colecistectomia, la quale si presentò a ll1i con ittero (che era corninciato 2 m esi circa dopo l'i11terve11to) dn. riteazion.e comp1eta, ed in cui egli eseguì una epatico-duode11ostomia, su drenaggio d~ gomma lungo 5 cm. , che ft1 rimosso circa 3 m esi dopo, medi:=tnte apertl1ra del duode110. 1Guarigione rapida e duratura. Poicl1è il dover rimuovere iI drenaggio c·on un altro intervento (il quale talvolta · riesce ar1che infruttuoso!) r aip1present::i u11 i11conveniente, l ' 0 . .p·e nsa che convenga insi-stere neJla rireerca di altri mezzi di protesi ed esorta ricercatori e cl1irurgi a portare nuovo contributo all'irnportante argorr1ento.

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Ar ar (C:at1nzaro). - 1a1·op e d_eLla cisti.fell ea e cal co l osi à el co l edo co senza sintomi. - L'O. r1· cl1iama l 'attenzione .su di un ca so, n ella cui 1

storia clinica esisteva solo una vaga sintorr1atol cgia dolorosa gastrica accanto alla presenza d1 una tumefazione sotto l'arco costale di destra, a sede e caratteli cistici, ed in cui al tavolo operatorio f:u riscontrato ch e la cistifellea era della grandezza di una grossa banana e ri1piena di un liquido giallastro, non torbi.do e che n el coledoco esisteva un ~alcolo grosso quanto una ciliegia; q11esto calcolo ·del coledoco non si era perciò accump·ignato a.: sinton1i u suali e ben n oti. Il cal · colo fu aspo rt ~to ; ' 'enne esegui ta una mars upializzazione della cistifellaa dopo avere asportato bre\'e trat to della s ua paret e anteriore ; cl1iusur a d el la ferita laparotomica . Guarigione. Presidenza ..\LE."' ANDRI (~orna) .

l\IATTOLI .

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.\Lodo di ristabilire l a co11luoica:;if)11e col duodeno in casi di gra11 i ed e. t ese <ll~' f .·

u:ioni rlel l e vie biliari. -

L 'O. parla delle

Discus)ione .

(Parma). - Riferisce su esperienze iu corso per la rie.ostruzione della vi a biliare principale a m ezzo di un condotto costruito a spese della parete posteriore dello stomaco, nelle quali la inaggior e difficoltà consista r1ell 'anastomosi tra il nuovo dotto ed il coledoco, 1p er la spToporzione di .calibro. Ri sultati scarsi. 1V1AnGAHuccr (Roma). - 1Domanda come si spiega >:i. guarigj one così sollecita della prima breccia operatoria e come si spiega l 'assenza diell'litte. ro par tre mesi cioè fino al nuovo intervento. ALESSANDRI \ risp. ). - Ignorava le esperienze che 11a ~ n c;orso lo Stoppato perch è ancora non pubbli cate~ T...e difficoltà che s'incontrano n el cane per il picco1issimo calibro del coledo·co, sono minori n ell'uorno sia 1per il calibro dei dotti, ~ih percl1è nelle ostruzioni dell'epatico, il monco11c r esi'J110 è in gen er e dilatato; tuttavia tali tentativi spèri m e11t ali hanno gr ande valore. .~l Margarucci risponde cl1e, pur essendo difficile interpretare con esattezza il processo avvenuto, si ,p uò, come ipotesi, 1Pensar e ad u11n retra zion€' cicatriziale intorno ai dotti che li obliterò e rese irriconoscibili, forse per un .proces~o di infezione o di n ecrosi; infatti la malata all'i11izjo • le sue feci eran o picee; delrittero osservò che certo che all 'atto operativo egli non trovò che residui dell 'epatic0 e del col ed oc o e , olo verso l'ilo c:. pa1ico, una bozza, da cui co11 puntura e~plo­ rati \·a fn ec:tratta della bile. STOPPATO

(Contin ,,ff .

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.{ANNO

XXXII,

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SEZIONE PRATJCA

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. '

CASISTICA E TERAPIA. ·

Le artropatie endocrine. •

Nella letteratura m eùica si trovano sp ~sso ac{;-e11ni a eapporti tra tr1alattie articolari. e disturbi delle gl11andole a secrezione interna. P er lo più si sono trovate alterazioni funzionali della tiroi·d e e delle ovaie. Ma la difficoltà d ella diagnosi 1patogenetica di simili artropatie è nel fatto che ancora. non s i posseggon o m etodi sicuri d 'indngi11e p er il si stema endocrino. F. Boenheim e R. P ri"in (Deut. M ed. W och., ago$tO 19:?.5) riporta110 du e casi caduti sotto la tor o o sser vazione. Nel pri1no si tratt1Ya di una pazientp già ereditai iamente tarata, nelJa qual e erano evidenti i seCYn i di alterata fu11zione ipofisaria ed ovarica. o DiccJ anni prima dell'attuale malattia la paziente aveva sofferto di r et1ma tisu10 al 1polso d estro, del quale era ·p erò guarita perfettamente. Nel feb1..:'ralo 1a211- fu cohpita da reumatisrno poliarticolare f ebbr1le, con endocardite. I fatti articolari andarono regredendo, e dopo qualche terr~po solo il polso destro restò affetto, con alterazioni anatomiche del tipo d ell'artrite clefnrrr1ante , rilevate nettamentP dalla. radiografia. Xon esse)ldosi ottenuto migliorau1ento a lcuno coi ,,ari trattamenti, si provò a somministrare dei 1pteraratl ovarici ed ipofisari per bocca e ·p er iniezione. Dono .. 4 m esi la tumefazione articolare decreb·b e n otevolmente e la funzionalità d ella mano malata riacquistò in mo·do evidente. Nel secondo caso si trattava di una ragazza rli 21 anni, con segni ev1 dènti di alterazioni del sis1.err~a endocrino, presentante fatti di artrite d eforrr1antr alle articol::tzioni delle mani e dei piedi. ..\.nc ~1e qui una serie d1 iniezioni di preparati ovarici aipportò in breve tempo notevole migli orallle11to. In con Glusione gli .1\..\.. , basandosi più che altro sul successo della teréllpia, incoraggiano a trattare con preparati en·docrini quei casi di r eumatismo d eformante che insorgono in soggetti n ei quali può essere ril evata una deficienza più o m eno netta delle ghiandole a secr ezione interna, e ve11o0'ono i11 tal nlodo ad affrontare il problema patogenetico ancora insol1lto di un grup1po importante di artro1patie . M.

FABERI.

Lipodlstrofia. Nella letteratura medica si trovano riportati vari casi di Jipodistrofia (lipodistrofia progressiva, ìipodistrofia 1progressiva superiore).

Si tratta di un'affezio11e che colpisce sopratutto i fa11ciulli da 5 a 8 anni di età, ed è caratterizzata dalla perdita del grasso sottocutaneo della faceta, deJ coll o, delle braccia e d ell'addome, sen .. za cau sa apprezza:b ile e :se11za altri sintomi notevoJi ·di malattie. Nelle femmin e si assiste spesso a un conten1poraneo aumento del grac;so sottocu. ' tnneo al disotto delle creste iliache. Etiologicanìente se1nbra cbe si possa escludere la si filid e, la tubercolosi, la cattiva nutrizione e un abnorme m etaboli smo ·d ei grassi. Anche le ricer che circa la funzione d elle ghiandole a secrezione interna !Sono riuscite n egative e solo in ra rissimì ca.si si è trovata concomitan za di un tu1nore tiroj deo, di un gozzo esoftalmico e ·d i mixederna. AJcuni han110 avvicinato la for m a m orbosa alle dist!'ofie musr.olari; altri hanno 1pen sato ad una possibile alieraz i.one d el :s istema nervoso vegeta t.1vo. Il de-corso della malattia può esser diviso in uno stadio attivo, in cui J 'atrofia progredisce, od

in un o stadio finale 0 stazionario in cui permane l'alterazion e morfologica che si è formata. In due :Soli casi, venuti a morte per infezione acuta sopraggiunta, si potè fare l'au topsia, ?he però diede resultati a>oco probativi. Istologican1ente non si ritrova che un 'a ssenza q uasi co:ng>leta del grasso al disotto del corio, con persistenza di qualche scarso globulo adiposo nelle ghian·dole sebacee: Nessu11a alterazion ~ invece mostrano le ossa e i muséoli. Non esiste fino ad ora m etodo curativo capace d i a1'restare il ma.le. v Coates (Th e Brit. Jour. of Child. Dis., settembre 1~25) raduna in un suo lav·oro tutti i casi della lat!eratura sin qui con os.ciuti, aggiungendo11e ·due nuovi capitati sotto la s ua osservazione, ~·ig1Jardanti due fanciulli di circa 8 anni d i età. }V[. FABERI.

L'obesità nella donna. La predilezione dell' adi1posi per la regione dei sen1 , d elle a n che e d elle natiche è uno dei carat-. t eri sessuali secondarii della donna. T ale adiposi si manifesta special1r1ente all'età critica e può diven.ture patologica sotto l'influenza dei fattori abituali dell'obesità : eredità, alimentazione eccessiva gravidanza, distur bi endocrini, lesioni del 1p avi~ento del terz·o ventricolo. Fra le obesità di origine endocrina, E. Graff (W iener med. Woch~n. , 6 giugi10 1925) dist.ing·ue quella tiroidea, quella ipofisaria e l'obesità genitale. L'obesità ipofisaria o mesocefalica non si accompagna a disturbi geni-


1654

IL POLICLINICO •

tali; essa, all'inverso di quella tiroidea, 1può essere associata ad un metabolismo basale forte, co1r1e pure ad una perfetta tolleranza al glucosio ed all'adrenalina. Nei casi singoli però, riesce assai difficile precisare l'importanza. rispett1va di ogni ghiandola. Il tipo morfologico ·dell'obesità è un carattere obbiettivo che non si è finora abbastanza considerato. Secondo Baucr, vi è un tipo « Rubens » 'con predilezione delle anche, dei lombi, del basso ventre e ·delle natiche; il ti1Po a 1e pantalone di cava11Grizzo » che si localizza alla regione trocar1terica; un terzo tipo che interessa particolarmPnte le braccia, il collo e la nuca ed un quarto tipo con .predilezione per gli arti inferi ori. Secondo Tucker, il prin10 ti1po (addomino-iliaco) avrebbe origine infun·dibulo-ipofisario ed il secondo (trocanterico) origine ovarica. L'A. ritjene che l'obesità pelvi-trocanterica (linea bitrocanterica maggiore della bisiliaca) deve essere distinta da quella addomino-iliaca (linea bisiliaca maggiore di qu ella bitrocanterica) . La prima sarebbe di origine endocrina, mentre la seconda sarebbe indipende11te da ogni fattore ghiandolare e soltanto riferibile alla vita sedentaria, alla costipazione, alla congestione ·p elvica passiva provocata da anormale funzionamento genitale. fil.

Ipofi site cronica. Dai casi riferiti da Simmonds, Rossle e Ster11. berg risulta che quando il lobo anteriore dell'tpofisi si trasforma in 11na massa fibrosa si har1no abitcalmPnte disturbi del metabolismo ohe determinano: negli adulti senilità precoce {perdita dei peli delle ascelle e del ipube, arresto delle mestruazioni, caduta dei denti, atrofia mar.cata degli org~ni interni), r1ei bambini nanismo, ipoplasJ.a <ielle altre ghiandole a secrezione interna e mancato s\·ilu1ppo dei caratter.i sessuali secondari. Non sono altrettanto ben conosciute le cong~­ guenze di una fibrosi :più lieve ·del lobo anteriore dell'ipofisi. Simmonds e Brandes (The lour. Am .• Jil. Ass., maggjo 9, 1925) riportano le loro osservaziorLi c:;11 200 ipofisi esaminate : in sette casi essi trovarono un au1nento di vario grado del tessuto -connettivo nel lobo anteriore, senza che questo raggiungesse però l'estesa fibrificazione descritta da Sin1monds. Va ricordato che normalmente verso ii centro dell~ due metà laterali del lobo anteriore si trova 11nH zona di connettivo contenente un ricco ,plesso di ,.,1si sai1guigni. Da questo noc-ciolo fibroso si irradiano in ogni direzione strisce di connettivo. Qu f' sla massa ch e è stata da alcuni .!\A. d e ~crit­ ta. co1ne patologica è invece un elemento normale.

[ANNO XXXII, FAsc. 47}

IrL 6 c.;asi le lesioni consistevano in una fibrosi

òa disturbi di nutrizione del parenchima associati ad arteriosclerosi. Nell'areél~ sclerosata erano tpresenti avanzi del tessuto parenchimatoso, per quanto in alcuni casi qupsto fosse ri·dotto al minimo. Gli A.t.... gi11ngono alle seguenti conclusioni: La fibrosi del lobo anteriore dell'ipofisi avviene con discreta freqt1enza in persone dOfPO i 50 anni. Tale alterazior1e è apparentemente dovuta ad arteriosclerosi dei vasi ipofisari. Il carattere della lesione è tale chP. essa deve ostar.olare la funzione della porzione ghiandolare de ll'organo. Questo suggerisce una delle ragioni dell'insuccesso nei tentati vi di ringiovanimento cl1e sono basati s ulla restaurazione di una soltanto delle ghia11dole a secrezione interna. Un caso ap1Parve come vera ipofisite cronica (fibrosi accoppiata con infiltrazione linfocitaria marcata, indice di processo infiammatorio ero~ nico). Malgrado la R. W., la presenza di altre a.Jterazion1 suggerivano la possibilità della si·filide comG fattore etiologico. M. MARGOTTINL

Contributo casistico alla tisi diabetica.

La tisi nei diabetici è caratterizzata da llll decorso maligno, scarso di sintomi e ad i11izio subdolo. I casi sono riferiti da ·E. Schonberger (Med. f(Linick, n. 34, 1925). I 's intomi clinici della tubercolosi erano evi·d enti: sudori, 1sintomi ascoltatorii, toracici, tosse. In due ,casi si ottenne ltn mig.l ioramento dall'aipplicazione del pneumotorace, in u11 caso dalla cura insulinica. POLL.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. L'origine dell'urobilina. Nell'urina si trova sa;>esso un pigmento incolore. l 'urobilinogeno, che rapidamente si trac;forma in urobilina. Anche n elle feci l'urobilina è costantemente presente, e prende il nome di stercobilina. Sembra accertato che l 't1robilina e l'urobilino• geno possano venir formati per rtduzione batterica della bilirubina. Si può infatt~ ottenere tale trasformazione facendo agire « in vitro ,, sulla ])ile dei germi anaerobi. E perciò giustificata la iipotcsi cne ciò possa avvenire con relativa fac1l1tà nel tubo enterico, dove esistono condjziont o1tre1nod0 fa,,orevoli agli scambi batterici iputref attivi. Uno st11dioso del metabolismo dei pigmenti,


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XXXII,

FASC.

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SEZIONE Pfii\ IICA

G. H. W·hi•p pl e, ' r itiene invece che l'urobililla si

L'origine del fibrinogeno.

~ormi

nel ff.gato, specialmente negli stati morbosi delle vie biliari (angiocolite), negando r.he 1'assorbi1nento si faccia per l'intestino. Dnl punto di vista clinico avrebbe notevole in1.. portanza una ·dimostra zione certa di tale origine epat.ic.a. A tale sco1po 1sono state istituite ricerche all'Istituto Rockefeller 1p er opera di Mc. ·M aster ed Elman (r if. in The Jour. of the Am. Med. A ss.,· 15 agosto 1925J. Deviando del tutto la bile per lun.go tempo dal can.~Ie alirn~ntar e, ed impedendo qualsiasi conta~ minazione .b attel'ica d elle vie biliari, si assiste alla scomparsa dell'urobilina dalle feci urine e ' bile. In altre esperienze l'ostruzione totale ciel flusso biliare provocò egualmente la sCOffilparsa della bùirubina dalle feci e dalla bile; rr1a dopo qua.Jche tempo, rSvilu1p pandosi un ittero grave, il pigmento riapparve di nuovo in piccola .q uantità nelle feci. Praticando in tal momento una necrosc0ipia, si ritrovò la mucosa intestinale inte115amente colorata da bilirubina, una parte ·della quale era indubbian1ente passata n el lume intestinale, ove aveva subìto la trasformazione in urobilina p er 01Pera della flora batterica. . M. FABERI.

Importanza della dimostrazione dell'urocromogeno.

I

La reazione (colorazione gialla dell'urina diluita tre volte con a cqua, aggiungendo 1poi alcune goccie di soluzione 1 %o .di permanganato di :potas~~so ) dimostra· la presenza della diazo -sostanza di Ehrlich, che ·M. Weiss (M.edizin. J(l1nik., n . 23, 1925) chiama urocromogeno. Scarsissima in condizioni fisiologiche, questa sostanza viene eliminata in grande quantità in quelle condizioni morbose ch e determinano una disintegrazione dei tess11ti organici. ·L esioni r enali invece iII11Pediscono l'eliminazione dell'urocrorr1ogeno. Il grado di diluizione a cui l'urina dà ancora la reazione permette una certa determinazione quantitativa. L'eliminazione del cromogeno è esagerata n el tifo (differenziandolo così dalle gastro-enteriti febbrili), nel morbillo, nella tubercolosi (segno di attività anche se m anca la febbre; prognosi sfa' 1orevole, morte non oltre i 6 mesi se persiste l 'eliminazione di urocro1nogeno), nella scarlatti11a s enza coin(plicazioni r enali (differenzian·dola rtagli esantern:i tossici e dalla malattia da siero). E invece scarsa n ell'influenza, nella meningite meningococcica (a differ enza dalla tu.bercolare) e nella polmonite crupale. 1

POLI.Tl'ZER.

1655

. Sono no ti i processi pei quali dal fibrinogeno s1 f orIP.a la fibrina insolubile, che costituisc~ la parte fondamentale del coagulo sanguigno. So110 invece più confuse le idee cir ca il luoO'o o ove origina il fibrinogeno, e si può ·d ire ehe quasi tutti i tessuti dell'organismo sono stati cl1ia1nati i11 causa. Poster e Wh~pp1e (rif. in The Jour. of Am. '!itea. A. ss ., agosto 1925) hanno dimostrato che il fibrinogeno è molto labile, e che le su e variazioni sono in r~pporto a vari stimoli. Qualsiasi lesione di tessuto, come pure qualsiasi processo flogistico provoca infatti un pronto e notevol e. aumento del fibrinogeno e della fibri11a. A ciò fanno eGcezion 6 le lesioni e<)tese del fegato, specie quelle da intossicazi0ne da fosforo e da cloroformio . In tali ca si si assiste ad una r apida diminuzione del taseo di fibrina nel sangue, m entre invece una lesione epatica di lieve entità n e (p·r ovoca 1'1umento alla stessa guisa delle lesjoni degli aJtrj tessuti. Gli AA. emettono dunque l'ipotesi che il fegato rappresenti la .sorgente più notevole del fibrinogeno, pur coesistendone dei depositi di minor importanza in certi altri tessuti del corpo. 111 ogni modo il tasso n ormale di fibrinogèno nel sangue non è grande, a1r1mo11tando a 250-500 mgr. per ogni 100 em e. M. FABERI.

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. P ropaganlla antialcoolista nelle Sct1tole elenientari di ]}filano . - Mila.n .ò, A. Tor<lani, 1924. BALDASSARRE T. I nietod·i. Truc ed Angelucci rnodif icati pe1· la cura del.l'ect1·opion ex vncuo . - Firenze, Tip. Soridomuti, 1924.. In . Elogio della spatola.. - Fire nze, Ti.!p. Sordomuti, 192.J. In. Cont ribut o all'Ophtal,mon1aiasis. - Firenze, T~p . So-rdomuti, 1924. In. L' 'A nti t ra1cam.atoso Sculcn . - Na poli, Tip. Ed. « Tocco», 1924. BILANCIONI G. e FuMAROL.\ G. Em.i ssione di una notevole ·1uantità di liquor da i1tna f istola ossea retro-awricolare, in 'lLna bambina (}Ìà Operata di 1nastoidit e. - · Rom1a , 'fiip. R e1gi onaile, 1924. Bomr 'fErtE~IO- fl n ca:so cli. meninaiite cerebra-spinale epidemica. R011na~ Poligr:afico, 1924. BoscHI GAETA~o . l'atogenesi e psicogenesi dell''ist erismo . - F errara, Industrie Gr1a fiche Italiane, 192·!. BRAVETTA EnG"ENro. Sul valore della reazione istochimica del ! erro per la diagnosi rapida cli paralisi progressiva. - P avia, Tip. Cooperati,a, 192·1. BAJLA

EUGENIO .

1

I


J656

IL POLICLINICO

[ANNO XXXII, FASC. 47]

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* N01·me per la produzione e il commercio delle specialità medicinali. La Gazzetta Ufficiale del 16 ottob re, n. 241, 1ta pubblicato il decreto-legge '7 agosto 1925, nu1nero 1732 , co ncernente la produzione e il com:ni ercio dcll1~ specialità mecl'icinal·i . C·rerliamo opportivno pubblicare integralmente qu esto clecreto impo1rta·nti~si·mo che tende adl una finalvtà di P1tbblico iriteresse e di probità largarnente e da tempo se·ntita. Sarà certamente P·i ù ard'ILO e delicato il compito dell'appli cazione co?icreta , la qual.e richiede fwnzione collegiale, comp et enza tecnica, altissima e scru/fJolosa rettitudine , saggezza e obbiettività. di aiudizio : condizioni e qualità che ce'r~amente 11on d>if ettera11no . 1

1

ATt. 1. - Nessuna officina di pro dotti ter.apeutic.i può :produrre, a sco.p o di vendita, spe.cialità. medici.111a.li, senza l' at1torizzazione del Ministero dell'Interno. ~ vietato il cumulo nella stessa persona de11a direzione tecnica di più officine di tali prodotti . ~ ·vietato, .a ltresì, il _cumulo della direzione di una farmacia con la direzione di una officina di prodotti terapeutici, .a meno che que&ta sia di proprietà. d.c:>l farr.aiaciCJta ed in diTetta oom1111ica.zio11e con la farmacia . Art. 2. Nessun.a specialità medicinale può essere nlessia in C'l\ntmercio s enz.a ttna s;peci.ale regist1'1azi0rne da p.arte del Ministero dell'Interno. I.1a registraziotn.e può ~ere concessa .amche per d eterminate serie e cate•g orie di specialità. Prima di concedere tale registT:az,ione il Ministero ha, facolt·à di sottop orre ogni specialità aid 1111 esa.m e cli r etto aid accerta.re: a) se es~a .abbia una corniposizione qualitativa t qu·anti1,ativa corri.spo.n dente .a quella denunziata; b) se i prodotti oom·p<>nenti la specialità abbiano i necessari requisiti di purezza; e) se J.a specialità ab'bia indie.azioni terapeutiohe corrispondenti alla reale com,posWione del prodotto. Lo ~tato non assume, per il fatto della regi... strazione, alcuna res-ponsabilità. Art. 3. - Non p08$000 in nessun c~o essere registrate specialità che vantino: a) proprietà ed effetti contra.r i, in qualsiasi modo, all.a morale ed A.l buon costume; b) virtù ter aipeutiche s peciali per quelle i11fe rmità, che saranno determinate dal regolamento. Art. 4. - L'autorizzazione alla produzione di specialità medicimali e la conoessione della registrazione <li cui ai precedenti inrticoli, sono soggette .a r e'\"oca. nei casi e nei modi determinati d al r egola.mento. 1

(*) La presente rubrica è affidata alJ'avv. leszale del nostro periodico

Art. 5. ·- Le specialità ìned.icin.ali già registrate, che v<:·nissero successivamente variate nella loro com'Pooizione, <lev0010 otteinere una nuova registrazione da parte del Ministero dell'Interno. Art. 6. - L e s1peci.alità .medicinali, provooie.nti dall'estero, già pronte e confezionate per l'uso n{m :posson.o e~sere poste in commercio senza l.a preve11tivà. registr azione del Ministero dell'Interno. A tali specialità sono esteze, per quanto applicabili, le disposizioni del presente decreto. Ar·t. 7. - Il Governo del Re può stipulare speciali. con11enzioni con Stati esteri per il reciJproco commercio dei prodotti contemplati dal presente decreto. Art . 8. - I produttori e commercianti di specialità medicinali ohe mettono in commercio spe- · ci.alità non r egistra·t.e, o sipec.ialità delle qu.ali sia stai,a revocata la ~·egistrazione, sono puniti con la ·detenzione fino a tre mesi e oon la multa d.a J.J. 1000 a I,. 5000. A tali l)ene sono .aggiunte la chiusura fino a tre mesi del1a ·officina in cui sia stata prodotta la specialità, e la canfjsca della specialità stessa. 'In caso di recidiva l.a pena è della detenzione dia uno a sei mesi e della multa ·d a L. 2000 a L. 10,000, oltre la confisca dell.a specialità e la chiusura dell'officina 9er un periodo da tre mesi a<l un anno. Coo..ten1por.an3ame11te aJ1a denunz:iJa alJ'autorità g1ud!1.ia.ria •)(l in .attesa dell'esito del giudizio, il ~1inj&tHro dPll'interno provvede pel S€questro della speci.alità u 1ecieRjma ovunque si trovi. Il l\'1ini~te1'0 stesso può inoltre, quando concorrano gravi motivi e sempre in attesa de11'esito del giudizio, disporre ]a immediata chiusura del.I' officina nella qbl.ale sia stata prodotta la specialità non registrata~ o della. quale sia stata revocata la registrazio1ne . Art. 9. - Il farmacista che abbia messo in \endita o che deterrg.a per venderé, speciaJità medicinali non registrate, o specialità delle quali sia stata revocata la r egistr.azione, è punito con la ammenda da L . 1000 a L . 6000, e con la sospensione dall'esercizio p1rofes&ionale fino ad un mese. In caso di reoidiva, la pena è dell'arresto da uno a tre mesi, deLla ammend.a da L 2000 a L. 6000,. e dalla sospensione dall'esercizio profession,a le per un periodo da uno .a tre mesi. Indipendentemente poi dall'azione penale, il Prefetto può provvedere con un suo decreto alla chiusura della farmacia per un ·periodo di tempo dai 15 ai 30 g.iorni. In caso di recidiva, pronu'llzia la decadenza òaJ1' esercizio della farmacia a termini dell'art. 11, lettera /) , della legge 22 maggio 1913, n. 468.

GIOV ANNI SELVAGGI.

esercente in Caasazione, consulente

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[ ..\NNO

XXXII,

FASC.

471

SEZIONE PRATICA

Contro i provvedimenti del Prefetto è ammeSISo, nei 15 giorni dalla relatÌ\'a notificazione ricorso ' al Ministero dell'Interno, che decide defin itivamente.

Art. 10 -

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1657

a) 11ello stato di !)l'eY1s1o·n e delle · entrate per . proventi di cui a]l' a r t. 16 del presente <lecreto; b) 11ello .stato

di l)revisione della sriesa del l\[iniste1·0 .d ell'inter110 ~er far frpnte: 1° .a lla maggiore spesa di L. .s0,000 per il servizio di ispezione &elle f arn1acie e delle offi.cjne di pr·o d·otti clii.miei, presc ritto da,gl.i articoli 63 del te3to unico dell e leggi .... a nit arie 1° .agosto 1907, n. 636 .; 19 della le·gge 2'2 in.aggio 19]3, nun1ero 46 , e 53 del rego.1a.1 nento 13 luglio 1914, 11. 329; 2° all e S'pese C·Ccorrenti pc.--r la esect1ziio111e clel p r esente deoretio n1ediante la istituzio11e di a.ppooito capitoilo di L. 100,000 nelJo stato di pi·e'isione della sp~a anzidetta. .Art. 18. - Il r11olo ,d ei n1edici e quello del laboratorio di chi1nica, cli cui alla tabell.a n. 42 del nersonale dPl1 ' Amn1ini :;t razione dEllla sa nità pubblica,, contenuta nell'allegato II al R. decreto 11 noYernbre 1923, i1. 2395, · sono 1no·d ificnti, il p rimo nel grado 10° ed il secondo nei gradi 7° e 90 in confor1nità della aune~.a tahPlla 7J. Art. 19. - Sono .abrogate tutt.e le di&posizioni vi ~e11ti contrarie al presente decreto. 1\rt. 20. - Il GoYerno del R e, entro tre mesi da l]a pubblicazione d~l presente decreto provved erà a<l en1an.a re il regolamento !)eJ· la sua ese• cuz1one. Art. 21. -- Il pre~ente decreto sarà sotto·p osto al Parla.mento per ~~ere convertito in Ie.g ge.

con°Llizio11i J1ecessarie ad ottenere l'autorizzazione alla nrodl1zione di specialità n1edicinali e le modalità co.11 le quali possono essero registr.ate e messe in commercio anche per quanto si riferisce al !Jrezy.o di v·e11clita le specialità medicinali na7.ionali ed ester e saranno determinate d.aJ. regolamento. Il regolamento stabilirà aa1che. i p,r odotti che, a termini dell'art. 18 d ella legge 22 maggio 1913, n. 468, devono considerarsi come specialità medicinali, e le limitazioni ohe possono essere aip P~·te alla pubb1licità, sotto qual.si.asi form.a, relativa al commercio di esse. Art. 11. - -iç fatto obbligo ai farmacisti di tenere in farma0ia, i11 modo oste.nsibile al p•u bblico, un elemco ufficiale delle specialità medicinali r egistra te <la1 1\1:i nistero. I CO'lltravventori sono· puniti con l'ammenda da L. - 500 .a L. 1000. Art. 12. - J prodotti o.poteraipici, i fer111enti solubili od organizzati ed in ge11ere tutti i prodotti biologici ed affini sono, d'ora in av.anti, soggetti alle ,disposizioni di cui alla legge 21 dicembre 1899; n. 472 (articoli 132-135 del testo unico d eJl e leggi .sani tarie 1° agosto 1907, n. 636), ed a.I relativo_ regolamento. _i\ tali pr>0dotti ed a.i vaccini virus sieri, tossine CONTROVERSJE GI URIDICHE . e prodotti affini con templati dalla legge predetta • sono applicabili ]e disposizioni del presente deLXXIV. - Licen zia me n to a nt icipato. creto, in qti anto 11on co11trastino con le ~norme in \1gore. f'llò il c .o mune deliberare il 11 ce11zia1nP.nto pe.r· Il regolamento per l'esecuzione del presernte define dc! p eriodo di ·p ro·va con notevole anti ~ipa­ creto provvederà a determinare le sipecia.li norme alle quali saranno sottoposti i prodotti .~11nzidetti. . ~i-0r1c dal termine normalP s tabilito? Il quesito r.he qui si 1p·one non riguarda il caso -del licen.Art. 13. - Le officine di produzione di speciaziarnen1 o rosl detto in tronco, per motjvi d'ordine lità medicinali esistenti alla data dell'entrata in a1r1rr1inistratiYO o disciplinari, . cioè con effetti imvigO"P del yires€!nte d ecreto, che intendono continu.a1'e n ella produz,io11e medesima, devoìl10 ottene111er.iati clte :·isolvano il rapporto <l'impiego prire, entro il termine massimo di un anno dalla m~ d el b iennio. Qt1esta ipotesi di licenziamento pubblicazione del regola.mento, l'autorizza.z io·n e di è regolata da altre norme: cioè, ,è un vero e procui al precedente art. 1 . 1pri0 licenzia1nento motivato, ·p er il .quale occorre Art. 14. I~ specialità medicinali n1tzionali cont,71 stare gli addebiti e risipettare il diritt-o di ecl estere esiste11ti in commercio alla data deldifesa. Il quesito proposto riguarda, .invece, il lil'entrata in vigore del presente d ecreto devon'O, cenziarnento oon effetti · dalla data del compinei tarmine di un anno dalla pubblicazione del 1nento del periodo di prova n1a d eliberato primo. ~ego lamento relativo, essere regolarizza.te .ai sensi di i re mesi dal corr1pimento del bienn1o. Noi abdelle p·r ecedenti disposizioni. bia;no sempre ritenut0 che 11 pér1odo di 1prova. sia Art. 15· - :m riservata in ogni caso al Governo stat,ilito nell'interesse del seryjzjo e anche 1per èlar del R.e la facoltà di stipUJlare, per le specialità mode e tempo al medi co di esplicare tutte le sue estere speciali coi1venziiQmi, a norma del precedente art. 7. capacità e di offrire all 'arn1r1inistrazione con1unale el ementi positivi e completi per un giu1.i.zio Art. 16. I produttori di specialità medicinali sono ten·u ti .a l p.ag.aimento delle tasse di conesatto su base suffic!ente. Da ·questo criterio abcessione ,d i cui .all' annes~.a tabella A. biar.no tratto la conseguenza cl1e l'amministrazione La riscofsione di tali tasse se·g uirà con le forme !1on può ridurre, ~ia 1pure con forn1a indiretta, e co11 i mezzi ch e s>?..r·a11no sta.b iliti da.I re.gol.ala du·rata della prova. Se per es. l' ammirii stramento. ziane cou1u11ale delibera il licenzian1e11to con antiArt. 17. - Il Governo del Re è autorizzato a citpazìo11e di sei, sette mesi dal cor.np11nento dél djsporre le v.a riazioni neceS8arie:

..


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l G.38

IT POLIC:LINIC!)

lJiennio , fond a il suo giudizio s u elementi incoml)let i in co11fronto di quelli cl1e l a legge ha considerato n ecessari e sufficienti e .sottrae al m edico la possibilità di dar prova completa della su a capacità e ·d elle su e attitudini. (}uesto caso è stato n ettamente risoluto dalla V SEzione del Co11siglio di ,Stato con decisione 13 febbr aio 1925 n. 9~. la qt1al e ha stabilito che 1' an11ninj st r azion e, licenziànd o 1prima dP.ll a scader1 za del bi ennio, i1on può ridurre notevolmente il perio do di pro,·a senza eludere gli scopi ·della legge ed incorrere i11 ecc esso di potere, poichè il pr1·iodo d1 pro,,a è fis sato in un congruo termine ]Jel' llar n1ocl o all' impiegato di manifestare nelJ'e. t~ r c izio del pr oprio uf.ficio le sue qualità e attitu cli11i ;profes io11ali e all'amministrazio~e di ap1)rezzare co11 icura cognizione di causa l'opera d elr i1nip ieg ato pri1na cl1e egli ac.quisti la stabilit n. È notevole ch e nel ca so dec1so il licenzian1ento fll deljb era to cinque m esi prima del bienn io, c1oè con a nticipazione di• due rr1esi sul term in e m]11imo n o1;'1nale. Questa r isoluzione è cert::l 1nente a s.sai important e.

. LXXV. - .Effetti della notificazlo1\e tardiva del licenziamento per fine del periodo di prova. '

La deliherazio11e cli climissi one del n1edico cori.. <lot to p er la fin e del lJerioclo di prova deve esse1·e i1on soltanto aclottat a ma ancl1e notificata a lm e110 tre n1esi prjn1a della scaden za del biennio, 1p oicl1è, se si seguisse un diver so criterio, perderebb e ogni effica cia il prea,rviso cl1e è stabiiit.p rln1la l egge p er dar m odo al m edico di procurarsi <:1 lti-a con clott n. Questa risoluzi on e d ella V Sezione del Consiglio di Stato, :r:isultante dalla sentenza 1~ fe bbraio 1925 n. 98, ricl1i ede ,q ual che deluci. ·dazio11e. La senten za. stessa rileva cl1e il prin c~pio suddetto è t nto costante1r1ente segu ito ·dalla. giurisprt1denza a proposito del licenzfan1en to per fine cl el peri odo cli ipro,,.a dei segretari comunal i (par err adt1nan za gen er ale 27 gen n a io 1914; decisione l\- --ezion e 29 d ice1nbre 1916 ~ e ch e r a gioni di evicler1te analogia co n ~igliano di esten.derlo a!1cb e al licenzian1e11to l)er fin e del peri odo cli ;prova dei mccJioi condotti. Infatti con sentenza 6 m arzo 1925 11 . 1=>9, la ' ' Sezione cl Pl Con s) glio di Stato, giudirnnùo del licen ziam ent o di t1n segr etario con1un al e, ha detto, co11fcrmando la sl1a g1ul'isprudenzn, èl1e la d clibern2ion e di di1r1i sion e l)er fin e di J)fOYa cleYe essere n on solo a dottata mR a11cl1e no ~i fic ata all'inter essato prima ·del termine di l)r~1y,· i so, perchè nltrtmenti questo ,pe rd er èhbe • ogni c!ficacia. Ri1n ane p erò cln chiari r e un 1punto imp0rtq!Jte. I

[ANNO ~XXTI, FASC. 47 J

anch e in co11s]derazione della precedente giurispru,den za della IV Sezione del Con siglio di Stato a propo sito del licenztamen to dei medici co·n dotti: se la deliberazione sia ap1provata n el termine di tre mesi ma 5ia notifi cata dopo, si deve ritenere ct1e essa sia illegittima e 1qu]ndi nulla e per ciò i n\ra!ida a r isolvere il rapporto d'impiego o si dc v~ ir1vece riten ere cl1e la deliberazione approYata i1el tern1ine di legg·e sia p,er sè stessa valida, inn iJ fatto della notificazione eseguita in ritardo costitu isca fonte di danno sicchè il Comune sia tenuto a risarcir e le conseguenze che dal ritardo sono derivate? La ·qu estione è fort emente discutibile. La decisjo11e 13 febbraio 1925 n. 98, che rigt1arda i medici condotti, non l a risolve. Un accenno, invcctl, si 1rova nell'altra decisione 6 n1arzo 19;~5 n. 1:23 a pro1posito dei segretari comunali, r1 ell~ quale è detto cl1e, se la d elibera7ione è ·n otifir ata oltr~ il termine, rle,re essere annull::i.ta. ì\il a io ri~engo che que~to p unto co11troverso ricl1ieda uria u lteriore delucidazion e, tanto più ehe precedenti deci.sioni della IV SezionP 11a11no ri• tenuto valido il licenzi amento deljberato prima ma notificato do1p o il termine stabilito. Io in clino a l'itenere che, verificar1dosi la ipotesi sopra esaminata , non si possa considerare illegi1tima la manifestazione di volon.ti del Cor1siglio <liretta a risol\7 P.re il rap1porto di impiego per fine del periodo di prova e che perciò, se Ja dPliberazion e sia notificata do1po jl termine stahiljto ·dalla Jegge, essa produca tutta\'ia l'Pffett o del licenziamento, si ccl1 è il medico non acquista la ~tabilit à. Ma ritengo chP il ritardo d ell~ notificazione sia font e di danno e il Comune sia obbl igato a risarcire t u tte le con seguen7..~ cl1e dal r itardo sia110 derivate al medico sia f)er tro,rare altro posto, si a eventu almente 1p er n on aver egli a ssunto quell'im1p iego ch e, se la ·dcliberazio11e gli fo sse is tata notificata tempestiv am ente, avTebbe p otuto assumere. La quistione è discutibile e for se anche in gi urisprt1denza avrà ulteriore sviluppo.

Pubblicazione indispensabile ad ogni medico: Dott. Cav. Uff. ALBERTO VIGO CDector Justltiat.

LA · LEfilSLAZIONE SANITARIA :: in rapporto all'esercizio p1·ofessionale :: (Man uale conitenen ite Leggi, Decreti. Regolamenti, Oirc-0lar; e tutto oiò che si riferisce a ll'eeerci1Jio profeseionale, ad tu:io dei Medi ci condotti. dei liberi esercenti. degli ufficia.Li sanita.rii e del personale addetto ai la bora.tori di vigilanza igienica). Prezzo L. 16. Per i nostri a,bbonati sole L. 13.75 in porto franco . Inviare Va.gli~ 1><>stale a l C~v. LUI(}! POZZI • Via

Sietina. n . 14 • Roma.

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XXXII,

FASC.

SEZ roN E Pi\.\1 !CA

471

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NELLA· VITA.

PRO~'ESSION ALE.

e o Ne o R s .1. POSTI

VAOANTJ.

ANCO~A.

(Jspedaie Civile T.Trnberto I . -

Assiste11i.e. L. 4000 lo:rde, vitto, alloggi·o nell' Istituto; c.-v. in L. 600 loride. Età non superiore ai 35 a. Nomi11a bie1111alre. Rivo}gersi .n.lla Direzione S.anitariia.

(B olog·na1). Ospedale Co.sta. - .i.\. tutto il ' 10 dic., direttore. Docum . a 3 mesi daJ 10 nov. 1~.a.s&a L. 50.10 .aH1a Cong. di Car. L. 7500, oas.a con gia1,djno, a cominciare dal 1° diHAG1'TI nELL.\

PoRRET'.rA

cemb.Te 1927, 60-70 o,~ onoirari; pratioa in chirurgi.a e ~:.add_o,ter.api n. . \,..errà nom.in,ato t1n .a~uto medico. Per .wl1iaria:nenti rivolge·r si all'Ufficio cl' Amm. BoRGOit100 (Pad.ova). -. Concorso posto me1d ico. Stip. .L. 9000. Caro-viveri secondo regolaime1J1to . 1nde11n. e.a.val. L. 3000. Rimborso ambul. L. 840. Co11cluzione L. 600. Dooum . di rito. Scad. 30 nov. BOZZOLO (jj[antova). - Sc.aJd. 15 dic. 1 a COIJldotta; richiesta speci:ilci. t.itoli di p1ratica chirurgica. Stip. L . 9000 e 5 qt1.adrienni decimo; c.-v. come per statali; L. 800 bicic1., L. 1500 serv. osipl.?dal.; L. 2500 qu.a.le chil"llrgo dell'osped ale . Età massima a. 40. Situiamone famiglia. Tassa L. 50.10. Chiedere .avviso al sindaco . BRESCLI\ . - Spedali civili. - SeA. posti di medico assistente; vedi f.asc. 45 . Scad'. 30 llOV. CAYPOTOSTO .( Aqu-ila). - Al 30 norv .; L . 10.500 e 1 c.-v., oltre L . 3000 cav., L. 500 uff. san. Tassa L. 50.15. Età lim. 40 a. D ocum. a 3 mesi dal 15 sett. C\RLINO (1Jdine). sc~d. 30 nov.; L . 10.000 oltre L . 1000 trasp., T:. 600 serv . .attivo, L. 900 uff. san. Tassa L. 50.10. ],ORLÌ. - ufficiale sa11itario. ' Tedi fase. 46. Soadenza. 30 n<W. GARGNANO (Bresr;io). - Ab. 1260 di cui 200 pov.; L. 10.000 e 6 quinq . decimo; trasp. L. 2000; c .-v. Scad. 30 noY. J,a.go di Gard.a.

ai

GE>O\A.

Oli.1iica med;ca delle malattie poln1.0 na?·i 1

(di1·etta dal prof. E. M.ariaglia.no). - Nei padiglioni ~peoiiaili del 11t1ovo 0 51ped,ale di S. M.artin10 d' Alba.ro soo.o disponibili sei posti di medico pt1·.atica11te durante l' a11no scoliastico 1925-1926. Gli as-p,ira.11ti ,dovranno· fare dlQIJll.amda in oa·r ta semplice i11dirizzata ail sen. prof. Edo,ardo Ma.ragli.a.no·, Genova. Non si, richie{lono requisiti srpec:iali negli nsipira.11ti. De1,l'ufficio prestato siarà, alla fine del1' amno scol.astico, rilasciato .r egolare diiploma. L e cloonanlle do1v ran110 cssRre p.r ese1it•ate lllQlll più ta!rdi del 10 <liceimbre nrossimo. J ESI (P erugia). - Ufficiale sanitario; L. 12.000 al1mentabili ~ L. 18.000 oltre in·d·e n11ità o.-v. e diritti cli visite e certificati. msa1mi, so·l iti requjs·i ti. Età n on superiorè .a 35 .a. Richiede(I'e il manifesto a.I co1nl111e. l\1:JRANO VE1'Tl!Yl'O c r·enezia) . Ospedale Oivile. Medico primario. Scnd. ore 18 °del 5 1dic. Età mass. 45 a. Tassa L. 50.10. Bienni10 di a.ssistentato effettivo in <)spedal.e di primari<i import. L. 8000 e 3 sess~.llllli dee. Nomin~ biennale. Serv. entro 15 g. 0

NAPOLI. R ..4.ccadem:ia di Belle Arti e Liceo Artistico . - ·Professore di .anatomia. Docum . .al Ministero· della P. I . (Direz. Gener. per le Antichità e le Belle Arti). Scad. ~O dic. PrEYE n1. CADOHE ( Belluno) . - Vedi fase. 46. Scadenza 30 nov. Pro:MnIN<.1 (Pisa) . - U ffi.ciale sanital~io. Vedi fasc.icolo 46. Scad. 20 dic. PONZANO DI FERMO (.4.scoli Piceno). - Scad. 30 noY. \ i e.di fa.~c. 46. PRATA (Avellino). Scad . 30 no1v.; L. 6500 (sic) oltre L. 1000 se uff. s an. Tassia L . 50. RocoADEB.\LDI ( 01t neo). - Soaid. 30 nov. ; L. 8000 oltre L. 2000 n1ezzo trasp. e L. 600 uff. san. Chiedere annunzio. RoccA DI PAPA (Ro·m a). ·- ...t\128 dio.; v. fase. 46. RoYIGO. Ospeiàle Ci·vile. - Dirig-e11te il servizio di Raicliologia e TePaipia fisica. SeTvizio 1° ge•n . C~ieclere a11nuuzio. Stip . L. 7000 e 50 % tassazio~ ni. Scad. ore 18 del 10 clic. Età lin1. 35 a. T1a{5sa L. 50 .15. Doc1u1ne11ti ,a UIJl mese dal 7 no'v . SAN DE:'lfRTRIO NEI , ,..E!ST CNI (Aquila). - Vedi fascicolo 4G. Scacl. 30 nov. S. P .\OJ.10 DI Cl:vITA'i'E (Foagia). - A 30 gior11i dal 6 11ov.; L. 9000; età lim. 39 a.; oorv. entro J 5 gior11i. ToRINO. Osp~rto,lP. "A{aria Vittoria (via Oib1~ario 72). - Assi stente este·r110 e assiste•n te inte1ìl10 della S ezione di Ostetricia e della Gu·ardia Ostetrica f>Stern.a. Pr€&So la Segreteri·a son~ visibili i1 progr~1mma del eone., lo &tattito ed il r egoJam. del1' osp. Scacl. 0ire 17 del 30 nov. ' "rr..r,.\ S. L1uc1A (Caserta). - Al 30 nov.; védi fase. 46. 1

CONCOHSI A PREMI. I

l)remio Gradenigo. E' b.andito 1111 conco.rso con premio c1i l..1. 3000 jstituito daJla Oasst'1 di Risparmi10 cli Venezia in ocoasione del XXII Congresso della Società italia11a di otologia, rino~cgi•a e k'tringologia, per un lavoro originale ,c::nll.a. a Profilassi de.lla. tube1rcolosi l aring~a ». Il lav;oro llon cleve Srtl!perare le 32 pagin e di s t ampa forn1at.o in-8° e dev.e essere reclatto in forma. 9i.~11a così da riuscire facil1m ente accessibile n1 pubblico decrJi oi!)ifici, ·delle fabbTiohe e d1egli operai in gene·rE·, a.i qua.l i è i)rincip.aJme11te diiretto. l'otrà &Sse11·e ill'Ustr.ato da figure e grafici . P osso110 concorrere tutti i medici chi rurg-11i xe~ni­ oolj , a.cl E.ccezio11e dei n1e111bri della presiden7'a, della So<"'ietà. Scad . 30 ~iugno 1926, -01re 24. Il lavor'o .deì\re essere d.a.t til.ogr::ifa,to e in,·iato al preside11t~ della Società .prof. GiuSlel})pe Gria1deinigo, vin. G. 8anfe1ice ~~'.J. N apoli. Norme solite'. 1

Ron sE DI s1·unio.

l?oriclazi.Jne Ma.zzorii. P1"""P·m io fl n n nalc della Fonda21io1ne Mazzoni, consi&tente nella rendita. d el orupitale ·cli L. 50,000 peJ.' nPola11reati della Faroltà di R oma. Scad. ore 12 del 31 lug. 1926. · Chiedere condizioni al rettor:-tto.


1660

IL POLICLI:-lICO

[ ANNO

MOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE,

Dura.n.te il reCLo.nte Co11g1·esso di oftaJ:n1ologia te11 utosi in Roma, in seguito .al gilwizio delle apposit~ (;omu1issio11i, l '.ass•3mblea degli o.ftalmologi ha assegnaito i premi annuali . II premio internazionale Ciri11cione di L. 20,000 i1on è stato a.ggiu<licato; al dott. 011. Deja.n di Mo11tpellie.r è stata a~eignata la grande medaglia d'1oiro pe,r il suo l.aJvoro St11,dio anatomico · ed e m1

briolooico sulla me in brama. ialo-icl·e nell'occhio dei 'lìtarrumiferi . Il nremio nazi-0,n ale Ci,ùonio d.i L. 7000 è stato a '~~ato al pro·f . Donato Cattaneo, aiuto dellia Cli11ioa ooulistj ca di R:oona, per la memocia che ha per titolo La tuberc1Jlosi <lella coroide; studio cli-

nico amatoniico patogenico . Il orrmio dell' An·atoon.ia clell'occhi10 ve1111e a.sseg11.at~, co1n1e già annunzig,mmo, al prof. Ricoa.r d·o ersari, ·di1·ettore de.11'Tutiwto di An·atomia Umia11a Normale dell' ITnirv·e rsità di Rom.a rper i siuo1 importa.nti la1rori S nllri 1riorfogenesi dei vasi san-

'T

1

g1Lif eri dell'occhio uma·no. Il pre111io Co] a11geili di L. 1000 rp er un oftaJ11110Jio1g o no11 a.ncocpa tre11ten11e è stato dato al dottoT F .r.ai11cesco Scullioa .assistente della, Clinica -0c11li·1 stica. di Sas~ ar1 ) il' quale p:re€ientò al Congresso . i l.av·().ro Fondam e1vto anatom.ico del 1·eperto perime-

trico della 1nncchia c·ieca dell'occhio 11mano. La Comm:i~sio11e per il premi'O « Annali di oftal1nologia ~· clinic.::\. oculistioa )) ha. rite~!Uto degno del premio il clott. Giu·seip·pe FavaloTo aiuto della Cl.i l1i ca 'Ocu 1istica di Catai1ia, p er il siuo la.voro C'li11ico-s·peri1ne11tale Sul oia1tcnma trauma.tico·. Il otr of. P. L. Bosellini, direttore del·l a Cli11jca deran~sifiloipatica della R . Università <li Roma. è n ominato socio dPlla Sociedad Dermatologica Argentiina.

Han no consegl1ito la. libera docenza, in patologia speci:tle medic·a i dotto•r i Enrico Trenti, ail1to della R . Olinica medica di R.on1a., e A11tonio Sebasti.a11i, aiuto degli Ospedali di Ro11n.a, Carlio Gamn,a , Pr019pP«o lVIino e Pi ero Gjra.rcli ·di Tori110, ...t\dr iano Cereaoli di Milano, Giusep1pe )farcialis di Sassari I .i1. Riccitelli di Perugia. Tia Commi1S1"'io11e er.a composta dei piroff. Ceconi, Boeri e ~1:. Asco1i . Rrullegran1enti cordiali a.i 11eo-p.r of&.so·r i , Ql1.asi tutti nostri .~miei e collaboraùori. IJ. prof. li. \',.ince-nt, 2;ià ca.p o del Servizio medico n1ilitare i11 Francia., è nominato com mendatore dell'Ordine de.Ila Coro11a del Belgio, in riconoscimento dei n1eriti a~uistati introducendo in questo paese la vaooinazi-0ne a11titifica. . Com è noto, il \tincsnt è t1no dei più v.alent1 &cien~ia.ti francesi ; a lui v·anno riconosciuti molti altri meriti oltre queil1lo cl1e gli l1a fatto assegnare l'attunle onorificenz.a . · 1

Erraf u rn. N ella notizia sulle onoranze a M. Bu-

f nl i11i, compa.r~a sul fase. 44 , pag. 20 dicen1bre.

~553,

leggere

XXXl [, F ASC.

~7]

NOTIZIE DIVERSE. Scuola Medica Ospitaliera di Rom a. Primo Gruppo: I seg1leuti corsi vengono te11uti per I.a durata di un sem.e stre. L'iscrizione dà diritto però alla frequenza per un solo trimestre; c~ssa nuò a\'er luogo «tl 1° e 15 di ogni mese, m·a non olt re il 1° marzo 1926. ]Jedicina generaie (1° dicembre-31 ma.ggio): Prof f. I .1l1g].i. Arca. n~elj, Car<ll1ooi, Milani, Fica cci. - OhiT'll.rgici generale (1 ..i dicembre-3~ maggio) : Proff. De F.a.bi e E~idi. Se condo Gruppo: I seguenti corsi hanno la durata peT ciascuno a fia1100 indicata. L'iscrizione non . può a'rer luoigo oltre 1a data di ini~io dei corsi stessi. 1\fedici·na generaie: Proff. Ciu:ffini e Sforza (.semeiotica e tecnioa 1neclioa). Chirurgia oeneraie: Proff. Anto111•1cci (visita e operaziQIIli, speciaJmente chirurgia Jel tor.ace) e Margarucci (.ambulatorio e oDera~ioni). Ohi1·urgia el.ei bambini e ortopedia: Prof. P. Ferraresi. - An-Oioniia e istologi.a patologica-tecnica deile autopsie: Prof. Naz.ari. - D ermatologia e sifilografia (Le lesioni

cutanee ùn. 1·app.ort0 alle alterazioni degTi organi interni) : Prof. Pe·d ic01ni. - Dia.gnostica della titbercolosi polmonare e glandolare (Tecnica. del rmeumotorace terape·nticù): Prof. Laurenti e dott. Lupi. - Diagnostica e tecnica delle malattie nervose (Tecnica dell'elettrodiagnostica. ~d ~lettro·:e­ rapia): Prof. Panegrossi. - Esercizi di se.~~io­ tica mecl·ica (per ~=tudent·i): Prof. AJessandrr1111 e dottori Gig!3Jnte e :E' ra.ttali. Lezion.i cl·inich e sull·e malattie cl 0 ll' apparat'J circolato1'io : Prof. Galli . - L ezio ni di seme·iotica e clinica su.Ue ma-. lattie del c"uore I! dei vasi (co11 dimostrazioni di tecnica dei moderri:i mezzi di indagine): Proff. Bastiainelli G. e A. Sebastiani. - Medici'Tla operatoria: Prof . Mùnte11ovesi. - Oculistica e te.,. nica oftalmoscopica: Prof. Puocioni. - Otorinolarin.ç1ala.tria: Prof. Ge.ronz.i. Ost~t:~cia-gine­ cologia: Prof. Micheli (.ambul.atorio, vi~ta e ~pe~ Pronto socoo·rso cni'rurgico (lezioni 1~azioni). teorico-pratiche con esercizi di medicina o~erat~­ ria) : P r0f. De Fabi e dottori D' .!.vac.k e F1orett1. _ Patologia clùnica rlell'apparato digerent.e (~er sol·i medici} : P rof. Alessand·r ini . -:- l'_ed1atr1n: Prof f. Manoini e Va]agussa. - Radiologia: Proff. Esclra e Sara.00111. - Tecnica della cisto.scopia .e diagnostica urolooica : Prof. R.aimoldi. - T~cn1ra delle perizie me<lic11·leaali: Prof. Ascarell1. 1'ecnica dA, laboratorio: Dottori Petacci, De San1

ctis e Z anon. . P-0tranno freq·u entare tutti i corsii, salvo le indicate eccezioni i lnedici e !!li studenti clel 6• a 11110 di medicina. G1i Sltudenti del 5° anno potra.nno frequentare i soli corsi di medicina e chirt1raia l)'e-nerale. o o f Per e.ssere a.rnmessi alla scuola ocoorre arne domanda al P1·esiòente, specific.ando il corso eh: i vuol freque11tare. T~ssa di i~rizione. per og1~1 corso: L. 60 lJe r i medici e L. 30 per g11 student1. Per i corsi di Anatomia patologica, Teonic.a ~


iANNO XX.XII, FA~C. 47]

laboJ·,ato1'i-0 e Tecnioa delle peir1z1e medico-le~ali è dovuta. un.a sopratassa di L. 25, tanto per i medici che per gli studenti. Tale sopratassa dovrà e&ser pag.ata anche ·d ai soci dell'Associazione lVIedici Os.pitalieri. Le tasse piagate 11<Yll saranno ri1nborsabi1i per i1essuna ragione. Il nu1nero ·delle isorizio11i sarà per molti corsi lim1tato. Ai medici condotti resi·d en.ti fuori di Roma .sarà lecito frequentare i corsi S1Udd~tti per u:n perjodo anche minore di quello stabilito, mai però per 111eno di 30 giorni. E S6i doivr.a.11no aocompagnia.1·e la domanda con· un certificato del Sindaco che d i<:hiari la loro qu.alità ,d i ·m edici condotti in. attività di ~rV'izio. Per i medici oondotti verrà però tenuto in prim avera o estate un corso speciale. No•n è perme~a l.'iscrizi{)l}].e a più corsi aventi fra loro incon1patibilità di or.a.rio. Non è consentita Pisori:t-ione a 1nedici opitalieri in at·bività di servizio. E assolutameinte 11ecessario che ogni iscritto ritiri la te 5era. La frequenza è obbligatoria. Alla fine di ogni e-orso, a ohi lo richiegga e lo meriti, ed esibisca la te sera munita della firma .delil'insegnauteJ verrà 1'ila.sc:iato un certificato di frequen21a, contro il pagamento <li una tassa di L. '>O . La Segreteria è aperta t.utti i giorni feriali <lalle ore 8 a1le 12. (Policli11ico Umberto I). · RiYolgersi ad essa per maggiori inform.azioni e per gl i or.ari.

Perfezionamento in i>ediatria. Nella Scuola di perfezionamento, in Olinioa pe<liatrica presso l'Uni,-ersità di Firrenze il oor so biennale 1925-27, cmnprendente lezi on.i, esercitazioni e c-olloq11i , vie11e im1):.i rtito d.a.i rproff. C. Coimbe, L . (iastaldi, G. l"tossi, G. Corone,di e P. Pailagi. .t\.lla fi1'le del pirin10 a nno è obblig.atJ01rio l'esame di profitto. Il <l:iiplon13. (la.r à diri~to alla qual1fica di specia.lista. Ta:>-SB con1plessi,re L . 1037.75, p•aga.b ili alla se'greteria <lell'l:niversità ~piaz~a S. M.ar co). Do0Un1enti a.Ila seg.re·teri~ clel1a F1icol.tà . medica (vià ·degli Alfani 33).

Perfezionamento in odontologia. • Tn C();r;.~0g;u~nza del ritardo .avvenuto per gl.j es:imi cli Stato per la p1rofe..ssi0ine di medico-chirurgo, la R. U1uversità di i\[ila110 ha protratto il t er1nine· peJr la iscrizi-011-0 ail corso .an11u.aJ.e di pe.rfezion.amento in od-011toiatria e protesi dentale a tutto il 30 novembre p . \. ~'ampliamento

dell'Ospizio marino di Ostia.

Il GoTernatore cli P.,on1a sen . Cremonesi, ne1la 1-icorrenz.a. ·del genetlj nco cle-1 R e, ll!a invitato molte .a.utorità e notabilità cittadine e moltissimi fi:l.a,ntropi ad Ostia, per inostrare loro, sul posto, il progetto del gr~'lfil<le .aJ111plian1ento delJ.'Ospizio Marino, che sarà dedicato a rioordare il giubileo reiaJe. Il pragetto 'è state 8'Tolto dall'1airohitetto F.asolo sui con1srigili tecnici dell'Ufficio m.unic~p,ale d'igiene. Interven11ero il segretario gener.ale degli Ospedali c·omn1. Manci ni, il prof. Ascoli e il dott. Mariotti della Lega Antitubercolare, i r.a.p1p!I'ese11tanti 1

1661

SF.ZIONE PR \T l CA

d.e]Ja Direzione di Sa11i tà. e del prefetto, il comm. Crucia11i ·Alibr.a nd'i per mli Ospizi Marini di Anzio, l'ufficiale sanitario prof. PeooTi, molte su;o1re della- Ca1·ità, .rud alcune delle quruli è .affi·d ata la -vigjlanza dell'Ospizio di Ostia, i raipip•r esentanti dei principali giorn!3.Ji di Roma, molte gentili sig11or·~ e si,g norine. Il Governatore di Roma pronunciò .acco·n cie parole di cireostai11za. L'Ospizio swrà oa.pace1di tlll n.UJllleiro cli p·o sti 11on i11feri1ore .a, 300, destinati a. f~nci.ulli di povera condizione predispoorti alla t11bercolosi, dai 5 ai 12 a11ni di età, o af.fetti da in.a,l.a ttie t~berco].ari, eoolusa quialsiasi manifestazione che presenti caratte re co11tagioso. L' a.m·pliarne11to co miprenrlerà ],a costruzione di i1uovi . padiglioni e di un f.abbricato per tutti i servizi accessori, n'Onchè la soproolev.a zione dell'edificio. · L ' &ecuzione di tutt.e le nuove 01pe1re e l'.ar1·eda1ne-nto rel.a.tiv-0 i:rrupnrteranno una spesa p·r esw1tiva di ciroa ·1 milioni; mentre l'onere genera.l e di e1;ercizio &i pirevede ne1lla somma rupprossimativa di ·750 1nila lire annae. Cospicue offerte sono già perve11ute . 1

1

Scuola di puericoltu1·a. Sono .aiperte le iscrizioni .al Ooa'\So 1925-26 de.}1a Sr·uo1a di P11eTicu.ltl1Ta presso il Brefiotrolfio di llomia, per l'inse.gnamentò· teoric10-p.r 1atico delle 1101rn1e di assr.ste11za ali' i11fan7'ia. L' i11segnamento teorico è costituito da un coi·so di lezio11i che sar·anno iru.p.a rtite n ell' Istituto; l' intiegnamento p·r atic•o è bas ato su 11a .assistenza .d i1 etta dei piccol~ ba in bini ricoverati nel Brefotrofio. Le a llie~ve devono per t urno presrtaJ.'e l'opera lo•r o di assistenza, (bag ni, pr~·a1r.a.zione e so1nrm·i nistrazione ·del \ritto e dei jnedioi·n ali, pulizia d1ei ba.mb j11i, ecc.) . Per informazio·~li rivolgersi alla Segreteria del1' !is tituto (via Nicola F ·abrizi, 1). 1

Congresso nazionale veterinario. Si è tent1to a. N a.p oli ai primi di now,embre il Oongre1 s.s~ (1€1 india0ato N az,ionale "\T.eterinario sotto la p·resiidB11za del dott.. lfioretti, segretario ge11er.ale delJ1a Cot·porazione Sanita.ria. 1

Indennità corrisposte dalla Cass a Nazionale Infortuni . Dura11te i pri111i otto- mesci. del corrente a11110 (42° d el suo esercizio) la Cassa N.azio11ale ·di Assicu1r az·ione. per gli j11fortl1ni sul lavoro col tran1ite dei t1oi 1ìffici (Compartimenti, Sedi ed Ag~nzie) distribuiti per t.l1t.to il Regno, ha. con1pi1llto, frri le principali, ]e segue11ti operazi•oni: P er le aissiourazi:oni degli infortuni n elle indt1strie l1!a emesso 66,864 11uove polizze .a.ssicura11ti a.1tri 824,051 oiper.ai; J1,a ricevuto 123,634 denunzie d'jnfartuni.o ed ha pa•gato L. 49,039 072 .91 di indenn ità per 10~.205 casi, di cui 400 di moir te e 6127 di :1na bilità perm.a nente. Pe-r l' assicuraziune obbligatoria degli inf01rtu11i i11 ngricoltura ha rioevuto la d~n'llnzia di 34,705 infartuni ed l1a pag,a.to L. 11,571, 710.88 di inde1,1

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J L POLICLINICO

nità pel' 26,870 casi, (li cui 526 di morte e 2779 di i11abilità permanente. I11 totnlei nei p·r imi otto mesi del corre·n te an110 la Cassa N azionaJe Infortuni ha ricevuto la denunzia di 158,;339 casi di infortu11io ed h,a i)agato L . 60)610, 783 . 79 di in1dennità .

Per l'igiene degli alloggi in Roma. 11 OoD.l&iglio dell'Ordine dei ~ledici in vista delle conti11ue sopraelev.a.zioni di pia111i S!lllle vecchie oase <lùlla citti·t , sopr.aelev.azio111d. che a volte re11cl1ono malsani i pia.n i inferiori per l ' aumustia. dei cortiJi interclusi, nei quaJri. non circola l' aa·ia suffioiente e scarsegig1a 1a luce ·c he è tolta anohe alle case cil'costMtti , f1a voti che S. E . il Gover11atore di Rom·a lùmiti il permesso• delle so1praelevazio11i a quei cai...c:G. n ei quali le no1rme pa:i11cipaJ~ •dell'igie11e siiai110 rispettate e ·La salute dei cittadi11i 11011 da11ne1mgi.at1a. E ricl1i.ai11.a a11c~113 l 'attenzion.e di .s. E. il Gover11atore s ulle d1sposi21ioni dell' .attu.ale r egolame11to ùdilizio r eila.ti,ramente alla ridotta amrpiezza dei coTtili i11 :1lcune ·delle 1111ove costruzioni facendo yir~ente il danu•Ot. ch e p ll{? deriv~ rne a] ].a s alute iruHblica per i 1no tivi sopr.a specifioati.

Per il prof. Mac .A.lfster. i è costituito a Lo11dra un Co111itato per onorare sir J ol1n Mac Alister oh e .d a 38 an11i tie11e la segrctori.a d€1l1 a Rea~e Società- di ~Iedic-iina e che ha saiputo .co1npiere l'oper.a ~randiosa di fondere, in questa, 18 Società n1ediche. Si è deciso <li collocarne u11 ritratto od lln busto nei locali so cri.ali. J

Esercizio dei 1nedici st1·anieri in Spagna.

U u decre·to inse·r ito nelra « Gaceta » de~ 23 setteu.11 bre stabilisce norme restrittive tper l 'esercifilo dei medici st1»ai11ier i in Spagna. Tria a'ia.ltro, è fatto l'obbligo della nazionalizzazio11e, s alvo per i cittadini di paesi i1ei quali no11 ~i richiede lo stesso req·11Ìsito agli spagnoli; è fatto 1 oibblrigo degl.i esa111i, salvo che iil titolo· ·d i me.dico i1011 sia stato (~onseguito in un paese di lingua spagnola che conceda la re(',il)rocità in base a trattati.

Il prof. Bier di fronte all'omeopatf a. Il

pirof.

Augusto Bier l1a pubb licato sulla << ~1ti11cl1. )led . Woch . », un a.rticolo in cui dichiara che uno studio diligei1te delle opere di Hanen1anu e di altri Oill1eoip atici lo h.a co11vinto come vi siano in esse buoni e1ementi lltilizznbili in t erapia e ha convalidato questo assunto co11 osservnzion i l)l'oprie sulla cura clella. foruncolosi mediante n1inime qua11tità di zolfo e della bronchite consecutiva .a.ll'eteriz7Atzione mediante })iccole quantità di <"'tere. Gli omeopatici hanno v.alorizzato s ubito l'articolo, il quale h.a destato vi1·e <liscu ioni nel campo incdicoJ culminate in UlHl. sedutn pro:nos a tlalln u '\T(lTein ftir i11ne1·e ::\Iellizin » cli 1

( ...\NNO

XXXII, FASC. 47J

Berlino, nella quale inte.rloquir01I10 i proff. E. :VItiller di Marburgo e \'\i. Heubner di Gottinga; riSJ)OSe il Bie r, i11si&tendo . iui dati che .aYe\.a. già pltbblicato; ma co11vinse poco. 0

Un quotidiano ~mericano che aveva bandito la pubblicità ciarlatanesca. Il « J ciu r11all A. M . A . » dà notizia della. mo1·te di Victor F. Lawoon, e1d ito1re del Daily Neu;s di Chicago; egli aveva bandito daà SU!o gi ornale an11unzi e a.rti<',oli fraiudolenti su pJ:odotti e procedime11ti tera.p eutici ; procedeva di perifetta iutes.a con l' A.Siociazione Medica Ainericana. In lui hanno per duto un•o1 deti miglio1i rappriesentanti il gior11a.1ismo nord-american'o e la ca.susa d.e lJa salute pubblica.

1n'oJ:ti itl i ree.ente i dottori: A. BILHARZ ,. scopritore della cc Bilharzia haematobia »; A . R:E~1.\-, itT't'"e11tore del diiploscopio; J. BREUER, primo j,dea.tore clelln. psioa11al,isi; J. A. FORDYCE~ professore di cleo:mai:Jolo1g ia ei s.i.filografi1a iall'Università Oolumbi.a di New York; H. LIEP1\1ANN,. id. cli ps icl1ia.tl'i.a e neurologia .a BeTlin·o ; F. RAN\VE Z , id. di farmacologia. a Lovanio; O. DE LA. C_t\..MP, id. <li 1ne.dicina int-€~:11a a Friburgo; E. J. J\1c 'VEEN OY, id. di p·a tologi.a e batter:iologi,a a· Dl1b1in.o ;_ H. CORBY, id. di 'Ostetrici.a e ginecologia 1a Oo·T k; E. POTTER.t\.T, id . di ginecologia a Parigi ; . t\... . .T. BRETON, id. d'igiene .a Lil1a ; H. DRUMi\i[OND, p·reside11te del Collegio medicO' delil'Unive1'8ità di Durl1a.m; F. HENRICH. vitti ma cli un contagio . 80110

H a chiuso sere11a1m ente l ' operosa sua vita iI rlott. GffiSEPPE MORICC•.\. çla Cinquef.r ondi (Iteggio Cail.), j oui 85 a11ni Sl]_)ése neJlo scrupoìliosoc integr o dove1·e ·di p!r'ofessionista v.a.10.roso. d'impareggiabile padre di famiglia, di cittadino illibato. S.

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Comunicato. Ricordian10 che wno aiperte le iscrizioni dei Medici Chirurghi al corso l f)25-2.6 ne11a. Scuola di O<lontoiatTia e Protesi dentaria presso l a R. Univorsità di Bologn a, pel conseguimento del diploma per specialisti in odontoiatria e protesi dentale. E ssendo il numero dei posti limitato, l'accettazione viene regolata secondo la priorità nella presentazione dei documenti e 1pa.gamento delle relative tasse. P&r progranDni ed informazioni rivolgersi presso la segreteria della },acoltà di medicina e chirurgia della R. Università di Bologna e presso la Direzione dell'Istituto Clinico per le malattie della bocca, via S . Vitale 59 - Bologna (13) nei locali del quale ha sede la scuola.

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(.~NNO

XXXIII ,

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1'.'-SSEGNA DELL.l ST•MPA MEDICA. Jo'tirn. 'l.'rop . J}lf ed. a. Hyg., 1 giu. - H. A. SPENCER. Prof ilassi della mal.ari.a. · Pediat ria (Arch .), 1. - G. Dr CRISTINA e G. 0ARONIA. Etio.p atogoo.esi d ella scarlatt. - D. 0AFFARENA. _ PluraJità degli antigeni nella r . ,V. dell'eredol11e. M . GERBASI. Variabilità degli srtipiti del b. di Eberth. •4.1in. di Ojtalmol., ecc., 5-6. - D. D'AMroo. La siderosi del globo. - D. CATTANEO. Teràtomi cistici dell'o1rbita. D. Lo Russo. cc R etinite puntata .alhescente ». A. FrLETI . Oarcino·m a delia coroide. Riforma Atl ed., 11 mag. - L. ToMMASI. Prol115ione. - E. LrnEROPOULO. Chimismo gastrico. (.J.az. d . Hup. , 13 giu. J .-R. HENRY e A. RATHELOT. I l rproblem.a della se11sibilità ostetr. Evol;u,t. M éd. -Ohir., ap r . - Numero SIU·l g·ozzo esoftalm. Giorn. Clin. j}f ocl., 10 ~11. - D. CA:\IPANAOCI. Trattam. tiroidinico d elle nefrosi. J ou1·n. d. Prat., 6 giu. - C.a:A UFFARD. Trattam. delle dilatazi<>ni bronchiali. Folia Med., 30 mag. - R. )lAROTTA . P seudocardiopatie dell'infa.n~iia. Rev. de Hioien,e y Tub. , 28 feb. - H. SAoABEJos. P o'l:rpora emorr.ag. e tbc. B rit . M ed. Journ., 13 giu. - R. ~Ic-CARRISON. \>roblemi sulle tiroidò:patie. - e. ALPORT. Eziologj a de11' anemia pernic. L ancet, 13 giu. - E. D. AonJ,\N. Interpretaz . dell'elettrocardiogramma. 1

Deut. Metl. W och.. , 22 giu. - P. SoHRODER. :i\tiielite e poliorr1ielit.c. E . FRAENKEL e A. BENATT. La teraipia moderna d el diab. ll'ien. K lin. TVoch ., Il git1. - F. PREGL, H~ HAnERER. E same funzionale dei reni. Arch . 31al. rl11, Ooeur; ecc., giu. - H. VAQUEZ e E. DoNZElLOT. Fisiologia del ritmo cardiaco. BulZ.. .4.c. de l\Iécl ., 2 giu. - H. JAUSION e a. C11imioterapi.a e11dovenosa della blenorragia . A . ANT·HEA UMF.. Un a malattia mentale fit,t izia: la cleptomania. Acta l)ermato-T1enereol., gil1. S. R . BRtiNA UEn . 11 morbo di Darier. - B . BARKER BREESON. Coesist.en za. di atassia locomotr. vera e di sifilide cu tu.ne.a terzi.aria · attiva. - F. FrscHL. Carci110ma siperimentale da indol. . >'oc. d . H 6p., 4 gin. P. TElSSIER. Forma esainte1natica ·della p este bubb. E. CoNLA t.-n. Doppio pneu.motor. efficace. BRFLET. Setticemia da e:nterococco. Arch. cle Jled. cle Per'Ylambuco, ·m ar. - A . CAVALCANTI. Il s.ist. verret.at. in clinica. - A. VALERIO. Chirurgia ·d el simp. Cl.i n. y L abor., J.pr. - Nun1e•r o sul Congress0> latino-americ. di oto-rino-laringologia. ]Jediz. K li7nil{; 12 gi11. - A. l\ioLL. I modernì n1etodi psicoter·apici. - L. N ELKEN e H . STRA uss .. Elo•n gatio oesopha.g i. :l r rh . .'3c. Jf Pd .. -t. - G. OsEtLADORE . .A.JSsorbim .. di sospensioni granulari ·da. p arte d el peritoneo. - S . MILONE. Ci&ti epitel. del collo. - A. Azzr .. Fa·g ocitosi del bac. d el tubercqlo.

Indice alfabetico per materie . ..\.rtropatie endocrine . . Paa. 1653 1641 Bibliografia » 1651 Calcolosi bilia.ire: chirUJrgia » Cirrosi ep·a tiche: anato1m ia patologica e 1642 p atogenesi . . » Cistif.elQea : anomali.a di posizio11e causa 1652 di oolièhe -eipatiche; interven t o . '' Cistifellea : idro~e da calcolosi d el cole1652 doco senza sintomi » 165.5 Fibrinogeno: origine » Jnf~zione chi.rurgio<\. da mo1rso d'.asi110: 1637 ricerchr~ cliniche ed eziologiche . . » 1654 l1J otfis ite cronica . » Li1cenziament o antic.ipato . . . . » 1657 Licenziame'11to per fine di p.e1i.odo di pro1658 va: eff etti della con1unicazione tardliva » 1653 Lilpodistrofia . . . » l\iegoeso.fago id101p .a.tico e sua ct1ra chi. 1649 l·urg1ca . )> 1640 Mesa.orrtite luetica ~ cura malarioa » 1651 l\lles·e nt ere : volumin·osa cisti chilosia » :\1iidol1o snù11ale: diagn osi precoce d elle )) 1638 . . • .affezioni . )) 1653 Obesità nella donna . 1

1

Roma - Sta,b. Tiipo-IJit. Arman·i di M . Courrier.

Occl.usio110 intestina.le . Pag . . P iJoro : s11l cosi<letto 1ruoma circolaxe )) del - . Ptosj (pa11-) viscenali: cura cl1ir11rgi<:>a . n )) R e.sezione Bi llroth 1 : n1odifica,ziQ111e . Spfciolità 1n ed,i cinali: ·nor'f11c per la pro· <l'l.tzio1ie e ·i l convme,rcio· . . n )) Sta&i i11t C'stinaJe da periv.isce.riti . . Sto,-a.rsolo nella cur.a <Clella n1ala.riia . 1629, )) '11isi <liaibetioa . UlceDa gastrica.: tecnica del1a disconti11:t1ità nervosa .a oura dell'- . » Ul1Cer.a peptioa del diverticolo di :\IIeckel e 1~apQ_)Orti con tt1n1ori e- fistole della ·regio11e 01nbelioale » Ulcera. peptica ed •?n1atemesi in g.aiStrodigiunos-t ·o mizzati . ,, Ulcere g.astriche &perin1entali . » Urobilina: origine . . » Urooromogeno: importanza della dimositr.a~ione (diazoreazione) . » Vie bj]ia.ri : <:l istruzioni ~g.r.a:vi e1d estese: modo d i r istaibil:iire la coonunioazione o'ol durodeno . . . >>

16471650 16.J.9 1650 1656 1649 1631

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V. A SCOLI, Red. resp .

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(PAGlNA DELL'.!.MMINISTRAZIONE)

IL POLICLINICO

SEZ. PRATICA FASO. 47.

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ANNO XXXII

Roma, 30

Novemb1~e

1925

Fase. 4:8

fondato dai professo.r i:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE REDATTORE

PRATICA

CAPO: ·PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO.

Lavori orig;nali : P . J\.lesGand1'in·i : Criteri el,e mentari per la. diagnosi della di&Sentel'ia a.mebiea. Osse rva zioni cliniche : G. Cioni: SIÌllll.ula.zione di .oru1coloei renaJe ·i•n <Soggetto isterico. Sunti e rasseg 11e : PATOLOGIA GENERALE: 'Damgow!lia : Ra!P... porti tra tin~nffroienza su.rrenaile e delirio febbrile. P Flem.m•i nig: TI sigruifi.cato dPij eintomi o oul.a.ri.

Cenni bibliografici. Accadt:•nie, Società mediche, Congressi : XXXI Congresso dii Medioin.a Interna. - XXXII Congresso della Società Italri.a.na d1 Chirul·gia. - XVI CnngreslSO della s ,o·cieità Ital.iia111a d.i Ortopedi1a.

Appunti !)er il mettico prati~o : CASI STI CA E TERAPIA : Sulla coeeisten.za rlell'?.ippen.dioite e dell'.aminessite. - DiagTIJo~i

diffzrenlJiale {r?. a.p1peudioite ed ova.r·i te. -

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Dil a-

tazione 1diell'uretere e della pelv.i ren·ale •durante la. gDa"Vlidainzia. Le indi'<la7Jioni dellla. Ollil'la locaie nella em.O\I'l'agia. uterina. - Nel -caJ11cro inopel'lab-iQ:e ·dell'.ute.ro. - I l 1carcinoma del·l a mammella. - MEDICINA SOCI ALE : Il Cline.ana.togrrufo e l a pro'Pa.gamda iglien:iica. POSTA DEGLI ABBONATI. V ARIA : La 'PQSizione 1dli riJp-0so 1dell'uomo. Politica san·itaria e giurisprudenza : G. Selvagrgi: Oontroversie giuridlircbe. Nella vita professionale : Cronaca del moviimento ipll'ofes.siona;le. - Gooucorsci. - N omi·ne, promo21iicm.i ed onorificenze. Nostre corrispondenze·. Notizie diverse. l1ndice alfabetico per materie.

É 1:ietata la riproduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubbliG·azionP dei sunti df

essi senza citarne la {onte.

LAVORI ORIGiNALI. C1·iteri elementa1·i per la diagnosi della dissenteria amebica per il 1prof. dott. PAOLO ALESSA~HJRINI inedico pri1nario degli ospedali di Roma.

appe11dicite, alla stipsl, alla diarrea croni ca' nelJn i11fezio11e r:a amorba histolytica. ~Ieutre cortvengo coi su ddetti autori sulla necessità dell'esame coprologico in ogni caso in cui l' a11a1nncsi rece11te o remota ricl1iama l' attenz1011e su rii un a sintornatologi.a a carico del ~ olor1, credo e h ~ si. 1òebbano fare riserve 1p er qt1P.l che si riferisce alla frequ enza dell am ebiasi. A giudicare dai ripetuti esami di feci da me praticati, sia n ei n1iei pazienti che in rr1alali, ~11 1 cui in base all'esame co1prologico era stata già da altri colleghi forn1l1lata la diagnosi d infezione da (1moeba hist.0Jytica, mi sono formato il co11r:etto che ramebiasi .sia 1111a n1alattia 1più frequen1.e di quello ch e co1nu11em e11te si crede, ma m eno comune di quanto risulterebbe ai s11llo,dati a1~­ tori, Io 1p enso che ciò debba attribuirsi in jparte ~ 1 fatto che non tutti i m edici si rendo110 co11to su1ftciente ldelle difficoltà ·diagnosticl1e sopratutto 11ei preparati a fr esco e delle necessità di allestire preparati colorati nei casi n on sicl1ri: l'esperienza di questi ultimi a11ni ha inoltre di.m ostrato che il criterio t erapeutico non l)Uò esser adoperato a conferrr1a delle diagnosi, giacchè casi di dissenteria sicu ramente cli etiologia non 1

Di$cutere oggi sulla e·s istenza del la dissent eria iela a1noeba l1istolytica in, Italia sarebbe un anacronismo. Nessuno più n e dubita, giaccl1è co11tributi inoppugnabili sono venuti da numerose parti ed 11a11no dimostrato luminosamente che tale .forma 1norbos1a 1esj ·s~eva :già ~rin1a della. gi1erra libica in focolai endemici e che do1po la guerra euTopea l1a s.ubito una r ecrudesce11zo.. N€ssuno inette più in dubbio che 1 amoeba histo lytica, anche senza manifestazioni evidenti a carico dell'intestino, può determinare un ascesso epatico. E merito 1sopratutto dell'Izar e del P ontano cli aver rilevato in Italia la frequenza delle forn1e ati.p iche .dell'amebiasi intestinale, e di aver a1. mo trato, oltre all'esistenza di forme latent i, la ~resenza dei quadri morb9si •P iù •s variati con cui ogni colite cronica suole presentarsi (·dalla pseu clo1

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arr1e1Jica possono guarire in seguito a cura .di un semplice esame, ma 110 1praticato almeno sei en1etina, con1e pure esistono ca si di amebiasi esami ad · epoche di,·erse e raccoglien·do, qua11do e1neti n or esistenti. mi è stato ,p ossibile, il muco in.testinale ùirettaDi fronte all'eventualità che si sia troppo corrr1ente mediante il sigmoscopio. Il materiale fu rivi i1ell'ammettere la ,d tssenteria amebica, bi~ e.saminato, oltre che a fresco, anche med)nnte la sogna P·t osp ettarci il pericolo che casi di stenosi colorazione all'emallume (previa fissazione nel rettali sifilitiche, tumori d el sigma benigni e maliquido di Schaudinn) o allo io1d io. Senza diffonligni, ulceri del duodeno, diarree leucemiche, ecc. dermi sulle cause di err ore grossolane, quali quelcomP. i11 casi da m e osservati, s iano trattati a le 1della confusione dell'an1 oeba 11istolytica coi lungo con emetina, perdendo un ternpo 'Prezioso magrofagi, colle cellule della parete intestinale, per i risultati ·della cura delle varie affezioni che colle cellule endoteliali (errori in cui del resto s] manifestano colla sindrome dissenterica o ensono caduti anche scru1p olosi ed esatti ricercaterocoli tic a . tori) specialmente !Se si esaminano le feci dopo Questa tendenza alla generalizzazione dell'etio- ... purgante sali110, che ,determi11a uno sfaldamento logia delle affezioni infiammatorie del colo11 si è della mucosa spesso n otevolissimo, per 1ne la verificata .ancl1e jper l'etiologia bacillare ed è confusione che più comunemente si fa non è tra strano cl1e un clinico del valore di Strau·ss abforma vegetativa dell'amoeba histolytica e quelbia speso una monografia p er dimostrare che la dell'amoeba coli, ma tra le forme vegetative quasi tl1tt] i processi ulcerativi del colon 1po,5sono dell'ameba nana, ·della iodoamoeba e della dienessere riportati ad un processo d~ssenterico d el tamoeba fragilis e le forme 1precisticl1e dell'atipo Flexner o del tipo Shiga. 1La colite ulceros.!'.l, moeba histolytica e della coli. Bisogna consiqeche a seconda della localizzazione prevalente .d arare che le amebe non ipatogene rappresentano rà origine alla sindrome dissenterica, o alla diarospiti q'Qasi abituali dell'intesti110 : il Boeck e Stiroica o a quello d ella sti1p·s i del tipo ascendente les, esaminando le feci di circa 8 mila i11di \'idui (con o senza crisi p seudoappen·dico.lari) è un .p ronorn1ali, le hanno riscontrate in oltre il 40 % dei casi. cesso ad etiologia sv.a riatissim a. Circa la valutazione statistica della dissenteria :B indispe11sabile che a ql1esto punto accenni ai amrhica credo utile riportare i dati desunti da caratteri fondamentali ·delle amebe che per lo ip iù ' una statistica di vari ospedali d ella zona troipi- vivono n el lu1r1e intestinale dell'uomo, basandomi sugl'insegnamenti d el Dobell, cl1e è stata inia ca le e subtropicale ·dell'America fatta per cura paziente e rpreziosa guida e l'ispiratore di qued ella direzio11e medica di una grande compagnia sta mia nota e a cui perciò riYolgo il mio aniamericana di colonizzazione (United Frl1it Compa11y) . .Da essa risulta .che, sn 30 mila Psami ·d i mo grato. Le amebe cl1e più comune111ente s'incontrano feci praticati da tecnici allenati alle ricerche di nell'intestino umano sono ci11que : la coli, ~a hilaboratorio in zone tropicali in casi di dist'urbi 1stoly1ica, la i1a.òa, la iodameba e la djenta1r~cba. intesti11ali,· fu riscontrata l'amoeba 11istolytica ,solo Molto cammino è stato fatto dall'epoca in cui in 246 casi; segni di un processo uloorativo (1P'fesi ammetteva solo una 51pecie ·di ameba e in cui se11za di pus e di sangue) si ebbero invece in si d1scuteva sul suo potere patogeno. La distinoltre duemila casi: in una parte di essi fu rizione n etta tra una forma patogena o istolitica e scontrata l'etiologia tubercolare (12 casi), in 13 una innocua o amoeba coli fatta dallo Schaucasi la dissenteria bacillare ed in 18 casi si tratdinn, la ·determinazione precisa dei caratteri difta\'a di balantidiosi. In tutte le altre forme di ferenziali rap1presentò un gran passo negli studi colite ulc.erosa sfuggiva il dato etiologico, essendi protozoologia intestinale. Le osservazioni uldo a n cora molto discusso il valore patogeno delteriori banno dimostrato l'importanza degli altri le aJtre forme di amebe, dei flagellati e dei vertipi della fan11a intestinale, specialmente per ìe mi intestinali. difficoltà a differenziarle dalle forme prima stuOra s.e in t1na zona tropicale, in cui esistono diate. tutte le condizioni climatiche, alimentari ed igieLa vita di ognuno di questi protozoi consiste nicl1e .per favorire la diffusione dell'amebiasi inessenzialme11te di due periodi, uno di attività o t\estinale 1Si ha una 1percentuale 1relativamente vegetativo che si svolge nell'interno dell'intestibassa di casi ,di amoeba histolytica, c'è ragiono e uno di riposo o cistico cl1e s'inizia nell'in. n e da ritenere che in Italia l 'amebiasi non rapterno dell'intestino, ma cl1e 1può esplicarsi anche pr~senti , come diceva il Casagrandi, quel periall'esterno e serve a trasm€ttere l'infezione da colo sociale che alcuni \1 edrebbero. r> er poter escludere l' an1oeba histolytica nei t1on10 a uomo. Quando una cisti è ingerita p er mezzo de1l'acca i da tne 0ssrrvati n on mi sono co11tentato i.li 1

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SEZIONE PRATTCA

qua· e d.eg·li alime11ti contaminati (direttamente o indirettamente [)er mezzo delle mosche) passa attraverso lo stomaco e nell 'intestino· umano dà origine ad u11a forma attiva. Da queste forn1e vegetative si sviluppano per divisione successiva altre forn1e ·vegetative e forme cistiche; se le prin1e ve11gono elirninate colle feci muoiono rapidamente, mentre le cisti hanno una certa resistenza. Per l a trasmissione delle amebe non è qui11di necessario un ospite interm e,dio. L 'anioe ba h.istoiyti.ca allo stadio vegetativo ha caratteri così tipici cl1e facil1nentc la fanno distinguere dalle altre fo rm e; anzitutto le sue din1e11-,ioni, giacchè essa ha un ,diametro di 20-30 mic!·on, corris1ponde11te cioè a 1quello di tre o quattro corpuscoJi rossi; 11a un endoplasma granuloso ed una zona esterna ialina; il nucleo è rpoco evidente allo stato vivente; nei preparati colorati si vede costituito da una zona periferica di granuli cli cromatina con un nucleolo pun, tifor1ne. Nell'endoplasma si riscontrano uno o 1più corpuscoli rossi in vari stadi di digest.1one. In qualcl1e ca.so possono anche mancare le inc I usioni di emazie, questo però si verifica per lo più nei tessuti (ascesso epatico, pareti dell'io te· stino) per ragioni che sarebb e qui lungo di-;cutere. Nel 1r1uco fecale accanto ad esemplari sen' za inc1usio11i di corpuscoli rossi., si trovano p!'i111a o poi, in esami rtpetl1ti, le forme tipiche e spessissimo osserviamo anzi la fagocitosi delle emazie ~\rve11ire sotto il campo microscopico. La fagocitosi d ei batteri od altri conpi pare che non si verjfichi in condizioni normali e le inclusioni batteriche cl1e in qualche caso si osservano sarebbero dovute ad invasioni secondarie di batteri quando l'ameba è morta. Uno dei caratteri essenziali dell'a1noeba histolytica è il tipo del suo movimento; nei preparati a fresco oss,e rviamo un vero movi1r1ento di. tI'aslazione che ad eccezione .della dientameba, non ' si osser,ra cl1e eccezionalmente nell e altre forme parassite dell'uomo. Tali movimenti per lo 1p!iù, dopo un certo tempo c1'1e le feci sono· state emesse, cessano; rna li ho osser\·ati anche per sette od otto ore. L'anirnale emette ad una sua estremità un lungo pseudo,podo ialino e11tro cu i pare scorrere successiva1nonte tutto il co11tenuto granuloso del cor1p o delle amebe. Man mano che la vitalità decresr.e, l'unica for1na di m ovimento consiste nell'emissione . più o meno toripida ·di pset1clopodi ialini. Questa tipira fotma di ameba si riscontra per 10 più n el mt1co che riveste le lllceri intestinali. Caduta nel 1L11r1e intestinale, dove le co11dizion1 di nutrizione Yengo110 a difettare , questa forma si trasforma per lo più n ella forma cistica ; l' arne ·

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ba si d·iv] de per scissione, si libera ·delle inclusioni e dà origine a f0rme più piccole con un prot0pìasn:1a più O m eno uniform e, C011 sr.atsi movime11ti ameboidi (Iorrr1a precisti.ca), da cui si originano le cisti di l'egola non più grandi. di 7-15 u. e circondati da una 1parete più rifrangAnte: • esse allo stato ·cli maturità non presentano più cli quattro nuclei, 'Presentano nell'interno delle i11cJusio1ti ri~'ra11g enti dette cromidi, e scarsa quai1ti1à Ji gJicogeno. L, 'n.111 oebu co li i1ello stato vegetativo ha le stesse LlinJen ~ ioni dell'istolitica; il nucleo ba presso a poco 1a stessa ~truttura; è un po' 1neno evidente 1a rti sti11zione tra ecto,p lasma ed endorp lasma (si trat l~ però cli gradi e perciò non è un r.riterio sufficie11tr per fondarvi una diagnosi d)fferenzia. le); nn carattere differenziale della massima importn11za è 1'<:1sse11za costante di inclusione dj e1nazie e invecn la presenza d 'inclusioni batteri che o di altri prodotti vari anche nello stato ·vita1P.. P E'r quel cl1e si riferisce alla motilità, la coli non 11a che eccezionalmente movimenti di tra.3la· zione, mentre invece 11a ernissione di pseudopodt pesso abbastanza vivaci, che però cessa raipidamente; in condizioni speciali tali. movim8nti persist . .:no per lungo tem1po e secondo Wenyon e O' Connor alcu11c v·olte n.011 si differe11zierebhero ·ùa quelli ,dell'ameba 11istolytica specialmenLe quando i' esnme si pra.tica dopo purgante salino, che altera Je co11dizioni osmotiche dell'an1bien te. La forn1a precistica d€ll'amoeba coli è identica a quella della J1istolytica, .sia come dimensioni, .cl1c co1ne struttura ed è quasi i1npossibile una netta differenziazione anche su buoni prepHrati ~o lorati. Lo stesso si può dire delle cisti jmmature, se si ercettuano criteri differenziali difficili arl apprezzarsi, quali l'abbo11clanza del .glicogeno ed i. caratteri dei cron1idi. r,a cisti matura si d iffer enzia 1prrò facilmente percl1è per lo 1p iù ha 8 nuclei. ed anche un numero maggiore. L' amoe ba n.rin.a ~ la forrna cl1e più frequentemente s'in contra nel lume intestinale; si .p uò dire esj stn. in quasi tutti i diarroici: essa rp er lo piì1 ha le dimensioni di un corpuscolo rosso o poco più; ha scarsa differenziazione tra ectoplasma ed encloplas1na; rassomigli a, veduta a fresco, alla forma precistjca della amoeba coli ed istolitica e se n o cliff erenzi a p er i caratteri del nucleo, solo aipprczzalJiJi n ei preparati colorati. Le sue for1ne !precistjche, a differenza delle due amebe dec;;critte precedentemente, non son o l)lll 1p iccole della f orina vegetativa e si distinguono da queste per !'assenza d'incll1sioni batteriche. Le cisti sono per lo più a qnattro nuclei e si distingt: ono da quelle dell'amoeba 11isiolytica solo i:>ercl1è spesso sono ovalari e }Jer i caratteri dei cromidi, però nella

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IL POLICLINICO

inassima 1parte dei casi sono n ecessari preparati colorati. La iodoamoeba nella forma vegetativa non si di:;tingt1e dalla precedente che in base a fini .dettagli istologici. rilevabili nei preparati colorati; le cistj invece ·s e ne distinguono perchè sono unint1cle ari e posseggono una grande massa di glicog e110 rilevabile bene colla colorazione allo ; odio. La dicntarno·eba fragilis infine è ·delle di.1ne11sioni d ell'amoeba nana· ha una netta differenzja' zionc tra. ectoplasma e d en°dopl asma e tale 11na motilità attiva che può cons.j d erarsi co1ne una a1noeba istolitica i11 minia t11ra; ha però due i1uclei che spesso è cliificile ·distinguere net prepar:=tti a fres co : i11ancano inoltre costanten1ente inclusionj cli globuli ros$i .ed i11vece esistono i11clusion: batteriche. Le cisti non si con oscono. Da questa soromarin. descrizione e1nerge cl1 iaro ..c:he auando n on siamo in prese11za di for1ne ve:getative tipiche di ameba istolitica di grandi dime11sioni, con inclusio11i di corpuscoli r osc;i, con mo,·J1ner1to di traslazione la diagnosi di am e;})a istolitica in ])reparati a fre sco deYe farsi con 1noltn cau1 ela. E questa differenziazione è 1anto .p iù importante i11 ·quanto solo l'ameba istolitica è ~ i cura1nente patoge11 a e va curata a lungo ro11 tPnaeia . I .e farine prec i ti ch e rapprese11tano la cn usa più corr1u11e ·di errorP. In casi di assenza di forme tipiche vegetati·ve è rr1eglio attenderne la loro comparsa, qu:il ora n on si voglia ricorrer e a 1p reparati colorati o a11.e i11fezioni sperimentali nel gatto. Una sorge11te di errore ·diagnostico è data dal controllo ,delle feci ·d opo cura di emetina, giaccl1è la iodoa1noeba è sensibilissin1a alla emptina, tanto cl1e scompare dalle feci d o1p.o u11a serie di iniezioni; la nana, la coli e la fr~gilis sono emeti1ìor esistenti: se le pr-esunte amebe i·stoliti<'i1 ·~ scor1ùpaiono i11 segL1ito alla somministrazione di em etina se n e trae un argom ento in favore della es istenza d ella amoeba hi stolytica; quando si tratta cli amoebe coli, nana, fragili s, 1a persistenza di esse n elle feci dopo cura emetinica potrebbe dar0 orig·ine alle pit't S\Tariate fa11tasie sulla e1net inoresister1za d ella presunta amoeba histolytica. J11oltre bi og·na tener conto d ella ·Cir costanza cl1e qualunqu e ia il tipo di amoeba può scomparire d all.e feci ancl1e p er lu11go tempo indipendenten1ente da q11alunque t entati,·o tera1p eutico per poi ricon1parirc. :\ei casi ùa n1c ossen·ati ùi tipica amoeba histolvtica ancl1e i1elle form e cronicl1e 110 veduto sern1;re, in seguito alla somministrazione di emetlna, la ~c:c1 1t1par-..a sia delle forme v egetatiYe cl1e ll 0 lle <'1st i; ~ro111pal'":>il cl1e i11 vari ca i è stata deftniti.,·a, 1

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in molti casi .p erò è stata solo temporanea. Nei casi di tendenza alla recidiva ho poi con'5tatato l'efficacia dell'associazione delle iniezioni di emetina colla somministrazione di forti dosi ·d i sottonitrato di bismuto per bocca (preferibile allo iodt1ro ·dOP1Pio di emetina e bi sm u to, che rappresenta un tormento 1per i 11>overi malati). I l problem a della ernetinoresistenza del1a arnoe1

ba 11jstolytica ,,a ·quindi stu·diato mett<;nd::,c1 ~1 l riparo da tutte 1e cause di errore; evitare per q11anto € possibile l' esam e ·d elle feci dop.o son1ministrazione di purgante salino o clistieri irTi· tanti, m a praticare le ricerche sulle f€ci emesse spontanearnente o sul muco raccolto direttamente dalle u1 c€ri mediante il sigrnoscoipio; allestire, oltre a 1pre1)arati a fresco, preparati colorati allo iodio o aJl' emallurn e; e, per lo studio delle a1teraztoni d eterminate dai rimedi, ricorrere anche a colorazioni elettive, ·del glicogeno, d ei cromidi, t=icc. 11 l)urgante determina una scarica di forme preci·sti che e di cisti immature, cl1e costituiscono gli scogli d iagnostici fo11damentali . ·r8n endo in co11to lr. considerazioni cl1e 110 brevE-n1ente riassunto, sarà 'Possibile non solo una esatta diag11osi ed. una terap,i a razionale della disse11teria amebica, ma anche affrontare il pronlf'ma della importa11za id ei 1protozoi n ella patoge n esi ùi lnolte die rrec : giaccl1 è l'azione efficace del1'en12 · tina a ne11e in forme in cui si può esclu1d ere ~ on sicurezza l 'am ebiasi (da me rilevata in molti ~asi, tra ....g-li altri n ella balantidiosi), l'efficacia 1del bismuto che l'ema>tirismo a'reva già m esso. in eviden za, del chinino e .del neosalvarsan (rirnec~i eleti.Lvi dei protozoi), la tendenza allfl recirlivt, caratteristica di tutte le malattie protozoarie, sono crii?r i cl1r. p.irlano in fa\rore ·di coliti protozoari~. 1

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Ai nostri abbonati rammentiamo / 'in· teressante libro :

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Prof. GIUSEPPE SANARELLI Direttore del R. Istituto d'Igiene dell'Universittl di Roma

Nuove vedute sulle infezioni dell'Apparato digerente Un volume in-8, di pagg. VID-184 (N. 14 delle nostre Monografie Medico-Chirurgiche d'att11alità) nitidamente stampato su carta semipatinata, eon 28 fìg11re intercalate nel testo. Prezzo L.25 più le spese 1Jostali di SJJedizio'ne. Per i 'riostri abbo1iati sole L. 22.50 in po1·to f'ra11co. Inviare , -aglia p ostale al Cav. Uff. LUIGI POZZI ·r i:i ..~isti n n. n. 14 - Rom A-.


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OSSERVAZIONI CLINICHE. OSPEDALE DI S. GIUSEPPE lN El\1POLI diretto dal prof. 1\1...t\.BETTI.

Simulazione di calcolosi 1·enale in soggetto isterico per il dott. GASTONE

CIONI ,

aiuto.

B cosi frequente che l'isterismo simuli un'aflezio11e m Grbosa organi.c a cl1e a tutta prima i l caso pr.esente potreb be sernbrar privo di ogni interesse, ma se qn esta nevrosi offre ogni giorno alla nostra osservazione esempi di fals e affezioni a catico di tutti g'li a1pparati, qu ello n er·voso prin0i,p aln1ente, no11 credo che alcuno abbia potuto assistere ad una si1nulazione così ing·egn osa ·di calcolosi Tenale. 1

Il caso ·Che vado citrindo si rjferisce a certa C. Paolina di a . 57, nubil.e, domestica, da Cerreto Guidi. Ella 1perdette il padre per vai11olo e la madre, in età avanzata , p er p olmon ite: di malattie non precisabili e tutti g jovanissimi, sono morti sei tra fratelli e sorelle de11a p-aziente: l'anamnesi familiare è negativa per quel cl1e riguarda il camp o p sichiro. Essa fu operata di ister ectomia all'età di ci rca 30 anni p er un tumore {lell 'uter o e 10 anni · or sono venn.e sotto1posta ad u11 nuovo intervento operatjvo p er ernia in gn inale sinistra. Ad eccezion e di queste due op erazioni chirurgiche, fino al mese di settembre dello scorso anno, non è stata n1ai a111malata. Ha sem1p re condotto vita regolata; il suo te1npcra111ento nulla fece mai intraYedere di a11ormal e. Il 28 settembre u. s., mentre attendeva al1e fa ccend.e ·domestich e, si lamentò i1nprovvisamente di un vivis irno dolore alla regione renale di destra cl1e si irradiava in basso Yerso la si11fisi pubica e la coscia d ello stesso lato , accompagnato da vomito, non da febbre. Passata la c.9lica cl1e, in on ta a tutti i sedati vi, la costrinse in letto per tre gior11i in preda agli sp asimi più atroci, essa mostrava al rnedico curante quattro conpicciuoli duri di aspetto siliceo cl1e aveva e m essi con le urine e che vennero interpretati co1r1e calcoli renali. Do1po circa 10 giorni di benesser e, altra colica cui seguì l' esipulsi o11e di 10 calcoli di varia grandezza e di aspetto vario. Da allora le coliche Si rip.ete· rono incessantemente ad intervall i sempre l)iù breYi ta nto che, mentre nei primi due inesi intercor· revano di solito 10 o 15 giorni tra una ripresa e l'altra degli ace.essi dolorifici, in questi ultimi mesi le coliche si ripeterono qt1asi ogni giorno. I calcoli, fino al suo ingresso in ospedale, in 1parte e.spulsi sp ontanearnen te, in parte estratti dalla vescica .p er rr1ano ·del m edico, furono i11 numero di 301, diversi ssi1ni sia per a s1p etto - alcuni apparivano le,rigati, ·di con sistenza durissima del tutto .s ilicea, altri friabili ed a superficie ·scabrosa - cl1e per grossezza - ve ne erano ù.i grossi come un grano di frumento , altri come un fagiuolo, n1olti altri grossi il dop1pio. -. Insieme ai calcoli emise talvol ta quantità r ilevanti di "3abbia.

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Le urjne, che l'esame microscopico ha ·di1nostrato spesso lievemente ematu ricl1e e che s1pJessissimo apparivano torbi·de, venivano emesse non senza molestia: minzio11e difficile e dolorosa. I1 inedico curante, durante il periodo che l'ar.orna 1ata è stata sotto la sua osservazio11e, })alpò n1arcatamente aum entato di volume e dolentissimo, il rene destro. Al s110 ingTesso in osipedale la donna prese11tavasi in stato di colica : dolore ,·iolentissimo alla r egione renale di destra che si irradiava verso la zo11a v escicale e tale che la paziente si contorceva dibattendosi violentemente nel letto; 11ausea, conati di vo1nito, non febbre. Ricevute le cure del caso, .e dop o aver e1nesso con le urine un ·Calcolo ùella forma di un fagiuolo, ma grosso il ·doppio e di con sistenza chiaramente silicea, il dolore scom1pn,r,·e e fu p ossibile proceder e all'esame somati~() dell 'i11ferma. La donna ,p resentavasl in stato di buona nutriz1011e, com e r1011 aYrebbero fatt o presu1nere gli otto inesi di soffere11ze continue. Riflessi co11g·iu11tivali aboliti, abolito 1pure quello faringeo: tutti gli altr i fisiolo-g icamcnte presenti, erano conserv·ati. Psichicamente ed i·11tell.ettualme11te appariva nor111alissima. I diversi apparati organici i1on dimostravano alterazioni degne di particolare importanza r1è reliquati di affezioni 111orbose pregresse. Solo a carico d ell'npparato car·dio-vasale erano rilevabili i segni evidenti di una sclerosi iniziale. R ~ne destro marcata1ne11te ptosico - ptosi di II gra·do - aume11tato di circa un terzo del volume n ormale, della caratteristica con sistenza ed a su- · perficie levigata: modica difesa della parete addo1njnale. Punti ureterali di destra dolorabili alla pal:p azione, così pure la zona vescicale. Uretere cli si11istra i11dolorabil e. Il cfl teterismo fece cl1iaramente avvertire la presenza i11 vescica di u11 corl)icciuolo solido che, estratto, si dimostrò analog·o ai ·calcoli precede11teme11te espulsi: , m eato u r i11ario arr ussato: urine leggerrr1e11te corpuscolate : la sonda risveglia va dolore al 1passa:gg·io dall'uretra. Eg1im e dell e uririe: vol. in 24 ore eme. 750: Colore: giallo pallido; urobilina: assente. Consistenza: norrnale; albumina: traccie. , .~ sp etto: leg.g ermente torbido; 1nucina: a ssente. lieazio11e : alcalina; emoglobina: traccie. Densitit: 1012; pigmenti biliari: asse11ti. Urea: gr. 7.39 o/c>o ~ glucosio: a ssente. Sedin1ento: scarso, formato da cellule delle ultime vie urinarie, globuli bianchi, qualche eritrocito . I/ e:sn rn e radio1 og·ico, ripetuta1n1en te pra.ticato, i1on di1nostrò mai 1presenza di ombre caratteristich.e n ella massa dei r eni n è lu11go il .d ecorso degli ureteri, n è in vescica. La cistoscopia fu n egativa : gli orifici ureterali apparivano normali e secernenti ambedue ugualm er1te. Il catetere introdotto n ell'uretere di destra però, a circa 10 crn . dall'orificio vescicale si arre-' stò e n on fu possibile farlo progredir-e oltre. Iniettato qualche eme. ·di una soluzio11e di bromuro di potassio e 1praticata la ·p ielografia, si osservò che ure ieri e bacinetti si rie1npivu110 normahnente cosicchè anche qu esto m ezzo di inda1gine r1on aggiunse nessu11 dato positivo alle già praticate ricerch-e. Durante la sua degenza in qspedale le coliche, ad ir1ter\1alli vari, si ri1p eterono e l ' en1issione det calcoli avvenne se111pre abbo11da11temente.


J67Q

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11 POLICLIN ICO

Il rene destro cl1e in capo a qualche giorno aveva ripreso il suo volume normale, non si palpù più ingrossato. Il caso, considerato· sotto diversi pu11ti di vista, ruppariva così strano che logicamente suscitò in noi .dei sosp etti circa l'autenti.cità dell'affezione morbosa. Intar1to la costituzione dei corpi solidi emessi con le urine non era quella che sia1no abituati a vedere ne.i calcoli ·del rene: oltre a ciò pareva trop1po strano e.be il reperto radiografico fosse negativo trattandosi di corpi così opachi ai raggi X, da dare, radiografati a parte, ombre m olto evidenti. E11trati nel concetto di una possibile simulazion e, ogni volta che la paziente accusava l'insorgenza ·del dolore, facemmo praticare, in sostituzione delle iniezioni ·di morfina 1precedenteme11te usate, d elle iniezioni di canfora, a1tre di acqua distillata; do1po di che la .p resunta colica cedeva ugualme11te in pocl1i secondi. Ma la paziente aveva urinato in prese11za nostra i famosi calcoli e noi stessi li avevamo sentiti in veseica: venivano introdotti dunque 1per l'uretra? • Non inan.cava, per averne la certezza, che toglierle la possibilità di rifornirsi del materiale usato a tale scopo e ·sorvegliarìa : la facerr1mo infatti ricoverare in una stanza isolata e dopo. averli esattamente contati, le consegnammo i suoi ·Calcoli. Nuove coliche ed espulsion e dei soliti corpi calcarei il numero dei quali corrispondeva esatta1ne11te alla mancanza di altrettanti da quelli fornitil e. Avendole inoltre espresso il .d esiderio di essere av\rertiti fquando si fosse accorta di stare per e51Pellerne uno, potemmo, radiograficamente, sorprender11e l'immagine n ettissima in vescica. Dopo di cl1e, col 1pretesto di praticarne l'esame chimico, le togliemmo le 1s ue pietruzze : le coliche si ripeterono anche più frequentemente, ma più nulla venne espulso con J.e urine. La 1prova non avrebbe potuto essere .p iù convincente. t

* ** Nella storia della nostra ammalata esist~va.oo perta11to non lievi ·discordanze a carico ·del co11cetto formatoci di simulazione della calcol osi, n1a un ragio11amento logi~o su ogni fatto osservato IPUÒ in Inodo evide11te delucidare ogni punto apparenten1ente oscuro. L'ematuria cl1e ad intervalli il microscopio pone,ra in rilievo ed alla quale tanto valore senJbrava doversi attribuire, potè spiegarsi con le lesioni dell'uretra prodotte dal passaggio dei corpi estranei tal,·olta a superfici.e scalbrosa e di volume considereYole. L'ostacolo che la sonda a.veva incontrato al suo progredire nell't1retere di destra è cosa tropipo frequente a verificarsi, senza. che a tale reperto "'Or· rispondano alterazio11i ai1aton101Patologicl1e, per })Ot€re attribuire a ciò un valore assoluto, t en uto conto poi del negativismo della pielografia e de 11a permeabilità d cll' uretere.

[A..,NO

XXXII , F\SC. 48j

l\tl n. quel lo r.l1e si 01)1po11e,·a maggiormentP al pC'n-

siero della completa simulazione di questo quadro inorboso era il fatto che il medi·co curante e 1101 ste5si aveva1no potuto palpare, per u11 1p€r.iodo lii qualche giorno, a u mentata cti ' 'o lume la mas$a del rene e ciò non poteva es.sere certan1'ente 1prodot 4 o da1la volontà della donna. Evidente1ne11te, essendo in realtà il r ene destro ptosico, poteva in primo tem.p o essersi trattato di una idronefrosi prodotta per inginoccl1ian1ento delì 'uretere, co1ne non è improbabile cl1e u11a ,,era e jpropria calcolosi renale sia stata in atto e .-·11e il processo !norboso abbia portato a delle coliche renali vere e proprie con espulsione di uno o più calcoli autentici. ·S u questo fondamento di ·verità il temperamento isteri ·o ·della nostra paziente avrebbe costru lto tutto quello che è stato oggetto ·della nostra esposizione. E ness11n dubbio può esserci che tutto ciò debba attribuirsi unicamente alla nevrosi isterica giaccl1è più di una volta e con insistenza qua sj djSiperata l'am1nalata ci scongjurò Ji sottoporla aò un' atto 01p erativo .... he la togliesse dalle sofferenze atroci e continue che la torturavan o, e quando, fingenrlo cti assecondq.re il suo desjderjo, dopo averle fatto conoscere cl1e pericoli .p otevano provenire dall'atto operativo, la facemmo preparare come gli altri operandi e condurre, ron sua evicle11te soddisfazione, fino sul tavolo operatorio, !'1 mas :~ fortemente delusa quando le dicemmo i:!l1e per una causa nuova che non 1p otevamo spiegarle, era impossibile oiperarla. Qt1esta, io creclo, la giusta interpretazione di tale serie cli fatti a .p rima ,,ista discordanti l'uno dall'altro e tali da mettere in imbarazzo qua11ti avessero dovuto formulare un giudizio diagnostico ed 110 volu1o pubblicare il caso, i11vero degno ùi interesse, princiipal1nente dal punto ·di ,,.ista della perfezione con cui ogni sintomo della calcolosi renale ·veniva artificiosamente offerto ai nostri occhi.

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PrOf. CARLO BAllLR

Diplomato tn medicina t ropicale al Royat, College of Phi1iclan1 a . Surgeons tLon dra) - LJbero docante in Para1u1itologla R. Clinica Medica di Boma.

Diagnostica delle malattie parassitarie Prefazione del prof. VITTORIO ASCOLI Direttore della B. Clinica Medi~ di Roma. Un Yolume nell'ampio formato della nostra Collana M•· boati del e Pollcllnioo •, di pa.g. Xll·U!, atampato 1u ..na 1emipat inat a eon 18 taYole nel testo e ~l figure inteI-.Iate, 11lb t t aYole a oolori f uori testo. Prezzo L. Il. Per t noat.rt abbonati aole L . 2 9. 5 O in porto f ranco.

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Invia.re Vaglia postale al Cav. Uff. LUIGI PO* I Via Si&tin.a, n. 14 - Roma.

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f ANNO XXXII, F ASC. 48]

SEZ10N E J-'BA J 1CA

SUNTI ·E· RASSEGNE. ..

PATOLOGIA GENERALE .

Rapporti tra insufficienza snr1·enale e deli1·io febb1~i1e. Paris médical, 1925, n. 7) .

(TARGOWLA.

L'etiologia delle 1psicosi dette tossinfettive appare banale 11e1 senso che non esiste una sindrome mentale propria di una determinata malattia. Tutta \·iu seu1bra a11' A. di poter ammettere un simile rapporto tra insufficienza surrenale e òclirio febbrile, a ~roposito di un caso dimostrativo recer1temente osserYato. Si tratta di un giovanetto cli 1; an11i, il quale dopo aver sofferto a 6 an11i di tifo e di polznonite, aveva dimostrato l1na fPel'_ sistenza, nello sviluppo fisico e psichico, dei caratteri })Uerili, e che improvvisamente avPva prese11tato uno stato psicopatico grave, la cui evo. luzione ha avuto dne fasi. La prima, caratterizzata da una sindrome ipuramente psicopatic3, si è manifestata con delirio di perse.cuz1one e d i influ enza ' a base di illusioni, di allucinazioni e di interpretazioni n1ultiple, ravvicinabile per i carctteri ai deliri tossici, e associato a tSegni de1 la serj~ ebe.fr eno-catatonica. La seconda fase, a distanza di circa un rnese, è seg·nata dalla so5titu_ zione alla sindrome precedente di uno stato acuto , con 1nanifestazioni somatiche e mentali. I di5turhi psiclijci, costituiti da un delirio terrorizzante nll11cEr.atorio lJrevaJentemente visivo, complicano uno stato generale grave : aspetto di intossicazione profonda, 1p alJore terreo, prostrazior1e, astP.nia aolorosa e senso di fatica muscolare, rar,hial~ gia, cefalea 3. esacerbazioni violente. Questi sintomi associati a rnidriasi, ad accelerazione del polso, a ipotensione arteriosa, a strie bianc.be del Sergent) non potevano essere riferiti che a jn. sufficienza surrenale. L 'esame somatico era nel resto n"gativo, nè la ipertermia lieve, nè l '1rros_ samcnto modico e diffuso della gola, osservati iper bre,·e tempo, potevano dare ragione dei disturhi. D'altra parte la favorevole azione esetcitat1, parallelame11te •u tutte le manifest1zioni della sindrome, dall'adrenalina e dalla 01poterapia surrenale appog·giano la conclusione cui si era pe:r:venuti, ammettendo la diagnosi di en cefalopatia adòiso11iana, o, piì1 esattamente, di enccf alopatia surrenale. L '1:posurrenalismo appar e, n el piccolo malato, corrlP un accidente della crisi 1pubere, favorito forse da u na antica determinante infettiva; e )"aspetto ·Clinico particolare (ebefrenocatat0nia) assunto dalle manifestazioni, può essere considerato come una modnljtà reattiva di psichismo I

1671

gio,·anile, tenendo conto della situazione creata dalJ a lesione cerebrale precedente, indicata dall'ana1nnesi, e d elle sinergie glandolari poste in azione dai fenomeni della pubertà. Questa etiologia fu nzionale sembra costituire la ragione del favorevole esito. La fase delirante grave è durata una settimana, e tutta la malattia cinque settimane circa. Due mesi dop o l'inizio degli acciden ti morbosi il piccolo malato era in 1piena convalescenza, ca_ 1pace di dedicarsi a un lavoro moderato senzu nffatjcarsi eccessivamente. Il confronto di questa osservazione ·Con altre già note (Klippel, Sergent) fa riconoscere all'encef1lopatia surrenale, a for1na mentale, una certa individualità clinica basata su caratteri evo1utit~i, e su elementi semeiotici. Ora si conosce male la. patogenesi del delirio febbrile che si pone, senz'altra precisione, tra i deliri tossinfettivi. Dal punto di vista etiologico sj 1può dire che si riscontra in quasi tutte le pire5sie e, 1pjù frequentemente, nella febbre tifoid8, :r1ella polmonite, nella scarlattina, nel tifo esan.ten1atico, affezioni tutte che sono accomp f1gnçi,te tanto spesso da in1sufftcienza surrenale pns· seggera. f: lflcito allora domandarsi, éllla luce dei fatti osservati, se questa coincidenza è pura111ente fortuita, o se non bi sognerebbe vedere nell'intoc:;sicazione di origine 1surren ale una condizione neresst7.ria del delirio febbrile. Ques.t a sindrome, però si riscontra raramente allo stato puro, e di sovente un elemento confusionale pro1pria111ente detto vi si associa. Questo fatto ~uò spiegarsi con la lesione concomitante, da parte del processo in_ fettiYo di a ltre funzioni organiche, specie di que 1' le epatiche e renali. In linea generale il m8ccanis1no delle psicosi tossinfettive esigerebhe un elen1en to cerebrale, anatomico o funzionale, più 0 meno complesso, e un elemento tossir.o dovuto a una insufficienza organica la cui azjone s ui cen. tri enceffllici determina una ·reazione mentale forse Stpecifica. La difficoltà abituale dell'analisi risu lta dalla molteplicità dei fattori associati rhe si rj scontra nei fenorneni clinici. .~. P!CCJNEI.LT.

SEMEIOTICA. '11 significato dei sintomi ocnla1·i. (P.

FLEMlVIING.

Lancet, 23 111Ug-gio 19Z5L

Il dolore costituisce uno dei sintomi più freque.o ti e più importanti delle affezio11i oc1J 1arL Ju~ndo s'accompagna ad arrossarr1ento rtegli occhi può essere l'espressione d'irite, glaucoma, corpi estranei o abrasione della cornea. Il dolore rtell'irite e dcl glaucoma è gravatiYo e profondo,


1672

IL POLICLINICJ

può diffondersi alle parti circostanti, P. perfi110 alle mascelle, e talvolta 1dare vomito. rL o stato della IPUPilla, piccola nell'irite, ampia nel glaucoma, co11sente di dectdere a 1quale delle due affezioni è do,ruto il dolore. Il dolore dovuto a corpi estra11ei o ad abrasioni corneali è i11ten·so e spasmodico, si 1determina o si accent11a con i inovin1enti delle palpebre; una goccia di fluorescina seguita ,da una. di cocaina è il metodo più serr11plice per svelare la causa del dolore. Un senso di fastidio, di peso o ·d i bruciore cl1e si accer1tua alla luce artificiale è segno d i co11giuntivj te g eneralrriente di media gravità. Il dolore riferito alla parte posteriore dell'occhio, che si verifica durante la lettura o la visio.11e prolnngata, è sintoma di vizio di refraiione· o -di Lleholezza dr.i. muscoli endoculari. Quest'ultiYTlo .s i verifica in soggetti neurastenici o affetti da altre nevrosi. La cefalea d'origine oculare è frequente · negli scolari e n egli individui di rnedia età. E localizzata gt!11eralmente alla fronte ed alla regio.ne c;;o~raurbitale; è 1 p ilì frequente al mattino, 1r1igliora o scompate dopo la colazione, 1si accentua alla fi11e d ella gior11ata, specie se si è lavorato in luogo Cl1 i ~I S O. •

L'em1crar1ia è preceduta da sensazioni visive subiettjve, che costituiscono come l'aura dell'3.t .. tacco anzi talvolta tutto l'attacco è costituito alla ' sola aura oculare. Ciò però noi~ autorizza a concludere che l' emicrania sia d'origine oculare. Le cosi dette mosche volanti non sono nella maggioranza dei casi sintomi di affezio11i organi· c11e. Costitujscono un sintomo premo11itorio della cataratta, e possono trovarsi in tutte le rortne disrTasicl1e generali, nell'anemia e nella co11gestione cerebrale, e nell 'isterismo. I cercini colorati si riscontrano nelle forme di jn1lJibizione della cornea, n el glaucoma come nel, 1a :::;emplice co11giuntivite. La visione di scintille è un sintoma tutt'altro e;})e rar o. Si I1a nell'aura oculare de1l'ernicrania e dell' epilessia, in varie forme di neur0si e di p sicosi, nei tu1nori cerebrali specie occipit1.le, e ne1la ciclit e. La fotofobia è un sintoma molto com un e in varie forn1e tossich e ed i11fettive, in forme neurotiche, ed in n1oltepl ici affezioni ocl1lari, congiuntl. vite , irite , coroidi te ' retinite, cheratiti, l.il cPri corneali. l .' emeralopia è sintoma di disturbi i1utritivi o distruttiYi degli elementi retinici. Si ha nella retin1ta ,pig1ne11tosa, nella retinite sifilitica, nella n Pfrite, n ell'avitaminosi, nello scorbuto; taJ,·olta è uc disturbo congenito. Il contrario dell ' emeral~ia, la nictalopia (vi::,ion c p eggiore alla lu ce cbiara) si ha nPlla neu-

fA.~NO XXXII,

FASC .

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rite nicotinic::i o r1ell'atrofia del n. ottico, nelle ' poco ben .definite opacità della lente nella linea di visione. La di.scron1atopsia è generalmente un disturbo congenito, si può acquisire in seguito ad iuLo:;sicazione nicotinica o nd atrofia ottj ca. l ,'eritrOIJ)ia o visione rossa si ha negli 5colari e negli operati •·di cataratta : sen1bra dovuto a congestio11e dei vasi retinici. I Yizi di refrazione IPOSsono provocare cefalea, senso di stanchezza generale, irritabilità. Tali pazie11ti in genere non si lame11tano di dic:turbi visivi, vedono bene, però la buona visione è fatta a s·p osa di sforzi accomodati\ri che sono responsabili ·dei disordini su accennati. La ·diminuzione dell'acutezza visiva in genere si avverte i11 seguito ad una malattia debilitante che ridu ce il .p otere di accomodazione. La presbiopia si inizj a ge11eralrnente vers0 i 45 anni 1Per raggiungere il suo massimo a 60 annL Quando a questa età, nella quale j] potere di accorr1odazione è reso praticamente i111llo, la yjsta conti11u a a dimi11uire, vuol dire che vi sono altre affezioni oculari, a·d esempio coroidlfe se11i 1e. Alcuni individui tra i 45 e i 50 anni si la1nentano perchè allo svegliarsi r1on possono aprire gli occhi (ptosi mattutina), essi. devo110 diva "'i care le 1pa1pebre quasi a forza con l e dita. Il di~ t 1J rbo, cl-ie è 111 rapporto al la preshiopia, ces·s a co11 l'~1so ·di 1<\n I i adatte . TJa di·p lop1a deve essere considerata come un' ·d ist.urbo di una cert1 gravità; essa dip ende da incoordinazione o deficienza dei muscoli oc ulari e 1PUò e.:;sere l'eSipressione ·di 11na lesione inizial ~ del sjste111a nervoso centrale. La visione multipla -è sintoma di 1esio11i delia lente che ne altera110 l'indice di refrazion c. ~i riscontra i1el diabete. Alcuni jndivi-dui per leggere hanno bi sogno dl te11er chiuso un occl1io, ciò dimostra riduzione ·del potere di convergenza. . Un sintoma che di rado è denunziato spo11tan earnente dai pazienti, fl quello costituito dal 1r1ovimer1to t:> dall'instabilità degli oggetti g uarùati e elle è in rapiporto a nistag1no di recente origine. La vertigine oculare s i ha 11elle deficienze ctel1' equilibrio muscolare. Essa è 1prodotta più dalla deviazione verticale del globo oculare che da quella l ateral e. La vertigine sco1npare chiu clt:: ndo gli occhi. Il vomito oc ulare può essere prodotto dal glaucoma, dai traumi oculari, dall' instillazio11c ùi eserina e di atropina. I )tt


[.:\NNO XXXII , FASC. 48]

SEZ IONE PìlATlC.\

CENNI BIBLIOGRAFICI I. .i\.RAOZ ..i\.LFARO e c. BONORINO UDAONDO. Tratado <Le Semiologtu,. y Clinica propedéutica. Buenos . ,\yres, 1924, .t\.i1dreetta, edit.

due volurr1i cl1e, sotto la direzione dei di;e semeiologi Argentini - anzi in gran parte ·dagli stessi .dettati - vedo110 ora la luce, non sor10 la Tisu1tante di una comune compilazione o d'una serie di riviste s.intetiche disposte in ordine; ma rappresentano la sintesi di dece1111i di studio e di osservazione, la sintesi ·di venti anni di i11se, gnamento s1pecializzato ·di Semeiotica al quale e l'Araoz Alfaro ed il Bonorino Udaondo dedicaTono con attività sempre giovanile il loro fervore scientifico-pratico. . I loro collaboratori anch'essi si so110 mostrati {legni della fiducia e hanno gareggiato con i due 1nae5tri in felicità di sintesi e cl1iarezza di esposizione. N'è derivata una Semeiotica vissuta in uno con gli studenti e·d il malato, libera ·da ·vieta erudizione; dal giusto rilievo del sintoma porta alla corretta ii1terpretazione e alla coordinazione clinica, quella esposta n el Trattato Argentino. Cornp1eto ed agg·iornato nei 1più mi11uti p.articolari di tecnica, è u n 'ottima guida al 1etto del ma1ato. Nitida è la veste tipografica, ornata di tavo. ìe, fotografie, numerose, ori!Sinali. 1Con vero diletto ne leggi amo i numerosi capitoli senz:t irr1batterci i11 dati ·di pura erudizione; ma trovando un'esposizione perspicua condotta con rigore di critica e materiata di esiperienza personale degli autoi·i. Gli A.:\. 11anno, con spirito di modestia, dedicato jl loro libro agli studenti, ma non v'ha dubbio ·che utilità non minore potran110 ritrarne medici •p ratici e medici. ·di scienza che, senza pondercse consuJtazioni, volessero colmare le laeune .rlel!(' loro conoscenze serr1eiologiche.

1673

ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI. XXXI Congresso di Medicina Interna. (Vedi fascicoli preced.enti).

I

V. ASCOLI.

L. f. AIIES. Die l ndividualitdt des Blutes in der Biolo:7ie, in der J(l ir1,ik. Berlin, 1925. J. ,S•p ringer,

editore. Del suddetto libro, nella sua veste italiana, già ·dicemmo su queste colonne or non è molto. La tracluzior1e tedesca che i1e fa il prof. Schiff conferrna il nostro giudizio e mostra che oramai l'opera del Lattes forma testo per i cultori del. 1'argomento: auguriamo che .ulteriori traduzioni . del )'rattato ad uso di altri 1p aesi portino al la meritata diffusione e conoscenza d elle originali e -convincenti ricerche dal chiartssimo prof. Lattes perseguite ~p er tanti anni nel campo dell'individualità sanguigna e delle pratiche applicazioni in medicina clinica e in medicina legale. MONTELEONE.

n elazione ·del prof. G. SABATINI (Roma).

Le cirrosi epatiche. (Storia, eziologia e clinica). Conclusioni.

Non consentendo ·q uesta materia di studio nè di essere esposta per sommi capi nè enunciata sotto f orrna di 1proposizioni conclusive, il riassunto riesce slegato, frammentario e senza le ·docu- · n1entazioni necessarie. 1. Quali forme morbose comprende il nome dt cirrosi epatiche. - La risposta dedotta dai vari

.'\utori risulta imprecisa, variaib ile e sopratutto personale. Quin1di non è 1possibile rpre1r1ettere la definizione; deriverà forse dall'esa>osizione di dati e Lli f attj . E ·di assoluta n ecessità rifarsi alle concezioni originali e clas·sicl1e e cer·c are idi mettere ma11 mano in rilievo i momenti ·di deviazione e le successive sovrapposizioni, che l'idea clinica e l'indagir1e anatomica hanno, in 1questo ..cam1po, subito con l'andare del tempo, portan do alle com11licate 1r1oderne concezioni. Non è dottrinale, ma fonda1nentale questa ricerca. 1

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2. Evo luziorie del concetto di cirrosi ep,a tica dal suo apparire fino alle idee attuali. - Si fa risaJire a •L aennec, nel 1819, oltre che la creazione dell~•. ~arola

-cirrosi anche la iPrima descrizione ù ella malattia così com e è concepita da noi. I .a critica storica ·documentata non sottoscrive più a questa affe~mazione. Laennec mise in una nota ,d el suo volurne su « ·L 'auscultation m édiate » la descrizione di un malato affetto ·d.a cc 1p1eurite e1norra.gica del lato sinistro, con aiscite e malattia urg·anica di f egato » . Questo caso lascia già di per sè assai dubbiosi se si tratti di cirrosi; ma contrariamente all'opinione comune non è nè il prin10 nè 1'11nico accenno che Laennec fece di quP.sta malattia; infatti egli s'occupò assai rpiù a lungo e direttamente ·delle cirrosi. Il Letulle (1920) ha pubblicato una iparte .i nedita del « Traité d'anatomie 1p athologique » di Laennec. È la secon·da sezione, intitolata « Des tissus accid entels, •qui n'ont pas d'analogues dans les tissus 11ature1s »; essa compre11de: cc Les mélanoses, les cirr.h oses, les encé1P haloi:des ». Per Laennec la 1materia gialla 1de « les çirrlì oses » si poteva trovare in tutti gli organi, era un quid sovrapposto, n eoformato, caipace di r~rnmol­ lir.si, e ·di presentarsi « en masses isolées, plaques deposées ou kystes » . Appunto nel paragrafo de le cirrosi, cc che si. svj luppa110 ·di prevalenza nel fegato », Laenn ec ri, ;porta assai dettagliatamente una storia, cbe dovreùb' essere tj1p ica, riguardante una donna di 39 1

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lL POLICLINICO

n:a lep.-gèndo il testo, ci si convince che no11 trattasi n eanche .qui di una forma cirrotica, nel sig11ìficato c11e la parola ha oggi. Nè Laenn ec ha mai parlato di tossici e tanto m en o ·dell'alcool. Questi i documenti originali, che costituirebbero l' atto di nascita d ella cirrosi epatica, secondo le affermazioni correnti. L'indagine s~ori ca ha messo in evi·denza (ved. Pay1!e, Legg, Frerichs, Rolleston, ecc.) che già prima di Laennec la cirrosi era stata In·d ivi1dualizzata -da J ohn Brown (1675), da ·B ianchi (1750 circa) (1), da .M atthews ·B aillie (1793), che .descrive i << Common tubercles .of ·the liver >> negli indivi.d ui abituati a bere liquori spiritosi, da Nicolas Tul pius (2) , e, primeggiante ancora una volta fra tutti, da Morgagni, del quale si può affermare che ha redatto, intorno al 1760, una storia clinica ed un r eiperto anatornico di cirrosi, che rparrebbero dettati ogg·i (3) . ·Non si preten·de far riconoscere a Morgagni ·delle p·r iorità (non ·è questa la sorte .del nostro Grande) . Ma 1b{sogna pur domandare se, dopo di 1ui, il concetto clinico e anatomico di cirrosi epatjca !ece nel 1819 con Laennec, d:i cui vedemrno l e idee, un reale 1progresso. Bis o.g na sempre ricordare .ch e la cromatica espressione « Cirrosi » che Laennec creò, ·d oveva se:vire ad ii1dicare le sue idee, ben diverse dalle attuali ert assolutamente estranee alla anr1 ~ ;

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con cezio11e alcoolica, cui egli mai pensò; on,de per riordinare il caipitolo delle cirrosi bisogna riprendere la linea direttiva, anche anteriormente all'autore francese. · Intorno all'entità cli.nica prirr10I'diale, individualizzata con lavori successivi costituita dalla cirrasi atrofi ca alcoolica con ' ascite, si accumular ono presto osservazioni, che mettevano in evidenza deviazioni, ·dal tLpo fondamentale, sia dal pu11to di vista clinico sia da ·quello anatomico. Così, nlentre se ne completava la ,conoscenza, a questa entità morbosa si aggiunsero nuovi attributi clini ci ed anatomici • alcuni D'iustificati ' altri erronei. ·S ì g1i uni che gli altri finirono presto .per spostare, confondere ed infine somrnergere il con cetto primitivo. La 1p rima car atteristi·ca .ciella cirrosi che venne m odificata fu quella data dall 'atrofia dell'organo ~ e comparvero le cirrosi ipertrof.iche; la seconda, fu l'ascite, e COinJParvero le cirrosi anascitiche; la terza fu l'ittero, nelle sue svariate modalità . 1Culrr1ina 1ql1esto perio1do con la tesi di Hanot (1875) e col primo tentativo di ol'dinamento sistemati co di Charcot e Gombault, che distinsero le due forni e: cirros.i portali e cirrosi biliari. Da allora n on si è pi1ì colmata la 1Scissione, .p er quan: to cambiassero le espressioni. ·P er .s11ccessivi abusi si giunse al punto di usare Ja ,p :i rola cirrnsi come semplice sinonimo di sc~e­ b~

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rosi. (1) Pagg. 401-4-08:

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J ecur deip,r ehenditur pror.

,Stato attilale delle conosr::enze sulle cirrosi: epatiche. - Nel mastodontico CaJPitolo di patologia 3.

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sun1 aridum , coriaceum, in minimarn molem reche ha .il titolo di cirrosi epatiche, si trovano oggi tractum n . accomunati quadri clinici e tipi anatomici i più (~) In una do11na morta con ascite ed ittero disparatj . Inoltre molti · autori hanno elevato a trovò il fègato <e aridum, atrum, exsu ccum, et instar corrugati corii in se 1contractum, ut vix vere 1dignità nosografi·ohe semplici .combinaziJ ni aequaret geminum pugnum » . di sin tomi o associazioni, frequentemente · ricor(3) Bpist. XXXVIII, N. 30: <e uomo tdi 37 anni, renti, ·d i segni ·cli.nici e reip.erti anatomici (1). E bevi tore id i vino, nel quale la ·m alattia cominciò siarr.o arrivati al seguente incredibile numero di con debolezza, oliguria e_d ascite (descrive perfino le 111anovre del .fiotto), edemi limitati alla metà . foTme di cirrosi (ciò cl1e obbliga ad artificiose descrizioni e classifiche, contro le •quali. da più inferi ore del corpo, co11tr.astanti con « facie et artubus superioribus mace&centibus >> , diarrea al- 1parti si viene protestando) : la cirrosi atrofjca di ternata a stiipsi, e << pruritu& cutis ad hepatis r e- Laer~nec, la ci.r rosi venosa m>ertrofi·ca di Hanot egion em , libi livida e venulae apparuerunt »; qui11di Gilbert, la cirrosi diffusa bivenosa e per1capilpetecchie, ·delirio, morte. lare di Gil!bert, Garnier e Castaigne, la cirrosi Il quadro clinico è 1dunque completo nè oggi grassosa idi .sabourin, la cirrosi atro.fo-ilpertrofica m eglio si saprebbe fare. ·d i Kahn, la ,cirrosi biliare ipertrofica •di Hanot, Alr a utopsia, oltre l'ascite ecc., M. descrive: la forma splenica della cirrosi biliare di Gilbert « Jecur durum, intus extraque totus .constans ex tuberculis idest glaooulosis lobulis evtdentissimis, e Fournier, la cirrosi atrofica biliare, la cirrosi et eviden'tissime distinctis, nec tamen naturali biliare con ittero, quella senza ascite, la cirrosi majus. At lien magnus, :substantia compacta, ex calcolosa, la cirrosi splenom egalica con ittero 0qua incisa nil1il sanguinis affl u ebat >> e quasi ciò senza ·di E1ppinger, la cirrosi di Maixner, la cirrosi no11 bastasse egli dice, fra altre meravigliose e di Cruveilhier-Baumgarten, la cirrosi malarica, rprecise affermazioni, che la sostanza epatica gra- saturni11a tubercolare sifilitica, la cirrosi della nulosa n on è (com e dirà invece Laennec) una 1r1alhttia ,di Banti,. la' cirrosi nelle associazioni • forrnazion e blastomatosa, e che 1è la retrazione epato-striate, ecc. ecc. delle parti quella che « vascula saltem sanguifera Questa semplice enumerazione !Permette il giucon1primendo » porta ai disturbi cir colatori. E già M. aveva parlato al N. 18 della stessa epistola (1) B c'è stata gloria iper tutti, l'uno proponendo di u11 giovane e< magnopere edax et potulentus » che il nome dell'altro servisse per indicare un' endi cui, dopo riferita l 'autopsia, n ota: « hydropitità morbosa . Hanot propose l'appellativo di circorum dissection e adductos olim ·plerosque fuisse rosi di Laennec, Gilbert di cirrosi di Hanot, Cam edicos ut j ecur primum, deinde et splenem, staigne di cirrosi di Gilbert, ecc. ecc. h)·drop is auctores facerent » . 1

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dizio sullo stato attuale della questione megljc di ogni analisi 1p articolareggiata. 4. 1 quesiti Dhe si presentano all'esame. - A tal punto \1) sorgono due qu·esiti fondamentali e preliminari: l'individualità della forma morbosa; la i1,nicità o pluralità di essa. I. I ndiviclualità della forma morbosa. -

E defi-

nitivamente perduta, come entità clinica individualjzzata, la cirrosi epatica? o, considerando il 1p1roblema .da un altro lato, esistono realmente della cirrosi tante forme cliniche, con fisionomia propria, meritevoli di n ome jproprio e aventi caratteri clinici, e conseguenzialmente dia.gnostici, separati? Lo studio coscienzioso ed obbiettivo della materia porta a rispondere che l'in4iividualità non è affatto perduta e che nonostante la f arraggine di fatti aggiunti ft la corruzione derivata dall'aver etichettato come cirrosi processi morbosi che non hanno con essa che una superficiale somiglianza o dall'aver seiparati qi1adri 1p atologici che no11 sono che sipeoiali aspetti (sia pure estremi) di questa, come di ogni altra malattia, l'entità clinica della cirrosi rimane; è unica la fondamentale forma, . che merita questo nome (e la chianie1

renio, per intenderci, cirrosi epatica propriamente detta), è bene definita, è bene caratterizza:bile nel gruppo attualmente misto ed eterogeneo de le cirrosi. Essa ha. ~1na triplice indi,ri.dualizzazione, fatta

da dati etiologici, anatomici e clinici: a) Dati etiologici (veggasi a1ppresso nel ·p resent~ Raipporto): la cirrosi epat.ica :propriamente detta ha la caratteristica di essere una malattia, di cui la causa diretta è finora i.g nota (si indica oggi questo dato u sando l'es'Pressione generica di « noxa cirrogena »); si ammetto.n o cause favorenti lo sviluppo o l'eQplo.s ione 1della malattia (l'alcool ed un probabile momento iniettivo), ma 1a causa diretta e indis1pensabiJ e è sconosciuta. 111 tal senso la cirrosi epatica ipropriamente detta si trova, in rapiporto con le altre forme impropriamente chiamate cirrosi, n ello i.stesso 1p iano in cui si trova l'anemia ·p erniciosa criptogenetica di Biermer di fronte alle anemie 1perniciose da cal1sa nota, o il lintogranuloma .m aligno di Hodgl{i!l ·di fronte agli altri linfogranulomi da agenti conosciuti. ·L 'ignoranza del fattore cirrogeno diretto e Ja importanza di alcuni fattori favorenti l'insorg8nza 1della malattia· distinguono dunque dal lato etiologico la cirrosi ipropriamente detta. b) Dati anatomopatologici. - La cirrosi epaticél pro1p ria1nente detta presenta caratteristicl1e anatomiche 1ptoprie, accanto élld altre che ha in comune con ,differenti processi, dello stesso tiiI>O, svolgentisi n el fegato. I caratteri anatomici, sl)ecifici e non specifici, secondo ·q uanto è noto e non controverso, sono: (li elenco soltanto per,ch1è qui mi servono sia per (1) P er facilità d'esposizione viene trattata .Pri-

ma la (parte clinica in senso propi-io e poi la etiologica.

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SEZIONE PR,\TJCA

l'indivi·dualizzazione della forma morbosa i.sia per la dimostrazione della sua un.i tà clinica, ma queta !parte anatomica sarà illustrata dal professor D ' AI11ato) : 1) .i\ llacroscopic·l : Fegato ri•m picciolito, ma in certl casi (meno gravi o meno avanzati?) il fegato 11a la gra11dezza norn1ale od .anche è ingrossato. Consistenz::t aumentata, sU1Perficie esterna non Jjscì a, superficie di taglio con granulazioni di varia gran·dezza; granuli circoscritti ir11egoiar.111ente da connettivo 1più o meno vascolarizzato; spazi interlobulari evi denti in alcuni tratti. Ra1ni venosi sopraepatici stretti. \ ·ena porta dilatata fino alle radici. Prese11za o 1r1eno di circolo venoso collaterale. Ittero assente o presente in tutti i .g radi di intensità. Presenza assai costante di liquido libero nella cavi1à 1per itoneale. Tumore di milza assente o 1Prese11te fino ai gra.di massimi. Ghiandole linfatiche per:iJporta1i tumefatte per lintoadenite acuta o raggri.n zate 1p er Unfoadenite cronica. P eritonite ed omentite crontca. 2 ) l\licroiscopici: lobuli epati ci non n1ani-festi e sostitniti ida granulazioni di grandezza vari a o da isolr di cellule epatiche, co.n irregolare delimltaziòne 1da connettivo. · Ordine dei vasi sanguigni intralobulari spostati (è discusso se si possano ammettere fra le cirrosi le forme nelle quali è conservata l'architettura lobuìare ordinaria: ove manchi cioè l' cc Umbau » dei t edesr.~1i) . Capillari intralobulari ridotti, scom1parsi, o contenenti sangl1e proveniente solo dai vasi arte1 iosi (cioè sangue 11utritizio e non funzionale). "\lasi portali intera cinosi con processi flebitici più o m en o spiccati. Vasi arteifiosi interacinosi integri. Ca'Pillari arteriosi dilatati. \iasi biliari intralobulari normali (manca allora l ' iitt~ro, o iniettati di bile (quando c'è l'ittero). \rasi biliari interlobulari notevolmente aumentati per processi proliferativi e rigenerativi; in alcuni casi, 1pericolangite (più o meno .m anifesta. Cellula epatica integra o atrofica o ·degenerat~. Sistema delle Gitterfasern aumentato. ~on si conoscono alterazioni dell'apparato retico 1o-endoteliale. l\1ilza con modificazione .del reticolo, 0onsistente soprututto i.n una sclerosi della ,p olpa (sclerosi polpare ipertrofica. di Gaucl{ler), fino alla fibro, adenia. 1>e1,iton eo con processi di iSJp essimento e raggrinzamento. l\l[etaplasia rossa frequente del midollo ·delle ossa lu11ghe (fe1nore). ' L'ordine ·d_i comparsa di queste lesioni è controverso: l'alterazione fonda·m entale caratteristica ed indlviclualizzalric.e è la lesione del sistema della ve11a porta: è essa che ipermette di 1p arlare di cirrosi, e senza ·di essa non si deve ritenere, anche 1

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I I. POLLCLINICO

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se co11corrano ·m olte a.Jtre ·delle lesioni descritte, lattirr llnica, con le variazioni che ogni quadro che il processo ~ia cirrotico: se anche il carattere n1orboso (ar1cl1e il più netto come la polmonite 0 ùel disordine 1dell'arcl1itettura lobulare («Umbau ») il tifo o la tuber colosi polmon are) presenta, senza c:l1e ·s imil·i variazioni lPDSSi·b ili abbiano diritto a·d ' ' iene ritenuto, come vuole Kretz, indispen·s abile, i1oi abbian10 così due caratteri anatomici spe0ifici essere individualizzate per loro conto. La dimostrazione ·di tale concezione è, lPiù ctie cl1e, insieme co11 i g·enerici, i rq uali si aggn1pipa110, per di più, in mo1do abba·stan za costante, j ~ linea ·diretta, facile p er exciusionem, partendo peTmettono di riconoscere con sicurezza la forma ciot- dall'esame .delle forme del grupJPO nato in morbosa. se-ccn·d o tampo 1dal ceppo della cirrosi: le cirrosi e) Dat.i clinici. - Anche ·d ella sinto·m atologia iper trofiche biJJiari. Queste comp,iren.dono, analiticlini ca d ella cirrosi (nota ed amplissima), sono . came11te: 1) l e form e descritte id a Hanot.; 2) le desu1nibili caratteri fondame11tali e :propri rd ella cosirJ.dette cirrosi biliari da o.struzione; 3) molte lr1alattia : la progressività d el decorso, il modo di forme imprecise, ascritte a ·questo gruppo so·p r·a.a ggTupparsi dei sintomi, e la Ì·m mancabilità ·di tutto .per il fatto della presenza di fegato grosso, :alcuni di questi, specialmente di quelli a carico splenomegalia e ittero. Ora bisogna notare che ~ Clel sistema portale. le forme del numero 1) è ,dJiscutibile se appartenSi 1p uò schematizzar e la forma ti1pica, così : ga110 alla cirrosi (v. appresso) ; noi le dobbiamo, uno stadio iniziale, impropriam ente detto pre~ alrr1e110 . 1pro,rvisoriamente, separare col nom e di (( ì\1:.i,lat.tia .di Hanot >> ; le forme del nu·m ero 2) :ascitico ed erron ea1r1ente 1detto ~recirrotico: è fatt{) da sintomi vaghi e di proba!bilità. Que.sto st3Jdio })er accorido quasi u11iversalmente accettato ven€ dJfficilmente diagnosticabile e ·quindi pochis gonù o.g.g i più correttamente interpretate come e.pasj1no co11osciuto; titi, aventi . caratteri propri,. .m a non cirroti ci; le 11no stadio di malattia ,co11c1amata (•quindi ·d ia- forn1e d el numero 3) vedremo che finiscono col rappresentare o cirrosi comuni çon ittero ed e1pag11osticabile) d:Lstinto in: ~'intomi ~orecoci : malessere, st.ancl1ezza, inaptospleno.m egalia (quasi sempre le 1diagnosi clinieh~ di cirrosi ipertrofiche biliari vengono dal1pete11za, dimagramento, ·dolori osteo-mus-eolari diffusi, ·dolenzja addominale, diarrea, febbre (1questa l,a11atomo~atologo , rettificate in tal senso o al i1ori l11anca quasi mai, a volte insorge improv- massirr10 eticl1ettate co·m e cc cirrqsi miste ») o forviisa in mezzo all'aiwarente ben essere, dura 'POCh1 me non cirrotiche (sopratutto colangiticl1e. o da o rr1olti giorni, alta o bassa.), emorragie, sopratepatiti infetti ve). 1

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tutto epistassi e·d emorroi1di , e·demi;

P er la .dimostr a zione in linea diretta, l'analisi

sintorni di stato : essi .sono a carico dello stato

dei caratteri attnibuiti alle cosiddette forme biliari fisico deJ lfegato (l'organo :è impicciolito, m a a ipertrofiche dimostra che nessuno 1di essi è tale, ·volte aume11tato); a carico 1dello stato funzionale da conferire spe·ci.ftcit.à ·di grUJPpO a sè. del fegato (itter o presente od ·assente, tutti i gra,rdi Caratteri etiologici: l 'agente causale -è ignoto dell 'i.11'suffici en za . epatica); a .carico ·della circol~- per tutte le cirrosi quindi non può invocarsi come zioue 1p ort.al~ (con varie rr1anifestazioni); a carico carattere ·distintivo; l'alcoolismo ~er sè non m anca del là cav.ità addomi11ale (ver sa.mento presente, · di n ell' etiologia delle cirrosi biliari. tutti i graJdi); a carico di org·a11i a distanza ; Caratterj anatomopatologici: la distinzione fo11uno stad io terminale : insien1e ai sintomi ·d ella {lamentale antica cir ca la disposJzione ·del oonins11fiicienza. epatica e car.d jaca i11 tutte le loro nettivo (anulare, multilobular e e i11terlobulare opforme, ent,rano in cam'Po gravi turbe di tutti gli pur e insulare, mono1obulare ed i11tralo1bulare) è org;:i.ni ed ~1parati . caduta. Oggi si sa che, in,differentemente, tutta la ga1nIl 'luadro così descritto autorizza clinicamente a ]ndividuali zzare un'entità morbosa. Restando ma delle lesioni i.stologiche (cellular i, intersti ziali, limi1ati a d esso si ripristina in •m o.do corr etto la canalicolari, vascolari) si ritrova tanto nelle forme for1na classica della malattia, nella sua espres- cosi·ddet.te ipertrofiche quanto nelle atrofich e. Il sion e pura, e comprendente tutte le vanietà clini- ~egno dato come differenz.iiale, cioè che i capillari cl1e di transizio11e od estreme. l)iliari siano 1più l esi nelle forme biliari, è ·d ovuto II. Unicità delLa cirrosi epatica 0 pl'uraLita di all'aver compreso, impropriamente, nel grUJppo i fornie. _ Nei caratteri esiposti rientra tutta l' encasi ,di. fegato grosso, con ittero, da infezione bititA niorhosa 0 s olo una sua forma? ov,rero anche, liare (coìangite lenta, cola11gite .di Naunyn, colanp er l'aggru.'Pparsi in modo costante e definito di gitt; da occlusion e, epatiti infettive ipertrofiche); alcuni di ta!i dati, devesi varlare se non .di forme lesioni identiche de.i capillari si ritrovano anche quando i1na colangite si sviluppa nel ·decorso della distinte alrneno di varietà separabili? La ci{·rosi epa.tica viene oggi constderata: o con cirrosi atroftra. criterio unicistico (sopratutto ' 'i aderiscon o gli Caratteri clinici : n essun dato clinico differenautori tedescl1i moderni), ammettendo una sola ziale esiste fra ì due grUIPPi, nè alcuna foTma forn! a di n1alattia, o con criterio pluralistico, di· clinica di 1passaggio -è ignota. I caratteri clinici , idendo la cirrosi in due forme (1p-ortale e biliare) ·dati come propri delle torme ipertrofiche sareboppure in tre forme (portale o ,·enosa o atrofica., b_ero: .la grandezza dell 'organ.o (~a .no~ è escl~~ l>iJ i are o ipert1~ofira, e i11ìsta). srva d1 .queste for1ne e per di tp1t1 s1 'edono a ); Ji affermiamo che la cirrosi epatica è una n1a- Yenire sotto gli occhi passaggi dal fegato iper1

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SEZIONE PRATICA

trofjco all'atrofico, con tutti gli attri:b uti clinici concomitanti); l'ascite scarsa o mancante (ma può ina11car e ancl1e nelle forme atrofiche come vi ' sono forine tirpicl1e biliari con ascite abbon·dar1te); la 1prese11za dell'ittero (ma si 1può avere ancl1e e ir1 tutti i gra.di nella forma atrofica). Mancano ·dunque le basi per la individualizzazione delle cirrosi biliari come gruppo a sè : la cirrosi epatica, malattia bene in1divi1dualizzata, va considerata unicisticamente. 5. Etiolog ·i a gerie.rale ·e spec·i ale. Ind·i vidualizza~ioni riosologiche. - .L\..lla cirrosi epatica genuina ass 0 gnan1mo la caratteristica di avere etiologia ignota (criptog·enetica). Dimostrere1no che ,dei mom enti causali addotti, nessuno ha la proprietà di 1p rodurre, ex se , la rnalattia: qualcuno /PUÒ favol'irne lo sviluppo; m a per lo ipiù questi agenti n oti producono alterazioni epatjcl1e bene distinte, la cui compren sione nel ca'Pitolo delle cirro5i è una .dellP. fondamentali cause di confu sione in . ma.t aria. FATTORI TOSSI CI. -

A ) T ossicosi esog ene :

1) L 'alcool 11a occu pato ed occuipa nella ge-

rarchia ·delle cau se d ella cirrosi un posto a sè. Le ultime ricerche non ·h anno iportato nulla di decisivo da aggiu.n gerP agli studi noti ed al 11oto dis~e11so sulla sua azione. Si era co11siderat.o com e un largo esperi1r1ento clinico il cc regime secco » istituito n egli Stati Uniti d 'America. 1L a statistj ca di Miller porta infatti una impressionante ca·dut,a ·del i1urnero dei cirrotici ricoverati a Chicago, cl1e da una rncdia costante annuale di 150, scesero ad 89 n el 1918, 48 i1el 1919 e 19 nel 1920; en on ch1è la prima forte din1inuzione è aV\·enuta l 'anno precedente alla promulgazione .della leg.ge, e ·Gottstcin, ad ..\1:i1burgo, ha visto la cirrosi scender e d~lla percentuale di 26 n el 1913 a 2 nel 1923 (scarsezza di alcool ,au rante la guerra?). La statistica n on 11a portato niun lume n uovo. Nei mi ei ammalati l'alcoolisrr10 figura in circa il 60 % idei casi. La patologia sip erim entale n onostante i fallin1enti p receden ti (cfr. le osservazioni di D'Ar11ato rie1 J007) ha. di n110Yo tentato di riprodurrf' la cirrosi rlando l'alcool agli ani1nali. Nessun risultato definitivo: i quadri speriment alrn ente riproò.otti non sono quelli cirrotici nel senso d ella clinica umana. 1Le con clt1sioni sull'alcool ci sembra sian o da formulare così: l'alcool nor1 è la cau sa, n è unica, r1è ·diretta, n è n.ecessaria 1d ella c1irrosi epatica. R indiscutibil e l'alta p ercen tuale con cui l' int os3ica ~ zione alcoolica si ritrova fra i èirrotici, ma è del pari indiscutiJ)il e che se gli alcoolisti sono pre1pondera11ti fra i oirl'otici, qu esti !sono in infima rninora11za fra gli alcool jsti. Altri fattori d evono intervenire p fr lo svilup.p o della cirrosi; io ritengo cl1e essi siano di due or·dini: l'uno ra·p presentato da lla predisposizione organ.i ca secondo le leggi g enerali della biopatolcgia, e l'altr o ·da un mo1nento, verosj milmente infettivo, 1secondo la di1nostrazio11e clell' obbiettivismo clinico (veggasi appresso).

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L ' alcooì 11a tm 1p osto dominante ;p erchè: a ) è

uno dei tossici 1più Qiffusi e più lungamente usati fra gli uomin i; b) 1p osisiede di per sè la proprietà di led ere la vitalità della cellula epatica (steatosi alco:ilica) e di portare ·disturbi circolatori e sclerosi connetti,,ali; e) data la via ·d'introduzion e ìed·~ il tubo dig·erente e i1e modifica i poteri di a ssorbimento e ,di eventuale 1dif esa e qui.n di solo o insierr1E: art altre noxae arriva al fegato iper vi a 1p.ortale. 2) .4.ltr-e tossicosi esoge1ie , oltre l'alcool. Una larga produzion f:! di studi si è avuta al riguardo: dai a;>rodotti aff1ini all'alcool (acido butirrico, va.: lerianico, eteri, ecc.) ai lontani (manganese, rarne, senecifoli11a, E·cc.), tutti furon o indagati, tanto dalla J)atol ogia umana quan to ·~alla sperimentale. Nessu.n dato conclu sivo. R recente il tenta tivo cli spostare l'azione d ei tossici cirrogeni ·da:l fegato. al sa11gue, a·m mettendo che le alterazioni ·p rimitive siano prodotte nel sangue e perciò i veleni cirrogeni siano veleni ematici (l'alcool stesso, il elor )forrr1io, l '1drazina, la fe1lilidrazina, il ran1e cl1e 1·orrnerebbe il cupro-emolo, ecc.) ; in tal senso, senlJpre con l 'i11ter1nezzo ematico, condu rrebbel'o .tlla. c1rrosii la policitemia, la malaria, gli i.ttert emolrlici, ecc. Questi concetti i1on hanno condotto, almen o a tutt'oggi, a n essu11 risultato dimostrativo: ricordare d'altron·de n ella cirrosi l'integrità della via arterio: a che .dovrebbe essere in tal caso quella battuta dal sa11gue alterato! B) T ossicosi endogene. - I veleni endogeni prodott.i dal1'alterato rica1rlibio sarebbero causa delle cir1·vsi chia1nate gottose, diabetiche, ecc.; ma quete so110 o le alterazion1i ben e deter minate del feg:1to 1prodotte ·da ·queste malattie, ed allora no11 ·on o cirrosi, o vere cirrosi in malati di .ricambio (forse le .due affezioni dipendono dagli ste1ssi fattori, com e l 'eccesso alcooli co, ecc.). S•i è abolita la forma di cirrosi bro11zina, che vi en e più correttan1e11t.e a costituire la sindrome d etta emocrorna i osi. l\ilolte glicosurie dei cirrotici non sono cljn];cticl1e i11a verosin1il1nente epati:c'he. Nei cirrotici P'l lri i o 11011 Yidi mai diabete i1è glicosuria spoJ1tane1. P ?rò le n ozio11i ,d ella sin ergia epat~an creatica, la frequenza di alterazioni del 1pancr eas nelle cirrosi (50 % sec. Cl1vostek) e alcuni dati clinici bene accerta ti '( anche al di fuori dell'ipotesi pancreatoge11u, o .diabetica in se11so 1Più lato della cirrosi), co11sigbano di m egl1iÒ indagar e questo paragra·fo. Cjrca i ve1eni intestinali, la cirrosi così detta di Budd è spiegabile colle spezie ,come tossici e 11011 co11 i disturbi disp eptici da esse iprodotti. La cir1 osi ·djspea:>tica genuina n on è dimostrata: i di stnrb.i •digestivi, il più ,d elle volte, sono co11seguenze della vera cirrosi già in marcia. E l1ondimeno degn o di ulteriore studio lo stato clel canal e ·diger ente nei cirrotici, perchè (oltre cl1e 1p er I 'alcool) esso p t1ò rappresentare la porta cli e11trat:-.v d ella even tuale 1c noxa citrogenà. ». Io ho constatato ·pressochè sempre n ei cirrotici g·enuini. iniziarsi il qua d'ro con .diarrea e distu rbi '

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IL

POLICLI~ICO

[A-rmo XXXII , F.<\SC'. 48)

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gastrici vari (agente tossico ed infettivo, che si localizza nel tubo digerente? ipenetrazione attraYerso le diminuite resistenze ,d ella mucosa?). FA1TORI INFETTIVI ACUTI E CRONICI. -

A) Malattie

Tutte le malattie acute sono state indicate come capaci di condurre allo sviJupipo di una cirrosi eipatica: ma di nessuna è stata data la dimostrazione. inf.ettive ac1Lte. 1

B) Malattie infettive croniche. 1) La tubercolosi : ·da essa ·deriverebbe

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la cosidett a cirrosi tubercolare, di cui si disti.nguono perfino varie forme: l'atrofica, l'ipertrofica semplice, la ·diffusa di Gil•b ert e Courmont, la grassa di Sabourin, la cirr osi t~po Hanot-Gilbert, ecc. Ma Ja cirrosi tubercolare è dri mostrata? Quan·do il b. di Koch si localizza nel fegato dà lesioni tipiche (dal tubercolo alla caverna) che de\·ono chiamarsi tuberc<?losi epatica e non cirrosi. 'Juan·do la tubercolosi si localizza al ·d i fuori del fegato, può indurre in questo alterazioni parenchimatose (dal sem1p lice rigonfiamento torbido alla necrosi da coagulazione, all'infiltrazione grassa, aJl'amiloidosi) . Ma neanche tali quadri, sopratutto dal punto .di vista anatomico, rappresentano la cirrosi. I casi, ai quali 1' espressione cirrosi tubercolare ,p otrebbe applicarsi, sono •quelli in cui coesistono a11atomicamente e clinicamente, la tubercolosi e la rirrosi vera; ma essi vengono più giustamente cosi 1nter1pretati : 1) co1ne sviluppo di localizzaZJioni tubercolari (anche di semplici bacilli riscontrabili all'inoculazione ·di succo epatico negli animali ) in un fegato pre da ·di cirrosi epatica; o, se le localizzazioni spec.,ifiahe sono solo extraepatiche, come sviluippo di tubercolos i in un individuo già affetto da c1rrosi genuina; 2) come svilu1ppo ·dj cirrosi genuina in infermi • cli. tubercolosi .p olmonare. Obbiezione alla prj1na interpretazione potrebbe essrre, l'ipotesi che siano stati i bac.illi tubercolari, che si ritrovano nel fegato, a sviluppare pri1nitiYamente la cirrosi: ·m anca ognj prova di questa capacità bacillare: non basta a farla amn1ettere la e11unciazione della 1possibilità di una aumentata resistenza dell'organo o ·di una diminuita resistenza .ai germi. D'altra rparte è assodata la facilità. con la quale i cirrotici si i11fettan0 di tubercolosi (anergia epatica?) . Ohbiezione alla seconda interpretazione, potrebbe .essere l'affermazi one el1e quan·do esistono già l esi·)ni specifiche tubercolari ·di un organo iqualsiasi, partano da queste le tossine fibrogeniche, che rtiano la cirrosi .. Questa azione fibroge11ica del b. di l{och, se ammissibile per il ·p olmone, tìOn è stata mai <limostrata 1 per il fegato. D'altronde la cirrosi è rarissima fra i tubercolosi. . è la prova, cl1e della ·natura tubercolare della cirrosi si vorrebbe oggi .dare 1per Yia clinica, fondata cioè su dati citologici del liquido ascitico e 'ierodiagnostici (prova di Arloing e Courmont, i110 copia, ecc. ), sfugge alla più semplice critica. ir1.,,hè r esta il fatto clinico della possibilità del0

l'associazione indipendente ·di cirrosi e tubercolosi, resta la frequenza constatata dello ~viluppo ·della tu·b ercolosi nei cirrotici, ma inversamente, i1011 esiste alcu11a prova per ammettere l'esistenza di r~na cirrosi €ll)atica tubercoiare. 2) La sifilicte : le lesioni specifiche sifilitiche del fegato, se non se1npre riconoscibili dal clinico, sono sempre nette per l'anatomo-patologo (v. per es. lavori ·di Dionisi), che le distingue col norr1e di epatiti sifilitiche dalle cirrosi genuine. Quan:do una cirrosi vera si sviluppi in un luetico bisognerebbe provare che siavi una dirpen·der1za etiologica iper ammettere l'affermazione clinica di cirrosi sifilitica. E provato che la sifili de in sè possa dare la cirrosi? Non credo, quantunque si insista da più parti per ammetterlo, i.Sino ad af1fermare che la cirrosi oggi dirr1inuisce percbè si cura meglio la sifilide (Villaret, Bernard, Blum, ecc.). , Ma quali '.Prove si da11no? Le cliniche sono solo apiparenti (sono fondate su casi imitanti la cirrosi, come dice Rolleston ). Le 1prove ·di laboratorio non sono univoche: la \VR . .p11ò esser e positiva negli epatopazienti non luetici (Dresen pubblica quattro casi di cirrosi con \\TJl posittva, i quali non lasciarono risco11trare alcun segno di lues a1l'autopsia) . Le '.PfO\Te ter aip eutiche, e sopratutto i benefici ottenuti col cianuro ·di mercurio, oltrecl1è con i notoTiamente facili errori diagnostici, :posson0 interpretarsj con l'a.ssociazione cirrotico-luetica : (il cianuro ·òi mercurio per l'azione diuretica può migliorare di .p er sè l'ascite: in cirrotici non sifilitici i1oi non abbiamo mai avuto benefici dal cianuro di :rnercul'io). Che la sifilide dia la cirrosi vera, di per sè, ·dunque non è dimostrato. 2 La malaria. E vivo, e forse ancora insanabile, il ·dissenso tutt'affatto italiano, sulla esistenza o meno .della cirrosi malarica. B possibile l'accordo mettendoci sulla base della rea~tà. obbiettiva? è cjoiè .dimostrato che la malaria, per sè sola, dia la cirrosi epatica? Dal ,punto di vista anatomico, dopo le ricerche ·di Marchiafava e Bignami, Guarnieri, Dionisi, « sono addirittura crollate le basi anatomiche che la cirro5i ·derivi ·dalla malaria » (Ascoli); n è le idee ariatomiche della $Cuola romana son o state mai inficiate. La cirrosi malarica irufatti è sostenuta .soprat1.t1tt0 su dati clinici, mediante l'apporto di casi, nei quali la sola malaria figura n egli a11tecedenti clei ~irrotici esaminati. ::.VlD Je statisticl1e, sempre infide, rper di pi'ù in que$t'argo1ncnto non .provano 11ulla, 1perchè ne esistono di perfettamen te opposte. D'altronde segni clini ci differenziali o criteri terapeutici specifici., 11on sono, che io sappia, stati mai ai1fermati. 111vece si sa che esistono quadri, simulanti la rirr~si genuina, dati dalla malaria (per peritonite, C'pafite palustre, piletrombosi, cachessia. ecc.) : no11 t.li rado i malarici sono anche alcoolisti; nessuno 1

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SEZIONE PRAT lCA

può negare infine che la cirrosi e la malaria possano coesist~re indipendentemente. Gli autori .stranieri rigettano concordemente la idea della cirrosi malarica. Nel nostro materiale di studio la malaria in nessun caso 1POtè entrare in questione: in un r1ostro caso di cirrosi, all'ospedale di Modena fu 1rovata l'epatosplenomegalia, cui seguì raipidan1ente l 'ascite, l'anno prima che l'infermo s'infettasse di malaria. A tutt'og.gi mancano dt11ùque le prove dell'esiste11za della ~irrosi rnalarica. LE CAUSE hiIECCANICHE E LA STASI. - Sono state descritte cirrosi meccanicl1e, 1Per arrivo al fegato di l)articelle di carbone, ferro, silice, ecc.; lo stesso pigmento malarico è stato in tal senso da alcuni considerato. Le alterazioni sclerotico-irritative 1p rodotte da queste cause meccaniche si comipren.de come non abbiano nulla di comune con la vera cirrosi epatica. È da rigettare nettamente l'es.pres- . sione, che aumenta i11utilmente il confusionismo. ~ella cosidettà cirrosi idatidea si tratta ancora di semplici fenomeni di compressione diretta, e di lEsionj 'Per stasi san guigna o biliare prodotte dalJa 1presenza ·della cisti. Nè appartengono alla cirrosi, sia ·dal lato clinico che pel reperto anatomico, le alterazioni indotte i1el i egato per difficoltato scarico venoso, da stasi ..::urdiaca (cosidetta cirrosi cardiaca), da pericardite o da . stenosi delle vv. so·vraepattche (cirrosi pericardi fica di P ick, cirrosi ·di Curschmann). La stasi biliare ostruttiYa, dipendente in genere da calcoli, dà luogo a fenomeni regressivi e proliferativi nel fegato, che son o ancora da alcuni (compreso Roll eston) accettati come una verità della cirrosi ~pertrofica, col nome di cirrosi biliare da ostruzione; ma si tratta di alterazioni da compressione cellulare iper stasi o da infe1ione colangitica: e come tali evolvono clinicamente; fra l'altro, cessando la causa cessa la sofferenza epatica e si manifestano subito i 'Processi ·di riparazion e, fin dove sono possibili. 1'utte queste forme sono già state correttamente, dai più, stralciate dalle cirrosi e vengono oggi considerate secondo la loro vera natura. Infi11e le flogosi peritoneali e periepatiche, affondandosi nel tessuto connettivo - ver i noti rapporti fra peritoneo, capsula e connettivo interacinoso - possono dar luogo 1p er propagazione flogistica o anche p er stasi, a qt1adri clinici e anatomici che ricordano semplicemente la cirrosi: ma che i1e vanno nettamente separati. LE ~A USE !'~ERV0SE. - Dopo la memoria, nel 1912, di vVilson (questi stesso ricorda però i suoi predecessori) che descrisse 1quattro casi di associazior1e ·di lesioni del corpo striato con una spe~ ciale alterazione epatica chiamata cirrotica, sor10 state descritte le stesse lesioni eipatiche n ella pseudo-sclerosi di Westpl1o l e .S triimpell, nello spasmo con torsio11e, n ella atetosi doppia, nel parkinsonismo postencefalitico . e .questo nuovo capitolo è in pieno studio e le intelìpretazioni di sede e di natura delle le1

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sioni gangliari sono mt1tevoli, 1per fortuna le lesioni epatiche, che accompagnano queste forme, sono descritte sempre n ello stesso modo, ·e preci·Samente ·come fegato atrofico, con superfice a g·rossi nodi, zone iperplasiche e tra-lei connettiYalt. L'istolog.i a ne -è poco stu·d iata; ma ~are asso·dato eh.e si tratti ·d i processi di degenerazione (n ecrosi) e rigenerazione, a carico di quasi tutte le formazioni costitutive del fegato; mancherebbero se.g11i flogistici e 1pro1iferattvi del connettivo e clei vasi bili ari. Il quadro anatomico dunque non è della cirrol:>i vera, ma ricorda quello delle atrofie gialle a decorso subacuto e subcro11ico (v. appresso) . ·Clinicamente si deve parlare ancora meno di cirrosi : l'alterazione epatica .di 1q ueste forme ha la caratteristica ·di non dar segni in vivo : manca ogni sintomo a carico del sistema venoso iportale. (Un solo caso è registrato con ascite transitoria. Un ittero fugace risulta solo nel quarto caso di \Vilson, l'un.i ce non seguito da autopsia) . La cirrosi nelle malattie dei gangli ·d ella base (reperto anatomico e non clinico!) va considerata dt1nque quale un'epatite scleroti,c a a grossi nodi clinicamente muta: sulla sua spiegazione abbon1da110 solo le ~pot esi. Cbe 1poi le malattie del r.Sistema nervoso possano daTe la cirrosi genuina non è :provato. .Riassumendo, mi sembra si ·p ossa giungere a din1ostrare quanto si p remetteva, cioè che la cirrosi 1

epatica non è in dipendenza di retta ·ed assoluta di nessuna ca'ltsa 11,ota. Essa insorge, proàabilrrien-

te, ']ler un triplice momento ·e tiolo·g ico: predisposizio1ie, f attore coadiuvante (alcool in prima li• nea ), fattore speciale (specifico infettivo?).

Onde, jn s intesi, il vasto e complicato capitolo odierno .de le ci.rrosi ·epatiche dovrebbe essere, in base ai dati già saldamente acquisiti e alle fondamentali concezioni cliniche, scisso nelle !orme scl1ematizzate nel •quadro segliente (il quale è un sen1plice tentativo di riordinamento nosolo·g iro e i1on t1na nuova classificazione!). I. Cirrosi epatica propriamente detta (compren-

de 'la fondamentale forma detta .atrofica, le forme chiamate miste ed alcune forme ingiustificatamente passate ad ingrossare il gruppo « biliare ]tpertrofico ») . II. Malattie speciali :p rovvi1soriamente in réllpporto colla cirrosi : 1) Malattia di Hanot (comprende le forme originali di Hanot, ,correttamente interpretate); 2) Malattia .di Banti (comprende le forme originali di Banti correttamente diagnosticate). III. F4!>atiti degenerativo-scleroticl1e croniche, impropriamente dette cirrosi (per le .quali si pro~one di abolire 1questo nome) : 1) da tossicosi esogene (cosiddette cirrosi dia fosforo, 1p iombo senecio, ecc.); da tossi.cosi endogene (cosiddetta cirrosi .dispeptica, got.tosa, ecc. ); 2) da infezioni acute (forme colangitiche, fegato infettivo ipertrofico, ecc.); da infezioni croniche (cosiddette cirrosi tubercolare, sifilitica e malarica); 3) da cause meccaniche (cosiddetta ci:(rosi da com·p r essione); 4) da stasi sanguigna (comprende la cirrosi cardiaca e la 1pseudocirrosi pericartditica); da stasi biliare (cosiddetta cirrosi blliare da occlusione); 5) da propagazione


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IL POLICLINICO

diretta (da c1rrosi consecutiva a periepatite); 6) in associazione con malattie nervose (co1nprende la cosj,dùetta cirrosi della malattia di Wilson, di V\r1estphal-Strumpell, e delle altre sindromi striate) . PARTE CLil'\fCA.

Guardando la tabella schematica, si vede cl1e delle forme ap1partenenti al III gruppo (eipatiti im·p ropriamente ascritte fra le cirrosi) è stato già parlato (sopratutto insieme coll'etiologia, non essendo. ipossibile scin·dere etiologia, anatomia patologica e clinica) . · Resta quin·di da trattare la clinica ·d elle forme sipeciali <malattia di Hanot, 1nalattia di Ba11ti) e della cirrosi epatica pro1priamente detta. 6. Forme speciali. 1) Malattia di _H anot. Alla tesi .di Hanot:

Etu,de sur u11e form e ,de cirrhose hypertrophiqu e avec ictère chronique (1875) », risale la ·m aggiore responsabilità ,d ello 1s cisma nel campo ,della cirrosi epatica (essen,dosi creato iper essa il gru1P1Po ·d elle cirrosi epatiche ipertrofiche biliari). E ' 'ero che Hanot avverte di « ·descrivere solamente una varietà di cirrosi ipertrofjca » (1), intendendo con questa parola un'affezione epatica cl1e con la malàttia ·di Laennec non 11a che rapporti lontanissimi », ma, d'o1po, egli stesso allargò o (permise (e gli è stato rimproverato) cl1e si al· largasse il ·concetto or1ginale. Abbiamo visto che quasi tutte le forme, che sono infine venute a costituire il sempre indeciso · gruppo ·delle cirrosi biliari ipertroficl1e ·devono avore altra i.11terpretazione. Resterebbero, de~ gruppo, rivedute e corrette, .quelle cui alludeva Hanot. Noi 1proponiamo ·di indicarle, iper ora, col nome di n1alattia di lfanot (con minore d1ritto si indica110 con nomi di autori complessi morbosi egualme11te instabili o provvisori), ricordando che la parentela colle cirrosi è solo approssimativa come tianot stesso affermava. La malattia ·di Hanot è, secondo le corrette interpretazioni, indivi-dualizzata da: etiologia: imprecisa, forse infettiva; caratteri anatomici: Integrità assoluta, costan· ie, di tutto l 'apparato vascolare interlobulare ('ve· 11a porta, vene sovraepatiche, c~pillari; arterio!i) e quasi costantemente anche dell'apparato vascolare intralobulare. Integrità assoluta dei capillari biliari interlobular.i, secondo Kretz, il quale esclude dal gruppo - e giusta1nente - i casi co11 colangttis capillaris.

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Struttura del lobulo epatico conservata. Scarse produzioni di connettivo, con IPOCa te11denza alla sclerosi. Il sistema delle Gitterfa sern è 1p articolarmente ·i nteressato. Ipertrofia (costante?) della cellula epatica; caratteri clinici: Soggetti piuttosto giovani; decor so lentissimo. F egato e milza sempre grandi. Erario allora recenti le osser,·azioni, .cl1e a·ve, ..ano fatto rumore, delle cirrosi laennecch1ane ~on fegato i11gran1dito; iper questo carattere Hanot riallacciò n·ppunto alle cirrosi i suoi casi. (1)

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Ittero cronico presente, non occlusivo. i\ilancanza assoluta di ascite e di ogni alterazione nel dominio portale e sovraepatico. Scarsi segni di insufficienza epatica. Importante e difficile è sempre la diagnosi differenziale netta con tutte le forme .g ià ascritte al grll!PPO delle cirrosi ipertrofiche biliari, e soprattutto con le colangiti croniche e specie le forme le11te. La individualizzazione ·della Malattia di Hanot~ così precisata, ·è be11e solida: certo è rarissima; se IPolti ne negano l'esistenza, se anatomopatologi illustri come Chvostel{ o 1Dionisi dicono di aver~a vista « una sola volta '', o, come Sternberg, di non averla rr1ai vista, io credo che, a tutt'oggi, debba essere conservata, diagnosticata solo quando ,s i riscontrano i rigorosi caratteri assegnatile, e ognora meglio i~dagata. La diagnosi clinica è sempre di !probabilità (e ·d i probabilità ·d'e.r rorel); la .aiag11osi di certezza è solamente an atomica. . La sorte di q~esta forma morbosa nell'avve11ire 11on ipuò essere oggi preveduta. 2) Malattia di Banti. Non meno discussa della precedente, ma fortunatamente meno insidia~a da !orme, ch e la simulano: ·difficile a distinguere dalle cirrosi comuni pro1priamente .dette, dagli itteri emolitici e ·da alcune anemie. l'mpossib.ile d.iscuterla in poco spazio. .sono noti i caratteri anatomici e clinicj che le vengono asseg11ati: ma anatomicamente nessu~1 carattere è risultato s.pecifico, nemmeno la flbroStdenia. Clinicamente possono aver carattere diffsrenzia le la successione degli stadi, come fu fissata .da Banti e il successo della terapia chirurgica fatta a tempo. Quest'ultimo (e forse iprincipale) carattere: fornito dalla stplenectomia, i negatori della malattia interpretano invece come puro be· neficio della laparotomia, .in ·quanto produce vie collr1 terali ·(se son o coloro cl1e l'avvicinano alla cirrosi) o carne iprova che si tratti di ittero emolitico. Allo stato attuale della questione, così ampia, cosl ricca ·di argomentazione, noi, senza addentrarci in ·disqt1isìzioni sip eciali, 1Proponiamo di man~ tenere la forma, intesa p erò nel senso ristretto ù r santi, finchè dec-isioni non saranno 1~ossibili in base ad ulteriori studi.

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7 . .\ rotc cliniche sulla cirrosi epatica propria11ien-

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te detta. La cirrosi epatica è rnalattia locale o generale o costituzionale? Che t1n fattor e organico debba prc· parare 0 favorire l 'aV"\'ento della cirrosi bisogn~ a 1umettere iper spiegarne l 'i11sorgere in ~ ete_rrn 1-

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nati individui (o, se si vuole, in deter~1nat1 ... ~1cooli.sti) : esso è rappresentato dalla pred1spos1...1011 e locale o generale. ~la è la cirrosi una malattia generale n el senso cl1e questa parola 11a in c li11i~a moderna: ~· ,· se per tassino1nia con,·enz1011ale la c1rro'-'1 _ 1 n1 ette strettamente tra le n1alattie del fegato, non inancano dati per fare am1ncttere che essa si:t

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SEZlùNE PRAT ICA

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un'affezione ge11erale, pur no11 esagera11tlu fin o a sostE·nere cl1c la loca I izzazione epatica sia soltanto epiif enornenica. Quanto all~ sua natura costituzion ale è a sse rita solo da alcuni. C11vostel<, analizza11do un iper u110 tutti i dati d ella cirrosi epatica (a11zi ·delle cirr osi e1p·atiche secondo la compren sion e corrente) con clude per l 'esistenza di una alterazione oraa. o nica generalizzata, connessa co11 una « discrasia connetti'vale >> ; le idee di Chvostek son o u11 tentativo di interp retazion e, mg. abbisognano di ulteriori dati per essére dimostrate. Oggi n on fanno cl1e spie.gare ignoturn per ignoturri. Le ricerche ·d·i GoJ.dzieher sulle ghiandole a secrezion e interna dei cirrotici non ·d ànno r isultati conclusivi. I o ho fatto studiare nei miei casi (Maselli) il sistema n ervoso vegetativo, ·m a non è risultata nessuna particolare reattività farmacodinamj ca dei cirrotici. Da alcun.i si ritiene che la cirro.s i sia effetto di una alterazione sempre 1primitiva del sa n gue (discrasia ernorragica, emolisi fondamentale, ecc.) fino alla proposta di Bleicschroeder di ascrivere 1e cirrosi fra le emoipatje, o alle idee di Ep.pinger s ulla natura emolit ica d ella cirrosi ipertrofica, e snbordir1atam e11te di tu tte le cirrosi. S11/la sinton1atologia: I sintom i cardinali g ià furon o esposti al principio; ma la sintomatologia completa della cirrosi è im1nensa. Dall'esame di 60 casi personali ho potuto de· durre, come dati d egni di rilievo: La malattia in genere - trn.ttisi di alcoolisti o n o - i)resenta sempre 'Un momento bene preciso di inizio, o 1per lo meno esplode se1npre in modo elle Yicne nettam,ente fi ssalo, nel tempo, d a1 'Paziente: ciò rilevai con im1pressjonante costanza dall 'esam e non solo d ei casi ·d a me person.almente raccolti , ma di diecine di storj e raccolte in a nni diversi e da osservatori i più disparati. Il quadro d'inizio, a differen za di quanto si suole .scrivere, n on di rado colpisce gli infermi in pieno benessere e i11 rnezzo alle loro ab itnali occupazioni (se alcoolisti, gli infel'mi avevano sop1portato benissimo il tossico per decenni !). E da .questo momento la ma. lattia - tanto se comincia con fegato .grande o piccolo, con ittero o sen za, con ascite iprecoce o tardiva - evolve con rapi·dità più. o meno grande, più o 111eno continua, con soste o r emissioni a volte così lunghe da far perfi110 parlare di arresti clefinitivi del processo 1r1orboso, ma in · 111a1dera foriita?nentalm ente 1progressiva. I sintomi iniziali sono, i n 3/4 ·dci. ca si da me seguiti, rap;presentati da un gruippo di so·ff erenze che ·sono }>l'e'3sorl1è sempre le stesse e nello stesso moclo ag(J l'~lppnt e : malessere, stancl'iezza, n a usea, non di rado precoci emorragie (epistassi, emate1r1esi, melene) s11l mom ento i11esplicabili; .quasi immancabilmente s' accompagna felJbre, a volte i111provvisa e viole11ta iper 3-4 giorni, a volte lieve o lunga o a ri1prese. Molto spesso il ;peri odo febbrile, dn solo, precede tutti i sinto1ni, ch e · campai ono solta11to al cadere della l)iressia. Presto s'aggiu11-

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gono al qu adro dolori addominali imprecisi, diarrea, edemi. In gen ere la febbr e scompare ·p er non ripresentarsi 1più .f ino alla 1norte se no11 vi sono cornplicazi oni (eresipela, angiocolecistiti, ecc.). Il sintomo che 1P iù ·d 'ogni altro raJp·p resenta la. continuità della sofferenza è la diarrea con m odici dolori addominali: subito, od en tro qualche settimana o qualche m ese l'infermo avverte, o i1 medico trova, l'aumento del volu1ne dell'addome; e, se1npre, il r eticolo venoso. La diagnosi viene fatta per lo ·p iù n el momento ·dell'ascite: lo stato preascitico non viene riferito alla cirrosi già in atto e in m arcia; ma si riesce a co1pirlo quando si è prevent1ti . .Nessun dato clinico dice se prima del sud·descritto inizio, la Inalattia esistesse e sotto quale forma. Sono note le alterazion i cirrotiche trovate ·da chirurghi o anatomorpatologi « accidentalmente »; ma non risulta se in questi casi esistevano i segni, che avessero dovuto e potuto autorizzare a formul ar e già la diagnosi. Questo modo d'iniziare. netto , con febbre e d etern1inati sintomi fa suggestiva1r1ente sup1p orre che la rr1alatti a cominci solo per 1'entrata in azj on e, in un dato momento, di una causa nuova, speciale. E questa causa di natura infettiva? La febbre e il turbamento dello stato generale (·dolori ossei, debolezza, diarrea) inducono a sospettarlo. Dove risiede? Gl'infermi lamentano i prirni disturbi a carico ·dell'intestino; d 'altr on.de l'anatomia 1patologica e la clini-ca insegnano c·h e se c'è una n oxa, questa - insieme con l'alcool o .sen za, favorita o no da questo o (ia altri tossici - dovrebbe arrivare al ~ega to per via portale; ·quin·di l'intestino po~reb·b e essere la pro·b abile su a porta ·d'i11gresso. Non posso dilungarmi sulla trattazione dei s1n goli sintomi: d el resto, a1 di f tJori d ella patoge11t'si (e ·questa spetta al mio correlatore) non c'è nulla ·di nuovo. Sono inter essanti soprattutt o i problemi circa l' i11sorge11za d ell ' as ci~e, ·d ell'itter o., degli edemi. Saranno trattati nel lavoro 1per esteso. Ricordo solo l'importanza sin tomatica che hanno gli edemi degli arti inferi ori. Già autori anticl1issimi avevano parlato ·di edemi epatici differenziandoli da quelli renali. Tutto un gru·p:po di ricerche ha dimostrato e confermato che il tessuto del fegato, riassorbendosi, dop o au tolisi, può portare ad edemi. Di u1t intresse .di prim'ordine sono le moder11issime rie;Brche .s ul posto ct1e il fegato occu pa nel ricambio dell'acqua (vedi tLandau, von P ap, ecc.) . Sotto l 'in· fluenza di abbon.danti fleboclisi il fegato aumenta di volume, si intnrgi-di·sce, si. indurisce. La dit1resi (e quindi la restituzione dell'acqua, ch e il • fegato ha immagazzinato p er salvaguardare il sistema circolatorio .cta trop1po bru scl1i aumenti cli pression e!) segue in modo diverso se il fegato è sano o malato, e in modo particolarissim o nei casi di cirrosi. Questo stu dio 1è prorr1ettente di inter essanti risultati. Nella cirrosi la funzionalità epatica è semJ)fU 1profo11dam ente lesa: ina essa va ristudiata, ~eco n ­ do le n ostre proposte, in base ad u no scl1ema '

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IL POI,ICLINICO

clinjco standardizzato, che 1p rovi tutte, o almeno le prj11cipali funzioni ·dell'organo. Con la moderna concezione della cirrosi so110 spiegabili le sin.aromi ittero-ascitiche improvvise cli Fiessinger e ·B ro<lin, i bilanciamenti f ra Jiqujùo clegl.i ede1ni e liquido ascitico, i dati del ricam!Jj o ùel cloro e dell' urea, le emorragie con i diversi meccanismi, il coma epatico, ecc. Argomento non nuovo, ma sempre assai degno di trattazione, è quello delJa diagnosi diretta e diff orenziale : ma non è possibile ria,.ssumerlo. Sono riferiti nel testo ·d ella Relazione i dati dej lavori italiani di •M aragliano, Viola, Gabbi, Zoia, wii cl1eli, Breccia, ·Greippi, Basile, Fa1b ris, D ' A1r1ato , Scl1upfer, P ietra, F errannini, Cardarelli, Castellin o, Rossi, Barloccò, Anto11elli, La Torre, ecc. Un :p osto a sè, ed una trattazione lunga e specj ale, m erita la questio11e delle oirrosi atro·f iche , cl1e si sviluppano n ei bambini. Ed ancora più interessanti ed oscure sono quelle forme cl1e si ve·dono evolvere fra il 2° e il 10° anno di vita, con ittero cronico non occlusivo, grosso fegato, enor111e milza, febbre irregolare, e che con tanta facilità si diagnosticano c ome << morbo di Hanot infantile ». Io ne ho osservati vari casi, di cui qualcu110 morto ed uno splen ectomizzato. E i1nposs ibile esporre le conclusioni al riguardo : giudico cl1e non si tratti 1pressochiè mai ·di m. di Hanot; sono ,f orme con fisionomj a clinica ed anatomica ip arttcolare, le qt1ali, separate dalle cirrotiche vere e dg.Ile forme semplice1r1ente infettive, devono occu1pare un posto a loro nella nosologia (V. ReJazione). Rapporti fra la cirrosi .epatica (epatite atrofica cro11ica) e ie atro fie giaLie (epatiti atrofiche a cute) . - L 'e,rentualità di tali rap·p orti s.i è 1presentata solo recentemente, quando si sono scosse le classicl1e concezioni sulla atrofia gialla acuta del feg~to . .l\nche 1questa è p jì1 che un'entità clinica, 11na sindrome nosografica : infatti se n e sono rece11t em ente distaccate le fol'me ad agente noto (spiroch etosi, itteri i11fettivi e simil.i), che l1an110 ad.dirittura a])bandoRato le malattie eipati che pP,r iJ n<lare fra le malattie infettive. l\1a l'atrofia gialla da rarissin:1a si è dimostrata frequ ente, da sempre acutissima è aipparsa ancl1e co11 anda·m ento subacuto , subcronico e persino crontco (Scyfarth, Hu·b ert, I{autsch, Ries e inolti altri.); da infallibilmente mortale si è vista capace cli gllar ire (dopo Marcl1an.d sono segnalati ca si di g uarigion e da più parti). . Ed allora, studiando i casi (anche con success1vc biopsie) a decorso suhacuto e subcronico (da otto n1 e-,i atl 1111 ann o) si è visto cl1e jl ,quadro clinico cl cl l'atrofia gialla _acuta, oltr e l'ittero l)llò nipparten -.re l'a cìte, an che iprecoce (da uno a dieci li tri scco11 do se·y farth), nonch è u11 quadro unatomoi ·t0Il}ai cc, <li atrofia .del fC'gato, cl1e 1p11ò far penn ::;are niolto alla parentela colla cirrosi. ·ono state allora rievocat e le suggestive osservn zioni ùi Paltauf sulla «<Cirrosi epati ca atrofi ·a n cll'COl'SO acuto n , e quelle doc11n1cntate da KlC\Vi{ z ' Lc1>ehne sulle u atrofie epatìclle acute in fegati 1

con cirrosi preesistente )) (ancl1'io ne ho Yisto dci ca si), e si è concluso che l'atrofia gialla a cuta . dalla forma fulmina11te, p ossa ipassar e con tutte l e gra1laz)oni, all'atrofia cirrotica vera e propria. In questa strada io credo che si sia corso troppo; ip otrò documentarlo. La recente esperienza, che sposta ab t·niis il concetto ·di atrofia gialla deve esser e meglio e più a lungo vagliata e interpretata senza facil i e11tusiasmi, ricor·dandosi che il fegato, .i n detti casi, ci !presenta solo lo stadio fi ssato daUa morte. Che qualche fattore comune, e per alcune deter1ninate forme, unisca i casi acuti ai cronici è possibile : come è possibile che esistano cj rrosi epaticl1e male intel)pretate, nel senso che siano foru1 e lente di atrofie gialle acute, o viceversa. Ma il r eperto anatomico delle forme acute è quello della cosid·detta cirrosi a grossi n odi ed è quindi ·d i p er sè ben diverso .dal quadro anatomoistologico della cirrosi epatica genuina e si ravvicina a quello di altre epatiti subacute di cui alcune ap1paiono assai verosimilmente i11fettive (v. parkinsonismo poste11cefalitico e sirr1ili). Come decorre la cirrosi epatica. Cri.ter'l di prognosi. Possibilità di r.ura. - 1L e idee sul d i)corso tiella cirrosi del fegato stanno segu.endo la stes·sa strada fatta dalla noziione di tubeTicolosi polmonare. Quando si diagnosti·cava s olo la tisi confermata, jl ,decorso era breve, la prognosi fatale: ora s1 diagnosti·ca an che la tubarcolosi iniziale ed il eone.etto si 1è modificato. La cirrosi atrofica può consi1derarsi com.e la tisi del fegato. Sforzi sempre maggiori te~dono dun·que a permettere la diagnosi ·degli stati preascitici; il tarreno guaàagnato è poco ancora, ma si pu0 parlare già dj' d·ecorso assai più lungo del classico. J_,a guarigione anatomica con res t'itwtio acl i1ileg tum è impossibile. Clinicamente sono segnalat.i1 arresti assai lu11 ghi, tali da simulare p ersino la guari.g ione; un caJSo accertato id i tal genere i11 tSogg·etto alcooljsta (che ebb·e ascite, la .quale regredì e circolo collaterale, .che si è attenuato) i·o lo seguo da no\'e anni, ed è tuttora i11 ottime con<C1izioni. l\1a i casi riportati com e guarigioni definitive (cl1e volte richiesero estrazioni di 400 e pili litri di liquido ascitico), possono .esser a tu tti mess i i11 dubbio. La t erapia ideale è quella precoce e proftlatt.i·ta. Le cure m edt•che, a cirrosi conclamata, sono pressochè prive di i·isorse. Le ,,antate cure antilué'tiche gio·v ano n.ei casi in cui s i tratta di epat i li luetich e o di vere ci1Tosi in si fìJiti-ci. :Non dimenticare che il cianuro di m er curi o 11a a zion e diuretica e forse colagoga e anticolangitica, <1011cle i benefici ottenuti. Il cloruro di calcio contr o il versa111ent o a. cit ico 11011 ha dato, n elle nostre inani, risultati special 1ne11tc f avor evoli. J .n rii>resa (l el tra ttnm ento ch irurgico 11ell c sue Iorn1c rneno usate (la1paraton1ia semplice, drenag1

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SEZIONE PHAT!fi\

gi sot loc utan ei di varie sp ecie, fistola di Ecl<, ecc.) 11011 11a dato risl1ltati i11coraggianti. La provocazione d.i aderenze e di vie collatel'ali i1uuYe, col r11ctodo di l'alma e ·M orison, è varian1e11te giudicata. Sonvi entusiasti, che riporta110 i11o!ti nuovi casi di successo (J. w. Mayo, Mayer e l\u11igs, P. Fiori, G. Bru11i, Pascale, ecc.); rl1a a ltfi sco11siglia110 l'jntervento r1ettamente (Ienl<l, U111ber, e~c . ~ . L'orr1ento[)essia, ad ogni modo, i1elle sue forn1e varie, no11 arresta il .p rocesso cirrotico, qua11t u1 lL}Ue, seco11do alcu11i, migliori la funzionalità ' epatica. La splenecto1r1ia proposta da iEp11>lnger riguarda Je forme ipertrofiche; rna l'esame ac-curato del lavoro originale di Eppinger lascia vedere che i casi, sui quali egli la fece eseguire, sono tuti.i tlublliosi cir ca la diagnosi; comunque migliorarono a11cl1e 1p oco e furo110 seguìti, al massim o, per u11 anno. No11 ·sappiamo quanto ci riservi l'esperienza di domani: oggi le posizioni della chirurgia no11 so110 ptedo111inanti, specie considerando i pericoli ù<::ri va11ti dalla fragilità organica dei cirrotici. Pe1· la cirrosi coriclamata (eccetto casi eecezionali o di arresto temporaneo del processo interpreto.to come guarigione) resta dunque a tutt 1 oggi, co1ne u11 altro carattere distintivo, la progressività, sia l)Ute lentissima, del decorso sino all'esito infausto, con l'ima>ossibilità di arrestarla mediante le cure. 8. R.icollegandosi alle i)rem esse, res terebbe la definizione. De l e cirrosi · epatiche, dop o la separazione delle

forme, .cl1e 11on rientrano !fra esse, e delle malattie speciali, r esta una sola forma, primitiva e ronclan1enlale, cui spetti cc sensu strictiort » questo i1on1e : ta cirrosi epatica. B un'entità i1oso·g rafica, eta C·Ui il progredire ·delle conoscenze, i11 u11 domàni, forse n~n lonta110 separe1·à tipi individualizzati; ma iè pur se1npr.e, così distinta, un'entità morbosa a sè, .cl1c può essere definita: epatite cron~ca d·egenerat1va, proliferativa e sclerotica, caratterizzata da man~ cata conoscenza della causa etiologica diretta (•cui si sostituisce la nozio11e -cause pred.isponenti o favorenti), da presenza. di caratteri anat~mici ~ clinici b en e def1niti, da pro.g ressività contmua d1 decorso e da 11egati·vità. di terapia diretta e specifica.

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rlgu1e di uno speciale tessuto cirrog·eno. Riferisce un caso di sindro11e cirrotica di Ha11ot e di • ittero emolitico. BRUGI (Pisa). --- Z11.cchero libero e zucchero combinato nelle cirros'i epatiche. - L'O. su.I le cirrosi op a'"tiche portali ha notato o un aumento dello zucc11ero co1nbinato .co11 tasso norn1ale clello zucc!1ero libero, o u11 abbassa1nento dello zu·ccl1ero combinato co11 ipèrg·licemia dello zucchero libero. Nelle cirrosi biliari si· .h a un aumento tanto dello zucchero libero che ·di quello combinato. Ha pure studiato il -comportamento della cura ·della g liccrnia ali1r1e11tare tanto nelle cirrosi portali cl1e in quella biliari. BEnGHINz (Padova). -- Cirrosi del fegato nell'età ·i nf antilr-. - Riporta 4 casi di osservazione persouale di cirrosi del fegato in ·b ambini, corredai1do i reperti clir1ici con i risultati dell'esame a11atemico ed istologico. Rifarisce pure di· due ·casi rientranti nel •quadro del m. di Pi cl-: o delle car'diocirro~i di Hutinel. (~AHPI (lVlil ano) . Cirrosi i p ertrof ica spleno1rieyalica /avorevol·m~·nte influenzata dalla splenecto-

1nia. - Riferisce la storia clinica di, ru n ragazzo cli 15 anni affatto da 3 anni da una forma ·di it-

tero con epato-splenom.egalia a decorso febbrile irregolare senza segni di ittero emolitico. Eseguita. la ~1plenec to111ia si ebbe un netto miglioramento dell'infermo. L' esame is tologico di un pezzetto di fegato asportato durante l'intervento dimostrò i segni di 1m tipo di cirrosi mista. Non esistevano i1ella milza sagni di fibroadenia, ma di attiva proliferazione di folliooli. rz\Il ( Cafania ). - Epatite anìe b·ica croriica · e cirr osi. - L'O. accenna all'importanza che nella patogenesi della cirrosi epatica potrebbero avere i parassiti intestin ali in genere e l'enta~oeba histolytica in ispecie. Ricorda al proposito le osservazioni .del Rogers jn India e quelle penso.n~li in Si cilia. Bus 1Nco (Parugfa). - I nfezione malarica e c·i r- · rosi epatica. - Tralasciando altre considerazio~_i sull'eziologia e sulla patogenesi p er quanto p1u specialmente riguarda la malaria, è oonvinto che essa non sbocchi nella cirros i di Laennec, per con statazioni statistiche, m orfologiche esaguite su materiale malarico puro senza e con cirrosi in confr onto con quello proveniente da z·one non malariche. Discussi one.

27 Ottobre 1925. Sed·utrL pomeridiana.

Presid·enza:

ZorA.

Comtinicazioni sulle cirrosi epatiche. 0Napoli). - Sulla patogenesi delle cir·rosi. _ In rapporto a lla teo1ia di Eppi'Ilger 1'0: afferma c11a essa può bene spiegare il concetto d~ costituzionalità 11ella patogenesi delle cirrosi. Eg~1 pensa c he l'enorme aumento di cellul~ plasma,t1cJ1e e di mastzelle11 possa spiegare fac1lmante 1 oFORTUNATO

(Napoli). - L'O. n on cr ede che si possa così semplicernante dem?lire l '~mpio m~te­ rjalè cli11i·co e patogenetico ·de1 vecchi m~e.st~, e rjtien.e ,che nella eziologia diretta delle c1r.ros1 l~. s ifilide abbia una parte importante di prima 1~­ nca, m e11tre l'alcool pt1r ave11do in1portanza sens l~ bilizzatrice e preparatrice nel gran n~me~o d ei casi, ha importanza diretta ed esclu·s~va in-Oubbi amen te in un numero minora di essi~ . . FR ,\NCO r>. lVI. (Napoli). L 'O. ha studiato c~n1cn 111 e 11 te la 111 eiopragia e insufficienza pa11crcat1ca STANGANELLI


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POLICLCNTCO

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nei prodromi de.ila sindrome cir:r.otica e nelle cirncs->l1na causa nota; il che cquiYalc a dir(> eh<' rosi conclamate, ricercando il glucosio i1el sanoggi per porre la diagnosi di cirrosi epatica bi· gue, nalle urine .e contempora11eamente la .diasta~ ogna escludere~ la esistenza d.i una etiologia nota. si nel sangue, n elle urine e nelle ieci ed i ferFrancame11te questo ini 1pare eccessivo. che in menti tript.ici n elle feci . Successivamente ha 'Usa- r~1olt1, n c~a m~ggior ·p arte dei casi di cirrosi epato l'irradiaziona del pancreas p1ima di compi~re tica, la et1olog1a resti oggi ignota sembra dubbio gli stessi dosag.g i ed ha potuto porre in evidenza ma nessun dubbio pure cl1e i11 altri casi ugual: le correlazioni che es)stono fra la sindrome panl11entt3 sicuri ·di cjrrosi del fegato il fattore etiolocreatica e la sin.drome precirrotica e la cirrotica· gico possa e.ssere affermato e ctimostrato. m ediante il dosaggio potenziale dalle due ghian·La brevità del tempo concessomi non mi ,per~ dole. inette di entrare in dettagli: 1r1i limiterò ricordare al Congresso la importanza, in tema di cirrosi CEsA-BIANCHI (Milano) . - Si congratula coi relaepat'i ca, delle infezioni croniche e più &pecialtori per 1'01Pera in1portante . ed interessante data 1nente ·della sifilide e della tubercolosL alla :-;oluzione di un problema e.osi complesso ed Che la sifilide abbia t1n'importanza grande neloscu1·0 come quello d elle cirrosi del fegato. Una la patologia ·del fegato è universaln1ente ammesso· • parola di lode va ip oi data in modo speciale al ' cl1e essa possa determinare cirrosi del fegato pure prof. Sabutir1i che l1a osato affrontare il prohlerr1a nessun dubbio, sebbene non con la frequenza che da Ile fo11damenta e manovrando con energia il vortebbero alcuni AA. specie francesi (Letulle) ed picco11e demolitore, 11a fatto tabula rasa di tutto intendiamoci vera cirrosi non epatite cronica gomil multiforme e s(pesso artificioso edificio delle cirrosi epatiche. Egli ·difatti ha iniziata la sua 1nos-1 o sL:lero-gommos~, èon le caratteristiche anatomiche ed istologtche ·delle cirrosi del fegato. re] azione facen·do un· lungo elenco di tutte le va.Nia voglio ricordare anche la tubercolosi, che rietà cliniche di cirrosi desunte dagli AA., specie oltrP. a determi11are nel parenchima ~atico lesiofran~esi, ed 11a concluso affermando che esiste ni . specifiche tubercolari (a tipo miliare , nodulare , u11a unica forma c1inica ed anatomica di cirrosi i11s uJ a re, ecc.), può ,determinare vere epatiti croei)a tica. Peccato che al lavoro di ,demolizione, in gran parte i1ecessario, no11 abbia fatto seguire un n i c h~ degenerative, proliferative e sclerosanti, in u11a parola ·vere cirrosi. lavoro di rir.ostruzione, stabilendo almeno le linee Ed io non alludo, mi affretto a dirlo , a processi fonda.mentali clinicl1e ed anatomiche .delle cirrosi tli cl rrosl ep:1tica genuina svolgentisi in tuberdcl fegato. ltVIa è forse chiedere trOIPPO allo stato colosi, fatto raro, nè di 1processi tubercolari d el . attuale delle nostre conosce11ze. fegato sovrapposti a cirrosi epatiche già in evoPersonalmente sottoscrivo all'opera demolitrice luzione, ma di vere cirrosi tubercolari, di lesioni ùi Sabut.ini, accetto cioè la concezione centrista cioè cirr0tiche diffuse d el parenchima epatico c;oa1nmcttendo la esistenza di una sola forma di sten ute dal bacillo di Koch e dai suoi veleni. Il cirrosi del . fegato, pur con varietà cliniche ed fatto è noto sperimentalmente, lo afferma la anaa11ato1nlche ·diverse. Vaido anche più i11 là: esclutorr1ja patologica com1Parata, è dimostrato nella ùo cioè la P-sistenza non soltanto di una cirTosi pat0logia. e nella · cli11ica umana. Se il colleqa 1Jpcrtrofica tipo Hanot, ma anche la esistenza di SabaLini vorrà convi11cersi, 1potrò dimostrargli alun morbc di Hanot - nei cirrosi - od almeno cu11i preparati pervenuti da casi di personale osaf fE:rrno di non averlo rnai riiscontrato , anzi di servd.zione, nei quali si riscontrano lf' tipiche leaverlo diagnos.t i cato alcune volte, ·m a d'essere sioni istologiche del fegato cirroti.co genuino e se1npre stato costretto a modificare la diagnosi cioè la lesione fonda1nentale e caratterjstica ùel in seg·uito allo studio anatomico ed istologico acsistema portale intra~patico ed il profondo sco11· cen11ato dal ca so, nè conosco la esistenza di ca5i volgimento ·dell'architettura lobulare (Un1bau clei dccisame11te probativi. tf>deschi), accanto alla din1ostrag:ione dell'clerne11to • Dissenso invece dal relatore prof. Sabatini nella etiologico specifico. definizione che egli dà delle cirrosi del fegato. N0n ;posso dilu11garmi oltre in tema di discus<< La cirr osi epatica, egli dice, non è in diipendensione; chiu,do affermando che esistono cause note za ·d.i.retta ed assoluta di nessuna ca.usa nota. Essa di cirrosi epatica gen11ina. La definizione quindi i11sorge per un duplice momento etiologico: preche Sabatini ha dato di quel processo morboso di sp0sizione, fattore coadiuvante e fattore sipec1va, a mio 1nodo di ''edere, cosi modificata: Per fico >> . cirrcsi epatica si deve intendere una epatite croPel' quanto riguarcla il fattore sp ecifico pepso 11ica degenerativa proliferante e sclerosante ad che 1· a1nico abatini si sia lasci aio guidare la eti0logia varia, in parte nota ed in 1p arte ignota n1e11te o forse soltanto la mano dal famoso e mie:o11 caratteri anatomici e clinici ben definiti, an~ l erio o fatlol'e specifico col quale Gay e Bernard che se \ arianti col yariare del fattore etiologico. 11a11no di recente creduto di risolvere il ~roblema Auguri~moci che il problema etiologico delle etio 10gico del cancro. Certo non si comprende cirrosi venga sempre più approfondito e chiarito bene che cosa egli voglia affermare con questo senza Ticorrere al misterioso fattore specifico. fattore s1>cc ifico in te111a .cli cirrosi del fegato. Ma MICHELI (1'orino). -- Osserva come i due Relal'affermuzio11c graye è specialmente la prima: che tori abbiano saputo portare un soffio moderno la cirrosi eipatica cioè non è in dipendenzél cli 1

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SEZ TONF. PRATICA

nella veccl1ia corr1plessa a difficile questione delle cirrosi epaticl1e. Essi hanno riaffermato l' u11ità fondau1c11tale del processo cirrot ~·co, in modo più guardiJ1go e cauto il prof. D'Ar11ato, in maniera più ardita e un po' rivoluzionaria il prof. Sabatini. Ricorda gli elementi su cui p ogg~a il canone gen eralmante ammesso della unità for1damentale delle cirrosi, elernenti i•stologici ed istogenetici, cle1ne11ti eziologic i. Ritie11e cl1e per quanto ru1·ì esistono ·c asi di epatite di Hanot rispondente esattn1nente ai caratteri pri1nit.ivamente fissati da Hanot e poi da I\:retz, Fabris, Satta. N·on conser1te co11 ::;abatini n el separare dalle _ cirrosi alc·u11i quadri 1norbosi che deriva110 più o m eno i·ara1nente ·da processi di a trofia subacuta del fegato (cita un caso persona!<-:). Dubita della con sisten za delle forroe l11orbose i11diYid ualizzate da Epp jn. ger sot to il 1101ne di c:rrosi iper trofica co11 ittero e di cirrosi splenon1 egalica, ed osserva ·d'altra parte cl1e l 'u11ità fonda1uentale del processo cirrotico 11on esclude l 'esist,enza di varietà diverse di cirrosi differenziantesi l'una dall 'a.ltra per un complesso di caratteri importanti quali la cirrosi pjgme.ntaria e la .cirrosi. Bantiana. / Circa la clinica delle cirrosi osserva come n on sempre la malattia 1Si inizi in n1odo acuto, ma più spesso in maniera · s ubdola, e co1ne l 'inizio a cuto corrisponda -abitualmente al rendersi manif t•sta in seguito a fatti i11tercorrenti di una cirr·o si cJjn~1 camente latente. EsprPssione più alta di ciò è la constatazion.e di casi di atrotia giallo-acuta u ei quali istologicamente s i rinviene un processo cirrotico di vecchia data. C~rca l 'eziologia non è d 'a ccordo col prof. Sabatini che ne l1a i1egata cgni eziologia nota. Ritiene che se vi possono essc·re d elle fo rme criptogenetiche, è però di esperi enza orruai secolare che l'alcool qualunque sia i1 s uo rr1eccanismo di azione, 11a grande importanza n ell'eziologia delle cirrosi - cui coma 11a pure notevole importanza la sifilide n.el determi11are forme di cirrosi vera genuina, i1nportanza d im ostrata .dall'esito favorevole· di cure specifiche. (Perugia). - Circa la ci rr~si ip ertrofica cli Hanot ritiene la diagnosi di tale forma u1olto difficile e ch e spesso si tratti in vece di ancriocoliti croniche infettive amatogen e o enteriche. o . t Non sottoscrive all 1idea di un tipo unico a na omopatologico nè di un tipo unico eziologi?o della cir-rost atTofica. Rileva l 'importanza della tubercolosi n ella eziologia della c~ rrosi epatica. Ri.ferisce 9 osservazioni personali concern.enti cirrotici ~rie 1presentavano re:viviscenza delle ghiandole rr1ammarie e riporta il risultato dell 'indagine istologica dimostrante una· attiva riproduzio11e. ghiandolare accorr1pagnata a !'atti infiammatqr1 e ad iperproduzione di conn ettivo. S1I.VE"5TRlNI

ScRUPFEn (Fjrenze). - Non r ~tiene opportuno 11 è esatto dire che la cirrosi vera deve avere com e caratterist.ica di essere a d eziologia ignota. Rileva come la cirrosi epatica ha un lungo period·o di latenza e che ad un dato momento per cause oc-

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1685

cnsio11ali varie cl1c posson o non a vere n.l cu 11 rapporto colla eziologia della cirro.si compaio110 o l'ittero o l 'a scite ed allora si riti en e che in quel 111omcnto si sia iniziata la for111a morbosa cl1e era in vece da ll1ngo tempo in a tto. Accade qui quanto si osser va p er il -c uore che può essere p er lu11go tempo la tentemante malato, fino a che comlJajono i sintomi di scompen so. Il clinico deve sforzarsi ·dl porre la diagnosi di cirrosi n el porj odo preascitico o preitterico .

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BAnLocco (Modena). - Circa la patoge11esi delle cjrrosi epatiche l'O. insiste sui rapporti fra cirrosi epatica ed a trofia giallo-acuta e cita una osservazione persona1e. Nei r :guardi della sin tomatologia in siste sulle modalità di elimi11azione d el! 'acqua, cl1e arvien.e con ritardo ma, una volta iniziata, con curva n orm a lè. Circa la terapia cl1iruraica o rr1edica osserva come la questione rio posi sulla precocità della d iagnosi; e rileva corne talora paracentesi ripetute p ossano far e scomparire l'ascite. Ritiene ciò in dipendenza delle buo11e co11diztoni del circolo. l~AMULARI (Messina). - Riferisce diffusamente su un ,c aso clinico c.he secondo l'O. vn.Je ad illustrar e l'importanza della sifilid e n ella g·c11 esi d alla cirrosi epatica. lVIAnAGLIANO E. - P one in rilievo come l'opera. puzie11te e fati cosa dei due Relatori abbia messo a p osto l 1intricato problema d alle cirrosi e se. tal.e overa poco 11a potuto mod~ fì care dal punto d1 .vista clinico, dal punto .di Yista anatorr10-patolog1co lia però assunto una notevole importanza stabile11do ·Che la lesion e 11a origine dalla cellula epatica, e che la prolifer azion e del con11ettivo costituisca un elemento .secondario. E seco11do le m odalità con le qua:li la neoformazione sì manifesta, si avranno modificazioni di verse del fegato, e . quindi si ntomatologia diversa, co1r1e cons eg~u~11za della di stribuzione a·c·cidentale dei fatti m edas1ml. cadc110 auir1di tutte quelle classificazioni sull e quali il S~batini (di cui mette in evfde11~a l'op.era cir ca le concezioni future della c1rros1 epat1ca, condividendola) ha 1portato la sua giusta critica. Circa la sintorr1atologia l'O. ricl1iama l'attenzio11e sullo. sindrome da lui indicata i1el 1882 facente pa rtP del conia e:pat Leo. . A proposito dell'eziologia ricorda com a esista un gruppo di veleni esogeni ed endogeni, cl1e appartengono a quel .gr11ppo di ele~en:i. pa~og·ene­ tici cl1e ancora debbono as sere ch1ar1ti. Circa la definizio11e espressa dal Sabatini, osserva com e ·il momento eziologico non sia indispensabile a caratterizzare la malattia, e come non sia indis?~i:­ sabjle inclu.dera il caratter.e della p rogress1;y1t~1 cr1'aochè o'li anaton10-patologi 11anno posto in ev1db eiiza ino individui che. mai avevano .soffer t o d'l disturbi l)arti.colar.i, modificazioni epat1 ~h e analoghe a quelle della cirrosi. Per la tera1)1a l'O. o~­ serva come in alcuni casi attuando una cura <lir etta (p. e., 1spesso togliendo l'alcool) si posso110 riscontrare grandi vantag·gi. 1


1686

TT. POI.ICLTNlCO

IJispo ·te d c i re/.rllorl.

Rispondendo ai vari oratori osserva. con1e i1on crecle si possa senza altro rifiutare la Ltloria cli Eppinger, ma cl1e essa ha bisogno della eo 11 fcrma cli più ampie e sicure prov.e scientifiche. l lrencle atto delle note comunicate dal Brugi e cltllc osservazioni personali del Bergl1inz, e rileva 1' 111tcre.sse particolare del caso .descritto dal Carpi. J:: d 'accordo col !)l'Of. Izar sul fatto cl1e l'amebiasi i iosso. preparare il terreno alle cirrosi ma osser\·a che ina11cano ancora documenti sicuri per am111(~ttere una cirrosi epatica da amebiasi. Si con1vi ac2 C·Ol Businco. per le ricercl1e e i documenti da lui riferiti ed atti a conferrr1are il concetto della inesistenza di una cirrosi epati·ca da malaria. f\jtiene che il prOtf. Cesa-Bianchi sia andato troppo oltre negando l'esistenza della forma ·d i Hanot, clie: è rara carta.m ente ma che però esiste. Circa i rapporti fra cirrosi epatica e atrofia giallo-acuta r1J evati dal Micheli e dal Barlocco., il R. pensa che tali rapporti siano di duplice natura, o l'atrofia sorge sul fondo di una cirrosi manifesta o latente, oppure la malattia S·i inizia corne atrofia acuta che poi si trasforma in forma subacuta o cronica , e allora dà luogo a fenomeni cirrotici. I~i spondendo al prof. Silvestrini osserva che se è noto cl1e una peritonite tubercolare si innesta sul fondo di una oi:rrosi, non è provato il fatto op1posto. C:jrca le osservazion.i d1 reviviscenza mamma1·ia ·cr ede che sia difficile allo stato attuale Sl)jegare tale fenomano che forse indica complesse correlazioni en.docrine. SABATINT. Ringrazia tutti gli oratori per le parole, finanche eccessi\re, •di lode tributate alla sua rucle fati·ca. S1piega come molte delle osservazio11i fatte o delle obbiezioni mossegli - tutte di dettaglio - si sarebbero evitate se egli avesse dovuto essere, nel parlare, meno ISChiavo del tem110 e q11indi meno sintetico e più dimostrativo. Per l'alcool egli non nega affatto l'i1r1portanza che ,può avere nella genesi della cirrosi: lo ha incsso, i1e1 lavoro, al posto d 'onore fra gli agenti t•tio1ogi ci. Ma basta l'alcool per dare la cirrosi? Può ancl1e darsi. l\rla. l'O. ha avuto una regola: non !)Orlare al Congresso che i fatti dimostrati o clin1ostJ·alJili. Questa ,dimostrazione per l'alcool n1anca. Qt1al'r insomma la causa che rende cirrotico l'alcoolista? Qual'€ la forza, comune o speciale , tossica o infettiva, che porta allo scQppiare clelln. malattia? Questo è per l'alcool, co1ne 1per ogni altra causa tossica od ogni altro fattore i~­ \ oc;tto come cirrogeno. A Balda.re questa maglia clclla catena dobbiamo rjvolgere lo studio di do1nani. P C'r(' iÒ egli non può convenire col collega StanO'anclli che si Iirnita a dire «credo, o non credo ». ~.o .... ta;1ganelli prc11derà posto fra i distinti scie~1. in ti c·he han110 em e so un'opinione, 11u1 non rL"t1l,·c in tal n1orlo gli assilla11ti 1proble1ni circa la t ' Ìll'O i. t: o n\ Ìl' llC CO) prof. i\ficll eli })el' l'e~i ~ t rnzn, 1'~D '1\ NrAro. -

[ANNO XXXII, FASC. 48]

rissima, ùel morbo di flanot, e non l1a da ripetere che quanto ha detto circa i legami colle forme cti atrofia acuta, 1percl1è concorda, pruclc11teme11t(', coll'opinione del l\Iicl1eli. Al prof. Schupfer fa osservare come la sua giusta obbiezione si possa considerare rjsolta da quanto l'autore ha 1detto a ip roposito del 1quadro tipioo ·d ella cirrosi, di cui ha am1nesso perfino u110 · stadio cirrotico rr1a pl'easci tico, 1n.d iagnosticabi1e. Infi11e al 1Prof. Maragliano cl-ice che egli se11te t.11tta la responsabilità di quest'opera demolitrice, c11e l1a dov11to fare: 1na cl1e 1è lieto del conse1\so trov&.to, nella essenza fondamentale dell'idea, da parte <li maestri e colleghi. L 'O. non 11a voluto definire le cirrosi: ha voluto solo arnputarne i rami secchi o superflui e rimetterne in v·i ta il cep1po; da Roma si pot1·à oggi riprendere il laYo1·0 :pP.r creare il capitolo nuovo di questa entità clinica. (Continua).

XXXII Cong1·esso della Società italiana di Chi1·urgia. (Vedi f asc,l col·l precedertt·i) .

Sòdut.a de:l 26 ott.ol)ri (ore 15) Preside11za .: LEOTIA.

Comunicazioni. iVJ.i\RL.,Acc1

(Roma). -

Occlusiorie in.testinale. Os-

Riferisce su 9 casi di occlusione intestinale m eccanica da cause varie (ader<::i1ze, strozzamenti, ec.c.), operati in ·q uesti due ulti1nì ar1rtl tutti c-011 esito fa.voreYole. In .du.e casi : dii occ1usioni acuta nel corso di stenosi per tu' berculoma dql ci·eco) fu fatto in un primo tempo un'ar10 art.ifl-ciale,,, in secondo ternpo l'interve11to radjcale. In t11tti g·li altri fu p 0issibil·e i11 u11a .soJa séduta il trattarnento radicale. Ricl1iama l'atte111iorl:e s u du·e sintomi : nuril cntata per<stalsi e crisi dolorosa. Espone i vantag·gi della rachianeste5ia (;di fro11te alla narcosi) e delle incisio11i breY1. Ricorda co1ne a volte rimosso l'ostacolo, l'oaclusior1e perman€ per qualche giorno, fonsP per llU ileo paralitico che subentra all'ileo metca11irco, anche jn rapporto alle rnanovre operatoz·je. BONOMO (Ba1·i). Ricerche sperimeritali sulla s-erraziDni personali. -

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funzionie 'lmrriunitaria della milza. ~ Esi~one i risultati delle s1Ue ricerche sulla funzione immu-

nitaria ·della milza, dirette a stabilire se la milza 11artooipi. direttamente alla produzione delle opso11in8 e delle agglutinine. Il metodo seguìto è stato quello di stabilirb l'indice fagocitario e, rispettivamente, il tasso agrrlutina11te (il .p rimo nei cani normali, il seconclo ~n cani vacci11ati co11 il coliba.cillo) del siero delI' arteria e della vena splenica. Concll1de che l'indice fagocitario della ye11n .;;pJPnica ~ costnnf(•-

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[ANNO XXXII, l<""ASc. 48]

SEZIONE PRATICA

i11e11te e 11otev·ol m e11te più elevato cllt quello della ai-teria omonima e p ertant-0 cl1e la n~ilza è un organ.o pro.dJuttor2 di op1sonine, e, i11 relazio11e al1'u fficio, immu nitario di queste, J1a parte prima rtel pr'i)cesso dre Jla fagocitosi; e •Ch e non v'i è differe11za nel tasso aggh1tinante d el 1siero dell 'arteria_ e della vena spl 2nic·a. e :quindi la milza non partecipa alla produzione .d!ellP. agglutinir1e. (Bal'i). - R ice rche sp erimentali sulla funzio1ie della m.ilza iri rapporto al metabolisr1io basale. --.. ES!!)one le modifi cazioni trovate n el metabolisn10 basale jn 20 cani spl en ectomizzati, facendo notare, ch·e, n1entre n ai cani n ormali il ri<.:arnbio gassoso va.ria liev.en1ente .dfa animal e ad a.nimale, i1egli animnli splenectomri:zzati, dopo venti giorni, ,si osserva un a umento del riieambio e11ergetico, che è de l 18~20 % negli animali -con ir:1ilza in pliena efficienza funzional e, e idell '8-12 % in quelli con milza. in via di involuzione o inYol11ta . 1·a1e aumento si mantiene per 35-40 gior11i. Dati ti· rapporti ormai dimostrati tra Ql:rgani endocrini e ri cambio gassoso: il P eraochia. ritiene avvalorato 11 ~oncatto di una secrezio11e ormonica en.ctocrin a d1ella milza. PERACCHlA

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(iB ari) . - Contr'lbuto (l,/'la ch i rur gia e fi slolV{tia della milza. Alterazio·n.i enialo l ogiche e del J ,EOTTA

1netabolismo basa l e deternilna t e dalf,a, sp l enectumia. - Un interessante contri·b uto all'argo1 n er1to è questa comunicazione, rig'uar,dante un ca-

di splenect om ia p er rottura t raumatt-ca della irJ ilza, che oltre l'interesse clini.co ha un })articolare interesse fis iolo.g ico, p ercl1è l 'infermo fu sottoposto, dopo la 51plen ecto1nia, ad una serie di ricercfie protratte per 8 niesi sul isang·u.e e sul n1etnbolismo b asale. Dal punto, di \ri sta .clini·oo l'O. rich iama sopratt1tto l 'attenzi on e su di un si11toma di enorme valore, ma per lo più trascurato dagli os.c;ervatori , sulla cor1trattura cioè dei muscoli d ella parete dell'aclùo1ne, che è l 'espr essione ,di 1111 rifl esso perit·oneale, per la presenza del vansarn e11to crnat:co .che nei casi di rottura della milza è a ssai più marcato di quello che si o servj n e] le a1 tre emorragia peritoneali. Dal punto di vista fisiolog i.co, lo studio d1el sangue l1a messo in evide11za modificazioni ematologiche (ipoglobnli a, leucocitosi, piastrinemia), att est~nti la rott.ura dell 'equilibrio tra i due llOrmali fenomeni di emQpoiesi ed ern olisi; queste inodi.f i ca,zioni son o però di breve durata, perchè la 8upp1enza funzi o11al e degli altr i organi em opoietici è sufficiente a corr1p ensare la p er.dita d .3lla funzione s 1>len ica ed a i1:stabilir·e l 'equilibrio. Più interessanti -sono stati i risu ltati ottenut~ con lo studio ,dcl 1netaboli smo ba.sale, ìl quale 3i è dirr1ostrato in n otevol e a umento. Se si vuole cercare di dare un' interpI'etazio.ne a questo aumento d el n1et ab 0J i~1 no basale, si ·deve ammettere: 1< O u n a !funzione propria ,del la milza, m o<laratricc del m etaboliJsm o, nettarnente antagonista della fun zione ~celeratrice tirori.;dea · oppure llll'azione i11d1iS •)

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retta con la sop1P['essione della milza. e n1ercè ìa esaltazion e della :fur1zion e tiroidea » . Questa seconda ipotesj, che presuppo11e dei rapporti ormo1tici tr_a I11ilza e tiroide, è, .seco11do l'O. , pitl vcl'osi1nile data l'inten sità dell'aumentò del m etabol isrno. P er av.ere una conferma sp erime11tu.la di questi risultat~i clini.ci, l 'O. 11a fatto eseguire app osile esperie11ze all'assistente dott. P eracchia, co1ne risulta ·dalla precedente comu11icazione. Nr~ro (Bari). S11,l1J,ra e resezione. della 11-iilza S'U sost egno riassorb i bile. L 'O., accennato ai

\ "'a ri e fallaci tentativi fatti da nu1nerosi aui o-

ri p er otte11ere dalla splenorrafia, r1ei casi di rottura ·della milza, un'e1nos tasi p erfetta, e ad alcune r ecenti esperienze n el1e qua1L si è .cer cato di su.stituire alla seta o al c·atgut un sostegno riasso.rbihile r1elJa. 5utura della mil za , viene a parlare dei suoi esp erimenti d•iretti a ·quest'ultimo scopo ; egli ha eseguito la st1tura (in ·sei animali) e la re$ezion c (in !J animall:) della 1nilza su sostegn o l'iasqorbjbi le, serven·dosi ' com e materiale , della gela tina -dri p·esce che 0gJi è riu1s cito a prepafare ed a. sterilizzare con u11 pro·cesso special.e, venendo alla conclus ione che la g·el atina dii · p esce, u sata come rr1ateriale riassorbibile di sostegno, n ell a sutura e resezione della milza è superiore a tutti gl i al tri m ateriali riassorbibili finora utilizzati. L l7SENA (Ge11ova). - S·u ll'erriia perineale . - Accennato all'estrema rarità di questa specie di er nia, riferi sce una sua osservazione di ernia pei'irteale posteriore (cioè uterorettal e), in una donna dJi 42 a. Aocanto alla patoge11es i l'O. ritic11c che n egli sforzi ripetuti sia p ossibile ad u11 Dougla s già abbassa to d·i raggiungere i fasci d ell'elevatore e far si stTada tra essi, c0istitue11dos i -così la. poTta ern :aria; quanto all a terapia PO. ridu sse e ,cer cò di chiudere Ja p·orta erniaria, rinforzai1do le fibr e dell'ele\'atore con auelle del grand1e gluteo . (Palermo) -· Ch1ritrgia sociale. - L'O., a.ffeT'mato .c:t1e la chirurgia sociale deve oggi far purte delle Società. chirurgjcJ1 e, ne passa in rasseg11a j 1p iù irr~pQrtanti capitoli: le iniezio11i traurnatic he, i soccorsi d'urgenza, le ,deformità d a morbo di Heine Medin, il gozzo, l'ernia, l'importanza del sol e in cl1irurgia (tubercolòsi cl1irurgir,a e racl1iti&mo) e d il cancro, soffermandosi &pecialmente su questi due ultimi ca:pitoli. Sopratutto iJ problema del cancro è tra ttato con particolare cur<l , e l 'O. ·s i intratti en e in specie sulla carcin olcgia ~erirnentale , e sullo stu·dio delle Jesi on i l)recartcerose (profilassi d!el can cro), tributando infine u11 vote di plauso alla città cli l\llilano cl1 e lla .fatto sorgerè un centro di lotta e di c ura per • il can·c ro. TRICOMI

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CANF.~·\NA

(Palern10). - Lnne$ti e se 1isiuili::.za:.1,,ne - In a11irna.li (co11igli ) previan1ente scn sibi lizzat i con si er o di sangue in·o culato direttament e 11ell'albcro r espir atorio, furo110 praticati innesti 01no- ed cte101pla tic i cli tiroide (in d iversi orga ni) e di cute (sul padigJ i o11e dell'oreccl1io), prelova111


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IL POLICLINICO

da innestare d~li animali cl1e ave,·an0 fornito il ~iero sensi·bilizza11te ed ottenend o la ne·'f•J:si rapidissima in due tre gior11i dei tess lti innestati; in ultr.riori esper(enze, innestando> 11egli anint:ili che avevano for11jto il siero sen sibi· lizza:1te, tessuti prel~vaii dagli animali sensibi~iz · zati hn av u ~o J)Ure la n.e.crosi dei tessuti innestati, però iJn po' })iù ta1,diva (una settimana), ad og11i moclo .sernpre molto rapid1a in confro11to di ciò cl1e si verifica n egli i1111esti comuni (senza sensib ilizzazione), nei quali la .distruzione dei tessuti inn estati è lentissima. <lo i

tes~1 1 ti

PURPURA (Palermo). - M icrorganismi del caricro e del sarcoma. - In 21 casi di tumori maligni chiusi dell'uomo (·car cin omi e sarcomi) ha costantemente ottenuta la cultura dii mi·cr or ganisn1i. Isolando i germi dalle culture 11a m esso i n evi.d enza in tutti i casi un microrganismo a forrna di oocco, che si presenta a coppie di due e di quattro elementi, ed in 6 casi, oltre ai germi su ddetti, micr:o·r ganismi a forma allu11gata e filam entosa. Nega cl1e si tratti .ai inquinamenti accidentali, sopratutto per i primi g·er m'i, Gia per la costanza del reperto sia per l'assenza di esso nelle culture dii c{>ntrollo prelevate da altri tessuti patologici. L 'O. espon~ le 1proprietà culturali dej germi s:µddetti, a,&serendo, infine, che essi hanno potere 1patogeno sugli animali da esperimento. I

nis cus sion e.

(Rom a ). - Osser,ra che sarebl)e op1)oriur10 far~ gl1 innesti deJ tessuto neoplastico su t erreni s ol idi, anzicl1è liquidi, per poter valutare il quantitati. V·O .di rrer1ni esistenti in determinati frani1nenti del tessuto innestato. Ha avuto poi l'impressione cl1e il germe in .questione sia una di quelle sarcine che si trovano nei tessuti normali e che il P erez stesso ha riscontrato nel sj sterna lin·f atico. Sarebbe perciò nec·essario, per ammettere la specificità d1el germe iiSolato dal Purpura, dimostrare che esso si trova solo n el tessuto neoplastico e non nell'ambiente nB nei tessuti circostanti. I11olfre lo svil~.lfPPO tardivo dei medesimi ger111i f::i. pensare ad ·un inquinamento. J>uRPURA (risp. ) . - Ritiene 1p iù opportuno il brodo glucoso.to p erchè in esso i tessuti neopl astici ,-anno j11 li-.5i, e si vengono così a liberare i CYC'rm 1· contenuti nell'interno d ei tessuti; questa l:"> lisi potrebbe anche fornire il terreno di sostanze cl1c lo rendono più adatto allo svilupip o dei germi . Qna11to alla tecnica ndoperata egli si riferisce a qnanto ha già detto, per non rijpetersi. I

EREZ

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un~NC.\Tl

(Roma). - Tumori sperimentali. - Con un<:1 serie di 60 proiezioni comprendenti pezzi \1nalon1lici e preparali istologici, illustra i risulta t1 a ruti i1ei ratti e topi con ingestione d1i catl'nn1c cd a ~ ralto, c o11 iniezioni end.opctitoneali, e <'L)tl p e1111ellature ct1tanee di derivatlii del catrame. l~on l'ingestione 110. notato t1l rcrazio11i e lct1coplas ie nell a JJocca e nella lin g ua, sin1ili a quelle 1111Ht 11 c ~ produzioni epiteliali 11 ello ~to1uaco a for1

[A-"l'fflO

XXXII,

FASC.

48J

. ma pap.illare i1ella n1aniera più semplice, a forn1a infiltrante in stadi a \'a11zati co11 1netaslasi po 1rnonari. Il tipo di tessuto cl1e costituisce le 1Jrod1uzioni nodulari con aspetto a cratere è sempre quello dell' epitelio cli 11~·vestimento, mentre quello secer11ente non partecipa alla neoformazione. 111 qualche caso alla neoformazione .epiteliale dello stornaco si è ag.g il1nta una ulcerazione .della cuto e la formazione di papillo~i o epitell'.oi;ni cutanei. Con l'iniezione ·l1a avuto un caso di sarcoma eù un altro di lir1foma e con. i d1eri vati del catrarne vari·e produzioni epiteliali cutanee dal cor110 all'epiteliorr1a maJ.pigl1ia110. CLENIENTE \Palermo)

Contributo allo stu<1io

Riferisce su di una tecnica sierologica da lui escogitata, per la diagnosi d•el car-c.i noma. Si ·tratta di una reazione di contatto tra il siero, in esame ed un estratto d i tumore, preparato con tecnica personale. Praticò la reazion e in JJ2 casi di affezioni chirurgiche le più varie, tra cui 10 casi di car~inomi, n ei quali soltanto ottenne costantemente esito IPOSitivo. Quanto ::i 1 rr1eccanis1no di qu esta reazione, ritiene che ef'so indi·cl1i uno squilibrio ltipoido-proteico-colloidale del stero.

sierologico del ca.nero. -

(Napoli). -

Sulla possibilità Che anche le ceUule degli epiteliomi possan.o originare gloùl cl1 eratoiai simil.1 a quelli, del l\l olluscum conta . giosu1n di Batermarin . - Ha avuto occasione di osservare, i11 un epttr lioma delle t:fos·s e nasali, che GARGANO

gli elementi epiteliomatosi andav:ano anche essi incontro ad una fase corpuscolar·e, dand10 origine a globi simili, per la morfologia e p er i caratte11i microchitnici, a ·quelli del << Molluscum contagiosum » .di Batermann. In questi casi il .decoTso del~ l'affezione sembra lento, per cui si deve ammet tere che le -c ellule epiteliomatose, •Come le cellule epidermid1ali normali, rpossano ammalare con produzione di globi cheratoi·di endocellulari, e che questa secrezione possa, almeno temporaneamente arrestare l'and am0nto incessante del blastoma. 1

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BATl'AGLIA (Napoli ). -

Altri casi di tubercolosi p.seitdorteoplastica co1ne contributo allo studio dci lJlastonii. - :Oo·p o aver ricoT dati i lavori del Maf1

fucci e del Durante sull'a1~orn ento, parla .a.elle· su e ricerche, nelle quali ba trovato turnori di 011:gi n e schizomicetica, blastomicetica ed ifomicetica, e tra questi tumori moltisst1n1 prodotti dalla tu.be:rcolosi, i quali r11entre clinicamente ed1 a11clu~ rr1acro- e microscopicame11te Janno 1' impressio1tc· d1 veri blastomi, si dJimost1·a110, con ricei:clie b101oo-i.che, prodotti tt1bercolari. Ciò di1nostra cl1c 11011 c~iste il cancro ed il sarcoma, ma i cancri od i sarcomi, d;i·ver.s i per struttura, origine e prr etiologia. Il m·icrorg1nisn10 cosicl!etto specifico non sen1pl'l' 1p1·orlure l'id entica lesione, n1a questa è varia C' nello stesso anin1nle ed in animali diversi. Il h. dC!lla tubcrcoloSi produ<:e sprsso la forn1a J1bro:-;a. sclerogena o quella 1)seudoneo1)la!:>t ica, nel le qua li

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[.t\NNO

XXXII,

FA~G.

48]

SEZ IONE PRATICA

rientrano alcune forme di stenosi piloriche, stuù1iate per primo .dal P·etella. ì\1ARAGLIANO (G.enova) . - Sulle acidosi postope rat'ive. - Riferisce i primJi risultati di ricer che dirette a prevenire le acidosi postoperati ve, cercando di provocare 11egli operati una migliore util!izzazione d ei grassi .delle sostanze proteiche dia una parte e degli idrati di C. dall 'altra, poichè le acidosi postoperati ve sarebbero determinate dal sovraccarico .di cl1etoni, dovuti appunto all'alt~­ rata combustione dei grassi per defictenza di idrati .d'i carbonio. Due ore prin1a dell'interve11to si estraggono 10-15 ·Cmc. di 1sangu e dalla vena del braccio e ·Si iniettano subito dopo sotto c ute. Su 15 operati così tratta?li, solo in uno di essi si ebbero tracce di acetone n elle urine; in tutti gli altri mai acetonuria. l 'ORRACA

(~ap oli ) .

Complicazioni pol·m o1iari postoperatine. - Sopra 501 operati (di cui 392 sotto narcosi fl 109 in anestesia locale) l' O. ha osservato 6 casi (dii cui 5 dopo p.. eterea, uno dopo anestesia combinata [novocai~a-cloroformio J) di tali complicazion i (due bronchiti e quattro polmoniti, di cui due con esito letale), tutti in seguito ad interventi sull'addom e. P er quanto ri.g uar.dµ. i fattori che influi·scon o s ull'insorgenza di~ tali complicazioni, l'O. pensa, .che, per quelle che si manifestano subito dopo l'intervento, hanno sopratutto importanza la irritazione mucosa, l'aspirazione ed jl raffreddamento; per i casi sviluppati a d1istanza di qualche giorno si aggiungono le possibiliìà di embol ie. Le ipotesi di ElYin (collasso) e di Eden (Yalore primitivo d1ell'edema e delle secr ezioni ·determinate da irritazione del vago) hanno bisogno dii controlli. D iscussi.o ne. •

1CASTIGLIDNE. ·Ha osservato polmoniti postoperatorie specie dopo operazioni prolungate i11 indi-.idui ·de1Periti e ·d opo qu elle che richiedono maneggi co111plessi. Non esclude l)erò l'influenza .del raffreddamento. Non ·h a avu to vantaggi ·dall 'uso preYentivo di .s iero antipn eumococcico. ALESSANORI (Ron1a) . Le complicazioni poln10nari post-01p eratorie rappresentano uno degli argorr1ent1 più importanti per i cl1irurgi ed uno dei 1peric0J i piii terr1ibili delle operazion i, più ancora delle en1orragic e delle infezioni. , P er la preyenzione di esse, oltre le prevenzioni preoperatori e ·e postoperatorie a ccennate dal Torraca, ha u sato la vaccinazione per vari giorni prima dell'operazione con vaccino antipiogene p oli valente. Pur essendo a11cora n ecessario p.rolungare le osservazio11i, dai risultati finora ottenuti •p uò dire cJ1e nej casi vac~inati la freq.ue11za di comp].icazioni polmonari è apparsa minore e meno gr aYe la loro e,·oll1zion e. TORRACA (risp. ). - È ,d 'accordo col Castigliani e co11 ..\.lessa11dri. Per la ' 'accinoterapia, dati i ri-

1689

sulli.lti ir1certi a\' Uti da alcw1i autori so110 11eces• sarie ulteriori esperie11ze. 'f1Nozz1 (l\apoli). -

.1=ione delle erriulstoni ai germi piogen.i sui trapianti cutanei omo- ed attto .. plastici. - Ha eseguito sull'oreccl1io diel coniglio

trapiar1ùi cutanei omo- ed autoplastici, iniettando al di sotto cli essi (subito dopo e rjpetendo l'inieZiione d1opo 48 ore) emulsioni di germi piogeni. Otteneva così un'.esaltata reazione del tessuto portaii_nn·esto cl1e si esplicava determinando l 'atte·ccl1ime11to completo n ell'autoplastica e le necrosi e I 'eliminazione nella omoplastica. Ritie11e che ciò sia dovuto all'aumentato afflusso sanguigno, per l'azione delle endotossi11e battericl1e, il quale determinerebbe maggiori rapportr. di co11tatto tra liquidi orga11ici del trapianto e del portainnesto e quindi l'eliminazione nella omoplastica. 1

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C \STIGLJONI.

T eritativi p er rnodifica,re il coniportanierito degli inri es tl ornoplastici di organ,i. --

Partendo dal presupposto cl1e il mancato attecc11ime11to degli omo-etero-innesti sia i11 rapporto con fatti di se11sibilizzazione, si è proposto, in jr1nesti so1toc uta11ei idi o·vaio, di desensibilizzare l'osipite, iniettandogli '.Porzioni ir1i11jme di estratti a cquosi. di O\'aio. Finora 11a protratto l'osservazione per 90 giorni. Ten endo conto p erò ancbe d el fatto cl1e l'innesto omoplasti.co ·di ovaio sen1plice talvolta si conserya a lungo, l'O. ·co11cl11de solo che i .suoi tentativi non ostacolano la co11servazio11e dell'inne to orr101)Jastico di oyaio. CUSANI (Napol!i). -

L a crisi emoc.lasica da vacci?lolerapia 11/: lla tuberco losi chirurgica. Iniet-

tando sotto cute in pazte11ti affetti da tu.b ercolosi chirurg·i<ca una piccola qt1antità di 1'ebecin Dostal (speciale sospensione di bacilli dii Kocl1 ) si 11a dopo 10-15 mi11uti il caratteri8tico reperto va.scolosan guigno della cris~ emoclasica (abbassame11to d ella pressione sanguigna, leucopenia, ec·c.), ciò cl1e no11 1si verifica i11 paz.:enti affetti da altre rnalatti e od in indi\idui sa11i, il che quindi rappresenta un metodo se11sibilissirno e sicuro cli reazione specifica tubercolinica, da utilizzarsi nella diagnosti.c a. ZAPELLONI (.t\.11agni). -

Con.tributi personal i ttlter lori alla chirurgia vascolare. - L'O. riferisce su

ùuc casi di a11eurismi dell'ascel1 are e ·della poI>litea (quest'ultimo arterovenoso) n ei quali egli praticò la resezio11e del tratto di arteria le.so e la. sutura circolai·e termino-termi11ale dci due capi al'teriosi. In entranlbi i c~si si ebbe la guari~ione a.n ato.rnica e funzio11aJe completa e cluratL1ra. 1

SOLIERI (F.orlì). -

An.euris1na falso (e1natonia pulsan.te ) bilaterale in. soggetti a. 1Vasscrmann. 11egat·i va. - I.n un paziente di 25 a., ha osservato il

rr1anifestarsi di d1ue aneuris mi falsi apparenten:ente spontanej, jl primo della poplitea s111istra, il secondo della poplitea d .. entrambi trattati con


1G90

l 'amvutazione dell'arto corri spondente. Ne·g ativa la \Vasserrnann nel sangue e nel liquor cefalorachidiano. Basancùosi anche sull'esame istolog~co di un tratto di a. femorale estirpato all'atto dell'amputazione (atrofia e degenerazione di elementi elasti-ci e muscolari), l 'O. ritiene trattars1i di un'alterazione congenita delle pareti arteriose. 1

CAGNC:ITA (Bari). -

Emorragia grave della poplitea d. alt>inciSione d·l ·u n vasto e1natoma dopo 40 giorni dal ferimento (ferita fi.'arma da fuoco a pal[irìi). A.llacciatura. Guarigione. - All'apertura

di un ematoma (in vja di suppuraZJione) consecutivo a ferita d1ell'a. poplitea, avvenuto 40 giorni prima, per l'insorgenza di una grave emorragia, l'O. allacciò l'a. e la v . poplitea. 1Guarigione. L'O. fa notare la necessità dell'arJertura 'di questi ematomi, anche dopo 1parecchio, tem1po dall'accidente, di 'appli.care attorno all'arto un laocio, da po· ter strtngere immediiatamente in caso di bii.sogno. Dlscilssione.

DE GAETANO (Nap oli) . - Il buo~ risultato avuto dal Cagr1etta coI1f errr1a il concetto da n oi sostenuto nei precedenti congressi di Pisa e di Firenze, che negli art i è m eno peri•colosa l'allacc;~at ura .contemporanea dell'arteria e della vena anzichè quella della sola arteria . GARG.\NO (Na·p oli). -

Sulla natura dei tessuti costittlenti la sacca aneu·r ismatica. - Sopra dati di

anatomia patologica e di fisiopatologia spe!'l~men­ tale afferma cl1e la ta~ca aneurismatica si svolge all'inizio & spt:5e ·delle pareti dell'arteria, ma che con la loro ulteriore degeneTazione, si ha l 'ev9lYersi di un processo reattivo a spese del tessuto dii sostegno delle guaine vascolari, che conduc i~ alla formazione di un tessuto connettivo .fibrillare in degenerazione jalìna, privo ·d i fibre elastiche. Poichè un tale tessuto non può venil'e trasformato, con una terapia medica, i11 par ete arteriosa n ormale, n e conclude che gli an.eurismi sono curabili solo chirurgicamente. L'asportazione della sacca aneurismati.ca deve essere g enerosa poichè l'O. ha notato a monte e valle dii essa l'evolversi di pi-ccole sacche aneurj sn1atiche. !\[A~rnn 1N1

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IL POLICLINICO

(Mantova). -

Contributo alla Chirurgia d,el cuo rP,. Cardiorrafi.a in un ragazzo di 8 a11ni. Rifer'isce su di una cardiorrafia ese-

guita cinque anni or sono in un ragazzo di 8 a., jl quale per un colpo d'arma da punta e taglio infertagli 5 ore prima, aveva riportato una .ferita 11n po' meno lunga dii un cm. del ventricolo si11i~tro d el c uore, con abbon dante emoperica:·di 0 e pneumotorace per una concomitante lesione pleurica. In anestesia eterea fu suturato il cuore co11 :l punti in catgut. Rapida guarigione. Nessun disturbo a carico della funzione cardiaca :fino a.d ogigi, pur a\'"endo lil piccolo paziente sofferto durante questo tempo di una infezione int e$tina le a c.con1pagnata da febbri eleYate. 1

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[ A:."l'filo XXXII, F ASC. 48]

MARINELII (F oggia). - Suli'uso dei poiibromuri 1tella prenarcosi. - Partendo dal con cetto che la morfina, u sata come prenarcotico, possa contril1uire alla produzione dli àlcune delle complicazioni postoperatorie più moleste, specialmente il vo1nito e la paresi intestinale con meteorismu, 11a usato in sua ·vece i bromuri (B K B NH B 2 r 4' r St) in 500 atti operativi di cui 100 laparotomie, ricavandone i seguenti vantaggi: soppressione quasi totale del periodo ·d i eccitazione, n arcosi ra1pid·a , assenza o quasi di vomito, modico meteorismo. 1

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(Oontinu.a):

XVI Congresso della Società Italiana di 01·topedia.

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24 ottobre 1925.

Il Cor1gresso si svolge nell'aula della R. Clinica Chirurgica. Apre la sedu ta il vrof. Piero Palagi di Firen ze, rP residente ·del 1C ongresso, il quale inviato un saluto al prof. Putti, .P resi·dente del ,comitaio Direttivo, attualmente n ell'America del Nord, constata con compiacimento il confortante •p rogresso compi'utosi durante l 'anno sulla via dell'insegnamento ufficiale dell'ortopedia, con l'istituzione deg·Ji incari.chi di Clinica Ortopedica 1Presso le Fa, colth dj Palerrno, ·d i 'Modena e di Firenze. Si augura che questo insegnamento, indispensabile alla cu~t11ra del me.dico, venga e.steso anqhe alle altre Università, oltre alle otto che attualmente ne godono, f' in 1particolare a quella di Napoli. Ri· corda infiné il cinquantenario, testè celebratosi, dell'Istituto Ravascì1ieri di Napoli. I./Assemblea approva l'a1r1missione di cinque r1uovi soci; quindi si apre la discussione sul teina di r elàzion e :

Le artr·i ti non tubercolari della colonna vertebrale. VALTANCOLI (Ilolog11a) relatore. - Inizia il suo dire , brevernente accenr1ando ai dati storj~i s ull'argomento. Passan.do ad illustrare l'anatomia patologica l'O. raggrup1Pa. le alterazioni anato1nopat<1logiche sotto due tipi fondamentali: il ·p rimo è caratterizza.to da una !l)lù o meno estesa ossificazion è dell'apparato legarr1entoso e delle articoIazi oni intervertebrali e dall'assenza di sostanziali car:1biamenti di forma a carico dei corpi (spondiJitis ossificans ligan1entosa). N ~i casi del secondo ti1po predominano a~tern.­ zioni ·di forma delle singole vertebre con pruliferazif'ni ed esostosi irregolari (spondilitis deforn1ans o o5teo.artritica). Anche in base ai dati dell'anatom'ia radiografica ::ii possono distinguere due gruppi di casi: Nell'uno l'aspetto esteriore d el corpo vertebrale non e rnodificato: e in questo gruppo il confronto dei radi 0g ran1mi, specie di quelli - di pi"fl facile Jet-

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SEZIONE

inra - delle articolazioni 1p eriferiche ammalate, dirr1ostra due forme di processi anchilosanti: nella prima l'anchilosi rispetta o almeno non abolisce le superfici articolari (quadro della spondilosi rizo rn elica di P . Mari e); 11ella seconda le fon.de face. ndone sparire ogni traccia (.quadro della :POl i ar1rite anchilosante, caratterizzata pt1re dall'ossificazio ne più o rneno estesa dei dischi). ~ell'altro gruppo r isaltano le alteraz1orìi di for111a dei COI'IPi (!prolificazioni ossee marginali, deformazioni consistenti in schiacciamento e allargamento in senso trasversale) : queste alterazioni so110 assai spesso localizzate a un numero più o meno esteso di vertebre. Venendo a parlare ·rlei tipi clinici l 'O. ·distingue: 1) La spondilosi rizomelica, clinicarnente ca· ratterizzata da un periodo di dolori lombosacrali ~ agli arti inferiori, seguito ·dall'irrigidimento della colonna e dall 'anchilosi delle articolaz.oll1 clE:lla radice degli arti. L'eziologia, non ancora <.iefìnita, sernbra legata a stati tossi-infettivi (tubercolosi, blen orragia, reumatismo, cause perfrigeranti in prirr1a linea). Riguardo alla patogenesi, secondo l'O., il .fenomeno primario con sisterebbe non in una osteopatia ma in una altera.zione dei tessuti di sostegno. 2) La rigidità cronica d ella colonna ve~tebrale di Bechterew (cifosi eredo traum atica) non sarebbe differenziabile, c;alvo i -casi susseguenti a traumi, dalla forma precedente. 3) L'osteoartrite v ertebrale (reumatismo arti-colare cronico): se ne distingue una forma anchilosante e una deformante. A parte l'O. considera le sue forme localizzate, -specie quelle d·ella colonna lombare (lombo-artrite) di così n otevole impor tanza n ella produzione di dolori irradi antis ~ agli arti inferiori (così detle n evrodociti). La Cura, secon,d o l'O., sar à ·dove possibile causale. A evitar.e anchilosi in posizioni viziose per !a staiica, gioveranno apparecchi gessati o a trazion e. Le anchilosi costituite potranno essere tratta.te con l'artrolisi. Nelle artriti. vertebrali vere e nr.oprie, il calore sotto forma di termopen etra ~ione e di ter1nofori di Bier e l 'immobilizzazion e, 1nediét.nte apparecchi ge~sati, costituiscono i m ezzi più energici contro le m anifestazioni dolorose .

BARGELLINI {l'orino). -

Illustra quattro casi d l artriti ,,;,on tbc. deila colon.ria vertebrale, m ettenàc in evidenza le difficoltà di classificazion e, dato il loro .p olimorfin ismo. 1

.~NZILOTTI

(I.ivorno). - Insiste sulla frequenza di tali forme morbose e sulla n ecessità di u11 esaLYle ra·diograftco in tutti i casi di algìe lombo-sacerali. • • • • Comun1caz1on1 varie.

DONATI (Padova) . -

Illustra u1i caso di osteocondrlte vertebrale gi ovanile deformante osservato in un diciassettenne; l'affezione; caratterizza-

PHAT1CA

1691

ta d(1lla comparsa ,di una cifosi a grande arco, si. è svileppata durarite una poussée di accresci-

rnento. Radiografìca mente: trasparenza dei corpj, ·frammentazione dei nuc1ei epifìsari. L'O. discute i rapporti di questa torma con le altre osteocondriti; quanto alla .causa propende per un disturbo dell'accrescimento. PALAGI (Firenze). - Avendo stu diato nell'Istituto da lui diretto i casi di dorso curvo, può confermar e l'esistenza di una forma di cifosi aell'a~ dolescenza propria .dell'età dello sviluppo e 1p iù frequente n el sesso maschi1e e in aJcune professioni, nella .quale sono dimostrabili radiologicamente alterazioni dell'ossificazione encondrale dai corpi : n e ,discute le i·p otesi p atogen etiche e la eziolo,g ia , indubbian1ente m olteplice. MARAGLIANO (Genova)' GALEAZZI (Milano). - P en, 'sano che la cifosi degli adolescen ti non si possa avvicinare alla osteocondrite giovanile e p er l' epoca di scomparsa e per la molteplicità delle lesioni e 1p er l'assenza del -dolore. ·GALEAZZI esprime la convinzione che molti punti di contatto esistono in voce con altre I es.ioni osteopatiche funzionali, come genu valguro, scoliosi, ecc. DELITALA avanza l'ipotesi che possa essere in causa una l esione dell'1pofisi; ·BARGELLINI ritiene non potersi escludere, specie in certi casi, l'azione dir etta di un'infezione· CAlVIERA 1si associa alla in' t.erpretazion e di Gale.::tzzi e di Maragliano, m,entre VALTANCOLI ritien e giustifi'cata la denominàzione di osteocondrite. DONATI c!1iudP. l'interassante ·d iscussione: rico1~osce inesatta lli denominazione, che va però mantenuta allo stato attuale.; se la lesione è prevalentemente epifìsq.ria egli ha pure ricordato la n1alacìa dei èorpi ~ ::-astiene doversi separare da questa deforrnità a se de dorsale inf.eriore, il dorso cur vo degli adol25centi a sede cervico-dor.sale. Raccomanda in tali casi il lattato di stronzio, come potente stimolante dell'o ssiftcazione. 1

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P orta u n contributo al~ la patologia dell,e caLl'tilaginl epifisarie, illustrando interessanti alterazioni di esse n~lle osteomi~­ li ti cliafìso-epifìsari·e, in alcuni epifisi ti, ecc. ANZILOTTI (Li vor110). -

CAL ~~RA

{Palermo). -

Osservazioni cliniche e radiografiche s·ulla osteocondrite ischio-pubica. -

proposito .dell' epoca - discussa - in cui avviene la saldatura i sc~io-pubica, esprime il giudizio che es~a si a più precoce n ei bimbi del mezzogiorno in confronto d i quall1 d el settentrione. r.'esame radiografico s1stematico in bambini affetti dalle più svariate mala ttie ·dell'anca, gli ha f :1 tto rile·1are costantemente le lesioni dell'osteoeondrite iscttio-pubica, fa1to dall'O. attriboito alla differente distribuzione del carico. Per taJi r agioni 1'0. non ,consi·dera. l'alterazi·one come una entità n1orbosa.

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GAzzo11i (Reggio Emilia;. - Illustra un caso dl costa lvrn ba1 e doloro sa, in cu i all'asportazione ' . . <1alla ~ ost a segui guar1g1one. .


1692

IL POLICLINICO

DE GAEr.ANO (Napoli). - Nevrite del p lesso lombo re da teratorna sacro-coccigeo suppurato. Autovaccirio-te1apia, asporra.~ion<-, gtlarigione. Il turnore palese alla n ascita sotto forma di una tu• m efazion e gran.de quanto un piccolo uovo in corrisponden za d ella n atica d estra , si er a andato poi i n gr andendo, deforman·do l a sporgenza d ell a natica. Nel gè11nai o 1925, l a piccola paziente aveva 14 mesi, aumento rapido di volume, fluttu a zione, febbre: d all'mci•sion e era residuato un seno fìstolo~.o . Al n1om.ento dell'ingresso in Clinica : con dizjoni gener ali gravi per la continuata suppurazione. Dopo a\'P.r migli9rato lo stato locala e gen erale con l'in1piego idi u11 auto-\ 1 accino (streP:tOcocco) n e l giugno 1925 si procedette all'intervento riuscito assai indaginoso per l e fitte aderenze coi tessu ti cjr co,s tanti sp ~cie col r etto e con il. plesso sacrale. Si provvide al drenaggio d el lar~o e profondo cavo con una con t r o apertura. La paziente venn e dimessa guarita d opo un m.e se. Il tumore d el peso d i 250 gr. dim·ostTava istologicarnenta el em enti d ei tre foglietti blastodermici.

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GAIBISSI (Savona). - Contributo al trattamento elio ·marino del morbo di I)o tt. - I .' 0 . riporta i vantaggi ottenuti con il bagno di mare. MEZZARI {Trieste) . P arla dell ' amputazione sotto p eriostca delle apofisi spinose d ei gi bb'i consolidai.i allo scopo di sopprirrter e o di attenuare 10 d eformità cifoti che. L'inter v.ento è u sato con vantaggio a Valdoltra pure nella correzione esteti ca d elle cifo8i t raumatich e g uarite. •

DEL TORTO (Napoli). -.- A.lcuni casi di macroso1nia parziale congenita. iLAVERMrcoccA (Milano). - Osser vazioni ariatomiche sopra una rara deform.azione congenita. MAGRASSr (Brescia). -

L e frattur e d ell'infanzia.

ANNO\'AZZI (~Iilano) . - Sulle fr atture d ell'e stremità infer iore del radio. CACCIA (Roma). - So11ra un caso di grave fr at tura e lu·ssazione del bacino guarito completamente con cura incrtterita. CAl\IIERA (T or in o) . - P orta un con tribu to di tre casì· di paralisi massive del l 'arto inferiore trattati con l 'arresto tibi~as tragaliCo anteriore secon·do Putti: l 'O. è fautor e d el metodo, sebben z n ei casi g r avi di pied€ ci ondolante pratichi in$ieme con l ' artrolisi, pure l ' artrodesi d ella tibiotar sica. L 'O. preconizza poi. l'utilità d i un a rre· to a s tragalico posteriore, associato ad altri int erventi, nel trattam ento di alcune d eformità. n eurogene d zl ]) iede . I11terJo:iui..cono DELITALA, il quale non cred e utile J'artrorisi n ella cura delle deformità spasticl1e. GALEAZZ I , FALDlNI. DEL 1TALA (Venezia). - Con.sirtera:::ioni s1Llle artroplast1che: l ' O. trae le conclusioni seguenti: occorre scegliere l::>.Qn e i casi (esclu·dendo Je an-

[.L\._'\TNO

XXXII, FASC . .tR]

c:hilosi da tbc.); op er are rapidamente, ricoprire con la fascia entrambi i capi articolari. La cura. post-op eratoria rappresenta la iparte più importante del ~.rattamento . CO NIISSO (Trieste). - Diffusa epidermolisi bo·zzoEa dopo ùrtrn.lisi incruenta. CAMl.Tfù\TI (Bolog na). - Presenta due casi di tumori o .~sei rari. ALnr (Catanzaro). cino.

Due ca.si ài tumore del ba:

·GITJNTINI (i\-1ilano). stragalo.

M ixocondrosarcoma

ct e~l'a-

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tBologna) - l~sp one osservazioni anatomiche e e·.r nbriologiche s1tlle l esifJni cotiloidee 1tella lussazione con.gerLita rt ell'anca, ·dimostrando· come i 11 ques~a defor!nità il cercine cotiloideo r·0ster o-su.petjore sia formato da tessut o fibroso, a11zi·Chè cartilagineo. L 'O. , che ha trovato il punto sopracotiloideo di P er rta scar·sam ente altarato, p ensa che la d etta alterazione m etaplasica, sia primitiva . l<-.ALDfNl

ZANOLI (Bologna) . - P a1la della cura Chirurgica della. iussazion,e osteoniielitica infantile dell' a1ica,· ove .esista ancora ur1 moncon e di c•ollo e dove non sia riuscita la ridllZione incruenta, quella cruenta è seguita da su·c cesso. Quando tutta la Ppifisi f ernorale su per :ore è distrutta, conviene centrare il grande tFocantera n:el cotile, facendo seguire una osteotomia sottotrocan teri·c a per d eabdurre. • DEI.ITALA. - Nei ~asi d el secondo tipo, :segu endo l e idee di Albe2 e di Lance, ricostruisce un tetto al cotile. MARAGLIANO (Genova ). - B iforcazio11.e dell'estre1n.c superiore d el f cmo)·e in iussaz'ione ver a dell 'arica da coxite: risultato funzionala soddis facente. GALZAZZI (~lilano) . - Porta un contri buto clinico sp er imentale allo studio deUe le sion i interne del ginocchi o di origin.e traumatica. In base ad CJ rtrotl)m:ie, in casi d el ge11ere, a il1dagini ar1ato1r1ic,hè e ad esperi enze sul ca.daver e, 1' 0 . conclude ch e il movimento rotatorio fra femore e tibia a ginocchio flesso è uno dei meccanismi p iù freque7lti dell e lesioni meniscali, delle quali sono r c,sponsabili j legamenti cr oc·1ati p er una vera e propria azione di strappamento. L'O. insiste perchè i chirurgi sian o più attiYi in casi di l esione i1)terna ·d el ginocch1o. CIACCIA (Venezia). - Sul valore delle r icerche 1ni 1nunitarie e biologiche nella diagnosi della gonilite tbc. CRi\I NZ (Roma). - Fa u na importante comu11icazione s1J.lla tubercolosi prirniti va della r otula, e s·u lla ricostru:ione plastica della rotula col proC<:sso Dal l a T'edova (contributo clinico). Si trat-


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XXXII, FASC. 48)

SEZIONE

.ta\'a di uri barr1bino <li 9 anni, che presentava crisi dolorose, localizzate alla regione anteriore del .ginocchio senza alterazioni della mobilità articolare negli intèrvalli: rotula aumentata m odica.rnente di volume. n on dolorosa alla pression e. I/esame ra·diograftco m ostrò un focolaio di maggior tra~pare n za subito al ·disotto· dello strato cartilagineo: siccome la !es tone si andava estendendo fu deciso l 'interven to cioè la rotulectomia. P er conservare la continuità dell'apparato legamento so il Dalla Vedova colrnò la perdita di sostanza col ribattere in basso! suturandolo a un lembo del tendin.e rotuleo, un lembo del tendine quadricipitale; interpone11do poi fra i due l embi un trapian to osteo-periosteo libt:ro, prelevato dalla tub erosità tibiale, r jstabiliva col m ed esimo la funzione meccanj ca cl ella rotula, che è quella di au1r!entare la potenza ·degli estensori coll'accr zscer e la Jist,1nza d:.il pu11to di aip·plicazio11e della forza al fulcro. Il risultato funzionale, a due anni e m ezzo dall::i op9razione, è ottimo; radiografi·camente il trapianto è in bu·o na posizion e, d i dimension i legg~rmente aumentate e va assumendo una struttura cl1e ricorda quelJa d ella rotula n ormale. (Firen ze) . - I l trattamento d el p ie de lav o seguito nell'I stituto Ortop edico Toscano , che i ·o. espo~e, .consiste in un pr:mo tempo n dlla correzion e d ella ·deformità mediante teno-apon euro tomia plar1tare seguìta da rad·d r izzamento stru. mentale; in un secondo tempo in trapianti tendiIH:! i tli versi, a seconda dei casi. · BUSATTI

Espone il trattamento del p ie d e torto congenito seguito n el m edesimo Istituto: con sist2 n el raddrizzamento manuale modellante a tappe con su ccessivi apparecchi gessati; apparecchi ortopedici mantengono in seguito l'ipercorrezione. Raramente si dov.ette ricorrf~re ;i.Ila achillatenotomia .. GABRIELLI

(Ivrea) . -

uri primo tempo preparatorio l'artrodesi della sot• toastragalica e d ella Chopart; alcuni mesi dopo €quin izza il piede r e5ecando solo la superficie arti colare d ella tibia e della tub erosità del calcagno e costitu endo i·art.rodesi di queste due supertici c-ssee, previo allungamento plastico dei tcr1din1 a r1teriori e trasposizione in basso del tendine d ·Achilla.

Prirna di chiu·dere i lavori l'Assemblea desi·-gnò com e sede del futuro c ·ongresso del 1926 Venezia ' elecraendone pre.sidr.nte il Pro<f. Delitala. o>:> Come te~a di r elazione ·venne scelto quello propost':· dal Prof. PALA GI: T rattam·en to delle frattur.e artico lari. e loro esiti.

1693

Su proposta del Prof. DALLA VEDOVA la Società votò i11olt1e il segu entP. ordine del giorno: I.a Società l taliana di Ortopedia con statato il ~ontinuo .1Lorne11to di cure ortopediche per parLe di semplici meccanici m ediante apparecchi , con danno ùegli ammalati e cort disdoro d ella scienza, fa voti perch·è le At1torità Sanitarie Superi-ori, co nsci~ della importanza sociale della questio11e, provvedan o con leggi 8evere ad una. e.satta r 6golamen tazione di tali c ure, spettan ti solo a p ersone munite di laurea jn rMe-dicina e Chirt1rgia, s~abilendo che n elle indi cazioni e nel collaudo degli app~re-cchi tutori ert ortopedici in gen ere debba t.S5ere costantem2nte r ichiie.sta l 'op era del i\1edico, possibilmente specialista, ch e ne assun1a f 1ena r e:.ponsabilità, con~iclerand o esercizio abu~ivo le prestazioni fatte da meccanici in condizirJ· rii differenti » . «

1

La riur1ione, riuscita m agnificamente e per nu mero ùt Soci intervenuti e per l'importanza di co1nunicazioni, si chiuse 13sr.iand0 nei preser1ti il i 1iù gcaùito r i-c:'Jrdo.

E. VENEZJAN.

'' IL POLICLINICO ,, SEZIONE MEDICA J.l fase.i.colo 11 (1° N-0vembre 1925) oontiene: LAVORI ORICIHALI :

(Firenze). -

N11,ova resezione osteoplasti· ca mininia p er l 'e qui1iizzazione del p ie de negli eccessivi accortia'>7ientl dell'arto. L ' O. esague in LUSSANA

PRATICA

s.

Diez : Le sin.dro1ni lo.mbalgi che e lombartriche attribudte :t sforzo, · nell 'infortunistica. . II. - M. Acqua : Con..t ribu·to clini.co-statistilco •a Jla poliomielite :tn.teriore .acuta. III. - A. Cr-aziani : Alter '..tr.ioni del fegato e p.atog.e nie s.i delle sindromi a miostati·c h e p ootenicefail·itic he . I.

-

PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 5. I non abbonia ti a detta Sezione Medica potJraruno rie~ verlri. .i nviando il relat ivo importo, m ediante vaglia poetale, al Ca;v. LUIGI POZZI - VJa Sistina 14 • Roma.

SEZIONE CHIRURGICA Il fasci c01lo

~1

-

(15 Novembre 1925) -contien-e :

LAVORI ORICINALI ·

I. - V. Chiron : L 'occlus ione duodenale cr-0nica. I I. - c. Cucci : Tum.ore angti.oonatos-0 della dura m a.idre 1cerebrale .a. Btrana sintormrutologia e di diiffìoeile i·nterp.retazione istologica. III. - s. C ussio : Intonno alla p1a.togene.s.i dell '•uiliceT1a dtL ginnale s-eoondaria. (Nu·ovi r ieu1ta.ti e veoobiia teo-ni-c.a flperim.e nta-le relativaa:nente iaille affermaz.ioni c1i Dogliotti e Rriicoi·o ). IV. - c. Petta : I sa1"comi pTimitivi della milza . Un nUJovo cas-0 ~on lliletas.tiasi.

Id PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 5• .._ I non ab bonat.d a detta Sezione Ohirurgi~a potranno riceverlo inv.iiando il relat ivo .importo. medJiante vaiglia poetale, al Cav. LUIGI P OZZI - Via Sistina 14 Roma.

&


1604

IL POLICLINICO

[ANNO XXXII, FASC. 48:

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. Sulla coesistenza dell'appendicite e dell'annessite. L.a djagnosi differenz1 ale fra annessite e appendicite è sovente molto rd ifficile, sopratl1tto neJl'ap1p end1cite cr onica per l'influenza ché questa porta sullo ' sta 1o gener ale. . S!p esse vol~c un dolore acuto a çlritta jn alto 11el Douglas, che fa sobbalzare la donna, riscontrato con l'esame r ettale rivela la 1presenza di un'appendicite a lato ·di una annessite. Meyer (Soc·l été d'obst. et àe gyn., gennaio 19Z5) 11on esita ad affer1na;re che molto spesso la. diagnosi esatta è impossibile. Egli riporta due casi di due giovanette ahe presentavano la medesima feno111enologia: leggeri dolori inte.r mittenti e molto Yaghi a d estra .cl1e aumentavano all'approssim arsi d elle r egole tanto da divenire intollerabili e ar~compagnat.i da vo1nito e da rialzo termico. Con la jpc:J1pazione si rivelava dolore e tensiono del paran1etrio destro, mentre l'esame rettale era ne.gativo. Procedutosi all'intervento , nella iprima malata fu trovato il cieco intimamente legato al l ega. mento largo da vaste aderenze, appendice e trom ba formar1ti un· cordone unico lungo la fa{!cia posteriore d el legam ento; nella seconda malata g l1 anr1essi era110 com•p leiamente normali e soltanto l'appendice molto lunga, .codata e terminante co1ne un filo , ave·ya contratto a,.derenze con il me5ent erio. L' i\. con elude non esservi cosa più sicura r.l1e quella ùi i11tervenire tPresto e quasi seillff)re è Sl1ffi ciente l'incisionP pararettale ·p rolungata in basso o in a lto. .A... POZZI.

Diagnosi differenziale fra appendicite ed ovarite. E. Sachs (rif. i11 Gazze tta Osped. e Clin., 20 settembre 1925) fa rilevare che vi potrà essere in certezza fra le due malattie soltanto quando si tra tti di app endicite cronica senza attacchi graYi. P rima precau zion e in tali casj è quella di v edere se n on si abbia a che ·f are con una malattia delle 1pareti (f orine traumatiche o reumatiche dej muscoli retti, o dci n ervi cutanei), la quale si. r ivela con la dolorabilità limitata alle pareti. Biscgna poi tener presente che l'ovarite, la quale ::,ia cronica, afebbrile, non su ssegu ente a l puerperio, ad aborto o ad interventi di diverso genere , è estremamente rara. Essa può Yenire sr.ambiata con altri quadri morbosi. Uno di essi, p. es.,

è Ja tumefazio11e do1oro5a dell'ovaio dt1rante l 'ovulazion e; 1p uò anche trattarsi di degenerazione cistica dell'ovaio o del corpo luteo. Oppure si può esser e in presenza di peri- o parametrite posteriore, che rappresenta talora una forma infiam1natoria, ma anche una forma funzionale spastica che si sviluppa fn· corrispo11denza dei lega1ne11ti crociati dell'utero. In tal caso, ogni aumer1to della tensione ad·do·m inale, quale si verifica nel carnminare, nel saltare ed ancor più nella d efecazione, o nei contatti sessuali determina do• lori assai vivi. La dolorabilità dei legamenti ·si 1P u.ò mettere in rilievo 1p alpandoli isolatamente ed au111entandone la ten.sion e. Ciò si ottiene tirdndo in avanti o spingendo di lato la portio durante l'es1pl0Tazione bimanuale. Un buo11 m etodo è la esplorazione rettale d ei. genitali femminili, dopo il riempime11to del retto con 250-300 eme. di acqua tj epi da. La diagnosi di ovarite n on va fatta alla legg er a, anche perchè essa determi11a · nella donna un trauma •p sichico; la jpararnetrite, poi può essere abbastanza facilme11te guarita .con anti spasmodici e massaggio. 1

fil .

Dllataziene dell'uretere e della pelvi renale durante la gravidanza. D a numerose pi elografie eseguite durante

la graYidanza, in casi n ormali, o con disturbi urinari, H. Kret schmer e N. Hea11ey (! ourn. A. M . A ., 8 agosto 1925) traggono la conclusione che non di radn in gravidanza si 11a una dilatazione de1l'ure· tere e del b acin etto, bilaterale o unilaterale, specialmente a d. Non sempre è evidente il ra!P'porto con una ev·entuale con1pressione dell'utero o d ella testa fetale. Tale dilatazione jpUò esistere anche senza sintomi di cistopieli.te. Al cune sindromi postgravidicb e di- d olor1 addorninali. specie n ella fo ssa iliaca destra, o ai 101r1bi, sono ·d ovute a dilatazioni o inginocchiamenti dell'uretere, inginocchiamenti consecutivi alla dilatazione, secondo gli AA., e non gjà a causa di essa, poichè generalmente scom1paiono poco tempo dopo il parto. DOHIA.

Le indicazioni della cura locale nella emorragia uterina. Fuss (Zeit. f. Gyn., 1925, n. 8) , osserva che, g11ando l' emorragia uterina è dovuta ad alterazjoni della mucosa a base infiammatoria cronica, la cura locale (causticazione, raschiamento) ap·


[ANNO

XXXII, FASC. 48]

SEZIONE PnATICA

porta un notevole beneticio e in molti casi ancl1e • la guarigione. Ugualmente •p uò dirsi nelle fonne con mucosa atrofica con :Lpertrofie circoscritte (polipi). La cura locale resta invece quasi sempre senza effetto 11elle forme di :ipel'(plasia diffusa della mucosa o con disturbi a carico delle ovaie, nei quali casi è 'Più utile una cura medica (bagni, caldo, ecc.), o qualche mezzo che agisca a moderare e regolarizzare la funzione ovarica (irradiazione della milza o ·delle ovaie o trapianti ovarici). Infine nelle donne anziane, .emorragie genitali da cau se non facilmente accertabili furono domate in circa il 70 % con la c·u.r a locale. Come ultimo tentati':0 s1 IPUÒ rj correre alla Roentgenterapia.

1695

Le statistiche 1r1ostrano cl1e, quando i gangli sono presi, la recidiva si ~reduce entro tre anni; non sempre è locale, più spesso anzi si ha 11na 1netastasi lontana. In Germania si son o classifi' ' cati i carcinomi del seno in tre gruppi: 1) 1piccoli, senz::i adenopatia (reci·dive rare); 2) aderenti, con adenopatia (recidive molto frequenti ); 3) tumori già generalizzati (recidive nel 100 %) . P er 1'01pportuno apprez~amento sono nece.c:;sari, oltre allo stu·dio dello stato gangliare, l '~sarne istologico, in quanto che vi sono delle specie di tumori che permettono .u na prognosi benigna. Sulla grave questione del sottoporre le 11H11ate a ll'i rradiazior1e, l' A. dicl1iara di non. essere ancora in grado di dare una ri51Posta definitiva.

A. POZZI.

fil.

Nel cancro inoperabile dell'utero. J. L. Faure (Journai d.e médecine de Paris, 29 agosto 1925) consiglia di fare delle medicazioni

con uno stuello imbe-vuto d.i una pasta ottenuta mescolan·d o ad una uguale quantità di glicerjna la seguente miscela : idrato di magnesia; silicato di magnesia ana g. 20; solfato di rame g~ 10. P er le prime medicature, aggiungere un cucc11iaio di una soluzione di 10 g. di solfato di rame in 100 di acqua distillata. Se vi sono grandi emorragie, aggiungere 30 gocce di soluzione di adrenalina a 1/1000. Rinnovare le medicature ogni 3 giorni. Con esse, i dolori cedono e le perdite nauseabon·d e si attenuano ed anche sco~aiono . All'interno, si farà prendere una volta al giorno e per 20 giorni una delle seguenti ·p olveri: idrato di niagnesio cg. 40, fosfato di potassio, fosfato di ·sodio, Cloridrato basico di chinino, ana cg. 20. f il .

Il carcinoma della mammella. Desmarets (L e Scalpel, 4 luglio 192.5) osserva che, per farsi una idea dell'efficacia del trai:tamento chirurgico, occorrerebbe daipprima dic:;tinguere delle categorie ad indicazioni tera.p eutiche differenti. Il carcinoma del seno è anzitutto locale, poi gangliare, poi disseminato. L'importante è di cogliere la malattia allo stato iniziale. Si devono poi ~recisare alcuni punti di tecnica. L'incisione fa correre un primo pericolo; è utile, di fatto, conservare un largo lembo cutaneo ascellare. Dell'asportazione larga del tumore fa parte t1n buon svuotamento dell'ascella per il quale si dovranno ·dister1dere largamente yasi e n ervi, senza annettere troppa impoi-:taza al nervo del .gran dorsale; si dovrà 1poi mobilizzare precocem ente la spalla per evitare l'anchilosi . ,

MEDICINA SOCIALE. Il cinematografo e la propaganda igienica. P er assieurare .la penetrazione dei prjncìpi .dell'igj eue in t.utti gli strati sociali, si riconosce la opportunità .di usare tutti i mezzi allo sco1po di rich! :imare l'attenzione delle masse. Fra questi, ind1.ibbia1nente, il cinema ha oggi u n gran p ~>t ere di attrazione sulla folla che vi accorre, ed è strano che la gente si appassioni tanto a questa vis~q11e così deformata della vita; fenomeno di i11erzia mentale, entrato oramai n elle abitudini odierne.. diffuso ed irresistibile come una. sip·e cie di frenesia collettiva. L'idea di sfruttare tale pa.ssione a fine di bene è sempre stata accarezzata da chi ha veramente a cuore la salute morale d el popolo. Al suo sorgere, del resto, il cinema 1p roiettava unicamente gli avvenimenti del giorno, le ve·dute di 1paesi lontani e sembrava anrihe R vere un fine educativo e morale; 1soltanto in seguito ha preso tanto sviluppo la cinematografia di dTawmi a forti tinte cl1e sfruttano le morbose 1p assioni del pubblico. Era sorta un tempo l'idea di intercalare net delle pellicole a ca1programmi cinematografici rattere educativo, ma non ha mai a\•uto buon effetto·, le masse accorrono al cinema e pa~ano per godere ciò che a loro piace e non si int'3rE:ssano d'altro. Quindi, se 1s i vuole approfittare ·del cin~ma per la pro.p aganda igienica, occorre agire altrimenti. E qu esto ha giustamente cnmpre5o il Cornune di Roma, fornendo anzitutto ogni scuola id i un cinematografo; fatta così una buona raccolta di p ellicole, la Cineteca comunale ha pensato di utilizzarle anche in altro modo. Nella bella stagione, si proiettano, la sera, sulle -pj azze dei vari rioni, dei programmi che comprendono visioni ·di paesi lontani, avvenimenti del giorno • insegnamenti di scienze naturali, fatti tolti a


1696

IL POLICLINICO

[ .L\.i'iNO

XXXI I, F ASC. .J,8 J

I

buon i libri, come dal Cuore di De Amicis e, se1r1pre, anche una pellicola di pTopaganda igienica, (1U&Ji: « La mosca », « Non sputate per terra » , « L' alcoolismo », e.cc. ..L\llo spettacolo gratuito accorre gran folla che si interessa alle proiezioni e, f. enza avvedersene, apprende qualche 11tile n ozione. :'via la ·C ineteca comunale ha fatto anche di più cd ha destinato la mattina ·della dome11ica alla esclu siva 1propag·anda igienica che non si fa nelie piazze, roa nei singoli Cinema. La p ellicola poi ·c he, proiettata così nuda e cru da, a vrebbe scar~o effet1o, vien e com1r1e11tata e preceduta da uria breYe conf e.r enza 1p er op era di un m edico appositamente incaricato (1) . Il pubblico, specialo1ente J1ei quartieri popolari, è composto in massirna ' 1parte ·di r agazzi, ciò che, per qualche conferer1zicre, non rappresenta forse una grande soddi1sfazione. Ì\fa in .questi casi non si deve pensare a fa1'e delle ver'e confer enze, ben sì .p iuttosto :lelle brev i conversazioni molto piane, SeffilP·lici e brevi. D'altra parte è proprio fr a i ragazzi che la pro1paga11da igienica riesce meglio redditizia; i1è è po sibil e, data l'ora delle . 10 del 1r1attino, ~he al Ci11 e1na possano venire le donne ·di casa occ11pate J)er Ja s pesa e 1per la casa, nè gli uomini che approfittano della mattinata festiva per sbrigare m ol te fac..:cende. La iscelta dell'ora, del re3to, è in11posta da necessità di cose p ercl1è, evi.dente. i11e11te, ·i Cinema n on potrebbero rinun ciare oi pingui guadagni del pomeriggio domenicale. Nei rioni meno popola1i, ii1vece, il pubhlicu co111pTen de ancl1e i1umerosi adt1lti ed è quindi di maggior sod disfazione per cl1i intende fa.re una ·v era conf ere11za, mentre altrove deve limjtar;:;i a bre\'i parole di i11troùuzione e. ·di commento. li11 g rave scoglio nella· rprorpaganda igieni.ca a lnezzo del Cinema sta nella pellicola stessa . Con le proiezioni fisse, le condizioni sono più favore. ·voli ; il conferen ziere sceglie le diapositi\re più adatte e le di.spo11e nell'ordine logico secondo il quale i11tende svolgere l'argomento; in tal caso, e- e illustrano realmente la parola e sono anch e u11 aiuto per cl1i parla. Nulla di questo con la cineu1atografia, in cui inv1ece il co11ferenziere d 0Ye adattarsj alla pellicola che talora deforrru.1. la \'frità od è addirittura erro11ea. Cito d egli esem· })i. In una pellicola sulla tubercolosi, si dimotra cl1e la difesa d ell'organismo è affidat!l ai le ucociti; ciò serve bene per far vedere (scherr1atican1 ente!) il leucocita che si avvicina al bacillo, lo congloba, lo trasforma in granuli. Dal pu11to di \'ista cinematografico, l' effetto è otte1

Oltre al 11rof. Gualdi, Capo dell'Ufficio di l)l'upaga11da igi e11ica, sono fra i l)ropagandisti il prof. RancJlctti, la d ott.ssa Fa111bri, il dott. inisi. 1)

11uto, ma a11zitutto non si di un'id ea compl ela della verità e poi, praticamente, n on si ottiene i1ulla perchè la fagocitosi, p er chi non è inedico, è u n mistero che non ha alcun significato. J\lla \ri sono anche degli errori. In un'altra pellicola, se1npre di una casa estera, rappresentante i metodi di pulizia !J.)er sonal e, si vede un ragazzo nella vasca da bagn o che, dopo essersi bene in.' saponata la faccia, se la lava allegramente nel1' acqua 1del bagno st esso . Si pruò immaginare qualche cosa di più ripugnante e di rneno consigliB.bile? Pt1r tro.p po la scelta delle pellicole è tutt'altro che facile. Sono poche ·quelle realmente efficaci e dimostrative; cito, fra queste, quella sull'assisten za al bambino, fatta per cura della Direzione gen eral e di .Sanità, la quale però è adatta p er un pt1bblico di 1r1amme o di donne, in gen ere, anzichè di bambini. P erch è la propaga11da igienica col Cinema riesca veramertte u tile, occorre quindi anzitutto l111a colJe zion~ di buone rpelJicole, p er le ·quali cooperi eor1 lo .scie11ziato anche l 'uomo dell'arte che meglio intende i gusti del pubblico. :Sisog11a rironoscere che l 'opera è ardua, perch è il :primo tende ad 1111 ri gi·do e freddo schematismo, il seco11do alla deformazione ·della realtà. La critica, anclìe in questo caso, è assai più facile che n on l'atte, n1a è n ecessaria perché le buone intenzioni si potranno loda.re, ina quello che si deve rice".'care è l'effetto utile. ~[<:'lto cammino rima11e ancora da fare e J1101t1 per"fezionamenti d ebbono ancora ;portarsi per r cn. de re il Cinema realmente utile ed efficace n ella propaganda igienica .p er le m asse. La Cjneteca comunale di Roma cl1e ha dato il bt1on ese1r1pio e che è diretta ·da u omini fattivi ed animati dall'entusiasmo, s.i è messa sulla buona istrada e n on 1nancherà d1 raggiungere il nobile scopo a cui ten de. FII TPPINI.

POSTA DEGLI ABBONATI. Eret1olue « ex patre » . -

.i\ll'abb. n. 2529: .

l!n tesi generale s i a1nmette ora dai più che 0011 vi possa essere un'eredo-sifilide esclusiYame11te ex patre e che perciò n on vi sia eredo-sifilide senza sifilide materna. La legge di Colles, secondo la quale la madre di t1n ereclo-luetico, sfuggita clinicamente al i' infezione coniugale, è 1mmune verso la sifil i d~ te quindi in pratica può nt1trtre al seno il suo bambino malato se11za timore di contagio' andrebbe intesa in questo · senso, che cioè la madre sia imrr1une i11 quanto è già malata sP. pure i1011 presenti segni n1a11ifesti d'infezio11c.

e


t.L\NNO

XXXII,

FASC.

48J

SEZ TONE PRATICA

I n1oderni in etodi siero-diagnostici coufer1nerebber0 nella maggior parte dei casi questo co11cetto, n el quale però inolti, il sottoscritto co;npre so, non conve11gono in 1nodo a soluto. Comn11que •S ia, n el caso p·ro p€ttato dall'abbonato, solo ripetute prove sierologich e neg·atiYe, in lnanca11za di seg·nj clinici, rpotrebbero e1imina.re il sospetto di u11a lues ereditaria nella secondo-genita (m er1tre il pri 1no i1ato è sicuTamente eredo-luetico) e potrebbero qui n cli fare escludere il pericolo elle, contraendo essa matrimonio, metta al n·1oncto bambini luetici per eredità materna. 'l. ì\fO~TESANO.

..\ll'abb. n. 12107: Il cloruro di calcio per ,·ia endo·venosa Dl!l1a c ura d ella tubercolosi pol111onare si può 11sare in soluzjo11e al 10 ~{, inietta11done 10 eme. ancl1e qu otidi3.i1ame11tc. Devo110 essere 1preparate fia1e di 10 crnc. aYendo cura che il ,-etro della fiala sia perfettan1ente neutro. ~i possono fare serie di 30 iniezioni intervallate da l)eriodi di riposo di 10-20 giorni. 2) T prc1p arati mercuriali con adrenalina posson o esser-e usati l1e1la tubercolosi polmo11are, ma general1nente si preferiscono i preparati arse11icali. E. TRENTI. ..\ l r <:li)}). n. 10379 : 1)

Il cloruro di calcio per via endovenosa i1on pare corrisponda alle speranze i11 esso ri1)ostc. 'f alora si è dimo trato di qualche utilità nella. cura delle ipleuriti e peri toni ti essudative. S11 le n1odalitè d ella c11ra \ T. ri sposta all'abb. 12107. ~on e.slstono co11troir1dicazioni per l'uso contemp ora11eo di ~)1ri m edi cjnali. E. TREN1t. :\1 (lott. J_,.

;r ., da s.:

Ge11eral1uente il ferro ridotto dall'idrogeno vi en e pre3icritto con acido arsenioso, p . es., secondo la for111ola di ·s trumpell : Ferro ri,dotto, g. 5; .A.e ido arsenioso, cg. 3-5; E stratto ·di gen ziana, q. t.; in. f. pillole n. 100; 2-3 al dì. ~\Ila non è da ritenersi che, i11 polvere, ·possa d ecomporre il n1etilarsinato di sodio. fil . ..\1 ·dott. F. C., di R. C. :

Fra le poche case di cuTa e di ed11cazione be11 organizzate esiste11ti in I talia J)er fanciulli. e adolesce11ti ·deficienti educabili, a R oma esiste quella diretta dal p.rof. S. De ,santis (Villa Amalia,, viale d ella . R egirla, 79·81). G. A. Al dott. G. S. da V. :

u.

zn austria di_el f reddo e ie s1le applicazion.i. Arpino, Soc. T i1p. Ed., 1913. 2. U. FERRETTI: Conservazione coi f reddo artificiale del~e ca r1ii. ~'1ilano, Ma nu ale Hoepli.

1.

FERRETTI:

g. s.

,

1697

VARIA _ La posizione di 1·iposo dell"uo1110. ::,i considera general1nente come 1p osi2ionc del 1nassirt10 riposo, quella c io·è in cui le co111bu si ioni '!)110 ridc'1te al minimo, il rd ecubito dO!'Sale ed è

qne$ta posi zjone cl1e si fa prendere agli indiYidui quando si fa la rnisura del n1etabo1ism o basale. L 'i·dea cl1e così sia i11 r ealtà è fondota. sulle éonsiderazioni seguenti: og·ni flessione del corpo e ·degli arti porta affaticamento; d 'altra part e a11che 0gni movimento dj estensione stanca rapidan1ente. Nell 'nomo cl1e sta in ipiedi, di fatto, la posizione di « attenti » si.anca molto di [>it1 cl1e nort quella di « riposo ». E un fatto r.he iJ dPcuuito dorsale, posizione intermedia fl' a gli stati dl esten sione e di fl essione forzata, corrispor1de a dellP minori cornbustio11i, che gli stati di flessio11e e di este11sione. Ma ciò non din10 tra ancora che tale posizione f'ia qu ella in cui le combu5tioni so110 mi11ime, cioè che sia la ,·era posizione di riposo. Delcourt-·B ernard e .~ . Mayer (1) 118.nno fatto dellP delt=irn1i11azioni del metabolis1110 basale n1ettenclo l 'individ uo sul :fianco, serr1iflesso, nella iPO· ~ i zioi1e di rane da caccia ed 11an110 ,.Pùuto, di fatto , che le combustioni in tale ,p osizio11e sono più basse che nel decubito ·d orsale. Ma nen1n1e110 que-.:ta può con lcl ernr. i a solnta1r1ente con10 la. posizio11e ·di riposo. P er conosrere quale essa c:ia biso~r11 a chi ed ere al l'inclivi.duo qual e posizione eg"li prerH:l.a quando d orme. Si o ser,·a allora cl1e è pro1prio in essa che le combu stio11i so110 1ni11ori. Ora. tale p osizione f> stretta1ne11te individuale; l'uno do"!.'mirà sul ln-to destro co11 gli arti allargati e. semiflessi, l'altro j11vece su.l dorso, ma co11 le 1nani sotto l 'occi,p ite ed una garnba sen1iflessa e l'altra ria1zata in flessione; un terzo sta coricato sul clorso, con se1niro tazjo11e d el bacino 3 destra, la testa pure girata verso destra, i piedi iJ1~ crociati e le hrar,cia incrociate sul petto. L a posi zio11e d! riposo non corrisponde quindi ad una attitudine fissa p er tutti gl'indiYidui; si può dire [!11zi che il decl.1bito. .dorsale vero e propri o non e adottato che in minima proporzio11e 1per dormire . Talvolta la posizione di riposo può non essere il d ecubito. Vi son o ·delle poltrone dette «·da clrlb ,, c11e offrono l'a1p poggio n tutte l e parti del corpo. Se si confrontano l e con1bu stio11i che si ha11no iu q11esta posizione, con quell e rlel d ecubito dor~al e. a paTità. naturalmente di ogni altra condizt uue, si vede cl1e i1ella prima 1sono nssai 1più ùa ~se . La posizione ·di riposo è ·du11que indjvi<luale. Esse: è u1-i.a caratteristica p er sonale, proba}1i11:1e11t~ lnodificabile con l 'esercizio e l'abitudine.

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f L. (1) C. R. de la Soc. de Biologie, 1925, n. 5.

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1698

IL POLICLINICO

[ ANNO

XXXII, Fase. 48]

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA* CONTROVERSIE GIURIDICHE. 'LXXVI. -

Effetti dell'amnistia.

L' art. 86 del codice 1penale stabilisce il principio c:he r amnistia estingue l'azione p enale e tutti gli ·eff etti .p enali d ella condanna, il che è stato ir1tenp·etrato i1e1 senso che cado110 anche gli effetti ·civili, com e qt1elli d i cui all'art. 36 e segg. del cod. ipenale. lVIa il licenzia1nento de jure dal posto di in1piegat o per i11corsa condanna penale non si Ticollega ad una legge penale nè costituisce p ena ·accessoria: esso rp rocede <lirettamente dall'art. 55 <iel T. U. delle leggi sullo stato giuridico d egli impiegati ci\1 ili e da altre norme analoghe contenute in speciali regolamenti, i 1quali non mirano 3d aggrava re la condizione di un condannato con la irrogazione di una 1Pena accessoria, ma partono dalla con siderazi one ahe la condanna per certi speciali reati male si concilia con la fiducia e con il decoro di cui l'impiegato d eve essere circo11clato. A ine sembra che questa interpetrazion e r estrittiYa degli effetti dell'amn.i stia, accolta dalla V Sezio11e del Consiglio di .s tato con sentenza 2 feb, bra1o 1925 11. 115, sia molto discuti·bi1e. L'amnistia estingue l'azione p enale e fa cessar e la esecuzione d ella condanna e tutti gli effetti pena1i. Ma, a1Pp unto p ercl1è l'azione pen ale è estinta e cancellata, 11on si i)Uò ammettere che una condanna giuridicamente i11esistente produca effrtti che presuppo11gon o invece la efficacia ·di essa. Si comprenrle cl1e , estinta l'azione penale , l'amministraziorte pubblica possa valutare i fatti e l e !p ro,re aj fini cli u n giudizio di sciplinare per stabilire se i fatti, cl1e furono oggetto del giudizio penale, sia110 prov~ti e sian o tali da giustificare un provvedim ento disciplinare. Ciò attiene al1a indipenclenza d el giudizio disciplinare. •l\lla quando la d estituzione o il licenziamento è senz'altro e d e .1ure effetto della condanna, non è ipossibile che sopraYviva l' effetto di una causa che ha cessato .di e5istere. L'amnistia estingue l 'azione p enale: dunque n on soltanto n on c'iè più la condanna, ma non c'è n emm eno l'azione. Ora come si può d erivare un effetto da una causa jnesistente? La solu zione a ccolta dal Consiglio di Stato non mi sembra corr etta anche per un'altra ragione di convenienza e di equità . •P ongasi che il Tribunale abbia pronunziato sentenza di condanna e che poi, in sed e di appello o di Cassazione, sia stata ap1plirata l' amnistia e l'azione penale sia stata di-

chiarata estinta. EsseI).do l'amnistia pregiucliziale, cioè dovendo essere applicata preliminarmente, l'imputato che avrebbe avuto la possibilità di di111ostrare eventualmente la sua innocenza non può più farlo rp erchè il magistrato arresta il corso d el giudizio. Si potrebbe, in tal caso, considerare sen z'altro destituito o licenziato l'impiegato soltanto p er chè il Tribu11ale lo aveva condannato e in appello non fu possibile il riesame del giudizio q.1 m erito? Dalla, massima accolta dal Consiglio d· Stato, senza distinzione, deriverebbe ap1p unto quest.1. asst1rda conseguenza: che si avrebbe un effetto quando è venuta meno la causa di esso e ];e ffetto stesso colpirebbe l'iffi!Piegato al quaìe l'a1rinistia tolse la possibilità di rimuo,1 ere la l'.::ausa medesirna. Infir1e e da altro punto di vista, se il licenzia mento è considerato conseguenza di un fatto ipenalmente punibile e se, per ragioni non sindacabili, 11 Sovrano ha cancellato ,dal campo .della punibilità quel detetminato fatto, come si può considerare efficace la conseguenza di un fatto che ha p erd11to quelle caratteristiche che sole fur ono 1prese in consiclerazjone per determinare l'effetto della destituzione o del licenziamento?

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LXXVII. - Norme speei11li per Il trattamento di pensione. La Gazzetta Ufficiale, n. 244, del 20 ottobre, ha pubblicato il d ecreto 11 settembr e 1925, n. 1758. che proroga di tre m e:si il termine stabilito dal D. L. 16 aprile 1925, n. 533, per l'applicazione delle n orme del ·decreto stesso, con le quali fu data facoltà alle amministrazioni d elle Provin cie, dei ·Co1nuni e delle istituzioni .puJ)bliche. di beneficen za di rivedere le n orme r elative al trattamento di riposo del ·p ersonale contemplate n ell'ultima parte d ell'art. 1°, lett. 61, ·del R. D. 27 maggio 1923, n . 1177, al fine ·di richiam arle in vigore in tutto o in part e esclusivamen te a favore del personale regolarrnente i1ominato a 1p osti di organico n on oltre l'entrata in vigore d el citato decreto 17 maggio 192'3, num ero 1177.

N. B. - Ai quesiti de.ali abbonati si risp<mde direttamente per lettera. I quesiti debbono essere invìati, in lettera, accompagnati dal fr<J/ncobollo per la risposta. e sempre indirizzati impersonalmente alla Redazione del «Policlinico », via Sist ina, 14 - Roma (6). Le risposte ai q1Lesiti che non richiedono esame di atti o speciali indO/.]ini, sono gratuite.

(*) La presente rubrica è affidata a.lJ'avv. GIOV ANNI SELVAGGI. esercente in Cassazione, oonsuJent.e

legale del n°"tro periodico

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lANNO

XXXII,

FASC.

48)

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SEZIONE PRATICA

NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Associazione Professionale dei Dermosifilografi Italiani. indetta un·a riunione striaoréLinaria deJ.l' Associazione oer il prossimlO dicembJ:e, in Roma, in cccasio11e del XXII congr€sso defila Sooietà I tali an.a di dermatologia e sifilografÌ\a per d.eliber·a'l'e sull.a situazione creata da.Ile dinnissio11i di alcuni <:oro.ponenti il consiglio direttivo. In detta Tiunione sarà sv.olto il segue1nte te.m a 11ffi.cisle: cc La. coordi11azi o11e dei vari mezzi di profilaJSisi celtica i·11 base all' attul3.'lle Tegolamento » (relatore P1rof. G. Pioca1rdi, Torino). Con altro .avviso sarà fatto nota la data precisa della riunione. È

Nella Federazione degli StomatoJo!?ici. Il p1·of. Ooen Cagli si è dimesso dallia p1·esidenza, con 11na lettera pubb1ioat~ nel cc Pe11siero Sanitarie », non potendo più accudirvi, pe1·chè .assorbito da doveri profie·35iona-li ; lo sostitu isce il dott. SpiTo Di Me11to, cl1e sarà coadiuvati() .cl,a altri colleghi; la sede d ella Federazione 'iene perciò portata a Bolog11a. ove, eretta in Ente ì\1:oo:ale, raggJiu11gerà le prefisge mete auspicate con impiareggiabile attività dnl dot.t. Eugenio Belli11zo,11.a.

C.\STIONE DELLA PRESOLANA (B ergamo) . - Soad 25 clic.; stip. e inden:i1. con globate i11 L. 16,1-!3 oltre c.-v. e aibitazio11e. Tassa I,. 50. Capitolatotiipo. COMO. Colle (li nfonte Olinipino (( TT illa Aprìca n, Casa d·i cwra policliriica. - Concorso inedico-ohiruTgio assistente. Età limite 30 .a. Stiip. netto lire 10,000, più il 20 cy~ sulle 1.iariffe per es,arni ohimici, biologici. Si ·richiede titolo di p1'!3.tica seria di laboratoTio. Anno ·d i ·p rova. Sca;d. 10 dio. ; serv. 1° genn. 1926. Lnviiai:e domanda e titoli 1all' Amministrazione. GENOVA.

Clinica medica delle malattie polmonari

(diJ"etta dal prof. E. M.ar.aglia.n o). - Nei padiglioni speci•a li del nuovo Osipedale di S. l\fart in·o cl' Alba.ro Rono disponibili sei p<>&ti di medico pr.atica.11te durante l'anno scolastico 1925-1926. Gli .aspira.nti ,dovra11no fare d omanda in oa;rta sem1plice in<lirizUtta al sen. prof. Edoardo M.aragli.ano, Ge11ova. Nou si richiedono requisiti speciali negli nspir.ru1ti. Dvll'uffioio prestato siarà, a lla fine del1' amno scol.astico, rilasciato regolare diiplom.a . L e diomande dovranno essere pir~entate nu!Il più taTdi del 10 dicembre pro~imo. L oGG rA (Torino) . - Scaid. 8 clic.; L. 7000 per 100 !)OV., L. 500 uff. san. ì\11nANO VEl\T'filTO (r7 enezia). Ospedale Civile. Medico primario. Sca.d. ore 18 del 5 .dic. Età mass. 45 a. Tassa L. 50.10. Bienni 0 di a;ssistentato effettivo in ')spedal.e di pr~m.a.ria, import. L. 8000 e 3 sessenni dee. N oanina bi1~nnale. Serv. entro 15 gg. NAPOLI. R ..4.ccademia di Belle Arti e Liceo Artistico. - Profes.sore di .anatomia. Docum . .al Ministero della P . I. (Direz. Gener. per le Antichità e le Belle Arti). Scad. 30 dic. P ro MBIN<J (Pi sa ). - Ufficiale sanitario. Vedi fascicolo 46. Scad. 20 di c. RoccA DI PAPA (Roma). ·- .Al 28 dio.; v. fase. 46. RoYIGO. Ospeiale Civile. - Diriger1te il servizio di R 31dio~ogia e Teraipia fisica. Servizio 1° gen. C~ied·ere .a nnunzio. Stip. L . 7000 e 50 % tassazioni. Scad. ore 18 del 10 dic. Età lim. 35 .a. T.assa L. 50.15. Doo111nenti .a un mese dal 7 nov. SANTOP,ADRE (Caserta). Soad. 10 geTuD..; L. 8000 e 5 qu adrJ.e111ni di 1 deo. ; oav. i. 2400; Tuff. sain. L. 500. S. P .\01.0 DI CIVITATE (Foggia). - A 30 giorni dal 6 nov.; L. 9000; età l~m . 39 a.; serv. entro 15 giorI).i. VBNEZIA. Ospedale Civil.e . - i\.iuto nella Sez.io1ne T·u bercolosi, srita in Isola di Sacca Sessola; L. 4800 l()lrtre L. 1500 disag. r~id. , alloggio p erso11alg e vitto. Se·r v. ·d i g u.ardin.. Leziooi .a.gli i11feTmieri , comipens.ate L . 25 ciascuna. Titoli €d esami. Nom1i11a biennale, conferma anm.uia. No11 diritto a •p ensioo1e. D-01Ct11m. aJ. P rotoeo1Jo no·n oltre le ore 17 del 15 dic. Tassa L. 50 al tesoriere. Età inass. 35 a. ,...iaurea da alrnHno 6 a11nj. P er gri ~isteipti d~l~ l'Osrped.ale cond~zioni specjaJi, 1

CONCORSI. POSTI VAOANTI.

A:\'CO~A .

()spedale Ci1:ile Umberto I. -

Assjstente. L. 4000 lorde, vitto, alloggio nell'Istituto; c.-v. jn L. 600 101ide. Età non superiare ai 35 .a. Nomina bie11nale. Rivo}gersi .alla Direzione Sanitaria. Scad. ore 18 del 15 clic. ANCONA. R. Pref ettura. l Tff. san. di Jesi. A t ntto 23 dio., stiJ1). L . 12,000 e 10 bieinni ventesimo ; c. -v .; di1·itti di visite e certificati. DivietO del libero eserre. professironale. Kmq. 108; ab. 27798. Età l:i m. 35 .a. Tassa L . 50.20 alla tesare'l·iia ·d el Co1nune. Doc·!..Lm . a 3 m€1Si d1a1l 14 nov. Soliti Tequis:.iti. Richiedere manifesto al Comune. BAGNI nEr.1•.1 PoRRETTA

(Bologna·). Ospedale Co-

sta. -

A tutto il 10 dio., direttore. Docum . a 3 mesi daJ 10 nov. T.asF)a L . 50.10 .ali1a Cong. di Car. L. 7500, casa con giardino, a cominciare dal 1° dicemq.re 1927, 60- 70 % onoa·ari; pratica in chirurgi a e ::·adiiortera·pia. Verrà nom.i n.ato un .aiuto medicai. Per schiarimenti rivolge rsi all'Ufficio id ' Amim . BozzoLo Clt10!ntova). - Scad. 15 dic. 1a. condotta; 1·ichi~a di specin.1.i t.itoli di pratica chirurgica. •Stiip . L. 9000 e 5 qu.a(lrienni de.cimo; c.-v. come per statali ; L. 800 biciol ., L. 1500 seirv. oopedal.; L. 2500 qu.ale chirurgo dell'ospedale. Età massima 1a. 40. Situamone famiglia. Tassa. L. 50.10. Ohiedere .avviso ial sindacto . 1

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1(00

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[.L\l\~o

POLICLI~lCO

Dif fi ele e boicottaggi. Nuove diffide: Marebbe (Tr.e nto), 2a condotta di lit ~fo•11ferra to (Alessa11dria), 2a cond ott.a di Ron('Ofreddo (Forlì) .

XXXII, FM:c.

·~8]

NOSTRE CORRISPONDENZE.

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1

CONCORSI A PREMI.

,~ocietà

Italia·na di 1\.l edici11a I nterna . Col 31 dice1nbre se-ade il termine per la pres entazione dei lavori occorrenti al Pre tnio H offma n n La R oche di L. 10,000. I lavori debbono rit!Jllair<lare :argon1enti di te1~a1pi.a ed es.sere pubblicati nel bi€1Ilnio 1925-26. Per i lavo1ri in crnrso ·<li pubblioazione che. fos&e•r .o presentati al concorso , l ' asseg11azione del pr.emio è rima nc1ata a pubblioazio11e aV\renuta. I lavor i devono essere indirizzati alla Seig ireteria del1la S ccietà Italia1'1a di Me·dicina interna. 1Jr€sso la R. Clinica l\1edioa (Policlinico) ThJma. 1

P r e·mi o Alvarenga. Il Collegio· dei Me.d ioi di Fil.ade1lfia. indiioe il co111corso a 1111 pren.nio Alva1~e11ga, per l'innporto di ciir ca 300 d ollari , per qual1siasi argomento me dico, per lavori 11on .an c.011~a -pubblicati , scritti in. inglese, a macchina . Scad. 1 mag. 1926. L ' ultimo premio è sta to a ssegniato aJ <lott. R.. D e-vnce di B ost o11 (Ma~s .) !"J er t1110 studio «sull a i1at11ra dell ' az.ioin e de i raggi X s11i tessut.i viventi ». Rivoilgersi a: J oil1n H. Girvin , seoreta.ry o,f the College of P h ysicians, 19 S'Outh 22d St·i:eet, P hiladelphia, P a ., '. U. d ' A .

Corso internazionale di coltura medica a Karlsbad. Ne1 n1 ese di settemb re scorso, alla pr~enza di circa 800 medici provenenti dai vari p.ae&i di Euro1p a, h 1a avuto luogo a Kia1..lsb1ad, per la s-ettima volta, il corso inter111::lzÌonale di colt ura medica costituito da Co·n ferenze te11ute. da professori inYitati dalle più varie regioni di Euro,p a . I l pròf. O. MtilJJ~ di Ttibi11'gen, doipo a,·ere illt1strato il. metono Miiller-Wei&s per la microfotogr.afia dei capillari, ha messo irn Juoo i raipipl()~·ti che cor110010 fra ,a lterazioni di questi ultimi e H1Cllille a.ffezio11i m1 orbo~ (ulcus ventriculi, malattia cli Mé11ière, glat1ooma). 0

Il prof. Gigon (dj Basel) jlJn,strò, dopo aver e r ia s1111to le opini oni più rece-nti , la questio ne del 111eta boli smo del corpo• uma1J.10 e desorisse l' azione ch e p11ò ave i e su di esso la terapia idxe>minerale, fermand osi i11 p.aTtico,l ar modo sull'il1S1uli11a. I l prof. Sellhejm di Halle ha p·u rlato dell' esan1e del sangue in r apporto alla ginecologia, e in particolare si (., soffermato sulla reazione di Li.ittgem.e rtz-Berger, CO'I l Ja qua.le, esarn.ina11do il sa.u gne della don11a , incintà si nl1Ò stabilir e iL sessb de1 nascituro.

MOMINE. PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.,

Il pr·o.f. Jaresson di Stoccolma ha illustrato i r a.pporti che corrono fra. person.a lit à e ghi.andole a ,s.ecrezion e i11terna , ed h.a di.scusso sull.a p ossibilità di n1odifioare l,a !J•r ima me diante un 'a zione terapeutica €l<;ercitata sul sist ema endocrjno.

Il Prem~o Umberto I dell'Istituto Ortopedico Rizzoli in B ologna, in s egaito a g.i.udiziio fo1'mulat o1 dru~la Commis&.i one ::x>1 m posta de.i proff. Riccan:do Dalla v~edova, Vittorio Putti e F 1r ancesco De·l itala , è stato a.sseP-:n.ato1 aJ dott. Ala.dar F.arkas: di B udapest p er il lavoro irntitola.t o: « Cause e patogenesi de11a scoJiiosi » .

Per ciò che concerne l ' app arato digere-nte vi son o state due int e re~sa nti confere11ze, rispettiva.mente del !)rof. Guggheimer qi B erlino e del prof. 13aljst di B11da.1Jcst, la pri1n•a sulla diirpepsia e sul catarro i ntestinale. }a secortda s u alcune quest :oni riguardanti l'ulcus ventriculi ed i11 isr>cric l ' autodigestione.

I d ottori Aless~ndro· Alessa11drini, ·a iuto d~l pT·of . Sanaa.·elli, e :F'uiliv10 Pu1lgl1ru~, ai·utoi dcl ·p rof. Cana.l is han·n o conseguito Jia libera docenza :per tit oli in batteriologia. L a commissio,n e gudica.t:rice, comp osta dei piroff. Alessandro Lustig, B ~nedetto ~loir­ purgo e "\Tittrn.rio Puntoni, ha <lrispenJSato dial~a. pToYa p1·atica. i oandi1d ati. Rallegramenti in p a.rticolare a.I pir of. -~· Al&SSandri11i, nost1·0 apprezzato ro1lla.borate>re ed iamico.

I proff. Kraus di "\Tienna e l\1iihle11s di An1burgo 11.a11no ra ~ion nto dei più r ecenti progressi fatti i1ella curn. e nella profilassi 1d elle malattie tropicali .

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Il dott. Be ni g n·o di Tul1lio, medico delle Carceri g~udiziarie di ltoma, l1a conseguito pe1r titoli l~ liberra 1docenza in Antrop-0logia crimi1'1a.l e, ottenend-0 la dispensa cl.a qualsiasi •prova pratica e diclattica. Al prof. graind"uff. Giuseppe Cavallru·o, direttor e dell'Ist itato dii Od~ntoiatria della R. U11~rversità cl i Firenze, è stata confe1·ita la meclag]tia. di bronzo al inerito della Sa11ità p11bb1ica, i)er benemereinze s anitarie .acqui3tate duramte la guerra. Alla catted ra di ostetricia, recentemente istituita a Sidn~y , è stato chia.mato il pr-Olf. J. C. \ Vindeyeir ; il dott . Reginald Daries è stato non1inat o « lettore » 1n ginecologia.

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I piroff. Tan·n h.anger Ji Heidelbe.r g e D avid di Francoforte si sono occupati dell' obesità, il primo illustrandon e i rapporti coll'apparato endocrin·o, il secondo soffe.rmand-0\Si specialmente sulle modalità deJla terapi.a . Il prof. "\\.iecho,vs ki d i P r.aga ha insistito su la Ìm !)Ortanza degli olii eterei n ella farmacoteira.p ia odierna. Il prof. Di GaS!)ero di Graz ha parlato dell:t importanza della !Jelle in rapporto con la terapia fisO.ca, mettendo in evidenza come essa debh~l eBsere considerata qual e organo e non oorr1e un semplice involucro. Il prof . ~Iingazzi11i h.a messo in luce le indic:nzioni e le controi11dicazioni del mercurio ~ del neosalvarsan sia nelle manifestazioni fhJricle clrlla lues nervosa si•a nelle malattie in1propriam~ nt P dette metaluetic:he (tabes, den1entia paralitica) p-Ont~n­ <lo in rilie,•o i ri ultati assai sodcli8facenti otte-


:[AN.NO XXXII, FASC. 48]

SEZIONE PRAflC'A

nuti con la cura malar ica praticata in quest'ul-tima malattia . Q11esti sunti non concernono che u na piccola pa1·te delle numerose conferenze, le quali si sono .aggirate into.r no agli argomenti p iù vitali che agitano oggi i l mondo medico. D ell'esiito b rillante di questo corso va data p articolare lode al Comitato organizzatore e particolarmente al d ott. E . Ganz g iovaniln1ente fr esco d i mente e d i cor po -e al Sindaco sign or J a k ob .

NOTIZIE DIVERSE. La V sessione del Comitato d 'Igiene della Società d elle Nazioni. Si è riuinita .a Ginevra da11'8 al 14 ottobre ed ha deciso di i11trwprendere un.o studio sui sistemi di assicurazione socia.le n ei diversi paesi (proposta ceco-slovacca); ha incarioato i suoi membri di preparare dei rapporti: sul tra.ooma (pro1posta italian1.a); su.J controllo delle derrate aJimentari (·p·r oposta j·u goisla,va) ; sulla mortal:ità infantile (proposta ol.a111dese); st1lle 1nalattie endemo-epidemicl1e d~lia costa o~cidenta le dell'Africa (•p Toiposta fr·ancese). H ·a poi studictto il m odo di rende.r e stretta ed efficace ].a. collaborazione fra l' organizza.zione ·di i1ITTene ·della Società delle N.azi011i ed i paesi dell' America l atina, favorendo anche gli soambi di person13.le tec11ico . L a Commissione i1e r la mala.ria ha deciso un viaggio collettivo di studi in Sicilia e nella par~ meridionia.le degli Stati Uniti. Parecchi problemi rima1Jgorno n.ncora da stt1dia.re, come la questione -dei delta i11 raipp.o•r to con la mala.ria, quella clelle risaie, l'imipoTtainza d egli animali nella lotta antoanofelica, ecc. Anch e il cancro e la tubercol'Osi ha1rno f.a-tto oggetto di speciali indagini. Sono stati i11caricati Cl1agais per u11 r~porto sulla lebbra Pittaluga e R-ay11at1d per la leishmaniosi nel ba~ino deil Mediterraneo ed a].t ri per studi s11l morbillo, sulla scarlattin.a, siul va.l are della disin f ezi'one nelle epidemie, ecc. L ' ItaJ.ia era ratppresentata d.al dott. Lutra.r io e dal p.1·of. Ottolenghi.

La partecipazione dell'Ordine dei medici alla sottoscrizione del dollaro. Il Oo111siglio dell'Ordine d ei Medici delta Provincia. di Roma ha detlibe·r.at-0 di invitare tt1tti g li inscritti i1ell' Albo a concorrere ia1la sottoscrizio11e <le.I doll·M o. . La prè.siidenza d ell'Ordine avverte qt1iTudi i colleghi ohe J1a sottoscrizione per il ver~a.mento cli u11 dollaro, calcolato in L . 25, è .aiperta, ·e i versaanenti potranno essere fatti tanto alla sede dell' 011dine di Roma, Foro Traiano 1, ql1a11to s11l co11to cor1'ente postale N. 1/2609.

Per g li or fani dei medici morti in guerra. Il 5 ottobre si è te11uta. in Rouna. la 3a riunione del Comitato cli As istenza agli orfani dei 111edic:i '

lìOl

mort i in guerra. Presiedeva il gen. me<l. Della Valle. D a.Ila relazione dell'attivo segreta.rio ·g eneraiOO caip . med. F. Bocohetti è risultato ch e gli orfaT1:i aiSSistiti ..'.lSS'orrnmano a ·15, di cui 4 con posti gnatuiti al Collegio di Perugia, i quali g.r av.ano st1l Co1nitato con L. 16,000, e gli .a Jtri 41 assistiti i11 f.amiglia, con b'Orse d i L . 1000 (n . 34), di L . 1500 (n. 6) e di L. 2000 (n. 1). Si tr.a,t ta di ass:eg11azioni molto modeste, ma siccome l'.assisten.zia du rerà fin·o a.I co.m pin1ento diegli ~tudi, è preventiYat.a J,a spesa compilessiv,a d i un milione, suddivisa i11 18 iamnualità. Pur trop1po non hanno dato il loro contrib uto i medici dipendenti dall.a Sanità pubblica, dalla Sanità militare, dalla Sanità marittima e dalla C . R . I. , fatta eccezione per i p ochi iscritti 11egli OTdini ; perta.nto il pro.f. Ga 1lenga ha proposto di r ichiamarvi l' attenzione delle rispettivè direzioni.

Per i medici della provincia di Milano caduti in guerra. ~tlusipice

l ' OrLli11e dei M edici deH1a p.r.~incia di Milano il 4 nove,m b r e venne scopea:ta una la.p ide ill men1ori,a dei me,clici della provincia caiduti in guerra, collooata ne)J.' a;brio d .e1ll'Ospedale Militare Principale ir1 8. ~t\..mbro.g io. Erano presenti molte at1torrità san itarie nolitiche e .ammin isrtr ati~·e . ' P .::\il·larono il presidente del Con1itato prof. Bertazzoli, il g en. med. Santucci e il prof. Eugenio M orelli dell'Università di Pavi·a ; il segretario dott. Polli11i lesse le molte adesio11i. Fu anche celebrata un.a n1essa fune.b re. V enne consegnata una pergamena-ricordo al direttore dell'Ospedale co1l. med. j\f assarotti e ~gli interve·nuti fu distribuito un album co11 le foto-g rafie e eennj bj ografici dei colleghi di cui si onorava e santificava la n1emoria. . L a lapide,' opera dell'architetto G. Boni, è <li 1inee severe; se ne stacca un.a figu ra di Minerva in bro11zo, 1:ecan'L0 un Tamo di llwuro, ·oipe1r ia dello $Jcultore Bolgi•ailliÌ; 1reoa i •n ·o mi dei 23 e.ro:i , 1prece<luti da11'iscrizione: cc Ai medici oaiduti in g'l1erra ·della cit.tà e p rovinoi.a di Milano - Li infian1m.ava al sacrifiloio JJa vlislione della P atria - Dail l1a Pat ria yjttoriosa l'alloro e 1a glQlria ».

Gli Istituti Clinici d i perfezionamento intitolati al sen. l\langiagalli. Nell' AuJ,a Magn.a degli Istit ut i Clinici di perfezio·n amento i11 ~Iilano, 11a av nto 1uo1go la cerimonia dell'i11titolaz.i.one degli I stituti al i1ome de] se 11 . J\1a11gi.agalli. Erano presenti il Duca ,di Be rgn ino, il prefetto, il se.n . Pavia, l'on. Salterio , i professori C~v.alli e P atellani, l'ing. De Marchi, rispettiva.me11te presidente, vice-presidente e co11&j o-lie~ri d:e1g li Jstit11ti, glà. iassessori J)i[ar cheit ti e D~]]' Ara ' -nel Co mune , l' on. l1anfra11coni pe.r gli Istituti Osnitalieri, don Cocio per l' Arciiv:eBcovo , il nrof. Li~ini, presjde della Facoltà di l\1eclici11a <1ell'U niversità mila11ese e m-olti altri. Il Eien. P avia passò in rapida rassegna l'opera sYolta dal sen. Ma11gi.a galli a favore degli I stituti, di cui fu l ' ideatore e .al oui incremento dall'epoca. della. fondazione fino .ad 0 1g gi ha co1Jaborato vali1


1702

IL PO LICLINICO

<ln n1~11l<',

con 1.utte le fo r 1ne cle lla sua n1olte1plioo ntlivJ tà, siccl1ò ora che il M.angiagalli lascia, colpito cl ~ ll a legge dei limiti di età, la catteclra, è be n gi usto - di se l'oratore - cl1e gli I sti t uti ''engH no i·r1titol.ati al s uo nome. ll ..,~11. Mian g iaga lli r isp o -.e. ri11grazin11<lo peir l'onore e:]1e gli veniva r eso. ll suo ri11 g1'az ia.n1c nto non 1nao.1c.:ò di nna n ota p atetica. « So110 saturu egli clisso - di 011ori e di 01101'.anze, e questi con le n1ainifestnz1io·11i ch e li acoo•mpiU!gn'8Jllo d a nno a.I e uore, 1)cr legge fis iologica, qu€dla stessa ~ie1Jma­ z ione cl10 <l ann.o i dolori » . Ma il pensiero, che le onoranz0 cl i oggi si collegava.no, 1per lui, a mezzo bcco1o di operosità clinica, d'i<lattioa e scientifica, .lo t r asse poi {ticl evocare 1.a su n. ]unga oa.1 Tier.a di ginocolag-0 o di docente : e l'cvo.cnzione risultò })iena di p arti colari interessa11ti ; cla quelli che sà. rifc,r ivn n o agli ini zii moclesti&Sim.i, n.llorchè l e &uol o delle soarp<', i11ccc;sa nte tn e11te logor ate dal ql'vad rupl ice caJ11uni110 quoti1diano fra l '.aibitazio110 n ei sobborghi o l'Os1>edale M·aggiore, gli ve11iv•a111()1 risuo1aLc !Jl'otis rla u11 ciabattino, al cui figl~o clavia lezio11 i cl i Iatin o, alla gi~a'l1die>Sc't e gloriosa f as.e olli c r 11'a, o r1ruti cornpint.a, costitttita daJla fondn.1

zi on.e del l'Università di MiJano.

[.\.."INO XXXI I, l<'A~C. l8l

· Le dieci sezioni della secòncla. divisio11e sara.nno i1111p1antate prossin1a1ne11te: 11) ct10Ja cl 'igiene: gabinetti scientifici psico·t('c ni ci, speri.me n tnl i.sin1 0 soc1ale, arch ivio .storic10, biblioteca ; 12) Corsi irrLeg rativi, c·lassi diffe renziali:• 13) Internato e scuoI a· per deficie nti ; 14) I11ternato femn1inile co11 sc uola p.r .at)oa di eco·u o111iu clo1ne t ioa cd assisten?Ja .all' inf :1nzia; 15) I11tcr11ato e scuo~a per le i ud ustric g r afiche; 16) Id. per le belle arti; 17) 1 ~ ouola di z·oot ecnica ed ap icolt ura; 1 ) La nave: gesti-011Je di servizi miwrritti1ni; 19) Centro per lo s me rcio d eii prodotti dell' Asilo ; 20) P e nsion e per

i dimes.sj.

·

Ora l' Istit uto~ i] <' ui valore è g ià di e: i rea sei mil ioni, dispone di oltre 40 inila n1etri quadr.ati <lii suolo n.n11~ssi al m.a re, ed una }JlÌccola rident issima b.a ia, con s piaggia e po rticjno. Esistono già dodici IJadiglio11i di cui al cu ni, in murat ura, son tuosi, ed ~tltri in legno ecl eternit. N el 1926 sair.anno s icur.a1ne nte costruiti a lt ri dodici padiglioni, pel val or e complessivo di due milioni. Fra quosti paieliglio~1i, l' e·d ificio scolastico municipale per 600 all ic.vi, e i padiglioni s ul mare p el definiti va in1pianto d ella Colonia l\1ari·n a permanen Le per l GO po~ti-letto. Con ta li l aYo ri sarà co1nple-

tatn. la p1·im,a divisione.

L'Istitut o d i l\ledicina Sociale a Napoli Astio di Marec11laro. r-'' Opcr.l di Mnr<>ch iaro vu ole

€\SSOl'C Ull

Centro

di a.ss ist'-' n ~a c i a le

igicuico-sa.11it~ri.a e previdenza soc,nn1p1) della fanci11l:lezzn. e dell' adole-

nt·l ~C'c- n zn. n bbn ndonata; ragione di stin1olo e di e rnulnz.ione pPr t u tte le istituzioni co11ge11Pri, che i1on vogliniuo fo..~lizz.c'l rsi i11 ve.echi co1n cetti di carità e <li beneficenza, ma es eir e palestr e d i rede11zi10n biologica e socia,lo, di studi.i pQ·o1fo111di e con olus ioni pratiche. 11 pre idente fondiato,r e d<.'ll'Opora , p r of. Git100·PP Tro.p eano, h.a trasn1e&so all auto,rità ed h.a lire.n7.iato a lla. sta1nrpa. l a R el.nzi-0110 t1ltin1.a pel f unzjon.an1ento <le ll ' Asi l·o. E ssa con tien e a nch e il progrn.n1ru.a sullo· •ilu11>p0i ulteriore dell'E11tc: ciò che c·ostituisce il progetto defi11itivo di t1n n v.a· sta o (•o n1 pl eta or ganizzazione dell'E11 tc n1e<lc ·i1110 , p ren°de 11do il sottotito1o di I s tit u to di Medicin a. , oci.ale, .n, c011fe1rn1are l ' i11<lirizzo etl il p r o· c~"'o rig i<lnm<.'11te tecn ico-sciontifico di ogni seziono dC'll ' pera. Ii Istituto vie11e diisi)osto in clt1e g r a ndi divisio ni . rin r n110. delle qualj costituita cln dicci srzioni . L <.' . czioni <lella, primn clivi ione sono tutte "'"'in t e a l loro ftl'n zio11an1enLo, sebb c:> n e i1on tu ttc n1t<·orn in ni0na "ffirie nz.a. F~ ·e • ono: 1) Ordin.n· :tH'nto, uffi ci n1nn1inistrativi, se rvizi ge norali ; 2) l::)C'uoll' t'I nlcn.lnri i11u11icipalizzate, cuoJa autoHo· n1n di ccl nc nzio n c- f i icn; 3) Colonj n n1a ri11n ; .t) Colou ia itgrico l.n ; 5) I11iernato e cuoia cli l l' ·itnrn i 6) I•l . di ('lctl ron1ccoo nicn; 7) lei . di rnarina o n scn: ~) Scuola di n1u. iC'n, cnnto co rnl<' ' r ecitazio ne c•on C'i IH~llHl -t0n lro ; 9) Rcnola di urcheolog in . t·o1v.. cr \'nzio ne o <:n. lodin dei rnd<:'ri greco1·0111~u1i in .n~i l o: 10) .\ n1bulntorio cd inf0r1nerin. 1

Scuola di perfezionamento a P adova . N ell 'anno scolastico 1925-26 sono a.perte le iscrizioni all.e segu enti Scuole di perfezi o1name n to le q u ali conferiscono il t itolo di special ista: 1) l\Iedici n : >. interna (5 anni); 2) Chirurgia (5 anni); 3) Ostetricia. o Ginecol ogia ( ~ a n11i) ; 4) P s ichint 1·ia (2 anni ); 5) Medicina dell'apparato respir.nt.orio (2 a nni) ; 6) Urologia (3 anni); 7) I giene pubblica (2 unni); 8) M ed i cina legnle cd Infortunistica (2 a11ni); 9) Dermosifil0tp.a tia (2 anni); 10) I g io nf\ soolastic.x't (2 anni). Si può e "'~ere iscritti in.cl uu ann o di co1r o s11cce.c:siY'O aJ primo, qualo~·a si nbbi a:n o p i:u ·ticola.ri titoli acquisiti dopo la laureo,, d.a valutvrsi cl.a l Consiglio della cuola. Inte1mati. Dissertazio1ne a sta1111Q)a. Tasse e so1pratasse scolastiche Yigdnti per la Facoltà medica; pe r le esca:c itazi011i e a l1tre prestazioni contributo di L. 500 1p·e r l.a Scuola d'infortunistica, di L . 1000 per l<.' altre . I corsi si sono iniziati il 16 no,·erub r c. Ri votgersi a Jl a segr eteria .

J-'otta ant ituber colare 11el Biellese. Dn t1n bien ni o s i è istituit.a n ella regione biellese la cc giorna.t a ],avora'tiva » .a beneficio del.1 l ' 0$I>edale e del Co11sorzi-0

,.i <'on corr ono tutti, da 1 r icco al povero, dal profesioni ta all'artigiano, dall ' ind ustri.ale alil'operaio; nel 1924-25 la som1Jl1a raccolta ha supernto di lire 100,000 ')Uella dell'anno precedente. antituber colare;

Per u1t a no.tor io a11titnbercolare in pro,?incia di Tr ento. 1 n unia r iu11io110 a P a lazzo ' "'i1ninalP di 1~ 01nn (•ni pr E.' l'O parte il n1inistro dtiiJl'Interno on. Fcdc1·zoni, il ministro dei L nYori Pubblici on. G1ut


I

[ANNO XXXII, FASC. 48j

SEZIONE PRATICA

1-'iati e il sottosegretario d elle Fina11ze on. D ' Alessi.io insiemo con la Com!Ilissione dei l'iaippa·esentanti .d·e lle provincie e dei consorzi .aintituberco,J ari di T1·e11to, Treviso e Veneri.a, si disousse sUJlla istitu21ioOJ e e sull1a gestione di u·n S1a n.atorio r egionale a Pilam.cios srnpra Bres~anone. L'on. ~"'ederzoni espresse il suo oompiacime11to p·er la iniziativa delle Pro,v incie Venete, unit€Si a Venezia per oonoori:rere col Governo ne1l'opera di ricostruzione n.azion·a le, p romettendo ~utto il su o a.p poggio per il felice risultato di questa affermazione di solid.arietà d-a parte degli E.n ti locali ne11a lotta contro la tubercoJosi . Nella riunione si riconobbe la inecessit}t ·di af. frettare le pratiche perchè 1'1mione d elle Proivincie V enete possa al più presto iavere la libera disponibilità del tenime·n to di P1ancios. All' uopo il Ministero de·l l'Interno invieTà sul pòsto, un Ispettore generale. n1unito dei poteri necessari .anch~ da p,arte dell' Amm.inistrazione fi• . . nanz1ar1a. 1

Colonia marina di Aspra.

.

Sull.a. spiaggia di _i\.sip1·a (P.alermo) è stata posta la prima pietra di una colonia marina istituita c:on elargizioni del sen. prof. Cirincione. JA,11a cerimonia jnterTenne una folla di autorità e di popolo.

Infort uni di sanitari. Siarr10 lieti d'informare cl1e l 'i11fortunio autom-0bilistioo riportato or è qu.a lche te.n1vo dal pi·of. I"'.

..

17.03

Ferri.a e del quale demmo 11otizia nel fase . 46, ebbé una gravità relativ.a; l'insi'g ne sianitario ha r i·p reso i:n pieno le sue occ11pazioni, tan to da poter ve1rire in R·oma a fine d'ottob;i·e, pel C'o ngresso di Urolo!:,ria.

Per i laureati nel 1900 a Roiua.

I med·ici la.u reati 11el 1900 a Roma

inviitati a p a.rteoiip1a re .al convegno indetto da un numeroso grUJpp-0 di oolleghi per domenioa 13 dicemba:e. L e· adesioni debb'On-0 venire inviate al pr of . Arnaldo Biasiotti, Piazza SS. Apostoli, 49 · Roma (1) . 1

Comunicato . Ricordi amo che sono aperte le iscrizioni dei Medici Chirurghi al corso 1925-26 nella Scuola di Odontoiatria e Protesi dentaria presso la R . Uni~ versità di Bolog:r:ia, pel oo,nseguimento del diploma. per specialisti in odontoiatria e protesi dentale. Essendo il numero dei posti limitato, l'accetta-zione viene regolata oocondo la priorità nella pTesentazione dei documenti e ·pagamento delle relati ve t a.sse. • Pt..:r program1ni ed jnformazioni rivolgersi presso la segreteria della J.i..,acoltà di medicina e chiru rgia della Ii. Università di Bologna e presso la. Direzione dell' Istituto Clinico per le malattie d ella bocca, via S. V i tale 59 - Bologna (13) nei locali· dcl quale ha sede la souola .

Indice alfabetico per materie. . Paig. 1689 Acidosi postoip erative . _4.mnistia: eff etti sul l icenzi0trf/en,to per )) 1698 condanna penale . )) 1689 Aneurisma f,ailso . • )) 1690 Aneur ismi : r1cercit0 • )) 1694 Aprpendicite ed .annessite: coesistenza .Appe11diicite ed ovarite : diagnosi diffe1694 1~011 zi-ale · )) Artriti non tuberoolari del I a colo11na ver)) 1690 t ebr.ale Bibliografi a . )) 1673 1690 Bromuri (ipoli-) nella prenaroosi . )) Cailoo1osi ren ale sim1Ulata i1n soggetto iste1

1

.

I'lCO

Chirurgia aooiale . . . Cirrosi ep.atich~ : com11n1cazioni v.airie Oirrooi eip iatiche: stori a, e.zioJogi.a e cli. n1ca . . . · · Cronaca del movimento professionale . Cuore: ohi1·urgi.a . . . Delirio febbrile e inwfficienza renale: r aipp-0rti . • • • Dissernt eria 1aimebica: criteri eiLement.ari per la. diagno-si . • • •

)) ))

I

)) )) ))

1669 1687 1683 1673 1698

))

1690

))

1671

))

Er.edol1le cc ex p.a tre » . . Pag . 1696' Er11ia p erinealt) . » 1687 ' G.ravidan~a: dilatazio11e dell' u.r etere e della .p elvi renale . 1694 ' )) l\{an1111Ei11la: ca.r cinoma . 1695. Milza : com unioazioni varie . 1686, 1687 )) Ooclusrione intestinale: oaJSistica. 1686 Ortopedia: camu:nica~ioni varie 1691 Pensione: ·norme speciali per il trattarne rut(} di . . . . . )) 1698P olmoni: complioa.moni post-operative . )) 1689 Prop,agruicla igienica e oinem.atografo )) 1695. R~posn : 1a posizione di - nell'11omo . )) 1697 )) 1671 Sint-0mi ooulari: sign~ficato . Traipia11ti e i1n11esti: varie . 1687' 1689 Tuberooilosi ohirurgica.: crisi e1;11oclasica da vacci11oter apia. . )) 16 9 )) 1688 T11mori: comunicazioni vn.r1€Utero: emorrag1.a; indicazioni della cu)) r.a locale • 1694. • • )) 1'395 Ute.r o : n el oa:.ncro inoper.a.bile- clell '. 16 9, 1690 Va i .s.anguigni: chiru1rgia . ))

))

Roma - Stab. Ti;no-Lit. Arman·i di M. C<:>urriex.

s:>no

-


_I_L~P_ O_ L_ICL ~J_N_I_C_ O~~~~~~---':--~~<P_A.........:..G~IN~A ::.;:._~D~E=LL==..:'A==M=K=I~N~I=S~ T=R=A=Z=IO.::..::..:N=E~ )~~~~~~_..::: S~E~Z~.~P~R~ATICA FASC.U •

. . . Altre pubblicazioni a disposizione dei signori abbonati: Prof. dott. BERNARDINO MABCI della B. Università e degli Ospedali Riuniti di Roma

Tecnica Terapeutica Ragionata medica e chirurgica. Prefazione del prof. AGOSTINO CARDUCCI.

Un volume dl pa.gg. VIII-846 (N. 18 della. Collana Manuali del e Policlinico>), nitidamente stampato su carta semipatiua.ta, ed artiatica.mente rile gato in piena tela, con iscrizioni sul plano e sul dorso. - Prez.zo L. 7 8. Per i nostri abbonati sole L. 7 O , franco di porto Prof. Dott. CIOACCHINO FUMAROLA Docente e primo a iuto nella Ol.iniiica. delle m a-la.ttie n·e rvoee e me!lta;1i della R. U·niirver:sità di Roon·a.

Diagnostica delle Malattie de1 Sistema nervoso Prefazione e due capitoli del Prof. CIOVANNI MINCAZZINI

PARTE GENERALE : un voJ.u .m e in-8 •dii rpa.ig. VIII-352, in ·c arta di lusso, nit)idamente s tampato. icon 175 figiur~ qua.a.i tutte origi·n ali inte1·cìl.l·a .te nel testo e 8 :ta.v<Yle, · fuori testo, .a oolo ri. Prazzo L. 4 2. Per i nostri aib-

bon ati sole L. 3 6, 7 5. PARTE SPEèIALE: 1) SISTEMA NERVOSO PERIFERICO. Un vo1ume di pa.g. t42, .con. 67 figure iim.tercalate nel t-P.-st<>. Prezzo L . 2 8. Per i n ostri rubbonati, sole L. 25, 7 5. ~ d·i imminente pubblicazione il v-01 1. II de lla, PARTE SPECIALE .ohe tratta IL• SISTEMA NERVOSO CENTRALE. Prof. GUGLIELMO BILANCIONI

della R. Università di Roma

La

voce parlata e cantata,

normale e patologica. 6uida allo studio della fon etica biologica Prefazione del Prof. SANTE DE SAN CTIS

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Docente dl Medicina. Legale degli Infortuni nel R. I stituto di Studi Superiori in Firenze

la diagnosi medico-legale della .. nevrosi dei traumatizzati ,. (Il rilievo e il significato del sintomi)

Prefazioue del Prof. CESARE BIONDI, Direttore del R. I stituto di Medicina Legale della R. Università di Siena Un volume ln-s•, di pagine VIII-94 (N. 8 delle Monograftc Medico-Chirurg iche d'attua.lità, Collezione del e Policlinico>), nitida.mente stampato ~u carta semipatinata. - Prezzo L. 1 2. Per i nostri ab bona.ti sole L. 1 O. 9 O in porto franco. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~------- .

Prof. dott.

ARNOLFO CIAMPOLINI

Docente di medicina lega.le degli lnfortunl nel R . Istituto di Studi Superiori in Firenze

La petlzia nella pratica infortunistica. (GUIDA PER I MEDICI PERITI) Pr~ftUione del prof. CARLO FERRAI ,

d irettore dell'Istituto di Medicina. Legale della R. Unlversltk di Pisa. Un volume ln-s•, di 11agg. VIIl-7{; (N. P delle Monografte meùlco-chlrurglche di attualità), ultldameote at.ampato su carta 1em1pntinata.. _ Prer:zo L. 1 Per l noetri abbonati sole J, 8, 7 5 franco di porto.

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Prof. Dett. Ll!ONARDO DOMINICI Docente di Patologia, Chirurgia, Clinica Chirurgica e MedlGlna Operatoria nella R. Unlveraltl di Roma .

PICCOLA CHIRURGIA E CHIRURGIA D'URGENZA . Prefazione del prof. Roberto Ale1sandrl •

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Compendio di semeiotica Chirurgica

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• ANNO XXXII

Ron1a, 7 llicemb1·e 192a

Fase. !9

,.

..

I

Per i l 1926.

,

Ai Medici Italiani, Se noi, senza riandare i progra171mi dei XXXII anni di vita del Policlinj co, vogliamo mettere, nell'affacciarsi dell'anno nuovo, il nostro passato a garanzia del nostro avvenire, ci possiamo limitare ai programmi del dopo guerra. Essi rappresentano fede lmente, docùmentano, gli sforzi compiuti dal nostro periodico p er mantenere - come ha rnantenuto - intatta la sua compag ine, rego lare il suo funzionamen to vivo il suo programma di clinica ca ~ tigata, ma fervida d'idea/i. I no.stri programmi dimostrano a/fresi come, subito dopo la guerra, intuiss imo che una nuova èra· s'i1ziziava per il niondo civile e soprattutto p er lq nostra Italia in ogni campo dell'attività. Nel '20 con cuore sicuro auspicavamo che la medicina italiana fosse p er prendere la posizione che il genio del passato e la tenacia del lavoro le assicuravano. Una fede invitta ci guidava ad ajferrnare clze, mercè Ja forza del lavoro e la virtù del sacrificio, /'Italia avrebbe conquistato nel mondo un posto più

alto e più degno . • E quindi con gioia di cittadini, se non con soddisfazione di profeti, che noi vediamo ogni giorno svolgersi sempre meglio il sentimento di /erma italianità e di dedizzone all'ideale, che noi abbiamo da• anni esaltato cfJme armi sicure per il trionfo di nostra gente. Sull'albore di questo nostro XXXIII ann o ai vita, nella larg a realizzazione delle nos tre speranze~ s iamo lieti di inquadrare l'o1;era nostra nel movimento di rinnovaz ione d'Italia, in conformità delle nostre direttive, intensificando l'ardore del sentimento e acuendo con ogni severità lo spirito critico ajf'inato dalla lunga esperienza. La ripartiz ione dei Policlinico in due grossi fascicoli mensili, uno medico e uno chirurg ico, destinati alle memorie più ampie e do cumentate di patologia e clinica, e in uu fa scicolo settimanale di 32-48 pagine a doppia colonna, oj]re a noi campo ampio e sufficiente per soddisfare · le esT'genze della coltura, della clinica e della vita professionale dei medici d'ogni categoria. I fascicoli mensili - sez ione medica e sezione chirurgica - segnano i passi del progresso italiano nella clinica; · il fasc icolo settimanale - sezione pratica - contiene i brevi contributi della pratica quotidiana dei medici nostri. ra ccoglie il Tneglio dai g iornali del mondo intero, esamina i probleTni della vita sociale e profess ionale, informa i medici di quanto li può interessare nei molteplici campi della loro in/luenza. Un cosi completo e fe lice ordiname.nto s'è venitto plasmando e p erfezionando con il volgere deg li anni, per le esigenze della vita pratica, e in graz ia d'una cordiale intesa tra redazione e amministrazione, che soddisfa - e spesso anzi previene - i desideri e i bisog ni dei nostri abbonati. Non indulgere alle specialità e ai prodotti di composizione ignota; respingere ogni lavoro che manchi di fo ndamento dinzostrativo, ma non chiedere nè il timbro d'una scuola, nè la bolletta dell'abbo nato,~ riassumere e notificare quanto è serio e onesto da qualunque nazione, anzi da qualunque parte, esso venga; rifugg ire da ogni vacua fraseologia per espri111ersi nella forma più breve, piana e chiara; illuminare tutta questa giornaliera e dura fatica con la spiritualità che eleva l'esercizio medico dal mestiere al sacerdozio: tale è in concreto la nostra opera. In essa abbiamo avuto finora dai medici italiani pieno consenso, da cui abbiamo tratto e conforto e stinzolo insieme. Contiamo su quest'appoggio anche p er l'avvenire, e apriamo loro le porte e il cuore, invitandoli a lavorare con noi, p er lo svtluppo e il de coro della medicina italiana. \

LA REDAZIONE,

L'Amministrazione dal canto suo in questo volgere di anni . ha sempre dimostrato coi fatti di non trascurare nulla Wi quanto può rendere più proficua e più accetta ai lettori l'opera perspicace della Redazione. Ha portato continui miglioramenti nella parte tipografica del giornale e nelle_illustrazioni; mai ha lesinato lo spazio richiesto dalla crescente materia~ difatti l'annata 1923 venne superata da quella del 1924 di 34 pagine, mentre l'attuale annata 1925 già sor- ·


IT.

passa di ben 100 pagine (corrispondenti a. tre fascicoli) quella scorsa; dia.1no così la migliore dimostrazione del nostro asserto. I nostri sforzi però non sono sta.ti vani : abbiamo veduto aumenta.re in maniera progressiva il numero dei nostri abbona.ti, che sono ormai gran parte dei medici pratici italiani, il che dà a noi la fiducia che ba.sti seguire con gli stessi intenti, mantenere lo stesso indirizzo, per continu~e ad accrescere sempre la cerchia dei nostri lettori e guadagna.re sempre maggior stima e simpatia.. Senza tema di essere smentiti possiamo bene afferma.re che la. tira.tura. de IL POLICLINICO equivale a quella. di parecchi altri periodici italiani del genere messi insieme. IL POLICLINICO ha. saputo conformarsi a.Ile tendenze innovatrici della moderna. medicina. e insieme alle nuove esigenze sociali. lta vissuto, e vive, la vita. dei medici che studiano, lavorano e sentono la nobiltà della. loro missione. Da tutto ciò il nostro successo . • Sono già. vari anni che l'Amministrazione sopporta. aggravi di ogni specie; nonpe1·ta.nto il prezzo del periodico è stato mantenuto entro limiti ristrettissimi. Si vanno ora manifestando ulteriori incrementi di spese (nelle tariffe posta.li, nella carta, nella. mano d'opera tipografica., nelle imposte, nel fitto, ecc. ecc.); sarebbe dunque prudente di eleva.re almeno di un terzo il prezzo attuale d'abbona.mento ; al contra.rio l'Amministrazione si è limitata a chiedere, nel corso del 1925, e mantiene ora., un aumento di prez2:o esiguo, molto minore di quello sancito nel maggio u. s. da.Il' ''Unione Editori ", e - si noti - per la sola Sezione Pratica., mentre per le altre due Sezioni il prezzo d'abbonamento cumulativo è stato ridotto (da. L. 28 a L. 25). Ciò documenta. lo spirito di estrema. discrezione da cui è animata l' Amministrazione, la quale non intende chiedere a.gli abbonati se non un "minimum,, di sa.crifizi. È vanto della nostra Amministrazione di esser!-Ji tenuta sempre al disopra. di ogni concezione pura.mente commercia.le e di avere anzi considerato i propri abbonati come una grande fa.miglia. In tal modo IL POLICLINICO ha un pubblico suo fatto di medici pratici italiani e stranieri; nel volgere ad essi il saluto affettuoso per l'anno nuovo e il cordiale ringrazia.mento per l'appoggio, l'opera., i consigli accorda.tigli, confida di poter conserva.re intatta quella. comunanza. di idee e di sentimenti che dura e si rinvigorisce da XXXII anni. L'EDITORE.

ABBONAMENTI AL'' POL1CLl"ICO ,, PER IL 1926. Si1igoli: (1) Alla sola Sezione pratica (settimanale). (la) Alla sola Sezione medica (mensile) . . (lb) Alla sola Sezione chirurgica (mensile)

Cumulativi : (2) Alle due Sezioni (pratica e medica). . . (3) Alle due Sezioni (pratica e chirurgica). . . (4) Alle tre Sezioni (pratica, medica e chirurgica) .

• • •

ITALIA Lire 60 Lire 85 Lire 35

ESTERO

Lire 85 Lire 85 Lire 100

Lire 140 Lire 140 Lire 160

Lire 100 Lire 60 Lire 50

. . - Una preghiera ai nostri fedeli abbonati 1 quanto più possibile l' invio dell' importo di rinnovazione dell'abbonamento pel 1926 e, sul polizzino del vaglia postale, applicare possibilmente la fascetta con la quale si sono finora ricevùti i fascicoli o, quanto meno, indicare con esattezza il rispettivo numero di abbonamento. Con ciò verranno facilitati due compiti : all'Ufficio d'Amministrazione, quello dell'esatto accreditamento del pagamento nella rispettiva partita; ali' Ufficio di Spedizione, l'altro di mantenere ininterrotto e regolare linvio dei fascicoli pel nuovo anno 1926.

Affrettare

Ricordiamo che il vaglia postale dovrà essere lndirlzzato nominativamente alr editore LUIGI POZZI, via Sistina, 14, Roma, e che (nel posto riservato al bollo dell'Ufficio Postale pagatore) deve essere munito della prescritta marca da bollo da 6 centesimi Uno alle L. 100 e da centesimi 1O se il vaglia aupera le L. 100. Chi si trova sprovvi1to della marca accresca dei detti eenteslml l'Importo del vaglia stesso.

N. B. - Del vaglia postale inviato in saldo deU'abbonBmento, deve conservarsi la relativa ricevuta. L'EDITORE.

Et,. 11li nfJbonau1ent i cum11la tii1i col ' ' Policli11irn ..

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A.NNO XXXII

Roma; 7

Uice1nb1~e

1925

}'as<·. 4:9

, .

fondato dai professori :

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE

P.RAT~CA

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. Lavori ori g i1nali : A.. Alessandrini: _o\.zione del clorti.ro

Appunti

~er aI

medico pratico :

C ASISTICA E TERAPIA : 11 ~rogno.sti co del ganglio di 1'rot-

''~ lore

di sodio su l batteriofa:go.

Note .~ r. ontribut~ : Tancr~i

Cor te61i: Alcun.i icaSii. di. pa1'a.lIS1 pxogressrva cure:tt1 -con la linocmlazione della malaria. Osservazioni cliniche : s. Ca·ste1l::i.!1a: Un caso di saroomn. -conigell!ito. St•nti e rassegine : CARDIOLOGIA : T. W al'dro p Griffi.th: Sulla Pl'Og"lloei e trattamento del1le .aritmrLe. - NEUROLOGIA: S~n~tar: Diagnosi e cu r a dei t urm.ori ieereb1'ali. cenni b•bhografici. Accademie, Società m ediche, Cong ressi : XXXI Con gresso di M edicina Intern a. 1

diagnostioo e tne.r ne~ OMl CTo g-astrioo. - Diagnosi e t rattamen to ch n·u~·g~co nella, diverticolite 1del 1 Colcm. - Diverti.coli ,.a.ei d1g1u n o. - La prova deU'ista.rnina oome m.isurn, d~ll'aJttivrl.tà sec.rietiv.a dello stoimaico. La eiura del p1lorospasmo ie .dei vomit i abitua.Li. - POSTA DEGLI AB1

V ARIA·

BONATI. -

Ne ll a . vita professionale : Cronaie•a ·del movimento p.:rof(::.E)S1onaJe. - Congresso Naz.ion•a le d ei Meddoi Oorudotti. - - qon>e?l\Si. - Nomine, promozioni ed onorificenze.

Not1z1e diverse. Indice alfabetico per materie.

Diritti di proprietà riservati . - É vietata la riproduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e l a piil>blicJazionP dei suntt df esS'i senza cit arne la fonte .

.

LAVORI ORIGINALI. 1STIT1;r o D' I GIENE DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROl\ilA

dirett o dal :p rof. G. SANARELT..I

J itica dello stipite di batteriofago saggiato e si esprime col segno e L che si definisce esponerite litico.

Orbene lo stipit e di batteriofago antitifl.co rJi cui abbiamo fatto parola ha agito a d una dill1izione 1

~lzione del

su 1 D ott. ~e l

clo1·u1·0 di soclio

batte1~iofago.

ALESSANDRO ..\LESSAN ORTN r,

aiuto.

corso cli una serie di esperienze istituii€ per s tabilire l'attività litica ·di un batteriofago a ntiiiftco, isolato dalle feci di un convalescente dj feb .. bre tifoide, mi venne fatto di osservare un comportamento singolare della soluzione fisiologica di NaCl su quest o batteriofago, di fronte al brodo ordinario . .come è n oto, per g iudicare l'attività litica di nno stipite ·di batteriofago è necessario fis sarne il grado sino al limite massimo e si usa il m etodo pro1posto dal W er themann, basato sull e diluizion i s uccessive, c11e consiste n ell 'aggiu ngere ad lin t ubo conten ente 9 eme. di brodo comune 1 em e. di principio litico: di questa prima diluizion e :Se ne prende 1 ci.ne. e sl aggillnge a 9 em e. di brodo di un secondo tubo e co,s ì di s~guito per una serie di una ventina di tubi. Tutti i tubi sono quindi seminati con una ansata normale del ceppo ba tterico sensibile e do1p o 12-18 ore di incubazione in termostato a 37°, si fa la l ettura. L 'espone11te della d illlizi.one limite nella qual.e .aYviene ancora la lisi dà la mi sura della a•ttiv ità

1

<'Stpressa cta 1 09 li tico di 9.

,

ossia ha presentato un esp onen te

\iolli allora ved ere se sostitu endo al brodo nf'l primo tubo .a.ell a soluz. ftsiol. di NaCl l 'esp oriente • litico subisse d elle modificazion i e per q uesto aggi unsi 1 eme. di li·s ato batteriof agico a 9 r,mc. di soluz. ftsiol. di NaCl al 0,9 % eseguer1d o le successive diluizioni in brodo ordinario. Risultò che l'esponen te l itico ri1r1ase i n variato. i\l a avend o nuovam ente d et erm inata l'attività li1 tica d el batteriofago ·diluito in sol uz. fisi ol. rtopo che la serie d ei tubi er a rimasta in t.ermogtato a 370 1per Z4 ore, notai che l 'esponente )itico era legger1n ente diminuito e precisamente di 7. 'Ritenni interessante di ripetere l'esperien za i opo aver tenuto il ·1primo tubo della serie per J.ltri 5 giorni in t ermostato ed eseguita la d eter1ninazionP. dell'attività 1itica risultò ancor a e n otpvol1nente abbassata perchè l'eSlp onente litico fu di 4. Eseguita una nt1ova determinazion.e ·do.p o altri 5 giorni dj termostato tr ovai che l'attività litica era completamente scomparsa e l' esponente litico u guale a O. Dunque il batteriofago diluito in soluz . fi :: i0l. di NaCl dopo 10 giorni cli termostato a ~?o aveva I

..


1 106

IL POLICLINICO

<;Om1p·l etamente ,p erduto la sua attività tanto che non mi fu possibile di mettere in evidenza alcuna area batteriof agica negli strisci su tubi di agar inclinato, mentre nelle prove di controllo eseguite contemporaneamente col brodo ordinario il batteriofag·o in questione non ave\'a affatto modificate le sue proprj età. • Quale la causa del fenome110? Era. essa dovuta allo stipite di batteriofago cimentato o alla soluzione fisiologica? Ho ri1petuto allora la. ricercn con altri due stipiti di batteriofago, u110 antishiga ed uno anticali, d1 cui il 1primo presentava un e::>ponente litico di 12 ed il s.econ·do di 8. In 2 matracci, contenenti ciascuno 45 eme. di 5olnz. ftsiol. di NaCl al 0,9 %, 110 aggiunto jn uno 5 crr1c. di principio litico antishiga, nell'altro G crr1c. di principio litico anti colj e subito dopo ne 110 deter1ni11ate le att.i vità litiche serondo i1 n1etodo d escritto. L'eS1p onente litico 11on h1 subito alcuna modifìcazione i11 nessuno ·dei due cac;;i. I 2 ma tracci sono sfati allora poc:;ti in termos tato e dopo 72 ore ho determinato nuovamente l'esponente litico che per jl batteriofago antishiga è disceso a 9 e 1p 8r l'anticoli a 7. Al quipto giorno l'e51ponente litico era rispettivamente di 5 e di 3: al ·decimo giorno l 'esponente litico per il batteriofag·o antjshiga di 2, esponente litico O per J'anticoli: ·do1p o 12 giorni di termostato espor1ente litico O anche p er il batteriofago antis l1iga. ~on v'ha dubbio alcuno che il contatto prolurig ato in solnz. ftsiol. òj NaCl agjsce in modo nocivo s ul batteriofago distruggendolo. E che ~ia '

[ANNO XXXII,

4•J

FASC.

cosi lo si desun1e anche dalle prove eseguit~ per esal1 are nuova1r1ente l'attivit?t litica dei due bat teriofaghi col rnetodo descTitto da D' Hérelle, eh.e consiste nell'es&guir e delle filtrazioni successiYe attraverso can·dela dei liquidi nei qnali si sos.petta la presenza di principio litico, prove che sonc· ri$U ltate del tutto n.egative .

* **

I-Io ritenuto opportuno di estendere le m je ricerche .e di studiare, p onen·d orni sempre nelle steSse condizioni di eSl{>€rimiento e adoperando seru• pre la stessa tecnica, il comportamento dei tre sti·p iti ·di batteriofagi di fronte all'acqua dj stil!ata e ad 11na d1~11e acque potabili di Rorna (acq1ta .ì\1arcia).

I .a tecnica usata è stata la seguente. I.'a cqua distillata e l'acqua 1potabile sono state di$tribuite in matracci dj vetro di lena riStpettivamente nella quantità di 45 eme. per matraccio che .p oi c;ono stati sterilizzati in autoclave. Ho aggiunto quindi 5 eme. di principio litico antitifìco in un matraccio contr·nente acqua distillata, e 5 eme. d ello stesso lisato in un matraccio contenente a cqua potabile, in modo da avere u11a diluizione 1: 10. Lo stesso procedimento 110 eseguito per il pri ut:iipio litico antishiga e per quello anticali. Sllbito dopo ho proceduto alla determinazlone dell'esponente litico : quindi i 6 matracci sono' stati messi i11 termostato a 37° e do1po 3, 5, 10, 15' g·iorni n e tio saggiate l e~ attività litiche. Ecco i risultati ottenuti <.;he riassumo nell e clue seguenti tabelle.

TABELLA I.

Esperienze con acqua d·i slillnta sterilizzata. Determinazione d>§.lle attività litich.e espresse dai rispettivi esponenti litici.

Su bi to dopo la Dopo 3 giorni• Dopo 5 giorni Dopo 10 giorni Dopo lo giorni di termostato diluizione di termostato di termostato di termostato a 87° a 37° a 37° in H:sO distillata a 37°

'

Batteriofago antitifico e

antishiga

e

anticoli

9

e L --

12

9

9

e L --

9

12

9

~L

9

6

8

e L-- vL.!.

6

Esperienze con, acqua potabile (a cqu a ~farcia) ster1li;;.:ata. J) et erni i nazione dtlle attività litiche espresse dai r isJJ ettivi esponenti litici. 'f ABEI LA II.

Subito dopo la Dopo B giorni Dopo 5 giorni Dopo 10 giornj Dopo 15 giorni I diluizione in di termostato di termostato di termostato di termostato a 37° a 37° a 37° a 37° acqua potabile

Batteriofago autitifico

eL

9

e L --

9

eL = 9

e L --

9

e L --

9 •

e

antishiga

eL

12

eL

12

OL = 12

e

anticoli

eL

8

eL

8

eL

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8

e L --

10

e L -- 8

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e L-- 12

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SEZIONE P!l \TICA

1707

1

D lnqne rrientr e l'attività litica d.e i tre stipiti lll batteriofagi, espre ·sa dai rispettivi esponenti l·l ticl, è completamente distrtttta dal contatto pr()lurigato in, solu;. fìsiol. di 'i\·acl al 0,9 %. essa ha ~uùi,t.o sol(I una leggera diniin:u::iorie in acq11a distillata su due dei tre stiJJiti saggiati, ed è ri111asta irivarlala ir:, acq·l la 1JOtabite.

Quest'ultimo caso apporta un co11tributo ed una con!errr1a alle osservazio11.i di D' H érelle, Du!nas, • \\'agemans, Arloi11g € Sempé dalle qun·u rjsulta che ì e acque potabili, s tagnanti e dei fiurni co11te11go110 dei bntteriofagi mu1t1pli dotati cli una a ttiyjtà litica eleYati s-ima. L'azione no<;iYa esercitata dal ~aCl sui batteriofagi può essere però corretta in parte, se non in !utto, dalla prese11z ;t n ella soluzione q_i 1pj ~cole quau tità di carbonato di calcio. Ciò si ncf'orda perf~ttarnente con le osservazio11i della Tra ube~Iengarini e di Scala. Qru~sti autori in una serie di interessantissime ric.:er cl1e sull'azione del XaCl sui corpuscoli rossi clel sa11gue di rana, sui tripanosomi della rana, TABEL L..\ JJI .

Espfriel{;e con, solu;:,. fìs·l ol. al 0,9

~n i •p arameci e sull e opaline 11a11110 dim o;:;trato che n ella soluz. di NaCl, pur essendo sod·disfatte le condizioni della pressione osmotica, il cloruro di .sodio esercita una a.zione ·dannosa sulle emazie e sui protozoi, alterando in quelle gravemente la costitu zion e, inducendo in questi, più o meno rapidamente, la morte. Hanno poi co11statato che g·J i effetti nocivi ·del NaCl possono essere ne11tralizzati dalla presenza nella soluzione di 1p·i ccole q11a11tità di carbonati dei metalli alcalini e alcalino-terrosi e giustame11te fanno osserva-rP cbe la solu.:. di .\ ·acz solo non è {lsio·logica, ma che per essere veramente fisiologica ·deve esser costitui~a di nn miscuglio di sali che corregg·ar.o a Yirenda le proprie azj_oni tossiche. P erciò, procedendo secondo la tecnica già dc5critta, 110 ri1p etuto le esperienze coi tre stipiti di lJattqriofagi, aggit111gendo alla soluz. di NaCl al 0,9 ~6 una piccola quantità di c~rbonato di calcio (circa 0,004 ~{,) . I risultati, com e si può ·desu1nere dalla segnente tnbella, no1t possono essere più probatjvi.

/

% cui è stato aggiunto 0,004 di carbonalo di calcio.

Detern1ina:,ione <l·' lle atlività l ·i tic'he espres e dai ris11 ettivi esponenti liti ci.

Subito dopo la diluizioné

Batteriofago an ti ti.fico antishiga l «

antico li

e L --

9

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12

L

eL

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-------

I

I Dopo

3 giorni di termostato a 37°

Dopo 5 giorni di termostato a 37°

eL

9

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12

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8

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L

eL

~

Se 7Le ded1lc e che il compartaniento dei tre batteriofagi in soluz. fi,siol. di NaCl al 0,9 %. corretta coll'aggiunta di piccole quantità di carb·?nala di calcio, è molto simile, per non dire eguale, a q 1telto rise on t.rato nelle es1Jerien::.e con acqua dlslillata: infatti si è aYuta una leggera dìrnir. n-

zione dell'at tività litira in decima giornat~ di terrnostato a 370, cl1e è rimasta costante nelle SU(:cessive deter1ninazioni.

* ** :E ormai ben dimostrato che la .soluzjone cosi· detta :fisiologica esercita una azione inibitrice e dannosa sul1a vitalità di molti microbi visibili. Le ricerche di Méquel, che per il primo ha studiato il potere ostacolante del NaCl sulla moltiplicazione dei ger111i atmosferici, quelle di Fi cker. di Loe.b, di ~I. Levi della \Tj da, di \Vilson e

9

L-- 12

8

Dopo 10 giorni Dopo 15 giorni di termostato di termostato a 37° a 37°

eL

--

8

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-

9

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()

L

8

L

9

<' L

6

S11earer, di Legroux ed Eliava, di. Duthoi t e recente1nente di P anisset, Verge e Carneiro, 1per n on citnre che i 1p rincipali, non lasciano alcun dnbbio i11 proposito. Fatto degno di nota, questi tre ulti1ni. autori hanno i11oltre n1esso in evidenza cl1e l'acqua distillata. contrariamente a quanto si è ritennto sino ad oggi, permette ai microrganismi di conservare inalterate le loro proprietà morfologiche e biologiclle, anzi raa>presenta, salvo forse 1p er il bacillo carhon chioso, un mezzo d.i scelta per la persjsten za della loro vitalità. Identjco comportamento noi abJ)iarno rjscontrat o per il batteriofago di fronte alla soluz. fìsiolcgica e all'acqua distillata, rp er cui s1amo indotti ad amm ettere più 1per la natura vivente che per la 11atnra chimj ca del 1princip1o litico tras!l1is<;i1Jjle in serie, contrariamente a quanto assPrisce I. ila Costa Cruz, anche perc11è il 1neccanic;rro


1~08

II

POL ICLI:\ICO

i11ti1no dell 'a zione tossica <'lel :.\aCl )1e è un a conf er1na.

Dc'bbinrno infatti agli studi della l\'Iengarj11i e di ·ca la la spiegazione chiara e precisa ·d1 questo fenomeno biocl1imico. Essi infatti hanno d11nostrato che gli effetti nocivi del cloruro di sodio ùip fl 11dono (lall'acido cloridrico cl1e si met ~e ir1 libt1·tà in rpr-esenza del protoplas1r1a vivente, a llorc11è i l cloruro ,di sodio, penetrato nel contenuto pro I 1"J1p las rnatico, f orrna dei sodio-proteidi che 1p oi divengono a cido-sodio-proteidi: in altre parole cì1e nella re11 ula vivente e solo quando è viva. p er azione del cloruro ·di sodio si va form:indo un <lmbi cnte acido per acido cloridrico il qn:il~ produce gli effetti letali che conducono alla d~ stru­ zio11 e e alJa morte della cellula.

f .\.:'-.'NO XXXII, F ASC. ~91

NOTE E CONTRiBUTI. DI S. S.EYERINO IN \ -ENEZrA diretto clal 1prof. L. CAPPELLETTI.

0SJ>EOALE P S ICHIATRICO

Alcuni- casi di pai·alisi p1·og1·essi~a curati con la inoc11lazione della mala1·ia. (1). P rr il dott.

1'ANCREDI

CORTESJ, vice-direttore.

Ho s0tto1Posto alla inoculazioz;ie della mr:ilaria (terzana) n egli anr1i 1924-1925, se.c ondo il noto metodo _Wagner v. Jauregg, n. 14 (quattor·dici) paralitici progressi'" i ricoverati nell'Ospedale di San Serv0lo, in vario stadio della malattia. In quattro di questi non si ebbe lo sviluppo d e'la febbre malarica. l\ei rima11enti dieci malati a distanza ·di u11a. due, tre settirr1a.ne dalla inoculazione, si ebbe lo sviluppo di a ccessi febbrili ti1Pici che in due casi cessarono s1pontanean1ente clopo quattro-otto accessi, mentre neg·li altri non cessarono cl1e con la som1ninistrazione· del chinino: lasciai svolg·ersi da otto a quindici accessi, seco11do la varia r esistenza fisica dei malati, raggit1nge11do, in due terzi circa degli a ccessi, terr1pe:rature intorno ai 40° e spesso anche superiori. La infezione fu sempre sopportata bene e non elette luogo a inco11,·enienti: la interruzione della febbre fu ottenuta quasi costantemente sjn dalle 1pri1ne somministrazioni del chi11ino. Nessuno dei inalati inoculati morì in causa della malaria· uno solo venne a 1r1orte tre mesi doipo la interruzione della febbre, p er cau se indipen·d enti da questa. Cessati o interrotti gli accessi febbrili, sottoposi i malati alle solite cure arsenobenzolicl1e ( i11j ezioni endovenose) e bismutiche. Su dieci casi così trattati, in c'inque ca.si 110 osservato miglio1·a11ienli di vario grado: molto not evole in un. caso cl1e fu potuto curare poco dopo la violenta esplosione. d ella malattia, in cui. si è ottenuto un Tiordinan1e11to psicl1ico quasi con1pleto, permanendo solo lie,·e fatuità e ipocritica, senza però scomparsa, ma solo attenuazione, della disartria e dei tre111ori mimici; r e1niss io11e cl1e persiste da oltre sei mesi; miglioramento abbastanza notevole in altri due casi (in cui si trattava di f orme datanti da due-tre anni, in a non gravi ) ; in qt1Psti si è i1otato scompar. a del delirio, riordinamento del contegno, persiste11za di notevole fatuità e deficienza critica; in altri due casi, uno a11t ico e uno recente (ma in questo ultimo la febbre fu do\ruta interrorn1p ere al quinto accesso ·p er le cattive condizioni genernli causate dalla grave agitazione p sicon1otoria' il 111iglioramento è stato I

COì\CLUSIONE (1) . Nelle ricercl1e batt.eriologicl1e si usa sempre ernulsionare i germi in soluz. fistoJ. di NaC1, 1na in d ~ ttn solnzione, p ur essen do socldisfatte IP. con dizioni della pressione os1notica, il cloruro cii sodio esercita una azion e tossica, alterando la costituzion e del 1Jroto1plasma dei batteri e jnducendo in questi più o meno raipi-damente la morte. Anche il batteriofago in so1uz. ftsiol. si comporta alla stessa -stregua ·dei batteri, è cioè ucciso. Se p.erò si aggiunge alla solu z. di NaCl picr:!olissin1e quantità di carbonato di calcio (0,004 %J se n e corregge in parte l'azione nociva. ~el l'acqua distillata, e meglio ancora nell'acqua potabile co1nune, l'attività litica del batteriofa.go, -espressa dall'esponente litico, rirnane inva!·iata. questo cs11erie11ze apportano, sebbene indiret1:t1nc11te, un contributo alla teoria ,sulla natura 1nicrohi l:a del batteriofago. BIBLIOGRAFI.t\..

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('.A~IBIER.

1·raité de bactériolog·l e pure et a7Jpliquée. Naud, 1902. F1c1~E1<. Zeitschrift f. Hygiene, 29. 1898, 1 p. 1. LoEn. Biochemisclle Zeitschrift, 2, 1906, p. 81. ~1. LEVI DELLA VID.\. Annali d'Igie11e, 19, 1909, p . 249. DUTHOIT. Compt.-rend. de la Soc. de biol., 89, 1923, 1p. 543, 550 e 553. PANlSSE'l', VERGE e CARNEIRO. An11. d.e l'Inst. Pasteur, S!J, 1925, p. 80. I. n., COSTA CRuz. Corupt.-rend. de la Soc. de biol., .<IO, 1924, p. 236. BnuTS.\ERT. Ibidem, 90, 1924, p. 646. rf. :\JCNCTAHINI e SCALA. Archivio cli fisiologia, 3, 1906, ) J/,, .. ,...:) e lI, 190""'1 p. l"'(r.,. !:")o l. ?\ltQOE1.

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ri ~ ult ati

di queste esperienze sono s tati og~el lo di u11a comunicazione orale tenuta alla ll . \ er n (lern in '\Ieclica di Roma. nel la seduta ord in ·l 11 a tl rl '-2~1 n1arzo 19i~. (1

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(1) Comunicazione inviata al Congre-.-.o F1 e11iat rie o di Tri e..., re rl e1 :? ~-<i'ì c:;c>tt e111hre 1925. •


[ANNO XXXII, FASC. 491•

SEZIONE PRATICA

pitì lieve (parziale riordinamento del conteg110, notevole attenuazio11e del delirio e dell'j ncoe' renza) . Resta a vedere se tali parziali remissioni, cl1e datano tutte da pochi mesi (tre-sei), abbiano una persistenza ir1aggiore e un divers o significato dal1e solite no11 infrequenti remissioni spontanee della p. p. In tutti questi casi, al miglioramento 1psichico che si è iniziato di solito un mese o due (lOIPO la cessazione della febbre -, non ha corrisposto un adeguato miglioramento dei disturbi neurologici; J:i disartria, i fenomeni pupillari e i tremori sono persistiti o si sono solamente attenuati: la reazio11e vVasser1nann nel sangue 43 rimasta invariata: invariate in genere sono rimaste anr.he le varie reazioni del liq. C. R. , m en o in un cac:;o in cui f;i è notato attenuazione della R. vV. della Nonne-Apelt e della linfocitosi. ~egli altri cinque casi, di ct1i uno solo recente e gli altri quattro antichi e gravemente demenziali, nort si è ottenuto n essun miglioramP-nto. Il beneficio che può attendersi dalla cura r11alarica è assai 1più notevole n ei 1pri1ni stadi della paralisi progressiva, anche se la malattia si insedia in modo grave e tumultuoso. Qualche beneficio può attendersi ancl1e nelle forme clinicamente affermatesi da due-tre anni, se non si tratta di forme gravemente demenziali: in queste ultime, P in generP negli stadi inoltrati della malattia, n essun vantaggio p uò atten·der.si dalla cura malu rica. Pare che il ben eficio della cura sia tanto più notevole quanto più alta e duratura fu la febbre: sembra perciò 01p1Portuno prolungare gli aocessi il più possibile, compatibilmente con la resistenza orga11ica del soggetto. Nessun caso •di malaria spontanea ebbe mai ad osservarsi nell'Ospedale di S. Servolo durante o ·dopo tali forme .cli malaria provocata. \ ·enezia 22 settembre 1925. '

pubblicazione: J. B. HURRY.

I Circoli Viziosi 1n Patologia. Tra.Juzione dalla 3 edizione ingleee. rived·u ta ed accre&ciuta dal Dott. GIUSEPPE DRAGOTTI, con prefazione del PJ.•of. VITTORIO . ~SCOLI. . U.n volume di pa~gg. VIII-296, n.itid.a men.te sta,mpato su ·c a1•ta c;eimipatinata. con 23 tavole interca late ed una a colori lfuo1ri testo. Pl"ezzo : In brocht11·~ L. 4 O ; per i n 1ostri .ab bona.ti sole L. 36, 7 5. Rilegato artii.et~.oaimente in pieu.a tela ingl€se. con inscrizioni in 01·0 eul piano e s·ul dorso L. 4 5 ; per i n ostri a1b bonaiti sole L. 40,75. InYiare Vagli a. postale all'Editore LUIGI POZZI. ' ria Sistiiina, n . 14 - ROMA. 1

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1709

OSSERVAZIONI CLINICHE. Un ~aso di sa1·co1na congenito per il dott. SALVATORE CASTELL.\~A (·Palmn. ~Iont echiaro ) . Riferisco un caso di sarcoma in un neonato, per. C·h è tale affezione non si osserva spesso nella pra. tica co znune e la storia di questo caso clinico può essere di utilità pratica. 10 a1Jrile 1924, S. R. di i11esi due, cla Palma Mo11-

tecl1iaro (Girgenti). Il padre gode buona salute e dice di non avere avuto malattie degne di nota. La n1aidre ha avuto due gravidanze condotte a termine. Essa durante l'ultima gravidanza a ter1nine della quale diede alla luce la bambina che è oggetto del presente studio, dice di essere stata operata due volte per ap1pendicite e cioè al secondo e terzo mese di gestazione. La sorellina del1a piccola pa-ziente, ·di nr1ni tre, nacque ed è tuttora affetta da epicanto. La paziente nacque al i1ono m ese con parto fisiologico ed è allattata al seno materno·. Cinqu e giorni dopo la nascita la n1a.dre notò nella bambina u11a 1Pi.ccola tumefazione dura alla regione anteriore della gamba ·di sinistra, che andò sempre crescendo fino a raggiungere la g·randezza attuale. Esani.e generale: B. di costituzio11e regolare, la lunghezza ed il peso non si allontanano dalla m edia per i bambini ·di quell'età, il 1pannicolo adiposo è .bene sviluppato. Nulla all'esam e della testa e degli organi contenutivi, nulla all'esame del collo. Al torace fra la lin ea ascellare 1posteriore d:i destra e la scapolare anteriore d ello stesso lato notasi una tumefazione della grossezza di una nocciuola, il cui colorito della pelle so:vrastante è rosso cupo; detta tumefazione è aderente alla pelle e mobile sul tessuto isottocutaneo. Notasi inoltre una piccola turnef azion e alla regione sc~po­ lare di sinistra della grossezza ·di un cece. molle, rnobUe, i1011 aderente alla })Olle del c0lorito della pelle normale. L,'addome si presenta t1n po' tt1mi·do , J a palpazione non è .d olorosa e nulla si rileva di anormale alla percussione. All'inguine ,di sinistra notasi llna tumefazio11e della grandezza di una n occiuola aiderente alla 1p elle, mobile sul sottocutaneo e di colorito bluastro con evidenti vasi iniettati. Nulla all'esame degli arti tranne quanto dirò nell'e~a · me locale dell'arto inferiore di sinistra. L'alvo non è r egolare, infatti va di corpo in n1edia tre volte al giorno e le feci sono molli, granulose e di colorito ve1~dast.ro. Polso 130, temperatura 36.8, respiro 28. Esame locale - I spezione. La coscia di sinistra si 1preser1ta uniformem ente ingrossata ·dall'inguine al ginocchio e del ·volume di un grosso cedro. La pelle si presenta tesa, liscia, lucente, di colore ran1eico con evidentissime vene formanti un reticolo irregolare; in alcuni ,p unti sono evidenti anche reti capillari. Palpazione. La tumefazione della coscia sinistra ora descritta alla palpazione non dà una sensazione uniforme, infatti essa si 1Presenta pastosaelastica dall'inguine alla m età della coscia, men1

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1710

l I. POLICLINICO

[.t\J.'lNO

tre verso il gin occhio dà un senso evidente di fluttuazione; al ~ato est~rno 1del ginoccl1io notasi 1però un punto d1 maggiore resiste11za. La pelle so'?'astant~ . alla tu mefazione è 1)il.1 calda dei punti s1mmetr1c1 dell'altra coscia e de1Je ri1na11enti parti del corpo. · Percussione . La p ercussione su tutto l'am'b ito del tumore d à risonanza ottusa. A scoltazion e. All'ascoltazione non notasi n essun. rumore di soffio , nè si sente il polso dell'arteria fem orale. D iagnosi. Sed e principale d ell'aff ezione è la coscia sinistra, ma anch.e l'apparato gla11dolare linfatico e la 1p elle sono iJlva se dal male. Considerato !p oi che la tumefazione d ella coscia sinistra è an.data rapidamente crescendo fino a ragaiungero il volume di un grosso cedro; con siderat; che la superficie di d etto tumore oè liscia tesa lucente di colore rameico e com.e marmoi·izzat~ p er l~ mol~e vene evidentissime; considerato che alla pal1Paz1one la tumeazione n on si presenta unifor m e e che la pelle iè più calda ·delle altre 1p arti d el corpo; considerato ch e alla percu ssione dà suono ottuso su tutto l'ambito e che all'ascoltazione non si sentono soffi ; considerato infine cl1e l'af.fezione ha jn·v aso gradatam en te l'ap1parato glandolare linf8:tico e la ~elle, si fa diagn osi di sarcom a conge111to con m etastasi all'inguine, all'ascella d estra ed alla r egione scapolare sinistra. Progriosi. Datu la n atura dell'affezione la prog·n osi è in·f a ust<.ì. · Ctlra. Data la inYasione del tumore a tutto l'organismo non è possibile alcuna operazioI!e. Ji.<".lto La piccola inferma morì il 3 m aggio al1' et ù cl i 82 giorni.

XXXII,

FASC.

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bra n on abbi.ano alcun rapporto colla affezione di cui noi trattiamo. Ed ora passiamo ad esaminare, procedendo per esclusione, co11 quali altre malattie poteva confondersi la affezione che 'è oggetto .del presente studio. Esclu i o senz'altro Je affezioni infettive acute dei tessuti m olli, del per iostio _e dell' osso, 1Percl1è nella stori a di questa malattia non figura affatto il sintonia prin.cipale di tali affezioni, cioè la febbre e .p o'i la malattia in 1parola non ha l'andam ento acuto di esse. An che la tubercolosi della gam·b a viene scartata sia per l'assen za della febbre, sia per la comparsa tropp o r apida, poicl1è i processi cocl11ani comune~ m ente sogliono svilu1piparsi molto più lentamente, sia perchè la tulbercolosi congenita non esiste C\'on Pirquet, trattato di P ediatria del Feer). In ·quanto 1poi alla sifilid e faccio nota re che non esistono dati a namnestici per farla sospettare e che l'affezione della nostra piccola malata non si accompagnava ad altre manifestazioni della sifilide congenita, quale il penfìgo, la corizza ed il tumore di milza. Non è stata fatta la \\' . per ~an­ canza di mezzi tecnici Il morbo di lVIoller-Barlo\v viene pure esclusu, 1perch1è questa affezione nasce n ei bambini allattati a rtificialmente ed al 20-3° trimestr e di vita; esso presenta manifestazioni em orragiche nelle Dall'anammesi farniliare di questa piccola infer- mucos·e ed alla p elle ed i psel1do tumori di quema sappiamo cl1e ln madre cli lei soffr], dura11te sta malattia. danno alla 1Palpazione senso di rte l a gestazione, do1po la quale diede alla lt1r.e Ja 110- 1p itazione, perchè sono dati da ematomi sottopestra aTnmalata, di appendicite e cl1e fu operata riostei e intermuscolari; essi sono molto più doloro i e ·danno pseudo paralisi: tutto ciò man ca perciò cluc Yolte; inoltre sappiarno cl1e la sor-!'llj n1. dell' infern1a è affetta ·da anomalia congenita della n ella n ostra malata. .~on si tratta nep1pure di cloroma, perchè non è pell e d ell'angolo jnterno .clell'occl1io e cioè di qurlla i11alfol'rnnzione congo11ita cl1c Yien clettn epi- questa l età in cui si sviluppa il cloroma, (fra i 4 ecl i 30 anni) n·è risponde la séde (abitualmente canto. ematon1i sotto il p eriostio delle ossa piatte d el craHPlJ i alno cl1e cin qt1e giot'ni dopo Ja nascita dell'i11f er1na la madre notò una piccola t umefazion e n io) e manca poi il colorito giallo o vercle grjgio dura alla reg·ion e a nteriore ·della gamba sinistr a 1proprio di tale affezione. Ed entriamo ora nel campo dei tumori pr opriad ella l)iccola malata; tale affezion e evidentemen· te dOYette nascere •qu alche tem1po prjma, ·p recisa· mente detti. Scarto a priori t1na 1pr ima grande cam ent e <lurante la gestazio11e e divenne palese solo tegoria di essi, i tumori benigni ed ammetto senz'altro trattarsi di tumori maligni, p erch è i c~­ al qui11to giorn o dopo Ja n ascita, 1Per cui io riten ratteri della malignità sono precisamente quelli go l'affezione come congenita. L'e. sere n ata la sorellina della l)aziente co11 epi- che p r es.enta l'affezione della nostra piccola inferca11to è emp1 icemente un caso fortuito ocl h a esso ma. (rapido svilUlPPO, metastasi, tendenza al disfacim ento). Ora fra i tumori maligni a volere rapporto di parentela coll' affezion e congenita ùella schematizzare, distinguia1no a11cora clue grandi nostra a1nmalata? Oggi la scienza non può spiegarci il rapporto che a>assa tra queste due affe- categorie e cioè quelli d el'i\·anti da elementi dei zioni co11genite, ma è ben e che ancl1e questo dato varji tessuti di sosteg110 e quelli derivanti da cellule epiteli.ali.' I caratteri clinici del n ostro tumore annn1n estico sia tenuto presente. sono appunto qt1elli appartenenti ai tumori da cPlQua11to alle operazioni sofferte dalla madre dnruntr la ge--tazione, ~e Yera è la diagno i dcnu11- lule di tessnti di sostegno a tipo immaturo o emzintn ctn 1€i te la sintomalogia che essa racconta di brio11ario, i quali ,-engono detti sarcomi. Infatti il aY<'l'C ~offerto pare che la co11fermi110), a me sen1- tt1more di cui parlian10 a,,·olgc uniformemente la 1

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XXXII, FASC. 49]

SEZIONE PR <\TICA

coscia; la pelle ha il colorito di un rosso rameico speciale, è marmorizzata da una rete venosa molto 0vido11te, ed è più calda delle altre parti : si l1an110 poi metastasi alle glandole ecl alla pelle. Escludo che si p ossa trattare di carcinoma, p e~· chè esso non esiste come congenito e non ne I1a i caratteri clinici (tendenza del tumore alle lllcerazioni, cacl1essia cancerign a, tun1ore no11 delimitabile) . .sono dolen.te di non aver potuto compl etare la presente storia con le ricerche istologiche e sierol ogicl1e og·gi tanto necessarie alla diagnosi di natura, percl1è la famiglia non 11a !Permesso che fossero pigliati pezzetti di tumore e sangue nè durante vita n è dopo la morte. Ad ogni modo, dopo avere escluso tutte le malattie di cui abbiamo parlato, colle quali si sarebbe IPOtuto confondere il nostro tumore, credo di poter stabilire sicuramente la diagnosi clinica di sarcoma congenito.

SUNTI E RASSEGNE. . · CARDIOLOGIA. Sulla p1·ognosi e t1·attamento delle aritmie. ('I. \\.A ROROP GRTFFITH. B ritisl1 1n ed. journ., ] tobre 1924).

s

ot-

aclotta la segn~nte cl a ssificazione rtellr aril1nie: 1) .:\ritrnie simusali; 2) ..\ritmi e da extrasistol·i : a ) stngole: 1) auricolari; 2) ventrico1·1ri; 3) auricoloventricolari o nodali; b) doppie o 1nultj1ple, con. le stesse varietà; e) tachicard1a parossistica; 3) P ols o alternante; ii.) Blocco del cuore : cor1ipleto: 1) da extrasistoli vrntr1rolari; 2) da 1preser1za di due centri ritmici; par:.iale: 1 ) intermissione sporadi ca; 21 ir1 termissjone ritmica; 5) Blocco seno-auricolare; 6) Fibri l1 :-1zione e flutter. La forma cli aritmia che suole osservarsi più frequer1tP.mente è la fibrillazione at1ricolare, o ar·itrnia completa. In essa le pau.se e l'intensità di o g 11i b :lttjto del 1p olso so110 molto irregoln11, e talora ad un battito cl 0bole segu e una lunga pa11sa; c i6 può spiegarsi 'ammettendo, come è in effetto, cl10 la lunga pausa sia tale solo in ap1p·arenza, sia cio è occupata ·da alcuni battiti co~ì lievi da non esser p ercepiti. Meno far.ile è S1piegar :~ come acl una brev e pausa segua ta1or:\ un f orte battito; l' .I\.. p ensa che ciò debba rif P.rirsi ad J,._t\.

1711

un disturbo della contrattilità, cioè ad l1na con di zione sirr1i1r a quella del polso alternante. L' A. confer1na con la s11a eSjperienza che ia digitale è utilissima nella fibrillazione, principalme11te percl1è au1nenta il blocco auricoloventricolare, e, permettendo ad un minor numero dj .sttn101i di varcare il fnscio, rallenta 1'attivith ventricolare, e perrr1ette un miglior riemipimento dei ver1criC')li. I>erò in alcunl casi di sco1npenso cardiaco cori idrope co.spicua, senza notevole aumento d·i fre · quenza del polso, la digitale ricondu sse il com, 1pleto compenso, senza rallentare notevolmente ll polso, ciò che indica una certa azione sulla muscolatura ventricolare. La digitale va generalmente data a dosi su-fficienti ; bisogna però sorvegliare il grado di blocco da essa provocato, e sospen derla se il rallenta. m erito del polso sembra eccessivo, come 1p,ure quar1do cornin ciano a manifestarsi extrasistoli di orig.i ne ectopica. wI ~11tre la digitale non fa scomparire la fihrillazione, la chinidina in molti casi vi ries0e. Essa. fu introdotta n ella terapia cardiaca .d a Frey nei 1918, come un s u ccedaneo meno tossico della chinina, la quale, i;n alcune osservazioni di \Venckebar11, a veva restaurato il ritmo n ormalEl in tu1 malarico fibrillante: si era poj dimostrata at~iva solt:i11to contro l a fibrillazione !Parossistica, non pero nei casi inveterati. Il meccanismo d'azione della chinidina n eìla fibrill azi0n e e ne.I disturbo ad essa affinE·, il flutLcr, si ricollega col concetto patoge'letiro d1 questi disturbi del ritmo. Seconde> il con cetto :li. l\1ines, che è confortato da osservazioni elettrocardiografich8 sperimentali, la fibrillazj one e il flut~er s~rehbero clovnti all'insorgere e ·~1 n1a:otenersi di un'onda circolare nella rnusr.olatura d el sen o o dell'atrio, cl1e comprende un circolo più lungo e regolare ~el flutter con una frBqnenza cli 230-3~0 per minuto, un circolo più breve e irregolare n ella fibrillazione con t1na frequenza di 400-t.00 per minl1to. Da questa onda si diramerebbero rego1armente nel flutter, 1rregolarmente nella fibrillazione, stin1oli che raggiungono 1i ventricoli. E chiaro ch e aumentando la durata del periodo refrattario l'onda circolare viene ad interrompersi, a;>urchè i1el frattempo non rallenti la •sua velÒcità: ora la r,hi11i.dina al1rnenta 1il periodo refrattario, ma ralle11ta anche la velocità dell'or1da circolare, però n1olte volte il prirr10 effetto 1Prevale sul ser.011do. i pu ò discutere se sia utie interrompere una fibrillazione auricolare che dà poco o nessun di·turbo. In teoria è certamente t1tile, perchè il r i. tabilirsi dell'attività auricolare n or1nale fh


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lL POLICLINICO

giuugere reg·olari stimoli ai ventr icoli (se n on vi sono lesioni del fascio), e vi 1produce un miglior rierr.1Jimento e u11a pjù utile attività, anche perchè Ja contrazione auricolare provoca. vortici che chiudono più 1presto e m eglio le valvole atrio\1entricolari. Ed effettiva1r1ente m olti pazienti si sentono mr · glio -dopo restaurato il r itmo normale. Però l'uso della chinidina può talora provocare nausea, '\'Omito, vertigine, debolezza, affannq, e l(>ersino sjn cop1, generalmente col meccanismo di un blocco cbmpleto i1nprovviso. Inoltre sono a temere facili e1r1bolie di coag11lj formatisi n elle auricole 1natt~ve. Bisogna dunque scegliere opportunam ?nte i casi. ed astenersi dalla chinidina nella in · sufficienza carçliaca di notevole grado. Le extrasistoli possono originare da qualunque r1arte ù fll cuore. Secondo l'emotività d el $Ogg-etto recano più o men o disturbo e sono più o ~11eno avvertite. Sperimentalmente nel cane ·s i possono provocare aurnentando la pressione nell'aorta , o m ediante certi. velPni, ecc. t: ragionevole am1nettere che esse sian o dovute a.Ila presenza ji u11 focolaio l)articolarmente ir ritabile ch e si srari.ca. di tanto in tanto. Nel polso bigemino è la sistolP normale clic provoca la scarica deJ focolaio: talora p ere lln a extra.sistole è di stimo 1 0 all'altra e 1p11ò in~o rgere una salve di extrasistoli. \ 'arie sal \' e di extrasistoli posso110 presentare lo stesso r itrno, onde fu . ,i mmaginato cl1e il focolaio extraistolico 1Hantenesse lln suo particolare ritmo, che, soYrapponenciosi al ritmo normale , sj m ette in eviden za di tanto in tanto. Ma ciò è inan1missibil8 almeno ~·ei v·entricoli , per chè questo fo co· laio dovr ebbe essere come cir condato da m1a barriera, chr m entr e permette la .diffusione degli stirnoli dal focolaio a l r imanente miocardio, im· pedtEca. che altri stimoli, e cioè i norn1ali. i)iù frequenti, giungan o al focolaio. Non sempre è facile riconoscere le extrasistoli: ess~ pos5ono confondersi con le segu enti irr egolarità: 1) aritmie sinus ali; 2) flutter e fibrillazione. P articolarm e11te ùifficile è la distjnzione in presenza di extrasistoli intercalate (cioè senza pausa compen satrice'; 3) polso alternante v ero. Per lo più l a prognosi dipende in più ampja 1ni ur a dnlle condizioni associate alle extrasistoli che d all'irregolarità per se stessa. In assenza di lesioni cardia che organiche, g10va di solito il bTomuro di ammonio, Ja c;ottr.tzione degli stimolanti {caffeici, tabacco), un discr eto esercizio all'aria aperta, l'eliminazionP d elle sepsi dentarie, ecc. I ~ digitale va generalmente e'\ritata nelle extra~istoli: piccol e rtosi di chi ni dina si sono spasso

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din1 ostrate utili, specialmente n ella tachicardia parossistica, che va r,onsiderata com e una salve di extrasistoli_ In tale condizione l 'A. ha trovato giovam ento a11cl1e dalle iniezioni di morfina. Il polso alternante vero e persistente ha sernpre una grave •p rognosi. P erò un breve periodo dl alternanza può seguire ogni extrasistole, se11za ch e ciò abbia grave significato 1Prognostico, alm eno per i più degli autori. Un polso · Pseu.d oalternante si può avere 11elle extrasistoli intercalate, in certe condizioni di bloc. co cardiaco, e dOIPO iniezioni di atropina. Nel blocc-0 completo si ha un polso ritmico salvo il caso d ella •p resenza di due c~ntri ritmici nei ventri col i, o l'accorrere di extrasistoli. ve11tricolari. Nel blocco parzial e il polso 1p·u ò anche essere ritmico se il blocco ha il rapporto di 1 a 2. J,a sindrome ·di Adams-Stol<es si può avere sia col blocco com1pleto sia con quello parzial e. DOl<IA. 1

NEUROLOGIA. Uiagnosi e cura dei tnmo1·i ce1·eb1·ali. (SOUTTAR. British Med. Journal, 21 marzo 1925) . Da 1empo immemorabil e si ritiene che la cefalea, il vomito e la neurite ottica siano i sintomi classici .dei tumori cerebrali. Quantunque questi sinto1nL siano presenti n ella grande n1aggioranza ·dei cas,i, tutta,ria essi non costituiscono segni precoci in quanto essendo determina.tj dall'aument<> d ella pressione endocranjca arppaiono, so1t9nto quando 1l tumore 11a raggiu11to un certo v0Jun1e. Il Jj.quido cer ebro-spinale ·è secr eto dal plesso coroideo n ei ventricoli laterali, di qui passa n el terzo ventricolo ed attravers o l'acqu edotto di Sil · vio nel quarto, e quindi attravers o i fori di Luschka e di Magendie passa negli spazi sul1ara0noidei; è riassorbito dai seni venosi, probabilnJ ente a m ezzo idei corpuscoli ·di Pa ccl1ic r1i. ·rutto ciò che ostacolél il flus so normal~ de~ liquido , com e u n n eoplasma, produce ~droce!alo interno ed aumento della tensione intracranica. I tumorj localizzati al disotto della tendg del cervelletto producono in primo tempo distorsioue del ~ onte e del cer vello m edio e lieve iperten:i on e. Questa produce un curioso effetto: i.l cervelJ etto è spinto nel foro occipitale e n el canale vertebrale fino a raggiungere la lamina .JeJla t erza ver tebra. Si forma un " cono cer ebellare ,, che rnentre da una parte costituisce un pericolo per i centri cardiaci e respiratori, ostacola il pass:iggio dct liquor nel canale Yertebrale, l"!nnde ulter io re aumento della pressione endoc,.anica. I tumori situati al dis0tpra della tenda del cervelletto p ossono p rodurre il m edesjmo effetto, ma 1


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SEZIONE PH \TT C..\

solo quando il tumore ha raggiunto un volume considerevole. Questa occlusione cerebrale produce i caratteristici sintomi elastici del tumore endocran !co, che pertanto a'Ppartengono al !Periodo tutt'altro che ìn~zjale dell'affezione. La cefalea è persistente ma con periodi di esacerbazione. Spesso ·è più intensa al mattino, ed in 1seguito a. tutte le cause di au1nento della 1p res· sione endocrjna, com e gli .sforzi e le eccitazioni. Il vomito è im1I»rovviso, violento , esplosivo ; si produce senza cause apparenti e per lo più al mattino. Il .fondo d ell'occhio 1p resenta edema della papilJa anohe 1p.rima che il paziente avverte ·disturbi visivi. Si possono avere a ccessi tran sitori di cecità, ma i difetti persistenti della vista indi.ca.i10 l'inizio dell'atrofia. Altri sintomi generali son o la mancanza d'iniziativa, il torpore mentale, le vertigini, la bra·dicardia, ed eventualrnente conv.ulsioni epilettiformi generalizzate. La di•plo1p ia è tra i sintomi più 1precoci. Più jmporta nti per la diagnosi precoce .del tu1nor~ cer ebrale: sono i sintomi a focolaio . 011esti ·di solito non sono 1dovuti a distruzione del tes, suto cerebrale, che si verifica solo in ,con seguen za di carcinoma o sarcoma metastatico , n è son o consegnenza diretta della pressione esercitata sulle cellt1le cerebrali. Essi sono l'esipressjone di disturbi circolatori locali 1p rodotti dallo svilup[)o de"! tumor e in due m odi: in primo tempo la pressione moderata comprime le vene pro.ducendo cenge tione e quindi fatti irritativi; in 1Serondo tem po la 1p ressione 1p iù forte esercitata dal tu· m ore determina l'occlusione delle arterie, quindi anemia e fenomeni ·d i 1paralisi. I sinto1r1i a focolaio varian o naturalmente con la parte dell'en cefalo sulla quale si esercita 1a pressione del tumore. Dal punto di vi:sta .cl1irurgico l'area più importai1t e della corteccia cerebrale è costitt1ita dalla cire;o11voluzione frontale ascendente o prerolandica e d_a lla 1parietale ascendente o rpostrolandjca. La :->Q"I'ande scissura , scissura rolandica, che si affo11da tra queste due circonvoluzioni se1para la corteccia cerebr ale in due zone a fi1nzioni distinte, r ecettiva quella situata posteriormentP, ed esec utiva qt1elln. situata anteriormente. In effetti n eJla cjrcon vo l11zione postrolan·dica si trovano i centri della sensibilità superficiale e profonda, n el lobo occipitaJ e i centri visivi, nel lobo temporale i centri a custici e nel lobo rparieta~e i -centri n ei 1quali tutte queste sensazioni sono ar1a· lizzate e trasformate in !Percezioni. Nella zona in· ' 'ece posta anteriormente alla scissura ò i n ol ando si trova la frontale a scenden te o 1prerolan1

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dica .con i centri motori di tutti i segmenti ·del corpo, l'area pos tfrontale con i centri della u1emoria dei movimenti combinati e degli atti co· scienti, nonchè il lobo frontal e dove son posti i centri ·della con.dotta e dell'iniziativa e che .sembra essere la. sede dove si elabora la di-rettiva intelligente di tutte le azioni coscienti. La zona motoria per eccellenza è costituita da113. circonvoluzione prerolandica. Vi s i trovano dislocati secondo un rpiano stabilito i centri. dci movim enti coor.dinati semplici, oome la flessione e l 'es'ten sione, con l'ordine seguente con1inciando ·dall'alto in basso: dit.a dei 1p1iedi, piede, gamba, ginocchio, coscia, tronco, s1palla, braccio, avambraccio, dita, pollice, palpebra, labbra, lingua, laringe; anteriorm ente al centro della mano trovasi un centro speciale deputato ai m ovin1enti coniugati degli occhi e del capo con rota:zione al lato opposto. ' Il a>rimo effetto prodotto dalla pressione di un tum ore su questa r egion e è costituita ·da fatti irritativi di questi cen tri in con segl1enza della congestione veno.sa. P eriodicam ente ·q uest'irritazione provoca :scarica ,d ' energia n ervosa da parte dei detti centri e di quelli imme·diatamente vicini, che si estrinseca con lln accesso d' epilessia jack$oniana la -cui caratteristica è che s i verifica costantemente in parti del corpo ben defi111te corrispon.denti alla geografia corticale. L'attacco può essere preceduto da dolore e fo rmico1io nelle 1parti stesse, s'inizia con uno stadio di Sipasrno tonico ·Cui seguono contrazioni cloniche fino ad esaurimento ·d ella corteccia. Quest ' esaurim ~nto è dimostrato dal fatto che dopo l'accesso si ha 11otevole indebolimento della parte cl1e 11a avuto la convulsione. Se però il tumore è situato· iprofon.damente nella co rteccia si può avere paralisi senza alcun segno d'irritazione. Si tratta in ogni caso clt paralisi dei movimenti ma n on dei muscoli, che deter1nina attitudini degli arti a tipo determinato: il braccio tende a m etter si in adduzione, l'avambraccio in flessione e 1pronazione, ~a mano e le dita in fl ession e; le varie sezioni -Oel' 'arto i11ferior e tendono in,rece a m ettersi in estensione. In molti casi i rifl essi 1profondi s i accentu ano e si 11a aumer1to del tono mu scolare fino al~:i rigidità. Urt tuinore localizzato· nella parte superiore dell'area motoria rpuò comprimere l 'emisfero opposto e ·dare paralisi ·di ambo le gambe. Se è locaJizzato irt basso dell'area rnotoria dell'e1nisfero sinistro 1può dare afasia. Se è lesa l 'area .jella taccia si. ha 1paralisi solo dei muscoli facciali infe riori del lato OJp posto, p erchè i muscoli della fronte e delle palpebre hanno i loro centri in ambo gli emisferi. Un fenomeno n otevole nelle

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II. POLICLINICO

l)ar::ilisi corticali della faccia è costituito dalla ·persjstenza d ei movimenti emotivi cl1e ·soì10 co11trolJati dal talamo; il pazie11te che non •p uò muovere alc11n muscolo ·della taccia è ca!l)ace invece di piangere. È questo un caratter e differenziale tra l'e paralisi fac cjali ~corticali e 1p erjferi c1lr. Le resioni ,della circonvoluzione parietale aseend ente, pos tcentrale o postrolandica iprod11ce ·p erdita· dcl se nso di · posizione e di localizzazione, d ella :sen c;ibf!.itù terrr1ica e tattile con distribuzio11 e rh olto irr egolare. L'irritazione di questa parte della corteccia provoca sen so di formjcolio e poichè Ja zona sen sitiva è .in immediato co11tatto r.or1 la zo11a n1otoria si spiega p er.chè gli a ccessi jacksoniani so110 preceduti da parestesie d ell'arto colpito. Nell'arPa motoria dell'P-misfero si nistro oltre i eentri rl el linguaggio, parlato e scritto, si trovar10 i ce11tr i c-osì eletti deJl' euprassia, la cui lesioue iprovoca l'ruprassia. In questo · disturbo, pur es~ sendo. conservata la 1notilità, volontaria, so110 alt erate le azioni coordinat e, ossia quelle per le qunli c'è s tato bisogno di un certo periodo d'edll cazione -per 1p otere accumulare e fa r e tP.soro di speciali, ed in parte assai. complicate, im1r1agin1 d1 movi1u ento ~ di azioni dirette ad un detern.linato scopo. I tun1ori del lobo frontal e, n el quale ri sieado110 i centri delle 1Più com1p lesse combi11azio11i di azioni che car atterizzan o la condotta dell'individuo, provo e~ n o sp esso· un'esubera11za infanti Je, c;e uc;o d 'euf.oria e d 'ipertrofia della personalità, si:1torni questi ann I ogh i a quelli d ella paralisi progres.5iva, oppure 5tati 1passionali _e de1pressivi. 1'alvolta i sin tomi i11iziali sono costituiti i11fine .aa trernori d ella rnuno 01nolaterale e sco1nparsa .del riflessL super! i ci ali al lato opposto. I tunlori di cui finora si è trattato hanno tutti iuterferan ze co11 la motilità . 1'ra quelli che i11 terec:sa110 la porzione sensoriale del cervello so110 i n1porta11ti i turnori che ledo110 le viP. ottich~. Le im1pressloni visive dalla retina giungono alla parte l)05ter iore d el lobo occipit:1.l~ pe rcorrendo così l>uona parte tlel cervello. I,P. fibre del n. ottico si cl ccu ss:lno nel cl1ias1na in modo che le impress ioni pr0Yenie11ti d:-llla 1netà 11asale dell a retina ~nn ~ t ras1nesse al lato opposto . .A.ttro verso Ja h:indeletta otti cn gl i impulsi del campo contr olater a lc so110 tra s111 essi al corpo ge11icolato estcrr1 0, che ~ in connessione con il cervello m edio ~ con i centri dei. musco1i oculomotori, ed al 'Pulvinar talan1ico, donde s'irradiano le fibr e che poi raggiungon o il lobo occipital e. Le fibre pro,·enienti dalla Tnetà te111porale della r etina pa ssano il chin~ Hl<' en zn cl ec ussarsi. Le radiazioni ottiche sono cli spos tr in 1nodo che le r1brc .,uperi o1i riceYor10 gli i1n1pu1 s ! d:llla por1

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zio ne superiore dell a retina e quelle inferi ori dalla porzione inferior e. I disturbi 'Provocati dai n eoplasm i possono esseTe irritativi e distruttivi. I pri111i so110 proYocati dai tum ori corticali e con sistono in scintUlii spesso colora ti. E !Probabile che i disturbi orul ari ctell'err1icrania sono dovuti a disordini vascolari di questa regione. I tumori ~rofo11di pro\rocano contrazione 6Taduale del campo visivo fino ;:i ll'emianor.1sia bilaterale omonima, i11 r elazione alla decussazione ·p arziale del n . ottico. U11 tunlO!'P del lobo parjetale sinistro produrrà cecità d el la :metà .:>inistra dell e retine dei ·du e occhi. I tumori superficiali t end on o ad i11vadere Je aerF.e sen so111otrici situate in avanti provocan do lonp0re n ella faccia e n ella mano del lato op1po sto. I turr1ori profondi tendono ad in,rarlere la part~ ,p osteriore della capsula interna, ·donde disturl)i sensitivi. della metà opposta del corpo e paresi dell'arto inferi.ore a11cl1e del lnto op1posto. Un turnare della parte inferi ore d el lobo temporale Jede le fibre cl1e portano gJi stimoli provenienti dal quadrante super iore -de.1 lato opposto dell'l retu1a: :si ha qujn.d i l' emj ano1psia a quadrante on1onima. I t umori ·dell'uncus del lobo tempor ale producono 11n sintoma strano. Si hanno attacchi transitori nei 1qua li il paziente ha sensazioni curiose, • vere allucinazioni olfattive, gustative, llditi ve e visi\·e. Quelle olfattivP. e g·ustative sono le più comuni e di solito son o spiacevoli, danno un senso di ·disgusto. Juelle visive sono molto bizzar;e, i l paziente v ede, ad •esempio, una serie di ga ttj n tJri o ,di piC{!Ole figure. La cornbinazione ·dell' emia11opsia quadrantica con al1re olfattive, gustative, u ditive o visive con·sente di distinguere i ttnr1ori del 19bo ten11poral e da quelli del lobo occi1pitale. I tumo·ri più comuni del cervello sono i g1 ion1i, la cui rimozi on e è impossibile. Tuttavta si può praticar e la d ecompressione che allevia le sofferenze. Quando il glioma dege11era in cisti, e sp?cie quando questa è sup erficial e, si può 1pratica re l'aS!pirazione ed eventualrnente iniettare formalina o radio: si ha a llora un più lungo periodo di remission e d elle sofferenze. In ogni caso conviene praticare -prima la decompressione che agevol a lo svu otamento delle cisti. I tun1ori suscettibili di asportazione sono gli endoteliomi d ella dura. Per lo [più si tratta di 11eo plasmi ·duri , r otondi, fibrosi, spesso con degen erazio11e centrale; qualchP volta sono molli e fluenti. P ossono esser e peduncolantj o sessili. L'osso soprastante è inolto vascolarizzato ed ipertrofico, per modo che sul cranio si può apprezzare resistenza del tumore. Possono anche invadere l'osso, ma mai il cen·e11o; qu e~to ne risente 1

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~EZIONE PR:\TICA

gli effetti solo per la 1p ressione che subisce. La Joro asportazione lascia una cavità, ma in pochi momenti il cervello riprende il suo posto e la cav~tà scom1pare. ·reoricamentc questi tumori potrebbero essere rimossi. l\1a quando sono molli si diffondono in modo che non si può mai asportarli co1n1pletamente e nella varietà sessile le connec.$]oni con il seno longitudinale superiore ren,dono l'operazione gravissima. Per le su esposte considerazioni il successo drll 'intervertto dipende e~senzia lmenti dalla sua precocità. Da ciò la necessità che la diagnosi dell'affezione e delJa localizzazione del tumore sia 1precisa e fatta prima che compaiono i si11to1n1 dell'ipertensio11e endocranica, percb è questi:\ indica erte il tumore ha già raggiunto 11n certo volume. E ' questo un ca1npo della chirurgia n el quale l'esito di1Pende dalla cooperazione del neuro1patologo e del r.hirt1rgn . 011.

CENNI BIBLIOGRAFICI. G. ..\. DOTTI. Guida elementare alla assistenza della prinia infanzia. Firenze, Vallecchi, pag. 192. I,ire 18.

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Questa « G11i da » è un libro -Oi volgarizzazione della scjt-nza, che può essere letto con interesse n on solo dal profano ma anche da1 medico. La 01prJortuna introduzione che illustra le cifre sempre paurose della mortalità infantile n ei vari paes1, anche n ei. 1p iù evoluti, giust1fica il complesso di cognizioni, di norme igieniche, di suggerimenti che via via vengono i1r1partiti n ei caipitoli successivi. Anche il medico, _s e n on si occupa cli pediatria in modo particolare, talora rimane un p oco incerto idi. fronte a qu-estioni di pura fisiologia della 1p;irna infanzia: per esemp]o non tt1tti hanno presente la curva normale dell'accrescimento del peso, o le varie fasi. della dentizione, e così via. La Guida del Dotti in modo semplice, piano, intelligibile a tl1tti, espone via via questioni di fisiologia, di assistenza, elementi .di patologia: ciò che si riferisce alla alimentazione è curato n el modo più scru1poloso, ·di modo che il rnanuale non è solo prezioso p er le nurses o p,er le madri di famiglia, ma sotto molti punti di vista ancl1e p e I medico, che trova in esso tutto quanto si riferisce alla assistenza al bambino nel 1periodo della prima i11f anzi a. E. COVA. J.

(~lll\IRY.

260 consultations pour les maladles rtcs

enta1tts. lVIasson et C., ed. , 1925.

Il Ji·b ro è giunto alla sua ottava edizione e contiene oltre ai vecchi 50 ca1p itoli nuovi eh.e riguar-

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dano in gran parte le malattie e.sotiche che or• mai si cliff on dono anhe nei nostri 1p aesL Così completata l'opera di Comby rende possibile ai medici ipratici di trovare risposta a tutte le questioni che a loro si pongono nel corso della pratica .della loro professione. Nei singoli capitoli ordinati .s econ do rordine alfabetico delle malattie sono es1p oste in mr0do cl1iaro e semplice le norrne terapeutiche da seguirsi. Oltre alla cura medicamentosa è .data notevole importanza alla cura fisica e alle norme ]gienico~dieteticbe. POI.L ITZER.

.i\.. .t\TRIA. Profilaxis del sarampion. U11 vol. in-8/ di 351 pag. Tip. « La Illustra ciò11 ». Santiago

de Chile. L '.t\.., che è batteriologo capo dell'Istituto di igiene di Santiago, 1din1ostra i gravi danni che provoca il morbillo e l'inutilità delle misure fi11 qui usate per la ip rofilassi. P ropone quindi iP er questa la rr1orbil1izzazion~, usando a tale scopo, il siero di morbillosi, prelevato nel periodo in cu~ si manifestano le macchie di Koplik. Egli stesso, novello Jenner, ha sperimentato il metoclo sopra sei dei suoi dodici figli, ottenc->ndo e11tro 5-7 giori1i una forma attenuata ·di morbillo che decorse senza complicazioni nè sequele. Ir1 vista dei buoni risultati, l'Istituto d'Igiene di Santiago ha organizzato un servizio di profilassi del mor billo basato su tale metodo, di cui l' A. mette in evjdenza i vantaggi. fil. P. BRUSA. Sul granu,loma maligno nell'infanzia. U11 vol. i11-80 di 118 pag., L. Cappelli ed., Bologna, 1925. Prezzo L . 12.

La .p resente monografia non è un lavoro di pura compilazione 1na ha un'impronta sip.iccatamente personale perchè essenzial1nente basata sul1e os:?Tvazioni di un numero non sr,arso di casi studiati ci·· iì punto di vista clinico, istologico e spe·:~i rnc!n1aie. Ciò permette all' A. di pren1Pre una posizione definita sulle questioni controverse e sostenere a ragion veduta l'una o l'altra dellA opinioni relativ.e a questa interessante forma 111orbosa. Dopo i cenni introdut.tivi, l' A. espo11e la sin· to1natologia, l e forme cliniche, il decorso, l; anacorr1ia 1patologica e si diffonde larga1n e1tt~ sulle parti r.f:J1ù oscure e controverse, sulla etiologia esa1n1na11dolc- specialmente nei rapporti con l'infe· zi:>11.2 tubercolare. Nei riguardi della diag1~osi, 1'.A. insi~i~ particolarmenie sul1'1mportanza dei reo.:rti emat.ologici. Una sobria bibliografia limitata ai layori apparsi dopo il 1923 acro1npagna il lavoro, rimandando ad altre m onografie 1per la bibliognfìa antecede11te. ftl.


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IL POLICLINICO

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dare quasi sempre dai criteri dottrinali dominanti , ~elle div~rse epoche, sulla eziologia e patogenesi della s1ndroma, criteri non di rado fra loro XXXI Congresso di Medicina Interna. i11 contrasto, onde •g li indirizzi terapici i più di(Vedi fa scicoli preced.e nti) . sparati e -contradditori. In seguito al meravigli·oso sviluppo degli studi 28 Ottobre 1925. endocrinologici e alle meno imprecise conoscenze sui rapporti lfra ghiandole a secreziona interna e Seduta in comu11e ' sisterna i1arvoso vegetativo, nuovi indirizzi terapici con la Società di CJ1irurgia. furo110 seguiti, sulla base di una ~resunta a.ccer' Seduta anti1neridiana. tata patogenesi della malattia e a volta a volta preval-5ero tentativi di cura sul simpatico o sulla Il Sen. lVIARAGL IANO, prima di i11iziare i lavori del ghiandola tiro·l·de, clsssndo apparso ai più maniCongres50 pronunzia il seguente discorso: festo Ché simpati-co e ghi'a n dola tir•oi,de potessero Oggi l'Italia festagg·ia llna data che seg·ue l 'i11iest:ere in cau sa nel determinismo della sindrome. zio di un periGdo storico nuovo nella vita della E, come sempre avviena, parve per un certo Nazione. Come tutte le date che si colle.g ano alla tempo che il problema della terapia del morbo di storia dei nostro paese questa s'impon e al ricorBaseidow fosse risolto. Sono a tutti noti gli entudo di tutti i <::itta-0 ini ctie hanno ctllto per la gransiasmi per l'uso .dell 'antitiroidina Moebius, del dezza dGlla Nazione e per i suoi positiv:1 interessi. Sia.mo uomini di scienze sì, ma come tali non latte di capra 1stiroidata e dèi sedativi del sistema n ervoso, il sacro terrore dei preparati jo·dici, in possiamo dimenticare che se la scienza dà autocontr asto coi criteri patogenetici · dominanti, i rità alla Patria, la forza della Patria e la sua autorità fanno rispettare l 'opera scientifica della · brillanti risultati otten:u ti con l'intervento chirurgico sul s impatilco o sulla tiroi·de, i benefici ricaNazione. Questa da tre anni la Naziona progressivamente l'acquista, questa autorità la Nazione vati dall'uso dei raggi Roentgen; tutti proc'3dimenti .che in ultima analisi tendono ad atte11uare la conqu]sta via via in mezzo alle Nazioni civili. Rendiamo quindi omaggio alla data che segna l 'iperiu11zione tiroidea o simpatica. Ma un minuto lav·oro di critica su una larga f~inizio di q~1e.St·O fo1·tunoso periodo ed al grande messe di fatti raccolti, alla quale notevole contr1.. statista che l a Provvidenza per la mano iSicura buto 11anno apportato osservatori di tutte le na, di Sua Maastà il Re ba dato al Paese n el mozioni civili - · ciò che dimostra quanto d·iffuso sia mento in cui le sorti n e vacillavano. ' il morbo ·di Flajani-Ba;sedow - ha moderato i W . il Re, \V. 1M ussolini, vV. l'Italia! primitivi entusiasmi, doc umentando ancora •una ·CASTELLlNO N. (Napoli). - A nome del Direttor io volta ·q uanto siano .complessi i problemi biologiNazi r.nale e di tutti l fascisti d'Italia vi r endo le ci .e corrte - ar1cj1e per j basadowiani - ogni ampiù vive grazie, o ·M aestro, per aver voluto iniziare n1alato costituisca una personalità clinica a sè, oggi i nostri l avori col degnamente comn1emora- ct1e ad una minuta dtsamina presenta fattori cot e que5to giorno merrior:indo e sacro; ma più vi stituzionali d-ifferenti, coefficienti eziologici dison gra.to J)t-'T l a suparlìa esaltazione della scienza sparati, interferenze patogeneticha multiple, eleitaliana cii.e voi avete ·Cornpi.uto nel vostl'o discor- Yn enti tutti ch e giustificano i buoni risultati otte~o inaugurale: perchè n essun dj scorso è più fanuti in alcuni casi e gl'insl1ccessi registrati in scista di quello che ,mira a rivendicare alla no- altri 0on l'uso degli stessi procedimenti terapeustra patria l~ sue giuste glorie. B in questo com- tici. ·Nè va dimenticato c.IJ.e n el! 'esercizio della mepito di rivoluzione e di. rivendicrazione nazionale . J essenza e la m eta del fascismo: di quest·o par- clicina pratica noi ci troviamo n on sempre dinanzi a sindromi basedowiane conclamate, ma n on tito c11e nato con1e e3a~o erazione del sentimento nazionale offeso, vuole assere oggi, nella Patria di raào a casi non ben decisi nei loro confini (forme la~vate, oligosintomatic.he, basedowoidi d1 pacificata e forte, l'anima stassa della Nazione e Stern, ipertiro.i dismi minimi costituzi·onali di Penl'assertore ed il J)ropugnatore di o.g ni sua sana de ), che, per mezzo ùei criter.i diagnostici moenergia fattiva. Ool p en.siero rivolto a quanti derni , rientrano tutti. nella grande famiglia delle ovunque nel m ondo lavorano pèr le fortune d'Italia, con nell'animo la visione radiosa del suo do- forme ipertiroidee. CornP per og11i pr0cesso morboso anche per la mani felice, Maestri, Colleghi, in alto oggi i nomalattia di Flaj ani-Basedow la cura non può stri cuori! Viva l'Italia! t·ssere se non etiologica, patogenetica o sintomapresidenza: Sen. MARAGLIANO. ~ca. • Quali sono i fattori eziologici più facilmente La cura del morbo di Flajani-Basedow. riscontrabili nel determinismo del morbo di BaRelazione del Prof. A. FERRATA (Pavia) sedow? (di parte medica) . Se si dà uno sguardo alla letteratura dell'argomento e si prende in considerazione la propria :\ ell'in ccs~ an te e oramai annoso lavoro d'i11dagi11e s ulla cura del morbo di Flajani-Basedow casistica personala, appare evidente la difficoltà di rico noscer e una causa eziologica determinata. ~li studiosi dell 'argomento si sono lasciati gui-

RttftDEMIE, SOCIETA MEDICHE, tON6RESSI.

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SEZIONE PRAT!CA

Alcuni Autori riportano casi di sindromi basedowiane conclamate idi o.rigine luetica o consecutive a ~un reumatismo p·oliarticolare acuto e, quel che più importa, afferman-0 di aver ottenuto n1iglioramenti o guarigione con le cure speciftcì1e e coj i)reparati salicilici. Non è discutibile la possibilità di questi ca si: debbono p.erò non essere frequenti e fino a un certo punto trascurabili per' la grande maggioranza dei malati affetti da Base.dow, in quanto CÌ1e la W assermann in questi infermi è <Costa11te1nente n egativa e nell'altissimo numero di affetti da reumatismo poliarticolare - quali si sogliono VE:derè in alcune prov,incie del Nord d'Italia soprait1tto nel Pavese - la percentuale ·dei base· dowiani è q11asi :nulla, il che fa pensar0 alla possibilità di coincidenze1 casuali e non di rapporti fra causa ed effetto. S'intende però l'opportunità di una terapia appropriata, quando un basedowiano sia affetto da 111e o da reu1natismo articolare. l~on si può escludere la possibilità del resto constatata da una sufficiente casistica - di forme basedo\v iane secondarie a malattie infettive acute e croniche. Il tifo, la polmonite, l 'influenza, le angine, a recentemente anche l'encefalite letar.g ica sono stati consi.derati come possibili cause determinanti il moTbo di Basadow. Se si eccettuano· le forme d i tiroide aieuta, in .questi casi si tratta quasi sempre di intossicazioni e bisogna amm.ettere sicuramente una di1sposiziqne speciale dellé1- ti.raie.le, perchè queste malattj e possano in alcuni casi ·determinare la sindrome. Quanto alla tubercolosi, se si .p ensa al grandissimo numero di soggetti colpiti dall'infezione Kochiana e alla scarsità delle sindromi basedowiane nei tubercolosi, si devono escludere stretti rapporti eziologici fra i due proces·si. Non bis·o gna però dimenticare che la tossina tube.rcolare ha un'azione eccitante sulla funzione tiroidea. 1\ila, r1ella maggioranza dei casi, precedenti infettivi non esistono e il rr1orbo si organizza subdolamente o magari bruscam.ente, i11 seguito a strapazzi fisici, esaurimenti, traumi psichici, forti emozioni, eoc. I fattori eziologici sovra ricordati, specialmente gli ·ultimi, possono .aetern1iJ1:are la sindrome basedowiana indipedenten1ente da una predi1Sposiz1one a carattere costituzionale? Esiste, in altri termini, un based·o\vl.a110 latente, il quale trova le sue ragioni in una determinata costituzion.e morfologica o endo·c rina-simpatica, oppure può il Basedow in.differentemente svilupparsi n ei tipi costituzionali più di sparati? Questione pregiudiziale di primissimo ordine, non solo p2r Ja c·omprensione biologica del problema, ma ancl1e per le ripercussioni c.he es sa può avere sulla profilassi e la cura di questa grave malattia. I trattati ancl1e recenti non di·scutono a lungo 1

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tale problema; per conto mio d'acco:r:do con a1c·uni autori - (ricord·o Castellino, Pende, Schiassi) penso che il fattore costituzionale abbia una importanza notevole nel determinismo del morbo di Flaj ani -Basedow, non tanto forse come ere· dità ·d iretta similare del process·o morboso in non pochi casi conis tatata da diversi o&servatori, .q uanto come ereditarietà generi.qa, che comprende tutto l'appareochio endocrino vegetativo e qillndi quasi sampre anche il ricambio organico. ' .Sin·dromi based o·w iane in individui d·e lla stessa fa.miglia non mancano o nella stessa ge11erazione o fra .gli ascendenti: sono descritte sindromi sie;oppiate improvvisamente in madre e figlia in seguito a forti traurni psi-chicL In que.sti giorni ho ~.v uto ocèasione di vedere un tipico Basedow in un uomo ·di 45 anni, deterrr1inato bruscamente da. di&piaceri per gravl dissesti finanziari: tale rr1alato racconta che circa alla stessa età sua madre, :p·oco dopo la inorte di una sua giovane figliuola, t.:orni11ciò a presentare tremar.e e lieve es·oftalrno e in seguito una sindrome completa basedo wiana. Ma,· pur arnmessa una pre,di.sposizione_ generica -· contrastata però da molti - non è facile riferirla a Uil determinato tipo costituzionale cun caratteri suoi propri. È noto che il Baisedow è dif• fuso dovunque; sembra però un p·o' più raro nei paesi 1r1eno ci vili, come pure dove esiste il gozzo ende111ico. Sicur·a mente è assai più frequente nella donna <Che n 8ìl'uomo: se si ·deve prestar fede al 1nat2riale di Ko·c.tJer, su 10 casi vi sarebbero 9 do11ne. , ~_:>i(1 Jrequente1nente appare fra i 20 e i 40 anni, IfJa si riscontra anche ir1 altre epoche della vita. 1\1a questi dati non rischiarano per ni.ente il pr•oblem:i della pr~disposizione. Alberto Kocher, a11che recentemente, nega in modo reciso che il B. 6ia una malattia costituzionale, cl1e trovi la sua ragion d'essere nel plasma germinativo, sopratutto perc.Ivè n ei basadowiani non si trovano, con n1aggio:r frequenza che in altri soggetti,. C?-ratteri rr1orfolo.g i·ci sp.eciali o stigmate degenerative e che basta operara sulla tiroide perchè un basedowiano r~ ella maggioranza dei casi guarisca ed è suffi. ciente non di rado iniettare estratti tiroidei per riprodurre una sir1 drome basedowiana o ba•sedowoida. • 'fali. affermazioni sono sicuramente troppo recj·s e ed unilaterali. La ripro.ctuzione sperimentale ·del Based Jw non è poi tanto f aicile com-e si è cred'ltto ftr10 a poco tempo fa, ancl1e in quest'epoca nella qu.a le abbiamo a nostra disp osizione preparati tiro1dei attivi, quali ad esempio la tiroxina di Kendal. Accelerare l1n po' il ricambio, aum.ent ar e lieve1r1ante Ja temperatura, produrre una lieve tacl1icardia non significa ·determinare un Basedow. . Ho la stessa impressione che con tali procedin1enti non si deve mai r iuscire a provocar e la malattia di Flajani così come con le iniezio11i di 1

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adrenalina non si riprodurrà mai il quadro vero dall ' at erorna~ia arteriale dell' uo1no. Troppi sono i fattori concorr1itanti e interferenti, e queste ricer che, p ure interessantissime e che tanta luce tianno dato alla patogenesi del B., non possono av are la pretesa di risolvere in tutti i s·u-0ti punti il difficjle problema. Il J.:>ende insiste su un quadro morfologico specjale per l'ipertiroidismo minimo costituzionale (che non è però, oome dice lo .stesso autore, il vero B. ì , rappresentato 1da soggatti a tipo lungilineo microsplancnico. P er quanto si riferisce al B. clas·s.:co, sar'3bbe dominante, sempre secondo Pende, lo stato d'irritabilità e l 'abilità primigenia costituzio11ale eraditaria .delle tiroidi e del sistema nervoso,· regolatore ,dell.e s ecrezioni tiroide~. Nessun·a1tra sindrome più di quella basedowiana din1ostra, secondo Pende, gl'intimi l egami fisiopatologici dal sistema nervoso e del sistema endocrino; della morbilità nervosa e della morb:lità endocrina. Esiis terebbe perciò una vera costituzione based!owiana (P ende, Cantieri, Franci, Ca ntile111a) legata non solo ai fattori tiroidei e si1npatico-tiroidei, ma anche ad anomalie d.egli altri apparati endocrini quali i1 t imo, gli organi liJJfoidi, jJ ·surrene e le ghiandole sessuali. Su questo terren o preparato dall'er2dità agiscor1·0., rompendo l'equilibrio instabile d.ella tiroide, 11un1erose cause occasionali: il che succede s0pratutto 11elJa donna, data la gran·de tend~nza d elJd tiroide femminile ai fenomeni iperfunzionali, nelle ·varie epoche crit~1che della ·vita ge11itJ,lc e sopr i tutto nell'età giova11e e inedia della vjta: al d1 sotto dei t5 &nni la malattia è r ara. •L o Sci1 i assi sostiene pure valida1neì1Le l 'i1nportanza delle condizioni predisponenti ad amrnala 1e di ::\L di Flajani ed afferrr1a che si tratta, si può dire nella totalità dei ·ca·si, di persone a costjtuziona, n europatica. Stabilisce un c onfronta tra i basedo\viani e gli ul cerosi nel duodeno e q queslo riguardo così scrtve: <e questi infermi iperc·~ oridrici son o del tutto s~mili ai basedo\vi::ini e6. agli e11terocolitici m.m. i quali, ancl1.e prima di ammalare d'ipersecrezione tiroidea o intestinale, prima d·i rendere evi.denti i ·Segr1i d 'ipertiroidismo o di secernere grandi masse di muco-membrane, sono l)iù o mer10 g ià turbati nel loro equilibrio i1ervoso. 11 co11fronto fra basedo\viani e ·sog~etti affe1ti da ipercloridria, !Jredisposti ql1indi 11on di rado a1l 'ulcera ga~tri1ca o -iuoclcnale e gli entero.colitici, mi sembra non poco suggestiva e drgna di ogni con id..)razione )11 quanto cl1e, sa pure prevali:! il tipo ' 'agotonico i11 que ~ ti 'Ultimi soggetti. chiari ormai appaiono gl i in tin1i legami fra il sistema s:n:ipatico e parn.bin1patico; del rest-0 n on di radò ~i ndron1i hasedo"·iane si accon1pagnano a squisiti 411aclri Y[\gotonici e per queste forme il Pe11de Jh · n~a a una patogenesi plnriglandolare. E se pr<.:SJ lC1 t inn10 poi i quaù ri inorfologic i cl1e alcuni co~ tilu zional ·st i assegnano ai predisposti dell' ul cera. g:~ t10-cl11ortE-11ale (\ "iola, . tiller, P ende, ecc. ) Ye1

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diamo come e~si corr1i&pondano alme110 i11 parte al quadr0 morfologico based,owoide cJ1e alcuni cultori di endncri11ologia vanno pros1)ettando. Io 11011 so se prevalentemente un quadro n1orf0logico corporeo ben definito sia sempre riconoscibila co1ne terTeno predisponente all'ipertiroidismo basedo,viano; è certo però c)1e se io ripenso at miei malati affetti da morbo di Flajani, mi sembra di potei· precisare in tutti, in modo più o meno palése, ciò c!1e il Pend«:: giustamente chiarr1a stato d'irritabilità costituzior1ale ereditaria d.f:lla i.iroide e del si;stema nervoso r egolatore della secrezion e tiroidea, éhè si riconosce clinica1nente 11e1 tan1pcramento ne\rroti~o di questi malati. Il determinare con p iù precisi confini le qualità del terreno predisponznti al B. sarà compito della cli11ica avvenire. Dt1te qùeste pr2messe e rioonosciuta in massi1na l'esistenza di una predisposizione ad ammaì::ire d1 forn1e ipertil'oidee basedo~1iane s'intende q·u anto utìli possono essere profilattjcamente tutte quelle cure l:he ten.dono a contenere i piccolj seg·ni iper tirotdei, ad attenuarli, onde non si agg·ravino, determin ando Jo scoppio della sindrome base dowiana~ 1:orr1pito di fficile non sempre alla portata dt l m edico !)ratico, perchè in genere si è co11sultati in queste forme quanèlo i segni del mo!'lbo sono già ben palesi. Sarà in ogni modo oompit:1 efft0ace il poter consigliare ai soggetti ccn pi.e.coli segni d ipertiroidismo il riposo, l 'abbandono del lavoro m entale o degli affari: cure r icost itu enti fosiorate o arsenicali e ipernutrizior1e·, e nella donna di evitare la gravidanza e l 'alla1tamento, c·orr~gge.re i disturbj m estruali, preocCl1parsi di alcur..i tipi di clorosi a carattere ipertiroitdeo, che il Castellino ha così be11e illustrato, E: favorire l'uso inoderato dell'idroterapia e degli sports all'aria aperta. Cornpito questo, come d icev·o, forse troppo trascurato e su cui mi sembra do veroso richiamare in modo speciale l'attenzione. Non è possibile di.sc~tere qui - perchè non è della patog.enesi che debbo trattare - i rapporti fra rr1orbo di Flajani e forme based0\\7 0idi di Stern; se isi tratti cioè in questi casi di B. atten uati e incompleti o di necrosi vere e proprie deì si1np:).ti co, indipender1te1nente da ipertiroidismo o cli sindromi d 'jpereccitabilità nervosa, sostenute da fenorrLeni endocrini· pluriglandolari non tiroidei. Si potrà ric:orrere in qu~sti casi ai matodi di ricerca che la clinica ha ·a propri a di51posiz ione; sopratutto dovre1110 fare att.enzio11e al comporta1nej1to d el •ri·~ambio b a~ale che nell'ipertiroidismo è ~ern.pre al1mantato, e act alcune prove dtagnosticl1e, quali quella di Kottmo.nn e quella d i Goetscli 1

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* ** Venendo ora alla terapin ''era e propria del B sorge la seconda questione pregiudiziale assai pjù int2ressante di quella dell'abito predi~ponente


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al morbo e cioè in quali casi si debba co11sigliare i:1nter\·ento chirurigico e quali siano le sue indicazioni. Sono a tutti noti i successi che la eh irur gia ottiene nella cura della malattia ·di Flajani; ma uondin~eno, consi.derata la corr1plessa e no11 ben chiarita patogenesi del processo, tenuto calcolo dei buoni risultati che si ottengono, non di rado, con cure mediche, fatto tesoro delle osservazioni, delle ~tatist~che recenti ,dei chirurghi e degli inte:rnisti - r:1c.ordo specialmer1te quelle di 1'h. Kocl\er e di Eppinger - sernòrerebbe giustificato quello che ;1sseriscono alcuni Autori, che si debtano cioè affid::i.re al chirurgo i casi che rapidame11te vanno assume11do caratteri ·d i gravità (asoftalmo spiccato, tachicardia accentuata, aumento i1otevole del ricambio basale, dimagrimento rapido, stati angosciosi con _gravi turbamenti della p~iche, ecc. ), oppure quelli che pur svoltisi con i·elati\'a lantezza facilmente recidivano, dimostrandosi ribelli ad ogni cura medica, sintomatica o l)atoge11eti..:!a. In altri termini, eccettuato casi specialmente gravi ed a.cuti, si dovrebbe, secondo alcuni clintei, ri correre al chirurgo solo dopo aver tentato con sollecitudine ed avvedutezza i nurnerosi iuezzi L'ledici che oggi abbiamo a n ostra ·disposizio11e. Io, in Yerità, non mi sentirei di sottoscrivere piena1nente Je conclusioni su riferite e tanto me· i1 0 q11elle di Cl1vostek, sacondo le quali il solo va11taggio de11·:ntervento cl1irurgico consisterebbe nell' abbreviare il periodo della cura, 1nentre i risulta ti terapici collimerebbaro presso a poco con 1Juelli ottenuti con mezzi medici, per quanto a più lnnga scadenza. Poichè, orn1ai, per consenso unanirne e pacifico che senza iperfunzione · o iperdisfunzion e tiroi d2a non si ha sindrome basedowiar1a, cor1clusione documentata da numerose ricerche sperimentali. anatomo-patologiche e cli11i1che, e poici1è è· n ella tiroida dove si risco11trano costantemente ne1 J)asedowiani - ben docume11tabili modificazi,oni macroscopiche, alterazioni istopatologiche e precisi segni d'iperfunzione: e poicl1è d'altra parte tt1tti sono co11cordi n el riconoscere - a parte la modalità dell'intervento, che io qui non· debbo discutere - come l'agire direttamente sulla tiroide o asportandoné una parte o diminuendo in essa l'afflu~so del sangue, rappresenti il mezzo più rapido, più razionalmenta patogenetico per (iÌ.tGnere costantemente e .subito notevoli e duraturi miglioramenti, non di rado guarigjoni complete e definitive, mi sembra logico con,c ludere che le riserve di alcuni clinici sull ':ntervento operatoTio derivi11o principalmente · dalla preoccupazione che. l'atto operatorio per s·è stesso possa esst:re ca11sa di mortalità. Erb e Pende lo aff P.rmano francq.mente; dall'altro ~ anto i cl1irurgh:. - Th. Kocher alla tasta insistono sulla i1ecessità dell'intervento operatorio, non solo, ma sulla necessità d'intervenire pre~

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cccemente, prima che siano sopraggiunti quei fe· i1omcni degenerativi e di aggravamento del processo morboso che specialmente si appalesano a carico dell'apparecchio cardio-vascolare, dello stato di nutrizione generale, del sistema nervoso e della altre ghian.dole endocrine. Contrasto più vivo non potrebbe sussistere, in quanto che alcuni internisti vogliono, prima di passare il malato al chirurgo, esaurire tutti i rirnedi di natura medica e per lungo tempo (terapia radiologica compr esa), limitando l'intervanto rel,ativarn.ente precoce ai casi ·di speciale gravità; mentre i chirurghi non inten,dono di operare le forme gravi se non dopo un periodo relativo di praparazione preoperatoria con cure medicl1e, allo scopo di migliorare un po' le condizioni generali dell'ammalato e invece consigliano l'operazi one precoce nelle forme basedo\viane conclamate senza spaciali sintomi allarmanti. Quali sono gli argomenti a sostegno delle due tesi in çontrasto? _' Gli uni e gli altri si basano sulle stesse ctatisiiche per dedurne concl usioni nettamente co11tradittoria. A.ff erma Eppinger di' a vere avuto nei basedovviani trattati con sole cure mediche una moTtalità del 5,1 %, 32,8 % ·di guarigioni e 41 ~~ di miglioramenti; mentre il Ko·c.her conta u11a mortalità del 6,7 % su tutti i casi operati. il 76 % di guarigioni durature a . il 17,3 % di miglioramenti. Concludono gl'in ternisti che le due statistiche non 1differiscono molto, in quanto che la somma dei casi guariti e migliorati e la percentuale di nlortalità presso a poco si equivalgono. In realtà, però, mi pare che le considerazioni che si possono fare sulle cifr e riportate, debhano portare a conclusioni un po' differenti. Poiclvè mentrP. il Kocl1er ottiene il 76 % di gu ar) gioni durature, l'Eppinger arriva solo alla cifra 32.8 % e 1parla invece di 41 % di casi migliorati, contro i 17.3 % ·di Kocher. - Ma noi sap[piamo bene cric cosa significhi, in linguagg·io clinico, midel morbo di Basedow: si tratta semen·liora1nertti . pre ùi ser11plici attenuazioni deJla sindrome, sempre pronta ad aggravarsi, con scarsa tende11za a definitive g11arigio11i, mentre il Kocher chj ara1nente a fferma che il 76 % dei suoi operati sono guariti r:idicalmente e senza recidi,·are, anche a distanza di molti anni. - Non mi dilungo a portare altre statisticl1e, sopratutto americane; scelgo solo nella chirugia italiana, che tanto contributo l1a ap1p ortato al1o studio del pro,ble1r1a, le conclusjoni dello Schiassi, il quale, fjno a l 1919, aveva operato 37 basedoviani co11 resezione della tjroide senzél alct1n caso ·d i mortalità, se si toglie una diagnosi di B. dove SL trattava di un neo.p lasma basedovizzante ·della tiroide. Su 28 casi fi11 d'allora lo Scl1iassi, a di stanza di parecchi anni dall'operazin11e, ripovtava 28 guarigioni ·stabili; sono rr1011o desitierose cli. conoscere il comportamento tardivo clegl: altri 9 cperati P di altri eventualmente 01)eratL do1po il 1919. 0

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Nessun decesso nei ca si oip erati da Fasano e dal correlatore Fiori, bassissima mortalità nelle statisticbe di Alessandri, Uffreduzzi, Carle, Giordano, Nigrisolj, Mariani. Sono risultati che danno a pensare. Se poi vogliamo tenere in considerazione la letteratura a1r1ericana ancl1e recentissima, l'utilità dell'interver1to chirurgico appare anche più manifesta, in quanto riporta altissirr1e percentuali di guar.igini, oltre l '85 % con scarsissimi, quasi trascurabili, incide11ti operatori, ridotti, secondo tali osservatori, all'1 % in seguito a speciali trattamenti ipre01I>erato1"i. In ogn.i modo anche la media generale della n1ortalità delle statistiche europee € costituita da cifre che oscillano dal 2.5 % al 3 % le quali si riferiscono non: solo alla mortalità operatoria, ma anch e a ·quella verificatasi fino a due m esi dopo l 'interve11to. Le .conclusi.oni . più recenti di alcuni chirurghi americani sul tratta1nento chirurgico del B. ipreciserebbero non solo una percentuale più alta d1 guarigioni, ma anche t1na mortalità inferiore rispetto al trattame11to conservativo. Abbia1no r1oi con le •c ur.e mediche usate ~inora risultati 1paragonabili ai iprecedenti? Non mi ·p are. Corr1e avrò occasione di ricordare ,p arlando ·delle oure mediche, m entre in un caso le più rosee speranze sorgono per i benefici ottenuti con detern1i.11ati medicamenti, in casi che si direbbero consimili per decorso , gravità, sintomatologia, gli stessi • rimedi si dimostrano assolutamente inefficac.i. Accennerò, in 011ore al mio ·M aestro Pietro Castellino, a quanto si ottiene talvolta in alcuni basedoviani, specialmente donne, con l'uso di sostanze testicolari. Non adopero quasi mai estratti del commercio, ma faccio ingerire testicoli crudi di vitello o di montone: ricordo un caso di Sie11a .dove il risultato è stato sem·p licemente sbalorditivo in una signora affetta già da lungo tempo da sindrome basedoviann.; è 1pro1prio di questi giorni un altro su ccesso ottenuto con lo s tesso metodo jn u11 ammalato della Clinica. M9. in quanti altri casi lo stesso trattamento djede risultati nulli, oppure assai modesti I Chiunque esercita la medicina e ricordél; la casistica. pcrso11ale, dovrà convenire che anche per gli altri m edicamenti - riconosciuti quali i più efficaci - si ripetè il fatto sovra accennato. P erch è questa disparità di risultati, secondo il mio modo di vedere note\·ole, fra cure medicl1e e cure cl1 irurgiche? La ragione mi pare evidente, poichè se è vero, che, qualunque sia il determinismo dello squilibrio iniziale, alla tiroide spetta indubbiamente la 1Part(\ principale nella patogenesi della sin.drome, così che anche in medicina - a parte alcuni rimedi sintomatici - si cerca sempre di agire con aZioni antagonistiche alla iperfunzione tiroidea (varie antitiroidine, latte di a11imali stiroidati, ormoni antagonistici, ecc. ), l'intervento chirurgico risale alla radice del male; con l'azione s11lla ti1

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roide tende a ridurne bruscamente la funzione f\ forse - in armonia con altri fatti n oti di fisiopa· tologia - non solo togliendo parte dello struma riduce quantitativamente il secreto, ma anche per le mutate condizioni circolatorie tende a rendere ' normale qualitativamente il secreto stesso. Dico questo in via d'i1potesi, altrimenti non saprei interpretare la r elativa rarità ·delle r ecidi\'e. Comunque sia, l'intervento chirurgico è sicuran1ente il 1nezzo migliore per guarire il B. il quale - non bisogna dimenticarlo - è malattia grave, di lunga durata, facilmente recidivante, che conducP, non di rado a morte e 1provoca notevoli, indicibili sofferenze ai malati e non pochi disagi alle famiglie. ~tando cosl le cose, io mi domando se, di fronte a u11a sindrome basedoviana, .qando le condizio1ti generali del malato siano discrete, non vi sia11rJ corr1·p licanze renali o gravi fenomeni cardiaci e tl trattamento '.Preoperatorio sia fatto con queg·li accorgi.menti che chirurghi autorevoli riteng·ono indispensabili, non sia più razionale sottoporre l'i11f0rmo a ll'operazione precocemente piuttosto che attendere una !Problematica guarigione assai lontan3. col pericolo che l'attesa vada aggrav a11do il processo morboso. Quali, jn ultima analisi, le ragio11i di esitan7.a. di alcuni internisti sull'intervento chirurgico , ·del B.? Nor1 certo pcrchè n on si creda alla s11a ef.ficacia, n on certo perchè si ritengano altrettanto utili e rapidi nella loro azione i mezzi medici, ma solo 1percl1è si teme la mortalità operatoria. Problema quin·di di tecnica operatoria più che di Clinica. Se noi .internisti dovessimo limitarci a far operare solo in quei casi nei quali la mortalità. ()(peratoria è .ai molto inferiore a quella del J3., inter,re11ti in forme gravi se ne farebbero ben pochi. Poichiè con ogni probabilità parte dei rari insuccessi operatori sono dovuti al ritardato intervento; se si opera quando la sindrome è im. pressionante, quando il cuor e è stanco o dilatato, la glicoem1a presente, il dimagrime11to no, tevole, le diarree profuse, lo struma voluminoso, le co11dizioni del sistema nervoso non buone, si comprende come si possano avere allora casi dl n1ortalità otPeratoria. Non è in questi stati consigli::l.uile l' operazione immediata; ed è qui allora che medicina e chirurg.i a devono strettamente allearsi per ipreparare l'ammalato all'operazione cercando con i mezzi che la Clinica ormai conosce non di guarire - probJema medicalmente quasi insolubile - ma di ridurre la gravità della sin-O.ro1ne 111 jproporzioni più modeste, onde 1p-0ssa poi iì trauma chirurgico essere più facilme11te sopportato. Pare a me - per quanto a grande distanza i due processi morbosi - che in quanto a indicazione per un intervento chirurgico esista una certa analogia fra appe11dicitici e basedoviani. An che uer quelli l'intervento precoce è utilissimo, ma ; processo acl1to in atto, nessun chirurgo 1


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-opera

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SEZIONE PRATICA

ma attende invece che i fenomeni si attenuino per intervenire in condizioni più opportune. S'intende - e tengo a fissar e bene questo co11cetto - che per intervento chirurgico 1precoce sulla tiroide io mi riferisco sempre ad una precocità molto relativa e cioè non a quei casi n ei quali i fenomeni oggettivi e soggettivi siano a ncora scarsi e indecisi, ma quando ·già chiara rjsulti la diagnosi d 'ipertiroidismo ùasedoviano e i segr1i si ùin10strino persistenti. Neìle forrne imiprecise, basedovoidi, agire sempre co11 terapia medica; difficilmente, se essa non riesce ad irn·p edfre lo sco1ppio del B., riescirà a guarire la sindrome n el suo completo svilUJPpo. Il correlatore chirurgo vi esporrà con ben maggior competenza della mia le indicazioni dell'in1ervento chirurgico nei basedoviani. A me basta l'a·vcr discusso brevem ente la questione pregiudiziale dell'opportunità dell'intervento. Io sono decisamente, nella maggioranza dei casi, fav orevoJe alla teraJpia chirurgica. Ho troppa fede nell'abilità dei nostrj cl1irurghi e nei progressi della tecr1ica per temere dell'intervento; l'indicazione ·p a togcnetica ne è fuori discussione e le guarigioni che si ottengo110 non si possono mettere in dubbio. È mia convinzione che in generale s'intervengu. troppo poco chirurgicamente in medicina interna. ,.\ nr,he per il B. penso !Precisamente così e non cl'edo chf:' il timore di qualcl1e eve11tuale insuccesso debl.Ja sconsigliare ai medici !'.intervento oiperativo co r le riserve e le modalità sopra accenna te. Discussa la pregiudiziale sull'OPIPOrtunità delr i11tervento chirurgico, veniamo ora a iparlare lJrevamente d ella terap ia medica .del morbo di l 'lajani, csc1use la radiologia e la diatermia affidate ad un terzo relatore. B bene qui ricordare - co1r1e ho già accennato - l'l necessità di riconoscere eventuali ragioni di i11orbilità che, per quanto non ben chiarite nel loro n1eccanisrno d'azione, costituiscono almeno la causa rupparente di sindromi basedoviane. Rit;OI'·ÙO ancora le in.f ezj oni (reumatismo articolare,' lue tubercolosi tifo polmonite, ecc. ) sia generali, ' sia ' sotto forma' di tiroiditi acute, i tumori malign.i, i quali naturalmente richiedono ct1re speciali: così i casi dove la sindrome basedoviana pre11de or1gi11e da .p rocessi morbosi extratiroidei; i pi'ù noti alla mucosa naso-fari ngea e tonsillare, all'apparecchio genitale femmin·ile, per i quali l'inlervento in sito riesce ad attenuare la sindrome bascdoviana. La terapia medica può essere ·distinta in igienico-dietetica, sintomatica o presunta patogenetica; dico presunta, perchè in realtà non è ·detto che tutti i medicarnenti considerati patogenetici siano ~ali in r ealtà.. Norrne igienico-aietetiche . - Stabilita la diag·n osi di morbo di Flajani Basedow, ricercati 1P·r ima con la 1.nassima diligenza i fattori eziologici, urge affrontare subito il problema igienico e dietetico di liotevole importa11za terapeutica. Prima di tutto consi~liare il ri·p oso fisico e ce-

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rebrale e qua11do sia possibile togliere gli ammalati dal loro abituale ambiente dove ad ogni m omento possono o ri1p etersi o più fa cilmente essere ricordati alcuni dei coefficienti occasionali detern1in3nti la sindrome (ricordi dolorosi, dissapori in famiglia, rnelanconie dell'ambiente, ecc. ). Non è necessario - se non in casi gravi dove la c;orveglianza e l'assistenza medica devono esbere co11tinue - il ricov·erare gli infermi in Ospedali o in case di salute. Giova assai un ambiente tranquillo all'aria ap erta, non al mare, ma piuttost0 in alta montagna o in collina, a seconda della stagioni. Abolizione completa - fin dove sia possibile di qualsiasi lavoro mentale, di ·p reoccupazioni econorn1 che o di r~sponsabilità amministrative e ,p olitiche. I/ ~droterapia moderata è di sicuro giovamento, fatt:-i. però con grande prudenza e limitata quasi esc1 vsi vn1nente ad un bagno tiepido ipoco prima di coTicarsi. Sono controindicate le applicazioni fredde ~ le docce. L'aJi1ne11tazione - tenuto conto del notevole consun10 di tali malati - dev' essere piuttosto abbor1·dante. Pende consiglia l'uso abbondante di farir1acei. _i\ssai .indica.io l'uso del latte, delle uova, dei legumi, non controindicate le carni se non si ecc ed e ; larg~ uso di grassi, sotto forma di ol1i, burro, ecc. Naturalmente la .dieta deve variare da caso a caso a seconda di speciali in·dicazioni e controir1aica zioni, ricavate dal comportamento del rica1nbio basale, dalle condizioni della funzione gast.roi11testina !e, dallo sfruttam ento più o meno co1npleto degli idrati di carbonio. Corne coa.d.iuvantl }a nutrizione giovano gli olii fo sforati e l'olio di fegato di merluzzo. Poco o niente vino, o per lo meno poco vi110 biar1co secco l eg·germente alcoolico; 1p·oco the , quc>.s i niente caffè, per la loro az.i one ecc1tante. Ut1ii i vari t]pi di acqua minerale a scopo dis· setante. Medi carn eriti sintomatic'i. - La terapia sintomatica è costituita da 1nedicamenti ricostituenti, seùativ1, tonici, cardio-vascolar1, antidiarroici, ecc. F'ra i ricostitue11ti . generali è assai adOiperato l' arse·n ico co11 risultati discreti. Una conferma recente .aeJl'utilità .dell'arsenico nella sindrome ba~e dowiana ci viene data dallo studio del metabolismo basale : alcuni ,i\utori - fra i quali ricordo il KJwitz e il Kle\vitz - hanno riportato alla no1ma il m etab0lismo basale profondamente alterato in alcuni casi di i:p ertiroidismo. Fra i preparati sono consigliabili il liquore ar- · senic.ale del Fov:ler, l'arseniato di soda per iniezioni (no11 m eno di 5 mrr1gr. per fiala), l'arseniato di ferro, i cacodilati. Assai t1sata è la cura .fosforica, sotto forma di ipofosfiti tipo Fellow o di glicerofosfati, sia per via ora] e che 1per iniezione. Insisto ancorq. S\lll'utilità degli olii fosferati, 0

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IL POI ICLINICO

Un medicamento, una volta ritenuto dannoso e 1 che,. oggi in~rece è ritornato i11 onore, è lo jodio. ~ ~ntroduz1one dell'jodio nella cura dell'ipertiro~d1smo e del morb o di Flaiani-Baisedow ha su-

scitato appassionate discussioni, le quali non hanno ancora portato ad un accordo com;pleto fra coloro che decretano l'ostra cismo a tale medicamento, considerandolo dannosissin10 1per gli amr~alnti, e coloro che se ne mostrano entusiasti, 1'1te~e~dolo non un rimedio sintomatico, ma quasi ~pec1f1co della sindrome basedowiana. Da1e le concezioni patogenetiche dominanti nei 1·igua~di del morbo di Flajani-Baisedow, la gr~11de inagg1oranza dei m edici considera come decisarnente dannoso l'uso .dei preparati jodici: ricordo, fra gli altri, Kocher e Schiassi. Al contrario i~ questi ultimi tem1pi, a lcuni ossel'vatori - spe~ c1al1nente americani e inglesi - affermano di ~ve~ ottenuto con l'uso i11oderato e appropriato ·di JOd10, dei notevoli risultati, sfruttabili sopratutto come preparazione dell 'arr1malato all'intervento c11ir11rgico. Ricordo in proposjto le osservazioni di Plu!nm er, Neisser, Loewy e Zondel\, Mason, ·Marion, l\tien del, Boothby, Fraser e .M ayo, il auale ulLimo richiama decisamente l' atte11zione · sull'utilità della sornministrazione ·d i jodio nei gozzi esoftalmici da operare. In genere si seguono le in·dicazioni di Plum1r1er, il quale consiglia di usare i pr~arat,i jodici :;otto forma di ltquido di Lugol nell e proporzioni di 10 gocce al giorno. 1

1"'11tte le manifestazioni mor.b ose ·della sindron1e cii l~lajani-1Basedovv r egrediscono e ancl1e il metabolismo basale esag·eTato viene ripbrtato alla nor1na con l'uso di piccole ·dosi di jodio·. .A.lcuni .t\ li tori conisigliano la somministrazione del m edica111cnto in dosi anche minori dj quelle indicate. Iac11son, servendosi del liquido di L.u gol nelle Pl'Ofporzioni indicate da Plummer, avrebbe otte11uto n otevoli miglioramenti, ma non guarigione dcl morbo di Flajani-Basedow; egli invece lo considera com e un prezioso m ezzo coadiuvante del t ratt.amcnto chirurgico. Immediatamente prima dell 'operazione s'intensifica la teréùpia iodica (per 3 giorni 30 gocce di liquido di Lugol e nelle 48 ore che precedono l'intervento 40 e anche 50 gocce). Dopo l 'operazione 10 gocce al giorno. Con tale procedimento su 63 basedowiani oa>erati non ebb·; alcuna mortalità operativa, nè postopera:. tiva. 11 rnetabolismo basale scese da 49 % a 8 %. ~Iendel, che è entusiasta della terapia j odica uel Jnorbo di Flajani-Basedow, unisce all'jodio l'arsenico sotto forma di iodarsol, che inietta i)er via endovenosa. Si è cercato ·d'interpretare co11 quale meccanis1no d'azione i ·prea>arati iodici diano buoni risultati nella sindrome basedo,viana. Alcuni Auiori rit~ngono che in queste condizioni rnorbose la tiroxi11a .sia imperfettamente jodizzata e c.h e quindi l'uso di piccole dosi di preparati jodici possa per questa ragione riuscire vantaggi oso . ..\11zi 1 seco11do r e-centi ricerche, il

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trattamento pra )perativ-0 con l'jodio darebbe anche un indire dell'o·p portuniti 1dell'inteTvento: usando la soluzione di Lug·o1 con la metodica di I·lummer per un per]odo non più lungo ·d i 14 a 20 gio.rni, se il inatabolismo basale non cade d1 15 o 20 punti, significa cl1e il malato si trova irl un periodo eritj co nel quale non è co11siO'lia1JjJ e l'operazione sulla tiroide. Gli autori a~eri­ cani insistono sulla utilità di questo trattamento l)l'eoperativo che 1·idurre.bbe di m-0lto la mortalità operatoria. Schulmann" che si è occupato dal gozzo esoftaln1ico sifilitico (che migliora col trattamento spec .fico), ritien.e che i buoni risultati ottenuti u ei basedowiani co.11 la terapia jodi·ca possano spiegarsi tenendo lJresente la natura luetica di alcune dj tali forme morbose. Il lJroblema della terapia jodica nel morbo di B. inerita sicuramente ulterioTi stu.di: in ogni n10do, sembra non del tutto giustificato l 'ostracis1110 C(1ntro l'j-odio jn tale forma morbosa. I sedativi - data la facile irl'itabjlità nervoso. dei ba.sedowiani - sono stati e sono tuttora largameJlte ·u sati: i brorriu1"l, in primo luogo, la val(~riana, la canfora. Fra l e soluzioni bromicl1e ne ricordo •u na usata largamente ·dal prof. Riva, costituita da un'associazione di bromuro di stronzio con una piccola dose di antipiri1ia. La ric ordo perchè oggi - secondo alcuni - antipirina ·e chinina giovano in aJc;une sin.dromi basedowiane. Sono pure stati con sigliati i sali di ca lcio (cloruro di cal1cio) come moderatori dell' eccitabilità 11ervosa. Nello_ varietà basedowiane a tipo vagotoniche utili sono la belladorina e l'atropinn: la bel1a· donna sotto <forma di pillole di estratto secco di 1 ceniigr. l 'una, 2-3 al gion10, l'atropina centigr. 2 i11 20 gr. d'aoqt1a distillata, dandone da 15 a 20 goc.ca al gior110. Di un'importanza notevole 50110 i me1di camenti ndo perati per l'appareccl1io carùio-vascolare. No11 è qui il caso di discutere l 'interessa11te e comple. sc.. arg,)mento del cuore basedowiano; bastj ricordar2 come prima cura card iaca nei basedowiani sja il riposo assoluto, e in parte, la moderata idroterapia già aocennata. L'uso dei cardi oto11ici dev'es5ere sem1)re fatto con grande pru·denza. Non certo consigljal>ile è la d igitale, non solo J)erchiè genaralmente è di sci:trs1 azione, ina anche perc.hè può esser e ve1~a­ m ente nc·~iva. Al contrario giovano lo strofarito , l 'adonis, la canfora, e - secondo Os\vald cl1e r ecenteme11tt! si è occupato dell 'argomento - anche l ' ua1Jai11u e 1'escrina, quest'ultima in unior1e allo strofanto. ~ella tachicardia esagerata è consigliato ancora dalrOs\vald il c1t111ino e n all<' aritmie la clli1

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tii dina.

Loeper e Olljvier hanno usato per la c-ura clrl morbo d1 Bdsedo,v 1 il borato rii soda e propriél-


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StZIONE PRATtéA

i11c11lc un 0iLrato borico-~u dit:u, aveiiùu a~suc.;iaLu i11 u11a stessa soluzio11e, il c.;iirato e il JJol'a t0 di

soda. In alcuni casi di morùo di Flaja11i, nei quali il bromuro, la valeriana, la cl1inina e anche la radiot2rapia non avevano dato alcun suc·cesso il borato di soda rnigliorò i sintomi digestivi ' le reaz1on1 i1ervose, i disturbi del carattere, ridusse l'esoftalmo, la tacl1ic.ardia e il volume della tiroiide ingrossata.. •

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Gli A./\. pensano ad· una speciale affinità' d el boro per il c orpo tjroid a ed hanno istituito in proposito delle ricercl1e sperimentali, delle quali ancora non si conoscono i risultati. Fra i rr1edica m en t1 adoperati in <Jllesti ultirai anni · per ia rura d cl morbo di Flajani-Basedow, dobbiamo 1'Ìrordare l 't: rgotarnina, la quale è stata sparin1entaia sp ecia1rnentP. ,da ricercatori teùescl1i e -co11 buorii ri.std tati (Stae.h elin, Merke, ..\dlersberg e Po1~ges). L'ergotamina - secondo le ricerc.l1e di Stoll - ·è il pri11cipa1e alcaloi r!e deDa segala cornuta ?. viene larga1nente usata jn ginecologia soLto for n1a di t arteato dj e1·got:-:trr1ina, specialmente quelln cl1e è 11ota in con~rn.ericio col nome ·di gyner

yen. L'ergotamina esplica un'attività moderatrice c, uJla funzion e d el sistema simpatico e cli quello i·arasimpatico e quindi è dotata di un'azione a11tagoni·sta a qut'lla della tiroxina che - com 'è noto - eccita tutto il sisterr1a nervoso d ella vita 'r:;geta ti \'a, simpatico e parasimpatico. Sulla base ·di questo antagonismo, si son o ini• zjat~ le ricErcJ1 e ter a peutiche con l'ergotamina, tanto J>iù eh-e già da ten1po in Inghilterri. i prel'ilrati di segala cornuta venivano adoperati per la ·cura del mo1·bCJ di Ra.sedow. Norme preci$e e uniformj di posologia del medi·cam ento n.on s i J)Osso110 stabilir·e, variando notevolment0 ij g·rado di tollerabilità dei diversi soggettj, per ru i nJc.u ni sopportano be11i·ssimo iniezioni sottocutanee di 1 eme. (Gynergen, San doz). m entre allri n1ostrano segni tl'into1 leranza a.nche con mezzo eme., corrisponde11te a 2fi tng:. <li s0stanza. !11 genere si 'Praticano iniezioni ·di mezzo em e., 2-3 Yolte al giorno, per 1, 2, 2 set!.; mane; si sospende per un paio di settimane e do po -- se occorre - si può rjprend·e.re la cura. 1.\.ll'inizio si possono avere palpitazioni e cefalee, che non si ripetono con le iniezioni suoce·ssiv.e. · Dei 22 casi trattati con l'ergotamin a da Adlersherg -e Porges nella Clini·ca di Wenkeback, in 15 8i ebbero Rotev·oli miglioramenti, in 4 discreti, me·n tre in 3 i risultati furono nulli. Di ·difftciLP. c11ra ~0110 le forme diarroich.e persistenti dei based0wiani; gli oppiacei danno scarsi risultati e il ioro lungo uso non è consigliabile. Sono meno dannosi il ta11nino e il bismuto, ma anch'essi hanno c;~ar:;a az]one Qualche volte gio· va l'atropina.

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E!J!J i11g0r ra1..:1..:01ua11Ja i cli:;! eri di udrc.1La!-i1La ('!O-::~o gocc.;e d i soluzio11e ùel c.;01n1uercio in zoo d'ao<Jlla) . \'0 11 ' 'a dimer1ticato cl1e ir1 alcuni basedowiani pre,·algono disturbi psichici con notevoli stati cii EccitaziJne m entale. Talj inalati vann'' rigorosan1e11te sorvegliati. Ne rico.rdo llno recente che ma11~ estava proposit! suicidii € n el quale l 'inson111a era persistente ·e veramente tormentosa. FaTa u~o i_n questi casi .di cant'ora, di valeria11a, quest ultim::t anche s otto forrr.la di clisteri a dosi eleYate, di bromuri e anclie - in dosi moderate d1 pT2parati di oppio. Util'3, coule 11 o già detto, il bagno cal1do prima di ·Cori.~arsi. Venendo ai medicame11ti 0l1e più spectalmente passano })er patogenetici o é1.ntagon istici -- fra i quu1i dovrebbe rientrare ancl1e la ergotamina sonl~ a tutti 11ote, percl1'è ormai uis ate in larga scala, le oosiàette antitiroidine, di cui non è ne.-:essario ricor.daTe il 111nneroso elenco. Si !l3ano atcualmente a tale scopo si.eri di ani~ n1ali st~roidati ; co,&ì quelìo di Moebius (siero di monton~~ st iToidato :tddizio11ato con acido fenico) ".) il sa11g·ue in toto di montone stiroidato e, piu largamente, jl siero di cavallo stiroidato, che sl 1.1 ova in cornmerci·o sotto forma di· compresse o di sciroppo. B stato utJizzato anche il latte di capra stiroìùuta, cl1e si somministra in dosi da 2 a 10 gra111mi al gior110. I ri tiultati sono -discreti n el l(: forme lievi e di media intensità, mentre nelle forme gravi d 'iper.. tiroidi::>.no essi sono 11ulli: in 0°gn i modo i1ell'u110 e n.e ll' altro ca.so assai incerti. Si sono preparati anche dei sieri, iniettando in a.nimali Pstratti tiroidc:i; i sieri .così ottenuti a\·rebbero provocato sp erimentalmente rareJa.zio11e della sostanza .collo1.a.e della t ~ ro·i de a qui11di z·iduzione della funzio11 e secretoria di questa ghiarLd1)Ja . In seg11iLo a tali esperimenti, i sieri cosi preparati sono stati usati nella terap i1a d ~ L n1orb0 dr Flajani-Baseclo\v r,on lo scopo di ridurre }'.esagerata secrezio11e tiroidea. I risultati ottenuti con ·.Juesto siero antitiroideo Eono in generale discreti, in quanto si abbassa il rrietabolismo basale, diminuiscono la frequenza del polso e l'intensità del tremore. (Coulau.d e Suan). Pende esperimentò anch e il ·Siero di capra in periodo di allattamento, 11art.endo dal concetto di un ipotiroidismo fisiologi:co durante l 'allattam 2nto ste3.so. Largamente adoperata e nelle sue forme più svariate è l'organoterapia: l 'ipofi,saria, in realtà n on molto seguìta, la limita, la paratiroidea (proYata .da Eppinger ), l 'ovarica e testicolare, la panf' rral ica (recentemente sotto ,forma d'insulina), la pluriglandolare, e la stessa terapia tiroidea a piccole dosi (dosi r egolatrici di Lévi e Rothschild). In realtà scarsi 50no i risultati di questi rimedi.


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IL POLICL1NICO

tANNO

XXXII, FM!1:. 49]

Penùe consiglia un preparato pluriglandolare, Altri Autorj, in vece. pensano ad un'azione più costiLuito da polvere di tiroicle, paratiro i de, lobo co111plessa e ritengor10 che l'in suli11a influisc:J u11t2rì ore ipoti~ariu, c u1teec ~ a surte11ale, pa11creas, ::;ullo !:ltato ge11erale, sul si111patiieo e s ulle g.l1i?..11dal quale 11a ricavato qualcl1e va11taggio <..:l1e però cJolJ enclocrine -- afferma l 'Autore - potrà essere meglio chiaAd ogni modo, so110 già reg·1::;Lrati nella lctter 1rito 11èl suo valore r eale il1 ·s eguito a piìt lunga . t.11ra medica buoni risultati ottenuti nel morbo di esp erienza. Flajani-Ba.3edow con la terapia insulinica (GofDi r.ali preparati quelli cl1e hanno dato i r isulf1111 Lawrenc,;, Metl{Jen, \Volf e l<:ayser, Lép111e, tat] più in coragg ia11Li sono gli ovarici e sopratut· f·arturt.er) : n1igli·:•r,~mento dei diversi si11totni to i testicolati. d.e lla malattia e dimir1uzione spiccata del metaPreconizzata da Ca:::;tcll ~no, la terapia ormoni- ·1Jolismc. basale. c:-1 sessuale del morb o ùi Flajani-Basedovv s'ispira Facciamo notare che in qualche caso, trattai.o o. concetti patogenetici e propriame11te alla co11con l 'insulina, le rr1an1festazioni ba:sedowian e C(-'Zione della ùistrofia endocrino-simpatica, r.apCl'jncidevano con s~gni F1cuTi di diabet~ {poluJ: iJ· r•resenta ta dall' ipeTtiroi dismo e dall'ipereccitabi::;ia, poliuria, g1ico511ri a e glicemia) e cl1e il tratlità simpatica, quali elementi essenziali della patamento fece scomparire piuttosto i sintomi diatog.er1c-si della 5indrume basedowiana. bGtici, ch6 11on quelli ipertir.oidei. Per modifi care questa condizion e patologica e Sol o su ece:'isivi controlli l)ot1·;1nno dirci se l'i1L~. pec i almente per rjportare verso lo stato normale 5ulina debba c.ons ~ derarsi veram2nte un me d~ca­ il tono esagerato del simpati·co, si è pensato <li rnento a datto per i ba o:;edovviani. ricorrere all'azio11e di sostanze antago11isticI1e e Della terapia med i·ca fanno parte anche la r a cioè agli orrrioni vrcgr1tonici. Sono stati esperidiot.:rapia, l'el ettrotPra1)ia, la diatermia : ma 10 non me ne occupo, essando ciò compito di un r.r.entati qùasi tutti: timo, ghia ndole linfati·che, to11sille, ir1ilza; ma quelli che hanno dato i mitE.rzo relatore rad iologo. gliori risultati nel Jnorbo ùi Basedow sono gli Da un punto di vi·sta generale dobbiamo far r1otar e c.h e inentre sui buoni risultati c·ons·ec·u Li ,.i ormoni ses su.ali. Secondo alcuni ql1e.:;ta terap ia è efficace · in all'intervento chiru rgico il consenso è 1quasi unarume, non altrrttan1o può 1d]rsi per la radiotetutte le formt1 d1 iperLir oidis1no, secondo altri, rapia e clte anzi n11merosi radiologi, jn seguito invece, solta11to i11 quejle n ell e quali esistono a larga esp arienza, si sorto dimo·strati in propoc·o111elnporanea111ente ai disturbi tiroidei - alterazi.oni anche a caric o degli organi sessuali. sito 1nolto ri.servati. Il Coulaud., c:he recènternente si è dimostrato La breve esposizione delle varie cure m.ediche attual!nente più ill uso nel morbo di Basedow docntusi3.3ti:l. della terap1a ovarica nel gozzo in ger1ere, dicl1iara cl1e nelle sin·dromi corr1plete di .c.'-o.me:nta .col non picJcol o r1umero ·dei rimadi consigliati, n on di rado fra loro in cont rasto, corr1c FJaj0 ni-Baseùovv, i risultati di tale indirizzo cuben lontana sia ancora la possibilità di avere a tati vo sono assai scarsi o addirittura nulli, jn quanto ~1 limitano ad una più o meno spiiccata nostra disposizione medicamenti ad azione effìriduzion.e idi volume dal gozzo , mentre gli altrL e:ace e co::;ta1tte. Al contrario, caratteristtca della sintorr1i (esoftalmo, tachicarji:i, tremore, cachesterapia medi-ca df!l Basedo'v fi l'incoistanza dei s ia progressiva) permangono quasi immodiificati. r·isunati, anche con quei mezzi r itenuti per conNon vi è d·ubbio inve ce che la terapia testicosH11so unanime i più opportuni. PO S$i amo infatti concll1der e che i successi otln.re, f.opratutto sotto forma di testicolo fresco crudo, dfl. in alcuni c&si buoni risultati; accenn o tenuti talora con le cure mediche, non sono la risultante di, ta-rapie specifiche, ma di moltepli·c i sulo a quelli ottenuti dal Castallino e dai suoi alprocedimenti fra loro i più di sparati : igienicoli.evi {Ferrata, Giovine, Goglia, ecc. ). Anche il Mad.i etetici. ri costituenti, sintoma1 ici e cosi detti parnnon mette in prima linea la terapia ormonica togenetici, variabili da caso a caso, onde non apsessuale. pare p er ora possibile prospettare concrete norm ~ Recenternente si è ri-corso Ft n•che all 'insuliria. Sono arlcora assai scarsi i dati cl1e si riferiscocomuni di terapia medica. no a ll'uso dell'insulina nella terapia del morbo cli Fla.j 'lni-Basedow, essendo cominciate sol tanto 11 ello scorso anr10 le r icerche in proposito. Jl critt>rio, al quale si sono ispirati coloro che Da questo br.eve riassunto mi pare si possano si sono serviti di questo nuo ; 0 m etodo di cura, decluIT8 le seguenti pratich e conclusioni: ~ i basa 5ul supposto antagor1ismo fra tiroide z La ma1attja -Oi Flajani~Bascdo''' rientra induhprtncreas ; e siccome di quest'ultimo organo si è JJiamente n elle forme costituzionali ereditarie, in potuto otten er.e, 1n questi ultimi anni, l'estratto quanto i soggetti che ne sono colpiti i1reRentnno dc.11a parte funzi onalrr1ente endocrina e cioè l'inn llno stato d 'i rritah~lità e labilità primigenia drl!.\ , , i na. così è sen1brato logico ser,·irsena per co1nJa tiroide e del s istama nerYoso regolatore dPll•" hn t tet P le manifestazion i dell'ipertiroidis mo. L'in·ecr ezioni tiroidee n. su1in:i.. in altri tc>rmini , sarebbe l'antagonista delB q11 asi sempre su questo terreno cl1e brusca· 1'esagerata secrezione della ghiandola tiroid2. 1

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rANNO XXXI!, FASC. 49J

SEZIONE PRAtttA

mente o lentamente sorge la sindroma basedo\viana. I11di viduare tali soggetti, rilevarne c on i 111 0 ùer11i n1etodi ùi indagine i p iccoli segni d 'ipertiroidismo t~ comp1to no11 facile, ma assai utile p er istituire una opportuna e tempestiva terapia. E In questa fasr dove la cura inedica può r iuscire varamente efficace, correg~en,d o le suscettibilità nervose, aiLenu ando i distt1rbi tiroidei migliorando le condizioni generali dei soggetti,' c,e rcando d'impedire il persistere o quanto m eno l'aggravarsi dei fen om .eni e quindi lo \Scoppio della classica e C(1n1pleta sindrome basedowiana. I. . a conoscenza d ì. questa speciale predisposizione ereditaria ci permette di interpratare facilmente come m olti basedowiani , guariti con cure medicl1e o con inter venti op eratori, pos·sa110 presentara ancne in seguito piccoli segni del loTo ~quilibrio nervoso-endocrino. poicl1€ a n che cli11iramente guariti n on vien e a mutare, nella sua essenza, la l oro costit u zj on e. Di fronte a·d una sindrome basedo\viana conclarr;Bta, i provved jmenti da prendersi vanno distint: da caso a ·c aso. In Jlne!t ~en e rale , p erò, possiamo a scopo Ji orientamento divi,d·ere i basedowiani in trie catE:gorie: forrne lievi, forme di media grav ità , f ormb gra,rissime. Dobbiamo r itenere forme lievi quelle dove la si11tomatol ogia basedo,vjanR., pur essendo i1ei su oi elementi fondamen tal i Jnanifesta, è pero attenuata e non proyoca, se non twdivamente, gravi perturbamenti sulJp condizioni generali dell'orgaJJismo. In rrues Le forrn e, in iziare sollecitam ente una cura m eùica e ins ist?re su questa quando, dopo un ten1po r ela ti va,mente breve, s1 r iscnntr1 u11 mi~l1oran1enLo sia vur lieve o quanto m eno non un peg·gioramento della sjndrome. Avverandosi quest'ultima evanienza, ad onta che il riposo sia assol:uto e i rime1di sinto1nati1ci e così detti ]Jatogenet1ci largamentfl t1sati, prospettarsi senz·a1tro il problema dell'intervento chirur gico. Per forme di media gravità debbono intend·ersi qu elle ,dove i sintomi comuni del Basedow sono u.ssai più accent uati e si accnmp agnano a n otevole dimagramento, a crL5i n er vose, a disturl.J1 intestitl'ili, sudori profusi, ecc .. dov.e il ricambio basale raggiunge cifre elevate, la tachicardia è noecentu:tta, senza p ,.!rò c.t1e vi siano gravi com{JJicanze car·dio-vascolari, rer1ali o a carico del sistema r1ervoso cerLtrale. Generalmente que::;ti in alati ~ quan1do a rrivano a noi in tali c.ond1zioni - sono già stati sottoposti a cure medicha. E inutile p erder tempo; conviene i nviarli al ch i1·11rgo il più presto possibile, tanto meglio se l'inizio della forma ·è affatto r ecente. P er b:\sPdowiani specialmente gravi intendo parlare del le •forme raramente a bru sco inizio, s pesso ,d 'ar1tica data, recidivanti, nelle quali i sinto-

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n1i f onda1nentali acquistano particolare gravità, dove :illa tachicardia si accompagna astenia carcJi a:ca con dilatazione grave di cuor e, dove frequentemente s i riscontrano albun1inuria e glicosuria e spiccati si prasentano i disturbi del si~tema nervoso e talvolta della psiche e grave è il deperimento organico. Si con1prende cl1e in que ·ti cas.i - se si eccettua l'esistenza d1 un gozz.o stenosante - non è consigliabile l'intervento chirurgico immediato. Bj:sogna preparare l 'ammalato, se è ancora possib ile, a d affrontare il t r a uma cl1irurgjco, facendo uso 00ulato, di verso da malato a malato ben si compr 2nde, dei comu11i rimedi sintomatici non ' e~ cJ uso in piccole dosi l'jodio che , :per esperienza c11 chirurghi, g iova in simili circostanze. 111 altre parole, terapia medica d 'at tesa vigila 11t ·~ nelle sindromi lievi , con pronto interven to cl1irurgico quando tendono ad aggravarsi; interve11t !) precoce nelle forme aocentuate senza gravi C( mplicanze, e n ei cas i dj estre1na gra,rità, intensa oculata terapia m el:lica preoperatoria. Come si v e·d'e non è il ca·so di parlare di una pr egiudiziale cl1irurg1ca n P.1c2ssarja e costante p er t.u tti i basedovviani. P er deci dere com e e quando si debba pre'ferire transitoriamente o in definitiva la tera·p ia rnedica a quella chirurgica, o precoceme11te o in secondo tempo intervenire sulla tirC'ide, non può certo esser e sufficiente c riterio di sc elta lo schematismo terapico sovra esposto. Com e a ccennai al principio della relazione, ma.i forse come p er la malattia di Fla jani-Basedo\v e vero l'assi oma che ogni malato costitu isce una per sonu.lità c linica a sè, non dovendo dimenticar e l e secon darie variabili modificazioni che l 'iµertiroidismo basedo\viano porta sulle altre ghiando·le a secrezione interna e come non sempre vi sia corrispondenza ·f ra gravità della sindrome e difficoltà di guarigione del malato: onde in ogni singolo caso, dovrà il medico da un esame accurato, storico ed obbi,ettivo e dal diven:re della sindroni e stessa, .a·edurre pratich e indj,cazioni per l'indirizzo curativo. 1

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p. (·ì\il odena). (Relatore di 1p ar te c l1 irurgica). FIORI

Conclusioni.

Io non credo ·di dovere concludere la rivi.s ta di questo capitolo con cilfr e e statistiche di confronte:· t'ra i risultati rr1edici e quelli chirurgici, p.erchè sono convinto ct1e 5ia l'Internista come ]ì CJ1irurgo hanno cia':>cunc un compjto b en defini·to, Capall e nel 1918, sintetizzando il pensiero c11 Garré, c osi si esprimeva: 1) Basedowiani per con°d izioni soci ali impossibi litati a sostenBre una cura m edica confacente. debbon o venire operati. appena che palpabili si sentono l e modificazioni tiroidee. 2) Condizi·oni sociali agiate indicano l'inter-


TL POLICLINICO

vento chirurgi.ca solo q11ar1do le c.:ondizioni geu erali tendo110 u !;Caùere 3) Quando il rniglioramento ~otto l'i11flue11zu. delle cure mediche non avviene entro lo spazio di tre mesi, l 'intervrnto chirurgico è pure 'indicato. Pur convenen do, in tesi ger1eral e, nell€ idelS della scuola di Bonn, i o cr edo le affermazio11i del n . 1 e 3 modificabili nella misura seguente: 1) I casi di mod~sta gravità· restano d.el doUJjnjo m~dico, a meno Ch l·: o non presentino te11denza al peggioramento o cond1zioni sociali r endano impos~1bile un confacente periodo di cura; ir1 que.:;t'ultimo casv i..1e rò il periodo di tempo non può essere precisato in una scadenza fissa. 2) I casi di gravità più man1festa , rie.i quali r)erò il sistema cal'dio-renale non ha sintomi di r eale insufficienza, sono di dominio del Chirurgo, spe.cialmente se le cure medirch.e sono già state tentate con insuccesso. La cura chirurgica vi r-egistra i più lusing·hieri risultati, sia operatori cb.e a distanza. 3) I caisi gravi ed in questi, oltre quelli ad insuffici,enza cardio-renale conr.lan1ata, debbono rientrare i 11..i asi ad inizio irruento, d e·corso rapido, turbe del ricambio esagerate, sòno «iel do1nin.io medico per tutto quel perio.do, nel quale è logi.co attendersi dalle cur.e intern€ una remission e, se non la totale $Comparsa, dcli sintomi di scompen so. Se l e cure medi.che rjescono allo sco~ po, questi casi possono rientrare fra quelli del 11. 2 e cioè diventare ~t~scettibili di cura chirur~ gjca. 4) Ir1 via di eccezione il trattamento chiru.r gico 11>otrù s ostituirsi a quello 111edico negli scopi di c.ui al n. 3, ma la concl·ù sione di de Quervain r1011 può, a questo riguardo, esser presa alla lct tE:.ra. .,. 5) Alla X terapia è riserbato- il migliore a V''eni re se può diver1tare un intervento di misura. 6) Le prove sierolo,giche, b 11olor,iche e farma· co-dinami.c.he son0 elementi diagnostici di primo ordine ; minore è il loro valore di el ementi-indi ce per l'interve11to. E così il fissare, ad esempio, in cifr e i limiti del ricambi·o basale, entr.o il quale deve '1.1ante11ersi il ChiTur.g o per proporre o meno l'oper;1zione, può esserB l1no "·Chematismo inutile e pericoloso. 7) ella va1utazione dei risultati, il riacquisto della capacità lavorativa costituisce il criterj obase; i1on basta sa1)er a se l'ex-baisedowiano vive. n1a occorre sapere 0ome vive. 8) Le con siderazioni fatte valgono pel Basedo\v prin1itivo e pel Basedo\v secondario; naturaln1ente, non deve essere perdl1ta di vista l'opport u11ità ·di valutazioni contingenti. Alcune del1P J orm e basedo'''Oidi pos ono yersosimiln1ente rientrare, patngc neticamente e · r.er::lpeuticamente, n r1 gi' uppo dei Basedow parziali c.d incompleti. 1

[ANNO XXXII, FASc. 49]

Lu r 1tll.iolerapiu d el !\1. lli Flaja1li Rasedow.

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(ltou1a.).

D '~lJbu

ti11graziute i1111a11zj tutto a i1u1ne della Società. l ialia.na ùi Ra<11olo.g·ia la Presidenza delle ....,eci età dii l\ilooicina Inter11a e di Cl1·irurg·ia, p er avere voluto ·Cl1e nello svolgin1anto della relazione comune alle due Società parrecipasse uffìcial1ne11te - · a tale ~copo delegato - u11 i11e1nbro della Società I taliana di Radi o1logii1a Medica. L'opera fatti va del Presidie11te della Società Italiana di Radiologia, Prof. P. Tandoia, ha permesso ·così cl1e la radiolo·g ia per la prima volta Yienp, ad affiancars.i ufficiallnente alla cl1irurgiu e alla medic ina generale e da tale intima collalJor azione .clir1ico-rad1iol 01g ica, tante vo·l te 1deside- · rata, non può cl1e scaturire il desiderio cl1e la collaborazione 1~ niziata divenga an.cor più stretta riell'a vve.nire . 1

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Io cer cherò per quel che riguaf<da la terapia del 1norbo di Flajani di evitare per quanto è possjbile tutte l e questioni tecniche; ma è tft1ori .cU dubbio che d·opo aver ascoltato le due i'elazt~oni prt:icedclnti, specie quella di parte cl1irurgica, io debbo n ecessariarnente sfron1dare la relazione e difen·dere il p11nto di vista della radiologia. Tra le obbiezioni no11 ho U·dito almeno quella lungamente ri1p etu ta da 1nolti medici e riaffermata recentemente .d a a lcuni chirurghi quali Klieneberger e Liek 1 se la roentgenterapia non sia in fondo che un.a psico,terapia. Sono .state da parte radiologica p ortate in campo staW.sticl1e 11u1nerose sul miglioramento delle r aci·dive postoperatorie, sul confronto fra i miglioramenti ottenuti con le sole .cure igienico-dietettcl1e e la cura radiologica ina credo inutil r i11J sistere su ·queste statistiche, ridiscusse recen rcrnent-e anche d a Salzmann, giacch:è esse appaio110 sc.rpas3ate dato che oggi non :possono essere cli&tonosci1ute quelle modificazioni -che i raggli X soJ r10 capaci •di portane nell'intima profondità dei tessuti e sulla tiroid1e in speci~ e quando nel Baseélow ste.sso si' assiste a moàiilcazioni interessanti acl esempio del metabolismo basale sotto la radioterapia. Una secon.da question.e, invece, ho Yeduto riafferroata nelle conclusioni chirurgi.che n1a che il relatore ritiene in fondo come me sorpassata: la qnestione che, secondo le affermazioni di EisclsberQ', la radioterapia <1eter1nini aderenze le quali possono rendere diff1cile un successivo intervento. Le ~tatistiche di Da11e - per citare u11a fra le più note nel campo radiologico - su 321 casi di gozzo c1npl] ce ed esoftalmi co irradiati - negano asso~ lntame11te la possibilità di formazioni ùi aderen· z0 sotto la !'adioterapia alla quale 11r obabilmente 5ono siate attriJJnite quelle difficoltà operaturh• }"ler la speciale durezza del connettivo perigl1ian1

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• [ANNO XXXItl , FASC. 49]

SEZIONE PRATICA

dolarc già negato dal Kocher prima dell'era radioterapi·ca. Non posso inv20e lasciar passare senza ,p rotesta le affer111azioni del chirurg·o che la radioterapia sia un inetodo cieco dannoso per eccesso, inefficace per difetto. ~Iolti di noi per prudenza potranno errare rp er difetto ma i1on per eccesso: la radioterapia del Basedow non è alle sue prime armi; conta un quarto dà. seoolo dli: espe1·ienza e se per lungo tempo la roentgent~rapia 11a attrav.ersato u11 periodo di transiztone og,g i è ancl1'essa scienza esatta dal punto dd. vista della fisica tecnica. E nota infatti ai radioterapi·sti la speciala sensibilità della pelle dei basedowiani (legata forse secondo Bertol·otti alla iperi drosi acr e) e non na;scondo cl1e solo una estrema prudenza e una estrema padronanza ·dello strum antario poteva un ten1p 0 far.e evitare possibili lesioni. l\lfa da qualche anno coi progressi della radioterapia a breve lunghazza d'onda, con la filtrazione crescente con la possibil'iià dii ·un dosaggio rperfetto, si è non solo fissata la dose cutanea ma è stato possibile determinare che nel morbo di Basadow la diminuzione di resistenza d ella pelle ·è del 30 % riStp etto alla dose eritemacu1 anea (HED). Esclusa ia possibilità da parte di un radiologo provetto di l.esioni cutanee, rimane solo il fatto che dal punto dii vista astetico la raidioterapia non rap1)resenta sempre un mezzo ideale perfetto: la persistenza di un certo grado di struma, una pigm.entaziione bruna qualcl1e volta persistente, e in certi determina ti casi la possibilìtà a dis tanza dti tempo di numerose telangiectasQe, possono essere rimpro\'erati alla cura. La raidtioterapia infine non è lln mezzo cieco e non offre speciali pericoli: la mortalità si può dire nulla e sc·orrendo nella letteratura noi non possiamo trovare su migliaia di malati trattati cl1e 5-6 casi di morte : ina gli incidenti in qu ~­ sti one risal1gono a m oltissimi anni indietro quando non er ano state fissate le in·dicazioni della cura, quanido non era stato ·f issato il con·cetto di sagg.iare la reazione individuale ~ ' 'antilato il pericolo di reazioni non desiderabili per sostanza tiroiid ea cacciata in cir.colo sotto le prime sedute .specialmente di raidiotarapia. P er le ste1sse ra.gi10ni di controindi:cazione alla cura nella lette.r atura vi·ene ·Citato il caso di Cord t1a di passaggio del 13Rsedow al mixedema: ma oggi per dl radiologo è legge la prudenza se non l'astensione nelle forme in cui si associano •segni di defi,ctt e di iperfunzion1e; cosi come per il raddologo è legge lo stt1dio dij1 quei mutui rapporti che esistono fra le g·l1iandola a secrezione interna specialmente fra l'ovajo e la tiroide, f)er cui evitare che dopo la irradiazion e ovarica a tipo di castrazrione pos•s.a sorg·ere una ·classica sindrome baised1owiana. 1

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I..Jo spoglio delle statisticl1c~ radiolo•gio:t1 e, i con~ronti fra ti ris11Jtati ottenuti con la radiotar a.pia e quelli ottenuti con l e cur e mediche o l'intervento 1chiru~gico ison·o s~nza •dubbio interessanti

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1na io credo che lo spoglio delle statisticha riesca utile 11on p er mettere u11 metodo contro l ' altro ma per lo sc.opo final·e d{ fls sare le i11dicazio11i del sing1oli metodi e n al caso che mi riguarda della roe11tgenterapia. Perchè in realtà, e non per la ·Sola mia esperienza, le statistiche si equivalgono quando andjamo a confrontare le ci·fre &i a rispetto alla guar1g ione, o al miglioramento, sia rispetto alla persj stenza della guarigione e alla ca;pacità lavora1ivé', c;ia rispetto alle rectdive, sia rispetto agli in. successi. Le statistic:he da noi più importanti - per trala . ci are le ininori e per citare le più recenti sono queJl.e del Ga \·azzeni (65 casi, 19'21) e del Rertolotti (51 ca,si; dal 1916 al 1923) ; e le più importanti all'estero .so110 quelle di 1:-iars-Edllng (30 C{1si, 19~3) ; dli Fischer (1~90 casi, 1923); dd. Holmes e lVIerril (116 casi, 1924). di Si almann (328 casi, 1923). Considerando in bl occo questi 1080 caisi le guarigioni osci 11 ano dal 88 % (Gavazzeni), al 35 % (Bertolotti); al 30 % (l ,ars-Edling); al 30 % ciroa (Holmes e I\llerril ); al 50 % (Sielmann). E se neJle sta tist.iche idi Gavazzeni e Bertolotti si tiene conto dielle sole forme .genuine le cifre raggiungono quelle di Sielrr1ann (50 % Gavazzeni, 47 % cir ca Bertolotti). P er quel che riguarda i mi1g lioramenti que.sti oscillano dal 38 % (Ga,razzeni); al 45% (:Bertolotti ); al 1~3 % (Lars-Edling); al 58 % (Holmes); al 44 % (Sieln1ann ). Gli i11suocessi si aggirano sul 16 % (Gavazzeni, compresi i riisultatJi scarsi); sul 20 % (Bertolotti; Lars-Edling): st1l 5% (Sielmann ). Le recidive appaiono rare (Ga,razzeni, dopo 1-2 anni); oscillano sul 'l % secondo Lars-Ed1ling. Bisogna tuttavia lifntendersi sulla parola guarip;jon <' chr se figura n elle stntistiche di Gavazzeni, Ber to lotti , Si elmann , non figura che sotto l::t parola r mo1to 1niglioratj » nell e statisti1c he di LarsF:dl'ing e Holmes e Merril. Jn 11ealtà se dovessimo tenere conto d ella scompa rsa di t iltli i sin,tom1. non •si può negare -che un certo grad•o idi esoftalmo e i concomitanti sint.omi cli Grafe, Moebi11s e Stel"rag spesso persistono sia p1rre attenuati e che specialmente, anch.e a TI)i a esperienza, la riduzion e dello struma è lentjss ima ed eccezionalmente completa. Ma per confeEJSione dello stesso r elatore chirurgo dopo l'intervento la guarigione è r elativa e n on tutti i s intomi scompai ono, ad es. l' esoftalmo: percl1è pret~n1d1e re dunque dalla radi ologia quello che gli altri mezzi non sono ca1paci di fare? 1Ma tutto ciò è bPn (liverso di quando diciamo <e n1iglioramento ,>, perchè noi ieon questa parola. intend!i amo una semplice attenuazion·e della sindirome che può riaggravarsi e che tuttavia può nuovamente rniglioT~re sotto la cura. In se-de di discussione allri ntfa rela.zione sulla roPntgenterapia delle gl1 ian<lole a secrezione interna , sv·o lta al recente ConITTesso di Triesta, il Perus·sia poteva infattj afferm~re: « la roentgenterapf a del Morbo di Ba se~ 1

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IL POLICLINICO

dow è l)iù specia lmente una tera·p ia sintomatica che 11on una terapia che valga a guarire com1•letau1 er1 te il malato almeno n ella grande maggjoranza idei casi conclamati. I malati che sembran o guariti sono in r ealtà degli ipertl1roidei alrr1eno allo stato latente: tuttaVia n on solo d1obbiamo curar 3 i basedoviani ma p ersistere n ella e ura, giaccl1·è e li possiamo strappare al periodo di deper1 m ento e li possiamo rtportar.e a uno stato di equili b:rfio, ma poss1amo sempre inoltre riIJrender e la cura in casi di squilibri nuovi » . 1

Dallo spoglio delle statts.tiche risulta chiararn ente qu ali sono i casi ·di m orbo di Flajani che più risentono della roentgenterapia. Le forme che certamente s1 giovano e p er c ui è netta l'indicazio·ne sono l e tforme genuine e r ecenti: nai casi a c:·ù ti Farcy ha ottenuto, l '80 % cti successi; a.naloghi risultati si otten gono nelle forme infantili. A11 cfie il radiologo reclama l e precocità d·ell '.intervento se11za attend ere 1nesi e mesi il risultato ùi aJ.tre cure. I risultati sono spesso m ediocri o temroranei nelle forme non ·g en11ine, ma tuttavia 12 gu.arigiioni e i miglioramenti h anno una buona r er centuale. Con prudenza A riserbo vanno trattate Je forme .con sintomi tossici e specialm a11te oon ·diisturbi car diaci, in quanto va specialmente sa.ggfata la r e.azion e ind:i viduale per timore di r eazioni n on desiderabili per sostanza tiroidea cac;- . ciata in ·Cir colo 1sottc la radioterapia. Non vann o trattata le forme ~on compression e trach eal e e l P rorme dli strumi irregolarj rd i antica data. Tuttavia em er ge anche un altro fatto 1ialle statistiche ed è che se gli insu ccessi sono frequenti nel le forme hasedowoidi , non mancano anche nelle forme genuine (10 % n elle statisti·Che dj Ber to1otti). Se ciò si comprend.e faai1m€nte n ell e forme l.Jasedo,voidi, data l'in terpretazione che sj dà di questa form e, res ta difftci1 e l a spiegazio11e nell ~ form e genuinie. Neis~un a delle tante caruse portate a sostegno può accettarsi. per sè come assoluta: non la di\•ers:i tà delle condizioni ·Sociall; i1un la gravità del caso; n on la tecnicq diversa (Je cifre ·diegli insuccessi n on migliorano col mjglj oramento d ella dose somministrata e col n1iglioramen to d1ella t ecnica ); non la durata della rnal atti a; n on le alterazioni. del cuor e; non la parteci.pazione di altre ghiandole en docrine (la radioterapia tiroidea timica o Tadioter apD.a combinata ::u altre ~r..iando1 e endiocri.ne n•o n modifica la rifra degli i11c;u ccessi). B ergo11 i~ e pèder e111 pl.~ cistic.:\mente parlano dì una sen sibilità variab il e e rti capriccioso compor tam ento del tessuto husedowiano . ma, a mia esperien za, se Ja durat a d·c::lla inal::i.ttia e il ritardo con cui il malato vien e n11e cure posson o influjre in quanto possono soYrapnorsti. al terazioni o del si mpatico cervical e e- cli al tr3 g11iandole endocrine, alterazion i cardiache, rena1 i, r1ervose. ec-c ., va tenut.o invece as"ai con1o di llll fatto ftnora. trascurato dai radi ologi , q ua.1 a è qi.1ello della etiologia: a.i ~sul~1 i ~

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nulli della radioterapia può seguire un miglioran1ent0 brillante con la semplice cura antilue tica. In base a tutto ·questo mi sembra che la roentge11terapia possa trovare lil suo p osto !fra le indicazioni mediche e ,c.hirurgiche quando i relator i an1rcit ttono ·c hie l e forme lievi sono di sp ettanza m edica, quando per le forme gravi la cura m ediica è la prep aratoria, quru1do per le for me di m ect·j a gravità si può attendere un certo periodo di tempo. - ....-~, I sintomi d!el Basedow che sotto la radioterapia'. si modificano e per ordine di tempo e per r elativa rapi1dità sono n on i sintomi della triade c1assica ma !i sintomi n ervosi (1quali l 'agitazione, l 'insonnia, l'irritabilità, la astenia, la cafalea, ecc. ), i sintomi vasomotori e secretori (quali i rossori, il dermografismo, l''i·p eridrosi, le dd.arree, ecc. ) e i sintomi a carico del ri cambio e del sangue: si può assistere perciò al ritorno della formula sarLguiig na verso la n orma, al ritorno delle m estruazioni mentre le condimoni ·g en erali rifio!Iiscon o fl il peso d•el corpo va progressivamente aumen tando. Dei sintomi •Cardinali in vece del morbo di B asedovv 1è il tremore <JU·~llo quasi sempre ch e contemporanea1nent.e ai segnii precedenti migliora e si va atten11ando e si. fa meno rr1olesto; ma anche la tar,hica.rdiia per quanto in gen~re più lentamie nfe è ifr a i sintomi che progressivamente migliorano talvolta dopo .qualche set1imana. Lo struma e l'esoftalmo son o i segni più ribelli; a nzi lo struma più dell'esoftalmo co ntrariamente a quanto altri ritengono ; eccezionalmente il collo ritorna in condizioni norma li. 1

Un certo léllsso d'i ternpo, che il medico pratico d eve con oscere, è necessario per ottener e queste mod1iftcazioni sotto la radioterapia: ma ho a ccen nato come già dopo due-tre settimane possano avel'l.si modificazi.oni anche nella tachicardia (a r·arte modifl:~azioni transitorie rapide) e n ellP condizi oni generali e n al peso. N·Oi p,r atichiamo in g1~nere 3-4 campi dli irradiazione in 3-4 giorni o m eglio a giorni alterni con pause di 20 giorni e con 2..s· almeno riprese: v'iè chi, almen o all'in izio, dimin11i sce a una settim ana (Gavazzeni) la ·durata della pausa; v '1è chi preferisce far sedute n on a giorni altArni ma ebdomadtarie e allungare a due-tre mesi la prima pausa (Salzma.n n); ma nell'un caso e n ell'altl'o i primi •segni di mf..g liorarr1ento si possono avvertire dopo 1a terza-qnarta j rraJdii aztone. Un trattamento oomplato oscilla quit1di rtai du P-tre mesi a otto ...clieci mesi alro,...no. f : chiar o che Ja region<' d.ella sede della irradjazion e è il collo che in genera viene diviso in

tre campli, uno mediano e due laterali: a questi 1rc può aggiungersi (e sommarsi col mediano) anch.e un campo in corrispondenza nel timo. LA trcnica combinata tiroidea-timica è stata intro· oo1ta dope Ja t acn1ca di Nordentoft e Blume della


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SEZIONE PRA11CA

irra1iazione isolata del timo per analogia con la timectomia praticata dai Cb.iruTg·l1i: la statistica dei predetti AA. è ricca di 100 casi co11 irradiazione massiva del tin10; ma l'efficacia della terapia combinata è diiscussa e dubbia almeno per la maggioranza dei radiologi, salvo forse casi eccezionaJj c!1e rientrano nelle forme 1ciescritte di Based·ow 1f~rr1ogeno (ipertrofia timica, ghiandolare, splenomegalia, linfocitosi, ecc.). l\tla oggi sono allo studio, dati i rapporti tra le varie gJ1iandole endocrine, a11che altre radioterapie combinate: tiro.idea-surrenale; ti~oiid!ea-pan­ creati·ca; tiroidea-1pofisaria; tiroidiea-ovar1ca . Ma di queste per mia e altrui esperienza vanno prese in ·C onstderazione pratica :finora la terapia combinata pancreatica e ovarica e specialmente l'o' 'arica e le belle r]cerche di Balli .e Fornero ha11 dimostrato i rapporti tra tiroide e ovaio e le modificazioni del tessuto tiroid!eo per irradiazione dell::i. ghia11·dola 1r1iometrale. La rad] oterapiR 11on è cura esclusivamente locale, anche quando noi irradiamo ]a sola tiroide; ma noi possiamo portare modificazioni anche lontane 1sugliJ anelli della catena patogenetica del morbo di Basedow. Secondo la nostra esperienza occorre agire sul fJancr eas (per ·Cui è netto l'antagoni.smo funzioDal·e) e sull'ovato con irradiazioni a tipo di: eccitarnento (Nem enow) · o per lo meno sull'ovaio con dosi maggiori ma tali da determinare una castrazione temporanaa e n on d1efinitiva. 1

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zioni cellulari nè alteraz.i-011i n ella disposizione d·ei g1·a11uli fucsinofili e lipoidei, ln altro campo recentemwte il Guardabassi .della Clinica l\1edica d1 Per11gia :p oteva dare la dimostrazione, irradiando a piccole dosi il pancreas messo allo scoperto, di una fase ·di secrezione attiva della ghiandola dopo l 'irradiazione an quanto, stud1iando il comportamento dei .g ranuli di zimog·eno, si assiste i1elle prim·e 1d!ue oa:-e a una espulsione rapida dei granuli stessi dii 2Jimo.g eno che si portano verso il Jume canalicolare. Si ieomprende a priori corr1e la radi-oterapia di eccitamento non possa a;ppli.c arsi al Basedow: essa tutta, ia potrebbe essere tln mezzo prezt1oso di indagine in quelle ricerche idi sondaggio potenzi é;le ùegli org·ani endocrini iniziate dal Landolfi e studiate pl~ù ampiamente e r ecentemente dal I

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Fran~o .

Per la radii·oterapia moderatrice vanno escluse r1on solo a nostro parere, ma a parere dei maggio1i radiologi italiani, tutte quelle tecniche, sostenute specialmente in Germania, delle doS1i pien e, ma3si·1e (Volldosis), nonch•è le così dette Thyr eoidaldosis e le Basedow-do.sis ·di Seitz e Wintz (50 % Hed). Le d·osi piene e massive possono portare a conseguenze non indifferent(io e in coloro c:-be presentano specialmente fenomeni cardiaci possono dar~ fenomeni gravi per quantità enorme di sostanza tiroi.diea (prodotti di di&facimento cellulare in rap1por to alla teoria dell'al1tolisi del P ende?) cacciata in circolo come anche recente-

La tecnica della raaioterapia sulla tiroide n el Basedow viene infatti qualificata come moderatr'i ce. Ma oggi accanto alla radioterapia m oderatrjce noi radiologi parl]amo anche d•i ·Una terapia dli eccitamanto a tenue .dose non perchè io creda che i raggi abbiano un'azi·one diversa n el senso di Arndt-Schultz che le pi·ccol e dosi siano eccitanti, le med1ie paralizzanti e le .g randi distruggenti; ma n1el senso più ampio clinico in quanto sotto le piccolò 1dosi le modificazioni che avvengono n el protoplasma cellulare (e forse in 1" tempo solo ·di ricambio) sono rapida1r1ente riparabiJi e per l' equilibrio di processi an.tagonisti sono i processi anabolici ch·e tendon·o in primo tempo a prendere il sopravvento. l ,e piccole dosi somministate sulla tiroid1e normale e sulla tiroide lbasedo\Viana (e specialmente in q11esta) danno fenom·eni che n oi dobbiamo interpretare dal punto di vista clinico coma fenomeni di .ipersecrezione g.h iandoln.re: lo ·dimostrano le ri.cerche di Broeseamben e Fogelberg ma specjalmente· quelle più ree.enti e complrta d1el l\/Iaselli eseguite nella 1Clintca Medica di Roma, .il quale .costantemente dopo l'irradiazione otteneva iperglicemia nelle prime due ore, con aumentò delle pul$azi-0ni, della pressione sanguigna, con aumento 1della r·eazione alla adr~­ nalina • con r11odiificazioni del sangue e ·Con dimlinuzione della tolleranza per gli idrati. s ·e l'esame i~tologico dalle tiroidi estirpate dopo 1-2 ore dalla irradiazione non ha mostrato al Maselli altera1

n1ente ha pot.u to osservare Franco in u11 caso di BasedDl'v n el quale tutti i fenomeni si riacutizzavano ad •)gni i1uova irra>d!iazione. Le Basediow-dosis pretendono dii ra ccJ1iud ere in una forn1ula matematica fissa la varietà della ... sindrome : preferire invece filtr azioni medie (3-5 mm. ); scintilla equivalente 28-35; 3-4-6 H per campo saggian.do la r eazione indivi,duale. Le modifìcazioni cha si verifica110 nella tiroid(:> based1owia11e. dopo la rad]oterapia (o d•opo Ja radiun1-torapia che è metodo piuttosto recente e 1•1ati0ato sia per \'ia .cittanea sia ·s pecia11u€ntP. in A1nerica pl~r infissione di ag.h1•) sono state studiate in quei casi in cui in sec;ondo tempo si è proceduto alla tirotdectomia. Il parencl1ima tircildeo è in realtà molto meno sensibile eh.e il tessuto tirr1ico o il tessuto OYà1i·c o e l e ricerche praticate <la 1\rause e Ziegler, Pfeiffer e Rave l1an110 dimor,trato modificazioni scarse del parencl1ima anche dopo irradiazioni intensive. lVIa queste ricer·che IJOn sono multo recenti e .quelle del Pfeiffer rif\algono ai 190fi: q:nPl~e praticat~ tn questi ultimi tempi ·din1ostran o sotto la radioterapia i1roliferazione del te~sl1to ieo11n0tttvo ,che strozza gli isolotti .c ellula.Ti '~ djmi:!111zione netta del parench1Tfla. Baume11.ster- e Glocl\er parten~o da C{uelle ri-, cerche sulla liberazinn r:i di ioaio d~ soluzioni iod-ofcrmi,che-cloroforrr.iche l1l·nsavano (anch~ a spiegare lo stesso meccanismo invero relativo di azione delle piccole e delle grandi dosi) che il n1ec0


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IL POLICLINICO

canisn10 di azio11e d ei raggi più che sulla trasf or1r1azione e scomparsa. del tessuto tiroideo, potesse con sistere nella scomposizione della complessa 111a labile 1n0Jecola della ioclotiroglobulina. con tra sfoi-mazione dello iodio liberato in 'Prodotti i1011 tossic i: la reazione d ello iodio n elle uri11e è tutta\· j~ i1 ~gati \'a do.p o l'irradiazio11e.

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Un cr1te.i·io ottirno rirr-a l' anda?ne·n to aella cura è il seg·11ire le 1nodifica.z1~oni d•el metabolis1no basale; non privo di intere~;se è seguire le modificazioni del sangue e secondo Tar11auceanu .d i i1nportan::;a prognostica potrebbe etiBe.re lcJ studio delle rrtod'ifica.zlioni della reazione di GoeLsc.11 sotto la. radi.0terapia. Le n1od11lcaziC'n1 ù el sangue possono esser e ir1 r ealtà un buon .crit1-;rio circa. l'andamen1.o .dello. cura: la linfo- e la inonocitosi. si modificano parallelamente al mjgJ1~ oramènto dei sintomi ste,ssi e l 'as:;enza o la scar::,1ta dielle inodificazioni qualitative SfJecie dei mononucleat;i (n el senso di un ritorna \·erse la norrr1a) possono essere un buon indice .de lla resistenza o meno della forma alla raaiotera1)1ia. Le modifi cazioni inveere della reazione dii Goetsch sotto Ja cura non ere.do p ossan0 e&s ere prese come base per l'and.amento della cura stessa : il ·valore ·della r eazione di G. è del resto discusso e sembra d1 mi.nor ·valore delln. iperglicemia alf::L<.lrrE!nalina e dell e variazioni clel n1 etabolis1r10 basale . Secondo- Tarnauceanu se la r eazione ù1 G. è p0sitivc:1. la ·c ura an.dil'.'ebbe continuata fino alla scompar sé'.. d8lla reazione ~tessa, ripete11do l 'iniezione <l•opo due me~i; se jr1 questo ca so è positiva essa prelude alla i~eciclti.va.. Oltrecl1è prevenj:re la recidiva la l)rova 1d'.i- Goe.tsch costituirebbe una prova biologica su cui il radiologo potrebbe basarsi nor1 solo per la cura rr1a anche per scegliere i ·Casi : qi.1elJ.i infatti con reazione inizialmente n egativa non sarebbero su1scettil1ili di mig·ltoramento. Il criterio delle variaZlioni rtel m etabolismo basale appare invec;e senz'altro accettabile: le variazio1n i del metabolismo basale appaiono con1e una dielle modifireazioni più in1p ortanti sotto la radin tera111a E' possono rappresentare un buon criteri o ulln ripresa o Iìon dei cicli di irradiazione specie n ei casi !n cui l' esoftalmo e lo struma siano l)OCo modiftcatli. Col migli1or amento clinico van di pari passo le modi fìcazioni del m etabolismo basale e sono specialmente .-\A.. am er icani ( ~Iean s- ...\ub-Hol n1es. ree.) <:' pili rer0 nt r 111 e11te francesi (. ezary-Beaulic u-De, ll1erm, ecc.) cl1e hanno d1imostTata l 'importanza di queste variazioni. sotto la radioterapia. 0

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A m e se11wra dunque che la conoscen za delle n1odiftcaz ioni che possono otten ersi mediante la roentgenterapia n el morbo cli Basedow possa portare a una maggiore diffusion e del metodo. 11 qun lr ,.a en1'al tro e peri111e11ta to do,·e esist0 u11a incJ i('azione n etta a lla cura: la roentgenterapia

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ha il diritto dunque di entrare come metodo di cura nel campo della medlicina interna e fra i sussidi terapeutici del morbo di Flajani-Basedovv. Comunicazioni.

R.

ALE5SA1~DRI

(Roma). -

Alcun.e osservazioni cl'inirJlie sul morbo di Flajani-T1aseaow. La fre,

quenza del morbo di Flajani-Basedow è da noi • rnolto nri:nore ~he in altre nazioni, specialmente 11 elle anglo-sussoni .e sopr ~.t11tto in America, dove pare sia molto fr equente se Cribe può riportare ;ni·gliain. di casi operati e se e~. Mayo in una conferenza c:t1e tenne nel maggio scorso nella nostra .i~ ccaden1iv l\'l .edtca ha potuto accennare a molte eentinaia di operaziQ;ni praticate nell'ospedale di Rochester. 1Comur1qu.e an che da noi 1 casi non sono rari; i malati però non si a ~soggettai10 .f ac1lmente ad atti operativi e i medici non li c,onsjgliano facilrnente o rit'.3ngon0, ieo111e del resto è avvenuto e a\·vien~ anctie per alt"r.e malattie, l'operazione co 1ne ultima ratio n·ei casi piì1 .gravi. Questo può spiegare la re.lativa scarsezza di statistiche e i risultati certo non ottimi. Raocogliendo i ~asi ·di cui 11 0 potuto avere notizie precise io 11r ho 32, di cui 29 operati c0n 7 morti non ho tenuto conto degli op.erati sul simpatico cervicale, i11 c ui dico subito i r1suJtati fu.rono nulli. La m ortalità è alta; si tratta però di una stati.stica globale, eoom}Jrendente cioè tutti i casi anche i primi operati, quando adoperavo ancora l'anestesia gerterale (9) e la scelta dei malati non era fatta !nolto rig.orosam,ente. La causa della morta fu quasi sempre l 'accenruarst, spes·SO spi ccatiss:mo dei sintomi di intossi·caziont:, spe·cialmer1te ì'agitazione e la frequenza del polso. E nota anche l'importanza che pur d ev.e as·segnarsi al t i.mo nello spiegare alcune cat1s~ di morte; in uno dei miei r ecenti operati si trovò lln timo assai grosso di 59 gr. di p eso. .!\. due questioni che credo importanti mi piace ora accennare: alle varie forme clini·cl1e della m::tlattia e all'uso dello j odio. Specia1mente gli americani fanno una distinzione J1etta Ira l'adenoma tos·sico, in cui si tratt~· r ebbe di iperfunzion e, non di vero Basedow, e in cui ;1 .contenuto jodico della tiroide è normale o anche aumentato; e il ' 'ero gozzo esoftalmico, in cui invece vi sarebbe deficienza di j odio e tn cui il metabolismo basale è in ger1ere aumentato, spesso di molto. Per questi casi Plummer ed altri (\''ilson, A. I\och '3r, ecc. ), parlano di disfur1zione. Esiste yeramente questa distinzione ed è clinicame!lte diagnosticabile? Il parlare di sindrome cli semplice ipertiroidismo n el primo caso sem1,rerebbe contrario alle conoscenze di fisiologia cli:lle se ~r ez ioni interne, p e,r le quali Yale la legge del tutto o niente; cioè al di sotto di una data quantità di sostanze Yi è ·.nancanza di azione tro1

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SEZIONE PRATlCA

i1ca o ormonica, mentre raggiunto quel limite l'a· zjone si c>splica intera, nè aumentando la quantità l'azione aumenta. E qumdi si dovrebbe trattare ser.apre di un'alterata secrezione di un distiroidismo, o il che equivale, di un'alterata progressione colle altre secrezioni, specialmente timo, paratiroidi, glandole genitali, ecc. Ma la que~:tione praticam.ente piu importante è quella dello jodio. Sommini.strando io1d io gli ameri-ca.Il!i dicono che possiamo d!istinguere le due forme; neJl' adenoma tossieo questo aggraverebbe i ,sintomi, nel vero gozzo .esoftalmico li migliora, anzi spesso può guarirli o almeno essere di g·rar1cia valore per portare i malati ad una condizione, che possa far l•oro sopportare l'intervento chil'urgj co, tanto cJ1e i l\llayo l1anno così potuto abbassare sensibilmente la percentuale di m ortalità operatoria. Qt1esta espari enza clinica, c.he contrasta con1pletamente con quanto fino a poco tempo fa si riteneva generalmente sull'azione nociva dello jodio nel gozzo esoftalmico, · mi r~corda una mia osservazione antica. Io h,o pubblicato molti anni fa (1900) un caiso ·di guarigione con iniezioni iodtc.he parenchimatose nella tiroide, caso certo di Basedo\v, e in c11i certa pure fu l'azione curativa dello j odio, pe.r chè avutasi la cessazione dei sintomi e cessate le iniezioni, si riebbero disturbi, Cl1P cedettero com1)leta1ne11te e definitivamente ad un'altra serie di iniezioni. Allora io pensai, dato il fatto dell'idea comune che la terapia jodica fosse dannosa, •Che si trattasse di semplice azione distruggente o 1sclerosante sul tessuto tiroideo, ma ora al lume delle cognizioni odierne, la spiegazione può esser e diversa. I risultati lontani sono assai importanti, perchè, nei casi operati, la guarigione è spesso completa e si inantiene; fra i miai operati di dodici e più anni ne ho ritrovato un fattorino del tram, 1Cihe pott:•va compiere il suo lavoro con perf atta calma e tranquillità, e 11n altro è segretario particolare 1c1i un personaggio rpiubblioo, in funzioni dioè, in C'Ui l'equilibrri·o del sistema nervoso è necessità assoluta quotidiana in un lavoro assillante e tumultuoso. In conclusione, associandomi a quanto hanno affermato i relatori tanto per la m édicina quanto per la cl1irurgia, I'itengo che possa dall'esperienza comune in questo campo trarsi la convinziona che il oO'ozzo esoftalmi·CO è una mal attia curabile cl1irurgicamente, che l'operazione coll'anestesia locale, colla 1im:itazione e colla graduazione a seconda dei casi ·dall'intervento c-l1irurgico, •Colla preparazione opportuna dei malati e soprattutto col non attendere l'aggravansi dei sintomi, dà risultati iimmedjati buoni e lontani g.en eralmente formali e permanenti. Occorra 1dunque, esperite int1tilmente le cure m ediche indicate secondo i vari ca.si, non tardar.e a 1con sigliare con fiducia t l malato ad a:fftdarsi al chirurgo. 1

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(P aidova) . - · D i un seg120 dl~zgriostico poco riulo . f'oiehè molt~ soggetti affetti da basedo,vismo ogg·i saranno i '.f lajanopatioi di domani ed è d'inter esse sommo scoprire .sjn dalle fasi inizi.ali i can didati d81 inorbo Flajan•i-Basedow è opportuno saper valutar.e esattamente la 1sintomatolc·gia che accompagna l'ipertiroidismo per le alte finalità della diagno•s i difterenz.iale. E fatto risaputo che nel morbo in parola si osservano frequentemente rialzi termici datti erronearl1ente subfebbrili o febbrili, i quali sono talora interpretati 1come esponenti di una tubercolosi latarLte, ma non è ancor;.i abbastanza i1oto cJ1e 5-P 8S·SO quei rjalzi termi ci - rilevati al cavo a1:;éel1artii - corr.ispondon c' act abbassam enti della temperatura di parti interne dell'oPg:anismo, per f:~.1.::mpio del cavo oralè, vag·inale, rettale. Ho richiarr1ato J 'attenzione dei Colleghi su que.:'fc, particolare termomPtrjco .differenziale or sono parecch.1 anni, e il P ~nde ha registrato la mia ;:u1n0tazio11e nel suo trattato ·di endocrjnologia, ina non so se la ricerca sia fatta largamente n ella pratica medica. Per la patogenesi del sintoma •h o già creduto di poter Bospettare uno .3tato ·d i iperadr.enalinem,~a per la compartecipazione del ·Su.r rene all'ipertirotdismo, e che .sia così siamo indotti anche da·· gli effetti della prova d•i1 Goetsch cioè dall'innal1.ame11to della temperatura che si ha ordinariamente, i.n seguito alla iniezione di un milligramma di ad-r.enalina, •insieme all'accresciuta taichicardia. allo stato di angoscia, al tremore, ecc. I11eradrenalinamia, che dà ischemia interna (la « lingua fresca ») ed ectasi.a per ·contro dei c apillari alla periferia rtel corpo (rialzo termico alLuc_\fELLO

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l'asc~llaj .

SEZIONE I. n isc1J,ssione delle' R elazioni.

MARAGLIANO V. (•Genova). - .S i associa al punto fii visi.a del relator.e Milani n ella radioterap\i.a dal llasedow: Aggiung·e che all'Estero dove la radioterapia diei basedowiani è molto usata le opjnioni dei ·ChiTurgi Si sono modli:ficate rtguardo alla radioterapia che viene largamente ·Consigliata con1e mezzo da tentare prima •dell'intervento cl1irurgico. FRANCO P. M. (Napoli). - A proposito della radioterapia, dice che è n.ecessaria l'indagine clir.1ca general3 e principalmente lo studio della costituzione del .soggetto prima delJ a irradiazione. Gli studitit di Castell1no, dii Balli e Forne;ro e d1 ni. Spinelli sulle correlazioni dell'apparato geIlitalico .eon le altre glanidole endocrin·e hanno aperto la vja alla irradiazione combinata tireogenitalica. Talvolta , nel ·corso di questa terapia, la sindrome ·dii Flajani-Basedow può essere esar.erbata. Moderando le dosi e di stanziando le appJi.cazioni, il malato può avere un grande bene.ftcio ·dalla cura e può anche guarire. D. :!VIASELLI (Roma). - I/illustre Relatore Prof. Ferrata ha giustamente posto in ril:evo lo scarso


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IL POLICLINICO

valore che hanno le provè di laboratorio non già agli eff,etti diagnostici del Morbo di Basedow, ma bensì se isolatamente oonsil1erate per gi udicare degli effetti di una qualsiasi terapia, ed ha insi~ stito sulla necessità della complessiva co11sideraz:-0n.e dei singoli rr1alati per stabilire se un metodo curativo ha oppur no effetto. Noi condividia · mo pienamente questa op1nione e poichè i Proff. l\1ilani e Fiori hanno già espresso il nostro pensiero in proposito al valore della prova di Go etscl1 riella. diagnosi, n elle indicazio11i terapeuticl1e ,e c-0me guida nelle varie cure del Basedow, n oi non vi in sisteremo pi1ì. Invece insistiarno con il prof. Ferrata sugli effetti benefici, ma non solo com.e preparatori all'intervento chirur.g ioo, delle norme dietetiche ed i.g ieniche e sopratutto sulla utilità del riposo a letto; spesso con -questi mezzi si ottengono miglioramenti considerevoli e non di rado durevoli. N·o i vogliamo sopratutto insistere nel cal.care irivece un po' più la mano ·a sfavore diella terapia iodica nel Basedow che, anche con dos i piccole Sl3condo le proposte recenti, gode tutt'altro che l'unanime consen soi e ciò sia che v,enga con·side' rata come ·ùtile preparazi·one dell'ammalato all'intervento chirurgico, sia come efficace ausilio nei successi parziali conseguiti con le cure ct1irurgiche, sia come cura me.dica esclusiva propria del Basedow (Neisser, Head, Fraser, ecc.) . Dalla s0colare esperienza è stato dimostrato un fatto di cui bisogna tener conto e cioè la particolare ipersensibilità dei basedowiani all'iodio anche quando esso era stato assorbito in dosi minime. La no':itra esp erienza non ci ha convinto· dell'utilitl1 del medicamento somministrato natr1ralmente . f'empra in dosi piccolissime in quei malati che hanno fatto am.bulatoriam·e nte questa cura soltanto. In qual che caso dopo pochi giorni di somministrazione n oi abbiamo visto i sintomi aggravarsi invece che migliorare. Nei malati ricoverati in C'.Jinica il risultato è stato miglio.re e si è assistito nelle prime d11e setti1nan.e ad u11 m 1glioramento consistente nellR. r emi.ssione della eccitabilità psichica. nella diminuzione della frequenza del polso, nell'aumento ·del peso, ecc. Ma non è possibenefica di altri bile allora escludere l'influenza . fattori. Siamo tutt'altro che •c.onv)nti dei ben efici della somministrazion e di iodi o n el Baisedow e tanto inèno ch e « tutte le manifestazioni morbose della sindrome r egr ediscano », come si esprim e l'illustre Relator e. Ricordiamo ancora come n on da tutti è condiviso il parere che siano proprio esclusivamente da attribuir·Si alla terapia iodica preopar atoria i felici e migliorati successi della te.rapia chirurgica. Noi rich iamiam o espressam ente l'attenzione sul fatto che l'uso d ell'iodio va circondato in ogni caso da molta sorveglianza, anche se le dosi son piccole; e r icordiamo che fino ad oggi, nell'assenza di qualsiasi indicaziona precisa c~h e dia affidamento di sicura innocu ità , l' nl'o rl Plln tera11ia iodi ca nel Bas0do\Y, con qual1

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siasi scopo usata, costituisce sempre un t entativo non del tutto scevro di per~coli e di utilità, per noi, molto di.scutibilre. Seduta pomer idiana

ore 15. Presidenza :

MARAGLIANO-ALESSANDRI.

N. (Genova). - L 'O. inizia la discussione sulla terapia diel morbo di Flajani-Basedow affermando eh e non si può circoscrivere nella tiroide tutta la malattia, non si IPUò identificare l'alterazjone basedowica tiroidea e la malattia basedo\viana. Può esistere tale alterazione e mancare il morbo di Basedow, così il relatore prof. Fi·o ri. ha ricordato .dlii a·ver vjsto in SYizzera alterazioni di tiroidi infantili identicl1e a quelle basedowiche, senza che in vita esistesse la malattia di Basedow. Esiste un altro an.ello patogenetico della catena, anello indissolubile da .quello tiroideo, l'alterazior1e prin1igenica e contemporanea a quella tiroidea localizzata 11el sistema nervoso vegetativo. Senza sirnpatosi consensuale con la tireosi nor1 v'è malattia ·di Basedow. Se manca l'avidità esagerata ·del si~~tema neuro,regetativo per gli ormoni tiroidei circolanti in eccesso, non vi può essere sintornatoloéda vera1nente basedo\viana. Ed allora può la cura chirurgica curare tutti e dt1e i fattori patogenl~tici indispensabili? Non IPUÒ; a nulla valgono le r esezioni del' simpatico cervicale.. Bast~ la cura. chirurgica distruttiva della tiroide? E quanto deve essere estesa? E non rimane abbastanza tess11to tiroideo bas.edovico capaèe di mantenere la sjndrome? Il Pende su 167 casi curati finora non ha mai sentito il bisogno di ricorrere ' alla cura chirurgica. Solo occorre ado1p er2 re con fiducia e tecnica medica perfetta tutte le terapie (radioterapia, galvanoterapia, dietoterapia, psicoterapia, climatoterapja). Il 1problema della terapia rnedica del Basedow è ancora un problema di abilità tecnica del m edico. ARENA F. (Na.poli). - Ricorda come la pro\·a dell'iperglicemia provocata e la determinazione del metabolismo basale 1possono rappresentare ottitno ausilio nella diagnosi precoce del m. di :Sasedow in que!i casi nei quali ìa sindir ome cli11icn non è con clamata, perchiè la r eazion e dell'1perglicemia provocata è forte e .costante anche nei basedowiani non conclamati, come il n1etabolismo basale è sempre aurr1entato 1n m odo not~\·ole e particolare. CASTELLlNO P. (Napoli). Anzitutto rile·va il diritto di precedenza ad Epalinger circa il concetto della vagotonia e alla si1npaticotonia, emesso dal1'0. fin dal 1906. Afferma essere l'Eppinger in errore a;>oichè il vago e il simpatico non hanno tono. Egli ha \I)arlato di vagoestesia e simpaticoestesia. Ricorda i caratteri morfologici del tipo tiroideo (longilineo, micro51Plancnico, aplasia aorti ca) 1p er cui il tipo si profila scarso ai forze e fervido di impulsi. PENDE

,


{A,l\\:'\O XXXII , Quindi

FASC.

49j

SEZIONE

ro. rSi

sofferrna ad esporre i rapporti iin'térCe·d~nti fra le va ri.e l)arti del sistema end1ocrino ~ le loro connessioni con lo sviluppo morf olo gico. Si dircJbilara contrario all'uso dlello jodio nel m. di Basedow. Non ritiene che il timo possa essere preso 111 causa n ella diet,erminazi•on e della s indrome morbosa. Circca la terapia chirurgica è fautora della tirojd ecto1nJia parziale, pure notan1d10 cb e nelle forme leggere riesce di Yantaggio l'applicazione di raiggi X. GIORDANO (Ven ezia). - Sostiene che dalla cura chirurgica i basedowiani ottengono notevoli miglioramenti. Asportando la tiroide, egli dice, rompiamo un arco morboso per modo ch e i malati sopravvivono bene o con vita meglio tollerabile a quello stesso modo com e guariscono gli operati per ulcera pilorica o duodenale, per ulceri perforanti, ecc. PIERGHOSSI (Napo li). - Osserva al 1p rof. Fiori n on essere esatta l'affermazione fatta sulla probabilità dell'insorgenza d·i un edem a della glottide allorchè si irradii la tiroide. Egli riconosce una disfunzione tiroidea semplice quasi sempre legata a correlazioni ormoniche con lo sviluppo utero-ovari-co e testicolare e una disfunzione tiroidea accompagnata · a Basedow più o meno completo. P er la prima forma, egli chiede ai chirurghi che •sia data ai radiologi, 1p erchè ,con la radioterapia essa cede completamente; in quanto _a lla seconda, ritien e, che prima di operare, sia esperimentata per due o tre mesi la X terapia, e n 21 caso d'insuccesso , sen z'altro s'intervenga. MASSA (Torino). - Riferisce i ·risultati ottenuti su 67 casi di morbo di Basedow operati dal 1PrOf. Carle i1ello spazio di 25 anni e con cll1.de col dichiararsi fautore della terapia chirurgica specialm ente quando le cur e m ediche prolungate sono state inefficaci. D'ORMEA (Siena). - Rilevando la parte i1nportantissima che n ella 1p atogenesi dei ·disturbi tiro.id ei ha il sistema nervoso non solo della vita vegetativa, m a anche psichica, chiede al Relatore se per esiperienza propria o di altri gli consti si a stata tentata e con qualt risultati una cura opot erapica cerebrale o :1ervosa e S·e esso ·r itenga con•sigliabé.le l ' esperiment ù. 1

Risposte dei relatori.

In realtà si può dire ·Che non esiste d1isacoordo a'ra i vari r elatori parchè ·essi non hanno antitesi fra loro sostenendo ciascuno il loro uunto di vtilsta p er cui l'aoco:ndo può essere ' oompleto. Non può essere presa come punto di vista la posizione soieiale per.chè allora si dovreb·b e operare solamente i poveri. Circa la ieura m edica, se i'effetto è scarso, tuttavia ·b isogna chiarire cosa s'intende per guartigi,one clinica .giacchè io non h·o dietto che il malato ·d ebba esser e aff~dato al ·C hirurgo. Come in FERR.\TA. -

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1733

PRAIICA

u11 .cal'diaco ci preoccupiamo ch e dallo scompenso nitorni il .compenso, così n el Basedow -Occorre av.ere di m ira di togliere l 'ecces so diella sua funzione e solo nei casi in cui la forma tenid e alla recidiva, esso deve essere affidato al chi·rurgo. Dobbiamo t ener presente però che il m orbo di Based1ow può etSsere disifulto in tre tipi : 1) forrne di modesta gravità, che possono ottenere beneficio dalla terapia medica; 2) f orme gravi in .cui la terapia medi-ca può essere buona pr.eparatrice; 3) {'orme di med.i a gravità in cui la terapia nie·dica può essere per un certo tempo espletata senza però atten1dJere che 1si v erifìcl1ino alterazioni del sistema cardio-renale, che potrebbero 10T1t1are controin1dicazione all 'intervento operator io. Circa la tera:pia testi.col ar e mi associo con 1e idee del Castellino pur ritenendo che non in tutti i casi la terapiia testtcolare sia dti. gi·ovamento. Al Maselli r:iJspond.o rimandan·dolç> alla mia relazion·e in .cui aff.ermo .che le piccole dosi ùi Lugol sono semplicemente r egolat.rtci. Mi dJLspiace di non esser a stato presente all'inizio dielle parole del prof. P·ende, ma quand•o egli di.ce che n on ha avuto mai bisogno di ricorr ere al chl.rung.o, biisogna scegliere caso per caso. P er la radioterapia io non ho voluto trascl1rare tal·e mezzo, solo ho osservato ·Che non esiste .consenso una:nlime .circa .g li affetti, tanto più che radiologi illustri aff&rmano che ~olamente nelle form e iniziali si ha qua1che vantaggio, p.oco nelle alt.re forme . FIORI. - T•ende a chiarire di è&sere stato fr ainteso per.c hè non na detto di aver trovato aderenze nei .casi da lui operati. Ql1anto alla qu estione dell'edema dalla iglotti.ci'e risponde al Pi1er:grossi cbe 10 ha a ffermato r11ietro o<Sservazioni i·iferitegl1 da radiologi (Sicjliano). Anche n el concetto dii gùarig1one egli non rit)ene che esist~ una .g uarigion\3 ;i.ssolu1.a. :B dispi;i.ce.r1te idi esisere r1tenuto meno chirur.g o dei chirurghi. Egli ope-ra i Basedow ma ritiene c:.h e l e ind1ica.z1oni d·ebbano essere nette. l\tlrLANI. - Ha voluto stabilire cl1e la radiologia ha trovato il suo po.sto tra ia ·c·ura medica e la cl1irurgica, e buonis::;irrto post 0 può trova.re nelle 2 ·forme contemplate 1dal Ferrata. Anche nei casi . ' di media gravità fissato il temp.o con cui puo &~.sere ot.tenuto il mJigli('r!lmento non esistono co11tToindicazioni per ])PocedeTe all'intervento. D'e ltra parte se la guarigione assoluta non può essere ottenuta in senso vero n€ dalla cl1iruDgia nè ·d alla medi·cina, non può preteilldlersi com:plE:'ta da.Jla X terapia, n el s~nso cl1e. permanga EiSOf talmo e str urna. La radiotarap1ia "inoltre n·o n è cura locale, ma essa può portare modificazioni .anche su organi lontani !l!gendo S'Ui fattori che secondo il •P en.de entrano nella patogenesi .del Basedow. La terapia gen(ital2 n el Basedo\v è quella cl1e ha dato migliori risultatJi, mentre scarsi li ha dati la tera1

1

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17:34

IL

POLfCLINICO

pia combi11ata timica e tir.oid,ea e {;iò co11formem• ente alle idee dii Castellino e di Fiori • ~c:ssun perj colo dà la t erapia in sè. L'ederna d(!lla glottid1e isi evita non r:icorren1do alle tecnic.he massive, gli aggravamenti notati più volte dal Franco non debbono preoccupare percl11è ,è n·ecessario saggiare la reazione li•ndivi·duale mentre sono interessanti 1cìal punto dii vista generale percl1è ri ~ntrano in quell·e ricerche del sondaggio pc1te.nzì.1le degli organi endocrini del Franco, dn ·quanto in u11 Basedow latente possono aversi mani1festazioni cla;ssiche sotto l'applicazione ·drei raggi X. SEZIONE II. Comnnicazio1t i sulle secrezioni interne. Presidenza: FnuGoNr

D ' AMATO.

(Firenze). · -

Tetania cronica degli adulti trattata con, innésto di paratiroidi alla Voron,off. - Riferisce un caso di tetania cronica de-

gli adn1lti gravissima, durata 1da f1J5 anni, ribelle ad ogni cura, r1ella quale fu eseguito un trrupianto di paratiroidi umane prese n el corso di un'operazione di gozzo. Il malato ebbe resl1rrezione immediata corne da morte a vita in quanto non si presentarono più attacchi di tetania e sparirono tutti i fenom eni propri della tetania palese e latente (eccetto lo Chwostek). La tecnica fu quella d el vVoronoff indi·c ata per il traipianto del testi colo. Fn~G01'lELE (:Napoli). - I nfluenza ormonica di al1

cune glilaridole endocrine sulla siecrezione cloridrica, determinata con analisi frazionate di suc. co gastrico di cane operato alla Pawlow. - Da

alcun e sue esperienze riguardanti l'azion e fisiologica ·di al cuni ormoni (adrena1ina, tiroidina, pitujglan·d olo) sulla secrezione gastrica, l 'O. ha potuto ril evare una inibizione marcata d ella secre zione gastrica in toto e di quella dell'HCL in 1partj colare. Co11clucle dicen,do che i . risultati delle sue osserrazio11t potrebbero spiegare la 1p atogenesi di alcune diStpepsie gastriche che si accompagnano ad alcune affezioni di certe ghiandole endocrine (surrene, tiroide, ipofisi) sollecitate ad iperattività funzionale ormonica. · TANGANELLI (Napoli). - L'ielrope-ascite ipogenitrzli ca. - Illustra u11a serie di casi clini ci caratterizzat.ri da versamento nel peritoneo e nelle altre siero:;e, da ipoplasia della sfera genitale, da sensibilP aumento in lunghezza dell 'orga11ismo, senza. febbre n è altri sintomi cl1e facciano pensare a forma tnbercolare, con uno stato generale florido, con un abito opposto a quello tubercolare, cioè con abito pastoso, bre,·tlineo, gli arti corti e tozzi, l'addon1e grosso, il collo corto, vera eS(presion e della costituzione linfa ti ca con tutti i suoi attributi. TARSITANO (Napoli). - Il metaboli mo basale nei, l P 11111la.tlie endocrine. - Afferma che fatta eccezionP per la tiroide, il :\1. B. per gli altri organi n on pu0 essere utilizzato a stabilire la diagnosi. Se (Jll e~ta è :iccertata clinicamente, con le proYe

[ ..\~NO

XXXII.

FASC.

491

far1nac'Jdinamiche, allora il :\I. B. può gioYare a far cono~cere il modo di reazione del rican1bio iJ1di \'iduale alla alterata funzione secretoria, a far seguire l'evoluzione d ella sin.drome, a stabilire le indicazioni di terapia, a controllarne i vantaggi, ecc. GALLUPPI (Bari). - Contributo allo studio dell' ipotvolutismo. - Illustra due casi di ipoev0Jutis1rto, irnportanti so1pratutto dal punto di ·vista dell::t loro a3sociazione morbosa e del loro deter111ini smo, trattandosi il 1° caso ·della coesistenza cij 11na calcolosi renale, con conseguente atrofia r enale ed ipertensione, associata a ipoe,·olitisn10 genitale, m entre l'altro caso riguarda una bambina con notevole. ritardo evolutivo affetta da encefa 1 ite epidemica. FURNO (Reggio Err1ilia). Riferisce i risultati ottei1 uti con le stomosine Centanni su circa 500 casi di 1nalattie infetti ve. l , rcr.IARUr (Catania). Due casi di niorbo di 1

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F'l.ai1.1ni Rasedow curati con l'opoterapia.

B1snrNr

(~I odena) .

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Determinazioni del calcio, del so<iio e dP-l potassio nel sangu1e dei cardioepatici co11ipP,risati e scompensati e in alcuni stati morbosi. - Dalle ricerche eseg.u ite l'O. non è riu-

scito a trova!'e la dimostrazione dell'equilibrio calcioipotassio, come vorrebbero altri A.A... me11tre irtvi:ce l1u trovato n etto antagonismo o co1nunque rapporti dtiretti ·o inY.ersi fra sodio e potassio. CES.l\NA (Milano). - Eritrodermia desqua1nativa ursenoberizolica. - Espone due casi di eritrodermia desquamativa consecutiva ad iniezioni arse11obcnzolicl1e soffermanùosi sopratl1tto sulla patoge.r1csi di tale affezion e e sul metodo di terapia adottato. COYA (1\1ilano). - L e stomosine aritireumatiche Cenla1ini nella cura del reumatismo articolare acuto.

(1\1ilano) . - Riferisce un interessantissi1no caso di Zoster ·d el padiglione auricolare con paralisi del fa-cciale e sindrome di Ramsay IIunt, notevolmente migliorato con l'elettroterarpia. ANIOI'l~LLI (Roma). - La velocità di sedimentazio1ic de·i globuli rossi in alcuni stati morbosi, con speciale rigilardo alle cardiopatie. - L'O. ba tro' rato au1nentata la velocità di sedimentazione nelle 1nalattie acute dell'apparato respiratorio.· ~elle cardiopatie valvolari di origine endocarditica, i valori della V. S. si sono dimostrati più alti, quando il processo endocarditico non è del tt1tto spento; rispetto al decorso ctell'affezio11e morbosa la V . S. si rallenta in ra1pporto alle migliorate condizioni generali, al r~erto cardiaco ed all'aumento della pressione sistolica e diff~renziale. Ftequenta ma non costante è il rapporto fra I 'aterosclerosi ed lln più o meno forte aumento della V. S. Per quanto riguarda il rapporto fra \ ' . S. e pressione arteriosa, in alcuni casi la sua d1111inuzione coincide con l'abbassamento della pressione sistolica e differenziale; ciò non meraYiglia se si considera che nelle cardiopatie arterie e I'aum e11to della pressione sistolica ipuò ritenersi spesso q\1ale indice di maggiore sofferenza pel venGHJSLAT\ZONI


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[ANNO .\ XXII, F ASC. 49j

SEZIONE

trjcolo sir1istro e p er co11seguenza un elemento di gravità prognostica. CASTAGNA (Roma). Un caso interessante di c1rrosi del f egato a ccompagnato da psicosi e da uria pclinevrite seguito da guarigione. CASTAGNA. Il mio metodo di cura nella corea d el Sjdenham. L'O. illustra due casi 1di corea .del Sj denham guariti con le iniezioni endovenose di

cloruro di calcio · al 40 % descriven.do l a t ecnica speciale che egli adopera e con clude conferma11do la razionalità del sn o m etodo . S ectuta antinierid,iana.

Ora 9 - 29 ottobre. Presidenza: ASCOLI. •

Comunicazioni varie. _.\NTONELLI (Roma) . -

I l 40 caso, nella lettera. tara , della cos ì, detta « epatt.te interst·i ziale fl accidri )) , L'O. descrive una singolar e for1r1a ·d i a tro-

fia ~ubacuta ascitogen a ·del fegato con parziale • s cleros] a tipo insulare, cl1e non è da con fondersi con i casi già n umerosj, n ella letteratura, ·di atrofia subacuta del fegato con s·viluppo 1di ascite, in cui culmina il sintoma ittero. Tale forma presenta anal ogie anatomiche e cliniche con sole 3 osservazioni descritte da autori italiani fra il 1880 e il 1883, sotto il n ome di « e1)atite interstiziale fla ccida n. Dat.a la sua rarità, essa sarà riportata, specialn1e11te n ei st1oi d ettagli (stopatologi.ci, in apposita p ubblicazione. ARNONE (Palarmo). - L 'apperidice in soggetti normali. - J..'O. su circa 10,000 radiografie d el tubo digerente, eseguite ·con tecniche di.fferentl, conclude ch e l 'appen.d ice n egli individui sani è invisibile radiologicam ente. In ca si patologici pu ò essere u gualme11te invisibile o jperchiè l'é11J>pen dice è i1npervia prin1itivamente o p erchè l 'appendice già p er via è stata distrutta o chiusa da u11 processo infiammatorio o d a un ingombro di inaterie fecali. L'aip(pend1ce visibile radiologicamente si allontana dal t~po n ormale passando per gradi verso il tipo patol ogico. ARI-lONE. - Sul.la ptosi viscerale . - L 'O. ammette che la sin·drome clinica da ptosi viscerale non è solo caratterizzata dalla caduta del viscere, ma d a u na sindrom e complessa caratterizzata da disturbi di canalizzazione: renali, intes tinali, circolatori, secretori, ecc. RONCHETTI (l\tfil ano). - I l Ch eno1Jodi o come antie lmintico.

(P i.sa). - Il sign,ificato clinico della glicurontlria. - ·L'O. ritiene che lo studio della glicuronuria in cond . .p atol. presenti il più gran-de inter esse dal punto di vi1sta bi·o1ogico, 1c onferman.do l p, ''edute del Roger sUJi1 rappor ti tra la glicogenesi e la funzione antitossica del fegato, ma che la sua importanza pratica ai fini della diagnostica funzi onale d el fegato n on sia supe!':0r e a qu el1a degli altri m ezzi d'in.dagine fin CARRERAS

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PRATJ CA

1735

qui 1proposti p er la esplorazione d ellc:l ~ll!17Jùne epatica. LUTSADA (F irenze) . - Un nuovo tono111etro capittare . - L'O. l1a costruito un nuovo apparecchio che offre ir1olti vantaggi ed è utile sopratutto per l 'iudagjne clinica corrente al letto del malato. LursADA (Firenze). - L a pressione capillare nell 'uonio . - Con il nuovo tonom etro l'O. 11a studiato la pressione ca1p illare n ei soggetti norrna1i ed h a potuto ·ve.dere come essa sal e costantem ente ·dall'inr~1r1zia aJ la sen ilità, si abbassa nella iscl1en1ia eia fre(ldo, si innalza poco n e1la iperemia arteria· sa, inolto n ella iperemia venosa. M.HlINO S. (Roma). - l 1ifluenza de lla m ·i lza sul rl Gu1nbio azotato. - I Tisultat i ottenuti nei can i smilzati ir1 con fl'onto a ·qllelli sanli si pos•sono rias sumere in un aurnant o p1ù o m e110 co picuo d el-l' azoto totale e dell '1Jrea dell'urina con 1d1m inuzione dell'azoto ammor1iacale ed1 arninico; in un aumento dell'azoto delle fe1ci oon d[mi11uzionede.l quozienta idi u tilizzazion e intesti11ale. In genere .questi risultati restano ·qt1asi invariati fino a circa due m erSli dopo. la splenectomia diminu endo in s eguito senza però ra.ggiungPre m a i i valori n ormali. In bnse ai dati raccolti si attribuisce alla milza 11n' azio11r regolatrice n ei jprocess1 ossidativi, cl1e j11f J niscono sul ricambio tra i diversi elementi a zot.3.ti eliminati con Je urine ed i11oltre un'influrr1za attiva nell 'utilizza zione intestinal e delle s0stanze azotate. ID. I nfluenza della m.ilza sul ricanibio degli idrati di car bo1iio . - Nei cani l'asportazione d ella milza può determinare aumento del tasso glicemico. Negli animali smilzati la somministrazione per os delle varie specie di zt1cchero: glu cosio, levulosio, lattosio, saccar osio provoca una iper glicemia alimentare più marcata ·di quella che si veri fica negli stessi animali prima della s1plenectom ja . I l glu cosio dà i r i sulta ti 1più costanti e pil.1 evi.. d enti; il levulosio invece o non dà alcun a umento d el tasso glicemico o n e dà appena rilevabile. Si deduce che an·cl1e l a m ilza sull'organismo inte1'\·iene a manten ere I 'equilibrio glicemico. R!CCIOLT. - Aiodifica::.ioni istologiche dell e pareti a 1 terio se

11 ella

sclerosi del polmone. PIAZZA (.P alerrno ). - Sulla agllceni ia . -

L' O. i11siste come dalle su e ricerche e di altri autori l'aglj cemia ottenuta · in con·dizioni speciali è compatibile con Ja vita e non dà luogo ad alcun disturJ)O alme110 8.IP.'Pa.re11te. Dr PACE (S'. Mare.o in La;mis). - Siill 'avvelenarnenro da amanita pant;herina. - Ne l'if erisce 18 casi con sintomatologia che si scosta da quel !a di funghi m11scarini1ci. 111. - Urobilinuria nella malaria latent e e nellù cronica. - In b ase alle sue indagini non ritiene cl1e tale LSintomo sia 1n r apporto, .con la specie e ricchezza ematozoaria, ma con la integrità epaticae -con il ricambio em oglobinico.

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1736

'

II.

POLICLINICO

[ A1'~0

XXXII, FASC. 49]

I

DI P ACE. - Riferisce un caso di cerebellism o malarico n el ·quale i sintomi scomparvero rapidamente do.p o la puntura lombare. Arz&~r. L 'emogramnia ai Schilling nella nialaria. - L 'O. 11a studiato l' emogramma di Schilling n el la ·m alaria e può concludere che lo studio dell'esa1ne m orfologico d el sangue, ten~ndo conto, oltre che dello sp ostamento nucleare, an-che d ella mon ocitosi, d ella policromatofilia, l eu copenia, ecc., costit11isce anche i n assen za di parassiti, un buo11 sussidio per la diagnosi di malaria. M.\TTEuccr. - L'O. riferisce su 22 casi trattati co11 l'atti11 oterapia co1ne cura-base, riferentesi a toss i-i11fezioni, forrne costituzionali, insufficienze endocrine, diminuito p otere trofico del sistema n erv0so. P ICGININI (tvlilano). - I l controllo clinico sui f ri,rr11rici ipoterisivi in, gen..eral~ e sui « pantoidi >) in particolare. BURCHI (Modena) . - . Saggio della funzional ità ·urcoge1ie tica della cellula epatica 'con l ' ammoniemia ·po1Llariea e provocata. - Da ll'insieme delle

indagini praticate l'O. può con cludere come lo stu dio dell'amrnoniemia semplice e 1provocata, abb ia un indubbio valore sull' accertamento dell'attiv!tà tunziona!e e1Patica. ATTlLY (Bari). - Radiotera,pia eccitant e. Riferlsc8 ottimi risu ltati ottenuti. con l'irradiazione a tipo eccitante su alcune affezioni derivanti da disfunzi oni. endocrine. S1p ecialmente notevoli sono stati quelli nelle amenorroiche, nella scler oder1nia~ i1c l diabete; mentre scarsi o negativi .so110 stati .gli effetti n al Basedo'v, nel m. dii .~dd•ison. asm?. bro11chiale, 1r1ixed ema. f' o u:NAUIC\ (Milano). - .p rende la parola p er associarsi alle conclusioni d el collega Attily, avendo ancbe egli ottenuti buoni risultati con la radioterapia eccitante n elle forme indicate. L !J CAl\fGELI (Roma). - I mportanza progno:;ti ca del/f',: diazoreazione nei tifo. - In base allP sue ricer cl1e 1'0. p u ò .dedurre che la pro11tezza e la vivacità •della D. sono in linea generale un sPg·no evidente della n on grave en tità della infezione. E ssa compare nelle forme lie\-i, fra il 4° e il 5° gioruo, nelle gravi fra il 6°-?o e n elle gravissime fra il sc-100. :2uando, entro i l 10<> giorn o, con :=.ierod iagn osi posi.ti,ra non è an cora evidente 1a D., si trattn di for111 e gravissime, con esito spesso letale. ltlla natura del COJ'lPO che produce la D. le opi.:1ioni. i1on sono univoche. I..'0. si associa agli A .~. ch e p en sano trattarsi di un corpo pirrolic:o. Cr,r~O:\'ELLO (i\apoli). Rap·p orti tra cancro e t1Lb c1 colosi. - L 'O. specialmente in base alle osservazioni personalmente compiute su vari malati affetti. da tumore maligno ·e da tuber colosi cr ed e cl i poter distinguere nell'as soci a zio11e delle due mala ttie le seguenti possibilità: 1) tubercolosi a distanza; 2) tubercolosi locale (infezione tubercolare della lesione neoplastica) ; 3) tubercolosi g en e1allzzata da ]nf. l ocale; 4) sYiluppo di n aoplaSill i ~ u proces i flogi s ti ci cr onici tuber colari come co11"'t'gt1enza cli una sen1plice a ssociazione delle due formP. F~1H\\TA (Pn Yia) . - ._u ll e nefr o. i lip oid ee. - Ri-

chia ma l'attenzione sulle ,p articolarità semiologi. cl1e e -cliniche della nefrosi lilpoi·dea dii. Munk e in baise a d osservazioni p er.s onali r ile,·a come il reperto di granuli lipoid1ei nel S·edimento urinaruo non sia sampre esclu sivo della n efl1osi lipoidea co1ne talora la nefrosi lipoi diea ·decorre clinicaP.len tc c on andamento cr onic·o ·e con ooomparsa clei granuli lipoidei si che riesce dJif.fiCile differen~jarla dalla nefrite cronica comune. ORTALL C. (n oma). - La sifilide trau1natica. L'O. illustra due casi di sifilide traumatica, discu. t end0n e le 'rarie <Cat1se. Si 1Sofferma anche sulla patogenesi con clu·dendo che due possono essere l e condizioni : o la lue è in atto al momento del +rauma o è in un. periodo ·d i latenza. LANDOLFI M. (Napoli). - Le aLgie spienic he negl i s tat~ p.r.eleucerriici. - L'O. in·d ica quale segno-Sipia d j st:1.ti prel 0 ucemici un tipo di algia spontanea ch e na il determinismo ·di essere indovata nella reg. ipocon.r triaca sinis tra con irradiazione all'ombelico, in corrispondenza del quale trovasi uria zona di iperestesia cutanea. CARaERAS (Pi sa ). - A proposito idi quanto ha CO· muntcato il p rof. Landolfi sulla opportunità d1 seguire n eila .cura ,della leucemia criteri preventivi rich i.amà l'attenzione sull'opportunità di te. n er e' in Stpeciale 1sorveglianza ·i malarici, poichè la q11estione ·dP-1 rapporto tra malaria e leucemia, che è tuttora s ub iudice, 'Potrebbe risolver s i in modo positivo - come è dimostrato dal fatto che in molti leucemici .si ha notizia di una infezione . inaluri·ca IJ)regressa. .L OHENZETTI (Mi.lano). - Riferisce sopr a un caso di leu ceniia ·m ieloide acuta ohe ritiene differ e11ziabjle dalle 1r1ielosi infettive per vari dati clinici ed anatomici. Ancora ·discussi sono i rapporti tra queste due affezioni. Tuttavia 1'0. cre·de che il fatto 1più inter essante nelle leuieemie acute è n on tanto l'agente etiologic o incerto, q u anto il tipo di r eazione ematol ogi-ca che n e .deriva, tipo di reazione a volte tipico come nelle leucocitosi e nelle mielocitosi, a volte a tipico come n elle forme ver an1cnte let1cemich e acute o c roniche. 1

'C HIUSURA DEL 1CQNGRESSO.

Esaurite le comuni·cazioni poste a ll'Ordine del giorno il sen. Maragliano . presidente della Socie~3. ·di Med. Interna, prende la parola per sintetizzar e brevemente l'importanza d ei lavori del .p resente Congresso , n otando come e dalla discussione delle Relazioni e dagli argomenti vari svolti sulle molteplici co1n11ni cazioni sia apparso il proO'resso notevole del lavoro medico di tutte le b scu ole italiane. H a parole di ammirazione per l 'organizzazione d ella Clini ca lV!edica dli Roma c he « mantiene l'ind1irizzo clintco italiano .continuando l e traidizioni m edicl1e e romai1e in carnate nella figura di Guido Baccell1 )) . E formulando il più vivo augurio per lo s\·ilupp0 della scienza medtca ital>iana, n èl prendere congedo da tutti i Congressisti annuncia P adova quale sede del fl1turo Congresso. E. TRENTI - :\. POZZ l. •

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[ANNO

){XXLI, FASC. 49]

SEZ IO~E

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1737 •

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. Il valore diagnostico e prognostico del ganglio di Troisier nel cancro gastricv. Henoc e poi Wircl1ow richiamarono l'atte11zione sulla adenopatia :s opra clavicolare sinistra i1el carcinoma gastrico. Troisier nel 1886 ne fece uno studio com1pJ eto, da allora in 1poi regna la formula che la presenza di questo ganglio in 11n individuo con segni di carcinoma, conferma la ·diagnosi di carcinoma a dùomino viscerale e controindica l'intervento chirurgico. Lo iStesso Pauchet appro·va questa direttiva. Chau,-enet (Gaz. des H6pit., n. 80, 7 ottobre 1925) si chiede se ciò sia gjusto. .l\nzitutto l 'adenopatia di Troisier è rara. E poi h.a essa veramente il valere che le si è voluto conferire? Su 12 autopsie in cui esist~va il ganglio in parola, 7 volte era canceroso, 5 volte no. Su 17 casi chirurgi ci, 7 volte era n eo1p lasica, 10 volte no. Così una statistica di Soupault e 1.ab.bé. 1 a 1presenza del ganglio non è indice certo di metastasi ganglionare nel cancro gastrico. Essa può essere sia u11a adenite act1ta o suba cuta dovuta a dei g·ermi 1nfett.ivi derivanti dal tumore o da qualsiasi altra lesione gastrica, sia una adenite specifica o banale coesistente, sia infine una metastasi cancerigna. Solo la biopsia può cl1iarirne la natura. Questo in qnanto alla diagnosi, circa la seconda parte deJ probJema, ·se cioè essa controindichi ir1 modo asEoluto l'i nterYento, non è facile concludere. Se si trattasse di una metastasi per li11fangite cancerosa 1progressiva (permeazion e linfatica) l'intervento è da rigettarsi; .se si ammette si tratti ·di una metastasi 1p er embolia di una cellula cancerigna si può tentare l'intervento. In conclusione non si può nè biasimare iJ chirurgo più ardito che interviene, nè quello più prudente che si astiene. L. TONELLI.

Diagnosi e trattan1ento chirurgico della diverticolite del coloni. De Quervein (A rcliiv. fra1ic . o-belges de Chir., m arzo, 1925) fa una .distinzion e fra la. diverticulos1, sindrome che ·è stata descritta da Mayor e da Graser ed è caratterizzata dalla presenza di numerosi ,p iccoli ·diverticoli; e la diverticulite che è car atterizzata dalle alterazioni infiammatorie che !Possono sopraggjungere ai diverticoli, ed è anch·e la sola di importanza chirurgica. I.'A. distingue anche le varie forn1e chirurgi.che che può a5su-

r11 ere la \diverticulite:

.p erito11ite con p erforazione acuta (sindrome identica a quella di a.p_ penùicite acuta con peritonite, tranne che è locailzza ta nella fossa iliaca sinistra invece ~hc a de tra). ..\scesso ad andarqento subacuto localizzato nel piccolo bacin,o o n ella regione lombare. Sigmoidite acuta o cronica. · 1'ipo di tumefazioni flogistiche simulanti un neoplasn1a con cTisi acute di occlusione. Si dev·e 1pensare alla diverticolite ogni volta che un malato di età adulta presenta un quadro clinico che rientra in uno dei tipi sopra rn enzionati. La diagnosi può essere fatta sia col rettoscopio (giacc11è l'alterazione si esten·de dal si~n1a sempre ,rerso il retto, nei quali casi l' A. consiglia la massima prudenza nell'esame, trattandosi d1 pareti sclerosate e fragili) s]a con la radioscopia e radiog·rafia previo clistere opaco. L' A. sconsiglia di ·dare il pasto opaco per bocca, perchè Ju sostanza facendosi ipiù densa e solida nel passaggi o lungo il canale alimentare potrebbe nou ri cnl!Jire- i diverticolj e passare oltre. E notc,vole cl1p in rn1)porto ai diverticoli si rileva u11a contrattura spastica ·del colon do\ruta probabilmente a 11' irritazione cronica prodottasi i1ei diverti coli. L' ..\. non è favorevole all'anastomosi fra i due tratti di intestini sani per la possibilità del iprogrerlire del processo flogtstico nella 1porzione am1nalata a m otivo del ristagno di feci. Egli preferisce o la colostomia n ei casi di 11rgenza, o la colectomia come trattamento r adicale. V. GHIRON.

Diverticoli del digiuno.

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I ·ùi,·erticoli del digiuno sono una inalattia rara e rara111ente diagnosticata, percl1è n on danno di1ur1Jo alcuno fino :i cl1e no11 jnterviene qualch e fatlo infiammatorio . .l\11ora incomin cia un senso cli rip.j enezz3., di dolor e localizzato aJll'addome ge11rraJn1e11te al lato sini tro). Le co1r1plicaz]oui infiammatorie consistono in di~erti culit e, peri(!iYet·ticulite, ulcerazio11i e perforazioni, ocr.lusione i11testinale per gomitatul'e, adere11ze, annodame11ti, ecc. I.a diagnosi 1si fa esattamente allo schermo radiologico in cui si vede u11'ombra corrispondente al diverticolo r1 em1p1ito della sostanza opaca sormontata da una cupola di aria clic è .stata compressa ·d alla sos1.a11za opaca. La curo. consiste n ella resezione del diverticolo o del tratto intestinale quando si tratta di p1ù diverticoli. L'.<\. sconsiglia l'inversione del diverticolo che può dar luogo ad incon\renienti di vario ge_

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1738

l1ere, fra cui l'occlusione per il successivo ingrossarsi d e1 ·diverticolo p er processi flogistici. J. Moreau (Archiv·es franco -belges de Chirurgie , marzo 1925) ha raccolto 42 casi n ella l etteratura cui aggit1nge uno proprio. V. GHIRON. I

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La prova " dell'istamina misura dell'attività secretiva dello stou1aco.

L'istamina esercita un'azione eccito-secreti,:a sullo stomaco dell'uo1no per cui l'l1anno utilizzata i)er lo studio della secrezione gastrica in s tati patologici di iJp er- ed iposecrezion e. I 'iniezione di 1 eme. di soluzione d'istamina (all'l ?/oo ) provoca un'abbondante secrezione di su cco ga5trico ricco di acido cloridrico libero e di pepsina, 1puro, senza mescolanza coi residui del comt1ne ipasto di prova, senza diluizione e ,senza :fissazionr dell'acido o del fermento sulle albumine ingerite. c: arnot e Libert (Soc . de B iologie, 27 Juglio 19i5 l 11a.nno così studiato vari succhl gastri ci con ipercloridria, ipocloridria, succhi di cancerosi ot_ ten endo dei risultati costanti e ·dei liquidi inte ressanti specialmente 1Per lo 1s tudio citologico n ei can.cri dello stomaco. In due casi dnfatti riscontrarono nel liquicfo oltre l 'assenza di HCl e la ·p resen za di elementi del sangu e, numerose cellule con aspetto neo.p lastico. 11 .secreto ga strico ,,iene raccolto con una soocla rti Ei nl1orn; l'istamina viene iniettata per via sotiocutanea. BRANCATI . fJa c11ra del pilorospasmo e dei vomiti abituali. In rare bini altri

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[-~~NO

IL POL ICLIN !CO

questi ultimi tempi Vi è la tendenza a cui l pilorospasmo ed i vomiti àbitu ali dei baro, con l'u so di pap1p ine di cereali dense e di alimenti di con sistenza spessa, che vengo110 ben ~ toll erati , mentre il latte ed altri liqtridi vengono sem1pre vomitati. I risultati ·degli a11tori sono con co.rdi su questo punto senza però che si sia trovata l1na rag· ion e a s i ffntto [)rocedirnento basato solo sull'esperjenza. In ,·erità però gli esami ra.d iologici a''rebber o dimostrato che lo stomaco clel bambino si contrae e si addossa sopra un a1im e11to a consistenza spessa ; questa funzione, detta p eristolica, spiegl1erebbe appl1nto i buoni risultati terapeutici. L. Rogatz (Arner. Jo urn. of Dis. of Children, , 28, n . 8) osserva appunto che il buon effetto cl1e si otti en e con i cereali s t può spiegare sulla base ·del ra~pporto meccanico che esi tP fra il contenuto dello sto1r1aco e la 1parete D1USCOlare di quest'org·R n o; non importa se il bambino sia n europatico o se esista i_1no spa· s mo del piloro; tale rap,p orto cle,,e ottenere in ogni stomaco un'adatta compensaz ion P di forze tali d a prodnrre la guarigone. fil. 1

XXXII,

FASC.

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POSTA DEGLI ABBONATI. cutanee. -

.4t1anti di rnalattie

Al dott.

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P. lla

Italopol1 s (Brasile) : Buoni atlanti di malattie cutanee, oltre l'Handha.tla.", in tre volumi, per medici e studenti del ' KAPOSI, son o quell o di JACOBI-ZIELER e l'altro (con fig·u r e in n ero , cl1e comprende ancl1e le alterazioni d elle mu cose visibili), annesso al Précis de Pratique dermatologique del BROCQ ( Parigi, Doi11, 1910). So110 p11re consigliabili gli. atlanti-compendi dell e malattie cutanee (l\iRACEI~ e JESIONEK) e dp]]a sifi1i de e ·delle malattie ''eneree (l\1RACEK) , tradotti in ituliano ed editi dalla ·oc. editrice lihraria. 1

\ ,' . MONTES~'{Q.

VARIA u Un medico martire. Il periodico « Il l\1edico Italiano all'Estero n ùà noti.z1a del m edico b elga Leo11e Neuens, il quale ùurante la g_uerra contrasse una bronchite sulla linea e 1~erciò fu ad.detto a una formazio11e delle retrovie; d edicatosi alla radiodiagnostica, non adottò n1ezzi protettivi efficaci e perciò ft1 colpito da gangrena e rad'iotermiti , cui seguirono artriti, a n chilosi, impotenze funzionali; ma egli non si l asciò vincere: <' i nventò >> una bicicletta e si faceva trasportare su di essa per le visite ai « ·s uoi » feriti; il suo S'Pirito sembrava affin arsi n elle sofferenze. Dopo la guerra esercita ancora la 1p rofessio11e, facendosi aiutare per l'ascoltazione da un collega. Eg·li era stato un cosi-detto 1nedico « naturalista » e nel 1922 vol1P pubblicare il suo \ ·angelo dal titolo : « Nialati, guarite con m ezzi naturali! ~. Ora giace n el suo l etto, irrnnobilizzato, attanagliato <lai dolori, ma ser eno.

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Consumi voluttuari. :\cl 1913 l o •S tato introitava per i tabaccl1i poco più di 334 rr1ilioni; i1el 1918 raggiunse i 650 milioni; nel 1923 toccò 2 miliardi e 695 milioni; corrisp ondentemente l'aliquota p er indiYiduo è salita da L. 9.33 a r.. . 67.46. Nel 1912 lo ·rato r isco e p er il lotto la somma cli. 107 111ilioni; dt1rantc la guerra si scese ad un minimu.rn di 93 1niJioni; ma subito dopo si a11dò a 127 e nel 1922-23 si giun e a 373 milioni; l'aliqnota per abitante saliYa cl(l L. 2.90 a L. 9.31. Dl')gl i introiti. si restitui~cr il 'J.'ì 11er cento i11 vincite. (Da (( J.'A\'\'1?ni1·e n11ir. )I

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SEZIONE PRATICA

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NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Cong1·esso Nazionale dei Medici ùondotti. Il 6iorno 19 ottobre 1925 i1e1 Teatro ,Com1.1nalè dl Sira cus a è stato inaugurato il XIX Congresso Nazio nale dei Medici 1Condotti. A1Ja cerimonia assistettero circa 260 congTessisti. Ir1tcrYennero il vice prefetto comrri. Strano, il com111i ~ sario prefettizio ·del Comune cav. uff. Vaccaro. il segretario politico del ·fascio di Siracusa ing. Perez, il questore comm. Scalone, il dottor Mont eforte dell'Ordine .dei medici, il medico provinciale comrn. :\Iauceri, l 'ufficiale sanitari0 d81 Comune dott. .t\.lagona, il segretario provi11cia 1e dell ::t Federazione dei s indacati fascisti Cianetti, ll comandante clella legione ieav. Russo, il comanc1antP clel distretto cav. Bonino, il comandante del port0 ca,· . .Ruffjni , 11 1presidente del tribunale cav. Santomassima, il procuratore ,d el re cav. Gibilisco, il rappresentante l'Associazione nazionale veterinaria ·dott. Co1·,d ova. Il prof. Vincenzo Fici, direttore del Sanaiorio •Cervello dj Palermo, per ••delega d ell'on. Paolucci rappresenta,ra l'Associazior1e nazionale antitubercolare , e tutto il direttorio, costitl1ito dal segretario generale dott . .i\c11)l. le \·acino e dai dottori Cocito, Fatichi, ì\1oPtano , Parodj, P ercaccini, P etti , Tonelli ed il ca$Sjere generale Carobbio. Era pure presente il dolt. Guglieln10 Oliaro, presidr.r1te della Cassa ,M utuo Soccor50 tra i 1\T. C. Dopo la lettura di molte acl(•sioni, tra l e qt1ali furono specialmente ap1pJ (.ludite quelle dcll:on. Rossoni e del dott. Fioret ti, il cav-. uff. ' 'accaro, commissario prefettizio dcl C0n1une <liedc il saluto ospitale ai congressjs li in nome della cittadinanza. Parlò in norn e del Governo e quale r&pp.,..e sentante ,della Provin cia il vice prefetto comm. STRANO. T i'~Lr... 1 1J CT.\NETTI, segretario provinciale ·dei Sir1dacnti, dopo aver dato lettura di una lettera di Arnaldo .F ioretti, segretario generale della Corporazione che si dice clolente di non parteci1pare al C:on gresso perchè impedito ·d a impegn i precedenti, porge ai congressisti il salu to del sindacalismo siracusano. Il dott. VANELLA porge il s aluto del comitato organizzatore e della sezione sira cusana ai colJeg·hi che YolJero scegliere Siracusa a sede del XIX Congres'" o. Infine parla il segretario generale dott. VACJNO, ii quale ri n grazia t utte le autorità intervenut\3 p er onorare il ,Congresso con la loto presen za. Ilicorda il culto della patria che ha avuto 1sempre la l2'enerosa Sicilia. Accenna alla propaganda igienico-sanitari a cl1e fanno i M. C. e 1per l a ricostruzione economica nazionale alla quale si è ~ccinto il Governo di Benito iVIussolini ed invia un comrnosso saluto al dl1ce ed al collega Fioretti.

Dopo la cerimonia i11augurale, ter1ninata con il SU0!1 0 rlelJa marcia reale e dell'inno Giovir,,e::::.a, ac.co.Jti dai ·congressisti con entusiastici applausi, gli intervenuti hanno assistito alla proiezio11e di u Oél. cin ernatografia dirr1ost.rativa d ei mezzi neces ~ sari per 1a lotta a n titubercolare. Nel po1nerigg·i o il Cong·resso i11iziò i suoi lavori nel) 'aula ,del Consiglio comunale, sotto la presidenza del do tt. VANELLA. \ 11 dott. VACINo ha letto ed illustrato la relazior1e morale. Interl oquiscono i dottori FRASSETTI, CRUCCU, SASSI, SAC'.::C-~AGHI, SAlTTA, :\ STIAGO, RENNA, NAPO! ETANO, POER 1 0, PITTER.4, GARSTA, TOwIASELLI ed altri. T utti gli oratori approvano con plauso l'opera SYolta con la massi1na cura e solerzia dal segretario Vacino e dal direttorio centrale. Ad alcuni rilievi risponde il segretario generale, ed in ispecial mo.do ai dottori Frassetti e Sacconagl1i, che. interpellano il segretario generale sulla 1possibilità ·di provvedimenti disctplinari contro gli associati a gerarchie sindar,al i es1 r anee alla corporazione sanitaria, risponde cJ1e •Se i soci devono sentire ,sopratutto il senso della disciplina in ossèquio alla di spo si~ione statutaria per quar1to possono non essere iscritti al partito fascista, non devono giammai svolgere opera contraria alle ·direttive .del fascismo. In caso d ·i 110:;servanza devono le gerarchie locali adottare i provvedirr1enti adeguati, dalla diffida alla espulsion e, a carico degli inadempienti e in mancanza cli cjò la gerarchia sindarale sup.eriorc 11a pieno dirit1o ·d'intervento. 111 \ ita i colleghi ad assu1ncre chiaramente la propria responsabilità affermando cl1e J'approvazionr clella Telazio11e ' ruol djr cl1iara, precisa ed inco11cli.zionata approvazione d ell e direttive elle egli pro'Po11e e sostiene, ,di adesione cio è, sicura e senza riser,re al partito nazionale fas cista. Il .rlott. EUSONI, lamenta cl1e co1leghj iscritti al Sindacato nazionale fascista m edici condotti collaborino ad un giornale di piegata e òichi:1rata ispirazione contro le direttive del sindacali~mo fasci sta e presenta analogq ordine del giorno, cl1e vie!1r approvato. La Yotazione sulla relazione m orale a Yvien P sul seguente ordine del giorno proposto ,dai dottori CRUCCU di Cagliari e COSTA di Catania: cc Il XIX Congresso del Sindacato nazional ~ fascista medici condotti italiani , udita la relazione rnorai e, convinto che quella tracciata dai prece, denti Congressi è la via più netta pel conseguimento .dell'elevazione morale ed eco11on1ica della classe, approva la direttiva e l'azione svolta sinor1 dal direttorio centrale e 'Passa all'ordi11e del giorno » . Gli scrutatori dott. Urso, Lamberti e Villarà, fann o lo spoglio e il presidente dott. OLTARn, fra gli npplausi più scroscianti, proclama l'e~ito della


1740

IL

POLICLINICO

votazion e che s uona plauso incon·d izionato e ricon•Jscimento della i1obilissima azione svo1tu dal segretario generale dott. Vacino e dal direttorio ce11trale: 3732 sì, 5 i10, 3 astenuti. A piena unanimità quindi fra l'entusiasmo dei congressisti viene approvato il seguente signi1icati.vo o. d. g. proposto dai dottori CAPPELLO, CRUCC lJ' Ì\lAHOTTA e dal segretario della F ederazio11e sira, cusana T ULLIO GIANETTI: « Il XIX Congresso nazionale del Sindacato nazio!lule fascista .dei M. C. · riunito in Siracusa il ' 19 ottobre 1925; udita la relazione del segretario generale specialmente per ·quanto si riferisce alla grandiosa opera del governo fascista di Benito Mussolini per inserire sempre e definitivarnente nella -yita politica ed economica ·de1la Nazione le cla5si lavoratrici .del braccio e del pensiero; plaud e all'opera ricostruttiva .d el governo fascista che è emanazione d ella volontà d el popolo italian o, anelante di fare una patria sempre !Più gr:.inde; e fa voti che· la Corporazione nazionalE> sanitari:i, che tante benemerenze ha acqt1istato sotto la gui, da dei suoi valorosi capi, abbia il suo giusto riconosci1nento n elle grandi riforme annunziat ~ dal governo. « Delibera di inviare a Benito ilVIussolini, .duce del fasri.smo, i sentimenti di fedeltà e di devozione dei medici condotti italiani, veri rr1i ssi o11ari ed apostoli ·della elevazione e.d educazione de lln. stirpe ita]jana n. L'appro\razione di tale 01~din e d el gi orno è stata salutata ·da applausi dei congressisti che hanno inneggia to all 'on. 1Vlussolini. E stato approvato J'inYio di telegrammi all'o11. Rosson i ed al dott. Fioretti. Terminata la sednta il commissario del Conlun e ha offerto in onorr dei con gressi·sti l ln sontuoso rice\ im ento. ~ ella inattinata del 20 ottobre ebbe luogo un a importante riunione della Cassa di Mutuo Soccor so tra i ~'I. C. ·La relazione presentata, che dirnostra la floridezza ·dell'Istituto e n e ·assicura il p iù prospero avvenire, è approvata acl unanimità. .<\ll e orP 11,30 la massa dei congressisti seguita da numerosi cittadini siracusani, forma un ordinato corteo. La musica cittadina suona gli inni. e l e canzoni ·della patria; una squadra di avan, guardisti r eca la corona votiva offerta .dai medici condotti. d'Italia al Milite ignoto. );'el pom eriggio il Congresso ha prosegni!o i suoi l a\'or i sotto la presidenza del dott. OLtARO. \ 'ien e nppro,·ata con plau so la r elazione finan ziaria del ca ssiere centra le dott. Carobbio eh e di1r1ostra 1:-i potente posizione economica del Sindacat o il cui fondo di riser,·a sorpassa il milione. Il Congresso ha ipoi deciso di erogare la somma cl i I,. 19.000 al Collegio degli orfani di P erugia. Si approYano alcune modificl1e statutarie: viene r e,·oc:-i ta 1a di ~p osizione ch e stabilisce la non riel eggibilità del segretario generale 11 ch e dà luogo ad t1na imponente entusiastica dimostrazione di stin1n e cli affet1o a 1 seg-retario generale dotto r 1

\ ·acino.

(..\~o XXXII, FA!::ìC. -i9)

L·ordinr. del giorno i-elativo cl1e esprime il r1conoscirr1ento della preziosa ed appassionata B.ttività d el ,s egretario ge11erale è il seguente: « Il Congresso delibera che sia rieleggibi !e il .segretario generale e che rirr1anga inalterato 10 Statuto per quanto riguarda la elezione degli altri inernbri d cl direttorio, dottori Galletti , :-as ·J, Cimino, Napolitano, Urso » . Si tratta quindi ·dello importantissirr10 tema della l otta antitubercolare. L'argomento ricl1iama l 'intP.resse di tutti i congressisti tra i qu~ li si ·s volge una appassionB.ta ed elevata discussio11e . Il segretario gen,e rale \ TACINO riaffertna la décisa volontà della classe ·di inettersi all'opera c0r1 la massima diligenza ed atti,rità e ricorda l'adesione già ·data alla Associazione nazionale con prece·denti rapporti al suo illu5tre presidente on. Paolncci al quale propone di inviare un telegramma di plaus o e di rinnovata a·desione. Il Congresso manifesta entusiasticamr.nte la sua adesion e ed approva pure con unanime con5rnso il seguente ordine ·del giorn o: « Il XIX Congresso nazionale dei medici co11dottj tenuto in Siracusa nell'ottobre 1925, u·dita 'a relazione ·D elbue, cD osi e presa visione dello schema ·di .statuto Oppi; per.sua.so della irnmensa in1portanza economica P sociale della lotta contro la tubercolosi e certo di ,p rendere parte vi\•q, in tal n1odo alla ricostruzione morale econornica così vigorosamente e positivamente i11trapresa dal Governo ·di Benito l\Iussolini deljbera la fondazione ' della Associazione nazionale m edici condotti anlitub0rc0Jare s econdo le norme d el-lo statuto stesso e ne n orrrina la presi·denza central e i1elle persone dei dot tori Dosi, Oppi, Cammarata » . ulla statizzazione e provincializzazione dei servizi sanitari si aipprova all'unanimità la !'elazione ed jl progetto già presentato dal ·dott. \ T~.CT~o al Cor!siglio superiore Cli Sanità nel maggio scor5o. I congressisti sono interve11uti la sera ad ur10 sp ettacolo dato )n loro onore al Teatro Comunale p er iniziativa d el Cornune di Siracusa. La seduta antime rirtiana del 21 ottobre è presieduta 1dal dottor POERIO PITTEn\ . il quale procla1na il ri sultato della votazione per la norninn. del sindnci rev1sori cl ei conti. \ ·engono eletti il Zinelli con Yoti 5100, F eràco con voti 4987 e .i\lzona con voti t.670. • P Pr l e provvi-d cnze verso i C:o1nu11i t erre111otati riferiscono i dottori PITTER~. DE . ANCTIS e TO:\fAET.t. r i. qt1ali presenta110 a non1 e delle quattro proYi ncie terremotate il seguent0 impor1 antissin10 ordine ·del giorno che ,·ien e appro,~a to all'nnan i rn il:\· « J! XIX Congresso nazionale m edi ci condotti apprc11clendo . con vero rnn11narico il trattan1l')n to fél tt0 ai Corr1uni t erremotati dall a Commi s~ ione R ea 1e. la quale falcidiando le concessio11i deliberate clalla G. P. A., l1a nrgato compen si addizio· naìi p er i po,· eri e ricostruzioni di carriera, creando cosl a quei colleghi condizioni di inferioriti1 dina nzi a crli altri medici conclotti d'Italia , e<l una . evièl 0r1tc dic;paritù cli fl'attamen1o anch e tra ~nn11

~


[.\::\:\O

XSXIJ, l:',\SC. 4·9]

SEZIONE

tar i della stcs ·a Provincia, 1p rotesta en ergicamente ro11tro tale i11giusto trattamento e ritie11e equo che quei s anitari siano messi alla pari di tutti gl1 altri d'Italia, che godono già indisturbati di quelle concessioni; a sicura la. soli·dale resistenza co11 tutti i mezzi a ·disposizione del Sindacato 11azionale e della Corporazione nazionale sa11itaria e dà jncarico al ·direttorio centrale di svolgere la più i11te11sa azj 011e presso i poteri competenti percl1è sia ottenuto l 'accog1in1ento dei loro ùesiuc-

1

i

ì'at::i )) .

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·

Qui11cli il ·dottor DEcro GANDOLFI illustra una sua propo ta per la trasfor1r1azio11e della Cassa mutua tra i ir1edici condotti in L111 Istituto nazionale di preYiclenza sociale tra tutti gl 'impiegati e salariati degli e11ti autarchici (Pro\'incie, Comuni, Op ere p j e' .

Prendo110 ln 1p arola sull'argomento i dottori GRrI LO, FRASSETTI e CA:\IPOLI il quale osserva che i ferr ovierj ed i maestri elementari hanno già ott enuto l'i11tegra zione delle loro pensioni ed è giunta l'ora che i medi ci co11dotti domandino al GoYerno quello che è stato acl altre classi concesso. GA~DOLFI fa osservare .r11e il contributo clel Go, ·verno è idi L. 250,000 (qu ello cl1e clava dieci anni fa ) contributo cl1e si doYrebbe elevare alrneno ad t 111 milion e e m ezzo e 11ropon e l'istituzione della marca sanitaria. SA... ._ I parla cl ella perequazione progressiYa drl I e pensioni. URSO 1p resenta un ordine de1 giorno del indacato cli Palermo chP fa yoti perchè sia fatte obbligo ai Comuni d'i11tegrare la ~ension e ai m edici co11dotti anziani in moclo da perce11irla inlera cioè senza Ja riten11ta. del 40 °6. GANDOLFI ·p resenta infine un suo ordine del gior110 che ,·iene ap1p rovato per acclamazione. Il Congresso delibera che venga formala una co1nn1issione ·di cinque rn embri che studi a f or1do la questione e formuli una. relazio11e ·d=i. distribuire a tutti gli uomjni politici in modo da i'nter essarli al problema delle pensjoni cl1e è quelJo che pii) assil1a Ja b e11erncrita classe clei medici condotti. :\ella seduta po1neridiana vengono discussi altri temi d'indole igienico-san itaria. Esaur ito l'ordine clel g·iorno viene designata Siena a sede del XX Congresso. Il dott. OLIARO, prima di dtchiarare chiu so i 1 XIX Congre ·so, rivolge parole ·di ringraziamento al la città cli Siracu sa ospitatissima, ed eleva un ' inn o ai tesori di meraviglie n aturali cprodigute <ial cielo con muno generosa su questa terra d'i11. canto, ove l e vestigia glor iose ricl1iamano a l pù11~iero una civiltà millenaria. E spri1ne l 'augurio eh e lJer 1'01pera ricostruttrice di Benito lVTussoli11i sia ad essa restituito l'antico sple11<1orr. I\ ingrn.zja noi tutte le an1orità ·Cittadine ed i1 comitato locé'\le per la cui opera il XIX Con~re::;so ha potuto sYolgersi n el mjglior modo ecl 11a purol<' cli ringraziamento per i rappresen1anti clella stam•pa locale e p er la Ri vista Sanitaria ~lci ltana. 0

1

PRA1 1CA

1741

' ~~ l uta infine i co11gres is1i e le congressisi e,

Jj eto dell'aura di fraternità nella quale il Congresso si è svolto ed augura cl1e Siena possa da quL ad un anno ospitarli ancora una Yolta. I l segr etario generale dott. ' ' ACINO si associa n.lle fervide es1pressioni del dott. Oliaro e. ringrazi a in nome suo e ·del direttorio centrale le autorità e le associazioni cittacline, gli avanguardisti che. giovanilmente si 1sono prodigati a favore de1 congressisti. I I dott. CocITO del direttorio centrale invira i congressisti ad esprimere t1n voto di plauso ai d ottori Van elJa e Cappello per l'ottima riuscii a del Congresso. Alle ore 18,30 l' .i\ssociazione tra gl'impiegaii c ivili e militari presieduta dal prof. Nicoli11i 11a offerto a tutti i con gressisti 11n rinfresco. Alle nurn erose signore che a ccompagnava110 i congressish Ye11n ero offerti mazzi di fiori. Alle 19_,30 nell'ampio salone dell'Hòtel des Btrangers il direttorio centrale ha offerto un banchetto alle autorità cittadine. i\l levar della mensa il dott. ' ' acino ringrazia i convenuti che rprega ·d1 rendersi interpreti .dei sensi ·della ·p iù viva gratitu·dine dei congressisti ver so la città nobiltssi1r1a di Siracusa. Risipondono brevemente con belle parole il commissario prefettizio .c av. llff. Vaccaro ed il vice-prefetto comm. Paolo Strano. 0

1

CONCORSI. POSTI VACANTI. ANco~A.

(>spedale Civile Umberto I. - .Assistente. Vedi f.asc . 48. So~d. ore 18 del 15 dic. ANoo~.\. R. P refett1Lra. l Tff. san. di J esi. A tl1tto 23 dic. \ Tedi fase. 48. BAGNI DELii\. PoRRETTA (B oloa·n a•). Ospedale Costa. - A t utto il 10 dic., direttore. Vedi fa~c. 48. BozzoLo (l\fa·n tova). - Soa<l. 15 dic. 1a condotta. Ve1di fase. 48 . CAsTELFIDARDO (A11,cona). 2a ecn1d otta ; proroga .a tutto 25 dic . CASTIONE DELLA PRESOLAN .\

(Beraamo). -

Scatl.

25 dic. Vedi fase. 48. CoMO. Colle di j]fonte Olinipino « T'illa dP'rìca n, Gasa di c·urn JJoliclinica. - Medjco-chirurgo assistente. Vedi fase. 48. Scad. 10 dic. CoRBAl~ .\ (.S'alerno) . Scad. 7 genn.; L. 7500 e 4 qt1.aicùr. <lecim·o ; età li1n. 45 a.; tassa L. 50.15. GENOVA . Clinica medica, delle malat·tie polmonari (djretta d.a·1 prof. E. lVIa1;arrliano). Sei posti di medie.o praticante d urante l'an110 scolastico 19251926. Ve.d i fase. 48. Scad. 10 djc. GrRGENTI. Osperlale Oi1,iie. Chirurgo' direttore; titoli ed evèntualm. esan1i; I1 . 12,000 e 50 % 0110rari. Doc um. all.a Conar cg. di Car ità. e11tro il, 16

gen. Età 35-55 a. T assa L. 50. OhiE'dere ni111n11zi o . l\oIA.JOLAI'I (_4.ncana,). -- Sc.acl. 12 dic:; L: 8500, L ienni c.-v., .alloggio gratt1ito, indennità 0crm1)lf'1nentare. ...!\.b. 3000 ; iscritti 355. ::.\lo~TEFIORE DELL' _\.so (:! .scoli Piceno). . -\.1 . 31 clic. L'n.n1ministraz. si rise r-va cli ridurre da 3 a 2 le condotte. L. 500 fino al 25 °~ della po1Jolaz. ;


17.!i.2

[.·\ N-:\0

lL POLICLINICO

L . .500 i11d0nn. laurea; .j qua<lr. decimo; L . 600 se nff. saJ1. 'er,·izio p r ivato pel t1·.ais1)01-to, aratis . Tassa L . 50.10. ~10NTE S. ) [ARTINO (Jlocerata). Scad . 21 clic. ; L. 9000 e 3 q uadT. dee. ; trasp . L. 1000 ovvero 2500; c .-,-.; ll1ff. sain . L . 600; c .-v. in ~. 780 se celibe, L . 1200 se ai11mogliato. T.assa L . 50.15. NAPOLI. R. Accademia di B elle Arti e Liceo Artistico . - Professore di a nat omia . Docum. al l\llinist~ro della P . I . (Direz. Gener . per le Ant ichità e le Belle Arti) . Scaid . :iO dic . P ro:MBIN<.1 ( P'i'ia) . Uffici ale sanitario. Vedi fascicolo 46 . Scad. 20 dic. RrYi.; n'ARC.\NO (Ucline). - Scad. 15 dic . ; L . 9000 oltr e L ..500 serv. attivo,, L. 800 uff . sa11., L . ,3000 t r asp. , doppio c.-v. Ta sa L . .50. RoccA DI P APA (Roma) . ·- ~i\.l 28 dic. ; v . fase. 46. !{O:;\I.\. Jl in,i>tero cl ella P . I . P rofe&sore clirettore della Scuola Oste,t rioa di Aqu i1~; L . 16 ,000; scad . 15 dic. Dieci copie del cu rric ulu,ni vitae e dell'elen co docl1me11ti. D orn.a11da r11 carta da L . 3. . RovrGo. Ospeiale Civile. - D irigente il ser vizio <li R.adiologia e T era1pia. fisica. V edi fase . 48. Sca·d . ore 18 clel 10 dic. , S .tNTOPADRE (Oaserta). Soad. 10 genn. ; L. 8000 e 5 quadrienni di 1 dee . ; oav. L . 2400; l1ff. san . L . 500 . \~ENEZIA. Ospedale Civile. ~.\i uto nellia Sezio11e T11bercolosi. \ Tedi f.asc . 48. Scad. or e 17 del 15 dic. 1

Difficle e boicottagai. NuoYe diffide : ~r 011dolfo (P esaro) pe·r il servizio d i condotta e <li ospedale. Co~c ::Htsr A PRE).!I,

,

•~1·uo la .l ledica ()sz1itn1iera cli Ronta.

11 Co.m itat.o direttivo de,1 1~1 c11ola ha i.stitu.ito u11 premio di lire 1000 per il m iglio r Jiavoro cli11 ic-o

or.iginal<?, €seguito nella scuola e n on iJ.JUbblicato cl1e s;1rà l)resentato da a.l lie, i della scuola stes~a entTo l 'anno scolastico 1925-26. D i esso, a giudizio de<ll a Commissione esa111inatrice sar à cu' rata la pt1bblicazione sulla «Rivista Ospedalier a». 7

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE..

Il prof. Gi use-, pe \ Ten·otti è iJ1ca.ri cato del1l.'i11segnamento di 0li11ic.a dermosifilop atica presso la R . U i1iversità di Catania. Il clott. i\I edi . .\rtui . r o 11a conseguito la libera docenza pe1· esanii in clinica pediatr ica, d iscl1ten<lo il ten1a: « w sindTon1i da aYitarrninosri. nell'infanzin ». Coonpone"ano la con1missri.011e i pro1ff. P e~talozza, Co111ba. Luzzatti, Dion.isi e Guidi. Ln. , ooietà .i\.meri,;n11a dei Raggi R ontg~11, cl1e l1a ede o. " 1 a hington , nell>a semblea del 22 setten1bre ll. . .a egnava il premio L.eonarcl. cli 1000 <loll~ri , di,iclendolo in d11e parti: una di 600 dol. .ni <lottori E. _-\ . Gral1am, G. H. Copter e " "'· H . C'oli. <li St . Loui . per la loro opera ulle colecit o~rafie; i' nltra di -!00 <lol . a G. Fail1e di Ne"' ·~) 01 k per la ua opera ul radon.

XXXII , FA:::-C. +9i

NOTIZIE DIVERSE. L a l egge per l'as sistenza alla 111ate1·nità ed all'infanzia.

L a Camera

de~

Deputati ha approvato il relatiYo pr oget to di legge, già p assato per i l Senato, d·o po ~servazioni in var io senso degli on . ~I.a.rotta, i\Ior elli, Messecl agl ia e Ni artire e un efficace disco.r so dE:lJ' on. ~"eclerzo11i, oui seguiron o breYi considerazioni <lel relatore on. Gabbi · a lcuni rilie,~i sui singoli ar t icoli furon o fatti dagli on . Sandi·ini; ~I aresca lchi e Guaccero . Abbi,amo già d!lto nel fase. 32 la relazione del se11. l\iar ch iafava e i1el fase. 33 un an1pio e cl1iaro sunto del disegno di legge .

L a11r ee (( ad honol'e nt • .

11 Con sriglio dell'Or din e dei :Jiedici di Ron1a ha prOiJ.Josto al Mini.sitr o della P. I . che nel progetto 1

1

cli Jegge por i l ccn1ferimento dell.a. laurea ad hp1101·en1 agli studenti d elle U n iver sità italiane caduti per la causa. .nazion ale sia aggiuri1ta J.a disposi?-~0t11e in vir t ù .d ella quale gli Or din i p rof~ssio­ n :il i siano .autorizzati .ad jsorivere ne i rispetti Yi albi i J10.m i di t utti i giovani laureati ad hurnorem, caduti peT la vittor ia e 1per la gr andezza cl' I talia.

Inang n1,azio11e di ann i a ccade1nici. ...i.\. ~[jlan o il r ettore magnifico se11. ~1a. ng:ia. gallì esipose il laroro COOllipiuto 11ei p1ri n1i nove me ·i di vita dell'U11iver sità; illustr ò il n1ag:n.ifico t'.-;sor .da questa preso e de.t te precise i1otizie cli c·arattere finai1ziar io. 11 p1~c;f. Ca1·lo Foà te'l.111e il di~corso i.11a,l1gur.aile s ul teina: cc I fattori fi io logici della per so·n.alità UITTlana » . A Bologna il rettore magni fico prof. , fa1nen i ]e~se llna 1l1cida e ininuta rel.azio11e clopo <li che il p1rof. Ale1ssandro Ohi2'.i pro1111nziò !'·o razione ina11gurale sulla dottrin a dar,vi niana, della quale dimostrò le benen1ere n ze 11el campo del i)ensiero, la1ne11ta11do che le j·iforme scol astiche rece11ti a-bbiano bandito l'inseguimento delle speQie animali 1 c vegetali da ogni ordine d scu ole . A P n<lwa, do~0i una bril1ante relazio11e del rettor e magnifieo i)rof. L ucatelJo, il discorso acoacle1u ico fu ten uto dal prof. Odd o Casag randi . preside della Facoltà medica. 1

I l convegno d elle Unioni i ntellettuali. S i è tenuto a :iYiila110 u n Con\..egno delle 'Cnioni i11telJettl1ali, libere Aswoiazioni che so.r sero, dopo la gu erra , i11 diversi centri di Europa~ le qt1~Jj h anno per ~copo di ravviva re i r apporti interna· zio11ali nel ca1npo dell'arte e del p01J1siero. L'l-11jone intellettuale italiana ha il suo centro a Rolfla . ~d è nr esieduta da Luigi L uzzatti. _\.l ConVC:'gJlO pa.r teciparono personalità di cli,·er· se naziioni i1ote 11e1l. mondo della coltnr.a. L 'in.a.ugnrazio11e <leJ Conveg110 ebbe luogo a] ('a stello forzesco , contempora11e.an1ente alla c-eri1no11 ia d'apertura del nuovo a11110 .ae<:ade1n.iC'o . PC'r gl'italiani parlò il prof. Enriques: i 11 it.a1ia no ri pose lo crittore tedesco Oskar 'el1n1itz; parlarono poi i proff. Alfreà " "eber, gern1auico;


[AX>:O

~XXII, l~'ASC.

49]

SEZ JO~E

Lange,i11 , fr a.ncese; de Ralb.an, polacco. A tutti yispose i11 no1ue della cjttà il se11. ~la11gia.g alli, augurando ch<e ciascu110, ritorna11do alla propria patria, abbia a ripetere il Yer o cli Petrarca: cc Pace, p~ce, p.ace » .

Ufficio per le sostanze radioatti, e. 1

Co111e dia d ecreto n1i11ist. 11. l.J21, l 'Lfficio per le sostanze raclioa ttive dipendente dal l\li11is~ro del1' E con omia Il.azionale è pa. sato alle dipendenze del :Jli11istero deJ.l'J11terno .a decorrere dal 1° ottobre 1925. R-esta integra però la 00impete11za del ~1ini'::lt,ero dell ' Economia n.azion.a le i11 tntto ciò che ounccrne studi e ricerche di carattere t ec11ico ed econon1ico delle sostanze radioatti 're: sia a inezzo della a.p.p osita Com1nissione, sia a n1ezzo dégli or ga111 tecnici ordinari ·dello ste ·so )f i11istero.

Per le Scuole Convitto professionali presso Facoltà mediche. Co11 recente proT",~ecùimento le Facoltà universitarie medico-cl1iru1·gic11e possono essere auto0·r izzate ad istituire « Scuole-co11Yitto professio11ali » per 111f e-rmiere. Qual.ora disponga110 (li se:rvi.z.i adegt1ati alle i1ecessità ·del tirocinio tec11ico, !Jo:snno · istituire « Scuole speci.alizzate di i11eclicin a, pt1bblica igie11e ed assistenza sociale » per .a.~siste·nti s.anitarie visitatrici. I inezzi fin a 11ziari ner il fu11zion a111e11to delle sc11ole sono costitt1iti dai ce~·~Jiti e dalle e'ntrate loro pr o1:p.r ie. Le Sc't1ole-conYitto profess.iona1i per · infermier e usufruisc-0110, .altresì, dei provein ti derivanti dailJ'eserciz.io <1ella a siste11z.a in base a conven%iioni {la, stipularsi co.n gli E11ti ospedalie!l:i. una Co1JJ.DJÌ sion e dà pare-re sulle doma.11de di autorizzazi•001e alle a,perture delle Scuole; de.I la Com1nission e f a11110 parte due inembri i1ooni11ati dal mini~tro per l 'istru?,io11e.

PRATICA

Servizio di orientame11to professionale. 5t.ato istituito a Roma, dal ~overn.ato1'e sen . Cren1onesi, presso l'Ufficio della P . I. , per gli 1allie,·i delle classi \ 7 -,-ITI delle Scuole con1unali. Snr8 orgn11 izzato 'e diretto d.a una Commissione, la quale potrà pro1Jorrc c]j aggre.g arsi pensane particolarn1-e1J1te Yersat,e ij n :flisl\1Jo:mia, tpSÌ{'' >logi.a e igiene d el lavoro. È

La pl·olnsione del prof. Pende. Ne ll aula lnagn a della Clinica medica di Genova il 26 n10iVe•1nbre il prof . Ni cola P ende, ordin. a11:io di elinica medie.a, tenne la 1<:iua prima lezio11e sul te111a: <c L e cin que incog njte del pr oble ma clin.i co ». Era110 :presenti i l sen. 1'fara.gliano, il111stre predecessore del P ende, il prof. Moresco, rettore magnifico, ·tutta la Facoltà di in edicina, i 1111edici os.p eda lieri, le autorità. civili e militari, il prof. Viola yenuto d.a B·o.Jogn.a, ecc. I l prof. P e nde, presentato dal preside della Facoltà . prof. Clivio, portò il suo saluto devoto e co1nn10.sso al se11. }\if a.r a.g lia110 . Dopo l a sua I.ampante conferenza gli fur.o•n o dati il saluto degli studenti <li medicina e della Associ.azione genovese u11i,•er itaria. Il sen . )iaragliano prese peJ.' u 1timo la parola per s:alutare la griovane glor ia dell' Ate11eo genoYese. ~.\ lla s ignora P ende fu offerto un mazzo <.l i rose. Nel po1neriggio, nei Locali dell1a Clinica, vennero offer te a1 prof. P e(Il·de le insegne di g1·a11de u fficiale della Qorona d'Italia, on0rificenza avuta motu proprio sovrano i11 riconoscimento dell'oiper.a jll:rn1inata e corretta per 1a f1rnudazione e l'avvia111cnto della 1Jniversità di B ar i . 1

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H.a po-to tragicame11te fine .alla st1.a vita il prof. 4.\.LB ER·ro PER.ATONER, d.a Catania, dell'età di 63 a 1111i, !\.p p1rezzati&Slimo insegnante di oh,im.ica far1nacologica n el nostro Ateneo. Contava 1nolti a.miei ed .a.m mir.atori e devoti discepoli.

Indice alfabetico per materie. 4.\glice1nia . P ag . .i\.lgie splenich e 11egli stati i)ireleuce1nici . » _t\p·p endicite in soggetti nor1nali » .i\rit mie: prog nosi e tratta1nento . » .'\vvelena,n1ento da f un gl1i . » Batteriofago: azione del cloruro di sodio » Bibliografia · » Can cro e tubercol101S1i : r.a~Jporti » Ca.nero gastrico : Yalore d iagn ostico e )) pro.g nostico del gan glio di Troisier )) Diaz.o.reazione nel tifo . )) l)i,·erticoli del digiuno . Diverticolite del colon : diagnosi e trat)) tamento . )) Epatite interstizi.a.le flaccida )) F egato : esa.me funzionale • • )) Glicuronuria • )) 1~uce111ia mie.Ioide acuta . • • )) ~! alar i.a: emogramma d i Schilling . 1

Roma • Stab. Titpo-Lit. Arma ni di M. C-Ourrier.

. 1735 1-Iala ria latente e 111. cronica : uro bili. 1736 nur 1a . . Pan. 1735 • 1735 -11 Pd i ci con.dotti: congr<'sso . 1740 1711 Mi lza~ influenza sul rica1nbi·o degli idr a1735 ti di carbonio . 1735 1705 )!orbo di Flaja11i-B ~edo"\v: cura 1716 1715 . P aralisi progressiva: casi curati co111 la 1736 inoculazione della malaria . 1708 ))

))

))

Pil~ro.sip!lsmo

1737 1736 1737 1737 1735 1736 1735 1736 1736

e

,~omiti

:ibituali dei bam-

bini : cura. . P to i , iscerale R adiotera,p ia eccitante Sarcoma co11genito S ~reziioni interne: COIUllDicazioni varie Sifilide tra.um.atica. . Stomaco: pro,~a dell'istirn]na con1e rr1.is111·~. dell' attiYità secretiva . Tonomet•r o capillar e 11uovo ' • Tt1mori cerebrali : diagnosi e ct1ra •

)) ))

)) )) ))

))

)) ))

))

V. ASCOLI, Red. resp.

1738 1735 1736 1709 1734 1736 1738 1735 1712


lL POLTCI,INICO

(P.!.GINA DELI/A.,MMINISTRAZIONE)

SEZ. PRATICA FASC. •

I>ott. ANTONIO SEBASTIANI Aiuto medico negli Ospedali di Roma.

I DISTURBI DEL RITMO CARDIACO GI"G~EPPE BASTIA.~ELLI

Prefazione di

Perchè i lettori del Policlinico po.ssano rendersi conto dell'utilità ohe qu&Sto volume ha per tutti i medici piratici, ne r~portiam:io l'inte1·0 Indice, insie1ne a tre figure <li quelle che lo illustrano.

S.l\.GGIO DELLE IIJ,,USTRAZIONI.

INDICE . CAPITOLO I. I MEZZI DI ESAME: 1. La registraz '.01ne gr-3Jfioa e il sin o .strnmentario. - 2. Lo ef igmogramma. - 3. Il ca rdiogt·ain1ma. . 4. Il flebogramma. - 5. l.1a registrazione elettriica e l'el ettr-0oardiogra.fo. • 6. L'elettrocardiogrMDm a. CAPITOLO II. NOZIONI ANATOMO-FlSIOLOCICHE : 1. Le legature di Stanruius e il &istema specifico del cuore. 2. Il nodo seno-a uri colare. - 3. Il nodo e il f,a,scio atrio-v·entricola.re; nl .ret1colo di Pnrkiuj~ . 4. Il meccanism o car-Oiaco ne~li amima.l.i in·f eriori e nell'embrione. 5. J;a. 1Jrod1UZtio.ne e ·1 a 1di.:f.fusione dell 1 onda di eooitazione nelle c2.vità ·cardia· cbe. - 6. Le proprietà .fon•d.a..men<tali della t'i bi.a miocardiiea. - 7. I nervi e&tri1J1-seci del cuore. -- CAPITOLO III. TAC H 1. 1

..

.I '

1

, •

CARDIA E BRADICARDIA SEMPLICI. ARITMIE SINUSALI : 1. Def!1nti.zlion e ed 1

~nza

del disturbo. · 2. Cond izioni pa.tologiche che alterano la frequenza cardiaca. · 3. Ta,chi<iar dia e brrudica.rdii.a fisiologiche. - 4 .Aritmie sliinu.s•a li. - 5. Dati oli n ici. - CAPITOLO IV. I DISTURBI

.

DI CONDUZIONE : IL BLOCCO CARDI A· CO E I SUOI VARI TIPI : 1. Defini11ione

e -classificazione. - 2. Blocco seno-auricolare. 3. B1°'oco .a,trio-venitrico~are li·n · oom•p leto. - 4. Blocco .atr·io-venitri.oolare -00ma>leto. - 5. Blooco <lelle branohe ciel fascio dri. Hie. - 6. Le .oat.1se del blo~o ('al'diaco e le influe11ze dei mervi ext1·a caooiaci. - 7. D,at'i cl inici. - CAPITOLO ' ' . LE EXTRASISTOLI : 1. Defini7Jion•e. Eo-. citabilità e periodo refraittario. Classiftoazion e. - 2. .Extrasis.toli ven tr.i.col a ri. 6. Extrasri.stoli aiu rùcolari. - 4. Ext..riasi- • 6toli sinusali e atrio-ventricolari. - 5. Vario modo di piresen.tarsi delle extraeistoli. Ind111enza dei lnerv!i.1 extrrucardii·aici. Produm001e sperimentale. - 6. Daiti clinioi. - CAPITOLO VI. LA TACHICAR-

L

1JJ F1G.

Elettrocard.io~r.anuma

12. -

normale.

DIA PAROSSISTICA : 1. Definrizlone ed eE6ell7Ja del disturbo .• 2. Quadro cliillico.

- 3. I tracciati gr-afidi ed elettrocardiografio.i della taobrl.cal'dia paroesistica e le sue va.r ietà.. - 4. L'influenza dei nervi e}.tracardiaci nella produzione di extraeistoWi e di tachioa.rch'iia ipa.a.·ossistiica. · 5. !Potesi patogenetiche sulla produzione di questi .d i sturbi. • 6. Diagnosi, progl1.06i e <!nra. OAPlTOLO VIT. PRO· OUZIONE DI NUOVI CENTRI DEL RIT· MO. - OA.P!TOLO VIII. IL <1 fLUTTER 11 AURICOLARE : 1. Definizione e quadro <>linico. - 2. Tracc!iati gr.afìci ·ed elettro-

F1G.

22. -

'Bloooo incompleto con progressivo ritardo della ocmduzione.

('ardiografici. . '· Patogenesi. . 4. Diagn<>&i, lJI'Ognoei e oura. - CAPITOLO IX. LA

FIBRILLAZIONE

AURICOLARE : 1.

Oe-nerailitù. ed eSdenza del disturbo. - 2. I t.1,niooiati g rafici ed elettrocardiografici. -

3. Qu'l.dro cliinico. - 4. Patogene..,i. - 5. La d igitn.lc e la sua azione sul meccanismo <.' tl'dinco alterato. · 6. La ohiniclina e la. c.\Ul a.zione eul meccanismo -cardiaco nlt~rato. • 7. Dia.gn06i e Y,Tognosi. C~\. ­ PITOL< > X. IL POLSO ALTERNANTE : 1 ~intomatologja. · 2. Pntogenesi.

F1G. 26. -

Blocro incon1:r>leto 4: 3.

n 'olu111c in- di pag. \'III ·l -1~ cX. i dellt> « )fonogr:1fie ~l<clir·o-('hirHrgieh P cl'attu:llità_ ». 'olleziouc d •I J>ol iclinico), co11 73 figure intPr<'nbttl' llt'l t<' .. to. niticl<llltt nt "-l'lnl!Htlo 11 C'arta c111 11ntt 111nla . Prczz > f,, 18. p r i ll O'-tli. abbonati o]e [,. 16,25 ÌJI J>Ol'tO tranc·o. 0

111riflr1· I ar1lia l'ostale a11·,11itorc l .1 ( -/f,'l l'UZZl · 1 ia ,....,'i.o,;/i11a, 1~ · ~ f,'_0_1_11~a-·~---------


.. III. (PAGI NA Dl<JLL'AMMINI STRAZIONE)

lL POLICLINICO

SEZ. PRATICA FASO. 49

fl.@'' P e r i o d i e i d i n o stra ed i z i o n e

in abbonamento cumulativo pel 1926 con ''Il Policlinico,, Gli associati al « P oliclinico», a qualunque Serjé siRno essi abbonati, coll'aggiunta di sole:

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potranno r icevere i fascicoli che si pubblicheranno durante l'anno 1925 di u n a delle tre seguenti nostre Riviste di specialità.

. N. B. - Coloro che assumeranno l'abbonamento a tutte e tre Je Riviste,. e ne invieretnJtO s11,/)it,o /' i 11lJJOJ'IO , l]ltrJSte srtrr1nno foro Celfute a/ prezzo di. favore irti solo:

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'

CUORE E 'CIRCOLAZIONE

Continuazione de

Le malattie del cuore e dei vasi li? J8JRJ[ O JD>JC<CO :&!D8 N §

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lCJGJLU§ 'Jl'JRKTO

diretto dal Prof. VITTORIO ASCOLI Clinico Medico di Roma Ogni fascicolo si componiz di 40-~8 pagin2 di tizsto distinto In 3 parti: a) lavori originali, lezioni e conferenzE ; '1) rassegniz, riviste e congressi ; e) notlzliz blbllograflchiz.

ABBONAMENTO ANNU·o: Italia L. 32 - Estczro L. 45 - Un numczro separato L. 3,50 Per gli associati al "Policlinico.,: Italia L. 25 - Estczro L. 38

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LA CLINICA OSTETRIC'A Rivista mensile di Ostetricia, fiinecologia e Pediatria per Medici pratici fondata nel 1898 dal Prof. F. LA TORRE

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diretta da PAOLO GAI F AMI Professore di Clinica Ostetrico-Ginecologica nella R. Università di BARI Ogni fascicolo si componiz di 40·48 pagine di testo distinto in 3 parti:•) lavori originali, fatti e documenti (cllnlcl ~ anatomici), la rubrica degli errori, la pagina del ml!'.dico pratico, ecc.; b) recensioni, quesiti 2 commenti, blbllogr11fi11; -e) Varietà, notizie. '

ABBONAMENTO ANNUO: Italia L. 32 - Estero L. 45 - Un numero separato Il. 3.50 Per gli associati al "Policlinico,,: Italia L. 25 - Estero L. 38 •

IL VALSALVA RIVISTA MENSILE DI OTO-RINO-LARINfiOJATRIA diretta da GUGLIELMO BILANCIONI Professore di Clinica Oto-Rlno-Laringojatrica nella R. Università di PISA I

Ogni fascicolo si compone di 40-48 paginiz di testo, distinto In 3 parti ; a) lavori originali, osservazioni e l2zloni cliniche, contributi pratici ; b) Rivlstiz slntl!'.tlche, sunti, rasSEg ne, q uesltl ; e) note storiche dtdla med lei na, vari2tè, cen n I bi bllograflcl, nottzl2, Ecc.

ABBONAMENTO ANNUO: Italia L. 3 2 - Estctro Il. 45 - Un numero separato Il. 3.50 Per gli associati al "Policlinico,,: Italia L. 25 - Estero L. 38 .,... N. B. - ~!i nuovi abbonati clel 1.?:!U' rt ·'Il i-a /salva)) si eoiicf'rle l'interC1 pri111ct rtnnata (1.925) del periodi'co stesso, p er sole L . 20 :;e in lta!icr. e )Jf1' .'·o/e li. 30 se ctl/'Este1·0. in po1·to /'ranco . Indirizzare Vaglia· Postali

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Roma


IL POLIOLINIOO

I V. (PAGINA DELL'AMMINISTRAZIONE1

SEZIONE PRATICA - F.A.SC. lt!t

ALTRI ABBONAMENTI CUMULATIVI con "IL POLICLINICO,, pel 1926

I

1\nnali d'Igiene

. P~riodico ~ensile. di:etto d~J prof. sen. GIUSEPPE .sAN~RELLI. d~lla R. ~nivers.ità di Rom~. Accoglie memorie originan.. 1~ud1 rtassuntiv.' , quest1.on1. de.I g1o~no .e una den.s~ rub:1ca di ~ecens1on1, che rispecchiano tutto 11 movimento igienico interIJaz1onale; reca 1nformaz1on1 d1 1eg1slaz1one, amm1n1strazmone e giurisprudenza sanitaria e notizie varie In densi fa scicoli illustrati e corredati di tavole. Gli e Annali d'Igiene> pubblicano anche ricche 1nonografie, in forma di e Supplementi >, e ne fanno dono agli abbonati . Ab.b?namento . an11un :. I~alia L . 4: Q ;. Estero. L 6 O. ~er g!i associati al e ~oli clinico >: Italia L. 3 6 ; Estero L. 5 5 , A1 med 1<:1 ""nd.1t.~~ assoc1at1 al e Poltchn1co > gh «Annali d'Igiene> sono offerti al prezzo di eccezionale favore di L. 3 O ;. ma per ottent::rc: .:: ~ essi dovranno rivolgersi esclusivamente alla nostra Amministrazione, in via Sistina, 14.

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Rivista di eiinica Pediatrica • La Rivleta di Clinica Pediatrica, pericdico mensile illustrato, si pubblica a Firenze. Fondata. dai proff. Giuseppe Mya e Luigi Concetti nel 1903, non ha mai interrotto le eue pubblicazioni anche nei momen t pii:I difficild della. guerra e dell'immediato dopo guerra. :t ora diretta ds.i prott. CARLO COMBA G. e.' ALLARIA CARLC FRANCIONI, D!'NTE PACCHIONI , ordinari di Clinica Pediatrica rispettivamente a Firenze, Tori~o. B0logna. e Geno~a.. Contin.uamdo .a pubblica.re .memDrie orig.i nali, la 1< Rivista di Clindiea Ped:i'3Jtr1ica » nel 1926 da.1'à S'Peoiali cure alla rubri·c a de1la l'asseg·na della &t·a rr.pa. preoccnpan1d-0si d·i fornlire al lettore uua raccolta, .per q11ainto è poGt:>""Ì.bile completa. di ·ciò ~h,e s'l pubbli-ca .in Italia e d all'Estero, tiintorno alle mala.ttie dei bambini. :Essa si ,p reoccuperà delleimiportruntiss1ime quPSUion1i socia,lii iCJhe hwnno rS©!P-Oil'to c oll'infam.zia e ne ter.rà informaJti d. sruoi l ettori. Sarà poi 1C01Tisposto .alle esigenu.e d·e i med1i1di esercer;ti meiiainite la trattazione di ?.rgoonenti e la raccolta cli notizie, che ha'Il'D.o a.ttilnenza ,p Jù stretta colla pr at:ica profe6s.~onale. La, 11 Riv.i.sta di Clini.ca Pediatricia ,, ne1 i}:r oss imo anno •m·i igliiorerà ::i,nco1·a 12- sua elegante e ll1litida ve.ste tipogTafica ed aiumenterà di ollt re un .terzo il contenuto d ci si.1oi fascicoli mensili. 0 er gli 1 Abbon ai:nento a.nnuo : per l'Jtai1ia L. 4 O - per l 'Estero L. 8 O. a-ssooiati al u Polliic linico » : peri'Italia t>Ole L. 3 6 p er l'Estero w l e J_;. 7 3. · 1

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Giornale Italiano delle Malattie· Veneree e della Pelle Il più antico periodico della specialità in Italia. ed all'Estero, fondato dal dott. cav. G. B. Soresina nel 1866, pubblicato. dal dott. AMBROGIO BERTARELLI con la collaborazione di tutti i professori delle Cliniche Dermosifilopatiche italiane. Si pubblica ogni due mesi, in sei ragguardevoli fascicoli bimestrali, riccamente illustrati, e raccoglie l'attività che si svolge in Italia. ed all'Estero nel campo della Dermosifilopatica con la p ubblicazione sia di lavori originali che di numerose, selezionate :ecensJ_oni. Pubblica altresì gli atti della Società Italiana di Dermatologia e di Sifilografia. ·· ·· · Abbona mento annu'° P~·l jQ?-0 :ueT l' Italia L. 70. p er g·1i as'5'01ci?.ti al 11 Po1iclinico '· : per l'I talia sole L. 65.

''Difesa Sociale,,

Rivista mensile dell' ISTITUTO ITALIANO d'IGIENE, PREVIDENZA Pd ASSISTENZA SOCIALE, fondata e diretta dal Prof. ETTORE LEVI

Organo Nazionale di Documentazione, di Propaganda e di Coordinazione Sotto l'alto Patronato di S. M. il RE - Sotto gli auspici della Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali È l a sola Rivista italiana che riassume il movimento nazionale e internazionale in rapporto ai seguenti pro blemi : Abitazione, Alimentazione, Educazione, Lavoro. Igiene, Previdenza e Assistenza Sociale. Essa denume leproprie informazioni da relazioni dirette coi Ministeri r:o rnpetenti delle varie nazioni, nonchè dallo scambio con ')ltre 1200 Associazioni e con 400 Riviste. Abbonamento Annuo: Italia L . 25 - Estero [. . 50 - Per gli associati al "Pol iclinico,, Italia. L. 22' E stero L. 47.

Numeri di saggio

ve::-~anno

''La Stomatologia ,, -

inviati su richiesta

Per:l.<>CI :lo<> • •> e:a:i•:l1e Organo ufficiale della f ederazlone Stomatologloa Italiana

Fonidato n€'1. 1902 da.lla Federazi0ine, oltrechè tenere al corrent.e il lettore di tutti i mode~i pr~gr~i. scientifici e pratiOi della speci~lità ai occupa deg1i interessi professionali delle>. cl as~e degli st.omato1a tr1 tltal1an1 E ' diretto da.l ~:roif. Arrigo Piperno e v1i ool!lSJborano i piu e min enti cultori itailiani della c;pecialità.

'\.l>t>onnmcnto annuo per l' Italia L. 7 O ; per l'Estero L. 80 · Per g li nssoC'int.i al sol~ L. 64. - J•e r l'estero L. 76.

u

P oliclinico

11

:

Per l'ttalia

La Salute e l'Igiene nella Famiglia Queeta Interessante rlvleta el è ormai atrermata brillantemente sia In Italia che nelle noetre colonie all'utero per l'utllltl dli suo contenuto. Egsa è diretta dal dott. ESCHI LO DELLA SETA e vi collaborano parecchi valorosi colleghi. LA SALUTll E L'ICIENE NELLE FAMICLIE è una lettura gradita per la aua vai-ietà scientifica alla portata di tutti e 1randem-..t1 91roficua. L'abbonn.mento nnnuo per l' Itio.lia , costa L. 1 2 Per gli associati a.l e Policlinico > aole L. 1 O.

111 via1·e t•aglia Postale al Cav. L[ IGI POZZI, Via .~i~ ti n.a, 14 - R OJI A

i

1


ANNO XXXII

Roma, 14 Dicem b1~e 1925

Fase. 50

fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONg

,

P.RA >r'ICA

..

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. Lavori originali · T. T.1ncherin i : Tentativo di cura della leucemia -0on inoculaz.ione di sang<ue infetto di « Pla smodium •i vax ,, . Note e contributi : · T. Coeta : La piresenza delle linee di Fra n cke quaile contribu to a lla diru,..orriosi defila t uberool-0si polmonare. - E. Mondolfo: Nuovo segno clin .i co dtiferenziale per le aff·ez.ioni dolorose acute del-

l'addome. . Tecnica : G. Pinzarti: Dia.gnoiSi m!icr-0scopioa d ella rabbia. Osservazioni cliniche : C. Felugo: Le sindro mi emorragich e da ~ree nobenzo li. T:n ca.so <li PO!"POra da su lfo arse'llolo. Storia della medicina : r. Cecch.etelLi: Mau,r i1'io Bufalini. Sunti e r assegine : 1SEMEIOTICA: J. Russetzki: St udio cliniC.O- s ui segni d elle leeiiooti piramid1ali. - TERAPIA : Cotite e Latr.e .ille: Tre c,a si di accidienti b1ll b a ri per la rachianestes ia -0urati oon l 'iniez.ione endovenosa di adrena~i na e ol!io 1caDJforato. - EPIDEMIOLOGIA: B. J. Lloyd: _.\.lcu'lle questioni rigt.1•a T1danti l a peste.

~

Cenni bibl iogr~ f!Ci. Accademie, Società ft'Zediche, Qongressi : XXXII OongJ'esoo della Socrl.età I t.aliana di Oh1.rnrgia. - IV Congresso della Soci-età Italian a di Urologia. Ap11unti 9er il medico pratico : CASI STI CA: Artrite .cronica dell'anca, oon .su 1bln86amone e amtcihilroGli progres-

&iva nell 'adu1to. - · Il 1reumratiemo vertebra!~. - TERAPIA : Il tr.a.t tamento iPJ:atiico dell'emottisi. Il cloruro d i ·calcio nella t ubercolooi. - Elioterapia e tuJ)ercolo.si. - Sulla ipatogenesii della erisi d 'asm a e suo traittamento oon la bel1adonn.a totaJle. - NOTE DI l\1EDI CIN A SO !EN'l'JFICA: Stltdi sierologici sui tu.m ori. La .reazione di flo ccul1az•i one n •el •Cancro. POSTA DEGLI 4BBONATI. V ARIA : Prest~ zion!i .g ratuite ai oolleghi. Nella vita professionale : Cr onaca del ·mov.imento prof essiona1le . -- C'-0nool'si. - Nomine, p ·r omozionii -ed ono-

rdifi1cenze. Nostre corrispotfldenze. - Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie,

Una preghiera ai nostri fedeli abbonati !

quanto più possibile linvio dell' importo di rinnovazione dell'abbonamento pel 1926 e, sul polizzino del vaglia postale, applicare possibilmente la fascetta con la quale si sono finora ricevùti i fascicoli o, quanto meno, indicare con esattezza il rispettivo numero di abbonamento. Con ciò verranno facititati due compiti : all'Ufficio d'Amministrazione, quello dell' esatto acareditamento del pagamento nella rispettiva partita; alt' Ufficio di Spedizione, l'altro di mantenere ininterrotto e regolare linvio dei fascicoli pel nuovo anno 1926.

Aff rettare

Ricordiamo che il vaglia postale dovrà essere indirizzato nominativamente all'editore LUIGI POZZI, via Sistina, 14, Roma, e che (nel posto riservato al bollo dell'Ufficio Postale pagatore) deve es1ere munito della prescritta marca da bollo da 6 centes lrnl fino alle L. 100 e da centesimi 1O se il vaglia supera le L. 100. Chi si trova sprovvisto della marca accresca dei detti ~enteslml l'importo del vaglia stesso.

N. B. - Del vaglia postale inviato in saldo dell'abbonamento, deve conservarsi la relativa ricevuta. L' EDITORE.

Diritti di proprietà riservati. - É vietata la rip1·oduzione di lavori pubblicati nel POLICLINICO e la pubbli~azionP dei sunti df essi senza citarne la fonte.

I1 prof. Schupfer (1) n el 1905 studiando l'in-

LAVORI ORIGINALI. I STIT UTO DI ANAT. PATOLOGICA DELLA

diretto dal. prof . .!\.

R.

or

ROMA

D IONISI.

O SP EDALE POLICL. UMBERTO I IN RO MA,

Primario: prof.

UNIV.

flu enza che sulle leucemie esercitano le malattie inf Elttive intercorrenti, ha tentato. in un caso di leucemia cronica l'inoculazion e di 4 em e. di sa11gue infetto di parassiti ·di quartana doppia. l\la i risultati furono negativi, se si eccPttua durante il periodo degli attacchi una transitoria di1ninuzione dei globuli biancl1i, i quali però mantennero sempre gli stessi caratteri di immat11rità . Io ispirandomi al m etodo di cura che Wagner vo11 Jauregg ha pro1p osto per la dem enza paralitica, ho voluto tnoculare ]l plas1nod'ium vivax, che a differenza del plasmodi1t1n 1nalariae, ha un più breve periodo di incubazione, l1a una diversa atti-

VII PADI GLIONE

ARCANGELI.

Tentativo di cu1~a della leucemia con inoculazione di sangue infetto di '' Plas1nodium vivax '' p er il dott.

LUCHERINI T OMMASO,

ai11to m edico.

I NOTA.

Credo oppòrtuno di Ti chiamare i ' attenzione so;pra un te11tativo da m e fatto per studiar e oltre il comportamento della formula ematologica, anch e il decorso in ger1ere del processo leucemico in seguito ad inoculazione di sangue infetto di plasmoclium. 1)ivax.

I

(1) F . SCHUPFER. L 'irifluenza ch,e sulla leuc emia esercitano le malattie infett·i ve intercorrenti ed il suo valore terapeutico . P oliclinico, Sez. m ed. 1905,

aprjle.


17 ·~G

I f. POLICL IN lCU

Yità moltiplicatrice, una m aggiore virulenza eù è più facilmente debellabile con la curn chininica. P osso per ora annunciare i seguenti risultati: R0 ss1 Giovanni, di anni 14, entra al ?o P adì-

glione, Ospedale Policlinico, il 31 agosto 1925. Da più di un m ese ha febbre continua, ed avverte spossatezza. Si presenta in condizioni ge11erali gravi. Estremo grado di anen1izzazione e di astenia; s ub-edema ·dei tessuti; ulcerazioni in quafche punto d ella mucosa gengivale. ~ In tutte le ·stazio11i linfatiche s·p ecie nella sottomascellare d estra si rilevano numerosi gangli di varia g ra11dezza, alcuni d ei quali grossi come una nocciola. La ir1ilza è en orm em ente aumentata di volume ·e di consistenza. •In alt o è al ' il sp azio s ull 'ascellaue m edia. in busso oltrepassa di due dita l n. linea omboìicale trasversa. Anche il fegato è aumentato di volume e di consistenza. L'esame completo delle urine è negativo. Emocultura sterile. Il 1° esa1ne di san gu e ha dato : globuli bianchi 250,000; globuli rossi 1,500,000; emoglobina 24 %. L'esa1n e dello striscio di sangu e colorato là a carico ·degli elem enti della serie rossa notevole ani.soci tosi e poi chilo ci tosi; dis creto numero di globuli rossi nucleati. I globuli biancl1i sono rappresentati con alta . percentuale (73 ~6 circa ) da elementi a tipo m ieloblastico. Si nota a11che qt1alch e em oc itoblasto. Nesst1na forma matura. Si fa diagnosi di « Leucemia subacuta a cellule mielobla:stiche ». . Il 2 settembre faccio l'inoculazione sottocutanea di 3 eme. di sangue i11fetto del parassita d ella terzana primaverile. Do1p o 12 gior1-i dall'inoculazione, durante e prima ·dei qllali il paziente ha sempre avuto febbre continua r emittente (da 37.5° a 38.50), si 11a il primo attacco malarico. Dopo 3 accessi l' esam e del sangue mi dà: globuli r ossi : 1,600,000, globuli bian chi 120,000, emoglobina 26 %. I caratteri degli elementi della serie bianca sono gli stessi di quelli del 1° esaµie. L'acid o urico nelle urine -è 1.12. Dopo il 40 atta.eco noto: globuli rossi 750,00Q; globuli bian rl1i 8100, em oglobina 18 %. Lo stri1s cio colorato mi fa rilevare: ,diminuzione notevole delle form e im1natl1re e prese11za di nurneros' elP, · ineP ti 1110.tnri granuloci tici. P er correggere lo stato anemj co somminis~ro preparati di ferro. Dopo il 7° attacco. m.a1ar1~0 noto t1n rialzo n el numero ·degli elementi bianchi: 40 uoo l~10buli bian chi; 1,240,000 globuli rossi., Lo st~ i..,l!iory 1r1i dà quasi tutte forme di leu cociti a nuc Ièo poli1norfo, e 111olti e1ernenti del tipo monocitico. Durante gli ultimi attaccl1i i l euc~citi torna~? gradualmente a diminuire; non si ritrovano IPIU for;n e immatu re intanto fra un accesso e l'altro il paziente i1on l~a l)iù febbre; e la milza ed i. ganocrJi linfatici vanno riducendosi di ' ' olume e d1 consistcnza. D0vo il 1~0 attacco che è l ' ul1in10, l'esame mi dà: globuli biancl1i 4.~00. globuli rossi 1,200,000; en1oglobin a 18 %. . . . I globuli bianchi son o rappresentati quasi tutti da rorn1e n1ature (polinucleati neutrofili, n~me1 o i monociti, vari linfatici e qualche raro m1eloeito). :\folti conteggi degli e1<'menti del s~ngue prelevato co11 la puntura. d el clit? , so':o stati contro1~ati e confermati con contrgg1 fatti sul Sé' ngue prclcYato dalla vena. 1

1

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[.i.\NNO X~'\JI, FA ...C. 30]

.D opo il 12° attacco inizio la chininizzazione del paziente con gr. 1 e mezzo di chinina a1 giorno, e posso dire che nei giorni successivi sino i:td oggi il paziente i1on ha 1più avuto temperature febbTili, come aveva i primi giorni di ·degenza alrOspedale, ed in seguito agli esami fatti ulteriormente e · quotidianamente posso dire che i globuli rossi sono andati aumentando ·d i numero e così 'Pure è migliorato il tasso emoglobinico, e si è andato ripristinando l'equilibrio ·della formula leucocitaria, in maniera che il quadro ematico è ritornato gradualmente nelle proporzioni pressochè ordinarie. Il 28 ottobre, a circa un m ese di distanza dall'ultimo attacco malarico l'esame del sangue mi ha dato: globuli bianchi: 5800; globuli r ossi: 3,880,000. Hb. 52. Il 15 no,1embre, globuli biancl1i: 6100; globuli rossi 4,400,000. L·O striscio m i i1a fatto rilc,rare lilla forì11ula leucocitaria quasi normale. · P er ·di più ho notp.to (e ciò € interessante sacpendo che la malaria produce LSlPlenomegalia' una notevole diminuzione di volume (più della rnetà) e di consistenza ·della milza e delle ghiandole linfatiche ; e un netto rapido miglioramento .delle con·diz1oni generali (ritorno d ell'appetito, sco1nparsa del sub-edema dei tessuti, e delle ulcerazioni gengivali, et.timo lo stato di sangl1ificazio11e, ripresa di ogni attività nell'esplicaiione ·d ei bisogni personali) . 1

Conle si. vede in questo caso per quanto sì tratti ·di una forma di leucemia isubacuta e quindi a prognosi assai più grave 1per la rapidità della evoluzione, ipur tuttavia questo tentativo di cura ha esercitato indiscutib·i lmente una grande influenza c;ul quadro ematologico e clinico della malattia. L'eccitamento a ,compiere tale prova mi è stato suggerito dal noto fn.tto ch e n elle infeziorii da parassiti malarici •Si provoca costanten1ente uria .leucopenia n eutrofila ch e persiste per un te1npo vario a seconda della ·qualità della inf P7.iune e ch e ·cessa completa m ente a malattia spent1. E giustificata p erciò l'ii)otesi che sul midollo ùelle ossa sia eser citata dal parassita della malaria una azio11e dannosa alla formazione e alla mfl.turazione ·d i tali gruppi di elementi. Altro stimoli' a compiere tali mie ricerche mi è stato dato da quanto si eonosce sulle variazioni quantu11que passeggere ·della formula ematologi·c a leucemica 11ei processi infettivi di vario genere, cl1e 'rengo110 a complicare la leucemia. D'al tra p arte l' uso d ella inoculazione della 1nalaria a .scopo terapeutico n ella dem enza paralitica , nella tabe, in malattie cioè con esito s i: ùram ente mortale, mi 11a in·dotto ad affrontarP la responsabilità di tale nuo,ro metodo di cura J1e11a leucE:mia , ritenuta indiscutibilmente n1alattia a prognosi infausta. Il breve !Periodo di osservazione non ini perm ette ancora di riferire e di con clud<>re sulle eventuali ulteriori m odificazioni che può subire a 1ungo andare il quadro ematologico e clinico d el mio ipaziente. I...'ottimo risultato però che si no ad oggi (un mese e mezzo dalltultimo attacco f eb-

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[A~NNO

XXXII, FASC. 50]

SEZIONE PHAT l CA

brileJ ho ottenuto, deve stimolare gli studio5i a tentare nuove prove e nuove applicazioni on~l~ stabilire se la malaria-terapia sia un m ezzo efficace per co·m battere nella stessa maniera r n1isu~a le leucemie sia aicut e che . croniche sia mieloidi che linfati che. Certamente riuscendo ad ottenere p.erio1i più o rneno lunghi ·di remissione dei s intomi, ancl1e se il processo leucemico non si spegne, i1oi avren11no ottenuto un enorme vantaggio terapeutico, poichè ai numerosi inconvenienti e alla scarsezza dei risultati dei mezzi chimici m edicamentosi ad azione leucoli tica (benzolo), ed ai pericoli ed alle ~ya "iate difficoltà .di applicazione dei raggi X, noi potremo sostituire questo nuovo metodo di cura più facile e più economico. Non è ora 11 caso di add'entrarsi nello studio int~rpretativo del vero mecca nismo d'azione della rnalaria-terapla n ella leu cc1nia. Sarà il fattore della iperpiressia? Sarà quello di un'azione diretta propria del plasmodlum v ivax sugli organi emopoietici e sugli infiltrati leucemici? Ovver $) creerà un eventuale antago11ismo biologico tra il plas1nodium e l'ignoto agente causale della leucemia? Rj guardo a queste domande, come r]gunrdo alla durata e alla sicura efficacia di questo sisteru a d1 cura, non posso per ora rispondere, in attesa che gli ulteriori risultati miei e di tutti co1oro che vorranno controllarli con altre prove, n on av"3Il no dato il giu.d izio definiti,ro. Roma, 20 novembre 1925. )

1)

N'O TE E CONTRIBUTI. La presenza delle linee di Francke quale contributo alla diagnosi della tubercolosi ,POlmonai~e.

Dott.

TITO COSTA.

Spesse ' 'olte lievi indizi , ch e gen eralmente pa5sano inossérvati o tra·scurati, posso110 r ecare u11 note,·ole contributo alla diagnosi di im•portanti malattie, quale Ja tubercolosi polm o11are; a tale categoria mi sernbra che sin110 da annoverarsi le ljnee cli Francke chr si riscontrano con n1nlta frequenza fra j si ntorni ol)biettivi Ja c11i sorn ina ci p cr1n ette cli fare Ja diagnosi di tnbercolo'3i p olrnonare. Nella mia permanenza cli qualch e mese al Sa, natorio « Cesare Battisti » ho avuto agio di studia.l'e, dietro la vale11te guida del dirett0re prof. ì\1endes tali linee di Francke che, con frpquenza maggiore di quel che ,p ossa credersi, ho constatato sul torace posteriore dei malati ricoverati in .detto Sanatorio. Tali linee , che il Francke nel 1907 descric:: se c~1ia · r11andole << strie vasali », sono dei vasellini cutanei ectasici che egli trovò nei tubercolosi nelln pr0tporzio11 e di 3/4 dei casi senza notevoli diffeI

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renze nei singoli stadi; net clinicamente sani 1e rilevò n el 25 %. Questi vasellini capillari dilatati comparirebbero nei tubercolosi n elle prime fasi ,del n1ale, special1nente sulla faccia posteriore del torace, come segno precoce di· una lesione incipi ente. Il numero di questi vasellini ectasici è molto variabile; o 1pochissi1ni 2, o 3 -solamente od ancl1e in gruppi di parecchi; hanno una lungh ezza varia: 2..s mnt. comunem ente, fino a circa 2 cm , ed Uba larghezza di 1/4 di IIlin. al 1 mm.; alcuni sono di color rosso vivo , altri blt1astri, di color ' '1olaceo più o meno cartco, o livid1 , seguendo quasi sempre un percorso curvilineo 1p iù o meno àccentuato; quasi sempre sono isolati, qualche v'oJta hanno piccole .diram:::tzio11i e qu este possono es.sere così frequenti da formare una specje di sottile rete occupante 11n'area di qualche centime· tro quadrato. La loro ubicazione è varia: si risco11trano alle regioni apicali, alle -sopra e sottosp1nose, allo spazio intersca1polo-vertebra·1e e più specialm ente lungo le ultime vertebre cer ..1icali e le prime ·d orsali. Qt1élle significato dobbi amo attribuire alle l~nee cli f'rancke? Sono ectasie venose per stasi locali corne an1n1ette Wolff-EisD;er? Rabajoli l e ritiene un segr10 utile avendole riscontrate nell'80 % dei tubercolosi polmonari; egli le mette in rapporto coll'infiltrazion e apicale e lo spiega come un circolo ' ' enoso collaterale, fa•' 'orito dalla coesist enza di -circoscritte aderenze pleuriche. Lombar·di trovò che le strie di Francke sono specialmente notevoli in vicinanza delle apofisi sipinose della 7a cervicale e .delle 3 prime dor sali, chiamando tale punto 1< zona varicosa d'allarme » . Talora queste picçole varicosità sono associate a lieve edema e a dolorabilità spontanea. . Q11ale la. spiegazione di tali vasellini ectasici che a11che io ho potuto .constatare con una certa frequenza in corrisiponde11za delle ultim e vertebre cervicali e delle prime dorsali? Si p11ò s upporre cl1e la spiegazione di tale sintomo risieda nei rapporti anatomici tra la rete venosa s111perficia'le e Jp vene profonde, per cui ogni infiltrazione dell'apice polmonare di qualsiasi natura, intralcerebbe il libero deflusso dei vasi venosi del polmone e quindi si avrebbe una formazio11e di stasi 1prima e ·di varici poi n el1e vene superficiali. Anche in altri vari disturbi della circolazione s i possono riscontrare tali vasellini cutan ei ectasici e spPsso ho avuto occas1one di esaminarli 5ul torace anteriore dissern.inati qua e là sulle regioni ' acro1niali ed in un caso numerosissimi s ulle regio11i on1erali formanti una specie di fitta r ete ed ancora all e regioni glutee. e femorali: credo ch e in questi casi dobbiamo sospetta re trattarsi dj diffusa ipotonia delle pareti vasali dei capillari cutanei.


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P(}LICLl~

Ancl1e negli iSìpessim enti pleurici, nell'asma, nell'c11fj serna e n el le aden opatie bronchiali, corue affer111a il Rabajoli, si possono avere, per rornpressione d elle ve11e ir1tercostali, queste varicosità cutanee; però in questi ultimi casi, esse sono disposte irregolarm ente sul dorso, sul petto e sipecialn1ente alle regioni inferiori, mentre n ella tubercolosi incipiente si riscontrano n ella cc zona di allarme » sopra pescritta. Statisti ca : per le osservazioni fatte, ho riscontrato la presenza delle linee di Francke n el 62 % dei n1alati ,di tubercolosi ipolmonare, e tale percentt1 ale ha indubbiamente un alto valore per l'accertamento d ella diagnosi di d etta infezione. Ror11a, 17 ottobre 1925.

O SPEDALE CIVILE DI CESENA.

Nuovo segno clinico diffe1~enziale pe1~ le affezioni dolorose acute dell'addome. (1) Prof. EMANUELE ~10NDOLFO primario 'd i medicina P. direttote. ·

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Il sintoma che sto p er descrivere si riferisce ad lill particolare com1portamento dei riflesc;i addominali nelle affezioni dolorose ac11te dell'addome. Esaminando alcuni ammalati.,di appen·d icite nell'acme ·della sindrome dolorosa, io nota.i 11 di_ minuzion e, talvolta anche l'abolizione co1npleta ·del riflesso addominale in corrisipondenza della fossa iliaca destra. Popo 3-5 giorni in media nelle forme d'infiltrazione flogistica sen1plice (più tar,d i ov'è pift 111tensa la reazione 1p eritoneale) allorquando il dolore gradualmente si attenua e la difesa muscolare si risolve, jJ Tiflesso addominale inferiO!'P. destro si accentua se era diminuito (o si ripristina se era sop1p resso), niè più si nota alcuna differenza all'esame comparativo dei riflessi d'ambo i lati. Avviene in alcuni casi di osservare non già sop_ prcssio11e o diminuzione nel riflesso 1na solo un ' più rapido esaurimento di esso in confronto con quello del Iato 01pposto. Il sintoma che ho riferito suole manifestarsi anche in altre affezioni addominali a decorso acu_ to, in rapporto con lesioni flogistiche di altri 0rgani: ipel' esempio nella colelitiasi, nella n efrolitiasi, nei pal'osshsrni dolorosi dell'ulcera duodenale, ecc. Se non che nella colica epatica e nell'ul cera del duodeno è il riflesso st1periore destro che scompare o si attenua o più r<lAPidarnente si esaurisce ~01nuni cazio11 c

fatta alla Società l\1edicoChirurgica d ella Ron1agna il 28 giugno 19Z5. ( 1)

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[ ...\N~O

XXXII.

r'ASC.

51)]

(tutt'al Plù anche il medio), laddove quell0 i11f eri ore non appare affatto mo<lificato. Natura l1nente nelle coliche interessanti la metà sinistra àell'addome il fenorneno rilevasi da questo lato. Nelle affezioni dolorose diffuse a tutto quauto l'ambito addominale non si nota alcuna iiifferenza nel comiportun1ento dei riflessi all'esu_ rne comparativo dei due lati. Il segno ·della areflessia od iporef lessia addorriinale n on 1è, ben inteso, costante nè patognornonico; pur tuttavia lo si riscontra con t:.i.le frequenza nelle crisi a tipo di colica (circa nel 78 % dei cn5i da me osservati) cl1 'io lo ritengo sintoma di i1on trascurabile in1portanza oer l ' ori en tanlento diagnostico. Ulteriori ricerche, ch'io stesso mi prOfPongo di condurre su più vasta scala, varranno a chiarire la patogenesi ed a rr1eglio determinare il valore (I)ratico del sintomo da mé indicato: sinton10 dt facile rilievo, di assoluta obiettività, destinato, io credo, a recar qualche sussidio negli ardui cimenti della diagnostica ad.dominale. 1

TECNICA. LABORATORIO l\1EDICO-MICROGRAFICO

MUN CCIPAI.E

DI L UCCA.

Diagnosi

mic1~oscopica

Dott.

della :vab bia.

G JNO PINZANI.

'fra j nurnerosi 1netodi proposti per la colorazione dei corpi di Negri, raccomando il metodo seguente, che la mia esperienza mi iridica con1e il più sicuro ed il più pratico: 1) sezioni ·di 5-7 1uicromilJimetri, Sjparaffinate e fissate al vetrino coprioggetti mediante un 1p oco di albumina Meyer, si passano in alcool assoluto e quindi in alcool comune iodato. ·L 'alcool iodato si prepara aggiungendo a 5 eme. di alcool comune contenuti in un vetrino ·da orologio, 2-3 goccie di tintura di iodio officinale. Le sezioni vi si tengouo in1met'se fino a che abbiano a ss11nto il rolore giallo dell'iodio. Ritengo che l'azione dell'iodio in qut'sto caso ~~ esplichi, n on solamente distruggendo le traccie di sublimato eventualmente 1 asciate dal Itqt1ido fissatore, ma 1nche esercitar.do un 'rero e proprio morden1amPnto, 3.Da· logamente a quanto avviene nel metodo di colorazione proposto dal Neri; 2J lavaggio rapido in acqua; :-l) coJorazione per circa 5 minuti in fur:~ina Ziehl riscaldata in un vetrino da orologio fino a svtluppo di vapori; 4) llrvaggio i11 acqua; 5' t ra1tan1cnto con solt1to di sodio (soluzione 1


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FASC.

50]

SEZ IONE PHAl'lCA

acquosa 10 % di rece11te preiparata) fi110 a che la sezione ass11n1e un colore roseo carico e traspare11te. :E: necessario non eccedere nella .decolorazione; però con un :pezzo be11e fissato questo pericolo non è da temersi. Non si possono fissare dei li1nitl di tempo, poich·è questo varia assai a seconda dell e sezioni, e, so1pratutto, a seconda del liquido fissatore che si è adoperato: tempo brevissimo per i pezzi fissati in alcool: ternpo rnolto pil.l lungo (1-2 n1inuti e qualche volta anche di . più) per i IPCZzi fissati i11 sublimato o in liquido di Zenker. Per la preparazione estemporanea della soluzione di solfito, io tengo sempre pronte delle cartine contenenti un gramrr10 di materiale: al momento dell'uso, sciolgo il contenuto di una di queste cartine in 10 eme. di acqua tiepida in una 1provetta; 6) lavaggio in acqua: fare attenzione clic l'acqua no11 sia quella stessa del n11m. 2 (co ntenente traccie di iodio); 7) r.0Jo1·azio11e ·d i contrasto con bl eu -di metilene soluzione a cquosa 1: 4000 (30 seconùi); ~) 1avag,gio in acqua; 9) differenziazione .in alcool comunP per 30" -60,,;

10) alcool assoluto, xilolo, bal sun10.

I corpi di ~egri colora ti in rosso bruno e co11 la loro caratteristica struttura interna, spiccano nelle cellule nervose colorate in violaceo ·P iù o meno inte11so. .4.nche quelli puntiformi ri saltano con u11n evidenza cl1e non mi è stato mai possibile raggiungere con altri metodi. Può succedere (special1uente quando ancora non si ha la necessaria pratica del metodo) che la differenziazione non riesca bene: allora i corpi di Neg1i appaiono colorati in turchino od in violaceo e quindi non risaltano neJ protoplasma cellulare. Allora si distacca cautamente il coprioggetti, lo si passa in xilolo, poi in alcool assolute: raramente è n ecessario il passag-gj0 in alcool comune: raggiunto il grado di decolorazione necessario, si passa cli i1uovo in xil 1 1 0 e bal samo. Poco consigliabile in questi casi è l'impiego •dell'olio di garofani come decolorante. Per la buona riuscita della colorazion e, ha importanza notevolissima il 1netodo di fissazione del pezzo : risultati assai m ediocri si hanno con pezzi fissati in alcool a ssoluto: risulta.ti ottimi si hanno co11 pezzi fissati n el liqui·do ·di Ze11ker o nel liquido Sch audinn giù consigliato ::inche dal Neri ~solu­ zione acquosa satura di sublimato parti 2, alcool assoluto · parti 1) . t

Da qua nto son venuto esponendo, risulta cl1iaramPnte come io mi serva esclusivamente delle

sezioni in 1Paraffina per la diagnosi microscopica della rabb.i a. Infatti io ho abbandonato da te1r1po completamer1te i metodi delle sezioni al congelatore ed i tn etndi cosiddetti rapidi. Le prime difficilmente mi ì1anno dato risultati molto ·soddisfacenti, qualunque fosse il metodo di colorazione adoperato. l .':! fi~sa'Zio11i rapide in alcool assolt1tn od i11 acetone alterano profonda1r1ente le eellule. Quan.to all'~s.an1e ·cl egli strjsci, io n 0n rne ne servo quasi mai, perch·è il nu1nero delle cellule che ven.gono sotto l'osservazione in essi, è molto ininore cl1e non all'esame delle :sezioni. E sirr.on1e talora i corpi di ·N egri 1posso110 essere pre5enti solo in numero scarsissimo (forse in conseguen• za del fatto che l'animale è stato t1cciso al primo comparire dei sintomi della rabbia furiosa), n e vie11e che gli strisci p osso110 essere speC)so poco . sic11ri. Ricordo il caso di un cane m orsicato da un a11imale Ticonosciuto rabbioso e u cciso poi 1p er ·essergli SOIP·r avvenuta la sintomatologia i11dubbia della rabbia: ebbene, in questo animale la dimostrazione dei corpi di Negri mi riuscì soltanto ·dopo a ver esaminato tutte le cellule pira- . 1nidaJi di una diecina di sezioni. Quale risultato mi avrebbe dato in qu esto caso il semplice e5ame dci preparati per striscio? Nè credo doversi limi tare l'esame d elle sezioni ai casi in cui gli strisci 11anno ·dato risultato negativo: poicl1è (data la frequenza con cui casi i1egatiY,i vengono porta.ti ai nostri !ahoratori) tale inodificazione si risolver ebbe quasi sempre in una perdita di tem1po. L'esarr1e delle sezioni non porta u11 notevole rjtar-do nel responso del laboratorio: il corno di a1nmone è un pezzo che si fi.ssa con molta facilità, per cui. i11 24 ore o poco 1più, .si ,possono avere le sf.zio11i. già coloro.te e pronte per l'esame. Ecco i metodi cl1e io seguo e che consiglio per la fissazione e la inclusione: l'vletodo al liqul:do di Zenker: liquido di Zenker p er 6 ore; la.,raggio in acqua corrente per 3 ore; alcool comune 3 ore; alcool assoluto 9 ore (rinnovando il liquido almeno tre ' 1 olte); xilolo 2 ore e n1ezza (rinnovando il liqui.do tre volte); paraf· fina 2 ore e mezza. Totale 26 ore. Metodo al liquido di Scl1audinr1: liqt1ido rli Schaudinn per 4-6 ore; alcool co1nune per 3 ore; alcool assoluto, xilolo e paraffina come per il 1ne!oclo preceden te. Totale 23 ore. Questi tempi possono essere abbr eviati mettendo i pezzi in termostato: ,possono ancl1e esseTe allungati, se esigenze speciali Jo richiederanno. La fissazione in liquido 1Schaudinn renrte forse il corpo di .N egri più facilmente e più intensa1ne11te colorabile; però spesso altera le cellule 0

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IL POLICLINICO

nervose .che allora appaiono spezzettate e vacuolizzate. P er eseguire i vari passaggi rapidamente e con economia di liquido, io metto i pezzi in provette : al momento opportuno decant9 il liqutdo e lo sostituisco col liquido nuovo. In tale maniera i p13zzi 11>osso110 an·c he essere portat·i a casa dal preparatore per i pa:ssaggi che ·d evono essere fatti durante la notte. Con questi m etodi, entro un ter1r1ine di tempo massimo di 30 ore, si 1p uò ·dare una diagn o5i che 1presenta tutte quelle garanzie che pu ò dare la ricerca dei corpi di Negri. Non so se essi furono mai descritti prima d'ora: ' certo, mi sento autorizzato a consigliarli a qu anti~ come me , devono spesso occuparsi in laboratori'o . J dell'accertarr1ento diagnostico della rabbia. I

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OSSERVAZIONI CLINICHE. •

DERl\fOSIFILOPATICA CEGLI 0SPEDAI.J CIVILI DI GENOVA. Prof. u. REDAUDI, ff. primario. SlZI Ot~ E

Le sind1·01ni emo1·ragiche da arsenobenzoli. Un caso di porpora da , sulfoa1·senolo. Dott. CAHLO FEr.uco, aiuto incaricato. •

1Vle11tre sono noti a tutti gli incidenti congestizi che frequentemente succedono in seguito a cura arse11obenzolica, sono assai menoI conosciuti i fer101neni emorragici, che sebb.ene rari, han no u11a sintomatologia talora gravissima e non infreqt1ente1nente esito letale. Dopo le osservazioni di Lére-dde, che per jprimo 11a attirato la attenzione dei medici sopra que~ta co1nplicazione, la casuistica clinica si è and~ta arricchen·do notevolmente. Fra gli AA. che a tale studio portarono il loro contrlliuto citerò Wydooghe e Ferrond, Chatellier, Florand, Nicat1d, Formént, Fritz Callomon, Majocchi, Emile Weil, IschvVali e infine Rabut e ~l\ury i quali hanno proceduto ad una classificazione un 1p o ' schematica di queste sindr omi; con$iderando l'intensità dei fenomeni emorragici che vanno da semplici epi stassi fino alla porpora acuta emorragica recidivar1tP a esito frequ~ntemente mortale. Dopo aver escluso che la sifili~ possa cagionare direttamente emorragie, 11>erchè lo spirocheta non dimostra, d'abitudine, nessun effetto emorragiparo, la causa di queste crisi emorragiche bisogna ricercarla negli arsenob.enzoli che, com~ hanno perimentalmente proYato Debat, Gaston, I

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[ANNO XXXII, FASC. 5U J

Fl audin, Tzanck, Lannoj, sarebbero dotati di proprietà anticoagulanti sia in v·ivo che in v·itro. Queste proprietà non vanno disgiunte d~l valore congestivo che l'arsenico può spiegare qualche volta con emorragi.e isolate, come, per es.• l'emottisi nella tubercolosi latente; e-d è appunto , a questa associazione che Rabut e Aury attribuiscono la maggior p arte dei car;i, 1poichè essi fanno rilevare che la diminuita coagulabilità sanguigna debba in1.pt1tarsi esclt1sivamente agli arsenobenzoli, g1 acchè non :si ebbero mai fatti ·di porpora aè con l'atoxil nè con i cacodilatì. Vi è poi chi crede l'arsenico del tutto i11nocuo e dà la colpa degli incidenti emorragici allP cate1te sulfurate laterali contenute negli a-rsenoben zoli, nel 914, ecc., ecc., e chi infine opina che : fenomeni tossici siano dati dal benzolo, il cp1ale è un veleno emolitico, e a conferma di ciò accennano alla intossicazione dei lavoranti in tintor-ia i quali maneggiano dei benzoli e ~he qualche volta 1pre-sentano delle ponpore talora mortaJi. 1'utti gli arsenobenzoli ~os sono considerarsi responsabili di incidenti emorragici, nè ha soverchia im1porta.n za l a via di introduzione. Sembra che Je .donne ·s iano le più colpite (\Vill, ·I·sch-\i\7 al1, Lére.rlde ecc.) e ciò si spiegherebbe col fatto che te donn e var1110 soggette in tutte lP. loro funzioni genitali a delle crisi emorragiche. L'emofilia, la quale può non presentarsi colle caratteristiche classicl1e e va tuttavia unita ad anomalie endocrtne ed a reazioni neurotrofiche che 1e sono proprie, sarebbe 1pure in causa. l\tla certo .b isogna convenire che una più grande )nfl11enza d·P.Ve essere esercitata dalle lesioni epatich~, sia fa·m igliari che ,p ersonaJi (litia:si epatica, itteri, diabete, ecc.) e le alterazioni rena11 . Con quale meccanisn10 avven·g ono le emorragie? Si potrebbe ritenere che esse siano determinate da ur1 vero ~ !Proprio_ choc ernoclasico (Widal) . Férrond e Wydooghe ne vogliono dare la ·1imostrazione. colla seguente esperienza: se a dosi cr,~­ .scenti di soluzione acquosa ·d i sulfoarsenolo si aggiu11gono due gocce di siero di sangue umano si i1a un precipitato che si ridi.scioglie t otalmente quando sj aggiunge siero in eccesso. Se per contro ::;i usa siero di sangue di un individl10 a~­ f etto da porpora il precipitato che si forma non si Tidiscioglie più aggiungendo altro siero. Da ciò essi concludono che in vivo debbano accadere fe~ nomeni iSim ili , cosicchè gli umori dei purpurici e di certi individui a terreno predisposto non sono capaci di ridiscioglier.e i precipitati medicamen, tosi cl1e si formano nei vasi producendosi cosi gravi turbe circolatorie le quali spiegherebhP.ro non solo gli incidenti emorragici, ma anche molti

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~El lONE'

altri casi ·di .freqt1ente osservabili col!.'us0 degli arsenobel'"lzoli. Q('c:orre amn1ettere però che la 1p atogenesi di queste porpore è assai complessa e altri fattori possono .entrare in giuoco oltre aila origine cclloidoclasica . Il \Viel .P arla di una discrasia endotelio,plasmatica di probabile or]gine endocrina, altri ·di intossicazione salvarsa11ica con azione emo ed i.stoliticu.; nè deve trascurarsi l'influenza nevrotossica, ,.a le a, dire la parte fissatrice di tossine che ha il ststema 11ervoso centrale, per cui gli arseriobenzoli agirebbero djrettamente sul sistema sirr1i!}atiC'o centrale, ' rit1scendo così a determi11are quella caratteristica simmetria delle lesioni propr1t> ùelle for1ne 1purpuriche (Castex, ,M ajocchi). Bisogna inoltre tener presente che nella intossicazione: da arsenobenzoli il tessuto più colpito è il sangue; si produr.e una vera re 1propria dPglobul.izzazione con dimint1zione del tasso emoglobin!co e distruzione dei globuli biancl1i, specialmente di quelli a nucleo polimorfo, che posso1!0 perfino sco1nparire, e con ciò quindi i seg11i ·l11ch0 di una lesion e profonda del midollo osseo (Par1mielotisi di Frank). .A.;iatomoipatologicamente, oltre alle em orragie cutanee, delle inuco~e interne ed esterne e di tutti i visceri, si hanno versamenti sieroematici nella cavjtà cranica, ad.dominale e ple11rtca. Istologicamente Maj occhi ha messo in Juce che le emorragie che si .p roducono numerosissime più specialrr1ente nei polmoni, cuore, reni e milza, sono accompagnate rla alterazioni de1J 'intima, sovrattutto delJe piccole arterie, n elle quali egli ebbe a riscontrare il distacco della medesima. Il tossico altererebbe co1s ì non solo il sangue nei suoi eleme11ti morfologici e nelle sue proprietà biochirr1iche, ma avrebbe pure una attività istolitic'li 511i vasi detern1inandone la rottura con i conseguenli stravasi sanguigni. Dopo . avere brevemente riassunto la fisi.onorr1ia etiologica, clinica e fisiopatologica delle sindromi emorragiche post-arsertobenzoliche, credo non inutile :p ortarvi un modesto contributo, descrivendc11e un caso osservato in Sezione nel Marzo u. s. R. i\I., di anni 36, casalinga. Negli antecedenti famig·liari è da segnalare che il padre rera un forte bevitore. ·Non ebbe a soffrire nella infanzia se non i comuni esante1rti. IVIestr uata a 14 anni i 1p eriodi sono stati sempre regolari per quantità e qualità, lievemente antici.p ati per intercorrenza. Si maritò a 22 anni e dopo u11 anno p1rtorì una .bambina, attualmente vivente che presenta uno stra·b ismo convergente all'occhio s.i nistro. Il marito della paziente è sifilitico, sembra, da .® oca anteriore al matrimonio. Nel 1922 ebbe evi.denti mia nifestazioni sifilitiche alla bocca e successivamente, dolori con esacer'

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PRATICA

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bazioni notturne agli arti inferjori e alle regioni lombo ·SacraJi, cefalea, miastenia. Tuttavia non volle consultare alcun sanitario ne f~re ?u~a specifica, e si 1p resentò, soltanto dopo y1ve ins1stenz.e del marito, al nostro ambulatorio, il 13 Gennaio 1925. Riscontratal a affetta da placche erose alle labbra e da caratteristica poliadenopatia le venne prescritto un trattamento co11 sulfoarsenolo per via endovenosa. La cura ebbe inizio il 15 1Gennaio e mentre le prirne iniezioni furono .p raticate con intervallo di 4 o 5 giorni, le successive vennero distanziate fino a 6-7 giorni. Colla terza (18 cgr .) ella avvertì ecf alea e maless'e re dopo circa nove ore; disturbi però chre si dileguarono totalmente verso la mattina seguente. Le successive produssero fenomeni simili, ma 1più intensi accompagnati da felYbre l~eve e qu?lche volta da 11ausee e vomiti. La settima (cgr. 48) le ''en11e praticata il 4 Marzo alle ore 9 1/2 di mattina. Dopo circa un'ora ella accusò forte cefalea, mal.essere, nausea, senso di irrequietezza, brividi di freddo seguiti da intensa sensazione di calore e di sete. Il giorno successivo sembrò migliorare alquanto, tanto che ella si alzò da lretto per atten.d ere alle faccende domestiche. Aveva tuttavia notato i1ella mattina che la sua saHva era commista a sangt1e, cosa alla quale non aveva data soverchia i1r1portanza. Durante la giornata la ,quantità di sangue, che fuoriu,sciva dalle gengive, si fec-e assai più abbondante e la mestruazione, eh.e si era nel frattem1p o iniziata, assunse l'abbondanza di i1na vera ir1etrorragia. Nella notte successiva le emorragie persistettero violente, tanto che il giorno 6 la p aziente ritornò aì nostro ambulatori0 assai allarmata per questi fe11on1e11i. Esarne obbiettivo. - Giovane :b ene costituita scheletricamente, piuttosto magra, con tegumento cutaneo e mucose visibili assai pallide. .Sulla cute di tutto il corpo si vedono numerosissimi elen1enti punpurici, gli uni a macchie grandi netta111c>nte delimitate ed in r1umero scarso agli arti su~eriori ed al tronco, gli altri assai piccoli e nun1erosissimi agli arti inferiori, specialmente alle regio11i del collo del piiede. Accanto a queste emorragie cutanee si osserva110 delle larghe ecchimosi, alcune agli arti inferiori ed una al dorso della mano destra. Sulla mucosa dellre labbra e .d ella lingua si vedono 8-12 lesioni consimili alle suddescritte che assumono un aspetto papuloso, o meglio, 1p er la loro superficie irregolare e per il loro colorito bruno vinoso, morif orme. Le mucose del yelo pendolo e delle guancie presentano larghe chiazze ecchimotiche taluna allungata a vibice, altre a contorni irregolari. Dalle gengive tumefatte si- osserva u11 continuo stillicidio sanguigno che dà 1profonda noia all'ammalata che ad ogni tratto sputa abbondanti quantità di saliva commista a sangue. Il cuore, r1ei limiti normali, ha toni u11 po' ottusi s1pecialmente alla base. Il polso è frequente (84) e piuttosto piccolo. Nulla ·di notevole ·si osserva a carico dell'apparecchio respiratorio, digere11te e del sistema ner,roso. Nelle urine, scarse :e f'ortemente ..pigrnentat.e, no11 si osserva alcun elemento patologico, tranne qualche scar.so globulo rosso nel sedimento. !\'on fu, per ovvie ragioni, praticato l'esame ginecologico. I

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1752

lL POLICLINICO

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Riflesso oculo-cardiaco assente. Esame del sarigue. - Ricerca della coagulazione ematica: lProcedimento dei vetrini tempo di coagulazione dai 20, ai 25,. Prova pel tempo ,d i sanguinazione di Dukes :

celli, Riva, ecc., oltre a casi addirittura inortali sopravvenuti dOlPO una setnjplice iniezione per via intr1muscolare (sP etges, i)1uniagurria) ai1cbe Rabut e _.\ury hanno cons:trlerato questo preparato come u110 di quelli che ipiù frequenteme11te cagio7' -8' • ·Coagulo 1poco reatrattile : siero .p iuttosto pignan0 sindromi emorragiche. mentato. E pur vero che l 'or.g anisino .su cui esso agiva •Globuli rossi: 3,200,000; globuli bianchi 3500. era nel mio caso originariamente se11sibile ed i11Formula leucocitaria: leucociti polinucleati neutrofili 58 %; leucociti polinucleati eosinofili 1 %; tollerante. Infatti qualche accenno a fenon1eni di linfocit.i 14 %; grandi mononucleati 3 %; rnedi mointolleranza si ebbe fin dalle prime i11iezioni, ma nonucleati 22 %; forme di passaggio 2 %. i sintomi iurono cosi lievi (febbre poco elfl\ ata Non si osservano eritroblasti o mielociti n è accompagnata da 1nalessere generale più o rri~no aniso o poichiloc.itosi. , j11te11so e fugace) rhe non vi si diede grande i1nEmoglobina, col metodo J3oehringer, 80 %. Ricerca della resistenza globulare colle emazie portanza . .n·alttra parte è difficile di poter giudideplasmatizzate: H=52. care se i lievi n1alesseri !Presentatisi durante una Prescrissi una soluzione di cloruro di calcio e cura arsenobe11zolica siano da attribuirsi :p iutcolluttori di acqua ossigenata diluita al terzo, alitosto a fattj di intolleranza passegg.era, cl1e possa mentazione con gelatin a e l atte, riposo. L'ammalata fortunatamente ebbe un rapido mi- in seguito cessar.e completamente, oppure rappreglioramento tanto che dopo tre giorni ritorna,ra sentino un vero e proprio sintomo di i11tossicaal nostro ambulatorio quasi ristabilita. ·Le gengizior1e. Sarebbe pur utile che esjstessero dei mevorragie erano compl etamente cessate il giorno todi i quali svelandoci le reattività organiche tosdopo la prima visita e le macchie ,pll:npuriche ansiche .dei singoli individui ci mettessero i11 condidavano irnpallidendo. Nessun altro fenomeno si zioni di poter prevedere gli stati di i1prersensibilità determinò in seguito e la cura specifica venne ridegli or.g anismi mettendoci così .al rj1paro da quepresa più tardi con iniezioni bismilltiche. ste co1nplicanze; tra cui la sindrorne emorragica •,.rùesta rata complicanza, che per for~una n on ind11bbiamente non è delle più lievi. Per ora biebbe l'esito sfortunato osservato .da parecchi AA., sogna limitarci a talune valutazioni preventiv:e e porge il llestro a qualche considerazione. A11zitut- bisog11a 1quin•di r icercare, per quanto ri~·u arda una to nel nostro caso manca è vero quella, dirò così, eventunle tendenza emorragica, sipeciali fattori, i11 ~endenza ·emorragica 1 quale epistMsl, mestrua- .p rimo tempo tenendo co11to se nella a11am11esi fazioni abbondanti, ecc., espressione di una emo- migliare v:i siano antecedenti emorragicj specialfilia frustra; ma esiston o tuttavia due elementi da 1nente dalla via materna, se l 'individuo da sottotener presenti: il sesso .e i precedenti del padre, il porsi a cura arsenobenzolica abbia avuto tenqualp era un alcoolista e verosimilrnente un epa- .clenze ad emorragie per il !Passato, se sia un topaziente. epatopazient.e o discenda da genitori affetti da La sindrome prese11tatasi nel suo quadro ge- malattie epatiche. Sarebbe anche utile praticare nerale si limitò ad. emorragie delle mucose e ~u­ le ricerche ematologiche per conoscere se vi siatanee, e per quanto a prima vista i1npressionante, " no segni di insufficienza emoclasica, e quindi studiare la coagulazione in. vitro, che può avveandò ii1 breve a guarigione, senza presentare nire in iJn tempo maggiore del normale, vedere quelle recidive e r~prese, sipesso gravissime, di se il coagulo è retrattile o meno, se il siero è fenomeni tossiemici, che .ai abitudine in casi i1)ercolemico, se vi ha infine dimin11zionfl di emagravi si osservano. Le alterazioni della crasi sanguigna si ridu s- toblasti. Praticarnente un criterio abbastanza esatto che, sero ad una diminuzione della coagulabilità Pmatica (il tempo normale col procedimento dei ve- secondo Emile \iVejl e Isch-Wall, sarebbe pressochè trini è da 10' a 15' e col procedimento di Dukes infallibile onde .p revedere e quindi preve11ire gli incidenti emorragici è dato dal tempo di sanguiè di .2 1/2' a 3 l /2; per contro i miei tempi furono nazione che è accresciuto di 1poco negli epatoparispettivamente 20'-25': 7'-8') e ad una leggera fragilità globulare. Non vi è stata inversione della zienti e notevolmente invece negli emoft1ici. Per la tecnica sj potrà seguire, come fu da me fatto, f ormola leucocitaria. quella data da Dukes o quella jndicata dai sudIr1dubbiamente nel caso da me osservato la causa diretta della sindrome emorragica si cieve ri- detti autori che però differiscono assai di poco l'un::i. dall'altra. cercare nel sulfarsenolo, il quale è stato, forse un B opportuno ripetere Ja ricerca parecchie volte po• leggermente, considerato uno dei più jnnocui nell~ giornata. 111edjcamenti arsenicali usati per via endovero5a. Un altro indice potrebbe Yenire fornito dalla Oltre alle gra,ri crisi nitritoidi €d altre azioni uatologiche osservate da :\Ionpellier; l\1ariani, P or- deter1ninazione del pot€re precipita nte ~u1 siero 1

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[.~NNO

XXXII, FASC. 50]

SEZlONE

<li ~angue praticato, nel modo che abbiamo -prece-d ~ntemente accennato, da Férrond e WyrJooghe,

in confronto a dosi C!escenti di soluzione acquosa cli sulfarsenolo. Devo però dire che tale me· todo non mi corrispose, ma ciò :p uò anche dipendere dal fatto che essendone ven11to a conosceri.za tardivamente, lo sperimentai nPlla mia paziente quando i fenomeni emo·r ragicj erano qu'isi totalmente scomparsi. Aggiungerò infine che naturalmente è necessario duran te il trattamento ar~enobenzolicQ di osservare se compaiano fatti emorral$ici, anche lievissimi, per sospenderlo immediatamente se ciò per avventura accadesse. 11 trattamento di siffatta complicanza dev(' ne-cessariamente essere quello proprio degli stati -emorragici in generale. Férrond e Wydooghe hanno avuto risultati soddisfacenti col fPeptone di \rVitt al 5 % in soluzione fisiologjca e dalla emoplastina Parke jDavist Per \Veill e Jlsch..Wall giova assai l'emoteraipia sottocutanea n.ei casi leggeri. Essi ricorsero nei casi gravi alla trasfusione sanguigr1a (200-300 eme.) e usan o pure l'adrenalina yJer via orale. Nel mio caso ebbi a Jodarmi dell'uso del cloru1·0 di calcio il quale, se il caso avesse preser1taro particolare urgenza, poteva essere iniettato per via endovenosa, e dei cluttori di acqua ossigenata diluita n on chè della dieta gelatinata. BIBLIOG.RA.FIA. \VB~r. et \\'ALL. Les états l1émorr. post. arsen. Pres-

se médicale, n. 60, pag. 657, 1923. CHATELLIER. Pur1Jura arsenobénz. çivec stomatorrag le mortelle. Bull. Soc. .Frane. dermat., n. 1, pag. 51, 1923. . RABUT et A URY. L es PWJ)Ura au cours des intoxica tioris par l e novoar senobenzol. Presse m édicale, r1. 75, 1pag. 810, anno 1922. FORAND-NICAUD et FORl\IIENT. Sindrome hémorragipare et purpurique par arséno benzol. Bull. Soc. n1éd. d es hòp. de Paris, n . 26, 1922. CALLOiYION. J>'u rpura haemorragica nach ·N eosalvarsan behandhung Dermatol. Woch ., n. 49, pag. 1197, 1922. MAJOCCHI. Giornale I taliano di dermat. e sifilologia, fase. II, aprile 1925, pag. 533. 19

lnt~ressante

pubblicazione:

Dott. FEDERICO BOCCHETTI

Cap. m e d.i-0-0 - Direttore del Sanatorio mi lit. di An~io.

Le Colonie sanitarie marine militari, Nozioni di terapia marina, solare e di educazione fisica. (Oon

21 f̮W'e inteiioalate nel testo).

Prefazione del

Prùf.

ACHILLE

SCLAVO •.

Un volume in-8° di pagg. VITI-80 (N . 15 delle Monogra.fiie Medioo-Chirru11g1che d'attualità, oollezione del « P<>liiclinico ,,), nitidrum.ente sta.IllJpato su -0arta sezn.i. pati-na. Prezzo L. 1 2. P er i nostJri .abbonati sole L. 1 0,80. In~iare Vag:lia Poetale all 'Editore LUIGI Via Sistiina, n. 14, ROMA.

POZZI '

PRATICA

1753

STORIA ·o ELLA MEDICIN A Maurizio Bufalini. Di M l AURIZIO BUFALINI si deve parlare ai gio vani medici,. ora che Cesena si prepara a dcgnan1ente cornm ernorarlo •

Nac.que da padre me.dico fiorentino a CesAna ·iJ 4 gil1gno 1787 e m orì a Firenze il 31 marzo 1875. Iniziò gli studi medici a Rimini con Michele R osa inst.!:!·n e maestro dj fisi·o logia a Pavia e idi Cli-:-iica medica a Modena. P assò poi a Bologna ove era i l 1'esta e qui compì gli studi universitari. Fu per breve te1r1ipo a Pavia ove m olto lo interessò lo ·Scarpa e ~ Milano ove dominava il Rasori. La teorica insegnata allora nelle scuole d'Italia era Ja ·Browniar1a rj format~ ·0.al Rasori , dal Ru hini , dal Bondioli, dal Fanza.go, dal Guani e da ulti1no d al Tomassini. Gli a1nmaestramenti, .quasi esclusivarnente teo1·ici, erano ipotetici, assolutamente erronei. S 'insegnava che una forza aippartenente a ciascu!"lo dei tessuti ed orgar1i era essenzial1r1ente i·dentir.a in tutti e nello stetSso tempo i n ognur10 di essi mo·d ificata, che vuol ·dire non più i·denticn. a se s~essa in tutti i tessuti e,d organi. Il Brown chiamò una e indivisibile la s ua eccitabilità r iferendo cotesta. su a idea non ad u11 ente reale , ma astratto, dividendo poi le malattie in relazione all'aumentato e diminuito ecr.itaruen. to. Il Brown stesso rjguardava tutti gli agit!r1ti di fllori co.!11e forniti di virtù stimolativa e pensava che una soverchia eccedenza ·d ell'azione dello stj_molo originasse la debolezza indiretta. Il Rasori combatte ·Codesta idea con ois cendo il fatto che esistevano agenti acconci per se stessi a dimlnuire o -distruggere le prerogative vitali dej 1es1511ti e ·degli organi, ma ·questo fatto assurd;imentP egli at. tribu!. ad azione esercitata soltanto sull'eccitabilità. Il Bon.d1oli aggiunse la dottrina della forma morbosa, il Fansago quella dell a condizione patologica, il Testa, in un suo famoso libro, parlò clelle azioni e dell e reazioni organiche 1r1a serri· ' pre jn maniera astratta. Le scu ole di medicina n on raccoglievano che ipotftiche e false teoriche e l'insegnamento sj faceva più per i ~foggio :ai saper filosofico che per Yero soccorso alla languente umanità. Il Bufalini a'lla scuola ema;>irica-sperim0:n tale del Rosa appr~e che le condizioni morbose s·rn. tendono non solo per le qualità sensibili degli org::ini alterati ma ezian·dio per le ricercl1e anatomiche, chirnicl1e e rnicroscopico-patologirhe e nel Saggio sulla dottrina àella vita egli espresse cot este idee che furon poi il iprogran1ma cle1 suo celflbra to insegnamento. lt Bologna, ·dOYe per due anni fu aiuto di Clinica medica e dettò Jezioni in luogo di profPSsori 0

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lL POJ.ICLI NIClJ

oSSll11ti o malatj; a Firenze ove per 35 anni re5Se Jn. Clinica, divulgò a tutto il mon·do scientifico ;1 s uo metodo sperimentale. << Ho fatto seu1pre grandissimo conto, egli scrive, di considerare il malato così fisiologican1ente cl1e patolog·icamente perciocchiè in esso . coesiste l 1n essere fisiologico e patologico. E quando ho Yoluto cercare nuove pertinenze delle mala ttie non ho accolto mai alcun preconcetto teor ico se i1on per ·cercare se era possibile di ver ificar lo colla diretta osservazione dei fatti ». L'esame delle teorie ·del Brown e dei r iforn1atori italiani dal Rasori al T omassini gli fecero, giova.nissim o, r ifulgere dinn a11zi a lla 1r1en te, corne egli stesso dice, un raggio di sole che rivelò al suo jntelJetto gli errori fondamentali di tali teorie. Il metodo sperjmenta le non '!)oteva essere strettamente un ito allo specula tivo e do1nn13tico, nè 1:1 mente del Bufal1 n i si prestava a1 così detti ragionamen ti a priori. Egli voleYa investig·are la ragione profond a. dl tutte le cose. I suoi pri1r1i studi furon o di filosofia sotto la guida del Rosa. L e ope1~e ·del Locke inaggiormente interessarono e impression arvn o la sua vigorosa mente giovanile. Egli m editò col pa·dre spirituale dei n ovatori, seguace e ·Cor1sig·liere di Guglielmo d' Oran ge, che lasciando .cla parte 1 problemi deJla metafisica, con centrava i s uoi sforzi a risolvere la question e pr e1imi nare dei !irniti e del ' 'alore della con oscenza. S crisse sulla storia d ell'intelligenz~ in dagan do -OoB.de origi11ino le i·d ee e sporse i fondan1enti del mrtodo critico destinato ipoi a. svilu pparsi con tanta compi ntezza i1elle mani di J(ant. Delle opere d el Con·dillac cl1e studiò con B n1or(! j n~ien1 e a quelle del Lock e fe ce il Bufalini un acc1u·atissin10 estratto e con fessa cl1e tanto +-u colpito dallo soerimental e addottri11amento di quelle oper~ eh~ fin d 'allora intravide la n ecessi tP. di seguire la sola via speri1ne11tale. Il rnio grande maestro, Augusto l\1urri, sentii replicate volte parlare con gran.de venerazicue del Bufalini perch'egli lo considera come u n antiveggente, come il creatore della clinica moder11a. Sebbene n el campo etiologico allora si bra11colasse nel bl1io, pure il Bufalini aveva avnta rec::atta visione che non le disquisizioni .filosofichr, mn il ter reno pratico dovea esser ·qu ello ove si do·v ea cercar la verità. ..\ncl1 e oggi ci dibattiamo fra enormi ince1·~ezze. ... coperti i 1nicroorganismi patoge11i si credette acquistata ormai l·esatta conoscenza delle malati ie per tl.1tto il gr a11cle gruppo infettivo, e per le non infetti v e si corse alla ricerca minuzi0sa di ogni possibile agente. :\I'\ tuttociò non fu suffi ciente. Bisogna studiare

[ANNO

XXX II , FAc;.;c. 50J

tutti i terreni organici. i\Ialati e. non mal::tttie ti~51stono, ·diceva il mio maestro. T ttt ti i fattori costitu zion crli, morfologici, ereditari, funzionali c d ogni a ltro fattore noto ed ignoto danno la malattia e ne modifican o il carqttere_ Ciascu n or gan is1110 11a u11a p ersonalità sua proipria (disse giustamente il .Maragl iano nel suo dis corso al l'u ltimo congresso di Roma) che impr1ine un carattere personale alla sua struttu:a. a lJe· sue fun zion i, alla sua resisten za agli a genti n1orbosi , che influ isce ·su l modo ·di viver e e di informare, qu alunque sja l'agente morboso che lo jnsi-d iél, qu alunque sia l'or gano colpito. Si r itorn a qu asi ad una for1na di Neovital ic:;m0> che sembrava tramontata. Io non a1r1metto .eh~ le cogn izion i dei fatti , disse,. r ipetè e ·s crisse Maurizio Bu falini fin dal 1813!! ed 1n formò tu tta la sua lunga esistenza a cotesto elemen tare principio. Fu u omo fli alti'ssim e virtù famigliari e soci'1li_ Massirno d 'Azeglio sintetizza il Bufa lini in una lettera che gli .dirigeva ·da T onn o i.I 3 m aggio 1858: cc Signor pr ofessore carissimo, la s11a arr1jcizia è fra le cose p iù care cl1'io abbia al rr1011do. .. Chi legge le su e opere, ancorcl1è non la co• n osca da vicino d eve sem pre dire: l'A11tore è un gr an galan tuomo » . , Cesenati! andate superbi d'aver dato i nataU a· J\1a11rizio Bu fa lini, esal tate ed imitate o Ital ia1Ji. le su e gra11di virtù. Dott. T ULLIO CE:CCH ETELLl _ I

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Ricordiamo ohe presso l a nostra Ammiiniistrazj-0ne sono disponibili. a'l.icrme ooi>ie dei v-0111,mri dei

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Roma il 27 Ottobre 1923. Un"

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N. B. Queste condlizioni valgono per le spedizioni da fa.rei ili Italia. Per quelle da farsi _all'Estero, aggiungere L. 5 se per un solo volume, L. 10 se per due \"Olumi, L. 15 se per tutti e tre i Yolumi, a rimborso maggiori spese posta.li occorrenti l)er la spedizione.

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(ANNO XXXIII FASC. 50]

SEZlONE PRATICA

SUNTI E RASSEGNE. SEMEIOTICA. Studio clinico sui segni d e l le I es i on i pi 1· ami da I i. (J. RUSSETZl<I. Ga=.. des h6pi tallX, n. 74, 19~3) . 1). Terr'ltorio r ecettivo del riflesso di IJalJ in _ slci · e del rifles so patologico di flessione ciel le dita del piede. - Le emiplegie cerebrali 1para -

gonate con le pa1·aa>le.g ie spinali presentano per il riflesso dell'esten sion e lilla zona reflessogena ussai più ristretta, lin1itata ai segmenti sa cra li, 111e11tre detta zona s i estende nelle paralisi sipinali a più numerosi e più alti segmenti. Fa nno eccezione le lesion i talamiche che si a cco1n pagnano a eccitabj lità aumentata. Il grado della eccitabilità n el ca o di ,p ar aplegie spinali dimjuuisce s ulla sup erficie del corpo dal basso j n alto: il punto più eccitabile è la parte del I a P Lanta del pieù c corrispondente al seO'n1er1to SJ b (sec . lo scl1ema cli Déj erine). Assai eccitabile è la superficie cutan ea esterna ·della gamba pref'so il tendine di Achille. Il segmento S 1 è assai var iabile i1c i su oi punti per la r eazion e motrjce, e talora si pTocluce l'Psten sione p er stimolo snlJa suiperfi cie cutan ea ester11a del tendine di Ach ille, 111entre non vi si r iesce stimolando la pianta. Il riflesso patologico di flessione delle di.ta si riscontra più frequentemente nella emiglegiu cerebrale che n ella p a raplegia spinale. La en1iplegia cerebral e offre t1n riflesso di flessione clella dila crociato con un territorio recettivo corris1pondcnt c alla parte J)lantare d el segmento S 1 dell'a.1tro lato ùel conpo, rn entre nei casi di para.plegia spin a le . i determina una fl essione delle dita per st~ molo della superficie interna della coscia d ello stesso la to corrispond ente al segmen to L11 • Il riflesso di flessione crociata del1' emi1plegia è assai più co5tan, te di quello delle paraplegi e spinali. Così è possibile stabilire alcuni tratti caratteristici dei rifl essi c utanei SU!periori (cerebrali) e di quelli inferiori (spinali). Si p uò ricordare a n che che n elle p araplegie s1Pinali i riflessi detti di difesa si riscontrano se1npre con un allargamento del territorio cuta11eo recettivo per il riflesso d'estension e dell'alluce. Ii1 tu tti i casi in cui si ha ·un riflesso di Schaeffer si può provocare esten:Sione {lel dito e a ocorciamento della gamba, mentre l'inver so non si verifica costantemente. Gli stessi risultati si 11anno iper ciò che rigu arda il riflesso di Op1penheim. 2) . Comp onenti del ·1novimento riflesso e d el coef-

Il r ifle5so plau-

f icie rite d ell 'eccita bilità spinale. -

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1755

tare nella emiplegia cerebrale è accon1pagnato da movimenti associati della gamba o del braccio nel 10 per 100 dei casi, mentre questa associazio11e si verifica almeno nella m età dei casi delle 1para1p legie spinali. Lo studio comparativo delle lesioni della via piramidale n ei vari ·p iani rt e1 sistema nervoso si approfondisce con l'esame di una eccitazione prolungata del riflesso di esten sione del_ l'alluce, cioè del « Babinsl<:i-teta110 »1. Stimolando • per un certo ten11p o - 1 o 2 n1inuti - la pian ta del p i eùe co11 lo sfrega1r1ento di una s1pilla o del ma1lico clel martel1 o da' p er cu ssion e si ottie11e un J~abinsl\i-tetano che è caratteristico delle differer1ti lesionj . La durata e breve - 21" in n1 ~ dia - per Ja emiplegia, e pr olungata - circa 2' - n ella par::iplegia . .L\l 1prim o Babin5ki-tetano segue un 1)eriodo refrattario nel quale scompare l' esten sione clelle dita, poi segt1e un secondo t etano , e così di -,cg1tito. r.,· e ame della r elazione esistente tra il Babinski_tetano e i periodi refratta ri dimost.ra ·la csi <;tenza di due tipi principal i di lesioni dell a via 1pi1•a1nida1e; un primo grup1p o comprend e i casi con p er iodo refrattario breve - 4-8 secondi in 1nedia e con Babin ski-tetano frequente, e u11 secondo gru ppo in cui il periodo refrattario è precoce e dt1ra piit di 30". Le ip araplegie spinali rientrano n el 1primo gruppo nell'80 per 100 dei casi, e le emiplegw cer ebrali si riuni scono nel secondo grt1ppo n elle stesse proporzioni. I fatti citati sono indice d el grado di eccitabilità del le cellule motrici delle corna ant8riori del 1nidollo spinale, che 1p otrebbe esprim er si in n1isura numerica col rapp orto: . t d l:t' . b. . à . 1 B abins lci-tet:Jan o coe ffi c1on e e 'L ieco1tru i 11t 1 '31:1na ·e = p- eT·lO .- d o refrattario.

:\ella 1naggior parte delle ernipl egie cerebrali il coeffj cie11te è inferiore a ll't1nit.à (da 1/10 a ~ '10J , lll011Lr e i1elle 'Paraplegie SI)inali tale coefiic.le11te è quasi sempre ·s u1p eriore all'unità . 3). Al etorli di sensibiliz:;a:;ione del rif l esso di JJ rtbi1iskl e relazioni reciproche cJ.ei r i f?e ssi cutanei. -

Un esen1 pio dei più semplici di se11sibili zzazione del riflesso di estensione del] e dita pt1ò essere u11 caso di 1paraplegia spinale ( meningon1ielite~ nel quale si otten eYa per il passaggio di una suillu s ulla superficie cutanea esterna del ten dine cli Acl1i1le una esten sion e dell'alluce persistente t1urante t11tto il tempo del passaggio dell'ago fl110 al ginocchio. Il passaggio di una spilla in sen . o 01pposto no11 provocava il seg110 di Babin sl<i 1pri1ua drl ~o inferiore d ella gamba. Lo sfregarn ento cli • u 11a s uperficje cu ta11ea .per la recetti v~1 à d e1 Bnbins.ki-tetano sensibilizza n ello stesso te111po ! riflessi pira.rr1idali deter minando la corr;iparsa della csten si one dell'alluce nei casi incerti, l'allarga1ncnto del territorio r eflexogeno, e il rinforzo della

...

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1756

II POLICLINICO

reazione motrice. Anche i riflessi detti di difesa con1paiono o diventano p iù netti dopo una sensibilizzazione n ei casi di emiplegia e di iparaplegia. Si è provocato a nche il trasporto àei sensibiliz:;aturi. Per esempio in un caso di en1iplegia destra ad una sensibilizzazione della pianta se 11e aggiungeva un'a ltra sul bordo esterno del tendir1e di Achille - territorio r ecettivo nel caso - lascianclo a 1p oco a p oco la prima. Quindi è stato ~ossi­ bile determ inare lJn a esten si on e d ell'alluce unendo alla 2a sensibilizzazion e un nuovo stimolo cutaneo applicato sul lato interno del tendine di Achille - tratto non reflessogeno prima della sensihi1i zza zione. Son o stati saggiati a n cl1e altri 1nezzi di sensibilizzazione dei r iflessi piramidali; la corr ente galvanica •di 10 milliamp•èr es, co11 inversion~ dei poli, iper dieci volte, con ,elettrodi sulle pian te, l a faradizzazione, la vi·b razìone elettrica. Il miglior 1netoclo di sensibilizzazion e sembra la combinazione dello sfr egam ento 1prolungato col passaggio d ella corrente galvanica. Tutti questi processi conducono ·allo stuc'Uo delle r elazioni esistenti tra rifl essi cutan ei super iori, cer ebrali, ed inferi ori, spinali. Si è già stu diato (O . d e Almeida, ecc.) il passaggio dal riflesso i11 este11sione al riflesso i11 flessione. Spesso n oi vediamo la lflession e d elle dita sostituita dalla ec;tcnsione do[)o 3-5 passaggi ·di una spilla. Il problema del senso con trario , l a conver sion e del rifle5so -plantare normale o indifferente in riflesso di esten . sione è già dimostrato dai fatti indicati. Era con1prensibile l 'interesse dello studio ulteriore degli eff etti di una applicazion e simultanea. di d ue stimoli a r eazione motrice di se11so contrario. Co1ne esempio può essere dato un caso di emiplegia sinistra con t erritorio cutan eo generalizzato per l'es!enc;ione a sin istra, che presenta,ra un riflesso crociato in f1 essione da destra a sinistra. Una ~ccj tazione corta e una sensibilizzazione •prolu11gata della pianta portata ·simultaneamPnte sui due lati determinarono 11n riflesso di Babinsl(l 5inistro e fl essione destra. La sensibilizzazione della J)ian~a destra e l'eccitazione breYe a sini~tra proYOG~ rono una estensione a sinistra (ipP.ratiività !l elle ce11ule proprie del nucleo del m. e~ten5ore (le Il ':ùlu.ce). La sensibilizzazione a sinistra e la erc itazione corta a òP5tra iprovocarono 11na fles. s ione sinistra. l\IIa la sensibilizzazione lllt~, 1·iore de tra dava i1nmediatamente dopo una estensione dell'alluce sin i. tro. Il piede destro prPse'l i1va territori differe11ti del riflesso crociato : 11. pianta per la flessione e il dorso per la esten sio!'le delle ·d ita sir.i tre. Uno stimolo leggero si111ulta11eo in qlte~ti due tratti ùeterminò una flessione a si. I

1

[ANNO XXXII, FASC. 50)

nistra, uno stimolo •p iù forte la estensione pure a si rtistra.

S 0 mbra, cosi, di a ssistere a una vera glia di riflessi » .

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batta-

A. PICCII«LLI.

TERAPIA.

T1·e casi di accidenti bulbari pe1· la i·aehianestesia curati con l'iniezione endovenosa di adrenalina e olio canforaio. (COTTE

e LATREILLE. Lyon cihirurgical, n. 4, 1925).

Gli AA. su 250 rachianestesie hanno avuto tre volte accidenti ·b ulbari, che guarirono per~etta­ mente pratican do un'iniezione di 2 mmg r. ·di adren ali11a al %o e un em e. di olio canforato. Ri corclata l'azione eroica ·d ella iniezione intracarcl1aca, di cui, con risultato buon o, se ne son o ser,·i ti u na volta, fanno rilevare come fin dal 1890 la via endoven osa sia stata u sata, con ot_ timo successo, da rM acquot s u i conigli e da CriJ e dt1e volte sull'uomo . • G1 i AA. riferiscono 3 casi in cui la ~ommini­ strazi one ·del ·f armaco p er V.ia endovenosa r1s1p ose perfettam ente. ·Nel iprimo ca so s i trattava di un u omo Jl 70 ar1ni che per ipertroftà prostatica era g1à staro sott0po&to a rachianestesia. .P ersistendo la fistola llrinania si praticò una seconda rachianeste.:>ia. Dopo circa 20 minuti compar ve il quadro sincopale. l'atta un'iniezion e endove11osa di. 2 milligrarnmi di a·drenalina, il miglioramento f11 molto Jieve e tran sitorio tanto che nonostante l'iniezi o. ne rndovenosa dj 500 gr. di siero fisiologico adrenalizzato fu 11ecessario prati care una seconda iniezi one di adrenalina al %o ·dOJPo d i ere fu necessario, 1p er sistendo fenomeni alJarmanti, iniet_ tare lln cn1c. di olio canforato nelle ven e. Il polso tornò s ubito buono, i fatti sincopali ~comparvero ed il paz. tornò in condizioni n or1nal i. Nel secondo caso si trattaYa di una donn a di 78 ~.nni operata in rachian. per ernia stro~zata da ~8 ore. Nel m omento che si toglie dal letto operatorio per portarla in corsia la p ..pre5entn il quadro sincopale. Praticata subito una iniezione endovenosa di adrenalina con 1 eme. d'olio canforato, l e turbe sincopali scomparvero e la p. tornò in eondizioni normali. Il terzo caso si riferisce ad una donna di 49 a nni oper ata di ister ectomia in rachianeste~ia. ~el momento che si passa la ip. dalla ,p osizione rli ·rrendelenburg a quella orizzontale, si ma1tifesta la sincope. Praticata l'iniezione endovenosa 1

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[ANNO XXXII, FASC. 50]

SEZIONE PRATIC,\

17fr'

J

e

di !. c1nc. di adrenalina e olio canforato, la p . guarì perfettamente. Gli AA. fanno rilevare come la sincope si sia, nei 3 casi accennati manifestata tutte le volte ' che i nazienti sono stati mossi dal letto operatorio o cambiata la posizione, in un periodo di tempo inferiore ai 20 minuti; di modo che 5a, rebbe utile 1nuovere i malati decorso questo periodo critico, d~ facilità maggiore alla sincope. In tutti i casi l 'iniezione endovenosa è stata pratjcata con 2 eme. dii soluzione ·d'adrenalina al 9/oo e sempre si è con statato che 20 o 30 se_ condi dopo l'iniezione il polso che non era percepibile nè alla radi a.le, n·è alla carotide, tocnò percepibile 1prima l ento tPOi più rapido dimodoch,è le pul.sa.zioni erano ~I»ercepibili a distanza. Il ritmo respiratorio si ristabilì secondariamente. T oupet, facendo il raptPorto fra l'iniezione intracardiaca d'adrenalina e l'endoy·enosa, fa rilevare come tale metodo ·d i somministrazione sia 1poco logico, quando la circolazione è sospesa. L'Ard enois invece dice che non si tratta di una sincope vera, ma che siano in giuoco delle turbe bulbari, meccaniche o tossiche, che si manifestano all'inizio con accidenti respiratori. Il T ournade fa considerare come le iniPzion1 intra-rardiache di adrenalina spesso sono inco, stanti nella loro efficacia, poichè il 1nedicamento introdotto nel cuore può d eterminare coagulazioni endo_cardiache, dimodochè sarebbe opiportuno iniettare un ante-coagulante con l'adrenalina. Concludendo, gli AA. insistono sull'utilità ù ell'ini ezione d'olio canforato, la quale renderebbe cost.a11te l'azione tonica dell'adrenalina, cl1e altrimenti. risulterebbe transitoria. ~

1'. J..<\.lJRENTT.

EPIDEMIOLOGlA. .Alcune questioni 1·iguardanti la peste. (B. J.

LIOYD.

Jour. Am. l'vJ,ed.

Ass., 5 sett. 1925)

L•cpi.demiologia della neste è un argomer1t? assai vasto e richiede lo studio di una quantità I di elementi d ei quali ognt1no ha il proprio ''alore Non è per esempio accertato che, a ll'infuori dei top.i, l,i11fezione non rpossa essere trasmessa da ~1.ltri roditori. ,n a ta poi l'importanza ·d egli inc:;et.i ern 0 fagi , parassiti degli animali ' e degli uomir1i e r ap pr esentanti agenti trasmettitori intermedi, si sarei!»be a u torizzati a pensare ·che la tPeste no11 dovrebbe attecchire n ei .p aesi civili, ove tali in setti sono sistematicamente distrutti. · Si può infine .d ire che, sebbene la peste puenmonica non abbi a assunto in questi ulti1r1i te~TIIPi un :ispetto cosi .p er icoloso come la forma bubbo-

nica, pure se ne sor10 avute delle vere e proprie epidemie, come è accaduto in Manciuria. Dal punto di vista batteriologico la ,diagnosi è 111olto facile , e n ella tforma pneumonica ·è st1fficienie l'esame dello sputo colorato alla tionina fenica. Anche il materiale estratto dai bubl.,oni p er aspirazione rr1ostra la 1presenza del caratteris tico bacillo, e non vi è pericolo di confonderlo con germi simiglianti. Se invece la puntura è eseg uita dopo la morte, si possono trovare dei l)a.cilli assai simili, ma non patogeni. Il materiale sospetto ottenuto dai cadaveri o dai roditori va in parte seminato in palloni conten~11ti brodo alcalinizzato, e in tParte inoculato nel 'P eritoneo di una cavia. Se l'animale non muo• re n elle 24-48. ore successive si può escll1dere la peste. Se poi l'inoculazione vien fatta pe~ via sottocutanea o 1per scarificazione della pelle, si dovrà attendere l'esito per 3-9 giorni. Il metodo 111igliore per ottenere delle culture ' pure è p erò rap1presentato dall'inoculazione ~ttraver so la cute intatta. Per giudicare di ta1e purezza bisogna far e il trapianto in agar secc? o in brodo. SuJ IPTimo si otterranno delle co1 onie col tipico aspetto rugjadoso; nel secondo poi le cultnre si svilupperan110 senza intorbidare, sì cl1e un in1orbida1nento cl1e si verificasse dovrebbe far pensare ad inquinamenti. Nella osservazione micro5copica non si dimenticherà poi che il germe può presentarsi sotto aspetti svariati, a causa clel suo ~leiomorfismo. . I te11tat1vi ,d i im1r1uniizazione passiva per mezzo di .~iero antipestoso fresco non sono sta.ti molto sodrlisf ace11ti, e il m etodo rappresenta :p iuttosto llnn r urn precoce che un procedimento profilattico. È 1pure tuttora incerto se possa riuscir utile l'iniezio11c di culture uccise, sebbene si po.&sa iu tal modo ottenere un relativo grado di immu.11i tà . Ln. cura è rappresentata fo11damentalme°'.te dal. l'uso cli dosi oo·enerose di siero, che per. l'adulto si aggirano fin dall'inizio intorno ad 80-100 eme. , so1rHr1ini strati a preferenza n elle vene. Succes.si' ramente si i11ietteranno ognì 24 ore almeno altri 40 eme. Durante un'eip,i demia del 1908-1909 all'Equatore J'A. po tè fare al proposito le seguenti ossP!'Vazio ni Kei pazienti di ,p este bubbonica non trattati col siero 5i ebbe circa il SO % di mortalità, inentre in q11elli trattati .questa fu solo del 33 %, che si aflbassò al 18-20 % se la cura era stata iniziata nelle 1pri1ne 36 ore ,dalla comparsa della inalattia. Urio degli effetti più .p robativi della sieroterapia iè rappre;5entato dall'azio11e benefica P-sercitata sulle ctonn e gravide, molte ·delle quali ;1on n.bortiscon0.


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1758

CL

POLICLJXICO

è ancora ben s tabilito quanto duri la validità del sj~·ro ant.i1Pestoso; è in ogni m odo prucl ent~ usare del siero molto fresco . Dal punto di vista clella profila ssi è necessario che la quarantena delle navi che provengono da porti sospetti sia rigorosissima, e che, d'altro lato , i costruttori di navi si studino sem.p re più di f abbricaTe i loro bastimenti inaccessibili ai 1opi. arà anc11e ottima mi·sura sterminare g1i altr1 roclitori sospettati di essere veicoli dell'i11fezione, ql10,ti ::td esempio gli scoiattoli, abbondantl "simi in ~.1c11ni e:e!1tri della California, ove la pe "t~ e endemica . .l\nche n elle abitazior1i terrestri si pte11dèran110 Le 0ipport11ne Ini 5llre di difesa contro rinva.sione d ei topi. M. F l\Bf.lll. ~on

CENNI BIBLIOGRAFICI Nouveau T raité de méàecine, v. X'IV. Un vol. in-8°

di 580 pag., con 168 fig. e 7 tav. in colori, rilegato. Masson e C. ed. Parigi, 1925. Prezzo frs. 45. 11 presente voll1me del Nuovo trattato di J:!1edicina, diretto da Roger, ' ''idal e Teissier, si occupa delle inalattie intestinali. Trémolière e Caus~ad~ vi trattano l'interessante e vasto tema della ' patologia. dell'intestino, incominciand·o con j sin• tomi e le sir1dromi intestinali (costipazione, diar·~ rea, emorragia, occlusioni, diEìp.epsia) per passare poi alle infiammazioni (enteriti, coliti, appP.ndicitj tubercolosi e sifilide intestinale), al1e ulceri , ' ai tumori ed alle affezioni di,rerse (enteroptosi, litiasi). Altri temi trattati sono: le affezioni gastroi11testinal1 del 1poppante (Nobécourt), i vermi jntestinn li (Joyeux), l 'anchilostomiasi (Perron cit0), la scmeiologia delle feci (Gaultier) e la patologia d el retto e del colon terminale. .A•. p.

A. Rossr. IVI orfolog la clln,ica e fi sio-patologica del cuore. Collana l\1anuali .del « ,P oliclinico » . ·C asa

'

Editrice L. Pozzi. Roma, 1925. Prefazione del i1rof. LUIGI 1LUCATELLO. Prezzo L. 15. Una su ccinta e chiara esposizione, secondo i 1noderni concetti delle due Scuole Padovane, di cui è allievo l ' A., della inorfol ogia clinica e della Fisio -patologia del cuore. ~ella prima parte, dedicata alla m orfologia, in 5 capitoli tratta delle dimensioni medie del cuore, della morfologia d el cuore e tipi costituzionali, d ei rapporti di volume tra cuore destro e cuore sinistro nei vari tipi costituzionali, d ell'indice somatico d ella morfologia del cuore e rl el sig11ifica to de11a rr1orf ologia clinica del cuore.

[.\N~O

XXXlI,

FA~.

50]

:\ella seconda parte, fisio-patologia• del miocardio, tratta in sette capitoli della dottrina della funzione cardiaca, delle nozioni fisiologiche sul ton0 del cuore, delle ap·p licazioni cli11iche della dottrina del tono del cuore, della legge del C'UOrt, dei fenomeni elettrici della contrazione cardiaca, dei rapporti tra f enome11j elettrici e fenomeni meccanici della ·contrazione cardiaca e d el valore clinico delle leggi carcliologiche. Chiud e il volumetto ·di 123 pagine un elenco delle più importanti pubblicazioni (124 memorie) sui vari argomenti. La sua lettura sarà mo11.o utile ai medi ci e agll studiosi di cardiolologia, cl1e desiderano essere informati sui due campi di indagine nei quali è versato l'autore, ancl1e se non si convenga in tl11te le sue conclusioni. S. BAGLIONI. T?t bercoiosi . Conferenze. Traduzione italiang, di

G. M AURO e L. LOLLINI. Vallardi, ed., Milano . L. 28. Nel 1922 sono state tenute ad Aussig, :per volerf* della società tedesca di Previ·denza della tuber_ colosi, confer enze i11 serie con lo scopo di offri l'e ai medici una conoscenza agg.iornata dei vari problemi che riguardano la tubercolosi. Le conferenze, per desiderio dei meclici conYen11ti, furono pubblicate nel 1922 in tedesco, e nel 1924, so1to la. direzione del prof. Devoto con note del 1Pror. Vallardi, 1Per opera dei dottori Mauro e Lollinj, furono tradotte in ita1iano. .L a raccolta delle conferenze non costituisce un trattato sulla tubercolosi: lo scopo è quello di fermare l 'attenzione su una serie di :problemi discussi e non risoluti e di fissare per bocca di uomini competenti le decision i più accettabili del 1nomento. E la scelta degli argomenti è stata f elicissima: dalla etiologia all'anatomia patologica, alla clinica della tubercolo~i IP01monare, alla cura, dai particolari aspetti che la malattia assume i1elle localizzazioni extraipolmonari, ai mezzi di prevenzione sociale, alle misl1re legislative, a ine pare che nessun problema m oderno è stato trascurato. 1,0 svolgimento è sintetico quale si conveniYa al tipo conferenze: ne guadagna la nettezza e lucidità d elle conclus ioni, non ,·elate dalle eccè5sive citazioni e discussioni dei lungl1i tratta tt pecjalizzati. Dovrej enumerare tutti i cap,i toli ed invere cito qualche punto e qualche nome: genesi e anatomia della tubercolosi (O. Gbon), i1n_ rnunità della tubercolosi (0. Bail), la ter31pia, il pneumotorace. artificiale, cura sanatoriale (Pril, nram Trunk, Goth), tubercolosi e gravidanza (\•.agner), tubercolosi e invalidi di guerra (Sl<ut els1\y). crr..


{ ..\NNO

XXXI I,

]i'ASC.

50]

SEZIONE

PRATICA

J759

] 1

Q !.1 esto volun1e, che

, co1ne nota il Devoto ' mostra lo ·s pirito collaborazionista ni valorosi insegna.nti e lo sforzo di un rpticcolo paese per bene orientare l'opinione dei medici nella lotta contro la tubercolosi, meritava una eccezione nella giusta avversione alle !Sistematiche traduzio.ni di qt1anto si pubblica all'estero. Esso è un esempio ed un monito per noi: in molte scuole italia11e corsi specializzati sono stati tenuti e forse no11 sarebbe stata 011>era inutil e raccogliere e pubblicare le ottime conferenze, cJ1e J1anno giovate>, anche inadeguatamente, solo ag·li ascoltatori n on i1un1erosi; ma in Italia purtroppo ai inigliorj p esa la penna, e la letteratura medica si impoverisce {)gni giorno di più!

T. .... TEl~J<AL

PONTANO.

I\: . .\ 'elle berapeutische ll' ege. lJn v0 l. in-So

cli 398 pag. J. Springer ed. , -ienna, 1925. Prezzo Do1lari 2.30.

D8. non molti an11i, i1uo\ri metodi di terapia si s ono int1·odotti e sj sono brjlJantémente affermati. Uno di essi è l'osmoteraipia, consistente nell'introduzione J)arenterale idi solu zioni eterosmotich::, per lo più ipertoniche; l'altro che abbrar:cia un più largo campo è la proteino-, rispettiva1nente, la colloi'èloterapia. l!n complesso tali metodi consisto110 nell'introduzione 'Parenterale ,d i s o&tanze -che, nel punto di entrata od in tutto l'organismo , altrrano una delle più im1portanti costantt del corpo P clel sangue, la pressione osmotica. Di q11e13ti metodi, delle loro basi teoreti eh e e delle appljcazioni (vaccino- , colloi·dotcra'Pia) tratta ampiamente l'A., venen·do alla conclusione c~ 1e si tratta sempre ·d i un eccitamento n on già specifico per c;c stes·so, ma tale che provoca n ell'organismo llno stato specifico e porta ad una. terapia attiva. Ed il rr1edico pratico non ·deve trascurare questi nuovi indirizzi terapeutici che 1p otranno dargli l)uo11 i ris11ltati. fil.

Pubblicazione importante: Prof, CUCLIELMO BILANCIONI

DiretJt. della R. Cli.nica. Ot-0-rino-la.rinigoiaitrri)oa di P.isa. •

Manuale di Oto-Rino-Laringojatria. Vo1UIIlle I. -

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In-via.re Vag1ia. Postale ai1.1'Editore LUIGI POZZI, Via. Sistin a, n. 14, ROMA.

ACCADEMIE, SOCIETA MtDICHE, CONGRESSI· XXXII Congresso della Società italiana di ChiI'nrgia. (Go ritin·uaziorie e f ine).

Seduta antimeridiana del 27 ottobre. Presidenza : LEOTTA.

PARLAVECCHIO (Paler1no). - Dimostrazione di proiezioni. PToietta una serie di rad!iografie di ptosic1i gravi, in a lcuni dei quali la grande curva gastrica è ·dis•cesa nel piccolo bélJCino a livello clella testa femorale. Descrive il proprio metodo di cura., con.sistente nel rialzare contemporaneamènte stoma·co, feg·ato ed eventualmente anche colon, nel praticar e la gastroenterostomia e l'esclusione pilortica, e nell ' arrj cci are lo stomaco allungato o d1ilatato. (·P alerm-o). -

Trapianti di trachea nelle estese interruzioni arteriose. - 'l'entando &periLEONE

1nentalmente di r iparare alla perdita di segmenti arteriosi più o meno estesi (carot1:ilde e aorte addominali dii cani) mecliante trapianti di trachee sia fres.che che fissate ed imparaff1nate, ha ottenuto con q11este t1ltime 6 su·c cessi nell'aorta addominale, di cui due con t r apia11ti dQ tracl1ea di coniglio adulto, quattro con tracl1ea di pollo. Presenta u110 di questi cani, operato 3 m esi e 10 gior!1i fa, p e1· sottoporlo alla vivisezione. 0

Discussione.

BATTAGI.IA (Napoli). - Ritiene che in ,questi casi l'innesto i1on serve che a guidare, a fa\r~i1..e la riproduzione d el tessuto dell'animale in cui si è praticato l'innesto. SI1IEONI (1Nrl.poìi) . - I-la eseg.uìto e r.o mu11iicat0 (lue anni ·f a alla Società, 1plastiche vasali. con a1por1evroìSi P ·c on 1eml1i peritonealt omo·· ed autoplastici. Ha avuto u11 solo su ccesso operatorio ·d i omo1)Jo..stica peritoneale, in cui potè constatare 1a i)ervietà del vaso e la trasformazione del len1bo perilor,eale a 1POCO a ipoco invaso dai tessuti. dell'arteria. LEO~E (risp. ). Ringrazia -B attaglia e Simeoni p er l 'interesse preso alla sua ·comunicazione. Ritiene che il trapianto ·serva di gui da e da sostegno alla neoforma.zione endoteliale da una parte e connettivo-muscolare dall'altra. 1

SIMEONI

1

(Napoli). -- Il processo di riparaziorie

1ielle ferite delle arterie sottoposte a simpatecto-

rnia. - . Dai risultati ottenuti in alcu11e esp erienze esegu ite praticand10·, insfieme alla simpatectomia periarteriosa ed i11 assenza di questa, la 1Sutura ·di ferite longitudinali e tra sversali dello stesso 'aso (carotide e ferrioraJe}. con clude cl1e la simr.·atectomi a non menoma tl processo di riparazio11e n Blle sutur e Y~sali. Quando nell'eseguire una sirnpaticectomia è a\rvenuto u110 straprpamenlo, ln st1tura è indic.a.ta. 1


1700

DI

IL POLICLINICO

G10IA

(Palerrr10). -· I nf luenza deUa simpati-

cectomia periarteriosa sulla {unzione intesti nale. - · Aventlo praticato in c a11i di grossa taglia d.elle

flstole alla Vella, faoendo precedere in alcuni soggetti la simpaticectom(a della mesenterica superi01·e. cd aYendo s aggiato dOlpo 20 giorni il "e~ creto intestinal€ ·d i questi animali, con clude che n on si pr oducon o nel secreto sud.detto m-01dli.:ficazioni apprezz~bili, per effetto della simpaticectomia e che per le fibre del simpatico perivasale non vengono trasm8ssi alla mucosa intestinale specialli siimoli secretori. Discussione. T1!'lozz1 (Napoli). - · Chiede se ha tenuto conto

delle ·eventt1ali alterazioni del potere batteric.i·da del ~ucro gastrico e dell a flora gastrointesti-nale ir1 rapporto alla Sir11paticectomia periarteriosa. Dr GIOIA (risp.) . - Dice che n on intendeva studiare il contenuto batterico del su cco enterico negli animali simpaticectomizzati e che per evitare l influenza di tale fattore ha s.e mpre adop·erato soluzioni sterili, aggiungendo, -co1ne antiferrnentativo, •del toluolo. DEL 'f ORTO (Napoli). - Il lipoiodol sottoaracrtoideo n~lla terapia del morbo di Pott. - Riferisce st1 alcune osservazioni di morbo di p.ott, in cui t1a odop eratc il LJpoio,dol per intezioni sotto-occipitali, ottenendo n ei F ottici con paraplegia un arresto più o m eno •Completo della massa opaca in corrispond1enza della lesione, con con secutiva accentuata rn;~ glioria dei caratteristiici dolori. Tale mezzo non <:osti tuisce qutndi un vano lusso diagnostico, ma un l"Juon {'.Oilidiuvante terapeùtico a cui si 1può ricorrere prima di iniziar e il tratta1nento ortopedico. • GHIRON (Roma). - Su due casi di tumor·i rari d ella mani rn.ella. - Presenta un caso di endoteli.orna extravascola.re o peritelti.oma della mamutella ·d·~ lla grandezza di un uovo dii pollo ir1 una donna di 71 a ., c he 11e era portatrice da circa 5 a1111 j, ~ ~nza metastasi ghiandolari, ed un caso ùi cancro di Pa.get al capezzolo. 1Per la patogenesi d.i quest'ultima malatt ja l'O. ritien e che il punto di partenza sia l'epitelio dei dotti galattoferi, il cui sbocco è di soli to riempito d1a detriti ep1iteliali , sudiciume, ecc., per la cui ri1p etuta irritazione s i produrrebbe il cancro: La possibile esisten za lungo i dotti di vari cen tri idi II\oltiplicazio11e- n eoplastica spiega i casi atipici con centri n1 o~tepli c i e a1 ppar entem ente distinti di gernu1azione n eopla.stica.

f ANNO XXXII, FA~C . .iU}

GB:JRON (risp. ). - Il cancro di Paget è una entità morbosa come lo 1provano l 'esistenza delle s.peciali cellule di Paget ed il !fatto che è l'unico e$empio d1ella pre6en za di elementi di epitelio di rivestimento in un epitelioma alveolare a tipo 5cirroso. PERACCHIA (Bari). - Metabolismo basale nt:'i trapianti tesiicolari. - Avendo studiato il m etabolismo basale jn animali trattati con trapianto testicolare ed avendo osservato un aumento tranS1itorio del m edesim o, in .coincide·n za dei pur transitori mt1tamenti som atici, conclude ·che il ricambio basale è il primo a segnare ·ci mutamenti che avven gono in nn organismo €ottoposto all'omotrapianto, ed è il primo a segnarne la scomparsa, e che, rdata la temporaneità dell'azione rivitalizzante id i questi pretesi trapianti che si trasformano sempre in tessuto cicatriziale, si debba piutstosto parlare dl sempli-ce affrontam ento dei tes.. suti.

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1

Discussione.

G4RGANO (Napoli}. - Ritiene c11e oggi non si possa pi1) parl are di malattia 'Ciel Paget, cl1e non è cl1e un volgare epitelioma di rivestimento canalicolare della mamn1 ella a. decorso lento. Le cosidette cellule di Paget sonò d elle cavità contenenti detriti cellularli d·egenerati e sono in rapporto aù uua special e disposizione anatomica. della regione in c ui si svolge il blaston1a .

PANDOLFINI (Roma). - .L e modificazi oni secondarie dei caratteri sessuali nei pseudoermafrodi· tlsmo maschile in segttito ad ectomia testicolare.

- Ha studiato lè modificazioni de{ car atteri sess uali secondari .in due casi di pseu1doermafroditismo mas-rhile fa.mjliare, in seguito a caistrazione bilaterale, estendendo tali ricerch·e ad altri quattro casi analogl1i. L'O. fa d·e lle consi1derazéoni di e1nbriologia ~d accenna ai rapporti tra pseudoermafroditismo (e quindi criptoschidismo) ed ri di sturbi di secrezione interna. ZAPELLONI

(Anagnti).

:_ Jt.,rattura

dell'atle,nte. Asportazione in anestesi a locale del semianello spostato. Guarigione. - Riferisce di aver praticato in anestesia locale, in un vecchio di 74 a .• che aveva riportato 20 giiorni prima la frattura

dell'atlante (sin tomi: dolore intenso alla nuca, fissità del capo in rotazion e destra di 90° e in leggera flession e), l'asportazione del tratto di semianello posteriore isolato dalla frattura e che era compreso tra il forarne de!Stro dell'a. vertebral e e l'apofisi spinosa, non essendo riuscito, n è in maniera in-cruenta nè durante l'atto operativo, a rjcJiurre il segmento fratturato. Guarigione. Discussione.

PAP.LAVECCHIO (Palermo). - In un caso analogo da lui osservato ed in cui non potè essere fatta la radiografia, egli eseguì caute m anovre di r iduzione ed applicò trazion e con pesi. Guarigione con~leta contro ogni a sipettativa. Probabiln1ente si trattava idi semplice lussazione dell'osso, co11 ematoma. .ZAPELLONI (risp .). - Replica facendo notare Jn differenza tra i 1due casi. LussANA (Ivrea). - Piano operatorio e via di ttrcesso negli interventi per viziate consollftazio ni di fratture e per lussa:;ion i inveterate del gomito. - Espone brevemente tre casi operati con i ri-

sultati ottenuti. Da essi vienP. alle con clusiont r1-


[ANNO XXXII, FASC. 50]

SE7. 1ONE

\

g·.u~rd èblll.j il tipo di interv13nto da adottare. e l'inc1s1one m igliore nei si11goli casi. I..'O. fra tutte racco1n~1rda l'impiego della via posteriore tran so lcc:·a~1~a neìla r J.duzione delle lussazio1Ji poster1on inveterate del gomito.

PRATI f.A

1761

1\!A~BnINI (Mantova). - ln due casi di tubercolosi 11stolizzate del ginocchio ·h a ottenuto con il ~e~odo Salieri, un rapido avviamento a1'1a guar :i. z1one.

1

. PARLAVEC.CHIO (P a lermo). -

Grave sventramento intratoracico sin istro, guarito con l'interven.to. _

ln un grave sventramento diaframmat1co sini· ~ t.ro , antico,. l'O., con il taglio di Rydigyer, apri JI torace, r1ù·usse a1c11ni visf~·eri ad·dominali suturò il diafrarnma con cl u e 1p iani di pu 11 ti in' catgut ottenendo Ja gu a rig ion e. ~·f 1 ~rn.1:Nr (Torino). - R icerche sperimentali su ll'osteon?ielite da b. coli. - I .' O. introclucendo n e-

g·li a11imali il colibacill o, per via endoperitoneale i1011 h a m a i potuto riprodiurre l'osteomielite eh~ l1a potuto invece ottener e, inoculando p er via endoven osa (solo però n ei casi i11 cui fu schiacc~1iata o fratturata Ja rnetaspifisi) ovvero diretta1nente nel cavo midollare. Ri co11f erma quindi la <;Cnrsa e lettività l)atogen a del b. coli per il tessuto osseo • Mtil.T.ER ( Pélldova).

-

l 'ontri.buto clinico ali.o stucl to della au,toemoterapia. - In 15 ca si di forrri e

settiche tratt.1-1 1Ji con l 'a11 t0emoter a pia, 11a ottenuto bu or1i ri3uJtati solo n ei ca si di forun culosi, mEa iocri n egli altri. A tale terapia l'organ iismo reagisce jn rnanJier a da far pensare a d ·uno shock emoclasico. •

e

(P adoYa ). -

A :ione ba tteri ci(f (l dei raggi ultravioletti attraverso 'i tessuti. - L'aI\l'PLLER

GALL I

zione bat teri cj da dei r~g~i ultraYioletti si manifesta per quanto pi\1 attenuata anche attraverso la cute e la muscolatura della par ete. addominale di una cav ja, mentre il p eritoneo ostacola tale azion e tanl0 iCl~ concludere per una quasi co1n. rleta n eu tralizzazione. '

P1En1 (Belluno). Contributo alla cura della tuberco losi. osteourli colare fi,stolizzata col metodo Salieri. Su 12 lesioni tubercolari :fistolizzate

tram.ate con il metodo Salieri (jmm obilizza zion e con appal'ecchio gessato chjuso da rt:.nnovarsi a scaden za la pi ù ll1n gri. p ossibile) 11a avuto un in st1cc.esso ed 11 guarigioni. / )i scussione.

CAP?ELLI (Ancona). - Ritien e che, quando e.siste l "in·dicazione, anche il mezzo dell'immobilizzazion e · con l'ap1parecchio chiuso (di cui si serve da 'lungo tem po n ella tubercolosi :fistolizzata) p ossa dare buoni risultati, m a essa non deve .essere elevata a sistema. SOLIERT. (ForJ ì). Ringrazia il prof. P ierj Accenna al me c1 c~ni-?mo dJi . gua:igio·n:e delle _l·esioni trattate con 11 metodo in d1scuss1one e r1feriEce ·di avere ottenuto ottimi risultati appli canclolo jn t re casi di tu bercolosi articolari chiuse, rese aperte, in Cli1dendone gli ascessi. MARAGLTANO (Gen ova) . - Ritiene che il m etod o Sali eri possa dimostrare una certa influ·en za b cneflca nelle forme di tubercolosi vicine all'esaurirr1ento mentre in quelle flortbde questa influenza è dubbia. , 1

I

C ~IAnOLANZA (Naipoli). - Avendo esperimenta~~ . iJ inetodo. Solieri, di cui cita un insuccesso, 1 ~t1e~e Ch·e sia prudente di non avanzare conclus~ o~, ma d= i raccogliere e precisare le osservaz1on1, per non determinare false interpretazioni. , F: Ro9s1 (Aiquila). - Ha visto guarire la tube'rco1os1 ossea c on svariatissim1 metodi e ritiene e.b e più ch·e dovuta ad ·una 1s peciale facoltà curativa del m etodo Solieri, la guarigione si deve considerare ccxme la fine spontar1ea della malattia dopo la fistollizzazione, che è l 'ultimo grado della malattia. CALANDRA (Palermo). - Pur essendo stato un sostenito r e del m etodo Salieri al congresso di Firenze, oggi, in seguito ad ulteriori applicazioni r itien e che i r1sultati che si ottengono con ess~ siano paragonabili a quelli che torniisce l'elioterapia ed il rip oso, e ·Che l a s ua applicazione sia dannosa nelle forme miste febbrili. Mette poi in g uard1ia contro jl fatto Ch·e molti casi di tubercolosi chirurgiche, appar·enteme11te guarite in est ate, recidivano nella primavera su ocessiva. DONATI (Padova). - Ritiene che il metorto Sol ieri (che eg·li ha appli.cato nella sua clinica in 1:! casi) non costituisce un progresso , ma solo un appltcazione, negli individui che n on possono approfittare delle stazioni climatiche, dei princiipii c:omunemente a dottati n ella terapia della tubercolosi chirurgica. Ritiene anzi che il bendaggio ::ressato debba essere cambjato spesso per non v~derlo mac-erare insieme con i tessuti sottostanti. ?v!AGRASSr (Bre1 5 cìa). - Numerosi casi di forme fistolizzate , già ct1rate p er lungo tempo con ap:r:.1 a.re·c.ctLi immobilizzant], sono gllafii:ti per.fettam ent,e, con il riposo e 1a cura d'aria e di sole, nel ·Suo Istituto Elioterapico di Desenzano. Fa voti p er chè la Società di Chlirurgia presti la sua opera alla c reazione di speciali Istituti, ove possa no opportunamente, venire curati, i malati dri tubercolosi chirurg1i·ca. GALEAzz1 (ì\.Iilano). ·- Ritien e cl1e il metodo Salieri non sia da applicarsi in tutt e le forme di tubercolosi osteo-articolari fistolr' zzatc, di cui distingu e varie categorie, indicando in quali di esse sia oppor tuno il m etodo Salieri. SOL IERI (Forlì). - Al prof. Donati legge un pel'ioc1o de1la sua comunicazione al Congresso di >!apnli. dal quale appare cli.e il suo metodo non fu presentato in oppos izione alla elioterapia, alla talassoterapia, ecc., al prof. Galeazzi fa notare c11e J1a guarito con l'immobilizzazione chlusa casi già giudicati, in istituti ortopedici, solo pasc;ibili di amputazione. C \PECCFII. - L'O. h a guarito perfettamente COÌ metodo Salieri, tre casi, di cui uno gravissimo. ~ua11to all'efficacia del metodo ha molta importanza l'autovaccinazione. PIERI (risp. ). - Non risponde detta gliatamente 1

1

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1762

lL

POLICLINICO

agli 00. p er uJ1è 11a so i I ,iato voluto riferire i ri.::i u ltati da lui ottenuti. ()•Janto all'obbiezione che le forme fistol izzate gua : ! 'cono tanto con il met0do Soli.eri, quanto con i · ì i altri metodi segnala i seg11e11ti va11taggi ·d cl pr1 !1111: 1) p ossibilità della c ura ambulatoria; 2) p erft•z:one dell 'immobilizzazi.one; 3) r isvar1nio per il u :i:}ato, di spesa e di dolore, per il chirurgo ·di terr11.1 0. CHIARIELLO (Napoli). -

Contri huto

alla conoscenza di alcune f orme di pse~tdoartriti c1·oni che.

- Richiama l'attenzione sulle pseudortriti c rooic.;!1e consecutiive ad iniezioni periarti·colari di par a ffina (pra ticate per ragioni di servizio militar e, ·di a ssicurazioni, ecc. ), di c ui illus tra la sintom ato lo gl~ a clinica e la c ura .

[ANNO XXXII, FASC. 50J

lesioni in primo tempo, ove non si riesca a ridurre sotto narcosi, si interverrà cruentemente, 1nentre in secondo tempo è bene astenersi da inutili tentati vi incruenti. C; r'lERINA (Geno,ra ). - Prega i colleghi, i qua:i interverra·l'l110 nelle fratture del collo dell'omero con lu.:>sazione, di ado1p erare il suo metodQ di resezione ·dell'articolazione ·della $Palla, che ha trovato anche all'estero lar.g he applicazioni. GALEAzzr (1"lsp. ). - Ringrazia i colleghi, osserva111do come era sua intenzione idi persua,derii a procedere alla riduzione cruenta anche nei casi inveterati di quelle lesioni; consigliando di no11 i11 sistere i1ei tentativi di ri·duzione incruenta. Ricoo1osce l' utilità del metodo ,c atterina. GIANTUt<CO (Potenza). -

Trup i a·n tl tendine·l rielle paralisi d efinit i ve d el n. r ad i ale. Ult eriore contriùuto e risultati a distanza. - A due casi dli· tra-

Un riuov o apparecchio per le fratt11re d elle ossa lunghe dell'arto inf eriore. - Presenta un apparecchio per le fratture

pianti tendinei per paralisi 1d el n. rad1iale, seguiti .Ja ~uccesso e comunicati nel 1922 in altra SncieLà , aggiunge ora altri due casi, il c ui risultato è stato ugu almente• soddisfacente. Egli, anzi contrariam ente a quanto si ritiene in a1cuni paesi, con1e in Francia, può assi·curare -che i risultati a di stanza so.110 migliori di quelli i1r1med1iati. Ter 1r1ina forn en.do le direttive fondarr1entali da seguire nel pra ticare tali trapianti.

c.lell-e oss a lunghe dell'arto inferiore che rappresenta un a lnodificazione migliorata della stecca di 1'homas.

DE GAETANO (Napoli). -

CALANDRA (Palerrr10). - - Quale deve essere il trattamento chirurgi co della coxa v ara. - Esso consiste in un artrotomia curvilinea a con·c avità interna dividente in due parti la reg·ìoné trocanteTi c~ raggiunta m edia11te un taglio anteriore. Discussione.

Discussione .

CAPPELLI (Ar1cona). - Domanda perchè no11 fu ter1tata la sutura diretta diel n. radiale, dato c he il trapia11to deve essere riservato ai ca;si in cui non è applicabile la .s utura n ervosa. Seduta ·del 27 ottobre (ore 15). Presi1denza: ALESSANDHJ. GALEAzzr (l\Iilano). - - Contrl buto alla c1lra dell e frattu re d ell' estremità sup e1..i o re dell' omero. - Rif crisce . tre ca si dii frattura d ell 'estrerno superiore clell' om ero con1plicata da lu ssazione, curate in 1nodi ·diver si, con cludendo che, salvo i casi ~in cui 1sia gius ti fic ato un tentativo di rid·u zion·e incruenta, il m etod10 migliore, n e1i casi r ecenti , sia la r iùuzìo11e cruenta immediata. J> iscussio n e.

I:>. BASTIANELLI (S. GioYanni Valdarno). - 111 clu e casi di fra ttura del collo <Chirurgic o dell'omero e lussaZJione sottoclavicolare della testa omera le, h a pra tica to cruen te111 ente la ri·diu zion e, otten endon e la riduzi on e sen za bisogno cli sutura 111ctallica . c: 1rT,\T\ùL \ NZA tì\apoli). Ritiene che nellP lu ssazion i dell'om ero c omplicate da frattura, i11 priino telllf)O s i possa, ni agarli. . otto n a r cosi, olte11er e i nc ruc11temente la riduzione. ~ ei ca si invetern li si p uò tenta r e la riduzione cru enta, e ove q tll) ... ta 110n ri esca ricorrere all'8.$I>Ortazione della te. . t<• on1eral L. D E G \ ETANO (i 'a poli ). \ ·01eva dire quanto l1a detto già il Ch i arolanza; aggiunge solo che in tali

GALEAZZI (Milano) . - Dubita che la tecnica proposta da Calandra possa riuscire migliore di qu ella del Codivilla. CA 1vrERA (Torino). - Il m eto1do Co1divilla, 5eobene j,d.eale, è difficilmente attuabile; buoni risultati fun zionali sono facilmente raggiunti con lo implianto in basso del gran trocantere, insieme con le inserzioni rd ei glutei (m. e rp.) sulle diafisi fernorale. CALANDRA (risp. ) . Ritiene giusta l'osservazi on e del prolf. Galeazzi per quello ·Che riguarda le forme gravi da ieoxa vara, ma crede anche ch e il s uo .n1etodo sia appli-cabile a quelli meno gravL LATTERI (Palermo). ·- 'Nlic etoma d el piede. - Rif eris-ce la stoma clinica ed i re1)erti istologici ed i risultati delle 1 icerche sperimentali di un caso di micetoma del ') iede d.i Actnomyces Mad1urae. D iscussione.

B.\TTAGLIA (Néùl oli). Ritiene di p oter dire com e il caso presentato dal collega rap1)resenti Ulla spirotri•cosi e non una actinomicosi. CA J\IE~A ('l'orino). Un caso identico di spor ot:ricosi fu osservato dall 'O. Tutte le cure riust: irono vane; si dovette proced ere all' amputazione. LATTlillr (r is p. ). - Illustra meglio le ragioni per cui fu diél gnosticata un'actynomices. Purtroppo l' unico m etodo di r ura ~he rimane, ancor oggi, è la demolizione. PIRRONE (Palermo). d e. - Un Taro caso di lule piatte, sviluppatosi rata . L 'O. ritie11e come

Si {tlo-carcin oma d el pie-

ca rcinon1a cutaneo a celsu gomma sifilitica ulcela lue più che come cau-


{ANNO XXXII, FA..c;:;c. 50]

SEZIONE

1761

PRATlCA

IV Con~resso della Società Italiana di Urologia.

sa generale agisca predi~ponendo quale manifestazione locale e che perciò debba essere ar1noverata tra le p iù importanti lesioni precancerose.

29-30 Ottobre 1925 .

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D·is cus sione.

Nei locali della R. Accade1rlia meJ ica al Policli11i co, il 29 ottobre u ... s. fu inal1gurat1.; il IV Congresso della. Società italiana di Urolol~ ia. Numerosi gli int.Elrvenuti che ascendevano a circa un centinaio e n1ezzo. Sedevano al banco il presidente 1, t"'.)f. FERHIA e i due vice-presidenti prof. MARGARUC\.' i e GARDlNI. Il Prestdente commemora il prof. Nicolicl1 Giorgio, primo presi·dente della Società ricostituita, tesscnaone gli elogi, e mettendo sopratutto i11 rilievo l'attivi1à operosa, la bontà e la genti ~ezza ,dell'animo e l'intenso, costante patriottism,., il 5Uo gr::tn,de amore per l'Italia. Il Comitato •p ,"'l'1nanen t.e ha creduto di interpretare il sentirr.ento di t .itti i soci devolvendo L. 1000 a favor~ d el iondo G. Nicolich, costituito a maggior increme11to del reparto urologico a lui intitolato a 'frieste. La Società ha avuto a ,d€lplorare anche le perdite di altri soci nazionali, i proff. Giannettasio e Ca.1ni11iti, e·d altri stranieri, il l{ukula, il Soubllotich, il Nin Posadas. rutta l'Assemblea si ass0ci3. all'invito del presidente inviando alla memorja di questi illustri estinti il commosso sa-

GARGANO (Napoli). - Sostiene l'esistenza di rappor1i tra sifilide e ca·n cro, ha l'impressione ct1e nel caso in esan1e non si sia trattato di sifilide. PIRRONE (risp.). - Per l'esistenza di perivasculiie e ,p anarterite llon permettevano di dubitare della n atura sifilitica della lesione. CHIAROLANZA (Napoli) . -- Plasti che fa cciali. Proietta una serie di plastic he facciali da lui eseguite, illustrandole, accennando alla tecni·ca eseguita e facendone risaltare gli esit1i brillanti. 0

•C.\~TIGL IONI

(Trieste). -

1ielle lesioni polmonari. -

L'ex ere si del frenico St1 18 casi di lesioni

polmonari (di cui 16 di r1atura tubercol arei ese, g·uì la resezione estesa del frenico ottenendo in 5 ·casi la guarigione, in 1 caso un miglioramento, nessun effetto 11ei rimai1enti casi.

1

(Plisa). -

Il valore de'i tra1Jianti rielle plastiche della trach<' a. - Dopo aver descritto i FERRARTNc

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n1olteplici metodi che sono stati proposti per ottenere la c11iusura di una fistola tracl1eale, soff crrnandosi e.on particolare ·CUL'a sul recente metodo dei trapjanti, -ron·c lude ch·e bisog·na e·ssere ben guar.dinghi prjma di appl]care nella curn delle ._fistole irncheali u11 111 et odo elle rlncl1iud c nell'alb·ero resp] ratorio un blocco di tessuto cl1e, e1 im:inatosi nel modo ]:>iii favorevole, lascia per lo meno semr)r e una ste11osi; e elle pertanto è p1'PfC('ilJj lc incliriziarsi verso il perfezionarrtento elci !llCLocli di l>lnstica con lembi 1p edu11colat i.

luto. l\?r una migliore conoscenza all'Estero dcl1' a tti vit~1 scientifica italiana, il presidente invita tu tti i soci ad inviare alle personalità 1più note ,s traniere, u11 estratto ·dei pro1Pri lavori dellà ;specialità. Per questo e p er crescere la dignità della Società il presidente propone e l'assemblea ap· prova che vengano non1inati alcuni soci onorari tra cui i sig·nori Blum, Xhompson Walker, e i1umerosi soci corrispondenti di og11i paese. TJa società non può non compiacersi dell'istituzi0ne dcll::t 1a ·C altcdra di Urologia in Italia che è stat& fondata a Mi Lano e cl1e è diretta ora dR.1 prof. Lasjo. Il Presidente, espletate alcune questioni di ordinaria arnministrazione concede la 1parola ai r elatori.

Rtccro (Napobi) . - Nuovo C(JJtlri buto alla cura delle artriti 1Jurulenl~ co1i il ntelodo 1Villhenis. -

0

A due casi di a.rtriti J)urulente del ginocch]o cu-

r<:tti e perfettamente guariti con jl rneto,d o d·el \Vi1lhems, che egl i comuni.cò l'anno scorso al co.n gresso di Milano, aggiunge un'altra caso del tutto denti.co osservato quest'anno. Di tali casi p ossiede doc11menti fotografici. 1

28 ottobre 1925. 1

Seduta ]n corn11ne con la Società di 1neùici11a 1Yedi Co11gre:;s o ùi q1ì1 •::; 1: ~

A :=;cdP, del fut11ro Congresso di Chirurg·ia f1,

Le pielonefriti (escluse le calcolose e le tubercolari). (;01lClusiorii del dott. ERMANNO MINGAZZlN r.

Le pielonefriti (escluse dalla presente . trntf a ~t; c lta 1=>acl·ova. zione le calcolose e le tubercolari) sono se111pre TemJi all'Ordine del giorno: La chirurgia del ì egate, eccetto alcune rare forme tossiche, all'azione di germi, i quali possono giungere al simpatico viscerale. rene: 1) direttamente; 2) per via ematogena; 3J In comune con la Società italiana di m·edici11a: per via ascendente; 4) per via linfatica ; 5) per La cura chirurgica della tubercolosi polmonarf'. Risul tato delJ.e elezioni del nuovo Consiglio di- . invasione da focolai vicini. Molti fenomeni di varia indole, sopratutto lo .studio ·delle forme ini· rettivo : ziali e del contributo anatomo1patologico induPresidente: I>onati; vice-presi1c1enti: Giordano cono a considerare: 1) il processo no11 c;olo ip1ee Perez; Consiglieri: Fasani e Pieri; Segretario: li co, ma costa11temente pielonefritjco, pur au1Brancati; Cas,siere: Baggio. 1nettendo la variabilità ,d ella partecipazione del E . l\IIINGAZZ!NI.

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1764

IL POLICLINICO

[ANNO XXXII , FASC. 50)

pare11chima renale specie nelle forme croniche; n1i possono assumere una vita saa>rofitica e resi2) a conferire alla via ematogena un'importanza stert? ad ogni cura. Nella forma di i1efrit c aposem•p re maggiore, t enendo 1Presente come in molsternato:5a la competenza diviene esclu i\·ar.ncntc te pielor1efriti manchi l'elemento · « stasi », indichirurgica così nella pionefrosi jn cui la ter111;spensab ile nelle forme ascend enti. Elementi prenazione abituale è la di-struzione an.atomica e disponenti e coa·diuvanti allo stabilirsi di una funz ionale dell'organo. Un altro esilo consiste pnf. sono : le malattie infettive, le affezioni dei i1elJa nefrocirrosi pielonefritilca asce11°dente, .di d enti e d elle tonsille, l'appendicite, l'oxiuriosi, solito d a coli (Barth) , di prognosi infaust~ a ineno che non si tratti di forme prettarnente unila stipsi cronica, le malattie intestinali dei bambini e t11tte quelle con dizioni, sian o fisiologicalaterali sulle quali ha :richiamato l'attenzione 1r1e11te t rans itorie o rp·atologiche che siano' at te a Braasch. P articolare 1r1enzion e m eritano la pielite grafavorir e la stasi urinaria . 11ulosa stu di a ta in modo particolare da autori Nella maggioranza delle statistiche !Prevale il sesso femminile, 111a secondo alcuni è questo un ital i ani ('f a ddei) caratteristica per i numerosi nodato d estinato a perdere gran parte del suo va- dulini btanca stri sparsi sulla pelvi e che si acl0ire. P erò Si può dire cq1ne le donne .si amma- · co1npagna a notevoli emorragie o a delle pi u rie asetticl1e che hanno ri>stretto il valore ·d ella lino prima ·dei 40 anni e da un sol lato, gli uolegge di Suter per la quale una piuria abattemiui dopo tale età e con for1ne bilaterali, ciò rica equi\7 aleva ad una tubercolosi. che si ricollega con le cause coadiuvanti. I sintC'mi della pielonefrite costituiscono t1na Prescindendo da alcuni microbi rari ed eccezionali, i germi patogeni d elle pielon efriti, in ort l' iade classica: dolore localizzato di solito ai lomhi, febbre, pio-batteriuria, talora lieve ernadin~ di frequenza, sono : il coli, lo stafil ococco, turia, cui si aggiungono i ·disturbi dello stato 1o streptococco : IPOi altri, numerosi. Ma anche generale (stato d epressivo, anoressia), quelli ciquesta classificazion e è contestata. s tologici. Questi si11tomi o meglio la loro graVari autori m ettono in r ilievo l'importanza delvità non è in rap1p orto costante con la specj~ lo stafilococco nelle affezioni ·d ell' apparato urinabatterica che li ha determinati. Si riscontrano ri o in gen ere; molti autori americani accennano o rum e espressione di un inizio brusco di una alla fr equenza dello str eptococco. i11fczio11e cl1e si 1stabilisce p er la •p rima volta Dal punto di vista anatomo-patologico si distino della riacutizzazione di una forma cronica g uono varie forme di pnf. P. catarrale, emorrad' emblée o tale divenuta e caratterizzata dalla gica, ·desquamativa, purulenta, ulcerosa, 1pseud osola piu:ria e batteTiuria e da con·dizioni gene1nembr anosa difterica, a se.conda la prevalenza ' ~ degli elementi costitu enti il sedimento. rali scadenti. Forme rare sono la P. granulare, cistica, 1paFor1ne clin jche specié!li sono: pillare, la leucoplasia, la malakoplasia ·della pel1) Le pnf. dei bar11bini che si distinguono per vi, la p. incrostata, il colesteatoma. il fatto che l' attenzio11e del m edico viene conNelle forrne acute, nella pelvi sono evidenti dotta sojpratutto verso la febbre simulante le più 1' i:p eren1ia, l 'edema con lesioni più o m eno prosvariate malattie mentre il d olore 1per l'età d ei. for1de della 1parete. Nelle for m e croni che, colpi- pazienti non risalta abbastanza. La piuria pt1u sce l'ispessim en to e il pallore della mucosa. alternarst con periodi di urine limpi·de. CaratA carico del rene che poco altera la sua forteri stico è il pallore d ei piccoli pazienti i quali ma r d il suo volume m eno che n ell e f. acutissi n1e ipos.;on o r imanere m alati o;>er lungo te1npo fino e cli n efrite a1postematosa, i1elle quali aume!! !a le a c11e non si scopre la vera affezione. di mens ioni si (possono ·distingueTe i seguenti t ipi 2) \Vildbolz ha il particolare m erito di aver rnorbosi più o m er10 evidenti. Un tipo in cui si attirato l'attenzione s ulle pielonefriti da defloraverton o strisce gial lastre c.he dalla pel\ i si dirizione che si manifestano con sintomi addomiaon o verso le corticali espon enti di infiltrazione • o 11 al ~ cosl spiccati da far p en sare ad una periperi tubulare, localizzazione di processi flogisti ci tonite. legati al rallentamento della corrente, con parte3) La pielo11efrite delle gr avid e (\ '. r elazio11e cipR.zione del tessu to inter stiziale. In un secondo Colombi110). tipo. ·p iù .frequ ente n elle form e da stafilococco sl 4) La pielite cistalgica (Pirondini) in cui ~ trovano tanti piccoli ascessolini o rari e più cocaratteristico il contrasto tra la 1prevalenza dei spicui, m a senza partecipazione spiccata del tessi11tomi da !Parte della vescica e le lesio11i insuto interstiziale. vero minim e cl1e a carico ùj questa si ri scon~ell'evoluzione e n ell'esito delle pielonefriti si t rano. La cura o le cu re più svariate non riepuò assistere ad una restitutio ad integrum comscon o ad avere ragione di questo stato così dopleta o in un passaggio alla forma cronica per la loroso. qua le ha una grande importanza il comipor t ~­ 5) La pielonefrite i11 rapporto nd inter~e11t 1 rn ento della pelvi (dil atazione) poichè spesso 11 sui genitali femminili (V. relazion e c:olo1n1Jin~) . 11 uttamento curativo si infrange contro questo P er la diagno-;i oltre quello che :::i è detto, ~•a o-.,ta,~olo anaton1ico e contro il quale si debbono nelle forn1e acute che in quelle croniche Yalc :--où1r i,,.ere innanzi tutto le cure. Il i1rocesso p uò inpratutto, il risultato della cistoscop ia \1.!:>SOCiato A.l finer- localizzarsi a p r eferenza sulla pelv i : i ger0

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~EZlONE

PR.\Tl CA

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catQteriism o ureterale, tenen do conto degli altri !P er l 'agente eziologico che è quasi sempre il sintomi obbiettivi. bacterium coli ~ u11 m icrorganismo affine; ~ e lla diagnosi differen ziale si debbono escluper la costanza del fattore 1p atogen etico fo11dere l' ap1)e11dicite, la colecistite quando !Prevalùamentale, cl1e è la stasi ·delle vie urinarie su gano i dolorj , le i11alattie 1p iù disparate dei bamperjori da ostacolat o deflusso dell' u retere pelvico; bini, la tubercolosi i1elle forme ·di pielite gran n losa e cistalgica. per l'analogia ·delle lesion i riscontrate negli Nessu11a n1isura teraputica potrà avere ragion e organi prevalentemente colpiti, rene e bacinetto; rper l'un ifor1r1ità delle manifes:tazioni si11todi u n a pielonefrite se non dirigen·dosi inna n zi 1natiche a carico ·degl_i organi l1rinar i. tutto alla causa - determinante (stasi urinaria, Nella pratica ginecologica ed ostetrica riesco110 appendicite recidi,rante, sthpsi cron ica, tonsillite, util i le seguenti ·distinzioni: carie dental'ie, ecc.). Qu alcl1e volta, l'.>a;sta il riposo, la. dieta latteo-vegetariana, o' la sonda ve1) Forme prern.estruali . - Son o in rapporto scicale a p ermanen za, cui si possono aggiunpro!)abi1e con la con gestio11e degli or gan i p elgere i soliti antisettici per bocca. In Germania vici, con sistono in attaccl1i di breve durata. che eù i11 Austrja godono grande favore le iniezio11i si esauriscono n el .corso stesso del flu sso m edì Neosalyarsan {2 i11iezioni ·da 0.15; al massirno struale e possono ripetersi in mestruazioni s ucaltre due da 0.30) !Particolarm ente efficaci nelle cessive. fortne go11ococciche e post-gonococciche. ..\ltro2) F orrrie da d eflorazion e. - Pil1ttosto rare, vo ed anche da noi sono state 1p raticate spesso e sj verificano do1po i primi ·contatti sessuali. cori s uccesso l e iniezion i en·dovenose ·di urotro3) F'o11ne gravidic he. Forme con1plicanti pi11a (1-2-4 grammi quotidianamente o a giorni svariate a ffezioni, cioè: alterni per 6-10 volte). 1L 'urotropi11a secondo Bloch a~ la pelvicellulite, sia pu erperale che gi· cleYe es.sere considerata come uno specifco contro necologica, n elle sue ·diverse man ifestazioni, sp ele infezioni da stafilococco. cie parametriche, particolarmente temibj le i1el Grande i11teresse 11a suscitato la immunoterapia periodo della retrazione ci·catriziale, consec utiva • ve1·so la quale sembran o dirigersi gli studi a t- . all'crganizzazione di essudati. tuali. Delle sue diverse forme si contendono il b) I fibron1ioni uterin i, principalmente que 1campo, sostenute og11una dalla voce di autorevoli li provenienti ·dalla porzio11e so1pravaginale del collo e sviluppati tra i foglietti del legamento osservatori: 1) la vaccinotera1pia , cli r ui vantano .b ri1 1a1tli largo, q u.elli a svilupipo retrovescicale, quelli inrisultati specie il Rovsin g e lo cl1n eider e il fine incu n eati i1ello scavo in n1odo da sospi11ger e il trigon o contro la sinfisi 1p ubica. Ra vasini; 2) la protein oterrupia preferita da coloro che e) I tumori annessiali, sp ecialmente ovarici , vi sono ricorsi, dopo avere speri n1entato inntilcon analoga topografia. d ) il carcinorn a del collo abbandonato alla m ente Ja ·vaccinoterapia. I lavaggi della pelvi con sali d'argento e des ua evoluzione e diffuso nel parametrio i n modo da inglobarne lo sbocco ; i11oltre nella frequento rivati har1no dato spesso buoni risultati e son o recidiva parametriana dopo isterectomia e. j11tutt'oggi in auge. Meno favorevoli sono i risulfin e n ella sclerosi indotta da trattame11to con tati della nefro- e 'IPielostomia con drenaggio della p elvi specie se definitiva; i11igliori quelli della raggi X o con. sostanze radioattive i11 masse n eoplastiche infrrupelvicl1e. 1pielostomia tra11sitoria. e) molto più di rado il prolasso utero-YaTu ttavia esistono delle forme rjbelli ~ qualginale, la r etroflessione tincan cerata dell'utero siasi trattamento, la cui espressione si trova n1a11if est a ne1la bacilluria e che può tuttavia pergravido, l 'ematocele retrouterino. Nelle forme elencate sub 4), la stasi urinaria n1ettere una prognosi buona, anche rinun.ciando vie11e i n vario modo cau sata della dislocazione alla cura; altre il cu i a ndamento progressivo ter11iina nel r ene grinze nefropielitico ed infine al- e .dalla compressione di un tratto .dell'ureter e pel~ vico; l'in sorg·enza d ella pjelonefrite è talora u11 tre che guariscono an cora malgrado si tratti di semplice 91PitSodio del progressivo stenosarsi del f. a postema tosi, con n efrotomia, e infine quelle con dotto sin o alle estreme conseguenze della uroin cui la nefrectom ia o è reclamata d' urger1za o n e r appresenta l'inter Yento di scelta (pionefr osi). neirosi e della atrofia ren ale. 5) Farnie postoperatorie. - Qu elle cl1e sj verificano dopo gli interventi su ll' a11>parato u rinario. Pieliti e pielonefriti in gravidanza Insorgon o per lo più nella 2a. ed anche n ella 3a ed in rapporto ad affezioni gin ecologich~. settimana la localizzazione è quasi sempr e a Cori.elusioni del dott. CARLO COLOMBTNO (Mila n o). destra, t~lvolta bilaterale. La durata dei fatti acuti, all'infuori di 51Peciali trattamenti, da u11a 1,e forme di pie~ite e ·di pielonefrite in rappora due settimane : la guarigione per solito corn· to con le variazioni fisiologiche e p atologicl1e pleta. ., . deo-li organi gen itali f ernmin ili si 1Posso110 far 0 Le forme gravidicl1e 1Sono le p1u freqt1cnt1 e rientrare tutte quante in u n medesimo quadro pr ati.camente le più importanti, percl1è in,·estono inorboso : •

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IL POLICLINICO proJJJen1i ù'i11teresse tanto per l'ostetrico che per l ' urologo. Lu stasi urinaria è il fattore vredisponente orclir1ario d ella malattia. Ma per fattore determinante deve ammettersi una speciale disposizione nl passagg·io di germi dal gro·sso intestino (stitPsi!) i1elle vie urinarie con ogni probabilità per la . . .. via sanguigna senza escludere la via linfatica e l'ascendente. Le lesioni urinarie, ip revalentemente a carico del rene e del bacinetto, studiate su un certo 11 un1ero di reperti n ecrosco1 pici ed operatorj , sia cli forme a cutissi1ne che di forme passatl! ad esito, ipresentano la più grande analogia con que 1le già descritte per le altre forme di pielon efrite, che sono oggetto della presente relazione. Le particolarità cliniche pi"l1 salienti si 1p ossono cosi riassumere: prevalenzfi. delle for1ne hilateraJi, con disuguale partecipazione dei tre reni. f: !Per solito · affetto assai più gravemente quello destro. Prcvale11za ·delle primipare sulle pluripare, tnaggior fr equen za tra il 5° e il 7° m ese, qualche Yoltn prim o attacco in puerperio. Notevole fr equ enza dell'interruzione spont.onea ùe1J a grç.viilanza a causa della rna1attia, per lo 1più nel senso di un parto 1p rematuro con costan te integrità del feto. P ersistenza della. suppurazione delle vie urinarie, in rapporto con la 1p ersisten za delJa sta!=ii , per t utta la durata della gravidanza, con n1ig1ioramento.. generalmente rapido do1p o il parto. Eventualità non rara del passaggio in uno stato rl i cron]c ità o di lat enza, con riacutizzazione 11 elle gravidanze successive, con progressione si 11 0 agli esiti più gravi. 1\ ssociazi on e puramente accidentale e piuttosto rara della pi elon efrit e coll'albumi11uria gravidien. Propagozio11e eccezionale del processo alle vie gcn ital i con 1a risultante di una infezion e pu erpera le. Prognosi quoad vitam general1ne11te fausta ,p er la n1adre, p er il feto subor·dinata all' epoca della s ua. nascita. L:t conàotta terapeutica d eve essere attiva e precoce in r iguardo alla madre, conservativa in riguardo al prodotto del concepimento. Es~a si propone essenzialmente di trasformare una forma febbrile acuta in una forma attenuata di lieve piuria, senza f ebbre e senza .d olori , non p oten dosi di solito otten ere di più finchè dura la gravilanza. Questa prima tappa quasi sempre viene roggi unta con la terapia medica. Sul valore dell' urotropina per ,·ia endove~osa <' di altri m edicatnPnt i. sulla iportata della vacri n oterapia e d ella proteinoterapia endovenosa, ,-alc quanto si è detto p er le altre form e dj pi e· lonr.frite e ci riferi amo inoltre alle relazioni del ron~rec;~o internazion a le di l1rologia rlello scorso nnno .

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Nei casi gravi, ell e son rari, si può bttenere un buon risultato col sondaggio dell' uretere P lavaggio :del bacinetto , (eventualmente con la so11da ureterale a permanenza). L 'interruzione ·d ella gravidanza viene riservata a causa di eccezionale gravità invano trattato con gli altri mezzi e nella persistenza di feno111eni setticemici, ittero, ed altri sintomi !Preoccupanti. ROLANDO (Genova). - L'O. osserva che il re11e grinzo suppurante n on è un esito raro ed egli in casi tali 11a dovuto eseguire nefrecto1nia per n efralgi~ ribeli. Richiama l'attenzione sulle forme che si 11anno in convalescenza da parametrite e riferisce un caso guarito con l'urotropina. Afferma cl1e nelle forme gravidiche non bisogna essere aggressivi. PAVONE (Palerrr~o ) . - Fa notare che i lavaggi con soluzione di tachiolo ·del ba~inetto sia seguito spesso ·da ottimi risultati. Riporta un caso guarito con due sedute. Egli ritiene che l'azio11e ùel tacl1iolo riesca superiore all'ossicianuro di rnercurio e al nitrato d 'argento. BONANOME (Roma). - Riferisce su 4 casi di 1Pie· lonefrite acuta in cui ha dovuto praticare ln. nefrecton1ia e in cui i laYaggi delle pelvi uon diedero alcun risultato. S ostiene che la cura della pie] onefrite acuta deve essere medica, e chirnrgicq_ soltanto quando si stabilissero ascessi. Ar ESSANDRI (Roma). - Ritiene che le pieionefriti, ~ per .cosl dire essenziali, siano la massi ma par1 e di origine ematogena, perchè in genere 1e vie ascendenti portano a pielonefriti che rap,presentano manifestazioni secondarie e non pri1na·rie. F a notare in ri.g uardo alla stasi che questa non è la causa princi1pale perchè esistono sta5i senza pieliti e pielonefriti senza stasi, e perchè nelle :.dronefrosi secondariamente infette, l'infezione g iu11ge al rene 1p er via ematogena. Un'altra ragione è la bilateralità che si accorda male con la stasi. In quanto ai germi oltre i b. coli sono ancl1e frequenti i cocchi piogeni: stafilococco e str eptococco. E. d'accordo s u11a efficaria della cnra nei casi recenti e ·della difficoltà in quelJ c r roniche. L' urotropina per via endovenosa dà buoni risultati; migliori di quelli con neosalYarsan, n1a la cura va prolungata e essociata a lle altre cure gener ali. In quanto alla nefrectomiri fa notare che n elle forme unilaterali e con · asces' si 1nultipli, è n ecessaria. .<\NZILOTTI (Livorno). - Molte volte le perinefriti sono l'espressione di infezioni ematngen c con la .formazione di ascessi e ascessolini sottocapsulari. 1\i1ARGARUCCI (Roma). - Ri chiama l'attenzione sul valore della cura alcalina. Egli ha avuto ottimi risultati con alte dosi di bicarbonato di sodio. Riporta un caso di una operata di appendicite, in cui insorse u11a pi elon efrite, guarito con tal e sistema di cura. FEPRIA (Torino). - Parla in favore del Ja\·a~gio d el bacinetto n elle pi elonefriti. Per i diversi e r-

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SEZIONE

fetti registrati dai diversi autori dice che bisogu a tener conto delle stasi parziali ne 11' estremo dei calici la 1presenza delle quali mantiene le ,suppu1·azioni, tanto più i11 quanto -che sono difficiln1ente raggiungilt>ili dall'antisettico. (Fine della. seduta ore 12).

Seduta pomeridiana (ore 15). Presi·denza: tProf. FERRIA. (Seguito della d.i scussione sul tenia di relazione).

RAVASlNl (Trieste). - Riferisce storie cliniche di ammalati affetti da infezioni colibacillari delle vie genitourinarie e sui favorevoli risultati ottenuti col ·vaccino e autovaccino. Un caso nel quale l fenomeni acuti al rene facevano temere un intervento operatorio, fu guarito con la cura vaccini ca. 'CIMINO (Palermo). - Ricorda •come nelle !Pielonefriti ematuriche all'esame istologico non si trova nulla che giustifichi l'ematuria. Passa in rivista le lesioni riscontrate e i m etodi di cura proposti. Espone un caso persQllale caratterizzato da ematuria unilaterale, ribelle, cl1e fu operato di nefrectomia . .Presenta il rene asportato e varie microfotografie delle più importanti lesioni istologiche osservate. LASro (Milano). - Esipone il risultato ottenuto nella cura delle pieliti. Applica costantemente il ~atetere uretraJe, 1'11so endovenoso dell'urotropina ad alte dosi (8 gr.), l'autovaccino e l'eterovaccino 1per via sia endomuscolare che endovenosa, la lavatura del bacinetto, ecc. Ha ottenuto buoni rjsultati !Prossimi ma con persistenza di piuria e bacilluria. Spiega questo fatto con le modificazioni rr1orfologiche delle pelvi documentabili dalle pielografie. ~ICOLtCH (Trieste). - In due casi di pielonefrite ebbe guarigione solo con la d ecapsulazione, co1ne ebbe a comunicare al 3° Congresso. I~ILLA (Livorno). Riporta la sua esperienza sulle pielonefriti. Accenna ai vari metodi impiegati e so1pratutto alla immunoterapia. Ritiene che la ,p roteinoterapia aspecifica ha 1naggiore efficacia nelle forme acute ·determinando un più violento schok emoclasico. Sostiene l'importanz::i. del drer1aggio del bacinetto ed il lavaggio ·di esso. Br.ocH (Padova) . - Mostra alcune pielografie ottenute in caso di pielonefrite cronica nelle quali in alcuni casi non si ·è riuscito ad ottenere l'iniezione dei calici mentre in altri è osservabile che i ca lici ristretti lungo quasi tu tto il loro percorso sono dilatati alle loro estremità. ·R OLA~Do. - I reperti radiologici del dott. Bloch confe'rmano quanto l 'O. 11a affern1ato nella seduta !Precedente: che, cioè, il rene grinzo suppurante unilaterale come esito di !Pielonefrite è t utt'altro che raro. FERRlA. l'rae occasione per com11nicare g1i effetti curativi di alcuni casi di l{>ielonefriti con '

PRATICA

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i lavaggi del bacinetto. .S e il rene non è molto interessato, il risultato differente secondo i casi, può ragionevolmente attribuirsi alla possibilità ài drenare e lavare egualmente bene non solo il bacinetto ma anche i calici, e ciò dipenderà dal. l'an1piezza ·del colletto dei calici stessi. v·ozzA (Milano). - In 20 caisi di pielonefrite gra vi dica, in 16 fu isolato il b. coli tipico, in 2 il b. coli atipico, n egli altri 2 una volta il b. del tifo ed un'altra volta lo stafilococco !Piogeno aureo. In 3 caisi il b. coli tipico si è dimostrato emo litico (16.66 %) . • 1\.1INGAZZINI (risp.) . - Ringrazia tutti i Co llegbi che hanno portato il loro contributo perso11ale alla discussione, r en·den·d ola interessante e ricca di in.s egnamenti, dolente di dover dichiarare come la t.irannia del tempo impedisca spesso di dif fon·clersi su argomenti che avrebbero meritato u11a maggiore trattazione. Il relatore è d'accord0 col prof. Rolando nell'ammettere come la neifrocirrosi pielonefritica n on sia tanto rara, ma bisogna pur convenirne come è un esito che non è frequente cortsiderandolo in rapporto al numero delle pielonefriti acute che si osservano. Al prof. Ferria e al prof. Pavone ricorda come se è pur vero, ed egli lo 11a accennato, che il lavaggio del bacir1etto riesce qualche volta efficacis.simo, \I)erò tal altr::J. fallisce al suo scapo. I malati di solito iSi mostrar.o riluttanti a sottoporsi a tale sistema di cura. specialmente se l'introduzione del cistoscopia ·~ a~compagnata dalla febbre uretrale. Il prof. Bonanome ha giustamente attirato l'attenzione su un sintoma che si trova ricordato in \Vossi.dlo. I rapporti tra pielonefrite e perinefrite esposti àal prof . .i\nzillott.i si 51Piegano con la irrorazio11e Yascolare delle arterie, renale e c~psulare ·d el rene o con la diversa localizzazione (sott.opelvica o sottocapsalare~ degli ascessi. Il Margarucci ha confermato un sistema di cura poco in uso da noi , il prof. Ra vasini ha esposto i confortanti risultati della cura vaccinica non vantati da altri. Al prof. Cimiui il relatore ricorda come la pielite granu· Iosa sia stata descritta dal Taddei (1907) 1Prima di v. Frisch (1909) il quale del resto, cita nella sua pubblicazione il lavoro di qt1ell'Autore. .i\l 1prof. Lasi0 risponde parzialmente, perchè su alcuni punti risponderà il correlatore. Il tema si intendeva. pacificamente rivolto prevalentemente. a quel- ... le f0r1ne di 1p-ieJonefrite cl1e ·decorrono con sinton1atologié'. 1Pielica e non di quelle altre con sintorn i minacciosi con localizzazione ·p urulenta (11e· fri t 1 ~ aposten1atosa) e che obbligano il chirurgo n d ir1terventi s·p esso demolitori, e che del resto 110. r icordato tanto nella anatomia patologica co1ne n ella cura. Il concetto dell'idronefrosi da causa dinarnica non trova ancora quel consen so ch9 dovrebbe; il relatore ebbè aid osservare un caso di idronefrosi bilaterale con sindrome dolorosa (c0Jicl1e) ur1ilaterale e che da u11 lato parve in rapporto ~ on un vaso anomalo del polo inferiore. Malgrado il vaso fos•se !)tato sezionato e il ristagno

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IL

POLICLINICO

fosse ~ompletamente cessato, la dilatazione non solo rimase stazionaria, ma forse aumentò. L' i1111nagine di queste idronefrosi (comunicazione arn11ia 1ra calici e pelvi) rimane anche quan·do alla clilatazione sopraggiunga un'infezione, ciò che cotitu1sce un carattere\ differenziale con le 1pionefrosi primitive in cui la comunicazione tra bacinett.::> e calici, viene a trovarsi ristretta per pro cessi di sclero·s i •secondaria a .flogosi e co1ne 11anno dirnostrato le pielografie proiettate ·dal dott. Bloch. • Il 1prof. Alessandri ha infine ~ortato colla sua autorevole i)arola argo1nento validissimo a 1Sostegr10 de1 Yari argome11ti esposti dal relatore, in~ sistendo sulla frequenza e sulla importanza della via ernatogen.a, sulla bontà della cura urotropinica nelle forme recenti, la frequente ]nefficacia del drenaggio della pelvi. Nulla ha ·cla aggiungere a quanto hanno detto i proff. Lilla, Nicolich e Vozza, e conclude con le ::;tesse parol e con le .quali ha iniziato la esposizione: sui metodi di cura che è ~iù facile guarire n11a ~ielonefrite recente che migliorarne un'antica. C'JI 01'.IBINO (risp.). - Conviene col Rolando che negli t'siti lontani ,della :pnf. prevalga il quadro delle nefrocirrosi, .come egli stesso ebbe a.id osservare personalmente; si compiace che il suo metodo sj a stato apprezzato giustamente dal prof. Las io, ~l quale vorrebhe ·do1r1andare il meccanismo tera{PeUti co della sonda a permanenza, e il tempo neces~arto :p er la sua efficacia. Nei riguardi ~el catetere 11reterale a perrnanenza egli ·deve pure dire come molto spesso non venga tollerato . Il prof. LAsro risponde brevemente come l'effi, carta della sonda a perma11enza favorisce la diufl~3 i e qu)11·di provoca una specie ·di lavaggio del bacinetto. 1

Comunicazioni. •

LATTEHI (Palermo) . -

Su di un raro caso di calcole, si rcn,ale bilaterale. - Riferisce la storia, l 'esa-

n·1c clinico, radiografico, l'intervento felice di una \·olurr1in osa calcolosi bilaterale, proiettandone le diap9sitive. (Grnova). -

Voluminosa cisti solitaria r enale operata come cisti ovarica. - Una donna llOLANO()

aveva avvertito un anno prima dell'intetrvento un tumore addominale non accompagnato da nessuna sinùl'ome urinaria. All'operazione invece di una cisti o·yarica come era stata diagnosticata, si trovò una volun1inosa cisti r enale. Nella sua liberazione fu lacerato il rene ciò che obbligò ad un'immediata nefrectomia. Questo intervento è quello cui si deve necessariamente ricorrere in questi casi, prererendo quando è possibile la resezione totale d ell? cisti, ~etodo di scelta, o anche alla resezion8 parziale elle se è un intervento facile, espone é 1la reridi\'a. Discussione.

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A' 1ozz1 (Vigevano). - Riferi sce di un caso perfettQ1nente identico terminato nello stesso modo.

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50)

NrcOLICH (Trieste). - Due casi di i<tronefrc1si tratlmatica. -- Due casi di idronefrosi consecutivd ad u11 trauma riportato rispettivamente 4 e 3 anni prirr1a. Nel primo caso non si trovò nessun ostacolo al def1 usso dell'urina, nel secondo fu riscontrata. una stenosi cicatriziale. Guarigione dotP0 n efrect0rnia. (Trieste) . - Linfosarcomatosi dei reni e diel cuore. - La diagnosi di questa affezione fu fa:tta al tavolo anatomico. In vita, data la bilateralità dPlla l esione, si era pensato ad un l'e11e policistico. (Presentazione ·dei 1p ezzi anatomici). RA VASINI

ANZILLOTTI (Livorno). - Cisti solitaria del rene. - l T11a cisti solitaria del rene dovuta verosi1r1ilmente a malformazione congenita .da residui e1nbrio11ari con !fenomenologia epatica per conco1nitanti lesioni epatiche (colecistite ·Con rpericolec1.. stite'· operate rper via transperitoneale con àrenag·gio anteriore. L 'O. richiama l'attenzione sopratutto sulla difficoltà della diagnosi facilitata dall'esame 1P ielografico e dal rigonfiamento del colon. Discussione.

Vorrebbe evitato il drenaggio anteriore per il pericolo di aderenze a·d esso legate e consiglia quello lombare in ogni caso, anche dopo incisione anteriore. ROLANDO. -

F.\SIANI (Padova) . -

Calcolosi del 1·en.e i'n distopia crociata con calcolosi del r§ne distopico. -

InteTessante caso •diagnosticato per la contraddizior10 dei sintomi (aurnento .della piuria destra prerr1er1do la massa renale sinistra) e con la !Pielografia. PEP.Ruccr (Bologna) . -

Contributo anatomo-patologico, cl i nico ~ terape·u tico in un caso di 1iefl"ite e?norragica grave. -- Uomo di 38 a. senza cause

apprezzabili i1è remote niè recenti: ematuria renale destra ·d~prima lieve poi intensa interrotta con lo scapsulamento e la nefrotomia 1per 3 mesi, guarita poi solo con la nefrectomia. Si trattava, corne dimostrarono gli esami macro- e microsr.opici, di u11a nefrite diffusa. Nisro (.B ari) . - Cisti deJ bacinetto renale . - Raro sP. non unico caso di cisti incrostata del bacinetto renaJ e presentatasi clinican1ente e radiologicamenle r·01ne un a calcolosi renale a sede pelvica.

30 Ottobre 1925. .... cd11fa aritimeridiana (ore 9).

Presidenza:

FERRIA.

WIGET (relat. LASIO) (l\1ilano). - La pielogrufia nei tum'1ri renali. - Mostra alcune pielografie che dimostrano la bontà del metodo per le dia gnosi cli quei neopla c;mi renali che sviluppati ~re­ valenternente in corrispondenza del polo superiore s1 nascondono alla palpazione manuale, •


[ANNO XXXII,

F'ASC. 50 J SEZ!ON.F PHAI;l A

I

1?69

Ar.E:::>SANoar (Roma) . ·- Diagnosi precoce dei t1l·T 1lori rertali. Nei casi in cui la pjelografia non è po.:.--s~bile (irn1Possibilità del cateterismo) il ·p n eumopcr1toneo, ma pit1 il pneumorene svelano la lll'e~enza de! tumori renali, anche ·di dimen sioni piccole, per l'evidente alterazione del contorno renale. A sostegno di .queste affermazioni proietta 3 rartiogrammi assai dimostrativi, sip eci e dj unb del quale rri os1ra il ip ezzo anatomj co. Discussto"tie.

~sro. -

111siste per la pielografia, ricordando carne sia poco procl ive al pneumorene per i pericoli ai quali dovrebbe esser accompagnato e che sono stati denunziati da alcuni autori, specie fran (!esi. MTNGAZZINI. - Ritiene di poter intervenire n el dibattito, poich~ egli ha esegujto ciriea 40-50 pneumorene 58nzn aver avuto mai a lamentare disturbi degni di i1o!a. Una sola volta un transjtorio coll ..1sso, forse aggravato dalla pusillanjmità della paziente. Comu11q11e il pneumorene riesce sernpre meno fastidioso della pielografia, pur ammirando di questa i risultati. Per avere un'tdea di quanto pos3a rendPre il pneurr1orene, mostra due pneumo. reni di un r en e poli.cistico bilaterale in cui si ved,e ogni benchè minima sporgenza ed 1rregolarità del contorno renale. ALESSANDRI (risp.). - Il pneurr1orene va natu'Y'a]1ne1:Ste riservato a casi speciali, sopratutto n el tumori iniziali a sviluppo eccentrico. CfJIAUDANO (Torino). - Sulle ematurie essenziali. - Su 28 casi di ematurie essenziali, 7 vennero ::tl tavolo or;erator jo. I 11 base a questa esipericnza e clal!u stu.rfi o della I etteratur a, bisogna riconoscere eon1f. n on Sllm1pre Je lesioni che si riscontra110 ist0Jogicc.arn ej1te sono 111 grado dj spiegare l 'en1a turja di quella speciale s indrome che appunto per que~to Y'.l compresa sotto jl non1 e di ematurie csseI1ziaJj . l e quali spesso unilaterali si beneficano spe~ so, sebbene non sempre ·dello &c~psulu­ ment o, rr1a c11e obbliga110 talora a ricorrere alla nefrectornia. 1·At<no (Palern10). - Costante d'Ambard e cause extrnrenali. - A proposito di un caso personale, l 'O. consiglia cli calcolare il D per la Costante

d'Arnbard itJ. base alla quantità giornaliera delle urinE, realn1ente em essa d urante il giorno intero e non solo a quella delle .due ore, e di conferire inveC'e un maggior ·valore all'eliminazione della ftaleina che si è dimostrata più costante nei risult :tti. RoLANoo (Genova). -

'

Calcoli ureterali, dimc;straziorvi cliniclie e radiografiche. - Mostra breve-

rnen 1.e i vari racliogra1r1mi in diverse posizioni di una calcolosi ureterale'. NrcoLTCH (Trjeste). -

Su di un caso di uretere ao-, pio unilal~rale diagnosticato con la cistoscoPi<l e la p ielografia. - Mostra la pielografia di un e~ so

del genere.

Discussione. MINGAZZINr. !_

11niln tera le.

Proietta 4 casi di uretere doppio

DE GTRONCOLI (Venezia). ·2 casi si1niU. CA::;suro (Ròrna}. genere.

Ricor.da •di aver visto

Fa proiettare un caso del

BONANOì\IIE (Roma). - Richiama l'attenzione del. l ' ...\ssemblea su di un suo la,roro sull'argomento 1p ub.b licato già nel 1914. CI NLI~~O (Palermo). - Dilala::.iorie cis tica delt' es trenio ittferiore dell'?lretere sinistro con calcolo ur:etfral.e. - Riferisce di un caso trattato co11 la

folgorazione linea.re e guarito in tal modo. Di scussione.

LILLA (Livorno). - Riferisce di un caso di dilatazione intracistica dell'uretere trattato e guarito con la elettro-coagulazione, preferibile e assai m eno rpericolosa a qualsiasi intervento cruento, cl1e rimane invece da seguirsi n ei prolassi del1·uretere. C.tSSUTO, FASIANI e FERRIA r icordano ognuno i . loro casi osservati. AscoLr M. (Roma). -

Su di un caso di ulcera vescicale da bact. coli. - Si trattava di un ra-

gazzo con precedenti tubercolari con ulcerazio11i vescicali all'apparenza ti1pica1nente tubèrc0Jar1 presso il meato ureterale destro. Cateterismo ureterale a destra impossibile. ·Nelle urine n egative le ricerche per la tbc. si coltivò ·da es.se il bact. coli. La nefrotomia èsplo. rativa riuscì negativa a .d. Il riposo, le lavande vescicali migliorarono questa lesione, la quale guari 1n 'b reve tempo e con Je comuni cure. J) iscussiorie .

Ft::HRIA (l'orino). - Rjcorda u11 cas'O simile riferito i11 un altro Co11gresso. Bo~ANO!\lE (Ro1na). -- ·Molti anni ad dietro ebbe ad osservaTe una ulcera co.n gli stessi caratteri descritti dall'Ascoli, e cl1e :fu trattata con succe.s~o dopo vani tentativi con a ltri rimerti, con la elettrocoélgulazi onA. Sull'antica cicatrice, però d opo qua lche anno .si impiantò un carcinoma che condusse a morte la paziente. ·ASCOLI (risp. ). - Fa risaltare sopratutto la cronicità e la progressività della l esione nell'ulcera crani ca semplice. PISANI (LASIO, relat. ) (ll\1ilano) . - Forma rara di tubr;rr,olosi vt>.~cicalc . - Caso interessante di una fornl a certo non comune ·di vegetazione tbc. a sede unica· i11vece che diffus a con tendenza a crescere in Joco ed infiltrarsi si110 nd a ssmnere vero e prl"'1prio aspetto di u11a forma n eoplastica . L'insorgenza <l el la lesione è ·stata tardi\ra (6 anni do·p 0 una nefrectomia per tbc.), su una vescjca precedentemertte sar1a o meglio su una vescica che se fu affetta da lesioni tubercolari i1e era cornpleta-

rncn1 e

~r!arìta.


-1770

IL

POLI CLINIC~)

Il 1ratt::i.mrnto con corrente ad alta fr equen za falll com:pletam ente, la guarigione fu ottenuta completa s oln mecliante l' escissione ùella massa. C &.RNELU TTJ (LAS IO

rel.) (Milano). -

ll mesotorio

nel la cura cl ei tum ori papillomatosi ed 'l1if il trai i deLla ve scica. - Bisogna assolutamente ricreder si

sull'effica cia di qurst0 m edicamento, i cui risuJ1a1 ti son0 stati assolutamente nega tivi. F orse i pazienti con can cro della vescica se ne giovano in un prin10 tempo pel' una diminuzione lieve del1 ·ernaturi a e d ei dolori, ma l'accrescimento d el n eoplasm a seguita inesorabile. 1\•{ tNG.\ZZlN e (Roma) . Conferma esattar11ente ·q11cJlo ci1e di ce il Carnelutti avendo avuto ca11J1p o di sp erim en t~ re inutilmente questo rimedio i11 u11 111alato a f!etto da epitelioma vescical e. ~[ATTIOLl (Bolog·na) e BRUNI (Napoli). Rip orta110 -0gnuno u11 caso con gli stessi risultati. (senior) (Paler mo). -

tf'rat1ITa, furono seg·uiti dalla guarigione cornple'ta, in grazia all'accorgim ento ·della frantumn.zio11 e completa ·dej ca lcoli. (J3ologna). - P iel ite e cis t·i te da ameba co li. - Un caso di cistite e 2 casi di pielite da n.meba coli, notevoli per la rarità ·dell'affezione. Nella ve5cica s1 riscontrano delle lesioni caratteristiche per delle rilevatezze cerebriformi, di color grig·io sp or co, cl1e eliminan·dos i dànno origine ad ulcerazioni . Cli11icam ente queste cistiti sembra si rn.ratterjzzino p er la pollacuria notturna inten sa, ~·p e çj e in rapporto a qu ell a della giornata. :Vl ATTIOJ.r

v\7 TGET (LAS IO rel. ) (Milano). - Sul v alore emo.<;/a,lico del cloruro di calcio p er via iendOV'e nosa r·o1ne preparaziorie alla pros tatectomia. - In base a 50 casi seguìti a ccuratam ente, il Wiget ·conclude

com e l'iniezion e endoven osa di 1 gr. di cloruro di cnlcio (sol. al 10 o al 20 %) a'l.11nenta la coagulabilità del sa11gue e abbassa o addirittura an11 u Lla il 1 p ericolo della em orragia dopo la prostai ::ictomia. •L'u so del tam ponamento della loggia prostatica è tato ristretto a 'POCl1issimi casi. da q11esto se n e può dedurre l a bontà del m etodo. I> i se llssione.

(•Genova). - Non vorrebbe rinunciare i11,rece al tarnponamento ·d ella loggia prostatica che gli sembra l)il't sicl1ro. Il:JNANO~lE (R01na). Sostiene in'rece come il ta111pone risveglia facilmente dolori e tenesm o e co11trazioni vescicali. BRUNI (Napoli). - Ha somministrato 4 gr. di clor11ro cti calcjo .p er bocca ma non ha avuto costan•~1l1 c·11te ris11ltati così brillanti. Proverà il metodo. ROLANDO

l.>" VONE M. (junior) (Palermo). -

,.,,,,·io

I l cloruro d i nell e i ntossica;;ioni da cocaina. - Speri-

1JlP11ta.J1nente la son1mini strazione di cloruro di c;1l c10 1prim a, durante e dopo la sommir1istrazione

XXXII , FA3C. 50]

·di dosi m ortali e doppio cli queste, rrduce o aboliscf' i fenorneni convulsivanti cta avvelenan1ento di cocaina. Clinicamente in due casi con l'iniezione endovenosa ·di cloruro di calcio (4 gr. ) si ottenne la remissione rapida dei fenomeni tossici da cocair.a. c;ede del futuro Congresso fu scelta Padova, a temi ·di relazione : « I l reflusso vescico-rena!e » , e < La Cl iagn osi e la cura d elle vescicoliti )) . A

1

E. M.

LA CLINICA OSTETRICA PERIODICO MENSILE di ostetricia, gi•n ecologia e pediatria, per i medici diretto clad prof. PAOLO CAIFAMI 4

L itotribolapas si i 11, 1tri ba1nbirio a 2 anrii e 8 1nesi ed in una baml>i no a 3 ar,,ni. - Casi che, eccezionali nella letf>.\ VONE l\II.

[ANNO

prat~i

Il fa&cioolo 11 <Novembre 1925) oontJiene:

Lavori originali : M. BOT,AFFIO: Malia .ria :e ia.nmnj.a tielle graJVide. Fatti e documenti (Casistica clinica ed anatomica) : A. MATERZANINI : Sqpra dru9 iea& di stenosi ipelrvJea in g.vavidanz,a tra.ttartii ooai La si·n.fìsiiectoilllia parzdale od « operazi01I1e di Cosità » . A. FORNERO: Tre ~ra­ zionri. -cesaree per d·i stocda a.pJX>rtata 1,alle pall'ti molli. La. rubrica degli errori : B. RAGUSA : Inveren0I1e pue.r•perale delil.'utero .:Lruva.a ta in clindica oon di.agnosi dii fibroma sottom ueoso. · Riviste generali: G. OOJANTI: La d~or'11azione dell1.epitelio e dei villi oor·i ali n·e lla fie:.izypatolo gia ootetri:ea. Dalle Riviste : Ostetricia : L 'ecl1amrpsò.smo. - EciLall'.IlJpSia e pressiione i!nt.riaicrandca. l%l·aimps ia e costituùone. La. tossiemia eclaimpti•oo. e la glomemùl()..nef.rite aicuta. - I l trattamiento e.on il g'lu.c osio e l 'irn,SiUlina dei vomiti illooercibiLi della gravida.nza. - Meta.bol:ismo dei carboidtrati dura.nte la gravid.ainZla e valore dell'iinsulirrua i1>er l'ostet1'1ioo. -.... Cinecologia : O.motr.a.piamto del tessuto oval'liico. - Tra.piam.ti OV•artici. - Mu.coea utEr rina nella tub.a. - P erme:i.b:ilità delle tube. - Un buon esito remoto dellia. salip.in.gostomia. - Il trattamento ·d ella dliame.norrea.. - La diater:mia n el1a gonorrea fem:miinile. - Pediatria : InieZJio ne intra·c a rdiaca di adrena.lina. nell'.arresoo del cuore. - Tempera.t ure a.bn-01'1DJ di 'llll neooato. - Febbre tl'-amsitorja dei neonia ti. Note di· Biolog ia: Rad~o-ecmtamento delle ghiamidole seesruald e n:ingiovani1mento. - Irr.adiazione Roenrtgen e sistema nervow vogeta·t ivo. - L'.irufluenza sul feto dei ragg.i Roentgen. - Ormorne sessuale fem·m ,ifillile. L'es.tiiatt.o di corpo lnteo dmped:iece l'ovullazione. - Ma. lattie outa.nee nei d.istt1rbi della futnzione ov.a.xi<>a.. Sulla ste:nilii zzazi<>ne temporanea media "'.te iniezione d i liquido .sem,i na le nella femmina. - Ga&s"' ' aOJione e mi. dollo QE;Seo. - Azione della surreneotom.11, l'lli testic<Yli e sulle ovaie. - Sesso ed epoca del conct. ..>iimento. Qu.a aido dnizia la ~r avidan11a. ? - Mestruazdo.ne e sv.i1-ttppo fetale. - L 'immunità natura.le •n ei neonati. Tecnica: Scelta del donatore nelle traefueioni di gran·di quantità di sangue. - Sulla trasfusione del sangue. - Intieziioni di (( litt>iodol :>. I iibri. Varietà : Nascite nelle rit irate dei tren;i. - Proliificità eccezionale. - Un p01rto quintuplo! - L e dmprcmte digitali dei neonR.ti. - Coll()(ID.be -Oihe diventano. colombi. - Confronti statistici fr a. GeI"D1arnia e Fra nc1a. Notizie : Libere .docenze. - Fonda1..i<>ne internazionale di Gineoologia ed Ostetr.iciia. - I Cangr~ .rimterna.zi~ n·ale nelle leva.trim. - Corei accelera1.i d.1 ostetr1c1a n egli Stati Uniti. 1

Abbonamento J>6r il 1926 : Italia L. 32; Estero L. 45. Per gli abbonati aJ. ., Policlinioo »: Italia L. 25, Estero L . 38. Un fasci colo separato L. 3.50. Invi:ire Vagllia poetale a.I Ca.v. LUIGI POZZI Via S:istdna., n. 14 - Roma. ,


• •

I ,t\N~O XXXII, F ASC. 50]

SEZIONE PRATICA

1771

i\PPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA. Artrite cronica dell'anca con sublussazione e anchilosi progressiva nell'adulto. ..,e i1e occnpano P. Delbet e .P . Mornard (R e?.:ue rlr Chirur,qie, n. 1, 1925, pag. 13).

una for1r1a di artrite cronica dell 'anca nettan1cnte caratteristica per i suoi sintomi e oscura per la su a natura. 1Si 11a specialmente nellù. don~ na, tra i 20 e i 50 anni, manifestandosi in si<iiosamente, sen za n1alattie general i n è traumatic;mo, senza antecedenti di claudi.cazione, senza doloi-e, se11za jnterruzione della '"ita otdinaria. deJl'an1i11a!.ato. I. ·arto s1 i)resenta pri1na 1pesante , pni lo si trascina; inf.i ne l 'ammalato zo1ppica. Condizioni generali ben conservate. I segni positivi sono: atrofia muscolare, a!t.it:1· tljnc;i viziosa, rncr0rciamento, U1nitazione, clei m o' 'i1nenti. ~on esiste nè calore locale, nè adenopatia, nè pt1n~o doloroso. L'evoluzione è insidiosa, senza crisi acute, senza ascrssi. La lesior1e ·è t1njlaterale. Il reperto radiografico è inter essantissimo per· rhè mostra 11na ~ ublussazione postero-s11periore, ~on lesioni del collo femorale, il quale si presenta ispessito, co11 angol o di incljnazione o e1 V·1· -tlia~jsi più o m eno a umentato per raddrizzamento 1n confro11to all'asse ùiafisario. ! Al testa fem o1ale può essere appi attita fino ad assui:nere l'n.Epetio tampone di vago11e ferroYiario; parte SlJipPriore <lel cotilo articolare schiacciato (spianato) e sor1non tato da osteofiti i quali riempiono la sua ' parte i11feriore n ori occnpata dalla testa .femc::-ale. Illustrano sei ca i. È

'

I. - Donna di a. 49. /\ 47 anni incominciò sen sazione di stira.m ento nell'anca, claudicazione sempre più accentuantesi, 1na senza dolore. L' ar to jnf eri ore sinistro si 1presentava addotto, flesso e rotato leggermente all' esterno; raccorciato di 2 cm.; anchilosi pressoch è totale dell ' anca. Radiografi ca1nente testa femoral e appiattita nella regione superiore esterna o ·debordante dal . collo fem(Jra1e che si 1presenta con uri angolo d1 184° gradi sull'asse d el femore; un terzo della testa sp0rge dal coti 1o, ingrandito, eroso s ulla .~arte s uperiore, ruperto; in qualche punt~ ost.eof1t1 . . Cicatricj multiple a11tiche all'arto infer1ore s1n1stro e destro al braccio d estro ed all' angolo d estro ·deì masèeJlare datante dall'età di sette anni. Nessun trattamento. CASO II. - Don11a di a. 39. Da cir·ca un anno pesB.11tezza dell'arto inferiore progressiv.a fino alla claudicazione· non dolore. L'arto si presenta un ' . po' atrofico, in leggera flessione, addu~1one legO'era e rotazione interna poco marcata; Il trocantere è risalito .di cm. 2.5. .Non dolori articolari. Mo\rimenti dell'art.i colazione ben con$erva1i, ma c~so

11anno ;p erduto parte della loro estensione. Radiografica.mente collo femorale in posizione m olto verticaJe, testa appiattita, a fungo; parte posterosuperiore del cotilo schiacciato, quivi osteoJiti i1umerosi. W. negativa . CASO III. - Uomo di a. 25. A 24 a11ni spontaneamente senza ·dolori acuti senza cessazione del ' lav0ro, claudi cazione. Mu.scoli della coscia sinistra atrofici; essa si presenta leggermente fl essa con adduzione, rotazione esterna; accorciamento di 2·3 cm. Nessun 1punto doloroso locale; anchilosi marcata. Ra.diograficam ente testa a fungo, con o.steofito sul collo; cavità cotiloidea appiattita in alto e indi etro, n ella sua parte i11f eri ore è ri piena di osteofiti. 1

1

IV. - Donna. d.i a. 21, commessa ·di n egozio. Da 18 m esi claudicazione senza cause ap·p arenti; solo a sera lieve dorare. Da un mese s offre <li più, ma con dolore di sede n ella fossa iliaca destra. Atrofia marcata della ·Coscia destra, flesa; 1/2 cm. di accorciamento. l\llovimenti dell'articolazione al-quanto limitati. Non ipunti dolorosL Radtograficamente testa femorale appiattita, d ebordante dalla cavità articolare; collo corto e tozzo ron ang·olo di inclinazione sulla diafisi di 137". Cotilo eroso nella sua parte 1postero-superiore; qurvi e nella parte inferiore d ella cavità libera osteofiti. In seguito, essendo stata sottoposta s olo per 15 giorni ad aipparec.chio ad estensione contfntia, le condizioni funzionali risult-ano peggiorate. ·CASO

1

1

CASO V. - Don11a ·di a. 43. Da 10 anni dolor~ saltuari al ginocchio ed alla coscia di ·s in istra. Da 11n anno claudicazione, ·coscia atrofica. Accorcian1ento dell'arto inferiore sinistro di cm. 1.5, perchè il gran trocantere è risalito. Flessione ed abduzione leggera, forte rotazione esterna. Movim enti limitatissimi indolenti, non punti dolorosi. Puntura esp]orativa dell'articolazione del1'anca negRtiva. Radiograficamente testa femorale poco deformata, irreg·olare inferiormente ed all'interno , collo corto di .sinistra e largo 7 1nm. più del destro, e forma un angolo ·di 167° perchè n1arcatamente eretto sl1lla diafisi. Orlo cotiloideo appiattito sulla parte postero-superiore, sormontato da osteofiti cl1e invado110 il resto della cavità, non occupata' dalla testa femorale perch è sublussata. L'altro lato, il d estro, sano, non è perfettamente indenne. CASO VI. - Donna ·di a. 46. .P er alcm1i anni coxalgia. ITn seguito caduta sul dorso. Di poi do: lore all'anca destra, senso di rp cso. Dopo 4 mesi rotazione esterna ed abduzione li1nitatissime. Cu1·ato come coxite t.bc. per 2 a11nj (immobilizza zione, ecc., i11iezioni alla Calot), di1nagrimento. Nessun m iglioramento. JURA .

Il reumatismo vertebrale. Il reumatismo vertebrale è 11na malattia ben caratterizzata dal punto di vista dell'anatom ia p atologica e della sinto1natologia. :e caratteristi ca in esso la formazione da osteofiti ·di forma e loca


177'2

(_.\NNO

XXXII,

Si d eve imporre al malato un

r~poso

IL POLICLINIC'J

lizzazion e irregolar i, che, alla radiografia, si disegnano come uncini o becchi di pappagallo. ~ el quadro clintco d omina l'assenza di dolori; si ha una rigidità della colonna vertebrale in causa d ell'ossificazione legamentosa; oltre al rachide sono presi le anche, le spalle e, talora, le ginoccl1ia, le articolazioni sterno-clavicolari, t emporo-rr1ascellare, i11 breve, tutte le articolazio11i inunite di m enisco. Secondo Léri (Le Scalpel, 4 luglio 1925) n ell'eziologia, si trova sempre una blenorragia, che può svelarsi con la presenza di fila1uenti o la tubercolosi ad andamento torpido. La diag11osi differenzial e va fatta so1p rattutto con la sponclilosi rizomelica; questa è, in qualche modo , 11na m enisco-legamentite ossific.;ante sistematjca ad eziologia nota, il r eumatismo vertebrale è inv ece un'affezione osteoperiostir a ati- , pica di origine ign ota. La prima si inizia con un 1p-rocesso di rarefazione d el lo scÌ1eletro, di osteoporosi n el corso del la quale, il malato si curva in ava11ti per schiacr.ia1ner1to d ei cor pi vertebrali; r ossifi ca zione lega1r1entosa è, in ro m1plesso un'ossificzione terapeutica. Il r eun1atismo v·ert ebral e può essere 10r alizzato jr1 une o n ell'altro segn1ento del rachide; e~so viene spesso confuso con la lombaggine o con la sciatica. Di frequente i11 questa sciatica di origine rachidea, .. i trova una scoliosi detta antalgica. Alla scl1iena , il re u1natismo \1 ertebrale 1prende l' aspetto di n eural gia intercostale, alla r egione cervicale, esso può determinare delle paresi o d ella parali si di una o due radici, provoca1~e un torcicollo. Il trattan1ento della sipon.dilosi rizomelica, durante il perj od o di eYoluzione, sarà eziologico (salalo, vaccinazione antigonococcica, ins tillazioni di nitrato d'argento) ed ortopedico (1nantenere una bnona :p osizione). Le resezioni dell'anca non hanno dato buoni" riiSultati, la creazion e di n cloartros i sottotrocanterichP deve esser e ancora studiata. Quanto al reu1natismo vertebrale, si adotterà u11 particolare regime, si userà il calore, special· 111e11te sotto forma di diatermia, le radiazioni, ed in certi casi ribelli, l'ablazione chirurgica di un osteofita cl1c irritasse una radi ce. fil. I

TERAPIA. 11 trattamento pratico

dell'emotti~i.

P . Lo,vys tJournal des praticiens, 3 ottobre 1925) consiglia anzitutto di evitare al mp.lato dei movin1enti bru::,cl1i, l'ascoltazione, ecc., che potrebbero aurnentare l'emottisi; co ì pure è inutile di per, i.ere del t em·p o con i11i czioni di ergotina o prescrizioni di adrenali11a od altro.

FASC. 50}

asso.iuto ed immediato; lo si spoglierà con cautel a e rapidamente e lo si m etterà semiassiso nel letto, bene appoggiato sui cuscini, col torace in alto e col corpo ricoperto, ma non ecçessivamente. L~ sì 1ascerà solo con un a ssistente di nervi calmi. Si rnanterrà la carnera ir1 una semioscurità e si proibirà al malato di 1Parlare, ricorrendo soltanto a cenni con le palpebre. Si faranno applicare dei senapismi ai polpacci e si 1praticherà un'ini ezione di cloridrato di ernetina, non oltre1passando 8-10 cg. ed arrivando al massin10 di 1 g. come dose totale. Sj potrà anche far e inalare il contenuto di 1-3 fial e di nitrito ·d'amile. Prescrivere una pozione emostatica., come la seguente: cloruro di calcio, g. 4-6; sciroppo di oppio, g. 50; acqt1a distillata q. b. 1p er crr1c. 120. I

1

Lo sciro1ppo d oppio può essere sostituito ùa uguale quantità di acqua cloroforn1ica o da tin, tura di scorze d'arancio amaro. Disinfezione d el r in o-faringe e della bocca. Non inquietars i per la costipazione dei 1primi 3-4 giorni, in seguito dare della polvere di liquirir.ia o dell'olio di ricino; se si d eve fare un clistere, iniettare, 1-2 ore prima l 'emetina. . Il regime varia dalla dieta assoluta alla nutri-_ zione leggera, pa&sando per la .d ieta idrica. e. lattea. Bere lentamente, bibite fredde o ghiacciate; r1on r~prenùere che assai lentan1ente l'alimentazione normale ed i cibi caldi. .s e l err1ottisi -è sostenuta .da violenti acces i di tos·!?e, non esitare a fare 1-3 iniezio11i di mezzo cg. di n1orfina con una di olio canforato. La veccl1ia ~p eca è sempre buona, ina non -si deve raggiu11gere 10 stato vomitivo, n1a arrestar si a quello n a useo. o. Un buon emostatico è il siero gelatinizzato, cl1e. secondo l' A., sarebbe st1periore al si ero di cavatlo. Può produrre forte r eazione f ehbrile e sarà bene p revenirne la famiglia. L' jpofisi ha effetti incostanti, ma talora veramente notevoli. L'A. consiglia l 'ini ezione er1do,re11osa (pr eceduta da un a sottocute di olio canforato) d ella dose diluitn. in 10 c111c. di siero; !'iniezione va fatta assai lentam ente (3-4 m inuti a11n eno), so~p endendo1a se si l1anno i·eazj oni troppo vive (d ispnea, cefalea, tendenza si11copale). Co1n, dosi sono con_igliab:li c1nc. un quarto il prin10 gior·110, n1ezzo il Beeoudo, tre <111arti il terzo ed uno i1 ei giorni seguenti fino alla e;ec;sazione d el] 'emotti si. Recentemente è stato iiroposto l'iniezione endoYenosa d i digitale (mg. 2,5 di u in trait ») con ipcr.a 1


Il

[ ..\NNO

XXXII. FASc. 50)

SEZIONE PRATICA

(dose di cg. 20); se i1e usano 1-2 fialette al giorno per dieci giorni di seguito. Il pneumotorace, che sarebbe il modo più razionale di trattamento non è sem1pre realizzabile. In manca11za di esso, nelle emottisi drammatiche per la l<'ro abbon.d anza, s i ricorrerà alla legatura degli arti, applicando delle hende di flanella attorno alla radice ·degli arti e, stringen·dole se l'emotttsi ripreBde, si dovrà sopprimere la circolazione venos a, ma non interrompere qu ella arteriosa. J:vitare l'uso di qualsiasi antiterrr1ico e fare sempre prognosi riservata. f i l.

Il cloruro di calcio nella tuber colos i. llo8en (Journal des praticiens, 8 agosto 1925) usa delle soluzioni debolissime di cloruro di calcio (1-1.5 %) di cui inietta og11i due giorni 150-300 eme. .... ono necessarie ·d ue cure di 15 giorni, con intervallo di 10 giorni fra l e due serie. Il rimedio era stato introdotto anche in soluzioni concentrate (al 10-iO %) , ma aveva prodotto degli a ccid enti gravi, anche solo p er l'iniezione endovenosa di 5 eme. È necessario unire un regime ali1r1entare ricco di ealcio (latte, legurr1i verdi) ed ordinare la calce anche con la seguente prescrizione : cloruro di calcio cg. 10; ' creta preparata cg. 20 ; fosfato tricalcico cg. 30. Per una carta (il r loruro di calcio è però deliquescente! N. d. 1R. ) ; farne 1prendere 3-6 al giorno. Si IPOSsono prescrivere anche la polvere d'ossa, i gusci d'uovo, i glicerofosfati. Secondo quanto r iferisce l' A., la febbre, dopo un aumento transitorio della t emperatura •ve ~p er­ tina consecutivo all'iniezione, cede, specialmente se essa aveva un tipo continuo. Così pure scom1paiono i sud ori profuBi, la tosse e gli sputi; i bar.illi di Koch sono scorn~arsi qualche volta in tre m esi. L' A. assevera, anzi, che se i bacilli non scompaiono dopo .la seconda serie di iniezioni, la prognosi va ritenuta oscura. f'il.

Elioter apia e t ubercolosi. I raggi solari e gli ultravioletti artificiaJj possono esercitare un'infln enza regolatrice sul rr1eta _ bolismo del calcio e del .fosforo nel rachitismo e i 11 condizioni 1 p at0Jop:icl1e affini. ·Ciò è abbastan7.n. bene stabilito. Nella. tubercolosi, nella .quale vi è pure i..1n alterato ricambio del ca lcio, si riteneva ·Che i raggi ultravioletti notessero esercitare un'azione bene. fica influendo su questo ricambio, ma H0we e Medlar (rif. in Jo urn. A. M. A. , 8 agosto 1925) n egano che n ei tubercolosi adulti i raggi .solari p gli ultravioletti modifichino in alcun mod.o il con I enuto in calci o e fosforo del sangt1e.

1773

Il beneficio che in molti casi indu bbiamente si trae da questa forma di energia :radiante, deYe quindi essere spiegato con altro meccanisrr10 di azione. OORJA.

Sulla patogenesi della crisi d'asma e suo trattamento con la belladonna totale. La crisi d'asma ·è spesso legata ad una sensibilizzazione dell'. organismo e rappresenta un fe_ nomeno anafilattico. 1P erò a11che un 'irri.tazione dei fil etti sensitivi della pituitaria, u na sipina tubercolosa polmonare o pleurica, possono costi· tuj r 2 il punto di partenza di un riflesso p::.·ovocatore di crisi dispnoiche, tanto che sovente, ri· rr1ossa la ca11sa, può aversi la scoIDjparca o la dimj11uzione dei sintomi. Nigoul-Fissaul (Gaz. dies h 6p., n. 34, 1925) insiste, per l'or igine della crisi d'asma, 6ulla fr e_ quenza della tubercolosi e di una lesione tul>ert:olare sconosciuta, per ch-è silenziosa. Ad ogni rno,do r esta sempre la nozione ormai accettata che la crisi d:asrna è funzione d'ipervagotonia e il suo trattamento consiste nell'utilizzare una terapia jnibitrice de11·1rritabi.lità del p11eu1nogaistrico. Sembra che la belladonna totale sia per l'asma ciò che la digitale è tPer l'asistolia. Essa rappreser1ta, allo stato puro, solubili e rigorosame11te dosati, tutti gli alcaloidi, principìi attivi dell'atropa bellajd onna e particolarmente l' i osciamina ~evog.ira. E stato dimQstrat.o fisiologica, mente che a parità di dose la belladonna totale ha azione ·d oppia dell'atropina. L'A. è riuscito ad arrestare ·p rontamente la crisi d'asma ·con tale medjC',arnento in par e~cl1i ammalati. La via p r e!erita per la somministrazione è quasi sempre la via sottocutanea o intramuscolare alla dose di 1 eme., cioè tnezzo • 1nilligr . di bellado11na. Naturalmente bisogn a anche rimuovere il momento causale e quindi cauterizzare la m ucosa nasale, curare la tubercolosi, ecc. Se è in giuoco l'anafilassi, si d esen_ sibilizzerà l'individuo. A. Pozzr.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. l

Studi sierolog ici sui tumori.

Tosl1il1ide Oguchi (The J ap. m,ed. lVorld , 15 dicembre 1921•), da esperi1nen ti che rlescrive minutamente, e che consistono n el r icer care la reazion e delle preci.p itine tra vari sieri di animali normal 1, ino\ ulati con estratti di tumorL o anc11 e dj te ') suti normali, e· un a ntigen e di. sar coma d j topr , prep1rato dall'A. , conclude cl1e i t umori son o ant1genj deboli, i1iù d eboli dri tessuti normai i


1774

JL POLICLIN lCO

rna :,pecifici n el sen so che danno a11ticorpi di versi dai tessuti dell'ospite, e sempre gli stessi, anchf. qun ~ 1do cr esco1'lo su animali di specie di v€r~a. DOHI A.

La reazione di flocculazione nel cancro. ..\. e H. Roffo (Prensa mé4tca Argentina, 19Z4, n. 101 ha11no applicato il metodo Sachs-Georgi u s ando antigeni da cancr.o del ratto, o embrioni di ratto, o cancro mammario uman o, o tessuto n1etustatico ghian,d ola.re. Il can cro del ratto diede evide11tissi.mi risultati positivi n el 94.65 % su 161 casi di cancro, e risultati n egativi nel 98.94 % su 95 i11alati non afJetti da cancro. L'intervallo più breve ·d ecorso dai ,p rimi sinton'li della malattia era di venti giorni. Un cancro della vescica ch e Ti.m ontava a tre mesi reagì po.s it L,ramente a quattro differenti antigeni. 1

M. C.

POST A DEGLI ABBONATI.,

Prostatici sen.:a ipertrofia prostatica·. Il.

All'ahb.

1180-1:

Sotto il n o111e di ,, Prostatisme sans pro~t;,ite ,, c he ricorre così spesso nella letteratl1ra fra11cese, anlJp lissima su questo argomento, si d e' Tono raggruppar e tut tj .que~ tipi qi ostruzioni o d i c!e tor1r1azioni d ello sbocco vescicale che interessano la regione ·dello sfintere interno e dei con11gui te :;uti p criuretrali, e che non po&sono essere classificati nelle ipertrbfie a·deno1natose o nei tumori ir1a 1igni d ella pros tata. Alcuni tipi di queste co ndizi oni patolog·iche sono stati cl1iamati con mol ti diff e renti i1on1i. P er esempio (( .n arr a » con che alcu11i jntendono un piccolo adeno1na dell e g1'.ianùole di 1\ lbarran, altri forma zioni trasversa I i occlusive, scl erose. Gli A1r1ericani parlano di "« contracture », i fra11cesi di cc t>arriè res », cc brides '>, <e ,.é\ l vulc » , ·d el collo vescicale. Mari.011 nell'Ericiclopcclia fran cese .di Urologia, piuttosto cl1c ad lllta cau a or g anica crede che i disturbi siano f11nzionali e da m ettere jn rapporto o con unajn_ "ttff' ci e11za 1nuscolare d el d etrusore o con uno =-- va ·1no clL'I collo. A me pare che questi casi, ù ip ~ 11ù en 1 i o no <la l esioni del sistema n er\·oso t:e11trn l1·, <l l~h 1> a 11 0 Yc11i1·e esclusi da questo capitolo di t>a tologia 'e;;ci<.:ale. Come pure i ca si di ipertrori 1 con grn ita dello s fint er e qua1i qu elli d escritti tln r ·our1 g e d a Ru hr !tiu . B encl1è questa es5e11d o in fo1tc lo 111t o'1taco lo organico all'emissione delr11rit1n pottPbhl' rientra re in una discu ssione ull'a r t'.,.OllH'ttlo. n allu tu rlio dei layori di Randall, \ Ol•ng, Ll'gucu, Deer, \ ·oelcker e \\·os illlo, Caulk,

[ •.\~NO XXXII, FASC. 50]

a iue pare che sì p o ·sono distinguere a11ato!1topntologicamente le seguenti varietà: 1) tSclerosi del labbro posteriore deUo sbocco vescical e con accorcjamento .della distanza tra esso e il veru m ontanun1; ?.~ sclerosi ·di questa stessa porzione dello sbocco diffusa però verso il trigono con la risulta11te te nclenza a con trarre i l c ollo trasversalmente; formazioni a barra co1nposte di ele rr1en I.i gl1iandolari ipertrofici rico1p erti da una rnu co::ia. con infiltrazioni infiam1natorie· ' 4) ipertrofie ghiandolari isolate delle glan.ùolesubcervicali .di Albarran; 5) atrofia d el la prostata con dimi nuzione di \'o I un1e della ghian·dola; 6) sclerosi dello sfintere accon1pagnata ad u1u1 fJ og·osi cronica della prostata. I nsomma a seconda della struttura si possono Ji ti11g·u er e sclerosi e 1nodicl1e ipertrofie ghian dolari ch e p osson o ancl)e essere congenite e ma11ifest r.r.si coi noti disturl1i fin dall'infanzia. Pur tEl11 endo a mente che in n1oltj casi si possono a\·ere tipi inisti, l)red omin:::indo sernpre il primo. Rig·uardo alla diffusione del processo patologico si possono distinguere tipi localizzatj alla parete inferi ore ·dell'uretra prostatica e al labbro inferiore dello sbocco ' rescical e e tipi ·diffusi a collare s u tutta la circonferenza di questo. Sono stati ideat i ·una quantità di ·strumenti per il tratta1nento della l e ione per yia uretrale, n H1 i risultati riferiti lascin.110 1nolto scettici sulla loro r eale utilità. H anno rjsposto n1eglio g li inter t e~1t i per via soprapubica con l 'esciissione .di un cuneo d1 collo o co~ l 'enucleazione dell'ostacolo apprezzabile col tlito. ~otevol e è però la ten·d cnza alle recidi ve per il p errria11er e d ello stin1olo cl1e è ca usa dell'ing rossamen to acl cn omatoso o d ella fl ogosi con esito in sclerosi. MANF'REDO AscoT 1.

3:

JJ ir roglria e poroerice falia. -

All'abb. n. 1056:,,:

L:i mi crogiria (circonYoJuzioni piccol e) è il n ou1e ·

dat0 alla deficienza cli svilup1po delle circonvoluzio1li cerebrali. Si riscor1tra n ell'idiozia. La poroencefalia è t111' aJterazio11e caratterizza1a dalla formazione di caYjte cistiche nella sostanza cor Pbral e, circondate da t essuto più o men o a I· terato. i riscontra c;opratutt o nelle affezion 1 ct gn. ni cl1e congenite. DR. ."\Jl'abb. n. 11431.-1: C11 li bro dove s i tratta c-011 diffusione d ella tocn iC'i.l '!"er le estrazioni d entarie è il qi1arto vc lu1ne del 11 Traité d e tomatologie » dei dottori t~él illard e ~ogu é: Dentist erie Opératoire, Paris. Ba11li èr e e t Fils, 19, R11e Hat1t efeuill e. 1


[ANNO XXXII, FASc. 50]

. In questa rubrica accen11ammo recentemente ai manuali pratici ·di odontoiatria del Friteau e d el De ' ' ecchis. A. PIPELINO. T.esti dl ginecolog ia. -

il rice,rere d ei servizi, allorchè manca loro portunità di restituirli o di ricambiarli. :B cl1c spesso i inediCi s'inducono a occultare la qual1tà, quando chieèiono le prestazioni di leghi.

l'op-. così loro coL

Al dott. P. B.:

L a discussione è resa d 'attualitù in GerrrLa.11ia Fra i francesi : BOURSIF.n e AUVRAY: Précis de r;yda un caso occorso di Tecente: un noto oftalnécologie . Ed Gast., Doi11. - FAURE e SYRF!)EY: mol0go trattò lln collega della Prussia Renana Gyn.. Médico- chirurg. Ed. O. Doi11. per una irite, dopo di che cg1i chiese un com Fra gli inglesi : J. FAIRBAIN: Gyn. with Ob. Ed. penso ,di 1700 inarchi, pari a circa 10,000 lire. Al Oxford rn edical Presse. - A. BOURNE: Synopsls of rifiuto OP'postogli, portò la causa avanti al TriMid1v. a. Gyn. Ed. Wrig·11t, Br istol. bu~1ale. 11 m agistrato chiese il :p arere della 11 I n tedesco : v..r. \ìVEIBEL: Einfiihrung i.n, dle Gyn. .<\crztekammer », Camera dei medici, Ja quale Diagn. Ed. Spri11ger . - E. RUNGE: Die Gyn. des ri pose che, per consuetudjne i11valsa da tem:r>i prakt. A rtz. Ed. Urban e Scbwarzenberg. r en1ot issin1i, le prestazioni dei medici ai colleFra gli italiani: COLOI\~A: Jlanuale di GinecfJl. ghi sono gratu ite. E 'S iccome il « Bl1rgerliche Ed. Un. Tip.-Edit. Torinese, L. 40. - SPINELLI : Gesetzbucl1 », Codice ci,ril e, d à forza di legge alle T erapia medica ginecologica. Ed.. Idelson. • consuetudini, il Tribun ale sentenziò che nessun Risulta inoltre in l)re1parazione presso l'editore co111penso era ·dovuto all'oftalmologo. corr11n. L. P ozzi un jf ariuale elementare dcl 'Prof. Lo Schwalbe disapprova questa d eliberazione. R.

GArFAùtI.

Al dott. G. C. ·da Napoli: 1. Il concorso per medico-cl1irurgo assisten te negli Ospedali Riuniti di Roma non è ancora bandito; lo sarà nei pri111i cl el iprossimo an110. Per tutte le altre notizie c11ieda una copia del bando di concorso all'Amministrazion e degli Ospedali in via Borgo S. Spirito, n . 3. l\1eg1io ancora: incarichi ur1 suo amico di fargliela recap1tare non apper a pubblicata. 2. Chieda al Ministero della Marina, Ispettorato di Sa11ità Militare Marittima, Roma. T. :F'.

VARIA .

Egli l1a chiesto il parer e del legale della « D e utscl1e » , l'Oberreichsanwalt (avvocato di C..a.ssaz ione) Eber1nayer, il quale si dichiara r,onvir1to che i1elle inutate condizioni della vita att11aJe, conviene desistere dall'assistenza gratuita tra u1ectici. Lo Sch,~r albe afferma che è ql1esta la so1u. zjonr: più logi ca e ·p itì semplice, e chiede che in tnl senso s i 1p ronunzi la « DeutschP _.:\erztetag », Dieta ·1\1edica Tedesca; o, quanto meno, la « .<\P1·ztel{an1rnernauschu<Ss » della Prussia, Com1tato d ella Ca1r1era Medica locale, allo scopo di prevenire o dirin1ere og·ni conflitto e neJJ 'interes~e r8ciproco del medico consultato e del medico assi stito. Il problema merita certo ·di essere discusso un po' da1Ppertutto. F. G.

Prestazioni gratuite ai colleghi. Il 1problema vien €' i)reso in esame con l'abitual e verve e com pete11za sulla « D eutscl1e l\1ecliz. \Vochens. n ,d al !Jl'Of. S cl1walbe. E gb ricorrla di ess':!rscnc già occupato, sullo ·st esso giornal e, un a ventina d'anr1i or sono. Una volta lR gratuità de~li esami e d elle cure ai colleghi e p erfino a person e d elle Joro f nrnjglie, costituiva iJna regola: rnn oggi cl1e si vive jn fretta, sotto il pu11golo costante del guadagno e della lotta per l'esiste11za, si sono r esi troppo manifest.i gl'incon,'e nienti di q uesta con s u et1J·dine. Ad esempio, la propria opera vj en e prestata mal volenti eri cla molti . m edici, quando essi sanno che non verrà comp c11sn ta; vi m etto110 me110 impegno, sia pure ill\'Olontaria111.cnte; cercan o di sottrarvisi; e. date )e e~ig·enze e le diffi cili condizjoni econorrlicl1e d ell8 vita attuale, questa condotta è perdonabile. D'altra parte, riesce umiliante per molti rrtedici

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. BHUNI ~~!COLA.

Ricerche sull'assorbimento· ed eli1ninozione della ch·ùnina som,m i·n istrata in tavolette compresse e zuccherate . - Roma, Poligrafico, 1924.

Bn u SA P.rERO. Sulla terq.'[)ia antitil,be1·colare specifica ?iella pratica infO/Jvtile . - Firenze, Luigi N i ccollai, 1 924.

La terap ia cintiscabbiosa col Jl itigal, nella, Olùnica Dermosifilopatica di B ologna. - Giornale It. Mal. Ve11eree, 1924. CALLlGAH1S G11.rsEPPE. Ricerche sulle linee iJJerestetiche dei corpo . 6a. .Serie. - Siena, Tàp. S. B ernarclino, 1924. Cn:ABAS J. La doctrina di!, Oalmette ·y Stlt vac!v11a• contra la t·ubercuZosis. - Valenc~a, F. Vives lVIora, 192<1 .. CA1tfBIAso ELus. Tuberculosis. Texal):o, El P.a.so, 1924. CAB.\SSI

FRANCESCO.

1

0


1776

11 POLICLINICO

[ •.c\NNO

XXXII, FASC. 50) ,

NELLA VITA PRO 11' ~ .•~~I ON A LE. ~ronaca

del movimen to professionale. Per le tariffe m,, di che

negli Ambulatori ospedalitAri e clinici. Il Co nsiglio dell'Ordine dei l\fedici di Genova .l!la votatQI il seguente ordine del giorno : « Fermo restando nel modo rpiù .assol'llto il di:ritto del p<'vero ali.a totale assistenza gratuita, il CoT1siglio, coerent.e a lle deliberazioni prese anteriormente, riguardanti. l'a.p plicazione del]~ tariffe mediche da e.~o recentemenfie stabilite, che ne consentono 11a riduzione sino .al quinto ~r i malati 1neno .a,bbi€01ti ; RileV1a.111do che tutti q11esti Amb11 latori, il c11i i1umero \a ognor più .accrescend01Si, si prestano .nel m.eccanismo del loro stesso funziona,µiento ad un indecoroso sfruttamento dell'opera del Medico, l0sivo della dii~ità professionale, in quanto che o gratuitamente o per un .irrisorio con1penso vi accedono persone abbienti; Dato che ·omgi sono state fissate tassative nor.me di legge che re.gol.ano l'ammissione alle cure gratuite ; 1

fa voti:

l) Che gli .A.mbulatori degli Ospedali s1 unifocmino nel1e loro tariffe .ad urn m1n1mo non inferi ore al q11into della visita normale, secondo la tariffa iapprovata d.all'Ordine, e questo tanto per J.e prestazioni mediche e chirt1rgiche che di sipee:iaJità, provvedendo con buoni di medicazione da rilasci'arsi a parte, onde co.m pensarsi del mateT iale usato, e che ]a stessa norma valga per tutte le €•V'entuali ricerche ten<leinti a completare l'esame clinico (r.adiogra.fie, esami sierologici e microscopici, ecc.) e per gli opportuni interventi terap eutici praticati .arobulatoriamente (p11eumotorace, i11iezioni endovenooe, ecc.); Che le Ammini trazioni ospedaliere, sull'imp;ronta di quanto oggidì vien a ra;gione pr.aticato in 1nolti ed importanti Ospecl.ali, stabiliscano d.i corrispondere ~I personale sanitario 11na perce11tua]e cla stabilirsi, tratta dall'utile che dette Amminitr.azioni frui~cono mediante le visite d'ambulatorio, es.a.mi, interventi tera1peutici ed operativi pratic.ati ad a.bbicnti; 2) Che Q'.li ambulatori dei]Je Cliniche debbano })Ure equipaggiarsi nella tariffa alle Ambulanze Ospedaliere, giacchè il diritto di quegli Ambulatori di poter giovarsi a scopo didattico -di nialati a11che abbienti non deve esime.re il malato st~o clalla d overosa rimunerazione secondo le i101we di tariffa. E lo stesso criterio dovrà ve11ir appliicato nel caso di i11terventi 01p€rati,·i e curativi e per gli eventuali esami che vengano e.seguiti a solo be11e fi cio d c>l n1alato e non già a scopo di studio o di ricerca. ~cientifica · 3) Che tutte le .\111bulanz , Poliamb11lanze, P oli rlinici, Di peus nrii , e~. si attengano in modo . tabi1e e rigoroso alle precede nti norme ge11erali,

non curando gratuitamente se no,n coloro i quali siano forniti dei documenti stabiliti secondo legge; 4) Che l~ pubb1iche Amministrazioni e gli Enti da cui dipendono Ambulatori prestanti eselusiva assistenza g ratuita per i non .a.bbiern.t i, ohiaJI\ino a dirigere le singol~ Ambulanze sru11ita1ri,i i1ominati in seguito a p ubblico concorso, ricompensandoli peTÒ in modo equo e òri.gnitoso. A . bo degli specialisti

Il p eriodico cc La Feder.azione Medica », B.llet tii'lio della Fede razrione -degli Ordini . dei Medici, n el n. 21 del 1° novembre 1925, tra gli cc Atti del1a Federazfu,n e », pubblica a pag. l il seguemte com unica to :

.4:i Consigli degli Ordini Federati ili 111.edici Special·ist·i del R egno ~ Federazione degli Ordi11i · nella imminenza de.Il.a regolamentazione del titolo di specialista, crede utile un censimento d egli esercenti l~ specialità J1el·l e varie branche della medicina e della chi. ru1·g1a. Avendo pertanto av11ta la rjchiesita da p.ar-00 dei colleghi Dr. Bucch,i Codro, Direttoire della Rivista cc Roona Sar1itaria » ·e dott. Della Seta Eschilo, direttore della Rivista <e L'Ital~.a Sanitaria» di fa.vorire la campiL.,,zione di lln Albo Gener.rule degli Specialisti, ben V1olentieri aderisoo a questa ri. chie'5t-a. Tale Albo che verrà pubblicato nel cc Dizionario Sa11itario Italia.no » dovrà, per il momento, essere compilato seoondo le norme aipp1"UVìate dia.I Congresso Federale ·del 1923, norme già ip:r esentate al Ministero dell'Interno e .ai! Ministero de111a Pubb1ioa I struzione, perehè servano di base per le disposimoni che ]~1. .i\.uto.rità Governativa intende sancire al più pre1Sto <::on .apposito regolamento. I vari elenchi d~li sipecia.listi, divisi per Provincia " per catemoria, dovranno ripoct.are l'approvazione de i sirrgoli Consigli deg1i o~dini ed il visto della Presidenza della Federazione, come garanzia C"he l a qu.a.lifica di specialista risponde realmente alle no.rrne S()ipr.aind.icate: a tal uopo i coonpilatori provvederanno a rjmett-ere gli eJenchi ai singoli Ordini. Preghiamo pertanto tutti i Consigli degli Ordini F eòeriati n voler prendere visione dei suddetti elenchi, .aggior11andoli se rlel caso, ed a volerli controllare nel modo più prt:>cjso. Invi.tiam"> inoltre i medici spe-0ia1.isti ad invia.re .agli Edito1i del cc Dizionario Sanitario Italiano n, Ron1a., Via. Liberièlna, n. 17. il }QTI() nominativo coi requisit \ e gli a.ttributi riohie.sti. . Il P1 es. della F eder. clegli Orrlini. Poichè gli Editori dichiara110 esserP imp~ ibi1<attenersi agli elenrhi cleg1ti specialisti ~stenti in commercio, si terrà co11to unicamente <li q11ei n ominativi che loro pervp1,.an110 direttamente all'inòirizzo sopra indic.at<> .


[.-\2'il\O .'\XXII, FASC. 50]

SEZIONE PRATI CA

1777

L ia F e.dera2'ioine deg-li Ordini dei Medici, in attesa della r egola1nentazio11e legale degli speci.aJ~st1,

ITRI (Caserta) . - Scad. 25 dic.; L. 7000 più L . 500 se ·ruff. san.; età lim . 40 a. ba fissat o j} ~e.gue.nte schema de.i medici che p os:\1Eo t TNA DI LI:v1~NZA ('1' reviso) . Pri0roga 15 sono essere iscritti nel1' Albo degli 8'pecialisti del gen . .~ L. 8000 e <lop1pio c.-v.; L . 2500 trasp . L. 500 R egn<l : . uff . sian . ; tassa. L. 50,10. cc ""L'inscrizione nell'elenco degli «Specialisti» poMONTEFANO (111acerata). - Scad . 19 dic.; L. 8000 « trà eS$ere <ltteinuta da q11ei n1edici chirurghi. che e tre quadrie1nni de.c imo, ·o ltre L. 2500 ca,r. e c.-v. « ap.parte.ngonc .ad una delle segu enti categoTie : A richiesta spedisr...e&i annunzio. « a) pirofessoir e 1ordina.:rio, straor dinaTio, incar icato, MoNTEFIOnE DELL' .A.so (~4. scoli Piceno). - Al 31 « liooro docen~; b) pìrimario effettiv.o di sezione dio. L '.nimministraz. si :riserva di ridurre da 3 a « specializzata, n ominato per ooncors o; c) .aiuto o 2 le condotte. L. 8500 fino al 25 % della popol.az. ; cc assistente effettivo unive.rsitario chie sia stato in L. 500 rindenn. J.au.r ea; 5 quaAlr . .decimo; L . 600 cc carica. non 1neno cli 4 .anni ; d) vice p rima.r io, se uff. san. Servizio privato :pel tras.p orto, g ratuicc aiuto o assistente d i sezioni sipecializzate os1ped.ato. T assa L. 50.10. l\'1oNTE S. MARTIN O ("fl!Iac erata.). - Scad. 21 d ic.; cc lie1·e nominati per concorso, che s iano stati in L. 9000 e 3 q•u .adr. doo.; tras p. L. 1000 ovvero « oarica n.on m-eno di 4 a nni; e) medic~-chir urgl1i 2500; c .-v.; uff . saui . L . 600; c.-v. in L. 780 se cc muniti, d opo I.a la11rea, di dipl1oma di 1111 corso celibe, L. 1200 s e amn1ogl~ato. Tassa L . 50 .15. cc di perfezionamento, almeno bir nnale, e che abMoNTORIO R oMANO (RfJ'l1ia) . - Scad . 20 dic.; « biano poi esercitato esclrmi vamente la speci.atlità, f.J. l 0,500, oltre L. 500 uff. sa.n. Tassa L. 50.15. cc dopo il conseg11irnento del diploma 'Per almeno NAPOLI. R . .4 ccadem ·ia di B elle Arti e Liceo A r cc 4 anni ; / ) m edi ci c he, non avendo i t itoli ipre-tistico. - Prof~ore di anatomia. Docum. ru Micc cedentem ente elencati, già e.~ercitino notor iame11nistero della P . I. (Direz. Gener. per le Antichità « te oon oompetenzi.a ed esclusivam ente la speciae le Belle Arti). Scad. 30 dic . « lità da ahneno 10 a1nni » . PA USU LA (1\!acerota) . - Al 31 dic. co11dotta chirurg ica p rimaria; L . 9000; due c.-v. ; tre quadrienni d ee., oJtre L. 1000 indenn . vetture. - Condotta r urale stesse condizio11i, sailYo L. 3500 mezzo trasporto. (Condotta e.stes:.i n1a re.m un.e1r.ati ViU. P overi P OSTI VAOANTI, cir ca 500) . ANcO~A. R. Prefettura. Uff. san. d i J esi . A · PAVIA. - 00in1d otta. esterna .di leva nte; inscritti tutto 23 dic. Vedi fase. 48. 2000 circa, in 6 frazioni e jn cascinali sp arsi; eve11BAG:No DI R oM_i\GNA (Forlì) . - A tutto 20 dic., tl1ale modific•a.z. 1della circosicriz. Titòli ed esarni tre condotte, di cui una a L . 9000 e due a L. 11.000; \pr.o grammi D. M. 21 n ov. 1906, n. 27). Dooum. dieoi bie1mi ventesirno; d·o p1pio o. -v.; L . 4000 cav . entro le ore 12 del 31 dic. al Protocollo 1\iluniciEtà lim. 25-40 .a. Tassa L. 50,15. l)'al;e . ·r tissa L . 50.10. Età li1n. 40 a . Stip. L. 14:000 BAS<.,"'HI (Perugia). Due ooncl. , per due f1·1a z.; oltre 5 quadr~enni dee. e c. -v . Obbligo mezzo di L. 9000 per 1000 pov. ; .addizion. L. 2; qu.attro trasp. prop1rio a tr.azi1011e a11im. o m eocanica. Serv. quinqì1eni"u dccin10; 1-'. 600 Sfel·v. attivo; c.-v. E tà entro 15 ·g g. lim. 40 .a. TaS.9a L . 50,15 pe.r ogni eone. A tutto ProMUIN<.1 (Pisa). - Ufficiale sanitario. Vedi fa15 genn. scicolo 46. Soad. 20 dic. CASTELFIDARDO (Ancona). - 2a condotta; proroga RE (Noi'arn) . - Consor. 5 <?-omun!i.; J{mq. 5; ab. a tutto 25 dic. ] 314; L. 9000 oltr e L. 500 uff. &an. , L. 150 (sic) CASTIONE DELLA PRESOLANA (B ergamo). - Sca.d. ambulat. e c.-v. in L. 1200. Sca,d. 20 dic . 25 dic. V ed.i fase. 48. RoccA DI PAPA (R oma). ·- ,.ill 28 dic. ; v. fase. 46. Cm..r..A DATI (Cremona). ·- A tutto 15 g en. ore 16; SAN PIER o' Arr"ENA (Ge11ova) . Ospeda1.i Civili. L. 11,500 per 1000 pov. ; aid·d izion. L. 2,50 ; circ.a P a.tologo-·s ettore; L. 14,000 oltre 60 % proventi esa1500 nov. CaApitolato-tiipo. Età lim. 35 a . Ta.ssa mi di 1aborat. a richie~t.a di abbie nti. Domande L. 50.-15. Obbl. mezzo di trasip . ' CO•I l in1dennità a.a e docum. alla S e.g reteria. Scad . 20 dic. stabilirsi. Assicur. P er uff. san . L. 300. Abita.z . di eS ANTOPADR"E (Oaserta). - Soad. 10 ge11n .; L. 8000 tro corrispettivo oongruo ca.none. Titolo cli. prefer. : e 5 quadrien ni di 1 dee.; cav . L . 2400 ; uff. san . biennio di osoeò. o cond otta. L . 500. CERNEsoo s~L N AVIGLIO (".1t ilano). - C.ond.; stip . S MERILLO (.-!scoli P ie .). Scad. 31 dic.; lire L . 9000 e aumenti; :p.e r uff. san. L . 1300; L. 3600 9000, compreso c.-v., oltre L. 500 uff. san. e liTe per cava.Ilo i doneo e vettu ra; .ab. 6764; i soritti 340. 500 i11clen11. ]aure.a ; 5 qu,a.drienni dee. 'ra.ssa liA tutto il 27 <lic. Docum. entro il 20 dic. (.Ja du- re 50,15. p lioe data ò s11l ba.ndo). Età lim . 35 .a . T·assa L ..50. VALCREGHl·~Nl'INO (Coni o). - Scad. 22 d ic·. · conso•r . CIVITA o' A:r-: T!NO (Aquila). Scad. 20 d'lc.; 4 c011n; . ; L. 9000 ~er 400 yov ; L. 900 u ff. san . ; L . 10,000 oltre L. 3000 cav. e L . 500 uff. san . L . 2000 tr.asp.; L. 500 se .ambulatorio a casa del GrRGENTI. Ospeda le Oii1ile. - Chirurgo direttore ; medico; 4 qui11quenni deci1no .; . assi c11r. ab. 2299. tit-0J.i ed eventualm. esami; L. 12,000 e 50 % ono CONCORSI A PR.E"\!I. ra.ri prestazioni chirurgiche. Dooum. alJ.a C~ngreg . di Carità entr o il 16 <ten. Et~, 35-55 a. T assia L. 50. R. I stituto TTe n ~ to di ,')cienzP Letter e ed. A1·ti. Divieto d i gestire o dir igere case. di s1alute o r eF ondazio1ie Queri11i ,qtampalia. - T en1a: << Chiap arti ~edalieri o di eseguirvi oper azio11i o Yisite. 1·]re con ricercl1e originali l'influe11z.a delle raChiedere amnunzio. I

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. CONCORS I.

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POLICLI~IC!l

[ .i\..~~o

XXXII,

FA....~.

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diaz.ioni X sul ::lEcQlr so d·e lla infezione mal.arica specialmente nei r.Lgruardi teraipeutici » . Soa;d. 31 dicembre 1925. P .remio L. 4000. Il oonoorso è inDa Bari. te.rnazjonale. Le memorie potranno ~ere scritte Il Consiglio di Facoltà, in sostituzione dei pronelle lingue italiana, francese, tedesca ed ingl~. fessori P ende, Sol.i,, Camis, Amato, trasferiti a Fondazione Balbi-T1 alier per i1l pr.ogresso· delle Genova, Palermo, P arma, chiamava il prof. FNtnscicn.ze mediche e chirurgiche. - Sarà conferito cesco Galdi per la Clinica medica, il prof. Ga.ida un ,p remio d'italiane L . 3000 all'italiano « che .avrà per 1a fisci.ologi·a, il p.rof. Marassini per la p·atofatto p11·01g redire nel biennio ] 923-24 le scienze ·me- · logi.a ·g€.n er.ale ed tl prof . Sotti per l'anatomia diche e chirurgiche s ia colla invenzione di qua.ilche p·a tologica. istrument·o o di qu.alche rit rovato, che valigia ia Jel no•l tre conferma.va l'incarjco di pa.tol-0gia chiniire le umane sofferenze, si.a ·pubblicando qu.a lche rurgie.a al prof . Paolucci, di ·patologia medica al opera di oommo pregio ». Il ;premio è fu.ori con· prof. GargaooJe, di patologia esotica .al pro[. Gercorso. Scad. 31 dicembre 1925. • mano, di radiologia .al pl'Of. Attilj, di ortopedia Fornda.ziorie A·ngelo ]lfinich. - Tema: « Conseal prof. Leotta. guenze delle lesioni ·t raumatich e del sistema ner· D.av.a p:oi l' inicl:Lrico di metodologia clinica al vooo studiate lungo il loro decorso». ·Scad. 31 dipr,of. B arbara e metteva .a concorso le cattedre di cemba·e 1926. Premio L. 15,,000. - Tema.: cc In· clinica pediiatrica e 01dontoi.atri ca, n ell'ann<> accaf1uenza dell€i glandole endocrine n ell'evo•lll'zione dei dem-iieo pirecedente ten11te rispettivamente dai prot ·u mori sperimentali ». Scad. 31 dicembre 1927. fessori M1roggior e e Perna. P remio L. 9000. -- _t\i co·noo.rsi n•o n possono ,p arL a costituzion.e dell' .4,ccademia P ·ugliese di Scientecipaire che italiani, e vi sono .ammessi pure i ze . - P er iniziativa del prof. Leotta, titoliare di soci corrispondenti del R. Istituto. Le memnrie (Jlinica chirurgica nell a R . Universi.t à, si costituì, dovranno e.s.se!·e scritte i·n lingu,a italia11,a. qualc-he mese fa, •Un Comitato provvisorio di medici universitarii e liberi eser centi, ohe assun&e Concorsi del « P e·nsiero .~{ecl'ico » . l'in·1Zliativa d i far sorgere u·n ' Accademia Pugliese Il « P ensiero Medioo » b.andisce du~ prem~ di di Scienze, cr eando .all' u oipo uno statuto. ConivoL. 1500 e due premi di L. 500, con relativi diplo- cata e riunitasi il gio:ttno 18 nov. !'.a ssemblea mi, tna i medici condotti e tr.a i medici liberi costit11it.a, da tutti i medici universitari, da mol€Sercenti. Sca<l. 28 feb. 1926. Chiedere programma t.is&:Ln1i medici liberi ·esercenti e da molti altri che ailla Società Edritrice Unitas, vi.a.le Piave, 12 esplicano la 1oro attività in altri camrpi della. Milano. s-cienza, si procedette ad .alcune ·m odifiche ed ali.a ~:p.provazi·one {lello Stat11to, nonchè .alla nomina del Consiglio direttivo. Questo risultò costituito NOMINE, PROMOZlONI ED ONORIFICENZE, dal prof. Niooht J,.eotta, che per a<!clamazio11e fu eletto p;rooidente ; da1l prof . Giusep,p e Fav.a.ro, vie€ Il p.rof. Filiipipo Bottazzi è nomina.to r ettore presidente; dai proff. Alessandro Baldoni ed Edell'Università di Napoli, in sostituzione del prof. ·doard-0 German·o, consiglieri. Il presidente, poi, noZamb0111ini, che h.a compiuto un bien.n io di rettominò il dott. Car101 Rossii segretario, ed il dott. rato . I'rinieihera cassiere-economo.

NOSTRE CORRISPONDENZE.

Al dott. <!'av. Costanti·n o Amato, <lell'Osipedale Civile Itali.ano di Adalia (Turchi.a), già insignito della croce di guerra, è stata co.nferita da.Ila C. R. I. la J11edaglia d'.argento al merito con la seguente moti .,,..azione : cc Disti11tosi per alte virtù. civili e militari , nel se1·vizio pr€>Stato :pres-so l'Ospedale da guerra 29 in zona Carnia, cadde prigionieìr10•, e .anche dnra nte il triste periodo d ella prigionia diede tutta la sua oreziosa ooer.a .a vanta~CTio .. -- de1i militari italiani caduti in ca.ptività ». ir A.\rbuthnot La.n e, il noto cl1iru.r go londinese, è stato nomi1J1ato, con decreto reale, membro ono· rario della R. Accademia di ~'.Iedioina del Belgio.

La ocietà Oftalmologica Germ.a.nri.ca ha .assegnato il premio Gr.lefe, distribuendolo in pa1'ti eidel di Heidelberg e van ugu:t.li ni proff. E. . zily di :\Iun.ster , al primo 1:>er gli studi sugli scn11nbi fluidi sull'occl1iCl e sul gla.uooma, al seco11tlo per gli st11di sull'en1briologia e teratologia dell'occhio.

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L 'infJJugurazione dell'anno accademico. - Il giior· no 16 nov.: .alta presenza delle più spiccate autorità cittadine s i inaiugurè, il II Anno Accademico d.ella R. Università di Bari. D opo le dettagliate J.·elazioni rigu.axdanti l 'attività svolta durante il I Anno Accaidemioo, fatta dal Mag11ifico Rettore prof. N eri , il prof. Dgo Oerletti, titolare del.la Clinica n euro-psich iatrica, pl'l()/Ilunziò il discorso inaug11r.ale, svolgendo m.agistralme11te i] t.am.a : cc La psichiatri.a fra i norm al1. ». Bari, 23 novembre 192F5. Dot.t. L. Ou.\RANT.\. 1

_ . , DA TENERE PRESENTE t 1° Pagare sempre l'abbonamento al •< Policlinioo • senza obbligare l' Amministrazione a speciali solleciti « ad personam "· 2° L'importo d'abbonamento va Inviato mediante assegno bancario circolare, o con vaglia postate . 3° Coloro poi che preferiscono sopportare una mag. giore spesa, versarlo cioè contro tratta postaJe, ten· gano presente che questa dovrà essere aumentata di lire per le varie tasse ed altri diritti postali che la tratta comporta.


{.~NNO

XXXII,

FASC.

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NOTIZIE

$EZ10NE PRAI !CA

DIVER6~.

XXIV Congresso della Società italiana di Ostetricia e Ginecologia. ·rt1tti i i11eruci-chi:rurgi che si intere.ssano iallo studio ed alla pratica dell'ostetricia e ginooologia sono invitati a quest.o Con.gra~o, che avrà luogp il 17-19 con·. in Roona al Policl i nico Umberto I. La Clinica ostetrico-gineco1ogica, ,diretta dal pr-of. S€n . Ernesto Pestalozza, presidente del Comitato ordinatare del Congre5so, si iappresta a ri~e~re degnamente i congre&sisti . SaTanno a.rgomento di discussione nel Oongr~o le due belle re1azioni preparate · dai p-roff. Decio e Ge11tili, direttori delle Cliniche di Oagl~.ari e di Pisa, s ui temi : « Costituzioni organiche e malattie ginecologiche » e 1< Jfalattie clel siste·ma endoc'rino ~ gra·tidanza » . Nell'occasione del Co11gresso il prof. P estalozza farà una rievocazio1ie stari.ca della Scuola ostetrica

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Completeran110 il pir ogr.amma gli inse.g namenti della cren,ol0tgi.a sperime11tale e della climato1ogi-a affidati a distinti cp·l to•r i delle suddette discipline. Per integrare l'i&truzione dimosrtrativ·a si fara·11110 visite iamli Stabilimenti termo-minerali e di cure fimohe. Il corso avrà la durata di circa due mesi e sarà iniziato l' Ll gennaio 1926. In seguito ad esame verrà rilaoo!i.•ato un cc diploma di .aibilitazione » che porterà la firma del Rettore lV1.a.gnifico e del Direttore della Scuola di perfeziionamento (Prof. Pio Marfori). La tassa di iscrizione è di L. 300, da verSlad'Si all' Econoonato d~lla R .. Università. Le domande di iscrizione al Rettore Magnifico ·del1a R. U niversi tà, saranno inviate .al Direttore della Scuola, prof. Pio lVIarfori, S. An1irea delle D.aime, 21, in Na1Poli. Possooo iscriversi al oorso, oltre i 1aure·a ti in medicina e chirurgia, anchie i laiureati in chimica e farmacia .

Ro 1nama . 1

Sarà .anche commemori31to l'ultimo Diretto1re della Olinica, defunto - il prof. ERCOLE PASQU AL.I e per i11iziativa dei su-oi aJlievi sarà murato 11ei locali della Clinioa un ricordo in bronzo del professo.r e. H~nno annunciato il loro intervento1 al Congresso anch'e ostetrici str.amieri. Sarà preordinata u11'.esposizione ·d i iruppareoohi sn.nitari. istr11menti chirurgici e prodotti farmaçeutici. L a quot.a di partecipazi-0ne al Congresso - i:>er chi i1on è socio della Società ital. di ootetricia e ginecologia - è di L. 50 (cinquanta), ol1e dà diritto a fruite delle riduzioni e facilitazioni ferrovi.airie, .a fare comu11ica7Joni scientifiche e_d .alla insarzione gratuita di esse negli Atti del Congr~.

Per 11otizie, inform.a zioni, richieste di riduzioni ferroviarie, anDJuncio di comunicazioni scientifiche, rivolgersi al SegretaTio della Società : Prof. CESARE M1cHELI - Via XX Settembre, 68 - Roma (27) . ~orso

di idrologia, elettro-radiologia e terapia fisica.

E .aipe.rta l' isorizione pTesso l'Ui1iversit.à di N apoli alla Scuola U fficiaile di idrologia, elettroradiol ogia e terapia fisica, iJ qu~e ha per isco.p o di completare in questa disciplina, -oon intienti p•r e,~.alentemente prati<>i, la cultura dei Signori Medici e so1pra.tutto di quelli che debbono esercita.re 11egli Stabil:imie-nti term10-miner.ali, di cure fisiche -€: nei roublblici uffici sanitari. Gli i;1seo-n amenti fonda·m~ntali vengon10 imparo titi ·dal nrof. Pio M.arf.ori i:>er la parte idro-crenologica -(Orenologi. a e crenoterapia - Indicazioni e contToindi·c azioni delle acque miner.ali e delle -cur e ter rn 0-111 i nerali) e d.a l prof. F. P. Sgobbo p~r J.a parte elettro-radiologica (Radiodiagnostica e radioter.apia, - Elettrodiagnostica e<l elettrotlerrupia.). •

Corso di perfezionamento in Igiene. Col 4 gennaio i926 ruvrà. princiipio nell'Istituto d' Igiene della R. Università di Torino (ria Bidone 37) l1Il. corso teorico pratico per l.aureati ~pi­ ranti iai posti di carri.e ra sanitaria gov.ernativi e comulllali aii sensi dei RR. Decreti 29 mamg~o. 1889, n. 219, 9 :agosto 1920, n. 808: 11 novemhre 1923, n. 2960 e del Deoreto ministeriale 15 settembre 1924. II corso avrà la du·r ata di un trimestre. P·ossono inscrivervisi i laureati in medicina e chirurgia, in zoojatria, ingegneria, chimica puTa, "Chirrniéa farm·aceutica, scienze naturali e aJ~.a.rie e i diplomati in farmacia. Domanda in carta da L. 2 al retto.r e non oltre il 27 dicembre, oarredata d.al d~ploma o da certificato di laurea, e dalla 1ricevuta di pagamento di L. 450 fatto all'Economato della R. {JniV1ersità per tassa d'iscrizione, e di L. 85 per soprattassa di esame e spese di Segreteria .

Un'alta onorifict\nza sanitaria al sen. Marchfafava. Con reoente Sovrano rprovvedime.nto, è stata ooinferita al senatoo.ie :prof. Ettore Marohiafava la più alta ricompensa di ordine sanitario: 1.a medaglia d'oro ai benemeriti della salute pubblica. Le .aJ.te bene.m erenze chie l'illrustre u omo ha acquistato neri. ipiù svari.ati campi interessanti la pubblic·a salute, comipresa l'assistenza ai nosrtri soldati, .artefici della vittoria, hanno avuto, così, <legno riconoscimento d•a parte del Go;verno. L'on. Federzoni ha voluto consegna.re personalmente al sen. M.a.rchi.afava le imsegne dell'alta ricomr.ensa. . E gli aveva conv·o oato al Viminale il R . Governatore di Ron1a, il presidente della Commiss.ione ammini~crtrat.rice della provincia, il preside della Facoltà ·m edica della R. Università, sen. Pestalozz.3,, il presidente degli Ospedali Riuniti, a.lt·r e sp1iooate penc;on.alità, gli alti funzionari ,d el MiDiistero deìl'intern.o; era .anche presente il oottosegretario on. 'i'eruzzi.


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L 'on. Federzoni 11a pronunziato un efficace discor&o ed ha così concluso: « Desidero diTe al sen. Ma.rchiafava che il sentnnento di ammirazione e di riconoscenza che io gli esiprimo in nome del Governo del Re e ohe è accentuiato dal pa.rticolare i>noaTico commessomi dal Caipo del Governo di esprimergli, anche in n 01D1e suo, lo stesso sentimento, corrisponde al vero culto, alla venerazione profonda che per lui hanno tutti coloro che ebbero campo di a.p~rezzare le sue inestimabili qualità, le sue straordinarie benemerenze di m·aeSltro, di sciE>nziato, di umanista e di cittadino esemplare ;>. Il ministro ha, poi, letto la motiva.zii.o~ del decreto. Il sen. Marchiafav.a ha risposto vivamente oomrmosso, ringraziando il p1residente del Consiglio e il ministro per l' alto o•n ore conferitogli. 1

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[ Ai.~o

IL POLICLINICO

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52 .ai1ni è stato medico condotto, e i1e ba spesi 30 11el co·m une, con generale sorldisfacimcnto. In ta1e occasione i concittadini hann·o offe'.llto un.a meda.glia d'oro al valente f>anitario, il quale, a 80 anni, è vieoroso e sa11issimo.

Elargizioni. In segno di soddisfaci•me111to per il fallime11to dell'.attentato a..ll'on . l\1ussolini, la Cassa Nazi<>11ale d~lle Assict1razioni tJ.a .elargito L. 100,000 a favore dell'erigendo Sanatorio Poipo.Jare ' Tittorio Emanuele III in MussoLini.a, e le ha 'rersate al Barrico di Sicilia; l'Opera N azioniale dei Combattenti ha assegnato, aJ1o ste&_"-0 scotpo, L. 200,000.

La radiotelefonia negli ospedali. t

Le onoranze al sen. Carie. . Deffilfc a euo te.m•p o notizia (vedi fase. 21, pagina 764) de11a grandiosa m.anifestazione svoltMi .a ToTino p e11· celebrare il giubileo scientifico di Antonio Oarle. Ora il prof. Mario Donati, che promosse e organizzò qu~lla indimenticabile cerimonia, ha raccolto in un opuscolo i .discorsi pronunziati ncll' oocasi1011e, i qua.l i .assom.mamo .a u11.a decina, n-0n0hè uno sohe1na <li statuto per la bo·r sa di studio intitolata .a.I Orurle e per Ja quale è sta.t a raccolta l'ingente som1na di 160,000 lire. L'opuscolo reoa il ritratto del Ca.r le, la ripiroduzione della copertina e dellia dedica del ma.g nifico albu1n che gli venne offerto, gli elenchi di qu:anti più effioaoeme11te 11anno· ooncorno alle onoranze. La significativa dedica, dettata dal Don~ti, dice: cc Al senatore Antonio Oarle - classico Maestro· di Ohiru·r gia - nobile Mecenate - i sofferenti ohe gli affidaT-0no la vita - e si ebibe ro sa]rute - i discep1o[i gli allievi che 1a llargarono - i oonfini della sua Scuola - onore della Scienza e della Patria. - i cittadini ammirati di tanto esempio e dii tanta gloria - col proposito e con l'auspicio di esalta.r e - il suo nome e 1a sua ·o pera - nel XXV 1anno di insegnamento - maggio MCMXXV ». Al Oarle sono stati anche offerti due volumi <li m~morie pubbli0ati in suo onore d.all' « Archivio Italiano di OhiTUrgia ». Di reoente il Comune di Torino gli ha ronferito la cittaidinanz.a onoraria, e gli studenti di medicina gli h.ann-0 fatto omaggio di un' artigf;ica targa.

Nell'Ospedale di S. Giacomo in Roma, per la generosa i11iziativa di uno dei i1 ostri giovani prim.ari, è stato i11auguTato un impia11to di radiotelefonia per uso degli infermi, che possono· god'ersi ogni giorno qual1c.he 1ora di n1usica restando i1ei lo.ro letti, con l'uso delle cuffie, op·p ure recandosi in un .a,prposito ambiente O\e ft1nzion.a un altisonante. La sol11zione del problema non facile di fau funz~oo1are con grande n.u mie ro di cuffie con un .a1p1pa.recchio semplici.~ simo, che si pt1ò dire automaticc, è rlovuto all'inrl11stria nazionale, nell.a Confi<lia.mo che l' esempio di S. Giacomo, p1·imo fra gli òs~J<=>clal i d'Ita1i.a aid introdurre questo 1nezzo di <list1~azione e di istruzione per ~li infern1·i , sia pre.st-0 segt1ito da altri con.<;] 111ili istituti di .assistenza. 1

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Per il prof. Neri. Il 9 novembre si è svolta, ne1'l.'Unirve1\Slità di B.a.ri, llTha oerimonia in opore del rettore ·miagnifi.co prof. Filiw>o Neri: i cittadini <li Gravina re~identi nella capi tale delle Puglie vollero tOtffrirgli tm' artistica medaglia d'oro ed un eleg.ante servi.?Jio da. scrittoio i·n argento; il dono fu acoomipagnato da un magnifico album recante le firme e le fotografie di tutti i donatori.

In on••re di un medico condotto. L'l 1 ottobr e i1. s. l'.alll!lllinistrazione comunale di C ila (Novara) deoretav.a la pen1~one pari allo stipendio a fa\"Or" del dott. G. B . Botto, che per

Segn.aJiamo .all' attenzior.e dei lettori i nuovi libai. piubblicati d1al ~olerte nostro editore Luigi Pozzi: ·una monografia del Sanarelli raccoglie 1'irrnponein te oontributo di q11esto scienzia.t-0 alla patogenesi ·delle inf€zioni CO[)Ì dette gastro-intestiiniali e dischiude vie nuove all.a t erapia; un volume di Hurry, sui circoli viziosi in patologi.a, già tradotto in 4 lin~e . costituisce il s-accesso del g.ioo:no; il 1° volUJille del Manuale di oto~rino1airingoj1atria del Bil•ancicrni rapprese11ta <tuanto di più completo si conosca oggi sulla specialità; il prontuario terapeutico de! Ve•ne7'ian è i11dispensabile a ognj medico pra.tico; altre pubblicazioni reoentissilme interessano vaste categorie di medici. Esprimiruruo il l1ostro plaJuso per q11~sta n1a.gnifica .attività edito.ria le, che precorre e pre,yie ne i bisogni dei medici.

Insegnamento dell'igiene nelle scuole navali. Con R-egio Decreto: che avrà '"igore dall'ianno scolastico in corso. è istituito l'insegnamento dell'igiene n.ava.le nei R egi Tstituti Nautici (J,... classe della Sezione Ca.p itani); ne è r eso obbligatorio l'~sa>me (or.alo) e ne è aipprovato il programma. L'insegnamento dev'es~ere imr>artito da 11n medic-0. Le lezioni avra.11no 111ogo una volta ]a settimana.


[ANNO

XXXII. FASC. 50]

SEZIONE PRAflCA

Per la }.,armacologia Ufficiale. O.on l)ecret-0 MinisteriaiJ.e 24 novembre u. s il pirof. Attilio Bonanni, direttore dell'Istituto di Farmacologia della R. Università di Roma è ohiamat-0 a fwr parte della Comm~ione pe.i: la preparazione della V Ediz.ione della Farmacopea Ufficiale.

'

La Casa dello studente a Bari. Per intei·essamento del rettore p.r of. Neri , l'apertura de:l.a Casa dello Studente in Bari è stata .a.nticip.ata, di modo cl1e hanno potuto p.r ofittarne gli es.ami11andi della sessi.on~ .autunn.ale.

Le giornate medi che tunisine. Av·ran110 luogo d·al 2 .al 5 o31p1·ile 1926. I medici italiani vi sono cordiahnente invitati; Je comunicazioni potranno esser fatte in lingua italiiana. Daremo prossimamente ulteriori notizie. Per informazioni rivolgersi alJ'Ospeda.Je OoJoni.ale Italiano Giuseppe Garibaldi, Tunisi. •

Comitato radiologico internazionale. Al I C-0ngresso internazionale di radiologia, che ebbe luogo .:i Lo·n dra nel luglio soorso, l'adunanza dei clele:gat.i sta.bilì che i futùri oongressi si terr.an110 ogni triennio a Stooolma per il 1928, sotto la presidenza del prof. Gosta Forssell (Bergsgaten 2), il quale pre.siederà, fino a quell'epoca, anche il Comitato radioJogico internazionale. Segreta.rio permanente del Comitato stesso è il dott. Stanley Melville (Britic;Jh Instituts -0f Radiology, 82 'Velbeck Street, L ondon W. 1), .al quale poosono richiedersi informazioni e chiarimenti.

Istituto antitubercolare. II dott. Araoz, direttore gener.aJie della S.a nit,à pubblica in Argentina, e pr-0fe.c;sore all·a Facoltà Medioa cli Buenos Aires, ha don.ato 100,000 pesos (quanto dire 11n milione di lire circa) come contributo alla fondazione di un I stituto per la profilassi della tubercolosi, da annettersi aJil.a U·n iversità.

1781

cademia se.i società mediche; vi furono ospitate temiporaneamrente 38 società,, per a.sBetnblee e congi:ress1 . •

Viaggio di studi medici. L' A.~ociaziione america.na per l'inoogn.arrnento post-universitario, ,adunatasi a San Paolo degli Stati Uiniti ci.I 12-16 ottobre, ha deciso di coo:npieTe un viaggio ·d 'istruzione in Euroip a, dua.'·ante la seconda metà di •3Jp-ri1e e la priJma metà di ma..ggio del 1926, toooand.o le oittà di Napo.l i, Roma, Firenze, Venezia, Bio~ogna, Ginevi-a, Monaco, Budapest, Betrn.a, Gi11evr.a, Amsterdam, la Aj1a, Brusselle. Oltre che .agli istituti clinici e ospedalieri si rivolgerà l'.attenziooe .alle bellezze naturali ed a • quel1e artisti<'lhe dei paesi percorsi. L 'Associazione ha ricevuto recentemente una donazione di 10,8b0 dollari, pari ,a;d un qua1-to di mri.lione di lire, per favorire gli studi mediici con piartiool1are riguardo a,lle mwl,attie ·dell'occhio.

Contro la pubblicità ciarlatanesca in Francia. Il ministro frainoese del lavoro e dell'igiene, P . Jusrtin Godard, l1a .d iramato ai direttori d:i giorn-3Ali politi0i una circolare tendente a i.n f.r enare La p·n·bbliicità ciarlatanesca; in p•artioolare viene vietato l'irrupiegJ01 della :parola « guarigione »; i produttori e con1IDercianti non potranno va.l'ersi di ragioni sociali fantastiche (come: Istituti, Accademie, ecc.), i1è di anonimi o di pseudonimi, ma dovranno impegnare la pr01pri.a personalità e onorabilità.

Obbligato:rietà degli esercizi fisici all'Università di Jena. Il ~finistro de1Ja Pubblica Istruzione della Turingia ha ordinato che dal 1° ottobre 1925 tutti g]i stu<le.n ti dell'Università di J ena, iper venir .a.mm&SSti a qu.alche esame, debba.n o fornir l.a p;r.orva di pr3-tica.re attiva.m ente gli esercizi fisici. ~ lasciato libe.ro .agli stu.d enti - ed a11che alle etude11tesse, .p e•r 1B quali vigono le stesse norme di scegliere il genere di esercizi fistlci p•u rchè si assoggettino .ad un esame pr1atico, co·n sistente in varie prove, secondo il ramo p.r€SCelto : ginn.astioa, atletica, nuoto, podis.mo, canottaggio, ecc.

Alla Clinica l\fedica di Lipsia. Il prof. Schittenhelm ha. declinato l'invito della Ha posto fin~ .ai suoci. giorni, per m-0.t ivi ooonoF.acoltà Medica di Liipsia alla successio11e di mici, il ·dott. DOMENICO GHINATTI, di 72 anni, Strtimpell scl.1a cattedTa di clinica medica.. il quale g&Stiva un gabinetto medico-dentistico a Il rifiuto è motivato dalla p~nuria dei local~ e Rovigo. dei mezZJi, mentre si richiederebbero vari anni per Pu•r traprpo, la .miseri•a più squalJ.i da è la procostruire edifizi nt11ovi . Il Ministero sassone della spettiva ohe si disohiude a molti di noi, quando coltura ha dichi:rurato che non è in gr.aido di p~rio1v­ l"età .inoltriata non consente piìt un lavoro produtvedere con sollecitu.dine. . tivo. :E: q11esto un problema :-l·n gosciante; e tutti gli All'Accademia Medica. di New York. sfo·r zi de]Jia pJ·ofessione dovrebbero rivo~gersi a tentare di risolverlo! La relazione a11nuaJe per il 1924 info1wa che i fonda ·dell' Acoodeania aa:n·m ontano a dollwri Il 2 n•avembre è 1norto. in età di 78 anni, il prof. 761;268.97, .o&sia circa 20 milionà. ·di lire iit. Tra i RERMANN FEHLING, ohe a lungo dir-esse la fondi ve ne scmo 25 separati, per un importo di 01i•nica ·g inecologioa di Strasburgo. circa 413 mila dol. Durante il 1924 ebbero ricetto nei locali delJ.> Ac-

...


1782

I L POLICLINICO

Per i nostri abbonati all'Estero. Con R .. decreto-legge 15 ottobre 1925 n. 1975, le tariffe postali per l'Est.ero sono state sensibilmente el'3v.ate Oa tariffa, base r iferita .alle lettere divi ene di L. 1.25; la ~'lpedizione delle staJlllpe .ia:nporter J. L. 0.2.5 ogni .50 grMnmi e così via, in proporzi one). Questo jnatteso in.asiprirnento, che oi colpisce a breve distrunz.a dail .p recedente applicato nel 1924, obbli:g a la nost1~a Amministrazione all'inor€scioS'a mioora, mai 'P"'aticato, in 3~ anni , d'~nterrompeTe l 'i11vio .a t utti ~ndistinta.mente gli .abbo!IlatlÌ delJ'e- · st€,ro ch e non aibbiano corrisposto anticipatamente l'intero i mp1orto <l'abbona.m.ento pe.r il 1926. SP- si pensa che i fascicoli del Policlinico comuortano in medj a 11na soes.a di 75 oontesimi ) ed una cartolina o lettera, per sollecitrure il p·~a:m€.nto, costa1no ri~ettiva.mente L. 0.75 e L. 1.25, •n on si potrà giudicare ingiustificato il provvedimento ch e l AIDJ11i11jstra.zione si trova, suo maJgrado, costr ett.'t a ad otta.re. 1

RASSEGN' DELLA ST..4.MPA MEDICA. R evue de Chir., 5. - D uG1.rET e CLAVELIN. Le artriti croniche non tbc. dell'.a11c.a n ell' .adulto. R e·v. Espun. de Med. y Cir., giu. - F . Pnou BA S TA. Un.a eomiplicaz. poco 111().t a dell'abnr.t o pirocu r ato. E studios ~l~d., feb. E. ALYAREZ SÀINZ DE AJA . Ra1pporti tra malatt ie cutanee ed endocrine. Bo·l etin d"'l l 'Tlst. rle ~!edic . E xperim. ecc., gen .feb. - _i\.. H. RoFFO e al. St udi sperimentali vari sul oancro. - A. H. R oFFO. Trattam. del linfogranulmn.a. Lancet, 20 giu. - A. NF.~1 cor,,M . Alcune anomalie n elle ~mminist;·azio.ni <lri .sa11ità lJubbll~a locali.

[ .i\NNO

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FASC.

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P OJris M éd. , 20 giu. N urnero S'Ulla ginecologia e l.' ostetrici a. F olia ay1iaecol., l. - G. BERT~J,,ONI. Morfolog~a e fisiol. n orm. e patol. d el corpo luteo. F . OLA u soo. Risultati tardivi del <?Tth 0i mScha uta. J ournal A . J.l!l • .i., 6 giu. - J. W1LE e 1J. ~I. ' '' IEDER . La triiparsemide sulla. neurosifilide. 'r. FAY. Le vasco~arizzarz . del oervelJ-0. - G. R. M1NOT e R. IsAACS. T.1'as.f us . di linfociti. M unch. J1ed. Wo ch. , 19 giu. - K . F. W ENOK E BACH. D istl1rbi di con duci.bilità d egli stin1oli e di .a.l tre funzioni del cuore. - R. HrR~(J U. La diater-mia nelle malatt ie della ois.tifellea. - F. 'VEYRA ucH. ,Tiroide e imn1unità. D eut. Jlf.ed. lìf/ och. 19 giu . - E. )1oRo e ,,... I{EULER. .AJ.l ergia ct1tanea tuber~al.are dopo i~ie­ moni intracutanee di tUJber colin.a e linfa vaccinica. - H_. SACHS, A . KLOPSTOCK e A. J. " 1EIL C.a.1)acità ·di reaz. dell' 01r gan . 1ai lipoidi. F. :\iuNCK e P. N EL' MA~N . Errori diagnostici nel can cro in·t erno. Al ecliz. K /;in?k, 19 giu. - H. M'AttTINs . 11erapia stimo],ante .aspecifica. R ev . }l ed. Latino-A. m,eri ., apr . ·- ) >. J. EL1ZALDE e L . DE MARVAL . ! ipoplas ia aTt.eriooa ger.eralizzata . A. H. R.oFFO. Tessuti nor1nali o r1e.oplas. in vitr o. - A. M. MARGUE e A. Gao8so . E sploraz. radiolog . del].'.aippar. r espir. tned~ante 10Jio iodato . _4.mer. J ou1·1i . 1l!ed . Se., giu. - W. H. 1\{ANWARJNG. Dommatiz~a7~one prematura nielle. scienze mediche. - A. C. ABBOTT'. Epidemiol. d~lla ' polm.Jon. L. C. KNox. l\1:ediasbi nite croo1 W. B. RAWIAS. P erjcar·d ite tbc. p.iyimit iv·a. -·- R . B. MoNTGO:MEllY. I mnronte neda.Ji di '.l• ·onati. • • • F. G. EBA U GH. Il l~piodol nella locaJizzaz. d~Ue lesioni spinali.

''r

1

Indice alfabetico per materie. Addome: nuovo segno differe11ziale per le affezioni dolor ose acute . . Pag . °1749 Anchil osi cronica d(>!ll' anca con sublussazione e antichi1ooi progressiva 11el)) 1771 ]? a<lulto Asina ; p atologia della cri i e t rattamen )) 1773 to con la bellaidonna. " )) 1758 Bibliografi a • )) 1753 BUFALI~! :\I. • )) 1759 Ch1ru r g i<i: comunicazion 1 varie )) 1776 Crona ca d el rnovi·m ento professioriale )) 1772 E1nottisi: trattamento p r ::itico . Fasci 9iran1iclali : stutlio clinico delle )) 1755 les ioni Leucemia: t entativo di CltJ·a con inocu)) 1746 lazione di malaria . . )) 1774 !' f ir r ogirin e poroenrcfalia . )) 1757 p, .:t e: e pid emiolo·gia . . • Hom~

- Stah. Tino-Lit. Armani di M. Courrier.

Pie.l iti e pielonefriti in gravidainza ed in rapporto ad a ffezioni ginecologiche . . Pag. PielO!llefriti (escluse le calcolose e ]e tu)) bercolari) . )) Prestazioni gratuite ai colleghi . )) Prostatici senza ipertrofia prostatica Rabbia : diagnosi microscopica . . » Rachianestesia: accidenti bulbari ourati con l ' iniezione endovenosa di )) adrenalina e olio canforato . )) Reumatismo vertebrale . Sindromi emorra.giche da arsenobeo)) ooli. Porpora d.a sulfa.rseno1o . . )) Tubercolosi ed eli-0terapia . Tubercolooi polmonare: valore diagnostico delle linee di Francke . . ,, Tubercolosi: uso del clo ruro di calcio . » Tumori: studi sierologici . . . 1773. .,. rologia : comunicnzioni varie » V.

ASCOLI, R~ .

1765 1763 1775 1774 1749 1756 1771 1750 1773 1748

1773 1774 1769

reep.


fèl.@'· Periodici di nostra edizione

in abbonamento cumulativo pel 1926 con ''Il Policlinico,, Gli associati al

.e

Policlinico», a qualunque Seriè siAno essi abbonati, coll'aggiunta di sole:

L. 25 per l'Italia

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potranno ricevere i fascicoli che si pubblicheranno durante l'anno 1926 di u:1:1e delle tre segu enti nostre Riviste di specialità.

IMPORT ;A~TE : Col~ro ~.he assumeranno l'abbonamento A T\JTTE E TRE LE RIVISTE e ne invieranno subito l importo, queste saranno loro cedute al prezzo di favore di sole:

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CUORE .E CIRCOLAZIONE '

Continuazione de

\

Le malattie del cuore e dei vasi Jl?EJl.i.t.JCODICO 1'1CJ~N§JlJLl~ JCJLJLlUS'Jl'R.A\TO

diretto dal Prof. VITTORIO ASCOLI Clinico Medico di Roma Ogni fascicolo si compone: di 40·48 pagine: di testo distinto In 3 parti: a) lavori originali, lezioni e: conferenze b) rassegne:, riviste e: congressi; e) notizie: bibliografiche:.

ABBONAMENTO ANNUO: Italia L. 32 - Estero L. 45 - Un numero sepsreto L. 3,50 Pczr gli associati al "Policlinico.,: Italia L. 25 - Estero L. 38

. . - N. B. -

Ai nuovi abbonati del 1926 a ''Cuore e Circolazione,, si concedono Le intere annate 1920 · 1921 - 1922 - 1923, del pe ·iodi·co ''Le malattie del cuore,, nonckè 1924 e 1·92 5 di ' ' Cuore e Circolazione,, per sole L. 95 se in Italia, e pe1.. sole L . 125 se all'Estero, in porto franco.

LA CLINICA OSTETRICA Rivista mensile di Ostetricia, Cìinecologia e Pediatria per Medici pratici fondata nel 1898 del Prof. F. LA TORRE

diretta da P 'AOLO GAIFAMI •

Professore di Clinica Ostetrico-Ginecologica nella R. Università di BARI Ogni fascicolo si compon2 di 40·48 pagine: di testo distinto In 3 parti : a) lavori originali, fatti E documczntl (clinici 2 anatomici), la rubrica degli errori, la pagina de:I medico pratico, ecc. ; b) recensioni, quesiti E commenti, bibliografia; e) Varietà, notizie.

ABBONAMENTO ANNUO: Italia L. 32 - Estero L. 45 - Un numero separato L. 3.50 Pczr gli associati al "Policlinico,,: Italia L. 25 - Estero L. 38

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IL VALSALVA. RIVISTA MENSILE DI OTO-RINO·LARINfiOJATRIA

diretta da GUGLIEiMo BILANCIONI Professore di Clinica Oto-Rino-laringojatrica nella R. Università di PISA Ogni fascicolo si compone: di 40-48 pagine: di te:sto, distinto in 3 parti; a) lavori originali. osservazioni e: lezioni cliniche:, contributi pratici; b) Riviste: slnte:tlch2, sunti, ras 52g ne, quesiti ; e) note: storiche d211B medicina, varietà, c2n ni bibliografici, notizie., e:cc.

ABBONAMENTO ANNUO: Italia L. 32 - Estero L. 45 - Un numero separato Li. 3.50 Pczr gli associati al "Policlinico,,: Italia L. 25 - Estero L. 38 .,,..- N. B. - Ai nitovi abbonati del 1926 a ''Il Valsalva ,, si concede l'intera_ prir1ta annata (1925) del periodico stesso, per sole L . 20 se in Italia e pe1· ,c.:ole L. 30 se all'Estero, in JJO'rto franco. Indirizzare Vaglia Postali e Assegni Bancari, sempt·e direttamente al Cav. Luigi Pozzi, Via Sistina, 14 -

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<PAGINA DELL'llIMIS'l1RAZIONE)

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PRATICA

FASC. 50

P1·of. Dott. GTTST.A. VO RAillOLDI

Docente di Patologia ~Ie dica nella R. Ur1iversità, Cl1irurgo Hiuto negii Ospedali Riu11iti di Roma

L'esame della funzione renale • con I moderni metodi di indagine Prefazione del Prof. ROBERTO .A.LESSANDRI Direttore della R. Clinica Ch1r urg1ca

'~ elrUniversità

di Roma.

Rip ortia1no q ui d1 seguito l' Indice completo del volum~: 1

OAPI TOLO I . RICORDI AHA-fOM!CI. CAPITOLO II. COSTITUZIONE CHIMICA DEL PLASf'1A SANCUICNO E DELL' UREMIA. - CAPI'fOTJO I ! l. FISIOLOCIA DEL RENE: Secrezione esterna del rene. . secrezione intema del rene. - OAPl'r OLO IV. IN SUFFICIENZA RENALE : Uremia.• Edemi. - Ipertrofia di cuore, - CAPITOLO V. ESPLORAZIONE Df. !..LA FU NZIONE DEI DUE RENI PRESI INSlf.ME : 1° METODI CHE SI BASANO SUL SOLO ESAME DELLE URINE: a ) Esame funzionale mediante l'analisi chimica, fi s ica e micro5"co11ica deH'urina globale : Quant·itl1. ùell'ltr.ina. Den5imetr!ia. Ureomet-ri.a. Dewrmin èl:t.ior..e del cl oruro di sodio. Alb11 m inuria. :Eea.ane mi croscopico delle uriRe. - b ) Metodi fisico-chimici senza inf luenza artificiale sulla funzione del rene: L a crioscopia delle uriine. Cloru.rja a limentare .s1pont.a,nea. P.1'-0v·a d ella resis~=t elettriea dell'urina. Coefficiente azotnrico cli ltf. R. 'Boulud. Diastaei. - e) Metodi che artificialmente influenzano la funzi -0 ne del rene con l' introd uzi o1ne di s:>stanzD pe.- via o rale e per via sottocuta nea: .Albuminuria provocata P rova della oloru.ria a.Iim entare s,peri•m entale. Prova dell'aumen.to della eliminazio n e ·ur'.ina.ria e-al m ezzo dei diuretici. Le prove per me :zo delle \SOOtainze color anti · p rov a de•l la fu,c sin.a; p rova del blell di m eti1ene ; eliminazione del bleu di metilene. par a.go·n ata .a qu clla dell'urea; ipr-ova della rosamilina; p.:ro"Vfa dell' inda·c o c:l.M'.Ili.n'io; prova della f enolsulf on -fta leinu. Prova della eliminazione 1dello ioduro d·i potaseio. PrO'Va d~lJ.a e!imin:azi-OJle del sali cli1lat a di sodio. Prova della elim inazi one del lattosio. Prov.a id~lla ·e limin·a zi1on·e ·dell 'p_,cido ·ir.i;rpurioo. Prova della lflOII'lizina. Capaci tà id i 1diluizione e di condensazione: la poliuDia cprovocata· lo studio della. concentrazione massima. · d) Lo st~edio della tossicità ~1ri1naria . - 2° LO STUDIO DELLA FUNZIONE RENALE CON I METODI BASATI SULL'ESAME DEL ,SANGUE: Stu dio morfologico del ~angne: emazi<>; globuli bian.chi. Stud!io fisioo del ~::-.ngue : viscosimetri a; il ce-efilci·en·t e viacosimetrico d.i Marti.:::iet ; rriosoopia del sMigue; prova della pressione E<a.n gu.i g-n a ei~toli1ca (Mx) e id ella pressione diast olica (Mn ); mdslll'la del!la pressione di astoli.c a; metodo oscillatorio; valol'e della. pressione dlifferen.zriale (PD). Stud·i o ohim.ico del san g u e; prova della coagulazione del samgue; mieur:l. dell'ail bu·m ina del siero (refrattometria); ureom,e tria 1del .sa.n.gue; 1a.zote.mia J1ormale e patO!l.og.iica ; azoto totale •e .a zoto r esiidu·o; lo stndio dell 'aicido u r.ico; c reatirnemia e •Creatininemia.; studio degli ti·d rati di ca.rhonio contenuti rn el sangue: la gl1oemi a; la l·i :pemia nelle letìion•j r er,.aili, oole.siterinem.ia; la liipemia totale nei nefriti<·]; ll<>E'aggjo dei aal i di potas1Sio nel sang ue; et11di-0 ·dei ,ga.:; del san·gue: il co2. - 3° LO STUDIO DEJ.J.A FUNZIONE .R.E NAIJE CON I MET0DI BASATI SULL'ESAME COMPARATIVO DEL SANGUE E DELLE URINE : La cri oscopia com.paraitia del sangu e e ·delle u riirue <Metodo di Léon B erm.ard). Il coefficiente emoren1ale di Bromberg. Coeffi.c iente sfigm orenale •e coef:fiicienlte idruritco. La 1costJa,nte ureosecretor,ia o ò.i .A.m.b-ard: tecniea i;1er l·a ricer ca della oostante; valore delila costanrte nell'uomo n orma l e: va·l ore della oostante in ,p wtologia.; l a costante nelle rnaJattie ch.i Tur.gicb e dei ren.i ; .mo dificazionti wll·a formu,l a di Amb aDd. Cloruremia e ·c oata,nte -olot'lU'OsecJ'etoria: metodi ner d-0~are ·il .cloruro di sodio nel san gue. - OAPITOLO VI. ESAME DEL VALORE FUNZIONA LE DI CIASCUN RENE PRESO SEPARATAMENTE: FISTOT·OGIA DEI RENI PRESI SEPARATAMENTE E COMPARATI FRA LORO. - I METODI DI ESPLORA ZIONE RENALE APPLICATI ALL'ESAME COMPARATO DEI DUE R 'F.NI: Provoa delle sosta·nze coloranti. L'indaco-carminio· cromocistoscopila: J.a fenol-sulfOIIl-ftaleina.; glioosuria flor'izinioa; facolt à di co•n centraz:ione e dii dilu·i ztione. - CAPITOLO VTI. VALORE DEI METODI DI DIAGNOSI FUNZIONALE NELLE MALATTIE MEDICHE DEI RENI, - CAP ITOLO 'VIII. VALORE DEI METODI DI DIACNOS! FUNZIONALE N E LLE MALATTIE CHI R URCICHE DEI RENI E ltJ QUELLE DELLE VIE URI· NARI E. - BIBLIOG~...AFIA.

Un ,-olt11nc di pag. v111-247 (:\. 14 d ella « Collana Manuali del Policlinico »), nitidame1ttc stampato su otti1na caTta, con \ a rie figure i1c l test-0. - P rezzo L. 30. P er gli abbonati a l << Poli<·linico » sole L 2 7 ,50 in porto franco. 1

Dott. SILVESTRO SILVESTRI Aiuto nella R. Clini ca Medica di Roma

Le nefropatie secondo le moderne vedute Ecco l'Indice siste.n1atico de.l v-0Jume : PBEFAZIONE. - OAPITOLO !. RICORDI ANATOMICI. - CAPITOLO II. FISIOLOCIA RENALE . - CAPITOLO III. CLASSIFICAZIONE DELLE NEFROPATIE. - CAPITOLO I V. SEMEIOLOCIA URNIARIA : Esame fisi1co. cllimioo, micra.scopico dell'urina. - Albuminuria : albuanrinm·.ia, ·digestiva; ailbn1mdmuri.a ortostatica; adbuminuria intermittente, albuminrur.iie discrasiche ematogene; aJbuaninuria dn raiJ)lporto a mala.ttie del sistema nervoso; a lbn.minuria gmvid1ica; albuminuri1a febh rile; a.lbuminuria. ,n el deco1'3io di .malattie arn f etti'Ve croniche. - Prognosi delle albuminur ie. . Trattamento delle albumi1n urie. - Ematuria, CA.PITOLO V. ESAME DELLE FUNZIONI RENALI : metodi di esp lorazione basati su llo st udio dell'eliminazione provocata d i so_sta_nze color~nti : Prov~ oon il bl~u di metilene. ProWL can la fenols ulfonftaleiina. P rova con l'uranina. - Metodi d1 es~ Iorazione basati sullo studio ctell'eliminaziooe di altre sostanze es tranee all'organismo : P rova d~ll'eliminazione dello jodio. Prova del lattosio . • Metodi di esp lorazione renale basati sullo st udio di eliminazione di s ostan1e n111n estranee all 'orga nismo : Prova. dell'u equa. M etodo dell'azoturia sperimentale. Elimina?Jione dei cloruri. Metodo ver lo stQdio della funzione renale basato sull 'e~a.me d el sangue e d ell 'urina. - Urea : Dosaggio del.l'urea.. La funzione ureo-aecretgri~ secondo la cost.'ùnte di Am1>?.rd. - Azoto non ureico. - Metodica e valore clinico delo studio delle funz1on1 renali. - CAPITOLO VI. SECNI CLINICI IN RAPPORTO ALLA INSUFFICIENZA RENALE : Cli edemi nefri. tici. - Sintomi cardiovac;colari. - Si ntomi in rapporto alla ritenzione azotata · Sintomi a {}arico dell'a.upa rato dig-erente . • intorni a c~.rico del sist~ma nerv060. Retinite albu mrinurica. Prurito. Anemia. E morragie. Pericardite. - V:ti ore di agnoc;tico e prognostico dell 'azotemia. • UY9mia: Teorie patogenetiche dell'uremia. Uremia vera. <> t ·~t'n. P c;e11dorE:"mia !l.Cuta od uremia eclampsica. Peeud ouremi:.t cronica od angiogen a. - CAPITO~ VII. NEFROSI : Nefrosi alb1~minosa <>d alhum inuria febbrile. N efroAi da intoe&icazionit. N efrosi luet}ca. Nefrosi gr?l'\"idica. Rene amiloide. - CAPI'l10J,O VIIT. CLOMER ULONEFRITI : Clomerulonefrite acuta diffu sa. - Terapia dell a nefrite acuta. - C'.<\.PITOLO TX. CLOMERULON EFRITE CRONICA DIFFUSA : Alhuminuria ])06tnefritìoa. Ne-Irite cron ica. Rene grinzo cec-0ndario. - Terapi~ delle ne~riti cr-0niche. . Nefriti a focolaio. - CAPITOLO X. SCLEROSI RENALE : Iper ton ia vascolare . . Rene gran zo genuino. - OAPJTOLO XI. RENE DA STASI . El<'~a11ti

. . .ima brochure <li png. \ I-16 e~. 3 del le nogtre (( ~I onografie m edico-cl1irurgich e <l'attualità ») , tnn1pata 5U carta distinta, ii1 11iticlis in1i tipi tipografici. Prezzo L. 1 6. P er i no5tri abbonati sole I... 14.2 5 in porto franco. IL


o

ANNO XXXII

R.0111a ..

21 1licem b1~e 192;}

Fase. 51

' •••

fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE PRATICA R EDATTORE

CAPO:

PROF .

VITTORIO

ASCOLI I'

SOMMARIO. 1.avot"i originali : E. Vigevami. La percnssiollle asool truta a pplli<'ata '.alla ·di a.gnosi dli. ftrattur,a.

Dalla pratica per la pratica : G. BTeooi.a : L a cur.a rpr eooce 4'.lell.ia tubeoooloei e della « deboil.ezza organica »

nei rigua..rdii della pratica . Osservazioni cliniche : G. Fa.m.igilietUi : Contributo clini-00 a lla cu.rn. del tetano ool met.odo B aocellrl.. Sunti e rassegne : NEUROLOGIA: F. Pl aite : La -0lini1ca della ,. 1.n • rn.1a..ll&1 a .

1giene : A. Filippi.ni: I.a p r ofllas.-si delil.' influenzn.. cenni bibliografici. Accademie, Società mediche, congressi : II Cong.resiSo 1

na~onaJe

d i Oftalmologia. - R. Accademia. Mediiea di Roma. Sooietà Medlico-Obi1··ttrgtca di P av1ia. R. A.ocademia Medica dli Geaiova. - Società Medi'°oOhirurgic::i, degl1 Ospedali A.b ruzzeei. - Socdetà ·M&dJioo-Chil'urg.i.oa Anconetana. 1

Appunti per il medico 9ratico : CASISTICA E TERAPIA: Le ~ stre:ptoooccemie grayi red il loro 'tr attam en to. Or'

. . - Una

pr~ghiera

.

~

I

ohite da malaria.. - Il J.a ,ttan.te d i .fronte ,aJl'1iinfezione morbi·1J.osa. - Ca1'atteri deJ.l'iperisenmth ilità a llo S.tov arsolo. - NOTE DI MEDICIN~ SCIENTIFICA : Il drena.ggio del dotto toiI.'adi.co nella peritonite spertianerutalie. POSTA DEGLI ABBONATI. VARIA : L'.a;bito rdel'l'uomo di stindio. Politica sanita""ia e giurisprudenza : G. Selvaggi: Con.t roversie gi1wtdiche. · Nella vita professionale: I NSEGNAMENTO SUPERIORE: D. B ardt.1zzii: Di ta1une disdicevoli innovaz.ioni dellia ri forma Ul!lii:vieraitaa~a. MEDICINA S OCIALE: Draigotti: La Magi.stra.~ura, la r.a.ppr esentauz·a e l a ili.fesa nelle oontr oversie foTudate sui rapporti assieurativi. La ,p erizia e l'rullltoip&ia come elementi integrat.6Jvi d el ,g iudliz·i o. CronM!a d el morvimen;to pr-Otf•essiona l e. - Co!l1cor si. Nomdne, vroano.z.ilOni ed <>rn<rrifi,cenze.

Notizie diverse. Rassegna della stam?ta medica. Indice alfabetico 9er materie.

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L'EDITORE •

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dizio11i o finanziarie de1 p azie11te, o di trasporto o ·di viabilità permetton o di ric orr er e all'aiuto dei Raggi X . .\ne ISPEOA LE . l·\ NN A - FERRAH.\ ~ro sso da questa frequ en te evenienza, 1 p en5ai di SE7JIH\[ t: HIR. diretta da l prof. E UGENI O CA'.\fi. applicar e un metodo già da tempo u sato nella • La pe1·c11ssione ascoltata applicata i11erl )cin a : l'ascolta.zion e appli·cnta alla delimitaa.Ila diag11osi di f1·attn1·a. zione degli organi. L'ascoltazione combi11ata alla percussione è già Dott . EoG.\RDO \ i I GEVANT. ::.tat:1 u sata da Lae11nec 1per determinare i 1imiti d i .\ t,;caLl t! rteque11te1l1c111e i1elJ a pratica m edi ca quulll1a caver11a o cli u11 pneumotorace. P erò I.Jaen11ec ne fa parola soltanto come osservazione ocr.a3ioti•di ::-inct cli dover fare una diag·nosi di fratti..1 ra jn nale, non co111e pr oposta di un p articolare metodo breve te1npo; in tali casi è ev j dente quanto saclinico d'indagi11c. rebbe j1nportante aver un dato sicuro per ev itare PC:>r la deteTminazjone dei lim iti Yiscern1i, corr!C' -conseguenze a volte gravissirne che u n giudizio . metodo generale è già stato raccomandato ùn in co1npleto od i11sl1fficie11te p u ò determinare. Camn1an e Clarck per I primi ed è stato poi cl:1 Non se1npre è possibile avere il s ussidio dian1olti autori inclagato e raccomandato. gnostico ùel1a radioscopia, e non sempre le con-

LAVORI ORIGINALI.


178-1

IL POLTCLil'\lCO

Il prof . .t\. Bianchi in Italia fin da1 1881. fu sotenitore del metodo della percu1s sione stetoscopica ascoltata, aipplicata alla delimitazione degli organi. In un primo tempo si servì d el plessimetro e del martel1o ùa percussione, per sostituire 1poi ·a questi il leggero striscia1nento digitale. La percussione ascoltata si eseguisce co n lo f-:tetoscopio o col fon en.cto-copio. ·Perchè essa sia p os.3ibile cc occorre ch e il viscere del q11f\.le si « vuole deli1r1itare l 'area poggi in un punto q11al•< siasi diretta1nent.e contro la parete e che ~u tal • p11nto .sia po:ato lo stetoscopio; deprimendo la 11 parete stessa si deYe andare a poggiare diret<< tamente col solo i11tetn1 ezzo di questa sul vi• scere in esame » (Bianclli) . Tale è la condjzio11e indispensabile 1per poter npplicare il metodo. J_Jc co11dizionj favoreYoli sono l e seg-uenti: che l'organo sia provvisto di un tono proprio; cl1e sia aderente ai tessuti circostanti in modo che esista continuità nella trasrnissione del :s11ono; che fra la 1parete snlla .quale si applica. Jo stetoscopio e l'org·ano da delimitare n on ~i Irapponga110 liqt1idi o gas oltre una certa copia. L'i nten~1tà della vibrazione ascoltata con l'orec, chio arrnato è in relazione diretta con 1'1 n.tensità del colpo; con l'adesione clella parete alla s uip erficie del Yiscere nel punto di percussione ed in quello ·di a . coltazione; e con la densità delle pnrti cJ1e rjcevono il colpo e cl1e trasmP-ttono ·1e Yibrazioni. 1LCLddO\'e esiste un a umento di den·sità tli un 'risceTe si trova pt1re aumento ·di i11t0nsità di Yibrazione (Bianc11i). P 0 r quante ricercl1e abbja. fatto i1on mi ?~ riu · cito di tro,·are nell 'abbondante letteratura conSllltata che il n1etoclo d ella lJCrcussione ascoltata , ia stato a1p])1icato alla cl1irurgia del1e fratture. Tale metodo è da ine usato da oltre un anno e Jle ricaYo nella qnasi totalità dei casi, risultati brillanti, confer1nati pure dalle altre indagi ni. Ecco una bre\·e descrizione del metodo, quanto 1nai sen1p lice: bisogna es ere 11rov,Tisti di uno stetoscopio e di una matita d ern1ografica. Usai in alcu11i ca.;,i il fonenclosco1Jio, ma a me se'l1bra esso non possa sen·ire bene percl1è rp ropRga suoni 1roppo superficiali e con esso non sempre riuscii ad ottenere ris11ltati sicuri; non eJ)bi l 'op1portunità di usare altri stru1nenti consigliati per la percussione stetoscopica ascoltata (plestetoscopio <I i Pjo1 ry, stctosc·opio di Hof1nannì ; lo stetoscopio i11Yece serYe tanto per le fratture di ossa rico}\ l't ~ clu ..,pe~st\ n1a~sP di te . . suti (femore, perollt\ ree. ì cun1e i1er 1e o.:. a superfi ci al i. E"!;O si. applica 11ella regione dove si presun1e cc;i~ta Jn le ione e partP11do dalla pros::iimità ùel1 u11l>t1tn dello ::;teto:5copio ::,i triscia leggermente :t llonta11 ando~i tln esso e dirigendosi \Terso il pun~

·

[AJ~NO

XXXII,

FASC.

51}

to sos1Jetto. L'oreccl1io avverte u11 caratte1'istico run1ore di raspamento che impro,ryisamente cessa ·o si atter1ua; allora il dito ha a1ppena oltrepassato la 1i11ea di frattura e con la matita ·dermogra!ica sj segna il punto di trapasso. Il dito che striscia sulla cute deve esercitare una pressione che varia a 1secon da della regione in esame e la cui intensità viene suggerita di ' rolta jn Yolta dalla pratica.

* ** L'infortunato si presenta ipereste . . ico, con J inuscoli contrattj, eccitato, in preda · a s rnania causata dal dolore della lesione; no11 si 1pnò praticare un esame accurato, il minimo movi111ento rie1sce dolorosissimo, non ;Si può fare una palpazione d egna di considerazione perchè l'amma!ato non lo permette. Lo stesso a ccade in individui con pannicolo adiposo abbondante o con masse muscolari molto ' s'riluppa te e in quelli nei quali le lesioni dei tegumenti (ferite; escoriazioni, superficie sanguina!lti) impediscono di poter far l'esame della parte colpita. Così pure nei bambini i quali ,p iangono dis,peratan1ente ed e.seguiscono movimenti disordinati, ed 111 pazienti presso i quali Don :;i p11ò n,·P.r~ l'assistenza dovuta. Questo meto:lo ha il vantaggio di evi.tare al IJaziente il .dolore pro ''ocato dall'esame dando i)nrtuttaYia j riStlltati di questo. Il 1netodo della percu ssione a·scoltata 1può essere com1pletamente superfluo nei casi cli fratture con clarnnte, di fratture aperte, in quelli in cui si rileYa abn orme inobilità lungo l'asse dj llr1 arto o in quelle nelle quali i monconi resi si superfjciali quasi 11anno perforato la pelle (fratture r la' 'icolari), nelle 1quali altri a1iifici diagnostici altrettanto ·semiplici ed 1nnocni portai10 alle stes..c;e conclusioni. come l'ispezione, l'impossibilità di elevare l'arto superiore, o cli scostarlo dal tronco, il dolore pro,rorato dai colpi di tosse . \ ,-i son o poi numerosi casi n ei quali il metodo i1on è aprplicabile: 1 ) Frattura della base del cranio, sia per 1a sede profonda della lesione, sia per la piccolezza della superficie lesa. Inoltre in tali fratture, e1norragie nasali, auricolari; coma, alterazioni nel ritmo del pols0, i11ancanza di riflessi 1pupillari, vomiti, P.cc., ecc., posso110 da soli pern1ettere di ~iun­ gere ad una diagnosi. 2) Frattura clella rolonna Yerteh1alc. Xelle ver. tebre la sola parte a cces ibile (l l'apofisi :,pinosa cl1e col n ostro n1etodo Yerrehbe con1plP.ta111Pnte abbracciata dall'in1huto dello ~1etosco1pici. l . ~ altre parti della Ycrtebra sono o ricoperte da tnasse mnscolari troppo . . pesse \1an1i11e) o han11u .. ede trop110 11rofo11da (corpo ' . 1


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XXXII, FASC. 51]

SEZIONE PRATICA

3) Frattura dj ossa piccole com e quelle del carpo e di parte cli quel1e d el tarso, sia a11cora per

la Joro ,p iccolezza, sia per il cospicuo versame11to che rapidamente s i forma qualunque trau1na colpi$Ca questa l'egion e. Il metodo dù, in,·cce ris11ltati soc1di ~ racenti, i11 caso di traumi d el capo i1ei quali i tegumenti ·· ono completa111c11te jntegri; 11011 si riesce a ri11iracciare, n è escavazj 011i n è contusio11i od eccl1iJl10' i: i1011 esistono a n cora sintomi dl YeT$ame11to jntracra11ico, i1è en1atoma sott oc utaneo . I n tali contingenze i1 n1ecli co può restare 1nolto perplesso

sulla na.tura d el 1rau1ua; frattura ù c l ta,·ol::tto <..> sen'lJpJice co11tu::;i o11 e? Allora jl i1ostro n1 etodo pu ò venire molto utiln1c11tc i11 aiuto: dopo aver a c'3urata n1ente r a . ato il cuoio ca1)ellt1to, s i può a p plicarr la percussio11e steto copica cl1e ci darà risulta1i tali .da toglic1·ci og11i clubJ)iO diagnostico . l n questi ca si è bene n on u p erare la l inea d i ltt ura delle o~'-'a crani che; g·ia cchè e queste i1on sono bene aldatP o 11 011 son o s11fficjenten1ente sinostosat e, si può essere tratti i11 ingan110, perchè ci si tro,ra di fronte alla condizioni n eces.sarie 11et 1a intetru zion r o In rlin1inuzione cli co11duttibilit.:1 rlei suoni. Il 1netodo è utile, inolt!·e, n ell e Jesio11i ._ortoperiostee 11ellc infrazioni ossee, i1ell è frattu:!:e a ' p i ccolo frannnento (<l a "'trappa1nrnto), i1ellc quali i mu scoli ocl i tcndin i a bbiano rnante11uta in11nobi1e la scl1eggia. La propagazin11e clel ru111ore, a quanto 110 potuto oc;.srrvare, av'Yie11e lnngo le li11ee ~1rchi t et toni c L1e delle trabecol e ossee i1ei diver i scg1uent: scl1e, letrici di co11srgu en za cl1e per le ossa lungl1e i diffonde, per l r cliafisi da. un estremo a.ll '::iltro, per le e pifisi i11vece in en so arcuato o verticale. A<l ocr11i m o do è bene no11 fare un'1111ica ascoltao . zior1e, bensì applica.re lo . tru1nento sull P- varie faccie , i11.edialc, anteriore, posteriore, o laterale. della •p arte da e"a1ninare; si p uò così in certo qual 1nodo circuire per mezzo di li11P0 radiali il focol a io iil niorlo cln po1Pr rileYar r ancl1e Ja foru1a <lell~ lin ea .di frat1ur a (1ra versa, obliq11a , a becco di flau1o ). se la mn11canza cli propa ~·azione del rnmore si riscontra sem plicemente s11 di una o due delle facce della parte i n esa 1ne i può concludere cl1e la contin uità o.::.~ca è tr oncata solo 111 lln a delle fa ccie (incri11aturn, fratture sott0prrio3tee frattt1ra « en bois. vert n d el francesj ) . . Fa1'ò qui 11 n piccolo scl1ema ·ùel1c direzioni delle Jjnee di forz a n ei Yar i segmenti ossei. Ricordi anntomici: P ie d e. Le f alangi son o tanto piccol e cl1e r1011

Inodo le li11ec prevacon se11t on O l 'esame· . e , '(.lcl 00·11i o lenti architi?ttonj cl1 c so110 le ·v~rti crilL 1'·l F? l a t ars.i·. Kon prese11ta110 di verslt,à clalle faH la11gi .

1785

Cun eif c r1ni. - $ 0J10 costit11iti ù a due ordi11i d1 1ral>ecol(., Je u11e dirette i11 senso antero. po ~ t.criore, rettili11ee ben e-rident i, le altre dire tt e trasversalmente diri gentisi verso il tubercolo che serve 1

di attacco a.1 tendine del muscol o tibiale posteriore (1per il I cu11eifor1ne). Nel II cuneifor1ne le trabecoJe dirette in SellSO ' antcro-pos teriore si irradiano a ventaglio dalla e tr ern 1tà di5talc, verso la prossimale. Così p ure nel III. X e J L'o~so navicola r e e cubcideo l1an110 1a rnedesi1na disposizione. Il cç1!.cagno prese11ta tre gr11:ppi di trabeco le: le trabecole d el 1prj 1no gruppo sono oblique in bas.::;o ed inclietro, le tra becole del II gruppo partono cJal euo del tarso e si portano obl iquan1 ente in J1as o ed i11 a Ya11 tj, le trabecole d e1 lII si dirigon o clall'aya.nti all'indietro forma11do una curva a conca ,·jtà ·diretta j11 alto. La direzion ti .clell e trabecole ci in.eli ca la direzione dell e forze cli pressio11e trasn1 csse dall' astragalo al calcag110; le un e, posteriori , vorso l 'ap1pog- . g·10 poc.:teriote d cl i1i edc, le a11teriort verso il cuboide e mediante q11est'o ·so ai ctu1eiforn1i e metnca1pali.

. I i\/raga l o. IJL' trabecole clel I gruppo :50110 oblique da11 ·a lto al hasso ed i11 se11so an1 ero-·posteriore, le trabecole 1clel II gruppo 0110 di rette tlall'~lto al bas o, ed i11 sen·s o poc;tcro-anteriore, la Joro direzio11e si continua i1elJ e trabeco1e dello -.1·afoiclc, clel I c1 111ciforn1 e e clel pTj1n o n1etatarsale. · r iu 11iba. L e trnl.)ccole tibia li c;ono pre ttamente vci-ticali, Je ester11e, Jf1 c11tre l e i11tern r sono incl inate yerso I1n · r d ell'o ~ o. ~ ell a cl iafisi 1a di. sposi zione è preva le11tcn1ente Yerticale. ~el l! e[)ifisi superiore clc:il la tib ia le lan1ellP o ·sce si dispong·o110 in due sL te1ni; l e p eriferi che si 1 nnalzano verticaln1e11te Ycr o Je caYità g'lcnoidee, le ce11irali • rappresentano clegli nr cl1i a gra ncli raggi, che incrociando qt1elle d el lato 01p·p osto, formano d egli s1)azi ogivali il cui ap ice corri5po11cle all 1as ~ e dell'osso. f', •rone. I ,e tTabecole o'> re con1po 11en ti l'arcl1ih' t1n1a cleÌ i)ero11<.' hanno la n1ecle,inla di . pos1zi ' ue delle tibiali. Tf r1 tula. P er 1a . na gc11csi e 1p cr la sua i;truttnra ha i1 sig11ifi cato di lln o. so br e·ve ordinario facent e lHtrl e .clello scl1eletro tipico della ga1nba. . . . 111 essa Je trabecole assun1 o n o clne rt1rcz1ont princjpali; l'u11a orizzontale l 'altra yertica l~. . .. Fcn10 1 e. Le trabecolc che costitui~ con o I ep1f1s1 tlist 1Ie, ha.n110 la maggior parte clirezinnc .'·e~t~­ calc. 1,a stessa disposizione si osser,·a nella d1af1s1. 1.. c trabecole dell'estr e1nità 1prossi1nale presenta110 questa di "'posi zio11e :.

,


1'ìRG

TL

POL ICLI~ICO

QuelJe che i1asco110 dalla la111ina diafi (:~rta i11edialE! si dividono in due gruppi; le infe!'lori e le s uperiori. Le jnferiori si portan o obliquamente i11 alto e lateralmente per terminare a l grande trocante11e; Je 1su.p eriori i1a scono ancl1'esse dal margine in feriore so1pra le preceÒ:enti e si portano in a lto e meclial111tinte per terminare sulla partf n1cdia della sllpe.rfice articolare dell a t esta (qlieste fibre hanno il non'le di fascio cef alico). Le trabecolc os ee c.he nasco110 dalla la1nina diaf isaria l aterale prendo110 origine sotto il trocarttere e si. porta110 oblique jn a lto e medialmente per terminare nella t esta sotto aJla fo ssetta. del lega1nento rotondo. Questo fac;cio assume il nome cli r~1 ·e.io arciforme, il quale incroc iandosi co11 le fibre diafisarie inferiori m8cliaJi sotto un anooJo o <li 451) forma ogi,,e regolari. JJar·ino. ~el bacino pi11 che Ia disposizion e del1h trabecole ossee (r aid e a l cen tro, compatte alla pcrifrria) 't'r-virà p er l 'esame la dirPzi on e ctel! e ìi 11ee rl i fo:rza c11e pPrc.orrono 1ale c;eg1ncnto scl1el ctri co. Dal sacro dove esse si originano si clirigono verso il femore passando per g·li jlPi; dalla testa femorale altre 1i11ee a ttraYer Q le bra11cl1e oriz7.ontali .d pl 1pube vanno alla sinfisi. T rqlascio la descrizione clellc ossa rtella 001011. n a V<' t'Lebra le r1011 offre11.do questi segmenti che la possibilità di n11'osseryazione m olto in compl eta. Passand o nll'arto superiore dico subito che per l'o11, c10 tar1to .la sun. parte pro ·simalc clnt:i 1a rli' sposiziorJ e ad ogi·va delle trabecole, qt1a11to la diafisi e l 'epifisi distale hanno tale t1n 'anal ogia co n l'arcl1ile1tnta fc111oré1le ch<' stimo inutile jl cl<' scriverla. Rr :r/ir1. J/estrcmi1à prossima.le del l·aclifì (clìe ben r aramente cade sotto la nostra osserva1io11c data ln rarità delle st1c fratture ) presenta una trabecolatura dispo ta verticalmente, in parte, ed in -parte ad arcate, la diafi. i r l'estremità distale sono costituite da trabecole a direzione principnJ, 1nente ,-ertjrale. Ulna. J/ul11a i1ell'eipifi:,i st1pcriore 11a una ctisposizionC' pre,·nlentemente ad arcate più fitte in rorriSJ)Onden za dell'olecrano, il corpo hn direzione ve1'tica1e e l·epifisi inferiote i)resenta a r1cl1l:: essa In 1neclesi111a nrchitetturn. clella diafisi. Carpo. Le o~<;n del carpo data la loro ininu::-eol a din1en ~io11e n o11 si posso110 l)re tare ad u11 e8n in r 1

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i 111r ff1r·arpi r \(1 falangi , -a1'.) 1

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cl1L' alihinrno dclto ]1C'l' le o~~:i n11alogl1e del piPcte. ( ' i11tn ..,ra11olor1•. J .. e fratture delln srnpoln sono

[.~\NNO

X.\.XII, FASC. 51]

quale la dis1posizione delle trabccole è q uelln imposta dalla funzione seco11do la ben nota legge di J ulius VloJff: che l'osso i1ormale ba t1na strut tura determ inata dalla sua fun zione. Clavicola. Ancl1'essa è costitnita da tessuto spug11oso e ravvolta da un manicotto di tessuto compatto; · ha la ~truttura Yoluta dalla pressione e 1razione cui è sottoposta nella sua funz1one. Sterno. Lo sterno ha la struttura drlle ossa piatte: tessu to spug·noso centralmente; t cs5~to COD1Jpatto alla periferia. Coste . Sono cos fi tu i te analogan1ente allo stern o. Ossa. dcl cruri'lo. Le ossa della volta presenta110 u11'arclìitBtt.ura a l i11ee raggiate pattenti dal 1punt o centrale di ossificazione. Faccia. Delle ossa della faccia quelle cl1e possono ca.de re sotto )l nostro esame sono: l a rnandibola; cl1e presenta la medesima architPttura del le diafisi di u11 osso lungo (con archi di rinforz0 n ei punti sottoposti a maggior sforzo e l' aip ofisi zigomatica . Esan1e .delle ' ' arie ossa: Passan do ora al1'esame cl elle sin gole ossa dirò cl1e i11 11ne<:1 generale essa si pratica segl1endo il n1aggior a.sse dell'osso (ul11n, ra,dio, tibia, p ero11\,;. ecc .). Qu esto non potrà av·v enire per esempjo per l'astragalo e per il calcagno 1p er i quali è con\"e11iente seguire le linee di forza. P er i metacarpi e i metatarsi, se si suppon e 1' esistenza di frattur a cl ella te.sta si deve applicare lo stetoc:.copio presso cli essa e dirig<'rl'l lo sfre~·am cnto sia in ·sen so traversale che longitudinale, se del corpo in sen so 1011gitudi11ale c:.eu1pliceme11te. P er 1'01nero p er esan1inare la testa s i può applicare lo stetosco1pio su di lln pu11to q11als iasi di tlsso anterior1nente o lateralmente e stric;;ciare in ·diversj sensi, per la diafisi in sen so IongitudinalP. Per lo. scaylola i soli p u11ti accessibili essendo la spi11a ed il margine mediale, lo strisciamento ,-erri eseguito orizzontalmente per Ja ptima, verticalmrnte per la seco11da. i=>er l'epifis i prossimale del femore, lo stetoscol)io ,·errà applicato, o n ella fossa di scarpa un po' ester11au1er1te allu pulsazione della femorale, e lù striscia1ne11to si farà Yerso l'tlsterno e verso il bas o, op1pl1re si applicl1erà lo stetoscopio s ullH S})O rgenza data dal gran trocantere e c:;i risa lira Yer~o la caYilù acetabola r r. nuf'ino. -

o.-.. ,,

([l'/ l>arino. - . 'acro . .\. cau~él dcliii

r5~0 puì1

rari..- .... i1nr. tanto da rnggjungcre l'·n n J)C'l' ce11to

scal'"O rive ti111euto <ii pnrti rnol1i

circa. J'.lcl un

lneut ' cade1·t• ... u1 to la 1111-..tra o"''l'l ,.~7Hlllt> . . \nl l1L qu1 i·cq.plicazionC' rl'=>Ilo strnn1cnto \'rrrù ~ll!!f?'P· ritt' clal datn nna11111e:::ti1'1J; 11) ~tri . . ci;1n1c-nro \' ·1 ra fat10 Cl'\ntrifng:.imcnff' n f al puntn.

fit~i;ili

:-,i servirà dci punti più supcrte11 c ndl) presC'nte che lungo i n1argini e lL'\

estl'en1 ità

p-...a111r. ci

1'\~~n ~

eostituifo da tesqufo con1pntto nel

tnci 1.


( ..\~XO

XXXII , F ASC. 51 )

SF.ZlO ~E P HA1'1CA

I l eo. La cresta è Jnolto snperficiale, e le ali

sebben e n1olto profonde credo possa110 dare ugualm ente r is ultati deg11i di nota, ' 1perch è la p er·~u~sio11~ è già stata uti]j zzata p er la diagnosi di secJe dei tun1ot i i1edu11colati del baci110 (cisti idatidee, cisti dermoid i, ecc., cisti 0Yaricl1e) (Bacce]lj ). ...\. n.i a n1ai occorse di. poter fare l'esam e in questio ne in tali r eg·ioni. Ci0 ' ' alga an cl1e p rr gli isc bi. Pul> e. Dopo la i·asatura dcj 1p·eli, a pplicato lo stetbscopio i11 corrisponden za dell 'estremità laterale o m ediale delle branche orizzonta]j, si c;tr1scia n ell'un o o 11ell'a1tro sen:o. P er le OS$a del cranio, percliè q ue~lo csa1ne .:;ia pos :-;jbile. sono 11ecessarie cliYerse co 11dizio:~j; la rasa1u ra dei Céllpelli in corrisponùrnza rl0l p u11to pref'UlYlibi11nCtllC leSO, l'assenza O quasi ni Yersa1ner1tO, ·di emato1n j , Je suture nor1nali. E rnolto difficile il poter riscontr are frattnra dl un a delle dn e lamine e precis amen te del taYolato estPr110. P erò a volte sj \rerifica110 fratture corri plete, rJette fend idure o fess~1re , limitate, nei jfradiate nell e qual i. n on si ' 'erificn spostarnento r1 i Borta ctei fr!lrr1m enti; in quest.i casi, fatta la toletta ,p relim in ar e del punto da esa1njnare, sj applica lo stetoscopio in corr ispo11clenza clel cen tro d ~ll' osso e si dirige l 'esame a raggio ver so 1 1

1

1

To1i110. .\. ~ r1 li l'i-r. \:\"'.ùr l'burg, Kurt Kaliscl1, 1899, pag. 1.6 13E:-rnERSKr. .i.\tti clel Con.gl'cc;so m C:'<I. i11ternaz. di Ro1na; Herrn. LoP cl1c r, 1'orin o 1 '94, Yoi. III , iuc·dicina in terna, pag'. 149. 13ucH . Deutscllf' 111ed. \Vocl1., 1901, n . 38. f l oF.\LANN . .WJi.inch. ined . Woch., 1901, n. 35. f~B~ST EDENS. L ehrbuch cle r P.ercu sion, unrl .4 usku ltulion. S. 95. Julius S1pr i11ger, Ber1in, l9ZO. 1-fE~~CHE>: .

Up:3ala lal\aresaksk for J_,nncll, 1887-1888, °?3 YOl., pag. ~20.

DALLA PRATICA PER LA PRATICA. , L:t cura p1·ecoce dell~t t11be1·colosi e della '' {}ebolezza 01·ganica, '' nei rig11~t rcli della p1·atica. P rof.

I e-asi nei quali potei 1Jorre t111'esattn cliagn11· i d i frattura co l rr1Pto d o della percussio11 c a. coltata asce11don o orn1ai nd oltre l lil centin aio. ~l ai 111i ocrorse di non Yeder confrrmata r1all'ec;ame radiologico la rriia diagnosi rli frattura quanclo r,ion Yi f osscr o cou clizion i ~fa YoreYoli all'nippli ''(1 zion<.: d el 111etodo (cn1ntomi, yer am e11ti, enfi. e1na so rto cutan eo). Ritcugo rhr questo rnjo :modesto con tributo a l la di agnosi cli frn ttu-ra p ossa riuscir e inolto util e sia per In t:Un se111plicità, sia percJìè esso p e r1nC' i~e d i g iu ngere nd Ulf gi11dizio sicnro la d ~ dove tnancnno i rr1ezzi sussidiari dei qnoli sipe. cialmente il 111ed iro r.ondotto è affatto pr iYO . L'a pplicazione .del metoclo ye11ne r.n1r1piuta sott o il controll o del nlio primario 1p rof . Eugeni(\ C'nsati. aJ quale r iYolgo ro-;pressione del i 11'0 an in10 grato per i co11sigli di cui mi fu largo. 1~rrra r a, 3 lttglj o 1925.

ar

l ' auscilltation, 1834, p841 ug. 51.<:'):)"•

e CLAill(. A.rcll. g·én ~r .. de I?~d ., 1 .,. P· :...;~ · ROGEH . .t\rch. gén ér. cle m écl1c111e, JUillet , a òu~ l ~o,_, P OPPE!l u. S TEN GEL. Con geess of th.e Ass?ctatlOT\ of .\ 1ncri can Physicia11s, 1896, inay ; 1\1ed1ca l Rl'co rd 1896, XLIX \'Ol. ' pag. 668. Ru NF.BÈnG. Zeitscbr. f . !{ I in . i\1ed., 1900. Heft -~2. 1-:. CE. \HE :\1TNERRI. RiY. crit. di Clin . ~l ed .. nnno :\:, )1 11. 1 i-15, Firenze 1909. CA?vl ) fAN

• /

P ruRHY . .4 llu~ de JJles:iniélrisnie avec ~~ p tanciles, repré ·eritanl plil s cl e 250 d ess·i ns JJ/essimétriq u es rtr u.:•és .·ur bois. P al'is, 1851. ~ lor.r.\t; clc St. L~ D GERE. Dc l'uscultalion cltiru1gicaic. T hè e rle P ari:', 1 39. l~HOTE. }.lt_111cli. i11ed. \\iocli., i i. 10 ~ . i r ; , 18!)(. P AL. \\•'i en. m ed. \\!ocl~ . , 1902, 11. ' l~T.\~CH C. Lo Speri1nentalc, setterr1bre l '88 . Io. RiY. delle cje11zc in cdicl1e di Botog11a, 188t, ll. 10. ·r ES!'liT J ACOR . T ra tt rr to dl analonii.a ltcscri.ttiva, L9 1 ~ ; Tratt oto ,_ii a1ialoni i a tapog rn f ica, 1918,

m a!·gi ni.

·\'.':'l'll.:,:r.c Trait é Tnu ~, i;,,.

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G IOACC H INO BRECCTA ( <.i-('il()\' ;j l.

P er debolc:;;a orgariicrt intendo ogni stato. congenito od a-cqu isito, tran sitorio o per manente, dello SYiltippò, ,clel inetabolisn10, clellc sec1·czioni (111tern e ed esterne) e del tono n ervoso (vegetativo e di relazio11e), cJ1e diminuisca la i ntens·i tà e 1a stab'l li ~à. ·dell e !Prestazioni organiche (le coside.tte r olJ?.lslez:::a ·e resis t en ::;a organirlle o fisicl1e) e pr edisponga agli stati morbosi Sfpecial1nen1 e esaur ie11ti c · i11fettivi. Naturalmen te questa non è che una indi cazio11e rli comodo, e n on ha altro valore che rapprPc;cntativo. D'alt ra parte og11i prati co conviene, come il gio' 'ane, il fanciullo, 11 soggetto dedito a qualsiasi atttvjtà, esili, a scheletro sottile, mal n utriti, "acil111ente esauribili, ed unen1izza1Jili, faciln1ente di speptici, disappete11ti, se donne con abbond anti, cl e11rimenti, ane1nizzanti, di scr ~ tizza11ti, o ravYil:tnate .:nestru azioni, maschi o femmin e iposurr en ali, dist1roi dei, in son1n1a disendocri11ici, appartengono a questo g·r u1P1I>O, che n oi abbi amo inLlicn.f.o globaln1ente col nom e di de t 1ie:=za organica, candic1ati a cedere ad ogn j azione m orb·Jsa r u ogn i infezione acuta o' cronica, su bi to che n e sopravvenga l'occa sione. Scr1za dire, come si ·'Possa sistemare questo o-r1111po della debolezza organ ica, ha-ta arcenn:i.re l

~


-i' r

(.~NNO

IL POT,.ICLINICO

FA~C.

51 ]

qui che bi tratta empre di deviazioni delle prin . fine ei so110 focolai tubercolari, che presenrar10 cipali 1·unzioni della vita vegetativa cioè lo svitutti i caratteri della forma inattiva e obsoleta. lt1pi~o, la istoge11esi fi iolog·ica ·dei tessutj e degli cl1e si riac cendono sub itamente, senza che ap~ organi, il ricambio materiale, la funzione 11erpaia, alrnen o in modo agevole e ovvio, la c1 usa d'atti,-azjone. vosa, la !:>ecrezion e i nterna ed est erna. Tali .deviazioni dalla norma dell e dette funzioni pos~on è aclt1nque p ossibile fare una diagnosi presono cssE>r e i11 eccesso o in difetto o consi'5tere coce dj attii ità tubercolare nel sen so dello svi' nell'allontanarsi dalle modalità e dal ritmo 11orluppo della forma , b isogna in vece -convenire che rnale ·ci ella vita, il r.11 e i11 ogni caso conjuce la pj ù ~recoc e ·diagn osi non è una diagno~i di egualmente ad una forrna di debole:;za 01:ganita. inizio di lesione t u bercolare, ma cli sindrome di Or~ è pacifico cl1P questa debolezza orgtLnica palesa1nerito tubercolare. (,p er eccesso, a>er diletto, per difformità) è il subP er co1oro, che 11anno ~articolare conosce11za strato fayoreggiatore e complice necessario deld i istopatol rigia, tale con.c etto sarà abbastanza 1·atteccl1imento della infezione tubercolare e 1dello giustificato col .f atto, orm:ii non più i mpug n a sviluppo d ella infezione e locnlizzazione co~le­ bile, che un grandissimo nun1ero di loc::\lizz·1zionuta e inattiva in malattia atti,ra e p rogressiva. ni tu b ercoli:lri a cc fo colai discreti », cioè ·dissemiI .a. rliebole::.::.a organtcci cos·i intesa ·è dt1D:qoc la nati, sopra l1n polmo11e a contr nuto d'ar ia normale o a urr1entato (J)Cl' lieve enfisema) , anche rausa necessoria e sufficiente rl i attecchimento se i1011 esistano condizio11i c l1e diminuiscano la e d' attivazione tuber.colar e. La cli moC1traz!one ' YÌ•Sibi lilà clel p arencl1imn I)O] rno11are !masse illUGnaliti.ca dj ciò, c11e per il pratico è ·rlel r esto ~ COÌ ari abbo11cla11 li, ir1spe ~simenti pleurici, Ecc. ), intuiti,ra, 11011 1può trovar ll1ogo in que sto crit to. possono no11 dare alcun ~cgno cli sè, .perchoè 11011 Così non Si può ql1 j dare la dimostrazione djmorl ificano le qnalitù a cu:tiche e otticl1e del tes . dattica cl1e molte di codeste deviazioni fl1nzionalj, cl1e abbiamo ri1111ito sotto le bandiere <lelln . suto p olm onare, studiat o clin icamente e radiologi can1ente. ~on parlo ne111meno delle localizzadebolezza. organica, so110 effetto della in fezione zioni extrapolmonari e .gl1ia11cl olari pr-ofonde, delle ttLb Prr,olare già avvenuta ma jgnorata e non proquali la diagnosi di forn1a ini:=iale, oltrechè j111 gres ~i,ra o n on più uno stato di preparaziono a lla stes -a. po siùile, è cl1iara1nente i.lSSUl'·da . ·i ca1)isce agp_ ' ' olrnente adun1que che Ja rlingnosi 1precoce della .B innegabtle ogg·idl ·cl1e la infezio11e t ubPr1:0tubercolo i . i limita allo coprimento precoce dei larc g·ià a~renl1ta, ma non mani.festa in n1odo seg11i cli palesamento cl'attiY1tù , chr si potrebbPro tract izionale, e la ipreclìS!posizione or ganica ~ t a le dire se.r;ni P,fJifanicl. infezio11e hanno fenomeni molto simili fra loro Poco fa s uscitò ·in F ra1:icia un certo di 5ag·io e ' possono comunernente essere p r ese l'una per un a rticolo di A.ndrea J ot1sset, che veni,·a a dire l 'altra. , in n ltrr parole cl1e segni di agnostici precoci di D 'altra parte è facile din10 trorc c11e il reperto le.s io11e t u b ercolare non esistono. di 11na localizzazio11e tubercolare, n on avent P 1:aPer le considerazion i, che 1p1recedono. tal e diratteri a natomici di atti,rifà, se non sia ac<:o n1sagio non ha ra.gi9ne èl i essere, e bisogna ri tc11er pagn ato da distrofie, displasie, discl1imie e riisdip er · certo chr vi son o forme tnber-col ari a ttive no·m ie d el ti1)0 tl cll e anzid ette, non 11a p e r noi ignorate, form e att ive ma silen ziose, forme l ea la lcnn util e significato. Da ciò si compren d e quale rne11te inattive ma progressib1li, e forme deft1ùticliffìcoltà si adden si intorno all 'accertarnen to i1on ' vamente inattive, come già ebbi a dtmoslrare già d ella tu·b ercolizzazion e, stato di infezione moltj anni fa (1914) ed esistono sindromi d i peri1 1at 1i,·a e no11 progrrssiv·a, ma ,del la tubercol osi, t11rb,1zio11e della v ita vegetativa. chP incl icl1iamo cioè stato ·di 1nalattia con attivi tà anatomica d i . col rLorn e di d ebolezza organica, cl1e .sono, o seproce so 0 attività. fi . iol ogica o 111oclifi catrice d ell e gni ep ifanici .di l esioni t ub ercolari oscure · od f11nzioni organiche. i oo-note o condizio11i caratteristich e di ' ubstrato orCli.e co.~a .c;i inten<le correnterrierite col nome ganico rntnorato o t11bercolofilo no11 ancora tndi diagno si p)'ccocc della tuberr;o/o .c:i? brrc.:olizz0to se mi c;i p erm ette il neologismo. Do\·rel)be sjgnificare l'accertam ento di q11esta ' le cose, il problema curativo pra· Così stC::t ndo attiYitù anatomoc li nira 1ul)er colare n ei 1primi petico ·i rosta r si solleYn in 1più largo orizzonte. riodi. cl el s\10 1li\-enirc. Ora, noi lo abbiamo veI n luogo cl i p crsegu ire, spesso senza pr'), l a duto, Ci son o stn ti cli d ebole:;::a organica, che traccia di r epcr1i fi. jci indicanti variazioHi p-ro..,da11n o Jn stec;~a fe110111rnologia fu n zio11a le tub~ r­ . ola1,e di organi accessibili alla os t') rvaziollr. o cola1 ·e, mentre non sono tnhercolari anco r a, e ci seguire e p onenti umorali di attività tu be>rcola1 e, sono -;tati di infezione t nbercolare, che non dancl1e· son o invece indici di alcune reazi.oni chi· no alcuna turba funzionale apprezzabile (forme llllll1. "oprtP., inntti\·e. o co~iclette ,, :--clero~i l>) : in1niclle contTo la penrtra7.io11e in t' ircolo di unti1

XXX.TI,

I


[ANNO XXXII, FASC. 51]

. SEZIO:'iE PRATICA

geni bacillari, anche non ·da attività di focolaio o denotar1ti appena che l'organismo abbia c;e' t'Ondo 1a feltce espressione del Bordet, « avuto a che fare » co1 bacjllo di Kocl1, occorre sorvegliare attentamente questi segni di debolezza orga·n ica, esponente di tubercolizzazione occnlta già avYenuta o facile a cl avvenire e cercare di modificarli nei lin1iti del possibile. Ciò è scientificamente rigoroso e supera la 1p ortata utile della di agnosi precoce, spesso inattingibile, percl1è curare il substrato, ,quanto prima è pos.sibile, daccl1è éijp.pare modificato, significa o faTe la profila si biologicu o le' cura precoce di quella infezione tubercolare attiva, cl1e può esistere egualmente, anche se le ricerche fisiche e biologiche siano dubbie o negative. Qua11to sia importante nella ·p 1ratica questa verità 1posso110 ·djre tutti i medi.ci, che abbiano seguìto per qualche decina d'anni .quei coc:.idetti tRrati e affetti da rtebolez:;a or(Jonica, che ~·ac­ certamento t11bercolare ripetuto e presumibilmen1e competente aYe\·a dichiarato o « immuni » o « palesamente malati » . L'osservazione di codesti medjcj insegna, come con molta frequenza tali • immt1ni d0tpo poco sono addiven11tj, ancl1e co11 la più ·Cauta esistenza, infermi atti.vi e .progressi,-i. s1)esso con esito rapidamente letale e tali « pale~en1ente malati » non hanno mai dato seg11i di attività; se ·donne hanno ri1petuta1nPnte avt1to bambini, o in genere si sono dati a vita di lavoro e spesso penosa. La pratica insegna €Ziandio che esiti così disparati trovano riscontro nelle diverse condizioni della funzione vegetativa, formativa (o di sviluppo), metabolica (o di nutrjzione), secreti,·a e ner,·osa (o di equillbrio neuroormonico), che caratterizzano con l'entità delle loro perturbazioni quella, clie abbiamo iillfpropriamente detta debolezza organica e che ora potremmo dire con minore improprietà disfunzione 'vegetativa d ei soggetti. In pratjca adunque la cura 1precoce della tubercolosi si identifica. con la c ura sollecita della debolezza organica, o meglio delle perturbazioni della funzione vegetativa complessiva e globare. Battere la fiacchezza organica significa curare i focolai latenti di tubercolosi e m ettere in grado il soggetto di provvedersi 1per il presente o per l'avvenire delle difese o resistenze :organiche, .qualunque esse siano, che noi possiamo, come di-ce il Bordet, stirnolnre, ma non possiamo co11' ferire. l priricipi fondamentali della cura precoce della debolezza organica e della tubercolosi ini~iale e latente si possono riassumere in sintes1 gene-

rali COSÌ: Agire sulle a:>erturbazioni biologicl1e formative e funzion ali ·Che costituiscono i singoli ti1)i di

1739

debolez:;a. organica e così: a) correggere i difft.tti rlrllo sviluppo, secondo i · concetti che addiven' go110 sempre più 1p recisi, della terapia costitu:.'ionale; b) modificare gli stat·l n1etabolici i1on fa\'Orevoli secondo i precetti della clinica moderna u1ediante la terapia alimentar-e, le cure fi,S'iche opportune e climatiche 1più adatte; c) regolare la f1ln:.ione n.ervosa rnecliante la corrispondente regola;:,ione di vita; d ) emendare le perturbazioni secretive interne ed esterne con la terapia orrrio. nica e eridocrin,01notrice; e) normalizzare le fun:;ioni organiche fonrl anientali, ·Circolatorie, respi-

ratorie, digerenti , e1nuntorie e sessuali ove mai dall'eme11dame1110 clclle funzioni vegetative meta bolico-ncuroor1nonicl1e non sian o sta te i1or111alizzate. Questa cura delle funzioni ~regetative (dello s,·jl1q1po e dell'ist.ogenesi, ·d el metabolismo, della attività nervosa e secretiva interna ed esterna), prin1a che si insedi la malattia e allo scopo di armare il soggetto a difesa dalle cause di male, rnerita il nom e di cura ortobiologica o bonifica uniana. Si differenz1a dalla profilassi igienica ' corrente, che si limita ad evitare al .p ossibile le cause ·di male, senza poter e curare clinicamente l'organismo attaccato e diSjporlo a resistere con la n ormalizzazione delle sue ft1nzioni fondamentali. •S i differenzia clalla medicina tradizionale, che si occupa d ell e variazioni anatomi:cl1e e funzionali solo, quando raggil1ng·on o lo stato -di n1alattia, cioè non sono ·p iù compatibili co11 l'attività minima della vita. La bonifica si propone dunque il miglioramento indefinito dello sviluppo r delle funzioni organiche allo sco])O cli re11clere sen1pre maggiore la capacità fu11zionale (eventualmente lavorativa) e la resistenza organica del soggetto contro ogni causa ·di male. Come ·si vede, se la cura ortobiologir.a o b on.ifica fisiologica è il trattamento più adatto tanio r1el1a debolezza org~nica, quanto nella tubercolosi iniziale, 1per le st1e caratteristiche supera certarnente anche questo scopo e serve per ogni caso, • in cui c9nvenga normalizzare le funzion1 organj che e promuovere l'incremento dell'individuo e rJell a razza. Il suo valore antitubercolare profilattico e ct1ra.tivo è compreso in un valore modiflcntore del <;ubstrato or ganico òi gran ll1nga pi11 vasto, anzi generale. Non è possibile addentrarsi nelle rnodalità dei divi=irsi gen eri di cura ortobiologica, che si impiegano nella bonifica delle costituzioni sfavorevoli e nella tubercolo.si i11 '})rimo palesamer1to; in 11na hreYe r1ota basta avere accennato al concetto cen· tra.le , su cui esse si fondano; occorre gran senso clinjco e tecni ca terapeutica molto esatta 1per im· piegarle a do\rere e i11 certi casi è opportuno l'uso di stabilimenti appositi di cu ra.

'


1790

tL P0 LICLINICO

:.\Ia qui sorge opportuna una domanda: Basta lo cura ortobio"logica, ia bioterapia (cume anc/1 e può essere detta) nei casi di tubercolost atti·v a e non di debolezza organica?

Se-condo la mia esperienza di t1n ventennio, che concorda con infinite constatazioni, che facilmente 1POssono raccogliersi ·da lav ori analitici di ogni parte del mondo, si deve concludere che l>asta certa1nente, a m eno èhe l'attivazione tuberco!&.re non sia m olto grave e rapjda . .'-\ mia. esperienza nes5una cura antitubercolare, comunqu e de.nominata, dà risultati maggiori della cura ortob!ologica o di bonifica e quando 1a forma decorre co11 segni di evoluzione grave, come negli animali molto recettivi, di cui parla il Bordet, n cìsun mezzo r aggiunge il suo scopo. 1

La cura ortobiologica ha, come abbiamo visto, il gran merito di potere sovvenire alla evoluzione tubercolare, prima che sia .sicuramente accertabi1e. I suoi elementi essenziali sono la sua azione • sostitutiva e la sua azione reintegrativa: sostituire i defl,cits de:>lle funzioni organicl1e (vegetative), ' t1tili massiman1ente alla difesa dall'atti"vazionP. tubercolare (ql1ali jn molti casi, la funzion ? del fegato, delle capsule soprarenali, delle 1pa:-atiroidi, della n1ilza, del midollo osseo, ecc.), reintegrare glj effetti dannosi della localizzazione tubercolare attivata (come l'acidità <iei li.quidi cir·colanti , la perdita cli basi saline, le rperturbazioni del metabolismo proteico e lipoideo proprio del tubercolotico, l'instabilità jon ocollo1da.le, e lo stato di sen sibilità agli shocks spesso intensa , ecc. L ~·vrn jn confronto clella cura ortobiologica. Ch ,, cosa valgono le cure speci"{tch e cioè fatt e con. gL'1nfiniti e empre più numerosi derivati bacilwr·l chp vann.o in corn.mercio?

Il maggior numero dei ricercatori concordano nel negare og11i utilità pratica alle c·u re sieroterapiche antituhercolari, l e quali, oltre che mostrarsi negative, eccetto nei primi moment \ di setticemie tubercolari, impiegati ad alta dose (Andrea J ousset), sono destinate a essere a lungo andare neutralizzate in (pieno per la formazione ùi. " ant1anticorpi >1, che l'organismo non tar.da a produrre contro di essi sieri, come 11a dimostraLo fra i primi J. Bordet. B 1nedesimamente concorde la n1aggioranz'l de) pat0logi inoderni nel ritenere molto modesto il hr nPftc10 delle cure co1i tttb ercol ine, vaccini e cure i11in1unil11 rie attive, le quali per la loro stretta e limitata indicazio11e sono utili a quelle form ·., ~n cui la guarigione sarebbe possibile anche spo11taneamente, cioè quando la attivazione non è intensa e grave. Al contrario il pericolo di coragestivazioni dannose e di scoppi di sensibilità spe-

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cifica e aspecifica supera in molti casi l'ut1 Jita aleatoria di simili m ezzi modificatori degli equi· libri jono-colloidali del malato di 1Petto. Questo è spesso un disequili·b rato vago-sirnpatico e un soggetto r eattivo alla introduzione di qualsial31 --ostauza, che modifichi la composizione ùej suoi liquidi circolanti: una soluzione non perfettame11te isotonica o contenente elettroliti, cl1e spostino j componenti fisiologici elettrolitici del suo plasma. iniettata per via parrnteralc, può dare u11a r1otevole reazione in ogni !Periodo del decorso morl>os0, ai1che nelle forme di primo .p alesarnento. Io 110 visto alcuni malati l'Gagire aume11ta11tio i fatti locali e generali, febbre e denutrizione com1prese, per somrr1i11isteazione orale di . proteine, le quali, assorbendosi immodiflcate nel sistema diger ente, han110 azio11e modificatrice non diversa da quella, che dertva dalla loro introduzione ipoùerm1ca. La stessa emoglobina e il pepto11e n1i dettero alcune volte tali risultati. ,B isogna ritenere 1ton llti.li ad u11qttc nella cura ·dei soggetti con clisfn11zio11i vegetative o « debolezza orga11i.ca ,, , e co11 lesioni tubercolari i.n palesamento molti.ssjn11 preparati tubercolinici o 11on tubercolinici, che conts11gono proteine cli qualsiasi 11atura, molti pre1pélrati -contenf-!11ti sar1gu e, peptoni, albumo$e, ere., la cui ro11serva.zione è spesso pessima o fatta con sostanze antisetticl1e, cnn gljceri11a, e1perflno con alcool, che le precipita o rlenatura in :i1oclo imprecisal)1le. Tutte queste cure ~01'.10 estre1nament e l)eticolose e scienti.fica.mente sbagliate. ~011 ineno pericolose sono le cure co11 balsnmici o a11tisettici la. cui azior1e disi11fettante è ptati' came11te nulla, non potendo sommini strarsi mai nella. . dose necessaria, perchè raggiungano in circo lo la concentrazione, nella quale appaiono attivi sperimentalmente in vitro, .e la cui 'relenosità contro il fegato e gli altri emuntori iè sicura, come è molto probabile la azione congestivante e irritante delle mucose, quella respiratoria jn i specie~ l\Ie11tre di nessuna sostanza è stata dirnostrata un' attendibile affi,nita elettiva contro il bacillo~ così cl1e per comune consenso non si puù parlare ancora di azione cl1e1nioterapica degna di q11esto norue e sicura una << azione di stimolo vegeta' tivo » delle cure (oltrerl1è ·dell'ambiente, delJ'atti vità, cl ella alimentazione), cli cui mi occupo in u11'altra nota. Quindi le cure cosidette ricostit ucnti c:e fatt e con elettroliti d'azione inte11sa~ ' ... co1ne ferro, arsenico, fosforo, jodio, rief:cono per molte ragioni, che non possono essere elencate qui, frequentemente clannose nei tubercoloc;z e


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sr:z IONF

nel soggetti, cl1e non si trovino in condizioni di superare con una reazione conservativa e favore\'(d e lo sti1no lo mpdj ca1nentoso (cura di rea:. ione).

Stimolare il sisten1a Yegetativo metabol ~co e he1•J'•)o;rn onico significa il più delle volte accelerare il catabolismo organico, la disassimi!azione dei tessuti, con effetti per lo pi11 dannosi. c;ia nei nostri soggetti co11 debolezza orga11ica, sia nei tubercolotici jn palesamento, il cui ricambi J ari~ zich 1~ essere a ·caso accelerato, de,re esser e razionalrnente regolarizzato. 1

E percl1'è non esiste a tutt'oggi un mezzo elle conferisca u11a pratica, sia pure relativa, refratta rictà a11tltuberco1are e si ritiene che solo i bacilli Yi \·i possano in particolari contingenze in-Ourre u11 certo grado ùi te1nporan ea reazione immu11itar1q. si co11lpre11de come la cura normaliz. za1 rice orto biologica, di cui si è detto, oltrecl1è correggere gli stati di « 1de.b olezza organi·r.a », il che è sempre utile e talvolta indiS!J)ensabile all'inft1ori di ogni minaccia antitubercolare, costituisce u11 vero trattamento immunitario e va<.;cinante, la cu i p ortata sanno bene coloro , che ha11n o \'"eduto gli effetti delle cure predette nei malati di tubercolosi miti, gll1a11dolari, ossee, p. es., n°gli a stenici e nei tarati. Gli elernenti inun11n1zzanti della cura ortobio· logtt:"a risultano dagli stessi fattori che la ro1npongono (aurnento della produzione di sosta nze ·p rotettiYe umorali, dovute al miglioramento funzior1ale degli orga11i a ciò deputati, o alla a11toinoculazione da focolai latenti in segt1ito alle cure ftsicJ1e e di regolato esercizio, migliorament.o della imn1l111ità istogena per il migliorato trofismo unj versale, dirninuita sensibilità agli sl1oks, p,er il rrngliorato equilibrio vago-simpatico e chimico, Pcc. ecr .) , e no11 possono J:jrevernente essere i11dirnti. 1,0 sco1po cli questa nota sarà però pienamente raggJunto, se riuscirà a dare la persuasione che il problema centrale della protezione dalla tubercolosi e la sua cura precoce si concentra nella lotta co11tro la debolezza organica (rispettivan1ente disft!nzione vegetativa) dei sogg·etti. Questa lotta ha valore preventivo e curativo accertato, ed ha capitale importanza an·che di per 1se stessa., percl1è conferi sce una aumentata resistenza contTo altre cause di male e u11a maggiore capacità funzionale e perciò lavorativa, vale a dire un miglioramento clelJ 'individt10 e della razza. Genova, 14 settembre 1925.

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OSSERVAZIONI CLINICHE. Cont1·ibuto clinico alla cura del tetano col metodo Baccelli per il ·dOtt.. GIUSEPPE FAi\I IGLIETTI Frige11to (Avellino). ·c ontro il tetano so110 stati, ·p er il passato, molti e vari rimedi tentati; la scoverta, però, ·del bacillo, come causa specifica dl esso, do.veva risolvere la qnestione assillante della cura di tale malattia. Fr3. i diversi metodi e mezzi curativi, fin'oggi proposti p er esso, due sola1nente sembrano consigliabili, sia perchè entrambi corrispondono al moderno indirizzo scientifico, sia percl1è tutti e due hanno dato risultati positivi: l'uno, le iniezioni di acido fenico ad alte dosi, introdotto in ter~a dal genio intuitivo del Baccelli; l'altro, le iniezioni di antitossina ·d el Kitosato, dcl 1~izzoni. Ciasr,uno di essi ha al proprio attivo numerosi successi terapeutici; io, però, in due casi di certa gravità avuti n ella mia pratica 1Professionale, 110 prescelto il metodo del Baccelli. ·Nè questa mia breve nota avrebbe ragione di essere, dopo tutto quanto si è pubblicato sullo stesiso argomento. Casi di tetano. guariti .con dosi massive di acido fenico, non rostituiscono più, orinai, una rarità. Però, non è raro, ancora oggi, imbattersi in collegh], i quali, per innato . mison eismo, o per radicata dif"ide11za, negano all'acido fenico, nel tetano, ogni virtù terrupeu ti ca. Questi due casi furono da me ossenrati alla distanza di un paio d'anni l'uno dall'altro. I. - E. Anzalo11e, di anni 18, contadina. Essa racc-0nta, con ll1Cidità straordinaria ·di mente, cl1e un giorno, mentre cam1ninava ·d i fretta sull'aia, urtò con l'alluce del 1piede destro .contro una ·delle punte di una forca di ferro, che .si 'usano in queste contrade per lo spag1iamento del 1grano, e riportò una lievissima ferita, tanto -che la lasciò senza cura alcuna. P erò il 25 giugno del 1917, quir1dici. giorni, cioè, dopo c·h e si era prodotta tale lesione cominciò ad avvertire un.a leggiera difficoltà nel movimento degli arti superiori, nonchè 11n leggiero dolore alle sipialle ed alle articolazioni 1de1 mascellare, cla non poter aprire la bocca. Il giorno 27 dello stesso mese, questi fatti si accentuarono, da aversi un vero trisma e rig:dit~.. dei muscoli del dorso; e per questi disturbi il ipaclre si decise di trasportarla in paese e farla visj tare e curare. ,i.\ll'osservazione, essa 11a l'aspetto sofferente\ sorriso leggermente sardonico e decubito assoluta.1r1en te su1Pino. Il capo è flesso alquanto in (li.etto, per la contrattura dei muscoli della nuca. 1L a contratturn ·dei muscoli massateri (trisma) le 1Permettono l'apertura della bocca a.ppena di un centim~tro. I .a respira.ztone è frequente e superficiale. La lingua è arida ed impaniata; le pupille sono CASO


IL POLICLINICO

111ir liche e la 1en1peratura è di 39° 1/2, con 125 pulsazioni. I riflessi cutan ei sono inolto esagerat.i, e l 'esa1ne di essi provoca d elle -contrazioni dolorose, contrazio11i che, il padre a ssicura, si ripetono ogni due o tre ore, anche senza stimolo esterno. Con questo quadro f eno1nenico faccio diagnosi rh teta110, occasionato dal1 a lesione r~portata all'alluce d el piede ·destr o, qt1inidici giorni prima; e della quale lesione costituiva la traccia una piccola crosticina, che, tolta, lasciava vedere il tes~uto sottostante completamente guarito. Della g·raYità de l ca.so ren·do edotta la famiglia, ed i11iz10, senza p er dita di tempo, la cura del Baccelli. - sottocute cinque Il p r imo giorno di cura inietto eme. di a ciclo fenico, ogni tre ore, fino ad introdurne nell'or,ga11ismo della paziente 25 eme . nelle 24 ore. P er la stipsi prescrivo una f orte dose di solfato di soda : la dieta è esclp1sivamente liquida (latte), che viene p1·eso con cannello. Le prescrivo, inoltre, una ip ozione di bromuro di ipotassio assieme ad idrato di cloralio. ·L a ferita viene lavata con soluzione fe11ica, ed or.dino alla famiglia di conservare quiete assoluta nella stanza della i11ferma. Ecco, intanto, il diario clinico dei giorni seguenti: 28 giugno: contrazioni s p asmodiche muscolari g en erali dolorosissj m e e frequenti, con stirarnento in largo ùella b oe-ca, da aversi il tipo ·deJla facies sardonica. T emp. 39 1/2, urine cir.ca un litro. Inietto , og·ni tre ore, dieci eme. di a cido fenico, da sommarne 60 nelle M ore. Poichè la inferma non può riposare verso lè undici di sera le pratico una iniezion e di morfina, che le porta un sollievo relativo. 30 giug110 : le scosse muscolari sono meno frequenti e di ininore intensità: ternperatura 38.5, pu1 sazjonj 124, urine grammi 850, e normali. Nella gioru ata inietto 90 em e. di a cido f enico. 1o lugli o : le scosse diminuiscono di numero ed ancl1e d 'intensità. La t emperatura è quasi fisiologica 111e11tre le orin e sono scarsissim e e n erastre·,' per cui sospendo 1per 12 ore 1e iniezioni di fen olo. 4 l uglio: le contrazioni tetaniceh e sono a u1nentate, com e 1pure la temperatura è lievem ente au1nen tata. L'orina è ancora scarsa. Inietto 25 eme. di fenolo , in due volte. 5 luglio: le contrazioni sono diminuite : il trisma è qt1asi sco1nparso. L 'orina è aumentata. 1'elle 24· ore inietto 50 c1nc. di fenolo. 6 luglio : continl1a il miglioramento: inietto 40 c~r1 c . di fenolo. 7 1uglio: è fScomparsa la rigidità d egli arti tnferiori. L'inferma può giacere ancl1e di la to. Le orinµ raggiungono la qua.n tità di 1200 grammi, senza albumina. Vi è stipsi, 1p er la quale prescrivo 25 gran1rni di solfato di soda. Inietto 30 em e. ài a cido feni co. 8 luglio: rjco1npaion o le contr azioni accentuate. i aumenta la temperatura di mezzo grado. Inietto n elle 24 or e 90 crnc. di fenolo. Per far riposare la inferma, la sera, inietto sotto cute un centigrammo di m orfina. Le orine sono legger1nente din1inuite. 9-10 l t1glio: le scosse muscolari sono ridotte di inolto per numero e iper intensità. La bocca si apre enza difficoltà; la temperatura è normale, le orinp c;ono poro più di un litro. Ini etto 50 eme. {li a c ill ù fcu it' u pc1 cia~cun giorno. 0

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11-15 luglio: le contrazioni muscolari sono quasi scomparse: la te1nperatura è normale. Inietto 30 eme. di f enolo per ogni giorno. 15-18 lugli·o : il miglioramento va accentuandosi semip re più, in inodo che gli arti superiori ed inferiori sono divenuti mobili, senza dolore : sono pure scoTD{Pa.rsi il trisma e la rigidità della i1uca. In tl1tti e tre i giorni inietto 60 eme. di f enolo. 18-21 luglio: le .condizioni della .p aziente sono migliorate : essa comincia ad alzarsi, ·dolendosi, p erò, di u11a certa stanc hezza alla colonna vertebrale. Sospendo le iniezioni di a cido fenico. 21-23 luglio: la inferma è in condizioni di non. avere più bisogno della visita medica: le consiglio l 'alin1entazione mista, e consento alla famiglia di portarla alla propria casa, /in campagna.

CASO II. - V. .Di Rienzo, di anni 7, di costituzione scheletrica scarsa, di a.spetto gracile: ha sofferto il morbillo. Un paio di giorni prima di chiamare il medico , rjferisce di aver avvertito difficoltà d ei movin1enti delle mascelle, attribuita dalla famiglia a dolori di denti, e dolori reumatoidi in tutta la 1p ersona, con qualche grado di febbre. Allorqua ndo sono chiamato a v isitarlo, v i trovo il quadro coinjpil eto del tetano: spiccatissimi il viso sardontco, il trisma e l'opistotono, con febbre alta (40o) e dispnea. Alle mie insistenti domande onde. accertarne la causa, il ragazzo mi racconta che una quindicina ·di giorni prima, ca1nminando scalzo, si punse al calcagno destro con un chiodetto di scanpa. Egli a tale lesione non diede alcuna importanza, ed al momento d ella mia visita vi erano di essa ancora tracce, consistenti in un piccolo processo suppurativo, coverto di crosticina. Gli pratico, senza indugio, la cura ·d el ·B accelli, e traiscurando di riferirne dettagliatamente il diario clinico, rilevo che inietto il jprimo giorno 15 eme. di fenolo, per arrivare gradatamente a 75 eme. nelle 24 ore. Cominciato il miglioramento d el piccolo infermo, manifestatosi colla discesa d ella febbre, colla ·diminuzion e d elle scosse muscolari, del trisma e dell'opistotono, riduco anche gradatamente la quarLtità cli a ci do fenico da iniettare, fino a 10 eme. nell~ 24 ore. Dopo 20 giorni di cura il 1 p iccolo infer mo è guarito. Complessivamente n ella cura inti er a sono stati iniettati 8 .grammi di acido f enit:o . Durante tale cura un isolo giorno le orine furono scarse ed albuminuriche, per cui dovetti sospe11dere per 24 ore le iniezioni. Come cura sintomatica somministrai all'infermo la paraldeide ed il bromuro di potassio, con una di et a liquicla (latte) . Ed ora, i.SU questi due casi clinici, non credo superfluo fare qualche considerazione di utilità pratica. Secondo la classifica del Rose, essi non sarebbero da ritenersi fra i più gravi, p er ch è la incubazione è stata superiore ai dieci giorni, e lo sYi!uppo lento. Ciò non de, e, p erò, infirmare la b ontà e la efficacia d ella cura del Baccelli. Difatti. prima della cura si ebbe un progressivo p eggioramento: iniziata la cura, in,·ece, fino a quando l·acid o fenico fu mantenuto a d una dose rela1


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SEZJONE PRAllC.\

tivan1ente bassa, la sintomatologia restò invatiata; aumentata la dose di esso, il miglioramento fu rapi·do. E viceversa, diminuita la quantità di esso, iper l'albuminuria avveratasi, gl'irifermi peggiorarono di nuovo. La guarigione completa si ottenne allorquando la quantità di acido fenico iniettata fu di 90 eme. nel pri1no, e di 75 eme. nel secondo. L'acido fenico, n ella terapia del tetano, ha dimostrato di avere un'azione antitossica, sedativa ed an titermica. In realtà, dal diario clin ico, d el primo caso specialmente, due o tre gjorni dopo le iniezioni dj acido fenico, a forti dosi, si osservò la febbre e·d altri sintomi tossici ql1asi 5Co1~1pa­ rire, mentre i fenomeni dolorosi di molto attenuarsi. Fatti, che possono spiegarsi come un effetto di un processo di neutralizzazione, che il rimedio l1a sulle tossine del bacillo ·del Nicolaier. ~è il iniglioramento di tali sintomi può riten ~rsi casuale, e cioè, dipendente unicamente dai poteri di difesa del1 'organismo, 1per.chè esso si nota quasi subito <;iopo le forti dosi ·di acido f enir.o. Nei nostri due casi, anzi, la diversa azione dell'acido fenico nella cura del tetano f"Ll dimostrata dalla prova· e riprova. Sosipese le iniezioni, i fenomeni tossici termici e nervosi si videro aumentare, e ri' pigliatele, essi divennero attenuati fino a scomparire. Xè obbiezio11e seria può farsi all'uso ·di questa cura, giacchè i fatti albuminuri-ci, tanto temuti, per l'azione del fenolo, s pinto a forti dosi, sul rene 11on costituiscono :preoccupazione. E necessari~ saJ:Jer si regolare dall'accurata osscrvazionf' dell a urina. In conclusione, se non si parte da IP'reconcetti, bj sogna riconoscere, che le iniezioni di acido fenico, a. dose elevatissima, sono per il tetano ·Un m etodo di cura scientific'o e pratico, a cui molti infe1mi devono la loro vita. Ad esso, però, rl ~ve::t associAre 1a cura locale e la cura sedativa, a base di paraldeide, morfina, ecc.

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SUNTI E RA8SEGNE. NEUROLOGIA. La clinica della mialgia. fF. P I.ATE . ."fVled. Klin.,

n. 42, ottobre 1925) .

Per mialgia si ·deve intendere una nevralgia che colpi sce i nervi sensitivi d ei rnuscoli. Ettologicamente hanno importan za fond amentale i raffreddam e11ti e gli I.Strapazzi mu.s colari cronici, i .quali due fattori spesso si trovano riuniti. Si può dire che vengono di ~referenza colpiti i gruppi muscolari ·d eputati a una funzion e statica, i quali si trovano in contrazione pressochè permanente. I gruppi muscolari degli arti ne sono invece colpiti con estrema rarità.

La ca usa di tale localizzazione di preferenza è basata sul fatto che nei muscoli sottoposti a un lavoro continuo la circo lazione viene assai ostacolata ·dallo stato di contrattura delle fibre, diguisacl1 è, men tre ·da un lato i veleni della fatica sono eliminati con grande lentezza, da~l'-:t~tr0 lato i i11ateriali n u tritivi n ecessari vi pervengono con difficoltà. B .quindi logico pen sare come a un cert:J mo1l1ento, sopraggiungendo altri infJ use: i 1patogeni, il tessuto si a1r1n1ali e reagisca provocando fenom eni dolorosi. Il fattore etiologico raffredclarnento assume speciale valore •qu an·do agisce su individui n cute umid a e gelida. ILe donne n el clirnaterio varino per~ iò in pa.rticolaT modo sogget1e alla inalat.tia. La foggia del vestire e l'abbondanza dei capelli, ehe imp edisce un disseccamento cornple to clopo i lavaggi del capo, cqstituiscono altri fattori predi·· sponer1ti per il sesso femminile, 1p er q11anto· riguarda le mialgie dei muscoli della nuca. e della testa. La mialgia può essere acuta e cronica. Vi è poi una forma latente, rappresentata da uno stato i11 cui si riesce a mettere in evidenza dei tipici punti doloro~i mialgici in pazienti apparentemente sani. Per giungere alla diagnosi di· mia1g!a conviene rilevare , oltre alle alterazioni ·dei movimen tj, anAUGUSTO MURRI. che lo stato delle regioni colpite. Il muscolo 1ni3.lgico è più ·duro del sa110, e spesso vi si ri scon~ trano irregolarità dovute a co11tratturc:i di difesa Questo lucido lavoro critico dPll 'insi gne Maestro fu pubb~l · delle fibre in tegre intorno a quelle malate. cato nella nostra e Sezione Medica> del 1920 e per qu.anto, in sepa rata brochure, ne fossero state stampate parecclue cent i· La do1orabilità del muscolo è di r egola massinaia. di copie, tuttavia le edizioni sia d e ~ ou me~o della e Serna i11 1p rossirnità del capo te11dineo, ed jl dolore zione Medica>, afa della e Brochure>, s1 esaurirono rapida· mente. . . · t bb" - spesso si irradia, ·sen~a seguire specia1i vie nPrPressati da numerosissime ed inceasa.n~1 1ns~s enze, a. 1amo ristampato la magnifica monografia, e v1 abb~ a m o potuto a~­ vose. giungere un r ecente riuscitissimo rìtratt~ <lell'1llustre uomo, in formato 16 x 19 stampato eu carta. patinata. Una delle forme più fre·quenti di mialgia è :t un'elegante' brochure, di 47 p agine! <!ella. .stessa gr~ndezza quella localizzata alle tempie e alla nuca, e s1 del e Policlinico>; costa L. 8, ma a1 nostri abbonati viene spedita p er sole L. 6. 5 O 1 f ra.nca di porto. esacerba coi rnovimenti del capo e per azione del InviarP Vaglia postale al Ca.v. LU~GI POZZI • Vie. Sistina, frerldo. B però spesso sufficiente compiere i pr!mi •• 1, • Boma.

Dei Mediei Futuri.

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1794 ·

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IL POl .ICLfNICO

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XXXII , l;-..\SC. 31J

m ovi rnc11ti coJ capo d opo essersi levato di letto anc~1e di una semplice nevralgia i11tercost 3 1e, 11 el' , p er ved ere mitigarsi e sparire il dolore. L·1 ina. la quale si troveranno di regola i punti d nlrJ rosi lattia dura anche per anni, e la rncstruazio11e può cara tterist.ici. esacerbarla. In qualcl1e caso si presenta monolaNon ~isogna poi dimenticare che una loinb ~ggiterale, ed allora Si distjngu er à dall'emicrania .p er 11e puo anche essere secondaria ad alterazioni Ja mancanza ·di sco to1ni scintillanti. E.samj1~anclo dell::t statjca normale, come avviene nellP rnaJat il malato si troveranno caratteristici · punti dolotie o n eile ]nsufficienze muscolari del pi~de. rosi clel trapezio, quas i al mezzo .della spalla, d0ve Una lombaggine che' non ha tendenza a sco1nn egli u omini poggia la bretella, e all' Jttarco cra~arire dopo 8-10 giorni deve far sempre sospetnico. E dolente ancl1e l 'inserzione del temporU"ìe tare qualche causa patologica più profonda e l a troclea orbitale, cioè 1quel piccolo unci1 10 Tré'l. le mialgie deve esser posta la sciatica scoosseo posto nella a;>orzione 1superiore della parete 1La sciatica ipura è infatti assai rara, pPrliotica. m ediana clell'orbita. • chè p er lo più si a.cco1r1pagna ad una mialgia In qu esta forma g i ovano i massago"i cauti e • b dello psoas. Quest a si può mettere in evide1iza leggi eri. sia risvegliando il dolore ·dal lato malato con la U11' altra forma piuttosto frequ ente ·è la rni 3 J_ pressione esercitata profondamente attravPrso alla g ia d ella 1spalla, ed i malati accusano dolori parete nddomi nn..Ie, sia. provocando parim enti dovio 1 C'nti che si irradiano verso la punta dell e lore in corrispondenza del piccolo trocantere sia dita. I n1ovim e11ti hruscl1i riescono pure ·dolorosi infine ricercando jl seg·no di Lasègue croci~to. e p1·ovocano una r esistenza muscolare. l~ p ercio La terapia consisterà in massaggi d ello psoas, faci le, p er tali sintomi-, essere indotti a diagn oin bagni caldi, in iniezioni nel muscolo di solustica r e una n evralgia d el plesso o un'artrite ornezioni di novocaina al 0,5 %. Per diminuire i doral e; m a n cano però i caratteristici punti dolorosi lori dura11te il r~po so in letto si porranno d ~i cudi Erb e i dis tur bi della sensibilità, e ·q uandt1 si scini sotto a] gin occhio e lungo la coscia, jn modo osserva il malato m entre cam1nina si rileva110 ìe da i111pe<lire I' a1iunga1nento completo dell 'arto irir.o r1trazioni dei muscoli della spalla sincroni a feriore e la sua rotazione all'esterno. quel] i d elr a rto inferiore. Man·ca inoltre qun 1~in.si Non d e·ve essere dimenticato che ognj ischialgia fatt o ·di atrofia muscolare e non si ò otn. · alcuna • rotazione interna d ell 'arto, come avyiene nelle flo- , bjlaterale è fortem ente sospetta di lesione centrale. gosi articolari. ..\ll' esame del pazient e si risv gJ1a U11a forma cl1e facilmente pnò dar lnogo ad per lo a;>iù dolore in corrispondenza dell'inserzioerrorj diagnostici è la mialgia dei glutei , la qua.IP ne è.el gran p ettorale al braccio. in genere apparisce come conseguenza di affatiIn questi ca.si il massaggio non dà re~~ 1ltat1 camento per la viziata posizione che tali m•1scol1 troppo buoni ed è meglio provare ad i!lfiltra r e assuJnono sia i1ei inalati di sciat]ca cl1e in svail tesst1to ·dolente .con 5-6 eme. di novocai1)a al riat9 affezioni -Oell'an,c a. Anche in tale mi:t1gia 2 %. r dolori notturni saranno combattuti con una il segno di .L aSiègue può essere positivo, in qua11to spec ~ al e posizione, tc:ine11do cioè il braccjo alzat ), la :-i1assa dei glutei viene con la manovra stirata e l''.lvarnbraccio orizzontale al disopra del capo. forte1n er1te. rC onverrà allora ricercare le zone doNei casi resi stenti aJ trattamento bisognerà ec;clulorose in corrispondenza delle inserzioni 1r1uscoderP cl1e vi sia anr he un fo colaio rli perio~tite lari all'ileo. lue.ti ca. Un'in1portanza notevole hanno le rni:i lgi e c.;econL~ lon1haggine è un'altra forma di mia1gia. n on "dari e a tutte le anomalie statiche legate all e arsernpre diagnosticata. Nell'etiologia si ritrova triti e spondiliti defor1nanti, e prodotte da1l'affaqua3i sen1pre un raffre.dda mento o ur10 strapazzo. ticamen to eccessivo al quale vanno soggetti deNel 1 a posizion r di tesa i dolori aumentano. r .a t erminati gru1ppi muscolari, che in posizioni vimu3colatura 10111bare è dolente alla pressione da ziate devono compiere movimenti coatti. uno o da ambedt1e. i lati, specialmente sulle lll In tl1tt~ l e artropatie deformanti si prod11re :intiro ~ costo1?. P al di <5opra ·d ell' ileo, cioè alle itl· che un indebolimento della muscolatura per atroser7io111 d el quadrat o d ei lombi. Il malato cerca fie riflesse, le quali v engono a ccentuate dai n10· <li rlon contrarre i muscoli d ol enti e ,C)i. ru c. . ta di vimf nti dolorosi delle articolazioni malate. In t:-i.l i con r.eg uenza ''erso il lato malato, diglti~ac hè si casi , vincendo la mialgia con massaggi e applicapuò avere una ,·era e propria scolios] de lle verzioni calde , si riesce spesso a irrobustire i 1nntE>br0 lombari, e le apofisi spinose di tali verte· scolj, eù insegnando al paziente a compiere mo hre. ben Yisibil1 n e1 san o, possono poco o affatto Yim e nt~ articolari adatti, gli si può procurare un restare appariscen ti. Prima di far diagnosi di Io11lbaggine bi ogna p er ò escluder e che si tratt 1 relat1Yo b enessere. M. FABERI. di un'affezione ple urica, renale, vertebrale, où 0


[.-\N~O

XXXII,

FASC. 51]

SEZIONE PRATICA

IGIENE. La p1·ofilassi dell'influenza. Di fronte alla buona organizzazione igienica che Ci p ermette di combattere con successo molte malattie, come la difteTite, il vaiuolo la tifoide il colera, ecc., poco o nulla si fa contro l'influenza che pure, specjalmente in occasjone delle pandemi.e, iniete centinaia di migliaia di vittime. E in tutti vi,ro il ricordo della 1Pandemia del 1918 .1920, cl1e n el volgo, 1p1er la rapida diffusione e l'alta mortalità, aveva in.d otto la convinzione cl1e si trattasse di peste. Il nostro armamentario profilatti co, e I'orga11izzazione dei servizi igieni-~i, in quell'occasione, erano pressochè i1egativi, non di~­ simili fors e nei risultati clalle poche precauzio11i eh.e si prendcYa110 durante le storicl1e epidemi e di peste del passato. A11che le popolazioni, d el resto, i1ei perioct i ci i te1npo intercorrenti fra due ondate 1p a 11demirhe, co11s idcra.no· 1,inf1uenza con una certa 11011rura n za e durante la pander11ia stessa, pure essendo invase qua e là dal pani co, rimangon-0 in c:on1plC'sso tra111quille, specialmente .p er il raffto11to fra l'enorme numero dei colpiti e qu ello relati vam ente piccolo dei morti. Si spiega da taluno questa relativa aipatia degli igienisti e delle popolazioni con il fatto che, non conoscendo bene la causa dell'influenza e non essendo in ipossesso di un sicuro rimedio, non IPOSsiamo lottare eontro ·di essa con probabilità di riuscita. L'obbi.ezione, però, non è valida, in quanto che noi non conosciamo il germe, p. es., del vaiuolo eppure siamo efficacemente armati contro cli esso., non possediamo un rimedio sicuro contro la tt1ber colosi eppure si va organizzando un~ seria lotta contro di essa. I.a ragione si deve ricercare soprattutto nel fatto che, jpassata l'anelata pandemica, l 'influenza, se pure è sempre la stessa dà soltanto forme relativamente lievi a contagiosità attenuata e quindi n on incute timore, ipoicl1è il ricordo della jpandemia svanisce rapidamente. D ~J. resto, le nostre conoscenze sull'influenza, sebb ene lungi dall'essere complete, sono 1p ur tali aa perrnettere di fare qualche cosa .p er impedirne o a lmeno limitarne ln. diffusione. Si amrr1ette ora dai più che nell'influenza noi abbiamo a che far e con un virus filtrabile, raipidamente e facilmente diffusibi~e, che attacca l'organj s1no e scompare rapidamente, preparando il terreno, spec;iaJmente nelle vie. re.s~iratorie ai germi ùi associazione, bacillo di Pfeiffe~. stafilo-, streipto-, 1p neumococchL Corrispondentemente, · abbia~o due fasi della malattia: la febbre elPvata d ell'i n vasione che du ra 2-4 giorni, a cui 5uccede, d·i ~olito dopo un abbassamento della temp8rat.ura, I

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J

1795

il periodo di infezione bro11chiale e polmonare. Sono questi due fattori ch e dobbiamo considera:::e ~nc·hP. nella trasroissio11e, IPOichè l'influenzato p11ò trasmettere sia il virus che i germi associati ' che , n ei diversi passag.g i, subiscono un'esaltazione di virulenza. B evidente cl1e, in ragione della localizzazione del virus s ulla mucosa rino-f aringea, la tras:r;nissione si farà con la tosse, lo s tarnuto, l'espettorato, rispettivamente con le g·occioline 1proiettate, l'introduzionr. n ell'organisrno n.vverrà per inalazione di particelle di saliva o di seerezioni ,ua::;ali o bronchiaìi, o per contatto diretto. Invece i contatti indiretti, ,p.er m ezzo di oggetti, sono da escludersi .p er la fragilità stessa del virus, sicchè il malato rimane (rispettivamente il :portatore od il convalescentel ia sola sorgente ed il solo veicolo cl 'infezione. La i1otevole r esistenza ·di alcnni dei ger~i associati al virus permette, ·d a part8 di que3ti, ancl1e il coni agio indiretto, pei..' i11ezzu degli oggetti, della pol\rere, sicchè si viene, iu tal • modo, ad al1mentare la possibilità d'infezicrtì e ,di localizzazioni plet1ro-po~monari, i11clipe11clenti ·dalla vera jnfluenza. Da queste premesse, si deducono agevolmente i principi profilattici cl1e, in realtà, so110 t.>iù faci1.i ad esporsi che a mettersi in pratica. Recentemente il dr. Convent (1) ha eSiposto un progetto secon_ do cui, analogamente a quanto si far per la guerra, od anche per certe 1nalattie esotiche diffusibili, si dovrebbe preiparare un vero piano di mobilitazione, da applicarsi alle prime avvisaglie di un'eipidemia. Le Autorità ·Comunali dovrebbero, in caso di biso.g no, aver la facoltà di -ernanare i decreti conoern ent.i: 1) 1Chius\lra dei luoghi di riuni0ni nun1erose; t.r.atri, cin ema, chiese, scuole, mezzi di trasporto in comune (sic!). 2) Installazione di posti ·di consultazione medica gratniti, e distribuzione gratuita di rr1edicinali, disinf~ttanti. 3) Ampliamento di impianti os1p .edalieri a carattere di lazzaretto e di :padiglioni di isolamento. 4) Organizzazione dei servizi di disinfezione. 5) Creazione di un corpo di visitatori e visitatrici per aiutare i medici nelle loro mansioni. 6) Pre.parazione di avvisi da affiggersi al momento d el bisogno per ]El informazioni al pubblico sui detti decreti. I medici, dal canto loro, dovr.ebbero contribuire anzitutto diffondendo l'uso ·della vaccinazione :preventiva mediante vaccini fatti con i germi associati allo scopo di ostacolare ipiù cl1e sia ·p ossibile l'insorgenza di complicazioni. Una delle più imp~rtanti misure da adottarsi sarebbe indubbia-

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1

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(1) CONVENT. Projet de rapport sur l'organi~ation 1 d'une prophyla..~ie antigrippale. par Z~ Service de

l'inspection d'hygiène de l'Administration. Le Sc.alpel, 192-5, 18.

'


1796

IL POLICLINICO

mente la maschera, a 6-7 spessori di garza, da portarsi sia da coloro che assistono il malato (1nedi. co compreso!) sia dallo stesso malato, nel quale avrehbe lo scopo di im1peclire le tanto temibùi con1plicazioni. !\egli ospedali e nelle cliniche, si dovrebbero adottare misure di isolamento, separando, dove sia possibile, in ipadiglioni isolati gli influenzati a pneurr1ococchi ed a stafilococchi; nello stesso padiglione, l'isolamento potrebbe realizzarsi in modo economico ed efficace col m€to.do di Milne, già in uso, specialmente in Inghilterra. Il ser,rizio medico degli influenzati ospitalizzati dovreb be venire assirnilato a quello delle rna. 1attie contagiose, sia per quanto riguarda la scel ta degli infermieri, sia n ell'impedire l'accesso ai visitatori; meno rigorosi si ipotrebbe essere nella conYalescenza ed il malato potrebbe considerarsi innocuo una diecina ·di giorni dopo la scomtParsa dei sjntomi. .~nche il pubblico dovrebbe contribt1ire alla ipro. filas$i, sia con la ob bedienza alle misure stabilite dall'autorità, sia curando da sè la profilassi individuale, nella quale dovreb·b e venire conveniente. mente istruito, in special modo per quanto ri· guarda la pulizia delle mani e di tutto il corp0. il rnodo di evitare i contatti, il pericolo delle ri u. . . ... . n1on1 in co1nune e cosi via. •Come si vede, le 1prescrizioni che Convent vorrebbe adottare sono quelle che vengono gen eralmente ritenute utili e che ·già in parte vennero cons igliate st1 queste colon11e da D. Falci oni (1). Alcuni punti, p erò, si !Prestano a qual~he considerazione. La disinfezione a d omicilio, consigliata da Convent è stata, a suo tempo, ritenuta inutile ' e 1praticata più che altro per mostrare alle popolazioni che qualche cosa pur si faceva. In realtà, al giorno d 'oggi, si tende a limitare il più po.;c;ibile il cam1Po della disinfezione; ma di essa e, tanto più della disinff\zione in corso di malattia, non 1possiamo e non dobbiamo esimerci. Una obbiezione che si fa a riguardo dell'influenza è che il virus è talmente labile che la disinfezione a·ppare in utile. La considerazione però non vale per i germi associati che sono per la maggior parte resistenti; quindi Ja disinfezione, fatta bene e razionalme11te, può trovare anche nell'influenza la sua indicazione. ì\essuno troverà a ridire sull'uso della maschera per la quale molti m edici non hanno molta simpatin. forse perchè <.ìembra loro di dar prova di IJU5illanin1ità; così pure tt1tti aranno d'ac"0rclo st1ll'i olan1ento dei malati e su diverse altre mi. st1re con ~igliate. La vera novità fra le 1Propo5te di 1

1

(1} D. FALCIO~I.

P olicli11i co,

ulla pro(tla si dell' inf luen:a. I l . P. 19~~ . p. 1199,

[ANNO X.""\XTI, F .\SC. 51)

Co11vent è quella del progetto di mobilitazione che, pur presentandosi seducente in teoria è da ritb ' nersi poco attuabile nella pratica. All'adozione di un simile meccanismo che liwita di non 1p oco la libertà inc;lividuale (si pensi alla proibizione dell'uso dei mezzi di trasporto, che paralizzerebbe la vita cittadina!) ed impone rilevantisstme sipese, non si può evidentemente addivenire nell'occasione delle lievi e;pidemie influen zali che vediamo ricorrere a brevi intervalli. L'applicazione della « mobilitazione » andr ebbe fatta .d unque soltanto in occasione delle gravi pandemie che si ripresentano ad intervalli di una trentina d'anni, o più. Ora, in questo fratterna;>o, è tutta una generazione di medici che 5i cambi~ e, con essi, si modificano le idee e le teorie, sicchè è da te1nersi che le .p rescrizioni che noi oggi d(lt. tiamo , non siano più accette ai colleghi futuri. D'a 1 tra parte, bisogna tener presente che l'uomo si ·dimentica con facilità; a11cl1e in noi che l'abbiarno vissuta, il rjcordo della pA.ndemin clE:l 1918-19·20 si andrà man mano affievol endo e le nuo're generazioni ·d i medici non vi annetteranno più, fra qualche deGennio, che un'importanza secon. daria. Fra 30-40 anni, all'~potetico ripresentarsi d f una nuova pandemia, il progetto di mobilitazione sarà una polverosa pratica d'archivio e difficil mente si verranno a :Sfogliare i vecchi giornali m edici per ritrovarvi delle idee che si riterranno ormai sorpassate. Del r esto, le regole semplici ed ovvie che, oggi , sono da t'itenersi utili nella profilassi contro l'influenza, possono valere ·nelle limitate epi,demie odierne e .p otranno aipplicarsi anche senza una « mobilitazione » IP'reventiva alle pan,d emie d el futuro. A. FILIPPINI. 1

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CENNI BIBLIOGRA.FICI. P rof.

GUGLIELNIO BILANCIONI. ~lanuale d·i Otorino-

laringoiatria. Volt1me I. Parte genera1e. Naso e cavità annesse. Casa editrice Luigi Pozzi, Roma (Manuali del Policlinico). Prezzo L. :58.

Molti e ipregevoli trattati di Otoritlolaringoiatria già esistono in Italia; quasi ogni anno ne ,,engono presso di noi diffusi dall'estero: in gen erale però si tratta di ,·olumi dec;tinati ad un cleterminato scopo, o puramente didattici o per la coltura degli specialisti o 1per uso degli <;tudenti p dei medici pratici, con carattere cioè o nettamente scientifico o prevalentemente pratico. Il volume che G. Bilancioni presenta o;{gi al pubblico medico ha. caratteri peculiari che lo fanno distinguere dagli altri dello stesso genere. Si tTatta innanzitutto non di un semplice manuale come dice morl e~ tnmente il titolo, lna di un


[ANNO

XXXII, .FASC. 51]

SEZIONE PRATICA

vero e pr·opr10 ·· trattato. Oggi possediamo soltanto la. parte riferentesi al naso e cavità a nnesse.. n1un dubbio che, comiple1ata la !Pubblicazione degli altri due volumi dall'Autore ip romessi noi avremo ,il più. completo trattato italiano m~der­ no della specialità. Il con cetto fondamentaln1ente nuovo nei trattati di Otorino laringologia al quale l'Autore si 0 ir1$pirato nella trattazione .della materja _ concetto seguito da tem-p o in trattati di alre branche SJ!eciali della Medicina - è questo: ell e la parte clinica della specialità può essere meglio compresa dal m edico se egli possiede le oppor1un~ relati ve r1ozioni teoriche di Fisiologia e di Pato1ogia . Perciò nel volume ha tr ovato un largo posto l'esposizione della parte diremo così cul, t~rale, dottrinale, della u1ateria: la parte pratica, e strettamente terapeuti ca ne risulta come naturale corollario, 1pur essendo di essa meno estesa la trattazione. Tale concetto direttivo dall'.i\utore seguito è perfettamente logico e da approvare in modo incondjzionato, tanto più se si tiene conto che le questioni teoriche sono trattate in modo sernplice, piano, e tutto il volume è steso in forrr1a italianam ente pura. Di ci a sc11na questj one si trovano tutti i dati che permettor10 di conoscerne. lo stato attuale ' le più recenti conquiste, Je teorie più moderne; i risultati degli ultimi studi italiani e stranieri riferentisi alle ..3ingole .questioni sono chiaramente e51posti; la consultazione, la ricerca degli argomenti riesce assai facile per la disposizione data ai vari capitoli. La parte pratica non soffre pe.r la trattazione teorica: anch'essa è con,dotta con esatto criterjo: i mE'todi r ecentissimi. 1semeiologici, ·diagnosti.ci e cur aJivi trovano giusta parte e ven.go110 e5posti con ,s obria precisione. Il volume inizia con una breve introduzione sulla importa11za, sugli intenti e confini moderni dell'Oto-rjno-Jaringologia. In essa l'Autore con elevata ed elegante sintesi addita le vie che questa bra11ca della Medicina 'P UÒ percorrere per raggiungere alti fini di in.dagine scientifica, di assistenza medica, di profilassi sociale, di eJeva. zione umana e <li cultura artistica. E se tutto il volume ris1p ecchia per così dire le doti scientifiche e1r1inenti dell'Autore, queste poche pagine ne rilevano in particolare I' anima eletta, e lo spirito colto, veramente superiore. La prirna parte del trattato reca a11zitutto un conciso ca•p itolo sullo sviluppo storico delle cono~cenze di Rinologia che la nota compe~flnza. dell'Autore nella Storia della Medicina rende interessante ed istruttivo; in·d i si svol.g e la trattazione diffusa di tutta, per così dire, la parte

,

g_e~erale della Rinologia: anatùmia

1797

embriologia

f1s10Jogia, ed in seguito una partic~lare estensio~ 11e e' d.a t a alla sintomatologia . generale, ove trovano il loro giusto rilievo teorico e clinico i vari segni delle alterazioni anatomicl1e e fcnzionali del naso, dai disturbi di resipirazjone alle turbe di origine endocrina. Da tutta la tr.a ttazione generale scende facile la corr1·p ren sione delJ'ultimo capitolo di qu esta primn parte, il quale espone le norme di profilassi ed i fondamenti della terapia generale ·delle fosse nasali. Vien poi la trattazj one speciale, la patologia del i1aso e dei seni paranasali; una vera e propria monografia è la parte che tratta della i 1pofisi cerebrale e faringea, intesa a mettere in chiara luce i vari problemi di anatomia, di fisiopatologia, di clinica, riguardanti questo nuovo ('apitolo ·di ·p atologia special1r1ente nei rapporti con l'adenoidismo; infine una ,.breve u!tima iparte tratta ·dell'opera del rinologÒ nella cura della dacriocistite purulenta cronica. Il pregio complessivo d el trattato, cioè il suo notevole ir1trinseco valore scientifif'O, non di. sgiunto da pratica utilità, è grandemente aumentato dalla 'veste ti1p ografica sotto ogni aspetto elegantP e che onora Ja nota Casa Editrice Pozzi· ' le figure sono molto numerose, 11itide, in gran parte originali. Con questo volume, Gugliel1r10 Bilancion i 11a bene meritato della Otori11olari11gologia; ha dato una nuova brillante prova della sua ·1neravigliosa atti·v ità, ed ha offerto ai medici tutti un inezzo per completare Ja loro cultura in questa branca della medicina che va ogni giorno acquistando valore e significazione nel carr1po scientifico e teorico come n el cam'Po ipratico e professionale. G.

GAVELLO.

PJRERA.

Co1npendio di Patologia e di Cli1Lica

~I eaica.

Frane. Val lardi, edit. Voll1mi tre, 1925.

A.

La utilità d:!. un libro rr1edico italiano non solo ' per la li11gua, ma italiano per spirito, era da noi tutti sentita fin ,da quando apprendendo i primi rudimenti dell'arte di Ippocrate .d ai l\1aestrj non pedisseqt1ì seguaci della medicina gallica od alemaYina, cercavamo invano in un testo riordinare le nozioni affidate alla memoria. Se utilit-J. era per 11oi studenti l'avere un libro che ci mostrasse l'opera scie.r1tjfica jtaliana, divenuti 1r1edici ne constatammo l'assoluta necessità, rammaricando.ci ogni ql1al volta invano lo ricercavan10 nelle biblioteche. Che io sap1pia, il P irera è il primo che accintosi a colmare tale lacuna abbia condotto a termine 11n tale Trattato: di ciò gli studiosi non

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1798

IL POLICLINICO

pos30110 cl1e essergliene grati a11cl1e se in talune parti esso puo apparire inco111 pleto. I tre volumi, pubblicati dalla maggior Casa editricP italiu11a, attestano la inole del lavoro organico compit1to dall'A., la,roro di ordinata eJaborazi on e ed esposizione ·d elle co11oscenze meè.lcl1e. La rapida attuazione dell'opera ha permesc:.o al1' A . cli a.ggiorn are le cognizioni fino a <ruelJe modernissime in fatto dj tera pi a, ricerche, teorie, ovviando a quanto era ine,'itabile nella ip 11bbli, cazion e di Trattati stranieri in lingua itaJiar1a, cioè alla co1r1parsa di tes1 i j11 ar retrato ùi un11i rispetto al divenire ·della scienza. E il Pirera riuscito n el compito prefissosi? Dirò solo, qual ri-sposta, che in pochissimi rr1esi la, prj!r1a rdjzione del libro è presso cl1e esau :·j I a e f'A. si accinge alla preparazione della ~oconda eùizio11e. I .a diffusione è i 1 meritato premi o per clii, senza tuttavia dar l'ostracismo in tutto e per tt1tto ag·li stranieri, sa trovare i1egli italiani altrettanta mèsse ferace da offrire agli stu diosi di .. medicina. R . l\il. 1

H. Guiae-formulaire des spécialités pharrnctce utiqu cs . Un vol. in-16° di 960 pag. Baillière ed. Parigi, 1925. Prezzo frs. 25.

LEGRAND

L'opera di Legrand consiste essenzialmente i11 un dizionario delle specialità farmace11tiche u su ali, studiate dai seguenti punti di vista: con1posizione e formule, proprietà ed indicazioni terapel1tiche, posologia e n1odi di uso alle diverse età. Da ultimo, $i trova un indice-repertorio del. l e specialità di cui vengono dati anche i i1omi e ~1i indirizzi dei fabbricanti, depositari, ecc. I.ibro .quindi di notevol e utilità per ipoter conoscer~ la composizione e .gli u si ·delle divers~ 5pecialità, d) molte delle quali - per qt1anto co1nb att11te teoricamente dai trattatisti - n essuno può ormai far senza nella ~ratica. l\ila il grosso volume i11duce a riflessioni 1nalincon iche, consid erando cl1e le sole specialità francesi qui elencate sono ol1 re 30001 Ed a quante mai assomn1tlrebbero se vi si aggiungessero per esempio anche quell e tedesche che inondano giornalmente la posta di ogni medico? Il problema delle specia lità si fa se1npre più grave ed imbarazzante, n è, purtro-ppo, si pre,re-de come si possa arriYare ad u11a soluzione. f il. A.

:\RGIOLANL L 'alime ntaziorie

razionale

del/.'uo-

1no. Un \rol. in- o picc. di 63 1pag. G. B. Para,~iQ ed ., T ori110, 19"15. Prezzo L. 3.75. Il volu1netto

espone le basi scientificl1e deil ' al in1entnzione razionale ed indica il modo J)fa .

[ .r\NNO XXXI l , F ASC =)l]

tico di regolarsi nell'alimentare il sano e ramrr1alato; dà quindi molte tabelle e molti co11sigli tratt<1ndo poi in ca1pitoli a parte l'alimentazione dei inalati e dei bambini. Nulla è stato trascurato ·di quanto hn. importanza nelle questioni relati·ve ai problemi trattati, sicch·è il ,rolumetto riflette le mod er11e co11cezioni in questo ramo. L ' ~ntenzione dell '.t\.. ern soiprattutto .quella di combattere le idee errate ed i pregiu dizi vigenti in materia e si può asseverare cl1e egli è rit1scito nel suo intento.

1

f1l.

RttftDEMIE, .SOtIETA MEDICHE. tON6BESSI. II Congresso nazionale di Oftalmologia. D avanti ad u11 folto :pubblico e co·n l'intervè11to del ~fin istro della P. I. on. Fedele e dii numerose p erso1i-alità, il 27 ottobre u. s . si è inaugur.ato a Rom.a nell'Aula magna de.Ila Oli'Ilica oc11ljstica al Policlinico, que~to Congresso. Il prof . Oirinciou1e, p.residente del Comitat.o ese·cutiv·o, h a p-0rto il .saluto dei congressisti al ra.pp•r esentante ·d el Governo ed ha illust~rato gli scopi del Co11gr esso . Qui.n di, ·i l ministro Fedele ha p1':Q111unciato un ·djscorso in cui, dopo .avere rilevato ·]'altissimo co,ntributo d·el lavoro itali.ano nei progressi delle scienze me diche, h a ipar1ato speoialmente ·della Olftalm:oJogia e d egli scienz.iati che aid essa si sono dedioati col ferv-0re di un vero aposto]ato, giui1gendo a risultati mirabili. Egli ha menzionato in pri1ma linea ]' Alhertotti, al quale la Società oftalmologica ba assegnato ]a grande m.ed.a.glia ·d ' oa:o che riserva ai suoi benemeriti ; Elia Baquis a cui il sodalizio ha tributato eguale segno di :pubblica riconoscenza; Luigi Maggiore, al q·ua1e è stata assegnata ],a :prima medaglia d'oro del premio internazionale Cirincio·n e di lire .20,000; D ' _i\.mrico, vincit.ore del premio Cidon.i-0 di L. 7,000. « L 'ooem pio di qu esti valorosi cultori della scie11za, ·premi.a.ti dalla vostra bene.mer ita Società - ha .;onc111so il ministro - sia di sprone .ai giovanj, .sia di au~T:io a.1 1' opera feco11d.a ,dei. maetr:i. A t11tti, in · nome del Governo. vada la mia !).arola .cli .alta lode e di viva riconosoen~a

».

TI mi·n istro h.a poi proceduto alla conseg11a dei premi. Il 'Prof. ~lbertotti ha voluto esprin1ere la stia riconosoonza per il premio assegnatogli in oocasicme così solenne; dopo di lui ha parlato il prof. P. Pediconi che in rappresentanza del R. Commissario, ha portato ai con·gressisti il saluto de1 Comune. Brevi ed efficaci parole ha aggiunto i l prof. Messe;1 , Direttore ge11erale della Sanità !)ubblica, p er recare il saluto del ministro dell'interno, on. Fe<lerzoni, e quello partic-0lare dPl!a Direzione generale di anità. Fra i nl1merosi ed i·nteressanti ]a,·ori del O>ngres.so sono spe~ialmente da menz-ionare ~e relazioni ulla cura operatoria della cataratta. E noto che qualche a11tore sostiene che in ~)O"~ ibiJe


[ANNO XXXII, FASC. 511

SEZIONE PRATJCA

far riassorbire la cataratta con metodi medici e, partioola1·mente, elP.ttrochimici. Ma, dopo un ponderato esam~ Q.i tutti i dati pro e contro, il. Congresso l1a emesso l'o~)inione che u11a tale possibilità non è provata e qui11di la sola cura efficace della cataratta rimane per. -0ra que])a O·peratoria. È stata inoìtre presa in e5nme la question e dell'a.b ilitazione u1.Ia .professione di cc éb.auffeur >i dal . pu11to di vista oculistico. A tale orÒ1nosito il Con., gre&so ha votato il s_eg-µei1te ordiné- tl el g iorno: « P1'€sa visione d el Decreto 31 dice11nb1·e J923 , n. 30.i3. dis~iplinante la cjrcolazione sulle strad e cd aree pubblich~, consi<lerato: ] ) che l'esame dell'acutezza v1 s1va no n può es:erc affidato .a medici non specia.l isti ; 2) che le eccezio11i accordate da11'art. 51 dPl regolament.o al limite dei 14-/10 del vis us ed in nlodo speciale per la riduzione del campo visivo n ei mo11ocoli, tolgono Je garanzie cui il decreto intende provvedere; 3) cl1e i medici generici 11on hanno la possihilità di stabilire il grado di vista n elle diverse conclizio11i di illu111inazio11e; · fa voti che l'e-san1e dell'.acn t.ezza visiva sin affidato a medici specialisti e che, nel.l'intere~i'>e clc1la salute p·n bblica, sia110 tolte ]e eccezioni con.c:esse 11e~ decreto stesso».

F.

R. Accademia Medit·a <li Roma. prof. R. ALES, .\Nonr, presiclf'nte. 1

Jlir·rolJisr11 0 a.7Jituale 11 elln bilr cistica d el cane. B \GGJO. - Rif€risce ~t1i r i&ultati delle ricerche conlipiute HUl mi crobis1no a.bituale i1eJla bi le cistica 1 cl1eil1 cane. Ha C'e armina,t101 la bile di 29 ca11i ed è d'accordo 0011 coloro i quali sostengono che in con·drizioni n.o.r mali mancano j ger[ll1i n ell'a bile. Gosro. - Clhiede qt1ale quantità di bil~ ha messo i11 coltur.a se h·a fatto colture in brocl10 e si dice conYioto ch·e Ja bile 11on sia t1n buon ter.reno per i germi . BAGGIO ric;;nc nde che nelle sue ric'erche non ha mancato di tener conto delJia quantità di bilo da mettere in cultura e che in media ne ha messo d.a 7 .ad ~ 01nc. Oulturfl- in brodo n~ ha fatta una sola. '

I

1

.4.ncurisnia cil'snidPo del collo e della faccia. Riferisce il oa.so di una don11.a cl1e nel lug1io 1U23 note. i1ella regione pa.rot1de'a sinistra 1lna tumefazione in11istinta c)1e estenidendosi verso ]'.angolo pa11)ebrale ie verso la regione rarotid~a, si p1resentava ip1ul1sa11.t e, ·r iducibile. Lu11go I.a g1uO'ula.re estern·a corrispondente si percepiva fremito, : l'infe,rma avvertiva ron.z io .all'1011·ecchio s. NieJ no.v embre praticata l'allacci-a.tura della carotide e.sterna si ebbe per un inese diminuzione di volume della tun1~fazione, cessazione de.Ila pulsazjone e del ronzio. In ~guito ricomparvero i primitivi sintomi e si ebbe un graduaJe formarsi alla faccia, alla reJuttA. -

1

f

gione temporale ed al oollo di cordo'l1i bl1uastri, di va.rie dimenSJioni, serpi•g inosi, pulsanti. I vasi eotasici d~l collo e della regione temporale asportati . in due sednte operatorie ·dal prof. Al'es~çtnclri fu.r ono clall'O .. Ps:;i..minati isto10tgipame11te. Egli inette in rilievo ,l e p,articolarità cli11iche e.d anatomo-patologiche del caso ed il decorso del1' affezi o1n e eh~ .ritiene cor1 rproJb abilità leg.ata 1a p.r ees~sten.mt congenita, nel territorio c:li distribnzi.one del'la carotide esterna sinist1:a, (lj .an&Stomosi derivatjve an.o rm·ali arterio-venose, inizia lmente della r~gione paroti.clea. . ANTONELLl. Domanda .a.Il'(). come devQTIO -1nterprretarsi l'ert~ ia vascolar e e. le 11ote . ~11dofle­ bitiche nell'an~urisma cirsioride, jl superlavoro. dei vasi stessi oon il 1-ilievo della pressione venosa. normale. . · JURà . L a m.ancanza di nifferenza di p ressione .t ra I.a. giugulaTe esterna sini&tra e quella dj d'eStra, già messa in rilievo, non si concorda i11 Yerità COil i d.at1 clinici , nè si JPUÒ .a gevolmente spiegaJ·e. È 11oto però che il forte .a,umento di pressione nel territorj10 venoso è caratterisrtica ,del]e fi~tole arterio-ven{)Se, a. oomunica0ione unioa ed ·rumipi a. Ttltta,v.i.a Oun.e o anche in un antrurisma arte1~io-ve11-0so dell,a fen1ora1.e s'Ìn. 110,11 rilevò differenza di ·p ressione co11 quP-lla della fem@rale d. n'ella q'Ltale tl1ttavia la l1l'essione era alta, come nella pri111n. de~·l.'art.o in cui esiste-va l'aneurisma. . '

Seduta d el 25 lt1glio 1925. PresidC\11~:

1799

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Om.otrapia11to te ·t ic0Ta1·e in ptrosfatico ?'11tenzioni sta. • N. LEOTTA. . Riferisce su di un innesto inter. umano di gla11dola. sessua.le mascl1ile 'Praticato su di u~ i11dividn,o di 68 anni prostatico di vecchi.a data oon gravi disturbi V8\.<:\0icali .ed arteriosclerotico. I risultati ottenuti dall'inn~to furo 110 i·maned.iati. Dop.o 4-5 giorni ·e~Jbe eiuf.rnria, senso dii b·e nessere, 1po,t è rubbanidon.a.re il letto nè ebbe più bisogno di essere siringato. Que}lo che ·p erò rn.aggi0011I1ente ha impressionato 1'0. ·è I.a constatazione che I.a prostata sii era ridotta di 'P~Ù deilla metà, oome 1dfunostra mediante radiograifie esegui,t e 1prima e dopo l'intervento. E&pone quindi i , risultati d ell'esame i.stologioo eseguito stl di un framment-0 a cuneo tolto dopo due .mesi e 6 giorni e ohe comprendeva oltre il pez2'o innestato anche un po' del testico·l o proprio. Nei pcr eparati ha visto in una fase di necrosi i tubuli seminiferi e sostituzione da. parte. del tessut.o connettivo icirc<lsta·n te L'O. è portato a ritenere ohe i risu1tati h1nz~onali .osservati dopo il t:rrupianto sia.n o doiVuti al ria86ol'bimento1; le11to, lPintissimo .del tra.pianto e che durano fi110 .a ch e d·ur·a i~ iri&ssorbimento. À.LERSANDRI. Fa osservare che i risultati ottenuti dal Leotta sono identici a quelli comt1nirati da·lJ' AS'OOli che ha sperimentato con le scimmie, e ohe l a spiegazione dei .risultati funzionali data d·all'O. è 'Pro1p rio qt1ella che anche da lui è stata amme8Sa. 1

1


1800

La lcmna come larvicida. 11 ella '[11'0 Ji(,<J,SS'i a·n t'lOl YI Of elll C(7. Anche a i1otme del prof. A. MtsSIROLI svol1ge la sua comunicazi 1 0'11~ su la l (' n1n a C()IIlle larvicida 11elta profil assi ~ntianofelica, metten1d o in evidenza i v.antaggi c:he dallo &p·a r g imento di e&Sa SiU le acqu e se n~ possono ~vere mentre d'altra parte nessuna 13,lterazio1n e &11bisce l'acqu.a,. Conchiude dicendo che tutti i metodi per la profilassi anti.anofelica hann.o del bì(lono· e quello dello S'J)a:rgimento del11a Jemna è tra qu elli da prendere jn m.a.ggio r consideriazùone. D10N1s 1. Si a ocia alle ronclusioni d eJ. pirof. G01Sio ricon osrendo la gra.nd P e ffi caci a delle semine di lemna per la morte ·asntti~.n d el le larve di anofele. Coglie ne.J tempo stesso qu€Sta occasione .p er pro.porre aJla P1.iesidenza delta R. Accademia che una fq)eciaJe Commissione sia oos.tituita per visitare l1a 1nagnifica scuo1a di profilassi d ell a mal·ari.a fondata ia Nett uno e diretta d al prof. Gosio. E sprime ],a g r.an·de aimmirazione suscitata in ]uj dal]' esanne del m ateriale dida.t tjco •r accolto n~i pocl1i ,'lmbienti dei quali :iJ. Gosio di&po.ne e a.alle esper ienze eh.e vengono compiute per la bonifica e d è con vinto ohe tutti gli s tndiosi che si recher.anno (•olà divider a nruo l~ entusia&mo in lui p•r 01Vr0cato <l.a tanta. attiv ità spesa a vantaggio d ell'um.anità. Gos10. Ringr.azia il prof. Dionisi e sar ebbe b en li'et·o se l' Aoca,d,e mi.a volesse nominare una Oon1missione p er ,ris it,are I.a sct1o]a d a lui diretta. ALESSANDRI. A nome di t utta l ' Acorudemj a si 1n.ssoci1a alle pa.rolie d el prof. Dionisi riv olte a1 prof. Gooio e dice che. sarà be n lieto· di 'Prendere g-li opiportuni accordi per recarsi .a visitare e.on altri 13;coademici la scuola da lui così sapientemenGos10. -

1

1

1

te diretta.

.l\r<cANG"RLI. - Riferisce su dci un tabico cur ato · efficacemente con la mal.a.r ia ed il neosalvarsa11 . Presenta, a n ch e il so~getto. L'O. si dichj Rra C'OnYinto che il ne°'qaJvarsan debba ei.ssere usato ad alte d osi anC"he perchè ~ono proprio le picco~e dosi quellp. ch e danno maggiormente luogo a spi acevoli incidenti .

(10 ntribitto

"€ d'accordo cot relatore sulla o•n -

nortunità di oott01porrP anch 0 i pazienti <li affe7.Ìoni metaluetiohe alla so·m ministrazione di dosi nintoo~t-0 .a 11.e di neosl varsan . noi eh (> oono le dosri 1neòi~ e '!)iccol P quelle che- danno pjiì faC'ili fe n on1Pn i reattivi; quflnto nll'influ <'nza terane11tjca f1e11n in ri<'n l.a 'l. i 011 e rli ~a n 'g11e mal a.riC'O n ell a tabe , ha ron sentito nl cn10 ai11to dott . RnAM.nza di pro<'Pde-re alla ma l arizzazion e artifiC'iale in due ca~i <li t .n.bc concla.m ata ~ finora h~ notnto ccmstatarc 11nn d r-ci<;a infl11Pn7A ~ulln quasi comnletR <'<'S<::lflzi one <lei fenomeni dolorooi; ma n~ uno dei sintomi organici della tahe . di anelli cioè che ~ono l:t traduzione clinic.a. clellP fonda.ment.ali. le i·cmi del ~istema nervo~ centrale, hanno , almeno fi n o ~a oggi , snbìto modificnzioni di sorta.

dis.~e"' f Prin

alla conosrP.nzrt della cla Balantidi'l.t.rn. Coli.

P. ALESSANDRINI. -Anche a DJO!Ille dlel dott. P 1AT1·v.r~r,1 svol ge la sua comunicazione &nlla conosr en z'l della tli':i~~nteria d a Balantidium coli. DirP C'ome onest a talor.a si trovi nelle ulceri e n on nellie ferc·e e che quindi l.a n e~atività. d ell'esame, di e~~€ non nuò far escludere l'esistenza d Pl B al ant:idit1n1. Riferisce quindi sull'effica ria dell' emetin~. 1

.~ttl

Presentazinrie di iun t abicn rurnto cori. la rn n7arin ed il nP.osalvarsan.

ANTONF.T,rJ. -

Osserva che anche dal punto di vi(Jta microbiologico può .ammettersi u11a arsenioresisten za pe r cui 1.a spirioch ete trattata con dosi piccole, offria man mano runa forma di mitridatis mo, che ]a re n de r efrattaria ed esige, per essere influienzata, una teraipia assai più en eirgicia dell'ordinaria. ARCANGELI. Ringrazi a i colleghi per 1e loro osservazio1ni che si accordano C.O'fl. quanto 11a detto: 11el ~uo mal.ato dopo le febbri di m alari.a, n1igliorarono non solo i dolori m.a anche 1'.ata~ ]a ~ mi'm c dcl g1iorò l'artropatia . e.on dinnin11zion e del vol11• ginocchio leso. ' D a più p~rti, dice l'O ., si è parlato di as$Uef.a7.ione della spirochete all'.arsenico, ma è difficile a.verne la p.rcrva clinica. E gli si chiede p oi co·m e agisca la 111alari.a.. Crede nrobabile ch e la -sua azione sia doV11ta a l calore febbrile e .a tal p roposito ricorda che ne i paP~ tropi ca.l i J.a sifilide dà difficilmente l a tabe e l a demenz.a. Ma ciò è ·n la - er il calore solare? o per mal.a.ria oo.; ì f1·ea11eute nei paesi tropicali? Fors~ s i potr e-Obe tentaire la cui a dell.a demenza para lii i ca e della tabe con 1a diatermia . Be qu~c;ta de~~~ risultati nositivi si d o-vr ebbe ritPnere p . . er 1'0. che è la ipertermia j} fattore !)iù utile nella cura di d1ette ·affezioni con ],a febbre t erz.an •a . C1-n>s10. -

....

'

[ANNO XX.'XII, FASC. 51 J

IL POLICLINICO

meccanismo di prodvzione dell'emoalobir111rin malarica.

rifeTi sce su lie ricerche d a 111i eomnjntP 11E:'lr 15J'!)ieoiare il m·e oca·ni.smo dj nrod11z:ion e d elli'emoglobint1ria malailica . GHTRON

.'i11l7a genPSÌ delz>uLcera di(Ji'l.111nfp, post-opp,rativa. Cr~fINAT'A.

- Riferisce nlcune s11e ricer ch e sperimen tali sulla genesi dell'111cera digiunale p1ostO•n orati,a. F,sse f arebbero amtnettere che l a nars1>i1orica esnliehi, nella gene~i d Pll'ulcera digiun ale. 11n' azione indirett.a la ou ale sarebbe rarppr esentata da u n eccita.me nto originantec:;i dallo stato spasti<'o dellia pars-pilorica steRsa. che. t r asmesso ner vin n.ervo a, al Fundus e .a1 dicri11no l)Tomn ,.,verebhP ~in. 11na maP-e:iore attività. dellP ~lanòule nento<'loridriche, sia sn~1Cffil i loca li e narziR li nel territorio dell' ~nsn. di ginnale RTI astn1nizz:itn <lPtPrmin nnclo il 7oc11 ." minori.~ rf'."isf Prifine sul nuale al!irphhe ]a ca11~.a t>ffiC'iente. <'ioè il ~,,~<"O gac:;trico n \GC:IO. - DO!>O €'~er"i C''lmniaC'into Cf')l N>llea:n ftiminat.a. de i ri"u 1tati ottf>Ti nti o~Prv.a cbf' l a t{ti(}ria Ao..~e11uta, teoria ~errn1ta cl aCYli nnt nri tPÒe~c]1i . non bac:;ta a nieqare tutti i re;>erti <;'f)Prjm~ntali e cliniC'i dell'~lcera dicriunale no t-onerntoria e r"he > -nltre dovendola .ammettere, come e!rli steAAo lo .ammette nei Sltoi lavori, trova più razionale


[.-\NNO

XXXII,

.F'ASC.

51J

SEZ10NE PRAI JCA ' -'....

interpretare l' .azi.011 10 ulcer·o sa dt;i succo gas'L.rico con1e azione <lo\·uta a tutto il succo ste&So i1el suo con1ples~ o; e aggiunge, riferendo anche l·eiperti inediti, che oltre al fattore cl1i1nico, molta importanz.ia deve • esse.re riconosciuta co1ne fattoa.·e ulcer oso a1 fattore tr~tu·matic;o ob i naestis. Guss10. - Don1anda. all'O. se l1a fatto le deter1ninazioni delle deduzioni del . ucco can:diale nelle varie circostanze .c;p-erimentali. Si as\S6ci1a al prof . Baggio circa l'infl11e112.a favorevole del trauma .al.i.1uentare q11a11do, oa.cle nel f'ampo d' azio11e della causa ulcerosa . Cu.~l\l ENTI. Ricorda le 1·ice1·che prec'ed()nti <:lel Cimi11.ata il quale, pr.atioando nello stesso ca11e il piccolo .ston1aco alla Pa,Yl'O"' nel la pars-pilorioa e il piccolo sto1nacq n el fundus, 11a p1ot11t.o dimostrare cl1e la - stimolazione della mucosa pilo,r ioa co11 peptone provoca la .secrPzione del piccolo s·t on1aco del fund11s per \i.a 11e-r\·osa attr.averoo1 il po11te nerveo-muscu1are. . C1MINATA. - Ri'1lgrazi.a il prof. Ra.g gi·o -0 fa os.':;Brvare rhe il f,a.t to cl1e la pars-piloriC'a, intesa. qt1est·a dal punto cli vista .an.aton1iro ~ fisjologico abbi.a influe·n za indiretta nella genesi clell'nlcera digiunale po&t-ope.rativa, non escl1l1de, cl1e altri fattori (tl'allilna.t ico, inferttiv.o , circolatorio, nerv.oso, oostituzi-0n ale) possano esercitare la loro azio ne nella comples&a !)atogenesi fle11'11lcer~ (ligiun.ale, agendo sempre nella cerchia delle due gi·andi cause: quel1a efficiente rappresentata dal chi·misn10 gastrico e quel1a predispo11en.t e r.api:>resentat.a dalla resisten~a de~ tessuto. Rispondendo aJ prof. Gussio, osserva che le sue espierienze dimostrano come il succo pilorico, scarsissimo, muooso 0d a1oali110, e per alcuni a.uteri p.r ivo cl i pepain1a , non possa .avere molta impo.rtanza ioer l:i nP.utr.a.lizzazione della searezilQne del f11ndus che è copiosa e inten&a1nente .acida, e fa notare che i suoi animali operati di esclusione della n.ars-nilorica vomitavano spesso .a digiuno ltna 11otevole quantità di liquido .a reazione n1olt·o acida e contenente :acido cloridrico libero (il oh e fece pensare ad unà ipersecre7iione gastrica) mentre gli anirrniali resecati non soffrivano tale disturbo e godevano buoin.a salnt<'. E. Grrossr. 1

Società Medico-Chiru1·gica di Pavia. S eduta del 3 luglio 1925. Presidenza : E.

ALFIERI,

presidente.

Alc1111.r o.:;servazio·ni s111lla narcosi mista os.s ig eno-clnro-eterea. Dott. v"'. J.JE!NATI. - La vailutazione si-Sitematioa dei dati obbietti vi, osservati in un oentinta io dti. caisi di narcosi ge-neraile eseguita COIIl l'aip1p1arecchio1 Roth-Drager, permette all'O. di affermare che la n'arc-osi ossigeno-e-loro-eterea, se ·fatta con le debite cautele. e con tecnica rigo.rosa, ·attenua sensibilmente i pericoli della narcos:i ge-ner.ale pr.atic.ata coi met.o<li co11nuni. L' .3APIP arecchi•Ol del Roth-Dra·g er permette il dosaggio esatto dei due narcotioi, regolabile di vo1ta in volta a seconda Jelle condizioni del cuore, dei polmoni, del fegato e deri 1·e11ii; ciò diminuisce •

-- ----:...)...

1801

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gnandemen te l' a.lb11min Ul'i•a. 1post-01pel'atori.a che, u.ei suoi na.r ootizzati, è stata ridotta .al 4 %; il pericolo delle sincopi è p•u re graindemente ridotto; abbreviato il p€riodo di eccitazione; qu.asi scomparso il vomito dur.ainte e dopo 1a Illarcosi; .anche le o{)(ffiplicazio11i polm:;,nari sono graindemente din1inuite.

La di·uresi da benzoato sodico . Definizione clell'agen·te diuretico. Dott . G. B1GN.\.'lfI. - Se1o ondo l 'O. le sostanze cnii si deve l 'effetto diuretico in discus.sione soni0 tre: il benzoato sodico che potrebbe agire sui' tesst1ti in modo .analo~o agli altri sali alcalini; l' acido benzo,i co, come stirrt·Ollante i·enale; il pro.d otto della sintesi tl'a acid~ benzoico e g1icocol1a, cioè l' acido iip:purico, .agente in virtìL della s11a forza di co11centrazione nel san gue. Dalle esperie.n ze compiute su 13 soggetti sia sani che malati St()(rnministra·ndo or.a be11zoato SK>dico, ora. acido be11zoico, ora infiu·e .acido ip1pru rico in qt1antità tra loro co1rri.sipondc·nti, l'O. dooume che ]' aun1ento della diuresi è determi1Illato rd all' azione dell'acido benzoico sul rene, in qu.anto1 questo composto stimola l'orga110 acl una maggio,r e attività e quindi .lo porta ai1chè ,a d un.a maggiore elimi11azione d i acqua, a cagione ,dell'a.umentato lavoro d,i sintesi c11i esso Jo obblig·a con la Silla presenza. Praticamente ~i se1~ve del benzoia to perohè questo è soluhile i11 acqua e non ·d e.t c:>,1rmi111a i disturbi gastroenterici comuni a ll''Uso deJ.l'.acido benzotiico.

La fu11zionalità, renale nelle 'nefrosi lipoidee. Dott. G. BIGNAMI. - In 7 ca.si di nelfrosi p1resi i11 E\~ame, di c11i 2 coi caratteri dii. fo1rme genuine e 5 con que1l1li di forme inisrte di nefrite-nefrQsÌ sui quruli ebbe a p1raticare la provia idrica ~di1lui­ l6ii0ne e ooncentrazio11e), la costante di Anibard, la prova della. fe·n0i]sulfo11ftalei n a e quella. iip1p lll·ica, 0ttie11e: a) ne.l1le forme pure prov1a i«irica re1ativa 111ente deficie11te, co11 ogni pl1:'01babi1lità p,er fattori extrare11ali, so1tanto n ella driluizio.n e. Tutte Je a ltre p,r orve normali . b) Nelle fo1we miste, risultati legati cos tantemente .alla tll.atura ed .al grado deJ.. processo infia.mm.atorio associato. Nessuna o pre.!sochè nessiuna inf1ul..!nza p·M·e esercitarsi d.a piarte del p·r ooe.sso renale di deigener.azione lipoidea sulle prove fu·n zionali in genere, di modo ohe que6te forniscono 1-is11ltati buoni o oattivi a seconda e:he lievi o grarvi sono !e les iOit1'i jnf.iaimIDat0irie del r ene. L'O . conclude mettendo iin luce 1'.i nteresse pratico di seguire, C{){Il le prove fu·n zionali, in particolare i ca1Sii di ne.firosti. e di nefrite-nefrosi, potendosi solo in questo modo sen.~a esita21ione evitare a.gli infe1rmi rigorismi dieteti·Gi spesso oltren1odo dian nooi. 1

1

Seduta del 17 luglio 1925. Presidenza: Prof. T. LEGNANI, vice-presidente.

Alterazio ni della midollare della su1're11ale riella ·1norte pe1· insulina. 1

~' .

l\l1 L .\~I.

- Gli 00. hann<> studiato dal lato istologico il comporta.manto della sostanza inidollaire della urrenale nell'iavveleuamento spe

.ll1cc1-A.


1802

[.L\.NNO XXXII, FASC. 51J

tL POLICLINICI)

rime11taJe da Ì11sulina; hau110 trovato che la croo1oafilnità delle cellule va man mano riducen<looi fino a .scomparire deJ. tutto nel periodo preagonico. Tale riduzione è ben più accentuata. di quanto non sia nella eccitazione del nervo spla11-

.

ClllCO.

gente eziologico sull' a1)parato leucoblastieo pa.rencl11imale non soJo, ma anche sul sisten1a emopoietico ditfu~o od en1oistioblastico (1uonocitosi). Seduta ò.el 24 luglio 1925 . Presidenza: prof. A . FERRATA, vice-presidente.

Azione dei fosfat·i sullu ipoglice1nia da insuli·na. ALOIDERI A. -

L'O. ha osservato che nei coni-

gli l 'iniezione di una mescolanza di fosfati mofnooodico e disodico per via endove•n osa o endoperi toneale nan dete rmina 11essu11a vruriazùo11e nel modo di reagiira all'insuli11a.

1 ubercolosi prirriitiva infantile della vulva. 1

F.

espon~

L'O.

un caso di forma sicuramente 11ubercola1·e e p r imitiva del1a vulva (repetlio di bacilli ne11a forma uloorativa, repe1-to di bacilli nell' .adenite sç>.tellite, inocu1azione positiva n lla cavia con pus estTatto dalla ghiandola inguinale) in una bambina di 1due anrni e ·m ezzo. L'iaffezione venne con uutta. p·r obabilità oOIIltratta nel1' ambiente f amili~Fe da, una i1onna deLLa biambi11a, convivente con essa ed a.f fetta <la tubercolosi l)OÌ w.onare nperta. lMl.. cura. looaile, con :ll1"3-zzi dr.i.struttivi (a.ci-do lattico) e ge11erale (con irriaidi.a zioni ultraviolette) ebbe buon esito. FLAttER. -

L a colesterina (lef.fli orga11i em<l.>topoietici

nelle 01ne1nie sperimentali. ESPOSITO

A. -

,-! it t op·io terapia. G. Th1oNTE:MAR'rINI. - In base .alle s11e eS1perie11ze l'O. eonclude che l' a11top•ioterapi.a può essere usata in casi speciali in c11i si vogliano evjtare lesio11i deturp.a11ti in regioni scoperte; per quanto essa però ri<;;vegl.i i processi in1mu11rita,ri dell'oJ·- · ganismo deve essere usata con riserva in co11si<leraz1one delle complica11ze i1elle quali &i 9uò i11c-orrere. Su,lla vita·1n,ina B. • Dott. LuIGI SooTTI FoGLIENI. - Le es9erienze clell'O. s u questo .argomento, permettono cli arri'rare ~Ila 001Dclus i-0•11e che con ogni probabilità la così detta Vitamina B è costit11ita da dt1'e sostanze le quali soltanto quando '!!Ono fornite insieme dà11no luo,g o alla, caratteri.st.ica reazione fisiologica: di esse una dà la reazione del Fo1llin e rimane nelJa sostanza anche qnando questa ·v enga portata a 134°; l'altra. non dà la reazione del Follin ed evapora sep.a,rando.c:>i dalla prima per la massima parte dai 120° ai 134° gra.di.

L'O. riferisce una serie di ri-

cerche suJ COO'DJr>orta1nento del1a co]estffi'in.a negli organi ematopo ietici in animal~ resi srpari1mental1nente &iemici con so.stanze <liverse. L'O . interpreta l'aun1e11t.o della. colesterina negli orga11i emato1poietioi nelle ::tnemie corme una r eazione di difesa di essi .3A}le sostanze che tendono ia produ·r !'e Jesioni di tali organi sia in via primitiva che i11 via seconda.ria. 1

I leucociti nel re umati. mv poliarficol,are. A. - L'O . riferisce di ,aver trovato leucocitosi costante nelle forme acute nel per~odo d'acme (12-21 mila globuli bianohi per mmc.); 1a leucocitosi presto regredisce col reg1·edire delJa sintomatologila. clinica, in ispecie in ra.pporto co11 I.a cura. Nelle forme sub acute si ha soarsa leucoc·ooitosi iniziale (10-11 mila). Nelle fo.rme cronithe il numero dei globuJ.i hia11chi è normale. La Jeucocitosi è 1cooì .r\9Jppresentata: forme a-cute: neutrofilia (:\ ntonocitosi con linfopenia, eosi.nope11ia e basopenia (gli eosinofili ed i b.asofili spe~o 1na11oa110 del tutto); forni e ttbacute: linfocitosi b n1onocitosi; forme cronicl1e: lin.fooitosi. 11 comportan1ento della curva dei singodi elementi della formula leucocitaria nel decorso delle forme acute (· il ~eguent-0: .alla 11cutrofil~.a iniziale st1ccedc 11eutropenia, compaiono gli eo i11ofili e i basofili, <lirninui C(\ Ja. 1nonocito i, la linfopenia si t r.asfo1·n1a in linfocitooi. Riferisce talune particolarità di truttura riscontrate a carico dei monociti, e c·onclude .affern1ando ohe il quadro ematologico c·he si o erYa. ne-1 re11n1atismo poli.articoa1re è J~ e pr ionn d ell'inflncnza e ercitata. clall'ignoto nESPOSITO

I

Siiila

A.

rig enera~ione

M 1GLIAVAOOA.

-

dei tendini.

L'O. ha p,otuto os.servM:e

che la i;igen-erazio~1e del te11dine .avviene per neoformazio111e e moltiplicamone i)er mitos.i di cellule p1·ovenieutj daJle cellule tendi11ee e per nooforma2io11e di fibril1le proveni enti dalLa èla.b orazione del protapl~m.a delle i1 uove cellule te11.di:n ee. Il i)irocesso di riparazione delle lesio11i tendinee si .svolge fino a r estitu.ziio•ne con1ipleta del tendine le.so. 11ariazioni spe1·i 1nentali cli resistenza delle cellule

d·i fronte a di1J.Jerse JJ7'es.sioni osmotiche. DE FRANOESCHI. Con osservazioni comparate e successive fatte al microsco·pjo e a I • • p.ar~'1bolo1de di preparati a fresco dj celluJe clel fegato di ratto normalmente alimentato e cli ratto mante11uto :p·er lungo tempo con cibi ricchi di acqua ma poveri di albumine e di sali, tenute in soluzioni di cloruro di sodio dallo 0.50 °b · allo 0.90 %, h.a trovato che la cellula epatica di ratto sottoposto a trattamento ipotonico, aumenta nolev<lln1cnte la sua resii tenza di fronte a, soluzioni ipotoniche di oloruro ili o<lio. Continua le ricerche &11 altri elementi e su altri animali. GIACOMO

J,,a teoria nervfJsa nella gene::;i dell' ulcr1a ynstric<1.

Dottori N. P1c0Ar, ua \ e G. P .\OETTO . - Gli 00. 6S})ongo·no le proprie ricerche in prop~ito ba ·ate su due gruppi di esperimenti. J n 1111 9rimo gruppo, con lesioni dcl istema ner\·o~o e trinseco (resezione del ,·.a.go e <lt>~li t"p1H nC>11 i~·i) cbb ro ri. u ltnti co" tn ntcn1e11to nega-


[ANNO

XXXII, _F ASC. 51)

SEZIONE PRATfCA

ti\'i. 111 u11 sec..:-onclu g1·uppo, porlau<lo la le.sio1 1 ~ ue11 apparato uervo.::io i11tri11seeo, iue·di-ante · in1e:..ione di ueu.rina i1ella Siottoru U(;OSa, ebbero il 100 ~o di risultati positivi confermando così i <lati di Hedarida. Gli t)O . 11a11no otte11uto ulcere .a caratteri istomorfologici 111olto 8imili a quelli dell'uloora oaa. str1ca delJ ' uo1110, ed ancora in piena evoluzione fino a 40 giorni dopo l'atto operativo. Esprimo110 però le loro rise1:ve sulla reale cro11icità avendo cous tatato cl1e ln. cicatrizziazio11e avv1eue, se pure c:o11 i1ote' ole ritardo . Ciroa il n1odo cl ' azione della r1eu1·ina gli 00. .a.mmettono c-l1e tale couùposto .agisoa oltre che per via iucliretta, tro1f011eurotica, a11cl1e per .a.z.i,0111e .d iretta locale <loY uta a Ll:l sua. intensa rea~ione alcaJiua.

1 di'Versi fattori di cronicità, nell'ulcera gastrica. Dottori N. P1ccAL CJGA e G. P .\OE1'1'0. - Gli 00. han110 studiato l ' i11tlue11za de lJ.a tossicosi, dell'.anemia e dell'iperclo1·idria, i51peri1ne11talmente p1·0clott€, sul decorso di ulcere gastriche artificiali e hanno potuto constatare l'azione cronicizzante talora spiccata, dei suddetti fattori .avendo osser,·ato che la le&ione gMtric.a artificiale negli a11in1aJi trattati a. suine spesso caratteristiche istou10Tfologicl1e 111olto .simili al1"ulcer.a peptic.'13. <le-1l'uomo, e ol1e la riparazio11e aYviene co11 notevole ritardo rispetto ai co11trolli. il ."')egri:,turio: F. R1001.

R. Accademia Medica di GenoTa. Seduta dcl 26 n1arzo 1925. P1-esiclenza <lel Pruf. A. li.,ABHIS, Presidente.

I fon<la111 enti biofisici della 1at.lioteru.pia del ca·ncro. Prof. V1TTOtt10 JlAlt.\GJ...I.L~o. - · L 'Ò. p.r emette clelle 11ozio11i e quesiti generaJi cui fa seguire disqui.Bizioni teoriche i1n1)ortanti, 1na che a.i nostri fini n.on ci è dato di riprodurre, se 11e eocetti.1ia.ino questa parte che è un esse11zi.ale rjchiam<>: Basi fisiche, so110 sop1·atutto l.a f-0.r za di pe11etrazione dei raggi, cioè la quaJità delle rac1iazio11i, l'omogèneità del fascio luminos-0 ed il potere di assorbirne11to deJle radi.azioni da parte dei tes~ s11ti. Basi biolouich e: Si (leve ~ccettare che l' azi,one dei raggi è sopra.tutto abiotica; l'azione eccitante non è finora sufficientemente dimostrata. Ciò rehie domfo1.a la s ituazione nell1a radiotera·p ia è la radiosen.sibilit ~i, cioè la sensi·b ilità del11e oe·l1ule sane e malate alle radi.azio11i . E ssa, è diversissi1na per le cellule clei vari tessuti; ma.ssima per. i globuli biancl~i, 111i11irua pel tessuto nien·vosn adulto. I1rl co nclusione vrrifica d el m ode11·no movin1cnto raiflioterape11tico del cancro è quella d{ abband.onare le d osi n1 assi111e extra inten se, pericolose per i tessuti sani e di rivolgersi piuttosto a d1osi piccole o m e,die, ripetute dri s.p·esso, ·a bTeve s·p.a.~io di tempo. Va ricordata come un·a necessità quel·l a ' <li saggiare cnso pC'r caso I.a radioresisten~a del1.'orga nismo e la radiosensibilità del tumore peir poter megli·o orientarsi riella condotta d.a seguire. 1

1803

Seduta dcl 15 111a.ggio 1925. · .f>rBsid<?nza del Prof . .A. }1,.\na1s, l>rt .,ide11te.

Il prof. A~GBLO

con11nen1ora. il prof.

\ ' AT'fUONE

Cos1Mo l{. uBrNo.

Epttelio11w, seniinifero in

testicolo 'ritenuto.

.Prof. DARIO Ì\lAltAGLIANO . - · 11 turnar~ molto vo .. lunu110 . . 0 occupa,,·<i c11·ca la n1età della cavità add0ill11na1e ed aveva. cJ11tratto a.CJerenze i11tin1e col.la • parete a11tei·iore de,[l' add0111e, cod1lie anse ii1testinali, colL''e1pi·ploo11 . .Be11cl1è il n eo•p lasma si prese1L· ta&>e .al <li là dei confiui del1'opcrasbilità, l'U. procedette all'i11ter,·e11to, conficlan<l-0 .sull'orn1.a i indiscussa r.adioseusibilità di questi tu•m ori, per ci.ti si p oteva spe rare che la roen.tgentera.p ia avl'e1bbe e:ffi0acieu:ne1nte agito sulla pair te ,del neoplasma, cbo t\·entnalmente fosse re&idu.ata all'interve11to. L 'asportazione <.l el tun1Qre i·iuscì egregiame11te, r esiduò però un,a piccola 111a.ssa secondaria intin1ame11te .aideren te. alla p.arcte ao1·t iec't e cl1e s i dovette lasciare. L'operato ve11ne p oi sottoposto alla radioterapia con dosi inedie e ripetute ed attualm€tlrbe gode saJute florida e i1011 1110.stra sf'gni di recidiva. 1

1

Il TJ'roble rna clelia racl,io- e radi·uni-terapia nel trattanienlo lYl'e- e post-operatorio del cu.ricro . 1

1

Prof. DARIO ~fARAGLIA:NO. Dallo studio dei risultati 101ttenlJ.ti finora dai vari radiologi e chi~ rttrgi l'O. aTriva alJe c-0nclusioni seguenti: 1) La ra1dioter.a.] )Ìa prflor>er.atori.a dei ca..rcinorui i1ettamente operabili i1on è scevr.a di pericol 1 e n-0n ha fornito i·isultati così netti e sicuri da. poter e&iere sisten1atic.amente consigliata. 2) Nei oanc1·i, cl1e si trovano ai limiti dell' 0tpera1bilità, 1a I'adi.oter.ap11a può rendere utili se!rvizi 11el S'ellBo di ridurre, il volume del tumort", re11·dPrlo mobile e diminuire le &ecrezio11i ic.01ro~c dei tessuti neopla.stici e già ulcerati. 3) La radioterapia post-operato•r ia profiLattiC'a non dev'~re esegi.1ita con alte dosi intensive, percl1è queste agiscono dannosamente, dimintie11d<> la .resistenza dei te. suti ~ani e favorendo le recidive . E consigliabile invece la radiotera.p.i a profil attica post-0 p eratotl·ia con dosi medie e ri.pett1te. 4) La raidiotera.pi.a post-operatoria co11tro lo T€Cidive già avvenute sa.r à eseguita cogli ste~si criteri c]1e regioilnn.o la r.adioteraipia dei tu1nol i prjmitivi sempre evitando le dosi inte nsi ve. 1

Seduta <lie.l 3 luglio 1925. Presiden21a del Prof. A.

F .\BHIS ,

Pre. ide11te.

.

Diwter,1nia in ai,11 rcoloaio . C.

Ricl1ia.mati breve1nente i co11cetti di fisioa medie.a s.ull' i•mpiego delle correni i ad alta frequen~a in genere e, in particolare. s·u ll'a.pplicazio11e cli11ica della termopenetrazionP, 1'0. espone una ]iarga casistica di form e it1firr1nmatorie dell'.aipparat.o genitale femminile e <li dist111rbi trofici e funzionali nte1.,o-ovarici. La Ta1utazione obbiettiva dei r iBultati otte11utj . nlentre cont·c ibuisoe a m eglio delimita1·e il campo VERCESI.

-


d ' azio110 della diatermia e a prccisar11e lo varie controi11<.l icazio nj, cli1noot.n a l' altissima efficacia. di questo inezzo terapeutico i11 gin ecologia, grazie alla sua azi one iperemizzante, trofica e analgesica Nlli tessuti. Dott. FrtANOEsco CaovA. 1

I

So ci età llled i e o-Chi ru1·gica degli Ospedali .Ab1~uzlesi. eduta del 2 P1 e. icle1121a: p!Tof. A.

.ago..~o

1925. MA'l'TOLI, ·p reside11te.

La endo card it i.~ pallida . •

Prof. .A. GASB.UtHI1'TJ: (Bolo~11a). L'O. srulla scorta <li due cnsi di endocardite così detta pallida si f er1na a tr.atteggian.·e l1a fisonomi~ clinioa del proc&<)SI{) 1norboso discutendo i p11nti più salienti (lel la dì agnosi differenzia.le e della tera.piia.

JJn leo ae del cuore in cli-nica·. 1

Prof. D. ì\lAESTRINI ('l €ramo). - L ' O. riferisce i ris·ultati delle 1Sue ric~rche sperimenta.li e clinie;he ulJ,a legge del cuore, e, dopo aver discu.sso le va.rie teorie che in questo can1.p-0 .a·n che oggi vengo110 avanzate, concl'l1de dimostra11do che esiste u11 rapp10t1·to tra frcque.1iza e dilatazione del cuore; difatti il cuore affetto da insufficienza mitralica scompensata aumenta la sua f1~quenza di ma-no in roano ohe aume11ta il suo volttme; è massima q11.ando il cuore si trova in sfi ancamento; torna a dimin11ire gradatame11te col diminuire del volume del ouore.

R einfusione sangu·lana da enioperitoneo. Prof. R. P AOL -c;cc1 (Bari). - Sull1a base di numerosissime esperie11ze, divise in va,ri gruppi, 1'0., pas()ate in rassegna le v.arie cause di tossicità de.I sa11gue str.a,vasato, l a modificazione della crasi sanguigna clop-0 · Ia reinfusione, 1.a differen~a di tossicità del sangue stravMato a seconda della sua i)rovenienza, la 111odificazione della crasi sanguig na quando la rei11fusione avviene attraverso il oircolo por'tc'l.le, co11clude c;he prapende per la re1nf11sione se l'e.rn operitonco si è prodo.t to da non olt r e ]e sei ore .

Il calcio nel sa11g·ue clei can cerosi. Dopo 11n e ame co1rrupa.r ativo di t11tti i metodi conosciuti p er I.a ricer ca micr ochimica e colorimetrica del cn.lcio, 1' 0. diohiara che nei cancerosi (in ] 1 determjn azio1ri da 1.u i fatte) il tasso del calcio ~ in €nsibile dimin uzione . 1)er

Tossi albulnine ad azio ne shock-simile J}rolungafrz applicazion e di laccio emostatico.

L ' O . con 11un1erose ricer ch eJ con curve emoc.li11a1niche e re. piratorie, din1ostr.a che, negli arti sottoposti a prolungata costrizione per laco\Q e1notatico, ~i for1na110 sostanze ad .azione vaso<liJ.a tatric:(, <~<·rit.<1t rici del p.ar.asimpatico vasodilatatore.

J,r

r11"H ta.11i t•

[.L\NNO XXXII. FASC. 51]

lf PCìLl CL lNICU

intracraniclte dcl 11eo11-0tn .

Prof. N. R1ZZ \C\, .\ ( •.\.qt1ila). - L'O. riferi. C'e su 11' a 1·gon1ent.o ill~trandt> la. f r Pquenza. d c ll'en1or-

ragia; rico1·clauclone le ca use determinanti e pr~­ disponcjnt.i; e.spo11ellld-0 i ::) intorni <lell' e.n1orragia giii esistente al momento della nascita e di quella tar<l.iva; soffurrnandooi quindi sulla necessità della dia.gnosi e dell'unica terapia razionalo r.apprese11.t ata dalla puntura lombare, alla quale bisogna ricorrere precocemente pe1· ottenere buoni risultati.

La concervtrazione degli idrogenioni nel siero di sangue . Dott . .A. \ TETTA (Ohieti). Espone una i1<>:ta preventiYa su ricerche rel.atiYc alla concentrazione ionica ·d el siero di sangue. Osserva l' abbas.samento clel fosforo nel sieir o emolizz.ato e si riserva. le con<.;}usioni definitive quando avrà portato a termine le esperienze in 001rso. 1

'ie1·ocliaa·nosi (lei t tl1no ri 1Jn.aligni.

Dott . A. l\1BRLINI (Bairi). - L ' O., dopo ave.r rapidamente p:as9ate in rivista le più importanti prov~ biolo·g iche p·e r Ja diagn-0si preeooe clei tummi maligni, riferisce le sue esperienze sulla ricer·c a clell~indioo antitriptico nella re·a zione di Botelho . E, benchè questa si.a risultata positiva nel 68, 75 %' conclude che la diagoosi biologica dei tumo-ri è iancora lontan.a dall'entrare nel novero dei f.atti positivi.

Il punto doloroso lieri-ale poS'teriore.

'

Dott. S . Dr TOMMASO (l 'era.mo). - L'O. riferisce le sue osserva.zi001i cliniche su il punto doloraso ljenale posteriore, e, dopo aver trattato la sua p.ato1genesi, conclude che non può essere d'accordo con coloro e;he ammettono questo punto doloroso come patognomonico di u11'affezione malarica della miliza, 1n€ntre si riscointra in affezi-0ni s1Jle11iche le più dispaJ·ate. ,I

Acetonur·ia pnst-o peratoria. Dott. P. PENNELLA (Bari). - Dai risultati dP1lc su e espe rieinze (circa 100) e dopo esauriente disami11a delle teorie pit1 recenti sul1a genesi dell'acetone e dei corpi chetonici 1n genere, ritiene di poter concl11dere che l' acetan uria post-operatori a dipende se non esclusivamente certo JJrevalentPmente dal1'a.n estetico e la sua gravità è in rn.pporto evidente con il tipo dell'anestetico e con la stia aziane tossica sulla cellula epatica.

Contributo alla terapia delle ferite penetranti del bulbo oiulare con ritenz ione di corpo estra11e,, . • Prof. A. Ros1cA (Chieti) . - I/O ., d<>po un esame critico dci mezzi di.agno...tici usati per accertare la presenza dei corpi estra11ei endoculari, i>rospetta il caso assai im.portante quanti1nque ra.ro, in cui il corpo estraneo è conwnuto solo in parte n ell' interno del globo oculare, mentre è localizzato con l'altro estremo ne1la oavità orbita.ria; ed illustra anche con radiografiP un'osservazion<' clinica. fatta durante la g uerra in un ospedale d. • riserva . Dott. V . Ro. soNr.


[A~NO

XXXII, ;FASC. 51]

PR~TlCA

SEZIONE

Società Medico-Chi1·u1·gica Anco11etana. 1

Operata di n efrope-ssi, cinquanta giorni d opo latto operativo venne es.e~uita 11uovarnellte la pie1ografia a s inistra., che non mostrò più i1 rene in sede ectopioa, m.a ricondotto in alto in posizione normale e conteimporanea1nent-e mise in evidenza non solo la ooomparsa dell'inginooohiamento uretra!~, ma anche un inginocchiame11to della sacca idr·o o.efrotioa.

cdt1ta clcl 3 luglio 192.3.

l>r-csidenza: Prof. U. B.\COARANI.

J) ila t" z-if.>.ne se~11nentaria del te11 ue senza :1te nosi. 1

Prof. A. l\ioNT.\Nr\HI. - L'O. illustra co11 .adeguata docu1nentazi.onc radiografica un caso di diJ,atazi.one s-e·g mentari.a dcl tenue senza stenosi. L'esistenza di questo quadro inorboso è frutto cli osservazioni laparoton1icbe del prof. DONATI in 1na1ati sottoposti ad esame raò.iolo•gico dal prof. ' rESPIGNANI.

I m1nagin i ro cli oarn f-i rhP- d rlle altero ziorri osteo-a l'ticolnri rletla gotta.

1

Dott. _t\... P .\OETTJ. - L'O. dimostra i11 u11 caso ricco di docun1entazio·n e radiografica l'in1portanza che assume la radiologi.a nella oom.eio.t ica della gotta. L'intaresse, egli dice, è ,offerto non tanto da alcuni faitti banali, come la clecalcificazione, ]'esistenza di osteofiti e .a lte•r .a zioni del contorno delle superficie articolari, quanto di altri ohe son0 vera.m ente caratte.ristici della gottaJ quali .a.d ese1J11pio la va.c uolizzazione delle estr emità <»S1See, le incisure dei oo:ntorni dell'osso s.emicircoJ.ari o jn forma cl' alab.a.:rda (MA uvoISIN) le quali alterazioni pe1r il loro confluire possono a,nche determinaiTe Ja separ.azione di g rossi fra.m menti ossei. La prese.n za di queste immagini insieme a quelle dovute all'infiltrazione. calcareia dei tofi costituisce un quadro radiologi00 eh~ permette il gil1dizio di gotta articola.re.

Osservazioni di cisti ossee. Pr-0rf . A. CAUCCI. - L'O. presenta due ragazzi di circa 10 anni aventi riportato frattura patologica ri.9pettiv.an:nente del collo e della diafisi femorale per r>Ìccoli traumi. L'esame radiologico di·mo trò che s i trattava di cisti ossee la parete dell~ quali era fratturata . L'atto operativo mostrò oaYità ossee ripiene di ljquid10 siero-e1natico e l'esame istologico del prodotto di J•asclU.amcnto mise in evidenza un tessuto fibroso con qualch0 cre]lula gigante polinucleata. L'O. ha colmato la nerdita di sostan za ossea con innesto osseo ed l1a ottenuto ris'llltati fu11zi101nali peTfetti. . Per Ja patogenesii di queste cisti 1'0. si riferisce .all'« osteite fibrosa » di Recklinghal1Sen e ricorda un'o ·servazione rli t1na bambina di 10 an11i operata di e11 ucle.azione di u11 tumore ce11tn:r1 le li ella diafisi f emornle al III superio.r e, cl1e dava immagine raicliografica simil~ a. quella delle cisti riferite, il quale fu enucleato e la cavità ossea semplicemente raschiata. Il reperto istologico era analogo ai precedenti: t~suto fibroso ricco cli eJementi fi1sati oon qualche oeJJ1u1a gigante. L' a. ~ guarita da alcuni anni S€nza recidiva.

Il sonno prolwnuato neali stati da eccitamento. .P r,of. ARRIGO TAMBURINI. - L'O. rife.r isce s11i ri&'Ultati da lui ottenuti particolarmente con il metil-barbiturato di etilamina e come questo preparato si sia mostrato fra tutti , quello che prese11ta meno inconvenienti, esse11do i casi di assoluta incomp.atibilità molto rari. ,<:{nrra

caso di idroriefrosi do inginocchiamento ,fell'u'retere secondario a ptosi renale . 'lr'YI

Dott . I. BARCAROLI. - L'O. poTta un contributo all'11tilità del metodo pielo.g rafico dal p·u nto di vrista diagnostico e terapeuti<!o , rife.r endo sopra 11n oaso clinico di rene mobile di secondo grado con notevole dilatazione delle pelvi e dei oalici principia li . . L'uretere si nresenta nella sua porzione inferiore con un tipico inginocchiamP.nto ad N.

1805

a

da preferirsi per lo sv'11otame11to il ell' a dPno flern rn on e so ff omascellnre.

~'inrisio'Yle

A. PoGGIOLINI. - T11 base alle s11e ricerche di .anato1mia chir111rgic.a., n~ll' adeno flem111one sotto,_ in.ascellare, 1'0. preferisce incidere obliq uamente dall'alt o al basso, dall'interrzn all'esterno, nello spazio compreso .fra ·il matoine mandibola,,,.e 'nel· 111 anteriore ed il aran corrro dell'os.c;o ioide.• . N ell'a<ll1.1lto si può ottener0 co1sì una jncisione che ha i seguenti vantaggi: 1) è sufficientemente ampia; 2) 9l1Ò ra.ggiungere l a parte p~ù de<!live della locrgia, favore.ndo il co1m pleto svnotam~nto del !>llS; 3) non ~eziona tra,~ver~almente ],e fibre de1 Jn. .pell}coiaio del collo essendo paralle1a a . <lette fibre; non residua quin·di r~trazionte cicat.riziale; 4) evita quasi certamPnte la ]esjone dej rami facciali della br.an·c a inferiore d€1 n. facci.aie. Ad eccezione del prim.0:, tali vantaggi n ,0 11 ipo:r ge l'in cisione di Lèj airs, comunemente usata: prurallela e a. ridosso del bordo m.andibolaTe inferioirP in corrispo11denz.a dei 2/3 post. : la quale incisrioJ1e, fi·a. 1' altro, lasci.a costantemt-nte una cicatrice permanE1nt0mente r etratta. Nei bambin,i, data la mi11in1.n distanza fra bo1Tc10 in andibol.a1re e gra11 oairno dell'oooo j.oide, l'~11ri­ sio11e p·r efe.rita all'O. non può a.c::sewe 0he brovis.sin1a. e d'altra ~}a.rte, .il !)rolunga.rla in basso o in alto, sarebbe inntilè poirhè si oltrepasscrebbPro i l'i1niti della loggia. 1

Jl l3egreta rio: Prof. A. 1

~fONT.\N.\RI 1


1806

IL POLICLINICO

[ANNO XXXII, FASC. 51)

APPUNTI PER Ilj MEDICO PRATICO . •

CASISTICA E TERAPIA. Le streptococcemie gravi ed il loro trattamento. Le stre ptococcemie be11igne, brevi, sono eccezio1

11ali, a11u eno sotto gii aspetti rigorosamente con1rollati dalla batteriologia. L e forme gravi si iniziano solita1nente con jntenso brivido e salita ra, pida d ella temperatura a 40°. La febbre può rivestire lln tipo intermitten1e cl1e ricorda Ja febbre lnalari ca, senza p erò cl1e si abbia re1njssione as5o1nta negli intervalli. Op1pure si può aYere una curva :irregolare, od un ti1po nettamente re.m ittente a grandi oscillazioni , oppure uno stato febbrile continuo accompagnato da altri attributi dello stato tifoso, come stupore. seccl1ezza della lingt1a, m eteori smo, splenomegalia. U11 segno importante è l'a11emia, talor~ sostenu. ta da emorragie (ponpora, epj stassi, gagtrorra~e, ecc.), 111a general1nente d o,ru.ta al 1potere emolitico dello streptococco. Nelle. forme gravi, Jo stato ge11eraJe è rapidamente a lterato; si l1a dimagramento progressivo, stancl1ezzn estrema, cefalea, respirazi.011e accelera tu., 1acl1icardia, jpotensione; urjne J·are, 51p esso albumin11ricl1e, quasi sen1pre con uroJ•ilina. Le localizzazioni ipi ti frequenti dello stren.:, 1ococco sono le ven,e, l'endocardio ed jl rene; vi s o110 poi JocalizzaJ.ioni arti·colari ed anéhe polmo11ari. A. Lemierre e P.-N. DeschR111ps (Jo11rnal médical françai s, uprile 1925) distingt1ono le forrne ipera. r·ute, ~ulminanti cl1e portano a morte in llno-due o pocl1i ·giorni con febbre continua a 400-410 ed a<iinamia. \ 'i sono 1poi le forme acute elle portano a 1norte in. 15-30 giorni o che possono anche guarire i11algrado i fenomeni. gravi. Esis tono poi setticen1ie ad evolnzione prolungata cl1e dura.no 2-3 ·1nesi c'd anche più. Qu este ' talora terminano in guarì• gio11e do:p o l'incisione di lln fo colaio s uppurato secondarj o, nla ,p ortano spesso la m orte per c~ches­ c;ia o per 1ocalizzaziòn e secondaria. Tl trattamento può essere al).zitutto. profilattico, nel sen so di sopprimere il focolaio settico che ha originato la setticemia. Si farà il trattamento generale cli t11tte le infezioni: bibite abbondanti, stirnolanti diffusibili, effusioni o bagni tiepidi o rreddi, gorcia a goccia rettale, iniezioni di siero ~; alat o o glucosato isotonico; 5i deve però evifare l'rupplicazione cli troppi m ezzi terapeutici per non ~tnn carC' il inalato. Lo ,, hocl< » co lloidoclasico va n1a n eggiato con 1\c;tremn. prudenza e 11011 appare consigliabile al J)rntico. La sieroterapia non ha dato i risultati che se n C' aspettavano; quelli della vaccinoterapia ~ nrP.bbero incostanti e variabili; essa forse agi . •

rebbe come l'iniezione di 11roteine eterogenee e, praticata al momento opportuno, potrebbe dare la guarigio11e prematura di streptococcemie ct1e si trascinano a lungo. Fra i diversi e numerosi preparati chem1orera1pici, gli AA. dichiarano di non avere: esperiP.nza personale, se non stilla tripaflavi11a, Ja quale sarebbe però del tutto inefficace. In complesso, il trattamento di queste setticemie ' rimane dAi più incerti; nessun m etodo può aspirare ad essere un rim edio 51)ecifico ad azione co-

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st~nte.

f il.

Orchite da malaria. I. Di Pace (Folia medica., 1925, n. 13) ha osservato in due individui, l'uno di 24, l'altro ·di 5 anr1i, in segt1ito alla classica manifestazione ma-

larica, confermata dall'esame del sangue, i segt1enti fatti , daipprima d olore, 1poi tumefazione in una delle logge scrotali, se11za alcu na partecipazione degli elementi del funicolo spermatico. I l dolore l1a avuto sempre, ancl1e n ella reinfezione o rècidiva malarica, le sue esacerbazioni in coincidenza con le riaccensioni fehbriJi, ha resistito a tutti i palliativi, si è. atten11ato con la defervescenza e-d È' sco111parso con la sror11parsa della febbre, i11 seguito all'uso del chi11ino. La tnmefazioue, nella sua evoluzione, ha seguìto l'andame'1to della febhre, è au1nentata dopo i primi nccessi febbrili, è andata regredendo fino a scomparire, nel a;:>·r imo caso jn 6 giorni , nel secondo i11 3 e non ha lasciato postumi, dopo ln scomparsa della febbre. • Uno dei due indi,ridui ebbe influenza 6 mesi prin1a e 5 mesi dopo l'infezi one malarica; l'altro ebbe il morbillo fra la prima e la seconda manifestazione malarica; in n essuno di essi si ebbC', con tali malattie, in sorgenza di sintomi a carico del testicoJo. Sono da escludersi per entrambi le malattie elle si ammette abbiano influenza nel· l'etiologi::t delle orchiti e partjcolarmente la ble11orragin; così a;:>ure è da escl11dersi ogni trauma. tismo. La co1n1parsa d el dolore in pieno benessere, do po i primi a ccessi febbrili , il fatfo che esso, al pari della tt1mefazione, ha seguito l'andamento della malaria ed è stato influenzato solta nto rtalln sommin i trazione del chinino senza esserlo miui· marnente dalle cure locali, in unione alla esclusione di ogni altra causa capace di provoca 1' l'orch ite dimostrano che questa nei casi osservati è da attrjbuirsi alla infezione malarica. La mn lnria, dunque, sia pure molto raramente ed in cir-


[~'\NO

XXXII,

FASC. 51]

SEZIONE PHATIC'A

costanze eccezionali, deve essere annoverata fra le inalattje generali che possono avere u11'i11fluenza nell'etiologia delle orchiti acute. fil.

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lità, od ancl1e ad una sensibil izzazione incli,·iduale , escludendo che si ip ossa trattare di difetto di fabbricazione della medicina. l\iJ. F AB !:R 1.

Il lattante di frQnte all'infazione morbillosa. •

L'immunità i1aturale di fronte al mÒrbillo è assai discutibile e per lo me110 assai rara. Al contrario, è invece assoluta la predisposizione, la quale però non .è uguale in tutte le epocl1e della vita; minima nei primi mesi, si va accentuanc:o dal 6° al 12° 1p er raggiungere il massimo al 20-so anno di età. Come osserYa P. Galli (l,a Clinica pediatrica, 1924, n. 11' , l'immunità di cui godono i lattanti nei primi mesi di vita è in rapporto con lo stato imrr1unitario della madre acquisito per un 1precedente morbillo; essa è transitoria, perchè passiva e tende ad essere con servata dall 'allattamento materno. Invece, affrettano la scomparsa di tale in1m11nità l'allattamento artificiale e le malattj e in genere; il primo per la mancanza 11el latte delle sostanze protettive, le altre per il ra1p ido consumo degli anticonpi che il bambino ha passivamente incorporati dall' organismo materno. .~pipunto per questa relativa immunità, il morbillo assume nel lattante una fisonomi a ·p ropri.:1, in quanto cl1e decorre mite e lieve, in forma frusta od abortiva ed ·è spesso di diagnosi difficile; man mano che il bambino si avvicina alla fine del primo anno, il morbillo tende alla forma classica. I casi gravi e complicati sono eccezionali nei primi me.si e meno rari nel secondo semestre. fi,l.

Caratteri dell'ipersensibilità allo Stovarsolo. G. Izar (Paris Méd., n. 32, agosto 1925) pul>lJlica 4 osservazioni di fenon1eni toss1ci insorti in 1pazienti trattati con stovarsolo per via orale. Si trattava di indivi·dui affetti da amr.biasi intestinale, nei quali si alternavan o perjodi ·di cura emet1nica e periodi di somministrazion e di sto·var solo alla dose di gr. 0.50 al giorno i11 ·Ò ue pastiglie. In uno si presentarono irr1Jprovvisame11te dolori ad·dnrninali violenti , diarrea, s udori !p rofusi. tenes1110 vescicale e rettale, vertigine e tachicardia . Negli altri. invece si manifestarono fenomeni tossici d'altro tipo, in forma di astenia e tachicardia, vertigini, collasso, raffted·damento delle estremità e febbre. I)oic1~1è in molti altri casi trattati in m a 11iera analoga non si osservò i1u lla cli anormale, si di:ive logicamente pensare a una diininuita tollerabi-

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Il drenaggio del dotto toracico nella peritonite sperimentale. •Costain di Toronto nel 1922 rife-ri a1 cu11e esperienze su cani, secondo le quali il drenaggiG ùel dotto toracico impedirebbe in u11 grande i1umrr;: di casi la morte di a11imali (cani) nei quali la i~angrena di un tratto di cieco aveva dato luogo a una peritonite settica generalizzata. Furono inoltre r1feriti a11cl1e pareccl1i cas1 rlinici di peritoniti trattate in questo modo. Cox e Bell (Aririals of Silrgery, maggio 1925) riferiscono che di 13 cani nei quaJi aveva.no legato l'ap,p endice e jl meso: 9 morirono i11 48 ore e 4 ·sop;ravvtssero da 4 ~ 13 giorni. In una seco11da serie di 12 cani eseg·ujrono la stessa operazione e dopo 24 ore stabilirono una fistola del dot to toracico: 1 morì prima d~l seconrto intervento, 10 morirono fra 48 e 50 0re e 1 visse 10 giorpi. In una terza serie di 11 cani eseguiro110 le due operazioni in 1111 sol ten1po: 9 di essi morirono in rneno di 59 ore, 1 ne c;opravvisse 72 e 1 guarì, benchè la sua fi stola non avesse funzionato nelle prime 48 ore. In altri. 9 cani legarono l'aip,p endice e il dotto toracico: 7 di essi morirono e 2 g11ari rono. In rn·edia però sopravvissero [pit1 degli altri poichè solo 4 n1orirono jn 48 ore, e si noti elle de1 7 che rnori!'ono, in 3 si formò una fisto 1a in seguito alla legatura .del dotto. Hanno eseguito inoltre, a somiglianza di Costain, esper1enze produrendo una perito11ite, colla chiusura di un'ansa intestinale a monte e a valle. Di 10 cani, 9 sono morti nel tempo usuale dei controlli non osta.11te il ·drenaggio del dotto. In base alla loro esperienza negano perciò qualsiasi valore al drenaggio del dotto nel prevenire la 1norte per peritonite; tutto al ,p iù c;i potrebbe dire cl1e la semplice legatura 1p rolunga alquanto la vita. Gli /\.l\. mettono inoltre in evidenza i pericoli cl1e comporta questa operazione .se eseguita nell'uomo. La inor te per ina11iz1011e (ca si di Eyer, BucknaJl, Cheever, Schopf), la possibile lesio11e di organi vjtali. Studiando l'assorbimento di sostan ze colorate dal peritoneo, gli A.I\. le 11anno viste ap,p arire nel chilo in ternip i variabili, il cl1c indica una Yariabil i ti individ11a1o di assorbimento. 1

1

1\1. .l\.SCOl 1.


1808

I I. POLICLINICO

POST A DEG.LI ABBONATI. .Ve~LtJ

pl>lcgn1 1csia 1J,lbrt clolens. -

Al .a ott. G. 1..•

da B.: T rattrrrnerito qent?rale : quello solito delle infe-

zioni purrr1erali, che P. ·vario c::econdo le sirr11pati e per.:::on al1 e purtroppo, ad ogn1 modo , not1 si"11rament e efficace. Nella proteinoterapia sper,ific.a e non sp8cifica, abbiamo solo d ei mezzi p er stimolare Je difese organiche, ma s iamo alla m er cè della <e r i51posta » id i quel dato or.g anismo . Trl(tlamento locate: immobilizzazione, arto soJlevat o, impacchi cal·di. :2ualcu110 raccom an1a le ap1p i icazioni di po,m ata all'ittiolo (in glj cerir1a al :l <J'o) ; altr! ha ugualmente buoni risultati semp'iceme11te rivestendo l'arto con uno strato di ovatta. Di '.'.'O lito è localizzazione a prognosi favorPvol-e rruoari, 1•ilam; m olesta per i postumi a distanza; an che dopo m esi o anni r esi,dua facilità ad edemi. Occorre per .p revPnirli prolungare il pii1 possibile Ja degenza a letto, anche dopo il fatto acuto . ::\!assaggi sono utili doipo qualche 1nese. .'\nrhe raccomandabili le calze elasti che. p. g. L o ·i odio riei colecistitici.

. All'abb. n. 2823

La co1 eci,s tite è frequente negli indivi·d ui, che s1 sogliono caratterizzare con l'eipiteto di urjcemici. La son1ministrazione di preparati iodici in questi é~ 1r1rnala ti i1011 trova alcuna controindj cazion e. Anzi, iv pareccl1i casi, io ho visto un deciso miglioramento dei sint on1i epatici (anche dol0rosi) sotto razion e ,d ello iodio som1ninistrato per via orale. ... ni. Esa1ni per medici di bordo. -

.i\ll'abb. n. 11979:

Gli esami di rdoneità p er i n1edici che aspirano ad e er e autorizzati a viaggiare -com e me,dici di bordo _ara11no banditi con ogni probabilità n el pri11cipio ·del prossimo anno, ed avranno lu ogo oltre cl1e a Roma, n ell e principali sPdi maritti1nc cl1e Yerranno indicate. Gli e ami consistono id i llna prova pratica scri!ta di etiologia , patologia , ea>idemiologia e iprofi1as:>i. -dell e i11alattie infettive e macr oparassitaric, con spe..:inl P riguar-Oo alle esotiche e a quelle dei paesi c aldi ~ di prove pratiche riguardanti l'accertamento diagnostico di ·dette malattie e l'uso di apparecchi di. di infezione a ,·apor e, la bromatologia e l'urologia, la e111eiotica e diagno tica clinica, in tina proYa orale ùi igiene navale, di l egi5laz!o11e ~a11 i taria co11 speciale riguardo alla sanità maritti111:1, e di ling ue '"' t1u11iere.

c.

[..\~~o XXXlJ ,

F"~s.

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VARIAv L'abito dell'uomo di studio. Sir A. Keitl1 (Bri t. med. Journ., 3 ottobre 1921)) prende occasion e dalla r ecente perdita di Sir Clifford Allbutt p er fare alcune osservazioni sull'abito mentale e fisico dell'uomo di stu·dio. Egli ricorda come il grande scomparso soleva. trascor-rere volentieri lunghe ore a sipigolare negli altrui scritti i fatti e le spiegazioni che gli sembravano deg11i di nota, vagliarli, e sistemarli in mo,do organico n ella sua mente, da averli sempre pre<>enti e poterli rievocare al momento opportuno. Egli si comportava in ciò in modo simile a ·quello che una ben ordinata massaia fa con gli oggetti do1nestjci. Per questo motivo, pensa l'A., è possibile a figli uoli ·di gente semplice acquistare rapi·d amente l'abito dell'uomo di studio. Però re11dere il ~ erv ello schiavo ·d ello studio è una delle più ar.due lotte che l'uomo s'imponga : è un'abitudine che va continuata, altrimenti facilmente s i perde, ed è difficile riacquistarla. L'abito ·d ello studio dimin11isce l' esercizio fisico, 0nde il nutrirnento che lo stomaco è solito richiedere, in r aipporto alla costituzione dell'uomo che comporta un discreto esercizio muscolare, diviene eccessivo: di qui lino stato di disipepsia croni ca al quale difficilm ente si sottraggono I più degli studiosi. Esiston o ricercatori che poco si. curano di quanto g·li altri hanno osservato e persegu ono nella ricer ca una concezione tutta propria; esistono n1eùi ci che qua.si unicam ente traggono i loro i11segnamenti dalla diretta esperienza del mal3to, trascuran do l'altrui esperienza , m a è chiaro che q11esti possono costi tu ire soltanto delle eccezioni. :E: n ecessario p er l 'a\'venire della scienza e del1'umanità ch e la mente dell'11orno di studio abbia in genere alte qualità di coordinazione e di critica, abbia metodo e costanza. Secondo l 'A. •s ono molti quelli che potenzialrnente hanno le qualità dell'uomo di studio, sebbene p er le loro occu1pazioni r ichiedano abitual. ment e al lor o cervello una prestazione assai min or e di quelJa dello studioso. Ciò accade perchè il cervello, come il cuore, ed ogni altro organo, ha un note,·ole margine di forza di riserva che di solito viene impiegata solo in particolari evenj enze. Non è possibile a cquistar e immediatamente l'abito dell'uomo di studio • rna occorre un certo allen amento. Inoltre ciascu110 studioso 11a particolari condizioni di attività nelle quali da un rendimento ottimo. L'attività cerebrale, come quella degli altri organi, va poi soggetta ad oscillazioni, per le quali, co 11 legge diversa per ogni s ingolo individuo, a periodi di enorme atti\'ità seguono periodi di scar so r endimento. D ORIA.


f ANNO XXXII,

FASC. ol ·

SEZIONE P RATfCA

1809

POLITICA SANITARIA .E GIURISPRUDENZA* '

CONTROVERSlE GIURIDICHE.

LXXVIII. - Importante risoluzione della Corte di Cassazione til'ca la competenza per le contro· versi e relati ve a Jiritti pàtrimoniali tra impiegati e pt1bblicl1e amministrazioni. Esami11a1111110 diffusamente, in .questa rubrica, 1e questio11i dipendenti dalla interpetrazione non $icura delle 11uov.e ·disposizioni concernenti la giuc.;tizia a111n1inistrativa: R. D. 26 giugno 1924 n. 1(\)4 p ~r lt:; leggi sul Consiglio ·di Stato e R. D. 26 giugno 1924 n. 1058 p er le leggi sulla G. P. A. in "ede giurisdizionale. Espo11en1mo allora Jl i1ostro pensiero e indi camino la linea di condotta che, anche per la consulen7.a di questa rivista e per l'attività pratica pro. fessionale, noi avevamo ·deciso di seguire. La controversia è stata recent emente oggetto di esan1e in sede di ricorso per Cassazione, ed ha :tvuto una risoluzione conforme alla. opinione rla noi flsprE-~ ··a. La mac;sima .s tabiU ta dal Collegio Supremo è i111portante no11 soltanto per il .suo cunte• nu10 ina ancl1e .p ercl1è rappresenta una n orma che s1 può ritenere non instabile. Dunque, le Sezior11 Unite ·delle Corti .d i Cassazione de1 Regn o. con sentenza 30 giugno 1925, ricorrente Semprini, 11a11no statuito sostanzialmente così: « In base agli a rt. 29 e 30 T. U. 26 giugn o 1924 n. ?l'-50 della legge sul ·Consiglio di· Stato venne deferita a quel consesso l' esclusiva competenza circa i ric9rsi relativi all'impiego pubblico, ancor~hè si faccja questione ·di diritti st1bbie lti vi. Furono soltanto riservate ai giudici orJin1 ri le questioni attinenti a diri tti patrimoni a1i consegucP-ziali alìa pronunzia sulla legittimità dell'atto a1nn1inistrati vo. Tali norme han no ·der ogato gli art. 2- e 4 .della legge sul contenzioso arnro inistrativo, ma soltanto in 1quanto la causa petend)i, 1

posta dal! ''impiegato a base della sua istanza abòia origine da un provvedimento eh.e alteri, mo. difichi o distrugga un rapporto già costitui ~o che l'in ipiegato abbia interesse a n.on ve derP- mutrito. Quando invece la coritroversia rlon rifl etta la legittimità o meno di un atto ammin.i!>trativ·o, rr1a

verta unicamente sulla interpetrazion e di n orme legislative, relati ve al diritto patrimoniale dell' impiegato, sta ferma la compete;nza ·del giudizio ordin ario » . Identica è la risolu zione giuridica n el caso a11alogo relativo alla competenza della G. P. A. per gli impiegati degli enti localL Ed è analogo il 1

(*) La presente rubrica è affidata alJ'avv.

legale del nostro periodico

caso in cui la controversia dipenda dalla interpetrazione ·di norrne .del capitolato. Seguendo i criteri accolti dal Collegio <:;uprerno s i esamini, per esempio, il caso di una controversia circa la indennità caroviveri. Se J'im·piPgato ·del Comune fonda la sua istanza s11lle n orme del capitolato o ·di una deliberazione che abbia attribuito la indennità caroviveri e il Conl11ne contesti la pretesa ·de.ducendo, per ipotesi, che il vincolo non fu validamente costituito o che è scaduto, ecc.; se, insomm a, si deve stabjlire in base ad u na n orma o ·d ella legge o del capitolato ~e quel ·diritto patrimoniale compete all'impieg~to, ·s petta all'autorità giudiziaria ordinaria di giu.dicare della domanda. Ma se il Comune abbia, per ipot.esi, annullato la deliberazione che attribuì la indennità caroviveri con effetti ex nunc o ne abbia ri·dotto per es. la misura, ritenendo d i poter ciò fare; se, in altri termini, il Cornune abbia err1nuato un ;p rovvedimento col quale c;ja stato alterato o modificato il rapporto di impi ego e l irnpiegato se ne dolga per ill egittimità e cl1ieùa l 'annullamento della relativa deliberazione, in tal caso è competente la G. P. A.. in sede giurisdiz·i onale, anche se la modificazione, cioè il conte11uto del provvedimento, rifletta una questione • di carattere patrimoniale. 1

Crediamo cl1e questo esempio pratico chiarisca molto bene la situazi one e possa servire di guida. Abbiamo in sistito su questo punto perchè no11 p ochi errori sono stati commessi e forse altri se ne commetteranno. Non è qui il caso .di appro, fondire di più la questione tecnica : basta averla segnalata agli effetti pratici, se non altro per dimostrarne la importanza e p.erchè gli interessati possano richiedere , ove occorra, il parere ·è i lega li in tempo utile.

LXXIX. - Rinnovazione di un provvedimento annullato. Dichiarato illegitt.imo e annullato un provvedi. mento di diS!pen sa . da1 servizio, non può 1'a n1n1i nistrazione rinnovare il provvedimento stesso co11 efficacia retroattiva, cioè con la decorrenza cbe aveva il provvedimento annullato, giacchè cori simile espedi ente si farebbe rivivere sostanzialmente un provvedimento ca·d uto nel nulla, e ciò con danno dell'impiegato che doveva invece con-

GIOVANNI SELVAGGI.

esercente in Cassazione, oonsulent.


1810

I

IL

POLlCLI~ICO

[..\..'\~O XXXII, FASC. 51]

siùerarsi legittimamente in seryizio fino a quando ìa di sp ensa non fosse stata di nuovo · deliberuta. nellP f orme prescritte. Nel caso cosi ·deciso dalla IV Sezion e de] Consiglio di Stato con sentenza 20 marzo 1925 n . 383, rie. 1\1urru, si. trattaya di una dispensa da1 servizio per rn otivi disciplinari. Il prov·v edimeniu ~r a stato annullato per incompetenza dell'organo che lo ::tveva emanato. Ma il tPrincipio ha notPvo:P importanza di massima per l'applicazio11e che n e ·deri\'a in altri ca si . Si consideri, per es., jl licenziam ento del m edico condotto rper fine ·del peTiodo cli prOl\'a d eliber:lto tre mesi prima del comp irn Pnto d el biennio. Pongasi ch e questo pr0vvedin1 cnto si.a poi annl1 llato per illegitti rn ità e, sia. pure, per un vizio formale della deliberazione: p er chè questa, per es., fu approvata in c;erluta p ubblica. Caduta nel nulla la deliberaziour., · il Comune non potrebbe poi rinnoYare lo stesso pro,·,redim ento, p ercl1è frattanto sarebbl?. scaduto il t ermin e e, d ' altra 1pnrte , non si potrebbe dn.re al nuovo provvedimento effetto retroattivo.

toritù tutoria e non 11a pie11a efficacia prima ,~el­ la approvazione, la quale rende perfetto rrl eseCl1.ti vo l'atto, mn. la dispensa cl al ser\'i?.io può essere d eliberata ancl1e pri1r1a d ell'approva .:inne tutoria. e 1poi questa fosse negata, se ciol'.l il provvedimer1to di riforma dell'orga11ico no:1 si perfezionasse, ve11endo ine no il presupposto e Ja causa ·d ella disp.ensa dal seryizio, anche questa cadrebbé nel nulla. Nla, frattanto, i1 el corso del procedimento per l 'approvazion e, la dispensa dnl servizio può essere deliberata con effetti cl1e 5ono. condizio11ati al perfezion amento della riforn•a. E da· avvertire, infine, che i rim edj giuri dici am1r1essi contro il provvedim en 1o di rJiSip e n~n d<fl serv1zio devono essere esercj tati in dip cnd~nte1nen­ te d a lla approvazion e tutoria della deljberazione che sopprim e il p osto. P o11gasi la ipotesi, p ur _ troppo non infrequente, del li cenziamento per sop.p ressione .d i una condotta. In questo ca50 si l1anno ·due tPrOv\redim enti: a ) l'u110 con cer ne11te la riforma ·d ell'organico ; b) l 'altro la tlispi: nsa cl a1 5ervizio. 11 ·p rimo è soggetto ad approyu.zi0ne della G. P . .i\ . , ·sicchè l'interessato può produrre

LXXX. - Rimedi giuridici nei casi di licenzian1ento per soppressione di posto.

ricorso in sede g erarchica contro la d eli bera zione tutoria cl1e approva la riforma dell'organico e la soppressione d el posto: in s ede gerarchica, dic iarno, perchè i 1provvedimenti emanati in -;ede di tutela non hanno nor1nalmente rarattere definitivo e sono soggetti a controllo gerar rhir' o. Il seco11do provfvedimento, invece, concer11ente l a dispensa dal servizio, ha carattere d efiniti ,.o e contro di ·esso è ammesso ricorso in serle gjurisdizionale alla G. P. A., trattandosi del ljcf'nziarnento di impiegati d i enti l ocali. Questo provve dimento può esser e i1npugnato per vizi intrinseci o estri11seci inerenti ad esso o anche per il1egittimità della causa: in quanto, per es., la so ppre3sione del posto ~ia soltanto simulata.

E s tato dichiarato più volte ·dal Consiglio d1 Stato cl1e è illegittima la ·dispensa dal scrrizio per 80ppressione di posto deliberata indi-pendenten1ente e prima della relativa modificazione dell 'organi co, la qual e costituisce logican1e nte e giuridicamente il presupposto ·della di sp ensa. Qu e· s to 1pri11cipio logico è stato riaffermato dal In. I\' Sezione ·d el Con siglio d i Stato con decisione 20 mar10 1!>25 n. 385, rie. Bacci, la quale però t1a soggiu n to che se la riforma d ell'organico, con lo effetto d ella soppressione d el pos to, è stata approvata dal 'Consiglio Comunale, si può provvedere alla dispen sa dal servizio anche prima che la riforma stessa sia approvata <lalla a11torità iutu. ria. cc L 'esecutorietà o me110 d ell'atto ammiPistra tivo attiene alla sua efficacia, rr1a è irrjleva11te n ei riguardi della s ua validità intrin seca, Ja quale d eY 0 essere giudicata esclu sivamente in rapporto agli ele111enti e sen ziali d ell'atto medesimo: a for zi ori essa non può influire sulla validi f à d1 un atto di,·er o e giuridicamente disti11to an~he se, sotto qualche a petto, i11 part e connesso; t1alla eYe ntuale mancanza di approvazione da parte della autorità tutoria di un atto che s in il preupposto di un altro e d ebba perciò essere e111anato in precedenza, può d eri,·are soltanto la iHeffi raria detratto poste rior e, non la ua invalid~ti » . In tern11ni po,·eri, la di pensa dal servizjo pre. suppone una deliberazione ch e sopprima i1 posto, prt"' uppone cioè In rausa d ella dispensa; la riforn1a tlell'o1gauiro clPY(\ e sere.> approvata <lnlla au-

LXXXI. - Varie ipotesi di licenziamento e rimedi relativi. Il carattere di un atto amministra tivo si ùeve desumere dal suo complesso, anzichè e~cl11siva­ mente dagli articoli di legge in esso rj chia111ati. Sebbene una deliberazione co1nunale di lic(>11ziamento ricl1iami l'art. 32 de1 T. U. 1 agos to 1907 n. 336, ora art. 37 del R. D. L. 30 dicen1hre 1923 n . 2889, concernente il licenziamento d el medico condotto 1p er la fine qel periodo di prova. si deve ritene r e i nvece che si tratti di licenziam r nto rlurant e il periodo di proYa, cioè tn tronco, se al licenzia1ne nto si dia esecuzione non alla scarlenza della prova ma tmmediatamen.le o quando la relativa deliberazione si a cli venuta esecntiva. Un 11. cenz iam ento durante il periodo di proYa deve essere fondato su ragioni graYi e JJC rciò d evP P5Sere 1notiYato.


f.L\.~\n

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XXXII ,

FASC.

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SEZIONE PHATTC..\

TaJe principio, già accolto dalla giurispruder1za è ora sanzionato dall'art. 38 d,el D. L. 30 d icembre J 923 n. 2889. A proposito ·di questa risoluzione, contenu ta 11ella 5011te11za 13 febbrajo 1925 n. 99 della V Sezione d el Consiglio di Stato, rie. Comune di Castel di Casio contro Farina, è opportuno considerare le varie ipotesi di risoluzione di raJpporto di in1piego tra i 1 Comun e ed il medi co con dotto : 1 ) Liceriziamento per fine del periodo di prova:

il proy·vediment o i1on deve essere motivato, cieriYando daJl'esercizio di. un potere tipicamPntc discrezionale; contro di esso è ammesso ricorso al Con.;;ig1io di Stato in sede giurisdizionale, per ir1co1rtpetenza, violazione di legge ed. eccesso ùi potere. 2) Disperisa dal servi::io per soppr.ess.ione di po-

sto: ricorso in sede gerarchica contro la deliberazion~

d ella G. P. A. che approva la riforma dell'organico; Ticorso i11 sede giurisdizionale alla G. P. A. . nel ter111ine cli trenta giorni dalla noti. ficazion e, contro Ja dispensa ·dal servizio. 3) Licen::.ia1n,er1,t o per motivi discipl·l riar l nel cor. 1

so d el periodo di prova: cioè in tronco e_ con ef-

fetti immediati. In tal caso gli addebiti devo no essere contestati e provati; il m edico cond otto ha diritto di ricorso alla G. P.A. in sede giurisdizio• nale, anche 1p er il inerito. 4) Licen,:;iamento d el m.edico coridotto stabile:

moti ,.i gravi ·di carattere ·disciplinare; contestazione degli addebiti; ricorso alla G. P. A., come s i è d0tto al n . 3. 5) D ispensa dal servizio per incapacità o inirto.

n.eità fisica: in questo caso si deve osservare lo

stesso procedimento che è s tabilito per il l ice11zian1ento determinato ·da addebiti disciplinari: i inotivi devono essere constatati e ar.cert:lti; l'i nteressato l1a djritto di ricorrer e alla G. P.A.. iu sede giurisdizionale, ancl1e per il m erito.

LXXXII. - Computo del numero dei consigli eri n el caso di licenzia mento per fine del periodo di prova. Il numero del Consiglieri (d u e terzi) ricl1iesto dall'art. 37 del R. D. 30 dice1r1bre 1923 n. 2889, per le d elib erazioni del Consiglio co1nunale concernenti il licenziamento per fine del p eriodo di pr ova dei medici condotti, deve essere calcolato i n base al numero dei Consiglieri assegn,ati a l Comune e n on soltanto in base al numero dei. Con. siglieri in carica. Cosi ha interpetrato la IV Sezione del Con si gli o di Stato l'art. 37 del R. P. 30 dicembre 1923 n . 2889, con decisione 17 aprile 1925 n. 41•8. QueGta intenpetrazione sen1bra a n oi correttissima.

1811

La decisione ha particolare importanza perrh e il testo dell'art. 37 no11 è chiaro e preciso co1ne quello dell'art. 127 della legge comunalp e provin c inJe, il quale dispone . che «i Consjgli comunali non possono deliberare se non interviene la metà del num ero dei Consi glieri rzc;scrrnati al Cornune ». Il Consiglio di Stato 11a considerato: « che con questa regola dell'art. 1.27 è in evidente correlazion e la nor1na eccezionale dell'art. 37 del R. D. 30 dicembre 1923 la q11ale, quando si tratti di deliberare 11 licenziamento per fine ùel perioclo di prova del medico, richiede la presenza di dne terzi dei Consiglieri. Attesa la speciale i.mportanza della deliberazione ·da adottare si. è voluti:i in qu esto caso Ja presenza ·di t1n numer o _di Consiglieri più elevato ·di ·q uello ricl1iesto fli re. go la dall'art. 127 della legge comunale e provinc ia! ~ per le altre ·d eliberazioni. lVIa, per . ragg iun. gere questo jntento, è n ecessario che i d7.te terzi dell' art. 37 si cal colino sulla stessa base s1t cui si r·a l cnla la metà dell'art 12ì del T. TJ., ossia sul

nurn ero dei consiglieri assegnati al Cotnune, perchè potrebbe altrimenti essere, in taluni casi, frustrata la voJ011tà della legge che a queste .deliberazioni di licenziamP.nto dei medici presenzi un numero di Consiglieri maggiore di quello c!1c è rjchi esto p er tutte le altre deliberazioni » . l A1 decisione con sidera poi la differenza fra il testo del citato art. 37 e quello del sur.cessivo art. 39, i l quale, per i licenziam enti detern1inati da n1otivi disciplinari, richiede l'intervento di aln1en o due terzi dei Consiglieri assegnati a.i Cornu. n e ed osserva che la omissione della parola cc assegnati » nell'art. 37 e< non si può ritenere dovuta n<l 1111 IJ)reci~o intendimento del legislatorr di spo·Sta1"e .quella cl1e, come sopra s i è 1detto, è la base natural e e Jogica ·del calcolo }l, La formula delr art. 39 è completa e quella dell'art. 37 è ellittica. SarebbP eccessivo attribujre alla ùiff P-rer1za delle ·due formule una cos.ì significati va ed a11tit etica differenza di concetto, quando ciò che l'ar. ticol o 37 om ette è di tale natura che assai ~ar il1nente ed ovviamente s1 sotti11te11de » . '

P ubblicazione Indispensabile ad og n i m e dico: Dott. Cav. Uff. ALBERTO VIGO (Ooctor Jus tlt ia).

LA LEfilSLAZIONE SANITARIA :: in rappo1·to all'ese1·cizio p1·ofessionale :: (Manuale con·t en enite Leggi, Decr eti. Regolam·e nti, Oir. colar; e tutto oiò ohe si riferisce all'eserci7Jio prof~eio­ nale, a.d llf!IO dei Medici condotti. dei libar.i ese~enti. òeg1i uff.ici.alli eanitar ii e del person ale a.ddetto a1 labo. ratori di vig1ilanza ig.ienica). . Prezzo L. 16. Per i nostri a,bbonati sole L. 13.75 in porto franco. Invia.re Vag1ia postale a l Cav. LUIGI POZZI - Via ~ie.tina. n . 14 - Roma.


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IL P.1LICLlXTCO

[:\N:\O XX..\11, J.'A~C 51}

NELLA VITA PROFESSIONALE. INSEGNAMENTO SUPERIORE. Di talune disdicevoli innovazioni della i·iforma universi ta1·ia.

Non parmi, come taluno va dicendo, che i professori siano per natura loquaci, chè se tali fossero real1nente avrebbero largamente trattato ,p er tempo della ta11to esaltata riforma universitaria. N1è è un difetto loro se sonosi mostrati critici poco benevoli contro ·di essa. Pit1ttosto troppo tardi si sono mossi, quando -cio1è la cosa era fatta nel mistero e nel silenzio. Neppure sono ·d 'avviso che il solo verificatore di essa dovrebbe essere lo Stato, o lo stesso Go·verno, che non avrebbe dato già ma110 ad alcuni migljoramenti se non fo·s sevi stato soStpinto dalle critiche sagaci e severe del Senato stesso, ignaro, corne tutti, ·della secreta riforrna, mentre invece sarebbesi dovuta escludere, come altra volta, dalla Commissione dei pieni poteri. Si obbietterà certamente che senza di questi non si sarebbe portata in porto, come fu ·d ella Legge Casati. Ma altri tempi, ed altri bisogni, altri criteri, ed anche altri diritti. Tanto più poi sar ebbe stata necessaria una elevata, obbiettiva partecipazione dei più eminenti maestri che hanno dedicate tutte le loro n·)bili energie intellettuali al •p roblema universit3rio, essen dosi inyece il riformatore guardato dal con~ sultare perfjno i disegni, gli studi numero~i del passato, com e di farn e utili confronti anch~ con l'estero. Non poteva quindi uscire fuori che una legge autoritaria, deficente, che nei limiti possibili tirge migliorare. Fra le tante inopportune innovazioni, anc te p oco decorose, a cui dovrebbesi già avere prov' 'eduto, sebbene appaiano a taluni soltanto d1 forma, ma che sono di sostanza e di antica tradizione, poichè offendono l'amor proprio e 1a t..lignit:ì dei Maest.ri dei nostri Atenei, l 'una cl1e ha incontrata generale ripro,razione è l'arbitraria soppressione immediata del grado di professori fln1eriti, perfino di quelli che compiono in quest'anno il loro nobilissilno ufficio e che eransi resi altamente ben emeriti della scienza e degli .<\ten ei: da \Tederli perfino trattati co1ne eslranei da stupide intransigenze burocratiche. Oltre ciò con questa abolizione inconsidflrata, ùra roniana si sono private ipso fa cto di un antico diritto le Facoltà; quando da poco con 11na Legge rec"nte (1917. n . 397 i erano emanate maggiori garanzie per gl i e111 r riti. Infatti si era conresso 1

loro di continuare a far parte del Consiglio della rispettiva Facoltà, e non solo •di ~artecipare alla i1ornina del Preside e del Rettore, ma di essPre eleggibili a tali cariche. Veniva altresi fatto obbligo ai nuovi titolari delle cattedre da P.ssi lasciate, ope le,qis, di fornire loro i mezzi necessari per il libero insegnamento, o per singoli studi, sperimentali di cui in tenidessero occuparisi. Duplice offesa, q11indi del tutto volontaria,. alle Facoltà e·d ai colleghi insigni esilia ti ùa11 'Aten eo che avevano onorato, e cl1e con mec;tizia amavano lontani. Un'altrn innovazione del tutto intempest;ya è stata l'abolizione dei titoli di ordinari e st1 aordinari per imporli a.g li insegnanti secon-da.ri, e ùare agli universitari attributi bt1rocratici. Basti ·dirA ·Che tale titolo era così largamente conc:iderat0 °da antico, che il Granduca di Toscana per onorare in modo speciale Mer·curiale da Fol'lì, 1o i1omin~ supre r honorarius, perchè accettasse la cattc;dra piS<'1na offertagli con altri privilegi. La terza innovazione illogica, e di grave 1nornento, e5sendo collegata co~ la nuova autono, Jnia a1nministrativa e ·didattica, ·è stata q11elJa della n omin9. dei Rettori, togliendo ai corpi accade1nici il djritto di designazione indiretta rr1edia11te la terna con la nomina per Decreto reaJe,. non per un anno, ma per tre, senza riconferma, che con 2/3 dei votanti alineno. Ritorneremo se sarà opiportuno 1s u que5te come u altre mende e lacune con obbiettività piena. Siena, 30 ottobre 1925. Prof. D. BARDUZZI.

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MEDICINA SOCIALE. La Magist1·atu1·a, la rappresentanza e la, difesa nelle controve1·sie fondate sui rapporti assicurativi. La perizia e l'autopsia come elementi integ1·ativi del giudizio. Il ·M inistero dell'Economia Nazìonale l1a pubblicato i lavori !Premiati al Concorso indetto nel gen11aio 1922 per i migliori scritti su questo argomento. Nel programma di concorso era prescritto che i concorrenti dovessero approfondire specialmente i seguenti punti: scorci di legislazione comparata, critica dei sistemi e degli organismi vigenti, esigenze e direttive manifestatesi nel campo dell'esecuzione e della pratica.


[r\X~O XXXII, FASC. 51]

SEZIONE PRATICA

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Furono premiati il lavoro di Diez e quello di Ciampolini e Leoncini, cl1e qui riassumia1no bre· vemente. •

* ** Il Diez nella prima 1p arte del suo lavoro riassume le disposizioni legislative vigenti n ella maggior parte dei paesi europei e n ei princip·a li Stati americani per la liquidazione delle indennità da infortunio in se.de a1nministratjva e i11 sode contenziosa. Nella seconda .p arte fa un'accurata e rompleta esposizione di tutti i precedenti legi·sl:itivl riguar. danti le nostre Jeggi per l 'assicurazione contro gli infortuni degli operai nelle industrie e n e1la agri. coltura, !Passando in _ras·segna tutti i progetti presentati al Parlamento, quelli proposti dalle varie commissionj che si succedettero nello studio delle riforn1e da introdurre alle leggi vigenti, e tutti i voti presentati da enti vari, -da studiosi, da organ1zzazioni ·d i datori di lavoro e ·d i lavoratori, sui vari problemi riguarda11ti Ja legislazione con. tro gli infottun i. 1 . La terza parte dello rScritto è, a giudizio ar1che della Commissione che assegnò il premio, la più importante per « la bontà e l'aggiustatezza delle critiche e per originalità di vedute ». In essa l'A. esarnina singolarmente i ·sisten:1i i11 vigore nelle attuali leggi, e quelli contenuti nelle proposte di riforma che rappresentano Ji; varie correnti manifestatesi, specialmente a riguar·do della denunzja dell'infortunio, dei primi accertamenti (jnchiesta pretoria1e, certificati medici, autopsia) della procedura per la liquidazione amministrativa del! 'indennità, degli organi giudicanti in sede contenziosa, della difesa degli assicurati. Notevole e coraggioso, per le verità rnesse in luce, è il capitolo che riguar·da le perizj e mediche e l 'organizzazione parassitaria che pullula all'ombra ·delle leggi assicl1rative. L' .\. non si limita, nell'esaminare questi problemi , alla parte criti ca, ma formula proposte r.on· cret8, in gran parte originali, per la rjforma dei vari istituti, al fine di rendere più spedita la procedura di liquidazione, di a ssjcurare organi giudicar1ti competenti ed imparziali, di ottenere una tutela più efficace ·dei diritti degli assicurati, di eliminare gli abusi che si commetto'!1o in frode alla legge. Egli propone che il diritto all'autopsia sia sa11cito per legge in tutti i casi di morte attribuita ad infortunio , e a tale scopo ritiene necessario che i cadaveri degli operai morti per infortunio siano sottoposti, 1per la sepoltura, al nulla osta dell'autorità giudiziaria, e cl1e sia ristretto il li1nite di

te1upo utile per la domanda d'indennjzzo da par~ te degli a venti ·diritto. Riguardo alla liqui·dazione arnn1inistrativa delJa indennità l'A. ritiene che essa non debba esEere fatta t1nilateralrr1ente dagli Istituti assicuratori, nè dai Comitati ·di liquidazione così come furono conce,piti per gli infortuni agricoli. E n ecessario che per disposizione legislativa sin dalle pri1ne fasi della procedura i diritti dell'assicurato sjano tutelati da parte di organi tecntcamente capaci e disi11teressa.ti (patronati). Preferisce come. organo giu·dicante la n1agistratura ordinaria, purchè sia resa più rapida la procedura, e sia riforrr1ato l'istituto dei periti, al cui cutti\·o funzionamento attribuj sce non solo l'incertezza e la co11traddizione che r egna nella giurisprudenza medico-legal e infortunisti ca, ma la maggior parte dei giudizi contrari ad equità e giu~ stizìa. Egli propone però che, quando si debbano definire questi oni me.dich e, accanto al magjstrato siecla una giuria (Commtssion·e tecnica rnedico-legale) cornposta ·di un esperto in medicina legale e di altri medici 1particolarmente versati nelle bra11cl1e su cui verte la materia del contendere, scelti in un ristretto albo di specialisti, e con particolari cautele. Al verdetto di questa giuria il rnagistrato dovrebbe attenersi n el pronunziare la sen tenza. Secondo i1 parere ·della Commissione aggiudicatrice ·del premio, e anche il nostro, questa proposta merita di richiamare l'attenzione degli studiosi. Riguardo alla difesa ·dell'assicurato il Diez si esprirne nettamente contrario al libero patrocinio, e favorevole agli Istituti ·di Patronato, purcl1è essi. con op·p ortun e disposizioni legislative, siano mess1 in con·dizioni tecniche ed economiche tali da poter assolvere degnarnente il loro delicato compito. Agli Istituti di P atronato dovrebbe essere ass~ gnata anche Ja tutela ·dei lavoratori nell'ari1bito d elle altre leggi d'assicu razione sociale.

* ** L'altro lavoro è stato redatto in collaborazione da Ciampolini e Leoncjni. Il Ciampolini esamina, n ella prima parte dello scrjtfo, la legislazione estera vigente nei vari Stati europei, n ell'Australia, e in 1nol ti Stati aroericnni, n el campo dell'assicurazione degli infortuni, .clell.:t invali·dità e vecchiaia, delle malattie. Nella seconda parte espone la procedura i11 vigore 11elle leggi italiane. Esamina il prohJ('rna della magistratura giurisdizionale e delle n1agistrature speciali, mette in rilievo i difetti della prima percbè il giudice ordinario non dà affjda-


1 14-

l t POLI CLINICO

lllC!1to, p cl' i11anca11za di compet c11za, di por er ben e giudicare nelle controv ersie di natura me· dica , e po11e le correnti manifestatesi in favore delle inagistrature speciali, ma ·d ichiara dj non potersi pronunziare definitiYamente per la loro adozione non essendo ancora suffici8nte l'esre· ' rimento fat to di esse i1el contenzi oso d egli i.11fo1·tuni agricoli. Tra tta d ell'arbitrato nella pratica m edico-legale, istitu zion e p11ramente italiana, e d el1e l eggi in cui e. so è ammesso o in modo facoltativo, o ob bligatoriame11te. Conclude dicl1iaran.do di riteuere cl1e per mezzo ·d i questo i stituto , a favore del q11ale molti enti si sono pronunziati, si hanno giudizi più equi, ed una procedura più rapida. 'iorrebbe, lJer ciò, che un tale sistema procedurale, ineg! 10 disciplinato, fosse r eso obbligatorio. p er lo meno fino a quando non si avrà 1naggiore esperienza circa i1 fu nzionamento delle attuali. Com1nissioni arbitrali agricole. Critica poi i Comitati di liquidazion e creati ' ' ' nella legge degli infortuni agricoli, che vorrebbe sopp r essi, a ffida11do la liquidazione ammini~tra­ tjva agli Is tituti a ssicuratori col controllo degli Istituti di Patronato a difesa dell'operaio . Si 1nanifesta, in ultimo, in disaccordo co11 coloro che vorrebbero abolito il libero patrocinio, pur riconoscendo che si debba porre rimedio agli abusi cui esso d à luogo. •L a parte del lavoro t rattata dal Leoncini contiene , com e si esprime la Con1missione gi111licatrice clel concorso cc contributi n otevoli per l 'esperienza di infortunistica industrial e da cui sono sorretti, sulla inchiesta, sulla n ecroscopia e sulla perizia ». Dopo aYer parlato d el significato e d e1 valore giuridico della cc prova per perizia » n el d iritto cornune e in quello a ssi curati"vo, es amjna in particolar m o·do la funzione peritale n ell'a1nbito dell'assicurazion e infortuni. RileYa ch e il procedimento della liquidazione amministrativa, sia 11ecrli infortuni industriali ch e in quelli agricoli., non <l it ~ufficienti garanzil? di t11telar e i diritti dell 'op eraio p erch è si fonda su perizie della parte il rui inter esse contrasta con quello dell' infortunat o. L . \ . Yorrebbe c11e la p erizia giu·d iziaria fosse intr Jtlotta sin dalle prime fasi dell'infortunio, rifor111ando o:p portunamente l'istituto clella inc 11ie~ ta pretoria le. Questa dovrebbe esser P. eseguita i11 tutt i i casi in cui l 'inabilità al lavoro s uperi i 20 giorni, do,·rel)be a cquistare il valore di. una piena e perff'tta pr ova giuridica , ed ave1·t-> p er seopo ùi sta b!l ir e lo s tn to di salute antecedente! del te-.,o, l e alterazioni m orbose attribuite all'J11forl nnio, il loro n esso con l 'accidente, la nat.ura \·1olcntn di questo, le conc;egu enze pre,·edibili. La ~

1

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[.l\NNO

XXXII,

FàSC. ;:-,1)

Iacoltà di procedere ad inchiesta do,-rebbe, inoltre, esser e concessa anche ·durante il decorso dell'infortunio, quando esista sospetto di d0lo. Sta• hilendo l egal1n ente la verità dei fatti in primo ten1po e devolven·d o la liquidazione amministrativa a Comitati dei quali facciano parte n1ertici fi.d1 1ciari dei due interessati, si ridurre1Jber0 <li molto le controversie. Si sofferma, poi, sulrirnrportanza d ell'autop:;ia, e s11lle difficoltà che ora si oppongono per la sua esecuzione. Co1r1e il Diez, egli vorrebbe che fo$se sancito il diritto alla necroscopia ohbligando · il medico al referto in tutti i casi di morte di un operaio che abbia sofferto infortunio nell'ultimo bien11io. 'fratta ]n ultimo ·della perizia nel èonter.zioso delle norme procedurali che la regolano e dt:>l discredito n el quale è caduto l 'istituto perjtale nel caP1po infortunistico, a causa ·della catti,ra scelf il dei periti. Egli propone l'emanazione di norme tassative per la scelta ·di sanitari SjpP.r.ializzati, per la creazione ·dei quali è necessario .dare rr1aggior impulso ai corsi universitari .di perfezionamento. DRAGOT"=I.

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Cronaca del movimento professionale. P er il mig lioramento della pensione ai n1edici condot ti. La Pr~iden~a 1d ella Federazione degli Ordini dei Mie.dici l1a r.i cevuto dalla Presidenza del Coru;iglio deri. Ministri ] a seguente lettera i1n data 6 .ottobre 1925 ,in risposita .a11.a lettera del luglio sco1'so N. 621 : cc In relazione al fogl:Lo sopTadìistinto si comunica a cotesto on . Consiglio D:b:ettivo ob~ il l\iiin:istero delle Finanze, interessa.to da quoota Presidenza ad esaminare benevolu:nente lexichieste di cotesta Spett. Federazione relative all'aumento delle pensioni ai medici oond®ti, ha fatto presente quanto aJppress<>: cc Co1 R. D. L. 19 .aprile 1923 n. 1000, .agli assegni vitalizi 001Tisposti dalla Oassa di Previdenza amministr.atci. da questa Direzione Ge11erale ai medil.cicondotti ed altri sanitari cessati dal servizio con decorrenza anteriore .al 1° gennaio 1923 e alle famiglie superstiti dei sanitari mortJi prin1a di tale data venne a.nportato un .aumento che, in medi.a, am•m:cmta a ci~ca il 78 iper oonto, iper i primi, e .al 75 per cento pier le altre, dell'assegno che perrepiv.ano ailloteriormente. « Attualmente è in corso '!>Tesso l'Ufficio T ecnico di questa Direzione Generale, il lavoro relativo .a.11~ revisione dei dati del censimento della classe san1tal'ia, in base ai quali dovrà oompilarsi il bilancio tecnico della ~a di Previdenza riferito al 1° gennaio 1925. « e da tale bilancio risulteranno sufficienti disponibilità, 11ella destinazione di e ~ arà tenuto

]


-(ANNO XXXII, FASC. 51]

SEZIONE PH.\1IC.\

181;)

co1rto, nei limiti del possibile, ancl1e delle co11di~oni sanitaTi e delle famiglie dei sanitari pen-

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"'.i<>nat1 c011 d eoorre·n za a11teri'()re alla rifo.rn1 a della Ca"sn di PreYide11za, Ja qi1ale come è not<> yen ne . a1)P ] icata dal io gennaio 1920 ».

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Al 31 clic. L'.ammjnistraz. si TiserYa <li ridurre da 3 a .}'1oxTEFIOHE DELL'-lso

(.4.scoli. Piceno). -

%

2 le con?otte. L. 8500 fino al 25 della popol~z.; L. 500 111denn. laurea; .5 qua·d r. decimo; L. 600 se uff. san. Servizio privato pp] tras·p orto, gr.atui-

to. Tassa L. 50.10. NAPOLI . R. A. ccadeni·ia di R elle Arti e Liceo A rf. to Fm{R.AHI P .\LL.\ YICI~I. listico. - l">rofessorE>o di .anatomia. Docum. a.I Ministero della P . I. (Direz. Gener. per le Antichità e le Belle Arti). Soad . ::SO clic . • PA1.~si:.rLA (1lfc1cera.ta). - Al 31 c1ic. co ndotta ohi• CONC O R SI . r1.1rgjca p1~il11aria. ; L. 9000; due c.-v. i tre quadrienni dee. , bJtr_e L. 1000 indenn. vetture. Con<lott'..1 P OSTI VAOAN'fl. rnra.l e st€S.'!e co11clizio11 i, sa.Ivo L. 3500 mezzo tra$porto. (Condotta eat'l:? 3~ ina re1nuneirativa. Poveri ..-1.LKg~\XLhtIA (Eoitto). Jl11ni r iµio. Ua1»0 del ci rea :300). wbor.ator1 0 batteriologico (TI :~r ado tec11ico)-; stip. P .\.YLL - Condotta estern a di J0vante. Vedi fainriziala lire egi~iane DOO a: :1ue, elevabile a L.E. scicolo 50. Scu.cl. ore. 12 clel ~l clic. 1140) con .nume11t i bienna~i di L.E. 80. Diritto a Pon~ENO~TE. Ospeclole r1ivile di ,<:?. Jl aria <leglt pensione <lietro rit.enuta del 5 %· Età ma... 45 a. .J11oel1. - A. tutto il 3i gen. ~)ri 1nario medici11a ; .Laurea 1·iconosciuta jn ·medicina; t.itoli di prefetitoli ed esa.mi; L. 8000 e c.-Y. 1'assa L. 50.15. renza: diplorna <l'igie11e pubblica ed ~perien7.a ef, S(>i anni di laurea; età lini. ..J.0 a. se di prima fettiY.a. ul1a batterio.logia dei paesi caldi. Sc·ad. nom., 50 se gi.à pi:rimario o in sery. presso pubbl. 10 marzo 1926. Rivolgersi alla cc Co1nm)ssio11 l\fuAn11nin. Nomin·a biennalo, confer1UJa per 8 ann.i

jl

1

~ ea retario

Oapu

nicipale n. Alessan :lria .

BASCHI (Perugia). - Due cond., per due fraz.; I. . 0000 per 1000 pov. ; addizion. L. 2; quattro <1u1nq··1en11i <llcin 10; T~. 600 serv . .attivo: c.-v. Età 'li1n. 40 .a. 'l'a5sa I~. 50 15 per ogn.i co11t . 1\. tutto

15. genn. CASTELFIDARDO

(.·ln cona). -

2a condott<l; proroga

a tutto 25 dic. CASTIONE DELLA PRESOLANA

(B erga ~io). -

cacl.

25 dic. Vedi fase. 48. CF~\ DATI (Cremona).·- A tutto 15 g e n. o~·c 16; L. 11,50r~ per 10(10 po,.; addizion. L . 2,50 ; ci rr.a

1500 pov. Ca1pito1ato-tipo. E tà lim. 35 a. Ta SBa .. L. 50.15. Obb1. n1 ez~o di trasp., con in.de1111ità d:l stabilirsi. Assicur. Per uff. san. L. 300. Abit.az. die· tro corrispettivo congruo ca11onc:?. Titolo cli prefer.: biennio di osperl. o co11dotta. CERNESCO sui.. N .\ytGLIO (l\I iùu10) . -- Cond. 4a. rntegoria; stip. L . 9000 e .aumenti; prr u ff . .sn.nita rio L. 1300 ; L. 3600 per oa.,nalJo i dori eo e vettnra ; ab . 6764 ; ioor itti 340. A tutto il 27 dic. D ocnrn. entro .i l 20 dic. (];a du~Jice <lata è sul bando). Età lim. 35 a. 'rassa L. 50. 1

Ospedale Oi;t'iì,e. -

Chirurgo direttore; tit-0Ji ed eventunlm. esami; I~. 12,000 e 50 0110 rari prestazioni chirurgiche. Docum. all.a Congreg. di Carità entro il ] 6 t:ren. Età 35-55 a. Tassn. IJ. 50. Divieto cli gestire o dirigere case di sialnte o r<?parti QSl~dalieri o di eseguirvi operazioni o Yisite. Chiedere annunzio. Gu \LTrEnr (Rf'(Juio En.J.). - Al 3i d .ic .; co11 Pie· 're Sal'i ~eto; ] a categ.; aib. 4216 idi ow 1000 circa is0ri·t ti; L. 8000, <>ltre 5 quaidr. dee., 2 c.-v., adicliz. L. 5 oLtrie 1200 .i scr.; L. 1500, 1orvveTo L. 3000, mezzo i.a.·asp. ; diaria L. 30 se servizio contagi<>si GIRGEN'.l'I.

%

0

in tempi di

e1p~·de1niia;

L. 1000 direz,. ospe<l. ; ]IÌ.re 1000 se uff. san. Età lim. 35 a. Serv. e11tro 15 [!g . • ITRI (Caserta) . Soad. 25 dic.; L. 7000 più L. 500 se uff. san.; età lim. 40 a. :\{EntrNA DI LrvBNZA ('.l'reviso). Proroga 15 · gen. ~ L. 8000 e <"lopipio e.-v.; L. 2500 trasp. L. 500 uff. sa11. ; tassa L. 50, 10.

e poi !)er 15 ma non oltre 65. Chiedere annunz·i<>. RocoA DI P . \.I'A (l?orna). - _.\J 28 ·c lic.; v. f ase. 46. SANTOPAD~E ((Jaserta). - Scad. J O gen11.; L . 800(} e 5 qnadrie nni di 1 dee. ; cav. L. 2400; n:ff. san. J.J. .)00. T3..L~a TJ. 50.15. S~!Ea ILL~ (.-l scoli J>ic.). cad. 31 ·d ic.; lire DOOO, compreso c.-v. , oltre L. 500 uff. san. e lire .)CO inùe1111. la nren; 5 qua.drienni <lec. T.a.ssa li re .)0, 15. 0

('o'.\ e )lt, e -~ p :~F.:l!.I.

.-..:ocietà Italiana rii Jleclicina I nterno. '"\ \·yi~o ·d.i concorso .al io pren1io Hoffm.a11n-La J~oche di L. 10 000 per la rari di T era,p ia mecliea:

.A.rt. 1. A 11.·orma de.i deliberati 24 ottoibre 1923 e 26 ctt.obre 1925 del Co11siglio Djretti1ro della. Soc:ietà Italiana <li lVIe<.licina J nter11aJ ratj_ , fica.ti ·dn.Jl'asoon1bl.eia gern-erale dei soci , v iene pror og::ito al 31 clice 111bre i926 il ] 0 co11corso .al pre111 io cli L. 10,000 .01 ff.c.r to clal1a ditta H ~ffman11-La HcrliP. A.rt. 2. - ;:J:l co1Jco rso è clestinnto a premi.are i ln \'Ori eseg11 i ti nel campo della te.r.a,p ia medica. Art . 3. -· l)etto Cl>ncoroo è ri. e r~·ato .a studio~i e 0 11 ciittal(1inan7.a italiana. Po~1So110 concor1·er e al <letto !>rt•mio: o) singoli autori ; b) più autori, che nhl ia110 l.aYorato· in collab'.)razione; r) i.stituti scientifici non inclt1striali. Per con cp.rrere sò. può pr ese11tnre tanto l1n'u11ic·.a ine1noria, qua.n t.o u·n ~ruppo <lj memorie coll~gate. fira ]oTo e rig11aTd.n.nti un solo .nrgo111ento 1

1

1

di tell·a1pia. I lavori d-0vra11110 esser~ già. pubbljcati: nel caso e~ezionale di lavori jnediti la concessionecleJ !}re-111io sarà. &uba1xlinata .a.lla loro pubblica-

.

z1one.

Art. -!. -- I lavori -o.r esentati al. ooncorso dovranno a vere carattere strettame11te scientifico e non rj~ruarda·re nè rimedi seg-reti o di coon,p osi-


l 16

Il. P OI

.zio11e n on <l0ter111.i n;ataJ nè specialità n1edicinali, nè i)1·odot1ii o .apparecchi brevettati, n è doYranno in .alcun modo servire di réclanie a case pa·-0.duttrici o .a singoli individui. Art . 5 . - P er concorrere al l n pre111io La Roch e <li L. 10,000 i lavori -rl ov.ranno essecJ.·e .stati pubblicati e ntro il biennio 1925-26. Art. 6. - I Javori <lovran 110 e.s.sere inYiati alla ~ '13greteria <lella S1ocietà I talian.a cli ~1~.dicina Int erna, in R cxn1a: p re~ l a R. Olin.ioa :Yle =-l ica (P ol iclinic o) e pervenire erntro le 01:e 16 'del 31 diceimbre 1926. Art. 7. I lavori pr..:?8'e11tati l)e1· il C J 11cor~o sa raru1i0 g i·udicati da UTI}l Co1umissione fo rmata <laJ presiJent.e delLa Societ à Italia•n a ,d i ~Iedici11a Inte1·r.a (op pure da un vire presi de11te), dai], co·n .sig lie.re d elegato e dai tre 1n·EHnbri clel Cons.iW,io clire.t.t ivo. Detta Commissione giudica. ii1a~pella­ biJment-e ed a rnaggioranza assol11ta di Y·oti, r e·digen do .a1p1J.Jooito verb,aJe. L' asseg11a z.io11e clel pr'errni-0 viene fa t ta entr o sei. mesi dalla c.-hilisu ra clel ooncor so. I lavori r estano <:11 proprietà de.i concor1·ea1ti. Art. 8. - Quailor a n-eoon110 .dei lavoTi prese11tati fosse g iudicat o degi10, di p.r e.m io, la Commissri.one h a facoltà <li })roroga.re il tel'mine di scaicle nza del -conoorso. Art. 9. - P e r tt1tte le ,a,}tre norm e o m od a lità i1o n cont0nute o pr~v~dnte nel i:>1..esente regola1ne11to v.algono le oons1ret.e di ~pos.izi oni in llSo p er ì con ooo.'si dcl g enere. .

Fondazione G. ll.far.zoni ncllcr R . T!niversità di llorna. - J:Ve1lidita òe.l ca.nìtale di L. 50,000 (detratte le s pese) . Sono an1m0.ssi. tutt.i g li studenti ch e abbiano seguiti i corsi di medicina e ch ir t1rgia e superate al primo esame le prove degli e-.::11ni di p rofitto e d i lacurea. I l p remio sarà aggi udicato al concorrente che avrà ott enuto il maggior numero di punti e- di lodi complessiva1nente l1egli e di lau-rea. Domanda i n - e.·A mi di nr.ofitto c.ar ta. bollata. da L . 2 a l Rettore. Scad. or e 12 del 31 luglio 192fì.

ICLl~I CO

[.\ XNO XXXII, :FASC. 5lj

i)atologia i11edioa; ~' iorin.i :VIassimiliano e V espiguani Arcangelo in radiologia 1nedica ed elettroteraipia; R.abbeno Angelo in fi.siologia, sperimentale; Remotti Ettore e S eren i Enrioo jn fisiologia generale; Pollitoor Renato e :Niedi _l\..rturro in cli1liica pediatrica; Letteii France&..-0 Saverio e Co111orli A11tonio i l i clinica chi rurgica e medici11a opera11or ia; De L uca L u ig i i11 inedicina oiperatoiri.a; }f.a0aggi D cxrne11ico in 1nedi cir1a legale; per esami: Frige i·io _\ rrigo jn neuropatologia e psichiat r ia ; Gramcle Car lo, B ri sotto Piero, Merelli Gino <:! P i azza. A11to,n io in olinica otor inolaringoiatrica; Annecchino P aolo e Sacch,e tto Alma i n pia..t ologia o clinica pediatrie.a; Fragomele ...l\ntcmi o, Germ ino _;\ lf redo e l\faurizi l\1aiu rizio i·n patolr01gia medica; ~Iairchesi Cleme11to in pa,tologia chirurgica; D~ · Cesia:re L t1igi in radiologia ecl elet.troterapi.a; Golgi Alessiandro in igien e . Ai molti n.o otri a.miei i nostri 1·allegr amenti. ~T ella Di rezir;n,e Generale a.ella l3ani tcì Pu liblica'

a.I posto di direttor e capo della divisione -per i ser'izi igienici e µrofil.a.ttici, r i masto vacante in seguii.to all.a perdit a del dott. Alberto Massone, è stato chiamato il dott. _i\utonio La B ra11ca. P er l a s alda. 1prepar.azio11e, p e.r la fatti vità operosa e per il sen so di responsabilità e d'equi lib rio, ~gli era i 11dicato .ad a~umf'-re i l d elicato e co111p1esoo servizio) affidatogli. Rallegra1nenti cordiali.

11 dott . J. F. F. B a1binski di P ,arigi è 11on1inato prof~oo:e onorario di ne11rologia p,r esso l'Università di Vilna (L ituarlia). Il dott. Pie1'Te Lépine è i1omin.ato professore di m edicina j nterna. pr~~;0 l ' U11iYersità americana di B eyrut (P alestina ) .

I / A ccadei.11i a delle ~ cien ze di Parjgi nella sed11ta del 17 110Yemh1·e, ha asseignato il prerqio L a.lle1n.and di 1800 franch i alla signorina P iera Looa.teHi , a.ssist eil1te all'I stit,uto di Patologia ge11er ale e I st ologia die1ll' Università di P avia , l)er i &noi lavori sul l'infl11 1 en~a del sisten1a 11e n·oso s11l processo cli r ige.11er:izio11e.

NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE, ~r elle

U n.'iversità..

Il p r of . Cerle.tti U g.o è 11omj1iato p1~ofessore di -cl1inica delle n1alattie mentali e ner'Vos.e a B ari. 0110 tra feriti i J:>'r of f. : Becca.ri Nello, di anato1ni.a, d a Catania a Firenze.; Can1is l\tI.a.rio, di fisiologia, da B ari a Par111a ; GHlcli Francesoo, d i <:li11ica. n1eclica, d a Caglj.ari a Bari ; Perussia F elic<'. di radiologia, èlettrotera.pia e terapia fisica, da P n,-ia .a ~[ila no ; oli lT go, di anatomia pa tologica, e.la B ari a Pa.le r n10 : Truffi G . ì\Ia.rio, di olinic·a c1ern10 ifilopaticn, d a Cat~nia a ie na . , 0110 abilitati a Ila 1ibe.ra doC'e11zn i11 base alle nuoYe n-0n11e i dottori: cl1ettin o )f ario e cotti Don1t,nico in orto!Jl"dia; R on1anelli Vincen zo in Jlatologia gt nera le: .antoro En1a nuele e Leffi. •.\11~~lo in nntologin <·hiru rgi~a ~ Cn. t.(>lli no Nicoln in

Ricordiamo che !)resso la noetra Ammin.i.s.trazione s ono d isponibili a l r.tt rle copie dei vol11m d de1

conaressi della Socletà Italiana di Medicina Interna e

ci~:

congresso tenuto a Roma dal 24 al 27 Ottobre 1923. Un vol ume di pagg. XXIV 272. Prezzo L. 60. Per d nostri n.bbonati, f r an~o di porto, pe.r sole . . · L. 48 Congresso tenuto a Milano dal 28 al 31 Ottubro 1924. Un volume di pa;gg XX.-342. Prezzo L. 60. Per i nos tri ah· bona ti, fr a.neo di p orto, per sole . · . · L. 4 8

N . B Queote ro11di7.ioni valgono per le spedizioni da f .t.J'1 i in J~aba. Per quelle d a f a r si all'Betero. aggi11 ngere L. s se per un eolo volu.m e o L . 10 se ~r. a,mhed ue. a rimhol' o mag-giori pece p06tali oooorrenti ver la pedizione. [nv ia re \' a~li~l postale al CaT. Uff. LUlGI POZZI ' ria Si t li.na, n. 14 - R oma .

.. •


IA~?\O

XXXII, FA... c. 51]

SEZTOXE PHATICA

NOSTRE COR,RTSPONDENZE. J)a Bari. 1- 1-?innione dei Radiologi <lr·ll lfa·lia Centrale, 'JJiericlionale e 111suilare. Nt~i g iorni

27 e 28 i1ovembre l1a aYuto luoCYO in o Bari, ne.ila R. UJ1iversità, sotto la presidenza del prof. Attil1j la V Riu11io11~ dei Radiologi Ce11tromeridionali, 11·iu11ione clic riuscì un.a bi-illante affe1ina.zio11e della Radiologia sja per il n11mero d:egli i11ter\"eri1ti, sia per gli argon1enti trattati: vi }Jarteciparono i !)roff. Busi, titolare della Cattedra <li Ro1na, ~obbo, titolare della Cattedra di N a1Jo1i, Tnndoia, pre~ide11to <:l'ella Società Italiana di Ra<liologia Lootta e Galdi dell 1 it\.teneo B arese .. ' Gu."ri1ii, Bi anchi ni, ~[eldolesi. D e,] Buono, i clott . Pierg,ro. ~i, Pazzi, P1·usciano, Denti co Ana.cle rio , ~{il e1la. Cata.l di, Iferra1·i. ' r assallo Lo avio DelJ.1· ' )

181i

Corsi s11JJe tualattie tubercolari.

. I cor si regola:r i organ.izzati nell) I stituto c1 i P a tol1c1gia e Cli11ica l\iedica per le malattie tuberco],ar.i pre.~so la R. Uni,rersità di Genova diretto ' d.al sie.n. pro•f . Edoardo Maraglia110, inizie.ra.nno il 12 gen11aio i1el n11ovo grande O...ipedale di Sa11 ::\larti n o .clii A l ba.ro, d ove ha sede l'Istituto cl1e è eo·tn-p1eta to dai riccb i Laborntori deli: I stituto ì\faragliano. Al corso sono anlDle.ssi libera.mente medici e st11clenti. 00101: 0 che vorr.anno fare ricerohe origi11.a.li n vr.anno mezzi e guida. Pe-r ogni schiarime11to indi rizzare aJ, S9n. l)rof. Edonrd10 2'1aragliano. 1

Nella sta1npa san itaria.

l / « Archivio Italia.no cli Dermatologia, Sifilografia e Venereolo·g ia », bim ensile, è pubblicato a C'l1ra del prof. L. ~I;:u·tinotti ed è edito dalla ca a Caprpelli di Bo1o·~na. ~i\uguri.

anti, Campanella R<?ssi, P eracohia , Ni&io Lagra\'inese, Laricchia e n1;o lti .a1tri. _.\ ·sai i11Lmerose le co11111nicazi òni, tra. le quali 1uolto interess&nti queil.le del prof. Busi srulle ten i e 'Clel colon (' o..u un cli:vert.jcoJ.o del digiuno, del nrorf. Tandoia st1lla sindrome del Grade11igo, del prof. .ì\1eJ<loJes1 s11l pneun1op~ril:.arclio e sull a radioterapia c1~1 glaucon1a (in r.:olla.boraz.ione col prof. Di l\farzio ), <101 prof. Bin11chini sulla sarcoon.ato i di Ka.po i, del prof. A ttilj su ailc11ne affezioni dello sch r letro e sul cancro vegetale,. del lJ.rof. Del Buro-

A.cl iniziativa. diel !Jresideute dell Ordi11e dei ì\Iedioi c1i l\{ila11'10, prof. 001UF1n. Baslini, ebbe luog<> u11 banch~tto in onore del i)rof. com1n. Cuzzi. a su11t.o all' A~rato de1lla Be·n e.ficeinz.a, 11ell' Am111inist..razion1e coml1nale di Mila110.

una n uo,ra cura Roentgen de~1i epitel ion1i cuta11ei. del dott. Lo , avio sulla lepra , del dott. Pazzi u a rgo1n0 nti · cli ra.cl iod i agnostica. 11rj 11 ari.a, del d.o tt. \ '" a.~sn llo n l cancro del retto, del dott. Nis·io s111 p11e111nonefro, del <lo1 t. P eracchia , nlla calcolosi r en.ale, del r1ott. ~.\nacle l'io sul tubo cligerf\nte del dott. PrnsC"iano su questioni di tecni<?a., ecc. Gli i11terYenuti a ,n1n1 i r.arono la. organizzazÌ<J·n e -dell'Ateneo Adriaticc e L'Otnplin1rntarono i l p rof. Attilj per ]' opera :,voilta ner la · diffusione e lo sviluppo deUa radiologia .

a Siracusa, ove i conve.11ut i a ....~istette-ro alle proi~­ zioni di i)ellic0Je cine111a tografiche ver la pro1pag ;1 nda a.ntitu be1 rcolaJ-.e, f u ten.uto u.n 0011vogi1or a ..\[ilan-0 da. un Co1nitato . -oer concl'Ud ere il co11tra.t to colla Ditta cc Natura F il1n » per l a fornitura di tre pellicole cla S<'•r vire !'.>er ta.Je pro,p .a ga nd,a. Presenziavano il dott. Oatucci. che fu l'iniziatore della paioposta, e il dott. ' 'T.asserma.11n, che versò Slùbito L. 5000 !)€1r il pa1g.ame11to .d e], primo acconto sul complessivo cQ\Sto delle tre p~llicole fissato in L . 12,000 . Intanto si ista ·predi&p<?_ne;n·do u 11 Convegruo1 colla

110

ll

Per il prof. Cuzzi. •

Per la propaganda i g irnico-sanitaria. D01po il Ool'lgresso 1 de~ M edici oond-0.t ti tenutosi

p,r~denza

NOTIZIE DIVERSE. Cors o di perfflzionan1e uto

i11

Ig iene.

·...-\.Yrà. lu.ogo }JirelS o la l{.. Uni\ers.i tà di Ro1na clall'll gennaio al J3 1na.rzo 1926, n ell ' I stituto di Igiene, \'ia Paler1uo 5 per lnureati in m€dicina ~ cl1irurgia, ed -e,v entua ln1e11te per laureati i11 veterinari1a, chimica , c11imica-fa1'1n·acia , agrari,a, ~cienze i1aitu.ra.li, ingegneria :e <liipJ.omati i11 fa.r m.a(;ia. Srurà svolto tenendo conto dei ·p~og.r.ammi pPlr g li esiarrni cli concorso ai posti di nffici,aJe sa11ita rio. rr t>.K~a di L. 300.50 rela CO'l~r:isrpon·dere all'econoino deÌl'Università; so'P ra tassa. di L .. 76.20, oltre L . 21.80 di tarssia tlipJom.a. I..ie iscrizioni. ohe si riceveranno fino ail 1° ge1111aio 1926. posson o raggjungere i l numero <li 120, {3&Sen <losi .aclle~titi n u 0 Yi ] ocaJ:i p~r le es.er oi taziioni. In caso di eccedL· n~a, le a.mmis&ioni iaw·anno 111ogo sero11(lo ]'ord in P. cli IJ>r e entazione dell~ cloma11de. 1

1cle11' Associazio11e A11tituberroo,l a1r e Medici co11(lott] (auspici i dottori Dosi e Bergolli) per la distribu.zio•n1e delle pellicole, per dare s1vilup1po in viari ce11tri 1a q11e.sta nuoiva ed effioace op'era di prop.aga nda, alla qllale bisog1'la atten<:leranno i Sindooat i p;r.orviinciali, se.ço11do le norme ch e veTranno frissate dal segretario generale dott. Vacino. (Da l< L'Avvenire Sanitario»).

Comm issio11 e 11ord-an1ericana per l 'insegname11to medico. Questa Cammissione, costituita ad iniziativ.a dell' Associa.z,:i-0ne dei Oo111egi l\lf ed·i ci America.n i, col concorso clell'.i.\s.sociazio11e Medica Atnericana, della Fonda.zi1on!e Ro<'h~efeller e della Fo11da2iione Car11-egie, l1Ja Jo ' scopo ,d i con·dur r e u11a vnsta e a.courata inchiesta .sul] 'insegnan1euto inedico negli Stati Uniti . T e.11n e ]a. s ua P'rin1a. adu11a11za a BuffaJo il 19 ottob~re scorso: si proced~tt€ .al l a elezione delle oariche e si tr.acC'iò 1111 nia110 organico del lavoro da. com,p jere .


1 18

J l.

POLlC LJ~lCO

Borse di st11dio per medici belgi. I

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA.

Sono state i tituite sette borse di studjo per gi ovani mediei belgi n egl.i Stati Uniti. Il piC'colo n1aniipolo ò IJartito di i"ecente; è formato d ei dottori: Brutsaert, De Guohtneer, d'Hoenen Em an , Morelle, R ade1et e, Vt0L rlooogen .

]>resse !Jf éd., 17 giu. - L. JJr, rJ ~l C? al. l '<1tcgen~i del r achitis 1no. 20 gin. A. C.\LMETTE e al. Pre1nuniz,ione contro l' iniez~ t b r. 111edii.a.11te il 'BOG .

Bull. il e. llléd., 9 giu. -· ...i\

Strade intitolate a medici. A una str.aida di Brussehle prossima a ll' U11iversità è stato .apposto il 11orme rlel con1pianto 1Jr1orf . A. Depage; a un.a d elle princiipali vie di Valenza il noone di S. Ramon y Caj a l; aJ nome d e l dott. C. M. Oortezo è stata intitolata la str.ada ove egli è nato a M~d-ri,d (il sen. Cortezo è membro del governo € direttore del « Siglo M edico »). •

Infortuni di sanitari.

Il dott. Rinail1do G1·andiJ p1·]n1a.r io negli Ospe dali Oivioi di Genova, t e11tan do sali r e s ul tram in movimento, cadde i·inianendo grave,1nente feo:it-0, peT cui f u ricoverato ~ll' Ospedale, versando in pericolo ·di vita. 1

Durante i noti inciden ti ayve11uti a FirenM, rimaneva lieve1nente ferito il dott ....t\.lfredo B erli, dooe11te di patologi.a chirurgi ca in quell ' U niveTs ità e dir'ettore dell'Osp,e dale di Oastelfiare11tino.

Il Congresso n1edico a11st1·aliano. Si è a.dunato r ecentemente a Dunedi11 , 11ella Nuo,v a Zelanda, sotto la preside.n za d el p11:of. L . E. B arn ett.

Donazione e lasciti. • La nobilclonna Giulietta Cattania, vedo.v a del dott . Pelleg1·ino Ognibene, già funzio nario del1' Archivio di Stato, ha legato L. 80,000 .all' Università di !Vfoden.a per l'istituzione d~ due premi ~ studenti della F aooltà di )1edicina ii1tito]ati aJ 110Jne del d e f11n t o mal·i to; li.a fatto ancl1e altri legati be11efici, per la som1na cli altre I.1. 250.000 . c1roa. 1

Avviso.

Il p1·of. Gim·an·n i Galli sta ultim.a.11do un trattato sull'arteriosclerosi e prega i colleghi, sp ecialmente le direzioni di oli11ica e 1)ato1ogria medica, di anatomia i)atologica e patol.ogia, perchè g1i vog liano ru.andare i lavori :-ttti11<'nti a questo tenia. nffi.nchè tutta la letteratura jt.aliana po a ,·enire presa in considerazio11e. Incliriz7A): prof. G . Gnlli - Uellano (Lago di Como). 1

Nell'elenco !)Ubblicato nel P oliclinico dei r appreentanti dei g ior11ali a 1 0 ongrl "'O della tampa :\(ediC'a È> . tata omessa J /1 rulf111·0 .l[PdÌt'f1 Jfntler110 l"a11pre entnta dal dott. G. ~.\ rnono. 1

_'.l.,Hlft:

e \ ' . l\ ! ME'\!.

Leu1o opirr etotrraipia nella p. ~ · Soc . P.Iéd. d . ll6p., 1 giu. ·- J>. \IE!~KJ.E'\ e A. DEv A ux. Astenia e sifil;ide . · - \f . I,, o\ j~.s...~ e L. DENOYELLE. Di.abete insipido e .obesità : tPntta.m e11to ipofisario. . Jou.rn : de M éd. de Paris, 13 giu . -- \- . P \c·OHF.'I' e B. n'ORMOND. L'ulcera pept ira rl1 g1 u11 ~le po t-operatoria. J'iull. .l e. wléd ., 16 giu. - C. 0ALMETTF.. Pre1TilLJ1'izi o11e delle t bc. co11 BC1G . R ass. I n t ern . Ol-in. e T er ., apr . - F. THO:\f.\S e R. FIALIP. Sul1a genesi del cancro. .Joiirn. j)f ed. Pari s., ·20 giu . - L . L Év1. Gli . . . .

a.ng1oor1n1m . If yqiène .1 1enlale,

giu. - RAYNEA U . D ove e come fil devono trattare e assistere gli i:>Sioop.aticj. G. To uLOUSE. Il servi21io di profila"'. i m entale ~Jel diipartin1. della Senna. Encéphal,e, giu . - C. DE MoNAKO'". ConnP. sio11i <l e.I c. stri•ato e del llllC . l1e11ticolia.re con le altre p a rti del ce-,r ve1lo. A. ...\.~THEA 'C:\IF.. La leggendia <lell1a cleiptoman ia . - H. Cr,.\ u nJ: e G . JwBIN. Pu~rilism.o scl1izoma niaco . _.\ . _l\ NTHR..\l-IR e P. SoHTFF. J.Ja r>s-ica11alisi 11ellP appJicaz. medioo-legali. ~entlbl. i'Tln. 1lle ff ., ~7 giu. H. Go1,vnJ,AD'f. I~-e p•a rot}di organi a secr. jnt. . .F'olia. Jl edica, 15 giu . - .A.. 130LAFÌI . J)c•t<:>r1ni11az. delJ' Az. totalie n o11 proteico e dcll ' uren nel siero di ;,angne. ,Jo·u r·n. 1Vcrv . a. 111eri,t. D is. gi11. - )I . ~o\~T­ W.\ZATUROW. Nat1llI'a dei r ifles..~~ .ad do.n1i11. s. E. ,J;ELJ,, CFFE. Patologia somai,ica e psich iea "I crocicchio « encef.aJite » . Z eit sch. f. T v);erk. , g iu. .J. P l'ìTH -scHKY. ]; solubile il p!roblema d ella tbc.? - A. ' KlTT.ETrav. La ser·ore~z, di :.\1:<1.téfy pe-1· accertar<' 1'n tti vità del processo tuborcolare. - E . G'L-T IT. I~a di~gnosi di attività. della tbc. p o1Tn. . Quaderni rli. P sichiatr .. rna~. -giu . - _.\.. X '~~.EI_ J_e al tera7i o11i di senso nell e 1nalattiP ere-clitariP. co11·genite e familia.ri. U. DE Gt \CO)fo. J,,a g licemia in alcu11e 1nalattie d ~l sist. nerY . Joiir·n al .4.ni. Jied . .4. snc .. 13 giu. - R . H. ~l .\ ­ JOH e R . C. DA \'°IS. F orte gli<'e111ia enza glic·osuria in di aibete trattato con l'insul.jna . - ~: . B. TowxE. Radiotera pia di t 11mori cerebrali. ~1i11erva, ~led., 30 gi11. -

P. A. )fF.1 xi-:n 1. _i\ l-

terazion i del sist. nerv. vege-tat. i11 alcun<· dern1.atosi. -- ..\. C'EC01'~. )forl>11s 1na-0ulo:-.n : :--!>le11ectomia. Jfiinch. Jled. TI'orh .. 26 g in . li'. ~f i:1.1 ,1- t l· al. ~leccani mo d 'az ioue dell'insnJiu a. - J•:. ti, 1;HFn e E. HF.RR:l.1 \~X. _ .\.111ino...acidi liberi l' <·0111-

~er

binnti nt'l c;an gue nell'in uffic:. r~n.ale. J[ r<liz. Klin ik, ~6 giu . - G. LEPEHXF . C'romo-

..... tocol1nn ,, .

djnanosi nella, funzionalità r enale - F. H1RB011 e J> . )1 \11J.1;k . •.\lcuni snreedauei dell'i11 11lin~ .

e} fa <·icolo .. c'°r o, !). l /t'l, priiuo t itolo, leg-

: <e P l"r la Fa1·macopea t~ffic·ia1e »; Ja i1otizia, ~iv;a 4n. lt ggere: u ogn 1 t1·i(\n nio; p e r il 192 a


I

~A~~o ~XX II , FASC.

51 ]

~F/ IO ~E

Ou.ltura ,")tomatol., lt1g. -· A. C..\LABRESE. La diaterrn ia in sto11 natol. .4.rch. Sch.- u. T r .-Hyg., 1 l.ug. - R. BoEOKH. ( Jli1nica ed epide1niol della i11alari.a iest-.aut. Acta "llled. Sconclinava, s u pp . XII. - E. GosTA. Il feto sifilitico. ·- S11·p 1:pl. VIII. D. HANS. Azione del iero a11ti-fibrnogeno s ulle en1azic. Pari ,-: Jléd., 27 git1. LEVADI'.l." I . E ziol. del]' e11ce.fa I. epid e r a.p1porti c0n 1'eTrpete. ~~OK­ TANF.J.. L ' incub.az. nella 111eni ngoco.ccia. A:n·n . I ·n st. l ?asteur, giu. - G.\1r~r,.\ 1too. \ :alore pratico del neurov.nccino. 1

I

PH,\TlC.A

P ractitio·ner, lug. Riv. di Patol. nerv. e

. Po r1. 1R04 1 o

cl~ll'11omo

di studio .Ade11oflen11none sottoma ce.J.lare: 111c1 10llf1 da i>referirl.5~ . Ane.n1 ie ~;iperi1nentali Ari1<"uris1na, cirso ideo del collo C:' d ella

fa oc in . .i:\ .nofeli: l~mna ooone l arvicid.n _~1 s."iicura ~;;io11i: vorie _.\11to1p ioterrupj a Bibliografia Bile cistica clel cane: microbi ' n10 Cancero i: (\1 lci o n el sangu-e . triuvinu~ nto

)I

» » )) )) )) )I

)) ))

)) ))

p1'ofessionul<'

))

C11ore: ]a, ]0gge del - in clinica . Diaitermia jn ginecologi.a

1 05

1802 1799 1800 1 12 1 02 1796 1799 l 04-

))

Cancro: ra<.lio- e ra<lium-tera·p ia Cisti o ·e0 .

))

1803 1805 1 1-1 1\ 0-f.

))

1 03

>l

1809

Di ritt-i lìatrimoniali:

contrnversie tra i nipieaati p, pubbliche cimrni·n ,ist1·azio1ii Dis111~ nsu dal servizio : rinnovazione cli 1n·oi·vcù:irnento an1iullato . Diss'le11terj.a, da cc Ba.1a11tiJi.un1 colj » Di11resi da b enzoato sodi,co . En1ogl oòi1111ria mala.r ica: genesi . Emoperiton eo : reinfusione 0011g11icr11a Emorragie int rac1·aniche nel neiolllato Emostasi e.la laceio co:;;trittore: r]cerche Endocarditi . pallida ·. Epitelio111a e1ni n i fe ro in tPsticolo rite1111to I•"ratt ur.a: perctLS.Sio11e ascoltata appl icata a l la. dia.gno i di -- . Gotta: l'.a•dio•grafia . . 1 <lronef.~· o ~i da in g i 11ocr11 ia.1nen to clell' u-

retere I11flnenza:

1neri~· ..

25 giu. - P. Gi:;rzZETTI . A~1.at. patol. delJ.a dege11er. lenticol. p.r ogTess. con cirrosi epn.t. (mala ttia di \Vilson). \ r . 1\1. BuscAINO. Distribu!l. dell' epil~sia e d el guzzo endem. i11 Svizzera ,..j_ 11.1i. di Oftalmpl. e Ol. () c'll l. , 7. ~ C. AnnARro. T., a ct1Ta dei tracomatosi. -- _.\ . 'FILErI'I. Cisti cornealj. D . 0ATTANOO. Affe zioni dei seni c1ella faccia e loro cont.p]icanze oc111o·-orbitali.

Indice alfabetico per materie.

Aceton uri~1 po:"t-opera t'oria

Cro1iucc1.t del

u.111ero speciale su : età

e n1alattie .

'

.Abito

1819

1809 l 00 1801 1800 180-1 180.+ 1804 180-!

))

)) ))

ll

)) )) ))

))

1803

))

17 13 1 05

))

))

))

1805 1793

))

1~01

))

p ro fi l a~.si

InsuJiJ1a: a lter.azioni llP•l1e 1J1101rt.i da, - .

della

In °'ulina: azione dej fosfati ee111ia da -

s1tr1·0nal·e

~una

inncrli-

. Puu. 1809. 1810 J,ic•' 1izia n11>nt1: vwrie . I'aa . .llediri di bordo: esanii . )) )lialgia: cilinica . M1orbi1lo: colIIlJPortamento clei latt.a11ti )) )) N,aircosi mi&ta ossigen. o-cloro-et,ere,a . Nte-fros1i liipoi1clee : fu11.zionali tà r e11ale . )) Occhio,: t errupi1a d e.Ile ferite penetraJ1ti )) )) Ofta ln1 ologi8t: con.g"l·e~s.o )) (}rcl1ite da maJ1ariia . )) Peritonite sperime11ta]e : ricerche )) Phlemznasi.a aJ.ba doJ.en·s : te'rapja )) Pressioni osmotiche: ricerche . )} J>unto dolo.roso lienale p o.ste·r iore l) ]{a·cLiologia n1eclicn: con vegn o . Jleumatis.mo poliartioo]a.r e: co1nipor t.a1nento, dei leucocit·i . » 8 a n gue : ricerche » 8011110 ottenuto 11egli stati cli eccitnm·e n to » Stova.i·solo : .]perse11sibilità .al1o » Streptococci emje gra,vi e lor•o t rattarnento >) Tabetico curato 00111 i11alaria e i1eosa.l• )) varsa11 )) 'renclini : 1·io·enetl·~1zione o Tenue: dil3taz:ione eg:ine11taria sen z·a )) stenosi 'ruber colosi: .p rin1itiva infantile della )) i;'ulva . )) rr11.m ori maligi1i: sierodiagnosi )) Ulcera gastrica: fatto1i di cro11icità )) lrlcera gastrioa: genesi Te> ticolo: -omotrrupia.11t10 i11 pro,;;;tatico 1·itenzionista )) )) 'J1eta.no : ou.ra. col m etodo B.accelli . 'J'nbercolnsi e e< d~boJezza or gatu c:n )>: )) 011ra p1reoooo U ni1iersità : riforma, V~ta.minia B • ))

;:;'.)

))

FIKE DEI,,

.

1802 ---

))

Voi, 1) )J E XXXII (Sezione P1·atica).

I t fase. 52 contenente i I frontespizio e Findice generale sarà spedito n ella 9rossima settimana, Il 1' fascicolo dell 1annata XXXI 11 ~1scirà il q Oennaio 1926.

:P....oII!a - Stab. Tipo-Lit. Arman·i di M. Courrier.

V.

A.SCOLI,

Red. resp.

1811 1808 1793 1807 1801 1801 1804 1798 1806 1807 1808 1802 1804 l81/ 1802 1 O-!

1803 1807 1806 1800

1802 1 05

1809 180J 1802 1802 1799 1791

17 7 1812 1 02


<P-~ G INA

JL POI..IC'I.. J~ICO

DELL'A.lillI~ISTRAZIONE)

----

~EZ .

Pl~A'fIC'.A.

- F-\1'-C. il

Periodici di nostra edizione :

SOMMARI DEGLI ULTIMI FASCICOLI PUBBLICA.TI:

IL POLICLINICO,, i

LA · CLINICA OSTETRICA

:

P ERIODICO MENSILE

di ostetricia, ginecologia e pediatria, per i medici pra1ioi : diretto daJ. prof. PAOLO CAIFAMI

:

SEZIONE MEDICA Il fa.scicolo 12 (1° dicemb re 1925) -cont i ene: I.

LAVORI ORIGINALI : - C. Macciotta : Studi e rioorche sulla ttetania. La

f.nnziione del tlimo nella patogenesi del la tetani.a. II. - E. Ven ezian : Conitrib'l1to alla conoscenza della gangrena spont_a~a delle estiremità. (Malatt•i a. di Wmi\v.arter). III. - A. Stefani : Corntri bu to anatomo•patologioo alla conoocenza clie~li e#31iti mo1· t a~i <la corpi es.tranei esofagei. IY. - M. La Torre : I.e affezioni del colon prossim ale nelle oolooietiti. 1

,

PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 5. .._

I non abbonat.i. a detta Sezione Medic a potJra.nmo r jeeverLi .inv iando il relativo importo, medi ante vaglia J><>l!!tale, aA Oa;v. LUIGI POZZI - Vda Sistina 14 - Roma. •

SEZIONE CHIRURGICA I •l .fascicolo 12 (15 dicem 'bre 1925) conterrà : LAVORI ORICINALI : I. - c. Antonioli : Stti lipom.i T'ertroper:itoneaiL'i. II. - C. Baggio : Co ntributo alla con'Osoon z,a •dell'as-OeSSo

oroni<X> cleill a li!Ilgua.

III. - U. Ba n i : Drue -0asi doi t'l1bercolos.'i del testicolo a deco:r1So acut-O.

Bottari : Contù'ibuto allo et11dio d·el sa.rcoma

IV. - T.

della vescica.. "f. - N, Leotta : 'J'ra1pjanto testicolar e intenunan-0. PREZZO DI CIASCUN FASCICOLO L. 5,

I non abbonati a detta Sezione Ohirurgica potranno rieever]o inviando iJ relativo dm,porOO, mediiante vaiglia poetale. a l Cav. LUIGI POZZI - Via Sistina 14 Roma.

'

I

Cuore e Circolélzione Continuazione de

LE MALATTIE DEL CUORE E DEI VASI

•• •• •• ••• •• ••• ••• ••• •• •• ••• ••• ••• ••• ••• •• •• •• •••

•• ••• •• ••• •• •• ••• •• •• ••• ••• ••• •• ••

•• •• ••• •• •• •• •• •• ••• •

Periodico mensile diretto dal prof. VITTOltlO ASCOLI : • ' . Redattore capo : prof. CESARE PEZZI • :

i

Il fascicolo 11 <Novembre 1925) contiene: Lavori originali : M. BOLAFFIO: Mala.ria e anemia àelle gravide . Fatti e documenti (Casistica clinica ed anatomica) : _\. .

MATERZANINI: Sopra due casi di sten-OBi pelv.~ca. in g.l'aivida nza tra.ttatJi con la e-infisiectomia par~ ale od « operazione d i Costa ». _i\.. FOR.NERO : Tre •cxperazioni cesaree per distoc.ia. app<>rtata 1.alle pairti molli. Let rubrica degli errori : B. R .A.GUSA: Inversione puerperale del•l 'utero io.viiata in clin.ica oon d.iia.gnosi 'di fibroma sottomucoso . Riviste generali : G: OOJANTI: La deportazione de..l;}Jep itelio e dei villi coriali nella fisiopatologia oetetrrea . Dalle Riviste : Ostetricia : L 'ecla.mperi.smo. - Eo1amill@)a. ~ pressione intracrandca. l-!1claim psia e costituzione. La. tossiemia eclamptiea e la g lomerul0-nefrite aettta . - Il trattamento con il g~ucosio e l'insulina dei 1'<>miti ~ncoercibi1i della gravidanza. - Metabol.ismo dei -carboickati durante La gravidanza e valore dell'.inenlin·a per l'oetetri-00. - Cinecologia : Omotrapia;n.to del teS1Suto ovardco. - T rapia.nti ovartiici. - Mucosa uterina nella tuba. - P erme!l.bilità delle t ube. - Un àuon esito remot() della salpJ.n.g-OBt-0.mia. - Il trattament<> della d:is m en.orre::i,. - La diater1nia n ella gonorrea iemm·inile. - Pediatria : I niemone int.racard.iaca di adrenalina nell'.ar.resto del cuore. - 'rem~r aituxe abnormi d i un neonato. - Febbre t ra.nsitor.ia dei neonati. Note di Biolog ia : Raddo-eccitam ento delle ghiandole sessuali e ringiovanimento. - Irradiazio·ne Roentgen e Slistema nervoso vc1geta.tivo. - L'inifluenza sul feto dei raggi Roentgen. - Or mone sess11ale fem1niruile. L' est.ratto di corpo l nteJ fimpedisce l 'ovullazione. - 'Malattie cutanee n ei d.ist,urbi della funzione ovarica. Sulla steni1izzazione temPor anea media '"lte iniezione dii liqu.ido semina le nella femmina. - CaL 'azione e midollo 0$Seo. - Azione della et1rrenectom1.. '\Ui teEtiCO'li e s ulle ovaie. - Sesso ed epooa. d e l con c'-.>inlento. Qu.a n clo dn izia la gra;vidan~a? - Mestruamone e mluppo f etale. - L 'immunità nat urale nei neonati. Tecni ca: Scelta del donatore nelle trasfueioni di grandi quantità di sangue. - Sulla trasfU&ione del sangue_ - Iniievioni <li « liipiodol :> • I libri . Varietà: Nas.CJite nelle ritirate dei treni. -

Prol·i fi•tà ecc0zional e. - Un parto quintuplo! - Le impronte d igitali dei neonati. - Colombe che diventano colo mhi. - Confronti statistici fra, Gern1arnia e Francia.

Abboname nto per il 1926: Italia J.J. 32; Estero L. 45• Per gli abbonati aJ. 11 Policlinico » : I talia L. 25, Estero L . 38. Un f ascioolo separato L. 3.so. Invi:lre Vaglia postale a l Cav. LUI GI POZZI Via SistÀ•n a, n. 14 - Roma.

IL VALSALVA

arterio a e il m etodo o~ciJllometrioo. - II. - C. NA- : iplastiche dell a tra.ohea. 'l'_\ LI e AN ONE : Mod ificazioni istologiche nel mio- : Idee e met~.ti nuovi : F. B.RlTNETTI: A p.roJ 'Obit-0 del c:ardio di animali trattati con estraitto omologo ed : lembo a.utopl~tico a.ponevrotiico alla Le-otta '.I)er 1.a ri.neterologo di ghiaJldola tiroidP. . : geotomia. Rivi sta sintetiic a : , . . CO:\fINOTrI: InterventJi oh1r11r- : Raccolta di fatti : G. BORT <\ NI: Djfterite primitiva del gicà. s11l c11ore nella· m<'diéina interna ~r sconTolta : naso 0 d eo1l'orecchio? irrigazione san.guigna. : Ri cerch e di laboratorio : G. DON.ADE!: La Reazione Rasse~ne, rivis!e, congressi : Clinica : Angi11e di petto • Costa .jn oto-l'ino-Jaringoi.at.ria. nevro iche. De trocaròia isolata con st.enosi deJ- : 1n biblioteca : Nuova teorioa dell'armonja .- Eugeni e.a. l'i ·tmo delil'r.orta ecl endocardite lenta. Le cause : igiene m ent3.le e profilassi delle mal~ttie nerv0cie .e eh~ det e rmi11n110 l'in~11cces6-0 del trattamento delle : menta1i. - Labirintiti e prove funzionali del lah1in.snfftcienze carclinche. -- Ca.si di. m orte n ,e lle gra.v1de : rinto. e nelle partor·ienti clovut(' ~ malattde di c u ore. - : Recensioni : Laringite microcistica '\"el"l'uooea. - hulla ~tuclio peri.meritale .:'!!l rifles o a_ortic<:> di percu~- : produzione delle emolisine specifiche mediante l ~ t5<>IDt-ione. - ~nl dermogri'lficmo in carc11or at1e. - Contr1- • ministrazione di antjgene per la via intratr~che:.~e e 1.ut " ,, l!o -,tudio dE-11 ' ipo.sistoJia cronica e straeardiaca. : per quella 'taotro-i n'tletitinale. - 8nlle vie ch1rur~che E peri nze intorno al rifles.. o aiddomino-cardia.co : per aJ>plicare il ra.dit1m nei tu.mori laringei.. - Una d e l r...iYierat-0. Fisiopa tologia : )fodifìcazioni della : .strana eliminai.ione di corpo estraneo delle v1e ree'J»prc :.i,ionC' .1rt~riot:1.1 e del c"Onten11to di calcio del an- : ratorie. - .. ullo srt:u;mo l aringeo rifles ·o quale tdne-ne in -eg11ito alle irradiazioni delle capsule -..urre- i tomo differenziale delle a.ffezioni esofagee. - Rull.1.. nali. - ~11i venodilatatori. - Ln gittata J)nl.satoria. • ieroter:11pia· ad alte dosi nella difterite. - L'er~•._ {'3lcolata iu alt·unc po--izioni cli rioooo. - Apnea 'VO- : !Sifilide taTdiva del laringe. -- , op ra una com11ne ..,.1nlo11taria e laYoro mu.... col::tre. - Terapia : Con idera- : drome O()l:,tituzionale adenoiùer. nell'infanzia. - :-.nlh1 zion i . nll:t evolnzio1H:~ e c.-ulla cura della pericardite : tu h<>rcolo~i de-lla tiroirte. t uht·t«~ola re l'O!! '\"e1.... nml•nto. -- T..'elettrotera.!)i:t nelle : La nota storica : U. DEOANELLO : Aristide ;"te{ ni. 1n:tlattil• de! l"Uore e dei va i. : Notizie e questioni. "\bhona mento per il 1926: Italia. L. 3 2 ; Estero L. 4 5 . : _.\.bbonamento per il 1926: Italia. L. 3 2 ; E .. toro J.J. 4 5 . Pt•r •li ahhon.tti ~l .. Poli.clinico u: It.alìa L. 25 ; Etero : Per ~li a.bbonati al et Policlinico,,: It.alia J... 25 ; Eriteio · 1 to I~~·-=~· 3 ;-=~~·~.~.--:~-·.---::::==---5O L. 3 8 . Un fa...~icolo ,::euara.tn T •• ~ ~" 3 8 l• f ~IJ~.--.!'~~·__;:;:.:fl:.......::~a~~~c~1~=~:.:.:.::o::.....::~=e~p=a~r~n:.;..:::......:= ·~~,_...;;;.~.

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Notizie •

Rl VIS1'A MENSILE DT O'I'O-RINO-LARINGOJA TRIA 11 f:i:;ci~·olo 11 (Novembre 1925) contien-e: : rliretta daJl prof. CUCLiELMO BILANCIONI Lavori originali : I. - G. G.A LATA: Rii<:erohe compara- : I l faeci colo 12 (Di~bre 1925) contiene: tiv~ .f ra 6.1 m et-0do di misura diretto della pressione • Esper"'imenti e saggi : IJ. TORC:JIIAN.A: I trapiant·i nelle

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1iL JlOLIOLINICO <P-~GIN.i\. DELL'AMlIINISTRAZIONE) ------------:----~=-=:....::.::.=..:.::.::...........:=-=:::::::....::::.::::::~~~~~~!__--SEZ. PRA.TICA - F ASC. 51

Nostre recentissime pubblicazioni : Prof. Dott.

CIOACCH INO

FUMAROLA .

:Do061lte e primo aiuto nella Ol:iniea delle ma..l attie nervoee e me!'ltali della R. Università di Roma.

Diagnostica delle Malattie del Sistema nervoso Prefazi0<ne e due capitoli del Prof. GIOVANNI MINCAZZINI

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Prof. CARLO BAltLa

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Dott. prof. ALESSANDRO ROSSI

doc. di Fisf ologia e Patologia Afedlca nella R. Università di Padova

Morlotouia Clinica e Fistopato1001a del cuore Prefazione del prof. LUIGI LUCATELLO Clinico 1\fedico dj Padova

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L. IACCONACHI

Medico primario negli Ospedali civili di Bresola

La Clinica della ADESLONE PERICARDICA (Fibrechia del cuore) nell'aspetto suo diagnostico

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Diagnostica dell.e malattie parassitarie .Pretazione del 11rof. VITTORIO ASCOL• Direttore della B. Oliniea Medica di .Roma.

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Prof.

FRANCESCO

VALACUSSA

~fedioo

d ella Famiglia Reale, Direttore e P1iimarti.o del Preventorio Der lattant.i "E. Ma.ra.inJ. » , Me d1co -primai.rio nell'Osped,ale infrui:itile " Bambiino Gesù ». D<>~ente dii CliTJica pediatri.ca nella R. Università di Doma.

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fii af, Dott. DARIO MAEITRINI Docente dJ trl1lologla nella B. Università di Boma

Cardiografia ed Elettrocardiografia Angiografia

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Prefazione del prof. S. BAGLIONI OlrlttoN deU9Istituto di Fisiologia nella R. Unlvenftà di Roma

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I disturbi del ritmo cardiaco

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Consigli d 'igiene ad uno mamma (Terza edizione notevohne11te ampliata)

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Medico nel Brefotrofio Provinciale. ualstente alla. R. Clinica Pediatrica dell ' Università di Roma Direttore della Scuola di Assistenza all'Infanzia.

Manuale di Pediatria Pratica (Seconda edizione) Volume in-8, di pag. .POSOLOGIA INFANTILE - 1in commercio L. 2 O, IOie L. 1 7. 5 O franco Prof.

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ARNOLFO CIAMPOLINI

Docente di medicina legale <le~li l nfortunl nel R. Istituto di Studi Superiori in Firenze

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Prefazione del prof. CARLO FERRAI , direttore dell'Istituto di Medicina. Legale della. R. Università di Pisa. tJn volume in-s•, di pagg. VIIl-79 <N. 9 delle Mondgrafle medico-chirurgiche di attualità), nitidan1ente ata.mpato su carta eemipatinata. Prezzo L. 1 O.· Per I nostri abbo~ati CJole L 8 1 7 5 !r&.11ao di porlo.

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PrefaEione del prof. Giu seppe Bastianelli . I Un volume in-8 C~. 7 delle n-0stre 11 Monografie l\iediooOhirurgiche d ' :l.ttualità »), con 73 figure intercalate nel test-0, nitida1nente stampato su carta semipatinata. Prez1,,o L. 18. ·- Per gi1i abbo·nati al cc· Policlinico 11 sole L. 16.25 in porto frnn co .

Prof. doti. PAOLO STANGANELLI <.h::H11. H.•

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net moderni concetti Un volume in-8 di pagg. \1IU •100 (N. 9 delle e h1onografle .Medico-Chirurgiche d'attualità). Collezione del e Policlinico>, nitidamente stampato su carta semipatinata. Prezzo L. 1 2. Per ili abbouni,i al e Policlinico •, sole L. _1 CL..7 _5_,

Cott. Prof. A . ROMAGNA MANOIA

Docente di .Neuropatologia nella B.. UniYeraltà di Boma

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i• I disturbi

del sonno e loro cura

Prefazione del Prof. GIOVANNI MINGAZZINI ••• Direttore della I;.. Clinica delle malattie nervo11e e mentali •• dell'Univer1utà d1 Roma •• Un 'VOiume in-8, di pagine VIII - I~. nitidamente etampal..J ••• 1u carta semip&tinata, con i2 f!gure nel testo ed una ria1c1· •• tJ1aim& illustrazione eull& copertina. - In commercio L. 1 8 •• 11lù l,a l\pesE- di spedizione postale. Per i nost!i abbonati sol~ •• L. I 6. 2 ti in porto franco . •

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IL POLICLINICO

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DELL'A~I~iINISTRAZIONE)

$EZ. PRATICA - 1'.,ASC.

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Entro il prossimo gennaio pubblicheremo :

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Prof. GIOACCHINO FUMAROLA .

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Di.agnostica delle malattie del Sistema Nervos · Parte speciale. Voi. 11. Sistema nervoso centrale.

c:o n questo voll11ne si compl eta l'u1)era del P rof. FU~'.IAROLA che tanto unanime entusia·smo ha sollevato presso maestri, colleghi, 1nedi:ci e st·Ud·enti. e che è stata tanto favorevolmente giudicata dalla stampa medica dell'Italia e ·dell'Estero. 1

Prof. dott. ARNOLFO CIAMPOLINI

Ducen1e di n1ed icina legale degli Infor tuni del lavor o ne lla R. Uoiversità di Fir enze

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GIUSEPPE de VINCENTllS P I·o"·. 1

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Docente di Patolo~i a e. ~lin~ca Ocu~:-1 cio:i. nella .R. Un1vers1ta d1 Napoli

MANUALE DI OCULISTICA (ad uso dei medici pratici) ' Sarà un volume ·di .circa 600 pag·ine, nitidament e stampato su l;arta semipatinata, con f4,aure in nero ed a colori nel t esto e .con tavole colorate fu 0ri t esto.

Dott. ROMOLO RIBOLLA.

4)

Medico diplomato della Mar ina ~fercantile

Medicina Tropicale e Igiene Marinara Manµale teorico-pratico elaborato secondo i nuovi programmi per gli esami di abilitazione a medico di marina mercantile con lettera di AUGUSTO MURRI. Sarà un volun1e i11-8°, dii cir ca 500 pa.g·i 11e, nitida1ne11te stampato su c:arta. semipatinata , c.:un figure

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Prof. Dott. VINCENZO MONTESANO della R. Università di Roma

Manuale pr~tico di malattie della pelle p e r :t:Iiedioi e

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Sarà un volume di circa 400 pagiu<\ nit1dan1vntl' stampato su carta semipati nata, con moltì) flg11rC1

nel testo, quasi tutte originali.

f)ott. p1·ot: G. AYAL.A. e Oott.

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PISAN~

della d!ù,~l~~~~~fci"~?P~~~~atrica

Il liquido cefalo-rachidiano Meto d i d,indagin e e valore clinico

Prefazio ne del Prof. GIOVANNI MINGAZZINI -..,a1à un volume in-So. di r,ircn 300 1,ngi11e . d ella Collana ?\ilanuuli clel • Policlinico , nitidan1cnte !>tam1>nto su carta. sen1ipn.tinata, -co11 illu~trnz1u11i 11cl testo. . ~.

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