Il policlinico sezione pratica anno 1936 parte 1 ocr parte4

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ANNO XLIII

Roma, 12 Ottobre 1936 - XIV

Num. 4:1

'' PERIODICO DI

''

MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

PRATICA

CESARE FRUGONI

Clinico Medico di Roma

ABBONAMENTI ANNUI: 1° GENNAIO - 31 DICEMBRE l talia (1) A L LA SOLA SEZIONE PRATICA (settimana le) L. 58.80 (1-a) ALLA SOLA SEZIONE MEDICA (mensile) . L. 50 (1-b) ALLA SOLA SBZtONE CHIRURGICA (mensile) L. 50Sinsoli :

Un numero s eparato della

Estero Cumulativi: L. 100 (2) ALLl!l DU B EEZIONI (pratica e medica ) . L. 60 (5) ALLE DUE SEZIONI (rprat ica e chirur gica ) L. 60 <•> .ALLll TRI SE210NI (pratica , medica e chirur.).

SEZIONE MEDICA.

o della

CHIBUBGICA

L. 6 ; della

PBA.TICA

Italia L. 100 L. 100 L. 125

Estero L. 150 L. 150 L. 180

L. 3,50 •

SOMMARIO. Note e contributi : M. T. Malato e C. Cataldi: Contributo alla conoscen za del morbo di Del'cum. Riviste critiche : G·. Dragotii: Il r affreddore. commenti : G. P ieri e L. D·urante: A proposito della spla n cn icotomia nella ipertensione arteriosa. Profili: B. Niga-isoli: Cesare Cavina. Sunti e rassegne : VASI SA..'lGUIGN I: J . H. Hunt: I fenomen i di Raynau d. - I . D'Avan z.o :· Sui r app or t i tra em atom a perirenale con em aturia essenziale e periarterite n odosa. - INFORTUNI : Marny H . Hobart: Lesioni degli atleti. - S. Jellinek: L,a causa, l a pa· tologia e l a cura dei traumi da elettricità. Divagazioni: J . G. Knigh t: Fisiologia ed evoluzione dei batteri. Cenni bibliografici. Accademie, Società Mediche, Congressi : R. Accademia Medica di Roma. Appunti per il medie.o pratico : CASISTICA E TER~P IA: Lesioni vascolari nelle lussazioni. - La lussazione anteriore della testa del perone. - Lesioni infia m.rn a -

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CONTRIBUTI

lsfituto di Clinica Med ica della R. Università di Roma. Direttore : Prof. CESARE F RUGONI.

Cont ributo alla conoscenza del morbo di Dereum per i dott.ri M. T. MALATO e C. CATALDI. Nel 1888' Dercum descr isse per la prima volta un caso di adi 1:-)osi .d olorosa, sindrome costituita da lipomi sottocutanei numerosi o da 11r1a lipon1atosi diffu sa, che rispettano quasi se1npre le r,stren1ità dis tali (mani ·e piedi), il collo e la faccia e ch e hanno carattere spiccato d i essere i11olto dolenti alla pressione e sponta11eame11te. All a adiposi si associano quasi se1npre si11ton1i nervosi vari, ed in special ir1odo i 'astenia invin cibile e disordini psichici. N,el 18f) l Henr)· de,scrisse una distrofia mixe .. de1natosa con cernente u11a donna di anni 45, epilettica ed alcoolista, ch e presentò in ' rarie pari.i del corpo una lipo1r1atosi multipla . Nel 1892 lo stesso Dercum ne descrisse a]-

torie « a focolaio 11 della zon a iuxta-epifisaria del collo èlel femore. - Estirpazione della m età superiore del f em,Qre con r icos tituzione au toplastica comp leta d ell 'estremità. - C<>n siderazioni sulla t u bercolosi cotiloidea. - Importan za della perfor azione sec. Beok ·nel ritaTdo· di consolidazion e e nell a peeudartrosi. TECNICA DI LABORATORIO : I caratteri del gonococco. MBDICINA SCIENTIFICA: L 'origine biochimica dell'ossalemia e dell'ossalur ia. - VARIA. PoHtica sanitaria e giurisprudenza : G. Selvag.gi: Limiti di effica,oia del -divieto di nomine definitive nel corso del .g iudizio. - Fo rma delle .pu1bbli.cazioni valutabili nei conCOO'Si. Nella vita pr.ofessionale : Servi zi i gienico-sanitari. Cronaca del movim ento professionale. - Medicin a sociale. - Con corsi. - Nom ine, promozioni ed onorificenze. N·ot izie diverse. Indice alfabetico- per materie.

tri due casi , riscontrand o in uno d i essi aum ·ent.o di volu me dell.a tiroide, con zone calcificate. Nel 1895 Collins riferì su sei casi, d i c u1 u no osservato da lui e gli altri da Peterson e Lovelen·d. In Europa il primo caso fu descritto <la E'vald (18'9ò). In Italia il pri mo caso fu d·escritto nel 1910 d a Giudiceançlrea e, fino ad oggi, sono stati l'otuti illuf'tr.are oltre un centinaio di casi, il che dimostrD cl1e la mala t tia n on è eccessivan1ente rara. 1

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Malgrado i l esiguo dei casi illustrati , gli AA. n on so110 .a ncora d'accordo sulla e tiopatogenesi d ella malattia. Tiroide. Der cun1 descri~se il primo caso come una distrofia del tessuto sottocutaneo, con si.ritorni analoghi a quelli del mixedema, e fu il prin10 a sospettare ch e si trattasse di una speciale ùist r0fia da mettersi in rapporto probabile con a 1terazioni delle g hiandole a secrezione interna (tiroide). Egli trovò, in uno dei e.asi venuti a morte , degenerazione colloide della tiroide, n evrite interstf.ziale dei filetti


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ILervosi del co11nettjvo sottocutaneo. Che· la tiroide g iuocbi un ruolo iJ11portante nella pat-0 .. gen esi tlell 'a rfezi one è din1ostrato dal fatto che SrJiller 1nigliorò un caso con la cura tiroidea. \.osì 10 stesso Giudiceandrea ottenne deg·li otLi1ni risultati co11 preparati endocrini (tiroide) dopo aver praticato, senza alcun ,e ffetto per parecchio t,e m.p o, cure fisiche e stri·c nina. La cura tiroidea fu praticata con su ccesso anche da Odtlo ecc. (C>cldo e Chassy (1902), Mac Mulla11 (1909), Stern (1910), Carlene (1910), Pierr et e Duke (1912), Claude ·e Sezarg (1913), Sanger (1918). Anche c:ushing ha trovato la tiroide ridotta cli vol ume. ed ipofuozionante. Una attività minorata tiroidea ha anch e il m. di Der cum in co1nune con l '~Lrofia adi1)oso-genitale, sia a ti])O Froolich sia a tipo Cushing.

I pofi$i. Serondo altri invece la ghiandola maggiormente incriminata sarebb e la ipofisi , o n1eglio ancora, la regione tubero-ipofisaria. Oramai sono provati i rapporti ipofisiadiposità: il confronto tra r eperti anato1no1)atolog·icì e 111anifestazioni cliniche, il contril,uto cli dati sperimentali, m ettono a far creclere cl1e la sindrome lipo,g ena sia in rapporto con lesioni a carico del · tuber e della i.p ofisi. Alcu11i -~A. ritengono addirittura responsal)ili di ciò la adeno-ipofisi, avendo anche essi clati spcrir11 entaJi non inclìfferenti in favore. Delle vod11t ~ non antitetiche , se si considera che lesioni dellla r egione tubero-ipofisaria potrebbero , pP-r ostacolata di ffusione degli orrr10ni ipofisari, corrispo,n dere dal punto di vista funzion.a le alla minorata attività ipofisaria. Biedl vuole che la e< pars interm,edia » abbia an a influenza sul rican1bio dei grassi comP. su qu·e llo degli idr.a ti di carbonio e sullo sviluppo dei · genitali; P ende invece attribuisce t11tto alla pi·eipofisi. Casi di adiposi dolorosa di origine prevalentemente ipofisaria sono stati descritti da Burr e da Madelung, da 1Fanerbryc Prime, (7uillain r. .t\lquier, Gautier. Alcuni di questi AA. (Burr) riscontrarono cìegenerazione g liomatosa della ipofisi, altri ; ~Jadelung) alterazioni ipofisarie da compres. s1one. \\7aldorp (1924:) ha dato il maggiore contri buto alle alterazioni ipofisarie nella sindrome di Der c11m avendone osservato 12 casi, e in G di essi tratta,1asi per lo più di neoplasia, i r ui limiti anatomici oltr·epa ssavano spesso la sella Lurcica, per cui e1nise l'ipotesi che la sinto1natologia, oltre che da lesioni ipofisarie, potesse dipendPre anch e da compressione o rn etasLasi della sovrastante porzi·one del diencefalo . ~el caso in cui i r eperti neoplastici manca1

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ano l 'A. riscontrò lesioni di origi11e arteriosa

(gomn1e., focolai di rarnmollimento, nleningite, idrocefalo del III ventricolo). Gl. sessunli. Tra le altre g hiandol·e che sono state prese in considerazione per spiegare l 'etio p1a togene. i del m. di Dercun1 sono le gl. sessuali, e 1\ilarine!Sco ·e Goldst~in riferiscono due casi di adiposi dolorosa , in uno dei quali fu riscontrato criptorchidismo, n ell 'altro una notevole atrofia ovarica. 111 ambedu·e idrocefalo . Heitz e Ptenon nel 1900 constatarono l 'insorgere della adiposità in occasione della me .. nopausa, o invece quest'ultima rendeva stazionaria la preesistente adiposità. E numerosi sono i casi citati di m. di ·D ercum insorto in menopausa (llasko\.\'ek, Dupè e Giranx, Cronzon e Nathan n·e l 1907, Punier, Bergeran nel 1908, Dercun1 (1911). Sigard e Ro11ssy descrissero un caso insorto clopo ovariecton1ia. Rabomeux e Spanowakj, Musso e Fourni~r (cjt. da Pende) videro il primo i ·segni di una: iJ1suff. ovarica e l'ultimo ipoovarismq luetico. Quale posto debba occupare l 'app,a rato genitale n ella sindrome tanto ·d iscussa è questione su cui regr1a ancora m.o lta incertezza, e sui ra1>porti che intercedono · tra gl. sessuali, ed aJlre g l. a secrezione interna (ipofisi, corteccia surrenale ecc.) nulla ancora è ·stabilito. L 'ipofisi è naturalmente indiziata per la conoscenza della minorata attività della sfera ge11itale ch e segue all'asportazione d€l lobo anteriore. E in ta]e senso le nozioni sul dominio d·ella ipofisi a,nt.eriore sulla . funzio.ne ciclica dell'o·vaio a 1nezzo ,d egli ormoni gonadotropi da essa elaborati, e isolati successivamente da Zond·e ck e Aschheim sono quanto mai suggestive. Sono note le due concezi·oni dell 'iperbasofilismo ( (~usl1ing) e dell 'ipobasofilismo pituitario (iBerblinger) come fattore dell'atrofia genitale, teorie apparente1nente opposte nla conciliabili (Gamna) se si pensa ch e gli elementi basofili dell 'ipofisi abbiano realmente ingerenza sullo sviluppo e sulla funzionalità delle gonadi; alla inattività e alla atrofia si potrebbe arrivare sia p er difetto della fi~iolo: gj ca stin1olazione sia per eccesso nel se1\so d1 Zondeck. della cc sterilizzazione n. GZ. surre1i,ali. -· An ch e le gl. surrenali hanno una .p arte 11el m. di Dercum . In u11 caso· descritto da Pellegrini, l 'A. sostiene dipenclere l 'astenia da iposurrenalismo: egli ba ,1ttenuto un n1iglioramento con una adatta opot€.• rap1a. Teoria pli1righiandolare. - Le idee che ]:r evalgono .tendono a spiegare la sinrlrorne adiposa doloro5a con1e una disfunzione a carico 1

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SEZIONE PRATICA

di parecchie ghiandole, con l 'interessan1ento d·el sist. nervoso. GuilJain e Alquier descrissero dei c.,asi con ipertrofia notevole del corpo Liroirleo (sclero:;i sv~luppatissima~ e ipertrofia inoltre della ipofisi con sclerosi associata. Price nel 1908 risto11t1·ò alter. flo aistiche tiroid·ee con aumento considerevole d~l connettivo di t111 lobo e alterazioni flogistico-neoJ)lastiche dell ~ ipofisi, sclerosi delle ovaie co11 i1eurit1e interstiziale di parecchi filetti nervosi. l(erl 11el I~ 14 notò lesioni della tiroide a ~--.ui attribui i disturbi vasomotori e secretori (iperidrosi , dermografis1110), e lesioni della ipofisi (glicosuria). Pende sostiene la teoria endocrino-sin1patica, riferendo il Dercu1n a una sindrome 11euro-ghiandol<lre per l 'alterato trofismo dei ,-ari tessuti organici, onde propo11e la denorr1inazione di t< distrofia endocrinc.-."impatica n.

J4 ltre teorie etiopatoge1ietiche. Anche altre ipot~si ~anno invaso il campo per spieg·are l ad1pos1 dolorosa. Tra esse citiamo: la teoria rieuriti,ca di Peterson-Ceconi, che ritiene la n1ala1.tia dovuta a polineurite rudimentaria t,ossica e tossi.infettiva; la teoria midollare del Silv·estrini che si basa su un caso di a::-~o~iazione de~ m. di Dercum con siringo~1el1a;. la teo:1a. del disquilibrio oricogeneo <lclla lipogenesi d1 ~fartelli. Per alc11ni (F·ere, K.aplan, :F ederoff f'arhon (~olstein), si tratterebbe di una vera ~evrosi a rna~ifestazi~ni distrofiche cioè di una adiposi ~ 11pom~toB1 comune alla quale si aggiungono feno!Ilen1 nervosi (isteria, ·epilessia, psiconevros1). ILLUSTRAZIONE DEL CASO.

G. A., di anni 42, da Roma, nubile, d. d. c. A n. familiare: Madre morta a 60 anni 1n uno s~ato confusionale melanconico insorto nel periodo della inenopausa . Una sorella della p. ha sofferto ili corea all 'e tà di 18 anni. , . An. fis.iol?gica: Nru:m~le il primo sviluppo fi'SICO e. ps1ch1c<?. In co1nc1denza con la prima mes~ru~z1~ne (13 a.). la p. ebbe vertigini, vomito, 11pot1m1e frequenti. Per cir<.:a un anno le mestruazio~i successive furo110 regolari per ritmo e quantità, scomparvero e furono regolari sino a 31 anni, quando una seconda volta amenorrea per alcuni mesi. Alcuni anni dopo, un aJtro periodo di irregolarità tanto che la p. ricorse a cure ovariche senza alcun risultato. Verso i 40 anni si fecero scarsissime e saltuarie. Da tre mesi la p. è in nienopau·sa. Ha con.d otto sempre una vita agitata, senza strapazzi fisici. Non beve, nè fuma. An. patologica remota: Dei comuni esantemi: rosolia. A 13 a. astenia e sonnolenza diagnosticata come anemia cerebrale. Guarì completamente dopo 1re mesi.

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La rnedesirna sinto1natologia si ripetè a 21 an., d urò circa due mesi. A 26 a., duf~l.'.lte la epidemi.1 del 1918 si ammalò di. ]nfluenza. .l) opo un per] odo prod romico caTalter1zzato dai doìori vaghi ai fianchi, Ebbe febb~e alta, cefalea, dolore epigastrico, anores~ia, ,·om1to: la forma regredi a scomparve dopo 12 giorni. A 29 a. si ammalò di tifo uer la durata di circa 3 me·si. An. della m.alattia attuale: Sin da bambina la p. notav~ ogni tanto dei dolori agli arti a crisi, terebranti, a volte sotto forma cii parestesie moleste accompagnate da un se11so di stanchezza. Le sofferenze cessarono spontanearr1ente a 21 an11i. Nel 1918 (aveva allora 25 anni) la p. in oc<'asione dell'episodio influenzale su descritt~, · fu colta da un improvviso crampo al polpacr.io; guarita dal1'influenza i1otò un sen·so inodico di stanchezz" e di a·stenia agli arti inferiori (D > S). Non parestesie nè dolori. L 'astenia si andò accentuando. Per consiglio di un inedico fece c11re cli fanghi e di sabbia, ma senza alcun giovame11~o. Il peso corporeo era allora di 51 Kg. Nel 1920 (a 27 a.) la p. si ~corse di una t11meiazione al tratto distale degli arti inferiori , e 111acchie di colorito rosso scu.r o sulla cute dei polpacci. I1. ;. 7.iarono le parestesie sotto forma di freddo intenso, di formicolii, e si accentuò la debolezza degli arti inferiori, che divennero cadenti, con tendenza a ruotare all ']ndietro. Alcune voi le, durante la deamb ., la p. avvertiva all 'in1nrovviso ehe le forze le mancavano, che gl~ \irti t>i piegavano sotto il peso del co.r po, e cadeva · a terra. A 29 a., dopo l 'infezior1e tifoidea , si accentùò l 'astenia degli arti inferiori, tanto che fu c.o stretta a servirsi di un bastone per can1m]nare . .Nello stessn tempo anche gli arti superiori si fecero aste11ici e divennero sede di dolori e parestesie. Notava disturbi vasomotori. Fu fatta diagno·si di polineurile. Le vennero praticate cure elettriche: nessun risultato. Uscì dalla Clinica il 10 giugno 1923. Pesava allora 62 Kg., l 'asle11ia andò aumentando e il peso corporeo dopo 4 anni raggiunse i 92 Kg. (1927). Con l'aumentare della adiposità la deambulazione si rese sempre più difficile. ' Nel 1931 co111parvero dolori agli art. inferiori, dapprima senza particolari caratteri, poi lancinanti. Nel 1932 insorsero dei disturbi distrofici a carico dei peli delle él!Scelle e del pube, e dei capelli , che si distaccavano a ciuffi. Ricoverata una 'Seconda volta nello st esso Istituto, fu fatta diagnosi di m. di Dercum . Le furono somministrati estratti plurighiandolari. Uscì dalla Clinica il 22 gennaio 1933 in condizioni invariate. L'astenia cominciò a diventare invincibile, i dolori agli arti inferiori divennero più intensi e a carattere notturno e da 1 anno la p. ha dolori anche alle braccia, con una certa limitazione dei movimer1ti. Ogni tanto disturbi vasomotori: gli arti facilmente si raffreddano, diventano cianotici, la p. accusa di tanto in tanto senso di vamp ate al viso. · La malattia ha determinato nella p. l'istituirsi di uno stato neuropatico. Alcune volte è eccitabile, altre volte è presa da un senso ingiu·s tificato di euforia o ha delle crisi di pianto senza rr1otivo o dei periodi di melanconia. Esame obiettivo: La p . appartiene al tipo me1


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« IL POLICLINICO '))

galosplan" n i coi. Arti microsomic.i, deficienti in l11a i1iera di Lissima in confronto del tronco. Addo 1 o ~ con eccedenza notevole della parte inferiore, 1n co1nplesso proporzionato al tronco. Statura: m. 1,54. Sistema scheletrico regolare. L 'esa1ne ciel la muscolatura è quasi impossibile, per la abbonda11za dell 'adipe in cruasi tutto il corpo. . Cute e mucase visibili ben colorate. All'esame obiettivo generale colpisce la notevole adiposità della p. Essa ir1leressa in massimo grétdo l 'addome, le regioni glutee, le coscie, i11 inodo ineguale gli a.rti potendosi dire normali, per lo sviluppo dell'adipe sottocutçlneo, gli avambracci, le mani e i piedi, in guisa da aversi i1n evidente contrasto. La cute presenta, ove è maggiore l 'accumulo 'Clcll 'adipe, ectasie venose. Lieve cianosi e inten so edema alle gambe e ai malleoli. Se si esercita u1 ~.:. pres·s ior,e sulla cute della superficie posterior.o e la tera Le del torace, de~le spalJe, delle braccia, dell ' addo~e, delle cosc1e, si provoca un clolore puntorio della durata <ii pochi mirtuti. Il dolore è · più in~enso s~ si pizzica modicamente. la cute e specie se. si danno alla cute dei colpi facendo ·scattare le dita. Il dolore è in tal caso paragonato a punture di spilli. ·rali dolori, cu~ si associano i dolori alle articolazioni delle spalle e delle anche,. sono pure provocati se la p . si alza a sedere sul letto; il ~ 11<' non le riesce cl1e con g.rande difficoltà e con 1nol te sofferenze, che sembrano doversi riferire a stiramenti della cute del dorso, perchè la p. non li localizza a punti circoscritti, ma li sente diiffusi a tale regione. Perciò la posizione preferitd è costa?t~ment~ la supina, anch<! perchè la gra~~e astenia impedisce alla p. di assun1ere il <lecub1to lat~r~le. . Sistema linfogh.i andolare superficiale: i11tegro. Temperatura: 36° ,6. Polso: 90. Respiro : 24. Capo: Nulla degno di nota. A carico degli occhi, pupille miotiche, ben reagenti alla luce e all'accomodazione. . Non macroglossia. Lingua un~.i~a, n~n .patinosa. A carico delle tonsille: tonsillite criptica cronica con atrofia del l)arenchima tonsillare. Collo: tiroide piccola, non palpabil.e. Torace: Apparato .respiratorio e cardjo vascolare: nulla degno di nota. . .·1ddome : Nulla deg·no rli nota. Riflessi prese11t1, af-.sai bene apprezzabili malgrado l'enorme spessor e di adipe . . Arti sur1eriori: Nulla 1legno di nota, .~l 'infuor1 di 11 n eczem<· C'heratosico sulla superf1c1e esler1soria degli ava1nbracci. . Per i rif.lessi vedi nell 'esa:me. neurologico. , . Arti inferiori: ricordano solo in parte per l adiposità, il tipo detto cc pantaloni di zuavo » .. S?n~ tenuti abbandonati nel piano del letto, con. i. p1ed1 bilateralmente cadenti. A sinistra v'è add1r1ttura U""\ piede varo. . Edema di alto grado alle gambe e ai malleoli. Ectasie veno·se degli arti inferiori. . V'è abnorme .rilasciame11to delle capsule e de~ ligan1enti articolari delle articolazioni degli arti ir1feriori. . I movimenti passivi degli arti, se .estes~, ~rovocano dolori rispettivame11le nelle art1colaz1on1 .delle spalle e delle anche, non p~ovocano d~lor1 se lir11itati. I dolori mancano nel riposo.= solo in qu~­ sti ultimi tempi sono, nella no~te., . più a~cent:uat1. I movimen;i attivi sono poss1b1l1 neg~1. ~rt1 su: periori benchò limitati, qua·si impossib1l1 negli

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artj · inferiori. Dolorosi, se estesi, non dolorosi, se limitati. Esame neurologico. - Atteggiarnei1to nor1nale. Sensorio sveglio, ben orientato. 1,rofismo i11tegro (~olo la cute è un })O' secca, in alcune zone desquama facilmente). Sensibilità tattile, ter1nica, dolorifica normali. Sensibilità profonda normale. Se1isi specifi;;i: Visus normale. Campo visivo normale. Nulla a carico dei vari ·sensi. Dermografismo: Varia di giorno in giorno, sia come reazione, sia come tempo di latenza che di durata. Scrisibtlità dei nervi alla pressione: liev. dole11ti. Se11sibilità dei muscoli alla pressione : fortem. dolenti. Tale dolenzia è però da attribuirsi all'enorme adipe, che impedisce un attento esan1e. Stazione eretta e deanibulazione: impossibili. Riflessi: 1) Riflessi cutanei: normali. 2) Rifles·si mucosi: presenti.

lliilessi tendinei : rotulei presenti, ma difficil1nen te ap·p rezzabili (D > S). 4) Riflt::ssi muscolari:. ~ricipite ~rachiale: as: senti bilateraJmente; bic1p1te brachiale: presenti :bilateralmente; dei muscoli flessori della mano: presenti a D, assenti a S. 5) Riflessi periostei : as·ser1 ti .. 6) Riflessi pupillari : normal1. 7) Rjflesso oculo-cardiaco: variabile, talora assente, talora di - 4 o -- 6. Non disturbi del Jjnguaggio e cl ella seri ttura. Disturbi vasomotori, trofici e di secrezione: presenti (vampate al volto, desquamaz. nella cuté, arJidrosi). . La pressiorte del vago s11l col_lo ~on ~rovoca, :1dt1zione del numero tielle pulsazioni cardiache. •, . E· nomeno di Tchermax negativo) . Prova di Erben negativa (non si ba ~iminu~ioll~ del polso facendo fare alla p. nl,11neros1 e profondi atti respiratori). Prova di San1ogy positiva (si ba midriasi nella inspirazione, miosi nella espirnzìon~). . . . . T>rova di Loewi positiva (si ha midriasi 1~t1llan­ do nel sacco congiuntivale alc~ne gocce rl1 adrenalina). . . . Tutti questi segni parlano per ll:t 1pera1mpat1cotono della paziente. Esame del liquor c.-r.: Qtiantità estratta: cc. IO. Pressione: iniziale: 48; finale: 29. Aspetto lirripido. Albumina 0,20 %<>; Glucosio 0,84 %o. Reaz. di Pandy: positiva. . . Reaz. di Non"".le Appelt : legg. pos1t1va. Reaz. di Wassermann: negativa. Reaz. di Beilzoino : negativa. . Azotemia 0,22 %o; Glicemia 0,82 %o; Colesterinemia .1 ,84 %. . 0 .1. • 86 Glicemia dopo adrenalina : I (ore 8,30) O, ro o, Adrenalina (ore 8,45) : II (ore 9,15) 1,08 %o; III (ore 9,45) 1,13 %<>; IV (ore 10,30) 1,37 %a; V (ore 11,15) 1,40 %(); VI (ore 12,15) J.,13 %0: Metabolismo basale: calc~l_ato: calorie ~641 per 24· determinato: calorie 1686 per 24. Differenza in ' più calorie 45 per 214: ossia -f: 1, 7 % (nor~ale). 0 Esame radiologico ster eoscopico del cranio (1 marzo 1935) : . Notevole i·spel'simento della teca cr~n1ca s~pe: riore e posterio1.e. Non aumen.to delle 1~press1on1 digitate. Nulla alle fosse craniche anteriore e po: steriore. Sella un po' grande , ovalare, a .contorni netti e regolari. Apofisi clinoidee regolari. Fondo 3)


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SEZIONE PRATICA

11ormale. I seni sfenoidali piccoli anter. alla sella JJOn addensati. Esame oculistico (23-2-35): Fundus oculi norrn ale in O . .S. In O. D. chiazza pigmen lata d ella coroide dal lato nasale dell:i pu,pilla. Campo visivo normale in O. O E~ame otoiatrico (24-2-935) : Faringite catarrale cro11ica . To11sillite cri plica cronica con atrofia del parerLcl1ima tonsillare. Naso: se tto leggermente deviato a S. con una piccola spina o cr esta. Mi..1cosa iperemica . Nulla alla rinoscopia anter. che vossa far supporre. una affezione dei ·Seni a11teriori. Lieve retrazione delle merr1bra11e timpaniche. esame dermopa.lico (5-3-93.t)): Eczema ch eratosico delle ·supp,rfici est ensorie degli avambracci. Esame elettrico degli arti (5-3-935): Arti super.: Normale r eazion e all 'eccitaizione farndica e gal vanica. Forn111la no.r male. Contrazioni normali , dolorose. Arti i11 fer. : Normale alla faradica. Alla galv altica sembra n ormale per quanto è possibile apprezzare dato il g rosso spessore di adipe. Reazione di .4.l>derhalde n (fermenti di difesa) sull 'ltrina (5-3-935) . 1° urinaJ soJa (con ·t rollo) : - : 2° urina .+ timo: [( + )]; 3° urina + tiroide: (+); 4(1 urina + surreni: - ; 5:i urirta + ipofisi: +; 6° urina + ovaie: tracce Scala de lla reazione: t( + )] = positivo debole; ( + , = positi v0 medio; + = positivo forte ; - = ne. galì\'O.

Atropin,a : L 'iniezione sottoci..1tanea di mmgr. O, 75 òi solfato di atropir1a dà :

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P. A. Mn.

96

84

90

96

85

92

96

100

108

94

Riflesso oculo- cardiaco : P. A. Mx.

148

150

146

150

130

Riflesso oculo-c.ardiaco : P. A. Mn.

94

92

90

100

95

Senso di secchez· za alla bocca .

no

no

no

no

no

Agi tazionc, so vraeccitabilità.

no

no

no

no

no

Polso

Riflesso oculo-cardiaco : Polso •

ESPLORAZIONE FARMACOLOGICA .

.4..drenalinu . - L 'in·stillazione di una goccia di adrenalina a1 1/1000 nel sacco con giunti\'ale proc'. u ce 111idr1asi notevole e J.Tersistente dopo parec" l1ie 01 e (seg n~ di Loew positivo). L 'inie1 io1~e sottocute di 1 1nmgr. di cloridrato di aclrer a lina d à: ....:....:.. ~

o "' .N

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Ilo! ;.::2 Q.)

; x. P.A. M P. A.M n. Respiro

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op. o

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Cl

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Prima dell'iniezione

tN ·...... +" ~

op. ....... ~ o 8

I

96

102

120

120

Polso

125

130

140

170

162

95

80

85

94

24

30

30

36.6

37.1

37.2

90

Riflesso oculo-eardiaco: p . A. Mx. Rifle s~o oculo-e ardiaco: p . A. Mn.

.

Dopo

Dopo

Dopo

10

30

00

minuti minuti minuti

Cl

90

Rifle ~o oculo-eardiaro: p olso •

o ·- I +"

•I

Temperatura

Glicemia

....:.

-"-

'O

·•

Q.)

'

Polso

Pilocarpincn. - L 'iniezione sottocute di ctgr. l di cl oridrato di pilocarpirta dà :

140

140

84

90

96

90

P. A. Mx.

135

130

130

140

96

P. A. Mn.

90

88

82

95

32

32

37.2

37.2

Riflesso oculo-cardiaco : Polso •

90

96

96

96

140

140

140

100

95

9&

142

175

158 .

I 92

90

0.86 °k,0 -

!

120

120

I

Midrias i oculare. I no Protrusio bulbi.

96

102

no

90

I

85

Riflesso oculo-cardiaco : P. A. Mx .

135

Riflesso oculo-cardiaco : P. A. Mn.

95

-

Glicemia

90

1.083 0 1.13 30 1.37%o

no

no

no

no

no

no

no

DO

.

Salivazione Sudorazione

• • •

I

Rossore alla-faccia. -

no

I

.I

.

81

.

SI

.

81

.

no

no

Si

St

no

no

1

o

no


1818

cc IL POLICLINICO »

Ergotani~r~a.

- L 'jniezione sottocute di 1 mmgr. di ergotossina (Ginergen Sandoz) dà: Prima delDopo l'iniezione 20 minuti

Polso.

.

.

P. A . Mx.

..Glicemia .

.

.

Dopo 60 minuti

90

84

140

135

90

90

96

92

l 11 caso da noi osservato presenta delle partic.olarit~ che meritano di essere Lo ~t.abilirsi della malattJa è

considerate. impiantato su disturbi inerenti sia ad affezioni endocrine n1ultiple che la p. ha presentato e presenta, sia a un fattore neuropatico familiare (v. anamnesi familiare). J. ·ammalata stessa. sin da bambina, ha preset1tato disturbi caratterizzati da astenia e son11olenza, che furono interpretati com·e forme di anemia cerebrale. L'ammalata, .come risulta dalle ricerche, è u11 soggetto costituz. braditrofico ·e neurovegetativamente anfotero, con tend·e nza però alt 'iper5impaticotono. In un soggetto in cui esi·sto·n o note sia familiari che costit.uzionali che indirizzano verso una tara neuropaticodisendocrina, s1 è in1pia11tata !'adiposi dolol'osa, i cui caratteri però e il cui d ecorso non vresentano il tipico qtJadro che a tale malattia viene general1nente attribuito.· I/inizio fu non comune. I..a p. ebbe dolori artralgici e muscolari per cui f.ece ripetute volte · cure di fanghi senza alcun migliorarn,e nto. Non vi erano tumefazioni articolari, ma alterate funzioni degli arti dolenti. E a tale proposito ricordiai110 il caso di Fratti il quale fa notare come l'inizio del rr1orbo di Dercu1n con dolori a tipo artralgicot sia assai raro, e da lui sia stat,o · uria sola volta notato. f~asi contemporanean1ente insorsero e.d ema agli arti e disturbi vason1otori. La deambulazion·e era paretico-atassica, i riflessi inoerti, l'astenia di discreto grado. Ricoverata in ambiente clinico (27-1-1923) si parlò allora ·d i polineurite. 'Fratta11Lo la paziente not,ava aumento di peso. ·F u vista ambulatoriamente e le venne parlato di trofoedema di Maige e acroparestesie di NothnageJ, diag11osi giuste allora, ma oggi sostituite dal termine generale di .endo• • • cr1no-s1mpatos1. Del morbo di Dercum la pazi·e nte presenta ora tutti i caratteri: è da notare solo c,be la maggior parte dei casi descritti di morbo di

-

XLIII, NuM. 41]

[ANNO

T.>~rct1m presen la110 una adiposità nodt1lare ~1~ta 111entr e, nel i1o&tro caso, l'adiposità è cl1ftusa, pur ris1)ettando quelle· ione cl1 e r1el Dercum rin1angono indenni · ~al punto di vista etiopatogenetico la· ~h1andola cl1e i1ella nos tra paziente è ~·rinci­ pal111ente co111pron1essa è 1'ipofisi. Infatti rtella nostra malata il metabolismo b,a sale è normai.e, e ciò ~ proprio delle obesità ipofisari e a differenza invece delle tireogen e ·ove il 1netabolismo basale è diminuito . .. · · L~ pura cor1sid.er~zione energe~ica è p~rò r1ell obeso molto 1nf1da, mancando il sicuro iiferin1·ento alla i11as&a protoplàsmatica attiva; ed il . peso ci dà , insieme a questa, . anche il cor1tr1buto del fardello di t:>arasso inattivo ' ed • i11 gra11 parte rappres·er1ta11te una zavorra sequestrata dal m etabolismo vero e proprio. Forse bisogn·ereb·b e riferire il consumo di en.ergia non all'unità di peso ma alla quantità di N eliminar·a, cioè di proteina mietabolizzata, rr1a ci sono poche ricerche permettenti comparazioni su questa base. 'Oggi, piuttosto cl1e al fai.tor.e puramente en·ergetico e protoplasn1atico e ad una speci·e di rallenta1nento 111etabolico (bra<litrofisn10 primitivo) si tende a dare imporwnza a disturbi del meccanisrno Ileuro-endocri110. Fin dal 1900 Jacquet e Swarson ricl1ian1arono 1'attenzione sul fatto che in molti ohe i l 'elevazione 111etabolica susseg11ente alla as~unzione del cibo è molto scarsa, e Kestner, al Congresso di Aiedicin.a Interna di Wiesbaclen del 1922 prec,isò questo modo di v·edere, ~astenuto anche da Grafe: l'obeso è tale in rr1olti casi perch.è ha scaTsa attitudine al const1mo di lusso, perchè economizza sull 'energia fornitagli e non ne spreca una parte so t~o forma di eccitazion·e metab-0lica post-alimentare . Secondo R. l'laut, sarebbero C8Si di obesità ip.o fisaria quelli i11ella cui patogenesi domina il f8ttore della scarsa o nulla azione dinamicoSJ}ecifica degli e le1nenti. Idee criticate da Lublin e altri, ma, secondo Berfrmann bisog·na riconoscere che in molti obesi veramente la curva · dell<l esaltazione n1etabolica dopo i pasti è più appi3ttita e prolungata, come se fosse più lento il n1etabolismo intern1edio degli a1irr1enti. La parte .P iù criticabile di questa concezione è l 'eccessivo sch·ematismo, che attribuisce le vari~ fornLe d'obesità endogena ad ipof11r1zione ipofisaria. In d ette obesità vi è u11a deficiente azione dinamo-specifica. con n1etaboliFmo basaJe n orn1ale, n·1entre si vorrebbe :-sttribuire le forme rare con ahhassame11to di inetabolismo basale ad ipofurlzione tiroidea. 1


[ANNO

XLIII, NuM. 41)

SEZIONE PRATICA

Vi è anche che nell 'obesità tirogena l 'azi'o11e dinarr1ico-specifica degli alimenti è normale. Nell'obesità i)ancreatogena vi è invece di1r1inuzio11e dell 'azione dinamico-spec ifica d egli alimenti, cioè d·e ll 'azione aumentatrice che hanno alcuni alim·enti sui processi di con1bustione ce llulare e la cui diminuzione po rta ad un accu111ulo di n1ate·r iali nutritizi non combusti sotto for111a di grassi ( R. Plaut); in tale forma non ·vi è diminuzio1t r. di' n1etabolismo basale. La bassa azione dinamico-specifica si riscontra anche nell 'oJ)esi Là costituzionale e qu·esta co111unanza di carattere fa supporre che irt quella costituzionale intervenga l 'insufficie11za di una proprietà fisiologie.a ipofisaria sensibilizza11 do ~e cel1'Ul€ dell 'organismo all 'azior1e si in1olante dei materiali alimentari sulla comht1stione. TJ11 altro segno di compromissione della ipofisi è dato dall'esame oculistico ch e ha messo in evidenza una retinite pigmentaria, che è uno dei caratteri del morbo di Lawrence Biedl (•). 1

1819

presentano l ·espr essione della difesa umorale de11 ·org.anis1110. Oltre che riel sa11gue (siero e plasrr1a) essi si trovano ancl1e n el liquor; nell 'essudato j)leurico , nelle urine (ove si trovano in maggiore cor1oentrazione). Nel caso nostro , la ri cer ca di tali fermenti <li difesa,· eseguila dal dott. l r. Mingazzini, ha dato risultati che concorda110 assai b·ene con i dati Glinici.

1

In secondo luogo iè .inter. ]a tiroide. E segni di ipofunzionamento. tiroideo sono n el no~tro caso, l 'anidrosi, ]a perdita dei peli e dei ca1jelli; l'alterato dermografismo, l'edema de gli arti inferiori. A carico della disfunzi'o ne ovarica vi ò la precoce me1101>ausa, vi sono i preoedenti all8mnestici che parlano di irregolarità mestruali, per disturbi avuti durante il loro ciclo , e ripetute amenorree. La controprova del nostro ragionam entoclinico ·è sta ta dalla Realione di ALùerl1alden (ricerc;) clei fern1enti di difesa). L'orga11ismo r efl.gisce alla comparsa in cjrcolo di albumine ·e terogenee, sia introdott e parenteralmente, sia provenienti da organi e tessuti 1r1aJati, mediante la scissiot1e di dette, sostanzé di aminoacidi. Tale fenorrteno cl 1c si compie con un processo analogo a quello della digesti·one gastro-intestinale, venne attribuito all'azione di speciali enzimi, ch e per la loro fun zione vennero chiamati '_Abdt\rbaJden) fermentj l)roteolitici · o proteinasi' di difesa. Tali fermen t.i l1anno proprietà comuni (spe,. . ìficità, t er11101abi1ità) co11 quelle sostanze (antitossine, a]e::-;~: i ne, precipitine, ecc.) che rap-

.

(*) La inalat: ia di T.Ja,vren ce Biedl consiste nella

<!Ssoriazion e di retinite pigmentosa con adiposità cf·rebrale. In ~s·sa un trattamento con preparati ipofisari porta giovamento, insie111.e anche a qualche prepr1 rato bisrnu tico, quan tu11que la forma non ja di orig-i11e luetica (BoENHEil\t).

Ma il vero interesse d el nostro caso è dato dalla notevole aslenia, di gran lunga superiore a quella che si è soliti osservare in questa inalattia . . Il sinton1a che più importa ·è 1'incapacità Junzionale ch·e ha condotto la paziente in 11no sta to, pratica111ente, di paraplegia. f'\è la miastenia si può spiegare légala <i d altri processi morbosi che danno un simile qu:1dro perch·è le ripetute indagini, 11oncl1è gli esami elet.trodiagnostici d·ei mm. e d·e i nervi, hanno dato reperti pressocchè normali. Non ·è dato però di escludere de.J tutto la presenza di distrofie muscolari, specie a carico degli arti inferiori , benchè tale ·evenienza sia abbastan1a rara. Nel n1orbo di Der cum l 'astenia statica e . ' . motori.a e sempre presente, ma non è in rapporto col volume della massa lipomatosa. I malati sono Lorpidi, abulici, molto facili alla t.ristezza, con mer11oria indebolita , con i11telligenza però sufficientemente sveglia. Presentano spesso si'nton1i di a~tenia cardio-·vascolare (tachicardica , pa lpitazioni , cambian1enti di colore dei] viso) . L'aste11ia grave, psichica e fi sica, che han110 i malati di· r11orbo qi Dcrcum , rasson1iglia a quella deg li addisoniani, ma va princiJ)alrnente riferita alla . compromissione della iJ-;ofisi. In alcuni stati di endocrinopatia j ri f:i tti in rui è alterata la jpofi i (acromegalia) ,. i sonr) lesionj r egressive del 1essuto rnuscoJare striai o in forma di vacuolizzazione f:1l :itrvfia delle fibre con aumento dei nucl@i e proliferazion e del conr1ettivo interstiziale, -.,ecn11<lo le osservazioni di Arnold, Schitte e poi !}?reedr.eich, Tamburini , Martinetti. Gamna (16) n el morho di Cushing mise in ·evidenza degenerazi one grassa, trasformazi on·e ialina del corpo della fibrilla con spiccata metacromasia ed affinità per i colori batiici; fino quasi al! '.aspetto di degenerazione cerea . A tale riguardo , un contributo lo porta Cassa che descrive un caso di adiposi dolorosa e~ordita con vivissime crisi dolorose alle gam · l~, in cui si associò una n1iopatia. (atrolitl


1820

« JL POLICLINICO »

dei mm. della cintura pelvica e scapolare) con deformazioni os&ee consecutive. In tale caso il inorbo di Dercu1n iniziò ben 14 anni dopo l'inizio della miopatia. Nella nostra a11tmalata vi ·è assai probabilmente un elemento fondamentale legato al fa ·.. tore muscolare. L :impotenza fu11zionale tlipende qui da qualche cosa di intrinseco : non clist.rofia muscolare come sindrome a sè, ma i111pote11za funzionale su base di inuscoli all'eratj profondan1ente . co111e qualche volta nel n1orbD di Dercun1 si dà (atrofia muscolare con reazione degen·erativa: ipot:rofia senza reazione deg-0ner.ativa). Per qiu·est e ragioni, e per que·s ti {>articolari caratteri che non si è soliti riscontrare nel morbo di Dercum abl)ian10 creduto opf1ortuno riferire il caso.

RIASSUNTO. Gli AA. , dopo aver passato in rassegna le nurnerose teorie etjo-patogenetiche d·el morbo dli' Deir cum, d·e scrivono e discutono un caso di adipo~i dolorosa presentatosi alla lo,r o osservaziortc, il cui inizio fu non cornune ·e in cui il carattere predominant·e era costituito dalla profonda 111iasteni.a, tale. da ridurre la paziente in u110 stato - praticamente - di para.plegia. BIBLIOGllAFIA. 1. 1\rEvoL1 E. La Riforma medica, a. XXXV, n . l.t. Il Morgagni, 1905. 2. ALBRECHT. Kli11ische Wochensrhrift, a. 7, n . 16, 1928. 3. Bl\RLARO. L Prensa Niedica Argentina, J 8, 9581 •

967, 1931.

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[ANNO XLIII, NuM. 411

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R "IVI STE

CRITICHE

11 raffreddore. Un '.affezione alla quale viene generalmente data poca im.pottanza è il raffre ddore . Designata con parecchi nomi - raffreddore comune, raffreddore di t esta, corizza, rinite acuta, catarro - essa è ben definita clinicamente . La sua etiopatogenesi rimane però ancora inoerta. e per quel che riguarda la terapia si brancola .ancora in tentativi più o meno sfortunati. Che si 'tratti di una malattia con scarsi pericoli e di non lunga durata non è dulJbio, ma non è ·m eno dub·b io che essa procura fastidi, molestie e malessere che possono giungere fino alla soff.erenza invalidante. Senza dire che s·e la malattia termina generalmente in guarigio·n e, non sono rari i casi nei quali si hanno compli cazioni con sistenti sop·r atutto 1Jella diffusione di processi catarrali .al·Je vie .aeree -immediatamente retrostanti , ai bronchi ,. ai seni, alle trombe ed all 'orecchio medio a carattere più o meno cronicizzante. ' ' a tenuto conto anche che .a furia di ripetersi essa può determinare un processo infiammatorio cro11ico della mucosa nasale, una rinite cronica. iF ino ad un cinquantennio fa I.a causa d el1'affezione era ritenuta il raffreddamènto del corpo, donde il suo nome. Con 'l 'av, ento della batteriologia tale concezione fu quasi genernlmente abb·a ndon.ata, e si ritenne ch e il rn ffreddo-re fosse una m alattia infettiva rier lo sviluppo della quale forse il perfrigerair.cnt\) fosse solo un fattore con corrente . A dir vero m olti elen1enti contribuivano a con validare tale opinione : il carattere stagio1iale della malattia, la natura purulenta del]a 1


[Ax~o

XLIII ,

~u~r.

41J

secrezion e i1asale nella fase terminale, l 'appar é11za flog istica della muco·s a 11asale duranle l 'attacco, la circostanza che spesso· rr1embri della stessa famig·lia o persone conviventi nello stesso ambiente n e sono presi si1nultan eamente, il fatto che tra un attacco e l 'altro segue un periodo di benessere come se fosse d 'in1munità, ed infine la possibilità di diffusion e del processo con lesioni di natura batterica. Naturalmente, come per tutte le m.a lattie, a n ch e per quelle ch e m eno facevano p ensare alla natura infettiva, si instituirono e si moltiplicarono le ricerc.h e per identificare il gern1e patogeno. Data l 'individualità clinica della malattia non poteva trattarsi cl1·e di un germe specifico. Malgrado l'entusiasmo e l'abilità dei ricercatori la pesca non fu fortunata . Molti furono i batteri isolati, ma essi non erano ch e i biatteri ch e si trova no nelle vie r.asali , n ella faringe , n·ella bocca degli indi,·idui sani. Del r·esto n è essi, n è qualcuno di quelli ch e pareva si differenziasse da tali baItoli , abituali microbi per qualch e minima par ticol.arità, erano capaci di riprodurre il raffreddore. Questi scacchi , naturalm·ente , fecero pensare ai virus filtrabili . Ci fu chi pretese di avere trovato un virus capace di riprodurre il raffreddore, ma alla r esa dei conti si trovò ch e tutta la sintomatologia clinica si riduceva a fe11omeni di irritazione della mucosa nasale prodotti dall 'azione chimica diretta del la sostanza adoperata. La teoria infet tiva perdette terreno, ma non a bbandonò il campo. Si affern1ò ch e i germi no11 potevano avere da soli azione patogena; i)erchè questa si estrinsecasse in manifestazioni clinicl1e occorreva un terreno organico predisposto , preparato da altra causa, la quale i)oteva essere Ja perfrigerazione. Tanto la dottrina batterica esclusiva quanto quella combinata con le cause predisponenti ,·alorizza,ra oo la cura vaccinica. Di vaccini n e furono preparati m olti, ed altrettanti n e furono messi in commercio, ma n essuno di essi è stato capace di risparmiare ai pazienti uno starnuto o qualch e goccia di secrezione nasale, o n e ha comunque alleviate le sofferenze . La stessa sorte hanno i liquidi e polveri così detti disinfettanti delle fosse nasali . · Almeno finora. A tutto ciò va aggiunto che i tentativi sperimentali di contagio diretto ·ebbero sempre e&ito negativo. La inoculazione della secrezione nasale prelevata da individui affetti da raffr eddore n elle varie fasi del m ale sulla mucosa nasale, sulla faringe, n el sacco congiuntivale di individui sani non riprodusse mai ·il raffreddore. Adunque , malgrado alcune apparenze clini cl1e, n essun fatto· documenta ch e si tratti di una malattia infettiva. 1

1823

SEZIONE PRATICA

Per rendersi conto di una più probabile etiopatogenesi del raffreddo·r e conviene precisare l·e circostanz·e nelle quali esso si verifica, la sua sintomatologia locale ·e generale, il suo decorso. Il raffreddore è una malattia stagionale. 11 maggior numero dei casi si verifica in pri111av·era e in autunno, è m eno freq uente in pieno inver110, ·è raro· in piena estate. Colpisce prevalentemente i popoli ch e abitano le zone temperate, meno quelli delle zone· subtropicali e tropicali, non colpisce affatto gli abitanti dell e zone artiche ed antartich e. ~ più frequente nelle città ch e nelle can1pagne. L'affezione si inizia in seguito ad un p er frigeramento improvviso, l 'esposizione ad una corrente d 'aria, il !)assaggio da un ambi,e nte caldo a d uno freddo , il cam.b iamento di abiti o anche di sol·e scarpe p esanti in altre più leg.geri, e simili. L'attacco s'inizia con un senso molesto d'irritazione al naso e qualch e starnuto. Conten1poraneamente si ha una sensazione di freddo per tutto il corpo e p·i ù particolarmente al dorso ed ai piedi. Rapidamente tutti questi fatti si accentuano , sopravviene malessere e cefalea, ,gli starnuti div·entano più frequ·enti, sulla mucosa nasale compare una secrezione acquosa, limpida ·ch e si fa sempre più abbondante, le fosse nasali si occludon o fino a costringere il paziente a respirare con la bocca . La mucosa ch e inizialmente appariva secc.a dopo poch e ore div·e nta turg ida, fortemente irtiettata ed umettata da liquido acquoso che cola continuamente. Questo liquido è leggerm ente irritante ed alla sua azione , ed a quella m.eccanica del fazzol etto , si dev·e forse il leggero arrossamento della cute limitante le fosse nasali. l<"'atto in1porta11te : n è in questo periodo nè in quello su ccessivo, nei casi senza complicazioni, la temperatura del corpo , presa anche n el cavo ora le, non aumenta anzi il più delle volte risulta diminuita. Contemporaneamente le urine sono pallide e con basso peso specifico. Specie n ei casi n ei quali il sen so di freddo è più accentuato tutta la superficie cutan ea è fredda, pallida , secca e ogni eccitazione t er111ica produce il fen om eno dell'orripilazione. Dopo due o tre giorni la secrezione si fa più densa e più torbida per la presenza di cellule di sfaldamento della mucosa alterata. Dopo ancora qualch e giorno quasi d'in1provviso, come per crisi, , il turgor e della mt1cosa diminuisce, le vie nasali dive11tano pervie, mentre la secrezione si fa più densa ancora, attaccaticcia, n ettamente purulenta. Con questa crisi locale anch e lo stato generale migliora : scompar e il senso di freddo e di malessere, la pell e si fa calda e riprende il su o colore, le urine diventano più den1

1


cm

1824

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lL POLlCLINICO

se I 'orripilazione, qua11do è pre ente , sco111pare. Tutto c iò nel giro di cinque o sei g-iorni. Dopo , la secrezione puruler1t.a dura ancora per qualche g·iorno fino ad esaurir i del tutto . Successivarrtente può aversi erp·ete l.a bi.a le e diffusione del p·r ocesso catarrale purulento alle formazioni vicine, anosmia transitoria. Ricapitolando : l a n1.alattia s 'inizia immediatan1ente o ·quasi . dopo il perfrig·eramento; i fatti nasali sono inizialm ente costituiti da uria congestion e· della mucosa nasale e sono accom pag·n.a ti da senso di freddo generale , malessere, urina diluita; la febbre , n ei casi senza complic azion e, manca empre, l 'estoliazion e d ell'epitelio, della mucosa avviene in secondo t<:'mpo; e la suppurazione co111e fatto tern1ir1ale. · Prima di discutere la probabile etiopatogenesi di questi fatti conviene ricordare alcune particolarità delle p·a rti ch'e sono sp·ecialmente alterate nel raffreddore. La mucosa ch e riveste le c.avità nasali consta di du·e zone : l 'olfattiva e la respiratoria . Questa ultima riveste tutte le anfrattuosità n asali ed ha un notevole spessorie, specie sui turbinati, ch e degrada verso i seni dove è più sottile. È ricoperta di un epitelio a doppio strato di C·ellule , di cui il superficiale è fornito di ciglia vibratili . Al di sotto di tale memb·rana so no disseminat e numerosissime ghiandole mucose, siero e o miste. La parte più importante della n1ucosa è costituita da un insieme di piccol e cavità che costituiscono un vero tessuto c.avernoso , erettile . Questo tessuto è .a bbondantemente vascolarizzato e sotto l 'azione di fattori diversi può congestionarsi, inspessirsi, erig·ersi fino ad occludere completam.e nte le vie nasali. L 'innervazione, oltre quell e delle fibre olfattive, è ab·b ondante . La mucosa pituitaria è inn ervata da fibre d el isten1a ' 'egetativo prove niente dal ga~g·lio di l\'1eckel, al quale fanno capo fibre sin1patiche e parasimpatiche; oltre a fibre sensitive provenienti dal trige• mino. Per effetto di questa ricca innervazion e la sensib·i lità, l a reflettività ·e l1a ripercu ssiYità della pituitaria è molto squisita. La funzione principale d ella n1ucosa nasale è quella di sussidio alla respirazione. L'aria prima di passare n ella retrobocca passa n elle a11frattuosità i1asali sen1pre calde e umide per la ricca Ya colarizzazione della p1ituitaria ·e per la secrezione siero-mucosa che sem1)re ricopre la sua uperficie. L '.aria viene quindi riscald<.t ta e inun1idita , è r esa cioè più idonea all 'ambiente pulmonare. L ',er ettibi1ità d ella mucosa stessa può graduare a seconda delle esigenze la capacità di riscaldan1ento e di inumidimento. Ma la ft1n zion e della mucosa na ale non si 1i111ita a que to. E sa ha certamente altri com1

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~ANNO

S.LJll , .N u l\i. 41 J

piti ch e se sono ancora non abba tanza noli non devono certo essere poco importanti. La sua abbondante vascolarizzazione, la sua ricca innervazione simpatica e parasimpatica, la sua struttura cavernosa la fanno particolar1nente capace di concorrere alla r egolarizzazione d ell 'equilibrio termico e idrico dell 'organismo. Al riguardo non è dubbio che esistono i11time relazioni mutue tra inucosa nasale, p elle, reni e puln1oni ch e si estrinseca110 attraverso azioni umorali e n ervose. Sta di fatto che la mucosa nasale reagisce non solo a stimoli fisici o chimici diretti, ma anche a stati fisiologici come q11elli legati a11a funzione sessuale, a condizioni idiosincrasich e ed allergie.b e. Valgono ad esempio la turgescenza e la secrezione della n1ucosa nasale che si verificano in alcuni individui a seguito di ingestione di quantità anch·e piccol e di iodio, e la così detta feb b·r e da fieno r.he costituisce la più nota m .a nifestazione dell'alletgrsmo. Questi accenni a nato·m ici e funzionali co11sc11tono una interpretazion e ·e tiopatogenetica della sintomatologia del raffreddore più verisimile di quella fornita dalla teoria infetti,·a. 1

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Un dato di fatto n on più opinabile è c11e il raffreddore ·è d eterminato dall 'azione sul corpo, e più spesso su una parte di esso , di una variazione di temperatura , dal ca]do a l freddo . Questo fatto è di osservazione ba11al e, e per nessuna malattia come p er questa cc11dizione il nome corrisponde al fattore d eter minante. Il fatto stesso spiega come il raffrecldore si verifichi più frequentemente n ei popoli ch e abitano le zone temperate , d o' e, come è noto , gli sbalzi di temperatura so1lo più frequenti , più rapidi e più notevoli. Dà anche ragione della maggiore frequenza durante l 'autunno ,e la primavera, quando la temperatura è più instab·i le, e quando non si è ancora preparati contro il freddo o si abbandonano intempestivamente gli abiti e le abitudini invernali. I primi sintomi compaiono in11nediatamente o quasi do·p o l 'azione del fattore termico . f\1:anca quindi un periodo d 'incubazio. ne. È qu·esto un el emento non trascurabil e contro la teoria infettiva. All'a;Zion·e del freddo segue l 'irritazione deI r1aso , gli starnuti, dapprima un rapido stato di secchezza e poi la secrezione più o n1eno abbondante. Contemporaneamente si ha il ra ffreddamento , il pallore e la seccl1ezza dell a superficie cutanea, la diluizione dell 'urina, il turbamento della cenestesi, l 'orripilazione. Il freddo provoca dunque una modificazione umorale o neurovegetativa ch e si estrinseca con una vasocostrizion e cutanea e con fenorrieni reciproci di congestione dei seni e lJiù del te .... uto eret til e d ella mucosa na al e. Questi (atti po sono arre. tar.. i in tale fa .. e 1


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SEZIONE PRATICA

e scomp·a rire rapidame11te: il raffr,e ddore non progredisce. Queste fo·r me abortiv·e sono frequentissime. Vi sono individui che nel passare da una can1era .all'altra, n ell 'uscire all ' aperto, nel mettere il pied·e in un.a pozzanghera, p er la bagnatura anche di una piccola parte d el corp-0,_ specie se abitualme·n te coperta, avvertono un senso di tillichio al naso , fanno uno o parecchi s tarnuti, hanno un senso di freddo e di brivido. Ma t'utto passa subito, l '·equili- _ brio si ristabilisce rapidamente. Il fatto con1unque ·è imp·o rtante perchè i)rova come frequenti siano le ripercussioni del raffreddamento cutaneo sulla mucosa nasale. Quando il raffreddore evo.Jv·e n°ell.a forma abituale tutti i sintomi sopraccennati si aggravano : la rinorrea diventa più ab·b ondante, la turgescenza della mucosa si accentua fino a occludere le vie nasali, il malessere 1e la cefalea diventano più penosi, la cute è semp1re fredda , pallida, secca, le urine diluite. Tuttavia non compare alcun segno di infezione. La febbre, ch e accompagna tutte le malattie infettive acute, manca , anzi la temperatura per lo più è subnormale. In capo a qualche g iorno la secrezione div1e nta più densa e più torb·i da. Questo è un effetto dell 'azione irritante de lla secrezione : le cellule dell 'epitelio della mucosa alterata si sfaldano ·e si spandono nel liquido . Successivamente la secrezione diventa p rettamente purulenta. Ciò 1evidentemente avviene perchè la mucosa continuamente traumatizzata della distenzione prodotta dall'erezione del tessuto caverno·so, irritata chimicamente dal liquido in continua secrezione , sfaldata diventa un terr·eno per il facile attecchim,ento e sviluppo d·e i comuni germi patogeni. Che si tratta di con1uni germi della suppurazione è provato oltre che dalle prov·e culturali e microscopiche , anche dalla circostanz~ che neppure qu1esta secrezione purulenta è co·n tagiante. essa non ·è capace di riprodurre il raffreddore in individui sani . Dunque nulla autorizza ad am.1 nettere che si tratta di un 'infezione. I fatti cl1e parlano in favore di una tale etiologia sono delle apparenze che non r·eggono alla critica. Abbiamo visto come si spieghi con l 'etiologia schiettamente termica il ·c arattere stagionale del disturbo . La natura purulenta della secrezione nella fase ultima dell'affezione è un fatto secondario, determinato dall 'alterazione primitiva della mucosa , ed è dovuto a germi banali. L'aspetto della mucosa nella fa se iniziale e di stato non è flogistico , ma è caratterizzato da t1na semplice congestione, dalla turgescenza , dall 'erezione del tessuto cavernoso. Il fatto che talvolta il raffreddore colpisce simultanean1ente più individui comunque conviventi nello stesso ambiente o che hanno le n1edesime abitudini prova solo ch e essi hann o 1

subìta cont e111pora11ea111ente u11a n1edesirna .azion-e p erfrigerante. JJ3. circostanza ch e tra un r afn·€ddore e l 'altro v 'è un periodo più o meno lungo di accalmia non è un elemento probativo d 'immunità hatterica. Tanti disturbi acuti anche sicuramente non infettivi sogliono rip etersi con intervalli durante i quali il b en essere è completo.. Del resto è arbitrario parlare d'immunità quando un individuo n ella st essa stagio·n e può soffrire parecchie volte il raffreddore. Si tratterebbe di una immunità labilissima e che non diventerebbe duratura n eppur1e dopo una lunga. serie di attacchi. l lna Yera in1munità di eccezione. La insorgenza dei processi catarrali e infettivi nelle parti più o meno vicine (faring.e , tonsille, laringe , bronchi, or·e cchio , s,eni) ·è facilm1ente spiegabil·e con il fatto d ell'occlusione delle vie aeree nasali , con la p·r esenza della secrezion·e irritante prima e purule·n ta dopo. Quale è dunque il meccanismo patogenetico del raffreddor·e? Dobb iamo riconoscere che la risposta non è facile. Esclusa la causa microbica , si può con qualche fondatezza pensare ad uno1 squilibrio umorale-nervoso , ad uno ch oc prodotto dalla p·erfrigerazione, ad una specie di 1ermoallie r. g1a. Certo è che tutti i sintom.i (la va soco tr1zione cutanea, l 'arresto del s udore, l 'orripilazione, il senso di fredd o, l 'alterazione d ella cenestesi, la diluizione dell 'urina , la ste5sa e(·ngestion·e d ella mucosa nasale) clepongono esclusivam·ente per uno squilib rio del sisten1a n ervoso autonomo. L 'inizio e la cessazione bru ca dei intorni capitali , le analogie con altre affezioni (febbre da fieno), fanno pensare a crisi allergiche, ad una speciale sen sibilità ver so agenti termici o di un aumento della su scettibilità verso determinate sostanze provocate dalle variazioni di temperatura. La maggioranza d-egli u om ini delle zone temperate offre ogni anno il proprio contributo1 alla casistica d el raffr eddore. Ma vi son o individui c l1e hanno una parti colare tendenza a contrarlo, individui cl1e hanno una squisita sensibilità per 1e variazioni di t emperatura. Sono indi,-idui che avvertono una sensazione di freddo e · starnutiscono n·el passare da un ambiente all ' altro an ch e se la differenza di temperatura è inferiore ad un grado, che avvertono co·n un senso di molestia le minim e correnti d 'aria, che avverto110 co11 un' alterazione d ella cenestesi il più piccolo inumidi n1ento dei piedi. Sono questi indi,·idui che più frequentemente sono colpiti da raffreddori. t ,,erisimi]e l 'ipot,e si ch e si tratti di una purticolare e11sibilità del sistema autonomo , o l1na particolare crasi umorale suscettibile di reazione alle ,·ariazioni termiche; ma si trat1

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1826

« IL P OLICLINICO »

ta di un 'ipotesi cl1e può esser e presa in considerazio ne solo con1e idea ispiratrice di ulterjori studi. Purtr oppo la m edicina no11 possiede n1r.zzi adatti per prevenire e curare efficacem ente il ra ffreddore. La ipot·esi batterica ha segn ato al rig t1ardo un regresso percl1è ha deiviato le esperien ze in un sen so errato. Le applicazioni pr·eventive di soluzioni e polv.eri disifettanti e di vaccini sulla mucosa nasale si sono dimostrate del tutto in·efficaçi a scopo profilattico come lo· sono .a scopo curativo. i\.llo stato dei fatti conviene ritenere ch·e mi glior criterio profilattico sia ·quello di abituar e., adattare l 'organismo alle variazioni di temperatura o quanto· meno cercar-e di evitare tutte quelle cause di perfrigerazione (correnti d'aria , eccessivo riscaldamento artificiale; intempestivo cambiamento degli abiti, ecc.) ch·e sogliono , secondo la comune esperienza, provocare il raffr eddore. Per raggiungere il primo scopo gio:vano Jnolto la vit.a all'aria aperta , g li esercizi fisici anch 'essi in piena aria , i bagni freddi (a doccia o ad imn1ersione) d 'estate come d'inverno, di p·r imavera come d'autunno. 1\ll 'inizio del raffreddor·e (ai primi starnuti , alle prime sensazioni moleste .al naso, alle prime sen saziorti di freddo g enerale) è p ossibile secondo osservazioni ch e si vanno facendo sen1pre più larg he arT·estare il p·r ogresso del1'affezione. L'instillazion e sulla mucosa nasale di alcune g occie di argento colloidale o dj soluzione di protargolo all 'uno o due per ce11to determina n1olte volte la scomparsa di ogni disturbo . Lo stesso risultato talvolta si ottien e anche con l 'ingestione di oppio. Si tratta di una t erapia empirica il cui meccanis1no d azione è oscuro . Comunque se la sua effi cienza venisse confermata da una larga casistica po trebbe portar.e un qua] ch e contrib uto al] 'etiologia i1euro-umora le del raffreddore. Una volta a ffermatosi il m ale bisogna limitarsi a ridurre la m olestia dei intorni locali e generali. Per ridurre la congestione della mucosa e quindi r ender e pervie le ' rie n asali l 'adren ali n a non è indicata: il sollievo immediato i sconta con un aggr avamento del disturbo perch è alla rapida , energica contrazio11 e dei va~i seg·u e una dilatazione più inten sa , un.a mag. g iore tur gescen za della muco a . Più rispo1n dente allo sco1Jo è la cocaina, con instillazioni a g occie o ap plicazioni di pezzetti di ovatta imbevuti con una soluzione diluita; oltre a diminuire la congestione essa an estesizza la mucosa e quindi non fa sentire le n1olestie locali e non fa starnutire. L 'applicazione di cocaina a mezzo di p omate è m eno efficace , p erch è la secr ezion e inoessante impedisce il contatto di grassi o vaselina con la mucosa. 1

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Come si è già ripetuto in tutte le fa .. i del rriale },e applicazioni di disinfettanti e vaccini è ineffi cace e provocano solo un 'aggravam ento del m ale· irritando ancor più la mucosa. Nella fase della secrezione purulenta è opportuno astenersi da qualsiasi medie.a zione locale per evitare la diffusione della suppurazion·e alle p.a rti vicine. Per alleviare le sofferenze generali giovano il chinino , l 'aspirina, le bevande calde, la dirriora in ambi·ente caldo ·e sopra tutto procurare di mantenere caldi i piedi. Talvolta, anzi spess.o, tutte le cure risultano semplici palliativi. Nulla vale ad arrestare o a modificare l 'attacco. Non per nulla il raffreddore costituisce una delle cause di discr-e.dito della m edicina. I medici non sanno curare n eppure il raffreddore I G. DRAGOTTI.

COMMENTI. A. proposito della splancnicotomia nella ipertensione a1~teriosa. Signor Direttore, Nel numero del 31 ag osto u. s. del Policlinico il Prof. Luigi Durante pubh lica un articolo dal titolo « La n1idollectomia surrenale nelle sindromi dell 'ipersurrena lisn10 midollare n nel quale, a proposito della resezione dei nervi splancnici quale intervento riducente la funzionalità d·ella surrenale midollare, scrive: cc L 'operazione dei nervi spla11 cnici è la operazione più brillante d'e lla chirurgia neuroendocrina. Proposta da P ende (1924) negli stati iperten sivi arteriosi, venne subito da me attEata nell 'uomo » ecc. Dal ch e si dovrebbe concludere essere stato il Durante il primo a praticare tale operazione a tale scopo. In r ealtà la resezione dei n·ervi splancnici era stata praticata la prima volta n ell ' uomo da n1e n ell 'aprile 1927 quale cura della atonia gastrica , e fu da m e eseg11ito il primo intervento del gen·er·e n·ella cura della ipertensione arteriosa n el maggio 1930; la malata così operata fu presentata n ella seduta del 4- giugn o sù ccessivo· d ella Società Me d~ca .Bellunese (vedi resoconto della comun1caz1one nel Policli.niooi del 18 agosto 1930, p·a g. 1221). Il prof. Durante . segnal.ò i p 1ri~i suo.i i~ter­ venti (due splan cnicotom1e per disturbi circolatori degli arti inferiori) nella seduta del 30 aiugno 1931 dell 'Accademia m edica di Gen o~a, e la sua comunicazion e fu pubblicata n el bollettino di qu esta in data 15 m ar zo 1932. La mia priorità in argom ento è stata affermata r ecentem ente anche n el Policlinico (nel numero del 1° giug no u. s.) dal prof. Antognetti , as istente del prof. Pende, il quale • scrive: 1

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[ANNO XLIII, NuM. 41]

SEZIONE PnATlCA

cc L 'operaz1one della s1)lancnicot.omia .. 1n1stra, proposta dal Pende nel 1924, ha avuto la sua prima applicazione pratica nell 'uomo i1 eJ 1929 ad opP.r::i di un valoroso operatore, cultore della chirurgia del simpatico, il prof. Pieri. . . ». ·Le sarò grato se, qualora Lei credesse ch e ne valga la pena, vorrà pubblicare la prese~ te precisazione di dati. GrNo P1ERI. Il prof. Gino Pi eri ha \ oluto interpretare il periodo, da lui citato un po ' incom pleto e jm,p reciso (perch è devesi leggere << La re ezion.e dei nervi splancnici è l 'operazione più brillante della chirurgia n euroe11docrina. Proposta da Pende (192±) neg·Ji sta1 i iperten ivi essenziali, ' renne subito da me attuata nell'uomo ed estesa alle turbe de1lla vasomotilità tipo Raynaud, alle en doart eriti obliteranti di Winivather, alle trombo angioiti di !Buerger »), com e una mia affermazione di priorità nel t empo della resezion e degli sp.Janc. . 1

IllCl .

lVIa la parola subito nelle poch·e rig])e sopracitate no11 vuol per nulla sig·nificare di e sere stato io il primo, in ordine cronologico ad eseguire I 'intervento. Perch è se avessi voluto tr.a cciarne la cronistoria e avocarmi la p·r iorità avrei col mio nome in p1rima linea ricordato susseg uenten1ente tutti gli AA. che col Pi.eri si son o occupati fra il 1927 ed il 1931 di rese.liane deg·li splancnici. Invece in un rapido ed incidentale accenn o, senza quindi citar e alcun autore , ho voluto ricordare il contributo persona le della estension·e di detto intervento alle sindromi angiotrofich e dell 'ipers urrenalismo midollar e, d e]Jc quali non si era a n cora occupato alcun autore prima di m e - Pieri co·m preso - almeno per quanto mi consta. E qualora il Pieri creda di essere stato il primo esecutore del geniale interv·ento di Pende - ch·e se praticato per 'lftia "Z10 mbare extraperito1neale è tecnicamente più fa cile e n1en o traumatizzante di un intervento di ernia - e se que&ta priorità dev'esser.e segnata sul quadrante de lla storia , io sono il prin10 a ricordarla e ad ammetterla anch e senza l 'avallo· dcl prof. Antognetti. Nessuno vuol contestare al « valoroso opera. tore e cultor e della .chirurgia del sir11patico », questo primato. Tutti, del resto , conoscono la sua 1nemoria cc La cura chirurgica delle r1evrosi ~striche » Belluno 1930 - n ella quale fra l 'altro a pag. 104 sono elen cati con molto coraggio gli incidenti op eratori e postoperatori dei suoi operati di resezione degli splan cnici per v ia m ediastinica po·st~riorre, per i quali io dovrei anch e cancellare dal mi o pe . riodo in crin1inato le parole: cc La resezione dei nervi plancnici è l 'operazione più brillante della cl1irurg ia 11euroendocrina n . 1

L U I GI 'D URA ~T'E .

1829

PROFILI. CESARE

CAVINA

1888-1935

Ogg·i, 21 settembre, con1pie un anno dal giorno in cui a soli 47 anni n1oriì in Bologna Cesare Cavin.a, e fu così troncata sul fiore la vita di un uomo app·o rtatore di gloria all a chirurgia italiana.

La sua carriera fu rapida e sicura, senza 111.a i un n1omento di oscillazione, n è di d·ubbj o. Scoppiata la gu erra , acçorse volontario a prestare l 'opera sua e fu decorato al ,,alore . Dopo, nell 'Ospedale Militare di S. Leonardo in Bologna diretto dal Ber etta, si trovò davanti ad una folla di mutilati della. faccia e delle mascelle e fu mirabil e n ella chirurgia plastica, ·estetica e riparatrice, dalla qua:Ie i'.)assò poi sub·i to alla chiturgia del capo', d·ella g'ola e del collo intesa n·el senso p·i ù lato della. parola. Può dirsi eh' eg·li fu fra i1oi il fondatore di una nuova specialità, quella de cc La Chirurgia Orale », come ne fu il propugnatore con lo cc Archivum Chirurgiae Oris » ch e apparYe nel gennaio· del 1931 : sei anni dopo ch e al Cavina m edesimo era stata con testata ]a docenza proprio in quella stessa sp ecialità I La rinomanz.a dei suoi sucoessi nel trattan1ento dei cancri della bocca, in quello dell e ff'ssure del palato , n ei trapia11ti ossei della r11ar1dibola, i1ella cl1irurgia della mastoide, dei seni , del laringe, d·ella tiroide , del g.ang1io di Gasser, della ipofisi ed - in breve - in tutta la chirurgia cranio-cer ebrale i'.)assò anche i confi11i della patria e g li attirò rapidamente un lavoro pratico immen so, eh 'egli fronteggiò con t1na prodigiosa attività. In sei anni apj)ena praticò 120 n eurotom ie retrogasseriane con due soli inorti. Ma questa ingente fatica che egli doveva poi raddoppiare per manten er i a lÌ 'a,-anguardia a11cJ1e n ella cultura intellettuale e scie.i.1ti fìca, non fu forse l 'ultin1a fra le cause della oscura malattia ch e lo trasse a morte. Viaggi rapidissimi attraverso tutta Europa ed in Lib·i a, 1corse di ore ed ore, guidando 1nacchine, fra una seduta operatoria e l'altra, di-cu ssioni, pubblicazioni , corrispondenza epi·tolare con i chirurgi più eminenti del m ondo , 1E-zioni all'Università di Bologna e di Pado' a, (


1830

« IL POLI CLIN ICO »

giornali m edici, adunan ze, congressi scientifici in Italia e fuori , convegni sportivi , lo trovaro110 pronto ognora ed ovu11que e sempre con una viva·cità immutata ed instancabile. La delicata salute contr.a stav.a in lui con la forza nervosa indomita. Malattie a quando n quando lo fern1aron o, n1a p er farlo riapparire, dopo di esse , d 'animo ancora più forte di prirr1a. .Nell 'ultin10 ann o degli studi universitari una apicite g li fece passare vari m esi in Sic iJia: e ùopo la laure.a un 'angina co·m plicata a glomerulo-n efrite lo ob·b ligò. lungamente a letto. Il Murri lo mandò allora a svernare in Egitto. Di là egli passò in Siria ed in Palestina e l'anno app,r esso era alla g uerra . N·e l '28 aveva da poco tempo scalato da solo il Cervino , quando un.a sera, m entre era in piena salute, fu in1provvisamente colto da t1n.a perforazione di ulcera duodenale , senza ch 'egli avesse ma i sino allora avuta la sensazione di qualch 3 disturbo gastri,co. Nel '30 a Vienna fu oper ato di mastoidite acuta d.all 'Alexander: e p urtroppo , ope ratore ·ed operato , erano entrambi destinati a non lontana fin e. Nell 'inverno del 1934-35 parve agli assistenti , cl1e in qualch e momento di quel suo lavor o senza tregua egli apparisse m eno forte; comunque ciò n on g li impedì di continuare ad operare, .a viaggiare ed a preparare col !Ber€tta a Bologna l 'in1n1inente fati coso Congresso Internazio11ale di Stomatologia .. 1

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Nel ma,gg·io ebbe febbre ed un g iorno a Torino fu colto da un brivido violentissjmo e da metà giugno sino alla morte la febbre non lo lasciò più: ciò non ostante il 6 lug lio operò an cor.a due resezioni del mascellare superiore ed una plastica del m ento. Ri1cer ch e .ed esam.i d 'o.gn.i fatta , in Italia e fuori , ed anclle u 11a laparotomia esplorati Ya praticat ag·li dal Clairn1ont, mentrre il Cavina era in ! svizzera , non chiarirono la i11alattia. Il 15 settembre fu trasportato a Bologna. A me, veccl1io, il vedere lui gio,·ane n el}'imminenza della morte rinnovava il d olore sentito n1olti anni prima per la perdita di Alessandro Codivilla , il grande precursorr della chirurgia gastrica e cra nio-cerebrale i11 Italia, lui pur-e in1maturament e spento. Alla giovane e diletta sposa del povero Ce&'lre l 'augurio che i suoi due piccoli figliuo] i crescano degni della ,·irtù del padre. BARTOLO N I C. RISOLI.

[ANNO XLIII, NuM. 41]

SUNTI E RASSEGNE ·VASI SANGUIGNI. I fenomeni di Ray nand. (J. H . Hu1'lT. Quart. Journ. of lltf edioirie., 19 lu-

g1lio 1936). La r evisione d-el concetto clinico, diagnostico e fisiopatologico del morbo di Raynaud, com 'è stato descritto circa 60 anni fa dall 'illustre studioso franoese, ·è stata resa necessaria dal progressivo accrescersi delle nostre nozioni attorno alla fisiopatologia vasomotoria, dalla differenziazione di entità cliniche autonom e nel campo delle malattie vasali (come p. es . il morbo di Buerg.er), dallo studio eziologic0 açcurato e dai risultati terapeutici diversi in alcuni dei casi della sindrome relativa e che dimostravano la non identità clinica e patogenetica di casi appare ntemente simili. A seconda d·ella esperienza dei singoli AA. l 'essenza d ella sindrome V·en iva d·efinita in modo diverso, talora opposto: così ad es. Beck pone quale fattore predominante nel morbo di Raynaud l 'arterite obliterante, mentre Osler vi include solo i casi di alterazioni funzionali d·ei vasi, senza lesioni orga niche; Lewis propone l'abolizione del termine di morbo di Rayna ud, la cui esistenza quale malattia autonoma viene posta in dubbio da alcuni, sostenuta invece da altri, anch e tra i più r ecenti AA. (Allen e Brown). Il lavoro di J. H. Hunt costituisce u11a messa a punto, più o m eno definitiva , del problema clinico della sindrome di Raynaud: partendo da cognizioni cliniche e sperimentali recenti, in base ad un ricco materiale di osservazione propria l 'A. passa in r assegna e so1topone a d una classificazione razionale tutti i casi clinici, nei quali si osservano i cosidetti cc fenomeni di Raynaud » e caratterizzati ciòè da pallore e cianosi iJntermittenti delVe estrem.~tà,

provoodJbili da esposizione al fredd'o, senza ohe vi si riscon.t ri olinicamente occlusione di gra;ridi. vasi e con le.sioni troficlie (se presenti) limitate a~la cute. L' A. insiste sull 'inter-

mittenza del f.enomeno , sulla persistenza del polso, sulla mancanza di gan gr ena massiva. Egli vien e quindi a distinguere i « fenom eni di Raynaud n (o event. la sindrome di Raynaud) da quello ch e potrebbe essere il morbo di Raynaud; e analizza clinicament~ (s ul materiale pr oprio e anche quello dt Rayn aud stesso) le varie contingen ze n elle quali tali fen omeni possono manifestarsi. Molteplici sar ebbero le condizioni che danno luogo a i « fenomeni di Raynaud »; esse possono essere suddivise in tre grandi gruppi : a) detti fenomeni si presentano in modo isolato e costituiscon o un quadro clinico a sè; b) i fenomeni di Raynaud precedono , ancl1e per diversi anni , I 'istaurarsi di una cianosi e raffreddamento permanente delle estremità;


[A~NO

XLIII.

J\'Ui\t.

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SEZION E PRATICA

e) il fenomeno di Raynaud costituisce una

~lesso ,

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l 'A. pone fra le caratteristicl1e della mafase temporanea ·e talvolta i11significante nello lattia l 'insorgenza tardiva (dopo i trent 'anni ), sviluppo di una g·rave malattia dei vasi degli la inancanza di storia iamiliare, l 'in1portan za arti. del fattore emotivo accanto a quello del freddo ••• nel provocare gli accessi, il maninestarsi quaLa sincope locale delle estrerr1i tà col suo s~ esclu~ivo n~l ses~o femminile, la perfetta passaggio graduale altra verso vari stadi di cia- s1mmetr1a dell asfissia local e. L ' A. riporta tenosi specie a carico delle dita delle mani ·e stualme11te la descrizione di Raynaud dell 'acd ei piedi , con sensazioni di intorpidimento, cesso: esso di solito segue a lieve raffreddadi i)erdita parziale di sensibilità e di movi- mento o stimolo emotivo (preoccupazione, me11ti attivi può ·essere osservata anche in per- spavento improvviso, stimolo sensuale); dura sone normali qua11do tutto il corp,o viene sot- da pochi rninuti .a qual che ora; è limitato alle toposto ad un raffreddamento intenso (con n_iani. ·ed ai piedi (più raramente), senza parteabbassamento della ten1peratur.a centrale di c1paz1one del naso o delle or·ecchie; i fenomeni qualcl1e grado); spesso vi è coinvolto anche il sono più accentuati a carico delle dita ·e non lobulo del naso e l·e orecchie. risalgono mai al disopra del polso. Il cambiaTale f·enomenologia che avrebbe , secondo m·e nto del colore, dal cereo, a;J giallo, al cian oi' A. , il significato di un riflesso protettivo, vie- tico scuro o quasi nero avviene gradualmente ne talora ad accentuarsi nei primi momenti e si accompagna a progressivo intorpidimento dopo l 'ingresso in un ambiente caldo, perchè, delle dita; la pressione su queste provoca una avvenuta ]a vasodilatazione dei vasi superfi- macchia pallida la quale molto lentamente riciali il sangue ritorna in 1naggior copia agli prende il colore circostante; la puntura non -0rgani centrali; ·è costretto però a passar.e at- dà esito a sangue; le dita sono fredde. Il ritraverso le ven·e poste nei tessuti più profondi torno alle condizioni normali avviene. con rie ancora freddi; il maggior afflusso di sangue comparsa di zon-e di colore vivace, fino al verfreddo causa reazione centrale vasomotori.a miglio o purpureo che confluiscono lentamenpiù intensa. Tale f.enomeno si riscontra in tut- te « scacciando » il colorito bronzeo che persiste più a lungo nelle parti più distali e dopo ti i casi di sincope delle ,e stremità da freddo. Ancl1e l 'esposizione di un arto solo al fred- un transitorio arrossamento la cute riprende il colorito normale; i fenomeni di regresso si do causa, dopo una vasodilatazione transitoria, la fenomenologia di Raynaud, per culminare accompagnano a parestesie dolorose a tipo di talvolta in lesioni localizzate definitiv·e (gan- trafitture, punture di spillo ecc. Il polso radiale persiste normal e (o olo lievemente meno grena da freddo). V'è poi tutta una categoria di individui che ampio). presentano frequentem ente le dita fredde; J'inSpesso sulle dita colpite si forni.ano delle tensità della fenon1'enologia varia da un lie- flittene , il ·cui contenuto di\renta sieropuru]en to ve pallora del so.lo polpastrello, fino a cia- e che dopo la rottura lasciano il derma allo rLosi con torpore di tutte le dita , talora defi- scoperto; piccole escoriazioni danno luogo a nite come dita morte. Quest 'affezione (spesso uloeri torpide, con consecutive cicatrici den on considerata neanche come tale) è er edita- presse. Quando v' è la gangr ena essa è secca, limitata alle dita dove invade solo i strati suria o famigliare (« Hereditary Cold 1F ingers »): perficiali della cute (Raynaud). la fenom enologia viene provocata da raf freddamento anche lieve (immersion,e delle mani L'attacco può essere provocato senz'altro nel! 'acqua, contatto con biancheria fresca, col- coll'immersione delle mani nell'acqua di 15° le posate metalliche ecc. ecc. ); non si notano per 15 m·'; Lewis ha notato ch e t emperature influssi emotivi; vi sono soggetti con uguale inferiori (10°) non provocano l'attacco. fr eque11za individui di a11ilio i sessi. L 'affezioIn uno dei pazienti dell 'A. l'accesso si acne si n1anifesta sin dalla tenera età e rara- compagnava ad una profusa sudorazione lon1en te progredisce in modo tale da infirmare cale, fatto non frequ ente, m a descritto anche )a capacità lavorativa del paziente, tanto da da altri. rendere superfluo un eventuale inter vento L'A. fa notare come non v'è nessuna relaziocruento (ganglionectomia simpatica); sono suf- ne tra il morbo di Ra ynaud e psiconeurosi , fi cienti di solito sen1plici misure protettive. epilessia, afasie o an1bliopi e transitorie ecc. A questo gruppo appartiene anche uno dei (a differenza di alcune descrizioni dei trattati); casi originali di Raynaud (l 'A. ne riporta la che l'ordine cronologico della fenomenologia descrizione). La storia familiare, la freque11za locale non ha che valore limitato per la dianei due sessi , la m.a ncanza del fattore emotivo , @ ·nosi: che non v'è emoglo]) inuria, da taluno l'età nella qu,ale insorge differenziano tale n1enzionata. La R. W. ·è sta ta negativa in tutti i casi osservati dall 'A. gruppo dal cc vero Morbo di Raynaud n. Quest 'ultimo difatti mantiene alm eno per Per quel che r iguarda il decorso e il tratora il diritto all 'autonomia n osologica. Esso tamento della ma lattia viene rileva to che nella è piuttosto raro; uniforn1andosi alla definiziomaggior parte dei casi v'è progr essivo peggione data in precedenza, la quale serve come ram ento; che la terapia m edica è di scarsa efcon1plemento ai rilievi clinici del Ra~rn aud fi cacia ; che la ganglionecton1 ia simpati ca cer-


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vico-toracica provoca un n1iglioramento in1111 ediato, m a che la intomatologia torna a ma11ifestarsi, seb·b en e in misura molto più ridotta, a distanza di m esi o di anni dall 'intervento; risultati più notevoli ·e costanti sono stati ottenuti nei casi di sintomatologia a carico degli arti inferiori dopo l 'intervento sul simpatico lombare. È degn o di nota che l'an·est esia novocainica di un tronco nervoso elimina I.a possibilità di provocazione dell 'attacco nel territorio corrisp,o ndente. V 'è finalm·ente un 'altra condizione morb·osa, nella qual e i fenomeni di Raynaud costituiscono una sindrome isolata, però ad eziologia traumatica; si tratta di individui, n·ei quali tali feuon1eni insorgono ( empre in seguilo al raffreddam e11to locale) n elle ,e stremità clie hanno precedentemente sub·i to. una lesion e meccanica unica (contusio.n e, f.erita da taglio ecc.), o che per molto tempo sono state sottoposte a stimoli m eccanici ripetuti dovuti al maneggio di arn esi in continua vibrazione (martello pneumatico, macchin,e formatrici ecc.); la fenomenol ogia m orbosa si manifesta sp·esso dopo 1-3 anni n egli operai addetti ai lavori del .g en ere; in rapporto a1l 'impiego· di tutte due o di una sola m.ano la sintomatologia è simmetrica o m eno. L 'abbandono del lavoro fa diminuire il numero e l'intensità degli • accessi. 1

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Passando alle condizioni morbose, nelle quali Ja fenomen ologia di Raynaud costituisce una fase prolu1igata che precede l 'istaurarsi de finitivo della cianosi e raffreddamento delle estremità, l 'A. indica una sola affezione - la sclerodattilia; questa (denominata anche acrosclerosi) è da distinguersi dalla sclerodermi a vera, nella qual 'ultima le manifestazioni sclero~iche a carico della cute e dei relativi accessi s'iniziano al tronco per diffond.e rsi poi in modo centrifugo; in essa mancano i sintomi vasornotori. Nella acrosclerosi sono primariamente e principalmente affette le estremità : le dita de lle mani e dei piedi e la faccia. La m alatfi"a si manifesta di solito dopo i trent 'anni e per lo più (in proporzione di nove a uno) nel sesso femminile. Nel prin10 stadio della malatti.a (che perdura anche per anni) la fenom enologia di Raynaud non è eccezionale: essa può essere provocata sia dal fredèlo, sia dall'emozione. Va notato però ch e il dolore persiste spesso anch·e negli intervalli fra g li accessi; si manifesta quindi una rigidità dell·e dita , in capacità di movim~nti fini; la cute in primo tempo si ispessisce, p er poi assottigliarsi cogli anni . Spe so v'è sudorazione abbondante delle estremità colpite. Sono caratteristici e frequenti (in 75 % dei casi) disturbi trofici sotto forn1a di ulcerazioni torpide, precedute da vescicole ematich e, paterecci con interessamento osseo , deformità delle unghie, accor cian1 ento

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delle fal~ngi di tali (per rias orb·in1ento os_eo). deposizioni calcaree nelle partì molli; la fa ccia assume l "aspetto di una maschera con cute tirata , lucida, sottile, specie attorno alla bocca ed agli occhi. Possono partecipare ancl1e le braccia, la nuca, il tronco; gli arti inferi ori sono in gener·e meno com promessi e rare son o le ulcerazioni e le suppurazioni alle dita clei piedi. Nel periodo « di stato » della malattia le estremità più o meno deformi sono cianotiche e fredd,e in perm.a nenza; non si può quindi più parlare· di fenomeni di Raynaud. La malattia è progressiva, difficilmente curabile . Anch e la ganglionectomia simpatica 11a dato risultati relativamente scarsi. Molti AA. parlano di un 'associazione fra la sclerodattilia e il i11orbo di Raynaud (IBalJ , Favier ·e d altri); l 'A. però ritiene che si tratti di una sindrom e globale dovuta ad eziologia unica; la fenorn.e nologia di Raynaud è provocata non tanto da alterazioni di tono vasale, quanto da lesioni anatomich e delle arterie digitali con ispessimento fibro so ed atrofia della media, e con infiltrazione parvicellulare attorno ai vasi. V'è inoltre fibrosi del derma con atrofia delle p·a pill·e, dei folli coli , dell e g lar1dole sebacee · e sudorifere .

••• Nell 'ultimo gruppo l 'A. comprende affezioni molteplici, nelle quali i fenomeni di Raynaud costituiscono una fase temporanea, spesso insignificante della sindrome ostruttiva dei vasi degli arti. Al primo posto figura la tromboangioite obliterante; non è il caso di riportar.e qui il quadro clinico dell'affezione; va notato ch e il pallore e la cianosi intermittente precedono di molti mesi I 'inizio della claudicazione e del dolore continuo, la ridotta pulsazione delle singole arterie ecc. (stadio vasospastico). ~ nota però l'importanza dell 'elen1ento vasomotorio anch e· ad a lterazioni anatomiche avanzate e la distinzione fra i sintomi circolatori da spasmo e quelli da occlusione può essere effettuata mediante una serie di prove che inibiscono il tono vasale; accanto alla prova di iperemia reattiva, di cambiamento di posizione dell '.arto, dell'istamina ecc., si può provocare il rilasciamento del tono vasale mercè rialzi termici (da sovrariscaldarnento o con stimoli fehbrigeni), mediante anestesia tronculare o 11locro paravertebrale dei gangli simpatici, mediante an estesia rachidea o g·e nerale. Tali procedime 1 1ti insegneranno sull 'ev.entual e efficacia· di una g anglionectomia, che finora rappresenta uno d·ei mezzi curativi più efficaci, sebbene da consjderarsi ancora com e palli a i ivo accanto a te: rapia fisica , ginnastica e m edica del morbo d1 Buer ger . Va notato che n ello stadio avanzato di malattia non v'è intermitten za n ei fenom eni vascolo-nervosi , e non si tratta più di fen om eni di Rayna ud. Lo stesso dicasi per .a lcune altre affezioni •


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SBZIONE PRATICA

ostruttive dei vasi come l 'arteriosclerosi e l 'arterite luetica , nelle quali il pallore e la cianosi intermittenti con parestesie, provoGati da raffreddamento sono tutt 'altro che rari (v. anch e i casi orig i11ali di Raynaud ). L ' A. ricorda inoltre l 'arterite reumatica (pr obabilmente streptococcica), un'affezione piuttosto rara, che colpisce di solito i soggetti g ià precedentemente affetti da malattie r et1matiche (ang ine, artriti , cor ea ecc.). L 'A. i1e clescrive due casi; in questi i tipici fenomeni di Raynaud (p rovocabili d.a freddo) i inani fe·· starano a distanza di qualche giorno da un angina. Dopo 2~-48 ore la fenomenologia vasale divenne permanente con sintomi di ostruzione arteriosa; solo a distanza di settimane ~i è manifestato un certo n1iglioramento con ricomparsa di sintomatologia intermittente. La guarig ione corr1pleta è possibile, p er ò spesso persiste la tenden za a lla sincope locale intermittente e tutto il quadro può r ecidivare i11 occasione di nuove manifestazioni r eun1atiche. Va ancora m enzionata J'esi5t·e nza (n on frequente) di fenomenologia di Raynaud in casi di costola cervicale; va n otato che vi sono casi di alte razione p ermanente d ella circoil azion e del braccio in seguito a compressione sulla succlavia o sul plesso bracl1iale (Telford, Todd ed altri) ; la sintomatolog ia intermittente invece sarebbe (secondo Lewis) da attribuire a piccoli e mb oli delle a rterie dié~:itali pro enienti cl1 trombosi locale della s ucclavia (n e1aa zon 1 compressa); probabilmente per ò ' 1 i contribuisce anch e il ·diminuito flusso sanguig no del1'arto. E finalmente in un ultimo gru1Jpo, ch e fo rse richiederà ulteriori suddivisioni, vanno con1pre i i ca i di fen om eni di Rayn at1cl n e} 1" malattie del sang ue, nella tb·c. polmonare, n el lupus eritematosu s, nella malaria. L ' A. n e cita alcuni esempi ben dimostrativi n·e lla leucemia (cosi è da interpretarsi an che un caso di Raynaud), n ella policiten1ia, n ella malaria (anch'esso di Raynaud). In tutti la tipica sindrome era provocata dal freddo; non v'era influ enza del fattore emotivo. 1

••• Dopo aver passato in rassegna le v<\rie co ntingenze patologich e che ge nerano Ja sin cope locale intermitt.0nte delle estremità e aver stabilito ch e essa talvolta costituisce una sindrome concomitante, talora una mala ttia a sè, I'A. si sofferma sulla patogen esi dell 'affe zion e. Egli critj ca l'ipotesi di Raynaud , il qual e ha cercato di dimostrare ch e si tratta di una r eazione vasomotoria generale, dovuta all 'esager azione dell 'en er gia eccitom otoria della sostan za grigia del midollo; si è visto p erò ch e i] di sturbo permane pura m ente locale. E l '/\ . si associa all 'opini on e di Le'''is, an1mettendo cl1 e si tratta di un difetto o tara limitati all e arfPrie digitali , n1entre il tono vaso111 otor e o-en erale è inalter a to.

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Ch e l 'occlusione ia effetti, am ente localizza ta alle arterie dig itali ,-iene dimostrato d.al fatto che le arterie n1aggiori (radiale e ulnare) sono b en pulsanti durante l 'accesso (una lieve diminuzione dell 'an1piezza de] polso € fisiol ogica in seguito a qualsiasi r affr eddainento); che non v'è pallor e costante, con1e dovrebbe e sese ·e si trattasse di spasn10 dei capillari; che basta r affreddare la base del dito per ch è nel tutto si produca il fe11 om en o di Raynaud; il fatto cli.e un dito in preda all 'att.acco non san g·ui na colla puntura confern1a I '"occlusione arteriosa • in genere. V.a notato ino.Itre ch e i] pallore iniziale d ell'accesso non si produce, se non quando le n1ani sono al disopra del livello d-el cuore o in movimento, esistendo solo allora la vis a tergo n ecessaria per la propulsion e del sang ue venoso, che altrimenti ristagn a dando luogo alla tipica cianosi. Di qua an ch e ]a diminuzion e del volume delle vene dorsali della n1ano. Il pallore tardivo. do_i:o la cia11osi proìungala , è dovuto alla contrazione dei capillari , indipendent·e dal sistema nervoso; e finalm ente l 'arr ossamento ch e seg·u e al r affreddam ento prot ratto· rapp resenta la conseguenza della dila tazion e dei piccol~ vasi e delle arterio1le, che a,,_ viene a su.a volta per un m eccanismo protettivo r iflesso ed è pro,·ocata dall a liberazion e di istamina. L 'intorpidimento è evident.em ente causato dal temporan eo difetto di i1utrizione dei ner-vi sensi ti ' 'i. L 'influen za del freddo nella provocazione dell ' attacco si comprende fa cilmente; g ià norn1almente il fr eddo cau a 1.a costrizio11e locale dei vasi sia per l 'azione diretta, sia per aumento riflesso del tono vasale; il cc dif.etto locale n (local fa.wlt) delle a rterie dig ita li fa sì ch e questo stimolo, come pure uno stimolo en1otivo (per aumento d·el tono vasomotore) sia sum-· ciente a p·r o,rocar e l 'attacco. La natura del cc difetto locale » è ev idente i)er alcuni casi (tron1boan gioite, scJerodat tilia, endoarterite) essendo dimostrabile anatomicam ente; in altri (cc dita fr·edde ereditarie », morb o di Rayna ud ecc.) m anca per ora la d in10strazione di lesioni an atomich e : si tratterà quindi di fatti puramen te fun zionali, o vi son o anch e lesioni organich e, an ch e mini1ne ~ P er ora il problem a è insoluto. In ogni m odo l 'A. ritien e ch e lo spasmo solo n on sarebbe capace di cau sar e le n ecr osi a n ch e su perficiali; è probabile d 'altra parte che an ch e lo spasmo ripetuto a lungo andare provochi lesioni m uscolari n ella. parete delle arterie con conseguente difetto circolatorio e danno dei tessuti da ·esse irrorati. Com e ve diam Q, la fisiopatologia deJln ~i n­ drome di Raynaud solo in parte può dirsi delucid ata. La maggior parte dei rilievi dell 'A. si riferisce ai pr oblemi ed alla classificazione clinica della malattia. Ma non è da escludersi ch e appunto da questi. con sid erand o ]e con1

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dizioni e le modalità della insorgenza dei fenopi,e ni di Raynaud, il decorso di tali fen 0meni e l 'azione su di ·essi di vari procedimenti terapeutici, si giunga un giorno alla comprensione più profonda, patogenetica e fisiopatologica di questa sindrome di carattere ancora enigmatico. S. M1Nz.

Sui rapporti tra ematoma perirenale con ematuria essenziale e periarterite no· dosa. La Clinica. Chirurgica, fase. 10, pag. 903, 1935). L 'A. dopo aver passato in rapida rassegna le divers·e cause che -possono d.a re origi11e :.id un 0n1atoma perirenale spontan.eo, illustra il caso m.olto interessante di una donna irt cui questo era stato provocato da lesioni di periarterite nodosa non solo dei vasi della capsula adi p-0sa d el rene, ma anch e d.ei piccoli vasi arteriosi p1arenchimali (questo secondo dato istologico permetteva di spiegare de Ile ematurie cc sine causa » osservat.a n,ella p. ). La sola nefrectomia ha portalo la p. a guarigione ch e dura 011nai da inolti anni. L,1\. infir1e si sofferma bulla letteratura dell '.argo111ento e descrive il quadro clinico del1'ematoma peri renale spontaneo. G. GENTILE. (J.

D'AVANZO.

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INFORTUNI. Lesioni degli atleti. H. HoBART. Th e Journ. of the Americ . Medie. Assoc., 15 agosto 1936). Le lesioni degli atleti interessano· sempre di più la classe m·edica e formano un gruppo a parte di lesioni traumatiche. L 'attività dell 'atleta dura pochi anni e que·sta è una ragione di più p·erch·è l 'atl et.a leso abbia bisogno non solo di guarire completan1ente ma anche rapidam ente. ~ importante l 'opera preventiva delle lesioni degli atleti. Per questo n1·edico e all enatore dovrebb1e ro lavorare insieme e g li atleti do,rrebbero essere sorvegliati dal medico come sono sorvegliati dall 'allenatore. Gli atleti dovre bbero e er e visitati almeno og·ni stagione ·e la visita deve interessare il cuore, i polmoni, le eventu.ali porte erniarie. Appena infortunato l'atleta deve essere affidato al medico. Molti atleti hanno avuto ritardo n ella guarigione appunto perchè non cura ti da l medico ma sotto po ti a sforzi da parte dell 'allenatore. Si richiede an cl1e al m edico sportivo, con1e a tutti i medici, di curare gli infortunati m olto co cienzio amente e sopra tutto di n o11 lasciarsi trasportare dal de iderio dell 'atleta di ritornare rapidam ente al la ua attività. Per le fratture l 'atleta sarà senz 'altro allontanato dalla quadra e ottoposto ad un soccor ~ o d 'urgen za e ad una cura ra zionale, con1e (MARNY

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p er tutte le fratture. La riduzione è bene sia fa1ta sotto il controllo radiologico. E consig liabile u sare un apparecchio non facilmente m?vibile. (e questo si de·ve fare non solo per ~11 . at~et1, ma a n ch e per i bambini, per gli iod1ot1 e per i ... medici). Dai 10 ai 15 giorni dopo· la frattura è necessario rimuovere l 'apparecchio e nlobilizzare I 'arto. Si deve istituire rapidamente una cura fisica con massaggi e diatermia. Le frattur·e del c~anio e del collo tengono l 'atleta lontano dal campo· per almeno una stag~on e, ~ .P~r Jo più per un anno. Minor tempo d1 n1ob1l1ta r1ch1edono le fratture minori (delle falangi , del polse, d ell 'avambraccio, delle costole , della cla,ricola). Le distorsioni, sebben·e m·eno gravi delle f1 atture, dànno gran fa stidio. l,e articolazioni colpite sono le an ch e, le ginocchia, le spalle e le falangi. Le articolazioni si devono proteggere con fasciature. L ' A. consiglia di .a vvolgere in gl1iaccio al più presto possib·i le l 'articolazione col pita da distorsione, di fasciare forte. In alcuni casi è necessario immobilizzare in apparecchio . Il trattam·ento successi,,o è identico a lJUello delle frattu~e.

Le contusioni si curano prima col ghiaccio e poi col calore; a volte è necessario mettere un balsamo analgesico. Succe ivamente bag·ni, diatermia , massaggi . Le lussazioni si devono ridurre immediatarr1ente; t eoricamente solo dopo che un esame rE~diologico abbia escluso una frattura. Dopo l ~t riduzione, riposo per un tempo più o meno lung·o. Il riposo è consig·li.ato p·e r evitare la miosite ossificante, la quale qualche volta richiede un intervento operativo. Le ferite lacer,e e da taglio saranno pulite al più presto e richiuse con un sottile clrenaggio; si farà inoltre medicatura umida al1'acido borico per 2± ore. Naturalmente si prenderà in considerazione l 'ev·entualità di fare un 'iniezione antitetanica. Le suture d·ella faccia si devono togliere fra il 3° e il 5° g·iorno , a meno ch e l 'atleta no,n debba i)artecipare a d una gara p rima della guarig·ion e. In quest 'ultimo caso sarà anche b en e fissar'e la garza alla fa ccia con del collodior1 . Le lesioni del ginocchio meritano una più ampia trattazione, non solo perchè è l 'articolazione più spesso colpita, ma ancl1e perchè la cura delle sue lesioni è molto più delicata.. Su 11 O lesioni del g inocchio osservate dall 'A. i11 cinque anni , 70 erano a carico del menisco e il 20 % richiese inter,rento chirurgico. Lesioni più rare sono quelle dei nervi con i)ar.alisi , le commozioni cer ebrali, le malattie ir1sorgenti subito dopo il trauma (un caso di pleurite' tubercolare, un caso di vaiolo). In 5 anni furono curati alla Northvve ter l -niYersity 687 atleti , 558 per lesioni e 129 per 1

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SEZIONE PRATI CA

infiamn1azioni. 1Fra le lesioni 167 erano distorsioni, 127 contusioni, 109 fratture, 79 lesioni cartilaginee, 56 lacerazioni , 24 lussaz ioni. 1:1 177 casi fu n ecessario intervenire chirurgicamente. R. L usENA.

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In ogni caso tutti questi disturb·i pericolosi sono costituiti da un arresto della funzione ch·e può essere corretto. Le alterazioni che si riscontrano ne,gli organi interni delle vittime (emorragie perivasali, stravasi di plasma , distruzio ne di corpi di Nissl nel cervello ecc.) La causa, la patologia e la cura dei trau- i1on sono di tale natura da potere essere ritenute responsabili d ella n1orte. Fa solo eccemi da elettricità. zione l 'aumento d·el liquido cefalo-rachidia110 (S. JELLINEK. Edinbu.rgh Medica1l1 Journal, set- che può rapidamente provocare una fatale com pressione del cervello. tembre 1936). Queste considerazioni hanno grande irr1porSe si tien conto d·el fatto ch e alc·u ni indivitanz.a dal p1unto di vista d el primo soccorso dui sono uccisi o lesi dall'elettricità atmosfeda dare agli infortunati. Al riguardo conviene rica o tecnica, da basse o alte tensior1i, dalla tener presente che la respirazione artificiale è corrente continua o alternata, dalle basse o Lutto. E quando il paziente dopo 5-10 minuti alte frequ enze, -e ch e altri individui nelle medi respirazione artificiale n on migliora, bisodesime circostanze rimangono illesi, s'imJ)On e gna praticare una puntura lomb·a re evacuatrìinnanzi tutto il problema d ella causa dei trauce allo scopo di ridurre la pr·e ssione del limi elettrici. quor sul cervello e l 'ed ema cerebrale. Se si fa passare attraverso il cuore di un Successivamente bisogna attendere alla cura cane una corrente di 100 volt e 1/10 ampere Jocale delle parti direttamente investite dalla si ha imn1edi.atamente e senza eccezioni la fielettricità ·e dello stato gen erale del paziente. brillazione del cu ore e la morte. Ma se n ella Per il trattamento locale occorre che· il mevita ordinaria un uomo è investito nello stesso dico non consid·eri più com·e un dogma che modo da una corr·ente della medesima potenla lesione elettrica è una scottatura e niente za non si hanno necessariame11te gli stessi ef- ·altro ch e una scottatura. La lesione ha cafetti. Ciò prova cl1e non si possono generalizratteri tutti suo·i particolari per i quali 11a zare ed applicare alla clinica i risultati degli una straordinaria tendenza alla guarigione. A esperimenti di lab·oratorio. differenza della scottatura ch e può dare peLe quistioni fondamentali da porre sono: ricolose complicazioni, la vera l esione elettriÈ il voltaggio o l 'amper aggio che de termina ca , dopo un periodo di latenza, produce neJo shock !l Con quale m eccanisn10 si produce crosi ma, quel che più importa, una necrosi lo shock~ asettica, senza complicazioni, e con esito in Si è affermato ch e ogni corrente di 1/10 am- • perfetta guarigione. p er e i)assa11do attra,-er so il corpo umano rieIn considerazione del fatto ch e la necrosi sce fatale e ch e la morte è dovuta a fibrillaè accompagnata da una notevole distruzione di zione cardiaca . Queste due aff.ermazioni ditessuti, i medici di una volta per paura della ventarono dogmi , ed in conformità g li ingesetticemia procedevano ad abbondanti a1npugneri apprestarono i m ezzi di profilassi ed i tazioni . Ma l 'esperienza ha dimo trato ch e n el n1edici si astennero da ogni tentativo di cura caso di vere lesioni elettriche ]e complicad ell 'infortunato. zioni si hanno so·l o quando , invece ch e ad un Ma ta11to gli ·esp1erin1enti qua11to la clinic.a trattam ento conservativo, si ricorr·e ad interl1anno in effetti dimostra to eh.e l 'amperaggio venti chirurgici. è solo uno dei fa ttori dell 'azione traumatizzanL'aspetto anatomo-patologico ed il d ecorso te d ell 'elettricità e che l 'astensione in fatto di clinico delle vere lesioni elettrich e n on hanc ura degli no nulla di analogo con lesioni di altra n a... investiti dalla corrente e ch e sem bra n o morti non è affatto giustificata. tura e da altra cau sa, e solo ten endo conto di questo fatto devono essere con siderati e Sta di fatto ch e n ella m aggioranza dei casi hanno una parte importante i fattori costitut1 .attati tanto le condizioni gen er ali quanto i zionali e psichici. Così è ormai assodato ch e fatti a carico degli or gani interni. Tutti gli orga ni del corpo possono essere u11 individuo ch e sia m entalmente preparato a rice·v ere uno shock, in modo da escluder e cEllpiti da trauma elettrico, sia m ediatamente attraverso l'eccitazione n ervosa prodotta ogni elem ento di sorpresa, può subire uno dallo shock, sia direttamente per l 'azione -shock pericoloso senza nessun danno. Lo stesso shock. d'altra parte, può rit1scire fatale per energetica d ella corrente. Questa può lasciare traccie non solo sulla superficie d el corpo , ma un indi,1iduo non preparato. an cl1e negli organi interni provocando speciInoltre l 'osservazione d-elle vittime insegna fiche alterazioni anatomiche n on ancora ben .ch e se in molti casi la causa della n1or1e è definite. legata ad un 'insufficien za cardiaca primitiva, Tanto le lesioni esterne ch e quell e interne più frequentemente l 'effetto fatale è in raptendon o a g uarire spontaneamente, ma talporto ad un 'asfissia primitiva , ad una para' olta compaion0 sintomi allarmanti ch e delisi cerebrale o ad uno sh ock dei nervi splan• • vono consigliare a] ] 'intervento attivo . iCil I CJ.


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cc IL POLICLINICO »

Non di rado dalle ferite si hanno emorragie che possono essere fatali in rapporto alla profor1da alterazione delle pareti dei vasi eventualm·ente prodottei dalla corrente. Molte vittime decedono cosi in poc.h i minuti perchè il medico no11 era preparato a qu·e sta eventualità. Altri sintomi allarmanti, che per lo più si 1nanifestano a distanza di ore e anch.e di giorni , sono quelli dovuti all'ipertensione d·e l liquido cefalo-rachidiano (agitazione, convulsioni ecc.). In tali ·casi le p·u nture lon1b·a ri eva cuatrici, ripetute a seconda le necessità, possono salvare la vita del paziente. Si posson0 avere anche dolori intensi senza localizzazione netta, che possono dipendere da lesio11i dei nervi periferici, come da fratture di ossa o da 'lussazioni. In tali casi è indispensabile I '.esame radiologico. Talvolta si h.a nno sintomi allarmanti generali quali la f.eb·b·r e, l 'inappetenz.a, la debolezza del cuore, l 'albuminuria , ecc., dovuti o ali 'improvvisa emoglobinemia o al cattivo funzionamento dei reni. A tutti questi fatti vanno· aggiunti .i sintomi allarm.anti ca usati dalle lesioni prodotte dalla caduta dell 'infortunato in seguito all'in vestimento eilettrico (fratture al cranio, rotture di visceri ecc.). A parte queste eccezioni la guarigione delle lesioni elettriche è sempre soddisfacente anche quando si hanno neuriti, atrofie, paralisi, disturbi trofici ecc. La prognosi g.eneralmenle favorevole si dimostra · anche n elle manifestazio11i secondarie. Conviene comunque insistere nella circostanza che il processo di g uarigione sarà tanto lo più perfetto quanto più il medico saprà aste·n ersi da ogni intervento inopportuno ed inten1pestivo. Le lesioni elettriche hanno una tendenza spontanea alla guarigione, ed ogni i11tervento chirurgico il più delle volte non h.a altro effetto che quello di provocare inutili mutilazioni quando non produce anche complicazioni locali e generali. DR.

DIVA GA ZIONI

Fisiologia ed evoluzione dei batteri. Lo studio sempre più approfondito di organismi che appaiono relativamente semplici, come i batteri, ne dimostra invece la grande complessità e le ampie differenze che esistono fra i vari tipi. È interessante, dai numerosi dati raccolti, giungere ad uno studio d 'insieme che permette di di sporre queste rudimentali forme di vita i u un ordine cl1e va dal semplice al complesso, stabilendone una specie di filogen esi. È quanto ha fatto J. G. Knight in una recente monografia (Material fora Comparative Physiolcgy of Bacterio. Med. Re..:earcl1 Council, N. 2lt. H. M. Stationery Office, London 1936), in cui con ~ idera i batteri essen zialmente dal punto

[,\::-.;No XLIII, \ l -~I. 41]

di vista delle esigenze fisiologi che. Allo scali110 inferiore, egli ha messo i microorganisn1i co11 ampie capacità sintetiche, i quali otte111gono I ' energia ed i materiali, per la sintesi d·el loro p rotoplasma, da composti chimici sen1plici. Tali sono i batteri fotosinteti ci, che al pari delle piante verdi, utilizzano la luce e certi batteri chemosintetici, in cui la produzione di energia dipende unicamente dalle reazioni chimiche che essi iniziano. Vengono i11 sèguito quelli che utilizzano come sorgente di carbo11i o e di en·e rgia l'acido carb,o nico, il meta110, l 'ossido di carbonio. Salendo nel]a scala, troviamo organismi come il B. c1oli ed il piocianeo, che esigono bensì dei composti complessi di carbonio , ma ch e possono assimilare l 'azoto dell 'ammoniaca per la sintesi del loro protoplasma. Le forn1e vicin·e del b ac. del tifo, del dissenterico di Shiga, del paratifo A ed il proteo l 'ottengono ir1vece dagli amminoacidi e si arriva poi a forn1e: come il difterico ed i bacilli acido-resistenti, che non possono svilupparsi se no11 utilizzando com·e sorgente di azoto gli amminoacidi. Ma anche fra i membri di uno stesso gruppo, vi sono delle differenze; cosi, fra queili acido-resistenti, salian10 cl.ai più adattab·i li ai più esigenti; dai saprofitici, ai bacilli della tubercolosi degli animali a sangue freddo, degli u~·celli fino al tipo· un1ano. 11 bacino cli Johnes (ch e provoca la di senteria cronica del bestiame) ,è il più esigente, essendo aJJparentemente incapace di sintetizzare una sostanza che è invece prontamente fornita dal b·a cillo del Ph.l~u·m e da quella della tubercolosi un1ana. L'aumento della complessità delle esigenze 11utritive è associata con la diminuzione dei poteri sintetizzanti, che si estende anche alla sin tesi di sostanze essenziali per l'accrescimento, analoghe alle vitamine p er l 'alimentazione animale. L ' A. ne ha preparate in forma concentrata e distingue: 1) un fattore sporogene (sintetizzato, p ·e s., dal Baci. aertrycke e dall'Asp·erg·~~lu:s versicolor e che si trova nel lievito e nell'urina dei mammiferi), che è necessario per lo sviluppo del Cl,o stridium sporogene.s, botwlinus, welchii; 2) un fattore cc stafilococco >> (sintetizzato dal piocianeo e dal colera) ·essenziale per lo sviluppo dello stafilococco e· del bac; del carbonchio. Al gradino superiore della scala troviamo gli organismi incapaci di svilupparsi n ei mezzi sintetici, come il bac. dell'influenza. con Jr sue speciali esigenze nel fattore X e V, le brucelle, gli streptococchi, i pneumococchi , i meningococchi ed il gonococco. L' A. attrib·u isce a questa serie un carattere evolutivo, amrr1ettendo che nell 'eYoluzione del mondo si ebbero dapprima i prodotti più semplici del carbonio e dell 'azoto e ch e si siano pertanto sviluppati dapprima i germi ch e utilizzavano il C02 e l 'an1moniaca. L 'i1)ote i l1a un aspetto teleologico e si può an1111ettere un'evoluzione in senso contrario , di ,-enire 1

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(ANNO

.\J.Jlll, NuM. 41)

SEZIONE Pl\ATICA

acquistando, cioè, dei poteri sintetici sempre più vasti ·e complessi. Ma con l 'ipotesi dell' A. i tipi primitivi si vengono concatenando di11amican1e11te con qu,elli di diversi livelli nutritizi , con l 'adattamento dei tipi alle esigenze nutritive, con la scarsa capacità sintetica delle forn1e parassitarie. Il parassitismo viene consideralo con1e un adattamento tardivo nell "evoluzione e non è senza significato il fatto che 'la maggior parte dei b.a tteri patogeni si trov_a fra quelli che non si accontentano dei semplici m·ezzi sintetici; ed anch,e il bacillo del tifo. che pt1re può utilizzare dei mezzi semplici, si n1ostra più esigente al primo isolamento dal corpo dell'ospite. La variabilità dei singoli germi si m.anifesta nella produzione di nuovi ·enzimi capaci di uti lizzare i nuovi substrati; ma si tratta di una capacità assai limitata di fronte all'immensa scala dell 'evoluzione nutritizia che l 'A. delinea ed in cui entra a n ch e la capacità di sintesi delle lisine e delle tossine. La scala evolutiva, quale ci Yiene così presentata dall'A . è certamente suscettibile di modificazioni, in quanto ch e vi possono esser e in essa d,e lle regressioni e delle digressio.n i; ma essa, comunque, r,appresenta una buon.a ipotesi di lavoro che anche in questi tempi poco teneri per le t eorie evoluzionarie - può essere utile per una più ampia comprensione dei fenom·eni d ell 'inter·essante mondo dei microorganismi. fil.

CENNI BIB LIO GRAFICI( 1> F.

Chirurgie dJ'urgence. (IX ediz. curata dal Prof. P. BROCQ con la collaborazione LEJA.RS.

del Dott. I\. Chabrut). 2 voi. di pagg. Masson & C. Paris 1935, '1Tr. 200. Ques to trattato fu l 'opera maestra del Lejars che v 'in11)resse tutLa la sua vibrante I)ersonalità, vi compendiò tutta la s~a vita di c,hirurgo e la concepì con il suo lucido cervello·. Alla sua origine la cc Chirurg ie d 'Urgen oe » a''eva lo scopo di ve11ire in aiu~o a l m edi·c o pratico isolato, insegnandogli ~ei principa~i casi, nei quali non doveva sub·1re alcun r1tardo, le pratj ch e e le operazioni s.emi:>Jici cl1e tutti i 111edici d evono saper eseguire in qual siasi momer1to ed in qualsiasi lu-ogo. Oggi questa nuova edizio11e, nella quale .ono stati moltiplicati g li resen1pi vissuti, che fissano nel quadro reale della 'rita chirurgica i sintomi essenziali e le indicazioni esatte degli i11terventi , e che è stata sviluppata ed an1p·lia"l:-l nella sua parte tecnica ed arri'Cch ita di nun1crose illustrazioni ese,g uite durante le operazioni sul cadavere ·e sul vivente, è diven nta anche un'opera molto utile a tutti i chirurgi', p,e rch è r1elle situazjoni con1plicate vi potranno atti11ge11e le direttive terapeutiche e tec11i'che e vi troveran110 de$Critte le OJ:>erazioni ~ 11propriate 1

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(1) Si prega d'inviare due copie dei libri di cui si <lesidera la recen sione.

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sia per i casi più co11tu n i sia a1tche per quelli meno frequenti. Insornn1a la nuova etlizione della cc Cl1irurgie d 'urgence >', co1ne è stata rifatta, è un insi~en1e di mezzi diagnostici, d 'indicazioni operatorie, e di tecniche varie ch e, segu,endo l'indirizzo primitivo dato all 'opera dal Lejars, la r ende ancor più utile e direi ·quasi i1ece saria sia n ei piccoli' che 11ei grandi interventi chirurgici di urgenza. L. DoM1N1c1.

Kirurgisclie fJankr eassyndommer ag postoperative pankreasko mplicasjoner. Oslo, 1932, J. Bjornstad.

ULAV

UsLAND.

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De·ve ·esser e una co·m pleta mo11ografia, a gi udicare dalle figure e dai titoli d ei vari para-· grafi. Fa 1l•n che bella mostra, all 'inizio, t1na riproduzione della fig ura originale di G. vVirsung dimostra1n te il suo c.an.a le. Più di questo non sapr ei dire perchP. questo volum1e à, per la mi,a ignor.a nza lin.g·uistica , il difetto di esser scritto in norvegese; per chi lo ~~ . .. e si inter·e ssa dell '.a.r.g omento· può anch e ·esser raccom,an.da.b ile. µ. g. J. TERRACOL. Les malOJdies des fosses nasates.

·vol . di 554 pag., con 223 fi g. Edit. Masson, · P·a ris 1936. !F rcs. 110. Il volume, di cui il Clinico di Montpellier è Autore principale e al quale ha11no collab·orato altri per alcuni capitoli speciali , raccoglie e coordina · quanto di più moderno è stato scritto sulla patologia delle fo sse nasali negli ultimi dieci anni. Il libro è diviso in due parti principali di patologia generale e di patologia speciale. La prima riveste, a nostro avviso, il carattere di maggior.e importanza in quanto riunisce in eapitoli e riassume conoscenze, finora frai:1rnentari1e e disperse n ella lettera tura mondiale, le q11ali sorpassano il quadro della rinologia pura per innestar si n ella medicina gene- . rale, nella neurologia, nell 'oculistica. Questo noi troviamo nei capitoli ch e riguardano le alterazioni d ell 'olfatto , le sin dromi polmonari di origine nasale, le turbe della va colarizzazione della sensibilità, della secrezione, della vasomotilità della mucosa nasale, le reazioni edematose e linfoidi e le manifestazioni allergiche delle fosse nasali. ella parte speciale le varie affezioni morbose sono studiate dettagliatan1e11te non solo dal punto di vista pratico ma ancl1e teorico; iJ cl1e costituisce il pregio non ultimo del volume. Alcuni capitoli che trattano argon1enti stretta1nente connessi con a ltre specialità sono stati affidati a persone particolarmente competenti; così il cc naso e foniatria » (Tarneaud), la crenotera1Jia in rinologia (Debidour), la radioQ"rafia del naso e d eJle fosse nasaJi 1 Lan1ar, que), le complicazioni oculo-orbitarie delle affezioni d elle fosse nasali (Dejean ).


m:=

1840

H

IL POLICLINICO »

Il testo è completalo da una ricca iconografia e dalla bibliografia che segue ad ogni capitolo e n ella cui elencazione non sono dimenticati numerosi lavori italiani. M. B.

STROGANOFF .

SILVAGNI.

Trailem ent d e l·éclamps.ie. Un

vol. in-16°, di 112 pagg. Nlasson et C.ie, Paris, 1935. Prezzo 18 fr. Il non1e dell 'A. è connesso con i progressi compiuti in questi ultin1i anni in ginecologi.a ed ir1 ostetricia ed i suoi metodi ormai controllati largamente nella pratica sono adottati dalla magg·ior parte. l pareri d·egli ostetrici sono divisi per quanto riguarda il trattamento ,d ell'eclampsia. Gli ur1i tendono ad accelerare il parto ed a ter rr1inarlo al più presto. Gli altri consigliano r·iuttosto di impedire le crisi e specialmente di evitare ogni n1a11ovra che comporti i :;·jf,cl1i del parto forzato e provochi , per v:a riflessa, una nuova crisi. È quest'ultima l'idea c<_,nd!1ttrice del trattamento di Stroganoff. L'eler11·ento n euro-v egetativo sembra esser•<! sempre più il fattore principale della ma·lattia; l'essenziale è quindi di calmare il si:,~•~f\l:.J. nervoso, di in1pedire le crisi. J.Ja crisi convulsiva non co.;ti Luisce soltanto una conseguenza della malattia, ma r.a p,p resenta di per sè una causa di aggravamento secondario, si'cchè la prognosi ci appare connessa con il nu1nero delle crisi. Ed il metodo di Stroganoff, ~·he egli qui ci descrive in tutti' i particolari, appare uno dei più f eco11di di risulta ti. fil.

[ANNO XLIII,

.\U:\I.

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AccADEMIE, Soc1ETÀ MEDICHE, CoNOREsst

R. Accademia Medica di Roma. Seduta ordina.r ia del 27 giugno 1936. Presiede il Prof. R. ALESSANDHI, presidente.

Osservazioni cliniche su 12 casi di distrofia muscotare progressiva. Dott.. ssa A. DE ORCHI. - Di casi osservati ve11gono illustrate le note ereditarie (diatesi miopatica), le varietà clinich e (un caso unilaterale, il ricambio muscolare e generale, la funzione esterna ed interna del pancreas, la quale ultima può rton essere in r apporto all 'adulto normale, ma evidentemente deficiente in confronto a bambini ·sani di otto, dieci anni. ·Ba la parola il prof. AncANGELI il quale insiste, ribadendone la ragio11e, sull 'origine luetica delle distrofie muscolari progressive. Sul comportamento dei riflessi tendinei nella distrofia muscolare progressiva. Dott. M. PoNs. --= L 'O., che ha studiato per m.ezzo dell 'elettrocardiogramma il riflesso patellare di 18 malati, è .r iuscito con tale m ezzo a registrare delle contrazioni anch e nei casi nei quali abitualmente sembrava abolito . Conclude che il riflesso patellare n ei miopatici non è abolito per lesioni nervose, ma sembra abolito per insufficie11te r~sposta muscolare. Alterazioni della digestione dei grassi in malati di distrofiia muscolare progressi~a. Dott. U. GARRETTO. - L 'O. ha studiato la digestio11e dei grassi in 16 casi riscontrando in 15 una al tera.zione della fun zione lipolitica.

Importante: Nuova monografl,a àella col lezione àel ' ' P oliclinico,, ài imminente puòòlicazione.

N. 62)

Prof. CINO PIERI

Chirurgo primario neli' Ospedale

Civile di Udine

Fisiopatologia del simpatico nell'uomo (con 39 illustrazioni originali n el· testo)

Prefazione del PrO·f . CESARE FRUCONI Riportiamo l' Indice di questa importante monografia: RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PER IL CONCORSO AL PREMIO DI FONDAZIONO:: FOSSATI DEL R. ISTITUTO LOM, BARDO DI SCIENZE E LETTERE. INTRODUZIONE. CAPI, TOLO I. Stimolazione del simpatico. 1. Simpatico cervicale. a) La sindrome del simpatico cervicale posteriore. 2. Simpatico dorsale. 3. Simpatico lombosacrale. - CAPITOLO Il. Paralisi del simpatico. 1 . Simpatico ceruicaLe. a) Sintomi cutanei. b) Sintomi sen sitivi. c) Sintomi muscolari. d) Sintomi endocrini. e) Sintomi circolatori. f) Sintomi cerebrali. g) Sintomi oculari. h) Sintomi n asali. i) Sin, tomi auricolari. !) Sintomi salivari. m) Sintomi faringei. 11) Sin, tomi laringei. o) Sintomi polmonari. p) Sintomi cardiaci. q) La

sindrome traumatica del simpatico cervicale. 2 . Simpatico dorsale. 3. Simpatico lombosacrale. 4. Plessi simpatici.. Nervi splacnici. Plessi mesenterici. Plesso ipogastrico superiore (nervo presacrale). Plesso ipogastrico inferiore. CAPITOLO 111. Fisiopatologia po.. ttoperatoria del simpatico. 1. Dolori. 2. Ptosi palpebrale. 3. lpe, riàrosi. 4. Ip ercheratosi. 5. Disturbi della funzione sessuale. 8IBUOGRAFIA. INDICE DEGLI AUTORI. INDICE DELLE ILLUSTRA, ZlONJ .

Volume di circa 60 pagine, con 39 figure originali nel testo . Prezzo L. 1 4 . Per gli abbonati al « Policljnico » sole L . 1 2, 5 O in porto franco in Italia. Per l'Estero L. 1 3, 7 5 .

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Cause di errore nella diagnosi di sede dei tumori spinali extramidollari. Prof. T. PONTANO. - L'O. enumera ed analizza le cau se di errore n ella diagnosi di natura e sede dei tun1ori extramidollari, e segna i progressi ottenuti in t ale capitol:o della neuropatologia. Si ferina sul reperto n1ielografico, indicandone vantaggi e possibilità di deviazione nella diagnosi. Illustra un c.aso clinico in cui pur u sufruendo di tutti i mezzi di esame, la localizzazione non .ri·sultò esatta e n e cerca gli elementi di errore. Ferma l 'attenzioné sui segu enti pun li: 1) La sede del tumore è in genere più alta di quello che Ja clinica dimostra. 2) La mielografia lipiodolica de~e essere dist an ziata dalla puntura lombare (non bastano c1uattro giorni). 3) La prova Jipiodolica deve essere u sat a e per via ailta e per via bassa, specialmer1te _e vi sono clue arresti a tipo patologico. L:O. ritiel)e ch e 1a clinica deve essere integrata da tutti glf esami, di cui n e·ssuno può avere il p1 edo1ninjo: la diag nosi è il risultato di equilibri o e di critica clinica. Aperta la discussione ha la parola il socio prof. A11C.ANGELI, il quale basandosi nella propria esperie.n za, purlroppo limitata in tema di tun1ori spin ali, ' i dichiara d'accordo sull 'osserYazione che per solito il tum ore è più alto di quello ch e si è creduto fissar e: cita un caso recen le in cui il H-


[ANNO XLIII, NUl\I. 41 )

SEZlONE PR.\TICA

piodol è ·stato la causa di questo errore, che si sarebbe evitato, se si fosse data n1aggior importanza al disturbo di :>e11sibilità, ed altro caso in cui la diagnosi fu riscontrata esatta, se11za uso del lipiodol, coi soli inezzi clinici. Soggiunge che il rilievo del dolore con i ·u so del martello è espedie11te utile per la localizzazione di sede. Il soc; io prof. .A.NTONELLI è d 'accordo nel rilievo ch e l 'altezza del lumore è spe·sso parecchi seg1nenti al di sopra, di quello fi ssato co11 tutti gli esa1ni clinici. :È probabile cl1e tal e dissociazione debb 1 imputarsi al fatto che non tutla la sindro1ne di ccmpressione è esclusjva111e11Le meccanica, o p er lo meno proporzio11a La. ,1\.ccanlo a condizioni <li resistenza biologica aumentate, che perme1ta110 · sopra1vvivenze funzionàli sproporzionate alla gravità della lesione, esistono deiicit funzionali jr11ponenti di fronte alla ·sc;arsa entità delle lesio11i , per diminuzione della resiste11za biologi,fa. Ricorda casi dimostrativi del suo asserto, e crede r 11e in tale caso bisogna p en sare ad alterazio11i d 'ordine essenzialmente dinamico , consistenti in u11a diminuzione spiccata della resistenza biologica co11 deficit ed inibizione fu11zio11ale. Il socio prof. P1LOTT1 desidera ricordare l 'in1portanza che può avere nella diagnosi di e·sistenza di un tumore il confro11to tra il liquor della puntura occifiital3 e quello estratto con la puntura lombare; mentre il pri1no può essere normale, il secondo può prese11tare segni importanti per la diagnosi con iperalbun1inosi senza iperestosi, co11tocromi e coagulazione massir11a. Apprezza l 'utilità del lipiodol, senza eccessiYi entusiasmi, e talora il reperto è di difficile interpretazione; ricorda i tumori perimidollari (sarcomi meningei) che infiltrano per lungo tratto la meninge, che proYocano, come in un ca·so studiato dall '0. la si11dron1e di Froin, ed in cui l 'immagine lipio~olica può provocare false interpretazioni. Il socio prof. CHIASSERINI osserva che nell 'imma,gine lipiodolica prese11tata, l 'ombra più alta doveva c9rrispondere al! 'altezza del tumore che in ~lto doveva esercitare un blocco incompleto. Ricorda l'utilità d ella pun lura spinale a va.rie altezze associata alla prova d1 Queckensterlt per }3 diagnosi di sede, ricorda a11 cora che 11ei casi i11 cui ùopo una la1ninec lo111.ia il tumore non si trova, conviene cat eterizzare lo spazio sottoaracnoideo. Infine il prof. ALESSANDRI desidera inettere opratutto in evidenza il falto cl1e l 'errore nella diagno·si di livello del tumore, fatto sulla base di esnmi neurologici è sempre nel senso di localizzarlo troppo in basso. Dei casi che egli ha operato nell'epoca prelipiodolica questo era il reper to quasi coslante, e riferisce casi n ei quali il tumore era tre, quattro ed anche più l amine in al1 o; questo egli ha pubblicato da tempo e lo fa. osservare al prof. Pontano, che ha riportato solo giudizi di stranieri. L 'importa11za d ell 'esame r a1diologico èOl lipiodol, pur ammettendo la pos·sibilità di qualche inconveniente e anche <li qualche causa di errore, è certamente grande e questo esame rappresenta un progresso notevole nella diagnosi pr~­ cisa di localizzaiZione. L '11so della radiografia, con l'introduzione del lipiodol anche sotto il presunto livello della compressio11e (lipiodol ascendente o a11che meglio colla i11Yersione del soggetto), è pure da consigliarsi c~me di notevole importélnza. Ha la parola il prof. PONTANO per risponder e alle • • osscrv az1on1. Egli mostra tu_t.t a la sua soddisfazione per a\'er provocato una così ampia ed animata discus ione

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su un argomento graYe per la responsabilità del rnedico e del chirurgo e ricco d 'importa11za scientifica e p1·atica. Col prof. ARCANGELI non è d 'accc1rdo sul valore del risultato del segno della perc11ssione col martello ; particolari e non interpretahili ipere·stesie alla p ercussione lungo le apofisi spinose possono far deviare dalla d iagnosi di sede : si erra spesso sul li vello fonda11dosi sul reperto. del di~turbo sen·sitivo, n1a in un senso solo; col martello si può errare in tutti i ·sensi. Al prof. 1'\NTONBLLr, col quale è d 'acr.ordo nella tesi genericai del basso livello stabilito dalla sensibilità, e nel rilievo della spr oporzione spesso esistente· tra sindrome clinica ed entità delia compressione, fa notare che tale cog11izione non corregge purtroppo il nostro indirizzo cl inico, e al più conferj sce un valore maggiore alla prova lipiodolica· che si deve .r itenere indispensabile nell'esame del malato sospetto di tumore spinale. Col prof. P1LOTTI è d'accordo nel ritenere utile· t11tte le inda.gini compreso il confronto tra il liquor sottoccipitaìe e il liquor della puntura lom-ha_re: fa notare solo che se i due liquor sono eguali e normali, non si può escludere un tumore; e che nell 'esame completo del liquor da puntu.ra lombare, e nell'anali si dei risultati Yi sono dati importantisimi per la diagnosi di compressione e C[l'!Jndi di so·spetto della esistenza del tumore, co-1ne la dissociazione albuminea citolog ica, la negatività delle prove col loidali e la Wassermann, la sjndr ome di Froin . Nel testo del lavoro che egli~ ha dovuto riassumere sono portate le cause di errore dovute al lipiodol e t.r a queste di tutti i processi che ii1liltrano le meningi. Al prof. CHIASSERINI fa notare che le due on1br e· lipiodoliche hanno tutte e due l 'apparenza delle ombre patologiche, solo che l a più alta è transi-· toria in parte ed occupa una delle zone ristrette d el midollo fisiologicamente; la più ba'Ssa permanente ha aspetto patologico e purtroppo cor.r isponde alla altezza del tumore segnato dalla indagine clinica. Le punture D:petute a varie altezze sono u tili , ma si inoltiplica n o con gunlche perico~o der paziente. Ringrazia il prof. ALESSANDRI; egli ha riportato l 'opinione del Frazier, che è valorizzata da un lavoro di uno dei su oi allievi , il prof. Domin1ci, i1ella .r el azione sui Lumori spinali al Congresso · di Medicina di Roma: è d'accordo nel resto e nelleoservazioni e nei del lag-li che collimano con quanto egli aYeva già riferito. Chiusa ìa discussio11e, ha la parola il socio prof. G. BoMPIANI che riferi·sce anche a nome del dott. N. CAssuTo sulle Note istologiche delle lesioni re- · nali sper_imentalrrtente [Jrod·otte nelle scimmie dal · Plasmodium Iinowlesi. Il Segretario: T . PONTANO. A. colo1·0 elle non ne siano forniti, rammentiamo l'1"tilissi,mo Man1"aletto e del guale ne teniamo ancora alquan-

te copie·:

Prof. oott. AUCUSTO FRANCHETTI

Medico Provineiale presso la DiTezione Genera.le della. Sanità Pubblica.

Appunti di legislazione per gli Ufficiali Sanitari' V olume, in

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POZZI - Ufficio·


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« IL POLICLINICO »

APPUNTI

J\Uì\I.

41]

PER IL MEDICO PRATICO.

CASISTICA E TERAPIA. Lesioni vascolari nelle lussazioni. In occasione di due casi osservati ve11gon o · raccolti dalla letteratura quelli pubblicati. La lesione vascolare. è più frequente 11ella r iduzione di lussazio11i non n1olto r ecenti per ch è il vaso è fissato da a d er enze ,e cosi non può sfuggire alla lesion e diretta. N,el 70 % dei c asi circa n e consegu e una gangrèna, solo nel 5,3 % si h a una guarigione comp1eta . La mortalità arriva al 40, 7 %. Dresch er (A rch. Klin. Chir., Voi. 18±, 1935 , pag. 361) fa numerose considerazioni sul m ec.c.anismo di rottura del vaso e su quei metodi di riduzione ch e p iù frequentemente di altri sorto colpiti dalla grave complic.a zione. V.~LDONI.

La lussazione anteriore della testa del perone. Strauss (Dtsch. Z. Chir. , 246, 212, 1936) scrive di una ragazza di 17 anni ch e giocartdo al rug·by poggiò corr·endo il pied,e per terra in a dduzione, avvert ì vivo dolore a lla r eg. laterale d·el g inocchio , e c.adde. Alla JJalp,azione si notava la presenza di un infossamento in corrispondenza d ella sede norma1e della t esta del perone ch e invece si palpava vicino alla tub erosità tibia le. Anche l 'esame radiologico dimo trava una lussazione anteriore d ella testa .del perone. Riduzione in narcosi e imn1ob ilizzazione. Guarigione. La lussazione anteriore della testa de l perone ·è rarissima, l 'A. n e ha raccolt i 11 casi nella letteratura. Il meccani.sino è il seguente: battendo il pi·e d e sul ter r eno con tutta la pianta, si eser cita una forza esercitantesi v.erticalmente dal b.asso all'alto .corrispondente a ll 'asse d ell 'arto. Allorchè invece, il piede per cuot a il suolo in posiz. di adduzione la linea di for za è ob liqua rispe tto ali ' asse 'dell 'arto ·e tende, se il collo del piede resta rigido e se non intervien,e una distorsion e, a oh liquare il perone di dietro in .aYanti. ALDO CALÒ. 1

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Lesioni in:flammatorie ''a fo colaio,, della zona iuxta-epi:flsaria del collo del femor e. Logròscino D. (Th e JournaL of Bone an~ joi11t Surgery, luglio 1936) ritor11and~ u ricerch e sperimentali, arteriografiche, circa ~a distrih·u zione n el collo d el femor e de lle arter1e nutritizie sulla cui base in uno s tudio prece' . dente, potè disting uere e raggruppare in q~attro tipi fondamentali le lesioni Lubercoìar1 . a focolaio d el collo del femore , tratta ora p1ù diffusamente di uno · di questi tiI)i di lesioni (tubercolari od osteomielitiche da pioge~i banali) e precisamente di quelle a sed e 1uxta.e1)ifi aria. Alla descrizione di casi clinici appropriati , fa seg u ire un 'analisi comparativa sull'aspetto

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[AN:XO XLIII,

anatomo-radiografico d elle lesioni sia tubercolari che osteomieliticl1e e delle a lterazioni di distretti vicini , ch e vi sono collegate. D ella sintomatolog"ia clinica, ch e h a caratt eristich e proprie per ciascuna d elle tre sottospecie di lesioni iuxta-epifisarie a fo colaio, è data una dettagliata esposizion·e. In ultimo vengono fi ssati i criteri fondan1 entali terapeutici, ch e bisogna seg uire nei differenti c,a si , ai fini di u11 buon risultato anatomico e funzion.a le. a. r.

Estirpazione della metà superiore del femore con ricostituzione autoplastica completa dell 'estremità • P ortugalov\' (Aroh. Kli,n. Cliir., vol. 184, pag. 746 , 193·6) n ota ch e in un caso di sarcoma del I /3 superiore del femore dopo estirpazione d ella m ·età superior e del femore assieme a parte dei muscoli posteriori della coscia .a derenti al tumore, praticò un trapianto libero r esecand o quasi tutto il perone dello stesso lato e infibulando il n1on cone inf.erior·e nel canale m idollare d ella porzione residua del femore in modo che la testa d el perone corrispondesse all 'acetab olo. Il malato venne immobilizzato per 3 mesi in apparecchio gessato . Il tr,a pianto attecchì completamente e i aldò a l femore. A I an110 di distanza il malato può estende·r e completamente la coscia , fletterla quasi all'ang·olo retto. La deamb·u lazione è quasi del tutto normale. L'osso trapiantato si è ing·rossato , così la nuova testa femorale che p er forn1a e g randezza corrisponde quasi a l normale. VALDONI. Considerazioni sulla tubercolosi cotiloidea. In 31 casi di tub,er colosi cotiloidea a focolaio circoscritto, D. Logròscino (La Chirurgia degli Organi di 111ovimeri t o, F ase. V, 1936) ha distinto tre tipi fondam·entali di lesioni a fisonomia clinico-radiografica simile. 1) Casi a sintom.a lologia a ttenuata per tutto il decor so della n1alattia , o soltanto per un primo periodo, instaurandosi la panart~ite , bruscam ,ente, con segni gravi ed imp~D:ent1 .. In questi casi il r adiogramma è pos1t1vo circa all'inizio dell 'affezione e fino ad un certo punto , · permette di seguire, . nelle sue ~arie tappe, il progredire o regred~re .d ella les1on~. 2) Casi a lento decorso, c~n ~1i:tom~tolog1a clinica più o meno n etta ed 1nd1v1duab1le, ma con reperto radiogra fi co, per lungo tempo negativo. . . 3) Casi a decorso gene ral~en!e . r ap1d? , in cui il quadro clinico è spoglio d1 s1ntom1. ben netti , fin n egli stadi più avanzati. della lesione , mentre il radiogra1nma è negativo nel modo più assoluto . Nella trattazione dell 'argomento, I ' A. fa quindi seguire a queste preme se :


t ANNo

XLIII,

N1JM.

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1845

SEZIONE PRATICA

un 'analisi e critica d ei segni radiografici e clinici, ritenuti di maggior importanza diagnostica; considerazior1i sul decorso dell'affezione . relativam ente a ll 'evoluzione anaton10-patologic.a delle lesior1i : descrizione di casi, studia ti dal lato clinico-radiografico ed anatomo-i:·atologico.

a. r. Importanza della perforazione sec. Bcck nel ritar· do di consolidazione e nella pseudartrosi. :f rankenthal Z. (Arch. f( lin. Cliir., Vol. 184, i-1ag. 30, 1936) seri ve che in 4 casi di ritardo di consolidazione di una frattura recente e in 1 caso di pseudartrosi si è ottenuta la consolidazione praticando con la punta del trapano da lfi a 18 perforazioni ii1 varie direzioni e interessando tutti ·e due i n1011coni di frattura. Le i>erforazioni vengono })faticate attraverso una piccola incisione cutanea: (N. d. R. ). A11che i11 due casi da noi osservati le perforazioni praticate con il trapa110 di Kirschner hanno p·o1tato a rapida co11solidazione. VAL DON I .

TECNICA DI LABORATORIO. I caratteri del gonococco. Secondo P. Barebellion (An.11. mal.. véri er. e Diagnostica e tieonica. di l'.aibo1r., aprile 1936), l 'esan1e diretto microscopico è preferibile alla coltura C·h e è causa di nume1 osi errori. t preferibile ch e il prelevan1ento delle secrezioni sia fatto dal n1edico; il gern1.e no11 va mai ricer cato nel centrifugato dell 'urina. È opportuno ch e la secrezione ... ia raccolta qualcl1e giorno dopo ]a sospensio11e di cure loca]i ed eventualmente do1)0 riattiYazione con nitrato d ;argento. Secondo l 'A., il gonococco ha i caratteri seguenti: I ) morfolog ia tabile, prese11tandosi en1pre con1 e diplococco reniforn1e , con spazio largo .e netto che divide i dl1e elementi, circondato da capsula. Nel periodo di d·eclinazione, g li elementi si r>resentano più distanziati ed in gruppi meno numerosi; essi inoltre. si decolorano ·e si atrofizzano in parte sotto l 'e ffetto di antisettici, n1a 11on si presentano n1ai in farnia allungata e nemmeno ai11massati od a catena; 2) empre leucocitario; i diplococchi uniCénnen te extracellulari non sono go11ococchi; 3) solo i1ella sua s1)ecie nel n1edesimo leu• coc1to; 4) gram-negatiYo. I diplococcl1i g ram-positivi ch e i hanno 11 el periodo di declinazione non sono gonococchi ed 11a11110 a11cl1e proprietà cultt1rali diverse. Anche attenendo i a qu esti caratteri. si può in correre in errori , in quanto cl1 e si ]i.anno

altri gern1i in forn1a di diplococcl1i gram-negativi jntraleucocitari (p eudogonococchi). Secondo Asch (Ibidem), invece si deve ricor.•oscere la natura gonococcica .ancl1e ai diplococchi con i caratteri classici del gonococco, 111a extracellulari. Per quanto riguarda la gran1-negatività, essa esiste n-el 95 %, n1a ecOE;zio.n aln1ente il gonococco p·u ò ·esser e g rampositivo. Questo A. insiste sul fatto dell 'esistenza di gonococcl1i degenerati, ch e si trovano in individui ch e senza presentare segni clinici di blenorrag ia, albergano nel loro· sisLema uro-genitale dei gonococchi capaci di trasn1ettere la n1alattia . fil.

MEDICINA SCIENTIFICA L'origine biochin1ica dell'ossalemia e dell'ossolu· • ria. Risulta dalle ricercl1e di A. L. l Tdeles, M. N. Egorov e N. B. Manusova (Aì'chiv. biologi1ce1skich na.uk, vol. XL, 1935) ch e il r.netodo migliore per la determinazione dell'acido ossalico n el san gue è quello di Merz e Mauge ri, che ~ descritto· in Z. phys. Chemie, vol. 201, 1 ~1 3 1 e che gli AA. hanno in p·a rte modifi cato. L 'ossalemia si osserva n elle anossiemie sperimentali e cliniche di varia origine. La s upposizione delle proprietà ossaligeniche dei carboidrati e della glicocolla non è verificata dagli esperimenti degli AA., i quali concordano con le osservazioni di altri. Semb·r a ch e, per ]e manifestazioni dell ~ proprietà ossaligeniche, siano necessarie speciali condizioni del metabolismo. Gli AA. citano vari autori italiani (da riviste tedesche): Viale e Lucia , Fittip·a ldi (che si deforma in Fittipalch) e Luzzatto. fil.

· VARIA Disegni anatomici di Da Vinci. Alla Scuola Medica dell 'Università di Indiana è stata donata, dal dott. G. A. ColJet, una incisione dei disegni anatomici di Leonardo da Vinci, corredata di note; g li originali si trovano alla Libreria Reale di Windsor fin dal regno di Carlo Il; 1la copia venne eseguita nel 1795 da Francesco Bartolozzi, membro del1'Accaden1ia Reale e disegnatore « storico » di Giorgio III. Le note sono scritte sul retro , da sinistra a destra, come suol eva fare il Da Vinci, e perciò vanno lette con uno specchio. Secondo lo << In dian State Med. Journ. », si uppo11e ch e i disegni con le note siano stati in11)orta ti in I11g l1ilterra dal conte di Arundel , quando egli era ambasciatore alla corte di F erdir1an do II. Rin'lasero nella Libreria Reale ... enza e~sere apprezzati fin verso la fin e d el secolo 18°, l1 ua11do richiam::trono I ' aLtenzione di Hu11ter. (<:o ... ì il « Journ . ..\. ~1 . •.\ . », 29 agosto 19:36). 1


1846

<< IL POLICLINICO

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rA NNO XLIII, Nul\I. 41]

POLITICA SAl\llTARIA E GIURJSPR UDENZA. l.) Limiti di efficacia del divieto di nomine definitiTe nel corso del giudizio.

oggetto _il risultato d el concorso e la non;iina . d el tit ola re , la quale frat ta11to, aveva pien o effetto , non verificandosi l ' ipotesi prevista dalL'art. 250 del T. U., 3 marzo 193± n. 38'3, 1'art. 250. Correttamente quindi la V Sezio11e applicabile .a nche ai sanitari condotti , stabilid el C. di S. co11 decisione 27 agosto 1936 ha sce ch e , deliberato il · 1icenzian1·ento di un imrespinto la pret esa d el ricorrente , dichiarando che la nomina d el titolare av.e va piena e ffipieg·ato , per qualsiasi causa, I 'Amministrazione • non p uò pro·v ved ere a non1ina de finitiva del ca eia. nuovo titolare ma dev·e limitarsi ad incarichi provvisori « sino a quando non s ia intervenuta For rna delle pubblicazioni valutabili nei una d ecisione definitiva sui ricor i proposti • concorsi. contro il provvedimento adottato ovvero non siano d ecorsi i termini per produrli ». Questa Generalmente le Commissioni limitano 1a dispos izione presuppone, dunque , la risoluziovalutazione alle pubblicazioni stampate, esclune di un rapp9rto di impi·ego per ufficio di dendo quelle manoscritte : la ragion,e di quetitola r e e una contestazione ancora p os ibile o sta limitazio ne è intuitiva . Qualche volta , p er ò , in atto ch e possa condurre all 'annullamento si esagera. Ecco un esempio di esorbitanza ildell 'a tto d ell 'An1ministrazione e quindi alla loao ica ' non do vuta alla Commissione ma dircintea raz.i one dell 'in1piegato licenziato. Tratpendente dall 'avviso del conçorso, il quale conta11 do~i di una d·e roga al principio g·en erale testava questa c lausola: cc i lavori . sci~~tifi ~i della piena efficacia e secutiva degli atti ammidovranno essere reg olarmente pubbl1cat1 in rinistrativi perfezion.a ti , la disposizione d ell 'art. viste ». Sicchè avrebbe ri]ev.anz.a un arti colo '250 non può essere applicata esten sivamente e , pubblic.ato in una rivista di r éclam·e e sarebbe tDJito m eno, p er .analog ia. Segnalo , p er esen:esclusa una monogr.a fia o una comunicazione pio , un c.aso r ecente ch e p·o tev..a e~sere. compliscientifica in co11g resso ! E sagerazioni illog:ich~. c ato da confusione di rapporti diver si. EssenLa Commissione , interpetrando con cr1ter10 do I.a condotta sede vacante, fu assunto un inquella clausola , valutò un opuscolo a stampa. terino; esaurito il procedimento d el. con c?rso contenente una cc C omunicazione per la sociefu nominato il titolare : questa delibe razione tà m edico-chirurg ica di, ecc. , ecc ». if ece b.edoveva aver e effetto. Si estinse, quindi , il rapnissin10 · m a un con corrente se n e d olse in porto interinale . Ma il m edico condotto ~nte ­ Consig l{o di Stato , il quale , con sen.ten za 27 rino ch e era anch e con corrente, ed era rimaagosto 1936 rie . D ' Al ess~nd~o , . h~ :esp1nto. questo deluso feoe ricorso contro la n omina del sto motivo di pret esa 1llegittimita. L~ ri~o!u ­ titolar e e ~hiese ch e g li effetti di es a fossero zione è così manifest am ente esatta e intuitiva s ospesi s ino all i d efinizione de~ gi u~izio '. ~-0rche si potrebb·e n on segnalarla se non fosse 1na n endo, fra ttanto , Ja prest az1one int ~rina J.e : da con "'iderar e il criterio-limite che dalla d eNon essendo stato accolto il suo clesiderio , egli ci:sione s tessa risulta . <e la clau sola suddet~a , d edusse un motivo. d 'illegittimità con lo stesassai rigorosa e di a ssai discutibi~ e opp, ortu~1 t.à so ricorso . Evidentemente p erò qui erano da ed equità , in ta nto. può ess~re rite nuta legit1 i: di sting u er·e due rapporti distinti, p·er i q?ali J.a 111a, in quanto .a bbia a tog~iere valo ~·e a l avar~ cont e tazio ne conduceva a compet e11ze diver se. dattiloscritti o ad opuscoli stampati non r es1 In quant o si sost en eva ch e dove e con t in?are noti pubblicam~nt e e n on sog~e tt~ al co.ntrollo il ser vizio interinale , durante la contestazione della critica, sp ecia lment e n e1 rig uardi della -concernente Ja nomina del titola r e , il m edico paternità d el lavoro ; m a quand~ , c?me n el.la condotto faceva valere un intere~se nascente d al r apporto di im.piego ·e si doleva di un atto sp ecie, risulta ch e un_a t a}e pubbl1 c~z i?ne e ?1ffu sione vi fu (comunicazione a So~i eta m edicoeventualmente lesivo di questo r app orto : la c"hirurQ"ica) n on ritien e il Colleg10 eh~ po~sa co1nr1eten za ·er a quindi della G.P :A .. i!l s. g. essere . . . mo so alla Commi ssion e esarr11na~ri ce Lt:t p r et esa però non av~va. ba~e g1urid1ca .per- alcun punt o p e·." il fa tto cl1e ritenne dover si te-cl1è, essendo stato costituito il ra p porto i 11t ~­ rter conto d ella pubbli cazion e ». . . rinale p er t empo determi~ato fin~ a ll a nomiLa forma d elle pubblicazioni va lutab1l1. è or a n a del titol ar e, l 'evento s1 er a verificato, b en~ r eo-ol.ata dal R. D. 11 marzo 19.35 p e~ ~ con o m ale, e quindi il \rin colo e r~ c~ssato . Agli co~si deg li ufficiali sanitari , d~1 111ed~c1 cone ffetti della prest azion·e provvi soria , la sede dotti ecc. : « Non son o amm ess~ lavori . m an on o n er a più ' ra cante. scritti da tt ilog rafati o in b ozze di stamp.a . ~uo~ In qua nto poi l<:i s~essa p er son a faceva vari di quest e limitazioni , tutte le pubbl1 c.azio n1 ler e il su o inter esse d1 con co rrente , la compesono valutabili » . t en za a ppa rten e v;) al C. S. e l 'azion e ave, ·a per 1

e•) La

pr esentP r ..tbrica è affi data all'avv.

G10VANNJ SELVAGGI.

. Casso.zione. . esercente in eone. leg· del nostro per1odioo.


[ A NNO

XLIII,

Nu~r.

41)

SEZI ONE P RATI CA

1847

N EL L A· V I T A ·PRO F E S SI ON A L E·.. SERVIZI IGIENICO-SANITARI Ricovero infermi di tubercolosi polmonare. Il Minist er o dell 'Inter no (Dir ezion e Gen. San ità Pubblica, Divisio11e VI C. - Sezione II) h a di ra1nato ai sigg. Prefetti e Autorità assimilat e la ·seguente circolar e n . 115, in dat a 14 sett. 1936-XIV : Il Mi11is tero h a dovuto constatare ch e, n onostante le disposizioni i111p artite con la C'ircolare del 7 gen 11aio u . s. n. 20300.20/48158, I 'istruttoria d elle 'd omande di contributo i11inist eriale n elle sp ese di ricovero di tuber colo tici polmo11ari continua a su bi.re notevoli ritardi alcune Yolte d i inesi rimanendo cosl frus trat e le finalità della t empestiva· a·ssi s ten za e quelle di ordi11e profilat t ico sociale . l\i1entre, infa lli, alla richiest a -d ei d ati clinici d egli i nfer111i in b ase al n1o.cl ello 709/ 1 si cl à d i regola esito con una certa sollecitu'd in e, le n ot izi e s ulle inforr•1aziorti econ o1n ich e d egli infermi ·s tessi e d ei t enuti p er legge agli alimenti sono, quasi sempre, fornite con rilevante ritardo e, comu11que, assai d op o il t er1ni11e dei qui11òici g iorni prescritto d alla, cita ta Circolar e . Pert anto, ad ovviar e g li inconvenienti dinan zi cennati il Minis ter o ritien e n ecessario apportar e ' ti m odificl1e al] e disposizioni di m assin1a le ·segu en impartite con la Circolar e suddett a: 1) Il Con sorzio Provinciale Anl ituber colar e al qu ale s i continuer à a rin1etter e dire tta m ente il mod ello 709/1, dop o aver provved uto , co11 la m assi111a u rgen za, ai n eces ... ari accertam enti sa11it ari <lell 'infermo, potrà sen z 'allro avviarlo in un adat t o luogo di cura, ove dagli accer tamenti anzidet~i l 'infermo s i.esso ris ulti bisognevole d i imn1ediat a assist en za p er co111pr ovati m otivi cli ~rdin e cl j11ico e profil attico. A.I riguard o sj d ovr à t en er prese11te c h e il l\tiinist ero con correr à n elle r el ative ·spese co11 ~ire dieci . g ior11alier e, se tr at t isi di ricover o in .Sanatorio o Osp eù ale Sa11a to riale, e con lire cinqt1e, se trattj si di ricover o in r ep a,rto ospe'd alier o e per la dura ta d i sei n1e i , se1nprech è dalle inform azioni ricl1i es te alla R . P r efet t ura l 'infer mo ed i t euuti per legge r i u l ti no in condizi oni econ omiche t ali da no11 poler sost en er e integr almen te o i11 p arte le pese d i degen za. 2) E11tro il termine i11assimo di dieci giorni il Consorz io dovr à co111l111qu e rim etter e alla R . Prefe l tt1ra il 111oclello 709il d eb ita1nen t e rien1pi lo iii ogni s ua })3.rle, i11d ican do il luogo di cur a n el quale I 'infermo ·~arà ricover ato e assicuran"do l 'int egr azior1e de lla rel at iva r etta cli òegenza. 3) Contempor an ean1en te alla r ichiest a d i accerta1nenti sani La.ri , il Minist er o con lin u erà a r ichieder e , a n orn1a della su ccitat a Circolar e di re it ame11te alle RR . Prefet ture le i11form azioni su l le conrlizioni economich e d el} 'infer mo e dei t en uti per legge agli alimen t i . Al rig uar do si prega110 le EE . L·L . d i ricl1ian1are l 'attenzio n e d egli Uffici con1p eten t i ~ ull a necessità ch e i <l etti accertamen ti siano espl~t ati nel più breve ten1po possibi le, t en t1to co11to dei fini pro-

filaLtico-sociali cui essi son o d irett i. Comqncqu e, rest a fer mo il termin e di quindici g iorni p er · la comu n icazione al Minis ter o dei risultati d i t ali ac. cc:rtam en t i , unitamente al m odello 709/ l riempito d a] 'Co11·sorzio ed alle altre n o tizie circa il luogo di cura e l 'integ r azione della sp esa.. 4) Le eventuali pror ogh e d el ricover o - ch e il Ministero potrà conced ere per il period o ' di un trin1es lre ed eccezionalmente, p er un 'altro trim:elJ s t.re, fino , cioè, alla durata compl essiva di un a11no - d ebbono essere richiest e d all 'Is tituto di Cura p el tramite d el Con sor zio compe tente - ch e n e inoltrerà l e prop0ste d el caso al Minist ero in b ase agli elem enti risultanti d al radiog r am1na d el t orace dell 'infermo di r ece11te esecu zione e d a u11 circost anziato certificato medico d a compilar si ·sul solito modulo fornito d al Minist ero, radiog r amma, da r es tituirsi , e m odulo che l 'Istitutd d i Cur a dovrà trasmetler e al Con sorzio almen o venti g iorni prima della scaden za della . cor1ces• s1on e. Si rest a in attesa di un cenno cli ri cevuta e di • • assicurazione.

Controllo sui prodotti farmaceutici. l..e r ecenti d eliberazioni clella Direzion e gen er ale cleJJa Sanità pubblica, cl1e h a rifiutat o · 1e r egistrazio11i di nuove speci alità medicin ali ritenute irtefficaci o di deficiente prepar azion e, son o st at e élccolte rileva l '« r\ gen zia di Roma » - · con J11olto favor e . Le motivazio11i d el rifiuto son o s tat e pt1bblicat e sul n. 163 d ella « Gazzet ta Ufficiale » e la severità dei g iudizi è con sider a ta com e il seg n o di u11a d ecisa volont~ d i , , po ri:~ fi~~ açl u11 seinp licismo Cli prep ar azione ch e in p assat o ·si è r isolto in d anno d elle specialilà medicin ali auten tiche, sp esso confuse con prodotti ch e per la loro b1efficacia indire ttame11te favorivan o, an zich è com b atterla , la con corren.za ·s Lranj er a . L~ quale a su a volta, come l 'el~;n co pub bli cat o climost ra, si è valsa del ·,;alor e acquisito })er d iffondere anch e prod ot ti c11e n el 1nig li or e dei casi rappr esentano sol tnnto l e trasforn1azioni di con1u n i ricette. L 'azion e intrapre-sa dalla Direzione Cl ella Sanità er a n ecessaria ed attesa e, oltre a vagliare l a n u ova p r oduzion e, si r ivolger à proballilmente .a ·r iesan1i11are le 22.000 pecial i tà tutt ora esistenti , fra le quali ve ne sono suscettibili di revisione. L'ind u stria chim i ca farmaceu tica italian a è in g rado d i fro n teggiare la con cor renza s tran iera e di app agare le r ich iest e di prodotti studiati e selezior1ati e non v'è chi non Yeda come d a tale azione, intesa a valorjzzare i buon i prodotti e ad evitare ch e sialft o confusi coi 1nediocri , derivi con 1'a un1en tat a fiducia d el pl1b blico - u n deci·siYo in1pulso per la co1npleta afferm azione di ques ta i n11Jortan te ind u str ia n azio11ale.

Misure d'Igiene in A. O. Un a rete cli molteplici forn1e (Jj a i lenza sani La ria e di imp ia.n ti igienici che Yanno d al sem})lice ambulatorio all 'o ~peclale 11er amn1alati di


1848

<< IL

POLICLINICO »

medicina e chirurgia, ai reparti sp eci alizzati p er affezio ni oculari dermoceJtiche odontoia lrich e · dal' l 'i1npia nto di centri di d isi11fezion e, di risa11amenlo, di J)O la bilìzzazione delle acque ad un a sistemazione d el suolo dell 'anitato, è sorta nel 'l'igrai . Nella zona di Adigrat ~ stato stabilito un servizio di igie11e e polizia sani laria . Otto osped,!jJi fu11zio11ar10 i1ella zona Adua-Axum; due ad Fndisriò; ci1.· que osped ali ed infer1r1erie e ambu la lori i1ella zo11a di Maca llè. ]~ co:;ì n ei vari successivi posti : a ,Soco là, Gondar, Quora1n, Dessiè, Ad clis Abeba, Harrar le attrezzature sa 11 i lari e mjlitari hanno ce(lt1to o st a nno cedendo rna ri lll lt n o il posto a quelle civili c t1e le sos lilui~ ru110 riel person ale e nei lflE'ZZi.

Presso og1ii governo già fun ziona un Js·pettor ato e.li sa11ilà civile rl1e ha il compilo di att11are i ·servizi d i p1 ofj]assi ed ig·iene, n1ecl icina preYen Li va e quel li assistenziali, medi cin a c11rativa con opporlt111 a r et e ambulatoriale e di ir1fermerie ed ospedali. I serv izi di sa11ità marittima, oltre ch e i1ei porti già esisten li , sono slati svjluppati e'd at t unti a 1troYe . Ed anche presso ogni governo ·si stanno tt ttr (·zzclndo i servizi sanitari presso gli areoscali . I servjzi assìs le11ziali con un largo nt11nero di 1r1edici coloniali che man mano vengono assumen<losi sia fra il personal e sanitario che viene a smoJ)i]itarsi, sia con personale di nuova assunzione, h a nno poi un larg·o sviluppo pres·so i singoli goYerni ed al merlico coloniale viene affidato u11 a m ln1lato rio con servizio an che os tetrico, coadiuvat o da !evatrici e assjsLenti sanitarie e d a p er sonale idoneo infer1nieristico presso le vaTie infermerie di governo.

Cronaca del movimento professionale. Per i concorsi dei sanitari nelle Colonie. I san il arì delle amni inistrazion i coloniali in

servizi o, cl1e abbiano co1npiuto un biennio di' co·· 101,ia, Bono equiparali , agli effetti d e1la partecil)a.zione ai con co.rsi per sanitarì condotti e per uffir.iAJi sanitarì , ba11ùiti nel Reg·no ai sen·si del tes to unico d elle l eggi sanitarie, approvato con H. decreto 27 1ug·lio 1934-XII, 11. 1263, ai sanitari <·011rlotti ed ag·li ufficiali sanitari nomin ati in segu i lo a co11corso, ch e alla d ata ·a el bando si trovilJO t uttora in servizio .

I Concorsi nei pubblici impieghi per l'anno XV• .F. s t a t o proposto il queBito se la disp osizio11e r elativa alla ripresa dei con cor si p er l 'anno X'' ri g uarda, oltre all e Am1ninistrazioni dello Sta lo, anch e gli altri Enti pul1blici. 111 proposito è d a rilevar si ch e nell'anzidetta circolare venne fra I 'altro rom unica lo cl1P , ~essa ti i motivi ch e ne detern1inarono la sosptn sione, il Dure aveva s labi.Jito ch e i co11corl'i per l 'a1nmis· s ione ai pubblici impieghi dovc5sero aver lt1 ogo per l 'anno X\ ' in conforn1ità a11e norme vigenti . Di co11segu enza ta l f! disposizione si applica ai co11corsi per il conferime11to '<li posti di ruolo, da indir i nltresì da quegli E11ti, rispe l to ai quali <.' Oll circolare telegrafica del 3 sett embre del 1935-

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[ANNO XLIII, NuM. 41)1

XIII, ven11e sospesa la pubblicazione dei bandi di concorso (Provincie, Comuni, Enti parastatali o J~nti comunque controllati dallo Stato).

Per il conferimento di incarichi professionali. In data 29 agosto u. s . la Presidenza del Consjg lio d ei ì\tfinistri, ii1teressata per I 'emanazione di norme più precise in m erito al co11ferimento· di jnca.richi professionali da parte delle pubbliche· an1mini·s lrazioni, h a fatto presente di aver dira1na lo la segu ente circol are: « La circolare 3 set-· tembre 1934 di quest a Presiden za stabilisce che gli incarichi dj caratter e t ecnico-legale e sanitario· possono essere conferiti dal1e pubbliche amministrazior1i soltanto a quei professionisti ch e, oltre· apparte11ere alle risp et tive organizzazioni sindacali git1ri(licam ente ricon oscit1te, sia110 in po·ssesso 'deii r equisili d ell 'iscri zio ne al Partito Nazionale Fascista. Ir1 r elazio ne a delta n orm a e al fine di evitare diversità di criteri n ell 'applicazione della 11orn1a· s lC:$Sa, si com11nica ch e, previ ordini superiori, le pubblich e am1nirii strazioni d ebbano, prima di conferire gli incarichi di cui sopra, richiedere alle competenti associazioni sindacali di liberi prore~­ sionisti elen chi Cl i persone i scri1 t e nei risp e ttivi albi e apparter1enti al P. N. F. fra le quali le am· ministrazìoni stesse possono scegliere i nominativi con correnti. Si rili en e op])Ortu110 far presente che le disposizioni in p arola rig u ard ano solta11 to gli ir1carichi che Je amministr azioni al p r. ri di qualsiasi altro ent r. o privato conferiscono sa] I uarian1ente ::t liberi professio11i·sti , se11za qu1ndi che si costituisca con essi un vero e proprio r apporto di i1npiego ancor ch è t empor aneo. La costitÙzione di tale rapporto d 'impiego è invece subordinata al1'o sservanza d elle n orme di car attere generale vigenti in materia e <li qt1ell e particolari esist e nti eventualmente p er ciasct1na amministrazione.

MEDICINA SOCIALE Lavori vietati alle donne e ai fanci1ùli. La cc Gazzetta ·Ufficiale n n. 227 del 30 se l lcnl! .re 1936-XIV pubblica il r egio decret0 7 ago~lo 1936, 11 . 1720, co11te ne11te l 'approvazio11e d elle tabell e indicanti i l :tvori p er i quali è vietat~1 la occupazione d ei fanciulli e d elle donn e minorenni e quelli per i quali n e è con~en Lita 1'occupazione con le caut ele e le con<lizio ni necessnr1r=.

CONCORSI. POSTI V.ACANTI. NovARA. Conso rzio Pro v. Antitubercolare. - Concorso per titoli ed esami a Medico Direttore di Sezione disp en sari ale; slip. L. 12.000 e indenn . supplen1c·11l. L . 3000. Rivolger s i alla Segreteria P olazzo d ella Provi11cia - entro il t ermine pere11torio d elle ore 16 d el 31 ottobre. E tà limite 40 a11ni . Tassa L. 50 ,20 al Cassiere provin cial e (Banca Popolar e Coopera li va Anonin1a di Novara). S1RAC usA. ()spedale Urnberto I . - Scad . 10 nov.; primario 111edico e primario ostetrico-ginecologo; L. 10.000 e 4 quadrie11ni deci1110, al netto da riduzioni; con11)ar lecipaz.; età li111ite 45 anni al 31 agost o; t assa L. 50. Cl1 icdere il bando di concor so. f{ivo1gersi all a Congregaz. di Carità.


lANNO

XLIII, NuM. 41)

SEZIONE PRATICA

CONCORSI A PHEl\>Il.

Premio cc P. Famel ».

· La casa P. l~an1el di Parigi indìce un co1tcorso ad un pre111io di L. 5000, per un laureato i11 medi1.-ina, il quale esplicilamente dichiari di recarsi a Parigi per frequentarYi un corso di perfeziona1nento in clinica medica. Domanda e ducuni enti vanno inviati al Rettorato dell 'Universi1 à <li llorna 11or1 oltre le ore 12 del 31 dicembre 1G~~6-X V. Si pronunzie.rà una commissione di tre pro[eS!-.Ori ~1p­ parte11enl1 alla Facoltà inedica, nomina1 i da~ ]lettore. NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.

Il sen. l)fuf. Davide Giordano è nominato socio della << Leopoldisce Carolinsche De11tsche Akade1nie der Nature », per i suoi altissiJ.ni meriti di chirtugo e studioso di storia della medicina. Del! ' Accademia predetla fa11no parte solo dicia11nove inedj ci di tutto il mondo e nove storici della medicina. So110 abililati alla libera docenza i dottori: Giov. Ballista Coltini, in clinica der111osifilopatica: Agostir10 Garofalo, Git1seppe Garrasi, àngelo Grif> co, Annibale Za1nbo11ini, Mario ~1ozzeLL; !\lon tert1mici, Prisco Natale, Francesco Po111 i rl~ . Gj1ise1)pe detto Pino . Tagliaferro, Giovanni Traina, in clinica ostetrico-ginecologica; Pie Lro Cazz::tmali, Bruno Paggi, t'ranco Zanar~ i , Alfredo ,S ostegni, Luigi Mol1o, Oscar Armando Tr1 ,.e.Ilini, in patologia speciale chirurgica; Sebastiano Famulari, Enzo Lj esch, (7iu·~eppe Lucchi, Pasquale Moretti, Girolruno Picchini, ~Iario Lappacosta, in patologia speciale 1neclica; .Augusto li'abri ::,, Luigi Quaranta, in tisiologia; \Villy Schwarz, i.n clinica pediatrica: Alberto Gian11oni, in semeiotica medica; Giancarlo Parenti, in analoniia e istologia rl.ltologica.: RE:nato Cristini, Pa·squale Penta, in clinica malattie mentali e nervose; Domenico l\1azzoJnni , in clinica malattie tropicali; Stefano lVIontuori, Ulrico Sncchi, in fisiologi~ sperimentale; G. B. Dario Castelli, in igie11e e pntologia coloninle; Nicola France$chelli, in ortopedia e trau1natologia; Giovanni J_,11 paccioli, in radiologja meòica. Al maggiore medico di complemento Biffis è stato conferito l 'avanzamertto straordinario, perchè in A. O., quale volontario, egli « ha prestato la sua opera coraggiosamente e con alta competer1za nella cura <lei feriti in difficile situazione di combattimento ». Ricordiamo l'Interessante moaogral/a Prof.

LUICI

SPOLVERINI

Direttore della Clinica Pediatrica della R. Università di Roma

Le recenti acquisizioni della scienza sulla alimentazione della prima infanzia. Con presentazione del Prof. Sen. E. MARCHIAFA VA Lettera deL Prof. E. Marchia/ava. Pag. 3 e 4 . 'ndice. Pag. 5 e 6. - Introduzione. Pag. 7 a 10. - Cap. I : La digestione e L' uso delle sostanze amidacee nei primi mesi di vita. Pag. 1 I a 18. . - Cap. I I : La patogenesi e la cura delle comuni dispepsie da latte di donna e di vacca. Pag. 19 a 28. Cap. I_l I : GU studi di fisico-chimica coLloiàal.e del latte ed i loro riflessi nella p.yatica alimenta.Ye infantiie. Pag. 29 a 42. Cap. IV: L'azione eutrofica degli aLimettti irradiati·.

SOMMARIO -

P ag. 43 a 6r . Volume in#8° di pagine 64. Prezzo L. 1 O più le spese po# stai i di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 8 1 7 5 in porto franco. inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI. Ufficio Postale Sue· cursa'e diciotto, Roma.

1851

NOTIZIE DIVERSE 4° Congresso della Stampa medica latina. .Il 3~ f)e ttembre a Ver1ezia, nella sala napoleor11ca d1 .~alazzo Reale, alla presenza del Duca cli Genova e del Ministro dell 'Educazione nazionale f'he rapp~esen~ava i~ .Gover110, . ebbe luogo la ·so_enne cer1n1on1a uffic1ale dell 'inaugurazione del ql1n 1~to Congresso della stampa n1edica latina. Alla pre~1d~nz.a erano anche numerose autorità di , -enez1a, i rappresentanti della stampa medica latina l 'on. Morelli, segretario nazionale dei medici ' IJ sen: 6~ord.ano trattò della funzione s~ciale della sta:r:r;i..Pa 1nedica, funzio11e che va riassuntn ltel v~cch10 n1otto: verità, or1està nella scienza , rr1oral1tà nell'arte. Passò poi a trattare della così ne~ta volg~rizzazione della scienza che può e·ssere nl1le ma e spesso dannosa . R1corda alcuni esempi di notizie ser1sazionali cr:ate allo scopo di interes·sare e fl1orviare il pubhl1co, co11 grave danno della veri là scientifica e rlella serietà della medicin a. L 'oratore passa a tralta re dei principii direttivi dell 'inse!mamento medi ro e inette in eviclenza la prepara~ione del sanitarh> s 11l terreno edu cativo e morale. Alla fine i11via u11 saluto commosso ai colleghi spagnoli. 11 prof. Loeper porge al le autorità intervenute ~l ·~eferente saluto della stam1)a medica latina e invia. un con:mosso augurio ai colleghi della Spagna insanguinata. 'fiene poi una brillantissima conferenza e< Sul1'~rte ~ella professione medica », illustrando gli sv1lupp1 <lella medicina e della chirurgia attraverso gli st11di raccolti nei codici degli incun aboli e TLella stampa inedica. I lavori, iniziatisi già il 29 settembre si svol·sero fino all 'l oltobre, nel] 'OsJJedale Ci~ile (Sala S. l\iarco), sott_o la presidenza del prof. Lesage di Montreal e del prof. Giordar10. Molto interesse h~nno destato_ le relazioni dei proff. Perez e Dan1elopolu e dei dottori Favara e Granelli. Ne dare1110 ulteriori notizie. . Su proposta del prof. Pierrà, vennero approvati 1 seguenti due voti: 1) che sia reso obbligatorio lo studio del latino e del greco per quel1i che interidono .dedicarsi agli stucli medici ; 2) che sia resa obbligatoria per i medici la frequenza a '.;or .. i di sp~cializzazio~e con diI>loma finale , il quale però sia necessario ·solo per assumere f11r1zioni uffir.iali nella specialità e non per l'esercizio 'de1la libera professione. Chiusi i lavori, il prof. Mayer <ii Bruxelles, tra cnJorosi applausi, ha ringrazia,to viYamente e calorosamente il sen. Giordano a nome di tutti i congressisti. Il con gresso è stato integrato da visite e <la trattenimenti. Al congre·sso era unita una mostra dell a stan1pa medica l~tina: essa è stata ina11gurata dal mini stro, che si è interessato particolarmente ai li bri rari e antichi ed ha espresso agli or<linatori il Sl.10 compiacimento. 270 Congresso italiano di ortopedia e &rnumato-

logia. Il 27° Congresso della Sor.ietà it aliana di orto}Jedia e trau1natologia venne in augurato a Ron1a il 26 settembre nell 'Aula l\l;:igna della Facoltà di Gi11risprudenza , con l 'interYen lo clel ministro di


1852

« IL POLICLINICO »

Grazia e Giustizia orL Solini. Hanno parlato il j)rof. De Ga~lano, presidente dell a Società, e il prol-. Dalla Vcdova, presidertte del Congresso, che ha rilevato l'importanza di questa branca della scienza e della pratica n1edica, la quale studia e previene l~ deforrnità e le invalidità ·d ell 'a1)parato inotore. I-la illustrato poi le mol teplici provvidenze d el Regime nel vasto carnpo dell 'assiste11za sociale, i1ella preve11zione e nella cura di tutte le ir1fe rmilà per restituire alla società, in piena efficie11za, gli individui minorati. I11fin e, ha parlaito il mi11istro Solmi che, r1levati i meriti di queslo ramo speciale della scienza n1edica, 11e ha ricordato l a tradizione italiana che vanta la creazion e i11 Bologna dell 'lstituto Rizzoli, circa 50 a11ni or sono, e la su ccessione di valenti e benemeriti clinici e s1)ecialis ll. Ha sottolineato J:i cura che a ques la branca della me.d icina ha dato il Regime fascista. I lavori hanr10 assunto notevole sviluppo. lì Congresso di ortopedia ha approvato un ordi11e del giorno con cui si fanno voti perchè sia aumentato il numero delle catte.d re di ruolo per l 'i11 segnnr11ento dell'ortopedia.; e un ordine del giorno con cui si fanno voti perchè si renòa obbligatoria l 'is lituzione di sezioni ortopediche-trau1rJatologiche negli ospedali del Regno. Procedutosi alla rin11ovazione delle carich e sono stati eletti: presidente il · prof. Delitala di Venezia; consiglieri i proff. Zanoli di Pietraligure ed Ettorre di Milano; segretario il ·a ott. Tancredi di Ro1na; cassiere il prof. France·schelli di Roma.

Le Assise italiane di medicina. Nell 'aula m aggiore dell'Istituto di patologia medica della Università di Milano (Padiglione Gra11clli) ha avuto Juogo la IV assembl ea generale dell e Assise italiane di rnedicina: Al convegno ha11no partecipato molte personalita della medicina italiana. Durante la riunione, presieduta dal prof. Ga·s barrini, direttore della Clini ca medica di Padova, è stato ampiamer1tc trattato il tema: cc La terapia del tifo a(ldo!llina1e ».

Convegn.o italiano di medicina legale. ..

· TI 30 settembre a San Marino ha avuto luogo

un Convegno dell 'Ass-0ciazione Italiana di Medicina Legale, cui hanno partecipato numerosi studiosi inlerve11uti da ogni parte d 'Italia. Dopo un ricevimento al Collegio Belluzzi, durante il quale il Segretario generale del Partito fascista S!lnmarinese, gr. uff. M.anlio Gozi, portnva il saluto agli ospili e dopo l 'apposizione di una corona sull 'ara dei volontarri sanmarinesi caduti per la grandezza della madre Patria, e la visita ai Capitani Reggenti, cui il prof. Gazzaniga riYolgeva un indirizzo, ne1liaula magna del Cons iglio Principe e ,Sovrano , messa a disposizione da1 Governo sanmarinese, ha avuto inizio il Congresso che è s lato aperto con un breve e applaudito discorso del Reggente. Lette le numerose adesioni e pròcedutosi alla nomina del prof. Moriani di Rom a a presidente, il prof. Benaissi ha presentato la sua rel azione sulla riforma della legge ugli infortuni. È seguìta un 'ampia discus·sione che è stata ripresa n el pomeriggio. Sono state presentate successivamente l e comunicazioni dei proff. Pallotta, Del Carpio , Gerin, Guareschi, Mori , Indica, Manunza , Giolla. Il presiòente del Congresso infine ha riassunto la ni c11 ion e ponendo in votazione un ordine del

[ANNO XLIII,

NUl\l. 41)

gicrno che viene approvato all 'una11imità, in cui ·sono esp~ess~ i desideri dell 'Associazione rispetto a~la appJ1caz1one deJlu nuova legge con speciale r1guardo alle modalità curative obbligatorie e alla liquidazione degli infortuni con causati.

A.11° Cong·resso internazionale delle case di cura• A questo congresso hanno preso parte attiva, oltre i già nominati nel fasci colo scorso, i proff. A l e~sandri, Bonanome e Bacchetti il quale ha ir1teressato vivamente l 'assemblea con u11 'accurata esposizione sull 'orga11izzazione tec11ica delle case di cura e dei sanatori ~ e i dottori Marroni - il quale ha illustrato la nece·s ità di un ricovero i11 case di cura specializzat e dei malati di tubercolosi chirurgica - e Polichelli. A.I congresso han110 partecipato rapprese11tanti autorevoli di tutte le r egioni d :Italia, fra i quali erano, oltre i già 1nenzionati, i proff. De Ferrari, l\{uggia e molti altri. L 'accoglienza falta ai rappresentanti dell 'Italia è stata in1pronta la alla più deferente cordialità e squisita signorilità. Commission~

per concorsi universitari.

Diamo l'elenco delle commissioni. per i concorsi a cattedre universitarie <li medicina, nominate di recente dal l\iiinistro dell 'Educazione Nazionale : A natoniia u niana normale (Università di Parma) : proff. sen. R. Versari, pre·s idente ; G. Cotronei, C.. Ganfini, A. Pensa, G. Salvi. IJ'armacologia (Università di Catania) : proil. S. E. F. Bottazzi, presidente; S. Baglioni, V. Ducce.schi, A. Herlitzka, R. Margaria, C. Pupilli. PatoAogia gene1·ale (università di Cagliari) : proff. S. E. P. Rondoni, presidente; L. Califano , G. Guerrini, on. F. Pentimalli, N. Tiberti, B. Polettini. Patologia speciale medica e metodologica clinica

(Università di Catania): proff~ sen. F. Micheli, presidente; D. Cesa Bianchi, L. D 'Amato, A. Ferrata, G. Izar, G. Sabatini, F. Schupfer, A. Signorelli. A nàltomia ed istologia patologica (Università di Sas~ari) : proff. A. Fabris, presidente; G. Cagnetlo, B. De ' ' ecchi, B. Lunghetti, A. Pepere, E. Ravenna, F. Vanzetti . Clinica delle malaltie nervose e mentali (Univer·sità di Messina) : proff. C. Besta, presidente; G. Ayala, A. Coppola, L. De Lisi, G. Riquier. Clinica ostetrica e ginecologica (Università di Sassari) : proff. S. E. F. Bottazzi, presidente; G. Acconci, L. Bacialli, S. Cappellani, C. Decio, C. Vercesi.

Sanatorio per il clero ad A.reo. Per iniziativa della Federazione tra le Associazioni · del clero in Italia, è stata acquj~tata ad Arco, presso Riva del Garda, la maignifica Villa Augerer, circondata da una grande pineta a Vigne d'Arco, per essere adibita a sanaforio per il Cl(•TO.

Oltre alla villa , di quattro piani, si trova nella proprietà un 'altra ca·sa, che servirà da quartiere delìe suore, A levante della villa sono due giardini d 'inverno, l 'uno sull 'altro e sotto un 'ampia terrazza, che si stende a fianco della costruzione principale. Poichè p er complelare tali lavori era necessaria la spesa di un milione di lire, S. E. il cardinale Schuster ha indirizzata una lettera a tutti i Ve<.:ovi d ' Ttali.a affinch è s "ir.n pegni no a versare an-

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tANNo XLIII, Nul\1. 41 ]

SEZIONE PRATlCA

r1t1aln1e11te mille lire pro sanatorio del Cler o. La proposta è st at a sen z'altro accettata ed approvata dal Papa, che per suo con to ha Yersat o 100 mila lire. Media11te ques to im1)on ent e finanziamento oltr~ a coprire le spese. per il riordino della pro1Jr1età ~ s1 r enderà possibile la a1n1nissione g ratuita al sanatorio di ll1tti i sacerdoti e chierici bisognosi di cura. Il San atorio è stato inau g1uat o con l 'inter vento dei cardinali Schus ler e l\iiinoretti · il vice-presi clente d ella Federazione mons. Orl~ndi h a bened etto 1'edifizio e 11e 11a fatto la co11segna alla Co1n1r1issione nomin.ata dall lEpi scopato Italia110 per l a Gestio11e d ell 'Istituto.

Le condizioni sanitarie delle nostre truppe dtt· rante la guerra etiopica. J, '« EYening Standard » di Londra, ji1 un arti-

colo sulle provvidenze ch e hanno preserYato dalle lnalattie tropicali le truppe italiane operanti in Abissinia, esailta gli ottimi risultati ottenuti nella lotta con tro la malaria e altr e malattie, aggiungendo ch e, m entre osservatori rnedici ad Addis Abeba , ebbero a constatare durante il conflitto, tra 1'altro, 30 mila casi di scorbuto e 20.000 di tifo tra gli abissini , nessun caso di tali malattie ebbesi a deplor ar e tra gli italiani. Il giornale segn ala il personale inter essamento del Duce al buon andamento delle condizi oni sa11itarie delle truppe e l 'opera cli orga11i.iiazione e <li prevenzione attuata e diretta dal sen . Castellnni, Alto Commissario ,Sanitario per l ',A. O.

Scambio di prigionieri in Spagna. Il Gover110 di l\iladrid e il Governo cat alano bann o ad erito ~ una propos ta di scambio di prigioIJ ieri ch e la Croce Rossa internazio11ale h a presen~ato ad entraJnbi. I due Governi h anno dichiarato di n on opporre alcuna obbiezione a ch e la C. R. I . si rivolga ora alla Giunta di Burgos, dato ch e non si tratta, questa volta, di un tentativo di rappresentanti diplo1natiçi con tutte le complicazioni possibili ch e esso comporta. Si trattava di liberare circa seimila prigionieri detenuti a Madrid, un numero di poco inferiore d ete11uto a Barcellona, e circa 600 ch e trovatisi a Bilbao: non ·s i sa quanti prigionieri d etenessero gli insorti. Lo ·scambio dei prigionieri è stato accettato in linea di massima e cr edia1no ch e sia st at o g ià attuato.

Un po' dovunque. :afentre que·sto numero vien e i1npaginat o, si svolgono vari congressi: a Milano il Congresso italiano di gi11ecologia, al quale pairt ecipa la Società fran cese di ginecologia; a Nap oli quello del Sindacato m• edico e • quello d 'igiene. Ne riferiremo n ei • vross1m1 numer1. Il 2° Congr e so ital!_ano di m ar coniterapia si è t r r1uto il 27 sett embre a Venezia nella sala San ~[arco dell 'Osp edale Civile, sotto ~a pre·sidenza del }Jrof. D. Maragliano e la vice-presidenza d ei proff. Do11aggio e Vallebona ; è stata presentata e discu ssa una r elazion e del prof. Benassi . Si è svolto a 1'riest e il 15° Con gresso nazionale di urologia. È stato solenneme:qte commemorato dal prof. Lasio il capo-scu ola italiana dell 'urologia, prof. Giorgio NicoJich. Del congresso daremo ulteriori notizie. Si è svollo a Belgrado il 15° Congresso internazionale di idrologia , climatologia e geologia medica. .>\.Il 'inau g urazione, t enutasi il 30 settembre

1853.

prese11te il 1ninis tro ù f.l l a previdenza sociale, hann o parlato applau<l i Li-s:; j1ni i d elega li italiani prof~ Adriano Vale11ti e dolt. Aug u sto Rebucci. Ai la,·ori h a11no partecipato i proff. Valenti e Dou 0o-las e il dott. Ilehucci. La 94a riunione della Socie tà t edesca di 11aturalisti e inedici si è tenuta a Dresda dal 20 al 23. set ten1bre, con larg hissimo co11cor so d 'intervenuti; le comunicazio11i h a nno raggiunlo circa il nun·~ ero di 400. Nel l 'occasione si son o riunite a Dresd a 1nolle altre societ?1 scie11Lifich e. Il 12° Congresso b eJga <li p eurologia e di psichi atria si è tenuto i] 26 e 27 ·settembre a Corb eek-Lqo (Istituto Sanla Camilla) e a Bruxelles (l~acol tà medica); temi di scu ssi: « L 'intelligenza nei mal ati di mente », « J tumori del lobo teml)Or ale ». Un a riunio11e di m ed iLi fer1oviari nord~a1neri­ cani si è lenuta a Seattlc i I 25 e il 26 setten1bre; ebbe luogo una discu ssione ~ n lJe frattu.re, con presentazione di pazienli. Il programma scjentifico fu int egrato da una p artita di golf, dall a partecipazion e a una partita di calcio e da un b~ncl1etlo . · Una ventina di m ·edicì italiani h amno Yisitato Vicl1y, antica stazione t ermale romana e gallo-rornana; h anno ricevuto accoglienze cordialissime. Il dott. Binet ha tenuto una co11feren za sulla cura rr1edica di Vicl1y. A un banchetto hanno parlato> lra altri, jl prof. Valenti, il con ole d 'Italia Cirle e il segr etario generale del Comitato medico franco-italiano dott. Martiny. IJ pro~. Carlo I1~oà ha tenuto in Buenos Aires, a11 'Accademia di Medici11a, una dissertazione sulle manifest azioni elettrjcbe ·dell'attività n ervosa. Il Duce h a ricevuto i] sen. Cr en1onesi , presidente gen erale d ella Croce Ro·ssa Italiana, il quale gli ha ampiamente riferito sulle attività svolte ·d al1'Ente, in particolare durante il conflitto italoetiopico. Il Duce si è compiaciuto per 1'opera. svolt a ed . ha comunicato al sen . Cremonesi la confer1na })er un altro quadriennjo n ella carica , unitan1 ente all 'intero Consiglio direttivo . L 'Università di Gottjnga h a celebrato, il 17 sett c1nbre, il suo 200° anniversario. In occasione del 3° centen ario dell 'UniYersità Harvard di Boston è stata conferita la laurea honori.s causa agli italiani T. T.,evi Civita , C. Gini e F. Silvestri. A Monselice (Padova) è stato inaugurato il solarjum « Gior gio Cini », ch e il ·sen . Vittorio Cini h a regalato all a Federazione provinciale fascista di Padova; è intitolato al i1ome del pa'd re. Alla Mostra cir1em atogr afica di Venezia, oltre la « vit a del dott. Past eur » cli cui già demmo notizia, sono s tati proietta li al cun i ·film d'interesse rnedico: due di essj riproducono interventi chirurgici (tiroidectomia e r esezione gastrica, eseguite 'd al prof. Forni nell 'Ospedale civile di Venezia) ed uno dimostra l 'azione della digitale sulle fibre miocardiche d 'ernbrione di pollo: tutti e tre sono stati raccolti a cura del dolt. Calcagno; il G. U.F. cl i PatloYa h a presentato un breve film di semeiotica neurologica, d 'interesse didattico. Di argomento medico è anch e una cin ematografia macabra ch e U. 1\il agnaghi e G. Hoepli hanno tratto da una


1854

e< IL P OLICLIKICO

novella di P oe . Te sono date n oti zie da F. Sacchi ·sul « Corr. d. Ser a ».

. I nostri lettori saranno lieti di a1)prendere ch e il prof. Maranon , il quale era st a t o in1prig ionato come ostaggio al princjpio d ei recenti avvenimenti in Sp agna, è st ato n1~s·~o i11 libertà provvisoria. Il comune cli Quareg1~on (Belg io) ha innalzato un inonumento alla m emoria d el dott. Haquin , SOIJrannomina t o cc il m edico d ei poveri ». Il d ott. Larli slao L atlDzzi, r esiclen Le a Milano, è stato vittima, nella su a abitazione (via l\ilorgagni), di un furto i11g·en le: centomila lire in titoli della « Montecatini », 1100 lire in contanti e oggetti vari d el valore di più migliaia di lire. A bordo di ur1 piroscafo, arrivato al porto di Con stanza (Ro rnenia), si son o verificati 3 casi di p es le; uno d ei soggetti colpiti morì poco dopo la partenza . Il piroscafo proveniva da Ma r siglia. In con·segu en za, tut t e le i1avi provenienti da d etto porto sono stat e sottoposte a misure quara.n ten nrie.

In età di 73 anni è deceduto, nella sua villa: di Lari (Pisa) , il prof. ARNALDO TRAMBUSTI, che insr.g·nò patologia generale successiva m e nte a F errara, Palermo e Genova. Ha eseguilo interessanti ricrrch e sulla fisiologia della secrezione (partecipazjone d el nucleo cellulare), sulla m etamorfosi ialina e g·licogenica del fegato in esito all'estirpazjo11e deJ ples·so celiaco, sulla struttura e le funzio11i d elle cellule sar cornatose, sulla funzion e r e11ale ecc. Si occupò con impe_gno dei problemi della rrtala.r ia e dell'anchilostomiasi in Sicilia. Volontario della grande guerra , qua le delegato della C. R. I . organizzò i servizi di . prima linea. Dires·se per un dodicennio l e ·rerme fii Cascia no ed ha redatto urt pregevole (( Trattato di Cre11oterapia ». Il prof. Trambusti h a cop erto molte cariche ufficiali. Al fig-Iio prof. Bruno, clinico p ediatra di ~arma , es.primiamo le n ostre sentite condog lianze.

M. P.

R deceduto in e tà di 71 anni, a Leed s, lord B . G. A. MoYNIHAN, uno dei più reputati chirurgi cont empora n ei. E ra nato a ~{alta. Dal 1926 presie-

»

[ANNO XLIII, NuM. 41]

deYa il Reale Collegio dei Cl1irurg i cli L-Ondra · n el 1929 era stato no1ni11ato b arone di Leeds. Ii' suo u c 1T~e ~ speci~l1nente legato alla cl1irurgia d eg'li org a111 d1gerent1 e d ell e vje biliari. Si segn al ò per aYere fa tto lar ga ])a rte agli esperin1enti su a li anin1ali 'd o , qu a 1e. Jnez~o I on eo a far prog redire con rapidità la ch1rurg1a. Condusse nell e campagne a favore d ell 'eutanasia, per la profilassi del cancr o, per la lo l ta contro l a tuber colosi "cl 'orig in e bovina. Fu tino dei fo ndatori d el cc British J ournaJ of Surger y ». Orator e eloque nte, critico d 'arte e d i s toria, g r ande viaggia lore, sportivo , l\1oyniha11 fu un erttusiasta e uno spirito universale. A. P.

A Mogadiscio, p er u11 i11forturiio autom obilistico, è morto il capitano 1ned. 'dott. ANGELO MANDELLI, ch e fu tra i pri1ni a partire volontario per l 'A. O.

Le malattie infettive in Italia. Numero dei Comuni colpiti e numero dei casi (fra parentesi). fJenu11zie dal 24 agos to al 30 agos to 1936: Morbillo 129 (367); Scarlattir1a 114 (213); Pertosse 146 (H98) ; Varicel la 51 ( 71); Vaiuolo e vaiuoloide (- - ) ; F ebbre tifoidea 441 (836) ; Infezioni para tifich e 104 (136) ; F ebbre ondula11te 29 (36) ; Dissent eria 20 (46) ; Dìflerjle e crou1) 237 (440); Mening ite cerebro-·spinale epidemica 6 (7) ; P oliomielite an t eriore acuta 48 (59) ; Encefalite letarg ica 3 (4); Ancl1ilostomiasi 9 (20) ; Rabbia: morsicature di anirnali ra])b~ci o sospetti 41 (53), dichiara t a - (- ); Pu stola m alignai 33 ( 40) ; Parotite epidemica 71 (126); Leishn1aniosi 8 (8); Febbre puerperale 27 (27).

L' A T TU AL I T À M.E DI CA Sommario del N. 8 (Agosto 1936) : Orientamenti : L . ToRRACA: I recenti progressi deltanestesia chirurgica. - Divagazioni : S. M1Nz: I raipport i tra le malattie. - Problemi culturali : L. VERNEY : La letteratura medica. - No'1e di terapia. - Varia. Le pagine senza medicina. - La nota ling"istica. Annotazioni. - Quesiti. - Echi. - Postille. - Miscel· lanea. Abbonamento annuo: Italia L. 1 5; Estero L. 2 5. Un numero separato : Italia L. 1 , 5 O; Estero L. 2,50. Rivolgersi all'Editore LUIGI POZZI. Via Sistina 14, ROMA <106)

Indice alfabetico per materie. Atleti : lesioni . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1834 J,ussazione anter. d ella t esta del perone. Pag. 1842 )) 1842 Batteri: fisiolog ia ed evoluzion e . . . )) 1836 Lrrssazioni : les ioni vascolari . . . . . . . )) 1811 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . )) 1836 Morbo di Dercum . . . . . . . . . . · · CAVINA C. . . . . . . . . . . . . . . . )) 1829 Noniin.e def initive 11el co r so di giudizi-o: )) 1846 Concorsi : /arma delle pubblicazi oni ualimiti d ' effi cacia . . . . · . · · · · · lu tabili . . . . . . . . . . . . . . . . )) 1846 )) 1845 Ossale111ia ed ossaluria: gen esi . . . · · )) 1848 Cronaca del m ovi1nento pr·ofessionale . P e:- riar lerile n odosa cau sa d i ematoma )) 1840 Distrofia ffi"\l.Scolare progr. . . . . . . . )) 1834 p erirenale ed en1at uria . . · · · · · Elettrotraumi . . . . . . . . . . . . . . )) 18'"35 )) 182-0 Roffreddore . . . . . . . . . . . . · · :,) 1842 F einore: collo; lesioni iuxt a-epifisarie . )) 1847 Servizi igienico-san itari . . . . . . . . . F e more : estirpaz. dell a metà st1per . e Sp1ancnicotomia nell 'iperte nsione artericostruz. . . . . . . . . . . . . . . . )) 1842 • )) 1826 r1osa . . . . . . . . . . · · · · · · · · . . . . . . . . )) 1830 F e11omeni cli Raynaud )) 1842 Tubercolosi cotiloidea . . . . . . · • • • Fra tture e pseudartrosi : pe r affrett ar e . . . . l a con solidazione . . . . . . )) 1845 · 'fumori spinali extramidolla ri : diagnosi » 1840 di sed e . . . . . . . . . . . . • • • • • Gonococco: caratteri . . . . . . . . . . )) 18i5 ~ Non ~ consentita

a.

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rilt4m1>0 di lavori 1>ubb'"aeJ nel Policlinioo se • non sn ftde>riuabc>ne scritfa "'alla reàa,Oone. I! ~ la '"'bblicaOone di sunti di essi sento nume LI font...

Otritti di prepri1tà riMrvatt.

C.

FBUGON1,

A. Pozzi, Resp.

Red. capo. Anrn• • !'\tAb. Tino.I .it. Armatni rli M. C'n.1rri1Ar


ANNO XLIII

Nnm. 42

Roma, 19 Ottobre 1936 ·XIV

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

PBATICA. ' CESARE FRUGONI Clinico Medico

di Roma

ABBONAMENTI ANNUI: 1° GENNAIO - 81 DICEMBRE · Sinsoli: Italia Estero Cumulati'ti : (1) ALLA SOLA SEZIONE PRATICA . (settiman ale) L. 58.80 L. 100 (2) ALU DU• SEZIONI (prat ica e medica) . (1-a) ALL ~ SOLA SBZIONB MEDICA (m ensile) • L . 50 L. 00 (3) ALLE DUJI SBZIONJ (!prat ica. e ohirurgioa,) (1-b) ALLA SOLA SEZ tONB CBIRU19ICA (mensile) L. 50 L. 00 <•>ALLJI TU SEZIONI (pratica, medica e chirur.). Un numero separato della SBZIONE MEDICA o della CBIBtmerc.._ L.

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Italia Estero L. 100 L. lno L. 100 L. 1150 L. 125 L. llO

della PRATICA L. B,fJO

SOMMARIO i.avori or igi n a li : R . Bompiani: L 'amen orrea d elle d iabetiche. I P.cnica chirurgica : D. Clem ente: Innesti d ermo-epiderm 1ci.

Studi r iassuntivi : S. Oolaneri : L 'em oterapia. .Note biografiche : G. Céllvina : Il contributo del Prof. Cesare Cavin a <t ) (Bologna) a l t rattamento cp.iru.rgico d elle nevralgie essenziali de l t rigemino. .Sunti e rassegne : CIRCOLAZIONE : H. Arnsperger: Sulla patogenesi e sulla profilassi della ipertensione essen ziale. - B. Parso.ns-Smith: La cu ra à.ell'an g ina pectoris. - GASTROENTEROLOGIA: E. H. Gaither : Recenti progressi in gastro-enterologia. - R. Miller e M. Ra.ven : Epidemie di nausea e vomito. Divag azioni : A. Fraschini : Sulla prima centuria di casi trattati con l'or.mon osieroter a pia testicola r e. Cenni bibliog rafici. 1

LAVORI

Accademie, Società Mediche, Congressi : R . A·ccademia Med ica di Roma. Ap punti per il medico pratico: CASISTICA E TERAPIA: L 'i t tero per ritenzione acuta. - Sulla diuresi epatica. Cui!' a e profilassi della chetonemi a. - Clinica d el coma diabetico. - Effetti tossici tardivi del dinitrofenolo. MEDICINA SCIENTIFICA : Anatomia p a tologica e patogenesi della poliomielite subacuta. - POSTA DEGLI ABBONATI. VARIA. Ne lla vita professionale : Servizi igienico-sanitari: D. A. Mazzolani: Le n ostre navi-ospedale nelle operazion i d 'Etiopia. - Cronaca del movimento profession a l e. Uoncors i. - No mine, promozioni ed onorificenze. Nostre corris pondenze : Da Port o Sa id. Notizie diverse. Indi ce alfabetico per materie.

, l 'ovaio per spingerlo fin sotto la b ase del cervello , jn quella zona dove varie fu11zioni vitaCLINICA OSTETRICO-GINECOLOGICA li hanno i loro centri motori , r egolatori e DELLA R. UNIVERSITÀ DI PALERMO coordinatori. I FATTI CLINICI. - Che la funzione mestruaL' amenorrea delle diabetiche. le si pr esen ti alterata n,elle diabetiche è consl<.ttazion e antica : vi hanno ricl1ian1ato 1'atProf. R. BoMPIA.NI , direttore incaricato. tenzione come causa di freq uente sterilità Nello studio d ei rapporti tra diabete e fun- Bouchardat , Williams, Duncan, Lecor ch é, Ne.2ione genitale, uno degli argomenti ch e n1i bel, Stroynowski, Kleinwacter , Cassian , Chasembra m eriti di esser e più e megli9 appro- piet ecc., i quali affermano che la gravidanza fondilo di quanto non ia stato fatto fino a d è una evenienza rara perchè le regole mensili .oggi, è il perchè ·d ella frequente am enorrea sono talora abbondanti, più spesso scarse e ritardate fi.l).o al! 'am en orr ea. Non di rado si os. delle diabetiche. I disturbi della sfera essuale in genere di· serva anche .atrofia secondaria dell 'utero e . questa malattia sono stati infatti finora ipter- Lippmann avrebbe rilevato alterazioni frequenpretati con un criterio troppo localistico, e ti dell 'endometrio, dovute ad infiammazione cioè com e manifestazioni indotte sull 'apparato r ron ica per eccesso di g lucosio circolante n el a11gu e; me ntre Graefe ha messo in vista la genitale dall'alt er ato m etabolismo; ed è soltanto in questi ultimi te1npi , da che si con o- frequente sclerosi dell 'ovaio con invasione da sce la parte della pr eipofisi in qualità di mo- i)arte del connettivo ora più ora m eno abbontore del ciclo funzionale ovarico e d 'altra par- dante, fino .a det-ern1inare atrofia dei follicoli. te l 'importanza del sisten1a ipofiso-ipota1.an1ico Fatti osservati anch e da Cohn, Israel , Hoffnella regolazione glicidica ch e siamo riu citi 111ann, Nebel , Callian ecc. Anche Parisot pen. a solle·v.are il nostro sguardo dall 'ut,ero e dal- . . a che i disturbi della funzione sessuale in ge•

ORIGINALI


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« IL POLI CLINICO

nere così frequ enti n ei diabetici siano dovuti ad alterazioni delle gonadi: delle ghiandole seminali per l 'uomo, dei follicoli e d ello stron1a ovarico per la donna. Circa la frequen za dei disturbi m ·e struali nella donna in età feconda , li notò 8 volte su 1·2; in 6 vi era amenorrea completa, in 2 dism•e norrea. Colorni n el suo studio sul diabete in rapporto a lla funzione g·enitale (femminile) mette in rilievo la frequenza dei disturbi distrofici a carico dell 'utero e specialmente l 'atrofia associata a quella ovarica ed amenorrea. Rileva però anche, come questi disordini di funzion e non sia no costanti. e per così dire obbligati, presentandosi solo in talune donne el in alcuni periodi della malattia ; ed inoltre come non siano nemmeno i11 relazione alla g ravità ed al tempo trascorso d al! 'insor gen za della malattia stessa, in .q uanto possono alcune volte osservarsi in diabetich e ch e datano solo da qualch·e mese come possono mancare in altre datanti da anni . Una statistica recente del Cannavò (1934) sopra le donne affluite a l dispensario antidiab etico di Pal ermo , po rta la frequen za d elle turbe mestruali al 70 % d ei casi. Egli osservò ch e il flusso catan1 eniale era scomparso fin dall'inizio della malattia n el 22 %; er a diventato ,p.i ù abb·o ndante riel 34.5 %, n·e l riman ente dei casi si a,-eva anticipazione d ei menses. Da notare poi ch e tre di queste donne non erano m ai state m estru ate, una aveva avuto la mestruazione soltanto per du·e a nni, dai 16 a i 18'; ed altre tre erano entrate in menopausa rispettivamente a 28, 331 e 41 anni . Complessivam·ente in 6 su 7 casi , la amenorr ea i)rimaria o secondaria a m·e nopausa precoce, a ve.v a preceduto l ' insor genza del dia b ete. Anc.he Mara fi on ha osservato parecchi casi n ei quali l 'am·en orrea aveva preceduto l 'insorgenza del diabete. Tutti questi fatti ci portano a pensare cl1e l~ alterazioni mestruali e più specialmente l'amenorrea associata o m en o ad ipotrofi a d el1'apparato utero-ovarico, n on d ebbano sempre essere interpretati com e conseguen za dello stato gen era le; d·eperimento, consunzione, anemia , indotti dalla n1alattia diabetica (Cohn, H offmayer, ecc.) ; nè d ello stato iper glicemico ch e, come vedren10, è di per se stesso sufficiente ad indurre a lterazioni anatomo-istologiche a carico dell'apparato genitale analoghe a quell e cl1e ogliono ritrovar i nel diabete. Più logica ci sembra , ma non valevole per tutti i casi 1'interpretazione data da De Flora a p ropo ito di alcune forme di diabete g iovanile legato a11a costituzione , Ì n cui l 'A. in1

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terpreta l e alterazioni rilevate a carico del pancreas e d ell 'ovaio nonch è di altri tessuti ed apparati, come con seguenza d ello 5tato j poplastico d al quale l e pazienti erano affette. Nessun dubbio ch e condizioni ereditarie od acquisite sufficienti a modificar e la costituzione, possano indurre debolezze funzion a li nel sen so di P ende di una o più ghiandole er1docrine. Tuttavia , anch e que ta spiegazione non può .a ver valore che p er a lcuni sin.g oli casi, n è si spiega d 'altra parte come molte volte questi disordini della funzione genitale delle diabeti ch e, sian o perfettamente r egredibili con la cura insulinica . Ciò risulta non solo da casi sing oli resi noti dai diversi AA.., ma ancor più da statistiche, le qu.a li dimostrano ch e la sterilità ritenuta una volta un fatto quasi costante n elle diabeticl1e, oggi non lo .' e' ·p1u. Il Bix in un recente lavoro (1934), ha potuto m etter e in rilievo ch e di 192 diabetiche sposate, 155 poterono concepire ed ebbero complessivam ente 608 b ambini , il ch e porta la m edia di sterilità a 19,4 %; soltanto per ciò di 5,4 % su p,eriore a quella che è la media attuale d ella donna tedesca (14 %). La sterilità quindi attribuipile al diabete curato , sarebbe solo di 5,4 '?~ ; l 'inverso di quanto n on si verificasse un tempo, nell 'epoca p reinsulinica, n ella qua le· la m edia di fecondità veniva calcolata intorno al 5 % (Lecorché, Seitz, ecc. ). Risultati a naloghi vennero riferiti da Haro de Conde Gargolla per quanto si riferisce al Dispensario a ntidiabetico di Madrid , dove i ca $i di diabete c urati secondo le direttive d el J\laraiion .avrebbero presentato una percentuale di sterilità non superiore a quella delle altre donne . L ' inattitudine a]la fecondazion·e, come anche i disordini mestruali, posson o essere dunque, in una grande perce11tuale di casi, rimossi con una cura in sulinica. I DATI SPE RIMENTALI. - Stabiliti i fatti clinici, vediamo ora com e si sia cer cato di risolvere il problen1a dal ·punto di vista sperimentale . Trattandosi di alterazioni per le quali è logico presum·ere ch e occorra un certo ten1po perchè si stabiliscan o, è chiaro ch e qualunq11e sia la forma di diabete ch e noi vogliamo realizzare, è n ecessario ch e l'animale venga mantenuto in una condizione iperglicemica glicosurica per un periodo protratto. Perciò con1e rilevava :F alco, che è stato il primo ad affrontare sperimentalmente il problema fin dal 1916 . la pancreatectomia totale non si presta allo scopo determinando una sindrome troppo grave e rapidamente mortal e. e invece i lasciano in posto piccoli frammenti di ghi an1


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SEZIONE PRATICA

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dola è pos i bile la sopravvivenza dell 'animale nando una iperglicemia sperim·e ntale, cioè per lungo Len1po. Ora, in una serie di 15 cagne atresia dei follicoli giovani, ritardo nell 'evocosì operate (delle quali 5 gravide) egli potè luzione degli -stessi con segni evidenti di alteosservare che le ovaie vanno incontro ad una razioni a carico degli elementi della granunotevolissim.a atrofia follicolar,e ed iperfunzio- losa, fino alla deg,e nerazione e scomparsa dellanalità invece del tessuto interstiziale, deduci- celluJ.a-uo,10. bile dall'aumento di granuli lipoidei. Pur non potendo escludere ch·e questi risulQueste ricercl1e sono state di recente confer- tati siano dov11ti alla tossicità del farmaco, mate da V. Consoli (1933) nel coniglio, e però _all'infuori del disturbo n1etabolico, sopra un l'autore ritiene l 'ipertrofia dell 'interstiziale un tessuto cosi squisitamente sensibile quale è fatto secondario a scarso significato funzional 'epitelio germinativo dell'ovaio, ci sembra inle. Il processo involutivo a carico dei follicoli teressante la constatazione che nelle varie forspiegherebbe l 'atrofia secondaria dell'utero e me sp.erimentali di diabete, come nella ipernella donna l 'amenorrea. Senza dub·b ·i o que- glicemia da ing·estione di zucchero, si deterste esperienze condotte realizzando il diabete minano a carico dell 'ovaio alterazioni degepancreatico, che è quello che più si avvicina nerative del follicolo e pe·r contro ipertrofia del al diabete umano, hanno un notevole interesse. tessuto interstiziale. Parisot, per lo studio delle modificazioni • • * genitali in conseguenza del diabete, ,è invece ricorso all 'iperg,8.icemia provocata;, riuscendo Viene quindi logico domandarsi se le al tea far ingerire per un periodo da 1 a 3 rri.esi razioni m ,estruali che noi osserviamo i11 · Clinida 200 a 1000 grammi di zucchero al giorno ca - prevalente amenorrea - la quale abbiaod· a giorni alterni. Potè così osservare oltre a mo visto m.olte volte precedere l 'insorgenza modificazioni involutive a carico dell 'utero e del diabete, possano in realtà interpretarsi codella vagina, alterazioni a carico dell'ovaio , m e la con seguenza dello stato iperglicemico, consistenti in degenerazione grassa della parte secondo quanto si pensa oggi dai più, od inint.erstizial·e ed arresto dell'evoluzione dei fol- vece di una alterazion·e funzionale di quel licoli, i quali degenerano anch'essi prima di complesso apparato ipofiso-ipotalamico, che arrivare a maturazione. ~atti anche questi regola al tempo stesso il m etabolismo glicidiconfermati da V. Consoli. co ,ed il ripetersi dei fenomeni ciclici della Addessi, è invece ricorso all'intossicazione mestruazione. Non è qui il caso che mi sofflorizinica. 1Come è noto i concetti su questa fermi a ricordare quanto a proposito degli entità morbosa sperimentale si sono notevol- ormoni gonadotropi è stato d'etto per dim omente modificati da quella che era la primi- strare come il ciclo ovarico e di conseguenza tiva concezione di una semplice glicosuria re- a.nche il ripetersi ritmico della nlestruazione, nale; e se oggi rimane ancora questa J'essen- siano sotto la stretta dipendenza dell 'anteipoza del fenomeno, non per questo ci sfuggono fisi; e come alla stessa prei11ofisi venga attri .. le alterazioni metaboliche che in conseguenza buita una parte importantissima nella glico .. della perdita di glucosio per i reni, si verifi- r egolazione, tanto da potersi avere un diabete cano in tutto il complesso organico. Donde la sperimentale per iniezioni di estratti anteipoconcezione p,i ù specialmente sostenuta dal fisari (Houssay e Biasiotti) e per contro n oteLombroso e dalla sua scuola, che il diabete vole miglioramento e prolungata sopravvivenflorizinico sia degno di stare per gravità e d za se nell'animale spancreato si proceda alla importanza alla pari con i due diabeti speri- ablazion·e dell'ipofisi. Tutta una enorme conmentali classici , da spancreatizzazione secondo gerie di fatti sperimentali che qui sarebbe v. Mehring e Minkowski e da puntura del troppo lungo riassumer,e, dimostrano che tanquarto ventricolo, secondo Cl. Bernard. to la regolazione del ricambio glicidico in conOra le ricerche condotte dall 'Addessi sopra dizioni normali e patologiche quanto quella una serie di ratte giovani sottoposte a giorni della funzione genitale, hanno il loro appaalterni e per un periodo variabile dai 20 ai 30 rato propulsivo e direttivo nella anteipofisi e ad iniezioni di florizina sospesa in olio di oli- consen sualmente ad essa nei centri dien ceve, onde rendere più lento e graduale l 'assor- fali ci situati nelle sue immediate vicinanze. Chè, se è stato visto stabilirsi un diabete per bimento e più continuativo l'effetto, hanno permesso di stabilire che anche nel disturbo lesioni del tuber, anche quando l 'ipofisi non del ricambio indotto da questo glucoside, si era stata toccata, si è visto anche nelle stesse rilevano a carico dell'ovaio alterazioni del tut- condizioni sperimentali, seguire I 'atrofia delle to simili a quelle che si rinvengono determi- gonadi (Houssay).


1858

« IL POLICLINICO »

Questi fatti della fisiologia e della patologia sperin1entale trovano a loro volta rispondenza in Clinica . È noto con quanta frequenza nell'acromegalia (adenoma acidofilo di Cushing) si osservino accanto ad alterazioni del ricambio idrocarbonato (glicosuria e diabete vero : circ.a 1/3 dei casi) disturbi della sfera g-e nitale consistenti in una ipoplasi.a seco11daria del1'apparato utero-ovarico e quasi semp-re da am·enorrea; questo è anzi uno dei segni precoci della malattia e non di rado si verifica anche in assenza di turbe del ricambio idrocarbonato. Allo stesso modo nella sindrome di Frohlich , che · può considerarsi una condizione opr;osta alla .p rima, trattandosi di un ipopituitarismo in confronto all 'iperpituitarisn10 a cron1egalico, si osserva egualmente la sterilità, la frigidità sessuale, l 'atrofia dell 'utero e dell 'ovaio, con frequente amenorrea. Ora anche in questa sindrome dal punto di vista del metabolismo glicidico, abbiarr10 il più spesso una aum entata tolleranza dei carboidrati, con ipoglicemia e reazione insulinica esagerata (Cushing , Jacobson) ·e p·erò altre volt e glicosuria ed anche un vero diabete (l\1arafion , Cannavò ed altrD. Del resto ·a lterazioni involutive del!apparal o genital·e con manifestazioni tendenti all 'ipo m ·enorrea ed alla amenorrea, sono state osservate in tutte le sindromi nelle quali si ammette una alterazione primaria o secondaria dell 'anteipofisi ·e dei centri dell 'ipotalamo, come in queste stesse forme morbose sono state osservate turbe del ricambio idrocarbonato, associate o meno a quelle di altri n1etabolismi , più specialm·ente del lipidico. Questi fatti ci sembrano anche venire in appoggio alla recente concezione del Theobald che ammette l ' esistenza nell'ipotalamo di centri per il controllo della ovulazione, d·ella mestruazione, della gravidanza e del parto; e for~ nire una nuova spieg.azione del meccanismo patogenetico dei disturbi mestruali in genere e più specialmente dell'amenorrea delle diabetiche. Prescindendo dai casi in cui si può ammet tere che la sindrome da alterato ricambio idrocarbonato, abbia il suo punto focale nel sistema ipofiso-ìpotalamico, non può escludersi che anch e ne11 e forme iperglicemiche gli cosuriche che trovano la loro ragione cl ' essere in una alterazione anatomica o soltanto funzionale del sistema insulare , si stabiliscano per così dire di contraccolpo e però consensualmente ad esse, alterazioni a carico dell 'ipofisi. Ricerche sperimentali e cliniche anche a questo proposito si accordano nel dimostrare gli

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stretti rapporti funzionali tra questi due apparati: Jgura ha potuto mettere in evidenza cl1e l 'anteipofisi è esaltata nella sua attività per effetto di iniezioni di insulina; Kraus ha rilev.a to invece, quanto freq·ue11temente nei diabeti di sicura origine pancreatica, alla a lterazione del sistema insula1,e, si associno alterazioni del lobo anteriore dell'ipofisi; rilievi-anatomici questi, confermati da Comesatti, La Torre e Macai, Labbè e Petrescu, e da altri. Non sembra quindi illogico il supporre che qu·e ste alterazioni che possono verificarsi ne] diabete a carico· dell'a.pparato che promuove la n1estruazione, determinino al tempo stesso l'inibizione od anche a seconda dell'entità delle lesioni , l'abolizione di funzion•e. Questa supposizione ci permette ·anche di spiegare come in alcuni, .a bbiamo visto anzi la magg'i oranza dei casi, la terapia insulinica possa ripristinare la fecondità della donna e contemporaneamente ad essa il ciclo mestruale" È noto infatti, e ne abbiamo già accenna~o, com-e l'insulina stimoli l'azione gonadotropa dell'ipofisi determinando, se le alterazioni anatomiche a carico dell'ovaio, non sono troppo accentuate il ripristino del ciclo funzionale: potrà così aversi il ritorno d·ella mestruazione e della fecondità. Gli argomenti ai quali abbian10 a ccennato ci forniscono a nostro modo di vedere, la spi·egazion·e dell'amenorrea e dei disturbi trofici a carico dell'apparato genitale delle diabetiche, anche al} 'infuori di una azione nell'istesso senso esplicata dallo stato iperglicemico; .ed ancora decrli effetti utili esplicati sulla funz10-. b ne genitale d·e lla terapia insulinica. Essa c1 permette anclie di comprendere come in alcuni casi l'amenorrea abbia preceduto nella sua insorgenza il diabete. RIASSUNTO. L ' A. espon·e una nuova ipotesi sul meccanismo patogenetico dell'amenorrea e delle ~Ite­ razioni a tipo involutivo dell'apparato gen1t.ale delle diabetiche. Argomenti d 'indole clinica e sperimentale hanno dimostrato come i centri per la regolazione rlel ricamhio glicidico.' al pari di quelli che ·P·r esiedono alla regolazione dei fenome11i del ciclo ovarico abb·i ano la loro sede nell 'anteipofisi e nei nuclei ipotalamici; e d'altra parte con quanta frequenza nelle sindromi ipofisarie si osservino modificazioni della funzione ed alterazioni dei genitali. Per contro , anche nei diabeti di sicura origine insulare, si osservano alterazioni anatomiche a cnrico del sistema ipofiso-diencefalico . on


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sen1bra quindi illogico il pensare ch·e l 'ame'norrea . e le alterazioni involutive dei genital~ delle diabetiche siano secondarie a dette alterazioni del sistema. Si spiegano così facilmente i1on solo i casi in cui l 'amenorrea fu ~iI sta precedere l ' insorgenza del diabete, ma an,che quelli nei quali mediante la cura insulinica - che esplica attività eccitante sull 'ipofis~ fu possibile ripristinare il ciclo utero -o arico e ridare ,a lla donna la fecondità .

TECNICA CHIRURGICA OSPEDALE CIVILE DI OLIVETO C1TRA (SALERNO) diretto dal dott. M. CLEMENTE.

Innesti dermo-epidermici. Prof. dott. DOMENICO CLEMENTE. Il pregevole lavoro di L. Caforio di Napoli, pubb·l icato nel n. 4 di « Rinascenza medica » dell 'anno 1932, col titolo « Di un nuovo metodo di innest idermo-epidern1ici )) , mi ha indotto a sp erimentare tale modalità di tecnica in alcuni casi, che finora ho avuto occasione di curare. Il metodo seguito dal Caforio con alcu11 e modifiche è dovuto al chirurgo francese Alglave e consiste nel praticare nello spessore clel tessuto di granulazione delle piaghe, su cui si intendono disporre g li innesti, delle nicchie, dei « godets », come si espresse l 'A., in cui vengono trapiantati i piccoli le1nbi di der111a e di epidern1id·e, prelevati dalla cut e di a ltre regioni dello stesso individuo. La nicchia protegge e favorisce l'attecchimento deJ len1bo , il quale formato com 'è non solo di epidermide, ma anche di derma , darà luogo proliferando e fondendosi con gli innesti vicini al rivestin1ento della piaga non con un sottil e ~ tra to epidcrn1oi dal e con1e avviene nelle cicatrici con1u11i , ma in gran parte con cute sana, elastica e inorbida, chie per i suoi caratteri non si esfolia com e qtiella delle cicatrici, n è tende a r etrarsi produce11do deforrnifà e spesso grav i alterazioni organiche e funzionali. La niccl1ia viene ricavata asporta11do con t111 cucchi.aio di Volkmanr1 J.e granulazioni, ~on1e con un o stampino, fin o allo strato fìbroso : si ottengono così delle piccole cavità di 5-8 n1n1. e si prepara la superficie della piaga da i11nestare, in 111odo che og11 i nicchia sia distan I e dall 'altra 1-2 cm. Si copr e e si com prin1e lR piaga con compresse di garza steril e e si procede al prelevan1ento degli inne ti, cl1e dn vranno esser e forn1ati oltanto di epider111j cle e di derma e d avere le dimensioni di pochi 1

1861

EZIONE PRATICA

millin1etri. , I · picco.l f'·· len1bi vengono esatta 1 mente collocati nelle . cavità gi~ pronte e b en deterse del sangue. Particolare attenzione si deve dare al tratta·n1ento pre- e post-opera tivo, come per tutti i m etodi di trapianti in genere. Le ;piagl1e non debbono essere molto secernenti ·e per la disinfezione sia della cute, ch e I serve per il ·Prelevan1ento , sia delle lesioni da innestare si usa soltanto un 'accurata detersion·e 4on etere solforico. Eseguito poi il trapianto , si copre la piaga, come consiglia il Caforio, : con un foglio di guttaperca laminata buche~ellato per permette:çe lo scolo delle secrezioni e poi con materiale asciutto e sterile. La guttaperca viene sterilizzata mantenendola per .alcuni giorni in una soluzione di ossician uro di mercurio. e poi lavandola ripetutamente con soluzione fisiologica sterile. La prima medicatura viene rinnovata dopo 6 giorni e la gutta perca viene di nuovo rin1essa e mante:Q.uta fino al 15° giorno; in seguito si nledica a giorni alterni con garza sterile e si esegue l 'elioterapia ed il trattan1ento della .p iaga con soluzione idro-alcoolica di acido picrico 6 %. Le modifiche apportate dal Caforio alla tecnica originale di AlglaYe riguardano la preparazione delle nicchie, ch e viene fatta su tutta la piag,a p,r ima d,el preleva1nento dei lembi e non volta per volta , la detersio,n e accurata del sangue, il trattamento con guttaperca bucata e non con cc taffetas », la medicatura rara nei primi 1•5 giorni , così opportuna per il buon .attecchin1ento dei trapianti , il trattamento elioterapico e con soluzion e picrica, infine la sutura con a graffes delle piccole ferite del territorio di pre ~ tito . 1

Ho sperimentato il n1etodo di Alg·lave, con le opportune modificl1e del Caforio, in due casi di piaghe da scottature, in uno dei quaJi vi ·era una lesione estesissima, che durava da .an11i, ed ho av-µto in tempo relativan1 ente breve la gua rigio11e rapida e con1pleta.

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CAso I . - G. A. di Angelomaria, di ann i 23, da Laviamo (Salerno), celibe. Genitori viYi e sani ; la madre ha avuto 9 fig li , n essun aborto: dei figli sono vivi 5. L 'infer1no a 19 anni ebbe il primo attacco epiJet tico, cadde n el fuoco e riportò scotta ture estese all 'arto sµperiore destro. con carbonizzazione d ella p arte amterior e della 1nano destra: rimase rrtutilato così d elle dita e di parte dei m etacarpi; ebiie pure in tale disgrazia scottature alla su perficie é\11terjor e del torace e alla mano sinis tra. Per la retrazione delle cicatrici, la mano ~ j11i­ stra è leggermente atrofica con le 4 ultime di la in posizion e viziosa (iperestensione delle falangi e flessione delle falange tte). Gli att acchi sono co11linuati ogn i 25 giorni .

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1862

CC

fL POLICLThICQ

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fANNo X:Llll, NuM. 42]

distruzione maggiore dei tessuti in corrispond~n­ ·za del ginocchio. La scottatura si estendeva dal 3·> superiore della coscia sinistra fino ai malleoli.

Il 9 aprile 1922 ha riportato nuovamente scot~atura alla regione poplitea destra. Entra in ospedale il 14 aprile 1932 (Reg. Osp.

\ I

G. A. (1° Caso). La parte inferiore della ferita è già cicatrizzata; nella parte superiore si vedono gli innesti attecchiti e prolifera11ti.

F1G.

1. -

F1G.

2. -

C. I.... (2° Caso). Innesti già attecchiti.

n. 12) . Presenta una vasta lesione da u stione di 2" e 3° grado alla regione poplitea destra della ll1nghezza di cm. 26 e çlella larghezza, di cm. 10; la lesione non è an cora detersa e presenta qua e là ql.1alche escara e dei punti necrotici e suppuranti. Con ineùicature accurat e si provvede a trasforn1are la lesione in una piaga bene granulante. 25 aprile, narcosi cloroformica. Si mette l'arto in. g ius ta posizione di estensione, fis·sandovelo con ùn apparecchio gessato a ponte. 1° maggio, di nuovo narcosi. Innesti dermoepidermici a cc godets » prelevando i lembi dalla superficie interna del braccio destro. Attecchimento completo dei trapianti (vedi figura 1). Guarigion e completa in due mesi. CASO II. ~ C. L. fu Giu seppe, di anni 21, celibe d a Caposele (Avellino). A.nche ques to gioYane è affetto da attacchi epilettici. Il padre è n1orlo di cjrrosi epatica alcoolica; la n1adre è viva e sa11a; i fratelli ·sani; una sorella si è ammalata più tardi di morbo di Pott. All 'elà <li 15 an11i fu colpito da un primo attac.co del mnle. A 18 an11i, il 15-6-1930, di nolte, mentre era di gl1ardia al gregge in ca1npagna e si riscaldava al fuoco, fu nuovamente colpito da un attacco epilettico e cadde inco ciente sulle fiamme. Un compng110 si accorse dopo cir ca 1/2 ora che il fuoco si era propagalo alle Yesti. Fu trasportarto in paese al mallir10 uccessiYO ed il n1edico del posto constatò una vasta scottatura di 2° e 3° grado alla Sll}lerucie anteriore dell 'arto inferiore ·sinistro con ;=

3. - C. L. (2° Caso). Attiva proliferazione dei trapianti ; la superficie scoperta della piaga è molto ridotta .

F1G.

Fu curato per 2 mesi dal medico locale e poi si medicò da sè stesso. Qu ando entra in ospedale il 27 agosto 1933 (N.


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XLIII, NuM. 42 j

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SEZIONE PRATICA

del Reg. 25). ·s ono già 3 anni e 2 mesi che sono trascorsi dal grave infortunio. Si i1ota una la.rg·a piaga cl1e comprende tutta la superficie a11teriore del g inocchio sinistro. La piaga è granulante, ha una forma ovalare e 1nisura cn1. 22 nel senso della lunghezza, cm. 15 nel massimo diametro trasversale. Dopo 3 giorni di accurate medicature, il 30 agosto si interviene: narcosi cloroformica, detersione della lesione e dei dintorni con etere e soluzione fisiologica sterile. Si prelevano i lembi per i trapittnti dalla superficie antero interna del braccio sinistro : in tutto 50, delle dimensioni di 1/2 cm. ciascµno e si innestano nelle nicchie già preparate alla distanza di 2 cm., l'uno dall'altro.

c. 1 x cm. ' 2 si trova al bordo laterale intenso. Si medica con sparadrappo ed antipiol . L 'infermo non venne all 'ospedale per parecchio tempo: nell'aprile del 1934 quando lo vidi di nuovo era completamente gua.rito e da tempo. Vi è da notare che i 'infermo nell'ultimo periodo si medicò da sè stesso e non sempre correttan1ente e còn materiale sterile; si spiega così la inaggiore durata del processo di guarigione. L'arto fu immobilizzalo su ·stecca posteriore per 2 1nesi.

•••

Ho pubblicato con ritardo questi due casi, perchè volevo raccoglierne degli altri. Ad ogni modo ritengo non superflua la pubblicazioae, ·che ha il solo. scopo, di contribuire alla volgarizzazione · di un metodo; che ,è cerLamente più pratico d·egli altri, perchè assicura un più costante e completo attecchimento dei trapianti.

RIASSUNTO.

Sono riferiti i vantaggi del metodo di Alglave co.n le utilissim e modificazioni di tecnica del Caforio per l 'esecuzione di innesti derma-epidermici. Sono poi riportati due casi di estese piaghe da scottature guarite in tempo relativamente breve con tale metooo. APPUNTI BIBLIOGRAFICI. 1)

L. Di un. nuovo metodo di innesti dernio-epidernìici. ·R inascenza me(lica · '1932, n. 4, pag. 84. . CAFQRI O

Leziioni di clinica chirurgica.~ v. 3°, pag. 85. Ediz. Wassermann, Milano, 193~ . 3·, PIERI G. Gli inriesti cutanei alla Alglave: Policlinico, Sez. Pratica, 1929, n. 8, p . 278. 2) GroRoANO D.

eJ4' Pubblicazion• intere•sante per tutti i med'ci condotti:

oott. VINCENZO MONTESANO

f

4. - C. L. (2° Caso). La piaga è completamente ricoperta di epidermide : si notano ancora i trapianli, come pezzi di mosaico.

Dooente di Clinica Dermoeifilopatica nella R. Università di Roma

tG.

Solito trattamento. Si rimuove la medicatura esterna in 6°' giornata, poi si medica ogni 3 g iorr1j, rinnovando ogni tanto la guttaperca. Il 19 settembre la superficie della piaga misut'a cm. 15 x 12; gli innesti perifp,rici hanno fatto g·ià corpo col bordo epidermico, proliferante; quelli centrali appaiono alcuni di colore roseo, altri gi~ con un alone bluastro dovuto all 'epitelio i11 via di ger111nazione e formano tralci che cir coscrivono aree di bottoni carnosi, altri infine sono a ncora affondati tra le granulazioni, che li rendono poco visibili. Il 27 settembre si sopprime la guttaperca; la piaga ha le dime11sioni di cm. 15 x 10. ,Si medica con gnirza. Jl 6 ottobre l 'infermo torna a casa; viene a farsi vedere ogni tanto. La cicatrizzazione prosegue rapidamente. Il 2 gennaio 1934 la piaga è tutta rimarginata, tranne per piccolo tratto alla parte inferiore, ove vi è uno spazio ancora scoperto di forma triangolare di cm. 2 x cm. 3 ad apice in basso; altra piccola area non aI1cora coperta di epidermide di

Manuale di malattie cutanee ad uso del medici pratioi e de111 studenti. lNDlCJIJ

SOMMARIO

DJIJLJ/0PEBA:

Parte generale : Anatomia e Fiisiologia della cute · Pe... tologia genera.le, Semeiologi& Tera.pia generale • Olaesitlcazione delle malattie outanee. Parte speciale : Disturbi di circolazione e malattie d . vasi - Dermatiti · Dermatosi che sogliono presenta.nn nel corso di malattie del sa,n gue e degli o.rg&ni emolinfopoietici - Pemtlgo e Pemfigoidi - Sclerodermia e etati e'c lerodermici - A trofle - N evrodermie - Cheratoat - Af.fezdone degli anne8Si e delle appendici outanee • Anomalie della pigmentazione - Tumori - Malattie infettive speoifiche e para.esita.rie - Pitiriasi rosea. Boriasi - Lichen ruber. Appendice: Dermatosi dei lavoratori - Dermatosi &1· mula te. Opera in due volumi di co.mpleeeive pagine XXVIII· 780. oon 76 figure nel t.eet<>. Prezzo L. 1 1 O più le spese postali di spedizione. ~. B. -

Esclusivamente agli abbonati al « Policlinico )), l'opera ~ concessa franca di porto in Italia, per sole L. 9 8 da potersi anche pagare frazionatamente, ossia con un primo vena• mento di L. 2 8 e con 7 successive rate mensili di L. 1 O eia• 1cuna. L'impegno del predetto pagamento mensile può essere scritto sul polizzino del Vaglia del primo versamento di L . 2 5 . Inviare Vaglia Po~tale alt'editore LUIGI POZZI, Via Sistina 14, Roma.


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« IL POLICLINICO >>

STUDI ·RIASSUNTIVI L'emoterapia. Dott. S1Lv10 CoLANERI (Trivento). Nel li932 ebbi occasione di leggere sulla rivista << La Medicina Pratica » (n. 9 del 30 no,-emhre) le impressioni del redattore capo, dottor Mario Cayrel, su di un lavoro d·el dott . S. Artault de Vevey di Parigi apparso nella « Revue de Vulgarisation des Sciences Médicales » del giugno 1931 e riguardante gli effetti terapeutici dell'auto·e moterapia . Giustamente il Cayrel diceva che se non fosse dimostrata in molte altre occasioni l 'esattez~a .dei concetti del dott. Artault de Vevey, si "saieb·b e. potuto considerare questa nuova arditezza .terapeutica come troppo .. . originale. In quel suo studio il dott. Artault de Vevey riporta a lcuni casi di emorragia cerebrale gt1a riti quasi istantaneamente con l 'autoemoterapia chiamandoli « paradossi fisiolog~ci . sorprend·e nti » ·e, senza poterne fornire la spiegazione' .. scientifica soddisfacente, giu.s tamen te di~va :' cc Perchè discutere... La relazione da causa ed effetto è precisa ed indiscutibile n . Inoltre lo stesso autore in quel suo lavoro con clude che: · 1) l'autoemoterapia è .utile in tutti i casi di apop.Jessia e di paralisi consecutiYa, qualunque sia l 'età; 2) che la iniezione di 30 cc. di sangue con la tecnica solita - prelevamento dalla pi~ga del gomito e immediata in1missione nei glutei - sia praticata più presto che sia possibile, anche a scopo preventivo ; 3) che dette iniezioni non sono efficaci nel ramn1ollimento cerebrale. In ogni caso però • sono sempre innocue. Non posso nascondere che un rimedio ta11 to sorprendente p rodusse in me la più viva in1pressione e mi p roposi di usarlo quando fo sse capitata l 'eventuale circostanza. Tutti i medi ci hanno assistito quasi disarmati a certe cata. strofi di apoplettici il cui ricordo non si cancella facilm ente, e il poter gridare vittoria anche in simili casi con un rimedio alla portata di tutti non è una delle conquiste terapeutich e da trascurare. Da quell ',e poca ·p oi seguii con attenzione Je pub·b·licazioni apparse in proposito e vidi cl1e I 'autoemoterapia si è andata sen1pre più allargando ed usando nelle più svariati affezioni e da essa si è passato alla. maternoemoter.apia, all 'e teroe111oterapia, all 'autosieroterapia e JJerfino all'autoliquorterapia. Così , dando una rapida scor a alla bibliografi a più r ecente , trovian10 ch e i proff. R. Colella e G. Pizzillo in una loro r elazione JJar1

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[ANNO XLIII, NuM. ~J

lano dell'uso e del valore curativo dell 'autoemoterapia n-e gli stati apoplettici con la espe .. rienza di molti casi e la serietà e l 'autorità di t1na grande clinica, e confermando e ribaden .. do i concetti già esposti dal dott. Artault, am .. mettono anche una certa azione ipotensiva del sangue e I' ef~etto nullo nei rammollimenti cerebrali, per i quali èasi la cura se.r ve benissimo da diagnosi differenziale. I dott. Buscaino e V. Longo hanno studiato in ventiqu.a ttro casi I '.azione ipotensiva dell 'autoemote·r apia rilevando qu·est'azione nettissima in . V·entidue casi e vaga e transitoria solo in due. In un caso l 'azionr. ipot~nsiva si_è protratta fino a cento- .1 :"· àòdic1 giorni. Il prof. Lucherini T. neg~ i'fl- :.... v~ce all 'autoemot~rapia alcuna azione ip4tf ris1va ed alcuna azione preventiva dell 'i'ctus. · Il Laurence nel « Journal des Praticidns » dell'agosto 1935 in una rassegna della autoemoterapia dice ch e di essa se ne è fatta oggi u~a panacea. Ammette senz'altro che non si hanno inconvenienti di sorta e solo eccezionalmente disturbi serici. In dermatologia i succ~s~i sono in co~testabili specie n ell e forme p·r urrg1nose . Negli eczemi i risultati sono men•) brillanti; nell 'eczema seborroico nessun ; eff:-t~o. Nella dermatite di Brocq, nell 'herpe~ rec1d1vante, nella pytiriasis rosea del Gilbert 11elle dermatiti di D'uring si· possono avere '. n1i~ glioramenti. Nel lichen planus effetto n~ll o ; pochi successi sulle tricofizie, nelle pioder~iti, Lella follicolite. Effetti tangibili nelle foru~ co ­ losi generalizzate, nello zoster buoni risultati. Questi risultati sullo zoster vengono ammessi anphe dal dott. Calotta in « Progressi di Terapia » (n. 2 del 1935). N·elle forme allergiche, di·c e il Laurence, gli effetti sono a volte sorprendenti (orticaria, m.o rb·o di Quincke, fel1b·r e da fieno, asma, ecc.). Nella cura del tifo, pulmonite, pleurite e febbri eruttive si è tentata l 'autoemotera1>ia senza effetti. Solo nella eresipela, nella infezione gonococcica, · n ell 'en cefalite letargica si sono registrati dei successi. Dai Tedeschi, ed oggi un po ' dovunque, è usata 11ella tubèrcolosi polmonare. In Francia ed altro,1e si ricorre ad essa nelle e111ottisi abbondanti, essendosi dimostrata effi ca ce nelle si11dr o1ni en1orragiche; ·e m ofilia , porpora, anemie gravi criptogenetiche. Vantansi b·u oni· risultati anche i1} i1sichiatria .p.e r gli stati depressivi. Essa è stata usata in Italia accoppiata alle iniezioni di calcio. Se nè è fatto uso a11ch e nello ozena 3d i11 alcun·e affezioni oculari , come pure qual e coadiuvante n ella cura della sifilide. Il dott . ~10retti ha usato l 'autoen1ot erapi·a in due casi Jr gJauco n1a cronico COjl buon effett o; in un 1


[ ANNO XLIII, NUM. 42]

SEZIONE PHATICA

terzo caso di glaucoma assoluto non ottenne alcun risultato favorevole, per cui dovette suc.cessivamente ricorrere alla trapanazione di Elliot in ambedue gli occhi. Anche la mastite puerperale è stata trattata con l 'autoemoterapi:a. Detto trattamento, proposto da Schmidt n·e l 1925, cadde nel din1enticatoio. Il Sinn lo riprova in sessanta casi con risultati soddisfacenti . Le forme croniche .e subacute vengono meglio influenzate. Il Cardinali usa l 'autoemoterapia in pediatria e cioè in casi di vomiti ricorrenti, nella corea minore, nella enuresi notturna. Egli, partendo dall'indirizzo terapeuti·co di Clemon Jll errant che fin dal 1922 usò l'autoemoterapia in casi di vomito ricorrente, ottiene ottimi ris ultati. Anche in due casi· di corea del Sjdenham ha una completa guarigione, mentre poco soddisfacente è stato il risultato nell'uniCO· caso di enuresi notturna da lui trattato. È stata usata l'autoemoterapia puranche com•e cura preventiva d·e gli accidenti da siero. Robert raccomanda allo scopo preventivo, invece del sistema Besredka non sempre sicuro, I' autoemoterapia di· venti cc. ch e subito si i11iettano nella natica. Senza togliere l'ago, immediatamente si pratica l 'iniezione di siero dovuto. Il proprio sangue si· è iniettato 11ello speco vertebrale. Scletsky, l\ifitritskiy e IF ridmann descrivono un metodo di cura col sangue d·el paziente stesso nel canale cerebro-spinale per combattere l'encefalite cronica (parkinsonismo). Estratto uno o due centimetri di liquido rachidiano , se ne iniettano altrettanti di sangue. Le iniezioni vanno ripetute tre o quattro volte con -cinqu·e a sette giorni di intervallo. In dieci casi il miglioram ento è stato discreto ma con te11d.enza a lle recidive combattute a loro volta ·co11 nuovo tralLamenlo. Anche I' eteroemoterapia ha avuto il suo larcro liso e vanta i suoi successi, speci'alm,e nte la "C-em ote ra pia 111aterna. Essa è stata usata in moltissimi casi. Il dott. A. Carahei dopo averla sperimentata consiglia di ricorrere con fiducia .alla emoterapia materna nella cura della poliomielite anteriore acuta. In dieci casi egli ha .avuto risultati· molto incoraggianti. Il dott . .Jujoy ha usato l 'emoterapia materna nei vo·m iti gravi del lattante; ·e gli consiglia '20 cc. di sangue bisettimanalmente. In dieci ·casi tre guari'gioni alla prima iniezione. AmTI1ette un 'azione ·e utrofica del sangue aumentrindo la capacità di assorbim ento nutritivo. ~ stata consigliata l'emoterapia anche per la !(\Straziane dei denti negli emofiliaci. Draper 1

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Cambrook consiglia prima dell 'estrazione dei denti una iniezione di sangue eterogeneo iB soggetti affetti da emofilia. Il 'fascon in Ispagna h a usato il sangue -di conv.alescenti nella cura della pulmonite inf.antile; alcuni a utori belgi consigliano addirittura la trasfusione di sangue n ella broncopulmonite infantile, specie nelle forme gravi consecutive a per-tosse; il dott. David M. h a t1sato il sangue totale di convalescenti nella profi'Iassi del morbillo con esito brillante adclirittura. I dottori Jeannin e Chomé di Parigi hanno usato il sangue di convalescenti nella inf.ez.ione puerperale sia a scopo profilattico, sia a scopo terapeuti·co. Essi hanno usato ad dirittura la trasfusione da uno a quattro volte con 150-350 gr. di sangue e in tre casi di setticemia grave hanno avuto due guarigioni. Il Graziani !F. ha usato il siero ed il sangue intero di convalescenti nella cura della scarlattina con buoni risultati. I migliori effetti , egli conclude , si hanno nei soggetti in· istato tossico ed in perio·do iniziale. Queste iniezioni debbono farsi al massimo in sesta giornata di rr1alattia; dopo non hanno· alcun effetto. Il siero di convalescenti viene consigliato anche nella pulmonite. II dott. Cantone ha ottenuto buoni risultati con iniezioni endovenose di siero di convalescenti, ma pare che questa pratica lton sia scevra da pericoli serici ad onta dei 8uccessi riportati· dallo stesso dott. Cantone. Nella poliomielite anteriore acuta da tempo viene usato il siero di convalescenti. Il dott. A. Santangelo consiglia in questa malattia l 'uso più pratico dell 'autosiero ottenuto con vescicanti : egli ha tutta una casistica nu1nerosa con brilla11ti effetti. Il dott. C. Negri insieme ad alcuni collaboratori ha fornito nozioni interessanti di ]ab-oratorio circa le modificazioni apportate al sangue ed all'urina con l'uso dell'auto ed eterosangue. Eccone i risultati: dopo autoemoterapia eseguita quotidianamente con 5 cc. aum(' ntano la colesterinemia plasmatica e globulare, il tasso in azoto proteico del sangue, la calcemia la eliminazione urinaria dei· cloruri, la ' diastasuria; diminuisce la diastesemia, rimangono invariati quasi il tasso in azoto non proteico del sangue e la clor11remia. Le stesse m odificazioni' si hanno con 10 cc. di autosangue. Dopo eteroemoterapia con 5-10 cc. per 4-7 giorni di &eguito si hanno quasi le identiche modificazioni. Ad alcuna modificazione ha dato luogo la sottrazione di 10-15 cc. di sangue per 5-6 giorni. Nessun sig11i·ficativo comporta1nento fu notato a carico della diuresi sia dopo auto cl1e eteroemoterapia.


.1868 -'

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IL POLICLINICO

.. * • Con tutte queste cognizio ni e con qu esta larga esperi enza altrui si cap isce fa ci'l1nente come an ch 'io sia stato condotto ad ll. are al m omento opportuno l 'auto ed eteroemotera1)ia in mezzo alla mia modesta clie11te]a di piccolo centro anche p erch è se i brillanti risultati altrui da una parte rappresentar10. una vera atlrattiv.a per il m ·edico, dall 'altra c'€ la sicurezza ch e J'auto ed eteroemoter:apia no11 costituiscono affatto un pericolo n·elle }Jer son e a ques ta cura so l toposte. Il eone.etto quindi base di « prin1un1 }10n nocere » vi'en e rigorosam·ente rispettato e quando il m edico parte da quest o san o pri11cir·io, i movime11ti non son o inceppati nel CDm po t erap eutico ed i b·r illanti successi si in1pongono. • l cas i da n1·e trattati son o JJarecchi ed abbracciano le più svariate malattie. Ho usato l 'autosangue, il san gu e n1atern o, il angue eterogeneo avuto sempre n ello ste O· ambi.ente farr1i'liare. Così h o avuto occasion e di u s.ar e l 'autosang ue in due casi di emorragia cereb·r .a le ed in un terzo caso con disturbi .circolatori -e par<tlisi facciale in atto. Dei du·e casi· di err1orra gia cer ebrale uno è stato t.ra ttato largam ente con iniez ioni ripetute di 30 cc. giorn.a lieri , n1a senza effetto: al terzo giorno è deceduto in con1a da c,,ui n on si è mai ripreso dalle prirr1·e ore dell 'ictus ; il secondo caso riguarda una ve cchia di settant'anni con emiplegia con1pleta sini tra da oltre un mese: le condizioni ge11erali si sono aggravate , guarda il letto ed i familiari attendo·n o l 'ob·i tus da u11 giorn o al1'altro. Si praticano due ini ezioni di 15 cc . di s:111gu e con due giorni d 'intervallo. Non -è possi]?ile co11tinuare più oltre J.a cura, perchè gli sLessi f.an1 iliari' si op:pongon o. Len·to e p rogressivo 111iglioran1ento: dopo un ln e.. e la 1)aziente comincia a lasciare il 1·e tto e ritornare alle ordinarie ab·i tudini. Della emiplegia è re tata solo una paralisi parziale al braccio sini. tro. Il c~so d-ella paralisi facciale rig uardava un uomo di 65 anni. contadino , n1cdiro b evitore e fu111atore. La pressione arteriosa è alta: J)ratico una sola iniezione di circa 8' cc. di autosangue due giorni dopo la co mparsa della par.1Jisi facciale. Quasi immediata111e11te avverte un sensibile miglioramento; dopo venti giorni la r1aralisi è tra i suoi ricordi. Ho .avuto un ca:o di· corea grave; 1'110 curato con cinque iniezioni di 10 cc. di autosa11g ue a giorni alterni, ma se~z.a ef~ett?. Ebbi ragion e del male con la vecchia e classica cura dell'arsenico a dosi' massive. Discreto risultato ho ottenuto in un caso di eczema cronico del cuoio capelluto dopo varie 1

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! A NNO

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i11iezio·n i· di a utosan gue. es ·u11 effetto in vece in un caso di ecze1na acuto al naso ed al labbro superiore in un g iovan e di 17 anni. Ho pratica to in costui sci i niezioni di 10 cc. di au i < sangue a g ior11j all er11i. Anche u11 caso di psoria i è stato da n1e curato con a utosa11gue ed arsenico per bocca. I risultati so110 stati· Jnolto soddisfacenti fin dalle prime i11iezioni ; dopo otto iniezioni di 10 cc. lJraticate a distanza di sette gi·orni l ' w1a dal1'altra , ho ottenuto l.a guarigione. Non saprei dire se si è verificato una recidiva, ave11do perduto di vist.a la giovane paziente. La cura della mastite puerperale con 1'autoso.11gue no11 è fuggila all a mia osservazione. I11 una giovan e donna primipara e presa in cura quando la mastite alla mammella destra· era già in via di suppurazione, l 'auto a11guer•.on ha fatto prop·r io nulla , for se ha accelerato il processo suppurativo. Ho do, uto subito intervenire chirurgic.a mentc. J\IIa il fatto importante si è ch e questa cura n on è riuscita n en1n1·eno ad ·evitare a scopo preventivo la mastit ealla mammella sinistra, la qual e dopo dieci giorni subiva l'identi co trattamento di quella destra. In questa ma lata ho usato tre sole i11iezioni da 10 cc. di san g ue fatte ogni giorno e ir1. prin10 tempo. In un secondo caso però, ed anche in g iovane donna pri111ipara, i risultati sono stati davvero brillanti'. Con feb·b re a ±0 gradi, con un a mastite iniziale, è bastata una sola iniezione di autosangue da 10 cc. per a·v ersi la guarigione quasi imn1ediata : dopo tre O'iorni la donna lasci.a,ra il letto ed accudiva alle ù fa ccende di casa allattando regolarmente · la propria bambina. Caso fortuito ? Strana combifJazione? Possi·b ilità di su ccesso .anche senz.a lo autosangue? Non so; mi limito a riferire il caso. Ho · u sato l 'autosang ue a11ch·e in paziente affetto da aneurisma aortico come coadi11va nte di cure arsenicali e mercuri~ali , otten endo solo qualche lieve beneficio sulla tosse e su]] 'affanno. Nessun effetto invece ho riscontrato sul decorso i11 un ca o di pemfigo vulgaris e suI violento prurito ch e l'accompagnava. Debbo dire però ch e in questo caso per ragioni fam iliari ed ambientali mi è stato possibile pratic;.are solo due iniezioni di' autosangue, m entre era in 111e il vivo desiderio di protrarre I.a cura a lungo ed esclu sivamente questa C1:1ra. Solo allora avrei potuto fo·r marmi un con çetto preciso sull'efficacia dell 'autosangue in questa n1olestissima malattia. Grandi b·cnefi ci invece ho riportati in una ve;cchia di 72 anni affetta da psicosi n1aniaco d<:tpressiva . Questa inferma da vari mesi soffriva di insonnia, era agitata, gridava continu.lme11te non le mancavano i·dee suicide ed ac' 1

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1869

SEZIONE PRATI CA

ct1sava i familiari di n1altrattamenti ri t e11e11doli desid ero i ._ oltanto di pogliarJ.a dei suo i be11i. Prati co una lunga cura di calcio co11 iniez io11i intraniuscol.ari i11Lerca]ate dura11te la set.lin1a na da due iniezio11 i di 10 cc. di autosa11guE'. Le soffer e11ze i11an 111aJ10 si ono ,a ttenuate, il desiderato sonno. 1nva110 atteso dagli sYari·ati so11niferi usati , è tor11ato , la paziente si è sentita sen1pre più ca J111n , più familiare , più affettiva. Sono t1»e m e i' ch e J1a sospeso la cur:l e Je co11dizioni si .mantengono tuttora discrete. La maternotera1>ia da n1e praticala i11 pic coli bambini , n ei qua] i l 'autoen10Lerapi'a è di grande difficoltà per il prelevamento del sa11gue dalle minuscole veJ1e , mi 11a dato non poch e soddisfazioni. Quattro ... ono stati i bambini da i11e trattati col sang·u e r11aterno e tutti e quattro affetti da fo1rme. gravis.3in1e di bronco-puln1onite. Dei casi trattati' uno solo € deceduto. Trattavasi di u.na ba111bi11a di tre mesi con l)ro11co-pulmonite influ enzale che porta,·a da cinque giorni. Praticai la iniezione di cinque cc. di sa11gue mater110 a1nbulatoriamente, nel mio studio. Ricordo che era di sera. Do.p o la iniezione, la bambina p er lo strapazzo subito ebbe una grave lipotomia : si fece assai pallida e poco mancò cl1e non 111orisse in quello istante. I battiti cardiaci erano inolto rallen. tati ed il r espiro , prima forten1ente affannoso, di ve1111e superficialissimo· e raro. Dovetti ricorrere a delle iniezi'oni di canfora e di adre11alina in dosi ridotte e quantunque la b.a mbina uscisse dopo un quarto d 'ora dal 1nio studio abbastanza risol1ev.a ta , il giorno su ccessivo daY.a il suo precocissin10 contributo alla m orte. Ho voluto riportare que to caso com e l 'unico cl1e mi ha dato l 'i11 co11veni ente sopra ricordato con J'emoterapia , ma quello stato ]ipotimico non l 'ho mai attribuito alla iniezione del sangue n1aterno, ibbene a l1o stato grave ipertossico della ba1nb·ina ed allo strapazzo a cui fu sottoposta sia per es er e portata tra le braccia n el mio studio da lla campagna lontana, sia per pTaticarle I 'ini'ezione stessa. Gli . altri tre casi, invece, di bron co-pulmonite mi hanno dato i più h·r i1lanti ri ultati. Mi ricordo ch e l·l piccola Rita C. di me i undici. era prÒprio ull 'orlo della to1nba: aveva subito in precedenza il morb·illo ed al morbillo era subentr.ata ]a bron co-puln1onite non a torto tanto ten1 uta. Avevo usato tutti i rin1·edi del caso a' vevo fatto appello anche alla proteinoterapia ; la febbre si manteneva altisima e ]e condi·zion i del sensorio e del cuore erano a sai gravi. La bocca era piena di pi ccole ul cerazioni e le labbra coperte da grosse c1~oste sieroematiche. Proposi le i'n iezioni di sangue materno ch e 1

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vennero senz 'altro accettate. Il giorno dopo la prima jniezione le condizioni gen erali subirono un lievissimo miglioramento: Insistetti con l<l cura di 10 cc. di sangu.e al giorno; do·p o tre giorni Ja feb·b re era scesa a 37°,3, lo stato puln1onarc migliorato. Sospesi le iniezioni, ma dopo quattro giorn i la febbre di nuovo sale :1 39°,6. Tornai a pralicare la cura col sangue ma terno e dopo altre due iniezioni ebbi la -completa guarigione della bamb1i11a. In un altro pi ccolo infermo l 'effetto fu immediato : clopo ventiquattr'ore dalla prin1a iniezione di sangue m.a terno già erR guarito; in un altro che co,n trasse la bronco-pu1monite, m entre lo curavo per alcune sco t~ature al viso ed al braccio destro , con tre iniezioni di sangue materno presto si ottenne un b·uon succes o sul maJe, riportandosi' anch e un rapido n1iglioramenlo delle scottature stesse. Ho avuto un caso assai grave di bronco-pulmonite in un giovane contadino di diciotto a1 ni. Lo stato set ti cemico era minaccios~ ed a r~ulla n1i' erano valse le molteplici ini ezioni praticate. Dopo 12 giorni di malattia e lo stato del soggetto sen1p.r e più aggravato (delirio contjr1 uo , febh·r e altissima - 40-41 - , polso intorno alle 150 pulsazio·n i', respiro affannoso) I1or1 ... a1Je vo più cosa fare, quar1do veclendo g ir l1re IJer la piccola ca ... a una giovane sor ella de] 111alato, di anni 15, e piena di salute, le proposi di togliere un po ' del proprio sangue dal b·r accio per iniettarlo .a l malato. La r.agazzR acco11disc ese e tosto 15 cc. del suo san gue venivano, iniettati al fratello. Il g iorno successivo il quadro della grave malattia sub-iva un lievissimo miglioram ento. Insistetti con l 'iniett<ire il sangue della g iovane sorella e dopo tre irriezìoni . . il n1alato si ~vviava alla completa guar1g1one. Ho sperin1entato ancl1e la cura della anen1ia in un uomo di ventotto anni inietta11dog·li ogni settimana 15 cc. di sangue ch e prelevavo ad un suo giovane fratello di 17 anni'. Dopo otto iniezioni i risultati furono discr eti: il paziente si senti,·a n1olto mi·g liorato n ella salute P ciò si rilevava anch e- all'osservazione clinica. Dopo pochi mesi però si è avuta un·a recj diva che non è stato possibile combatter e con il olito sistema del sangue del fratello , perchè costui per sciocco timore della propria ... ~Iut e non si è Yoluto più prestare alla bisogna ad onta rli ogni mia assicurazione e c:Ielle preghi er e rlel frat ello maggiore. 1

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••• Ed ora poche parole sul m eccanismo di azion e di questa .emoterapia · forse potremmo farn e anche a meno ripetendo col Vico ch e « il


1870

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l ANNo x ·L111, NuM.

IL POLICLINICO n

fatto è vero », ma la mente nostra tende sempre ad indagare ed a questa affannosa ricerca vanno annesse le grandi conqui'Ste dell ' uomo. Per conto mio debbo dichiarare ch e riesce più facile spiegarmi gìi effetti dell'eteroemoterapia che non quelli dell'autoemoterapia. Nel sangu,e circolante di' persone che hanno subìto una malattia o resistono mirabilmente al cor1tagio della malattia quando questa infierisce in una forma epidemica , esistono tutti i poteri antimicrobici ed antitossici che possono trasmettersi ad altri individui. Immu11ità quindi attiva per la p·r oduzione di sostanze che possono essere o chimiche, come le alexine di Buchner, o istologiche •per azione del sistema reticolo endoteli:ale. Ma se questa ipotesi bene si adatta a spiegar ci il m eccanismo di azione d ell 'eteroen10terapia, corn ei invocarla a diluci<larci gli' effetti del! 'autoemoterapia nelle malattie acute, per cui si sono avuti dei successi, e specie poi nei disturbi e nelle affezioni di natura diatesica, costituzior1ale? Di qui il co·n cetto del Durr1ollard, condiviso anche dal Lumière e 1\1ontoloy, che .a ttribuisce all'emoterapia i.11 g·enere un'azione colloidoclasi'ca come la più logica. Dice. il dott. Ma.selli M. a tal proposito ch e il togliere il sangue da una vena ed iniettarlo in un muscolo dello stesso individuo, m entre sembra ch e nulla si· è tolto e nulla si è apportato alla compagine strutturale dell 'intero organismo , c'è tutto un capitolo di biologia e di r eazioni umorali che si è iniziato e che si' concluderà con più o meno be11efici effel ti. Bisogna quindi ammettere uno choc emoclasico, osserva il Dumollard: ne fanno fede la leucop enia e l 'aumento di t empo di coagul azione subito dopo l 'iniezione di san gue. Altri invece ritengono cl1e più ch e l,1.Ilo squilib·r io colloidale del plasma, si verifichi il fen omeno contrario della tachifilassi (az ion e antico1loidoc lassica e desensibilizzante). Alcuni cr edono di poter fare appello ad un processo immunitario , altri rite ngono ch e il sangue agisca come le proteine eterogen ee, altri ancora amm ettono una semplice azione irritativa , 11on speci fi ca .. per cui verrebbero stimolati i poteri difen sivi generali dell 'organismo. Il Ravaut pensa ad un processo di vacci r~azione; altri ricordano ch e il san gue uscito dai vasi aumenta il proprio potere germici'd a ; altri rilevano l 'importanza delle globuline• neJ1~ genesi d egli anticorpi. Il Protti inYece attribui's ce a ll ' emoi nnesto il potere radiante mitog·enetico di Gurwit sch e basando la sua ipotesi sul potere fisico <lel sa11gu e, attribuisce all 'ematoma intramt1scolare

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emissi'oni di radiazioni ultraviolette di natura proteolitico-enzimatica. Avvici'1 landosi a tal concetto il dott. David Mario ritiene che I ' ematoma intramuscolare dovuto all 'emolerapia non bi's ogna ritenerlo quale un disinfettante biologico, sibbene un fo colaio di creazion e di anticorpi e di poteri radianti ed enzimati ci' costaFl.te e sicuro. Quante ipotesi, quante teorie; ma quale sia la più accreditata ed a quale dar fede i'o non saprei. Biso gna riconoscere ch e sono tutte geniali ed hanno tutte una certa base di sostegno. Intanto com e accordarne una , una sola, io mi domando, col m eccanismo di azione del1'autosangue n ell 'emorragia cerebrale? Non credo che si possa dire ch e questa cura giovi nei casi in cui può g iovare e quando il male ha la te·n denza ad un a spo·n tanea r egressione. Ne fa f.ede più di tutti lo tudio co)m pleto e n1inuto del prof. Colella di Palermo in ben trentacinque e.asi: la sua esperienza è co111pleta al riguardo. Invocar e l 'abb·a ssam ento di .pressione è troppo poco per spiegarci i'l ritorno alla completa salute che spesso si nota nei G·:::ilpiti da emorragia cer ebrale : d.eve avvenire tutto un la'orio speci·a le ch e fìn o ad oggi per noi è completa1nente ig noto . Ma bisogna dunque credere a uno squilibrio umorale per ammett·ere l 'assorbimento di un processo emorragico cerebrale e il ritorno alla normalità o quasi di un i11dividuo colpito? 1

••• Lascio l 'interrogativo ai colleghi . n1a agli stessi colleghi io ricordo ch e in can1po terapeutico poco importa se le teorie hanno punti di partenza più o i11eno precisi, oppure punti oscuri addirittura. L ' essenziale è di sapere se vi è risultato prati'co. Ebbene per l' emoterapia oggi non si discute più: n,e fa fede tutta 11na voluminosa letteratura al riguardo ch e è alla m ercè di ogni 1nedico. L 'c:l utoen1oterapia h a avuto anche l 'on ore di essere ricordata in quella magistrale opera del 1F errio, cc Patologi.a n1edica e terapia », di r ecente data alle stampe. Si . ricordino i collegl1i , e specie quelli cl1 e vivono con1e me a contatto quotidiano del povero e n elle più sperdute contrade, di questa g rande arma ch e è nelle nostre mani. Non costa niente, n on racchiude pericoli di sorta; aRche l 'eventuale datore di tanto poco sangue non rimette nulla: ce lo conferma110 le scrupolose ricerche del Negri e collaboratori. ~ i ltPga presente, .lnch e per chi non crede, pur p3.rtendo p erò da un punto di vista errato, perchè bisogna esser!t precoci i1ell 'uso dell'em ote-


fANNO XLIII, NuM. 42]

SElJONE PRATICA

rc pia, che ql1"a11do tutto è fì11ito del nostro bagaglio terapeutico a volte per necessità di cose tanto pesante, e' è la cura d~lle iniezioni di sangu·e, sia esso del malato stesso, sia di altre persone. Si provi con animo tranquillo; le soddisfazioni non mancheranno ed il cc sorprendente paradosso fisiologico » ancora una volta verrà a beffarsi della nostra scarsa conoscenza ed a tenlare di immetterci sull 'ignoto cammino di mamma Natura. RIASSlìNTO. L 'A. dopo una rapida rasseg11a della più recente bibJiografia sulla en1oterapia, riporta i buoni risultati da lui ottenuti' con detta cura nelle più svariate affezioni , ed accennando alle molteplici teorie sul meccanisn10 di azione d·ell 'innesto con auto ed etero sangue , con clude per il più ]argo uso di tale rimedio che nella sua semplicità è alla portata di ogni medico pratico. BIBLIOGRAFIA . BoECKEL e STEa.c10N. Sociélé de ~Iédecine du Bas Rhin del 28-5-1932 . .BuscAINO V. J\iI. e LoNGo V. A zione ipotensiva dell 'autoemoterapia. Rassegna Int. di Clinica e Teil'apia, n. 3 del 1935, pag. 124) . Ct.NTONE. Siero di convalescenti nella pulmonile. ,Società di Cultura medica novare·se del 2-5-1935. CARABEI A. Cu r a della poliomelite ariteriore acuta. Sezione Giu li élJ della 1Soc. I tal. di Pediatria del 26-5-1935. CARDINALI G. L'autoeniol erapia in va rie for1n e morbose delZ-infanzia. Pedialria pratica , n . 1 d el 1935. (:1'.YREL MARIO . La ~1 ed icina Pratica, i1. 9 del 30 novembre 1932. CoLELLA R. e PilZILLO G. Rassegna Inter. di Clinica e 'ferapia , vol. XV, n . 7 del 1934. CoLOITA . Caso di Zoster guarito con au toenioterapia. Prog·ressi di 1·erapia, n. 2 del 1935. D AVlD MARIO Sangue totale di connalescente nella profilassi del morbillo. Rivista di Terapia Pratica cl el 31-12-1935. [)RAPEn CAMBROOK. Estrazion e di denti negli emofi liaci. Arch. des Maladies du coeur, n. 9 del 1934. f 'f;Rn10 I 1 • Patologia Medi ca e T erapia , Yol . 2 del 1935. GnAZl A 1 F. Cura della scarlattina con, siero di conval escenti . Rivi ta San itari a Sic iliana , d el 1935. G10 ... EFF1 ~1 . l\oliziario di Diagnostica e Terapia , a. 1934, n. 2, pag. 2.5. JtrJoY E. L ' emoterapia 11iaterna n ei von1iti gru vi d el lattante. Pren sa Medie. Argentina del 23 gennajo 1935 e Policlinico, ·ezione Pratica, n. 6 del 1936. LAURENCE G. L ·auloe1nol er t1pia. .Tourn al de·s Praticiens del 3 ago to 1935. L UCHERINI R. In t ema di ip ertension e arteriosa essenzia le. Le Forze Sanitarie, n . 4 del febbraio 1936. 1'1, ELLI M. L 'aaloemo- e l 'aa t osieroterapia. :\otiziario di Diagno tic a e Ter apia , n . 3 del n1arzo 1

1934.

1873

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NOTE BIOQRAFICHE. TI contributo del Prof. Cesare Cavina t (Bologna) al trattamento chirurgico del· le nevralgie essenziali del trigemino. on: raccolte dal fratello Prof. G1ovANNI Chirurgo Primario dell 'Ospedale di S. Giovanni di Dio in Firenze. .

Nella sua multiforme e dinamica operosità scientifica ed operatoria, con particolare amore e con eccezionale competenza, il compianto Prof. Cesare Ca vina si dedi cò alla cura cl1irurgica d·elle grandi nevralgie del trig·e1nino. La sua fin e pre111atura, mentre tror1cò in pieno una delJe più fulgide pron1esse della neurochirurgia italiana, i1on pern1ise nen1me1Jo ch e fossero conosciuti integralmente i brillanti risultati di una e perienza già cospicua in u11 campo da noi b en poco colti,1ato. In realtà , solo in parte è nota la statistica operatoria di mio frat ello e brevissime sono ]e comunicazioni da Lui fatte qua e là sull'in1portaute .a rgomento , in occasione di a lcu11i Congressi nazionali ed esteri. Nè ciò può destare n1eraviglia per chi b e11 apeva come Suo costur11e fosse quello di raccogliere con n1eticolosa cura le singol e osservazioni cliniche con il proposito di illu trarle poi un giorno, allorquando più ' 'a ta e matura fo sse stata la sua .esperienza in materia. Un destino crudele ha purtroppo in1pedito che Egli riuscisse a realizzare il piano saggiamente con cepito non solo per qua11to si riferisce agli interventi sul V, ma anche per quelli numerosissin1i ed importanti eseguiti in altri organi del capo e del collo con rara perizia e maestria.


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e< (L P OLJ GLll'<lUO

Or dunque, nei rigu ardi almeno della cl1 i1 Llrgia del Lri~err1ino , affinch è il frutto prezioso di &ì laboriose fati che non vada interan1ente perduto, sulla corta di alcuni ricordi personali ho ritenuto doveroso raccogliere que te b reYi note, tanto più che imminente ·s i c r1nuncia l 'annuale Congresso nostro di cl1irurg ia, in cui l 'interessante tema formerà oggetto di relazione da parte del valoroso collE>ga pro f. M. A. Dog] iotti. 1

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Ben rammer1Lo come il prirr10 ca o di nevralgia e'" senz'iale del trigemino operai o d a mio frat ello riguard.asse un povero operaio rn artoriato da lunghi a11ni da dolori taln1ente intollerabili ch e lo avevano pinto s ull .or]o del suicidio. Egli studiò attentan1ente il caso pietoso e con quella audacia e con quella ge11erosità ch e distinguono gli uomini di classe superiore, non esitò ad offrirgli j} soccorso dell'opera ua di chirurgo. Il 6 m aggio 1922 , infa tti. nel! 'Istituto LomatoJog ico di Bologn.a Egli operò il rl1alato di gasserect'om ia per via sfeno-temporale econdo il n1etodo di Lexer. L 'inter vento, i1el cruale io ebbi il 1}iacere di assist erlo, per quanto laborioso , fu con dotto a termin e felicem ent e. Nel gennaio 1923 un seco11do ca o de] genere, pure assai grave. fu 1raltato da C:c ... are con lo tesso processo operatorio, n1a l)Urtroppo l 'esito fu infausto. Do1)0 i)och e ore dalI 'i11terve1Lto. il paziente decedeite con 11n qut.tdro cl i11 ico che co11 fondata rag i 011e fu da Lui attribuito ad avvelenamento da sco1)0 Jamina, in cruanlo cl1e il malato a\ eva ricevuto, a scopo di prenarcosi, una iniezio11e di cc pau11e' rol n ~1 olt e11 i , far111a co d in1 0 trato i no11 di rado as ai los ico. Questo i11successo, per quanlo i11dipendente da qual ìasi errore di tecni ca, rese inio frat ell o assai perplesso ed esita11te nel proscg·uire su l 'aspra via. Egli i volse allora con 1naggiore sim patia verso il metodo della i11iezione di a.lcool nel ganglio di Gasser, metodo nel quale rapida1nente acquist ò una abilità non comune. GioYa ricordare cl1e già da ten1po si e.ra occu1)a to di tutti i problemi inerenti alla anestesia locale e tron culare nell 'ambito della cl1irurgia dell a testa e del collo, per cui i1on poteva iJ1co11trare diffi col1 à veru11a rlell 'i11figger e un ago nel cavo di l\1eckel attraverso il foro ovale. Il prin10 caso così trattato fu qu,ello di un 11oto avvocato bolognese, il yt1aJe. da a11ni sofferente di u11 a terribile nevralg·ia facc iale, in\ a110 era r icor o alle cure di in nun1erevoli coJleghi . L na ola iniezion (\ di 1

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alcool 11el ganglio di Gasscr lo l~b e rò da ogni dolore e gli co11ces e di riprender e co1t rj 11novata lena l 'interrolta attività professiorialc. ;\ que to prirno caso che risale al 7 aprile 1923·, ~· € guirono Loslo molti altri, sicchè al Co11greso di Cl1irurgia di Padova (ottobre 1926) Cesare fu in grado di riferire intorno a 33 osse rvuzioni clinicl1e del genere, dichiarando i IJartigiano della tecnica di Hartel, cioè, della iniei'ione del gan alio per via ob liqua ai1teriore, via g ià i11dicata dallo 'cl1lo · er per la i11iezio11 e b&sale del nervo 111a11dibolare. Co11 tale 1)rocedimento si penetra, infatti, direttamente nel ganglio nella direzio11e m edesima del uo a ·se longitudinale, e più sicuramente che per la via J.r tera]e indicala da Braun. In occa io11e di quella imporla11te con1unicazione Cesare i11sistet te pure giustan1ente sulla opportunità di inie1La re dosi di alcool assa i piccole e Je11tissimame11te, in 1nodo da impiegare financo 15-20 minuti. 'enonch è coll 'aumentare della sua esperienza, ben pre Lo ebbe n1otivo di i1on e ere eccessi a111ente soddisfatto del blocco alcoolico dcl g·a11g lio di Gas er. E be11 Yero cl1e il m eLoclo j n parola è q Liasi cevro di 1)ericoli n1orl oli, Jua è d 'uopo ri conot'cc re cli e 11on è e e11te dn r on1p] icanzc . ia generali, . . ia JocaJ i di n on tr.1 ·curabile entità. So1}ratt1lto te1nil)ilr ò Ju cll(' ra1ite neurOJJa raliti ca cl1e, !-ìC 11011 cural a Len1pestiva111ent e e at1i,an1cnle , l )UÒ portare a l la cecità tota le d el] 'occJ1io colpito (I ). D 'a ltra 1)arte 11on rare so110 le recidi' e a di~ Lan za 111.aggiore o i11i11ore di ten1po. Egli è perciò cl1 e j11 ba e a I a]i ror1~ id e ra ­ zioni , C:esare non esit ò a g·e tlar ... i ·L1J soJ<·o tracciato dai n ourochirt1rgl1i americani Cushir1g·, Frazier, Ad on, di cl1i arandosi lo ' Lo (111erito non piccolo I) fautore dell a netLrotom ia retrogasseria ·ia, e ri co11osce11 do11'e la u1)e ri ori lii in confronto alla clas ica ga serecton1 ia. ogg·i ormai definitivumen te tram o11tata. Sil en ziosam1311te O]Jcra il prin10 caso a Bologna, nella $Ua n ota c:a a di Cura in Yia Torleone, 11 1± luglio 1928·, e, dopo ap1)ena quat tro anni , nell'ottobre 1932 al Congresso di Chirurg·fa di Ron1.1 r conten11Joranea1r1ente al l.ongresso francese di Stomatologia, tra la genrrale an1n1ir<..~1 jone con1unica i rist1ltati di ()0 11eurolomie it lrc·gas eriane senza alcun ir1succ<·~ o. Da ogn i 11arte . cl 'Itali a accorro110 a Lu i 1

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esp erie11za jn fal lo òi alcoolizzazione d el ganglio di Gasser al foro ovale arn1nonla a pocJ1c djeci11e di casi, trattati tu ltj cori esito soddi fncenle. Debbo però confe ~are cli avere la111enl nto un caso di cecità in seguito a cher ati te neuropar ali tica. (l l L a

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SEZIONE PRATI CA

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infelici, ansi u "i cli essere lib·erati da terribili da un commosso s<::ntime11lo di amore e di sofferenze. La erie degli operati aumenta ra - a111r11ir.azione fr-l.~terna, con la fiducia che giopidame11te coIJ. ri~ultati sempre più lusinghi eri. vera11no a ricordare durevolmente il contribuIl 17 giugno l~.'3 5 , già assalito dal male cl1e to ser1za dubbio ragguardevole del prof. Cedov6va co11durlo <dia tomha nel settembre suc- sare Cavina in uno dei campi più ardui della<..tssivo (2), Cesare esegue l 'ultima neuro1on1ia, neuro-chirurgia. raggiungendo co~ì la cifra vera1nente cospiRIASSUNTO . .cua di 120 casii co,n due sqli in.successi, di cui uno (o~se rv. 71) si riferisce ad un vecchio di _ Sono brevemente ricordati alcuni importan78 anni iperteso, j] quale essendosi già alzato ti interventi sul trigemino €seguiti dal con1dopo tre giorni clall 'intervento venne colpito p ia11to prof. Cesare C.avin.a di Bolog~a: 112 alin 5a giornata da un ictus seguito da mort e coolizzazioni del ganglio di G.asser, 2 gassedopo 48 ore; il secondo (osserv. 92) riguarda recton1ie 120 neurotomie r etrogasseriane. un altro vecchio di 77 anni deceduto dopo BIBLIOGRAFIA. quattro giorni 11er fatti uren1ici (prostatico). Come posso110 farne fede i suoi bravi assi- ( :.\VINA 11rof. CESARE. Cura delle nevralgie del trigerrii110. Bull. Scie11ze mediche, 1924, pag. 378. s tenti dottori C:.l:lbrò, D 'Aiutolo, Fabbri, nella iniezione di alcool nel gangliJo di Gasser nelneurotomia retrogasseriana Cesare aveva acqui- Iu.laLacura d elle n evralgie del trigemino (33 casi). s tato una perizia ed una sic.urezza ~traordin a ­ ALLi Soc. It. Chir., 33a adunanza, Padova, 1926. ria, nonch è u11a rapidità eccezio11ale. Molte In . I rniei r iJsultati nella cura delle gravi nevralgie essen.ziali de l trigemirio. Rivis la Italiana .di Sto\'Olte, come ri .. ulta dalle cartelle clinicl1e conlologia, 1932, n. 1. . servate nel suo 1rchivio ordinatissin10, non in1- f d 1na Grave nevralgia essenzial e del trigemino in piegav-1 più di ~n ezz' ora nel condurre a ter111idue frat elli. Neuroto1nia r el rogasseriana bilatene il diffi cile i11terY.ento. · rale nel primo,· iriiezio n e n el ganglio di Gasser da un lcito, neu 1~otorrJ._ia r eirogasse riana dall'alRiguardo alla tecnica, no11 è superfluo actro, nel secondo. Guarigione. Boll. e Memorie cennare co1ne in un primo t empo (osserv. 1-13) Soc. Piemontese Chirurgia, 29 maggio 1932. si mostrò fav orr-Yole al metodo di Lexer (sfe- In Résutats im1nédiais et éloiJgnés du traitement rro-temporale, come per ]a gasserectomia cla..,des grandes n évr algieis du trijuméau d•'après 1non expérience personelle (100 injectiJons d'alsica); poi costa 11tcment,e adottò quello di Adson. cool dans le ga11glion de Gasser, 2 gassérecloIn alcuni dei t)rimi interventi si limitò a praniies et 60 neurotomies r étr o..Gassérienn es). VII ticare la sezione della radice sensitiva, tentanCon g rès Français de Stomatologie, Paris, 1932·. do di ri parnuare il fascio oftalmico, rna poi Jn. 1Ve11r algia del trigemino datante da 30 anni. JVe.u rotomi a r etrogasser iana. Guarigione. Rivista preferì la sezione totale, compren dendovi in IL . lomatologia, luglio 1933. molti casi anche quella della radice motoria. C·AL\BRÒ dott. NATALE. J\1etodi e risultati delle cure Altre deduzio11i certamente utili e preziose cli.i rurgiche nelle nev r algiJe essenziali del trige10 studioso potrà rie.avare dal}',e same analitico rnÌno nella Clinic.<11 stomatologica di Bologna. A1li II Congresso medico chirurgico calabrese. della statistica operatoria che mi riservo di Rcg·gio CalaLria, settembre 1933. pubblicare quanto p rima altrove, mentre mi limito qui a riasst1merla nelle seguenti cifre Pubb//ca~lone di ecoezlonsle Interesse per tutti I mefinali: dici condotti : A ~coo~izzaziorii del gang Zio di Gcvs ser : 112 in Prof. Oott. LEONARDO DOMINICI Direttore della R. Clinica Chirurgica delI'Università di Perugia. 93 soggettj. Gassereclomie: 2 con un decesso. Neurotomie retrogasseri()Jne: 120 in 119 sogPrefazione del prof. Roberto Alessandri. N e riportiamo l' Indice sistematico· in riassunto: PREFAZIONB; getti (1 bilaterale) con due decessi. PARTE I : Le condit,icni indispensabili per un'operazione chirt1r, Nessun comm ento riLengo di dovere aggiun- gica (in sette capitoli), pag. 1 a 36. - PARTE li : Cura delle ie, gere a queste cifre - già dei resto a sai elo- sioni traumatiche (in ott-0 capitoli), pag. 37 a 220. - PARTE III: Cura del!e infezioni chirurgiche (in dieci capitoli), pag. 221 a quenti per sè sole e insuperate forse in Eu- 272. - PARTE IV: Tecnica di alcune piccole operazioni e dei soc, 1 opa sia perchè no11 me ne risconosco la corsi di urgenza (in trentaquatt1'o capitoli), pag. 273 a 431 . Indice sistematico, pag. 432 a 438. - Indice alfabetico gene,-ale, competenza, ia p.er il timore di falsare il pen- pag. 439 a 446. _iero di Cl1i og·g i i1on è più. Il libro è elaborato con criteri di assoluta praticità, e corrisponde in (utlo alle esigenze odierne dei medici chirurgi condolli, dei giovani Ai Colleghi cui preme lo studio dell 'i1nporlaureali e dei laureandi. tante argomento, offro queste pagine dettate Volume di pagg. IV,446, con 225 figure intercalate nel testo, 1

Piccola Chirurgia e Chirurgia d'urgenza

(2) ~li o fra Lello si spen se in Bologna il 21 setlernbre 1935 a soli 47 anni in -seguito a lunga e peno a malattia febbrile a li po settice1nico, di r1atu ra iln1lr eci ~ a la.

nitkiamente stampato e rilegato in tela, con inscrizioni sul piano e sul dorso. · Prezzo L. 5 6 1 più le spese postali di spedizione. Per gli abbonati al « Policlinico », sole L. 5 1 1 in porto franco.

Iinviare Va.glia all'editore LUIGI POZZI, Ufficio Po51tale Ruccnrs aJe diciotto. R01tfA.


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« IL POLICLINICO »

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SUNTI E RASSEGNE.

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Ipotesi recente, della quale uno dei fautori principali è Kylin, attribuisce all 'ipofisi la parte principale nel determinismo d ella ipertenCIRCOLAZIONE. sione essenziale; una suggestiva confern1a di Sulla patogènesi e sulla profilassi della tale veduta stareb·be nel fatto cl1e la cachessia ipofisaria (morbo di Simmonds) rappresenta ipertensione essenziale. una immagine a specchio della ipertonia; a (H. ARNSPE~GER. A1eidiz. Welt, 19 sett. 1936). parte le rispettive ipo e ipertensione, nell 'ultima, a.I contrario di quel che avviene nella pri~ notevole diffusione del1a ipertonia esma, s1 ha una tendenza all'iperglicemia, i1)erusenziale, che sembra accenni attualmente ad ulteriore aumento, la scarsa efficacia dei m·ez- rivem.i a, aumento del metab·o lismo basalle; I ~ curva iperglicemica da adrenalina è appiattita, zi terapeutici finora proposti, le conseguenze accentuata quella da lavoro muscolare; la senrr:tolteplici e spesso fatali di tale malattia, ponsibilità verso l'insulina è diminuita, v'è tengono di fronte al medico il compito della prodenza agli spas.n1i intestinali, ecc. ecc., tutti filassi dell 'ipertensione o per lo meno della fenomeni opposti a qu,e lli che si riscontrano cura precoce di essa; si dovrebbe agire cioè nella cachessia ipofisaria e c.h e fanno quindi quando a11cora la pressione presenta delle crisi arnn1ettere un 'iperfunzione del lobo pituitario .tra11sitorie di aume11to relativo della pressione; anteriore. jn que·s to periodo (cui segu e l 'iperte11sione Anche ricerc.h e interferometriche avrebbero « fissa ») non vi sono alterazio·n i anatomo-patologic.h e quali l 'arteria-sclerosi, l 'ipertrofia . dimostrato una notevo·l e frequenza di alterata funzione dell 'i pofisi e delJe surrenali (Halcardiaca, le lesioni ·renali ch e culminano nel • bron); esperienze di Jores, eseguite con inierene gr1nzo.. zioni di siero degli ipertesi in animali di laCon1e per ogni altra malattia (e difatti più che sindron1e, l 'ipertensione viene attualme nte boratorio, hanno dimostrato cl1e tal e sie ro pro· definita quale maJ.àttia , v. Bergmann), la pto- voca nelle surrenali alterazioni analoghe a quelle provocate dagli ormoni cortico e adrefilassi d o·v rebbe essere guidata dalla conoscennotropo dell'ipofisi. Va ricordata anche l 'iperza dell'essenza della malattia e dalla consideratensione ne Il ' adenoma b1a sofi]o de11 'ipo fi i. zione dei fattori causali , pr,edisponenti ed ocAppare verosimile che anche i centri n eurocasionali di essa. Secondo Kylin , l'ipertensione essenziale rappresenta un '.alterazione costitu- vegetativi superiori possano intervenire 11ella zior1ale ed ereditaria del tono dei centri neuro- gen·e si dell 'ipertensione; l 'aun1ento della 1)ressione nella cisterna cerebellare e nel terzo venvegetativi (e delle r elative vie di conduzio11e) tricolo provoca ipertensione duratura , r:robapreposti a lla regolazion e della tensione vasale bilrnente per la stimolazione dei gangli basali ; e delle g}1iandole endocrine che dominano tale nello stesso modo agirebbe la diretta eccitafunzione; gli agenti nocivi possono attaccare i zione delle zone circostanti a l terzo ventricolo. diversi segn1enti di tale siste1na determinando :È nota d 'altra parte l 'ipertensione da emorradiverse varianti patogen·e tiche della stessa magie o contl1sioni cerebrali. Si ricordi ancora lattia. Il fattor·e costituzionale della iperte11sione es- l'ipotensione da puntura lombare. I fattori er.editari e costituzionali del] 'iperS·enziale sembra indubbio; se anche per ora tension e esse·n ziale forniscono scarsi pt1nti di scarseggia110 d ei dati statistici din1ostranti I' ereditarietà della affezione, r,iò è sopratutto do- appoggio alle possibjlità ùella profilassi. I i)ro'vedimenti di carattere eugenetico· sono di fficilvuto al falto cl1e la misurazione della pressio1nente attuabili (anch e in paesi di eug,enica ne è u11 acquisto relativame11te recente; però coer citiva , quale la 'Germania) poichè la n1aanche da dati indiretti si desume il carattere lattia si 1nanifesta in età r elat ivan1ente avanereditario d ella malattia; d 'altra parte ]a caratzata, quando la prol e di solito è già stata proteristica costituzionale di essa si ap,p alesa n e]]e c reata ; d 'altra parte, pur essendo co115ri deJfrequenti associazioni con alcune sindromi 1'origine neuroendocrina della n1alattia , non m etabolich e o i1eurovegetative: diabete, gotta, abbiamo finora un'arma diretta da opporre obesità, en1icrania, ecc. 11 fattore protopatico della ipertensione es- precocemente alle even tua] i disfu11zioni or111osenzi ale no11 può, dirsi ancora definito; la di- niche o nervose. Di grande in1portanza sarebbe la diag·no i mostrazione di o ta11ze iperten sive n el sangue precoce n el enso di Yelare la r eattività pato(del r esto solo parzia]n1ente realizzata) ha fatlogica d el soggetto , ancora prirna d ell e vere to pensare ad un 'aun1entata quantità di adrenalina dovuta ad iperfunzione surrenale ; però l11anifeslazioni ipert en $ive. Vari n1elodi , ono l 'iperadrenalinemia è tutt'altro che co tante- stati proposti a tale scopo, però nes uno di essi può dirsi scevro di inconvenienti. L 'inien1 ente dimostrabile (forse perchè l 'adrenalina zione di adrc11alina, se anche dimostra nei fus1 tro,ra otto un 'altra form a o in combinazioturi ipertesi un com1)orla111ento anomalo della n e) ; anche l'anatomia patologica delle '"'llrrepressione (abbassa111e nto iniziale seguito da nona li no11 11a 1ne so in eviden za segni co~tanti leYole innalzam ento in' er e del ra1)ido aumento od u11i'1oci di iperfun zio11e. '

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SEZIONE PRATl CA

e brusca caduta .ch e si osserva i1ormalmente) può provocare delle reazioni spiacevoli e talvolta pericolose. Anche ]a provocazione del rif},esso vagale (n1aggiore reattività) presenta qualche pericolo. La risposta dei vasi a influenze normalmente iperemizzanti (riscaldamento , interruzione con successiva liberazione dell 'afflusso sanguigno) dimostrano di solito, ma non costantemente, una reattività paradossa nel candidato all'ipertensione , essendo la vasodilatazione preceduta da contrazione e pallore cutaneo. 1F orse migliori risultati si avranno colla prova recentemente proposta da Raab e consistente nella determinazion e d·ella pressione dopo inalazione dell'ossido di carbonio; nei predisposti all'affezione vi sarebbe l'aumento notevole della pressione; com e p ure l'abbassamento di pressione da iperventilazione sarebbe più spiccato ch e nei soggetti i1ormali. Di fronte ad un soggetto predisposto alla ipertensione l 'attività del m edi'co dovrà essere indirizzata verso gli altri elementi della costellazione etiopatogenetica dell 'affezione e cioè verso i fattori che provocano 11 manifestarsi dell 'i pert-ensione e l 'istauraTsi di essa ·in , forrria definitiva; ]a ricerca dei fattori da combattere è stata .facilitata dagli studi sull 'ipert t nsione sperimentale, mercè i quali è stata osservata l'influenza di fattori chimici, termici, m eccanici , nervosi, ecc.; dati ancora più importanti ci ha fornito l 'osse rvazion.e clinica. L'i11flue11za ipertensiva delle emozioni, della tensior1e nervosa , delle preoccupazioni è t1:oppo· nota perchè vi sia bisogno di insistervi; se nor~ è ]JOssib·ile un can1biam ento di vita occorr e l1er lo m eno intercalare dei periodi di ri})Oso, di « deten sio11'e n (di qua an ch e l'inf]u e11za benefica dei calmanti n ervosi come la valerian.a , d el sonno eventua'lrrtente i)rocurato con 1pnotici , ecc.). Nel r egime di vita da modi ficarf:i rientra .a11ch e l 'alimentazione; quella carnea è da Jin1itare; è stato difatti 0sservato ch e nei vegetariani l 'iperten sione è eccezio1~.ale (per es. in alcllne po·p olazioni , in alcuni ordini religiosi ch e proscrivo no la carne : trappisti, carmelitani). La q11esLio11e d ell'eser cizio fisico è a11cora sub iudice : è ben ì noto ch e il lavoro muscolare aun1er1La la pressione; 1na sembra d 'altra parte cl1e es o agisca be n efican1ente e a lungo 11cr il consegu ente aun1ento delJa re spirazion e; va ricordata a pro posi Lo la terapia d ella ipertensione con eser cizi r espiratori preconizzata da Tirala e e.b e ha dato dei ri sultati incoraggianti : n el complesso , sembra ch e gli sports cof: li tuiscano un fattore util e n ella profilassi d ella ipertensione. Fra le sostan ze vo11ltt"...larie sarebbero da pr of'Griver si la nicotina (ch e J >UÒ provocare cri si iperte n sive a cute ; negli ipertesi la sen sibilità ' 'orso di essa è aumentata di 4-5 volte, H off) e il caffè. L'alcool andrebbe "'olo limitato. Quali veleni iper ten ivi ' ranno ri cordati l 'os1

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si do di carb011io e il piombo ; quest'ultimo sembra agire sopratutto attraverso le alterazioni renali che suole provocare.. Sono da co,m battersi anche le infezio·n i foca.Ii, specie quelle . a carattere reu1natico, cui può essere dovuta ipertensione acuta (Siebeck) ; nel caso di lue la terapia specifica pre·v errà l 'ipertensione secondaria da alterazioni vasali. Anche nel campo delle alterazioni endocrine vi sono alcune possibilità profilattiche e tera peutich e ; cosi la disfunzione tiroid·ea potrebbe talvolta causar~ l 'ipert.ensione; essa è don1inabile dalla terapia adeguata. Una speciale attenzione n1eritano le g hiandole essu.ali: è nota l 'ipert·ensione da climaterio dovuta probabiln1ente ad un aumento di eccitabilità neurovegetativa in mancanza di ormoni sessuali inibitori·; anche, qui l'opoterapia intrapresa p re cooemente può re.n!feue se'rvizi preziosi. .Molte, quindi le mjsure da ,effettuare nella profilassi e terapia precoce dell 'ipertensione essenziale; esse si in1pongono in vista d ella crescente diffusion e · della malattia; ma· è questa stessa tende11za che' renne dubbia la possibilità d,ella attuazione di detta profilassi, poic]1è dimostra che 'I 'ipertensione è la malattia dei tempi mod·erni , conseguenza d ell 'acce]erato ritn lo clella vita quotidia11a , della ten ione n ervosa conti11ua , di fattori cioè ch e difficil n1ente saren10 in grado di modificare ; occorrerebbe quindi poter don1inare gli elem enti patogen etici es en ziali, il fattore costituzio11al e e quello i1euro-e11docri110 , ciò che per ora costituisce un 'aspirazione non r ealizzata. 1

. l\fTNZ.

La cura dell'angina pectoris. (B. PARSONS-SMITH. Lancel, 5 setten1bre 1936). La ct1ra d ell 'ang ina pectori s in tutte le ue forme , per riuscire ·effi cace, pre . . u11po11e una diagnosi esatta , ch e per lo più si basa ui sin tomi subiettivi e sui p·r eced enti d el pazie11te . Sta di fatto che in un a larga percentu ale di casi l 'esame d·ell 'apparato cardi ova . . a]e ri ulta 11egativo. Le lesioni ch e più fre que11tem enle i)rovocano la si11drome sono la sclerosi cor ona ria e la fibro i de] n1iocardio. Queste lesion i deter111inano u11 'i ch e1n ja a f.o1uta o r elati'a del miocardio, un dife·t to del I a1)porto dell 'os~i ge ­ n o e della rimozion e d ei pr od ott i regre ~ si' i del rica n1bio . Ne seO'ue I 'eccitazi on e de]Je fì l)re afferenti dolor ose d el plesso n er Yo .. o cJ1e circonda i va i. Ciò posto ap par e non duhbio c,h e la crisi anng ino"a ~i a p r oYocata da u n 'in sufficien za del cuo re ii1 relazio11e all a din1i11uita riserva de]l 'en er gia c ircolatoria. Dati questi con cetti patogen etici. è OYYio cl1e J1er e\' i tar e il ri peter si degli attacchi il T<lzie11t e deve osservar e u11 regin1e tale cl1e garantisca i1 più IJO ibile l 'elin1i11azione di quei


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Jattori capaci d 'intluer1za re s ra Yore ' ol11·1e11 le l 'e ffi c ien za d el c uore. · Innanz i tutto s ub·ito dopo l "aLtacco ... i deYe o ervare per un i)er iodo di te111po l' j ù o 111 e110 lungo il riposo a so lu to. Quir1di si cor1se11tirà una g r adu ale rip resa delle attività ab ituali qua11do queste, b eninteso, non siano suffi cienti di p er è a . cate11ar e la crisi. 1\ cl og11 i niodo dovran110 e er e i11 ib·i1i g li ecce · ivi forz i fi ici , g li eser cizi prolu11 g·ati 1'e .. 1Josizione a te1llJJ.eratL1re 1ro1>po calde o lro~,p·o Jredd e e, possibiJ1nenle, a 11 cl1e l 'ecce· o di .la· . yoro I11 e11tale. La diela ali1 11e nlare d e ' e e er e lrg·ger a, f<.1c ilmenle digeribil e, $e11 z.a drog h e ecc itanti . Dopo i pasti · si d eve r i11ta11ere n el }Jiù con11>Jet o ripo o a l11te110 r)er t1n "or.a . P er quel eli e rig uarda i I f u1110 le opi tl io11i 11on sono u11a11i111i ; certo ·e non J 'as~olu ta a~ Lin enza è con sig liabil e n1olla moderazio11 e. l)er la cur.a l'ar111ace uti ca 11re,re11t iv.a è a ri]cYare ch e l 'iodur o di pota · io può co 11correre ad arrestar e il proces ~ o cle ro li co d elle coroIlarie, 111a effetti van1ent e riesce più Ya111 aggi oso quando il paziente è sifiliti·co. Altri rim edii cl1e p·o sso110 e ser e prescril ti c.011 qualcl1e fiducia per la ]oro azion e va oclilata trice e diuretica sono i prodotl i del g r u1)110 xant inico (diuretina , teocalcin a, teo OJli11a, eu fìllina , tea111in a, teominaJ ).· Se coe ist on e fatti 11ervo. j e sopra t Lrlto l ' in , 011nia so110 cla con igliar s.i i sed.aliYi i11 (lo~i 111oder ate: lt1n1i11al , bro111urì , cloralio . (~ 0 111 e trattan1 e11Lo p r o filattico è con igliabile l ' u o di tavolette di i1ilroglj ceri1l a d.a i)rc11d.. er. si. quando ... i tem e ·c11e l a tt.acco s li a ì)er . i111z1ars1. I ..' obesità co ti Lui ce u11a condizione aggra\ c..11 te i)er 1'affalic,an1ento r l1e in1po11c al c uore. La , i con1batterà riducendo n el] '.ali n1e11tazio11e ì g·r assi ·e .gli idrati di carbonio , co11 .adatte cure fi ich e (g·inna tica, J11assaggi , bag ni , diater111ia) ed eve ntu alment e con pi ccole dosi di preparati tiroide i. Qua ndo esist e I.a ifilide bisog·na i)raticare se11za indugio la cura sp ecifica con 1ner curio e ioduri. Succe .. si vamente , qu.a nclo ] e condizioni del cuore lo co11sen lo110, si pratichera11n o cure con ar eniro o bi smuto. Il tra ttam ento deve esser e r i1)ell1to ogni anno o due . Quando ·e siste i perten .. ione si a dot ter a11no le cure adatt e ed eventualmente i salas .. i non :µerò abbondanti . Dura 11te l 'attacco '"'i . 01111nini... lrerà la nitrog licerina in tavolet I e ed il nitrato d ,a 111ile in cup· t1le. el ca o r l1e .., i .ab·l )i.a con le1npor anea111e11te f latulenza cd i11di g·e tio11e si d a rà qual< l1e carminativo , acqua di m enta, tintura di canfora , acqua clorofor111ica con b icarbonato di soda. Nei casi di acce._ ._ i prolunga ti i applicl1era11no carte sen apate o bottig lie calde s ulla r egione precordial e, ini ezioni cli 1norfina. e llua11do c'è cia110..,i, i11a laz ioni di os igen o. 1

an

(ANNO ~LIII ,

« JL P OJ, f CLlNI CO »

-UM. 4~]

La .cura c hirurg ica preventiva dell 'ang·iua J>ec t or1s co1l11)renae Ja ::;irnp.a tec to111ia cervica.Je, l 'a lcoolizzazio11e del le r adic i dorsali su~ periori, la tiroidecto11lia . La sin1pat ectomi a va d alla ser11plice sezio11e del tro 11co s in1palico sinistro tra il a-a11g lio medio e s uperiore a lla cor11p·l eta aspirta Lion e dei si111patic i di air1bo i lati con1pres i il ga 11g lio s le11a Lo, i11edio e superiore. L 'opcrat ione i1011 è sce vra d ' i11 conve11ientì dati i dis l"urb1i cl1e J_Jossono seguire a lla in.ipatecton1ia cervicale. 1'ulla via le esperienze al r iguardo i ...011 so110 ab·bas la 11 za la rg h e per essere con cJu '"' 1ve. L ·iniezio11e para\ erl ehrale di alcool a 85° n elle pri111e cinque o se.i radici dorsali i11terr o111pe le co11n·e ssior1i con il s i111patico. La Lecnica operatoria è difficile. Ma il m etodo è n1eritevole di consid erazio n e n e i casi nei quali la terapia abituale fa llisce . La tiroidecto-m i.a è s Laia sug·gerila dal co11cetto ch e essendo J au gi 11a p ectoris provo cala da u11 diletto d el la circolazion e coronaria, dal1'anemia e quindi <lal l 'apporto d i i11ateria le i1utritivo al n1iocardio, J 'a portazione della tiroide, ridu cer1do il i11etabolismo cr ea un 11Lag·giore equilibrio tra le es igenze nutritive tlel cuore e Ja qua r1 l.ità di ossige11 0 e di altro iitale ria lc llul riti' o trasporl::tlo dal san g u e, e d 'a ltra 1>arte , riduce ndo il r ican1b io gen erale rC:: nde i11 e no g· ravo o il Ja \ or o del c uore. Le t iroidec tomie fl11ora eseg·uite hanno dato ris ult a li i1iù o me110 buoni ir1 un 'alta perce11Lu;ile. 11 i11e lodo è a11cora allo tadio sp erin 1entale, p ercl1è si po ·sa dare u11 giudizio ic uro occ orr e ancora una più larga casi tica. Va i11fine ricord.a to il t·entati vo di st abilire ur1a c i1 colaz io ne coJlalerale del n1iocardio, t enendo conlo che ques to oltre che dalle coro11arie è irro ra to da altre bra11 cb e deJJ 'aorta cl1e si trovan o 11e l t e s uto gras o alla base del c uore. J:\ t ale scopo co11 u11a t ec11ica inolto co1n ples ' a fu i11n e.: L.ato s ul i)ericardio l 'arte1ia pettorale 111aggior e ·i ni tra. vVearn ri ferisce ch e i1ei ei ca ' i co ì operati il risultato fu ec cellente in due, sodcli fa ce11t e in uno, a11' or a incert o negli altri tre. DR. 1

GASTROENTEROLOGIA. Recenti progressi in gast1·0-enterologia. (E . H. · GAI THER. 1 li.e Jou1·n. of bhe _4 meric. àledic. Ass., 22 agosto 1936). 1

Fra i m en1bri dell 'Associazione Medica American a c'è di~ersità di opinioni c irca i gruppi di malaLtie che possono costituire una specialità e la disparità di idee è particolarmente ~p i ccata n el caso d elle malattie degli organi a ddominali. In ogni can1po devono però esistere dei med ici non solo bene allenati e in gra do di com1•iere le ri cer ch e p iù dettaglia te, ma anche cl1e segu a11 0 quanto i fa in quel dato campo e I)Ortino pure d ei contributi originali. 1


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SEZJONE PRATICA

L 'A. 11a i11dj cato , i11 una confer,enza ten u ta a J(ansas Ci tJ nel inaggio 1936 alla Riunion e della Sez. di Ga ·troenterologia e proctologia del] 'Ass. Medi ca An1ericana , che co ·a i1111Jli ca la ga~ t roen terolog ia co111e pecialità, quale è la JJre1Jarazio11e cl1e devono avere i uoi etili ori e quali IJrogre. ~ i essa ha fallo i1egli ultin1i 10 a11n i. La J;aro·la g·a lroe11terologo è poco feJice., JJercl1 è, s.econdo il ronfer-e11ziere, lo speciali=~La J)er app·a rato dig·erente è un internista ~on vasta esperienza e cl1e si occupa con part1 colél re di Iigenza delle n1.a la tti e degli organi addo111 i11aJ i. Djfa1ti , rnolti sintomi a cari co deg li organi addominali possono dipendere da aJtri organ i. Fra i Javori recet1Li cl1e hanno u11 ce1to intere ...... e 1'.i\. ricorda la mono graOa de I Fa be r il quale dà prove certe della frequenza della ocr.o.strite acuta e cronica. e in n1odo. particolare . .. i occupa del 111etodo d1 preparare i te s11t1 per eYitare Je a I Lerazio11i po t-morte111, dell 'effetto cle Ile i11fezionj acule su Jle 111en 1bran e gastric l1c, del rappor1o fra gasLriti acute e cro11i cJ1e· e 1't11 cera e l 'iperacidità, del] 'anacidità e a11en1ia r}cr11iciosa, dei rai:>porti l'ra g.astrite cro11 ica e ca11cro ed ulc era. I I Fa1:>cr 11a trovato una la rg·a }Jercen tua]e di a11acidi I ?l fra i pare11ti dei n1a] at i di anemia pernirio a, co111e pure infiammazione cro11ic.a i11 cl1i l'offre di a11acidità. Nell 'anemia pern1C' i o. a egli afferma che e' è una gastri I e ava11za La co11 o l"enza atrofia della n1ucosa e ii10Jtre clic l 'a11e11 1ia })er11icio a può esistere senza anacloridria. Egli l1a anche ' eduto dei cas i in cui sotto l'azion e <le]la terapia ~i r rinvuta ~rc rezio 11e di aciclo cloridrico. L 'A. riehi an1 a 1'attenzione ·ui la' ori di Bloo111 fì eJd e P.aJla ud ulla funzione secret ori« clello slon1aco e . ulJ 'e~a 11 1e ~i stemati co co11 l)Cl ~l i di prova. , C:ontrib·11to bri11ante è anche quello del ( .aslle il quale 11.a din1ostrato eh~ J 'anemia ]J>e r 11icio.. a è dovL1ta all 'assenza d1 una so 1anza ::-:ecreloria gastrica essenziale unita all 'a11acloridr ia . I-Iolla11der 11a st11cliat o la composizione del ~ucco crastri co puro . . Greengard. Mai on e O)- hanno i oJato da1la 111ucosa i11tesli11ale una sostan za l1be ra da azione tossica, elle inibisce la secrezione e la 111o})ilità ga ·triCél nel cane e c?e . ~, 11 01 a ~ol nome di « e11terogastro11e n. L ut1l1ta..TJra11ra di qt1e ta ~o ta11ra i è dim? trata 11.eLl uJ rer~, J)errl1è e ~. a ha Ja ste sa az1~ne ~~ n~lscc retor1~ dell 'at rOJ)i na se11za aYer11e g·l1 ef [ott L acc<·:-:~or1 fast i cl i osi . . Da ri'cordarsi so110 pure i lavori cli Dr<:t g·steLlt ulla paloa-e11esi del)a dilatazione g·,\:-- tri ra acl1ta di Rc~hfu sul lo . . tu dio frazi1)11ato de ll a $e~rezior1e ga . . tri r a. dj ~fe ltzer ~ L) 011 . . 111 drenaggio delle vie biliari, di cl11ndJ er ulla ga_tro . . copia. 1

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1879

E~ulla sifilide gas~rica . . 0110 importanti i la-

vori di Closen, di 'F ustern1ann , ed altri . Il dolore è uno degli argon1e11ti !Jiù i111portanti -e sul dolore da fan1e hanno compilato una monografia recente Boyden , J\igler e Ri" ers. Sui rapporti fra alt erazioni allergiche de.li 'apparato digerenLe e i ·i11to111i dell '~llerg1~ u11 notevole progresso è stato fatto 11e1 la vor1 di Rowe , Huke , Vaugl1an e a l lri. Il problema dell 'etiologia e de]} 'ulcera co11ti11ua a stimolare gli studiosi, in particolar n1odo se ne sono occu1)ati Foy e Sn1itbies. P er quel che riguarda la cura dell 'ulcera, la cura più accreditala oggi è quella dell ' ist idi11a e delle proteine no11 specifiche. ~[i11or rnole di lavori i 11.a n ei riguardi d e f _ l 'i11te li110 tenue , anche per le difficoltà tec11icl1e di tudio; m a anche i11 que to campo sono stati fatti notevoli ~)rog·re . i. I1nportante specialme11te quanto fatto ·ui rapporti. colla secrezione pa11crealica (Mann , Jo~ e ·' Steven~ ed altri), sulla condizio11c d-e ll e d1Yer8e parti dell 'intestino. Croh11 h.a descritt O una Il uova e11Li Là clinica l 'iJeite regionale , della quale si è occupato anche 1Bockus. D e i laYori sulla ro.lit e ul cerati a 1'1\.. si occupa di quello del Barg·e n, cl1e riti e11e la i11alaLtia di i1atura batLerica . . pecifìca ed ha ole11uto buoni ri ultati coll ieri e \accini, di quello di Paulson che è . di opi11i?ne. ~ppo?ta a quella di Bargen. ull1Ya11 ha i~s1 ~ t1to in\ ece ui fattori p.._ icogeni della co11te ulcerativa. Altri .argomenti sui quali ~i 1)ubblicarono laYori i1r1port.anti ono: la titicl~ezza,_ la fun~ ziona lità epatica, quella pa11creal1ca , 1 metod1 di sag·g·io dell 'attività enzi n1ali ca. L 'A. ricord.a anc l1e i I la\ oro di Bro\vn sui rap1)orti fra e111icra11ia e dieta ricra in idrati di c.arbonio e l 'ottin10 riRu11alo terap.euti co riducendo gli idrati di carbo11io, co111e pt1re sui raJ)porti fra malattie ei)al i ch e e . in lomi di disfunzione cardiaca. Da secrn alare pure il lavoro della 1\tlackli11 IO . I ~ ull 'eredità nelle malatl ie ga troe11 ter1 c ie, argon1ento ch e merita più ,,a te ricerche. Argor11enti che devono ancora essere approfondi ti riguardano alcuni IJrobJe1ni della nutrizione e del metaboli. 1uo, i ra1)porti fra ~11terazioni endocrine e apparato digerente. Per quanto riguarda la radiologia i lavo~i più importanti fatti recente111ente sono queJlL eh<' riguardan o lo studio de Ila n1ucosa , del la colecisti , la chin1ografia. Questo quadro degli stud i di ga troen terolocria degli ultimi anni ba ta ad indicare 1·i111po~tanza del]a speciali là e ]a :iece~:-;ità _d~ f' f'O~ecr uire o-li studi cl1e, i11 ult 1111<.i a11al1"·1. d e-

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1880

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IL POLICLINICO >>

Epidemie di nausea e vomito. (Jl. M1LLER e M. Rt\.VEN. British Medical Jornal, 20 giugno 1936) . Nel Inarzo 1936 si è verificata in a lc une scuole inglesi un 'epiden1ia di nausea e vo1nito de] tu.t~o an~loga a~ altra ep·idemia d e] genere ve rificatasi nel giugno e dicembre 1936 ii1 Danin1arca. . Il sin.t~n1a .Prin~ipale,. che o~corse nella quasi total1ta dei casi , fu 11 vomito ch e si manif~~tò improvvisamente in pieno benessere o p1u spesso pr·eceduto da nausea della durata di due o tre ore. Successivamente i] von1ito si alternò alla nausea. In più della metà dei casi si ebbero anche vertigini particolarmente gravi negli individui che ·ebbero nausee senza vomito, tanto che si poteva cr e4e re che la vertigine_ fo sse una causa d ella nausea. Da notarsi la completa ~ ssenza di altri sintomi ~d eccezione di una leggera patinatura del~a l1ng u:i e di una transitoria perdita di appetito.. Tutto il complesso dei disturbi durò in media da quattro a sei ore, e si esaurl senza lasciare 11essuna traccia. Solo in due casi durante l'attacco s i riscontrò Ull leggero e breve aum ento d eJla tem.p eratur.a. L 'epidemia verif~catasi n ell'estate 1935 in Danimarca colpì prevalentemente alcune isol e dove sembra fu importata in alcuni operai pro" enienti dalla penisola, dove, come fu accerl8to u ccessivamente, c'erano stati casi analoghi. Il prin10 caso si verificò in una botterra seguirono altri in una pension-e vicina do;d~ poi l 'epidemia si diffuse a tutte Je ~ase da i dintorni. I sintomi furono quel]i del mal di m .a re : anoressia, nausea, vomito·, vertigini. Talvolt~ alla fin e d~l distur~ s~ ·ebbe una leggera diarr~ea. Solo in due casi si notò leggera ipertermia. La g uarigione con1pleta i eb·b e in capo a 2-12 or e. Da ll e indagini fatte sembra ri ultare ch e il periodo d 'incubazione dura dai d u e ai set t e g iorni. i potette escluder e che i disturbi fo sero provocati da i11tossicazione alimentare o da ro]110 di sole. La econda epiden1ia del dicembre 1935 si verificò in varie parti d ella Danimarca e, com e la preced ente, colpì enza preferenze uomini e donne di tutte le età. La sint omatologia fu analoga. Si J1otò ~ alo q ualcl1e r ee i diva in ca1Jo acl una ettiman.a e s i constatò cl1e il 1)eri odo di in cubazi o,n e poteva ridursi a nch e a due g iorni. o n è dubbi o ch e la ep id emi a inglese ha T11oltc an alogie con quell e danesi . La sola varian te di t1n certo jntere e è cost ilt1ita dal fatt o r l1e n ell a 1)ri111a i di sturbi colpirono , olo ragazzi e ragazze m entre neJ;l0 . c uole in Danin1<\rca colpirono indiYidt1i di tutt e le rondizio n i , 1·a r , i p er un lar go territ ori o. 1

I ANNO x·L III, Nu1\11. 42 J

La causa. ~ell 'epidemia è del tutto ignota. La cond1z1one, sopratutto nella sinto1natologia della for~a danese nella quale era presente per lo p1u una leggera diarrea, .. sen1bra. legata ad un 'infezione dell 'apparato digerente, ed ha una certa somiglianza la dissenteria da ha.cillu~ So11ne. M.a a parte le analogie epidem1olog1che e le scarse somiglianze sintomatologicl1e C'è da notal"8 ch e la dissenteria da Sonne è sempre accompagnata da febbre. L 'inizio improvvi so del vomito, le vertigini e la n1ancanza di febbre parlere.b bero in favore di un 'infezione del sistema nervoso centrale. Gli autori danesi, Henningsen e Rischel, prope11derebbe.ro per tale ipotesi. Allo stato dei fatti non è possibile azzardare qualsiasi opinione. Va infine rilevato che le epidemie di nausect e di vomito non sembrano analoghe alle epidemie di vertigini osservate da Leyton nel 1932.

Dn.

DIVAGAZIONI Sulla prima centuria di casi trattati con l'ormonosieroterapia testicolare. (A. 1FR..\SCHINI. sto 1936).

Mi.n,erva, 1\1 edica,

29

ago-

Già fin dal 1900 ari i\ l\ . riuscirono a trova re n elle vene emulgenti delle diverse ghiand ole le risp ettive ostanze specifiche: e così B0ylis e Starling constatarono la presenza della secretina nel sangue d elle ven e mesenteriche; Ollino ritrovò n el sangue r eflue nte dai surr eni sostanze capaci di produrre vasocostrizione, me11tre nel sa11gue proveniente direttan1ente dal pancreas, dalla tiroide e dai testicoli , riuscì a provocare dei fatti di vasodilatazione. Date però le difiìcol1 à che questi tentativi comporta·yano si era pervenuti spesso a risultati pratici di scar so valore, rima 11e11do fermo però ch e nel sangue er ano presenti oltrechè i prodotti di elaborazione m etabolica, altri elen1e11ti indi p en sabili a lla vita: g li ormoni. ll san g u e rappresenta dunque il veicolo e· l 'ambiente naturale di tutti gli ormoni in concenlrazion-e tale da con entire attraverso uno sYiluppo .a rmonico dell'organismo quello stato di b enesser e fisi co e psichico ch e è espressione di equilibrio umorale; infatti si può con ·ic urezza affermare r l1e in un organjsmo sa110 Jo ghiandole a secr ezione interna svolgono le lc>ro attività armo nica 111ente . So1o n el] 'adolescenza , n el momento della comparsa dell'attività essu ale ci traviano di fronte ad un a a1)parente disarmonia funzionale delle ghiandole, ch e è p erò fisiolog ica e t ra n itoria. Ma se una o più g hia11dole cominciano ad aumentare od a din1inuire la lor o attività , si de ter111inano allora dei veri e propri stati patologici d et erminati non soltanto dalla altera la fun zione di u 11 ~ ghiandola ma anche


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SEZJONE PRATICA

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dalla disfunzione di tutte quelle altre ghian- condizioni soggettive come d ella pressione si d.o le funzio11almente collegate con quella. mantennero anche parecchi mesi dopo la soOra unica terapia di queste disfunzio11i ors1)ensione della cura ; anzi in alcuni pazienti rr1oniche non può ·esser.e che una accurata ed sc·guitò a diminuire e nei pochi c asi in cui .appropriata cura ormonica. ricrebbe non raggiunse mai i valori primiNoti sono gli studi di Voronoff su la ghian- ti,'i. Questi risultati sarebbero di straordinario dola genitale ed i suoi rapporti con tutto l 'or- valore dato i poco bri:l.lanti risultati ottenuti ganismo , come pure noti so·n o i tentativi di uno ad ora con tutti gli altri mezzi terapeu1nolteplici ricercatori per la immissione neltici a nostra disposizion-e . 1 'organismo carente del secreto t estico]a re. b) Astenie. Nelle astenie , sia a carattere Rimanendo sempre nel campo dell 'ormone generale, sia a carattere sessuale, i risultati testicolare tre sono i metodi maggiorm e11te sareb·b ero anche qui stati buoni. L'A. p erò fa iinpiegati: quello di Brown-Séquard (iniezio- rilevare che la constatazione degli effetti (per ni di t esticolo triturato); qu.e llo di Voronoff le astenie a carattere sessu.a:le) non è sempre {innesto di ghiandola) e quella del Cavazzi facilmente controllabile, per quanto non siano (iniezioni di siero di sang ue efferente dal te- inane.a te attestazioni di persone conviventi con sticolo di anim.a)j giovani e sani). E poichè i i pazienti ·e à anche dei pazienti stessi, di aver <lue primi metodi danno spesso dei risultati ritrovato ]argo beneficio da qu,esta terapia . In in certi è for se quello d el Cavazzi il metodo c1ualche caso anzi il risveglio sessuale dopo un lungo periodo d 'impotenza condusse anch e migliore. Partendo da questi dati l 'A. prima di pasad eccessi. s are al can1po clinico ha voluto sperimentare c) Condizioni generali nel e.orso di maSl t animali , partendo dal presupposto, · già lattie cro·niche. Qu·esto capitolo è :qecessariaconfermato per altre g hiandole, che il sangue 1nente incompleto; ulteriori esperienze potran·venoso provenient.e dal testicolo fosse molto n o suffragare il primitivo· concetto. L ' A. inoltre ritiene ·ch e oltre i succitati più ricco del r elativo ormone rispetto al sangruppi , l 'ormonosieroterapia testicolare possa gue della circolazione gen eral e. essere estesa a qualche altra affezione che sia Un primo ordine di esperienze è stato fatto su galli castra ti ai quali veni va inoculato gior- -espressamente di carenza ormonica o di diminuita esistenza organica (Froelich, ipertrofia nalmente 1 re . di si ero di sangue venoso reprostatica enile , man canza di poteri riparatifluo dal testirolo di toro e nei controlli siero v i) ed inoltre in b·a se a ricer che di Voronoff e <li san gue venoso della circolazion e generale di Carrel l)en sa ch e questa terapia si potrebbe clello stesso animale . cor1 successo applicare in tutte le ferite so Si è avuto aumen lo delle dimensio11i d ella préltutto in quelle ·c on gravi perdite di sostan('resta e dei bargigli n ei primi animali , menquali vi è un ritardato i)rocesso di tre nei ·controlli non si sono avuti aumenti 1a. e n elle . ri paraz ion e. d egni di nota. UIter iori ricer che so110 in corso. Un secondo ordine d 'esperienze fu fatto s u l\if. GALEAZZI. ratti dei qua li alcuni furono trattati con siero di sangue venoso di testicolo, altri con siero di sangue arterioso , altri con siero di sangue Agli abbonati al '' Pollcllalco ,, della circolazione generale, o·l tre i controlli; Avviso importante -.. i ri sultati furono un n etto aumento di sviMediante pagamento frazionato in 6 rate e precisamente con luppo d el pene e delle vescicl1ette seminali nei versa'll.!Ato di un primo acconto di L. 2 5 (da inviarsi con var &tli trattati ron siero di sa n~; ue ve11oso. glia ~pure mediante il Bollettino del nostro Conto Corrente Po, staLe N . i / 5945, che fu espressamente incluso n el N. 26 di questa Dopo questi risultati l 'A. passa all'applica- Sezione Pratica) con impegno scritto sul vaglia o su detto Bo!, .zione clinica e per quanto avesse g·ià un certo lettino di versare puntualmente altre cinque successive rate men, da L. 1 O ciascuna a cominciare dal n1esc prossimo, s1 orientamento dapprima l1a sperim entato su sili riceverà subito, in pacco postale franco di porto in Ita1ia, la an Lmalati affetti dalle più diverse n1alattie, nei nuova interessante pubblicazione: • quali IJo tè notare, oltre ai fatti generali d.i miProf. C. FUMAROLA e Prof. C. MOCLIE Docenti nella R. Università di Roma g lioran1ento d el t ro fì. .. ~10 muscolare € d1 t1:1t te le funzioni vegeta ti ve e a d t1na recrr e s10La terapia delle malattie nervose e mentali ne d ello stato di sen escenza in alcuni casi, ricon la. collaborasmione dei Profes sori s ultati s u tre princ ipali affezioni ch e hanno C. ENDERLE, D. PISANI, F . SABATUOCI orientalo ulterior111ente l e sue ricer cl1e e cioè: Prefazione dal Prof. UCO CERLETTI a) l perte.nsioine art@riooa ed arteriosclerosi. Dir. della. Clin. Neuropsichiatrica della R. Un. di Roma Volume di pag,g. XVI-760, con 47 figure nel teeto. La terapia in questi casi , preceduta da rice1:che di laboratorio p er esclud ere le forme ri - Prezzo L. 7 5. --AVVB RTE NZA • Agli abbonati al " Policlinico ,, che preferiscono feribili a lesioni renali e lt1e tich e, fu effettuaacqaistarla pagandone subite l'Intero Importo io unica volta, l'opera è ta ambulatoriamente. In tutti i cas i trattati çeduta per sole L. 67,5G franca di porlo in ltaJJa, sue Colonie e ael. 1'A. ha osservato t1na din1inuzione della pre&- l'Etiopia. - Per l'estero L. 5 in più per le occorrenti maggiori speae sione massima e della minima , come anche la postali. scomparsa dei disturbi , come cefal ea, vertigiInviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI, Ufficio Postale Succur, ni , ronzii e.cc. Que to n1ia lioramento sia delle sai"! i: iciotto. RO~tA. 1

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CENNI :E'. .

TRA~ ucc~1 ,

« IL POLICLINICO ))

BIBLlOGRAFICI Lezio1ii di tec11ic(11 fa.rmaceuti-

ca biologica, ' 'ol. in 8°, di pagg. 22s·, Pa1:te I , Ed. Cedam., PadoYa, 1936. L. 24 . Que... te lezioni, tenute agli studenti di Far111acia , in occa ione di un cor"o voluto da1l 'Univer i tà di Padova, per con1pletare la c ulLur.a dccrli . ludenti di farn1a cia anche i1 el cam)lO dci così detti preparati b·i ologici, ono qualc;l1e cosa di più cl1e semplici lezioni istituzioJlali. Sono l.a trattazione più completa e più rr~o~ern a d~1 1nedicamenti « biologici », tu~1~tt ott? il n1olteplice aspetto ·d ella loro1 atl ~\.·1tà, dei n1etodi usati p·er la loro p-reparaz1on e e di quelli in1piegati per il loro dosaggio. Lezioni SIÌ, m a lezioni nel sen so più elevato della IJarola: nel senso cioè che l 'A. sulla scorta icura della sua p·r ofonda conoscenza dell 'argom ento , conduce a mano il lettore (a11cl1~ senza presuppo.rre una parti colare prepa1:az1~n e . ~a parte d.1 questo) in alcuni campi f1:~ i. p1~ c?mples 1 ·e, diciamolo pure, fra i p1u 1ntr1cat1 della scien za dei farmaci , sen za D:ppe .. an:ti!gli il can1m.ino con inutile sfoggio d1 erud1z1one, ma cercan·d o di chiarire con il c on:ve1:,ge1~e d.i .oppor~un~, raffronti e di opportuni rie l11an11 i punti piu oscuri. In questa prima p·a rte (e speriamo ch e· tra breve I.o svolgin1ento della n1ateria sia comp·l etato) SL tratta dei farma ci digitalici e di nu111~ro i orn1oni (ir:ofisi anteriore-posteriore, tiroide, par1tiroidi, insulina , surrenale-midollare· corti cale) : e, chi conosce l'enorme produzi?ne ~i ~icerc~e i stituit~ , specialmente in que~t t u)t1m1 anni , su tali argomenti, può b en i1nag1nare quali ·vasti orizzonti possa aprire alla cultura non solo dello studente ma an cora ineglio, del medico e d el farma; ista ~na trattazione semplice e .quasi lin eare, ma in siem e profonda e mod·ernissima. Alle volte l 'A. · dà interpretazioni nuove ed origi11ali su qualch e punto del meccani mo d 'azio11 e degli ormoni, o su ggerisce ipotesi ben fondate e suadenti. Nella parte poi ch e riguarda i metodi di preparazione o di dosaggio degli opoterapici stessi l 'A. si offerma a discuter e ui metodi ch e siano n1aggior1nente adatti , e suggerisce, ove sia il caso, opportune i11odificazioni alle tecnich e classich e dettate da lla sua personale esperienza. Quando poi si co11 ideri ch e nella letteratura scientifi ca nolra non esiste nulla di sin1ile al disegno organico, quale ·è con cepito e svolto dal Trab11ccl1i 1 si può facilmente prevedere ch e il suo manu.a le di lezioni debba trovare, sopra tutto da parte del m edico che segue il movim·ento sc ientifico, la più favorevole e larga acco~li enza. M. MEs s1N1. K. l\f eclica. M·edizinisch-Chem i che Be. . ti mm un g metoden , II parte, pp. 185 I. pringer, Berlin, 1936. RM. 8, 70. Il libretto, ch e corrisponde al noto manuale di Pinku sen più completo, conti.en e anzitutto l-lP'lSBERG

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i . n~·etodi di dosaggio dei con1po11enti ' inorganici del sangue. Tra questi sono anche co111presi i gas; n ello ste o capitolo è esposta anche la tecnica di determinazione del m etabolismo e del,la co111posizionne dell'aria alveolare. Seg11ono i r11etod i per i con1ponenti orcra11ir i. Sono riferiti molti i11eLodi per una ste . . ~a determinazione. Nel capitoletto dedicato al dosaggio delle albumine trova posto ancll!e ]a reaz . di Takata, il dosaggio del! 'albumina 11 el liquor, la visco.simetri.a ·e refrattometria del siero , per la determinazione del rapporto albun1ina :glob·u lina. Molto i1otevole è il capitolo che si occupa dei lipoidi, gr assi e medican1enti , analisi dei calcoli biliari, ecc. Segue una rapida trattazione dei metodi per i fermenti più noti (lipasi , tripsin.a, fosfatasi) e urt cenno sulla dir11ostrazion e delle vitamine e ormoni. Chiude il libro la d escrizione della tecnica per la misura del pH: n1etodo colorimetrico ed elettrometrico. So110 trascritte le tabelle per iQ p1H di Jeppo. I m.e todi sono esposti i11 forma concisissima , quasi più stringata di quel che non sia nello stesso Pinkussen. Però l 'esposizione è quando occorr:a ricca dei dettagli i1ecessari alla corretta ·esecuzione dell e v.arie t ecniche. N·el testo sono intercalate numerose figure ·di apparecchi e graficl1e e diagran1mi. Nel complesso a noi pare un n1anualetto completo e ir1olto utile. Può con vantaggio so tituire il Pinku ... en 8ul tavolo del laboratorista. . ~1. CoPPO. f>roble1n e der Bakteriologie, J11i1n,uniltitslehr1J un,d experi1n entelle Tlierapi e. Un vol. in-80.

di 248 pag. co11 53 fig. G. Thie1ne, Leipzig·,. 1935. ~tolti so110 stati i p·r oblen1i scie11tifici disc us&i lo scorso setterr1bre n ella << Settimana scie1i. tifìca >' di .E'ranco forte sul Meno , analo.g a alle r1ostre riunioni annuali della Società per il progresso delle sci'e·n ze. · Il pre•s e11t.e volume concerne i problemi della LaLLeriologja, dottrina imn1unitaria e terapia sperin1entale ecl è e.dito sotto la diTezione di L. e \~-. Kolle. · Diar110 l 'elenco delle relazioni: 1) L 'azio11e oligodinamica delle sostanze volatili sulle colture di tes..suti e di batteri. 2) La cinematografia nella r~cerca scientifica . 3) La cine- e microcin ematogra fia con1e m etodo d 'insegnan1ento. 4) I bacilli tubercolari del sangue di pazienti clinicamer1te tube,r colosi e non. 5) Il ·valore della vaccinazione antidifterica n egli animali. G) I rapporti a11tigenici fra le rick et1 $Ì.e ed il proteus X 19. 7). Immunità e Yaccinazion e antidissenterica. 8) L 'edema gassoso. 9) Le tossine dell 'edema gassoso , e jc loro antitossine. 10) La psittacosi . 1.1) II morbo di Bang; brucellosi. 12) llicer cl1e sulla disinfezione con


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SEZ IONE P R.\TI C:\

l 'acqùa pesante. 13) I m etodi di sierodiag 11osi rlella tubercolosi .. 14) Sul ricupuro dell'antigeu e già legato. 15J La cl1e.1nioterapi'a della sifilide. 16) La r.J1e1rtiotera pia della tuber colosi . 11) Pro fil assi P trattamento ch emioterapico delle infezioni tropicali. 18) La c.h emioterapia della schistoso111ia si. 19) Il sig1Jifica1 o del reticolo-endotelio p er l'azione della cl1e1nioterapia. 20) P er la conoscen za dell'em oglobina. !F ra le comunicazioni , t.rovian10 dei n omi di italiani e cioè: A. Azzi (I.a b,a cillemia tubercolare, in rapporlo c-0n la patogen esi e l 'immunità della tubercolosi), 1\if. Volterra (Sulla psittacosi) . fi l

Saggi di terapia pancreatica nella miodistrofia idiopatica progressiva. . , -.. · Prof. G. C. B ENT1voGL10. - L ·o. ha e:,peri }11e11 t at o Ja op o terupj a p a r1cl'eu lica (n1edi a1tle son1n1iuistrazjo1r i gen erose p er os di p a n creatina- p ep sina Ilichler) i11 2 fra telli affe tti d a ini od islr oii a progress iva lipo ])Seudo-ipertrofico e .i11 u11 b ambi110 affetto d a for111a atroftca -tipo Leyd cn -1\lfoebius). Risulta ti sr n·sibili ecl i11cor aggia11 li 11ei p ri m i d ue casi, p iù l11odes ti , rna: 11 on men o signi Cicalivi , nel terzo cnso, più g rave, d op o tre m esi <lull 'i11izio d ella c ura.

Contributo alla terapia chirurgica d'urgenza nelle emorragie gastroduodenali. Do l t. S. C rANCARELLI. - L 'O. rico rfl a casi di ulcera duoden a le con einorragie gravi ir1 alto g u ari li con 1'in tervento oper a tivo, e casi di gas Lrite d a cluo d e11iti con em orragia n1assivé.t c ura ti co11' oper azio11e r adicale; sostien e l 'inter vento precoce,. con r esezione lar ga, p recedti ta e ;;E-guit a dru ge11ero·sa trnsfu sion e d i san g u e.

1\.. B ENSAUDE e col] . Maladies d:e l'intes.t in. Vol. III . Vol. in-8·0 di p,a gg. 370 e 127 fi g. Masson e C. Pa ris, 1936. 'F r . 60.

Sen za costituire u n vero tr attato didattico, tut tavia questo volu111e, e insien1e i due già pubblicati , rappr·esentan o tutto uri programma , n el quale son o studiate le più interessanti qu estioni della patologia intestinale e sopratut to della proct ologia . In esso son o trattati il cancro del r etto, il linfosarcom a, i tu11lori villosi , il polipo solitario, i fibro1n i, i n1iomi, gli an gion1i ; sono esposte molte idee o,r ig inali, dottrine preci e facilmente applicabili e m olti argomenti , oltre a costituire una ' 'era n1essa a punto, son o corred,ati da una abbond.a nte bjbJiografia . Ancl1c le tecnich e di esplorazione son o descritte m olto minuziosam en te ed i risultati ch e possono aver si, sono analizzati con fine critica, di gui a ch e quest 'ope·r a può riuscire veram ente 11ti]e sia al me dico pratico ch e a llo specialisl'a . a. /). AccADEMIE, Soc1erA MEDICHE, CoNGREss1

R. Accademia Medica di Roma. Seduta ordinaria d el 23 luglio 1936. l?resied e il Prof . R. ALESSANDRI , presid en te. A. C HIASSERI NI . La miGJ attuale esperieriza

1tella terapia dei tum ori e di altre affezioni della rlg ion e chiQJSmGJtioo-sellare. Il Javor o è stato p ubb licato i11t egral1ne11te nel f nsc. 37 di ques to p eriod ico.

Ulcere peptiche dopo resezione. Do tt. P. S T EFANI NI e J.J. BIANCHIN I . -

Il d ott . St efanini illustr a 16 casi di ulcer a p eptica d op o r esezion e gas trjca p er uJcer a duoden ale p ep tica p o·stan as tom otica. La p er ce11 Lu ale di u . p. d opo r esezion e p er ulcer a duoden ale è dell '1,4 %. La gertesi è da riport a r e a d ife lti di t ecnica n el tipo d i stomia-gas troduoden ale . o gastropig iunale o alla p er sistenza di una 11o tevol e acidità ch e si h a qua n clo vengo n o pra ticat e r esezioni poco ampie e sen za asportare I 'uJcer a duoden ale. Pur tuttavia, a n cl1e clo po r esezioni corrette p er tutt i i riguardi, è p ossi bile, rr1 a allora in una p er centuale minor e, osservare l 'in sorgen za di ulcere peptich e . Il ·prof. A LESS ANDRI osserva ch e la diatesi ulceros a non esiste.

1885

Sul comportamento della alcoolemia dopo somministra· zione d'insulina. Prof. C. SERONo. - L ·o. an cl1e a nome .d el dot t . l\l oNTEZEl\t OLo, riferi sce di aver p r a li cat o la ri cer ca d e ll 'alcool n el sangu e d i co11igli , len.uti a d ig iuno p er 24 or e e su ccessiva111ente inie ltati con ins ulj na, e n e h anno coll sta Lato l a fo r111azjon e in quan tità var iabile da g r. 0,050 . a 1.158 o/,)o. Essi n e ded uco110 ch e una delle azioni cl ell 'insulina sar ebbe q uella d i fa r e u tilizzar e d alle cellule il g lucosjo sott o forn1a di al cool.

I l Seg relario :

·r . FoNT.\NO.

Importantissimo per tutti i medici italiani :

BENEDÈTTO SCHIA.SSI (Bologna)

MENS

AGITAT

MOLEM

'' I n argomento di i1.,lcera gastrica,, L' A. riassume, in questo lucido scritto, le sue veduteespresse in altre occasioni sulla genesi della malattia gastro-ulcerosa, e mette in testa allo scritto, quale tra· slato, il principio del Maestro Sommo, per ribadire la concezione della immensa portata dell'elemento spirituale nello sviluppo di talune entità morbose fra le quali è da ammettere l'ulcus; la quale concezione oggi più che mai assume nuovo valore dopo la scoperta degli stupendi fe· nomeni elettro-magnetici radianti dal cervello umano in relazione con gli stati d'intensa attività psico-sensoriale: s\ che si deve reputare che la psiche comanda alla materia MENS A.GITA.T llOLEM - e può far l'uomo malato. Data la unità indissolubile spirito-corpo I' A. espone e dimostra il percbè ed il come nel caso della insorgenza del fatto ulceroso si determini in taluni individui precisamente per influenze nervose la lesione j?astrica d. L' A. ammette poi che fatti simiglianti all' ulcus classico si possono istituire per opera di fattori differenti da quelli che operano in soggetti a personalità nevrotica. e traccia quattro schemi specificando cotesti fattori ed i relativi prodotti. Tratta infine della terapia medica e Chirurgica non tralasciando di esporre la sua opinione sulla genesi della importantissin1a successione morbosa che può seguire alla cura chirurgica e che per lo più si designa con " ulcera peptica ,, ; successione che I' A. indica con quali accorgimenti può essere prevenuta. È una elegante monogra f'ia stampata in carta patinata, di pal!in.e 88, in .fo1·1neto ài centi.Jn. ~~ x S1, i$lltst1·attf ~on, 1~ .splendide fi91t1'8. - Prezzo L. 15, puì le spese postati ài SJJ6dtzUJ;1.e. Per gli abbonati al • PClliclinico » od a qualsiasi delle altre nostre Rivjste, sole L . 1 3,50 in porto franco in I talia. Per l'estero L. 14 .so. Inviare Vaglia Postale o assegn o POZZI . V ia Sistina 14, ROMA

..

bancario all'a utore

LU IGI

I


1886

[ANNO XLIII, Nul\r. 42]

« IL POLICLINICO »

APPUNTI

PER IL MEDICO PRATICO.

CASISTICA E TERAPIA. L'ittero per ritenzione acuta. Si ammette oggi quasi universalmente che 1 '~ttero catarrale è una epatite acuta , di ori,g1ne e 11atura ignote. Si è abbandonato completamente il con cetto .di una ostruzione del coledoco da m .u co . Loeper ·e Cottet (Gazette des hop., 9 settemun po' marcia indietro in un .bre 1936 fanno . . ' inter essant1ss1mo e documentato articolo riass untivo, riten·endo p rovato a ccanto a ll 'ittero .cat~rrale per epatite (grande mago-io·r anza dei e.asi) di rari casi n ei quali il qu~dro clinico .dell'ittero catarrale è determinato d a una -Ostruzione d el coledoco. Le varie modalità di .questa ostruzione sono secondo gli autori : 1) l ' ìrifiammw i on.e d el1 coledoco d 'onde m u correa e occlusione . É int er essante' un caso di R owsing operato di coleci stotomia n el quale per la fistola u sciva de.I muco ~bb·o ndan­ te .e ~cn so, co~e un filame nto o un 'alga lt1ng h1s Lma che s1 riusciva con difficoltà ad e.str.arre dalle vie biliari; 1

1

2) l~a coledooite ocolusiva dell'U;lti1m.o tratto; in .qu·e sti ca~i il sondaggio duodenale può determ.1 nare rapidam ente la guarig ione. I fenomeni anatomici posso·n o essere molto n10desti ma il fatto funzional·e imponente e d oc.11r:ientato da lla radiografia dopo iniezione di l ipJodol n ella fistola della colecistotomia · 3) adenopatie, parracol'edoc.iche. Sono ~asi r nri , molti d ei quali non sufficentem ente studiali. Un caso molto sig nificativo di Brulé costrin ge ad accettar·e la possibilità d ella forn1a. 4) la p ancreatite. Secondo Loeper l'ittero catar~ale corrisponde ad una v·era epato-pan<;reatrte acuta; la compromissione d el panc.reas è do·cui:n,e:1tabile col dosa ggio d eJla lipasi e della tripsina nel su cco duodenale. Si tratta -spes~o. ?i Jesioni circos?ri~te, quasi sempre revers1b1l1. La comprom.i ss1one del pancreas è a n zi secondo g li AA. molto frequente; 5) la fl1ogosi del~'ilo epati co siecon do gli AA .. est1~emame nte rara: anche a questo propo ito ritengono poco documen tati i ca i a ffidati alla letteratura. Non accettano la reale possibilità di uno spas.m o dello sfint ere di Oddi capace di d etermin.cre Ja ritenzione acuta di tile ritenendo lo s~intere troppo debole e lo spasm'o troppo transitorio , an ch e se possibile. ~a dia g~o.s~ ,clini?a può distinguere b en le vE1r1e poss1b1l1 ta qui elen cat e: vi sono caratteri che con sentono la di scriminazione fra l 'itter o catarrale (d enominazione di entità clinica e sopratutto prognostica) per epatit e acuta e l 'i. c . per ritenzione acuta. Tra questi il comportamento del prurito assente n el primo e present e nel secondo , e il volume del fegato. 1

au:nentato ne l seco11do prima e più cl1e n el primo. Son.o d ecisivi i ris ultati d ella prova del gal~ttos10. e della prova d e1l'acqua che danno r1sultat1 sem.p re patologici nelle epatiti, sempre normali n ella ritenzione meccanica •

M.

COPPO .

Sulla diuresi epatica. Seco?d~ l'ip·o tesi di Forsgren. i] fegato Ja-

vora r1tm1camente, con un 'alt·e rnativa ritmica fra l 'immagazzinam ento del g li·cogeno e la secrezione biliare. Tale ipotesi , che arriva a compre,n dere un 'alternanza ritn1ica dei processi di assimilazione ·e disassimilazione, era stata fondata su osservazioni in a nimali. F. Gerritzen (Acta m ed. scarid,, vol. 89, fase . 1-11, 1936) ha fatto in proposito delle ricerche sul1·uomo, in 57 individui , che b ev·evano 75 cn1c. di acqua ogni ora e di c ui la quantità di urina ' eniva misurata ogni ora. Ne con·c.Jude ch e la funzione ritmica del fegato si rif1ette n ella diuresi, ma vi so110 tre diminuzioni: alle 9, alle 13 ed alle 18, proYocate dal fa tto ch e per la soluzione degli alimenti viene fatta con l acqua dall 'organism o, la quale è cosi detratta dalla diuresi: Un altro esperimento , fatto su 35 individui, dimostra ch e, in r ealtà , i pasti influiscono sulla diuresi. Si può calcolare ch e la capacità acquea del fegato umano sia di circa 700 grammi (che n on ·è da considerarsi com e la massima) ; secondo la n ecessità della circostanze, il fegato ne mobilizza 200, ch e dà o riprende. Esso agisce come deposito d'acqua, al pari di altri or gani ch e non son o a n cora stati esaurientemente studiati sotto t ale r apporto , çom e il tessuto sotto·cutan·eo, i n1uscoli, le pareti intest.in.a li ed i ·p olmoni; i11vece i reni , in considerazione d el loro piccolo volume, non sono da considerarsi com e depos ito d'acqua. 1

1

fil.

Cura e profilassi della chetonemia. I corpi ch et onici allo stato normale esistono n el san gue dei bambini solo in quantità minima , ma basta un a irregolarità dietetica oppure una· malattia infettiva o un digiuno prolungato a far sì che essi aumentino notevolmentP n el sangue e quindi n elle orin e e nell'alito. Vi è inoltre n·el campo pediatrico una forma variamente denominata (lipotossia , vomiti ciclici , em oacidosi , acetonemia periodica ecc.) n ella qua le i corpi ch etonici sono presenti ne) sangu e e nelle urine in dosi 1nassime. Purtroppo non è sta to an cor a introdotto n ella pratica pediatrica un qualcl1 e medicamento capace di portare un effi cace giovamen to nella intossicazione ch etor1ica. In genere ci si è fin o ad ogg-i


[ANNO XLIII, N U l\1. 42 j

1889

SEZIONE PRATICA

limitati a somn1inistrare ai pazienti dei con1posti alcalini ed acque minerali , consigli ando l'astensione dai grassi e la nutrizion e con sostanze amidacee e zuccheri.' 1\1a più che curare la intossicazione in atto, è in1i:>ortante profilassarla. P. Busacchi (Rivista di Clinica Pedta.trìca, maggio 1936), considerando i rr1alati ch e vanno soggetti alla chetoacidosi, come indi vidt1i a insufficiente sistema regolatore degli idrati di carbonio, ritiene si debba fornire costantemente al loro organismo una quantità suflìciente di zuccheri e n·ello stesso tempo di quelle sostanze ch e favoriscono la glicolisi tisst1rale , l'ossidazione del glucosio, il suo passagg io dal sangue nel fegato , nei n1uscoli ecc. sotto forma glicogenetica, e nello stesso tempo l 'ossidazione dei grassi. Egli ha fatto perciò comporre un m edicamento detto « Antiketon » risultante dalìa unione di estratto di pancreas associato con derivati bromici, di enzimi glicolitici e di vitamina B. In que to m edicin.a le le qualità biochirr1iche adatte alla profilassi antichetonica sono agevolate dalla presenza di sostanze ad azione catalitica. L' Antiketon , non avendo azione. bTusca o p·e ri·colosa, può essere son1ministra t o tra11qu i 1Iamente ed a lungo affidandolo alle fami glie dei malati. L'A. riferisce dieci dei numerosi casi da lt1i studiati , nei quali ha ottenuto brilla11ti risu 1tati. Egli dichiara così risolto il problen1a della profilassi anti cetonica. Consiglia inoltre di somministrare contemporaneamente all 'Antiketon sostanze a lcaline e zucchero. Con questo trattamento le emoacidosi cetoniche s1)esso scompaiono definitivamente , dopo qual ch e mese di cura e ciò è probabilm.e nte in rap·])Orto con ur1a azione stimolante sulla .a ttività pancreatica degli infer111i d.a part.e dell 'ormone pancreatico contenuto nel m·e dicinale. In alcuni casi però dopo la sospensione di esso si osservano ricadut e verisimilm€nte legate al fatto che il pancreas è di, enuto insufficiente per attività del] e ghiando]e endocrine antagoniste , sì che non 'è più capace di risponde re agli stimoli dell'ormon e sommini trato. .Anch e buoni risultati l 'A. ha ottenuti u anelo 1'Antiketon nelle cetosi secondarie a mal.atti e infettive, come pure per la profilassi delle cetosi secondarie ad interYenti chirurgici. F. VICENTINI. 1

Clinica del coma diabetico. Rathery (Le Jou1rn. Jv/ éd. Frariçai s, agosto 1936) presenta in lezione un caso classico di co111.a diabetico, cl1e gli offre ] 'occasione })er illustrare alcune 11ozioni cliniche i11olto i111eressanti. Egli ri chi.an1a 1'attenzione sul} 'importanza de Ile condizio11 i che detern1inan o 1·e-

plosione del coma. E tra qu·este: 'l a oessazio· n e b·rusca del trattamento in sulinico in corso di diabete magro. Infatti quasi sempre questi ammalati in grazia della insulina utilizzano una dose di zuccheri tale da permettere l 'aggiunta al vitto di una quantità notevole di grassi e di proteine. Cessando bruscamente l'insulin a la dieta prescritta diviene immediatamente chetogena. Quindi, se si devono sospender e le iniezioni d 'insulina, bisogna ridurre i grassi e le protein·e .e dare quasi esclusivamente un vitto idroc.arb1o·n ato. Inoltre va tenuto presente che l'organismo si adatta male .al1e variazioni brusche nell'apporto di ·o rmone : quindi cessare progressivar11.en te, non bruscamente l ~ insulina. In più, tenere sempre presente che la dieta t1·oppo severa è molto pericolosa nel diabete n1agro: non bisogna mai cercare di far sp.arire 'l a g licosuria con la sola dieta, limitando strettamente l ' uso degli amilacei: è estrema1l1ente rischioso . . Il coma di.ab1etico si fa spesso precedere da sintomi premonitori tra i quali : l 'astenia , i dolori epigastrici e il vomito. Questi due u'l timi così intensi talvolta, da .esigere la diagnosi differenziale con l 'addom·e acuto. Di fronte ad un malato in coma, la diagnosi o l 'esclusione del coma diabetico· è in ger1ere fa·c.i le: i dati un1orali , il respiro di Kussmaul, l ' ipotonia dei bulbi oculari, l ' alito acetonico sono segni di grande valore. Bisogna però sapere ch·e il r espiro di Kussmaul non è assolutamente caratteristico del co·m a diabetico, perchè può comparire anche nel) 'uremia con acidosi, in cui però manca l'alilo a·cetonico e la cetonuria. E poi non ogni coma in diabetico è un con1a diabetico. Il coma insulinico 11a caratteri clinici ben noti: pallore, sudor·e, b·r ivido, allucinazioni, amaurosi convulsioni epilettiformi , segno di iB abinski. Però spesso la diagnosi è difficile perchè il coma insulinico può su ccedere immediat anìen te al con1a diabeti co, durante I.a terapia di quest 'ultin10. Donde la assoluta n ecessità del dosaggio della glicemia , unico criterio decisivo, ch e deve essere con siderato una ricerca di assoluta necessità ed urgen za. ~e i casi dubbi se si tratti di coma diabetico od insulinico è bene cominciare col dare dello zucc~ero. La prognosi del coma diabetico due Yolte su tre è buona. Le ca use d el1'in successo sono di solito o la cura ina datta, o le complicazioni poln1onari o cardia·c h e. Queste sono molto freque11ti : in ogni caso i1 n1edi co deve prescrivere dei rimedi cardiotonici fin dall 'inizio e durante tutto il tratta111ento insulinico del diabete , e questo è a forti dosi, per pre,·enire l 'in uffi cienza cardiaca. 1\1. CoPPO. 1


1890

«

IL POLICLINICO

Effetti tardi vi del dinitrofenolo. J. M. Hitch e W. F. Schwartz (Jou.rn. ameir. med. assoc., 20 giugno 1936) riportano il caso di una donna di 33 anni che dopo l 'ingestione di g. 1,42 in 14 giorni. incominciò .ad avvertire prurito generalizzato ed intenso. Si ebbero poi gravi manifestazio·n i multiple tossiche, fra cui dermatite ·esfoliativa, polineurite e 9 mesi e mezzo dopo , cataratta i11cipiente. Si ebbe anche sordità transitoria , ch e gli AA. attribuiscono ad otite essudativa. La cataratta era di grado lieve e probabilmente non sarebbe stata scoperta se la pa.ziente non fosse stata sotto osservazio11e ospedaliera, il che fa ritenere ch e molti casi de] genere sfuggano all 'osserv,azione. fil. 1

MEDICINA SCIENTIFICA Anatomia patoJogica e patogenesi della poliomie· lite s11bacuta.

Sulla scorta di du·e e.asi personali , studiati dal punto di vista clinico ed anato1no-patologico, M. .s. Margouliss (Acta Medica Scand., fase . 5°, 1936) giun.g e a lla con clusione, confermando la veduta di altri AA., che la sindrome di poliomielite subacuta è di origine infettiva .. Il virus non sarebbe però specifico, potendo la sindrome esser·e provocata da differenti virus neurotropi. Tanto virus differ.enti che un virus coni.u11e potrebbero poi p rovocare sia le sindron1i di amiotrofie spina li progressive ch e quelle di poliomielite subacuta, cronica, e di sclerosi laterale amiotrofica. Queste ultime due forme, anzi, sarebbero da considerare con1e delle sindromi anatomocliniche presentanti tappe isolate di un proc1ess.o patologico gen er.a le e. comune ad ognuna. Le forme transito rie che esistono nella polio1ni.elite subacuta, cronica , e la sclerosi laterale amiotrofica, uniscono finalm ente in un solo gruppo tutte :Je sindromi disparate di an1iotrofie s1)i11a1i progressiv e, sub1a cute e croniche. M. F AB ERI. 1

1

1

1

POSTA DEGLI ABBONATI All 'abb. n. 515 7 -1 : Le ricerche sp erin1en tali sono concordi nel far ritenere ch e la feco11dità diminuisce, fino alla sterilità, per l 'azione ormo11ica dello sperma. Clinicamente si è voluto vedervi u11 appoggio, nelle frequenti steriìità d·elle prostitute. on esiste a Ron1a un cc Centro fisico » per la cura d-ell::.>. terilità; n1a funziona come tale Ja Clin1ca Ostetrico-Ginecologica Universitaria (Policlinico) cl1e 11a l 'altrezzatura scientifica, diagnostica e curati,,a 11eces aria e ufficiente. P. G. 1

»

[ANNo x·L111, Nul\1.

421

VARIA II commercio delle sanguisughe.

L'impiego delle sanguisughe a scopo tera1)eutico, che raggiunse il suo massimo al principio del 19° secolo, cadde in seguito alquanto jn disuso a ca usa delle mutate tendenze mediche. 'B. Schmidt (Munch. Med. Woch., n. 36, ± settembre 1936) c'informa che 70 anni fa se ne ir11piegavano in 'F rancia 100 milioni all 'anno, rnentre attualmente il consumo si aggira intorno a 25 milioni. In Germania tale cifra rag·giunge i 20 milioni, e 15 in Inghilterra. Ma dal solo porto di Amburgo ne vengono spediti annualmente 30 milioni ai più svariati paesi. Le specie più utilizzab·i li, dal punto di vista clella terapia , sono tanto, la sang·uisuga tedesca, o grigia, quanto quella ungl1erese, o verde; rnentre minor indicazione hanno l'hirudo ir1terrupta e l'haemopis. ' rorax, usate in Francia e jn In ghilterra. 1f in da · t,empi remoti il commercio delle sanguisughe costituì un cespite import.antissin10 per gli abitanti del distretto di Amburgo, i quali si recavano con gerle di legno a f.ar11e incetta n ell 'isola di ·F ehmarn , nel MeckJ,e m1).urg·o, Pon1er.ania e Prussia. In seguito, aumentando lo smercio, co1npagnie di 40-50 ind.i,ridui si spingevano fin nel1'ìnterno della Russia , .a ccampandosi per -1·-5 settimane presso certi corsi d'acqua stagnante, e pescand~ le sanguisughe col sistema dell'immersione ad arti inferiori nudi. ·Gli anellidi così catturati venivano posti in cassette di legno , nutrendoli con sangt1e coagulato, per inviarli poi in patria, dove si compi,·a la loro pulitura e lo smistamento per ulteriori spedizioni. Gli ebrei russi monopolizzarono in seguito la cattura, oedendole al prezzo di 50 marchi per mille pezzi, che permetteva ai rivenditori u11 guadagn o quadru1)lo. Nel 18±8·, proibito tale commercio dalla Russia, gl 'incettatori si ' 'olsero alla Galizia e al1'Un gheria, ottenendo però esemplari meno pregiati. Presentemente, per quanto la richiesta non sia come quella di un tempo, in Germania esistono dei oentri di a llevamento, tra cui il più importante trovasi ad Hildesheim. Qui vi le sanguisughe vengono selezionate e fatte crescere fino al 5° anno, per poi essere poste in commercio, a ' rendo raggiunto a tale epoca il loro mas imo sviluppo. M. FABERI.


(ANNO

XLIII,

NUl\>L

42)

SEZIONE PRATICA

1891

NELLA VITA PROFESSIONALE. SERVIZI IGIENICO-SANITARI .Le nostre navi-ospedale nelle operazioni d'Etiopia. -·

Prof. D. A. MAzzoLANI. I giornali m edici e anche qualche rivista _giorn.a listica hanno già scritto su questo ar. gomento, mettendo in luce chiara e preci.sa =i dettagli costruttivi e l'organizzazione sanitaria in atto di funzionamento. Notevoli, .1 questo riguardo, sono il con1tributo del prof. C. Ramorino , dei giornalisti

Passo senz'altro alle cifre:

AttiviJtà della Nave-OspedaLe H élouan dal 3 ottobre 1935 al 16 aprile 1936, XIV: Giornate di attività (di sosta a Massaua) . . Mi ssioni in A. O. . Viaggi comp·iuti . . . . Miglia percorse . . . . Personale trasportato in Infermi trasportati . . Giornate di cura . . . .

cui 86 giorni di . . . . . . . . . •

4

. . . . . . . .

12

.

196

A. O.

. . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

18.335 1.243 1.961 30.934

A ciò si devono aggiunger·e le numerose consultazioni fatte a bordo ad ammalati delle unità marinare stazionariè e a borghesi la voranti a Massaua e vicinanze. Nei riguardi delle spese incontrate è stato distinto il caso del trasporto di malati ,e il caso di trasporto di truppe dall 'Italia in A. O. In quest_9 secondo caso . n.on .sono computate le spese dovute aa personale sanitario, perch è r1on n ecessario : la spesa giornàliera per ogni uomo di truppa risulta, quindi ridotta da lire 151,08., dovuta p·er ogni malato, a s-0le lire 107,925 (I).

La spesa giornaliera per ogni malato è costituita da :

3FrG. 1. ·- Barche co11 g ruppi di sig·n ori e sig norine di Porto Said, inneggianti alla vittoria italiana. (Fotogr. Col. GALAss1).

Appelius e S. Sandri e, sop,r atutto, quello d,el prof. Castig liani, ch e rappresenta una rivista .. i11tetica dell 'essenza di queste navi di chiaris. sima con1prensione. S. E. il prof. Castellani, cl1e le ha ispezionate tutte , ha dato il suo alto .· consenso. Mio intendimento è quello di apportare, oggi, un contributo nuovo, quello, cioè, dell 'importanza come organizzazione ospedali era e quello di fattore economi co atto a va· lutare lo sforzo ch e il superiore governo ha \ Oluto e saputo compiere pur di dare all 'im .p resa etiopica tutte le garanzie di un 'assisten_za i11odernissin1a ·e completa. Viaggiando, di ritorrto da Massaua , sulla n ave ospedale « Hélouan » h o avuto la fortuna di incontrare nel suo direttore, col. Rallo , t:.nta cortesia collegiale da poter avere i dati • cJ-.1.e mi embravano dover interessare non poco . i colleghi d'Italia .

Noleggio nave . . . . . . . . . . . . . Pas-saggio d ella n a,ve altrav. il Canale di Suez (2) . . . . . . . . . . . . . . Pas. del canale per ogni persona (fr. oro 10) . . . . . . . . . . . . . Co11 sumo nafta . . . . . . . » acqua . . . . . . . . . » benzina • • • • • Corroboranti . . . . . . . . . . Lavori straordinari . • • Medicinali . . . . . . . . . . . . . . Medicature . . . . . . • • • Razione viveri . . . . . . . . . . . Stipendi, indennità ecc. al per onale . Totale spese al giorno· per ogni malato .

L.

71,81

))

6,466

))

32,266 17,56 . 1,335 0,237 0,015 0,408 0,545 1,298 10,82 8,319

)) )) )) )) ))

)) ))

)) ))

L. 151,079

Per i 196 giorni di attività d·ella nave si a' 1rebbe , così, la spesa complessiva di: Per ser vizio ospedaliero . . . . . Per trasporto truppe . . . . . . .

L. 4.673.596,30 » 1.O73. 225, 42

ossia un totale di

L. 5.746.821,72

ciò ch e equivale alla spesa giornalJiera· di lire 29.320,5 1. •

(1) Neì computo della razion e viveri si è fatta la

media risultante dalle 3 categorie: 1a categ. (ufficiali) L. 13; 2R categ. (sottufficiali) L. 8,50; 3a categ. (truppa) L. 6,55 . (2) Il passaggio clell 'Helouan C'osta , a vuoto fr . oro 42.000; a carico franchi oro 80.000 .


E

1892

<C

IL POLI CLI NI CO »

CONCLUSIONE.

P er il fatto che la nave ospedale ad aria co11dizionata è già pronta e che il suo allesti1nento e il su o funzionan1ento dimostrano di rispondere pi·enamente alle esigenze di un servizio sanitario completo anche sotto il punto di ·vi st H di r egion e tropicale, è stata , da qual cuno, ventilata la proposta, almeno p er Massaua dove il porto offre tutte le garanzie di sicurezza, di utilizzare la na, e stessa come ospedale stazio1 1ario ordinario. 1

[ANNo

x·L11r, NuM. 42J

d ella nave, la presen za di eventuali malati infettivi in porto, n on può sempr e essere molto desider abile al cospetto della popolazione. A queste manchevolezze si d eve aggiungere il {atto della spesa giornaliera trop,Po elevata per i tempi di normalità. E infatti, anche· tenu, to conto del minor consumo di nafta durante l :~ sosta a Massaua , r esterebbe pur sempre u11a cifra che si aggira sulle 90 lire. di m edia gior•• r1aliera per ogni malato, m entre in osp edal e condizionato, a terra, tale cifra dovrehb-e 1na)1ten·e rsi sulle 30 lire cirça. 1 Si noti , inoltre, che la durata di una :uajVe è sempre molto limitata n ei confronti . di u11 ospedale a te1~ra e ch e quindi l 'amn1ortamento d ella spesa della n ave stessa e degli impianti speciali sarà di durata assai più corta. È inò.ubbio, frattanto , ch e l 'allestiu1ento ~el­ le nostre 8 navi-ospedale rap·p resenta un titolo di priorità anche nei confronti d elle più 4ntiche e più g r andi nazioni colonizzatrici : : lo aff.ermava S. E. il ministro Lessona in occasiqne della sua visita .a ll 'Ospedale Umberto I di 1\ilassaua, n eill 'aprile scorso. E titolo an1bitissi1n.10 resta anche per la nostra amm inistrazione sanitaria marittima ch e ha saputo dar vita a· un org1nismo di grande abilità costruttiva e di efficacissimo r endimento assistenziale. Le"\• spesa è stata elevata ed avrebbe potuto i11tinlo-rire altri; ma il Duce sa ch e tutto è propor~ zionato, che la vita dei suoi soldati e de' suoi operai è saero tesoro della nazion e : Egli lo· volle sicuro n el lavoro della vittoria: così è: stato. 1

RIASSUNTO. Accennato a l pregio di p ubblicazioni sulle r1 ostre navi-o·sp.e dale l 'A. m ette in rilievo il 111erito della nostra m arina da g u·erra e ritie11e che il prezzo elevato di ricovero per ammalato, giustificabile in còntingenze speciali , può no11 esser e ritenuto opportuno in tempi di norn1alità . Da ciò la convenien za di un OSJ)eda.le ad aria condizi.onata, a t erra, come è già stato stabilito per ~ssaua. 1

2. _,. Il colonn . Medico dott. Rallo, diret1ore dell 'cc Helouan n illustra ai convalescenti, con bella oratoria, 1'importanza del 24 maggio.

F1G .

Nor1 cr edo ch e ciò possa sostituire l 'o pedale ad aria condizionata costruito a terra . La nave , infatti, n on offre sempre quella stabilità assoluta ch e può e~sere d esid·e rabile per alcuni interventi e per alcuni malati. T.1a nave, in ogni m odo dovrebbe esser e attraccata al pontile ' giacchè a ltrimenti, nei casi urgenti , l 'infern10 dovr·e b·b e sotto 'tare a ll 'eventualità di un 111ezzo di trasporto non sempr e pronto e non sen1pre sufficientemente adatto a cau sa del f~·e­ quente stato di irrequitezza d ella superf1 ce acquea di Massaua. E bene inoltre, tener presente cl1e nonostante , la po ibilità di disinfezione d.ei rifi11ti

·•

Cronaca del movimento

professionale. I

I

Il congresso n~zionale dei Sindacati fascisti dei medici. Il 6 ottobre a Napoli, nella storjça -sala Madclaloni con l 'inter vento delle aut orità cittadine, del gr. uff. Petragn ani, diret1ore gen erale d ella SaIJit à Pubblica, del dot t . Di Marzio i11 rapprese11tnnza de11 ·on. PaYolini, ])re idenle òella Confe<ler azio11e Profes ionisti ed _.\.rtisti , alla }Jresenza dei segretari e clei dire llori <lei Sindacati P~oYinciali dei Medici, h a avuto luogo I 'inaugurazione del! 1


{ANNO

XLIIl,

Ì\Ui\;(.

42]

SEZIONE PRATICA

Congresso ~azionale dei Si11dacati Fascisti dei medici. Il prof. Sorrentino a nome del Sindacato m edico di i\'apoli ha porto il saluto ai congressisti, dopo di che il Vice-Segre tario Federale avv. Fusco h a espres·so i cordiali e camerateschi sentimenti del Fascismo napoletano invitando i presenti a rendere il saluto al Re ed al Duce. Il segretario nazionale on. ì\ilorelli, ha trattat o il t ema: La funzione del medico n ell'Imper o. Ha lt1meggiato le benemerenze dei medici, le quali si riassumono in quanto il Duce h a 'd etto del medi co, in pace e in guerra. Si sofferma a dire quanto il medico può fare a pro della Nazione, nella sua opera di persuasione, secondando la lotta economica specie .n el! 'affrancamento dalla soggezione esterofila. Inneggja11do alla fu11zione del medico moderno, I 'on. JVIorelli ricorda c11e il medico è il depositario non tanto d ella salute (perciò della potenza) dell 'Italia di oggi , quanto della ·salute e della pot en za dell 'Italia di do111ani. Perciò la funzione del medico si deYe volgere al bambino. Sono trentacinque1niJa i medici italiani; è commesso loro il sacro co111pito di prevenire, più che guarire, di pensare al 'doma11i, più che ali 'oggi; e così deve pc11sarsi che il bin1bo di ogg~ sarà il soldato di dr•mani , deve pensarsi an che a difendere le condizioni delle guaii si svolge la vita: t en endo presen1i le malattie sociali, i problemi d ella fecondità, le malattie sessuali, le malattie epidemich e e infettive. E p as·sando da una sfer a convincer1te, a quella di un più allo valore etico accenna alla necessità di rompere il segreto professionale nei casi 11ei quali al n1edico se1nbra ch e il suo silen zio debba concorrere a perfezionare un delitto contro la Nazione. S 'intrattiene, quindi, a parlare della pensione ai vecchi n1edici condotti, delle mutue, e finisce con l 'annunziare la costitu zion e della Cassa di Previde11za del medico, con un capitale iniziale di 3 milioni di lire. Il Segr etario Nazio11ale ha infine proposto all 'asse1nblea uno scl1e111a per un nuovo codice deontologico in cui saran110 in prima linea i conce tli di Patria e di religione che debbono in·spir are l'opera del medico che deve essere il soldato . della salute pubblica. Parla poi il direttore generale della Confed erDzio111e dott. Di Marzio, il quale porta il saluto confederale e quello del presidente on. Pavolini, ribadendo i concetti che hanno presieduto n ell 'azio11e, per la fondazione delle mutue, concetti di difesa della clas e nledica e di comprens ione delle necessità operaie; azione di chiarificazion e e di adeguamento. I congressisti si sono, infine, recati in corteo alla Casa del Fascio, ove h anno deposto un a corona sull'ara dei Caduti. La seduta pomeridiana è stata d estinata al problema delle mulue.

La discussione è s tata iniziata dall 'on. Morelli sulla funzione e sull 'inquadram ento delle Casse

1895

l\1utue, ch e devon o presentarA un minimo di garanzia, in modo da offrire ai medico non la concorren za ina la sicurezza della professione. Si accenna ad un mi11i1uo di cor1tributo capitario, fissando un limite minimo, e d'altra parte ·stabilenclo il principio che n essun contratto può essere perfezionato al di fuori del beneplacito del Direttorio Nazionale. Nel prosieguo della discu ssione si accenna agli studi in atto per adeguare ed equi_ ljbrare le mutue in modo da formare un organismo J1el quale un organo possa rispondere e garer1tire la fur1zionalità dell'altro. Anche il problema degli ambulatori e della as·sistenza ospeda- · li era rientra nel giro di quelli che si addensano intorno alle varie forme di mutualità, e l 'on. Morrlli riferisce sui passi per giungere ad una norrnalizzazione anche di questo campo. Come, del resto, la libera scelta, ch e si riduce ad una elevazione della classe mutuataria la quale si sente, in t al modo, ljbera di ·scegliere il m edico di sua fi·a,1ciA. Alla discussione h anno pre·so parte oltre l 'on. Morelli e il dott. Di l\ifarzio, il prof. Gasparro, il dott. :\Ieninni 'd i Udine, il dott. Gallo di Foggia, il prof. l\1asnata di Pavia, I 'on. Perna , il dott. Dosio di Novara. Dopo lai relazione clel ùott. Pisenti, e quella del dott. Giocondo Protti, ch e auspica le r elazioni diret te tra il medico ~ l 'ammalato, inagari attravprso l'opera del Sindacato, 1'on. Morelli riassume e chiariflcn la discussione, ribade11do i concetti e~posti e che form a110 le basi direttive date dal Sindacato Nazionale. Il 7 ottobre i con gressisti lerno, ove ha avl1to luogo Scuola Me'd ica Salernitana, discorso del prof. Capparoni libri anti chi .

si sono recati a Sala celebr azione della con un interessante e con una Mostra di

Con l1na riunione tenutasi l '8 ottobre nelle Ter1ne stabbiesi si è co11cl u so il Congresso. Dopo discorsi del Sindaco e òel prof. Botti, l 'on. Morelli ha .riferito sul problema delle acque, medicinali, rilevandone l 'importanza. Ha parlato poi sulla missione delle mutue precisando fra l 'altro ch e queste n on devono determinare una decurtazionè degli introiti della classe medica. È stato 'da ultimo preso in esame il problema delle mutue degli impiegati. Alla discussione hanno preso parte, oltre l 'on. Morelli, i proff. Ga·sparro, Baslini, Bobba, Salotti, Sorrentino, Romagnoli e il dott. Ranughi. Alla fine i proff. Manin e Bergonzi h anno presentato un ordine del giorno nel quale si fanno voti perchè le mutue poggino sui principii della libera scelta, del pagamen lo a notl1 la, dell 'adeguame11lo delle notule alle tariffe m ediche sindacali n1i11ime. In via transitoria, per le casse mutue malattie delle industrie si accetta urt « forfait» capit ario. La discussione è stata riasSltnta dall 'on. ~avolini che ha parlalo degli apporti della Confed.e razione alla causa sindacale me .. dica. Quindi ·sono stati inviati t elegrammi al Duce. all 'on. Starace e ad altre personalità. Il Congresso si 0 chiuso con il saluto al Duce .


1896

« IL POLICLINICO »

CONCORSI. POSTI VACANTI.

[ANNO XLIII, NUIVI. 42J,

NOTIZIE

DIVERSE

10° Congresso nazionale d'igiene.

RoMA. Istituto Nazional.e delle Assicurazioni

C?ncorso per 1itoli ed esami, a otto posti di ·medico nel ruolo speciale per il personale tecnico del Servizio Sanitario dell 'I. N. A. fra laureati in Medicina e Chirurgia. Domanda alla Direzione Generale (Servizio Personale) in Roma, vias Sallustiana 51, non oltre le ore 12 del 28 novembre. Età limite 34 anni. I vincitori del concorso dovranno assumere ·servizio entro 15 giorni dalla data del}'avviso; resteranno ir1 prova per un periodo di sei mesi; godranno una retribuzione iniziale complessiva annua lordai di L. 15.897,60 (al netto delle i-iduzioni e tenuto conto dell'aumento dell '8 %) e, dopo il passaggio in ruolo, il contributo per il trattamento di quiescenza, oltre le altre indennjtà. Chiedere annunzio. VENEZIA. Osped(J)li Civili Riunili. Scad. ore 17 del 21 dic.; primario medico (2a. Divisione, medicina generale), primario pediatra e primario oculista; età limite 40 anni al 21 sett.; assegno lire 6000 annue; tassa concorso L. 50. Chiedere annunzi. Rivolgersi alla Segreteria. NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.

Il prof. Georg Magnus, ordinario di c.hirurgia e direttore della clinica e della policlinica chirurgiche del! 'Università di Berlino, ha accettato l 'inv)t(\ di passare, con le stesse mansioni e qualifiche, all'Università di Monaco.

NOSTRE CORRISPONDENZE Da Porto Sald.

Vogliate pubblicare, a seguito della, mia corrispon'de11za comparsa nella vostra autorevole Rivista N. 30 del 27 luglio u. s. riguardante le difficoltà di rimpatrio per i marittimi sbarcati per malattie in questo porto - non ostante il continuo transito di piroscafi italiani di ritorno in patria - che finalmente il problema, alla cui solt1zion e da tanto tempo mi interessavo, è stato risolto. Infatti l 'Ufficio di Stato Maggiore della R,. Mari11a dalla fine di agosto ha autorizzato l'Ufficio Traffico del locale Consolato Italiano « a concedere l 'imbarco ·su navi noleggiate o su navi ospedale dei inarittimi nazionali sbarcati a Porto Said per malattia e per i quali si ren'd a necessario il rimpatrio ». Non ostante l ':)ggiunta « . . . che la concessione deve essere vagliala volta per volta e data soltan to nei casi di assolula necessità ... >> si può comunque dire risolto il problema, e finito l'as·surdo di doVffe trattenere qui dei marittimi perchè i battelli noleggiati od ospedali, pur avendo posti no11 li imbarcavano. Colgo l 'occasione per ringraziare l 'on. Commissario della Federazione Nazionale Fascista della gente del mare per l 'appoggio che si propon eva dare alla soluzio11e del problema e per le parole che nella lettera pubblicata nella V. rivista N. 38 de] 21 sett. u . s. si è compiaciuta scrivere per l 'attività dello scrivente. Con o·ssequi. Porto Saict, 25 settembre 1936-XIV. Dott. LurGr DoR1.

Il 4. ott~b,re a Napoli, nel! 'Aula ~lagna deila R ..Universi~a,. venne inaugurato il X Congresso· °:azionale d igiene, promosso dall 'Associazione Ila-liana Fascista per l 'Igiene, i1resieduta da S. E. il prof. Dante J?e Blasi. Erano presenti numerosi congressisti ed alte personalità. · Il pod.es~à. di Napoli avv. Orgera ha portato ai c~>ng:es·s1st1 il saluto della città, ricordan'do le prin?ipali ~pere d 'i~teresse igienico compiute a Napoli in Regime Fascista e quelle in via di realizzazioi1e. Ha esaltato la figura di Giorgio De Blasi studente in 1nedicina all 'Ateneo di Roma, caduto' i11 volo il 14 ottobre dello scorso anno, nel cielo di Littoria d. u.r~nte l 'adempimento del dovere. Il preside dell~ Facoltà medica, prof. Dominici, ha portato il sa-· luto dell'Ateneo. Il sen. Gatti, in rappresenta11za del Segre~ario del Partilo, ha pronunziato un rilevante discorso, ispirato al vivo interessamento ~~e i! Partito port a alle opere intese al progre·sso· igienico del Paese. Il prof. Ottolenghi. vice-presidente dell 'Associazione e presidente del Comitato· ord~natore del Congresso, in nome del presidente nozionale S. E. De Blasi, ha ringraziato gli intervenuti; ha poi magistralmente definito i vasti compiti dell'Associazione, sia per lo stud io dei probl emi igienici, sia per l'attuazione di un complesso programma di propaganda igienica ed ha illustrato i temi propo·sti al congresso , tutti fondamentali e d'interesse nazionale. Ha commemorato molto efficacemente Giorgio De Bl asi ed i soci recentemente deceduti Si è poi proceduto alla proclamazione della Fon.d azione intitolata al nome di Giorgio De Blasi. Sulla iniziativa della Fondazione, da affidarsi al] 'Università di Roma - alla quale Giorgio De Blasf appartenne - e sulla spontaneità ed un animitàdei consen si pervenuti da ogni parte d 'Italia e s11l sig·nifica~o altamente spirituale della manifestazione in ricordo dell 'Eroe, ha riferito il segretario nazionale · dell 'Associazione, prof. Alberto Botti. La commovente cerimonia ha dato luogo ad u11a m onjfe·stazione di ·a evoto omaggio, che il Congres. so unanime ha tributato al suo illustre presidente, S. E. De BJasi. Alla cerimonia ha aderito il Rettore Magnifico della R. Università di Roma ed è stato presente il Podestà di Littoria. S. E. Petragnani, direttore generale della sanità pubblica, ha dichiarato quindi solennemente aperti i lavori del Congresso. Poi i congressisti si sono recati alla Casa del Fascio, per la depo·sizione di una corona d 'alloro sul Sacrario. I lavori svolti - per l 'interesse dei temi, per il valore dei relatori e per l 'ampiezza delle discussioni sollevate - sono destinati ad avere u11a ripercussione nazionale. Tra i temi sono: il compito degli istituti assicurativi nella prevenzione, relatori Giannini, D'Alessandria e Romanelli; la lotta contro la mortalità infantile, r elatore Laurinsich; i problemi igienici dell'impero coloniale, relatori Andruzzi ecc. Numero·se sono sta le le comunicazioni. I congressisti hanno visitato le Tern1e di Castellammare di Stabia, illustrate dal prof. A. Botti~ e quelle di Agna110 illu·strate dal prof. G. Pansini_ A Castellammare si è tenuta una parte dei lavori. Prima di procedere alla chiusura del Congresso, 1


[ANNO

XLIII,

NUl\I. 42]

SEZIONE PRATICA

il 7 ottobre si è tenuta l 'assemblea generale del1'Associazione Fascis la per l 'igiene, nella quale sono state rilevate le attiYità di studio e di propaganda dell 'Associazione stessa e sono stati riasSl1r1 ti i risulta li dei lavori ciel Congresso. Il prof. Bolti ha letlo la relazione morale di un biennio di attività dell 'Associazione. L'Accademico De Blasi ha quindi chiuso i lavori rivolgendo un vivo ringrazian1.ento alle autorità locali ed ha annunciato cl1e il prossimo Raduno sarà tenuto a Paler1110. La chiu·sura ufficia]~ __rjel Congresso ha avuto luogo successivarnente in Salerno, ove si è svolta la co1nmemorazione della Scuola Medica Salernitana, alla p~esenza di nu111erosi congressisti che hanno elevato u11 entusiastico saluto al Duce. , Il preside11te nazionale prof. De Blasi ha pronunziato un breve discor so compiacendosi per il risultato dei lavori e mettendo particolarmenle in rilievo la solidarietà di lavoro fra il congresso di igiene ed il congresso nazionale d el sindacato fascista dei medici sYolgentesi pure a Napoli .

12° Congresso italiano di medicina del lavoro. Avrà luogo dal 24 al 27 ottobre a Napoli, sotto la presidenza d ell 'on. prof. Castellino . Lo st esso prof. Castellino tratterà delle « Ripercussioni morbose della nuova chimica industriale », con sp eciale riguardo al b erillo, al cadmio, all 'alluminio e al magne·sio (saranno correlatori i suoi assistenti); il prof. Preti parlerà insieme ai proff. Cl1iariello, Sgambati, Di Prisco e Caso, ~elle « Altera: zioni deJJa colon11a vertebrale per il lavoro » ; I proff. Malan e Bruzzi su~Jc « Otopatie da _rumo~i »? i proff. Ranelle lti e A1ello sulle « Ass1curaz10111 obbliga tori e ». . . . . Durante il conveg110 i] prof. Lu1g1 Ferrann1n1 commemorerà il con1pianto sen. Luigi Devoto. Co1npleteranno il progra1nma dei lavori due conferenze: 'd el prof. Diez su cc _-eoplasmi e jnfortuni » e d el prof. Pansi11i sulle « Cure idrotermali per i lavoratori »; ·si .faranno visite. ag~i ~tabili­ men ti induslriJ li ecc. Molte comun1caz1on1 sono iscritte ali 'ordine del giorno. Segretario d eJ Congresso è il prof. Scipj one Caccuri a·ssistente clel R. I stituto di Medici11a del l ,avoro1 dell 'Univcrsità di Napoli. I congressisti possono u sufr11ire della riduzione ferroviaria del 50 per cento g ià con cessa dalle FerroY~e dello Stato per Napoli e valida sino al 15 novembre, senza bisogno di alcuno speciale documento.

Il calendario dei Congressi nell'anno XV. Si è riunita alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la C~m111i sione pern1anente per i Cong1essi is tituita dalla legge 30 marzo 1936, n. 697, presieduta d a S. E. il Sottosegretario di Stato marchese Giacomo Medici Del ' 'ascella e con l 'in terve11to d ei rapprese11lanti del Partito Nazionale Fascista clei Ministri competenti e di Enti diver i. Il presidente, dopo aver riv?lto il ~~luto ai convenuti, riassun1e brevemente i comp1t1 della Co1nmjssione e le fj11alità della 11uova legge, la quale, o"·viando agli inconvenienti prima verificatisi, mi ra, col preòi porre il calendario rlei C?ongres·si da tenersi ogni anno nel Regno.' ad eY1~a.re . l 'o~ga: nizzazior1e a breve di. tanza d1 tempo d1 r1un1on1 attinenti alla stessa m ateria, ovvero in località non idonee nonchè il oYrapporsi di più manifest azioni ~el tempo e tal volta a11che nella stessa cit là, senza riguardo alla capacità ricettiva locale.

1897

La Commissio11e ha approvato l 'ele11co dei Congressi nazionali ed internazionali che avranno luogo nel venturo anno !ascista ed ha ·sottoposto alle dfilerminazio11i del Duce il relativo calendario ufficiale, che sarà al più presto pubblicato nella <e Gazzetta Ufficiale » del Regno. •

Messaggio dei medici Italiani ai colleghi dell' A.r· gentina. _AJJ. 'Associazione medie« argentina, presenti illustri medici dell 'Argenti11a e dell 'Uruguay, il prof~

Carlo li'oà, di Milano, ha trattato delle manifesta-zioni chimiche dell'attività nervosa. Alla fi11e della conferenza il prof. Foà ha dato• lettura di un messaggio dei medici italiani ai medici arger1 tigi. Il n1essaggio, che ha un chiaro ac-· cenno all 'impulso che il Fa scismo dà a tutte le m&nifestazio11i intellettuali, è s lato accolto con dimostrazio11i di Yivi·ssima simpatia. La Società argentina di anatomia ha nominato il prof. Carlo Foà proprio socio onorario. Alla Ii'acoltà di Medicina presso l 'Università di Rosario il prof. Foà ha svolto il tema: « Il sistema nervoso e le glandole endocrine ».

Una mostra fotografica di sanitari italiani. ~ei prossimi mesi l\ililano ospiterà u1-1a. Mostra fotografica alimentata da foto dovute alla classe~

sanitaria italiana (medici, farn1acisti, veterinari).La l\!Iostra ·sarà preceduta da un concorso che met-· te in palio n11merosi premi i11 denaro. Essa sii svolgerà nei saloni <iella ,Soc. Assalonnia ch e· - come già fece per la Mostra dei medici pittorb. e scultori milanese - si assume mecenaticamente, le cure della or ganizzazione. La l\!Iostra ed il concorso fanno parte dell 'attività della A·ssociazion e lVIe'd ici Italiani Artisti, patrocinati dai giornali « L 'Italia Medica » e « Nicia »r

Un po' dovunque. l\!Ientre questo numero viene i1npaginato, si tie-n e a Torino il co11gresso naz. di otorinolaringolog ia e stanno per iniziarsi : a Ro1na quello di dermosifilografia e a Milano quello di ostetricia e ginecologia. Ne riferiremo prossimamente. L 'assemblea del Xv' Congresso della Società Italiana di Urologia, di cui demmo notizj a nello scorso 11umero, ha proceduto alla nomina del nuovo Comita lo perrr1ane11te che è risul Lato così composto: presidente: prof. _i\. L. Bonanome di Roma;. vice-presidente: proff. C. Chiaudano di Torino e· G. V. Tardo di Palermo; con sigli eri : proff. G. Nicolich di Trieste e R. Sabatucci di Roma ; segretario: dott. Alberto Oberboltzcr di Ro1na; tesoriere : dott. G. i\tiazzotti di 1-lom a; vice-segretario : dolt . Taralli cli Chieti. In uno dei prossimi n u m eri daremo il resoconto d el Congr e·sso. Il 2° Congre so annuale della Società italian a di anestesia e analgesia si t errà nella Clinica chirurgica di Roma il 22 ottobre. Relazioni: « L 'an estesia basale: ineccanisrno cl 'a1.ione, vantaggi e pericoli» (r elatori Aiazzi-Mancini, Stoppato) ; « Incidenti gravi e mortali da anest esia » (relatori: Rarbera, Giordanengo, Bogetti) . .Segreteri a: Cli11ica chirurgica della R. Università, cor o XXVIII Ottobre, Torino. Il 2° Con gr esso internazionale di 1otta scientifica e , ociale contro il can cr o si è adunato a Bruxelles


1898

cc

IL POLICLI1'ICO »

dal 20 al 26 selte1nbre, colla patecipazione di oJtre 500 deleg·ati, rappre·sentanti 42 Nazioni, sotto

la presidenza del dott. Lerat, presidente della Lega Nazionale Belga contro il Cancro. All 'inaugurazione intervenne il ministro della Sanità Pubblica Vandervelde. Il 5° Congresso medico panslavo ha avuto luogo dall '11 al 15 settembre a Sofia. Contemporanearr1 ente gli studenti slavi di n1edicina hanno tenuto le lor o assise. Si è tenuto a Digione il 4° Congresso dei cc n1edici amici del vino », sotto la presidenza del prof. P<1rt111an11, con l 'intervento di circa 250 medici convenuti da varie regioni della Francia e dalla Svizzera. Il prossimo congresso è indetto .:\d Algeri n el 1987. In occasione della lOa adunanza della Società t edesca di m edicina tropicale, il 24 sett embre, ft1 inaug urato ad Aniliurgo l 'ingrandimento del1'0spedale per malaltie tropicali, ingrandimento reso possibile da. "Q.n lascito ·d el sig. Erne·sto Hokrneyer, aspcortatore e rappresentante della « I . G. Farbenindustrie » n el Guatemala. I .. 'ospedale cont.iene ora 70 letti. l\ell 'Istituto p er le malattie professionali dell 'Ur1iversità di Berlino si è svolta una riunione di medici del lavoro ; il Erqf. E. Vigliani di Torino vi ha tenuto una breve conferenza illustrando l'Istituto di medicina industriale di Milano. Alcuni professori dell 'Univer sità di Milano hanno stabilito di onorare il 50° anno 'd i la1urea del ·sen. Belfanti, facendosi promotori di una r accolta .di fondi, per istituire una borsa di studio intitol ata al suo nome. Il Sovrano ha inaugurato ad Alessandria il San atorio dovuto alla munificenza del sen. Borsalin o e ch e Alessandria ha con sacrato al Suo au.gusto nome. L'opera imponente, ch e sorge alla -sinistra del Tanaro, ·sopra un 'area di 96.000 mq. 1n regione Cantarana, è capace di 250 letti. S. A. R. I . la P,rincipessa 'd i Piemo11t e, che ha .compiuto la sua pratica di Crocerossina agli Ospe-

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XLIII, :\ui\1. 42J

clali Riuniti di Napoli, ha fatto espri1nere al Presidente degli Ospedali Riuniti, marchese Vincenzo Gjrace, il su o alto cor11piacime11lo per la relazione sull 'attività svolta nel primo semestre dal Comita to di assistenza o·spedaliera e post-ospedaliera ' ch e Ella presiede. Il Governo francese ha citato all 'ordine del giorno della Nazion~ il dott. Charcot e i suoi compag:µi vittime del naufrafilo del cc ~ourquoi Pas? ». In età di 77 anni ha chiuso la sua laboriosa esistenza il prof. GABnIELE TEDESCHI, ultimo rappresentante della vecchia Scuola inedica napolelana. Appassjo11ato dell 'insegnamento, coltissimo ed esperto, oratore chjaro e preciso, conquistava l 'ud}torio; è così ch e il suo corso pareggiato diYe11ne frequ entatissirno ed egli fu uno d ei Maestri più apprezzati. Fonclò a Napoli nel 1925 la Scuola ine'd ica ospedaliera e l 'annessa Società fascista di cultura m edica. Lascja un centinaio di pubblicazioni , tra cui noleYoli quelle sulle angine gastriche e addominali, sull a spleno1negalia pretubercolare, sull 'eliminazione del piombo e molti lavori di gastro-enlerologia. Del suo volume cc Semeiologia fisica e funzionale degli organi addominali, con cenni di diagnos lica » sono comparse due edizioni (1902 e 1905), esauritissime. Ha coperto molte Céìriche sanitarie; tra l 'altro, fu 'd irettore di reparto agli Incurabili, direttore della ·Clinica cc Do1nenico Capozzi >> annessa a que·sto ospedale e fu an che direttore dell'ambulatorio per le m alattie del tubo diger ente all 'Ospedale della Pace. Diresse per qualch e tempo l 'Istituto antirabbico, annesso aJla: Clinica di Cantani , e fu m edico provin ciale . Dichiarato eleggibile alla cattedra di clinica m edica di Messina , avrebbe potuto seguire la carrier a universitaria, i11a J1on volle allonta11arsi da Napoli. Fu consigliere e assessore per 1'igiene 'd el Comune; rifi11tò la carica di sindaco, per non interrompere la ·sua attività didattica e professionale. Era nato a Villa Santa Maria (Chieti); è deceduto a Sepino (Campobasso). Ci lascia in legato un nohile esempio di operosità. A. P. ,

Indice alfabetico per materie. Alcoolc1nia dopo somministraz. d 'in su lina . . . . . . . . . . . . . Pag. 1885 Amen orrea delle diabetich e . . . . » 1855 )) 187,.., Angina pectoris : cura . . . • • • 'Bibliografia . . . . . . . . . . . . » 1884 ·Cltetonemia: cura e profilas·si » 1886 Co1na diabetico : clinica . . . » 1889 ·Crona;ca de l movimento profe ssionale » 1892 Dini trofenoli : effetti tardivi . . . . . . » 1890 'D istrofia i11uscolare progressiva : terapia )) pancreatica . . . . . . . . . . . . . . 1885 )) 1886 :Diuresi epatica . . . . . . . . . . . . . Emorragie gastro -·duodena)i: tera])i a )) 1885 chirurg. d 'urgenza .. )) iEmolerapia . . . . . . . . . 1864 Diritti di proprietà riservati. .aut..,,.,v;azione scritta dalla

~ed..-izione. ~

Epiden1ie di nausea e vo111 i t o . . . Pag. 1883 )) 1878 Gastro-enlerologia: recenti progressj . )) 1861 Ir1nesti dermo-epid ermici . . . . . Ipertensione essen ziale: pat ogen esi e profilassi . . . . . . . . . . . . . . . )) 1876 )) 1886 Ittero per ritenzione acuta . . . . . . . Navi-ospedrvle rielle operazioni d 'E liopia )) 1891 Nevralgie essenziali del trigemino: trattam ento chiru.r gico : contribu1 o di )) 1873 C. Cavina . . . . . . . . . . . . . . )) 1883 OrmonosiProterapia teslicolare . . . . Poliomielite Sl1bacuta: anat. patolog. e )) 1890 pa toge11e j . . . . . • • • • . • . . )) 1890 Sanguisu gh e: co1nmercio . . . . . . )) 1885 Ulcere peptich e dopo resezion e ·

Non è consenti~ ~ nsta!"pa ~ .lavo:i pubblicati nel Policlinico se non in seguito aà vietata la pubblicazione di sunb di essi senza citarne la tonte.

A. Pozzi, resp.

C. fl·RucoN1, Red. capo.

Roma - Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.


ANNO XLIII

Roma, 26 Ottobre 1936 - XIV

Num. 43

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE ·

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE SEZIONE

PRATICA

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI

Clinico

Medi~o

di Roma

ABBONAMENTI ANNUI: 1° GENNAIO - 31 DICEMBRE Italia Estero Cumulativi: (l) Al:LA SOLA SEZIONB PRATICA (setti.mainale) L. 58.80 L. 100 (2) ALLB DU.B EEZIONI (pratica e medioa) . (1-a) ALLA SOLA SEZIONE MEDICA (mensile) . L. 50 - L. 60 (3) ALLE DUJ!I SEZI8NJ (!Pratica e chirurgica) (1-b) ALLA SOLA SEZtONl!l CHIRURGICA (mensile) L. 50- L 60 (f) ALLll TRlt SEZIONI (praticai medica e chirur.). Sineoli:

Un numero separato della

SEZIONB MEDICA

o della

CHIRURGICA

L. 6 ; della

PB..&.TICA

Italia L. 100 L. 100 L. 125

Estero L. 150 L. 150 L. l~

L. a,50

SOMMA,RIO • Lezioni : G. Jona: Turbe cir colatorie del capo, accessionali, extra-apop1ettiche. Lavori originali : F. Sciacca: Cloruro di sodio e glicemia. Sunti e rassegne : SISTEM A NERVOSO: P. Hartenberg: Le cau se del riflesso epilettico. - A. Baudoin: Una r a ra complica.nz a della ventricolografia. I disturbi visivi. - MISCF.LLANEA : W . S. C. CoJ>eman : II trattamento della fibrosite. - L. J. Witts: Le emoglobinurie parossistiche. Divagazioni : V. Duooeschi : L'alimentazione umana nelle età preistoriche. Notizia bibliografica. - Cenni bibliografici. Accademie, Società Mediche, C-0ngressi : Società MedicoChirurgica di Catania. Appunti per il medico pratico : CASISTICA: Rapporti fra

OSPEDALE 1CIVILE DI VENEZIA.

A.

l\{INICH.

Torbe circolatorie del capo, accessionali, extra-a pop letti che. LEZIONE 1a tle l 1)rof.

G1usEPPE

JoNA, medico primario.

Abbiamo attualmente nelle nostre Sale una serie di malati, in cui , sotto runa o l'altra forma, in un territorio o viscerale o sensoriale, domina il sintoma delle eiris·i vasalv: dico il siintoma per chè la crisi 1JaJS(JJl1e non è che un fenomeno, che può presentarsi nelle condizioni più varie, ed è proprio dell 'ipertensione arteriosa come della ipertonia essenziale primitiva, e può p•r esentarsi (com e disse Pal fin da principio allorch è fondò questo capitolo) anche negli ipotesi, sotto forma di crisi di vasodi'fJatazion e, di crisi vaso-parG1Vitic1h e, le qua] i sono me110 note, ma non meno gravi e pericolose delle angiospastiche. Mi ri . . ervo in una ventura lezion e di intratten ervi su una serie di malati , con una sede 1

aippendicite cronica e coliti croniche. - Anemia ip<>cromica con sindrome di Plummer-Vinson: - TERAPIA : Il trattamento delle col:iJbacillosi urinarie. - Morfina od atl'opina nelle coliche renali? -· Sulla cura dell'enuresi essenziale n·o tturna. - DIAGNOSTICA: Valore della prova del galattosio nell'ittero da ritenzione. FORMULARIO: Nel prurito. - POSTA DEGLI ABBO~ATI. VARIA. Politica sanitaria e giurisprudenza: G. Selvaggi : T.rattamento di quiescenza agli i1mpiegati non iscritti alla Ca.ssa di Previdenza. - Incarico provvisol'io per durata determinata. Nella vita professionale : Servizi igienico-sanitari. Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

LEZIONI • CUOLA DI MEDICINA PRATICA

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della crisi angiospastica tra le più importanti e le più studiate: quella retinica. Oggi Vi presento una vecchia m.a lata, con crisi vasali del capo, iniziate cinqu·e anni fa , e ch e durano tutt 'ora frequenti e moleste. L 'ammalata ha 75 anni ed -è un 'arteriosclerotica , a modica ipertensione. Ve la presento perch è non è frequente che le crisi vasali durino tanto da costituire di per sè uno stato di ma.lattiOJ, mentre ordinariarr1ente si presentano n el periodo in cui lo stato arterioso ipertensivo o ipertonico si va costituendo , e cessano , per dar luogo ad altre sofferenze , quando la ipertensione è confermata e stabile. Qui, appunto colla sua lunga durata , questo stato vasomotorio non è il solito episodio accidentale, fugace , per lo più senza postumi, ma rappresenta invece il tipo di sofferenza, con cui lo stato di ipertensione arteriosclerotica del capo si è manifestato e stabilizzato È sotto questo punto di vista ch e mi tratterrò con voi intorno a questa ammalata, perch è mi dà occasione a confrontarla con altri casi in cui lo stesso tato di arteriosclerosi del capo, si presenta, prima e al di fuori del fatto


1900

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IL P OI.Jl'CLI:"il CO ))

apoplettico, con sindromi diver se d.all 'attuale, e mi dà occasione a studiarne così il diverso m·eccanismo di produzione, con1e le diversità _ di indicazione curativa. D. R . Carolina, di a. 75, casalinga. Fu sempre sana, mes truò a 13 anni: la m enopau sa avvenne a 52 anni, senza disturbo alcuno: è nubile. Le sofferenze per cui entra cominciarono a 70 a11ni, e da allora non cessarono più; consistono i11 ciò che l 'ammalata si sente, di tratto in tratto, irr1provvisamente, colta d a senso di intenso calore al capo, cui segue vertigine, e poi, spe·sso, perdita di conoscenza e caduta ·a terra. Questi attacchi si sono fatti sen1pre più freque~ti. Dopo uno di essi, n el dicembre scorso , si ridestò con p aresi della m età d. d el corpo, e inceppamento d,ella parola . Riacquistò la parola rapidamente; rim ase lieve def icit degli arti di d. Si presenta come una vecchietta arzilla, in condi1ioni buone di nutrizione generale, stato mentale p erfetlo, funzioni viscerali r egolari. L 'esame vi·scerale è affatto negativo. La radiale è un po ' tortuosa , a paret e un po' dura : p olso ritmico egu al e, moder atamel)te iperteso : ha oscillazioni lievi intorno a 175 Mx., 115 Mn. L 'orina è limpida, copiosa, sen za albumina nè glu cosio, con p. sp. fra 1010 e 1012, con qualch e raro cilindro nel sedimento . Azotemia (10 g. dopo l 'ing·r esso) 0,57 % a; glicemia 1 % 0. La parola è n ormale. Vi h a lievissimo spia11an1ento dei lineamenti di destra , · e un deficit appen a rilevabile alle man ovr e di ~Iingazzini agli arti di destra, con rifl esso patellar e un po ' e·sager ato, e accenno di Babinsky. Sen sibilità obbiettiva , in tutte le su e forme, 11ormale così a des tra com e a sinistra. Visus bila ler almente buono. Lievissima ipoacu siai biJ a leral e: a 20 cm . è ancora avvertito il ticLac dell 'orologio , e la voce afona. Non ha rumori Sl1bb iettivi . Ordinariam e11te ha la faccia un po ' accesa: r arnme11te è p allida. Con gr ande frequenza sp eci alm ente per ogni piccola em ozion e, il rossore de11a faccia si fa inten·so, m entre il n aso ed il labbro s11periore spiccano per il p allor e. Al rossore segu e un sudore profusissimo dell a faccia, e ch e talor a si diffonde a tutto il corpo. Q11ando è così arrossata e suda11te con grande frequenza si verifica la vertig·ine. Ed ogni tan1o alla ver tigine segu e l a perdit <! della conoscen za e la caduta.

Mi preme che i punti storici del quadro morboso sian o stabiliti dina n zi a Voi con assoluta eviden za. L 'ammalata è perfettamente lucida e pronta: le sue risposte sono precise e costanti: è certo ch 'essa non conobbe mai nel passato n è v·ertigini, n è crisi di rossore o di sud orazioni , n è alc un altro fenomeno di caratter e vasom otorio : assicura , n el modo più esplicito, ch e anch e la m,enopausa si stab'i ii a 52 anni , sen za alcuna so fferenza , senza alcun a coenno di quelle varie turbe vasomotorie , ch e sono così comuni n e]l 'età critica . Cosicchè possian10 tranquillamente ragionare su questo fatto: su un t erreno di originaria co tit uzion e \ aso111o l ori~ normale, o frigida , . . i

stabili con rapidità un quadro di grave instabilità vasomotoria allorchè la donna ebbe 70 anni, cioè nel periodo in cui si sogliono co11siderare i fe11omeni vasomotori come ridotti • e poveri. Certo, in condizioni normali, essi nor1 possono paragonarsi a quelli dei giovani·, in cui ogni emozione si tradisce 11ella subitaneità del rossore e del pallore , ogni funzion e secretiva risponde immediata al bisogno attraverso lo scatto vasomotorio. Ma in condizioni patologich·e, e particolarmente nell'ipertension e del1'arteriosclerosi, non meno forse che nella ipertonia essenziale, essi rappresentano anche nel1'età matura e nel Yecchio, un elemento importante nel meccanismo di sindromi svariate. Il caso attuale è la prova più evidente di ciò, in quanto il fatto vasomotorio ha in esso, note particolarmente spiccate ch e costituiscono si può dire tutto il quadro morboso. Ma vi mostr·e rò più tardi ch 'esso non è un 'eccezione, e 'ch e, più tenue o larvato o commisto, esso ha parte importante in numerosi e an ch e gravi processi cerebrali. Frattanto, voglio che partendo dal nostro caso, sien o arg omento di questa n ostra lezion e, quelle soffer enze circolatorie del corpo le quali precedon o per lunghissim.o tem po l 'istituirsi di una emorragia o di un rammollimento , o ch e p ossono decorrer e per anni anch e senza ch e all 'apoplessia si p,erven ga mai . Di solito non se ne parla ch·e come prodromi del fa tto apoplettico, e perciò al]a sfuggita; ma a torto, per ch è Voi vedrete col fatto come esse costituiscano di p er sè uno stato di malattia, e p erchè, sotto l'aspetto pratico, tale stato di malattia è forse più importante del1'apoplessia stessa, perch è questa è incurabile, m entre gli stati di cui Vi parlo p ossono essere allevia ti , .e 'il loro trattam,ento può imp·edire ch e l 'aploplessia si avveri. Parlando di tali soff.erenze circolatorie, Vi dico subito p erò che an che queste vanno considerate non come entità morbose, ma come sindromi: Ogni condi zione che altera il ci:colo cerebrale, o per modificazioni della massa san g uigna , o per alterate funzioni del cu ore, o per alterazioni dei vasi , o per modificazioni della pressione così in più come in. m eno , o per alterazion e della loro innervazion e, posso.n o portare a turbe di questo genere. Qui naturalmente, poich è vo glio restare ader ente al · quadro clini co, parlo delle turbe ch e vediam o n ei vecchi , e più particolarmente in quelli ch e hann o l'arteriosclerosi cerebrale e ch e son o, p er lo più, ipertesi . La sofferen za del circol o cer ebrale, pre-apoplettica , o m eglio extra-apoplettica , può presenta rsi in essi sotto forme varie ch 'io raggruppo in questi quattro tipi: arterioso, venoso, vasomotorio, capilla,re. 1° Al tipo arterioso corrispondon o le sindron1i isch emi ch e. Qui, le arterie e specialm ente i 1

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[ANNO XLIII, NuM. 4:.3]

SEZIONE PRATICA

1901

.grossi tronchi basilari , hanno perduto, più o 2° Il tipo venoso o di stasi o di corigestione meno completam.ente, la loro e lasticità e la pass·iva si presenta quando l 'in sufficien za della loro contrattilità, possono giungere ad essere vis a tergo determina la stasi del territorio vedei tubi rigidi che , anche se sono rimasti ben n oso, con disle11sione delJ e vene, aun1er1to del pervii , n or1 fanno che accogliere passivamente sangu e stagnanti. la corrente sanguigna che il cuore vi ha spinta. Ordinaria111 ente questo tipo dà la faccia conIl coefficiente dinami co, apportato dalle arte- ges ta , la cefalea gravativa , il martellantento rie alla circolazione del territorio sottostante, delle tempie, la verti gine, la nausea cerebrale, coeffi ciente ch e fisiologia e patologia, con coril bisogno di riposare col capo b en soll evato, di, hanno dimostrato in modo sicuro e valu- _ la tendenza al sonno invincibile, al sonno petata in un grado assai notevole, resta con1plesante, alla narcolessi. tamer1te soppr esso. Pressione e velocità del Qualche fatto è comune al t ipo precedente: sangl1e, nel territorio , restano in funzione soltale la vertigine, tale la t€nden za al sonno tanto della energia cardiogena , finiscono col profondo, però con qualche carattere differenseguire leggi puramente fisi ch e secondo l 'i- ziale su c ui non voglio trattenermi per non draulica della circolazione dei liquidi in va i cadere in sottigliezze eccessiv€ : in og ni modo rigidi. rossore e sub-cian os i anzichè pallore, ·p olso Così pressione e velocità , coeffi cienti del pieno e scoccante anzich è rnolle e vuoto , sencarico sanguigno dell 'organo, risultano costan- so di sollievo del c<ipo er·e tto, anzich.è dal capo temente deficienti, e così alla inten sa sclerosi abbassato, sono caratteri nettamente differendel circolo basilare con segu e un 'isch emia cezia li. 3° Il tipo vasomotorio, ch e è così spiccato rebrale che ha le su e condizioni di stato e qu·elle di accesiso o crisi: lo stato è la condi- 11ell 'ammalata intorno a cui sto tratten endozione abituale di mala irrorazione ch e può mami, si presenta con qua dri varii. In gen era le , nifestarsi col pallore e l 'astenia abituale, con se esso costituisce di per sè tutto lo stato morcefalea, con sonnolenza od insonnia, con qualboso, l 'arteriosclerosi r1on è grave: la mente ch e tendenza vertigino a, bisogno di star spesè lucida, vi ha una discreta resjstenza alla faso in posizione orizzontale, a capo basso. tica, così fi sica ch e mentale, però con un certo Tale isch emia non i1orterà lesion i anaton1iquadro di abituale irrequietezza; e di tratto in ch e se non sor passerà un certo grado, e se non tratto compaion o . fatti del capo, in form.a del durerà assai a lungo: l 'esperienza clinica fatutto ascessionale, così che assumono verarebbe dire: anche per anni. mente il cara ttere di crisi per lo più angiospaL'accesso si verifi ca in un dato istante, o stich e : crisi angin oidi , crisi vertiginose, crisi per un min orato lavoro sistolico del cuore (per d'angoscia , e ta'l ora cri i epilettiformi, cri si di le ragioni più varie , e ch e può esser·e affatto afasia , crisi di amaurosi, cri i di emi paresi. passegger o), o per una derivazione prodotta da Ql1ella eh 'io Vi h o descritto fin da principio un ri cl1i am o del sa ngue ad altro organo, per nel presentarvi l'ammalata attuale, è un a foresempio allo stomaco, per il suo lavoro digema tipica di un su ccedersi ora freque11te , ora stivo, e talora fi11 dal primo giungervi del cibo. raro di crisi del capo ch e si possono dire di Se la circo lazione territoriale del capo , è abivaso-dilatazione p e riferie~ e vaso-costrizione tualrr1en te r.idotta al limite della suifficienza, centrale. Difatti in lei avvien e abitualmente ch e avviene che questa minorazione cardiaca o sotto il più piccolo stimolo, o sen ~a alcuno stiquesta derivazione d'e lla massa sanguigna , por- molo apprezzapile , è colta da im provviso rostano ulteriore di sce a nella san guificazione dei . sore o sudore della fa ccia , a cui imm ediatacentri , che appalesano le loro sofferen ze con mente segue vertigine e talora perdita d'ella turbe di aspetto talora minaccioso: in questo conoscen za. Ora arrossan1 ento e sudore sono caso basta talvolta la fatica del pasto, per ch è fatti di vaso-dilatazione, la brusca perdita di sorga poco dopo un estremo pallore, un assot- conoscen za è fatto di ischemia da vaso-costritigliarsi del polso, un senso di estremo abbanzione: i primi avvengono n el dominio c utaneo, dono degli arti, e poi , talora, una p,erdita del- il secondo n el dominio cerèbrale. la conoscenza , o perfino una completa sospenQuesto a ntagonis1l10 ch e si veri fi ca nella nosione del polso e di respiro , eh 'io ho visto stra ammalata è ber1 lungi dall 'essere costante giun gere ripetutamente , in un novantenne a o frequente : quasi empre la lipot imia è preme caro, fino ad uno stato di morte apparente, ceduta da pallore della faccia. con cianosi cadaverica, occhio immobile e viDa questo punto di vista il caso nostro si treo , per la durata di parecchi secondi. presenta come di eccezione, e la spiegazione L'accesso lascia senso di prostrazione, vi sedobbiamo cercarla in una oscura e dibattuta gue spes o lln sonno profondo , che è riparatore legge di . fi siopatologia del circolo : la legge e ripone n elle condizioni di prima. della bi.la11cia di Dastre e Morat, la quale amSolo il suo lun go ripetersi porta all 'astenia m ette un antagonismo tra vasi cutanei e vasi mortale ; a que la forn1a di exitus r isponde vedeg]i organi interni: quando si dilatano i prira n1en Le il i)aragone del profano, col lucig nolo mi , si con traggono gli altri, e vi ceversa . ch e . i spegne per mancanza di olio. Ques ta legge ha trovato un Yalid o a sertore


1902

fANNO XLIII,

cc IL POLICLINICO ))

ìn O. Mi.iller, anche nei riguardi del circolo -cerebrale, ma le sue osservazioni, particolarmente pletismografiche possono prestarsi a varietà di interpretazioni. Voglio però anche ricordarVi l 'esperimento di M. e D. Schneider di misurazione della corrente sanguigna nella carotide esterna ed interna, dopo iniezione intra-carotidea di adrenalina, da cui, è risultato contemporaneamente vaso-costrizione nel dominio delle arterie ·della fac cia, ·e vaso-dilatazione nel dominio ·cerebrale. · In ogni modo, tali antagonismi, la clinica si trova raramente in caso di poter controllare; e se il fenomeno che Vi ho descritto nel caso nostro può considerarser1e un esempio e una prova, altrettanto debbo dirvi ch'esso è di ec. ~ cez1one.

Un secondo elemento grave, ma non raro, ·d el quadro vasomotorio del caso nostro , è questo, che dopo uno dei soliti attacchi , l 'an1malat.a presentò emiparesi destra con turbe d ella parola, fatto di breve durata, e ch e lasciò , quale postumo definitivo , solo un lieve deficit de~gli arti di destra. .C.iè> non sorprend·e, poichè è entrato nella ' cqn~inzion e dei clinici e dei patologi che fatti vasomotori cer ebrali sp·ecialmente angiospasti<c i , possono determinare focolai di emorragia I© tdi rammollimento: e c'è ben di più, e cioè .elio la Leoria di Westph all ch e per primo ha :a:mllll1.esso esser questo il m eccanismo più getnerale d ei comunni fatti apop1ettici , è an data :acquistando sempre più terreno di fronte alla iteoria dell'aneurisma miliare di Ch ar cot, che i n r ealtà si dimostra assai giù raro ch e non paresse allora. Così, turba vasomotoria e fatto apoplettico, d ell 'iperteso, non sono più da considerare come ordini di fatti del tutto distinti , o cohtrap• • posti, ma possono invece rappresentare tappe di uno stesso processò; clinicamente ciò è dimostrato da casi come il nostro , in cui su una lun ghissima, infinita , serie di crisi vasomotorie viene una sol volta ad interporsi un accidente a carattere organico con esito , lieve ma }}erman ente. 4° il patimento capillare, non può non essere della più grande importanza. Lo stato dei capillari influisce anche sulle conseguenze delle lesioni arteriose: vi ha chi l)en . . a ch e la rigidità dell'arteria non ha gran peso se è integro il circolo capillare , e anche che le manifestazioni che con seguono alla rigidità arteriosa sono espressione piuttosto delle alterazioni dei capillari ch e in quei casi vi è connessa. T) 'alt;-a parte vi ha chi della sofferenza circo latoria capillare d el cervello fa tutt 'uno con quella delle vene, e parla di vaso-dilatazione ca.pillaro-venosa, con stasi. Io penso ch e, anche in quest 'ordine di fatti , ai capillari debba spettare una patolocria loro ,

~U~l.

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vera e propria. Voglio accennare solo ad un aspetro di questo P.roblerr1a. Ir1 u1)a mia nota di qualche anno fa sopra l 'err1atllJJa arterosclerotica (Riv. Ven. di se. med., 1932) ho esposto già questo con cetto: esistono per ogni singolo viscere fatti clinici rivelatori di lesioni della sua grossa vascolarizzazione arteriosa, in sè e per sè, ed esistono i quadri da lesione dei capillari. Così in indivi.dui, con arteriosclerosi generale o con arterioscl1.1rosi territoriali (le quali sono ben frequenti), Jì UÒ succedere che, p er rottura di :arteriole dei i.ispettivi organi, si abbiano, per esempio , ematurie ripetute, senza che vi sia nefrite arteriosclerotica, b.ron corrag ie ripetute senza induramento da stasi del polmone: e nel cervello , n ell'arteriosclerosi dei tronchi senza alterazioni dei capillari, o potranno aversi i fatti funzionali che Vi ho descritto or ora, o si potrà anche verificare improvvisa emorragia, senza che il cervello presentasse prima segni essenziali di minorata funzione. Invece quando partecipano o dominano lesioni dei capillari, allora si avrà ben più precocemente e rapidamente, la mala nufrizìone delle tr.a me parenchimali dell'organo , e conseguente alterazione e involuzione delle sue funzioni: si avrà il rene grinzo arterosclerotico, l 'induramento del polmon-e da stasi cronica, e n·el cervello, si avranno le sindromi della corteccia a tipo demenziale dell'età senile e presenile, o le sindromi di agitazioni motorie d egli stati cribrosi del mesencefalo. Possono verificar si anche in queste, d ei fatti accessionali d eterminati da particolari mom·enti ezio locr intercorrenti , m a esulano dai quadri circolatori di cui ora Vi parlo. Sorpasserei di gran lùnga i limiti della lezione, se volessi arrestarmi qui sui rapporti tra la patologia dei singoli tratti: arterie, arteriole e capillari. Potrà apparire che ne.Ila distinzio .. ne eh 'io ho fatto vi sia alcunchè di artificioso: eppure un certo grado di indipend·e nza tra esse, o per lo meno che tale indipendenza sia possibile entro certi limiti e in un certo numero di casi, io debbo affermarlo sul fondamento de i fatti clinic i, quali quelli di cui Vi ho fatto cenno: Jo confermano dati anatomopatolog ici, e lo confermano dati di fi io-pat ologia, e vi cito , solo a li tolo di esempio , il fatto che l'istamina ha azione contemporaneamente vaso-dilatatrice sui capillari e costrittrice sulle arteriole de llo stesso territorio. In ogni modo i quadri clinici r:orrispondenti alle .a11erazioni strutturali del cervello da a lterazioni capillari esulano dai fenomeni che s to ora considerando, e n on n e parlo più oltre. 1

••• Rimanendo ai tre tipi di so ffere nza vasale del capo; arterioso, venoso , vasomotorio, e rimanendo n el ca mpo dei fatti artero-sclerotici extra-apoplettici, debbo dirvi eh 'essi ben pos-


[.i\.NNO

XLIII,

~u~r.

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SEZIONE PRATICA

1905

sono alternarsi nello stesso individuo, e sodi particolare violen za, che dovemmo attribuipratutto s11ccedersi, a periodi, durante i quali re con oertezza a condizioni di circolo del caprevale l 'u110 e l 'altro di es:::;i; ma Vi dirò pupo , ma ci lasciaro110 incerti se da congestione re ch 'è tutt'altro che raro che uno di essi passiva , o da turba vasomotoria, e quindi se predomini, o sia esclusivo, per un periodo andi i11dicazione, o meno , alla sottrazione sanche lungo, anche per mesi e anche p·er anni. gu1_g11a. Ve n e parlerò a proposito della terapia. Nella presente ammalata vedete il tipo vasomotorio , sorto a 70 anni, durare già da cinque La distinzione eh 'io Vi ho fatto delle soffeanni , in un uomo di 85 a. (Giorgio C.) vidi renz·e c ircolatorie d el capo extra-apoplettiche durare due anni il tipo arterioso, a crisi pri- - in: arberiose, venose, capillari, vaso-motorie, è suggerita dalla pratica g·iornaliera che è as1na rare, poi frequentissin1e, sino al decesso, ai rioc.a di questi fa L·LL. avven uto p er polmonite, quando ancora l 'inNon ha pretesa di novità, ma .Qerò la credo telli gen za era negli intervalli conservata ·e lupiù completa di altre , e più aderente alla fisìocida. patologia di questi fenomeni. Alla distinzione E in c1uanto al tipo ven.oso, ch e è forse il più comune, r1on avete ch e a g uardarvi d 'attra sofferenza arteriosa e venosa , può corrispondere quella d ell ' ipertonia bianca e rossa faLta torno fra i vecchi delle nostr e Sale, per tron ettamente da Volhard 13 anni or sono , e ,,i v~ rne più di un esem.p io , a d·ecor o lunghissimo e })Uro. corrisponde pure quella di Laubry e Tzanck in ipertensione pa rossistica di andata e iperLa diag nosi di questi tipi in generale sarà ten sione paro si tic.a di ritorrio: la prin1a con ben facile , solo ch e se ne sia conosciuto ed [XIJ.llore spastico, fegato normale, ventricolo siaccettato il concetto. nistro aumentato , pressione radiale normale, Sarà facile , naturalm·e nte, Ja diag·nosi sinr egin1e e mig11atlazione ·enza beneficio , la tomati ca : che poi il processo fond.arnental e che secon-da con aspetto con gesto , fegato grosso, sostiene la sindroine, sia o non sia l 'arteriotachicardia , dispn ea da sforzo , tensione rachisclerosi , sarà disc utibile caso per caso. No11 dea aumentata, r egime ·e mignattazione efficaci. occorre p·er esempio cl1 'io vi dica quanto nuInsisto p erò a richiamare la Vostra attenziomerosi e svariati siano i processi ch e possono n e su ciò ch e tali fatti possono essere d el tutdare il quadro vasomotori(' del capo , e c ioè le to territori.ali , Jegati alle condizioni di circolo ipertonie essen ziali , i processi più svariati , anad el capo , e con fen omeni c linici ch e investono ton1ici e funzionali , dei centri nervosi (spesolo il capo. cialmente se colpiscono centri d esig nati alla regolazione vasomotoria), e poi un.a foll a di * * * 11rocessi en docrino-umorali . Qual è il meccanismo di l)roduzione di queMa n el caso attuale non occorre arrestarvisi , ste varie sindromi ~ poichè come Vi h o d etto e Vi ripeterò più inLe due so fferenze arteriose e venose sono nanzi , qui , solo l 'arter iosclerosi può essere in espressione evidente la prima dell 'ischen1ia , la causa . seconda d ella stasi. Ma d evo dirvi ch e anch e per la diagnosi sinL 'isch emi.a da n·1ancato a fflu sso agisce n è più tomatica del tipo di sofferenza, n è meno ch e l 'anemia cereb·r ale .acuta per . . potrà talora . essere necessaria una osservaz1011 e e una riesempio da grave emorrag ia, esterna ed interflessione più minuta. na, oppure da compressione brusca dell e caroPallore, sen so di abbandono , lipotimia sono tidi: l 'organo cerebrale ne risente altrettanto segni certi di isch emia del capo , ma potrà peg ravemente , e si rimette altrettanto ra pidarò in un determinato caso essere dubbio se somente. no da int erpretare com e dovuti al tipo arteFu già d esc ritto quanto sia m eraviglioso il rioso o al tipo vasomotorio , e ciò, può esser e cervello senile di questo tipo , poich è esso , anparticolar111ente importante , per ch è dovrà sicora integro n ell a sua compagine (perchè , a g nificar e ipoten sion e o iper-ten sione del cirquanto io penso , è integro il suo circolo cacolo cerebrale. colle contrapposte ·con clusioni pillare) e sofferente solo p er il forte g rado di terapeutich e ch e ne deriv.ano. rigidità dei suoi grossi vasi art eriqsi , perm,e tIl dubbio non è raro , e talora di g r ande te ch e il paziente p<issi talora dall'abbandono, tre pidazione pel medi co. Ricordo tale dubbio , <!alla lipotimia , perfino da uno stato quasi coparticolarn1ente in due casi . visti ambedue col m at oso, ad un risveglio e ad una lucidità m endott. Balla rin , l 'u110, r ecente, di una donna tale quasi perfette. 1Frag nilo , nel T rattato di di 58 a. in n1 en opausa da 10 anni , e con seCeconi , ri corda ] 'ammalata di Murri ch e, a g ni di un.a qualch e precoce senilità, in cui si testa bassa , poteva recitare un intero canto presentarono attacchi r ipetuti di angoscia , di d ell 'Eneide mentre n ella l)O .. izione erett a n on pallore. lipotomia , con una pre ione non olriusciva a ricordarne un verso solo. trepas..:ante n1ai i 140 J\ilx. e 80 Mn. ; l 'altro , Questi fatti a m e sono divenuti famigliari, più anti co . di un uomo di 76 a .. co t anten1e1le an ch e a Voi non sarà difficile constatarli ora ch e h o richiamato sopra di essi la Vostra te iperteso . a facili fatti vason1ot ori , ch e fu llr eso i111i1r 0Yvisam ente da atta rrhi ,·erti g in o, i atten zion e. 1


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« IL POLI CLINICO »

Ne1la sta i, dobbiamo pensare a questi fattori : aumento della pressione venosa , intossic azione carbonica d ei centri, ritardo nell 'asportazione dei prodotti di ricambio del tessuto. In quali rapporti con essi sono le sofferenze d ella paziente ? Co11sideriamo la cefalea, eh' è la più abituale : potrebbe essere dovuta a sub-ederr1a che può sorgere, ma non è inevitabile. ch·e sorga, come conseguenza della stasi. Potrebb·e anche esser e dovuta alla distensio11e d el1e pareti venose per l 'aumentata pressione, e a conseguente ~e r1 s ib·ilità do]orosa di esse: ipotesi che potrebbe parervi alquanto fantastica , ma che è amm essa da Tinel per la cefalea da sforzo da lui descritta, e che viene sedata dall 'azjone paralizzante del fenolo sul g.anglio sfeno-palatino. Corr1unque, gli elementi che Vi ho accennato possono essere fugaci e possono stabilizzarsi, posso n o presentarsi con equivalente a11atomico lieve e transitorio , e possono portare a lesioni stabili , che hanno importanza varia a seconda dei territori in cui si stabiliscono. Nel d on1inio cer~ebrale, noi non 1)ossiamo controllar e questi fatti. Poss iamo farcene un concetto in territori acce sibili a lla ]unga osservazione, e ai freqt1enti contt~olli: uno di questi è l'occhio , e la c ircolazion e r etinica su cui Vi tratterrò n ella p ros~ im a lezion e. Un altro è il territorio cutaneo, che siamo in ca o, infinite volte, di con siclerare da vicin o n ei st1oi squilibri vascolari , e nelle con seg uenze ch e n e derivano sotto i più vari a genti causali. . Con sideri am o J.a forma tipi ca di tasi dei vasellini precapilUari , costituente la rosacea, così frequenten1·ente visibile nella fa ccia , per rag ioni vari e, per 1'azione vaso-dilatatoria del1'alcool, i)er l 'azione tossinica del virus tubercol ar e, r>er le turbe auto-to ich e. di gastroenteropatici abitl1ali , per la stasi d et ermin~ta da t1n vizio n1i.trali co. 'F ormatasi la rosacea , sul su o terreno si potrarlno costituire e emorragie pu11tiforrni , e un f' ub-e cle m n r11 011e, o duro b en localizzato, e pi ccoli angiomi pi.ani , e piccole chiazze pigm entali , e turb·e con riten zioni dell e secr ezioni ghia ndolari c utanee, e reazioni proliferative più o m en o co picu e : f.atti ch e son o eia sifi ca l i in teti cam ente dal dermatologo sotto le tre forme di rosacea pura, aone rosacea, acne ipertrofica., eia cuna coi. guoi vari stadii e ti1)i, cosi cch è in r ealtà l'an ali si minut~ potrebbe m olti11li car e il nun1 er o dei processi ch e rondt1re ad essi . Non altrettanto possiam o seguire i proressi di s ta i cr onica ne l fegato , n el polmone, n el r en e, e le evolt1zioni d ell e a lter azioni a natomi ch e di cui vedi am o solo a l tavolo ana tomico g li e iti ullimi . ella s tasi cr onica d el cer,rell o ron osciam o

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pure stati anatomo-istolog ici che ne derivano direttamente; le dilatazioni delle venuzze l 'an1pliamento dello spazio linfatico peri-vasale fino al costituirsi dello stato cribroso dei varii segmenti dell 'asse, ma questi sono già esiti del lungo processo, e per lo più sommersi in quadri più gravi e più co1nplessi, prevalenti nella causa mortis. Non è seguita invee-e nel suo costituirsi1 nel suo evolvere in un primo periodo, ch·e può anche essere lungo, nella sua azione patologica di stasi in sè e per sè. È forse per questo che la stasi cronica del cervello € descritta fugacemente, qualche volta è dimenticata, 11elle trattazioni sisterna liche de i Trattati, come è dim enticata la stasi cronica del midollo , che invece io cr edo avere il suo proprio quadro; le nevrastenie senili , a tipo cerebrale o midollare (e forse non soltanto que lle senili), d evono rico11oscere in questi fatti almeno una d elle loro cause. Le descrive ben e Galli n el suo Trattato sull'arterosclerosi, ma ancora incompletamente. P erfinno n ella recentissima r elazione di Alajou.anine e Thurel s u1la patolog ia della circolazione cerebrale, la stasi venosa, pur i)osta in luce come coeffi ciente dei processi di tron1bosi e di emorragie, non è però suffi cientemente considerata qua le fì g ura n osologi ca in sè e per sè: e tuttavi a essa Jo m eri la , in quanto che qualunque sia il m eccani m o ch e la prodt1ce, essa può durare per lun go. per lunghissimo tem po , a mante nere turbe ch e io c redo ben ca ratterizzate e costanti . Anch e qui , oser ei dire che la clinica deve lavorare per conto suo, e che non può molto contare n è sulla fi siopatologia sperimentale , nè sulla a natomia patologi ca. Così quando per esempio Alaj ouanine e Thurel , sul fondamento di r,onstatazioni anatomi che imm ediate dopo la morte, affermarono che la vaso-dilatazione con s.tasi è il s ubstrato fisiologico d·e ll.a apoplessia cer ebrale, quali dati abbiamo lJer pot·er concluder e con sicurezza ch e tali fatti sono con se,guen za anzich€ causa del fatto apop·l ettico stes o, e Jo seguon o an zich è pr ecederlo ? Più complicata è la spieg azion e dell e sindromi vasom otorie. Qui siamo in un terreno che fisiologi e clinici vedono in m odo ben diverso. Il fenomeno vasomotorio centrale è così evid ente agli occhi d Pl m ediro, da far par ere perfin o impossibile ch e ta nto diba ttuto sia sta to il probl ema se una innervazione vasom otori a cerebrale esista o n o. Eppure, gr a11di fisiologi, ron1c Lud,vig, com e Sherring ton , com·e Starling. con1e Schiff, com e Gaertner e W agn cr , in pas ato la n egarono recisam ente . Oggi non è più cosi. Istolo~i cam e nt é Stor per prim o. lfi ann i fa. dimostrò l 'esisten za di fibre nerYose circondanti le arteri ole d ella pia madre. T fì sio]ogi s ull a base d ei d ati più r ecenti ammetton o che il r.a-


XLIII,

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libro dei vasi cerebrali obbedisce, in condizioni normali a tre gruppi di influenze. 1° alle influenze meccaniche (e cioè essenzialmente alla pressione arteriosa generale); 2° a influenze chim.iche e umorali (e cioè sopratutto all'anidride carbonica, e poi a sos tanze di provenienza istogena locale, e a sostanze di origine ormonica); 3° a un controllo nert)oso,. complesso, probabil1nenle multiplo, in cui prohabilmertté entra un 'azione vaso-costrittrice del simpatico cervica1le, una azione vaso-dilatatri ce del vago, t1na az ione anatomie<;l regolatri ce del I ' apparecc11io deJ sen o ca~otid·eo, fatto dal seno e dal g lomerulo carotideo. Que8ta azione autom.atica dell'~ppar~cchi~ ~eno carotideo apparve sicura dal giorno in cui Bering dimostrò che il n. uscito dalla parete del seno carotideo (n. di H-e ring) di cui l 'eccitante fisiologico è rappresentato dalla disten sio11e intrasinusale stessa) è un nervo depressore ' ch e risponde con una azione ipotensiva, . . ad · ogni aumento della pressione arteriosa , per il solo fatto che rilascia il tono di questo nervo depressore, è compensata anatomicamente da una poussée ipertensiva. Tutto ciò è i1el do111inio della fi siologia, la quale p erò, quasi a giu tificazione della st1a lunga resistenza ad ammettere il meccanismo vaso1notore cerebrale, continua ad affermare che, malgr3do tutto, il circolo cerebrale è dotato di grande stabilità e che tale stabilità risulta dalla esiguità delle stesse varie azioni vasomotorie ceret.rali e dal loro immediato contrapporsi , così da reciprocan1ente annullarsi·. Voi vedrete discussi a lungo questi fatti nelle più r ecen Li riunioni internazionali dei neurologi. In patologia, dobbiamo ammettere che le cose decorrono un po ' diversamente: i fenomeni vasomotori nella patologia cerebrale, già riconosciut i da lunghissimo tempo, hanno acquistato un,a in1portanza sempre maggiore per estensione e per gravità. Essi appartengono alla patologia di tutti i giorni e hanno invaso dominii i11attesi , vasti così che ci si può anche domandare se tale invasione è da considerarsi ' 'era1nente tutta con1e stabile e definitiva. Nel campo degli oculisti e dei neurologi, en1bolia e trombosi dell 'arteria retinica sono andate perdendo terreno quanto ne è andato gt1adagnan do il con e etto di spasmo dell 'arteria retinica. Il fatto ana to111ico dell ,emorragia cerebrale, quello del ramn1ollimento bianco e rosso, sono oggi da tante parti posti in dipendenza di azioni vaso1notorie. Che più? Il fatto clirtico dell'apoplessia, dicono nel loro rapporto recentis in10 Alajouanine e Tht1rel , è d.ato l)ent1 ~pesso da null 'altro ch e dalla vaso-dilatazione pa.rOJlitica con stasi, e l'emorragia non è che un fatto secondario, complicante, così da ve11ir chiam ata da es i post-apopletti ca. 1

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SEZIONE PRATICA

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Dopo aver detto del meccanismo per cui si costituiscono i · tre tipi della sofferenza circolatoria extra-apoplettica domandiamoci ancora: e quale è il momentum che determina l 'u_n o piuttosto che l'altro di essi? Limitiamo il problema all 'arteriosclerosi, perchè in esso rientra il caso nostro. Quando è che la sofferenza sorge e si esaurisce nel dominio del circolo arterioso, e quando è che questo viene superato, e la sofferenza · sorge nel territorio· venoso? E quand '·è eh' essa sfugge ad ambedue questi elemer1ti, e si manifesta solo attrave~so il gioco· vasQmotorio P Al primo quesito rispondo solo in via di ipotesi che può darsi che giuochi un elemento anatomico, ancora insufficientemente studiato : noi consideriamo sempre la lesione delle arterie,· ma è possibile che quando la soffer enza si manifesta col tipo venoso, ciò dipenda da una più lieve compromissipne arterio.s a m entre invece prevalga o particolarmente concorra un 'alterazione delle vene, strutturale o funzionale: la vena non è un Qrgano puramente passivo della circo'fpzione dJi ritorn10 ·: tale circolazione che ha come grandi fattori la spinta a tergo arteriosa da un lato, l'aspirazione toracica dall.,altro, ha però anche un elemento importante, come dimostrarono Laubry e Tzanck nel tono delle vene e dei capillari. Il secondo quesito investe particolarmente il caso che ci occupa oggi, e mi vi trattengo di più. E voi troverete giustificati i lunghi ragionamenti svolti fin qui, perch è essi erano indispensabili a penetrare più addentro questo caso nostro e a porci di fronte proprio a questo problema : quali fattori hanno determinato in esso il carattere squisitamente vasomotorio della sofferenza cerebrale P Ancora un.a volta Vi affermo che il substrato del quadro non può ess-ere che l'arteriosclerosi. Non trovo altra diagnosi possibile per una sindrome circolatoria ·del capo sorta a 70 anni, mantenutasi da 5 anni , in donna che ha radial·e tortuosa -e ipertesa, e che ha poliuria con peso specifico orinario ba o, qualche cilindro nel sedimento , lieve aumento dell ~azo temia, segni cioè che anch·e il rene è lievemf'nte arteriosclerotico. Ora, perchè la sofferenza arteriosclerotica del capo ba qui assunto, come ben di rado, così squisito carattere vasomotorio? La prima ipotesi possibile è qu.ella di una particolare costituzione vasomo~oriia della paziente , secondo il concetto di O. Muller e universalmente accettato. Ma una tale costituzione originaria è qui da escludersi, poichè l'ammalata recisamente nega di aver sofferto prima dei 70 anni fatti attribuibili ad esM, e che pur sono di facile 1

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1910

lANNO .\LIII, ..\ Ul\1. 43 t

« IL POLICLINICO »

rilievo da parte di un paziente; particolarmente assicura di non averne avuto traccia in quel periodo della menopausa in cui le manifestazioni vasomotorie sogliono essere così frequenti e così intense. Esclusa l 'originaria costituzione vasomotoria, bisogna supporre che per cause sopraggiunte> si sia esagerato l 'uno o l'altro degli ordinar] meccanismi di produzione del fenomeno vasomotorio, che sia particolarmente eccitato 1'uno e l'altro d·e gli interm ediari anatomici o biochimici di esso. Quale e come, è difficile anche solo il supporlo. Può essere eccitato uno dei centri vasomotori, encefalici o midollari, o può essere eccitata I 'innervazione v.a somotoria periferica, dimostratasi pur essa complessa e fino ad un oerto grado autonoma per le varie sezioni del1'albero vascolare: arterie, vene capiJlari: e autonoma per singoli territori, viscerali o periferici , oppure può essere esagerata l 'una o l'altra di quelle azioni endocrino-umoTali che sono in stretto rapporto con l'innervazione vasomotoria , e della quale è prototipo l'azione adrenalinica. Ecco dunque come fatti clinici, anche dei più semplici, tostochè si voglia interpretarli intimamente, spalancano vie inattese di problemi, talora assai complic·a ti. Così per esempio non potremmo noi supporre ch e nella nostra vecchietta a l quadro vasomotorio cosi imponente corrisponda una eccezionale iperfunzione surrenale? Sappiamo bene ch e il surrene suole prese11tare nel vecchio processi regressivi e sclerosanti, ma non raramente si osservano invece stati di ipertrofia e di iperplasia ch e Pepere, nel Trattato sulla fisiopatologia della veccniaia, colloca nella corteccia e nei nodi erratici della sostanza midollare sotto forma di iperpìasia nodosa , nella quale la compartecipazione del tessuto vero cromaffine è rara ma può aversi. L'adrenalina, che si è ammesso a lungo non agire sui due circoli : coronario del cuore, e cerebrale, oggi invece pare che anche sul cervello eserciti la sua azione vaso-costrittrice, che Tinel sarebbe riuscito a svelare con opportuni accorgimenti , enervando il eno carotideo. E poich è nel] ' ammalata i fatti ,,a omotorii sono quasi esclusivan1ente del capo, non può pen sarsi che 1'apparecchio carotideo stesso (il qual€, anch e .al di fuori di questi esperimenti di Tinel, vi ho g·ià detto q11ale importanza abbia nel giuoco va omotorio del capo) sia esso siesso in difetto della sua fun zione r egola trice , per lesioni sue proprie arteriosclerotiche, le quali , da Dietrich e da altri , fu già detto pred]Ji o-ere veramente la zon a eno caroti dea ? Tutto ciò è completamente ipotetico, n1a però r esta il concetto che 110 affermato , e che non può non esser fonte di meditazio11e e di ricerca, e cioè questo : poichè la fisiologia am-

mette che le azioni vasomotorie cerebrali esistono, ma sono ordinariamente mascherate d.a meccanismi regolatori e compensatori, che la stessa fisiologia sta precisando, bisogna che le grandi e persistenti turbe a carattere vasomotorio dell 'ammalata dipendano dalla rottura di tale equilibrio, e la causa va ricercata nel guasto dell 'uno o dell 'altro di tali meccanis1ni regolatori e compensatori. E dopo ciò Voi vedete cl1e il discutere queste serie di ipotesi, non è giuoco vano di dialettica clinica, ma può avviarci a ricerche fisiopatologiche di conlrollo, e ci prepara a quello che potrà esser e più tardi. un minuto e rigoroso controllo anatomico.

...

La terapia di questi stati richiede qualcl1e parola. Nei vecchi, arteriosclerotici del capo, ipertesi o no, non occorre ch 'io Vi dica come si.a necessità, quella igiene della dieta, del lavoro , di ogni abitudine di vita, ch 'è comune ad ogni forma di tali sofferenze. Tra la terapia medicamentosa, useremo i vaso-dilatatori, p.a rticolarmente l'acetilcolina , dove vi ha ipertensione, dove ammettiamo crisi vasocostrittrici e fatti generali o localizzati, di ischemia, dipendenti da que te. I cardiocinetici saranno indicati dove prevale l'ischemia oerebrale da ipotensione; gli eccitanti diffusivi , nei momenti in cui questa si presenta a crisi di aggravan1 e11to impro,rvi so. Quando la sofferenza è acutizzata, è Io stesso buon sen so m·edico ch e guida il consiglio: la sofferenza da ischemia del capo richiede posizion·e supina , testa bassa, applicazioni caldea! capo, eccitanti del circolo . La sofferenza da congestione passiva richiede invece capo eretto, applicazioni fredde, derivativi in testinali, rivulsioni a1le estren1ità , sottrazione di sangue. Se la pressione radiale non è alta, e la sofferenza è del tutto o in gran prevalenza limitata .a l capo, è preferibile la mignattazione : se la pressione è alta, se l 'azotemia ·è elevata, se la sofferenza circolatoria comprende altri territori 0 è universale , è evidente che si ae,Te preferire il salasso. Questa distinzione della più modesla pratica quotidiana è confermata dai dati fisiologici : il salasso diminuisce il contenuto san gui.!:rno intracranico, rapidamente, purchè sia di 1/5della massa sanguigna, e ciò colla contemporanea diminuzione genera le della pression·e art eri osa e venosa. Se invece la sottrazione è fatta nel dominio del capo col salasso della giugulare, la caduta di pressione del liquor è quasi immediata con quantità assai minori, senza che si modifi chi, almeno da principio, la pressione arteriosa e venosa generale. Come al solito, l 'indicazione è di tutta evi-


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SEZI ONE PRATICA

denz.a, se i1 caso è alJ 'uno o a ll 'altro degli es l re111 i della scala di questi fatti. Ma vi sono i casi intermedii, e i casi dubbi. L 'indicazione può diventare dubbia e sarà deliCC1ta so1)ratutto quando sono in giuoco i fenon1eni vasomotorii i quali come vedemmo, non sempre rin1a11gono nel ca111po funzionale, transitorio, e pressochè innocuo, ma possono colla loro in sistenza, portare a focolai di ran111tolJin1enlo i ch emico od emorragico. rn questi c,asi co11vie11e sottrarre sangue? La questione fu dibattuta vivace1ne11te per 1ciò che rig··u.arda il versa1r1ento apoplettico già .c·o. ti luito. Vi sono gli aste11sionisti i quali an1n1ettono cl1e <lopo 1'e1norragia cerebral e i vas i restano co1111)ressi, con consect1tiva iscl1e1n ia deJI 'orga110, ma ch e frattanto per lo stesso au 111 e11to di pressjone endocra11ica si ha eccita111cnto d-cl ce11 tro vaso111otorio bulbare con in11alza111 ento c1el la pres . . ione arteriosa , J.a quale avrebbe sign ifica lo co111pensalivo alla isch emia stabili"lasi: il sala sso con1batlendo tale aun1ento di i)res io11e non l'otrehl)e cl1e essere d i danno .a11'apopletLico. Tali con cetti son o fondati sui celeb-ri espeTiinenti di Naunyn e Schreiber del 1881 , la .c ui esattezza non fu mai contraddetta, mentre in vece inolti combatterono la loro diretta ap~ :plicazione ne] campo clini co; e specialm ente G·~l dscheider , il quale rivendicò sulla base del] 'esperienza clinica, l 'utilità deJ s.alasso n el1'apople._ ia, e dal lato del i11eccar1L.n10 di azione , n egò che un salasso di 300 e 600 eme. di1t1i11uisca neces ariamente l~ pressi;one arte.

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SJ>erimentatissimo ch e lo curava, e praticare o no la sottrazione sanguigna. Finimmo coll 'atter1erci al concetto cl1e fosse preferibile non turbare un equilibrio idraulico in, l'imirie, di cui non ci senti varno di stabilire con certezza le condizioni del n1011ter1to. . . Ci astenem11lo dal salasso e dal sangu1sug10, Ina11tenem1no il riposo assoluto, applicazioni tepide al capo. L 'an1malaLo si riebbe, vi ve ar1cora, ha di Lr<ttto in tratlo tendenza a analoghe turbe del capo. I~a puritura. lombare negli stati pre-apoplettici potrà avere indicazione se concorrono segni di aumentata pressione e1Jdocranica: ciò non è frequente ma può avvenire . E ciò avverrà s1.,ecialmenle in casi di sindrome non pura, pel concorso del fattore iperazotemico il quale fattore costituisce spesso indicazione alla p. 1. e ne ha grande vantaggio. In ogni altro caso sarà da astenersi anch e da essa. Di un 'altra pratica ancora voglio dirvi: del1·etutoen1oterapia, colla iniezione endo111t1sco.Jare di 5 a 10 eme. di sangu,e tratti dalla vena dello stesso paziente, e ripetuta 4, 5 volte, a distanza di giorni. Nei casi di apoplessia, non vedemmo fin'ora risu ltati tangibili . Nei fatti premonitorii , nelle sindromi congestizie o vasomotorie, stiamo sperimentando, e non voglio precipitare un giudizio. Sarà sempre lecito tentare , poich è la pratica si mostra assolutamente innocua. Agosto 1936.

1"1 O"a.

Si

fondò sopratutl o sugli esperimenti di Worn1-~fi.iller che in questo momento in111orta pur~ ch'io Vi ricordi, e secondo i quali il ·salasso moderato porta negli animali contrazione cle]]e picco]e arterie, e consecutivo eJr-vamento della pressione arteriosa generale. Orbene, questi dati hanno un 'importanza re·iativa per il trattamento, ad apoplessia già avvenuta: ma l'hanno n1olto maggiore quando ] e turbe sono ancora nel campo funzionale. ·se nella congestione e nell 'ische1nia, il séilasso ha i1na precisa indi cazione nella prima , e contro-indicazione nella seconda, è invece di ·d11bbia indi cazione quando ]a sofferenza hn ·Carattere vasomotorio. In questi casi rni sono co11vinto che il più ·spes o l 'astensione è preferibile. Ho citato più innanzi il caso di un uomo di 75 anni (V. R. ) con aortite arteriosclerotica, modicamente iperteso, ma soggetto <'i facili turbe vasomotorie del capo il quale fu colto, in coincidenza con "lln aggravarsi di queste , da violenti vertigini per cui il più pi ccolo Jnovimento del capo detern1inava la sensaz ione rotatoria angosciosa , .con nausea e senso di lipotimia, arrossato i11 volto , benr h è n1antenesse l'ordinaria pressione fdi 170 Mx. Fummo ~ lungo indecisi, io ed il Collega

CUORE E CIRCOLAZIONE Periodieo mensile diretto dal Prof. CESARE FRUGONI Capo Redattori : Prof. C. PEZZI. Mila.no - Prof. G. :MELDOLESI. Roma Il .Numero 10 (Ottobre 1936) contien e : Lavori originali : I. - P. ZACCARIA : Il riflesso del seno della carotide negli ipertesi studiato con l'elettrocardiografo. - II. - M. CAL ~BRES I : Aneuri sm a aortico lue~ tico o traumatico? - III. - S. DELEONARDI : Influenza periodir.a del respiro di Oheyne-Stokes sul ritmo cardiaco e sulla conduzione intraventricolare. - IV. - C. MANCA : Sulla ipertrofia di cuore idiopatica e congenita. I periodici specializzati. Tra le riviste ed i c-ongressi : B. P. GIORDANO: Sul com.portamento e sul significato della reazion e di Hijmans van den BeDg nei cardiopazienti. - ANGELERI, BATTISl'INI, RCIBEl;CHI : La u reazione capillare,. nei reumat ici. Sue modificazioni ind otte dalle fangoterapia. LANDAU, PASZKtEwICK e coll. : Ip ertensione parossistica grave per paraganglioma. Notizie bibliografiche : W. OREDNOw : Rontgenatlas der Erkrankungen des Herzens und der Gef a se. - GAMMAROTA ANGEL : La tens ione m ediana dinami ca. - Die V\' eckselbeziehnngen von .A.tmung und Krei slauf (XI Fortbildungs-lehrgang in Bad Nauheim 20-22, IX, 1935). H erausgegeben von der Vereinigung d er Bad Naaheim Aerzte. - FORMEN'l'ANO VITTORIO : La. tras fus ione del s angue nella pratica medi~a. Abbonamento annuo ; Italia L. 40è F~tero L . 60. Per g-li a~iati al « Policlinico»: Italia L. 3 6: Pel" l'estero L. 5 5 . Un numero separato L. 6. Per ottenere quanto sopra inviare Vaglia. all'editore LUIGI POZZI, via Sistina. 14, ROM.A.


1914

« lL POLJ CLINI CO n

: A.NNO

XLIII,

~ u i\l.

481

statare i11vece ch e la modificazione si produceva, i11a nor1 nel sen so della iperglicen1ia , b enPADIGLIONE MoRGAGNI sì nel senso della ipoglicen1ia e di una ipogliDELL'OSPEDALE LITTORIO - ROMA. cemia di e ntità e di durata ragguardevoli. Prima rio Chirurgo: prof. CESARE ANTONucc1. Questo reperto veramente accidentale, con le connesse prove cl1e non pote\'a trattarsi di Cloruro di sodio e glicemia. un p,u ro fenomeno idren1ico post-ipertonico> Dott. iFERDINANno SCIACCA, assistente. insieme co11 numerose esperienze riguardanti il meccanismo della colecistografia rapida ,. I r apporti tra cloruro di sodio e glicemia rap- condotte durante tutto l 'anno successivo , vepresentano un nuovo argo1nento del massimo nivano pubblicate in un lavoro apparso n el intet esse scientifico, da quando si ·è visto cl1e Policlinico , Sezione Chirurgica , r1el 1935. l 'introduzione d el sale nell'organismo provoca 111 esso i11fatti erano riportati cinque casi di un rapi do e notevole abbassame nto del tasso ipoglicemia dopo iniezioni ipertonica di NaCl> g licer11ico. e per tre di essi erano state p,u re tracciate le Prima dì portare le 11ostre prove sulla realtà relative curv~ glicemiche, delle quali una d eldi questa affermazione, è bene tracciare una la durata di tre ore. breve storia riguardante l 'osservazione in paEra inoltre accennata l 'importanza cl1e la rola. constatazione poteva avere nel campo pratico N·el 1933 occup1andoci di u11 argo111en to as- (due delle curve riguardavano dei diabetic i). solutarnente lon~ano da quello attuale, e pre- e un accenno a quelle che potevano essere Je cisam ente d el meccanismo d ella Colecistografia cause per la spiegazio11e del fenomeno e il derapida Antonucci, ottenuta com 'è n oto con la stino d el glucosio scomparso (eliminazione r eassociazione alla sostanza colorante di una nale, elin1in.a zione i1ei tessuti ecc.). soluzione glucosata al 40 %, avevamo pensato Come vedesi dal su esposto la osservazione di di provare ch e il m ,eccanisn10 per cui si otte- una ipoglicemia in seguito a introduzione di nevano de lle colecistografie r.a pide fosse dovuto cloruro sodico è stata da noi fatta n egli ultin1i non al glucosio in sè ma alla ipertonia della m esi d ell 'anno 193'3 ed è stato un r eperto pusoluzione adoperata , attraver so modificazioni ramente accident'a le. fisiologiche ch e non è qui il caso di esporre. Senonchè il rapporto di u11a Con1unicazio11e Ci eravamo serviti allora di iniezioni iperto- verbale fatta da A. R. Mac Lea11 a lla Clinica nich e di cloruro di sodio, ottenendo g li stessi Mtayo nel maggio del 1930, ci rendeva noto risultati colecistografici ch e ·e rano stati otteche la co11statazione in parola da noi riten ut a nuti con il g lucosio . original·e era stata già fatta nel 1930 dal Glass. Questi risultali erano comunicati ad un co11- e Beiless su soggetti sani e diab·etici. g r esso Medico - C hirur~i co Calabrese n el settemQuesti autori avevano eseguito le loro ricerbre d ell'anno stesso. ch e su 13 soggetti, dei quali 10 diabetici , inetCom 'è naturale immedi atamente dopo la tando endovenosament·e 20 eme. di una solu breve comunicazione, iniziavamo uno studio zione di cloruro di sodio aì 10-25 %. particolar eggiato sul m eccanismo d 'azione di Avevano trovato un al>'bassamento d el tass°' queste soluzioni ipertonich e di NaCl in rappor- g licemico oscillante tra i 25 e gli 8± m gr . perto .alla colecistografia e come è più naturale cento n ei diabetici, con una media del 47 ~{, , ancora il primo 1)u11to ch e c·er cavamo di m et- e con una media di 20 ingr. P'e r cento invecetere in luce per evitare d elle giuste critich e, negli individui normali. era se la iniezion e in parola potesse agire proQuesto abbassam-ento ragg·iungeva il su~ vocando un aumento d ell a glicemia nel sog- n1aximum n elle due prime ore della prova. getto così trat~to. La C1:Jrva iperglicemica da carico con destroLa nostra osservazione in quest'ultimo taso sio veniva allungata per mezzo d ella somn1iniavrebbe perduto tutto il suo valore p er ch è le strazione endovenosa di cloruro sodico ipertocolecistogr afie ottenute si sar ebbero potute ri- nico. Due diabetici inoltre presentarono a:Obasportare allo stesso m eccanismo della iperglisamento del tasso g licemico d opo l 'ingestion ecemia e non più a quello della ipertonia come di 12 g rammi di cloruro sodico ed a llung amenvolevamo dimostrare. to della curva iperglicemica in seguito a cariCon nostra somma meraviglia, mentre ci co con d estrosio. aspettavamo di non trovare a lcuna n1odifìcaSecondo questi autori .l'ipoglicemia era da zion e del tasso glicemico dopo introduzione attribuire a ll'effetto d ell'ione cloro e non a1endovena di cloruro di sodio, dovevamo con - l ' ione sodio.

I

ORIGINALI


[ANNO

XLIII, NuM. 43 1

1Ql7

SEZIONE PRATI CA

Nel 1934 poi, quindi po::;Lerioi:111e11te alla ~O­ sa di glucosio, il soggetto provò una estrema stra osserYazione, Thompson , Mac Quarrie e debolezza , con sudorazione ahhondante· ed una Irvine studiarono gli effetti di diversi sali sul improvvisa - e invincibile sensazione di fame. inetaboli smo idrocarbonato e sulla tensione arMessosi affa11nosan1en te alla ricerca di uri teriosa di fan c iulli diab·etici , partendo dal conristorante , consumò un copioso pasto cl1e gli cetto che di frequente i soggetti diab·etici prefeoe immediatamente con1p·a rire i fenomeni sentano aumentata avidità per il cloruro di descritti. sod io . In seguito al fatto riportato l 'aulore ebbe Medi.a11 te ricer ch e ni etab-01 i che g Ji Autori l 'idea che il fenom e110 in lui verificatosi, fosse di11to ... l.raro110 in un ragazzo di 15 a11ni cl1e la 1r1ol t o si111ile ad u11a reazione da insulina prosom1n in istrazio11e di cloruro so di co i11 dos·e di dolto i11 questo caso dal forte trattamento di circa GO gra111111i al g iorno, c onduceva alla cloruro di sodio al qua le si era sottoposto per dimi11uzione n·e lla elintinazio11e d ello zuccheu11a se Lti111ana, e che quindi l 'aggiunta di cloro e a 1I 'abbas..:arnen to del t.a so g lice111ico a ruro sodico all 'in ulina nel trattam,e nto di un digiu110 co11 aun1er1to conten1poraneo d ella diabetico potesse diminuire la richie ta dell'ini)re si on e arteria a. sulina stessa. 11 bi carbonato di sodio e i 1 citrato di sodio Capitatogli così u11 paziente, uomo di ci11esplicavano la stessa azione per quar1io in i11iq L•ar1ta anni , con diab·e te inellito da circa do·ura ridotta , i11entre il cloruro . di l)O lassio prodi ci anni e attaccl1i di ede111a polmonare, artedu ceva un effetto opposto. rio clero i g rave e can grena dell 'alluce siniIn un soggetto nor1nale tenuto a regi111e lro , lo ottopose a una dieta consistente in 111 d eclorurato . i eb be dalla uguale dose di clograrr1mi di carboidrati 65 gr. di proteine e ruro di sodio anch e aurnento della pressione 157 g r . di grassi: il valore calori co della diearteriosa , m entre questo aumento n o11 si verita st essa era ·e quivalente alla ri chiesta del st10 fic.ava ser11pre ch e .il r egime fo sse mantenuto rrletabolisn10 b.a sale più il 30 %. normale. Al g iorno di an1rni ion·e in Osp edale la gliCom e si vede dall e ricerche suesposte a,·rebcc:n1ia del paziente era di 1,80 % 0 . be valore n ella produzione della ipoglicemia Per un }Jeriodo di dieci gior11i fu n ecessario l'i one sodio e non quello cloro co1ne vorrebau111entare molto il d o aggio dell 'in sulina , tanLero dirr1ostrarci Glass e Beiless. to da raggiunger e le 115 unità al giorno . Infatti l 'ion·e sodio contenuto n el bicarboMalgr.a do questo trattamento persisteva prenato e n el citrato di sodio continua a produrre se11 za di zucchero nelle urine e Ja gli cemia quella ipoglicemia ch e non è in grado di IJrorag.giungeva l '1,46 %0. durre all 'incontro I 'ion e cloro conienuto nel In que t e condizioni g·li furono somminicloruro di potassio. strati 120 gramn1i di cloruro di sod~o in 12 e' è però da obiettare ch e le ricer ch e di ore , ai tre pasti principali. Thompson e Mac Quarri e riguardar10 un solo . L'esame delle urine pTaticato durante quep.aziente, numero ·evidentemente insuffi ciente s18 giornata non rive]ava tracce di zucch ero; i1er trarre delle con clusioni .attendibili in un il fatto accadeva i)er la prin1a volta dall'an1argo1nento di così corn plessa natura. n1issione in Osp edale, 111algrado le forti dosi In seguito, e precisamente come abbiamo di insulina so111n1inis lrate e nonostante ch e nel vi .. lo nel 1935 A. R. Mac Lea11 , es1)erimenta11do g iorno d ella prova le u11ità di in ulina fosser o s late ridotte da 115 a 90. su s'3 stesso, ingerl. in aggiunta alla dieta ordinaria , 120 gr ammi .a l giorn o di clo ruro di soDurante la notte p er di })iù si verifi cava una dio p er unà settimana. Lo st udio dell e pulsag rave reazione da in sulina ca1·atterizzata da suzioni , q ella pressione del sangu e e della condorazione , fame , pallore e dolore retrostante a centrazione d·el calcio n el siero non gli diedero tipo ang inoso ch e disparYero rapidamente con n1odificazioni con siderabili. Ja. somministrazione di aran ciate. L 'ultimo giorno d el! 'esperimento l 'autore Il mattino seguente, dodici ore dopo 1'ultivolle fare una prova di tolleranza dello zu c ma razione di cloruro e malgrado i 40 g r. di carboidrati presi durante I.a notte sotto forma ch ero, praticata secondo il metodo di Exton . <li a ranciate, Ja g lice1nia era scesa all ' l ,09 %0 . La g licemia a dig iun o era di O, 79 %01 : mez~ Il giorno seguen1e il soggetto riceveva di z 'ora dopo l 'ingestione di 50 gran1n1i di glui1uovo 90 unità di in ulina , ma aveva due liecosio essa salì a 1, 28 %o e dopo l 'in gestione vi reazioni , talch è n ei giorni successivi la d ose di altri 50 grammi di gluco io di cese nella di in ulina dove,'a e.., er e g radatan1ente ridotta. n1ezz'ora segu ente a 1,15 %0. In d efi11iti,·a, dopo u11a unica amministraDo po circa un quarto d 'ora dall 'ultima pre1

1

1


191

« TL POLI CLI NI CO »

zjone di cloruro di sodi o, la dose di in sulina rj cl1iesta era progressivan1 ente diminuita di n1ani era cl1e alla fin e della seconda settim~na il paziente, sen1pre agli co urico , n e rioevev~ solo 55 unità e la g licen1i.a a digiuno continuava empre più ad abbassar si. ~1alauguratamente una improvvisa trorr1bo i d ella .arteria femorale con cangren a del piede e etticemia fatale , interrompeva l 'ulterior e S\'olger si d ell o intere s.ante esperimento . R. M. Wilder durante la discussion·e s uccess iva alla comunicazione di Mac Lean confer' mava le ,esp erien ze del! 'Autore, esperienze ch e a n ch 'egli .a veva condotte con dosi minori (lo g r .) di cloruro sodico. A11ch'egli qu.alch·e volta .a veva osservato modicl1e reazioni da insulina ch e lo costringevano a ridurre la quantità di cl oruro somministrat a : concludeva ritenendo ch·e il metodo avrebbe acqui tato una notevole utilità nei casi di insulina-resistenza.

. .. .

Qt1esta in poch e parole la storia della inter e sante osser vazione. Venuti così a conoscenza completa di quello c·h e er a s tato fatto in 1q uesto campo an ch e dag·li altri, abb·iamo voluto riprender e dalle fon damen ta la question·e per controllare e riaffermare le nostre ·e le altrui conclusioni prin1a di iniziare un ampìo studio sperimentale sul rr1eccanismo del fen om eno messo in luce. Abbiamo così sottoposto quindici p1azienti al 1ratta mento endovenoso di 20 em e. di cloruro di sodio al 20 ~~' dopo aver stabilito con esattezza il tasso glicemico a digiuno ch e presentavan o subito prima della prova e le variazioni di questo tasso a distanza varia dalla iniè• z1one. Questa distan za di ten1po è stata da i1oi fi ssata ad un minimo di un 'ora, perch è abbìamo calcolato ch e prim·a di essa saremmo cascati in pieno nel periodo maximum di idremia provocata dalla iniezione ipertonica stessa. f: qu esta una critica molto im1)ortante r h e 11on è tata tenuta pr~sente dagli Autori che l1anno perimentato n ello stesso senso , ed è an ch e questa J.a ragione per la quale non ci ~ iamo preoccupati di scoprire l inizio delia ipogli cemia , inizio certamente masch erato dalla idremia in parola. ~bbiamo p ensato inoltre che fosse n ecessario scegliere tra tutti i m etodi di d osaggio del glu cosio , quello originale di Mac Lean , per poterc i mettere n elle condizioni identiche del più autorevole s perimentatore dell 'argomento del quale ci occupavamo . 1

IANNO XLTII,

UM.

431

Ecco brevemenle i risultati d elI 'esperimento : 1'em po t rasco rso

Nome

Glicemia prima tra l'iniezione e della iniezione la 2a glicemia

2a Glicemia

1) C. V.

112 %o

1 ora

0,56 %o

2) C. A.

1 %o

1 ora

0,43 %o

3) S. B .

1,18 %a

2 ore

0,62 %o

4) F. I).

1,09 o/iio

1 ora

0,62 % o

5) G. A.

0,9G ~1>o

1 ora

6) B. G.

1,37 %o

2' or o

0,60 % o 1 ,20 %o

7 ) \ . C.

1,70

ore

0,82 %o

8) L. Il.

1 ,31 %o

9 J O. G.

1,81 17-0o

~"oo

~loo

10) B. C.

1,05

11) S. A.

0,90 %a

] 2'

1 %o

. l\l.

13) A. C.

1,25 %o

14J G. F.

0,98 o/iio

lGì F. l?.

1,32 ?/oo

3 2 2 2 3

OfP.

ore ore ore ~ ore 1 ora 2 ore 3 Ol'f'

X

1,21 % o 0,81 % o 0,70 %o 0,52 %o 0,71 %o 1 %o 0,90 %o

0,68 %o

Que ti do ·aggi sono stati èseguiti con perfetta t ecnica, d.a un cl1im ico, e sotto l 'autorevole control) o dalla D. ssa Bucci, Direttri ce del Gabinetto Centrale di Ricer ch e dell 'O pedale Littorio. Da e .. si si vede con1e il fenomeno ipoglicen1ico consecutivo alla introduzione nell 'organisn10 di c loruro so dico debba ritenersi assolutan1ente provato, anche nei casi di pazienti diab,etici come sono parecchi di quelli riportati. Il tempo trascorso, fino a 3 or e, dall 'iniezibne, esclude qualunque influenza della idrem ia i)ost-ipertonica sulla cifra del econdo dosa:~. g 10. E d el resto la r ealtà del rapporto cloro-glicemia è an cor a riafferma la indirettame nte da i numerosi studi condotti in questi ultimi anni sulle variazioni urr1orali . postoperatorie riguardanti in ispecie le ipe razotemie classifi cate cc cloro prive ». In questi dosaggi è s tato spesso rileva to in via secondaria ch e alla cloropenia oltre una ipera;Zote mia corrispondeva una iperg9.ioemia • e viceversa. P·erò c'è da dire prima di tutto ch e i 11un1erosi osservatori non hanno rilevato 1nai l 'importanza d el fatto osservato in rapporto alla variazione della glicemia e in secondo luogo ch e molti Autori hanno recentemente m e~­ ~ o in d11bbio ch e quest a deficien za di cloruri possa essere la causa de1la iperazotemia perch è .. pesso la invocata cloropen ia n on esiste. (Meyer , ecc.). 1


.i[A.NNo XLIII, Nu1vL 4;Jj

1921

SEZION E PRATICA

. .' ..,

· La questione è ·q uindi attualm·ente sub -judi1

ce , ma in qualunque maniera sarà risolta non . . . . potranno e 'Ser e n egate queste var1az1on1 nei r apporti cloro-azoto-glicem.ia.

...

Nome

A c1ues to punto è b·e11e g·ettare qual che sguarù o s ul n1'ecca11i:Smo a ltraverso il quale si p ossa g iunger e a lle ipoglicemie constatate in seg uito alla introduzion e d el cloruro sodico. Si r est a naturalme nte se1npre n·e l campo delle ipo lesi , e lo scopo d ei su cc essivi lavori ch e ir1 le11ùia 1110 condurre · ull 'argome11to consis te a1JJJUDlo n el cer car e di provare sperin1e ntal rne11t e q u.alc di queste tante ipot·esi possa essere la vera . Inta 11to in primo luogo c'è da p reudere in co n ider azio11 e il pri1110 effetto prodotto da1la i11troduzion e di cloruro sodico sullo stato umor ale : vale a dire Z'aoidosi. Non è qui il ca so di discutere s ulla maniera con la qua le quest a acidosi si produce (a zione sui colloidi e liber azion e di acido cloridrico ecc .); quell o cl1e in i po rta è la realtà del fen omen o st e"' o e la su a produzione a liv·e llo dei les uti. Pre11dendo quindi in con ider azione questa azi o11e d el cloruro di sodio, l 'in1postazion e d el p r obl e1na varier ebbe in .c1uesto senso : qual e influ e11za ha lo s tato di a cid o i su] ricambio i drocarbDnato ~ A que ta d on1and.a i p uò se11 z'a]tro rispondere con dei dati orn1ai accertati. . Si sa infatti cl1e lo tato acido ico rappresenta l 'optiJrtum p er la trasform azion e idrolitica degli idrati di carb on io e per l,a lor o comp leta ossidal'.io11e; t an lo è vero ch e n ei diab et ici nei qua li esis te invece uno st a to a lcalosico s i h a rican 1bio d egli idrati st essi ritardato od ostacolato. Qu e to t a to acido ico come abl)iam o dett o sopr a h a ori cri11e nei te suti e so110 appunto i tessuti quelli c.h e d eb·b ono ·ossidar e il g luco~i· ; in a ltri termini la con caten azion e d ei fa tt i ~:t rc b·b e qu est a: l 'introduzion e di cl oruro p r ocl 1i. ·c .ac ~do~ i , l 'aci dosi a un1enta i p r ocessi ossi d.<: Liv i dei te suti, q ua r1lo più i t essuti ossida110 tanto i11e110 glu co .. io p.a er à n e] san g·ufl e • v1rever a . e il i11crcar1i smo d i pr oduzion e dell 'ipog1ice1n ia fosse q11e to st1e 1)0 to, d ovr ebb e es. er e prova to da ll 'au n1ent.o n ell 'a sunzione di o igen o e dall 'aun1·ento n ella emission e di .anidride carboni ca con I.a ' 'entilazio11e J)Oln1on ar e. È q u esta u11a dell e i)r ove ch e ci ripr om effiamo di con dur re u larga cala d at o cl1 e alc11n e cl eter111 inaz ion i del n1et.ab olism o basale da n oi i1ra ti cat e a e111plice scopo di candaglio, pri1

1

ma e dopo iniezione di cloruro sodico ci han110 fornit0 risultati incerti, come si • può vedere dalle cifre sottostanti: M. B. prima

dell'iniezione

A. V.

+ 38 %

S. R .

+ 2% + 1 ..,,o,. + 12 %

B. P. R. IVI.

}f.

B.

20' dopo l' iniezione

+ 16 % + 2% + 11 % + 14 %

Con1e si v·e de da queste pocl1e det er111inaz ioni ch e avrebbero dovuto aver e u11a azione di « indirizzo », n essun dato è venuto .alla lu ce : si in·1po11e quindi una ricer ca sistematica su un gra11 11umero di pazienti, cer cando inoltre di m e tter si se1n pre n elle s tesse condizio11i di esperin1ento r ·rima e dopo 1'int roduzi on e del sale, p er evitare o,gni possibile· va riazione del i11etabolisn10 indipend-e nte dalla introduzion·e st essa. La seconda azione d,e l cloruro di sodio ch e potrebbe aver.e in1p ortan za p er spieg.a re il fenon1eno della ipoglicemia, potrebbe essere quella ch e il sale ha sull e di.astasi. Si sa infatti ch e questo sale fà da intern1ediario tra la diastas i e la so ta11za da trasforn1are e s enza di esso la diastasi non potreb,b e . a gire . Esi tono delle esperienze ch e dimostr an o co1t1e liber ando ad esempio l 'amil.asi da i sali e n1ettendola in conta1to con la ostan za da tra·form ar e, i ottie110 un effetto i1ullo . ~1e 11ìre q u esto effetto ritor11a quando all 'an1iJ.asi resa così inatliva si .aggiun ga cloruro di sodio. Glat zel a d e en1p io p er in dagare s ull o lrett o rappo rlo e is ten te t r a il m etabolisr110 degli i d rati di ca rbonio e quell o d el cloruro di sodi o. h a studiat o l'azione di .q11est 'ultimo in rap1)or to, alle diastasi saliY.ar e , pan cr eatica ed ep:l tica riu ~c e r1do a dimostrare ch e il cloruro di ~odi o acceler a l 'azione di esse . Se ien i.am o q uindi p re ente ch e n el sa ng u e esiston o qu·e t e diast asi , p ossiam o supporr e da q u a11to ~ i è d etto ch e esse ven gon o stimolate con 1'introduzion e del cloruro e producan o una ipoglicen1i.a . Un 'altra ipotesi per spiegare que t 'ull i111a, po trebbe e er invocata in u n a forn1a di d ife a ch e il ... a n g ue op po ne all 'aum ento ·imn1ediato e t emporan eo dell a ua concentrazione con il ri versar e nei t e suti oltre ch e il cloruro ai odio in eccesso, com·e è dimos trato ch e avven ga, a11che u n a parte d e] gluco io, q u asi che i1ella f1 elta d i liberar i dell 'ecresf'o di o, tanze cristall ine se 11e lib eri in massa enza tenere un p reciso criterio di scelta.


1922

l1\ NNO XLIII ,

u IL POLI CLINICO >) •

Anche per · la via dei reni i poteva upporre ' ch e avveni se .una elimin,a;zione di g-l ucosio, rna oltre che in alcune nostre osservazioni COJ)dotte a questo scopo non si sono trovate con1pn rsa o Yari~zione di zu cchero nelle urine prima e do po iniezione ·e ndovenosa di cloruro di sodio, bi ogna pure ricordare che nelle constatazioni di J\ilac Lean e altri la g licosuria esiste11t e dOJ)O introduzi one di cloruro è comparsa. Quello pi t1ttosto cl1 e noi faren10 è di ricer-care nelle urine n on Jo zucchero ma i suoi prodotti di scissione. Così n1an i11.a no che ci si addentra nell'argomento sorgo no numerosissime le idee sul m eccanismo di questa ipoglicemia e sul destino del glucosio che si è visto scon1p arire dal sangue: da quella ch e possono es er si p·r odo·i Li una m aggior e forn1azione e un n1aggiore accumulo çli gli cogeno nel fegato e n ei muscoli , EJ lle possibil i azio11i cl1e l 'i11troduzione del cloruro di sodi o può spieg.are sulle ghian.dole a sE:crezio11e in terna (è noto il rapporto con le surrenali: Loeb·, W ei11... tein , Siwe, ecc.) e per mezzo di es8e o direttam ente su tutto il sistema nervoso ve,g etativo (iperproduzione d 'i n~ t1li11a da sti111ola zione del vago ecc. ). Così si potrebbe continuare nelle ipate i e 11elle ricercl1e, studi ando an che l 'interesse pratico del problema, ad esen1pio l 'influenza ch e i I sale può a v·ere s11lla azione insulinica ecc. f: quello ch e ci ripron1ett iamo di fare i11 succes ive esperienze, oltre cl1e per un certo senso cli pater11ità st1ll 'a1go111euto , a11cll.e percl1è esso si presenta di co . . ì g·rande i11teresse scientifico IJer le questioni lìs iologjche e fisiopato logiche cl1e .abbraccia e di così vera1nente g·ra11de interesse pratico lJer le applicazio11i cl1e se ne possono trarre in uno dei più delicati campi tiella um ana patologia .

~Uì\l.

43]

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SUNTI E RASSEGNE

1

SISTEMA NERVOSO.

1

Ptll\.SSUNTO.

L 'A. riassun1e la storia })r eve e r ecente · delle ipog·licen1 ie consecutive alla introduzio11e 11ell 'organ isn10 di cloruro sodico, mettendo in ri1ieYo la parte cl1e per onaln1ente gli con1pete i1 1 tale r e1)erto; riaffern1a la ~'ealtà del feno1n e11 0 . . ull a ~ co rta d i al tre 15 e perienze; te11ta di f\111ettere dell e ipotesi 1)a toge11 etich e corredate cln alc11n c ricerclte stil rn etah0Jj sn10 ba ale e sL1l dosag,g io del g·lucosio i1clle u rir1e di alcu11 i dei ca i tratta ti ; acce11na all e appli cazioni Jlratich e del feno111eno . tes o e si riserba di continuare lo studi o sul n1eccan i mo della ipop-Ji cemi a in r~arol a. e ponendo alcune cle]le r~1Jeri e 11 ze r l1e a tale sco1)0 intende condt1rre.

Le cause del riflesso epilettico. (J).

HARTENBERG .

.Journa.l des pratioiei1i:s, 12 ~eL­

ten1bre 1936) . Gli attacchi epilettici ono dovuti ad u11a r eazione cerebrale patologica che si estrinseca a mo ' di riflesso. Questo rifle o sembra costituito di tre ten1pi su cces ivi : 1) eccitazione ir1iziale; 2) inibizione dei centri . . uperiori .del cervello; 3) scarica dei centri ottocorticali e mido11ari. Que ti ultimi due fe11omeni ono le conseguenze dell 'eccitazione iniziale; questa qui11di rapJ)re enta ]a cau, a del riflesso. La causa prima dell 'epilessia è e11111re un 'alterazione cerebrale, ch e costituisce il plinto di partenza de.Jl 'eccit.azion e in iziale. Sfnz 'alteraz io11e cerebrale 11011 '' 'è e1)i]essia. Questa opinione poggia . . u tre ordini di fatti : 1) L 'e an1e m inuzioso dei malati din1ostra r1ell '80 % dei casi segni clinici di lesioni cerebrali , talvolta grossolane (idiozia, paralisi, contratture, ecc.), talvolta di cr ete (lieve a, imr11etria f.a cc jaJe, i11ep·uag·lianza dei riflessi, esagerazione unilaterale del tono con accen110 a l1'estensione dell 'alluce, adiadococinesja, ecc.). Nel 20 % d ci casi nei quali n1anca ogni l11ar1ifes1 azione clinica, i i-1uò . . U})})Orre ch e I 'alt er :lzion e cer ebrale sia m inima o localizzata i11 zone silen zio e dell 'e11cefalo. 2) Lo tudjo anan1ne. I ico dei n1alati 111el le i11 eYidenza in un gra11 11un1ero di casi fatti ch e fan110 pre. umere pr egre~se affezioni cerebrali.· 3) L 'a uto1)sia in u11 buon nun1ero di n1alati confern1a l 'esi, tenza di sì fat te alterazioni. Queste lesioni epiletto crene r>o .... ono es. ere di sede, natura e importanza diver e. A1ct111e sono le ion i acc identali o evolutive (av,rall nn1ento del crani o, cl1 eggie, a ce si. tun1ori, e11cefaliti , ccc. ) che l_)rovocano fatti legat i al progre so , te so della le. ione. .AJtre invrr r sono le ioni croniche , fi se. con .. i~ t en ti in te-.... ulo cica triziale in en1e11dabile. Queste ulti n1e provocano man ife.. tazioni epilel t ir l1 e ch e . . i r i-


fAr NO XLIII, NuM. 43]

1925

SEZIONE PRATICA

_pelano periodicamente, ossia quelle del! 'epilessia « essenzial e », che sarebbe meglio chian1-0re cc epilessia cronica ». Queste lesioni croniche posso110 avere u11a triplice origine : 1) Lesioni · disgeniche da deteriorizzazione del germe ripro,du~tore, spermatozoide o ovulo, al mom·ento della concezio ne. Gli agenti di tale deteriorizzazione sono mutlipli: infezio11i , sp ecie la tuber colosi e la sifilide, la gotta , il diabete, I '.a lbuminuria, le intossicaiioni da a lcool, morfin.a, cocaina, le affezioni locali deg li organi genitali. La deteriorizzazione del germe ha per conseguenza un disturbo dello viluppo del cervello e la formazio,n e di scler osi cer ebrali ch e diventano epilettogene. 2) Lesioni traun1a1 iche da parto disto;Cico, compressione della testa, parto laborioso, app licazione di for cipe , emorragia meningea , caduta sulla testa , avvallamento del cranio , ferita del cervello , ecc. 3) Lesioni di natura infiammatoria, esiti ci catriziali di m ening ite, m eningo-encefa lite ascesso del cervello , ecc. In gen er e queste lesioni sono tanto più epilettogen e quanto più sono precoci, voluminose, profonde, e ·ituate n ei lobi parietali e frontali. Esse agiscono come un vero corpo estraneo determinando uno stato d'irritazione cronica d egli elementi vicini. L '.esperiesnza dimostra che la scarica del rifl esso epilettico può esseve favorita da condizioni di ordine diverso. 1

1

A ) Stati patologici:

1. Disturbi digestivi: .indigestione, in1bar azzo gastrico , dilatazione dello stomaco con ptosi, rr1eteorismo, stipsi, e nterite cronica, purg he violente, e cc. 2. Distubi cardiaci : vizi valvolari , aritmi.e, extrasistoli , b·r adic ardia , ecc. 3: Malattie locali di tutti gli organi capaci di provocare irritazioni riflesse. 4. Infezioni: influenza , malaria , tubercolosi. sifilide, ecc. 5. .l\.ffez ioni cronich e : gotta, diabete, albun1i11uria, uremia, an emia , cach essia , ecc. 6. Stati n europatici: astenia , esaurimen to, a11sietà, squilibrio vago -simpatico. 7. Ingestio11e di sostanze tossich e o eccitan1i: alcooJ, caffè, m orfina , cocaina, chinina, tiroidina , adren alina, p·iombo , m er curio, arse. r..1co, ecc. B) tati iner enti a 11 'at tività fisiologica dell 'or g.ani m o : 1. P asti troppo a bbonda nti ; m asticazione in -st1fficiente; ingestion e di alcuni alin1en ti indio-e ti (uova , l)esce, m olluschi , cr ost acei, cavoli , ecc.), oppure n ocivi per sè stessi (idrocarbon ati , zu ccl1er o, ciocco.latto, sale); eccessi\·a in cresti on e di liql1idi ; ingestion e di bevan de a lr oolicl1e. ecc itanti , g·a sate; vari azion i della 1

circolazione cer~brale'; episod'ì della vita sessuale (pubertà, r egol·e , rnenopausa, coito, masturbazione, gravidanza, la quale ultima può anche sospender e g li accessi); variazioni umorali ed endocrine; modificazioni della temperatura del corpo; ed infine fattori esterni (caldo, freddo , bagno troppo caldo o troppo freddo, doccie violente, abbassamento del baro111etro , altezza , venti, uragani). Ma quali ch e siano gli agenti o condizioni provocanti , essi agiscono sempre aumentando l 'azione irritant e della· lesione e l'eccita bi]itH cerebrale, abbassando la soglia del riflesso, scatenando la r eazione. Ma oltre a ciò ìl riflesso è favorito da una Lerza causa : l 'abitudine epilettica.. La ripetizio11e d egli a·ccessi costituisce nel cerveUo una ·\ era abitudine m orbosa ch e ne facilita sempre più il ritorno. Vien e un momento nel quale qllest 'abitudine è così forte ch e ogni mir.tiina causa (digestione laboriosa, stanchezza , emozion·e, risveg . . lio brusco, ecc.) basta a pro·vacare una cr1s1. Qt1esta abitudine spiega l 'aggravan1ento del n1ale, la ua incurabilità, la frequenza d elle recidive. Da q ueste considerazioni si deducon o le seguenti conclusioni terapeutiche: 1) Curare il malato il più precocem ente possibile acciò l'abitudine morbosa non abbia tempo di stabilirsi. 2) Cer care, adoper.a ndo i mezzi più energ ici , di so·p primere totalmente le crisi, anche le più leggere, per ch è ogni crisi per quan to n-iinima, ingenera l 'abitt1dine. 3~ Continuare il trattamento integrale per un lu11go periodo di tempo affinch·è l 'abitudine abbia il t empo di esaurirsi. Solo dopo tre anni si può attenuare la cura. DR. 1

Una rara complicanza della ventricolo· grafia. I· disturbi visivi. (A. 'BA U DOU I N. La Riforma lt1edica , 13 giugno 1936). La ve11tricologr afia proposta da Da ndy n el 1 f1 l8, pur avendo r esi dei servigi immen si è purtroppo un m etodo di indagine non completam ente innocuo. Molti l1anno tra ttato g li accidenti ad e sa legati : son o in genere disturbi senza g ravità con sistenti in cefa]ee, n.a u ee, vo111it o, rialzo modico della te m peratura e solo in via eccezion ale i posson o a ver e feno1n eni graYi : ipertermia , ta to tu por oso, convul ioni , n1orte. L' A. tratta n el suo lavor o i disturbi d ella Yista ch e possono a pparire dopo la ven tricologra fia per via occipitale. Prima di lu i solo 1\la on seri e un articolo su sei Ct\si di cer i Là . tra n itoria . consecutiva a ventricolog raOa. :E.: appunto q ue La sindron1e c he si è pre$C'ntata nel pazie11te ... tudiato dall 'A. Si tratta va di un uon10 di ! 3' anni cl1e JJre-


1926

« IL POLICLI NI CO »

[ANNO

.\LIII,

~Ul\I.

4;3•·

'

se11tava u110 tato di debolezza intellettuale i1rogre s iva, perdita d ella n1emoria , andatura esitar1 te, indebo limento d egli arti in·feriori . Per chiarire la diagnosi gli fu praticata la ventricologra fia per via occipitale, subito dopo la quale il malato dett e l 'impression e di non veder chiaro e di oercar e a tentoni gli oggetti. Il giorno segu en te aveYa l 'asp etto di un cieco, ma interrogato in proposito rispondeva ch e ci vedeva; solo accu sava n1al di capo. L 'esam e neurologi·co era n egativo e quel:l o de l fond o dell 'occhio mostrava una r eazio11e banale, frequente dopo le ventricolografie . Un oculista dichiarò ch e esisteva cecità com 1~-l eta . !Fu dopo di ciassette g iorni ch e la vista cominciò a ritornar e e da a llora l 'acutezza ed il campo visivo migliorarono progre siva111ente, fino al ritorno .allo stato norn1ale. L 'A. an alizza n1inut amente il caso .clinico e d ice ch e i caratteri della cec i1 à d eJ su o n1alato permettono di affer1nare cl1e 1a lesion e era situata dietro i corpi genicolati : si tratta dunque di una cecità corticale, fatto questo a\ valorato dalla inco cie11za cl1e il paziente aYeva della .cecità st essa. Rig u.a rdo al 111ecca11ìsmo delle lesioni pone con icurezza la p untura oc ci pitale direttamente alla origine d ei disturb·i v isivi . Nel cor o di una ventricolog rafia , l 'ago cl1e va al~a ~·i c~rca _de] corn~ occip itale , r a enta le rad1az1on1 ott1cl1e, e~ e facile ch e esse possano e erne trau1nat1zzate: e la le.._ i on e è bilaterale n e deriva cecità, se 1nonolaterale, emianopsia n1onolater ale on10n ima. No11 è n ecessario ch e la lesione sia molto g rave; inoltre è probabil e cJ:e .a ~tri inecc~11is1r1i si aggiungano a cr ear e 11 d1sturpo v11,-o : le en1orragie e l 'edema favoriti dallo s lato patologico del cervello del paziente. L 'A. chiude il suo interes a11te articolo inistendo ul f.atto ch e .la con11)ar sa di cecità o di en1ia 11 opsia dopo la ve11tricolografia è ac~i­ dente raro ed inoltre t ran itorio e ch e per ciò r1011 p r egi udi ca .affatto que "'to importantis irr10 metodo dia O'nostico. F. VICENTINI. 1

MISCELLANEA. 11 trattamento della fibrositP.. (W. S. C. CoPEMAN. British m ed. joiir1i., 13 giu,gno 1936). F ibro itc è un tern1ine gen eri co per in d icare una condizione di dolore, ri gidità e lin1itazione di movimenti in qualche parte d el corpo: Può e · ~ere definita co111e una condi zion e in cu! ]e n•odificazioni infiammatorie interessaJ10 1 tessuti sottocutanei, le fa cie s uperfi ciali o l)l'O fo11de le cruaine muscolari ed i tendini , l e porzi~ni fibrose delle caps':lle articolari . ed i legamenti , ]e borse e le g uaine fibro se de1 nervi più gro ~ j . Secondo la _n~tur~ d ella tru~tu­ ra coinvolta , può essere d1v1sa in: 1) Pa1111z~o­ lite· infian1mazione dei te '" uti ottocutane1 e

del crrasso· 2) Nliosite (fascie super ficiali e lJrofonde, gu~ine muscolari e te11dìni); 3) N eizrite (guaine dei n ervi). Le manifestazioni clinich e variar10 secor1tlo I.a parte affetta. P. es. , l ~.effetto predo111ina11t e quando sono interessati . i m~ co l~ d~.l coll_o sarà la cefalea; 1Jer ,quelli d egli arti, I 1nlor1)1dimento ed il fo r1n icolio; per i tessuti fibro i periarticolari, la rigidità ed il dolore al 1110' imento, Slpesso falsam·ente altribuiti ad artriLe. Passato il p eriodo acuto , si rilasci.a lo s1)a s1110, ma riman gon o d elle aree di i11durame11to nodulare ch e si avverton o nei mu coli , cl1e so110 talora dolenti aJla palpazione. Gli individui colpiti da fibro ·ite h anno spesso una difettosa circolazione cutanea, ch e si palesa con un 'abnorm e ensibilità .a l freddo ed alle correnti localizzate, con ecchimos i da lievi contusioni e col fa tto ch e anche col .g·ra11 caldo , essi traspirano difficilm ente. Gli attacchi di fib rosite si possono manifestare en za appar ente detrin1ento della salute generale e si può pertanto ritener e che in tali casi la caua non n e sia prin1.a rian1ente infettiva. Pier un tratta1nento razion.ale, è .ar1zit utto utile la . ricer ca della eziologia. Molti casi specialmente della parte superiore del cor.p o e degli arti possono essere ricond.otti ad infezi~-' ni focali d ei denti o d·e lle ton ille. La negatività d ell 'e ame radiografico dentale non b asta p er escludere le infezioni apicali . 11 focolaio può trovarsi nell 'i11testi110 o n ella l )fO tata (praticare il 111assaggio e fare ev e11tualn1entc colture co11 il liquido cl1e si ottien e, alJ o scopo di preparare il vaccino). Un altro gru1)1)0 di casi è quello ir1 cu~ la condizione è legata alla gotta od alla ])a.rt1co: lare sensibilità JJer certi a lin1enti. Questi casi possf)n o e ser e sospettati qua11do si ~7 ede una s:i lt1le -e,ccellente n egli interv.alli , l.a r1corre11za '1~('r.i.o di c..a o s tag·ion ale deg1i. atLacc~i , la_ s~?ria di got t:t in fan1igJia o dell '111capac1tà _d1 digerire certi cibi od il falto c11 e la fib·r os1te te11de a colp ir·e ]a parte i11feriore d el corp?. Tali pazienti h anno spesso il comple ·so s1ntoma l1co dell 'epatismo, ch e si n1ani fest~ pri11~ipaln1 e11te con cefalea n1.attuti11a , lin.g·ua i111pan1ata e,_ lendenza allo svuotamento i11con1plelo del] ~nt e: stino con feci poco colorate e puzzole11L1 ; v1 è sp~sso a11cl1c una certa dolora_bili~à .aIJa palpazione del fegato. P er t ali }Jaz1en11, il tratta mento sar à quello con su eto della got la .. co~1 particolare attenzione all 'inte ti110 ed ~~1 1_ al 1menti p er c ui essi i)o sono e sere ~n 1~t11. . Vi è fi11aln1ente un 'altra categoT1a di ca •: i11 cui la fibro ite può es ·er e ri11orlata a .: forz1 od a po izioni vizio e; così a c~ ade. per 1) dolore alla fascia lata della co eia , in raJ)llorto con un p iede p iatto. T ali l)az ie nti guarjsrono quando . i corregge la dcfor11tilà; ta lora ane li.<> dei dolori alla cl1iena J1osso110 es~ ere a Ll r1b uiti alla stessa cau sa . 1

1


[ANNO XLIII, l\1u~r. 43]

1927

S EilONE PRATICA

LA TERAPIA MEDICAMENTOSA.

~eli o

t.adio acuto , è con sigliabile il ri1>oso i11 letto; come analgesici, sono da prescriversi l 'aspirina o l 'a cetilsalicil ato di calcio (in quanl ità di :JD-90 cg.). Eventual1nente, si può agg iunger e lo joduro di potassio (12-30 cg.) oppure la fe11aceti11a (30-60 cg.) o la caffeina (3,0 cg.). \ .i sono delle sp ecialità che , oltre a ll 'aspiri11a e la fenacetina , contengono del fos fato di co dei11a (1 cg. per ogni tavoletta); co11 I '.aspir ina si l ) UÒ ·on1mini strare anche la polv. del Dover (30 cg.) ma ha effetto c ostipante . Il pir.a 1nidon c (18'-90 cg. ) agisce cer1tral111 ent e e può g iovare in ca si in cui i salicilati so110 inefficaci. Esternan1ente, è consigliabile un pr eparato ch e ag i ca da rt1befa cente e da controirritante. L ' unguento di salicilato di metile l1a l 'incon, eniente dell 'odore forte, n1a è a lti,·o, specia lmente in forma di balsamo di Bengu e a l cap sicum. Pt1ò dare u11 certo solli€vo il cata.pla ~ 1 n a di en1e di Jino b en raldo, con oppio , applicato og11i ± or e, come pure tin panno ilnbcvuto i.n u11a soluzion e calda di se11ape . Il 11las acrgio è scon ,ig liabile n ei casi acuti. Si so n1m.i11i str erà .a11ch e un 1Jt1rgant e (calon1elano 3-12 cg.), eguito al mattino scgt1 ente da solfato di odi.o o di n1agnesio in acqua c.alda. In · certi casi , fanno b en e i lavaggi d el colon con t inuati p er 1-3 settin1a11e. L 'eventuale i111mobilizzazion e dei muscoli della scl1iena può o tten er si con del cer otto .alla b elladonna . Q11ando lo stato è m en o acuto ed il l1aziente può alzarsi, è indicata I '.applicazione del caldo e del n1a saggio. Il p rimo può esser e ~c eco od un1ido; è in effi cace l 'altern ativa d ei due. Il calor e ecco può esser dato _d,a una 1an1 p'llda elettrica o d a u11 termoforo, d.a esposizjon e al la fi.amma d el g as (raggi infrarossi) o co11 dei ferri caldi o dei sacchi di sabbia calda. Il calore u1nido può essere applicato i11 fo rn1a dL caolin o, di ca l.aplasmi di lin ei11e ch e sono forse più effi caci s,ebbene di preparazione 111e110 agevole ch e 1'anti1)hlog is ti11e. i u sa anch e della paraffina a deter minato pun1o di fu '" ione. Se il p,aziente è in condizione di farl o, ,-a b en e un bag110 turco, face11do b ere copiosa111e11te i)rin1a , durante e d opo, p oicl1è altrin1e11ti , la con cer1Lrazione del sa11 g. u e cl1e n e seg ue può r i. ' 'egllare u11 altro a ttacco. l -n i11elodo semplice con siste in un b agno il più caldo possibile, con l 'aggiu11ta di 1 kg . e 1/2 d i solfa lo di magne io, con 5-10 111i11ut i a l 111as, i 111 o di imn1,e r sione. Fare poi delle l'art i frega o-io n e, avvolgere i 1 pazien1 e i11 tin le11zuolo e la 'c iarlo in letto p er varie ore. Dopo d i ch C' s i potrà fare u n \ igoroso rria saggio. 1

lnROTEH.\PIA E CONTRO -Tl~RJTAZlO 'E.

'e il pazie11tc s i LroYa ir\ 'ic.: inanza di uno stabilin1e11to tli baan i , i fa rà far e la doccia

alternata (calda e fr edda, diretta sull 'area do]oro a sotto pressior1-e) . In certi cas i, com e p. e· . , n'ella lon1baggine i: utile la contro-irrilazione ch e si può fare riscaldando a l calore bianco un.a consueta .ansa di platino i>e r bat Leriologia ed app licandola stilla pelle d ei n1u coli affetti in 12-14 punti. Ne ris ulta una piccola vescicola; tutta f 'area viene poi ricoperta con gar za. Un cauterio elettrico può far e stesso con più efficacia . Con il vescicante ca11taridato si ha un 'effi cacia rnir1ore. In qualch e caso, possono essere eflì caci le coppette secch e, com e pure l 'e posizione .ad una lan1:r:a d,a a va]JOri di 1nerc urio . Nella iase cro11i ca , ·è utile il 111assaggio ; si devo110 ricercare i i1oduli e fare un n1assaggio ·1Ji·ofondo su questi punti. D opo un prin10 p eriodo in cui tali noduli sono a sai d olorosi , "i vede cl1e es i dive11tano insen sibili alla palpazion e e poi scompaion o. Il pr oces -o è accelera lo e s i applica il caldo , n ei i11odi ai1zidetti ,. per 20-30 rni11uti . In qualche caso, invece, questo trattan1en to l)r ovora uno spasn10 e l 'i n1 pas la1n·e nto del mas aggio è impossibil e; a ll ora, prin1,a di iniziare il tra ttam ento , si somministrerà dell 'aspiri11a o q ual ch ·e altro an.alg€. 1

lo

~ 1 c o.

In prese11za di noduli dolorosi, }) UÒ g iovare I ' iniezione di qualcl1e em e. di novocair1a. Nella n1aggior parte di questi ·p ·azier1li, co nvie r1e prescrivere un a dieta per la riduzione di peso , lin1ita11do spec i.aln1ente gli an1idi ed i g rassi , eliminando il pan~ , Je pata te e le p~ ­ sticcerie e so111111inistrando dei prodotti per diabetici o dei b·i scotti di cru ca . l Tn gior11 0 o du e di digiuno con1pleto, all 'inizio, spesso tron ca gli attacchi ; si daranno l1erò a l1b-0ndanti liquidi. Nei casi ostinati , può essere utile la tiroide. Qt1and o si sospetta la natura gottosa, 1-2 iniezioni endon1uscol.ari di atophanyl ad inter valli di qu.a l ch e g iorno J) UÒ .aver e u11 buon e ffe tto; in agaiu11ta , si p r escriv·eran 110 per qua lcl1e setti1nana dei preparati a base di urutropin a e piperazina. Tl i~azi ent e dovrà 11oi f'é\re giorna li11 cnt e degli esercizi muscolari , p ecjaln1ente passeggiate all 'aria libera e l 'ohe o deve evitare di rig uadag nare d el p eso . I11 generale, la pr ogn o::-.i dell a fibrosite è buon.a , alvo per i ca i seni li elle sono resi~ te11ti ai consueti tralt an1e nti. 0

1

fil. Le emoglobinurie parossistiehe. (L . .T. , \ .,.rrTs . Lancel, l lugli o 1036). L 'c111oglol)i11uria quasi se 1111)rc t' do' t1ta a Ila lisi i11traYasale delle e111azie , ed è qui11di preceduta da en1oglobin en1ia. L 'os~ ie n1 ogl ob in a abbando11ala dai cor1)uscoli ros ... i co111incia _ubito a st1bire u11 })roce-.-so <li I rasfor111azionc co11 ' e rte 11 do~i in n1elen 1o~l o-


1928

t< IL FOLICT.JNlCO >)

bina e altri derivati fino al la bilirubina, ma il problema della natura di que t e sostanze intermedie o del passaggio delle grandi mole.cole di ·emoglobina attraverso il piccolo filtro g lomerulare è ancora insoluto. Le urine emesse dur.ante la crisi contengono Q sien1og lobina , rneternoglob·ina , en1atina ed .altri pigmenti en1.atici. Conten1poraneamente i ha sempre alh11n1inuria e talvolta anche c iIindruria. L'urobilina può -e sere presente, ma la bilirubina è di solito assente. L 'iniezior1 e endov·enosa di en1oglobina l) fO·d uce n egli individui nor1nali en1og-Iobi11uria ei1za disturbi gen erali. Ma l 'emolisi intr.ava al e capace di produrre l 'emoglobinuria è accomJ')agnata gen eralm ente da disturbi generali provocati dallo strom.a d elle emazie e probabilm,ente anch e dall 'ernoglobin.a liberata. La tras fu sione di 50-100 eme. di sangue incompatibile può provoc.are gravi r eazioni (b·r ividi , tren1ori , febbr e, cefalea, vomito , urticaria) ed a11ch e la morte. S·e l 'individuo opravviYe a lla reazione immediata la morte si può verificare IJiù tardi in seguito ad anuria dovuta al blocco meccanico d ei tubuli ren.a li da parte d ell 'emog lobina 1)recipitata e .ancl1e all 'avvelen.a n1ento dei r eni d.a parte dei prodotti d ell 'emoli si. N ell '.emoglobinuria parossistica l 'elen1ento e enziale dell 'atta cco è la li .. i de Il ' emazie con conseguente anemia ed emo.o·lobinen1ia. Segue Ìilimediata1ne11le la bilirubinen1ia, n1a non i ha ittero a meno che il fegato n on venga dann eggiato dalla r eaz ione gen er ale e dall 'an emia. L 'ever1tuale iLtero ,è di ti f lO acolurico e d è .a ccomp.agn ato da re.a zione van der Bergh jndi_retta o, n ei casi gravi diretta con escrezione della bile nelle urine. I corpuscoli bianchi e le piastrine diminuiscono r adipamente di nun1ero durante la crisi , ma in seguito si ha leucocitosi e trombocitosi . La rigenerazione d el sangue avviene r.apidame11te a meno che l'emolisi sia continu,a e protratta , e p,er un certo I empo può verificar si anisocit o, i , poichilocitosi, basofilia, r eti culocito i, nonchè la comparsa di emazie nucleate e mielocitosi nei va i periferici. Tra i fatti gr avi, oltre al} 'an emia ed all 'ant1ria, v.anno con sider.ati i disturbi vasali. L emolisi può ,e ssere !)receduta da agglutinazione d elle emazie o può essere accompagnata da lesi oni dell'endotelio vasale, fatti ch e possono provocare troni bosi ed embolie. Possono pertanto verificar i gangren e e dolori delle orecc l1ie. d el na o e delle dita delle mani e dei piedi , infarti della milza e dei pulmoni, colic h e adclon1inali con emorragie intestinali . tromb·os i dei sen i endocranici e della r etir1 él, t ron1bo:i delle Yene deg,] i arti. L 'en1oglobinuria Ri può veri ficar e nel corso di i11 01te affezioni: in ' ari aYYelena111enti (clorato di potassa, idroaeno arsenicale). 11ei traun1i. nellr scottalurc, J1 ella graYidnnza , nel puerperio, nel favismo, nella malaria , nel1

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[ANNO

XLIII,

~Ul\I.

4:3]

] 'a11e111 ia di Leiderer che inizia appunto ron emog·lobinuria , n ella sifilide terziaria, ecc .. Ma a parte queste forme si11ton1atiche ve ne sono altre n elle qu.ali l'emoglobinuria non appare legata a condizioni morbose preesistenti . Tra le forme idiopatiche le più comuni e le più caratteristich e sono quelle da freddo , da forzo , l'emoglobinuria ricorrente o notturna di Marchiafa va e Micheli , l 'emoglobinuria paralitica. Gli attacchi di emoglobinuria a frigore sono determinati generalmente dall 'esposizione al freddo e provocati sperimentalmente dall 'immersione delle mani o dBi piedi in acqua ghiacciata per 10-20 mi11uti. Durante i periodi in tervallari non ·esiste emolisi. I soggetti sono i)er lo più affetti da sifilide terziaria o congenita , ma la con dizione può verificarsi .anche in individui non sifilitici Bd apparentemente • sani. L 'emoglobinuria da sforzo s uole verificarsi a seguito di sforzi fisici specie in posizione er etta e particolarn1ente dopo marcie prolungate. ~ una forma rara . I soggetti sono del tutto sa11i , sen za segni di sifilide, di Bn1olisin.a n el sangue o di abnorme fragilità dell e emazie. Gli attacchi si verificano solo in seguito a sforzi specie se fatt i in piedi e mai in seguito a .perfrigeramento. La condizione si 1nanifesta esclusivan1ente nel corso del rapido sviluppo somatico e scompare qua ndo l.a statura adulta si è stabilizzata. Come l ' albuminuri.a ortostatica ·è quasi esclusiva dBi maschi. Tra i fattori predisponenti è segnalata la lordosi lon1hare. Nell 'emoglobinuria da sforzo l 'emoglobinemia è r elativamente bassa, i sinton1i gen erali son o scar si e poco rilevanti, per lo più solo dolore lombare. Sembra ch e essa sia dovuta più ch e .ad un 'emolisi gen er ale en do,ra:3a1e. !1(1 un ' em olisi locale limitata ai va i dei r eni. In effetti I.a quant·ità di emoglobina ch e viene . em essa con le urine è poca. L 'haemoglobinuria recurrens ve] nocturna curr1 anaemia h aen1olytica {Mar chiafaYa-Micheli) s'inizia come una comune emoglohinuria parossistica o come anemia emolitica, n1a quando si è stabilizzata per i ste l 'emolisi e 1'anemia an ch e nei periodi intervallari. Gli attacchi sono sempre indipend enti da sforzi o l)erfri gerazioni e h,ann o tendenza a veri ficarsi per Io più di notte. Non si conosce la causa e la cura d ell 'affezione ch e presto o tardi provoca la morte. La malattia fu per la prima volta descritta come entità clinica da ematologi italiani, specialmente da Marchiaf.ava (n el testo inglese il non1ei cli quest 'ultin10 è ridotto a Marchiafa. N. d . R. ) e Micheli. Fu in seguito studiatn da l1osentl1al e nell a Cli11ica l\ifayo. Sembra che possa escludèrsi J 'ereditari età della condizion e e l 'i11flu e111a dcJ]a sifilide e de 11 a n1alari n. L ' ini 1io . r i11~idioso con t1n 'an emia lt1nta-


li\ . ~o \Llll, \

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ne. 43 j

~EZIO

111ant~ i) rogre ~·'"' iva, e successiva111er1te no g f1 att~cc.hi di emoglobinuria , che

in

DR. Postn. dell' An1ministrazione: Catalo!?o g enerale delle edizioni POZZI.

Ai vari. nostri abbonati che domanda1·ot10 L'ittv io del Bollettitto di tutte le Opere pubblicate dall'editore Pot,Zi., che tton potè esse1·e subito inviato perchè esaurito, comunichiatno che la stampa del nuov o Catalogo aggio-rnato delle pubblicazioni è finito di stampare e che veYrà Loro inv iato etttro la prossima settimatta. RISPOSTA:

Di detto nuovo catalogo, a richiEsta ne verrà inviata subito copia. L ' AMMINl...'l' RAZI ONE .

1931

compaioperò tal-

volta cost1tut cono il fatto iniziale. Le crisi con1inciano più comunemente di not Le .e ~pesso l'emolisi è più grave di notte cJ1c. d1 1g1orno . L'emoglobin·emia dura per tutto il le1111)0 dell 'accesso . Gli attacchi non si -verif~ca110 durar1te il sonno diurno e quelli nol1ur111 non po ·sono essere prev·en uti con alcu11 i11ez~o. Talvolta si· verificano seguito a tra.s fus1011c o a sh ock proteinico. Esistono attacc l1i ap1Jena abbozz.ati: le urine hanno un depo i1 o di colore tabacco chi.aro consistente di .g·ra11u.Ii di pi,g·n:~nto ematìco libero o incorporato .111 ~euc?c1~1 o c·e llu]e epiteliali . Questa emo.s 1~er1nur1a e .talora molto persistente e può cost1tu1re ancl1e il sintoma fondamentale della malattia. l\ . })arte l ' emoglobinuria si hanno altri sin1on1i riferibili al l 'anemia dovuta alla continua ·emoli i r e is lente a qualsiasi cura. Si può av·e re u11 n1odico ittero emolitico colorito bron·· zino de.lla l ute! 1ni1za palpabil· ~, fegato legger. mente ingrand ito , nonchè calcolosi epatica dovuta all 'esagerazione del m 1etabolismo del piamente. L 'anemia ·è m .acrocitica e. ip· ercro111i c~, ma raramente le em.a zìe sono così grand·i e di ' 'olume così variabile come nel morbo di Addison. L e r ea% ioni sero1ogicl1e della ifilide on o negative. Nel sang·ue non si ono mai ri:scon trate emo li i11e abnormi. La fragilità delle €mazie è di solito normale, e p er ciò la i11alattia non è influenzata dalla splenectomia. Al] 'autopsia si riscontra: iperplasia del mid oll o .o .. sco, inten a emo ider o i 11 ei r e11i , e 111eno intensa n el fegato , nella n1ilza, n el midoll o o"' eo e negli altri organi. t\ ccanto a ques La forma è stato de c'ritto qualc11e caso con sintomatologia analo cra ·e con s pJeno111.egali a Inig·Jiorato con J.a splen~ctomia. La 1111og.Iobi11uria è llna condizione non rara nei cavalli ed in ,a] Lri animali do1nestici. G·li accessi si verifi cano sop1»a tutto qu.ando gli .a~1i1na] i sono rimasti per qualche tempo in riposo e semb•r .a no d eterminati d.all 'improvvi:Sa IJroduzione di a cido lattico provocati dall 'eccessiva quantità di glicog·en o a cct1mu]atosi n ei n111scoli durante il riposo. . La n 1 i~g_1obinuria ,è detta anch e en1oglobinur1a paral1t1ca perch e accompagnata da rapido ·"'vilupr)o di r aralisi o paresi dei muscoli.

Do.:\rANDA:

E PHATICA

DIVAGAZIONI

L'alimentazione umana nelle età preistoriche. . ~'argomento è an1pian1enle trallato da Virg1l10. Du~~es~hi \1) in uno tudio che si Iegg·e e.o ~ 11 p1u, . vivo .1nt~resse , ~)erch~ ricco di . noL1z1e e d induz1on1 che 1llt1mtnano il non chiaro periodo nel quale l 'uomo si affacciò alla ci:vi1tà, e si r~ collegano spesso sp1iegandoli, ad u si . e costumi della vita moderna. Certo la ricerca dell 'ah1n ento , oltre la difc,sa della ])er son.alità ed j fatt i riferentisi alla rip roduzione d·ella specie , co t ituì ìa più importante pr-eoccupazione ed occupazione dell'uomo primitivo. Del res to ancl1e n,elle civiltà moderne l 'esigenze dello tornaco e del se~s? , a~che se gene~alm ente e i11 buona parte sp1r1tual1zzate o sublimate, co ~ titui scono ancora le molle più potenti , dirette o indirette pale i o larvate , di ogni a1ti vi là. ·~on è diffi~ cile imn1éloa-inare con qual e Yiolen l a dovettero 1r1anifest~rsi queste nece ~silà imp·rbrog·abili, nlle quali doveva provvedere l]UOticlian.a111ente ogni individuo , quando non int erve11ivano p er correggerle o frenarl e, nè l 'educazione , nè le C?11~en~e~ze socjali , n è il timore di pen·e e sanzton1 d1v1ne e un1ane. Se n e può avere una te::,~.i1nonianza diretta oei ~·ro 11di disastri del1' epoca storica , quando d.is l rutto l 'an1l1iente giuridico-so.c.iale, .anniental o lutto lo p ichism.o su1)eriore , ]a forza de ll 'i ... ti11to , libera <la ogni freno , s i scatena i11 tutta Ja ua ani1na lità. Sta di fatt o cl1e tutti i docun1 enti di111 0 strano ch e I 'uomo fin dai pri111i te111pi della stia comparsa. sulla te rra ba cer cato di procacciarsi alin1enti idonei , <li agg io.crare e modificare elern e11ti n.aturali J)er re11derli co11facienti alle . sue esigenze ulin1 e11tari . esig·e11ze riguardanti non solo la qua11t it à , ina ancl1e l.a qualità irt rapporto non ·a lo alla dig·eribi li1.à ed assi1niJab·i lità , n1a anc b e al ,g·t1 ~ i o . Nel cor o di molti mjllennì I 'uo1no J)rei torico per scoperte successive l1a accun1u lat o e p erfezio11.a to i nlezzi ada1ti alla produzio11e d egli a linte11ti, compreso l 'addomesticamento e l 'a ]lc van1ento degli anin1ali . ]a cultura e l 'utilizzazione commestibil e de i ce r eali . degli o1ii veg etali e dei grassi a11in1ali , clel ]atte e suo i deri,rati , delle b evande fern1ent ate. Qu e ta so111n1.a di scop erte e di i11gcg11 o~e a1)plicaz ion i, compre e quelle r elative a ll a i1re11ar azio11e culi11aria ed alla con eryazio11 e degli a Ji 111c111i, fu quasi tutta opera e m erit o dell 'u o1l10 preilo ri co : i ~u ccessivi i11iglioran1 e11ti e le a!.5git1nte fino a 50 anni o r .. on o, J1on r a1>1)r ese n t.a11o opera di i11olto con lo. ella più anti ca età deJl n l ~ic>tra, ci vi ltrì pa1

(1 1 v·. DuccE~CHJ. L 'nl in1en l u:i one u1nana nelle età 1>r ei si ori cl1 e. ()1fici11e g r < 1ri r h e (~. Ferrari , , -e-

nezia.


1932·

« IL

[colitica., cl1e

POLT CLII~l C O

i calcola sia durata oltre 400 n1ila anni e t€rn1i11ò ver o iJ 70° ecolo a. C., gli uo111ini vi ~ ero di prodotti veo-eta]i e ani11 Hl Ii c l1e ·ponta11ea111 ente troYa vano là cloYe la loro e ·i ·t enza nomade li conduceva, o sia dove Lrovavano alimento e ca Yerne o altri rip r: ri dall e i11temperie e dalle fi er e. Molto l)TObabilmente la donna raccog li eva frutti di alb eri e emi di pi.ante erb·a cee, ch e er.ano n1ang iati crudi , 111entr.e i b·u lbi e le radic i era110 c otti alla fiam1na , sotto le braci e ].e cen eri o fra pietre i_ >iatte roventi. L 'uon10 invece si dedicav.a i)r evalentem ente alla caccia. E i t eva .allo·r a in Europa una ricra fau11a : o.Jo per i mammiferi circa il doppio d elle p ecie attuali. Nei periodi g laci.a li tra i pri11·ci pali ma1nm ife.ri c 'erano il n1.ammut , il I-·inocer o11te ticorino, l 'orso ed il leon e delle caverne, la ren11a, il bisonte, il ca,allo , i cervidi , e n ei 1)eriodi interg lac iali an cl1e l 'elefa11le ar1tico, il rinoceronte di Merk e l 'ip}Joµotan10 n1aggiore. Gli anin1ali , squar1ati se gros ·i, interi se piccoli , venivano infissi su l)al.i e cotti direttan1ente .alla fiamma ; le visceri , probabiln1·ente, furono cu c i11ate sotto le b·r .ac i ·e fra p ietre arroventate. L 'arrostimento , una dell e forn1 e ]) ÌÙ Sé.l pori te e nutriti,re di preparazio11e d elle .c arIl i, fu an cl1 e la i)rima ch e conob·b e l ' uomo. · P er I.a furizione di calco e separazio11e delle' c& rni dalle os a i u sarono r ozzi coltelli di ilice, ra scl1iatoi e scarnitoi empre di pietra , ut e11, ili c h e si Lrovano a mjgliaia n elle ~ta­ zioni di quell 'epoca. Dalle os a lungl1e ' 'eniYa e .. lralto il 111idollo il quale forse ser v'Ì non o]o con1e a li111ento, n1a anch e per ungere il corpo e con ci.are le pelli. In qu ell 'epo·ca l 'uomo praticò anch e la pera, 11on disd eg11ò molluschi , ero tacei e forse a11cl1e g ro ~ si insetti (cavallette). Rioer cò qua, i ce ri an1en te il n1i el e d elle api. c:ome s toviglie , allora d el tu lto rr1ancanti ' furon o ' 'erisimilm ente ado1)er.ate g r osse concl1i glic, z11cch e ' 'uote, corn.a, ossa cave , specialn1ente quelle cr anich e , n on e clu e for e quelle u111 a11e . 1Vel paleolitico piiì re.ce11.te o superiore (rrtio-lilico) clic clurò circa 200 ecoli. l ' uoJ 110 inlerl ·ifì rò Ja fab·b ri cazione di arn1i (pug11ali e a rpion i) e a llri oggetti d'uso. fatti tul1i di 1)ielra , o .. ~o e co rno ; ui adopera,ano g ià l 'a rco e la freccia. 111 r apporto alla n1odificazione d ella fauna fu parti colar111ente ca·cciata Ja r e1111a, clie fo rni\ a alin1 e11li pel li r>er ' csti111cnta , o~sa e ro r11a. Tuttav ia il LiJ)O cli alin1e11t azior1 e co11ti11uò ad r ::-ì~C rr 111i to . ('.01nparvero le prin1e Il1.a11il'e. ta zio11j arti ticl1 c ~o tt o forrna di ,g r affiti e <li J)ilture (ani11ta li , ~ce n e di caccia) ch e pe r d iseg110 e n10'i1u e11to so110 uperio ri a re rt e i11 od er110 a11aJogl1f' J>roduzioni , n o11ch è abbozz i e . cultur e ri col lcgan t e ~ i a i1eces ità a 1in1en tari . 1

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fANNO XLIII,

N1.r-~c.

431

Forse in ques ta epoca il cane fu addo111es ticato. Non si trovano indizi di pastorizia e di agricoltura; l 'uon10 era ancora cavernicolo e no1nade. -el periodo n.eolitico, cl1e durò 3'0-40 secoli, ~ i i)assò dalla v ita no111ade a quella sedentaria i11 palafitte ·e capan11e . Il periodo è caratterizzato dall 'alle-vamento e addomesticamento di n1olte specie animali , dalla coltivazione dei cereali , fatti che mentre diedero varietà al cibo assicuravano vettovagli e per tutte le stagioni dell'anno. Co·mparve il focolare, simbolo e prova della famiglia e docume11to insieme di nuov·e forme di a llesti1nento delle vivande . Si 11·erfezio11arono i manufatti di silice, di osso e· di corno , si mig liorò a ai la fabb·r icazione de.Ile. t erraglie per u o dorne tico . Con1e anin1ali da caccia furono preferiti il cerYo , il cin ghiale, il capriolo , la lepre ed i volatili, o ia .animali e rbivori. Alla fine d·el 11eolitico l ' uon10 europeo già a ''eva addomesticale le pecie domes tiche oggi esistenti. Si cominciò ad utilizzare il latte e i suoi derivati. La pesca fu più r edditizia p er l 'uso ·di .an1i di o so e anch e di r eti , n on ch è di canotti da tro11chi di alb·e ri scavati. Si u sòJ.Hrga111ente il 111iele p rodotto da .api se1lvatiche. Si continuò a n1angiare frutti , semi, radici e bulbi. 1F uror10 u ate g hiande abb·r u tolite ch e erano n1.angiate con1e tali o ridotte ad impasti simili a polenta . Il fatt o capital e è l 'introduzione dell 'agriCOi1tura, ch e cr eò dimor e tabili , origi11ò scan1bi di d errate, fu n1adre di indu trie, e a ddolcì i co turni. E a i)rovocò inolt re u11 cambiamento profondo n el r egin1e alin1e11tar e, dapp·r ima con la cer ealicul t ura, e centinaia di secoli più tardi con la frutticu ltura ed i prog r essi della ortic ultura. Furono da1J1)rin1a coltiY.ati l 'or zo e il 111iglio , ·quindi il frun1ento ,. e più tardi l 'avena .e la segale . La scelta dei cereali da parte d ell 'uomo })rimitivo deriva dal fatto, sperimentato attraver so millenni, ch e e i l1anno un alto ' '·alare en erg ico Fer il loro contenuto in idrati di carbonio e ostanze proteiche, per la lor o facile· digeribilità ed a in1ilabiJità, per la pos ibilità di conser,Tarli e }Janificarli , perchè han110 un a llo i)oter e di acclin1alazione n·elle r egioni più diverse, e percl1è infin e g·li steli e le fog]ie lJOt eYan o ervire cor11 e foraggio. Più t ardi s i tro' ò ch e da es i i po tevano otte11er e a11 cl1e be v.a nde fern1entale. La n1acinazione i)er u11 1u11gl1i in10 periodo di Lempo si faceva a inezzo di. due i)ietre piaLte , di cui ]a u1)eriore i11os a a n1ano ulla i11feriore. La farina co ì ottenuta serYì da1)1)rima a far e m.i ne tre e ])a ppe e ]){)i focacce t1011 fern1entate co tLe sulla fiam1na , fra la brace o otto la cen ere. E qu esto il i)rin10 abbozzo d1 p an e . elle palafitte e Lcrra111a re . i trovano ancl1e r e ti di i)i elli , leuti ccl'1ic, fave> semi di lino,


[A:\?-.0 :\.LIII, i\ UIVL 43]

1935

SEZIONE PRATICA

no11chè 11occiuo le, noc i, corniole , mele, pere, s usine, prugne, orbe tutte a,llo stato selvatico. La c·iviltà deii m .0tail li, iniziatasi con i.I periodo eneoliti co o d el ram e, e comprendente ]a età d el bro·nzo e d el f er l'o, se.g na il complet:1n1ento o i}erfezionan1e11Lo delle co11 quiste anteriori , e in riguardo aJl 'alim·entazione, porta I 'Europa ad un g rado molto .avanzat o di progresso. Es a durò dai 2.5 ai 30 secoli. Nell 'epoca· del b·ronzo l 'agri coltura pre11c;le se111pre più il ... opravvento sulla caccia . La fabb.ri caz ion·e del vasellame di .argilla si sviluppò. con criteri artistici e pratici , p er la cottura d egli a lin1enti, per la con ser vazion e dell 'a.cqua e del vino· e per b er e. Comparvero ancl1e i prin1i vasi di metallo. Si ottenne l 'oJ io dall 'olivo e lo si adoperò per la cottura d elle carni. All 'aratro primitivo, costituito da basto11i aµp untiti con r an1i collat er ali, i aggiun e il ' 'on1ere ·e si .aggiogarono i buoi. 'inizia la elezior1e de lle razze di an ima li d o111estici e 'inlroducono nuove varietà di cer eali. L 'It.alia ver so il 10•00, a. C. ebbe i princ ipa li a lberi da frutta coltivati ed in primo luogo il fico , l 'olivo e la vite, e con essi l 'olio ed il vino. Al cuni legumi (pi&elli , fave e forse ceci) er ano largamente coltivati. Si peTfezionò la panificazione. Verso il V seco,l o a . C. la pratica co·m une e l 'arte dell 'a limentaz ion e avev.ano ragg iunto u1lo sta lo di co e molto s in1ile a quello esis tente in E urop.a circa 1010 anni or sono , ossia prima dell 'introduzione d elle macchine· e J)ri 111a d ella cr eazion e d elle g r andi industrie ali m entari. Quando l'uomo i a ffacciò alla storia ]e piante di utili I à gen erale erano t utte note , sia i>ure in regi on i diver se da,l le nostre; 1)er ciò se a11che il mais, la palata, i fao-ioli , g li .a grumi , g iu11sero in I talia in temp·i relativam ente re·Centi , quest e piante erano utilizzate i11 1uogl1i di orig ine fin dai tempi preistoricj. L 'uomo, n el cor so dei mill enni , 11a ricon osciuto e preferito i cibi dotati di un valor e nutriti\ro più .alto, e ciò segu endo quei misteriosi impulsi per cui gli effetti an cora non ben cl1iari d e11e carenze e d egli sc1uilibri a lin1en1ari s i tra forn1an o i11 tendenze e r ipu gnan ze più o 111eno n ette e precise, rigu ardo a i i>ro·d olti del suolo e a quelli animali . Tra le 140 m ila s pec ie vegetali ch e vivono s ulla uper fic ie terre tre l 'uom o h a saputo ceg.lierne 250, c l1e l1a coltivate e ch e or a r appregentano il patri 111on io aJi n1entare veget ale, 111a di queste ben 200 ap1)artenevan o g ià al m ondo anti co. Con statazion e an.alo,g·a può far si lJer g1i an in1ali d om estici. r\ questi n1i teri o j Ìffil)Ul si SÌ aggiungono c1uelli r elativi al gu s.t o , .all 'accettabilità e t olleranza gastri ca, al ~ oddisfac imento del ~en go d ella fan1e ed all a , ensazion e general e di cenestesi o di lrene. sere . L 'uon10 seron d ò qne:::.ti 1

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in1p ul si co11 Ja varie tà d egli a1in1er1ti e ro11 la loro i)r eparazion e culinaria. Alla cottura , alla panificazio11e, a l caseifi ci o , a lla i)r epa razione delle b evande fer111 enLate ecc ., i . . ono aggiunti oggi altri proce i di trasfor111azione degli a limenti allo scopo di conservare, purifi care, uni~c.a re iJ tipo , r endere p iù g radevol i i sapori , ecc. L 'u omo p rin1a di apprendere a scri ver·e la sua toria, aveva compiulo un lungo , pazient e, 111irabiJe lavor o er11piri co, falto di tentativi e di esperimenti durati t alvolta m o.Jt i secoli . Già n elle epoch e preistorich e era riuscito, lentamente ma ten.acement e, a p ieg.ar e gli ani1nali a lui più utili .all 'a ddomest icazione, a do111inare i veg·etali col Livandoli e tra forn1andoJ i a secon·da i suoi g·u t i e le sue n eces. ità , ed era riuscito perfi110 a piegar e e dominare sè stesso assog·gettandosi alla con viven za ociale. La toria d ell 'a ]i1nentazione un1ana d imostr a cl1e l 'uomo ha ·egu ito istintivan1·e nte, n ella "' celt.a de i uoi cibi principali , c ioù le carni , i Yegetali ed i gras i , quel criterio fon.dam entale d ella qualità che oggi lf:l fi siolog·ia ha ricon osciuto con1e fattore d on1 inante n ei fenomen i d ella nutrizione. a.r go'.

NOTIZIA BIBLIOGRAFICA A. PoLICARD. Shx oonférences dJ' hist'opliysiolog~e

norm.a~e

et pathologi!que, Vol . d i pag.

10±; Ed. Masson , Parig i, 1935. Fr. 15.

Le sei confer en ze di isto fisiologia tenute dal1'illustre istologo di Lion e n elle Univer ità d el1'Argentina n el 1935 oltre ch e lasciare in eh i le Ie,g·ge ~.a n1ig1iore impressione 1)-81' la loro semplic ità, lucidità e ricch.ezza di n oz ioni , dann o la misura d i quanto an co.ra ci si d eve USJ)e ttare dall 'indagine istolog·ica condotta con n1odernità di vedute. È · fa cile entir dire ch e la n1o·r folog i'a ha fatto quasi il suo tempo per Jasci.are il J)Osto .ad altre brancl1 e d·ella biolog ia : frase a ltrettanto in esatta quanto in giusta; e chi non si occupa puramente di istologja (e ir1 r·ea ltà il n1odo con cui sono prospettate e: trattate le .questioni svolte lascia cl1iaramente v-edeTe ch e queste conferen ze d el P olicard sono prop rio destinate non tanto agli istologi quanto piuttosto a quanti si vogliono occupare di j)roblemi biologici in sen so lato in rapporto alJ.a medicina) potrà facilm ente vedere quanto si.ano invece importanti e anzi indispen sabili gli elementi che ci \Ten gono forniti dall 'indagine morfolog i·ca an ch e in a lcuni d ei più rnoderni argom·e nti d i b·ioloo-ia e di medicina. Naturalmente lo studio morfologico non pu0 e non d eve esser e semplice fin e a sè ste . . so. n1a deve cercare di arn1onizzare il propri'o c.ampo di osservazione coi moderni indiri zzi di fi siopatologia e di bi'o chimica. Questa tenden za ad una tale a rmonia risalta e;hiara, in tutta l 'importanza dei suoi risultati già r aggiunti, in tutta l 'ampi·ezza delle su e fu1


] 93U

e< IL POLICLINICO

ture possibilità, da queste poch e conferenze de] . J)oJi card . . Gli argomenti trattati sono tutti del p iù alto in teres ~e atJ;u.ale : così que llo relativo aJl.a forrnazi·one cl.ella o tanza ossea, ove vien t enuto conto dei mod erni orientan1e11ti di studio i11 questo campo e pecie d·ella dibattuta questione del ricamb·io del calcio , a l qual proposito si può anct1e c hiaramente osservare ch e molti lavori r.e lativi a questo argom·ento e ch e hanno porLato il così vaste ma non ancora definitive conoscen ze, hanno fo:·se tenuto tropp·o poco conto deJl 'indarrine m.orfologica; cost quello r elativo ai proces i elementari della ossifjcazione endocondrale. ·L 'istofisiolog ia d e l setto alveolare (sono 11oti a tutti g li importanti lavori del Policard sulla natura d elle cellule di rivestin1ento degli alve oli poln1on.ari) è trattata ii1 maniera in.agistrale, per quanto in rr10do semplice , chiaro, e dimostra qua11to la sua conoscenza si.a i111portante 11ello s tudio di svariati p·r ob·lemi di fisiop•a tologia polmonare. 11 meccartisrr10 di nutrizion·e, la circolazione linfatica, i dispositivi elastici e l 'infiltra zione calcar ea àella paréte arteriosa coinvolg ono stre ttame11te i fondamentali prob·l emi della patolo.g ia d.e i vas i arterio~i . Intine l e larghe poss; bilità d·ello studio della morfologia dei tes~u ti cn1ergon·) da altri due campi bre vemente trattati; e n ei quali l 'A. ha portato tra i j)rim i d ei contributi fond.amentali , quello della mjcroin cinerazio11e d ell e cellule ·e dei tessuti, .e quello della jstospettrog rafia. Possiamo esser e s1>iacenti di una sola cosa : cl1e si tratti dj sei ~o J e conferenze, formulando l 'aug urio di una prossima trattazion·e più vasta. Cn1 Nr. 1

CENNI BIBLIOGRAF 1Ci t1> I

V\7. CATEL. No rmale ·und Palh.ologisclie Physiologie de r B~ egu1ngsvorgiin g e im gesa.m ten 1

Verdarung.s.kanQ!l. 1a p.a rte. Edit. G. Thieme,

»

lANI'\O XLIII,

~Ul\1.

43J

La n1ateria è trattata con gra11de c l1iarezza e co11 lusso di i)articolari, desu11ti per la 11Tassi111a parte dalla letteratura tedesca , in n1a11i era cia offrire al lettor·e un con1ple o organi co, quale non era fino ad oggi possibile trovare 11elle r;ub·b licazioni sull 'argome11to . A qu·esto primo volume n e eguirà un seco11do riguarda11te la parte clini ca e far1nacologica, ed un terzo ch e si occuperà dei proce:;i di .secr ezio11e ·e di riassorbime11Lo .

M. F ABEl\l. 'fH. FuRST: 'A1 ethoden. der K onstitutions biologischen DioJgnostik. In-8°, di 40 pag. con 2 tav. Hippokrates-Verlag , Stuttg.art-Leipzig. Prezzo RM. 2,80. L ' A. inostra l 'utilità dello studio costituzionale-biologico degli individui , per la medicina i11 generale e per la profilassi d elle n1alaftìe ereditarie, nonchè per la medicina assicurati,,a e ~i occupa poi dei metodi di diagnostica ge11erale impostati su tale indirizzo. Nello studio· della tipologia segue la nota classificazione in Leptosomi, Muscolari e Picnosomi, di r.ui studia le caratteristiche; dà notevole in1.p ortanz.a ali 'indice di Kaup, in cui il p eso dell'individuo entra c0n un coeffi ciente diverso da quello ch e si ha in altri indici. Oltre al tipo n1orfologico, sono poi co11sid erati i componenti parziali delle parti n10JJi , a co1ninciare dalla pelle, di cui si esaminano la elasticità, lo stato di riempin1e11to dei "asi 1,rnicroscopia capillare), la tem.p eratura , il d er111og·rafismo; si passa poi all 'esan1e 4el sistema r espiratorio e circolatorio ed agli esami p sÌ(:Ologici . Il piccolo libro non fa che dare un accenno dei diversi metodi, per dimostrare come si procede alla determinazione del ti po morfologico , p er arrivare .a quello dinan1ico-fun zionale. fil. 1

Lipsia, 1936, RM 50. Non è possibile rende~·si con to. dei processi n1orbosi ch e a lterano il regolare ft1n ziona n1ento degli organi, se n on si conosce di ques ti 1.a fisiologia norn1ale . L 'A. , partendo da tale presup.r:-0sto, affro·lltt.l il prob.Jema per quel oh e rigu.ard a l 'ap·p arato de lla digestione, e dedica questa p·r in1a parte d el uo lavoro unicam ente allo studio della r11otili I à norma le dei vari segmenti d el tratto ga tro-i11testi·naJ.e. Nei 7 capitoli del volume trovian10 quindi descriLti : i metodi di ricer ca, l 'innervazione, Ja fi iologi.a d ell 'introduzio·n e del cibo, la motilità fisiologi ca d ella muscolatura liscia d el1'apparato digerent e, l ' influsso del siste·m a n ervo o ·ui proces i motori , l'influsso d ell 'alin1entazione, l e particolari manifestaz.ioni fisiologich e d ell a muscolatura li eia. (1) Si prega d 'inviare due copie dei libri di c ui

si <iesidera la recensione.

AccADEMIE, Soc1ETÀ MEDICHE,

CoNaREss•

Società Med ico-Chirnrgiea di Catania. Seduta del 13 giugno 19'36. Presiò et1te: Prof. G. D1 G U GLIELMO.

Sulle cataratte embrionali. L 'O. d escrive cinque ca-~1 di catara tta conge11i l;\~ ch e egli 'ritien e di ge11esi embrio11ale. Nel prin10 si lratta,Ya di una forma r ara di cat aratta nucleare rlura; n el secondo, terzo e quarto caso di tre for1ne di cataratta zonulare cen lrale; il quinto rappresentava una forma an ch'essa r aira di cataratt ~ i10Jare· posterio re stratificat a. I processi cataraltos1 embrio11ali possono r estare localizzali, nel tempo, al solo cristallino embrion ale,, o a.11che a quello fetale, o possono con tin11arsi nella vita post-i:i alale in modo d a aversi corrispondenti e successive form e di ca taratta nucleare embrion ale, fetale, perinucleare, totale. Second o 1'Q.. bisogna. erobrioaeneticam ente e clinican1en le disti11guere le caLara Lte zonulari in nucleari l1 e1nbrio11ali. ch e egli


[A

NO

XLJTT , l\111 ~1. 48 l

S EZ lONE PRATICA

mette in particolare rilievo , ed ir1 peri11ucleari o post-nalali, e non conf<;>ndere le une co11 le altre, come erronean1ente è stato fatto fi11 'oggi.

Bolla emorragica acuta della cornea. Prof. E. MoREITI. - L 'O., dopo a.ver acce11nato alla letteratura della cheratite bollosa, descrive u11 eccezionale caso d i bolla einorragica c:lella cor11ea ossei:yato in una glaucomatosa con iperler1 sioi1e arteriosa. Tale bolla si pre·se11tava come una gra11de i11acchia rossa rilevata su l resto della superfice corneale. L 'esa1ne biomiéroscopico accertava una vesciéola costi luita dallo strato epiteliale sollevato sulla Bo"vmann da un accumulo di eritrociti. Secondo l 'O. la vescicola si è formata ii1 seguito alla rottura. di una ansa vascolare abnormemente allunga,tasi nella cornea; quindi sarebbe u11 semplice ·stravaso sanguigno, _4a mettersi in rapporto con lesioni arteriosclerotiche del capillare con i 'ipertension e arJeriosa e col glaucoma. Pertant~ si tratta di una alterazione corneale nettJJ11e11te d1s U11ta dalla cheratite bollosa emorragica.

1939

Turricefalia con esoftalmo unilaterale. J)ol t. C. ·r1TA. - L 'O. presc11la un caso cli turricefalja co11 esoflaJmo u 11il aterale (sinistro) senza altra 1nanifes laziÒne oculare: Spiega Lale unila teralità dell 'esoflalmo co11 l 'a in1melr ia d ei due lel ti orbitari, accertata radiologica1ne11te. L 'O. mette 511 rilievo Jo stato di ade11oidis1no del soggetto i11 èsame e u11 'opacificazione, rad iologica1nente accertat a, del se110 sfenoidale di sii1istra _

Gomma della coroide. Prof. G. : FAVALORo. - L 'O . r iferisce

seco11do ca-so d j gomma del] a coroide cl1e rien lrerebbe, fra Je 1nanifes lazioni mircoterziarie, e cl1e confermerebbe i carattéri di localizzazio11e, cli b e11ig11 ità, di guarigione della gomma, i1o"i1 ch è il re1Jerto oftaln1o~copicp collalerale, già preccclei1t e1neHte -egDalati . Prof. G.

l<,AVALORO . -

i11

iVote cli clii rurgia oculari.

Seduta del 6 luglio 1936.

Ipermetropia elevata, rara , famigliare Prof. E. MoRm-i·r. - L' O., dopo aver riassu11to i pochissiini cas i fi11ora descritti d'ipermetropia d'alto grado, fam iJ i are, riferisce due osservazioni j)l'Opr1c.

Si tratla di due sorelle, uria con 21 D. e l 'altra co11 17 D. , Ja c;ui madre presentava ai1cl1'essa micr.ottalmo. L ' O., r-he ha dovuto praticare l 'enucleazione di u 11 occhio_ n el primo ca·so per glaucomJ; assoluto, afferma che, contrariamente ai casi finora d escril ti da Hertel e da Kraemer , i bulbi oculari htlnno la forma quasi p erfetta di una sfera esse11do i dia.m etri dell 'equatore 18 mm. e qu ello anlero-posleriore 17,7 mm. •

Inclusioni d'olive di vetro nel guscio sclerale. (Opera zione di Mules). Prof. E. MORETTI. - L 'O. riassunti acc11ratamente Lutti gli i11terventi finora praticati per mig liorare Ja pro tesi oculare fa cenno alla letteratura sull 'operr1zjone di Mules e riferisce i risult.ati ottenuti ir1 25 casi da lu j operati in due a1D.n1. : I l i11elodo u sato dal Morett1 , è qt1ello di una cornune « exenleratio oculi » a cu i fa seguire l 'i11nesto di u11a ovoide vuoto di vetro e la sutura. Nei casi operati ebbe a ri·scontrare sei espulsioni SJJOnlanee dell 'olive inne·state; n~n ha lam en lato inai complicanze di n essuna specie e tanto meno casi di oftalmia simpatica. Concl11cle11do affern1a che data la mancanz:i di qt~alsiasi peric~lo e per l.a ~ac~lìtà d~ll 'int~r~·e11to, ron1e pure per i suoi ottimi r1sul~a~1 este~1~1 , eh~ j)erme ttono alla prolesi cli muover s1 1n ~u~ti l sen si e quindi di ridare la normale . e~press1one al v?llo, tale operazione è d a preferirsi alla enucleazion e ed alla eviscerazione.

Su due casi non comuni di idroftalmo congenite. Dott. C. T1TA. - L'O. presenta due casi di idroltnlmo éo11 aenilo presentatisi alla nascita con un in torbida~e11 lo 'cornea] e paTenchimatoso totale e alta ipertensione endo?ular~. Cerca di stabilire l_'el)OCa d'insorgenza dell affez1one n.el corso della vita ei1dot1 t erina e richia1na l 'attenz1one sulla. n ec~s­ sità della diaano i differenziale tra l 'affez1on e 111 parola e la ch~ra tite parenchimatosa co11genita.

Ricerche sperimentali sulla tossicità del sa~gue degl i epilettici. Reperti istopatologici nella mifza . Prof. V. LONGO. - Il sa11gue cli soggetti epilettici 1 iniettato endovena in conigli , d et ermina , i11 cor1fronto del sa11gue di soggetti normali , delle gravi alterazioni ist0Ea lologicl1e nella rnilza d ei co11igli così tratla li.. . . . ., . . . Le alterazioni osc1lla110 tra i g radi p1u l1ev1 d1 sofferenza del tessuto sple11ico (conge Lione, dilatazione d e.a li ·spazi linft1lici, reazione is liocilaria) ecl i gradi gr ave com1Jro1nis·sio11e dell 'i11tegrità ~el1'or()'ano sotto forn1a di fatti più o 1neno vasti e 0 più o .1ne!10 g raYi di 11ecr osi i chem ica iniziale ed aYanzata .

ai

I '' cosidetti .... tumori osse i del polmone . Prof. R. REITANo. - L ·o. d escriYe u11 « os leon1a >>r n1r1ifica lo difrJso bilaterale dei pol1non i - eccezionale per l 'este~sione assunta - in .un individuo di an11i 69. A fo11dan1 enlo pa1logenet1co del processo stan110 essenzialme11te u11 distt1rbo del circolo polmonare e al terazioni di s trofiche del p~ren­ chi1na polmonare ste·sso, secondo un 111ecca111sm o con1plesso. È riveduta ampiamente la let I era lt1ra sull 'argo1ne11to. Si è del parere, che si debba escl11dere la natura Lu1nora le del « cosid etto » osteoma pol111onare.

Contributo alla reazione emoclasica nei tumori maligni. Dott. G. B. FoRNARJ. - L'O. ha praticato la reazion e emoclasica Cilelli-Piazla in 95 jndividui a~­ fet ti da tumori 1nalig ni in 111assi1na parte delle pr1111e ,·ie aeree e d icrere11tj ot le11enclo 79 ri sultati positivi e 16 negati~i. !11 21 controlli la r eazione è s tata negativa in 17 e positiva in 4. . . Riassumendo i risultati da lui ottenuti con r ri ~l1ltati pubblicati dagli autori ch e lo h a11i:io preceduto in tali ricerche, l 'O. ritien e la re.a~1one entot.:la ica Cite1li-Piazza -- cl1 'è ta la pos1L1va n eJl '82 % dei cancerosj e negaliYa 11e11 ' 3,.5 °{, dei. controlli - degna di far parte cli quel i1un1ero ò1 reazio11i diagnostiche con1une1nen te u sate nella pratica di laboratorio. Il Seg retario.


1940

<< IL

POLICLINICO >l

!A NNO

XLIII, Nul\t. 43]

PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA ltapporti fra appendicite cronica e coliti croniche. Le osservazi.oni di S. de Nabias (Journ. t.1 éd . Français, giugno 1936) si riferiscono a 1101 pazienti considerati affetti da appendicite cronica. Seguei1do JJer lungo tempo i rnalati ai .quali era stata posta questa diagnosi Egli ha potuto giungere alle seguenti conclusioni : 1'apj)endicite cronica è rara. Per lo più essa vi er1e simulata da forrr1e localizzate di colite • .cronica. L 'appendicectomia eseguita nei casi di colite cronica aggrava spesso la sintornatologia . D opo qual ch e settimana si ha la ripresa dei ·clolori n ella fossa iliaca des tra. Co ncludendo l 'A. ritiene che sia di estren1a in1portan ia fare una diagnosi differ en ziale pre.ci a fra le due affezioni. A ques to scopo occorr e anzitutto ricordare che quando esistono sint omi .a ssociati (insufficie11za epc1tica, ci titi ecc.) s i pu ò ·e sser sicuri che non si tratta di ap11en·dicite cronica e ch·e l 'asportazione d ell 'appen·di ce non deve essere praticata. E. CARLINFANTI.

libacillo n egli apparati digerente (sic!) ed urinario e nel trattare le cause della stasi i11 testinale ed urinaria. I?egime alim entare. - Evitare le sostanze irritanti l 'intestino ed i reni; consigliare frutta, verdure, carni .a i ferri ed il vino (che acidifica le urine) . Nei casi acuti, dieta idrica . A1edicazione in.testinale. - Lottare contro la costipazione; l 'A. co nsiglia di prendere tutte le n1attine ur1 cuccl1iaino di olio di ricino. Se vi è insuflJc ienza epatica , dare i colagoghi (olio di oliva, olio di Haarlem, ecc.); utili gli an tisettici i11testina li (be11zon.af Lol , rollargol, carbone, ferm enti lattici). Medica..zione urinaria. - Oltre al]' urotro1)i11a (3 compresse da 50 cg. , 3 voJte al giorno), i ·A. ha avuto buoni risultati con il salol (g . 2,50-3 nelle 24 ore). L~ledicazion e aoidijica1ile. Oltre aìla car11e, il pesce ed il vino, (l ' A. parla persino dei liquori!) somn1i11istrare acido benzoico (5 g. 11elle 24 ore), l 'acido fosfori co (g. 2,50), il cloruro di calcio (6-8 g.) Trattam en,lo specifico. - Il vaccino non dà che scarsi ris ultati , la sieroterapia ne ha qualcuno al suo attivo , se è usata nello stadio acuto durante l 'infezione sang uigna, ma è inefficace quando il B. coli l1a raggiunto il re- . n e. I risultati d ella batteriofagia sono in costanti. Sembra ch e si siano ottenuti dei successi con l'uso d el siero di maiale (ch e sar ebb e immun e contro il colibac illo); se ne dann o 3 fia] e a l giorno per bocca . Traitamento urologico. - Sotto forma di cateterismo degli ureteri, drenaggio con la sonda a permanenz.a, lavatura dei bacinetti , è quello che dà i migliori risultati (8·0 %) . . Trattam ento chirurgico. È essenziale quando sia indicato, sia per togliere le cause del]a stasi in test in ale (presenza di brig1ie) sia diretto all 'apparecchio urinario (restringimenti uretrali, calcolo, rene ptosico, ecc. ). Trattam ento idromineral.e alle sorgenti a<la tt e. fil. 1

Anemia ipocromica con sindrome di Plnmmer-lrin· son. La indror11e di P. V. lun.g ament,e descritta <lagli Autori anglo-americani consiste essen,1.ialme·n te in una disfagia al livello della porzio11e superiore d ell 'esofago, a ccom1)agnata .costanteme11t.e da glossite di Hunter , ·e d assoc iala .. pesso ad alter.azioni delle unghie; essa .appare co1ne un aspetto anatomo-c linico dell 'a11em1ia ipocromica essenziale. L ·osservazion·e ·c linica, ematologica ed esol'a gosco1pica di un caso di questa malattia co11du ce Ed. Benhamo1u ·e G. Cohen-Solal (Soc. ,~fécl. des H op. , 2·0 marzo· 1936) ad in1 er1)retarla non com.e uno spa s1no eso fageo , . come .gen·eralmente si ritiene , ma com e una paresi deJl 'esof.ago, che appare quando, la atrofia, e la degen erazione ghiandolare ch e caratterizza110 la glossite di Hunter , si' estendo11 0 a tutta la i11uco a d ell a faringe, de11 'ipo-faringe e d e11'esofago. Nel caso studiato il pallore e il di111agrin1e nt.o avevano preceduto di parecchi a n11 i i disturbi' d ella deglutizione. A mano a mano che, sotto l ' influenza del Lr<i ttamen to con protossalato di ferro (10-12 g r. al giorno•), insorgeva la crisi r et.icolocitaria e si ,e levavano i valori emometri'c i, si ebbe la con1.p arsa progressiva della disfagia m entre la m11co a esofagea e faringea ri1Jrendevano il loro aspetto normale. E. CARLINFANTI.

Morfina od atropina nelle coliche renali 1 L 'iniezione di morfina è utilizzata abitualn1ente 11elle colich e r enali; se ne ha un sollievo in1mediato ma , secondo quanto osserva G-uillard-Vallée (rif. in Jou.rn. des praticiens, 15 agosto 1936) la crisi non è più seguita dal1·espulsione del ralco1o, ch e viene a rre tat·) nel suo progredire, in quanto che la morfina rr1odera i n10'1·in1 e nti peri stalti ci dell' 1rel ere. L 'A. co11sidera quindi 1a morfina come controindicata in tali casi, in quanto che essa tra: l'or111 a il cailcolo n1ig ratore i11 calcolo fì ~..:1 d el l ' ureter e. ~ invece indi ca ta la belladonna , rispettiva1

TERAPIA Il trattamento delle colibacillosi urinarie. Come o erva Duverget (Gaz . hopitaux, 11 lu a lio 1936) la teré\pia d elle colibacillosi urin a ri e ha il duplice scopo di dis truggere i] co-


[ANl'iO XLIII ,

Nu~1. 4~ ]

SEZlONE

'

me11te 1'atropina, che va somministrata a dosi piccole di 4-5 mg. per iniezione, ogni 2-3 ore, fino a che i dolori siano calmati . fil.

Sulla cura dell'enuresi essenziale notturna. L·enuresi notturna essenziale sarebbe l 'espressione, secondo G. Vedr.ani (Ga.zzettai degli osp. e delle cl'in.. , n. 34 , 23 agosto 1936) di un difetto di formazione del sistema n et1rovegetativo uretra-vescicale. L 'A. è giunto a for1nulare tale con cetto sopratutto in base .alla con statata negatività di tutte le cure fin qui proposte , il ch ·e dimostrer ebbe I 'inconsistenza delle vedute patoge11etiche sulle quali ono basate . Parte ndo da varie p r en1 esse clinico-fi siopatologiche. , l 'A. con idera dunque l 'enuresi esSE;11ziale notturna con1e un fenomeno di auto1natismo vescical e (o vescica-uretral e) secondario ad una para . . impati co-est e iotonia locale primitiva , co11ne . . sa ad un torpore funzionale dei ce11tri spinali della vescica. N·e consegu e t1n indirizzo terapeutico· d el tutto nuovo, il quale si compendiereb,b ·e nella somministraz ion e simultanea di un moderatorE, dell'attività automatica della vescica (scopo1<11nina p er upposta) ·e di un eccitatore d el ce11tro spino vescicale (preparato· opoterapico gennito-ipo fisario per os). Nei venti ca . . i in tal m od o trattati dall 'A. s i '"'arebbe ottenuto un effetto curativo pro11to r duraturo. ~f. F ABERJ .

PRAT l ~ A

1943

Dall 'insien1e dei casi riferiti ris ulta quindi cl1e la prova de l galattosio conserva molto intt'resse nella diagnostica d egli itteri cronici: se norm~.l e essa p erme tte di affermare la stasi biliare pura; se patologica essa rivela una epatite parenchin1atosa diffusa, isolata o associata alla stasi biliare. In questo ultimo caso, la presen za dell 'epatite imp1lica di i1eoessità la più g rande prudenza n ella prognosi e n·el forn1ulare l 'indicazio11e operatoria. Per quanto rigu.a rda la possibilità ch e l 'epatite si sovrap,p onga alla stasi biiliare, Chiray e Albot distinguono l 'e.patite /J(Xrenchimatosa

dijfu1sa salellite e I ' epatite biliare pwrcel.la.re. JJa p rin1a è piuttosto ra ra e non avrebbe rapporto causale diretto con la t a i biliare. La 1

seco11da i11vece che dà gailattosuria molto mod esta, sproporzionata spesso all 'est en sione delle lesioni e alla gravità d ella prognosi , sarebbe direttamente provoca ta dalla stasi biliare e con sist erebbe ist ologicarr1ente in n ecrosi itterich e paraportali , con dilatazione m or1iliform e dei canali biliari e talvolta su,ccessiya alterazio11e della disposizione delle trabecole.

M.

F O R M U L A R I O.

1

DIAONOSTICA. Valore della prova del galattosio nell'ittero da ritenzione. Rispondendo ad u11 articolo di Brulé e Co ttet da nle g ià qui recen sit o Cl1iray e Debot (L a Presse Atféd. , 10 ottobr·e 1935) affer111 an o di non ·esser e d 'accordo con loro n el ritener e ch e sen1pr e la s tasi biliare i complic.a con t111a {'patite, ch e prende inizio circa alla TV setti mana di inalattia - ,e ch e sar ebbe :µroprio una epatite diffu sa cau sata dalla sta si bi:Jiare stessa. Quindi Brl1lé e Cottet ritengo110 ch e dopo la IV-VI setti111a n.a di itter o. - epoca i11 cui appt1nto ,·ien e post o il 1)r oblema diag110stico etiologico di fro11te ai ca'"'i di ittero cr o11ico, la l)l'O\ a clel gala I tosio non erve a discrimi11are tra itt ero cat arrale e ittero per riten sione, e .. en do pos iti va in entrambi . (~ 11i ­ ra» e ·\ lbot no11 sono affatto di que t ·av \ iso e riferi . . cono di 13 ca i , ch e conferman o il loro n1odo di i)e11sar e . Jn fa l ti i11 6 casi di itt er o da s t· a~i ,p er ca n cro clell a t e~ 1 a dcl µa11 creas trovaroilO 5 YOlte 11or111 ale la p r ova del galattosio. In tin o sol la11 to e so ~ vel ò t111 'e}.) a lite diffusa precoce. i111})0rta11 te e i)er111anent e, ch e g li AA. rit ei1 g·on o a . . ociata no n cau sa ta dalla st asi biliare. Tn due casi di tu111ore della papilla di ' 'atcr co11 il tero la p ro' a del galattosio ft1 a11cl1 e r1or111ale, co111e pure in tre casi di calcolosi del coledoco e i11 uno di s tenosi cicatrizia le d el coledoco. 1

COPPO.

Nel prurito. 1) Arido bori co g. 6 Stearato di zin co Talco ana n 30 el prurito anale, dopo ìavatur-e antisettiche con cresolo sapon at a al1 ' l % (d a farsi dopo ogni d efecazion e) ed accura to a ciugan1ento. 2) l\1entol g. 0,50 Alcool n 5 T alco » 100 3) M:entol a. 0,015 Arido b orico n 10 Acqua » 500 Da applicare su compref'se di gar za. (T. l.ornb·l ett. Jour1i. a,mcr .. rried as.c:oc., 20 g iu g110 1936). 1 •

POSTA DEGLI ABBONATI Al dott. C. S., abbo11a lo

l .

5778 da l\1e11.

Per parti colari chia rin1 e11ti sulla JJ re~~i o11e differen ziale e s ull a deter111i11azione de] 'letabolismo basale, mediant e for111ule, ' eda la Jrria ri vista sull 'ar gon1ento , l>ubblicat a ne 1 110t ro o-iorn ale (N. 3, 20 gennaio 193'6). fil. !\d un abbonato della Sezione Pratica: I quesiti legali pe,- l'avv. Selvagp, e l.e domande pe1· la 1< Posta degLi abbonati u non debbono mai. essere scritti cumulativamente o con altre richieste, ma su distinti e separati fogli.etti.. Tanto gli uni quanto l.e altre debbono parlare sempre per esteso la firma deU'abbonato. Soltanto sul giornale, potranno essere, su t'Ìchiesta, contraddistinte con Le iniziali o con pseudonimi oppuye col numero del proprio abbonamento, sl qual.e però dovrà essere sempre indicato gù1stamente. Le domande anonime tlOn saranno pyese in considerazione. A VVERTENZA. -


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[ANNO XLIII, 1'1.r ~r. 43]

« IL POLICLINICO »

VARIA La psicologia della malattia.

I rapporti fra malato e medico , l 'influenza n1orale che quest 'ultimo esercita sul paziente presentano allo psicologo come al pratico dei problemi interessanti. Troppo spesso si tiene poco conto di questo fattore morale, pensando che lo scopo ultin10 ed unico che il medico deve perseguire tisiede nella ter'a pia · e nella :guarigione della m.a lattia corpor.ea. È questo (a parte. le malattie mentali e nervose) un grande errore. Si sa quanto il morale aO'isca 0 -sul fisico, specialm.ente in cérte malattie croniche, com.e la tubercolosi , le cardiopatie, ecc. Una buona od una cattiva notizia , una gioia -0d un dolore si fanno risentire sempre sullo stato del corpo e l 'evoluzione d€lla malattia -somatica riflette , in qualch e modo , le variazioni dello stato psichico. Spesso, l 'inizio (apparente) della malattia -cronica, l 'aggravamento o la ricaduta coincidono con dei dispiaceri , mentre una gioia od un piacere posso·n o dare dei miglioram·e nti, d elle r emissioni, anche durevoli. Anche l'evoluzione , la gravità e l 'esito dell·e malattie acute dipendono in gran parte da fattori impond erabili. Secondo Allendy (Essai siir la. giiériso n, Denoel el teele P.a ris) le cause profonde della malattia son o da ricercarsi in circostan ze, in turban1 enti della vita interiore dell 'indi viduo .ch e i riflettono nel suo incosciente il q11ale, a ua volta , determinando una data attitudine psichica e fisica , può creare o predisporre ad a lterazioni più o meno profonde dell 'essere, ch e p er quanto minimi costituiscono deg li « l1ock >> che disorganizzan o tutta la per ona lità del} 'individuo. A sua volta , la malattia provoca delle predisposizioni m orbose. Le affezioni fi icl1e e psichich e, così si alternano : si su ccedono e s 'influen zano l '11na l 'altra. derivando da una sorgente comun e. Le cose s i con1p.Jica110, poi , qt1ando si tratta di n1al attie cronich e, le quali presuppongon o tino .. tato d 'i11 ufficienza di un dato organ o o .. istema . ch e si riflette pure sullo psichismo. :\Itri fattori , spe so insos11ettati. .. ono da ricercar i, come il de iderio di at1lopt111izione (in sc11 o p icoanaliti co) per cui la malattia orga11ica rappre enta il « giusto castig·o n; sicch è ~i è veduto talora succedere alla guarigione dell a malattia f'on1atica una erie di di turbi n ervo .. i o 1nentali. I.l 111 alatli a, inoltre, agisce t111 o p icl1i sn1 0 cloll 'indiYid.L10 anch e per le t e ~ se co11dizio11i .ch e crea (confin am ento in letto , abbando110 dei pro11ri affa ri , regimi speciali , ecc.), il ch e proYoca nel paziente lo sviluppo di ll11 , rnso in co ciente d 'inferiorità ch e può aggra var si e far .. or O'ere delle tenden ze di compen so. ch e co11tribuiscon o ad aggra,'are e .. vill1ppare lo s ta to 111orboso.

Azioni e reazioni complesse, varie per ogni individuo e per ogni circostanza, che vanno tenute presenti dal nledico che abbia veramente a cuore ]o tato del malato che a lui si affida. fil. Per nozze. Due stirpi di dermatologi Bosellini e Ciarrocchi - hanno stretlo parenlela, in Roma, attraverso u11 fortunato matri111onio, che r1.a proc:urato , da parte di A. F. Formiggini, un grazioso sonetto che rip·o rtiamo: Alle generazioni future.

Quest 'oggi fanno insieme comunella due stirpi illustri in tal « specialità », - che, da dire a signore, non è bella, - ma ch'è preziosa per l 'u1nanità ! Dà Bosellin la sua cara Pulcella - al Ciarrocchi : ei ne fa la sua metà, - la dolce sposa, la '"'ua biar1ca stella - e « magna paxens » di posterità! A piene mani , o genti, i gigli date! - Quanta e quale prosapia di dottori - che i tristi morbi sapranno fugar! .. . Oh voi cc tre volle e quattro » fortunate, - generazioni nuove ! Ir1 alto i cuori !... - Senzai perig'li voi potrete amar l Ricordiamo /'lmportaate

pubbllcazloae

Dott. Prof. ilOBERTO 80MPIA1HI Libero docente di Cltindoa Ostetrico-Ginecologica ntJla R. Università dd Roma

Eugenica e Stirpe con 8 grafici nel teeto e due tavole fuori testo. Prefazione del Prof. Sen. Ernesto Pestalezza. I ndic_e-Sommapio. - Premesse e presentazione del la· voro. - PARTE I. Eu.genica. in generale. - Le er~dità patologiche più importanti dal punto di vista. demografico ed eugenico. - L'eredità sifilitica. - L'eredità tubercolare. - Aloot>1ismo ed eugenica. - La malaria in rapporto al problema demografico ed eugenico. - Le malattie nervoee e mentaJi di .fronte al problema eugenico e demografico. - Fattori legati alla funzione di materniità che poesono avere influenza sul problema demogra.f·i oo ed eugenico, più specialmente considerati da questo seoondo punto di vista. - Costituzione ed eugenica.. - PARTE II. Eugenica applicata nella. giovinetta in vista. della futura funz,ione di maternità. - Lo evilu.ppo dell'apparato genitale dalla nascita all'età della V1ita seeeuale. Le c.;anee che possono modifioarne l'evoluzione ed i loro effetti più epecialmente oonsiderati -per l'utero e per l'ovaio. - Lo sviluppo del bacino e le ca.use ehe possono alterarne l'evoluzione dalla naseita all'età della vita sessuale. - Lo sviluppo della mammella e le caiuse che poesono a.Iterarne l'evoluz.ione l'ipercuott.-.ndooi sulle funzioni di maternità. - L'igiene e la. prt..· fila.asi ginecologica dalla nasoita all'età della vita eessualt in rapporto a.J.la futura funzione di maternità. - Il lavoro stipendiato e ea.lar.ia.to, considerato più specialmente nell'età dello sviluppo, iD rapporto a lla funzione della. matern,ità. - La profilassi morale del matrimonio: disciplina nella. vita della giovStne che si appresta a d.iven•i re madre. Volume di paigg. VIII-232. Prezzo L. 2 5. più le spese postali di s pedi~ione. Per gli n.hl>onati a l 11 Policlinico " sole L. 2 2, 5 O in porrto fran co in Italia. Per l'Estero L. 2 4. inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI. Ufficio Postale Su~ cursa'e diciotto, Roma.


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SEZIONE PRATICA

1947

POLITICA., SANITARIA:, E- GIURISPRUDENZA. Trattamento di 1niescenza agli impiegati non iscritti alla Cassa di Previdenza. Con sentenza 18 febb·r aio 1936, n. 149 il Consiglio di Stato ha deciso che, ove non ~si­ sta un regolamento che stabilisca il trattamento dr i:.-ensione a carico del Comune e l 'impiegato .a bbia anche rifiutato di iscriversi alla ~ c:assa di Previdenza, perch·è in quel caso non ne av,eva obbligo, il Comune non è tenuto a fare un trattamento di quiescenza. Il ricorrente affidava la sua domanda , subordinatan1ente, ai principi generali risultanti dalla legge sull'impiego privato e dalla Carta del Lavoro. La sentenza rispondi; : « la legge sul! 'impiego privato non è applicabile agli impiegati dei Comuni; il ricorrente invoca anche ]a dichiarazione 17 della Carta del Lavoro; ma la giurisprudenza di questo Colle.g io, se ha apJ)licato alcune volte tale dichiarazio·n e ai lice11zian1enti senza colpa, lo ha fatto in n)oderata misura e non in quella rec lamata da] ricorrente, e lo ha fatto nei casi in cui ai licenziati non era concessa alcun' altra ir1dennità, mentre nel caso presente non è contestato che il ricorrente venne nel 1922 iscritto sia pure per errore alla Cassa di Previdenza p er gli impiegati deglj enti loc a.l i, onde a lui pot.rà spettare una indennità a carico della Cassa , secondo le norme ·Che discip1in.a no il detto er1te ». Può darsi ch e questa risoluzione di specie corrisponda alle condizioni· ,particolari del caso : non risultano elem·enti che autorizzino a controllarne la esattezz.a. C·e rtamente però ·è alquanto rigorosa, e meno .a derente .a ll 'indirizzo prevale11te della giurisprudenza. È utile ricordare, a questo proposito , unn sentenza n o11 r ecentissima, m a non pérciò 111eno apprezzabile, della stessa V Sezione; 18 maggio 1934. n. 645. D.a l punto di vista s trettamente giuridico e formale può essere forse drscu ssa : m :l è um.ana ed equa. Perciò è preferib~ile all 'altra. Il .caso era questo: il rego1lamento comunale ob.b ligava tutti gli iml)iegati. ad iscriversi all.a Cassa di Previdenza, ma so,g·giu11geva : cc qua lora la iscri zion e degli. im1)iegati a sunti in servizio al tempo delle dett e leggi (cioè quelle ch e obbligavano .alla iscrizione) sia troppo gravo a , il Con si,g·lio potrà, cas.o per caso , deliberare un.a equ.a indennità ». Un in1piegato non si i c risse e p oi fu collocato a riposo, sen za pensione o indennità. La V Sezione del Consiglio di Stato. con la sentenza opra i1Jdicata, ha fatto un ragionam ento don1inato da sentimenti equitativi e da propo iLi di te1nperamento. cc Verificat&si come n ella specie la 111a11cata iscrizione alla Cassa, non a ppare n è legale n è equo il rifiuto di u11 qualsiasi trattan1ertto ~i quiescen za da parte del Con1 u11 e a f<ivore del suo .ex dipender.te. divenuto cieco. l'11 Lale co111portan1ento contra ta an ch e co11 i prin c~pì della Carta del La\ oro. il cui alto valCtro fu tenut o pre en te an cl1e nel! a precedentP decisione 6 febbraio 1931 di que to CoJJ egio '" u ricorso Poy. Nè dicasi ch e il n1 enzionato • 1

art. 32 del regolamento organico del 1915 allude agli impiegati , per i qualt la iscrizione alla ~ass.a era faooltQJtiva, mentre per il Fantauzz1 , a quanto se1ubra, la iscrizione sarebbe stata obbligatori.a. Ed , in,rero1, se il regolaIT!ento organico si preoccupò di coloro per i quali la iscrizione e·r a facoltativd., e con cesse 101·0 un certo trattamento di qui.e scenza, a fortiori sembra necessario ammettere che il Comun·e abbia o,bbligo - analogo - di assicurare in guisa conveniente la quiescenza di quegli impiegati per i quali la iscrizione era obbligatoria, ma per i quali il precetto della legge non fu osservato. et Infine, dovendo determi11arsi in con creto il trattamento di quiescenza che il Comune di IF'rosin on e dovrà corrispondere all 'ex irn piegato iF antauzzi, il Collegio, avuto riguardo a lle Ilor111e dei regolam0nti organici ed al fv lto che esso !F antauzzi non versò anno per a11no i contributi per la .p en sione, ritien e equo stabilire che>- la pensione da corri'Spo11dere ora dal Con1unc dovrà essere ragguag liata a lla m età di quella che sarebbe stata a carico della Cassa, ·vr. lutando com·e utili i servizi del Fan tauz1..:i dal 1 ~ gennaio 1904 al 25 a11ril e 1930 ».

Incarico provvisorio per durata determinata. U11 anitario fu nominato n1edico condotto interino, cioè provvisorio, cc fino all'es pleta-

m ento del concorso bandito per la 11,01m i·na del titolare ». La durata non era c.ertGJ, nel senso

ch e non era prestabilita una data fi ssa ; m a non era nemm en o assoluta111 ente indetermina ta, sicch è l 'Am1n inistrazione avesse facoltà di risolv ere il rappo rto in qu.a lt1nque tempo, essendo, invece, previsto e stab·i lito ch e il vincolo avrebbe continuato a pern1an ere sino a quando· non si fosse verificata la condizione della n omin.a del titolare. Prima di q uesto eYento , il Comune non avr·ebbe potut o risolvere il rapporto di im1)iego senza una causa legittima. In quel caso avve1111e ·Cll e, e a urito il concorso, jJ medico n ominato ri11unziò e, q uindi, non essendosi costituito un raipporto d ' in1picgo i)er la titolarità , fu indetto un altro concorso . Non si era, quindi , verificata la condizion e della n o1nina del titolare. Tultavia, i] Comun e licenziò il n1edico proYvisorio e })rov\1ide alla esigen za della condotta assur11endo altri sanitari. Il provvedimento era illegiLti 1no perchtè, sen za causa, era t.ato ri oluto u11 raplJOrto di impiego ancor.a effi cace, n on e . . endosi verificata la co ndizion e alla quale era subordinata la ce sazi on e di es o. Perciò è stato an11ullato dalla G. P. .\ . r on decisione che il Consi·g lio di Stato h a poi confermato con senten za 25 m arzo 1936, n. 289. Risoluzion e indiscutibiln1ente e...atta. Il rappresen tante del Comune non considerò. cori giusto criterio, la consistenza e la durata del vincolo g iuridico che esso a' 'eYa co tit ui to.


1948

« IL POLfCLil\ICO »

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NUl\f.

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NELLA VITA PROFESSIONALE. SERVIZI IGIENICO-SANITARI Consorzi Provinciali Antitubercolari. Concorsi. 11 n1ini'slero dell 'Interno (Direzione Generale

n ica dalla gestione d ei Con1uni a quella delle Pro· vincie, lai Direzione Generale della Sanità Pubblica l1a inviato ai ~refetti del Regno una circolare in data 7 settembre, n. 114, con le norme relative. ~onsiderata la particolare situazione in cui si tro,·ano le grandi città, nei centri con oltre 200 1nila ahitanti viene consigliala l a i stiluzione di disti11ta e npposita sezione chimica e batteriologica, con adegu ato personale tec11ico, da servire per le inda~ gini igie11ico-sanitarie interessa11ti il capoluogo. Di dette sezioni infatti si avvale l 'Ufficiale Sanitario del capoluogo per l 'esecuzione di ~11alisi , di studi e di indagini riflettenti l 'igiene e la ·sanità pubblica; pertanto i dirige11tj i reparti non possono rifiutarsi 'c1al dare sollecita esecuzione alle richieste, tenendo presenti gli scopi cui m irano le i11dagini stesse, secondo .le segnal azioni fatte dal1'Ufficiale Sanitario. Là ove tali sezioni vengono costituite, dovrà nominarsi uno speciale Con1itato di coordinazione dei ser vizi del Laboratorio Provinciale, costituito dal Preside della Provincia, dal lVIedico Provinciale e dall'Ufficiale Sanitario del capoluogo, che dovrà determinare le modalità del furizionamento delle .Sezio11i del ·L aboratorio, le attribuzioni dei ·singoli Reparti, e potrà altresì proporre alla Commissione di disciplina gli eventuali provvedimenti a carico del personale. La circolare conclude richieden'd o, p er ogni Laboratorio. un opportuno regolamento e un st1fficiente orgar1ico clel persona.le adde llo ai Reparti che costitl.dsco110 ii Laboralorio, avvertendo che il Direttor.e di ciascun Reparto dirige 11011 sol lanto la sezione per le richies te dei comuni della provincia, ma anche quella da servire per il capoluogo.

della Sa11ità Pubblica - Divisione 6 C. _ Sezione 2a) h a cliram:i.Lo ai sigg. Prefetti l a seguente circolare N. 119 in data 28 settembre 1936-XIV: Con Circolare del 30 agosto decorso N. 7146/1.3. 1 la Presidenza del Consiglio clei Ministri ha fallo presen le che le disposizioni contenl1te nella precedente Circolare del 10 luglio ll. s., r elative alla ripresa dei con cor si per l 'a11110 XV, riguardano non solo l e A1nministrazioni dello Stato, ma anche le ~rovin c ie, i Cornuni, gli Enti parastatali e gli e11ti cornunque 0011trollati dallo Stato. In co11seguenza e.li quanto sopra, l e EE . LL. vorranno impartire le di·sposizio11i del caso ai Consorzi provinciali anti tubercolari perchè provvedano a bandire i con cor si, a norma dei r ispettivi regolamenti, per l a sistemazione ·a ei posti del dipendente personale tutlora vacanti e, in particolar modo, dj quelli di direttori e di assistenti sanitarie visitatrici; te11en<lo co11to degli aumenti agli assegni del personale d egli Enti locali rece11t cn1enle deliberati dal Consiglio dei Ministri. Per quanlo riguarda le assistenti ·sanitarie visitatrici si richia1nano le norn1e della Circolare del 10 febbraio u. s. N. 20300.20/32006 sull'opportur1ità che a·d esse siano accordati tutti i possibili n1igliorame11li eco11omici provvedendo eventualmente ad opporlu11e modjfiche delle pjante orgartiche, in maniera che la spesa global e sostenut a da ogni singolo -Consorzio per lutto il dipendente personale tecnico no11 risulti, a seguito delle modifiche ·stesse, uperiore a quella fissata nel rego1amento dehi ta1nente approvato ed omologato. Ciò, t e11uto r,onto d elle i1orme del R. D. 16 agoCONCORSI. sto 1926 N. 1577, l e quali , peraltro, non possono POSTI VACANTI. r iguardare la spesa occorrer1te per il personale di Jluovi servizi istituiti µoslerior111ente alla 'd ata di ADRIA (H.ov·i go). Ospedale Civile. A ore 19 deI approvazione dei singoli regolan1enti d ei Consorzi. 30 nov., assistente chirurgo; tassa L. 50; slip. L 3240 lorde; vitto; stanza di abitaz. con obbligo Si UY\erle, inii11e, che, ai se11si dell'art. 143 del assoluto <li pernoltarvi; nomina biennale con faIlegolarnen lo approYato con R. D. 15 aprile 1926 coltà di partecipare a su ccessivi concorsi fino alN. 718, ogni dispensario o sezione dispensariale, 1'età di anni 35; assunzione servizio entro 10 gioroltre che del personale 111edico, deve disporre di ni dalla no111j11a. Chiedere avviso. RiYolgersi all a a11neno t1n 'a-ssis tente sanilarja visitatrice regolarSegreteria. m en l e diplon1a La . Rol\irA. Istituto Nazionale delle Assicurazion,i. Nel n1en tre si resta in a tt esa cli avere, appena Concor~o per ti Lo li ecl esami, a olto posti di mepo. ibile, gli . rhe1ni dei ])andi di con corso , per dico nel ruolo speciale per il personale tecnico del il preYen ti' o esa111e prescr j l to con la Circol are ·ael . . . ervizio Sani tario d ell 'I . N. l\. fra laureati in ·Me16 maggio 1931 J . 20300.20/14529 annessa al r edicina e Chirurgia. Domanda alla Direzione Ge11egolan1en lo-tipo, s i prega di far tenere, unitamente · rale (Servizio Personale) in Roma, via Sallustiana 51, non oltre le ore 12 del 28 novembre. Età arl un ce11no di assicurazione, un prospetto dal li 1nite 34 anni. I vincit ori del concorso dovranno q11alc ri ulti quali posti ono già coperti da titoassumere ·servizio entro 15 giorni rlalla data dellari i10111inali a segl1ito cl i regol ari concorsi, e l 'aYviso; rest eranno ir1 prova p er un periodo di qu~ li ·sono tuttora Yacanti o roperli da personale . . sei mesi; godranno una retribuzione iniziale comproY,11sor10. plessiva annua lord a di L . 1!5.897,60 (al nello delle t iduzioni e tenuto conto dell 'aumento dell '8 %) I Laboratori Provinciali di Igiene e Profilassi. e. dopo il passaggio in ruolo, il contributo per il E·~ e11do .. cadu lo il terni in e 1.11 Lin10 per il pastrattamento di quiescen za, ol tre le altre indennità. Chiedere annunzio. saggio rl i l ,ahoratori co111u11 Ft li di vigilanza igie-


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XLIII, ~Ul\1. 43)

SEZIQNE PRATTCA

Consorzio P1,ovinc. A1itiluberc. - Scad. 30 nov.; direl lore del Dispe11sario antituberc. di Orvieto; titoli ed esami; L . 12.000 oltre indenn. serv. alt. L. 2500; 5 quadrienni di L. 1200; con11)artecipaz. 30 % e indenn. di trasferta; età limite 40 anni all 'l ol tobre; tassa L. 25,20. Rivolgersi alla Segreteria. TERNI.

TER~l. -

Concorso indetto dall 'l Jfficio Provirl.ciale Iaf',·j·s ta di collegamento e gestione delle Casse Mutue di ina]attia dell'industria, al posto di Capo del Servjzio Sani Lario. Stip. a11nuo L. 24.000, lorde. Età li1nite · al 7 ottobre, anni 40. Tassa I.... 30. Impeg·110 di non esercitare la libera professione. 'Le ma11sio11i del .Sanitario ono di indole medico-cl1irrtrg ica presso l'ambulatorio centra.le delle ~Iu LLLe e fiscali i11 tutto il territorio della Provincia nei confro11ti degli amn1alati a carico delle mulue. Al Capo del Servizio è pure affidala la sovrainte ndenza del Servizio statistico sanitario dell'Ufficio. Ulteriori chiarime11ti, domanda e d ocnmenli all'Ufficio. Scadenza 15 novembre.

Ospedali Civili Riunili. - Scad. ore 17 del 21 dic.; primario medico (2a Divisione, 1nedicina generale) , primario pediatra ~ primario oculista; età limi Le 40 anni al 21 sett.; asseg110 lire 6000 annue; tassa concor so L. 50. Chiedere a11n11nzj. Rivol gersi alla Segreteria. VENEZIA.

NOMtNE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. La « Co111missio11e Nazional e di Cultura n d ell 'Argenti11a ha assegna to i pre1ni di scienza a pplicata alla 1nedicina, nel segue11 te moclo : 1° }Jrem io , di 20.000 pesos, al dott. Pedro Belon per lo .s tudio « Revisione anatomica d el sist en1a arterioso »; 2° pre1nio, di 12.000 pesos, al dott. Enrique Hug, pel lavoro <' 'fr atlamento dell 'into·ssicazione cianidrica; suo mecca11ismo fisiologico »; 3° premjo, di 8000 pesos, al dott. Oscar Ivanissevich , pcl lavoro « Ida ti dosi ossea »; la Commissione l1a pure conferilo Yari e 111en zioni onorevoli .

NOTIZIE DIVERSE Inaugurazione dei Cong-ressi di medicina interna e di chirurgia. l maggiori cultori della i11edicina i11terna e della cl1ir11 rg ia italiana, si sono riu11iti il 19 ottobre i1e lla. gra11de Aula I <l ella Facoltà di giuri·sprude11za della Città llniver sitaria, per l 'inaug urazione in comune dei rispettivi Congressi. Tra i numerosi interYenuti notiamo i senatori: Giordano, ì\fu catello, Guaccero, Maragljano, Pende ; gli on. FioreU i , Paolucci , i\1orelli, Perna; i direttori di qua i tu Lle le Cliniche italiane, e lra g li s tranieri i proff. : Scl1mieden <li Francoforte, P e lit Dutaillis di Parigi ed altri. Alla presidenza prendono posto S. E. Solmi per il Capo del Governo, il prof. Perez per il Rett ore, il prof. Ales'SHJ Ldri presidente della Società italiana di chirurg ia, il sen. Marag·liano e il prof. Frugoni per l ai Società cli medicina interna , i seg·reiari generali l)r o.f. Pozzi per la medicina e il prof. Val<loni per la chirurgia. Dopo le parole di saluto del prof. Perez in rnppresentanza dcl ~[agnifi co Re"l lore, parlai il prof. Ales·sandri. Il clinico cl1ir11rgo di Roma ricorda co1ne oggi g·razie alla creazione della Città UniYers itarja , voli.1ta dal Duce, gli inse-gname11ti i.1niversi tari in generale e quelli cl inic i l1ii1 p articolarn1enle , clal -

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le n':1ove sedi ricavino un vigoroso i111pt1lso ai loro studi e al progresso de1la scienza medica. Le Società nazionali di CJ1irurgia e cli i\lledicina, che contano frai i loro soci ottimi elementi della Nazione, vogliono anch 'essi portare il loro contribt1to alla costruzione del nuovo Impero e con qt1ella ab11egazione e con quello spirito di dedizio11e che hanno dimostrato durante la guerra, 1Jreparera11110 coi loro studi la ·sis Lemazione della organizzazione sanitaria e il perfezionamento dei rnezzi a disposizione dei sanitari per l a loro opera i1elle particolari condizioni di ambiente e di clim a offerte nell 'Africa Orjentale. L 'esperienza dei sa11itari nella g uerra q..eve valere a preparare provvidenze sa11ilarie più adatte e piì1 complete in rapporto ai nuovi m ezzi di offesa sia risp etto alla profilassi e alla ct1ra delle mal;:i t tie infettive che alla organizzazione del trasporto e della cura ai feriti. S. E. Solmi, dopo avere rivolto il saluto del Gover110 fascista agli in lervenuti ed elogiato il proposito d i ques te riun ioni periodiche comuni lra le due maggiori Socielà n1ediche, quella di chirurgia e quello di medicina interna, riunioni che si tengono ormai da 1anti anni, e ch e dànno dei risultati ottimi p er g li avvicinamenti ed i con.t atti che e·sse cl etermina110 tra i due ·campi cli laNoro, pone in rilievo l 'inlercssamento vivo d el Governo fascista a q11es li Congressi e l a sollecilucline da esso di111ostrata, con le sue leggi e le sue istituzioni, al problema d ella sanità d ella stirpe. Dopo di avere a'rvalorato il contribui o dato clalla scjenza medica alla no·s lra g·rande impresa coloniale e indicati i c6mpiti che ancora ad essa spettano l)er la valori zzazione dell'Impero, il Ministro dichiara inau g11rato, nel non1e Augusto del f{e Imper atore, il XLIII Congresso della Società Italian a di Chirurgi a e il XLII Con g r esso della Società Itali ana di ~1(ed i ci11a inter11a. 1'er111inati gli appla u si cbe coronano la fine d el discorso <lell 'on. ,Solmi i congressisti, sotto la g uida d el Direttore ammi11istrativo, dott. Nicola Spano e d el segrelario dolt. Petraglia, imprend ono una vi·sita a tutta la Cill à Universitaria e OP.pongono una corona di alloro sul n1onumento ch e ricord a gl i s tudenti caduti in guerra. Mentre questo numero va in macchina si svolg·ono attivamente i lavori dei due con gressi.

33° Congresso italiano di ostetricia e ginecologia. Il 12 ottobre ha avuto luogo a ~/filano , presso la R. Clinica i\1a.ngiagalli, 1' inaug11razione del 33° Congresso della Società italiana cii os tetricia e gin ecologia e la celebrazione del 30° anno di fondazione dei Regi I s tituti Clinici di perfezionamento. Al1a cerimonia inaugurale 11anno presenziato le piit alte autorità citladi11e e il pre·~id e11te dell 'Opera azionale Maternità e I nfanz ia, Sileno Fnbbri. Hanno p artecipalo al Congresso alte personalità della g inecologia italiana e numerosi scienziati stranieri , tra i quali il presidente della Società francese di ginecologia, dolt. Jayle. Nelle se·d ute su ccess ive hanno avulo luogo i 1aYOri. Speclale intere .. se ha d es tato l a r elaz ione s ulla mortali tà 111a ler11a, Yolta clal prof. Gaifami in collaborazione dei dottori Snn1oggi, dell 'Isti tu1 o Centrale di Sta li s ti ca, e Ca 11aperia, èlell 'I tj t11 to <li Sani là ; alla cli cu ·~ i o n e hn preso 111olta ]1art e il pres idente dell 'O. l\. \L T. Le <lisru sioni ~ i ono chiu~ e con l 'appro' azio n e di due ordini <lel Q"iorno . Tra gli s i rnni eri l1an no fn l lo ro1n11 n icazioni i ~


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« IL POLICLIN ICO »

<lot Lori Marcel , che h a anche proiett ato una cinematografia , Jayle, Donay e altri . A un ban ch etto sociale h anno parlato i proff. Gaifam i e Alfieri , il dott. J ay le e altri. I con gressisti si sono r ecati in gita a Como. Dei lavori d el congresso d aremo prossima1nenle u n r esoconto . Il prossimo con gresso si t err à a Roma d all 'll al 14 ottobre 1937. 30° Congresso italiano di dermosifllogra:fta. Il 12 ottobre ha avuto luogo, nella R. Clinica De1mosifilopatica di Roma, l 'inal1gurazione del Congresso della Società Italian a di Dermosifilogr afia . Dopo ch e il segretario gen erale prof. Monte·s ano ebbe comuni cato le numerose e notevoli ad esioni pervenute da istituti, società, e11ti e clinich e d 'Italia e ò ell 'Estero, prese la parol a il Rettore ~Ia­ gnifico ch e ha recat o ai convenuti il saluto del Mi11istro dell 'Educazione Nazionale e della Citt à d egli Studi, cornpiacen·d osi dell 'opera altam ente umanitaria e sociale ch e si va svolgendo, opera di scien za che cos tituisce un vanto glorioso d elle n ostre antichissime tradizioni. Rileva la efficacia dell 'azione terapeu t ica in que:sto campo di m alattie sociali e come I 'attività d ei cultori della specialità vada aument ando. Ha quindi parlato il prof. Tommasi, di Paler1110, presiden te d ella Società, ch e dopo un saluto agli inter venuti h a ricordat o come ricorrendo il cinguante11ario della fondazion e della Società d i Dermosifilografia egli ha inteso celebrarlo propo11endo con ten1i di r elazione argomenti di alta in1porlanza sociale. Seguirono, in cinque sedute, i la;vori, di cui d aremo il r esoconto in un prossimo numero. Esauriti tut ti gli argomenti, il prof. Cappelli riYolse parole di g·r atitudine a S. E. Petragn ani, al prof. ·r on1masi e al prof. Monte-sano, per la parte avula nei lavori. Il prof. Pctragn ani si compi acque 'd ei risultati pratici del Con gr esso, la cui opera vorrebbe diffusa n el popolo sen za falsi pudori, poich è costituisce il m ezzo più effi cace per la for1nazione della coscienza igienica, postulato J1n ·jJar e d ella sanità della r azza. Il prof. Rost di Berl ·i no ringr azia per l'ospitalità e inn eggia al1'llalia e al l1,a.sèis1no. Il presidente prof. Tomn1a si chiud e con un ispirato discor so e col saluto nl Re Imper atore e al Duce. 32° Congresso italiano di otorinolaringologia. Il 9 ottobre n ell 'aula magna della R . Università di Torino, alla presenza di tutte le autorità cittadine e di person alità m edich e della specialità di tutta Italia, è stato ·solennen1ente in augurato il 32° Con gresso della Società italiana di ot or inolarjngologia. Il Rettore, prof. Pisano, h a por to agli e1ninenti ospiti il cordiale ·saluto dell 'Ateneo e ha r ievocato le precede11ti adun ate n ella citt à, ricordando la nobile figura del prof. Gradenigo. Il prof. Malan ha espresso la devozion e e la riconoscenza d egli otorinolari11goiatri. al Mjnistro del1'educazio11e nazionale con le De Vecchi di Val Cismon ch e ha m esso la specinli Là fra le discipline obbl iga torie della facoltà di medicina ed h a reso il sal11to alla n1en1oria d elJo stud ente di medicina l\iledaglia d 'oro Fr an cesco Azzi, caduto in A. O. (tu indi il pre iden te del Con gresso, prof. Caliceti, leiìne t1n applaudito discorso 111elt endo in rilievo

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soprat tutto come Torino Jtell 'ultimo trentennio sia stato uno dei centri maggiori di studio d ella 'Scienza laringologica e ricordò i proff. Ceru t ti , Dionisio, Gradenigo, Gavello ed altri. Infin e si augurò ch e la 11uova Italia prepari una schier a di medici degna del nuovo clima creato dal Fascismo. Dopo la ccrimo11ia inaugurale i congressisti sono sta ti riceYu ti a Palazzo Madama dal Vicepodestà ch e ha porto agli ospiti il benvenuto. All 'Ospedale Maggiore di Sa11 GioYanni si sono svolte varie sedute scien tifiche. 1° Congresso sul perfezionamento medico. Dal 19 al 27 ago·sto 1937 avrà luogo a Berlino un Congresso sul perfezionamento medico, sotto gli au spici del « Reich sarzteftihrer » e col concorso 'd i tutte le Socie tà Medico-Scientifiche ted esch e. Saranno invitate ad i11 tervenire a Lale Congresso pure le Istituzioni estere comunque interessate al perfezior1amento medico. Un compito precipuo del Congresso sarà la costituzione di un Comit ato intern azionale per il perfezionamento medico. La direzione del Congresso è affidata al dott. Blome, di Berlino, incaricato del perfezionamento n1edico da parte d el presidente dei Sindacati medici tedeschi . Segreteria : Kaiserin Friedrich - Hau s, Berlin ~' 7, Robert Koch-Platz 7.

Calendario 11fficiale dei Congressi dell'Anno XV. La e< Gazze tta Ufficia1e » h a pubblicato il decreto i1rler1ninist eri a1e 28 se llembre 1936-XIV cont e11ent e la approvazione del calendario ufficiale d ei Con gressi n azionali r.d internazionali da tenersi nel Regno durante l 'anno 1937-X''. Diamo n otizia dei con gr essi riguardanti, anche ind irettament e, le disciplin e nlediche e sar1itarie: I Congre·s se azion ale di Urha11jstica a Ron1a dal 5 al 7 aprile; VI Congresso Nazionale 'd i Microbiologia a Milan o dal 12 al 19 aprile; III Congresso Nazionale di studi colonia} i a Firenze dal 12 al 19 apr ile; XXI Congresso Nazion ale d ella Soci~tà Itali ana di Psichiatria a Napoli d al 22· a.l 25 aprile; I Congresso della ,Società Internazionale di Antropologia e Psicologia crin1inale a Roma dal 10 al 16 maggio; XXIV Cong·resso Nazion al e della Assoeiazion e l\ifed ica Italiana di Idroclimatologia e . Ter apia fisica a Rorr1a dal 7 all '11 giugno ; III Con gr esso Internazional e di Pediatria a Rom a 'd al 27 al 30 settembre; II Con gres·so Intern azionale per la protezior1e d ell 'Infan zia a Roma dal 4 all '8 ott obr e; XXXJV Congresso Nazionale d ella Società J talia11a di Ostetri ci.l e Ginecologia a Ro1na dal1'll al 14 ottobre; XLIII Congresso Nazionale di Medicina Interna a Torino dal 19 al 23 ottobre; Annuale Congresso della Società Italiana d~ Otorinolarin O'oiatria a Roma dal 22 a] 24 ottobre; XLIV èo':igresso Nazio11ale òella Società Italiana di Chirurgia a Torino dal 24 al 28 ottobre; III Congresso Nazio11 ale d ella Società Italiana 'd i Chirurgia riparatrice plastica cd es le tica a Torino dal 29 al 30 ottobre.

Un ispettorato centrale per la prevenzione delle malattie infettive dei fanciulli. In r&.ce La r ato

recente <' :Foglio di disposizioni » S. E. Stacomunica fra l 'allro quanto segue: mu tualità scolas tica h a is lituilo un Ispettocentrale sanilario, ailo scopo di prevenire


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SEZIONE PRATICA

le malattie infeL tive dei fancjulli con u11 servizio 8-pecializzato. L'Ispettorato si propone di assolvere tale còmpito con u11 as iùuo controJlo dei bambini; con 1'istituzior1e di case di cura permanenti fornite di ·scuole interne; con la creazione di ambulatori, inalatori, sale di ra:ggi ultra-violetti e annessi gabinetti di accertamento diagnostico; con l 'istituzione graduale di palestre per ginnastica medica. I segretari federali dian0 Ja loro collaborazione al fine di inquadrare armon5ca1nente l 'azione del1'Ispettorato nelle attività assistenziali climatiche del Partito.

Periodico medico italo-brasiliano. Si è iniziata a San Paolo del Brasile la pubblicarione della rivista cc Caderno de Pediatria do Hospital Humberto I », a periodicità bimestrale, in italiano e in portoghese. Redatta da medici italiani (N. J avarone, S. Berti, A. Carini , I . Nasso, N. Rossetti) e brasiliani (A. C. Pacheco Silva e F. J . Vicente), è destinata a stringere i vincoli cu I turali e intellettuali tra l'Italia e il Brasile, nel campo medico. , Il programma dichiara : « Quaderno di Pediar tria vuol essere un simbolo di fede e di a.m ore ... ; di amore per Ja nostra Italia , che ognuno deve, all'Estero , aumentare; per il grarlde Pae·se che ci ospita, il Brasile, in questa ora così cara a noi . I trattati di pace fra due Nazioni non sono quelli che vengono r edatti nelle Cancellerie, ma quelli che i popoli ogni ora redigono con le opere fecor1de del Lavoro ». Sede degli uffici: rua Xavier de Toledo 8-A (Palncete Ar:inha). Quota ar111ua d'abbonamento: pel Brasile 10 doll., per l 'Estero 20 doll. Fervidi auguri di vita operosa e fattiva.

Azioni giudiziarie. Il Podestà di Cascina citava dinanzi al Tribunale di Pisa un certo .Panicucci, 'd ebitore del Comune per il pagamento di rette ospedaliere per l 'importo di lire 10.716, consumate oltre cinque élilni fa da un suo fraìello di cui erano slat e accertate le misere condizioni economiche~ Il Tribunale, ritenuto che la legge 3 ' dicembre 1931 contenente le n-or1ne per la. rivalsa delle ·spese di spedalità cc addossa all 'aliment atore l 'on ere degli alimenti anche per il tempo trascorso, diSétppli cando la massima per la quale nessuno deve essere alimentato per il tempo passato », accoglieva in pien o le .r agioni del Comune e cond an nava il dehì tore al p agamento dell 'intera cifra di cui sopra., n on chè <1lle sp ese ed onorari.

Un po' dovunque. Il 2° Congresso nazion ale dei Nuclei italiani di rr.diologia si è svolto a Modena il 20 e il 21 settembre, so tto la presidenza del prof. Balli, coadiuvato dal ·a ott. Lenzi come segretario; vi ha partecipato un centinaio di congressisti.

L'8 ottobre venne inaugura lo a Parigi il 45° Congresso francese di chirurgia, posto sotto la p1esidenza d 'onore ciel gen. Gamelin, capo di Stato maggiore gen era] e del] 'J~sercito, e sotto la presidenza effelliva del gen. med. ispettore Ronvillois. Il 24° Cor1gresso fra.ncese di medicina si è t enuto a Parigi , dal 12 al 14 ottobre, sotto la pre-

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sidenza del prof. 1\1. Labbé; la sedu ta inaugurale ve11ne presieduta dal ministro dell 'educazione nazionale J ean Zay. La Società ~[edica del l~riuli si è adunata il 24 set~e~br~, sotto la presidenza del prof. A. Varisco, as&1st1to dal segretario dot L. G. Minciotti. Sono st.ate .fal~e comunicazioni da: G. Pieri (due cornun1caz1on1), G. Gherardini, ' ; . Gualdi. La Soc.ietà Medico-Chirurgica Bergama·sca si è adunata il 6 ottobre, sotto Ja presidenza del prof. C. Clauser. Sono state fatte comunicazioni da~ S. l\1inelli, Invernizzi (due comunicaz. ).

La Società Piemontese d. 'l g"iene si è riunita il 10 ottobre sol lo la presidenza del prof. G. B. Alla ria. Il prof. Aichelburg ha sYolto una relazione sui fondamenti e compiti della profilassi della ll1be~col<?si .nell.'infanzia. Hanno fatto séguito comun1caz1on1 de1 soci C. F. Cerruti, U. di Aichelburg, Montagnini e Pandale. . Alle Regie Terme di Salsomaggiore si è tenuto 11 3° Corso di cultura medica, diretto dal prof. l\l . Donati. All'inaugurazione, il 26 settembre erano presenti numerosi medici ungheresi e svi~zeri per i quali hanno parlato il prof. Csaki d i · Buda~ pcst e Mercanton di l\'Iontreux.

N~:r:ierosi ~oci~ dell 'Accademia cli Chi rl1rgia di Par1g1, per invito del Consiglio del Reale Collegio dei. C. ' h irurgi di Lo11dra , si sono reca.ti i11 questa c1tla, ove hanno assistito a una di scu ssione sulJe fratture del collo del femore ed a se·clute OJ>erator~e nell 'cc Ospedale di San Bartolomeo » e. r1C'll 'cc Ospedale di Londra ». Dal Bollettino del l\!linistero dell 'E. N. ·3i desume eh~ n el .1~35 agli esami ~i Stato per l 'abilitazione all eserc1z10 della profess1one di m edico-chirurO'o . 5 s1 presentarono 1915 candidati di cui 1759 furono dichiarati idonei e 156 non idonei. L 'Università che presentò un maggior nt1n1cro di candidati fu quella di Napoli con 368 (57 non idonei), seguiro110 Roma con -249 (8), Bolog11a con 192 (16) l\filano con 137 (3) , Padova co11 132 (8) ecc. L~ sede di esan1e che 11a dicl1iara lo no11 idoneo il ~ag~io~ 11un1ero .di candirlati è stata Roma (130 inscr1tt1, 33 non idonei). !'lla. Scuola Convitto Professionale per Inferrr11ere presso il R. Arcispeclale di S. l\f aria Nuova e Stabilimenti Riuniti di Firenze sono aperte a ' tu lto 1·1 10 novembre, le i·scrizioni ' al 1° e 2° corso di allieva infermiera p er J 'anno scola tico 1936-37. Rivolgersi alla Direzio11e generale sanitaria del1'Arcispedale, ovvero alla direz ion e della .Scuola in Careggi. La Federazione dei Fasci di Pavia ha organizza lo, nella Casa del Balill a, una Mostra delle Colonie estive, da cui risulta Jn J)rovvida a ltività svolta cl alla Federazio11e stessa in tale campo; b a·"ti nolé1 r e che si sono manda I i alle colo11ie 11. 500 ba1n1Ji11 j, spe11dendo 850.000 lirP . Il « Centro Rad io-l\i1edi co n di Ilon1a 11n dato di rocenle varie con sultazioni a piroscafi di naYjgazion e. I consl1lenti cl1e h a11110 pre lato la loro 01,era so110 stati i proff. P. Ale andri11i, G. Malronola, P. Speciale-Piccicrhè, V. Lo1nbar(lo, r;. (;nronia, M. Acqua, li~ . ..\rnanlea, 1\ . ,~il al e, Dul>i11 sky.


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« IL

POLICLI~l CO

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43]

Dal 15 settembre al 15 ott obre si è tenuta a I~r essa11one una Mostra delle erbe medici11ali ed a roma ti che.

Erratu11i. - Nel fase. scor so,, p. 1895, 1a col., l. 32, leggere: co·n tingente.

·s tata d eliber at a la d em ani alizzazione 'fer1ne di Castrocaro .

morto a 79 anni Sir ALFRED KEoGH, ex direttore generale del servizio sanitario militar e brita11nico.

È

delle

Il 23 settembre il Duca di York ha in au g u rato i 11uov i edifizi della Reale lnfer1neria a Aberdeen. I l g r andioso e magnifi co ospedale contien e, ora, 146 letti n el reparto medico, 252 in quello chirurg·ico e 102 p er l e specialità, uria m aternità, una casa delle infermiere con 258 letti; è organizzato e attrezzato i11 modo perfetto . La nt1ova sede è cost ata 525.000 sterline (47 milioni di lire it.) . P er la costruzione si è fatto lar ghissimo tiso di g ranito (40.000 tonnellate). Un incendio h a distrutto con1pletan1entP. il g·rande m anicornio di Mo11tpleasant ; in ge11er osa cooperazion e con i po111pieri, 5000 contadini 11an no reso p ossibile il salvataggio 'd i tutti i ricovera li , in numero di n1ille. Notizie da Salo1ticco r ecano ch e quell 'ospeclale 1n unicipale è sta lo semi-distru llo d al fuoco; esso accoglieva ·sei cento m alati. Si sono prodotte scen e ai terrore e di follia ; son o segnal ate varie morti di ricover a li . d ue dei quali per sincope; un citta<lino accor so è n1orto per asfi ssia, un altro perch è inves ti to da un autoveicolo. Un chirurgo d i Lion e è s tato condannato a corrispon·d ere un inden11izzo di dodici mila franchi , per avere dimenticato una co1npres·sa di cotone nell'addom e di t1na operata. Sono st ati tra tti in arres to, per un procurato aborto , il dott. Giuseppe Di Fran co, abitant e a 'Sa1npierdarer1a, direttore dell 'Ospedale di Coronata, e 1'ost e lrica Maria Oneto , di Mombaruzzo. Nell e « taighe » della .Siberia è scoppiat a una -epidemja di scorbuto a cau sa d ella mancan za di vi veri freschi. Da Novosibirsk sono partiti aeropl a11i carichi di Jnedicinali e ~iveri ch e verranno lar1ciati sull e zone colpite.

È

morto in età di 69 anni il dott. AMÉDÉE BoRHE L , professore d 'igien e e batteriologia all 'Università di Strasburgo e all 'Istituto P asteur di Parigi . Era stato collaboratore di P as leur ; i suoi lavori sul can cro gli valsero il premio Alberto I di Mo11aco. È

Le malattie infettive in Italia. Numero dei Cornuni colpiti e numero

dei casi (fra parerttesi). Denunzie d al 31 agosto al 6 settembre 1936: MorJ,jllo 116 (325); .S carl~ttina 114 (225); P ertosse 120 (84.5); Varicella 52 (76); Vaiuolo e vaiuoloide (-); Febbre tifoidea 491 (939) ; Infezioni para1 i fich e 93 (158) ; Febbre ondulante 35 (47) ; Dissenteria 18 (31) ; Di Cterite e croup 2'36 (438); Menin gjte cerebro-spinale epidemica 12 (12); Polio1nielite an_ leriore acuta 48 (61) ; E.ncefalite letargica 1 (1) : Anchilostomiasi 6 (10); Rabbia: morsicature di animali rabbici o sospetti 43 (76), dichiarata (-); Pu·stola maligna 30 (34) : P arotite epid emica 57 (87) ; Leishma11iosi 1 (1) ; Febbre puerperale 2:3 (24). Denunzie dal 14 se ttembre al 20 sette1nbre 1936: Morbillo 105 (236); Scarlattina 157 (297); P ertosse 102 (279) ; Varicella 44 (61) ; Vaiuolo e vaiu oloide - (-); Febbre tifoidea 496 (973); Infezioni paratjfich e 98 (140); Febbre ondula11te 29 (32); Di senteria 24 (34) ; Difterite e croup 268 (537); Mer1ingite cerebro-spinale epidem ica 9 (9); Poliomielite anteriore acuta 52 (72) ; Encefalite Jetargica 1 (2); An chilostorr1i a·si 6 (8) ; Rabbia: morsicature di anim ali rabbici o sospetti 46 (67), dichiarat a ~ (-) ; Pustola maligna 34 (40) ; Parotite epid emica 38 (72) ; Leishmaniosi 3 (3); Febbre puer}Jerale 25 (30).

Indice alfabetico per materie. .f\limentazio11e u1nan a n elle et à preistorich e . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1931 Appendicit e cronica e coliti cronich e: rapporti . . . . . . . . . . . . . . » 1940 Ar1emia ipocromica con sindrome di Plum111er-Vinson . . . . . . . - . . . » 1940 BjLliografia . . . . . . . . . . . . . . . 1935, 1936 Ca1Jo : turbe circolatorie acces·sionali )) 1899 extra-apopletti ch e . . . . . . . )) 1914 Cloruro di sodio e glicemia . . . . . . . )) 1940 Colibacillosi urinarie : tratlam . . . . . )) 1940 Coliche r enali: morfina od atropina ? )) 1927 l!~ moglobinuri e parossistich e . . . . . )) 1943 ..:11uresi essenziale n otlurna: cura . )) 1939 I~pi l ettici: tossicità del sangu e . . . . )) 1926 Fibrosi te: trattan1enlo .. . . . . . .

Impiegali non iscri lli alla Cassa di Previdenza: t raltarrt. di quiescenza . . . Pag . In carico provviso1io per du rala deteTmi)) n ata . . . . · · · · · · · · · · · · · · )) It t ero da ritenzione: prova del gal attosio )) . . . . . . Ma1attia.: psicologia della )) Polmone: cosidetti tumori os·sei . . · · l)ressione arteriosa: determjnaz. col Pa-

cbon . . . . · · · · · · · · · · ·

Prurito : prescrizio11e . . . · · . · · · · Riflesso epilettico : cau se . . · · · · · · Servizi igienico-sanitari . . . . . . . · · 1'umori maligni: r eazione emoclasica . · v-entricolografia: dis turbi visivi consecutivi . . . . . . . · · · · · · · · · ·

1947 1947

1943 1944 1939

)) 1943 )) )) )) ))

1943 1922 1948 1939

))

1925

Diritti di preprietà riservati. -: Non ~ consentita &. risfQm~a df latlon pubblicati nel Poliolinioe ' ' non in sepito _.. ctaon,ua.(ione scritta ~U. f'e~e. E ~ &a 1>11••1Kca0one c1' s11nti c1' es• senta citami La fonù.

A. Po1z1, Resp.

C. FauooN1, Red. oapo.

\\oma - Stab. Tipo·Lit. Arm&D..i di M. Courrier.


Roma, 2 Novembre 1936 ·XV

ANNO XLlll

Num. 44:

'' PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

''

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

PRATICA

CESARE FRUGONT

ABBONAMENTI ANNUI: 1° Italia

Estero

GENN.~IO

Clinico Medico di Roma

- 31 DICEMBRE

Italia (l) ALLA SOLA SBZlONB PRATICA (settimanale) L. 58.80 L. 100 (pratica. e mE-d ica) . L. 100 (1-a) ALLA SOLA SEZIONB MEDICA (mensile} . L.50- L. 00 (3).ALL! DUE SEZIONI (pratica. e obirnrgica.) L. 100 (l-b) ALLA SOLA Sl!IZtONE CBlROR.GlCA \mensile) L. 50- L. 80 (') ALL'! TRW SEZIONI (prAtica, medica e cbirur.). L. 125 Sin1roli:

Un numero separato della

S.1mz10NE MBDIC.A.

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L 3.50

SOMMARIO Lavori originali : A. Bouadie-3 : L a dia.gn qsi precoce del ca.rcinoma dello stomaco. Osservazioni cliniche : G. Pieri: Lobectomia polm onare per bronchiectasie. Note e contributi : F. Vi centini: Sui rapporti fra rperimetro toracico e peso corporeo. Riviste : L . Zagni: Sul trattamento delle ferite con laITe di n1osche. Sunti e rassegne: ENDOCRINOLOGIA: G. Roussy e M. Mosinger : Il cont.rollo nervoso sulla ftmzione ipofisaria. - .M. Dem o le : La terapia moderna del morbo di Addison. - MISCELLANEA: H. Priibram: Gli stati feb1b rili e ~ uhfebbri li prolungati. - S. Bollag: CambiM11enti nel concetto di malattia in ra,pporto con il nuovo indirizzo individualistico della dia.gnosi e della terapia. Di\;agazioni : P. Hansen : L'azione dei s aponi sulla pelle. Notizia bibli ografica. - Cenni bibliografici. I .Congressi Nazionali di Medicina e Cbirurgia : XLII

LAVORI

ORIGINALI

O::;PEDALE DI S. SPIRITO IN SASSIA - ROMA P.EPAR'l'O DI P_\TOLOGIA DIGESTIVA E DI DIETETICA l~111ario Direttore : Prof. P. ALESSANDRINI.

La diagnosi precoce del carcinoma dello stomaco. <t) i>er il Dott. ANTONIO BoNADIES, aiuto.

La diagnosi precoce del carcin oma de llo sto1J1 a co

ha sempre ra1)presentanto una costante

aspirazio11e della rr1edicina e della chirurgia: l nle aspirazione non ha però finora trovato e len1e11ti concreti di r ealizzazione. Il prob·l ema ha aYulo, in vari periodi , delle riprese di attività i tl rapporto con i nuovi metodi di esplorazione cl1e entrano nel domi11io della semeiotica ga._ tra-intestinale . Tali periodi corrispondono al1'introduzione in clinica del sondaggio ga tri-

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(li> 1 Co1nt111icazio11e 11n cl i Ro1na .

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ali 'Accad e111ia Lancisia-

Congresso della Societ à ltaliana di Medicinà Interna. -- X V Congresso della Società Ital ian a di Urologia. Appunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA : La stenosi rles tro-ventricolare . - L'aneuris ma d ell'aorta toraci.ca di scendente. - La fisioterapia nelle affezioni acute ginecologiche. - Il trattamento d ell'osteomielite acuta degli adoles centi. - Nelle morsicature di vipera. - Falsa applicazione dell'acido tannico nelle u stioni. - SEME1or1cA : La bradicardia nelle otom astoiditi. - POSTA DEGLI ABBONATI. - VARIA . Politica sanitaria e giurisprudenza: G. Selvaggi: Quistioni vecchie circa le preferenze per invalidità di guerra. Nella vita professionale : MEDICJNA SOCIALE: Vis ite e cure coercitive nella lotta contro la tll'bercolosi. - Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Indice alfabetico per n1aterie.

co, dell ' esame radiolog ico dello stomaco con i 111,ezzi di contrasto, della gastroscopia ecc. Molti di questi metodi ch e in un primo t empo a vevar10 fatto risorg·er·e le sp era11ze , si sono dirrtostrati in seguito incapaci, p er sè , di risolvere il problen1a. Così è stato del 111ezzo endoscopico: qua11do esso ·è entrato , dalla fase sperim entale nel dominio della pratica clinica, ha su scitato un grande ottin1ismo. Quando ~Iikulicz, col suo g.astroscopico potè osservare in qualche caso di tumore una rigidità o deformazione del piloro si cr edette di aver trovato la via buona. ' Purtroppo p erò in seg·uito al1 a pr ova dei fatti il m etodo no11 dette i ri ultati s1Jera li e fu abbandonato . Le speranz1e sono rin ate nu 0Yan1ente con l 'introduzioue in clinica del ga ~ troscopi o fle sibile di ' Volf-Schindler. E d è 11r ecisam ente su questo n1etodo di indagin e ch e intendo dire qualch e cosa in base alle n1ie osservazioni p ersonali fatte 11el R e1)arto di Gas lro-enter ologia a . Spirito.


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[ANNO XLIII,

JL POLICL11"\ l CO >'

Quando par] ia1110 di diag·no i precose d el f ancro d ello ston1aco intendiamo riferirci esc11zia lmente a quella _fase del tumore g·astrico iu cui Ja lesione è n ettamente localizzata ad t1n punto det erminato d e.I viscere e non ha dato 11es una estensio11e d el processo agli organi vicini e non ha dato n emmeno le metastasi all e ghiandole regionali: solo qt1ando il tumore è in questa f.a se, i)ern1etle un 'oi)erazfone chirurgica senza grandi pericoli e con speran za di durevoli risultati : n egli altri c~t si , no. Quali n1ezzi noi abbiamo a disposizione per questa diagn osi i)recoce? Essenzialmente tre: dati clinici , dati radiologici, dati endoscopici. I dati clinici son o di scar so valore nella fase precoce del t u111ore o 1}er lo m en o h anno so.lo ' '<:al or e di presunzione. Ora si tratta di di spepsie ch e sopraggiung ono bru sca1ne nte in un sogge tto adulto per }'?innanzi sano di stomaco, ora si tratta di cl ispepsie insorte a l)OCo a poco e ch e si din1ostrano rib·elli alle cure comunemente usate, or a an cora s i tratta di dispepsie gravi accom pag·11ate da dimagran1ento l)iù o m en o cosr . i·cuo e rapido e talora si tratta di anemie a Lipo }ìCrnicio O i1)0Cl'Ol11ico. Qua11do la dispepsia si acco1111)ag·na a dimagr~n1ento ra1)ido il sospe lto di un tumore d e.l]o .. ton1aco è g randernente g iustificato: negli altri casi questi seg·ni son o di ininor va lore e non sono nerr1111e110 di ta le gravità da obbligare il paziente .ad andare a farsi visitare dal m edico. Anch e l 'ei:>0ca di inizio ùei di stl.1rb i 11a carso valore perch è è in rapport o co11 la ~ensibi­ lità individua.le_: n1i11or valore l1anno gli altri segni indiretti : T11a]esser e, i11 011na, tanch ezza, irrital1ilità, in.a1)p et en za , n au ea i)er Ja car1le ecc. ecc. L 'esa1n e del malato n ei ca .. i ve ra111e11te iniziali è 11eg·ati,·o. Quando con la pal1)azi on e è dato di nlel t ere in eYiden za u11a tun1efazione epiga . . trica a llora il tumor e ha g ià un volume notevole e si deve rit en ere n o11 più in fa e inizia le. l dati di laboratorio i1on 11au110 un a grande i'rn1)ort an za. L 'affern1azione ch e Ja pre en za di 11cco ar ido rivolge i 'OSJ)etti ver o l 'ulcer a mentre ] 'ac11ilia rivolge i ~ aspetti ' 'er so il tun1or e n o11 i deve i)rendere più in sen so assolut o. Per ò . e si ri "contra l 'achili a i ha un dul o cl1c 11011 d eve e sere tra curato pur sa1)e11dos i ch e l 'acl1ilia "eco11 do _\ A. d egni di

NUl\>1.

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fc.. de e secondo la llOS lra e perienza, si risc0ntra in una percentuale di scr eta anche in soggetti assolutament e sani. La ricerca delle emorragie occult e ha a11cl1 ' essa un 'importanza niolto relati va : innanzi tutto p er ch è la prova della b enzidina è molto sensibile e viene positiva talora ancl1e in assenza di sangu·e eppoi percl1è ]o sto111aco l) UÒ dare emorragie scar se e talora anche abbondanti in molte malattie non neoplasticl1e dell o ston1aco . Sulla radiologia si so110 cor1ce11tr ate n1olte speranze per la diagnostica precoce del carcinoma d e.Ilo stomaco: ed i risultati so110 stati buoni specialrr1ente in n1ano di radiologi specializzati che facciano del radiolog·isn10 clinico e osservino b en e la peristalsi , la motilità , Ja forma , la posizion e, Ja m.obilità passiva , il tono e le condizioni di svuotamento d ello stomaco: 'il giudizio va basat o meno s ul singol o dis turbo e su una imagine radiologica che sul m eccanismo co1nplesso d ella funzion e. 11 metodo del piccolo riemp imento per lo studio delle pliche si è dimostrato di grande utilità sebben e spessissim.o di difficile inter1)retazione. P erò an ch e il n1etodo r adio.logico , rite11t1to come importantissi1110,. t alora è insuffi ciente. Pur senza voler e a ccettare alla lettera quello cl1e asserisce Moutier q ua11do dice ch e « i· 1;sa1n e radiologico è non, u.:1 niet.odo di diagnosi precoce del ca1icro dello stomaco m a al contrario iin m e.todo tardivo », si può dire cl1e no11 di rado può sfuggire al radiologo ll O :u1nor e ch e sia in sta dio iniziale e scoprir... i quando non si è più in t empo p er la diagnosi. In tale i11oertezza di mezzi di diagnosi precoce vedian10 quello ch e ci può dare l 'esan1 e endoscopico. Io ho ·eseg·uito 11un1er osj esa 111i gastroscop1c1 col gastroscopio flessibile di Wolf-Schindler in nlalati di tun1ore in varie fasi di sviluppo. Esponendo i risultati di questi esan1i , mi sento autorizzato a d affermare ch e la gastrosco1)ia ra1Jp1'esenta u11 111et odo di g·rande ' 'alor e e non doYrebbe in ne s un caso esser e trascurata. Alla oi;servazione endoscopica i11 casi di Lun1ori h o ì)Otuto riscontrare le eg t1enti evenien ze : I ) Durante l 'esam e g.astroscopi co in nu111erosissimi casi (la rrtaggioranza) ho riscon trato nel cor so dell'esam·e u11'emorragia o m eg lio tino stillicidio di sa11gue nello stomaco. Si penetra co11 lo strumento n ello ston1aco e, prima che si abbia il tempo di orientar si bene e di iniziare l 'osservazione , si nota con1e la vi ion€ si vada graduaJm en te oscurando e di ' 'enti . . em11re più indistinta fin o ad oscura r~i 1


[ANNO

Xl,Tll,

~Ui\1.

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SEZIONE PRATICA

c,c)mp.letamente. Ritirato il gastroscopio la spugnetta t erminale del gastroscopio risulta intrisa di sangue e la finestra g.astroscopica anch 'essa sporca di sangue . 2) Quando questa eventualità en1orragica no11 si verifica, la visione del turo.ore s i ha o sotto forma d.i u11a plica gigante rigida , o sotto forma di una zona infiltrata a placca con scomparsa delle r>.liche , oppure nei casi di lesione un po ' più avanzata, l 'osservazione di una .zona rigida più o meno estesa , di colorito s1)e::>:-50 cianotico, talora con ulcerazione di varia e&t en sione . 3) In qualch·e caso , e cioè quando il lun1ore è situato in una zona . non esplorabile col gastroscopio non si ha n essuna imagine. Tuttavia in questi casi oltre al reperto della gastrite atrofica che non mane-a mai , si nota c h e Io s to1naco è dej ornia.t o, piccolo, rigid·o, con la motilità ])rofondan1e11te alterata n el e11so ctte J.e pareti g·astricl1e se111brano come ir111110bili rJurante l 'esan1e . Il lago mu coso è sove nte abbo11dante con qu.a lch e coagulo ematico e n1olto n1 uco; il n1uco è di un '.abbo11dan.za parti e olare ·e fluido . 4) Quando il tun1ore è s ituato nelle parti alte de llo sto1naco (fondo, piccola curva in vicinanza del cardi.as , opRure addirittura i1ella regillil \3 del cardia s) si detern1ina uno spa~n1 0 fu11,· i,,~·la le d el cardias con i1111)ossibilità di r·eT;ftrare con lo trumento i1elle cavità dello stor11aco. Questi sono i dati che io 110 potuto ricavar e dall 'osserv.azio11e di numerosi casi di tumore dello stomaco in vario stadio di e\1oluzione. Essi sono tali cl1'e ci permettono il più delle volte di arrivare alle diagnosi; più importanti sono le prime due eventualità e· cioè emorrag ia endogastrica durante l 'esame e visione dirttta de l tumore. L'emorragia è più fr.e quente della visione del tun1ore. Ambedue son o dati di g rartde ' 'alore diagnostico e devo110 essere presi nella dovuta conside razione. Ne.i casi in cui il tumore non si ve de bisog n erà rifertrsi agli altri dati ch e derivan o clalla clinica , dal la boratorio e dalla r adialo• g 1a. Tn Lutti i casi in c ui il gastroscopio si è arr estalo a~ cardias (5 casi) il tumore justa-cardiaJe è slato confermato negli esami radiologici e· all'atto operativo. Dal punto di vis ta d ella d iagn~o·si differe1izial.e clobbiamo dire ch e l 'emorragia en dogastrica ne] cor ·o dell 'esam e si può verificare a11ch e in altre eYenienze di,-er se dal tumore e precisam ente in quelle fornìe di gastriti, non rare, ei11orragicb e. Però nella gastrite emorra-

1957

gica appena penetrati n ello to11taco e in c.1uella f.ase iniziale in cui 1'e111orrag ia i1on J1 a ancora oscurato la visione noi scopria11Jo una 111uco a gastrica a tipo ipertrofico ed en1orrag ico , n1 entre nel tumore la pri111a nlu-cosa che caf}ita solto .l 'occhio dell 'osservatore è })a] li da, atrofica, liscia, con plich e appena 'i ibili. Nell'ulcera gastrica è a11cJ1e }) O ·ib·ile I 'emorr é.1 gi.a durante l 'esame ga tro copico, })erò que sta ·e ventu.a lità si verifica inolto di rado: cosi n~entre a me I ' en1orrag·ia nor1 è inai capitata riel corso dell 'esame ner11111 eno aJtri autori hanno richiamato l 'attenzio11 e ~ u c1uesta · cve• n1enza. Un tumore iilceralo , y ua11do è 'i ·ibiJe, IJ UÒ r>resentare i caratteri e11do capici del! ' ulcera e trarre in errore. Le du e affezioni possono preS('ntare delle i1ote di on1iglia11za an cor a màggiori e attorno all 'ul cera ·i st abili sce una zo11 a di edema irifiani1l1.atorio cJ1e in1ula l'in,filtrazioriei rieoplaslica. Tulla via i carat.leri del1'ulce·r a neoplastica con i suoi bottoni carnosi fla Gcicli , s.anguinan li , co.l s uo colorito cianotico: co11 il suo a sp e LLo di i11fìJtraz ione dura sono caratteri tali che ci i)e r111etL0110, il più delle volte, di fare u11a diag11osi di s icurezza a11 cl1e senza co11siderare g·li altri esa 111i comp len1e ntari. Nei casi iu cui il tu111 o re fuggi ~ e .aJl 'esan1e gastroscopico non bi ogna concludere per . la su a assenza se i ri ultali gener ali t endono a farlo sosp~ttare : in 1a1i rasi occorre t e11er conlo d ello sta lo d ell a 111 ucosa e cer car e co11 un ~sam e lung o e i11i11uzioso. 'f a.lora è.· b e11e esa111inare ripetu1 an1 e11le il ·ogg·e t lo J)€r cl1è può darsi ch e quello cl1e è sfugg·ito acl uu l>ri1110 esa1r1e è l11anifest o 11ell 'allro . Ed a11cJ:1e qua11do l 'osser vazion e ri1)etl1ta ri'"' ull.a 11eg·ati va bisog·na riferirsi a,g·li altri esan1i co l.l a l·e r ali ·e cercare la localizzazion e delJ a Je io11 e e' c11tt1ale per ve dere se essa è iJ1 zo11a ch e ..,fugg·c i1or111almente a lla os ervazio11e gas trosco1)ica op11ur e n o : con g·li esa111i co1111)a ra ti ' i i11 n1olt i ca i i riesce a forn1ulare u11.a cliag·11osi e.. atta. Quando lo trt1n1en l.o i1on penetra in 1lCSu Wl n1odo n ello ston1aco e i arre ta i1ella regione cardiale, si b a un dato di pr e unzio11e no11 trascurabile per u11 ca11cr o a Jto ~ ituato; i1ei casi di mia osservazion e il feno111e110 i f: ,-erifi cat o costantem iente. In questi ca i con .! 'aiuto della radiologi.a si può localizzar e il tun1ore. 1

Diagnosi di oµe.rabilità del tun1ore. Riconosciuto il tun1 o re occorrerà a::-. ic urars i della sua operabilità. f:ioè a dire dc!Ja estension e de.Ila l esi on e e d ei "t1oi ra11porti con i . . . . . v1scer1 v1c1n1.


«

lf. P(IL!GLINICO

La (liag·11osi di esLe11 ione dell 'epitelior11a è 111ollo diflìcile lJe rclJè ogni Lu111ore visibile è ci re on dato (la u11a zo11a di in (ì 1Lr.azione i1eoplastica i11 ,·isibile. (:iò cl1e pern1ctte di a pprczzare i ]i n1i ti della lesione è lo studio della i1111co .. a · plicli e colore, aspett o. Però ancl1e lo si udio di que li dati i)resenta difficoltà non ]il'Yi }1Cr la e i Le11za no11 rara .al Jin1ite dcTla l·e io11e Ilco11la tica di una zona di gastrite bafLa le cJ1e co1111.:;lica il g·iudizio di interp·r ·e tazione i1on i)o lendosi a1)prezzare i limiti delle due affezioni. La zon.a di estensio11e del tumore è rap1)r·e sentata da una infiltrazione pallida, anen1ica e talora rossa di .aspetto en1orragico. A distanza , co111e pure ad imm-ediato contatto ro11 la lesio11e i1 eopla tica esisLe sovente u11a g·astritc più o i11eno int en a co11gesLi,ra , e111orr3g·ica e I alora erosiva. Di ciò occorre te11€re g ran co11to. olo .l 'osservazione lu11ga e allenta di questi casi, il controllo operatorio e lo studio ·del decorso dei e.a i tudiati permette di giungere acl u11 g·iudizio di operabilità esalto. l.Ja ]Jrofilassi c1 el ca,n ero dello stoniaco.

La. g·a tro copia , oltre cl1e co11tribuire alla 1

cli aa1)0. i i>rccoce del tun1ore, si sforza anche dì parlare il st10 contribt1to alla profilassi del tu11iorc dell o tomaco ·co111e ad una malattia ta11lo di ff u a e tanto grave. f: ])O... ibile mettere in evidenza uno talo preca11ceroso dello stomaco? La no tra attenzio11e a tal uopo deve portarsi su quelle forn1e cli alrofie della mucosa gastrica che rappre.. e11 Lano l 'e i Lo di gastriti croniche preg·re e. Seco11do le iclec di Hurst esposte .al 1° Co11g·resso intern.a zionale di G. E. a Bru:x:ell·es, i] carci110111a dcllo ston1aco non si sviluppa in.ai in t111 0 ton1aco sano. Se esiste dell 'acidità cloridrica i1ello slomaco si de,re ritenere, egli dice, cl1c il car ci11oma è I '.esito di un 'ulcera cioè si tra li a del] a d·e generazione dell 'ulcera in cancro. Se e i"Le invece un 'a11acidità il carcinoma è l 'esito di una gastrite cronica anacida. Per lo sviluppo del cancro dello stomaco vi sono dei fattori intrinseci co t1tuiti dalla en ibilità co t itt1zi onale o eredi tari a. Ma se manca l 'irritazione cronica l 'organo sfugge alla maJattia. In base a questi concetti la gastro COJ)ia può e ~ ere di grande utilità essendo in g rado di m ettere in evidenza qt1eg·li esiti di o·astrite cror1i ca che hanno te11denza ad evolvere in atro fì a. T soggetti portatori di tali le ioni sono i candidati étl ca11cro dello sto111aco e aranno quindi ten.uti i11 o erYazione i11 m odo cl1e sia possil1ile cogliere lJllei J11inin1i sinto111i sospet1

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l ANNO

XLIII,

Nu~1.

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Li ed affidare il 111.a lato al chirurgo in una fase 'era111ente l)Tecoce della ua malattia. CONCLUSIONI. lTra i n1ezzi diagnostici a disposizione per ]a diagnosi di tun1ore dello stomaco occorre tener gran conto della gastroscopia che ci perm·ette sovente di avere dei dati molto positiYi I1on solo riguardo a]J.a esistenza del tumore m a al la sede, all'estensione e alla sua operabilità.

L 'A. che da vari anni si occupa di g·ast roseo pia ha raccolto in questo lavoro i casi di cancro di stomaco capitati alla sua osservazione allo scopo di potere fissare dei criteri di cliagnosi precoce e di terapia. In base alla ua esperienza l 'e an1e endoscopico dello ston1aco 11a una enor1ne importanza rivelandosi talora 111olto più ·efficace deg·li altri esami (chimico rétdiologico - clinico ecc.) per scoprire le più precoci alterazioni cancerose del viscere. Con I esarr1e gastroscopico è anche possibile rileYare q11eUe fini alterazioni della mucosa gaLrica ch e no11 ._ ono ancora il cancro ma che acl esso pos ono })Orlare. 111 tal .. e11so si deve intendere il 1crn1i11c di l)rorìJa .. i del tumore cli tomaco. BlBL IOG RJ\FIA. P.

1·edule a1ltuali in ten1a digastrite croni ca. Policlinico , Sez. Pr. , 1934. A. Cii\lTNATA . L a. gast.rit e croni ca r>riniitiva. Gazzetla Sanitaria, febbr. 1934. G. OsELLADORE. Co nlri!bul·o allo studi o della lini/e plastica dello stom.aco. L FEL~C\A NINI. Un, catso cli gast1'ile lu elica ulcerata. Policl. , Sez. Pr., febbr. 1934. A. C1i\IIIN \T-\. Ralpporti fra gastrite cronica e steriosi pilorica. Mi11. ~led., vol. I , 1933. . U. S..\BADINL Su l e gaslrit i cronich e e le loro d1agn1osi. Arch. it. rnal. app. clig., 1932. ALLODI. Mi1ì. 1e<l. , 192 , 1934 ; Gior11. Mecl. Al lo Adige, v0l. II-III . r\. BoN ADIE S. C•o1i,trif>ul o alla diagnosti ca della gastrite cronica. Policl ., ez. Prat. 1934. Io. L 'e ndoscopia n ella <liagn nslica delle mal. clell'app . . dig er e11l.e. . In. R eperti endoscoµici n ella yas trile cron1ca. A tti• cl ell a R. Ace. ~1eclica di Ro111a , J 934. T1J. Reperlo e11doscopico nelle achilie. Atti. del I Co11 0-resso Socielà il. 'cli Gns lro-enlcrolog1a. Iu. Sopr~ un caso di gastrite 1ieoplasiforrn e d el ]Jiloro. A l ti .\ cc . T.. a11cisia·n a cli Ro111a , 193~. In. u un caso di ya .c;lril e fl en1 n1 on osc1. .\tl 1 .\ cc. ALESSANDHIXI.

Lancisiana cli llon1a , g i11gno 1934. t ti cl el r Congre so in t0r11azionaJ e <li ga. lro-e11Lerologia , Rrt1~clle .. , 1034; 64, ruc cle la Concorde.


l1'. '-''O .\LIII, Nul\r. 44J

SEZIO!'\TE PHATIC \

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPEDALE C 1v11,E DI UDJNE

Lobectomia polmonare per bronchiecta. sie (*). Dott.

GINO PIERI,

chirurg·o pri1nario.

Ri t e11go valga la pena di segnalare un caso di resezione del lob·o inferiore del polmone si- Itislro da i11e recente1ne11t·e eseguita con succ;esso, per varie ragio11i: perch.è questa operazione appare destinata a entrare nella :pratica cl1irurgica corrente con sempr,e più larghe indicazio11i, perchè le sue difficoltà di esecuzione nli' risultarono mino ri di quello cl1e si imrnaginerebbe a priori, perchè alla tecnica di essa ho apportato qualche \1ariante cl1e appare vantaggio a, })er chè i e.a i l)lll)hlicati i11 Italia sono pochissimi (Alessar1dri, Cl1ia erini . Brendolan).

1959

scarsa espansione duran le i i110Yi111enli re·spiratori; lieve ipofonesi in tutto l 'ambito polmonare si11istro, che d ivien e più evide11te alla base; aJ1'ascoltazione respiro aspro con ronchi e sibili ; alla base ra11toli c-0n sonanti. ulla di notevole a carico dei ' j ceri acldon1inali. .Si prepara la llléllata alla operazione con purgante, e poi riposo in letto con decubito senza c vsci110 e piedi del l etto solleYa li, per tre giorni, durante i quali fu praticata r etloclisi g'luco·sata e somministrala digilalina per os. Il giorno 9 dicembre, previa iniel!ione di dilau(lid Ju praticata Ja anestesia periclurale iniettando 25 cc. della soluzjon e cli triplocai11a. La n1alata fu corica la sul letto oper a lorio sul fin11c.:o destro co1J lro11co leggermenle declive in basso. Inci sione. lungo la sa costola sinistra , ch e

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La giovane che presento ha 26 au11j , e all'età di 10 anni ammalò con broncopolmonite sinistra e pleurite; da allora non. potè più liberarsi dal1 a tosse, insis lente, con es.pet tor a to abbondante, che rli tanto in tanto pre1Ldeva i caratteri di una vomica, e a questo slato si accompagnavano deperimento ch e a periodi si accentua a, febb rico1a, ecc. Cl inicamente era rilevabile jl quadro di u11a bronchite cronica J)revalente tl!ll a base d el polmone sinistro. Tu lte le cure 1J1edic he esperite 11on avevano portato cl1e rnig·liora111 e11 li temportt n e1. Nel noven1br e 1934 era ·s lata da me praticata l a frenicoexeresi si11is lra, ina anche questa \'Olta il su ccesso fu incon1ple lo e ten1poraneo: si ma1Tlenr1e per alcuni m esi . ll 29 novembre 1935 ft1 eseguita la radiografia del torace (prof. Chizzola) previa i11iezione di lipiodol nell'albero hro11chial e (fig-. 1) . Essa rilevò t1n disegno bro11chiale n1olto evidente al la. base di ambedue i polmonj, e.on presenza di pi ccole bronchiectasie sacciformi all a base d el polmone sinistro; i)ermi".se inoltre di constatare una riduzion e cle1la 111olilità della melà in i. Ira del diafra1nma. Dato queslo reperlo radiog·rafico, e Yisli gli insu ccessi della cura medica e della frenicectomia , la paziente si cl ecise a enlrare jn o, pccl ale accettando la proposta di resezione del 1oho inferiore malato del polmone sinistro. Le condizio11i cli i1ulriz ione e cl i sanguificazione della giovane apparivano scacle11 li. ulla a carico dell 'appar ato linfatico. ~1u scola tura gracile. Apparalo scheletrico nor1nale. Tiroide lieYemente i1Jertrofica. Cuore nei lin1iti normali, con toni regolari ; pol·so 96, piccol o e regolare; J) re sjone arteriosa ·massima al braccio sinistro (appareccl1io Tycos) mm. 150. All'esame dell 'apparato respiratorio i no1a li eve retrazione òell 'emilorace sinis tro (la emicircon _ ferenza sinistra appare alla base del torace jnferiore di un centimetro rispetto alla destra), con

---( ) Co1nunicazione alla Società l\1ectica Ciel Friuli, seduta del 30 gennajo 1936.

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2251 -

lì1c . 1. si i11izia a 3 cen li111elri dalla linea 111 ecl iana p os teriore e g iunge in U\a11li e in ha s o a 2 ce11ti1.1 1elr i da Il 'articolazjo11c co 11drocos lale . i drperiosta su questo tratto la co Lola e si reseca. Per la stessa estensione si incjclono il perjo Lio co:::. tale pos teriore e la pleura. Si cad e così sul p ol 1n o11e il quale in gran parte è aderen te alla })le ura 11arietale. Si distaccano caulan1en le le adereuzc fino a isolare dalla JJarcl c toracica 11 lobo i11fr ri or c e in gran parte il lobo sovra·stant e; qujndi i , e1)arano t1no dall'altro i due lobi. Il lobo i11fcrj orc co 1 i ~o l n l o è d i colore ros:-;o ,.i,o , rclrallo (grand e qu an to un cedro) aumen lalo di con .. is len za . Si passa ir1 torno al p eduncolo dcl lobo co. ì j ola lo jJ laccio (t1na fettuccia Ya ellin a la ln o11ln la l1llo , lrurn~nto di Putti per il ccrcl1inggjo d elle o~ a e si stringe progressivan1en le. Qujndj s i sc7 ion a il p eòuncolo a 1-2 ce11tin1c lri dal ]Jrcio, ~i a po rl a il lobo co ì isolato (e i ns ien1 c t1n a Jin fogh ianclola

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l UùO

cc IL POLICLINICO

grossa poco ! ) Ìtt cli un fagiuolo) e si sutura il moncone con ca tgut. Poi sulla punla di u11 Klen1mer introdolto attraYerso la caYj là pleurica e sospinlo dall 'i11ler110 co11 Lro la 1)are·te Loracica si pratica una incisione attraYerso il 10° spazio interco·stale sulla linea ascellare n1 edia e con esso si attira entr o la cavità l 'estremità di un drenagg·io di gomn1a fene5lralo d cl dii.l tn e lro di 6 i11111.., che si fa penetrare entro l a JJ1cttril per cir ca 3 centin1etri; il lulJo viene l a~c iato lun g·o, fi sato alla p ell e con due punti <li ~e l a, e cl1iu o Tase11 te la p elle co11 una pinza di Kocher. Si sutura èon un sopragg·itto in catgut l 'incisione j)leuroperios tal e. Sutura a punti staccali d ei inu·s coli e clella pelle. ()uincli si pratica una trasfu ·io11e di 300 cc. di sangue. Il lobo asportato , tlal la superficie rl1go ·a , poco eJnsl ico alla com1Jressione, viene sezionalo , consl.tla 11clo u 11 a11 nl c 1llo cli rollsis le11za per ·sclerosi, e presenzn <li r1 u111erose piccole hronchiect asie (le 11j ù g·randi sono quanto u11 pi·sello) (fig. 2). J~jconèlotla la n1alala i11 l e l lo (senza Cl1scini e coi JJiedi d el ie tlo ria lzati) si immerge l a estremità d el lubo di drenag·gio fi ssato alla pleura in u11 r eci1Jie11le co ntenente soluzione fenica a l 5 %1 e si tog·lie la l(och er , s labilendo così il drenaggio jrreversilJile. Qui11di si rimelle in fun zione la rettoclj si, e si pralica110 per al cuni giorni iniez ioni di cardiocinetici. Il decorso p ostoperatorio fu soddisface11 le: il pcilso si lTic.•n le1111e i)er qualche lempo molto freque1J le, )lla non ro1111H1 rYe alcun al Lro feno111 eno preu1.;cu1J:411te a carj co dell 'api>urJ to circolatorio.

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XLIII, l\ul\1. 44]

Attualme1tte essa si sen Le discretamente, ha scarsa to·sse catarrale (l 'ascoltazione dimostra u11a lieve bronchite cronica diffusa) ; non 11a più febbre; le su e c.ondizio11i di i1utrj zione sono notevolmente inig1iorate; i dolori gravativi di cui all'uscita dall 'ospedale sì lamentava al la base dell 'emitoracc si11istro sono pressochè scompars i : la paziente li avverte ora solo nel cambiamen lo dj t ernpo.

Poche parole di con11nento a questa relazione di fatti. Premetto ch e I.a tecnica da ine u sata per la lobectomia fu quella di Brunn, modificata da Sl1enstone e Arcl1ibald, e alla quale io mi sforzai di dare la massin1a possibile sen1plifica. z1one. Per quanto riguarda la preparazione alla operazio11e, la mia p·azient.e fu tenuta nei tre gior11 i precede11ti all 'interv·e nto in letto·, senza cu~cini , coi piedi del tutto sol levati in modo da

I I

·

.t\ ll 'undices in10 g iorno dalla 01~erazione si tolsero i }JU11li: guarigio11e [Je r p1 i1nam. Il 20 dice1nbre s i os tilt1ì il drenaggio, cl1c fral1illll o i l\ C \il 11Hil o rol dnr ' Olo .. rara quant it à di liquid o sieroso, con uno più piccolo, e il 26 diceu1bro s i ri1110 se i I drenaggio, che non clava pii1 nlct111a ... ecrezjo11e. Il 6 ge11 11 aio 193G I 'e ' a111e raclio co1)ico din1o·:";lrò alla ba e del] 'en1i lor act ... i11i lro u11a Yelatura t1ni fc11n1 c. e t1n olle' ~1111c11to 11o te ' ole dell 'e111icl iaf ra u1111 n cl i ini tra , c11c ajunge all 'altezza clelln 5.\ rnrl il agi ne co la le ed è fi o (fig. 3). Il 12 ge11naio la paziente Ye1111e dimessa : le du e fc1il r c r 1110 c:on1plrla n1 c-11 tc c icnlrL-:za tc (fig . 4) .

F1G.

3.

dare al corpo un.a posi'z ione ]cO'gern1ente decli' 'e a te La ba a , allo scopo di favorire la e,·acuazione polmonare. La cura del g lucosio , prOJ)O ta da Roberts per os , per r eotrim e intra. vencns fu praticata 111edi.ante r ettoclisi g·lucosata al 5 })er cento a r)ermanenza nei tre giorni di riposo in letto cl1e precedeLLero l 'operazio11e. Così. seguendo il consiglio di Lilienlbal , alla malata furon o .. on1n1inistrale 15 gocce di digitalina al giorno. Ilo g ià drtl o che alla pa7.iente era stata pra·


(_.\~NO

XLIII,

NUl\I.

441

ticata, circa un anno prima, la frenicectomia , e se questa non aveva dato che un miglioran1ento te111poraneo, non apparve nuocere all 'effetto della lobectomia, come temono Monod e Demirleau. che ritengono possa, paralizzando il diafram1na , ostacolare l 'esp·a nsione del lobo restante. Non furono praticate nella n1ia malata . . edute cli broncoaspirazion e, e ciò per la mancanza di' strun1 en lario e di esperienza in ;p['oposito; ecl il ])uon esito ugtialmente ottenuto dimostra che la brotJ.1coaspirazione, pur apparet1do razio~ unle e verosimilmre nte giovevol·e, può n on essere i11dispensabile. _ è ritenni 11ecessario preparare la operanda co11 una trasfusione, che non pochi cultori della chirurgia polmonare praticano sistematican1ente in questi casi. Per quanto riguarda la arre tesia, coloro ch e l1anno praticato lobectomie hanno usato i più svariati n1etodi; nessuno ha usato la anestesia peridurale di Dog liotti, che io adottai nel caso .... . . . .. 111 questione; qu·e sta m1 corrispose in un modo cl1e no11 esito a definire perfetto, e· i'o riteng·o che abbia certamente coin tribuito per parte s ua al b·u on e ito. Il non aver usato I.a narcosi con i gas, e il non aver·e per ·questo os ervato i11convenienti , din1ostra che si p·uò fare a me110 della narcosi· con iperpression e . . Per la operazio11e non mi servii di trun1enti SJJeciali : no11 divaricatori n·è ravvicinatori costali , non serranodo apposito per l 'ilo polmoI1éire; a· qu e I o scopo adattai lo strun-tento del Putti per il cerchiaggio delle ossa, sostituendo al 11astro n1etallico una fettuccia v<isellinata; i11i fu possi}}ile graduare così a volontà la costrizio11e del pecluncolo broncl1iale. :\.J._, rii i] torace resecando prer quasi tutta la sua ·es tension e l 'o ttava costola; ciò che ha un clc1ppio vanLag·gio sulla incisione intercostale abitl1al111ente prati'c ata: e'1ita la sezione dei vasj (é nervi) interco tali , la cui en1ostasi riesce mole.sta e risparmia l 'usoj dello strumento speciale i)er ravvicinare le costole, al momento d ellà cl1iusura della inci i'one toracica. Aperto il torace trovai aderenze ove lasse, e scollabili col dito , ove più dure, che richiesero I 'uso d·e lla forbice; il distacco fu laborioso, come è la regola, nella parte su1Jeroposteriore della scissura, dove dovetti u are conti11uan1ente il bisturi; la superficie sezionata sanguinava un poco: un tampone bagnato in solc.zione fisiologi ca e ]asciato a permanenza finì coll 'a'1 er ragione della emorragi·a . Il lobo distaccato ' 'eniva tenuto in tensione clall 'aiuto, afferrandolo con le mani rivestite di guanti di cotone, ed evitando in modo as1

1

1961

SEZTONE PRATICA

soluto di titare su di es o co11 tru1nenti met& llici. Passata la fettuccia intorno all 'ilo bronchiale , fu stretta con lo strum ento del Putti, e ;prima di procedere alla sez ione del polmone si protesse il campo operatorio con pezze bagnate, senza vedere la necessità di usare, con1e si è fatto da altri , ta1n1)oni imh.e vuti di tripafla• vina. La sezione de]l 'ilo f11 f.al La co]Ja lu11ga for• bice curva, a distanza di 1-2 ce11 ti111etri dal lac·Ci'o ; quindi si affrontaro110· i 111argini d·el moncone con una sutura a sor>ragg·itto in catgut (n. 4) a tutto spessore, e collo tesso filo si praticò un secondo sopragg·itto di ritorno; tolto il laccio emostatico, e vi ... to cl1e il moncone YL011 sanguinava, si aggi·unsero tre pu11ti staccati in catgut, per il t}}ÌÙ esatto affrontamento dei n1argini. Prin1a di chiud,e re la cavità toracica si passò attraverso una .p i·ccola incisione della parete un tub-0 di gomma da drenag·gio , controllando dall'interno che esso uscisse dal punto più declive della cavità pleurica corrispondente alla linea ascellare n1edia: l 'incisione cadde a livello del I 0° sp azio interco tale. La s utura continua in caLgut a tutto spessore del doppio trato aderente costituito dalla plm1ra e dal perio~tio costale profondo riolse n el modo più en11)lice e felice il ,p roble111a della chiusura del ca,ro toracico, senza bi. sogno di strumenli i)er il ra,rvicinamento delle costole . Viene consiglial o di e cgu ire, alla fine della oi:erazione, la broncoa~ IJirazione; ciò .ohe i'o per le ragioni acce1111ate i1 on i)raticai n el caso in questio•n e. Prima di far u sc ire la inalata dalla ca1nera operato1-ia ' enne pral icata un.a trasfusi'o ne di 300 cc. di sangue, 11on perchè e n·e dimostrasse l 'assoluta necessità per le condizioni della rnalata, n1a a titolo 1>reca uzio11ale. Ricondotta la malata in letto si tornò a metterla nella posizion e dec]i·ve a te ta pili bassa del tronco. Il drenaggio irrc ,·er:·ibilc fu pral icato in1merge11do a pern1anenza l 'e tremità del drennggio toracico in l111 recipiente di ' et ro legato al letto (uno dei ... aliti pappagalli per la urina) , sterilizzato e contenente una soluzione anLise ltica (fenolo a] 5 %); in questo modo si impediva che penetrasse aria n-ella ca ''ità r esicll1a]e alla lobecto111ia, ed in ql1esta. per il rias orbin1ento graduale dell 'aria, si faceva il 'uolo, coln1ato n1an i11a110 dall'espansione del lobo pol1nonare 0Yra ... ta11te e dal risalimento del diafran1ma. 1

1

1


19()2

<l

J L POLICLINICO

Viene consigliato di can1biare quotidianan1ente il tubo da drenaggio (Monod e Demirleau e altri); ci'ò a me pare un errore , venendo a frustrare la chiusura ermetica della cavità residuale: io rinnovai il tubo alla 11 a giornata sostituendolo con uno più sottile, ch e soppressi in l 7a gi'o rnata p·erchè la secrezione era cessata; cd ottenni una guarig·ione per primam. Ciò contrasta singo•l arn1ente con quanto scrivono i vari autori sul fatale formarsi di una fistola bronchi'a le temporanea : « La fistola bronchiale è cast.ante, si verifica verso il 10° gior110 , rivelata dalla uscita di aria da] drenaggio. . » (Monocl e Demirleau).

»

[ANNO XLIII,

NUI\L

44]

del polmone sinistro per bronchiectasie, co11 esito favorevole che si mantie11e a distanza di 6 n1esi. Egli si diffonde nella descrizione dei particolari tecnici del processo operatorio, al quale si sforzò di portare la massima possibile semplificazione.

NOTE E CONTRIBUTI ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI SERVIZIO SANITARIO.

Sui rapporti fra perimetro toracico e peso corporeo. Dott. ~,ERN,\NDO VICE NTINI Medico della Direzione Generale iell 'I. l\. A. L 'idea di scrivere la presente nota sui rapporti che -intercorrono tra perimetro toracico e peso corporeo, mi è venuta leggendo un articolo del dott. Leon Perry dal titolo « Quale peso debbo avere P », pubblicato nella P'- ivista • sudamericana << Viva cien afios » del n1arzo 1936. In detto articolo è contenuta la seguente tabella costruita dal dot.t. G. Grasso mediante i dati di n1olte migliaia d i individui di an1bo i sessi , di costituzio11 e 1nedio-norn1ale . .1'abella [Jer calcolar e il perimetro t or acic o corr1sponden.ie al peso (secondo G. GRAsso) :

FIG.

4.

Mi sc uso· di essere stato così prolisso Ilei con1menti alla esecuzione del! 'intervento, ma mi. pareva doveroso essere n1inuto ·ed esa1to nei deltagli, vjsto cl1e alla son1n1a dei }JarticoJari e degli accorgimenti di tecnica usati i dovette il successo nel caso da n1 e riferito. P. . La operata è stata riveduta n el giugno 1936 , a ei m esi dall 'inter,·er1to (fi g . ±). Le sue co11dizioni si 111antengono oddisfacenti: l 'aspe tto, lo tato di nutrizione . . ono discr eti, il peso corporeo è aumentato di cinque chi10gramn1i ; il vecchio processo bronchitico è pressoch è estinto (qualch e col1)0 di tosse in g ior11ata co11 poco esp ettora lo n1ucoso); è cessato co1npletan1ente il fetore del} 'alito. RIASSUN TO .

L' A. r iferisce il caso di· u11a g·iovane di 26 a nni , nella quale egli re ecò i] 1oho inferiore

Peso (k g. )

Perin1etro toracico (cm.)

Peso (k g.)

45

76

69

92

46 47

77

70

77

71 72 73

93 94 95

48 49

77

78 79

Perimetro toracico (cn1. )

96

'i6

96 91 9.--

77

9· 91..,;

82

78 79

82

80

83 84 84 84

81

84

85

85

62

86

63

87

86 87

64

88

8

63

89 89 90 91

89

100 100 101 101 101 101 10"") 102 103 103

90

1Cf3

91

10$

92

104

50

74

75

53

80 80 81

54

81

55 56 57

5J 52

5:-3

59 60 61

66 67

68

82

83

99


~~~NO

XLIII,

l'Ul\I.

44]

SEZIONE PRATICA

L 'Autore avverte che coloro i quali hanno Wl perimetro toracico di misura inferiore a quella indicata nella tabella a fianco della cifra corri~pondente al peso, debbono essere considerati come dei longilinei, m·entre quelli che hanno un perimetro toracico di n1isura maggiore debbono porsi tra i brevilinei. Non è detto però nel commento che l 'A. fa .alla tabella del dott. Grasso, con quali criteri la detta tabella è stata costruita e perciò non possiamo avere elementi per giudicare gli altri dati somatici dei soggetti studiati. Sono stato inoltre spinto ad occuparmi del! 'argomento lJerchè finora, per quello ch e almeno è a mia conoscenza, i rapporti tra valori del perimetro toracico e peso somatico sono stati trascurati o quasi e dalla antropometria e dalla medicina dell 'assicurazione vita es1'endo tenuti quasi esclusivamente in consideirazione i rap1Jorti tra peso somatico e statura. In un gruppo di assicurati dell 'I. N. A., di -sesso maschile, in età tra i 20 ed i 50 anni, lho studiato come variano le cifre del perimetro toracico col variare di quelle del peso somatico. A questo primo saggio farò seguire, quanto prima, uno studio più completo dell'argomento. I 1633' individui considerati ap·p artengono tutti al « tipo normale n o primo dei tipi di .costituzione stabiliti dal Romanelli (1); eccone ii caratteri : Tipo I: tipo normale in cui il peso è uguale .al numero dei centimetri dell'altezza, detratto il metro, diminuito del 5 %, e non supera del 10 % il detto numero dell'altezza, detratto il metro; inoltre la circonferenza del collo oscilla tra i 37 ed i 38 cm.; la circonferenza toracica -oscilla tra la cifra rappresentante la metà delIl 'altezza meno cm. 2 e la m·età dell'altezza .aumentata di cm. 5. La circonferenza addominale è 'inferiore alla toracica. Nella seguente tabella ho riportato le cifre medie èlel perimetr0 toracico relative ai vari pesi corporei del gruppo degli assicurati: Perime·tro toracico corrispondente al peso (cjfre ricavate da 1633 assicurati maschi) fPeso

.(kg.)

Perimet'fo toracico (cm.)

50 51

80 80

.52 -03 M

82

Osservazioni (n.)

4 2

79

10 4

83

13

(1) I. ROMANELLI. Saggio di mortalilà per can cro tra gli assicurati. Rivista Ospedaliera, 1921 .

Peso (kg. )

55 56 57 - ·1

·)~

50

60

Gl

..

(:') ,

63 64

Go 66 67 68 69

IO 7J .

72 73 74 75

7G 77 78 79 80 81

82 83 84 8.) 8G 87 8~

8\) 90 91 92

1965 Perimetro toracico (cm.)

Osservazioni

82

24

4

22 24

(n .)

84 86 85 84 85 85 86

33 23 78 31

59 50 55

8'7

8i 88 89 88 88 89 91 91 91 91 92 92 94 93 94 95 95 94 92 97 96 94 98 96 99 96 97

98 52 70

93 59 106 42 95

43 59

77 39 40 42 37 50 25 28 26 25 24 22 8 21 10 5 1 • 4

97

Per avere una idea più chiara d·ell'andamento del fenomeno (variazioni del perimetro toracico col variare del peso somatico) ho ampliato le classi dei pesi ed ho calcolato le cifre medie del perimetro toracico, corrispondenti ad ogni classe di essi. Peso (kg.)

Perin1etro toracico (cifr e n1edie) (cm.)

50-54

80

55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 90-92

84

85 88

91 93

95 97 97


1966

« lL

POLICLI~ICO

lAN~o

»

XLIII,

~-ello

stesso tempo h o ragguagliato a queste 11uove classi di pesi, i dati della tabella del Grasso, come segue: Peso

Perimetro toracico (cifre medie) (cm.)

(kg.)

50-54 55-59 60-64 ù5-69 70-74 75-79 80-84 8.J- 9 90-92

80 .3 86

90

95 98 101 102 103

Appare evidente dall 'esame dei due prosp etti che il perimetro toracico varia col variare del peso somatico, in ragione diretta, n el se11so ch e a pesi maggiori corrispondono cifre m.aggiori del perim·etro toracico.

* ** H o cercato quindi un termine di confronto tra pes0 somatico e perimetro toracico, relativan1ente ai gruppi da me costruiti: peso

Nt:~r.

44]

3 Peso (kg.)

Perimetro loracico (cm .)

50-54 55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 90-92

80

Indice:

VP

X

100

per. tor. 46,65 45,80 46,55 46,14 45,69 45,74 45,72 45,67 46,36

84 85

88 91 93 95 97 97

Dato il n on n1olto g rande numero di indi\1idui presi in esame non posso dare alcun valore assoluto alle cifre da me ottenute; solo mi li1ni to ad osservare che, falt·e le debite riserve , per l 'ultima cl.asse costituita da un esiguo nurr1ero di individui con l 'aumentare del perimetro toracico, diminuisce l 'indice ponderale ·o !) €SO r elativo, mentre invece a perimetri tor& cici più grandi corrispondono pesi assoluti maggiori. Questo fenomeno, era già stato osser v.a to dagli antropologi e dagli statistici , studiando i rapporti tra p eso e statura: con l:aumentare della statura diminuisce il peso r elativo , m entre invec e aumenta il peso assoluto ~

per. tor.

Onde procedere corr·e ttamente alla valutazion e di tale rappo1-ffo ho dovuto ridurre le misure dei pesi a misure lineari, estraendo da ogni valore del peso (in grammi), la radice cubica (Livi). Ecco le cifre medie ottenute per ogni gruppo d i pesi : 50-54 55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 90-92

'

37,325 38,485 39,578 40,615 41,601 42•,543 43,444 44,310 .' . 44,979 1

Con queste cifre ho calcolato per i gruppi di individui da me presi in con siderazione, I 'indice ponderale medio che viene a ra·p preentare il rapporto tra peso somatico e perimetro toracico, e del quale riporto la formula: 3

yP -X

100

per. tor. ~el

seguente prospetto ho posto gli indici po11derali n1edi corrispondenti ai vari gruppi di individui · ....

RIASSUNTO. L ' A. in 1633 assicura ti mascl1i 11a studia i o Je variazio11i del perimetro toracico in rapporto al peso somatico e per gli stessi individui distribuiti per g ruppi di pesi, ha calcolato un i11dice ponderale (peso m edio relativo al perimetro toracico medio del gruppo). Si tratta di una nGta preventiva, cui farà seguito un lavoro più completo. R.Jcordlamo l'importante pubblicazione: Dott. ORESTE BELLUCCI

la medicina preventiva e la selezione professionale in rapporto alle assicurazioni sociali Prefazione del Prof. CARLO FOA DIRETTORE DELL' I STIT UTO 01 FISI OLOGIA DELLA 1•• UN I VERSITÀ DI MILANO.

" Nel quadro delle misure preventive entrano non poche delle misure curative ; glacchè anche curando la malattia In atto, si previene l'Invalidità ". o. Plsentl.

(Lavoro premiato al Concor so Nazionale indetto dal lai 3ocietà Italiana di Medicina Sociale, con L . 10.000 di premi della "Riv. di Ter. Moderna e di Med. Pratica o) . v·olume di pagg. \Till-1~8. Prezzo L. 1 8, più le spese po~tali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 1 6 in porto franco in Italia. Per l'Estero L. 1 7. Inviare Vaglia. a 1l'edit-Ore LUIGI POZZI Ufficio Poe-tale Succursale di "iotto. ROMA .


[.\~,o

XLIII. Nuì\r. 44]

SEZIONE PRATICA

RIVISTE Snl trattamento delle fe1~ite con larve di mosche. Dott. Lu1G1 ZAGNr, lib·. doc . Direttore della Sezione Chirurgica degli Ospedali di Budrio e Com primario degli Speda li di Bologna.

-

1967

l 'eser cito confederale, J. F . Z.a carias di Cumb erland , avrebbe pure utilizzato con sucoesso 1€ larve di n1oscl1e i1elle ferite suppuranti. No11 pochi medici durante l'ultima ~rande­ gul·~ rr::1 hanno del pari osservato che !'eri t.i con va ~ t e piaghe, perfino con fratture esposte, rimasti sul campo di battaglia or e ed ore, riuscivano a guarire rapidamente talvolta senza febbre e senza si11tomi di infezione, e ciò avveniva specialmente in quei soldat i le cui ferite erano piene di vern1i, allontanati i quali il fondo appariva roseo, b en granule.ggi.ante, senza traccia di }) U S o di. detriti cellularj. Baer fu r ealm ente il prin10 ch e attirò l 'attr~nzione tanto ch e, come cita i'l Giordano slesso, egJi affer111.a di avere, in grazia della voracità delle larve di mosca, ripulito il 98 % delle piaghe osteomielitich e : egli f11 dunque in questo can1po un audace innovatore. Il Livingston , seguendolo in questo genere di sludi e di idee, forn1 dei dati intèressant~ v uoi sulla scelta delJ e mosche e vuoi sull 'alle vamento delle loro larve, esponendo i risuìtati ottenu ti con qu·este ultime su 100 casi di' osteo11 J i eli te cronica . Ancl1e g iornali m edici diffusi co111n1 e11taron o questi fatti. '13run1pt rjti·e ne ch e l 'utilizzazione d ell e larve di certe mosche sar ebb e stata introdotta i)rima ltella pratjca chirurgica, se i chirurgi fossero stati .ancl1e buoni n,a turalistj , co11oscitori' cio·è di i1un1erose specie di n1oscl1e presentanti un parassitismo facoltativo allo stato larvato, car)ace CiO Ò di distruggere i" teS&ULi \TÌYenli 011pure di nutrirsi semp]ice111ente di tessuti morti previ~ detersione delle ferite. T.ali son o le esperien ze di' Buchmann e !Blair. La sola n1osca utilizz.ata per J,e 111iasi cl1irurgicl1e è la Luovl'ia sericata (Wilson , Doan, Miller ) ma, a Burgos, Vara Lopez e Thorbeck hanno usato di recente con su ccesso ancl1e le la rve di Calliphora er'}'lroce,p h ara e Granthan1 Ilill la

Il chirurgo an1ericano W. G. Baer, g·ià prof.essore di Clinica-Chirurgica alla Scuola Medica cc John s Hopkins n di (Baltimora, il 17 aprile 1930 ha pubblicato un lavor o in cui esaltava l 'utilizzazione delle larve di mosch e n el tl attamento delle ferite. Il grande quotidiano iVew-York Times del 30 aprile 1930 annunciava · cc la scoperta di una chirurg ia p.a ragonabile con la medicazione antisettica di Lord Lister n e il professore Giordano comn1entando i ronican1ente la notizia seri' eYa cl1e è cc proprio vero che 1utto rinasce, anche le porch erie n. Nessuno però può ig norare ch e scienziati, coni-e il !Brumpt (1) stanno occupa11dosi attivan1enle della qu estion e, ber1cl1è ognuno comprenda quanto sia ripugnante tale metodo p·er il trattamento delle ferite. Le n1oscl1e, le più n oiose n en1ich e dell 'uomo e degli animali', sono i magg·iori e i più fr equenti veicoli di infezione: orbene gli studi moderni dimostrano ch e in certi casi le mosche, che vengono a deporre l e loro uova sopra una ferita infetta, eser citano un 'azione benefica. Ambrogio Pareto aveva già visto ch e le piag J1e cc remplies d e vers groulans et mouvans n n elle quali le mosch e co lor verde-bottiglia a\1evano deposto le loro uov.a, guarivano con rapidità. D. Larrey, chirurgo ca1Jo dell'eser cito di Napoleone, av-eva osservato durante la s1Jedizione in Egitto, cl1 e la maggior par1e dei ferjti era n1olestata da dette mosch e, ma ch e .ciò 111 olhlfartia NUJba. nonostante solo l'esperienza potè convincere La Lucilia sericata è una mosca cos1n opolita che lungi dal pregiudicare l 'andam,ento delle ed il Brumpt fin dal 1910 l 'ha adoper ata i.n ferite tali insetti n e acceleravano la cicatriz- 1niasi sperimentali ; non avendo però egli ' zazione facilitando il compito della natura e potuto tro,·ar e in 1F ran cia un buon stipite, provocando, la caduta delle escar e, ch e essi dil 'h a portata dall'America: con detta specie ,-oravano. egli sta tutt 'ora facendo esperienze cliniche e F. G. J\Iillingen (1809), Schafer, Crile, 1\.far - sperin1entali, sull 'osteomieli te cronica e que lla ti11 confermarono le osser vazioni di Larrey n e- acuta. Chi volesse avere un 'ampia idea dell'insetto consulti' il t1 a ttato di paras itologia gli Stati Uniti, così come W. ·v.l. l\.een n ella d i Bru1npt. Non tutti i ceppi di quesla n1o!'ca g uerra di successione (1860). econdo Buchm an11 e Blair, un m edico del- sono adatti: occorre ad operare lar' e scelte. Si possono usare le larve vere e proprie, allo stesso nlodo ch e se n e può fare }'applicazione (1) Ringrazio il Chiar .1110 })rof. Br11mpt ch e n1i dei princi11i attivi , tritandole allo stato vivente h a for11ito i p arlicol ari lec11 ici della presente nota. 1

1

'J.

1


1968

cc IL POLICLINI CO »

con soluzione fisiologica ·e filtrandone il prodotto con filtri Berkefeld. Nelle osteomieliti croniche e in certe fratture complicate le m .i asi sperimentali danno i migliori risultati, sopratutto negli adol·escenti in cui la cicatrizzazion·e si è talvolta ottenuta nel 9<} % dei casi. Risultati parziali sono stati ottenuti nella osteomielite tubercolare. Nei casi di osteomielite cronica il chirurgo deve prima a llontanare completam·ente gli eventuali sequestri ossei, che le larve non sono cap·a ci' di distruggere. Si cleve cioè procedere così : dopo una prima medicazione si pongono sulla ferita ben d·etersa larve dell 'età di 48 ore e se ne rifarà l 'a pplicazione ogni 3 o 5 g iorni , previo lavaggio della piaga con siero fi_siologico o acqua tiepida sterile, -c ontinuando così fino a vedere I.a ferita coperta di un tessuto di granulazione. Bisogna impedire l 'attecchimento dei germi provenienti dai prodo-tti' di p·u trefazione. Il numero delle larve di Lucilia da mettere sulla ferita varia, secondo le loro dime nsioni, da 200 a 1000. La cifra dell·e larve secondo Brumpt è facilm·ente calcolabile con un poco di abitudine: la valutazione è volumetrica. P er racco gliere le larve si versa dell'acqua sterile n ei tub·i di cultura e il co11tenuto vien m esso sulla ferita. Dopo tale deposito i mar ~ini della ferita sono fasciati con leu coplasto o con tela sterile Jl€rmeabile all'aria (le lar'1e ~nn o avide di aria) e la ferita vi ene esposta alla luce artificiale , o meglio al sole , il che obbliga le larve - fotofobe - ad annidarsi n·ell.a ferita e i1ell·e fistole, adattandovisi. Do,p o tale applicazione l'ammalato avverte dei pruriti in generale sopportabili: in caso contrario durante la notte bastano i· comuni sedativi per farli cessare. Qualch e autore ha visto anche insorge re un accesso febhrile 24-48· ore dopo I 'applicazione. Al momento in cui la ferita sta per cicatrizzarsi , l e gi:ovani larYe sterili n on ' rivono che q11alche ora. In gen erale dopo 3 o ±, talvolta 6 o 7, applicazioni la ferita divenuta inodora , a fondo roseo granuleggiante, si chiude progressivamente sen za fistolizzazione, se i sequestri ossei sono stati preventivamente estratti. Le ossa , all 'esam e radiografico, hanno un aspetto regolare corttrastante con quanto si osser,ra abitualmente con gli altri i11etodi di trattame nto e la loro calcificazi'on e è uniforme e rapida (Pomeranz 1932). Wilson , Doan e Miller hanno ottenuto 22 gu arig ioni s u 26 casi di osteomielite trattati con larYe di mosca; essi citano an che un caso di' osteomielite a cuta in 1

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un bimbo di tre anni, che in 6 settimane guarì completamente. Quando no11 si utilizzano le larve bastano gli .e stratti filtrati e sterili dei loro corpi': tali filtrati sono stati u sati con successo in osteomieliti , in sinusiti', in suppurazioni dell 'orecchio inedia e furono specialmente associati ad autovaccini (Livingston). :È difficile spiegare il meccanismo della loro azione : si è pensato che le tarv.e dig·eriscano i n1icrobi e i tessuti necrotizzati, ma sembra che ali 'infuori di questa azione mecca11i·ca esse secernano un principio attivo, un fern1ento proteolitico, che distrugge le albumine in putrefazione, che rende le ferite alcaline e che in tal i11odo riduce il numero dei germi che vi si sviluppano. l'er quanto esistano i partigiani dell '11so deg li -es tratti' di larve, queste, in natura , cioè allo stato vivente, sono g li agenti più effic..a ci . I fatti esposti sono interessanti e spiegano, in piarte, le osservazioni paradossali di' guarigioni rapid·e di ferite pien e di vermi ed inoltre m,eritano di essere conosci'uti specialmente dai chirurgi; senza dubbio si è ancora in un periodo di studi e il t rattamento dell e ferite con larve di mosch e è ben lungi dall 'essere adotLa to. Il K·eufmann ha di recente comunicato, ali ' Accad·emia di l\iledicin.a di Parig i, un modo di trattamento della cancrena polmonare, presentando un paziente, affetto da cancrena pol111onare acuta senza caverne, nel quale si era fatta dapprin1a una pneumotomia e poi il parenchima polmonare ·e ra stato deterso m ediante applicazione di larve sterili di Lricrilia sericata. Il malato è guarito in meno di cinquanta g·iorni. Però nonostante tutto , siamo costretti ad obbiettare che è ben difficile riabilitare le mosch e e le loro larve, sì da far le passare come strumenti di guarigione. Se in condizioni ben determinate, alcune di esse, scelte con cura ed abilm,e nte allevate con speciali metodi, pos~ono rivelarsi utili , ciò non toglie <}1 e la maggior parte di esse - · in libertà - sono dannose all 'igi'e ne e fonte di in~ezioni : un nemico domato non cessa di esser e n emico anch e se è obbligato a servirci ! Pur rispettando l 'opinione di quei chirurg i , specie strani:eri, che vorrebbero generalizzare un tal metodo di trattamento delle ferit e, pur associandolo sempre a quello chirurgico e dichiarandolo superiore a tutti gli altri metocli fin qui adoperati, dobbiamo ancora attendere che nuove ricer che riescano davvero a di1nostrare la bontà, oltre che la innocuità, del metodc e sopratutto ad illuminarcene il meccaTLi~n10 di azione. 1


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RIASSUNTO.

1'ipo.ta.lamo ed il gartgvio cervicale supesono •

L 'A. fa la sintesi critica d el n1etodo di trattar11e11to delle ferite con larve di mosche. BIBLIOGRAFIA.

Ulilisalvon des lairves de certaines niouches pur le traitement de l'os téomyélite et cle diverses afjeclions chirurgicales chroniques. Ton1e XI, n. 5, Sept . 1933. A11nales "d e Parasitologie. 2. D. GIORDANO. Innesti illustrati con un cas 0 di piaghe in arto pseudo-elefariliasico, ecc. Rassegn a clinico-scientifica, a. VIII, n . 11, nov. 1930, pag. 495. 3. K EUFMANN . Cit. da (( La Med. Prat. », 31-XII1934.

1. E.

1971

SEZIONE PRATICA

BRU1"IPT.

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SUNTI E RASSEGNE. ENDOCRINOLOGI. L\.. . Il controllo nervoso sulla funzione ipofi•

sa1~1a.

rzure. L'ipotalamo, complesso neurovegetativo si-

tuato tra il talamo c.h ·e lo ricopre, il pallidum ed il subtal.amo extrapiramfdale che lo limitano lateral1nente ed in die tro, e la zona preottica (di natura olfattoregolativa), che la li111ita in av.anti, può essere diviso in due seg·n1enti: anteriore e post eriore. L 'ipotaJamo anLeriore contiene numerosi nucJ,e i vegetativi, alcuni dei quali concorrono a lla formazio,n e di potenti fasci nervosi che attraver sano il p eduncolo pituitario e termina110 n ell 'ipofisi. Questo fascio ipotalamo-ipofi sario si distribuisce al lobo interm·ediario, alla parte tub·erale, ad una zen.a di tran sizione del lobo anteriore, ed agli isolotti g landulari del lobo p os teriore. S1)esso le fibre nervose terminano direttan1ente n·elle cellule par·en chimali della gJandula. L 'ipotalam0 quindi ha alla sua dipen denza le importanti funzi oni ch e incombono· alle d·ett e parti d ell'ipofisi: 1) antidiuretica; · 2) ipertensiva, che insieme all 'oJigurica , dipende d al prin cipio pressor e o vasopiressina; 3) ocitocica dipendente dalla pitocina; 4) melanoforica o J.)jgm entaria dipendente da ll 'inl·e rmedina. E verisimile anch e ch ·e g li ormoni intermedio- e lJOstipofisario interven gano, com e quelli ant eipo,fisari, nel metab·olismo d ei glucidi e ·d ei lipidi. La funzion e del lobo a ntériore (n1et a b olism o dei glu cidi, sviluppo, fun zion e g·enitale, eocitazione di tutLe le altre g·landol e endocrine) sem .b ra influenzat e d.a quelle fib,re che raggiungono la zona di transizion e d el! 'ipofisi, la quale co11lien e le cellule eosinofili ch e secernon o l 'ormon e d ~ll o sviluppo ed iperglicemizzant e, non cl1è le cellu,]e ba o l'il i che probabilmente ~ecerno110 g li o rn1oni g·on atlo lropi . Il gangl!io cervicale superiore è uno dei centri n e uroveget ativi p eriferici più imJ)Ortanti. Non solo 11a sotto la sua dipende11za funzio11i \ason10Lorie, n1a intervien e iiel la funzione di glando,l e endocrin e importanti, quali la tiroicle e le paratiro idi. Oltre .a ci ò regola in gran 1)arte il giuoco funzionale dell 'ipofisi e attraver ... o quest o la funzion e stessa dell 'ipotalamo. Le fibre nervose post-gang.lionari raggiung ono , segu endo i rami va ali ipofi opeti cl i ori g in e carotidea, l 'ipofisi e sopratutto il lobo anteriore . È quin·di il ga11g·lio cervicale su1)er iore cl1e intcr ien·e n ella secrezione dell 'or111on e deJ,lo sviluppo e d·ei prin cipi g·onado-stin1olanti, surrenalo tropi , tireo-stin10Janti . par1rreaticotropi , iperglicemizzante ed ipo li pe1nizz.anti. Ma la sua azione va ancl1e o ltre. i1ercl1(~ il ganglio cervic~le superiore regola l a \a. on10Lilità di tutta l ' ipofi ~ i. Le numerose , ·ie afferenti ai ce11tri ecrit o~ecreLori dell'ipofisi indicano ch e il giuoco fu11zionale di qt1esta trlan clu.ila è dipendente da fattori nerYosi diYer~i ... i111i. Tutti gli i r1111u l~i 1

(G. R oussy e M. Mos1NGER . Pressie "A1 édicale, 3 0 settembre 1936).

L 'ipofisi h a funzioni molteplici ch e si posSoJl O sch ematizzar e così: 1) M etaboliahe, cl1e regolano in modo preponderante il ricambio dell 'a cqua , dei g lucidi, dei. li pi di e dei protidi; 2) Ecc ito-secre~torie, cl1e dirigono la fun zione delle altre g·lando]e endocrine (g·onadi , tiroidi, paratiroidi, surrena li , pancreas in sulare); 3) Eccito-trofi eli e, cl1 e reg0Ja110 lo sviluppo • ed il trofismo della n1agg1oranza d·e i tessuti ; ±) Eccito-m1otorie, ch e agi cono s u tulta la n1usculatura liscia. Qu·e st e funzioni si e ercitan o in 111odo diretto ·e indiretto. L 'az ione diret ta è costiLuita dall 'i11fluenza degli ormoni ipofisari versati in circolo su i tessuti l)E:riferici se11za l 'inter vento del s iste1na nervoso. Così i principi gonatr opi dell 'ipofisi agiscono. sull . 'ovaio anch e p riYo di tutte le sue conn·e ss1or11 n ervose. L'azione indiretta si estrinseca 111ediante J'influenza degli orn1oni ipofisari sulle formazioni ner vose soprastanti , ch e rag·giung ono attraverS<> il peduncolo dell 'ipofisi (n·eurocrinia). Questa azione indiretta può esercitar si su tre tipi di formazioni nervose: 1) sui centri i1eurovegetativi del! 'ipotalamo (azione sul n1etélbolisn10, sulla fun zione genitale, sulle fun zioni simpatich e); 2) stille formazioni motoriP extrapiramidali della zona sottotalamica (azione sulle fibre muscolari liscie e striate); 3) tli cen tri ·e ccito ecretori dell'ipofisi stessa proy·vedendo così a lla propria r egolarizzazione . I cen tri re~olatori della fun zione i11ofi aria

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(( JL POLICLINICO

se11siti va-sensoriali (sen sazio11i g·enerali , olfattive, oLLich e, gu slaLive, vestibolari) si ripercuotono : ulla f u11zio11e ipofisaria, e si può ammettere l 'esiste11za di i11oltepùici rifle i sensitivo.e sen sorio-ipofisari (ottico-melanoforico, ottico-pressore , ottico-g·enitale, o lfal to-genit.ale, e cc.). Le connessioni tra i centri extrapiran1idali cd i centri ·eccito-secretori d el] 'ipofisi dim ostrano le interferenze tra la funzion e n1otoTia extrapir.amidale e l 'ipofisi. I rapporti tra centri eccito-s·ecretori dell 'ip,o fisi, talamo e corteccia n1o·s trano co111e lo psichismo possa influ en zare l e funzio11i secretorie dell'ipofisi, e con1e sia possibile la fo.rmazione di riflessi condizio nali a questo eff.etto ·e ndocrino . D 'altra parte i rapporti stessi dimostrano con1e 1'ipofisi possa influenzare i centri che regola110 la sua funzione , essa può eccitare o inibir·e i propri centri, ossia ha la capacità di autoco11trollo d ella sua funzion e. Insomma nel com p lesso ipo talamo-ipofisario esiste un ciclo ormone-neuro-orn1onico ch e condiziona un processo non ancora conosciuto .a livello di altri co:i:nplessi glandulari: il processo d'autocontrollo endocrino. Con1e tutti i t essuti g landolari, .le glandol e en·docrine sono dotate di un automatismo molto pronunziato rispetto al sist e1na n ervoso. Così 1.a d enervazione d ella tiroide diminuisce il suo potere secretorio solo di un quinto del suo ' ialore normale. Non è dubbio , p·er .altro, ch e ce rte lesioni neuro-vegetative d et ern1i11ano 11elle g landole e11docrine proce si r eattiv i corr elativi. Altrettanto av-viene per l ' i1)o fi si. Così n ell 'idrocefalo di origine 11eopln tica l 'ipofi i può JJresentare r eaz ioni cellul ari e particolar mente iperplasia eosinofil.a. Lo t esso avvie11e n ei Lu111ori c11c co111pri111on o il pcdu11 colo l)ituitario. E -ç;rob·a bile ch e ciò avveng·a a seguilo d 'irritazi o11e deil fa c io ipb tala1110-i110fi sario o di for111azioni so1Loependin1ali con il n1ecca11isn10 su a ccen11.ato. Ciò co11duce a d an1m e LLer e l 'esisten z.fl_ di \rer e i p er1)la ie disfunzional i correlative di orig in e n et1ro-vege1ativa . L ' in11)ortanza r egolatrice d el ga11g lio cer vicale su1)eriore è sottolin eat a da1le 1nodificazi on i is to1)atologicl1e con ecuLive all a s ua estirpazio11c. (~ o ~ì nei cani sottoposti a questa opcr az io11e i h ann o n ei pri1ni giorni feno111eni di iper!'-ecrezion e IJr onunziata. :\l a quel cl1e sen1br.a }Jarticolarm en t e i11lercs<ì.nlc r ch e que ta i11er secr ezione è ac·co111pagr1ala da unn abbondante e er ez ione del colloide i11ofisario ir1tra-ip0Lalan1 ica e i11tra-,rentri colar e (jperneurocrinia pcri111 c nt ale). I nucle i veg-c la li vi dell 'i11otala1110 so110 n ettamente inon clati cl i colloidi ed i J1euroni sovraccarichi di prodotl i ipofisari prese11tano fenon1 eni reattivi · cl1c Ya11no fino alla clegen erazione. P ert anto 1'e tirp·a zione del g·an g·lio cervicale su11eriore provoca non o.lo fenon1en i di iper secrezio11r ipofisaria , ma an ch e, at traverso l 'iperTl eurqc1·inia , n1odificazion1 n1olt o importanti nell 'ipotala1 t10. i f' ossono co_ì intraYedere 11u111 erose ap1

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plicazio11i t erapeutiche della ganglionectomia c·ervicale superiore. Questo intervento, comunque, costituisce un procedimento capace di modificare il funzionan1 ento dei centri neurovegetativi JJiù ilnportanti d el1l 'organisn10 agendo sulla glandul.a endocrina gerarchicamente p iù elevata. DR.

La terapia moderna. del mo1·bo di Addison. (Nl.

R ev . Méd . de la Suisse. R omande, 25 agosto 1936). L'importanz,a essenziale d ella parte corticale della ghiandola surre11ale m ·essa in evidenza fin d.a l 1913' è stata con fermata in questi ultimi anni da una lunga serie d 'esperienze: la secrezione d ella corticale ·è indispensabil,e e st1ffici ente p er la sopravvivenza degli animali privati delle capsul e surrenali. Le modificazioni delle costanti chin1icl1e del sangu,e n el morbo di Addison e negli ammali surrenaloprivi , hanno grande importanza per con1prendere la patogenesi del periodo comatoso ed il m eccanismo dei moderni metodi ter é1 peutici. L'iperazotemia è certo di causa extrar enale : vien e spiegata si.a con i disturbi circolatori d el glomerulo dovuti allo stato ipotensi-vo , sia con l 'insufficienza d ella funzione eccito-renale d elle surTenali. L'ipoglicemia è dovuta alla n1an canza d ell 'orn1one corticosurren.ale; essa ha la caratteristi ca di essere instabile. Questa instabilità è dovuta alla mancanza cli .adrenalina. Si sa inf.a tl i ch e le due parti d6lla ghiandola hann o du e fun zioni disti11le n el m etab olism o d egli idra1i di carbonio: la cc:rtec·cia mantien e i1 ta. so gli ce111ico ba e; ]a n1idollare si 01)1)on e all e modificazioni brusch e e casuali . S·en1bra dai laYori r ecenti ch e il morbo di A. non sia in r a1111ort o con una tubercolosi surrenalica ch e in lin nun1ero limitato di casi; esso può esser e dovuto a lesioni atrofich e: non infettive ·e comJ1r o111 ettenti talvolta soltanto la cortie.a ] e. L ' ormone cort ico- urren.al e fu scoperto in Am·erica conten1poran ea111 ente da due g ruppi di studiosi: Hartn1ann utili zza l 'etere , s,vingle e Pfiffner. il benzol o. L 'estratto non deve cont en er e adren.a lina (condii io sine qua non della su a atti,rità) , t alch è la seri e di manipolazioni cl1imich e dura una quindicina di g iorni; ques to fatto s1Ji ega la di fficoltà di preparazione e in consegu en za il prezzo elevato del prodotto. I m etodi di apprezzamento delle proprietà d ell 'ormon e cortico-surrenale sono essenzialrr1ente biologici: il più esatto e specifico consi&te n ell ' osservare l 'attività d el prodotto n el mantenere in vita e pern1ettere lo svil_uppo norn1ale di animali surrenalectomizzati. Kendall , d ella Mayo Clinic, è riuscito a preparare una corticalin a cristallizzabile e ne ha scoperto recentemente la forn1ula chimica cosicchè è lecito sper are che il prodotto potrà essere presto fabbri cato sinteti cam ente in modo da r enderlo meno co~t oso. D E.MOLE.

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SEZIONE PRATICA

11 valore clinico dell 'ormone è difficile da .apprezzare dato il numero e11orme di pubbli.cazioni spesso contraddittorie e la inancanza ili statistiche paragonabili. Sen1bra però ch e dopo i prin1i entusiasmi <leter111i11ati dai risultati quasi miracolosi degli AA . americani si sia fatta marcia in dietro e si sia con1preso cl1e ]a corticalina non è una pa11acea 1i-ella cura del n1orbo di Addison e c l1e il suo impiego corrisponde a delle indi.cazioni precise. Viene attualmente riservata al periodo di crisi o di minaccia di crisi, momento nel qua-: Je la secrezione corticale viene a mancare bru:Scan1ente. In periodo i)recomatoso saranno e-seguite parecchie volte al g iorno delle inie.zioni endovenose di 10-20 cc. degli estratti del ieo1nn1ercio (1 cc. = 30-50 gr. di ghiandola fresca). Quando il ma]ato avrà superato il peirioclo acuto si contint1erà con 5 cc. per intrarnuscolare al giorno rier 8' giorni di seguito. A spiegare i casi di insuccesso viene invo.cata una corticalinoresistenza interpretata con .la formazione di anticorpi p er l'azione antigenr d 'in1purità intimamente legata all'ormone. Il sale da cuci11a era stato già impiegato con -successo i1el 1898 dall 'itali.ano Soddu per proi u11gare la so1Jravvive11za di cani surrenalecton1izzati. Le basi fisiologiche di questo metodo di teir apia · ora largan1ente impiegato nel n1orbo di Addison sono rappre en Late dal~'ì1)onatremia .djmostrata dag li studi sul metabolismo del -sod io sul quale l 'ormone corti ca] e avreb,b e un 'azione specifica. Ci si deve anche doman-dare se l 'uremia degli ad di oniani non sia in rapporto colla povertà dell 'orO'anisrr10 in Na Cl e non fa ccia parte della grande categoria delle iperazotemie cloropenicl1e. È d 'altra parte din1ostrato ch e il sale favori ce l 'azio11e del]' or:n:one e permette di di111inuirne di molto la dose. La t erapia co,n la , -itan1ine C, ba ata su dati -sperirnentali e clinici, è ancora allo studio. Ai medicamenti citati andranno associati quelli sintomatici: Il g lucosio verrà impiegato p er combattere l 'ipoglicemia e l 'acidosi e grandi quan~ità di acqua utili contro la disidrata.zione serviranno di veicolo ai m -e dicamenti. L'i11suffiriente surrenalico è un mala to ipot ern1ico ed a metaboli smo ridotto; occorrerà .quindi riscaldarlo, stimolare la sua circolazione periferica con Ja canfora ed elevare la sua pre sio:1e arteriosa con l 'adrenalina a piccole id.osi ri1)etu1 e. E. CARLINFANTI .

MISCELLANEA. Gli stati febbrili e subfebbrili prolungati. (H. P,RIBR.\M. Al edizinisch e Klinik, 31 luglio 1936). Gli stati febbrili e subfebbrili di lung·a du·r ata , più frequenti 11ei ban1bini cl1e negli adulti, dipc11dono il più dell e volte da focolai

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infettivi non sempre facilmente accertabili: pertanto essi offrono spesso notevoli difficoltà diagnosticl1 e. 1\1.atth-e s dà il seguente elenco d elle affezioni {;be po:;sono dare temperature subfebbrili: tub·ercolosi pul1nonare incipiente; tubercolosi delle glandule ilari, del peritoneo, dell 'intestino, dei reni, della vescica, della col onna vertebrale; ascessi freddi; tubercolosi miliare; morbo di Basedow; anemia perniciosa; ittero emolitico familiare; sepsi cronica di origine varia come l 'endocardite lenta e le infezioni orali; sifilide del fegato; leu cemia e pseudoleucemia; rrlelitense; malaria; tumori maligni. Lo stesso autore indica i sintomi che sogliono accompagnare la febbre cronica: malessere, se11so di debolezza, facile stanchezza, aspetto sofferente, pallore, cefalea, inappetenza, dimagrimento, tachicardia, sudori, b·rividi , palpitazioni, senso di calore. Tuttavia vi sono casi nei quali manca ogni disturbo subiettivo e l 'ipertc-rmia viene rilevata solo casualmente. L 'influenza l1a una notevole importanza come causa di stati febbrili prolungati ·ch e possono durar,e anche :Qer mesi e mesi. "\Volpe n-e lla pandemia del 1919. su 300 casi notò 24 volte, ossia l '8 % ipertermie prolungate tal\101ta anche per sette mesi. Bernheim rilevò ch e in alcune infezioni au111enti di temperatura persistono anche per anni dopo il decorso tipico della malattia. Sta di fatto ch,e parecchi autori hanno rilevato gli stati febbrili o subfeb·b rili in una gran quantità di condizioni che possono essere accertate solo mediante un esame accurato. Lauda rileva ch e oltre che negli stati tossiin fettivi, reattivi-infiammatori e nelle affezioTLi e neoplasn1i del cervello medio le ipertermie protratte possono verificarsi: 1) nelle malt1ttie infettive sen za reperti obiettivi; 2) negli i11dividui con stign1ate vegetative , sudori e tacl1icardia; 3) in soggetti apparentemente sani per lo i)iù gr.assi. Cohr1 e Steele osservarono in ·cardiopiazienti, a1Jche con lesioni non infettive, ipertermie che misero in conto di un disordin·e della termoregolazione dipendente in disturbi circolatori. Confrontando la temperatura ascellare con quella rettale ' 'en11ero alla co11clusione: n ei sani al rnattino la prima è i11inore e la econda maggiore, e .alla sera è vioeversa; nei cardiopatici con febbre non dipendente da lesione infettiva si ebbe lo stesso comportam ent o ma con maggiore accen tuazione della differenza tra le due ten-tperature, mentre nei febbricitanti per cause infettive la differenza fra le d11e temperature era minore. È inter essante notare ch e gli stati subfebbrili possono preparare l 'organismo per altre i11aJattie. Così in un ra o n el quale l 'iperl ermia se111brava dipendent e da un foco de111ario il r eperto radiografico del torace ch e prin1a era del tutto normale col t en1po dimostrò ev identi lc..,ioni puln1onari. Non è dubbio cl1e vi sono individui i quali tollera110 p er lungo tempo g li st ati febbrili o


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cc JL POLICLINICO »

sub~ebbrili senza risentire danni o solo danni

leggeri nella loro salute, mentre ve ne sono altri che a lungo andare fini::;cono P-er presentare alterazioni più o meno profonde dello stato generale oppure lesioni di singoli organi. Al riguardo è interessante la possibilità ch e si stabiliscano modificazioni del sangue ch e possono a11dare fino alla an emia grave, letale ed anche alla leucemia. Da ciò la necessità di un esame sistematicamente ripetuto del sangue. Sulla scorta di un ab·b ondante materiale l 'A. ha fatto uno studio degli stati feb·b·r ili e subfeb·b rili lJrolungati sopra tutto dal punto di vi ta delle diagnosi e d ella terapia. Le affezioni alle quali bisogna pen sa re in11a11zi Lutto sono i processi infiam1natori cro11icì. Le i1)fian1mazioni di alcune cavità , com e l ' otite m edia ed il catarro dei seni, si r egistrano facilmente nei precedenti di tali p·a zienti. ~{o lt o spesso è in cau sa una tonsillite croni ca , cl1e non di rado è associata c on gra nulomi den tari e sepsi orale. Talvolta dai denti estratti si isolano germi (in un caso lo s treptococco viridans) , la cui in1p ortanza i1atog·ena non ·è dubbia. In tali forme si può sperare q11alch e ,·an taggio solo dall '·estrazion e d ei denti malati. M.a ia tonsillectomia e ]a estrazione di denti possono an ch e rimanere inefficaci, qua 11do si son o prodotte alterazioni vicine coine l 'ingorgo dolent·e delle g landule linfatich e anteriori d el collo d ov11te verisim.ilmente ad un p r ocesso lin fang ioitico. In tali casi le applicazioni di raggi Ro11tgen al collo o l 'autovaccinoter apia p ossono aver ragione dell 'ipertermia . E ovvio cl1e il focolare primitivo deve esser e rapidan·1e1) te accertalo ed aggredito , altrimenti possono forn1arsi focolai infettivi secondari in àltre parti anche lontane, come n ell a cistifellea e n·ell ·a l)IJendioe. La tuber colosi una volta ritenuta come la causa p rin cipale di febbri cronich e nel material e e aminato ha avuto un 'importanza secondaria. Molti sofferenti di ipertermi e prolu n gate prece dentemente curati come tubercolotici n on presentavano in effetti la minima alterazione i)ulmonare, n è avevan0 positiva la reazione ~Ila tubercolina. Con1unqt1e è doveroso sempre pensare alla tubercolosi extrapulr11onare, e specie a quella degli annessi , del cieco e del peritoneo, nonch è a lla polisierosite cl1e spesso non vien e ricon osciuta. Sono inoltre da tener pre enti le infiammazion i cr on icl1e d ei bacinetti r en ali e d elle vie b iliar i, la cui diagnosi o ffre spesso notevoli difficoltà. Alle n1alattie d egli ann e si si deve p en sar e s1)eciaJn1ente quando esistono di s turbi m e$tr t1ali e quando 1'aun1ento dell a temperatura è in r elazion e con la 1nestruazion e, tenendo però conto ch e ipcrtermie n1 estruali e preme~ I ruali si possono avere an cl1e in altre malati i e. con1e ad es. ]a tubercolosi. l .'a11rendicit e cr onica può dare i pcrterm ie 1

[ANNO

XLIIT, NuM. 441

cl1 e aun1entano dopo la palpazione dèlla regione cecale. Talvolta la diagnosi è facilitata dal confronto tra la temperatura r ettale e quella ascellare. La p ersistenza della febbre dopo una malattja infettiva acuta d eve far pensare alla. riattivazione di un processo tubercolotico, com ·e può accadere ne.l tifo, n1a talvolta, come· può accadere n·e lla pulmonite, si tratta semplicemente di uno risoluzione lenta. L 'endocardite lenta iniziale p·u ò facilmente sfuggire alla diagnosi. Al rjguardo devono rit e11ersi sospetti i p·a zienti con vizi valvola ri con i1J.ertermie, tosse, tachicardia dopo movimenti d-el corp-0 e senza ap1prczzabile scompenso. L 'eS:l_m e microscopico e b atteriologico del sangue, ch e d eve però esser e più volte ripetutor :p uò far trovare l'origine del m.ale. Un 'altra causa di aumenti di tem .p eratura è data dall 'infiammazione cronica delle glandule. linfatich e, specie n ella linfogr anulomatosi in-· cipiente. L'influen za dà un numer o consider e,·ole di casi di stati febbrili prolungati. Ma bisogna essere. cauti n·elle diagnosi. Bacmeister ritiene che i1on di rado le così dette influenze protratte non sono ch e tub·er colosi , e talvolta sono dovute a necrosi o ascessi del pulm-0ne poslinfluenzali. Hegler a seguito dell'influenza vide sviluppare l)Ulmoniti croniche, essudati saccati , m ediastiniti . L 'esame radiologie.o è· indi5pensabile p e-r la diagnosi. In un caso di· sup1Josta influen za cronica mise in evidenza una tt1bercolosi miliare. Tra le affezioni ra r e ,.a r icordato il n1orb<>' di Bang che può dare P.er lungo tempo ipert·rrmie più o m eno elevate· malgrado persista. un sen so subiettivo di b en essere. La feb·b re glandulare è car atterizzata da iperter111ia, tumefazion e gen eraTiz-zat a dalle glandule' linfatich e, decor so beni,g·no , aurrtento dei· corpuscoli bianchi , pecie dei linfociti. Nel periodo inizial e n o11 p1u ò stabilirsi se· si tratta d ii un8 malattia b enigna o di una leuce·n1ia lin-· fati ca in fase di svilup·p o. Il morb·o di Basedow p11ò dare leggeri au-· ntie nti termici, ma di solito le tireotossicosi r1on son o accompagn ate da febbre. I processi cerebrali come l'apoplessia. j tumori cerebrali , l 'en cefalite possono dare forti aumenti di t em]Jer a lura . La così detta febbre n ervosa, isterica è rara. ma certamente esistente. Molto più spesso si osserva .ch e fa ttori psichici accentuino una ipertermia preesistente , com e avvien e n ella tub er colosi. Ma a parte tutto ciò vi son o casi di febbri cronich e o intermi ltenti, di cui malgrado tutte· 113 ricer cl1e n on si riesoe a chiarire la cat1sa. Parecchi di essi sono forse di natura costituzionale con1e farebbe J)en sare il ]oro carattere fan1iliare , e p robabilmente sono legati ad una labilità d el centro termoregolatore. C:oncludendo in ogni caso di stati fe])briJi Qt.


{ANNO

XLIII,

~l!.l\L

44]

subfebbri li si devono fare diJige11li ricercl1 c ]?61' accertar11e la cau sa: 1) d eve praticare i ·e ame fisico deJ pazier1te con : p eciale riguardo ai 11enti, alle tonsille, alle cavità acces ·ori-e , ai 1)ul111oni , al cuore , alle v ie biliar i, all 'inte:Sl.ino, alla ini]za, alle g la11dule linfatir h e; 2) si deve i>raticare l 'esame deJl ' uri11a , quc]lo morfologico , hatleriolog ico e serologico, del sangue e quello del metab·oJi ·mo ba ·a ie; 3) . i d evono sao-giare le n1odificaz ioni cl1e ·ubi ce la temperatura otlo ] ' influenza d i fattori di' cr ·i : la n 1eslruazione , la defecazion·e, 1'alin1e11tazione, l 'ing.e stione di deter111 i nati cibi , il moto , il -clima, le emozioni, gli .antir>ireti'ci e le sostanze lJroteiniche. I>er quel ch e riguarda la ct1ra è ovvio ch e si d eve rir11uove re l 'eventuale cat1sa loraJ.e (tonsi11ectomia, estrazione di denti , ecc.) e successiva111e11le praticare l 'a utovacci11oterapia. Si consig lieranno i:I ri1Joso o jl n1oto .a seconda che se ne saranno con. lata ti gli e ffett i sulla tem.._ l)er.a tura. Talvolta il ~ol e di ali.a mon tagn,a o le iniezioni di sostanze prot einicl1 e valo-ono a far di111inuire e ~co1111 >a rire la (ebbre . P osson o anche sommini s trarsi anti1)ireti ci a piccole dosi , cl1e però danno so lo e ffet 1i transitori. Occorre comunqt1e t en·er p r esent.e i possibili da11ni d·erivanti dall e alle dosi di })iramidon r . l)n.

si

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-Cambiamenti nel concetto di 1nalattia in rapporto con il nuovo indirizzo individualistico della diagnosi e della terapia. (S. BoLLAG. Soliweiz. rried.. Woch ens., 1936, Il .

8).

Nella medic ina , com e in ogr1] alLra scie11·1.a, s i ri pecchi a il car,aller e dcl l ernpo ed ali ' uomo di p en siero altro n on rin1ar1e ch e di .ada ttarsi alle ved11le ed ai problemi del suo tempo , a ccettando l 'in11>er ati o di lavoro cl1e la sua epoca g li fornisce. Vi furono p eriodi , <"'O J1l e quelli del r omanticisn10 e della filosofia na lurale , i11 cui i ine dici s i disco tarono dai n 1·etodi e~att i d ell a cie11z.a e, con1e n1edici-filoso fì , Lcn11ero in poco conto il solito terreno d ella ricerca bioiogica r ealisti ca ed intesero di guarire « s11iritualme nte >>, basandosi sol1anlo su Leorje speculative ed a1)rioristicl1e. Vi sono d egli sconsola11ti ritorni a questa foggia di p ensiero: la m edicifla antropo ·ofica, la cc Christian-Scien ce » e rr1olti altri occultis111 i, fa n.atis111 i , subbiettivismi , n.a zionali smi, di vecchia e nuova 111arca . Di,·er sa l 'origine , <li' er si i pri11 cip'ì e l e prove ch e intendono for1 ti r e, rna tulti con l rasseg nali dal caratterr n eg.atiYo della non cienza. E e anch e talYolta i ris11ltati pratici non s0no inf·eriori a quelli della n1edicina .. colastica (il ch e sarebbe da pro"'are per ogni caso) a tali m etodi si dovrebbe, dal pu11 Lo di \ isla s l rellan1 en te scientifi co, negare il diritto a1l'esistenza come prodotti di un l}Cn icro puran1ente inetafi ... ico e speculativo. 1

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1977

SEZJONE Pll.AT ICA

eJla seco11da n1età del secolo x1x, è venuta lentamente p enetrando nella 111edicina una corrente di IJensiero aliena da ogni carattere s1)eculati vo , severamen te basala sulle scienze nalurali e sui fatti ensibili. A questo metodo di ricer ca obbiettivo noi dobbiamo i l)ÌÙ grandi progressi della n1edicina, ch e è stata così considerata come una scier1za naturale applicala, da cui veniva elimin.a ta , per quanto I)iù era possibile, ogni parte subbiettiva. Per breve tempo, si riten11e di potere risolvere g li enigmi de1la vita; acciecati dal n1araviglioso slancio delle scien ze e della tecnica, si credev.a di essere alle soglie del mistero e di potere spiegare la vita (e quindi anch e la malattia) frazionandola in processi fisici e chim ici e riducendo il con cetto da qualitativo a quantitativo. In que to periodo di infatuazione 111aterialistica, non si riten·e va molto scientifico il dare grande importanza ai fattori psichici , trovando n ella parola cc a11in1a n, il sapore antiqt1a.to di un.a sorpassata metafisi ca. E p sichiatri di grido rit enevano che, ne1la p sichiatria, I.a psicologia fosse una superflua speculazione (Westphal) od intendevano « spiegare » le n eurosi di guerra con uno scuotimento molecolar e d elle ce~lul e 11ervos,e (Oppenheim ) . Si ,comprend e che non mancavano anch e al lora, specialmente nelle sfere non ufficiali, detle correnti a diverse tendenze che poi , nei periodi di t ransizione, ingrossandosi m en tre la corrente materialistica din1inuiva, hanno dato l'impressione di un insieme di correnti con tras tanti di p ensiero , per cui si è parlato di «. crisi » o addirittura di « caos » della m edic1na. Questo modo di con siderar·e !.a malattia , u11iJaleralmente n1ale rialisLico, r1on è mai stato i1lteramer1te adottato dal inedico pratico il c1 uale, nel quotidian o, ·co11Latto col malato, non lJO Lev.a tra scurare i caratteri l>sichici , occorrendo un 'enorme cecità p sichica per negare l 'i11fluenza della i)siche sui processi organici. Più trascinato verso le dottrin e materialistich e era invece il ,clinico specia.lizzato , in stretto ro11La tlo con l 'anatomo-patologo ed il labora torio ·ed incline a far poco co11to d ella parte 11sicl1ica , che non era suscettibile di essere pesata o n1isurata. E s'incorreva nel pericolo di trascurare i.il trattamento psichico, che è necessario poichè ogni n1aìato n el corpo lo è an ch e nell 'anim.a. Si incominciava, fin d 'allora , ad affern1ar e cl1e non vi sono malattie ma malati, ma si riteneva , cori una precisa ricerca fisica di potersi risparmiare quella psichica , che })Ortava via n 1olto t empo. E, se anche ci si ve11iva gradatam ente convincendo c h e l 'essen za della malattia non è definita col solo reperto dell'organo n'1,alato ·e, dalle pure con cezioni vircho\\1 ian e. si passava alla dottrina d elle costituzioni, alla fisio-patologia umorale ed alla moderna neuro-endocrinologia ch e mostra il conJ.esso e 1'ailterno gi11oco degli organi. Je co ncezioni fon1

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1978

C(

fL POLI CLl N ICO ))

Ù8menta li rimanevano pur serr1pre tJnil aterali ed . essen zialmente m orfologich e. Ù I

MALATTIA COME PRO GESSO DINAMICO

La niala.t tia non va considerata come un, co11cetto semplice e statico, ma bensì comp•Pesso e dinan·;,ico. Essa è un processo, un fatto di natura, a cui si può app·li care quanto dice,,a Kant 170 a nni or sono: cc In verità, non esi$le n·essun oggetto naturale a noi noto per n1ezzo dei sen si , di cui si possa dire ch e noi possian10 conoscerlo completamente m ediante l'osservazione o la ragion e, si tratti di una goccia d 'acqua o di un granello di sab·b ia o d 'altra cosa ancor più semplice; ed è infinita la varietà d·e;lle c.ose ch e la r.tatura , anch·e n eJ] e sue m ini1ne i:>arti, offre da risol vere a d un 'i11telligenza t.ar1to lin1itata come è que1 1a un1.ana ». Noi possiam.o considerare la n1alattia con1e un di"turbo dell ' equilibrio fisico-psichico. L 'erg.ari ~smo umano que.sto micTocosmo irtfinitamente complicato - , a cau sa de·1la sua g·rande differenziazione psichico- fisica, è sen1p re in pericolo di perdere il suo stato di equilibrio, tanto labile. 'F ra ]e varie circoslan ze ed i diversi fattori, noi tendiamo acl i11di care co111e causa qu811o ch e ci sen1b.ra la più importa11te, come p. es. il gern1e n e.ltla malattia inf elt.iva . Il bi ogn o di trovare al p iù presto la cau a della ma lattia sr,inge spe so ad adottare ]1.1 con1oda con clusione del JJost h oc ergo pro·pter ho,c, per cui i Ilazienti vanno a pensar e a1L1 prima ch e loro si presenta, il freddo ocl altro. (:onsiù·crata così la malattia come un processo din amico, e sa ci si presenta co111e un confu so i11tralci.arsi di connessioni causali e di. raJ1iporti condizionali , per cui si p·uò ancl1e arri,·are a]l 'ag·nosti.cisrr10 od allo scetticismo . Per C•\Tviar e a questo 1'erìcoJo, n oi ·ci serviamo di scl1emj a cui , una volta rilevati i sinlon1i, vedia1110 e corrispond·e il caso in e5a1ne e lo faccjan10 senza por n1er1te che , in ial modo , finiamo i)er trascurare i tratti individL1ali di natura obbiett iYa e subbietti va ed i ]larlicolari car.alterisl ici del quadro n1orboso. l~igida . . cl1c1natizzazione, contr aria ad una n1edicinn intesa com e scienza de]] ' jn divi.duo malato. 011 si r>uò, per ò, negare cl1e e .. a · ri !)Onda alle J1eCf~..: ilà di u1l 'econ omia dello spirito e, pure ron varie 1i1n itaz iorli, ia lllile il · mantenere i concetti tra<l iziona li delle varie malattie. C:on l'a1J1Jli cazione dell 'etich etta di una data , n1a·l attia, però , il 111·edico delin1i la arbitrariarr1e11le i1ella ''ita del malato un certo per iodo . n1cntre questo era stato r>receduto da uno stadio premorboso (talora riconoscibile .a l~ ' a11an111esi , come p. e ., l 'ipertonia precedente l 'arteri.oscler osi) ed è seguilo da un altro, cl1e l1UÒ esser me o in luce dall .indagine catan1nestica. Entran1bi que ti stati, pre- e post-n1orl)osi df'bbono essere cono ciuti })e r poter stabilire ln d.iagn osi indiviclilale ch e deve completare quella dell 'organo , studiando 1'individuo ma]<, to nel . . uo vero a mbie11te, in modo d<l cono1

11\ NNO

\LTJI, Nu~1. 44 J

::-;cer11e. ~·en e iJ ~arai L~.re ed il · te11Jperan1en t.o, la }Jos1zL011e sociale, il .grado d 'i11telli oe1l7a. Si Yie11e parl ando , in questi ulti111i tempi di u11a cliagnosi fJOlidimensionale , indicando ~on queto ch e i1on ci si deve lin1itare aJJ 'accertan1 ento dell e modificazioni arl ato1no-fisiologicl1e 111a e~ Lend ere la ricerca co11 10 stesso intere se ai cara~teri psicologici, oc ioJogici, ereditari e fun :-1on.ali del 1Jazie11te per una più effi cace terap1a. Tale indiri zzo di diag11 o ~ i indìviùuail e è la g iusta reazior1e a quello precedent·e, ma n on è certan1e11te. nuovo, poicl1è lo tro' ian10 n elJ °' stesso I pp ocrate. Gli enormi progress i dell a tecni ca e l 'ecce siva specializzazione 11e]la medicina 11anno portato a tendenze troppo u11 i]aterali allontana11doci i11 certo m odo dal] 'uo1nc1 ed a rri va11do così ali.a . eJ11plificaz ione cle1l conce tto di nJ ala ttia , di111 ent.icando 1'idea degli antichi gr e<: i ch e l 1uomo è la misura di tut te· le cose. La nuova tei1denza lin 1ita ora il i)unto di vista materialistico ch e si è veduto es::,er e l.ro1)pO unilaterale, specialrr1e11te in segt1ito a ll 'imn1i sion e di correnti d'idee derivant i da ll.a m oder11a p icologia, p. icbi atri a e· so1)ral lutto i1sicoana li si. Noi ricon osc ian1 0 n el 1· uo1uo un a]ter110 g iuoco co1rL i1li ca t o di azioni e reazioni fisir 11e· e psicJ1 i·cl1e. Og·ni st in1olo psichico può detcrm i11arc, con 1'i11tern1edio deil l 'ap11Jarato nervoso-endocrino, delle n1odi fieazioni funziona] i o rr1orfolo,gicl1e di un org·an o o di un siste111.a; 11e so no esen1pio i], trat tan1e11to d·eln e verrur J1 e con la su g·gestione, le n101dificnzion i del la g·Ji ce1n ia n1eJiante l'ip11osi, ecc. VireYcr. a, og ni rriodifi,-azion e fi ica si fa sentire ulla l)~i c l1 e (Jo <li111oslra, fra l 'all ro. il trattan1ent o della den1·e11za l)araliti ca con la inalaria). ll « l'i siro n e lo « psicl1ico >> cosLitui srono du·e seri e di osservazioni cl1e noi te11ia1110 di tinte a sco1)0 di I uc.lio, rr1a cl1e agisco110 vicendevol mente -l 'una ~u li 'altra, 11e1l 'unità cost ill1ita dal J' i11dividuo ed ( f a11 ace il vo le re « spiegare » i 11roce si psicl1ici ro11 l11odifi caz ioni fi ich e; co ~ ì. se an che riuscissimo a din10 trare n ell .isleTi. n1o o nella ·c l1izofrenia dell e alterazioni deil liquor o dell e cellule cerc])r,ali , il fen on1c11 0 non Ycrrebl1e per quesL o cc s1}iega lo n. La terap;n individuale sulfu. base clell(( diagnosi indi viclua:le costituisce il vero clomin io del mr.edico pra,fJ ico, del nierlico cli famiglia , che h a la 111igli ore ocra, ion e cli conoscere a fondo ·il uo pazient e e di seguirlo per anni e dece nni , anrhe n·egli tadi pre- e 11ost-morboi. Tal e terapia !'\i ba~ a ul l 'adaltan1ento della co ndotta del med ico ai can1bin111cnti obhictti,,i e , ubb iettiYi della situazione del n1alnto; es .. a romp1rende ll1tte ]e po, sil}i lità. da,1 puro con ig lio alla src1t.a delle cure o degli interYenti l)iÙ importanti , semr>re però COn ] 'in1])l'Onta di una ]). icotcra11ia selet tiva. Del resto. ro1ne ossen ·a G01ld. el1eider , non f 1)0:-.. i11ile u11a terapia escl11 iva111ente cientifica in qu~n­ to ch e. ci i deve arconten tare nella maggior ]1r\rte de i ca i di una a1)pros. in1 a7 ione asintoti ca alla ~ cienza. Bisogna però r i cono~re re rh r. 1

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SEZI ONE PllATJ CA

malgrado la massin1a buona volontà di fa re una terapia strettamente indi viduale e malg·rado le b uone dot i d 'intuizion·e e la matura e, sperienza, la ca11acità del medico in ta l se11so è J~mitala da lla indi,ridualità di una vit.a troppo h·r eve e sogg·etta all 'errar.e. 1\ila comunqu·e , questa deve esse re la nostra a sp1irazion e, di rin1anere empre aderenti alla realtà , consider ando ·essenzial111e11te l ' individuo . fil. 1

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DIVAGAZIONI

L'azione dei saponi sulla pelle. La r1ota azio11.e detergente dcl sap1011e ò b a1

sata , secondo le vedute delJ a chimi ca coll oidèJJe, sulla capacità del a1)011e ste o di forniare delle en1u lsioni con il g rasso clella cute e le parlicelle di udir iu1ne in esso contenute. Que te ve11gono liber.a1e dalla ]oro connession e di absorbi1n ento con I.a pelle, son o cir·cond.a le da un 'involucro di sa1)one e portate qu indi in so ·1}en sio11c. Ha grande in1 portan za a11ch e la forrr1azione di sc hium a; qua11to è migli ore questa tanto più b·uono è i] sa11'011'e. La :::,oluzione acqua a del ·a1Jon e è ic1ro1i zzata in gui sa Lale cl1e l ' idrol i i au111e11ta co11 la diluizio11e fi110 ad u11 ce1to l ii11i te, 11er decrescere co11 l ' u lteri or e a·u11 1·enlo della diluizio11e. Lo tudi o del 1)roces o di iùroli si della Cl1te (i1t a ltre parole de l 110Lere regolatore della cur e "e1 o il sa1)on·e) è La Lo fatto da P. Han '"' e1t (11cta derma.lo-ve.nereologicai, vol . 17, n. 5, ~e l le1r1b1c J 93 6) Juva11do 1l·e r 2 rni11uli ]a lJie lJ e e \ edendo dop·o c1uar1lo le111 po il pH della j)elle ritorna a i valori 11recrd·ent i. Co11 l 'u so del b lu di lJro1n ofcJ1 olo e del rosso 111etile (i11dica lori a pH lr.a 3 e 4,4) i è veduto cl1e, i11 co ndizio11 i nor111aJi i] J1H ritorna ai valori l)ri 1o ili vi dopo or e :~ e 1/2; i11 vece se l 'i11dividuo lavora ' ba ta 1/2 ora (a7. ione i1eutralizza11te ùe] . .. udore). c:on a ltre ri rcrcl1e, l 'A. l1 a deter m inato il periodo do110 il lJU.a le . i 11a il j)Un1o d i virag·gio delì 'i11dicatore (rosso n1eti le cori pll a 6,5) n1 esco)ato al apon·c ·tes o ed app·li cato sulla culc. l I ~apone 'enne applica to ~ u]J a cute att~·a, er .o una fines lra in un pezzo d1 cerotto .adesivo , ricop rendo lJOi co11 ce l lof.a11. Si è così -ye.duto cl1e il viraggio ~ i l1a: col sa 1)one m ed1c1nale aJ ]'l /1000 dO]JO ;, n1i11uti; al 10 % dopo 7 ore; co u sapone i11edici11ale ciolto in vasel ir1a al 10 % <loJJù 6 ore ed al GO % ùo po ±8. Questa tecnica 'iene llj)J)U11 Lo u~at a j1er s.ago jore la sen sibili tà dell a. cuta ai di versi agen ti ch e econdo alcuni autori si h a an ch e i)er i ' aponi. Le ricerc11e dell 'A., invece, di1nosl rano che tale i persen sib·i1ità non esiste; si do,·rebbe parlare di .all ergia oltanto s~ 1'albuminato di alcali ch e ~ i forn1a determ1na . se la reazione, il ch e non conco rd a con le TlìOderne ricerch e. La reazione ct1tanea manca con gli e. teri . odi ci dell 'acido . Leariro e pt1l n1iti ro , n1entre <o n q ti e11 i de 11 'a e id o olei e o si 11a un a Iure n 1

1979

tezza della cute analoga ad una lieve ca u ticazion,e. (~iò è dovuto forse al fa ll.o ch e I 'acido oleico è un .acido i1on s.atu ro, n 1a forse an cl1 e pe·r il u o lato collLoidale., ·in quanto ch e l'olea to di sodio al 10 % è un Sorl, m entre ~I palmitato e Jo slearalo sono Gal e, qui11di , hanno un minore l)O tere di diffu ione. Ma è diffi cil e il polere eJi111inare d.ai sapo11i l 'oleato di sodio ch e po iede a1Jpunto il mig·liore }Jotere emulsionan te .e detero-ente. Importante ·è anche il potere di rigo11fiarc1,ento de.Jla cl1 cratina, ch e è moJ Lo eleYalo col sapone, mentre è n1inimo co11 l 'acqua . Un forte rigon fi an1enlo è in111orta11le p er la dif[usion·e, in quanto cl1e con esso a u111e11ta il content;.to dcl la cl1era tina in acqua e er e co110 quindi le possibilit à p er ]'a .. orbi111e11to delJ 'a]lcrgene solubile i11 acqua. Risulta quindi da ll e accennate ricercl1c cl1e l 'azione dei saponi . u lla cute si e i)lica co11 u11 .ahb·a ssamento, mag·gior e o n1inore, rriù breve o più lungo, <1cl potere di re.. i ten za dell a pelle. La sen ibilit à della pelle al ·apo11e è diversa secondo gli in dividt1i e diflcnde da,l IJOtere d i regolazion e (tan1po11e) della pel le ver ~ o .g·Ji alca li. ! .. 'azione da11110..a del sapone p uò, l)ertur1to, ·ossere ridotta .al mi11 imo m edi an le l ' uso g iudizioso di u11 buon ai)o ne. fil.

NOTIZIA

BIBLIOGRAFICA

L'attività della Fondazione Rock~feller nel 1935. Dal r e oconlo annuale clcll a cc Fondazio11e », a1)1)rendiamo cl1 e nel 19:35 so110 sl al i JJesi dol-

lnri 12. 725.±:39, 11ell.a ronti11t1azio11e del su0 her1efico i)rogra1n nt I pro,iJliemi d 0ll a salttfe p u.l>bliva har1no importata u11n spc:;;a di 2. 200. 000 dollari 1)er tudi sulla febb·re gial1a ne] BrasiJ,e, per Ja ori sulla 111alaria i11 vari Stali (Albani.a. Gr ecia, Il alia, Portogallo, Sr>agna, ecc.), sull 'a11 cl1ilo tomiasi in ~i tlo; sul la tnbercolosi i1t Austria, Gia1naica, ecc.; sul problen1a d el rn ffr eddore (l lniversi tà cli Colun1bi'a), su]J.a difteri Le, la tifoide, la accinazione antiva iuolo~ ecc . Per le soi enze me(ficlie, la spesa di 2. 73.3.050 dollari è f' tata deYolula in n1a sim a parte a . . ludi per il prog·r esso della l) i chi.atri a e scierize a ffini. 01 tre ad agevolazion i per 1'i truzion e del personale, sper.ia1m e1~ le 11egJi. I L_ituli degli.' tali Uniti , sono state f.att e var1 e ri ce rche st11 seguenti argon1 enti: La ge11et ica un1 a11a ir1 ra pporto co n le malattje 111en t~ li ;. La ~en1en z.a .11recoce; Il comportamento dei rl'fless1; I_.a f1~1o l o­ gia del sonn o; La p icologia infa11ti le; l~ 'o tti ra fi siologica ecc. Interessanti son o state le r icer c11 c nel ra111 1Jo d elle s·cienze n.a.tuirali, per cui sono stati' spesi doJl . 2. 426. 125. Menzioniamo: Gli effetti bioloO'ici dell 'idrogen o r>esante; L 'elettroe11refaloa1~fia · I metod{ spettro~ropici appJ irati' a i pro hlemi' niedici e biologi ci: Gl i effelt i biologic.i dcl ra]ore; Le prOJ)ri età fì ~ i ro-rl1in1icl1e dPllc proteine. _A.Itri studi riguardnno la ~ene f icn ~ l :c11 docrinologia.


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(ANNO XLIII, NUJ\1. 441

cc JL POLICLI N ICO »

Largo è stato il co11lril)ulo alle scienze sociali (doll . 3.8'0 7.500), dato i)er l 1cerche sulla disoccupazione, sui' problemi del ciclo degli affari , ulla sic urezza social e, sui r apporti int ernazionali ecc. N è trascurata è stata l 'attività u.ma1iistica., con doll. 1.1 69.440 per l 'istruzi'o1n e del person.ale dei musei, per le OJJere dramn1atjch e, per il programma educativo dell a radio , gli sca111bi fra biblioteche, il m etodo cli insegnan1en to del • cinese ecc. Molto .a ttivo ·è stato alLresì il mov in1e11to educati,ro delle masse in Cina, con particolare riguardo per la ricostruzione rurale. Da rilevarsi. ·è soprattutto il grande interesse p·ortato ai problemi sociali , per qu.an1.o riguarda i rap·p orti internazion.aJi , la sicurezza sociale e la pubblica ammini strazione, a c ui si è cercato di dare un indirizzo r ealistico, corrispondtlnte ai fat.ti. Molto intere·ssa nti son o anche gli studi fatti n el campo del comportan 1ento individuale ·e de.Ilo ~viluppo d elle r.azze, nonch è in quello de11 'igien e menta 1e. fil. 1

CENNI

BIBLlOGRAFICl

docun1en tazio11e in questo lavoro , cl1e raccogJie e riordina le nostre conoscenze relative alle z.n nzare vettrici di inalaria n ell e Colonie lta]iarLe ed 11a lo scopo di agevolare l 'identificazione di esse e di rendere lJossibile la Yalutazione del cò1111p ito epidemigen o che loro spetta . Il lavoro è condotto da una sLudiosa di rara competenza, ·ch e fu allieva di Gra si e clic da tempo ~ ad·detta a] Laboratorio di Missiroli. E so verrà molto ap1>rezzato dag li tudio._.i specializzati. CosLituisce un vanto per la nostra produzione scientifica . L.

,r.

G. G. D uNC.\ N. Diabeles m ellitus and obesity. l Tn ' 'Ol. in-16°, di 215 i1ag. , con fig. , ril ega to. Lea e l?eb·i1g er ) · PhiJ.adelphia , 1935. Prezzo do] J. 2, 75. Diabe te ed obesità costituiscono , o due i)roblen1i medici spiccatamente n1oder11i per 1'a urr1e11to dei casi, ch·e si viene ·verifìcando per entr.ambi. L 'uno e I '.altra non sem11re veng·ono curati a dover e, ancl1e perchè non si dà I.a n ecessaria importanza alla precisa r egolarizzazion e della dieta. Soprattt1ll o ai meclici IJratici riuscirà utile ]a letLura di questo b reve m.a nuale, in cui sono espos1e le direttive })er ]a ·cura di qu.e sti due disturbi del metabolismo, che 1'A. l1a riui1ito nella trattazione, sia i)erch è la cura e la 1)revenzion«~ d·ell 'olJes i Là l)Osson o prevenire in }J.hrte il diahete, sia 1)erch è il trattamento della prin1a è analogo a quello del diabete lieve. Dopo alcuni capitoli i11troduttivi "'ugli alimenti in gener e, l ' A. espone i sintomi del diabete, la prevenzione ed il tratta1l1en Lo , le con111li·cazioni e gli stati inorbosi associati; un interessante capitolo tratta la organizzazione dell e clinich·e e degJi a1nbulatori per diabetici. Dell 'obesi tà, vengono con siderate separatan1e11te quella esogena ·e quella endogen a, dando alla p,r im.a 1)iù a111pia trattazione e for11endo molti }Jarticolari Sl111a prevenz ione ed il tral1

S. ' r. EAGO. J1 0.tabilizzazion e delle acqiie. /\,1 oder11i nietod:i e mezzi. Un vol. , in 8° di pag. 216; 106 tig., 6 diagramn1j. U . Hoe1)li, Milano , 193·6. L::\ 1>0Labj]i zzazione delle acque co tituisce tin o dc i problen1i più vitali dell'i'giene e 1? s~rà ... empre più quando si andrà diffondendo 11 gtu.. 10 coi1cetlo di fornire a basso prezzo un'ab bondante quanlilà di .acqua, correggendon e gli e ven Lt1ali difelli cl1i111ici e batteriologici. Ma11cava in Il a]ia un libro ch e trattasse e:i.: [Jrof esso Lale questione Cl 'unico cli~ ?011osco è quello del prof. Masseran o , orn1a1 introva1)ile) e molto opportunarp·ei1te l 'in g. Fago si è a s11nto quesLo incarico e lo h a asf'olto da nclogli un adeg·u ato s'1 olgimento , fondato su una .. irura' competenza. Il libro è diviso in tre parti. Espone nella i1ri111.~ i metodi e~';liti p~r ~a. correzion·~ dei.~­ rntter1 ora.a11olett1c1, cl11m1c1 e batter1olog1c1, occt1pand~si , n ell a seconda , dei. :rari. aJ)pa.recchi impiegati , con precise descr1z1on1 tec~1che illu Lrate da nitide figure e sch en1i. Da ultimo , de cri ve i più importanti impianti di. pota~i­ lizzaz ione fra cui, per l 'Italia, quello d1 1Cagliari e dcl Pinguent e. Riassume, poi , in una grand(· tabella , le pri11 cipali caratteristich e dei più ir111)ortanti in1pianti degli S tati Uniti e del CaIladà , dove ]a potabilizzazione ha a sunto. un ampio vil uppo. fzl.

L.

JJ \.

f'AcE. J?auna anofelinica del.re Colonie

Jt alirule. l 1 n vol. in-8° gr. di pag. l 20, con

39 tavole. Roma , Istituto di Sanità Pubblica, ezione di Malariologia , 1936. Prezzo L. 30.

La erielà co11 cui va procede11do la no tra OJ)era di penetrazione n ell'Impero

trova una

t ri n1ent o .

Molto utili tabelle (peso corporeo, composizjoi1e degli alim·enti , ecc.) completano i] volume essenzialmente pratico . {tl.

l 1 er evita.re l 'obesità. 111-1 6°, di 66 pag. Sagas, S. Sepolcro. Il piccolo libro, dallo stile vivace e brioso, espon e con chiarezza il problen1a deJl 'o}Jesità e fornisce utili con sigli per evitare o dimi nuire la ' 'alanga di g rasso , ch e no11 soltan to d~for1na la « lin,ea » a cui la don11a moderna tiene tanto, ma irn1)accia altres~ i movi~1enti, affatica gli organi .e dimint1isce la resistenza all e 111alattie. Di uti]e con ultazionc sono le tabelle con la compo ~ izione dei vari · alimenti e gli elenchi dei cibi adatti e quelli sconsicr]iati a cl1i ha tendenza a ll 'obesità . b Il libro è edito dalla Ditta rBuil 01 1i, che fabl1rica dei prodotti speciali :ger l 'alin1entazione dell 'obeso. fil. G.

ALBERTI.


[ANNO XLIII, Nuì\r. 44]

SEZIONE

PRATICA

I CONfiRESSI NAZIONALI DI MEDICINA E (Ron1 a, J9-22 ottobre 1936-XIV).

L'inaugurazione. L 'inaugurazione del XLII Congresso della Società Italiana rli Medici11a Interna, unitamente a quella del XLIII Co11gresso della Società Italiana di Chirurgi a, l1a avuto l uogo il gior110 19 ottobre nell'Aula prima della Facoltà di Giurisprudenza della Città universitaria alla J)resenza di ,S. E. Solini, Ministro di Grazia e Giustizia. Era.no presenti tra i numerosi intervenuti i ·senatori: Giordano, Muscatello, Guaccero, Maragliano, Pende; gli onorevoli: Fioretti, Paolucci, ìviorelli; i proff. : Busi, J emma, Sabatini, Caronia, Domini ci, Schupfer, Giuffrè, Signorelli, Cerletti, Carpi, Ferrata, Donati, Uffred11zzi, Taddei, Razzaboni, Baggio, 1~or­ raca, il col. De Bernardinis per la Sanità Militare, il prof. Turano per la Società italiana di Radiologia medica. Tra gli stranieri sono presenti i proff. : v. E. Lexer di Monaco, Schmieden di Francoforte , Petit Dutailli s di Parigi ed altri. Alla presidenza prendono parte l 'on. SoLMI per il Capo del Gover110, il prof. PEREZ per il Rettore Magnifico, il prof. ALEssANDru presidente della Società italiana di Chirurgia, il sen . MARAGLIANo e il prof. 1''RUGONI per la Societ à italian a cli Medicin a interna. Primo a p arlare, in rapprese11 la11za ciel Magnifico Rettore, è il prof. PEnEz il quale rivolge pa,role di sal1Lto e di benvenuto a tutti i congr e·ssisti. Il discorso inaugurale viene fatto daJ prof. ALEsS.\NDRI, clinico chirurgo di Roma , il quale ricor'd a cc,1ne oggi grazie alla creazione della Città Universitaria, voluta dal Duce, gli i11 segnamenti universitari in ge11er ale e quelli cli11ici più particola1r1nente, d alle n uo' e secli ricavano u n vigoroso i1111)ulso ai ]oro studi e al }Jrogresso della scienza m edica. Le Società nazionali di Chirurgia e Medicina ch e contano fra i loro soci oltjmi elementi della Narione, vogliono anch'esse portare il loro contributo alla co·struzione d el nuoYO Impero e co11 quella abnegalione e con quello spiri1o dj ded izione che h ar1n o din1ostrato dura11 le la guerra , prepareran1to coi loro stu'di. la sist~mazione dell ~ organizzazione sa11itaria e il perfez1onan1en lo dei mezzi a disp osizione dei sanitari per la loro oper.a 11el1e particolari condizioni di ambien1e e di cl1n1a offerle nell 'Africa Orientale. L'esperienza dei sanitari nella .gu~rra . ~eYe valere a preparare provvidenze .san1ta~1e p1u. a~n t te e J1iù comple le in rapporlo a1 nuovi n~ez~1 d1 ?ffc.·sa sia r ispetto alla cura delle malattie i11felt1'e che alla organ izzazione del trasporto e della cura ai feriti. TI prof. Alessandri è viYamente apJ.?laud~lo: Del rimane11te svolgi1ne11to della cer1mon1a in aug urale dem1no già n otizia nel fascicolo scorso. Facc in mo eguire i] r esoconto dei ]aYori ..

XLII Congresso della Soc. ltal. di Medicina Interna. .. erl uta pom. - Ore 15 - Presid.: Prof. C.

Fn"GG0:'-1.

La ft~iopatologia dello scompenso cronico di circolo Proff. D. CESA-BIANCHI e ~1. CALABRESI (Milano). RIASSU TO. Le diverse con cezio11i dottrinali che son o state prospetlate per interpretare la patoge.nesi dello SC"on1pen so rii circolo, si possono cons1de.rare al111e110 in gran l?arle, con1 e con1plen1cn tari fra lo-

1983,

CHIRURfilA~

ro; comunque esse 11on sono così contrastantj . come potrebbe risultare a tutta prima, in b ase al1'espre·ssion e, spesso perentoria e troppo ristretta, che i diver si autori hanno dato alle loro idee. I portatori di una cardiopa.tia, come è n oto, possono , anche per lu11go tempo, non presentare· n essun segno obbiettivo o subbiettivo di soffer cu za cardiaca e circolatoria e possono ancl1e offrire un compor Lamento nor1nale alle indagini più fini fisiolog·jche o biochimiche; in que-st e condizio11i la lesion e cardiaca è da essi sopportat a senza alcun d anno e l 'equilibrio delle funzioni e tlelle esigenze non differisce i11 essi in modo apprezzabile da quello dei soggetti n ormali. Ma. quando l 'cquilibrio no11 è più così perfetto, finiscono fatalmente col sopravYenire fenomen i cardiaci di insufficienza, interessanti tutte od alcune sezioni del] 'organo. Il con cetto di insufficienza di cu ore puç> es·seredefinito, in base alle leggi della dinamica cardiaca con1e quello stato n el quale il cuore no11· è pii; capace di m antenere u na po:ta.ta c~rcola~o­ ria sufficiente senza che la press1011e diastol1 cn a11 rn enti irt maniera proporzion a1a all 'affiu sso, o· senza ch e aumeLrti il r esiduo sis toli co, in n1ardera sproporziona la all e resistenze al deflus o del ·sartgue. I.. 'insuffi cienza card iaca può essere co1npensa1a o scompensata: è con1pensata quando il cuore anmenta il suo rendime11to meccanico per effe l1o· dei suoi stessi mezzi autom atici di adattan1en lo ; è invece scompc11sata quando il cuore non è pii1 in gr ad o di farlo, senza cl1e n e derivino alterazioni circolatorie. Si istituisce in 1al m odo per cau sa cardiaca , l 'insuffi ci enza di circolo, che pu ò pure aJla sua· volta e·ssere compen sa ta o scompe11sat a: l 'in~u f­ ficienza di circolo è compen sata quando gli a·d attamenti fra la irrorazione dei tessuti e le loro esigen ze metaboliche òelerm inan o il mantenimen to cli u110 stato di equilibrio, ch e non compromette i fenomeni esse11z1ali del metabolisn10, nè· le strut1ure an a tom iche dei tessuti. Ma questi adattam en tj , ch e n ell 'i11~ufficienza di cir colo di origine cardiaca con sis tono nell 'economia della circolazione e del rica1nbio dei lessuti , non so110 però e non posso110 essere illimitati. Quan·a o il sangu e nel tran ito capill are Ya incontro a n1oclificazioni qua11titatiYe o qualitative anormali co11 consegu ente perturba1nenlo del metabolis1no tisSltrale, l 'insufficic11za cjrco latorja e11 lra nello .. lndio di scompe11so. I fenomeni di scon1rJenso, pur po tendo regredire più o meno completa111en1e, tendono a ripresent ars i, se1npre più gravi e più ravvicinati , finchè Jo stato di scompenso ·si stabilisce cronicarnente, sia pure cori alterne Yi rend e di migliorHmenti e di peggioramen li . Questo ·stato diventa poi pit1 grave in qua11 to il cuore insufficienle ha un consumo nlaggiore clel su o rendimento meccanico (dimi11uita efficienza del cu ore, considerato come macchina cl1e utilizza energia cl1imica). :E: in questo n1odo, ch e tutti gli eventi della vila fisiologica o patologica, che possono essere occasione di soYraccarico o c~1 nunque <.li danno per il cuore, assumono lln s 1o-1lificato par ticolarme11te graYe nei cardio1Jatici ~ possono provocare l 'istituirsi dello ·scon1pen , o. Ricordiamo, tra le contlizioni più imporlanti i lavori i11u scolari faticosi, le malallic febbri Jj , I 'anemin di cp1alunque origine, alct111e inlossica1io11i. :\[a e n ell e p r ir11e fa ~ i clj ro n1penc;o Je ran:--e 11rn-


1984

« IL POLICLI.l"ICC' »

Yocalrici sono spesso chiaran1e11 Le differenziate, 11el1e ulteriori, gli eve11ti determinanti so110 abitualmente così modesti da divenire inapprezzahili. Co·sì pure, ine11 lre nelle prin1e fasi dello scom~Je11so i fenomeni fisio-palologici e il quadro cli11ico sono 11ei singoli casi, abbastanza caratteri!.i lj ci in r apporto con la cardiopatia iniziale, succc·ssiYamente tut le le manifes tazioni dello scomp enso tendono a rendersi sempre più u11iformi. Le nJlerazio11i dell 'emodi11amica nell 'insuffi(' jf->11za sco1npen sa la so110 in og-n i caso fra loro .correlale, ·sicchè cliver1la artificioso considerarle isola lan1ente e a llribuire ad alcune di esse va·l ore prevalente. I fenomeni carat teristici sono co.s lj tui Li dal ralle11 lamento 'd el t e111po di transito {;é\pillare e dell'accumulo di san g u e per stasi retrogractaJ 111e11tre l 'orig'in e prima di questi di- _ slurb i è clata dall 'in suJficienza de1la contr attilità -e dalle al lerazjor1i del tono d el cuore. La riduzio11e della portata circolatoria, in rapporto alle .esige 11zc del metabolis1no, che i111media tam ente i1e cleri va, come l 'aumento della massa circolante, <·l1e g ià rappresenta una conseguen za d ello scom J H.: 1r~o, cos titui sco110 i fattori del rallentamento ·<lella circolazio11e 1Jeriferica. I dati numerici re'Jn I ivi a questo fe11omeno so110 i1erò ancora incerti, IJE'T difficoltà cli n1isura e ancora non sembrano s t1perabili. L 'aumento delJ a massa circolante e l 'i1)erte11sio11e Ye11osa condizi onano anche profondj djsturbi dei m eccanismj vasor egolatori , che rcnào110 meno economico la e ircolazion e. Qu este al ierazio11i emodina111iche detern1inano j JO i alterazio11i quantitative e qualitalive negli sca1nbi tra sang·ue e tessutj, che alla loro volta sono ca.u sa di clcvj azio11i del 111etabolis1no ti·ssurale. La condizione fo11da111entalc di queste ano1nalie metab0U cl1e è costit11ita clnll 'ipossiemia tiss uralc, c:l1c ri ulta l)r o,·aLa d nlJ a di1nj11uila t en::iC'11e ùcll 'ossjgeno nel sang·ue Ye11oso, dal debito "li ossigeno a riposo ed an c11e da 111 isure direttive. I Ie110111eni che 11e deriva110 ha11110 in parte carallerc cli 1nezzi di con1pen o, come ad e·sempio, f 'at1111e11Lo clell a inassa erilrocilaria; ma anche .q11este co11seguenze possono divenire in d efinitiva sfnYorevoli quando rag·g-iungano g r ad i molti eleVDti. 1\.l Lre co11seguenze so110 poi se111pre sfavorevoli, ·q Ll al1111que sia il g·ratlo col quale esse sono pre.scn li ; sopratutto è dannosa l 'esaltazione del ri.cambio, ch e con·segu e all 'accumulo di sos tanze .org·n11 icl1e i11completainente ossidate (prodotti inLcr111ecl i del m e labolismo tissur ale), perchè essa viene ad aggraYar e il com11ito del cuore già i11st1fficiente. Qu este sostanze or g·a11icl1e incompletame11 te o sidate, che si accun1ula110 in eccesso, appt1nto per l a deficienza <li o sig·eno , sono solo in parte cl1in1ica1nente no le e tra e-s e prevale l 'acido lat lico; in parte sono ancora indcter1ninate, ma la Joro p1 esenza risulta dai dati chimici analitici - frazione indetermi11ata clel carbonio e dell'azoto residuo - e dei bilanci delle molecole e degli ioni i1oli, co11frontati con le caratteristiche fisiche del siero cli snngue. Qu este stesse sostanze si elimint'lno poi in parte con le urine, dove sono pure din1ostra])il i con mezzi corrispond enti, costituen'd o una perdila di materiali ancora provvisti <li energia pote11zia]c . , Il J)t?rl urb:u11P11 lo clelle co·sta11ti fisiche del sangue 11on dipe11de però soltant o da ques le alterazio11i chimiche; in questo senso la maggior import 11111a ·pelta an1i alla trasudazionr <li. acqua e di a li 11e i le~suti: ques to fc11on1eno, J)ÌÙ cl1e l 'ap-

[_.<\.NNO XLIII, Nul\iI. 441

porto di vale11ze acide prodotte del metabolismo - acido carbonico od altri acidi organici fissi è la cau sa del! 'acidosi co1npensata o scompensata dei cardiaci, ch e è solitamente limitata al ·sangue venoso. La filtrazione di acqua dal sangu e ai tessuti e il co11segue11te accumulo di liquido di edema trova110 la loro origi11e in fattori meccanici, sopratutto n ell 'au1nenlo d ella pressione idraulica, per stasi retrograda; è ques ta la cau sa precipua dell 'eden1a dei cardiopalici in scompenso, pur senza escludere l a partecipazione di altri fattori, più o 111eno noti, proposti. per jnterpretare la genesi dell 'edema in ge11erale . Ma anche senza che il liquido d 'edema- arrivi ad accumularsi, si può avere filtrazione di acqua nel transito capillare, com e è provato dal minor tasso idremico 'd el sangue venoso in confronto all'arterioso. Il flu sso linfatico è allora sufficiente al riassorbime11to del liquido trasudato in eccesso; ciò no11 toglie p erò ch e anche quando esis te l'edema 11on s i debba ammettere un flusso linfatico non trascurabile. Questo fatto può spiegare, insieme all 'iperventilazione polmonare, il fe11omeno dell 'aciùosi circolatoria ; comunque la fi]trazione di 1iquido ricco di valenze alcaline non determina una tesaurizzazione di radicali basici in confronto ai r adicali aci'di fissi, come risulta a1Jche dallo studjo degli elettroliti eliminati con le urin e . La s Lasi infi11e è cau sa di al ter azio11i fu11zionali ed in definitiva anche a.nato1niche d ei diversi organi. Tra i feno1neni patologici presentati dai diversi organi e co11segue11ti alle alterazioni emoclinamiche, ma che possono aggravarne gli effetti ed ai1ch e o·stacolare il ripristino di condizioni norm&li, la maggiore importanza spetta alle alterazioni polmonari . I pol1noni del cardiopatico in scom1)e11so so110 abi lual111en le i11 posizione inspiratoria esagerala e perdono la loro eJas lici là per effetto dell 'accu1nulo di sangue, cosi che si islituiscono le condizioni meccaniche clell a dispe11ea; m a anche le a.I terazioni emato-ch in1i ch e già ricordate e la diJrtinuita permeabiJ i là polmonare ai gas respiratori , cui consegu e ipossiemia ed eventualmente artcl1e acidosi arteriosa, possono diventare causa prfminente cli dispnea. I t esst1li })eriferici cl e1la cicolazio11e ge11crale sono me1lo espos ti ai dan11i 'd ella stasi r etrograda, tanto per la maggiore ampiezza del letto vasal e del g rande circolo, quanto perchè la st asi cr onica si istiluisce più spesso e per prima nella rete vasalt~ polmonare, in rapporto aJla sede delle le·sioni della cardiopa Lia fondamentale. 1·ra gli ~rgani extratoracici il più g ravemente compromesso è solitamente il fegato, che può esser e funzionalmente e anatomicamente alterato anche pri1na ch e si manifestino i segni delI 'inst1fficienza circolatoria . Nello stato di 5compenso il tessuto muscolare presenta l e alterazioni d el ricambio più caratteristiche; ma quest e dipendono dall 'insufficiente apporto 'd i san gu e o·ssigenat o (insuffj cienza anterograda), piuttosto ch e dal} 'accumulo di sangu e per ipertensione venosa (in sufiicienza retrograda). Questi fenomeni di insufficienza an Lcrograda e r e trograda, che si islitui.scono tanto nel circo!~ generale quanto nel circolo polmonare, non ci consentono più di differenziare, nel complesso cp1adro dello scompenso cronico di circol o, quanto spetti all 'insufficienza del cuore destro e quant o a l]Uella del ct1ore sinh; tro. La dottrin a delle


'[1\.~"o

XLIII . Nul\r. 44]

SEZI ONE

PRATICA

1985

1 ii1sufficie11ze parziali di cu ore, difat ti 11a inter esull a di preciso si sa sul periodo che tra·scorre se sopratutto n ell 'insufficie11za con1pe11sata, ma tra il ino1nento in cui il bacillo di Koch si fissa essa i)erde il suo valore 11ello scompen so con clasu l rene e la comparsa d elle prime manifestazioni n1 a lo . cliniche : il t ermine quindi di cc diag n osi precoce » E11lro queste linee gen erali così sch en1aticanon h a alcun sp eciaile significa to ed equivale a 1nent e tracciat e, riesce possi:bile i11lerpretare l a quello di diag n os i d ell a malattia al primo compatogen esi dello scompe1rso cronico di cir colo ed pnrire dei sin tomi; è ineglio parlare di diag n osi apprezzar e il significa to fisiop alologico d elle dirapida a cui può g iunger si con i Yarii mezzi a Yerse anomalie sopra acce11na le; m a nei partidisp osizione dell 'urologo e cioè: esami clinici , e·sa_ colari dei singoli fenon1eni patologicj molte lan1i endosco1)ici , e ami radiologici , esami di laboct111e e molte i11cerl ezze a11cora rin1 a11gono. Alratorio. ct1ni tra i problen1i cl1e posso110 essere affron- La prin1a p arle d ella relazione è dedicat a allo t ali con i mezzi di cui attualment e disponiamo, studio clinico e funzio11ale. I dati anamnestici for1nano tuttora ogge ll o cli r icer ca d a. p arte d ei gencral n1ente i11dirizzn n o all a diag·nosi ; n el magRR.; ma altri quesiti , ch e J)ure i RR . h anno via gior numero dei caisi si rileva l 'esi stenza cli un Yia indicato, p otrann o es ere affront a ti soltanto prog resso focolai o tuber colare in un altro organo; quando più perfezionali n1 et odi d 'indagine Io la l esione che per frequenza preYale su tutle le consen I i r anno. altre è la }Jleurite (29 %) . Già fin d 'ora però le 11ozio11i ch e si sono an L'inizio dc.1la malatlia è con turbe vescicali: date Yia. via acquist ando ·segt1e11do questo indin eì 45 % d ei casi , seco11do l 'O., ·si tratta di un rizzo fisio-patologico i1ello s tudio dei cardiopatici dist11rbo ci stitico acuto più ·o m e110 accentuato ~n scompenso, hann o trovato una utile applicacl1e sopr::tvviene all 'improvviso senza causa appa.zion e pratica, accanto alle più an~iche con oscen ze ren le e va progressivamente aggravandosi. Nel 5 % .anatomi che e clinich e, 11ella formulazione del d ei casi il pri1no sin lomo è una ematuri a totale , g iudizio diagnos tico, m entre esse costitui scono più di rado il dolor e r enale, sotto forma di couna. hase indispensabile per la valutazione prolica o di vaga soffer enza, da ultimo I 'incontineng 110 tica e per una razion ale t erapia 'd ei cardioza. T_,a piuria sen za alct111 disturbo può esser e acpa lici scompensati . cid en l alin ente scop erla ·sol o dal medico; i11 n es(Cont inua). A. P ozzi. su n cnso è s lata osservata albuminuria come priJ110 ecl unir.o segn o di tuber colosi renal e. La cistoscopia n el n1aggior numero di casi perXV Congresso della Società Italiana rrtGtt e 'd i fare la diagnosi di n atur a e di sede , solo di Urolt>gia. nel 3,6 % d ei. casi o servati ma11cava qualsi a·si lesion e della Yesci ca, i vi compresi gli orifi ci urete(Triest e, 1-4 o llobre 1936-Xl,i) . ric i; le 1esio11i sono car att eristiche, solo in un nuIl X \ " Congre·sso d ella Societ à I La lian a di UronLe.ro limitato di Cé)JSi non differiscon o dalle lelogia i è inaugura lo a 'fri este il 1° oltobre u. s. s joni infjarnm ato rie banali. alla }Jresenza delle Au lorità e di nun1erosissim i La biopsia cistoscop ica di u11a lesion e sospetta urologi italiani e stranieri con u11 discor so del d el 111 ca lo ureteral e è tin 1nezzo d iagno·s tico che presicle11te prof. RAVASTNI, cui segt1ì l a rornmemopuò ervire solo i11 cas i rari. Il valore funzionale r ario ne di Giorg·io NicoJi ch da })arte 'd el prof. LAd ei cl t1e rei ti vierLe stabilito con l a cro n1oci stoscopi a cl1 e pern1ette co ì d i locailizzare Ja lesione. s 10. Prin1a d ell 'inizio clei laYori l 'Assen1blea procedel le alla elezione del nuoYo Comi ta to PermaSu1le urine r accolle con il cateteri smo , se possibile bilalerale , si esegu on o tutt e le ricer ch e di n ente d ell a Socie là cl1c alla unan hn ilà ri ultò cosi co1n1)os to: preside11le il prof . .A.. 1.•. Bo11anome di lab oralorio, particolarmente l a micr ocollura che per1nel le di formular e un a diag·11osi quando sia Roma; Yicc-preside11 li i proff. C. Chi auòano di Torino e G. V. Tardo di P alern10; con·sig·Jieri j ri11scila 11 egativa l a ricerca diretta ·d el b acillo di T\oc h e pcrrnan g ano ·c1 u]J]Ji. Di nes.. un valor e p er proff. G. Nicoli cl1 <]j Tri es te e R. Sal)U.ll1cci di Rola diagnosi precoce è lo ·s ludio della fun zionalità m a; segrelario il cl o ll. A.. Oberhollzer di Roma ; r enale gl olJale. t esoriere il dott. G. l\iiazzotti di Ron1a; Yi ce-segr etario il dott. C. Taralli cl i Chieti. Dopo aver n oCi rca gli esn 1ni r adiog r afici, la r adiog rafia diminato numer os i nuovi soci corrisp ond enti ed orretta l) UÒ b astare da sola in u 11 numero assai lidir ari, l ' ·\ ssembl ea scelse come sede d el XVI Conn1i la lo di casi ; il pneumo-r en e e l a pielografia g resso (se lle111])re 1937) llodi, m en1re i 1en1i riascencle11 le h anno 1imi latissime indicazioni . Pii1 mrlngono quelli fj s ali dal Congres·so cl el 1935: imporlan le cli tulli è la })jelografia da elimina« B esezi011c r en al e » e « 1·e'rapia n1 edica e cl ietezi011e, a p atto che venga eseguit a co11 precisa ticA dell a lit iasi d elle ,j e urinari e )) . Ler nica, st abil e11clo caso per caso il 1nome11to di Come t ern i di relazione per il XVII Congresso assu11zione ·rlei r adiogr a111mi ; da questo esam e si so110 s tati fi:::;sati: « Trapianti dell 'ure tere» e cc Cuhanno d ati rela tivi alla morfologia d elle vie e·screlric: i ed alla funzional ità renale, che, 11ei ca i inir a e11clocri11ologica de11 'ip ertrofia pros la I ica ». Con d ei t elegr an1n1i cl i omagg io al Re Impeziali cli lt1bercolo ' i, è d in1i nuila dal la lo malato, con il ch e può locali zzar si la lesione. I dati morratore, al Capo d el G0Yer110, al Segret ari o d el Parli t o, al l\ilinistro d elJ a Educazio11e Jazion a le, il fologici inYece ha11110 poco Yalore nei casi iniziali; ~ono coslanti e<l eyjdenli i11 quelli avan zati. Si Congre··so s i è chiuso iJ 4 ottobre. cl eYe però tener presenle ch e l a pielografia da sola non bast a i1el maggior numero dei casi a Tema di Relazio11e. stabilire con sicurezza l a 'd iagnosi di tubercolosi, La diagnosi precoce della t11bercolosi r enale. doYendo i rite11ere con1c u na ricerca complemenDott. ~L·\RIO BoNINO (l 'orino). tare . B molto utile nelle forme chiuse che non p otrebbero esser e SYelale con altro mezzo. L ·o. premette che n el suo l avoro lrat terà solo La t erza parte cl ella relazione è dedica la agli clclla tubercolosi r enale follicolare , di quella fore·s~n1i di lahoratorio: l 'esame diretto ha dato all 'O. 111a cioè caratterizzat él dalla forma zion e di tubercoli o di infiltrazioni Lu])ercolari. una pos itiYi là d el 50 %. L 'aggiunta cli alcool a 50°


19S0

cc IL P OLJ C:LI NICO »

11clla proporzione cli un quarto del volume del1'urina favorisce la sedin1entazione e permette di ottenere lJna più alta percentuale di risultati po·sitivi, sino a 11 '80 %. Il cosidetto bacillo dello s1r1egma n on costituisce per l 'O. i1ella ricerca diretta quella causa di errore universalmente paYentata, dato che per la loro scarsità, la forma ed i caratteri tintoriali, non espongono ad errori di diagnosi con il micobatterio della tubercolosi; il bacillo dello smegma non ha potere patogeno e i1on si sviluppa ·sui terreni di Loe\ve11slein e di Pelrag·nani. Circa la b ci lteriuria tubercolare l 'O. in b ase alle proprje ricerche ammette, co·n g li altri autori , cl1e esis la , sebbene di rado, il passaggio di nticobatteri del tubercolo attraverso il r ene sa110 senza provocare lesioni; il fa Lto è spiegabile co11 la g·rande r e is te11za che presenterebbe questo organo nlle i11.fezioni in gener e. L e infezioni miste sono state ri·scontrate nel 52 % dei casi : Yengono in ordine di frequenza colibacillo , s tafilococco albo , s treptococco, stafil ococco aureo. Tra i dati di l abor atorio la piuria è un sinto1no co~ tante ch e può mancare soltanto i1elle forn1 e c11iuse; l 'alterazione leucoci laria ·d escritta da Colo111bino è u11 si11t omo frccrue11te che ha valore cli segno di orie11ta1nento. Nel sedimento, oltre i leu cociti, esi st ono quasi se111pre delle emazie; l 'albuminuria è n1olto frequen le a11che nelle urj11 c c h e sono qna·si limpide. ~on esist ono reazio11i un1orali capaci di st ab ilire l 'esistenza di un focolaio di tubercolosi re11ale. Per le inoculazioni neJla cavia preferisce la via iu tracardiaca a quella sottocula11ea. Per g·li esami colturali e~ egui sce u11 metodo per. 011ale di n1icrocollura ch e prese11terebbe i seguenti Yantaggi: 1) ri suJtato p ositiYo in 1utti i casi, pur di at tener si ad una tecnica precisa; 2) il te1npo nece·ss3irio per otten ere una ri sp osta positivn Ya ri a da ot Lo a diciotto g iorni; 3) g·rande sen sihi1i là ·ci el n1e lodo coltur al e che }Jerme Lte di ot ten e re un ri s11lla to 1)ositiYo con pochi centimetri cu ]Jici di l1rina prelevati con il ca1eterismo urete rale. In a})p e11<lice all a relazione viene ò cscritto lll1 1·0ppo g i:1llo a I i piro di bacillo tubercolare isolato <lall '(). nel 1933, dotato di scar so potere patoge110 , il cl1e l)Otrebbe spiegare il lunghissimo decorso di alcuni casi di tubercolosi renale. I/ O. così l.er1nina il su o lavoro: « ir1 conclusione i prog ressi realizzut.i nella diagno·si precoce della tubercolosi renale ri siedono anzitutto nel n·1elorlo dellf> n1 icr oco] ture, e secondariamente n el1·e~1)l o razione racliologica coll a pielog rafia endoven o a ». Dol i .

MARINO

NovAK (Triest e).

\ C'l primo ra1)itolo cl elln relazione, <lopo aver riportalo le : tali stiche d ei varii autori sulla fr equenza della tuber col osi renale, sia uni- ch e biln terale , l 'C•. illus tra i fattori predispon enti una localizzazione d el gern1e n el r ene. La via più frequent e di infezio11e d el re11e sarebbe la ematogen a. e si Yerifica un r eflu s o ye·scico-renale di urine, co1ne può aYer .i il1 sYnria le condizioni fiicl1c e p ato1ogicl1e , l 'infez ion e può seguire la Yia ascendent e. .Altre Yie cli propagazione al rene è> Ja linfat ica , ia per via ascenclente urelernle, rl1e l e t ro~raclri . cl aJle li11foglnnclolr r eQ·ionn li.

[ANNO

XLIII,

ì'°U:.\I.

44. .

Dopo aYer passato in riv]sta le varie opinioni d eg·li aiutori sulla batteriuria tubercolare a rene integro, ed aver riferito di tre casi osserYati a 1'rieste, l 'O. con la maggioranza ammette tale possibilità. La diagnos i precoce ideale sarebbe quella fatta in qiu ei casi in cui le alterazioni tubercolari del r ene sono limitate a piccole zone, i11 modo che la funzione dell 'organo non sia gravemente altern ta. R il medico generico che nella grande magg joranza dei casi dovrebbe fare la dia.gnosi precoce , ch e verrebbe poi co11fern1a la dall'urologo in base a 1ut Li g·li esami sp eci ali di con1petenza della 1Jranca urologica. La sintornatologia i11iziale della inalalUa co11siste in sen so di st anchezza, diminuita capacità e volontà al lavoro, din1agramento, rialzi t ermici con sudorazioni notlurne , mancando invece si11lo1ni a1)prezzabili da parte delle vie urina\fie : esiste albu1ninuria e piuria microscopica che spe·sso. a11che qua11<lo vengono con statate, non fa11110 sospettare ::il medico una tubercolosi renale. Al tre ,·olle il prin10 sintomo è una e1naturia più o meno intensi, associata a dolori· all e regioni lombari e pol lachjuria, o isolat a. La p o11acl1iuria è uno clei sinlon1i più freque11li e }) ÌÙ J)recoci òella mala ttia. Altri LUsturbi vescicali iniziali sono: i dolorj alla 1ninzione, la rilenzio11e, g li p as1ni della vescica ; anche la. poliuria è un , int orno freque11te. Comple-ssiva1nente i1el1a stalis lica dell 'O. i disturbi vescicali si sono verificali i1el 'i'5 % èlei casi. In rari casi può osservarsi inco11tinen za 'cli uri11a. La piuria asettica è una n1anife lazion e sos11e t la di tubercolosi. Le infezioni miste on o freque11ti nella tubercolos i renale. 1 dolori urcleraJi sono s tati o~servati l1el 4,5 % d e.i ca·si. Tra gli esarni endoscopici la ~e n11JJice cisto copia è spesso suffi ciente da sola a ro11fermare la diar g n osi di tubercolosi renale e ad indicare n ei casi 1111ilater ali quali sia il rene colpito. L.a biopsia r istoscopica può es·sere pericolosa per una clissetTlinazio11e del processo. Il cateteri smo deg li ureteri è il 111ezzo più sicuro per s tabilire la i110110- o bilateralità della lesione, Di gran Yalore per la diagnosi di sede ·a el processo è la cromocistoscopia: una b11ona eliminazion e del colore g arantisce di n on trovare dopo la n efrectomia lln rene adelfò in ufficiente; un rene in legro non dà mai una catti va eliminazione; nella tubercolosi renale i1dziale vi è sempre un ritardo rlell 'eliminazione del colore e sempre una diminuita jnten·sità. Infine ve11gono trattate le ricerch e sulle urine sepétrate e ]e prove fun zio11ali globali. 1'ra gli esami racliog·rafici il più importan le è la pielografia discendente ch e è in g rado 'd i fornire indicazioni sulla sede ed est en sione della lesion e. Nei casi iniziali con n1inime alterazioni strutturali e funzionali i risultali della pielografia cl a elin1jnnzione n·o n forniscono dati apprezza.bili . La ricer ca diretta del micobatterio nel sedimento, se co11dotta con pazienza, dà dei risultati ottimi ; l '0. avrebbe rag giunto una percentl1ale cli positività dell '85-90 %. Con l 'inoculazione n ella cavia ha1 r egistrato rari insuccessi raggiungendo una positività òi ri sultati dell '84 %. Le esperienze personali con le ri cer che microcolturali hanno rlato con il terreno di Petrag nani una positività d el 93,33 %; fra i risultati posi ti vi Ye ne fu il 22 ,85 9~ in cui una attenta ricer ca direlta dei micobatteri n elle urine sedimenta1 e riuscì nega li va . T.J 'O. insiste s11i vantaggi apportati dal metoclo delle microcolonie che si è dimostrato superiore nlla proYa bio logica. Dopo un protocollo cii 7.) ca~ i


[ANNO XLIII, Nul\r. 44j

~EZIONE

O$Servati l 'O. o·sserva che i malati si sono presentati al nleclico in uno stadio a:vanzato della malattia; la 1naggior parte di essi presentava disturbi vescicali, 58,66 %, altri dolori 8 % in rari casi ematuria, 4 %. ' '

Com11nicazioni e discussioni s11l tema di relazione. R. AscoL1 (Milano). -

Clinica e laboratorio nella diagrio1si precoce della tubercolosi r enale. --,. Tra-

lasciando le considerazioni di ordine generale, 1' O. tratta alcun i particolari di tecnica sulla rj cerca d!retta e su quella n1icrocolturale del bacillo di Koch; ritiene . ottimo ques to ultimo metodo perchè pe~n1etle d 1 formulare una precisa 'd iagnosj, a11che in un piccolo laboratorio non fornito di stabulario. P. BLAsucc1 (Roma). - Sulla diagnosi precoce della tuberco·losi reriale. Secondo esperimenti personali il peso specifico del bacillo di Koch sarebbe . s uperi?re a 1010;. l 'O. ritien e pertanto n eccs.sario pr_erisare tale c1fra per poter meglio eseguire le ricerche sulle urine. Fa rilevare da al Cltni radiogrammi che espone come la pielografia comparativa dei due lati permetta di far riscontra•ire lesioni di un rene, anche quando tutte le altre ricerche siano state negative.

A. L. BoNANOME (Roma). -

Su la diagnosi precoce della tub ercolibsi renale. (~onsiderato che

i malati ·si presei1tano dall'urologo con una sint~matolog'ia tale da cui deriva sempre il sospetto ?1 una. . tul)ercolosi renale, l 'O. propone di u sare il term!ne di « diagnosi tempestiva », in quanto 11on esistono gravi lesioni vescicali ed uno dei reni deve ritenersi sano, limitando invece la deno~i~az.ione. di cc ?iagnosi precoce » a quei casi rariss1m1, nei quali con una sintomatologia vaga, coincide 1.ina lesione iniziale 'd el rene parenchimatosa o pnpillare. Pre·senta una statistica personale di 236 casi di tubercolosj renale osserYati in 11 anni: 191 monolaterali, 45 bilaterali; 91 di questj furono nefrectomizzati con una mortalità del 3 %. C. CHIAUDANl> (Torino). -

Sulla diagnosi precoce della tubercolosi ren,ale. Secondo l 'O. la

diagnosi precoce della tubercolosi renale sarebbe ostacolata dal fatto che la malattia ha la carat teristica. di mascherarsi sotto la sintomatologia l a più diversa, e che a segni clinici appena accenr1ati e di recente comparsa po·ssono corrispondere le~ioni anatomiche già gravissime. Sospettata la malattia la diagnosi gen erica di certezza1 nella ~ag~iora11za dei casi (ollre il ~:iù %) si ha per la piuria e la presenza del bacillo del tubercolo nelle urine. La microcoltura riduce ancora il minimo numero dei casi nei quali il sospetto non trova la confer111a nei comuni esami. Nelle forme chiuse, ii1 assenza di din1ostrazione diretta o microcolturale del bacillo, la diagnosi nella quasi totalità àei casi verrà assict:IT8ta dagli esami clinici e cistoscopici; nelle forme di chiuSll:ra parziale, di chiusura secondaria cioè 'd i u11 calice, la pielografia ascendente darà immagini molto probative. Se si tratta di forme inizialmente chiuse le diffi coltà diagnostiche sono gravissime . Ja diagnosi di natura non può andare oltre il sospetto. M. CILENTO (Napoli). -

Il riflesso reno-vescicale provocato nella diagnosi precoce dell,a tubercol·osi renal~. L 'O. illl1stra alcuni casi di tu-

bercolosi renale nei quali si determinò il riflesso reno-vescicale, co n dolore puntorio in vescica, ri-

PRATICA

1989 .

p o1ta11clo il rene in alto con n1anovra bi111anuale. All~ .1~e~o-u:eterectomia e successivi esami istoJog1c1 di vari tratti dell 'uretere non riscontrò i11 ques li casi, note di ure terite ·specifica. onde ~on­ c!ude che i:ei malati eia lui riportati' il sinton10 1a da con siderarsi un riflesso doloroso e non la conseguenza della distension e d ell 'uretere inelastico. 11' . DE G1noxcoLI e M. BoHTOLozz1 (Venezia) . -Lcl nostre esperienze con i meloodi cli coltura del bac;lzo tubercolare nella tubercolosi renale. Gli 00. ha11rLo applica.to il nletodo culturale allo studio di 102 infermi affetti 'da malattie varie delle vie urinarie. Tali culture furono positive 27 YOlte su 31 pazienti certamente affetti da tubercolo·si re11ale; nei quattro casi neo·ativi trattavasi 0 cli fo rma, chiusa. Da ciò traggono la con clusione r l1e anche un reperto culturale negativo non esclude la tubercolosi renale.

DE SANCTIS MoNALnr (Pton1 a). -

Sulla diagn.osi [Jrecoce della tubercolosi r enal e. - J, 'O. riferisce

sui ris~lt~t~ dell :esperienza del Reparto Urologico del Pol1cl1nico d1 Roma, mettendo in particolare eYjdenza l 'importanza delle ricerche batteriologir l1e p er la, diagr1osi precoce della tubercolosi renale, ina anche la possibilità 'd i coltivare dalle urine e dal sangue dei bacilli lJaratubercolari. . G. DoDERO (Torino) . -· La dia.grvosi radiologica della tubercolosi renale. In qualche caso l 'O. h a. os·servato che la pielografi a discendente non è Sltfficiente per porre la diagnosi di tubercolosi renale, mentre invece la pielografia ascendente per1nette di formularla. P. LILLA (Livorno). -

S u la diagnosi precoce della tubercolosi renale. - Il concetto cli diagnosi precoce della tubercolosi renale Yaria se si osserva ·d al punto di vista medi co o da quello chi• rt1rgico. I medici affermano la possibili là di guarigione della tubercolosi renale se la n1alatUa è diagnosticata nel primo periodo, in quello cjoè interstiziale o va·scolare; la diagnosi però viene formulata ~u sintomi ai quali non si può dare molto credito: l'ematuria e la bacilluria, la prima è troppo vaga, la seconda discutibile. Allo stato a.ttuale del le cose una diagnosi precoce è impossibile , ma ci si dovrà contentare di una diagnosi tempestiva. la quale per1netta di iniziare tempestivamente la ct1ra. Per merito della propaganda , fatta in specie tra i giovani n1edici, l 'O. ha potuto avere dei ri sultati operatori brillantiss1n1i intervenendo alle prime manifestazioni della malattia .

C. A.

LE RoY (Padova). -

Su di un caso di tubercolosi renale di diagnosi delicata. MALTESE

L 'O. descrive un caso di tubercolosi renale ad inizio ematurico, nel quale cistoscopicamente si rilevavano lesioni nette dell 'ori.ficio ureterico sinistro. m entre il destro era indenne. Con la pielografia cliscendente il rene destro si mostrava aumentato di volume rispetto al sinistro: eliminazione bilateraJe eguale. La cromocistoscopia permise un n e llo orie11tamento diagno·s ti co e I 'intervento confermò la diagnosi di sede a destra. Deduce dall 'osservazione che la pielografi a discendente talora non dà risultati probativi per u11h diagnosi di tubercolosi renale, che può farsi solu con il cat eterismo dell'uretere. Attira l 'attenzione sul fatto che lo sbocco ureterico del lato m alato n on presentava alcuna lesione specifica.


1990

n IL

G. ~IARASPIN (Fiume) . -

P O L l CLL\ ~ (.~ 0

S u la lliag11osi JJr ecoce

E segu endo a lcu11 e cisloscopie l '0 . h a potuto rjlevare che t a lor a si l1a u11 rilaird o di eliminazion e d el color e an ch e d a t1n r en e sano, 111entre co11 la pielografia disrenclente si osserYaYa una eliminazion e eg u ale bilaler al1n ente . Cr ed e che Lal e ritardo di elimin ::izio11e cl ell 'indaco sia dovuto acl uno ch oc i1ervoso riflesso p ro Yoca lo dal corpo estra11eo, cis loscopio , in Yescic::i ecl in Yita i co11 eg·hi a co11troll ar e il fen o1ner10. dc l la tu b er co l osi r enale. -

G. Nrs10 (Ba ri) . -

P al l ori eh.e co11 l r asla rto la diag nosi p r ecoce della t u b er col·os i r erial e . .__._ L 'O. fa rilevare i lre fattori che contrastano la dia-

gnosi precoce della tuber colosj r enale: il mala lo il inedico, l 'orgnno colpilo: cioè il r e11e. Richiam~ l "a Lte11zio11 e sull 'importanza d ell a tuber coJo·si r enale come problem a social e, au s1)icando ch e an ch e l 't1ro logo fi g uri lra i varii sp ecialis li el ci di })en~ ari anliluber colari. IVI . P AVO:NE (Paler1110) . -

Su l a diag n osi ]Jr ecoce

L 'O. richiama l 'a ltenzione sull 'i1n portan za d ei bacilli i1ello m egn1a n ella ricer ca d el bacillo d el tuber colo, da lo ch e è s1ato osserva to come n ell 'inoculazion e d ella cavia tali b acilli possano delermi11are n egli animali (l ai es1)erimer1to lesioni si1nili a quelle provocat e d al b acillo di l( och. del la tub ercolosi r en ale . -

G. R1\ VASlNI (P adova) . -

L 'esp eri ertza de lla C lin.ica (; hir u rg ica di Pad ova in t em a di diagnosi preooce de lla iu b er colosi r enale. L 'O. riferisce

su i d a ti ch e rj g u a rdano 167 casi d i tuber colosi r e11ale osser,-a li n ella Clinica Chirurg ica di P ad oYa, soffermandosi i11 particolare ad illus trar e l 'esp er jtn za 'della Cljnica in t ema di diagn osi b atteriologica e r ad iogr afica (pielog r afi a ascendente e discen d en te).

G. Il \ I i\I OLD1 tlloni.1). -

Sv la diag11usi precoce

d G/l a l' ub er co losi r enal e. L ·o., d opo aYer discu .. so s u C'l1e co·sa d ebba intender si p er diag n osi precoce, dj. c ule i si11 lomi in iziali d ella m alat lia, ir1lra llen en dos i s1Jeci alme11te sul valor e d ella pollachiuri a, pj uria, albu1ni11urj a, ematuria , dolori r en ali . Disc ute 1' in1.p0Ttan za 'd ella ricer ca d iret1a d el n1i co])a l lerio, d elle inicr ocollure, n1e ltendo in g· u arclia co 11 l r o l)OssjlJili err ori i1 ei quali può cad er si n el l "j n ler p e lrazion e d elle n1j cr ocol1ure. Discu te il ,-al ore d el! 'in d agine r adiologica e co1i.clucle ch e p er aidd iYe11ire alla diag11 osi occor:te tener cor1lo d i tulli i d ati ricavati dall a anan1nesi , esan1e oJJbie ll i'o e r icer ch e 'd i l ab or a lorio . l~OLA~ no

Su la diagn<Jsi p r ecoce della t u b er col osi r enale. - L ' O. ricorda ch e n ella lul)er colo i r en ale an cl1e avan zat a n on di rad o l 'u r e lcr e è j11de11ne. Illu·stra u11 caso da lui oper n lo nel qu a] e l 'esan1e m acr o- e microscopico in i1t1n1eros i p r epa rati n on dimo~trò lesioni tubercolari dell 'uret ere. E i111p or tante l a conosce11za di q u c lo fa lto d al p unto di vis ta diag n ostico , s ia per i dati r actioscopici d ell 'urogr afia e n'd oven osa , sia p er i rilieYi cl1e si p ossono far e durante l 'atto oper a torio.

S.

S .\ SS

(Geno,-a ). -

(Bncl ap cs l). -

Alter azi on i de l l'ostio ure"Jfono infe zi oni ed i nf ezioni miste. Il

t er ale. p r of. L rcn TENBERG dim os tra alcune ·sig nifi cative t a.b elle ricaYa le d ai la Yori d el dolt. , A s d ell a Clinica 'Crol o~ira di Buda p est , l e quali din1ostr an o cl1e l a n1aggior an za d ei casi Yen gon o all 'osser Ya-

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\LIII ,

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44].

zio11e cli11ica i11 u110 s tadio larùiYo: su 383 casi il 60 % prese1tla Ya lesioni già avanzale e più del fìO <J~ era affe tto cla i11fezioni miste. L 'O. rileva la forte di111inuzio11e d ell a tubercolosi renale i1ei malati d ella !~ lini ca Urol ogica di Berlino ecl insis te sui Ya ntaggi d ell 't1rog rafia ascendente e da eli111inazion e . l\1.

SORRENTINO (Napoli). Tubercolosi r eria led i cl ifji cil e rlia:g n os i ed errori diagnostici. - L 'O. illtrstra nlcl111i casi di tuber colosi r enale 'd i diag·rJ.osi diffic il e; irt u110 si lral tava di u11a forma e111aturica , precoce e g rave, ·senza pus nè bacilli n elle urirte; in altri due la tubercolosi renale coes jsteva con im.portanli lesioni d egli organi g enitali: a11n essite g or1ococcica ed appendicite in un caso; i11etro-annessite tuber colare in un altro .

G. \ r. TAuno (Pa lern10J. - Su la diagn osi precoce de l la t ub er co l osi r enale. - La diagnosi precoce d ella tuber colos i r e11ale deve far si sottopon endo alJ a cjs tosco1Jja Lutti g'li infermi che presen lino piuria, an cl1e in inima, ed eseguendo poi Lu lti gli esa1ni cii labora torio . Se così facendo no11 si accerta la diag·r1osi , è ber1e eseguire il cateteris1no uret erale con esame fun zionale completo e la pielografia endovenosa. Data l'importanza della m al a ttia dai pu11Lo di vis la sociale , occorre Yo]g ar izzarne l a conoscenza p er f ar ricorrere gli infer111i allo $pecjalis ta ai primi segni e p er inisura profilai tica. ì\tI. \-ERAI<DI (Na p oli).

Su lla diagnosi precoce

L 'O. dopo aver preciso to il sig nificat o da d ar si all 'e·::;pressione cc diag n osi precoce della tube rcolosi r enale » n e rileva l 'in1porta11za, osser Ya r on1e n on esist ano sinto1ni SJ)eciali e diffcr e11ti p er ciascuno s tadj o dell a 111a. latlia, cos~ cl1e n on è p os·sibile con oscer e i11 viYo le co11dizioni anato111ich e d el r en e. Not a, ch e- lA cliagnosi è di esclusjva con1pele11za d ell'urologo per il quale può riu·scire più o meno facile , m a solo eccezionalme11te i1npossibile. Conclude che la qu asi t ot alità d elle diag11osi tardive ed errate sono clovute al fallo ch e l 'infern10 n on ricorre ai })rimi clis lurbi o si dirige ad inco111p et enti . della tub er co l os i r enale. -

Wu.nBOLz (Berna) . -

Sulla

diagnosi precoc~

La diagnosi seco11do l 'O. può lJasarsi sulla triade : b acilluria , J)iu rja, cc functio l aesa » . Palpa loriamente ag li inizi n o11 s.i riscon lrano alter azioni d eg·11e di nota t 11c111men o la J)ielogr afia dà segni sjcuri ; n elle urine si riscontran o Lraccie di albumina e talora bacilli. Si soffer 1n a ·sulla ques tion e d ell a batteriuria tuber col are cb e b en raram ente si riscontra sen za tub ercolosi r en a le. La b atteriuria pu ò essere segno di tuber colosi r en ale n on case-0sa n1a infil tra tiva, fibrosa o d ella coside tla nefrite tutJcrcol ar e . Segn o diagn oslisco molto importante è l 'alterazione tubercolare d ella Yescica. Un p azie11te cb e abbia presenlat o una volta batteriuria tubercolare d eve essere ·sorvegliato perchè la bacilluria pu ò ripresentar si a 'd istanza di anni, con· lesioni tuber colari d ell a vescica e rivelare così una tl1ber colosi r en al e a d ec:0r so silente". cle l la tub er colosi r en al e. -

Comunicazioni rignnrdanti il rene e In funzionalità renale. P. BLA ucc1 (Rom a). - La f u nzio n e renale st udiata . con l 'azolern ia , la cl ea r an ce ed il r ap po rt o ft ol einico. ~ L 'O. cl all 'c. am e cli trenl a u rinari ..


[..\x~o XLIII, Nui\'1. 441

SEZIONE PRATICA

studiati con i suddetti m etodi, ha potuto rilevare che l'azotemia nelle lesioni renali lievi ha variazioni leggere e tardive, mentre la clearence non ha oscillazioni sufficienti oltre le fisiologiche. Il rapporto ftalei11ico invece è molto sen·sibile alle più lievi lesioni renali e subisce le più ampie oscillazioni con il progresso delle lesioni renali st esse. G. BoxicH (Venezia). - Sugli esiti prossimi e lon.tani della terapia chiJrurgica per tubercolosi renale. - L 'O. ha studiato a distanze variabili da uno a dodici anni dalla nefrectomia per tubercolosi 64 infermi con il metodo delle microcolture, in tutti ha riscontrato scomparsa del bacillo di Koch in un periodo di tempo variabile da uno a lre anni dall 'intervento. Trae occasione per mettere in eYidenza l'importanza delle cure post-opera torie e delle visile di controllo. S. B1ANCA1tno (Monza). - Co n siderazitoni cliniche su 16 casi di tubercolosi del rene. - L .'Q. riferi sce su sedici casi 'd i tuber colosi renale eia lui osservati , e sui r1sultati clinici della nefrecto1nia.

199I

C. A. MALTESE LE RoY (Padova). - Pielonefriti da ge rmi banali in pazienti già nefrecf.omizzati per tub ercolosi . - Partendo da un caso da lui osservato, l 'O. m ette in evidenza come non sem-· pre i disturbi vescicali sopravvenuti dopo nefrectomia per tubercolosi ·siano l 'espressione di u11a nuova localizzazione del processo, e come n essu11 valore di specificità debba attribuirsi alla piuria aimicrobica co11 urine acide. A. MARSELLA (Sora). - I l sislema reticolo-mu-scolaire del rene. - L ·o. descrive un sist ema co11trat lile del r ene che chia1na « sistema elastico muscolare del r en e » la cui funzio11e pare sia i11 rappor to con la ~unzione escretiva e ·secretiva clel1'organo. A. lVIARSELLA (Sora). - Sul la rigidità renale. Partendo dall 'osservazio11e di un infermo l 'O. descrive una cc rigidità r enale » dovuta alla sospe11s1on e dei movimenti della capsula propria del parc:nchima, dei calici e del bacinetto per paresi. del sitema elastico muscolare di natura neurotossica o ln8ccanico-flogistica.

D. C1nn10 (I'loma). - Trapianti n el rene di frammeriti preleV'ati dalle vie esc retrici urinarie. F. MAZZINI e M. A. CAVALLI \Padova). - Sulla· IJ 'O. ha i11nestato n el parenchima renale e ·sotto pcirtecipa2ione della rete arteriosa riell 'ipertrofia la capsula di conigli dei framme11ti prelevati a compensi:Lloria renale. ~ Gli 00. hanno studiat o• tt1tto spessor e di pelvi, uretere e vescica "d all 'ani- il ço1nportamen lo della rete art eriosa nella iper male stesso, osservando la formazione di cisti sietrofia comperrsatoria renale in u11 gruppo di 17 rose n egli autotrapianti, assorbimento dell 'innecani, a mezzo della arteriografia, documentando· sto omo-plastico e dell 'innesto di teS'suto conserchiararr1ente nel corso del processo dèlla ipertrofia vato; n on ha invece n1ai osservat o la formazione vicaria un aumento del calibro di tutte le diradi tessuto osseo. mazioni arteriose principali ed una maggiore e piit uniforme iniezione dej ran1u scoli termi11 alj G. Dr MAio (Milano). - [.;a pielografia discendella corticale. 'fali modificazio11i, una volta con1clente nelle contusioni renali. - L'O. 'd allo studio plelata l 'ipertrofia del rene residu o, s1 con servaino · di 17 casi sino ad oggi pubblicati e di 4 osservaper lungo tempo. zioni personali conclude che la pielografia disCAndente è i11011portuna ed insufficienle nelle le·sioni ~I . PAVONE (Palermo). La n e/roslon1ia è realrenali gravi; nelle contusioni lievi o negli esiti mente utile n elle pion.efrosi cosidette inoperab ili la diagnosi anatomica o funzionale che si ottiene in. primo tempo? - In base all'esperienza persodalla pielografia discendente è meno precisa di nale l 'O. crede poter affermare che nella maggio-quella che può formularsi con la pielografia ascenra11za dei caisi la i1eiros lon1ia iion dà i benefici dE::nte e con l 1esame delle urin e prelevate con il effetti sperati. Preferisce te11tare ]a nefrectomia in. cateterismo ureterale. un solo tempo, svuotando eventualmente pri1na le sacch e pionefrotiche. Secondo la sua statistica .F. GALLIZIA (Torino). - Funzione renale negli la percentua]e "delle guarigioni è maggiore n ella ez;atici. - L 'O. riporta le su e conclusioni sui rinefrecto1nia primi tiva. su1 lati degli esami funzionali renali eseguiti . in epatici, aggiungen·a o una prova funzionale persoG. PrsAi"'\'I (Mila110). - Consideraz ioni su un caso nale ch e con siste n ello ·studiare l 'elimi11azione deldi rene policistipo a sintomalologia atipica. 1'acqua iniettata sottocute n ella regione m a1nmaL'O. descrive un caso di r ene policistico con emaria o per via endovenosa (cc. 250-500 di siero fitt1rie a tipo neoplas lico e fun zionalità globale e siologico o glucosato), cer cando con questo meseparata buon a, nel quale esegui una nefrectomia todo di saltare il circolo portale ed il cc barrage » del fegato . Conclude che tutte le prove della fun- . seguìta da g·u arigion e. ~rende l 'occasione per discutere alcuni concetti diagno·stici e terapeutici zionalità renale sono fallaci quando ci sia una leriguardanti taJe affezione. sione eJ>atica e ch e l 'importan za del fegato sopra la funzione renale deve esser e ult~riormente e G. V. TAnDo (Palermo). - Su di un caso di luJì3rticolarmente studiata. bercobosi renale. - L 'O. descrive un caso di tubercolosi r enale inanifestatasi clinicamente con P. LrLLA (Livorno). - Inl erven.ti per anurie n ec0Jicl1e a tipo calcoloso. Alla n efrecton1ia in corfriti che. - L 'O. richiama l 'attenzione sull'i~por­ rjsponde11za dell 'ilo del rene si riscontrò una boztanza dell'intervento chirurgico n elle anurie neza grossa guanto una noce costituita di tipico grafritiche, quando siano falliti tutti i metodi di Ilt1loma tubercolare. Ritiene che in questo caso· terapia medica: riporta sei casi da lui operati nein cui l 'uretere non presentava lesioni apprezzagli ultimi a11ni con brillanti ri·sultaiti. bili la sintoniatologia doloro·sa fosse data dai rapC. A. ~IALTESE LE RoY (Padova). - La cura della por ti che ln tumefazione aveva coll 'ilo del ren e. tubercolosi renale bilaterale. - L-ro. è del parere D. ·ronRE (Genova). Pielonefrite aposi e1nache nei casi di "tubercolosi renale bilat erale in tosa in rene a ferro di cavallo. - Riferi sce st1 cui un rene è gravemente colpito e 1'altro, pur t1na pielonefrite apostematosa monolaterale irt esse11do malato, è ancora fun zion almente buono, r en e a ferro di cavallo con occlu sione ureterale èl asi debba praticare l 'ectomia del rene più leso, e caJcolo. Oper ato di eminefrectomia si ebbe la g t1ariferisce su tre casi da lui operati.


] 992

« IL POLICLINICO »

['igione. Rileva la rarità della 11alura della lesione .e <lescrj,·e la lecnica operalori a. I.

(Milano). -

Un caso di glomerulo-n efrite a1cuta unilaterale con ematomi sottocapsulari, consecutiJva a pielite cronica riacutizzatOJ. Nefrec tomia e guarigione. - Prendendo oc'"r uGJ.\iI EI STER

c asione da. una operazion e per congestione renale .acutissima unilat erale di natura ascendente (pielite cronica riacutizzata), l 'O. de·scrive il reperto .a11atomo-patologico: focolai emorragici in tutta la parte corticale e midollare del rene, e grossi ematomi sottocapsulari.

.Comunicazioni sn argomentt riguardanti gli ure· teri. D. Crnn10 e S. ERROI (Roma). - L 'anastomosi u r etero-ureter ale nel cane e la funzionalità del 1·ene. Ricerche sper inientali. - Eseguita l'anasto-

111osi uretere-ureterale in animali a vie urinarie l1on infetle, con su t ura circolare, gli 00. h anno .o ttenuto buoni risullati sia per ciò che rig u arda il rist abili1r1e1J.to della canalizzazione, sia per il Jnantenim ento della fu11zionalità renale. R. R1zz1 (Milano). - Dilatazioni uretero-pieliche .ria c0;lcolosi ureterale e loro possibilità di guarigione. - L 'O. illuslra quattro casi da lui o·sser-

Yati di calcolosi ureterale complicati da grave dilatazione d ell 111retere e d ella pelvi e fatti settici, nei quali, dopo l 'e1nissione del calcolo, si ebbe una .ca.pida guarigione di tutti i disturbi. I?.

(Palermo). -

Le vie di accesso nei cail~ oli dell ' u r etere pelvico. L 'O. a proposito delle ZITO

Yie di acce~so extraperiton eali addomino-later ale e 1nedia11a-lalero-vescicale, n ei calcoli ureterali bas.. i, averido eseguito diverse volte t ali m etodi, ne fa risailtar e la bontà dal punto di vista t ecnico 01>er atorio. 'f.~ dell 'icl ea di i1on gen eralizzare tali s istemi, ma di limitarli solo ai casi asettici, es·endo spesso causa di noiose complicazioni post-Operatorie per la evid ente difficoltà di drenaggio.

Comi1nicazioni su argomenti riguardanti la vescica. A . BARELLA (Torino). - La ca1lco losi urinaria nei tranvier i. - L 'O. avendo osservato come la calco-

losi urin nria colpisca con una certa frequenza i tranvieri, riporta dei dati statis tici, e cerca 'd i spiegarne le cal1se. D. C 1nn10 (Roma). ~ L 'anasbomosi uretero-ve.scicale con pochi punti staccati. - L'O. ha ese1

g uito parecchie anastomosi uretero-vescicali con pochi punti s laccati osservando che l 'in su ccesso i1nmedia lo · è notevole; negli ani1naii sopravvissuti, {fuantunque rr1an chino fatti cli st enosi a carico del Ill1ovo sbocco , pure si verificano lesioni eviden1i del sovra·stante pare11chima renale, le quali son o <la riferire a cau se m eccanico-dinamiche. G. Dr

(Milano). -

Tumori della vescica da ClJmine, detti da anilina. Primo contributo clinico italiano. - Per primo in Italia l 'O. h a osservato 11 tumori della vescica su 54 operai esaMA10

minati occupati in fabbriche di sostanze coloranti; in 7 casi si trattava 'd i tumore benigno, in 4 di tumore maligno. In altrj 20 operai dello stesso gruppo ba 'osservato lesioni precancerose: t eleang ectasie, congestione a grappolo ecc. Sostiene quindi la necessità di un sistematico esame ci~toscopico negli operai delle fabbriche di arnine

fAN~O XLIII,

1'uM.

44J

o nitroderivati, per la diagnosi precoce e la cura tempestiva. S. FRos sAsco e L. M1GLIARD1 ('forino). - Sulla cura della cistite incrostata. - In un caso di cistite incrostata gli 00. h anno ottenuto la con1pleta guarigione con le sole cure mediche : lavande vescicali di nitrato di argento e somministrazion e orale di un potente acidificante: l 'acido nitro~loridrico . Ri~engono che questo trattamento, ed in modo ·speciale la energica acidificazione, siano spesso sufficienti a guarire la cistite incros t&ta, se11za bisogno di trattan1ento chirurgico . M. PAVONE (Palermo). - Sulla calcolosi vescicale 1nultipla. Su pi-L1 di un nligliaio di casi osservati l 'O. 11a constatato la caJcolosi multipla nel 31 % dei casi stessi: e cioè nel 25 % da 2 a 5 calcoli ; nel 2 % da 5 a 10-12; n el 4 % a più di 12 calcoli si110 a un numero notevoli·ssimo, spesso eia 50 a 200, naturalmente cli volume piccolo. La 11atura di queste calcolosi è uralica, come h a pot11to dimostrarlo l 'esa1ne d ei calcoli stessi.

S. ScANnunHA (Roma). -

Qualche osservazione

Partendo da due casi da lui osservati l 'O. passa in rivista la letteratura sull 'argomenlo. Come cura nei ·suoi pazienti ha dovuto associare al trattamento locale chimico e11closcopico Ja cura chirurgica. sull a cistite i·ncrostata. -

Comunicazioni su argomenti riguardanti la pro • stata. G. BAGNATI (Palermo). - Clo r urazione della logL 'O. riferisce su alcuni casi della Clinica Urologica di Palermo trattati dopo l 'asportazione dell'adenoma imbibe11do il tampone che si applicava nella log·gia con soluzione ipertonica, e lavando su ccessi vamente la loggia s tessa con soluzione clorurata . 1'ale. procedirnento è stato adottato allo ·scopo di oYviare alla eccessiva distruzione dei cloruri in corrisponden za della zona cruentata con consecutiva ipocloremia ed iperazotemia. gia prostatica dopo proslatectomia. -

II. DE BENF.DETTI (Torino). - Il « test'' prostatico. - L 'O. indirizza le. ricerche su prostate primitivamente focali, cioè sen za alcun precedente nesso eziologico infiamm atorio colle tonsille o al1ri organi vicini o lontani ; riferisce su 42· casi e classifica le curve ematologiche così ottenute in ql1attro tipi . V. G10NGO (Bre·scia). -

Divertvculosi prostatica associata ad altre anomalie, messa in eviden za con la urografia. - L 'O . presenta un caso di degene-

razione 'd iverticolare della prostata, in un individuo di 17 anni portatore anch e di asimmetria fncciale, anisocoria, piede cavo unilaterale, ipoeste_ sia termica al pene ed allo scroto, rachischisi sacrale e mancata chiusura dell 'uraco. Ritiene che la forma debba con siderarsi congenita. E. PELLECCHIA (Napoli). - Metastasi rara ossea in un caso di cancro prostato-vescicale. L'O.

d escrive una m etastasi delle prime vertebre cervicali in un individuo portatore di un can cro della prostata con diffusione alla vescica ed alla vescich etta seminale di sinistra. Dott. ALBERTO 0BERHOLTZER. (Continua ).


(_-\:\ .'\O ~LIII , ~ U1'I. 44]

APPUNTI

SEZIONE PRATICA

1995

PER IL MEDICO PRATICO.

CASISTICA E TERAPIA.

Per quanto riguarda le ricerch e elettrocardiografiche, I' A. osserva ch e queste possono La sten osi destroventricola1·e. essere utili per la diagnosi di sede della sacca E. E. Podestà (Coore e circolazione, giugno aneurismatica, ma non p er quella di origin·e 1936) traccia un quadro ampio e completo di da questo o quel segmento . <1uesta malattia ch e va sotto il nome di' 1BernDal punto di vista radiografico, sono da ri hein1 ch e per primo vi ha richiamata l 'at- - levare: i rapporti dell 'aorta con il tratto esotenzione. Essa è provocata dalla s tenosi d el fageo, l 'usura dei corpi vertebrali e l.a forma ventrirolo destro, da deviazione del setto inplurilobata d ell·e sacche aneurismatich e. Caterventricolare. La sua c onoscenza n o11 h a so lrattere im·p ortante p er la differ enziazione da tanto valore scientifico, ma anche pratico. t un1ori m .e diastinici para.aortici e paracardiaci Nel primo i1eriodo, I 'unico segno clinico è è la speciale disposizion·e dello strato calrareo da to dalla stasi venosa e dall 'asse11 za d ella della sacca aneurismatica. fil . stasi polmonare; 1a prima, però, è poco evidente e va messa in rilievo con accorgimenti Il trattamento dell'osteomielite acuta degli adolescenti. spec iali ch e determinano c ianosi e turgor e delle giugulari. Le forme setticemich e (stato gen erale gra' e. Nel secondo p eri odo (pseudoasis tolia d estra) adinam1ia, delirio e fatti ossei appena abbozvi è stasi gen eralizzata con interessamento del zati) e quelle settico-piemich e (con altri foco fegato; è ancor più evidente il contrasto con lai suppurativi) sono di prognosi as oluta1nenl 'assenza della stasi polmonare. t e infausta ·e, come tali n es un t.ra ttam«~ n tn è possihi'}P Nel terzo periodo , si ha l 'in suffi cienza g loNell 'osteomielite localizzata ad un solo o so , bale con ripercussione anche sul cu ore destro . J. Leve uf (Gazette des. hopiitaux, 6 maggio l 936) I ,a tera pi.a può dirsi negativa . fil. consiglia l 'immobilizzazione rigorosa d e]} ' art o La fisioterapia nelle affezioni acute ginecologiche. i11 un apparecchio gessato, che può essere biG. Meldolesi (La Clini.!Ca Ostetrica, agosto valve, oppure fenestrato in modo da pern1et1936) riporta unl statistica. personale di 272 tere l 'osservazione, specialmente del} 'artrite di . . casi di .affezioni acute ginecologich e, da gov1c1nanza. nococco, da germi comt1ni e da infezione 1niFra i tratt.a1nenti m edici , ·vi sono quelli spes ta (annessiti , parametriti, pelviperitonit i) t r aLcifi ci (s iero- , vaccino-, batterio-terapia, anat ostate inizialmente con raggi X e quindi con sina stafilococcica , ecc.) e quelli n on specifici , raggi infrarossi s ull 'addome, per via endovacioè la ch emioterapia endovenosa (urotropina , gina]e ed infine con diatermia. mercurocromo , ecc.). L 'A. d à la preferenza alla I risultati son o stati ottimi nei casi acutis- sieroterapia antistafilococcica e, più tardi , ai sin1i , curati fin dall 'inizio con il m etodo di -va ccini ed all '.a n atossina. Freid·enh.a in , a c ui I ' A. accenna; buoni, ma ad Il chirurgo 11on interverrà che ql1a ndo 1·aeffetto più lento n elle forn1e subacute o riacuscesso è ben maturo (la trapanazione o sea pretizza.te; in queste ultime, è necessario rieorrere coce dà una mortalità doppia ch e il non far a numerose applicazioni con raggi infrarossi e nulla!); si interverrà quando la febbre è cadiatermia, qua ndo si voglia evitare la rontgenduta (verso 1'8°-1 5° giorno), procedendo a lla castrazion e an ch e temporanea. fil. evacuazione sottoperiostea. Sorvegliare alla radiografi a l 'evoluzio11e; se L'aneurisma dell'aorta toracira discendente si forma il sequestro , levarlo dopo pareccl1ie L. Pace (C u:ore e circ.oOCr.zione, luglio 1936) settimane; se la necr osi è molto estesa, r e eriferisce .ampiamente su cinque casi da lui zione della diafisi. Se avviene la complicazione studiati , n1ett·endo anzitutto in rilievo il corso de 11 'artrite di vicinanza ch e proceda ' 'er o J~1 silenzioso, subdolo e la lunga durata d elle nes u11p11r.nzion,e. resezione immediata della tliavralg ie che tali aneurismi determinano. Si tìsi fin o al]a cartilagine di coniugazione; l 'a111lrat.la di dolori durati da oltre dodici anni p11 Lazio11e va riserbata a circostanze ecceziona}1. sicch è l :A. ritiene che abbia magg ior valore fil. qu esto carattere clinico delle algie toraciclle Nelle morsicature di vipern. fi sse, che non i segni obbiettivi della pulsaK. W erV\·arth (A-1 ed. Klin. e Schiveiz. rn erl. zione es1)an iva ai lati della colonna vertebrale. l Vooh,ens., 4 luglio 1936) .è contrario all e praI dolori 1Jossono irradiarsi a tipo di radicoti ch e finora consiglia1 e. La lavat11ra deJla felite dorso-lo111bare ed h a nno dato luogo in varì la, l 'applicazione di disinfettanti è dannosa: ri ca~ i della letteratura a confusione con ulil velen o non può p iù esser e allontanato m encera gastrica, con tumore del midollo spinale, tre il li quido può trascinare nella p iccola feproced endosi ancl1e ad interve nti operatori. La sede di questi aneurismi è generalme11te rita il veleno eventualn1 ente rimasto ulla pelle. Così p ure, bisogna guard.ar si dal porre dei a sinistra , ma nei casi dell 'A. si è a11cl1e riJelacci al disopra della ferita (che n on in111ediva ta a destra della colonna vertebrale, con ususcon o aff.atto l 'assorbi1nento del veleno) e dal ra dei corpi di questa. 1


1996

« IL POLICLINICO »

praLicare cauterizzazione, incisioni o succhia111ento d ella ferita stessa. :È pure sconsigliabile la omministrazione di forti quantità di alcool , ch e sono del tutto inefficaci. Unica c ura da farsi è quella chirurgica, anzitutto e soprattutto l'iniezione di siero (10 .eme. endomuscolari nelle immediate vicinanze della ferita stessa). Nei casi in cui non si interviene subito e quando si abbiano gravi fenomeni tossici, si inietteranno quantità più ele,rate, .a nche 40-50, eventualmente endovena.

fil. Falsa applicazione dell'acido tannico nelle ltstioni. La soluzior1e di acido tannico al 5 % è stata proposta, come è noto, per le ustioni gr avi in cui la ta11nificazione rapida delle cellule ormai inorte è utile. Man mano, però, si è venuta usa11do tale soluzione anche ne lle ustioni meno gravi , di secondo g rado il ch e, come osserva F.. Taylor (JoUJrn . Amer. Nled . Assoc., 4 aprile 1936) è t1n errore. Di fatto , l 'azione dell 'acid o tn11nico non i limita alle cellule morte e , nei <:a. i di lesioni li evi, tannifica anche quelle che lJotrebbero prender p,a rte al processo di riparazione, ch e viene in tal. modo ritardato. Il trattamento coagulante delle ustioni va })ertanto riserb·ato ai casi gravi, mentre in ql1elJi' lievi (secondo grado) si u seranno le b·l ande m ·edi'cazioni umide e gli unguenti. fil. 1

SEMEIOTICA La bradicardia nelle otomastoiditi. Nel decorso delle otomastoidiLi, può os ervarsi in alcuni casi la bradicardia , la quale IJUÒ far sorgere il sospetto di qualch e complicazione endocranica di cui costituisce un segno imporlante se non costante. s. Traina (Il Valsalva, g iugno 1936), sulla base anche di osservazioni proprie, rileva ch e la presenza di tale sjntoma in questi casi non indi ca necessa riar11ente le accennate complicazioni , ma può aversi anche al di fuori di ·e sse n elle seguenlj ·condizioni : 1) Nelle petrositi con compartecipaz ione d ell 'apice, molto rara e forse non di1)endent e da irritazione gasseriana come si ritier1 e da qualcuno; 2) nella sintomatologia vestibolare, pure raramente; 3·) quando non esistano le due condizioni sopra accennate. Per ques ti ca ... i , l '1\. invoca l 'invasione degli spazi subaracnoidei da parte delle sostanze tossiche partite dal focolaio infettivo e conseguenti modificazioni del liquor. L'ependima ventricolar e, ch e è considerata come una superfi cie sensitiva, così sottoposta ad eccitazioni abnor1ni , darebbe degli stimoli che, arrivando ai centri bulbari , determinano degli squilibrii vegeLativi , cl1e possono tradursi con la bradicardia. fil_.

[ANNO XLIII, Nul\lr. 441

cuni scrivono in tal modo il simbolo del fosforo) può farsi in due modi : 1) Elettrometrico, con i così detti potenzion1etri, strumenti che sono ora di uso abbasta11za semplice, ma che costano cari. 2) Colorimetrico, mediante soluzioni di sostanze coloranti (indicatori) c he cambiano colore secondo il pH. Vi sono indicatori monocromatici (metodo di Michaelis), quali i diversi dinitrofenoli (par.a- , orto-, ·ecc.) che dànno gialli di div·er sa intensità a diversi pH (da 2,2 a 8.,4). Il colore ottenuto con l 'agg·iu11ta di I eme. a 5 eme. del liquido in esame si paragona a quello di una serie di tubi con soluzione di determinato pH, oppure si usa il comparatore di' Hel;Iige, in cui l·e varie gradazioni di coloTe si trovano su dischi di vetro, che si fannoi passar e nel comparatore ) fino a trovare quella che corrisponde al colore del liquido in esame preparato con l'indicatore. Gli indicatori bicolori sono diversi e possono utilizzarsi per deter1ninare una serie di pH c}1e va da 1, 2 a 12, 1. Fra quelli più usati in bi olog·ia , è da n1enzion.a re il rosso fenolo, o ff·nolsulfonftaleina (pH 6,8-8,4), che si usa in soluzione a lcoolica al 0,02 %, di cui ~i agg iung·ono 2-3' gocce a 10 eme. , parag·onando poi il coloTe ottenuto a quello di tubi in cui si m etto110 det erm,i nate quantità di varie so1'tanze (fosfato disodico , glicocolla , HCl) e la stessa quantità di indicato1'8. Vi sono ancl1e delle tnbelle con varie gamm e di colori corrispond enti ai diversi pH, secondo l'indicatore usato . Il metodo degli indicatori n1onocron1atici ha i] vantaggio ch e la serie di tubi con le soluzioni corrispondenti ai diversi pH l)UÒ conservarsi inde finitamente , mentre con gli indicatori bicolori, la determinazione si fa per tentntivi , usando le sostanze di cui sopra , ch e si rr:·escolano al momento dell'uso. Per maggiori· particolari , veda: L. l\{icl1 ae]i s: Manuel de T echniques de Physico -Chi111 ie. _l\fasson et C.ie , Paris. fili.

1

POSTA DEGLI ABBONAT I Determinazione del pH. Al dott. P. D. da L. (Abb. . 8127). La determinazione del pH (è J)referibilc que=--ta n otazione a quella di Pl1 , an cl1e J}ercl1è al-

V A RIA Alcoolismo ed eugenica. Ptisulta dalle ricerche di C:. Brugger (Schweiz. med. Wochens., 18 aprile 1936) ch e l 'alcoolisn10 cronico non eser cit a un'influenza dannosa suJ plasma germinativo , a giudicare dalla prole di alcoolisti gravi e bisognosi di rico-vero in istituti speciali. Però, in conseguenza deJle g ravi tare fan1iJi ari d egli alcoolisti con psicosi svariatie, si deve dedurre che la loro d]f)cendenza (ivi compresi ancl1e i nipoti fi gli di collatera li) presenta de lle abnormità in nu1nero superiore alla m edia . Questo deve esser e tenuto presente dal J)Unto di vista eu geni co .e, e non può indurre ad una st erilizzazione coattiva (I' A. è sYizzero ed è noto ch e essa esiste in alcuni cantoni) de,·e co11sigliare una adatta propaganda per fare con oscere le reali conseguenze di tale intossicazione croni ca. fil.


lA.~:\o ~LIII ,

Nl:i\I. 44 1

1997

SEZ IONE PHAT"I CA

POLITICA SANITARIA E GIURISPRUDENZA.(*) Quistioni vecchie circa le preferenze per invalidità di guerra. La Giurisprudenza ha ormai fissato certe reg·ole chiare e definilive, che dovrebbero g·uidare senza difficoltà l 'applicazione pratica delle preceden ze stabili I e dalla legge 21 ag·osto 1921 11. 1312 a favore d ei mutilati ed invalidi di guerra. Ma, recentemente , sono ritornati in discussione; il Co11sig lio di Stato h a avuto così occasio11e di eliminare incertezze e dubbi soprav,-enuti. Si deduceva , anzitutto , ch e, no11 essendo titolo di precedenza, a norma del! '.art. 2 della legge 1921 , le inYal idilà comprese r1ella ga e lOa. categoria delle pensioni di guerra di cui a l D. L. 191 7 n. 876 e a que te categorie corris1)011dendo la 7a e l '8a. del D. L. del 1923 , il mutilato o l 'invalido, con1pre o in una di que "te ulti1ne non abbia titolo alla lJref~­ renza assoluta. Ma non c'è corrisponden za fra le ca leg·orie 9a. ·e lOa. del decreto del 1917 e 7a e s.a. del decreto del 1923' ·e, per altro' ll on tutti g li in, alidi delle categorie 9a. ·e l Oa. erano €E cl u si dalla i)rotezione nei co11corsi, r11a n e eran o eccettuati soltanto alcuni nn. 1 a 3 e 11 a 16 della cat. 9a e 1, 2, 8 e 10 della lOa. Si soggiungeva ch e il concorrente, nominato }Jer titolo di preferenza, non era di occupalo n1a esercitava con successo la professione anche in una casa di salute priYata. Qui il Consiglio di Stato, con la decisione 27 agosto 1936, rie. D Agostino, conferendo IJreccd e11ti risoluzioni, ha precisato con grande chiar ezza i lini it i dell a co11clizione di disoccupazione, la quale non è p re/1Jiista dalla Degge, r11a è stata considerata dalla g iurisprudenza, entro però determinati confini. Osserva correttnn1e11te la decisione. cc La legg·e del 1921 ]Jer il collocan1ento degli invalidi di guerra Jion cor1ti0ne punto la condizione del loro stato di di soccupazionB e solo in via di temperamento la costa11te giur ispruden za di questo Collegio h a a ffern1ato il principio ch e la precedenza non può essere invocata da colui che già occupi in atto un posto della natura di quello cui a pira e cioè un posto stabile a·vente uguali garr.nzit presso un ente della stessa natura (pub})lico) e corri ,pondente sia pure in guisa relati,·a, sia dal punto di vista economico ch e da qt1ello morale (V Sezione, 13 settembre 192 ~: J'i Sezione, 12 novembre 1927; Sezione Interni. f5 l ugl io 1928 e 28 marzo 1933'; Ad. Gen. 15 ge11naio 1931 ecc.). Solo in questa ipot e~ i J)UÒ ritener ~i ch e l 'applicazione della legge sa1~bbe t1ltronea e non corrispondente al suo SJ.lirito. oltre ch e ai precedenti parlamentari . ~1a qt1ando 1'invalido abbia una occupazione 11ri,-ata e precaria , anche se relativamente redditizia. t1na tale occupazione non può essere di 1

1

1

(• ) La present

,.. tbrioa è a ff idata all'a-ç-v.

GIOVANNI SELVAGGI,

ostacolo alla applicazione della legge del 1921 , senza di che dovrebbe giungersi alla conse?t! en~! antieconomica ed antisociale, che gli 1n,·al1d1 avrebbero dovutQ o dovrebbero rifiuwre qualsia_,i anche modestissima occupazione, e rimanere in ozio, sino al momento in cu i fosse loro stato possibile di profittare dei benefici della leg-se 1921 il ch e è m.a nifestamente assurdo. D'altro canto risponde a criterj di evjdente giustizia ch e gli invalidi di guerra possono IJ on soltanto avere un~ qualsiasi occupazione ed un magri-ssimo compenso, ma anche un poEto stabile, e corrispondente alla loro capacità ed a dar loro titoli di studio. Anch e la titolarità di una condotta non è di ostacolo alla efficacia çlella preferenza se la circoscrizione sia disag iata e onerosa, specialmente jn rapporto alla minorazione fisica e il rrLutilato o l'invalido con corra ad alt:ra condotta meno disagiata. Mentore, necessario a tutti J Ssaltar/ /tallaa/

Nuovo Testo Unico delle Leggi Sanitariec1> Riportiamo da « LA TOGA », N apoli, 1° agosto 1935: « (1) •.. In presenza deL nuovo ordinamento sanitario e special..

mente delle innovazivni introduttive, notevoli fra queste le nu0t1e norme in materia di conccwsi per i posti di ufficiale sanitario, medico condotto, un commento esplicativo dell 'intero testo

unico era necessario.

· · Occo~reva a tale scopo una padronanza completa della n1ater1a frutto d1 una adeguata preparazione. Due insi-

gni magistrati, il dott. Aristide Carapelle, consigliere di Stato e i l p rof. Alf.,edo Jannitti PiYomallo, consigliere di Cassazione a11evano appunto tali requisiu.

Un commento del testo unic.o in parola richiedeva so· pra tutto sobrietà ed accuratezza, tali da offrire una direttiva sicura per la retta interpretazione delle sue varie norme. E a questi intenti è stato ispirato ed eseguito il loro commento. Nel complesso, il programma col quale gli egregi autori hanno voluto dettare questo commento, quello cioè di dare le l.inee fondamentali dei vari isbituti è stato pienamente raggiunto. H che è di valido aiuto a tutti coloro che sot10 chiarnati ad inter, pretare o ad applicare il vigente ordinamento sanita1-io. Non è inopportuno rilevare, infine, che il solerte editore Luigi Po~i ha voluto dar~ a questo volume una elegante veste tipe>grafica, c'1e per la chiaretta dei tipi e per la giusta misura del formato ne rende piu agevole e comoda la consultatione ». IGNAZlO

Riportiamo da « IL FORO TRIBUTARIO n. n.

12.

TAMBARO.

dicembre 1934:

« Completo e magnifico commen o alle leggi sanitarie coordinate nel testo unico approvato con R. D. 27 luglio 1934, n. 1266,

e che è destinato ad incontrare il sicuro favore degli studiosi, è questo degli insigni giuristi on. Carapelle, Consiglief'e di Stato, e prof. /annitti-Piromallo, Consigliere della Corte di Cassazione, acv tori di molte apprezzatissime pubblicazioni. Le questioni più scottanti 'i sono affrontale e r isolte, con sobrietà, ma con impeccabile precisio ne, attraverso continui richiami della più autorevole giurisprudenza. IL volume, che è risultato di ben 720 pagine, ha anche il pregio di essere edito in veste tipografica niti.dissima ».

Volume tasca ~ile , d1 pagg. Xll-710. Prezzo : rilegato in tela L. 4 5 : in brochure, L. 4 O, più le spese postali di spedizione.

Per gli abbonati a l « Po liclinico 11, rispettivamente, sole L. 4 O rilegato, e sole L. 3 6 in brochure, con s pedizione franca di porto. Lnviare Va.glia all'editore LUIGI POZZI, Ufficio Po. ~tale Succursale diciotto. ROMA. eseroen te in Cassa zione. eone.

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del n odtrc pertodi oo


1998

1<

lL POL!CLJ:\J CO

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.\LITI,

~ 1. \i.

44 j

.

NELLA VITA PROFESSIONALE. MEDICINA SOCIALE Visite e cure coercitive nella Jotta contro la tubercolosi. La lotta contro la tubercolosi va prende11do sempre più ampio svilu1)po, con tende11 ze varie a seconda dei vari paesi. In Gern1ania, si propone ora di addivenire alla visita obbligatoria anch e dei sani ed all'obbligatorietà della cura. Lo desumia1no dai temi trattati alla riunione annuale della Commissione per la tubercolosi, di cui trovian10 un resoconto in Zeitschrijt f. Tu,berkulose, dell 'agosto 1936. Griesbach osserva ch e finora n essun p,aese h a una legge soddisfacente contro la tubercolosi. I risultati ottenuti in decenni di ri cerche d.a parte dei Dispensari , no,n ch è quelli dell' esame radiologico di singoli gruppi dimostrano la n·e oessità di introdurre l 'obblig·a torietà della visita per i sani. Un 'inchiesta fa tta da 4.0 Dispen a ri di città tedesche con oltre 100 mila abitanti ha dimostrato che vi è un certo numero di individui ch e si rifiuta di farsi visitare dagli addetti al Dispe11sario, me11tre n essuna 11egge può per ora costringerli , com e S<J relrb e necessario. L 'obbligo della visita, conti11ua l 'O., i1011 dovrebbe limitarsi al n1alato , ai contatti ed a determinati gruppi di persone, ma tutti senza eccezione dovrebbero esservi costretti per leg·ge. Ciò no11 significa che tutta la gente debba esser e radiografata, Il)a ch e l 'Uffi cio d 'Igien e locale debba avere il diril to di ottoporre a visita - anche costrittivam·ente - . le lJersone per cui la ritiene necessaria. Nella \risita sono da comprendersi le prove .a lla tuber colina € la sedimentazione dell e en1azie. Nel piano predi spo. to dull 'A. , J'obb·li go della visita non si intende per la popolazione, ma per l 'U fficio d 'igie11e ( ezion e di pensariaJe) ch e dovrebbe .s ottoporre annualmente all'esame radiologico almeno il 90 % dei co11ta tti dei casi di tuber colosi aperta e, con11)Jc sivam ente il 5 % di tt1tta Ja popolazione. Date queste preme se, si comprende ch e i addiv·e nga alla cura obbligatoria. È chiaro dice Dorn a llo ste so Congr esso, ch e ognuno può disporre del proprio corpo oltanto quando questo non r appr ese1tta ttn i)eri colo lJer gli altri . Parecchi casi po 0110 es ere r esi innocui con la cura sa11atoriale, i11 inodo da toglier e il Jocolaio d 'iJ1fczion c. Si deYe cercare ùi }Jel'su ader e i ir1.a la Li ~ lasciarsi fare le cure nects arie, fra c ui ~i deve ascrivere quella ~na r o rial P. con1e pure la toracoplastica. 1\011 i può, p erò, egli aggiu11ge, costringere il })aziente al l'att o 01)era ti,·o; e lo r ifiuta, 1

lo i;;i i11ternerà se11z '.a ltro i11 sanatorio , do\1e ri111arrà fino a ch e sia reso aLacillifero od abbia m esso g iudizio. Le spese sara11110 tiustenute dal n1alato ~tes­ so o dai pubblici poteri; il trattam·ento deve essere buo1!0. L 'O. invoca pertanto d elle Llisposizioni di legge in questo senso. Nella discu ssione, H.artvvich rib·a disce il co11ce l.to della cura obbligatoria, osserva1ldo che rr1olti malati interrompono trop·p o presto la cura (circa il 37 % d·ei casi aperti); la cur.a obbligatoria s' impone inoltre per gli elen1enti asociali e per quei casi aperti che non possono seguire nella propria casa un trattamento adatto. Della stessa opinione è 1\.ayser-P-etersen, il quale rileva l 'alta importanza ch e 11a la visita dei contatti; e quanto più rilutta11ti so110 questi a farsi vis itare, tanto più è da ritenersi probabile cl1e siano veran1en te n1alati. Jn ques ti casi, senza una costrizione ]eQ·ale • u non s1 approda a nulla. La questione è slata anch e trattata aJ t :o11g·resso tede co della tuber colosi te11utosi a Bad i -r~uznach , n·el 1935. Ilisulta ch e un ' org·a11izz,Dz1one del g·en er e g ià fun ziona in Turing·ja dal 1931, a utorizza11do la l)Olizia al ricoYero coattivo degli infermi di 1nalatti a co11taériante , ch e n on po sono es er e conYenienten1ente curati a domicilio. Nel sar1atorio coa tto di St.adtroda, ft1rono fin qra rico verati 72 malati , IJer vari m oLivi (con1porta111 e11to antisociale od antiig·ienico, indisci1)Ji11a i11 altri sanatori , ecc.); 5 riusciron o a sca1;i1)are, ma 3 vennero ripresi dalla polizia e nuo' an1eni.C ricoverati. J,·i, I.a disciplina è severa .ed ogni ntalato de' e, al uo ing·resso, pre11der e cog·11 izione dei 14 cc punti », c l1e g'li ingiu11g·ono qu·3JJ 0 ch e e.l eve e che non deve fare . J\lcuni d ei ricoYera\i era110 degli psi copati ci, .altri lo so no dive11 uti per effetto della tuber colosi. Anche n ella aar, esistono ricoveri del g·ertere cl1e, a detta di H. 1Dietlem, si · r endo110 nf·cessari nella proporzione di 2-3 su 60-7U tubercolosi. Ho riportalo senza commenti le opinio11i e.., IJ O t e dai di,·ersi ora Lori e le r ea]izzuzio11i fi 11ora ottenute. L 'argon1ento, evide11Len1ente. si ptesta a vivaci di scu ssioni , ma que: la allitudine è lo svilup110 log ico e l 'applicazione sen1pre i)iù ampia dei sovrani dirit tj dclJa cornunità in confronto del singolo; d cl r e Lo, µ t i arrischiate che ci possano oggi se111brarc queste proposte, esse non differiscono da qt1a;1 to già si fa per altre n1a lattie. Resta a vedere ~ e e quale effetto avrà la cura fatta con 1 r o la volontà dei pazienti in una malattia con1 e la tubercolosi, in cui la i)sicl1e 11a Lanta part e. fi l.


SEZ IONE PRATICA

CONCORSI. POSTJ VACANTI.

(Rovigo). Ospedale Civile. - A ore 19 del 30 110Y. , assistente chirurg·o; tassa L. 50; ·stip. L 3240 lorde; vitto; stanza di abitaz. con obbligo assoluto di pernottarvi; nomina biennale con facoltà di partecipare a successivi concorsi fino all'età di anni 35; assunzione servizio entro 10 g·ior11i rlalla no111ina. Chiedere avviso. Rivolgersi alla Segreteria. _.\DRIA

Con,gregaz. di Carità. Direl1ore sanitario e assistente sanitaria del Brefotrofio ; •stipendi L. 10.000 e L. 6000; serv. att. rispett. L. 3500 e L. 400; c .-v.; aumenti periodici; obbligo di residE:·11za pel clirellore nel Comune e per la assistente i1ell 'Istitt1to (alloggio personale gratuito). Scad. ore l i del 20 genn. 1937-XV. Etfi lim. 40 a . e 3.5 a.; tasse di concorso L. 50,20 e T.J. 25,20. Cl1iedere annu11zio. I l\10LA.

Consorzio Prov. r111lituberc. ~ Prim ario diretlore sanitarjo itell 'Osperlale sanatoriale « Tjto Acerbo n in Loreto .:\prt11ino; ·s lip. L. 12.000, serv . ait t. L . 6000, i11cle11nità alloggio L. 6000 (finchè non sia dato l 'u so g ratuito di alloggio nel1·ospedale); titoli ed esa1ni. Scad. ore 12 del 16 dicembre. 8tà limite 40 a. al 15 ott. Tassa L. 50,20. (JLie<le rc copia bando di concorso. PESCARA.

Co risorzio P1,ovinc. Aritil.uberc. Scad. 30 noY.; direttore del l)ispensario àntituberc. di OrYieto; titoli ed esam i ; L. 12.000 oltre indenn . ser,·. att. L. 2500; 5 quadrienni di ·L. 1200; com})&rtecipaz. 30 % e indenn. di trasferta; età limite 40 anni all 'l o l tobre; tassa J.,. 25,20. Rivolgersi alla Segreteria. T ERNI.

ù'f/icio Provinciale fascista di colleganien.to e gestione delle (]asse lvlutue di malattia dell'industria Concor so indetto al p osto di TERNI.

Cr-po del SerYizio anitario. Stip. annuo L. 24.000, lorde. Età li1nite al 7 ottobre, anni 40. Tassa L. 30. Impeg·no cli 11on eser citare la libera profes .. ione. T.. e 1nan joni del Sanitario so110 di indole n1eclico-chirurg· ic~ presso l 'ambulatorio centrale delle Mulue e fiscali in tutto il territorio della l) rovi11cia i1ei confro11ti degli ammalati a carico d elle m\1tue. Al Capo d el Servizio è pure affidata la sovrai11 tendenza del Servizio statistico sanitario flell 'Ufficio. Ulteriori chiarimenti , domanda e doc nn1en li all 'Ufficio. Scadenza 15 novembre .

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Il clo1 t. (~ioYanni Fuccio, capitano medico, che ha parl ecij)a to in A. O. alle azioni della colonna S tnrace . è• stn 1o nominato cav. uff. dell 'Ordine della ,Stella d 'Italia al Merito Coloniale. Il Luogot r 11ente Ge11crale Starace g li ha inviato un a.u togrnfo. in cui esprime il suo « rinnovato compiacime11to per i brillanti servizi resi ». Al colJ cg·a valoroso , a ltuaJe residente politico della regjo11e amharica, i nostri rallegramenti cor<1iaJ i. Il prof. Loreto Mazzelli è promosso tenente generale medjco e incaricato d elle funzioni di diret1ore g·enerale della Sa11ilà inil_itare nel Ministero <lella Guerra. Sono s ta li tra·sferiti nll ·univer sità cli ì\apoli i 11roff. Luigi A11riccl1io , alva I ore Cap1)ell ani r 011 . Frn11ccsco Pentin1alli p er gl 'insegnaT11 cn I i cli cli -

1999

nica. pediatrica, clinica ostetrico-ginecologica e patologia generale; succedon o ai. proff. Jemma Miran·d a e Scaffidi. '

E stato trasferito all ' Università di Palermo il prof. Mario Mazzeo, per l 'insegnamento dell ' igiene; succede al prof. Manfredi. IL prof. Vittorio v·a11ni è incaricato dell 1insegnamento di parassitologia ali ' Università di Roma . Il <lott. J. M. McNee è nomi11ato titolare della ca ttedra reale di medicina (clinica medica) dell 'U11iversità di Glascow. La Società Argentina di Cl1irurg·ia Ortopedica ha no1ninato presidente il doll. Luis A. Tami11i .

NOTIZIE

DIVERSE

Anno XV.

L ·anno fascista che ora si chiude è tra i più fau·sti nella storia d 'Italia. E l 'anno 'd el nuovo Itrtpero. Es·so ha posto fine ad umiliazjoni lunga niente subìle. L 'Italia ha affro11Lato e superalo, co11 uno sforzo ch e ha <iel sovrumano , la coali zione delle r esi s tenze organizzate contro di essa da insaziabili imperialismi. Ha combattuto ed ha vinto. La famiglia sanitaria si g loria di aver avuto parte in c111eslo grandioso epilog·o. L'intrapresa condotta non ci h a prostrait i, ina ci h a rafforzati, co·sì nel campo economico , come in quello militare, co1ne i11 quello culturale. Il cli11amismo della rivoluzione rinnovatrice non si arresta , ma s'intensifica: ne fanno fede le mig li aia di opere pubbliche che s 'inaugurano al1'alba dell'anno XV, il potenziamento militare, le celebrazioni delle opere del genio italico, gli sviluppi de11e nostre attivit à culturali. Tutto ciò avvalora la portata sociale del Regime, il quale, in un breve ciclo di anni, ha risollevait o il nostro Paese e lo ha messo in gTado di fronteggiare i nuovi for1nidabili problemi che si affacciano nel1'agone i11ternazio11ale, ove il nostro desiderio di pace trova garanzia nella nostra forza. Deliberazioni del Con si gli o dei 1'linistri. Il Consiglio dei Minislri ha approvato, tra altri provvedi111enti: uno schem a di Decr eto-Legge recante norn1e per disciplinare il ricoYero, in luoghi idonei di c ura, degli affetti da encefalite letargica. In analogia alle norme vigenti sui manicomi e gli alie11ati, le spese ·a i spedalità per gli encefalitic i po,·eri veng·ono poste a carico della Provincia cui a1Jpartiene il Comune cli domicilio di occorso del! 'assistito: uno schen1a di Decre lo-Legge con cui s~ approva la convenzione stipulata.i fra i.l Pio Istiluto di Santo .Spirito ed Ospedali Riuniti di Roma e la locale Regia Università per il nuovo ordinan1ento del cc ~oliclinico Umberto I ». Il provvedimento è inteso ad assicurare il migliore e più efficace coordinamento <l ell e attività ospe'daliere r ·scientifiche rispettivamente svolte dai due Enti contraenti; uno schema di Decreto-Legge r e1n1ivo all 'orcli.nan1ento delle scuol e di ostetri cia. a lla di.scip1ina giuridica della professione cli le' a trice e al t 1 n11 nrnento economico rl ellc le' a I ri r i <l ipencienti


.2000

« JL POLICLIXICC »

dai Co111u11i, Co11sorzi ed Enli p·ubl)lici, elev_a n(lo così la professio1le ~di leva lrice ad un rango corrispondente a:ll 'importa11 za cui è assurta la .relativa funzio11e, in rapporto alle es igen ze cli ordine e lico- ociale creat e clal 11,ascismo.

121) Congresso nazionale di med.i.c ina del lave>ro. R stato ir1augurato a Napoli il 24 ottobre nelJ 'Aula Magna della ù 11iver ità, prese11Li il mi1ti'5 lr0 on. Lantini in rapprese11tanza del Gover110, il sen . Gatti in rappresentanza del Parlito, il sen . Ma.ragliano, l "on. Morelli, il prof. Petrag·11ani, il gen. Falco e altre autorità. Han110 pronunciato applauditissimi discorsi il Jlet lore Magnifico, il Vice Podestà, il prof. Ferrannini i11 i1ome della Società i talia11a di 1nedicina del lavoro, il rappresentante del Segretario d el P. N. F., che ne ha recato il saluto ai convenuti, ed il Minis tro delle Corporazioni , il quale , clopo avere espresso alJ 'on. Castellino l 'elogio ed il compiacimento de1 Governo per l a organizzazione d el Congresso, ha rilevato l 'i1n1)ortanza delle relazioni ch e vi saranno discu·sse, auspicando che i lavori del Congresso s iano fecondi l)er la lJlaggior sanità della razza italiana,, che il Reg·ime fascista ha innalzato ad un primato spirituale dinanzi a tutto il inondo . Il Ministro ha infine 'd ichiarato soJenneme nte aperti i lavori ò el Congresso in nome del Re ed Imperatore e per incarj co deJ Duce. 1 co11g ressj s U, dopo aver reso il saluto al Re e al Dl1ce, si sono recati a deporre una corona di alJoro al Sacrario dei Caduti per ]a Rivoluzione. Nel pomeriggio, i parlecipa11 Li al co11gre·sso hanno assistito alla inaugurazione dell'ambulatorio per rliabetici a11nesso al R. Is lituto di medicina del lavoro . J lavori si svolgo110 - n1 entre questo numero va in macchin a - nei locali rleìla Clini ca del l avoro.

Congresso della Società Italiana di chirurgia ri· paratrice ed estetica. Si è inauguralo al Policli11ico di Roma il 22· oltobre. }i,aceva110 gli onori di casa ai n1olti illustri ospiti, anche s tra11ieri, j l presidente prof. Manna, il vice presidente prof. Gallassi, il prof. Galeazzj, il dolt. Angelini della Segreteria, il clolt. Di Filippo. Fra i presenti erano il generale Mazzetti, diretlore generale della Sanità militare e i proff. Donati e 1\.lessandri. 11 1)rof. Ma11na, dopo aver dato il saluto ai congres i'sti, ha ·tenuto il discorso inaugurale, parlando sull 'impor1 anza ociale della chirurgia plastica: argomento illustr<.i to con convincenti e nurnerose proiezioni in cui è consacrata l a vittoria della scienza su cert e deformazioni specialmente òel viso fe1nn1inile. Con u11 ·abbondante statj·stica 1'or a torc 11a enl1merato casi di ricostruzioni faccinli , che banno cambiato fisionomie da caricaturali in graziosi profili. Na1 uralme111e l 'importn.11 7..'\ cli ques to ran10 di tudi r1uovi'ssimi e di fecondi ritrovali, ·i afferma specialmente negli atti oper ntori , corne nun1erose relRzioni hanno ilJusLrato ne11e sedute del Cong·resso. Ai lavori hanno preso par i.e alcuni stranieri , co111e \Vallet rli Parigi e H. Eck tein di Berlino.

Una casa di c11ra per encefalitici a Milano. 1\d iniziativa degl i En1i locali di Milano si è co~ ti lui lo, . ot lo la presid en za del federale , un co-

mitalo per con crelare un 0111aggio ai i1ostrj Sovrani in occasio11e de! 400 anniYcrsarìo d el loro 1natrimonio. Il Comitato, con il cordiale appoggio <lell 'Opera Pia Prato, ha potuto assicurarsi la proprietà della Casa 'd i cura di A·sso, nellçi quale verra11no raccolti ed assistiti gli encefalitici che, come si sa , ba11no bisogno di u11a particolare terapia an che dopo la cura ospitaliera. Il Comitato ha informato l 'Augus ta Sovrana della realizzazione della propria. opera co11 il seg uente telegramma: « Comitato provinciale di Mila110, i1el fausto g iorno del quarante&imo compleanno delle 11ozze cleg·li amati Sovrani, è lieto di rendere noto a S. M. Reale e Imperiale Elena <li Savoia cl1e, per acquisto deliberalo dalla Provincia, dal Comu11e e dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lom· barde, è a disposizione, per la cura degli encefalitici, la Caisa di cura di A·sso onde sia luogo di soggiorno degli infelici , ai qu ali l a grazjo_a So,·rana con cuore di madre g ià da te1npo si è dedicata con J [t a rnmirazione commossa del popolo».

Le Casse mutue malattia per i lavoratori agricoli. Con « Fo~Jio di disposizioni » l 'on. Slarace s tabili ce fra l'altro qua11Lo ·segu e: ln relazio1te all'accordo stipul ato il 4 set leml)re 1936-XIV fra le rlu e Confederazioni dell 'agricoltura, r elativa111en le aJla es ten sione delle Casse mutue 1nalattia per gli avventizi, gli obbligati, i salari ati , i con1p ~trlecipanti e le maestranze specifll izzale in Lulle le provi11cie, invito i Segretari federali a dare l a loro collaborazione per la sollecita e jntegrale appli cazione dj tale accordo Le Ca e 1nl1tue cli n11ova costituzione aYran110 .. e<le 11elle segu e11 li provincie: Ancona , Aosta, 1\quila, Arezzo, Ascoli Piceno, Belluno, Bolzano, Chieti, Como, Firenze, Fiume, Frosi11one, Genova, Gorizia, Imperia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Perug·ia, Pesaro, Urbi110, Pescar a, Pisa, Pistoia, Pola, Savona, Siena, Sondrio, La S1)ezia, 'Teramo, 'f erni, Trento, Treviso, Trieste , Udine, ' 'arese e Zara.

L'assistenza medica agii impiegati dell'ind11stria. Sono in corso le tralta liYe tra Ja Federazio11 e delle Cas e Mulue di inalaltia cl eJJ 'i11dustria ed il ,Sindacato Nazionale òej ~'.ledici per l 'a~ is tcnza n1e_ dica agli impiegati dell 'industria. 1 el frat te111po il Sindacato dei ~ledici, accogliendo la ri cl1iestrr fatta daJ]a Federazione stessa, ha tras1nesso disposizioni ai Sindacati provinciali dipen'd enti perch~ le pre·stazioni dei medici a favore degli in1piegati Yeugano senz 'altro date, con l 'intesa che i co1111Jcnsi relativi saranno liquida li sulla base delle la'riffe ch e verra1111 0 concordate.

Corsi di perfezionan1ento e d'integrazione. · ;\'ella R . 11i,·ersilà cii Pi sa, J)resso la Scuola di Perfezionamento in Pediatria, diretta dal prof. G. Fiore, il corso per l 'a11no accademico 1936-37 aYrà inizio nella prin1a quindicina di novembre. Esso ha la dl1ra la di due anni. l laureati cl1e dimostrino, con doc.urnenti e tiLoli 'd i sludio, di }Josseclere già una -s11fficien te preparazione nel can1po della specialità, }Jo lranno dalla Facoltà essere esonerati da u 11 anno di corso. Agli aiuti e assistenti retribuiti g Ji annj di serYizio prcslatj 11c11 a Clinica Pecl iatrica ono calcolali e co1H::iderati


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XJ..,ITI,

~1r !\1.

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SEZl ON.E PRATICA

co111e anni di freque.u za alla Scuola cli p eriezionan1ento. Per iscriversi presentare alla Segreteria universitnria, 11on oltre il 15 i1ovembre, domanda in carta legale, indirizzata al Rettore e corredata del certifica Lo 'd i laurea e di quello di i1ascita debitamente legalizzalo, nonchè delle quietanze delle tas·se e contributi (che raggiungono complessivamen le L. 2270). Chiedere copia dell 'a11nunzio.

2001

Un po' dovuQque. . La ~ocie~à italiana di medici11a inter11a e quella d1 chirurgia terranno i congressi del 1937 - con l 'approvazione delle superiori Gerarchie - nella città di Torino.

Il 3° Co11gresso dei n1edici elettro-radiologi di lingua francese si è riunito nella Facoltà medica di Parigi, sotto la presidenza de] prof. Réchou di Alla (~linica 111edica propedeutica dell 'Ospedale · B~rdeaux; la seduta inaugura1e, l '8 ottobre, vennepresenziata dal ininistro della sanità pubblica, Broussais di Parigi si terrà dal 9 al 14 novembre Henri Sellier. u11 corso di revisione sugli acquisti medici pratici durante l 'an11a la, in pa.lologia interna, sotto la diIl 9° Congresso francese di slorn a tologia si è te-· rezione del prof. Emile Sergent. Tassai fr. 250. nuto in ~arigi, alla Sorbona, da] 5 al 10 ottobre. Iscrizio11i alla Facol Là di m edici11a (Segreteria, opsotto la presidenza del dott. Pon L di Lione. pure sala Béclnrd). ,

L 'Associazione cl 'insegna1nento medico degli Ospedali cli Parigi an11unzia un cor so di perfezioname11to ·sulle malattie organich e del cuore, dell 'aorta e cl ell 'arteria pol111onare, nell 'Ospedale Ténon, dal 16 al 2.{) novembre, sotto la direzion e del prof. Carnille Lian. Tassa fr. 250. Iscrizioni alla ·Facoltà di Me.d icina (sala Béclard), oppure presso il Dr. J.. J acquei , Hopital Téno11 , rue de la Cl1ine 4, Paris .

Prossimo 1>rovvedin1ento per le ostetriche eon· dotte. È 110 Lo co1ne le osletricl1e co11dotte, specialn1ente quelJe dei comuni rurali, si trovi110 in pa.r ticolari conclizion i di disagio per gli assegni m e11sili talYolla i11adeguali all .opera svolta. È in corso u11 proYYedi111ento legislativo diretto ad adeguare la professione in parola alle nuove esigenze di ordine e tico-sociale cr eate dal Fascismo . Nel provvediinen Lo è fra 1:altro l)r eYisto che, entro un ter1ni11e prefisso , i C:Omuni , i Consorzi e gli Enti pubblici debbano d ar cor so alla r evisione degli ordina1rte11ti organici, allo scopo di elevar e lo stipendio ruinimo jniziale delle ostetrich e a lire quattromila. Te11ulo co11to p eraltro che la situazione econo1nica a1lual e della gran maggioran za di esse non cc•r1 sente lllleriore indugio e ch e al rig·uardo è s tata rich-iamat a l 'attenzione del Capo del Governo~ invocando t1n pronto rimedio, in attesa del provvedime11t.o sudde tto le ammini·strazior1i comunali e corisorziali sono st.a te invitate ad adeguare gradualmente alla misura sopraindicata il trattame11to econ omico della categoria in relazione anch e alle esigenze locali del costo della vita. Il provvedimento legislativo, oltre a migliorare il tr at tan1er. lo economico, conterrà anch e disposizioni in n1ateria di assist enza e previden za sociale e di categoria. L'opera della Croce Rossa per lo scambio degli ostaggi i 11 Spagna. Secor1do jnforn1azio11i ufficiali ricevute dai circoli ufficiali di Lond.ra il 23 ottobre, 10.000 prigio11ieri e'rl ostag·gi, fra cui 1500 donne, si tro' r1van o a Madrid. Il d ott. Junod della Croce Rossa Intern azionale, si occupa a ltivamente dello sca1nbio degli os laggi. Fra il giorno 11 ed il 17 ottobre 114 donne son o s tate trasportate da BuTgos a Saint Jean de Luz. In segui I o 41 ragazzi e 5 donne sono sta te tra·~portate da San Sebast iano a Burgos, ed infine lo stesso dott. Junod ha lasciato Bilbao accompagnato d a un centinaio di rifugiati. . 1

La Federazione della Società di scien ze medich edell 'Africa del Nor·d francese terrà il pros·si1no Congresso annuale ad Algeri dal 22 al 24 marzo, sotto:. la presidenza del prof. Gillot. Nell 'occasion e si adu11erà ad Algeri anche Ja Lega fran cese contro il, rE'umatismo. Segretari : prof. Senevet, F acul LP. de Médecine, . Alger; Dr. Sarrony, rue d 'Isly 47-bis, Alger. La lt"'e derazione nazionale francese dei m edici: del fronte ha celebrato la « cerimonia della Fiam"'ma » il 22 ottobre; la fiamma è stata ri accesa 'd al presi<lente d 'onore dott. Landrin. La Società tedesca sulJ a luberco1osi si adunerà, _ ir1sieme alla Società te·d esca di medicina interna, il 19 e il 20 marzo 1937 a 'Viesbade11 per di euter e il tema in comune: « Quale significato h a· l 'infezio!Je tubercolare gen er a le p er 1'or ganismo.. un1ano P ». Con <e 1no t11 proprio )) ])011 Li fic io verrà r icosti- luil . a su ITllOYe basi la Pontificia Accademia delle · scienze. I.a Direzio11e dell 'Istitu Lo di Pa Lologia meclica e Me I odologia clinica del Policlinico U111bcrlo l cli l{omn h a stabilito ch e i d ia})etiri non a hbienti Yi - silali r1ell 'ambulatorio annesso all 'Istituto aYra11no gratuitan1 en I e le iniezjoni di insulin a. Si è inaugurato a Londra un ambulatorio p er ba1nbinì diabetici; ha sede n el << King's College Hospital ». Jn Ucrania sono stati organizzati 746 nidi an1ùt1lanti per bambini; si compongon o d i un furgone, comodo e grazioso, poggiant e st1 m olli e che contiene da 10 a 15 bambini , bianch eria, una far- in acia, giocattoli ecc.; sono as·sistili da una goYcrnante; vengono portati n ei campi ove lavorano Je 1nadri. Si è organizzata un a stazione t er apeutica bal11ear e per i pesca tori della costa occidentale del Camciatca; utilizza delle sorgenti termali solforose · ed è specialmente destinata al trattamento del reumati mo e della tubercolosi osteo-articolare. La ricostruzione dell'Università t edesca di Praga è stata assicurata da uno stan ziamento di 35 mili oni di corone cech e. Si è iniziata a Roma la pubblicazion e della cc Criticn ~fedico-Sociale » rivista mensile di medicina e ociologia, diretta' e fondata dal dott. Filippo·


·J.()02

<< IL POL!CLJN J CO

Macrì; iJ primo nu1nero, in bella veste tipog.rafica, reca articoli di A. Sol1ni , G. 1'ropeano, A. Tilgher, N. Pende e altri . Direzione e redazione: via Lud~vico di Savoia 10; amministratore: p,r of. G. Fi11occhiaro, via Cairoli 8. L 'abbonamento importa L. 35 per l 'Italia, L. 70 per l'Estero ; sost enitore L. 100. Au g uri sentiti. Il N. 3 (selte1nbre) del « Bull. Trimestriel de 1 l 10rgan. d Hyg iene >> della S. d . N., è destinato interame1tte all'alimentazione. La sig·npra Irene Joliot C11rie, sottosegretaria di S tato per le ricer che scientificl1e, ha rassegnato le d imissionj ; è §.tata sos tituita dal prof. Jean Perr~n. i)re1nio Nobel. n1orla in. e tà di 112 anni la dott.a Ca.r lotta Demolière-Dampierra, nata in Russia, stabilitasi negli St a li Ur1ili. Ebbe tre mar1ti. Tratto caratterjstico: fnn1ava molte sigarette. È

· t·;

s tata proiettata i11 Francia un.a cinematogr afia ch e rappresenta le tappe della d 'Arsonvalizzazione. 11 g rande fi sico e medico d 'Arsonval ha ro11serrtilo, malg rado i suoi 85 anni, di figurare riella cinerrtatografia, ove lo si vede far funzionare gli apparecchi da lui s tesso costruiti circa cin quant 'anni or sono (le sue prime applicazioni dell 'alta frequenza risalg·ono al 1888) ; lo si ode spiegarne lo scopo e il funzionamento. ~ st ato arrestalo a Livorno un profe·ssionista del

lesionismo: egli produceva, a richiesta òi assicurati, fratture delle dita, g uaribili oltre il quarant<~simo giorno ; poi di vid eva l'indennizzo. Ha eseg·uito seltanta operazioni del genere, in operai ch e dovranno ora rispondere di autolesionismo. Un trucco cui si ricorreva p er ottenere dall a Chiesa l 'annl1llamento di matri1nonio « non co11sumato » era la sostituzion e della donna sottoposta all 'esame del medico, ch e rilasciava in tutta coscienza il certificato di verginità; la Congreg·azione <lei Sacramenti, ch e h a scoperto il fatto , h a pre".50 severi provvedimenti perchè n on abbia pii1 a ripe.ter si .

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fANr"O XLIII. Nul\r. 44]

Il i11edico del'l:tista Alessan'd ro Farkady di Deb1 e~zen (~ngher1a), dovendo procedere ad u11 'opera11one d1 una certa gravità, stava narcotizzando un paziente, allorchè questi lo colpì con un forrnidabile pugno che gli fratturò una co·sta. Il m edico continuò l 'intervento fino ad espletarlo m alg.rado ]a minorazione e l 'intenso dolore; sol~ dopo s1 ·so ttopose, a sua volta, a trattamento. ~

. R ·s ta to inaugurato un busto in llron zo di E1nilio Roux, offerto dall 'Accademia di Medicina, <li P arigi - in nome della Fondazione Rou x - alla città di Angouléme. Nella provincia argentina di 1 ucl1n1an s i è> nl aJjifestata ltna g r ave epidemia di peste pneumonica e bubbonica. Il ~ocolaio principale è in localit à Mache. Si è provveduto all'invio di inateriale sartitario e di medici per mezzo di aeroplani. In un villaggio g·iapponese, Scia11izu, a ovest di Tokio, si sono prodotti cen lo casi di avvelen aime11 to da cibi guagti , tra i J)artecipanti a un banch el Lo nl1ziale. In I11ghilterra si è d eterminata una epizoozia rli gatti : solo a Londra in pochi giorni ne sarebhero morti alct1ne decine di migliaia. Gli animali s lram.azzano al suolo e, tra convul sioni , cessano rapidamente di vivere.

Regi'~ lrjamo

con profondo ra1nmarico l a perdita d e l g·ra 11de an tropologo G1usEPPF. SEnGr.

..

È morlo tragica1nente il dolt. RonERTO

CHAnLET,

u1Jitamente al figlio lVIicJ1eJe, per un inciclen te di volo, a Chàteaudun. Era s t at o un pio11iere n el pro~uovere le avio-ambulanze ; er a segr etario ge11erale del Corrlitato permanente dei congr essi internazionali pe r l 'aviazione sanitarie e segretario generale della Società « Amici dell ·A.Yiazione Sanitaria >>.

Indice alfabetico per materie. .\Jcoolis1no ed euge111ca . . . . . . . Pag. 1996 1\ or la toracica disce11cl . : ar1eurisn1 a . . » 1995 Dibliografi a . . . . . . . . . . . . . . . 1979, 1980 Bronchiectasie: Lra1tam . con lobectomia )) pol mon. . . . . . . . . . . . . . . . . 1959 Co11cenlrazione idroge11 ionica: d etermi)) 1996 11azion i . . . . . . . . . . . · · · · · l:;-Pbbrili e .. ubfebbrili: · tali - prolungati

. . . . . . .

. . . . . . . . . .

))

Ferite: trattam. cor.. larve di mosch e . G-inecologiche: affezion i - acute: fisioterapia . . . . . . . . . . . . . . . . . Ipofisi : co11trollo 11ervoso della funzione \1:alatlia: cambia111 e11ti n el concetto cii Morbo di Addison: terapia moderna ~orsic;:\ ture di vipera: tra ttam . . . . . .

))

1973 1967

)) 1995 ))

1971

)) 1977 )) 1972 ))

1995

1Vo n1in e:

p1,ofe·r enze per invalidità di

gue1·1·a . . . . . . . . . . · . · · · · · Pag . 1997 )) 1996 O~loo1na toiditi: bradicardia nelle . .

Osteomielite acuta degli adolescenti : trattam . . . . . . . . . . . . . . . . . P erimetro toracico e peso corporeo: rapporti . . . . . . . . . . . . . . . . . . apo~ i : azione sulla pelle . . . . . . . com 1Je11so cronico di circolo : fisiopatologia . . . . . . . . . . . . . · · · · · Slon1aco: car cinoma: diagnosj precoce. SI enosi d estro ve11 tricolare . . . . . . . Tu])ercolosi r enaJe: diagnosi . . . . . . Tu b ercol osi: visi l e e cure coer citiv e n ella lotta contro la . . . . . . . . l -·E I ioni : lrat 1a111 . . . . . . . . . . . . .

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1995

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Diritti di proprietà riservati. - Non è consentita la nstampa ài lavon 1Jubblù:ati nel Policlinico se non in seguito ad at4t.n ..zz;azione scritta dalla t-eda.a:ione. t! vietata la pubblicazione di sunti di essi senza cita~ la fonte.

A. Pozzi, resp .

C. I•RucoN1, Red . capo. Romn - Stab . Tipo-Lit. Arman i di M. Courrier . •


ANNO XLIII

Ro1na, 9 Novembre 1936 - XV

Nnm. 4:5

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

SEZIONE REDATTORE

CAPO:

PROF.

PRATICA -- - -CESARE- FRUGONI Clinico Medico

di Roma

ABBONAMENTI ANNUI: 1° GENNAIO - 81 DICEMBRE Siqeli: Italla Estero CwaulatiTi: (I) ALLA 80LA SBZIONB PIATICA (setti.m~nale) L 58.~ L. 100 (2) ALL• DUW EMIONI (pra.tioa e medica) . (1-a) ALLA SOLA SBZJONB llBDICA (mensile) . L. 50- L 60 {J) .AL~ BUB SBZIONJ {tl)ratica e ohirurgica,) (l-b) ALLA IOLA SBZlONR CBIRUll&ICA {mensile) L. 50- L 60 <•> A.LL• TU SBZIONI {pratica~ medica e chirur.). Un numero separato della

S:u1on MBDIC.l

o della

CllmUJU11cA

L 6 ; della

PB.ATICA

Italia L. 100 L 100 L 125

Estero L lSO L . lS) L. lm

L S,50

SOMMARIO. Dissertazioni : N. Pende: La mentalità mediterran ea nella nuova medicina dell'Italia Lm·p eriale. Note e contributi : M. Ascoli : Ancora sulla cura della infezione malarica. - P. Timpano: Il ·m etodo di M . Ascoli nella cura della splenomegalia da malaria e da kala-azar. Riviste : Alcuni dati antichi e moderni s ui <1 neoplasmi infettivi 11 . Sunti e rassegne: EMATOLOGIA: L. Hamburger, A. Bernstein: .Anemia cronica emolitica con emoglobinuria paroesistica notturna. - W. Gloor-Meyer: Il sistema linfatico dal punto di vista clinico-ematologico. MISCELLANEA : R. D. Gillespie : I fattori fPSicologici nell'asma. - U. Tropp: Contributo alla patogenesi della m. di Gaucher e della malattia di Niemann-Pick. Divagazioni: Vita latente, letargia e letargo invernale. Notizia bibliografica. - Cenni bibliografici. I Congressi Nazioni di Medicina e Chirurgia: XLII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. -

XLIII Congresso della Società Italiana di Chirur~a. - XV Congresso della Società Italiana di Urologia. Appunti per il medico pratico : CASISTICA E- TERAPIA : L'osteoma del seno mascellare. - La terapia istidinica nelle malattie accompagnate da formazione di ulceri, specie nelle .coliti ulcerose e nelle bronchietta.sie. - Le inalazioni di adrenalina nell'asma. - La radioteraipia dell'asma ·bronchiale. - Nei primi stadi del raffreddore. - TECNICA MEDICA : La trasfusione di sangue frMJonato. - MEDICI.NA SCIENTIFICA : Le modificazioni istologiche del fegato dopo la legatura del coledoco. - VARIA. Politica sanitaria e giurisprudenza : G. Selvag.g i : Somministrazioni omeopatiche. Nella vita professionale : PROBLEMI SOCIALI: Le Central i del latte. - Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

DISSERTAZIONI

JJ.oratorio applicata allo studio dell'uomo malato ed infine il vertiginoso pro·g resso sollecitato sempre più dal vantaggio economico delle cosid·e tte specialità della medicina e della chirurgia , hanno a poco1 a poco formato una forrrt.a nien.tis del medico per la quale egli vede e studia e cura I 'organo singolo o ~a particella del corpo di1nenticando il tutto. Il principio 1I1eraviglioso ippocratico del co·nsensus partium nel dinamismo vitale dell'uomo sano come del n1.alato, questo principio ch e in linguaggio politico il Duce del iF ascismo ha ch iamato ed applicato c ome corporativismo funzio11ale e produttivo, questo pri11cipio per cui nessuna parte del corpo, nessuna categori<\ cellulare produttiva dell'organismo individuale come di quello nazionale può funzionare senza dare e prendere qualcosa dalle altre parti vicine o lontane, dalle ailtre categorie cellulari, in una parola il principio unitario correlazior.istico dell'organismo umano, è stato così a J)OCO a poco messo da parte da anatomici, fisiologi , patologi., psicologi. E sopratutto è stata dimenticata in medirina

La mentalità mediterranea nella nuova medicina dell'Italia Imperiale. Prof. Sen. N1coLA PENDE

Direttore dell'Istituto di Patologia Medica e l\ilc.todologia clinica della R. Università di Roma. In tutte le Nazioni, da parecchi anni, si proclama la crisi della medicina, crisi che, come ho già altrove illustrato., è di triplice ordine: ·crisi del pensiero medico, crisi dell'insegnan1ento medico, crisi della professione medica, J-0 tre crisi essendo naturalmente coordinate :t1na all'altra. Il pensiero medico moderno, cosi come il pensiero politico e sociologico e filosofico, ha perduto l.a strada maestra della sintesi e della concezione unitaria del} 'organismo umano. ·Gli eccessi de ll 'analisi scientifica che si può dire essere stata portata ai Iim.iti estremi dagli studiosi d 'oltre Alpe e sopratutto della dotta Germania, e gli eccessi de1la tecnica di la-


2004

« IL POLICLINICO »

come in psicològia e po,I itica sociale l 'u11ità insci11dibile della n1ateria co,1·1)orea e dello spirito, . q.nità già béne proclamata ed app·l i·cata dalla filosofia ton1istica, e dalla n1edicina ippocratjca, e. poi · da tutti dimenticata dopo che c:artesio ebbe disti:o.to I 'anima dal corpo come due entità diverse sebbene tra loro interdipendenti . Si può dire ch·e da questo è derivato tu1to il n1ateri~lismo sociolog·ico così con1e ·è il cosidetto positivismo filosofico e scientifico che è sembrato ,l ' unico metodo razionale ed obb·i ettivo nel campo della medicina, come se l 'organismo. umano potesse essere compreso n·elle su e manifestazioni vitali fisiologiche o morbose se non quale unità del corpo e dello spirito. ~ :È tempo che Ja medicina ritorni a questo concetto· unitario dell'organismo vivente, sopratutto nell 'lt.alia 1fasci sta ed Imperiale che per m ·erito del suo Duce ha già riformato comp1etamente il pensiero politico da analitico in sintetico , da dissociato o classistico che dir si voglia in unitario e ·c orrelazionistico. Come altrove ho dirr1ostrato, tanto il pensiero politico mussoliniano quanto il pensiero medico ch e r1oi difendiamo e vagli.amo mie ttere a base della nuova m·edicina italica, è essenzialmente pe11siero mediterraneo, che disoende dalla i111111ortale scuola italica delle rive del 111are Ionio , e vuol dire armonia ed equ ilibrio : potenz~1 fondata sul numero e suJl 'ordine, Jà dove tonto il pensiero politicò quanto quello filosofico r elig ioso e medico d·elle razze nordich e, non impregnate di civiltà latina e m edi1erra nea, sono caratterizzati dalla disarmonia , dal disordine, dalla dissociazione d·el corpo ·e dello spirito, d·ello sto1naco e dei n1uscoli dal c uore e di questo dal oe~·vello . Ed ecco con1e la nuova medi cina italica u11it.ari.a no11 p1u ò che fondarsi sulla mentalità si11• tetica, p ropria delle razze circummediterranee, per lo studio dell 'uomo normale come del i11alato. Soltanto con una forma m entis sintetica che dispo11e della potente arma dell 'intuizione e della divinazione , senza disprezzare il soccorso dell 'analisi e della logica, è possibile abbracciare tutto il corr1plesso di fenomeni ''itali , ch e caratterizzano la personalità un1ana i11dividu.ale, personalità individuale ch e deve e sere al centro di ogni scienza Ua quale si occupi dell'uomo per studiarne le attitudirit i,ai~ 11amicl1e e sociologiche, i bisç>gni organi ci e S})iriluali, le reazioni fisi~he o psichiche nòrn1ali o m orbose. Si sa che la m edicina pratica è ('. se11zialr11ente medicina individuale, ed anch e tutta l'igiene e Ja prevenzione delle n1alatlie, ch e fin o ad ora erano igien e e profilassi collettiva , oggi non po sono non partire dalla 1

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co11oscenza dei b isog·ni organ ici i11dividuali, e de lle predisposizioni morbose individuali. Principio dell'unità vitale son1atica psichica realizzata in forma diversa n elle varie individualità umanie, conoscenza di queste varie i11dividualità i1ella ·vita I101male con1e nella vit~ patologica al fine di provvedere al b enessere fisico e spirituale ed al ricupero della salute dell 'uon10 : ·ecco ]a vera n1issio11e del m edico moderno, così come la meta cl1e deve fJTopor si di raggiun gere per i suoi c ittadini og11i Stato b ene orga11izzato dal punto di vista de1la politica della bonifica umana, per il n1aggiore r endimento del capitale llmano della 11azione. Ma per raggiunger·e tale rr1eta , occorre una rétdicale riforn1a de1l 'insegnamento e della pratica della medicina. Innanzi tutto qu·esta no11 de\ ·e ,e ssere p·i ù considerata soltanto co111e ]a scienza del riconoscime11to e della cura delle n1alattie , ma anche e fondam enta.ln1ente con1e la scienza che studia e controlla le individualità uman·e -cosidette norm.ali, sia nell 'interesse dell'individuo ch e in quello della Nazione , cioè col fin·e di svelare cosi le attitudini funzionali e lavorative fisiche e spirituali di ciasc un i11dividuo , affinchè ogni individuo dia il massimo rendi1l1ento e sia al suo giusto posto n·ella macchina sociale e n ell o stato unitario nazionale; sia per accertare tutta quella infinita serie di anomalie della fabbri ca umana e del motore un1ano ch e. co tituiscono ragioni di mediocrità e di scarsa validità fi sica o psichica o di predisposizione a malattie, a l fine di pre' enire e migliorare la personalità individuale. Per r ealizzare questo grandioso compito un·1ano e sociale, il medico n1odern6 deve essere preparato, non solo in Istituti dove si studiano i malati , ma in Jstituti .dove si studiano i sani: n.ecessità quindi che l 'Italia Imperiale dispo11ga di Centri di bonifica uma11a e di ortog·e nesi, dove siano periodicamente controllati, migliorati e revisionati soggetti adulti , o in -via d.i sviluppo , nelle loro qualità fisiche e psichiche, sopratutto con i grandi mezzi naturali d'irrobustimento e di bonifica della costituzionet cjoè col naturis1no igienico e terapeutico , con l 'uso razionale degli alirr1enti, del sole, dell 'aria, dell 'acqua, del moto, adatti ad ogni i11divi1duo, studiato secondo le sue parti colari .. es1g.enze. In secondo luogo la nuova medicina del! 'Italia !F ascista e Imperiale d·eve ,c ompletamente riformare l'insegnamento universitario e posLuniversitario, in modo da ;realizzare il principio ippocratico· e mediterraneo, che abbian10 sopra illustrato, cioè la visione costante de11i:l correlazio.n e ed unità funzionale e morbosa di tutte il e parti del corpo, <; l'unità del corpo e dello spirito. 1

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[...\NNO

XLIJT, Xul\r. 451

SEZIONE PUATICA

Oggi l 'anaton1ia u1uana è i11seg11ata total111e11te u cada,·eri, su organi morti e staccati dal cor1)0, sen za tenere conto n è delle modificazio11i continue di forn1a , di volun1e, di situazio11e r eciproca che questi orga11i pre entan o 11ell 'uon10 , -iYo , n è delle correlazioni ch e uniscon o gli organi stessi. Occorre quindi che 1'a11ato1nia diventi 11ell 'in segna1nento anatomia Yi, a ·e correlazionistica: l 'an.atomico non d eve più lin1i tar ... i a11o studio dell ' organo separato e 111orto , n1a s Ludiare forma, situ.azione e strutt ura d ell 'organo vivente: e quindi disporre di u11a sezio11e di soggetti di varia età e sesso , nor111ali , sui quali possa din1ostrare ai futuri medi ci, col m ezzo della radiografia e d ella biopsia , lo ... t at o r eale dei ' 1ari organi e d ei loro rapporl i n ell 'organismo vivente. ..:\nalogamente il fisiologo ch e oggi studia ed inseg11a la fisiologia umana su gli organi separati e sopratutto su organi di animal i di 18.boratorio, e non insegn a le correlazioni funzionali degli organi, quali avven gono nell 'uo1110 con creto , e nè insegna le ' rariazi'oni fun zio11ati n ei Yari tipi uro.ani individuali, deve d ' ora in11 anzi cambiare totalmente n1etodo : riYolger e tutte Je su e cure all'uomo cosidet to i1ormale ed all e. varietà . tipologich e di questo uo1110 normale: deve ser, irsi degli animali di lal)ora lo1 io &olo come mezzi d 'indagine scientifica l)Ura , e di controllo e di parag·on e con l 'uon10: deve disporre .di reparti ove siano J) OSsi bili ricer cl1e fi siologich e e din1ostrazioni di fuJ1zion i ull 'u omo : oggi ch e la radiolog ia associata all a r iproduzione cinen1atografica r ende })OSsibile lo studio e la dimostrazione delil e ft1nzioni 11cll 'uomo vive11te. Nessu110 potrà n1ai i d entificar e la funzion alità di quella con1p lessa fab·b rica unitari a ar n1onica, fisi ca ·e psichica, ch e è l ' uon10 , con .le su e }}articolarità fisiologiche e psi cologicl1 e diYerse cla individuo a d individuo, da razza a r azza , da esso a sesso , da età ad età , con il • fu11ziona111ento del corpo di un· can e, di un conigli o o di una rana , in -cui è im1)ossib-ile lo ._tudio de lle i11anifestazioni correlazionisticl1e de1lle , -arie parti , e del corr.o con lo spirito. Nel llUOYO i11seg11amento perciò il fi siologo d e,·e da un lato collegarsi intimament e con l 'an atomico in n1odo ch e questi dimostri i rapporti d ella forn1a e d ella struttura del.l 'organ o co11 Ja rispettiva funzione , dall 'altra co] p~tologo e col clinico , per la -dimostrazione allo studente del fun ziona1nento d egli or ga11i r1ell 'uomo con cr eto e n elle ' arie individualità uma11e. La terza disci11ilina fonda1nentaile della sr ie11za n1edi ca, la Farmacolog ia e Farmacoterapia , de,·e pure , d 'o ra innanzi , modificare il uo 111elodo cli tudio e d 'insegnamento rivo] o-e111

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2005

dosi all'uomo, e face11do 1Jassare in seco11da li11ea l 'esperimento su gli anin1ali. Com e possiar110 noi erian1ente trasportare e.il 'uomo, soltanto in ]Jase al calcolo delle differ enze di peso tra uo1no ed a 11imale, il dosag·gio dei vari 111edican1enti , per esempio, il dosaggio dei rin1edi d·el cuore fatto sul cuore di rnna, e p oi trasportato, col calcolo a11zidetto, al cuore un1ano mala to , con le su e speciali C8})acità reattive, cos~ diver se dal cuore umano normale, ma sopratutto dal cuore normale di u11a rana ~ Con1e possian10 seriam ente applicar,e alla don11a colp ita d a di s turbi di funzion.alità utero-ovarica, i preJJarati di ormoni ovarici, ;la cui attività ed il cui dosaggio è stato fisbato sulle tope o sull e conig lie? E che cosa diremo della impos ·ib-ilità per il farmacologo ~perimental e, di studiare, per poi trasportare sul,l 'uo·m o, l 'azione biologica e cu rativa d ei grandi m .ezzi naturali di salute, g li alimenti, il sole, l'aria, l 'acqua dolce o marina, il movi1nento , la psicoterapia? So:lo I 'uomo in condizioni di aprJarente sanità od in con dizioni i11orbose può essere il r eattivo e l 'obbietto di sag·g io e di studio scie11tifico di questo r1aturismo igienico e t erapeuti co , e di quasi tutto il complesso di rimedi fi sioc hi1r1icì e biologici. Ancl1e qui dunqt1e, bi og11a u scire 1)iù che è possibile dallo sperin1entali sn10 di la1Jor.atorio, ed a ccostarsi alla r ealtà t1n1ana viven te. Ed infine arri,ri.amo alJ a riforn1a radicale dell 'inseg11an1 ento della i)a Lologia e della clinica, nonchè de.Ila pratica della medicina e della chirurgia . 1 Fino ad ora tale i11seg11amento è fatto in ITlodo a11alitico e sisten1atico , cioè si studiano affezioni rr1orbose localizzat e ad u11 organo o tutto al p-iù ad un gru1)po di or gani, si dia g·nostica e si ·cura con ques to falso indirizzo localistico e divisionistico, che ha toccato la ' etta della irrazionalità n ell e i1un1eTose specializzazioni della n1edicina e d ella chirurgia. II n1edico diagnostica un 'ulcera del duodeno , e cura con o senza il cl1irurgo tale affezione: e presto o tardi l 'uno e l 'altro si accor gono ch e accanto alla i11alattia del duodeno Yi è pure una malattia dell 'appendice o della vescich etta biliare o d e1lo stomaco o della milza o delle glandole soprarenali o del simpatico addon1inale o di una parte del cervello direttri~e della ' rit a v·egetativa o di tutte queste 11arti insi eme. E mille esempi potrei riportare di cor1tinui errori e disinganni del medico e d el chirurgo, orientati con1e essi ancora oggi ono, dallo studio analitico e localistico e dalla cura loca3e dei morbi. Insegnamento e terapia devono diventaré sjntetici e correlazion istici : occorre raggruppnre più che è l) O...... i})ile le affezioni orga-


2006

« l L P OLI CLINI CO n

nich e, accertandone con l "esam e sempre più profondo del mala to le correla zioni morbose tra l·e varie parti del corpo sen za m ai dim enticare le correlazioni tra n1ateria e spirito. E da q uesto punto di ' ris ta formare una proposta ch e io vorrei vedere realizzata come norma legislativa della pratica m edico-chirurgica: . e cioè ch e d 'ora inn anzi ogni interv·e nto chirurgico, an ch e il più piccolo, n el camp o delle speciali tà, coni.e \la specialità ostetrico-gi<n ecologica, otoi·inolaringoi.atrica , oculistica, urologica , ecc., sia sem1)re d·eciso ed attuato (s'inten de non dal lato t.·ecnico esecutivo, m.-:i dal la to a ssisten ziale), con una effettiva e completa collaborazione del chirurgo e del m edico ir1Lernista . Qu·esto ultin10 deve assumere insierne col chirurgo la res1)on sabilità della indicazion e operatoria, della r esisten za gen eral e del paziente all 'operazione, del decor so post-opera1orio : il chirurgo sarà la man o sapiente e tecnica diretta da . due cer velli, poich è n on è oggi presumibile, salvo eccezioni rare, ch e il chirurgo p ossa essere. prepara to, com e. deve esserlo il clinico-medico· ed il m edico internista in gen eral1e, ad ab.b racciare con n1ent.alità sintetica tutta la costituzione del soggetto e lo s1ato di r esistenza o di soffer en za di tutti gli organi , oltre quello sul quale il chirurgo deve !)Ortare la sua mano dem olitrice o riparatrice. Cosi soltanto si potrà evitare d 'ora innanzi, n ella pratica, il danno , n on solo teorico ma concr eto , che le specializzazioni cr escenti della n1edicina e chirurgia p-ortano al progresso della nostra arte , e non di rado alla vita ed alla l)or sa del malato. Così solta11to sarà evitato ch e l 'asportazione di ùn d·ente infetto o di una tf)nsilla infetta possa uc·c idere il n1alato per una se1)si, a ·c ausa della negligenza, da parte delJo specialista, di uno stato di sepsi latente o di diminuita resistenza antiinfettiva nel paziente ; e potranno evitarsi tante operazioni de111olitrici n ell 'apparato· genitale femminile, inutili e talvolta più dannose della m a lattia stessa esistente: e non ci dilu11 ghiamo in altri esem pi dolorosi, dovuti alla m an canza o superficialità de1l'esame g en erale del malato, che cad e sotto il coltello chirurgico. I chirurgi, anch e i più grandi , n on potrann o cl1e essere lieti dell 'aiuto ch e può loro ve11ire dal m edico internista quale rappresentante d ella grande madre comune. di tutte le spec ializzazioni della medicina , la clinica m edica generale . Ecco su quali fonda n1enti io mi a ug uro ch e sorga Ja nuova m edicina latina-111editerranea, 11ella quale, come n el campo politico e sociologico, l 'Italia F ascista ed Im periale deve cos1ruire la strada m aestra.

[ANNO XLIII, NuM. 45]

NOTE E CONTRIBUTI I STITUTO DI CLINICA MEDICA E TERAPIA DELLA R. UNIVERSITÀ DI P ALERMO

Ancora sulla cnra della infezione malarica per il .Prof. MAURIZIO AscoLI, direttore. L 'importante studio del prof. Jerace n el n . 35 di questo p eriodico apre nuove prosp etti,·e -a l trattamneto d e~la infezione malarica a:u ch e n ei bambini ed assi·cura un guadagn o n etto ·e cospicuo in questo campo . I risultati appa iono anch e più notevoli di quelli già ottenuti n ell 'adulto·; fatto d 'altronde ___, può dirsi ora - prevedibile, e spiegabile con la rnag gior faciìità e capacità di riparazione del1·org anism o infantile. L ' interesse suscitato dal 11roble111a e le m olte domande di chiarimento })ervenuteci ci induce a preci'Sare alcuni pun Li del procedimrento usato. I . - Lo sch ema della c ura - ch e va poi ada ttato ai singoli casi - è quello di iniezioni v·e11ose quotidiane a concentrazione giorn-al111.ente cr esoente, da 1/ 100.000, 1/90. 000, l lcl0. 000 . . . a 1/ 20. 000, 1/10.000; l 'utima dose, il ventimillesimo (o il d ecimillesimo) va i11 generale ripetuta una ventina di volte. L 'orga nisn10 va via ' 'ia assu efacendosi a tollerare sen za inconvenienti le cennate quantità crescenti e n ella, grandissima maggioranza d ei casi la cura può espletarsi sen za il minimo in conveniente. Si incontrano però casi n ei quali l 'assuefa zion e avviene più lentan1ente; allora, ove a un certo punto si rilevi qualch e disturb-o , anzich è salire n ella concentrazione, si ripete l 'ultima o penultima dose una o più volte , fin ch-è venga sopportata b ene. Regolandosi a questo modo è evitato qualsiasi inconV·e niente. E del r esto va tenuto presente ch e lo scopo del trattan1ento non è già quello di r aggiu11gere .ad ogni costo la concentrazione m assima gi adrenali11a ma quello di otte~ ere volta per volta una buona splenocontrazione. Si danno poi casi eccezionali di intolleranza an ch e più pronunziata e con difficile assuefazione a diluizioni anche forti (1/3'0. 000, 1/60.000). Tali i11teressanti osservazioni m eritano di. essere illustrate a parte : ma tali casi 1>ossono essere ugualmen te trattati con su ccesso con gli accorgi1nenti oe11nati .arrestandosi alle dosi sopportate, quali ch e esse siano. Non n1i pare invece ch e rappresenti difficoltà l ' introduzion.e per via venosa, ormai d'uso banaJ,e . Quando le ven e non sono a ccessibili, la somministrazione per via sottocutanea n on rappresenta che un succedaneo imperfetto, perch è, ad otten ere ugual effetto splenocon trattile si richieder€bbero dosi capaci di da re 1

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[ANNO

XLIII, NuM. 45)

SEZIONE PRATICA

Juogo a disturbi generali non indifferenti ed a co111plicazioni locali spiacevoli. Va ricordato che parallelamente alla riduz~o!1e. del 'ol;in1e ~pl·enico si assiste al pronto I ~jzo.ri1:e dell Organismo defedato e aD rapido ripristino della crasi sanguigna; sicchè il tratL~mento i11 parola rappresenta la cura più ef-

jiaa.ce ed e11,ergica dell' ariemia e della cachessia rnalarica.

II. -

Condizione prima ·e d assoluta di su ccesso è ch e il farrr1aco im1)iegato (l 'adrenalinaj sia di qualità in1p eccab ile: tale necessità risulta evident,e ove si considerino le forti di11lizioni usate (dal ç.entomillesimo a l venti o decimillesimo) : se quindi in soluzione relati' an1ente con centrata come quella al millesimo in uso per Je iniezioni sottocutanee, un prorlotto ancl1c scadente potrà .risultare di qualcl1e efficacia, qu·esta si perde col cr escere delle diluizioni. Un.a difficoltà pratica nell'uso corrente di quesla cura era rappresentata cl.a lla 11ecessità di allestire volta per volta le diluizioni dal cento al d·ecin1ill·e s in10 , necessità richiesta cl.a lla facile e rapida a lterazione alla quale vanno incontro le soluzioni molto allun oo-ate di adrenalina. In proposito esprimevo la speranza che si riuscisse, m er cè accorgimenti tecnici', a tabi lizzare ]e soluzioni di adren.alina. Il i)roblen1a è stato decisame1rte affrontato e co11 fortuna risolto dall 'I stituto Serono cl1e è riuscito a preparare le varie diluizioni - di burrenasi deproleinizzata ·e stabilizz.ata in forn1a stabil e, in fialette- pronte per I 'u so, per rnodo cl1e il precipuo ostacolo all.a diffu ione e 'ol garjzzazione della cura può con siderarsi su1Jerato . 1

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III. - L 'esperienza ed i risultati attual i si rif·erisco·n o per la maggior p·a rte a tumori sr>Ier1ici fin o all 'i11dice 3 (cioè non sorpassan te la spina iliaca). Sarà ora interessante sperin1entare su miJze d ell 'indice 4, i1elle quali la milza scende nella fo sa iliaca: arebbe da pr esumere ch e esse offrano nlaggior nun1ero di casi refrattari , o di ri ulLati parziali. Ma il problema è più com11les o perchè oltre all'entità dell.a sptle non1egnli.a entrano in giuoco altri due ele1nenti : il ten1po dal quale esso dura e l 'età del soggetto. J_,c osservazio11i di .Terace e lo spoglio di qu elle finora ]Jubblicat e dal · Riolo semb·r ano parlare per I 'in1porlanza di quest 'ultin10 fattore. Comunque n ei riguardi pratici cioè del problema del ri aname11to degli splenon1egaJici il fatto non à in1portanza poichè disponendo ora di un mezzo curativo per vincere le ple110111 egalie si avrà ricorso ad esso e i rioupere,rann o i malati prima che il tumore diventi 1

tan to voluminoso.

2007

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JV. -

Finora la letteratura dà conto soltanto di risultati immediati. II dott. Riolo per J?~O incarico ha r ecentemente sottoposto a rev1s1one, a Pachino, i casi da lui trattati in passato (uno o due anni fa) e riferisce di aver constat~to c~1 e la riduzione del volum.e spl:enico persiste imm.utata e che i pazienti nell'intervallo .~on hanno presen.la.to ricadut·e a differenza di altri non trattati. I dati e le misuve relative sono stati controllati anche dal dotf. ~Fortuna, direttore d ella Stazione Antim.alarica di Pachino. Sta11do a queste osservazioni s ulle quali iil dott. Riolo rif.erirà p er e teso anche i risultati a distanza sarebbero favorevoli : si raggiungerebbe cioè nè più nè me no della bonifica u1

n1ana. V. - Il can1po di elezione <lel nuovo tratt8n1ento è senza dubb·io rappresentato dalla infezione malarica (1); m .a e . o ser11bra poter dare qualche risultato ancl1e nelle diatesi en1or~·~giche (~iolo) e nelle sp:lenomegalie en1ol1t1che (Serio). Il valoroso collega Timp·a110 n1i comunica poi di ave-r provato· Ja cura in qu.estione corr1e adiuvante del tartaro stibiato nel ka.la-azar infantile otten endo risultati im prevjsti, in quanto ha potuto ridurre note\·olme11te le dosi .anti1noni.ali e il periodo di cura. Il metodo potrà for e applicarsi anch e ad a ltre forme protozoarie. 1

l S TITUTO DIAGNOSTICO DI REGGIO CALABRIA 1

Il metodo di M. .A.scoli nella cura della splenomegalia da malaria e da kala-azar per il dott. P. TIMPANO. Riassumo le osservazioni cliniche. Spleno1n egali'a malarica.

CAS·? I. - O. Filippo, di anni 31, da Perlupo (Reggio Calabria). Da circa u11 anno e mezzo è affetto da splenon'legalia di origine malarica. L 'esnme del sangue praticato 11 mesi fa dimostrò Ja pres~nza di rare semilune. Flt so ttoposto per parecchio tempo a cure chinir1icl1e e arsenicali e ttlti1nan1en1e prese 3J1ch e la pla 111ochi11a. Da tre inesi n o11 ha più "febbre, m a la mi1za deborda a11cor a t~e dita circ~ dal l 'arco costale e il fegato è pnlpab1le. Il paziente è pallido, sYogliato e si s t:u1ca facil1nen le. Esan1e ·a elle urine: tracce di albumina e urobiJina e qualche cilindro jalino. Esame d el sangue: a·ssenza di para. si Li. Si sottopo11e alla cura adrenalinica, col n1etodo i\f. Ascoli: iniezioni di surren a.si Serono deproteinizzata e stabilizzata in do i crescenti (dalla ·.solu~ion e 1 :100 di mmg r . a 1 :10). Dopo le prin1e (l l In particolare -

oltrerhè nelle for1ne art1te in ge11ere - il metorlo andrebbe provato ancora ILe1le perniciose (associato a l cl1it1ino) n ell'intento di Jiber:ir e i 1errilori capillari 'i·~rPrali de11 ·acrt11nulo parassitarjo.


2008

« IL POLICLINICO »

<lue iniezio11i si ebbero accessi febbrili: 39,5-38, per poche ore, e la ricomparsa di semilune nel sangue. La milza , (lopo la prima iniezione, si è ridotta di un dito. Si son1111inis lra di nuovo la plasmocbina per 5 giorni e si co11tinuano le iniezioni d i st1rrenasi. ·L a feb))re cade definitivamente al 3~ giorno. Dopo 21 iniezioni ·a i surrenasi la qiilza si palpa solo nelle profonde inspirazioni. Fegato nei limiti. Co11clizjoni ge11erali miglioral e moltis. simo. . CAso II. - A. Sarica, di anni 26, cla Lazzaro. Da 8 me·si offre di febbri malariche a decorso irregolare e presenta una notevole splenomegalia. Sull 'emi claveare la milza s po~ge per circa 4 dita. Le c1i:.r e chinirtiche inte11 se han110 fatto ribassare la febbre fin o a 37°,2-37°,4, ma lo stato della milza è rimasto pressoch è stazionario e le condizioni ge11er ali si sono modificate cli poco. Iniezioni di s urrenasi col solito metodo. I.a n1ilza si retrae sen sibilmente dopo la prima iniezio11e, ma il giorno dopo ritorna al pt1nto 'd i prima. Si ha un acces·so febbrile, con reperto di alcune semilune n el sangue. Si continuano le iniezioni di surrenasi e si pratica, tre ore prima, una iniezione di chinina da un gr. per 5 giorni consecutivi e si d anno conten1poraneamente due compresse di plasn1ochina. La febbre fi!!almente cade e 11on ritorna. La milza, dopo 33 iniezioni di surrenasi, gradualmente si riduce. Molto soddisface11ti le condizioni generali . CAso III. - D. Leone, di anni 40, da Catanzaro. Contrasse la m:1laria u11 anno fa , per cui ft.1 sottoposto a lu11gh e ct1re chininich e e arsenicali. Da 4 mesi la febbre è cessa la, n1a le condizioni generali continuano ad esser e sca'de11ti. Og ni 4-5 gior11i avverte d ei brividi senza elevazioni cli temperatura e la milza deborda per circa due dita dal1·arco costale. Si pal1)a an che il fegato. Esame d elle urine: lracce di albumina. Esame d el san gue: n essuna forma parassitaria. Dopo 30 iniezioni cli surrenasi sono scomparsi il tumore della milza e del fegat o e la nutrizione e la san g uificazio11e si presentano migliorate di molto. Si passa arl una cura arsenico-ferrugginosa. CASO I'". -:" L. Francesco, cli a1111i 15, di Reggio Calabria. 7 1ne·si fa ebbe febbri a tipo terzanario. Nel sangue furono riscontrati parassiti della t erzana prin1averjle. Cure cl1ininich e -per iniezioni e per os. Da tre mesi non ha più febbre , ma la milza sporge qua·si 3 dita dall 1ar co costale. Inappeten za, stan cl1e~za, pallore. Nel sangue non si oss1:;1·Yano at lualn1ente parassiti. Dopo 20 iniez~oni di surrenasi (metà della d ose adoperata per gli aclulti; la n1ilza si è completa... n1en le ridol la e le condizioni generali son o ott jn1e. , '

. plenon1egalia cli h'ala-azar. C.\ o I . - J~'. Rosa, di a11r1i 26, d a , -alanidi. Da 14 i11esi soffre dì febbri irregolari, di st anch ezza e i11 appet enza. All'esame obbi ettivo presenta: p al lore, lemperatura 38° , milza debordante 4 dita <l all 'arco cos tal e, fegato palpabile. L 'e·same del ·nng u e periferico n on diinostra paTassiti della m al aria . Le cure chini11icl1e precedentemente fatte rton cliedero, del resto, alcun risultato. L 'esame clel su cco splenico dimo lra la presen za di numeros~ leishmanie endocellulari e liber e. Iniezioni endo,·e11ose cli tartar o stibiato (da 2 cc. d ella oluzio11 e al 2 ~o fino a 5 cc. 'd ella oluz.

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al 4 %). Alla decima ir1iezione la febbre cessa. Dopo 17 iniezioni il volu1ne della milza din1inui's ce di qualche dito. Vengono · prescritte delle cure ricos1itue11ti. L 'inferma migliora nello stato generale, 1na la temperatura di tanto in tanto presenta delle piccole ondate. Una nuova puntura sp~enica permette di constatare l 'esistenza di rare leisl1manie. Altre 8 iniezioni enèlomuscolari d i r1eostibo·sa11. Condizioni invariate. Penso allora di sperimentare il metodo M. Ascoli. Iniezioni 'd i s urrenasi alternate con le iniezioni di stibional . Dopo aYer praticato 10 di queste ultime, si continuano quelle di ·surrenasi quotidianamente: 29 i1dezioni di surrenasi in tutto. Alla prima iniezione di surrenasi si è notato un accesso febbrile (38 1/2) per la, durata di quasi 24 ore , poi la febbre è caduta e la milza, gradatamente, si è ridott a fin quasi al normale. È scon1parsa pure l 'epalornegalia e so110 migliorate rapidamente le condizioni generali. La. lieve albuminuria notata dopo la cura di tartaro stibiato è pure sco1npar. a. CAso II. - F. Ji, rancesco, di anni 10, da Reggio Calabria. Da 9 n1esi ha febb.re , oliguria e dis turbi gastro-intestinali. Quattro nl esi fa è stato praticato l'esame del sangue della milza con r eperto positivo per la leishmania. Le iniezioni di stibional (24 in tutto) han f.atto cessalfe la febbre, nla il ragazzo è ancora palliclo, svogliato. senza appetito, e la milza deborda 3 dita d all 'ar co costale. Il fegato non sì palpa. Nelle uri11e: tracce cli albun1i11a e d 'indacan o; n el sangue periferico: n essuna lorma parassitaria; nel sangue della milza: assenza di leish1nanie. Iniezioni di surrena.s i fn1et à dose adoper at a per gli adulti) . Dopo 36 or e d ella p.rin1a dose i è potuto notare una llolevole riduzion e clel volun1e d ella milza e un cliscr eto aumento ciella temperatura p er la durata di poche ore. Dopo la 3a i11ie7.ione la riduzione. è stata più evidente. L'esan'le del SUCCO splenico non ha fatto rileYare alcun p ara ssita. Dopo 17 iniezioni di surrenasi la riduzione è completa e ìe co11dizionj generali son \" abba~tan­ za migliorate. L'albumina è pure scompar'a. CASO III. - G. Anto11io. 'd i anni 11, natiYO cli Caltanissetta. Raccontano i genitori che per Yarf rnesi è stato curato p er malaria, ma 1a febbre , pur presentando delle noteYoli attenuazioni, n on è mai caduta, e le condizioni generali (p allore, ne11utrizione, stanchezza), non si sono granchè m odifi ca.te. Milza d ebordan le 4 dita ilall 'arco costale. F'egato palpabile. V\Tassermar1n: n egatiYa : E same del san g ue periferico: nessun }Jar nssita ò ella malaria. Esame d elle urin e: tracce di albun1ina e qualche cilinrlro g ranuloso . E·saine del succo splenico: parecchie l ei shinnn1• e. Iniezion i di stibional. Dopo 5 mesi "d i cura la fC'bbre n on è scompa.rsa completamente: ogni 4-:5 giorni si notan o piccoli ri alzi tern1ici. la milza è se1npre ing randita con1e prima e le condizioni generali p ern1angon o scadenti. rt10Ya pt1ntura spl enirri : non s i osserYano Jeisl1. man1e. ,Si praticano 8 ini ezioni cli neos tibosan. due Yolte la settim an a, e n egli altri g iorni iniezion i di surrenasi. ta pri1na iniezione di neostibosan vipne fatta 12 ore dopo la prima iniezione di surr C'na·si , ch e ba determi11ato cefalea. mé\lessere , e fehl)re a 38 1/2. Un altro esame del ur eo sple1iiro hn fatto ri]eYnre in que, to n1on1ento rare


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SEZIONE PRATICA

leishmanie libere. In seguito la febbre è caduta, la milza, dopo la 4a. iniezione di su.rrenasi, si è ridotta di 2 dita. Alla 203 iniezione di surrenasi si palpa appena, mentre il fegato è nei limiti norn1ali. Niente albumina nelle urine, condizioni generali soddisfacenti.

Due parole di commento. L'importanza del 1netodo M. Ascoli nella cura delle splenomegalie malariche ·è già nota. Converrà estenderlo nella cura de1la malaria acuta, alio scopo di snidare tutti i parassiti e farli distruggere dalla cura specifica. L'applicazione dello stesso 1netodo nella cura delle spl·e nomegalie da kala-azar sembra, da ~esti tre casi, promettere anche bene. L'e·s perimento tuttavia, va est eso. E se s i riuscirà in ogni caso stibioresistente o stibio-intollerante a vinoere la malattia , sarà una grande realizzazione terapeutica, che eviterà di ricorrere alla splenectomia. Negli a ltri casi la spleno-contrazione potrà r·e ndere più efficace la cura specifica e abbreviare di molto il decorso dell'infezione. Il metodo ha pure un notevole valore diagnostico, perch è la spleno-contrazione, mobilizzando i parassiti , consentirà più. fa ci1lment·r. la loro· scoperta nel sangue. RIASSUNTO. L 'A . 11a sperimentato il m;etodo M. Ascoli in ± casi di S?Jlenorr1egalia da malaria e in 3 casi di splenom egalia di kala-azar con risultati ollimi sia dal punto di vista terapeutico genera le e locale (splenom egalia) sia d a quello diag n os tico. RammeaUamo le latere6saatl pubblicazioni:

Dott. MARINO BENVENUTI Assistente nella R. Clinica Medica e doce,1te nella R. Università di Pisa

Sul meccanismo d'azione della malarioterapia Prefazione del Prof. W AGNE_R·JAU~EGG_ . . (Lavoro premiato dalla Società ltahana di Ps1ch1atn a). I nài.:e in riassunto : PREFAZIONE. INTRODUZIONE. Parte Prima CONSIDERAZIONI, ESPERIENZE E RILIEVI CRITICI SULLE VARIE TEORIE DEL MECCANISMO DI AZIONE DELLA MALARIOTERAPIA. Parte Seconda: RICERCHE PERSONALI SUL MECCANIS MO DI AZIONE DELLA MALARIOTERAPIA. Parte Terza: CONSIDERAZIONI GENERALI E CONO.USIONI. BIBLIOGRAFIA.

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postali di spedizione. Per gli a bbonati al '' Pol1cl1n1co " ~o Je L . 2 7 in porto franco in Italia. P er l'Estero L. 2 9. Prof. ETTORE MARCHIAFAVA

La perniciosità nella malaria Indice in riassunto:

PLURALITÀ DEL PARASSITA MALARICO. • SEDE ENDOGLOBULARE DEI PARASSITI MALARICI. • LA PERNICIOSITÀ SOv !ANTO DAL l:'Al<ASSITA ESTIVO•AUTUNNALB (Pasmodium falciparum). • CARATIBRI MORFOLOGICI E BIOLOGICI DI QUESTO PARASSITA. • GLOBULI BIANCHI n FAGOCITOSI. • DECORSO CLINICO DELLA INFEZIONB MALARICA ESTIVO•AUTUNNALB. • ANATOMIA PATOLOGICA DBLLA MALARIA PBRNICJOSA. • PROFJLASS1 DELLA PERNICIOSITÀ. • CENNO SULLA CURA.

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,So.

inviare Vaglia all 'editore LUIGI POZZI, Ufficio Postale Succursa'e diciotto, Roma.

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RIVISTE Alcuni dati antichi e moderni sui ''neoplasmi infettivi,,. La trasmissibilità d ei neoplasmi, non solo per mezzo dell'innesto cellulare, ma anche mediante inoculazione del filtrato del tessuto blas tomatoso, ~ stata sperimentalmente provata e accertata da quando nel 1910 Rous descriveva il sarcoma infettivo dei polli; successivamente è stato visto che anche in altri ucoelli v"era Ja possib·i lità di trasmissione di alcu11i tumori 1n.e diante i filtrati. Ricer che vecchie e nuove dimostrano tale pos·si'l>ilìtà anche p er alcuni mammiferi; tanto più sono degne di nota , inquanto che ci p erm,ettono di intravved ere i rapporti fra i ne~plasmi « infettivi » e quelli ·da irritazione chin1 ico-meccanica. Orientamenti preziosi e deduzi'o ni interessanti sono sorti dallo studio di alcune forme neoplastiche ne l coniglio. In questo campo la prima e più fondam entale osservazione è ~ovuta a Sanarelli; essa risale al 1898 e riguarda il cosidetto « mixoma infe ttivo » clel c·oniglio: un q11adro morboso nel quale ad una sindrome di tipo infettivo .a c uto si associa la produzione di tessuto tumorale; le caratteristiche « n eoplastiche » di questo processo sono state illustrate llI1 cora ulteriorm.e nte, e recentem ente, per merito di Shope, nè veniva dimostrata la parentela con il cosi detto cc fibroma infettivo » . Il mixoma infettivo del coniglio osserva to da Snnarelli sotto forma di e1)idemia a insorgenza arpar entemente spontanea è caratterizzato al suo inizio da comparsa di una blefaro- congiuntivite cui segu·e tum-e fazione ed edema delle palp·e bre, secrezione catarral e e purulenta; dopo 24-48 ore dall'inizio della malattia compaiono nelle varie regioni del corpo (con predilezione v erso la base delle orecchie e degli arti) numerosi turr1ori sottocutanei di grandezza diVE:rsa; attorno agli orifizi naturali (naso , organi genito-urinari, ano) i tessuti si edematizzano e si ispessiscono tanto da cambi ar e in modo mostruoso l'aspetto dell'animale : ]a morte sopravviene n ello spazio di pochi g iorni . L 'autopsia e l 'esam e istologi co dimostrano ch e i tessuti superficiali iperplastici, accanto ai te ticoli, i gangli linfat ici e la m ilza , notevoln1ente aumentati' di volume , sono in gran parte costituiti da formazioni mixomatose; n el seno di una sostanza amorfa e trasparente percorsa da numerosi capillari, si trovano in grande quantità oellule poligonali o stellate , anasto1nizzantisi tra di loro. Malgrado la spiccata co·n tagiosità della malattia, lutti i tentativi (·esegui ti da Sanare'lli stesso e da numerosi altri AA.) di colti-varne il virt1s sono rimasti infruttuosi. L 'affezione si lrasn1ette mediante le secrezioni patologiche , il sangu e, i frammenti d el tessuto n eofo:n1ato e dei visceri; essa è stata ri1)rodot ta sper1m ental111('nte per ,·ia congit111tivale. per via enterica, 1


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con l 'i!loculazione sottocutanea (cui segue com- zione di questo provoca 1'er lo più una malattia parsa in l oco del tumore caratteristico e su c- a ·decor so attenuato o non è seguita affatto da oessivamente la gen eralizzazione) e p er via enfenon1 eni general i (il virus persiste però virudovenosa (a decorso })iù rapiid o). len to n el punto dell 'inoc ulazione per circa dieci Lo stesso Sanarelli , n1ediante passaggi su c- g jorni). Il siero di co1nigli che h anno sub:ìto cessivi in animali', è riuscito ad aumentare la l 'inoculazione col fibroma neutralizza solo il virulen za dell 'agente della malattia , fino a pr o- rispettivo virus; solo dopo l ' infez~one mixomavocare la morte degli animali in cinque gi'orni. tosa esso a cquista il potere neutralizzante verso con siritom.atologia scarsa, limitata al rossore i ,,irus di ambedue le affezioni. delle congiuntive e del bordo palpeb·r ale. Il viN ei •conigli selvatici invec·e l 'inoculazione d el rus ?O~ser~a .la sua attività patogenetir....a per mixoma infettivo (possibile solo per via intramolti g 1orn1 a temperatura ambiente , r esiste in · testi~ olare: . l?rovoca malattia locale) è seguita n1odo notevole· ai disinfettanti cl1imici viene d a imrt1un1ta umorale ver so .ambedue i viinvece distrutto dal calore an·c h e modest~ (55°). rus. : ,fifatti questi ve1tgono n eutra lizzati dal Salvo. rare ecc~zioni , la malattia del conig lio siero di' sangue di conig lio selvatico inoculato domest1co h a esito mortale; gli altri animali col virus mixomatoso; in tale coniglio altreSIÌ saggiati vi sono r efrattari; anche n ei rari casi non è possibile riprodurre localmente il fibrodi g uarig ior1e d ei conigli, il siero di qu·e sti ani- ma infettivo; però rin1ane sem .p re virul ento per mali e degli altri dotati di immunità naturale qualche giorno il virus mixomatoso e I'affeè privo assolutamente di proprietà profilattiche zion e può essere ulteriormente trasmessa preleo curative rispetto al virus d el. n1ixoma invando il materiale dal testicolo inoculato. fettivo . Si tratterebbe quindi , secondo Shope, di due Le successive ricer ch e di numerosi AA. (le virus diversi imparentati però d.a l punto di vista quali insiero.e con l·e osservazioni di Sanarelli immunologico e forse anch e ge11etico. Ricore quelle re·centi di Shop•e vengono rip·o rtate da dian10 ancora a proposito la r ecen te osservaA. [Béclère nella Press.e M éd,i c.GJLe del 15 luglio zion·e di Berry ·e collaboratori i qua li l1anno 1936) non hanno agg iunto· ch e scarsi dati so- visto ch e il virus mixomatoso apparentemente « u cciso » d.al calore, riacquista la sua p1rimistanziali a lle osser vazioni di Sanarelli : ricortiva virulen za aggiungendovi il virus del fibrod iamo solo com·e è stato visto ch e il viru s del ma infettivo. rrtixom.a infettivo è filtrabile attraver so le canLe caratteristicl1e cc infettive n delle due affedele di Ber kefeld. _ Singolare importa11za spetta i)erò alle ricer- zioni mer1zionale o curan o forse in i)arte il cach e di Shope, :relati,1e al fibron1a in fettivo del r a ttere cc n eoplastico » di es ·e ; 11on così 1)er il terzo n eo1)lasn1a infeLLivo del coniglio, il cosiconiglio e a i rapporti in1munitari esi tenti fra d etto papilloma infetti''O, descritto clallo s t C8SO questo e il mixoma infettivo. Sl1ope nel 1933; il virus filtrabile di tale affeIl fibroma infettivo , ch e è stato o ervato sotto form.a di pi ccoli tun1ori c utanei n el co- zione ch e sarebb-e analoga a quella già i1ota i11 niglio elvatico (cottonitai.f.), pre enta il quadro a ltri anirr1ali e 11ell ' uo1no, risalta per il uo istolog ico del fibroma a cellule fu iformi l·eg- rto1'evole potere lJatoge·n o ; esso consèrva le sue propri'età anch e dopo un anno di permanenza g·e rmente atipico p er ! '·esisten za di ce]lul e roin g licerina; inoc ulalo n el conig lio (unico anitonde attorno ai vasi, la b·a se infiltr,ata di leucocit i e le modifi cazioni d ell·-l cute soprastante rr1ale r ece ttivo) selvati co o domestico esso agiar1alogh·e a quelle del mollusco conta.g·ioso u- sce sulle· cellule d·ell 'e1)idern1ide con consecuti va form.azione di papillon1i ; n ello tesso tempo n1.ano . Esso si trasm·e tte n 1ediante in oculazione il siero dell 'anin1ale inoculato acqui sta pro1)ricsottocutan ea o intratesticolare dei fram.m enti del tumore stesso o del filtrato attraver o can- tà neutra lizzanti ver o il viru e anche le i110d el e di Berkefield d·e lla re lativa sospen sion e cel- culazioni su ccessive danno e ilo 11egativo; i11allulare. ~'el co11iglio domestico tale inuculazione grado ciò, le cellule d el papilloma continuaè S8ioCTUita da sviluppo di tumori ch e r eo-redisco- no a pro1liferare; pesso avviene la trasform::lno dopo 15-3'5 giorni ; n el conig lio selvatico essi zione cancerosa de llo stesso papilloma c11taueo sia lasciato a sè ia inne tata negli orga11i possono persistere anch~ indefinitamente . Non profonqi. , -i sono fenon1eni generali ; e, ciò ch e più imI successivi tudi su quest 'ultirna forn1a neo1)orta, durante e dopo la r egressione de] fibron1a, il coni glio domestico si presenta refratta- pla tica , n ella quale n1ancano Tapi)Orli i 1T1n1urio a u coessive inoculazioni e il siero di esso 11ologici colle due precedenti , ma di cui l 'i11di t.rugge il pr·esunto virus del fibron1a in- fettività è indubbia , h anno nlesso in evidenza alc11ne in terdipe11de11ze fra il virus di essa e lo fettivo . Ma se anche i quadri morbosi ri spettivi dei sviluppo di tumori da irritazione, chimica. :È noto ch e la catramizzazion e d ell 'oreccl1io due « tumori infettivi » differi'scono profondad el coniglio porta allo svi]up110 del tumore ca~ ­ mente uno dall 'altro . la parentela dei due virus cinomatoso (non costanten1ente) solo a condiè dimo trata dall 'in1munità croèiata provocata zione di essere effettuata a lungo, in media un d.a e si·. Così i conigli dome tici guariti dal fibroma infe ttivo presentano una immunità par- anno· la catramizzazione di 2-3 mesi non proziale o com .p leta verso il n1ixoma; l 'inocula- voca 'che al terazioni tran itorie che regredisco1


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SEZIONE PRATICA

no non appena essa viene sospesa. Ora, in una f(Jcente comu11icazione Rous e Kidd (Science, 1836, cit. in Laricet, 20 gi ugno 193'6) hanno notificalo che l 'inoculazione endovenosa del filtrato dr papilloma infettivo, eseguita in conigli caLramizzati da poco, modifica essenzialmente il decorso delle lesioni da irritazione chimica; .già entro pochi giorni si verifica un accresci1r1ento infiltrativo, la biopsia del qua;le dimostra la presenza di cellule cancerigne a11aplastiche (in un caso il carcinoma si è sviluppato ,d opo 22 giorni); l 'ulteriore progresso è rapido; si potrebbe panlare di una « carcinosi' fulminante », finora mai osservata in condizioni speri'm entali. Il &nomeno è tanto ;più si gn1ificativo in quanto i. precedenti tentativi di accelerare lo ~viluppo dei tun1ori da catrame n1ediante altri .agenti carcinogeni hanno dato risultati negativi. D 'a ltra parte anche la trasformazione spontanea del papilloma infettivo in carcinoma richied-e cli solito dei mesi (può essere però ab})reviata da infezioni batteriche intercorrenti , J~ous e Beard). Ecco quindi un altro anello della catena ch e dovrebbe unire i tumori infettivi', tumori da virus a quelli (per alcuni ,a spetti più simili' ai neopJasmi umani) da irritazione chimica. Riéordia1 r1 0 a proposito che già nel 1933 l\1clntosh dimostrava negli u ccelli la possi'b ilità di trasmi8:": ion·e di l umori da catr.amizzazione m e<liantt:' i fìltrati della nlassa neoplastica. Ma Yi sono dei dati immunologici molto suggesti,·i a11che i)er i tumori « non filtrabili » . Recenti esperien z·e di Andrews hanno din1ostr.ato ch e n e I siero di fagiani affetti da tumori chimic i (da dibenzantracene) « non filtrabili » esiste un anticorpo ch e neutralizza il virus del "' arcoma dei polli . Guy e Foulds (cit. dalla riv. La.ncet, 8 ag. 1936) 11anno visto che l 'inoculazio.n e endove1tosa del filtrato dei tumori d,a dib,en za11tracene (filtrato [)rivo di p-roprietà carcinogene) provoca nei co11ig·li la formazione di anticorpi neutralizzanti i virus filtrabili dei tumori aviari. I molteplici fenomeni' da noi sommariamente ricordati servono a dimostrare un 'intima correlazione tra tumori (anche non filtrabili) da i1ritazione chin1ica .e quelli cosidetti infettivi; no11 sappiamo però per ora delucidare la n atura di tale correlazione; non si potrebbe escludere sen z'altro cl1e in alcuni cas1 si tratta sem plicen1 ente di virt1s preesistenti n ell 'organismo e ch r si jnsedia110 con predilezione nel tessuto 1u1norale (Rivers); tale ipotesi sp~egherebbe appunte, i feno11leni irnmunolog·ici da inoculazione di filtrati 11011 c.a11cerig·eni. D 'altra parte anche i tumori a filtrati cancerigeni presentano d€lle fa8i dura o te le quali i filtrati di essi sono inatti t: si Lra ll erehbe allora di variabilità di -stati' fu 11zio11 a]i del relativo virus P Non l11a11ca110 quindi punti interroga tivi i1ell 'affasci11a11te problen1a dell 'azion e dei ,;rus i1ell 'P1iolop:ia d ri i1eoplasmi, problen1a che è 1

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stato discusso a ll'ultin10 co11 0-re .. o di ì\Iicrobiol-0gia con co11siderazione alcu11i dei' dati da noi riferiti. Siamo ancora nella fase di osservazione, della raccolta del materiale , del-. l 'analisi dei singoli dati; la intesi interpretativa dovrà costituire il con1pito clell 'a, ,-enire più o meno prossimo o lonla110 . S. ~IINZ.

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SUNTI E RASSEGNE EMATOLOGIA. Anemia cronica emolitica con emoglobinuria parossistica notturna. (L. HAMBURGER , A. BERNSTEIN , Am. Jou,rn. Med. Se., sett. 1936) . Le sindromi clinich e en1oglol}inuri cl1e sono dagli ..\A. distinte a ·econda clella etiologia in que:lle esogene ed endogene. Fra le prime vc.. ng·ono annoverate quelle i11f.ettive e tos~iche (da v,eleni emolitici); accanto alle .sindromi esogene note da tempo, gli AA. richian1ano 1Jatt·e nzione sulla cosidetta « malattia di Haff » (Haffkr.ankheit) descritta da poco dagli AA. ted~schi; si tratta di una malattia stretta1nente loc~le ch e si riscontra nelle vicinanze di Kon.igsberg; sembra ·c he ne sia Ja causa l 'ingestione indiretta di alcuni acidi resinosi , prodotti di rifiuto di elaborazione della cellulosa; smaltiti nelle acque vicine, v·engono ingeriti dai pesci; or.a, al consumo di questi seguono le m anifestazioni morbo e caratterizzate da dolori muscolari parossistici acco111pagnantisi ad emoglobinuria; all 'autopsia di qua lche caso è stata constatata degenerazione di muscoli striati ·con aspetto a « carne di pesoe ». Un'altra sindrome emoglobi11urica, relal i''am,e n ~e frequ·ente in Italia meridionale , ·è rappresentata dal favi smo , nel quale l 'emoglobin.uria si manifesta insie n1·e a pro·s trazione, febbr,e, anemia e ittero. Accanto al fattore esogeno, rappresentato probabilmente dalle proteine vegetali, vi parteciperebbe un fattore di ipersensibilità di natura all erg ica o anafilat• t1ca. Nel gruppo dell e em oglobinurie di natura endogena, ch e sono anche emoglobinurie parossistiche ' renivano fino a IJOCO tempo fa elencate l 'emoglobinutia da freddo, da marcia (o in genere da fati ca muscolare) e 1~ cosidettn emoglobinuria paralitica. In l utte queste la maggior importanza sp etta al fattore predisponente - terreno individuale; per quel -che riguarda l'emog lobinuria da marcia, sembra che vi debba essere invocato un fattore renale , poichè l 'en1og lobinemia da n1arcia è relativamente frequente, mentre ali ' emoglobinuria si giunge solo in rari casi. L'emoglobinuria para 1i ti ra (r e.Iati va mente frequente nei cavalli) si accompag11a a dnlori 1


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e debolezza dei muscoli, ch e diventano anche atrofici; vi avve11gono esacerb·a zioni e remissioni spontanee; dei quattro casi d·e scritti nella letteratura due sono giunti ali' autop~ia ed in questi analogamente a ciò che è stato osservato n ella « malattia di Haff », l'aspetto dei muscoli era quello da cc carne di pesce )) . Gli AA. fanno notare come, sia nel caso di emoglobinuria da marcia, come in quella paralitica, si tratter ebbe di e1nissione colle urine no11 di ·emoglobina b en &ì prevalentemente di l1n'altra sostan za di origine muscolare; tanto ch e sar ebbe p iù g iusto p·a rlare di « miog·lob·inuria »; il pallore acoentuato d ei muscoli e la mancanza di anemia confermerebber o tale modo di vedere. Menzionate le tre principali forme dj e moglobinuria parossistica endogena , g li AA. si soffern1ano sulla ·quarta for111a di questa, ch e essi propongono di definire quale cc an emia cronica emolitica con em oglobinuria parossistica notturna ». L 'indivi dualizzazione di tale sindro1ne è dovuta in gr.a n i)arte agli AA. italiani ; fra i primi casi descritti va ricordato quell o di Marchiafava e Nazari sotto il nome di « anemia emolitica con emoside rinuria perpetua »; nel 1931 Micheli n e riuniva tredici casi; successivamente n e venivano osservati altri sette casi; ora g li AA. n·e aggiungono altri due di osservazione propria. Passando in rassegna i casi della lette ratura e quelli propri g li AA. traccia110 il quadro clirtico completo della malattia (la qua le seconclo Rosenthal dovrebb·e esse·r ·e classificata quale anemia emolitica tipo · Marchiafava-Micheli). L 'affezione c olpisce p·r evalentemente, ma ).ìon esclusivan1ente, gli uomini di g iovane e i11edia età (15-4 7 a .). Non sembra che sia er·editaria nè famigliare. L 'inizio è subdolo e cara! terizzato di solito da pallore, lieve ittero, dolori a ddominali. Salvo qualche eccezione, ]!emoglobinuria si manifesta solo in sec0ndo te1n.p o , talvolta dopo anni dai primi segni di • a11em1a. La sindrome, manifestatasi una volta è soggetta ad esacerb azioni e ren1issioni spontan ee; gli accessi della malattia sono parossistici, di durata di qualche giorno, talora di qualche settin1ana; durante questi l 'anemia diventa più i11tensa, si accentua il colorito itterico della cute e delle congiuntive, il pazi ente diventa astenico; spesso concomita febbre, dolori addon1inali e lombari. L 'emoglobinuria può essere di varia intensità e durata; g li AA . insistono sul fatto cl1e essa si pr~senta o per lo meno è molto i)iù notevole nelle ore notturne (jndipend·e ntemente dalla quantità e dalle ore di ingestione di liquidi); lo stesso rilievo è stato fatto ancl1e da altri AA. (Enneking , llitzenberger). A carico degli organi interni si nota talvolta aumento del volume splenico ed epatico, del resto non costante nello stesso poziente. Gli csan1i di laboratori o n1ettono in evi den1

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za a11zitulto l 'ane111ia , talora . 11icca rj s~i1 11a (fino a 1 milion e di emazie, con 15 % di ei1110globina). Il volume dei globuli rossi è di solito normale e corrisponde al diametro, quincli iton vi sono gli eritrociti cc a palla » cara tt eristici per l 'ittero emolitico. La reticolocito::-i si riscontra quasi sempre e si a ccentua 11elle crisi emolitiche; durante queste vi può essere anche neutropenia con linfocitosi r elati,·a. Le piastrine sono diminuite di poco. L ·e1110globinen1ia è costante; la bilirubi11emia aumentata ne1le crisi. La presenza d·ell 'en1oglobina nelle uri11e è evidente alla semplice ispezione, specie nelle urin·e della notte; esiste contem,p oranean1ente a lbuminuria ed urobilinuria. La considerevole quantità di emosiderina nel sedimento urinarie è stata segnalata g ià da Marchiaf.ava ; accanto ad essa vi si notano elementi cellul ari. cilindri e detriti an1orfi colorati. in g iallo -11rt1ILnstro da pigmento contenente ferro. P·er quel ch e riguarda la diagnosi differe11zi a.le, questa an zitutto si impone per l 'ittero emolitico congenito od acquisito, ed è ta11to più importante inquanto che la splen ectorr1ia è inutile, se non dannosa (4 morti su 8 splenectomizzati) nell 'emoglobinuria parossistica rtotturna. Quali criteri differenziali servirà a11zitutto I '·emoglobinuria stessa (eccezionale 11ell 'ittero emo1itico) , la r esistenza normale dell e en1azie, l 'assen za di precedenti famigliari. iI ILormale volume della milza, la manca11 za cli e111azie sfericJ1e. La distinzion e colle a ltre emoglobi·nurie sarà facilitata dalla ricerca d·ell a causa occasionale, quasi sempre evidente i11 queste ultime. L 'eziopatogenesi d·ell 'anemia en1olitica con emoglobinuria parossistica notturna non app<1re per ora b ene stabilita. V'è chi invoca lina ir1f.ezione sinu sale cronica (Schally) le tossi11e d ella quale agendo sul midollo osseo vi farebbero produrre d elle en1azie « minorate ». In qu.a lche caso sono s.tate osservate nel siero auto ed isoe1nolisine, fenomeno del r·esto non costante. Anche l 'origine dell 'emoglobinuria rtotturna appare poco chi.ara. Sch ally, avendo osservato la mancanza di catalasi n elle urin e contenenti em .oglobina, vede la cau sa nella defici,enza o nell'inattivazione d ella catalasi ematica, 'la quale normalmente esercita una fu11zione protettiva ver so g li eritrociti. Alcuni cr edono ch e l'emoglobinuria notturna dipenda dalla as~enza di alcuni raggi dello spettro : I~itzenberger avrebbe ottenq.to qualche vantaggio sottoponendo i pazienti ad irradiazione continua con la lampada a quarzo. Sa1e11 avrebbe osservato la scompar sa del rit1110 nottt1rno in seguito ad iniezione di vaccino o di latte; però mancano a ltri dati atti a dimostrare u na componente anafilattica della n1alattia o una speciale ipersensibilità nei pazienti da essa affetti. Neppure Jo studio anatomo-patologico (7 casi) è stato capace di illu strare l 'essenza p~t o1


201.5

SEZIONE PRATICA

ge11etica della malattia: la milza se anche i11grossata non presenta la polpa ricca di g l. rossi, .come avviene nell'ittero emolitico; non v'è emosi'derosi n~ del fegato, nè d·e lla n1ilza; la bile è alquanto più densa, però la calcolosi è rara. Nell 'epitelio tubulare dei r eni si riscontra pigmento giallo hrun~stro contenente f erro. Il nlidolJo osseo è iperplastico. La inalattia non comporta prog11osi infausta, ·poichè è con1pat1bil e con vita ancl1e lunga; in un caso, a distanza di quattro anni d.a Jla 111orte, gli attacchi 1e moglobinurici sono cessati definitivamente. La J11orte avviene di solito per malattie i11tercorre11ti; solo in un caso essa fu dovuta a trombu~i n1esenterica (da ricordare la frt~ql1€>•1za delle trombo~i nre lle sindron1i anemizzanti). È degno di nota con1e in una discreta perce11tual e dei casi la rnorte fu provocata direttamente o indirettamente dall'atto operatorio (sple11ecton1ìa, colecistectomia, nefrotomia) con seg·uente ad un errore di · diagnosi. Di quà 1'importanza della precisa conoscenza d el qua dro nosologico dell'anemia emolitica croni ca con emoglobinuria parossi stica, malattia r ar a, ma ch e si11 d'ora può dirsi ben definita n ei suoi .a spetti clini ci. 1

S.

MINZ.

Il sistema linfatico dal punto di vista clinico-ematologico. (\,T. Gr,ooR-MEYER. Schiveiz. 111ed. Wo cl1 e1is. , 9 agosto 1936). Lo s ludio del sis ten1a sang·uig·110 si basa essenzialmente sulla precisa citologia della cellula san g uigna. el quadro san g uigno , si rifletto110 le inodificazioni di questo tessuto, per cui esso può informarci sulla citologia normale del sa11gue e sulle sue oscillazioni fisiologiche, non chè sull'analisi del meccanismo che regola la composizion e del sangue. Parlando del sisten1a linfatico, e 'interessa110 soprattutto i linfociti, che form.a no il 15-30 % del numero totale dei leucociti (circa 700-3'000 per n1m c. di sangu·e). Hanno un diametro analogo a quello deJ] e emazie (salvo i grossi linfocili), con un nu cleo fortemente basofilo a struttura grossolana , generalmente rotondo, talora un po' inciso. Quando il nucleo è. gio, . vane, la struttura e n1eno compatta e, nei giovanissimi, vi si possono riconoscere dei nucleoli; in tal caso , si ha grande somiglianza con i g iovani elementi mieloidi. Il protoplasnìa è le.ggerm ente basofilo, agranu] ato e forma un piccolo orlo attorno al nucleo; qualche volta , vi si vedono alcuni granuli rossi, più spesso n ei grossi linfociti. La basofili a de l protoplasma è molto variabile, maggiore n elJ e forn1e giovani e più lieve n elle mature. In co1idizioni patologiche , si hanno varie jorn1e abn.ormi, in parte, irritative: grosse cellule con protoplasma basofilo e nucleo a strut-

tura lassa, non rotondo, ma fraslagli a Lo e p ersino lobato. Nelle cellule più g iovani , i lirifoblasti, si trovano dei nucleoli nel nucleo; sono molto simili ai ·mielobl a ti da cui si differenziano difficilmente. È da considerarsi patologico anch e il linjooiJfJa nudo, in cui il nu cleo riempie tutta la cellula; queste cellule giovani si trova n o nella leucemia linfatica. L e cellule plasmatiche (Plasmazellen) hanno un nucleo piccolo eccentrico , a raggi di ruota ed un protoplasma grossolano, fortemen-· te basofilo e talora vacuolizzat9; non è sicuro che la loro origine sia sempre linfatica. Una forma irritativa linfati ca è invece la cell'u[a linfatica linjoblastica, simile per il nucleo ai linfoblasti e, p er il proto1)Jas1na alla Plasma-

zelie. Nelle forme di passagg io è soprattutto i1nport~nte il rapporto fra il nucleo ed il protoplasn•a , n el senso di prevalenza dell 'uno o del} 'alt ro. Gli autori americani d ann o g ra nde importanza aJla numerazione dell e singole· specie di linfociti; il rapporto tra forme giovani , mature e vecchie è normalmente com e : 4 :4-8.:48. l Jno spostamento verso sinistra indica la comparsa di form e giovani . ' JL

MEC C1\NISMO

REGOLATORE

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DELL EMOPOJESI .

Non può su ssislere dubb·io stil dualismo funzionale fra sistema mieloide e linfatico ; per quanto vi siano anche unicisti e trialisti, si amr11ette concordeme11te cl1e, nell 'apparato di difesa leucocitario, u11 an Lagonisn10 fin em·en te regolato fra sistema 1nieloide e linfatico don1ina la dinamica d el] 'attività d ei leucociti. La tendenza m ietoide, con leucocitosi relativa e spostamento verso sinistra , p er lo più con caduta dell 'eosino fili.a, decorr e con gli stati irritativi d el simpatico (aun1 ento di calcio ed .acidosi, elevan1ento d el ricambio basale e della glicemia). Lcn teridenza lin fatica, invece , con linfocitosi r elativa ed aumento degli eo in·ofili, decoPr.è co11 s laLi irrita tivi clel parasir11patico (aumento di pota sio, alcalosi, abbassamento del ricambio b asale e della g licemia). Entrambe le tenden ze son o accoppiate e bilan ciate per mezzo di processi compensatori. Così, n elle malattie infettive a c ute dalla posizion e I, con irritazione del simpatico e tendenza mieloide, si passa n ella convalescerua, alla posi~ione II , con tendenza linfatica. Si tratta , però, di funzioni complesse, in cui a{liscono vari fattori , p er cui non si deve concludere, da un d eterminato quadro san guigno ch e si abbia a che fare con una data reazione vegetativa. I rapporti sono molto complicati e s'intrecciano vicendevolmente; cosi , nella tendenza linfatica del Basedo,,·, non influiscono soltanto d ei momenti endocrini o lo stato della reazione linfatica , ma anche dei n1on1enti tossici.


20 I (i

<< IL POL ICLIXC CO n

LE

LEUCE~1IE LINF.\ TI CHE.

Base de ll a mala! Lia è la proliferazione illi111il t\ta. iper1)la tica delle rispe ttive cellule (n1ieloidi o linfatich e), siccl1è ne vengo110 versate 11el lorrente sang uig110 in g rande quantità le forme giovani. Nelle forme aleu cem ich e, però, pur con la proliferazione, non si ha il passa~g·io delle form e g iov.ani n ella corrente san guigna . Nella fo r1na linfatica cronica, si h a iperpla·ia ed aun1ento del tessuto linfatico; si gonfia110 i i1odi linfatici, quasi sempre si ha splenon1egalia e la proliferazione d el tessuto linfa tico n e] n1idollo osseo. Si inizia subdolamente, se11za febbre, nè dolori , con ingrossamento de ll e g·hia11dole; talvolta , le escr escenze gengivali portano il malato dal d entista , ma le cure local i no11 hanno effetto. T ende nza alle emor• • rag ie, i11a scarsa anemia. La diag11osi si basa sul quadro sanguigno. !Forte at1n1ento dei linfociti (che n elle forme a let1cen1i cl1e appare soltanto relativo); quelli a piccolo i1ucleo formano il 95-99 %; si hanno forn1e atipich e (linfociti giganti e nuclei polim or fi). In1portante è la presenza dei linfociti nudi, il cui nucleo occupa la cellula , assenza di Plasmazellen . La leucemia acuta linfatica non si osserva neg li a dulti e d i casi riportati vanno forse ascritti alla forma mieloide acuta. L 'essenza e Ja patogenesi d elle leu cemie sono ancora sub judice. Nella forma aleucemica della linfoadenosi , manca il caratteristico quadro sanguigno; però la Iinfocitosi relativa e la presenza di linfoc iti nudi indica ch e si tratta di leu cemia , sospetto ch e verrà confermato con l'esame d el midollo osseo. I.Fra Je reazioni linfatiche, è an zitutto da n1 enzionarc la FEBBRE GHIAN DOt.ARE.

Caratterizzata dal decorso infettivo , con tem-peratura, ingorgo gen eralizzato delle ghiandol e linfatiche e quadro san g uigno caratteristico. Se 11e disting t1ono vari tipi : anginoso (pseudon1embrane), far i11geo (raffreddore secco, ingorgo delle ghiandole retroauricolari ed occipitali), toracico (bronchiti, tosse , dolori retrosternali), addon1i11ale (malattia intestinale acuta . coliche, talora ittero). La malattia si i11izia con cefalea , dolori agli arti , febbre poco caratte ristica a 39° e più; pltò durare a lungo con oscillazioni. L 'ingorgo g l1iandolare si ha dapprima nella regione del!' infezione prin1aria, per lo più quelle del collo a sinistra. I nodi , più o meno grossi, sono talvolta duri , tal'altra elastici . Particolare in1portanza ha la forma anginosa, per il carattere difteroide, con flora svariata. spesso co11 a sociazione fuso-spirillare.

r.\~::"O

XIJJI , ~u~r. 45]

Poco o punLo 111utato il quadro anguigno r osso. Il numero Lolale dei leucociti va da 10 111ila a 25.000, i11 qualche caso a 50.000. L'aun1 ento è dovuto essen zialmente agli ele1ne11ti linfocitari , che mostrano una serie di form e irritati ve e specialm,ente atipiche, in1mature. Nucleo molto ingrossato, con tendenza a lobarsi·· protoplasma che for111a un grosso orlo, fort en1ente basofil o. Si trovano anche linfoblasti e cellule pl a i11atich e. La differenziazione d alla leucemia linfatica si fa per il rapporto del protoplasma al nucleo, la basofilia del protoplasma, il polimorfisn10 delle cellule, mentre n ella leu cemia linfatica si hanno i linfociti nud i. La febbre ghiandolare è una n1alattia infettiva, a virus ignoto linfotropo, contagiosa, con periodo d 'incubazione di 5-8 giorni. La prog n osi ge11eralm ente buona. REAZION E LINF.·\TJ C '\ AD ALTRE NOXE ! ,I FOTROPE.

Sono anzitutto da ·menzionarsi la rosolia e la pertosse, ch e decorrono con reazione linfatica (linfocitosi con nlolte cellule plasmatiche 11ella prima e con poche nella seconda). Un gruppo speciale di n1alattie con comI:>iartecipazione dell 'apparato linfatico è dato dalle forme g ranulomatose di infezioni (tifoide, Bang, tuber colosi , lue .. , linfogranulo1natosi) . La reazione linfocitaria dipende dal tipo della noxa; la tifoide ed il Bang portano semJ>re a linfocitosi , mentre più raramente la tubercolosi e la lues: quest 'ulti1na tende alla monocitosi , la tubercolosi generalizzata alla linfopenia. Il quadro ematico della linfogranulomatosi non è caratteristico: n et1trofilia e , negli stadt avanzati, leucopenia , con tendenza alla linfopenia. Se dalle ricer ch e clinich e, si vuol risalire alla conoscenza della funzione del sistema linfatico, si deve riconoscere ch e l'ufficio del linfo cita non ris ulta b en chiaro. Esso 11on fagocita, non contiene fermenti specifici, seppure si ammette da taluno ch e esso abbia un 'azione specifica contro la tossina. In complesso, però, l 'apparato linfatico va considerato come un apparato di difesa, se anche noi non conosciamo delle particolarità di questo suo Ia·y oro. Dal punto clinico , è mollo sig11ificativo il fatto che una forte reazione linfatica nel corso di un 'infezione ha buon sìgnificato pronostico. econdo Schilli11g , si devono distinguere 3 fa i nell 'infezione; I.a lotta leucocitaria, la fase di uperamento n1onocitario e la fase di guarigione linfocitaria. Dalle più recenti ricer che i vari stimoli agirebber o in modo diverso sul i ten1a leucocitario : le parti zuccherine dei batteri aumenterebbero i granulociti, quelle lipoidi i monociti e le albumine i linfociti. Ora, se anclte le f<isi di Schilling non sono in tutto e per tt1tto accettabili , si deve rie o-


[ANKO :\LIII, NUJ\J. 45ì

SEZIONE PRATICA

noscere ch e la fas e linfocitaria è una fase di . . ' . guar1g1one; e ·sa e, pronost1can1ente, favorevole ed, ematologicamente, l 'espressione di una affezione superata. · Accanto a questa linfocitosi reattiva postinfettiva, vi è la reazione linfatica vera e prop ria, condizion a ta da una nox.a linfotropa , ch e non. determina sempre una p r oliferazione; se funziona l'apparato di difes.a, la prognosi è buona. In contrapposto , troviamo la leu oemia linfatica, in cui il sistema è fo11damentalmente d eviato; i linfociti patologici sono lesi ed incapaci di funzionare; il di sturbo è irreparabile e la progno i è infausta. Nella con cezion e ematologica di questi tipi di reazione è fondato il valore pecia le per la diagnosi, prognosi e te ra pia. fi Z.

MISCELLANEA. I tattoi·i psicologici nell'asma. (R. D. G ILLESPIE. Brilisli i\1 eclical Journal 27 . ' giugno 1936). I fatLori psicologi ci non posso110 p er sè soli essere cau sa suffici ente ed esclu s i' a dell 'asma , ma non è dubbio che questa , n ei suoi attacchi caratteristici , costituisce u11 part icolare modo di r eazione di certi individui a stimoli molteplici ch e possono essere di 11atura fisica o psichi-c a. 111 un gra 11 nu111ero di casi l 'asma si verifica in indivi dui con disordini psiconeurotici o in i11dividui. ch e hanno n egili a cend enti o nei collaterali individui sofferenti di disordini ste si: as111a e costituzio11e psiconeurotica sor10 s trettamente associate. D 'a)tra parte la funzione r espiratoria risente fortemen te l,e i11fluenze en1otive . È n oto co111e il dolor,e e la p,a ura sospenda 110 il re.. piro , come la trist ez\Za faccia sospirar e, come la gioia 1'acoeleri e lo renda p iù profondo , com e l 'angoscia lo stroz~i. Numero·s i studi sperin1,entali hanno obi ettivato le s trette r elazioni tra sti1noli emotivi o stati sentim entali e la funzione r espiratoria. Va infine ri cordato ch e l 'asma come i fatti en1otivi sono l'espr essione di u110 squilibrio vagosimpatico. I fattori psicologici sotto f or111a di stimoli e111otivi o di idee non solo posso110 produrre un a ttacco di asma, ma agendo ripetutamente l)OSsono produrre uno stato di tensione ch e presto o lardi può esplodere sotto forma di parossis1no asmatico. È stato osservat o cl1e i11 un individuo l 'accesso d 'a sma può esser e p,r ovocato non solo dal! 'iniezione del vaccino sp ecifico, ma an ch e da ll 'iniezione di un liquido indifferente: al fattore fi sico si sos titui sce l'idea. I comple si sintomatici psiconcuroti ci cl1e possono estrinsecar si sotto forn1a di asma sono: 1. Conflitti n1entali o stati depres i''i : in tali ca i la scelta del sintoma cc a ... ma » dir1en1

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2019

de dalla costituzione o da falli occa io1)a]i conle la paura di affezioni i)uln1o nari o l 'altera zione del r espiro determinata dallo '"' lato affettivo e dalle em.ozioni. 2) Espressione simbolica de1la i1atura clel conflitto: il senso di soffocazio11e è un sintoma l)Siconeurotico e r appre e1lta il ri cordo di un incidente dell 'infanzia, di u11 111a11cato .:ol'focamento. 3. Espressione teleologica di sfu ggir e a qt1alch e cosa contrasLa11Le con la per, on alità o di raggiungere qualch e altra fa·vor,evole. 4.. Es.pressione di riflesso condizio11a] e i1el quale lo stimolo condizionato è cl1i ara111ent e di natura p sicl1i ca o pur essendo di natura fisica dipende effettivar11ente da associazioni l)f'ichich e. A parte il peculiare caratter e i111bolico che l) UÒ avere in ciascun caso , la celta clell ' a~n1a com e modo di P.spression e dello . . t ato 11te11tale clipende : 1) dalla cos tituzion e; 2) dall 'accjdenLc determinante; 3) dalla preesi t ente paura di rn.alattie pulmonari; 4) dall a e ffetti và e ~ is t en­ za di affezioni pu1lm on ari , ch e ]1.a due effetti psicologici (richiam are I ' attenzio11 e ull 'org·an o leso O' producendo un ·e11so d 'jn.feriorità organica n el sen so di Adler); 5) da]l 'id ea di maf1:can i ,a di r espi,ro . co111e c1uando un sog·g·et to s1 trova sotto l azion e di un.a forte en1ozion c p er trovarsi in t1n ambiente chiu o o in un' atrr1osfera viziata; 6) dal] 'imitazione cli un a t~acc o asmatico di cui i1l paziente è stato testimone. La casistica dell 'A. di111ostra clte i ·a ·n1a: 1) si s tabilisce in una per onalità psico1let1rotica come espressione d ell 'acc umt1lo di stati ansiosi ; · 2) è scatenat o da sti1noli p ichici ch e sono equipollenti con qu·elli fi sici ; 3) co. ti tuisce una reazio11e condizion ata a sti111o]i con associazioni psicologich e; . J-) sosLituisce . . inton1i ansiosi; 5) sostituisce fasi di eccitan1e11to o. di dep·ressio11e. n,ella .Psico i 111aniaco-d epress1va o d ella sch1zofren1.a ; 6) è l 'e pre ione di un conflitto m entale, a d e empio un r ontlitto tra impulsi incoscienti e la coscie11za; 7) co~ ti­ tuisce una protesta contro una condizione s favorevole; 8) è inezzo p er a ttrarsi a d una situazione pericolosa; 9) n1ig1iora o guari ~ce con la suggestione in istato di veglia o dura11te l 'ipnosi. L'asma è una delle poc.h c con dizioni 11eJJe quali il fattore p sicologico può deler111i11ar c alterazioni organich e ed ancl1e condurre alla 111orte. Si deve al riguardo ricordare J'an ores~ ia isterica cl1e IJUÒ riu c ire letale per lo .. tnto cl 'inanizion e ch e provoca . GJi acce .. i as111a tici a furia di ripeter si provocan o uno , talo e11fi. e1natoso ed altre alter azioni pulmon arj i1011 r l1è del sistema cardio, 1asale. Senza dire r l1 c, 11er c.1u.anto raro, si può avere Jo ta to a ~ n1ati co che t ermina con la n1 orte. Per eliminare qutJ te J)O i bili Là r l1e 110~. on o co11durre a lla i11,·alidit à 1)it1 o 111f' 110 g r HVB e a11che all 'esito letale r o ll\ iene influire te-


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C<

IL POLICLINICO

ra1>eutica111 e11te sulla condizione fin dal pri1110 i11omcnto. Purtroppo la diagnosi s tessa di asma h a effe lli psico.logici dannosi e per suggestione può confer111are l 'abitudine al ripetersi deg·li acce i. Qu,e La sug·gestione è inevitabilmente rafforzala dall ' uso di 1netodi di cura , spe.sso com])les i qua nto ineffi caci. È per questa consider <,zio ne ·c l1e app ena posta la diagnosi bisogna i)c.:n ·are a i fattori p s icologici e cer care d 'indivj duarli. La su g·g·e tion c è la psicoterapia più effi ca ce. "f: ovvio ch·e il su o su ccesso dipende innanzitu tto clall 'abilità del medico e sopratutto dalla fiduc ia cl1e J1 a aputo inspirare ne l paziente. IJ n1edico n clJ a pratica della su ggestione d eve afJ Cl' trarre }"'l'Ofitto dall e indagini intese a pr eC Ì ~are la e' e11Luale causa org·anica del n1ale e cl él i rin1edi comunen1,ente adoperati lJer comlìe:1Llerlo. R o1r1er i11 un ca o di a n1a cl1e dura a da scù.ic i a nni , o ttenne con la psicoterapia i1on olo la cessazion e degli accessi ma anche il 111iglio ra m·ento clell 'enfisema- e la rid11zione d t;ll 'eosinofilia. In un altro caso , curato con l.u tti i m ezzi (ioduri, asmolisina , afenil , morfi11a. operazioni na .a li, radioterapia ecc.) ott c1111e . dOJ.)O u11a settimana la cessazione d,eg.Ji

[ANNO XLIII, l'\uì\r. 45]

e~trinsecava

con uno stato ansioso e di appren, s1one per la salute del ragazzo. O.ltre a ciò i piccoli pazienti avevano particolari tratti del ten1peramento e clel carattere : intelligenza svi1uppata, stato a11sioso , 111ancanza di fidu cia in sè stesso , agg·r essività, egocentrisn10. È probabile ch e come per l'asma i fattori psicologici abb·i ano una parte importante anch e in altre condizioni, come l'eczen1a, il prurigo , l'epilessia, l 'en1icrania e le neurosi viscerali. DR.

Contributo alla patogenesi della m. di Gaucher e della malattia di NiemannPick.

(CASPAR TROPP. Klin. Woch. , 18 aprile 193'(>). L 'A. riass ume le più r ecenti ricerche - di cui alcune p er son ali - sul metaboli s1110 dei lipoidi, in rapporto con 'la IJatogenesi delle due lipoidosi (m. di Gaucher e di N. -Pick). Seconrlo l '_i.\. sono fon•dan1enta]i le ri cerch e che pong·ono i ceran1iùi al centro del gruppo dei li1)oidi. Dai ceran1idi p er eterifi cazione con g·alattosio originaJ10 i cerebro "' icli; 11er est erifi cazione con l 'acido colin foi: : forico la s fin gom.ieJina. Tra i cerami di sarebbe i 1 più i11ter essan te la lignocerilsfin gosi r1a , isoìata dalla milza e dai polmoaccessi. ni di vitello. Es a avrebbe tretti rapporti con l 'attività funzional e del reti coloendotelio. P er I\'100 in sedici casi trattati con la ps icotequa nto ri g·t1arda le 111a]atti e d i Gauch er e r DJ)Ìa otlenne la scomparsa dell 'asma, la scomN.-Pic k è cl1iaro c li c per la loro cono cer1za è 1)ar a d ei egni bron chitici , il miglioramento cl ell 'enfi ema, la riduzione dell 'eosinofllia, la indispe n-5abile a11zitull o l'an aJi i quali e qua11titativa del contenuto in lipoidi di tt1tti i si11corn i)ar sa i1ello sputo dei cri talli di Charcotgoli or.g·ani. Orbene ciò non è ancor s tato fatLeydcn e delle spirali di Curschmann. Alila fi11 e d e lla c ura i ogg·etti furo110 tutti sottopo- to , i dati sicuri sono molto incon1pleti. Nel Li a ll 'azione della sostanza ritenuta allergi ca morbo di Gaucl1 er il cor1ten uto in cerosina sc·J1 za cl1e si ripete sero g.Ii attacchi. della milza è m olt-0 aumentato (del 300-10 %). 1'a])cr ol tenne con la psicoterapia una per- Il m. di G. a t11ne ù.t1e aspetti diver si n el lattante e nell '.adulto: 11el primo è acuto, con c·ent uale cli s uc·ces i pari a quella ch e egli otepato~plenom egali a e aravi si11lomi n eurolog it e11 e\'a precedentem ente con la cura aller g ica. Willko,ver e P eto'v con s tataro110 ch e le r ea- · ci (decadime11 to psichico, se,g 11 i pseudobulbari , disturbi vegetativi e paramidali , alterata mozion i cutan ee allergiche rin1a n eva110 inalterate bilità oculare, a lrofia corticale) . Nell 'adulto è n ei 1>azienti g uariti con J.a psicotera11ia. Ne l r e1Jarto di i11edicina p sicologi ca <li Guy i11vece tipicam e11te cronico, e clà e1)atospJ eILomegalia, tum e fazion e clelle g hi a ndol e linfafuro no curati ve11titrè rag·azz i offe renti di tich e, lesioni ossee ed em ocr on1ato.., i. ma non Ds111a o del c omple so eczen1a-a ' Dì<l -J)rurigo, i c1t 1a li 11011 -avevan o acce si fin o a che rin1ane- chiari segni n ervosi. Ora il carattere es en ziaJe de l n1. dj Gaucl1er è lin accumulo di cerasin a va110 lo11tani da ca~ n1a ne era110 colpiti sunelle sedi di cl epo il o. Norn1almente l a cerabito <.10 1)0 cl1e 'i ritorna vano. A eguito d el si11a cos trui la .a11a ])eriferia vien e poi trasportra tta1rte11to, cl1e durò da poch e ... ettiman e ad 1 tata al ·cervello. Ora oltre all 'accumu 0 del liun a n.no, dieci di -e ssi g uariro110 completan1enp oide vi è prob·a biln1ente a11ch e un aumento t e, quattro migliorarono molto , quattro midella ua procluzione. Si pu ò così comprendere g·lior arono alquanto e cinque n on ebbero alil p er chè dei due quadri del G . .. 01Jra ricordati . c u11 vantaggio·. Il trattamento con sisteva n e] Il cervello postembrion.alc nel 1° e 2° anno di ! ' educare il c ontegno dei genitori verso i ravita non può con1piere la su a cvoll1zion e se g·azz i ed il contegno d ei rag azzi s tessi. In dirrLancano i lipoidi 1)oicl1è alt rove fi sati ed im .c i a~~c Lte casi fu notato un eccesso di premura cla J1arte dei genito ri verso i figli , d eter111inat o n1agazzinati , clo n (le i g ravi dist urbi , nervosi _e ·da tlt1e op1>0 ... te ragioni: o dal fatto ch e s i trat- l 'atrofia corl i cale ell e 1nan ca110 n ell adulto, t1 r ui cervello, g ià for11 ilo di lipoidi , sopporta n1et a' a di fi glio unico o di un figlio i11aschio ch e crlio la le ion e n1etall0li ra periferi ca che trat~i (' I';\ n1olto atteso, oppure ch e ~ i tratta, a di fien e i li p oi cli nell a . ede d eJJ a loro intesi. 1111 li gli o non d esiderato, il cl1e d et ern1inava Per t[lla nto ri ~u arda il n1. di \'i en1ann-Pick lll1 1·o nflitt o con la coscienza mn ter11a cl1e si 1

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~.A.N:\"O

XLIII, Nu"\c. 45:

SEZIONE PRATICA

1' ..I\. ri corda come lo si consideri in rapporto acl a lteral o 111etabolismo dei fosfatidi. Recenti ricerche rnettono in evidenza accanto alla lecitiJJ a anch e un fosfatide alcoolsolubile, etereinsolubile . l\l enl r itiene che il fosfatide sopratutto prese·11te nel N . -P. sia la sfingomrelina, ch e a11cl1e l 'A. ha trovato nel fegato e la milza .di un caso da lui studiato. Le ricercl1e di Kl enk sono molto interess&J)ti . percl1è gettano ponti di ana1og·ie tra il m. di N .-P. e il gruppo delle idiozi·e amaurotiche tip·o Tay-Sachs. Per comprendere la patogen c~ i dei ingo li sintomi bisogna a llarg.a re il canlL)O clelle nostr·e conoscenze s11l]e lJiroprìetà fi ~iolo g·icl1e della sfingomi·elina : di· questa sono 11ote l'azione stimolatrice sul sist. nervoso e il ruolo im 1·ortante J1el ricambio intermedio dei g ra ~ ~ i. t a 11ch e degna di nota l 'importan.za esse11ziale <lei fosfatidi , quali sostanze idroftle , per la l)C rn1eabilità d·e lle m entbr::in e cellulari. L ·_i\. non crede di andare troppo lontano considerando i fosfatidi come il vero ed essen.ziale n1Pdiatore degli scambi nutritivi cellulari. Nelle n1alattie di G. e N .-P. il distur11-o del metabolismo è prima di tutto cellulare. \.'è lln 'i perfunzio11e dei fermenti lipoido-assimi1atori, donde a ccumulo nelle cellule di molto n1ateriale in più cli quello ch e può e servi b ruciato. M. C.oPPO. 1

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DIVAGAZIONI

'""ita latente, letargia e letargo invernale. L )i11teressante argomento è stato trattato in u11a conferenza tenuta alla Società di Biologia (li. ' ;ienna, dal prof. O. Polimanti, che di esso s i è lungame11te occupato con ricer ch e origi11al i. Di'amo un breve riassunto della conferenza, ch e è stata pub·b licata n·ella "W'i ener kfin. TVoohens., d cl 24 lttg·lio 1936. L·a con1plessità ed i vari as1)etti de] feno111e n o si rilevano sopr attutto studiandolo n el] ' in"Sie1r1e del n1011do biologico . Vediamo cosi ch e tra i ,·egetali abbia1110 Ja vita latente d ei sen1i, la qua le si può parag onare a c1uella dei rotiferi ~11 e rimangono a lu.n.g·o inerti in st ato di diss~:ccamento e cl1e, esposti all ' umidità , ripren clon o i· loro vivaci movimenti. E que to il cosi eletto stato di anabiosii , in cui vi ono J_Jrobabil111-ente de lle modificazioni chimico-fi siche sicch è ] 'essere si trova, secondo un pittoresco paTago11c dell 'A., in una co11dizione . . imjle a c1ueJla d ello stato critico di una soluzion e. Pure ad un tipo di vita late11te appartengono i fen on1,eni che vanno sotto il non1e <li letargia e di letargo i11vernale, che si manifestano sia i1egli anin1a]i poichilotermi sia in alct1ni cli quelli omeoter1n i. Condizioni ben differ enti si determinano n egli uni e neg.li al~.ri .. Negli ~ni~ali' a teml?eral ura variabile ( po1ch1loterm t) d1 fatto , essi sono determinati essen zialn1ente dai due fattori clella ten1peratt1ra e dell 't1rnidità. 'F en on·1eni di 1

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letarg·ia si osservano in cr ostacei di mare o di acqua dolce che per sfuggire sia ad un eo.cessivo raffreddamento (letarg·o inverr1ale) sia al disseccamento (letargo estivo) si appiattano ri manendo immobili, i)er riprendere poi movirr1ento e vita .quando si trovino in condizioni favorevo1i . Trattasi di un fe non1eno a caratter e periodico essenzialmente determinato dalla tem .p er<.l.tura la quale, in altri animali (u ccelli) che a causa d ella loro organizzazione (ricambio intensivo , mancanza di orgarli s1)eciali) non possono c adere in let qrgo , d eterrr1i na invece il fenomeno periodico del1 e 1nig razioni prim.a verili ccl i11,·ernali. 80110 noti i fatti di lelargia dei rettili che, 11ei nostri clirni si n1anifestano d 'inverno, per fuggire al raffreddan1 ento ed ai tropici, in,·ece, d 'estate p er sfugg ire ad un eccessivo calore . Anche . le rane, da noi , rir11angono affondate nel fango delle paludi dur~nte l'inverno, per evitare il freddo , m entre ai tropici si r1ascondono durante la si ag·ione secca, per rico1np~•rire a nuova vita al! ' ini zio del p eriodo d eJJe piogge . La letargia costitui ~ ce così u11 m ezzo di difesa contro condizioni estern·e sfavor·evoli e 11on .è affatto simil e al so1)no , come si è voluto Sl)Sten er e da qualcuno. Il onno non esiste n ei bnssi g·radi della ·cala zooJogica e 10 si trova soltanto negli uccelli e ne i r11.an1miferi , nientre la letargia è cara li eri "ti ca deo-Ji animali inferiori. In alcuni mammiferi , p erò , si ha pure u11 letargo i->eriodico, con1e ritor110 atavico di profonde modific azioni subite dagli organismi per adattarsi a l 1)e riodo g lac iale, dopo quello 11otevolmente caldo del l)liocen e. Fra qu·e sti mam:a1iferi letargici , vanno annoverate le marm·o tte, come pure ]a nitela. il moscardino, i pipìstrelli, che tutti pQsseggono le caratteristich e ghiandole del Jetargo ir1\ ernale, che non esistono invece in altri a1tim.ali , come l 'orso · bruno, il riocio, il tasso , che non vanno soggetti ad un vero letargo, ma solta11to a periodi di immobilità. Anch e n€i mam1niferi Jetargici , il sonno non va confuso con j] letarO'o , tratla11dosi di due feno1neni ciclici differenti , cl1 e possono paragonarsi rispettiYan1ente al periodo giornaliero ecl a quello annua]e delle l)iante. Caratteristica . per i mammiferi le targici è Ja note,·ole riserva di g rasso, accumulata durante i l periodo di vegli.a i n cui essi mangiano molto e dorn1ono poco. Per quanto rig·uarda le cause e le condizio11i di questo letargo, si deve anzitutto ri'l evare che la ten1peratura non ne costituisce la causa e cosi nepJ_)ure la scar sezza del nutrimento . Condizione n ecessaria è la tranqui11ità della tana, ch e però può trovarsi in località differenti seco11do gli animali ; in alta n1ontagna per le i11 aru1otte~ n ei boschi per i ghiri, a pochi m e tri s ul mare per lo spermofilo ; trattasi però sempre di a nin1ali ch e vivono in località silen1

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« IL POLICLINICO »

ziose e che, vivendo associati, ha11no tendenza alJ 'immobilità, alla conce11t.razione, ali 'ipnosi e, quindi , alla le targ ia. Caratteristich e di questi ani111ali son o a11zitutto llna piccata ritmicità delle loro funzioni viLali e la presenza di molto C02 n el sang ue, ch e dà la te11d enza alla so1111olenza ed ali 'ipoter1nia, specialmente se si ab·b assa la temperatur a ester11.a . Il pH del sangue vie11e poi modificandosi durante lo stato letarg ico e quando arriva a 7,9 (aumento d·egli OHjoni) si manifesta il risveglio. Un 'altra caratteristica di q uestj animali nel periodo let·argico è la scarsezza d'acqua di tutti i tessuti . analogan1e11te a quanto si osserva per gli esseri unicellulari in stato di vita lat e11te. La letar gia è un fenomeno assolutamente fisiologico, in cui sono rispettate tutte le leggi fisiologiche. Le ricer ch e dell 'A. hanno dimostrato ch e n el i t ema n ervoso centra le e ·periferico, nei i11usc0Ji lisci e striati si ha11no intime correlazioni per q uan to rigua rda il quantu1n di eccitabilità, che eg~li ha potuto esprin1ePe in formule m.atematiche analoghe a quelle ch e indicano la perdita di peso dell e marmotte. durante il lel3.rgo e che seguono ]e .leggi della curv.a iperb·olica. Ma a nch e i1egli uomini no11 n1ancan o fatti singoli di , rita latente e di l,etar g·ia. So110 11ote le })ratich e dej fachiri, che si fanno sotterrare per 4-6 set Lin1ane. aspirando a.Ila mistica unio11e con la di inità e ritorn.ano poi alla vita norma le. l lomini di razze a bituate alla vita contemplativa ed alla 111ancan za di cibo c h e, p er i riti del1a dottrina d ello Yoga si sottopongono prima de.I seppellin1ento, da vivi a pratiche nto1to simili a quelle degli ani111ali cl1e si preJ>i•.r ano al letargo a c ui ne aggiungono a]tre di indole psichica co111e : la ineditazione , la ripetizione continuata di una data p·arol.a , il mante1lersi a lungo in una data posizione (catalessia) pratiche ipnotich-e (fissare la punta del naso), ecc. Risulta utile anche un 'adatta ginnastica respiratoria 1 oltre al taglio del frenulo de] la li11gua, per cui questa è più mobile ·e può andare ad occludere la glottide. U11 altro e empio di vita latente è dato dal l etargo invernale dei iussi e degli eschimesi. Si tratta generalmente di individui grossi e grassi con circolo e respiro rallentati , in cui basta poco per indl1rre i'l sonno. Prima che tutte le riser,re alimentari siano terminate, il contadino con la famiglia si 8draia in un posto tranquillo , oscuro e possibilme11te caldo e vi trascorre così i' 4-5 mesi invernali . La vita late nte si può così osservare in tutta la cala zoologica e rappresenta una funzione di n1anteni1l1ento dell'individuo nella specie. Media nte essa. l 'organisn10 animale riduce al m.ini1110 ]e sue funzioni ' Titali per riprender]e poi in pieno quando siano ritornate le condizioni faYore,roli . fil. 1

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NOTIZIA G.

[ANKO

XLIII,

1'l:~I.

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BIBLIOGRAFICA

Le artropatie cronicfi e 't scl.iise quelle da gernii coriosciuti). Collaborct / io11e z.~PPAL;\.

del prof. G. LAZZARO. Pre fazione del prof. CESA.RE ANTONuccr. Vol. di pagg. XII-240. Edi tor e L. Pozzi - Ron1 a. Prez10 L. 25. Riportiamo la prefat,ione che il chiarissimo Prof. A11, t~nucci si è compiacii.ito scrivere per questa pubblica ... t,ione:

Quando Zappalà n1i manifestò il suo proposito di tr.a ttare in una manie r a riassuntiva , 111 a il più possibi·le co1npleta, lo stato attuale delle nostre conoscenze ulle a rtropatie croniche, escludendo que.Ile da germi conosciuti, i1 011 potei che approvarlo e incoraggiarlo. Ho se1npre ritenuto cl1e i11 Italia sian o t roppo pochi i lavori di Lipo n1011ografico sugli argo1nenti di mag·giore attualità. Purtroppo g ran parte della nostra coltura scienti'fica è d ' importazione e di colore strar1iero. E, peggio ancora, data la facilità ùella com.p rension·e della ling ua, è so1}ratutto la coltura francese ch e pe11etra n·ei nostri gi0Ya11i fi11 dai primi anni degli studi universitari . Negli esponenti più alti d ella coltura scie11tifica e pro~essionale , il più spesso al pri111itivo stato fr.anoesizzante si sovrappone lo s tato tedeschizzante o, secondo la corrente più recente, quello angJicizzan te o, ancor più. a 111ericanizzante. E tutto questo .J:JOrta a uno svalutan1e11 l o inconscio di quel tanto ch e può esser e il contri buto italiano ; in quanto noi stessi, dal nes&1n conto in cui vediamo tenuti i nostri laYori dag li a utori stranieri, siamo incoscientenlcnte,. ma potentem·e nte, in·dotti a deprezzarli e a sottovalutarli. Negli stessi tr.a l Lati italia11i u1tin1ame11 te appltrsi alla luce e dcg·11i peraltro tutti dj alti sima consideraz ione, appaiono chiarame11te a u11 occhio attento secondo i vari con1pilatori le varie preferenze culturali ri·spetto alle cuole estere. Ora questo no11 accadrebbe più se u11.a i)iù diffusa esercitazion e clegJi scrittori di ~cieu za nella co111pilazion e o n1eg1io nella elaborazio11e dei volumi inonografi ci riuscisse a mano a mano a italia11izzar e, a ripe11sare italianar11ente tutto il vasto , enorn1e anzi , bisogna ben riconoscerlo , contributo straniero, e nello stes ... o t<~mpo a m ettere in valore (come non sarà n1ai fatto dag1i stranieri) il contributo, notevolissimo orn1ai , dei ricer catori e degli studi osi italiani. I trattati si preparano ulle n1onog·rafi e. n o11 sugli articoli. . . P er ciò ho sen1pre i)ensato che s~a stato i~1 questo sen so un danno 1·a, 1 ere abolite ]€ anti ch e tesi di libera docenza . Questi ]a,1ori monografici r appr esentaYa1.10 un aiìno o due o talvolta più di ricer ca })é\11e nt e. di elaborazion e e di ordi11 a111en to della i11ate1


1{ Ai'ff'iO

XLIIT, 0t:!\c. 4.5]

ri.a, e no11 esc ludeva 11 0 la po ~s ibilitù cJi. un apporto origin.ale , ch e ri ultava ap1)unto ben ])a:Sato sulla comple ta, doc umenta ta cono~ccnza d ell'argon1e11lo in t\1Lta la ?Ua an1piezzo. L 'argo111e11to prescelto da Zappalà , è uno dei pjù vasti e dei più cor111)lessi tra quelli cl1e · si impongono atlual11ten le al la no tra at tenzione . f: sopratt1tto sentito un bisogno di orcli11 amento di lut ta la n1aleria, in rr1 ezzo a lla e trema ' 'arietà e dispari là d ei cance lli e _d elle clas- ~ :Sifi ca zio n i. . Non deve ser11l)rare ·trano cl1e ques to \ro]un1e ,esca da un ai11bie11 Le ·chirurgico . L o st udio e la con o cen za d elle ·m.a làfti c artico1lari inter es a110 , direi , egualmente il rne.(lico e il chirurgo. Noi cl1irurg·i sian10 un poco c Dlunniati dai r1 ostri colleghi rrted i ci. · È ormai un luog·o ro 111une, tro1)PO ripetuto , l 'asser zion·e cl1e la c bjrurgia altro non . ia in fondo ch e terapia, e cl1e il eh i rurgo si.a oltarl to i)r eoccup ato e o rgoglioso del la sua tecnica, e dintentico o in curante d ell o :;; Iudi o del la I:>atogen es i . Se ancora e i lono c hirurg i . iffalli, io credo .rJ1e la magg ioranza ·ia ormai b en diver sa. I cl1irurg i n1oderni vog liono ·esser e dei 1ne1

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d ici c·h e san 11:0 fare dt-lla terapia chiru;ryic.a. P er ciò il caratter e principale d èl lavoro di Zappa.là è qu·ello di avèr voluto ordi11 are il dottrinale moderno ·e istente sull e Artropatie c r oni ch e in un quadro il p iù possib·iJ.e chiaro , sen za trascurare nes .u na dell,e nuovo acquisi:. zioni , J)roven g.ano es ·e da m edici o da patologi, oppure da chirurg i o da radiologi . Zappalà s i è associato in q ue. la u.a fati•c a a Lazzaro ·il qu.a le h a . volto i due capitoli sull e .a rtro1)3.tie in fett iv·e e s ulla ·cura 1nedica. La diligenza IYO~ t a dai due AA. nell 'asso1Vt>re il loro com1)ito rni pare n1 a nife~ta . La dottrina deJl 'infez ion e focale ha avuto il g iusto sviluj)po: egua ln1enle le ricer ch e origir•.ali di' Munk e quelle an atomo-1)atologich e K.lin ge e- Grzymek. r:o. ì pllf e le o teoar·l ro I {)IJdocrin·e e la malattia di l(ashin e Bech ono portate .agil1n ente a cono. cenza di un più vasto pubblico medi co. E, ancor a , accur.atarrie nte svolti sono i capitoli della cura m 1edic.a e chirurg ica. Qu.ello ch e faJ a m io avviso, più vi, 0 ed a ttuale questo volum etto e lo di tirlgue <la una in1personale compilazion·e, è il fatto ch e la materia è 1)resentata in con1pleto periodo evoluti,·o, e in maniera ta1e da d ar e la sen sazione 11ctta di que lo stadio particola re · d e11 'argoment.o. .. Molte pari icolarità' so no date più com e spunt <.) .a ricer ch e e a discu ssioni nuove, che non come acqui izioni d~fi11iti ve e cert ~. Di n otevole inter·es. e mi è parsa ~ la cautfl . e certo non a saluta, as unilaziòn e , o. se vog) i.a:rnq . dire . forse p iù esattan1ente, il . co:p_fronto tra il con cetto d e Il ' infezione focal e e quell o .della infiammazione colla tera le. E questo è uno degli esen1pi ch e si po lreb1

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2025

SEZIONE PRATICA

l>ero trarre da ques lo· volum·etlo a dimostrare la utilità de]J o slt1di o completo di un arg·oro ento. Così so rg,on o1 idee e concetti 11uovi , r J1e posson o esser e punti di _partenza fecondi p·er nuovi esperin1enti e nuove t eori zzaz ioni. Credo· che questa densa monografia possa esser e utile a molti, chirurg i o _m edici , cl1e rton abbiano l 'opportunità di seguire n elle riviste g 1i svolgime nti p articolari. CESARE ANTONUCCI. Chirurgo Primar io n egli Ospedali :tliuniti di Roma. 1

e E NNI B.

B I B LI o G R A F I e I (l)

Storia. delba pa~zia. . Edizioni f:o rbaccio. Prezzo, L . 20. CASSINELLI.

La

Storia della pazzia » ch e ora vien e p ubblicata è un 'opera di scie11za ·e di arte . Bruno Cassinelli ·è un valente g'iurista , ma è sopr.a tutto un grande oratore , è quindi u11 artista. Non gli si fa n essun torto se si a ffer ma ch e :Je i)agin e mi,g liori de] uo libro sono c1uell c s11lla 1) iCOJ)atologia d ell 'arte e sui ra pporti Lra pazzia e d·e l~tto . La s toria della pazzia i1on fa o·n ore all 'un1anità. È ·con cupa tristezza e raccapriccio ch e si appr ende con quanta fer oc ia gili uomini sa11i , l)ecie quelli ch e avrebbero d ovuto essere più 1)ietosi, si siano accaniti contro gli uomini fo]Ji. Con J.a toria della p sichiatria si passa in 1)iù sp irabili aere. L'umanità si r edime di così grave 1)eccato. A qt1esti capitoli de n si di r1otizie illustrate da una ' 'ivace critica filoso fi ca , seguono quelli sulla J1Sicopatolog ia dell'arte intesa ·c om e .analisi d ella personalità fisiop ichica de11 'artista e delle sue cr·eature . Tutte l e opere della poesia , d ella drammatica , d ell a pittura , d ella musica sono passate in rasseg11.a clinica. Tutti i più noti artisti, dai. tragici greci a Shakespeare, a Piran dello, da Dante a D ' Annunzio , da Manzoni a Zola, a 1Dostoi·e ,vski, d a Chopi11 a Verdi , le loro opere, i loro personaggi più significativi sono sottoposti a ll 'indagin e p sicofi siologica . È questa , com e abbia111 detto, la parte ch e c i sembra più brillante e più avvincente. L 'idea dominante del libro è che il pensiero e ]a condotta d ell 'uomo sono la risultante di fatti insiti alla costituzione organica. Ogni ab errazione non può essere che l 'espressione di condi zioni son1at o-psichiche abnormi. Que I e illazioni i concretizzano specifican1ente n ei capito Ji sui r apporti. tra Ja follìa • e l.a legge. Jl d.Plitto. com e la pazzia , non si sottrae alla legge universale della causalità ed è affatto illusoria 1'idea ch e esso sia e ffetto della nostra Ji ber.a volontà. cc

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(1) Si prega d'inviare due copie dei libri di cui si <iesidera la recensione.


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Bru110 'Cassinelli porta cosi un notevole co11tributo al]~ ' alorizzazione clelhn <l ott rina di Lon1broso, nella sua parte IJiù ac.c et t<ibile, e alla ..,cuola penale positiva: una valorizzazione più che n'lai oggi n,e cessaria di fronte aJ l'isorgere di tende11ze ultras1'.)iritualisti che don·tinate da p·r inci1)i a1)rioristici e da t11.a lintese co11siderazioni di O'r dine i)ratico n el] n va lutaDn. zione del delitto e dcella i)e11a. ~I.

~-Àì'\Xo

« fL POLICLTì'\J CO »

LEIBL.

Grafologia psicologi.ca. Editore

·u.

Hoepli, Milano, P.rezzo Lire 12. In questi ultin1i le1npi i sor10 intensificati · gli studi grafologici. Il m etodo e il rigore scier1tifico 11a11no i)re o i-1 })O t o de]] ' en1piri mo o della ciarlataneria . Il present e vo,Jun1e porta u11 notevole contributo a lla g·rafolog·ia 1nateriato di fatti e illustrato di con .. iderazioni e interpretazi.oni che atte ta110 il severo abito aJl 'o servazione e<l al1'indagine ed il fine intuito psicolog·jro del1'autrice. Dopo avere accennato, a ll a st ol'ia dell a grafologia , ne e pone la tecnica moderna. "tudia quindi la scrittura n·e lle varie fasi dello sviluppo delle personalità, i1ei vari ten1pe ramenti, 11€lle varie condizioni e contingenze della vita ed ii1fine n ell 'uomo malato . E un libro cl1e si leage con ' rivo in teresse.

DR. A. SouQuEs. Eta.pes de la. neurologie dans l'arttiquité grècqiie. Editore Ma sori , Parigi. Prezzo F. ±5. La n1ed icina g reca co1nincia con Omero e si ,e saurisce co n la caduta dell ' im1)ero rom ano. Durant€ questo lu11go periodo, quindici secoli all 'incirca , il genio ellenico trovò modo, co1ne ii1 tutti i carn.p i del pensiero e della cultt1ra umana, di lasciare traccie incancel] a]) i]i nella toria dell e co11oscenz.e sull 'uon10 , sul]:. sua lruttura, sulle sue funzio11i , u ll c sue 111ala ttie. E Ja neurologia 11011 fu tra curata. ~1algrado la deficienza dei mezzi d 'indag·ine le co11oscenze degli antichi greci erano estese e profonde sopra tutto nel campo della clini c~. Lo tud io fatto dal Souques veramente n1 1nut.o. e aurienle def'ta il più vivo int errsse. DH.

Le cl évelop1pem e-11t p sycll.iqu e d.e l' enfa11t et d1e l' adolescerit. Editore ~la son .

XLIII, Nul\r. 45 l

g·an iche e f1111 zionali , 11onch è 4ue]Je di orig i11e oscura . Da que te nozioni . emeiologicl1e e cli11icl1el rae Je deduzioni pra tich e nel campo d,ell 'educazione e delJa terapia. È un volu111e r110Jto utile 1)81' g·Ji studi o i cli i:Jedagogia, di neuropsicl1iatria in fa11til€, e }Je r" lutti coloro interessati al ] ' educazione di rag·azzi norn1ali e anorm a li . DH. A.

Codice clel 111 e(lico del lavoro. ·u 11 vol . i11-16° di 400 pag·., rilegato (M:tnu.ali Hoe1Jlj ). tJ. Hoe1)Ji, Milano, 193G. Prezzo L .. 18. ALTARELLJ .

Nlo1Le sono le dis1)osizio11 i legislative rig·uarda11ti il lavo ro, contenute i11 le.g·gi di ver e, el1 e l1on è sem1)re agevole avere sotto n1ano , sicch è· i medici, sen11)re J}iù numero i, ch e so110 i11tcressati n ella loro a1)plicazio11e, non ])OSS0110 a' erle tt1tte prese11 ti. l ìn 'opera meritoria ha pertan to com.p iuta il <lolt. AJtarelli , comp,il a1 1-do que I a raccolta di disposizion i legislative. ])ene ordinate e classifì cate, in modo ch e acl ogni questione ch e i presenta i J)Oss.a ]) l'Oll-· ta.me11le trovare la ri sposta. I vari capitoli rigu,a rdano : locali di ] a voro· ed ann·e ssi ; infern1iere di fabbri ca; visi I e 111 cdi che; certificati medici ; assiste11za sani tari a;· es1)ert i, periti e collegi m·edici; doYeri ed attribuzioni del n1edico del lavoro. Nell '.appe11dic,e, 0110 l)O Ì ri portati i11tegral1nente il J~ egola111ento g·e11era]e r>er l 'igiene dC'l lavoro ed il T. l T. ùell e ]eggi sanitarie. fil. 1

M. G1AQUINTO MIRA. f_,n malaria e1i Guale1naln. Op. di ·p ag. 54: co11 4 fig. e 2 graf., Ron1a. Edizion i « (li.ivi sta di i\falariologia n, 1936. Il i)ro f. Giaqu into l\ifira, incaricato dal CoYer110 d·el Guaten1ala di accertare, ! ~in ciden za clell a 111alari,a e di organ izzare I.a lotta contro· questa rnalatti.a i11 quella :Nazione, l1a çon·1pit1to in qua tlro .anni t1n 'azione i11ten sa, efficace e avveduta , il cui sviluppo è con egnato in q11e-sl 'am.1)iO ra1)porto , cl1e è un 'affer111~zione cl ~ ilali.a11ità. Egli l1a rne. so in valore 1 meto<l1 italiani di studio e di lotta; in particolare l1 a lumeg·O'iato la nozio11e e l 'attuazione della « bo-ni fi ca integrale». Durante la. _ua di~o1:~ h.a compiuto vari studi pregevol~ , t~a cu1 1.1nò1vidu,azio11e di u11a 11uova specie d1 anofe]1 vet-· tori di' n1alaria (Anoplieles h ecloris). A. P. 1

E. P1 cnoN.

Parigi, n1arzo. Fr. ±5. Do1)0 avere fatto u11a ra . eg11n crili ca.d! tutti i n1etodi e testi suggeriti i)cer lo tucl 10 <le1ln n1entalità del ragazzo e dell 'adole re11le. l 'A. espone le fasi di sv il~J)PO 1)~icl1i c o,. 1 '.e,~ol~­ zione normale del l1n guagg10, deg·l1 ist1ut1. della moralità, dell ' intellige11za del ragazzo. Pa"'sa quindi a trattare i ,-ari di turbi dello svi lt1p1)0 psi chi co, ]e sindron1j p ichiatri ch e or-

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Modificazioni sulla fascetta di spedizione:: Dovendo1i quanto prima approntare il rifornimento delle fa• scette per la spedizione dei tfa1cicoli [del " Policlinico ., arli abbonati, l'amminiatruione prega coloro che de1ideranp •P• portarvi correzioni, aggiunte, ecc. di volerne dare sollecita co• municazione. mediante cartolina postale affrancata con 30 cen• tesimi, applicandovi possibilmente copia della fascetta con le varianti desiderate. L'editore J.. POZZI - Via Sis;tinn, 14 - ROMA


[A NNO

XI... 111,

NUl\f.

4!5]

SEZI ONE PHATJ G1\

2027

I CONGRESSI NAZIONALI DI MEDICINA E CHIRURGIA. XLII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. ((:onli11ua .:i on e, ]) re

vedi

11on1.

i<lenza: Prof. C.

preced enl eì .

fi~n uGONT.

Seduta antirn er i cliana - 20 ottobre 19:3G.

Disc ussione della, Relazion.e: La ftsiopatologia dello scompenso cronico di circolo. Il. Di:: NUNNO (S iena). - 111 u stra I 'importa11za che può a. st11nere la (leter1ni nazio11e d ell 'aria e·ap i_ r ata (T.A.E. ) 11elJa i11suffi c ienza c ircolatoria j11 genere, ma s1)ec ie l)er ~vel a re l a fa e i11izialissima dello sco1n11enso ~cuto, quando cioè n on vi sono sir.1 lo1ni cJi11ici capac i di svelarlo . 111 tale fase la 1'.1\.E. è i:lllllte11lala . Questa d e lern1inazione no11 è p erò entrata I ut lora n ell 'l1so corre11te in c1ir.ica , opratullo a causa rlei dati co11tradittori c h e forn iscono le 1Jil1ze Lermo-elet tri ch c altualr11 f:11 Le adoperate . L 'O. pre.se1lla u11 rece11ti·ssin10 cli sposilivo da lt1i s tudia lo, di cui dimostra il funzionam en lo e con il quale la <let er111in azion e clella T. 1\.E . divi ene fnr il Cl . R. S1LVESTfU NI (Perug ia ). r\ l)I'Oposito di qua11to rileva to dal })rof. Cesa-Bianchi, ri corda casi di Yizi cardiac i i11 don11e che e))bero accessi <li ede1l1a pol1no11are in })eriodo cl i me11 opausa e c osì pure ricord a la. frequ e11za di <lislurbi c ardiac i i11 indi' id ui cl 'an1bo i . essi i1 el perio<l o d el tra1non lo g·e n i tal e. Si dicl1iara sce l l ico , al p a ri <lel Relatore , ulJ e possibilità d elle morli cardiach e i111provvi se, 1a11to pi ti ch e son o noti ca·6i in cui <lopo aver esaminat o tanti di stretti cardiac i, fu trovata una p jcco1 a zo na di d egen erazione d el fa scio di His. Amn1ette tuttavia I 'e is lenza di arresti carcl iaci <l a causa n erYosn, j) . es . in via rifl essa dn calcolosi epatica . Tratta infi11 e deJJ 'epa tomegali a d egli aortici, ch e a volte può ra1)presentare il primo ed unico segn o d 'in suffic ie11zn miocardi ca e ch e ritiene spi ega b il e con l a sp eciale irrorazion e di quell 'organo. L 'O. si ·sofferma a ric ordare una particolare forma di insufficien za circolatoria , il cui meccanismo è lullo p eriferi co ecl è lega ta a processi pleurici adesivi , a pleurite adesiva d. ecl esclusiva n1ente d ella pleura d . Le for111e p iù g rayj (un ca so fu pubblica lo d a •1n su o assi stente) sono quelle lla pleurit e a d esiva totale con forte retrazione de1l 'en1itorace rlestro, ~ori in1mobilità de1l 'e111idiafra1nma <lestro, con r espiro crociato parziale: buona mobili I à ed e. pan sio11e cle11 'emitorace inis tro . AJla n ecr o copia 11 011 ri·sulta os tacolo m eccanico per1nanenle nella ca' a . Gli infernli so110 cond anna li all 'imm obili In, son o tnc l1icaròicj e i1)o tesi . L 'unic a inl erpre1azio11e possibile d i questa insuffi cienza c ircolatorja cro11ica è uno strozzan1 en Lo clelJe t'O\ r aep ati ch e e della caYa inferi ore ch e i ' ( rifica acl og ni all o r es]Jira1orio p er 1 'atli,·it à d el1·en1idi afran11na i11i lro ch e tira ver o sini tra 1·en1icliafra11n1na d e. tro e r espinge co·~ ì il foro cliaf r[•n1n1atico d ella cava. 'f enulo co11l<) èli que lo co11ce lto, 1·0. l1a fa llo .. tudia rc n el u o I ~ lilut o Ja getta ta i. tolica e l a port a ta c ircola tori a ed 11a potuto n o tar e ch e en -

F. ScHit\SSI (Bolog11a). -

lrn111bi so110 11 o tcYoln1e11l c cli111inuile. Ritien e quin di cl1e esi la una for1n a di insufficien za circoJa1 oria r ro11ica <la 11leu ri te aclesiYa d estra p er flin1i11u il o carico ch e si e.ffe l tl1a col m ecca.n i ino acce11 i1a Lo. I . ·o. des idera p oi ri cl1iamar e l 'a llen z ione su i m eccanis1ni di adatta1nen lo cl el cu or e i11 condi zioni i1orntali e 11a lolog·ich e, i11 q uan lo tale prob1e111a è s lre t la111e11 le co11giu11to con quello della j rr~ uffic i enza rron ir .1 di circolo p er cl1è l 'iu s ufficienza si stabili sce se vien e 1nen o il s udd etlo acla lléu11e11 to . La legge d el cuore, di ~Iaes lrifli -1 lnrli11g, h a g·c tla to u110 S}Jrazzo di lu ce sul 1necca11 is rno di q ueto a<l a lta1ne11Lo e <la essa 11e è d eri Ya la la n ozione ch e l 'op t iìnum di ada ttam enl o a una n1 aggior e rir l1ies la di la, o ro vien e r agg·iun la co11 un aume11lo d el volun1e cl iasto]i co, no11 co11 an111e n to di freqt1e11za1; solo quando le for ze di riserva non b as tan o pe.r la lnagg·iore atli vj là ri chi es ta, allor a il C'l1ore ri sponde co11 u11 aun1 e n lo di freq\} enza. Da n1ol li è rite11 ulo ch e 1·a u1nento di frequen za s ja u11 ca ttivo m ecca n i..'111 0 dj adnllan1 e11to p er cl1è accorc in1 la 'd ias toJ e, di1njnuisce l 'nllun g ame11lo dias lol ico cl1e è la con <l iz ion e fondan1e11 lale n e l la Jegge fli Maestrini-S tarl ing !)C l' t1n a u rnento di 1Hvur o . Di fai li . econdo ques ta Jegg·(l p ercl1è u11 miocar<l io san o adatti la su a co11 1razjo11c ni bi sogni d iYcr si deJl 'or g·anismo d eve aversi un atL111ento d elle fibre LY(u scolari, n1a co111e può in ler ven ire que, to 111ccca11ism o qua11do in co11di z ioni 11or111ali l1er 111:0 . for zo an ch e Jieve il r iln10 cardiaco può sali re a 120-130 sia; pure per p ochi 1ninuti ? Se il ril1110 i ra·cldop1)ia l a di a·s to1e si ridu ce a m e tà e quindi l a gètlata si lo1ica si riduce a mc: là e 1101t è dimos tra lo ch e p er l a frequen za jl laYor o<1 el cu or e au1ne11 Li, ta11 lo è Yer o c h e e1t lr o ceri i l jn1ili i cu ori Lacl1icardi ci i1011 se1npre s i iper trofi zzano : si ·ipe rtrofi zzano i cuori bra dicardic i. Gli è ch e secondo un vecch io con cetto di Mur ri l 'a llinento cli afflu sso qt1 aJe s i Yerifica fin dall ' i11ir. io d ello sfo.r zo come f e1101ne n o <li allerato r egime d iasto1ico , determin a I acl1icar'd ia. Murri cr erl e' a cl1e questo conce t lo Yalesse solo p er il cuore i)atolog ico , m a ques to avvie11e on ch e n el sano n ell o ·sforzo 1nuscolare cb e cagio11a a u 111ento d i a mu s .. o cli sang u e al cuore, il quale, per l a t achicardia , con con segu ente din1 iHuz ion e d el carico, è prot etto dall a dila taz ion e e d al1 a ipertrofia d a lnagg ior lavoro . Concludendo la legge d el cuor e cli ~Iaestrini e lt•rl ing Ya integr a la con i1 principio di Murr i , a l qua le entro certi ]imiti d i acceler am e11 lo , n o 11 fuggon o n emm eno cu ori n orm ali , a Jtrimenli l 'O. JlOn sap rebbe spieg·ar si co111e l a reazion e gen er ale allo sfor zo rlei c u ori sani n o n a lterati sia innanti tullo la tachicardia , 1a quale i11 co11diz io11i J1orn1nli con il m eccani .. mo <l el clin1inui to carico pro1egge dalla dilatazion e. E di ciò è prova il fa llo ch e j cuor i norn1ali t<tc hicardic i on o cu ori piccoli e an ch e cuori p a tologici t ach icardicj posson o n1an ten e rsi J)iccoli f ino nl1a 1norle con1e I 'O. l1a po tuto vedere in una fib rillazion e auricolar e lacl1icardica. · Occor re dunque porre una li111i lazio11e alla opinio11e corr ente ch e I 'a u mento ùi fr equen1a in seguito a sforzo n on sia u n n1eccan ismo adegu alo di adat tamento e l 'O. è li eto di a '~r ricl1iéllmato a


202

«

11. JlOLICLlNICO n

lAxxo XLIII, .\t. i\t. 45J

quetilo prppo·s i lo in onore t1na nozio11c ·derivaI1lc . il. Consie-Jjo Di re I li' () lJO u ~ l'Otne lcn1a di ReJad-itl~a l'i~~,__iGfà ~oncezione di Murri sui rapport~ fra - z1one .per ~~.o. <~ci ;il,ros.si1ui èongre~s i .la terapia r cg11nc d1aslol1cd e frequenza del ritmo. ·· dcJla insuff1c1enza cronica ·, di ·cuore. / 1 Per qun1~ lo rj g uarcla Ja terapia chirurg ica di cerL. l ;'ERI\ \N~J~r (Bari; . Ammira 1·es1)0 izionc t e forme d1 scompeI1so cr onico di circolo meclian le co1npleta · e s~ re11a , d e~l~ t ~o ria dcl companso e tiroid ecto ini a 1o1ale, l 'O. cJJbene in una casisUca <.lcJ]o scom1>e11so, la dis li.1.1zior1e 11.el la tra ca u se lirni t ~ la, ~a a:u Lo risultati intoragg·ian li . ccl e f'fe.l ti (fattori -c:.· sin-t01)1Ì) d ello compe11so, la . Inf111e 1 (J. st compiace con qua1 1to dello dai RR. va]ul.az1011e delle Yaric cau e, 1 'impor tan za fonrlac~~?a la frequ~nza ~ei . reperti i stopatolog ici posirnon taJc delle conclizion i d ella fibrj n o-cellula cart1' i del c u ore in casi d1 scornpen so croI1ico di cirdiaca; e ci la l 'e-sen1pio d·e l decorso "d ei vizi traucolo, esseI1clo ciò contrario a quanto rli chiart1' a n:ali ci e l e~a1?log i ci d el cuore dj fronte a quelli pochi an11i .o~ sono, un illus tre anatomo-patologo, d1 natura ln fiamma loria . Dimos tra l 'insost enibiIl Fal1r, e ~ LOC c~e ~i o·sservnno djlalazio11i miogene lità o l a Jirnilazionc d ei concetto d elle in suffje fenomeni g·ra.v1 d1 stasi con rer>crtj is tolog ici d cl c ie11ze J?a~zia~ i di c uor~; e ~i~o11os~c l 'irnporlanza ct1ore pres 6chè negativi. cl ella. clJ l tnz1o n e tra 1nsuff1c1enza corr1pen sa la e G .. M: ~ATALDI (Napoli ). - - L '(). lta esa n1inato i s:-~1~1~en sa t a cli111os t.rala dall e ri cer cl1e sui· d epon ervi ed i gar1gli cardiaci inlran1ura li ed extras1L1 cli sangu e f a tte nella su a Clinjca. Per la 1en1urali di .15 .ca i Yei:iu ti all 'autopsia 11er scomr:q1ia_ f~ n o ta: e ch e Ja digitale nulla previeI1e e pe11 so card 10-crrcola lor10. Da esam i i stolo,O"ici molch e i r1s ull~tL d ella tiroidectomia egli più in1100 t? ~ccurati , l'O. 11 a poltllo lrarre ulili osservac u.a n1erLle 11 ha oltent1li r,0 11 Ja terapia ipotiZJ0111 ed ei1u11ciare ipotesj atte11djbilj avendo riroidea. scon Lralo al 1.era_zio11i i1on sen1pre prdporzionali a . L: CoNDOHEI.,LJ (Bari; . Le in suffi c ienze parquelle che SL r1scontra110 nel n1iocardio. l..'0. riz1al1 .del ~uore sono una e:iili là cli11 ica o fi"~ iopat1ene qui11di ch e in tutte le i)er or1e che ve11 o·ono tolog·1ca d1 reale e grand e Importan za. La Jesione a .n1orle. pe1~ sco1npenso cardia:eo e I1elJe quali il cardiaca òelermi11a alcur1e particol ari turllc e rnon11oc.arcl10 ·s1 prese11la isLologican1e11te i11 tegro o dinamjch e a seconda d el ti1)0 e d ella sed e della q,u as1, occorre riYolgere 1)articolare atte11zione al lesione: 1a]i m ocl ificazioni hanno valore com pensist ema specifico alrio-Yentricolare ed al sistema ~ativo e c~stituiscono la co11'c lizione essenziale per nervoso cardiaco i11 tt1lle le sue par.U. ti m antenimento <li ]) uo11 e condizioni generali di . P er qu~n lo rigt1ar cl a lè insuffi-cie11ze parziali c ircolo. Ma le nuove co11dizioni emodina1ni ch e d.t cuor~, 111 lJ&se a ricerche sp erin1enla]j l 'O. risono allcl1e esse cau sa di turbe fu11 zion ali priYe t1ene <11 poter concludere che il c uore è u11 tutto di effetti utili e clie incidono profondame~te nel armo11ioso, in cui l a 1es io11 e rli u11a 'd ell e st1e parti clelcrminismo d ci quadri clini ci d egli scompensi bas la a t nrbare Jn funzione dell e altre rimaste parzia li . i11 leg·re. re1 clc lcrmini. 1110 dc]l (1 ins uffirje11za cardiaca e l11fine per r1ua11 lo si riferi sce all 'ede1na polmol)Ìù precisame11 le della i1rsuffic ien za di d elcr111j11arc, l 'ù. dcipo a.ver ricordalo l e ricerclle di nlrl.a tj disl r e l ti miocardici, assu111oi10 110 tevo]c imc ~11i au lori JJOrt oghesi in polemica con al cu11c portan za ]e l11rbc d ella circolazione coronarica chP ricerche persor1al.i, ritiene cli d over dare a i llali si i s l1tui scono cot11e COJ?Segu e11za diretta della lcs pe.ri11;e11taJi u11 valore relativo no11 essendo p osio11e cardiaca pri1nordiale. l .'O. ritie n e elio i11 s1b~l ~ l r aspo.rlar e in pa lolog·ia t1mar1a quan 1o .. i t ali casi Ya Yalutata n o n Ja sproporzio11e tra iJ Yer1i 1ca neg·l1 ani111aJj. diametro delle cor onari e e la n1as ·a · di .miocarP. S1sTo (ì\ilodena) . - l ,'0. ritiene cl1e fra Je dio ipertrofico <la i1 ulrire, rr1a })ensì . il momento Yarie Lec11 icl1e, ricorclate d a i RR . nella loro n1afunzionale d ella Lurba della irrorazione sistolicn g}strale . ~elazione, ! )Cl' la determinazione flella 11ae dias tolica · d ei cl iversi distret li nliocardici che l a t oge11os t cle11o scon111e11 o cardiaco, si deJJba dHre 16sione cardiaca. }Jroduce. Da ricerche dell 'O. ri111.i. J10Levole valore alla d e(erininazion e della , c·s uJ ta cl1e Je reg ioni 111iocardicn e più danneggiate )c"'Cilà cli circolazio11c , Je c ui cifre son o abbas l.11111e11a nutrizione sono proprio le r egioni ch e in za costa11ti e quindi utilizzabili. conseg·u enza d el viiio si ipertrofizzano . L 'O. lrrtt In. particolare 11eJl a sua Clinica l 'O. ha slt1òi nto la poi d ella patoge11esi degli ed em j , sos1en enc1o il 111elodo cli Godel e Chehale cl1e abbina i due ch e la loro formazion e no11 dipen·d a dall'aumento rnetodi già in u so del decl1oliI1 e cl ell 'elcre i11ictd ella pressione Ye11osa, n1a. bensì ·d alle profonò e tati e~dove11a e p er ct1j il paziente dopo' pochi 1T1odiflcazioni fisico-chin1iche cl1e inchJ.ce la sta ~i secondi segnala in })occa il partico1aTe 'del d ecronica ed il rallentam ento di circolo nei capilcho1in . Il tempo d ecorso daJ mon1ento dell'inielari e n ei 1essuti . E nel <leler1ni11ismo degli cdezio11e al momento ilt cui il p . avverte il sap ore 1ni i11cide JJrofondan1ente Ja turba generale del amaro è il tempo di circolazion e 0 so ttrae11d o da mclabolJsmo de11 'acqua, clovulo alJc lesioni da esso il tempo trascorso pe.r l'iniezione e il soffio s1asi di orgn ni ch e r egol ano il mctaholi·smo iòricodell'etere si ha il tempo òi circolo dal cu or e sin. sa1i n o. alla periferia. N·on 11a udi1 o trattare rlai Relatori. ] ). BENEDETir (Bolog11a). L 'O. si inlralli ene con1e metoclo di ri cerca clel]a fi.1nzione rniocarb1<:Yeme11te sul l)roblema d ella valutazione clinica dica, l 'elettrocardiografia , mentre è noto ch e e ielci ri ultati ch e si ottengono con la clc terminriziosto110 una quantità di seg·ni. ele llrorardiog rafici ne della Portala circolatoria (Pc). Egli rileva coine che tradiscono l a soffere11za del 1niocarcl io , come le ricercl1c sul rnalalo si ain o ancora scarse e com<· il basso voltaggio, 1 'allargamento della base del gli AA. sogliono valutare la Pc indivi'd uale in rapeon1ple so ventricol are iniziale, la pre en za di porto alla superficie cor11orea, calcolala secondo lcpunte opranumerarie, la pt1nla òi Pardee e così u suali tabelle, ottenendo così quello che abit11aJYia. L 'O. elio ha seguìlo per mo1t i anrli il comn1en te si indica come « indice cardiaco » o·ssia il portamento di quest e a11 erazioni , 111et tendole in qu ozie11 le portala circola1oria : superficie corporefl rn11porlo col d ecorso cli11 ico e con i repcrt i an a(Pc: Se) . 'l'ale procedimc11to trasportalo in Clinica ton10-i tologici, ha potuto Yederc tutt avi a che dal la fisiolog-ia, prc, cn ta gravi i neon venienti 11on non sembra esista concoròanza tra i egni clisolo a causa di errori non trascurabili calcolando nici e le l esioni n11Ftlon1irhc. Propone. i11fine cl1e t-7

1


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45]

EZIONE PRATICA

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Ja superficie nel modo suaccennalo, 111a anch e e poideo oltre quello ·a el glicogeno nel muscolo caropratutto perchè il peso corporeo con le sue in1diaco, che si compor ta, in ciò, come i muscoli portanti valutazioni individuali in più od i11 me110, scheletrici nello sforzo e nella fatica. dovute agli edemi, ecc. non può ra1Jprese11tare ch e E. PESERico (Padova). - Osserva che la relaun termine di riferimento quanto mai infido. Sezione accenna molto prudentemente a]} 'imporcc11do l 'O. invece è molto meglio prendere con1e tante rapporto fra lo110 del cuore e scompenso. base di valutazione individuale flella ~c la granComunque si voglia (lefinire il con cello di tono dezza complessiva (tridimensionale) del cuore, dedel cuore è certo cl1e questa propriet à del m ioterminata secondo il metodo 'd i Benedetti e Bolcardio presuppone la possibilità ch e cu ori a volini. lumi diastolici diversj possano, già in co11<lizioni L 'O. perciò consiglia la determinazione nei ·sin- - fisiologiche, fornire quantità diversa di lavoro goli casi del rapporto tra grandezza complessiv a del esterno ; che: i11 altre parole 1 il rapporto fra volucuo re (valore cardiaco, Ve), e portala cjrcolato·r ia me diastolico del cuore e lavoro ester110 i1on sia (quoziente Ve: Pc). costante m a variabile in funzione 'd i fattori da J_, ·o. passa quindi ad illustrare hre\ e1ne11le il sideterminarsi. Effettivamente l 'esperienza di1nostra g11ificato clinico di questo nuovo indice, ch e egli ch e tale possibilità esi'ste e che molti fattori em oril ie11e cli aYerc s ludiato per primo (a qua11to gli dinamici, umorali, venosi possono influire. In consti) e riferisce a questo riguardo i pri11cipali questa direzione è probabile si possano mettere risultati ottenuti nella Clinica di Bolog·n ~ ia su in Juce elementi di notevole importan za per il in'd ividui sani che malati di cardiopatie org·a11iche. problema dello scompen so. Oltre al rapporto (Ve : Pc) l 'O. ha sLucti a to an che G10RDANO (To,r ino). L'O. è d 'accordo con i il rapporto (Ve: Gs), os·sia il quozien le fra valore RR. 11el ritenere che il valore della portata carcardiaco e gittata sistolica, ma ri1nan (la ad una diaca non può considerarsi un 'esatta espressione prossima pubblicazione per una più approfon dita dell'alterazione d ell 'emodinamica. Crede invece analisi dei d ati raccolti. dare più importanza al tempo me.d io di .circola~. PENDE (Ron1a). L 'O. concord a col r elatore zione ch e si ottiene dal rapporto fra la massa nel fissare il concetto basale che 11eJlo sco1111Je11so del san gue circolante e la portata cardiaca. circolatorio cronico occorre non perdere di vista Per quanto riguarda il quesito se i sintomi dello sco1npenso dipendono da diminuzione della le correlazioni delle va.rie porzioni '<lell 'ap]Jarato quantità di sangue che viene spostata n ell 'unit à circolatorio e cli questo col resto d ell 'organis1no. di tem1)0 oppure dalla stasi a monte d el cuore, Ma appunto per questa .ragione 11011 si può fal 'O. ritiene che ques t'ultima dipenda sempre dalcilmente distinguer e n è patogenica1ner1 Le nè clila prima condìzione, o·ssia essa si manifesta quannicamenle scompen so ciroolatorio e sco1111)enso do incomincerà il vero scompenso di circo1o, dal cardiaco, come fa il Cesa-Bianchi, perchè in ogni punto di vista emodinamico, ossia quando il cuoscompenso cairdiaco v'è necessariame11 l~ uno re non è più in grado di espellere tutlo il sangue scompe11 o circolatorio ed in ognj scoinpen so circl1e ad esso proviene dal circolo venoso. colatorio l 'ultima ra lio, come il Cesa-Hianch i tesso riconosce, è l 'insufficienza cardiaca. P . PERONA (Padova). - L 'O. desidera port are il L 'O. crede poi ch e no11 si può parlare da] lato contributo della Rontgen chimografia nello studio patogenetico o fisiopatologico òi un solo scomdello scompenso cardiaco ed a tale scopo richiapenso circolo,torio, perchè la clinica di1no tra che 1nare l 'attenzione su una forma particolare e dici sono Yarì tipi patogenetici e clinici di co1ns lrettuale ai miocardite da trombosi miocardica. penso circola torio a seconda ch e è l 'un o o l 'altro 1'ale forma o è un quadro a sè o rapprc enta l'ulfélttorc es e11ziale n el campo delle correlazioni tima tappa cui si giunge attraverso piccoli in1norlJosc ch e domjna e decide d ello scompenso. farti. In qiuesto secondo caso la lesiou e si istituiCo'sì v'è t1na insufficienza circola lori a pallida , con sce lentamente per lo più in individui an ziaini1 ischemia <lei te~suti periferici ed un a cianotica spesso soggetti a crisi di angor; si giunge così at con stati di sanaue 11ella periferia; Y'è u na inLraverso alla organizzazione di piccoli infarti alla sufficien za cirool:toria con scom1Jen so arteriolomiocardi le fibrosa o fibroplastica . ca pillare ecl una con scompenso Yenulare; una Si vie11 e in tal modo a determinare u11a proi11 . ufficienza co11 cuore iperattivo , come Starey gressiva abolizione della capacità con trattile, il \\ril 0 11 11a climo \rato, cioè con mioca.rdio ch e lache conduce ad una modificazione del quadro chivora di pìù , m a male, con aumentata ecci ~ abi­ mografico, come ha potuto osservare chilling e lità, cont1·attilità , conducibilità, prima ch e s1 arlo stesso O. in alcuni casi studiati. Si osserYa cioè rivi all 'esaurimen lo· ed una i11suffirien za con ch (l nella rr.tetà inferiore del ventricolo sini stro la cuore ipodinamico, ~ome avviene per es. in n1olte marginale si presenta lievem ente sinuosa e tale nliocarditi cronic11e e miocardosi e miocardie ; v 'è da essere ir1terpretata com e la espressione l)robauna insufficienza circolatoria co11 ipereccitabilità bile più ,fi movimenti tra·s1nessi ch e di movi1nenti del sin1patico ed una con ipereccitabilità del Yago; alternati. tina con n1etaboli'smo basale elevato ed una con Nella stasi circolatoria della base è solo da ricorn1etabolismo n ormale. In tutti QllC. li Yari tipi , d are le difficoltà spesso insuperabili per distindiverso è il n1eccanisn10 dello scompe11 o, òiYersa guerla con la forma infiltrativa ove chin1ograficaè 1a causa. mente è dimostrabile nettamente alla base destra L 'O. richiama I 'al1enzione, per es., sulla granche le ombre sospette sono pulsanb e cl1c qt1indi de in1por lanza rl1e n ello scompenso assume l 'atsono di origine vasale. teggi<t111cnto cl iYer o del sistema n ervoso veg·etaL. G1uFrRÉ (Palerm o). - L 'O. si do111anda perti,·o, e ò P.lla tiroide e del surrene. chè si continui ancora , nei casi di insufficienza Da tJuest ·u11 imo punto di vista ricorda c~1e alcardiaca ed in quelli di insufficienza circolatoria , cune ricerche istochimiche sui morti con 1n ufcosì esattamente distinto clai RR ., a parlare di ficienza circola loria dimostrano l 'in1porta11za 'delscompenso. Dato infatti ch e tale parola significa la povertà del muscolo cardiaco n ei lipoidi, cor rottura di compenso, quale significato può avere rispondente a(l una povertà in lipoidi d el.la co~tec: nei casi di insufficienza circolat oria? Evidenteeia surrenale. Occorre dunque n ei card1opaz1ent1 mente n essuno. Nei casi di insufficienza cardiaca . ro111pensati co11siderare anche il metabolismo li-


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cui vi sia ipertrofia compensatoria, potrebbe forse qui parlarsi di scompenso, ma poichè l'insuff.icienza ~ardia~a può avere anche senza i pertrof1a del m1oca.rd10, e da domandarsi anche in tali casi quale significato possa avere la parola scompenso. In tanto fervore di rinnovamento, anche nel Cétmpo della patologia, l'O, si domanda se non sia il ca~o di sostituire al concetto di compenso, ql1ello d1 adattamento, concetto già proposto dal1'0. da molti an11i. ~I. L \NDOLFI (Napoli). - Mentre i malati cronici di cuore vivono relativamente a lungo, ·sQno per contro au1nenta1 e le morti in1provvise, le facili insufficienze acute del cuore, per le quali invoca fattori dina1nici, crisi meteoropatiche, lo sviluppo rapido della civiltà che non ha trovato nei popoli meno allenati ad~guato adattamento del proprio cuore. Necessità quindi con metodi precoci l 'esa1ne pote11ziale del cuore, che è appunto lo studio cle1le riserYe del miocardio, sopra tutto con l 'in clag'ine dei riflessi sul cuore. G. DE FLuRA (Genova). ~ L 'O. richiama I 'attenzione su alcune forme di iposistolia cara-tterizza:t e cla una imponente epatomegalia quale unico sinto1Yta dello scompenso circolatorio . Si tratta di inclividui per lo più affetti da vizii mitralici e che ri sultano 11ello stesso tempo alcoolisti o luetici; qllesta forn1a di iposistolia. fu chiamata da Hanot <isi stolia epatica; evidentemente la lue e l 'alcoolismo agiscono da cause predisponenti locali che si so111mano a quelle anatomiche (ampiezza patoJogica delle ve11e sopra-epatiche) per determi11are questa sindrome che importa far rilevare perchè facilmente confondibile con un 'affezione pri1niliva. del fegato. ~l. R1GON 1 (Bologna; . l.'0. ha compiuto alcune ricercl1e allo ·scopo di co11trollare e ai studiare il fenon1eno purame11te clinico, rilevato dal se11. Viola per cui un cardiaco in stato di compen so circolatorio, che esegue un esercizio fisico per lui graYoso, p,u ò facilme11te cadere in stato di scompenso, allorchè l 'esercizio venga eseguito co11 gli arti superiori , men1re può sopportare impunemente un lavoro anche molto più considerevole, quando eserciti gli arti inferiori. L 'O. ha potuto vedere che i11 seguito all 'esercizio con gli arti superiori si verifica un ·sovracons11mo di 02 molto superiore di quello che si verifica in seguito al lavoro eseguito con gli arti i11feriori. Ciò va attribuito esse11zialmente alle disposizioni anaton1iche e funzionali caratterizzanti le muscolature che partecipano ai movimenti, nonchè alle inserzioni di queste suJJ e parti ossee de·g li arti e sui cingoli rispettivi (scapolare e pelvico). L . PATERNI (Roma). :_ L'O. espone _alcune considerazioni fisiopatologiche e cliniche su cinque casi di cardiaci scompensati trattati con tiroidectomia. In tul'ti e cinque nessun migliorarnento era più sperabile dalle cure mediche ripetutamente e inte11samente eseguite. Tre decedettero; in uno trattavasi di aortite luetjca, insufficienza aortica crisi anginose a ripetizione, si ottenne la 'Scomparsa delle crisi, dopo 'enti giorr1i si ebbe il decesso per edema polmo1tare, alla autopsia fu rinvenuto anche aneurisma della aorta ascendente; in un secondo malato trattaYasi di insufficenza aortica e mitralica di origine rt'umatica con crisi anginose a ripetizione e mediocri segni di scompenso ventricolare destro, si o ttenne cessazione delle crisi anginase; avvenne il clecesso dopo alcune settimane per ricorrenza e11docar'clitica, all'autopsia l 'asportazione della tii11

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roide risultò incompleta; in un terzo caso trattavasi di insuf~icer1za mitralica con grande scomp~nso ventricolare destro, decesso dopo pochi giorni per broncopolmonite. Degli altri due casi, in uno con vizio composto mitralico si ebbe insperato rniglioramento che persiste a cinque mesi dall'operazione, in un altro pure con vizio com · posto mitralico si ebbe ~comparsa dell'aritmia completa e ripristino delle condizioni anteriori a1lo scompenso, così che la paziente potè riprendere in pieno le sue occupazioni di donna di ca'Sa, tale miglioramento persiste a ve11li n1esi dall'int6rvento. I .. 'O. muove considerazioni sulle indi cazio11i dell'intervento, sulla quasi. perfetta tolleranza dell 'a;blazione tiroidea da parte di questi rr1alati, sulla azione dell 'intervento sui vari sintomi dello scompenso compresa la pressione venosa e velocità di corrente, e richiama I 'attenzione sui probabili effetti della tiroidecton1ia non solo sul metabolismo generale ma a11che come egli ritiene, sul sis tema nervoso vegetativo specia1111ente simpatico.

F. MARCOLONGO (1'orino). - L 'O. si soffer11ta a parlare delle alterazioni della cJorenlia e della funzione renale nello scompenso cronico cli circolo, dichiarando di essere d'accordo con i RR. sui dati riferiti per la cloremia del siero. 'futlavia le cose si 1'.anno più complesse se inYece della cloremia del siero si determinano sis te1naticamente tutte le altre frazioni cloriche del sangue, 111a l '0. è costretto a rinunciare ad entrare nelle discussioni patogenetiche delle alterazioni in ques1o senso da lui provate. Per quanto riguarda le modificazioni della funzione renale nello scompenso cardiaco I 'O. ricorda che oltre a i quadri più comt1ni della insuffirie11za renale, si riscontrano quadri meno marcai i e che anzi possono sfuggire se non Yengo110 atte11 tamenle indagati, corp.e un'ipostenuria più o men o spiccata con. aumento più o meno notevo1e clelJ 'N residuo nel 'Sangue e spesso anche con al tre alterazioni en1atochimiche. D 'altra parle i ·o. ricorda come 'd a sue ricerche sistematiche siano risultate frequentemente nei cardiaci scompensati alterazioni della « urea clearance » indice del com· r10rtamento del potere di concentrazio11e del rene , alteraz ioni che debbono essere riferi le senza nubf>jo a lnodificazioni circolatorie del rene. D. MAESTRINI (Arezzo). - L'Q_ ringrazia i relatori e gli oratori per aver ricorda1o la « l egge del lavoro del cuore », che egli scoprì nel 1915 in biologia e che poi portò in pato1ogia rrl in cJinica. Sempre a proposito della e< legge del cuore >> egli dice che fu per l 'appun lo lui a parlare di « ·tensione» e non già altri; e 11e parlò nel lavoro del 1915, perchè la legge poggia sul ricambio. che aumenta con la t ensione clell<1 fibra . P-e r ultimo 'd ice che bisogna considerare il cuore in scompenso, come in regime ison1etrico, perchè il cuore in scompenso ha molti punti di cont~tto ne] suo ricambio materiale , con il ricambio del muscolo scheletrico, quanclo appunto lavora in regime isometrico. T. SEl:>SA (Napoli). - L 'O. ha slucliato la ve~o­ cità della corrente del sangue attraverso la dete1·1ninazione del « lempo di circolazione » braccio-lingua ·sia nell'adulto che nel bambino, normali ed in varie condizioni morbose e dalle sue ricerche ritie11e che tale indagine possa ai fini della pratica medica corrente essere in tradotta i11 clinica, essendo la tecnica (111etoclo cl i Le chk e facile, r apida, innocua. (Co1iliriua) . A. Pozzr.


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SEZIONE PH.\TJC.\

XLIII Congresso della Società Italiana di Chirurgia. 19 <;>Ltobre, ore 15. Presiclenza: prof. R. ALESSANDRI. l' roff. ~I . DoisAT1 e J\11. L \PIDAHJ (Milano), relatori.

Fratture della colonna vertebrale. (R iass un.to). l .. e fratture della colonna h anno assun Lo una inJJ)Ortanza rilevante nel campo della trauma.tolo.gia ecl i problemi jne1e11li alla loro patogenesi, allo ..,tuclio clinico cd alla loro t erapia sono fra i più a11pas ~ 1onati e preoccupanti per il chirurgo. Tali <iu e·s tioni sono così diventate di speciale attualità, tanto da figurare con particolare frequenza all 'or<Vine del giorno di vari Congressi di chirurghi, l 1 a u r11at ologi ed i11fortu11isti. Questo stesso argo1ne11to 1 scelto co111e tem a di ·relazion e per il XLIII Cor.1.gresso della Società Ital ia11a di Chirurgia, è &tato af~idato ai RR. p er la }Jarte ch e interessa le lesioni osteo -arti colari: nella tra ttazione h anno quindi trascurato, fin dove è t tato r1o~sibilc, le -1 uestioni jne.renti alle l esioni 11e1 vose, e hr- fanno J)arte del t e1na ri servat o al <~orrel a t ore .

Le fratture della colonna sembrano esser e in <~llE- ~ ti ultimi tempi J)itL frequenti: ciò è dovuto, i) i ti c:l1c :)Il 'aumento delle cause e delle occasio11i Ytllneranti, al fatto ch e i rr1ezzi diagnostici e ·sp e<· in l111ente radiodiag nos tici" più raffinati ci perm e t~ tono cli fare una diagnosi di frattura anche là, doYe. l)er l ai lieve entità dei sinton1i clinici, non si sarebbe potuto sosp e tta-re una lesione ossea. Poichè l 'ignoran za della l esione ossea può portare nel un trattamento erroneo ecl ins11fficiente, c l1e a distanza Jl tlò doterminare delle al lera7.ioni ai1aitomiche e funzionnli !)ÌÙ o n1eno gravi, il chirurgo deve sempre con lrollar e radiograficamen,t e ()gni più t enue sosp etlo di lesione rachiden. L ·e-5a1ue radiografico deve essere alme11 0 eseguit o i1elle due proiezioni ortogonali e, se neces ario, n elle l)OSizioni speciali o con sp eciali accor gimenti per la n1essa in evidenza di certe p a.rti vertebrali -0 di lalt1ne vertebre. · Le fratture vertebrali ricon osco11 0 gen er nl1nente lt11a cat1sa indiretta soprattt1tto quando la frattura è totale; delle fra llÙre p ar ziali po sono anche cli1)endere 'd a U11 m eccanismo di.retto quel)e che interessano le apofi si spin ose, le apofisi tra·sver se e qu ale l1e Yolt a gli archi. Dej 111eccanismi (li C1\lllura <la cau sa indiretta il pii1 frequente è quello da compressione per iperflessiune della colonna. _i\]tri n1eccanismi cl1e possono volta a volta dar luogo a fratture sono la compressione per iperestensiorie, lo schiacciamento, lo strappamento e la

tor.c;ione . L-11a peciale con siderazion e m eritano le lesioni a carico dei corpi ver1 ebrali (]OYule a con tratture ml1 scolari nel t etano: inrlubbiam ente entrano i11 gioco in q1uesto caso anche alterazioni strutturali della spong·iosa <lei corpj vertebrali . La sinton1atologia generale, prescindend o d a eYe11tuali co1nplicazioni 'cli carattere n ervo o, è d ata d ai sintomi soliti a 1utte le fratture: dolor e, conti attura muscolare, deformità doYu ta a deviazioni dell 'asse rachideo o a en1at on1i. impotenza funzic1n ale. Le fratture dell 'at1an te h anno in genere un a pro_ gnosi benigna, qt1nndo n on coesiste sp o tamento (lei fra1nn1enti ch e }Jos~nno ledere il coròon e mi-

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dollare. In generale con una semplice in1mobilizzazione per circa due mesi con collare gessato a minerva si ottiene una g11arigione con1pleta; una complicazione può essere In lesione del nervo sottooccipitale di ArnoJd, immediata per opera dej fram1nenti o postuma p er opera di u11 callo esuberante. La lussazione pura completa anteriore clell 'atlante è invece un r ar o tipo di lesione ch e quasi se111pre determina la morte del paziente per com-pressione rlel midolJo fra l 'arco po·steriore e l 'odon_ toide: più benigna è la sinlomatologia delle sublussazioni o delle lt1ssazioni per rotazione. La prognosi deve essere sempre riservat a p er le possil)ili compli cazioni secondarie. La frattura del den s epistrophei è una le io11e pure notevolmente gr ave, quan'd o si accompagna a ltrssazione ir1 avanti cl ell 'atla11te. Questa evenjenza, se non si determi11a i111m ediatamente al mon1ento del trauma, può verificar si anche a dista11za di anni per la notevole tendenza della frattura del de11te a 11on consolidarsi. Per questo, nel trattamento, l 'abbandono di tutle le forme di imn1obilizzazione cleve essere contlizionato alla con s tatazione dell 'avvenulo saldam ento osseo, sul control lo r adiografico. · La lesione rileYata r adiogr aficamente no11 è sempre in rapporto con la lesione dal punto di vista clinico: infatti i l) ÌÙ gravi sposta111e11Li po·ssono aversi sen za con1plicaz ioni bulbo-midollari, mentre le più gravi sindromi midollari posson o anch e non avrre alcun riscontro sul documento radiografico. Delle altre vertebre cervicali (dall a III all a VII) quella che si frattura co11 maggjore frequenza è la V; il m ecca ni lno cl i frattura ricon osce quasi sempre una cau sai indire lta ed a questo J)roposito ricordiamo la freque11za d ella lesione nei nuotatori che si tuffano a capofitto nell 'acqua troppo b as·sa. Anche per qu este fratture la gravilà della sintomatologia non è sen1prc in r apporto con la gravità della lesione. Per il trattamento in genere, di queste lesioni, i RR. so110 propens i alla riduzione per trazione contir1uata a letlo, ripudiando quelle manovre violente di ricluzio11e immediata che non sono sen1pre prive di p ericolo. Così pure 1'esp erjen za dei RR. non è molto fayorevol e all 'intervento chirurgico decompressivo quando esis tono segni midollari (lami11ectomia), poicl1è questi, ove si tratl i di fe11omeni dovuti ad en1alomielia , edema nli'dollare, ecc. si risolvon o da soli anch e senza alcun interve11to cruenlo; mentre là ove si sono ·stabilite le&ioni del n eYrasse, l 'i 11 terven to n on potrà più portare alcun beneficio, nla aggraverà invece le condizioni del p aziente. Fatti semplici di compressione dovuti a dislocazione di frammenti si risolveranno jr1vece con la rjduzione incruenta della frattura. Le fr!\tture del tratlo dor o-lombar e interessano di preferenza la XII dorsale e la I lombare. Ciò i RR. h anno riscontrato anche nella loro casistica . A11che per q1u este fratture il m eccanismo più frbquente è quello da cau a indiretta e per compressione. Al la frattura dei corpi per lacerazione dci }egarnen li inter- e sopr a pinosi, interarticolari e gialli , o per frattura degli archi e dei processi art icolari, i può aggiungere la di locazion e o 1a lu ssazione della colonn a sovras tanle alla frattura. con les ione più o meno grave del m idol lo, s1)ecialn1en le quando . j 11(1 ro 11 len1poranea1nente les ion e del legan1ento lon gitu<lir1ale . posteriore. r di chi inter,-erlebrali po·~sono presen l:tl'(> lesion i proprie ch e talYolla si m ostrano isolnt f1 111en-


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te, ali 'infuori di ogni lesione ossea dimos trabile ra·d iograficamente. Qualche volta si ha una proiezione d ella sos tanza polposa nel ca11ale rachideo, con fatti compressivi a carico del midollo; oppure attraver so incrinature della placca cartilaginea dei corpi vertebrali si in sinua parte del nucleo polpo o, formando d egli inclusi in m ezzo alla ·spongiosa, causa ulteriore di disturbi a carico clel rachide (1iodu li cartilaginei: di Schn1orl). Questi inclusi potrebbero essere lu cau sa prima di quelle alterazioni d el corpo Yerlebrale ch e delern1inano a dis tanza da un trau111 a insignificante la tanto discu ssa sinclro1ne di J( i.in1mell; i RR. credono pertanto pii1 probabile cl1e questa affezione non r appresenti che l 'esito a clis la11za di una frattura ig11orata o trascurata. La guestione clella cura di queste le·sioni ha sollevato in questi ulti111j le111pi un acceso djbattito fra i vari autori. Per la cura delle lesio11j d or so-lombari j RR. condividono in genere il parere di Bohler per l a riduzione immediata e immobilizzazio n e della fratt ura; tuttavia , an che allo scopo di poter utilizzare J'an estesia generale, più efficace e meno p ericolosa di quella locale alla Schneck, i RR . u sano u11a amaca di 'Sosp ensione che determin a l 'iperesten sione della colo11na a paziente in po izione supina (posizione di Dandridge). La fissazione cruenta media11te inne·s lo o seo alla A1bée sembra ai RR. ir1ulile e inadatta r1ella cura delle fratturt5 recenti: efficace e necessaria nella cura dei p ostumi di fratture trascurate (calli d olorosi, sindrome di Ki.immell). EguéMmente i RR. n on r iten gono opportuna l 'asportaziona p er via crue11 ta delle apofisi spin ose e d elle apofisi trasverse fratturate; i loro casi ·sono g u ariti sen za reliquati co11 la semplice dege11za a letto, completata con la fisioterapia e m assaggi. Per le fratture delle apofisi artjcola.r i è n ecessario p1ocederc alla riduzion e in iperesten::;io11e ed alla immobilizzazione in ap1)arecchio gessato, cui deve seguire un trattamento funzionaile adeguato. La frattura d ella porzione interarticolare, specialmente a carico della V l ombare , può d et erminare ulteriormente, quando venga trascurata o comunque non si aibbia il corrsolidamento, lo scivola1nento del corpo vert ebrale in avanti (spondilolistesi) . In questi casi , ad e~·ft are l 'aggravamento del processo, si potrà praticar e la fissazione della colonna al di sopra ed al disotto dellai vertebìl'a interessata, mediante u11 jnnesto osseo alla Albée. Per le fratture d egli archi (lamine e peduncoli) il tratta1nento sarà prevale11temente ortopedico (ridt1zione immediata ed immobilizzaizione in corset. to gessat o). L 'importanza di diYer se affezioni, ia come causa predis ponente alla frattura d el rachide, sia come possibile complicazione d ella frattura stessa, deYe essere a Yolta a Yol ta presa in con siderazione agli. effe tti prognostic i, t erapeu tici e·cl infortunistici. Fra queste affezioni i RR. ricordano la tulJC'rcolosi , la ·sifilide, le affezioni dcl sangue e del riran1bio, i tun1ori primitivi , ecc. Una speciale atten zion e m erit an o p oi le affezioni del sangue e del ricambio, i tumori primitivi, ecc. Una speci;, le n l tenzion e meritano p oi le affezioni cronich e d el rachide, sia eredetarie ch e acquisite, come Je varie spondilosi, l 'artritismo apofi sario o malattia di Putti , la cifosi eredo-traumatica di Bechtere'v e le varie forme ost eon1al acich e da cause endocrine, cla gravidan za o da Yecchiaia.

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· Prof. C.

ANTONucc1

(Roma), relatore.

Lesioni del midollo e delle radici spinali nei tranmi della colonna vertebrale. (Riassunto) .

Il R ., i)arte11do ·d al concetto ch e 1a sinto111atologia n eurologica non differisce so·stanzial111e11 le nei traumi chiusi della colonna e in quelli apert i. cioè, n ella g·randissin1a inaggioranza dei casi, eia arma da fuoco, ha fatto jn questa relazione una trattazio ne d 'insieme. Lo studio neurologico di que~ tI lesionati si è approfondito , se non complet alo. ~ttll a base dell'esperienza di guerra, e cioè ]Jer la j)iù gran parte su p azienti col1)iti da proiettili cl "arn1a da fuoco. Di questo fatto occorreva t e11er conto. Le differ enze tra le varie categorie di traumi r iulta110 nel! 'anatomia patologica, nelle co111plicazioni, nella progno·si e nella cura; e qui 11atural1n e11te le distinzio11i sono mantenute e g·l i ar g·orr_enti svolti separatament e. I11 tal modo il R . h a p otuto utilizzare lutto il n1aterjale 11eurologico accu1nulatosi òura11te e dopo la gue.rra , materiale che finora non aveva troYato iì su o orèli11amento e la su a sistemazione i11 nessu11a monografia italiana e ir1 nessun tratta lo. EYid E'ntem ente il fatto ch e 1·~rgomento è in unn zona limite fra n eurologia e chirurgia ha i111pedito fi~ nora ch e un solo autore trattasse 11ello stes~o lavoro i suoi due aspetti. Dopo un rias·sunto dell 'anatomi a d e] 111iclollo, della sua citoarchitettonica e d ella i. te111 ~ti1.zazio­ n e dei fasci, il R. ha studiato alcu11i pull1 i rlella fj siopatologia dell 'apparato me·d ullo-racl] colare, es tenclendosi J)fincipalme11t e sulle alter azio11 i <.lei riflessi con sp eciale .riguardo a quelli fii at1ton1atism o, o sulle alterazio11i a cari co d el siste111a vegetativo. Un diffuso p arag·r afo co11s idera ]e acq tt i. . izioni Jlllove ·a11l p arasimpati co s.pinal e second o Ke11 Kurè e la sua Scuola , argon1ento inleressa11te, no11 a11cor a l)assato <lall 'àn1 h i to fi siologico all 'à1nhjto clinjco. DO})O aver distjnto i lrat1n1 i t11edullo-racl i col [lfi in cl1iusi ed aperti, e aYe r con iderato ]a frequ en za relativa "d i essi in rapporto co11 il r1un1 ero d cllP lesio11i. scheletriche, pa s, a alla descrizione delle , i11dron1i cliniche e delle r elntiYe c=tlterazion i a11at on101)atologiche: comn101. io11e 111 iclollare, e111ato1nielia. e1natoracl1ide, contusio11e e . ozioni p arzial i o totali dell'as·se midollare. Le lesioni radicolari so110 svolte con 11 o teYole ampiezza ; e così l e rompJjcazioni , ar gon1 e11to di g rande interesse specialme11te dal punto di vista p[ltogenetico e da quello curativo. Le compressioni m edullo-radicol ari mctatrau111atiche sono svolte in un p ar agrafo s pecin lP in cui il R. cerca "!li delimilare esatta111 e11 tr il co1H:c llo di compressione, riportancl o i al sig nificat o l)en defj11ito che i neurologi òanno a que tn parola. a <ljf_ feren za dei chirurgi, che ha11no ampliato 1:1 1 rli là nei giu·s Li confini il concetto cli co mpres:'ionr nei t1 au1ni medullo-radicolari. D 'interesse più s trc l I ament e chirurgico ::OIJO i clue capii oli ri [.ru arò an ti la cura ortopedica orl operatoria di que le lesioni. Il R. di .. l ing ur la cura delle le iou i n1edullo-radicol ari in indiretta, quanrl o l 'azio n e t erapeutica si rivoìgc solta11to all.1 e1nen <lazione <lellc le1:>ioi1i scheletriche allo copo ò i agir<' inciirel t an1en lC' ~ ulle lesioni nervose, e diretta., quando l 'azionC' cllirur::rira si rivo1ge preYalenten1entt> all a t eraJ1in cleJl <' Jesio11i apj)Ortale <l al tra u n1a nell 'a. se nerYo .. , •. pn1


2037

::>EZ LONF. PRATl CA

se11za trascurare il lratlan1ento del focolaio c~i lesione ossea. La prima , che può essere incruenta o cruenta, si ri' olgc ai traumi chiusi ; la seconda, può rivolgersi ai traumi chiusi come agli aperti Riportia1no le conclusioni che al R. sembra di poter trarre allo stato attuale della discus•sione : 1) Nelle lesioni midollari da traumi chiusi la cura deve essere 11ella maggioranza dei casi ()rtopedica, associata con sistematiche punt11re lon1bari e cisternali allo scopo di abolire 1'even luale blocco spinale . Solo se un indispensabile tentativo corretta1nente praticato in questo sen ·so si è dimostrato ir &ufficiente, e solo se l 'esame neurologico, e l 'esame radiologico corredati clal rilievo positivo dei sinto1ni di blocco, hanno accertato la esistenza e persistenza di u11 coefficiente di compressione 11elJa p ·.- oduzione, nel m a:i1te11imento o nell'aggravarnento della sindrome nervosa, solo a1lora è indicato l 'iu1 ervento cruento allo scopo di liberare il midol1o e le radici. Questa eYentualità deve essere consideTata come rara, se non addirittura eccezionale. 2) Nelle lesioni n1idollari aperte, cioè in definitiva da arma da fuoco, le direttive debbono essere rivolte allo intervento più che nelle lesioni chiuse. La cura chi1 urgica deve con sistere: a) n ella tole tta imme'd iata, accurata e completa , del focolaio fino alla colonna, quando ciò è r eso necessario dalla natura della ferita; b) nella laminectomia, appena passato il periodo di choc, nei casi adatti, {'ioè escluse le sezioni totali, esclusi i casi con escare graven1ente infette, con complicazioni r e. spiratorie e con infezioni urinarie gravi; asportazione di proiettili e di schegge -0ssee, toletta del focolaio midollare, prossibilmente ·sutura ern1etica dei muscoli e della cute. 3) La sutura midollare, comunque :praticat a, è O})er azion e da ripudiare. 4) I tentativi di cura delle sezioni trasverse complete del midollo lombo-sacrale mediante anastomosi interradicolari o intercostoradicolari m eritano di e sere tenuti in seria considerazione e van110 studiati sperimentalmente negli animali e ripetuti nell 'uomo, corredando le -0sservazioni co11 nl i11uziose e accurate preci·sazioni sinton1at olog·icl1e e anaJtomic11e. 5) Le 111ening·o-r adiculopatie traumatich e, recenti o antiche, deblJ0110 essere ct1rate con la lan1i11ecto1nia e il tratta111ento adegu ato delle lesioni meningo-radicolari. L'utilità e l 'efficacia di una sutu.r a clelle radici interrot le è messa in dubbio da quaJct1no. La maggiora11za dei chirurgi è però per la sutura accurata di esse, capo a capo o per im11ianto laterale.

. Comt1nieazioni inerenti al tema. T.

(Trento). -

L 'a n eslesia epidu r ale alla Dogliotti n ella riduzi one di fratture della co lonna vertebrale. - Ha u sa lo questo tipo di anestesia co11 ottimo risultato e ritiene che essa rappresenti oggi MERLER

il m etodo t11igliore p er la riduzione 'd i tali fralture.

A.

RALLO

(Taranto). -

F'r atture da tuffo del l e

t 1ertebre cervicali.

T . .ANAno1 (Pa.rn1a). -

A trofia. renale da. frattii.r a

de lla colonna ve rt ebrale.

l\ . FoÀ (l 'orin o) . •--: Note di tecnica r adiografica della col onrta Pe r tebrale. - L 'O. n1ette in r ilievo le difficol là tccnicl1e della pre·sa radiografica dei vari seg111e11li della colonna e le difficoltà interpretative òei r aòiogran1mi otte11uti. Per la colonna

cervicale propone un me todo personale di presa r adiografica con pellicola flessibile. Ricorda le proiezioni indispensabili per la radiografia e conseguente corretta letlura della colonna lombosacrale. Espone alcuni d ati sulla stratigrafia; raccomanda la più stretta collaborazione clinico-radiologica al fine di perrr1ettere al radiologo una indagine adatta per ogni tipo di lesione della colonna .

A.

(Monza). -

Fratture della colonna verteb rale in un d eaennio nell 'Ospedaile dii Monza. 46 casi. - Ha u sato la semplice estensione; dopo CIMlNATA

6 settimane apparecchio ges·sato e deambulazione.

D.

(Treviso). -

Fratture del dente dell 'epistroJeo co n lussazione del gruppo dente-atlanCA1,2AVARA

te. - L 'O. illustra ·d ue casi di frattura del dente d ell 'epistrofeo di cui uno con lussazione anteriore: l 'altro con lussazione posteriore del gruppo dente-atlante non accompagnati da lesioni nervose. Nel primo, n el quale la lesione prodottasi durante il brusco sollevamento di una pesante cassa era ormai inveterata, la trazione continua col collare di qlisson e relativa controtrazione, non diede alcun ri'Sultato. Nel secon'd o, nel quale lai lesione era recentissima e consecutiva ad una caduta a cap efitto, si ottenne invece con lo stesso metodo uria riduzione quasi perfetta . Sulle fratture dei pro~ cessi trasv1ersi delle verte bre cervicali e lombari. -

F.

RABBONI

(Palermo). -

Riferisce su un caso di frattura d el processo trasverso della 7a vertebra cervicale e su uno di fratt ura del p:roces·so trasverso sin. della prima lombare. Me·.ssa in evidenza la r arità eccezionale del l .:> caso ch e è il qua.rto della letteratura, cer ca ai piegare il meccanismo p atogenetico di queste frati ure che ritien e in entrambi i casi d ebba ricondur- · : >i ad una azione indiretta o precisamente alla bru~ca contrazione per movimento 'd i difesa d ei fasci 1nu, colari ch e nelle suddette apofisi prendono inserzione. In entrambi i casi le fratture sono andate a g uarigion e, però nel primo caso fu complicato da una paralisi traumatica del plesso brachiale D. d a imputar e probabilmente a fenomeni di compressione del focolaio di frattura dell'apofisi trasver sa dati gli intimi rapporti ch e questa presenta oon i rami d el plesso brachiale. G.

(Udine). -

Oon t ribu•t o al trattamento operator io delle fratture del rachide. L 'O. è iu tervenuto in 25 su 87 casi di fratture vertePIERI

brali o·sservate negli ultimi 14 anni. Si astiene nei casi recenti di frattura con paraplegia sim metrica e retto e cistoplegia (in un caso del genere tentò sen za effetto il trapianto radicolare) ; cr ede si debba intervenire con la laminectomia se i sin lon1i di lesione nervosa non sieno troppo gravi : in 4 casi del genere ottenne notevoli mig·lioramen ti. elle fratture del corpo delle ultime vertebre dorsali e delle vertebre lombari pratica il lrapia11to osseo alla Albée: 14 casi operati con 13 riSllll a li ottimi . Nelle fratture invet erate in cui si sia stabilita la spon'd ilite traumatica (malattia di KiimmelVerneuil) è con·sigliabile intervenire col trapianto osseo : in un caso del gen ere operato il buono risultato si mantiene da 11 an ni. Nelle fratture ir1veterate con reliquati nervosi (di cui I 'O. h a operati 5 casi) conviene intervenire se la lesione rton sia troppo antica. L 'O. ha infine operato due casi di spondilolistesi con trapianto osseo alla Al-


203

(( IL

POLICLT :r1co ))

bée, con g·uarigione cl1c i n1a11liene in un caso d~ quasi due anni e nell 'altro da 15 mesi. C. CAVINA (Bologna) . - Contributo alla casistica operattoria dei fratturati della colonna ve rtebrale. Riferisce su 4 casi di frattura della

colonna vertebrale: ·d ue in sede lombare (il pazitnte era cifoscoliotico), due in sede dor ale (il paziente era cifoscoliotico) ; l'et~ fra i 23 e i 28 anni, sesso maschile; il meccani1110 nei primi tre casi avvenne per caduta verticale sulle mani; nell 'ultimo caso per trauma diretto ~ u1 rlorso. L'intervento fu indicato dalla sindrome da compressione determinante il quadro della lesione trasversa del midollo; consistente nella asportazione 'd i fran1menti di lan1i11e fratturate (ed in laminectomia) e di coaguli sanguigni a sede extradurale rinvenuti in tutti i casi; fu praticato nelte prime 48 ore dal trauma. La regressione dei sintomi si manifestò nei primi dieci gior11i ; dopo 60 giorni tutti e 4 i pazienti erano già dimessi dal1'0spedale ed entro un anno riprendeYa11 0 1'abituale lavoro . Conclude dicendo che il con Legno di chi ha avuto modo di controllare personalmente la veridicità degli asserti favorevoli all 'interV€nto precoce non potrà es·serc certo indeciso davanti a sinclromi come quelle dei casi riferiti. · M. PAL'l'RINIERI (Bologna) . OsservaJZioni clinico-statistiche sulle fralture di colonna ve rtebrale osservate nell 'Isl i tuto Rizzali dal 1889 al

1936. - I casi osservati sommano a 368. Nota una forte preYalenza del sesso maschile e del terzo e quarto decennio d'età. Il meccanismo più co1nune è il trauma indi.retto e fra que·s to le cadute dall 'alto. La fratlura 'd el rachide occupa il r1ono posto fra tutte quelle osservate e sta in prop 0rzione 1lel 4,64 % rispetto a quelle degli altri S€gn1enti rachidei. 216 i casi di fra ttura jsolati di t.tna sola Yertehra, 80 quelli a 2, 1 a 3, e 10 a più focolai cli fratlt1ra ; 30 le fratture dell'apofisi. Le fratture Yertebrali sono l)iù freql1enti al segmento lombare, quindi in ordine decrescente al dorsale e al cervicale. La prjma lombare è la più frequenten1ente colpita segl1ìta dalla 12a dorsale. I segmenti ch e maggiormente _ri sentono gli effetti lesivi son o i più n1ol)ili e preci·san1ente il d or so lombare ed il cervicale inferiore. Il segmento cervi cale ecl il dorsale dan110 circa il 60 % di complicazioni nervose concomitanti, il lombare il 45 %. La feno1nenologia nervosa raramente regredisce ed oltre ch e complicanza frequent e è anche assai grave: prognosticamente aumenta la gravità quanto più sono craniali. 11 sintoma deformità è stato raccolto n el 57 % dei casi. D. ScAGLETTI (Bologna). -

Osservazioni anatomiche sulle fratture della colon,n a vertebrale. -

Ha illustrato le os·s ervazioni anatomiche raccolte dall 'esame di 17 casi di fratture vertebrali del Museo dell 'Istituto Rizzoli. Dopo aver descritto per es teso le lesioni 'd el sistema anteriore (corpi) del sistema legamentoso, del sistema posteriore (peduncoli,. archi apofisi articolari, apofisi trasverse e spinose) e del sis tema n ervoso (m eningi, midollo spinale e radici) conclude con alcune con siderazioni di ordine pratico sulle indicaz jo11i alla laminectomia d ecompressiva. V. Purr1 (Bologna). - .Sulla cu ra delle fratture vertebrali. - La fratll1ra della colonna vertebral e p er essere bene curata d eve essere, con1e tutte le fratture, ridotta ed im1nobilizzata, il più precocemente possibile. Nella t ecnica della riduzion e d f'1le fratture più comuni si è ogei gen eralizzato

_ANNO XLIII, N-c::\r. 45_

jl 1netodo della lordosizzazione sia prona che supina. L 'O. espone i principii meccanici e le ragioni praliche che lo inducono a ritenere tale n1etodo poco raccomandabile. Ad esso è peferibile l 'e·stensione sull'asse longitudinale con presa sul capo e sulle estremità i11feriori nella po ~ izio11e che meglio si confà allo stato anatomj co della frattura. Per correggere non si deve angolare ma estendere. Quanto alla cura post-riduttiva è contrario alle esagerazioni della terapia fisica i11tensiva ed atletica. Non crede nei danni del ·corsetto. g·essato e tanto ineno alla psicosi da busto. La cosidetta malattia di Kiiromell non è che Ja banale conseguenza di og·11i frattuJ'a non o i11ale· immobilizzata e cioè malattia, deformità, dolore. Nella cura delle fratture mieliche la rirluzione precoce è altrettanto imperativa. La ricluzione 11a maggiore probabilità di giovare alla le·sione midollare che J1on la laminectomia. Ritien e tuttavia· c:he questa in aJcune condizioni (fratture dell 'arco, blocco del liquor, lussazioni) sia nella1nente i11dicata . La profilassi dei decubi li è connessa alla assistenza del malato. Riliene più temibile l a ritenzione che l 'incontiI1enza d'urina. Per tale ragione si potrebbe provare a provocarla. Una prolungata terapia fisica ed ortopedica può sc.ttrarre il paraplegico alla soffere11za della compJPta jnerzia.

La rieclucazion e fa11-

A. BoNOLA (Bologna) . -

zionale delle paraplegie per fraitture vertebrali. -

L 'O. presenta un film in cui si dimostra il tratta1nento ort{)pedico eseguito i11 38 casi 'd j paraplegie da fratture vertebrali. Una notevole percen tua1e di ques ti casi riuscirono a ripre11dere· una deambulazione con piramidi e bastoni. D. MARAGLIANO (Genova) . ----.. Sulle pa·ralisi tarclive dopo fratture della oolonna vertebrale.

E. ErronRE (Milano) . -

Cura delle fratture de l-

Premessa l 'importanza di semplificare le classificazioni, l 'O. rivendica la priorità sin dal 1931 dell'aver richiamala I 'attenzione sull 'importanza della funzione muscolare nel processo di guru-ig·ione e fa una breve cronistoria dell'evoluzione successiva dei metodi di c11.r a. Nel trattamento di·stingue i casi con disturbi 11ervosi nei quali ritiene preferibile la riduzione in an estesia locale e l 'applicazione di un corsetto seguito da esercizi quotidiani da quelli semplici nel quale il trattamento astensionista facile e breve gli ha dato ottimi risultati anche funzionali. Conferma la r azionalità di tali principi direttivi di cura già riferiti nella sua relazione al Congresso di Palermo n el 1933 facendo seguire la din10s1razione comparativa nei casi trattati nell 'ulti1110 biennio. la colonna vertebrale. -

_4 proposito di fratture d ella co l onn a verlebrale. Premessa una accurata radiografia tratta con l 'astensione le frattu.r e senza lesioni n erYose; quest e invece vengono ridotte. I tentativi di riduzione sono giustificati ancl1e a distanza di tempo. Il traltamento crl1ento va riservato a casi particolari; in tutti ;, i11olto utile il trattamento a lto a prevenire l e atr ofie muscolari. R. CR1AROLA1"1ZA (Napoli). -

L. l l\IPERATI (Napoli). -

.4.lcuni aspetti del liqu ido cefal o-ra chidiano ne; traumi cranio-vertebrali . - Ha polu lo con~ la lare un aumento 'rlpJJ a


lA~:\"()

\LIII,

~ Ul\I.

45]

SEZIONE PRATICA

pressjo11e ·e <lei co11tenuto cellulare, del con leItuto proteico ed enzimatico. Le modificazjoni .osservate Yengono interpretate con1e reazionj prodotte dal trauma sulla sostanza nervo·sa più propriamente sul suo metabolismo, Sl1lla permeabi1i tà meningea, ecc. G. D'AGATA (Messina) . - A proposilo di fratture della colorina verlebrale. L'O. porta una statistica di 50 casi di frattura della colon11a vertebrale osserYa li nella Clinica di Messina. Dice dì aver preferito il trattamento ortopedico; riduzione in conYeniente posizio11e, busto ge·s sato e successivi eserc izi fisici; dando (nelle les1011i del tratlo dorso-lo1nba.re) una certa importanza a quesli ultimi per il ripristino funzionale. (Ca11tin ua) . p. VALDONI.

XV Congresso della Società Italiana di Urologia. ('J rieste, 1-4 ottobre 1936-XIV). (_( :on.tin.uazi one e fine; vedi nurn. prec.) .

Comunicazioni su argomenti riguardanti l'uretra e gli organi genitali. F. GALT. . IZIA (Torino). -

Cura in.cruenta dell ' idrocele cori iniezi on.i di chinirio-uretaM. L'O. riferisce sui risultati di questo metodo appJ]cato a 15 i11fermi. Il metodo è raccon1andabile perchè risolve l 'affezione in 111odo radicale, ·.se11za dare reazioni spiacevoli e senza costringere il malato al letto. Attira l'attenzione sull 'insuccesso che . può verific arsi in casi di vaginalite su.p purata; quando il liquido è torbido e la Rivalta positiva }JUò aYersi riacutizzazione del processo suppurativo. Il inetoclo è da consigliarsi quindi solo nel1'idrocele es·se11ziale.

FINoccHIARo DE Moo (Catania). r-:- Ricanalizza,. zione spermatica in orchiepidvdimiti tubercolari, cv.rate con le iniezioni iodiche parenchimatose alla Durante. - Ir1 4 pazie11ti di orchiepididimite tubf::rcolare curati con iniezioni a lla Durante l 'O. ha osservato una .ricanalizzazione spermatica normale. Richiama gli esperimenti in merito da lui eseguiti su animali e ritiene che il detto metodo sia il nligliore per la cura dell 'orchiepidi'dimite tubercolare, perchè, usato all'inizio, circoscrive il processo e riesce, salvo rari casi, a dare una guarigione clinica e funzionale. G. Rusc1cA (Siracusa). - Sarcoma fusocellulare primitivo del testicolo. - L 'O. riferi sce ·sugli esami jstopatologici delle sezioni di un sarcoma fuso. cellulare del testicolo del peso di circa 600 grammi che aveva avuto un rapidissimo accrescimento (tre mesi circa), in un p. di 76 anni. G. REBAUDI ('forino) . - Grosso polipo in div,e rticolo dell'uretra. J_, 'O . descriYe un grosso polipo della grandezza cli una noce contenuto in un diverticolo superiore dell'uretra di una donna . S. ,ScANDURRA (Roma). - Formazioni diverticolari dell'uretra posteriore e d ella prostata: importanza che assumono i varii metodi di ure tr~pro­ sta.f•ografìa.. A proposito delle formazioni diverticolari dell'uretra prostatica l 'O. rileva la grande importan1a dell'associazione d ei mezzi "d i esplorazione uretroscopico ed uretrografico. Rileva l 'interesse dei vari metodi di uretrografia ascendente e minzionale. Per la t er apia preferisce le cure con l'alta freq11enza .

2039

S. ScANDURRA (Roma). - Un caso grav e di selti cemia dovuta a diverticolo uretrale con calcolosf infetta. L 'O. illustra una setticemia da stafilococco nella quale in primo tempo non si era id~ntificalo il focolaio di partenza. Scoperta e curata con mezzi endoscopici una calcolosi di un diverticol o uretrale ·s i ebbe in breve la guarigione ..

Comunicazioni su argomenti varii. A. BARJ!:LLA (Torino). - L'emocoltura nella lu-bercolosi urinaria. - L'O . ha praticato l'emocol-· -tura in 42 infermi di tubercolosi renale, in 26. caisi prelevò il sangu e dalla vena del braccio, in. 16 da1la vena renale ·durante l'operazione; ebbe 1 esito positivo nel prin10 gruppo e 2 nel secondo . Conclude ritenendo il reperto positivo del bacillo· tu.bercolare una even~enza rara, anche nei casi n ei. quali esista un impedimento o lesione d egli organi, e1nun lori .

L. CmAvAcc1 (Vie11na). -

Con.lribulo alla le-rapia dei disturbi funzionali sessuali. L 'O. tratta i diversi metodi di cura m e"dica e chirur-gica dei disturbi fu11zionali del! 'apparato ses·suale· illustrandone i pregi.

S. FRossAsco e L. M1GLIARD1 (Torino). - Prime· esperienze con un nuovo acidificante. - Gìi 00. hanno sperimentato per il trattamento delle infezioni delle vie urinarie un potente acidificante : l 'aicido nitrocloridrico, ottenendo risultati assai · incoraggianti e tali da indurli a·d estendere su più Yasta scala le loro esperienze. GRUGNOLA ~Iilano) . - Ricer cli e sperime11tali sulla variaJZione della. concentrazione degliioni Il provocate in vitro da diversi ceppi di ger- mi patogeni. - L 'O. ha iniziato ed in parte. con- · dotto a termine delle esperienze sulla facoltà di r1umerosi tipi di germi patogeni a proclurre va- riazioni del pH urinario in vitro; accenna ai primi risultati ottenuti e rimanda le conclusioni ad esperienze ultimate.

G.

RIVA

G . Ru sc1 cA (Siracusa). - Sul calore della pro- va biologica per la diagnosi delle affezioni urinarie da virus tubercolari atipici. .~ ·L 'O. in base · ad esperienze personali fa notare l 'in1portanza d ella inoculazione nelle cavie per la ricerca d el bacillo tubercolare , perchè possono esisterne al- . clini a virulenza talmente scar sa e tanto modificati nella loro biologia, da non dare manifestazioni morbose negli animali se non dopo ripetut i p assaggi in serie. Ricorda la neces·sità di una ri cerca sistematica dei bacilli , n elJ e linfoglandole delle cavie inoculate.

M. VERAl{DI (Napoli). - Ricer ca del bacillo d i l(och nelle urine. Secondo 1'0 . si raccolgo n o g r an quantità di urine, quelle delle 24 ore a<l esempio, si aggiunge albumina, ?i agita e poi pre cipita con acido tricloracetico . Il coagulo vien e sciolto con soda che distrugge tutti gli altri elem enti organici lasciando intatti i solj bacilli tt1bercolari riuniti in pochissimo 1iqt1ido. M. VERARDI (Napoli). - Un errore d ella de t erminaziorte d ella urea col metodo dell 'ipobromito e m odio di evitarlo. - L 'ipobromito unendosi a d a ltro liquido darebbe secondo l 'O. un r affredd am ento d ella ris ultante mi·scela, il ch e p or ter eb b e · un errore di valutazione. Si ovvia portando il l iquido in esame alla st essa con centrazion e di socla d ell 'ipobromito. Dott. .t\LBEt\TO OsnnnoLTZER.


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(( IL POLICLL · 1co ))

APPUNTI

[ ANNO ~LIII ,

\

C2'1.

451

PER IL MEDICO PRATICO .

CASISTICA E TERAPIA. L'osteoma del seno mascellare. G. Guazzieri (Gli l~urabili n. 11 , 1935) espone un caso di osteoma del seno mascellare, capitato alla sua osservazione e da lui operato con successo. Passando in rassegna i lavo.ri ~ubblicati sull'argomento, parla della et~o,~ogia, del quadr~ anatomo patologico e c l1n1co e della cura d1 questa assai rara forma morbosa. A proposito della quale dice ch e essa è es~ sen zialmente chirurgica e consiste nella estir· pazione del tumore. A seconda che esso sia ancora contenuto nel seno , oppure ne abbia g ià varcato i limiti, l 'intervento varia e diverse n e saranno anche l'·e ntità e l 'importanza. Esso va dalla semplioe apertura dell 'antro, attraverso la fossa canir1a, con l 'asportazione del tumore. alla resezione del mascellare superiore quando r1on è possibile estirpare in a ltro modo l 'osteo·m a. Queste differenze di intervento si rifletteranno, com'è fa cile capire, non solo sui peric oli immediati di esso, ma anche sui risu1tAli estetici d efinitivi . Dall a statisti ca di 1B oeninghaus si rileva che la mortalità operatoria, considerata complessivamente, enza fare alcuna distinzione, per quanto ri'g uarda lo sviluppo del tumore, era negli osteomi , fino al 1888, abbastanza elevata, raggiungendo· in fatti il 16 % e la morte avveniva il più spesso per complicanze intracraniche. Da allora , secondo lo stesso A. , essa è scesa al 3 %. Il Guazzier1 raccoglie i casi operati con successo, tra i quali' il suo. In molti di essi, per e ffetto del temPo trascorso , le operar.ioni parziali non sono più possibili e si d eve ricorrere a lla estirpazione d·e l mascel]are superiore. Quando è possibile, si deve conservare la mucosa della volta palatina. Al posto d el n1ascellare asportato si ap·p lica una protesi prov·visoria, da sostituire poi con la definiti va. Il più delle volte l 'asportazione de l tumo·r e è relativamente facile e d i risultati ottimi sia per la vita , ch e per la cosmesi dell 'infermo.

T. F . La ternpia. istidinica nelle malattie accompagnate da formazione di ulcere, specie nelle coliti 111cerose e nelle bronchiettasie. Dopo l'introduzione dell'i stidina nella terapia i11tern a dell'ulcera gastrica .e duode11n le , molti au tori hanno riferito sui risultati favorevoli d i questo trattamento, specie nei casi recenti . H . Kabler e H. Duregger (Med. J(lin., 24 luglio 1936) confermano l 'azione favorevole dell'istidina nell'ulcera gastrica e duodenale: si ha un rapido miglioramento delle mani fe-

stazioni subiettive ed obiettive della i11alattia e verso la fine della cura (18-26 ir1iezioni intramuscolari di 5 eme.) quasi costa11te sco111parsa dei segni obi.e ttivi , co11 i11iglioran1e11to anche de l r epeTto Rontgenologico. I risultati a d.istanz.a non sono sempre così bl1oni , perchè s1 possono avere d·elle recidive. · Partendo dalla convipzione cl1e l 'istidina agisce localmente sui tessuti, accresce11done i poteri di difesa contro gli stimoli che conducono a lla formazione dell'ulcera , gli AA. hanno voluto sperimentare questa terapia in altre malattie cl1e si accompagnano a formazione di ulceri. Nella colite ulcerosa hanno osservato n ella maggior parte dei casi dopo le iniezioni di istidina un rapido miglioramento, c he si può seguire mediante la rettoscopia. ~e i g·randi ascessi polmonari l 'effica cia del trattamento istidinico è nulla. Nei piccoli ascessi polmonari invece si manifesta un rapido miglioramento, il cui significato però è incerto . In molti casi di ·bronchiectasie si ha nno buoni risultati, nel senso di un 'a zione sinlo·m atica : quasi costantemente si manife t a una diminuzione della quantità dell'espettorato ed una scomparsa del cattivo odore di esso. Il fatto ch e l 'istidina si dimostra attiva in processi ulcerosi di svariati organi fa pensare a d un 'influenza dire tta delt 'istidi11a sul chin1ismo dei tessuti amn1alali. ~1. NUNBERG.

Le inalazioni di adrenalina nell'asma. N. A. Nelsen (Lancet, IO ottob·r e 1930) l1a trov.ato utile l 'inalazione d ella eg11entc l11iscela: Adrenalina . . g. 1 Clorbutol . g . 0,09 Acido c]oridrico eme. 2, s· Bisolfito di sodio _ . . g. 0,01 _i\cq . dist. sterile q. b . per eme. 10 Le inalazioni si fanno m ediante nebulizzatori (di cui l'A. consiglia quelli del tipo Triplex o asthmintal) n ella bocca; avendo c ura che .la soluzione nebulizzata venga inspirata dal paziente. A tale scopo , questi d eve pren1~re. la palla di gomma del nebulizzatore all 'inizio di ogni inspirazione e deve r espj rare l)ro fondam ente con la bocca aperta. Ad ogni compressione d ella palla, la quan tità di adrenalina inspirata varia da 1/12 a l / l B di m g . secondo il tipo di nebulizzatore u .. ato. La quantità totale varia da 1/6 ad 1 mg. , in l11edia 1/ 2 a 3/4 di mg. In ±0 casi di asma, si sono avt1ti rapidi ed eccelle11ti effetti , senza osservare 111ai palpitazioni nè tremori , nemmeno in t111 individuo cl1 e ebbe ad inalare per 12 voltP, :\d in tprvalli di un'ora , 1 m g. di adrenalina .


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XLIII, Nul\r. 45]

SEZIONE PRATICA

La durata degli effetti è varia; però, ancl1e r1ello stato asn1atico, in cui l 'effetto ha più breve durata, continua per circa un 'ora. fil.

La radioterapia dell'asma bronchiale. Da i11olti anni si vanno ripetendo i tentativi di cura dell'asma p er i11ezzo· dei raggi Rontgen. In questi ultimi tempi, anzi, la cura è stata estesa anche alle form e di natura allergica prevalente. I m,igliori resultati si otterrebbero irradiando contemporaneamente il torace e la milza. R. Pohl (MedL Klvn ., n. 36, 4 sett. 1936), il quale l'ha usata in 45 casi, n e espone la tecnica nei suoi particolari, mettendo in guardia contro le dosi iniziali troppo forti nelle forn1e più gravi e con attacchi ripetuti. 1 el 15: 100 dei suoi casi non ottenne successo, n1e11tre nel 60: 100 questo fu assai soddisface nte, ed ottimo nel 25: 100. Il meccanis1no d 'azione non è ancora b e11 cl1iaro. Probabiln1ente si ha da un lato un riassorbimento dei prodotti di distruzione cellulare della milza e delle ghiandole linf.a tiche, con conseg11ente n1odificazione del terreno un1orale, e dall'altro lato un influsso egualmente · rr1odifi~atore sul sistema nervoso· vegetativo. M. IF ABERI. 1

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n1antengono bene la loro fu11zione r elativa alla coagulazione per 5 giorni; 3') il plasn1a, con o se11za fibrina. Si può per tal modo otte1nperare e attamente al le condizioni richieste nel caso ingoio e cioè: ali 'anemia perniciosa ·e secondaria n1ediante le e111azie, alla tron1bopenia, tromboplastia ed emofilia media11te le piastrine e d a lla proteinoterapia od altro n1ediante il plasma. I/ A. descrive la tecnic.a e ritiene ch·e ulteriori' esperienze cliniche dimostreranno se la trasfusione, p. es., d elle en1azie possa consider.a rsi d·e l tutto equivale·n te a quella del sangu·e intero. fil. 1

MEDICINA SCIENTIFICA

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Nei primi stadi del raJfreddore.

2043

Le 1uodiflcazioni istologiche del fegato dopo la legatura del coledoco. Le osservazioni sperimentali di T. Oka (l(lin _ lVoch ensch·r., 13 ag. 1936), eseguite u cani , si riferi -cono alle alterazioni che eguono precoce1nente, cioè n·ello spazio di 27-48· or~ alla legatura del coledoco. (Va notato ·cl1e in lavori relativi allo stesso arg·on1enlo veniva110 finora l'er lo più studiate 1e alterazioni tardi,re). Oltre E\ll 'o servazion e istolo,g ica del fegato l 'A. proceàeva anche .a lla d eterminazione della bilirubi11a riel . sangue dell 'anim.a le sacrificalo e ha j>Otuto notare cl1e le alterazioni patologi ch e ern110 evjdenti solo n egli animali cl1e p resentav.a110 un:i discreta biljrubin emia; anzi , erano qu.a si proporzionaJi ad es a. l\f e11tre la componente parenchi111atosa del fegato non ha presentato modificazioni degne di nota e a carico dei va i anguigni i notava solo u11 lieve grado di stasi, i11odificazioni inleres a11ti sono state o ervate n ei capillari biliari ; essi erano dilatati specie i1ei segme11ti ro11flue11ti e cont enevano an1ina i g iallo-,,erdastri e oblunghi di l)igm cr1 Li biliari (tro111bi biliari di Eppinger o cilindri biliari di Ogata). TDli alterazioni erano evidenti sopratutto n el c<.=-11tro del lob·u lo, mentr e i capillari periferici a1)parivano spesso pri i di contenuto biliare. Nei c.apillari intercellul ari accanto all 'allunga111ento ed alla dilatazione è stata frequente1 uenle osservata anche la rottura delle pareti con penetrazione della bile negli spazi linfatici _µeri vascolari; tro111bi biliari ch e si riscontraYa11 0 in e i e assun1evan o le fo r111e più di' er e: a T, a triangolo, a fal ce, dei quali un punto o lr1to aderiv.a ancora .alla zona di rol tura tlel caI}illare bi] iare; talvolta tutta u11a parete della ce llula e1)atica (fino .alla superfi cie vasal e) a111H1 riva CO]Jerta dalla bile. Alterazioni n1olto meno rilevar1li son o tate 11o la lo a carico dei dotti b·iliari; le cellule e piteli a li ai)11arivano talvolta più n ettan1ent e n1arcat e 11ei con torni delimitanti; il lun1e p e" o era dilatato per l'appiattimento di ta li cell u] e. Le cellule di Kupffer i pre enta ano i)e o rigonfie e contenenti bile, pecie quc Ile situate 11el centro del lobulo epatico. 1

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T.v. Bajkay (Ze,it. dJ. arztl. Foir tbild. , maggio 1936) con iglia anzitutto la proibizione di ogni liquido per 24 ore. Agisce in se11so favoreYole il b·a gno di luce. Lo jodio può essere prescritto come segue : .T odio puro . cg . 30 • Joduro di potassio g. 3 Acq. distillata g. 30 S. 5-10 gocce al g iorno ed a11che I)iù in Jatte od acqua. Nei i::-o ppanti, i può facilitare il succhian 1e11 to, n1ediante instillazioni di olio al m entolo (Mento.Jo cg. 30 in 100 g. di paraffina liquida) o di adrenalina (soluzione di 0,5 / 1000). fil . 1

TE e N I e A ME D I e A. La trasfnsione di sangue frazionato. La trasfu ione del angue intero i11troduce nel torre11te circolatorio d e] ricevitore, oltre all·e so ta11ze cl1e g li sono 11tili, dell e altre cl1 e sono i11utili e possono provocare disturbi e r eazioni econdarie. Per tale ragione, A. Fonin (Schweiz. med. 1'fì ochens. , 4 apr. 1936) h.a pe11sato a separare il sa11gue n elle u e varie i)arti costituenti e cioè : 1) Je emazie che , in en1ulsione spessa, sj con erva110 bene per 6-7 giorni; 2) le piastrine cl1e , i)rivate d·elle forn1azioni ad accun1uli ,

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2044

cc IL POLICLINICO »

Nel con1_µl es o , data ]a n1ancanza o quasi di allerazio11i parenchimato e, di modificazioni di architettura d·e l lobulo della cap .. ula di Glison ecc. il quadro is to-patologico s i poteva riassun1ere essenlialmente nella dilatazione dei c apillari biliari, nella formazione dei trombi , n ella « eva ione d ella bile », v er so g li spazi linfati ci. Tali alterazioni, proporzio·n ate nella loro i11tensità al reperto della bilirubina nel angue, illus tra110 , })el' Jo meno i11 p arte, la patogenesi l lell ' i ti ero 111 ecca11ico sperimenta le. 0

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S. M.

VARIA Il ritmo stagionale delle malattie infettive. E . Kus ter (M edizi·n. W elt., 8 agos to 1936) in ti11 lavoro ui rapporti fra le condizioni 1neteo1 ologjcbe e le n1alattie riporta le osservazioni statistich e danesi, fatt e dal 1890 al l 927, da c ui rio;:l1lLa quanto segt1e. La scarlattina, la difterite e l 'angina tonsil1are presentano il 111assin10 dei ca i nel noven1bre ed il mi11imo in luglio. La n1eningite e11i <Clemi ca, massimo in aprile-maggio , n1inimo ne.gli ultimi mesi dell 'anno . PoliomieJj_tQ: diffuf' ione imp·r o·,Tvisa nell'estate avanzata , c''n 1:l~1s­ -sin10 in setten1bre, e scon1parsa sub·itanea. ( '. uleri11 a : 111assi1110 in agosto. Tifoi'de : massilllO i11 se tle1nb·re. Morbillo e i)ertosse non mo~ l r.ano una netta interdipendenza con le stag·ion i (spesso minimo del 111orbillo in settem- , 1>L e), ma piuttosto, comparsa a p eriodi con "intervalli di 2-3 anni per il i11orbillo e di 3-5 11er Ja p ertos e . La regoJarità del decor o lag·io11ale dell 'a11.gin a I on sillare è dimostrata dalla coin cidenza {lt']]c r urYc p e r ogni a11no; con·dizioni analogl1 e si 11a 11no ancl1e per a ltri paesi. Il tur110 s tagionale è determinato da can1l)!amcnti sLagion.ali a cui va soggetto l 'orga11 i. n1o (modi fi cazioni della costituzione del -sa11g·u e, della frequ·enza e profondità della respirazione, del peso corporeo, ecc. dipendenti , n loro volta , cla altre condizioni , quali la varia illuminazione ed il diverso conte11t11o in vitarrtine dei cibi secondo le staQ"Ìon i). P er quanto riguarda la difterite, ~011 vi son.o 111'0\'e r l1e di111ostrino una \rari.azione n ella -y1rul cnza d el ])acilJo , m entre appare probab1le la , ariaz io11e della .. ensibilità d el] ' t1omo ver so la 10 ... ~ ina . fil. L'urtica tirens e le sue azioni. I / ll rliccn iireris è u11a pi.ant a a11n uale che , <·011 le .. peci·e conge n eri (dioica, 1nembranacea, ec:c.) r 111olto ro111une e divide con e e la pro1)ri elà cli d etern1inare i 11oti fenon1cn i r t1tanei <lo ,uti alla r otlt1r.a dei peli llrliranti cd al]a J)rnrt ra1. io ne d el 1iqui do r au .. 1iro i1 e11a i1icc_ola fl'rit n. E. Dr '\il o (Ra ss. di t er. <> r>nf. clln.,

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XLIII, Nul\t:. 451

giugno 1936) ne de . . c ri ve i caratteri botanici e i1e studia le proprietà farmacologiche. Risulta che essa ha una certa azione favorente la coagulazion e del sangue; in vitro, diminuisce, di [atto , il tempo di coagulazione. E~sa, inoltre agiste sulle pulsazioni, ·sia del cuore isolato , sia n ell 'animale, provocando t1na notevole rarefazione nel numero ed un i1otevole abbassan1ento della pressione sanguig11a, dovuto ad u11 'azione vagale. Nessun effetto tossico è stato rilevato, sia negli animali a sangue fred·do , che nei mamntiferi . Le prove sono state fatte con decotto . di ortica al 10 %. fil.

Lo stato di salute degli studenti universitari. E. Neuher (Wiener klin. Woohens., 17 luglio 1·936) ha esaminato sistematicamente lo stato di salute di 265 matricolini dell 'Univerf;tlà di Debrecen (U11 gheria), trovando quanto segue. Nel 0,3'7 % tubercolosi attiva; nel 6,03 % i11.a ttiv~. Lesioni cardiache riconoscibili all'esame fisico, nel 10,9 %, all'esame radiologico nel lG ,9 %; soltanto 1' 1,9 % soffriva di malattie organich·e. È utile completar e le ricerch e clinicl1e con csan1i di laboratorio, p. es. , de11 'urina, che si trovò anormale nel 5, 1 %. Nel 30,9 %, vi era piede piatto; n el 5,7 ~'o in curvamenti della colonna vertebrale, nel 6,8 % varicocele. In 1/ 3 vi erano anormalità della vista; i 3/± di queste erano date da vizi di refrazione. Nel 51,2 %, vi erano alterazioni otorinolaringologiche ; l 'orecchio era interessato nel 13 ,6 '% (special111 ente per tappi' di cerume), il naso ne l 25, 6 % (per lo più dev)azione d el setto), I.a gola n el 23 % (faringite cronica). Lo stat o d ella detl tatura era perfetto, soltH11to ne11 '8', 6 %; negli altri, si aveva il 74,4 '% <on denti cariati , gangrenosi , ecc. ed il 59 % con stato di masticazione difettoso. fil.

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. A. VrscmA. Sulla e1noradiazione del sangue di donna nel periodo n1es lruale ed inl ermesfruale. - Tip. Campi, Foligno, 1935. A. T1zzANO. Su l(J) profila.i;si della clif lerif e. - Tip. Studium, Napoli, 1936. . . F1AMBERTI A. M. La ba.se orgar1ica ln alcune ps1cosi ossessive. Tlivist a Sperim . Freniatria, 1935. AMBRos10 A. Il problema socia.l e delle cardiopatie croniche. - Tip . Studium , Napoli, 193~. P . CrPUENTES. La litias;s reno-ureteral bilaterale. - Grafica Universa l , Ma'd rid , 1935. A. SAL~roN. Sul mecca ni.<;n10 dell e crisi en1.icr?1.1}che. Poligrafica R.eggiona, Reggio Em1l1a, 1935. N. PARISE. Osserva zioni cl in ic l1e e ri cer ch e sperim entali su lln n osoca r cliasi.


~ ANNO

XLIII,

NUJ\I.

45]

POI~ITICA

2045

SEZIONE PRATICA

SANITARIA E GIURISPRUDENZA.e•) I

Somministrazioni omeopatiche. Il dott. Dandolo Mattoli fu in1puiato di cor1lraYYe1~zione p er aver son1ministTato ai 1p1 ropri (_·lie11ti n1edic inali a forn1a di medicamento ri' serYat1. p er la vendita ai farmacisti e senza .cl1e d~lla etichetta risultasse la esatta denomi1:azio11e dei comp·o nenti -e della dose. Il Pretore di Firenze lo prosciolse anche dalla irr1~ })Utazione cli som111inistrazione abusiva di medici11P1li, ritenendo ch e non sia riservata a.i' farn1élcisti la vendita d·elle c. d. m edicine omeopatiche. Il Procuratore del Re fece ricorso alJa Corte di Cassazione, la quale, con sentenza 20 marzo 1936, difforn1e dalle conclusioni del P. G., ba confermato la sentenza del Pretc1re. Il dibattito è stato assai interessante, clal punto di vista generale. E la risoluzione ha molta irnportanza, anc he pratica , agli effetti dell '·esercizio della m edicina on1eopatica. La Co rte di Cassazione ha ragionato così : cc AtLesoch è, p er decidere sul fondamento della ?ed.(>tta ?~nsura , unica ed essenziale indagine e d1 stabilire se le sostanze che i n1edici om eo1Jatici direttamente somministrano ai pazienti, hanno qualità di sostanze m ·e dicinali a forma o dose di medicamento , la cui so,m ministrazio11e sia riservala esclusivamente al farmacista al fi11e di garantire l'esattezza della prescri-' ziou e e manipolazione. È sufficiente al rig·t1ardo rilevare ch e la terapia omecipatica non si attua n1 ediante somLni11istrazione di rin1edi a forma o dose di m e(lica1ncnto, ben sì meroè riduzion,e del medic ina le in dosi minime, in misura tale da dive11ire del Lutto impond·e rabil·e, che viene fran1n1ista a sos tanze di nat11ra completamenLe i11erte. A tale si's tema curativo va congiu11ta una igien e e u11a dieta rigorosissime, c ui devesi probabilmente attribuire la rnaggio r.a11za dei risultati favor·evoli. La sostanza m edicinale, mescolata co11 quella inerte, ha di già i)erduto per la sua impercettibilità ed imponderabilità l 'efficacia curativa ch e dal sistem a alloterapico si attribuisce al n1edi cinale so111 1r1inislrato in forn1a e dose di m edicamento ; onde consegue che la somministrazione delle JJrescrizioni sanitarie fatta dal m edico· omeopatico, siccome non preparata in forma e dose inedicam:entosa, r1on è riservata a l farma cista , a n orma dell 'art. 18 della legge sopracitata » . Prescindendo dai r . d . rl1e dicinali omeopatici e riferendoci alle cose ch e, per la vendita al i1ub1b lico sono riservate al farmacista , si de,1ono identi:ficare quelle che dalla legge sono considerate m·e dicinali e non le sostanze sem plici o composte ch e, per loro natura o per i loro effetti , siano definiti me dicinali, da altri r~ unti di vi. la. Tnsomma , la specifi cazione è 1

.,

..,

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giuridica e risulta dal coordinamento della disposizio1ne dell 'art. 122 del T. U. 193-!, n. 1265 con la. t~riffa de,i ~edicinali , che è pubblicata ~al M1~istero del.I Interno. La legge riserva al farrnac1sta per la vendita al pub,b lico certe sostanze medicinali, generalménte tossiche aventi dose o forma di medican1ento chimi~ camente o fisicamente controllabili dosabili l)Ollderabili, qu.a11titativan1.ente val~tab1il~. S~ tuia sostanza .n~n. m edicin.ale (acqua, zucchero) . serv~, .o si r1.t1ene ch e serva di veicolo per la im1n1ss1one d1 una energia n el corso uma!l<>, si deve esclu.dere che la sostanza stessa, i solat~n1ente considerata, e la energia imponderabile possano essere considerati medicinali a dose o forma di m edicam ento. Accogliendo questo con-cetto , Ja Co1rte di Cassazione 11a n eg:ato che le preparazioni omeopatiche, risultanti dal noto processo di diluizioni o triturazioni, che. giungono tavolta alla mi·llesinia polenza, nella quale la sostanza tossica (1)er es. l'oppio) ·è rappresentata dal numeratore 1 e d·enominato:e 1, segui~o. da. 2000 zeri , possa essere considerate medicinali nel seriso - si n,ot~ -. d~ll~ a~t . 122 d~ll U. delle Zeggi san?tarze, c1oe I? senso· g1u.r1~1 co e per gli effett1 della ve11d1ta e somm1n1strazione a] pt1l1blir o.

!·.

N. B. - Ai quesiti degli abboriati si risponde, in ogni caso, direttamente, per lettera. I q uesiti devono essere i·nviati , in busta, accompagna·ti dal francobollo per la risposta e sempre indirizzati im personalmente alla R edazion e del « Policlinico n ' via Sistina 14, Roma. L e risposte ai quesiti che n on richiedono esame di atti o speciali indagirii, sono grdtuife.

1 -

1

(*) I.a presen t e rubrica è a ffidata all'avv.

GIOVANNI SELVAGGI,

A coloro che non ne siano già f 01·niti, ramnientiamo l'utilissimo Manualetto e del qu,ale ne tenian10 ancora alquant ~ copi.e" : Prof. Oott. AUGUSTO FRANCHETTI

Medico Provinciale presso la DiTezione Generale della Sanità Pubblica

Appunti

di legislazione

per gli Ufficiali Sanitari Volume. in formato tascabile, di pagg. VIII-200, nitidamente stampato. Prezzo L. 1 2, più le spese l)<)6tali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L. 1 0,80 in porto f raneo. Inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI - Ufficio P ostale Succursale diciotto - ROMA. esercente in Ca-ssazione, con s. Ieg. del nos t ro periodico.


2040

« lL POLICLINICO »

[ANNO XLIII, Nul\1. 45J

NELLA VITA P_R O FESSI ON AL E. .

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I

PROBLEMI SOCIALI Le Centrali del latte. D.a vario tempo, la questione delle « Centrali d el. l~tte >> è oggetto di dibattiti tanto più vivaci in quanto che esse ledono g li interessi di alcune categ orie , che 11011 si di111ostra110 a corto di argon1 enti per sostenere la propria tesi. 111 realtà , si ha l 'im1)ressione ch e talora in questi dibattiti, non si tenga .abb,a stanza con1o di u11 fatto di capitale importanza , che cioè il lHLf.e non va con sid·e rato alla trecrua di un qualsiasi· prodotto industri.ale, n1a cime un alirnento di un 'altissima importanza igieni ca, sia ller la sua delica tezza e - quindi - facilità di al~er~zion~ ed ad~lterazioni, sia perchè esso cost1tu1sce il nutr1n1ento principale di bambini ed a1nmalati. · Nelle attuali condizioni di crescente urbanesi1no, l 'unica soluzione :ch e si J)r esenta per il pr?ble.m<.1. del latte alim·entare è quello della 1st1tuz1on e d elle « Centrali » che t.ol.crano tale a Jin1'enLo all 'ingord.a spec. ul~zione d ei sino-oli 1~1l!le c~ntrollab·~~i ai;icl1e perc.h è tro·ppo di~per~ s1. Beninteso , I 1mp1a11Lo ed il f ur1 zionam·ento d e]Je (( c:entr.ali )) d-e vono rispondere a tutti i r equisiti t ecnici ed igienici , u cui 11on è qui i I lu?go d'insi~tere. Essi costituì cono un punt \~, dt g rande 1m1)ortanza , r11a non unico, n el i11u. va t o e . con1plesso prob·lema d ella organizZJ\Zione raz1onale dell'approvvigionamento de l Iuli e .l)e1: le o-r~ndi collettività. L 'impianto va qu1nd1 ubord1nato e conne o con i perfezio11an1.entj a tutti gli altri punti d el problema , a c.on11nc1ar e dall'allevamento del b·estiam-e dnJ]o s tato delle stalle, dalla viabilità cl1e assi-' curi un ra1)ido trasporto, ecc. Se non si ti en e conto di tutto qu·e sto e si vogl iono impia ntare delle cc Centrali >> ex abru,p to', in località inadal t e e con mezzi inad-e g uati , vi è il caso di v6der fallire l 'in1presa. Ma sulla necessità gen erica di e se 0011 può sorge-re al cun dubbio e g iu Lan1ente . Polese (An.11a.li d 'Igie11e, apr. I t136) in uno tudio in cui i)atrocina la cau .. a d elle cc Centrali » , o serva ch e non vi }) UÒ e ~~·re seria orveglianza igienica ul latte e11?a cc Ce11Lra li », le quali rappre entano quello cli e è il n1ace llo pubblico per la carne , alin1e11i.o a f.ai 11iù icuro e 111eno pa . . ibile di frodi. Con1e O}) portunamente rileva però in un r ee cr1Le articolo il prof. G. Angelici , ch e della qt1c ·Lio11c d el latl·e h a i}rofonda competenza (I ) c:send o tato direttore di una delle più irn11ortar11.i cc Centrali », quella di Ron1a , uri guiesito dli fondani entale im.p orta.11za a tale proposi lo è <7,11ello della scelta e dei requisiti del di1

1

1

1

rett-o·re.

·

(1) ·e trattò a f 011(10 11elle sue lezioni, raccolte in Yolun1 e: (( n lat te alimenta.r e ». Slab. Tip. Cc: nlr .. Ro1na, Via della ~lercede , 1934.

È ovvio che la direzione non può che essere

affidata ad. un t ecnico-igienistà specializzato Ilella quest1on,e d el latte. Come è stato anche recentemente stabilito, le « Centrali >> sono stab·ilin:;te~ti. od istituzioni di carattere pura~nen~e 1~1e111~0, senza scopi di speculazio11e -ed e qu1nd1 .logico e.b e le dirio-ano d.ecrli io-ienisti . 1· . o 5 5 spec1a 1zzat1. ~er quan.Lo rig~ard.a le categ·orio i)rofessiorta l1 fra e u~ sceg·I1ere il direttore , I.a con1petcnza. m~gg1?r·e sareb·b ,e quella del laureato in v.et~r1nar1a , 11 quale può meglio conoscere tutti i prob.lemi rélativi alla 1)roduzion·e. M.a ciò n~n tog·I1e ch e anche un medico od un chin11co possano pure .adirvi, purcl1è tutti abbiano u11a. f.or~a n1e11tis, una preparazione spirituale da igienist:a. E~ è anche necessario che la persona m.un1t~ di una delle lauree di cui so1)ra segua dapprima un cor so di s1)ecializzazion·e (-è stato tenuto recentemente a Milan,) un corso SlIJ?e:iore di igiene e t ecnica d·el latte) o dimostri I~ altro n1odo I.a s ua sp·eciale ·capacità i11 rnater1a. ~l~ro punto j1uµ ortante su cui insiste l 'Angel1c1 è quello· dell,a p osizione del direttore c~1e deve es~ere.in.dipe·ndente dai privati o dall~ sin gole c ategor1~ intere sa te nella gestione della Centrale . Egli d eve sentirsi, come un funzion ario , al disop.r.a ?ei ingo]i interessati , per IJOter sem.p re giudicare e di s1)orre con ser ena obbiettività nell 'inter es e o·-enerale del! 'Azien da , non . mai disgiunto dal doveroso o sequio alle legg i ed alle '"'upreme finalità di varia i11dole (sa~itaria cd economico-sociale). Il cl1 e non t~gl1~ c~e, .all e v?lte (I' A. cita il pro1)rio esen11J10) 11 direttor e si trovi in contrasto con esi,genze fuori luogo di .altri funzionari ed è allora ~he lo soccorrerà la special-e com1)et enz.a, c~e gli i)erme:tte di sost enere Ja propria 01)in1one . Questi requisiLi 0110 r1ecessari non soltanto per il buon andan1ento sanitario della cc Centrale », rna anche per un.a su.a maggiore efficjenza e, di riflesso, i)e r un n1igliore rendirn ento eco110111ico. ftl. 1

CONCORSI. POSTI VACANTI.

l~IOLA.

Congregaz. di Carilù. -

Direttore sanitario e assistente sanitaria del Brefotrofio; stipendi L. 10.000 e L. 6000; serv. att. rispett. L. 3500 e L. 400; c.-v.; aumenti periodici; obbligo cli reside11za pel direttore nel Comune e per la assistente r1till 'Istituto (alloggio personale gratuito). Scad . ore 17 del 20 genn. 1937-XV. Età lim. 40 a. e 3.5 a.; tasse di concorso L. 50,20 e L. 25,20. Chiedere annunzio. PESCARA. Consorzio Prov. Anliluberc . ...- Primario direttore sanitario nell'Ospedale sanatoriale H Tito AcerLo n in Loreto .J\prutino; ·stip. L. 12.000 . •


fANNO

XLIII, Nul\1. 45]

2047

SE ZIONE PRATICA

serv. alt. L. 6000, indennità alloggio L. 6000 (finch è non sia dato l 'u so gratuito di alloggio nel! 'Ospedale): titoli ed esa1ni. Scad. ore 12 del 16 dicembre. Età limite 40 a. al 15 ott . Tassa L. 50,20. \.:t1iedere copia bando di concorso. Consor zio Provinciale Antitubercolare. Per titoli ed esami, pos lo 'd i Direttore d el ConU DINE.

s0rzio-Direttore d el Disp en sario Provinciale Antitubercolar e di Udine. Stipendio annuo L. 18.000 ; iudennità ser vizio attivo L. qOOO. Età anni 40. Nomj11a quinquennale. Aurr1enti periodici di un d eci1no d opo il primo quinquennio , fino ad un massimo di sei aumenti. Scadenza 31 dicembre 1936, ore 12. Per chiarimenti rivolger si alla Segreteria del Consor7.io. VENEZIA. Ospedali Civili Riiiniti. Scad. 25 gennaio 1937, ore 17; aiulo presso l 'Ospedale Umberto I di Venezia (Divisione Pedia trica st accata degli O·~pedali); età limite 36 anni al 16 ottobre; 6 anni di laurea e 3 in Ospedali, Cliniche universitarie o Condotte; nomina trie11nale, ever1tuale conferma per un an110; tassa L . 50; titoli ed esami; assegno a1inuo L. 4800. Chiedere l 'annunzio alla Segreteria. CONCOR S I A PR EMl.

La Ditta F errar1ia, di Savona, indìce due cor1<:orsi a premi: uno di L. 10.000, per un l avoro di radio-diagnostica , ed uno di L. 2000, per una pubblicazione o un ritrovato sulla tecnica del ma1E-riale sensibile radiografico . Ai concorsi possono partecipare i soci ordinari o aggregati della Soc. It. di Radiologia Med. , di nazionalità italian~. Scadenza per il primo pre1nio: 31 dicembre 1937; per il secondo : 31 agosto 1938.

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Il premio Nobel p er la m edicina è ·stato conferi lo a sir Henry Dale, direttore dell 'Istituto nazio11ale di ricer ch e m ediche di l ,on'd ra , e al dott . Olto Loewi, professor e di farma cologia all 'Un jYersità di Graz (A11stria). Al capita110 medico prof. Gerardo Mennonna è s lnla con cessa la medaglia d ' argento ·sul campo , co11 la seguente motivazione: « Ufficiale medico di aJto valore professionale, si è dedicato al .servizio senza limiti di sacrificio . Durante l 'intera c;u11pagna Italo-Abissina si è dedicato incessantemente, con fede di apostolo, per l 'assolvimento del suo dovere, sprezzando ogni pericolo. Fulgido e·sempio di valore personale e di dedizione al 'd overe ». Il prof. Arturo Manna , noto per la sua attività i11 favore della chirurgia plastica è stato, col r ecente « Bollettino Militare » deì ' 28 ottobre, prornosso tenente-colon11ello medico di complemento per m eriti eccezionali, in riconoscimento dei lunghi e disinteressati ser vizi prestati presso la Mili~· ia. Congratulazioni. Il prof. Alberto Marrassini, titolare della ~atte­ <l ra di patologia gen erale a Parma, è nominato rellore m agnifico di quell '.i \ teneo. Il prof. Carlo Riquier, di clinica n europatologica a Padova, è trasferito a Pavia, ove su ccede aJ co1npianto 011 . prof. Ottorino Rossi. Il prof. V. M. Palmieri , di inedicina legale a Snssari , è trasferito a Bari.

NOTIZIE DIVERSE Il nuovo anno degli Enti di cultura. Il XV anno di attività degli Enti fasci st i di cultura ha avuto l 'alto onore d 'esser e inau g ura to dal Du ce. La cerimonia si è svolta l 'l novembre a Milano, nel Cast ello Sforzesco, entro la storica sala del Manteg n a; e·ssa h a fatto adun are una folla eccezionale di scienziati , scrittori e artis ti, convenuti per sall1tare il Duce e riconfermargli la per-- fetta aderenza delle forze spirituali con il popolo. Il prof. C. E. Ferri, segr et ario della Federazione Fascista degli Enti culturali, ha recaito al Duce il saluto di ques ti Enli ed ha formulato la proposta - . che provocò 1'assen so del Capo - di orgililizzar e in Milano una Mostra la quale esalti i~ gl'nio multiforme di Leonardo. Il Duce così si espre·sse : «Camerati, la mia presen za in ques1a vostr a solenne aclunata vi dimostra con quale inter esse io segua la vostra attività. Anche, e. vorrei dire soprattutto, nel campo della cultura bisogna an dare al popolo. Bisogna andarvi - questa è la mia con segna - in esten sio11e e soprattutto in profondi là ». I .a cerimonia ·si è svolta rapid amente, tra mardfestazioni di straordinario entusiasmo.

Consiglio DirettiTo della Croce Rossa Italiana. Si è riunito presso la sede del Comitato centrale della Croce Ro·ssa Italiana il Consiglio dir ettivo dell 'Associazione, presieduto dal sen. Cr emonesi, pres1dente generale della Croce Rossa Italiana. Il se11. Cremo11esi ha riferito ampiamente al1'adunanza su tutla l 'opera della Croce Rossa Italiana negli ultimi sei mesi, mettendo in particolare rilievo le benemere11ze acquisite dall 'Ente sia nel campo della Sl1a attivi tà istitu zionale che in ql1ello diplomatico estrin·secatosi durante il trascorso periodo 'd el conflitto italo-abissino. Ha ill11strato inoltre il progran1ma già tracciato per l 'iJnmediato futuro e che comprende, tra l 'altro, una più accentuata e decisa azione preventoriale clell 'Istituzione, ed ha presentato, in conformità delle disposizioni st atutarie, il bilan cio preven tivo del 1937.

6• Sessione dell'ufficio internazionale di docnmf\n· tazione di medicina militare. Si è tenuta a Ginevra; l 'Italia vi era rappresentata dal prof. V. De Bernardini s. La riunione h a approvato ad unanimità una m ozione, l a quale dice che i partecipanti, « penetrali d ella gravità della questione e delle garanzie conferite dalla Convenzione 'di Ginevra ai servizi di sanità militare, e coscienti della in sufficienza attu ale di esse di fronte allo sviluppo dei mezzi di distruzion e, richiamano in modo serissimo l 'atte11zione d ei governi e degli organismi internazionali qualificati sull 'urge11za di rivedere le convenzioni internazionali esistenti, per completarle e rafforzarle, corne pure sull 'opportunità imp~l­ lcnte di proseguire, in tutti i campi , l a ricostruzione delle leggi di gu erra; prendono atto èlei riSl1ltati già ott enuti d al proprio comitato ».

Il nuovo ospedale civile in San Remo. Il n1Jovo ospedale c ivile di San Remo, inaugurato solennemente il 28 ottobre, è una nuova su-


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<( IL P OLI CLINICO

pcrba affer111 azio11e d el Regi111e ed u11a mag nifica cos.lruzio11e di tecnica 111oderna. Per r ecente concessione di S. M. jl Re ed ImJlC ra lor e, assumerà il J1on1e di o p ed ale ci, ile Vitlor io- , En1anuel e Ili. Proge ttis ta è st a to l 'ing. Sibilla . J.. 'o ped al e. sor ge sulla cosl d etta Punta di Fra n cia, a 5 i11 . sul m ar e; con1prend e un g ruppo di qu a ttro fa bbricali collegati d a una unica g alleria Yetrat a centrale. U11 1Jri111 0 padiglio11e di ing r esso accoglie tutti i servizi di e 11tr3:ta d ell 'ospedale ; p orlineria, acce llazio11e, ainbu1ato.ri , far1n ncia, pro11to soccor so, servizio religioso, direzione, guardia medica, locali di r ap1Jresentanza ecc. U11 unico gra11·d e padiglion e di ·a eg e11za compre11de tutti g li a111n1alati di ineélici11a, chirurg ia, os le lricia e g inecolog·ia e altre sp ecialità, r azional111ente suddivj sj e sep arati n o11 olo })er gen er e di n1ét1 a l lie, 1na an che }Jer se·sso. Gli ammalati non so110 riuniti ìr1 g r andi cor sie, 111a ripa rtiti in carner e ad u110 o d u e letli ed i11 infermerie di sei le l ti, il ch e p ermette un gr ande frazion amento d e i m al ati per tipo e stadio 'd ella n1ala ttia, p er g r avità d el male, i vecchi d ai g iovani , i disturbatori d ai tranqt1illi ecc. Nel pi a n o semisotterran eo d e l p adi g·lion e è si: : l cn1a la u11a a inpia e coinJ)leta cucina. .\111lessi al paclig·lione ed in Telazio11e ai vari generi di i11a1atti e esi st enti li e i va.ri })ia ni son o i1is la ll nli con1pleti in1p ianl i di c ure : aJ pi an o lr r re n o u11 i1npiartto di c ure fi sich e, clettric11e, iclro lera p ich e, 1nassag·gi, b ng ui di vap ore ; n1 p ri1110 p ia110 un r e lJarto r a diol ogico; al secondo p ia n o u 11 rep arlo oper a torio cl1e è certam ente il p i tr bello e co1n ple to di tut1 a la I~igu.ri a. ~ e ll a ])arle p i ù a n1onte d elJ 'o·sp edale sorgor10 nl lr i q uattro f abbrica li p iù piccoli d esti11ati ai r ep ar l i di i olan1ento ecl a i ser vizi ge11er ali di riscald a n1e11 to, p r oduzion e e dis tribuzion e acqua c.tlc.la , YaJJOr e, l aYa11deria, disinfezio11 e, d ep osito i n or Lu ario lab or a tori di ricer ch e clinich e e scien' ecc . t ifich e ecc. Colpi ce Yer a1ne11le il visita lor e d el 11uovo osp edal e l a g r and e cura ch e è s tala p os ta in ogni più n1inuto p a rU colare e 11e11 ·esecu zio11e di tutti i nu11ter osi ii11pia11ti. 11 })ar co ed i g ja-rdi11i a11nes·si so110 s la li imp~an~ l ~ Li con larn-h ezza cli inezzi e con g u sto quali '51 co11ve11iYa ad un ls lìlulo ·sorlo 11ella città d ei fi ori. 1

Onoranze al prof. Belfanti. Si co111pio110 50 a1111i di l aurea del se11. prof. S. B~lfa11 li . In t al e ricorren za verranno fatti all 'illustre Uo1no f es teggiamenti d egni d ella operosità va _ ti:l e p r ofo11d a ch e egli ha esplicato p er 11 ·l?rogr esso <lecrli s ludi d i i11icr obiologia ed immunologia e d elle pr7l tich e a pplicazioni di queste scien ze alla te~apia. U11 gru])p o d i an1ici , estim a t ori., colleghi ed al Jievi i è t rovato concorde n el r1 ten er e ch e, p er e::.prir11er e all 'i11sig11e fest eggiato il prop~i~ aff~t­ lt1oso 0111aggio ed a u g urio, Ja forma pref~r1b1l e, p1~ 1 con son a ai t e;1npi e cerlam e11t e più g r adita all an11110 clel })r of. S. Belfa nti - schivo,. come egli. è! ~ì ogni for1t1a rison ante di on ori - ·~Ha quella di istituire u11 a b or sa di s tudio p er giovani laurea.ti desider osi rli sp ecializzar i i11 Micr obiologi a ed Imn1t1n ologia. E s i h an 110 p erlanto d eci·so di a prire una sotto~ crizione per la r accolta d ei m ezzi n ecessari alla L ti lu zionc cli un a F ondazion e ch e sar à inljt ola t a a l 11ome d i « Ser afino Belfan ti ».

»

Mostra

int~rnazionale

degli ospedali.

Una Mostra inlern azio11ale degli ospedali, che riuscirà certan 1ente gra11d·i osa, sarà attuata in occasio11e d ella prossima Fiera di Milano 1937-X,.. Già 11e Jlu Fier a svollasi quest 'anno è riusci La di p a rlicoì ar e i11leres·se, a lato della Mos tra Sanitaria, quella Osp edalie r a, ch e era però sol tanto n a zionale. La P.residenza d ell .Ertle At1tonomo Fiera di ~Ii ­ l ano, che J'a ca1Jo al se11. Puricelli, ha deci so di estendere agli Osp ed ali di t\1tte le Nazioni la }) OSsibilità di parteciparvi , in parti colare tenendo presenti g·li Osp ed ali italiani che si trovar10 11elle An1eriche e in tutti i Con li11en li. Così co11ce1)i la, a carattere u11iversale, la Mostra Ospedalier a del 1937-XV corrisponde al piano di nuova vita i1n p eriale ch e il Duce ha. creato p er . l 'Italia. L a Presiden za cl ella Fier a ha chiamato a collab or ar e alla or ga ni zzaz ion e d ella Mostra il g r. uff. prof. P. Piccin iui , dire ttore dell 'Ufficio « It alicu·s », il comm . avv. Cast elli, segret ario gen er ale d egli Istituti O p ed alieri di Milano ed il cav. An gel o Portaluppi , ch e g ià si r ese b en em erito }Je r la preced ente l\10s tra :azionale .

Un po' dovo11qu(\. Il Dtice 11a vis italo a Mila110 , l 'l nove111ll re > I ;Is tituto 11eurolog ico, ove è stato ricevuto dal se11 . Puricelli e dal direttor e prof. Be'Sta; è passato p er tu Lti i reparti e i g·abine1ti scientifici; si è tra ttent1to con alcuni inala li , 1ra cui la figlia d el sen . Baldo . Il 2 nove111bre, pre5e11te S. A. R. il Duca tl .Aos la in rappresenla n za di S. M. il Re e Imper a tor e e d el Mar esciallo Bad oglio, si è inau gurat a solen Jìem ente a 'fripoJi , 11el lea lro Mir an1are, g re111ilissimo, la 25a. Riuni on e cl el la oc ie1à italia n a per j l prog r e·sso d elle scie nze.

Il 23° Co1tg r es o fra11cese cl 'ig ieu e si è i11au gur a t o · il 19 o ttobr e n ell 'Is titulo P as leur di Parigi~ a]la presenza d ella ig .ra Lecore , sotto-segr et a ria di S tato al]a pro tezion e d ell 'infanzia , e con l a }>resid enza d el prof. Lecla in ch e . I lavori hanno occu pn to più sedute. In occasione d el congresso i è a n ch e r iu n ilo il Si11dacato dei 1ne'd ic i ig ienisti. U11 'asse1n blea ge11erale d ella 1nedicina fr.a n ce·se si terrà il 10 gennaio, 11ell 'Hòt el-Dieu di Pa r igi. con l a presiden za d el prof. F'. Besan~on. Tema: l< Prin10-i11fezion e tuber colare ». Il So lto egre la ri o di S ta.lo alla Gr azia e. Giulizia, delegat o d til Duce a rapprese11tar e 11. G~­ verno ha ina u g urato il 29 ottobre ad A coli Pi cen o l 'osp edale sanaloriale clell 'Istituto n azion a1e fascisla d ella previden za social e. AssisteYa110 t ti l t e le a utorità d ella provincia . L n 'a1n p in si11tesi , ·s torica e cli attu ?l~Là , di qu.an to è st a to fa tto in Italia p er la ?vled1c1na colon i~ J e trovasi in fa.scicolo I , 1936-XIV di cc Ac ta ì\Ied1ca Italica », p er intero d edicato a t ale argomento . Nell 'Js titulo di chirurg ia s1)erimentale .del1 n F a coltà éli Scie nze m edich e di Bu enos Arres . on o s la ti i11au g 11rati lre bu Li , a~ do~tori Manuel .-\ug u sto Mo11 [e. d e Oc.a, I g n ac1.o P1rovan<? e A:Ie3a n dro Posa d a , gr a ndi ln aes t r1 ~ell a cl11rurg1a a r aentina. Nello Lesso Istittil o s1 è cr eato un ~1t1 : ;eo s tor ico <li chirurg ia, in cui fig ura110 strun1 e11.lt a11licl1i <li ch irurgi a r ge11lini .


[ANNO XLIII, Nul\r. 45]

SEZIONE PRATICA

La « Società Ai11erica11a di Medicina 1' ropicale » ha s tabilito u11a 1nedaglia in bro11zo i11titolala a Wa)ter Reed , la quale sarà co11ferita a p er son e o ad e11ti che comJJ iano lavori stimati m eritori nel ca111po della medicina tropicale, senza limitazioni di età, di razza o di n azionalità ; è però statuita una preferenza p er perso11e di età inferj ore a 40 a11ni. I premi si co11feriranno a distanze 'd i 2 anni, l)er ]avori compiuti , ogni Yolta, durante g li ultimi 10 él'Ilni.

La Società Oftaln1ologica di Cl1icago h a st abilito u11a Fo11dazione Willia111 Hamlin Wilder, d esti11ala ad onorare la n1e111oria del] 'insig ne oftal1nologo, principalmente co11 l 'organizzazione di una Confer enza rigt1arda11 te l 'of1almol ogia o u11 ca1npo affine. In ques t 'anno si è con1piuto uno scambio di studenti in rnedici11a e di medici tra la Cecoslovacchja, la Polonia, la Jugoslavia da un lato e la !•'rancia dall 'altro. ,Son o st a t e rese cordi ali onora11ze al dolt. Achille Haib e, direttore d ell 'l s lituto b a tteriologico di Namur (Belgio), presrnti il 1ni11istro Bovesse e il prof. Bordet. Il dott . S. P . .T an1es 11a lasciato, col 31 agosto, la carica di con sul ente al Minis tero di Sanità cle1l 'Inghilterra per le ~alattie tropicali, ca.r ica da lui tenuta a partire dal 1918. 111 occasione d el Co11g·resso sul can cro aduna t osi a Bruxelles, la Compagnia del Catan ga p el radiu111 ha conferito agli ingle·si Kenneway e Cosk due prcni.i d es tinati agli aulori d ei migliori lavori sul c3n cro; i pre1ni con sistono in 50 mg. di radiun1 e in un contributo i11 denaro. Il prof. Achatd, seg·retario generale dell'Accade1l1ia di Medicina di Parigi, è incaricato di una ITlissione di studi nell 'Airica Occide11tale Francese. Si è spento il 22 o llobre, a 15 anni, il dott. ENRIQUE PASCHEN, cl1e fu a lungo 'd irettore dell 'Istituto vaccinogeno di Amburgo e il cui non1e è legato ai cc corpu scoli » del pus vaioloso e vacci11ico. Negli ultimi an11i ft1 ospite de11 'Is tituto per le n1 nl n ltie n avali e tropicali di Amburgo. Del sen. prof. GIOVANNI PASCALE - spe11t o i il 28 ottobre, dopo essere st ato colpito 'd a i m y)rovviso inalo.re m entre operava una inalata - diremo in . un prossimo numero.

Le malattie infettive in Italia. Numel'o dei Comuni colpiti e . numero dei casi (fra parentesi ).

Denunzie dal 21 settembre al 27 settembre 1936 : ~Iorbillo 105 (345) ; Scarl atti11a 146 (292); Pertosse J 20 (325); Varicella 52 (69); Vaiuolo e v~iu~loirl e '--= ( - ) ; Febbre tifoidea 491 (498); Infez1on1 paratifich e 115 (153) · Febbre ondulante 25 (27); Dissenteria 27 (32) ; Difterite e croup 289 (520); Me11ing ite cerebro-spin ale epidemica 11 (l~) ; Poliomielite anteriore acuta 41 (48); Encefalite let arg ica 1 (1) ; Anchilostomiasi 9 (9) ; Rabbia: m orsicature cli animali rabbici o sosp etti· 51 (66) , di-· chiara ta (-) ; Pust ol a maligna 28 (29); · Parotite epidemica 44 (59); Lei hmaniosi 3 (3); Febbre puerperale 32 (34).

2049

RASSEGNA DELLA ST.!HPA. MEDICA. Pathologica, 15 giu. -

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2050

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Revue de Chir., giu. -

POLICLINICO >)

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fANNO XLIII, Nul\r.

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ANNALI D'IGIENE. PUBBLICAZIONE MENSU,E. Sommario del N. 9, 1936: Memorie originali : M. SFORZA: Contributo allo studio della natura dell'i1rnrnunità anticarbonchiosa a mezzo di trapianti di flogomi vaccinali. - Note pratiche : E. BERTARELLI : Il problema delle coeì dette « fari ne integrative 11 . Recensioni : Ingegneria, sanitaria Lavoro - Parassitologia - Miscellanea. - Servizi igie· nico-sanitari. - Notizie. Abbonamento annuo: Italia L. 6 O, Estero L. 1 O O; ai nostri abbonati L. 5 5 e L. 9 Abbonamento di saggio semestrale: metà di detti importi. Un numero separato: Italia L. 8; Estero L. 1 2. Numeri di saggio a richiesta.

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Per ottenere quanto sopra rivolgersi direttamente al l'editore LUIGI POZZI, via Sistina 14, ROMA.

Indice alfabetico per materie. An emia c roni ca emolitica con emoglobinuria paro·ssistica notturna . . . Pag. 2013 Asina: fa ttori psicologici . . . . . . . . » 2019 Asma: iniezioni di adre11alina . . . . » 2040 Asma : radioterapia . . . . . . . . . . » 2043 .Bih1iografia . . . . . . . . . . . . . . . 2022, 2025 Centrali <iel latte . . . . . . . . . . . . » 2045 Colonna vertebrale: fratture . . . . . » 2033 I s tidina nella terapia di malattie con ulcere (coliti ulcerose, bronchiettasie) » 2040 Ka1 a -azar ; v . Mala.r ia. Lipoidosi: n1orbi di Gaucher e di Niemann-Pick . . . . . . . . . . . . . . » 2020 Medicina 11t1ova dell 'llalia imperiale: la mentalità me.d iterranea . . . . . . . » 2003

Malaria e kala-azar: trattam. col metodo 'd i rvc. Ascoli . . . . . . . . . . . 2006, 2007 Neoplasmi « infettivi » . . . . . . . . » 2009 Raffreddore: trattam. . . . . . . . . . . » 2043 Scompenso cronico di circolo e fisiopa)) 2027 tologia . . . · . . . . . . . . . . . . . · )) 2040 Seno mascellare : osteoma . . . . . . . Sistema linfatico dal punto di vista cli)) 2015 nico cd ematologico . . . . . . . . . )) 2044 Somministrazioni omeopatich e . . . . . )) 2043 Trasfusione di sangue frazionato . . . . )) 2039 Urologia : congresso . . . . . . . . . . · )) 2043 Urtica urens e sue azioni . . . . . . . · )) 2021 Vita latente, leta.rg ia e letargo invernale

Dtrittl tll preprietà ri ..rvatl. - NOft cl ~enwu J. rilt.mpa 4i Lwori p11blJIKa9 nel Poliotlni• •• 4tdori,Uat)one ICrfttG '4P• re"4t,ione. E vieMU .. '"'""~ "' nnei • · cm 1m.(Q nUf'M .. #Oftu.

"°"

tn ••svito _.

A. Po1u, Besp.

C. Fauaox1, Red. capo. Bom1 • itab. Ti)K\-Lit. Armani di M. c.ounier.


Num. 46

Roma, 16 Novembre 1936 ·XV

ANNO XLIII

:

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

PRATICA

SEZIONE

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI

Clinico Medico di Roma

ABBONAMENTI ANNUI: 1° GENNAIO - 81 DICEMBRE Italia (l) Al:LA SOLA SI ZIONB PRATICA (setti.m anale) L. 58.80 (1-a) ALLA SOLA SEZIONE MBDJCA (m ensile) . L . 50(l-b) ALLA SOLA SBZlONR CBIRORGICA (mensile) L. 50Sinaeli:

Un numero separato della

Estero Cumulati.i: L. 100 (2) .ALLB DU• EBZIONI (pra.tioa e meclfoa.) . L. 60 (J) .ALLI DUI SIZIONJ (ipratica. e ollirurgi-0a) L. 60 (A) ALLB TRII SEZIONI (pratica, medica • obirur.).

Sii:z10N11: M&DIO.A.

o della

CemUBero.A.

L.

e;

della

PB.à.TIO.A.

Italia L. 100 L. 100 L. 125

Estero L. lllD L. L. llD

i•

L. 8-60

SOMMARIO. Lavori orig i'1ali : A. Soldi e C. Trabucchi: Le radici d i .Atropa Belladonna nella cura del parkinsonismo encefalitico. Note e contributi : L . Ugelli: La trasfusione di sangue puro nel1a .p ratica chirurgica. Sunti e rassegne : PIRBTOTERAPIA: c. H. Barnacle, F. G. Eraugh e J. R. Ewalt: Nuovi metodi di piretoterapia della paralisi progressiva. - A. E. Bennet : La piretoteratpia della trube. - V. I . Raoh.m an e G. V. Lubinoff : La cura della pu1monite con la diatermia. MISCELLANEA: A. De Bersatques : Idee attuali s ulla scarlattina. - M. Barbiroli: Conseguenze della colecistectomia sull.a struttuTa delle vie biliari. Cenni bibliografici. 1. Congressi Nazionali di Medicina e Chirurgia : XLII Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. Appunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Di-

LAVORI

ORIGINALI

Reparto Regina Elena dell'Ospedale Civile di Padova annesso al]a CLINICA NEUROLOGICA DELLA R. UNIVERSITÀ diret ta dal Prof. G. C. RIQUIER.

Le radici di Atropa Belladonna nella cura del parkinsonismo encefalitico. Dott. .Prof. ALBERTO SoLDr Direttore del Lab. d i Tecnica Farmaceutica della R. Università. Dott. CHERUBINO TRABUCCHI As istente della Clinica.

In una con1unicazione, svolta nel luglio l 93G 0lla Società Medico-Chirurgica di Padova (1), uno di noi diede conto di ricerch-e farmacologiche jntraprese 11ell 'inter1to di approfondire la conoscenza del contenuto in alcaloidi attivi del decotto di radici di Atropa Belladon, 1 1 TRAB"CCCHI

C. Osservazioni farmacologich e so-

pra il contenuto in alcaloidi del « decotto bu lgaro ». _<\.tti Soc. Med . Chirurgica di Padova, XIII. fl.

Jl. 180, VIT-1935.

sturbi psichici nell'ipertensione. - Indagini sulla prognosi della sifilide con sipeciale rigu ardo alla recidiva nel cervello e nel ,m idollo spinale. - E.m aturia familiare essenziale. - Il trattamento della pielite. - Il trattamen to dei disturbi f u nzionali del fegato. - L'insulina nei disturbi gastro-intestinali. - Il trattamento della colelitiasi. - Nella colite acuta e cronica. - Il trattamento fitotera.pico della costipazione. TECNICA DI LABORATORIO: Metodo di arricchimento dei bacilli tubercolari nello sputo. - MEDICINA SCIENTIFICA: La . produzione a,rtificiale d'una iperplasia della tiroide. Nella vita professionale : Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

na, elemento fondam.entale della co idetla << Cu ra bulgara » divulgata da Yvan Raeff e in Italia largamente applicata in ap_po iti r eparti cl i n ici' ed ospedalier i , sorti per l 'alto i11 i eres an,1en to di Sua Maest à la Regina. Le indagini sopra citate dimostrarono : 1) cl1e nelle di,rerse decozioni vinose preparate econdo il metodo ind icato dal Raeff il ta so nlcaloideo variava in modo quasi costante ed ei1tro limiti abbastanza ampii; variab·ilità ch e si credette di imputare, sia al fatto già noto della incostanza di contenuto alcaloideo nelle radici di A. B., sia alla speciale tecnica in1piegata p er Ja estrazione degli alcaloidi; 2) cl1e l 'attività biologi.ca del cc Decotto bulgaro » ris ultava di molto superiore a quella delle soluzioni acquose di sali alcaloidei, scelti fra quelli ch e sono considerati i determinanti l 'azione farmacologica della radice di Atropa Belladonna. Questa con statazione, mettendo in lu ce la in1portanza della estrazione totale dei principii attivi della droga bulgara. dà ragione della maggiore e fficacia del lrattamento huJgaro , in confronto a lle cure attuate m edia11 te alca Ioidi atropinici isolati. 1


2052

« lL POLJCLI.l\'ICO »

Riconosciuta la necessità di ricorr6r e alla e straz~on1e tJotale degli alcaloidi co11tenuti nella radice per conseguire i particolari effetti del trattamento « bulgaro », abbiamo voluto controllare se i buoni risultati fossero a1}pannaggi<> spec~fico della solanacea bulgara, ovvero i p-0tessero ottenere anch e con le radici di be1ladonna nostrana. Abbiam.o inoltre indaga to se fosse possibile , co11 modifi cazioni tecniche, eliminare alcuni inco11venienti legati al processo originale di decozione e controllare se veramente fosse indispensabile atten er si alle norme d ettate dall 'erborista bulgaro. Abbiamo infine cer cato di veder e se, 111odificando totalmente il processo di estrazione, riportandolo cioè ad uno di quelli suggeriti dalla ìf armacopea ufficiale italia11a per la preparazione degli estratti fluidi t itolati, si potessero ottenere gli s tessi ri ultati terapeutici. Questo complesso di indag ini ci è stato sugg·erito da osservazioni di varia i11dole, potute fare n egli en cefalitici del r eparto « Reg ina Ele11.a » di Padova, c irca la applica zione d el n1eto·d o originale di )'.-van Ra·eff. Da queste osservazioni risultarono: 1) l a già ricordata variabilità d el tasso a lcaloideo in decotti p r eparati c on tecnica identica, variabilità verosimilmente da imputarsi a fattori svariati (differenza di volume e di spessore dei pezzi di ra dice, forma e natura dei r ecipienti, inten sità d ella sorgente cal orifi ca , condizioni atn10 ferich e, ambientali ecc.) : 2) la difficile con servazione d el d ecotto vinoso, con mod ifica zione delle su e caratteristich e farma colog icl1e, in rapporto a l tipo di vino· u sato, alla ua gradazione alcoolica ed e' 1entuale fermentélzione acetica: 3) il basso contenuto alcaloid eo della decozione originale che costringe al1'u so di quantità notevoli di liquido, r endendo n1alagevole il rifornin1ento dei pazienti di111e si che d evono continuare la cura a domic ilio. A) RICERCHE INTORNO

co·r ro

ALLA PRE PA.RAZIO 'E DEL DE-

BULGARO.

Secondo le prescrizioni di Yva11 Raeff si devono mettere 30 gr. di radice n . 1 ed un a polverina n. 2 (carbone vegetale) in cc. 600 di vino bianco (2) ; raggiunta la ebollizione la si protrae per 13 minuti e m ezzo ; quindi si lascia raffreddare e si filtra. La istruzio11e ch e accompagna ogni scatola di radice di b ella(2) In mancanza di istruzioni pre~ise sulla q.u a1i t à d el vino da usare e sulla gr adazione alcool1ca, 11oi. ci siamo sempre serviti di una miscela di vino « • oave n (10°) e (\ Castelli romani » (14°) a p arti u guali.

( ANNO

XLIII, ~ Ul\1. 46]

donna bulgara no11 dice se la decozio11e debba o meno essere portata a volume , per ciò i1el reparto di Padova si è sempre usato il d ecotto tal quale proveniva dalle operazioni vredelie. Al tri invece usano riportare il volume del d ecotto a que llo di partenza ( = cc. 600) aggiu11gendo dal 20 al 25 <J~ di vino ( = 120-1 50 cc.). Anche per ciò che riguarda la filtrazio11e d el d ecotto non esiste uniformità di i11dirizzo; alcu11i preparatori filtr.a 110 accuratan1ente attr averso carta, asserendo ch e l 'abbori.dante sedirr1ento fioccoso ch e si forma durante il raffreddan1'en1o· in quiete è molto ricco di alca]oidi, sotto forma di sali insolubili (3); altri non filtra110 a ffatto. oi abbian10 sen1pre usato filtrare attraverso cotone bet1 sti1)ato , otte11endo così solo la separazion e dell e r adici e d ella parte più grossolana del sedin1en Lo . Da controlli da noi . espressamente istituiti no11 ris ulta che il precipitato possegga particolare attività terapeutica; la pern1anenza, in sen o a lla d ecozione, di particelle sospese non 11a n1odificato· sen sibilmente la tolleranza ed i risultati della cura, con1e avrebb·e dovuto accadere se il precipita to fosse realn1ente costituito ir1 prevalenza da sali a lcaloidei. Il controllo chi111ico non fece ch e con fer111are l 'esito delle osservalioni cliniche . 100 cc. di sediment o, titolati col m etodo più avanti descritto, riYelaro110 un contenuto di alcaloidi totali, espr~ - s i in atropina base, di g r. 0,0208 n1e11tre 100 cc_ tleJ1o stesso decotto, perfettan1ente filtrat o, attraverso carta , mostrarono u11 contenuto di gr. O, 018'1 di alcaloidi totali , sempre espressi in atropina base. La filtrazione accurata attra verso carta bibula dà un prodotto migliore e più o.n iogeneo unicamente dal punto di vista tecnico. Il trattamento bulgaro compr e11de l ' uso d~ pillole contrassegnate col n. 3 da prender si in nurrlero di una al dì , a l mattino , e di pezzetti di rizoma (n. 4) ch e il paziente do,·rebb e masticar e e inghiottire in piccole por zioni durante la giornata. Le pillole, costituite di mollica di pane cong lobante qualch e piccolo frammento di corteccia di china o di n oce vomica, sono prive di qual siasi ,·alare terapeutico · i pezzi di rizoma sono di calamo aromatico ed il loro impiego può essere giustificato dall ,azione eccitante sull e ghiandole salivari che allevia la secchezza prodotta dall 'assunzio·n e degli alcaloidi atropinici; tuttavia i I loro uso non è indispensabile o può essere ostituito efficacemente da pillole di eserina o 1

(3) Comunicazione del dott. ANTOLINI. alla . Ri~ ­ r1ione indetta dalla Direzio11e Generale d1 Sanità 11 16 maggio c. a. in Roma .


IANNO

~L Il T' ~lJ J\ [.

46]

SEZrONE PH.\Tl èA

g ra11uli di ge11eserina cl1e i i11alati devo110 lasc iar scioglier e in bocca (±). La po] vere n . 2 da aggiungersi al vino per l ~ p r epar azion e del decotto , è costituita , con1 e 1 di ... e, da carbone vegetale; ad esso si potrebb er o a ttri buire proprietà adsorbe11ti n e i co11fronti di varie sostanze contenute i1 el decotto ; 111 ~, co1ne fa ceva presu1ner e la s ua e, igua quantil~ (g r . 0,2ù-0,3'0 per cartina) e con1 e conferrr1arono I ' e p erie11 za clinicà ·e d i d osagg i, ll\ sua azio11e ri s ultò pratican1ente tra scurabil e. ' c:o11 due decotti preparati contempo ran ea1ne11t~ in11)iega11do radi c i di una mede ini a ... catoJa orig inale. e co11 identich e rnodalità t ccni cl1 c, .af!g iu ngendo però la polver e di carbon e "o lo ad uno di e si , furo110 trattati 15 en ce faliti ci. A cia ... cu11 a111111alato i due t ipi di d ecotto ven11e.ro son1111i11 i, tra ti a ettin1ane alterna le. Da l pu nto di vi::,ta clini co nessuna appr ezzabile differenza 1\1 ri co11trata in quelli ch e sono gli ef fetti ab ituali del trattan1ento bulgaro; dal pu11to di 'ist a <leI tasso alcaloideo il dosaggio dei clu e deco tti col l)rocedim ento suggerito d alJa Far111aco1)ea Elveti ca (5) fornì risl1ltati ch e "i i)osson o con ... ider ar e identici . Infatti 100 cc . di decozione pre1)arata con la polvere n. 2 eco nd o Raeff con un1ano cc. 6,5 di H Cl NilOU 1)a ri a rrr. 0,01878 di alcaloidi totali in atr o1)i11 a ba .. e. 100 cc. di decoz ion e prepara la ... e11 za la l)olver e Il. 2 co11su111an o cc. 6, 6 di If Cl /100 i)ari a g r. 0,01907-1 di alca]oidi to tali i11 a tropi1l a ba. e. StatJili lo c he la lJO IYer e di carbo11e vegetale non i11odifì ca 11er i1ul]a i1 è l 'azio11e, i1 è la con1po izio11 ~ dc l d eco tt o bulgar o, c i ian10 preoc1

(4) GOZZANO M. Osser vazio11i sulla cu r a bulgara dei parkin soniani en.cejalitici. Correzio n e dei lti.<;tn1'bi 11i.sivi, solivari e vescicali. R assegna m edica sard a, XXX'' IIL 1936, XIV , n. l. (5) 100 cc. di ò erott o si riducon o a cc. 15 o 20 rn11ce11 lra11do li so ll o vuoto a tempera tura d i 60°700; il re~ idu o v ie11e portato in imbuto sep ar a tor e ed a1caliniz1.alo co11 idrato amn1onico (cc. 2 circa di solu zio11c cli a n1n1 011iaca F. l l.). Il liquido acq l10 o a lcalino vie11e qui11di e·stratto con et e r e solforico }Jer 11ortare i n oluzion e e terea g li alcaloidi base così libera ti . Le e trazioni si ripeto110 per ci11que volte u sando per ciascuna di esse circa cr. 50 di e tere. La soluzion e e ter ea in tal modo o t len ut a viene liber at a d a] solvente dis tillando que" t 'ultirno a b. m.; il residuo, ripreso con alcool a 95° fino a soluzio n e, vien e ulteriorm e11 le ad di z jo11a lo di aiCqu a di . til lata e bollita nell e seguerlti proporzjo11i : alcool òi 95° cc . 20-25, acqua cc. 40-50. Al olt1 lo idroalcoolico d egli alcaloidi si acldizior1ano 20 goccie di rosso di metile in soluzio n e alcoolica 1 °b; , i titola quindi con a cido clo ridrico N/100 fino al nel lo viraggio rosso cilieg ia (se i] viraggio non è netto e se la soluzione non rie ce limpida è consig li abile ri sc~.ldare a 5{}0-60°). 1 cr. H C1 N/100 corrisponde a gr. 0,00289 di a l r opina ba e ovver o a g r . 0.00347 di atropina solfrd o ( Far•nricopea Elvet iva, Ed. 1934, p. 755, n. 728) .

2053

cupati di vedere e le decozioni allestite con radici di Atropa Bellado1111a no trana si comportassero, quanto ad effi cacia terapeutica e con centrazione in alcaloidi , co1ne quelle preparate con la droga b·u1 g.ara. Abbiamo quindi cer ca lo di procurarci dal commercio radici ben definite n elle loro ca'rnlteristicl1e di proverlie11za ed epoca di racrolta . Ci siamo servili di ca111pioni di radici <li A. B. forniti da11c Ditte Cu:rlo Erba. di Nlila1io ei Sani e Borri di Bonde110; si trattava in en tr.an1bi i casi di radi ci colti,1ate 111 Ron1agna e ra ccoll e al princ ipio d ell 'autun110. Prin1a di in izia re le esperienze le r adi ci ve1111ero esam iJia le 1Jre so l 'I stituto Bota11ico della R. U niverità di Padova e risultar ono di otti111a qualità, sia per i caratteri organ olettici, ~ i a 1Jer il conle11ulo di alcaloidi dim o lrato dall 'abbondante prec ip·itato cl1e i depo itava in preparati istologic i trattati col rea ltiYo di IJ3ouchard.at. Da pri11cipio p·r e1Jara1nmo un decotto impieg·a i1do come \1eicolo la 111 i cela di vini (SoaveCas lelli romani) da noi correntem ·enle usata per la p·r eparazione del decotto b·u lg·aro , e ado:r er.a ndo le · r adici in IJezzi molto gr oss i, tal quali ci ·er.a no ta ti invi.ali. Sette pazje1yti, già i11 corso di cura, furon o trattati con questa decozione. Si 11otò fin d ai primi g iorni un a r apida r egression e d ei n1i a Jior amenti ed una diminuzione dei disturbi conne si alla son1n1 inislrazione degli a lcaloidi a tropini ci (aun1ento della rigidità muscolare, della scialorr ea, delle crisi oculogire e udor ali ; d 'altro canto i11iglioran1ento della vi ta, n1inor secch ezza del]e fa uci, diminuita aste11ia, ecc.). Essen do evidente la scar sa aLtività d el farmaco, dopo c inque giorni il tr.a ttamento venn·e ripreso con decotto b·uJg.ar o norma 1e. Di questo primo decotto, cos'Ì scar samente attivo, no11 v·e11ne fatto neppure il dosag·gio chimi co di con trollo. P en ando cl1e lo scar so contenuto di alcaloidi di questo decotto f o se da im.p utarsi alla difficoltà di estr azione dovuta a li 'uso di radici n on fran tumate e quindi diffic ilmente permea bili al solvente, abbiamo p r ovato a tagliare le radici in pezzi più p iccoli. Abb·ia1no co ì tudiato i decotti preparati con radi ci spezzettate a mano in framn1enti leggerm ente contusi, con radici tagliate olo ii1 en o longitudinale (a fettu ccia) e con radici tagliate lon gitudinaln1ente e trasver salmente. Con questo secondo taglio (cosidetto « a cubetti ») la radice venne ridotta in piccoli frammenti di forn1a irregolarmente cubica, -con1n1isti ad una polvere grossolana , a tipo di segatura, assumendo un aspetto del tutto uguale a quello della droga ch e si trova n elle scatole originali di Raeff. Trentuno pazienti, dei quali venti aià in 1


2054

corso di cura, vennero trattati con decozioni preparate da radici nazionali tagliate a fettuccie od in « cubetti » ; ad alcuni di essi venne 01nmi11istrato, a settimane alternate,, il decotto preparato con radi·ce bulg.ara. La cura si protra se da un minimo di 15 ad un massi1no di 70 g·iorni ; sia per gli aumenti di dose che per I.a detern1inazione della dose massin1a e cii quella definitiva ci siamo attenuti alle regole usate n el reparto; ossia inizian1mo con due o quattro cc. raggiungendo un rnassin10 di ·! 5 cc. suddivi i in due o tre somminis trazio11i giornaliere . È risultato cl1e la decozione di radice ilali.an.a fu sempre perfettamente tollerala dai pazienti e ch e i disturbi riscontrati furon o sen1pre per tipo , intensità e fr·equen za, in tutto simili a quelli osser,rati dura11t e la somministrazion e del d ecotto b·ulgaro. L 'effi cacia del d ecotto di radice italiana , si può definire equivalente a quella del d ecotto di radice originale bulgara , talvolta anzi si è avuta l 'in1pressione ch e il primo fosse anche un po' più attivo del secondo, sopratutto per le decozioni prep.arate con le radici tagliate in .cc cubetti ». Parallelamente alle prove clinicl1e abbia1110 eseguiti i dosaggi chimici d el contenuto di alcaloidi tolali, se,g·u endo il n·letodo sun1rner1zionato. N·ello specchietto seguente sono elen.cati i valori medi ottenuti: Radice itOJliana i11 g rossi frammenti legger 111e11te contusi : 100 cc. di decozione consumano cc. 5,8 <li HCl N/ 100 llari a alcaloidi. totali in atro-

J)j11a ba·se

tA~~o

cc IL POLICLINICO »

gr. 0,0167. R adice italiana tag liata <l in fetluccie >> : 100 cc. di decozione con suma110 cc. 6,5 di HCl N/100 pari a alcaloidi tolali in a tropina h a se = gr. 0,0187. Radice italiana tagliata cc i11 cubetti >> analogan1ente alla bulgar a: 100 cc. di decoz~oi:e co ~ s~111én10 cc. 7 cli IICI NjlOO pari a alcailoidi totali in a lropi11a b ase = g r . 0,0202. Rar.lice bulgara i11 pezza tura origi11ale: 100 cc: cl i d ecozione con u1na110 cc. 6, 2 cli HCl N/100 pari a alcaloidi totali i11 a tro1)ina b1 se = g r . 0,0179. =

Pone11do a confronto i ri s uì Lll Li d el Jr ri cerch e clinich e con quelli d ei dosaggi chi1nici , si nota una soddisfacente con cordanza fra i due tipi di decotto; infatti è cl1iara l '~q~iva1< n za, negli effetti terapeutici, d elle rad1 c1 nostrane e di quella bulgara. La leggera superiorità di contenuto alcaloideo riscontrata i1ell a radice italiana , tagliata come la bulgara in « cubetti », non è tal e da fornire un evidente riscontro n elle prove clini che; potrebbe però. g iu, ti fìcare l 'impressione di un.a maggiore e ffi cac ia , dianzi accennata . l -11 altro aspetto inter essante emerge dalle 111 ecli e d ei dosaggi chimi ci. cioè 1'importanza cl1e lia la })ezza1ura della radi ce 11e1 11 ro ces~o cli estrazione. Il taglio col qt1al e Ra0ff J)re-

XLIII, ì\-c.rl\t. 46]

senta la radice bulgara. assicura l 'estrazione di un adatto tasso alcaloideo n el1 _ condizioni prescritte per la decozione Yino a; estrazio11e però che non è totale; infatti la radice bulgara contien e in media gr. 0,±9 % (6), mentre la d ecozione estrae soltanto gr. O, 28 % in media . Ciò spiega com ·e la radice italiana. che usata irt pezzi grossi ci aveva dato d ecotti di scarso co11tenuto alcaloideo e di n1odesta efficacia, s i sia rivelata , per contenuto di alcaloidi e per attività, sensibilmente superiore alla bulgara, SA impi egata con lo stesso sisten1a di taglio l1sato dal Raeff. Proseguendo nelle nostre indagini, ab·bi an10 cercato di stabilire se fosse assolutan1ente necessaria la estrazione vinosa d egli alcaloidi della droga, ovvero se il vino rappresentasse sc·mplicen1ent e un sistema rudime11 tale per preparare una decozion ~ idroalcooli ca. P ertanto abb·iamo fatte varie prove u san do una n1escol.anza di acqua ed alcool a 15° in volume, -0, per controllare se la acidità totale del vino potesse influire sull 'estrazione degli alcaloidi , a bbiamo preparate alcune d ecozioni con u11 veicolo idroalcoolico portato a d un Pl1 4, 04 n1ediante ag.g iunta di acido tartarico all 'acqua bidistillata e disar eata per ebollizion e. In 40 pazienti, già in cura con decotto bulgaro , trattati per 4 o 5 giorni consecuti' i con decozioni (sem .pre di radi ci bulgare) semplici o addizionate di acido tartarico , nlantenendo fìsse le dosi in precedenza d eterminate, non furono osservate modificazioni cliniche di qualche momento; i malati avvertirono solo u na differenza nel sap ore d el decotto. Contemporaneamente procedemmo ai dosag·ai chimi ci ottenendo i risultati seg·u e11ti: 1

o

'

D ecozi1one in a.equa e alcoo l a 15° preparata seco11do le prescrizioni cli Yv"-N RAEFF: Con Radic e bulgara (1)ezzatura « i11 cuhe ~li >>): 100 cc. di decozione co11su1nano cc. 6,25 d1 HCl N/JOO, pari a alcaloidi t otali in atropina base = g r. 0 ,0180. Co., Racli·ce italiana (pezzalura cc in cubetti », sin1ile n quella bulgara) : 100 cc. di decozion~ ~on­ su mano cc. 6,70 di HCl N/ 100 pari a alca/01d1 totaJ: in atropina ba-se = gr. 0,0193 . Decozione in, acqua-alcool a 15° con agp;unla di acido tar ta ri co (Ph del lit1uiclo 4,04) (m1 ura con C'lettr odo a1l' idrog·e110 = f. e. 111. contro calo1neln110 norn1ale a 1'. 23": l\Iillivolt 522.~ ) : . Cor. R11clice bulgara ( pezzatl1ra « in ct1hett1 » : 1 100 cc. di clecozio11e consu1nano cc. G,'i di HCI /100 pari a alcaloidi lola1li in a tropina base = gr. 0,0193. J)ecozione di confronf.o seriza acido tarta ri co ( e~eg ui La con t e1npora11ea~ e 11 le) : • . 100 cc. di clecoz1one con sltrn ano cc. ?,20 cli [ICI /100 pari a alcaloi di totali i11 atrop111 n l>a. e = gr. 0,0179.

-- (()) Di ~[ATIEt P. , ulla ~osidcl~t la e~ Cllra) b~llf!a~c~ n ,7,.; fìO.~ iu rni di encefalzle eJJ1rle_n11ca. I ol 1 c l11 1~lO, ~P:t . pra I .' \1.,TI, 1] . p . :301, 19:-3;),


(ANNO ~L.Jll,

~ul\1.

46 ]

SEZI ONE PRATICA

Questi ri sultati a utorizzano la co11c]usio11 c cl1 e il vino rappresenta en1pli cen1e11te u11 n1e11struo idroalcoolico, " O tituibile dalla miscela acqu a -alcool , co l vantaggio c h e l ' usar e u11a soluzion e a p er centu.ale di alcool b e11 d eterr11i11ata , a nzicl1è il vino la cui g·radazione a lcoolica }) UÒ inYece variare, assicura uria estrazione più stabil e. L 'influenza del l 'ambiente a cido sul po i er e e"' trattivo d el veicolo idroalcoolico non ap1)are fonda111e11 tale , pur potendo esser e apprezzabile; infatti vi è r agion e di c r edere c h e l 'estrazion e degli alcaloidi ia d ovuta quasi esclusi ,.a111e11te all 'azione olvente d el veicolo a n zich è ad u11 i11 eccani sn10 di salifi cazione. ~ infatti noto cl1e l 'atrop ina base è solubile in acqua ed in a lcool . Nel cor -o dei d osaggi e ffettuati co11 radic i ilalia11e e bulgare, co11servate nell o stesso an1b iente d a l 1° febbraio al I 0 lug lio eb·b imo a notare co111e la riccl1ezza in al caloidi d ella r adice italia11a a11dasse en ibilm ente scen1ando , n1en tre la radice bulgara i nlan ten eva pres8och è costa11 le . Esan1inando i campioni italia11i ronstatan11110 com e e i avessero perduta l 'ini ziale appare11za ·di secch eiza; p roced en11110 q uindi al do -aggio d ell' ac qua n ei due campion i , o tten endo: i)er la rad1ice ita.liann = l1111idità % 8,90; J)er quella bulgara . u1r1idità % 1,22. Tale d iffer e11za pote' a p iegare la din1inuzione di ti tolo dianzi o serYa ta. Succes iYi do aggi ulle radici di seccat e e eguiti a d interYalli di Le111po, ci conYinsero cl1e i I tenore i11 alcaloidi andava din1inuendo ogni volta cl1e ... i i)rocedeYa al di ... seccame11to in . tu fn dell e r adici , r aggiu11gendo Lempera ture i11 tor110 a i 100°. EYide11t e111e11te la perdita di alcaloidi è d ovuta a ll 'azio11e clel calore n el] a n1b·i ente u111ido , il quale i)r o111u0Ye u11a quantità di n1odificazion i cl1in1ich e ed anaton1icl1e d ella radice ( (ar an1e l lizzazione d egli idrati di carb-0nio , sr i s~i o n e di t a1111oidi , al terazione dell a permeaJ1ilità d ei te. suti ecc.) ch e a lteran o il contenuto i11 pri11ci1)i at ti ' i e i1e ostacolano la estrazio11e . In consegu enza è co11sig liabile u are r a di ci sot t oposte a IJroced i111enti di « stabilizzaii011e » e con erva rle a l riparo d ell 'un1idità , della luce e fuori d el co11tatto d ell 'aria ; evilB11 d o en11)r e il d is ecca111 cnt o a t emper ature eleYate. 1

1

B,l

PREPARAZI Oì\E DI ESTRAT TI FLUI-DI DI RADI CI DI ATROP.\ BELL.-\DON~A E CONTROLL I RELATIYI.

Da ultin10 a])bia111 0 ri cer cato se 111ediante il deco tto ~i a rri' as ... e a d 11na estraz io11e ~ el etti' a dei differenti pri11cipi a ttiv i della r adi ce 11on rE'a lizzabile a llri111enti ; od eventual111 ente ad una race111izza zio11e jo . . cia111i 11a-a tropirta [ l 'atro-

2055

pina, ottican1ente inattiva p·u ò or1g 1na r i d alla joscian1ina (levogira) e quest a trasforn1azione sarebbe a sai favorita dal calore]. Questo i)roblema a s umeva una particolare importanza, in quanto la uperiorità d ell 'e trazion e i)er d ecozione sar ebb·e ri sultata evidente solo n el caso ·ch e con essa si fo . . s.ero ottenuti risultaticlinici quantitativan1ente e qualitativa111 ente s uperiori , d ov uti ad u11a estr.azione d egli alcaloidi d ella droga « migliore » di quella ott enibile con un co1n.une n1 etodo di esauri111ento t o lale a fr edd o, t ipo estratto fluido. Abbiamo voluto dunque stabilire e t utto il processo di estrazione dalla radice potesse ricon dursi ad uno di quelli indicati 11elle principali 'F armacopee internazion ali e con seguent er11ent e fosse inquadrabile n ella moderna T ecnica farn 1aceutica. Ci si.a mo orientati v·e r so l 'estratt o fluido perc h è n ella ua preparazione il calore intervien e solo n ella fa se di con centrazion e, n1a i11 modo blando (50°-60°); d 'altra -parte il rigoroso rapporto su ssistente fra volurn.e di li quido e p eso di droga ci .a vr ebbe p ern1 esso di effe ttuare con e attezza tutti i rilievi nece ... ari . IF ra i i11e todi d·ella F. U. ab.b iamo "' celto qtiello indicat o per Ja preparazione dell 'estratto fluido di fa.g lie di b ella don11a , il cui u11ico ' ·eicolo è co tituito da .a lcool di 60°, ciò cl1e in pratica equi vale a fa r e u11a estrazione idroalcoolica (7). Con ·questa Lec nica abbiamo preiJ~rato due e&tratti fluidi , l 'uno con droga italiana e 1'J lt r o con droga bulgara ; l 'uno a t itolo 1/0 ,50 , l 'B ltro a tit olo 1/1. Abb-ian10 adotta to due differenti r apporti fra il p eso del liquido e quello clella droga per stabilir·e quale d ei due n1eglio si i) restasse a lle esigenze d ella tera pi ;l. I car atteri org·anoletti ci d egli estratti ri sultarono i seguenti: color e: rosso-bru110; traspare11za : opalescente ; odore: caratteris tico d ella ra<l jce; p eso ·specifico: 0 ,98/1,03; r eazione: acida; sapore: cau stico d olcin tro, r etrogust o a111aro.

Dicias ette en cefa litici , dei cr uali sette già i11 c ura co11 d ecott o bulgaro, ' ennero tratt ati con (7) Abbian10 opera Lo parle11do cla rad icj « in cubet li » (n on in pol' ere) u111ettate e cari ca le in p ercola tore a regol a d ·arle. Do1Jo 24 ore di macerazior1e i1el percolatore stes o abbia1110 lisciviata la d r oga f ino a raccogliere 850 cc. di pcrcola.to, quindi abbia1110 prosegltito la l i ciYiazione fi110 a cl1e il percola lo raccolto, aggiato co11 i con1u11i reatLiYi degli alcaloicfj , diecl e r eazione n egati,·a. L 'estrazione comple la si raggiunse con 1200-1300 cc., oltre agli 50 di « riser va »; gues lo econdo percolalo venne concentralo in una piccola boule a Ytloto, n o11 t1perando i C.0°, fino a consi·~tenza cl i e~tratto n1olle; que t 'ul ti1110 venne rict i ciol lo n ei pri1ni -50 c:c. portando poi a pe o esatto di gr. 1000 con alcool di 60° tFarn1 acopea T: ff. Tt ., , . erl., pag. 204).


205C

«

IL

POLI C LLt.~

I 'e tratto di radice italiar1a , som1nini strato a closi cr escer1ti (cc . 0,30-0,50 in tre volte r1elJa g iornata) ino ad un massimo di cc. 5 giorna}jeri. Ta le limite, cl1e corrispondeva per cont enuto alcaloideo alla dose massima di d ecotto bulgaro son1ministrata nel nostro reparto, non ,,enlle oltrepassato per rag ioni di prudenza . Il trattan1ento con l 'estratto fluid o venne p1 olungalo , in m edia, dai 20 ai 310 g iorni , qu i11di sostituito dalla decozio11 e. Senza scenclere a particolari minuti possian10 asserire che i ris ultati ottenuti furono perfettamente sovrappo11ibjli a quelli ch e si riscontrav.ano col decotto, n egli stessi pazienti; a molti di questi la nuova formrl di son1ministrazione risu ltò a11cl1c più accetta. Analogl1i risultati abbiamo r egistrato in 15 ammalati trattati, contemporan eamente ai primi , con l 'estratto fluid o Ji droga bulgara. Dalo cl1e in questo caso· si impiegava estralto fluido titolato 1/1 anzichè 1/0, 50 come n el caso precedente, abbia 1no tenuta una do e media di cc. 3, 90 raggiungendo in due soli casi i cc. 4,20. A11cl1e questo gruppo di pazienti, dei quali 6 er ano già in c ura con il d ero lto bulga ro, seg uì il Lrattan1·ento per cir·ca 30 giorni ; poi riprese la terapia col met odo classico, nella dose media di tre cu ccl1iai a l giorno, senza che si verificassero sensibili variazioni negli effetti terape utici. La tiLolazion e d egli alcaloidi totali , eseguita co11 il inetodo g ià cita to della Farn1 ~1 copea Elvetica, diede :

ICO »

I A N No XL II I,

~ li l\ ( .

46)

forma , abbian10 eseguile alc une d etern1in azioni d ella s ua attività biologica con il metodo g ià illustrato da uno di 11 oi, Jnetodo ch e fa perno sull 'anlagoni mo aceti] coli11a-atrop in a sul c uore isolato di rana ( ·). I risultati , illu-

F1c. 1.

Eo lrati da11e ri 1)roduzion i de i l raccial i , co n ferma110 quanto era g ià s tat o 110 La lo nei rig·t1ardi del decotto bu1ga ro ' cioè u11a 11el ta .. u reriori là biologica in confronlo a s0 Juzio11i di solfato

.

per la radice italiana: es tratto fluido lilolato 1/ 0,50 - 20 cc. ( = gr. 10 di radice) consumano cc. 9 di HCl N/100 pari a: alcaloidi totali in atropin a base = gr . 0,026; per la ra.dic1e bulga.r a: estratto fluiclo titolato 1/1 - 10 cc. ( = gr. 10 di radice) con s u1na110 cc. 7 ,25 di HCl N/100 pari a: alca1loidi lotalì in a lropina base = gr. 0,0209.

Risulta pertanto cl1e l 'estratto fluido di radi ce italiana, analogamente a quanto avviene J>er il decollo , è un po ' più ricco in alcaloidi. -ei ri cr uardi del r apporto drog.a-e tratto posi a1110 rilevare con1e la son1mini "'trazione r iesca agevole 1anto con il tipo a titolo 1/1 quanto con quello a titolo 1/0, 50; tuttavia se si int r-11clc ·.- e usare la son1n1ini trazio11e a gocce , sc111bra con ig liabile il rapporto 1/1, per quella i11 centin1etri cub·i ci appa re più con1odo il r apporlo 1/0,50 (1 cc. = XLV gocce), in quanto, richiedendo una quantità un po ' uperiore cli liquido, din1inuisce le po ibilità di errore. !11 ba e alle nostre o ser vaz ioni l 'e tratlo fluido titolato , i)reparato dalle radic i, co tituir ebbe i l l11e zzo più razional e per la cura del parki11 o n i... n10 encefalitico. Per defì11ire i)iù e attan1ent e la rì .. ionon1ia far1nacologica del n1edican1ento sotto questa

l''rc. 2.

di alropina di ugual Lilol o. E que . . to, ia con l 'estratto fluido ottenu to dalla droga bulgara, sia con quello ott enu to dalla droga italiana. (8) TR.\Bl CCHI c. u di Llll n~l O!'O nlel?d_o .per ;~ closaggio biologico degli alcrtl~zdt ~t1op1n~c1. .~ l~t Sorielà ~led. (~J1 ir . cli Pado,a, XIII, o, l)· 112, 19.30.


~ \:'\ ~o ~LilJ , i" t ?\r.

46]

<:oN I OERAZTONI

2057

SEZIONE PRATI CA

CONCLUSIVE.

Stabilito c h e la car.a tteristica princ ipal e d el 1r1 etodo di so111n1 inistr azione d egli alca]oidi a trop·ini ci, nella c ura d el i}arkin sonismo e n cefv1itico, è Jeg·ata alla n ecessità di un 'estrazione d elle radi ci di A. 13. otten uta in condizioni tali da portare in soluzione un tasso di con1plessi .atti vi capace di e plica r e un a azione terapeu1ica ben determinata , abb ia n1 0 din1ostrato co1ne nessu11a d ell e norm e d e ttate dal] 'erbori sta-

tt1tte le preparazioni , con indubbio vantaggio d ei 1iaz ienti. Le radici italiane, se di qualità scelta e tagliai e a ll o stesso inodo di quelle bulgare, sono ad e se p erfe ttamente equi valenti n elle div-er e prepa raz io11i. La con s tatazione è interessa nte non solo p er cl1è permette la utilizzazione di un prodotto d elle coltivazioni italiane , ma anch e p er ch è offre una nuova indicazione ter apeutica d elle radici di Atro1)a Belladonna (10). I i nos tro Ospedale, rer csen1pi o, cede il decotto a l l rave rso la ~ua Far1naci a al prezzo di costo. L'estratto fluido .inoltre, per la su a stabilità no11 richiede, co1ne il decotto, l1n riforniment~ n:ec1uente (ogni 15-20 g ior11i) , ma può esser e in viato anche ogni due o trè mesi con evident e ri ·~p11r111 io.

RIASSUNTO.

F1G.

3.

llulgaro Yvan Raeff p er la preparazione d el <( d ecotto » abbia influenza d e terminante sul1'efficacia d el d ecotto stesso . La d ecozione vinosa, l) Ut essendo uno d ei n1etodi capaci di dare una estr.azione cl1e risponda a ll e e igenze di c ui sopra , non r appre enta il istema più conveniente, n è realizza quelle condizioni di esattezza e stabilità ch e s i d evon o pretender e i)er l 'estraz ion e di un a droga eroica. L 'estratto [l t1ido secondo il ni etodo prin1 0 d ell a F. l 1., è a nostro n1odo di vedere ] a ' forn1a farmac e utica più consig li.abile, in q tiant o il solvente fort emente alcoo]ico assicura la conservazione d el preparato; il rigoroso r.a pporto fra il p eso dell 'estratto e quello d ella dTog·a, p ermette un 'esat ta posolog ia . L 'e ...iguo volun1e d el prepar ato fa cilita Lutte le operazioni di som111inistrazio11e e distribuzione ai malati ed è J)articolarn1ent e vantag gioso dal lato economico, faLto questo non trascurabile tra ttandosi di terapia ch e va contiIl l1ata per mesi e anni (9). D 'altra parte facendo a eg11.an1ento u u11 i11et odo della Farma cor)ea U ffi cial e d el R egno. si ot tiene automatica111ente la uniformit ~t di 1

(9) Per con1prend er e l 'irnporl a111.a dj ciò, ba s ter à o .. erva r e la diffe r e n za di cos to fra il decol lo p reJeYa lo dire lta111e11 le d al1 o Farrnacia ospedalier a e q11 ell o d e ll e s l es~e cl o i SJ)edi1 e a d orni r ilio a n1e1zo pacco po·s1ale, differ en za òoYu la alla SJ)esa ò i i rnllnllo, <li ·pecli zion e e iii as~ egn o.

Gli A A., dimostrato ch e le norrr1 e tecni cl1e di preparazione d el « deco tto bulgaro n u sato riella cura <.lel p. e. non h anno influenza d etern1ina nLe sul] 'effi cacìa d el trattamento, .studiano la possibilità di i 1npieg·o delle radi ci i taliane di A. B. , affern1a11done la perfetta equi,,a}enza qualora ·esse , ·eu gan o i1npi egate colle s tes"e rr1odalità . Propon g·ono un n1et odo di estrazio11e a fredd o, capace di fornire un estratto fluido titola to p erfettamente idoneo allo scope. '

NOTE E CONTRIBUTI OsPEO,.\ L l

RI UN I T I or ROMA

L rrTOHIO - PADIGLIONE 'F LAJA NI Prim a ri o r. hirl1rgo: Pro f. A. Cnri\SSERJNI

OsPEO.\LE DEL

La t1·asfnsione di sangue puro nella pratica chirurgica. Dott. L1nERO UGELLI , assistente. La . tras~s~ on·e di ·angue 11a con1piulo in questi ult1m1 tempi d ei progressi veramente rtot evo] i g razi e ali ' ado,zion e di mezzi che p er1nettono la Lra~fus~on c dirella di sa11gue puro dal datore al r1cev1t ore se11 za 1'.aggi unta di sos1anze es! ranee .an ti coag·uJ an ti . Se l 'aggiunta del cilr:tto di sodio al sa n O'lle. allo sco1)0 di r enderlo in coagulabile e pern~et­ t ere così la trasfusion e dire tta h a avuto il rnerilo di facil itare una operazio11 e ch e sembr ava tln len1po n1olto diffi cile e accessibile solo n pochi , non è n1en ver o, cl1e l 'aggiunta di cit~al o ùi so di~, s~ec ie quando si d ebbono prati care trasfus1on1 abbondanti per le quali occorre l1na n o teyoJt q l1an tità di que, ta ~ost a 111

(JO) Le 1nrl ng i11i a l li11enti alla 'fec11ica F a rn1aC('u lica . on o la.t e cor1d o ll e da l clott. prof. SOLDI; ([l1ell e Cl in ir l1 e e bioloQ"i c-l1e dal dot I. Tn \ Rt:ccu1. La rE--clazio nr d el Ja ,·or o e lC' con clus ioni sono opera ('(' lll ll 0 (' .


2058

(( IL POLI CLINICO

za può riuscire dannosa ed esser e cau a di inco11venie11ti anche gravi. Da i1un1ero~i Autori sono stati segn alati ql1e~ . . ti i11convenienti iner·en ti all'aggiunta di citrato di sodio al sa ngue. Dogliotti 11ella seduta del 1± marzo 1934 d ell 'Accade mia Medico-:E\1si'ca Fiorentina ha illustrato le principali alterazioni che l'aggiunta di citrato sodico nella d0se minima anticoagulante provoca n el sar1gue da trasfondere: turbamento dell'equilib,r io elettrolitico del plasma, fi ssazione del ca lcio-ione, din1inuzion e d ella resist en za globulare, diminuzione d ei poteri in1rr1unitari, eff·e tti tossici propriamente d etti . Dogliotti 11a concluso ch e l 'u so del sangue· citratato deve oggi essere abbandonato . Del resto tutti coloro ch e h an110 va t u pr atica di trasfu siorti e ch e hanno avuto modo dl 1)raticare sia 1ré\sfusio11i indirette con aggi unta di citrato di sodio , sia trasfu si'o ni dirette di sangue puro sono con cordi n·e ll'affer111are ch ,e quest'ultin10 sist ema, oltre ad esser e quasi co111pleLa1r1ente privo di inconvenie11ti se impi'egato con le dovute cautele e co·n u11a pre.cisa t ecnic:a, dà risultati di gran lunga migliori e rappresenta certam ent e i] n1etodo id·eale della trasfusione. 1

* **

Il no tro primario, .µTof. Chia seri11i, già dal 1828., 11a dato un notevole impulso a lJa trasfusio11e d irett a di sar1gue pur o. Placitelli n el i g30 poteva riferire s u circa 180 tras fusioni dirette eseguite nella Divisione Chirurgica del! 'Ospedale Civile. di Venezia diretta dal prof. Chiasserini ( P1,Ac1TELL I G., La nostra esperi enza della trasfusione di sangue. Archivio Itali.a110 di ·Chirurgia , , ,ol. 29°, pag. 324, 1931). Nel Padiglione 'Flaja11i dell 'Osped a]e d el Littorio ono state praticate in questi ultimi quattro anni (1932-193f)), 134 trasfusioni dirette di sangue puro di fro·n te a poch e trasfusioni (circa una diecina) di sangue citratato. Quest'ultimo n1etodo è stato imp iegato soltanto nei primissimi n1esi di questo periodo; in seguito esso è stato completamente abbandonato per ch è si è dimostrato sempre causa di di sturbi pii1 o meno notevoli (brividi, r eélzioni febbrili , ecc.), specialmente in ca o d i tras fusion i abbonda11ti nelle quali i è dovuto in rapporto alla qua11tità di san gue, mescoJnre a q uesto da 2 a ± gr. di citrato di sod io. D 'altra parte i r i ultati forniti da questo sistema 1)aragonati a quelli ottenuti con Ja tra.. fu . ion e diretta di sangue puro, sono sen1brati d i gr a n luno-a inferiori. L 'apparecr hio del quale ci servian10 J.Jer la tra fu sione diretta è rappresenta to dalla sir:i'ng~'l di Jubé cl1e è troppo nota per avere bi~ogno

»

l ANNO

ÀLJII,

l\U!\l.

461

di descrizio·n e. Notiamo solo ch e preferia1110 sen1pre u sar e la siri11ga da 5 cc. anzichè quella da 10 cc. perchiè essa, riempie11dosi e vuotandosi i'n brevissin10 t c111po, permette u11a corrente di sang ue q u.a~i continua ed e\·ita i11eglio il peri colo deJ lél coagulazio11e. Alla siringe\ di Jubé 1nolti attribuiscono incon venient.i' vari cl1e ne renderebbero l 'u so poco prati co, sp ecia 1mente la fa cile forn-1azione <li coaguli lungo i· tubi e g li aghi della siringa . Noi non abbi a1no osservato quasi mai questi' inconveni·enti e n·ei vari ca si in cui si è stati costretti ad iuterrompere la trasfusio11e per cattivo funzionan1ento d ella siringa ci siamo convinti ch e qu·e to dipend eva da difetti di tecrLica 11e11 · u~o di c.. a per la scar sa pratica del sanitario ch e pra ticava la trasfusione (pratica eh~ del r esto è faci] issima ad aoquistarsf1 o per una impropria preparazione d ell'appar eochio . La preparazio11e de Ila siringa è seni fJlicissima, ma richi·ede 1'osse r van za di alcune determinate regole sen za delle quali il buon a 11<lJ.m e11to d ella trasfu sior1e può risultarne Gon1promesso. La siring<t d ev'e essere sterilizzala m ediante l 'ebo llizion e in acqu a distillata. Poi essa vie11e rnontata in n1odo da a ssicuraTe la i:ierfetta t enuta dei t ul)i di g o,111n1a di r acco•r d o eventualmente legandoli con un filo di seta alle parti metalli che d cl1a siringa. Si pratica poi un ·accurata deter sion e meccani ca della siringa , dei tubi e degli aghi aspirando e<l ef.pellendo per parecchie volte de:l l 'etere eù asciugando poi con tan1poncini le varie parti. Quin·di si passa all'invasPllinamento d elle varie r)arti interne della iringa, dei raccordi di go111n1a e deg·li aghi .asp ir.a ndo e d espellendo varie volil e dell 'olio di par a ffina st erile. Con1pi'uti questi preparativi (che non richiedono in genere più di 10 minuti) la sjringa è J)ro11ta p er l'uso. No11 c i soffern1f'r en10 sul]a tecnica della trasfusione con la sir inga di Jubé i>crch è è 1noito sen1plice. In istian10 so,Jtanto . . ul fatto cl1e i vari: d ettagli van110 eseguiti con srruJJOlo a precisio11e perch è un error e di tecnica ancl1 c minimo l) UÒ cornpron1etter e il buon ancla111en to dell~operazion e . Talora ,. ad ·esemJ'Ìo. ba. ta che uno d ei due ag hi , pecial111ente ciuello dc} datore, no11 J)e cl1i b e11e nel luine ' reno. o. perrhè la sirin g a non funzioni pi'ù. In tali ca ·i basta in gen·ere im prin1ere un piccolo movimento all'ago p er pot-cr continu are la trasfusione e portarla a buo11 t ermi11e. Grandi inia attc11zion c occorre 11aLuraJme11 te porre nella ce] ta del do11atore. 1 ]i errori 11€lla deler111inazion c d e] g·rup1Jo ... an g uig no sono i I11agg iori e i ])ÌÙ freqt1c11ti re_1)or1~aliiJi clegli in co n venienti del la t ra-.;fu $io11e. 1


1A NNO

XLIII, Nuivc. 461

SEZ IONE PRATICA

'.'lell 'O pr dale. del Littorio esistono diversi (latori di san gue univ·ersal+i il cui gruppo è stato cleterminato m .e diante i sieri-testo. A questi dator~, n1olti dei quali hanno al loro atti,-o ,·arie diecin~ di trasfusioni , noi ricorriamo in g·er1ere salvo in alcuni casi n ei quali si sono preslali i fan1igliari degli stessi malati 11ntural111e nl e p revia determinazio:n·e del gruppo sang·ui,g·110. Tn ogni' caso , anch e quando si tratta di d o11atori universali , sicurame11te rico11osciuti come tal.i, noi proce di.amo sempre f>rima cl ella trasfusio11e (salvo in casi speciaJi·ssimi in cui l 'estrema urgenza del caso non :p er1ne tte 1.a be11chè minin1a perdita di tempo) ad eseguire sia la prova dell'agglutinazione di1·e tta che la })tova biologica. . La p ro,·a deJl 'agglutinazione diretta si pratica mescolando su di un comune vetrino porta-oggetti unél goccia di sangue del datore con u11a goccia di oluzione al 5 % di citrato 'Cli sodio, aggiungendo poi una goccia di sier o del sangue d el ricevito re. Si agita ·e si osserva la goccia per 5-110 n1Ìnuti. Se non si osserva Il·è ma.croscopicamente, nè al micros copio alcu11.a agglutinazione, il datore vi.ene <.011siderato come adatto . Anche in questo ca-so però prin1a di ·eseguire la trasfusion·e p·r ati'rhia1110 la r}rova biolog ica che co·n siste nel1'iniettare al l)aziente, con un a comune siring·a. 20 cc . di s~ngue d·el datore. Si .aspetta cir{:.a I 0-15 minuti dal! .iniezione sorvee-liando att~ntan1ente il n1alato durante questo breve t en1po. Se clurante questo periodo non si os-scrva a lcu11 si'n ton10 di intollerani:.i (tachicarclia , r espiro frequente , cefale~. na11sea. ronzii , irreq uietezza. senso di malesser e, dolori epi·g·a tr1c i o lon1bari) si può senz'.a]tro proced er e r.: on la m ass.in1a sicl1rezza alla . trasfusion e. La prova d ell 'aggl11tinazi·one diretta e la prova biolog'ica debbono a nostro avviso ·esser e })raticat e anche in caso dii don.a tori univer5aJi, tranne. ripetiamo, quando si tratti di casj urgentissimi. È noto infa tti che ·esistono dei così detti cc donator i universali pericolo si n. cioè d egli i11dividui appartenenti al gruppo 1° (O) n·el c ui ·siero sono contenute i·soagglutinine ed isoli·sì ne ecccz ionaln1 ente aLtive , dotate di poter.e isoagglutinante cosi spiccato da riuscire a far -sentire la loro azion e sulle emazie d el riGeven te speoie se quest'ultimo si trova in stato di a11eimia ·a cuta , cioè con relativa scarsezza di g·lo 11u li rossi . In questi casi si possono veri fi -car e delle g ravi reazioni simili a quelle ch e si d eterminnn o in caso di trasfusione fra grl111pi in com •patibili. P robabil n1ente a questo fenom eno dobbia1110 attribuire l 't1ni'co caso di morte ch e ab])ia111c) o. ~ er,·~ t o in seguito a trasfu sione e si 1

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curamente imputabile a que La. Riportiamo il riassunto del ca"o perch è n1olto dimostrativo. Una donna di 38 an11 i Yieue opera la di isterectomia per fibron1a d ell 'ul ero. Alla fine dell'intervento, trovandosi la pazje11 le (11otevolmente anemica prima tlell 'operazione) in co11dizjoni di shoc piuttosto g·rav i, si pratica un a trasfusione di 500 cc. da donatrice univer sale se11za eseguire I~ pr~va dell~ag·glut~nazion~ diretta e la, prova b1olog1ca. La tras.fus1one v1e11e sopportata abbastanza bene , n1a alla fine di e-ssa la paziente è colta. da bri~ido. intenso·,. se nso di oppressione prec?rd1ale, ag1taz1one . ~ d1venla cjanotica. Il polso s1 fa frequente e f1l1forn1e . La paziente cade in coma e muore dopo 6 ore. Il ca teterismo della vescica prima cl ell 'obilus cl à orine fortemente scure (e111oglobi11uria). .A.Il 'autopsia si rinviene u1~a int~nsa anen1ia di tutti gli organi; i reni appaiono intensa1nente e tolal1nente colorati e presentano tutti i ca.r atteri m acro e microscopici clei reni emoglobinurici; la inilza a1)par c fortem ente aumentata di volume e congesta. 1

:È n 10Jto probabile cl1e in questo caso se sì

fosse proceduto prima della trasfusione alla prova h iologica questa avrebbe rilevato una incom·p atibilità sanguigna. l)er quanto riguarda qu.indi la sc·elta del donator·e ·è bene quar1do si tratta di individui fortem.ente ane1nici <lare la preferenza ad un datore che appartenga allo stesso gruppo del paziente.. In ogni caso, an ch e quando si tratti di do·n atori universali, si deve sempre praticar,e prima della trasfusion e sia la prova dell :agglutinazion e diretta ch e la prova biologica. Crediamo di dover insister e sulla necessità di praticare tutte e due queste prove. In qualch e caso infatti in cui no11 si è avuta agglutinazio11e del sangue d el don a tore col siero· d el ' ricevent·e, la prova bio1og·ica h.a. invece pro,·ocD to segni di intolleranza e ci ha i11d ot.ti a r ifiutare - senz~altro il datore . Solo usar1do queste precau zioni e atten endosi ·SCrupolosam .e nte ad una tecnica prec i ~a ci si porrà al !iparo d a errori c h e pos_ono a\ ·ere conseguenze gravissime. La quan tità di sangue ch e è stata trasfusa nei nostri 13·± casi è variata da 300 a 700 cc. per volta ; in media u siamo tra fondere og11i volt.a 500 cc. di san g ue. In nun1erosi casi ]a trasfusion e è stata ripetuta più volt.e nello stesso paziente e preci san1ente : in 10 malati 2 volte; i·n 5 malati 3 volte, in un m alato 4- volte. Le trasfusioni multip1e sono state praticate a inter valli di tempo l 'una dall 'altra variabili da poch e ore a qualche mese, sen za ch e si sia 111ai osservato alcun inconvenient e. In gen ere in questi casi ci siamo serviti per ogni paziente dello stesso datore. In altri casi siamo r icorsi a datori diversi. Non abbiamo n1ai' do,ruto lan1entare in queste trasfusio11i multiple incidenti di sort.a per quanto da di,,ersi at1tori siano de1

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206~

« I L POLICLJ:NIC() » •

scr1tt1 in caso di trasfusioni ripetute da un mede~iI?o donatore disturbi del tipo di quelli che· s1 riscontrano nelle sindromi anafilattiche. Da altri autori si insiste anche sul pericolo dello scambio del donatore in due trasfusioni successive r~petu.~e a b,r eve distanza d·i tempo. La prova b1olog1ca può se·c on-d o noi m ,e ttere &empr~ al riparo da questi inconv·enienti. In nessun caso dei nostri 134-, all'infuori di quello da noi più sop·r a riferito, abbiamo osservato incidenti gravi. In 3 o 4 casi si ·è dovuta sospendere la trasfusione dopo poche dieci ne di cc. per la con1parsa di disturbi dimostranti una netta incompatibilità (senso di malessere, di oppressione precordiale, dolori lombari, ecc.); tali disturbi del resto cessarono sempre dop-0 p-0chi minuti senza alcun ulterioire inconveniente. Si trattava in genere di casi nei quali per ragioni varie, non era stata praticata la prova bi·o l.o gica che è in gooe·r e una preziosa rivelatrice delle incompatib·i lità • sangu1gr1e. In un di scr eto num·e ro di casi ab·b,i.amo osservato dopo Ja trasfusion.e disturbi di li'evisi1na entità e di brev·e durata (brividi, mo dich e elevazioni termich.e), disturb·i che sono la rtorma ne)lla trasfusione con sangue citratato. P.er quanto riguarda le indicazioni deiJJ.a trasfusione di sangue i nostri 134 casi sono così di stribuiti: 1

l~morr agia

acuta . . . . . . . . . Shock post-operatorio . . . . . . Preparazione a gravi interventi . . Complicazioni po·st-opera torie varie Sepsi cl1iru.r giche . . . . . . . . .

. . . . .

. . . . .

. 17 casi . 39 » . 41 » . 31 » . 6 »

Le emorragi·e acute sia esterne che int.erne, traum aticl1e, spontanee, opera.t orie e p ostope· ra tori e rappresentano l'indicazione principale della trasfusione sanguigna, quella in cui si osservano certam,e nte i n1iglio,r i risultati. Riportiamo schematicamente i nostri 17 casi: 1

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1) Enterorragia da tilo: guarigione. 2) Enterorragia da tifo: morte. 3) Enterorragia da tifo : morte.

4) Enterorragia da tifo: guarigione. 5) Enteror.r agia da ulcerazioni del tenue in un resecato gastrico : morte. 6) Emorragia post-operatoria in operata di istero· pessi pelvica (reintervento) : guarigione. 7) Emorragia post-operatoria in resecato gastrico (reinlervento) : guarigione. 8~ Emoperitoneo da rollura di inilza: guarigione. 9) Einoperitoneo da rottura di inilza: guarigione. 10) Emoperitoneo da rottura del fegato e di un rene, frattura del bacino : morte. l l J Emoperitoneo da rottura della milza, del fegato e di un r ene ; frattura del bacino: guarigion e. 12) Emoperitoneo da rottura d i gravidanza extrau. l erin~ : guarigione . 13 E111operiton eo d a rottura di gravidanza extraulerin a: gu arigione. 1

rA.: N O

XL III,

i\u~r. .J6~

14) Em?perito11eo. ~a rottura di gravidanza extrau-

ter1na : guar1g1one. 15; Metrorragia grave da aborto: guarigione 16) Ji, _erita d'arma da ~oco dell'addome c~n lesione del fegato, dello slomaco, del pa11creas e della vena porla: morte. 17) F'erita dei grossi vasi del collo: morte.

!n qu~sti

17. oa~i di emorragia grave, alcu11i dei quali graviss1rna, nei quali è stata praticata la trasfusione, abbiamo osservato 6 casi ·~i ~orte e 11 ~i guarigion,e. In tutti questi u1t1m1 la trasfus1011e ha avuto un effetto cleci'sivo per l'esito felice e possian10 dire senza te~a di esagerare che senza questo aiuto prezioso forse nessuno di questi undi ci pazie11li ~ i sarebbe salvato. La trasfusi'orte di sangue puro i1elle e111or ra gic acute rialza la qua11tità della massa circolante, sostituisce il s~11gue perduto, eccita l'attività err1opoietica del n1idollo , agisoe con1e stimolo proteinico ed eser cita inoltre una n ettissima azione err1ostatica. Rappresen·t a quindi un metodo di cura veran1ente ,eroico ch e dà sempre risultati meravigliosi e cl1e deve essere quindi tentato in ogni caso. In 39 casi abbiamo p1raticato, la trasfusio11e per shoch p ostoperatori , dopo gravi e lu11ghi interventi (r esezioni gastriche, isterectomie totali secondo vVerthein1 , amputazio11i o resezioni del r etto , emicolectomie, interventi sul sistema n ervoso centrale e sul midollo'1 . Anche in questi casi abbiamo ottenuto quasi sempre ottimi risultati. Pazienti in condizioni . . .' · gr.av1ss1me con estrem1ta fredde, polso filiforme, cianotici, dispnoici , hanno pr·esentato ·d opo la tra.~fusion·e un netto e decisivo miglior.amento delle condizioni generali. In .q uesti casi naturalmente è o·p·p ortuno non perdere del ten1po prezioso e ricorr·e re alla trasfusione prima che Je condizioni del paziente siano diSfJrerate, sebbene .anche in questi casi abbiamo osserva.to talora dei veri miracoli . ~n 41 casi la tr.asfusione è stata eseguita per migliorare le condizioni generali dei pazienti prima di sottoporli a interventi operativi di l1na certa gravità. Abbian10 la netta impressione ch e molti di. questi pazienti, che hanno superato felicemente l 'atlo operatorio debba110 questo esito alla trasfusi·one. Per citare u11 esempio ricorderemo che la t1asfusione d1 san· .gue preoperatoria ha ]Jer1nesso di praticare una resezione gastrica in un individuo presentante un 'ulcer.a p,eptica del neostoma dopo gastroentflrostomia, che si trovava in condizioni gienera]i scadentissìme. Questo paziente, di 3~ an11i . e l1e pesava pri111a del l'intervento 32 kg .. era stato rifil1tato da altri Reparti perchè le condizioni gen erali co11lroindicavano nettan1ente ogni intervento. 'Cna digiunostomia 1


(A

NO

XLIII,

~Ul\f.

46)

2063

SEZIONE PRATlCA

eseguita un niesc prin1a della resezione per permettere l 'alin1·entazio11e che era divenuta impossib·i le e du·e trasfusio·n i d i sangue· hanno cooperato in modo in.dub bio al buon ·e sito· del1'ìntervento; il paziente due mesi dopo l 'operazione pesava g ià 45 kg. In ~l casi abbiamo praticato la trasfusio11 e per complicazioni postoveratorie varie (esclusa l'emorragia), specialmente in caso di de- e.orsi postoperatori lunghi e difficili. In questi casi la trasfusione rapp1re&enta sip esso una vigorosa spinta verso la guarigione e in tal modo siamo riusciti a condurr.e a buon esito d ei pazienti ch e erano stati cau sa di serie • • preoccupaz1on1. P er quanto l 'azio11·e della trasfusione in caso di sepsi, azione eh.e de] resto è molto discussa, non sia così decisarr1ente favorevol e con1e n elle altre indicazioni , r)ur tuttavia ci sem bra ch e essa m eriti di essere tenuta in un certo conto . Noi ahbj·an10 p raticato la trasfusione in sei casi di sepsi chirurg ich e e d in uno almeno di questi abbian10 la n etLa impressione che l 'esito f·elice sia stato d ovuto appunto alla trasfusione. Si trattav::\ di un pazi ente di 42 anni prese·n tante una sepsi grave con localiz.zazioni successive inultiple (dovute al bacterium coli) : ascesso appendicolare, colecistite acuLa, ascessi multipli d el fegato , osteo·m ielite del femore. con frattura patologic,a, ascesso poln1onare. In questo paziente vennero praticate in due m esi ben 4 trasfusio·n i di sangue puro e non v'è alcun dubbio ch e in questo gravissimo caso di sepsi all ',esito felice· abbiano notevolmen te contribuito le ripetute trasfusioni. Dogliotti con sidera la trasft1sione cli s·a ngue con:i1e uno dei mezzi più ,efficaci di cura n·elle forn1e i'nfettive chirurgich e per una duplice azione: 1) azione b enefic.a stimolante sul ricambio , sullo stato di anen1ia secondaria, sull a pressione e sulla circolazione sanguigna; 2) azion e attivante dei mezzi di difesa antibatterica. Noi in base all1 nostra prur m odesta .esperien za, non possiamo che confermare queste 1

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Riepilogando sulla in1portanza dell a trasfu-· sione di ~11gue i)uro in chirurg·ia a noi sembra ch e la pratica della .tr.asfusione n1·eriti di essere sviluppata ed estesa ancor più di quel.lo che è allo s tato attuale perchè essa, q uando sia impie,gata co11 le dovute cautele, con tecnica appropriata e n elle dovute indicazioni, rappresenta spesso un n1ezzo di cura e sen1pre u11 sussidio vera1nente m eraviglioso ,e dal quale è lecito attendersi i risultati più inspe,r ati. PtIASSl.i:NTO. L 'A. basandosi sulla pratica di 13± trasfusioni di sangue puro , passa bre, em en te in rasseg·na la tecni ca, le indicazioni e i risult ati di questo m·etodo cl1e rappresenta in chirurgia u11 aiuto veram,ente prezioso. Insi1ste specialm ent1e sulla i1ecessità di praticar€ sempre prin1a dell.a trasfusior1 e, an ch e quando si tr.a tti di donatori uniYer sali , sia la pro, a del] 'a~rglu­ tinazione diretta che la .p rova bi'o logfcfl . 1

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SUNTI E RASSEGNE.

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,~edute.

In diversi dei nostri pazienti ab,b iamo potuto eseguire un esame ema tologico completo prima e dopo la tra~ fu sion e. In tutti i casi abbian10 osseTv;:\to un n etto miglioramento del quadro en1atologico consistente in un aume11to notevole dei globuli rossi (variabi'l e da m ezzo milione fino a due milioni e mezzo per rr1mcc.) un discreto aumento dei globuli bianchi (da 500 a 2.300 i)er mm3 ) e dell'emoglobina (da 5 a 20). L ~aum ent o dell 'emoglobina rion corrisponde in gen ere ali ' aun1e11to dei globu1i r ossi per cui il ' ra lor e globulare risulta sen1pr e diminuito.

PIRETOTERAPIA. NnoTi metodi di piretoterapia della paralisi progressi va. e J. R. Ev\r,\.LT . Journ.. Americ. !v/ed;ic. Ass. , 26 ettembre

(C. H.

BARNAC·L E,

F. G.

EBAUG H

1936). •

.Do po I.a scoperta d ella i11alariatcr a1)ia fa tta da W agner Jauregg nel 1917 si so110 mollipliCf:ti i t entativi di piretoterapia allo scopo di ottener e migliori ri sultati ed elin1inarc i pericoli d ell 'infezione m alarica . Nel 1929 Neym.a nn e Osborne e n el 1930 King e Cocke adoperarono la diatermia e riferirono di avere ottenuti risultati più favo1

r<~voli.

Nel 1934 Hinsi e e Bla lock adoperarono la corr ente ad alta frequen za e dopo un esam e comp1a rativo di numerosi' casi trattati con ' 'ari n1etodi (alta frequenza seguita da tri parsamide, alta frequenza sola, malaria , trÌJ)a rM111ide) riferirono di .avere ottenuto i m igli ori r isultati clinici con I 'alta fr·equenza seguita da triparsamide. Simpson e i suoi collaboratori n el 1 933 co1nbinar ono la ch emi oterapia (bismarsen , iodobismitol o tr iparsamide) con la radioterapia. el 1935 adoperò l 'i1Jert ermo di K ett€ring; con quest'ultimo m·etodo, con il quale somrr1inistrava cinquanta ore cli iperpiressia a 41° gradi e tren ta iniezioni di bism arsen ciascu11a praticata prima di ogni acoen ion e febbrile, ottenne i mi O'l iori r i..,ultati . Gli AA. trattarono, per fare t1n co11 front o tra i ' risultati dei vari metodi di I)iretolerapia, 60 individui affetti da d e1nen za paralitica , di c ui 30 con la inalarla 1e 30 con l 'i perpire sia ottenuta con l 'ipertern10 di Kett ering· do1)0 la


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P OLI CT..li" J CO

. ttra reb bri le l u LI i ft1ro110 soLL01)0. ti a cure di Lri1)ar::::a111itle e di 1)r e1)arali di bi ...n1uto. 1 1Jaz ie11ti furon o di ... Linti in lre gruppi: r1) ]Jttz ie11Li con eg·ni di lesioni di ~ truttive del siste111a nervo o centrale e con evidente decadi111c11 to n1 e11lale; B ) pazienti co11 sintomi orgl•11ici e disturbi 111entali a tipo p icotico (stati di ·eccit a111ento, di depressione, ecc.); C) pazien Li ·e11za i11to111i in e11tali n etti di d en1enza paralitica, n ei qua li i disordini psichici eran transitori ed erano pre ·enti r eazioni deliranti e fe110111cni i1 eurologic i irritativi (accessi con\ ' ltl, i Yi, a ttaccl1i afasici , disordini n1e11ingova1

~ li) .

D ci GO i}azien ti tratta i i 17 .appartenevano al g ruppo A, 33 al gruppo B e 10 al gruppo C. 1Co11 la malaria furono curati 8 del gruppo A, 1 · del gruppo B e ± d el gruppo C. Fu inoculato il plasn1odio d e11a terzana primaverile co11 i11iezioni endoveno e o intr.an1uscolari di 1 o ·) cn1c. di sangue inf.etto citratato. La fel)bre artificiale fu ottenuta con 1'ipert ern10 cli K ettering, che è un apparecchio consiste11tc in un ambiente l1'el quale l''a ria viene riscalclala mentre con a·datti espedienti si iinl)edisce la n ormale perdita di calore del corpo }ter radi'a zion,e ed evaporazione. Con uno special·e meccanism,o si può mantenere la t emperatura de ll 'organismo al grado desiderato . T i1azienti in cura furono mantenuti per 50 ore cl i febib ·r e a 41° in dieci sedute di cinque ore ciascuna. Tra una seduta e l 'altra si lasciava u11 inter,rallo di quattro a sette giorni in rapporto .al) e condizioni g·enerali del paziente. All 'acm e d ell ' iperterm ia di ciascuna seduta . di .. olit o do1)0 una o due or e dall 'inizio d ell 'au1nento d ella temperatura , i pratica,,a un 'i11iezione di due g ranlmi di triparsamide. Dopo i] }1'erio do d·e lla cura ipertermica le iniezioni di triparsamide furono continuate all a do~e di tre grammi per ogni settimana. Nei l)azienti inoculati con la n1alaria prin1a di iniziar e t ale trattamento di trip arsam ide fu1·0110 i)raticate sei ini ezioni bi. ettimanali di l Leoars l'c11Yina. T risulta ti ottenuti coin i du·e me.t odi di cu ra, ch r ft1rono praticati n el periodo tra il febbraio lf135 ed il febbra io 1936, furon o anali lza1i nel1'aprile 1936. N€i l r enta casi curati con la f,ebbre artificiale e la triparsamide s i ebbe : arrest o comp]eto della mal attia i'n 12 casi (±0 %); mig lioran1ento in 9 (30 %); nessun miglioramento i11 8 (26, 6 °/o); nessun decesso durante la cura (O%) ; un decesso dopo la cura (3,3<J~). "\'ei trenta casi cur ati con la m alaria .. i ebbe: arrest o completo della malattia in 7 casi (23. 3 ° ;1); miglioramento in 12 ( 40 %); 11ess11n ll1i~~tliora111ent o in 7 (23,3 %); un decesso dul\ tJlte la cura (j,3~ 0/n) ; tre d ece. i dopo ]a cur :-1 (1O %) . t i11tere ~aH1 e il fallo cl1e il maggior nur1tero cl insu cre i si ebl)c nel gruppo A , che il 1nagg ior nu111cro di ri~ultati fa\'OreYoli si. ebbe nel grt111po B. e r h r l 'arresto con1pleto della malattia si el)l1r di p i tt nel g·ru1r1)0 C. 1

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In gener€ vi fu u11 n e Lto parallelis1110 tra il miglioramento d e i sintortli cli11ici ed il comporla111e11lo delJ e reazio11i bio1ogicl1e <le l lic1uido cefalo-rachidiano. Da ll 'anali i de i fatti constatati si può dedurre che eia cuno dei due metodi. di cura h a sull 'a ltro va11tagai e svantaggi . La cura co1n J ' iper~er111i'a artificiale con sente: a) di praticare eonten1poraneamente il trattamento ch en1iolerapico; b) di dosare esattam ente ]a durata ed il grado della feb·b re; e) di oessare is tanta11cani.e11te la cura .. o soprav' engo110 compli caz io11i; d) di i1on a\ere con1e controindicazioni il deperimento; e) di no11 pr o-durre a11en1ie ~ eco11d.ari e nè lesioni ep atiche o pleni cl1e; / ) d i 11on rencler e n ecessaria l 'opitalizzazione. Gli vantaggi 0110 co ·tituiti: a) da l fatto che lo stat o n1entale d el paziente può richied ere la n ar cosi clurante le seidt1te di ipertermia; b) ch e il traltan1e11lo è re]ati,·a111ente lungo (da cinque a dieci settimane). Gli svantag·gi clella malariaterapia sono costituiti da: a) im1)ossibi'lità di praticar e con ten1poranean1ent e la cura di tripars.amide; b) l 'in1i:>o ibilità di controllare il grado di fel}bre; e) ]a prob a·b ilità ch e la 1na]aria non attacchi per in1111unità del paziente; d) la i)robabilità di non potere arre tar e gli accessi febbri1i e ohe la infez ion e per i sta per uo conto ; e) 1'anem.ia seco ndaria , il dep erimento organiro , le lesio11i epatich.e e splenicl1e ch e sogliono a,·ersi con u11a certa frequenza; f ) la neceg, ità d ella os pitali.zzaz ione. DR.

La piretoterapia della tabe. (A . E. BENNET. Joizrn . .4n1er. llfedic. Assoc .. 19 settembre 1936).

I ' rari tentativi di c ura della tabe dorS8 le nellè varie fasi della 1nala llia non 11ann o dat o sempre risultati co11cordanti. Una ras ·egn a della più r eoente iletteratura fa rilevare ch e, anche se n on sen11)re si riesce ad arrestare il progresso del male , si può ottenere la cessazione o per lo m eno il 111iglioram ento d ei sinton1i })ÌÙ inolesti, quali i dolori lancinanti , ,],e crisi gas trich e, l 'ata~. in ecl i di~turbi vescicali , J1el 50 %.d ei ·casi co11 la cl1emioterapia molto energie.a . Al rig·uardo i mi,aliori risultati s i ?no ot tenuti con l 'arsfenami11.a . la neoarsfenam111a, il n1ercurio , il bismuto e l 'iodi o. La triparsa1nide, èb e pure dà qual cl1 e su ccesso nella paralisi progressi' a, è risultata ineffi cace nell~ t~­ be, n ella quale per altro è ancl1e contr~1nd1cat a per i suoi pericoli di fr onte a ll 'a~.rof~a ottica. R ecente111e11t e è stato adoperato il b1 111uto-arsfe11ami11a-, 11lfonato (bisn1ar en) elle Tobia e Fong lln11no trovato ' rantaggioso nelle forn1e iniziali e ~Iaùden e vVilson J:>er la cura dei dolori , de1le cri i ga .. trich e, dell'atassia e di distl1rbi vescicali. Per le forn1e resistenti ad ogni cura ... 01 1< ~t8ti tentati metodi più radicali. Hadden l1a r.accon1andato le iniezioni e1)idurali di arsfP11ri n1ina . un n1 ct oclo cl1c in 11ratica ~i r 11101

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SEZIONE PRATICA

strato r11olto pericoloso . 111 qualche caso si è a,-uta un 'attenuazione d ei ~ into1ni più gravi co11 il <lrenaggio rachideo , J 'a11es tesia spinale, le iniezioni endovenose di atrop·i na, o c on l 'ins ulino·t era pia. Il p rocedime11to più radicale per far cessare i dolori e l e crisi è la cordotomia. i tr.atta però di un 'operazione difficile con alta nlortaìità e comunque non scevra di pericoli. Gli eccellenti risultati d·e lla piretote·r apia n el ] ;t paralisi p rogressiva hanno consigl·i ato di este11dere questo m ·e todo di c ui·a alla tabe. Gli _ e ffetti non furono altrettanto felici. Furono fatti dapprrima tentativi isolati provocando la febbre con sodoku, prote in·e estra11ee, zolfo, vaccino di colibacillo , ma data la scarsezza dei casi 1irattati ed i ri sultati i11ce rt j non si potette venire a con clusio11i sicure . Ricerche più larghe furono fatte co·n la n1a]aria. Le prime comunicazioni furono discr ej)a11ti. Roger tro1v ò ch e gli effetti erano così i11co tanti da render e il n1etodo sconsigliabil e, Bering inv·ece1 ottenne il 70-8'0 % di miglioranlenti. Successivamente inolti altri autori rilevarono che un certo miglioran1e·n to si ha in m edia n el 50 % dei casi. 1\tla fu notato che i tabetici tolle·r ano ancor m ·e no dei paralitici l'infezion e malarica, e cl1e il m et odo è assoluta mente controindicato n egli stati atassici ava11zati o complica ti con processi i11fettivi con1e quelli dipendenti dai disturbi ve cicali. In effetti la mortalità da complicazio·n i de lla n1alaria nei tabetici è alta. Le statistich e fornite d<t vari autori su un materia] e ab·b ondante da11no una percentuale di d ecess i ch e ' ra11no dal 10 al 20 %. Tenuto conto di que ti p ericoli , cle11e accen11ate controindicazioni , non ch è d el fatto ch e i miglioramenti ottenuti con la malaria non sono r.nolto numerosi nè molto riJevanti spec ie i11 confro11to dei sinton1i più resistenti , si i)en ò di ritornare alla c.h em1ioterapia cl1e con J11inori peri'c oli può dare risultati altrettanto discr eti. . Tutta,ria r ecentemente sono stati fatti t entativi intesi a provocare l 'ipertermi.a con nl.ezzi fisici. Beerman , Hirscl1feld , E1)stein, e Paul trattarono c1uindici tabetici con la cliatermia: in nove si eb·b e lin miglioran1 e11to d e:lle crisi e dei dolori , in tre un mjglioramento generale , in tre non si constatò a lcun m igliora1nento. Nel on in una piccola erie di ca i ottenne con la diatermia una notevole· riduzione <lei do]ori. Sin11Jso11 con l 'ipertermo di J(etterin g (Ja t ecr1ica di questo metodo è indicata i1el lavoro dello te so Sin11)son pubblicato n el Journal American 1\1 edical Associatvori del 28 Deoe111bre 1935) ottenne effetti sorprendenti in 10 casi d i tabe ed in di eci casi di den1e11za paralitic.a tahetiforme. ~1ehr_Lens e Pouppirt rilevarono, ch e i dolori lane.i nanti , le crisi g·as Lricl1e. le a rtropatie migliorano con 1'iperpiressia ot lenuta con i bagni cald i più cl1e con tulle le ct1re precede11ten1ente esperile. A. E. '.Benn ett 11a ad operai o il 111etodo di Ketteri11g cl1e co11 ente di otl e11ere la t e1111)er atu ra fe})})ril e l)it1 co11, e ni en1 <' ui ~i n goli i)a1

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zien Li, e p er il periodo di t c1111)0 (in g·c 11 er e 5 o 6 ore per ciascuna seduta) cl1e i g·iuclica adatto. In genere per ogni p erio do cli cura si fanno dieci sedute di iperterll ti a . 111 lal 1nodo si fa stare sotto l 'azion e della fe bbre l)<' r ltn num·e ro di ore all 'incirca do1)pio di qu ell o dato da dodici a ccessi di malaria in oculala. A questo trattamento ag·g·iunge a quello cl1e111iolerapico ini·ettando g r . 0,20 di ar s fe11amina-bismuto-sulfonato (bisn1arsen) ogni ettim.ana e proprio durante lo stato di iperp1iressia . Con questo· metodo· m ,i sto otte11ne· sen11Jrc un sen sibile allevia1n enlo dei dolori l.a11ciJ1a.i1ti e delle crisi gastri che resi ·t e11ti a t11tt e le altre cur·e, e nella m aggioranza d ei casi a11cl1e un r11iglioramento di altri sinton1i tabetici , quali l 'atas ia, le 11are t esie, i disturbi vescica.li , la cefal·e a. Dn. 1

La cura della polmonite con la diate1·mia. (' ' · I. RACHMAN e G. v~. Lu nrNO FF. Acta !1ledica ScandJioova, 1936, Fa c . I-III). Fin dal 1922 parecchi clinici a111erjè.a11i comi11ciarono a praticare ]a diater111ia 11el trattamento della pulmo11ite acuta'. Price afferma che dura11te 1' applicazio11 e dia tern1ica la ten1peralura ne ll ' interno del pulnlo11e dive11ta mollo alta. I cap illari ed i vasi li11 fat ir i si dil a tano per modo ch e la circolazione dcJ sa11gu e nel j)Uln1 on e si attiva , la v-e nLiJ.azio ue inig-li o ra e l 'essudato sem·b ra lic1uefar,i. D 'altra 1)arle i dolori pl1eurici si att·enuano e i1el 1J>uln1011 0 si ' ( rificano condizioni ch e cr ea110 un a111bjc11 te poco favorevole alla ' 'ita dell o 1J11e u111 orocco. tuart notò che la di a tern1i a pro\oca u11 abb assamento graduale d eJl a t er111}era tura fin dalla prima seduta. Conten11)ora11ea1nenle la r eSI)irazione si normalizza, la fr eque nza de] i1olso si ridu·ce, la cian osi con111ar e 2-3 n1i11uti dop·o che la corrente elettrica ·h a rag·g·iunl o il n1as ·imo La scon1parsa della c i a n o~ i 'rri -in1ilrn ent,e è dovut a ul 111ig li o ra111 cn to deJl 'aerazione puln1ona rc e al l 'eccitazio11 e d elJ 'ntti v i tà del cuore. Tutti' g l·i autori .a mericani co11cordn110 n el rilevare l 'in11ocui là della dialern1ia i11 tu ll e le fasi della n1alattia. P er altro tale n1eloclo cli c ura non e clu de la Cl1ra i11edica111c11to:'a e dietetica. GJui1 americani u sa110 e 11 (~t 1 rodi cli 13 x l~ cm. ed .all 'ini zio1 della rna latt ia a·p1)l ie ano corr enti di 1,4-2 A1np. e aun1en lan o i)rog re::-!'iva1n1ente le do i' e la dl1rata d eJ l 'app·Iicazio11e cl1 c può anda re .da un J11i11i1nu1n di 20 n1i11uti al}'inizio ad u11 mas im o ai1 cl1e di du e ore. Le a1)plicazi oni . i fa nno co11 in lerv.alli di (1ua1rro or e i)er ch è . il solli evo }JiroYoca lo dal la cli Hlrr111ia dura all 'incirca t ale J:>eriod o di 1en1po . Qualcuno pre feri ce t1na dose nni r a quoliclin111 1nolto prolungata , fi11 0 a 9-1 2 or<'. Rachn1an e Lubi11off 11an 110 adOJ)r ra l o la di atermia in 150 ca i : 76 e.li pul111 onil c lol1arc acu ta, 70 di })ronCOj)U l111011il(' . .3 <li ])lru rite cssudatiYa e 1 di ple11ri1 e cli al'rn111111a ti r a. T 11n1

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cc IL POLl CLINICO >>

zienti erano di tutte le età, la n1aggioranza ave,1ano dai 20 ai 60 a11ni. In ge11er e per quel ch e rig uarda le dosi , la durata ed il nun1 er o delle edute si in.a11ten1lero n1olto prudenti. Adoperarono elettrodi di 20-25 cm. N:ei giovani praticarono due applicnzioni al giorno con inten ità di corrente di 1-2 r\.n1p. e della durata di 40 minuti. egli i11dividui anziani o con tare miocardir l1e e \'asali ridussero a11cora: la prima seduta cl urala 15-20 minuti con i.nte11sità di corrente U,5-1,2 An1p.; la seconda seduta 20-25 rninuti con inten sità 0,8·-1 ,2 f\.mp·.; la terza seduta 2530 mir1uti con inte11sità fino a 1,5 Ar11·p . Jn tali casi 11011 fu i11ai praticata J)ÌÙ di un 'ap·p licazione al giorno. La g·uarig io11e si eLb e n el 98 % dei cas i. J~1 4 casi i1on si ebbe alcun su ccesso per la coesistenza di altre n1alal1ie; due pazienti morir 01J o. ·e ìl a g rande inag gioranza dei casi si co11 la lò un rias.. , orbi111e11 to r apido e d energico d el processo i)neu111011ico . Pe r altro furono fatte sempre iniezioni di olio ca nforato, e sorr1ministrata la codeina e qualcl1e e pettorante, ma mai applicate n è ·ventose n è catap·l asmi. Da ll e osserv.azion.i fatte si possano d·e durre Je seg·u enti conclusioni : 1) La diatermia è lln n1etodo inoffens_ivo cli trattam ento di diver se forme di p1u lmon1te. 0 1)ra Lull o d·ell e puln1011iti anergiche e. !obari cli ]u11ga durata e delle bronco-p ulmon1t1. • • 2) In1n1ediatamente dopo ogni seduta 1 d o lori pleurici si attenuano , l 'intossicazione, la di pnea e la cianosi din1inui cono il polso e la r e p1razione si norrnalizza110. :}) La temperatura . _ i abb·a ssa g·r adatamen te , ~ 1)es o fin dalla prin1a serluta. . ±) La diater111ia produce un ·effetto ' rap 1dissi1no sul riassorb in1ento d·ell ' infiltrato pneun1oni co e d ell 'essud.ato iero o , ia esso li))ero O· incapsulato. ò) ei casi di p uln1onite a lu11g·a scader1za e opratutto nei casi di ep atizzazion e d el pu~­ lYìOnc , la diatern1ia l)r OdUC·e ll:n e ffet~O prof.1}atl i.co impedendo la formazLon e· d1 ectas1e bronr11iali. G) La diatern1ia clel pulmon e sini lro non pro' oca alcun effetto dannoso ul cuore_. 7) La i)ree i 1en za di u11a tub e!·co~o i . 11ulmonare no11 co tituisce una contro1nd1caz1one. ) Il 111etodo di applicazion e d ella ?iaterin ia deve esser e accuratan1ente app·r opr1ato a e ia ct1n ca o (a ll 'età , alle ccn.dizioni d~l si st~­ n1a cardio-va, ale e alla r eazion e dell organi. u10 al tra llan1ento). 9) Nei ca.._ i cli p11ln1oni le lobar e fi brinosa ac11la. n ella quale di solito si ha ]a Titen zione d ci cloru ri n ell 'orga11i mo e la loro scon1parsa <ftu1si I o tale 11e Ile urine. la di.al c~n1ia pr?voca ÒO])O ogni seduta ll~ a~mcnt? cl~1 cl oru~~ :i~l1' t1ri11a . il cl1e cost1tu1sce l 1ncltce d ell 1n!z10 d C'l ri a-.~orbim e 11t o clell 'infiltrat o p11 et1111on1 co. 1

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DR.

M ISCELLANEA. Idee attuali sulla scarlattina. Ann. et Bull. Sooiété Royalc de Alédecine de Gand, genn.-febb. 1936).

(A. iJE BERSAQUEs.

ai

Scorrendo l 'ampia letteratura 'ri.en fatto domandarci se possa essere considerata ancora completamente esatta la definizione classica di scarlattina cosi enunciata: cc malattia acuta , contagiosa ed epidemica, caratterizzata da un particolare esantema seguito da desquamazione, da un enantema e da lln 'angina , dovuti a microbi di natura sconosciuta n. P·e r quello che riguarda l'esantema molti sono gli AA. che si sono occupati della frequenza dei casi di scarlattina sen za esantema; Hobon notò per ·esempio che n el corso di tre epidemie scarlattinose alcuni malati presentarono il quadro classico della scarlattina con angina , linfoadenite, esantema e poi desquamazione , altri invece solo angina senza esantema ; un fatto inter essante è che nelle diverse epidemie i malati senza esantema furo110 i primi, donde l'importanza per il contagio di queste forme. In un altro caso riportato da Glauzmann, due ragazzi ammalarono di scarlattina classica, i loro fratelli .ammalarono di angina e linfoadenite senza esantema. L 'A. pensa che in base all 'enorme numero di questi casi non classici bisognerebbe concludere con H obson che l'esantema , nel corso di un'epidemia scarlattinosa è un fatto fortuito e senza importanza clinica particolare m assimamente poi se si con sider a che le forme senza esantema non sono certo meno gravi delle form e classich e n è dal punto di vista profilattico n è da quello prognostico. P er quanto ri,g u.arda poi l'etiologia rimane sempre l'annosa questione se I.a scarlatti.na d ebba essere considerata come una malattia a11tonoma o debba ·essere classificata come una forma steptococcica . Certo è ch e non. pochi sono i casi di scarlattina che per contagio hanno dato lu ogo a forme eresipelatose o ad altre forme streptococciche. Glauzman11 ricorda il caso di una mamma che per aver baciato il bimbo aff~tto da sC:8-rla ttina, tre giorni dopo ammalò d1 una angina g ravissima senza esantem~ n è enantem.3: ; nel bambino furono trovati dei streptococchi emolitici, n ella madre dei viridan s. . L 'A. vide una bimba affetta da scarlattina tipica , la mamma qualche gio.rno dopo ammalò di una a n gina streptococc1ca grave e .cont·emporaneamente la nonna con una eres1pela della faccia . Duliscouet i11 t1n r eparto di C.11i rurg:ia dove erano nove casi di infezioni str er>t ococc1che (otiti , pleuriti ecc.) ha po~uto con ~ta~re l'insor: aere di 6 casi di scar]att1n.a classica in soggett~ ~ico,rerati per vaTie ma]atti.e chiru;~ic~e. Si può dunque affermare c~ e in. cond1z~o~1. speciali , sia epidemiche , sia d1 r ecett1 vita. lo


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SEZIONE PRATICA

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streptococco è capace di produrre affezioni va- fronte all'infezione scarlattinosa. Ruolo imriabili che vanno dalla semplice localizzazione portante sarebbe dato dal l 'alimentazione sia <i l punto d 'i11gresso alle sepsi le più varie; in deficiente come quantità o come qualità. co11dizioni poi di sensibilità €d in particolare Gorter ha osservato poi individui Dick posiqt1anclo l'infezion e· penetra per le ,rie respirato- tivi dive nire Dick negativi dopo una epidemia rie superiori, la tossina del germe potrebbe proscarlattinosa, pur non essendo clinicamente clurre l'esantema caratteristico de lla scarlattina. ammalati , arrivando così alla con clusione che Nel meccanismo patogeneti co della scarlat- gli individui si possono immunizzare in seguitina, dunque, due fattori vanno presi in conto a contatti con portatori di germi senza che siderazione: il microbo ed il terreno. essi presentino i sintomi della malattia. Per il microbo, la teoria streptococcica d'e lla Dal lato clinico è mediante la leucocitosi e scarlattina sostenuta da Dick e da Docher, sedimentazione del n1entre è ormai considerata come un fatto de- la prova ·della Y.elocità finito presso i classici americani, ·è molto com- sangue ch e si può seguire ·esattamente l'evo])attu La in Europa; acqué pée e Liége, i s, per · luzion·e d·e lla scarlattina. Nella formula della leucocitosi sono i polinucleati neutrofili che esempio son o partigiani di una teoria mista, prevalgono. Ma un fatto inte ressant€ è che la streptococco e virus filtrabile scar]attinoso. Kramer e Iledusche si mostrano nettamente polinucleosi neutrofila segue un ritmo periodico, generalmente di 10 giorni, ritmo che corcontrari alla teoria streptococcica. risponde alle modificazioni dello stato immuDick come base della teoria streptococcica nitario. invoca la pre enza quasi costante di streptoIn conclusione modificazioni leu cocitarie e cocchi emolitici n ella gola d·e i scar1attinosi, modificazioni d·ella reazione di Dick seguono ma è anche vero che gli streptococchi si riuna stessa curva , alla quale si aggiungono an'S cont1 ano in varie forme di angin.a non scarch e le modificazioni d ella velocità di sedimenlattinosa e n elle raccolte purule nte d el faringe. \ Ti .;;0110 dei casi di riproduzione sperimen- tazione. Assai discussa invece -è l.' eosinofilia ch·e setale i1ell 'uomo di scarlattina, ma piuttosto rari ; resta a ved er e però se gl'insuccessi degli r on,d o Naegeli si trova nella sca rlattin a e ch e sperimentatori non so no riportabili al fa t1 or c comunque è un dato molto incostant·e. In seguito al presupposto di uno streptococcosti I uzjon.al e. co scarlattinoso producente una tossina subito Lo streptococco scarlattinoso avrebbe poi proprietà to siche, ch e secondo Dick sareb·b ero n e derivò l'idea di preparare un siero antiscarlattinoso. specifiche: ~i verrebbe ad avere così tina reaLa preparazione del si·e ro consiste n el tratzio11e di Dick per la scarlattina simile alla reatare dei cavalli con iniezioni a dosi progressive zione di Schick per la difterite . La r eazione di di filtrati di culture di streptococchi emolitici Dick però è molto contestata , in m olte persone scarlattinosi. sa11e essa si mostra incostant€ , subisce delle variazioni che non sembrano aver alcun rapDochez utilizza per la preparazione del siero porto nè con Jo stato immunitario, nè con lo un procedimento particolare. Esso inietta nel stato di recettività rispetto alla scarlattina. Vi cavallo della gelatina e semina poi nella massono delle persone Dick negative che confrag- sa della gelatina g li str eptococchi specifici che g·on o la scarlattina ·e delle altre Dick positive esso coltiva così in vivo. I germi così inclusi ch e r estano indenni in m·ezzo ad una epidemia non provocano n è infezione g·ene ra]e nè reaziosc.arlattinosa. ne sierologica anti-battero , ma solo una reaUn ruolo i111portante nella reazione di Dick zione antitossica che si ritrova n el siero. se1nbra ch e lo giuochi lo stato della cute; coParticolare difficoltà comporta la titolazione m e pure m olta importanza hanno la tossina de·l siero: generalmente il si·e ro semplice di van impiegata, la dose, il luogo di iniezione, il Rehring n ella quantità di 1 cn1c . n eutralizza mo111ento in cui si osserv.a, l'esantema di una dalle 10.000 alle 20. 000 dosi cutanee di tossina affezione ct1tanea con comitante, lo stato ca- ed 1 eme. di siero concentrato n eutralizza ch etti co d el soggetto. 40.000 a 60.000 dosi cutanee. 11 siero preparato I 11 ultima analisi il punto principale della da Parke e Davis contiene 300.000 U. I . . per fiala. questione sarebbe posto nel terreno sul quale si sYi luppa lo str eptococco, terreno che favoUna osservazione assai importante s'impone; r irà lo sviluppo di un processo scarlattinoso in il siero antiscarlattinoso è un siero antitossiuno , m ·entre in un altro favorirà lo svilupparsi co , di conseguenza non potrebbe combattere di una eresipela o di un flemmone. utilmente che i fenomeni tossici e non le com_-\. proposito ciel terreno Glanzrnan n dà assai plicazioni. Questa che era l 'idea dominante in ·valore alla predisposizione particolare ch e preq11a:-,i tutti gli AA. sopratutto americani, si sen lana i ragazzi con diatesi essudati va ed a tro"a in pieno contrasto con gli studi di Place, costituzione linfatica; in quest'ultima per due Gordon , Stevenson ed altri i quali a proposito r él g·io11i , e p er le tonsille ipertrofiche che predella prevenzione delle complicazioni arrivano senta no (e le tonsille sono la porta d'ingresso alle seguenti conclusioni: cle1 Q'e.rme) e l)erchè i linfatici presen la110 un o 1) Il siero antiscarlattinoso esercita una .::( nt n 11'irnmunità naturale assai diminuito di azione favorevol e nel corso d ella malattia, mag-

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cc IL POLICLI NI CO »

giore brevità del periodo febbrile, diminuzione dell esanten1a ·e della desquamazione. 2) Le complicazioni sono meno frequenti qua11do si usa una dose sufficientemente forte di siero. 3) Quasi tutte Je complicazioni intervengono quando si u sa il siero tardivan1ente . -1:) Delle complicazioni gravi si producono spesso in tutte le forme apparentemente benigne all 'inizio e non trattate con siero. Contemporaneamente alla terapia specifica nacque l 'idea della vaccinazione antiscarlattinosa. In Russia la v.a ccinazione fu praticata su larga scala e se i risultati non furono assoluti certamente sono stati buoni ed incoraggianti. A ~losca la percentuale della morbilità nei ha1nbini vaccinati diminu~ del 50 % in confronto a quella dei non vaccinati; risultati simili furono ottenuti anche con vaccinazioni in periodo d'epidemia. Dal pu11to di vista profilattico poi, visto che la gola sembra la porta d'ingresso del germe, la sorveglianza degli. anginosi in tempo d 'epidemia è una n ecessità, mentre è assolutamente obligatorio l'isolamento di quegli anginosi nei quali si è ritrovato uno streptococco emolitico; l'isolamento dovrebbe essere di 40 giorni, però tale tempo è insufficente nei casi di scarlattina complicati da rino-faringiti, otiti, adeniti suppurate. nefriti , o reumatismo scarlattinoso. 1

M.

GALEAZZI.

Conseguenze della colecisteetomia sulla struttura delle vie biliari. (M.

BARBIROLI.

Rivis1ta di Clinica Chirurgica.,

agosto 1936).

[ANNO

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l\"t, )I.

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djlatazione che era addirittura rappresentt\ta da una piccola saccoccia simile ad una piccola ci5tifellea neg·li anin1ali del seco11do g·rtll)l)O. Il coledoco era dilatato pressochè in egual n1isura in tutti e due i gruppi d'animali. Istologicamente negli animali fino a G I11esi dopo l 'operazione si nota,ra un notevole assottigliamento dell epitelio che si presenta' a a tratti discontinL1i , negli altri animali 11on si scorgeva traccia d 'epitelio nella mucosa del cistico e del coledoco. In tutti gli animali v 'era un not·evole is1)essimento della sottomucosa p1e r una fort e iperplasia di connettivo, la Lo11aca muscolare si presentava assottigliata ed atrofica . L'esam·e radio·l ogico di controllo su ~J inclividui colecistectomizzati parecchi anni i)riI11a (5-8' anni) non ha mai dato immagini da autorizzare il sospetto di una mal formazio11e della cistifellea. A·l le identiche conclusioni portaro110 due interventi operatori eseguiti per altre affezio11i, su soggetti già qualche anno prin1a ca lécistectom izzati. M. G-\ LEAZZI. 1

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CENNI· BIBLIOGRAFICI DELrus Lun\\TIG. /{reislaufkra.nlcheiiten und lvierenkran kJieite·n bei K riegsbescliiidigten. Hiiufigkeit , ErscJieinungsform und Verlauf. Voi. in-8° di pagg. 126 con disegni schen1ati ci . Lipsia, G. Thieme, edit. 1936. Prezzo i\f. J. Quest o Yo lt11n-e llo, ch e fa parte di una collezione di n1edici11a sociale intitolata Arbeit 1111d Geisundheiit, è il ri ultato di una accuratét richiesta co11dotta dall 'A. tra i pe11 ionati cli gu erra dei due di tretti di Giessen e cl i Friburgo i. Br. Le conclusi·o ni sono all 'i11circa ]e st€sse Ilei due terittori considerati. E stata tro,rata u11 'e' ideI1te preponder.anza delle ma latti-e non i11fìa111matorie e una rnino r quantità di lesioni di origin·e luetica, in confronto con altri gru]lpi di soggetti e aminati negli stestii luogl1i. È nnt e,·oln1ente scarso il nun1 ero degli arterio -c J.erotici e degli iperto nici: non si può rico110:-:cere un 'influer1za nociva lll sis1cma ,.a ale all e l'or.· ti richieste corporee e psichicl1e, me ntre eYiclentementie la mancanza di un'eccessiva nutrizione albuminica e di altre sosLa11ze tossiche ~ i 0 1) pone allo . tabilir i di q11egli stati. Num·e rof'o appar·e inoltre i] g·ruppo de i di turbi carcliar i r1 eurotici>, probabilmente in funzione della giovane età del colpito. Così pure è proporzionatamente scar o il numero <leJle malattie i11fia111matori-e del miocardio. Ma tra le numerose for111e con interessamento fu11zional e del laYoro del muscolo cardiaco si trovano svariati casi con una toria di evo·] uzione non chiara , ÌilLomato.Jog·ia « i1e urotica » alJ 'inizio e svilup110 di lesioni organiche in prosieguo. ~ello sYoJgimento della 1nateria una dovuta i}arte è fatt.q a] così d etto « cuore: da soldato >l . 1

La l etteratura ulJe conseguenze delJ.a colecistecton1ia sulla strutt ura delle vie biliari dà tuttora dei risultati molto disparati. Infatti mentre alcuni (Nasse) dopo colecistectomia 11on riscontrarono alcuncl1è di notevole nelle vie biliari, altri (Vogt, Hengel) trovarono dopo la colecistectomia una dilatazione ampollare che però nella struttura istologica non ricorda quella della cistifellea norn1.ale. Al contrario molti altri AL\.. (Ha b erer , C.laimmont, Balin) ottennero una vera rigenerazione della cistifellea. E passando dal campo sperimentale a quello cli11 ico i dati non sono certo meno incerti. L ,A. in seguito a que I e precedenti ri cerch e ~ i i1ropone d ' indagare sulle conseguenze della colecistectomia praticata sia a live·l]o del colletto , sia d emolendo ampiamente il cistico fino in prossimità del coledoco. A completame11to di queste ricer che ha effettuato esami radiografici del'Ie vie biliari extraepatiche in soggetti operati precedentemente di colecistectomia . Dopo circa un anno dall'operazione l 'A. pol è osservare n,egli animali del primo gruppo u11a noteYol e dilata1io11e del cistico , notevole

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fAl\ :-.;o XLIII, ' u'.\r. 4Gl

Per ciò ch e rig ua rda le n1alattie r en ali l 'A., facendo però con siderare ch e il num.·er o dei casi osservati ·è troppo piccolo per poter11e t r arre co11clusioni st a tis ti ch e, trova cl1e· i pos t umi e g·Li esiti d ella « ·11efrit e di guerra » so110 si111ili a c1uelli d·elle n efriti comuni . La prognosi di quella n1alattia fu n ei primi a nni dopo la guerra con ider a ta troppo benignamente. Dei m<i lati di n efrite di g uerra ·esaminati n el d opoguerra il 50-60 per cento sono gu ariti; dal 30a! 35 pe·r cento n1ostrano qualch e co nsegue11za s1Jec ia lr11en te com e ipertension·e e d a1 10 al 15 % sono pas ati a r en e g rinza . Un 'ult.in1a, b·r eve, parte del volume è dedicata .a gli s tat i pat ologici limite organic i-ps tcogeni. SEB. 1

F.. HoucKE. La rate en palhologie sanguiri.e. VoJ. ir1-8° di pagg. 158 con 20 flg. l\ilasson e C. P aris 1936 . .l?r. 45. Il i)r ohler11a delle splenomegalie è sempr e più cl1e 1nai di a ttual ità ed i r ecenti i11etodi di ricer ca rimettono in valor·e le alterazioni del parenchima splenico, sop·r atutto quando qu·e ste h anno per con segu en za d·elle n1odifìcazio·n i della formula ematologica. ~ sopra tutto lo studio di quest e splenon1·egalie ch e l 'A. svo lge in ques to volume. Dopo alcuni d ettagli dr t ecnica is tologica, son o passate in rassegna su ccessivamiente le varie reazioni sp leniche. La r eazione mieloide, oggetto, di p,arti colare studio, è quindi anal izzata n el cor so de lle mielosi leu cemich e e aleu cemich·e, tlell e ane1nie mieloidi , del m. di Vaqu ez, d eìla tuber colosi spleni ca da ll 'emogenia. D·e l pari la r eazione linfoide vien ù s tudiata so,p ratutto nelle su·e form e atipich e. L 'importanza sempr e più grande che prendono le modificazioni d el sistema r eticolo endoteli'a le nello svilup p 0 delle splenomeg·a]ie, h a permesso all 'A. di con sacrare un im.p ortan te capitolo alle a lterazioni reticolo-endoteliali n ella leucemia monocitica , n ell 'agranulocitosi, 11elle lipoidosi gen eralizzate e· nella linfograIi.Ulomatosi. L 'ultima parte de l volume è dedicata all 'ist ologia del} ' infarto, co ì frequente in patologia splenica . a. p. 1

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Alti deE Congresso

de~la

Previdenza sociale. Un

vol. jn-8° di 307 pag. I stituto Nazio nale d ella Previdenza sociale. Lo scorso ann o si è tenuto a !Bologna il Congresso d·ella previdenza sociale a cui S. E. B. lBiagi h a dato un 'impronta ed uno svolgin1ento particolarmente a utorevole, chiamando a r accolta gli espon enti maggiori d elle amm. inistrazioni s tatali e dell e varie organizza. 1

7. lO ll 1.

Ed un fervido su ccesso 11a cor onato que ta ii tiziativ.a, nello svolgimento d ei t emi trattati , c h e sono fra i più vitali della Nazione, r igu ardando J'i11validità , la tubercolosi e la previdenza per le madri e per i giova ni.

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SEZIONE PRATICA

Troviamo in questi Atti la cr on aca del congresso, con i vari discor si e la prolusio11e di S. E. Biag i su: cc Ordinamenti corpor::\tivi della m eclicina e dell a igien·e sociale » . Seguono le varie r elazioni , di c.u i diamo J'elen co, con il n ome dei r elatori. J1iv·aliditò.. La prevenzion e ,e ]a cur~ de~l e malattie in rapporto con l I. (G. P1 sen t1) . La cura termale n.ella p r·e ven zion e dell 'I . (C . Giannini). La funzione del convalesce11ziario n ell '.a ccertar11ento e 11ella p r evenzio11 e dell 'I. (L. Devoto). 1 u_bercolosi. L~ finalità t erapeutich e -e d ecortor111ch e della d1ag:n osi pr ec.oce e m ezzi per attuarla (E. l\1?re111). Estensione della p·r ev idenza assicurativa n elle forn1e ob·b li aato ri e e facoltative . (C . Giannini). La t er apia del lavor o sanatoriale e postsanatoriale (F. Bacchetti e 1F. Parodi). L 'assistenza a i t ubercolosi croP. Costanti11i). n ici C Previderiza per l~ 1n_adr~ e per i giovani . La tutela d e11a niadre in fun zione della sanità d e.1la razza (P. Gaifam i). La Mutualità scolastica dell 'oper a forn1ativa e preven tiva delle nuove gen er azioni. -r. l Jl . 1

Me~ic ina

e chimica. Un vol. in-8° di 215 pag.,

rilega lo. cc Co-:F a n, ·C ompagn ia farmaceu t ica , l\1ilano. Questa raccolta di m on ogra fi e · dell a nota c:~sa Bayer-Mei~ter-Lucius sta a dimostrare ch e essa, pure· aven(lo un carattere di produzione industri::lìe, ba a ]a sua attività su ricerche e ln.-vori d 'indole prettamente scientifi ca dai q uali p otranno in seguito d·erivare del1~ p ra tich e ap1Jlicazio r1i t erapeutich e. Il presente volur11e con1p·r ende 18 lavori , fra cui citj amo i segu en ti: Medicina -e cl1im.ica (H . Horlein). Costit uzion e chimi ca ed effetto d ei m edica'V. S chule·m ann). L 'immunità nelle rne 11t1 C malattie da pr otozoi (W. l{ iku to). Acquisizioni r ece nti n el campo della tec11ica istologica ~G. J?o.magl1). Gli sviluppi d ella sintesi degli ipnot1c1 (H. Weese). La serie clegli alcaloidi d ella china (.F. Schonhofer). Basi b iologich e per la ter apia sperimen tale delle verminosi (0. vVag n er). fil. DOVERI MORALI DECLI ABBONATI! 1° Pagare sempre l'importo dell'abbonamento al " Policlinico » senza obbligare l'Amministrazione a speciali solleciti (( ad personam )) ; 2° L'importo d'abbonamento va inviato mediante l'ordinario vaglia postale a tassa o con assegno ban· cario; può essere anche versato nel Conto Corrente Po· stale N. 1/5945, dell'editore L. Pozzi, Roma, con la mite tassa di 15 o 20 centesimi e senza alcuna tassa se da Capoluogo di Provincia; 3° Chi preferisce pagare contro tratta postale del· l'Amministrazione, tenga presente che l'importo di questa dovrà essere aumentato di 5 lire per le varie tasse ed altri diritti postali che la tratta. co mporta. I vaglia vanno indirizzati all'editore L UIGI POZZI, Via Sistina 14, R OMA


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lANNO XLIII,

NUl\I .

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I CONfiRESSI NAZIONALI DI MEDICINA E CHIRURfilA. XLII Congresso della Società Italiana di Medicina Jnterna. (C,o ri li ri uaziune,

ve di 1iu ni.

p r e·ccdenle).

])residenza : P1 of. C. li'nucor-. 1. Serlu l a antimeridian.a - 20 o l to])re 193G.

Risposta dei Relatori. D. CEsA BrANCHc (Milano). - L 'or n inco11suela1ne nle tarda r ende impossibjle, ollre cl1e in oppor tuno, risponder e pa.rticolarmente ni numerosi or at ori - circa una ven tina . e no11 erro - ch e hanno preso part e alla discu ssion e della rel azion e. Il mio compi to d el r est o è facilitato dal fatto ch e essend c.mi limitalo ne]J a. esposizio11e orale alJ a jm1)osta zione d elle questioni generali, la·sciando al correlatore il co1npito di riferire con qualch e dellaglio sui punti pii1 importanti e controversi d ell 'argomAnto ch e ci interessa , così n ella ri pos la bast erà che mi limiti alle constatazioni d 'ordine generale, lnsciando al correl atore di rispond ere a i diversi oratori sulle questioni singolarmente tra lla le od alrr1e 11 0 sulle prin cjpali di esse. Così ristrett o· il mio compito, ol tre ch e faciJ e, è a11cl1e gradito, n el sen so ch e come p rimo risultat o d ella discu ssio11e d ebbo cons tala r e il pieno accordo sulle <1uestioni essenziali e, m eg'lio ai1cora, sui pu11 li io11damenlali toccati d alla r eJazion e; il che iion è sen za significato in un argomento tanto oscuro , co1nrll esso e controver so come c1uello ch e alJbiarno ora Lrallato. Pieno accord o innanzitutto suJla rivalutazione d ell 'organo centrale della circolazione e di tutte le infinite cause ch e ven go110 a comprom e ttern e l a efficienza, com e fattore primo e d ecisivo d ello scompen so cr on ico cli circolo, in confro nto d egli organi periferici. Rivalutazione a n cor a d ei fattori n1eccanici, anche se più grossolani, in confronto d ci fattori chimici , anche se pi1ì su ggestivi, n el 1neccanismo dello scorupe11 so circolatorio. Nessu na sopravalutazion e poi d elle ca11se perife rich e, forse p iù s!)esso con segu enze ch e non· vere cau ·se di scompen so, in confronto delle cen lrnli; 1>cr cui , in con clusion e, è a ncora n el c uore ch e SOJ)r a tutto va ricer cata Ja base ana toni.ica prin1a ed c·sscnzia·l e c1elle manifes tazioni cli11ich e d ello scom pc11so circola lori o. Accord o a11co r a qua~ i pi c110 ·uJJ 'i1nporlnnzn che sp etta alle l esioni ana lon1icl1e .del n1iocard io e sopra I utto a1lJe Je ioni della fibrocelJ u] a cardiaca e dei ·suoi apparecchi di in n ervazion e e 'd i i1utrizione, ed alle lesioni ancora reg io11 ali e spesso a sai cir coscritte rlel miocarclio, ron1e ])n e tangibile e qua ·i sempre proporzionala all e rnunifes tazioni cli_ niche nel con1plesso meccanismo d ello scompenso r ircol a lor io. Q11alche YOce di sco rd e si è in vero 1eYala u que Lo punto, ricordando ricer ch e n egatjvc cl i ci u alr h e at1 lo re tede·sco, 1n n s ubito dopo, a farlo app ost a, abbiamo sen tilo un 'al tra voce nmmonirci sulla impor la1tza clic s11el la ad alc11r1 e parl icolnri ]psi on i clrgJ i cJrmrn li ncr,·o~i d el mioca r dio i1e1 determinismo dello scomp en so; p er c ui rit engo i11utile insist ere su q11e t o pun lo. P ieno accordo infine s ull 'jr11portar1za delle nuove acquisizioni fisiopatologi che e patogenetiche nei r igu ardi opra lutto di uria possibile applicazione alla t erapia dello scomp enso circolalorio. È questo della terapia dello scompenso un 'argon1ento ch e

meriterebbe r ealine ule una trattazione a p arte, ina forse non a n cora, p er così dire, del tutto m a turo, per cui abbiamo ritenuto conve11iente rimand a:rlo ad una prossima riunione, gua11do l a esperienza fatta e largamente falla, secondo le direttive ind icate ci potrà forse permettere di arrivare a con c]usio11i fondate. Attualmente le nostre co11oscen ze sia p er quanto rig uarda 1a somminis t.razione preventiva e prolu11gala di prep ar ati digitalici, ·sia per quanto riguarda lo i111piego opJJorLu110 di ossigeno, si a infi11e i11 rapporto ai diver i interventi chiru.rg jci, so110 ai1cora tro11po scar se ed incerte p er poter con clud er e. Anche lin1itandoci alla tiroidec tomia, l a nostra esperienza, sopra tu llo 11ei conf.ro11ti di quella a1r1er icana , è a11 cora così 1nodes la da perdere quasi ogni importanza. Già oggi p er ò po siamo 'd ire ch e se quest o intervE>nlo è b asa lo s u un criterio perfettamente logico, i risul tati con seguibili sembrano ancora lontani dall 'es e re prob a livi , p er cui so1o l'avvenire potrà illu111ina rci. Sta comunque di fatto ch e p er con seguire risultati lang-i])iJ i n ella ter aJ)ia dello scon1v e1rso croni co irretlucibile è n ecessaria la tiroidectomja totale, è cioè condizione in d isp en sabj le cl1e non residui in sede la minim a traccia di g l1iandola. Ed è veram ente meraviglioso e n essuno certo aYr ebl)c po l11lo preved erlo, ch e lo sc.ompe11sato cronico di circoJo potesse vivere ed in qu u.l cl1e caso j)a re ancl1c v i\'er c abl)ast a11za bene sen za t r accia di tiroide. Per c ui non possiamo conce'd ere imporlanza ai cli\ersi tentativi intesi a curare gli scompen sati cronici di cuore com e dei based o,via ni, e cioè con applicazioni roentgen , con preparati iodici o con siero terapia an liliroidea. Ci vu ole ben altro e è 'ero, com e e1nbra, clic hasti il ininimo rrsicluo in sene d ella ghiandola per r ender e i11ulil e lo intcrven lo ! ~{a una Yoce in qualcl1c pu11Lo d iscorde ·si è Jevtt la, alla quale p er la su a au loril à dobbiamo un a s ia i1t1r breve risposta: è quella d e] senatore Pende, il tJLtule dOJ)O aver con venuto Sllll 'in1portanza ch e 111111110 l1el m ecca11ismo dello scornpenso le correlazioni fra centro e p erife ria , fra c uor e 'd estro e cuore sinistro, fra apparecchio circola lorio ed organi cxlracircolatori, h a fatto n o tar e come ar>punto per quc .. Lo non esist e in pra lica nno scompen so circol[ttorio unico, n1a ben s1 tanti tipi di scompen·so circol atorio a secon da d ell e correlazioni compron1esse; com e n on p ossa quindi esistere una patogenesi unica d ello scompen so, ma bensì diver se p a1ogenesi ch e va11no chiarite caso per caso; come esista p erfino uno scompen·so con iperattività cardiaca e ql1i11di n on da diminuita efficienza della fibrocellula cardiaca, ma cl a disordine nelle correlazioni sp ecialmente col sis tema n eurovegetativo. Ha l)Oi la.m e11talo il Pende ch e sia n o state trascur ate le ql1es lio11i l)iù s trettamente clinich e e·a h a espr esso I 'a u gurio ch e i dati patogenetici raccolti Vfnga110 estesi ed ap1)li ca li all a clinica. Ecco : ch e esis tono diver si guarlri clinici d ello scompenso circola torio, e cioè ch e Jo scompen so di c1r colo possa a seconda dei casi presentarsi con m anifestazioni clinich e varie e talora anch e profoncla1nente diver se è co a b en nota , com e è b en 11oto del resto ch e non vi è condizione morbosa ch e in pratica non possa effettivamente presentarsi con aspelti cl in i ci di versi n ei diversi casi ; ma ciò non t oglie, che per ogni condizione morbosa e·siste ··n quadro fondamenta le unico e sufficient e-


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SEZI ONE l'IlATI CA

011e11Lc tipico, al q uale dobbiamo in ogni caso a ltC'nerci, 11or1 fosse altro per intenderci. Ed a11cor a: ch e il m eccanism o p atogenetico dello -scompe11so possa presentar e momenti e condizioni diver se di varj a in1portanza e spesso mutc,'oli 11ei i11goli casi, è ovvio e ben n oto , m a ciò non t oglie ch e csisla un m eccani·sm o patogen etico fon·d an1 entale ur1ico e, cioè, comun e alla totalità d ci .casi di scon1pen·so, al quale dobbiamo sempre a lte11ersi, 31n cl1e qui per intenderci. .Sminuzzar e i squadri clinici e con11Jlicare i m eccanismi patogen etici è cosa facne e ch e può certo torn are co011noda })er chiarir e i si11goli casi , ogni qualvolta lo rich iedano, ma i11 u11a trattazione basilalfe di un ..argo1nento cosi complesso, er a n ecessario fi ssare i }JUnti fon dam entali dei m o1nenli e dell e condizioni fisio-p atologiche cli.e ca ra Llcr_i zzano lo scomp e11·so, per t entare poi su cli essi la ricostruzion e '.J>fi t ogen e tica del processo m orboso n el I a su a essen .za. Co11celto unitorio, quiridi, al quale abbiam o ·Crocluto opporluno di a lten er ci in un t ale argoirnenlo. Per q u an Lo poi rigu arda la m ancat a tra ttazion e .cJi11ica delln scornp en so, mi sono già abbast an za diffu·so nella esposizione orale sulle con siderazioni d 'ordine teorico e pratico ch e ci hanno indotto a lirn itar c la nostra trattazione alla fisio-patologia ·d e1lo sco111pcn so cronico di circolo, ar gom ento già .a]Jbaslan zo va , Lo, c-0m e lo di1nostra il fatto ch e .a così inusitata ora siamo ancora raccolti a disculerne, an ch e senza averlo complicato con le ..qu es lio11i clini ch e. In una ~utura r elazior1e, dedica la 111agari , com e abbi amo già detto, alla t erapj a .d ello scompen so cronico di circolo e quindi d 'or (ljne eminentem ente pra lico, potrann o trovar e il )oro posto n aturale, a guisa ·cli introduzion e, an·Cl1e Je questioni d 'ordine più strettam ente clinico, face11do punto di p artenza dalle acquisizioni ora co1rsegui le in Lema di fisiopat ologia e di patogen e i d ello scompenso cronico di circolo. E q ui sn1ello per non abusare oltre della vos Lra pazie11za, 11on sen za ringr aziare però gli oratori -cl1e h ann o aYuto parole di consen so e di approvazio11e per la nos tra fatica e n on sen za rjngr aziare ancora tulti i prèsenti per la abnegazion e dimo·.strala resiste11do per oltr e cinque ore alla tratlaz ion e e discu ssion e di un argome11to forse interes_ :sa11t e, 1na non certo brillante. M. CAL<\.BRESI (Milano). - Dat a l 'ora così t arda, ·ceTc]1crò di rispoJ1 dcre con la m aggiore brevità possil)il e all e sin.gole questioni sollevate dagli oratori, pregando di scu sare se la concisione parrà t alvolta eccessiYa. Le in teressanti determinazioni del prof. De Nun110 Yan110 confro n La le con i dati sul volume re-spira torio: infn lti la t emperatura dell 'aria espir a la, a par i tà di temper atura ambiente, dipend e pr i11cipalrn en lc dalla portat a dei vasi polmon ari e bron chiali e dal volume respiratorio, dato questo .ab])astan za agevole da det erminare; siccom e n ello ·scompen so si osserva precocemente iper ventilazione, ci si aspetter ebbe piuttosto di riscontrare un a diminuzione dell a temper atura dell 'ari a espirata, co111e infatti risulterebbe da osservalzioni della scu ola di Eppin ger , citat e nel t esto della nostra ·rel azion e. ~'l a a complicar e il significato di quc·st e 111isu ,r e inlerviene il contenuto e la conden sazion e del vap·or d 'acqua dell 'aria espirat a. Sol tan to ulteriori ricerch e, ch e per ò si presentan o de•lica te e com plesse, polranno chiarire il valore dci

ùa li co11trastaL1li finora r accolti , sui quali sarebbe per ora impossibile pronunciarsi . · Le osservazioni del prof. Silvestrini sulla comparsa dei segni di un a cardi opatia, prima latente, nel periodo del tramonto genitale possono interpretarsi - almeno n ella generalità dei casi - . con la frequenza con cui in questa epoca dell a vita si istituisco110 altre cau se di aggravio circol atorio. ~on mi è possibile intratten ermi sulla gen esi eventuale di sindromi angin ose o an ch e di casi di n-iorte improvvjsa, provocate in via riflessa da m alat lie di altri organi; d 'altronde, su q.u esto argom e1rto, che esorbita dagli stretti limiti della trattazione, e sui quesiti diagnostici che l 'esperienza clinica propone ha avuto occasione di esprimersi già alcuni anni fa. Per quanto si riferisce alla precoce comparsa di segni di epatomegalia in aortici esenti da altri segni di insufficienza epatica, crede - in accordo a11ch e con quanto ha es posto il De Flor a - ch e la ·spiegazione di t ali evenien ze, vada ricercat a nelle particolarità dei sin goli casi clinici , più ch e n ella speciale irrorazion e dell 'organi smo: se questo fosse il fattore prevalen te ci si aspetterebbe piuttosto di riscontrare una stasi a monte della rete ca pillare in traepatica. Le con siderazioni svolte dal prof. Schiassi su qu adri clinici particolari dì scompen so di circolo cori stasi limitata al distretlo epatico port ale in casi di pleurite a{lesiva destra, sen za periepatite, r1 ~ lesioni anatomich e limitanti il calibro della vena cava inferiore, m er it ano certo attenzione e studio approfondito; m a se condi zioni clinich e particolari - e potrei citar e io stesso due osservazioni per sonali di an eurisma arteroven oso tra la c<?va super iore e l 'aor la o la succlavia destra, di cui una resa nota dal Chioven da - possono r ipetere il quadro dello scompen so di circolo, esse n on vanno con siderate in cont rasto con la con cezione da n oi esposta : noi pure abbiamo detto ch e pos·son o su ssistere, a par te il coll asso, alterazioni periferich e cap aci di portare anch e u n cuore an atom icamente sa-n o e n on ipertrofico allo scompen so cl i Circolo , ma conferman o Ch e t ale evenienza Ya con sider at a come es lren1 am ent e improbabile. Anche 11ei casi riferiti dal prof. Schiassi si m anifestano segni ch e non son o tipici dello scompen so cronico di circolo, quali i deliqui, e ch e fanno pensare al ·sovrapporsi di fen om eni acuti e transitori n el qua·d ro fond a1r1entale della stasi distrettuale. Sulla gen esi di questi , il m eccanismo prospetta lo dal prof. ,Schiassi dovrebbe essere in teso com e una accentuazion e dell 'ostacolo fisiologico al r eflusso inspirat orio del sa11gue ·sottodiafram matico ammesso da Herbst ed Eppinger. Ch e l 'acceler amento dei battiti possa costituir e un mezzo di compen so è tato detto an ch e da noi : e abbiamo anch e cercato di indicare entro qu ali lim iti questo m ezzo vada considerat o vantaggioso e quando 'd iven ga invece im proprio. Ma i complessi rapporti tra fr equen za e portat a, in rapporto con il t on o miocardico e le pression i a m onte e a valle possono ancor oggi esser e prospettati piuttosto ch e precisati. Mi pare ch e non d issenta da ciò n ean ch e il prof. Schiassi qu ando ammette la coesisten za di adattam enti fond nti sia sulla frequen za del ritmo ch e sul volume diastolico secondo le così dette leggi di l\iiurri e di MaestriniStarling. _!\. prop osito del t er m ine adattan1ento , che è stato qui usato ad arte, ricordo al prof. Giuffrè che 1


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« IL POLICLIJ.\'ICO

11011 è improprio parlare di sco111penso di circolo, perchè second·o le definizioni da noi fldottate, esistono d ei compensi all 'insufficienza circolatoria : e perchè per noi scon1penso n on sigrtifica già rottur a di compen so, ma soltanto cattivo con1penso. DoYe non possiamo con sentire con il prof. Schiassi è nello ·scetticismo sui rilievi anatomo-pa lologici; tutti siamo d 'accordo ch e si posson o avere lesioni gravi d el miocardio senza segni di scompen so: e cr ediamo che le considerazioni ·d a noi svolte possano valere in parte a spiegare questi fatti ; è vero ch e l 'anatomo-patologo n on è sempre in grado e forse neanch e spesso - di stabilire se un cardiopn.1 ico cronico è m or to per la sua cairµiopatia o con la cardiopatia, ina per altre cau se; ma quando la morte è d ovuta ad una cardiopatia cronica scompe11sata si trovano sempre alLerazionj anatomiche importanti , siano esse costituite sopratutto da fatti sclerotici, d egenerativi o anch e d all 'ipertrofia, ch e - - come si è detto - condiziona una cattiva nutri zione del miocardio ipertrofico st esso. Nello studio anatomo-patolog·ico può ·sempre essere approfondito come sar ebbe necessario: perciò i fini rilievi istopatologici raccolti dal dott. Cataldi meritano tutta la nostra attenzione: certamente, quando si disponga di materiale adatto, lo studio d el sistema i1ervoso intracardiaco - finora così incomple to in condizioni patolog·iche - costituisce ur1 n ecessario complemento dell'indagine istologica. Non cr edo invece che lesioni circoscritte del sistemai atrio ventricolare possano aver e importanza causale nella gen esi dello scompen so, salvo che d et erminino p articolari disturbi del ritmo. Non è possibile trattare qui d alla genesi dell 'edema polmonare acuto; ma per quanto riguarda le belle ricerche sperimentali del dott. Cataldi - che ringrazio per avermi voluto comunicare il manoscritto ancora inedito ·d ei suoi lavori - ho già riferito esperienze della nostra ·scuola, dalle quali risulta la possibilità di provocare l 'insufficienza acuta ·d ell 'una o d ell'altra sezione d el cuore: ciò è d 'altronde in pieno accordo con il concetto gener alme11te accettato dell'insufficien za cardiaca. Le con sid erazioni del prof. Condorelli sul valore clinico delle insufficienze parziali, costituiscono 11na autorevole conferma di quanto anche noi si è d etto e scritto in proposito: quando però l 'insufficienza cardiaca è scompensata e non è pjù limitata alla ·sola sezione primitivamente interessata, ma coinvolge non solo le varie parti d el ct1ore, ma tutta la funzione circolatoria, si ha un quadro cilinico fondamentalmente t1nilario, anche e con caratteristich e particolari che n e rivelano la ])ri1na origine : mi · è grato ringraziare il prof. F err o11nini per il suo con sen so alla nostra esposizione di queste e di altre questioni . Le prove sui tempi di transito su cui· si è intrattenuto il prof. Sisto e ci ba riferito il do1t. Ses·sa, n1eritano in pratica i1otevole con sid erazione: ed ll r1 z i , m algrado ch e il loro significato fisiopatologico non sia così ben definito come quello degli altri Yalori em odinamici da noi presi in con siderazione, noi annettiamo un valore non piccolo ai d a ti forniti da queste proYe anch e per dimostrare J 'esistenza delle insufficien ze parziali di cuore. Sul sig·nifica,to d el tempo n1eùio di circolazione e sui Ji111iti da asseg11arsi ai valori raccolti in propo·sito nell 'uon10 ammalato , mi sono i11trat1enuto a lungo e non avrei nulla da aggiungere o modjficare: rrtentre i dati com un i ca ti ci dal Ben erletti , su rappcrto lra volume cardiaco to lale e porlata cjrco]a-

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toria , m erita110 tu l la la i1o~ tra alte11 zione, percl1èconsentono una Yalulazione d ella portat a e ·della getta ta circolatori a, fonda la pure su cla li solta11to e1nodinamici, ch e si riferisce non più a condizioni periferjche com e il rapporto rr1assap ortata - ma a condizioni cardiach e; resta e111pre la d iffico1là ·ai di l)Orre di misure di por ta la sufficienti e sufficientemente e·satte, i11 co11dizioui patoJogich e: ed anche la limitazio11e d ovuta al fatto ch e noi possiamo ricavare dai clali di Benedel tj un valore rappresentativo del volume totale del cuore,.. ma non del Yolume delle sjn gole sezioni di esso,. fisiologicam e11 le assai pj ù sig·nificativo in condizjoni }Jn lologich e. Anche noi abbiamo detto, con1e Giordano, che la s tasi a monte del cuore si manifesta quan·d o il viscere non è più in grado di espellere Lutto il sangue che ad e·sso affluisce òalle vene: n1a appunto. la clistinzione di scompen so anterogrado e r etrogrado si b asa sul fatto che può m ancare la stasi retrograda anche quando la quantità di san g11e spostata dal cuore è .rela liva1nen le poca, e viceversa. 'fra i fattori d eter1ninanti di ques ta man canza di parallelismo va attribuita impor tan za precipua m a non certo esclusiva, al tono d el cuore : e noi fedeli alle tradizion i cardi ologich e italiane abbiamo insistito su ciò, pur con la nece·ssariai ptuden za, imposta dalle difficoltà t ecniche di valutazjonc, rj conosciute del res to an ch e d al Pese.r ico. La diversa importanza dei segni retrog·radi ed anterogradi, cardiaci e periferici, le cause molteplici d elle cardiopatie, la efficacja variabile dei m ezzi messi in opera e le differenti po·ssibilità di cornpenso ·d e i sin go li soggettj, le loro attitudini> costituzionali e le coesi sten ti eventuali condizioni rr1orbose, de lermina110 le car a tteristich e particolari che lo scompenso cronico di circolo presenta n ella casistica clinica. Su ciò noi p ure abbiamo ripe tutamente insis tilo e l 'appunto Jnossoci daL sen . prof. Pende, che la 11ostra con cezione sia troppo ·si11telica e schematica, non n1i pare meritato: ma gli aspetti moltepl ici dello scompen so cronico di circolo con sen tono a nostro parere di. rin tracciare alcune caratteristiche fondamentali, ch e abbiamo eercato di mettere in evidenza ; il disturbo iniziale ch e d etermin erà lo sco1npenso puòrigu ardare l 'uno o I 'altro fattore della correlazion e funzj on ale costituita dalla circolazione sanguigna : 1na in definitiva si arriva allo scompen so cardiaco perchè il cuo re è d anneggia to anatomicamente e .funziorialme11t e, così ch e non può proporzionare il suo lavoro alle esigenze dell 'organismo: e su cce-ssivamen te si istitui sce lo scompen so, cl i circolo. Vorremmo così difenderci d all'altro appunto 1r1ossoci dal sen . Pende, di esser e cioè - in cert<> · sen so - troppo analitici: ma anche noi abbiamodelto ch e quando il cuore è scompen sa to vi è insufficien z·a circolatoria: ma non è n ecessario ch e· I 'in suffi cien za sia scompen sata; nell 'amhito delle cardiopa tie cronich e ed evolutive la di·stinzione fr& i11sufficienza e scompenso cardiaco e circolatori<> non va intesa in senso patogenetico, ma in senso· cron ologico. 11 prof. Penn e, ch e così magislraln1en Le ci ha e posto le ·sue opinioni in argomento, ci J)errnet ta cli cr edere ch e il divario tra la sua l 'interpretazione e la nostra è pii1 n ella classificazione ch e n ella sostan za dei fatti. Per quanto rigu ard a ] 'importan za del con ten uto in lipjd i <lel miocardio e <lel surren e e de11o stato· fisi co cli c1ue ti corp i, h o e. JlO l o l r riserve e le oh -


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SEZIONE PRATICA

biezioni solleYa le dalle osservazioni di KutscheraAichbergen; mentre putroppo il ricambio del cuore malato sfugge alle nostre indagini e ·d obbiamo perciò riferirci soltanto alle os·servazioni sperirr1entali. A proposito della nutrizione del cuore ipertrofico, vi è accordo fra il prof. Condorelli e uoi 11ell 'an1111ettere che I 'ipertrofia può divenire causa di allera.tioni nutritive e quindi anche di d anno ciel miocardio: il n1eno favorevole rapporto tra , -olu in e delle fibre miocardiche ipertrofiche e sviluJJJJO dei vasi coro11ari costituisce una limitazione degl i ca111bi fra le fibrocellule e il sang·ue, qualunque sia la portata dei vasi coronarici: si intende che la portata è determinata non solo dallo sviluppo della rete vasale, ma anche da fart:tori funzionali. che possono es·sere preminenti. Su questi fattori funzionali, alla cui miglior conoscenza noi s tes i abbimo portato qualche contributo , abbiamo sorvolaito 11ell 'esposizione orale - n ecessariamente su ccinta - appunto perchè anche n oi li riteniamo definitiva1nente acquisiti. Per quanto riguarda la genesi deg-Ii edemi da scompenso di circolo pur non negando importanza ad altri fattori n1eno g.r ossolanamente meccanici , ritengo ch e l 'au1nento della pressione idrostatica abbia jmportanza preva_lente nella filtrazione di liquido in eccesso nei tessuti; questo ancora non ~ l 'edema, la cui genesi è certo più complessa: ma a11che nel determinare il co11tenuto d 'acqua . fra le maglie dei tessuti creclo che spetti grande j1nportanza ai valori meccanici di piì1 immediato rilievo. Con ciò non voglio essere troppo esclusivista, nè SOJJra tutto troppo semplicista : co11 venga il prof. Condorelli che non sempre i fatti osservati in clinica si interpretano in maniera soddisfacente in base a qu esti oli elementi, ma ad essi deve pur se111pre attribuirsi grande imporlanza e d 'altra pa.r l c le altre sup1)oste condizioni causali sono per ora piu l los to og·g·eLto di indagine che patri1nonio aequisito. Quanto 110 riferito sulla maggior (lurata della fa'Se di tensione in confronto al tempo clj sYuotan1e11to . ist olico, con corda col concetto espresso ·d a] prof. Maestrini , che comportan1ento del cuore in scompenso si avvicina al regime isometrico di contrazione, in confronto al comportamento del cuore normale . Non pos·so intrattenermi sui ~ati roe11tge11chimografici riferiti d al Perona, per quanto rig·uarda il contributo portato da queste indagini ai proble111i di fisiopatologia, al cui s tudio noi ci siamo attenuti, rimanda al testo scritto della relazione. Il ]Jrof. Sisto, la cui competen za in 1natl:ria è universal1nente nota, ci ha intrattenuto ·s t1ll 'in le resse ch e spetta ai rilievi elet troca.rcliografici per apprezzare l'esistenza di l e ionj a11ato111i r h e cl el miocardio e anche di su e a l I e ra zioni ft111zional i ; su ciò si è anch'egli espre so in altra sede : erl è certo di avere consen zie11le il suo interlocutore i1ell 'opinione che ,__ in can11)0 di scompen so cro11ico di circolo, e a parte qu ttnto può dipendere d ai ~armaci somministrati i r eperti elet trocardiografici cos ti luiscop.o una pia migliore delle condi zioni ai1atomiche che dei di·s turbi funzionali del inuscolo cardiaco. Le o. ser' azio ni riferite da Marcolong·o s ul comporlame11lo ctella funzione renale nello scompenso di circolo con cordano con ln nostra esperienza , ed a11che nell 'inlerprc lazion e <lei fen on1eni o. erYnti , non vi f., 111 i pare, contrasto ; io però darci

più importanza ai valori assoluti di concentrazione osservati negli scompensati in confronto ai clati dell 'urea. Sul ta'Sso cloremico n el sangue arterioso e venoso, sul quoziente di ripartizione tra plasma e globulj e sui fenomeni che determinano i valori osservati, nulla ho da aggiungere a quanto ha espos to. Le osservazioni di Rigoni sul diverso con sumo detern1inato 'd a lavori meccanici eguali , prova110 ancora una volta quanto lavoro analitico sia tuttora necessario prima di poter giungere a risultati - co11creti nello studio dei nostri malati in condiz5oni non basali; comunque po·ssono essere utilizzati per prove di lavoro quei movimenti p er i quali la generalità dei soggetti in esame è alle11atélJ: è infatti noto che l 'allenamento condiziona tra. I 'altro, un più economico rendimento dei muscoli attivi. Le esperienze terapeu tiche favorevoli con la tiroidectomia riferite dal prof. Schiassi e dal prof. Paterni sono in accordo con q11anto è stato comu11 icato in proposito sopratutto in America : n è vogliamo contrastare questi risultati in ba:se alla sola osservazione di cui dispor1iamo; ma evidente111e11le non possediamo ancora criteri ufficienti j>er fis sare le indicazioni di u11 intervento cDsì importante e, riconosciamolo pure, stupefacente. La sostituzione esperimentata con vantaggio dal prof. Ferrannini delìa terapia ipotiroidea alla tiroidectornia contrasterebbe con il precetto deg-Ii . autori a1nericani che la tiroidectomia deve essere totale : ma 11on è una buona i·agione per non ·seguire l 'esempio 8110. Quanto all 'uso preventivo della digitale no11 si tratterebbe già di prevenire lo scomp en so soltanto, ma la s tessa ipertrofia del n1iocardio, le cui maJefiche co11seguenze abbian10 preced en tem e11le illustrato: in questo senso, per quel che sa, 11on esistono esperienze clinicl1e e certo i1on riuscirà facile raccoglierle. Ma non voglio ins istere su questioni terapeutiche: è già un frutto "d i questa nostra discussione la propost a - certo a lutti gradita del prof. Sisto che la .Soci età voglia porre come tema di discussione - co11 un sufficie11te periodo di preparazione - la t erapia della insufficienza e dello scompenso circolatorio. I

(Tema in comune con la Società Italiana di Chirurgia) Seduta antimeridiana - Ore 9.

20 ottobre 1936. Presiclen za : Proff. A. ALE

SANDRI -

C. FnL GONI.

p ARTE MEDICA. Prof. R. SILVESTRINI (Perugia).

C11ra chirurgica delle nefriti e delle nefrosi. (Riassunto).

Il R. pren1ette brevi ricordi dcll 'anato111ia e della fi5iologia del rene soffermandosi sp ecialmenle sulla irrora.zione sanguigna e sopra il sis terna n erYoso regolatore, facendo alcuni rilievi sull a leoria cl eJ Cu'Shny, ch e presenta la funzione r en ale sero11do una concezione così diversa da quella dell 'Hadenl1aim. A proposito di nefrosi e nefrili ricorda la veccl1ia de1101ninazione di paren chini,atose e inlersti::iali: l 'edema ritenuto il seg110 caratteri t ico delle


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« IL POLICLil""lICO

IJrrme l 'i zJerpiesi il seg110 caratteristico delle seconde. Espone la classificazione del Volhard, a cui muo_ ve varie obiezioni. Nel rene nefrotico osserva che spesso no11 mancano focolai infiammatori, chè, ·se si dovesse accettare l 'asserto del Volhard che non Yi sia nulla di infiammatorio nè nel lavoro di sgon1})ramento che praticano i leucociti ... nè nella prolifer azione del connettivo contiguo, bisognerebbe riformare il concetto d 'infiammazione. Osserva an cor a che nelle glomerulonefriti, essendo sempre lo spasmo arteriolare la causa della alterazione del glomerulo e della seco11daria alterazione tubulare, que·ste lesioni dovrebbero sempre esser uguali: lesioni da mancanza d 'irrorazione; rr1entre è noto quanto diverse possano essere le lesioni glomerulari, qua11to varia la 'd egenerazione delle cellule dei tubuli. Ancora: manca nella classificazione del Volhard una distinzione fra qaelle forme nefrotiche in cui la funzione viene a mancare per una vera degeneraz io11e degli epiteli dei tubuli e quelle in cui un progressivo infarcimento delle cellule con mat eriali assunti dal sangue (nefrosi lipoidea) viene a ]) OCO a poco ad annulla.re la funzione. Altra nota critica : la glomerulor1efrite a focolai non è sempre senza iperpie·si e d 'altra parte n ella g lomeru lonefrite diffusa con iperpiiesi immancabile in realtà la iperpiesi può man care per cau se Yarie che il R. espone. Lo screzio nefrotico am n1esso dal Volhard nelle glo1nerulonefriti fa vera-· rnente buon giuoco: forse invece che . con screzio nefrotico e senza screzio n efrotico meglio sarebbe clire con poco e con molto screzi-0 n efrotic o. Più combattuta è stata Ja classificazione del Volhard nel campo delle nefrosclerosi. Quale la differenziazione fra rene retratto n efrotico e .rene retratto n efritico, quando lo stesso Volhard, correggendo affermazioni anteriori, ha ammesso la possibilità deJl 'iperpiesi n el rene retratto nefrotico e d 'altra parte ammette la possibilità di r ene retratto nefritico senza iperpiesi, come nel caso così. cbjaro illu trato recentemente dal Volterra, come in tanti altri casi e praticam ente osservati e .reperibili nel1R vasta letteratura medica ·sull 'argomento? Quanto alla differenziazione fatta dal Volhard in n efrosclerosi maligna e nefrosclerosi benigna il Patrassi h a g·iustam ent e osservato che questa distinzi0ne clinicamente si basa sulla rapidità 'd el decorso; ma una nefrosclerosi anatomo-patologican1ente be11igna può produrre la m orte a breve dis tanza dal} 'inizio della m alattia per una emorragia cerebrale! Infi11e il R. ricorda 1e parole del Sahli: cc Il ccn cetto nella n efrite del tubulo è identico a quello della llefrosi , ultimamente e ·superfluamente introdotto n el campo della palologia... Le così dette n efrosi non sono altro che infiammazioni dei reni, n elle quali i cambiamenti parenchimatosi . e cioè le 'd egenerazioni epiteliali, h anno il sopravvento sulle forme vascolari dell'infiamma1ione. Una netta divisione non è n è possibile, n è an1 n1i ssibile ». L 'O. con clude dopo quest a disamina che non dovrebbero considerarsi processi infiammatori n è le degenerazio11i pure, n è quelle alterazioni , ch e son rlovute a proce·sso vasale involutivo, regressivo qu al 'è co11siderata oggi l 'arteriosclerosi. ~ei ' ari processi infiamma tori può preYRler e l 'alterazione vasale, glomert1lare o l 'alterazione rleali epiteli clei tt1buli: q11esti processi possono

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essere diffusi o parziali, acuti, subacuti, cronici. Lo stimolo può provenire dal contenuto dei Yasi arteriosi o capillari, delle Ye11e, dei ya·si li11fatici . L'O. descrive a brevi tratti la coorte sinto111atira della degenerazione parenchimatosa e quella della nefrosclerosi: fra questi due quadri cli11ici sta quello della glomerulo-nefrite, in cui -r:•uò prevalere l 'una o l 'altra coorte sintomatica, la sindrome tubulare o la sindrome glomerulare. L 'O. tratta quindi delle n efriti parziali, unilatE.>rali, nevralgiche, ematuriche rileYando quanta incertezza regni ancora sulla patogen Jsi di queste forme morbose. Accenna alla influenza del sistema nervoso su certe ematurie, al reperto di ispessimento della capsula re11ale e di aderenze colla capsula a'd iposa sana o alterruta in u11a quantità di casi operati, all 'esistenza di no·d uli linfoidi nel b acinetto di questi reni, ai reperti di germi i1elle t1rine e specialmente di germi nel gruppo coJibacillare. Ma specialmente ricorda l'importanza che dal Marogna, dal Taddei sarebbe stata data all 'infezione tubercolare, ricorda il fenon1eno di Sanarelli-Sch,varzmann già invocato dal Calderara a spiegazione di questa speciale alter azione r enale, ricorda cl1e è orri1ai dimostra lo cl1e g·er nJi banali portati in circolo possono scater1 are il fen o1ne110 dell 'en1orragia in parti già se11sibilizzate da altri germi, per es. d allo ·stesso bacjllo tubercolare. Dopo aver ricordato tutte ques te alterazioni r e11ali l'O. si c}1iede in quali casi Ria da ric]1iedersi l 'opera .del chirurgo. E, per ben g·iudicare, espon e quali effetti si producono con le operazioni più comu11em ente praticate sul rene e special1nent c con la decapsulazione. Dopo aver riferj to le belle r icerche fatte su questo argomento da Dogljotti e l\IIairano, rende conto di ricerche eseguite i1ell 'Istiluto di Clinica Me'd ica di ~erugia dal suo assistente Dr. Des·sy, che h a ricercato la cu rva azotemica in conigli operati sul ren e dopo carico ò. 'tirea. Dopo I 'esperienze di Dogliotti e Mair ano . dopo queste ricer ch e del Dessy si deve concludere. 1) ch e l 'en ervazione sperimentalmente non è senza effetto sull a funzione e che nella maggior pt1rte delle esp erien ze questa su a influenza non è favorevole ;. 2) che il decorticamento dell 'arteria , l 'ayventiziectomia, porta gli stessi effetti itella rl ecap~u­ lazione; 3) che ]a decap·sulazione pro<lu ce maggior affl11sso di san gu e nel rene, passaggio di m aggiore ql1antità di sangue attraverso il rene n ell 't1ni.tà di tempo; ch e quest a operazione clà au1nento d 'urinazione, aume11to d 'emissione d'urea, forse anch e di cloruri; cl1e questi benefi ci effetti durano un breve periodo di tempo dopo aver raggit1n to il massimo circa al 30° giorno (n el cane); che la capsula si riforma presto e nel cane al 20° giorno non presen la differ enza da quella del rene sa110; i11fine ch e n e] can e non si trovano Inai adere11ze coi te·ssu ti Yicini , non neoformazione Yasale in tr<lr en ale d 'orjgine pericapsulare : 4) che la nefrectomia rivela spesso un a certa deficienza funzionale, quasi una ricluzione delle forze di riserva, del rene supersti1 e; che quincii questa operazion e preferita da ql1alcuno all n decapsulazione n ella cura della n efrite ematurica dolorosa deve essere soltanto u sata in quei casi, n ei cruali il chirurgo reputi pericolo o correr l 'alea òi non r aggiungere l 'intento con la òecapsulazionP. L 'intervento del chirurgo pt1ò esser in' ornto a11zich è ·sul rene n efritico, su foci ch e possono esser cau sa del processo infia1nn1ntorjo ren nle. E 1


SEZTONE PRATICA

({Ui l O. espone con1e queste foci possano influire "ullo slato del re11e soffermandosi sulle nefriti in relazion e con tonsilliti, appendiciti, colecistiti ... E ricorda ch e prima dell'estirpazione ·a i foci e dopo i ·es lirpazione <li joci conYiene tentare la vaccinoterapia, anzi m eglio, l 'autovaccinoter apia. L ·o. discute infine in quali casi ·sia da .ricl1ieclersi un inter vento chirurgico sul rene, esclude11do in modo assoluto tutti quei casi in cui la m alattia ren ale è da ascriversi a un processo morl3oso generale. Espone resultati non molto incoraggianti otlenuti in glo1nerulonefriti, mentre sono brillanti i r esultati oltenuti nelle nefriti parziali ematuriche. Con clude che l 'intervento chirurgico nelle n efriti è consigliabile: 1) quando si tratti di estirpare f oci ricono·sciuti o sospettati cau sa di processo nefritico; 2) quando in casi d 'anuria, ·d 'oliguria, di graYe insu fficienza renale un i11terYento d'urgenza s ·in1pon ga come ultimo t entativo di salvare una Yita. '3) quanrlo glom erulonefriti subacute o cronicl1e sia110 r imas te ribelli ad ogni trattamento t erapeutico , ad estirpazione di f oci sospettabili in relazione colla nefrite, alle cure vacciniche in ger1ere ed alla autovaccinoterapia ; 4) quando si tratti di nefriti dolorose, di nefriti emorragiche così unilaterali , ch e bj]aterali; casi questi in cui sono da attendersi con u11a Ctrt a freciuenza brillanti r esultati. PARTE C HfR UHClCA.

Prof. E. l\11NGAzz1N1 (Roma).

La cn1·a chiI·urgica delle nefriti e delle nefrosi. (R;assunto) .

Il ten1a rli relazione è assai int~ressa11 te sen za clubbio . n1a la maJeria che lo compone è r ara . E (·]1e que~ta non sia u n 'impression e p er onale, lo climo~tra il fatto ch e con un invito fatto l 'altro an110 e rj 1)etulo a pi.ù riprese, a tutti i cljnicj e patologi e primari ospitalieri di Roma, no~ è stato po ~si})il e trovare ch e u n ·sol caso di nefrite o n efrosi cla operars i. E queslo corrispo11èl c alla r ealtà d elle cose; poicl1c casi oper abili di nefri te so110 sporadici , più ch e rari. Un 'aìtra riprova di quanto si afferma lo si h ,1 11cl fatto ch e una circolare inviata a tutlj i chirt1rghi ed urologhi ò 'Italia è rimasla quasi senza risposta I Un 'altra difficoltà ancora consi~te nell a classificazion e delle nefriti e n ella limitnzio11e st essa deJl 'ar gom ento . Tulti avran11 0 certo letto la ·stringata, p ersonale critica :lel correlatore prof. Silvestrini sulla classifirazione di Volhard , classjficazione nella quale og11uno ch e si occupi dell 'argomento, trova qualcosa 11on perfettamente corrispondente alla propri a es1Jcrienza. Tuttavia essa va per la maggiore e nelle c:ue linee generali, ·sch ematich e, può servire d.i guida. Seco11do tale classificazion e si distinguono dun.Q't1e le nefriti a seconda l 'elemento colpito , l 'esten~io11e rlcl i)rocesso, il decorso dell 'affezion e. Si h anno quindi le: Glomer11lo-nefriti che si su·d dividono i11 forme difh1se e forme locali , ambedue di origine infetti y rt. La ~lo1nerulo nPfri le iliffl1sa si presenta: 1) in

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forma acuta e }) U Ò d ecorrere o latente, o più di frequ e11te inanifest amente con i sintomi clas·sici da tu tli tog·11i Li. .Ede111i papillari, talora inalleolari , pallore, sta11ch ezza, vomiti , difficoltà respiratoria, cefalea, epistassi ; nelle urjne co1r1pare albumina in quantità modica , cilindri di og11i specie, leu cociti. Segu e il periodo di stato caratterizzato dalla triade: edemi, etnaluria, iperten sione; s tabilendosi i segni di una lieve insufficien za renale. Secon clo Volhard, alla base del processo s lar ebbe un angiospa·smo i cui effe tli se p ersister1li d eterminer ebbero il passaggio dalla natura funzio11alc dei disturbi alla forrria org·anica. La. gu arigjo11e avverrebbe nel 50 % dei casi secondo Volhard e Fahr. Ma questo dato è forte1nen1 e co nl eslato rin Chabanier e Lobo-Onell, i quali in base al loro inleressantissimo ·studio basato su biopsie avrebbero dimostrato ch e assai spesso, molto pil.1 sp es·so si pa sa nella forma cronica, forse di r egol a. 2) Nell :a] Ira forma, la cronica, delle glon1erulo n efriti diffu·se, si 'd istin g·u on o tre sottospecie: a) u11a forn1 a subacu la , in cui accanto a le~doni glomerulari (semilune) si osservano lesioni lievi interstiziali , e alterazioni a tipo cronico delle arterie. Clinicamente o in in1mediata vicinan za o dopo un periodo di quiete , co1l1pare e si sviluppa rél pidam ente quella forrrla clinica di scompen so r enale, ch e è per lo più un 'u.remia, a tipo digestivo , con esi Lo mortale; • b) neìla forma subcronica, ad evoluzione anch 'essa falale in 2-4 anni, definita come intracapillare, 1na non d a tutti interpr etata come tale, ol lre le lesioni glomerularj ed inter stiziali, arter iose, ·sono car att eristiche le lesioni dei tubuli, le cui cellule si caricano in lipoidi. Per questo con rag·ione si parl a di n efriti p iù nefrosi. Caratteri stici sono: poco spiccate l 'ipert ensione e l 'ematuria ; noi.cvole cilindruria ed albuminuria, l'edema . .Prog·n osi riservata; c) n ella forma cronica propriamente (letta o for1na vascolar e, si osser vano gravi lesioni anator11ìch e del glomerulo, fino alla su a scomparsa , dei va ·i con endo e ineso arterite; sclerosi del tessuto h1Lers tiziale. Cli11icam enlc la forma cronica prorn·jamente d etta sj può presentare o in forma assolut amente latente o latenle solo subbiettivamen te, ma traclita dall 'iperten sione e rlalla cl eficenza della funzione r e11ale. Pi1) spesso, però, la malai1i a viene rivelata da p ou ssées acule, che rj cordano a~sai da vicino Ja glomerulo-n efrite acuta, e dai i::intomi subbiettiyj ·a ell 'iperte11sione, oltre ch e dal pallore , e da Ile les ion] r e tiniche. Invece l 'edema è eccezio11ale. In qu alche caso 1a inalattia, in1ine si rivela con l 'em aturia. Accar1 lo a queste forme difh1se si a1nmetto110 delle forme denominate focali. Queste si distinguono per lre punti: 1) per il car attere delle lesioni, che so110 a tipo degenerativo e focale; 2) per la sintomatologin che comporta sol o l 'ematur ia; 3) p er l'andamento che è essenzialmen_ te orientato verso la guarigione. In queste forme si distingt10110 due tipi : la focale en1bolica, (trombosan te di Oberling) e la focale propriamente detta. La glom erulo-nefrite focale embolica si caratterizza per una n ecro·si a stampo ; clinicame11te per un'ematuria enza iperten ione od edemi , con albuminuria modesta ed alterazione variabile d ell 'atliY ità renale. TuttaYia la su a importanza , dato che .. i presenta cl! solito in un a e11docar'clite lenta. o si ns .. ocia ad una glo111 erulo-11efril e diffu .•1. è .. car~a.


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POLICLINICO »

La glomerulo-11efrite focale pro1)rja111enle detta i caratterizzerebbe secondo Volbard e Fal1r: 1) per la prevalenza clinica dell 'e111at~ria , enza edemi nè ipertensio11e, con integrità qua si con1pJeta della funzion e renale; 2) per le le-sioni degeiterative di anse, con lesio11i i11in ime, secondo Nicolich, delle cellule tubu]a.r i con emorragie so tto la capsula fibro a; 3) per la tendenza alla g·uarigione, anche do})O ricadute, tolto che si a il focolaio pri jnitivo. 1''1a ql16sla for111 a è cos) rara da esser cliscutibile, sec;ondo ChaJ)anier, al pu11.to ·eia esser mes a in duhbic' . Nei riguardi della i1 eirosi, caraLlerizzala clalle le. io11i tubulari, si di·sti11gt1ono le forme degenera t iYe e queJle i1ecro1ic11e. Le pri1ne le degenerative, gi presentano sotto ~or1r1a acuta e rappresentano in sostanza l 'albuminuria delle 1nalal1ic infettive, o sotto forma cronica, i1ella qt1ale alta degenc:razione jalina o albumi11oidea ·si sovrap1Jone una sovraccarica gra sosa, 1 acco1npagna un a a111ilosi. Corrispo11derebbe al] '(lntica i1efrite epiteliale, alla sindro1ne cloruremica cli Vi'dal. Ma secondo il conse11so dei più rappresenta110 una forma metabolica generale. Caratteristiche cliniche sono : edemi generalizzati, albuminuria imponente, presenza di corpuscoli birifrangenti nell 'uri11a, e importante concl11sione proguosticfl, è forn1a talora suscettibile di guarigione. Tipo delle nefrosi necrotiche che possono essere o tossiche o infettive, è. la nefrosi da sublimato, nella quale si osserva una 11ecrosi ed una desquamazione delle cellule epiteliali, con seg11i di flogosi del tessuto interstiziale. La caratteristica principale co11sis le nella ritenzione azolata con tutte le sue caratteristiche. Quando è colpito l 'elemento vascolare e pri111itivan1en ·te si parla di nefroangiosclerosi, a })l'Oposito delle quali si disting·uc una forma benig·na ed una maligna. Nella prin1a si può dire che la base a11<:tton1ica co11sista in una pro} iferazione connettivale ed una elastosi dell 'inti1n a e ch e clinica1nente si traduce con una iperte11sione. ~ l 'affe?.ione dell 'età adulLa, dopo la cinqùantin a. J.. a for1na invece maligr1a, cara t teristica dei giova11i, si caratterizza per u11a ipertrofia della muscolare, un 'j1}erplasia dell 'in tin1 a, fino all 'obliterazione del lume vasale, e }Jer la partecipazione al processo d egenerativo sia dei g·lomeruli che del les-suto inLerstiziale, cl1e dei tul)uli (necrosi, sclerosi, infiltrati). Clinicamente dopo un 'ipertensione, a tipo pallido, si manifestano i segni clinici della nefrite diffu a con inst1fficenza renale, azotemia alta, albu1ninu.ria. Convie11e dire che la distinzione fra questa fcrn1a e una glomerulo-nefrite dif:(usa cronica, è assai difficile, pcrchè il decorso è Yariabi le e qualcl1c elemento può n1ancare. Chabanier per la diag·11osi rlifferenziaJe, i11sisle su questo fatto: se le Ie·sioni sono diffuse, intense, t111a11imi , i ha a che fare co11 una lesione a tipo va .. colare. lnfiue 11ella forma di nefrite interstiziale focale i11feltiva non suppurala, ~i osservano focolai leucoGiluri del tessuto i11tersliziale, capaci di inglobare tut li gli elen1enl i 11obi1i d el rene, nccornpngnati talora <la edemi, che può, secondo Chabanier, esistere isolalo. e inanra si può <lire la sintomatologia clinica

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4ti.

è inuta, ·se esiste e(l è COSJ)ÌCuo si 'delern1j11<1110 alterazioni pii1 o i11e110 gravi della funzio11e re11nle fi110 all'anuria. Queste noLizie, questi schematici dati a11alo1uopalologici sono quelli che, se sviluppali, il cl1irurgo-urologo apprende ed osserva nelle 11efriti e nefrosi a carattere cc medico ». Poichè bisogna s11bito circoscrivere il tema da svolgere. 1 ·argo111ento del quale si tratta, è - per co11venzio11e lin1itato a qi1este lesioni, clte - com'è s tato detto - escludonc tutte quelle for1ne nelle quali predomina la suppurazione e cl1e rie11trano ~po11la11eame11Le ·sotto l 'egida del chirurgo. Sorge ora spontanea la ,101na11da: in J)ase a quali criteri può i11tervenire il chirurgo ? seguita dalle altre: quali interventi può egli eseg·t1ire ? 111 (fual modo può egli giu stificare scientificamente e praticamente il suo i11lervenlo P Quali so110 i risulta li pratici~ La prima doma11da coinvolge du11que la ql1estione della etiologia, poichè sareblJe sing·olare cl1e il chir11rgo si accingesse a curare solo 1'effetto di u11a cau a. l\1a molte volte l'argomento 11ociYo no11 è pit1 in alto e lutto l 'interesse terapeutico ... i concentra ·sul rene. Appare allora logico circoscriYere l 'azione su questo organo, e questa co11dotta appare tar1to più giustificata in quanto che i11 alcu1te cjrcostanze si tratta di agire su slali lra11sitori, ma perh.: olosi per la vita, di insufficienza. renale. Certo i1on si ricorre al chirurgo irnn1 ediatame11te: clopo le cure <iicjamo mediche, esj lo110 altri soccorsi dell'arte, come il cateterismo degli ureter i, il lavagg·io del bacinetto, l'irradiazio11e co11 i r ag·gi X, l 'anestesia alla J(appis, e Yia clicentlo, che non di rado, come l 'atte·stano i succe~ . . i contu11i cati , possono ottenere u11 111ag11ifico ri ull a Lo. ~Ia oltri casi no11 beneficiano <li queste ternpie. E allora i l)UÒ ricor.r ere all 'arte chirurgjca. Che cosa può fare il chirurgo, e quali i 11 I e rYc11ti sor10 a . ua di sposizione ? So110 diYer ~ i P Ji ricordiamo dicendo di og·nt1no brevemente il tHOdo di azione. La nefrectomia. Su questa operazione 111ulila11te c'è poco da aggiungere nei rig·uardi della tecnica. Solo c'è da osservare che essa è riserYata a quei casi nei ql1ali sono ~a11iti ogni e qualsiasi cura sia inedica che quella conservativa chirt1rgica (nefrolo111ia e scapsulamento). Ma l'aver tolto l1n rene ·sarebbe ancor poco se non si sapesse cl1e, c111alcl1e volta , il r e11e superstite può sang·ui11are a sua volta fino a deler111inare la perdita del nialato . Quindi la nefreclomia Yiene eseguita olo se vi si è costrelli da gravis ime ed infrenahiJi e1r1orragie unila lerali. Nefrotomia: la i1cfrotomia è un interve111o c he - co111e per la calcolosi· - così oggi è sen11)re pii1 abba11donata per la cura delle nefriti. Essa Yic11e da Lutti ·gli AA. giustificata nel sospetto di u11 tun1ore o di una tubercolosi, o di un calcolo. La <fi:;cu ssionc porterebbe troppo lontani, n1a - ~e è lecito all 'O. e primere un 'opi11ione personale in J)roposito - i risultati, sia della sua modesta es1)erj e n;ra che quella deriva.n te clal]a lettura cle]Je J)Ubblit;uzioni i11 pro1Josi to, con entono di con cludere rhc con i 111oderni metodi cii investigazione c]i11icn e di laboratorio, eseguiti mclodican1ent e. ques t(' illcertezze ·sono evenienze cl'eccezione. lnol tre, e ques to ap1)nre più grave, la 11 efrolornia 11on ri ~olve sen1pre l'angoscioso rlt1 bbio rlia-


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\LIII, N·ul\1. 46]

S E ZIONE PRATJ C.\

g·110:--lico da lln ]alo, e rischia - dall 'altro - dj inet tere rea1 1ncnle in pericolo la Yita del malato . E l'alea di questo pericolo dev'esser sempre tenuta presente! Quindi si può concludere ch e l 'incisione clel p ar en chj1na renale - sia da r esping·ere e n on altro - perchè insufficiente e perjcolot-a, ·sia a scopo diagnostico, che - come si dirà - J)er crucllo curativo. La n efrolisi: l ,a liber azione (lel rene dalle masse fjJ >ro:::e e cica l riziali fu propo·s ta e attuata da R0Ysi11 p-. Q·n es ta operazione f11 cseg·ujta so lo llOch e Yolie: ma fu poi associata ad altre operazionj , di solito lo scapsulan1en to. La nefrolisi è un 'oper azione che appare logica, ogni qual volta il rene ?: circo11dato da una ga11g·a "d i tessuto cicatriziale, m a essendo la propagazione rli un proce·aso svoltosi i1el r e11e, appare insufficente. Quindi anche questa è un 'operazione che se è logica come complemento, non soddisfa come intervento pre, o a sè, isol atamente. Scapsulamento: lo scap sulam ent o, l 'asporlazjo11e della capsula propria del rene, gode attualmen t e i più grandi favori , ed è l 'operazione maggiorruente p rati ca1a. Anche u ques to i11tervento c'è poco da aggiungere. Giunti sul r ene s'jncide long·i Ludinalmen le la cap·sula e la si as1Jorla o com })leta o se n e l ascia q1u alche lembo cla u sar si n eJJa J1efropess ia, o - ina questo è seg·t1ito da pocl1i Ja s'incide s0Ja111e11te per lung·o. Quas i sen1pre l 'as1Jortazion e vic11e eseguita completa. Eneryazione: L 'en ervazione consist e n ell 'as1Jort lltzione dei nervi dell 'ilo r enale. Questa è un 'op erazione rl.eli cata; i1on che sia difficile, m a presuppone il p erfe t lo dominio e controllo òe] campo O]Jer ativo. Ci ò n on è ·sem1)r c rflg·gjungibile e p er varie ragioni: una brevità anormale del peduncolo, la r e trDzio11e di questo, presen za cli grasso e di scl erosi peri -ilari , anomalie, deformazioni dell 'a1npolla pielica e del primo tratto d ell 'uretere. 111 secondo luogo 11on bisogna l edere i vasi ureterali , occorre evitare lacerazio11i anche ·a i piccole venule, ciò cl1e può p ortare fino alla sutura laterale della Ye11 a renale ; è necessarjo spostare i vasi, agire u lutte e due le facci e dell 'organo . Papin che l a propose associò ad es·sa cli sovente l:t p ep ia, di guisa ch e ri st1lta difficile decid ere a ch e cosa po ~sa ascriversi il su ccesso terape11lico. Ecl infine ·ien e sempre ricordato , come un m onito certosino, cl1e Sères, dopo 11na doppi n ener ,·azione bilaterale, p erde tte 011 s110 rnala to per in·~ ufficen za rena1e. Decorticazione dell 'arleria. Ancor a più delicata è la decorticazione dell'arteria , ver a e propria si1npat ectomia p eriarteriosa. Que..,t a operazior1e - com e il R. ebbe a per, uar1er sene - è un intervento assai delicato, r eso opratutto tale i)er l 'incubo costante ch e sovrast a il ch irur g·o, e cioè ch e una piccol a l esio11e della parete vasale può aYere con seguenze sproporzio11a te all'entità cl ell 'at to 01)erati,-o ! Nè i pericolj sono t er111inati al termine dell 'operazione, in quanto ch e t1na trombosi può istallaf'.~i second arjan1enle. Per questo rag·].oni appare pienamente g·ius lifirat a la prO})O la di P aY011e (jt111ior), il qvale alla decorticazione ana lonlica, per così dire dell 'arteria, ha sostitl1ita quella fisiologica, ossia chimica. alla Baylis-DopJ)ler. Si pennella con acido fenico al 5 % il p eduncolo vasale accuratan1en le preJ)ttr <1lo. Qu est a i)ratica non e c1l1de il riprislino della C'('l1<ll1zione del le Yie nervose. ed è a .. sai sen1plice.

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Ques to 111elodo ch e è d es tin alo - sia detto fra p arentisi - aJJa c ura delle coside tte nefriti dolorose - è st ato seguito cla parecchi (Sorrentino), ma noi non abbiamo etiJJerienza in proposito. Sempre allo stesso scopo (cura delle nefralgie e1Daturiche e dolorose) e ia per evitare un atto operativo, che comporta co1nc qualunque altro i suoi rischi, il P avo11e ha proposto le iniezioni n e u.rolitiche paravertebrali dall a X {lorsale alla I 1ombare. Diversa da questa tecnica , ch e è sul limite merl] co-chirurg·o, è l a J>roposta, dal Pieri attuata della sezjone 'd ei rami comt111icanti, corrispondenti alla r aclice cle1J a Xll dorsale e delle pri1ne due lombari. Di ques le due ullim e tecni ch e il R. n on possiede esperier1ze. Giova ricorcl are J)er ò che sono interventi dirett j alla cura di indromi dolorose più che infiammatorie. Premessi questi breYi ricordi di tecnica operaf jya, sorge ·spontanea la doma11da : quale operazione di quelle elencate è a 'd isposizione del chiru.r go, possono esser e eseguite, e in b ase a quale riflessione teorica scientifica ? Passandole rapidamente in rassegna è certo ch e la nefrecto1nia non appare l 'intervento i_deale di cura. R g-ià stato detto ch e l'asportazione del r en e non solo non conviene come terapia, ma non garan ti·sce neai1che l a guarigione. La nefrotomia ha goduto per il passato una grande p opolarità: si può dire ch e tale intervento detern1inò con Harrison, l 'inizio del movimento terapeutico. Si sa, e non è qui il luogo di insistervi, ch e Harrison pensava che le manifestazioni cliniche d ella nefrite fossero dovute alla. compressiO.J1e del paren chima per opera della sua capsula. Ecco l'origine della famo..,a frase : il glau coma r e11ale. 11 Pous·son cui dobbj arn o uno dei l avori fondamentali sull 'argomento, praticava la nefrotomia larga, con l 'intento di r egolare la circolazione renal e, d econ gestionando il parenchima, decomprime11clo i filuzzi nervosi . ])ou on p arlava anche di u11 salasso renale, e d.i una fel jce ri})er cu ss ion e sul circolo generale. l\[a purtroppo - con1 e si è detto - la. nefroton1j a è spesso seguita d a cn1 aturie serondarje, o mortali addirittura, o lali da esiger e t1na nefrectomia secondaria ·s empre p ericolosa. Pe r questo trovò m ag·giore con sen so e maggiore (:1jffusion e la proposta cl ello scap sulam ento. Non si t1 attò più di decomprim er e il rene, ma di creare r1 t10Ye Yie Yasa]i in modo d a migliorar e il metabolismo d el rene; o secondo altri di aprire nuove ,·ie Jinfat ich e (Sippel), o di provvedere allo svelename11lo di sostanze tossich e (Rovsing). A qlte la teoria a fond amento essen zialmente meccanico, se n e conlrapposero poi delle altre ch e con cepirono lo scapsulan1enlo con un m eccanismo rliffere11te. Kum n1el 11rnsava difatti cl1e s.i venisse a de lern1i11 are una sezio11e dei nervi vasocostrittori e S Lropeni perfezionò 1a t eoria sostenen'd o ch e l o scap su lamento condnce ad un m aggior riempi111 c11 lo dei vasi venosi e ad una diminuzione rlelJa r e-sisten za circolatoria , ciò che. fu dimostrato cla ' ' aldoni col riempimento dei vasi con sostanze OJ)ach e ~i raggi X. 1\11cor a più precisa è la teoria di Cholzoff, secondo il quale la capsula ha una funzione addirittura regolat r ice del circolo. Egli dice che se si dis te11de _la capsu la, per 11na ragione qualunque entrano in giuoco dei rifl e~ ~ i Yasocostrittori ch e riducono l 'affiusso sana11ia no n el rene . ..


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Togìiendo la cap·sula si abolisce il reflusso, si abolisce l'ischemia, si favorisce il metabolismo. Tutte queste ipotesi suscitarono volta a volta il desiderio di un coP..trollo e òj una conferma mediante l 'esperin1e11t.) cuj fu chiesto la .risoluzio11e di 3 quesiti fondamentali: l ) rigenerélzione della ca psula ; 2') possibilità di una ncofo r111azione vascolare; 3) effetti dello scapsulame11to sul par ench i rn a r e11ale. 111 realtà lo studio della rig·enerazio11e della CUJ)Sula renale 'd iede luogo a discussione animata e pa ssionale, sopratutto da parte di coloro che sostenevano l 'opportunità di praticare piuttosto la r1 t:·frotomia (Pausson) che lo scapsulamento. Non si ha veramente idea del nurr1ero di sperimentatori che circa trenta an11i fa si occuparono co11 questo argomento. Sembrava che la capsula non ·si dovesse più formare, una volta asportata . Invece, con costanza esasperante si vide ch e dopo poche settimane la capsu la era di nuovo a.I suo posto e più spessa di prima. Si cercò di evitarne la sua ricomparsa con ogni artificio di tecnica, ingegnosi s imi alcuni, e ai quali sono legati nomi di tanti italiani (Taddei, Parlavecchio, Anzilotti, Ceccherelli e via dicendo), ma inutilmente. La cap sula ·si rifor1nava sempre. Ma in fondo la presenza di una nuova capsula non poteva an cora esclud er e la n eo.formazione vascùlare o linfatica, ed allora la ricer ca, ben più importante, si rivolse allo stl1dio, se con lo scapsulamento si ottenessero nuove vie vasali. E anche a questo riguardo gli sperimentatori sono numerosi'ssimi, i risultati contradittori, ma la conclusio11 e critica porta ad arnmett ere che 1'importanza di questa neofor111azione vasale è assai mode t a, e comunque, assolutamente insufficente per 111antener e, ii1 vita da sola il r ei1 e. Ma se si ammette che l 'efficacia dello scapsulame11lo 11on si limiti ad una modifi cazione della parte periferica, be11sì che agisca su tutto l 'organo, appare si11golare come n on ·sia consider ato l 'elen1ento 11ervoso della capsula. La capsula aspor· tata con ler1eva certo 'd ei nervi. E questi sono stati tolti i11sieme con essa. La riuova capsula contiene llervi ~ Quest o ci appare il punto cruciale della qrestior1c che non è st ata ancora sufficen lemente con siderato, e sul quale, pr1ma ancora ch e sian pubblicati gli esperimenti che un .no·stro assistente sta eseguendo , i risultati inducono ad una con clu sione negaliva . Ma in definitiva importa \'edere quali siano gli effetti biologici sul paren· chima renale. i\nche a qttesto riguardo si è molto ricerca to t s tudialo : in conclusio11e ed in poch e parole si può dire con Stropeni ch e il circolo migliora, il rnetabolismo si riattiva, e la resistenza contro l 'azione dei germi aumenta. Ora tutti questi risultati ch e si riflettono favorevolmente ·sulla funzione r enale, anche e malgrado qualche voce discorde, sono dovute, e l 'O. è di questo parer e, all'efficacia della simpatecton1ia così come si verifica, per lo st esso principio, in altri organi. La nefrolisi , ossia la liberazione del r en e più ch e clalle aderenze, dalla massa sclerofibrolipomatosa, praticata da Rovsing, è un 'operazione eh~ osere1no dire ha fatto il -su o tempo. Essa era poi rliret ta ro11 tro i dolori più ch e contro la vera e propria n efrite. ull 'en ervazione del rene è già stato . espresso u 11 giudizio. Si tratta di un laYoro delicat o desti11a to anch ·esso alla sop1Jres ione del clolore, alla

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cui a delle piccole idronefrosi l)iù che a quelle <lelle nefriti. Comunque gli s tudi sperimentali (Belido-,-itali) starebbero a dimostrare che la enervazione i1oi1 ri1rtarrebbe senza effetto sul parenchima r enale. so1.;r atutto perchè parrebbe che andas·se perduta Ja ca1>acità di far fronte ad un eccesso di laYoro (Kocn11eke). La diu1 inuzione della capacità fu11zionale sarebbt! anche dovuta proprio alla sezio11e dei nervi perchè secondo Dogliotti e Maira110. es~i han110 azione vaso-dilatatrice. La simpatectomia periarteriosa, invece, avre])be al contrario u11 'azio,n e antagonista alla precedente, ossia una vasodilataz1one, ma sperimenta.lme11te (Keller-Post, Cald,;vell, Pezcoller e via 'dicendo) le conclusioni non son o favorevoli alla ·su a applicazione r1elle nefriti . Diciamo sperimentalmente perch è i11 pratica, che l 'O. sappia, non ha aYufo applicazioni. Circa la simpaticolisi chim ica del pecluncolo, le iniezioni i1eurolitiche paraYertebrali, la ra111isezione, la carsa esperien za ch e i1e abhjamo, n oJ1 co11sc11 le ancora iina critica definitiva. Quale fntervento è st ato praticato e quali so110 i risullati otlenuti n elle diverse forme delle n efriti P Cominciamo dalle glom erulo-nefriti acute . Se si a1n111ette con Voll1ard ch e a base di questo ])fOcesso stia t1na vasocostrizione, la quale a lungo and~re rletern1inerebbe dell e alterazioni non più funzionali, ma org·aniche , in nessun caso sarebbe rr1ag·giormente indicato lo scapsulamento. E difatti c~è qualche caso n ell a letteratura cli glo1nerulonefrite acuta guarita con lo scapsulamento. ~In gli è ch e a m eno che non si profili minacciosa una oligo o anuria, o un 'uremia, n è 1nedico, n è m alato co11scntono, specie in condizioni precarie, u11 'operazio11e. D'altra p arte se è vero che anche nel ~ i­ Jenzio sintomatico più assoluto, il processo può continuare, è vero anche che può guarire spontaneamente. Nè la poca espPrienza clinica ci gar antisce sull'esito lontano 'd i tale procedura operativa. Ecco perchè l 'esperienza sulla glomerulo-nefrite è real1ne::.1te scarsa, e n on solo con lo scapsulamento, ma anch e con le altre modalità operatorie. Maggiore è il numero degli interventi nelle nefriti subacute e croniche prese globalmente. Ad essi si rian11odano i nomi di Ha.r ri·son , Edebonls, Pousson, Israel. Il nu1nero dei casi operati è certamente rilevante, ma quanti di essi ai fini di una critica seren a sia pure, ma severa e sen za indulgente, sono inuliJizza})ili I ~ que~ta conclusion e è già vecchia, data da vari lustri, i11a non è stat a più cambiata. Essa clel resto appare n.aturale. Se ci rifacciamo per un istante alla lesione che sono alla base delle nefriti , possian10 facil111ente comprendere le ragioni dell 'i~succe~so: Tutt'al più nella p,i ù favorevol e delle ipotesi s1 puè1 ammetter e ch e il processo si arresti. Ma anche su questo punto l 'e·same 'd ei risultati non è favorevole. Se11za conta.re ch e la disamina è resa quanto rnai ardu a per la incompletezza dei dati, e ~opra: tutto per la ineguaglianza dei c~iteri. s~condo I quali si giudica esser si prese11tato 11 m1gl1oran1en. . . to o raggiunta la guarigion e. In molti casi di Pousson si parla di gu ar1g1011e: in 12 casi, ad esempio, di n efriti distopiche . . o--sia da rene mobile. Ma r ene moble, qualche l1e' P sofferenza renale per l 'ect apia, non giu·stific~ r


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tanto meno aulorizza la diagnosi di nefrite. Del resto l'entusiasmo suscitato dalle pubblicazioni dei sopracitati autori, andò man mano scemando fino a cadere quasi nel dimenticatoio. Qualche ci.fra e non solo dei successi, discutibili, i11a anche delle m orti sian operatorie che di quelle a breve scadenza di nefrite. Citiamo la statistica di Pous·son. In essa sono distinti i risultati immediati, mecli[•ti e lontani. Si tratta di 55 casi. Un'altra critica serena, serrata a proposito dei risultati degli interventi nelle nefriti croniche, si può legger e in lsrael , il quale si occupò, : suo tempo, lungamente, clell 'argomento. Rip.!·.;;: 1d1· : •do così, ad esempio, la statistica di Edebohìs pul·:.aica.ta nel 1905, r icca di 102 malati, si vede come (·~tro j] primn mese 10 malati morissero in segui LCJ a l! 'i Hl erYenlo e 39 per nefrite . Detraendo a l lri 3 1 ualn ti !)Crduti di vista, d ei restanti 50 , sei mi glioraro110 modica.r nente, 11 notevoimente, 33 g11arirono perfe ttan1ente. Qu esto risultato sarebbe sta Lo eccellente, se non fosse stato su·scettj bi]e di una. ulteriore critica. Difatti prendendo la su ccessiva pubblicazione di E·d ebobls, limitata a 71 malati, si vede come di coloro ch e YeniYano definitì guariti o praticamente guariti, erano 16. Ma di quesli 6 er ano nefriti i1ettan1ente unilaterali, ossia. tali da non rientrare 11el inorbo di Bright. Ciò non ostante si trattere]Jbe di un a percentuale clel 15,38 %, assai elevata se si pcn·sa alla gravità della malattia . Lo stesso Isr ael su 20 ca\Si non ebbe un solo successo, n1.a 1 morto. E così Elliot che nella su a statistica di 76 casi i1on poteva riferire un solo caso di guarigione duratura, riprendendo in esame la ·statistica di Guiteras costi tl1ita di 120 casi raccolti nellai letteratura americana , con il 16 % di gu arigioni, dichiarftva che t ale cifra non poteva esser accettata senz'altro per la in certezza di alcune. "diagnosi e per la imprecisione dei r isultati. Poi si conobber o ancora meglio le cifre della mortalità. Guitera i:iCCusò una mortalità im1nediata e m edia ta d el 33 %; Elliot del 47,4 %; Edebohls del 49 %. Questo spiega come l 'intervento i1elle nefriti cron ir J1e sia stato aibbandonato e come seppure tentate non sia stato più oggetto nè di pubblicazioni nè di r accomandazioni, che a·ssai di rado. La con~ statazione della modestia 'd ei risultati, il rischio operatorio, la rilultanza dei inalati a sottoporsi arl un intervento senza un disturbo grave che ve li costri11 ga, rende facilmente ragion e d ella scarsezza dei casi opera li. Il R. ste·sso non potè osservare cl1e un caso di i1efrite cronica. n ella quale l 'inter Yento - com 'è scritto n ella storia riportata - non fu ·s eguito ch e eia un modestissimo successo. E veniamo agli interventi r1elle m anifestazioni acute clelle nefriti croniche. Mentre l ·intervento, n·elle sue varie forme, è quasi unanimamente condannato come cura delle nefriti, sia110 acute che croniche, esso è stato invece variamente sollecitato nelle complicazioni; I.Lell 'oliguria d a un lato, n ell 'uremia dall 'altro. Ma interessante è riportare alcune cifre del lavoro di Pou sson nel quale, ben ch è di data affa.tto r ecente, ·si trovan o dati esatti ed in1portanti. Pousso11 ha potuto riassumere la storia di ben 153 malati, operati da diversi AA. , e sottoporli ad una rivista critica, e analizzarne i risultati immediati, 111ediati , lontani .

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Risulta:ii immediati : su 153 operati dai Yari o per~ tori, 56 sono morti in uno spazio di 2Q giorni, ciò che fa una mortalità globale del 23,53 %. Non tutti gli insuccessi sono da riferirsi all 'atto operatorio in sè. Se ne possono i·stituire 3 gruppi : 1) morti entro i primi 5 giorni: 21 (1 sin cope, 1 eden1a polmonare), 1 porpora, 4 morti improvvise, 4 indebolimento ·progressivo, 6 uremia, 6 anuria). Come si vede solo 14 decessi possono venir riferiti all 'intervento. Ciò fa 'd iscendere la morta..-1ità operativa al 9,2 %; 2) 111o rti fra 5-10 giorni dall 'intervento: 9. Delratti da 153 i precedenti , r im angono 137, quindi inortalità 3 ·3 ; 3) n1orti fra i 10-20 gioru i d al l 'i11 ter Ye11to: G = 0,81 %. In compiesso dei 3 gruppi : 13 %. Risultati mediati: Si tratta di 24 malati i)erduti di vista o morti entro 3 mesi . Sono 8 morti, dei quali nes·suno può esser imputato all 'atto oper ativo. 3 di essi no na-vevano riportato nessun beneficio, m a 5 sì.. Negli altri 16 seguitj non oltre 3 inesi, fu osservato 2 volte un notevolissimo mig·lioramento, in 5 un gran miglioramento, in 3 mig1iora1nento, in 2 lieve miglioramento, in · 4 n essu11 iniglioramento. Risultati lontani: 92 casi dj malati sopraYYi ssuti oltre 3 m esi dall'intervento : di gue·sti 25 morirono uJteriorme11te, mentre 67 erano ancor vivi al momento della pubblicazione d ella loro osservazione. Intanto dei 25 decessi : 8 avevano ri sentito un gran beneficio dell 'intervento; 11 uno notevole; 3 un lieve; in 3 mancò qualsiasi beneficio . In con1plesso si può dire ancor a ch e d ei 63 YiYenti uno dopo aver migliorato era stato ripreso dai suoi disturbi ; 6 non parevano affatto mjgliorati ; 3 erano migliorati leggermente ; 15 migliorati decisame11te; 23 assai migliorati; 11 migliorati moltiss1no; 8 parevano guariti. In con clusion e di 153 nlalati, 8 parevano, ma forse non erano guariti. Dati più recenti tratti dalla letteratura: concludono egualmente per una somma di risultati rliscutibili. Nefrosi. Si tratta per lo più di n efrosi n ecrotiche da sublimato, ingerito a scopo suicida. Si è quasi sempre tentato lo scapsulamento, per lo più seguito dal più completo insuccesso (tra gli altri jl caso personale di scapsulamento bi1aterale). Tuttavia qualche ·sopravivvenza è st ata segnalata (Luxe1nbourg, Solowiev, Molina ed altri). La causa dell'insuccesso è duplice: da u n lato la compressione derivante dalla dissociazione delle ce1lule epiteliali dei canalicoli contorti che bloccnno la secrezione e la escrezione : dall 'altra l 'inu tilità di un intervento che agisce sui vasi i quali non sono coinvolti nel processo morboso. Oggi si tende a provvedere con successo con la terapia m edica (somministrazione ad alte dosi di cloruro 'd i sodio per varie vie). Nella nefrosi di altra natura, 1egata più ad una affezione a carattere gen erale, l 'intervento non è stato seguito ch e sporadicamente (Oehlecker), e talora con successo. ma nessun AA. lo consiglia se non come tentativo . Nelle n efroangiosclerosi, e n elle forme interstiziali, tutti son d'accordo sulla astension e operatoria. Nefriti ernaturiche. Appare quanto mai desiderabile un chiarimento definitivo sul con cetto di nefrite ematurica, della quale, tanto si parla. Possiamo domandarci : esiste questa nefrite e111al urica e da quali lesioni è rappresentata? Quale il logico interYento, e qt1a] i i risultati ~


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Per i1efrili e1naluricl1e si inlendo110 quelle for111c di e1naturia, dolorosa o no, che ·si presentano in reni nei quali non si riesce a trovare una causa ufiicente a spiegarla. Il nun1ero di queste forme si va sen1pre più t:t sso Llig·lia11d o. t certo che il rene sanguina con facilità, e vi è una folla j11numerevole di affezioni, siano di indole i1teùi ca che chirurgica, capaci di provocare e111aluric. Ma e111aluria n on vuol dire - naluralme11le nefrite en u1 lurica. Difatti si assiste ad uno spo: Lan1ento sempre più accentuato della ·sindrome verso il sinlon1a. Innanzi tutto è ormai dimostrato a sufficenza che assai di sovente la lesione causa <leJl'e1naturia esiste, ma è taln1ente limitata che . . fugge facilrnente . .Si possono enumerare almeno 2 dozzine di ques t e cau se addirittura macroscopiche. ì\Ia più spe'Sso si tra Lta di nefrite parcellare. Rimangono Lu ttavia alcuni casi nei quali non si trova se r:ion la presenza in atto o pregressa di u11a emorragia, o addirittura nulJa. Queste ultime forme si presentano facilmente i11 individui con alterazione della colonna verte])rale. Queste sarebbero (Nuvoli-Impio1nbato), la <;p ia (li lesio11i 11ervose. Sul i11eccanismo di azione (li queste ultime h an110 l)Ortato luce le ricerche di Fuchs, secondo il quale a fondamento dell 'ematu.r ia starebbe e una Ie·sione dell '~ng·olo calico-papillare e una disci11esia <lelle vie urinarie superiori. Il disordine n ell 'espt1lsione dell 'urina condurrebbe facilm ente a distensioni in1provvise della pelvi (vere e proprie crisi di idronefrosi intermittente) e consecutiva lacerazione dell'angolo colico-papillare. Vero è che in Yicina11za di esse rolture esistono focolai infiarnmalori, ma Fuchs pensa che siano quasi sempre seco11dari . l\Ia l 'i1111)orlanza dell 'infezione è ·stata, secondo noi sottovalutata, e perciò pensiamo cl1e le ricerche di Jura ~ull 'ematuria, nella colibacillosi ~ jano assai interessanti. · Qualche volta, quando i1on si è trovata la causa dell'ematuria (casi che Pi sani vorrebbe radiati ·d al novero delle nefriti ie111aluricl1e e considerati come errori dì diagnosi) J1on è stato fa Lto l 'esame culturale. Invece pas-sa t a la fase più drammatica, arssai spesso si trov;,ino e pus e germi nelle urine. In 3 casi osserYu ti ulti111amente dall 'O. e che sarebbero dovuti rientrare nelle forme di nefrite ematurica (dei quali, 1 11efrectomizzato, 1 scapsulato e 1 rimasto ~ cnza cura chirurgica), trovò sempre dei germi. Studi ulteriori confermeranno e delucidera11no 111eg·lio fino a qual punto possa essere invocato i1ella patogenesi dell'ematuria, il fenomeno a carattere anafilal lico di Sanarelli-Schwarzmann. Comunque rimane dimostrato che reni d 'aspetto integro pos·sono sanguinare al punto da mettere in pericolo la Yila del paziente. La terapia è naturalmente medica dapprima, e poi chirurgica. Questa si compendia nello scapsula1ne11to, che vanta ottimi successi, concesso che non vi sian o « foci » dai quali si possono partire dell e scariche di germi . Solo eccezionalmente si praticherà la ectomia, poichè essa non mette al riparo di recidive dall 'altro lato, talora mortali. ul modo di azione dello scapsulamento sono .. la le emesse varie teorie: si può ritenere esatta quella secondo la quale lo scapsulamento equivarrPbbe ad una simpatectomia . Si viene così a stallilirc una vasodilatazione, una migliorata irror azione parenchimatosa, una maggiore resistenza

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cellulare agli agenli infettivi, un migli orato metabolismo org·anico. D'altra parte non c'è dubbio che si venga110 ad aprjre n]111eno lemporaneamente delle vie linfatiche e qui11di ad accrescere, ·sia i)ur temporanea1nente, le capacità di difesa del rene, per il riassorbiinento rapido di prodotti tosso-infettivi. Rimangono infine da co11siderare le nefritj dolorose. Di solito si accompagnano ad ematuria, n1a possono esistere anche isolate. Da quanto si legge nel1a letteratura e da quanto ri sulta dalJ 'esperienza personale (12 casi ecliti e 3 inediti), ·si ha la convinzione (prove culturali positive) che a base di queste for1r1e siano l e infezioni e le infiam1na.zioni della capsula propria . Difatti no11 di rado si trovano in questa ultima delle note flogistiche evidenti (infiltrati, e111orragie, ispessimenti , cicatrici, aderen ze con il tessuto renale sottostante). Lo scapsulamento trova la sua piena giustificazio11e : l 'esito i11 guarigione ne è la prova più ·suade11te. (Con.tinua) . A. Pozzi. Per tutti I medici condotti : Prof. ERMANNO MJNCAZZINI Primario Urologo negli Ospedali Riuniti di Ron1a Docente di Clinica delle Malattie delle vie urinarie nella R. Università di Roma

UROLOGIA

PRATICA

E SCHEMI DI TERAPIA Compendio ad uso de.i m edici

P1·efazione del prof. Roberto Alessandri. Riportiamo il giudizio espresso su questo libro del Mingazzini. dall'insigne urologo prof. CARMBLO BRUNI den·unive rsità di N apoli: « L '« Urologia Pratica » del prof. Ming~ini che l'editore Pozzi ha stampato in veste elegante, viene in bue>n punto perchè t-roppo pochi sono i libri sul genere in Italia. Essa viene con la prefazione di Roberto Alessandri, viatico sicu-ro perchè al libYo non manchi il successo. « Scorrendo solamente l'indice, apparirà al lettore L'imporlanta dell'opera, non solo utile ma necessaria al medico ed allo spe cialista urologo ed ove l' A. ha saputo profonde,·e l'esperienza acquistata nella bYanca che coltiva da anni con intelletto d'amore. « In questo libro vi è tutto ciò che tocca all' U1·ologia mockr; na, dallo strumentario alla tecnica del cateterismo, bene spesso male cone>sciuta, alla dmnfetione degli strumenti, alla lubrifica.. zione, all'anestesia, e infine a' med;cinali d'uso corrente. « Un capitolo è dedicat' all'esame sommario delle orine, esame che Guyon imponeva df conoscere a' suoi allievi: « Tutta la patologia dell'apparecchio urinario è trattata in breve ma chiara sintesi, con mano maestYa. « Brevi cenni di anatomia e d'anatomia patologica precedono la descrizione delle differenti affetioni, che sono passate successivamente in rivista dall'uretra alla pyostata, dalla vescica a' 1

Y.ef! J..

" Un riassunto clinico di ciascun male illumina la dia· gnosi, n•cntrc una larga parte bene in1portante è riser· vata alla cura. « L' Urologo

vi troverà un ccipitolo sulla cistoscopia, ove bel

lissime · figure a colon illustrano gli aspetti cistoscopici eh~ più spesso s'incontrano. Infine gli ultimi progressi della ra·

diologia applicata alla diagnosi ed alla terapia delle malattie urinarie vi sono esposti con tutti i dettagli desiderabili. « Nella 3• parte del libro notevoli sono gli « schemi di te. rapia 11 mercè i quali il medico in ogni evenienza d'ur· genza potrà trovare la linea di condotta da seguire. è un lavoro che fa onore, si può b~ dire, alla scuola chirurgica IU Roma e ogni medico ed urolo· « L'<< Urologia Pratica »

go dovrà averlo nella sua biblioteca

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SEZIONE PRATICA

:2'091

APPUNTI . PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA.

Ematuria familiare essenziale.

Disturbi psichici nell'ipertensione.

V. ~lun1 (l'tl.edJizin. Kl1iriik, 1± sett. 1936) ri porta 11 caso d1 un.a donna di 30 a1111i con en1at11ria inlern1ittente, ch e ve11iva curata con u11a certa effica cia n1edia11te le appl icazioni di freddo , la di.atern1ia, vari ri111edi ecc. Si n1anifesL? poi' in 111odo i1npo11ente, p er la durata d'i se~t,1n1a~1 e, . co1 n eliminazione di coaguli ; g li esami. fat_t1 d1mostraro110 1'integrità d ell 'apparato ur1nar10. L' A. eseguì I.a d ecap ulazio11e clel re11e con spennellature d ell 'art·eria r e11ale inedia11te isofé11.a l. Guarigione p er prin1a; ... co111par sa d el! ' ematuria (da 3 a nni). Dall-'anamn esi familiare ri ulta cl1e la madre aveva soffe rto di g·ravi epi ta ... i per cui do,·ett e più volte venire tamponata; uno d ei fratelli ebb e pure freque11ti ematurie, ch e scomparvero clopo ch e il r en·e venne d ecap s ulato p er la seco11da volta . In un .altro caso i)ubb·l icato da K. Gotsch sullo s Lesso p eriodico (1932 , 11 . 5) i lrattaYa d i un u o1110 di 53 anni ch e a11dava soggetto a frequenti e m aturie ; la nefrot on1i a dimostrò ch e 11 on vi ·erano alter azioni r en.ali di sorta (nen1n:ten o isto logich e) . Ebb€ poi an ch e emorragie ir1testinali (feci picee). Organi t oracici ed addon1i11ali sani ; ter11pi di ... an gui11a m e11to e d i coagulazione norma li ; pia... lrine 280.000. PreSE'nza di a n giectasie alle a u an cie ed al torace. Il p.azicnte, da ragazzo , aveva sofferto di gravi ep ist assi a c ui a11davano oggetti 4 frat elli ed 11na fig lia. Il complesso d ei fen on1e11i ed il decor o b enigno d epongon o p er la diagnosi di 111a la Llia di O ler (t eleang·ect a ia emorragica ereditaria). In questi casi , i11 r 11i è d a esclud,er si l 'e1110fì.Jia (te111po di coagul azione n ormale) si 11uò. p en sare ad una d eficie11za va ale co tituziona)e, irt cui l 'er edita rie tà colpi sce e1rlrambi i sessi . I ,e dilatazioni vasali si o servano g·e11er.aJmen te a lle g ua11cie ed al setto na sale, nia 11osso110 .a versi anch e in altri or ga11i: i11t estin o, vie r e~piratorie ed urina rie; per quesl 'ulti111a forrna 7' i è i)atlato di « epis la .. i r enale ». fil.

..E .. l~ u L~111a1111 (P!·oc. R. Soc. m ed . , sett. 1936) r 1fer1sce il caso d1 un uo1110 di 58' an11i ricoveralo l)i ù volte per forn1 e maniach e (~ccita111011 Lo r elig ioso, identificazio11e co 11 il Messia, ecc.). Venn.e a111111esso in os1)ed a ]e p er r h è s i l a111e11~ava d ' in ~on!lia e t e1neva il rip·e ler i di accessi an alog-111 a1 p r ecedenti. Nulla d a rilevare all 'e . . an1e psicl1ico e fi ~ i co sa lvo u11a pressione di 160/ 90. Per p iù di selt i111an e rimase in ospedale ·e d era orn1ai convinto c h e l ' acce ~ so non si sarebbe più ri1)rese11tato ; 111a .all a quarta ettin1ana i vi]uppò uno stato euforico, con identifi cazion e co11 il l\Ie..,sia; durò per 4: nìesi , dopo di cl1e a11 dò g radata111 e11te comparendo fi110 a lasciare u11 0 stato 11orrnale. Raggiunto lo stato di e4 uj li b·r io i11entale, la pre""' ion e ris ultò fra 120/70 e 106/7 ±. L 'A. a llribui ce i fatti p icl1ici al] o ·lato i1)erten ·ivo. Con1 e co11tro1)r ova , cita il ratto ch e la son1mi11is lrazione di b·enzedri11a (una sosta n za iperte11siva a11 aloga all 'efedrina ed all 'adrertali11a) d etermi11a a dosi basse uno -iato di eccita111ento }) icl1ico. fìl.

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Indagini sulla prognosi della sifilide con speciale riguardo alla recidiva nel cervello e nel iuidollo spinale. Seco11do J. Strandl)erg (Acta derm1J.to-ve1iereon.' 11. 4, 1936) l 'indagine sulla pro·g no i d ella si filide può seguire due vie : o quella di rintracciare alla distanza di molti anni tutti g li ir1dividui c urati in un ospedale od ambulatorio, 01)pur e di raccoglier·e un forte numero di an1n1alati con feno111eni n ervosi e di d etern1ina re quanti di essi erano stati c urat i razionalmente o irrazio11alme11Le. La pirir1ta v ja dà scar so a ffi damento , perch è molti anìmal ati sfuggo110 al controllo su ccessivo e qu·e sto fal serebbe i ri sultuti: 1'A. h a p erc iò adottato la secon da ·via, raccogli.endo 461 ca i di sifilide tardiva d el sis tema nervoso . Di questi , 132 presentavano sifilide cer ebro- pi11ale, 211 d en1enza paralitica , 75 tabe dorsale e -!3 Labo-paralisi. Di que t i casi , circa il 56 % non era110 st ati 111ai c urati o cura ti solo all 'ap parire d ei intorni n ervo i , il 40 % e rano LaLi curati i11 n1od o in uffir ie11te, n1e·n tre il 4 % era rappresentato da e.a i ch e fino dall'inizio €ran o stati curati in ni odo razio11ale e co111pleto. I ~ ifili tic i curati razion al1nente ·e tempe tivan1 ente dà11no quindi "OJo t1na d ebole })erce11tu.a le di affezioni nervose tardive ( 4 %) : per i)r evenire an ch e que ti ca~ i è op1)ortt1110 contro1lare la avvenuta g u ari g ione c011 l '.e a 1ne d el liquor e, quando i risu]tat i non son o del tutto oddisfacenti i tituire , e11za indug i una \.. ura 111alarica. R. P o LLTTZER. 1

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1

1

Il trattamento della pielite. 11. Il ubrilius (Lll ediz. l(lini/1·, 11 se lt . 1936} dà le segue11ti d iretti' e: F o rn~e acute. Ri110 o i11 lett o. a111)licazio ui di caldo ulla r egio11c re11 a le tlole11te , .abbo11(Lu1li ])e\ a11de. l.011 Lro il tloJo re : })ell ado1111a iu UJJ JJO ite ri, paJ-"aYerina, i10 ' a lg i11a. ~~e ll e f'orn1e da co.Ji, clis leri e j)Urga nti :'alini C:o111 e 1nedica111 e11 li: l Trotro1)ina a na cu. :30 Salol r\ cido ca nfo ri co 50 1

<..

In gen eral e, i)erò, ·i ricorr erà all 'i11lrotlu zio11e i1er Yia e11d0Yen o:'a d ell 'urolrO])in n e.la ::;ola o co11 caffei11a ed acido sali "'i]i ro (c •yc ]o-


2092

C<

TL POLICI.. IN ICO >>

1ropina) , o c.o!1 ac ~do can.foralo (anfo tropina); se non e ut1l1zzab1Je la via endover10 a introdurre i n1edi ca111enti per quella endo111u co1ar·e. Nell e infezioni da cocchi , 1'A. ha trovato 1 11o~t o. utili le iniezioni endove110 e di }Jiccole dof-;1 d1 n eosa lvarsan (al n1.a sin10 3· volte). Buoni riuultati dà la tripaf]avin a per via endovena a ed an ch e il i)yridiun1 (1)er ria endov·e11osa ed, orale) e ]a neotropina C1)er via orale). Nelle for111e da coli , è co11, iO'li ato l 'alter11 ar e l 'alc.a lir1izzazione con ! '.acid ificaz ion e · 3· g iorni di que'" ta (a·cido fosforico, di eta di ~ar­ n.r e. g.ra · i, con i)an e n ero, ri so, a ve11.a e pochi Jtqu1d1~, segui li dall 'alcalini zzazio11e (bicarb·oTlalo d1 . $Oda , 1 cu ccl1i.aino 3 volte al gio~·110 , rrtagn·e 1a u ta, pane1 bian co ravoli :thbondr~n I i be "~ande speciaJn1ente di acque alcaline). I"' /\ . j)ero non l1a ottenuto ri .. ultati degni di J iota. /'?0 1'7ne croniche. Ne~s u11 risl1ltalo ro11 o-li au tovaccini.; ut ile i.I tratl.a111ento cre11oterapiéo ed. an.cl1e. il ba!ter1ofago; sperial111 cnt e in app l1 caz 1on 1 locali ureterali; e._o l1 a dato nlJ 'A. ti 66 % di g uarig·ioni clin ich e. Per le forn1e acute co1ne per le r r onicl1 e f ral. larncnti locali ureter ali con va ri rin1edi '. fil . Il trattamento dei disturbi funzionali del fegato. J[: 1<.alk (Z. Cirzt. Fo,rtbil,d. e f\ / erl. ll' ell , 25 lugl 10 1936) con ig lia a111.il u l Lo di a u111entare 11 e} fegato la o..: Ua .. ostanz.a protettrice, j] 5o·lico~·en o. A Lale sro1)0, si darà al 111alato un a dieta ri ~ra d i r~rl> o idrati , con Ji n1 il azione df'lle 11role111e e de1 grassi; n ei ca i g ravi, si on1n1ini.. 1rera 11no ancl1e piceole dosi di in uJina (5 t11 i'ilà :3 volte al g iorn o), face11do in o-erire 15-20 g ra mn1i di gluco ·io . b Va .roi nn cl1e c_urat.a l_' irrora zio11 e ~angu i gna dcl lega lo . n1ed1ap.te in1paccl1i calc10-u1nidi s ul la region e e p·a ti ca e con va ri rin1 ed i, ivi cu111prc e Je acque 1ninerali , si favorirà il def1ns. o d·el la bil e. Evitar e le soslanzA (l.an11 ose: a Jcool, arse11 ico, atofan . . Se i11inaccia l'a trofia g iall a acuLa, ì ntroduzto11e endo-ven a di g randi qu.a11tità di glu cosio, {·on p iccole do .. i so I toc uta11ee di i nsl1 l in a. 1

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fì l . Il trattamento della colelitiasi. n. Schmidt (11/e.dizin . l(lin., 1936, n . 13') l1a u11n g ra11de fiducia i1egli infu ~ i ' 'egetali , ~pe­ < i al 1ncn le di Agri111 on.i a. el1[Ja toria , ~ / arru biurn Vtll gare. l 111port ante è ai1c l1e il regolari zzare le fu11z io11 i i11L esti11ali e la so111111 i11i ~ L1 az i on e di lll1 é\ diela rigida, COJl I>OClli gras. i, poco a]e e scar~i rondin1 e11ti, nie11te brodi di 111anzo 11è ~ucc h i d i carne, niente u oYa. Tn parecc hi rasi, si è veduto che. il caff(· favori . ce la <'0111par a di co]i{'l1e, n te11lre 11ci casi <li ·p"' eudocole litia.. , i può g iovare il ca ffè con 5urrogati . l -til e, 11ell e rolicl1e, è i] r in 1edio di fJura11d (Etere solfori co g. 20, Tren1 enti11a g. 5); g io,·ano inoltre gli i1111)arcl1i ca ldi alla !'r·n po In de, tra fì l .

[ANNO XLIII, NTJl\[. 46]

L'insulina nei disturbi gastro-intestinali. ~ terapia insulinica. è stata sperimentata

s1)ec1a l1nente in individui che n1al oo-rado le va. . rie cure s1 trovano in cattivo ta to di nutrizi o11c e non p~ssono guadagnare pe o. Si tratta r>er l ~ !Ilagg1or. parte di individui nervosi , appreDSlYl , fiacchi, cl1e i la111entano di disturbi digestivi vari ed in de finit i, tal un i con "'inton1i 11si con~uroti ci ,. a ltri. con disturbi p.a tologir i cl1'e spiegano il ca l t.1vo stato di nutrizione. Si consigli ano gcneraln1ente 10 unità di insulin.a, da ini ettarsi 3 ' ro]t,e al giori10 pri111a dei pasti, ch e devo110 essere ad .alto contenl1to calorico sp ecia]1nente in carboidrati. Alcun i g·ua dag nano pe o quasi subito· il guada ano !:) puo' es ere continuo e diventare ' n1eno marcato in seguito. Alcuni , poi, n1a11ten gono tale g uadagno o lo a um·en t.ano, i11e11tre in un piccolo i1u111ero, il p e o si abba a dopo la sospensione de Il 'insulina. Non si può s tabi I ire un rap1)orto fra il 11eso ,g·uadagnato e l ' i11 .. u]ina co11 u1nata. Nei casi fa,·or evoli , si b a un miglioran1'ento nelle condizio11i ge11·eral i , l 'au111e11to di appetito ecl an cl'le la scon1par sa dei intoni i neurotici. E difficile, ])erò, dec ider e la parte dovuta a ll ' i11 u1in.a e qliella deri,rant e dagli ·effetti psicologici. Il inetodo è stato inoltre provato in altre condizioni pat ologiche: in varie malattie di feg~ to , in condi zioni car al lerizzat e da von1iti, di sidr.atazion e ed ac ido"' i (vo111iti ciclici dell 'i11f[-l11zia, vomiti pernjr io.. i della gravidélnza, condizion i po to1)erat ori e); n ell 'ulccra pe11tica; com e agente i)reve11 li\ o e terapeuli co n ell 'ileo postoper.atorio e i1el Ja dilatazion e gastrica; contra dditori sono i ri sultati otl e11uti n ella colite: ulcerativa , n1entre buoni ·effetti di un certo b·enes ere si 11a11no n el carcin on1a gastri co. Per tutte queste condizio11i , osserva H. Ba ker (f1 evietv of ga.stro-enterolio·gy, sett. 1936) vi ono dei so tenitori e deg]i oppositori a]] ' uso de]l' in u lin.a. Per c1uanto 11011 ne sia be11 110Lo il n1ecca11is1110, .essa risult.a ut.ile in vari disturbi gastro-intestinali e d epatici parertcl1in·tato.. : i; 11on è certamente una panaoea , n1a offri> indiscutibili ' 'antaggi . . pecia1111ente qua 11do ' 'i è bisog·no di aun1entare il peso e non si può olle11erlo in altro n1 odo ed i11 caso di von1iti inf re11abili. Non bi .. ogna poi dirt1en tirare e h e l '.ac jdo . . i d iabetica l)tl Ò provocare grav i . i11ton1 i gastroi11t est inali , cl1e arrivano an cl1e a r11e11 ti re cle11e ii1dicazion i ehirurgich e; in questi casi, l 'i11su] ina p·o trà ~a l vare la Yil a de] fUZ iente. fì l. 1

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Nella colite acuta e cronica. L. Bogendorfer (Th.er. d. Gegeniv. e Schwei.:. n1ed. l V0 c,h.ens., 18 aprile 1036) consiglia l ' uso d e]l 'adre11alina, per la . ua azione lonifìra11le ~ ul .. i1111)a ti co. e ne .. 0111111inL trano X,~-XX gocce della con. uela . olu zione al 1/ 1000, J>er 1


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YOll c a di ~ Lanza di un ·ora, rii;etentlo evenlut1ll11 cnle il g·ior110 segu ente. Si può anche introdurre per il r et to (XX-XXX g occe in 1/± o ] 2 Jitro di acqua). Analogan1ente ag·i""'ce J'atrol>ina cl1e paraJjzza il vago e stin1ola qui11di iJ sim IJa tico. Nello stadio aculo, non '"'ono ge11eraln1e11te {'011sig·Iiati i r li ·teri , i11a po ono .t3:rsi ~e ll e .la' a ture i11Les linali co11 un cuccl11a10 d1 ac tdo llu111ico ii1 u11 litro cli acqu.a calda , dn introdursi con il pazie11te i11 po izio11e genu -1)e t,toTale o Jater.ale. Ne seg·u on o g·en era]111 ente contr<:1zio11i i11lcsli11 a li dolorose e le diarre·e ces . . a110 quasi i1111)rovvi a111e11te; la }ava tura i1t1ò ririet ers i do1)0 12 ore. Nelle 1Jrin1 e 2-1 ore, è n1eglio la"ciare il lJazienle a dig iuno a oluto, somn1i11i Lran<lo, per cal111are la . . elc, del tè di finocch i o di 1ue11ta , i1ossi])i l111enle enza zu ccl1ero. fil. Il t1·attamento :fitoterapico della costi1)azione.

G.

~Iodrako,,-sk i

2093

SP.ZIONE PRATICA

(Sch weiz. rn.ed . ll 'ocl1ens ..

1~136,

11. 18) consiglia la seguente Illi cela: Er bn di i11illefoglio , di Viola Lricolor e cli Carduu benediclus; Fiori di cantomilla volg-.; .ITog·lie di Senna e di nicr1la piperita; ·Cort. di Ran1nu · fra11gula; an.a g. 30. u!l c uccl1i.aio cla tè de~la n1isceJa, i11 una tazza di ac-q ua b·o llente; la c1a1·e p·e r 10 n1iìtt1Li e b·ere subito l 'infuso all.a se1·a; l 'ef'fe lto si i11anifesta il m.attino egu e11te. J~sso 11on è cert.amente dovuto esclu.. : ivan1ente al la ~e1111a ecl a lla frangula , di cui nella q uantilà ch e si u ·a sj tr0Ya110 soltanto 20 cg., do e di molto inferiore a lle con su·ete, an·ch e se, corr1e accade i>er i casi o tin.a ti , il rin1edio i i:i rende 2-3 ' 'oJt e al gior110 dopo i pa Li. Seco11do I 'A., questa miscela di erbe, r l1e rton lJroYoca coli ch e e ch e può es..., ~re usata an c h e i11 casi di costi11azione p:a sl1ca, non ha n·1ai fallito. fil. .

TECNICA DI LABORATORIO. lletodo di arricchimento dei bacilli tubercolari nello sputo.

G. "'Tihman (Aot a 1n e,d. sca.11.d. , voJ. 89 , g iug110 ln3G) utilizza per la ricerca an_cl1e lo ~ tra1o di grasso cl1e i porla a lla. uperfic1e dura11te la .ceulrifugaz ione e cl1e contien e un.a certa qua11t it à cli bac illi . A tale sco1)0, dopo on1oge11eizz.azione n1ediante auto li, i od antiforn1ina al 50 % e ce11t rifu aazio11e a 3500 gir i, porta lo strat o . uperiore0i11 t1n lt1bo da ceni-rifug·a Cs.ervendos~ del1·ar1.:a). Getta lo trato liqui~o inlern1e~10 t'\ d agg·iu11g·e .a1 sedi1n e11to cent.r1fug·ato d~l~ ace.i UD .calda (30°-50°) agita11do e versando P?I 1) t?tto i1 e] tt1bo co11ten·ente lo strato superfi cl a]e. Nu o"'·a ce11trifugazio11e ed es~n1e. , 111 ri cercl1e cort1parat1,-e, 1 A. ha ot ten t11 o con qt1e"'t o i11elodo u11 vantaggio del 46 %· fil.

MEDICINA SCIENTIFICA La produzione artificiale d'una iperplasia della tiroide.

Se n e occupa H. Zon·dek (l'resse "f\1éd ., 19 betlembre 1936). In questi ulti111i ten1vi è sta io dirnostrato cl1e è possibile n ei casi di tireo tossicosi enza au 1nento visibile del volun1e delJa tiroide, produrre un gozzo con dei 111elodi cl1e d·elermina11 0 la inibizione della funzion e dell a gl1i.ando1a. La somministrazione di piccole qu antità di jodio è stala impieg·a ta nella ·cura di questi casi ch·e resistono alla ter.api.a i11 edica e non son o guaribili ch e chirurg ican1er1Le. E ·endo l 'op~ra ­ zione assai pericolosa dura nte ]o stato to '1co, è necessario disinto sicare dapp rim a il nialato e.on la t erap ia jodica . La disintossicazione i nlan i festa coll 'abbassamento del m etab9lisn10 ba ale , il migliora1ne11 to dei sintor11i clin ici e Ja produzione d 'un gozzo. Que to gozzo artifìcial~ deve con ide rar~i 11 e pre sione dell 'in1magazz111a111ento nella tLroide dei prodotti dj ecr ezio11e. Su se tte casi os er vati sei sono gua riti. Il settin10 è morto improvv isamente per causa i11det·er111inabile. In Lutti e ctte i casi è stata fatta Ja resezion·e subtotale del g·ozzo. Accanto .a ll'interesse p·r alico di que l a os ervazion e i1e va notato l ' int ere~se 1·eorico, cl1e consiste nella possibilità di l1rodt1rre un .a~­ rr1ento di volun1e dell a Liro·ide coll a omm1n1slrazione di piccole quantità di jodio. Questo fenon1e110 è forse da n1 ettere i11 parallelo con l 'aun1ento di volume dell ' i1)ofi. i rhe è tato recentemente osserva lo clopo· la son1mini trazione prolungata di alte dosi. di folli ~olin a. . L'iperpla ia del~ e ~-l11 a.nd o l e e proba~1l111ent~ prodot ta da una d1n1111uz1one de11 esrrez1011.e dei loro orn1oni. È ini..portante stabilire , e l nJe i p.er1)1.a sia gl1ia11 dolare pro·d ottn da un a ·escrezione orm o11.Dl e insuffic:iente , pur res Lando normale la funzione cellulare, può trasforn1arsi in t1n ' Tero tun1ore con in fil tr.azion c l)rol i fera I iva e altri seg·n i di n1alignità. A que to 1)roposito .l '~t1l or~ ricorda il fatto ch e il can cro della t1ro1de s1 . .: vilu111)a co11 più freqt1rn za ... u l gozz? SO])ra ttutto 11elle regioni dove qu e ~ to è en den11 co. E. CARLI NFANTI . 1

1

PUBBLICAZIONJ PERVENUTECI. L.

~i\. I ELLO.

Lesi o rii an.aton1opo I ologi eh e sper;rn enlali da l.: r ucella. ni el ;L en~e nella cavia. Rif. ~ifefl j ca, Napoli , 1933. F 1Al\IBERTI A. !YI. Psico-pol in P11 r ;fi<le a li/)O pseudotabclico conseculi-11a a· t erapia oarica. Tip .

Sluùiun1 , Napoli, 1935.

.

P. PozzILLI. Cura dell e nefri ti rtzolc1n1cl1e. - Off. Poligr. Lazja lt' . Ro111a, 1935. J.,. AJELLO . •sui va lore della prova col Rosso Congo 1r>Pr il sondaggio del si.~ lenta refic olo-endofelinle . TiJ1. Fore11 ~e, ~apoli, 19:1.3.


2094

«

IL

POLICLINICO »

- [ANNO :\LIII, l\1_r~r. 46]

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NELLA VITA PROFESSIONALE. C O N :.C O R S I . Per i con corsi sani l ari. Il Go11siglio dei Ministri ne·11a su a u ltima riunione, ha deliberato di portare a 34 a11ni - transi t oria1n e rrle fi110 a tutto il 1937 - il limite di elà p er a·d ire a i concorsi sanitari. Il Consiglio d ei Ministri ha i11oltre stabilito cl1e i co11cor si sanitari d 'ora inn a11zi - e ciò vale a11cl1e che per quel li già bandi li e 11011 an cor a espletati - siano svolti e giudicatj per titoli ed esami scco11do le norme del ·r esto l lnico . Verrann o perciò riaperti i term1ni dei co11 corsi scaduLi, e 11011 a11cora espletali, per dar modo di parleciparvi a chi al)JJia g ià sorpassa lo jl limi le di 32 a11ni. PosTJ

VACANTI .

BAnI. Co 11sorzio Prov . .4tt!ilub ercolare r·ill orio Emanu ele JTJ . - Co11corso , per titoli ed esan1i, al po·sto di Dire l lore della Sezione Di sp ensariale di An'clria ; L. 9000 lorde; 4 quinquenni del decimo. Li111ite di età: a1ini 40. Scadenza: ore 12 del 15 dice1nbre 1936. Rivolger si alla Segreteria (Palazzo della ProYincia) .

Un1NE. Conso rzio Provinciale A rtli tubercolare. Per litoli ed esa 1ni, posto 'd i Direttore d el Cons0rzio-Direl lore d cl Dispen sario Provinciale Antitubercolare di Udine. Stipendio annuo L. 18. 000; i1>dennità servizio altivo L. 5000. Età anni 40. No1nina quinquennale. Au111enli periodici di un d ec imo dopo il primo quinquer1nio, fino ad un massimo di sei aumer•ti. Scadenza 31 d icembre 1936, ore 12. Per ch.: arim enti rivolger si alla Segreteria del Consorzio . VENEZIA. Ospedali Civili RiLLniti. - Scad. 25 gennaio 1937, ore 17; aiulo presso l 'Ospedale Umbert o I <li Venezia (Divisione Pediatrica staccata degli O·sp e dali); età limite 36 anni al 16 ottobre; 6 anni di laurea e 3 in Ospedali, Cliniche univer sitarie o Condolte; nomina triennale, eventuale conferma per un anno; tassa L. 50; titol i ed esami; assegno a11nuo L. 4800. Chiedere l 'annunzio alla Segreteria. CONCORSI

A

PRE:NIJ .

L a Socielù p er gli Studi d ella :Alalaria, p er cele])rare la fondazione d ell 'Impero Fascista , ha delibera lo d 'istituire due premi, destinat j a promu ove r e le ricer che orig·inali s u ll a malaria i1ell 'A. O. I. I due ;)remi verran110 conferiti a stu'd iosi italia r1i ch e, e11tro il 31 dicembre 1938-XVI, avranno co1111)iuto le ricer ch e g iudicat e pit1 pregevoli dal pl111lo di Yis la scientifico o J) ÌÙ utili dai quello pra Uco. I pre111i sono d es linati esclu siYan1ente a ricerche co1111)iute in A. O. I . I Javori po·s 0110 riguarcl are qualunque ca1npo cleJla in ala riologia: e liologia, epiderniolog ia, pato[(1gia, rrofilassi , enlomologin , clinica, t erapi a; deYOllO c . ~r ; ined iti e p,u))b licali clopo il 1° gennnio 1937-XV. 1 laYo ri co11correnti Yanno inYiali i1on ollre il 31 clice rnhre 193 -XVI alla ., egr e leri a d ella ocietà p er g li ludi d ella l\1alaria, preso l 'I s tituto di l\Icil ariologia, Policlini co cc U 1nber1 0 I », Ro1n a . •

I la Yori prescelti saranno pubblicali nella « Rivif.ta di ~lalariolog-ia », orga110 uffjciale della .. ocietà. I J)re1ni consistono nella so1n111a di L . 4000 cia scu1~0 e in 100 copie di estra t l i del l al\·oro , in omaggio. Per infor1nazion i rivolgersi alla Segreteria d ella ocietà.

L 'Associazione Italiana di ìd rologia ])a ndi sce con cor so s ul te1n~,: (e Tern1 e 11el inondo r o1.nan o ». 1~ale con cor so, a l quale polra11no partecj1)ar e i ci I ladini ilalia11i ed in in od o p arti colare i 111edici, è s ta to doltllO dal prof. Piccini11i di L. 10.000 p er i premi, e verrà intitolalo al nome ·a el di lui compianto p adre ·prof. ~fass i1no. Sono sta le fissate le modalità <l e] co11cor ~ o rlal st1dde1.to benemerito Istituto di Studi Ro111a11i , assistito da un a Co111mi ·sion e, ch e sarà anrl1e la aggiudicatrice dei 1)re1T1 i. Restando corne base ù el lavoro , <la parte d ei con corren li , il cen si1ne11to delle 1'er111e d i cui è docu111en tabi le 1'esistenza in tutto l 'Impero di Roma, ne sar à illustrata per quanto possi l)ile la r1ocu1nentazio11e s torica eò in particolare ne sarà 1 icordata la fu11zio11e ig·ienica e sociale. Il co1icorso si chiuùerà alla fine d ell 'an110 1937 e la proclan1azione d ei vincitori sarà fatta il 21 aprile 1938-X \iJ. Per tutlP le altre condizioni d el concorso e J)er og11i altro ·schiarin1 ento rivolger si all'Istitut o di $ tt1di Ron1a11i, piazza d ella Chiesa Nuova, Ron1 a. t111

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE .. Il Con ·sole co111n1. prof. Valfredo Chiodi è s lalo pron10 so , p er ineriti eccezionali , Console ge11 era le inedico d ella Milizia , a disposizione del Co111a11do Gerteral e. Il prof. Chiodi , che appartiene alla Milizia fino dalla stia fondazione , organizzò n el 1923 il ser' izio ·s anitario d e11'8a Zona e su ccessivamente fu JLOminato I sp ettore sanitario del III Raggruppan"Lento Legioni. I11oltre egli fa parte del Direttorjo (le lla Federaz ione dei Combat tenti ed è docente él 'Ig ie11e alla u niversità di F ir e11ze. Rallegramenti e auguri. Il en. J)rof . F erdinando lVIich eli è no111i11a lo J)r eside d ella Facol tà medica di Torino pel 1lie11 r1io accade1ni co 1935-37. 0110 tra feri li i proff. : Giu eppe "Nlarianj , di clinica d er111 0 ifilopa Lica, da P avi a a GenoYa ; P aol o Fiori , di e] i11ica chirurg ica generale, da ì\Iodena· a Genova; Pielro Mar ogna, di cli11i ca chirurgica ge11eral eJ da Sassari a Modena ; Luig i Baclalli , di c li11ica ostelrico-g i11ecologica, 'd a ì\1odena a Bol og n a; Arturo Fornero, clj clinica o t e trico-g inecologica, da Cag·Iiari a ì\tode11a: _l\ngelo Raibbe110, di 111ateria medi ca e far1n acolog ia, d a Palern10 a Genova; Giovanni Bruno , di anatomia umana nor1nale, da Sassari a Mes ina; Luigi Tocco, di 111ateria n1edica e fa rmacologia , da Sa sari a Palermo; Giu ·seppe Bianchini , di rn edicin a legale, da Bari a Siena. Il prof. Gju sepJ)e Galli è in cari ca lo della pa t ologia chirurg ica a Cagliari.


r _.\~~o XLIII,

'·ul\r. 4GJ

SEZIONE PRATICA

_\J co11corso per la caltedra cli clinica ostelrica e gjnecolog ica di Sassari sono risultati: 1° Giu;Seppe . . Tesauro, 2° Luigi Callaneo, 3° Roberto Bom jJlanJ. .\.I concorso pe.r la cattedra di materia medica

e far111 acologia di Cata11ia sono risultati : 1° Pietro ~f€'ston i , 2° Pietro Niccolini, 3° Pietro "Niascherpa. Il prof. F. Blichner è i1omina to ti lolare di a11alo111ia palologjca a Berlin o, i11 sostiluzior1e del prof. L. Ascl1off, andalo a ripo o p er limiti d 'età. Il rlott. l'iiig u el Sussi11i è no111jnalo presidente dell '.:\ ssoc iazione argentina di eh irurgia. Il clot t. Nicolas Lozano è n o1n i n at o presidente <lell '_\ ssociazione argentina di biotipologia eu ge11ira e inedici11a sociale.

NOTIZIE

DIVERSE

Il Duce all'Università di Pavia. Dura11te la visita alla gloriosa P avia , il 3 110,·e1nbre, il Duce si è r eca lo all 'Univer si là. Acco111png11a to dal Rettore, ha p er cor so a.lcuu e Sezioni clell '_.\.teneo. La sugge l ione dei ricorcli n asce d agli te-ssi a8p e tti d ell e cose, n el luogo au g u ·Lo. Parla110 i ci111eli raccolti nel Museo scientifico e dico110 rlella gloria <lei Volta , d ei Porla, degli Scarpa ch e là jn segnarono e spcri1n entaro110 nuove verità ed i11d vgarono vecchi mist eri. _\ e]l 'aula declica ta alla m emoria di Ugo F o. colo il Corpo Accademico, al comple to, i11 asse l lo él i orbace, attende l 'arrivo dell 'Ospj te. Il Rettore ~'la­ gnifico gli rivolge un jndirizzo <ii omaggio. Il Duce risponde ri cordando jl ro11tributo dato dall 'U11iYersi là di PaYia alla cl1llura ed alla scienza ecl as·sicurando che da par I e "d el Governo sarà fri tto 1l1tlo il possibile p er ch è ques lo contributo sia ::;en1pre piL1 agevola lo. Le parole del Duce sono salut at e cla u11 a devot a , rico11oscente manife ... la.zione cui fa eco il per sistente alto clamore delle fa]angi univer sitarie e <le l popolo.

I ••G-.U.F. ,, al Duce. 1' ulta Ja g ioventù s ludi osa d 'It alia 11a voluto n1a11ifestare al Duce la profonda gratitudine sua ed i11 J)resenza dei Segretari, convenuti a Roma per la celebrazione d el XIV Annuale d ella Rivoluzio11e e per la conseg11a clei premi ai littori d ell a cultura e d eJl 'arte, dello ·::iporl e del lavoro, e <lelJe d ecorazioni al val or inilitare a i fascisti uniYcr~ i tari cl1e hanno comba:ttuto in Africa Orient nle agli ordini rli S. E. Starace, fra altissime acclt;n1azioni, è stata letta la seguente dichiarazione: « I egretari dei Gruppi univer sitari fascisti, rit111ili a rapporto nel Palazzo del L.iltorio il 27 ottobre XIV, elevano al Duce l 'espres ion e della fierezza e della gratitud ine d ella giovent"l1 studiosa clell 'Italia fascist a per il premio inten samente an1))ito che egli ha volu I o conce·cl erle: il suo ricon o·sci111ento. La con segna delle medaglie al valor mili tar e ai goliardi volontari in Africa Orientale e la premiazione dei littori della cultura e dell'arte, dello sport e cl el ì avoro n el XIV annuale della RiY(1luzione, anno I d ell 'Impero , stanno ad additare Hlla nuova generazione, educa la secon<lo l a. ma-

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schia for1nula mu ssolinian a « J.,ib.ro e n1oscl1etto », gJi alti compiti ai quali il Fascismo la chiama: continuare la rivoluzione p er la })Ote11za del! 'Impero fondato cla Benito Mussolini ». Alla fine d ella cerimo11ia e dop0 espleta te tutte le relazioni, il Seg·retario d el Partito ha dato ai segretari <lei G."C .:F. l e direttive per l 'a ltività da svolgere nel futuro a11110 XV - 2° dell 'Impero.

Al Congresso italiano delle scienze. (11 seno al Congresso della Società i laliana per il progresso delle scienze, adunatosi a Tripqli , inolto attiva è stata la ezione di pa tologia , fi sioJogia e p sicologia. L 'on. Vi sco ha svolto il teJna « Il problerr1a dell 'alime11 tazion e 11el1e colonie itaJiH11e i1ei su oi aspetti fisiolog)ci, igie11ici e ·sociali n . Il prof. Girolami, della Clinica Jn edica di Bologna, l1a presentato una r elazione su « I progressi della p:=tlologia colo11iale in Italia durante l 'Era fa scista ». Il prof. Ciotola, presidente della Società Medica colo11jaJ e della Libia , ha trat t at o « Delle istitu zioni ospedaliere e sanitarie cl ell a Libia ». Il prof. Tripodi, dell 'ospedale coloniale di Tripoli, 11a riferito su « Le malattie domin anti 11ella Tripolita11ia n . Souo seg· uite la r el azione del prof. Sar_ nelli su cc L 'in1po rtanza d elle n1alallie oculari in coloni ::t >) e la r elazione del JJr of. F. Schiassi su i « i1u0Yi con cel Li di terapia e cli epidemiologia della ir1alaria ». Il prof. Donaggio ha ·svolto il t em a cc Il c·olpo di sole e le i11solazioni ». Sono seguiti i rapporti sull 'attività scientifi ca italiana 11ell 'anno Xl". nel campo della fi ·iologia e della bi ochimica, presentati rispettivan1ente dai proff. Visco e Qu agliariello. La prossima riu1tione è indetta a Venezi a.

Perfezionamento in medicina del lavoro. La « Scuola di perfezionan1enlo in inedicin a del lavor o » della R. Università di lloma, con sede J1 e l Pol iclinico del Lavoro (via Ripet ta 180), ha lo scopo di perfezionare i laureati in medicina e chirurgia 11ella m edicin a del lavoro e di conferire il diploma di << specia.Ji sta in n1edicina del laYor o » . 'fal e specialità è particolarmente utile agli aspiranti medici ispetlori corporativi , m e'dici cli fabbrica, di Is tiluti di assc11razioni ·sociali e di assistenza medico-sociale, di commissioni arbitrali per inforl uni in a.gricoltura, medici-periti ecc. Il diploma di « specialista in m edicina del lavoro » è stato riconosciuto co1ne titolo di preferenza d al ~[inislero d elle Corporazion i nei con cor si per m edj ci isp etlori corporatiYi ; e d all 'Is tituto Nazior1al e Fascist a As·sicurazione I11fortuni sul lavoro, n P.i corsi di pratica, da esso istituiti , per l 'a.ssun7ione di n1edic i de11 'Istilu l o; dall a Confed er azione generale fascis la dell 'i11dustria per la nomina a medici di fabbri ca ; è altresì fra i titoli di prefere11za )Jer la n omina a.d esper1j medici presso i 'l'rihunali e le Corti d 'Appello, e Cli periti od arbitri n elle controver ie iner enti all'assicurazione obbligatoria degli infortuni ·sul lavor o e delle malattie professionali, secon·d o le nuove disposizioni del R . D . 17 agos to 1935-XIII , n . 1765. L'Unione Fa &cis la degli Industriali della ProYincia di Roma ha concesso, come in passato, 6 borse di studio, di L. 1000 ciascuna, 3 per l 'anno 1937, e 3 per l 'anno 1938, a favore d ei mi gli ori allieYi (rispeltivan1ente 2 per gli allievi ch e 11a n110 uperato gli e arn i di profitto ·d el I 0 anno: e 1 per <1uelli ch e hanno upcrato gli e·s·a mi cli profitto del II0 ar1no e gli esam i d i dip1on1a) .


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<< IL POLICLIN I CO

»

[A NNO

.XLIII, l\tJ~I. 461

La Scuola è dire lta dal preside d ella F acoltà

~i1~zio11e della. C~s~ di cura co11ven11e nel diniego,.

111 edica prof. G . Perez. Ha la durala di u11 bien1iio. Co11 l 'ann o scolastico 1936-37 entra n el suo 7° a11n o di Yita . I cor si h a11110 inizio il 16 i10Yemhre. Le t asse complessive i111p orlano L . 2230 . A richiesta s 'i11Yia il prog ra111n1a .

1srurato al pr1nc1p10 d el seg re lo J)rofessio11ale il qt1nle va risp ett ato an ch e di front e al pazie~te: la storia clinica apparli cn e al nledico che l 1h a r ed atta e non al p azie11te . Da ciò ur1 'azione legale contro il medico e contro la Casa di cura; il processo è g iunto alla Corte Suprema, che, in confor1Ti ità al parere clei })eriti da essa nominali, ha approvato la condo tt a det rnedico e d ell 'ospedal e.

Viaggi di studio della fondazione Volta. La lleale Accademia (l 'Italja 11a édito l a r accolta d elle ultim e r elazioni sui viaggi di studio prorrJ ossi (lalla Fondazione Volta . Seg·naliam o la relazion e di Rodolfo l\ilargari a sul viaggio compiuto i11 Ger111ania allo scopo di otten er e un accordo sulla interpre tazion e di alcuni m eccanismi d ella chi1nica d ell a contrazione inuscolar e . Eg li con clud e rilevando corr1e questo viaggio n o11 solo gli alJbia apporta to un enorme vantaggio p er son ale, J1 el sen so ch e g li ha p er111esso di acquist ar e V::lrie rtozioni, m a h a an ch e p erm e so ch e il lavor o scientifi co italian o Yen g a 1naggior111e11te con osciuto ed apprezza to, e ciò in n1 isura t ale ch e n on era s tat o 11ossibile r aggiu11ger e p er n1ezzo d elle sole pubblicazioni s uj g iornali scientifi ci e per mezzo d i 'dir f' l te corrisp onden ze.

Alla maternità cli Doullen s (Fra11cia) la leYalrioe di servizio si .ra P errin , in a ssenza di m eclici , praticò, di notte, la su'lura di una lacerazione p erj11eale, sotto an es tesia. I due punti appli cati n o11 re~sero e l 'ammalata dovette subire un intervento chirurg ico. S11 r icl1ies ta d el di lei 1n arito, il Proct1ralore d ella Repubblica p er seguì l a levatrice }Jer e~ercizi.o abu·sivo d ella chirurg ia e t1na Cassa n1utua si costiluì p arte civii.e. Il Tribunale di Doulle11s assolse l 'impula ta e la Corte d 'Appello di A111ie11 s ha or a co11ferm ato il g iudizio, dichi arando ch e il fatto non costitt1isce r eato e ch e , a11zi , la Perrin ha compiuto il suo d over e.

Significativo atto di un medico belga.

Un po' dovunque.

Segnaliam o all 'attenzione d egli s tudiosi italiani l 'a lto alla111enle sig nificativo co1npiuto da un oculi ~ l a b elg a , il dott . Alaerts di Vilvor rle, atto ch e vie11 e co 1n u11icato dal pre·sid en le d ella Societ à Oftal1nologica Italiana sen. prof . Giuseppe Ovio . Il d o lt. Alaer ts il 5 g iug110 u. s. p er pro lesta•r e contro le sa11zio11i inflitte all 'Italia e p er con tril 1uire, i1 1 ~ i e1n e a t utti . i coll eghi italiani, alla difesa del pres lig io d ella razza bian ca e d el su ccesso clrll 'in1presa italian a i11 Et iopia, co11segn ò p er so11alm e11le a S. E. l 'Ambascia tor e d 'Italia a Brusselle la g·r ande m ed aglia d 'oro di L . 3000 cl el Con cor.~ o Cirincion e 1932 cl1e la Societ à Oftalmologica Ilali a11a gli aYeva . as·segn a to a Ron1 a i1ell 'otlobre 1934 in occasion e d el XXXII Co11g·r esso.

Il 6° Congresso d ell 'U1lior1e europea per l 'igie11e ruentale si è tenuto a Lon·dra il 5 ottobre; 11a discu sso i temi: cc Effetti d el cjn em a sullo psichisn10 clegli ·sp e1t al ari >), « Infl11en za dell'i11fer1niera sulla r11entalità d el malato », Il compito d ella scu ola d al punto di vis ta p sichiatrico ».

Vittima del dovere. IL d o lt. H . P . Nelson, speci alist a in chirurg ia tor acica, dt1ra11le un 'opera zio11e eseguita n ell 'Osp e.(lale Bro1n pton di Londra si punse un dito co11 u11 ago diat er1n ico; la ferita 11on aveva alcuna importan za, ma la sera ·s tessa il Nel son eseguì d elle inedica lure, se11za p r e11der e tulle le precau zio11i necessarie; g ià l 'indom ani si dichiar ava u11a celll1lile s lreptococcica , l a quale progr ed ì r ap id a111en te; rr1algrad o l 'amputazion e rlel braccio, si è p rodo lt a un 'infezjo11e ge11er ale, ch e h a d et erminato l a morle d op o 32 giorni dall 'inciden le. Il 1el on aveYa appen a 34 anni; er a nato n ella Nu ova Zelél n cl a. Si er a d ecisam ente afferma lo, p er la ·5u a ahilità operatoria. Con Rob erts aYeYa pu1Jblicat o U!l im portante studio sulla lobectomia })Ol111 onare. f ; s la la a1p erla una sottoscr~zion e per venire in a iuto d ell a vedova e d ei due orfani.

A.zioni giudiziarie. La Corte Suprema di Giustizia d ell 'Ing hilterra si è p ronunziat a n el segu ente caso. Un paziente era s tat o ammesso in un a casa di cura privata, }Jer g r ave intossicazio11e d a ipno tico. Egli venne s.l.1Ya lo, nla d ecise d i i11 lentar e cau sa conlro l a Ditta prepara trice d el prod ott o; e per avvalor a re la su a {lCCU ~ a, intendeYa valer si d ella propria s toria clinica. e non ch e, il m e'dico r ifiutò di con segn arla e la.

Dal 4 al 12 ge11naio s i terra nno a Sa11ti ago rle J Cile le cc Giornate 11 euro-p ichi a lrich e d el P acif ico »; t emi : cc Valor e d ei seg ni di localizzazio11e n e]_ la diag 11osi lopogr afi ca d ei 1 u1nor i cere])rali »: Tr a lt ani.ento d ei t11rnori uretrali n; «Con cett o }JSicop rttolog ico e cruadro clinico d ella d e1nenza p recoce»; cc Class ificazione cl ell e rn alaltie m ent ali e 1111ificazione n osologica n ell 'A1r1erica d el 1Su d n; cc Norme per l e p eri zie psichi atrich e in meclicina legale »; cc Org ar1izzazione <lell 'assist e11za ag li alie11ati »; cc l\ilet odologia d ell 'in segn an1ento d ell a p sichiatria n. Quota: 50 pesos . Segre teria : Casilla 4168~ Santiago d e Chile , Repuhhl . ·d el Cile . li Congresso francese d 'olo- rino-laringol ogia si è inau gurat o il 19 o ttobre, n ella F acollà m eclica di P arig i. La 13a sessione d elle Giornate den larie di Parig i si terrà d al 26 al 29 n ovembre, i1ei locali dell a Scuola odontot ecnica (rue Gar an cière 5, J?aris IV e J; i lavori comporlan o comunicazioni liber e e ·a in10strazioni; non si far anno r elazio11i . La Societ à n eurologica svizzer a s i aduner à il 28 e il 29 110Yembre a Zurigo; non Yi saranno r elazioni, m a solo comunicazioni liber e . Rivo lgersi al presidente, P .-D . Dr . R. Brun , Zurichbergs lrasse 28, Ziirich 7. ·L a Socie tà d 'idrolog ia e di climatologia n1edicb e d el Belg io ·si è riunità il 17 o1tobre a Spa . 1

11 5 n ovembre, n ell 'Aul a Mag11a rl ell a R. l niversità di Milano, si è inaugura lo l 'anno accad emico d egli E11li culturali milanesi , presenti le m aggiori autorità cittadin e; t enne l 'or azione i11augur ale l 'on . A. P avolini . Il prof . Ai1 ge1o Chias erini , chirurgo pri111 ario d ell 'Ospeò ~ l e d el Littorio il1 Ron1A, l1a te11nto Alla


[1\NNO XLIII,

Ul\f.

46j

S EZIONE

PR.\TICA

2097

Socielà ~Iedica llalia11a di Ì"ew York una co11fer e11La co11fer e1lza del 1'raver sj offre parlico1ari ine~ za sulla chirurgia d ell 'ipofisi , e al << Columbus Hoditi i11leressanli ssimi ·sulla p sicolog ia d el p opolo spilal » della s lessa ciltà un a co11fere11 za sulla chiabissi110, e con siderazion i geogr afico-politico-ecorlirgia del sin1patico, co11 speciale riguardo ai casi .u o1niche ch e oggi , a qualch e in ese 'dalla vittoria > <li Lromboangile o})li tera11te. L 'i11signe operatore ·è i1ulla hanno p erduto ò i attuale. ·L 'opuscolo sarà s tato attentamente ascoltalo e molto applaudito. qt1indi i>er il 111edico italiano, una lettura at traen :\l Chia·sserini i raillegra111 enti cordiali della r ete ed istrt1ltiva . clazio11e del cc Policlinico », clel quale egli è apColoro che no11 ha11no ricevuta ]a pubblicazio11e prezza tissiu10 collaboratore. in 01naggio, p osso110 ricl1iederla all 'autore: Ro1na,. Il 28 ollobre le autorità di ~Iil a11 0 - fra le altre -- Yia Livorno 5. opere - hanno vi si la to la 11uova sed e d ell 'OspeCon la nave ospedale cc Califor11ia » sono g iu1rli dale Fa tebe11efratelli-Fateb e11esore11e. a Napoli , dalla .Somalia , 625 inilitari tra ufficiali Essa co1nprende 620 le l li (co11 un aume11 lo, e soldati , ch e rilornan o con val esce11ti. quindi di circa duecento posti, in co11fronto di Il J)uce i11 occasio11e d ella StLa vis ita a Lore lo· quelli attuali), dislocati in tre corpi di fabpricali, h a <lesti11ato L . .50.000 a i In ala li ch e no11 ha11no ch e, co11 g·li allri tre 11 ei quali tro vano il loro i11ezzi per recarsi al Sa11 luario. pos lo g li uffici , il r eparto d 'isolam ento, le ambula.11ze e 1'obi Lorio, cos tiluiscon o u11 tulto i11 sci11I g iornali recano ch e un m edico òi Ed1non loit dibile ed org·anico. ((~anadàJ, dott. G. G : Geggie, ha d a lo varie co11Il miru s tro Lesso11 a h a visita Lo l 'Osp edal e i talias11llazioni per radio ad 11n gru1)po di 111i11atori, ol110 fondalo in Addis Abeba d all '1\ ssociazione cc Itatre il Circolo polare, 011de curar e uno di essi , J alica Gens »; egli era acco1n pagna to d al en . Cas tel1nes Pa rras, ch e ha una gr ave cardiopa lia; le prela ni. Si è vivamente con gratulat o col direttore, scrizioni devono limilarsi ai pochi 111edicin ali di clott. Borra. SuccessiYamente h a visitat o l 'Osp ec1Ji il g·ruppo disp o11e. dale militare, org·anizzato in breve l e1n 1Jo 'dalle In Un g h e ria l 'infer111i era Ai111a Ke pecs h a, i11 autorità sa11itarie 111ili i ari. occasione delle 11ozze, ri cevu lo dal conte Paolo A Belg rado è stala p ost a l a prima pie tra di una l)egenfeld , se lta11te1111e, al quale er a adde l La , e nuova Cli11ica pediatrica univer sitaria, eapace di dalla contessa in a<lre, i1ovan tenll e, u11 palazzo i11 150 lelti ; l a cerirno1tia è s la ta conl!)iuta dalla sig.ra Debreczin, d el valor e di. 300.000 pei1go (cir ca u1 1 Stoyadinovitch, moglie del presid en1e del Con similione di lire it.), 11011 cb è altri in ge11ti cl oni ; g lio dei Ministri, presenti alte autorità u11a piccola ca ·a è sta la })Ufe r egal a la ai u oi tre ira lelli. Lord Moy11iha11, morlo il 7 selle1nbre, h a. l asciato un palritno11io vaJutato a 325.000 s terline (circa 30 1nilio11i di lire il. ). Tra i ·-uoi lasciti son o È 1norto imprOYYisa111enle, i11 e là d i 67 an1ti, if i segue11ti: uno di 2000 s terlin e al Reale Collegio prof. GAETANO L ODATO, ch e dirigeYa la Clinica oflaldei Chirurgi di Londra; u110 di 1000 s terline alla mj ca d ella 1-l. I. l TniYersi tà di ~aierin o; fu un i11Scuola Medica di I . eed s; u110 di 1000 st erline alseg11ante di m ·o lto valore; di fer viò a attiYità scien-. i 'Università di Lon'd ra. tifica., la·scia ben centocinquanta 1)ubhli caz io11i. L a sig .ra Gi0Ya11nin a Passera, di 1'ori110, domici_ li ata a Mila110, ni.orla a 1\1ainate, ha lega lo i st1oi .Si è sp ento a 89 anni il J)f Of. 8noAnoo P gnnoNbe11i, calcola ti in circa u11 in ilio11e di lire, all 'O·speCITO, ch e insegnò a lungo patolog ia generale e dale 1\ifa.gg iore di Ì\fil a110. a11atomia patologica n ella Scuola Ve lerinaria di 'forino ; il su o n ome resta legat o alla scoperta. che Il preside11te d egli Stati L'11 il i, F ra11klin D. Rool 'anernia d el Gottardo era un 'an chilo lomia i ; di seYelt, parla11do 11el Ce11tr o Medico di New York, b a questa maiattia jndicò a11cl1e l e norrne profilatesal la lo I 'opera d ei m edici , }Jer la d eYozione e tiche, dimostratesi effi caci ; ha co1npiu lo m olti all 'ab11egazion e da essi di1nos tra t e d11rante la g r ave tri studi inter essaJ.1ti. Pub])licò il nolo trattato: crisi eco1101r1ica . « 1 parassiti 'd ell 'u omo e degli animal i». La 111or leSecondo una sl ati5tica del « Deutschen Arztedel Perroncito è un lut t o p er Ja .scienza. })] a tt », in (;ern1 an ia il in a simo numero di diploIl prof. OscAn VuLPIUS, emeri to di ortopedi a almi medici fu rilasciato n el 1935 dall 'Università di 1'Un iver silà di Heidelber g, è morto a 69 anni, in l\Ionaco: 410; segu e quella di Berlino, co11 338; le seguito ad un i11fortunio aut omobilistico. Era spe<lu e uniYersità insie1ne h an no rilasciato u11 quinto cialmen le 11oto p er i suoi con t r ibuti a•l la chirurdei diplomi di m eòici11a. Le disser lazio11i 1nedich e gia dei t endini e delle articolazioni; si è interessato i)resentate ragg iun sero il nu1nero dt 3600. con su ccesso anche al Lrattai11ento d elle sequ ele L 'Associazion e fra11ce e d 'urologia in occasio11e della polio1nielite ; ha pubblicato trattazioni apdel suo 36° congresso, ha offerto una m edaglia al prezza t e. prof. OclaYe Pasteau ; l a cerin1onia si è svolta il 7 ottobre. POSTA AMMINISTRATIVA: Il prof. Alberico .Ben edicenti, di materia inedica e farmacologia speri1n entale all 'Università di GeModificazioni sulla fascetta di spedizione:110Ya, è collocato a riposo per raggiunti limiti 'd 'età. L 'Istituto Farmacoterapico Italiano di Roma h a aYu to cura di far 'Stampare il r esoconto d ella interessantissin1a conferenza « L 'Italia d a As ab alla \ Tittoria » t enuta al Circolo della Stamp~ di Roina dal 111edico pioniere l ..eopoldo Travers i, ch e è l 'u11ico uperstite della g loriosa schiera degli esploratori scioani ordinata da Francesco Crispi.

Dovendosi quanto prima approntare il rifornimento delle fa1cette per la sp.,àizione dei fascicoli rdel " Policlinico ., agli abbonati, l'amministrazione prega coloro che desiderano ap• portarvi correzioni, aggiunte, ecc. di volerne dare 10Uecita co• municazione. mediante cartolina poetale affrancata con 30 cente1imi, applicandovi po11ibilmente copia della fascetta con le varianti desiderate.

L'editor e L. POZZI - Via Sistina, 14 - ROMA


2098

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JL

POLICLIKICO ))

RASSEGNA DEI,LA ST.!MPA. MEDICA c., lt1g. - P . SYDEKSTRICKER e _al . Deficien za i11Lri11seca n c:lla p ellagr a. - J . \V. CoNN. Tr a l1a m . d el com a d iab et ico. - D . H . RosENBEnc. An e111ia mac roci tica 11elle m al a l t ie d el fegato. -..- J . J.~ . D "C;l\I PHY. Dolore ad c101ninale di o r igin e v ascola r e. - J . T. IlRU ND.\ GE e al. S ludi :-:ull iper t e n sio11e art. J our nal A . A1. A., 4 lug. - D . l\iI . KUHNS. Lotta con lro le epidc ni ie rli m enin gi te epid emica. J). ~ · N1T?CHE. Infes tazion e da 'frichomon as vagi 11 é111s 11 ell u o1110. - L. NI. l~LACKFORD e al . Calcif icazion e delle YalYole aortich e. Fo lia 1 VCcd. , 15 lug·. - ~1 . TE TA . Le 111ilze accessorie n on 1)r esen la110 sc n1pre le st esse a l te r azion i dc~ll a m ilz31 principale . D eut. Nle<l. l Voch., 17 lu g. - ~ ttinero sull e pro ~ f' in e del Ì() l t e 11ell ' ali n1et1tazion e. nr;l. Nl ecl. J ourn., 1 lug . -- E. ROCK CA RLJN G. S plen on1egalia. - I . J . \Voon. En1osta.si . ltVi en.. !\li11. l~roch.. , 24 lu g. O. PoLJl\IANTI. l .. P1ar gi a e sonno invern ale. Cl i n . Chi r . , lu g . G. 'f oNIOLO. Il fatt or e « ris tagn o >> 11ella pa logen e·si dell 'ulcer a p eptica . R. GRASSO. Gas tr iti u lcer ose sp erim entali da intos~i caz ione caffeino-nico lirtica. Paris Nl éd., 25 l t1g. I . ' ' "' uGì\IEISTER. I con tributi italia n i a l! 'u r ologia . :' l ed. J(li11ilì, 24 lug. C. v ~OO RDE:.\". port e nutrizion e. - 1'. BnuoscH e A. SYLLA. Aller g ia e n1 ala l tia : ~!ed. l'V ell , 25 ]ug. --· F. B F. nTR.\ l\L Profilassi d el (li ob et e. - A. B rcKL. Azione d el la caffeina sul rica1nbio. J our1 i . de Nlécl. de L yo n , 20 lt1g. - Nu1ner o di o I o-larin gologia. .4.nn. de Méd., m ag. D . ~IANTE. Nefrit e azot e1nica silen ziosa d ei p11eumonitici . - G . DE MoR~ 1ER e .T . J. ì\IozER. Lesioni cerebrali mortali da A m er . J ou rn.. Nl ed.

i~oglicemia.

"'; · T. HAsLER jr. e f... S PEKT ER. Te rapia febbrile d ell 'ofta lmob len or rea . - L . SAYLon. 1'r a ttam. d elle ul cere varicose con la ionoforesi . J ourn . A . M . A. , 11 1ug. -

[ANNO XLJII, NUl\I. 46]

Presse Méd., 12 lug. __,, J. CHALI ER e R . FRo~IE1'T. Esplorazione t a ttile . - E. F h"LDHE Jl\L L 'is lidino ter apia d elle ulcer e g. -d . Presse Méd., 25 lug . - l\i1. LABBÉ e a l . Go tta ~ ip~ru~icemia . - . G. B1cREL. L 'insufficien za ant e1pof1sar1a . Man.eh . Med . .lfVoch ., 24 lug. '· Med. l-f'e l l l 1 UC'' "O' T - N ~11neri sulla n1edicina n ello sport. . J( .l zn . l1' och. , 2'5 lug. T. GRDNEBERG. Azion e d ep 1g mentante d egli estra tti di corteccia surre11al e. - W . KnAUL1 . TJ co1nplem ento n ella J)ar ali si gen er . D eu t. Nled . .W oc li., 24 lu g . - l .Tl\1"BER. Qu est ion i LAPP e D1s0Ln. TroJ11d ibattute s u l (liab e te. bosi ed embolia n el vitto acloru rato. Rinasc. l\1ed., 31 lug. - P. GAFÀ. E sanle1ni tubercolari. - B. SonR ENTINO. Gravidanza. ectopica e nevr alg ia frenica. Proc. R. Soc. M ed., lug . - Discu·ssioni su : Aspetti m edici d ella inenopau sa ; La radiologia in 11ruro-chiru r g ia; trattam ento d el m orbo di Ad dison ; profilassi d ella mortalità n eo-nat ale. - Casistica . B u ll . Méd. , 25 lug . - Ost etricia. f V i en . J( lin . VJi ocl i., 31 lug. - Od ontologia. F orze San ., 15 ll1g. -' D. F ERRARO. Poli omiel it e , a nt. L ancel, 1 ag. F. C . YoUNG. Me tab olism o ò ei ra rboidrati. C. J ENNINGS MARSHAL.. Dolori n l fi lltnco d estro . Atliinch . Med. ltVocJi., 31 lug. - · Diab et e .

L' A T TU A L I T À

M E DI C A

Sommario del N. 9, 1936: Orient amenti : G. S ANNI CANDRO: Gli ormoni go11adostimol anti . - Le nuove terapie : L . VERNEY : Cura poliorm onica del cancro. - In laboratorio : A. F1L1PP I N 1 : L'inte ~f erom et r i a. La nota di fisiologia. - Note di terapia. - La nota storica. - La nota professionale. Varia. - I libri . - Le pagine senza medicina. - Annotazioni. - Quesiti. - Echi. - Postille. - Miscellanea. Abbona.men to a nnuo: Italia L . 1 5; Estero L. 2 5 . Un numero separat o : I talia L. 1 ,50; Estero L. 2,50. Rivolgersi a ll'A.mministr azione, Via delle Fina nze 14, ROMA.

Indice alfabetico per materie. Atrop a Bellad onna: ct1ra d el p arki nsonismo en cefttlitico . . . . . . . . . . Pa·g. 2051 .Bacilli tuber cola ri : arri cchi1n en lo n ello

sputo

. . . . . . . . . . . . . . . . .

Bibliogr af ia . . . . . . . . . . . . . . . CoJecist eclo mia: con seguen ze ~ u l 1e ' 'ie biliari . . . . . . . . . . . . . . . . . Colelitiasi: t ro. lla111. . . . . . . . . . . . Coli te acut a e c ronica: Lrat t arn . . . . . Costipazione: trattam . fi io ter a.p i co . . Ematuria familiare es·sen ziale . . . . . . Fegat o: disturbi funzion ali: trattam. . Insulina · 11 ei dis tu r bi gastro-in test . . . . I per ten s io11e: d ist urbi psichici d ell ' -

)) 2093 ))

)) 2070 )) 2092 )~

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2092 2093 2091 2092 2092

))

2091

Diritti di proprietà ri servati. - Non è consentita au'-'> naatione scritta dalla redatione.

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2074

Nefri ti e n efr osi: cura chirurg ica . . . Pay. 2079 n 2063 l)ar alisi p rog ressiva : pire lot er apia . . . Parkin on ism o en cefalit ico: cura m e)) 20.'51 d iante le r a dici ·a i Atrop a Dell ad on11a )) 2091 Pj elite : trattamento . . . . . . . . . . . )) 2067 P oln1onile: c ura con l a di a1e r111 ia . . . )) 2068 Scarl a ttina : id ee a ttuali . . . . . . . . . Sjfilide: prognosi, eo11 ri g u 1rclo alle )) 2091 i1 euror ecidive . . . . . . . . . . . . . )) 2064 1'a b e: piretoter apia . . . . . . . . . . 1' iroide : produzion e a rlifici::i le d 'iperplas1a . . . . . . . . . . . . . . . . . )) 2093 'l'rasfu sio n e di sa11gu e puro n e lla pratica )) 2057 chirurg ica . . . . . . . . . . . . . .

la ri.stampa di lavori pubblicati n el

Policlinieo se non m seguito ad

vietata la pubblicazione cli sunti di essi senta citame la fonte .

A. Pozzi, resp .

C. F'RucoN1, Red . capo . Roma - Sta b . Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.


Roma, 23 Novembt-e 1936 - XV

ANNO XLIII

Nnm. 4:7

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

SEZIONE

PRATICA

REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI

Clinico Medico di Roma

ABBONAMENTI ANNUI: 1° GENNAIO - 31 DICEMBRE CuaalatiYi: Italia E1tero (l) ALLA SOLA SBZIONB PIATICA (settimanale) L. 58.80 L. 100 (2) ..i.Lidi IUB SIZIONI (pr&t ica e medio&) . (t-a) ALLA &OLA 8BZIONB MBDICA (men1ile) . L. 50 L. 00 (J) ALLm IUIJ SllllONJ (iprat ica. e oll.irurgfua.) (l-b) ALLA IOLA 811Zl0NB CBIRUB81CA (mensile) L. 50- L. 60 (f) ALLB TI• SBllONI (pratica, medica e ohirur.).

Sias•li :

Un numero separato della SUion: Ksn1c.A. o della C11mt11u11c.A. L. 6 ; della

PliTIC.A.

Italia L. 100 L. 100 L 125

Estero L 180 L. l• L. llO

L. 3.,50

SOMMARIO. t.avori originali : M. A. Sisti : Il .pneumoperitoneo nel trattamento dell'asma bronohiale. (Contributo clinico). Note e contributi : L. Torchiana : Ulcera duodenale al seguito rl i ustioni e su a i.mportanza medico-legale. Sunti e rasseg ne : C IRCOLAZIONE: H. A ssmann : Rilievi d'attualità nel campo delle malattie circofatorie. G. Maraiioa e F. Domenech: Variazioni della pressione sanguigna n elle malattie dell'ipofisi. - E. M. Ohew, E . V. A llen e N. W. Bark er: L'ipotensione ·o rtostatica. - D. M. Baker: La ipalpitazione. - MISCELLANEA : L. Képinov : Le relazioni dell' ipofisi con il pancreas, e le surren a li nel controllo della glicemia. - M. Volterra: Fattori disponenti e f attori ostacolanti n ella patologia. dei tumori m a ligni. Divagazioni : G. Alherti: Riflessi medico-igienici nei misteri eleusini. No t izia bibliografica. - Cenni bibliografici.

Appunti per il medico prat ico : CASI STICA E TERAPIA : Complicazioni encefali che della malattia ·serica. I l fattore er editario n ella predis posizion e ver so le affezioni pneumococcichE' del polmone. - I disturbi gastrici nelle aippendiciti croniche. Vitamina A nella cura locale delle ferite. - Effetti coagulanti ed en1ostatici dell'alcool otilico prima rio n elle sindromi emor ragiche. EPJDEMIOLOGI A : Signifieato di un'epide1nia d 1 dengue. - MEDI CINA SCI ENTIFICA: Effetti sulla milza della l egatura dei vasi venosi splenici. - POSTA DEGLI ABBONATI. Politica sanitaria e giurisprudenza : G. Selvaggi : Osservazioni pratiche cir ca i rimedi giuridici. Nella vita professi-0nale : Cronaca del m ovimento corpor ativo. - Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificen ze. Notizie diverse. I nd;ce alfabetico per materie.

LAVORI ORIGINALI

Mona ldi n el 1932 tratta con pne urn o1)erit o11eo un individuo a ffetto da tub ercolosi· intestir1ale e portatore in pari tempo di lesioni fibrose in a mbedue i polmoni con sindrome a n1atiforn1e. Co11te111poraneament e a i risu ltati b enefic i 1Jer le funzioni intestinali' si ha , fin dall 'inizio, la sco11rpa rsa degli acces . . i a ... n1atici. DapJ)rima l 'autore ritenne trattarsi di una coinciden za, m a avendo sospeso d opo qualche ten1fJO il pneumoperitoneo , con la ricom11arsa <lclJa fenomen ologia intestinale notò anche la ri1)re a de lla sindrome· asn1atica e avend o ripreso p er alcuni mesi il trattament o di pneumoper iton eo, ebbe nuovamente la ... con1par a di og·11i perturb·a 1nento e questa volta d efi11itivan1~nt e, ta11to che àa j)iù di due ann i quest o pazie11te h a lasciato l 'Istituto e h a ripreso le ~ u c 11or111a]i occupazioni. . usseguenten1ente, n el 1933, lo stesso autore api.)lirò il i)neun1operito11eo in alc uni 1)ert11rlla111ent i re pira tori isolati o misti a pe rl l1r}):'l 111c·nti gastrici. ch e t alora pos ono sus:egu1rc

Istituto " Carl o Forlanini ,, Clinica della Tubercolosi E DELLJ<~ MALATTIE DELL APP ARATO RESPIRATORIO 1

Direttore : On. Prof. E.

M ORELLI .

Il pneumoperitoneo nel trattamento dell' asma bronchiale. (Contribut o clinico). Dott. M. A. S1sTr. Lo studio dei rapporti funzionali tra torace 1 ~ addorne, impostato in quest ·istituto con ricerche sperimentali, aveva portato ad ammet ter·e ch e n ell 'ambito addominale esisto·n o r egio11i riflessogene p er la respirazione, ch e la trasmissione d egli stimoli può avvenire all 'infuori d elle ' 'ie vagali e ch e probabilmente a 1cuni perturb·an1enti funzionali della respirazione possono trovare il punto di partenza nel1'addome. Osservazioni cliniche condotte parallelamente confermano la con cezion e teorica.

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2100

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IL POLICL l.l\lCO

ad interventi operatori sulla parete toracica . . f'. io stesso, negli ultimi tiempi, ho riferito di alcuni casi passati alla n1ia osser,'azione e nei quali i risultati ono stati co1npleti. Da tali premesse si credette poter rite11ere che probabilmente anche alcune forme di asma bronc.h iale potessero giovarsi di simile terapia. Dati· i risultati ottenuti, ho creduto oppo~tuno raccogliere i casi trattati in Istituto (J\'.fonaldi-Sisti-Bottari) che se per il loro n umero non permetteranno deduzioni di carattere generale, confermeranno tuttavia l'esattezza dell 'impostazio.n e teorica e forse daran110 la visione della possibile utilità del pneumoperitoneo irl alcune di queste forme .

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[Ar.No XLTII, l\uM:. 47J

bene atte11ùa lo, co11 rjap1)arizio11e di ro11chi e sibili diffusi. I rifornime11ti Yengo110 praticali a 0rriorni alterni con .introduz~oni di 250-350 cc. di ossige110. Mentre in u11 primo tempo si ottiene una einplice attenuazione degli accessi ed un certo diradarsi degli stessi, i11 seguito si ha u11a notevoJe riduzione della frequenza degli stessi siHo alla scon1parsa per due o tre gioi-11i. Anche obiettivamen le si va apprezzando sempre di 1ne110 il caratteristico respiro slenotico. Nel marzo 1934 dato i] n1iglioraménto ed il diradarsi degli accessi, i rifor11in1enti di p11eumopE:ritoneo a11zichè . praticair si a g"ior11i alter1ù, si eseguono u11a volta alla settima11a. Si nota un progressivo ridursi degli aLtacchi che diventano ulleriorn1ente meno intensi e' di minor durata. Nell'agosto 1934, essencfo·si gli accessi maggiormcnt~ diradati, i rifornin1e11ti vengono praticati dapprima ogni 10-15 giorni e poi u11a Yolta al n1ese. Nell'ottobre 1934 gli accessi scompaiono del tutto; nel novembre uccessiYo viene abbandonato il tratta111e11 to e nel dicem}Jre la p. Yiene dime·ssa . Ulteriori notizie conferrn.ano la persistenza della guarigione.

C \ S(J I. - A. Ines, di anni 19. Gentilizio negativo. La paziente ebbe normali i primi alti fisiologici; mestruata a 19 anni, le regole sono state norn-iali per ritmo, qualità e quantità sino a due mesi prima dell 'ingresso della paziente in Istituto e·s sendo poi divenuta amenorroica. Non ha sofferto i comuni esantemi infantili; dall'età di 4 anni comi11 ciò a soffrire affezioni dell 'apparato respiratorio, caratterizzate da CAso II. - G. Joseph , di anni 23. scarsa losse, ·scarso espettorato, dispnea asn1atifor1ne cor1tinua, accenluantesi sino ad aversi forti (Studente india110 del collegio di P.ropaga11da Fide). · accessi dispnoici della durata· di qualche ora, insor genti per lo più yerso le ultime ore della 11o tte. Nulla di particolatre 11el gentilizio. Tali accessi si verificavano con maggiore freNella prima infanzia sembra abbia avuto bro11quenza nel periodo che va dall 'inizio della primacopolmo11ite.. Nell'eslale 1931 viene in Roma a vera al principio dell 'autunno e costringeYano scopo di studio. Nel febbraio 1932 incomi11cia ad la paziente a respirare, durante la notte, seduta a~cusare acce·ssi asmaLici che si presenta110 spesu] letto. CessaYaJlo con iniezioni di adrec1almente nelle ore not Lurn e con estrema vionalina al millesimo o a1s moganglina. Ques to stato le11za e ribelli alle ordinarie cure. Dura11 lc il di cose s'è protratto sino all 'ingresso in Istituto giorno permane uno stato asmatico che gli imco11 al ternative di miglioramento e di peggiorafJed.isce la normale applicazione agli studi. Gli mento. In lutto questo perjodo non ha mai preaccessi si ripetono quasi tl1tte le notti, ordinas~nta lo eleYazioni termiche, nè aste11ia, n è dimiria1nente tra le ore 23 e le ore 3 del mattino e si 1111zio11e di peso. co11tinuano sino a tutto il maggio. Per il persistere degli accessi asmatici fu ricoDal giugno cessano complelamer1te e con gli verata aJl 'Ospedale di S. Giovanni e di là traaccessi scompaire anche lo stato asmatico, per .cuii sferita in questo Istituto il 14 dicembre 1933. Alil paziente può riprendere la vita normale. 1'ingresso presentava : Tra la fine di febbraio ed i primi di marzo Condizioni ge11erali buone, apirettica. A cari1933 la sindron1e ·si ripresenta co11 gli stessi caco del torace si nota un tipico reperto di steratteri degli anni precedenti, tanto che il p. è no·si bronchiolare con espirazione prolungata, abcostretto a sospendere te1nporaneamente gli studi. ]Jondanti falti bronchiali , ro11chi, sibili e fischi. Nell'aprile, sempre co11tinuando tale sindrome. Nulla di notevole a carico degli altri apparati viene istituito pneumoperitoneo. Gli accessi scome si temi. Espettorato prevalentemente 1nucoso e paiono immediatamente ed è necessario solo ri.I\och 11egativo, urine normali. Reazione di Waspetere il trattamento quattro volte ad intervalli ser1nann, cutireazione bovina 11egatiYa , un1ana di 5-8 giorni. AJ quarto giorno, dopo l 'istituzioleggerrrlente positiva. In base agli esami semiolo- ne del trattamento, il paziente può riprendere la. gici, radiologici e di laboratorio, si fa diagnosi vita i1ormale di collegio e continuare regolardi « A 111a essenziale in soggetto portatore di scarsi n1ente gli studi. fatti sclerotici biapicali ». Sta bene per t11tto il perfodo successivo. . Dopo alcuni giorni di osservazione clinica, in Nel marzo 1934 si ripre·senta un accesso asmadl? ta 28 dicembre 1933, subito c~opo l'insorgenza tico non grave. Il giorno seguente viene eseguita di un accesso tipico, s 'interviene con pneumope- una introduzione di 300 cc. di ossigeno nel cavo ritoneo introducendo 250 cc. di ossigeno. peritoneale : il paziente riacquista il precedente Si ·ottiene dopo pochi minuti la scomparsa delbenessere e continua per tutto l'anno regolar1·accesso ed all'ascoltazione si riscontra una di- n1ente gli studi . Nella primavera del 1936 no11 ha presentato aln1inuzione notevole dei numerosi fenomeni stenotici. cun perturbamento. La paziente non accusa altro disturbo ad ecceCAso III. - D. L. R . Donata , dj anni 28. zione cli dolenzia ali 'epigastrio ed alla spalla deLa madre ba 65 anni, e da trenta anni soffre stra, dovute al pneumoperitoneo. Dopo circa due <>re <la Il 'in lerYento si h a lin nuoYo attacco, seb- di bronchi Le cronica; 11a aY11 Lo 9 gravidanze, del-


fAl\NO XLIII,

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EZIOI'\E PR.\TJCA

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Je quali 2 co11 e!:>i lo in aborto e 7 co11do tle a termi11e con parto fisiologico. Dei 11ati, 4 sono i11orli in tenera elà e una a i5 ai1ni per 111 alattia i1npreci:-ata. SopraYri~suli tre di cui una è la paziente i11 ogge tto. Nata da parto e utocico, i1orn1a1e il s uo sYiluppo psichico e fisico, n1e lruata a 13 anni. Co11iuga ta a 21 a., con uo1110 a PIJarenteme11le sa110, eb1.>e 2 graYiclanze. A. 4 ai1ni ehlJe scarla ltina. Stette bene sino al 1933, epoca in c11i ebbe pol111onite frtinca a destra g uarita in 10 giorni. Ver so la fine di lJna graYidanza, nel febbraio 1935 amn1alò di. li<:! Ye for1 u e grippale con cefalea, dolori alle gamJJe, tosse co11 es1)e llora lo preralen1en1en te 111ucoso e febbre. Recatasi al Policli11ico elJbe par lo laborioso per prese11lazione <li . palla. Dopo qu a lch e gior110 dal pa1 lo in~orse los~e frequente con abbonda11te e~ pe ltorato , en·so di affan110 , di oppressione, specie cluran le la notte, con accessi dapprima asmaUfor111i e poi i1etta111e11 le él,~111atici co11 di spnea prevrtlenteme11le espir atorja , cianosi , fa 1ne d 'aria, st·n so subietliYo di .fren1ito bronchiale. I... 'accesso cli111inui' a co11 emissione di abbondan le espettorato muco-schiumoso. Gli attacchi si rip e le,·ano tre o quattro volte nelle 24 ore, ·specie dura11le la i1o lt e, co11 una durtrl a di circa due ore. All .i11gresso i1ell 'Is ti lu1o, avvenuto il 7 maggio 1935 1 1·esan1e ohi e lliYo cler1otaYa: co11dizioni ge11erali di screl.e , apire l t ica. Nu lla cli noteYole ali 'i ~ pezione toracica. Fos e sopra- e "olloclavicolari poco eYidenti. -~Il a palpazion e: :Fre111ito Yocale la ltile ben lrasn1es . . o ~u lutto 1·an1hilo. EYi<ler1lc fremito bronchiale. Alla percu ssione: uo110 chiaro iperfonetico nelJe zo11e alte ecl alle ba i; apicj in sede e di ampiezza 110rrnale. Ba i jn sede con scarsa mobilità a ttiva. All 'ascollazio11e : n1urni-ure Yescicolare o scurato da ll n abbondar1 te reperto di fatti st enotici con fischi sibili e roncl1i diffusi su entran1bi gli emitoraci, più abbondanti posteri or1nente e in medio torace. A carico dell'apparato cardio-circola1torio nulla d i notevole eccetto un lieve rinforzo del secondo tu no sulla polmonare. 1~ulla cl 'importa,n Le si rileva all 'esa111e ohie ttiYO degli altri orga11i e sjstemi. B E 1 L M - c,. \ . 1300. F or111ul o leu cocitaria: 1 03 22 6 Dopo u11 breYe periodo di osservazione, durante il quale Yengono praticate cure generali, endo"en ose di calcio e cure sintomatiche per ·sedare ~li decessi {asn1og·anglina , adrenalina, sanedrina, ecc .) la pazien te Yiene pos ta 11ell a cam~ra antìa11erg·ica. Stando i11 detta camera la paziente per alcuni gio111i nota un ridursi degli accessi cla 4-5 a. 3-4 per Clli è però sen1pre nece .., ario praticare d ue . tre iniezioni òi adrenalina nelle 24 ore. In sPgui lo g li attacchi riprendo110 con il oli to ritmo e. co11 la n1ede in1a intensità e durata di p rima . I.. 'espettorato, nega liYo per il bacillo di Koch , è in pre, alenza 111ucoso con numerose celi ule eosinofile, scarse spirali di Cur chm a11n e ql1alcl1e cri _t allo di Charcot-Leyden . In d at a 8 g iugno 1935. dopo circa un mese che la paziente . . ta 11ella camera an li allergica senza trarne alcun hE-neficio, i ritien e opportuno interYenire con pne11moperiton eo introducendo 300 cc . di ossiI

1

~eno.

~Ientre 11ei gior11i precedenti si aYeYano 4-5 at-

tacchi 11elle 24 ore, Jo s lesso gior110 dell ' applicazjone del pneumoperiloneo ha un solo a ltacco dura1J le Ja ùotte che vie11e subito sedato con mezza Jiala di adre11alina al n1illesin10. l~ei g·iorni successi ,·i si ha pure la ripetizione di u11 solo a ttacco notturno. 1 rifornir11enli ,·e11go110 conti11uati co11 intervalli cli 4-5 giorni, co11 i11 lrodut.ione dj 250-300 cc. di ossigeno, fjno al 2·3 giugno 1935, epoca in cui · si d ecide di fare rifor11jn1e11 ti a giorni alterni. Nel primo periodo si 11ota il ridursi degli attacchi da 4-5 a 1 durante la 11ot~e, talvolta due nelle 24 ore. Istituiti i rifor11i111en li a giorni alter11i si osserva notevole i1ùgliora1nenlo nella respirazione; gli attacchi non si presentano J)iù tutti i giorni e quando si presentar10, in generale di notte, vengo110 subito a ces·sare in seguito a somministrazione ora le cli efetonina, oppure soltanlo con una mezza fiala di as111oganglin a o adrenal jna. Il 18 ll1glio 1935 da le le buone condizioni genera li e il diradarsi degli attacchi, si decide di sospe11dere il pneun1operi toneo per osservazione clinica. Stando 10 g iorni senza rifornimenti si risconlr:t un aume1rlo d egli attacchi che negli ultimi giorr1i diYe11go110 quoUdiani e talvolta anche biquotidiani (uno di gior110 e uno di notte) . In data 29 luglio 1935 si r)ratica di nuovo il p1 1e\}n1operitoneo ed i riforni1ne11ti vengono ripeluti ogni 4-5 giorni sempre con quantità di 250-300 cc. di ossigeno. Gli attacchi si vanno di nuovo diradando diYen endo altua 1ri, di scar a c1 urata e vengono edati soltanto r ol fumare qualcl1e ..:igaretta di tramo11io. . Dis tanziando di 10 gio rni i rifornj111e11ti, dopo il 5°-G 0 giorno gli accessi asn1atici si ripresenta110 giornalieri e talvol La biquotidiani, però ce<lono subito se non alle sigarette antism a tiche, ad una mezza fiala di asmonganglina o adrenalina. RiJJrendendo i rifornimen li ogni 5 giorni oi ha un mjg·lioramento nello sta.t o re piralorio delp éJziente con un attenuarsi o diradarsi degli acre si. Si continua co·sì fino al 13 ottobre 1935 epoca in cui essendo n1igliorata la pazien I e n elle cond izioni g·enerali e loca li, con una qua si completa scomparrsa dei fatti ste11otici all 'asco11 azione, Yiene climessa per contin uare arnbulatori amente la cura. I rifornimenti vengono praticati ambulatorian1E:nte og11i 10 g iorni dapprima , ed in seguito ogni 15 g iorni. Nel dicembre 1935 ven gono sospesi non prest ntnndo più la paziente alcun di sturbo respiratorio : Ulteriori notizie confermano la persistenza del pi eno benessere. 1

Per analogia riporto anche il caso seguente comunicato da Bottari per gli effetti del pneu111operitoneo sull'enterocolite: CASO IV. - F.. Alfredo , rti anni 56, verniciatore. ~ul la di notevole n e] genti li zio. Nato a termine da parlo eutocico. Fu militare nel 1897, partecipando alla guerra ir1 Grecia. Dal 1914 al 191_8 p artecipò alla grande guerra, combattendo pnrn n in Frar1cia e poi in It alia. Di·screto bevitore e fumatore. Nega lue. A tre n11ni h a aYuto il n1orhil1o, a dieci anni bronco-


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« IL POLICLINICO »

pol111onite recidivante per la durala di circa due rn esi; a 19 anni ble11orra.g ia, g uarita dopo breYe cura. Dura11te la guerra mondiale, in Francia, ir1 seguito ad inalazione di gas tossici ebbe una nuova affezione broncopneum·o nica durata circa. un rr1ese e mezzo, per cui venne riformato. D 'allora in poi andò sempre soggetto a facjli bronchiti co11 abbondante espettorazione ecl affanno dopo sforzi anche lievi . 'fale affanno si accentuava durante la 11otle. Fatto ancor a ido11eo al servi zio militare e man·dato in Albania, ebbe malaria e congelazio11e del! 'alluce sinistro. Con geda losi 11el 1918 a11dò sempre soggetto a J)ro11chiti, specie i1elle · stag"ioni invernali. Nel 1921 in seguito a caduta, ebbe frattura della VII -ed VIII costola a de·stra sull'ascellare media . Dall 'aprile 1935 il paziente è andato sempre sog·getto a djarrea co11 10-15 scariche giornaliere, icram1)i al l 'addome e sen so di pirosi ed eruttazioni. Xel g·iugno 1935 in seguito a violenti colpi di ~osse ebbe abbondanti emottisi , cui ·seguì febbre <llta solta11to p er due giorni. Dato il persistere di questo cata rro bronchiale e d ell 'intenso affanno vjene ricoverato nel nostro Istituto dove entra il 22 luglio 1935. Si fa diagnosj di bronchite cro11ica, fetida, diffusa, bilaterale con stato asmatiforme (da g·as t ossici di guerra); enterocolite cronica b anale. L 'esame obiettivo all 'ingresso presenta,: co11dizioni generali d iscrete, apiretti co. Torace a ti])O enfisematico. Dolenzia vaga ai cucullari. Frerr1i Lo vocale t attile ben conservato su Lutto l 'ambito. Percussorian1ente : lieve ipofonesi sulle sopraspinose. Api ci in sede e di ampiezza normale. Basi aIla decima costa sull 'emiscapolare con scar si ima in obilità attiva. All 'ascoltazione re piro aspro, diffuso su entrambi g li emi toraci con ronchi, il>ili, fi'schj . Cuor e: ot tusit à relativa ingrandita verso delra. Li eve itnpurità del secondo tono sul punto (l 'ascollazione aortico e rinforzo del secondo t ono s11Jla pol1nonare. Polso ritmico, di frequenza nor1nale, leso. Addon1e poco trattabile, indolente alla palpa.zio11 e supe rficiale. Fegato e milza nei limiti. Nulla di notevole a carico degli al tri organi e sis temi. Urine normali. Espettorato Koch n egativo. R . W. negativa. Pressione arteriosa. Mx. 120, M11. 70, P. 64. Velocità di sedimentazione delle c1nazie : indice di Katz 37,5. Dopo un p eriodo di osservazione, durante il quale furono praticate cure generali e di sedativi per l 'affanno , ed astringenti ed opportuna dieta p er l 'enter ocolite, non essendosi riscontralo u n 11c tto giovamento e persistendo inten so st ato asm ati (orme, ol tre a n au sea, inappetenza, sen so di p irosi , p esantezza all 'epigastrio, dolenzia alla palf)azione profonda lu11go il trag·itto del colon , co11 a ti di vo1nito e perdurando I 'alvo diarroico co11 10-15 scariche nelle 24 ore, si ritien e opportuno i11lervenire con un pneumoperitoneo, in data 30 c l lembre 1935, introducendo 300 cc. di 0 2 • Dallo stesso giorno inizia un notevole mig liora 1nento principalmente a carico d ei dis turbi d elJ 'c1flparato r espir atorio. Le carich e diarroiche da 10-15 g iorn alier e si riducono da1pprima a una o due e poi definitiva1,1c11 Le a una n elle 24 ore. Diminuiti i disturbi su biel liYi a carico dell'apparato digerente e mi!tliora la lr\ respirazion e con notevol e attenuazion e

[AN~o XLIII, Nul\1. 47]

deJlo s tato asn1atiforme; più facile I ·espettorazio11e, diminuita la to·sse s tizzosa. Si continua il trattamento con introduzion i ogni 5-10 giorni fino al dicembre 1935. In quest'epoca , essendosi del tutto regolarizza to I 'intes tino, il pneun1operiloneo ,·iene abbandonato. A carico dell'apparato respira torio persi tono solo i perturbamenti inerenti allo stato enfisema.tico mentre sono comple la111 ente regrediti g li accessi asm atifor1ni.

*

*di* addi,·enire

Non pretender.eme ad alcuna deduzione i)ratica dai ca i i)resen tati. I risultati tuttavia cosi lusingh.ieri' pern1·ettono di r il.enere non inutile un tentatiYo di I rattan1 en to con pneumoperitoneo specie quando siano fallite le altre cure. La tec11ica adottata è quella stessa cl1e si segue in l&tituto per il trattamento delle enteriti tub,ercolari: puntura con ago sn1usso a 111 edio calibro tre dita al di5otto e a sinistra del1'ombelico, immissione di ossigeno con un appar·eccl1i'o da pneumotorace, preferibil1nc11te con il 1Forl.anini; le quantità di gas i1nmesse in ogni introduzione d.a i 250 ai 350 cc.; rifornimenti ravvi'cinati in principio, ogni 2-4 gior!ni ·p iù distan ziati iln seguito ogni 8-lOi g iorni. Durata e condotta del trattan-ie11to da regolarsi in r apporto ai' risultati clini ci. La lunga pratica di tale terapia .applicata per Dltre affezioni e 5indro111i n1i permette afferro.are cl1e il procediment o è sceYro da qual iasi inconveniente. Il malato è costretto solo per i primi due o tre giorni a r estare in letto in posizion1e supi11a, eventualmente con il bacino alquanto rialzato p er attenuare ]e n1oleste sensazioni di dolenzia e di stiramento agli ipo.c.ondri e alle spalle. Dopo i' primi giorni può riprendere la vita 0 1rdinaria . Non si lamentano mai i11cidenti durante i rifornimenti. nè complicazioni suss·eguenti . Restando nel campo di .a pplicazione delle form·e asn1atiche è da rit enere sia con,renien te eseguire le introduzioni di gas a una certa distanza dagli acces i. e ciò de,·e essere la regola n egli individui cl1e J)resentano . . tato e11fisematico . onde non difficoltar e. sia pure transitoriamente, la funzione n1eccanica della respira i ione. Tutta,·ia diremo ch e in un soggetto abbi.amo .più volte praticato l 'introdt1zione durante 1'acce o, onde r enderci conto degli effetti in1mediati , e n on solo non si sono lan1entati i11convenienli n1.a si è '"isto un rapido miglioramento e forte abbre, iazione della durata della cri i. Ulteriori studi in cor"o nel nostro Istitut o potranno forse precisare i lin1iti di applicazione e il meccani mo d'azione di tale tratt ;imento. A noi basti dire cl1e i risultati 11on 1


[ANNO XLIII,

NU!'\11 .

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SEZIONE PRATICA

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2105

d ebbo110 rite11ersi in co11trasto colle teorie allergiche oggi dominanti, e in ILalia magistraln1ente illustrate e tradotte in pratica da C::. OSPEDALE CIVILE DI PORTOFERRAIO. '1•rugoni. Le acquisizioni dedotte dalle ricer cl1e spe- Ulcera duodenale al seguito di ustioni e sua importanza medico-legale. ri1ncntali u i rapporti funzionali tra torace e addome di cui abbiamo fatto cen.no in pri11ci'Dott. LUIGI ToRCHIANA, pio posso110 far ritenere che il pneur11op erito- . Chirui:go Primario e Docente. neo diviene capace di attutire o elimin are que i ri fle si ell e i11 soggetti allergizzati possono esUna delle complicanze che possorio risconsere ~ca le 11ati da cau se di front e alle quali al- trarsi, sia pur raramente, negli ustionati è la tri ii1diYidui rin1a11gono del tutto indifferenti . presenza di un.a ulc·erazione intestinale con localizzazione preferita al duodeno, éhe può deRIASSUNTO . IJ'.\ . riporta quattro casi di asma bronchia- correre in modo acutissimo fino .a lla perforale trattati efficacemen te con pneumoperito- zione o essere causa di emorragie mortali . Ta11eo , e i11 base a precedenti ricer ch·e SJ)erimen- le ulcera più raramente multipla, n1a in g'enere unica, attirò fin dal pa sa lo l 'attenzione d eiali su i ra1)porti funzio11ali tra torace e addogli studiosi e oggi essa è b en conosciuta con1e me ( ~1011aldi , is ti , Cati) riti en e ch e 1'effetto del i1np. }Jossa i11anifestarsi con I 'attutire o ulcera di Curling, dall 'A. ch e nel 18.42 la d el 'eli111inare quei riflessi che in soggetti aller- scrisse negli scottati con1e entità clinica. Non gizza ti }Jossono essere scatenati da cause inef- erano, p·er la verità storica, mancati àll 'argom·ento contributi precedenti, con1e quello di fi ~ac i invece per altri individui. Dupt1ytren , co11 inter essanti casi di ulcere mulLET'TEI-lATURA. tiple nel 1832, quello di Cumi11 nel 1823, quello di Cooper e di Long nel 1840. M oNALDI V. Rapporti funzionali tra torace e addome. Tentalivi cli apz)licazio11i terapeutiche in Qu.a si contemporaneamente al Curling analcun.e disfunzioni respiratorie. Lotta contro la che Erichsen scrisse su qu.esto argomento una tbc., oltobre 1933. completa relazione nel 1843. Mvl\'.\LDI V., S1sT1 ì\1. _l\.. Siz alcune a/Jplicazioni del pneun1ope r i lo11eo in terapia. Forze sanitarie , Tuttavia il laYoro più con1pleto spetta al 11. 22, 1935. Curling, tanto che l 'ulcera così originala porta Mo~ALnI A., S1sTr ~1. A. e CATI L. Rapporti funil suo nome. Egli nel suo tudio riferiva su cirzionali tra torace e addome. Prima serie di rica 10 casi, dei qua]i ± person.ali , e tratteggiava cerche sperimentali. Lotta contro la tbc., n. 3, 1narzo 1934. i càratteri d ell 'ulcera duodenale decorrente a In. In. In. Rapporti fun zionali tra torace e addotipo acuto, seguita in brev·e lasso di te111po da ni e. Seconda serie di rice rche sperimentali. en1orragia o perforazione . •':;edi riflessogerie respiratorie addominali e vie Orientata a queste ricerche la sua .a~tenzione 1ter11ose di tras1nissione. Ibid. , n. 9-10, settembre-ot tobre 1934). ed ·e saminando sistematicam.ente il duodeno In. Io. In. Rapporti furizionali tra torace e addonei morti per ustione, egli potè riportare altri me. Terza serie di ricerche sperimentali. Le ri3 casi, nei quali l 'esan1e post-morten1 rivelò percussioni della depressione pleurica nel cavo addominale, Ibid ., n. 1, gennaio 1935. segni di duodenite acuta senza però fatti ul ceM oN ALDI V. Perlurbarrienti funzionali sussegueriti rativi.

N01'E E CONTRIBUTI

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ad interventi operatori sull 'emitorace sinistro e loro tratta1nento. lbid. , n. 9-10, 9-X-1934. ~J onF.LLT E. Il pneumoperitoneo in terapia. Atti

<lel , . Co11gr. \"az. per Ja lotta contro la tbuc, Jlo 1na, 1935. Si~TI )f . A. I l pneun1operitoneo nella terapia dei

perturban1enti funzionali susseguenti ad inter1•('n fi .'ili[ t ora ce. Giornale <li tj siologia, 1936. 14

Ricordiamo /'Importante Monografia: Dott. Prof. PAOLO STANCANELLI

della R. Università di Naipoli

L'asma bronchiale nei moderni concetti Volume di '.Pagg-. ·vIII-100. Prezzo L. 1 2, più le. spese postali di spedizione. Per gli abbonati al « Policlinico '" sc·1e L. 1 O, 6 O fra neo di porto in Italia. Per l'E tero L. 1 1, 6 Q. Inviare Vaglia ali' editore LUIGI Pozzi, U.'ficio P ostale succur·

aale diciotto. RoM '·

Da a llora molti .altri casi sono stati descritti nella letteratura, pur tuttavia 1'ulcera di Curling resta sempre una lesione pochissimo co11osciuta tanto che i trattati più noti ne fanno u11a descrizione n1olto . . omn1aria o non ne accenna110 affatt o l ella no tra lettera! ura 1)oi que to ar o-01nento è a solutan1ente trascurato e per quanto ia ~ tata portalo a questo s tudio qualcl1e co11trib·u to sperimentale (Focacci) , da scarsissi1110 numero di AA. è stata presa in con siderazione una tale con1pl icanza delle ustioni , nè si è pensato di attirare u di essa particolare attenzione. Eppure 'e si pensa alla grande importanza che tale lesione può avere, specie negli infortuni sul lavoro, massime se la le... ione assume, come in


2100

cc

IL POLICLI~JC O

casi• Lult 'allro che rari , l 'andam ento a tipo cronico, con tutte le complicanze ad esso legate, quali l 'emorragia e la perforazione, mi sembra non inutile, con la pre entazio11e di un c.aso personale: riprendere lo studio di questa lesione ancl1e nella sua \ialulazione n1edi colegale. STORIA CLI NI CA. - - "Gn operaio di circa 55 anni, tal Simula Cristoforo, nato a l\tfontres la (Cagliari) viene condotto all 'Ospe(lale Civile di Portoferraio, con u stioni c]jffuse, la n1atU11a d cl 28 sett embre 1934. Di robu st a costituzio11e, ser1za aver m a i offE:rto malattie degne di irr1por lan za, er a operaio presso i locali Alli Forni de11 a Soc ietà Ilva, e s tava lavorando, quando accidentalm en le fu afferrato d al ga:ncio di un a gru e trascinato ~u di un fornetto di agglor11er ato. Per quanto rapidament e lilJe r a lo riportò gravi u ~tioni di 1° e 2° grafi o a l torace, più diffuse al dorso , all 'arto superiore ·sinj tro , al Yollo , a l Yertice. Fu ricoYerato in pieto e concl jzioni a ll 'Osp edale e seb],ene all'inizio sembrasse n o11 poter soprfivviver e alle gravi e diffuse u s tio11i, an ch e per le compli canze settiche, co11 r eazione r enale, i11 breve soprag·g·iunte, tuttavia lentamente si riprese e le vas te })iagh e co1ni11 cjaro110 a g ranulegg iare e a deterg ersi. !f u però 11ecessario, in secondo lerr1po, intervenire ., nell 'arto superiore ·s irti s tro con innes ti dermoepid ermici, allo scopo di affrettare la g· uarigione e in1pedire r etrazio11i cjcatrizia li ostacoln1 1t i ln funzion e. E il ris ultato in d efi11itiYa fu Yer am e11l e soclclisJuce11te. 'f ale il d ecor so d ella lesione cu lan ea. Senoncl1è il Sin1ula, cl1e J?er l 'inn anzi a Yeva se.n:pr~ g oduto ollin1a salute , con l)erfelt e l e cond1z1on1 dell 'apparato digere11te, cominciò fin dalla 3a settimana di infortunio o meglio Yer o la fine d el JJri1110 m ese ad accu sar e pesa11lezza alla reg ione CIJigastrica , eruttazioni a:cicle , bruc iori cl1e in breve si fecero a s·sai moles ti. A qu esti si aggi unsero dolori dopo un certo t empo d a ]] 'jngestion e d el pasto e più tardi saltuariament e Yon1iti aUn1e ntari. Dato l 'accen l uarsi di tale sin lon1atolog ia e il l)r ese11tar si clolor.e all a pressione i1?- c~r­ ri sponden za del punto piloro cl11odenale, s1 d1agnosticò la presenza di un a t1lcera duodenal~, diag nosi · conYalidala d a ripetuti esan1i radi olog ici. ch e mi sero in eviden za deformazione d el bull)O, dolorosi ~si n1o all a p 1lpnzion e, iper ci11esi seg uile d a modico ristag110. Da te l e gra,·i condizio11i per deperin1enlo d el malat o l e u s tioni an cora suppuranti , la conoscen za ' che le ulceri su sseg11en ti a u stioni hann o la t enden za a guarire SJJOnl aneamente, si pPnsò di ril arrlare 1'j11ter,·ento chirt1rgico , i11 atten cl eali effe t li d el la cura 1ue<lica. E fu con questo in°tendimento che il Simula, con le u stioni in via cli g u a ri g ione, Yenn e (lim esso, il 14 febbr~i o 1935, òal~ 'oS])edale per co11l in u are a~bu 1<.t tor1 ar1nen le le n1edi cazion'i an cor a neces ar1e. Sc11 on r l1è il 22 g iug110 1935 Ye r~ o le ore 18, d o p o un a cii cr e ta inge lione cli cil)O, il malato fu colpi lo da Yiolen Lo, in1prOYYi .. o, l ~ce rnn_t~ dolore nll 'cpign, trio. irradian t esi all n r eg1011c il1acn ~ e ­ ~ l rn. 'e n ~o cl i nn1 l)n sc in respi rl\ lor in. Fu .. u 1>1 lo

»

I A~NO

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l\Ll l\i.

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c ura lo con morfina e (l pplicaz io11i locali calde e ~olo il g iorno segueu le alle ore 8 fu condotto a lJ ·os1)edale, ctoYe giun se con volto contr1t lo, rigida e dolente la parete addo111inale, scon1par -a dell 'u11-...1sitiL epa tica, von1ito. Polso ancora Yalido sulle 9Q }Jul·sazioni. re pirazioni s uperficiali, ri l1n ic11c. J) iagr1os ticata una J)erfornzione duoden ale f11 portato il malalo in sala operatoria e quivi i11 narcosi eterea aperto s ul Yentre i11 corri'SJ)Oncle11za della lin ea xifo-on1])eflica le. Appe11a i11ciso il perilo11eo si trovò gra11cle quantità di co11 le11ulo ga-.strico fra le anse e ci fu , facile re~ perlare in corrisponde11za della pri111issin1a porzione del duocle110 una ulcera 1)erfora la in libero peritoneo della g·ros .. ezza cU un a lenticchia, con scarsa r ruz jone all 'in lor no. Chiusa qu est a breccia sollo un cluplice ·s lralo, si })raiticò accurata t oeletta p eritoneale , seguita cla gastroen1erostomia trans1uesocolicn IJOsleriore ad a11sa corta. ,Si lasciò zaffat a la r eg·ion e .. ott oepa lica e si chiuse parzialmente la ferita laparotomica. Il d ecor so post-operatorio fu del tu1 lo r egolare. In 3;i g io rn ata si 111obilizzò lo zaffo togliendolo con1pletamente i11 5a, il funzionamento gastrico e intestinale fu subilo regolare. Il malato u .. cì d all 'ospedale il 18 lug li o 1935 i11 co11clizioni ger1 er ali d el tulto ·sodcli fa centi e t ali tuttora si m an leugono. Seno11cl1è g iur1to il mon1ento della liquidazio11e del subì lo i11for1 un io, il Simula si presentò a me p er ch è 11e periziassi i postun1i e n aturalment e 2os i i11 rel:tzione l'ulce ra duod e11ale con le est ese u lio ni s uperficiali riporta t e, d in1ostrando, come i Ye<l rà .. cl1e i ·ulcera er a conseguenza delle u stioni e che i ])OSl u111i cl i questa (aderenze, lieve eve11lrazione , bruciore ecc. ), doveYano essere considera li CJU a Je cl ire l t a dipende11za dell 'infortu11io subì lo, c11if\ rl e11do il 60 ~b . L'Istituto Nazionale F a.. c is la per gli J11forluni, con quella ]arO'hezza cli YCdt1t e cl1e gli è ])I opria cl0Yt1la alla pr~foncla cul l ura dei suoi abiii C-011s ule11ti acce ttò senz 'altro le 111ie ]Yroposte, i nde1111iz~él ndo co l 42 % in -prilna licrui clazio n e salvo restando il diritto di revis ione alla fin e ò e1 1° JJien11io. CONSIDERAZIONI.

l lli1uala l'es1)osizione de] ca ·o clinico, sul quale i11i pare che non esistano dubbi circa la presenza di una tipica ul cera di Curling, vediamo , prima di ri1)rendere la discussione del caso. che cosa dice la letteratura su questa i11teressante lesione e in quale percentuale di ustionati la malattia .. i 111anifesta. Secondo Bircl1-Hirschfeld. citato dal Kau fmann. le ul cere duodenali a Yolte multiple, i troYanò g ià dopo alcun e settimane in circa il 20 /'~ dei morti in seguito ad ustioni , reperto che non J)Otè e sere confermato dal l\iarcl1and e dal J(aufmann stesso che ne fecero oggetto di specia li ricerche. Fenwich aff er111a i nYece cl1 e 1· uJ ce ra è })l'esente. in circa j) 6.2 ~ 0 di tul ti i ca .. i di 111orte in seguito a scottature. n1entre Ho.ln1es su 1~5 ca "i osservati l 'avrebbe consta tata in 16. o sia nel l:!.8 %.


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SEZIONE PRAT1CA

l\011cl1esi la trovò una sola volta su 348 casi , llarris 138' ' 'olte su 567, Levin i11 solo due casi s u circa 12. 000 autopsie praticate a Iohannesburg nel periodo di circa 50 anni , Bancroft e l{ o.g er non ebbero mai a not.are presenza di ulceri in 104 soggetti esaminati, tantochè se1nbrano persino dubitare dell 'esistenza di questa 1nalattia. Secondo Ma·e ]e r elazioni del Ne'v Orleans Charity Ilospital non rivelano un solo_ caso di ulcera di Curling, per quanto questo Istituto abb·ia for e il J)iù grande servizio di 11ronto soccorso d egli Stati Uniti. J\iehJ dal 1926 al 1930 su 152 autopsie di t1stionati tro,1ò 5 ulcere, 4 duodenali e 1 gastrica e tutte in fanciulli. Sembra infatti ch e questa ulcera, aln1eno n ei casi acuti , prediliga i fanciulli, senza particolare preferenza di sesso , n1a d'altro lato bi sogna anch e non di111enticar c che i piccoli sono quelli che danno alle ustioni una maggiore per centuale di colpiti. Tutti i casi descritti da Curling sono al disotto dei 15 anni; di 3 anni ·e 1/2 qu.ello descritto da Harris nel q11ale la morte era stata cagionata da emorragia abbondantissin1a per una ulcerà duodenale accompagnata da emorragia a carico delle capsule surrenali; di 11 anni quello d escritto da l\1ino,1ici-Vasiliu-Coraciu e nel quale esistevan o due ulcere a livello del duodeno. Non mancano tuttavia casi riscontrati negli adulti (Novah , Simpson, 2° caso di Maes) ma d.a to che in questi l 'ulcera assume più facilmente il tipo cronico più difficile resta l 'individuarla a assegnarle il giusto momento patogenetico. Ne risulta pertanto, come osserva g iustamente il Maes, che questa ulcera sembra 11ei suoi effetti assai rara , nei guariti per ustioni. sopratutto perch·è noi non la cer chiamo. Circa la patogen.esi, varie furono le teorie en1esse dagli AA. Già Curling avendo riscontr.a to ]e ghiandole di Brunn-er ingrandite ed infùtrate in più dì un caso , ammetteva una iperfunzione di queste per con1pensare la diminuita funzione c utan ea e legava pertanto l'infiammazione e l 'ulcerazione ad una irritazione da iperattività. Dopo di lui H11nt.er ammise l 'ipotesi dell'e' 'entuale azione n·egli ustionati di una ptomaina o almeno di 11n alcaloide. Egli infatti avendo avuto la possibilità di esaminare cadaveri di ustionati ed avendo nel duodeno trovato in vicinanza della papilla di Vat er d elle ul cer azioni che sottoposte ad esame colpirono per la somiglianza loro con le ulceri che spesso si osservano in ai1imali avvelenati con la toluilencl ia1nina, pen .. ò cl1e la bile degli ustionati contenesse e riversas~e n-ell 'intestino lln veleno di ori a in e organica. svilul)ratosi nei tessuti peri-

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ferici in seguito all 'azione del calore e simile a quello che la bil e stessa contiene nello avvelenan1ento i)er toluilendian1ina. La rìcer ca di questo su1)posto veleno fu ogg-etto anch e di esperimenti da parte de] Focacci, il quale lJUr non ·essendo riuscito a riprodurre alcuna ulcera duoden ale con l 'i11oculazion e in anirnali di tessuti ·b ruciati, pensava tuttavia all 'azione di u11 veleno la cui azione ge11era le e sull 'intesl.ino si verreb·b e esplicando dopo avve11ut.a nel l 'ustionato la lesione r e11ale. .Più forru11ato di lui sarebbe stai.o invece i~ 13uss il qu.a1e sar ebbe riuscito a riprodurre una ulcerazione nel duodeno iniettando degli e tratti ottenuti con aree bruc iate di epidern1 ide. E n oto cl1e que ta teoria dei veleni che si s'ilupperebbero a livello dei t essuti ustio11a ti ·e ch e alc u11i 11anno invocato com-e causa della 1norte o responsab·ile delle ulcerazioni duodenali , è tata tra g·Ji altri combattuta dal Ferrarini, il quale con .ampie, lucide, scrupolose esperienze h a i11quadrato n ella sua g iusta luce la11Lo important~ arg·om.ento , cosicchè ormai be11 poco , a]meno in questo senso, è rin1asto da dire. E per quello che interessa il nostro teina il 1JTerrarini osserva che: cc per le lesioni • del tubo gastro-ente rico ch e potevano, è vero, . n el con cetto di alcuni AA. essere attribuite ad uno speciale veleno (forn1iato di ammonio sec . il Catiano , o toluilendiamina ec. flunter) ma l a clii patogen esi è, secondo l 'opinione di pres"0chè tutti gli osservatori e secondo dimostra ~itcora il Sacconagl1i, essenzialm.ente legata in primo I empo a disturbi ed arresti della circo]azione loca]e, in ,5econdo tem1)0 a fenomeni a u todigestivi ». Secondo Cooke e Falk si tratterebbe di una inibizione rifl·essa della circolazione intestinale , con cetto ripreso poi dal Riehl quando amm ette i fatti ulcerativi intestinali in dipendenza di tossine sanguigne le quali creerebbero una gastro-digiunite ematogena con spasmo vasale di origine centrale. 1Di questo parere si mostra in parte .a11ch e il Maes e dice che l 'ulcera de,re essere in relazione con una possibile tossiemia piuttosto che un turbamento circolatorio di origine embolica , e c.erca di spiegare cosi la maggiore frequenza di queste ulceri nei sog• • • getti g1ovan1. Invece 1B illroth e Moyinihan considerano l ' ulcera qua le la risultante di un processo emholico, con con1partecipazione di emboli micoti ci , tanto che Moyinihan osserva che l 'ulcera non si n1anifesta se la scottatura non è accompag nata , il che è ben raro ch e non avvenga, d a c01nplicazioni settiche. E questa teoria è for $e quella più ' 'ÌCina a]la verttà. Comunque

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questa breve. esposizione è fa cile constatare che cerazione. Nel caso di ~laes quando pareva cl1e se molte sono le teorie emesse dagli studiosi , nel malato esistesse lieve miglioramento si ebnon tutte rispondono alle varie ooiezioni che bero vomiti leggerme11te sanguig11i in 7a giorsi possono formulare. nata con polso piccolo e lievi dolori addon1iCerto ch e la fa cilità che tali ulcer e presenta- nali, seguiti da abbondante emorragia intestino alla perforazione e alla emorragia starebbe nale e morte in 3.a. giornata; in quello di Noval1, più ad indicare un arresto di circolo seguito furono assai precoci i vomiti e la morte sopragda fatti degenerativi e autodigestivi, che non giunse in 2a gior11ata con albuminuria e fase un 'alterazione primitiva della mucosa seguita di oliguria e la necroscopia mise in evidenza poi da alterazioni della p1arete. oltre 40 ulcerazioni diffu se nell 'intestino; i11 Circa I '.anatomia patologica è noto che ulce- quello di Harris il malato presentò turb·e cirrazioni negli ustionati possono riscontrarsi in c.olatorie, polso piccolo fugace nei primi d11e qualunque tratto d·el tubo intestinale, ma il giorni, nel 3° vomiti sanguigni e morte. vero luogo di elezione è la prin1a porzione del Si comprende di leggieri come tali sinto11ti (vomiti, nausee, irr·equietezza, ecc.) nulla abduodeno. Secondo Pack esse possono avere dimensioni biano di patognomonico , trattandosi di ustiodifferenti variando dalla grossezza di una ca- nati gravi e quindi di individui assai intossicati l)Occhia di spillo a quella di una moneta e si che possono indipendentemente dal! 'ulcera pr esentano a volte a iniliuto , con forma varia- presentare tale sintomatologia. Alcuni AA. hanno messo in rilievo il dolore bile, ma più frequentemente allungate e strette, r aramente circolari. Presentano per lo più ch e si manifesta alla palpazione a destra della margini tagliati a picco, fondo grigiastro, per linea xifo-ombellicale, dolore cl1e in qualche quanto nei casi alquanto rari ch e hanno la caso sareb·b e anch·e spontaneo, e questo sintotendenza a cronicizzare i bordi possor10 esser e mo potrà avere certo notevole valor,e, massime induriti, con infiltrazione e ispessimento dei se accompagnato a sangue nelle feci. I casi invece che assumono un andamento n1ar~i1)i . Sottc lo stimolo infiammatorio ch e a lui si avvicina il peritoneo reagi._ ce con essu- cronico, forse più rari perchè meno ricercati, dr.zione fìbrino sa quasi a costituire una bar- hanno una sintomatologia che non diversifica riera di protezione di fronte alla immin·ente dalle comuni ulceri duodenali. n1inaccia di perforazione. Nel caso di Simpson i sin tomi intestinali si La sintomatologia che la malattia presenta è svilupparono alla fin e di un periodo di 100 in relazione al decorso , a seconda che questo giorni, qillando le condizioni ~ocali stava110 assuma il tipo acuto o quello cronico. Il primo avanzando verso la guarigione; nel secondo di apparentemente il più frequ ente è certo il più Maes la malattia ebbe inizio a guarigione delle faci le ad essere ·constatato nei n1orti per ·ustio- ustioni assai avanzata. ni, il secondo invee-e è quello meno facilmenNel nostro caso i primi disturbi apparvero te osservato per il fatto che tali ulcerazioni dopo circa 3 settimane, dapp·r ima con senso di con subdola sintomatologia raram ente sono p·esantezza alla regione epigastrica, qualche messe in relazione con ustioni precedenti so- eruttazione acida, inappetenza, seguiti da dopratutto perch è h anno la tendenza a g uarire lori dopo circa 1 ora dal pasto, fatti ch e ane solo eccezionalmente conducono, co me è ac- darono accentuandosi in modo assai molesto. caduto nel caso nostr o, ad una perforazione Solo col progredire della malattia verso il 4°-5° tardiva. n1ese si presentarono saltuariamente vorr1iti , In genere nelle forme acute il decorso può che trovarono miglioramento negli antispastiessere solo di pochi giorni , come di qualch e ci. Alquanto tardivo fu anche il dolore alla settimana (Harris, Minovici-VasiJi u-Coraciu pressione in corrispondenza del punto p1loroecc.). duodenale che si fe ce manifesto col comparire Nel caso di Harris la morte avvenne nel 3° dei vomiti. giorno per perforazione come dimostrò l 'au••• to11 ia e n el caso di Parfick, citato da Levin, . . Ritornando , dopo que ta rapida esposizione I 'ulcera era già e,ridente 18 ore dopo la scottatura (Maes). °È logico ch e in tale tumultuoso dei caratteri riguardanti la malattia, al caso decorso l'ulcera sfugga del tutto all 'osserva- nostro ci sentiamo autorizzati ad affermare ' dubbio ci sembra esistere circa la zione e solo sia reperto al tavolo a natomico, che nessun potendo mancare qualunque sintomatologia. In correlazione tr.a l 'ulcera da noi osservata e le altri invece l 'ematemesi o la melena , sono gli ustioni, cosicchè possiamo asserire che anche unici sinton1i che indicano la presenza dell 'ul- i1el nostro caso si è trattato di tipica ulcera


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di Curl ing. E infatti il nostro paziente era stalo per l 'innanzi robusto e forte lavoratore, nesun disturbo aveva n1ai sofferto a carico del! 'apparato digerente e i primi sintomi di lesione duodenale apparvero dopo circa 3 setti111ane clall 'inizio di una lesione che si sa, per çognizione orn1ai assodata, aver la possibilità di causare una tale malattia. Anzi dirò di più che tale ulcera per il rapido i)rogressivo suo sviluppo sen1brò sorgere sotto i 11ostri occhi e fu seguita nelle sue varie tappe fino al drammatico epilogo. P\.elazione p ertanto cronologica assai più p-recoce di quella o ·servata n el caso di Simpson, la sintomatolog ia ulcerosa del quale apparve circa 100 giorni dopo l'inizio delle u Lioni , € di quella riguardante il 2° caso di Maes a sinton1.atologia iniziale a guarigione avanzata delle ustioni. Si sa infa tti che questa relazione cronologica unita all 'entità di trauma ,e alla susseguenza patolog~ca sono i corollari necessari p€rcl1 è una m ,alattia sviluppatasi in seguito ad infortunio possa essere a questo attribuita. E nel caso nostro nessuno penserà ch e le vaste u stioni riportate non fossero più clie sufficienti a dare origine alla malattia , senza contare che la correlazione patologica è, al lume d elle nostre attuali conoscenze , assolutamente al di fuori di qualunque obiezione. Mi sembra pertanto che tutte le condiZ:ioni ric J1ieste siano rigorosamente rispettat e ed essendo le ustioni state riportate in seguito ad infortunio sul lavoro, all 'infortunio stesso debba essere attribuito anche l'ulcera i cui l)OStl1mi debbono essere indennizzati dall 'Istituto a sicuratore. Ma quale crit erio si d eve seguire nel giudic are la parziale diminuzione di capacità lavorativa in un individuo che p er una uloera duodenale perfor.ata abbia dovuto subire una laparotomia con gastroenterostomia e drenaggio addominale? Nella letteratur,a infortunistica t ali casi non sono quasi trattati, variando la valutazion e da infortu11io a infortunio a seconda dello sviluppo della lesion e e alle condizioni del soggetto • in esame. Ed è questa la r agione per la quale i tassi di Remy variano nel giudicare i postumi dell 'ulcera gastrica da un minimo del 10 ad un masin10 del 100 %. Tuttavia volendo schen1atizzare il quaclro pur sapend o ch e nell 'ulcera da ustioni che ass uma i 1 quadro cronico la guarig·ion e, con s ubdola sintomatologia. è la regola, bisog11a a111111ettere ancl1e la possibilità ch e all'evoluzione dell 'ulcera egua stenosi pilorica, con1e 1

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SEZIONE PRATICA

pure che, dopo un periodo di scarsa fenomenologia, segua la perforazione. Olive e Le Meigueu nelle forn1·e ulcerose associate a stenosi del piloro valutano il danno da 70 a 90 ~~ se si tratta di operai da cui si richiede grande dispiego di forze, m·entre se si tratta di sorv€glianti e di operai specializzati sedentari il danno è contemplabile tra il 50 e il 70 %. Quale concetto doYremo noi seguire in fatto di pregressa perforazione? Nella letteratura compul ata no11 ho troV8 to indicazioni al riguardo, tuttavia a n1e p·a re che il giudizio cl1e deve sorgere dall 'esame clinico del malato debba avere con1e orientamento: a) lo stato delle aderenze in corrispondenza della zona perforata, ch e possono suscitare dolore per stiramento durant·e la digestione; b) la funzione gastrica (residuo , tempo di svuotamento ecc.) , osservando sopratutto se an cl1e dopo una gastroentoroston1ia l 'acidità totale r esta empre superiore alla norn1a, t enendo pr·e sente in tali conting·enze la possibilità di un 'ulcera peptica postoperativa e la n ecessità della dietetica speciale; e) le condizioni del resto del tubo digere11te; d) le condizioni d ella parete addominale , })Otendosi riscontrare in a lcuni di qt1esti casi n ei quali per necessità terapeuticl1e è stato lasciato ampiamente zaf Cato l 'addom e, notevoli even trazioni post-] a parotomiche. Circa le ader·enze, il Ciampolini ritien€ che n ei tra umi che riguardano il peritoneo (e indirettan1ente possiamo rite11ere tale anche il nostro caso) possano av·e re interesse medico-legale solo i11 qu.a nto conseguano ad essi aderenze e briglie cicatriziali che alterano la funzione d egli org,a ni cavitari o rendono n1·e no efficace il torchio addominale nel molteplice dinamismo d el lavoro ed in un caso egli liquidò il 60 %. Il Lusena cita tassi dal 10 al 40 % (Francia). :È logico che in casi di perforazione il giudizio debba esser e anche p iù complesso data la varia fun zione degli organi interessati e le gravi ripercussioni che i p ostumi possono .a vere sul1'intero organismo. Nel ca5o nostro, ad esempio, son o residuate aderenze in zona piloro-duodenale, causa di doJorabilità diffusa all'ipocondrio d estro e nonoslante il buon svuotan1ento gastrico, il n1alato soffre ancora di eruttazioni acide, bruciori e digiuno, con un tasso acido ancora piuttosto elevato. Le funzioni intestinali si sono fatte dopo l 'intervento del tutto normali; solo dopo circa 4 mesi è sopraggiunta in zon a epiga tri1


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ca, in sede d ell o zaffo addon1inale, di scr eta eventrazione, cl1e, si con1pr·e11de, impedisce dolorosam ente il torchio addominale neg li sforzi sul lavoro. Ten u to conto di que te varie conti11 gen ze, nonch è della n eoessità di una dietetica special e e delle lesioni locali riguardanti le u stioni, si è cr eduto di poter ri chiedere nel r...aso ·in esame un inden11izzo pari a l 60 % che dall 'Istituto assicur.atore fu con cesso in prin1a liquid.azio n·e nella misura del 42 %. RIASSUNTO.

L ' A. riporta un caso di ulcera duod·e n ale a tipo cronico su ssegu ente ad ustioni e perforatasi circa 8 mesi clopo }'in sorgenza; i1c descriYe la sintomatologia e la patogenesi e richiama l 'attenzione su questa pos ib·i le complicanza d ell e u stioni , specie per la g rand·e importanza medico-legale. Ricorda infine quale deve esser e il criterio da seguire nel g iudicar e in tali casi la diminuita capacità lavorati'Ya. BIBLIOGRAFIA. BIANCHI. Archivio Ital. di Chirurgia, vol . XXIX, 1931. BORRI. Gli i nfort u n i del lavoro sotto il rispetto medico-legale. Soc. Editr. Libraria, 1910. CI..\l\'lPOLlNI. l ja trau rnatologiu. del laV'01'0 nei rapporti con la legg e. Stab. Martini, Prato, 1920. C1:RLING. Med. Chirt1r g . Tran s. Col., XXV, pag! 260, 1842. D'E\VART. The Bri li sh ì\iledic. J ourn al , n. 3604, 1930. FERRARINI. La Clinica chirurgica , 1912. FocACCI. Cljnica Meclica Italiana , n. 8, 1901. HARRIS . The Bri bsh J ournal of Surgery , YO] . XVI, apr. 1929, pp . 677-680. HuNTEH. British ì\[edic. Jou rnal , 1890; Pathologic Tran s., 1890. KA UFMANN. Tratta1lo di anal·omia patologica. ' Tallardi, 1929. LEONARD. Surg-. Gyn ec. and Obst. , XXIV, 1917. L:r::YIN. British J ourn. Surg., YOl. XVII , p. 110, 1929. I .1JSE A. Traumatol ogia clin ica. Utet , 1926. l\1AES. An11als of Surg·er y, vol. XCI, pag. 521 . 1'11Nov1c1, VASILJU, ConAc1u. Spitalul, t. XLIX, n. 718, 1929. NovAK. A1n eric. -...J ourn . ~fed. Se., CLXIX , 1925. . PACK. Arch. Path. and Lab. l\1ed. , Yol. I, pag. 767, 1926. P.\H ASC.\NDOLO. vVie11er ì\led izinisch e vVocl1en schr .' 1904, 11. 14. P1r:.nACC INI. Patologia clel lavoro e terapia sociale. Soc. E<l it. Lib ., 1906. P(1LLET. Le.~ m alaclies profe~sionnelles. Pari s, Librairie Maloine. QuARELLI. Clinica delle n1almttie professionali. Ute t, 1931. Rraar . Ac la der111a lo-Ye11 ereologica, Yol . XI, fa .. c. 4, 19!30, pag . 295-297. \C:CO~\C tn . Lo perimentale , 1901. J)tP, o~. Tl1e Bril. l\Ied. J o ur11 ., vol . Il , p. 1875, 1""' 9.

SUNTI E RASSEGNE CIRCOLAZIONE. Rilievi d'attualità nel campo delle malattie circolatorie. (ll.

_.\ ssl\11\ NN,

M ediz. [(lin., 25 sett. 1936).

I rilieYi i)resc11tati da ll 'A. si riferiscono ad a]cu1) e sindromi circolatorie, la ct1j conoscenra , r ece·n terne11Le approfo11dita, d ev'essere famio li are .ancl1e al n1edico pratico, per la relativa 11 equenza di tali sin dro111 i e l 'importanza della à iagno, i ten11)estiva di esse. Viene a11zitut.t o menzio11ata la Lron1boai1gioite. L' A. n e ricorda la sinton1atolog ia ormai di Ye ntata c lassica, che consiste n ella ma1lca11za de I polso 1)eriferico, ,algie d eg~Ji arLi , n ecr osi o gn11grena d elle estremità, p er soffern1arsi i11 ~1)eci.al modo sui segni precoci d ella affezione. Questi dapp rin1a sono e senzialn1ente subiettivi e co11sistono ai1zitut to i11 parestesie rappr·esent-a te da formicolio , prevalenteme11te a carico dell e ullin1e fala11gi ; pesso concomita la sensa7 ion e di piede « foder ato di pelliccia »; ai pazienti sembra di « camminare sull 'ovatta ». I dolori n el primo periodo sono poco caratteri_tici, tanto da esser e scan1biati per dolori r eun·1atici ed ancl1e es er e trattati corr1e tali. Abbastanza precocemente si manifesLano fen o111el)i circolatori obi·ettivi, sotto forma di cambiar11ento di colore dell 'arto il qua le è notevolrr1 ente palìido quand'è sollevalo ed assum e una ti11ta r osso bJtuastra n ella posizione d ee live. J,' in eg·uaglianza del polso e l 'oscillon1etria fo,r11 iranno dati p iù precisi. Le prime alterazioni 1rofiche si verificano a carico delle u11 ghie ch e J)rese11tan o isp essin1enti e sc.a nalature irregolari. Nella gene i d ella malattia un valor e indubbio 11a il raffreddamento prolungato (ad es. n ei comb·a ttenti della gr.ande guerra), sub1ìto anche i11olti anni pri1r1a . Anch e l 'azio11e tossica d'e lla llicotina costituirebbe un fattore n on trascurabile. Sembra ch e esista una predisposizione er ediLaria o fami gliare: l 'A. cita il caso di due fratelli con fenon1eni iniziali di morbo di Buerger , il piadre d ei quali aveva già subìto Yllri e amputazioni per la stessa rr1alattìa. La ~J)ec i ale frequen za nella razza ebraica (segnalata da Buer ger) no11 è s tata co11ferma ta da s i at isti cl1e più r ecenti. I /esistenza d e:1 fattor e . cos tituzionale, della cosidetta « dia1esi a11gio11evrotica » (arnn1esa per le n1a Ja ttie tipo ede1ni di Quincke, emicrania ed anche morbo di J{ aynaud) sen1bra probabile n e1 morbo di B?er: crer. doYe sar ebbe dimostrata da osservaz1on1 ~apillaroscopiche an ch e dei distr etti non colpi ti dalla malattia . e nella patogenesi de]Ja malattia don1i11a il fa ttore vasospastico (accentuato dal freddo . nicoti 11a ecc.) le al Ler az ion i anatomo-patologi cl1e cl ei vasi: ispe .. in1e11to del I 'intin1a, f orn1azione clei tron1bi, c on1par~a d i tessuto di granula7io1

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ne con frequenLi cellule g ig·anti, h anno fa tto pensare ad influssi tossi-infettivi . Le ricer ch e speri111entali di Schmidt-Wey land avrebbero i11fatti dimostrato ch e l 'inoculazione endovenosa di g·ermi o di tossine batterich e associata ad azione locale di adrenalina porta spesso a quadri di necrosi paragonabili a quelli del m orbo di Buer ger. D ' altra p·a rte Ratscl1ow ha potuto provocar e fatti trombotici ed arlcritici in anin1ali, precedenLemente sensibilizzati con iniezioni di i ero, m ediante stimoli m eccanici, tern1ici o cl1imci rel.ativam ente blandi: si penserebbe quindi a11che all 'origin e allergica d ella i11ala Lt ia. (Ili cordia 111 o a t aie pro lJosi t o le ricercl1e di I(nepper e J{ai erling sulla localizz.a zion e elettiva di processi allergici in or gani o t cssuLi sottoposti ad azione di stimoli n on spec i lici co111c appunt o potrebbe essere il freddo nel caso <li morbo di Buer ger. \ la11no inoltre citate le o servazioni di I linge, il quale, b,asanclosi su alcune noLe anat.on10-patologicl1e che (\gli ritien e tipiche per l 'infiammazio'n e all ergica, considera ancl1e il quadro is Lolog ico d·ella tromboangioite obliterante quale caratteristico del processo allergico, pur no11 n egando l 'eventllale in11Jortanza « lo calizzatrice » del fattore i1euroregolalor e. (1\ ·. del· Red. ). I dati ·etiopatogenetici h a11110 naturaln1ente i11fluito anch e sul procedimento terapeutico. Accan to ad astension e assoluta dal fumo , ad applicazioni calde e diatermia locale è stata ai1ch e· tentata la t erapia s timolante aspecifica (vaccini tifoidei : Al1 en e Smith,,•ick) con risultati favorevoli ma transitori. Tra le sostanze vasodilatatrici i migliori risultati avr ebbero dato all 'A. i cosidet1i ormoni circolatori (tipo Padutin); con acetilcoli11a si so110 avuti miglioramenti passeggeri. Se la terap,ia m edica e fisica falli sce, può riuscire di g·iovamento ancl1e persistente la simpaticecto111ia p eriarteriosa o la sim.p .atec.tom ia lomb·are; se anch e permane qualch e disturbo circolatorio (cianosi) i dolori (ch e sar ebbe ro dovuti all a contrazione cl ella muscolatura a rteriosa) di solito si dilegua110 dopo l'operazione. Nella trattazione del morbo di Rayn au d l 'A. r11ette in evidenza 1'a, rvento di esso sul terreno a11g·ion eurotico; cita un caso di osservazione i>ropria riguardante una d onna n ella quale dapprima si manifesta,1a idrope interrr1ittente del ginocchio. quindi edemi di Quinclce, frequenti accessi di e111icrania e crisi epile ttiformi , più télrdi colicl1e renali con ematuria (Ya ri cordata a ])r oposit o la cosidetta colica ureterale di natura .allergica descritta recenten1ente dagli A.~. tedeschi. N. del R. ) e finaln1 ente dis lt1rbi va 011101·ori i1eriodici a carico deo·li arti cl1e cu1rn inavano nella gangrena sin1metrica tipica d el J11orbo di Rayn.a ud. L'autopsia non mise in eYicl en za alterazioni ' 'a ali degne di. nota ·' secondo <l '1\. . si sareb be quindi tratt at o di fe11on1eni vasospa lici nel massimo di loro espressione; l'ipersensibilità del t erren o pote,·a esser e arguita anch e d alla n oteYole eo~ in ofilia (80 %); i11 i11a n can za di appar enti tin1oli esogr.ni , l 'A. ~

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2115

SEZIONE PRATI CA

a n1mette l 'esistenza di sostanze i La111inosin1ili patologica111e11te forn1atesi n ell 'org·a11ismo tesso della malata. Tali dati induco110 l 'A. a consig·liare la cc st in1olo-terapia » aspecifica nel r11orbo di Raynaud. Fra le acquisizio11i 11osologich e r ecenti i1el camp o d elia patologia vascolare prin1eggia indubbiament e la i1ozione cli11ica della tro1nbosi coronaria. L 'A. ricorda ch e secondo Jaeger tale affezione potrebbe esser e un a d elle espr essioni della tron1boangioite obliterante, la c1uale, sen1pre seco11do le osser vazion i di quesl 'ultimo , contemporaneamente a lle alterazioni periferi ch e può cau sare pTocessi a11aloghi .a carico d ei vasi CE'r ebrali e coronari; tale opir1io11e atleade però ancora ulteriore conf.erm.a; la fenon1en ologia centrale potrebbe essere secondo l 'A. molto p;i ù rara pe.r la nl-ancanza dello stimolo esogeno , rappresentato dal freddo. La sinton1atologia ora111ai clas ica d ella tromb·osi coron.a ria è rap1Jresentata dal senso di oppressione, febbr e e leucocitosi ell e seguono immcdiata111ente all 'attacco, dallo sfr·e gan1ento p ericardico (in caso <li infarto ·anteriore), dai segni elettrocardiogra fici (ch e Yaria110 a seconda d el egn1e11to vasale coi1lito); lJer ò i1011 sempre si riscontra l 'insiem,e dran1matico d·ella sindrome; e molti degli at tacchi ch e tuttora vengono classificati q u.a li attacchi ai angina semplice, ·sar ebbero d.a attribuire alla trombosi coronaria; il medico può r e11d er sen e conto Gsservando la temp·eratura "~ la leu coci tosi n el periodo su ccessivo all 'accesso . Accenniamo appena alla t erapia d ella trom ... bosi cor onaria, basata anzitutto su Il ' eliminazione d ei fat tori predispon enti ed occasionali (nicotin.a , strapazzo p icoemotivo) ul trattan-tento dell 'accesso st e~so (analettici , morfina 1 ecc.). L '.i\. si so ffern1a i11oltre sulla frec1uenza di lesioni infettiYe d el miocardio ancl1 e in caso di i11 fez ioni lie,ri (tonsillit i , influenza) o di cc foci » cronici. La lesione r eca di solito solo disturbi subiettivi e a tipo funzionale, qua lificati per lo più com e fatti n ervosi (facil e tachicardia . 1)alpitazioni) ; g li esami speciali rivelano spesso l 'esisten za di focolai batterici ton sillari. o dentari, a ll a cui rimozione segue un rapido mig·lioramento d ella fen o111en ologia cardiaca. L ' A. cr ede ch e la lesione miocardica potrebbe esser e causata non soJo clalle tossine, ma an ch e diret ta1nente dai germi circolanti n el sangu e; eO'li occasion almento ha potu to riscontrare un O'ran numero di questi in un raso del gen ere, d opo la spren1itura delle tonsi lle p·r a t icata dallo speciali sta. L 'esist enza di lesioni miocardich e in i11 fezioni acute banali ' 'iene SYelata dall 'ECG (Wiecker) ; le J11odificazioni d el gen er e regrediscono dopo 7-1± giorni ; di quà il corollari o della 11ece .. sità di riposo adeo-uato an ch e dO])O una li e,·e infezione per evitare l 'accentuazione o la irr eYersi])ilità della lesione infetti,·a. 0

. ìvf1,.,,z.


2116

cc IL POLICLINICO »

Variazioni della pressione sanguigna nelle malattie dell'ipofisi. (G.

MARAiiON

·e

F.

DoMENECH ,

FoiLr1i., 31 ottobre 1906).

Brit. flrl ed .

[ANNO

XLIII,

1'Ul\-I.

4i]

Seco11do g~i A~. l'ipofisi non ha importanza nella de~er!111i:iazione della pres ione sanguigna e le -var1az1on1 osservate nei malati con lesioni ipofisarie sono le stesse cl1e si osservano in q.ualunque altro gruppo ~i m~lat~ anche e spec1alm·e nte confrontando i dati riscontrati col1'.età. dei pa~ienti, avendo essi trovato le press1on1 acute 1n soggetti di età avanzata. Per quanto riguarda l 'adenoma basofilo del1:ip.ofisi gli ~A .. li hanno esclusi da questa statistica, per.ch e , ~1tengo~o dimostrato che in questa, .malatt1.~ l 1pertens1one è in dipendenza di un 1perfunz1one surrenale.

Fi110 a 1)ocl1i an11i fa 11011 si fa ce va nemn1eno . cenno alle co11dizioni della pressione sa11g·uigna n ella descrizione delle sindromi ipofi~ arie. Nell 'ultin10 vente11nio invece se ne i~arla abbondantemente. Se~ondo Cu sl1ing nell 'i1)erpituitarisn10 la pr~s~Jone è b,assa, ed è bassa pure 11ell 'i1)otiro1dismo (.a 111e110 che non ci sia qualche lesione nervosa centrale o qualcl1e lesione surreR. LUSENA. nflle che provochi ipertensione). ·S econdo Pende la pressio11e è qualche volta L'ipotensione ortostatica. alta , ma più ~pesso bassa i1ell 'acromegalia, (E. l\tI. CnEw, E. V. ALLEN e N. W. lBARKER mentre per P cr1tz e Zondek è per lo più alta. Proc,e edings Staff ll1eetings Mayo Clinic, 1936: JTalta ·e ~auer ritengono cl1e in questa malattia Il. 34). la pressione non si modificl1i. Nella . .maggioran~a d~i casi di ipotensione . Il ~~en~img ha spieg.ato queste dive,r genze o!· ~ostat1~ qu.a n?o i pazienti l)assano dalla pod1 op1n1on1 colla segu·enle ÌI)Otesi: l 'iperfunziosizione d1 decubito a qu,e lla ·eretta si verificano ne del lobo arteriore che provoca l'acromegalia . . i seguenti fenom·eni : I) forte abbassamento non provata ipertensione per se' sola, ma lo dre.lla pressione sistolica e diastolica con fenofa se coincide con un 'insufficien za gonadale, n1re ni di sincope o di marcata debolezza· 2) decome su ccede nel! 'acromegalia climaterica. f.i·cienza locale o g·e nerale del sudore; 3) caduta I)~olle s ton pen.sa ch e l 'opposto spiegl1i l 'ipontendella f1~equenza del polso; 4) diminuzione delle s~one della s1ndrom·e opposta, la cacl1 essia di quantità cli urine. Tali fatti si accentuano ne,11.a S11nn1onds. st.agionè calda. Certan1e r1 te le sindrom1i ipopit.uitariche si acI pazienti ch e soffrono tale condizione precon1pagna110 1)er lo più · ad ipotensione e la se ntano inoltre i segue nti sintomi o se.gni : 1) rr1alattia di rC ushing ~d ipertensione. aspetto g'iovanile discordante con l 'età effetSecondo gli AA. l 'ipofisi non ha nessu11a ti·va; 2) leggero abbassamento del n1ct.ab0Jiazione suJla pressione sanguigna. L 'ipe1tensiosmo basale; 3') segni di alterazion·e del siste111a ne dell 'adenon1.a basofilo si p·u ò sp~egare con nervoso; 4) diminuzion·e dell 'appetito sessuale un ' iperfunzione con comitante delle surr e•n ali e che può andare fino all 'impolenza; 5) pallore l 'ipotensione d ella cach·e ssia ipofisaria con una della pelle; 6) concentrazione d·ell'urea nel saninsufficienza s urrenale. Gli AA. escludono i casi di adenoma baso- gue ad un livello superiore al normale . Dallo studio di parecchi casi capitati alla filo, hanno studiato 138 malati con alterazioni lc. ro osservazione gli AA. hanno dedotto i fatti irJofisarie ed hanno trovato cl1'e su 44 casi di seguenti. Ogni i)aziente che passando dalla poacron1egalia 36 avevano i)r essione normale 2 sizione supina o seduta a quella i11 piedi aci1)otensione (e c'era in un caso anche .asm~ e i1ell 'altro mixeden1a) e in 5 ipertensione (1 con ·cusa senso di debolezza, vertig i11i , offuscamenti di vista o fenomeni di sincope d.e ve es<iueurisma aortico, 3 con aortite e 1 con sclesere esaminato allo scopo di accertare l'evenrosi re11ale); Sl:l 34 casi di i1)erpituitarismo 29 tuale ·e sistenza della ipotensione ortostatica. aYevano pressione normale, 3 ipertensione (in 1 c'era as ocialo ipertiroidi sm o, in 2 menoI soggetti soffer.e nti di tale condizione prepausa) e 2 i1)otensione. sentano essenzialmente una perdita della caInoltre su 6 casi di gigantismo tutti e sei avepacità di costrizione delle .arteriole necessaria v.a no pi~·essione normale, su 11 casi di nanismo a mantenere normale la pressione sanguigna 3 av·evano pressione normale e 8 ip·otensio11e; di fronte a.Ila forza di gravità, ipoi·drosi o aniu 20 ca i' di diabet e insipido 14 erano nordrosi , ~ spesso abbassamento del! 'accentuazion iotesi , 4 i i)erte i (con as ociazione di a ortite ne riflessa della frequenz·a del cuore. Questi di tumore ipofisario e di sclerosi al1iandolar~ fenome11i indicano una debolezza di oerte funi11ultip1a in 3 casi mentre in 1 nbon c'erano zioni del siste·m a nervo ~ o autonomo, come quelle ch e controllano la sudorazione, la vasoa , ociazioni n1orbose) ·e 2 ipotèsi (di cui u110 con sclerosi g·hi a11dolare n1ultipla). costrizione e I 'accelerazione del rilmo cardiaco. Su 13 casi di '"' indron1e di :F roelicl1 11 aveAlcune operazio11i sul sist ema n,ervoso si111v«no pressione nor111ale, 1 era i1)erteso e 1 norpntico provocano disturbi orto tatici della pre 111oteso, u 4 cacl1essie ipofi arie c'era un solo sione e alterazione della secrezione del sudore simili a quelli ch e di solito i ri rontrano ir>erte o e ne ~ un ipotèso, mentre su 6 casi di n ell'ipotensione orto tatica. Le rizo t omie antumore i1){)fi ario c'erano 5 norn1otesi e 1 ipole. . o. teriori suggerite d a Adson e Bro,vn come me1

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( •.\:'lNO

XLIII, Nul\1. 47)

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SEZIONE PRATICA

todo di cura cl1irurg ica dell 'ipertensione i)lroducono diminuzion e della secr ezione d-e l sudore i1ell·e parti distali , una m a r cata caduta della pression e vasale in posizione eretta e al tre a lterazioni della pressione stessa. La r esezione del nervo splancnico, dei gang li celiaci e d el primo e secondo ganglio lombare, pure praticata da Adson per la cura dell 'ip ertensio11e, produce di111inuzione del sudor-e nelle })arti distali segn atamente alle g inocchia e ipo- _ t er1sior1.e in posizione er etta . Tutte queste operH.zior1i producono anch e una notevole r eazione sulla frequenza del polso. Tali o servazioni provano ch e parecchi dei dislurbi essenzia.Ii dell 'ipotensione ortostatica sono l egati al ist en1a nervoso simpatico p eriferico, senza che p,erò si possa escludere la c. on1partecipazion e del si111patico centrale . La deficienza d ella costrizione delle art eriole avviene v.erisimiln1ent e nell 'addon1e e anche 11elle estremità infer iori perch è n ell a posizione seduta , ch e è ortostati ca per l 'ar·e.a splancnica, i1on si produce la massima riduzione della pressio11e vasaJe raggiunta n ella po~izione eretta. L 'eventualità dell 'ast enia e della sincope dipendon o dal grado di abbas.s an1 ento della pres._ ione. Di solito la debol ezza, le ,,er tigini , l 'offu scan1ento della vista i banno quando la pres5ione sistolica cade al di. sotto di 60 n1m.. H g., e la sincope qua ndo la p r essione cade al di sotto di ±5 i11m . H g. La cura d ell 'ipotensione orlosta lica con ist e n ella son1n1inistrazione di vasocostrittori , e particolarmente di solfato di e fedrina. Occorre p erò tenere presente ch e l 'efedrina n on r iesce a ri stabilire I.a pres io11e co111e er a prima della sua caduta quando il paziente si trovava ir1 posizione draiata , se il paziente continua a trovarsi in p-0 izione er etta . D 'altra parte ·e ssa 11011 sen1pre riesce a prevenire l 'ipotensione. Tutto somn1ato 1'efedrina di so.lito è cap.a ce d i ristabilire la o r e sione a d un li vello norn1ale solo quandÒ il paziente h a ripresa la i)osizione sdraiata. Comunque i11 tutti i casi d i ipotensione ortostati ca è co11 veniente so111111inistrar e 1'efedrina a piccole dosi og·ni du e o tre g iorni cominciando d.a ll 'ora della levata fi110 a du e or e i)r in1a d ell 'andat a a lett o. La din1i11uzio11e dell a ._ ecrezion e del sudore quando è un si11ton1 a capace di a''ere rj percu ~i oni sul1Jo . talo genera le si cura con la piloc:1rpina . DR. 1

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La palpitazione. (D. i\I. B .-\KER. Lan ce.t , 3 ottobre 1936) . La 1)alpit azion e è la co11sapevolezza d ell 'azione cardiaca, ia essa affrettata o lenta , regolar e o irregolar e; è ge11eral111ente una sen sazione .. piace,1 ole e talvolta, spiec ie per le per one sensibili , n1olto mol esta. I pazie11ti però di oli to cl1i an1ano ])alpita-

zione una g ra11de Yarietà di sen azioni in parti .a11che 1011tane dal cuore : qua l ia i battito o pulsazio11e al petto, alla gola, al cu or e, agli occhi, alle orecchie, a ll 'addom·e, all e dita d ell e . mani e dei piedi, talvolta · anc.b e il sen so di trepidazione di p·a rte o di tutto il corpo. P ertanto .a nch e prima di assegnare un qualsiasi significato al di sturbo denunziato bisogna precisarne la sed·e ·ed il carattere, I en endo presente ch e la descrizi on·e ch e n e vien e fatta varia da individuo a d individuo in relazione al modo di esprimersi rlel paziente ed allo slato della • sua cosc1enza. In una prim.a serie di 900 casi di pazienti ·e.b e soffrivano di palpitazioni si trovò: 1) in u n numero con siderevole di casi la palp·itazione era un sintomo esclusivo con ap1)arato cardiovasa]e integro; 2) n ei casi n ei quali' esiste, ·ano affezioni o disordini ·cardiovasali prevaleYano 1'ipertensione, la tireotossicosi e la tacJ1icardia parossistica; 3) n elle lesioni va},-olari r eumatich e la i)alpitazione era rara; 4) le extrasistoli i1on er ano sen1pre .accon1pagnate. da palpitazione; 5) n ell 'infanzia la p1a lpitazio11e er a r ara • In una seco11da serie di 100-! pazie11ti si fe ... c6r o su per giù le m edesin1e con statazio11i . Nei casi n ei quali ]a palpitazion e 11011 è legata a d affezio11i e disordini cardi ovasali . sop·r a tutto aJl 'iperte n sion e, alla t ireot ossico i ed alla tachicardia parossistica, sembra ch e iii u11a lar ga proporzione di casi abbi.a un ' orig i11 e neuro1Jsic,o tica. . · Ma oltre a ciò il di sturbo jn fo rma n1eno rilevante può ' rerificar i in un g ran nun1ero di condizioni : 1) n ell 'indigestione, specie n ell 'indig·<' tiene flatu1e11ta e n egli individui grassi , rtella qual e la palp itazione si ha J1iù pesso di ser a e a letto ed è aggravata dalla tan ch ezza fi si ca e me11tale; 2) n ell 'e aurim ento con ecuti,10 a m .a lattie infettive (sp ecie influen za e tifo), ed agli interventi chirurgici; 3) nella n1enopau sa specie n elle donne tendenti all 'obesità ed a ll'iperten sione; 4) in seguito agli eccessi alin1entari ed a ll 'u o smodato di sostanze eccitanti (tè, ca ffè, alco ol); 5) n ell 'a,rvelenamento tabagico pecie ne i fumatori di sigarett e ch e a spirano il fumo ; 6) nella . tanch ezza fi sica n1a rar.am en te; 7) ne ll 'ast enia neurocircolatoria; 8) i1e,gli stati an iosi n egli stati di eccitan1ento , ed a segui Lo di en1ozion i ' rio] ente; 9 n egli sta ti di debolezza n ervosa ch e accompiacrn an o le infezioni focali . Nelle affezio11i organich e la pal1)itazione rara111ente è un interna isolat o , n1a è acco1n pag11a10 da a ltre n1 anifestazioni gener ali e locali la cui caratteri tira particolarità è la molt eplicit à. Di queste n1anifestazioni le più costanti sono i l dolore inframan11nario ed il respiro so&})Ìran1 e o lan1entoso. Il dolore è caratt erizzato dal u o ini zio graduale e dalla $Ua durata , cl1e può e$sere di . etti111an e e me i con intern1ittenze; l)UÒ diffondersi fino a lla regione ~ ra1)o]are ..., ini ~ lra ed es1

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« IL POLICLINICO »

ser e accon11)agnato da i1)ere::;tes ia. ~ i)er lo più u11 dolore i)u11tori o, lan cinante , oppure ottuso. g1aYativo , e 11011 è influenzato d agli sforzi. La r espirazion e sospirante è particolarn1e11te r1,olesta a ll a fin e di ogni inspirazione qua11do si avverte u11 sen so di sforzo i)er sup erare un certo ostacolo, si 11a la se11sazione di non p otere l.lrender e fiato. Il p,aziente può ÌI)Oltre a\'vcr tire un a certa slancl1czza, un senso di esauri111ento, di lan guore, ' rertig ini, dolori in varie parti del corpo , inso·n nia ed .alLri sinton1i di n·er vosismo. Qua11do il complesso sintomatico si presenta i11 og·g·etti con sistema c.a rdioYasal e semeiologican1ente normale bisogna fare tutte le ri cerche n ecessarie 1)er stabilire se esso è legato eve11 tualn1ente all 'ipertensione, alla tireotossicos i o a lla tacl1icardia parassi ... tic a. L 'ele ltrocardiogran1n1a preso durante ] 'attacco può dare utili indizi . Nei casi nei quali 1e palpitazioni si verifica110 in cardiopazienti org.a nici bisogna tener 1)r escnte r h e Inolto rai.11n1ent e il disturbo è legato all'affez ion e del cuore o dei vasi; il più dell·e vo1te è leg·ato a condizioni generali seco11darie Dl ia 1u.ala l tia cardiovasale. Co111u11c1ue n ei rari casi n ei quali le i)alpitazio ni son o d ir ettamente dip·end enti dalla lesione c.a rdiov.a sale, sono per Io i)iù prodotte e a ccompagnale da alterazioni del riL1110, fibrillazior1e auricolare , flutter e ancl1e da blocco cardiaco 1)arziale o con1 pl eto . 1

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DR.

MISCELLANEA. Le relazioni dell'ipofisi con il panc1·eas e le surrenali nel controllo della glicemia. (L. KÉPINOV. Presse Médicale, 7 ottob·re 1936)

Le i)ri111e esperien ze sull 'ab.J,azion e

d·~l ~·a~ -

cteas dimostraro110 che quest 0 r g»an o e I or10'ine di una secrezione 1nterna ch e influenza b ] . la o·Jic·emi.a. L 'i olamento de l ' ormon e specifi co, ) 'i nsulina , cl1e iniettata nei di.abetici e 11ei i1orn1ali provoca la caduta d ella glice·m ia ro11fern1arono questa con cezione. I fatti sperin1entali e clinici provano ch e l 'in ulina agisce co11 tre m eccanismi: aun1entand o la riserva degli idra ti di carbonio n el. feg·ato . e 11ei nluscoli , aumentando la con1bust1one d ei g lucidi. ridt1ce11do la produzione d ello zu cch ero. Notevole influen za sulla g licemia l1ann0 anch e le urrenali. L'iniezione di adrenalina provoca una iperglicemia dovuta ad una scarica delle ri erve del glico,g eno epatico e muscolare. L'estirpa zione delle s11rrena]i determina un a n ot·evole ipog·licemia. . . . P. Ma rie e Loeb segn alarono i)er pr1n11 il fa tto ch e 11ei casi di acron1egalia si ' 'erifica t1na g·licosuria talvolta sotto forma di dia~et~. Questa glicosuria fu successivamente attr1bu1tn ad t1n 'i1)erfun zione d el lobo anteriore del1'i})Ofisi. Hou say, Biasotti e Rieti din1ostrarono cl1e l 'irtiezione di estratto alcalino del lobo ante1

[ANNO

XLIII, N"l· l\r.

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riore d ell 'i1)ofi i n el ca11e 11or111ale determina sinton1i del tutto analogl1i a quelli prodotti dalla pan createc tomia (iperglicen1ia, glicosuria, ch etonuria, denutrizione). Il diabete prodotto in tal modo è resistente all'insulina. Ulteriori ricer che dimostrarono che anche l'iniezione di eslratto retroipofisario determina i1perglicemia, e che ~ ' ablazi:on·e diell 'ipofisi prorvoca nel caso un aumento della tolleranza agli idr,ati di carbonio. Il mecca11ismo di azione dell 'ormone ipofisario st1lla g·licemi.a non è semplice e non semb,r a diretto. Tale orn1one ag·isoe in parte influenzando g li org.ani (pancreas, surrenali) ch e r.egol.ano la glicemia, in parte associandosi al1'azio1n e dei loro ormoni sulle fo11ti di riserva del glicogeno. Scl1ematizzando si fPUÒ concJudere ch e il pancreas deter111i11a o ha una tendenza a provocare una diminuzione d ello zucch ero circo lante, mentr·e l 'ipofisi e le surrenali più o m eno associate determinano un aumento della glicen1ia. Utilizzando l 'antagonismo di questi dlI·e sistemi ormonici 'l ' org.anisn10 ma11 tien·e costante la sua g·licemia . P.er quel cl1e rig·uarda il i)a11creas le ricercli-e sperimentali hanno din1ostrato che, per un esatto cor1trollo della g·licen1ia, l 'insulina d<::ve variar·e secondo le ·esig·enze d ell'organismo . Il fattore fisiolo1g·ico che r egola 'l 'insulina-secrezion e è il g lutosio o, più esattamente, la sua con centrazione nel a11g·ue. Ogni aumento della glice111ia pro,1oca l 'aumento d el1' emissione d 'insulina e vi cever sa. Pertanto il sangue con una con centrazione n orn1ale i11 zucch er o può es ere co11 siderato co111e un a111biente debolme11te eccito-secretore. In tal caso la fun zione secreto1ia del pancreas è così rallc11tata che la quan1 ità d'insulina errJessa è appena s ufficie11Lc a i11anten ere la g·Iicemia ad un livello normale . D 'altra parte il fatLo cl1e l'adr·enalina provoca l 'iperglicemia pt1ò far ritenere che l'aumentai dell 'adrer1ali11a circolante determina una specie di r isposta antagonista dell'inst1lino-secrezione. l\la è più verosirr1il.e che questa r]sposta non è provocata diretta n1ente dal1'adrenalina en za cl1e per altro si possa escludere tale pos ibilità. Il tasso d el glucosio san guig no , oltre cl1e quella d el i)an creas, può in!luenz;are . I'ir:tensità delle secl'ezion i surrenali ed 1pof1sar1e. Cannon e i suoi collaboratori l1anno ciin10strato che lo stato ipog licen1ico scatena un a scarica di adrenalina. D 'altro canto Képin o\'v l1a ril evato n ei cani ipofì sectomizzati ipoglicemia ed iperadrenalinemia. . . L 'influenza della glice1111a sull a secrez1011e ipofisaria è provata d~Jl ~ ~sperier;i.ze di A.nselmino e Hoffmann: l 1n1ez1one d1 glucosio fa comparire una ostanza attiva capace di ridurr e il contenuto di glicogeno n el fegato , un 'azione d el tutto simile ad una so~tanza contenuta n el lobo anteriore dell 'ipofi i.


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SEZ IO~E

L'antagonismo fra insuli11a e adrenalina risulta dal fatto che la surrenalecton1ia aumenta I.a sensibilità dei cani di fronte all'insulina. P er quel ch e riguarda l 'antagonismo fra e$tralto ipofisario ed insulina è provato da1 faLto cl1e l'estratto r etroipofisario annulla o riduce diversi effetti dell'in sulina , sopratutto il uo effetto tossico ed ipog·licemizzante. L 'inflt1enza dell 'ipofisi nel controllo d ell 'insuli110-secrezione è s tabilita d.ag·li e~1)erimenti di I\.épi110,,- e Guillaume: l 'intensità del] 'insuli110-secrezione nei cani privati d ell 'ipofisi è sv 1)eriore a quella dei cani normali. Pertanto l 'ipofisi eser cita nor1naln1en te un 'azione frenatrice sul la funzion·e endocrina del pancreas. D ·a] tra i)arte Ol1msted ·e Logan ·e sopratutto Jf ol1ssay e ~Iag·enta hanno con slaLalo l 'aume11to della sen sibilità del cane ipofi sectomizzato di fronte all'azione ipoglicen1izzanLe d ell 'insulina. Tutte queste osservazioni dimostrano l 'interazione e L'ar1 t.a gonismo del pancreas <.ia un a pr,rte, delle surrenali e dell 'ipofisi dall 'altra. Le esperienze di Geiling ·e Britton illustra110 I ·associazione del] 'ipofisi e delle surrenali per 01)porsi all ' azione ipoglicemizzante del pancreas. C:on1unqu.e 1'azione i1)erglicen1i zzante d ell 'ipofisi a ssun1e tutto il suo valore solo in presenza del]' adre11alina. 111 conclusione la g licemia n el] 'animale norrr1ale è regolata nel seguente n1odo: la secrezione dell'insulina governata dal las o di zucchero nel sangue tende a din1inuire la gli cen1ia; la secrezione simu]tane.a delle surrenali e dell'iJJofi ·i, in parte anche sotto ]a dipendenza del tasso di zucchero nel sangue. tende a far aume11tare la gli cemia liberando le riserve di g-licog·ene dell 'an im ale. DR. 1

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Fattori disponenti e fattori ostitcolanti nella patologia dei tumo1·i maligni. (~l. VOLTERRA. Rivist·a. di Clinica ~I edica , l.1-30 m .a ggio 1936). I tumori maligni costituiscouo u11a n1alattia locale e tutti sanno cl1e la cacl1es ia e la 111eta s tasi vanno riportate ·en1pr e alla tessa orig·ine locale. Tuttavia le n1aggiorr i co11qui te d el futuro non deri,1 eranno dai tra ttamenti cl1e hanfJ O per base la con cezione del tumore n1alì gno con1e m alattia locale. P er rendere p iù fa cilm·ente comprensibile questo a1)parente para do so l ' i\. si è prefisso di trattare i11 questa lezio11e . dei fattori ch e diS])Ongono al tun1ore malig110 e dei fattori ch e si oppo11gono al manifestarsi di esso re d al su o accr escimento. Tra i fattori disponenti locali l1a in1portanza l 'eredità: si tr.a tta di un fattore cong·enito e corrisponde ad una malformazione. Tra i fattoTi locali acquisiti degno di menzione è il traun1a che in caso di tun1ori prin1itivi agisce permettendo l'accrescin1ento tu1nultuoso di un n eo1)las1na clinican1ente silente , op-

2121

PRATICA

pure l 'acqui ·Lo clel] a n1alig·nità a ttuale a una lesio11e preca11cerosa con inalig·nilà }JOten.ziale; i11 caso di m etasta:si ro111pe l 'equilibrio ch e si era s La])ilito tra le cellule n eoplastiche già prese11ti in ~ en o al t essuto e l 'an1biente. Questa t1ltin1a evenienza è u11 convin cente esen1pio cli nico della esistenza di forze contra tanti il ca111mino al tun1ore ma1ig·no g ià co titujto. Un a ltro fattore locale di ponenle la c ui i1111)ortanla è st ata i)erò n el i)assato sopra valutato. è l 'ulcera ,ga strica n ei riguardi de1 ca11cro dello stomaco. Ricer che r ecenti han110 fatto con cludere cl1e solo 2-3 Sl1 100 casi dj car1cro dello ston1aco possa110 ritener si originali da t1lcera pregressa. L'A. IJassa qui11<li a con siderare i f.attori gen erali cJ1e au1r1entano o dim.i nuiscono la r esiste11za c911tro i tumori maligni. L 'er.e dità 11a qualcl1e in1r~ortanza non certo però n elle proporzioni attribuitele da molti medici e profani. A11cl1e l'età ha u11a cerL.a influenza le.g ata p1e rò al fatto ch e il tun1ore ha bisogno per istituirsi e ragg iun o-ere la possibilità di rigoglioso svilup1Jo, di un certo periodo di latenza. La g·r.a vidanza invece ostacola piuttosto lo svilup1)0 d ei tun1ori forse in rappoirto con la sospensio11e cle1l a attività ovarica. Rig· uardo· alla costituzione, costituisce un carattere disposizionale la robustezza gener ale ed anche la robustezza to,p ica . . Anche il sistema reticolo-istiocitario intervien e attivan1·ente i1ella dife a contro il tumore maligno, difesa però che subisce modificazioni dur.ante la \ ita sotto l'influenza di diverse circostanze. Probabilmente l'apparato r. i . rappresenta un fattore potente per il mantenersi di una r esistenza assoluta contro i tumori ed a tumore co·t i tuito intervien e ancor.a n el ra llentarn e l 'accrescim1ento e n ell 'ostacolarne le metastasi. Invece un fattore g·enerale disponente ai tumori maligni sarebb e lo IJostamento della reazione del sangue verso l'alcalinità . ·F reund , Neuberg· .e l{aminer 11.a nno tentato cli stabilire una misura della di }Josizione g·e11 erale ai tumori basandosi sul fatto che il siero di sangue degli individui normali J)Ossie de un poter e lilico ver so le cellule cancerose, potere cl1 e 11011 esi te più n ei soggetti affetti da tumore. Di fronte a tutte qu-e ste nuove cognizioni sulla palologia dei tun1ori l 'A. si d omanda quali applicazioni p,o sano trarne i rrtedici. Egli richian1 a anzitutto 1'atten zione s ul fatto che è radicalmente n1utato il modo di vedere odierno circa il problema pratico dei tumori . La 11ozione d ella esi tenza di forze ostacolanti il tumore già costituito e ch e combattono m egJio quando qu esto è stato allonta11ato incoraggia ad indirizzar e la terapia ' 'er o la istituzione di provvedin1enti ch e ap·p licati d opo l 'intervento cl1irurg·ico o fi . . ico sul tun1or e primiti,·o. rafforzino le r esist enze de11 'or aan is1no opposte alla rec idi,~a ed alle met.a ... t a i. Donde le indicazioni per quanto vagl1e di un 1

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2122

« IL P OLI CLJNICO »

trattai11ento climatico o generale diretto ,a modifi care lo st ato pletorico. Di qui i tentativi di a~n1entare la resistenza gen erale influendo sul sistema r eticolo-istiocitario (estratti di milza m etalli colloidali ecc.). ' ~folto interessanti son o i tentativi di influenz~re la re istenza contro i tu111ori maligni mediant e una regolamentazione della di€ta. La sobrietà è la prima norma della alin1e,n tazione di un ~oggetto cl1e ab bia present.a te un tumore malrgno. Con sigliab·i le è la riduzione dei liquidi ed una notevole limitazione dello zucchero e degli amidi. Liberan1·ent.e invece sarà fatta la introdu zione di alb umine e del l 'olio mentre i gra si ,a nima li saranno, ad eccezione deJ burro , !imitati al massimo gi·ado. Riguardo al contenuto vitaminico si limiterà l 'introduzion e del comples o vitam i11ico B (fegato, brodo, spinaci , cavolo ecc.). P e-r quello ch e con cerne i compon€nti m.i ner~li l 'A; ricord~ l 'azion e stimolante del pota s10 sull accre cimento n eoplastico. . Qu~st? fatto consig·lia di evitare gli alimenti r1~c1l~1 d1 quest~ sostan za, m entre si potrà son1m1n1strare calcio e magn·esio ch e }Jare abbiano utili i11dicazioni in questo campo . F. VICENTINI. 1

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[AxNo XLIII, Nu M. 47 j

t.?

e.rano sottoposti a riti catartici; il cor1)0 e l · ~ni~1a dovevano p11rificarsi pri111a dell 'a111n11ss1?ne. Il ?oncetto della purificazione e rigei:er~zione fi .. 1ca acca11to a quella dello spirito s1 ritrova adombrato n ell 'Inno Omerico a Demetra. Den11etra (una delle due divinità, coi1 Kor,e, che erano \1en erate ad Eleusi) \1 orrebbe s_econdo l 'inno omerico, rendere il fìglio di Keleo, Den1ofonte, imn1.ui1e dalla \'ecchiaia e da·l la morte. . 1:'i11iziazion e ver.a e prop·r ia ai n1isteri eleus1n1 , IJireceduta d.a una p~ccola iniziazione ch e aveva 111og·o n ei· rr1esi di febbraio e marzo , si fac eva n el n1ese di agos lo. Gl 'iniziandi erano affidati per un periodo preparatorio a d alcuni esperti (n1istagogo,i). . Pr~babilmente i!1 questo periodo })reparator1.o s1. faceva .seguire agli iniziandi ui1 regime d1etet1co speciale; n ell 'in1n1inenza della iniziazione aveva luogo la cc purificazione n fi sica, f?rse ottenuta con sostanze fortemen te purgat1ve. Uua for1nula tra1nandataci da Cl€n1ente Alessandrino dice : cc Io digiun ai, b evvi il ciceone, presi fuori dalla cista, dopo avere oper<lto, deposi n ella cista .. . ». II ciceon e era , secondo l'Inno a Dem etra t1na mucillagine leggerissin1a di farin a d 'orz~ (una sp ecie di crema d 'orzo ch e si dà oagi ai ban1bini in di\ ezzan1 ento); essa stava ; r appresent.are una dieta tenue tipica. Il tutto era aromatizzato con un 'erba speciale simile forse alla no~tra n1aggio1:ana . (glekoi1). G·l i oggetti cl1e venivano estratti e r1 po ti nella cista consi~tev~n? in r~.ffi.g?razioni de])' orga110 genita] e femminile. L inizian do faceva sci,rolare tali ré:ffigurazioni plastich e suJla sua persona. Con questo gesto simb-Olico si voleva intender€ che e~li. nasceva dalla gran madre Demetra ; l 'iniz1az1one era dunqu e anch~ una ri generazion e sin1bolica di un or.g anismo già purificato dalla purga, dal digiuno e dalla dieta. In una seconda cerimonia , il gran sacerdote, lo cc jerofante », offriva a ll 'inìziai1do al s·eco11do gr3;do una sp,i ga di grano matura e turgida ch e veniva mostrata con gesto so.Jenne agli astanti. .i\.ltra cerin1on ia di purificazione era quella del bagno; gli ii1iziandi prendevano il bagno IJer liberarsi da tutt·e le impurità; nelle vasche porta\rano con sè un })Orcellino ch e ])Oi sacrifi ca·va no qua icl1è l 'animale aYesse assorbito Je impurità lascia te nell'acqua. Nei gi<?rni delle cerimonie della prima iniziazion e si fa ceva una pausa dedicata alla celebrazione delle F este di E culapio; gli iniziandi però non \ii piartecipa\1ano , perch è forse già ritenuti purificati e immuni da malattie. La ]) Urif1cazione non era ritenuta disdire cui crudo 11aturalismo sessuale caratterizzato dall e raffig urazioni dei geI1itali, èl1 è ciò era allora ritenuto ben intonato all'ambiente re]i CTioso. Il n aturali sn10 sessuale si ritrova in gen~re i1t tutti i misteri de 11 'antichità· e restò n ei secoli con1e il J)rodotto di u11 a n1 enta]ità arcaica . 1

DIVAGAZIONI

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Riflessi medico-igienici nei misteri eleu• • s1n1. Chi vuole arri,·are ad At ene p er Yia aerea co11 i n1agnifici appareccl1i dell 'Ala Lit tori a tocca il suolo greco all 'idroscalo di Salamina; di li i)er ui1a trada di 3'5 cl1ilon1 etri i giunge ad Atene. i11età per corso non è pos ibile ch e il \ iaggiatore fornito di una certa c.ult ura no11 resti t111 po' co1lpito apprendendo cl1e pa sa attraver"o il borgl1etto di Lefsina, sorto n ell 'i111mediata adiacen za delle ro,rin e .di Eleusi. La trada ogg·i asfaltata e tenuta in ottin10 stato, fian ch eggiata da pini piccoli e verdissimi, egu e J)resso a poco· il tracciato de]] 'anti ca Via Sacra ch e percorre\ra 110 le processioni a11dando da Aten e ad Eleusi. i vedono resti di statue e di cippi, gli stessi cl1e Pau ... ania n el suo· itinerario de "crisse e celebrò. Eleu. i , com 'è n oto , fu una delle dodic i città dell '.J.\.ttica originariamente ir1dipendenti cJ-1 e Te eo riunì nello stato ellenico primiti\ 0, e il suo i1on1e è stato tramandato alla storia co111e .. ede del gra11de e famoso antt1ario dove ~ i celeb raYano i n1ist eri eleu sini . Di questi non sap1piart10 inolto, es endo gli i11izinti t enuti al più ri goroso egreto ; be11 · poco di critto c'è r ima'" to , sYelatoci d,ag·li anti cl1i scrittori. Orig inaria111e11te i riti di- Eleu si constarono di cerj111on ie a contenuto imboli co agrario . Poi , Tr1ercè le cerimonie iniziatich€, si conferi,ran o agli affiliati le cc co11oscenze » circa la vit a migliore dell 'al di là. Il nucleo però d i quest e conosce11ze riposaYa sul con cetto della gen erazio11e e cle1la rigenerazione. Gl i iniziati anzitu t1

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({ANNO

XLIII,

~l. i\I.

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li biologo o il 111eclico cl1e , ·uole ricer care ri elle r,eligioni iniziali ch e a11ticl1e l 'ele n1'ento igienico, no11 può fare a meno di avvicinare le cerimonie simbolicl1e 1)urificatrici al mito di Esculapio. Nei santu.ari dedic.atj a questa se1ni-di vinità vi era sen1pre il bagno cl1e ri~ spendeva a11cl1e a esi genze ig ienich e. La di e la lenue, il dig·iuno , la purg·a costituirono poi l 'appannaggio della niedicj11a sacerdotale i11 c1ua i tu tti i riti i11izialici. Nei i11iisteri eleusini , corr1e d'altra i)arte an.cl1e i1elle tradizioni in ediche egee, si ritro a .ancl1e un eleme11to non g r eco, n1a p1obabiln:ente egizio e con1unque orientale. IL ser1Jen.te di o rigine siri aca-fe,n icia co ni i)are con1e sin1boto ·ia ne i riti eleu sini cl1e in quelli a cl'epiadci. !11 que ti il i)eriodo prc1)aralorio a rc_gi111e dietclico era 1)iù lun go e _p iù ::;e vero; c 'era at1cl1e l 'a t en sione dal vino: mentre nei misleri eleu . . ini i.1are cl1e c i fosse ancl1 e u11a .c erin1onia di som .n1inistrazione di beva11da ir.ebbriantc. ei rili asclepia·dei poi a poco a poco si costituì una p·r assi di ast en ion e d.a cibi .creduti 11ocivi. Po sia1110 (! ui11cli 11en are cl1e la r eg·o]a dietetica desti11at.a poi a costituire tanta lJarte della terapia nelJa concezio11e ip1)ocratica (c. a rifi orire inera,1iglio amen1,e ai nostri giorni) ab})ia avuto la 1)ri111a origine nei riti iniziatj ci e s ia tata, come d 'altro11de Lulta ] a m .edicin.a _greca, a volta a volta sacerdotal e ·C niistica e popolare (demotica) e infine a IJOco a poco di l'ù1n1;e tenza profe ' ional·c dei veri e propri m e.di ci.

Oggi .a E leusi, intorno alle ro\ ine, ·è sorto uri centro indusLriale. Gli opific i rumorosi e fu111.anLi semibra cl1e profanino il silen~.io e il nitore dei fr.a m,m ent,i di marmo pentelico. Acca11to ai propilei grandiosi si vedono le ciminiere a lti .~ s in1e di grigio e quasi Lriste cemento. La quiete mistica propizia ai mi teri è reil ta anche a notte quando il solo rumore profano dovrebbe essere quello delle rane che ar1cora cantano con1e ai tempi di Ari tofane dagli urli sgraziati delle sirene delle fabbriche di cen1ento e di concin1i chimici , le quali va11r10 giorno e notte sfornando falso marmo novecento e violc11t,ano, quasi , in 11on1e de lla scienza moderna , l·e leggi primigenie di Dem etra sembrando anche fidare l '<elerna armoniosa bellezza del n on lontano I)artenone. G. ALBERTI.

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2125

ì>EZIONE PRATI CA

NOTIZIA

BIBLIOGRAFICA

~1I.

P0Rz10. Compendio pra.ti·co di e-n,d.oorin ologi·a cl'inica. \1ol. I. IPOFI Prefazione del 1)rof. Agenore Zeri. ol. di pagg. VIII-20-!. Luigi Pozzi , editore, Ron1a. Prezzo L. 28.

'r

.r.

Ci è gradito riportare la prefazione che l'illustre pro.fessor Zeri, emerito di patologia speciale medica nella R. Università di Roma, si è compiaciuto di scrivere per questo libro.

L 'i1)ofisi è al pri1110 lJiapo delile attualità cientifiche d·el].a medicina n1oderna. F.<:\t ti clin ici , anatomie.i e sperime11tali inco11trovertibili, luci dottrinali filog·eneticl1e .ed embriogenie ti che, hanno or~ma i précisato 1'1eruoirn1e 1e complessa importanza che 11a l!tl s11a fun zione endocri11a , sia ch e essa interver1g·a nel fenomeno della cr esc-e11za, sia ch e partecipi al ineLabolismo d ei g lucidi e dei lipidi, o regoli l 'attività dell 'apparato riproduttore o controlli e d.omini il funzio11amento delle glandole e ndocrine dell' organismo. · cc A questo con cetto eg·en1011ico del·l a funzione dell'ipofisi, alla ·qual e si adalta mirabilmente il nome di cc cervello endocri110 » datole clal cl1irurgo americano Cushi11g, si è inspira t o il dntt. Mario Porzio nella con cezio11e d.i lJtie..Ja ua monogr.afia sulla ipo fi i. cc Leggendola si résta in1pres.. , ionati della e11orme mole di ricer che e di studi cl1e sull 'argomento si sono adden sat i e moltiplicati i11 og·n i parte del n1ondo. La ])ibliografia citata dal Porzio raggiunge il 11umcro di quasi duerr·il-a citazioni, cl1e spaz iano nel campo di poc11i anni: ed essa, ad og11i n1odo, per quanto J 'al1tore sia stato dilig·ente, non è ch e una IHlrte di quanto si ,è pubblicato . . ull 'argon1ento. cc No·n vi è forse organo del nostro corpo, le cui funzioni O• attività ab·b iano suscitato un co ì profondo ed ap1),as io11a10 interesse; sen1br.a quasi c be la c uri osi tà scienti fica e l 'acu l ezza delle indagini siano state co1n1e stimolate cd intensificat e dal sen o di mi tero, fin' ora i1•violato, che aveva circondato qu·e to piccolo organo, chiu o nella sua scatola os ea. In poco i1iù di dieci anni, quanta inesse di conoscenze e quanta luce di v·erità sono scaturite dallo studio di questa gliand ola, doim .inatrice su tutto il funzionamento d ell 'apparato endocrino del1'organismo umano , ·e · di tanti apparati , dei quali 1-e conn,e ssioni con l ' ipofisi non si erano r1emcmeno sospettate I cc Raccogliere su campi cosiì estesi e lontani fra ]oro, ]e notizie più utili, collezionarle, ordinarle gerarchicamente, stabilire i rapporti di ir1terdipencle11za, fare insomma del materiale i1nn1enso affluito da più parti come una cotruzione innalzata da uno solo, con unità di pEnsiero e completezza di dottrina, era compito arduo e possibile solo a chi aveva potuto siffattamente penetrare nel cuore dell'argon.1ento , da esserne padrone ne lla lettera e nello spirito. cc

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2126

cc IL POLICLINICO

Il collega Porzio : ch e è st at o p er due a11_11i al n1io fi an co, n ell 'insegi1 am ento ufficiale , in qu alità di aiuto volontario , h a osato cimentar si in questo con1pi t o e lo h a asso'l to con t ale d ovizia e 1)r€cision ,e di d ettag li , con tale equilibrat o spirito critico con un co ì rig oroso sénso di inquadratura , e con ta le arn1 onia di propor zio·n i , çh e g li dobbiamo esser grati di a' ·er e offerto ai m edici qu est o 111agnifi co studio lC Questo volun1e , ch e è il })r i1no di sei , d edi cato ciasouno a glai1dole o g ruppi di g·l.an dole e·n docrine, ch e u11iti formeranno un vero Trattat o, di Enqocrinologia , con sta di quattro C8 pitoli: Anatomia; en1b riologia, ist olog·ia; !Biochimica e fisiolog ia ; Diagn ostica; Clinica d ('lle malattie e sindron1 i ipofi sarie : n ot evole irt quest o il prin10 t en tati,·o di coordinam ento tr~ l 'endocrinologia ipo fi saria e le varie spec ialità clinich e : cen tonoYanta pag·iri e, circa duemila citazioni bibliogr a fi ch e scrupolosi .. si111e , delle quali un ]) Uon i1u11·1ero italian e . cc Quest o acuto, originale e fati co o lavoro s11 un ar g om.e nto di lJalpitante inter esse e di fr esco dinamisn10· ·è doc.u men to cli cultura e di prep arazione scientifica n on con1une. « Il dott. Porzio può andare or gog·lio o di esser e segnalato come uno d ei r)rin1i in Italia , a darcen e una così brillante dim ostraz io·n e » . R oma 20 ottobre 1936-·XIV 1t<

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»

[AI'x o XLIII,

Nu~r.

471

di sodio cl1e g li 11anno dat o una altissima per centua le di gu arigioni. Le indicazioni e le controindicazioni al m et odo sono m olto complete e precise, così il capitolo s ulla cura delle con1plic.azioni. Alla fii1e de l la,roro, in un breve capitolo, è-trattata la cura clerosante delle em orroidi , e· altre applicazioni del n1etodo (ragade , fisto1 a \.aricocele, ecc.). 7

P.

VALDONI.

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Pro f. _A.. c,E1 ·oR E

CENNI D.

Z E RI .

BIB LI OG RA F ICI <1>

G 10RGI AGOP U L O.

Le varici. \ 1o1. di pag. 129.

E dit. L. Cappelli , Bologna L . 25. Raccog liendo la su a est esa esp erien za n ella cura sclerosante d elle \iarici degli ar t i inf·eriori e convinto , dai risultati ottenuti , d ella supe riorità di questo ni.etodo , l 'Autore 11a voluto d ar e al suo lavoro una vest e monog·rafica corred andolo di tutte le nostre conoscen ze sull 'argon1ento e di quanto l 'esp erien za di altri è venuta m odificando al già acquisito o cr eando di n uovo . Dob b ian10 esser grati all 'Autor e di questa sua fa 1ica ch e colma una lacuna d ella n ostra bibliografi a e m ette a disposizione di chi , ,u ole a do~, tar e il metodo tutte quell e conoscen ze ch e altrim en ti con fatica do,rrebbe cer car e n elle pagine d elle rivist e. La dizion e chia ra e semplice, la esposizione d ella t eénica quanto) mai accurata e precisa ed esaurien te an ch e n ei minimi particolari , una critica b en r agionata sulla base d ella esp erienza pe.rson ale : ecco i pregi ch e a ppia r.iran~o. subi to al lettore com e a mmirer à la disposizi on e logica dei dati r accolti dalla l e tte r~tu~a . . . L '_i\., dà la prefer en za alle .. oluz1on1 d·e i sali 1

(1) Si prega d'inviare due copie dei libri di cui $ i desidera la recensio11e.

P.

HAR·v 1ER.

Pa.t.h.ologie di,ge1s,t;ive, vol. in 16°,

d~

pag. 162· co11 14 fi g·. l\iias on e· C. Paris, ln:3Gr

Fr. 22.

1

Questo piccolo m a nuale , cl1e presuppone n el lettore d elle conoscen ze ann ton1ich e e fisioJogich·e, r ealizza u110 sgu ar clo d 'insiem e della pat olog ia di o-estiva. L'A. h a raggruppat o i principali sintomi e sindroi11i digestive secondo un pi.ano fisiologico ed ogni ' rolta oh e l 'occa ìon e si presenta son o ii1dicate le n ozioni essen ziali di clinica , m ettendo1 in valore questo o qu el sinton1a. L 'A. ricorda dap:pFima alcune nozd.-0-ni fi siologiche el,en1entari di cui le con seguenze clinic.h e sono cap ita1i.: interdipe11den za dei di ver si segm enti d el t11b,o di ger ente, influenz.a del sist em a n ervoso vegetativo , d el IJSichismo sul cari ale digestivo, ciò ch e pern1,ette di ricon oscer e · una triplice origine alle t urbe funzio nali ga- · st.ro-intestina li : o rigi n e or~·ani ca per lesione del tubo diger ente ; origii1e n europatica p er n1eccanism o 11ervoso, orig ine p icopatica. Successi,ran1ente I' A. tratta le turbe motori d el tubo diger ente, .le tur})e· delle secr ezioni digesti,re, le turbe dell a sen sib·i lità. L 'ultimo ca: pitolo contien e utili con sigli sul n1odo c?n c u~ va esaminato un 1)a2ient e a ffetto da disturbl gastrici. A. P. 1

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E.

T E RRIE N.

Pécliahrie pratique. Pa ris, Masson r.

1936, fr. 2± . In un piccolo libro di circa 250 pagi~ e l ' A ~ ha raccolto 116 voci clinich e, rig uardanti alca -· rte tra le p rincipali malattie dell'infanzia, sce:· g liendole p er ]o più tra quelle m eno frequ ent:r e meno conosciute. P er ognuna e p on e bre~i c.enn~ d~ patol ogi~ r soffermandosi l)Oi ulle ind1caz1on1 ter apeuti-· ch e sanzion ate dall 'esperien za più r ece!1te. _ Non si t r atta quindi di un forn1 ular10 _n è dr un 'oper a didatti ca , b en sì di un rcpert?~J ~ dal quale il i11edico pratico può trarre ut1l1 1nseg nam·e nti. . . Le ' 'oci son o classificate p er ortllne alfab etico , e raggruppate in una _tavola a~alitica , ?be-riunisce quelle rigu ardanti sogge tti comuni <>· affezioni d ello stesso or gano. Manualetto dunque di facile e piacev~ l e. let tura ed utile a l medico , anch e n on spec1~ l1sta,. per la varietà e m odernità degli ar gom en t i tra ttati. ~f . F ABERI .


[A ~"o XLITI, \ u,r. 471

2127

SEZlONE PRATJ CA

I CONGRESSI NAZIONALI 01 MEDICINA E CHIRURGIA. . . .

XLII Congresso della Società I t aliana di Medicina Jnterna. (C on /,inua.zione;

vedi

num.

precede n le) . '

Sed. anl. - 20 o ll. Presidenza : Prof. C. FRucoNI.

Discussione della Relazione. e;. 13.

(Milano) . - L a st oria della Lerapi a c hirurgica delle 11efrili non è ultrarecenle, b i ogna ri·salire ad Edebols, Po u sson , Rovsing, per regis lrar e i pri1ni t entativi cl1e .si può dire trovarono scars i seg·uaci e progressivamente cadd er o r1ell 'ohlio ; la . lerapia chirurg ica (!elle nefriti rima1se sol o fi ssata ed otten11 e una notevole djffu s ione JJer a lcun e form e rena li ch e non fanno part e Yera e pro1)ria d ella caleg·oria clel le n efriti quali la cosi<ld el la jlefrile en 1a t uri ca e Ja n efrite dolor osa, e n1en lre si può ri Ler1ere oggi ch e la terapia c hirurgica conservativa di queste forni.e è en lra la d eJ'in i llYa1nenlc n ella i)ratica p er i su oi b e11 efici rif: ullali , r1or1 siamo a11corn g iunli al la preci·sa c0n osce11t a dell a etiopn logcncsi d e ll e s lesse forme ed il mf..ccanismo di azione cl el1a nostra t er apia cr1irurgica. (Ju es la comprende principalme11te: l a ablaz ion e della cap sula renale, l 'e11er vazione del .ped~1n col o vascolare: si tralta in effe lti di u11a s in11)at ect om ia totale ch e h a per con segu en za la <leco11gestion e del r ene, l 'aperlura di nuovi sLocc hi linfa li ci corti cali, il rias orbi mento d egli es·.sudati p erica11alicolari , Ja n1od ifica.zione profonda del circolo sanguigno age11d o SO}) r a t L11 l to sull 'er1erYazi o11e endor en al e e sui r apporli vago-sin1patici ; cl1e ques ti u ltimi elementi n ervosi ab bi on o un ' impor tan za massima è d imos lraito dal cessare i 11 molti casi de]] 'ematuria solo cl opo poche ore o pochiss i111 i g ior ni clopo 1'en erYazione, in un l asso di t empo troppo hre' e 1Jer i)o lere p e11sar e a modjficazioni anat omiche profonde postor>eratorie. È que·sta Ja cat egori a d elle affezioni r c11ali cl1irurgich c nu1nericam ent e }) iù imporl a111 e e di cui ognuno di noi può ele11 car e numerosi e facili su ccessi operatori; in realtà ques ta casistica non rientr a nell n t erapia d elle n efriti medich e. P er una omn1a di f Dl1ori analoghi si otter1gono sp esso oltirni ri sullali n e lla pielon efrite suppura la a focolai multi pii, la cosiùcletta n efrite a}JOstemat o~a; la d ecor tj ca7ioue (c11i l 'O. u11i sce l a pi e losto1ni a) o ltien e il dren agg io verso la cor ti ca.le di tutli g li acce·ssolin i mi1i o. ri ch e infar ciscon o la ·uperficie d el rene, la d econgesUon e clel s is tem a 11ervoso, l 'accelerame1lto del cir colo arlerioso, l a scomparsa di ogni inibizion e vag·o-simpatica ed infine la guarjg ion e d ella fo rm a colla scomparsa di questi focolai suppurativi n1 ili ari e la for1naz ione di zone sclerotiche parcellari lnrgamen lc compen sate dalla iper lrofi a yjcaria d elle zot1e r j rnnste san e; perch è c;iò avveuga è necessario che i fatti ·suppurativi non siano troppo numerosi nè est esi , ch e l a n ecrosi secondaria m ns~ iva non interessi porzioni troppo g r andi d el par en chin1a, ch e i poleri allergic i d el paziente sian o tal i da padroneggi are 1'intossicnzion e imponen t e acu la . Se ammettia m o come esatt o il can cel lo ch e anch e la g lon1erulo-nefrit e m edica diffusa od a focolaio, aèt andamento acuto , suhacuto , cronico, sia aneli 'e a di orig in e batt erica, tossinica od embolica , " i può stabilire un 'analogin fra la forma <:birurg lca ovraccen11ata e la g lomer11lo-nefrile di inòol e rn eciica: la etiopatogenesj òelle du e forme LA S JO

è la s te~sa, nella prin1 a però si ha la colliquaz io11e J:>urulenta e la prevalenza dei fatti se l tico-piemj ci r1~11~ seconda invece si h a il qu adro b en r1ot~ cl.1n1co e microscopico d e lla g lo111erulo-11efrile il1 ec11 ca con ematutja , a1burn inuria cilin<lruria iperazo temia, fpòazoluri a ch e sJJocc~ n ella ~cler~s i d efi11i t~vai; il traltan1 en to chir11rg ico qt1i r1d i cl.le ~ i applica con t a nto su ccesso n ell a r1 efri t e ai1oste1na tosa d ovrebbe riuscire u lile n eJla forma 111 c cli ca e·c1 il n occiolo della que·stion e pji1 c11e n ell a se1nplicilà ed eificércia del metodo cleve con si ·ler e 11el ,.g·iudizio dell a sua tempesti vità. L Jnlerven to precoce urla cont ro Ja convin zio n e cljffu a, e che a1l 'O. l)are fondala , ch e Ja g lomeru1o-n efri te può guarire po11 lan ea111 en le ·en za eh~ ogni ~a~o, ac u to. sia co11d~~na Lo al p~ssaggio nella cr on1cJta, e Y1ce' ersa l 1n ler vento t ardi,·o t1rta contro lesion i analomich e g ià eYolule \(•r !-o la sclerosi e quindi irreparabil) · la clecorli caz ion e e _l 'en ervazione po son o ottenert; solò qualch e mig-l 1o ra n1 enl o funz ion e.ile e ·solo IJer })re\ e le 1npo · sono questj i risu llali cl1e l 'O. ha potu lo C'on ' l a~ tare n ello studio della su a casistica. r risulta ti rton so110 crrto incoraggianti e se J1uovi lenla livi 's arann o fa lti n ella t erapia c~uenta cleJla g lomerulo-nefrit e con ' errà l in1itarli a i casi alm eno su baculi , quanclo ancor a . i de' e riten ere vi siano an cor a 11e i re ni co11djzio11i ana]oo-he a quelle ch e si osserYa no 11elJ a nefr i Le e n i:1 l~1ri<'i1 le.s~oni cioè non d i·s tru LljYe, perfel lan 1ente ripara~ b 1l1 , an~or.a jn condi zioni di poter trarre profitlo cl alle 1n1gl1orn le condi zioni cli lrofi sm o, di circolo san guigno e linfatico quali ci Yen gono as!'ic ttrnt~ d alla clecor licnzione e d alla en er' azione. V . .TURA ( Ron1a,) . - I n11 an z i lull o in rn cril o a l le cn1 a lurie in'fe ltive si riferisce ai s u oi pr<1ceden ti l~vori, cita li nella relazione i\fingazzini , iJ quale r ipor In cas i anaJogl1i a i su o i. Dc idera richian1are 1'at len zior1e s·u1 1e ru1ornalie I

vasali r eriali nella insorgenza di n efri1ti e1nboliche.

Recentemente 11a avt1Lo occasione di o. servare e operare un a donna cli 68 anni , stitica a bitual e, ch e pochi giorni prim a d ell 'ing resso i11 Clinica aveva avuto dolori colic i al fian co ·sini stro , felJhre en en1a turia,. All 'operazione rinvenn e un focolaio di nefrite embolica con infarlo cj rcoscritto nl polo infe riore , d el r en e sin . per cui pol è pralicar e una escissio11e a cuneo dell 'ascesso cl1e Yi . ' i era farinata. Assenza Q.Ji calco li e di altre les ioni pi e loren ali . Ist ologicamente rilevò in corrispond en z:1 d ella zon a di infar to un grosso vaso arterioso a T1 omalo . ' a pareti b en con servate. Tali condi zioni ana lon1ich e riti en e che a bùi nu o influito p er la localizzazione dell 'embolo set I ico con formazione di infarto ed a·scesso consecuti vo i11 corri spondenza 'd el vaso anomalo. d a arr esto del fil lro r enale. A. Cr:!'.HN<\TA ~fonza \ . - T. . n ~ ua esperie nza jn teina di (lecap su l azione cl e] ren e non è Ya ta , n1 a i casi sono s tati s tudia li a fondo e seguiti da lungo t empo dopo l 'operazione. Essi r iguard ano cinque pazienti affe tli di n e fralg ia. uno da ren e grin za, un o da glomerul onefrite embo} jca parcellare con graYe ematUii a e un altro da gros. o r ene hiar1co in con1 ple ta an11ria. Ilia-ssumendo, le ri sul tanze conseguite n e i . u o i ca·si cori la dera p st1lH1 ion e son 'o : 1) nei c inque cas i cli n efral gia si o lteunc· Ja cessazior1e d el si r1 to1na òolor e, cau sa princ i pnl e d elle sofferenze; 1


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« IL POLICLTNJ CO »

2) i11 u11, caso di i1efri le cr o11i ca la d ccaJJ. . ulazio11e d eterminò I 'anuria, 1' uremia e quindi la inorte. Da. notare che le lesioni renali er a no t anto a Ya nza te da ridurre a meno di 1ne tà i] volurn c clei

r e 111 ; 3) i11 1111 ca ·o fli e111 a luri a g·ravi ·s i1n a da g lon1 erulonefrile subacula parcellare en1lJol ica, Ja d ccap·sulaziollc determj11ò la cessaziou.e dell 'em a luria. rvra il b en efi cio· durò nove inesi in qua11to l 'em aturia ripre e conie prj1u a j)Cr ce :--are sol o 'd o110 l u nefreclon1 ia ; 4) in un ca ·o cli un rer1e supersti le, clella forma morJJo ·a d el g rosso rene bia n co c01l anurj{1 c;01n pl e la, la decapsulazio11e non e bbe alcu11a i11 fluenza !-'ull 'anu ria ch e per sis tette len acc 111ente s i110 alla inorle. 111 quest o caso si può ·ci udere il fattore opera tivo p er ·sè e il Jattore deca1Jsulazione, in quanto che jl decorso pos toper atori o dimostrò ch e l 'amn1alato 11on ri sentì affa tto nello schocl1 O}Jern lorio; quindi il rj ull n lo i1egali Yo ~ j JJUÒ attribuire alla clecap sulazione . 1

C.

(lloma) . - L 'O. l.1 :1 cli i1tlcrYen li s til r e11c p er forme i1efriliche -scar ·a casistica m a n ei ris ulta ti assolutan1 en1e nega tiva. Per gli effetti d e ll 'e11erYazione renale richian1 a l 'a ttenzione sull a i1n1>0 sibilità di fare cleduzio11i d a csp erin1enti su a 11imali e su renj sani d a lo r h e s ue preced enti s is lem alicl1e ricer che sul plesso renale r1elle i1efrili h a11no di n1os lrato cl1e il })lesso r en ale, cellule e fibre, è nolcvolm e11 le al ler a lo in ca·si di nefrite cronica. Le fun zioni e reazioni flui11di cle,·ono averne secondario ri~enl i n1ento e 1'effe llo d ella ener vazione perciò 11on 11uò essere paragonabile a quello c h e si può aYerc in r eni n or1r1 a Ji. È p erfc lla111c11le cl 'accord o co i r e] a tori s ulla n otevole per centuale e import a n za d elle n efriti a cau a focale e sulla i pe r . e n ibil izzazione ch e il r en e p er le ri1)elule rar icl1c tosso-i11felli ve 1alurta YO]l a subisce e le quali agiscono ad un 1c1npo cou fal lo ri sp ecifici e aspecifici. Si deve quindi in prim a1 linea prosp e1lare nort una tera1)ia foca le d ell a n efrite ma un a terapia foca.l e clel nefritico. Non è facile infatti pcr1sar e ch e l 'inlerven l o su foci agirà clirettameu le ·su di una nefrile i11 al lo e tanto J)iù se cronica, ni él e,·ilerà al r en e sensibil izzal o ulterio ri pegg·ioran1enti e se pratica lo tempcs li vame11te renderà n1eno faci]e il p assaggio i11 cronicità. Ma siccome la sen sibilizzazione è soggella n C<l u se multiple e s iccome si veùe patimento r enal e ogni volta vi è uri r avvi va111 c11to n ella a ttività dei foci n e vien e ch e la ablazione di l}Ues ti unitam ent e ad altri provYedim enli (tipo vaccino-terapia ecc.) è da ·considerarsi co111e nlezzo chirurg jco, n on t a11Lo per con1battere la nefrite in sè, quanto per i111pedirne ricadute e cronici zzazioni . E ciò t anto più in quanto è stato ben ·s tabilito , a1tcl1e d a ricerche d ell a su a scl10l él, che in cor so di tonsilliti si hanno talora fuga ci b alteriemi c e specie in nlalati nefritici an che corri pondenti lJatteriurie e si può a]tresl 'dimostrare con t ecniche appropriale affinità sierologiche, tra1 i germi, streplococchi in genere, rlal foctis e i germi eli1ninati colle orine . Quando quindi un malato a!Jhia a vuto o abbia un a g lomerulonefrite grave di oriQ"ine focale, s ia quest a ton silla.re o da foci altrove ubicati (appendicite co11 il nolo m eccanismo ent erociecale), il prim o provvedimento chirurgico deve essere l'ablazione ch e d eve e·sser c fatta radicalmente e tempestivamente e quindi , se per le tonsille, con enucleazione total e seguita più o meno d a Roentgent er apia , in guisa da non inter ve ni re quando oran1ai i fatti fl ogi stici si iano fa tti profondi n ei t e S11li p eriton sill a ri o si FnuGONI

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s in n o jstitui Ii al lri Joci n eJ qual ca o anche la e11uc lcazion e d ella Lo11silla potrebbe JlOll aYerc effetto d efini li YO . J) . CEsA-B1A:\cH1 (~Iila110) . - E poJJ c i risv Ila li d elJa csp erj e11za IJef ·011ale jll le111 a di te rapia chirurg ica delle n efrili e i1efr0 i e quindi sarà prat ico e rapido. Questo argomento f0r1na oggetto cli studio da oltre due a11ni i1ella Cli11ica cl ell'O. ed i ri sulta li co n seguiti on o g ià s la.t i re ·j n ot i in !)arte da un suo allievq (Roccl1ini ) in u11a sedula accad e 1nica lenulérsi a Milano alcuni mesi or so110. ~'l a l)Oich è, come su cced e spesso per le comunicazioni alle accademie , q~uesti risultati so110 rimas ti, evide11temenlc, ser1za eco, è opportuno di farli rivivere qui com1)lelandoU, tanto più in quanto .r ig u a r (lano una casi8tica abbas tanza larga, dato lo arg·o m c u lo; forse la più lar ga u11zi fra le nostrane. Si I rati a di o l lo ca.isi di g lom e rulo-nefrite cr o11ica cliffu R n e i s uoi diver si s tadi sotlopo·sti a sca ps ulan1 e n lo co1nple~o bilalerale c.lal compia11to col ìega j)fOf. Pi zzngalli ; casi I tll li con ve11jen1em enLe sludjali dal }Junlo di yjslu clir1i co - sopratutto v er l a fur1z io11alilà .renale - primél . .dopo e a djs tanza varia dall 'intervenlo cltirurgjco (di alcu11i n1esi per Jo pi1ì , ma in qual ch e caso anche di un arin o cd ol 1 re), e . tudi Dti <tllC'Ora i ·Lologican1ente per qu a nlo rig uard a Ja cnp s ul a a 'J)Ot la1 a cd il par e11cl1ir11a r e nale aIl rn Ycr so JJio11sja. ComP, inl crYenlo chirttrg ico ,.i i è lin1il illi al lo SCl• p~ u lan1en lo completo dei due reni , ch e è .d el res to il provved i1nento di u so abitu ale, integra lo in <1uulche caso d a llél c11erYa7.ioue, cl1e però no n par e aJl '(J. ahh jn : e1tsihilJ11e nt c n1 odifi r nl o i ri ~1t1 L;i ti cl e ll 'inlc rYc11l o più ·sen1pli cc. \ ' ed inrr10 ora con quali ristil la ti J1rossin1i e ]o n ta Ili . Pri1na è J>erò neccssnrio sgo n11Jrare il terr eno p e r r ag ionj d i cl1iar ezzn e di c rnpliiicazione. Di c hj ar a i1111anzi lul1 o ch e 11ou s i occu}Jcrà d elle cos i<lc ll e n efrj li ùol oro~c , n e fri ti ein a luric11e, e nefrit i <loloroso-emaluri ch c, }Jrin1a perchè non ha ff5J)erirn za p erso11alc n l ri g uurdo, po i }Jer c11è 11 011 si tra lta di YC re 11cfri U, ecl infine perchè vi è accordo gen erale s u ques to pu11l9. Così pure non parlerà delle glomerulo-nefri Li parcell ari più o rr1eno ematuri ch e, prim a p erch è ne 11a p arla Lu or o ra co11 tan La competenza I 'ami co J)rof. Frugo11 i, p oi per r 11è in questo cam1)0 è ora111ai n o lo j I compi lo Lanlo <l eJ n1 edico (ricer care il iocu s quando è reperibile), rome cl el cl1irurgo (eliminar e il focu s quando è poss ibile) con qu ali ri ultati è noto a tulli : })en efici n ella maggioranza dei casi , sc bhe11c forse non cosi bri11an1i e definitivi con1e ~ i di re d a molli. l'\è si rlilung11 e rà troppo sulle n e frosi: m a qui è 11ecessario inte11cle1·c.i p er eliminare equivoci troppo faciìi e troppo frequenti . Bi'sogna cioè distjng11.;re nettamen te l a nefrosi pura e generica o ne-. frosi lipoidi ca di Epstein , la qual e forse più che una 1r1ala1 Lia d el r ene è una malatlia del ricambio lipicl o-prolidico, d alla cosidetta nefrosi impura, la qu r'l le in fondo non è cl1 e un a glomerulo-nefrite di fft1sa pii1 o meno cronica e J>iù o meno grave, a!'sociata a m anifestazio ni., ph'1 o m en o spiccate, cl i pe rl.urbatn metabolism o lipido-protidico ; caratterizzat a, se si vuole, d a lesion i in Leressan li t an to i I r ene vascolasre (glomeruli), quanto il r e ne epitelial e (canalicoli), sebbene in gen erale con n etto predominio di que to 11Jtimo. Nel prin10 ca·so (n efrosi pura) l a terapia m edica (r egime carneo e opoterapia tiroidea) basta a con durre a gua.r igione la g r ande magg ioran za d ei malati. rel secondo caso (nefrosi imp11ra) la te r api a rr1erlira è prcssoc hè incffi cac<\ n1a certo non danno a, men tre la terapi a chi rurgirél (scap suJam en-


l1\NNO

XLIII, NUl\I. 4'i]

SEZIONE PRATICA

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to J aggraYa quasi empre le lesioni epiteliali (edecora pii1 faYoreYo]i non possa dare risultati be1ni, albuminuria), e ben scarsamente influenza le 11efici eYidenti e per1nanenti; se cioè, per avvenma11ifeslazioni morbose dipende11ti da lesioni Yatt1ra , non possa domare una insufficienza renale scolari (i11sufficienza renale) : oltre che inefficace appena s labilita o in Yia di stabilirsi e tanto meè qui1tdi forse anche danno'Sa . g·lio se non possa arrestare l 'evoluzione del proDestano le glorr1erulo-nefriti diffuse, cli g·ra11 ces&o morboso verso l a cronicizzazione. lunga l e l) ÌÙ frequenti ed importanti fra le affeMa qui, purtroppo, andiamo inco11tro a diffizio11i renali. Per quan lo riguarda le forn1e acute coltà praticl1e che oggi non se1nbrano ·superabilL e subacute non vi è 11esst1n <lubbio: bastano nella 111nanzi Lutto non disponia1no oggi di nessun gra11de maggiora11za dei casi la terapia i11edica ed n1ezzo che ci dica, o anche. soltanto che ci l asci il rcgi1ne dietetico. Per quanto ,rigua.r da inYece la sospettare, se e .quando un processo flogistico reglo111erulo-11efrite cronica diffusa con più o meno nale si avvierà alla cronicizzazione. Per di più gra\ e in.5ufficienza funzio11ale del rene, dati g li - abitualmente ignoriamo l 'iniziarsi ed anche lo stascnrsjssimi vantaggi, per non dire praticamente bilirsi cli una. insufficienza funzionale del rene nei nul li, della terapia medico-diet etica o, ineglio, la suoi primi stadì , perchè le sofferenze e le n1anisua iH . t1fficie11za ad arrestare il progredire della fe.·5tazioni morbose sono fin qui inavvertite dai pal sionr renale u11a Yolta cronicizzata, la medicina zienti, cl1e sentendosi di solito com plessivamente già da nlolli anni ha sperato aiuto dall 'intervento 1Jene 11on pensano neppure a ricorrere al medico. chirurg·ico, specialmente in una ·si luazione morNella gerteralità dei casi quindi il n efritico crobo a tanto frequente e particolarn1e11 le penosa, 11iro arriYa al medico quando già la sua in sufficon1e è questa di individui per l o l)ÌÙ ancor giocienza re11aJe è in pie110 sviluppo, pesso addiritYa11i i.rrimediabilmente co11dannati, a pii1 o n1eno tura appena pochi mesi prima d ella sua inevit a))reve di stanza di tempo, senza possibili là d 'aiuto h ile fine. <lai comuni sussidi della medicina. t quindi tutta un a rieducazione da fare, sia Ma le speranze ripos te nell 'intervento r l1irurg ico del 1nalalo, ch e deve ricorrere al medico tempei1on hanno purtroppo , trovato conferma dall 'espes tiYa1nenle, sia e più ancor a del medico che deve rienza fin qui fatta: nè altrui, nè n ostra. potere e sapere riconoscere tempe·stivameJ1te una Dei malati seguili dall 'O., due presen I aYano glolesione flogistica diffu a del rene che sta per cromerulonefrite cro11ica diffu sa con gravissi111a i1111icizzarsi , o<l alme110 che sta per condurre alla sufficie11za renale· lo scapsulamen1o dei reni no11 in sufficienza funzionale ciell 'o.rgano. Solo in queha portato alcun he11eficio, anzi ha forse affre ttato s l/3 condizionj , forse, l ' intervento chirurgico, cl i 1'esi lo inevita})ile: tino è inorto dopo quindici per sè di 111oclesta e11 li là , potrebbe essere realgior11i , i ·altro <lopo due 1nesi dall 'interYen1o. n1e n te e clefinitivame11 te Ya.n taggioso; se poi lo Quattro dei Jnalati JJresentaYano g101l1erulosarà in effetto solo 1'aYYenire ce lo potrà dire. 11efrile cronica diffusa co11 grave in ufficienza renale: in tutti si è notato dopo lo scapsulamento F. i\IAncoLONGO (Torino). L 'O. dOJJO essersi un Yantaggio sogget ti vo evidente, durato per qualcon gratul.1.to con i Relatori, si sofferm a a parlare che Le1npo dopo I 'in lervenlo ed invece n essun Yanulla terapia della g lomerulonefrite diffusa acut a, taggio obbiettivo; dopo l.re, quattro mesi sono tutti ri1énen'd o ch e le indicazioni mecliche p er l 'interritornati anche ·soggettivamente 11elle co11dizion i Ye111o chirurg ico e cioè la decapst1lazione con o di prima. Questi ammalati sono a.ncora in vita . senza enervazione siano in generale as·sai rare e I due ultin1i u1alati presentavano g·lo1neruloJJOCO efficaci i risultali ch e dall 'intervento st esso s i posson o sperare. Anche te11e11do presente per r1efrile cronica cljffusa con discreta i11sufficienza renale: dopo lo scapsulamento netto Yantaggio la patogenesi cli qu esta forn1a il clas ico concetto soggettivo persisle111e, con modes to e tran sitorio cl e11o S)Jasn10 arteriolare difh1so, non si d eYe permigliorarnento dei fatti obbiettiYi; a di lanza di d er e di yi·sta in fatto di terapia il sano cri terio alcuni mesi mentre i vantaggi sog·ge ttiYi per111ancJinico d ella relativa henignità della mal a.t tia con gono le 1nara.ifestazioni obbiettive sono ri I or11at e Ja sola cura i11edica per cui il 70-80 % d ei casi ,·anno a gu arigione co111vleta. a11 'incirca quelle di prima d ell 'in terYen I o. Entra111bi questi due pazienti sono nat11rnl111e11te anI casi che non guariscono o passano allo · s ladio cora in vi ta e in di·scrc le condizio11i. croni co o Yengono a morte per eclan1psia o per rroppo poco, purtroppo, di sic11ra1ne11 te util è uremia, in quest 'ultima eYentualità di regola per ecl ancora troppo tran sitorio questo poco per i11anuria o per oliguria estre111a. In qu e t e for111e sistere s u questa s trada. Come la medicil1a, così I 'in te.rYertto chirt1rg ico può essere effettivamente la chirurgia è oggi impotente non solo a guarire, inrticato, nia poich è. a nche n1olti d i questi casi JJ1a a11che soltanto a migliorare e tanto meno ad rengono all 'esito poco dopo 1 'intervento, e'è da a1 restare l 'evolt1zio11e delle lesioni J1ella glomedoma11darci ch e cosa in definitiYa ci si può atru lo-nefrile cronica con i11 suf~icienza funzior1ale lc11dere dall 'interYento stes·so. Se infatti ques to d el rene. a1Jporta un au111ento della cliuresi , ques to aun1e11to j)(;' ral lro è Jungi dal r appresentaire la Yia <li ~ al­ Dobbia1no per questo abbandonare ogni speran,·e:r.za p er gli arnn1a]ati, perchè anzi accade che za ir1 una sit11azion e morbosa così gra,·e, così freproprio nella fase di ripresa d ella diuresi o anche qt1e11te ad incontra1 " j e tanto pieto .. a? L ·o. non in quel la di poliuria i o- o jpost enurica, i] p. vieJo crede; tin certo g rado di ottin1i s1110 è sem1Jre utile, anche ir1 fa Llo di terapia. n e all 'esilo per feno111eni tossici paa-alleli a·a un ng·gra,jamento della ritenzione dei corpi arom atici Intnnto un fallo ri sul la evide11t e cl alle osserY.ie azotati nel sangu e. zio11i dell '0., fatto del resto prevedibile e, cioè, elle i ris ultati dello scapsulamento sono stati tanto Circa quan to accennalo da alcuni preceòenti 1 neno ca LtiYi, quan lo meno graYf' era la lesio11e 00. sui risultati de1l ' interYento nei ca si cli nere11ale e più specialn1en te quanto rne110 ro1nprofriti st1bacu La, l 'O. riti ene che proprio in questa 111e, sa a.p 11ari,·a la funzionalità dell'organo. forn1a i ri sul tati e le inòicazioni. debbano e-'sere :È allora lecito chieder ·i se, p er aYYe11lura, lo qua11to mai l in1itati, giaccl1è la nefrite . uba r u1a scn1)'su lamen Lo dei re11 i applicato in condizioni anYe ra e propria , è d el tutto diYers~ <lnlla nefrite 0


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POLICLI~ì CO

acu la IJrolra tla e IJr esenta u11 q11adro js lopatolog ico d a rend er e qua11to n1ai ir1cerla l a p ossibilità cli u i1 risul lato i1el se11so g ià ricorda lo per la nefri le acu la . Nei rig·uardi dell e nefriti croniche, l 'esperienz-:i dell 'O. si limita a due casi ch e possor10 paragon a.rsi a quelli rico;rdati da Cesa-Bianchi e cioè casi con graYe ma n on grayj ssima in·suffic; jen za r en ale. A proposito delle nefrosi, l 'uniCn i ndj cazione può esser e rapprese11 tata dall 'anuria dell a cosl detta r1 efrosi necr otizzn111le d a m ercurio, i1ella quale l 'in lerYento cl1irl1rg ico sul rene i1011 dà che qualch e scarso risultalo probàtiYO 1nen I.re più si oLtiene co11 la terapia di r eclorurazic1ne, che I 'O. rltiene essere s tato fra i J)rimi in It uli a a far conoscere e propagare. J) E G rnol':COLr ( \ 7e11ezia) .

- Dice cl1e il relatore l\(in gazzir1i ha dimenticato di ricordare cl1e fu proprio un italiaj10 per primo a praticare la deC'étpsulazio11e e cioè un allieYo 'd el Baissini, Velo 11el 1857. E. GREPP c (Sie11a). - A }Jarte i vari 'd iscutibili ruotivi dottrinari, ciò ch e conta in t ema di cura chirurg ica delle l1efril1 e l1efrosi non può essere che l 'espezienza clinica. Quella dell 'O. è n1odestis_ si1na: ollre un esempio clinicame11te tipico di ematuria essenziale, perfettamente g uarito dopo sca11s ulan1en lo unilaterale., ed un t en talivo a11alog o rna afCa tlo inefficace per avvel enamento da su])li111alo con a11uria, l 'O. può c1lare un caso recente di glomerulonefrite subacuta con doppia compo11ente jpertensione-suburemica e n efro Lica , sol LO})OSt o a denerYazione e scap sulame11to unilaterale. U11a broncopo]monite p ost operativa adin ~smic..i proYocò l 'esito ir1fau sto; più che la narcosi c lerea e l 'intervento un po ' indagino o fra le masse della breccia opera toria , l 'O. ritiene che il for1do nefrotico abbia avuto responsabilità nel] 'insuccesso, e ciò non fa ch e confern1 ar e la cat tiYa r esist enza organica dei p azienti ·di nefrosi aJJa cl1irurgia in ge11ere. Nelle b elle osserYazioni t es lè presen la te dal prof. I.é1·~ i o di )Iila110, la compo11ente azo temia sen1bra esser si opposta all 'efficia dell 'ìn lerven1 o, con vere crisi di iperazotemia postoperatiYa : l 'uno e l 'altro as1)e llo dell 'al te rata s truttura e funzio11e ren ale - 11 efrosi e rile11zione azotala - apparireb])ero dun çrue contrari all a cl1ir11rgia r enale i11 pie11 0 ·ca.nipo di 11cfriti.. L 'O. p en sa però ch e crisi d 'azo tc1nia e di calLiva « costa11te » , sul tipo di quelle rico11osciu le dal prof. l asio, possano aYer sig11ìfi ca lo di curYa labile da Lral1n1a e ch oc più cl1e cli Yero pegg ior an1 ento d e1la malattia r en ale, co ì da non pesa re con1e controindicazione all 'in lerYen lo in un can1po cl1e corrj·s11onòe d a vici110 alla r agion e prima e prin cipale d ello sca1)sulan 1c11 to: In g lo111erulonefrì te ipert en siva-azot emica act1la o ubacu la, a base al111en o i11 lJarte angio J)a li ca. ~la la c hir LLrg ia renale, intesa . com e d e11er, azion<-' e . Cél }) ula111ento, i1on e a11risce il }Jroprio interesse p er la m edicina i11l ern a nel solo ca1npo clPlle n efrop a Ue oggi qui considera le, cl1e di per se è rosa cerlo n1 o<les ta e i11 g r an parte delusoria. 1'e11la I iYi r l inici e ·s11eri1n e11 I ali r ecen ti aprono la vin acl i11 lcrYenli i111ili nel più vasto campo del1c i11erlension i arteriose ad in1pronla a11g io J)astica, con crezio r en ale più o i11eno chiaran1en le associa lo 111 a lt1LtaYia lontano dal caratt er e di nefroJl<il i 1 ' (\"'<.'ola r e graYe prin1i li va: ri corda il ra~o , lucli 1lo da Gerbi e Rizzi n e1ìa cli11icn Ci el las io. le e J)erienze di Gerbi e del ~[arlinetti uo

»

[ANNO XLIII, NUl\L 47]

assistente, inoltre le osservazioni ultime di Chabartier e compagni. Pur cono·scendo le inolte incognite e riserve sui r a1)porti fra vasi renali e jpertensione generale , sia cl 'orcline (loll rin ari o che pratico, l 'O. ritiene che il tentativo m eriti co11creto favore per casi di una certa gravità, in soggetti adatti, tanto più laddove coesisto110 segni di sofferenza renale. 111 questo sen so si è espresso di recente, parlando più ampiamente della chirurg ia dei N. spJa_ lJen ici n ell'ipertension e arteriosa. .A.Ila denervazione su ol es·sere associato lo scapsulci111enlo, consi'derato come mezzo di sollievo circolatorio e funzionale p er il viscer e. Aln1eno questa è l 'opinione comune, ma bisog·na riconoscer e che c 'è contrast·o net lo con alcuni studi sp erimen t ali, p. es. con q11elli del Dogliot ti citaiti dai relatori : ciò obbligherebbe tutti noi a riprendere in esan1e il principio stesso d ell 'intervento. Per suo conto l 'O. p en·sa si debba distinguere l'influenza d ell 'operazione fra viscere normale e viscere ammalato n ella sua struttura vascolare: il d ecorso d ella malattia. già in a llo potrebbe sentire il beneficio dello scapsulamento , come dicono per l 'appu11to osservazioni r ecentissime di Ca1n e com})H g110.

La questione inerita in ogni modo di venire chiarita da nuove ricerche sp erimentali e cliniche, come condizione n ecessaria per incoragg·iare il t entatiYo nel più vasto campo degli ipertesi.

G.

(llon1a). Il prof. Silvestrini. n ella sua dotta ed esauriente r elazione, ha fatto cenno d ell 'e·sis lenza di casi di nefrite cronica se11za ipertensione arlerj osa, citando a questo riguardo i n omi di alcu11i a utori stranieri, riportati da articoli recentissimi di qualcl1e autore italiano. Gli sia co nsentilo, a ques to propo$ilo , non tanto per fare una river1dicazione personale, quanto per st çsbilire co11 esattezza lo sviluppo di t ale argo1rtento, ch e g ià entro il 1928 l 'O. h a pubblicato (in cc Cuore e Circolazion e») uno st11dio sistematico $ Ui rapporti fra pres ione arterio·sa e funzionalità renale, n on soltanto nel campo delle ipertensioni e~se11ziali , o al massi1no combjnri1e a lievi note <1 i ateroscleros i, ma ancl1e e sopra Ltulto 1n quello <l f' ìle n efropa tie uremi g·en e, definite in base ai rilieYi dell 'azotemia, clelJa costante u reo-secret oria, dell 'elin·ii n ::i zione della .fenolsulfonftaleina ecc. E])]Je11e, da qu es te ri cer che si s lematich e è sta.to po·ssìbile all 'O. dis ting u ere, fra i nefropatici studia ti (esclu si cioè i cas i d 'ip ertensio11e arteriosa <?~senzja l e) : 1) casi di nefrosi cronica con un cer lo g·rarlo di ipertension e arteriosa; 2) casi di n efrosi c roniche con presso a poco parallelo comportarne11to della in sufficienza r enale e rlell 'ipertensio11e arteriosa; 3) casi di n efriti croniche con forte a umento della nres·sione arteriosa e li eve jnsuffir,ienza renale; 4) casi di s picca ta insufficienza r enal e e· Ji eYe iperten sion e arteriosa; 5) casi (circa un quarto dei J)azienti che ono stati ogge tto delle ri cercheì cli cospicua i11suffi cienza renale senza au1nento d ella pressione arteriosa. Anzi in ques l 'ulti1110 g ruppo ha in cluso perfino un caso con chiar o reperto an a lomo-patolog ico ed istologico di n~fropatia infiamma loria croni ca, nel quale intra vitrnn aYeYa potu lo cons tatare una vera ipotonia arterio·sa, l)ÌÙ accentua la soprattutto nelle fasi di in aauiore a r avità della sindrome uremica. 0 :B da notare. contro 1'oninjone cli Volhard , che irt n e st1110 nei ca ~i dell '0. il n on aumento della pres ione arlerio a era eia attribuirsi ad insufficienza nliocarclica. Dunque le oS'seryazione dell 'O. 1\.NTO rELLr


[ANNO

XLIII,

NUI\{.

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SEZIONE PRATICA

rap11resentano un complesso di fatti che, a11cl1e dal pu11lo d i vis la 11u1nerico, ha11110 in1portanza ben Sl1periore ai casi spor adici pubblicati dai vari au tori, sp ecia11ne11te s tranieri, che il prof. Silve·s trini ha ir1 parle ricordati nella sua r el azione. E lali s is lemaliche osservazioni gli con sentirono di cc11cludere p er la netta indÌJ)endenza (an cl1e di front e al la indiscu ssa esistenza di forme cli cospicua ipe rlensione arleriosa non certamente nef rogena sen za deiici t cl ella funzionalità re11ale da I ui s tesso la rgam ente s tudiate) fra la funzi on ali là r e11ale e la ])ressio11e arterio·sa. E perciò da ritc uerè che , se da un punto di vis la co11venzion ule e, d irà quasi , scolastico, è lecito d esig n ar e con1e « neirogena >J l 'ipertensione ar teriosa cons latala n ei casi di nefrite cronica , essa è t utt a.via i111pulabile, pur ave11do un anello di cong iun zione col i)roc;csso r en ale, al] 'i11fluenza di momenti patogen e lici ex lrare11ali, ch e debbono avere un 'imJ)Crt anza assai con siderevole, se n on predomina11te o aclcl iri l lura e·sclusiva . Tale è la su a personale convi11zione. Qu est o aspetto dottrj11ario d ell 'ipert e n sione arteriosa può avere una certa importanza a11 cl1e n ei r iguardi d ella discussa o p erabilità di alcuni casi di n efrectomia propriame11te d etta, n el srnsb di nggiun gere una n ota di scetticis1110 circa i risultati con seguibili, anch e p er ch è l 'iper1 ensio11 e o.rterj osa, uscendo, per così dire, d al circoscritlo an1bi lo r en ale, e impeg nando m eccani smi fi·f:io-1)alo]ogici ·<li dominio extrar en a1e, può r en dere an cl1e pii1 Yani i risultati CJi un in Ler vent o cli retto sul rene ; o tu lto al più bi sogn er ebbe traSl)Orlare 1a q u es tione della operabilità ancl1e sul lE·rreno <lell 'iperlen sione arleriosa, in tesa in certo 111 odo qua si com e una sindrome ex lrarena1e n elle s lesse n efr i Li. A propos i Lo poi delle n efropa l ie en1orrag·icl1e crede interessant e ricordare un 'osser vazione anat omo-clinica, che ebbe ca1npo di s ludiare e publJlicar e 11el « Bollettino d ella Società Lancisiana >J inolli an ni fa (1910). Si trattaYa di urt paziente, ricoverato nel V Padiglio11e d el P oliclinico Umb erto I , allora dire lto dal prof. Zeri, p er 1na11iiestazioni di caraltere emorr agico (epistassi , macchie en1orragich e sp anse sulla c ute, e specialm ente intense, gravi ematurie, ch e d opo pochi g iorni con d u ssero il pazi ente all 'esito l et ale : dunque una ve r a s indrome e1norragica , la cui g·enesi rima se clinica111e11 le occulta, data la brevità del decor so. L 'autopsia fu pra tica ta p er sonalmente d al prof. p rof. Marcl1iafava, il quale con·st atò la prese11za di una n efrosclerosi piuttosto avan zata, senza che · si SCOJ)ri ssero n ei r eni n ote ch e facessero pen sar e alla genesi renale delle abbondanti ematurie; al con lrario, Egli mise in evidenza ehia1zet t e di s·:;emina le cl 'infiltrazione e111orrag·ica n ell a 111uco a d ei barin ctt i r enal i. La su a diJig·e11le i ndagi11e i·s Lologicn gli clin10strò, a ca ri co dei r eni , l 'esist enza cli un a eviden te 11eJrilc cronica preYalenten1ente arteriolo-glomeru_ lare, as ocia la a l esio11i degenerati,·e d ei tubuli , ma sen za il i11ini1110 seg110 d i lesioni di cara.t tere eTnorrng·ico, ia ne;i tu b uli sia n e l tessuto in Ler I izialc; lnddove lo s luclio i lolog ico d ei bacinetti confermò g l 'i11fillra l i emorrag ici n ello s11essor e d ell a muco·sa, sopra l lt1 l lo all 'i11tor 110 d ei va sellini san guig· ni dilatn li e beanti . Non c'er a perciò alcun dub})io rhc in quel caso le ematurie non erano d a co11 idcrarsi con1 e nefrogene, n1a invece com e pieloge1ie, e cl1e la 11efrite cronica aveva (p er ineccanis1110 discr asico, o potren1mo oggi anche dire p er i11eccar1i tno a l1 er g ico, o per al Lri n1on1 enti p 1t ogr11etici) cagio n~1to una sinòron1e emorrag ica acu-

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ta e n1ortale, una specie d i por1)or a si11ton1atica, senza cl1e I 'ematuria pote se ascriYer si diretta1n e11le, corrie sar ebbe s tato più i1a turale attendersi: alle l esioni r enali. Crede ch e que·s ta sua osserYazio11e sia ri1nasta unica nella letteratura, ed è p erciò ch e ha riteuuto O}Jpor t u110 r icordarla in que ta sed e, nella cer tezza di adLli tar e u11a sin go/are geHesi d ell 'e maluria nella nefrite cr onica. C. D1~ lìL~R..·\ (Cre~oYa) . - Già da te1npo l 'O. ha rnesso in ~1l~eYo l 1mpor ~ anz a del fattore epatico uel d eterm1n1s1no della sindrome t1remica dei nefritici cro11ici ed ha potu I o cor1sta tare che ne o· li ure1nici il fega lo si in os lra insu fficie11 te nell '~l­ t.imo s tadio della inalattia n on solo, n1a anche nel secon do ·stadio è rilevabile sempre una insufficie11za epatica. . Ciò vie11e a spiegare taluni fatt i di r ecente acquisizio11e, come ad es. ch e il ta~so d ell 'azoto .residuo i1011 è espr ession e sincera della gravità del1'affezi one renale, n el sen so che pur dicendoci che c'è insufficienza renale, n on ce n e dà il grado. D 'altra p arte è n.ola la imperfetta conoscenza che 11oi al):Uiarr10 tielle turbe metaboliche che colpiscono g·li or g·ani rlei nefritici cronici e sp ecial1r1enle il fega to , ch e più di tutti gli altri organi d eve esser e vag·lia lo pe r i suoi in1portanli attrilJuli fi'sio1ogici. È quindi logico c he per una cura log·ica (lelle nefriti cronicl1e secondarie, stabilito cl1e il feg·ato è intiman1 ente compart ecipe della co1nplessa sintomatolog·ia morbosa dei brig htici , e s u di es·s o che bi sog n a fa,r co11ver ger e le i1ostre cure. Ed i11 fondo la die ta classica d el r e11ale 11a di mira di somminis trare una forte quantità di gJ icosjo in i11odo ch e l e riserYe glj cog·eniche del feg·ato ve11g·a110 ad arriccl1irsi . L 'O. ha potuto ved er e cl1e l 'orn1 011e corticale, oltre ad a Yere una indu bh iJ azion e ul metaboli f:1110 d el l'acido lat tico es pli cri un a forte èler isiva influe11za s ul m e tn llol i 1n o d el g ljcosio e d el gJ jc<Jgen c l.J.,_c co111pendia i1 1 un '::iz io ne g licofre noIJtica it1 se110 ad i 1nuscoli, ipcrgli cemizzante in1 m ediata e ten1por an ea, e g Jj cogenoliti ca n el feg·ato. Da qt1este pren1esse parle la cura c he l 'O. s ta at1uando nei n errilici cro11 ici e cioè: dieta con i11assi111a percentuale di carbo i·d rali , m olti vegetali e SOJ)ratutto i11olla frull a cruda, ÌJ)Oclerrn oclisi g·lt1co-sate iy.1t:rloni cl1e, preceòute da i11iezione di orm o11e corticale, eseg·uita 111ezz 'ora prim a. I risulta ti finora olle11u li son o buoni e l 'O . ... i riJ)romette di continuare nelìa speran1a flj poter por lare u11 contributo effet1i Yo ad u na cura razionale d elle nefri li cronicl1e. CAPPELLI. Riferisce u 10 casi da l ui opera li. ·Ha fatto 111olti intcrYe11ti n elle forme di nefrrrJ gie. e nelle en1a turie d olorose. R. ALE SANDRI (Ro111a ) . ._ ~el ringraziare i clue rPlator i e gli altri ch e 11n11no pre ·o parte alla discu ssio11e, vorrebbe ce rcar e di trarne un a conclu sioue positiYa , poicl1è in rnas .. i111a n arte l a utiUtn èlell 'jnterYen lo chirl1rg iro i11 queste affezioni gli pa r e sia ·st ata t1nanimamenle n ega la, meno che nell e co.sirlet te n efralg·ie e n elle n cfri li o n efrosi cn1a lurit·l1e, ilt c ui l 'accorcl o è accet la to. La question e esse11ziale è p er ò quella d elle n efriti e 11<:> frosi co111uni , sp ecia1n1en le delle glo111erulo-nefrl Li. ~ella i1egati Ya della ql1asi n1 aggioranza, pare cI1e qualcl1c speran za vi ~ ia e qualche dubbio sia giu ~ lificat o. Inla11 lo con corda perfet lan1en te con qt1a11to ha detto il prof. Frugo11i. Certo n on sia1110 perfettamen te n el t e111 a r h e riguarda le n efriti


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« IL P OLICLINICO »

in atto, i11a la ton illec to1nia co111e cura i1reve11tiva ba cerla111e11 te i1nporla11za i11olto g ra11de. Se n1eclici e chirurg i di accordo ·si p er suadessero di in lerYeni1e J)res to 1n qt1est e infezioni focali (e i1011 solo le ton sille pos 0110 e ser e 1n ca1npo, ina a n ch e le appendic j Li e le i11fezioni b iliari e altre) l a elin1j11azion e d el focolaio flog·i tico p otrebb e portare un Ya11taggio gra11de nella prevenzjone d ell e lesioni r e11ali, o se i11sidi ate r1el 111odifica rne il d<->cor so . Quando le nefriti so110 in atto l a d ecision e è p iù <lifficile . Gli pare che il prof . Ce... aBjanchi abbia i11J p os tato ben e la questio11e J)erchè il medico internista ha voluto te11t ar e i11 alcu11i ca·si l 'intervento chir11rgico, ot te11endo lalvoJta un certo rjsulta lo. ·O ra se si può r aggiu11gere un buon risulla.to an che solo in un nun1ero limitato di casi sar ebbe g ià qualche cosa e l 'esperie11za pii1 es tesa potrebbe precisare le indi cazioni. Sembra al! 'O. q11eslo il pu11to fondam e lale, cioè di differen ziare i casi di lesioni r e11ali che sono su sce ttibili di g·uarigione con cure m edich e e quelli che invece sòno ine,i tabilme11te progre sive e 1nortaJi. Quest a differenziazion e è possibile, s~ i1on all 'inj zio alme110 ad uno I ud io i1on troppo a Ya11 za lo d elle le io11j ? Capisce che è q11e ta u11 a do111a1Jda a c ui è cfjffi cile ri pondere; mn il p11n lo es"e11z iale è ques1o . Se i posso110 di agnosticar e i casi ad evoluzione fa.tale, è evid ent e com e in qu es ti si dovrebbe fare il tentatiYo chirurg·ico cl1e co11si s ler à 11ell0 scap l1la1ne11to o n ella eneryazione, c h e so110 in ler ven li faci~i e i11 g·enere 1Je11 SOJ)porl a li. EYicle n len1 e11t e in questi casi non ci s i cloYrebhe decidere troppo t ardi. Se si può ott e11 er e q11 al ch1~ co ~ a è evidente che si può o lle11 ere ~olta11to qu a11do il rene è ancora in co11dizioni di ripre11cl er e la . u a fu11 zjone. Nè il 111edico c i dica ch e so11 0 i m alati che rifiutano di sottoporsi alla operazione; occorre r he il I11 edico sia J1en pcrsua" o cl ell 'inèUcaz ione e in questo caso egli può con,i n cere il mal a lo d el] 'utilità 'd el t entativo.

Coml1nicnzioni inerenti alla Relazione. 8. G10JA (PaYi a). -

Int er venti per n efriti dolo r o-

l{iferisce j11 lor110 a 16 ca. i di i11 lerYe1tti per n efri li clolorose (11 casi) od e1na luriche (5 ca ~ i ) , da lui eseguiti d al 1928 al i1Jaggio 1935. Sia per la nefrite doloros~ cl1e l)er qu ell a e rn a t11rica l1a trovalo una prevale11 za. d el e o fcrn n1inile (7 fe mmi11e co11tro 4 1J1aschi per 1° g rt1p1)0 ; 3 ~011 tro due i)el seco11d o). Nei suoi casi ri .. ull ò prevalenle rnente colp1to il ] a lo si11i s lro (10 casi ·~ ll 16 1 e <Junnlo all 'e là, la i11aggior111ente int cr es a I a er a quella giova.n il e e n1ed ia. Il r e11e no11 J)resen I aYa m ai g raYi al tera zio11 i n1 acr o . . copi ch e, tr a11ne in t1n caso (en1att1rja), i11 c ui s i YerleYano alr u11e cica trici infossate, n1 a b en sì s i 1roYaron o, ro ll frequ enza }) it1 cl1e di scr eta, el1iazze cl i p eri11efri le, cl i preferenza loca lizza le al lJolo i11feriore; in qu a1c11e ca o la perinefritc j11 ler essaYa anche ma eo11 le io11 i 111eri iocri, l a r a11 u la acli11osa. ~ [j rro copican1enle , .. u framn1enli preleva li l)er b iop·sia in cl11e ra i di e111 ::t turia , egli trovò, u11 a Yoll a, fra tuhllli pressocl1è norn1ali , un infiltra lo cli li11fociti e pl a rn azell c11 , abbas l an z:i co ..!Jic u o e con cl i po izio11 e a11 ch c a forolni, e l 'a ltra Yo] la solo qu alche fri tto di conges ti on e delle ven e e rli lalt111 i glon1eru li , co11 t11bt1li norn1ali. In u11 solo ca~o l1a J)r atic:ilo la 11efrer lon1i a , nei rin1anen li la d eCfl J)~u l a­ zion e, })Ocl1e ,·oll e a . ociata a nefrope .. $ia , o arl altro i11tcr,cnto (ap1Jc nòicer ton1ia). ~l ort alil à, lln ca . o , ·~ u 16 O}Jer a Ii. Degli e ... i ti cl ell a cl crn1J~11 lazion e ~ i òicl1ia ra . odcli ~ fallo. Riti en e Ja 11efrec lo n1i n 11on

se ocl en1(llf u ri ch e. -

rA NNO

x LIII,

Nul\r. 47J

sceYr a cli pericoli, e non è 'd'avviso cli praticare n1ai, in pri1n o t e1npo, la nefrecton1ia, n elle for1ne c111a lurich e, a11che se i)rofuse, n<>lle quali 11a ott ?11u to su ccessi ancl1e con l a sem1Jlice decapsulaz1or1e. G.

CASELLA

(Napoli) . -

Su ll 'in,flu en za dell 'orto-

L 'O. ha eseguito ricercl1e sia su individui ·sani che in nefriticj ed ha potu Lo vedere che l 'infJuenza dell 'ortostatismo sulla fu11zio11alità ,renale non è appannaggio esclusivo delle nefropatie, ma può metlersi in eYide11za sia nell'indi.Yiduo sano che nei nefropatici:· si tratta di un identico fenorneno, variabile soltanto q11antitativamente quando si passa dal sa110 al mala t o. Da un punlo di vista pra tico l 'O. fa rilevare cl1e sarebbe u Lile i1otare le variazioni ortos La ti che d elle prove fun zionali del rene nei soggetti guariti da poco t empo di nefrite, rinviando il g iudizio cli g11arig·ione compl eta al momento n el qu ale sia dato cons1a tare un ritorno dell 'influenza ortos ta lica n e i limiti assegnati alle variazio11i ortoslat.i r l1e d el rene. statismo rielle n efr opatie. -

J\

(Rin1ini) . u iin caso rton con1un e di am1 boidosi' renale ad eziologia: oscura e con, esito ;,i guarigione. - L 'os·servazione riguarda una bimJ)a di dieci anni ricoverata n ella Sezione Medica clell 'Osp edale p er la durata di sette mesi ed a1n1nal a Lasi cinque inesi prima. 11 quadro clinico offerto 'd alla P. si può cosi riassu111ere: bimba in is talo di nutrizione scadente; cule pallida ed ecl ematosa sopratutto al volto ed <1g1i arti i11ferioi. L 'ed em a cu la11eo durante il lungo periodo cli degen za ha subi lo osci11 azio11i nolevolj con periodi di r egressio11e e di ricom))ar sa talvolta lung hi talaltra a n ch e di })Oche ore. Dolori acl'dominali cliffusi ma ·sopratutto r1ella i r1e tà si11i lra t11cco111pagnati da vomito e cla diarrea d ella durata di poche ore o di qualche gior110. Cc1nparsn di lln versamento pleuri co sini stro coi crir a tteri cli un liquido da trasudato. In sorgenza di feblJre che ha raggiunto anche i 39° acco1npagnata cla Lt1mefazio11 e d ell 'artò inferiore s injs1ro e spicca lo cl olore lt111g o il decor so d el fa scio vascolare, processo coi caratteri di un a flebite , ch e ebbe esito in }Jjccoli asces·s i cutanei multipli ch e incisi g iun~ ero b e11 J)resto a cicatrizzazione. TI r ezJerto urina1·io è st ato il seguente: qua11ti1 à cl i orjn a o cillante da un mini1no di 200 cc . a<l un n1assilno di 2500 cc. nelle 24 ore. Pe o specifico in genere basso 1002-1007-1014 con lln n1assimo di 1028 -1035 corrispo11dente alla mas- · i111a olig uria. Albumina q11an to mai oscillante nelle Yari e g·iornate di d egenza, da traccie ad un n1 r1s·si1no di gr. 20 cloruri ed urea diminuiti. SerliJ11e11to scar si ssimo cos li1uito in genere da qualche globulo bianco e qualche cellula d elle ultime ,·ie, r aro il r ep erto òi scar sissimi cilindri ialinogr~nuJosj · cd epiteliali. Assenza di corpi irrefrange11 li. La proYa d ella con centrazione e diluizion e h a d a to normale il poter e di dil11izione, lieYe ipos le11uria colla prova della con ce11 lrazione. A zotem i a (Ambarcl ) gr. 0,25 %0: Cloruremia in niYer i periorli e fasi dell a m alattia mrng. 555, 75, 351 %; Prot eìn emia g r. 4,35, 5, 02, 5. 79, 7 ,2 %, Ph d el s ier o cli sangue 7 ; Colest erin emia m1ng. 280 %. R. lV. 11 el sier o di sangue ripe tu tame11te 11ega1iYa; E1nociiltura n egativa; E sa.m e morfologico cli san gu e nulla di no1 cvole. Ri cerca d el sa11gue occulto 11 clle fec i nega I i' o. l .'e:;a111e del n1a leriale es1ra l lo in ed iéln1e pu11ture d egli :1sce5si cu la11e i co11segu en li al proce so ..... SEGA


[ANNO XLIII, N11~1. 47]

SEZIONE

fl ebil1co 11a dato presenza cli gr anulocili i1e utrofili, scJ.r si ger1ni co111uni, n egatiYa la ricer ca d e l J)<1cillo di I\och. L 'esame radiog r afi co d ell 'apparato \lri11 ario h a da Lo esi lo n ega Livo e co·sì pure quello d ella colo11llft Yerlebrale ( Lra llo dorso lombare) . L 'esani e r adiografico dell 'apparato r espira Lo rio clied e: aumen to di opacilà e di an1piezza degli ili ; acce11tuazione e grossolana punteggiatura della trama d 'a1nbo i lati ma più particolar1nente a des tra ove ;nollre l 'apice è n1eno tras1)ar ente e r iscl1iarabjle. Sovraelevazione e ridotta mobilità .r espira toria d ell 'en1idiaframma si11i stro e con oblit erazione d el se110 fr enico-cos tale l aterale corriSJìOnd en le. Cutireazione alla tubercolina di Koch i1egativa. Esan1e ciel fo11do dell 'occhio n eg·ativo. Pre sione arteriosa ma·ssima 110-100 mi11ima 75-60 (R . R.; . L 'an1malata dopo 7 mesi di degenza ecl u11 ann o cli rnal a llia fu dimessa dall 'osp edale co1111)letan1e11te g u ari ta e si trova tull 'ora in buone co11dizioni di salute da ollre un a11no.

F. GERIOLA (Gen ova.) . -- Eritroleuce1niaJ co n. p r evalen.f e eritremia in donna aff etta da n eoplasia gastrica. - Il caso riferito dall 'O. si ai sting·u e p er i segue11ti car a tteri: inizio d ella sinton1a tologi a anerriica in u11a donna di 33 anni, cl1e già da due 1nesi presentava segni di sof.(erenza g·astrica; durat a co1nplessiva della sindrome anemica ( 4 mesi); decor so febbrile; epaLo·sp1enomegalia notevole; anemia di grado n otevole, a carattere ipocromico e non emolitica; nel sangue circolante iperplasia co11 anaplasia della serie rossa normoblastica di nolevcJe g rad o; iperplasia co11 anaplasia d ella serie bianca , ipopias trinemia; ipoplasia d el midollo osseo; prese11za di un ade11ocarci11oma scjrroso d ell o stomaco infiltrar1te tutta la parete dell 'antro. Il caso perciò pre·sentaYa un notevole interesse data I 'associazione d ella ·sindrome eritroleu ce111ica con una neoplasia d ello stomaco, osservazione unica d opo quell a de critla da Manai e l 'O . .si sofferma a m etterne in rilievo alcune particol arità.

A. SosTEGNI (Milano). -

Consi de r azioni sul trattc11n ento ch,iru r gico dell e n efriti . - ·L 'A. espone, richiamandosi alle considerazio11i cl1e h anno portato ad a1nmettere u11 eventuale trattan1 e11to chirurgico delle forme re11ali acute e subacute, i risulta li di t Ln caso da lui tratta lo con la clecapsulazione })ilater ale del rene. Riconosce che questi n o n ·sc·no molto probativi e quindi t ali da g·iu t~fi ~a~r~ I 'ir1tervento · ammette ch e essi non son o d ef1111t1v1 e ch e d 'altra parte il problema . dovrebbe esse!~ applica lo ed in modo quasi esclt1 s1 ,·o alle forme d1 g lomerulo-nefrite acuta. (Con,tinua) . A. Pozz9

XLIII Congresso della Società Italiana di Chirurgia. (Continuazion e; v. numero 45) .

Sed. pom. - 19 ott. Presiden za: Prof. R.

ALESSANDRI.

(Seguil•o delle comunicazioni).

D. l\ifARAGLIANO (Genova). - Invece della riduzione im1nediata preferisce la riduzione lenta e progressiva a trazione. P ensa cl1e nella n1alattia di Kilmmell si ottengono otlin1i risultati con l a r eclinazio11e.

PR.\TICA

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Risposta dei Relatori. J\I . Doi\"ATI (~lil aino) . - Con s tat a co11 sor1Jre·sa cl1e no11 Ye11ga rondiv iso dai più il co11cetto d ella riduzio11e i111111ediata con1e norn1a gen er ale; ch e altri si sono dichiarali soddisfa lli di un tratta111e11to co11serva tiYo o h an110 pos to con.d izioni alla rj du zion e. Chiar olanza sos lie11e ch e la riduzione si debba praticare solo se vi sono Jesioni i11iclol lari o allorch è la r adiografia dimostri che le con dizio11i d ei frar11menti fanno t e111ere complicazio11i secondarie, co·sì Ettorre ch e ribadisce le sue idee favor evoli al trattamento alla l\1agnus . L 'O. ritiene invece ch e si d ebba eseg·uire la riduzione auche 11 ei casi non con1plica li p er cl1è si otte11gon o i r isuJtati i11igliori. Non co11 se11l e a una trazion e lenta e prog r essiva se non per certe frattt1re della colonna cervicale. L 'an est esia. perni.ette cli elin1ina.r e subito l 'os lacolo offerto dalla co11t rat tura inuscolare e per tal e r agione g iud ica in · t eressa11te l 'applicazione di i\lerler. No11 è d 'accordo con Putti ch e para)gona la colon11a Yertebrale ad un 'a·s ta rig ida credendo di dimostrare col s uo sch ema ch e la r eclinazion e porta fatalmente ad un accavallamento post eriore co 1 co1ne aYYerrebbe in una frattura d el fen1ore. La colonna è articolata e il n1ecca11ism o_ è differe11te: n on ritien e perciò n ecessaria una così pot<-n1te est e11sione bipolare come u sa Putti ; d 'altra p arte il i11etodo ch e u sa il R. n o11 ·si .basa solo sulla recli11azio11e 1na an che sulla es tens1011e e controesten sione. Riti ene an ch e eg·li esager a l a una terapia atleti ca dopo l a riduzio11e. È d 'accordo su g li accoro-i1nenti cli tecnica r adiogr afi ca di Foà e sulla ~11ielografia clal punto di vista di agnos tico fa.tta d al D'Agata . A. u11 trattamento oper atiYo consen le n ei casi cccezio11ali in r ui i1on ~ ja p ossibile rn an len ere la ridu zio11e. La rid u zione del g ibbo r1el 111orbo di Kun1111ell con la reclinaziolle prolung·a ta con1e ha di1nostrato i raragJiano è p ossibile in quanto ritiene trattar si di u ri proces·so paragon abile alla pseudoar trosi; il d ifficile è di m an t e1:er e ~a riduzione il ch e si può far e con la osleos1ntesi.

C. ANTONuccr (Ron1a). - Nel complesso Je con clusion i dei coll eg·hi con cordano con quelle da lui espresse n ella r elazione in rig uardo alle lesio11i vertebro-111iclollari chiuse. Ritien e per ciò ch e la su a r el azio11e rimane come un a n'l e ·sa a punto di tali }Jr oble1ni e le su e con clus1011i re s~ano ~on1e l 'espr essione d ello st ato attu ale d ella d1scuss1on e.

Comunicazioni. A. CHIASSERiì\"I (Roma). - Osservazioni sul traltcune ri to 1lelle frati ure della colonna ve rt ebrale e su lla arw.stomosi intercosto-radicola r e. i'ello spazio di 4 anni e nlezzo l 'O. ha osserY~to 26 casi di frattura della colonna Yertebrale. Si fern1a a discuter e principal111ente dei casi , ch e presentavano sintomi di lesioni midollar e o radicolare. In u11 ca·so fu eseguita la riduzione della frattura secon clo Bohler; in t1 n altro un trapi a1~to seco11clo Albée. In un caso cli pnraplegia SJ)ast1ca una la111in ecto111ia cervicale con ritnozion e di age11t i di con11Jr essione (seg1nento d i arco, òt1ra jperlrofica) h a condotto alla g u arigion e. Ha operato d i a11 aston1osi interco ~ to -racl icolare 5 pnzie11ti, ch e . avevano riportato la frattura ~ella 11-J 2 D. e ch e prese11taYano sinrlro111e di sezione totale d el i11idollo. L'O. si intrattiene sulle precauzioni da prendere per assicur arsi ch e la Se7ione del midollo sia


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tC

IL POLICLl l'\ ICO >>

,·ernn1cJ1le lo l:J le. I11 4 pazienti ha otte11t1lo il riJlrL tino cli uua fu11zio11e Yescicale quasi i1orn1ale , ccl i11 t1110 il ri11rist i110 di parecchi n10Yime11ti degli arti. Din10 .. tra il paziente, e fa osserYare cl1e, sia per la n1 i11zione, che per i moYimen1i dei muscoli deg li arti, s i tralta di n10Yi111e11 ti Yolon tari. DoGL1orr1. - Ha eseguil o un i11 terYento seco11do Chiasserini modificanclolo nel senso di ·s-utura re le radici motorie della cauda al ca1)0 periferico dei 1u•rYi intercostali. Osservè> g uarigione di un 'ulcera cla decubilo e ritor110 d ella fu11 zion e renale YOl c)ntaria co11 pcrcezio11e dello stimolo. C~l i pare q11es Lo rist1lta lo i11dipe11d ente dall 'operazione. :\LESS ANDRI. Ili11g'l'J.Zia il prof. Chiasserini per Jn 1Je l1 a co111unicazion e svolta che n11re u11 nuoYo orizzo11 le alla cl1irurgln. Secl. nn t. - 21 ott . Pr c~ id e11za: Prof. Il. AI.ESSA~oru. Prof f. (~. JI. F ASL\XI e G. B. BELLoxr (PadoYa) Relatori.

La chirurgia dei nervi cranici. PARTE I. CHIBURGIA DELLE YIE OTTICHE INTRACRANICHE.

Fann o ogge l to della trattazione le lesjoni suscel tibili di lrattan1e11to chirurgico che posso110 ir1 ler essare l e vie nerYo·se de1l ut n le alla1 funzio11e vj s iva, nel tratto cl1e va dal canale o ttico ai centri o t li ci primarì , vale a cli re in seòi t ali ch e l 'agg·redirle chirurgica111ent e in1plica l ·a1)ertura della sca ... 1ola cranica. So110 comprese 11ei limiti indicFlti s tru l ture ner_ vose appar te11en li al terzo ne11rone YisiYo, e cioè il nervo dal canale oltico al cl1ia. n1a, il cl1iasma, i tratti ottici. I proces i patologici che Yengono presi i11 co11sj derazione ono quelli trau111ntici o infian11na tori o neopla ticj capaci di interessare diret tan1ente o indiretla111e11te il terzo neurone YisiYo ji1 u11 quals iasi segn1ento del tratto sopra indica to . Lesioni traamaticl1e. Interessano sopra.tutto le lesioni del n ervo ottico, che si deter111i11ano nell e frallure d ella base cra11ica e conducono ad amaurosi o ad ambliopia. Tali lesioni non sono rare, poichè si presentar10 nel . 2-6 % delle fratture della ba.se, e costit11iscono una cifra non trascurabile (7 7~ seco11<lo Vail), nel comp lesso delle atrofi e ottiche: il loro n u mero è au111enta10 col inolt iplicarsi degli accidenti di ·s tracla cloYuti ai veicol i Yeloci ch e ~ i accompagnano a urti Iro11tali. La le ione del nerYo a ,·viene quasi se1111)re 11e1 ]JrcYe tratto che è contenuto nel ca11ale osseo , e tal e localizzazione "ò ipencle da condizioni anaton1iche: j11fatti in tale regio11e l a g uaina dural e del nerYo aderisce alle parti ossee del canale cui serve da perio lio, i11e11tre è legata da adere11ze più o 1ne110 es tese alla gt1aina aracnoideo-piale, e traYn le COJ\nclti vali contenenti pi ccoli Yasi i l)Orta110 radialn1en le dalla clt1ra alla pia per con tint1arsi 110i se lli d e] nervo ollico. Ogn i òefor111 azione del lu111e clel cn na]e ot tico e og·11i spos tame11to in corri.,~po11denza cli una fessnra della pare te clel canale stesso possono prod·urre u11a azione rli compressione o di trazione stil 1\et YO, o d aire origine ad emorragie J1 el canale, nelle g l1aine 1 nel nervo. J~; prolJabile che ii1 un certo n11111 er o di casi alla fra Il ura d el canal e , i accompagni 11na g raYe co11 lu . io11c o uno sc11iaccian1enlo d el 11er' o, dovuto allo 5poslam e nto d ella. parete d el ra n 1le n el mon1 e11 to dclJa frattura. In al tri ca . i rcr tan1e nt e la co1 1~eguc11La dcll 'azione tra un1 alica è r a pprese11-

[ANNO XLIII, Nrl\r. 47]

ta ta dél! rottura di Ya·si con versamen to cii sangue i1el focolaio d ella frattura, o n ella con1pagiue del i1ervo, o 11egli spazi delle guajne. Sulla jn1portanza di tJuesti emalon1i e sopratut to di quelli delle guai11e dell 'ottico, vi è notevole dissenso fra gli oftalmologi: ma sembra abbia sempre valore l'opinione emessa niolti an11i or sono da Berli11 , cl1e l 'ema loma cl ella guaina o del i1ervo può produrre l 'an1bliopia o la amaurosi; che col .riassorbimento dello stravaso può aversi il ripristino della funzione, ma talora il dan110 r i111ane d efinitivo. Si di stj11g·uono an1aurosi od ambliopi e im1necliale, ch e po·s sono essere causate sia dalla rottura del nervo che da una lesio11e vasale; r itardate, che ii~ Eorgono alcune ore dopo l 'accidente e sono le tipich e for11Le da en1orragia; tardive, che insor gono dopo g iorr1i o sellin1 ane e sono d ovute o ad u11 callo osseo che c0t11prime, o ad un a aracnoidite. I.,e condizioni n elle guali, di fronte ad una amaurosi o ad u na grave ambliopia, un interYcnto chiru rgico può venire discusso sono : 1) una scheggia o . ra s lacrata eser cita con1pres-sione; il riconoscl111e11lo "<i i questa evenie11za d<-!, ·e essere affidato alla r adiologia; 2) il can ale ottico si present a, n el radiogramma, deformato (per spostan1ento delle pareti, per callo osseo) ; in tali casi si può consid er are l a possibilit à ch e una liberazione del n ervo n el canale ottico possa· salvare aln ieno in parte la f11nzione ; 3) un e1natoma esercita compressi on e del n ervo: in tale ca·so l 'in dicazione di intervento dovrebbe essere posta quando la esistenza dell 'ematoma fosse certa, e mancassero invece dopo qu alch e tempo di attesa i segni del ripristino funzior1Dle. Purtroppo l 'accertamento ·(lell 'esistenza di un ematoma è assai difficile e finora raggiungibile sollanto in via di presunzione. Per la diagnosi di ematoma h anno importanza i seg·uenti elementi: la lieve entità del traumati·smo, la' comparsa del disturb-0 visivo al cu11 e ore dopo I 'accidente , la constat azione precoce di segni oftalmoscopici di stasi papillare. Per il g iudi zio di ripristino spontaneo, si ritiene ch e debba con siderarsi di esito incerto quan_ do i printi seg11i non sono comparsi 'd opo la prim a settiman a; 4) a dis tanza più o rne110 lunga dall'accidente si ina11ifestano ·segni di aracnoidite ottico-chiasn1atj ca. L 'atto operatorio con siste nella demolizione della parete superiore del canale ottico (per via intracranica o per via orbitaria) quando si tratti di deco111primere il nervo nel canale stesso; nella esplorazione ottico-chi asmalica c1ua11do si tratti ·di una aracnoidite. Lesioni delle vie ottiche da craniosinoslosi patologica. · Nel le diverse malformazioni craniche dovute a precoce sinos losi cli ·s uture cran iche, n1a SOJJra lutto in quelle conosr iu le sotto i l nome di lt1rricefalia o oxicefalia , si osserYa110 non di rado alterazioni vis iYe che si svolgono lentamen te nel periodo evolutivo d ella al leral'io11e cranica (fra i 2 e i 7 anni di età). Sul rne rcnni s1no di produzione di tali lesioni vis ive non vi è accordo fra i vari o~servatori ; ma è probabile che diYerse siano le cau se determinanti il danno delle Yie otU ch e. È terlo che in alcuni rari ca:~i vi è una st enosi <i el canale oli ico; quando ciò possa Yen ire accertato con ]a radiografia , un in lrr' cn lo chirurgico direl to ad aprire il canale osseo è pienamente g iustificato. In altri ca.si è Yerosimile che la les ion e d elle Yie o l l irl1e sia dovu la aJla ipe rt en sione intracrnn ica,


[1\.:'\No XLIII, Nu~r. ,17 1

SEZIONE PRATICA

clin1oslrabi] e a llraver so al1e proYe n1anon1 e lr icl1e e ai r eperti radiolog ici: in tali circosta11ze i1 ~ ò essere pratica la u1La trapanazione decompress1,·a.; e questa oper alione sembra })erfetta111e n te logica, p t:rch è 111odificando alrneno in parle la ri g ida r esj·6 tenza ch e la sca lola cranica oppon e allo s' ilupj )O d el cer' ello, si }Jrop on e di impedire. 1'offesa alle vie otlicl1e o di arrestarla se ha già p r e o ii ti zio. In altri casi in fine si p ensa (Behr-Schloffer) ch e il d an110 d ella fu11zione visiva sia causato da ano111alo rapporlo della car otide in ter11a col 11erYo ot tico con la consegu e11za di una compressione eserci La la da quella su ques to; e si ritien e c~e un a.tto cl1irurg ico pos·sa i1npedirla, asportando il 1narg·1ne s111)eri ore d el foro o Llico e il t et lo del canale ot-

t i C'O <\lcun1

de i IP. nlnli,·i l'i11 ora co rnpiuti

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crit:ril o 1111 ri ::-ullulo felice; ullr1 SOll O tl llÙati in -

~OlJ tro

all 'inst1ccesso percl1è la cura chirt1rg ica i11tra1)resa troppo tardi, quando già le lesio11i d elle Yie a ltich e er ano d efinitive. ... i cl eYe quind i affer1n.are l a p ossibili là di un a c ura chirurg ica d elle lesionj d elle vie ot tic l1e cl1e si manifes tano nel la oxicefalia e nelle altre for1nc di craniosinos losi p atolog ica: rna occorre assol u I a. m ent e ch e il soccorso chirurgico arriYi i11 t e111po, Y8le ai dire n e l p eriodo (ò el resto a ... sai l ungo) du rante il quale i falli della compressio11e si avyja110 e si completano. È; quindi opportuno che }Jecliatri ed oitaln1ologi cor1siderino gues La possibilità e s labilisca110 l 'indicazione di trattamento chirurgico n elle fa i precoci d el processo, e all 'inizio delle n1anifest azioni del d anno visivo. Periodo ideale deYe es·ser e considerato quello n e l quale l 'oftalmoscopj o 1nostra i segni d el1 a s lasi papillare.

A r ac11oidite otti.co-chiasmatica. Con quest o 11 omc sì intende un processo di infiam111azion e a tipo sieroso o a tipo p~oduttivo che .colpisce. le m~­ r1ingi n 1olli della regione, d et ermin ando 1.sp css1In e11 li e· n eo.formazioni di t es·s11 to ara cn 0 1cl eo e formazioni di raccolte cistich e; e }Jerciò si disti11gue una aracnoidite adesiva e una ar acnoidi te cistica, pur not ando che le sue form e s~no s~ven~e a ssociale. Nella fo rma cis lica, l a les1on e dominante è un a meningite sierosa circosc:itta .de.Ila c)st erna chiasmatica ; n ella forma adesiva si ir1~ co11trano briglie e l amin e ch e fi·ssano alle parti vicine il n ervo ottico e il chiasma, o un vero feltro aracnoideo diffuso che li inguaina. La cau sa d ell 'aracnoidite è ta1Yolta rappresent ata d a un traun1atis n10, e r appr esenta verosimiln1ente la conseo-uenza d elle r eazioni d ella leptorr1eninge ai fen~meni emorragici e contusiYi ch e lo accompagnano. i\-Ia più frequente1nente è co~­ segu enza di processi infettivi loca~i e ge.11er al1 ; fra i processi locali hanno predom111ante 1mport an za1 quelli d e i seni d ella fa ccia. . I Relatori h anno 111esso in evidenza e·stes1 processi di a r acnoidite o tLico-chiasm atica in casi di atrofia o ttica tabetica . L a di agn osi jn contra i1otevoli ·clifficoltà, ch e solt an to i11 a1cuni casi polran110 essere. superate.; .sove11 te non sarà pos ta ch e in vi a d1 pr?bab1l1tà. Jler qu es ta sono utili i segu enti elementi.: 1) i1egli nnleceden ti. vi è u~1 traun:at1si:10 del capo, o una cr onica inf1ammaz1one dei seni d e1la fn ccia; 2) I 'inizio aYvenne co11 di1ni11 uzion e rapida della acu tezza visiva; 3) la p a]) illa o tti ca è pallida , oppure presen ta una a·ssociazio n e di pallore e di edema1 che può essere limi lato ai bordi; 1

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4) il campo Yi si Yo è r is tretto in n1oc.lo co11-

ce11trico, o }Jresen ta 'd ife tti a tjpo en1 ja11opsico, co11 caratteri regolari, talvolta Yi è sco to1n a ce11tra le; 5) non vi sono inodi(icazioni d ella ell a Lurci ca1 nè dei ventricoli. Notevoli difficoltà si incon tran o a differenziare il quadro del la [lr acn oidi le ottico-eh ia ~ u 1 a ti ca d a quello nei tun1ori soprasell ari e sopralutlo clel i11erlingio111a d el tubercolo d ell a sella. ·r:; opinione g·ener almen le acce l La la c h e, p os ta la ding11osi ·d i a r ac11oidi tc otLico-chiasm alica, ne risulti indicazione di in ler ven lo a llo rcl1è i ten latiYi di ct1ra medica sian o riu·scit i j11frt1Ll·u osL L ·a tlo cl1irurgico d eve pro11or s i di SCOJ)rire la reg io11e cl1iasmalica p er vin lran sfr o11la le, di a prire le r accolte cis tiche as porta11ò on e qu a11 l o é possibil e d ella }Ja re le, di se1Jarare e a l!on lan are le for1nazio11i a cordone o a larn i11a cl1e cirrondano i i1erYi otU ci e il cJ1iasm a, liberando co111plctamente ques te p a rti da og11i s lre llura. J.,a i11ortalità operaloria è piccola . I r i ullati fin or a r egistrati so110 soddj face11li poichè (a parte i c:asi i1ei quali si jnt ervenne qu a11 flo g ià le · le·:;io11i erano molto aYa11 za le) s i ol le1111e u11 migli oran1enlo d el vis us opp ure arres lo n el la progressiolle del danno. 111 gen erale i può di re ch e ~ .r isultati favor eYoli son o t an lo più frequ enti ed in1port anti quanto meno avanzato era, al n1on1 ento dell 'inlerYenlo, il grado della les io11e vi. i' J .. l,e for1110 di aracnoidite cistica son o que lJ e ch e d anno i ri f ultati più brillanti. L esioni d el nervo oltico cl a a I er omasi a della car otide interna e dell 'ofla.l1nica. - Gli inli111i rap-

l)Orti cli contatt o fra n ervo ol lico e g inocchio superiore della carotide in ter11a e arteria of lal1n ica re11(lo110 agevol1nen te r agione dell a pos" ibili Là che l tn a·u mento cli Yolum e, d i fo rn1 a, di co11sisten za cU tali Yasi, d et ermina lo d a u11 })r oces. o art erioclerotico o aneurismatico, roncl u ca ad una co1npressione clel nerYo fra il Ya o e i l 111 argine d el can a le ot tico. Ne consegt1e t111a progre s iYa cir coc rilta lesione d el n ervo cl1e condu ce lentamente al1 a a trofia. Il riconoscim e11lo cli t ale eYenienza si bas a sopratutto su ca r a lteris lici asp e l li radiografici di calcificazion i p ar J.isellfl rj. P er il trattan1e11to di 1ali Jesioni è s tato propo·sto <l a Schloffr.r l a liberazione del n ervo ottent1lo per inezzo d ella aspor tazione d el m nr g ine superiore 'd el foro ottico e del tetto d el canale o l lico. Ciò è stato fatto d a Schloffer per la via intracr anica, n1 a sembra più log ico di seguire per guesi casi la via orbit aria, sembrando che quella intrncranica sia p artj colarn1ent e rischiosa per sogget ti colpiti da sclerosi d elle arterie cer ebr ali. An eu rismi del poligono cli lVillis.

-

Questi a11eurismi po·sson o esercitare con1pr essioni sul chi asma o sui nervi ottici e detern1inare le ioni a car a ttere progiressivo. Il loro riconoscin1ento è oggi facilitato dalla racl~ografia e dalla arler.i o~~J­ fia. a facend osi strada il concetto della poss1b1l1 tà di u li le trattamento chirurgico cl i tali le ionj, attraverso all e l egature extra- ocl j11 I racran icl1e clei . vas i.

'r

Tu·m ori del neri10 ott i co e del chia sn1a. -

Si tratta di tumori r ari in gran p ar te d i n a tt1ra g lio1nn losa, di fronte ai quali la r hirurg in non può intervenire per salvare la fun zion r yj si' a; questo compito è pos·~ibile soltanto in ca i eccezionali nei qt1ali . lln tumore benigno prende origi 11 e dalle gt1a1ne. La <liao-no i incontra spesso gra.' i difficoltà: se il lumor; h~ inter essato la parte in tracanalico1are


2142

« IL POLICLINICO »

dell 'ottico, l 'esame racliologico può por lare t1n ai tito consiclerevole di1nostra11do una dilatazione ed t111a usura d el ca11ale osseo; anche la ventriculografia }) UÒ fornire ele111e11ti utili di giudizio. Sindromi visive nei t111nori sellari e parasellari.

- Di quesli tumori così imporla11ti dal punt-0 cli vista della chirurgia, vie11e trattata u11icamente la ·si11tornatologia visiva, perchè l 'ir1tero proble1na che li rigùarda formerà oggetto di relazione per · il prossimo Congresso. Per lo studio di ques te sind~omi visive viene co1npiuto un tentativo di riordinare la con1ples·sa n1ole cli osservazio11i, seguendo nella classificazione 11011 un criterio nosologico, ma un criterio topografico, essendo evidente che i diversi tipi di si11dromi vi·sive dipendo110 11on tanto dalla qualità del processo morboso, qt1anto dalla sua sede cli inizio e dalle modalità dell a sua evoluzio11e sue_ cessiva. Vengono perciò indicate le si11dromi visive tipiche dei tumori intrasellari, soprasellari (extraed intracerebrali) infrasellari, parasellari, presellari, retrosellari, segnalando per ciascuna sede i singoli tipi di tumore che IJOssono presentarsi, e lasciando da parte tu t le le variazioni che nel decorso di ciascun tumore sono possibili, in r apporto con accidentali spostan1enti dalla sua sede di partenza. a) Tuniori intrasellari. Sono rappresentati dall 'adenoma ipofisario nei suoi Yari tipi e dal tumore di Erdheim che in <1ue-sta sede può avere il carattere d el tumore della fessura di Rathke o dell 'adama11l1noma. La sintomatologia sellare per cui viene ad esercitarsi una compressione dal basso, della parte mediale dei nervi ottici e del margine antero-inferiore del chiasma. Il disturbo visivo è r appresentato dai diminuzione del visus, emianopsia bitemporale, scotoma centrale relalivoJ atrofia papillare semplice. preceduta da impallidimento bitemporale. Esso si svolge atlra erso i noli 8 stadi di Walker e Cushing, per cui da una lieve depressione del campo temporale superiore, si arriva nel 4° stadio all 'e1nia11opsia bilcmporale tipica, e quindi fino all'amaurosi dell '8° stadio. Il quadro oftal1noscopico della atrofia fu visto da Walker e Cushi n g istituirsi attraverso uno stadio preatrofico caratterizzato da papilla giallastra, lucente con1e cera, a margini netti. Il grado di atrofia non è in rnpporln cc n le alterazioni campimetriche e co11 qt1elle del visus . b) Tumori soprasellari. - Possono essere extrae<l in tracer0brali. I primi sono rappre. enlati ancorn dall 'ade110111a i1Jofisario (originan le della pars tu beralis dell 'ipofL.i) , dal tumore di Erdheim del peduncolo ipofisario (aaamantinoma), dal colesteatoma, dal gliom a del chia·sma, da tumori aneuri inatici. La sindrome morbosa è ti}Jicamer1te r appresentala da quella che si accompagna al m eningioma del tubercolo della sella , ossia , dal punto di vista oftal1 nologico, da atrofia ottica ed emianopsia bi1<'1nporale con1e nei tun1ori infrasellari. Il carattere differenziale è r a1)pre enlato dalla assenza di al leralio11i dellélJ se lla. I l t1n1ori intracerebrali sono rappresentati dal tu n1ore di Erdheim inf u 11cl ibulare e dai t un1ori del II[ ventricolo (cisti colloidi , ependimo- e coroidoblaston1i, pinea101ni , colesteatomi, cisti dermoidi, glio1ni del setto pellucido , lipom i, tubercolomi). Que li tumori danno quasi costantemente eden1a papillare che può e sere anche solo unila1er a le. f dife tti del campo visiYo non sono caratteristici. Rarnn1ente si può os'SerYare em iano1)sia bit r mporale ocl anche en1ianopsia omonin1a. 1

[ANNO X f_,lll,

1\1.r ~c.

47]

c) Tu rn.ori infrasella ri. - Adenon1i dell'ipofisi, tu1nori 'd ell 'epifaringe o del seno sfenoidale cl1e non ol t.repassino il ]iYello del diafra1111na sellare, apparle11go110 a questo gruppo. Il quadro sintoma_ tologico non comprende disturl)i visivi. d ) Tumori parasel"lari. Un adenoma ipofisario che si sv iluppi oltre il diafram111a sellare e lat<:raln1cn te, oppure un aneurisma della caro tide inter11a o della cerebrale media possono determi11are una si11drome vh;iva la quale è tipicamente raJJpresentata dal 1neningio1na dell 'a11golo sfe11oidale. Essa consiste esse11zialn1ente i11 una diminuzione del visus unilaleralc o asimmetrica, per lo più associata ad atrofia l)apillare. I difetti del ca211po visivo consistono in disturbi a quadrante di vari<J tipo od emianopsia nasale, bino·sale, la Lerale omoni1na, orizzontale. e) Tumori presella1i. - Sono rappresentati dal me11ingion1a d ella doccia olfattoria di cui il quadro visivo tipico è la. sindrome di Foster Kennedy (11evrile retrobulbare e poi atrofia ottica dal lato d el tumore, papilla da slasi controlaterale) . Ollre allo scoto ma centrale l 'esame del campo visivo può in qualche caso dimostr are un restringime11to concentri -:o o un difetto a quadrante. f) Tumori retrosellari. - Sono rappresentati da terato111i tra i quali il cordoma del clivus che può. spingendosi in avanti, determinare una sin'd .r ome chiasmatica1 ovvero la cornpressione del tratto otti co. Te cnica dell'esplorazione otlico-chiasmalica.

L 'operazione , da eseguirsi i11 anestesia locale e col taglio estetico di Frazier, si compie dopo aver sollc,·ato un opercolo osseo fron Lo-parieto-temporale a base inferiore, aperta anteriormente la aura madre e solleYato il lobo frontale. Si pone così i11 e,·icle11za da p.rin1a il nervo ottico dal lato operalo, poi il chiasma e infine il nervo ottico <lell 'altro lato. Le 111anovre intracraniche e ·sopratutto quelle 11ecessarie per il sollevamento del lobo frontale, (levo110 esser e catlle e d elicate per evitare ogni insu lto al tessuto nervoso. Soltanto in alcuni casi (1neningiomi della doccia olfattoria), sarà opportu110 a1nputare il polo frontale perTaYere strada suffi ciente. La riparazione successiva avverrà, dopo ri1)arazio11e del lobo frontale, coll 'abbassamento, dell'opercolo osseo e la ·sutura in strali. Le più {ell'iibili complicazioni sono qu elle dovute a lesioni della r egio11e infun<libula.r e e quelle causate 'd a errtatomi; in1portante è riconoscere la formazio11e cli u11 e1nato1na per provvedere tempestivamente. Tecnica d ell 'apertura del canale ottico ]Jer via in lracranica. - Compre11de in primo tempo i procedimenti della esplorazione ot Lico-chiasma ti ca, poi

quelli particolari della demolizione del tel to del cnnale ottico. Questa d emolizione può essere fatta con piecolo scalpello e martello o con la fresa elettrica. Sarà opportuno in alcuni casi a})rire la gu aina durale del nervo. Tecnica dell 'apertura dcl canale ·ottico per via Orbitaria. - In anestesia locale, dopo incisione ar-

rl.1ata sopracigliare, si scolla il perios tio dal te11o dell'orbita e si abbassa il bulbo segu endo in profondità l'angolo diedro formalo dalla parete superiore con quella mediale dell'orbita, e guidandosi lungo la sutura fronto-et1noidale. Raggiunto il canale ottico si apre in sua Yicinanza il tet1o dell'orbita con lo scalpello o con la fresa, e si procede poi a piccoli tratti fino a demolizione com})leta del tetto ·d el canale e del margi ne superiore del foro ottico. (Co11tinua). P. , - .\T DONI.


[ANNO

XLIII,

1JJ\ L

47 J

APPUNTI

PER IL MEDICO PRATICO.

CASISTICA E TERAPIA. Complicazioni encefaliche della malattia serica. • Si p uò dire cl1e non vi sia regione del sisten1a cer ebro-spinale o vegetativo la cui lesione no11 sia s tata, se 11on provata, p er lo m e110 sos1>etta ta n el corso degli accidenti seri'c i. Meno no te sono le complicanze en cefaliche , onde lloger e Pai'.llas (P.aris ll1 éd., n. 40, 3 ottobre 1 t•3 6) rilengono utile una messa a punto di q u esto argomento. Essi distinguono : paralisi dei i111 . cranici ; accidenti cerebra]i n e.J corso di u1la lJarlecipazione nervosa generalizzata, e i11a 11ifestazioni encefalich e isolate. Le [Jaralisi isola.te dei nn. crariici sono abbastan za poco nu1nerose : ci si può domandare se1npre se non si tratti di accidenti encefa lici o di n evriti siero Ler apich e. Le osservazioni pubblicate non sorpassano la diecina. Vi sono due e.a i di n evrite ottica , delle Jesioui dei nervi i11otori ocu]ari, u11 paio di casi di paralisi faccia]e di tipo periferico, è stata segnalata una si11dron1e di Ménièr e sebb·e ne il caso sia alquanto strano , e infine un certo num.ero di poralisi del X0 o d el pneumo-spinale sono state, con più o m eno evidenza, attribuite a un ' orig ir1e serica . ~ stata ancora segnalata una lesion e d el ricorre nte di sinistra ; e in alcune lesioni estese i è potuta riscontrare al laringoscopia la paralisi dei nn. erica-tiroidei. 1

1

Le Tn'(J)nifestazioni ericefali ohe nel corso d·i forme nervoSle generalizzate: sono state segnalate una paresi d ei due retti est erni in un malato colpito da qua driplegia flaccido-spastica (cioè quadriplegia flaccida con dolori alla pressione d elle masse muscolari , segno di Babinski e di Oppenheim a destra). In u11 caso di mielite sieroterapica si riscontrò una trisma ch e per analogia con ciò ch e si ha n ell e comp licanz e nervose da n1alatti e esrlnten1atich e e postvacciniche si potrebbe attribt1ire a diffusione bulbare del! 'azione serica ma ciò è troppo dubbio per poterlo afferro.are. Tn un caso si ·ebbe una diplegia facciale associata a paraplegia fla ccida. Vanno poi ricorda ti vari casi di m alattia di Landry di origine serica ch e si associarono , volta a volta , a dis turbi bulbari , re pira tori , cardiaci , d ella d eglutizione; a paro lisi fa cciale; a paralisi ocula ri ; a nuca b al lante : indizi rerli di diffusio11e del proce so rr1orboso all 'en cefalo. Vi son poi le ericefa.Z.opatie se riche isol.ate: n el qt1a le ca1)i tolo bisogna distingt1ere un gruppo riguardante i disturbi motori , ed un altro d,ei di sturb·i psi chici. ~ono n oti r inque rasi di e111 i1)legie iJostsier otel'.a1)icl1ei com pTeso uno inedito degli AA. 011este cmi plegie serich e non presentano a lc~1na parti colarità notevole clinicam ente: sono d el] e lesio ni hru sch e r h e sopraggiun gon o n el cor so di n1anif'estazioni febbrili o di urtirarie inten se: in qual ch e ca ~ o si 11a esito letale }) rt1~co; in 1

2143

SEZlONE PRATICA

1

allri, per lo più l 'evoluzio11e è favor evole sebbe11e spesso a sai disturbata dall a a fa sia. Me110 prob ative sono le altre 111anifestazioni: è stata descritta una osservazio11e di movime n ti cor eici , e in alcuni casi dei fatti di tipo cerebellare. Circa le turb·e psichicl1e, è noto lo t.ato di angoscia, di .agitazione e talora di delirio che si produ ce i11 cert,e occasioni .e che si ideu tific,a ·in parte con uno stato di choc. Nel corso della n1alattia da siero si nota quasi ser11pre una instab,i lità ed irritabili là p sichica abbastan za speciale . Nelle for1r1e più g ravi si ha vero delirio confuso e iste n1atizzato . In alcuni casi , rari , furono segnalate vere psicopatie sist e1natizzat e . L . T ONELLI.

Il fattore ereditario nella predisposizione verso le aft'ez ioni pnenmococciche del polmone. Analizzando l 'an an1ne i fa111igl iare di un ca so cli poln1onite seguita da empierua e ch e h a aYulo esito n1ortale, H. I illia n (/{li1 i .· Wochen,s,chr. , 10 ottobre 1936) ha potuto costatare negli ascend·e nti dal lato p1a ter110 una i1otevole frequen za di affezioni pn·eumoniche; la madre del p. era pu re stata affett.a da inalattia pol111on.a re di proba bile natura tubercolare contra tta verosimilmente dal primo n1arito, n ella cui ascende nza si n ota,ran o nun1erosi casi di tbc . poln1onare. L 'A. fa notare inoltre ch e i genitori del paziente era con sanguinei (cugini). L 'A. ritiene che il terreno costituzion ale del p. h a fa,ror ito la m aggior e virulen za dell'infe zione i)neun1ococcica (I.a moo-lie del p. an1malata i contemporaneame11te di una forn1a analoga g uariva perfetta111ente). A conferma della p ropria opi11io11e l 'A. cita un 'osservazio,n e di P·earl riguardante la pr edisposizione fam igliare verso le affe·zioni pneu 1nococcich e; n egli ascende11ti dt,1} ]a to paterno dominava la tbc . m entre in quelli dal lato i11at erno altre n1alattie poln1onari. D ei tredici fi gli sette morirono di p olmonite, du e erano a ffetti da tb,c . polmo11are. · Nelle stie conclusio11i l 'A. richia111a l 'attenzione sulla importa11za del fa ttore Preditario a nch e n el caso di n1alatti e act1Lc e t1l]a pos .. ibilità ch e la consaguineità dei coniu cri pos -a an cor a accentuar e t ale ])redi .. 1)0 izi o1te n1orbo ~a ltei discendenti . S. M. 1

I disturbi gastrici nelle appe11diciti croniehe. I disturbi digestivi 11ell e a1Jpendiciti cr oniclie ~on o b en not.i , sp ecie p er i cl1irt1rgl1i; ciò n o11o ··La nle n on sarà m ale ricorda re ch e Dt1 ch etSucl1 nt1x (Jourrin1l' cles Practiciens., 3 o ttobre 1936), dopo avere citat o mi11utan1en te un raso J)erso11ale, fa delle interessanti osservazioni. Da que ~ 1 e risulta d egn o di n ot a il fatto ch e l 'e~a111 c ra diologico può in qt1e ti ca i i11e11tire delle lesioni organich e d ell o sto111aco. i d eYe quindi cs~ere rl1olto prude11ti e ri ... erYat i nelle inl er11re-


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<< IL POLlCLli'lC:O

t nzio11i dei radiogran1mi. el caso dell'A. il l>ulbo duode11ale presenta,·a un pun Lo particolarm ente ristretto sul quale coincidev a un dolare netto alla pressione. Non era proprio la nicchia n1a ve ne era abbasta11.za per sospettare forte1ner1te un ' ulcera. Orber1 e questo quadro radiologico scon1par·ve (} O})O l 'a1>µendicectomia. Non bisogna invece lascia r si i11fluenzare dal fatto che i dolori e j disturb,i possono persistere dopo l 'operazione. Gli spasn1i p,ossono prolungarsi ancl1e dopo. Occorre i tiluire t1na cura antispastica con belladonna e 011de corte. Solo dopo cura adeguata Jt 1edica i avrà la g uarigion e. L. TONELLI. 1

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[ANNO XLIII,

l\lTl\l.

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Con questo n1etodo. com·p letan1ente i11noc uo , g li AA. l1a11110 ottenuto nove 'olte u dieci u11 abbrevian1ento d el te111po di coagul~tzion e note\',o Je e rapido ed u11a volta su dieci dim.inuzion e dcl ten1po di e11torragia. C.onte1nporar1ean1 er1Lo hanno ottenùto cor11parsa dei fenomeni ,e111orragici gravi senza però cl1e i dis turbi e'"' lranei alla sindrorne emorragica fo ... sero inflt1enzali . L~li AA. si l)ropo11gon(l, in uccessive ricer che , di chiarire il modo di aJ.ione del m e·dicamento. T t1l ta via lo co11sig liano negli stati en1orr.agici e co111e preve11t ivo in alcuni int,e rventi chirurgi c i. E'. Tosr1.

Nei fenomeni dolorosi delle vie urinarie. Vitamina A nella cura locale delle ferite. Nel 1934 S. Sandor, in coll ab-0razio11e con Z. Horn, riferì sui risultati d ella cura delle ferite r ece11ti e di quelle infette con vitam ina A. fl Sandor ritorna ora t1ll 'argo,n1,ento (1 h e Laricet. 26 settem};lre 1936). Egli volle adoperare q11e ta c ura spinto dal [atto ch e nei ca i <li deficie11za di vitamina A è an cJ1 e ridotta la r esi tenza alle infezioni. In og·ni ferita i ~essuti posso11 0 e er e in cap aci di utilizzare la vita1ni11a A anch e se essa (\ suffic ienterr1ente fornita daJl ' orga11~sn10. C·ertarnente la deficienz,a di al tre vitan1in e (B. C. D) i1011 h a i11 fluen za s ulJa g uarigio11e d elle f Erit e come invece su ccede p er ]a vitamina A. L'A. si er ve della vita111i11a A disciolta ir1 olio di oli va o in olii anin1a1i. L 'adopera n elle fe rit e pri111a di suturarle e n elle scottature (1a m edicatura si può lasciare in sito per 11a r ecchi giorni), come pure n ,e lle ferite purulente , nella cistite tub,er colare, nell 'ecze1na e r1elle ulcerazioni delle palpebre, nelle ]esioni della conca e d'e lla con giuntiva. L ' A. raccom a nda questo m etod o p erchè nella c l1irurgia etti ca accelera ]:a g uarigio11e anche qt1ando si tratt a di lesioni di vasta ·e stensione. R. Lus&NA. 1

Effetti coagulanti ed emostatici dell'alcool ottilico primario nelle sindromi emorragiche. Constalato r h e, in linea generale, i corpi che al)bassano la ten sione superficiale (t en ::;)onegativi) esercì tano ul sangue un 'azione coagulan· te, A. Clerc, J. SLer11e, J. Delan1are ·e Jl . Paris, (La Presse Mérlicale, n. 87, 28 ottobTe 1936) 11a11no condo tto le loro ri cer cl1 e ulJ 'alcool otlilico vrimario , il quale, al conlrario d ella n1aggior parte delle sostanze ten ion eg·ative, iion h a alc una azione e111olitica. Gli 1\ A. riferi con o dieci ca i 111 cui esisteva un allu11 g·an1e11to d el t en1po di coagulazion,e o clel t en1J)O di en1 orrag·ia accon·t]lèlg n.ato cla un a s i11dron1e e1norragica. n ei q11ali l1a11no praticato ini ezioni endove110 e di 15 cc . di l'Ila so1t~z i o11 e at.11ra di a lroo l o tlili (o i11 al cool etilico al 10 °lc>, poicl1è la soluzio r1e acquosa sat l ì r a d i a l r o o 1 o 11 i 1i r o n o 11 d ù r i ~ u l t a I i so d ci i srncenli . •

E. Scl1n eider (J\lediz. l\linik , 11 se tt e111])re l ~J316) con ig lia: 1) Nelle coli ch e r enali a diag no ... i be11e accerta I a : Idroclorato di morrin.a cg. 2 Atropina n1g. 5 Acqua di ... ti lla ta em e. 1 Oppure: ldroc lor a lo di morfina cg. 2 Papaveri11a cg. 8 Acqua di tillata eme. 1 IJa i11iez io n e va eventualmenLe ripetuta dOJ)O ± or e. 2) Nelle contrazio11i vescica li dolo rose: P an topo11 cg. 20 Burro di cacao g . 20 111. f. ·uppositori n . 10 1

EPIDEMIOLOGIA. Significato di un'epidemia di dengne. T. H. D. Griffìtts e H. Hauson (The Journ. oj the A m erie-: ~l edic. Assoc., 3' ottobre 1936) 11é: nno, fa tto u11a con1unica~ion e su questo argomento alla Sez. di Medicina preventiva e industriale e d'igiene p·ubblica alJ ·g7a Sess ion e A11rluale dell 'American Me dica 1 Associati on a Kansas City. La dengue è una malattia acuta febbrile, dovuta a un germe filtrabile che è costante nel circolo periferico n el p eriodo febbrile. La m alattia è trasmessa da una sola specie di zanzara , I ~Aedes aegypti, n egli tali U nili , in entre r1e11e 1Filipp ine oltre che da ques ta specie è trasmessa anche dall 'Aedes albopi c tus. Le ricer ch e di Simn1ons, St. John e Rey11old h anno di111o'"' trato che per almeno 9 giorni dopo es~ers i nutrita di sangue infetto l 'Aedes aegypt i , non è i11fettante, mentre diventa infettante circa 12 giorni dopo e si manti en e tale per tutta la vita purch è la t-em1)e ratura non src11dn sot to i 18°. Que t 'in etto punge di a ior110 e pref cri"' ce r1on andare all 'aperto. P er trasn1 e tl ere la n1 al a ttia deve pungere un rn a la I o i1ell e 11ri 111e i l o-re dall ' inizio della febbre. Do110 12 giorni può infettare altri l10111ini; nei quali ] ' in r nllazione è di 4-1 O giorni . 1


~-\N~o

XLIII,

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L 'i111111unilà i)rovocala da un .attacco di dene- di granuli cl1e però differivano dai p r ecedenti frue dura p<!>chi anni. A Galveslon nel Texas ci per il loro numero· l)iù scar so, per il loro colofu llel 1917 un 'epidemia cl1e colpl il 50 ~lo della rito meno scuro e per il carattere ottico della popolazione e solo cinque anni dopo una nuova n-1 ancanzà di birifra11gen za a lla luce polariz~pideu1ia colpì il 60 % della po2olazione. zata. Le lJrime epidemi·e c.h e si ricordino furono al ~e con·c lud·e .l 'A. ch ·e i globi e i grani ri con·Cairo e a Batavia nel 1779 e fi110 a quell 'epoca trati nelle milz·e degli animali operati , rappreclengue e febhre gialla i confortdevano. sentano uno degli effetti dell'intervento stes o . La rapidità di diffu ione della dengue si può Si tratler ebbe di prodotti 111etamorfici di e1110paragonare solo a quella d-ell 'influenza. globina: infatti ·es i hanno dato la r eazio11e del on è vero che la dengue non sia L1na malat- - ferro 11ettissima ed h anno dato luogo .alla fortia 111ortale: nell'epidemia di At.ene d el 1928 mazione di cristalli di Te ichmann . st1 239.000 casi si ebbe mortalità del 32,6 %; Le a l tre alterazioni riscontrate nelle varie seal Pireo la mortalità fu del 29 , 7 %. zioni d elle milze furono: f or le replezione dei L'ultin1a ,epidemia n egli Stati Uniti l\1eridiova i ·e succulenza dei corpuscoli di Malpigl1i ch e 11ali fu nel 1922. Nel 1934 ce 11e fu un 'allra a apparivano ingranditi per un maggior numero 1\fiami. di e.Jen1enti. Il t essuto fibrillare collageno apFu pro,rata la facilità di trasportare a g·ranparve .aum·e ntato dopo un mese dalla legatura di distanze per areoplano l ·Aedes aegypti . Prodei va i venosi, senza però i spessimento delle babiln1e,n te quest 'epidemia della Florida provetrabecol e. Non alterazioni degli elenleinti cellulari, no11 presen za di m ·e,gacarioci ti . 11iva dal Brasile . R. LusENA. . (;li effetti della stasi sang·uigna furono certam ente lim itati dal ra1Jido rist ab·i lirsi d el c ircolo MEDICINA SCIENTIFICA venoso collaterale. Effetti snlla milza della legatura dei vasi venosi L.' f\ . infine os erva che i caratteri 1>re entati splenici. dalla milza dei cani in seguito alla sLa i san guig n a provocat a, potrebb·e ro , riportati a quelli Allo sco1Jo di osservare fino a qual p unto la ·conforn1azion e anatomica dell.a milztt permette che presentano le splenon1eg·alie da ta i, troa ll 'orga110 di •contener-e una quantità di sangue vare applicazioni nello studio diagnostico d ella i1atura delle dette sp lenon1 ega lie . n1a.ggiore de I norn1ale e come in condiziooi di F. V1cE~T1~1 . . . tasi provocata i comportano e reagiscono i Yari costituenti anatomici della milza stessa, A. Gt:raritano (Fol:ia ll1 ed'ic,a, 15 aprile 1936) ha e·seguito l'allacc iatura con seta dei vasi venosi POSTA ABBONATI ... J)lenici di alcuni cani. 11 primo fenomeno che ha colpito l'atten- L>epurazion.e cl1.imica dell'a c,qna• - A1 dolt. G. B. G. , da S.fax : zione dell 'operatore è tato l 'imm ediato e progressiYo al1mento di vo1lume delJ.a milza via via Il n1etodo generaln1 ente l) ÌÙ con s ig·l iab i] e a11cl1e procede,1a n,ella legatura dei vasi venosi; che per una ciste·r 11a è il cloro, sotto forn1a di n·ello stesso len1po l 'organo diminui,,a di con sicloruro di calce o di ipocloriti di sodio o po... lenza. Questo fatto va l)i,e gato con le attuali tassio . La quar1tiLà v.a deler111inata caso per conoscenze sul la speciale conforn1azione del sicaso. Bastano di solito do i b a se (corrispon~ tema circolatorio dell a milza: in essa esiste denti a circa mezzo ()'ram.m o di un buon clot1na cloppia c.ircolazione. l 'una cl1iu a tra caruro di calce per m c . di acqua), cl1e non altepillari arlerio ... i e ... eni ven osi; l 'allr.a a1Jerta corano i caratteri organolettici . e] caso peciale s tituita da ull a 11arte dei capillari arteriosi che della c i.. t errla , per ò, si l1a l 'i11 co11,Teniente che i aprono nel tessuto r ei icolare della polp~ ove l 'acqua vi è stagnante e manca quindi il rirneil san g ue si raccogli e e r i tagna in notevole scolìo cl11e oltre .a d iffonder·e ra1'.) id.amente il de·quantità. purante nell ' acqua , e1nb-ra ne aun1e11ti l ' effiGli animali. ch e sopportaron o tutti bene l ' in - cacia. fil. t ervento, ,,ennero sacrificati dOJ)O un vario nun1e1ro di g·iorni: I.a m ilza a1)parve in a lcu11i d i PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. e~ i di volume normal e, in altri aum.e ntata di Yolun1e. Al taglio. la superfice dell'organo era Atti l' Congr e'sso r egionale della Federazione Italiana N1i zional c Fas cis t a L of/ (l contro lu Tllb erongesta. colo.c;i , ' renezia, 193a. L 'esame i ... tologico de i preparati allestiti fece ·costa11temenle rilevare la p11:e en za di' .globi gial- R. F . VACCAHEZZA y R. FERRETI. 8obre la insegu ridad del diagnostioo radi oìogico del lob11lr; rnllo-b.runi o rossastri e di grani b,r uni o brunom onar inferior accesorio. - T·:rl . .i\ . G. Ruffarossastri , dotati di particolari pro1)rietà in raprini , Bucr1os Aire .. , 1935. porto a varii reagenti chimici e ~ o tanze c olo- R. BfTTlCA. La J>eif in i ria in (;ero1 a n1 o A1 erc11 rinle. ranLi. - Tip. Co11cezion e ~fo<lerna. 193.5 . l -n e . . ame di confronto u sezioni di milza A. S1~1 rL1. Ossernn zi o ni co n111ar a!i1 e e criticl1e sull 'azione di alcune ' soslnnze Ìf)Ofc n.~i1• e. - F . , .aldi c.ane normale dimostrò anch e in esse ]a prela rd i , ~11i inr10. ] ~ì!t) . · s0nza di qualcl1-e globo giallo-bru11 0 o rossastro

DEGLI

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cc IL POLICLINICO »

POLITICA SANITARIA E Oiservazioni pratiche circa i rimedi ginridici. Quali provvedimenti sono deifin.itivi ? Questa do111anda un ten1po era i1nbarazzante. Ora si J?Uò rispondere bene. A'.l.a può semb·r are poco int eressante ai lettori di questa Rivista. Vedre1110 che non è cosi. Già i sanitari sono di~crela111e11te esperti n·el can1po o·iuridico al• 't:> ' i11eno 1n quello ineno oscuro e talvolta n1isterioso; comunque, siano più o me110 esperti, per ~Ludio o es1)erie·n z.e, devo110 sp e·s so orie11Lar i sollecita111ente, senza guida di tecnici, almeno in primo, t en1po , quando un provvedimento leda o si ritie1J1e eh-e offenda un ]e ro intere e e cleb·ba110 agire entro tern1ini !JerenLori . Ecco ]a ragione pratica di questa ILOla, lir11i lata a identificare i provvedin1 enti dal punto di vista della definitiv·ìtà, agli effetti del rimedio g iuridico. Non considero, q,ui11di , l 'atto preparatorio o definitivo dal pu11Lo di vista della sua formazion e, in quanto cjoè sia verfezionato per effetto del concorso <li tutt e le autorità cl1e devo110 i1artecipare alla (orn1az ione cl ella volontà dell'ente! valida ed esecutiva. ConsideTo .anzi il provvedimento già i)erfezionato ed eseguibile ; e la definitività è qui intesa n el senso della impugnabilità in sede giurisdizionale, perchè è regola generale ch e g li atti non de (ìnilivi sono soggetti a reclamo gerarchico e si. può ricorrere in sede giurisdizionale soltanto contro il provv.edimento dell'autorità g.erarchica. Si vede subito che ]a qui stione è importante, perch.è l'errore specialmente se non sia scusabile - p·u ò determinar·e la perdita irreparabile del diritto. Anteiriorm.e nte ai testi unici 193'4, n . 383 (ìegge corri. e prov. ) e n. 1265 (leggi sanitari·e) l 'orientamento non era .facile nè in astratto n è i11 concreto. Il ricorso gerarchico era p,r.evisto soltanto dall 'art. 3 delEa legge 10 n1arzo 1865, allegato E , .e in altre disposizioni sparse in leggi speciali; ma non aveva una discipli11a organica e completa. Vi erano provvedim enti espressamente qualificati definitivi ; altri avevano una condizione incerta. La giuris1)rudenza fissò questo ·criterio direttivo , disc retamen I e utilizzabile: sono definitivi i provvedime11ti di autorità g overnative gerarchi can1ente inferiori soltanto se o dichiarati tali dalla legge, espressam ente, o emanati n ella sfera di esclusiva competenza delle autoTità stE.s e, i)er attribuzione d erivante direttamen te dalla legge; sono invece soggetti a r€olamo gera rchi co tutti gli altri i)rovvedimenti ch e, non qualificati espressam ente definitivi, sono stati -eman ati da autorità inferiori nel]' e ercizio delle loro a ttribuzioni gerarchi camente ordi1

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11a t e.

l\f a que te direttive non erano spesso suffi (• ) La present" r•Jbrica è affidata all'avv.

GIOVANNI SELVAG&I.

GIURISPRUDENZA.l~)

cienti. Gli art. 5 e 34 7 del testo unico 193± 11. 383, hanno stabilito regole .chiare. Le deliberazioni dei Co111uni, delle Provincie e dei Consorzi, rese efficaci dal Prefetto o dalla G. ~. ~·, sono . definitive; contro di esse, quindi , s1 r1c0Tre d1retta1n.ente alla giurisdizion·e am1ninistrativa (G. P . A. o Consiglio di Stato, a ~econda del1e rispettive co1npetenze). Gli atti ir1ve·c e del Prefetto e della Giunta che non approvano o aririullano le d eliberazioni degli enti suddetti non son.o de/iriilivi; contro di essi è quindi an1n1esso rico11·so in sede gerarchica ai Ministero competente. Esen1pio: il Podestà delibera di nominare tizio in base a concorso; il Prefetto r ende esecutiva la deliberazione; caio, concorrente deluso, se ritenga illegittima la ct·eliberazione, deve ricorr·ere al Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, essendo d.efinitiva la deliberazione d.el Podestà, resa · esecu tiva dal Prefetto. Se, inveoe, la delib,e razione non sia stata approvata, e, quindi, l'atto negativo del Prefetto offe·nda l 'interesse• del concorrente nominato, questi .d·eve agir.e contro tale provvedimento media11te ricorso gerarchico e poi ·eventu.a lmente, i11 sede giurisdizionale contro l 'atto del ì\ilinis~ero . Queste regole, com e ho detto , sono chiare. Possono però deriv.a rne interfer e11ze e co111plicazioni quando , per es., il Prefetto no11 abbia approvato la deliberazione di nomina, I 'i11teressato abbia ri corso in sede gerarchica contro l 'atto r1egativo del Prefetto e, frattanto, il Podestà deliberi la nomina di un altro concorrente con atto approvato dal Prefetto , sicch è contro la nuova deliberazion e lo stesso interessato deb ba ricorrere in sede- giurisdizionale. Si hanno così due rime·di innanzi ad autorità diverse per la medesima finalità ge11erica, e con la p·o ssibilità teoir ica di ris.oluzioni contraddittorie. Ma 11on ·è il caso di insistere ora su questa com1}licazione. Interessa, invece, precisare le regole direttive. Sin qui 110 considerato gli atti degli enti autar.c hi.ci, approvati o non dal Prefetto o dalla G. P. A. Relativa1nente ai provvedimenti degli org.a ni gerarchici, la no·rn1a generale è questa : se la legge non disponga diversam·e nte, contro gli atti delle autorità gov·ernative inferiori è amm·esso ricorso in via gerarchica alle autorità superiori. Di questa regola , risultante dall'art. 5 del citalo T. U. 1934, n. 383, fa applicazione, come si è Yi sto, l 'art. 343' r elativamente agli atti del Prefetto e della G.P.A. r h e non approvano la d eliberazione degli enti autarcl1ici. Il ter111ine per il ri corso gerarchico è di giorni tftenta dalla data della notificazione o comunicazione amn1inistrativa, o da quando I 'interessato abbia avuto comunque piena coI

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esercente in Cassazione. eone. leg. del nostro pertodioo.


(A~No

XLIII,

~l.T ì\L

47]

SEZ l ONE PRATICA

2151

NELLA VITA PROFESSIONALE. (Seguito : Politica-Sanitaria e Giurisprudenza):

gnizione d el provvedi1n.ento e questa risulti positivan1ente accertata. No'll è 11ecessaria la I1otificazion·e a cura della })arte ricorren le. M a l ,autorità gerarchica adita, qualora non creda di comunicare d'uffi c io il ricorso ai controint er essati, ordina ch e n e ~ i a esegui.La la notificazione a cura del ricorrente. Spesso accade·v a che, prodotto il ricorso gerarchico, 1a risoluzione ritardasse eccessiva1110111 e. 11 ricorrente era disarmato contro 1 i11erzia. E g·li incon venie11ti erano gravi. La 1tgge or a tJir ovvede ad evitare questa paralisi temporanea: trascor si 120 g iorni dalla presentazione del ricorso, sen za ch e l 'autorità con1pete11te abbia provveduto , il ricorrente può chiedere , con istanza a d essa n otifi cata, ch e il ricor so venga deciso. Trascorsi 60 giorni dalla ILotificazio11e di ques ta is tanza , senza ch e sia intervenuta decisione, il ricorso si intende r espinto e, quindi, l'in teressato può ricorrere al (:onsi,glio di Stato in sede giuri sdizi onale co·n lro il provvedimento n egativo. Analog·am en le all ,.a rt. 5 d el T. l J. 1934 per Ja l·egg·e co111. e prov., l'.a rt. 357 d·el T. U. ·delle leg·gi sanitari e dispone ch e i p rovvedi1nenti del Podestà, in ma teria sanitaria, son o soggetti a ricor so gerarchico al Pre fetto, il quale d ecid e definiti van1:ent e; e contro i provvedimenti del Prefe l lo è ai11mes o ricor o a l ~1ini stero . Si badi, i)erò , ch e l 'art. 357 si riferisce ai provvedin1 e11ti d el Podestà, ufficia ]e d el Governo , g-erarcl1ica111ente dipendente dal Prefetto. In qua nto ·egli d eliberi con1e capo d ell 'am111inistrazione comunale, ente autarc l1ico, i s uoi atti, di venuti esecutivi , so·no d·efi nitivi. 1

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Cronàca del movimento corporativo. Sulla li1nitazione delle pubblicazioni. L 'on. Pavol ini, presidente della Confederaziori e 14'a·~ci s la C!ci Profe s ionj li e Artisti, in data 19 olto1Jre 1936-XIV, h a d iretto ai Segret ari dei Sind a<'t:tl i azio11a li r ai Pre i"denti delle Unioni ProYin ~ iali, l a scgl1ente circolare: Qualch e 1\ soc iazione sindacale si è riYolta al ~fi­ nis lero ctelle CorJ)Orazioni per con oscer e se, in con_ -seguen1a della ces azion e del r egime san zioni st a, possono esser e ripri s l ina te le pubblicazioni ch e fllrono, com ,è n olo, rid ott e o ·soppresse . In conformità all e istru zioni ricevute d al Mi11i :s1ero e d ato ch e: 1) le al tu ali condizioni generali dell 'economia n azion ale r end on o necessario ch e , ia ancora m an ~r· 11ul a l a 1irn i lazione Cl elle pt1bblicazio11i; 2) òe l la i luazione eco11omica, anche in rel a;rione n pnrt icolari as pe tti della econ om ia n1 on -

dia1e, con siglia di evitare rigorosamente ogni r agione di nuove ·spese non stretlamente necessarie; inYita l e SS . LL. a tener stretto conto , p er la parte che eventualmente le riguardi, 'd elle precise disposizioni emanate dal Minist ero delle Corporazioni a seguito, in particolare, del decreto del Capo del Governo del 25 dicembre 1935-XIV.

Nuove tariJfe per le prestazioni cliniche nell'Uni· versità di Roma.

Lo sviluppo continuo d elle attività n egli Ambulatori universitari e il pre li gio c he qt1esti hanno saputo acquistarsi, in Roma, avevano provocato una r1011 g·radita e 11on Yolu la concorrenza fra le prest azioni cliniche dell 'Univer sit à e quelle dei professioni·sti liberi e delle clini cl1e private. Ma le t ariffe a1)plicate n el le 11oslre Cliniche, gabinetti di ar1ali i ecc. erano, n on ·010 eccessiYam ente bas e nei confronti cui sopra abbia1110 accennato, n1a perfi110 differenti da clinica a clinica . . Si erJ. r eso, perciò, n ecessari o stabilire nuove l:lriffe ch e fossero unich e p er tl1l tj gli ambulatori e tenessero anche con lo dei prezz i J)raticati fuori dell 'Università a coloro ch e non avessero diritt o a prestaz ioni gratuite. I criteri che h anno r egolato tale modifica son o esposti in una l ettera circo1are ch e il Rettore l\!Iagnifico ha inviato ai direttori delle cliniche. Si vedrà come per gli ammalali se111i abbienti le qt1ote 1ninime siano quelle 11azionali - ridotte d el 50 % - - stabilile dal Sind aca to competente. Per i n1alati abbienti , inYece, le tariffe minime saranno non inferiori al doppio di quel le p er i <::mi-abbienti. delle prest azioni sanitarie per coloro i quali sono spr ovvisti d ella t essera di povert à e ch e si trovano in disagiate condi zioni economich e e che andrà in vi gore i11 tutti gli ambulatori con il 1° giugno: R eparto m edicin.a: visi la sen1plice L. 6; iniezioni ipodermich e L. 3; esa111e dello sputo per })acillo Koch L. 9; esame chimi co e n-iicroscopico u1·i11e L. 9; iniezioni en clovenose (esclu si g li arsen ob enzoli) L. 9; arsenobe11zoli L . 18. R eparto chirurgia: Yisit a semplice L. G; piccole oper azioni d i am bulalorio 'ò a L . 30 a L . GO; rrLedicazioni su ccessive: l 'una L. 6; R epa.rto ostetrico-ginecologico: yj·sita sen1plice f. . 6; interventi da ambulatorio da L. :30 a L. 60: sé1nplici 1neòicazioni su ccessive: l 'un a L. 6. R epar to otorino la.rin.yo ial rico : vis ila empl ice L . 6:. i11 terven ti da ambulatori o d a L,. 30 n L. 60; se1nplici n1edicazioni su ccessive: l 'una L. 6. R eparl o oculistico: visit a se n1pli ce L . 6; inlr rYent1 d a an1lJula torio da L . 20 a L. 50. l~e[Ja rto diaterm ia fisica: dialern1ia L . 12; co rrenti eletlrich e (galvanica e fa radica) L. 9; ragg·i ul lravioletli I... 12 ; raggi infrarossi L. 12. TARTFF.\.


2152

u IL

POLICLlNICO »

R ezJart o r adiologi a·: esa111e r ad ioscopico del Lorace J,. 24 ; esan1e radiologico d el lorace (co1n presa la radiog·raiia) L. 50 ; esame r adiologico cl el 1'appar:-\ to digerente L. 120. tDa <l Vita UniYer sitaria », n. 1).

CONCORSI.

·s lalo sospeso, è prorogato al 15 dice1n])re 1936-XV e il numero dei posti messi a co11cor so è eleYa to d a qui11dici a ve11tici11que. Chiedere aYYiso di conC?rso alla Direzion e Generale dell 'Istituto (Serviz10 per sonale) in Ro1na, via Minghetti 22. Età limite 35 a nni al 30 ·e tte1nbre. Stip. L. 24.000 e a·g giunta di favore. 011 è con sentito l 'e~ercizi o· professi on ale J)riYa Lo. C0Ncons1

I, 'a n1mission e dei san.itari richi·a mati ai conco r si fJe r le co nclotle.

Con d ecr et o i)ubblicalo 11ella « Gazzetta UfficiaJe », le cl ispos izioni del R. decret o-legge 16 ·cl ice1nb r e 1935 a. XIV, n. 2172, convertilo n ella legge 20 apri le 1930-XI,r, n. 811 , conten enle nor1ne })r ovvisorie p er l 'a1n1nissione d ei sanitari richian1ati all e arn1i ai co11corsi a pos li cli n1 eclico e cli vet er inn.ri o co11do lto, cessa11 0 di aYere effetto; a parLire dalla dala di entrata 111 Yigore d ell 'allegato d ecr e to e ri1)r e11clo110 Yig·or e l e di sposizio11i d el] 'art. 34 del regola111e11 Lo ap1Jr0Yalo con R . d ecr et o 11 marzo 1935-XIII, n. 281, anch e p er i co11cor i a posti di 1nedi co e df velerina rio co11dotto già h a11diti e n on ancora esplelati.

LANNO XLIII, 1\t.-:.\1. -!i ]

A P RE:l\II.

« Premi

.Wass errnartn » delle Assise It alicu1e di Jlt(edicina Generale.

Le A·asise Italian e di Medicina Gen erale h an110. istituito p er il 1937 tre premi da mille lire. Og11i premio verrà asseg11alo al medico-co11'd otto e n1em bro delle Assi se di Medicina che aYr à data la inig·liore rispos la ad u110 d ei t;e lemi a11nuali cli in chies ta. Per inform azioni , rivolger si a lla Segr eteria Gen erale delle Assise Italiane di Medicin a, presso lai R . Clinica ì\!Iedica, via F. ,Sforza 35, Mila110.

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.

Il « Bollettin o lVIilitar e » reca l a segu e11le 1Jrorr1ozione riguard ante l 'on. Chiur co, tenente ined ico, al quale è con sentito l 'ava11zamento straorll S up 1Jle111enlo al ~ . 237 d ella cc Gazzella Ufficiale» 12 o ltobre 1936, r eca il Decr e lo d el Capo . cli1:iario p er meriti eccezionali, con la motivazione : cc Benernerilo dclJa Cau·sa fascista , deputato per de l GoYerno 3 oLLobre 1936-XIV, collai « Aulorizdue Legi slature, direttore dell 'Istit11to di l)atolozazio11e all 'es pleta1nento dei concorsi durant e l 'a11 g·ia. chirtLrgica della R. Università d i Sien a:. du110 1937-X\- JJer ]Jubblici in1pieg hi e colla nppror a nte la g uerra contro l 'Abissinia h a organizzat o vazio ue ctell 'ele11co ri assu11 Livo dei Co11 cor si m esé1 pientem e11le l 'ospedale chirurg·ico N. 185 da lui d esin1i >). "Nella. JJart e spettant e al Ministero del diretto, svolge11do preziosa opera as·sist enziale Yerl 'Ed l1cazio11e l\azio11ale sono segnat i per le RR. Uniso i inilitari feriti e ver o Je popolazioni locali cive rsit à cl cgli ludì 150 p os ti di }Jrofessor e ·s traorvili, co11 r esultali efficaciss imi i1 ei riguardi della d i11ario, gr uppo A-7. propaganda e d ella p en e lrazio11e in \ . O. - 4 <li ce1nbre 1935 - 15 maggio 1936-XJ'r ». POSTI VACANTI. AJl 'on. Chi ureo vivissjme co11 gr a l ulazio11 j. BARI . Co11so r zio Prov . J-l nJ ilube.rcolare Vi,tlorio Il prof. Alessandro Alessandri11i è incarica to d elE1?1anuele JTI . Co11corso, per titoli ed esami , 1'insegn am ento dell 'igie11e nella Facoltà cli Far111 aal po·::;to di Direttore della Sezione Disp ensaria1e cia dell 'Univers ilà di Roma . di An"d ria ; L. 9000 lorde ; 4 quinquenni del deciCe n e compiacciamo con I 'insi g ne studio~o. mo. Li111ite di età: a1111i 40. Scadenza: ore 12 dcl 15 dicembre 1936 . Rivolgersi alla Segreteria (PaIl prof. Giusep,p e Pollaci , ch e con tant a con1lazzo delJa Provincia). p e le nza h a r etto l 'ufficio d i medico capo del Co111u11e di Palermo, è stato insig·nit o d ell a com Rol\rA. Pio ! stilato di S. Spirito ed Ospedali Ri un1enda d ell 'Or.d i ne d ell a Corona <1 'Italia. Rallen..iti. - Sca'd . 1 dicen1bre. Sono riaperti i termini g r amenti sentiti. per l 'a111n1issione al con corso per esami per la n o1nina di 60 Assi sten ti medico-chirl1rghi. E là 1nasIl d ott. Mario Marinacci, n1edico goYernatiYo aI ~i111a, aJla data del 23 ottobr e, a~nni 30 s . e. I. Policlin ico Umberto I di Roma , ·su proposta di 'fa ssa di co11cor so L. 50. Domande e documenti S. E. il Capo d el GoYerno, è stato nomina.te co111 alla Segreteria del Pio Istituto. Cl1iedere copia d el 111e11datore n el! 'Ordine d ella Corona d 'Italia. h a 11'clo. Rallegramenti cordiali. Con.corsi iinive rsil ari.

1

Rol\1A. Istituto Na1zionale Fa.s cista della Previdenza Sociale. - È aper to un con corso per esami a cen locinquanta pos ti di Medico As iste11Le presso g li o ]Jedali sanatori ali d ell 'l'atitulo Nazionale F r•sc i ~ la della Previde11za Sociaie. Sca·d . 15 dicen1 bre . Chiedere annun zio alla Direzione Gen erale clell 'I s tilulo (Servizio perso11ale) in Roma, via Ming h e lli 22. E tà limite 35 anni al 25 ottobre. Stip. L. 9114, aggiu11ta di famig·lia, alloggio (o asseg110). Rol'IA. Istituto JVazi o11ale Fascista della Preuid cn::ai Soc iale. - Il t erm ine di presentazion e delle d0111 et11de di a n1111issio11e al con corso per titoli e 11er esa1Y1i a ~Ied i co pres .. o l 'Is litu lo Nazionale Fa. ri$ la della I>reYide11za , oc iale, con corso che era

POSTA AMMlNISTRi\.TlVA

Modificazioni sulla fascetta di spedizione: Dovendosi quanto prima approntare il riforni· mento delle fascette per la spedizione del fascicoli del ''Policlinico,, agli abbonati, l'amministrazione prega coloro che desiderano apportarvi correzioni, aggiunte, ecc. di volerne dare sollecita comunicazione, mediante cartolina postale affran· eata con 30 centesimi, applicandovi possibiln1ent& copia della fascetta con le varianti desiderate. L,editore L. POZZI - Via Sistina, 14 -

RO~I..\.


[A1'7NO

XLIII,

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S l~ZI ON E

NOTIZIE DIVERSE Convegno italiano sul reumatismo e sul rican1bio. Per accordi i11lerve11uti tra il Co111ilalo Itali an o co11 tro il r eu111alismo ed il Gruppo Italia110 per lo s tudio del ricambio, si terrà una riunio11e i11 con1u11e a ~1ilano nella prim aYera del 1937. Sara11110 tliscus·si 11elle sedute i seguenti temi , che sono s lali affidati ai relatori indi cati: (( Poliartrite cronica JJrin1iti va )) : e tiopatogenesj, a11atomia patologica e clinica: se11. prof. J.i' . Micheli , prof. A. Robecchi; d iag11()Si radiologica: l)rof. J\II. Lupo; cura inedica : JJrof. A. Lu11edei; cura orlope'd ico-chirurg ica: prof. n. (ialoazz i; <( Patologia e clinica d ella gotta n : prof. O. Cantoni . Per adesioni e infor111azio11i rivolger si alla Il. Cli1tica Medi ca, Yia F. Sforza 35, Mila110 .

A..l Policlinico di Bologna. Dura11te la s ua r ece11 Le p er1n a11e11 za a Bologn a, il Duce si è r ecato alla R. Università. Al Poli cli1tico ha visital o la Clinica ostetrica, direttai dal prof. Bac ialli, la Clinica m ed.ica, diretta d al sen . , -iola e quella chirurgica , diretta dall 'on. R affaele Pao lucci. Qui, 11ell 'a11fiteatro , ai g iovani n1ed ici e agli infermieri cl1e formaron o in Lerra d ·~\ ­ frica 1'autoambulanza Paolucci , Mussolini 11u rjYolto breYi p arole òiccudo: cc AYele avuto il pri vilegio di la varare eer l 'I1npero; è st ata p er Yoi tu1a fortt111 a. Vi elogio ». Il Duce 11a Yisitato su cces iYame11 le la sed e d cl Ilet lorato , d ella Direzione e dell 'A1nministrazion e dell 'Univer si Là e l '1\ u la i\!Iagna, d ove lo atle11deva il Sc11ato accademico in toga . 0 01)0 la Yi's ita del Duce, il r ett ore prof. G hig i h a indirizza lo al Capo d el GoYerno il seg·u e11te lelegr a111rna: « Il glorio o 1\Len eo n ell a v' ostra terra con ser verà sempre fra i su oi pii1 insigni ricordi la ' ' ostra Yisi la a ques ta ci Ltà u11iYersitaria per Yolo11tà , -ostra resa 'd eg11a d ell e su e 111ille11arie tradi zioni . Cc·rpo accad e1n ico e goliardi , gratissi1ni per l 'opera Vos tra, ri confern1ano la loro immutata fede e clevozio11e ed i propositi di ]aYor ar e per la gr a11dezza imperiale d ell 'Italia fascista n el m ondo ».

L'Osp'ctlale sanaitoriale di Grosseto. L 'll n oven1bre la Pri11cipessa l\1aria di "'aYoia ha inau g ura lo l 'Osp ed nie sanat oriale di Grosseto, fatto erigere dall 'I stiluto Nazio11ale Fasci ~ la dell a PreYiden za Sociale . Dopo Ja benedizion e impartita alla nuova costruzione dal Ve·scoYo di Grosseto, h anI10 prurlato il podest à, il presid ente d el Con sorzio Anlitt1berc0Jare 'd i Gro.sseto ed il presidente dell 'I stituto -azionale Fascista d ella PreYidenza Sociale . La Principessa ha su ccessivamente visit ato i locali del nuovo Ospedale . anatoriale, capace di 205 letti.

I medici argentini ai colleghi italiani. Il dott. Ca·r los Mai11ini, presidente dell 'Assoc iazio11e Medica Arge11tin a, p el tran1ite del prof. Carlo Foà h a ii1viato al] 'on. prof. Eugenio Morelli lln n1essaggio, dirett o ·ai m embri d el Sindacato Na7.ionale Fascist a d ei Medici ed a tutta la Classe 11tedica ita]ian a. Si dichiara in esso 'di gradire e co n trocan1biare molto cordialme11te la elevata parola ch e I 'on. ~Iorelli, segretario generale del Sin-

Pll..\TI CA

2153

ùaca lo, ba ri,·ollo alla Classe 111edica arge11ti11a, 11el 111e~saggio trasn1esso d al prof. Foà, assi cura11d o i 111edici d 'Italia ch e 11osso110 co11tare sulla collaborazione entusiasta dei colleghi argentini, i11 lulle le opere che portino ad un a })iù i11lim a unione fra i due Paesi , g ià La11lo lega li da molteplici vi11coli di sangue, di affetto e di cultura.

La Croce Rossa contro lu presa di ostaggi~ Il Co111itato ìnter11azionalc della Croce llossa tii G·inevra h a inviato alle autorità di Madrid, di Barce11ona, di Bilbao, di Sanlander, di Malaga e di Sola1na.n ca un · manifes lo col quale si s tigmatizza la presa di oslagg·i inco11ciliabi1e coi J11etodi di g u erra d eg·Ii Stati civi]i. E·s so riprova il fatto di assirr1ilar e. agli os lagg·i 11un1erosi prig io11ieri non con1batlenti lratte11uli dalle autorità helU geranti. Il Co1nita lo i11ter11a.zion ale procla1r1a jn proposito rl1e a varie cat ego rie di perso11e, co1ne le do11ne, i fan ciulli, i veccl1i e<l i inal a li , alle quali i1011 si può rimproverare alcuna attivi là poli lica, ed ai Jnerlici , si <leve gara11 Lire la i11assi1na p ossibile li be rtà . D 'aJlra par le il Co111i la lo i n ler11azion ale affer111a ch e queste categorie 11011 1)o trebbero in a],· un ca ·o essere oggetto di r appresaglia .

Il prezzo dei medicinali non dev'essere annientato .. Cl l\ifini tero dell 'Inler110 ha fallo presente che il R. D. L. !) o ttobre 1936-XIV, 11. 1746 reca11te disp osizioni intese a con1batterc pe.r turbam enli dcl 111er cat o 11::tiZionale ed i11g·il1s1ifica li inasprime11Li (lcl costo d ella vita, è applicabile per effetto d el1'articolo 1, capoYer so 2° ai prezzi d ei med icinali. Ed ha p erlanto di sp os to i11 co11segue:pza, ch e llessun au111en Lo sia conse11 tito o con1l1nqt1e t ollerato, per i prezzi di Yendita al pubhlico elci m eclicinali c d elle SJ)ecialità ni edici11ali .

Un po' dovunque. 11u0Yo minis tro cl ell '.Ed ucazio11c ~azio11ale· ( HL Gi u seppe Bollai, di cui sono gen cr aln1e11te no le ed apprezza le le doti rli fattiYil à, d i intellige11za, di equilibTio e la deYoz io11e al Reg·i111e, il no·s tro au gurale sa lulo. ..\.1

Il 15 noYenJbre è stalo s0Jen11e111e11te in a ug ura lo. l '8(1 an110 della I-leale Accaden1ia d 'Itali a, presen le '. l\I. il Re I1nperalor e, con u11 ò i ·cor so di Mar ro ni , . u11a relazio11e di Formi clii e un 'orazione· inaugl1rale di Giova1111011i.

In qt1esti g ior11i Ye11goll o i11augural i g·Ji a 1111i accade1nici 'd elle U11iYersità, co11 r elazi o1ti dei r e ttori 111agnifici e d ei seg·reta.ri d el Gl1f; le ceri1110nie, che riYestono car atter e culturale e mili lar e, si svolgono alla presenza di alte autorità. .\ H.01na y'è i11terYent1lo il prc ide11le d el Senalo ~ . E. Costanzo Cia11 0; a 'Napoli il Principe di Pie1no11le. L ' . \ ccadeinia Lancisia11a cli Roma h a i11auguratol 'a11110 accarle1nico il 12 11ove111bro, con l 'in terve11to d el 1nigliore pubblico n1edico d ella città; l 'on. prof. E; . Fioretti espose il r esoco11to ll1orale; il prof. G. Galìi tenne una co111n1em orazio11e del prof. Sante· l\1arino Zuco ; il prof. sen. Pende pronunziò u11 'asc0Jtatissi111a cor1fere11zn, s t1ll a fisiopa I ologia 8' sulla cura chirurgica <Jell 'i1Jerlen sjo11e arteriosa essenziale (funzionale) .

L 'Associazione medica egiziana terrà il uo 9°' Co11gres·so al Cairo dal 14 al 18 di r e111l)re; quota: 1 L . E.: essa dà diritto all e fa cilitazioni di Yiag-


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cc

IL POLICLI:\"ICO

»

fA:x~o XLIII,

Ì\Uì\r. 47)

gio, ai ricevirnen li, alle escursio11i ecc. La corrisponde11za va dire lt a a: The Secretary Ge11eral of the Egyp1ian l\Iedical Association, Kasr El-A issi Pos t Office. Cairo, Egilto.

o rilievi sui caratteri uma1ìi norn1ali o anormali sono prega l i di inviarli all 'l fficio predetto: Board of Huma11 Hre'c tity, Cio'Y Streel 115, Londoo \'T· C. l. , Inghilterra.

Il 2° Congresso arg·e11tino cli i11eclicina corporativ.i e sociale s1 è tenuto a Corcloba òal 30 ottobre all 'l n0Ye1nbre.

Il Gover110 belga, su proposta clel l\1Ii11is lro della sa11ità pubblica, creerà una ·.seconda Scuola superjore <li educazion e fi sica, s imile a quella già anr1 e~sa all a };"'acol là inedica di Gand; verr~1 annessa alla E'acoltà i11edica di Ljegi . È in previsione ltna l érza Scuola cong·enere, di cui verr ebbe dotata i 'Universi tà di Bru xelles.

Il prof. Vittorio Vanni l1a tenuto la proll1sione al cor so ufficjale cli l)arassitol ogia medica nel! 'Università di 1{0111a, co11 una rievocazion e dei grandi para. sitolog i i tali ani; si è fern1alo specialmente su Re'd i , Spallanzani , ~erroncito , Grassi , dalla vita sem1)lice ecl eroi ca , e Slll suo prerl ecessore, G. Alessandrini. Ha messo in evidenza l ·opera svolta dal sen. Castella11i in A. O., ql1al e scienzialo e quale organizzat or e clei servizi sa11itari. Si tiene a Napoli un corso cli perfezionamento in i11edicina tropicale, negli Ospedali degli Incurabili e della Pace e n ell 'Istituto d 'Igiene dall 'Università; è djretto dal prof. G. Castronuovo.

.Si è iniziata a Ro111a la pubblicazione di « Vita Li11iversitaria », cli cui ha assunto la direzione il Re ltore ~Iagnifico d ella R. I. Università di l'.\.oma , on. De l.,ranci'sci; i1e è redattore capo il clolt. NicoJa Spano. Il periodico u scirà il 5 e il 20 cli og11i mese e rech erà g li atti dell 'Ateneo romano e nolizie e informazio11i uUli a tl1tti i docenti e di scenti che parlecipano alln vita acca<l e111]ca. Il cordiale 1Je11ven11 lo . Il 28 ottobre il Re In1peratore ha iJJaugurato a Pisa le nuove clini che pediatrica ed ostetri cog i11 ecologi ca . S. M. la Regina I1nperatrice h a visitato , al Policlinico TJ111berlo I di Roma, i padiglioni cc Regina Elena » ove so110 in cura 170 degenti con postt1mi di encefalite. Si è fonda lo n Lo11clra un Ufficio sull 'eredi.tà umana ; esso raccoglierà os... ervazioni ed infor111azioni, che saranno so t lome e a specialisti di Yar ie Nazioni. I medici ch e hanno co1np iuto st11cli

A Sansepolcro il Municipio e la cittadinanza hanno co1nmc111orato, 1'8 nove1nbre, la fondazione - avvenuta 110 anni or sono - della Casa Buitoni da parte di Giova1111i Buitoni, del quale è stato scoperto u11 .busto in })ronzo. Alla solenne ceri1no11ia interven11e, per il Governo, S. E. Lantini , che i11 t1n efficace discor so esaltò l 'imporla11le indu s lria alin1enlare. Qurs1a occupa ora c irca 3800 dipe11denti. Il prof. Benedetlo De Luca 1)repara un a monog rafia sulla e1natosierologi a della malaria. Sarà J11ollo gra lo a tulli g·li studiosi di ma]ariolog ia che vorranno i11v iarg·li copia dei ]avori attinenti. I11clirizzare al prof. Ben edetto J)e J..uca, Ospeda le, Grosseto.

Le n1alattie infettive in Italia. Nume1'o dei Comuni colpiti e numero dei casi (fra parentesi). J)e n unzie dal 5 ottobre all '11 ottobre 1936 : Morr>iJlo 84 (235); Scarla·Ltina 154 (308); Pertosse 106 (293) ; ' ' aricella 50 (69); Vaiuolo e vaiuoloide ( -); Febh.re tifoid ea 431 (811) ; Infezioni paratifiche 110 (151); l~ebbre ondulante 26 (29) ; Dissenteria 19 (36); Difterite e crou1) 306 (544) ; Menin g ite cerebrO-SJ)inale epiden1ica 11 (11) ; Polion1ielite anteriore acuta 46 (55) ; Encefalite letargica 1 (1) ; An chilostomiasi 4 (8); Rabl)ia : n1or . . icatt1re di ,animali rabbici o sospetti 42· (65), dichiarata - ' ( -) ; Pustola 1naligna 29 (30) ; Paroti te epid emica 37 (61) : Lejshman i osi 5 (5); Febbre puerpe-rale 26 (29) .

Indice alfabetico per materie. At qua : d e])uraz.i on e cl'1imica . . . . . . Pag. 2147 )) 2143 Appendiciti croniche: dis1ur1li gastrici . Asrna bronchiale : tralta1n. coJ pneu1110)) 2099 peri ton e o . . . . . . . · · . · · · · · Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . )) 2125 C~ircol azione: 11n1l a tti e fl ella ·- : rili eY i d 'attuali tn . . . . . . . . . . . . . )) 2112 )) 213'i Cc.Jonna ' e rte])ra le: fra l ture . . )) 2151 ( ;ronaca d el 111oi1im enl•o corp or a.I f 110 )) 2144 De11g ue: e11id e1nia . . . . . . . . . . . . )) 2144 FE"ri te : Yi ta11tina nell a Cl1ra locale . (7liccn1ia : controllo: relazioni d ell 'ipo)) 2120 fis i r.on il pancr ea·s e ro11 le s1Jrrenal i )) 2116 Ipolensio11e o rt os tatica . . . . . . . . . ~1Ial atti a , e rica: co1111)Jicazioni en cefa liche . . . . . . . . . . . . . . . . . . )) 2143 ~lilz;t: effe lti fl r ll a legall1ra elci va i Yeq 9si splenici . . . . . . . . . . . . . . )) 2147

Misteri eleu sini: riflessi medi co-igienici Pag. 2122 )) 2127 Nefriti e nefrosi: cura chir11rgica . · )) 213 Nervi c ranici: chirurgj a . . · · · · · · )) 2119 Palpitazione . . . . . . . . · · · · · · · Polmone: affezio11i pneumococciche: fat)) 2] 43 tore credi tario 11ella predis11osizione . · Pressione sanguig11a : variazioni n ell e )) 2116 n1a]altie òell 'ipofis.i . . . . . . · · · · )) 214 ni1n edi giuridici: osservazioni pratiche Sind.romi ernorragiche: impiego d el] 'al)) 2144 cool otilico . . . . . . · . · · · · · 1'un10-ri maligni : fa l tori cl i s1)onen ti e )) 2121 fattori o·stacolan ti . . . . . . . . · · Ulcer a duodenale al seguito cli u s lioni )) 2] 05 e s ua importa11za in edico-lega1e . . · . Vie lirinarie: fen on1 en i rloloro i : prescri . . )) 2144 7.10111 . . • • . • • • • • • • • • • • •

Non ~ consentita i., ristam pa cU lauon pubbl:cats ne& Poltclinioo se non Jn se1u~&o M 4M&onuavon~ scritta 4all4 redazione. E vsetata la pubbl$catìone ài sunti ài essi senza ritame &Q fonu.

01ritt1 di preprietà riservati. -

A. Posz1, Resp.

C. FBuooN1, Red. capo.

Roma - Stah. TiJX'-Lit. Armani 1ti M. Courrier.


ANNO XLIII

Roma, 30 Novembre 1936 ·XV

Nnm. 48

'' PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA

e

''

IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

PRATICA.

CESARE FRUGONI

. ClJnfco Medico di Roma

ABBONAMENTI ANNUI: 1° GENNAIO - 31 DICEMBRE Italia Estero Cumulati..-i i (l) ALLA SOLA SBZIONB PRATICA (sett i mana.le) L. 58.80 L. 100 (2) A.LL• DU• EEZIONI (pra.t ica. e medica) . (1-a) ALLA SOLA SBZIONB lllBDICA (mensile) . L. 50 - L. 60 (') A.LLK DUl!I SBZIONJ (.pratica e ohirurgioa.) (l-b) .ALLA SOLA SEZ10NE CHIRURGICA (mensile) L. 50- L. 60 <'> ALLB TRIJ SEZIONI (pratica, medica e cbirur.). Sinseli:

Un numero separato della

Su1on M&DIO.l. o

della

Ce•aCBotcA

L.

e;

della

PB.l'l'IO.l.

lt.atfa L. 100 L. 100 L. 125

Este ro L. l&O L. lM L. }Il)

L. 8,00 •

SOMMARIO. Lavori orig inali : B. Riccioni: Lo stud io di una attinodermatosi col inetodo interferometrico. Hote e contributi : U ... De Negri~ Gnra. della splenomegalia malarica secondo Ma·u rizio 'Ascoli. Sunti e rassegne : ADDOME: N. C. Lake: Le affezioni acutP dell'addome superiore. - R. I.eriche: La cura del dolore nei cancri addominali e pelvici inoperabili o recidivi. Divagal.ioni : P. Desfosses: Le modiiicazioni alle abitudini alimentari e le ne: essità dell'alimentazione. Notizia bibliografica. - Cenni bibliografici. J Congressi Nazionali di Medicina e Chirurgia : XLII Congresso della Società Italiana di Medicina Intern a. ~)

LAVORI CLI NI CA

ORIGINALI

DERMOSIFI LOPAT I CA

R. UNIVERSIT.~ DI ROMA diretta dal prof. L. P. 1BosELLJNI. DEJ,LA

Lo studio di una attino-dc1·maLosi col n1etodo interferometrico. Dott. B. R1ccr0Nr Vi ce Dir. clei Labor. Bio]og·ici della Il. f\ . F. E. F. (Ro111a). Tra i num.erosi cas i clinici da n1e seguiti per mezzo dell 'esan1e interferometrico del sa11gue, uno appare notevole ~opra tutti per la pl'ecisione dell 'indicazione diagnostica data da detto esame, e per la normalizzazione graduale della curva di livell o da esso indicata, in assoluta corrispond enza con il procedere della cura e il miglioramento delle condizio11i della paziente. Si tratta di t1n caso di « prurigo aestivalis n aggraYatosi in -± anni , no11 solt anto per le ma-

- XLIII c ·o ngresso della S :1cietà Italiana di Chirurgia. Appunti per il medico pratico : CASI STI CA E TERAPI A: Insulina e circol azi·one. - Le iniezi<0ni sottocutanee di ossigeno nella polmonite. - Il trattamento della ma• lattia da siero. - SEMEIOTICA: L'esplorazione della ghiandola tiroide nella •p ratica rcorrente. - TECNICA : Sem pJiiicazione d ella m elanoflocculazione di H enry con l'impiego d i sangu e laccato. Nella vit a professionale : Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. Nos tre corrispondenze : Da Ne'\v York. Notizie diverse. Indice alfabetico per mater•ie.

n ifes tazioni morbose a carico della cute, ma fino a l punto da 1perdere il carattere stagionale. Secondo Darier la malattia va compresa nel g ruppo di quelle da 1u.i distinte con1e ali inoder1natosi, si presenta .all 'esame obbiettivo con form e molto varie di lesioni cutanee, conseg uenti ad esposizione della pelle .ai raggi solari. Di etiologia imprecisata, sempre secondo Darier , dovrebbe coincidere con la presenza di un.a sostanza fotodinamica , che non è provato essere l 'en1atoporfirina; si sospetta che abbia la sua origine dal tubo digerente presso quei soggetti che presentano ipocloridria e fermentazioni intestinali abnormi. Recentemente A.. B. Selisky (Dermatologische Woche11schrift , 101 , 1935, pag. 1299) sotto il titolo cc Nuovi metodi di cura della fotodern1alosi n d escrive 28 casi clinici , fra i quali n1olti di rp rurigo aestivalis , da lui curati con prodotti di disintegrazione di organi glando~ari animali. Mentre rimando a11a suddetta rivi sta per più IJrecisi dettagli , noto che i preparati con cui Selisky ha curato i suoi pazienti sono stati ottenuti per idroli i da un grande numero di


2156

({ IL

POLlCJ..,lNICO

gh iandole endocrine (testicolo, tin10 , tiroide , ipofi si anteriore ecc. escluso il surrene). Selisky, sop·r .attutto in base· ai risultati sorprendenti delle sue cu re, sostiene che la malattia ha origine da disfunzione endocrin,a, · nè pen sa che possa essere contraria al suo asserto la formazione cor1temp·oranea nel fegato di sostanze f otosensib ilizzan ti . Questa nuova teoria del Selisky, basata su di un.a casistica che, senza essere imponente , è tuttavia ragg u~rdevole, mi ha spinto a far.e l 'esam e interferometrico del sangue della paziente di cui riporto il ·P·r otocollo .

>>

l.A.NNO XLIII,

~Ul\l.

481

lif'!O s11d rle tto, n1a vhe si estese subito su tulla la superficie cutanea ed in forma molto più grave_ D 'allora in poi la P. ebbe cura di ev itare i rag.o-i 0 so]nri diretti. Nel 1$.1:34, l'Ssendo stala jr1 g iard ino esposta aI soJe, ebbe u11a nuova eruzione ·su lle parti scoperte. )) 'allora l a malatti.a è anda1 a sempre aggTava11(losi, la1rto che l a P. è co:5 tretta ad u scire quasi esclusivarnrnte di sera, in quat1 Lo l a der1natos~ co1n1)ar3 per sempiice esposjzi011e alla luce èliur11a. E :r:ienlre nei pri1ni anni er a limitata all a s lag·io11e e5t1va., ora la con1p ~1rsa del! 'eruzione non è più legata al l ro che all'esposizione alla luce di prover1ienza solare, anche indiretta. E. O. r--:- Norn10 ti1>0. ·Pann icolo adiposo di·scretall'H-'nte con$er vato. Masse rn11scolari 11orrr1ali, toni·-

20 19 18 l7

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\6 15 14

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10 9

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6 5 J.

3 2 .1

/UQRéNé TIMO OVAIO IPOfl~I Tll~OIDf . Ir1 nero: valori int erferometr ici normali ·secondo tvloNACELL1 e R1cc10Nr. In tratteggio Jongitudinale: esame interfer ometrico del sangt1e della p. esegu ito ~1 1:: aprile 1936. Ir1 tratteggio trasversale: i d. id. eseguito il 15 ltig-lio 1936. Marzo 1936. R. V., an11i 26, nubile. l\iladre morta di nefrite in seguito ad infezione lifosa. Padra vivente, sano e ha se1r11)re godu to otLlma salute. ·L a ?. è nata a termi11e, ha avuto allattamento inaterno, i1on accusa malattie rlell 'infanzia. A tre anni soffrì di una breve febbre intestinale accompagnata da fenomeni convulsivi, che le lasciarono un leggero 8trabismo convergente. È stata poi sempre bene fino al 1930. In ql1est'epoca essendosi trovata al terremoto di Senigallia in circostanze tragiche, subito clopo soffrì grave deperimento organico, insor111ja, ql1alche volta vomito, 11otevole depressione nervosa a tipo m elanconico. Nel 1932 eruzione papulosa, pruriginosa, 11ella regione flessoria degli arti superiori, che durò dall 'ago·sto al settembre. Nel 1933 parotite epidemica, e neJlo stesso anno, <lop0 espos!zione al sole, nuova eruzione del

cl1e, Mucose visibiìi r osee piuttos to pallid e, 11essuna p ig n1entazio11e a. carico delle mucose. Sistenta scheletrico regolare, collo regolare. 1'orace: bc1te svil uppato, r ilindrico, si1nmetrico. Nulla a carico dei polmoni e d el c·u ore. Addo1ne lrattab;ile, inclolente. ~1i1 za e fega lo nei limiti. Cute: di colorito piuttosto bruno e pallido , ser.Ccl , a scarsa ·se·~ re1.io ne g·rassa., sistema pilifero bene e i~orm::i lrnen te ~viluppat.o, $e si eccettua Ja presenza .l i qualcl1e p elo nella zona areolare delle n1ammelle. Riflesso pilo1notore i1orn1aJe, s i a1111e lrico, t1niJl\ Lerale. Riflesso n1an1lll illo-aJ'eolare pronto , unilalerale~ nor~11al ~ pe1· durata. Dermografismo bianco appena accennato . In corr.i 5oonr1enza dell e regioni scoperte : faccia, co~lo, clorso delle mani i IlLlta una eruzio11e n1olto


fA_x,o XLIIT,

~U!\L

48.

SEZIONE PRATICA

tYt uriginosa;

esiste u11 fondo eriternatoso-eclen1atoso diffuso nelle regio11i col11ite, e su questo fondo s i noté•·no qu.1 e ìl.t eleril e11li IJOlimorfi : eri ten1a urticato, elementi Yescicolari a tipo ecze111a loso, elen1e11l! crcs lusi . Sul coilo e s ul dorso de1le mani la cute tende ad ~spessir si e al la liche11izzazione. Uri11'e: i1ornt:ù~; emat oJJorfi rin a assente. P1·es$ione jel sarague: n1in. P..7, rnax. 98.

Livo , sia dalle i11odifi cazioni della curva di livel lo interferometrica, la cura è stata proseguita con le rr1edesime modalità. Al 15 luglio, do1)0 aver ripetuto a11cora i due cicli di som r11inis trazio11e del surrene, i valori risco11trati all 'i11terferometro erano i segu enti: Ipofisi: 8; Tiroide: 13,3; Timo: 10, 7; Ovaio: 13',3; Surrene: 7, 3.

L 'esa111 e i11terferon1etrico, esegui to il 1° apr ile 1936, ba dato le seguenti cifre di percentuale cli d c.gradazione in i)eptone delle albun1i11 e deg li opzimi (1):

I })O fisi : s·; Tiroide: 16; Ti1no: 1± ,6; Ovaio: 13 ,3·; Surren e: 1-!,6 ; dov e è evidente una djsfu11zione urrenale. ' Tolendo sottilizzare, e accettando le idee di Guillau1nin sul sjgn ificato dei valori interferon1elrici , a lli e bassi , si potrebbe dire che le capsule surre11ali J)resentano accentuata ipofunzion e, mentre le ghiandole gen. tendono ad una iperfunzione, ch e può anche interpretarsi com e un tentntivo dell 'or ganismo di compensare quella. Ma sen za g iu11gere a tal punto , è certa l'i11dicazior1 e di disfunzione d el surren e. In segui to a ciò è stata consigliata alla P. una cura di estratt o di surrene totale per os, col seguente sistema: cura della durata di 20 gior11i, a dosi rapidamente crescenti nei primi 3 o -1: g·ior11 i, stabilizzate al massimo p er 10 giorni, lentan1ente decrescenti nell'ultima settin1ana. Nel periodo che va da l I 0 aprile al 23 magg io la P. 11a i)reso estr~tto surren ale per due Yolt e, con alcuni giorni di intervallo . Si è avuto un miglioramento lento e graduale, e la P. ha comin ciato ad ·e sporsi alla luce diurna, senza riportarne alcun danno . L 'esame interferometrico d el 23 maggio rappresenta con i suoi valori:

I po fi i : 6, 7; Tiroi cle: 13,3 ; Tim o: 12; Ovaio: 12; Surrene: 9,3; un periodo di transizione, in cui la dist1·ofia surr enale già riscontrata tende a ridursi. Incorag·giati sia dal n1iglioramento sogge t(-1) V.

Dell ' jn lerferomelrja di Hirsch e della cur'"<t iu LP1ferom atrica, normale >). ~{OKACELLI e R1cc10x 1 P olicli11ico, Sez. Med. , 1935; e << L 'inlerfero1netria di Hirsch in fisiologia » Ricc10N1. Rivist a di scieri.7.e applicate all 'Ed Fisica e Giov. >> , clice111b1e 1935. cc

2157

La curva quindi è tornata normale; n1e11tre Ja P., no11 solLanto esce di giorno e fa p·a ssegg iat e in can1p.agna, ma ha esposto ripetut an1en Le I 'intera superficie epidern1ica p er periodi di t en1po fino a 10 minuti al sole di mezzogiorno del luglio di Roma. Non è il caso di trarre con clusioni da un lavoro così ristretto, ritengo che si possa però dire che l 'esame interferometrico in questa paziente ba confermato le vedute di Selisky, precisando notevolmente la disfunzione endo. cr1na. RIASSUNTO . L 'A. .applic.a11do il n1etodo interferometrico · di Hirsch in un caso di cc prurigo aesti~alis » 11a potuto consta lare con1e sia giusta I)opinion e di S elisky, il quale attrib·u isce a disfunzioni endocrine la causa d elle fotoder1natosi in g~­ nerale; non solo, ma, per n1ezzo del metodo suddetto , ha potuto precisare facilmente la disfunzio11e endocrina nel caso specifico e seguirne il processo di guarigione. 1

Ricordiamo l'Importante pubblicazione ;

Uott. 11.ARIO PORZIO

Compendio Pratico di Endocrinologia Clinica •

per medict e

studenti

Prefazione del prof. AGENORE ZERI Emerito di Patologia Sprciale Menica nella R. Università di Roma OPERA I N ::>El PARTI:

la Ipofisi -

IIa Ghian1va Surreni

dole sessuali --· IIJa Tiroide - va Paratiroide - Timo - Pinea!e gato - Milza - Pancreas.

''Ilt

Fe-

Og nuna delle p r Pdet te pRrti coTi sterà di o]tre 200 pAgine e sarà corrfdata di relative figuri· .

È stampata la Parte Ja : IPOFISI volume di pag. VITT-204 con figure nel"testo. Prez10 L. 28 più le spese postali di spedizione. Per gli abbonati al «Policlinico » s1le L, 25,50 ·n porto franco in Italia. Per l'Estero L. 27. Inviare Vaglia all'editore 'a ie diciotto. RO M~.

L UIG I

Pozza, Ufficio Postale succur·


2158

« IL POLICLINICO »

NOTE

E CONTRIBUTI

ISTITUTO A U TONOMO PER LA. LOTTA CONTRO LA MA.LA.fil.\.

NELLE TRE VE NEZIE.

C11ra della splenomegalia malarica secondo Maurizio Ascoli. I"' NOTA Dotl . UGo DE NEGRI, l\1alariolog·o per la provincia di Ro igo. Qualcl1e anno fa e precisam ente nel 193'2 Ma urizio1 Ascoli ha iniziato delle esperienze per l,~ cura della mal.aria cronica con I ' adrenalina p er via endovenosa. L 'adrenalina viene spesso usata 11ella malaria a scopo diagnostico; data la sua azione vasoco Lrittrice può far apparire in circolo dei parassili annidati n egli organi interni e specialm ente 11e·ll a milza; qualche tentativo di utilizZétrla ,a scopo terapeutico (Izar, Peserico, Starrtotti ed altri), era fallito. Maurizio Ascoli ha il merito di avere scelto la via endovenosa per introdurre l 'adr·enalina 11ell 'organismo. Con questo metodo la milza viene aggredita per via più dir,etta ed i risultati oit tenuti so110 stati molto evidenti sia per la riduzione dell 'organo, sia IJer il rrliglioran1ento de lle condjzioni generali. L 'ayc r trovato questa via d 'introduzione ha pern1e .. o a ll 'A. di ottenere una data concentra zio11 e di adrenalina n el sangue; concentrazio111e impossibile ad otten,ere p er via cutanea o n1u. colare p er la 1)arziale distrt1zione del farlll.a co in ito ·e per 1.a lentezza del riassorbirr1ento. Per olten.ere la stessa concentrazione j)er altra via sar ebbe stat a necessaria una dose 100 volte n1aggiore di adrenalina re perciò si sareb· b e giunli a dosi superiori a quelle tollerate dal1'org·anismo. ' ' ari a ltri p erimentatoir i (Diliberto , Riol o , De Luca, Cicchitto , Jerace), dopo Maurizio Ascoli , l1anno pro\-ato il metodo otte11e11do sem1>r e ottimi risultati . econdo que Li AA. il n1etodo dar cl)DC' buoni risullati anch e n ella malaria acuta asso·c iando a lla cura adrenalinica una certa quantità d i chinino, con1e con cludono anche Greppi e Galdi. 1\1. \.scoli n ell e su e esperienze l1a usato il segu e11te nletodo , adottato anch e dai suoi Collaboratori: Iniezioni venose quotidiane di dosi da 1/ 100 di mmg. salendo via via al i11assin10 di 1/10 di mmg. . dose quest 'ultima ripetuta 20-30 volte. 1

[ANNO XLIII, Nul\r. 48]

1\.d un trattamento con1pleto sono sufficienti complessivamente da 2 a 4 i11n1g. A' 'endo a dìsposizione ambulatoriamente parecchi casi di malaria cronica e non potendo , p er ragioni ovvie, provve dere alla loro cura in clin1a 1nontano, cura cl1e ha dato sen1prB i migliori risultati, ho voluto1 provare il metodo. Ho scelto un primo gruppo di sette malari ci di varie età, dai 15 ai 50 anni, con l'intenzione di continuare in seguito le esperienze su un nu111ero più notevole di p azienti. In questa prin1a i1ota pubblicherò i risultati complessivi ottenuti, riscrvar1do1r1i di pubblicare successiv.a mente i dettagli di ogni sjngolo caso. Ho usato lo tesso metodo suggerito dal1'Ascoli , c on la piccola variante che 110 eseguite ]e prime 5 iniezioni a gior11i alterni. Questo mi è stato consigliato da ragioni di ]Jrudenza p er il f.atto ch e g li amn1alati 11on erano ricoverati e<.l in continua osserYazione, ma venivano trattati ambulatorian1·e nte e molti avevano dei chilometri da per correre a piedi o ir1 bicicletta per venire in a111bulato1rìo. flo iniziato il tratta1nento contemp oranean1ente su tutti i 7 casi usando ]a cc Surrenasi deproteinizzata e tabilizzata » (g·entiln1ente fornitami dall 'Istituto az. Farmacologico Ser ono), preparazione cl1e r ende la cura pratican1ente attuabile, f ornc11do le diluizioni di farn1a co occorrenti s tabilizzale e pronte per I ' uso e risparmiando .I ' alle . . ti mento estc111poraneo volta per volta del] e diluizioni occorrenti. Prima del! 'inizio dell.a c ura ho eseguito l 'esan1e ob·b i ettivo dell 'a111malato ed i Yari esami c1natologici p er co·n trollarne le variazioni a fin e cura. Nessun paziente aveva parassiti in circolo . I ])azier1ti prim.a della cura sono stati anche p Hsati. La milza in 2 casi sorpia ssava l 'ombelico di 2 dita traverse, i11 3 ca i arrivava all 'ombelico ed in 2 casi debordava 2 dita dall 'ar co costale. Una delle p,a zienti, era s tata ricoverata in o~pedale du e anni fa p er cach essia n1alarica. essun sintomo apprezzabile alle prime 3 iniezioni di 1/100, 1/90 ed 1/ 80 di mmg., alla ±a iniezione in due ca i (n1alarici r elativamente recenti con milza i1011 molto dura) ho co1ninci.ato a· notare una diminuzio11 e evidente di 15 mm. del volume d ella milza , diminuzione che ha prog redito con le altre iniezioni. Lo s tesso fatto (diminuzion e progressiva del 'Volume della n'lilza) è avvenuto in altri 4 casi alla 5a ' 6a, 7a e 8:i. iniezione rispettivarnente . di 1/ 60, 1/50, 1/±0, ed 1/ 30 di 1nmg. La r)liù r esi tente era una n1ilza di na1 ura fibrosa , duri sin1a fJer malaria contratta molti nr1ni addietro , ma anche q11esta alla 9a iniezio1

1


lANNO

XLIII, Nul\r. 48]

2'159

SEZI ONE PRATI CA

ne ha com inciato a di1ninujre in modo evidente. In u11 caso appe11a eseguita la 4a iniezione di 1/ 70 di m1ng . .la paziente h a avuto malesser e ge ner.ale, pallore in viso, fatti ch e durarono circa m ezz'ora , scon1p·a r endo poi e lasciando solo un leggero n1al di capo1. In un altro caso appena eseguita la ioa iniezione di 1/ 10 di n lmg . la pazie11l e ha avuto g·rave malessere con perdita quasi comp1leta del-la coscien za, pallore gienerale. Questi fatti durarono circ.a un 'ora e poi sco11i.parvero1. In eguito a ciò 110 ripreso le iJ1iezioni del farn1aco con una dose inferiore ritenendo il pazie11te intollerante per la concen trazione ad 1/10 di m111g. ed h o conti11uato con 1/ 30 e 1/20 di mmg. fino al termine della c t.tr.a . In nessu11 caso dopo le iniezio[1 i si sono riscontrati sinton1i febbrili; non 110 potuto fare il co11trollo continuo diretto della le!Ilpfratura ma ho dovt1to fidarmi d elle affern1azioni dei p (1zient i. Negli strisci di a11g·u·e , fatti ripetutan1ente durante la cura , non ho n1ai trovato parassiti n1alarici g iovani; in due casi , dor>o la 4a. iniezione nel primo e dopo la 6a. nel secondo sono con1parse in circolo rare s.en1ilu11e; ho associato a llora alla c.ura adrenal i11a, una cura di chinopla mina per iniezioni endomuscolari , ottenendo11e ]a scomparsa. La cura ha durato complessi va1nente circa 40 g iorni. Alla fin e l 'esame d·e gli aro.m alati ha dato il seguente esito: condizioni generali di anguificazioni m igliorate noitevolmente i11 tut ti ; aun1ento del peso corporeo in 5 ca i da i a ;3 kg. , irt u11 c.aso 1 kg. , in un altro niente. Milza ridotta in tutti i 7 casi da 3 a 4 cm. in 5 ca .. i ; 2 cm . n egli altri 2. I i)azienti , per loro di chiarazione pontanea, si entirono tutti notevoil n1ente migliorati ed ha11110 potuto ripre11dere le lor o normali occupazioni, prima interrotte. Da queste ])rim e esperien ze, quì succintan1 ente ·e spo t e, ris ultano evidenti le se,o·uenti conclusioni: 1) Le ini ezio11i di adrenalina a piccole dosi ere centi, seco11do il nletodo di Maurizio Ascoli , sono perfettan1ente· tollerate per via endo,-eno a nella maggioranza dei casi fino ad 1/ 10 di. i11 111g. in qual ch e caso a dose un po ' infer1ore. 2) Il metodo corrisponde i11 modo ev jdente allo scopo prefissasi dall ~A . di curare la splenon1egalj a n1alarica con vantaggio palese per lutto 1'organismo, e dai risultati ottenuti è evid ente ]a grande portata economica e ociale r J1e potrà avere 11 e]Ja pratica ta le tera])i.tl , so-

stituendosi in molti casi ad altre cure molto piit lungh e e dispendiose. 3) Il metodo dà migliori e p iù rapidi ris.u ltati r1ei m .a l·a rici di data ab·b astanza rece11te, con n1ilza conge ta n on molto dura , mentre dà risultati pure buoni ma più lenti n ei malarici di v·eccl1ia data , con n1ilza di natura prevalentemente fibrosa ·e molto dura. ±) La cura con questo nletodo può far riapparire in circolo dei p·a rassiti annidati negli organi intjerni e specialmente gameti , come nei due casi su accenll atj. Qu·e sto fatto ·è assai imIJOrtante per ch è è così possibile completare la cura aggredendo con a ltr i farmac i specifici il parassita stesso. RIASSUNTO.

L 'A. 11a sp eri111e11'talo in 1 pazie11ti di Yarie età, il i1te todo lanciato da ~Iaurizio A coli per la cura delle spleno1r1egalie malarich e: Iniezioni venose quotidiane di adr€nalina a dosi m inime (da 1/ 100 ad 1/10 di n1mg. ) per un i)eriodo di 30-40 g·iorni. I ri ultati so110 tati buoni, in tutti i ca i si è verificato un.a evi dente cli n1 inuzior1e del tun1ore di m ilza. BIBl.. IOGRAFl1\ . ~[.

AscoLI. Nuovo tra.i Lan1en.t o delle sple1iomega. li e nialnriche. Rendico11ti 1-l. ls t. Lomb . scienze e lettere, 1935.

In. Su lla cu r a de lla i'nfezione n1alarica c1:onica. Riforma ~Iedica , 1936, n. J 1. P. RroLo. La terapia atlrenali11i.ca venosa delle splenomegalie malaricJ1e. 1-livi:' ta l\ lnlariologica , 1935. ez. I . J r· llAC E. La splenomegalia malari ca n ei bambini cura con il metodo ài Ailaurizio Ascoli. Poli ~li­

n ico, Sez. Pratica, 1936, n. 35. Rammentiamo le due classiche pubblicazioni : FRANCESCO TORTI • Modenese. Dottore in Filosofia

e Merticina ; Prof essore Primario nel Patrio Ateneo.

La terapia speciale delle febbri perniciose Tra duzione italiana a cura del Dott. Ciulio Lega, dalla edizioin e latina stampata a Venez.ia nel MDCCLV. Prefazione del P.rof. V. ASCOLI Volume di p aigg. XXXII-308 , con il ritratto del TORTI riportato su una perfettissima calcografia, ed una tavola 11 LIGNUM FEBRIUM n fuori testo. Prezzo L. 4 O, più le spese postali di s pedizione. Per g li a bbonati a.I " Policlinico 11 , sole L. 3 6 in porto fran co in Italia. Per l'Estero L. 3 9.

fili studi di Camillo fiolgi sulla malaria Raccolti e ordinati dal Prof. ALDO PERRONCITO t Volume di pagg. VIII·262, con dieci curve termometriche nel testo, due tavole e quattro carte topografiche a colori fuori testo. Prezzo L. 4 5. più le s pese postali di spedizione. Per gli abbonati al « P oliclinicou, sole L. 40,50 in porto fra neo in Itali a. P er l'Estero L. 4 4. Pe! ottenere quanto sopra inviare Vaglia postale o Chè.que bancario all'editore LUIGI POZZI, Via Sistina 14, ROMA.


2160

«

SUNTI E RASSEGNE. ~L\.DDOME.

Le affezioni acute dell'addome snperio1·e. (N.

c.

LAKE.

[1\~'iO

IL POLICLIN I CO »

Britis1h ll1 edical J ou,rna~, 20 g·ju-

g na 1936) A) . Le vere affezioni acute dell 'addome super1ore sono: 1. P·erforazione di un 'ulcera gastrica serr11)lice o cancerosa. 2. Emorrag ia d.a u11 'ul cera ga trica. 3. Gastrite acuta . 4. Dilata zione acuta dello ston1aco·. 5. Volvulo acuto dello stomaco. 6. P erforazione di un ' u] cera duodena le. 7. Ileo duoden ale acuto. 8. P erfor azion e di ulcer a anastomotica . 9. Colecistite acuta e perforazjon e della cistifellea. 10. Colica biliar e . 11. Ascesso del feg.a to ed infezion e di cisti da echinococco. 12. Pancr eatite acuta . 13. En1orragia in una cisti pan creatica. 1-1. I11fnrto p le11ico. 15. Rol tur a lJont.an eia de]Ja milza. 16. Strozzamento di erni a. r·ar aduodenale. 17. Occlusione di ernia diaframrr1atica. 18. Aneurisma disseca11te dell 'aorta. 19 . Em orragia ed infezioni r etroperiton eali spec ie i11 vicin.an ze dei gangli simpatici. 1

B ) Le condizioni del b·as o ad(lo111 e .ch e tal-

·vol ta p ossono dare una sinton1atologia rasso111ig liante a quelle delle lesioni del] 'addo111 e • superiore, sono: 1. ,. \ppendicite con perit onite gen er ale. 2. R ottura di gravidan za ectopica. 3. P eritonite prin1itiva, di solito da pneumococco . ±. P erfor azio11e del colon , ster coracea o can cero a . 5 . Tron1bo i m esenteri ca . 6. Occlu sion e del di g iuno su periore. C) Altre condizioni ch e po·sson o simul ar e le-

sioni dell 'a ddon1e superiore sono: 1. Pneumotorac·e . 2. Pleurite e pulmo11ite basale. 3. Ang ina di un t ip·o addominale o vera .a ng ina pectoris. 4 . Tab e, tun1ori 111idollari , e t uber colosi v·erteb·r ale n ei ragazzi. 5. I po.g licc1nia ed ip.erg licen'lia . 6. r emia . La i iagnosi differ enziale delle affezioni acu le offre ancora n ote, roli difficoltà m algr ado i progr e i d ei m ezzi d 'indag·ine. P er formular e una diag·n osi in tali casi, e sopra tut I o una diagnos i r.apida qu.a le è richie ta dall1e urgenti n ecessità terapeutich e, occorron o e ·atte n ozioni an at omich e, fisio1ogich e e patologicl1e, m a a nch e una ~ pecie d 'intuito cl1e il n1edico può forma rsi solo con l 'esperien za. T enuto cont o che n elle affezioni acute dell 'addome uperior e il d olore è il i11tom a i)r en1in cnt e e talvolta il l)iù sig nificativo occorre sen1pre ten er pr esente la distribuzion e dei r!ervi di q uella parte. Il peritoneo pa ri etale e la 1)arL e posterior e della ra dice del m esenter e è i n11er Yalo dal 6°, 7°, 8° e 9° paio d ei ner vi toracici. Il perit o11eo della cu pola dia fran1n1a-

\LIII ,

Ì\Ul\L

48)

tica e di altre parti vicine è innervato dal 3°, 4° e 5° paio cer,rica]e a m ezzo del frenico. I 'risceri sono inn er vati a ttraver o lo splan cnico grande dal 5°, 6°, 7°, 8°, 9° e 10° segn1ento toracico. Infine il vago innerva l 'intestino co11 le sue fibre acceler a trici , e provvede a11cl1 c fibre sen siti,·e sp eciali all a m.ucosa dello sto• inaco. Il dolore, di tipo som.a tico , d·eriva dagli in1pulsi eccitanti la p arete addomin.a le anteriore o il diaframma. È b·en definito e localizzato , e di solito acco1npa,g·1l.a to da rig idità i11uscolare e da una certa i1)er e tesia . Questi dati anatomici e funzionali p osso no essere in certo modo fruttati i)er ]a dia g11 0~ i delle affezioni acute d ell 'addon1e superio r~. Al riguardo si può prender e .a d esempio un a delle più com.uni cau e di d olor e addomina ]e a c~to , ossia la perfor azion e di un 'ulcera gastrica o duoden ale. E a può verificarsi attra' erso una piccola apertura cl1e è immediata1nente chiusa dall 'on1ento, op pure attra,·erso ltna larga breccia cl1e i)rovoca un 'invasion e ma ss.i va dell 'addon1e. È quest'ultima ch e J)r oYoca la c.at.astrof.e, ch e si n1anifesta con in1pressionante rapidità . 11 d olor e è n ettament e in1provviso ; il i;>azie11te è ii1 gr ado di precisar e con eslre111a e::,attezza il irlon1ento n el qual e si è ir!izia1o l 'attacco . Quasi subito· do1)0 ci l) UÒ essere qualcl1·e cor1 é.·to di ,ron1i to, d ovt1 to a 11 'eccitaz ion e delle ter n'linazion i del Yago cle ler1ni11a l o dalla pr ese11za di sostan ze irrita 11Li nello . ton_aco. .Jla di .. alito il vomito m an ca in r agio11e dell ' in ibizion e motoria della par ete ga trica prod otta dall 'irritazione peritoneale, n or1cl1è dal fatto c11e la contemporanea rig·idità d eJla parete addominale limita I 'u so dei n1ezzi accessotì per la produzione del vomito. Quindi m·entr·e c'è l 'eccitazione sen siti va della mucosa gastrica, c' è dall 'altra p·a rte il blocco clel n1eccanismo motore: da ciò la presen za di n ausea e la mancanza di vomit o. Il dolore soma tico Ìffij)r ovvi o e a troce è dovuto all 'irritazion e del peritoneo parietale ch e è una in·embr.an a 111olt o en sibile. Successi, am,e nte a que.. , to dolor e ... i aggiung€ quello a mo ' di cr ampo i)r odotto dalla contrazione d ei muscoli della parete a ddon1inale. Com e tutt e le sen sazioni son1ati ch e il d olor e periton eale è m olto b en localizzato n ella prima fase. 111 seguito · con la diffusione dell 'essudato il dolore t ende a scomparire dalla sede iniziale e può così localizzar i n ella r eO"jon e pe1Yica simulando quello d~ll 'appendicite o della r ottura di una gravidanza ectopi ca . D 'altra -,:a rte 1'irritaz ion e di fibre d el frenico può determinar e un dolore n ella s ua di slribuzione su1)erfì ciale cutanea, si l)UÒ aver e insomma un dolor e riferito sulla r egione acr on1io-clavicolare e n ella parte bassa della nuca. Questo dolor e è i11variabilm ente pr ese11Lc nella ]1erfor az ione dell 'ul cer a. p uò r in1aner e . 1

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tfANi\O

XLIII,

NUl\1:.

48]

SEZIONE PRATICA

i11avvertito percl1è sopraffatto dal dolore ad.dominale. Poicl1è ogni inovimento della parte produce un 'accentuazione d ei muscoli già contratti e .quindi u11a pressione sul peritoneo, i pazie11t i rimangono im111obili , rigidi, senza fare altrj 11 ;ovin1enti o ltr e quelli respiratori. Ciò contra:sta con I 'i·rrequietezza dei pazier1ti di colich e ·O con ·emorragi.a intraperito11e.a le . Nella fase iniziale il p.o]so è di o1ito lento i11 rapporto forse a d un 'eccitazione d.e l vago ·O più probab·i lme11te ad un '.inibizione del sin1patico J)r odotta dal dolore. Per la stessa rag io11e si 11a un abbassamento della pressio11c va ale. Una i11drome ch e può essere confusa co11 la perforazione è quella data dalla pan cr eatite .acuta di tipo fuln1inante. L 'inizio , qt1antu11que rapido, 11011 è così improvYiso come i1el la perforazione, nia come i11 que ta può es e re provocato dall 'ingestione di cibi. Di solito llella pancreatite non ci sono precede11t i morbosi, il dolore è ancora più atroce, la ti1rla della pell e ol lre cl1e pallida è alquanto c ianoti ca. Il 1>aziente è più irreqt1ieto ed h a pe so .clisp11ea. P erò la rigidità d ella paret e addoir1iJLale è 1nc110 intensa ch e nella perforazio11e ed .è perciò più facile p·r ovocare do,Jore a ll a pre s io11e . I11 verità i segni locali fanno esita re fra la diagnosi di perforazio11e di ulcera e quella di colecist ite acuta. L 'essudato 11ella parte po steriore del pa11creas irrita il fre11 ico ini tro per modo ch·e in molti casi si ha u11 fort r dolo,r e a lJ a spalla dello stesso lato. i ella pan·Cr eatite il pol o è molto debole e lo cl1oc profondo. Per la diagno i di colecistite acuta bisog11a tener pre ente ch e la cisti~ell e.a si sv ilu1Jpa .come organo n1ediano e che la sua in11erva2ione i)lan cnica riflette questa sua ori g ine , per i11odo ch e il dolore dovuto all o spa.sn10 della muscol.a tura della ua pare1e (colica biliare) è riferito all 'epi1ga trio per Jo più, i11a 11on semp,r e, 11ella parte destra. Ma oltre a l dolore colico· c'è un dolore soJ11atico riferit o doYuto all 'irritazione del peritoneo vici110, e cl1e p·u ò essere localizzato sull 'e~ tre1nilà della nona cartilag·ine costa le. Oltre a ciò ~ i può a' er e u11 dolore al la 0111111ità della ~ 11a]J a destra dovuto all 'eccitazione delle fibre del fren ico d el forarne di Wins]o'" . Non bi~og na confondere questo dolore co11 l 'abituale cloJore della palla destra d elle colicl 1e bi liari , cl1e è riferito all a parte ba sa del la capola ctl è clovuto .a d in1pul i provenienti dai r1ervi s1Jla11c11ici. Ad ogni n1odo è noLevol e il fatto cl1 c i1 eìla pan creatite e spes o a11cl1 e l1 e11a r1erforazion e il dolore- è riferito a quella SÌlli s lra. Inoltre i1ella co leci ~tit e si 11a te1nperatura febb·r ile, 111er1tre nell e altre condizioni è ..,ubnor111a le; il pol o , quantunque frequ ente, 11on .è proporz ionato a ll a febbre. Il brivido i11i ziale è più per la di ag·11 0 ~ i di co l e ci ~ tite. Irl ql1e .. t a. 1

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per a ltro, può essere presente una leggera tint~ itterica , e .I~ rigidità ed il dolore alla pressione son o p1u nettamente localizzati. La distinzion e fra le varie condizioni (colecistite acuta , perforaz ion e e pancreatite a cuta) ha in questi ultin1i ten1pi assunt o una maggior e in1portanz.a perch è si ha tendenza a riten ere ch e l 'intervento immediato n o11 è indi spensabile e forse i1eppure utile nella pancreatit e, potendosi in qu·e st 'ultima ottenere migliori risultati da una cura di attesa. La di.a gnosi differenziale fr.a le affezioni a cu te dell 'addome sup·eriore e quelle del toraoe ha sopra tutto interesse per il pneumotorace spontaneo, la pulmonite e la pleurite che talvolta possono dare si11to·m i addominali . È .a tenere presente ch e nel pneumotorace l 'inizio è n.ettamente imp·r ovviso e può esser e J)rovocato da un colpo di tosse, ma anche d opo u11 pasto. Si può avere u11 en o di costrizione al petto e gran difficoltà di r e p iro proprio con1e nella colica b iliare e nel! 'angina pectoris. Però l ' inizio d ella colica e1Jatica non è così impro viso ·e non 11a m .a i rapporto con· la tosse . 011re a ciò an ch e qua11do I.a dispr1ea del pneu1r1otorace - è cessa ta , il res.piro continua ad esser e frequente ed è p t"e e11t e una leg·gera cia nosi non dissimile da quell a della pan creatite. l 1a rig idità della parte s uperiore dell 'addome è se1npr·e poco n1arcata e Jin1itata a l lato affetto. Non si con stata riduzione d ella ottusità epatica , non presenza di liquido n e]l 'addon1e, non precedenti di sofferen ze ga t r iche . Segni positivi sono la leggera sporgen za di una metà d,eJ lorace e la riduzio11 e dell e e cur sio111 respiratorie. Per altro I 'ascoltazio11e fornirà elementi non dubbi per la diao-no i ch e può eventual1nente es ere confern1ata dall 'e ame radio lo. g tco. Possibilità di con fusione diagnostica con la pulmonite e la pleurite. si ]) O sono verificare !"Olo per i bambini per ch è in questi si pu ò aYere una 11otevole rig·idità a dclo,m ina le riflesa e dolore .a lle pr·ession·e della i)arte dell 'addome. Comunque la febbre, l 'aun1ento della freque nza del respiro , l 'alterazione del rapporlo pol o-respir o, la faccia arra ata con occhi brilla11ti , la cute calda , l 'e pa11 .. ione respjratoria delle i1arici .. ono elen1en1 i ... ic uri per la diag·no ... i. Questa dive11ta veran1ente d ifficile , se 11on i111po sibile, quando e i te la complicazio11 t~ di 11na peritonite pneu1nococcica . 1

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DR.

La cura del dolore nei cancri addominali e pelvici inoperabili o 1·ecidivi. (R. LERI CHE . Gawette dJes H 6pitaux, 24 giug·no 1936)

Il dolore è il s inL0111a })iÙ t ormentoso di n101Li cancri inoperabili o r ecidivi. I comuni a11a lgesici a lungo andare di,1entano inefficaci. J.e speran ze cl1 e i eran o fondate stil Yeleno


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« IL POLICLINICO

di cobra ·e poi rlella vipera non han110 en1pre Gorrispo to. Le ric erche con i virus neurotropi sono ancora allo stato, di tentati vi. La radioterapia n ei tun1ori profondi non dà risultati apprezzabili , e ri'sult.a veramente e ffi cace solo i1 elle m etastasi della colonna vertebrale. L 'unico medicam·e nto che domina il dolore del cancro rimane sempre la morfin.a . Ma se esso calm.a il dolore fisico, provoca altri g·eneri di sofferenze non trascurabili'. E quando il dolore è violento e persistente le dosi da impi egare d·e vono essere tali da non p ot er e essere tollerate. .Sta di fatto che in parecchi casi la sopJ)ressione del dolo·r e che di·a un vero solli evo ii.on può esser e ottenuta che con gli interventi chirurgici sul sisten1a n ervoso. Il dolor e d.ei cancetosi p1u ò assum,ere tre tipi: localizzato e fisso; diffuso a topografia gradualmente più est esa; rachideo i1oto da ir1o]to ten11)0 come paralisi dolorosa dei c.an cer o::-i. 1) Il d olore del primo tipo compare i111provvisameute con1e il prin10 sintoma della rr1alaLtia, o uno o più anni do1p 0 l 'asportazione chirurg~ca di un tumore. È un dolore brutale cl1e colpisce spesso la sezione dors.a le o lomb·are del.la colo·n na verteb·r ale, che impacci.a n1a non in1pe·disce i movimenti. Talvolta a l] o inizio il dolo,r e è sordo, ma a poco a poco div,enta intollerabile , non dà tregua. Per lo p iù si tratta di un 'adenopatia fi ssata contro 1.a colonna, la metastasi di u11 l)i.ccolo c:,n.c ro viscerale cl1e non provoca alcun di8turbo. funzio11ale. L 'asportazione del Lun1'ore primitivo non migliora la situazione. Il dolore fi sso ch e c.aratLerizza questo tipo, pes ~ o radicolare, r esta inalterato fino al.la fin·e, Lalvolta sempre più gravativo e un po' p iù esLeso. Si tìa lta di un dolore da compressione tronc u]arr o rciùicolare extrarachi dea. 2) Il secondo i ha sopr.a tutto n ei cancri i)elviei o addon1inali, specie dell 'utero o della prost.ata , recidivi dopo operazione , o cl1e 11anno coni inuato a prog·r,edire dopo la r adiote rapia. Ha lJer ·Carattere essenziale di essere diffu so. Al princi]Jio è una semplice sensazione p en o a, vag·a , diffusa, inde finibile , un po' da µer tutto : nel ventre, al dorso , n elle cosci e, al perineo , ora d.a un lato ora dall 'altro , spesso ad ambo i la ti. Gli aspetti e le sedi del dolor e sono vari.flbili , e spesso i malati richia n1ano la a t I enzio11e solo sulle irradiazioni d el mon1ento e si lag nano di dolori al retto , al ·<lor o , a l pen e, din1e11ticando lutto il restb delle loro soffer en ze. [11 e ffe tti il dolore è ·essenzialm.ente pelvico 1l1a sempre diffuso ed a ccon1pagnato da crisi ' 'a ali. È un d ol ore sim1)atico. Ben p re. 10 si aggiungono dis turbi vescicali e r ettali. L 'infelice paziente soffre terribilm ente. La ni orfi11 a caln1a inomentaneamente i u oi tormenti , ma ben presto bisogna ripet er e le ini ezioni a bre' i "'irn a distan za d eterminando l1n o ~ tato cl ' i111

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L<;>i.':)sicazione ·Ch e .aggrava a11cora pit\ la situaz1one . In questi casi i dolori non sono dovuti a con1pressioni localizzate n1a ad una specie di l111foangioite banale o neoplastica, che avviluppà , ingloba, comprime le pareti delle arterie risalendo con queste fino alle branche simpatich e della catena lon1bare. ~elle don~e sottoposte al la radioLerar>ia i agg1ung·e un altra causa di dolore; talvolta le trombe s' i'nfiamm.a no e d·istese dal p u s o dal sangue si .a.e:colla110 alle .arterie iliache , talaltra delle adenopatie sup·p ur.ate- aderiscono alla iliaca _p rimiitiva . 3) Nel terzo tipo il dolore 11on è pelvico ,. 11è addominale, n1a rachideo. Il malato è stato già operato di asportazion e di un tumore pelvico o addo111i11ale, qua11do a di iaI1za di un a11no o più con)ipare un dolore sordo al dorso o ai lombi. A poco a l) OCO questo dolore di' enta sempre più mole to (pu11tori'o , sordo, cosla11te, fisso , esagerato dai i11ovimenti) fino a c11e si s tabilisce una parap1 egia spastica, lai classica parapl·egia doloro ·a dei cance1~0 i_ Conten1p oranea1nente si 111a11ifestano nevralg·ie a t o1Jografia r,adi.c·o lare, p er lo più a cintura ,. co11 diffusio.n e, varia a secou clo il nun1ero delleradìci interessale , a seconda cl1-e i nervi sono con1 1Jr essi· o invasi. L 'insieme del quadro ri' ela una n1etastasi ùel tumore in u11.a vertebra. Le operazioni capaci di r li111inare questi tre tj 1)ii cli dolore o no: La radicotomia p.osteriore prin1a per consider.a zioni teoricl1e e p er le llli nori diffi coltà tecniche era ritenuta la più indicata. l\ila I ' eSJ)erienza ha poi din10 trato ch e anche con la &fzione di pareccl1ie radic i non e111 pre si avv€ra la scomparsa de fìnitj va del dolore. Gli insuccessi si possono mettere in conto della presenza di fìbre sensitive nelle radici anteriori e del f.atto ch·e il dolore spesso è sin1p·a tico o non è locàlizzato a can1pi r.adicolari e quindi di orig·i11 e con1plessa. P erta11to 1.a radicotomia ])Osteriore va riservata solo a quei casi' nrei quali il dolore è .c.h iara1nente dovuto a compressio11i di radici posteriori. La mielio tomia trasversaile 11a lo SCQiPO di sezionare le vie sensitive n el loro tragitto midollare. ~ un 'operazion·e alla quale si può ri correre solo in casi disperali. E a annulla la sEJn sib,i Jità di tutta la parte . . otto ta11te e tpiindi d eter111ina ]a cessazione di ogni dolore . La corrlotomia può convenire solo nei casi n ei quali esiste parap]1eo-i.a compl eta con not evoli disturbi sfinterici. Si' tratta di 1)raticarclF1 ~ez ion e bilaterale dei cordoni antero-latera]i ù più specialmente d el piccolo settore midollare compreso tra la radice a11teriore ed il lecram e11to d e11tato. Sono s tati ' ra11tati ecresf'iva~1ente i ,,antaggi di questa o~razione. ~fa gli: inconvenienti sono molti: comparsa di dolori a . rintura. parali. i d egli s fìnlrri , infezioni delle . . Yte urinarie. 1

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: .\." " " .\LLir, NuM. 48] I..Kt

sez'bo11Je della commriJssura po•sleriore l'u

!Jralicala una sola vo lta <la Leriche co11 es ito i111 ·erto. 1J€ operazioni simpatiche sono q ueJJ e ch e h é,nr10 avuto il maggior numero di su cr e.-si. La liberazione d ella guaina ch e avviluppa le iliac:l1-e primitive e la biforcazione dell 'aorta j) roduce J.a ~ corn1parsa totale del dolore. Ciò i11 relazion e al fatto che nella inaggior parte dei casi il dolore non è dovuto alla compres$iori.e o all 'in l'i ltrazione neoplastica dei tronchi e delle radici nervose, ma all'irritazione del! 'avventizia dc i vasi del bacino da parte della ii11fangi'oite, Ileoplastic.a o non, che risale fino <' J]a ven.a cava ed all 'aorta e quindi lungo le Lalene lombari. Per essere p iù sicuri dei risultati s i può aggiungere alla impatectomia peri-arteriosa ilia.oa ed aortica la resezione d el presacrale e tf' lvolta anche quella del plesso mesenterico i1l reriore ed eventualmente di un frammento <ie1le due caten e lombari. La simpatec tomia è certam·ente superiore <1J.la cordotomia. Non aggrava mai il dolore, n è 11e ·uscita a ltri. Offre il vantaggio di una es.plorazio·n e addominale completa , il ch e può esser e anche non inutile . Non espone a infezioni r enali. Solleva veramente 1'infern1 0 . M.a è ovvio ch e il metodo non può essere g·e11eralizzato. Alle compres·s ioni radicolari localizzate conviene sempre la radi·cotomia p O·· st eriore. Gli in.n esti osseiJ intesi a determi11are l 'irri aidin1ento della colonna verteb·r ale sono indi'~ati in quell e forme nelle quali il dolore ~ provocato da alte ra~ioni e deformità. vert~bral 1 d<t 111etas tasi can cer1g·ne , per le quali ogn i m ovi11te11to provoca fortissimi dol~ri. . . Na turalmente prin1a di decider e qual siasi inler·vento chirurgico del genere bi ogna fare u11 bilancio esa li o dello st ato di resistenza del] ' i1l fermo. Bi og·11a a ccertar~ che non. vi'. i ano ln e. l.a~lasi p1u]111 011ari o ep·at1c~ e capaci d1. rend ere vano ogni tentativo. ~1 sogna esam1~a1:c la funzione r enale , la fu nz1one g~obal e, l el 1ininazione d ella fenolftaleina, ed il tasso del1'azotemia. Bisogn a accertare che non vi ·iano infezioni d c] le vie urinarie. Ma se t utto è favorevole , se il c uore ed i pulmoni son o ani , vale la p ena di affrontare il tri~te g iuoco. E secondo il tipo di Cl.olore si d eciderà il ge11ere d 'int ervento: la rad; cot o1n.ia post eriore l1el1e compre si on i l ronc ul ari o radic<?lari ; ln si·n1v:Ja1~ec tomia eventualmente con :ese~1on e. del pi esa cralc e d el plesso mesenterico inferiore nei dolori .addomi11ali diffusi e con ezion c clelle due rat.en e lombari n ei can.cri' d el r ett o <' della p·r ostata; 1'innesto ossèo rigido. n el 111orbo di P ott cancero::;o. Alla cordotomia. ed alla m .i elofJomia commissurale si potrà ricorr ere nei casi disp erai i quando gli altri int rrven ti ~iano riu sciti infruttu o i. DR. o,!.

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SE<ZIONE PRATICA

DIVAGAZIONI Le modificazioni alle abitudini alimentari e le necessità dell'alimentazione. In un brioso articolo P. Desfos e (Press•e niédicale , 23 11ovembre 1935) accer1na anzitutto alle modificazioni alle abitudi11i alime1itari, in1.lodotte dalla moda, dal desiderio di conserV[.r.e la linea, su cui fanno an1pia propaganda numerose riviste e giornali. La donna può conservare la linea, vi si dice, solta11to se · mang ia poca carne; questa ingrassa ·e f.a ,renire i « pedicelli »; d 'altra !Jarte, una donna che gius lam·e nte si c uri de lla ua bellezza non deve lt·sinare sulla qualità delle ciprie, dei lapis e d ei b ell etti , n è sulla scelta del parrucchiere, . . . ' LllJ vero artista con cui non SL puo mercanteggiare. E ull '.ese1n1)iO delle telle r}e) cinen1a , cl1e vengono seguìte in tutti i particolari, il regin1e-tipo della donna elegante deve es::;er e : alla prima colazione, un biccl1iere di ·u cco di frutta ricco di vitamine, a mezzogiorno, niente altro cl1e delle verdure e· delle frutta ed alla sera, un 'insalata ed tln grappolo d 'uva .... Ma la civetteria non è il solo fattore nella 11 1odificazione delle abitudini alimentari; la din Lirluzione dei bilanci, unìta .a 1 legittirr10 de~ iderio di mostrarsi di elevata posizione sociale, la strettezza degli alloggi moderni, il la' or o della donna e, per g li ambienti più ele' ali , la difficoltà di avere una c uoca , tutto (1uesto induce a restringe re l 'alimentazione, a semplificare la cucina, limitandosi a cibi di fucile preparazione, sen1pre g li st essi . Ne viene C'l1e, sµecialt11ente nelle grandi città , troppa o-ente impone a sè stessa ed ai propri figli un r egime insufficiente per qu~ntilà, c1ualità e va~ rietà m entre invece, sp ecialmente per questJ u lti:rr'ii è necessaria una nutrizione buona ed ' abbondant· e. ' Due fatti paralleli , aggiunge I' A. risaltano r1ll 'osse rvazione della società odierna: le r estrizioni alimentari e la mancan za <Jj esercizi )J , uscolari negli abitanti delle. ~ittà ; la gra~ duale elin1inazione degli uom1n1 delle classi colte, per ciò ch e riguarda i posti d.ire1tivi . davanti ad individui ch e 1100 li equivalgon o 1)er intelligenza e p-er c1:11tura ? m~ c? e non hanno abdi cato all 'en er gia fi ica ind1 spen sabile ai condottieri di uomini. Una crran parte della crisi deriva da questa aberrazi~ne delle cla ·i colte di non preoccu1)<.tr si abbastanza per m a nten er e il loro. potenziale combattivo. Gli eser cizi fi sici la nutrizione e l 'amb·i ent e , f n o-ono modificando ]e di posizioni ancestrali: son~ qu esti elem enti ch e 1nodifica110 i tem per nmenti. Senza andare a sottili di s Li11zioni. un a111ericano ha distinto r ecentem ente i tipi urtLani in n1agri e gr assi, ammet ten d o il ti po


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« J I... P OLl CLLN ICO »

inler111edio d ei magri grossi , cioè d ei Iu agri cl1 e ·i 0110 ve11uti lardellando. Tipi , de] rc~t o, cJ1e corri~ pondono a quelli in1n1ortalati da CerYunle ; di falt o, tutti i Don c:I1i cioll e l1a11no O'] i t e i polmoni ed un po' ]a .. I e S3 i11 e11talità , co1ne Lutti i Sancio Panza l1a11n o Ja te · a panc ia e lo stesso umore gio ,iale. GJi Lu1i dal vitt.o scar so e dalle caLtiYe dige ·tioni , g li a ltri dal vitto abbondante e b c11e a ·· in1i1<t lo . Del r esto , è di osservazio n e a11Li ca r l1e i popoli più intr.a prend·enti ·ed i11v.ad eJ1li so110 g r a11di i11angi.atori di carne, i11 enlre c111c11 i g ra 1~ ivori e frugivori te11dono ad e sere pacifi ci. (Vera111ente la storia di Ror11a dirnostra cl1e urt popolo può e er e un g rande conqui ·tal o re c·d aver e u11 '.alin1 e11tazio11 e es en zia 1n1 cntc frug i\ora; 11el ' itto d egli antichi l\011ttlni , di fatto, entrava raramente ed in car, e pro1,orzio11 i la car11e e fu oltanto all'epoca ì11111eria ]e el 1e cs~ i r icor ser o a d un 'alimentazione più abbo1 1danl c e ri cer cala. N. d el redalt. ). TI nledico conosce come la I1utrizio11e vie11e a n1oùifì.car si p er la deficienza o l 'iµerfu11zio11 c di date· ghiandol e endocrin e e i i11co111incia or a ad in t.raveder e l 'armoniosa co llab·o ra zion e d egli orn1oni ch e r eggo no ] e J\1n zjo11i vitali es e nzial i e det erminano J.n no~ l ra i11 dividu a1ità fis ica , biologica ed intelle Ll ual e . E come la terapia utilizza l 'azio11 e 111orfogen.e lica d ella tiroide , d ei surreni , ecc . sar ebbe ai. ch e t1tile servirsi nell 'alime11tazion e special n 1ente d ei bambini di questi s Lin1olanti 11orn1ali della vita ; ritorner emmo co ì a pratiche a11ce trali dell 'alin1entazion e m ·edia11te lt ~rat­ t<tglie (fegato, intestini in forma di tripp n. cuore, n1idollo , ecc.) ch e no11 co111paio110 111.ai alJ a I a vola d ei ce ti ·ociali ui1 p o' elevati. Le ricer cl1e di Whippl e hanno mes o cli i11 od.a ]a con su1nnz ion e del fegato crudo; d 'a ltra parte ::::0110, noti i racconti di esplora tori polari ch e vinti da] la fame . i ono a],ra l i i11a.ng iando il feg·a to c rudo ed ab,b everando::>i cl rl ~a1lg·11 e caldo ùi an ir11ali app·e na u ccis i. L'igien e alin1entare non p uò più acco11l r ntarsi di co11tare le calorie cl1e l1osso no f'or11i re o-li a li1ne11Li ; la n1ancanza di una dat<1 ostanza ~ia ptirc in 1ninin1a quantità l ) tJÒ d elern1i11are dE.ll e in . . ufficien ze g ra, i . sp ecialm erit c i1e] p eriod o d ella er e cen za. U n a razione conveni ent e 11on utili zzerà soltanto le al bu111i11e, i gr a si , i carl1oidrati ed i ali n1in erali , rna d o' rà con111re nclere ancl1e le vitamine, ch e n oi r rcdia 1110 di co11 oscer e ·e g li ormoni ch e i11 co111incia n10 a . co prire ed a11ch e altre ~o .. t «n zc ch e t11t1 orR . . 1g nor1an10. l ln g rande l)rogre o i co111pirA ql1a nclo la c t1r i11a s i preorr uper à di i) re11dr rc dllll r piaul c ro111e da g·li a11ir11ali L11 Lto qt1nn10 pu ò J11eg]io nµ: irr ~ ulì e forn1 e . . ul la costituzip11 r, ~ n gli i~ li11 ti , ::;lilla rn entalità del })a111l1i110. 1

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[ANNO

NOTIZIA (J.

PIERI.

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BIBLIOGRAFICA

Fisiopatologia. del siniìJalico nel,l'u.o-

mo. Volu111e di pag . 80, e ±1 illustrazioni , con prefaz io11e d el prof. Ce ·are ~.,rugoni. Editore Luigi Pozz i, Rom.a. Prezzo L. 1±. Rip'Ortiamo la Prefazione con la quale il chiarissi1110 prof. Frugcmi presenta questa Monografia del prof. Pieri.

cc Gino Pieiri p er ever a 11eJJa ua opera di sperjmentatore , di biolog·o e di c li11ico; tre forn1e di procedi111ento n1.e11tale cl1e si fondono in u11a armonia di fatti positivi e concreti, acqui siti attrav.e r o in etodica indag ine in un car111)CJ. Lutt 'ora pie110 di zon e opacl1e e uasco&ie a 1Ja 110 tra cono r.e 11za. La fì sioJ ogia st essa del s i111patico (trattasi lJUi olo d el !Jeriferic.o) è i11 g ra 11 i)arte ancora da fare })Ccie poi sull 'uomo . poi'ch è l'invi Lo alla collaborazion e dei fi siolog·i ( oi clinici e l 'aug uri·o ch e i fi siologi dedichi110 la loro attenzione e studio di1:etlan1e11te all 'u onl o -- il che dareb·b e maggiore diretto interes~ e al loro insegnamento p·er le fa coltà di r1l edici11.a a lm·e no - so110 rir11ast i purtroppo per ora quasi lettera morta. « E allora è il cl1irurgo ch e g·e Lta le 11-asi cli questo capitolo e ch e i f.a speri1r1entatore· e biologo col g·rartde varrtagg·io di ricever e altr.esì d.o Ila natur.a completamento di quadri e di' n ozioni attraverso la fi gurazione delle n1orbo sl~ i11normalità. cc L 'autore al quale è unive,r sa1111e11te 1icon osciuta alta con1pet e11za in questo campo e al quale già si' d evono la rghi e int ere5~anti contributi , ha studiato J 'appa~sio11a11 l e proble111a u sufrue11do di un g r a11de r11.aLeriale (o Jtre qualtrocento casi). Egli T11e lodica111e11le espo11e. em.p re su materiale u111a110 , g li e ffe tti' del] a s timolazione e dell·e parali i del ~ in1patico e lccorrispondenti sindromi cliniche, creando altresì ex novo una fisiopato] ogi.a post-operatoria di estremo inte resse. cc Il procedimento e l 'indirizzo 111ent.a.le .. eg uiti sono rigorosam enl e scie11tifici e squisitam ente clini'c i, e i fatti accertati , i proble-t11i impostati interessano Lutti , biologi , m edic i e· chirurgi. << La Scienza I taliana conla col libro. di Pieri t1na nuova e forte a ffc rni azion e del s uo 'a Iore . d ella sua ' rit alità e deJ ·t10 indirizzo ». Roma , I 0 noven1bre 1936-XV. 1

.

CENNI

( :E .\RE FRUGO~I.

BIBLIOGRAFICl

Th. BRUGSCH. l..1 ehrbuch d er in n eiren -~fed; ::.in.. lll edizione. Vol. II. Un ' 01. in 8° di 83 1 pag. , con 264: fig. e 14 Lav . colorate . l Tr ba11 1

e Schwarzenberg, Berlin , 1936. Abbiamo già data 11otizia d el I , ·olu1n e e.li questa III edizion e aggiornata clel noto l ra llato di Brugsch.


[ :\x~o

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~u:ivr.

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SEZIONE PRATICA

So110 c1ui co11siderate le i11a lattie degli appara ti: respiratorio , digerente, del peritoneo , deJ fegato e vie biliari, della n1ilza , del i)a11crea:s. dei re11i , delle os a ed articolazioni. dei n1uscoli e del i ten1a nervoso. In due capitoli <i IJ[·rte, -ono trattate le m ,a lattie profe sionali a denuncia oJ)bligatoria e le into sicaz ioni.

fil.

I J11tei'1iationa1Je mediz. vVoche in. der Schweiz . Re -oco11li. Un vol. in 8° di ±77 pag .. B. S cl1,vabe e C:o., ed. Basel. Prezzo fr. svizzeri 20. Lo scorso anno ebb,e luogo a Montreux la Pri1i1a settin1ana medica internazionale svizzera a c,u i presero parte numero i rap·p resentanti delle varie nazioni. L'Italia fu rappre entata dal prof. a11arelli , cl1e ·vi tenne una co11fere 11za ...ùlle all ergie emorrag icl1e i1e11a patologia un1ana e . .,1:>erimentale . I resoconti d elle singole conferenze con le relatiYe di c u ssioni si trovano riuniti in questo volu111e e.b e fornisce così al lettore una visione .. in l ei ica d ell e odierne , -edute su ~rari importél 11 ti j)roblen1i n·e l cam1)0 medico. Og11u11a d elle sei g·iornate della riunione è s tola cledicata ad un argomento special e. :F acciarno m enzione cli qualouna d·elle conf.0renze. 1) 1'erapia. generale : 150 anni di digitale (W. 'LrauJ)). 2) Vitan1.ine edJ ormorlAi: Il nuovo svill1pp0 d eJJ e ricer cl1e sulle vita1nìne (P. Karr er). Rapporti fra ]a dottrina dell 'erediLarietà e l 'e ndoc ri110Iog ia (J. Bauer) . 3) l'atologia irifl'rn a : L 'i11 suffic ienza re pirateria ed iJ suo tratta111e11Lo (Pt. Staehelin). Patologia clinica d elle n efropatie (1. ~{ichaud) . 4) Pediatria. ed cLlinie1itazion e : Le in uffici enze dell 'accr esci111 ento di tatura (P. Nobécourt) . L 'ac r o dinia i1.1 fanti le (E. 1F eer ). 5) Can,cro e radio·-terapia : L a tuber co l i11a ed il BCG n ei ca11cer osi (I. Holn1gren ). \ u o ve vi·e cientifich e d ell a bal11 eolog·ia (E. Burgi). La r.adiotera1)ia funzionale (A. llossel e t). 6) Qiiestiorii di att"u ali:tà: La patolog ia dell 'assorb·i mento intestinale (F. Verz ~ r) . La biolog ia clelle tossicomani e (H. W. l\{aier ). So no state ai1cl1c co11siderate d ell e que ·tio11i cl 'indole gen erale, }). es. , da A. Gig on riel discorso inaug urale, ch e ha parlato sul m odo di lJen sar e in n1edir ina e da H. E. Sig·eri l , sul] ' jn c1t1ietudi ne attuale nel mono m edi co.

fil. r ; . J\NNE~E Y - HTRTZ . For1nulaire Pndocrin ologiqu.e di1 praticien. \-olun1e in -8r. di 160 l1ag·ine r o11 22 fi g ure n el lesto. G. Doi11 ed. , Pari , l 93 6. Fr. 2o. Di front e nl dilag are ùi nuove pubbli cazioni in l,en1.a cli c11<loc ri11ol o)a ia e al sorger e di sempr e i1t1 0Ye . i11dro111i 'ia via più co111ple se, lo f' lat o d 'a11i1110 ùi 111olti 111edici prati ci i fa :-:; e11111re ]'>'i ù incert o e cliffidente. Nè di c iò i 1 uò far loro co11)a. c1t1alora i ponga m ente alle difficoltà cl1 r i 11on iniziati incontrano ad ogni <...: J l t' :'O~JH11 t o l)e r o r1e11ta r l in un can1po Yasti. 1

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simo, ancora in n1olti tratti o curo , qual ' è quello dell'endocrinologia. ~ Gli AA. di questo for111ulario 11a11110 cercato di riso:l·v·ere l 'arduo problema di es ere chiari e, nei limiti del possibile, co,m pleti in un· lavoro del genere, senza eccedere le proporzioni di un libro tascabile. La n1ateria è divisa in tre parti. Nella prin1a è contenuto un rias unto di sem.eJ.ologia e11docrini ca, che si raccon1anda p er la b e11 nota p1erspicuità fran ce.s e e cl1e co titujsce t111a ottima guida per il pratico riguardo alla diagnosi. La seconda parte con1pre.n ,de la cura delle va ri<! end·o crino.p atie, ciascuna d·elle quali però vi·ene prima su ccintamente descritta nei suoi car.a tteri · essenziali. :Nlolte forme sono illustrate da buone figure; oltre .alla t era p1ia n1edica , a base di p·r odotti endocri1li ci ed org·anici on o esposte in modo bre ve, n1a efficace, le cure chirurg·iche e fisiotera1)iche delle varie sindromi. La Lerza parte si riferi ce allo im1)iego dei r)rodotti en·docrinici i1e.J tratta.1nenlo d'i malattie non, rigu,arda1ili le ghia11dole a secrezione in1

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tc1'na. È da notarsi ch·e le prescrizioni terapeutiche,

le quaìi formano n,a tural1nente J.a parte più iml)Ortan te di quest 'opera , ono n11olto precise e razionali, r)er cui tanto il n1edico g·enerico che lo s1)ocialista possono trarne n ot e,ro] e va11tag·g·io. O. \ 1JA.NA. 1

Le corbelberie di Ellen1.

vol. in 16° di 9± pag. rilegato. Edizio n e Labor , Milano. In vendita presso il Dr. .\.rturo Bonelli, ' ' iale .-\.bruzzi 13 , Milano . Prezzo L. 5. U 11

Si r acconta ch e un aJti in10 prelato richied esse all 'Ariosto do,,e eg·li ave e i)r eso tutte le « corbell·erie >> dell'Orlando Furioso. Qui , invece , è lo stesso autore cl1e dà ai suoi scritti il titolo di corbellerie. e''~de nten1e11 te non p er una pudibond,a i110,d eslia , ma p er quel simpa1ico modo di considerare le· cose d ella vita per c ui c i si sente di es1)ri111 er e u11 g·i udizio sano e d equilibrato, pur essendo co11vinti cl1e non sarh la nostra voce a tra cinare le turbe ver o una rotta diver sa. In questi tra fil etti ch e L. M. è venuto pubblicando in Prati ca Pedin.t:rica ed in Malati , medici e farmaci·sti , v i è t1na filosofia b-on a ria , con qualcl1e pun Lo di an1 ar o e di iro11ico, il tutto es1Jr es o in u11 0 : ti] e g arbato . Ecco le o sser~razìo ni sul c i arl ata1)i ~ 1110 , ch e concludono col dire ch e e tutti i cit1rn1adori d o ve ero finir·e in galera, cl1i re ... ter ebbe fuori ~ etl altre sui Con o·r e i , dove ]e co e andrebbero n1 olto m eglio se i a bolis ... ero Je aperture e 18 chiu ure solenni , ove fiori cono le n1en zo g n e conven zio11ali ob·b ligate o volontarie; altr e o:ser vazio11i arg ut e ug l i I ti l uti di cc b rutt ezza ». ull e accade111ie, ull 'eut a n a ~ ia , ecc. E . cntia1110 cli e -sere J)Ìen a n1ente i11 accordo con 1'1\ ., ch e ~a sen1pre troYa re la n ota g iu ta e ci fa i)as ... are le h orae .c;11bseci vne i11 u n a piacevole le1tu1·a . fil . 1


I Al\~o

<< IL POLlCLlN JCO »

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\LIII, Nul\r. 48

I CONGRESSI NAZIONALI 01 MEDICINA E CHIRURGIA. XLII Congresso della Società I taliana di Medicina l nterna. (C ontinu,azi•one e fin e; vedi rtum. P'r ec.) .

Secl. ant. - 20 oll. ~residen za : Prof. C. FR UGONI.

R isposta dei Relatori. ll. ILVESTHINI (P erugia) . - Ptingrazia lutti coloro ch e h'anno portato nella discu ssione ammaestramenti ricavaiti d alla loro p er sonale esp erienza . Al collega Frugoni , che ha ricordato il minore o rr1agg ior grado ct 'invasione san g uigna da parte di ba cterì riunitj nei foci , dice di condiv id ere co11 lui l 'opinione cl1e l 'estirpazione del fo cus possa g-iovar e an ch e quando c ·è una certa ·cliffusione b aic terica . È noto ch e in certi slati l ieYemente setfjcemici cl ella polmonite, d ella tifoide i germi che ·si i solano dal sa n g u e sono poco virul enti ed h anno talora alcuni d ei loro caratteri biolog·ici mutati: gli st essi germi della tubercolosi circolanti n el sa n g u e possono non svilupparsi in cultura o mos1rare una virulenza molto attenuata. A proposito di sen sibilizzazione e di nefriti emat11riche a11nunzia che per esperimenti fatti n el1'Is tituto da lui diretto - esperi1nenti an cora in n11mero troppo scar so per trarne deduzioni sicure - ri s uJ terebbe ch e inie llar1do una cultura ·sterile cli colibacillo n ell 'arteria r en ale di conig Ji preparati con altra tossj n a si ottiene in un 'alta perce11 tuale degli animali così trattati la nefrite emat11rica. Ringrazia i colleghi Cesar-Bianchi e Greppi p er i con tributi portati a riaffermare l a conclusione della I-telazione sfavorevo le all'intervento chirurgjco n elle degenerazioni parenchimali e n elle glomerulonefriti diffuse. Fa osservare al collega Antonelli che delle sue osser vazioni ha tenuto conto nel suo lavoro ricordnndo le g lomerulonefriti se11za ipertensione. La 1ne:1ncanza d 'iperten sione può esser attribuibile allo ·stato del cuore, come ammette lo stesso Vol hard , o, come da altri osservatori è stato dimostrato, d a ipotonicilà vasaJ.e, o forse, come si potrebbe pen Sfl r e osserYando preparati i stologici di certe glomerulon efrili , dal modo con cui il p.rocesso infiam111atorio colpisce il glomerulo p erchè, mentre in certe glomeruliti i fatti infiamn1atorii sono adden sa ti allorno al picciòlo del glomerulo, in altri i11t c·r es an o le anse così che ·s i può pen sare a un:l. esclusione d elle anse stesse e quasi ad una diret la con tinuaz ione d ell 'arleria afferente nella arteria effer ente. E. M1 NGAzz 1 1 (Roma). - 11 l~ . ringrazia tutti coloro ch e son o i11 lervenuti nella discu ssione del tPma di relazione portandovi il loro contributo perscinale, la lor o preziosa collaborazione. In coml)]esso si può dire che non vi sono ·state voci discordi. L 'accordo i può dire veramente pacifico e complelo . Il l)r of. Lasio ha clis ti11to e n[lam en le le varie n efriti m ediche dalle form e di n efralg ia ematurica e dolorosa. Il R . è perfettam ente d 'accordo con luj cl1e q11es le rlt1e ultime forme doYrebbero esser e rndiale dalle n efriti tuttavia ques ta d ecisione così drastica trova la sua limitazione ne] fatto ch e effe l t iva1nent e le n efriti em orragich e qualch e volt a lroYano il Joro s11bstrato anatomico in nefriti

pn~cellari.,

.nefrili p arziali dt11lgue 111a Yere e proprie n13fr1t1. La forma di nefrite aposten1atosa co11 ascessolini miliari guarisce co11 lo ·scap sulamento è vero ma anche ques ta è u11a for1n a che deve e::-sere . escl~sa d alle forme mediche nelle quaJi predo1n1na il concetto della non suppurazione. Il suo c~n tributo di due casi coll irna con la nostra esper1er1za, e che è quella di altri autori. Il contrasto da lui accerlnato: l a d1ve1f3nza profonda trai sint o1natologia clin ica e subjettiva cla un lato e r eperto anatomo-patologico dall 'al tro è p erfettamen te esatto e conferma qu nn Lo hanno d etto altri tra i quali da noi il Giorda110, il Gallizia e noi stessi. Di Jura ha accennato lo stud io sulla colibacilluria ecl è d 'accordo con lt1i quando affer1na l 'importanza dei vasi polari inferiori renali nell 'attecchimento del germe. Ma questa anomalia vasale non sempre si trova e del resto le cause di r allentamento del circolo possono essere molte non esclusa la discenesia delle vie urinarie superiori con tutte le sue conseguenze. 'Interes·santi sono i casi del Ciminata di cui il R. c~n.osce:va i lavori per averli letti personalmente e I esito infausto conferm a purtroppo la inefficacia d el! 'intervento chirurgico nelle nefriti croniche . La cura del fo cu s sul quale con tanta autorevole.1.:za h a in~:;j s tito il p1rof. Fr11goni rappresenta un pnsso avanti nella cura clelle nefriti in quanto che l o s~opo .~ ell~ inedicina è veramente quello di preYe n1re p1u d1 qu ello di curar e. A l\1ar colongo si può osservare che n elle nefro·si d a sublirrt:llo la fenomenolog ia renale è una par1 r del tutto : i amo d ' accordo che il sintomo minaccioso è l ' anuria. Se si può averne ragione si può nJvnr e l 'individuo ma d agli studi di Gaal risulta r l1r• l 'elemento vascolare non è affatto in ler essato : perciò qualunque in tervenlo clirettamente o indirctlq1ne11te stt di esso d eve forzatan1 ente rimanere ~e 1 1 za risultato. L 'efficacia della terapia con il cloruro d i ·sodio deve essere sempre tentata poich è ha g ià dulo i11 inano cli parecchi autori risu ltat i ir1 ~ p eraiti.

B lieto ch e il prof. De Gironcoli abbia river1d icata ques ta g loria italiana è ·proprio vero ch e « nemo profetai in Patria n. Si rallegra vivamente con il prof. CapJJelli cl1e h a })Ortato un 'importan1 e

casistica. In concl1~sione al R . sembra che tutti si è cl 'accordo. Sed. ant., ore 9 - 21 otl. Pre iden za: Proff. C. FRlrGONI e L. D 'A:;\L\TO.

Adiposità e magrezze patolo giche. . Prof. F. GALDI (Pisa), Relatore con Ja collaborazione ·dei proff. C. CASSANO. G . ~10NASTERIO, G. LAl\II. (Riassun t o) .

Quali son o innanzi tutto le adiposità e l e n1 ngrezze, cl1e, ·secondo lo spirito del t ema debbono essere con siderate con1e p a tologich e? e11 ·ambj lo d ella fisiologia si possono identificar e lati di a<li po ità e di rn agr ezza, dei quali l a J{elazione non cl evc ocCUJ)ar s i e ch e per esser e lega li al tipo m orfologico o costituzionale dell 'indivjduo (m ega1oplan cnico, jpervegetativo, co11 prevalente oric11tnm e11to an aboli co d ei ricambi ; n1icr osplancnico, ipo, cget a tiYo, con pre,alenle orjrn lament o rntn-


fA1'NO

ÀLTII,

~Uì\-l.

48]

SEIZIONE PRATI CA

bolico) Ya11110 d enon1i11ali cos tiluzi on,a li; il l oro campo confina insen sibilmente con un a ltro campo di obesità e magrezze, ugualment e cos tituzionali, che però s i indicano com e patologich e aYen<lo assunto caratleristiche morbose vere e proprie, obesità e Jnagrezze ch e, per intendersi sulla cl1i arezza d elle denominazioni, vengono indicate co1ne essen ziali. In esse domi11a il fattore ereditario, e 11on si rie ce, allo stato attuale, a scoprire 11essuna al Lerazio11e di g hiandole a secrezi o11e ji1 ler na o di ce11lri nervosi e Yegetativi, cui poS'sa essere in1p1J Lato rispettivame11te l 'aument o o la cl i iri.i nuzio11e d el grasso, contrariam ente a qua11 to accade J)er altre forme di adiposità e di inagr ezza c h e, per essere riferibili a fattori patogeneti ci n o li , Y<.·11gono d en ominate si nto1n.atich.e o secondarie. La diag·n osi di adj posità o mag·rezza palo logica deYe essere fondat a sopra criteri p onde r al i, rnorfologici e clinici. I soli criteri po11derali 11on on o "en1pre . ufficie11 I i; l 'e·san1 e clinico d el oggetto con rilievo n o11 ·ol ta11 to 'de l su o peso, i11a a n ch e del su o a petto gen erale, d ella d istribttzion e d el t essuto adiposo e d elle condizioni dei 'ari i orgn.n i ed apparati , perinelte di riconoscere le adiposi là e le in agr ezzc e cl i ii1dividuare quelle ch e per i disturbi gen er ali ch e l e accompagnano, o p er i di$turbi r iferibili a condizioni n euro-e11'docrine, Yanno con s iderale con1e patologich e, a nc h e e la loro entità è 11locl es ta. · La Relazion e fa una sintesi della fisiopatologia rlei rvcambi organ ici in rapporto con la r ego laziorie del p cs<>' corporeo, soffer man dosi in partico-

lare sulla fj sio pa lologia del se1tso di fame e sulla r egolazione della Lermogenesi e d el con·su1110 di lusso. Il peso corporeo è r egolato da \111 com1)Iesso e delicatissi1no congegno neuro-ormo11i co, cos Utuito da numerosi centri vegetativi clie11ccfalic i e da u11a cos leJ] azione di gl1ian'cl ole endocrin e, tra cui in1porlanza prem i11ente sp e lla all 'ipofi.i ; qt1est a è , lre lla1nen te solidale, anat om icamen I e e f11nzionalrncr1le, col d ierl.cefalo, 011d e d eve es ere cons iderala co n1 e un tulto unico con que Lo, ·so llo la denon1i11azione di sis tema diencefal o-ipofi sario . La ser1 sazione cli fa rne s i produce i11 conseguenza cli reazioni motorie e secr et orie cl e te rrn in an ti s i a ttraverso l e vie vagali p e riferich e in seguito all a eccitazio n e d el <e cc11tro clell a fame n, am.rn esso da pressochè tulti gli Autori , centro so ttopos1o ad influ en ze in1por1a nti provenienti dal man lclJo cerebrale e dalle g hi an dole endocrjne. Già teoricam ente si po·sson o ammettere a carico d el renlro clella fa ine, disestesie primit iYe e disest esie secondarie di origine corticale, p eriferi ca , or1n o nj C'Lì . il c11 i r is11l la lo con1une è il disturbo d ell a corrE-lazion e 11ormale fra senso dell 'appetito, d al qu ale dipencl c la i11lroduzion e d el cibo, e b isogni Pn ergetici, orga 11 ici. Per la obesità, un aume11to primario del en so dell 'appetito, com e fnt lore qu isi ta1ne n le e ogeno, viene in rr1as·sima n egato <lai Rel a lori; jnvece i disturbi del sen so d ell 'np petito so110 ro mu11i 11elle 111agrezze e hanno n ell a palogenesi di quesli tati n1orbosi un'in1portan za g-ra11di s ·i1na . Qu e ta patog·en~si non è infreq11 e11 le ed a1 1zi vale a spiegare il m aggior ni.1mrro dc i . casi di 111agrezze essen ziali ; que·sti ras i sono fra l 'altro carat teri zza li dalla possibilit à di r aggiu nQ·ere au111r n li cli peso aun1 entando ]a i11troci\1zio11P di r iho. La reyola:ione rie l co 11sun10 -energetico rappre~enta 11n ron1 plesso 111eccani smo di a·d egu an1en lo, per cui alle quo le alin1en tari in lrodotte è commi s11rato il co11 umo d i en ergia. Solo per ques ta ro0rdin a7 ione fi i ol o~i ca fr n intro it o P cli - pendio

2171

og11 i eccessiYO regime alimentare (e il r egin1e co111une è di 11orma caratterizzat o da un eccesso calorico alimentare) n on ·si traduce in accumulo· ahnor1ne di prodotti di riserYa (grasso) e quindi in un morboso aumento di peso. Se nella m assima parte dei casi il peso corporeo r esta contenuto entro certi limiti fisiologici che sono abbastanza ~ssi , ciò dipende dal fatt o ch e l 'organismo 11a ]a possibilj là di i11nalzare il dispendio ener getico in pro1Jor zione al} 'apporto ecces·sivo di alimenti. Comi11cia ad aYersi accun1ulo solo quando vengano superati i limiti d ell a. regolazione che adegua il dispendio al sovrappiù di jntroito, limiti l a cui ampiezza è assai variabile, g ià in con di zioni n ormali. La r egolazio11e clel con sumo energet ico è orientata essenzialrnente in sen so eccitocata.bolj co ; l e quote di consumo e11ergeti co innef:t at e coin e soYrappiù in aggjt1n ta al 1ne tabolismo basale e al disp endio relativo a ] Javoro corporeo costituiscono quello cl1e si dice il e< cou sum o di lt1sso », denon1inazione in1propria poich è si tratta di una regolazione squis itan1en t e fi siologica, lega ta a un soYrappiù di disp endio, da con sider arsi n.on com e un lusso, 1na com e t1na n ecessità biologjca. Le Yariazioni individuali d el peso corporeo, dai g radi iniziali, ancora fisiologici, di a.d iposi costitt1zionale e ·d a quelli di magrezza, sono riportabili e·s senzialmente alle variazioni di ques ta capacità di regolazio11e: la r egolazione del consu mo di lu sso diventa cosl problema centrico nella fi siopatogenesi delle variazioni patolog ich e d el peso corporeo. La quota di g ra11 ll111ga più importante del con sum o di lusso è costituita dall 'azio11e dinamico-specifica dei cibi , la quale rappresenta un riflesso Yegetati vo all 'azione eccitatrice d ei prodotti di scissione (l egli alimenti . La r egolazione ·a el consumo di lu·sso è d unque funzione e. se11ziale del sis len1a vegetativo, neuro-endocri1io. Nella ipoalin1ent azion e si ha p erdita di peso solo qu ando l 'organ isrno con Linui ad avere u n clispendio aun1enla lo ri petto ad un 'introduzione rli calorie ch e pu ò e5 er e anche cospicua. I! 111otore prin cipale delle co1nbustioni or ganich e è la tiroide ; la su rrenale è il m otore ausiliario ch e entra in azion e n ei momenti in cui è richiest o u n brusco aumen lo delle combu stioni ; la preipofi·si ha influenza diretta sulla regolazion e del con sumo di lusso (azion e 'd inamico-sp ecifi ca dei cibi) e ind iretta sul metabolismo b asale attraverso l 'or1none tireotropo (eccitazione d ell 'at tività ti roidea) e inoltre su gli equi libri metabolici intermedi, ossia su gli stretti r apporti fra ricambio <l ei carboidrati e <lej g r<lssi , r apporti alla cut rego1azione prende parte im])Or lantj ssima anch e l 'org:n10 insulare. L 'orn1on e i11su lare produce es·sen zialm ente tre ordini di processi: combustione del g1icogen e, polimeri zzazione <lei g lucosio a glicogene, trasformazio11e clel g1uco ~ io in gra·sso. È evi<len le ch e alla mi sura nella quale il glucosio v ie11e bruciato , trasforn1at o in g r asso, o accumulat o c0111e g licogene (equilibri ch inl ici interm edi re11e1'sibili ) è s lrett a n1en le lega la ]a regolazione d el peso corporeo. La Relaz io n~ p as·sn a st11diare J'etiopal'Dgenesi de lle obesità e de lle n1agr ezze, con s ideran do1e in11:1nzi ttitl o <lal punt o cii v is ta e n erge ti co. È. ovvio p er il principio d ella conservazione d eJJ 'energ ia ch e ogni obesità presuppon e un cii turbo dei bj lanci finali e11er get1ci, o J)er ecce. siYa introduzion~ <li cal or ie, o per d iminl1zione d el dispendio, o per arnbecl11e le cau se: 1' in' erso J) U Ò dirsi per le 1n ;igrezze. In n 111Ti erosi ra. i cli obesità il bilancio p uò a11parir e. ai no~ tri i n con1ple l i n1ezzi rl 'indn -


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(( l L PùL l CLÌNIOO ))

gJ11e, p assi' o (111e labo li"s1110 })asale e azione din an1]co-specifica d ei cibi n ormali ; introduzione normale o in~eri ore a lla i1orn1 a di calo rie); è p erò nt:cessario a n1n1e ltere cl1e esso s ia in realtà attivo , o per 10 rne110 i11 p a r eggio, in virtù di una d in1 in uzio11e del disp endio (e prevaler1 te1ner1 le ·a el co11 su1no ùi lusso) ch e sfu gge a uua <li111oslrazion c SJ)erin1en La le di r etta. Il nucleo della questi o11e <'· pP.rò in cerlo , enso indi pend en le e a11teriore r ispe tto alle co nd izioni del bil anc io e consh;le ne11a ab11or111e Le11de11za ad acc un1.ula r e e trattenere g rll•S o. L a urne1L lo c.lell 'appeti lo e la sovr aliJn en t azione n on conduco110 di per è s tessi a Il 'ob esi là , corr1e i1on vi ro11dl1ce i1ecessari a111e 11 le Ja ctin1 in u zione clel di p endio ener ge l ico, p e r l 'e11tra la i11 ft1nzione d e i ineccanis1ni di r egolazio11e. P e rla n to la Yoracit à che s i osserYa in alc11ni oliesi n on d ey 'essere con·sider a la com e fenomeno primi Li vo, m a ber1sì second a ri o; l 'obe o ingr assa, percl1è rt1angia di più , ma introdu ce un a quantità eccessiva di mri.leriale nt1triti zjo per un a ln aggiore avi àjtà dei su o i tessuti , dai qu ali p a rt o n o s tim oli più frequ enti e vivacj a l centro ò e lla fa rn e. Perc iò 11011 esis lono adi})Osi1 à esogen e, a.n ch e qu ando il fattore esog·eno (i1)eral in1enlazio11e, inerzia ,ecc. ) s€n1bra. essere in primo piano; esso appar e secon dario ai fattori cnclog·e11i , co n s ist e11ti nella cosi ituzionale au111entala avidità òef t essuti per il ma teriale nutti tizio. 1~ella maggior parte d ell e m agrezze, invece , il fn t lo r e di prin10 pia110 è 1'ipoa]i·m enta zion e. Poi c l1è il fattore clet ermin ::inte de ll 'iJ)Oalim ent azion e è l 'anores ia, 111 0 111 errlo fo11d am en t alment e endogc110, le i11agrczze patolog ich e clehbon o c-u1ch 'esse es5ere con s iderate com e end ogene. In alcuni casi , con1e nelle n1agrezze liroiclee ed eventu aJ1n e n1 e in a lcu11 n1ag r ezze esseuziali , v i è aumento d e] disper1dio (nl11nento d el m e tal)oli sm o ])asale e d el co11·sumo cli l11 s o) e p ertanto su ssis (e mag rezza anche con un apporl o· en er getico 11 0 LeYole. P oich è il si tema n erYoso Yeg·e ta ti vo e le gl1ia11dole end(lcr in c ese r cita110 In lo r o ft1n zione r egolo trice sui le uli , la etio pa1 og·enes i delle ad ipoità e delle 1nagr ezze n o11 pu ò prescinder e n è d ag li app arati r egola Lo ri n è dagli organ i sui qu a] i ess i agiscon o : i l essuU . Qt1es li sebben e so ltopos li all ' in flt1 cnza r egolai ri ce d el ·sisten1a 11 euroor1ncn1ico, b a11no u11a l oro aut o n omi a, oncl e po son o J) rc ...·enlare, oltre arl err ori fu 11 zionnli secon dari a t111 fl is l urho del la regolnzio n e, a n ch e errori }JrimitiYi, a1Jtorloni . ~ell e ncli~)Cl , il n es. en1 iall e in genere in quelle cos tit uzio11ali , regolazione nru re-end ocr in a e tessut i sono co n geni tament e cljsposti ull 'ac,· umulo. éTIZél ch e Si possa (I Ì tjn gtteTC 11 et larn ente qt1anlo ·spetti all 'u11 a e agli altri in tale pa rti colar e a tteggia1r1ent o funziona le. Una djrezionc i1n1)or1 a nte <li ri cer ch e su 11a palogenesi del l 'ol)esi là. clire1 ti va egl1 i la d ai R elatori , è }' icle11 !ifÌCé17l0l1C nei l1leCCéllll ll1l a ltraYerSO j <rurali ... i nla11 i fe la 1n tenclenz:i all 'acct1mulo. Della te i r l1e l 'adi p osità s ia <l oYu1a al] 'e al Iazione d ell e a ltiYilà ~d ipope .... icl1c della cellula ad ilen<i e11za lipomatosa » p o a, donde la ro i<l eti a <lcg·li obesi, il piLt aul or eYole as c rl or e f> ·s tato von Berg111ann. Ln rell ul a ad iposa, an zi il tessuto adj 110. o in sert_o lre lt o, ci appnr e non come inerte depo ito iìi 111a terja]p en er ge lico , n1a rome deput ala a . Yariate e con1ple .. se ft1 111 ioni nel ri c~u11bjo lipidico. ~ [ol t e r icercl1e tanno a J)rOYare che i l t rs~ ulo a tlipo. o clegli ol>e ... i h a J1roprjetà e car a1tt~ ri biocl1imico- fun zion ali diver~ i da quello d ei Jtormali . (>"l i re che della 1i/JOfilin occorre t ener c0rL to nncl1e cl clla ·~pi cc~la id1·ofilin cli tale t eg1

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stilo. ~Ier~ Lre n elle adiposi là si11lon1a licl1e la tend en za lipogena dei tessuti a.1>p ar e eco11daria a u11 cli ~turJ>o n1a nifeslo d ell a r egolazion e endocrina e i1ervosa, nelle a cliposi tà essen zialj tale t e1ldenza sarebÌJe primitiva ed insjta, qu [ll e car at t er e co11 genilo , n el t essu lo adiposo, pure cou la col1ahor azione di un e rrore costituzi o11a)e d ella r egolaz 1011e. L ·err o r e della r egolazione è do ' u Lo nella i11a"'sima p arte rlelle adipo·s ità sinto111alich e e i11 u11 certo 11111nero d1 m agr ezze sintoma tiche, all 'altera zio11e del sislen1a diencefalo-ipofi sario. Tale apparato è in.falli il vero cervello veg·e tativo clell "orga11i ~1110 , ch e r egola e coorél in a i Yarii processi d ella vita animale, .fra l 'altro la fu11zi.one di quasi t utle le g l1iandole a secrezion e interna. Perciò le ali er azio11i ùel sistema diencefalo-ipofisario, oltre a dar luogo ai IJiù diYersi e talora con1plessi di sordini funzionali, si acco111pagna,110 ò i solito art alter azio ni di t1n a o più delle Yarie g hia11dole e11doc;r in e sa telliti. Les ioni d] lale apparato localizza le al solo diell ceialo ocl alla sola ipofisi p ossono provocar e sindromi m orb ose identiche, onde r1on è p ossibil e cli s tinguere l a adiposit à e le n1agrezze d i origir1e diencefalica da quelle di origin e ipofi sa ria . La con cezione unitaria delle adiposità e inagr ezze diericefalo-ipofisarie clai Relatori adottata 11on è quindi doYula so1tan lo a co11s id erazion i di o rdine fisio- patologico, ma anch e di ordin e clinico. L 'anaton1.ia p a t ologica h a svela to inoltre cl1e les]oni appare11 temente identich e cle] ·sis terna diencefalo-ipofisario possono d ar luogo a stati morbos i OJJ]1or--ti: 1'adiposità e Ja magrezza. Adenomi basofili dell 'i1Jofi i sono t ati ri central i n el n1orbo di Cu h1ng·, nell 'acl ir>os i là es enzia le e nel la 1r1agrezza ipofi.sarja; l 'alrofia ·a ella gl1 iand0Ja (in fia1n1 natoria, da emorragi e, da co1npressio11e, ecc. ) può o·s ser var s i sia 11ell 'acli1losi tà diencefa lo-i pofisaria cl1e n el morbo cli Simn1011ds; lesio11i elci pcclu11colo i1jofisari o possono dar lu ogo a d acl i posi li'l od a magrezze, ecc. Si è y jsto inoltre e 11e a diposi t à dic1 1cefa10-ipofi arie nella loro u l Lerior e eYol u zioll'3 po ~sono tra formarsi in inagrezze (morbo d 1 Sirr1mo11ds). L e ad iposità d ien cefalo-ipofi sa ri e si s tal>ili sco11 0 ir1 ·segui lo ad un ò isturbo della r egolazio110 i1eur o-o rmonica d el ri ca 1nl>i o nelle cel lule adipose ed in en so pii1 largo ltelle cellule co1111 etti vali. Tn con seguen za d ell e nl Ier azion i d el centro o d e i ce11tri ch e presied o110 al ricambio lipidico, o delle vie n er vose cl1e li collegan o alla p eriferia, au1ne nt a l 'aYidità d ei 1e t11i per i g licidi e p er i ìipi cli , si r e11d e più in len a la lrasforn1 az ] o 11 e d ei g l icidj jn g rasso e ,-iene i11i b ita la 1110bilizzaziorte (l ei lipidi . Le stes e con segu enze l1a l !ipofl111zione d ell 'ipofisi p er cl1è l 'orm one o gJ i ormoni jpofi·s a,r i che r egolan o i I ri can1 hio Ji pi<lico in seno a i t essuti , agiscono attraverso i cen tri d ie11ceJa Jici ch e ·presiedono a 1ale ricarnbio. Le co11 ~eo-uenze rlella ipofunzione pituitaria r quelle d ella ipofunzione d ei cen lri di encefali ci sono pertant o iden tich e: infatti ques li ulli111i per p()tcre eser citare l a lo r o azione debbono es .. ere so t1ofJOSti co11tin11 amente all o stin1olo degli orm o11i ipofisa ri , onde alla dimi11uzione e all 'assenza d i tali orn1 011i segue u11a insufficien za il ei centri Yei2'etatiYi ; al] 'in contro se i centri son o alter a li ecrli. o rn1 on i ioofisari anch e se secreti in quan ._ ' tit à i1ormoli , non oossono agire p erch è è leso il Joro pttnto di attacéo. An ch e nelle ad iposità die11 cefal o-ipofisarie la cat1sa d ell 'adipo~ i è d0Yl1ta du11 que a un dis t ur})o funzionnle cl e1 le suti e prciéilmente del tes uto adiposo. r h e però, a differ flnza delle adipo$ il à e sen zial i, r cl1iaran1 ent e se"

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cc.nclario ad u11 errore deìla regolazione . È appunto in que lo cl1e la etio1)atogenesi d elle adiposilà cl iencefa lo-i1)ofi arie di Cferi sc..e da quello d elle ad i pos i tà essenziali. Cir ca g li ormoni ipofisari in seg u i1 o alla cui diminuzione od assenza s i s tabili"Scono le adiposi o le magre.lze, convie11e ricor dare c·ì1e Raab 11a d escriLto la lip oilrirta, ch e pro' o cl1erebJ)e l 'accu1nulo clel g r a·s so , m e11tr e Ja oroji si1 in d e ·crilla d a Mag istris Javorirebbe la comLt1 ._ lio n c clei grassi au1nentando l a chetonemi o. Pe r <fttan lo ri g uarda le m rLgrezze diencef alo-- ipofi.i.;a ri P llOn so11 0 evid enti errori tissurali cui possa 0~~ere i 1npu la l n la rnagrezza; quest a appare dovut tl i r1rcce nll 'a11ore. ·sia seco11daria alle · alterazioni dc l s i ~ l e n1a di encefal o-ipofi sario , dove s embra ri s iede r e il cen I r o dell .appe lito; n on s i può però e:::.clud c re cl1e a1Ja ge nes i della m agrezza coll ahorino a n ch e dis lurbi li ssura li . E p er ò o curo co111 c lesion i a ppar enten1 ente u g uali provochino in un caso 1·acliposi ·e nell 'al tro la m agr ezza; s appian10 sol ta11 Lo c bo <li . oli lo nelle magrezze si ri·scon lrn 110 le. jon i })it1 c. tese e graYi . An cora più oscura è 1:1. geue. i delle adiposi (obesità ad impronta plet orica co n virili ino) che si accon1pagnano a s tati rli iperfun zion e d el l 'ipofisi ; se queste in alcuni ·casi pa)ono d ovt1te a.Il 'iper surren alism o second arjo all 'jperpitui I ari'smo, n ei casi in cui l 'ipersurre11ali sn1 0 inan ca e sono presenti lesioni ipofi sar ie, la loro gen e ~ j è ancora misteriosa. Le adipos ità posso110 du11ql.1 e essere dovute oltre che a lesion e 1l el s is1en1a di en cefalo-ipofisario an ch e a1l f1 ipe rfun z ioll e d ella corteccia surrenale. Ma ig 11 0riamo anco r a co111e g li ormoni di quest a ag iscon o ··sui. t essu1 i. L 'ipofunzione d ei s11rreni provoca , in vece, s tati di 1nagrezza, cl i cui 1'esempio più clas-sico ci è offe r to ila quell e cl1e sogli ono accompa-€r11a r si al mor])O cli Acfcliso n , l e qt1aJj so no dovul <' a di, ersi fattori e prinr ipalmente all n anor e, s in secondari a a ll;l <li crini a surrenale. P er qu nn lo ri g uarda l 'e1>ifis i , adipos i là accon1 pagna ge n e rn I n1 C'11tc la 111 acrogenitosomia precorc cli P elli L.:zi C' Sar lc .. c hi. Lél f is iop:.i tol ogiél sp erin1 c11 tale e c lini r n cle1 ì 'e pifi-.~ i è tl.1l lora oscura , n r pu ò ·C(JJ1cl t1der i i 11 J)roposi lo a lc u n chè òi s icuro. :\1ell n e tio pn togc11esi d e lJ c n.dipo~il n no n possian10 o r am ai nl lri bujre }) i1' 1 alcun a i11111orla11 za all n tiro ide, doµ o ch e u11a larga esp eri enza r i 11a cli 111os lral o r hc' i J)O liro i<)j s mi non si acco111pa g na11 0 di r eg·ola acl obes i tn . Il r js parmio d i en er g ia d ovu1 o al n1e l n holi .. 1no bas ale è Yer osimilmente com J)rn . a lo n eg·l i ÌJ)Ol iroicli . n1i d agli altri m eccani rni ·ch e regolano i I pc o corporeo; solo qu an do tali n1ercani smi so110 les i l ' in. t1fficie11za tiro idea si a1cco111pag na acl unn aclipo. i; qu esta non può at trjhuir~ i p erl a n lo all 'ipotirojdisrno, n-. a aò al l ri fntt or i. T1 co n re lto cli adiposità tiroidea è perciò 1111ra111Pn le cli11ico e no11 e liopatoge11eliro, d ovendosi inl<?nnerC' so l lo tal e n om e q l.1elle adiposità c h e ~i acco n1pagna 11 0 ad ipotiroidism o o riferilJil i a fat tori diver. i ?1o n inrli,·idt1alizzabi li e·~a ttam en ­ t e. 1\ella c liopaloge11esi d e1le magrezze l a tiroide 11a invece 1u1 'in1port an za notevole perchè da ll 'au111en lo d elle oRsicl az ionj cl n essa provocat o d eriva un deficit cl cl hilnncio e11er g·eti co e quincti la n1 a-

g·rezzn. Pr r q u n11lo ri g· u arda le gonadi, l 'adiposità ch e segu e al la lo ro i n "t1ffi cicn za od in attività , sembra e sere i n rapporto con i cli turbi ch e si s tabi]isco110 seco11d a ri an1ente nell 'ipofisi ; infat1 i l 'ablazio11e òell e gonnòi o la loro ina ttività no11 è seguita r <--golar111e n le da 11na a<li 11o~i , t11a in alcu11i ca·~i .nn zi rla un a n1ng r ezza (ras lra li mag ri ) , m entre 1" r ea1 io 11i !'rcon<larie <lell 'ipori .. i so11 0 cliYer e cl n

PRi\TJCA

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ca o a ca.so. Gran parle ·d elle adiposità, consider a le co1ne di origi11e genitale primaria , sono evi<l enlem.ent e delle adiposità diencefalo-ipofisarie in cui l 'ipogenitalismo è chia.r am ente ·secondario all 'i 1>opilu i tarismo. L'adiposi tà clima1erica poi sembra essere un a ocf jpo·si1à costiluzional e risvegl ia la dal climaterio. Infine, le insul e p an creatich e s i sono dim ostr at e priYe cli og11i s ig nificato n ella e ti op at ogenes i cleJle acl i po i Là e d ell e mag rezze p a lo log ich e . J)OJ)O l 'eliop at oge11esi, l a Relaz·ion e p assa a stu diare i va ri i ricambi nelle obesi I à e 11elle 1n agr ezze p nto log·icl1e, a. comin ciar e dal ricarnbio en ergetico . Il rn e Lab0Jis1T10 b asale ·nelle adiposi.là è 'di regola n o rn1al e, ad eccezione d elle ad ipos ità tiroidee o co 11 i poti.roidism o secon d ar io, in cui è abbassàto ; l ' élzion e dinamico-·specifica d egli alimenti è di so li l0 scars a nelle adipos i I à di en cefalo-ipofisarie, e a)Jb a la n z:i sp esso di n1 inu i la n elle adipos ità e~C'n.z ial i ; nelle adipo i di t1na cert a enlil à il con su1110 <li o ~ ·igeno n el Javoro mu~coJ are è aumen t at o. e ·c11 do rn agg iore l 'extr a-]a,·or o. Ln tenden za alJ ' in er zia propria di mo11i o he. i p u ò concorrere al llH111 I c11 i m e11 to e all 'au111en lo d ell 'accu111ulo. L a di n1 in uz ion e cle l 111e laholis n10 ba·sD le è di regola clovu lo all 'ipotiroid is rno, n1 en I re Ja d iminuzione d cl] 'azione dinami co- pecifi ca ò cgli n.lim enti nelle ac1j posi tà di e n cefal o- ip ofi s ari e r a ppresenta un err or e n ella regolazione cen1 r ale cl i Lale fen omeno . 1~al i a lterazioni cl ella ler 1n og-e n esi ch e in altre cc.ndi zio:1i n on influiscono sul p eso corporeo p eT l ' inl e r, e11to d ei varii n1 ecca 1d smi r egolatori , ne~ g li ob esi , i11 c-µ i questi mecc.l1n ismi sono alteraI i, cl ehbono co n I rih11ire n11a gene i dell 'adipos i li\. ~ell e n1 agr ez7e il rica111hio en er geti co è sovent e nll er a lo: il n1 e tabol ism o basale è m oll o variabil e in quell e e·s enzialj pur o. r il] ando cl i regola nei l i1n iti clPlla n o rma; e più o iueno co picu ament e attme11to Lo nelle nlagrezze I iro iclee ecl abb a sa1o 11 elle n1 agrezze surren al i e cl ien cefalo-ipofi sarie ( i11 qu es te ultime i n inanie ra ro j)icutt). L 'azione c1irtéln1 ico-specifica d eglj a I ilnenl i è n1ol Lo irregolare JLelle mag r ezze essen zif't li ; r d in1innila n elle 1iroid er r i 11 qu elle òien cefa lo- i po fi ari e. fl defi cit riJeval)ile n e l bilan c io energe ti co clelJ e v:1,ri e 1nagrezze patolog ich e 11on pare dunque doYl1l o ad un con sumo ecressivo di energia, se si ecC'e Lluino le inagr ezze tiro id ee; él n zi le a lter azion i cl eJ ricambio en ergeti co . on o di soli1o Lali (aJ1ba an1ent0 del m eta b o] i·s1110 basa l e e d ell 'azio n e d inamico-specifica fl egl i alimen Li) da favorire i I rispar1nio cli ener g ia , come accad e appunto n e ll a iponutrizione cr onica. ~ r n 11 elle magrezze essen ziali m anca di regola tale ada tt amento alla climi 11uz ione d elle entrat e, e., r ndo alt erati i n1rr1·a · t tismi regolatori del ri r 1111 bio e 11 er ge lico. ~fentrt> n C11la patogene i dell 'a<lipo, ità i fattori e ogeni, serondari a qu elli encloge ni , l1a nno un o scar o sig nificato , nella pa Logen e i d e ll e ma o-r elze sen1bra110 a"·er e rii solito u11 'i111por tan zn di gra11 lunga n11.ggior c; ma la dim inuzio11 e drll 'apporto energ e tico che r appre·senta d i ·olilo la rau a prin cipale della m agr ezza , r , econd a ria a11 'an oressia , rio(' al f a ltore e nd og·e n o fo nd a111cn tale cli tale s tato n1 orboso. In vece n e lla n1aarezza I iro idea il defi cit d el ]) il nn r io energetico è do ulo all 'aum ento cl e lle u ci te (eleYaz ione co J>ic ua d el n1 e1ab olì ... m o h:-i ale) ri spe tt o alle entra te, ch e p os ono an ch e es~c1 rr st1peri ori n ll a n o rn1a. Per quan to ri gt1a rda il ricon1 bio gliciclico. la gJ icem ia ctell .olJe. o è ci i r egola Ho rrn ale a <l ig iu 11 0, n1cn tre dopo cari co g licid ico ubisce , con qual ·


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« IL l>OLJOLINIC0 »

che eccezione, aumenti modesti e fugaci. Il glucosio ·.somministrato all 'obeso per via orale è da questo rapidan1en te e l argamente depositato nei te~suti; la sua combustione, di solito normale, è in qualche caso modesta o n1anca affatto, verosimilmente perchè il tessuto adiposo lo fissa vivamE>nte sottraendolo al fegato ; 1a traisformazione del glucosio in gra·sso nelle cellule adipose è lenta , ma avvie11e più largamente che di norma, dato che l 'obeso a digiuno si rivela povero cli riserYe glicogenicl1e; infatti il quoziente respiratorio n cligiuno è cli solito basso nelle adiposi di una cer la entità e g·li stin1oli attivanti le co1nbustioni (aljmenti, adrenalina, ecc.) provocano un abbassarnento ulteriore del quoziente respiratorio. Ci ò dimostra che le combustioni, sia in condizioni cli riJlOSO che i11 seg·uito ai vari ·stin1oli, si compiono specialmente a spese dei grassi. L 'obeso dunque . all'1che se i11troduce in larga copia i glicidi, 11e è sen1pre l)overo per l 'errore funzionale delle cellule a'd ipose le quali trattengono più largamente j I glucosio sotto forma di glicogene p er poi trasfor murlo lentamente in grasso. L 'erore tissurale che proYoca 1'abnorme condotta del ricambio glicidico Itell 'obeso può essere prevalentemente autoctono oppure secondario a un disturbo d ella regolazione <lien cefalo -.ipofisaria io della regolazio11e neuroendocrina in senso più larg o . . Infatti il taglio clei n ervi , che si distribuisco110 al tessuto adiposo, provoca in questo, parallelamente all 'aumento dei glicidi, l 'aun1cnlo cteJ g li cog·eno. Perta.n Lo i disturbi del rica111bio glicidico nell 'obeso sono strettamente ingranati a quelli del ricambio lipidico. Per quanto rigua.rda il ricambio lipidico , d alle ricerche dei Relatori, che sono le prime sull 'ar go1nento, ri·sulta che i lipidi totali del sangu e sono di regola norm ali n1 a vjcini ai limiti superiori della norma; sono au1nentati solo nel m. di C11shing, mentre nelle altre adiposità sintomatiche l 'aume11to s i osserva solo in qualch e caso. J g rn ssi neutri sono sempre aumentati di regola in misura noteYole, mentre il tasso della, cole·sterina è di solito normale o diminuito e quello dei fosfatidi è quasi sempre diminuito. Dopo carico lipidico, i lipidi totali aumentano di regola in mi sura l)i tl 1nodesta ch e di norma; l 'attm ento è d ovulo a i g rassi 11eulri. Dopo carico g li cidico invece i 1ipidi tota.li diminuiscono a cau sa della diminuzione del tasso dei g liceTidi. La mobilizza1ion ., dei grassi neulri dai depo·siti in con'd izioni normali di nutrizione sembra essere negli obesi più co picu a, forse perchè le combu sti oni avvengono in massin1a parte o esclusi,·amente a spese di tali . ostanze, ma con ritmo normale e talora artch e ritardato. Nella ipont1trizion e invece la mobjJizzazione dei gliceridi è nell'obeso più scarsa che di n orma ; in t ale condizione ·-i svela così l 'errore fun zionale della cellula adiposa con sist ente rtel trattenere con rnag-g iore tenacia le sue provviste di. gra. · o. allorchè questo tende a diminuire. l~e ricer che sul ricambio l ipidico nelle adiposi Là h a·11no svel ato dunque d egli errori che ne chiariscono la pa1ogen e i e cioè: una aun1entata avidità del tessuto adiposo per il g rasso ed una magg iore 1enacia a trattenerlo nella iponu lrizior.1.e. LR tendenza li /JOg e·n a. ainmessa da von Bergmann neg1 i oh<:'·si , ~1uRl e fattore fondame11Lale dell'arlipos i I à, h a I r o' at o dunque l a riprova sperimentale in Laiì r icer r l1 e. '\!ell e lna g r ezze. iuYerc. il ricambio g licidico ba , ' elato errori imputabili a di. turbi d ell a . ua r egolazione neuro-orn1oni ra. n1a , enza alcu11 ig nif1 ca lo per 1 ~ lorn n nt og-<'llr. i . T so!?g-e l I i parrebbero reagire alla immissione in circolo dei gliceridi co1t un aumen to Yera111crl Ie note' olr cl el-

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la loro co1nbus lio11e, quale non s i l1a inai in condi2.ioni nor1nali. Per quanto riguarda il ricambio proteico , d alle poche ricerche eseguite <la altri s lucliosj rjs ulta che nell 'ob.esìtà e is le uua lendenza pro11un ciata alla po'Siti vità d el bilancio proleico, in quanto il g rasso accumulato cos lituisce una riserYa di energia che copre il fabbj sogno calorico clell 'indiYiduo e lo protegg~ perla11to d alla disintegrazione !Jroleica, quanòo gli ven ga fornita la qua11tità di proteina necessaria per l 'equi]ibrio nlinimo . !\1a11c:-1110 ancora ricerche sul ri cambio proteico nelle 1n <:...grezze. Nella acli1>osilà sono prese11ti abbasla11za spe~~o disturbi del ri ca1nbio idrosali1to, doYuli qualcl1e volta a·d alterazio11i re11ali o a11 ·insufficienza cardiaca, ma pii1 'Sp esso a disordini ti surali autoctoni o secondari a dis lurbi della r egolazione ; il tessuto adiposo dell'obeso rivela infatti in alcuni casi la tendenza a tratte11ere insiem e ai lipidi an ch e l 'acqua , donde la denominazione di idrolip ont.atosi: data d a J. Bauer a tale errore. Per quanto rig uar·da l a n osografia clinica, la classificazione proposta dai Relatori si foncl a ~l i criteri essenzialmente e liopatogen etici e disli11gu e le adiposità paoologiche in : A) .~diposità essenziale; B) 1\.ctiposità sin torn a li che; T) Adiposit à e11docrine : Adiposi là tiroi{l ea; 2) A<liposità genitale ; 3) Adipos ità pineale; 4) A.diposil ò endocrjne con1 pl e·s se: a) Obesità ad impronta ple torica cori Yirili smo (m. di Cushing); h ) Malroni sn10 precoce di Pende. II) i~.diposità diencefalo-ipofisarie: 1 ,S in drome cii Frol1lich ; 2) Aèliposi là dien cefalo-ipofisaria propriamente det la; C) Aciiposità circosrr i t te e I i po ma l o~ i . Si è già p a.rlato dell a dis linzjon e fra adiJ)O~ ità essenziali e sintomatich e. La classificazio11e rtelle adiposità endocrine non è stre ttamente etiopi:it ogEnetica, dato che le adiposità tiroidcr e queUl' genitali non possono riferirsi rispet l ivame11te all a ii1sufficienza della tiroid e e delle gonadi. Le pri me so.n o d elle adiposità non ancora note nelln loro etiogenesi , ch e ·si accompagnano a manifestazioni di ipotiroidi mo , le qt1ali conferiscono un as petto particolare all a adiposi1à e permetton o cos] di riconoscerla. Ma se l 'ipotiroidismo r riferi bile ~ò una insufficie11za ipofisaria, l 'ad ipositil d eve essere considera la co1ne dien cefalo-i1>ofi~ari a e non corn e tiroideFI. L 'adiposiln geni lale i1on t\ d ovut a direttamente all a in s11ffi r icnza delle gonadi , ma alle reazioni che gues le rj·svegJiano 11ell t"' altre ghiandole endocri11e, sopra tutto nella preipofis i. Anche in que to caso du11que il concetto cui è improntata la classifj cazione dei RR. non P strettamen t e etiopatogenetico. Per quanto riguarda l 'ar7iposifà pineale ch e s 'incontra nei tumori dell 'eJ)jfisi ig 11orian10 ancora se sia dovuta ad un a <liscrinia cpifi ~ari a OYYero a lesioni (lei centri vege1ativi ro nlig11i i1rovocatc rt ai t11mori clella ghiandola. L'obesità aò impron1 ;1 pletorica con vi rilismo (m. di Cusl1ing j ·sen1brrt e:sere dovuta a cause diverse eia ca o a caso rn il rrtafronismo precoce. ò i P end e a d istur])i p1 urighiandolari: perciò Lalj ad iposità sono s1ntP rlai Relatori con1prese fra le a il i posi là e nrtor ri11r ('on1plesse. Le adiposità .riferibili a lesiioni rlel si stema cliencefalo-ipofisario , le più freqt1enti fra le acliposi1~ sintomatiche e le meglio noie n ella loro e1io1)a Logenesi , si presentano con nsp etti di.versj n e) periodo prepuberale efl in quello postpuhcrale: n el r>rimo periodo sono <li regola d elle sindron1i di Froblich, in cui l 'aòipo~ i è• di .;;olit o 111one ... t;1 1> J1l1 ~ anc)1 e n1ancarc C<l r prC'"Cn lr "oltanto n11 :1 di 1

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SEZIONE Pl\ATICA

·s lribuzio11e abnorme e caratteristica del grasso; i1el seco11do periodo invece, ] 'adiposi è di solito più cospicua e non presenta sempre una distribuzjo11e caratteristica del grasso; essa si accompagna sovente a discrinie più o meno complesse per la parlecipazione alla si11drome inorbosa delle ghja11dole e11docrjne satelliti del ·sisterna <liencefalo-i]JOfisario. Le adiposi circosc,r itte e le lipomatosi costituiscCino ur1 gr uppo a sè, non potendo essere comprese lra le adiposità perchè manca un aumento cliffuso clel grasso, n1a questo si accun1ula in zone li 111i tate; la parentela etiopa togenetica però di tali adiposi con le adiposità sintomatiche è co·sì stret : ta, che non possono essere omesse nella trattazjone dj tali stati morbosi. Per quanto riguarda le magrezze l a, loro nosografia clinica, sebbene molto recente, non è improntata a esatte Yeclute etiopatoge11etiche, nè a crileri clinici. Si è infatti cercafo di disti11guere il niaggior numero J)Ossibile di forme di magrezza patologica, comprendendovi talora stati nlorbosi s i111ili , ovvero profondamente diversi da esse. La classificazione dei Relatori, che corrisponde J)erfetl aJ11ente a qu ella delle adiposità, diYide le 111agrezze in : A. Magrezze essen.ziali: 1) Magrezza da anoressia pri111aria; 2) Magrezza con appetito normale ocl aumentato. B. Magrezze sintoJllati che : I. l\Iagrez1e endocrine: 1) Magrezza tiroidea; 2) Mag.r ezza s urrenale. Il. Magrezze dienC'efalo-ipofisarie. C. Lipodistrofia progressiva . Fra le magrezze sintomatiche, l a 1nagrezza tiroidea si ide11tifica cli11icamente col in . di Baseilo'" complicato a t11agrezza; la magrezza surrenale f. propria degli i]JO urrenalismi gravi, e special11tente dell 'Addison. Le magrezze diencefalo-ipofisarie si identificano di regola col m. di Simmonds. La conosce11za cli qt:est 'ultimo è oran1ai così progredita, con l 'estenclersi d elle os·servazioni cliniche, che s'impone una sua concezione etiopatogenetica e ·clinica unitaria. La magrezzci ipofisaria di v. Bergman ed altre forme di inagrezza ipofisaria debbono essere consiclerate degli stadi iniziali o delle forme fruste d ella malattia e i1on d egli stati morbosi a sè, con1e s'è cercato di fare da parte di numerosi Autori. È praticamente 111olto importante l'esatto riconosci1ne11to di t ali casi: essi ·sono molto più frequenti di quanto non si creda e possono cedere a·cl una cura opo terapica preipofisaria tempestiva. La magrezza cerebrale, di cui esjstono r a rissi1ne os:,ervazioni, è anch'essa di regola identificabile co l morbo di Sim1nonds, il qt1ale d 'altra parte 11011 può essere co1Tsiderato più come una magrezZ:l i pofi aria, pote11do stabilirsi in seguito a lesioni de] solo die11cefaJo. Ancl1e la sclerosi multipla delle ghiandole endocrine rii Falta, sen1plice atrofia delle ghiandole endo crine di Lil1<lema11n ed al tre con simili sindromi morbose debbono essere ormai co11siderate delle inagrezze diencefalo-ipofisarie, essendo identica la etiopatogene-si ed il quadro clinico. Infatti il morho cii Sin1monds è caratterizzato come le p1ecedenti sindro1ni morbose òa11a scleros i e ntrofi::i de11e gl1iandole endocrine satelliti del sistema dien cefalo-ipofisario , secondarie a lesio11i di ques to. _L a lizJodistrofia progressiva è una n1agrezza cir<'t)SCri tta e perciò è sla ta considerata a parte e in appenr1ice, an3logamente a quanto è stato fatto per le adiposi circo·scritte. Essa peraltro deve essere compresa fra le n1agrezze e non fra. le adiposità. cc1n1e è stato fatto da alcuni Autori, perrl1è i ca-

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ratteri fondamentali di tale forma morbosa è la magrezza circoscritta alla metà superiore del corpo e non I 'adiposi, che può anche mancare. L 'associazione di una adiposi ad una magrezza ntllo stesso soggel lo, che s i riscontra abbastanza spesso nella. lipodis lrofia progressiva e l 'evoluzione di adiposi in magrezze (m. di Simmonds) dimostrano come sia stretta la parentela etiopatogenutica di I ali stati morbosi, pur così differenti fra loro clinican1e11t e. 'fale fatto non desta più meravig·Jia perchè sappiamo che stati di adiposità e <li magrezza sono dovuti a lesioni 'd ello stesso apparato e cioè del si·stema diencefalo-ipofisario: le lesioni, aggravandosi nella loro evoluzione, possono provocare processi morbosi opposti. Ma gl 'intimi meccanismi di tali fenome11i ci sfuggono ancora e ·soltanto ulteriori ricerche sulla fisiopa.t ologia del sistema diencefalo-ipofisario, che asso1nma in così pDco ·spazio t a nte e così complesse funzioni , potranno solleYare qualche altro velo. Riguardo all a terapia delle obesità patologiche 1a R~lazione pone in rilievo ] 'importanza , dal punto di vista terapeutico, di un esatto co11cetto diagnostico. Si devor10 anzitutto correggere eventuali abitudini di vita errat e (iperalimentazione, esagerata introduzione 'd i liquirli, alcoolici o non , sedentarietà). Il trattamento fond amentale dell 'obesità essenziale e anche di molte obesità sintomatiche rim ane quello dietetico. Conviene adottare dapprima una dieta i11feriore del 20 % al bisogno energetico, per passare quindi a ridl1zioni più severe fino ad un minimo che le più recenti esperienze tendono a ~issare a circa 1000 calorie quotidiane . La di·stribuzione qual~tativa delle calorie totali fr n proteine, grassi e carbidrati ha per lo meno In stessa importanza, se non maggiore, 'd ella limitazione quantitativa delle calorie totali introdotte. Di esser1ziale importanza è spostare la co1nposizione d ella dieta a favore delle protei11e e a. scapito dci g-rassi e dei ca.r boidrati. La quantità di un grammo di proteine per chilogramma di peso può a11cl1e notevoln1ente essere sorpassata. Le proteine aumentano il con·sumo di lusso ed eccitano I 'attivi tà tiroirlea. Converrà regolare il ricambio idrico limitando opportunamente l'ingestione di Jiqui<lL L'esperienza clinica più recente è piuttosto favorevole al prudente uso dei diuretici mercuriali n0Jle cttre dimagranti. Converrà poi aumenta.re il clispendio energetico correggendo la sedentarietà e prescrivendo il moto. Circa · il trattamento medicame11 toso, è da dire che salvo nei casi di insufficien za tiroidea patente (mixe·dema) il trattamen lo cl ell 'obesità con estratti tiroidei nòn va m ai is1ituito inizialmente, ma sempre se il trattamen1o clietetico severo e razionale 11on dia ri·sultati ; inoltre non va mai istituito da solo, ma sempre in co1nbinaziDne con le limitazioni dietetiche; è dimostrato che senza limitazione della dieta. le sostanze tiroidee di regola non agiscono. Non sono affatto rari i casi refrattari alla terapia tiroidea, per Jn quale non infrequente è una spiccata intolleranza . A11che n ell'obesità essenziale, oltre che s'intende in quelle diencefalo-ipofisarie, p<>ssono es·sere utili gli es tratti totali preipofisari. Circa il dinitrofenolo, si deve ·deplorare che da parte di alcuni A utori si sia passalo al vasto esperimento clinico e all'introduzione nel g rande pubblico, senza, tin adegt1ato stttdio farmacologico e. ·tossicologico. Nella terapia clelle magrezze pat·ologiche è import(lnte accertarsi se non esista un aumento abnor1ne del ricambio. Il più spesso il fattore patogenetico decisivo è cosl i lt1ito dall a lin1it azione òelle en-


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IL P OLI CLINI CO

trate, per cui il più importanle e frequente problema terapeutico è n elle magrezze l 'aumento del! 'introduzione di calorie. A questo scopo provvedimenti tera peu lici speciali ri chi ed e l 'anoressia (cam _ b1amento di ambiente e di clima, terapia su ggestiva, eupeptici, ecc.). Circa la terapia dietetica, il n11mero globale di calorie può st1perare il bisogno energetico totale del paziente del 200 % e più. Conviene poi limitare l 'introduzione di proteine a favore di quella di idrati di carbonio che di grassi. Import an1 e è una abbondante introduzione di vita1nine. ·C onverrà poi cercare di limitare il dispen dio energetico (cure di ripo·so, ecc .). l,e diverse forme di magrezza sintomatica da discrinie sono su scettibili dell e rispettive cure ormoniche . Nella magrezza diencefalo-ipofisaria, an ch e n elle forme gravi, si ottengono sorprendenti su ccessi terapeutici con gli estratti preipofisari . Una parte di n on SC!condaria jmportanza spetta n ella . cura delle magrezze alla terapia del sistema nervoso vegetativo, intesa a combattere la labilità n euroveget ativa , co·sì frequente in questi pazienti. Si è dimostrata utile la combinazione di depressori vagali (belladonna) con depressori simpatici (ergotamina). Seduta pomeridiana - or e 15. Presider1za : Prof. C. FRUGONI e L. D A~IATO. 1

Discussione della Relazione. S. BAGLIONI (l{om a). - La relazione d el collega Galdi e d ei su oi valenti allievi è una eccellente .rivista e n1essa a pu11to di un capitolo importa11tissimo nella me'd icina e nella fisiologia, secondo le recenti acquisizioni della clinica e della patologia. Per giunger e alla soluzione del problema è 11ecessàrio risaljre al concetto delle normali fun zioni del t essu to adiposo. L 'O. fa una rapid~ r assegn a di ques le fun zioni, co11siderandole dal punto di vista morfolog·ico protettivo e come sed e degli scambi biochimici del metabolismo i11ter1nedio. Ne trae alcune con clusioni che possono i111eressare il difficile problema fisio1)a tologico . P. S TANG ..u~ELLI (Napoli). - Alla relazione clel prof. Galdi, densa di dati di fi'siolog·ia e di fisiopatologia, ina ispirata a quel sano realismo clinico che è prerogativa delle nostre Scu ole, nulla si potrebbe aggiungere, t anto essa è co1npleta in ogni parte. Siéll con sentito però so ttolineare il pun lo centrale della r elazion e, ch e il sistema dien cefalo-ipofi sario è il vero responsabile della ft1nzion e 'd i quasi 1utte le gla11dole a secrezione inler11a e ch e r1on è 1)ossibile s tabilire a quali lesioni di questo sist ema sia da attribuire la magrezza e a quali la adiposi Là , se è vero ch e l 'an at omia patologica ha svelélto che lesioni apparentemente identicl1e di ques to sistema possono dare sta li morbosi opposti : adiposità e magrezza. Di qui la necessità, ch e la clinica suggeri·sce, (li fare entrare in g·ioco quelle a11 erazioni di u11a o })iù glandole endocrin e satelliti, di cui il prof. GaJdi h a parlato, e che vanno designate come espressioni 'd i correlazione e di sin er gie um orali e dinamiche. Limitata a più modesti confini I 'importa11za della tiroide e d elle gonadi nell 'etiopatogen esi delle adiposità e delle magrezze, esse ri Jcquistano in clinica al111en o parle della loro posizio11 e ger archica in quant o fanno parte di quel c0mplesso sistema tiro-ipofi·si-genitalich e, in cui , più ch e altrove, si manifestan o correlazioni e con sen-si , preYalen 1e e feno111Elni di « cleficit H. La clinica infatli mostra da una parte q11adri in cui l 'altera zio11 e genitalica campeggia e dell 'altra quadri n10Jteplici ir• cui è mnlngeYole d istrica re 1·aller a-

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zione dell 'una da quella d ell 'allra glando1a. Soccorre il dato terapeutico, secondo la statistica personale dell '0 ., sicchè basta talora sollevare le funzioni <lell 'apparato genitalico per vedere ripristinarsi l'equilibrio ponderale e l 'armonia e la plasti ca delle linee. Questa t erapia genitalica, fatta con ql1esta o con quella fra zione di ormone, merita un posto d 'onore in molti stati di m agrezza e di adiposità. Ma un 'altra g·landola merita 'd i essere attentamente considerata nella patogenesi di molle mug·rezze, il fegato, non solo in considerazione della funzione eccito-catabolica propria, ma anche della capacità di elaborare, a preferenza di altri orgar1i e tessu1i, quei fermenti lipolitici che tanta importanza hanno , per le mo{lerne ricerche, nel rican1bio dei g~assi. Infine, non sarà forse int1 tile passare sotto silenzio la parte di·strofizzante che , più della tubercolosi, h a la sifilide in certe forme di magrezza essen ziale, in cui , per in tenderci , non è possibile a11cora mettere in evidenza una lesione ormonica. In queste mag·r ezze, ribelli a qualsiasi terapia dietetica, ormonica, climatica, un 'indagine e una térapia n el sen so della lue o dell 'eredo lue sarà giu stifica!a e spesso seguita da brillanti risultati. L. GIUFFRÈ (Palermo). - Della completa ed esau ri ente Relazione d el prof. Galdi e dei ·suoi collab0ratori è la parte ch e rigu arda l 'etiopatogenesi qt1ella cui è . tata ri chiamata di più l'attenzione. In proposito si limita acl osservare in via }Jrelimin a re ch e la genesi della grassezza e della magrezza è in tt1tto legata all'attività d el m etabolismo organico , poich è è evid ente ch e se prevale quella della fase anabolica si verifica l 'accrescimento dei tessuti e'cl è favorito in essi il deposito e l 'accumulo clei g ras·si; e viceversa se prevale l 'at ti vità della fase cataboli ca, ed è innegabile che sull 'una e sul1'altra fase influisce moltissimo la fun zione regolatrice del sistema endocrino simpati co; per cui si sono distinti tre gruppi di glandole, l ' uno eccitoan abolico e l 'allro eccito-catabolico. Pertanto in alc11hi ca1si la g rassezza patologica è dovuta a disfunzione delle une o delle altre gland ole. Però non bisogna esagerare. In molti casi bisogna dare la maggiore importanza all 'alimentazione scarsa o sovrabbondante, al la vita attiva o inerte, all 'eccesso o cl ifetti di esercizi m u scolari, ecc. Quanto all 'alimentazione ha molto in1port anza , così è i1oto, n on solo la quantità dei cibi e delle beYande, ma anche la qualità, e <JUesto è ben noto agli allevatori cli bestiame; ed è noto quan1 o ai grassi, che alcuni individ11i as·similano meglio quelli di ori gin e animali, ed altri quelli di origine vegetali: e che alcuni casi cli ma.grezza so110 dovuti ad una vera carenza di assimilazione. Certo quest e osservazioni, e le altre ch e rj guarctano il t en ore della vita in genere e tante altre a.r1cora, · si riferiscono prin cipalmente all 'ingrassam ento o dim agramento in con'd izioni fisiologiche, n1a da questo alle patologich e è breve il passo. È il cl eterminismo clinico, ch e n ei singoli ca·si ci deYe guidare all a valutazione di essi . G. Bonnt.rso (Roma). - Ringrazia anzitutti i ~e ­ la.tori ch e hann o voluto ricord are nella loro mirabile relazione le u e ricer ch e con cern enti 1'azione esercita ta da alcuni estratti ipofisari sulla lipe1nia nell a m agrezza, sulla li]Jemi a e chetonemia r1ella obesità ed è li eto di con statare che essi hanno po tuto confermare mol1i d ei ri sultati . d a lui o!te11uti, ro1ne a.cl e e1npio per qua11to riguarda 11 decorso piane~gi a11le nelle curve lipemich e cln ca ·


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SEZIONE PRATICA

rico lipidico negli obesi, che n ncl1e l 'O. co111e i relatori, ha interpretato in possibile rapporto ad una aumentata Jipofilia ti·ssurale nel se11so di Bergmann. Giusta1nente è stato nolalo cl1e le sue osserYazio_ i1i sulla magrezza no11 rientra110 strellamente nel! 'argomento trattato dalla relazione, perchè esse riguardano sopratutto casi apparte11e11ti alla così eletta cachessia senile; inoltre che i dati cta lui ottenuti non possono essere parag·onati a c1uelli dei f~elatori perchè ha determi11ato esclu·sivamen te lg_ frazione petrol-eterea del sangue e aggiunge perchè le curYe da lui ottenute sono state tracciate serYendosi di determinazioni orarie esegui le nello spazio di quattro ore dal carico, mentre i Relatori hanno praticato la determinazione dei lipidi dopo tre e sci ore dal carico. Crede però di dover far notare che dei 12 casi da lui studiati otto erano rappresentati da individui affetti da cachessia senile, ma in due si trattava di magrezza con sinto1ni diencefalo-ipofisari (in individui rispettivamente di 54 e 34 anni), in d.ue infine di caches·sia cancerigna, casi questi ultimi, che possono servire di controllo. Trattasi certamente di materiale tropvo scarso per autorizzare a conclusioni categorich e, tuttavia colpisce il fatto che in sei casi su dieci, sia che si trattasse di cachessia primaria dei vecchi, sja di. magrezza diencefalo ipofisaria, ri·s ulta dal confronto delle due curve lipemiche, ottenute da ciascun soggelto praticando u11a prin1a volta la curva lipemica da solo carico di grasso , una seconda volta da carico di grasso e contemporanea iniezione <i i un pr~parato ipofisario, special1nente ricco di lipoj _ trina (Pituisan Sanabo), una reazione anormal1nente intensa allo stimolo dipoitrinico. Nei due casi di cachessia cancerigna si ebbe invece un con1portamento del tutto normale. Normalmente è stata osservata dal Raab in inclividui di età media u11a differenza tra le due curve,· rispettivamente da solo carico ljpjdico e da carico lipidi co e contemporanea iniezione di lipoitrj _ ria , cli 49 milligrammi e da lui, in soggelti anzinni, di ,57 milligrammi per cento; la 'd ifferen za media nei casi di magrezza da lui studiati (co111 presi i 4 casi di cachessia senile a comportamehlo normale) è stata di 87 milligrammi. In un caso di magrezza (liencefalo ipofisaria la differenz:t. tra le due. ~omme era enormemente accentuata (149 mill1grammi mentre in individui normali ho ottenuto una diminuzione massima per opera della lipoitrina di 62 milligraim mi). I~ lieto di poter constatare che i Relatori hanno trovato un comportamento simile in un caso di morbo di Simmonds da loro stuò iato in cui, 'd opo iniezione cli un estratto totale di ipofisi anteriore , la lipemia era sce·sa alla sesta ora al di sotto del livello iniziale, mentre nella prova precedente con solo cctrico di grasso la lipimia non aveva presentato modificazioni evidenti; fenomeno quest 'ultimo che ha potuto anche l 'O. constatare in un suo caso. E: però da notare che nel caso di Simmonds, studiato dai Relatori; la cospicua òiminuzione era a carico dei fosfatidi. Il comportamento da lui trovato nella magrezza fa spiccato contrasto con quanto è stato osservato dal Raab e clall 'O. nella obe·sità in cui di regola si constata una diminuita o mancante azione della lipoitri11a ; per quanto riguarda l 'orofisina ha pot11to din1ostrare nelle sue ricerche s11gli obesi che i.11 questi n1alati Ja sua azione è assai più debole che normalme11te. Poicl1è ònlle ricercl1e ili Raah , Coope e Cl1an1berlain , teppuhn, ecc. ri l1lta cl1e l'azion e fi sio-

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logica della lipoitrina consiste i11 una dimjnuzio11e del grasso circolante e assorbi1ne11to maggiore di questi nel fegato , ove verosimil1nente ne prepara. a11che la distruzio11e, che è condotta a termine da11'orofisi11a, sembra logico ritenere che nella mag·rezza si abbia accanto a una più spiccata diminuzione dei grassi dal sangue circolante un loro magg'iore assorbime11to da parte del fegato, che quindi ii1 n1inore misura possono essere veicolali e accu 1nuJati nei depositi periferici. All 'O. sembra che questo punto di vista sia con fermato da su ccessive ricerche eseguite da l11i insieme con il dott. Iluggieri. Sono stati studiati ol Lo casi di cache·ssia senile e determinati i valori della chetonemia a digiuno, dopo carico lipidico, dopo 'detto carico e contemporanea iniezione di lipoitrina (preparato usato Pituisan Sanabo) metodi di determinazione Engfeldt-Pincussen; Rappaporl. E stato co11stalato che: 1) il tasso dei corpi che lo11ici nel sangue a digiuno nella cachessia senile è compreso entro limi ti 11 o rmal i ; 2) le curve ch elonemiche da carico di grasso llJOStrano un aumento dei corpi chetonici spesso già evidente dopo un 'ora dal carico, ma·ssimo alla quarta ora. 3) caratteris lica della n1agrezza è invece l 'inversione del normale effetto della Lipoitrina, aumento evidente, sebbene non molto forte, dei corpi chetoniéi per iniezione di Lipoitrina (invece della leggera diminuzione · propria dei normali), che fa spiccato contrasto con quanto è ·stato già o~servato dall 'O. nell 'obesilà. Questo speciale modo di reazione al Lipoitrin sembra all 'O. debba essere considerato in rapporto con la intensa azione esercitata dellai Lipoitrina sui grassi nel sangue circolante nella magrezza endogena per cui una quantità di grassi 11oteYolmente superiore al nor1nale vie11e a·ssorbita dal fegato. Con ciò il fegato deve al taccare una quantità di grassi molto maggiore che normalme11te; si può qui11di an1mettere che le sue ri serve glicog·enicb e no11 sia110 più sufficienti per svolgere completament~ la loro azio11e anti chelonica rispetto alla sovrahhondante quantità di grasso attaccata ed è perciò constatabile un aun1ento dei corpi chetonici nel sangue per iniezione di lipoitrina. All 'O. sembra però logico ritenere, in accordo con i relatori, che nella magrezza il fega Lo possegga cospicue riserve glicogeniche, perch è, an che nelle ·speciali condizioni sperimentali suddette, la chetonemia1 provocata si mantiene modesta; queste ricerche jndicano an che che la lipoitrina oltre che agire sulla adipopessi da parte del fegat o può anche intervenire nei processi di ciis1ruzione intraepa tica dei grassi. Deve inoltre ri cordare le ricerche di llaab che hanno mostrato che l 'iniezion c 11ei ventricoli laterali e nel terzo Yentricolo di piccole dosi di lipoitrina ha un effetto così forte come non si osserva mai ir1 seguito a iniezione sottocutanea an che con grandi dosi , che l 'azione della lipoitrina manca dopo le·s ione meccanica della regione del tuber cinereum , dopo taglio degli splan cnici, per parali si .farmacologica dei centri del cer vello intermedio da antipirelici a plin to di azion e centra1e, per paralisi del sin1patico con ergotan1in n: per avvelenamento del fegato con fosforo , ri su 1lati che sono in perfetto accordo con quelli di '\iVertheimer che djm ostrb ch e òopo la sezion e del rrdd ollo all 'a] tezza del ' 'I _,~yy cer Yicnle i o serva la co111pleta m anca111a òell 'arc11n111lo di g ra so nel


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{{ IL P OLICLil'iICO

fegato che in condizioni norn1ali segue all 'avvelénamento da florizina.. Dunque perchè la lipoitrina agisca è necessario la integrità della regolazione nervosa; es·sa agisce attraverso la stin1olazione dei centri .del cervello intermedio. Per queste ragioni ha creduto di dovere a1n1nettere in accordo ·c on Raab che nell'obesità esista uno stato di diminuita o mancante capacità di risposta dei centri diencefalici alla lipoitrina e all 1orofisina, nella magrezza uno stato di maggiore reattività, il quale nella cachessia senile potrebbe riportarsi a disturbi trofici, probabil1ner1te di origine vascolare; ma co11 ciò naturalmente non si vuole giungere a una spiegazione della cachessia senile basata sola su alterazioni neurovegeta1i ve, alla identificazione di essa con la n1agrezza cerebrale e tanto me110 ad una riduzione a q11est1ultima di tutte le forme di magrezza. L 'in ter.pretazione fornita dall 10. ai risultati otter1uti sembra perfettarnente in accordo con la concezione ~isiologica neuro-ghiandolare di Pende secondo la quale il secreto ipofisario· agisce sui centri della regione ipotalamica cc centri stimol:ttori del siste1na nervoso vegetativo, delle ghiandole endocrine (ge11itali, tiroidi, surreni) e del fegato, organo esecutore dci processi del ricambio materiale ». Interpretazione dunque che, se tiene a porre in luce l 'importanza del ·sisterr1a diencefalo-ipofisario, non vuole, co1ne è forse sembrato ai Relatori che l '0. intendesse, dare delle varie forme 'd i obesità e di magrezza una .spiegazione patogenetica unilaria centrale. Tanto var.rebbe voler dcsu1nere dai rh~ultati delle pu11ture diabetogcne un 'orjgine centrale di tutti i disturbi del ricambio degli idrati di carbonio·! La speciale reazione. alla lipo~trina nell 'obesità e n ella magrezza non fa altro che mettere in evidenza ·un fattore centrale, che può essere presente anche in casi in cui inanchino altri sintomi rontgenologici clinici di forma cerebrale, Illa che per quanto importante rimane pt1r sempre uno dei fattori. Nelle ricerche l 'O. ha espressamente e·sclusi i casi ·di magrezza tireoidea e gli sembra evidente che i disturbi dcl ricambio vadano studiati partilamente nelle diverse farine di magrezza. N. P ENDE (Ro1Tla) . - L (J. afferma che i confini divisori anche relativamente labili, ammessi dal relatore tra adiposità rispettivamente inagrezza - fisiologica e adiposità - rispettiva1nente m agrezza - patologi ca , 11on sono sos tenibili n~Jla pratica: nes·suno può accettare che l 'adiposità o la mag rezza diventano patologi ch e quando il p~ie11te presenta sintomi clinici di sofferenza: n1olte gravi adiposità e 1nagrezze decorrono asintomatiche, con apparente salute. Neppure è accettabile la distinzione in essenziali e secondarie: una adiposità che per un medico appare essenziale o criptogen etica per un altro che arriva a scoprirne il fattore, per es. ~ in una insufficienza ipofisaria, dive11ta secondaria. E co·sì non appare sempre giu stificata la distinzione . d elle adipos ità e mag rezze patologich e in cos titu.zflon ali e acquisite, e l a compren sio11e in q11esto seco11do g ruppo d elle adiposità e inagrezze Cla lesioni end ocr in e. Si sa r l1e il fattore endogeno e costituzi on ale, n elle e11docrinopatie, è sempre presente , il fattore esog-er10 è accessorio. Infine l 10. cr ede che 11on è pos·sibile cli ~tin gu e re olJesità e mag rezze d'origine cellulare o ti ssurale p rimaria, da alterato m e labo1ismo protopatico dei lf ssuti , e obes ità e n1:tgrezze n el.1 roenòocrin opatic l1e. Fin d a i primi ssi111i g iorni del la Yila e11do-

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[A~No

XLIII, i\uì\>1. JSl

uterina tessuti e sistema regolatore neuroor1no11ico, cioè org·ani regolati ed organi regolatori del ricambio, si uniscono in n1aniera indissolubile: possian10 dire perciò che in ogni adiposità o n1agrezze, specialmente in quelle localizzate e seg1nentarie, si può in:vocare un fatto,r e tissurale pri111a~ rio accanto a fattori neuroe11docri.ni . • Riguardo alla classificazione pratica delle obesità e magrezze, l 'O. crede che la migliore è quella in ipercriniche ed ipocriniche. Vi sono obesità ipocriniche come q,u ella ipotiroidea, ipopj tuitarica, ipogenitale e plurigJandolari, ed obesità ipercriniche come quella da basofilia ipofisariat da ipercorticalismo, da iperpancreatismo, da iperLimismo, ed anche da iperluteinismo. E così i11ag·rezze ipocriniche, come quella ipofisaria fino alla cachessia di Simmonds, · quella da iposurre11alisrr10, da ipopancreatismo, ùa ipotiroidismo Iino alla cachessia tiroidea, perfino da ipogenitaJisn10, perchè la castrazione può anche essere seguìta cla 1nagrezza, non sempre da adiposità. L 'O. ricorda poi una forma di mag·rezza periodica ipoipofisaria da lui studiata, in associazione coll 'ad)11amia periodica neuroipofisaria pl1re da lui indi Yidualizzata. E ricorda poi le magrezze ipercrinicl1e 7 corr1e quella ipertiroidea, e quella iperpituitarj ca. La stessa glando1a malata, come l 'ipofisi, può dare adiposità ipofunzionale ed iperfu11zionale, magre1.,.. za ipoc1ir!ica e magrezza ipercrinica. M. lVIEssINI (Roma). - Rig·uardo all 'importa11za che le alterazioni del ricambio idrico ha11r10 n ella patogenesi di alcune obesità, richiama l 'attenzio11e Sl•lla funzione cl1e il timo ha in detto ricam1Jio. Si basa soprattutto su osservazioni clinich e e speri1nentali e riaffermà il principio che il ti1110 deYe essere considerato co1ne una ghiandola fu11zion n nte anche nell 'adulto. Accenna infine ai r apporti fra così ·d e tto stato timicoli11fatico e obesità. ~~ GREPPI

(Siena). - L 'O. si ·sofferm a a parlar e delle obesità così dette iperto11iche: denominazione empirica non comune ed espressiva , perch è compre11de in genere tutti g·li stati di floridezza 1tutritiva con eccesso ponderale combinati a ipertonia arteriosa, a note vasali e sanguig11e cli ti1)0 pletorico, spesso anche a diabete iperglicemico ed a segni vari di neuro-artritismo, domandandosi se per obesità ipertonica tipo Cu·shing si deve intendere solo i casi a sind.rome completa e graYe con tutto il complesso mefabolico e fun zio11ale con il documento anatomico del doppio ade11oma-preipofisi basofila, percl1è se così è, certamente non è allora. conti11genza frequente fra tante obesi lit e pletore ipertoniche più comuni e più modeste. L 'O. si chiede cioè se la sindrome cosi definita in sen so stretto 11on possa considerarsi come par ad ign1a clinico e patogenetico ·per quel inondo assai più vasto di obesità associate a ipertonia , pletora, diabete, 11euroartritismo che più giu stamente si dovreb,b ero chiamare florid ezze o eccessi nutritivi a tipica impronta costituzionale , ma che inso1nma p er i ]oro a·spetti qualitati vi ripetono assa i spesso in modo chiaro le note proprie del m . (li Cu shing. L 'O. simpatizza person nlm ente con ques ta idea e comr primo esempio di osservazione cli11ica giudicata ad hoc si permette di prese11tare per so111n1i capi l 'esperjenza raccolta durante 1T su o soggiorno medico in Sicilia. Su circa 600 jndividui veduti a priYata co11sul lazione. l 'O. r iferisce cl1e ben J50 (95 u omi11i e 5,5 d on 11e) ern n o sogge tti più o m eno iperlonici in . a lto o in ten d r nza. floridi ipernulriti in ecce·sso ponderale, più o n1e110 fra11can1 ente obes i.


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SEZIONE PRATICA

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Stilla se1nplice osservazione clinica, sui pochi ridi questa par lJ~olare ca lego ria di infer111i, se· no lieYi funzio11ali , sulla storia individuale molto di assai difficile esecuzione: si tratta, co1r1e è SJ)E'SSO significativa, l '0. crede 11on solo giustifii1oto, di soggetti che non si prestano ·cli solito ad cato, n1a quasi i11evitabile l 'affermare una netta assoggettarsi a lungl1e ri cerche e cl1e ·s i s tancano impronta tipo Cushi11g pen almeno 20 di queste pre·sto; ciò non perta11to alcuni dali che n e1la CJj. pazie11li, anche senza pretendere caso per caso, i 11ica di Palermo sono stati rilevati sugli elettrocaratteri completi ed estremi della ·s indro1ne illuJi ti del siero di sangue, gli sembrano deg11i cli essere riferiti. strata dal ge11iale neuro-chirurgo americano. Poco o nulla si è rilevato per quel che con cerne Riconosciuta l 'impronta Cushing netta per u~ nt1mero considerevole di soggetti, viene fatto d1 _ il calcio: in tutti i casi che ha avuto occa ione di esa1ninare, sia in obesi che in sog·getti })a tologidomandarsi quali differenze e quali somiglia11ze ca1nente inagri, il ta·s so calcemico si è riYelato esistono e se di più grado o i1iù di qualità, fra normale . ~er quanto riguarda il magne ~ io, ha i pazien'ti così definiti e tanti a1tri. sogget~i che! notato viceversa un co1nportamento che ~ e111]) ra vur restan·d o lontani da quella misura di ~atti degno di interesse: in alcune sindromi frohlichiarriorbosi, figura110 tuttavia nel ca:r:i1:po medesimo ne dall 'O. esaminate, il tasso magnesien1ico era della floridezza ipertonica con poss1b1le avvian1enr1ormale, se pur ai limiti inferio.ri della norn1a; to verso l 'obe·sità e i 'ipertensione. in due osservazioni di sindron1e di Cusl1ing i11L'O. pur ritene11do che tali casi non siano da vece1 si aveva una 11etta e 11otevole ipern1agn es ieconsirlerare al trel tan lo Cu shing, tu l tavia in buona mia che, ripetuti i dosaggi alquante volte , si d ip c:s rte di c1uesti pazienti si può sorprendere una mostrò co·s tante. In questi infermi si aYeYa co11gradazio11e di note metaboliche e funzionali , come t emporaneamente iperprolanuria di grad o più o se tu l lo il con1plesso di tender1ze e fatti si svilupmeno elevato. In una infer-1na, cui a scopo t erapasse da una sorta di nocciolo centrale relativapeutico fu praticata una serie di applicazi o11i di mente uni tn.rio. r aggi Rontgen sulla regio11e sellare, sì assistè co11È assai ])robabile cl1e riel sistema diencefalotemporaneamente al migliorare delle condizioni i})ofi·sarjo ed i11 r apporto facile ma non assoluto generali, al ritor110 n ei li1niti norn1ali del tasso co11 l 'elemento basofilo, esista u11 nocciolo, cen 1nagnesiemico ed alla scomparsa della prol anuria. trale, unitario, respon sa])i]e ·d ella sindrome d ~ Cushing. ~ poichè da tutte le ricerche attuali Per quanto rig·uar(la il ricnmbio glicidico. è inemerg·e l a. spicca la frequenza del basofili sm? ipot eressante, a p arere dell 'O. , quanto ha d etto il fisario nelle ipertensioni i11 ge11ere e molte d1 queprof. Cassano. Accanto agli obesi p erò, cl1e egli ste offrono parallelamente note tipiche di floricosì b ene h a tratteggi at o, 11ei quali gli zu ccl1eri dezze nutritive non è affatto azzardato pensare cl1e s omminis trali m odificano solo ir1 misura mocl~­ quel nocciolo centrale interessi no11 soltant o il stissima e fugace il tasso glicernico e la glicen1ia grande q1;adro alla Cushing, sulla b ase del dOJ)a digiuno è sistematicamente n orn1ale, y j sono IJio ade1101na, m a ancl1e i più comuni e facili comgli obesi prediabelici e quelli addirittura d iabepl e·ssi di obesità pletora ipertonica cl1 e n on diffetici, e spesso s i a ssiste ad un g raduale l)assaggio ri scono se i1011 quantitativamente dalla sindrome dall 'u11 a all 'altra forma , in qua11to sogg·etti cl1e n1adre: t111a sorle di <' piccolo Cushin g » insom~ in un prjmo p eriodo to]lera Yano p erfettament e i n1n , una tcncl enzn n1c labolica e funzionale a pacarichi idrocarbonati , divengono in prosiegu o di togenesi qualitaitiva1nenle simile su scettibile di tempo iper glicemici e glico·5 urici. Yario sviluppo p er fattori sia interni che acquisiti . Le sindron1i adiposo-genitali con diabet e r11elCiò che l 'O. propone p er il Cushin g , dalla g r an Jito, son o tutt 'altro ch e eccezionali; n elle forn1e de sindro1ne all e sempli ci n ole del! 'abito e delle cushing hi ane poi, il diabete mellito è u11 a p1 :a11tend enze fu11 zionali, g li sem hra s 'appoggi ad un n uggio assai frequente e comun e e vi è u11a cai11siome non trascurabile di o·sservazioni cli11icl1e, t egoria })articolare di diabeti , quelle forn1e che an uton1jch o e sperimentali nel campo dell 'ipertenb1iziano ver so i 50 anni e si accompag n a110 ad sio11e e dei disturbi inetaholi ci associati. ipertonia e floridezza delle condizioni g en er ali, L 'O. ìnfi ne si sofferma a parlar e d ei criteri ch e form e che Greppi in lerpret a co1ne diah et i iper debbono orientare la t erapia in tali casi. tonici a sfondo ipofiso-surren ale, nelle quali l 'obc_ sità è frequ en Le com pag 11a della sin t orn a lolog ia G. BA STAI (Fire11ze). - 1\1e lte in rilievo la notediabetica. Yole importanza delle forme di mag r ezza ipofisaria Per quanto rig uarda il ricambio lipidico . so110 g ioYanile. Si tratta di form e fa cilme11te diag n osti irtdubbiamente assai i11teressanti i risult a li o ttecvbil i, purcl1è si ten ga presente la 11ossibilità dell e nuti da Monasterio con lo s ludio delle fr nzioni lid iagn osi, e ch e opportunamente curate vanno inpidi ch e d el 5a11gue ed è certo che proseguendo su scritte nel n1assimo numero dei casi . Quando la quella via si debba110 i11con t rare dati di n oteYole terapia orn1 oni c1t con1un e non sia suffi ciente è valore do ttrinale e pratico . opport11110 ri correr e al trapianto di i1)ofi si. Un cerlo interesse, cr ede, dovrel)be aver e an ch e L. CANNAVÒ (P alermo). Uno dei capitoli cui lo studio della ch etonemia. t indubbio ch e anfin or a sen1 bra all 'O. no11 si sia dato eccessivo svicb 'essa sia c-0m e valore i solat o, a digiu n o. ch e luppo n ello s tudio delle adiposità e d elle magrezze come valore da carico lipidico e glucid1 co . possa pa tologiche, cred e sin qt1ello del ricambio minesvelare deviazio11i del ricambio li1>idico . E ricord a rH le e el ci coll tenu lo in joni nletullici e m et ala iétl u op o un caso r ecentemente osserYat o ltclla lcii rlici del san g u e. su a clir1ica : una r agazza Yentenne, con n ot e on1aOra , com e è n oto, proprio quelle ghian<lole a Lich e di obe-sità ple tori ca e viri) ismo, e n ella quale se<r Pzione intern a ch e diri gono e regolano il riTton er a Cliffi cile inquadrare l a sint om at ologia prera n l bio miner ale, :sono Je j)iù i11teressate nella gesentat a in una si11drom e cu shingl1ian a. d al I ·e là llC':-:. i dell 'adiposilà e della 1nngrezza. Così ad es., di 6 anni si aveYa un ori entam ento ch et ogen o del n ella si11drome di Cusl1ing , accanto all 'obesilà , r icambio cl1e s i ri velava con cl1elonu rìa e<l iperdi tipo p arU colare, son o evidenti d elle lesioni cl1etonen1ia i)er s is tenti. Lo stt1d io, ch e fu protrato~ t eo poro tiche che rappresentano anch e uno dei to in clinica per p ar ecchi n1 esi , permise <l i escl usi11Lomi fondamentali di tale con11)lessa affezione. clere ogni affezio11e - fra qu PJle n ot e - d ecorrente Le ricer el1e s ist en1 atiche sl1l rica111hio minera 1e co11 cl1e tosi e fece )en sare ad uri di s lur h · t"-


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« JL POLICLINICO >>

cefalo-ipofisnrio del rica1nbio dei g·r assi, riYelantesi alla tappa chetonica della li1Jodieresi , in un soggetto con adiposità cush inghia11a_ (Palermo). - L 'O. si sofferma brevemente rig·uardo a un caso di m. di Simmonds seguito n ella Clinica cli Palermo per ben cinque a11ni, ct1e per le caratteristiche del ricambio, del decorso e della singolare risposta alla terapia istituita sembrò i1on privo di interesse. Si trattava di un giovane di 18 a11ni della statura di m. 1,54 il cui peso si era gradatamente abbassato fino a ridursi, nel volger e di pochi n1e·si. a soli 19 Kg. La sintomatologia clinica subbietliva e obbietliva del m . di Sin1monds era tipica e complet a come forse i11 ben pochi fra i casi consegnati 11ella letteratura: dall 'adinamia alla diarrea, dall 'ipotermia alla notevole depressione del metabolismo basale, dai fenomeni tropici - rap1)1e.sentali n el caso oltre che dalla caduta dei capelli, da u11 'uJcera corneale torpida ch e condusse alla fJerdila della fu11zione dell 'occhio sinistro ai di·sturbi della sfera genitale ai quali faceva riscontro, co1ne dato radiologico , una sella piccola, rotondeggia11te, con aditus ristretto ed un a zona di opacità in campo sellare. L'O. 11a cercato di studiare in queslo ammalétto il ricambio azotato e, jmpostando il bilancio azotalo n el periodo d1 maggior dimag·ramento, ha notato con ·sorpresa un attivo di bilancio cui no11 corrispondeva un corrispettivo aumento di peso, ch è a.n zi questo tendeva piuttosto a diminuire anzichè ad aumentare _ Uno studio ulteriore convirtse che l 'attività di questo bilancio era soltnnto appare11te in qua11to ~i manifes tava solo n el dosaggio dell 'azoto negli escreti colla mineralizzazione per via umida alla J(jeldahl , n1entre inan cç.va nella det erminazione dell 'azoto colla analisi elementare per combustione alla Dumas. Esisteva pertanto i11 quasto caso un cospicuo aumento cl i quell 'indosato azotato al Kjeldah1 , che minimo 1iegli e·screti e n el sa ng ue dei 1iormali, aume11tC1va co11siderevolmente in alcuni stati patologici. La deviazìone del rica1nbio azotato appariva dunqu e n el paziente non quantitativa, m a qu alitativc. dovuta cioè ad un pervertimento del metabolis~no proteico per cui si giu11ge alla formazione di i1rodotti n on utilizzal)ili dallo organismo (funzioni ossidate 'd ell 'azoto) o alla n1a11cata utilizzazione di altri (amino-acidi a nucleo arom atico ecc.). Ri nuncia alla ulteriore disamina di queste condizioni nletabolicl1e che esorbita dal ten1a della relazione odierna. Fu istituito un tratta1n ento anteipofisario a base di prola11 per via so ttocutnn ea dapprima, poi per via oral ~ che condusse n el giro di poch i 1nesi alla complet rl g uarigione dell 'am m alat o. I disturbi sco1nparvero com1)letan1en te: l 'ulcer a corneale si ri1narginò, crebbero nuovame11le i capelli, il metnboli's mo si portò a una cifra quasi n ormale, i] peso aume11tò progrPssivamente fin quasi a 60 J(g. È da notare la disposizion e 'd el grasso ch e era ttniforme e non regio11a]e a tipo ipofisario . L'in fer1no fu dimesso e potè tornare per tre anni alle sue abituali occupazioni_ Ser1on cl1è dopo tre anni, quasi aves e esaurite 1~ ri serve di ormone a11tiipofisario costituitesi dura11 le il periodo di trattamento, ricominciò a dim agrire e a pre·s en tare, sia pur abbozzo la sinton1a tologia per la quale aYeva fatto ricorso Ja pri m a Yolta alle n ostre cure. Q11ando ritornò in Clinica aveva perduto più di venti Kg. di peso. L 'O. si permette di rjc]1iamare appunto l 'attenzione su questa parti colarità cli decorso della mali'.

S E RIO

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lattja , su questa recidiYa della sintom atologia della quale 11on ha trovato m e11zio11e negli altri casi con seg11ati i1ell a letleratura, che fa pensare all'e j_ slenza di u11a forma particolare della m. di Simmo11d s che cl1iam erebbe for1na ricorrente del Simrnonds. Questa volta però anzichè ricorrere per la terapia della ricaduta al prolan, con1e la prima volta, lasciandosi guidare dall 'esiste11za di uno stato a11emico seppur i1011 g·rave, fu iniziato un tratl&mento epatico parenterale che con sorpresa condll sse alla remissione con1pleta della fenomenologia, alla guarigione dalla ricaduta. Purtroppo 11on è in grado ·a i spiegare il m eccanisino d 'azione del successo della epatoterapia riel caso; ma nell 'oscurità in cui ci trovia1no circa le vie attraverso le quali l 'ipofi si esplica la sua azione non ·sembra fuor di luog-0 pensare cl1e una di quesle possa essere rapprese11tata dal fega lo, attraverso quell 'ormone epatotropo che Anselmin o avrebbe recentemente isolato n ella preipofisi.

Risposte dei Relatori. F. GALDI (Pisa). - Deve prima di tutto esprimere il suo animo grato ai vari 00. che hanno a"uto parole molto ben evole e lusinghiere per la Relazione, ed è contento che. le osservazioni fatte gli diano motivo di ribadire alcuni punti già toc0ati n ella pre·sentazione del lavoro, o di con1pletare e chiarire qualche lato rimasto un po' in 01r1bra per mancanza di t emr10. I suoi collaboratori risponderanno alle obiezioni 'd i indole più speciale n ei riguardi dei ricambi e della terapia. Il tema svolto ha procurato il piacere di ascoltare da un fisiologo cosi insigne come il prof. Baglioni lo spunto di un 'interessante lezio11e sulle rr1olteplici funzioni del tessuto adiposo. Fra queste, in r ealtà, ci troviamo di aver abbastanla largamente rilevata l 'importanza dell'attività nel rica1nbio dei lipidi specie dopo le indagini della Scuola di Quagliariello; anzi all 'anomala condotl:i di tale tessuto è stato riferito u11a gran parte della patogenesi delle adiposità chiam ate essenziali l)er mancanza di una più adatta terminologia. Al prof. Baglioni non piace quest 'aggettivo, ed in realtà non piace n emmeno al R. ; ma con esso si è voluto significare quelle adiposità, e rispetU vamente magrezze, che pure essendo cc costituzionali » come le <e forme fisiologi che », sono fuori del campo della fisiologia ed appartengono a guelJo della patologia. Per esse non ·si riesce ancora a documentare in maniera saldamente din1ostraliva un 'alterazione di ghiandole endocrine o di centri neuro-vegetativi; ma niente esclude che col volgere dei tempi si arrivi a riconoscere in qualche caso un simile dis turbo; ed allora il terreno delle forme essen zial i andrà sempre più riducendosi , come è avvenuto per le febbri criptogenetiche. La Relazione n on è un trattato, se])bene anche t1n trattato sia riferibile all 'epoca in cui è scritto: in altri t ermini si è voluto e dovuto esporre i fatti come si pre·sentavano allo sta lo attuale delle nostr e cognizio11i, ben sapendo anzi attendendo ch e in virtù di ulteriori ricerche molte cose appariraitno sotto una lu ce pii1 sicura. L'espressione di cc adiposità e m agrezze nel ca1npo patologico » proposta dal Baglioni 'cli contro a quella di cc adiposità e 1nagrezze nel can1po fisi ologico >) non riesce a rendere il concetto delle nos lre forme cc esse11ziali » perrhè cc nel campo }) éltologico » si annoveran o anche quell e adiposità e n1agrezze co·.sì delte « sin lornatiche n o cc secondarie >> per una din1os trata lesione n el s i~I e1n,l 11euro-orn1onico . Finaln1ente non gli sembra n c1n-


[ANNO \LIII, NL"~r. 48J

SEZIONE

troppo chiaro il concetto di l< ipoadiposità n () <• ipera(liposità », poichè talvolta non è tanto la ([uantità del grasso ina la sua distribuzione che determina la forma morbosa. Per quanto concerne la lipemia, essa è stata uno dei cardini delle ricerche eseguite, come ha .esposto anche oralmente il prof. Monasterio. Come ha rilevato nella critica da lui ste·sso prospettata a11a Relazione, i1t un carnpo così vasto di indagini ta1Llo complesse i1on era possibile far tutto; e perciò nei riguardi dei proteidi i RR. si sono lim~­ tati a riportare solamente i dati che esistono in letteratura, tanto pii1 che tale ricambio ha nella fattispecie un valore di secondo ordine. Che i granrli i11angiat-0ri di carne no11 abbiano una particolare tendenza ad ingrassare, è una cosa ben nota ; e 11ella parle terapeutica della Relazione si -consiglia nelle obesità una 'd ieta rjcca di proteidi sempre cl1e essa venga tollerata dalle condizioni epaticl1e e renali. Da ultimo il prof. Baglioni ha parlato di ur• centro della sazietà fra gli altri centri. vegetativi; e noi gli siamo grati della notizia aspettando che ulteriori ricerche fisiologiche lo con~ermino perchè possa tenersene conto anche nei problemi di patologia. l i l)rof. S Langar1elli si l11eraviglia giustame11te co111e alterazioni su per g ià identiche di una stessa ghiandola endocrina diano ora adiposità ed ora magrEzze. <.)uesto in realtà è ancora un mislero, corne trovasi accennato nella Relazione; e si confida che le r icerche dell 'avvenire lo svelino al più pre·sto. Si pensa che alterazioni più vaste, quasi mRssjYe, determinino pjuttosto la rnag.r ezza, mentre le più lievi diano lt1ogo all'adiposità; ma si è ancora nel campo delle ipotesi. Riflettiamo che l 'anatomia patologica è ancora ai primi passi al riguardo ; onde il nostro incitamento ai Colleghi anatomo-patologi che rivolgano sistematicamente il loro studio all 'apparecchio diencefalo-ipofisario anch e se i11 Yita i pazienti non prese11tarono al•Cu11 })articolare disturbo sotto tale aspetto. D' al tro11de la pluralità degli ormo11i che trovansi ·spe·cialn1ente 'in qualche ghia ndola come l 'ipofisi, le interferenze e gli echi sul sistema nervoso e sulle altre gl1iandole endocri11e, i rapporti con la funzionalità del tessuto adiposo, sono tante ragioni che possono contribuire al mistero suddetto. 1\ta. preoccupati di portare fatti con creti, si è cerrn1o Cli eYitarc )polesi più o meno brillanti e seducer1ti, le quali possono tentare ·specialmente i gioYani in u11 carnpo come queslo. Così non è stata detronizzata alcuna ghiandola endocrina , come forse è parso al prof. Stanganelli; ma è stato dato a ciascuna ili esse quella in1portanza che le ricerche positive p ermettono oggi. Forse domani si Tiescirà a porre in rilievo qualche ghiandola che adesso se1nbra m eno importante ; e con la s1e·ssa obiettività si potrà integrare questa o quella parte della Relazione. Senza dubbio però al sisten1a jpofiso- lireo-genitale è stata rivolta dai RR. la migliore attenzione, assegnando alle gonafli quel tanto che loro spetta su base concreta. P11r troppo , è man ca to il tempo di dedicare speciali ricerche alla funzionalità epatica; ma su quest o argomento i IlR. sj propo11gono di tornare con ricerche g ià progettate ed iniziate, che del resto potra11no fare con maggiore larghezza di 111ezzi ancl1e allri osservatori, per vedere anche guanta parte vi abbiano i fermenti lipolitici in Yorati cl allo Stanganelli. Che poi nella cura di qu este_ :.berrazioni nt1tritiYe riferibili ad alterazioni del sis ten1a i1euro-endocrino debba tenersi conto di un 'eYe11tunle lue ereditaria od an che acllH311 0

PHATlCA

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quisila, è un canone logico ed ovvio per tutte le 1nalattie e specialmente per le anomalie della crescita. 11 prof. Giuffrè, la cui parola dialettica e vivace si ascolta sempre tanto volentieri come quella di u11 Maestro di larga esperienza e di acute osservazioni, ha notato che sarebbe stato concesso troppo campo al sistema neuro-en'docri110 e forse troppo l)Oco al fattore alimentare ed alle abitudini ( 1j vita. L'os·servazione in generale è giusta anche perchè si foì1da su qua11to avviene nell 'ingrassa1nento deg·li animali; i RR. però hanno considerato il sisten1a i1euro-endocrino come un sistema regolatore, i1on come un sistema a cui tutta si r1ferisca la patogenesi delle adiposità e delle magrezze. 13astereb-be il solo accenno all 'irnportanza del tessuto adipo·so ~ ma poi vi è di mezzo la questio11e dell'assimilazione degli alimenti, del fe-. gato ecc., onde si organizza il metabolismo, costituito ·da u11a fase anabolica e da una fase catabolica, come ricordava il prof. Giuffrè. Solo non è possibile sottoscrivere all 'opinione di coloro che vorrebbero fare della patogenesi dell 'adiposit à u11a sen1plice questione di apporto alimentare esubernnte secondo la teoria dell 'e·sogenismo. Ripetutamente i RR. hanno osservato che vi sono degli individui che ingrassano anche introducendo alill1enti molto al di sotto della norn1a; ed ·anche quando aumenti il senso dell'appetito e spinga ad un maggiore apporlo alimentare, è sempre un disturbo e11dogeno que11o che dà luogo ad un tale aumento d 'introito. Che se si prospetta anche la prese11 za di un « centro della sazietà » rjferitoci dal Baglioni, l 'endogenismo trova una conferma ai1cora più salda. Si può dunque concludere che l 'ali111entazione, il lavoro e le abitudini della vitn 11an110 soltanto il valore di cau·se secon·d arie nell 'etiopatog·enesi del! 'obesità. Al prof. Greppi che 11:t avuto a111abilmente particolari espr essioni di lodi per la Relazione, deve riJJetere ancora una Yolta che lo studio fatto è tutt 'altro che statico. Lungi dal poter ciire l 'ultima parola sull 'ar gon1ento, i RR. sono i primi a riconoscere che le idee sono ancora in fase evolutiYa. Non è poi es::itto che siano state trascurate le adiposità ipertoniche, alle quali si accen11a a pag. 189 della Relazione, mentre a pagina 201 v'è un capitole tto a parte in cui si tratta del m orbo di Cushing con siderato fra le adiposità endocri'11e complesse. È perfettamente d 'accor'd o col Greppi che vj possano essere dei casi di adiposità ipertonica che si avvicina al Cushing senza rappresentarne la si11clron1e completa, donde la denominazione di « piccolo C11sl1ing n come si potrebbe parlare di « piccolo Simrnonds » r1ei casi di m agrezza diencefalo-ipofisaria incompleta. Non sembra al R . p er ò che tutti i ca·s j di adiposilà ipertonica con eccedenza di alimentazione e spesso manifestazioni diabetich e rientrino nel quadro del Cushing: molti di essi si riferiscono invece ad ipervegetativismo costituzionale, l 'anti co <e artritismo grasso >, con tendenza ad erroTi n el metabolismo dei carboidrati. Che poi una parte abbastanza cospicua della popolazione del mezzogiorno, e specialn1ente della Sicilia, possa e·ssere affetto da « piccolo Cu shing » gli sembrA u11 po' troppo ; comun que lascia giudicare ai Colleghi clinici ch e hanno in .Sicilia la loro sfera di osseryazione e di azione. Interessante è di certo il riferimento ch e il Greppi fa dell'ipertensione a disturbi della sfera diencefalo-ipofisaria , in base ai rapporti della sindr0m~ ipe.rtensiva con l 'adiposità e la glicosurin ch e si appuntano patogeneti camente alla ~ tess n


sfera ]Jer alterazione di particolari centri veget ativi. Quello p erò che i RJl. hanno detto dell 'anat o111id Pt• Lologica del Cushing è la esatta riprodl1zior1e d i ql:lanlo si trova registrato dallo s ludio cl ei casi concreti venuti all 'autopsia: ma i Rll. han110 altresì prospettato che le lesioni tra sisten1a die11 cefalo-ipon sario e corteccia surrenale possono es·sere varie; onde sono ben lontani dal voler si c ri~ I allizzare in un tema sempre in via d i ri111a11egg·iamen to. Ciò che bisogna difendere è la Jar gl1ezza delle vedute ed il mo11ito cli u11a grande t' r ude111a. ;\l prof. Per1<le, che n ostalgi camer1te ricorda la Lre11 te1111ale an1ici zia e per consegu en za i tempi .dell a giovinezza , bisog·na essere grati per la bella .confer enza fatta i11 maleria di endocrinologi a, portandoci il frt1t to della sua g ra11de competenza ed .eSJJeri en za an che nei riguardi terapeutici. Ma nella ·R elazione, pure appellandosi molto spesso al 5i&le111a 11e11ro-endocrino, i RR. si ·sono proposti .co Lu e p unto fondame11lale lo studio d ei ricambi inter111edi co1npara livame11te al ricambio energetico secondo q11ella visio11e unitaria e sintetica .cl eJla Clini ca ch e troYa proprio n el l>en<le un assertore Yaloroso ed a11toreYole. Si è voluto così fL sare dei d a ti il p iù possibil1nente con creti, quali Yi l)OteYan o Yenire d al rica111bio materiale che è fatto cli <let e rminàzioni e di cjfre. Per q11anto con.cerne le g hiandole endocrine, avrem1no dovuto per lo 111c110 ricorrere allo scandaglio delle prove orr11011icl1e; ma qui i metodi e le deduzioni n on .d ~ln no a r1cora un completo affidamento. Perc iò jl R. è lieto che il P ende abbia integrato qu ei punti di11anzi ai quali è· stato creduto pru d e11 le fer n1arsi p er chè ·sfuggiva una co11cretezza J)<1ri n q u ella d ei ricambi ; e sono stat e apprese delle irlt eressanti vedute che in parte derivano clal1 'es1)c rienza clinica, in parte so110 d elJe geniali ccincezioni d estin at e a trova re nell'avvenire una b ase <li111ostrativa. Il Pende ha m osso l 'obiezione che è stata data -n1olta in1portanza al1 'indice ponderale dj Broca: i11 Y~ri l à è st a t o dato p eso non ad un solo car att er e, 111a ad un complesso di caratteri - ponderali, rnorfologicì e clinici mettendo più spiccata mt 11te i11 rilievo i care lteri clinici. Gli indici di PC'ndc ·sono ricordati a 11r oposito delle magrezze qu a11do si parla delle ricerche della Tamburri; n è sono stati menomam ente trascurati, nell 'insieme dei car a tteri morfologici , i d ati ch e concernono le n1 r1nifes tazjoni estetiche d esun le d all 'ect oscopia. 11 ]2enrle ch e 11on è t en ero per l e form e di adipos ità e m agrezze fisiologich e, avrebbe voluto un lin1itc preciso fra adiposità e magrezze fisiologiche .d a una parte e adiposità e magrezze patologiche d till 'altra; ma se questo è i1n11ossibile non è co lp a clej RR. com e è impossibil e tracciare un limite netto fra ·~ anità e m al at tia. Nè pare al R . ch e gli i11clic i p iù o meno ingeg11osi possano rispondere e5&l la111ente allo scopo, mentre l a distinzione fra adipo~ it à asintoma liche e adiposità sintomatich e vc·11tilata cla.l P ende r appresenta sempre qualch e cosa d i elas tico e di con ven zionale. Per tale motivo è sta la 'd ata, come medici, una maggiore imp ortanza ai car att eri clinici ; m a il Pende, come si è detto, tenderebbe a con side rare come patologic J1e tulte le adiposità, in quanto anche le così cl <:- l le fo r1ne fisiologich e, essendo determinate l1gualn1e11 te da fattori end ogeni, portano in sè l 'inrentiYO p er una condizion e p a tolog ica. Il R . si clicl1iara J)ienament e d'accordo se si p airla sul terreno co ti tuzionale, di predisposizion e morbosa: allora tu l te le adiposità sar ebbero costituzionali e p:\tolog-iche, a n ch e quelle che rico11oscono schie1-

tamenle la loro or1g1ne da un ' aberrazione neuroer1docrina. Questo però si potrebbe dire di l utte le malattie a sfondo costituzionale, e ·si confo11derebbe la predisposizione con l a inalattia ; nè sa quanto ci guadagnarebbe il co11cetto che noi nledici dobbiamo formarci degli stati morbosi in rapp?rto alle loro clis lir1zioni 1)er la .r elatiYa diag·nos1. È certo che molli adiposi s ta11no con1plessiYarnente bene come s tarino be11e alcuni magri ; ed in questi casi il inedico s i forma il concetto di un 'adiposità o magrezza ancora nei lin1iti dell a fi siologia. La prnl ica medica ha delle imprescindibili e·sigenze finch è l a ricerca scientifica 11011 a.vrà mu lato cer li t ermini con irre:fregabili dimos trazioni. Circa l 'appellativo « essenziale >) ch e non piace nemmeno a Pende, sarebb e superfluo ripet ere quanto ha risposto al prof Baglioni: 11on 1'h a11no cr eato i Rl{. , n1 a si trova in lett eratura ed è usato da a.u tori cli Yaglia; lo hanno adoperato solo in via transi tori a secondo il concetto innanzi dichiarato . In questo pun lo è lieto di coris ta tare che il P e11de e il Bau er s i sia110 r avvicinati nelle loro idee c jrca la g enesi clcll 'obesi tn: il P ende accettando la parte ch e YÌ prendono i 1essuti e ·speciaJmente il tessuto adiposo, ìl Bauer invoca11do anche un meccanismo di regolazione neuro-eJ1docrina. In questo campo non si può essere esclusivisti; s 'intende bene che l 'uno o l 'altro fattore potrà prevalere a seconda che la forma sia più costjtuzionale o « essenziale » nel sen·so palologico, o più sintomatica nel sen so di u11 reperto obiettivo a carico del sis len1a neuro-endocrino. Non entra, anche p er ri strettezza di tempo , nella cli5a mina delle espressioni di « adiposità ipcrcrinich e ed ipocrinich e » e di cc mag rezze ipercriniche ed ipocriniche » proposte d al Pende; come n o11 si permette di discuter e se la si11drome da lui d escritta come « adinamia n euro-ipofisaria ]Je riodica » pos·sa eYentualmen le rientrare nella serie delle forme incon1ple te d el Si1nn1011ds . So110 qt1 estioni più ch e allro inerenti al campo dell 'enclocrinologia che il Pende ha prospettate con la J)rest~nza del su o ingegno e del su o eloquio; e il R. n o11 può ch e associar si cordialmente al plau so tributatogli dall 'Assemblea. Il collega Bas tai si è fer1nato segnatan1ente sulla magrezza ipofisaria giovanile, di cui SOil;O stati illu·str ati . n el suo I stiluto quattro casi dal Dogli<>tti con dei brillanti su ccessi terapeuti ci , come si è ricordato nella Relazione. II R. si compiace vivamente con lui che 11a potuto raccogliere i11 un tempo .relativamente breve un buo11 11un1er o cl i queste osservazioni. P er quanto p erò concerne la cl assificazione della forma morbosa, i RR. l 'hanno irtquadrata, insieme con altre, nella cor11ice d ei Sirnmonds incomple ti, mentre il Bastai tenderebbe .Piuttosto a fare di quesla niag r ezza ipofisaria cli v. Berg ma n n una sindro111e parlicolaife. Gli a!gomenti sui quali egli si fonda a·sson11nano a cinque: 1) la presenza d ei sintomi cutanei. specie l a cadt1ta dei peli , ch e sarebbe costante n el Simmonds ed assa i più rara n ella magrezza ipofj saria giovanile; 2) le alterazioni della ·sella turci ca che si troverebbero più facilmente nella forma giov:-. nile e meno nel Sim111onds; 3) la possihilità d ella guarigione della forma g iova.n ile specie co ~ trapianto dell'ipofisi; 4) la maggiore frequen za di t ale forma n elle donne ; 5) la eos inofilia p iù facile ari incon trar si n el Simmonds. li complesso cli t ali nrg·omenti 11otrebbe sen1brar e imponente; m a n essun o <ii essi , a·d un esame spassionato, è immune d a critica. Infatti, non si


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SEZIONE PRATl C.\

può b asare u11 a dis ti11zio11e s u alr u11i scg11i c uta11ei, c he ~?1~0 se11 za dubbio accessori e quindi pe: . e. s lcs·s 1 111 ~os l anli, 111entre è poi logico che s~1 ccl11no lll.,~g~tor1n e11t e 11elle forn1e più gravi; ne le alteraz1on1 della ~ ella turcica sogliono 1nan~are i1el. Sin;tn1011cls, dove sono invece piuttosto ircquenll. D altra })arte i1 011 sono rari i casi di gua rigi o n e d el ~ i111n1011ds se si i11tervie11e razion al~e11te, l11entre il sesso fe111mi11ile è sen11)re più d1sposto a tutte qu este forme di nlagrezza com e il }) ÌÙ labile dcl ·sis te111a neuro-ormonico: final 11 l(:nte la. eosinofilia, essendo u11 fat lo assai variabile, 11011 può rn erit ar e molto rilievo. Da 11lti1110 è p erfetla1nenle d ·a ccordo per qu an to. rifl e ll e l a possibj}it à ·a el passaggio 1ra for1ne or)poste di 111ag·rezza e di adjposilà, e ri1111ova al JJrof. Bas tai , conte a lutti g li 00. le migliori a~io11i di grazie i1er il nlodo co11· cui 11a11no seguito e c0mmenta Lo la i tos lra R elazio11e. C. CAss \~O (Pjsa) . - Il prof. Baglioni ha ricordato l 'in1porla11za ch e nelle acliposità si deve ri conoscer e a lla ri te11zio11e cl i acqt1a . Del r esto i1oi ci si amo larga111e11 le in lral te11uti a con ·siderare i ra pporti ch e l1ell'ol)esità po sono occorrer e fra le Yaria12:ioni del peso corporeo ed il variabile conte11uto in acqua dei tessuti. Infatti d opo le osser Yn1ior1i di Grafe è 11o lo che nell 'obeso p osso no perfino prodursi cospicui aumenti l)Onderali i1el cc.rso di u11 r egi111c di eYcr a i1)oalimentazione: s i avrebbero al lernative dj idratnzio11e e di disidralnzione ti . s ural c in rapporto , ri·speltiva1nente, con fi.1s i ~li ipoali1ne11l azio11e e di iperali1nc11 tazion e (Xe,vburgh e J ol1n st on ) . Si è cercato di cl1iarire, fi1L dove e-ra l>O .. il>iJ e, il i11eccanismo di ques ta palese tendenza alln ri le11zio11e di acqu a 11ei te s t11 i , a quest o copo so110 1D ti cri licame11te espo ti i risultati d elle ri cerche eseguit f' e quelli d egli ~ I t1dio·s i che ci h a11Ho })receduto . Il l)fOf. S ta 11 ga11elli aYr e])be desiderato ch e al fegat o si ros e fnl ta })it1 larga part e n elle patogenP~ i <l c ll 'ol1e~ i là . ·ru t La;v ia ò eYe osservare ch e il pr oble 111a d cl le norr i11 g l icogen e del fegato è La to ~resent a lo d ai RR. co111e u11a d elle ques tio ni fon da111en la li e Ilitt rlibalt11t a j n t en1a di patoge11 esi della obesil à. Con l·a111111is ione di una car e11za di g licoge11e e pailico la qua le s arebbe l 'e·spressior1e <l ella prevale ri lC' lipogenesi periferica, già si tende a J)Orre il fega to 11eJla rnaggiore evidenza. D 'altra parte i l fegato è il can1110 di azion e in cui si svol~0110 gl 'in1pulsi g licog·e11olitici ed iperglicen1izzn11ti cl1e d eriYa110 dal ~i·s t e111a di en cefal o-iJJOfi ario. <2uando si abbiano al1 e razioni d ella preipofis i e del diencefalo , l e attiYità epa1icb e ridotte o p er vertit e posson o ros lit11ire 11n fo11d am enta1e m orne11to nella pa1 ogenesi d ell e obesità. Nè s i può, i11 t er ll a cl i ohe i tà e di i11agrezze, separa r e g li eYe11t11 ali errori della funzionali tà epatica d agli errori clella troforeg·olazione Yegeta ti va. 11 i)ro f . P e nde 11a 011porl1111an1ente ricl1ian1 u to I « n11111es·~a :1zio1H? a n al)olica ci el] a corteccia s urre11alc. Perciò ch e r i rjferisce alle a ttività li11ogen et icl1(' pro1110._ se cl all 'orn1011e corticale a sp c e dei cn rbidra ti , si d eYc però rico11oscere ch e finora so n o tclli r e ~ j n o li ri st1ltati assoluta1nente con Lra<ldittori. F ra g li a llri , S' Yi n g le e Pfiffn er , Marai1011 , Beiss e f\1farros n egn110 ch e la cortina promuova Ja 11 asforn1a z jo11e ò ei g li cicli i11 lipidi. L a quc · tion c 0 dunqt1c contro' c r sa , 111er1tre conosciamo a n cor a poco l n ~ l e a az io11 e della cortina sul rica1\1bio e n cr gc l ico. Dnlle ri ce rc l1e di D r Ca11di a risulie1rbbe ch e l a corl ecc ia l1rrenale abbassi il 111 ct al)(lli ·1110 b asale; It11 IaYia in1porta i1ota.rc cl1e la s ttissa carlina i11n al za n ettan1 entc il ci epr csso n1 e-

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labolis1110 basale i1egli addiso uia11i . lJ 'ullro l uto. S~) lto que·s to riguardo, i11 ler esser ebbe sap er e ·pe~ c1almente quale sia l 'influ e11za d ell a cort eccia s ur~e~affi · sul co~su1no en1e1·ge utc. I llR. han110 preferito fond a r si u qun11lo è fi11ora obi e lli' a111eule d imos lrato. ~lessini ha tenuto a n1eltcre i11 rjli e ''O 1'iperti1111sn10 come fatlore di rit en zio n e idrosaliu a n elle 0J1<:silà , almEno in <1uelle ol>esità in cui si può tli11ì.<~sl~ar~ l~ sopravviYe11 za di qu est 'or gan o . Anch e qui s1 r1ch1ede che pro ' e <lcfj n i li ve sia110 d a te dalla fis i ologi~ sperin1?n lale e dalla fisi·o pa loJogia a , sos leg110 d1 qt1es la influ en za <lel Li1110 s ul] 'eco110111 ia dell 'acqua e tlel sa le . li'in o ra i dali ch e sono ~lai i forniti a qu es lo rig·uar<lo so110 incer U e coni r aclil lorii; si veda i11fa lli qu an1 o è laraameztte rj ferit o <la Le11ard i11 u110 deg li ullitni cc J~~·gcb11i:-;e » cli m f.dici11a interna. Ilicord er à ch e Zondek e I~ernl1ard t affèr m ano d 1 aver tra l Ln t o co11 es Ira t 1i cl) limo uria donn a ob esa co n evjò cn le ritenzio11e cl.i ac.;qua; l a~ e Ira l ta 111e 11 to opo lera pj co av rebbe per_ frno d e ter1n1n a to t111 seu sibiJ e au1nen lo èi el]a diu. I r es1 . Cart11 a ,-ò tende ad id e11tifjcar e la n-licosuria de a-li ol1es i col d iabele cos1 nello j pofisario ch e sarebbe d ovuto acl ipe r1)itui larisn10. I RR . hanno larga 1nente trattato <li obes i iper g li cc111 ici cò11 bassa to]leranza per g li idrati di rarbo11io. H anno a1nrn esso cl1e l 'iperglicemi a e Jn g li cosuria le qual f ·:-; 'i11co11trano nelle obesità J d i1n pror1ta pletorica co1t virilismo sono dovute veris imiln1 en le all 'au 1nc11 la ta increzione d egli orn1 on i i per g liccn1 i zzan li preipofisarii. Ed or ora il prof. Galcli co11veni\n cort Greppi nel ricon oscer e l 'opporlt1nità di dil atare i confini di qu esta cat egori a di ob esità in i11~11iera d a compre11d er Yi oltre il genuino Cu sl11ng, alcune forme di adiposità congiunte al"l ipe.rt.ei; ·ione e a note più o m e110 spi ccate di ipernt I ~vita surren ale. Con ciò 1'amme. o iperpitui tar1 mo -- com e iperi n crczione g l icogen olitica e<1 iper g Jicen1izzant e - vie11e ad es r r e qualificato r esp o11sabile d ella g licosuria e ci ell a iperglicemi a ch e ·sogliono con una cert a fre<ruenza occorrer e j11 qu<>s t i soggetti. No11 i può però se1n1)lic is lica111e n le a ltribuire al_ 1'iperpitui tarismo ogni caso di d epressa tolleranza per i carbidrati fra g li o besi. Accade cli riscon 1rare facj Je iper g licen1 ia e glicos uria in ob esi p er i quali sono da invoca.r e alterazioni n1inorative 11 rn ri co <lel s ist em a diPn cf'fa]o-ipofi sario . In questi casi sarebbe cer lnn1 en t r fu ori <li lu on-o C' parlare di ipe rattivilà ipofisaria, qu a11c10 iu Yece lullo 11o rta a riconoscer e Je d ecaclulc attj vità fu11 z io n.ali d ella ipofisi. P er que ·t a ca t egoria cli oJJc•:-;ità le lesioni dien cefali ch e cleblJono con ogn i probn hil ità cleter111innre co11djz ioni riportabi]i a l cc diahe lc tubc ria n o ». Xei ri g u arci i d ella loro J)n loue11esi i disordini della g licorego lazione cl1e occ~r­ rnno n elle adiposità , n on 11osson o dunqu e esser e po. I i t ttt ti so l to il ron1u ne denominatore d el] 'iperpi I ui tari 111 0. E ii 'a ltro lato . i d eYr ricor<lare eh <.> 11 el . peri11~elro d ello s l~ . ~o Clt hi1l g iperg licemia e g·h co l1r1 a posso11 0 incon trar . . i in cn, i in cui no1 1 è ci i n1 ostrabile nl tavolo a11 a lo111 ico un n iperf11 nz ione preipofisaria .

e;. ~ [oNASTEnro (~i a) . - 1\lollo OJ)porlu na1ncnl c> i! prof. Baglioni h a richiamato l 'a lteu zio11e . t1T fl' l lo ch e i nlelodi comun e1nen1 e i11 u so p er la cl el<'rn1in az io11e èi ella lipem ia on o infidi. Pri1na cl ' i11i1.iar e le r icer cl1c ul ri carnbio lipidi <'o n elle ndi po il à e l1elle 111agrezzc pa10Jogicl1e n o i ci ia1110 infatti ])r eoccu pati di riso]Yere i l pro])]en1 a: t ecni co ciell a cl etern1ina zio ne cl ri lipidi nrl Rn g'l1e.


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J>opo Ju11ghe rlcercl1e , il R. è .riuscilo ad alle-atire un nuovo i11etodo per il dosaggio della lipe111ia , c h e h a rj sollo i1ella n1aniera più soddisfacen le tale lJrobl ema. Lo studio del ricambio lipidico nelle acJj po i là e nelle magrezze, per quanto con cer11e Ja lipe n1i a, è stato appunto condotto co11 tale nlei odo. 011 si è creduto cli poter acce llare la concczio11e <Ii 1laa u, ~eguita da G-. Borruso, sul i11eccanisn10 <l 'az ioj1e della Jipoilrirta }Jerchè, se l a Jipoitrina i11 condiz io11i nor1nal.i favorisce la co111 bus lione dei grass i, r ende11do11e pii.1 larga la cleposizio11e n el fega Lo, dovrebbe in te11sificare e non i11ibire la for 1nazione <lei chetoacidi. Nè è parso cl1e lipoilri11a c d oroJ:isina possa110 considerarsi lo s tesso or111one p e rcb.è posseggono azioni oppos te: Ja pri111a infa tti inibisce la chetogenesi e la secondo lai favorjsce. È più verosimile ch e le aclipo ilà ua i11 uffi c ie11za cUe11cefalo-ipoJisaria siano dovute a lla d in1i11uzio11 e o alla inanca11za di orofisina o alla in~en . ibilità dei centri dien cefalici all 'ormone sec r e to normalmente. Ricondurre tulle le adiposità (die11cefalo-ipofisarie, essenziali, ecc. ) ad u11 a i11se11 ibililà dei ce11lri dien cefalici alla lipoilrina ed alla orofisi11a, co1ne vuole .R.aalJ, pare al I\ . inolto se111pJicista e in netta contraddizione con le no.s lre conoscenze attuali ' ul]a fi siopatologia <li tali s tali 1norbosi. La più intensa reazione d ei 111agri allo s li111olo lipo itrinico, o·sservata da Borruso, merita co11fer1r1a; tale osservaz1one per altro non pòrta alcu11a lt1ce sulla patoge11esi delle in agrezze pa lologicl1e, cla1o c h e l 'iper ·e11sjbililà alla lipoitrina è s tata riscontrala a n che nel 111. 'd i Sin1rno11d , i11 cui si J1a t1 na in LL1ficie11za diencefalo-ipofisaria. È pienan1 enle d ·accordo col prof. Can11aYò che 1telle adipcrsilà la. lipemia totale ia aun1e11tata s0 lo iit alcuni casi ; ciò risulta chiaaamen le dalle 1to. Lrc os ervazioni, le quali 11anno inoltre dimos tralo jn tutli i casi u11 aun1e11 to dei grassi r1eulri . Pii• c h e la co11dotta clella lipen1ia deve essere presa in co11 iderazione nelle adiposi là il comporLl\111en lo cl el ricambio inter1nedio dei lipidi 11el suo con1pJ . esso; . ques to infa tti può essere altera lo i11 varia gu1 n. Non è sLa la s ludiata la cl1eto11emia a 'd jgiuno e <lopo carico lipidico e glicid ico sia n egli obesi che n e i nH.1 gri ; ina sono stati riportati solo i dati atte11dibili , quelli cioè in cui il doppio dosagg io della. cl1elonemia dava valo.ri eguali o qua-si ; i dali non at tendibili sono stati 01nessi. J, 'iperchetonemia osservata da Cannavò in un .caso di Cushing potrebbe imputarsi alla iperser rezione della orofisina, clato che tale ormone della pre ipofi ~ i intensifica la cl1 etoge11esi e che il n1. di {:u ' hin g è in alcuni casi u11a sindro1nc da .iperfun.zione clel sis tem a lliencefalo-ipofi arjo. Ma questa 11on è• c11c una ipot e·si , u1 cui valore solo ricerche ult eri ori potranno d ec ider e. I benefi c i effetti sulla j i)erch c ton e1nia o t tenu Li d all 'A. medi a nte la son1n1 in.i lrazio11e del glu cosio e dell 'in. uljna. d ebbono ri fPri rs i all 'nzion c an lichetogena di I a le trattame11lo, r l1e in que lo ca o Ya ron siò erato come puran1cntr s in torn a Uco.

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« IL POL ICLJXICO »

( Pi ~n 1 .

11 prof. Bug lion i h a in. i:-- tilo !-U ll 'az io11e lipo lilir n d e lle pro1ei11e : la p arti C'olarc rre citte11za clell 'obes it à nell e J'C'g io ni n1eri-<lionali, l'ra po polazio11i cioè nel nlin1cnta1.ione pre\,tl C'n lr n1C'11t c rarb idra licn. è . lata ri ·orci a ia a11che dal _prof. <~r ·ppi : orbc11r I u I lo r i0 (\ in pi rno ar<'(l rd o con t1na d el le di r e ti iYe d ie lo- lerapeut iche ..1rr~r111alp nPlla Rrlnzionr, clirr tli' a con . i. ten ie nelL ·\ ì\ll

XK() ~LIII, 1\1.' ]\l.

4. .

1·a un1e11lo d ella <[U O l ~1 parte ali111c11tare proteica, a ca1Ji lo di qt1ellu ~!"ra~:--a e g liciclica. Gius1a111e11te il pro f. Rag lioni 11a ri cordalo che dt1rante l 'azione clinnn1ico-s1Jec ifica, ch e è ii1!e11 a al 111a ~ in10 do1Jo ]Hl:--to prote ico. 'e11go1io bruciati a11che gra·s i. · Il prof. Stanganelli 11a richian1ato l 'attenzione SOJ)ra ca~i di i11agrezza dovuti a lue e aù eredolue ; l ~t loro eYe11ie u za è possibilissi111a e la direttiYa t er D.JJeutica da eg·uirsi è eYidente. I~ proI ..Greppi 11a ·sos tenuto un concetto patogen e t1co un1lar10; die11cefalo-ipofisario, clelle obesità co n ipertensione; co11vengo pienan1e11te con lt1i ch e è difficile curare gli obesi ipertesi, i quali i1011 }Josso110 certo essere so ttoposti a un regi1ne dieleLico iperca.rneo. Ho ii1sistito nella Relazio11e sulla IlEcessità di proced ere ad u11 csan1e del si ste1na cardioYascolare del paziente, pri1na di i·stituire la c ura die le lica, a11cl1e e sopratutto in previsio11e d i UJH:i eYentudle iperte11 ione. Conve11go nella utilità, i11 questi casi, delle cure jocliche protratte.

Setl. a11l., ore 9 - 22 o ll. l)re idenza: ~ro f. C. FnucoN1.

Con111nicazioni. G. nIAC CH10RO (Trie .. te). - L 'azion e terapeulica <lt::llo zucchero associulo all'in su.li ria negli stati di in,sufficienza card ia.cu. L 'O. 11a sottopo·sto 32 J11alati con affezio11i cardiache varie al tratta111ento glucosio-in suli11a., controllando ·s iste1na tican1e11t e le variazio11i della pressione rnassin1a e mini111 a del sa11g·u e, la qua11lità delle t1rine, le variazio11i del }Jolso e del re ·piro cd in alcu11i casi studia11do ar1che la gl icemia a dig·iu110 llriJna e dopo finjt a Jai decad e d cl lralta111e11 to. L ·o. afferma di a' er ol le11u lo i11 quasi lutti i casi buoni risultati (111iglioran1en lo condizio11i ge11erali. at1n1e11 to d ell a diuresi , diminuzio11e d ella tacl1icarclia), n1a n ou è ·d ·accordo co11 g'li altri AA. sull 'effetto duraturo cii tale tralta111e11lo i11 qua11to ce. . , ato questo i p. IJOco clopo ri c~,don o nuovamente in scom1)en·=-o. Ri1iene tuttavia cl1e In lerapia z11cchero-i11suli11a ineriti di esse re appJica t a su pii1 larg·a scala nelle lor111e cl 'i11 st1ffic ien za cardiaca, quale integratrice e potenzja Lrice clella co11lu11 e C'ura rnedj can1enlosa.

G. Boss.\ (i~npoli) . ul 1nelabolisn10 dei l eucociti leucemi'ci. - L 'O . ha esegtd lo ricercl1e sis1e 1natiche sul J11e labolisn10 dei leucociti leuce1n ici ricorre11do ai 111etodi pii1 i11ode rni cli tecnica l)er lo studio del i11etabolismo clei Les t1li. L 'O. 11a p otuto vedere ch e i leucociti leure111ici l1a11no un evide11Le potere deidrogenat 1,-0 Jler g lj a cidi gra.. si , ·s ia . . t1periori ch e inferiori. ~0 11 ... 0110 state pott1te 1ne ttere in e,·ide11za però <liffere11ze apprezzabili tra leucociti leuc. della serie gra11t1 locitica e quelli dell a seri e li11focitica . Circa· la prodt1zione cli acj<lo are toace lico qt1e la si è di1110 lrala cars i ~ ·inia e n on proporzionato alla i11te11 ilà clel potere· cleidroge naliYo per gli aridi gra~ si. Questo fall o ch e è il }Ju11lo pii1 jnJ eres ~ a11t e cl e ll e ri cer cl1e eseguile !)ttò piegars i in vario mo'd o e l '0 . si propo11e co11 ulteriori ricercl1e cl i approfo11dire ques to p rohlr1n a. (Ron1a ). - L a sindro1ne <In ril en : i onr S/)errn ali ca. - È ca ralleri11.nla da dislurhi gener ali e da allerazioni loca li ri rcosc rìlt e a lla ~ fera s&ssu ale, di g rande i111porlanzn a i fini diag110 .. ti ci i11 quanto .. on o la e$J)res. ion e dirr tla della st a--· sper111alica. Esse .1ppaiono di natt1ra ' ascolare. ,p rad o ne rYo~a C' i1ei ca .. i pil't go ra ' i cli n a lt1ra i11ri :11n1nntoria . l)e lt a ·~inclro1nr ~luclia l n r <iet ernli C.

ORT.\ ::.1


S EZIOi'E PRATJCA

nalcl dall "L). 1)rcse 11La tl11 c-0111plc ·so cli iulo111j clic so110 s uf[icie11ti acl altribuirle un:i fisionomia 1>ro11ri a ecl a 1nctlerla in eYide11za nell 'ind agin e clinica. Br,,~ co

\. Lo

\Ilo111a). -

Tra.tl a rn enlo casuale <lcll"eclP1na eia scom71e11so cardtaco . 1 1 0. illu-

s lra il conce l lo ch e nelle manifes lazioni di ecl e1TI :.i. l a Lera11ia ·d e' e esser e casuale quan Lo più è possjJJilc e riferisce i ri·stlllati ol1 enuti i11 Lali ca i co11 la tera1)ia slrofan li11ica !>er via e11doveno a. L es1Jerie11za per on alc induce l 'O. a racro1naudare di cli Jtdre Ja }Ji crola quanlità di Uc1uiòo in 10 c1 nc. tli sol u.zionc gluco ala e clj eseguire la ini ezion e con e. Lre111 a le11Lezz3. Illu · lra ta poi l'az io11 e dei rj111edi inlo1T1alici, <;011chiude che J 'edema \la scompen so può co11 vari i11ezzi di cura 1'er.fino scomparire, ina la guarigione è una fallace illusione, pecial111enle e i1 i11alato i1on i ra·~ eg11a al ri1)oso. 1

E aurile tutle le com11nicazioni iscritte all 'Orcljne clel giorno, il sen. MARAGLIAl~O con elevate parole ringrazia l11tti i co11vent1ti congratulandosi i11 }Jarticolar e con i Relatori per le m agnifich e. com]Jlete, i11 ler essanli Relazioni presentate. . Sede clel pross i1no Congres.. o è stat a fi s a la 1'o-

l'lilO.

J len1j a11 '0rcli ne

r, L e

cl ~l

G iorno so11 0:

co li/i cr orii ch c (prof. 1\. FeRRA1' A) ;

II) P a / olog i a. e terapia tielle sin.drom i neuro.i/JO/isarie (i11 con1une co11 la Socjelà cl i Cl1irurg ia) : })roff. G. Dr GtCLJELi\'10 e A. C Hl<\ sEn1N1; Ili) P atologia della vecc hiaia (1)rof. P . B AsT \ r ). Errata-Corrige. -

N el nutn. 47. pae. municazione prof. ANTONELLI, invece dj: leggersi: nefriti croniche.

della Conefrosi croniche... deve

2132.

riga

23 '•

A. Pozz1.

XLIII Congresso della Società Italiana <li Chirurgia. ( ( :onlinuazione ; u. numero 45).

Sed . au l. - 21 ot t. ]) rc::- id r n1.a: Prof . f{. J\r.ESSA 1 DRJ.

La cl1ir11rgia dei nervi cranici. 1) ·\RTi~ TT. C BIRl.THCIA DEL N. TllJGEl\Il o E DEL N. F'ACCIALE .

Prof.

~l .

A. DocL10T·r1

(~lodenn 1,

(~HlH "C" RGI \ DEI... TRJ GEl\I 1No. - -

re lJA ore.

Dalla s toria dcl lra ltan1e11to delle i1evr alg ie clel lrige111i110 ri ull a ch e ... i è })a ati dagli interven1i JJiù p eriferici e cioè alcoolizzazioni e . . ezioni delle bra11 ch e per ifer ich e. a<l i11lerYe11 li se11Lpre più cen trali , e cioè sul gan.gl io e<l infine ulJa radice r e lrog·a11 gli ne i1 el u o tr nlto tempor nlc P n el su o tralto p on lo-pe lroso . 11 Il. i1o n ri i)re11de in considerazio11e gli in ler ven li periferjci sia percl1è assai noti sia p erch è ormai i11 di su so e n on L.ratta della Gasserectomia per le stt~s ... e ragioni. Lo . Lurli o ciel Relatore Yerlc es· ~ en­ zi~l1ne11 l e sull a. r adice rctrogasserian a e u11 'nlrooJi7zazio11e del gan glio . Dai renrii anatomic i r1 sultar10 alcuni dali impor1a11ti. A11zitutto la co~ Lfluzior1 e clella radi ce è a11alizza la a fondo anche co11 preparati per~o n ali nl1111ero"' i. . Je ri ulta una 1rutlura plessiform e cl1e . . piega a. ~ a i b en e una qua111i1à di o·s .. erYazioHi cli nirl1e apparenten1enle paraclo. s:i.li tra le quali la co11 ~ talazio11e cl1e quan io pii1 la sezione parziale <leJla r adice è fatt a in addietro, ta11to pii1 l 'aneste_ , ia l)eriferica è clifft1 :--a ed i11co1111Jle ta. ono ino1 -

21 9

tre presi ir1 consjcl er azione i ra1)porl i lra la radice e gli inYolucri m eningei e lra radice, protuber anza, vene cerebello-petro e, n erYi d cll 'angolo pon toccrebellare. Dopo aver e preso in consid er azion e, ) n un rapit olo di fi siolog ia, l e fu11 zio ni cie l lrigernino e sopralullo la distribuzj o11e periferica cle]l a en sibili1il i11 r apporto alla ·s tru l tura r adicolare, 11onc.l1è Je fl1nzioni Yaso1nolorie, secrc lori e e trofi ch e òel n erYO, seg uon) alcuni cenni di ana Lon1 ia p a Lologica e q11i11cl i Yengono JJr ese in con icl praz ione le Yari e inclrorni p a toìogich e lrig·e n1in uli. J~ssendo le nevraJ g-.ie fl~cc i a I i l e forme più frequenti di lesione tri gcrl1in alc, il Relatore le di stingue in tre capitoli lraccian<io1ie la sintomat ologia fondamentale e for11end o i da I.i n ecessari per Ja diagnosi differenzial e. Ne ri uJ lano tre gruppi : 1) nevralgie j GJcc iali sin,tomaticlie o secondari e; 2) rievralgie essenzial i tipi cl1e ile i I rigemino; 3) nevralgie essen ziali atipiche rlella fac cia (simpaticoalgie ?).

Per il primo gruppo le indicaz ioni terapeutiche son o di solito collega te all 'elemcn lo cau sale dell a n1aJa t tia. Tuttavia i11 alcuni casi an cl1e gli inter vrnli dire tti sulla r adice o ul gan glio posso110 ess0re i11dicati quando le sofferenze si dimos trino r il:elli nel un traltame nto cau sale o qu es lo lrattan icn lo nQn sia poss ihiJe (I un1or i, po turn i flj frat1ureo di fatli iniinn1n1a lorj rihrlli). Per il terzo gruppo, e cioè ne ra lg ie e·sscn zia]ì a Lj picl1e dell a1 faccia, jl lrat lan1r11 I o . è I u Llora incerto ed iJ llelatore ricorcla j 'ari le11l nliYi fa tt i co11 inter, enti Slll sin1pa li co, ul lrig·en 1i11 0 1 sul f.irciale. Egli crede cl1e si dehl)n i11 rnolli cn __ i i1re11dere in considerazion e in prirno len1po un n a11 es lt- sia tc rnporanea cl el ga ng lio cli Ga . scr all o copo di . tJ.l)ilire se i11lerve nli definili,i , quali alcoolizzar. ion e d el ganglio o n curolomi:l r e trogasseriana, po a110 dare afficlan1en lo o n1 e110 di ef'fi cacin sul dolore . Il terzo g ru1)po e cioè que ll o rl1c ron1prende ]e u eYralgie e senziali acce .... l1illi I ij)ir l1c del trigen1ino è il oili imporl a n le <ln l 1)u11to di yj la chirt1rg·ico r }Jèr esso -i pu ò dirr sin so rl n ]a chirurg ia di qt~es lo nervo. A p a rte gli in terYe n1 i peri frr ir i. in <l jsl1 so e su i c1ual i con1e si è cl e lto i] Reln tor r no11 inò ugia , son o ])r esi in con siderazion e i seglJen li jn ler Yen ti : a) in.Cerventi sul ga.nglio cli Gnf>.~er: aJ rooli zzazione, e1et lrocoagulazion c d el ga 11g·l io, ga. sercctomia; b) interventi sulla radice rei ru9angliare per via t emporale (Frazjer ), per 11ia ce r ebellnre (Da11d y). per via occipitale sopra/ en I ori ale (Dogliol li '· Per l 'alcoolizzazione cl r l gn ngl io dj Gn., er i clecri,·e la tecnica di HUrl cl co n 111oèf ificaz ioni ecl accor g imenti Yari tra cui a lru11i , ugg·eriti d a] Relr11 ore. Alcuni appunli ono fa lli al lJ elc11roroagul azio11e col n1 eloélo di Kirscl1n c.r eci infiJ1 c si arcer111a alla gassereclo111ia sen za soffern1 ar Yi. i, eia lo ch e , i lra tta di meloclo , upcra lo e 11011 con. igliab-ile. Per quello che i rifcri·-ce agli inler11 enli chirurgici sulla r GJd i ce r elrogang liure .. i clc.rri Ye 111i nt1lfln1enle ]a tecnica dei vari i11eloclj in u :o. l)cr J'in · lCr\ enlo più larg·ame11i c u sa lo e ciof> ciucllo per 'i él le1nporale si ·cle rriYe la lecn icn di l~razi er-:\ dson offern1andosi sull e n1oda Ii Là con sigli a]) i] i per 1·en io la i de1la meningea n1eò ia, per l 'aperh1ra del inanicotlo m eningeo periradicolare, per la sezione par zia le della radice e<l il ri . parrn io della radice i no toria. l ' n n1om enlo in11)orlanle prr tulli g li i11lcr, enti crnnioton1 ici ch e clel>ho110 port nrr nl ln ra<lirolon1 ia


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« IL P OLICLINICO »

retrog·asseriana, per qualu11que y j a, è la, d ecom]Jress i orie ]Jreven.tiva nie<liante drenaggio del liquid·o cef al o-r acllid e,;J, _ch e jl r e latore ottiene con met od o p er so11ale in lrod u cendo un 'p iccolo ago flessjbile e corl o n el I er zo o quar to spazio interYertebr a ]e 1on1bare, prima di iniz iare l 'intervento cra1iiotomico. Con queslo a-ccorgi111ento di grande efficacia l 'intervento viene se1nplificato notevolment e, poj ch è l '01Jeratore g uadag na molto s pazio di 1nanovra, i1ella cavità endocra11ica . L 'a go da drenaggio viene lasciato in post o sino al n101nento in cu i si è r ep erita la radice r etrogasseriana. Viene q11 i11di tolto. essuna co11segu e11za dannosa è risultata da ques to drenagg·io p er111anente intraoperat0ri o d el liquido cefal o-rachiit eo ed il metodo appt.1re quanlo i11a i co11·sigliabi1e. l~iguarclo a lla radicoto111ia p er via cer ebellare il ll. rlescrjve il 111e todo di D an(ly e ne espone i vant aggi , le difficoltà, i pericoli . Il Relatore descr ive i11fine il metodo personale per arriYare a11 a r adice d el trigemino passar1do per via soprat entoriale. La via d 'accesso è r appreSf'11 la la d a u11 a cr aniotomia limitata .retroauricol't1 r e sopratentoriale. Si soll eva la p arle laterale del lobo o ccipitale espou.endo la faccia superiore del le11t orio. Rico11oscju lo il i11arg·i11e della rocca i)e trosa s i incide il tentorjo para llelam ente a questo 111argine, a 2 o 3 mm . rli etro di esso. Immediatn111ente ·sotto al tentori o appare il m argine anteri ore 'del cervelletto: scos ta11dol o posleriormen te si n1ette in evidenza, in u11 pia110 s uperficiale, la rélclicc d el trigen1i110, ch e è assai facile riconoscere e ez io11are tutta od in parte risp armiando co1nunque l a raliice motoria ch e si trova in un piano su }Jc rio re e leggermente m ediale. In un capitolo su ccessivo so110 prese in consider :.!zio11c le varie co n1plicazioni ed incidenti che posso110 ·seg·uire ai vari inter venti prima descritti e son o riportati dali s tatisti ci st1i risultati ottenuti rigua1rdo a lla gu a.rig ione d ella n evralgia, e ad even_ tt1a li r ecidive. f nfi11e il Rel a lore es1)on e co risi'der azioni genera li su lla scelt(ll del melodo di t erapia chirurgicq, delle al gie facci ali f iJJiche, prendendo in esam e alcu11j quesiti . · Al ])rimo q11esil o: se i11terPertire su bilo r adicaln1ente sul ganglio o sul.la sua r adi ce oppure se i 1tiziar e il trattamertlo co n l'alcoolizzazi on e delle brancli.e ]Jeriferic/ie d el n er vo, il R . ri sp on de cl1e ritien e opporlu110 interYe11ire ·subit o radira ìn1 ente n elle for1ne tinich e rihel1i datanti da lll Olli a11ni, p er le quali s i Siano dimostrate inefficaci le '':1rie cure m edicl1e praticate. Nelle forme i11Yere r elativame11t e più r ecenti e sopratutto quand o s u ssi lan o ciul)bi ch e si po. sa tral1nre di una 11eYralgia atipica simpatalgica , od anche in casi 'd i pazie nli g io,·a ni u le111pcr am ento n evro ico, il Relatore con siglia in prin10 t empo l 'alcoolizzazione d elle bran ch e perifericl1e jnter essa1e d aJla nevralg ia . In que to niodo ·si g u flrlagn .a tempo e n ei 111e$i di sollieYo rlal d olor e . i potranno eventual1ll<.\n le 1noò ificar e g li elem euti cau sali d ella nevralg ia. In oltre i raggil1nge lo scopo di chiarire Ja d i:.g n o i , poicl1è se 1'anf' tesi a p e riferi ca non si cl i1no tra effi race , u] dolore o se? s i m an ifestano òi ~ turbi cau al g·ici 111olto fa tirlio·si si rlovr à trarne l::\ ro11clu ion e cl1e t1n eYentua le in 1ervento ra·d icale sl.1 l1a r adice o ul gan g lio, non ar à probabilmente effi cace. Infine si forniscf' al l)aziente un saggio tc111µoran eo di ql.1ello cl1e dovrà essere l a su a con<I izion e dopo il b locco en s i I i vo del n ervo . Alcuni iitellYÌdllÌ male Si adattano ;\]] 'anestesia persistent e: i11 questi , 11ua11do arà ri s tabilita l a sen sibilità d o po l 'nlcooli zzazio11e })erifcrica , ... i la cerà a.1 pa -

Li\KNO

XLIII, ~"L 'I. 48,

zie nte s tesso la scelta tra u11 'anes le. ia perman e11 te e il dolore. Nei casi in c ui ·l 'anestesia periferica dia ris ulta lo buono 111a temporaneo , di fro11te alla recidiva dopo 6-12 m esi, si dovrà senz 'altro passare ad in({'rventi più radicali quali l 'alcoolizzazione p arzia le d el ganglio o la radicotoroia retrogasseriana. Al secondo quesito: alooeilizzazione del ganylio rli Casser o radicotomia r et rogasseriana, il Relat ore si ma11tie11e in una posizione di equilibrio in quanto ch e mentre la sua personale esperienza s u 860 alcoolizzazioni di fron le a poche d ecine di i11t erventi sulla radice pos teriore lo porterebbe a dare prefere11za asso] u la alla alcoolizzazione .parzial e gradua la, egli riconosce che qualora il chirurgo abbia 1nezzi, 111enla1i1à ed esperienza 11e t1ro cl1irurgica completa, quali sono posse·d ute dagli operatori che riferi·sco110 su statistiche di centi11aia dì neurotomie retrogasseriane, allora ritie11 e essere co11sig liabile che questi operat ori conti11ttino a dare la preferer1za a ll 'in terve11to chirurgico. Mentre la alcoolizzazione è interYento pit1 se111plice, meno p ericoloso ed egualmenle efficace , la r adicotom'ia è intervento p-i ù chirurgico, pji1 · icu rament~ graduabile e 1neno empirico. Esso lu ttuvia presenta un margine di rischio e di mortalità abbastanza. 11olevole soprattutto nelle J>rin1 e cleci11e di casi di qualunque statistica. L 'a1coolizzazione a sua volta richi erle g r a n de esp erien za e ]Jrofond e cor1 o·scenze anatorniche ch e il Rela tore s i lttsinga di ave re fornilo ai Collegl1i n eJla su a esposizione. Co munque chi 11on abhia esp erje11 za in nlcuno cli que ti due n1e todi, n on c reda di arrivare con fa cilità ad acquistarne la tecnica e J)ri1n a di cir11entarsi jn praUcn con essi a pprofondi. ra le s11e cognizioni anaton1jr.he e clini ch e sul] 'argo111ento e assista di p e rsona ad al r unj interYe11 I i praticati da chi ha orn·1ai acquisi lo la nece ~ari l C''S J>erienza. Sarà bene posseèl er e ] e due tecn ich e de11 'alcoolizzazio11e e del la radicoto111ia l)er polf'rl r alt ernativam ente applic:i.r e a seconfla dei ca ~ i . , Al terzo quesito: n eu rotomia totale o parziale, il Relatore risponde dichiaran·d osi convjnto fal1torr della utilità d ella neurotomia parziale, ch e inter éssi i 2/3 od i 3/4 a l massimo d ella, radice, allo scopo di con ser vare una parte di sen sibili tA cl ella fa ccia e sopr atutto della cornea e d ell a con g iun I iva ver evitare le complicazioni trofich e e ner eYi la r e i I fastidio dell 'anestesia f acciale totale. Eccezionali so110 le vere r ecidive dopo neurotomia parziale , 111entre alcl1ne sindron1i cau salgicb e po·stoperalorie 1nn1 e11ta t e dél tutti gli AA. , si verifi ca no nel 20 '}~ circa degli op era li, sia .ch e in essi si sia praticri ta 1111a neurolo1nia p arziale ch e t otnl e, sia ch e i n e i si sia pra tica to il blocco alcoolico del ganglio . ~ anzi i1npre sion e d el Relat ore ch e qu esti d i.. lt1rl >i. colleg·ati aJl :anestesia ed a di st11rl)i ò ell 'innerYazio_ n e ·si111pati ca o a disturbi riflessi ci i orig i11e centrale siano più frequenti n ei casi di anestesin to1ale ch e in quelli in cui s·ia rispar1nia ta una parte d el la sen il)i]itll periferi ca. 1\l quart o que·sito: quo le si•a ln 1da chirurgica 1 eferibil e p er la neuro/ omia, ri . ])Onòe ri Lenend o che allo st a.t o a ttuale d ell a no tra cono cen1a e (lella n os lra tecnica il m etodo men o pericoloso p err h f> e senzial m ente ex tradurale sia quello per Yia le1npora]e secondo la tecnica di Frazjer . 11 inelodo o l lo lcn lori élle cl i L)andy s i accompag n a ai ri schi cii tutti g li in lerven ti sottodurali ed i noli r P richi eò e estrema d eli cat ezza p er il p eri colo <li led er e il facciale e ] 'acu stico, p er il p eri colo <l i emorragia cielle Yene cerebello-petro. e e per il trat1ma cerebellare. Rig uar<lo all a ' ia ..,oprat('ntori ale cl1e i1 Rela tor e per ]>ri mo ha rle crilto C' prtl-

r

1


I.i\~ ,o

XLIII, NUì\;J. 48]

SEZIONE

djcalo con pieno successo, ritie11e che. i vantag~i ~i a 110 11olevoli su quella cerebellare d1 Dandy in <Jll<l rito che segue ui10 spazio ampio, di facile .e c o1l1odo accesso, senza pericoli per 11ervi e vasi, e permette u11 'ampia visibilità. È troppo presto tuttavia per esprimere un giudizio qualsiasi su c1oeslo in lervento, che il .R. sper a po·ssa . trovc~re Ull r)OSto definitivo nel tratta1nento ch1rurg1co .cle1le 11evralgie d el 1rigemi110. ~ illIRURGIA DEL FACCIALE. -

Il R. prende in con -

s jderazione essenzialmente il trattamento chirur<rico delle paralisi peri'fericlie del nervo faccial,e il traLta1nen lo chirur gico degli spasmi essen-

;d

ziali del f acciale.

Analizzn le rapidamente le var ie cau se di paralisi periferica, egli ritiene che, mentre nelle JJC:J'alisi traumaliche con sezione totale del nervo sia .con sigliabile l 'intervento imn1ediato o precoce (dopo 10-20 giorni dal trauma), in tutte le all1 ~ paralisi! peri/ eriche si debba atten'd ere. alcuni m esi <luran te i quali ·si dovranno mettere in opera d al neurologo 0 dall 'otoiatra tutti quei mezzi di Leq·a pia cal1sale diretla od indiretta indicati cJ.so per (;it '-0 .

(~ualora

la parali si si di1nostri ribelle a ques li 11 a t tamen ti, allora il chirurgo potrà essere 1nterµella to e si porrà il quesilo del tempo in cui l'in.lc·rverito è opporttino. Da questo punto di vist a il R. crede che l 'inte.rvento chir11rgico sia g iustiIi1~a to quando il fisioterapista osservi che lai

rea-

ziuJ"i e degerie r ativ a d ei muscoli "':imici, in luog.o d i i11igliorare, si aggrav i progress~vam~nte: la d11lt i11uzione

dell 'eccilabililà galvanica diretta, e la ~:1 escente ipotrofia muscolar e, ne sono i segni fonda:r11entali. Attendere di più, a questo punto, vorrebbe di.re ridurre in modo notevole le possibilità .tli successo , 1)oichè dopo qualche tempo,. q1uando 111ancbi qu alsiasi segno di persistenza d1 tess uto muscol are non si potrà più sperare in una n eur~­ ti1zazione diretta o indiretta, e ci ·s i dovrà lim~­ tri r e ad i11terventi di plastica cutaneo-muscolare. J~ iconosciu la l 'indicazio11e generica all 'interven t o, si tratta di. stabilire guale metodo sia p~e.fe­ riJJile p er la neurotizzazione del ner~o p~ral1.t1.co sempre che persista un cer~o. grado d1 ecc1tab1l~t ~ <liretta dei mu scoli . Il R. ritiene ch e, eccettuati 1 · casi da t urnore mali g·no ed i casi di gravi altera.zio11i Lra11maliche locali , si debba dare preferenza nl nie·tocl o di Ballance e Duel e cioè al la r icerca ·dcl nervo alla vivificazione ·a ei monconi ed all 'i nnesto ~ervoso lra i monconi stessi. L 'in te.rven1o TicJ1ied e grande abilità, soprattutt? quando. occorre aprire ampiamente il canale. d.1 Fallo.pp1?, J?er ·c ni sirà <li ·'oli to l 'otologo spec1al1zzato il più 111 <tica to per eseguire l 'interYento. I r i sult a t~ di que·s lo inlerven lo , quando lo ~ i possa t ecn 1c<1men le · . por tare a termine. sono perfetti. ~e la ricer ca d el nervo nel suo decorso 1ntraP(' l ro o non è possibile, allo~a si . ~olrà ~i correrc .ad un incrocio nervoso. Tra 1 vari 1ncroc1 propo· ti, quelli che h an dato i mi~liorj ris~ ltati ~ono : f ' in croci·o totale izJoglosso-facciale e 1 i n croci o l oIHl c spino-[ accial e. La nel1rotj zz.azione del faccia le ~ i oltie11e con r el ati va costa11za , cos1 pure la co11 ·1r<: I tiU là volo ntaria <lei n1u scoli 1nirnici riesce spe ...,.) n r end er si ind ipe11de111e dalla contrazione coor·d inala di nllr i g rt1ppi muscolari . Quello che non --. i o t lic11r è il ritorn o della cori trazione min1ica -e n1ozionale, per cui l 'espre sio11e di questi ope1 a li, m entre ò p erfelta111ente 11ormale allo la lo ctli riposo per il ripri·stino completo del tono ml1 ~rolare e ciel trofi ~ rno inuscolare, ri ulta n1oclifi ~a to n eJl ':llto di con1piere numerosi atti dell a Yi1 a

2193

PRATJCA

di r elazione che ricl1ie'c lano l 'i11lervenlo dei i11uscoli mimici vivi della faccia . Rig·uardo all ' operazion e cli L eri ch e sul si1npati co cervicale il R. riti ene, anch e in base acl osservazioni pers.onali, che essa dia buonj risultati 11ei casi in cui la parali"i 11011 è totale, per cui 1)ersista un certo grad o cli eccita})ilità 111u·scol ar e di-retla. In tal caso la soppressio11e d ell a inn erYazione simpaAica an Lagoni sta e il n1igliora111 ento della circolazio11e e quindi :incl1e d el lrofismo locrde p ermellono di valorizznre ]a funzione 1nus~o ~ lé1re residua . Nei casi di assoluta e totale parali si J:8cciale datante da a1n11i, l 'operazione cli Lericl1e r 10 11 potrà che cl a.re u11 lieve mig·lioran1 en lo della si11rlrome oculare grazie allo s tabilirsi dell 'enoflal1no e quindi mig·lior chiusura della rima pal1Jebrale. Nelle paralisi l)ÌÙ antiche e lotali in cui n o11 Yi ·s ia più alcun segn o di vit a nel sist en1a m~1sco­ lnre, il R. è in accordo col .Sanvenero-Rossell1 che s i 'debba ricorrere al stto Tn e toclo rnis to di plastica Cli l an,€0-m uscolare. Il San Ye11ero-Ros$elli ha svolto ques to capi lolo din1ostrando le Yari.e possib.ilità di pl::i,stica cutanea, muscolare e lencl1nea . I r1sulla U sono vera1n e11te buo11i , soprattu tt o p er quanto riguarda l a esprc·ssio11e 11or1nale allo stato 'd i ri}JOSO . i~ei Yecchi ir1fine, affetti d a paralisi 1otali facciali. p eriferiche o centrali , ci si li111it erà al sollev a1n.ento ortop eclico del labbro ed alla correzion e plas tica del lagoftalmo, salYo ricorrere ad interve11ti plastici più es tesi se richies ti dal p~zie11te . Per il trattàmento degli spa·s n1i essenziali d el fa cciale, analizzate le varie forme di spa1Smo che ::;j p os·so110 prese11 tare , il Rel atore espone breYe~ rnente i vari metodi propos ti per l a cura dcgl J sp asmi essenziali : blocco parzi al e o tolale del n ervo con alcool ed altre so tanze o con la elet1rocoagulazione, neuroto1ni e p ar ziali , in cro ci nervosi~ irilerventi plastici f acciali. Nes t1no dei metodi propos ti ha aalo risultati duraturi sod~isfa ce111i so l vo che si voglia acrifi care la funzione del Ilf' rYO. Ri·sultali migliori e 1a1i cl a far sperare i11 t1n a g uarigio11e d efiniliYa della malattia , il Relatore o llenne i11ediante un i11Ler Yento personale , appli ca lo finora in sei cas i, e ch e consiste nella sr zio1le del nervo , nel1 'asportazione di una pari e (la n1 e tà cjrca) d el su o nion con c cent1:ale. e nella neurotizzazione d e ll e due branche p eriferiche cTel nerv o 1nediantr. la p orzi one r esidu a d el moncone centrale. 111 questo n1octo, do po un t emporan eo

pc1iodo 'cli paralisi . (4-6 mesi) si ottiene .u1:1 ritorn ~ cli fur1zion e in tutti i grt1ppi muscolari inn ervati òal facci ale senza recidiva dello spasn10, grazie nll a riduzione 11u111erica delle fibre n ervose del facciale stes·so e con eg u ente diminuzione clj effi<"'i enza e di tonalità n ervosa . Con1e conclu sione egli crede cl1e il 1ne todo d ecritto debba essere preferì to a 1ul li gli altri. Pure 1neriteYole di con sjde razion e è la enerva zione periferica dcj muscoli i11aggiorn1ente colpjti seg u e11d o il n1 e lodo cli "\Villiam-F'razier. L 'incrocio ipoglosso- o sp in o-faccia le, pur garantendo più di t l1l li dalla recidiva , presen I a ol tre a vari altri incpnYeni enti-, sopra Lu l lo qu ell o di al tera re profonda1nente 1'esprr. sion e 111in1icn t• n1ozionale del volto. Seri u l a p on1eridia n a - 21 o / t ob r e - O r e 1.3.

Comunicazioni inerenti alla Relazione. G.

RossELLI (l\1ilnn ot -

Pla.c; fi ca n1u scolarre e cutan ea n ellrt cn r a ch i rurgi ca d ella p nrctlisi rlr l fa ccia ie. - Co11 una cine111 at ogr afja in SAl'\ 'Ef"ERo


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!(

IL P OLlCLJN ICO n

gran parle del Li1Jo carto11e a11i111ato, l '0. e pone la tecnica seguìta in a lcu11 i casi e i risultati ottl•nuti con il lrapianto di le111bi d ei muscoli n1 asl icatori. V-INCENT P UECH

e VISALLI (Pa.r ig·i). -

Interv enti

nella r egi one del n ervo oljattorio. ~ Fra l e affe-

zioni di ordir1c i1euro-chirurg ico che pr0Yocan10 l 'an os111ia ·si risco11Lra più frequ en Le111ente il 111e11ingio1na olfa ltiYo. L 'anosn1ia d oYrà essere confrontata co11 g·li altri segni cli11ici esist enti co11 li\ radiografia d el cra11io, con l 'esame del rinofari11ge, spesso con la ventricolog·rafia. Vengono rife rjti quattro casi di ine11i11g·io1ni olfattori. PETIT-Du TAILLIS

(Parig i) .

L a neurotoniia iltxtaprotuberan ziale d'el trigemino; i ndicazioni e risultati. l\iferisce di 47 neuroto111ie eseguite

co11 la Lecni ca di Dandy; al lre 33 so110 state eseg uite per Yia le111p0rale. IJlus lra l a tecnica eseg ui la, j lJericoli op eratori. I Ya11 laggi nel metod o occipitale . so110 noleYoli di fronte agli altri sia per qu anto riguarda la possibilità di sezioni parziali ~l1e la durata d ei risultati. In 4 casi si è scoperto i11 questa 1na11iera l 'esistenza di un tumore che no11 si p o teva sospettare per l 'a·sse11za di altri sinto111i. u·n allrO Ya11taggio è r appresentato d alla r arità d elle1 cl1era lite, dalla fac jlità di risparmiar e la raclice 111o torja. Gli inco11Ye11ie11ti son o r appre·er1tati dalla possibili là di led ere il .facciale e 1 ~ac u­ sti co, dal la n1or talilà l eg·ger111 e11 te più alta. È ques Uo11e SO}Jr a tu l Lo di indicazio11 e op eratoria tenen do conto d ello s tato gen erale della conformazione parlicolare d ei 111al ati. E indi spen sabile n atural111ente una co110 cen za perfe lt a della t ecnica del1·111LerYento.

F.

G nA~T

( Filadelfia). -

[ ,a noslra esp eri e11.za 11e l t r attam ento chirurgico de l la nevralgia del trigeniino. - Procedin1e11 Lo cli el ezione è l a 11 eu-

ro lon11a s11btotale della radice sen·sitiva con prescr vazio11e d ell a lno lori a. L 'al coolizzazion e preli111 in aire concede u11 sollieYo ten1poraneo e il malato ristabilito in salute può venire operato. Furo110 esegui le 949 operazioni co11 una mortalità <lell '1,36 ~o. l~ u ·e1npre preferita l a Yia ten1porale. L 'O. co111ple la la su a riccl1is irna s latistica con u 110 studio accurato delle cau ·e di 111.0rte, con l 'esposizjo11c cl ella Lec nica operatoria, lJroiettando llu1nér ose figure. ~·\..

G.

(Bari). -

Co ntributo alla cu ra della n evr <lJlgia de l glosso faringeo e del tri gemirio a.'\sociat o. l\iferisce di un ca ~ o in cui la sem C ut\RI ELLO

p1ice sezioi te del n erYo liu guale }Jer Yia boccale gli 11a dato l a cessazione del dolore che si è manl e1tl1ta. l)er 1111 certo t en1po, ora p erò il p azieJ1 te co111unica u11a ripresa dei d olori.

e;..

dine). -

Con f rib u li al la cl1irurgia clel. trigeniino e del fa.cci'ale. - Ha operato di seP1E HT

(

ziCJne delle radici del ga11g lio ({i Ga er 11 111u1a1i ro11 un cl<'Ce. o. In altri tre casi h a a .. p ortato il gJnglio cer' icale superiore del simpa tico con ri' t11 tati Yarinb ili . Ha operato 'clue ca i cli -parali i del facciale , uno con trapian1 i 111uscol ari e rist1 lta to dubbio e uno co11 sezion e <lel -si111p a lico sotto il ganglio cervjrale superiore ~e 11za ri sulta lo. In un caso di S}Jasn10 unilaterale d el faccial e ne 11a praticat o la sC'zio11e e il lrapianto d ell 'ipoglo o n el n1oncone di tale co11 e ito so ddi~facen te da 7 anni . Tel secondo caso d i spasmo bilaterale (principaln1ente blefaro pa . . n10) o tte1111e un n1iglioram ent o persi. . te11 te con la e1.ione delle par ti 111olli a tutto sp essor e sulla e111icirconfere11zu es terna dell 'orbita.

[A NNO

XLIII, NUl\I. 48J

A. ~~ cc1~RONE \N~poli) .. -

Crartiolomie plastich e per lesioni delle vie ottzche endocraniche. Af-

fern1a che i dis turbi visivi si hanno a11che per lesi.oni della superfici~ est~r11a del l obo o ccipitale. S1 sofferm.a sulla spiegazione della epile·ssia traurn atica da lesione del lobo occipitale verificatasi in uno dei suoi casi e gua.rita a seguito dell 'i11 t erve11to locale. Espone il procedimento operatorio e racco1nanda 11elle lesioni e11ccfaliche infette la soluzione cli iodosol. G. M. FASJANI e LENARnu zzx (P adoYa) . -

Rap-

p1 esentazione plastica di ventri cologramma. Gli 00. espongono la tecnica con cui da nun1erose proiezioni radiografiche eseguite nella Ye11tricolografia costruiscono un modellino che ri produce plas ticamente la for1n a e l e dimen·sioni d ei Ye11tricoli. Alcuni modelli vengono mostrati.

Discussione della Relazione. LFFREnuzz1 (l 'orino) . - Si rallegra che il cloll. Vincen t abbia 1ichiamato l 'a tten zione sui 111e11i11g iomi della zona olfattoria che in genere so110 poco ricorda Li . La causa di ciò va ricercata nella rarità di questi casi e n elle difficoltà diag 11ostich e che si incontran o per la localizzazione. P er quan1o la triade sinton1atica su cui ha insislito Cushing da tempo raram ente è presente. Riferisce un ca::io i11 cui lél! anosmia unilaterale era presente e solo la ventrict1lografia pos teriore bila Lerale ha }Jer111esso di localizzare il tumor e in modo da co11sentirr1e la estir1Jazione e l a. g uarigione del })él zjente. P URPURA (Palern1 0) . - Riferì ce un caso cla lu i OJJer ato p er parali si faccjale con l 'i11crocio tra ln J)r a11ca est erlli dello spinale ed il faccjale. Il ri s ultato fu11zionale è stato ot ti1no. Ila adoperato 1tille le fibre della bra11ca ester11a <lello &pinale. ~011 è pers11aso ch e sia. sempre d a darsi la }Jrefer enzct all 'incroci.o ipoglosso-facciale a 111c110 e11e i1011 'i ·~iano precise in dicazioni. F'oB.NI \ Ve11ezia) . - Ha eseguile lre neurolon1i e retroga8seriane p urziali secondo Frazier. Nel })ri1no caso, rjcomp arvero d olori a carico della prin1a. branca scompar si d opo l 'exeresi. Gli se111hra cliffjcile r aggiu11ger e con esa ltezza sen1pre Ja sezione g raduale d ei due terz.i es terni. Cr ed e cl1e Ja 1tcnica cli Frazier AdsQn sia ri sp e tl o alle altre 1i-1en o diffj colt osa e pericolosa. Ha osserYa lo due ca·si di ar acnoidit e ottico cl1i Jsm alica. Il primo caso 11on ha a' ulo migliora1nenti e la ceci là è rimas ta co111plcla. Nel econdo Yenulo a nlorle dop o l 'inter vento i1on si son o o~servat e ch e un 'i11fiam111 azio11e rro11ica a tipo sieroso e produttivo , a lrofia d elle ba11delette olfalLive e una pachj111eningile cr onica ad esiva . Nl.\ROGNA (Sa arj ) . - I11 cas i di aracnoicljte cistica o~tico-chias1na.lica p ensa ch e no11ostante u11 a ·sin to1natologia co ì chiaramcn Le elencala da] Relator e la diagnosi sia difficile . ~el n1aggior llll n1ero di rasi e a è r eperlo opera lori o o altrin1en Li solo sospeltata. Ha. vi sto qualch e 1niglior an1e11lo nelle for111è cis tich e raram ente in quelle ade iYe. f 'c•r se i traltnva di casi aYanza li in cui le alt cr nzio11i dcl nerYo o ttico erano irrrparabili. Ricord a a] tri autori n.l tretta11lo scc LLic i . u lla g u arihiJità oper atoria cli que le aracn oidi ti n d iffere11za <li quelle cerebr ali , cere})ellari, pon lohulbari. J ccl u ncolari llit iene d 'alt ronde ch e }Jer quanto cl i facile e!'cc ulione pochi u ... ino 1'an1pliamcnlo del foro ot1ico.

-


fA'" o \ Ll I I , \

L

~ L. 48]

2195

SEZH.\1\ E PR:\TlC.\

\ . (:H1A ~::s i-:n1'1

l H.0111a). --. L·o. porl a il suo contrjbu lo rnll a c hjrurgia delle vie ottic l1e i11tracra11 icl1c, r ife t"' iulo t1n ca .. o rli a·c roccfal o- jn 'd a.l lil ia o~ ·erYato ne l 1924, ed tLn célso di n11curisn 1a carctico-caver11oso con esofta l1no pul .. a11 te. Parla d<!lle incerlc1.ze, cl1e lt1 ltora esi .. tono i1el ca111po dc11a e tio logia , pa,tologia ecl inter1)re lazio11e d ei n H:!CCa11is1>1i I cra1Jeutici nelle arac11o id i li cl1ias111at icl1e. ' egli i 1tl e r, c11li, cl1c n1irano all a esp lorazione clelle Yie o lli c he i11lra< ra11icl1e, è faYoreYo]e alla i.llle~ les i a JJa ~ ,ile aYcr l i1 1i ca . Parla degli i11ter' enti t111i- e biJate r ali , e i i11lra ll ie11e st1 al lre questioni di tecnica cl1irurgica. R icorda a n cl1e di a' cr c~cguito 10 sezior1i parzi ali della rad ice ·se11 iliYa <lel trige111i110 (di c11i 9 per Yi n te111por ale e 1 !Jf'r 'ia cer ebellare) : i1011cl1è alcu 11i in tcrYe 11 tj 1)er })arali ... i del faccial e. (~.

Ecro1 t l\on1a) . - \elle con11)re. s io11i dell e vie ottich e intracra11icl1e ri l ie11c i 11dicato l 'i11terYe11to t ra11 fe11oidaJc qua11do il I u n1ore ?! ·s, iluppat o i11 bas~o. Certame11te così l 'operazion e n on è radica le. ComLin ando di' ersi a tti di processi operato ri l1a eseguito un '01)erazio11e clic gli dà u11a 'isi bili tà cliscretamente soddisface11t e. Mos tra ai1co ra un cranjomc tro cli . . 11a costruzione ch e u ~ a i1elle re-~ez i o11i cra11icl1e J1on chè u11 ag·o rota11t e per l a Yen tricolografia. _\ propo ito d elle 'ie di accesso per la i1euro to 1nia r etrogas criana osserYa cl1e se la Yia post erior e per111e tte di a portare i lun sori dall a radice quell a cl ella fos a cr a11ica i11edja offre le st esse possilJil1 tà 1>er i tt1111or i ciel ga11gl io. Per eseg11ire le i11i clior1 i cl i alcool nel g:t.ng-lio <li rige l 'ago fi11 0 nel foro O' :)]e con u11 is tru111e11lo n1olto sein])li rc ch e egl i l1a di·seg11ato. CA VINA (Fire11ze). R icorda i con Lribt1ti de] fratello Cesare nel ca n1po della ch irurgia delle arn c11oiditi l)eri chias111nltc h c, delle alg ie e senziali del trige1nino delle n1 joplastiche facciali . La st ati stica, .. j ria ... s11111e in 112 alcooli z1.az ion i del ganglio, due gas·serectorr1ie 120 neuroto1n ie retroga!', eria11e . Cred e ch e il blocco alcoolico del ganglio cl i \r;is ~ er s ia cla i)referir. i i11 })rimo te1111)0 alla 11 e11ro to111ia. 1

SANTERO t B11 lo :\.r ~ izjo) . - Si o tt eng-0110 gua ri gjoni anche c111rature nell e neYralgie d el 1rige1nino con le i11iezioni d] alcool nelle b.ranche perifeTicl1e. In forme piit est ese u a l 'i11iezione ai fora111i cli 11scita rl ella hase del cr anio. \'ell e recidive h a ct a lo la 1)refere1tza a lla alcoolizzazio11e d el ga11glio. Qua 1tro Yolte 11a e ·eg uito la radicoto1nia . Fa poi con, i<lerazio11i s1.llle con1plica7ioni e s11i i11ezzi atti n prevenirle . GIOIA (PaYia). -· Ha esegt1i lo 1-5 é1l cooli zza1ioni del gang·lio. H~ eg11i lo la yja an teri or e . . e11za in r· ine11ti. Rilie11c l 'a lcoolizzazione 1) r eferibil e all n rHrliro ton1ia 11cg-li a11zia11i quando esistono co111roindicazioni gen er ali e i n1alati riluttanti all 'intervento. Dà inolta in1port anza alle c11 r e profilatl i che della i1euroch erat ide. 1

DoGLIOTTI (Risposta). - Ri tie11e e 11e l ·in11 esto 1ibero ])er111elte il ritorno integro òella ft111zione rlcl facc.iale p.ii1 cli qu al siasi altro e r it iene giu stifica to un te11laliYO in ques to sen so ri e.rvando gli i11croci e le nnast o111o·si a.i casi in cui non sia rralizzab jl e. (~recte preferilJi]e nell 'incrocio con ]o , pinale quel lo totale perchè u sando olo la branca e~ terna il nerYo deYe assun1ere l1na doppia fu11zio11e. Pare ch e l 'incrocio co11 l'ipoglosso sia da preferirsi. Picri P d 'accorò o con lui ch e la ga11gl io11ec lo1111ri 11011 influenza la paralisi fé.cciale.

Ri g uardo alle osser,azio11i fa l le ulla riccl1czza di alcu11e s ta ti s tich e osserYa ch e <1uesto ·si S})ieg·a co11 il !at to ch e i malati si reca11 0 }Jii1 11u111 ero~i rla ql u.. i ch irurgi ch e h a111lo cl i 1no · trato di avere otti111i r i ultati i11 u 11a p1rli col are bra11ca.

Coruunicnzioni vnrie. , -. ScH1\UEDEN (Francoforte) . La Cll t a ch.irurgica della p er icardi t e adesiva. H a oper a lo 22 casi se1npre i11 u110 st ad io ava11zat o d ella n1aJa l tia. Crede ch e i ])O sa avere succe ·so u11ica111 e11 le 111eclian te r e ezio11e }Jarzia le d el pericardio - 11 el senso della decorli cazione alla Delorme; }Jer eYitare pericolj bas ta e. egnire la deco·rt icazio11e prer<ll c11 lcn1cu le i11 corris1lo11den za del ve11 lricolo ~inis lro le ct1~ pare li n1uscolarj ~ono se11111rc n1olto più spe se e resi t e11li ch e no11 quelle dcl Yen t ri colo d es tro. H a in1porla11za ]a p r epar azio11e prcOJ.lC·ra loria. E po11e Ja tec11ica operat oria. Speciale at l.e11zjo11c Ya porlata al la liberazione della IJun ta del cu ore; se u o11 s i riesce a li IJcri.J rla. si eseguirà la frenicec lomia. I ri · u llati so 11 0: 30 % di g u ari gjo n i a ·olute, 30' ?i> di n1ig lior.11ne11Li notevoli, 5 °6 111orti sul t aYolo oper a lorio, 20 % cluran le l e c11re }Jos top era Lorie, 10 % cl o po i11i glioramen lo t ern poraneo. .,e<l ul a a t1ti111cricli ct11a - 22 o l lo hrc - Ore 9. Pre~ idcn za

: pr of f. ll . _\ LEs: \::'\D tH e G. P Enro:z.

Comunicazioni varie. P oTOTsc1rN1G C' ' icenza). - Conlribuli cliriici allu chi rurgia ri el n1ecliaslino alll eriorc. A) 1\rJedi Ck'l linof cmi a a. collar e per enjisema 'icu lo . B) ~I ecf iasl in.oton1 i a <lecon1/Jres~iva. E po -la r apida1ne n le la pa l og~11esi e ]a si11to111a1olog ia de1l 'e11f i e111a acuto dcl i11eclias U11 0, ricord a co n1 e qu e·s ta lerrj bile co n) plicazio11e po ·sa e ser icur arnen le vi111a per n1czzo de11 J i11ect ias ti11o ton 1ia a collare , operazione Yeran1e11le ~ cn1plice ed a Ila por la I a cii 1ull i. Illu tra d ue ca i perso11ali e si soffe r111a su alc1111e osser vazio11i fat1 e i11 corso di in ler,·en to. Ri cl1ia111a poi l 'a tl e11zione su] b en efico effet lo d ella tneclin s ti11olon1ia d eco111 pre, ·siYa (Nf. long·itu ùi 11 cJJe .. UJ)<'riore di 1 aucr])ru ch ) nri casi di Lun1ori n1aligu i dello s1)azio lned ia Li11i co. egna)a co111 e questa n1od e · ta e fac ile operazio n e Yenga egrcgia1ne11le opporla la anch e da i11éd a ti gr aYi ssirni , co111e e sa basti a.cl abolire i11 n1odo j1111ncdialo e d efiniliYO la co111prc· ~jo11e dei!rli orga11 i in ed iasti11ici. a le nire JJert a11to le ' offere11ze òi que li poYeri i11fern1i e ad as·sjcurarc loro u11 a fi11 e Il1e110 tragica. !11 d u e casi d ella proprja s ta ti · tica l 'i11lcrYeuto ha dato pure t111 :Ue11eficio g·rélncl issi1110. Que ~ ll.l 011erazion e, ch e è i11dicata in 'tutti i casi con '' 110111e11i di co111p re ~ sione e co ~l al le Yolte anche i11 certi aneuri ll l i ct ell 'aorla, rappresenta un proYYecli n)e11 lo palliali' o d el })i11 a ll o ' nlore e 111crila se11 z'allro u na Jl1a.gg·ior diffusion e.

1-'.

\'Al.no~r

( Ro1na). - E1nbolectornia della polrnonar e. Esiti a dista11za. - Prc~ enta lln n1a]ato operato d ieci mesi prima di en1bolec lon1i a del1'art eria pol n1onare. L 'en1 boli a con1parYe J 2 giorni dopo u11a. operazione per cr J1ia inguinale bil a tera le. L '01>erazione ft1 pra Li ca I a in conrl izioni ag·on iche; l 'e trazio11e degli e r11bol i ri1r~cì facile 111e11tre fu difficile la utura clelJ 'ar teria polmort<1re. Per ovYi ar e a11 'emop11eu1no1oracc . ini tro "' LnhiJ ito. i per lacerazio11e del la plrl1ra 'cnr1c nppli ca la una aspirazio11e pleurica a I enut n. TI risult11to a rlis lanza è con11)Jeto e il inalato ha ripreso ]a _ua ,.ila di contadin o. Ricorda alcune n1odifica-


:21 HH

'< lL

POLICLINICO

z ioni d ell a tec11ica originale di Tren<lele1111>urg . pecialn1e11le rispelto all 'inc isione che è Yerlicale e la r esez ione di tre costole. Ricorda ancora le <liJ'fi collà di una diagnosi sicura che è particolar1 n c 11 te importante qualora si clecida. di interver1 ire e in r a pporto a lle neces·s ilà di operare quando I 'en ergia di riserva del cu ore non sia già complet :ìJ nent c i)ercluta . In alcuni casi (2) i1on ha osserv~ lo al c u i1 inig lior an1en lo con l 'i11iezione endo' '<•110 a di e upuYerin a })roposta recer11 emen le. J). SANTOHSOLA (Bari). I.,e ernie addoniinali lla l punto di v i sia militare e socia l e. Obbligatorietà dell'inter vento. ·- Propone ch e g·li i scritti di Jeva l)Orlalori di ernia siano dichiara ti idon ei a l servizio militare ; da questo n1ome11to p o lran110 J•TOV\ ed er e a correggere il }o.r o difetto . Se non 1·a, run110 fatto, giunti al corpo, saranno i11qua<lra li senza dis lir1zione e quando si accorgeranno c h e la propria imperfezione è causa di mol e tia ·potranno chiedere l 'intervento pre'.3So un ospedale rn i) ilare. Il g ran numero dj so1d a..li ch e può relituire alla Patria, il num ero rli operai c h e può res l i ll1ire nl proficuo lavoro, il beneficio c h e può jJOrlare al cor po ed allo spirito degli indiYidui i1uò fare <li ques ta piccola m odificazione della l eQ'islnzione n1edi co-militare lln a g r ande opera di JH'llC .

(G·enova) . - Si compiace d ella co11 1t111 icazione falla per la grand e irnpor lanza ·ctel1 ar go111ento; già nel 1913 propose ch e i g'iovani c rni o. i d ebbano esser e dichi ara li idon ei nl ~ erviz io n1ili1are . Dalla sua esperienza risul la cl1e n ei fncr hini d el porto di Geno' a anc l1e an zia ni si 11a u11a p er centuale del 18 ~~ cli erniosi ch e con o cnza u so del ci11to J)Osson o accudire al loro gra, .0'50 l avoro. ;\. CATTERINA

(Regg·io Calabria) . -· Si associa alle <'C•11 sicler aiiioni cl e] San lorsola e per la sua recente esperienza di ufficia]e medico di complemen1o della 1\. l\iiarina ri chiama to conferma che p er il muln Lo s pirito p a trioltico della g ioven Lù fa ·cis ta cl1e "i presentò al le arnti nel perio'd o della g uerra jn ·\ . O. una notevole percentl1ale di portatori di ~ r11iél, idrocele, varicocele, emorroidi di nuova leva e la qua ., i tolalità di q t1elli g ià so l lo le ar1ni chiese <I i essere sottoposta ali 'intervento operatorio p er po ter compiere in pieno il proprio dovere verso la J>n I ria. ·L a modifica del r eg·ola1nen to mi] i ta r e del Il . Esercito e della R. Marina verr ebbe J>erc iò inco11t.ro a1l a n ecessità ed al d esiderio cli questi inl'cr1ni. Propor1e che d al Congresso p ar la un voto 1tetlo p erch è tale modifica sia apportata ed al più pres to . :\.

P1NELL1

R . PA0Ltrcc1 (Bol ogna) . - Afferma d i a Ye re già i 11 a lcuni critti posto g li s tessi principi cui è i ~pirata ia comuni cazione. In Afri ca h a operato inollissimi erni o i ch e no11 vol lero approfit tare dj l ~•l c infermità p er ritornare in ~atria . E n ot o tutt avia cl1e :-tlcuni ne approfitt ar ono . i dichjara J'avo rcvole a lla for1nazione cli un ordine del g iorno in cui il Congr esso di Cl1irurg ia con sacri ch e l 'er1 ti n e le i n1perfez ioni similari (idrocele e Ya ri co<'ele) nort d ebbano costi tu ire ragione di riforma. No11 m an c l1erà poi alla m ente sagace di chi di ri ge la sanità m ilitare lo s tudio delle n1od alilà <li appl ica1io11c pralica d el1 'ordinr del g iorn o. ~ACCI AT\ONE

\Na p oli). - Propon e un ord ine del g iorn o p er cui ai fini clell a Yalorizzaz io11e gli i crilti a l servizio militare sian o d ichiar a li idonei prr qt1el cl1e dipende olo dalle e rnie visceraJi

n

[ANKO XLIII,

Ì\Ui\I.

48}"

con diffid a a prOYYedere alla cura chirurrrica d el1·ernia pri111a della visita al Distretto e co~ diri l to a lla assi s te11za s tatale qualora non intendono o 11on possono provvede rYi per proprio co11to. GARGANO (Napoli) . - c:ondivide le idee del Sanlorsola e d egli al tri e p e11sa ch e agli erniosi si potrebber o a ffidare d egli incarichi sede11tari. V. Ju RA (Ro 111a). - Ii'a prese11te : 1) la n eces... itù di coordinare i r riteri di rifor1na. second0 le dir e l tiYe emer"e dalla prese 11te discu ssione alle doverose cautele d a s labilire nell 'interesse clello st ato mi fini delle co11seguenze 111edico-legali. Per evitare oneri ch e po, sono gr ava r e a carico dello Stato è raccomandabil e la n1assi111a diligenza di accerla111enti i1ella visita di le' a e di reclutame11to d ei n1ilitari. Ancora. segnala l "t1tili tà di accordi p er uo11 creare discr epanze dj ' eclt1le n ella adozione de i nuovi criteri ch e l 'A·sse111blea crede di su ggerire s p ecia l1uenté in rapporto d e lla obbligatorietà dell 'intervento ed alle inodali t à perch è questo sia compiuto . Il Congresso approva il seg·u e n Le ordi11e del gior. n o : « La Società Italia11a di Chirurg ia udita la r elazione Santorsola , con s iderat o che le ernie addon1jna li non costitt11sco110 una debilitazioné 'd ella volidità fisica d ell 'inètividuo ; ch e l 'atto operativo clive11uto facile e sicl1ro è i11 g rado di emendare itt qualunque t e1111)0 la in1perfezion e, t enuto con lo d ei concetti infor1nativi d ella i1l1ova legge p er i ·assicurazione obbligatoria d egli infortuni sul laroro, fa voto r l1e le Autorit à competenti voglia110 disporre affi11c l1è' le e r11ie addo111inali e imperfezio11i similari (varicocele, idrocele) non siano tutt ora ritenute cau sa di inal>ilità a l ·servj zio 111ili1are.

SANTOHSOLA. - Ring razia per l ·a ccetlazio11e d rl l 'ordine ·a el g iorno e si riserva cl i svolge re più ampian1e nte l 'ar gom e11to i11 al lra sede.

L. MoRICONT ( Viareggio). -

Peritonite traun1atica (caso clinico) con co11fern1.a anatomopatolugica. - All "autop·sia i1on fu rinvenuta alct1na a lt erazione. L~O . p en sa ch e l a. peritonite abbia a\'u to origine d~ una filtra zion e di germi i11tes tinali attraverso la parete .

S. l\lARINACc1 (Chie ti) . -

Esofago- cardiol on1ia extramu cosa. - E spo11e i tnet odi operativi e passa a descriver e la tecnica d ella esofago-cnrdio to111ia secondo H eller illustrando il ca·so oper ato con successo con questo n1etodo.

TAIJDEI (Fire11ze). - Rilie11e cl1e i ·operazione di Helle r non sia logica p er ch è il niegaesofago è cloYuto a st e11osi relativa in corrispondenza dell 'i ato ctiafran1malico dell ·esofa go. P er ciò ritiene che l 'operazione più log ica sia ql1ella da lui chiamata esofago-frenolisi. Ripe te breven1ente, i d ati d ell a t c·cnica operativa. V. JuRA ( Ron1a'1. - L e varia~ioni della erit rocit osi dopo r esezi on e gasi.tira. - Ha osser-vat o u11a

cli111inuzione d el nun1e ro d egli eritrociti e d ell 'emoglobina in 10 casi s u 13. Tali dimint1zio n i i tulle o scar se al prilno o a 1 seco11'clo g iorn o d OJJO i ·op er azione di ve11nero progressivame11te più 111 a~­ rat e p er si lendo in qua i tulli i cas i una clin1111uzione più o 111eno rileYa hil e i11 co11fronto al le cifr e preoperatorie. ~ACCIARONE o ...

er\ a ch e le Yariaz io11i d ella enio-

po iesi vanno severan1enlc ns"oda le non dopo bre-


,

[ANNO XLIII, Nu~t. 48]

SEZIONE PllATJ CA

2199")

Ye te111 po J1l.a a <iis La11 za dall 'i1rlerYe11 lo p er r esezio11e g astrica oggi 111olto (for se an ch e tro11po) 'd iffu sa.

L 'i11lc.r esse d ell 'ar go. ine11to è i11olto notevole e sarà ogg e tto di u11a r e}3zion e p er il prossi1n o Con g r esso .

D . TADDEI \ Firen ze). -- :1nasto n1osi gaslro- cli g i unale d eclive 1narginale posteriore nelle gan,d i resezi oni gaslrich e. - L 'in ler vento è così pra Licato: liberazione d ella l)iccola cti-rva al di là d ell 'ulcera anch e se p a r acardiaca, liberazione d ella g r an de c u .r va fino a 4-5 cn1 . tiell 'anlro , sezion e d elJo stomaco (pi11 za d e P e tz) . Affo11(la1ne11to d ei 2/3 si.1periori d el 1nonco11e, p assaggio <leJ cono g·as lrico attraverso una breccia J11esocolica. Asp ortazione del cono gas trico e a11aston1o·ai con. il di g'iu110. Il lustra con sche1ni e radiog·rafie il processo rapid o, a seltico , risponde11te ai più ln oder11i indirizzi d cSl111ti d a i ri sultali d ei vari 1net odi di r e ezion c ò el1o s tom aco.

G. BAGGJO (Pisa) . r-:- L 'aJJ]Jr 11 dice lla cui de riv i [J<' ritorii te supp11rativa è un 'appendice perfo r al a. Qt1 a ndo l 'appendicite abbia })Orta lo ad un a perilonite i trova una soluzion e di co11tinu o u Lutto }Jesso re d ella p a rete, soluzione I i1ni lat a 11eriferican1e11te d a tessuto Yitalc. Di s li11g u e l 'a1Jp e11dicite so1nplice111 ente in i11 lillra liYa ed 11na appendicite p~rforativa. Finchè l 'aller a1zio11 e è solta nto infiltra liva la causa può essere r nppre:;en la la <la ele1ne nti dig estivi a] teral i 11ella cos tituzione o mescobuiza che e·ser cita n o Jn loro a zio11 e sull a., p arete d ell 'a1)p e11dice. :l'ella i1e rfor azion e dà imporla11 za al coprolilo cl1e 1io le11z ia l 'az io11e d egli ele111enti dì g·es LiYi . 111\'i la i collegl1i itali a11i a r c11cl er e n oti i refer ti a ppendicol ari d elle appe11dicec to rnie p er appen clici lc co11 p eritonite s up}) Urati,·a.

1

V. J u nA (llo n1 a ). -- Ì'el pra ~i care il mc loclo Rcic l1el-Polya allo scopo di evitare stira111enti fi sa l 'a11golo p o terior e tlella breccia m esocolica alla rr1 ~tà d ella faccia pos teriore d el m on co11c i11Yece cl1e su1la piccola curva . In t al m od o l 'a11 golo a11 t eriore d ella b r eccia i11e·socolica vie11e fissa lo J1el m ezzo della faccia a11t eriore clello sto1n aco.

Ll.

1\.LESSA~onr (rispo·s laJ .

1

e;. .

(I{ on 1a). - No11 acce l la Ja cl i Li 11zio11 e clc ll 'O. e cr ede pii1 op1>orlun o co n , e r' Dr e l 'al l u ale cln ificazione. PEREZ

(Firenze) - , Si spi ega n1n le la frequen za d ella p erforazio11e a1)p e11cU cola re rj p e lto ad a ltri lta lti d el Lubo i11les li11ale d oYe si d e ler1n inano co11dizioni disp ept iche e 1necca nic.h e a11 alog h e a qu eJJe jn voca t e d a11 '0. p er l 'n ppe1ùlice . 'f ,\DDEI

G. CAVINA (Fire11ze). - Il 111e loclo illus tra lo dal1'0. è sos lan zial111enle qt1e llo di Ve.reh ely anche nei c as i di u lcera g a strica alta sil ua t a è p ossibile applicar e u lil1nenle il J)r ocesso cl i g·astro-òig iunosto1nia or ale i11feriore seco11do Hof111 eis ler -Fin sterer. R . ALEssA DRl (Ro1na). - L'ulce r a pepti ca <l i giurial e p ost op erat oria. cbO/JO es t ese r esezi orii gas lri cl ie arnpie. 11 115 cas i (li ulcerai p eplica 16 Yolle quest a comparve dopo r esezio11e, ir1 10 cas i p er ulcera duoden ale, in 6 casi p er una preesis te11te uJcera dig iunal e. La percentuale p er l e r esezioni è quincli d ell ' l, 8 m entre è del 7 ,8 p er le r esezioni p er ulcer a p eptica . Risp e l to al tipo cli r esezion e la iuag giore p er centuale (20 ~b) si h a d op o l 'an as1omosi a y, egue l a Billro th I co11 i1 12,5 %, p oi la Bjllroll1 Il ro11 ai1aslomo·ai precoli ca n el 2,7 %, ultima la Billroth II con a11ast on1osi r etrocolica 1,3 %. Risp etto alle ulcer e peptich e ò op o gas lroenterost o111ia si è trovato p er 9 di quest e ltn a do110 r esezio11e. Me11tre in n1olti casi si pl1ò i1en sa.r e com e causa il tipo di an astomosi , l 'in sufficiente est en sione d ell a r e ezione, e·sis le t1n 11u1ner o di casi in cui n on si può an1111e ttere alci.1na r agio11e. R. PA0Lucc1 (Bo logn a) . - Su 40 ulcere post -op er at orie 3 er a n o eco nel arie a r esezion e cl i cui due erano st at e ins ufficie11ti. Le st o1n ie er a n o ad a11 sa lunga con Bra un .

PoTOTSCHNTC (Vi cen za). u 602 r esezjoni p er t1lcera ha o ser,-a lo 7 u] cere post-op er a lorje, 3 d OJ)O.B I e 3 d op o B. II, t111a d op o r esezione. m.ediogastrica. E inter ven ul o sen1pr e con r esez1on1 con 6 guarig·io11i. TJa r esez io11 e è nn cor a ogg·i il m et od o n1 jg·liore i1ell n cura d e1l 'u1 cera g astr oòuo<1en a1e. ........

FORNI (' ien ezia). - Su 20 ulcer e p o l-op eratorie 3 era110 corrsecut ive a r e. e.zione , una dopo B I e clu e d opo B TI.

G. e;.\ v1N~ (F iren ze). - lTJ 1 e aso osser va to di ul cer a di g·iunale er a second ari o ad u11a r e ezion e esclu_ d e11te con a n a t o1nosi J)r ecoli ca . Ri lien e ch e la die ta abbia un g r a11d e ' alor e i1ell a profil assi d elle r ecidive.

FoHNI (Ve11ezia) . -.. No11 ritie11e s i JJossa esclud ere il concetto d ella p a log·en es i b a tter ica tiella a ppe11clicite fl e·mmo110 n. Nell a for111a p erforati va 11011 se1npre è necessaria l a pre·ac-> n za d el calcolo . I,a gen esi di&p eptica trQ!va con Lradi z io n c nella fo rma en1bolica di appe11ctice. G. BAGG ro (risp o La) . - Nella u a espos iz io11e h a giù co11siderat o le osser Yazion i fa Il e . Co n t r i b uto casistico alla co11·osceriza de lla t r ombosi p r in1; f iva della ve na ascellar e. Acce1111a11d o ai f attori e ti ologic i d el cn o os·aer vato dà in1porlanza ad un l nn o111n]i a C<Hl.ge11ita della r egion e ch e r ende p ossibile a un fn t lor e n1ecca11ico di indurre ulla ve n a lesioni s11fficie11ti a produrre jl l ron)ho

(;.. P ozzi (ì\l[ilan o). -

G. GENTILE (Ro1n a). -

?'r o1n bos i da sf or zo de lla 111:n a b asi l ica. d es lra. Il caso è s ta lo co n troll a to a ll 'i11ler vento e completalo co n esa rn i is tolog ic j e ha i leriolog·ici . Illus tra il m eccanisn10 J)a logene1ico.

t\.. RINDONE (Pa1ern1 0). -

/•'eri/e da fuoco alla

r egione f r on tale con g r av.e lesio1ie dei lobi tali . Gii arig ion e se rtza JJOslumi cereb r ali. -

f ron111 u-

slr a il ca o g u arilo con I 'e Lrazion e d el pro ie ttile r. fà con s id e razioni s ulla fu nz io n e cl el Joh o fro n la lc.

e;.

~IARJ NO

Z uco (Ro1n a). -

Aulo- lrapianli osleo-

pe r ios t ali fJr e1Ja r al i con, il m et odo osleolangenziule nelle art roclesi ex l ra rl icola r i. P arl a del la

tecnica p er preparar e autotr apia nti os teop er iost ali d Lcontinua liberi o J)edunro]a li con i l n1e lodo ~s l eo tan genzia le. Pe r !ren d erl a pi t1 ageYole l1a fn l l.o costruire d egli scalpelli a cu rva ture adeg·ua le al 1)r eleYa1nento di tra pi anti da lJ a libia o d alla squa n1 a iliaca. Lo ca rpello per i l preleYa1nen lo dell a tibia è co Lru ito in d u e forn1e eh e nif fer L con o per la rcn Lin a l urn cl e l taglio: uno I end e aò a pprof on dirs i i1ell 'o· ~ o, I 'al lro a portarsi \t• r ~ o la up erfi cie.


2200

\( lL

POLCCLINICO »

Ciò premesso illus Lra con proi ezio ni 1·eYol u zione di autotrapianti discontj1tui pralica U i11 casi O}Jera li di arlrodesi exlra rti colare d el rachide ' d ell 'arlicolazione tibiotar si ca, del ginocchjo.

A. CATTERINA (Genova) . -

F erite d 'a rma da fu oco delle arlicolazi1oni. - Illus tra 11u1 ner osi casi cliid c i. di cute:ndone la t ecni ca più i11di ca La a preve n 1 re ·p ec1almen te Je complicazioni infel ti ve e a c ura rle.

l•' . GAllOFALO (B0Jog11a) . -

Turnore del p erin eo .simul(l)nte l 'infiltrazion.e urinosa. - Il paziente era in is tato seLtico g·r ave e soffri va di r es lring'in1 en t o ure tra le. Il tumore fu aS})Or la Lo m a r ecidivò r ap i·d uinente, nonos tante l 'appli cazion e di r adio. Il c nso pre enta, inter esse per le diffi colt à dingno. . ti<' h e e p er la rarità . GA HGA1~0

C.

(Napoli) . Ali I osi d el f ega to da .coccidiosi. - Ha constata1 o r.he n elle zone colpil e <elal par as ita appariYa110 nun1ero e fi g ure cario·ci11eLiche. Richia111a alcu11e ricer ch e d a lui e eguit e co11 i11iezioni di bile n el JJar e11chi1n a. I>rod u ceYn -co~ ì n ecr osi nella sede (li iniezio11 e e n elle zo n e Ji 111 ilrofe a llivazione dei proce·ssi 1nitotici . Sedttl a po1n eri dia.n a, 22 of l ob1e - Ore 15.

Pres jdenza: Prof. G.

P1~n E.z .

P. STEFA~INI (Ro111a; . - -· RazJJJ01·l i tra [Jr olan r .i[;erlrofi ci fJl'osl al i ca. - Ha studiato l 'elin1inazionc: d el prolan n ell 'ipertrofia ç ros lali ca con il metod o di Zo11cl ek ed ha lroYalo i11 11 casj una r eazjone prim a. Il fatto di troYare i11 prosta Lici pii1 sp e ~~ o -che in individui n orn1ali (20 °.b) u11 at1mento della elimi11azion e d el prol a11 fa a1111n c l ler e t111 ·proh J bil e rapporto cau sale. 1

~I.

PEHEz (Roma) . r-= L 'infl ue n za della ga11gliecl on1ia n ei processi di cicatrizzazion e. - In a11imali ga11g lioneclomizzati h a osserYa lo t1n accelera111 ent o ·d ella cicatrizzazion e risp etto ad animali nor111ali. Tnle accel er an1ento d ei processi si i1ota an ch e i;>er l e ferite profonde e per ulcerazioni prodot1 e con il taglio dello sciatico . FonNr (Veu ezi a) . - I ri sulLa·t i d ell a e·sp erienza •Co11fermano qua11to si o ser vR i11 clinica 'd opo s in1po Li cec lomie o ga11 glion ec tomie IJer affezioni degli arti . In un primo tempo si osser va la guarjg io11c -de:ll e ulcere ma poi pur 11ers is lendo la dilatazio110 va ale })eriferi ca p er si le una n1:igg ior e l abilità dei le uti all 'azion e di age111i es lrrni .

A.

'l'ROJANIELLO (Napoli) . Pli cat i o gasl r ica. Stato de lla mucosa dopo l ' inl er ven t o. - La pli·cati o è u11 int ervento ageYole a compier si e scevro cl i p erjcoli. In alcu11i ca·si sper imen laJn1ent e ba as11or la lo l a l11nica i11u col ar e a ffin c11è ]a plicatio d ella mucosa. riuscisse più ageYole. H a co11 trolla lo is to logican1e11 le il i1r ore so d i g uarigio11e . (?\1Iila110). L 'alza l a precoce in chiru rpia. - Dopo aYern e valulate le i11clicazioni ·e le con I roi11dicazio11i espone le norme da esso scgu il e n ell 'a l luarla e i risultati fav·o revoli d ella sua ormati vast a esp erien za. Se ne di chi ara fautore ·convi11 to ri le11endo che se a ttua lo con git1 la pru·d enza e giusto ·sen so cli11iro co tilt1i , ca un r eale progre, so ò ell n 1no dern a r hir11rg ia. ''·

P ET'l' IN .\RJ

F. P\GLrAt\ 1 \ Bolog11a 1. - Effe/li della splen ec l on1 ia .t; ttlla sl rullura del fegato<' delle gllian<lole

lAKKO XLIII, Nu~1. 4 J

li11fatich e. Speri1nen lal1Tlen le ha trova,lo u110 ti lalo co11gestizio d el feg·ato poi uria proliferazio11e clel~e cell11l~ is liocitarie e infine eleme11.ti g iganti µ0 J1nuclea l1 con processi cli eri lrof agocito·sL Sulle g hiandole li11falicl1e 11a notato un a1Jn1ent o di Yo.lu1ne . di folli c?li e u11a iperplasia delle cellule ret1colar1. Le g hiand ole st esse diYentano sede cli processi emoca ler e tici . Ritiene che le ghianclo1e as·su111a110 u11a fu11zio11e sple110Yicaria11te.

A._ GuAcc~110 (Bari): -

Per il niìgliore ri cupero statico furizion.ale dei tubercoloti ci osteoartico la1i Statistica persona;le. - R inolto in1110J'Lan lè di cer~ Cétre di o ltener e la g·uaJ'ig·ione qua11do la l11bercolosi è. all 'inizio e le aJlPrazio11i anatort1icl1e poco notevoli. Quando il i11ale è in' eterato co11 n1a110v:~ prog·~~ssive si cer ch erà di dare all 'arlo Ja posizione p1u ad att a alla funzione . La cura c:l1irurg·jca di defor111ilà ' 1"8 fall a i11 casi i11 cui i focolai so110 S}Jenti . Su 501 n1 alatj l1a aYuto 338 ca i cl in icame11 le guariti. Gli altri so110 ancora in cura.

E. LEo (~logadiscio) . -

I l volto delle ferit e da [Ja.lle du"!-d'u"!' innanzi ch e si defo rmi p er con1plican.ze 1rifettive. - Il lavoro si riferisce a·a o sC'rvazioni pralicate durante l e operazioni in A. O. Vengono clescri lli g·li aspe l li tipici di ques te ·ferite rilevar1{lo11e le caratleris licl1e ch e ne per111etlon o . l ar dis1inzione. l~..

SosTEGNI (ì\ili1a110). - I l rirenaggio di Mikulicz 11elle f orn1c perit on eali di origin·e a]Jpendico1ar e. - S u 100 operali riconosce cl1e quest o piccolo drenaggio nonos tanle il n o leYol e numero di laparoceli secondari è sceYro Cli inconYenienti la cui i.I11porlanza è for se 111 aggior e dello s tes o la11arocele. Segue la proi ez ione cli nlcu11e fil 111 s chirt1rg icl1e e precjsan1e11 le :

1) E. A .g (lto .

1

GELETT1

(Bologna). -

Resezione del f e-

2) A. J ACHIA ('f o rino). - To1 aco1Jla.slica sol toscapolare-ascellare secondo l rt te cnica di Frucliaud (con dimostrazion e della. possibili là. di r esezion e totale delle coste superi ori con incisione tra.sversale bassa e senza al.cu n o sezione di fasci muscclari).

3) G. SANVENERO Ro sr.LLT (Milano) . ch e facci ali. Film a co l ori.

Plasti-

4) G. S-\1 VE ERO l\os ET, Lr (1\filano). - Plas lica rnu scola r e e cu tan ea n ello c11 ra cliirurgi ca della paralisi de l facciale.

5) G. SANVE de l pa.lato.

ERO

Ro

ELLT

fMil a n o). -

Plaslich e

Il 44° Con gre. o avrà Juogo n Torino 11 ella seconda ine là cli o l lobre d el 1937. I tp111i cli r el azione ~0110 i segu ent i : - Risultati lorita11i de ll e operazioni p er ulcere gaslroduode11ali (rel. prof. O . ( 1f"FREnuzz1) · - Risul.tati Lontani d ella asportazione di calcoli dell'aip par ato it r ina r io (r el. J)rof. D . T ADDEr) : - Patologia e t erapia delle sindromi neuro-ipofi.c;ari e (r e la lori pro fl. \ . c:aJ.\ ~~Elll~ f e D1 '1t·CI. 1EL;\(Q) .


!AN~O

XLII] ,

Ì\ U l\I.

48]

APPUNTI

SEZIONE PRATICA

2201

PER lL MEDICO PRATICO.

CASISTICA E TERAPIA.

osservazione que ta molto interessante. Corr1unque n ei diabetic i con lesioni cardiacl1e bisoo·na JnsuJina e circolazione. ll are la insulina con molto ri g uardo al cu gr e. Coll 'ii1izio d el]' èra del! 'in s ulina il i1un1ero Le ,grandi dosi di insulina 11on olo sono antlei casi di palolog ia circolatoria in diab,etici tifisiol?gi c.~e , ma scatenano an cl1e una ipera ' e ~et~an1 ente ,~um~ntato: e non soltanto p erclrenal1nem1a ch e non è indiffer ente al circol o : cl1e. l u~o clell 1n~ul~na c.o.z:isen.te una più lunga - s·e p er la cura d·e l co111a e e on o n eces arie so~1avv1' e11za de t d1aJ)et1 ci. lltcer ch e sperin1,en r vide11ten1e11te vi si ricorra pure, n1a as oci a11~ tal 1, del re. Lo ~carse e co11traddittorie ed osser d ovì se1n1:>re la sommini tr.azion e di zu ccl1·ero. Yé zioni cl i11 ich e d e1)ongono per una a~ione da11M. C OPPO . 1 ~o sa p er il c ircolo svolta dall 'i11sulina. Così H. E. Mey·er (Zeritr. f. inn . Med . , set - Le iniezioni sottocutanee di ossigeno nella 1>01l ~1~1b~·e 1 93~) in~z ia un uo lavoro che appunto monite. ~ L intitola: 1n t1l1n a e circolazio11e . Le u e o ~ e r­ E. ) r. Fiscen zon (Vraoeibn.oe dielo, 1936, n. 5) , a~io11i elellrocardiografich e di111ostrano cl1 e ha lra ttato, n eg·li ultin1i 10 an11i 200 casi di nei ogge tti ·a11i di cuore , il r"a raYe cl1ok i11 uli • polmoì1ite cruposa con le iniezioni ottorutanee nic o produce sol o lieYi aritmie sinu ali , sli veldi o igeno. L" dose varia da 200 a d 800 em e . la 111ento <leJla T, i11a n on es tr.a, ist oli. d rt son1m.lnistrar i 2 volte al g io r110 n ei ca In cuori ' ani e an1malati altri AA. 11anno vcg r.avi ed un,a in quelli Ieg·geri. Nei ban1bini la <luto con1i-.a r~re l~ fibrillazion e auricola r e p er dose iniziale è di 50, quella n1a~ .. ima · di 200 effetto dell a in ul1na. In con1plesso l\tJe)'er rieme . Il pericolo di embolismo è minimo in tjene cl1e ~ ia ir1 g·ioco una diretta influen za quauto c.h e l 'ossige,no è prontam ente s0Ju bjle d ella i11su] i na s ul ntuscolo cardiaco.. Il li vello 11 el sang·ue . .g·Jioemico non ha i n11)ortanz.a. L'n sig·eno così introdot,t o vi en e a so rhitÒ e L 'A. J1a ' eclulo due casi , i11 c ui l ' i11s ulj11 a deP'r ovoca processi di ossidazion e, analoga1r1ente t~rminava J' a~ces ~ a a 11 g·inoso, forse p er costria q11anto· .ace.ad.e n~i po lmo11i, icr h è pt1ò agire :z1one coro11ar1ca vagale . Le modificazioni d eJ1'onda· T da in ulina , ono probabilmente d o- com e una r esp1raz1one sottocutan ea vicariante . [ .'ossigen o assorbito, inoltre, entra n el circolo vute ap1)unLo ad alter azioni del circolo corona r d è in parte assorbito dal p la, n1a, n1entre i] rico, ch e possono an ch e non d·eterminare vere r esto si combin,a con l ·em oglobina. e proprie le ioni anato111ich e, con1e I ' À. h a ve1'ale forr11a di t era1)ia sem .b ra p articolarme nrificato in r atti b,ian cl1i. Per c1uanlo ri g uarda le estTa is loli da i11 ~u - te effi cace n ei casi gravi , con c ia110. i , debolezza 1ina, ~1 iù freqt1enti n ei cuori amma lati ch e i1e i ca rdiaca e 11olevole intos ieazion e. L 'e ffetto fa vorevole $i manifest a ulla r es1)irazio11e e sull·e ·s~1ni , . l 'A. ri tie? e ch e ]a secr ezione compen satofu.n~ioni ca rdiovascolarj . La di pnea e la ciaria d1 .. :t drenal1n a ch e segue all 'azi0n e. i11su]i11i no ... 1 tr11dono a scomparire, Ja pressi on e sanca n e d elerrn iui la cessazione : il ch e è r>r ovat o g uig na si e]eva ed il sist en1a cardiovascolare anche dal fati o che no11 si 11anno es trasist oli e fu t1ziona lJÌÙ vigorosa111ente . Notevole è· } ',effets i ini ettan o conternporanear11enle in ~ u] i·n a e to n·ell 'abb·a ssi.lmento della v isco ità del sangue . zuccl1ero . L 'A. considera quindi tale t era pia come un 111 qua~i tulti i casi I 'A. ha trovato un aun1'etodo effi cace di con1battere lo stato tossico1r1t nto d ella freq ue.n za del polso , ch e è indipeni11fett i,ro, ma non g ià come specifica. La tecdente dal livello della g licen1ia. An ch e il r on1nica di a mministrazio n e è ... emp]i ce e sicura . porta m e nt o della lYr e sion e è co111ples o: in geI.' A. fa inoltre ril evar e l 'i11utilità d elle in a] an erale si riti en e ch e la pre sion e . ist oli ca 11ei zioni di os ig·eno , tanto più ch e o-li alveoli , n el sani e di ab eLici 11on co1nplicati au1nenti duJ)rocesso cruposo , ri ult.an o occlus i. fil . rante l 'ipoglj cen1ia , i11e11tre la pression e dias tolica si abba a. Il t1·attamento della mnlattin dn ~iero. Me yer 11a tudia lo an ch e la Yelocit à della circolazione, co I n1etodo dell 'iniezione e ndo,,e110B. K aritzky (Mii11 cli . m ed. ivOC·h en s., 1936, sa. di r loruro calci'c o. i1 . 35) ha u sato con vantaggio i bagni Sl1datori La ' relocità di circolo, in tutti i casi' di ch ok i11 6 casi di 111alattia da ... i ero con secutiva ad i1Joglice111ico è i1etta111ente aun1en La l,a ; per queir.iezioni antitetanich e . Già durante il bagno, ·sto ne11 'ipog1icen1ico il colorito del volto è scompar·e il prurito e si attenuan o ed in1p allin ettan1enle arro ato e il sangue· esce ros o vÌ\'O cli .. c ~no i pon1fi ; l 'esantema e la congi untivite dalle ven e . g·uart cono entro le 4 ore . u cce ·i ve. Più osti Ne l 111ecca nisrn o di questo sinto1na entra110 li 3 ti sono l 'asma ed i dolori articola ri , per ' 'ero._i n1i]111 e111 e n1olti fattori , alc uni mo] to l1oco r ui i r ende talora n ecc .. sario, il giorno doi)o, i 1ot i . u11 altro bagno ch e li fa co111parire. Non i111L 'A. 11a p olul o dimostrare che il contenuto p orta il modo con cui si ommi11istra il b agno; in g licoo-e110 d el cuore può variare indipenl 'essen ziale è ch e il paziente ... udi abbo11dant ed e 11t e n1~ nl e da quello del fegato e dei mu scoli: 111ente . ftl.

i

1

1


2202

u lL POLICLINICO

SEMEIOTICA L'esplorazione della ghiandola tiroide nella pratica corrente.

Secondo P. Sainton (Le Bulleli.n Mérlica.l, 31 ·OI tobre 1936) J'esplorazione della tiroide, con1 e g·t-~n eral111ente vien fatta , è n·ella maggior parte dei casi insl1fficiente, 111enlre in vece u11 a1 le11to e~ame della gl1iandola })UÒ evitare errori diag·11oslici e t erapeutici. I mezzi disponibili 11on ~ 0110 differ enti da quelli i11 uso i)er l 'esan1e deg·li altri organi. Ispezione: n ei sog·gett.i a collo lu11go ]a liroide è i11ollo appariscente per poco cl1e e a "iél aumentala di volun1e. co11Lraria111e11te a quanto avYie11e i1egli i11dividui a collo corto e i1 egli obesi. I111por tanle è l 'esan1e dei tegu111e11Li : la i)ell c può ·es er e norn1ale o arrossata pPr reazio11c v.ason1oloria o solcata da nun:i erose ven e più o m eno dilatate; n1obi] e o aderente. Il ,g·ozzo l)UÒ dar luogo arl. un a]larga111e11to del collo senza ch e la tiroicle sia r1Lolto apparente, J11a g·enera1111e11te la ghiandola è ipertrofica sia in n1assa, sia da un solo lato , sia nella r egion e n1edia11a. Se si fa mettere· da] p1aziente il collo in esten ione, appaio11(1 n eltan1·e11te le i}articoJ.arità del lun1ore tiroideo , cl1e divengono ancora più evide.nti se il p. deg luti ·ce . Pal1)azion e: landa i11 piedi dielro il n1a lato seduto e Le11e11do i pollici tle·lle due mani sulla settin1a cervicale, i esplora co11 le dita Ja region e tiroidea e uccessivamenle l 'istmo e ciasc un lobo. Co11 la paì1)azio11e ci si rende co11to dello spessore del1a tiroide, m a so1Jratu tto del] 'a u111enlo di volun1e e della consisten za . La tiroide p,u ò es ere ipertrofi e.a in massa, di censi te11za 111olle, uguale in tutte le stie parli (congestione emplice della g11ia11dola); op1)ure i11eg11aln1e11te ipertrofica in una o p·iù })arti che r1reseJ1lano consistenza differente (adenon1a sr,111plire o legg·ern1 e,11 Le cistico); può esser.e dura o sclero .. ata i11 toto (sclerosi in1ìamn1atoria o con ecuLiva a radiote1~a 11 i a); o induritta e a ttra, ersata da brialie cicatriziali (lue.. ). o di ( 011siste11za lignea (cancro). Qualrhe volta però 11011 i rie., cc a l)alpare la liroide : essa IJUÒ e~sere atrofi ca, · con1e 11el m Lxcden1a, Ol)]) Ure a11orn1al111 e,11te situ.a ta. La n1obil ità della g hiandola ' a ri ce rcata in sen so verticale face11do deg·lul ire 1-1 11aziente ·e s ulla Lracl1ea in senso lal<·rale. Perc11s.. io11e: r::raticat.a dall a periferia Yer o il rrn tro i1ella r egione sternoc1a ' icolare, la perussio11e pcr111ett e talora di ' 'elare i lin1iti della porzione intratoracica d e~ gozzo .. _,\sco]tazione : per111ette d1 avvertire , 01Jr~­ lt1llo i1e11e . . inclron1i basedo,via11e, un offio r~ l o lico, talora dia._ tolico, . ulla tiroide stessa , cl1 e dà l 'in1pre, .. ione di u11 ... ofCìo a11 euri. n1ati ro . E .. an1e radiologico: co11 la radio cop ia si pos"0110 n111)rezzare .. i li111i~i de~ g?~zo e 1e d~via1io11i Llc1la tracl1ea. ei ca . . 1 d1 1nter pretaz1one cl iffì cil e t' nlegli o ricorr ere all<l rad iogra fì a: e 1

»

L.\NNO ~LIII,

~UM.

48

sa fa scorg·ere le calcificazio11i i11tratiroiàee e precisa i rapporti del gozzo a tessuto denso. l/esan1e radiologico permette i11fìn e di sco1)rire i gozzi endotoracici. Tutti questi esan1i debbo110 essere completati dall 'esam e laringoscopico , di grande utilità nel caso di par.alisi recurrenziali, e dall'osservazio11 e dello tata della pupilla. Un esam e cli11ico della tiroide co:;ì praticato i)ermeLte di forni re gli elen1enti necess1ri J)eI'" un intervento chirurgico ben condotto e di prevedere .anch e, .eritro certi limiLi, Je difficoltà dell 'atto operatorio. Nei ca i infi11e n ei quali c'è dubbio tra dia.g·11osi di gozzo sen1plice o adenomatoso e ca11cro tiroideo, arà bene ricorrere ad un esan1e i. tologico e temporaneo nel co1-. o della tiroidect9111ia, che nel caso di tumore n1aliguo incli cl1erà nccassaria u11.a ablaz ione quasi totalf'.

1F.

VrCEl'lTINI.

TECNICA. Semplificazione della melanoflocculazione di H~nry con l'impiego di sangue laccato. La r eazio11 e di floccula zion e per le djagnosi di n1,alaria si è orinai affer111ata e diffu a per la sua importa11za . Allo scopo di re11der11e empre più facile l '·esecuzio11e, rr10J te n1odifi cazioni sono state proposte. L 'unica diffi colt à che a11cora oggi si i)re~en­ ta allo studioso è quella di do' er di --porre di una discr eta quanlità di iero per la reaz ione e1i i controlli. A. S11·a nedda (Giorriale di Ba.tteriologia e• Imrn.un.òilogia, ott. 1936) allo .. capo di re11dere Ja reazione di I-Ienry acces ibi]e anche ai 111edi ci pratici, ha rice1:cato se essa si n1a nifesta~se anche con l 'impiego, invece de] siero, di ·sa11gue laccato in acqua distillata (si punge un dilo e i fanno cader e 2-3' gocce di sangue in u1la J)rovettina cont1enente un centim etro cl1bo di .a cqua di ti]J.ata). In un certo numero di pazie11ti sic ura111ente n1alarici, l 'A. 11a eseguito la reazione con questa sola tecnica e in un altro grup])O di pp. pure malarici , ha praticato, oltre a que_sta reazione con san gue laccato, ancl1e ]a tecn1ca i10~­ male della reazione di He11ry e quell a con il siero a gocce. Nei controlli ha i1ure eseguito 1a pro~,ra co1 angu·e laccato e seconclo la ela sica tecnica di Henry. In tutti i casi h a ri centrato u11a rerfetta corrisponden za tra i ri ult ali ottenuti con. le ,rarie tecnicl1 e. L'A. ne d educe ch e la 111od1ficazione di tecnica da lui propo .. t a ri~11oncle ben e alle e i <ren ze della prati ca .

F.

V1 CENTI~I.

PUBBLICAZIONf PERVENUTECI. R. F. V A.CCAREZZA y R. JìER RETTJ. Lobulo puln101it~r inferior accesorio. Se111ann 'leclira, Buenos A1res . 1935. . .A. . Sr-\LTRO . La terapia cerolilica della tubercolosi. - Tip . .ToeJe . apoli, 1936.


( ANNO

XLIII,

1'UM.

481

SEZIONE PRATLCA

2203

NELLA VITA PROFESSIONALE. CONCORSI. lPOSTI

VACANTI.

ì\JIL.\ NO. L a ll. Pref e llura co111u11ic.'.l.: E riap erto pubblico con cor so p er titoli ed esami p er i .segt1e11ti ])OSli di 111ed ico con dott o : Bovisio , Bren1bio, Cesano Tvladerno, Desio , Mairago, l\1arcallo e Mesero , J\t[ilano (3 posti), Scs lo S. Giovannj , Sovico, Varedb. Il pri·m ilivo limite di e tà di 32 a11ni ·è s la to eleva lo a 34 an11j. Scad enza del con corso 3 1 d ice1nbre 1936-XV. (~hi edere bando e scl1ia.ri n1enli al1a R. Pre fet lura di Mila no (Uffi cio ,S a11i :turio 1.

Rol\IA. I stituto Nazionale Fascista della Previdenza Social e. - Il term ine d i pre en lazion e d elle do1nande di ammissio n e al con cor so per titoli e per esami a ~Ieclico presso l 'I slituto Nazionale Fascista d e lla PreYid en za ,Sociale, con cor so che era ·a la t o sosp eso , è prorogat o a l 15 di ce1nbre 1936-XV e il numero dei posti messi a co11cor so è eleYato cl n quin.d ici a ventici11que. Chied er e avviso d i con cor so all a Direzione Generale d ell 'l s lilulo (Ser vi zio person aJe) in Roma, vja Ming h etli 2·2. Età li n1i Le 35 anni al 30 setten1bre . S li p. L. 24.000 e ag·giunta di favore. on è con sentito I 'esercizio l) rofessionale privato.

PESCA H.\ . Co n so r zio Provi n ciale A n.l il ube1 col(/ r e. - ,Scacl . 10 ge111i. , or e 17; dirett or e del Con~or­ .zio e d irellore del Di·s1Jen sario proYinciale a11tituber colarc; tip . L . 16.000, du e q u adrienni di L . 2000, incle1111i tà L . 6000 per la direzione del .Con sor zio e L . 3000 J)er la ct-irezione del Di s1)e11.sario. E tà li1nit e 40 a11ni al 10 I10Y. Titoli ecl e a111i. Chi ed e re annunzio alla Segre teri a (Palazzo .del GoYeruo e clella Provin cia).

SIENA . Ospedale Psichiat ri co dJ S. Niccolò. 'cad. 15 dic., ore 12; m edi co praticant e ; nomi11a 1lie111tale ; i11rl e1111ità di servizio L. 700 mensili n ette, alloggio. Età li n1ite 30 anni. Ch iedere annunzio alla Segr eteria dell a Socie tà d i Esecutori cli 'Pie Disposizio11i, Yi a Ro1nn 41 .

Ro1'IA. l sl.ilulo « R egi1ia l t le11a » pe r lo st udio .e la cu r a dei tumori. - Con corso per titoli ed {! .. a 1ni lJC r la 110111i11a d el Prin1 ario d el r e1)art o c hirurgir.o, di 1 ca1Jo-servizjo sezione R oe11tge11 .e di 1 Assist e11le d el r ep ar to fisiQt erapico. Prese11tare alla ,Segre leria d ei [{eg·i I s tituti Fisiotera11ir i Ospitalieri (vial e R egina Margh erita 295) non }Jitt tardi d elle ore 12 del 20 gen n aio, la clornand a d i .ammissio n e, ·specjf ica11t c il pos t o al quale as]Jir ano, corred a la d ai d oc un1e11ti cli r ilo. Gli a J) i.ranti cl1e .risiedo110 11el le c:olonie p olra11110 pre.sentare, a i fi11i clell 'arnmissjon e al co11cbr so, · e11 l r o i l 20 gennaio 1937 la sola· do111a11cla, co11 l 'Qbl)lig·o :però, di produrre tutti g li altri clocu1nenti })re.scrit ti s u <.:cessiYa1nc11le e i1on oltre il 20 febb r aio. L e n orn1e per l 'an1n1 issione e il m e todo del co11 ·Corso, g li ol>blj g hi d egli elct1i , la durata del ser-Vii'io ecc . .risulta n o dal l~ egolamen lo p eci al e p er .il personale ·sanitario e d al l{egoJamento interno in vigore . Det ti r egola111cn ti son o esten sibili pre s o la Segreleria d e i R egi I s ti tuti I~isi o lcrapi c i OS]Jiilalicri.

Il prof. Jsrael H ol111gre11, clin ico n1e<lico dell ' G11i,·er silà di Upsala, è s lato nomin a lo dottore

Il i)rof. Silvestro Si lves tr i è i11cari ca lo clell 'i 11scg·11a111 e11to d 'idrologia alla Facolt à d i Farn1 acia cli Ro111a.

Rol\iIA. l>io Ist i't uto di S. niti. · - Scncl . 30 di c., o r e -e titoli a 13 aiul i n1edici, .aiuto o lo rir1olnr ing·o iatra. :6 nov. S tip. L. 7;300; c.-Y. .Segreleria Ge1ter alc.

Spirilo e Ospedali Riu 12. Concorso }Jer esa n1i 13 ai uti chirl1rg bi e 1 Et à l j111ite 35 a1111i al Chied er e annunzio alla

Sono abili tali alla li bera doce n za i d o I tori : Carlo Rossi in clinica chirurg ica e m ed jcin a o perat or ia; Elio Secl1i in clin ica der111osifilopa l ica; 1~on1aso Sor11elli jn clinica oculis Ucn; Go Ion e l\Jeldolesi i11 radi olog·ia e t erapj a fi sica (ra1legra111en li al 11 0_ s lro a111ico e collaboralor c) .

R o1'1A. Pio I stituto cli S. Spi r ito ed Ospedali Riu.niti. - Scad . 1 di cem brc. Sono riaperti i termi11i -per l 'amn1ission e al con corso per esami p er la nomina di 60 Assist en ti m eclico-ch ir11rghi . Età 111assima, alla data del 23 ottobr e, a:nni 30 s. e. I. ''f a ssa di co11corso L. 50. Domande e clocumentj .alla Segr eteria del Pio I ti t u to. Chi edere copia del .han .d o.

Il ciott. Giu seppe Barl)ero , Ia c i la della prj111 n or a, volo11t a rio n ella g ra11de g u erra e in 1\. . O. I . è la lo d ecorato sul can1po . de lla nleclagl ia di bro11zo al valor militare con la segu ente i11o liYazione: cc Dirigente i l servjzio san itario di un a 1egio11e CG. Nì\. partecipava volo 11larian1en t e a una s1Jecl ir.ione d i soccor so cl i u 11 presidio e u n tre110 attnccal i ed a s ed ia ti . Dopo aver a ffron talo con ser er1ilà i J)ericoli del tragjt1 o frrro, iario so tto il Uro dei ribelli , g iunto sul po lo d el co111ba l1 i111enl o, si espon eva anin1osan1 cut e p er accorrere a prodigar le su e cure ai 11u111er os i ferì ti ch e giaceYano nncl1c ol tre la linea 'd i difesa. P1 OY' eòeYa, sempre cahno e sereno, al l or o difficile r ert1per o e cliYers i ne salYaYa da sicu r a n1orle. Nel giorno su cre~·~jvo. ancora sotto l a pres~ i o n e e la n1i11accia del 11endco, ]JrovYedeva al tras11orto in luogo l) iti adatto di tut ti i feriti. E e111pjo 111ira])i]P cli all a capacit à

RoMA. l stit u to Nazio11al e Fas ci sla della Previ ·denza Social e. - È ap erto un con cor so J)er e an1i .a centoc i11quan ta posli d i Ni ed jco Assi st ente pres·so g li ospedali sanatoriali dell 'I stituto Nazionale .FD scista dell a PreYide11za Sociale. Sca·a . 15 di cem bre. Chiedere annunzio a lla Direzione Ge11eraJe ·dell 'I s lilulo ( eryjzio personale) in Roma , vi n ~fin ­ _gbetli 22. Età l i111ite 35 a nni al 25 o tt obre. Slip . ..L. 9114, aggiu11t a cli fa1ni g·Iia, alloggio (o asseg110).

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE .

l iono ris causa dell 'UniYer sj là d i P arig·i.

Il prof. Filip:ço Neri è tras fer it o dall a ca lt edra <l 'ig·ie11e di Firenze a quella cl i Rol og·na , oYe era g ià co111andat o; su ccede al 11r of. Do11alo O t1ol<'Hghi. Alla F acoltà di 111edi cina di Ro111a so110 co11feri li i egu en ti incaricl1i ai ])r off . : \ ' in ce11zo Virno, di a11a tomii u1na11a nor1nale; Gi u·5eppe Vid au , di cli11ica o torin olaringoia tri ca; Gi uU o Cotro11ei , cli hiologia e zoologia gen erale; Giaco1110 Andreassi . cli is lologia ed e111briologia ge11erale; Ern1a11110 Fiore lli , di anatomia chirurg ica e cor o d '01)er a7 io11i; Erm anno l\ili11g·at:zini , d i urolog·ia; ~Iarj a11 0 ~[es i11i, cli idrolog·ia n 1ed icn; Acial.l.1erlo P azzini , dj s loria clelJa 111edi c i11a; Ari s tide Ra11ellelli, d i 1n r dici11a del ]aYoro .


2204

(C

lL

POLICLlNICO

pro.fes ionale, d i i1ohiJe abnegazior1e, di sere1111à e prezzo del }Jericolo » . Co11gratul azjoni ed auguri al vale11 le collega: che è a11cora in Africa quale cPr1 Lu r ione medico.

Il cl o ll. Luigi Beni, di Rosor a (1\.ncona), è st ato pron10 so, a celta, capitano n1edico di con1pleme11lo. Al clistin to e Yaloro o collega, coròia]i" · i111i rallegra1m e1t li.

NOSTRE CORRISPONDENZE Da New York 3 ottobre :

Importante seduta scientifica alla Società Medica Italiana a New York.

La ocielà Ì\ifedica Ilalia11a, In c., orla in quesla i11elropoli fra medici l:.ureali in Italia e che qui e ercil&no la profe sione, i prefigge i1on solo scopi di tu Lela ·cli classe, n1a b e11 anco scopi di J)ropaga11cla scie11 tifica e cultt1rale. E la sera del 30 se t ten1bre tenne u11a seduta cientifica a l paln1 zo d 'I tali a n el la sala cl elle ad u11 anze del Regi o Co11solalo Italiano, co11ces·sa ge11liln1ente dal Console Generale, comm. Vecchiotti. Prc e11la to dal prof. 'l'on1as t1lo, })r eside11te della Sori et à, il lJrof. A11gelo Chi asserini, chirurgo-pri11tario dell 'Os1Jedal e Littorio di Roma e docente di chirurgia alla R. UniYersità ·a ell 'TJrbe, j} quale si lrova jn A,n1erica a scopo di stt1dio, ader endo al cor te e i11vilo della Società Medica llali a11a, tenne una d ol la ed applaudila conferenza sul tema: « La n1ia e p erien.za nella chi rurgia d ella regio.ne i1)ofi a ria », destando il pii1 vivo interesse nell 't1ditorio. l)O})O l a conferenza, il prof. Ar111 ando Ferra.ro s 'è inlrattenuto, appl~udito , sullo s tesso argon1ento, l):trlando di alcuni esperi111en li falti i11 A l1lerica e chiedendo su qualche pu11lo il parere {lel l 1illustre prof. Chiasserini , il quale ri p o e esaurj en leme11 te. Alla cli ·c u ssione scientifica ha parlecipato il prof. Spolverini, direttore d ella Cli11i ca pediatrica <lcll ' UniYersilft di Roma e membro cl el Consiglio St1periore cli Sa11ità, i l quale si trova in An1erica, iIJvialo dal Govern o per gtucliarvi i ine lodi di 'd i[<:sa con1ro la « par alisi infantile ». L 'illu stre profes·sore cedendo al pressante invito d ei presen ti , parlò della g·enesi d i questa malattia, dei n1etocli preventivi e rli cura, delle ricerche f<t l le in Germa11ia, in Syjzzera, in altre nazioni ~ specje in America. L 'oralore lral lò l 'argo111ento con una chi arezza e compete11za impressio11anti e concluse, appl aucl ito, dicendo che questa n1alaltia non ha in Italia cara ttere epiclen1ico; tuttavia il gover110 di ~1t1 oli11i intende far con1piere delle ricerch e scie11 tificl1e in modo che si possa più fa cilmente premunire il r)aese i11 qualsiasi even lo. 'J'a11 lo il 11rof. Chias·sèrirti che il prof. Spolverini furono Yivan1ente complin1enta1i. 1\ ques ta ~eclu la alta111ente scientifica era110 preS<1r1li , oltre il Co11 ole Ge11erale co1nn1. Gaetano Vf\cchiolti, una folla d i 1neclici , fra i quali abhiamo potuto 1tolare i <lottori E. Secondari , G. P . . pinelli , L. Lonig ro , Leto , Giu sep]Je Tomasulo , Cesare Tomast1lo, Alberto Tomasulo , Paolo Caval laro, A11to11io l'lizzo, Siruonetti , .J. P. Arcieri, Ant onio pine11i, Oscar P a latini , Giovanni Faccione , Delle Donne, D 'Arienzo, SilYio D '_A. mbrosio, Vi11-

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fANNO

XLIII, ì\u~r. 48]

ce1)z~ Coc~zza,

Arn1::111do lì'erraro, V. Grossi, Andr.on1co , 1VI1ele, ' ' . La Rocca, Pisa.n i, J.,aforgia, Quaglia, i\... Barbera , Scelsi , Cascio e parecchi altri. Il Consiglio direttivo della Società ~Iedica Itali ana pel 1936 è così co·s tiluito : presidente: dott. G. Tomasulo; egretario: dolt G. Pn ccione· te .. oriere : do t l. P. G. Spinelli ; co11 sigli eri : dott.' F. F. Arcieri , .dotl. P. CaYallaro, dott. S. D 'Ambrosio· e d o tt. V. La Rocca; con1ilato scie11tifico: dott. A. Ferraro, clol t. Legiardi-JJaura, dott. Orlando , dott. E. Seconòari e do lt. C. To111asulo · comitato ammissione soci: dott. L. Lonigro, d~tt. V. Occhiuzzi e dotl. S. Reale; co111itato fest e e relazioni intersocia1li: do lt . F. P. Arcieri, dott. L. A. Buonvici110 e dot I. ' 7 . ·Cocuzza. P. I . A.

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N OTIZ_I E

DIVERSE

ltlissione scientiftca n ell'Africa Orientale Italiana. I.'Istitu to di lVIalariologia, diretto dal prof. G. Bastia.i1elli, h a i11Yialo nell 'Africa Orientale I talia11a una missione per ]o . tudio della n1alaria. La missione è così com1)o·s la: prof. G. Lega perl a patologia e la clin ica; prof. G. Raffaele per l 'entomologia, l 'epidemiologia e l a profilassi g·e11erale; dotl. A. Canal is, assis lenle; Antoni110 ~la­ tese, preparatore. La missione eseguirà rilievi in ,·arie località; organizzerà t111a s tazion e centra]e.cli studi.

Officine ortopediche dei niutilati a Roma. Sono st a te inaugurate a Roma il 16 11ovembre,. con l 'intervento òe11 'on. Ruggero Ron1ano, segretario dell 'Associazio11e 11 azional e mt1tilati e i11vali d i di guerra, e di u11 folto grup1>0 di invitati, le officine ortopediche clei mutila li di g u erra, nella nuova sede della Citlà t1niYer itaria, doYe funzioneranno otto il con trollo tec11ico della Clinica ortOJ)ed ica diretta d al prof. Riccardo Dallai Vedova. Dopo l a b en edizione e la yi·sita dei locali, 1'011~ B 0m ano in 11ome del prcsid ente dell 'Associazione ,. on. Delcroix, h a pronunc i3 to brevi parole, ricorda11do l 'opera insigne nel campo della scienza, ed altamente benemerita nel campo della rieducazione d ei mutilati , deJ prof. Dalla Vedova eh~ l 'Associazione annovera fra i soci d 'onore, aus1)ica1tdo che la vasla esperi enza ortoped ica di g u erra possa servire, con rnaggiore efficacia, le ner~ sità civili specialmente nel campo degli infortuni sul lavoro.

Sviluppo della Scuola medica di Oxford. L 'Università cl i Oxford 11a ricevuto una dona-zion e ingentissima, da parte di Lor'cl ~Iorri s, che ora ha avuto ancl1e il tilolo cli Lord Nuffield, ]Jr oprielario di una grande fabbrica di automobili. La donazione impor la 1.250.000 ster-· line , ossia circa 130 m ilioni <li lire it., e<l è destina-. ta all o sviluppo degli i sli l uli 'di ricerca n1edica. In urla l e ttera il dona tore spiega quali sono i suoi intendimenti . Uno dei com pi li degJi istituti sarà rli addestrare i gioYani n1edici al laYoro scientifico. 80110 previsti quattro i s tituti: di medicina i11terna, di chirurgia, di ginecologia e per l 'ane~ Lcsia: cos1 Oxford avrà la prima cattedra inglesedi anestesia (negli ,S tati Uni I i Ye ne sono parecchie). I direttori degli I stituti saranno stipendia ti in misura tale, che p o sano <l edicar e tu tto il lor~ tempo all o studio e all 'inscgnJ.menlo.


[.\N1'0 XLIII, Nu~r. 48J

SEZIONE PRATJ C;\

Prolungamento di st11di medici in Francia. Il direltore dcl SerYizjo sanitario della, l\Iari11 a cl i g u erra i11 F r ancja, clol t. Cazen et1ve, all 'i11au gt1ra zio11e d e i corsi della Scuola di Sanità na' ale i11 llocl1c fort , il 4 nove111bre, h a annunziato cl1e ]a d ura.la d egli s tudi n ella sa11ità navale è st a ta prolu11gat a ad o lto unni, in vista deg li sviluppi con tinui r.l ella 111edici11a: clOJ)O l 'anno per con seguire il diploma irt scic11ze fi siche, chirniche e biolog·icl1e, si r icJ1iecl eranno sei anni nelle ,Scuole di 1nrsli_ci11a 11a ,·a ie di Jtoch efort e di Bordeau x erl u11 a11no n elle Sc u ole cl 'applicazione di Mar siglia o cl i I olo11e. Dtu1que solo dopo otto anni g·li al1ir ,·i e n trer a11110 Jl el ser vizio attivo, a co11dizio110 cl1e BUlJerin o g·li esn1l1i n og·11i fine d 'a11no. Così il « P e lil Pari ie11 n ciel 5 11ovemhre.

Un parlamento medico corporativo in Romania. L 'Associazio11e gen erale dei medici d ella Romar1i n, presiedu la d Jl J)rof. Tom esco, ha ii1 cor so l a er eazion e di un parJn111ento medico coi]JOrativo, o' c ra1)J)rese11tanti autori zzati tra tteranno i probl e tn i ler11ici e professionali rig u ardanti la corpor nzione. 1\. que Lo parlan1en to siec.leranno i r appre"cntan1i ele tti lt1tli i 1nedici de] Paese: i m edici di og11i dipa rtin1e11 lo eleggcrnnno dt1e rappre·~ en­ lnnti . I IT1 en1 bri d el comita to centrale d ell 'associazione, g li ex-presidenti d ell ':1ssocia zjone e i medici p é1rlan1 en lari faranno d a leg·a1ne tra la cor1Jorazione 111e<ii ca e il })Oter e legislati vo d el P aese. Il parlarnen lo m ectico iloYrebbe ri11r1irsi p er la prin1a volta ir1 nove1nbre .

·na

Azioni giudiziarie. IJ cloll. Giova11ni Anni]Jaldi , resi<len le a Offid a,

è s tato prosciolto i11 pieno, d al Pretore di Offjdn -- prim::t in sede istrut1oria e poi, u appello del P. i\l ., i11 pubblico ùi])al li111c11lo d all 'i111putazio11e di tar·dato r eferto di una ferita ch e poteva pre·senlar e cara l ler e del il tu oso. Il rn edi co er a ta lo tratto in inga11n o, all a J)ri tn a visita, d al pJzie11 to e da · due t es ti monj; egli ve1111e a conoscenza òei fa I ti in una Yi i la t1ccess iYa e proYvide al refe rt o. Ln Cort e upre n1a del Texas, capovol ge11do u 11 vercle l to di priJ11a js ta n za, h a condanna lo la• d o1 l. n Ar111e \ ì\Test e l 'Osperlale di T.,11bbock sulle seg·u e 11 I i c ircos tanze. La V\Test aYeva ass istito t1na parl ori~11te, n ella quale nveva sosp ettato una g·r aYid a11 z~t ge1nellare. DOJ)O l a nascita cli t111 bambi110, el la eseguì delle man o,·re di pression e; i1otò u11a m assa , a ""'inistra d cll 'ad don1e, ed un a forte a11emia; non pe11sò all a p ossibili là rli u11a ro tt11ra "d el] ·u ler0 e del passagg·io di un ~econrl o fe1o n el caYo aclclon1inale, ma si co11vinse pot esse trat tar i <li u11 c ist oma ovar ico, quantunque l 'oYaia di sini stra fosse st ala as}ìOrlata, alcuni a1111i prin1a ; a ttribuì i dis lurbi a ·~ti licJ1ezza, onde prescrisse d ei clis teri . Dopo dt1e gior11i fece trasportar e la pa1ie11le in os pedale, doYe , i11siern e al d oti. C. J . ' ' ngn er, s i fecer o e eguire fo111enti calò.i e clit- leri e ·i son1n1i11is lrar ono d ei serlativi; l)Oi la p azie11 le ft1 rim:lnda1a a casa, pre-scrivendole l a co11t i1luazionc <li rrt1e la cura . Finaln1 e11te venne riC'O Yera ta in una ca. a cli salute, ove .. i proce<l e1te a un jnLerYento: n ell 'acl'clon1e si trovaro110 5 litri d i p11s e tlll fe to rl ecom1Josto; l 'ulero era rott o. Dop o una se t tin1 a11 a SOJ)ravve11ne Ja m orte. La rati a venn e i1tl e11tata cl al n1arito e d a i figli . L'arldebito principale fu il 111an cat o impiego dei raggi "<.

220&

Un po' dovunque. Cl 10 ot tobre i è le11ula n ~arj gi la « Giornata de~ r eumatisn:io », so tto l a preside n za d el prof~ I .a1gnel-LaYast111e. I laYori i 0110 vol Li la mat1i11 a all 'Ospeda le di Sa11 Lt1igj, la sera alla F acoJt à cli m eclici11a.

L '8 i10Yen1bre si è te11 ul a. all "Ho lel-Dieu d i Pa-rigi, la 23a. sessio11e d ell 'as·sc111blea francese cli meclicjna g·e11era.Je, sotto la direzione d el dott. P. Ber11ard ; si è éfiscu sso il tema « J., 'enuresi ».

- L '8° Co11gresso argenLino dj chirurg ia si è t ellulo a J3ue11os Aires il 4 oltobre P. ss. Ir1 tale occa ior1e si è c.elebrato a11che, il 3 ottobre, il 250. é1 n11iver sario della Societ à di chirurg ia cli Bueno·s Aires. Il 9° Co11g r esso si lerrà nel 1937 ; t emi: « Le insufficienze epatjche n ella cl1irurg ia d elle Yie biliari »; cc Ulcera d el du o·d en o: trat tamen to ». Il 10° Co ng·r esso si terrà n el 1938; t emi : cc Cisti id a tidee clel poln1011e : traltan1ento »; cc Tumori 111alig11i delle ossa ». Il 2° Con g resso d el F't111ciullo e dell 'Adolescente al 1nare, in campagna e in m ontagn a » si terrà ci al 22 al 27 marzo 1937 a Nizza e ·sulla Costa Azzurza, sol lo la preside11za onoraria d ell 'on. Dumergue, ex-pr eside11te clella Repub])Ji ra fr an cese, ed· effet l iYa del l)rof. Nobecourt, clinico pediatra a Pari g·i. Seòe della seg·r e t eria d el Cong.r esso : rue Ver <li 24, Nizza. (l

Il 1° Co11g.re$so arg·e11lin o cl i oflalm.ologia si èndu11a to a Bl1enos Aires il 27 ot lobre e ss. Le Giorr1ate net1ro-p i chi a Lri cl1e de] Pacifico ·si terranno, dal 4 al 12 gennaio , a Santi ago ·d el Cile,. so lto gli auspici d el Gover110 cileno e d ell 'Uni,.Prsilà, nei locali d ell a Cl il1ica p sichia trica. La· rorrispo11d enza va diretta a : Casill a 4168, Santia-. go d e Cile. i è le11u li w 1a ri u11io11e « Colloq ui d 'E sculapio » a Torino, n el R. San a t orio cli S. Luigi, il 26 ol tob1e, sotto la pre id en za del prof. C. Ferr a11do, as is tito d al segr e lar io rloll. S. Mi11g hetti .. So110 Rl at e fatte co111unicnzion i d a: G. Ualan , S. Losan o, L. E . Rossi.

La Socie tà ~1e(U ca d eJ Fri ttli . i è adu11at a il" 29 o ll ol)r e, so tto la pre·sjd en za d el prof. A. Var isco , ass istito dal seg·ret ar io d o li . G. l\1Ii11ciotti. ~<i no s ta le fat te comunicazio11i d a: G. Pieri (duero n1 unicazio11i), G. Lise, Pa sciualin i, A. Varisco, \ . Gualdi , L. Zilotti, G. Bergl1in z. L-11a centrale inter nazionale per le ricer r l1e racliobiologiche ergerà al Li <l o di ' ren ezia pei; inizia li'a d ella Società Intern azion ale di Radiobiologia e con l 'ap1)oggio dell 'I stilu lo In1ernazionale per la Cooper azio1i-e, Intellettuale, ch e riconobbe l 'I s lil u to Rodiobiolog ico di utilità pubblica n el ·~ e t te1nbre 1935. Il finanziamento sarà a ttua to medi o11te u11a lotteri a internazionale. 11 prof. Isa cco Abt, cljnico p edi a tra alla Scl1ola n1edica della cc North-V\'est ern Univer sity » di Chicago, l1a don ato alla biblio1eca òe1la sc11ola 3500 Yolu m i sulle malattie d ej b an1bini . 11 prof. Sarn off, capo del re1Jarto chirurg ico d el1·u T. rael Hospi tal » di Brook lyn (NeV\' York) , h a n11eslilo delle cine1natografie a colori cli operalion ì el1ir11rgiche.


2206

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IL P OLI CLINICO

_i\ . . an se polc r o 1·jn at1g urazio11 e, da noi g ià a1111t1nziala, d el JJus to cl eclica lo p er gratitudine citt a dj11n a lla m en 1oria cli uno dei maggiori pion ieri dE:ll .i11cl u s trja italia11a, Giovanni Buitoni, h a d a lo 111ogo an una serje di e] arg iz io ni , ch e confer1nnno le lrarliz io uj cl ell a Famig lia Buit onj. Sor_ge ra11110 co ·1, oJl re al Cen tro Di s11en sariale conlro la tubercolosi , le pri111e case po]Jol ari e un nuovo _gra11d e as il o- nido 111o<lello i1er i figli cl eglj 011era i, ispiralo n i r ccer1lis .. in1i cl c tl a rni d ella cie11 za 11e-<:l i a1r i e a . È u . c it o il volume 31° d c1Ja g r aa1cle « b11 c iclo-

p edia I La1iana Treccani » ch e co1111)r e11cle, da « Scarabe icl i » a (( Socrat e)), allre 1966 voc i e 157 ri11vij ; e si co1npo11e di J 026 pag ine di les lo i1 1 ;gr ande formato, con 890 illus trazio ni e 39 ca r tine in i1er o i11ler cala t e , oltre a 208 l:tvole in r ot ocalco, 12 lavale e d11e cari e geogr afiche a colori fuori les to.

Il ì\[i11is tro d ella

sél n il ~i pubblica della Fran cia,

Henri Sell ier , ha a1)pro11lat o u11 di seg 110 cl i legg·e e h e r eca inr10,·azio11i in 1porla11 li i1 elJ a lo t la. co11tro Je 111ala,tlie ve11 er ee (s if i I itj cl1e e JJl enorragich c). Es·so cr ea il cl elilto nj conlam1n azione Ye nerea, inc: Laura un con trollo ed 11na ])ro1ezione m oll o se·ver e n e i ri g11a r cli delle n1ala l li e ve11 er ee ed a,·r à Jlraticarnen lc 11er effetto ] 'jn lerdi zio11e delle> cn , e <l i I o ll er an zn. Il d e u li st a 1VIar cel Sil b ernJ a 11 , di C.luj (Run1 1n1 in), 1n e11Lre c uraYa un n1olare n<I u11él sig 11or] 11 a , in -cautamente produsse un forte s t.r appo all a lin g u a cl el la clie11 te; si rich ie. e l ' intervento d 'ur_ge11za cli t1n chirurgo, il q11 a le procedette alla u tura d ell a ferit a, co11 al cuni punti; ma l a signorina è rin1 as la con un dife1 to di proril1n zi a , per -<·ui l1a citalo il d e11ti's t a dava11l i a j n1 ag·i tratj del .capoluogo d ella 'fr an silvnn ia, chie<len il o t1n fort e indennizzo .

»

fA.NNO XLIII,

NUl\rI.

481

g jà scava la per l ei , ed u ccisa a col pi di rivo11 e1Ja . Il mari lo ave' a già seguìto l a s tessa truce sort e.

Lo scrittore spagnolo 1\Ii cl1ele de

Una n1un1 0, rettore dell 'U11iversità di Salan1a11 ca, h a manda lo all 'Universj tà1• d i Bolog·na - Ja pii1 antica U11i versità n el mondo - un a lett era j11 c ui co11dnnna rner g ica111e11 le le a trocità commes. e da i ross.i n elJ a s ua P alr ia. 1

J~ i 11or lo in Lond.ra a 68 anni ,Sir GEORGE BtrcnANAN, uff iciale 111 edico ·se11iore a 1 1\fi11 istero dell 'igiene, vice-president e del Co1nit a to <l 'ig iene alla Societ à d elle N::tzio 11i , preside11te d ell 'Ufficio jnterr1t1zional e d 'ig iene pubblica.

Le malattie infettive in Italia. Nu1nero dei Comuni colpil i e num ero dei casi (fra parentesi).

De1111 nzie dal 12 o l tobre al 18 ottobre 1936: ~Ior­ biJlo 93 (369); Scarla ttina 170 (350); Per tosse 100 (24.5) ; ' Faricclla 51 (79); Vai u olo e vaiuol oirl e (·-); Febbre tifoidea 392 (700) ; I11fezioni para i ifj _ ch e 73 (129) ; F'ebbre ondul an te 17 (19); Di sse11 t eria 17 (23); Difte rite e croup 304 (633); Menin g ite cerebr o-·spi11a]e epide111 ica 9 (10); PoliomieJite anteriore acu ta 32 (39) ; T·:11cefalite letarg ica l (1) ; Anchilos ton1i asi 8 (20); R abbia : n1orsicall1re di animalj rabbici o SOSJ)el li 45 (59), dichiar a lR (-); Pustol a ni.a.J jg11a 23 (30); Parol ile (-); Febhre epicl erni ca 49 (90); ·L ei shma11ios i 11n er .per ale 38 ( 41).

Rivista di lllalariologia

Il d o ll. J . ~I . l~ lJerabé y Gon zales, medico n el l 'I ti tt1 lo cli r ieducazione d egli )nYal i'ò i a 1VIa<lri<l - n el quale è rimasto JJer u11 n1e, e e 1nezzo sen za u sciru e - è s tato da i rossi ar restato , mentre pres t Dva le su e c ure al l etto di u11 infermo, e subil o .(l opo g iust izia lo ; era f iglio cl cll 'ex r e i tore d ell'Uni _ 1 eTsilà di Sa1amnn ca.

PUBBLICAZIONE MENSILE. Son1ma.rio d el N. 5 (Sezione I ): Contributi -o riginali : G. RAFFAELE: Tl dop pio ciclo schizogonico di « Plasmodiu111 elongatu.m 1> (1 tavola). G. l t AFFAELE : Presumibili forme iniziali di evoluzion e di « Plas~odium relictum ,, (2 tavole). - N. P. SoKOLOV : J/acclimati sation du 11 Gau1 bus ia .patruelis » en Asi e centrale (4 figure e 7 g r.afiche). - B. Go::;10_: San a~o !i per bambini mala1· i~i (11 figure ). - Studi r1assunt1v1 : P. DECOU RT: Les bases d ' une thérai:eutique cu.rative du pal u dism e. - Rela.t ioni : 11. G1osEF F1 : Malaria e l etta a ntimalarica in I etria. Abbon1.mento pel 1935: Italia L . 5 O, Estero L. 9 O; ai nos tr i abhonut.i L. 45 e L .. 85 rispet tivamente; un numer o separato: Italia L. 6, Estero L . 1 O.

La vedova d c] do l i. DegoJid a e' s tata condo lta a l'uycercl n, pre-.o 1\[a<lrid , su ll 'orl o ·(li u 11 a fo.a

Inviare Vag lia a ll 'Amministrazion e, Via Anton io Salandra 14, ROMA.

1

Indice alfabetico per materie. A dipo ità r n 1(1g·r ezze pnt 0Jog·icl1c . . . Pag. 2168 )) Acl do111 e s upe ri o re : affezior1i nc11lr . . . 2160 AJi111en lazjo11e: i1ecessità n el] . - e lllO)) clificazio11c di abitud jn i . . . . . . . . 2165 )) Bjbliogr<lfia, . . . . . . . . . . . . . . . 2166 Ca11cri addon1 i11ali e 11rl' ic i r C'c icli' i : )) cura d el cl olo r e . . . . . . . . . 2161 )) Chjr,1rgia: comu11icazio11i varie . 2195 )) .Corrisp onde n za . . . . . . . . . . 2204 )) Irisulina e c ircola1.io11e . . . . . . . . . 2201 Iriterferon1 c lri a i1 cllo l uct io d i u n 'alt i)) n o-derma tos i . . . . . . . . . . . . . 2·] 5f5

MalailJia da iero . . . . . · · · · · · · Pag. 2201 )) 21 88 Medici11a in1.er11a : con1uni cazioni yarie )) 2168 l\refr jti e 11efrosi: cura eh iru rgi ca . . . · )) 2189 er vi cranici: cl1irurgia . . . . . . . · · P o1mon ite: jn iez io11 i o Lloct1ta11 ce cli o .. -

. . . . . . . · · · · · · · · ·

))

2201

lleazione di He11ry: sen1p1ifi cazione . . Tiroide: esplorazion e nell a prnlica cor-

))

2202

sige11 o

ren Le . . . . · • • · · · · · · • · · · · Spleno111egalia n1alari ca: C' ttra seco ndo 1\1. Ascoli . . . . . . . . . . . . ·

)) 2202 ))

2158

Diritti d-lproprietà riservati. - Non è consenti~ ~ nsta!"Pa ~i . lavn~ pubblicats n el Policlinico se non in seguito aà aut.~zzatione scritta dalla red::zione. è viC'tat4 la pubblicatsone di sunti di essi senza citan1e la fonte.

A. Pozzi, resp.

C. y.·RuooN1, Red . capo . Ho111 a - S lab. ·ripo-T.it. Armani

dj

~1 .

Courricr .


ANNO XLIII

Num. 4:9

Roma, 7 Dicembt·e 19:i6 - X V

'' fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO •

'' DURAN'"fE

SEZIONE I>RATIOA REDATTORE CAPO: PROF._ CESARE FRUGONI Clinico Medièo di Roma •

Ai Medici Italiani, La larga e sempre più molteplice attività lavorativa e produttrice del nostro paese .anche nel campo scientifico, documentùta dall'importanza e serietà degli z1ltimi congressi di medicitza e chirurgia e delle diverse branche collaterali, consente facile previsione di .sempre più largo programma di lavoro da svolgere e da potenziare anche da p.trrte de -<< IL POLICLINICO » per il 1937. E « IL POLICLINICO» corrisponderà ai suoi compiti con più vasti mezzi e rinnovata .energia pur senza spostare i capi saldi basilari della sua organizzazione, che permettono .sistemazione logic·a ed armonica della 1nateria. La Sezione Pratica avrà sempre le nostre .maggiori cure: essa è diretta al medico generico e pratico che ha sl bisogno e desiderio spirituale di conoscere ed assimilare il movimento scientifico mondiale, non solo 1zel campo della medicina e chirurgia generali, ma anche nei vari settori affini; ma sopratutto vuole con poca perdita di tenzpo avere nozioni sintetiche delle moderne correnti di pensiero e dei nuovi dati acquisiti a base concreta e qLzindi con più o meno diretta relazione con la medicina pratica. A questo intento « IL POLICLINICO » Sezione Pratica accoglierà solo contributi clinici ed esposizioni sintetiche, curando i11 speciale modo le singole rubriche, nelle quali anche sarà compreso quanto si riferisce alla patologia coloniale e avrà cosi particolare riflesso col nuovo Impero Coloniale Italiano. Le funzioni ad obbietto delle due Sezioni l\i1edica e Chirurgica sono di per sè 11ettamente definite: saranno quindi accolti lavori originali delle due branche della medicina e della chirurgia generale in grrisa che i singoli cultori abbiano in ognuno dei due periodici alto valore e contenuto scientifico, sempre per altro nella cornice della clinica generale. Ma l'ingranamento spirituale e materiale fra medicina e chirurgia si fa sempre più intimo e più stretto e sempre più larga si è fatta la mentalità chirurgica dei medici .e sempre più medica la coltura e l'indirizzo di ricerca dei chirurgi, così che le tre sezioni unite rappresenteranno quanto è necessario e indispensabile a chi coltiva la medicina o la chirurgia o la pratica medica con largo spirito comprensivo e con coscienza .della vastità dei problemi e delle inerenti difficoltà e responsabilità. E « IL POLICLINICO » darà tutte le sue forze perchè questo suo compito comoleto ed armonico, quale .nessun'altra rivista Italiana può vantare, sia svolto e mantenuto all'altezza del momento, poichè tutto il paese vibra di fervida fede, di intensa organica attività per mettere in valore tutto quànto è frutto del pensiero e della volontà Italiana di progredire, di ascendere e di fortemente contribuire al progresso scientifico mondiale. LA RBDAZIONB


<< t(, POLICLII': I C() J>

l l\ [.

Pregliianio i Signori A bbonati di provved ere con sollecitudine al RINNOVO DEGLI ABBONAMENTI p er il 1937 01ide evit.ire interruzioni o irregolarità 1iell ' invio d ei fascicoli. Il pagan1ento in. Italia e sue Colo nie può essere e/f ettuato nel n1odo più semplice ed economico versando la so111n1a all'Ufficio di P osta 1iel conto corrente postale d ell'Editore Luvgi Pozzi, N . 1 / 5945, R om a, ztsando il Bollettino qui annesso.

-

Abbonamenti al ''Policlinico ,, per l'anno 1937: Singoli:

I talla

11) Alla sola sezione pratica {settlmanale) L. I 1· Q Alla sola sezione medica lmenslle) L. ll·b) Alta soia se21one chirurgica (mensile) L.

Cumulativi:

Estero

58.80 L. 100 (2) 50- L. 60 (3) 50 - L. ti O (4)

Italla

Alle due sezioni (pratica e medica) • . L. Alle due sezioni (pratica e chirurgica) • L. Alle tre sezioni (pratica, medica e chirurgica) L.

Estero

100 l. 150 100 L. 150 125 L. 180

COMUNICATO PER L'ANNO 1937 Anche p er l'anno 193 7 offriam o ai nostri le tlori l a con1binazi on e d ell 'abbonu111ento globale ai tre grandi settima1iali 1nedici italiani: IL POLICLINICO, LA RIFORwIA lVIEDICA, MINERVA l\'I EDICA tP.R.M.J ch e tanto f avo re ha incontrato quesL'ann-0 fra i nledici. Infatti i tre diffu si ed autorevoli p eri odi ci , principali espouenti d ell'atti vità cientifica nelle tre r egioni italiane : settentrionale, centrale .e m eridion al e, si completano a vi cenda, ed in e si i lettori trovan·o la più inter e sante produzione sci entifica e pratica italiana, <>ltre alle varie rubrich e ed ai diver i servizi r edazionali ch e p ern1ettono di esser e al corrente di ogni progresso medico. L 'abbonamento cumulativo ai tre settimanali insieme è stabilito in L . 1 5 O con1plessive. Gli abbonati ai tre p eriodici ( cun1ulativam ente o sing-0la1unenteJ potranno ricevere in abbonamento, a prezzi ridotti, l e in1portanti riviste offerte dalle risp ettive am111inistrazioni ed a' rannò diritto allo sconto del 10 p.er cento su tutti i libri ed iti dal gruppo giornalistico P .R .l\'11• sndd.etto . Sian10 sicuri che il su cces o arriso quest'anno alla iniziativa ch e uni"cc e p-0Lenzia l'oper a d ei tre impor. tanti p er.iodici sarà an cora n1a ggiore n el 1937 e che i m edici italiani trov eranno e1npre più indisp:en sabile e conveniente quest'abbona1ne.11to globale isLiLuito per il progresso della cultura e d ella sta111pa m edica italiana. L'AMMINISTRAZIONE DE « IL POLICLINICO ».

Abbonamento GLOBALE annuo per il 1L POLICLINICO

(~<?%ione J'ratica) ..

1937 ai

periodici SETTIMANALI

LA RIFORMA MEDICA - MINER. V A MEDICA

L'importo dell' abbonan1ento globale ai tre p eriodi ci settin1 analii in L. 1 50 può esser e inviato ad un;.a qual ia i delle tre Ammini trazioni e può e~ ere pagato an ch e in due ra te uguali di L. 7 5, una anticipata e l 'altra n on oltre il 30 giugno 193 7. N .B. L ' iniporto dell' abbo1ia1nento iso ~ato, ossia di abbonaniento a qualunque d ei tre settiniauali ch e non venga assunto globalmente n ella qui sunienzionala co1nbinazione, va invece in viato n el suo normale prezzo,

conie pel 1936J allq crisl?!.t!i".a. Ani!fii1ii~!rc.zz~o11 e .

Abbonamento annuo

a

prezzo

ridotto pel

Al PERIODICI MENSILI O TRIMESTRALI EDITI DAL

1937

GRUPPO GIORNALIS'fICO P. R. l\i1'•

Italia

Estero L. 180 invece di L. 200

ARCHI VIO PER LE SCIEN ZE MEDICHE • • • ( n1e n ile) L . 14-t invece di L. 160 )) )) )) )) )) )) (m en ile) )) 36 )) 55 40 60 CUORE E CIRCOLAZIONE • • • • • • )) )) )) )) 90 )) 180 100 » )) 200 GIORNALE DI BATTERIOLOGIA • • • • • (m en ile) )) GIORNALE ITALIANO DI ANESTESI A E DI )) )) )) )) j) )) )) . ( trime tr. ) » 45 72 50 80 ANALGESIA • • • • • • • • • • • GIORNALE I 'fALIANO DI MALA,T TIE ESOTICHE E 1'ROPICALI E DI IGIENE COLO)) )) )) )) )) )) 50 25 45 . (mensile) )) 22,50 )) NIALE • • • • • • • • • • • \) )) )) )) )) )) 45 )) 70 50 65 IL DERMOSl}l"'JLOGRA14'0 • • • • • t 1nt n sileJ )) • • )) )) )) )) 60 )) )) )) 55 45 50 IL P,OLICLINICO (Sezione Medica) • • • • (n1e11sile) )) )) )) )) )) )) )) )) 60 55 50 IL POLICLINI CO (Sezione Chirurgica) • • • • (1nensile) )) 45 )) )) )) )) )) )) )) 70 65 IL VALSALVA (Rivista di Oto -Rin<>-Laringoiatria J ( 111 en ile) )) 45 50 )) )) )) )) )) 60 )) )) 55 40 LA CLI N ICA OSTETRICA 36 )) • • • • • • (111ensilel • )) )) )} )) )) )) )) 100 60 90 (n1en sile ) )) 54 LA GINECOLOGIA • • • • • • • • • • )) }) )) )) 60 )) )) 55 Riv.ISTA ITALIANA DI TERAPIA • • • 40 35 )) • (n1cn ile) )) . L importo dell'abbonamento a pr.ezzo ridotto ai p eriodici 111en ~jli qui opra elen cati co n ce~ 1 agli abbonati al « Policlinico », va diretto alla n o tra An1111ini tra zione. L 'EDITORI:. DE (( IL POLICLINICO )) : LUIGI POZZI~ ia Si tina, 14 · Roma

-


2205

SP.ZI ONB PRATJC1\

Riviste di branche speciali della medicina (del gruppo giornalistico P. R. M.) pubblicate dall'editore L. POZZI ROMA, M

concesse in abbonamento cumulativo con ''IL POLICLINICO,, per l'anno 1937.

Son1marl dei Fascicoli, delle Riviste stesse, usciti nel mese di Novembre 1936:

CUORE E CIRCOLA.ZlONE

LA Cl.INICA OSTETRICA

Periotlieo mensile diretto dal Prof. CESARE FRUGONI

Rivista mensile diretta dn PAOTJO GA lFA1'Il

Capo Redattori : Prof. C. PEZZI, Milano - P r of. G. MELDOLESI, Roma

Ulinico ostet rìc·o-g inetol ogo dell a lL Un ivt>l'sità di Roma

11 Numero 11 (Novembre 1936) cont.iene: Lavori originali · I. - F. ADDARII: Oscillazioni respiratorie della press ione a rt eriosa nell'uo mo. Parte II. Fisiopatologia e clinica. - II. - A. CALÒ: Sulla variabilità dei soffii cardiaci organici co11 particol al'e i·jferimento alle varjazioni regolari e iperiodiche in rapporto con i I polso ci.lternante (soffii alte1·nanti) e con le fasi respiratorie (soffii paradossi) . Studio fonoca rdiografico. - III. - R. 1'10LARI: Destrocardia isolata con ~enita .:ienza 1nversioue delle cavità. I periodici specializzati : The American H ea1rt /ournal. R. f.\. OPPENHEIMER, W. H. HI'TZIG: L 'impiego di alcu n~ m il-'Ure r,ircolatorie pe1· In. valutazione d ei fattori polmonari e cardiaci nelle aifezioni polmo11ari cro ni ch e. - ,V. C. Cox, H. F. ROBER'ISON : Azione del1'asportazione d e i gang·Ji stellati sulla f unzion e cardiaca in ca ni norn1 a li. - I. MARCU: Extrasistoli sperim entali ot t en ute c:::n lP. s tiim olazioue artificiale dell'endocard io nel c:a.nc. W . H. BRO,vN : Studio d ella deri vazione esofagea in elettrocardiografia clinica. - Archives d-ts maladies du creur, des vaisseaux et du sa11g. N. SA\ TTZKY: Pressione arteriosa n1assima lateral e e pressione tllat:lsima conclus iva. - Zeitschrift f. Kreislaufforschu11g. U. BRUECKNER: Prova funz ion a le del cuo1·e. - P. v. K1 ss : Sui di stu1·bi cardiaci n el la dift erite. Tra le rivis te ed i congressi : R.t\M IREZ R. LOPEZ e I. JoRGE E.: Modificaz ioni elettrocardiog1•afiche per ca,ml1io di posizione. - L. S1voR1: lnsuffi cienza totale e parziale del cuo!'e. - C. DE To1v1Aso : Il tono del c u o1·e. ( '. LIAN , H. W EL!I e J. F ACQUET: L a tiroidectomi a. totale nell'in sufficienza cardi a ca non bai-;edo,viana e nell'angina di petto. · - KAPLOU e BosQUET : infarto del miocardio e obliterazione della silviana. Notizie bibliografiche: HandlJucli d er biologischen A rbeitsn1eth od e11 . - Atti d el I Con gresso internazionale della t t·a5- fu sione d e l 8an gue. - BoDEN E RI CB : E lektrokardiographie f. die artzli che P raxis . Abbonamento annuo : Italia L. 4 O; E,stero L. 6 O; Per gl i associati a l u Policlinico ,, : Italia sole L. 3 6 ; E~te1·0 so le IJ. 56. U n nu 1ne ro separato L. 6. IDU N. 0. - J nuovi abbonati d el 1937 pos::;on o ottc11 ~re l e ultime ot to a nnat e (1929 a 1936 jncJuse) che co&tano L. 320, per Ro le L. 240 in Itali a. e per sole L. 2 7 5 all cste1·0. Al L ETTO RI ; PER IL 1937: CUORE E CI~COLAZIONE », diventato altres1 organo uf, ficiale del Gruppo Ctn·diologico Italiano de ~ quale continuerà a pubblicare gli atti, aLlt1Ygherà nel 1937 le basi del si'o p1•ogramm a. Ogni settore di scienza è oggi talmente ingra11ato ~ collegato con problemi di ordin e generale e con Le branche affini che '?on . P~ò concepirsi progresso di una specialità se non in due direzio11i .: una tendente a Yend..-1·e sempre più alta la vetta delle cognt, ziotii e perfezionamento della specialità, . l' a!tr~ t~ nden te a 1"end~,.e sempre più profonde e larghe le basi di imp~a nto sulla solida piattaforma della coltura generale. Questa a ragi?ne per la .,quale (( CUORE E CIRCOLAZlONE » si propone di sempye piri lay, gamente riferire anche quanto dei ~ ro bl~mi anatomici e fisiolo, gici e di patol'Jgia generale ha. speciale importanza, per la e.on.o, scenza e v al.oriv;azione della singola branca pe:che le special~tà hanno sì il loro motore di progresso nel perfez1onametlto tecnico e nelle conoscenze sempre più dettagliate dei diversi campi di studio, ma la forza di spinta e le eneYgie. di propulsione 110'! possono se non vetlire dalla sempre maggior conoscenza dei pro, blemi basilari che sono iL tronco della medicina generale, la vitalità e rigoglio del quale sono necessari alla prosperità dei rami, che non tanto vanno conside'l'ati come su di esso innestati o in· seriti ma invece come di'retta emanazio11e.~ D'onde il p yogranima di sempre più Larga base scientifica e culturale mentre nulla sarà trascut'ato perchè iL giornale sia lo specchio e il riflesso di tutto ciò che nel mondo si opera nel carnpo sempye più vasto e pro, fondo delle tnalattie del Ct1ore e della Circolazione al progresso e alla conoscenz:i delle quali la scienza e gli studiosi italiani hanno così gra11demente contribuito. CESARE FRUGONI. Ro1na. 7 dicembre 1936. .. <<

ll Num e r o 11 (Noven1bre 1936) contien e : Lavo ri originali : Tvf. ORRÙ: Snll' i111por tanz a dell'inser~ i o n e della. placen ta ii el meccani!-;mo di r ottura d'utero i11 corri -;ponde11za del la c jcatrice cesar ea. Fa tti e documenti : N. A. MAR1' ELLA : Uon Hiderazio11i clin ich e e patogenetich e su di un caso di eìuatocele pelvico di ·0 1 igine ov Rri ca . - M. FABERI : •'u Jl a diag nosi dell'atresia congenit a dell'es-0fago. La rubrica degli errori : ' '· :.1\fATERA: P erit.onite dopo a m enorrea da tubercolosi misconosc iuta, sca111hiata con peritonite d a aborto dolo')o. La rubrica medico-lega le : E. OPOCRER: f 11 tema d i Yiolenza carnale e t entativi di p r oc:urato ahorto. Pt ob lemi socia li : Per la r egolaru e ntazione dell'aborto terapeutico. Da lle riviste · Ostetricia : Tjroide e gr avid anza. - B rucellosi e g r avidanza n el la specie um a na. - I l s igniticato d.e~ toni d el c uore <le l feto nE>l distacco di placent a. - Su di una attirvi tà. oss ito cica d el· calcio. 1.'ratta.m e uto dell'aborto t'ebbl'ile. - Gin eco logia : F econdità ed infecondità '}Jerioùiche. -- Alterazioni d ella runcosa ttterina (metapla.<:i ia) da introduzione prolung·ata d i orm-cne folli cola.re . -· Retrodeviazioni uterine e prolasso g·e11ital e. - Va~d1iiti di o ri ~i ne ovarica. l Jn nuovo e sem plice met,oclo di cura delle n1etr orra,,gie g ra vi. - I r agg i ultra vi oletti co1ne trattamenlo con ervativo nelle m a lattie gineco logiclhe. Cura <ll'lle infezioni con caolino attivato in comlJinazio ne con l'acido acetil-a 111in o-irlrossil-fenil-arse11 ico. Pediat.-ia: Gli itteri dei n eonati. - 8ifilide congenita. l•iag-nosi 1nediante l·osi:;e1·vazionf' in ca.mpo oscu.ro del m ateriale raschiato dalla Ycn a -0n1belicale. - A n se caiiillari d elle papi lle derm ich e ne l neouato. - Ni>te di biologia : S ulla funzione di::~a minatrice della placenta u1ua na. - Ulteriori ricerche su ll a tras missione della se ns ibilizzazione anafilattica dalla madre alla prole. - Corticosur rena li e ·P~. u alit:\. - f)r1noni ovarici e chetonemia. I libri. - Vari età. Ab1:>onan1('nto annuo : 1ta li a T.J. 4 0; E ~ tero L. 6 O; Per g li associat i a l << Polirl i ni co u : I La li a. sole L. 3 6; Estel'o sole L . 5 6.

Un nu.m ero . epat'ato J.;.

M N. n ere le costano s ole L .

6.

I nuovi ahibon ati d el 1937 possono otteultime nove a.11nate (1928 a 1936 inclu se) che L. 3 6 O, per s ole L. 2 7 O in Italia e per 3 ·00 a ll'Ester o. B. -

----Al LETTORI; PER lL 1937: << LA CLINICA OSTETRICA » conta di avere anche nel 1937 l'appoggio e le sitnpatie di larghe classi di m edici, di tutte le scuole, degli Universitari e degli Ospedalieri, dei ricercatori e dei pratici. In questo intento « LA CLINICA OSTETRICA » segu~ terà a s~,,olgere opera di ·uolgariv;azione della pratica ostetrico, ginecologica e nel contempo concorrerà a far conoscere le ac qu~ sitioni scientifiche più imp<>'Ytanti via via affermantisi nella stampa mondiale, m entre parteciperà attivamente allo studio dei pro, ble 11i sociali demografici; n elle direttive del Regime. « LA CLINICA OSTETRICA » è sicura di tener fede al suo program ma integrale, com e nel passato, perchè sa di poter con· tare su una falange di collaboratori che riserva-no volontieri ad essa i loro. succosi lavori, sicuri come sono d'esser letti in tutto il tnond.:> e sa di essere aiutata da un a schiera di redattori sempre rinnovantisi in modo da 11on far perdere L'agilità, La varietà, la modernità di quanto di meglio si pubblica da noi e fuori. La Direzione a sua volta non ha perduto il suo entusiasmo giornalistico e il cameratismo che la fa affiatare con i suoi abbonati e i lett.>ri tutti, come con un'unica serena famiglia. PAOLO GAIFAMI. Ro1na. 7 dicemb1e 1936.

Per abbonarsi inviare Vaglia Postale o Chè que Bancario riscuotibile in Roma all'editore LU I Cl POZZI, Vi~ Sistina 14, ROMA , oppure versar e la so mma, senz' altra tassa, a ll ' Ufficio Postale per il Conto Corrente, N. 1 5945 dell'editore predetto.


2206

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Tl.

P()LlCL l ~ I CO

VALSALVA

RIVIS'rA MEN. ILE DI OTO-RINO-LARINGOJATRIA

fon data da GUGLIELMO BILANCIONI

Direttore: Prof. ARNALDO MALAN , Clinico Oto-Rino-Laringoiatra di TORINO. -

AI LETTORI ; PER IL 1937:

Nel suo

12°

anno di vita, « IL VALSALVA » si n•anterYà fedele

alla consegna dettata dal suo fondatoYe: periodico agile ed alla portata di tutti i medici colti, dovYà continuaYe ad essere L'esponente dello sviluppo rigoglioso dell' o~orinolaringoiatria in tesa non solamente nei suoi confini topogYafici ma nei suoi Yapporti ognor

Più viventi colle altre specialità. Il ritoYno all'attività di sintesi, come per gli altri Yami deUa scienia medica, si è puye da tempo manifestato nel campo otorinolaringologico. Questo movimento va sempre accentuandosi e la specialità isolata e lontana dalle gYandi cliniche è ormai tramontata. Essa fa parte di quell'insieme di dottrine che tutte collaborano alla CYeazione delle grandi idee direttrici indispensabili per il continuo progresso. La nostra Rivista, come per il passato, rispecchieYà questo fer· vore di nuovi studi;

i

lavori, le Yecensioni di contributi italiani

ed esteri più notevoli documentano questa attività svolta non

~olo

ai fini dottrinali puri, ma anche ed in modo prep.>ncle-,a.11te alla esposizione dei probLemi di ordine pratico. ARNALDO MALAN. Torino, 7 dice1nbre r936.

'' l L PO LI CLINI CO

''

SEZIONE MEDICA (Mensile)

Il Numero 12 (lo Dicen1br c 1936) contieue: LAVORI ORIGINALI : Gaetano BOMPIANI - Alterazion i anatomo-istologiche e Gino ~IELDOL88I del pancreas in casi di distrofia muscolare progressiva. Ricerche sulle modificazioni del· la glicemia in seguito ad inie· zione di insulina e contemporanea introduzione di glucosi-t>. - Nota Il. Negli stati di iper· tiroidismo.

Paolo LE\"I

-

Giulio SOTGIU e ]'.rancesco DON A.T 1

U mberto 1\f ONACO e Tommaso RUGGIERO

Rapporti del diametro dei glo· buli rossi col grado di ossigenazione del sangue. La deviazione del complemento con gli antigeni dì Petragnani e d i Witeb~ky e la enzimoreazione nella tbc. polmonare.

cc

ezio n e Pratica : Italia L. 1 00, Estero L . 1 5 O; s e cumulativo con la Sezione Fra.con la Sezione Chirurgica: ItaU a L. 1 2 5 , L. 1 80. Numero di saggio gratis a richiesta

Se cu.mulatiYo con la

Prof. DONATO DI VESTEA, Roma.

IL POLICLINICO,,

SEZIONE CHIRURulCA (mensile)

diretta dal prof. ROBERTO ALESSANDRI Il Nun1ero 12 (15 Dicembre 1936) contiene: LAVORI ORIGINALI : Ladis lao JO A - La peritonite pneumococcica. Car lo

~IASTROSIMONE

Corra.do

S'J'J~FANJ<JLLI

Libero UGELLI

I5

Prezzo del Numero L. 6

Abbonamento annuo alla Sezione Medica: Italia L. 50. • Estero L. 60

Redattore capo:

11 N1u11ero 11 tNovembre 1936) contiene: }fOLMGREN GUNNAR: Clbir u rgia dell 'addome. rrurnori cranio-faringei e faringo-esofageL A. MALAN e B . BRUZ-Zl: Otopatie d a rumori. A. i\{ALAN: A proposito di Roentgenterapia dell e ton silliti croni che. F. BRUNETTI: Cure c hiru1~gic· h e e cure irradi anti delle tonsille palatine. R. ~10TTA: Sviluppo spontaneo di mi ceti s ui tappi di sughero di reciipienti con o1uz ioni n1edican1e11tose e nelle s oluzioni stesse. In biblioteca. Recensioni : Orecchio : • . GucCI·\RDELLO : Larga ricostituzione del padiglione dell'orecchio. - Complicanze in· tracraniche : G. GUARI!lSCHI: Contributo casistico allo studio dei rapporti tra pa<:himeniugite interna e traun1a. - Naso : S. OALDAS: ( 'on tributo alla tecnica della locovaccinoterapia d elle riniti a trofiche. - Faringe : .T. V. DER HOEVEN LEONHARD: L'amigdalectomia semplificata. - L. A. REZZARI : Angine emorragiche. - Laringe : P. DEsrEFANI: L'intnhazione e la tracheotomia nella pratica pediatrica. -- Esofago, trachea e br-on· chi : A. CHIARINO : 'l1rattamento delle stenos i cicatrizi a li d ell 'esofago. - Difficoltà d i<vguostiche nel l a broncografia. eooca : A. FoNT.\NA: Blas tomi cosi della lingua. Abbonamento annuo : Italia L. 5 O; Estero L. 7 O; Per gli associati al 11 Policlinico ,, : Italia sole L . 4 5; Fstero s ole L. 6 5. Un n11mero separato L. 6. ;a N. B. - Ai nuovi abhonati del 1937 s i c.o ncedono le ultime !'lette a.una.te (1930 a 1936 inclu se) che coi::;tano L. 35O 1 per sole L. 2 6 O in Italia e per sole L. 2 9 O all'Estero. .

diretta dal prof. CESARE FRUCONI.

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Contributo alla chirurgia del diabete. Influenza delle tu· mef azioni provocate nelle paratiroidi sul diabete pancreatico sperimentale.

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L'a ppendicite acuta nei s oggetti di età e nel vecchio. (Studio anatomo-patologlco, statistico e clinico). La formula leucocitaria negli u Icerosi gastroduodenali pri· ma e d opo la r esezione gastrica.

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Abbonamento annuo alla Sezione Chirurgica: ltalla L. 50. • Estero l. 60 cumnlativo con la • ezione Pratiea: Italia L. 1 00 , Estero L. 1 5 O; se cu mu lativo con la Rezione Pratica e con la Sezione ~fedica: Italia Lire 1 2 5, Estero L. 1 80.

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Numero di saggio g ratis a richiesta

Per abbonarsi inviare Vaglia Postale o Chèque Bancario riscuotibile in Roma all 'editore LUICI POZZI, Via Sistina 14, ROMA, oppure versare la somma, senz'altra tassa, all ' Ufficio Postale per 11 Conto Corrente, N. 1/5945 dell 'editore predetto.


Roma, 7 Dicembre 1936 ·XV

ANNO XLIII

Num. 49

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

_PRATICA.

CESARE FRUGONI

Clinico Medico di Roma

ABBONAMENTI ANNUI: 1° GENNAIO - 81 DICEMBRE ffin~:

lt~a

Estero Cumulati'ri : ( 1) ALLA SOL.l SBZIONB PRATICA (setti.ma,nale) L. 58.80 L. 100 (2) .A.LLJI DU• SEZIONI (pra.t ica. e medica.) . (1-a) A LLA SOLA SBZIONB MBDlCA (men sile) • L. 50 - L. 60 (3) ALLl! DU B SBZIONJ (!prat ica. e chirurgica.) ( 1-b) ALLA 80LA SBZlONE CHIR URGICA (mensile) L. 50 L. 60 (f) ALLJI TRB SBZIO.NI (pratica, medica e chirur.).

Un numero separato della

SEZIONE MEDIO.t.

o della

CBmUR010A

L. 6 ; della

PBATIO.l

Italia L. 100 L. 100 I. 125

Estero L. 1• L. l• L.

lm

I. 8,50

SOMMARIO. l.ezioni: G. Jona: Turbe circolato.rie del capo, acces-

sionali. Crisi angiospastiche oculari. (Nota, II). Note e cont r ibuti : N. Molinari: Oontributo alla cono::icenza dei tumori a cellule giganti delle guaine tendlnee. Sunt i e r asseg ne: SISTEl\IA NERVOSO: Kessel e Olivecrona : Sulle cisti del forame di Monro (cosidette cisti colloidi del III ventricolo}. - M. Staemmler: Sulla mielosi sifilitica. - A . Gianotti: Sulla dia,gnosi e sulla eziopatogenesi de lle radicolo-neuriti infettive da vir u s n eurotropo indeterminato. - W. B. Hogner e J . L. Poppen : La neuralgia glossofaringea. - J. A. Ryle: L'anoressia nervosa. Divagazioni : Il m1glioraimento dello sviluppo corporeo nei p op oli civili.

Notizia bibliografica. - Cenni bibl iog rafici. Acca demie, Società Mediche, cong r essi : XII Congresso

di Medicina del Lavoro in Na poli. Appun t i per il medico 9 rat ico : DALLA PRATICA CORRENTE: P. Rosa : Su di un caso di meningite cerebro-spinale epidemica in lattante di due mesi trattato con inie-

LEZIONI OSPEDALE C I VILE DI VENE ZIA. 1

~UUOLA DI MEDICINA PRATTC \

A.

1\1INJCB.

1'orbe cir·eolatorie del capo, accessionali. Crisi angiospastiche oculari. LEZIONE Ila del prof. GIUSEPPE J ONA, medico primario Vi 110 presentato in una recente lezione, un caso di turbe vasomotorie, accessionali, gravi , ir1 una vecchia arteriosclerotica ipertesa. Collocai tali turbe nel quadro delle crisi vasali di Pal, che sono ormai nel pieno dominio della })atologia del circolo, e hanno oggi tanta parte nei rapporti ·di questa colla neurologia. In quel caso, il carattere alquanto diffuso, la frequenza stessa e la persistenza lunghissima del quadro vasomotorio, poteva forse allontanarlo dallo stretto concetto di crisi, quale fu forn1ulato da Pal e quale si mantenne dopo di lui, benchè a mio avviso, il significato fi~io­ J)atoJogico e clinico del fatto sia identico.

::doni sottoccipitab di siero antimeningococcico. CASISTICA E TERAPIA: Valore sem iologico e clinico del l'oftalmoplegia interna. - Acido a scorbico e sclerosi a placche. - Con t ributo alla roentgenterapia delle affezioni del sistema nerv·o so simpatico. - Calmante del pneumogastrico e del simpatico. - Nell'insonnia d egli epato-biliari. - MEDICINA SCIENTIFICA: La velocitft d i circolazione del ipneumotorace bilaterale. St.udi sul metruboUsm0 e sull'importanza dell'iodio nei giovani organismi. - POSTA DEGLI ABBONATI. Poli t ica sanitaria e giurisprudenza : G. Selvaggi: Termini e forme dei rimedi giuridici contro i risultati d ei concorsi sanitari provincali. Nella vita profess ionale : LITORA ALIF.NA: A. Chiasserini: Una visita ad a lcuni Centri n euro-chirurgici degli Stati Uniti d'America. - Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze.

Notizie d iver se. Rasseg na della stampa medica. Indice alfabeti co per materie.

In ogni modo Voi avrete degli esempi ancorn. più precisi della crisi vasale, in questa serie d i malati ch e oggi Vi presento. E prima di tutto qui , come già nel caso precedente, ·voglio insistere su ciò che, per riconoscere be11e questi fatti , per non dubitare della loro natura , occorre che l 'anamnesi sia altrettanto scrupolosa e niinuta di quanto deve essere I' esam·e ob,biettivo. Molte volte non sarà possibile assodare, e neppure sospettare la natura angiospastica o angioparali tica di una sindrome, se la storia delle sofferenze non sarà ricostituita colla più grande pazienza e colla più rigorosa ricerca della verità e della sincerità del dettaglio. Non occorre eh 'io insista con Voi sul significato di ciò: tutti i giorni vedete come ad esser ben certi di un fenomeno subbiettivo del malato, sia attuale sia del passato, occorre interrogarlo dieci volte, rigirare pazientemente intorno ad t1na domanda, metterlo in contradditorio con sè stesso, essere ben certi di non essersi lasciati fuorviare nè dalla ignoranza o dalla superficialità di spi rito o talora dalla mala fed e del malato, nè dai nostri stessi eventuali preconcetti . •


2208

« TL

POLICLii~ l CO

Postici al sicuro da errori anamnestici . tenendoci ben fedeli al rigoroso metodo clinico ch,e, in ogni caso, anche apparentemente semplice, (e specialmente quando pare di indole esclusivamente funzionale) esige un co1npleto esame obbiettivo ed una diagnosi differenziale, appropriata al caso, ma sempre severa, vedrete quanto sia vasto il campo delle turbe vasomotorie e particolarmente di qu·elle a tipo di crisi vasale, vedrete quanto spesso rientrino in questo campo, sofferenze che si sarebbe tentati di escluderne, perchè di apparenza troppo grave e di esito a lesione organica. Insisto oggi con Voi su questa nozione, ch e, del resto, è ormai di universale consen so, per l'abbondanza del materiale clinico corrispondente, che l 'accidentalità del momento mi permette di presentarvi. I tre casi d'oggi riguardano tutti a ngiospasmi dell 'arteria retinica, e sono di comune osservazione coi Colleghi della Divisione oculistica, ch e ci son sempre larghi dei loro reperti, e dell 'aiuto ad interpretarli.

CAso I . ..__,, C. Giuseppe, di 49 a. Coniugat o a 27 a . con donn a san a: h a 6 figli vivi e ·sani. A 28 a . soffer se per due m esi di reumatismo articol are acuto; a 34 a. di attacco in fluen zale. Verso i 45 a . cominciò a soffrire di improvvise ,·ertigini, senza _sjntomi premonitori, accompagnate da ràpide e transitorie ohnubilazioni d ella vista. Il paziente barcollava ma non perdeva conoscenza nè cad eva. Questi fen omeni si presentava110 ad intervalli varii, di g iorni o di settimane. 11 12 gen~aio 1nen1re attendeva a qualche suo lavoro in casa, ebbe i1nprovvisa e totale perdita della vista, d a ambo i lati : fu però istantanea e di in1mediato ricupero all'occhio destro, durò in . vece pRrecchi minuti all'occhio sin . Da quell 'epoca avverte ·sen sazion e di p eso al ca po, a sede variabile, 1na bilaterale e simmetrica. Non accu sa turba alcuna n elle sue funzio11i viscerali. Entrò in Divisione oculistica il 15 dello stesso mese. I colleghi ci riferiscono il lor o reperto: · O. D . visu s 10/10: O. sin . visu·s 10/10. Lieve as tigmatismo ipermetropico in O. O. lVIotiJjtà oc11l are normale; reazioni pupillari norrnali ; fundus i1orrnale. Campo visivo alquanto ristretto solo pei colori , nei settori superiori dell'O. D. (abbozzo di limitazion e emianop sica a quadrante). Pulsazione venosa nell 'escavazione fisiologica. Non segni di arteriosclerosi dei vasi r etinici. Es. orine negativo. 1-leaz. di Wassermann n el sangue: negativa. Pressione art. Mx. 160. Venne curato con iniezioni qt1otidiane di acetilcolina 0,10. Dopo sei g iorni il campo visivo è ritornato normale anch e in O. D. Passa per o servazior1e nella nostra Divisione. ~riav i amo es. viscer ale n eg.; press. l\1:x. 150, media 100, !vin. 90; azotemia 0,35. II . - B. Francesco, di a. 59, bracciante. Soggetto nevrosico, faci l1nente eccitabile, andò anch e in passato soggetto a periodi di turbe accen luale di eccitamento mentale. È n1odico bevilore e fumatore. Entrò pochi m esi fa nell a no·s tra Divisione per f n t li di ecci labilità gen erale, tendenza alla vertiCi\SO

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f_i\.N'\O

:Xl.TII, NuM. 49

g ine, i11son1tia .. P~esentò es. polmon. negati"o , c uore co n modica 1pertr. del V. sin.: toni netti vibrati, ritmici. Pressione radiale 250 Mx. 160 Mn.. Orine con mini111e traccie di albumina 'e asse11za . d.i cilindri nel sedimento. Trasse qualche vantaggio d a t tn salasso di 500 éc. Uscì dopo 20 g iorni migliora lo, con pressione 225 M x. 110 Mn. Due mes i dopo entrò in Divisione oculi·stica P.f.rch~ t;e g:iorni pi i~a avev~ avYertito improv: v1sa d1m1nuz1one del visus dell occhio sinistro che ir1 due-tre ore diventò cecilà. I colleghi oculisti ci forniscono il seguente reperto-, al l 'ir1gresso : O. S. aspetto est . normale. Assente il riflesso fotomotore dirc llo. Presenle invece il consensuale da O. D. Assente il consen suale da O. ,S. a O. D. Mezzi diotrici trasparenti. Fondo: papilla di colorito un po ' pallido, vasi esilissimi edema retinico p eripapillare e della regione 'maculare l a cui fovea atp pare di colorito i11tensame11te r~sso . Non emorrag ie. Reti11a periferica di aspetto normale. Jt'isus: lievissima percezione di luci intense in una piccola zona d el se ttore temporale. O. D . normale: visus (corre tta lievissima miopia) 10/10; f on,do: arterie e Ye11e di aspetto leggerment e moniliforme. Dopo u11 m ese : fondo O. S . : papilla bianchissima, a margini nel li; sco1nparsa qualsi asì traccia di edema. , ,.asi esilissimi . Retina normale (&spetto dell ~atrofia semplice). <.~ampo visivo: la zona temporale di per cezion e è lievemente più estesa, pur rin1 an endo esigua. O. Rosa, di a. 50. Narra che i (J·enj.tori er ano ambedue ipertesi: lo son o pure qu~t­ Lro suoi fratelli vive11ti. E bbe i comuni esantemi ir1fantili. A 10 anni f~ operata per spi11a ventosa ad un dito. Mestruò a 11 a . Si sposò a 20 anni; ebbe due figli , ch e morirono di m eningite : non ebbe aborti ; rimasta vedova. si spo·sò nuovamente a 40 a.; n on ebbe gravidanze. A 38 an ni ebbe un prin10 arresto della mestruazione; il periodo amenorroico durò sei mesi. Si iniziaron J allora turbe varie, che d 'allora non cr.5sarono mai: cefalea frequen Le, frontale ed occipitale, ora a tipo gravalivo, ora pulsante, talora con v·o mito: s tati di ansia: parestesie sensoriali svariale: paracusjo, parageusie, paraos1nie, e turbe visive con anncbbiJmenli , talora a for1na di scotoma scir1tillante, altre volte con ama.urosi totale, di brevissirn a dura la. Dice <li aver avu to pure delle transitorie afasie. Ha spesso a ttacchi di cardiopaln10; va soggetta a q11alche cri si disp·n oica notturna, e a crisi poliurich e, per l e p iù nol lurne, senza che, a su o dire, sia stato mai r isco11lrato glicosuria nè albumi nt1ria. · Cinq11e anni fa, mentre accudiva a qualche faccenda do1nestica, ebbe l ' im provvisa sensazione di un velo che scendeva da van ti all 'occhio ci estr o, accecandolo con1pletnm en le. Tale sen·sazione, che i11 pa·~~a to si era ripelula più volte, con dura1a ist antanea, quesla volla invece fu defi11itiva: essa r1on riacquistò pit1 alcuna visione dell 'O. D. Tre an11i fa le fu praticalo un salasso: subito dopo apparve emiparesi destra, che anelò poi attenuandosi e risolvenòos1 quasi co1npletamen le. La mes lruazione, dopo la }Jrima so·s la di sei mesi, è apparsa saltuaria , in forn1a irregolare: l'ann o scorso chhe per selle niesi abhondanti m enorragie. Peggiora n ell e I urbe generali, n ei p eriodi amenorroici ; ha so llievo quando la mes lrt1azione riappare. CAso III . -


[ANNO :>..LIII, NuM. 49]

SEZIONE PRATICA

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Ora è amenorroica da sei mesi. retinica. E per. quest 'ultima ra ocrio11e si lJrcsenE11lra per la coor te dei disturbi descritti. ta no11 meno improbabile la tron1bosi, la quaE. O.: aspetto braditrofico; faccia collo parte . d e1 corpo, arrost;ati, e con ' facili ' le, de l resto, non è in antagonismo collo spasuperiore fresmo, rna, in terreno grteritico, può succedere ql1en li variazioni vasomotorie. ' Sen·sorio lucido: stato facilmente ansioso. Es. ad esso, come Alayouanin c e 'l'huret hanno delJ 'appara Lo respiratorio negativo. ammesso di recente. Cuore: pu11ta in sede, diametri 11ormali. ImAltre diagnosi restano escluse, anche dal rept1ro il 1° Lono alla punla, un po' rinforza lo il 2° perto del fondo : e cioè il distacco retinaJe le alla base. Ri Lino regolare. Pulsazioni 72 al ' : pres' esemorragie retiniche, le quali, potendo pur sio11e radiale Mx. 240, Mn. 130. Addome: alquanto. voluminoso, u11 po ' dolente - sere improvvise, difficilmente però posso110 dare am.a urosi totale, e in ogni modo danno u11 alla palpazione special1ne11te alla regione cecale. re~erto oftalmoscopico di tutta evidenza, e di Organi ipocondriaci, in sede; deficit degli arti di destra appe11a percettibile : riflessi uguali dai due c ui manca ogni traccia nei casi nostri. lati. Non Babinski. Ammesso il crampo vasale, nel I caso è eviOrine: p. sp. 1017, alb . ass., gluc. assente· limdente che fu breve ]a durata del fenomeno e pide, senza sedintento. ' ' s.i risolse senza lasciar traccie nelle condizioni O. D. : atrofia ottica di antica data; vasi a·ssotanatomiche della r etina : il visus si rifece perligliati, ma pervii. Cecità (residua forse alla perifetto e l'oculista che lo visitò tre giorni dopo ft-ria un barlume di sensibilità). Deviazione strabica secondaria. trovò fundus )l.Ormale. · La pupilla è rigida alla luce, e si restri11ge solo La transitorietà e la brevità del fenorr1e110 è al consensuale dell 'occhio sin . da porsi in rapporto allo stato g enerale delO. .S. : fondo normale; visus ridotto per astigma1'albero arterioso del nostro m.a lato, con una t_ismo miopico, corretto il quale, resta però limipressione, che poco si stacca dalla nor1na. tato a 3/10. Campo visivo normale, sia per il bianCiò non stupisce: lo spasmo non richiede afco che per i colori. fatto a prodursi, che ci sia arteriosclerosi o L 'ammalata eh 'è qui da un mese, venne sottoposta a regime latteo-vegetariano, a purghe ipertensione abituale. :È ormai b·en noto che metodiche, a frequente bagno caldo gener.ale, ci può essere un 'ipertensione parossistica ana iniezioni quotidiane di acetilcolina. Fu praticalo che in abituali norrn.otesi. e le cause possono un modico salasso a cui l 'ammalata era riluttante; essere assai varie. Ed inoltre un osservatore la pressione scese di poco. Ora oscilla di poco indell'autorità di Baillart afferma che anche gli torno a 220 l'vl x:., 110 Mn. ipotesi possono avere spasmi retini ci in tensisLa ditiresi è fra i 1000 e 1500 cc. quotidiani. Vi . . SlmI. è apire~sia costante. La cenestesi si mantiene immodificata, colle sue Nel circolo cerebrale, al cui sisten1a apparturbe varie, con gli imponenti fenomeni va·somotiene l'arteria retinica, Roger e Sarradon hantori, col suo stato di agitazione e di insonnia. no ammesso che, oltre che dall 'arteriosclerosi

•••

L'osservazione di questi tre casi ha un particolare interesse, perchè ci permette di cogliere lo stesso fatto in tre fasi di verse: il primo in stadio puramente funzionale, il secondo in ur10 stadio con esito organico recente e in parte ancora recessibile, in terzo in esito organico antico e definitivo. Sono tre an1.aurotici, in cui mi parreBbe ben difficile am111ettere una causa che non sia quella dello spasmo vasale. Ricordjarr10 che in tutti e tre l 'amaurosi fu in1provvisa, in tutti e tre su un fondo ipertensi,~o, in tutti e tre con un 'associazione di imponenti fatti vasomotorii di altri territori, in tutti e tre co11 carattere accessionale: infatti , nel primo l'amaurosi fu passeggera , negli altri due fu definitiva , ma preceduta da attacchi consimili, che si erano rapidamente risolti. Questi dati storici, che sono sicurissimi, già permettono di escludere amaurosi di altra origine, sopratutto quelle che derivano da embolia del) 'arteria centrale retinica: questa diag·nosi che i descritti reperti oftalmoscopici non sono in caso (come quasi sempre avviene) nè di ar1tn1ettere, n è di e eludere; invene resta esclt1so dalla assenza di un focolaio da cui un embolo potesse partire e sopratutto dal carattere transitorio e recidivante de]l 'amaurosi, che non è ammissibile per ]'en1bolia dell'arteria

o da arteriti specifiche, lo spasmo vascolare possa essere prodotto da lesioni m eningee, da tumori, e poi da fatti assa i m eno importanti, di carattere autotossico, talora anche banale, quali possono essere quelli di origine digestiva. " Cosi in individui giovani predisposti, furono descritti attacchi di amaurosi a ripetizione sotto influenza della stanchezza, o di luce troppo viva, o di abuso di caffè, o di al cool, o cli tabacco. L'amaurosi da chinino appartiene a quest'ordine di fatti. Però, in u11 uomo verso i 50 anni come quello del nostro I caso, in cui l'attacco di amaurosi si inizia e si ripete, in mezzo a fatti vertiginosi iniziatisi da poco tempo, abbian10 forte motivo di pensare che si tratti di un 'arteriosclerosi iniziale, la quale, appunto al suo iniziarsi, è più particolarmente atta a dare la crisi di angiospasmo. E in casi così iniziali, e fin chè la condizione d elle arterie, e delle arteriole , e dei capillari è sufficientemente buona, sarà ben difficile che all'attacco di spasmo del tronco d ell 'arteria retinica sussegua la lesione anatomica; per chè sappiamo che al prodursi di questa, devono concorrer e le male condizioni delle arteriole e dei capillari. Inoltre, è già dimostrato , che a condizioni buone d elle pareti arteriose, è ben più fa cile


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e l)ÌÙ pronto l 'is tituirsi di un circolo collaterale ch e non può escludersi n eanche per la retina, p oich è esso fu ammesso, in casi di questo gen ere, attraverso sottili anastomosi fra rami dell'arteria centrale e circolo a rterioso di Zi11n. Nel 2° caso l 'amaurosi si presenta in grave iperteso, con abituali cospic ui fenomeni vasorr1otorii. Tre g·iorni dopo l 'inizio , l 'ocu]j sta con :st,a ta cc papille un po' pallide, vasi esilissimi, edema retinico peripapillare e della macula n; dopo un mese , è scomparso l 'edema, ma la papilla è bianchissima , a margini n etti , vasi esili simi , visu s nullo. C ',è l 'atrofi a semplice della r etina. N·el 3° caso abbi.an10 pure ipertensione ahi.ti. a le grave o piuttosto ipertonia di n etta ori·gi1Je endocrina, con fatti vasomotorii impon enti, a ripetizione d atan ti da anni-: il g rave ac.c<:sso di p asmo d ell 'arteria r etinica, ch e la-scjò 11 postumo indelebile della cecità , risale .a c inque anni or son o; il reperto oftalmoscolJ.ico odierno è di un'atrofia ottica di vecchia d ata! con vasi a ssottigliati ma pervii. Non vi stupisca ch'io possa presentarvi in<Sieme raccolti, casi numerosi di questo genere vi stupisca l 'interpret azione uniforme ch e ~e n e ho dato: questi casi sono divenuti di ordinaria co·n statazione, e n el loro dominio si può 'Clire ch e ta nto è andato guadag nando il con cet.Lo d ello spasmo vasale quanto ha perduto quello dell 'embolia. L 'embolia , ch e prima veniva ammessa molto più correntemente, non viene c on tak'lta direttamente all 'esame del fondo, ma ,rien e desunta dalle sue conseguenze, le quali non son o dìv€r se· da quelle dello spasm~, tranne in ciò, che sono, quasi sempre, definitive. Ma Voi vedeste, ed è ormai di comune consen so, ch e se la fugacità del! "amaurosi esclude l 'embolia, non è v·e ro l 'inverso, ,e cioè la de finitività dell'amaurosi non esclude 10 spasn10. Non Vi nascondo che mi addentro con trepidazion e in un campo che è di tutta spettanza d egli oculisti. D 'altronde è grande per noi l 'attrattiva di pen etrare questi fatti, poichè attraverso di essi vediamo la p ossibilità di sorprendere in atto meccanismi circolatorii nl inuti ch e tante volte supponiamo fun zionare in organi interni, specialm ent e n el cervello, senza p erò essere in caso di constatare altra cosa. che n on sieno degli esiti tardivi. Ora quando si tratta di interpretare i fatti anatomici, consecutivi alla soppressione del circolo, noi ci troviamo di fronte a problemi di tutta spettanza della patologia generale, ed è naturale che, in d ominii di una specialità co ì in1portante. e di fronte a fenomeni c be la p articolar e sed e e la particolare t ecnica r ende suscettibili di un 'osservazione continuata e m etodica, la patologia speciale dell'organo e ]a patologia generale, devono r eciprocament e dare e ricevere a iuto. Ed infatti noi a bbiamo lavori ben nun1erosi nel campo dell 'oculistica, che studiano fine-

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n~en le

tutti questi fatti , e fra gli altri quelli della Scuola cli Marsiglia e fra gli italiani quelli di Horniker, di l\!lureddu, di 1Fileti, di Castelli. Inoltre se ne occupano necessarian1ente i neurologi, p er gli stretti rapporti della circolazione dell 'occhio colla circolazione cerebrale. E malgrado tutto , non possiam.o di.re ancora di avere una completa ·e splicita interp,r etazione del meccanismo di formazione dei fatti , che dallo spasmo conducono alla cecità. Anzitutto quanto può resistere, funzionalrr1ente, la i 1etina alle ischemizzazio·n i da spasmo? Nell'uomo, pare no11 più di 20 a 22 minuti , se l'occlusione da spasmo è completa e ha colpito il tronco dell'arteria retinica . Però, Baillart vide riprend ere la funzione anch e dopo 24: ore e Barré -e Deverger dopo tre settin1ane: in questi casi bisog na ammettere uno spasmo incon1pl eto , o a riprese I11oltre, il danno funzionale sarà diverso a sec.onda che lo spasmo ha colpito i capillari o il tronco arterioso. Lo sp.a smo capillare, per consenso dei più , suole colpire la regione maculare, e dà u11 abbassamento d el visus notevole, ma che è 0011 lontano dall 'amaurosi e non è quasi mai defi nitivo. Invece lo spasmo dell 'arteria dà cecità total e, e qu.esta , com e ved emmo , può (per lo IJiù dopo attac.cl1i ripetuti e sotto un attacco riù lungo) r est ar p erman ente. E attraverso quali lesioni si costituisce la cecità ? Il reperto del fondo , come vedeste a1lch e n ei casi nostri , dimostrò in primissimo tempo il pall or e della r etina, e l'assottiglia mento delle arterie. Subito dopo, comparisce l'edema. L'edema si riassorbe rapidamente e il fondo riapparisce normale: anche se ]a funzione rimane abolita. Tutt 'al p iù si ricono ce un grado pjù o n1e no notevole di assottigliamento delle arterie , e di dilatazione delle vene. Tardivamente, non vi è che il grande pallore che tradisce l 'atrofia secondaria. Questi dati oftalmo capici sono di consenso universale, e costanti; m a però non direi che essi b astino , in sè e per sè, a darci ragione dei fatti . L 'edema, che apparisoe l'elemento più significativo n ella seri e dei detti reperti, p er chè si forma ? Il con cetto più semplice, è ch e lo spasmo, togliendo l'afflusso di sangue arterioso, detern1ini n elle vene, stasi , aumento di pressionP. dilatazione, trapelan1 ento di siero. Ma l 'ed ema non si considera più come un semplice fatto meccanico d ella stasi: non basta la differen za di pressione tra i due liquidi. nè la ]oro differenza di costituzione fisiocbi m ica, a l verificarsi de]l 'edema : occorre pure una aurnentata p ermeabilità della parete d el capillare, la quale permeabilità è alla sua volt:i influita da un triplice ordina di condizioni · umor ali . n ervose. tissulari. Ecro che g-ià il i1roblema i romplica per 1'intervento di ele1

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SEZIONE PRATICA

me11ti , dottri11almente sicuri, ma di cui nel caso concreto non sappiamo conoscere n è qualità nè grado. Può darsi che la permeabilità della parete dei capillari, di cui conosciamo la capacità a modificazioni subitanee, sia qui a1ter1ta es~a stessa, subito, dalla ischemia prodotta dallo spasmo arterioso ma non possiamo escludere altri fra i d etti elementi, i quali eventualmente potrebbero anch e essere preesistiti allo spas1no, e m agari a11cl1 e aver concor so a d et erminarlo . Ciò potrebbe essere piarticolarmente vero i1el 3° caso, in cui la storia e le condizioni attuali ci fanno ammettere un particolare stato di a lterato equilibrio ·endocrìno·- un1orale . E quale parte spetta all'edema n ella produzione d ella cecità ? Neanche questa può esser e fa cilmente valutata, p er chè l 'eden1a ha variazioni di ,e sten sione e di intensità: Ja d er1ominazione degli oculisti di ede ma retinico bianco e grigio, dipende dalla inten si tà d i esso e da l1'occupar e g li strati anteriori o p ost eriori della retina , come anche può darsi ch 'esso sia affi:,tto parcellar e, e che sia soltanto niaculare, come ammette Kor11iker nella retinite centrale capillarospCDStical, eh' è consecutiva essa pure a spasmo vasale. Non è de tto in quale rapporto stiano coll'edem.a , Je lesioni degli elem enti r etiJ)ic i , ]e quali n e sopprimono la funzion e senza che apparentem ente modifichino il r eperto del fondo . È ancl1e possibile che tali lesioni siano in rapporto immediato coll 'ischemià prodotta direttamente da llo spasmo vasale. Ta le è l 'opinione di Volhard e tF ahr ch e ammette che l 'isch emia di p er è può dare d eg·en erazione gra~­ sa e lipoidea degli element i r etinici speci fi ci , non m en o ch e fatti su ccessivi di proliferazion e del} 'epitelio pigmentoso, r,e atti Ya all a degenerazione di quelli.

••• Nei casi che Vi rio presentato, ho parlato sempre di alterazioni r etinich e, di scotomi e di amaurosi, tran s itorii o permanenti, ma sempre di origine retinica. Tuttavia non è sempre così: Scotomi e anopsie angiospastich e. possono anche avere orig ine centrale. Com e di ti ngueremo le due forme? Dove so110 constatabili alterazioni del fondo , sarà poss1 b i le una diagn osi diretta di alterazione vascolare nel dominio retinico. Dove il fatto è passeggero e non si vedono alterazio11i, Ja ri posta è devoluta sopratùfto a] co1nporta1ne11to d el campo visivo. Se il fa tto è unilaterale, se lo scotoma è irr egolare, o se anche è bilaterale, n1a distribuito senza legge, si deve p ensare an che qui ch e il territorio vasale co]pito è r etinico. Co111e g ià Vi di si , lo spa 1no può coglier e }'arteria centrale, con1e può cog·lier e uno dei suoi rami, o a nche un territorio capillare. Nello spasmo capilla r e la regione colpita per lo più è solo la macula c d allora la diminuzi one

del vis u,s i1on è g rande, n è defì11 i ti va : colla con1promiss ione svastica di uno o più rami o ramuscoli dell 'arteria re tinica s i spiegan o le framm entazioni e le varietà cli di stribuzione d ello scotoma. Se invece avrem o uno scotoma netla1n e11te emianopsico, non dubiter em o di localizzar e il f.& Lto n ella corteccia del curieo e si Lra t ta di scoto1na ,e milaterale, o, potremo aggiun gere, nel1la sostanaa bianca d el lobo tem porale se si Lratta di scotoma a quadra11t€. Nell'ordinario scotoma scintillante d e11 'emicra11ia oftalmica, il fatto si presenta proprio coi caratteri oentrali: e quantunque ordinariamente non si tratti che di una con statazione subbiettiva, questa però ha una tale eviden za da con servare tutto il suo significato. E questo può anche avvenire in casi di scotoma de finitivo. P erò d obbiamo g uardarci da t1n 'eccessiva t endenza a d ammettere il caratter e err11ianopsico dello scotoma : rosi in u11 altro i10l.ro caso, dove la sin1me1ria dello scotoma e11-1ilaterale è accompagnata a11 clJ e d~ una diffuf.a , per quanto te11ue , lin1il azion e co nc~ 11tri ca. Infatti uno scoton1a da lesione capillare retinica poichè può assumere un qua lunque aspetto, può anche assumern e uno r h e ari€ggi all 'emi ano psico .

••• I tre casi che Vi ho presenta to n1i enl brano abbastanza tip ici , ed oserei dire sic uri q uale espressione di spasm o d ei vasi r etinici i11 a rteriosclerotici ipertesi. Ma anche alla nostra osservazion e di interni~ti giungono ca si , dal lato oculare g ravissimi, c11e sembrano connetter si alle condi zioni c.ir~olatorie generali e locali, eppure sono, ocul1st1ca111ente e medicam·ente, di inLerJJretaz jone diagnostica difficile e talora di versa da qt1eJl a. Si è per farvi toccare co11 n1an o que te i m, J)Or tanti difficoltà diagn ostich e, cl1 'io voglio presentarvi ancora due amn1alate, di not evole gravità, a mbedue con elementi tali da far pensare alla crisi vasale r etinica, e di cu i tuttavia la prima desta il dubbio , e la seconda la certezza ch e vadano ascritte a quadri d i , e r~ i e .' gravi. . p1u 1'. Amelia, di 52 annj; e11 Lra i11

Divi ~ i or1 e

il

giorno 24 aprile. Nessun precede11te degno cli i10ta .. Mestruò a 14 anni e ft1 se1npre r egolare. Si sposò a 23 anni: ebbe 7 f igl i : nessun aborto. Fu sempre t emperata nel n1angiare e n e] bere: e])be sempre funzioni viscerali r egolari. Dopo il se ttembre dello scorso anno, con1i11ciarono irregolarità meslruali : la m estru azione mancò n ell 'ottobre e novembre, rico1nparve nel dicen1J>re, durando tre g iorni con1e ·sempre, e poi n on apparve più fi110 ad oggi . All'epoca della prima an1 c11orrca deJ J ·o lt obrc-110''embre comin ciò a soffrjre dell e co111u11i lurLe da menopausa: vampate al capo ; udorazioni profuse, crisi poliuriche: co11lrn1por anean1en le ..,i i11izil> cefalea gravatiYa prc' aJe11 lemen Le occipitale, continuativa, e insiem e indebolirne11 lo drlla Yi sta, il quale andò sempre progredenclo. l Tna i11isurazione di pre~ .~ i o n c al cu11i n 1e!:ii fa


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die(le: Mx. 195, !vin. 120; fu praticato allora un saJ a so, ma p oco dopo una nuova misurazione della pressione d1ecte l\1x. 230, Mn . 160. All 'ingre·sso i11 Ospedale, la malata presenta co11dizioni di n u lrizione ge11erali buone; però g ra ve pallore. Vi ha strabi sm o convergente dell :occhio D. Ness u11 altro fat t o nel dominio dei i1 ervi cer ebrali. L 'esam e carètiopol1nonare è negativo. Il fegato è 1eggermen te ingrossa lo. Null 'a ltro all 'es. del venlre. Arti asciutti . Orine: p. sp. 1014; albumi ·n a ais sente; g lucosio a!'sente. Pressio11c arteriosa al! 'ingresso: Mx. 200, Mn. J 20 e dOJ)O qualche altro giorno : Mx. 230, Mn. 180 ; Azotemia 0,37 % o. :\ll 'e·sam e oILalmoscopico : quadro impo11ente di cli s truzio11c retinica degenerativa , e proliferazione co1111e lfivale ch e in molti punti ricopre totaJmente i \'asi r etjnic i. Anche le papille ottiche sono rese irtvisiJliìi i1 t 111 ezzo a tali alterazioni che interes.. ano sp ecial111e11te la r egione n1aculare, p erimaculare e papillare, nonchè altre zorte p eriferiche . Si r1otan o emorragie retiniche. Jl visus è r ido t tissjmo, e il campo visivo è pure r i<lot tissin1 0 in form a irregolare. L'ammalata acc·n ·a irtol tre sco lomi scintill anti. La puntura lombare in posizione orjzzontale c"l à : pression e al Cl aude 71 ; Queckenstedt 82; dopo es tra tti 10 cc. di liqtio r pr. 21; liquor limpido: No11ne-Appelt, Pa11cly , vVasserm. n egativi: fl lbumi11a O, 70 % o; g lucosio 0 ,85 %0. J_, 'esam e radiolog·ico ( \ respi g nani) 1'\0 11 rivela segni radiologici di au n1 en1ata pressione endocra11i rn , C' mostra fori o ttjci , fori d el1a base, ·~ cl1 a turcica, seni crani o-fJ ccia 11, l u l I i normnl i.

Qui ci Lroviamo di fronte a qt1esti dt1e gravi elc1110nti diagnostici : una imponente r et ini.te a tipo n ettamen te prolifera11te, e un liquor ~o t Lo J1otcvole pressione , con moderata iperal})u111inosi enza linfocitosi. D 'a ltra parte , la s torj a d ei fatti, l 'insorgenza loro co ll a n1e11opausa, la coincidenza con tt1Lli qucg·li altri fe11om er1i va omotorii ch e so110 pro1)rii d ell 'e tà critica e dello stato ipert en s i,•o cl1e le è leg·ato, la con statazione di una iperten sione i1otevolmente elevata rr1a a sbalzi, ci fanno dom.andnr e se anche in ql).esto caso i l lJU adro oculare i1u ò ri cr1trare in quelli da ipc1·trn . ion e con partecipazione o n1 eno di un elc1n cnlo an g·iospastico accessio11ale. Ora io Yog·lio guardarn1i d a ogni esagerazion e e da ogni i)r econ cetto. , .i dico solo ch e i dati più recenti su questo inl cre a11te capitolo so11 0 tali da poter conced e re di aYvic i11ar ci a questo co11ce tto . La retinite da ipertensio11e, nola da tempo (e di cui, pflr m o li.i , ancl1c la cosidetta r etinite albuminurica 11011 è ch e u11a varietà) fu tt1diata di r ecen t n minuta111 C' nt e d a ~1a,g·itot: essa è caratterizzata o ftaln1 0 r op icam ente da edema papillare e JH: ri-11apillar . . . .e, cl1i azze .bianche, . alterazioni. dei 'H""I rr l1n1 c t, emorragie, pressione sang u1gna r etini ca elevata; in ien1e vi sono fenom eni gen r rnli di ast enia e cefalea. I, ·au111,ento di pre~sion e intracranica esistente nella 110 tra an1111alata e ntra pure (e non . olo Jll' r nn111 1i s~i o n c di :\-[agitol) n el l) OS. ibil r 1

[J\NNO

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NUl\J.

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quadro della ipertension e arteriosa, e forse è esso stesso uno dei fattori della retinite. Le emorragie retiniche ch e entrano in questo quadro, e che furono dimostrate (e a ripetizione) nella nostra ammalata, sono poi esse stesse capaci di dare alla retinite la tendenza proliferante; anzi è riconosciuto che la retinite proliferante, se ha come possibile eziologia e la sifilide, e il trauma, e le gravi alterazio11i di rican1bio , però ha sempre, come esclusivo meccanismo patogenetico, la emorragia endooculare, in quanto il sangue stravasato è capace di dare , come in ogni altro orga110, dei fatti reattivi proliferanti e sclerosanti. Tutto ciò Vi dimostra l 'ampiezza che può assumere il quadro oculare derivante dall 'ipertensione, n1a Vi dimostra anche le difficoltà diagnostich e differenziali che ne derivano in casi complessi come l'attuale; tanto anzi che mi preme aggiungervi che a n cor oggi lo considero il nostro caso come di diagnosi sos1)8sa e che se dovessi presentarvel o per una trattazione completa, discuter ei ancor og·gi I.a possibilità di un n eoplasma cer ebrale, e qu·e lla di una .a rac11 oidite sierosa h·a silare diffusa. 1

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••• E final1nente, ·e ccovi un ultimo c.aso con difficoltà diagnostiche affini al precedente, esso pure con qualche parvenza di quadro di origine circolatoria, ma in cui invece ho creduto dover con clud er e definitivamente per una diagnosi diversa: Su or C. V. , cli a. 42, non l1a alcun precedent e e reditario im1)ort ant e. tvl estruò a 15 anni; poi il ciclo mestruale fu sc·rnpre r egolare. È suora da 15 anni. A 17 anni ebbe polmonite sin. Soffre facilmente nella stagione invernale di ton·sillite e di artralg ie. Lieve oli te nledia d. a 25 a11ni. Da due an11i soffre di cefalea frontale ad accessi quasi quotjqiani, ta.lora con vo1n ito. Ha suono in c1uieto: ricorre spesso a qualche ipnotico. Nel marzo !nentre era in chiesa, fu colta improvvisa1nente da amaurosi bilaterale che durò circa dieci n1inutj, dopo i quali la vision e tornò gradualmente prima a sin., poi a d., r~manendo però più debole i11 confronto al passato. La paziente si presen la in buon e condizioni generali di sanguificazione e di nutrizione. L 'es . dei visceri del torace e rlell 'addome, con1e pure l 'esa1ne generale del sistema nervoso, sono negativi, tranne per ciò che riguarda 2° e 8° paio cerebra~e. La pressione arteriosa subisce notevoli sbalzi : tre misurazioni, a brevi giorni una dall 'alfra danrto rispetivamente: 1° Mx. 175, Mn . 95; 2° Mx. 200, ~(n. 95; 3° Mx . 160, Mn. 85. L'esame oculare all 'epoca del I 'ing resso dà: « l 'esrnne del fo11do ocul are non fa rilevare alterazioni apprezzabil i trann e un lieve edem a peripapill~re ; il campo visivo invece mostra una marcata simmetrica riduzion e d ei quadra.nti nasali inferiori ed t111a con centrica riduzione in quasi tutti i meridiani. Il campo visivo p er i colori è proporzionato a quello p er il bianco ». Esame del liquor: pressio11e al Claude 48, pre1nendo le g iug ulari 63, d opo eslratti 12 cc. press. 31. Liquor. acqua cli r occia ; alb . 0.60 %0, g luco-


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S F.ZTONE PRATICA

'dio 0,98 %0. Pa11dy negativo; Wasser111a11n negativa. Nonne-A ppelt ±. Dopo un 1nese l 'oculista ci scrive: cc è ·scomparso il lieve edema peripapillare. Il visus è notevolmente aumentato nell 'occhio D. ed è tornato n orm ale 11ell 'occhio sin. Il can1po visivo invece mostra notevole diminuzione ulteriore dell 'O. D . con più spiccati caratteri emianopsici, e res tringimento concentrico di }jeve entità nell 'O. S. ». Un lerzo esa111e di ancor maggiore limitazione <lei campo vj sivo in O. D., orinai estremamente ridotto, e con nuova riduzione del visus (a 1/10); fatti molto più limitati jn O. S. Successi" a mente chiediamo all 'otologo l 'esame co1l1pleto della funzion e dell'orecchio d.; egli constata iperes lesia grave così rlel ramo cocleare ch e de~ vestibolare, con clud e ad una lesion e <lel tronco dell 'acustico, endocranica, p_rospetta la possiJJiJità o di un neuri11oma dell'acustico o di una aré.lcnoidite ci stica. L 'an11nalata t' sempre più soffer ente per la cefale1. Ha fotofobja intensa. Non può riposare che col capo alquan lo sollevatQ e appoggiato colla metà <lestra. Se ·sta sulla sinistra, h a senso vertiginoso. Ha giorrtalmente temperatura vespertina subfC'bbrilc (37°, 3 a 37°,9).

Dalla storia che Vi ho esposto per ciò ch e interessa i fini dell 'argomento che Vi tratto oggi, Vi faccio rilevare questi pu11ti : 1° La lim.i tazione del campo v isivo potè esS(;re g iudicala, ai primi ·e sami , a tipo ·emian opsico; la no lievole regressione a sin ., la progressione a destra con sempre più ch iari caré·tteri di restringimento con centrico esclude il carattere em ia11opsico. 2° L'acutezza visiva dell'occhio D. si è rr1antenuta lungo tempo nor111al e rnentre il campo visivo è andato riducendosi sempre più, ciò non deve sorprender,e: tale co11trasto è tutt'altro che raro a verificarsi, e dipende da ciò ch e l 'acutezza visiva è legata alla i11tegrità della zona maculare, del n ervo ottico, de l fa:'cio papill a-maculare , mentre la J1orn talit ù del campo v isivo è legata ali 'integrità retinica e xtra-mac ulare. Anche di ciò bisogna tener conto nella discussione diagnostica . ;~ 0 Le turbe della vista, che sono quelle c l1e don1i11ano il quadro clinico, si iniziarono brt1scamente con una amaurosi bilaterale comp leta ; 1° Le a lterazioni reg·r ed irono a destra in modo incon1pl cto , e successivamente ripresero ad e:::-tendersi mentre a sinistra regredirono .' . sem.prl' l) lU 5° Esistono alterazioni del tronco dell 'acustico nel suo decorso endocranico; danno ancl1e ora ben poco sentor·e di sè all 'ammala to , è dub·h io cl1e si connettan o all 'antica otite. No11 è co1np atibile coi lim iti di questa lezione il di e utere le possibilità diagnosti che ch e -sorgo110 da questi punti: qui vi dico solo ciò c h e im1)orta all'argomento ch e ci occupa , e cioè che un 'amaurosi bruscamente istituitasi , e poi più o m en o completamente e più o meno temporaneamente r egredita. in donna ipert ~sa , c on variazioni parossistiche di p ressione , do-

veva impostare anch e qui la possibilità diagnostica dello spasmo vasale. Ma il caso ci r ende accorti nello stesso tempo che: brusco inizio , e d ecorso oscillante , e terreno iperteso , sono elem enti ch e, per quanto importanti , non bastano a costituire un quadro patognomonico per lo spasmo vasale. Qui infatLi abbiamo una complessit à di fatti che si impone per una lesione organica. La coesistenza di una sindrome dell'acustico, la cefalea insistente e ingravescente, il movimento sub-febbrile, I 'aumento di pressione ·e di albumina del liquor, ci pone din anzi gli stessi problemi diagi1ostici del caso precedente. Qui , valutati tutti gli el ementi, concludemmo per un 'aracnoidite a sede otto-chiasmatica e petrosa, e già presentamn10 l 'arr1ma]ata al cl1irurgo per l 'intervento in sede chiasmatica ch'è quella che nella n os1ra malata m •i naccia -vitalmente la più preziosa dell e fu nzio11i clella Yita di relazione.

•••

Ed ora ritorniamo ai casi puri di angiospasmi retinici per parlare brevemente della loro terapia. Essi sono legati allo stato circolatorio locale e generale, così che gli oculisti rivolgon o quasi sempr e a noi i malati di queste form e . Natura lmente la fase curabile è quella ancor a funzionale, essenzialmente la fase degli . spasn11. La te rapia medica consiste n e.J trattamento ipoten sivante gen erale, e n ell'uso d elle sostanze vaso-èiiJatatrici tra cui l'acetilcolina. è quella che god e oggi la migliore riputazione tra gli oculisti e i neurologi. Nelle form·e gravi , ad esiti ormai irreparabili sarebbe a ssurdo il pen sare a terapia operativa. Altre ttanto dica ~i J)er le forme miti , ad attacchi rari e fugacissimi. Non così) n ei casi a r~cidive frequenti , con tendenza dello spasmo a prolungarsi. Allora , sia per la so ffer en za che arrecano sia per i p ericoli che n e possono derivare nel ' loro ripetersi, ogni più energica terapia è g iustificata, e può essere preziosa. Paracen tesi del bulbo , iridectomie , furono qualche volta eseguite, pare con esito non molto brillante . Analogamente a quanto fu fatto in territori periferici, fu proposto da Abadie e da Bai1lart , la simpatecto1nia periarteriosa della carotide interna . Pieri , il 11ostro valoroso p io11ier e della cl1irurgia del simpatico , non crede a Jla effi cacia di questo inter vento , per ragioni anatomiche di distribuzione di fibre , e propone invece la recisione del n ervo carotideo interno, piccolo ra~o che s.i s tacca d al polo superiore del ~· cerv1co-super1 ore , e eh ~ egli ritiene essere 11 n·e rvo che forni sce le fibre vasocostrittrici a lla porzione intracrani ca d ella carotide interna , e all'arteria oftaln1i ca ch e n e è la collaterale più importante . Egli applicò q11esto intervento in una don1


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na di 49 anni con amaurosi intern1ittenti della durata perfino di 1/2 ora : gli a Ltacchi' cessarono, nè riapparvero per un anno, cioè lungo tutta la durata "dell'osservazione. _Ne~suno dei casi che io Vi ho prese11lato è indicato per un trattamento chirurgico e non vi ho neanche lontanamente pensato. Ma se fossimo interrogati per casi in cui gli scotomi fossero frequenti e lunghi, specialn1ente in casi di ip·e rtensioni cospicue, g·iovanili o non giovanili, e che non av essero ancora dato esiti irreparabili, io lo consiglierei, riservandomi per ora di seguire attentam.erite la casistica che si vie11 pubblicando, 011de consigliare il metodo, che si prresenti il più logi co, e che abbia per sè il maggior numero di successi. E chiudo questa lezione, ricordandovi ancor.a una volta eh 'io Vi ho parlato di quest.e crisi oculari, solo quale esempio delle manifestazioni angiospastiche più importanti, nel dominio della circolazione cerebrale. Mi riser,-o cli trattenervi tra breve su spasmi vasali di altri territori, sia viscerali che periferici. Agosto 1936. 1

NOTE E

CONTRIBUTI

R. CLINICA CHIRURGICA DI ROMA diretta dal prof. ALESSANDRI.

Contributo alla conoscenza dei tumori a eell11le giganti delle guaine tendinee. Dott. NA.ZARIO MoLINARI , ass. vol.

I lu1nori a cellule gigariti del/ e guaine ten,dinee delle dita rappresentano la n1aggior parte dei tumori in questa sede; rari in senso assoluto ,e ancora anatomo-patologi'camente mal d.efiniti, sono in1portanti a conoscersi dal pt111to di vista pratico sia in considerazione a lla loro di·agnosi differenziale con altre tun1efazio1n i che in rapporto alla indicazion·e curativa. Abbiamo avuto occasione di osservare u11 caso all 'An1bulatorio della l1egia Clinica Chirurgica e di averlo seguito 1)er par·ecchio tempo. Ne riferiamo bre\ emente: 1

Il paziente Vito M., di an11i 17, ·s tuder1te, da Taranto, nato da parto eutocico, genitori viventi e sani, quattro fratelli godono ottima salute. Egli a tre anni ha sofferto di polmonite e da allora è stato sempre be11e. Alla fine del 1931 ha notato un a Lumefazione comparsa subdolamente e crescente sempre più in corrispondenza del dito nledio della mano sinistra, localizzata in corrispondenza della faccia anteriore e del margi11e eslerno della seconda falange. Preoccupatosi consultò un sanitario. Questi gli praticò l'asportazione della tumefazione, ma a detta del paziente l 'exere·s i non fu completa essendo rimasta una parte del tumoretto. Il Sani Lario non avendo eseguito esame istologico del pezzo asportato, no11 potè precisare la

rA~NO XLIII, NuM. 49]

Jtatura della lesione. Poco Le1npo dopo e abLastanza rapidamente, se111pre senza dolore, la tumefazione tornò a crescere aume11tando non solo di volun1e ~n corriS})Ondcnza della sede precedente, ma 1nteressando anche la faccia dorsale della falange. Consultati diversi a]tri sanituri furono fatte differenti diagnosi: da quella di cisti a granuli risif0rmi recidiva, a quella di sarcoma di origine perios tea della seconda falange, ecc., per la qual ragione gli fu consigliata 1~asportazione del dito. Il paziente si presenta alla 11ostra osservazio11e jn Ambulatorio il 1-X-1932. Al! 'esame obbietti'o ·j nota a 0arico del dito medio mano sinistra , u11a tumefazio11c localizzata nella metà esterna cl ella faccia anteriore, a livello della seconda falange, della gra11dezza e forma di una noce avellana, a ·superficie irregolarmente lobulata, margini indistinti, consistenza dura elastica non uniforme, ma pjù dura nei piccoli lobi IJiù rilevati, indolente, 11on spostabile nel senso del1'asse del dito, quasi affatto spostabile nel senso trasversale. La lun1efazione con la contrazio11e dei flessori si irrigidi·sce completa1nente. La cicatrice del pri1no i11tervenlo, guarito per pri1na i11te1uione, corriSJ)Onde alla faccia volare terzo interno della mas8a. Esiste un 'altra tu111efazio11e, co11 caratteri a11aloghi alla precede11Le, ma della grandezza di un nocciolo di ciliegia, sul].a faiccia dorsale della stessa falange. Nulla si nola a carico del restodclla 1nano. La funzionali I à del] a mano e delle ditu è co1npleta. L'esame generale del paziente è 11egativo; negativo l 'esnn1e dell'urina e la reazione \\7 asser1nann. L'esa1ne radiografico (vedi fig. 1-2) ùirrto·strò l 'integrilà completa della fala11ge cl eì clilo inedio. Dal pu11to di vis ta diagnostico era fa cile eli1ninare il dubbjo che si Lrattasse di un sarcoma jn quanto l 'irLtervento precedente incompleto datava da qltasi un anno e il decorso era stato lento e aveva portato ad una tumefazione relativamenle poco notevole. Nè si poteva pensare a un tlimore di origine ossea in rapporto all 'asse11za di alterazio11i scheletriche; si poteva eliminare anch~ facilmente il sospet lo di lesione flogi·stic~ a carico della guajna tendir1ea, in quanto nessuna Jimitazione esisteva 11ella 'funzionalità del tendi11e. Per il decorso, per la consistenza duro-ela~ stica la dia.gnosi di probaJJ ilità fu quella di fibroma o di fibrolipoma della guaina tendi11ea. L 'interve11to ven11e praticato con anestesia locale alla base del dito ed einosta..si preventiva. Venne escissa la precedente cicatrice aderente alla lumefazio11e e ·5i procedette a1la dissezione sistema.lica di questa , la massa di colorito giallo-bru11iccio co11 punti più gialli era intimamente con11essa alla guaina e c.ircondava completamente i te11dini flessorj senza aderire in nessun punto all'osso e ai tendini stessi. La tumefazione principale era i11 connessione con la tumefazione si1nile della faccia dorsale che aderiva alla guaina dell 'esten·s ore. La dissezione della massa dal sottocutaneo fu difficile i11 quanto non vi era un piano di clivaggio, non così nelln superficie inferiore dove la tumefazione fu faciln1ente distaccabile dal perioslio. Con1pletala l 'exeresi e con trolllata 1'e1nostasi, si procedet le alla su tura completa rlella ferita. La ferita operatoria guarì per prima intenzione . La .Eun zionalilà cle) le11clini non ha risen-


[_\NNO XLIII, NUl\rl. 49j

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SEZIONE PRATICA

lito affatto dall 'asportazione della guaina. Il paziente rivisto a di·stanza diYersa di tempo, marzo J 934, febbraio 1935, gen11aio 1936 è perfettament e gu.aril o.

altri triangolari e poliedrici , altri ovali più o 111eno ellittici, sparse in mezzo a questo tessuto, accumulate in maggior copia in alcuni tratti si notan o delle cellule g randi a forma irrcgo1are prov-

1

FIG.

L'esame i s lologico (fig . III) rivela la seguen le s trullura: La mas·sa pri11cipalc del tumore è co-

FIG.

2.

s1.itt1ita da tessuto con11etlivo provvisto di discre ta quanti Là di so~t anza fonda111en tale in cui i nuclei si presentano alcuni allungati e sottili

*

1.

'i s le di n umerosi nuclei in alcune, le più piccole quallro, cinque, nelle più g r a11di fino a quaranta e più, questi nuclei sono di posti uniformemente 11el proloplasma e più verso il ce11lro, assu mendo queste cellule giganti il tipico aspetto d elle cellule da corpo estraneo o del t ipo a mieloplassi. I YDSi sono ampi e tulli proYvisti di una par e te ben eviden te; ad ammassi in alcuni pun tj del preparalo si n otano delle cellule carich e di }dg·in cnt o ocraceo che dà la r eazio11e tipica del b1eu di Prt1ssia, il l)i g·111 e11 lo em osiderinico è per

FIG.

3.

lo più dispo·s to a g rossi granuli. !11 alcu11i pu.nti clel prepara to si n otano ancor a cellule gra~d1 a c:.ontorno ben delimitato a n u cleo rotondeggiante


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ovalare in cui il protoplasm a si presenta vacuolizzato con il tipico aspetto delle cellule schiurrtose.

·La coìotazjo11e col Sudan III mette bene in eviden za quesle cellule ammassa.te in alcuni tratti del preparalo e caratterizzate per le goccioline co lorale in rosso che sono diffuse nel protoplasm a. Nelle sezio11i osserva Le 11on s1 rinve11gono crisi a Ili di colesterina. In base ai caratteri cliniGi e all'·esame microscopico possiamo, du11.que diagnosticare la tun1efazio1le da noi osse.rvala co me un lii.more a mieloplassi d elle guai11e t endinee. Il nom•c stesso e il sig nificato dell 'alterazione sono disc,u ssi ancora og·gi, d opo molte decine di anni che si conoscon o : Sarcoma a cellule gigar1ti, xnntoma, xanto-sar coma , mi'elo-xantoma, mieloma, fibroma, granuloma, endotélioma; i11diffe·r ente1nentr, s i cllian1a u1t tipo particolare di t u111ure a ce11ulr. giganti cl1e moscra per ]o ]-)iù uua degener azione xantor1tatosa e che si riuvieuP- <t carico d elle aponevrosi t endinee e d elle capsule articolari d elle estr en1Lt~, caratterizza to da un accr escim ento len.to. di an11i , da una b·enig ·n ità completa, il tumore è sem jJre 11en circoscritto ·e i11 r e lazion e della est ensione della degenerazion e xan tomatosa h a un colorito cl1e va da] bruno al giallo . Is1ologican1ente è for111.ato da cellule jusale o poliedriclie considerate da alt.uni co1ne endoteli ali , da cellule g iganti a tipo mie]oplassi o cellule da c.orpo estraneo, da cellule schiumose, da linfo citi e da uno s tron1a conn e ttivale ch e può essere molto d c11so. Sono presenti sem11re cri· stalli tfi rolcsterina e piunie1ilo eniosiderinico. ln qu esto qundro si osservano differenze da un caso all 'altro in quanlo in alcuni casi pred.ominano le cellule poliedricl1e e fusate, in altri le cellul e g iganti , in altri an cora la degen erazi011e -xan 1.0111a.tosa ·è così progr edita che il tumore è fatto quasi esclusivamente da cellule scl1iumose. Questi casi per lo p iù ven gono descritti a parte come xa1ltomi o xantosarrom i, 111cntre in molti non sono altro ch·e • 11na varietà. rli uno s tesso tumore della guain a. La Iure i11ter11ret az ion e è, com e abbi.amo già detto, a n cor a discussa. Lo11siderati dapprin1a come sarco111i per la .p reser1za di cellule gig·anti venn0ro po i descritte come sarcon1i a Jll i elopla5si id e11 tici a qu E-lli delle ossa . Heurtaux e Malherbe cl1e furono i prim i a clarne drlle d escrizioni accura t e Jj vollero di~t i ngu erP. dai sar comi a mi el op].as i d ell 'osso chja1na11doli n1ielon1i , ter1nine questo che ca ratteri zza oggi un ti'po di tumore ben differe11te. L·1 tendenza di alcuni autori a di s tinguere i mi eloplassi cl1e si rinve11gono in questi tu-

»

rnori tla quelli ch e caratLerizzano i tumori analoghi d elle ossa è oggi per lo più abbandonata dalla maggior f.arte d egli osservatori; p er tutti e due i tumori, del resto così si1nili so llo il pun1 o di vista del loro anda1nento e cl6lla loro struttwra, infatti ci troviamo n ella stessa incertezza di interpretaz ion e e tanto vale c onse rvare il nome di tumore e mieloplassi o a ce l't1le g-i~a ·oti <JJ) c;he 1)e1· q11 e.;,t1 . 111 baf e a i reperti di d ege11 er~:~ior1e :xa11t ornato sa si volle affermare cl1e questi tun1ori fn ssero d ei xan tomi. J\.irch affern1ò per prin10 ch e questi tumo1-i r1on sono veri xanton1i ma n eoplasmi con degc·nerazione xanlo1n.atosa e secondo lui qu nl1111que t.i'po di cellula per d eposizione di cole~teri11a può diventare una cel)ula schiumo~a. Nei casi da lui osserv:iti (7) esisteva una ÌJ)ercolesterin emia. La differenza esoonziale tra questi xantomi veri e i cosiddetti tumori a degene razione xanto111alosa sta nel fatto che nei prin1i il t11111or e è fatto esclusivamente da cellule xant.0111ato&e, e rap·p resenta una manifesta zione loca le di una sindrome di x.a ntomatosi, n ei secondi la d·e gen erazione xantomatosa si osserva nelle porzio·n i di tumore poco irrorate cosicch è la porzione necrotica vie11e sostituita da cellule schiumose. Le denon1inazioni qui11di <li xantosarcoII ta, :xantomielon1a no11 sono da preferirsi a queJJa di tumore .a cellule g·iganti anch e perchè in q u·esto modo si la scia impregiudicata la quisti on e non risolta se si tratta di veri tumori o i~ iuttost.o di grnn ulon1i, op~nione di c ui si è fatto lJartig ian o il ~· 1ei ssig, il Se} l er, il Beri ecc. ecc. Dal p1111to di vista clinico la sintomatologi:l è r.nolto ~imi1e in Lutti i casi e analoga a quella os5erva la; sì tratta lii tumefazioni ch e n e lla grllndissin:a 1naggior an za dei casi colpi~r,o no L:t guai11a te.ndine.a d elle dita , molto di rado all' altezza dei met acarpi o del carpo; crescono lentarr1ente, sen1pre indolori: raggiungendo dopo anni un volum e ch e è di r~ do suptriore a quello di una noce : h ann o superficie irregolarn1ente lohulata sen za ader enze . ai piani teg umentari e sono mobili s ul pill!.O t'f:S€0, S}JOStabili in SellSO orizzontale, q11asi affatto ::iecondo l 'asse maggio re dell 'arto. Fin ch è 11on b anno ragg iunto din1ensioni notevoli son o provvisti· di capsula fibrosa; il l oro accrescir11ento si fà semvre all'esterno non irtvn.dendo n1ai il lu1ne della guai na e 11on interessando mai il tendin e stesso. Non compron1eltono la funzione d el tendine o delle dita se non per il loro volu1ne. La di';:tgnosi generica di tumore della gi11i1

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XLIII,

NUJ\1.

49)

i1a del tendine è facile per i caratteri cl1e abbiamo detlo e speci.alment e per la spostabili tà e per la n1ancanza dei disturbi funzionali a carico dei tendi11i. Questo ultimo dato è decjsivo nel] 'escludere anch e qualsiasi forma infiiamm.al<.)ria. Stabilila la diagnosi gen erica il decorso e iJ l ento accrescimento permettono pertanto di e5cludere una for111a maligna. I tumori beni gni delle guain·e tendinee sono rappresentate 11el 60 % d ei e.asi dfli tumori a cellule g igar1ti 1 i lipomi, i fib·ro1ni delle guaine sono 111olto . ' rari.. p1u La i)rogr1osi è per quanto si è d etto favorc,1ole a nchP in rapporto alla funzio11 e, in quanto non è assolutamente necessaria l 'asportazione d el tendine. L 'exeresi del tumore presenla dellf:l difiìcoltà in quanto il t11more s,·iluppatosi a ll 'ester110 del tendine manda prop::tgini che circ011da no il tendine stesso e che possono sfuggire all 'osservazione d·el chirurgo. Non so110 rare perciò delle recidive cl1e in realtà rappresentano una continuazione del proc~sso da parti pilì o 111eno abbondanti sfugg jte 1lla exeresi. Taìi false recidive non sono i11frequ en ti e costringono talvolta a r ipetuti i131.erventi. Casi di riproduzione a distanza non sono slali corr1unicati. RIASSUNTO.

L ' A. descrive un caso di tumore a cellule gjganti delle guain·e tendinee. Richiarr1a l 'attenzione sulla diagnosi differenziale sulla prog11osì e i1e iJ I usl ra il quadro istopatolo·g ico. BlBLI OG RJ\ FIA . AGRlFOGLIO.

Ann.

I laliani

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SEZIONE PRATICA

dj

Chirurgia, 1920,

J)ag. 1220. AGRIFOGLIO. C·ontribulo allo studio dei tumori delle guaine tendinee. Annali Italiani di Chirurgia, 1928. BEt'\T t. Turnori, 1923, pag. 496, YOl. X. BRAND.\O. Cl11r. Org. ~lovin1enti, 1925, pag. 235. C ,\NAVERO. Contributo allo studio e alle conoscenze dei tumori delle guaine tendinee. Policlinico, Sezione Chirurgica, 1034, n. 7. DURANTE. ILi<l. , 1923, pag. 392. FALDL~l. Ibid., 1928, pag. 417. GANDIANJ. Policlini co, Sez. Chir., 1906, e 1908. Ro~11Tr. A rch. Italiano di Chirurgia , 1925, p. 406. ~IARTINt. Soc. I tal. Chjr., 1902. MANNINI. Policlinico, 1928, pag. 364. HEURTAU.x. Arch. ge11. de Méd., pag. 40 e 160. JANIK. A11n. of Surg., 19~7, pag. ~97. 11Nozz1. Tun~ori delle di la. P ol icJinico, Sezio11e Chirurgica, 1928. TùURNEAX. Progr. Méd., 1920, pag. 215.

SUNTI E RASSEGNE SISTEMA NERVOSO. Sulle cisti del forarne di Monro, (cosidette cisti colJoidi del 111° ventricolo). KESSEI,

e

0LIVECRONA

(Zbl . Neuroch.ir. Vol I,

p. 18, agosto 1936). Le cisti del forarne di Monro rapprese11 ta110 un'acqui sizion e recer1te della neurochirurgia; ne so110 noti nella lelteratura all'incirca una cinquantina di casi , il i)ri1no dei qua!i operat o con su ccesso risale a J 1921 (Da11dy) . Gli AA. ne riferiscono 4 ca i perso11aJi operati di cui 2 con successo. La diagnosi clinica di qu estP. f orn1azio11i non è facile; data la sede (n ella parte anleriore· del 111° ventricolo) non si hanno scg11i di focolaio, Jna solo occlusione tem1)oranea e intern1ittente del foro di Monro, cui segue un idrocefalo nni o bilaterale, con con segu ente }Jap·illa da stasi e cefalea . Talora l 'insorgere d·ella cefa.lea) ad attacchi gravi improvvisi , è in rapporto a l]a posizione del corpo , e que·sto è un segno di grande valor e. L 'a ttacco improvviso di cefalea è dovt1to al blocco momentaneo. del foro di Mo11ro e alìa compressione d·e l]a verla cerebri i11teirna ch e causa una stasi nel plesso corioideo e un aumento della secr ezione del liquor. La diagnosi di certezza è e elu si vamente radiologica : soltanto il riem i1imen to dei ventricoli con ari.a o con aria e lipiodol (tecnica questa usata in un solo caso da Olivecrona) p~rmette di stabilire la presenza di un idrocefalo interno unilaterale o b,ilaterale, asimmetrico o no , lo spostan1e1110 <le] setto pellucido , il b locco del foro di Monro, la presenia di un djfetto di riempi111ento clella parte aHteriore d€l JII0 ventricolo. La diagnosi differenziale , in ger1ere ardua ,. v;1 fatta con i tumori ch e hanno al}'incirca la s t<·ssa sede e cl1e portano al b locco uni o bi1aler.'\le del foro d.i Monro; i gliom i dei ganglì della b ase e della parte a nt,e riore del corpo c~ l ]oso danno segni neu1:ologi ci e ventriculografici diversi da quelli delle cisti dcl foro di Monro. I g liomi del etto pellucido danno thlora un quadro ventriculograiìco cl1e può indurre in e rrore come in un caso ch e g li AA. riportano. I tumori dei ventricoli laterali , meningiorni ed ependimon1i , possono dare- un 11locco passeggero del foro di Monro e quindi accessi im·p rovvisi di cefalea; ma essi si ]ascia~ 110 riconoscer e alla ventri culografia p·er un'oml)ra nettamente limitata n el dislretlo de] ven. t.ricolo laterale. Anche tumori soprasellari pos~o no determinare il blocco del foro di ~fonro ; ir1nan zi tutto i craniofaring iomi e Je cisti del 11eduncolo ipofisario che danno però disturbi endocrini , alterazioni sellari ecc.; gli adenomi ipofisari a sviluppo prevalentemente o esclusi .. 'arl1ente sopra ellare, o altri processi sopra.


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sediari cli.e si este ndono al pavin1c1tto d el IIIu ventricolo possono dare un blocco del foro di Monro , n1.a si ricono cono per i disturbi endoc:i~i , p er le alterazioni sellari , per la sindrom e v1s1va. Le c isti del foro di l\ilo11ro, ch e ~ 0110 caratterizzate istologicam ente cl.a lla J)resc nza di una j)ai:·ete ricop·erta di epitelio cilindrico alto talora ciliato e 'da un cont·enuto gela tinoso ' colloide, la cui composizione non è nota, sono probabilm ente d'origine embrionale, e forse da riportare alla parafisi primordiale (Sjovall, Dandy, Bailey , Olivecrona ecc.); t ale opinione non è condivisa però da altri AA. (Foerster e Gagee, Hochstetter). La via d 'accesso seguita da 01ivecrona è quel1 ~1 del ve11tricolo laterale, n1enlre Dandy ragg iunge la cisti da un 'incisione de lla parte posteriore del corpo calloso e Foerster della parte anteriore. L'operazione deve essere condotta in u.n solo tempo; attraverso una breccia fronwle destra si scopre il lobo frontale, si in cide la corteccia fino ad aprire il ventricolo laterale e qui si riconosce la ci sti attraverso il foro di Monro, che bisogna ingrandire se non è l) OSsil}ile diminuire il vo·l ume della cisti con una J.1Untq.ra evacuatrice; attraverso il foro si attrae la cisti che deve essere asportata; è questo il n1omento più delicato de.Jl 'operazione per la })Ossibilità di abbondante emorragia dal peduncolo d clJ.a cisti, collegato con il ì)lesso cor.ioideo; in casi di emorragia l 'emostasi è moltù difficile in una sede così profonda, e pericolosa per le manovre che si praticano presso i nuc lei della base; il caso IV0 di Olivecrona ebbe un esito letale per ipertermia postoper atoria, appunto per le manovre imposte da t~na. cospicua ·e morragia dal i1eduncolo della cisti. Dopo l 'asportazione della cisti i ventricoli veag ono riempiti di soluzione fisiologica e la ferita chiusa per prin1a. p. S·.rEF A NINI .

Sulla mielosi sifilitica. (M. STAEMMLER, 1'1iinch. med. Wo ch.enschr. , 23 ottobre 1936). Riferendosi ad un certo numero di osservazioni analomo-patologiche l 'A. riti en e che accanto ai due quadri classici d elle affezioni luetiche d el n1idollo, cioè quello d ella tabe e quello d ella meningomielite, dovrebb e esser e distinto un terzo quadro a caratteristich e anatomiche ben definite e ch e egli propon e di definire qual e mielosi sifilitica. Tale mielosi, non va di solito disgiunta da tina leplomeningite spinal e cronica di li eve intensità, ch e nulla dimostra di specifico, ma ch e certam ente è di n atur~ luetica è più evidente posteriormente. Il processo a carico del n1idollo colpisce e

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[ANNO

XLIII, Nul\1. 49)

an.zi spesso si limita (sopralutlo all 'i11izio) al midollo dorsale; le lesioni sono localizzate nelJa zon.a marginale di tutti i cordoni coinvolger1do però s1)esso la totalità (nella sezione tra~versa) dei cordoni pos teriori e talvolta anche delle ~ad~ci ~esteriori . Qualche volta p e·r ò le alt eraz1on1 dei cordoni laterali prevalgono su qt;.elle dei cordoni posteriori. Sopratutto caratteristico è il fatto che la lesione non è sistematica: essa nel suo insieme rappresenterebbe t1:r1 focolaio diffuso 0 ob•lungo , di cui il nucleo si trova n el midollo spinale e ch·e rr1an mano si esling·ue n ella direzione p rossimale e distale . Invece della diffusione più o n1eno uniforme sono stati osservati talvolta numerosi focolai piccoli che però n el loro insieme a ssumono la config·urazione sudescritta. Naturaln1ente possono anche rr1anifestarsi degenerazioni second e.rie (così n el midollo cer civale lesioni dei cordoni di Goll , che ricordar10 il quadro della tabe). Microscopicamente la lesione consiste n ella distruzione delle gu.a in·e midollari ·e dei cilindr.assi con accumuli di cellule granulo-adipose, cuj segue la form.a zione di zo,n e lacunari e di sclerosi gliosa. Spesso nello stesso cordone si distinguono tre zone: mentre all 'interno le g~ain e midollari sono .a ncora integre, nella zona media esse son0, sostituite• dalle cell11le granulo-adi1)ose; all'esterno predon1ina invece la sclerosi g liosa. I vasi della pia madre si dimostra110 talora colpiti dal processo m eningitico cronico (flebite, arterite); però tali a lterazioni non raggiungono I ' entità e la diffusione sufficiente per attribuirvi l 'affezion e midollare. L'A. fa notare come la d egenerazione del midollo , che costituirebbe una caratteristica delle mielosi sifilitich e è s tata osserv.a ta in condizioni sp·e rimenta]i da Spielmeyer, in seguito ad iniezioni di s tovain.a nel sacco lon1bare d el midollo. Si sareb·b·e quindi propensi ad a111mettere che tale degenerazione fosse la conseguenza di sostanze tossiche che si trovano nel lic.1l1or e che evidentemente sono connesse col processo sifilitico. P erò la nal ura di tali tossine appare per ora non d elucidata. Il reperto Jocale di spiroch ete n el1a mielosi sifiliti ca è stato n ege tivo. Dal punto di vista clinico la mi elosi sifilitica presenta qua dri multiformi, in dipend enza.dall' entità e dalla diffusione del processo, assumendo talvolta l'aspetto della tabe, tal1'altro quello della paralisi spinale o della mielite trasversa. È d egno di nota ch e la sintomatologia n eurologica può esser e r11o]to scarsa; in a lcuni casi il quadro era dominato da una grave éistite e da vasti decubiti ch e apparivano di origine oscura; solo le ricer ch e di laboratorio e la successiva autopsia hann o illuminato l 'essen za d el processo morbo o. 1

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[ANNO

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SEZIONE PRATICA

r enz& ch e procura , perchè d i ~turba il ~omio e perchè infine può ridurre l 'a1ime11tazione in r è('\"". B. H oovER e J. L. PoPPEN. Journ. Arneric. lazione al' fatto che i movimenti n ecessari p er "frledic. ,4ssoc., 26 settembre 1936). la mas ticazione e l 'inghio ltimento su scitano le I primi s tud'ì sulla neuralgia g losso faringea c risi dolorose . idio11atica furono pubblicati da Sicard e RosiTra i numerosi sedativ i cd ar1algesi ci te.nta li n eau n el 1920. Ne o sservarono tre casi cl1e cup er · la cura d ella neuralgia g lossofaringea il rarono con ] a n eurotomia del glossofaringeo, più ef.t! cace si è dimostrato il tricloroetilene d,el r.a mo faringeo d·el vago, e dei rami del sc111.1t1inistrato per inal azione (15-30 g occie ganglio cervicale . Nel 1921 Harris n è studiò sparse su un fazzo1etto tre o quattro volte al due casi, n el' 1923' Doyle quattro , nel 1924 Adg iorno). La cura però è spesso scmpli.ce111en.:e son quattro , nel 1926 Heath e :F ay uno pe.r ciap'dliati.va. scuno, Sin g leton due, nel 1927 Daven]JOtt due l . .<1 cura veramente radicale consist e n ella se e Goodyear uno . zion·e intracr.a11ica del glossofarin geo nelln fosNel 1927 Dan a1· fu il primo .ad otte nere la sa posteriore. L 'apertura clella ~catola cranica guarigione con1pleta e permanente d ella n eucon sente di rilevare 1·eve ntuale esiste n t:1 di un ralgia g losso faringea n1ediante la sezion e inturr1ore ch e talvolta è la causa del1a n e uralgia. tracranica d el g los o faringeo . Egli fu il primo a D 'altra parte ]a sezione intracranica rend8 jmdare 11na 11ozion e esatta d ella funzion e e d ella possibile le recidive Lc.l l volta veri fì cat esi in sedistribuzione sen sitiva d el nono nervo e dim o- g:ui I.o alla i1euroto•m ia p erife rica . Certo si lratta strò che la sezione del ramo fa ring·eo d el vago di un 'operazione non facil e, ch e p er altro n on era inutil e. Dim.o t rò ch e a seguito d ella se]JUÒ essere ·oslituit a J all 'a1coo1izzazion e cl;tla lai ione in Lracranica d el g lo so faringeo n on si vepiccolezza del r1cr,·o ccl i suoi rapvoit1 con il rifica alcun dis turbo a carico d ei i11usco]i fa - vago, l 'jpoglosso e la g iugt1J.a r e . . ringei , il ch e fa escluder e ch ·e il n er vo ab·b ia t\lla sezione ìntracr.a11ica del g·l 0"~ofar'ir1g.eq una funzione n1otoria. ~eg ue l 'anest esia o·m ol.ateral e d ella parete ,}ella Successivamente furono pub·b licati i1umerosj faringe, della reg ione tonsillare, d el pa l ~ilo lnol·altri casi. Tutti l1 anno sintomatologia simj le va- · le fì110 aìl'ug·ola , d ell .e p ig lott)de , df:ll n r:lrl! ce riando solo per la durata d ell 'affezione, la fred ella Jingua, n1entre il sen so d el g usto è perquenza deg li accessi e la forma del dolor e a lle duto n el t er zo posteriore d ell a .ling ua clallo fauci. ste so lato. Fatto inter e ante : il paziente i1Òn 11 d olore l) UÒ essere 1ancinar1t e, terebrante o l1a alcuna nolione di qu e--ta i11an canza di senurent e ed è localizzato a d un lato d elle fau ci. s ibilità, non ha alcuna pare t esia , n è altro diIl dolore n elle fasi iniziali è legger o e si ripet e s turbo locale. DR.. a larghi intervalli , progressivam ente diviene p iù inten so e più frequente, e verificasi nel sonno. Sul la diagnosi e sul la eziopatogenesi del le Le crisi son o usci ta te dal paTlare, dallo starradicolo·nenriti infettive da virus nenriutire, d all o badig·l iare, d al tossire dal rider e, 1~otropo indeterminato. dai movimenti stessi n ecessari per l 'esam e d elJ.a gola, ina sopr a tutto da11 'atto d 'inghiottire. (A. G1ANOTTI. Pensiero ,7\tfedico, n. 1 O; ottob·r e La n e ural g ia g lossofaringea 11a m olt o analo1936). g·i e con la n c ural g ia del trigerrlino1 n1 a se n e In questi ultimi 20 ai111i so110 stati descritti differ enzia 1)er la localizzazione d el d olore e la numerosi casi di alterazioni n er vose a·cute co11 loca]izzazion o d ell 'area la c ui eccitaz ione su scita le crj si . Nella n euralgia qL1e::;t 'ar e:i è costi- qu.adri sintomatoJngici multiforn1i , 111a riportabili ad un 'unic.a sindrom e, b en distin ta d a tuita dalla parete d ella faringe, dalla r eO'ione quella di altre forme n ervose. tonsillare , dalla b ase della lin g ua e rarament e L ' A. riferisce uno di que t i ca i , a"cr ilti alla dall 'o reccl1io , n1entre n ella n eural g ia d el tri.g eg·rande categoria d elle a ffezioni nervose cla vimino è costituita d all a muco.'a orale, dalle rus n eurotro1Jo indelern1jnalo , n e discute 1'in1labbra , cl:il naso e d a varie p arti d ella faccia. 1)ortante diagnos i differenzial e con la 1)oljo1;1ieQ11anclo son o coinvolte la prima e seconda ljte anteriore ac uta e n e ]ì r ende ]o s1)u11to p er branca d el l rigemino la diagnosi differenziale deli11eare il quadro d ell a f: indron1e in pRr0Ja, delle due n curalgie non dovrebbe esser e diffic ij11 base alle conoscenze cl1e fin ora di CJlle-..ta Si le, rna quando è coinvolta la t er za branca l)UÒ sorge re confusione , sen za dire ch e in qualcl1 e l1c·nno. Rig uardo all'etiologia v 'è com1)]eta osct1rità raso è stata risco11trata l 'associazio11 c d ell e due sulla essen za del virus in f'el Livo in rau~a, la i1eur alg ie . Co111unque n ei casi dubl)'ì ln r ocair 11i unica car a tteri tica differ en zia le, da] i)unto ni7.zazi0nc dell a zuna di distribuzi on e d el n er vo di vista a11atomo-1)aLolo o·ico e clini co, è la schg·losso fari11gt">O può fare escludere o confcr111ar e la co1nparl eCÌJJazione d el i1ervo tesso a seconda ,,·anno fil1a , cioè il lJa rticolare tropismo ' 'erso la g uaina di Sch \Yann. cJ ell a Jl&rsistenza o n1e no del dolo re. e111bra cl1e 1<1 via dì iri~1re.c;s0 . i<:i c1nella naLa nel1ralgia d el g lossofarin geo J1a l10 t evo]i sale ecl orale , dato r l1e in u·r ner e la l11éll:\t ti a rjper c11s ioni. ullo stato generale ])er le so ffe-

La neuralgia glossofaringea.

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« IL POLICLINlCO »

inizia con disturbi farir1 gei ·e fenome ni a 11 ginoidi. 1\1olto importa nte invece è il reperto anato1rt·o-pa,to·logico cl1e è cara tterizzato da due fatti fondan1enlali: 1) alter azione profonda a tratti della gu.aina di Schwann e d ella g uaina mielinica con integrità d el cilindrasse sia d ei n erYi periferici ch e crar1ic i: ·esist.e part ecipazjone al processo infian1matorio d ei gan g li spinali e simpa tic i; 2) a lter azioni lievi in tt1tto il neur asse, ma di poca im1)or tanza e passibili di facile r egressione. È evidente quindi una spicce ta elettivi tà del virus per quelle parti d el sistema n·ervoso dotate d ella guaina di Scl1wann: si può percioò parlare di una schwannit e. La sinlom atologia presenta uno spiccat o polimorfismo; tuttavia la sinto111atolog ia domir1.ante in tutti i casi osservati è costituita da: 1) disturbi motori e &ensitivi a carattere polineuritico ; 2) fe11omeni paretici a cari co dei rtervi cr.anici, contempor.a nei o pr·ecedenti altri disturbi motori p eriferici , talora accompagnati da diplopia o da sonnolenza; 3 presen za di dissociaz ione a lbun1ino-citologica nel liquor. Questo quadro sintomatologico è gen eralm en te preceuto da manifestazioni iniziali raJ)presentate da: angin a, ce falea intensa , vertigini , dolori lung·o il rachide e fe})bre . La p·r ognosi è b enigna, b enchè spesso persistan o a lungo dolori .alla pressione sulle mass·e muscolari e paralisi. Il Levaditi , per n1eglio individualizzare questa forma ne·r vosa, la cui a lterazione fonda111.enla le è la schwannite, h.a proposto il n ome di septinevrite e l 'A. seguendo il Dechaume, acc·etta la den ominazione, da questi proposta, di septinevrite da virus schwannofil o. 1 )

'F.

TOSTI.

L'anoressia nervosa. (J . A.

RY1.E .

Lancet, 17 ottobre 1936).

Nel 1868 W. ·Gul·] dc5<:risse una partic:o]are for ma di malattia caratterizzata da estren1a e· rnaciazìone. Le vittime, per lo più do11n e dai sedici a i ventitre anni, r1on presentavar10 alcu n so.gno di tubercolosi o di a ltre malattie orga 11iche. Prese ntl1vano amenorr ea, rallentan1ento del pto·Jso e del r espiro, notevole perdita di p·eso, n1odificazioni del caratter e, ed una sor1)rende!lte energia psichica e fisi ca in contrasto con le pietose condizioni dello stato generale di nu trizione. La causa della malattia fu attribuita alla perdita dell 'a11pet ito, do,ru ta ad uno stato 1r1entale n1orboso. La prognosi era in genere favo·revole: i })azienti migliorarono con un 'ad eg·uata nutrizio11e opportunan1enle controllata . Gull chiamò la n1<:1.lattia dapprima apepsia isterica e poi anoressia nervosa. Più ta1di Ross 11ropose di chiamarla anoressia psicotica. J. A. Ryle nel periodo di sedici anni 11e ha o . . ervati cinquantuno casi , quarantacinque donne e sei uomini. I JH\zient i appartene,rano quasi

l ANNO

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tutti all'alta società ed alla med1a borghesia. Il gruppo più in1porta nte è costituito da adolescenti e giovani donne, dai 15 ai 29 anni di età con la m edia di 20 anni; urt altro gruppo comprendeva donne dai 31 ai 59 anni, con una rr1.edia di 44 anni . Al primo gruppo appartenev.ano donne nubili, tranne una; n el secondo gruppo otto erano nubili e ci11que maritate. Gli uon1ini , tutti celibi, avevano un e tà da 19 a 34 anni, con una media di 25. Preced enti neuropatici familiari si accertarono solo in 9 casi. Tra i fattori iniziali si riscontrarono più frequentemente le crisi en1otive, g1i an1ori· contrastati, le d elusioni scolasticl1e, le infelj cità farr1ili'a ri. Sta di fatto però che, come per tutte le m1a lattie cronich e fisiche o psichi che, n on si può parlare di una sola causa, ma di un complesso di cau se concorrenti. Al riguardo vanno tenuti presenti l 'ereditarietà , la naturale in st abililità dell'adolescente e delle g iovani donne, la mancanza o l 'eccesso di cure d.a parte dei genitori , la vanità , la gelosia , l 'eg·ocen trismo, il desiderio di richiamare l 'attenzione degli a ltri sull a propria persona, la stipsi , una dispepsia accidentale, lo stato di con valescenza da una n1alattia o a seguito di operazione, l'eccessiva scrupolosità negli s tudi o negli affari, gli shock n1entali . Q·u esti fatti in vario modo raggrupl)Dti d et·erm.inano inizialmente una perdita di appetito con rifiuto di alimentarsi che a poco a })OCO si tTasforn1a in una co111pleta rip11gnanza per ogni specie di cibo. Gli effetti della fame completano• il quadro. L 'amenorrea, più ch e un effe1to dello stato di deperimento, d·e ve con siderarsi con1e un sintomo concon1itant e dell 'anoressia, una consegu.enza d el trauma psichico iniziale 0 delle .alterazioni psichiche ch e accompagnano la malattia . Più ch e interdipendente l 'anoressia e l 'amenorrea sono l 'effetto della stessa cau sa, e forse l 'arresto della mestruazione può essere l' espr essione dell 'incon scio desid erio di maternità. Comunque l'amenorrea è l'ultimo segno a scomparire : il ritorno delle n1estruazioni costituisce il n1ig·liore indice d ell 'effi cienza della cura. La 1nalattia p1uò durare mesi e anni. Nella grande maggioranza d·ei casi la guarigione è completa . Quaìcuno rimane con il temperamento alterato, con il carattere difficile. Talvolta il peso del coTpo non ritorna quello che era prima della malattia. In un piccolo gruppo di casi (8 %) i pazienti soccombono a ll 'affamamen to con o senza altre co mplicazioni organich e. In ness un caso si constataron o s inton1i cl1e fat1essero pensare a n1alattie da care nza (scorbuto , beri-beri , edema da fame, ecc.). In t1n solo caso si manifestò una porpora emorragica di cui il paziente morì. Talvol la si manifestarono segni di tubercolosi pu ln1onare e d i questa malat tia morì un paziente. 1

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i.A~~o

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Per quel cl1e riguarda ·la cura è essen ziale, .appena stabilita la diagnosi , di spiegare separatamente al paziente ed ai suoi genitori la natura del rr1ale in termini ~~mplici e chiari, .dando loro l'assicurazione ch e la guarig ione avverrà quando sarà vinta l 'abitudine a rifiutare il cibo e ritornerà l 'ap,p etito in modo che il paziente possa assum·e re una quantità di cibo :Sufficiente a riparare le perdite generali ed a ridare anche efficienza allo stomaco di cui l 'appetito è un 'espressione norma~e. P.e rch è la cura possa avere maggiori possibilità di su ccesso occorre che il paziente sia internato in una ·Casa di salute, lontano dalle influenze dei parenti', e dove sia trattato con fermezza e dol.cezza a seconda delle necessità. Il medico e l 'infer1niera sorveglieranno sopra tutto l 'alimentazione assistendo a ciascun pasto. E bene iniziare subito con un 'alimentazione mista. Il paziente deve stare in un ambiente ben riscal<lato ed in completo riposo per risparmiare le scarse riserve di's ponibili. I preparati ormonici di vario genere, compresa l 'insulina, non sono indicati . Il rrietodo psicanalitico neppure è vantaggioso e p uò essere pericoloso. M,eglio è attenersi .alla psicoterapia semplioe ~ spiegare, rassicuraTe, incutere fidu cia, distrarre ed infine dominare il paziente con un contegno fermo e nello s lesso te1n.po dolce. DR. 1

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D IVAGAZION1 Il migliora1nento dello sviluppo corporeo nei popoli civili. È impressione generale ch e lo, svilup1)0 cor-

poreo dei ragazzi· e dei giovani dell'attuale generazione è notevoln1ente migliore in confronto di quelli della precedente. Oggi ragazzi e gio·vani appaiono più sani, più alti, più robusti, . ' v1vac1. . . p1u Questa imp·r essione per tradursi in una no:iione di valore scieintifico d·eve essere suffragata da dati e fatti desunti da osservazioni fatte su larga scala e dalla ricer ca dei fattori che banno €ventualn1ente determinato il fenomeno. Studi di una certa ampiezza sono stati fatti .al riguardo in Germa11ia, negli Stati niti d 'A1r1erica e nel Giappone. Per quel ch e riguarda la Gern1ania e l 'Austria Ya rileva lo ch e durante la guerra e l 'immediato dopo guerra si verificò in tutta la popolazione uno stato di depauperan1ento fisico ct1e ·e b·b,e notevoli riperct1 io11i sulle condizioni della prole. In effetti i due pae i furono per cinque anni praticamente assediati e non poterono con le risorse del loro suolo provvedere all'alimentazion e di eserciti colos ali e della popolazione civile. Lo tato di fan1e eb·b e perniciose conseguenze che si resero ])alesi sopra tutto con l 'aurnento dei ca i di tubercolosi e di ra .:hiti smo.

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Ma queste condizioni furono rapidamente superate e con il 1924 si potevano ritenere esaurite tutte le cause ch e avevano eccezionalmente influito sullo stat.o di salute di quei popoli . Ed è appunto con quell 'anno che nelle scuole di parecchie città della Germania furono istituite ricerche allo scopo di determinare l'altezza ed il peso corporeo dei ragazzi al principio ed alla fine del periodo sco.Jastico (che in media coincide co11 l'età <li 6-6 1/2 anni e rispettivadi 13 1/2 -1 4 anni) nonchè all 'inizio di 1nente . ciascun anno . Si è constatato ch e l 'altezza dei ragazzi al! 'ingresso nella scuola (media del] 'età 6-6 1/2 ailni) nel 1924 era 108,7, nel 1926 era 110,6, i1el 1928 era 113 , 7 , nel 1930 era 114,8 e nel 1932 ·e ra 114,9. Le cifre riguardanti il peso corI)Oreo espresso in kilogramm.i furono per gli stessi anni rispettivamente 19,2, 19,7, 20,3 , 20,2, 20,4. Alla fine del periodo scolastico (media dell 'età 13 1/2-14 anni) negli stessi anni su indica ti si ebbero per l 'altezza le seguenti cifre : 14.6,4, 147,1; 150,4, 152 ,8' e 152,7; e rispettivan1ente per il peso: 38,9, 40, 1, 41, 43',l, 42, 7. Questi dati' riguardano solo i maschi; per le donne si ebbero analogh e progressioni ma con scarti più accentuati fra le cifre del 1924 € quelle del 1932. Si ha adunque per i rag azzi di sei anni tra i l 1924 ed il 1932 una differenza di altezza di oltre 6 cm. e di peso di oltre 5 kgr.; e n egli adolescenti di .13-14 anni una differenza di altezza pure di oltre 6 cm.. e di peso di oltre 6 kgr. Non è dubbio che le cifre basse del 1924 e 1926 dipendono in buona parte dal fatto ch e i ragazzi che a quell'epoca avevano 6-6 1/2 anni d i età nacquero nel periodo di maggiori p·r ivazioni derivanti dalla guerra e quindi da genitori' deperiti fisicamente ed in istato di de})r.ession·e morale, e che gli adolescenti di 13-14 anni degli stessi anni vissero i primi anni della loro vita nella stessa ,a tmosfera di fame. l\!Ia tutti i ragazzi esaminati dopo il 1926 erano certamente esenti da qualsiasi influenza di deficit alimentare sia direttamente s.ia per via indiretta da parte dei genitori. Ciò malg·rado dal 1926 a l 1932 si è constatato un progre ivo miglioramento nello sviluppo attestato dall'ascesa graduale delle cifre riguardanti sia l 'altezza cl1e il peso. ~ quindi da ritenere che indipendentemente. dalle influenze n egative ch e hanno agito sullo sviluppo nei primi anni dopo la guerra ed hanno reso più sensibile lo scarto tra i minin1i del l ~'24: ed i massimi del 1932, influenze positive 11anno dovuto agire su ccessivamente per rendere più robusto ragazzi e giovanetti. Sta di fatto ch e anche in paesi non tormen lati d,a lla O'uerra si è constatato n el cinquantennio tra l 'ultin10 quarto del secolo XIX ed il primo del XX una tendenza al miglioramento della ro tituzione son1ati ca . C:o ì in Norvegia la


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111edia dell 'altezza delle reclute è passata da cm. 168,80 del clecennio 1878-18'8 7 a cm. l 71 ,8·1 11el biennio 1923-1925 ; in Olanda da 165,60 del periodo 188.3-1 887 è passata a cm. 170, 77 del periodo 1921-1925; in Svezia da cm. 169,20 del p eriodo 1887-1890 a cm. 171, 90 de l periodo 1921-1925. Inter essanti sono al rigu.a rdo le ricer ch e antropon1 etriche fatte da G. C. Bowles in Am·erica sugli allievi dr due genera zioni, padri e figli, dell 'Harvard University , e madri ·e figlie dei collegi di Vassar, Well esley , Smith e Mount llolyoke . P er i 111aschi furono fatte due seri e di os er' :azioni l'u11a su 48·1 coppie (400 padri e loro fig li) e l 'altra di 1461 cop·p ie (1160 padri e loro fi gli). ·D al punlo di vista razzi'aJ.e è a notare che in questo materiale solo 5, 79 % app,arten eva .al vecchio tipo a m ericano e solo il 3', 9 'Yo a l puro tipo ing lese. Il confro11to fu fatto su i dati rilevati n ei padri alla m ed esima età dei fìg li. I ri ultali p er quel ch·e riguarda la statura sono s tati i seg·uenti: 1) I figli sòno assolutan1ente p·iù alti d ei loro padri'. 2) Nella poJ1ulazion e s tudentesca n·e gli ultimi ottanta anni e probab·iln1e11te anche p«:~r un più lung·o p eriodo di t en1p o si ·è ve rificalo ogni an110 un n ot evole aun1e11to della s tatura, il quale è s lato più n1arCu lo n el J)eriodo 18'60-1870 (cm,. 15), minore JJ el p eriodo 1905-1910 (cm . 7). 3) La m edia d el] 'a un1ento di statura nella s lessa po p olazio11 (' n egli t1ltin1i ottanta anni è stato di circa un cn1. o,g· ni dodici anni. 4) Per l 'ir1tera popolaz io11c questo aumento è stato alqua nto rnir1or e, prob abil111ente t ra cm. O, 06 e O, 07 per a11110 . 5) La st atura 111edia attuale d ella popolazio11 c s ludenlesca d·e l vecchio tipo americano è di c111 . 178, 03 · è quindi tra J,e più el evat e e su11er a qt1ella dell 'i11 tera popolazione d ella st es. a r eg·io11e di -t cm. e più. 6) Non esist e una i1ote vole correlazione tra l 'altezza e l ' età d·egli s Lt1denti. esaminati , la qu.a le andava dai 17 ai 23 ani\ i. 7) L '.aumento ir1 una g enerazione, ap11rossi'1nativan1ente di 45 anni , è stato di centimetri 3, 55. P er qu el ch e riguarda il p eso si rilevar ono i segue11ti dati: l ) Gli studenti maschi' h anno di n1 ostrato n egli ultimi cinquant 'anni una media a n11uale di a um ento di p e o di circa 105 gran1mi . 2) L 'aumento di peso è s tato in ge11er c n1 a n on sempre p r opor zion at o all 'aumento di sta tura pecie n elle decadi i•t1elle quali questo u]tin1 0 fu più sen sibile. 3) Gli u ominj di oggi so n o J)iù alli e p iù sn elli a n ch e quan clo i.n peso a&solulo superano i lor o genitori. P er le don n e l 'aum.ento di tatura delle fi glie i11 confro11to delle m adri è st at o di 2 ,93 c1n. e qu ell o del p e o di circa 2 kg r. · Ris ult ati analoghi 11anno dato estese ricer ch e .. till a pOJ)Olazione studentesca d el Giappone. ·r .e cat1se di que~ to aun1r n to di t at.ura e di peso clclle t1ltin1 e gen er azio11i rima n gon o incert e. ~ ~ t a t o affern1 ato cl1 e le g uerre n apoleonich e 1

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erano state la causa dell 'abbassamento dell 'alt ezza 1nedia della popolazione francese nelle prime decadi del secolo XIX. Le leve militari sottraggono (temporaneamente, durante il servizio militare, o definitivamente per morte ·in guerra) alla riproduzione gli individui t)iù sani, comunque di statura più alta. t probabile che alla stessa causa , O·l1re che a quelle inerenti alle d·eficieinze alimentari , si devono le basse cifre dell ' altezza del peso n·e i ragazzi e n·ei giovanetti tedeschi esaminati n el periodo 192·1-1926. Quando questa causa cessa o non ha agito, come in America ed in Giappone, che pres,ero parte alla guerra n1ondiale per breve periodo e con scarso, coefficiente di truppe, la tend·enza all 'aumento della statura e del peso ha ripreso o non si è arrestato affatto . ~ probabile ch e questi miglioramenti dello sviluppo delle razze civili sia in rapporto a 111odificazioni delle condizio11i di vita. Il miglio.r amento d ell 'alimentazione, sia p er quantità ch e p er qualità, è un fatto incontestabile, come è un fatto incontestabile la diffusione degli ·esercizi fisi ci , e di certe abitudini, come quelle di stare più che sia possibile all 'aria aperta e al sole. Questi fattori hanno ag'ito e agiscono sia sui genitori r e11dendoli migliori procreatori, sia dir ettan1ente sui fi gli. argo.

NOTIZIA A.

A iLESSANDRINI ,

BIBLIOGRAFICA E. P...\MPA.NA, G.

FrCAI ,

M. SA-

t. Gli esam i d:i lab oratorio. T ec nica e diagrlJostica. Seconda edi zione, con pr efazion e di S. E. il prof. D. DE BLAsr. VoJ. di ·pag . BA.T UCCI

XXXII-688 . J_,uigi P o·zzi , editore. Roma. Prezzo L. 66. La seconda cdizio11e di c1t1esto i1oto 1\fanuale per « gli esa1n i di. lab·oratorio » compilato dai proff. Alessandrini , Pampana e Ficai dell 'Istitt1to d 'Igien e di Roma , esce opportunam ente ampliata ed ag·giornata all e nuove acquisizioni scientifich e e t ecnich e di questi ultimi anni. La bre'Ve dist anza di t e1111)0 inter corsa fra le du e edizioni è indice i11confutab·i le del su ccesso ch e que t o util e Manu ale ha avuto fra gli studiosi ch e svolg ono ]a loro attività nei lab oratorii scienti fì ci. È a tutti i1 oto lo ' 'ilup110 ch e 11ann o IJre. o in questi ultimi anni g li esami di laborat ori o quale con1pletam ento d ell 'esan1e cl~~ico d e! paziente, e com e talora n1er cè l aus1l10 d egli esé'mi di laboratorio sia possibil e fare più precocemente e 1neglio com1)let a un a diagn osi cli• r11ca. Gli /\.A. cominc iano la trattazio ne d ella materia col d edicar e alcuni capitoli all 'esan1e d el sangue, · n el quale trattan o in. m ani e:a molto chiara dell 'esa111e em ocrom oc1ton1etr1 co, de1l' e am e morfoloo-ico. para sitologico , fi sicochimico, chi1n ico~ batteri oloaico e biologico di esso. 1

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SEZIONE PRATICA

~lolto

ii1teressa11ti, p er le recei1ti acquisizioni in questo campo, sono i capitoli dedicati alle reazioni imn1unitarie, nei quali gli AA. trattano <lelle ag·glutinine ed agglutinazion e specifica, delle precipitine e reazioni di precipitazione specifica, d·elle emolisine e reazioni enJolitiche, ·ecc . . . Di grande utilità , dal punto di vista dei i11edici pratici , riescono i capitoli dedicati all 'es~me delle uri11e, dell 'espettorato, del liquido cefalo-rachidi.ano, delle feci, dei trasudati ed eF-sudati, del succo gastrico. Gli AA. , 1101ti cultori di biatteriolog·ia, 1Lor1 hanno mancato di completare il Manuale con la trattazio·n e della tecnica e della diagnosti ca br lteriologica , della tecnica micologica, protozoo logica, eln1intologica, entomologica, com e l1anno a11che ampiamente esposto l 'esame del latte e dell'acqua. Dei nuo' i 111ezzi di tecnica e di diag·no tica cli r ecente i11trodotti e convalidati, gli AA. hann o t enuto largamente conto in tutti i capitoli e nulla si può dire che sia loro sfuggito di quanto più direttamente può interessare coloro che vivono la vita di laboratorio. Una spiccata i)raticità con1p·enetra tutto il Manuale; le tecniche, descritte sempre in n1aniera chiara, sono avvalorate dalìa larga esperienza degli AA. i quali , nella trascrizion e dci n1etodi, no11 tralasciano qua e là di dare dei suggerimenti preziosi d ettati dal] a lor o lun ga pratica in questa branca. Di note,·o]e aiuto didattico riesco110 le nun1erose fotografie, le tavole in n ero ed a colori , le tavole in litografia ed in tricromia che corredo no 1'esposizione d ella materia. D.a tale ch em atica r ecensione risalta 111olto facilme nte come quest0 Manuale an che n ell a sua econda edizione risponda in pien o all o sco1)0 fond.a mentale per il qu.a le è stato scritto, fra .cui in n1odo particolare, quello di costituir e una ' sicura g·uida per l 'analista n ella pratica quotidiana di laboratorio. CESARE FRUGONI.

CENNI BIBLIOGRAFICI V. P urrr. Per i fratturati in pace e i1i guerra . Vol. i11-16° di 112 pagg. con figure. L. Cappelli ed. PI"ezzo L . 12. . . Sono qui raccolte due conferen ze ch e il Putti ter1ne a Bre eia nel 1934 e a 1Fjre11ze nel ae11naio di quest 'anno , sulla cura delle fratture. Il tema è sempr e all 'ordine del giorno , specialn1ente i1ei suoi riflessi sociali. ed ecor_iomici, n1a l ' jnteresse di queste pag111e deriva dal fatto ch e il Maestro d ella Scuola di Bologna ~i tocca a lcunj aspetti del pr~blema forse m eno n o ti certo an cora non universalmente accettati. ' La cura delle fratture non d à ar1cora qu€i risultati ch e acquisizioni scientifi ch e e proO'r esso di mezzi in questi ultimi tempi avrebbero dato a sperar e: è un fatto lamentato d a tutti . Cosa manca dunque ancora? \.on la ua brillante dialettica, piena di vivaci spunt \ po-

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lemici , il Putti n1ette a nudo le varie n1anchevolezze, che egli individua anzitutto nell 'attuale organizzazione ospedaliera ma ancor più nella attenzione scarsa o poco continuativa ch e a11ccra troppo spesso dai chirurgi s i dà a questi ammalati. Di qui l 'ut.ilità di reparti speciali e la necessità di medici ch e solo a tale compito si dedichino , ossia di n1edici speciali sti. La con clusion.e è ch e la cura d elle fratture è anzitutto problema di orga11izzazione: ecco il g·ran seg·reto del successo I A prop,osito delle fr.a tture di gu,erra il Putti., ir1 .a pplicazione a . questi principi , delinea quali debb·a no ·e ssere i criteri dell 'organizzazione dei servizi e le direttive terapeutiche: solo un serYizio traumatologico indipendente potrà realizzare unità di indirizzo e continuità di metodo. Basta questo Lreve oenno per dare un 'idea dell'importanza d el libro, ch e interessa la generalità dei 1nedici. E. V.

G.

FERRARINI.

Traumatologia e in fortunisti ca.

Lezioni 1enute n ell'anno 1935-36 alla Scuola Pisana di p·erfezionamento in medicina del lavoro. Nistri Lischi edit. Pisa. 1936. 1 ' 01. di 214 pagg. con fi gg. Prezzo L. 20. L ' A. ha riunito in questo vol.u111e le lez~ 1oni tenute .a l 2° corso. Accanto alla illustrazione e discu ssione di casi clinici di grande interesse infortunistico (così ad es. nelle . lezioni: sulle lesioni .muscolo-tendinee da sforzo, su un caso di emorragia cerebellare traumati·c a, su un caso di esoftalmo pulsante) vi sono trattati anch e .argomenti di indole gen erale : particolarmente interessante la lezion e sulla valutazione del danno n elle mutilazioni e rigidità del] 'arto inferiore. E. V. 1

G. Guccr. La 1iecessità delle cc cure complem entari » nella terapia, dei fratturali degli arti. ' Tol. di 80 pagg. con fì gg. e tavole a colori. Ed. Tip. S. lBernardino ; S·ie11a, 1936. Prezzo L. 20. L 'A. -·- partendo dal con ce tto cl:1 e << n o11 in1porta una guarigio11e anatomica perfetta n1a bensì solo approssimativa » della soluzion e di continuo dell'osso - insist e sulla in1portanza delle cure compl e111entari (a consolidazione avvenuta) ponendo in rilievo e descriverìrlo le lesioni dei muscoli, nervi, cute, articola7.ioni ... Descrive i m ezzi IJiù semplici per questa cura ft1nzional e e infine illu tra alcuni casi personali. E. V.

P. M. L..\.NCE. Les Ostéotomies sou s-trocliantériennes dans le traitemenl des luxatio11s con génitales invétérées de la hanche. Vol. di 140 pagg. con ±1 figg'. Ma so11 ed. Prezzo L. 30. Inter essante e con11)leto ·t.udio critico ba ato sull 'esperienza di numer ose osservaziorti , che aggiorna e chi arisce la spinosa e in parte controversa questione della osteoton1ia ·ottotrocantt:rica. Il Lance, r aggrup1)ati i dil'ferenti tipi di o. s. in 2 g randi cla si - le o. d 'appoggio e le o. di direzione - e pone i diversi proce-


2230

«

IL

dimentj tecnici, studia i risultati , n1ostra i ·vantaggi e gli inconvenie11 li. Il volume è indispensabile per chi ha occasione di trattare queste deformità. E. V.

E. E.

Introduction à la chirurgie génito-urinaire. Paris, 1936. 1\1Iasso11 e C.ie. 1F r. 32. Preceduto da una brillantissima prefazione di Legueu, il libro del LauV\rers, spiega in forn·1a piana, semplice, ma esatta, tutta la fisio.patologia del sistema genito-urinario aggiungendovi alcune nozioni di ginecologia confinante con l'Urologia. Caratteristica fondamentale dell'opera è i] rr1odo di trattare la materia: i processi morbosi , sono classificati - si direbbe· - Jogican1en te, senza interruzioni , e non per organi. Così ad esempio, la tubercolosi o la cal colosi non vengono interrotte in tanti capitoletti , ma riuniti in uno sguardo, in una visione di in siem e, dal rene alla v.escica alla prostata. Questo principio consente una più fa cile comprf.nsione di alcuni fenorr1eni che si ripercuotono su tutto l'albero urinario, evitano delle ripetizioni , agevolano la lettura del testo. Per il carattere della p ubblicazion e manca qualsiasi accenno allo strumentario e agli interv·e nti; si tratta dunque di una vera e propria introduzione allo studio delJc malattie genito-urinarie. E. M. G. REVOLTELLA. Questioni ostetric1he di attua.lità. Istituto Edizioni Accademiche. Udine 1936. Ila Edizione L. 60. Sono svolte, alla luce delle più reoenti cognizioni e delle direttive più moderne, molteplici questioni di anatomia e di fisiologia dell 'utero; sono inv·e stiti alcuni problemi clinici, quali il parto provocato•, il parto medico, la p.Jacenta previa, la rottura dell'utero. L'esposizione è ordinata, chiara, dominata da un buon senso critico e da una valutazione serena delle varie dottrine; una copiosa, precisa bibliografia arricchisce il volume. · La parte editoiriale è stata curata con decoro; grande formato , bella carta, nitidi caratteri, n1olte figure (71 oltre a 4 tavo]e a colori); anche da questo lato dobbiamo compiacersi con l 'A. e con ] 'Editore. Nonostante le cc mende » inevitabili in ogni lnvoro (e ch e è fuori luogo sopravalutare .. . , come è fatto talora da qualche ipercritico), nonostante la del r esto dichiarata limitazione di al cuni d ei capitoli più clinici, non si può non riconoscer e n ell 'opera di Revo]tella un ottimo , serio contributo alla nostra disciplina, cosicchè, Ilonosta11te qualch e voce in contrario, io resto del parer e ch e esprimevo nella prefazione da m e dettata p er il volume , c ioè ch e la monog rafia di Revoltell a sarà oggetto di obbligata consultazion e per quanti , fra noi e fuori , voglion o occupa rsi dei vari ' 'itali problemi ch e soi:o svi: 1u1)p a ti n e] volume. Dovrebbe dunque arr1derg l 1 an cl1e un la r ao s ucce ~ O edil oria1e. P. G. LAUWERS.

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[ AN~O

POLI CLII'\ I CO »

XLIII,

NUIYl.

491

AccADEMIE, SoctETÀ MEDICHE, CoNOREss1

XII Congresso di Medicina del Lavoro. (Napoli, 2'4-27 ottobre 1936). La cerimonia inaugurale di questo Congresso, che ha riunito in gran numero i cultori italiani della medicina del lavoro e dell'infortunistica, si è tenuta nell'Aula, Magna dell 'l Jniversità, con l'intervento di S. E. Lantini in rappresentanza del Governo e dei sen. Gatti per il Partito. Fra le personalit?:l 1 vi erano S. E. Petragnani, l 'on. Morelli, ]e l)iù alta autorità locali, jl gr. uff. Cala1nani, direttore dell 'I. F. Infortuni, il do lt. Di Donna, i proff. Carozzi, Monti , ecc. Dopo il ·saluto beneaugurante del rettore, se11. SALYI, e Jel vice podestà, comm. CoRBI, il prof. L. FERRANNlNI, a nome della Soc. It. di Medicina del lavoro, ricorda che proprio a Napoli ebbe inizio , nel 1897, un primo ii1segn a.mento sulle mal attie del lavoro e rievoca, fra i cultori di questa scienza P. Caslellino, L. Devoto, C. Biondj e L . Bazza. L 'on. prof. N. CASTELLINO, presidente, rileva che una arde11te atmosfera di fierezza nazionale consacra la realizzazione dello stato corporativo e che le singole energie si disciplinano in coordinate funzioni . L 'organizzazione corporativa, egli aggiunge, conside·r a l :uomo come unità biologica indipendcr1te, ma i1on come unità sociale autonoma. Il lavoro, quindi, diventa dovere. Conseguenza di tale concezione, deve essere una riforma dei nostri studi: la tutela dell 'operaio non deve essere considerata ·soltanto sotto I 'aspetto della cura del siI1golo, ma secondo il più a1r1pio orizzonte della di~esa della famiglia, della protezione della categoria, della salvaguardia della razza. Lo studio del lavoro va pertanto posto in relazione con l 'ambiente biologico e sociale e l 'O. at1spica che questo Congresso , che egli ha preordinato in tal senso, si concluda con l'inizio <li realizzazione di un Corpus dell 'operosità umana , comprendente in un ·sol 0 quadro tutte le attività. che interessano i rami fondamentali del lavoro, un vero trattato di « biologia corporativa». Soltanlo l'unicità di direttive e la 'd isciplina di ii1tenti possono condurre a sintesi conclusive. 1'a1e principio gerarchico è una verità suprema del mondo della Natura in cui noi siamo e vivinmo. Tutte le azioni del mondo fisico come di quello spirituale ci appaiono guidate da un ritmo unico, sorto da un 'unica legge, guidato da un 'unica volontà. La nostra scienza, egli conclude, ci co11sente di fondere la missione ·d el medico con la missione dell 'italiano. Il ·s e11·. GATTI porge il salulo del partito, il quale segue con particolare interesse le ricerche cd i ritrovati della scienza. I vostri sforzi, conclude alla fi11e , sono al centro della politica sociale del Regin1e ed il vos lro lavoro darà. i germi che dovranno produrre le nuove provvi~enze del llegime per il lavoratore ilaljar10. S. E. LANTINI osserva che dai òiscorsi pronunr iati si rileva una fon'd am entale comun e, qu ella c.l i in serire i probJ e111i del la oro n ell 'orbi la corporativa dello Stato, ch e del lavor o h a f a1 lo . iJ soggetto e non }) Ì t1 l 'oggetto d ella su a econ omi a. L 'O. accenna all a p arte important e ch e è stata <ln ta alla m edicin a nel ~lini stero òell e Corpor a1


[ANNO XLIII,

~UJ\I.

49]

SEZlONE PRATICA

zioni e concl11de affermando che soltanto avvicinandosi sempre più al popolo, la Scienza si eleva sopra le visioni particolari e gli inter essi di categoria, fino a raggiunge1·e quella sfera serena e religiosa n ella quale i problemi si illun1inano per una pitt alta missione ed u11a più viva e profonda so]iclarietà nazionale. La commemor azione di Luigi D evoto.

Con nobili e co·m mosse paro1e, J.... FERnANNINl rievoca la gr ande figura 'd el fondatore della medicina del lavor o in Italia, creatore di una scuola che vanta oggi illustri discepoli. È questo il pri1no congresso in cui Egli ci mà11ca e l 'elevata orazione del F ERRANNINI ha fatto senlire a 1utto l 'uditorio ancor pi-L1 amaro e profonrlo il rimpianto. LE

RELAZIONI.

N. CASTELLINO. -

L a patologia della chimi ca industriale moderna. Egli inizia con questo rapporto u110 s tudio metodico d ei nuov i elementi

introdotti nelle differenti produzioni in'd ustriali, intendendo di comprender e fra essi an ch e quelli pure preced enlemenle usati, ma in assai n1inore ql1antità o misura, oppure con sistemi e combin azio11i diverse. Pii1 che risolvere egli pone dei problemi, pure porta.n do p er alcuni ele111en ti dei risultati n otevoli di ricerche sperimentali . 1,ratlasi di u11 gruppo di stucl i fatti co11 i suoi c01laboratori (Oo ppa, Caccuri, Sgambati, Di Prisco, Pan sini, ecc.) sul berillio, il cadmio, il tungsteno, il titanio, il cobalto e nichelio, ecc. p er 1oolli dei quali p oco ancora si cono·sce di qu anto i:.1 u ò interessare la p a tologia umana. Le import anti ricerche fatte ven gono così a precedere lo s tudio delle eventuali sinclromi patolog·ich e che potra11no presentar si . B. BRuzz1 e A. MALAN. - L e ot·opati e da r u mori. - I rumori esplicano la loro azione d annosa preYalentemente per Yia aerea, ma anch e per via O$Sea; vi hanno p arte an ch e le vibrazioni meccaniche. Più ch e l 'intensilà e l 'ampiezza delle vibrazioni, ha impo rt anza la loro frequen za. Si 11anno alterazioni cocleari ben locali zzate P. per lo più n ella parte terminale del g·iro b a·sale. Gli 00. accen11ano a.i m etodi di esame, con cui si rileva u11 cospicu o abbassamento d el limite superiore d .!i su oni, un accorciarnento della percezione ossea e·a llna diminuzio11e della durata di pt•rcezione n ei toni acuti, ciò ch e dimos tra corr::- la lesione sia localizzat a all 'orecchio interno . St11 !i ano J''eziologia d ell 'affezione e dan110 ~li :31emenli per la diagnosi clinica. Passan o quindi in ra·~segna le varie profes ioni run1or o e, descriYendo i caratteri particolari per ciascuna di esse (calderai, ferrovieri , motoristi, da-.ttil?graf~ ecc.) co nsiderando an ch e la g rande cat egoria dei ru111ori delle citt à ecl i loro effetti sull 'orga11ìsmo umano. Vi so110 dei caratteri con1uni, fra le varie otopalie professio11ali, rna anche differenze fra le varie profession i (ì]Joacu sia per i diapas?11 bassi nei motoristi , p er quelli alti nei calderai; accor ciamento ùella conduzio11e ossea nei t elcfoni·sti e per quella aerea n elle dattilografe). È difficile se i1on in11)ossibile il riconoscere la sordità professionale al su o staòio ini ziale quando la terapia polrebbe ancor dare dei risultati. Importanti son o i metodi di profilassi generale ed indivicluale e l 'adozione cli provvedimenti ch e possano salYare l 'organo dell ' udito nelle varie professiu11i. 1

1

L e alterazio1i i della colo1i n a ver leb rale in occasion e di lavor o. Ques lo argomento è stato oggetto

di cinque Relaa;ioni. L. PRETI ha trattato 1'eziologia e [Jatog en csi, con richiami anatomo-fisiologici, rilevando a proposito della patologia che la lesio11e principale risiede in un })recesso degenerativo d el disco int ervertebrale. Ad esso succede, in secondo tempo, un processo irrita liYo perioslale del corpo vertebra le con tutte le su e conseguenze .

L. Dr PR1sco si è occupa lo rlelle lesioni professirona1lv, che classifica i11 4 g ruppi: 1) da abnorme at1eggia1nento cli laYor o, eccessiva e disarmonica ripetizione di inovim er1li; 2) da arlritismo legato all 'ambiente di lavoro; 3) da infezioni; 4) da into8sicazioni . Tratta . i11golar1nente di ognuna, accennando sp ecialn1ente, a JlrOJJOsito d elle intossicazioni a quella d el fluoro . La r elazione di A. G. CHIARIELLO riguarda la patologia chirurgica posi-lra umalica del rachid e.

Espone la prog·n osi e la. terapia, occupandosi ampiamente d elle fratture e trattando alla fjne delle principali n1alforn1azioni pos t-Lraumaticl1e d el rachide (sp ondiliti, morbo di l( Ommel-Ver11euil , SJ)Ondilolis Les i). · La parte infortunistica è s tat a affidata a G. C."50, ch e con sidera i fattori ch e agiscono com e cau sa di infortunio: 1) din;:tmici (sforzo acuto); 2) meccanici (cadute); 3) fisici (elettricità indu slri ale ed at111osferica). rfratta le commozioni spin ali d a traumi e le sindro111i spi11ali funzion ali . nonch è il valore degli s tati anteriori e posteriori aJ trauma n el loro n esso di con cau salità con questo. Conclude osservando ch e si deve e1netter e una diagnosi n1edico-Iegale ch e e-suJi da qualsiasi preconce tto e ri sponda alla valutazione clinica del da11no, quale espressione di malattia traumatica inilucente dimin uzione o p erdita d ella capacità del lavoro . l\'[. SGAl\IBATJ. - RadioZ.og i a. - Espone la tecn ica più adatta e p assa in rassegna i vari tipi di fra tture, soffermandosi alla di agnosi 'd ifferenziale r aòiologica fra esiti di ~rattl1re e processi pa Lolog ici cror1ici o suba.c uti. Consiglia di sottoporre ad esame radiolog-ico tu l ti gli infortunati (o pre·sunti tali) della colon n a vertebrale, s11bito dO})O il trauma ed in seguito, in modo da eYitar e sorprese e r accomanda che tali r adi ogr afie siano fatte da tecnici specializza ti. r\ . RAKELLETTI. ~ L 'assicu razione delle n1alattie p r of essionali n el 1° b iennio di applicazione. -

Ampia e'd interessa11 le r elazion e ò 'inclole s tatistica. Per le 6 mala ltie a denuncia obJ)Jigatoria , il sa Lurnism o è s tata 1'intossicazione profes·sionale più frequente (co1ne si h a anche per gli al tri paesi); nessun caso di fosforism o. ComplessiYrunente, furono ind ennizza li 307 casi, di cui 237 di saturnismo. 11 n u111ero degli operai assicurati è ·s tato, ne] 1~35, di 121 .820. Il rischio professionale è s tato più alto })er il pioinJ)O e J)iù basso p er l 'anchilos tomiasi; 1nolte la ,-orazioni del primo si compiono in co11dizioni a11tiigien ich e; 1'anchil oston1iasi è and ata sempre più din1inuendo fra i JaYoratori dell e mini ere, n1entre è aurnenta ta specialmente fra gli ort icultori. L 'O. poi fa un r affron lo fra gli infortuni e le m l! laltie professiortal i. Il nun1ero degl i indi' idt1i


2232

cc IL POLICLINICO »

assicurati con Lro i primi è stato di 3.150.825 , i11 rnpporto ai quali, quindi, le malattie professionali rappresentano il 3,8 %. I premi di a·ssicurazione costituiscono (per il 1935) L. 32'7 .218.552 per i primi e L. 1.035.862 per le secon·d e (0 ,3 %) . Le i11dennità pagate sono sta le rispettivamente lire 275.185.346 e ]ire 7.710,862 (1,6 %) . È interessante il rilevare che soltanto il 50 % dei casi di malattie professionali denunciati sono stati riconosciuti indennizzabili, il che indica nu1nerosi casi di errata diagnosi etiologica1, che potrebbero venire eliminati con una maggiore col1ura, nella medicina del lavoro .

[ANKO XLTII, Nul\r. -19 )

1·erme di .i\gna11-0, dove la Società 1'erme Agnano ha offerto ai congress isti una colazione; un 'altra ne è · stata offerta a J'apoli , dall 'Ist. naz. fase . ass. i11fortuni l avoro ed un cordiale ricevimento ci è stato dato n ei locali del! 'Istituto di Medicina del lnYoro, dal suo Direttore. Il pros ·i1110 Cong·r e·sso si terrà a Bari, nel 1938. fil.

Accademia l ·ancisiana di Roma. Seduta del 12 novembre 1936.

G. AIELLO. - Assicurazioni-malattia a lipo muIl 12 noven1bre si è inaug·urato il X anno accatualistico. - L 'assicurazione-n1 alattia si è venut a d emico dell ' Accademia Lancisiana, co11 l 'interve11rapjdamente sviluppa11do j11 questi ul timi due to di per onalità spiccate della medicina e chiarJni, so tto forma di mutt1aljtà obbligatoria indururgia ro1na11e e di S. E. Solmi , presidente degli stri_a]e ed agricola, in perfetto 0111.aig·gio alla diOs1Jedali Riuniti di R-0ma. chi arazione XXVIII della Carta del l avoro. La coL 'on. prof. ERI\-IANNO FIORETTI, presidente delstiluzione delle Casse-malattie per gruppi di la1'}\.ccademia, dopo aYere ordinato il saluto al Re vc.ratori è ormai un fatto compiuto , con correImperatore e al Duce, e dopo aYere scoperto una sponsione di un 'indennità. E> la prestazione delJnpide a ricordo della fondazione dell 'Impero, ha 1 'assi s lenza sanitaria. cljch1ara lo aperti j laYori 'd el X an110 accademico. Il medico in comincia così a co11o·scere l a natura I-Ia ricordato come <1uest'Accademia, antica istied i célratteri d el rischio lul elato da t al e nuovo tuzione deg·li Ospedali H.oma11i, rin11ovata dal Fatipo di assicurazione, non as traendo dal fattore ci"smo, si proponga lo scopo <li addestrare i giosimulazione od esagerazione di maJattia; è bene vnni medici, perfezionare le loro attività profe al lresì che conosca l 'est e11sione e la varietà delle · sic,na]i e . . pingerli alla ricerca del vero sotto la prestazio11i assicurative e ch e apporti il contrig uida dei grandi inaestri della Scuola l\1edica Robu1o della sua esperienza lJer ìl perfezio11a1ne11 to mana , cl1e La11ta luce <li sapere e di esperie11za del 11uovo g r andioso edific ic nazionale delle asl1:t sen11)r e irra'd iato nel mondo e r.he con la nuosicurazioni-mala l I ic , che si clifferenzia da quelli va riforma (}egli stucli uniYersitari, basata st1 u11 e·steri. rnaggiore SYiluppo d ell 'inseg11amento pratico, L ·o. esamina le possibilit à di coordina1nenlo l r nrrà i11aggior lustro dalla ·necessaria opera di dei dj,·ersi Enti e vari problerr1i inerenti alle ascc]laborazioue tra i clinici univers itari e i prisicurazioni ed all a preve11zione d elle malattje. 1narj ospedalieri. Ha ·~ egnalato i non1i d el socio J)rof. Virno, 11001 lre alle r1 u rn erose ·ed i11teressanti conìunica rninato ordinario della Cattedra di Anatomia u111 uzioni , per le quali le sedute si son o })rolungate na pre so la R. Università di Ron1a , del prof. Ananche fino oltre la mezzanotle, si sono avute clue nreassi, incaricato della Cattedra "d i A.11atomia miconferenze, l 'una delle quali di G. PANSINI sulla croscopica e del prof. Vanni, incaTjcato dell 'inseIrn.portanza d ell e cure idrotermali per la tutela g na1nento di parassitologia. dei lavoratori ed un 'altra di S. D1Ez sl1 NeozJla.srni ecl infortuni clel lavoro. Diamo un breYe reso...\. ques to 1)u11to il vice-preside11tf\ prof. D 'AvACK, co11lo di quest 'ullima. 11a comunica lo all'assemblea come anche il preL 'O. si propon e di e"am in 3re se e quale valore sidente 011. Fioretti abbia recen temen1e avuto s i possa attrfhu ir<' ad un trauma costituen te inl 'i11cnrico per l 'inseg·n amento dell 'anal-0mia chi fortunio nello sviluppo dei tumori. Risulta da un r urgica e corso di operazioni presso la R. Uniaccurato esan1e statistico che esiste un certo nl1Yersità iii Ro111a. ·L a co1nunicazione viene accolla rr1ero di casi degni di fed e, in cui al rapporto fra da g ra11di applausi. trauma e tumore non può attrib11~rsi un senìplice Dopo di aver invitato i nuoYi Accademici a vnlore di coinciò enza. cau sale, specialn1ente p er pres tare giuramento, il presidente conseg11a i pre. arco rn1. mi anr1u ali di lire due111ila cia~cu110 ai proff. PieE ~ ami11a poi largamente le Yarie teorie sull 'oritro Valdoni e Antonio Bonadies, che hanno vinto o-i11e dei tumori per vedere ·se sia il ca~ o di rii concorsi a premio su tema rispel l iYamen le di t en er e che le modificazioni proliferati' e che i ~h irurgia e di Medicina. ti él umi determ i11ano nei tessuti possano i11fluire Il prof. GALLI, direttore del Policlinico, ha comsu llo 5viluppo dei tumori. E conclude cl1e anche 111en1oralo con elevale parole il compiant o accail I rat11na u11ico , sebbene con n1inore frequenza clc·mico prof. Marino Zuco 1Sa11te, cl1e fu d ircl lore e fncilit à deo-li allri limoli , p11ò considerarsi t1n clell 'O pedale della Con sol azione e di S. Giacomo. fnllore al q~ t::il c si cleYe a ltribuire valore nell a Infine il senatore 011. prof. ::\1coLA PENDE 11a tec0s tcll azion e di condizioni , ch e detern1inano lo nuto t111 ·applaudilissin1a conferen~a ·sul 11u ?vo SYilt1pJ)O dej 11l as tomi. . tra l tam en to clell 'ipertensi·one arteriosa esseriz1ale Dal punto di vista 111edico-l egale, enumera 1 criteri cl1e debbono seguirsi e le co11dizioni ch e da lui icleato con studi il cli cui inizio rimor1 la drYono ricercar si per ainme l lerc un i1esso - che fir1 clal 1909 e che consis te nella sezione del n cr' o ~plancnico di ·sini stra o, nei casi i? .cui l '01lc.ra11011 })t1ò e·sscre c~1e di ~on~nusa_lità . - _fra trau~11 ~ e lu1raori , enun ciando 1nf1nP, 1 cr1ter1 Ynlt1tat1v1 1ione 11on è po ·sibile, 11el blocco ch1n1Lco con 1 aldel rla11no in rapporlo con la legge su g1i inforcool cli qu esto s tesso nervo. I risultati di qu e"la rt1ra, che si è diffu sa già in Ital ia e t1ll 'cc;l r ro, lt1ni. scino fa YOreYoli nell '80 % dei casi. Bno11a è s ta la l 'orga11izzazione del Congresso; Il . egre/aria: Dolt . \ . no~.\D JI ..... t1n "il11pa li co ricordo hn ]:lscinto la yj·5 ita all e


[ANNO

XJ.,TII. N01\I. 49]

Sf:ZIONE Pl\ATICA

2235

I

PER IL MEDICO . PRATICO. DALLA

PRATICA

PER

LA

di un lattante di due m esi e n1ezzo g uarito con1ple tam ente senza alcun postumo. T. Wistar White (Ar ch. of l)ed., maggio 1~·17) ha visto un bambino di ventinove giorni g uarito dal siero, morto al secondo mese di idrocefalia. C. P elfort (Arch. Lat. An1eric. di Pediatria, rr1arzo-a1Jrile 1916) h a g uarito con il sier o (6 i11iezioni di 10 cc.) un bambino di tre mesi e m·ezzo. Duprat (Rev. Med. del Uruguay , ottobre 1 ~ 1 6) ha iniettato con successo 11 0 cc. di siero a un b·a mbino di sei m esi e mezzo. Luigi Fischer (Month. Cycl . and Med. BullE:tin , marzo 1910) ha ottenuto la g uarigione in una bimba di due mesi, iniettando il siero di F lexner n el ventricolo laterale. Sorel pub·b lica il caso di un lattante di cinque mesi curato e guarito con iniezioni sottoccipitali di siero, antimeningococcico. (La Pres"e Médicale d 'Egypte, 1 gennaio 1932). Poche altre osservazioni ho potuto raccoglier e sull 'argon:iento e g·eneralmente tutte riguardnnti lattanti superiori a tre mesi di età, i più guariti con reliquati . Il caso nostro ci sembra importar1te innanzi tutto per l' età: m esi due e m ezzo. In secondo luogo per la forte quantità di sier o iniettato: 130 cc. di cui 50 p er via suboccipitale. In terzo luogo perchè la guarigione è avvenuta senza alcun r eliquato. Passiamo senz '.altro. alla descrizione d el caso. C:HSO

· PRATICA

OSPEDALE BAMBI N GESÙ

REPARTO l\ilEDICINA PICCOLI diretto dal primario medico prof. UGo MANCINI.

Su di un caso di meni1:gite et reb1'0·spi. nale epidemica in lattante di due 1nesi trattato con iniezioni sottoccipitali di • • • siero ant1men1ngc,coccico. Dott. PIERO RosA, assistente.

La prognosi del] a m ening ite cer ebro-spi11ale epiden1i ca è difficilmente valu tabile, essendo assai varia l 'inLen sità delle epiden1ie, la viruleuza del g·erme n ei singoli casi e 1'effi cacia dei sieri tera1)eutici adoperati. Secondo Jochn1ann la prognosi, prima del1'uso del siero era assai grave. Col ~i ero inveoe, secondo lo stesso autore, la mortalità sarebbe scesa al 27 %. Le varie statistiche, n ei casi curati col sier o, danno in m1edia dal 20 al 30 % di mortalità; nei casi non curati essa oscilla in tern1i.ni assai ampi : dal 20 all '80 %. Secondo altri, ad esempio Rollesto11 la mortalità, anche nei casi curati con il siero , ragg iunge il 70 %. Alcuni al1tori dicono che la prognosi d ella meningite meningococcica sar ebbe pegg iorata nel dopog uerra. Quello· ch e sopraLut to n1 'inter essa porre in rilj evo è ch e fra gli sva riati fattori , cl1e eJltrano in g iuoco n ella }Jrognosi , parte i111J10rtant e ha l 'età. Si sa perciò ch e n ei ]attanti la 111e11i11git e cerebro-spinale è di prognosi •1uasi sempre infausta , poichè la mortalità è tanto più eleVélta quanto più piccolo ,è il bambino, e questo rnalgrado l ' uso· del siero. Ciò sarebbe clovuto alla facilità con cui a questa età si tab·iliscono complicazioni o si forma un blocco. S1Jesso , spessissimo in fatti n ei lattanti di pocl1i m esi, colpiti da meningite 111eningococcica la puntllra lombare dà esito negativo. Solo ra ram ente un lattante affetto da nleni.n g ite cerebr o-spinale guarisce , e solo rarissin1u1n ente guarisce sen za postun1i. La guarig·ione ir. fatti J1a luogo con freque11ti r eliquati con1e : cecità, idrocefalo postmeningitico', sordità , sordomutisn10, paraplegi·e, en1ìplegie, spasmi , afa sie, gravi disordini intellettuali fino all 'idiozia. Ritengo pertanto degno di pubblicazione il 1

B. l\Iaria Pia di Alfredo; òi m esi due e m ezzo, allattat a al seno. Nulla d~ n otevole n ell 'anamn esi fa·m j gliare e re111ota. Entra in Osp edale il 15 febbraio 193G. La m adre racconta cl1e da ot to giorni la piccola presenla febbre alla, Yomito, rigidi Là della nuca ed ottundimento del se11sorio. All 'ingresso n el n ostro r eparto la bambina presenta: spiccata ipotrofia. Peso: gr. 3680. Stato di agitazione. La font a11ella anteriore è tesa, sporgente. Rigidità della nuca e della colo11na vertebrale assai accentua te. Ipertonia degli arti superiori ed inferiori. I riflessi rotulei, quaudo si riescono a proYocare, dato lo st ato d 'ipertonia, determinano una lrepicla tio epilettoid e d ell 'arto. Il fari nge è modicam enle arrossato. No11 si riscontra nulla a carico degli organi interni. Temperatura 39°. Si pratic!:l puntura lombare con esito negati,10 . Si pratica allora puntura suboccipitale ch e 'd à esi lo a liquor torb ido purul ento. L'esame batterioscopico e culturale del liquor estratto rivela presen za ùei meningococchi . S'iniettano 10 cc. di siero an timen ingocor.cico i1ella cisterna magna e 10 in tra1nuscolari .


223(:.

« IL POLICLINICO

l)'allora la ba11J]Ji11a è s ta ta curala con iniezioni so ltoccip ilali di siero a11 tin1eningococcico, che le ven i vano praticate do1Jpri1na a giorni allern1, qujndi con intervalli di due e tre g iorni , fino all 'otto m arzo , g·iorno in cui la bam])ina esce d J.ll 'Ospcdale. Altre due punture vengono pratica te ainbula toriamen le u11a il 10 n1arzo, J 'altra il 16. Contempora11ean1en1 e alle iniezioni su boccipitali veniva inie tt ato siero per via in lramu scol are e vaccino antj1n eningococcico. Complessiva1ne11t e vennero i11ie ltali 130 cc. di l:> iero, òi cui .50 su boccipitali. Le conclizioni d ella bambin a 1nol Lo gravi all'inizio, andarono progressivamen1e n1iglioran'do. Le al I e tempera ture clei primi giorni diminuirono g radualmente fino a cl1e il 28 febbraio la bambi11a divenne apirettj ca. Così pure si notò })rogressiva diininu zio ne, fino alla scomparsa, d ei ienomeni m eni11gei : rigidi Là nttcale, iperto11ia, ecc. Il co mportamento d el liql1or fu pure d egr10 d el più alto intere·sse, poi ch è si potè vedere, macroscopicam e nte, cl1e I 'aspetto fran camente purulell to andò man m ano 1rasformandosi cos1 che divenne sempre meno torLido fino a riprendere il su o normale aspetto limpido cristallino nell 'ultima ]Juntura praticata il giorno 10 marzo. AJ 1'aspe l lo macroscopico corrisposero n ettamente gli esami microscopici, ch e dimostrarono la diminuzic.ne gr ad uale fino alla scon1parsa d egli elementi cilologicj. All 'u}tjmo esan1e culturale praticato il 10 marzo il liquor risl1ltò netta111 en le ·sterile. Il peso d e11 a bambina il giorno 10 marzo era di gr. 3710 ossia si inanteneva u gu ale (anzi au1nentato di g r. 30) a meno di un mese d all 'inizio della gravissima infezione. La marl.1 e afferma a ttualme11 le ch e l a bambina h a appetito, è vispa e n on n1ostra alcun segno d i deficit. È que to uno dei pochi casi co1\o ciuti di

rr1eningite cer ebro-spinale i11 lattante inferiore ai tre m esi, completamente guarilo senza alcun postun10. 1

CASISTICA E TERAPIA. Valore seu1iologico e clinico dell'oftalmoplegia in· terna. L'oftalmoplegia interna (F. Agnello, Rivista Oto-Ne1u ro-Oftalmologica , marzo-aprile, 1936) è clinicam ente cara tterizzata da dilatazion e della pupill a con rig idità riflessa alla luce e <la paralisi accomodativa con spostam ento in avanti del punto prossimo onde riesce quasi o del tutto impossibil e il lavoro da vicino . Essa può apparire come un sintoma isolato o far parte del corteo sintomatologico insiemP, alla paralisi del TII paio nella oftalmo~ogia cr onica progressiva; oppure associata alla en1iplegia ; in si\3m e alla mieli te od alla polinevrite; nella polien cefalite acuta emorragica di ,~...ernicke, n ella polì en cef<: lite superiore cronica. Come sintonia isolato mono o b il aterale rapprcsen La una lesion e piuttosto rara, quasi sempre legata a lla ifilide ereditaria od a cquisita. E istono però casi con1plicanti ?11alattie infetti,1e \1arie, quali il tifo , la varicella. il inorbillo,

[ANNO XLIII, NuM. •9]

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l::t de11g·u e, la rosa lia, Ja zo na o ftalmica ecc. 1\n cl1e in seguito a morso di vipera o n el bol ulisn10 ne son o stati riscontr ati d ei casi. 1D all 'esame dei casi riportati n ella letteratura è facile ' 'edere con1e la sindr om·e oftalmoplegica fini sce con l 'acquislar e caratter e stabile e dc". finiti vo. P er chè allo sta to a ttuale delle conoscenze. la si11drom e in questione presenta diversi punti da chiarire sopra tutto per il suo valo.r e semeiolog ico e clinico, l 'A. h a ritenuto utile illust.r ar·e due recenti osservazioni occorsegli. Nel primo caso ] 'oftalmoplegia interna è a1)1)vrsa allo stato isolato in un individuo contag jatosi ci11que ar1ni prima di Iue; si tratta di di una forma unilaterale con tendenza alla r ecidiva e r eg·ressione della paralisi. Nel secondo caso l 'oftaln1oplegia è bilaterale e fa parte di un quadro con111lesso denotante uno studio avanzato di lue cerebri: atrofia iniziale dei n ervi ottici, en1ianopsia a quadrante , perdita dei riflessi tendinei , lieve Romberg . fl eazion e di Wasserrnann fortem ente 1)ositiva . P er quello ch e riguarda la genesi d ella affezione l 'A. ritien e ch e nel primo caso si tratta di una neurite periferica interessante le fibre terrr.iinali del tratto ,e fferente dell'arco riflesso (fibre comprese tra il gan glio ciliare e d il tessuto irideo); ch e nel secondo caso. invece sia più legit timo pensare ad una lesione ùel centro corticale della visione e precisam ente ad un focolaio meningitico del labbro inferiore della scissura calcarina. F. '1-1CENTINI. 1

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Aci<lo ascorbico e sclerosi a placche. Marinesco, Bultu e Olteanu comunicarono nel dicembre 1935 alla Accaden1 ia di Medicina di Francia di avere riscontrato n el liqt1ido cefalorachidiano dei pazienti di sclerosi a pla cch e una diminuzion e dell 'acido ascorbico. Si tratta i11 questa int eressante malattia di una avitan1inosi? Il p roblema non è cos1ì pl1ro e &emplice . Si sa ch e alcuni composti ascorbici rall entano o im1p ediscono la crescita dei tum ori e producono dei fenom eni di disinfiltrazione , m entre altri reali zzano delle vere frustate a fa vore del} 'accrescimento. Nella sclerosi a placche si potrebbe pensare ch e l 'alterazione locale prin1itiva della nutrizione consistesse in una modifi cazione del1a attività dei fermertti sia com e esagerazjone dei processi liti ci, sia com e diminuzione dei processi di edificazione sintetica. . Partendo da questi concetti Lépine, Arloing, Morel e J osserand (Bull. de l'Acad. d e M éd. , 27 ottobre 1936) llann o Ler1tato di attivare questi fermenti. Essi avevano già notato, in loro ricerch e, la capacità di attivare la fermentazion e insita in un complesso risulta11te dalla r {:azione ferrico-deidro-ascorbica. Han pensato di a sociarvi gli ioni di m agnesio, ch e sono tra i più notevoli attivatori di fermenti (von Euler e sua scuola). Hanno così ottenuto un 1


IAN;\'O

XLIII, ì'ìuivr. 49 ]

SEZI ONE PRATICA

corpo con1p~~~so , il f e rri s corbon ~ 11iagncsiaco, che ~anno iniettato a lla dose di 0 ,025 g·r. i11 s?l~z1on~ ~c9.u?sa. endo~re11osa a serie di c1ui nd1ci-vent1 r11lezion1 a g iorni a lterr1i. Nessun aggrava m ento si ò verifì ca to · l ' i11. ' d el prodotto è stat a b en din1os' lrata. nocuita 111 vari casi di scler osi a placch e si son o a vu li miglioramenti. L. 1..,oNELJ.I.

Co11tributo alla rontgenterapia delle 01fezio1Ji de sistema nervoso simpatico. {La cura della ipertensione arteriosa). La rontgenterapia delle simpaticopati.e ha seguito gli sviluppi d ella fisiol o.g ia e d ella chirurgia d el simpatico ed ha cercato di r>ort are l '.azioi;ie p ertu.rbatric.e d el!e radiazioni su quegli organi ch e finora il chirurgo ha col bisturi n·J.o~ificato . La ch.ir~rgia del sin1pa tico irreparabiln1cnte d em ol1tr1ce non ha p ien a1r1en te risposto alle sp eranze di molti ; assai di p iù s i chie de ora aJla r a dioterapia , la quale ir1 01tre 11a il m erito di non provocare i danni cospicui ch e può dare I 'int ervento chirurg ico . Il meccanismo di azione della r adio terapia è n Lolto discu sso , m a probabilmente ha una azione v.ason10Lrice r egolarizzante la funzione d el simpatico e producendo speciali r·eazio11i un10r.ali. S. Attilj (Atliena , ottobre 1936) riferisce ch e nej due ullim i anni 11a irradiato 27 mal a Lj affetti da lesio11i riferibili al turbato equilibrio d el sist en1a n er voso simpatico : 7 pazienti con iper tensione arteriosa , 6 con sintomi di angin a di petto , 5 con ulcera duod en ale, 4 con a ffezioni vascolari periferich e, 5 con turbe mestruali o d elJ.a n1e11op a usa. 111 quest o lavoro l 'A. si diffonde solo ad illustrare i soliti n1.alati a ffetti da ip,e rten sion e arteriosa. I sette pazienti erano in et à dai 40 a i 68 anni con una pressione n1assima superiore di rr1olto al normale . In quattro di essi fu irradiata la zona corrispondente alle cap sule surrenali: di essi in tre si verificò un abbassamento di breve durata in quantoch è do·p o t1no o due giorni la p r ession e ritornò ai val ori di p rima . In un solo caso la pressione rimase a bbassata per circa quattro m esi. Altri tre casi furon o trattati stimolando il sen o car o tideo : i risultati furono lusing hieri; in fatt i la pression e m assima discese n el pri1no d a 245 a 175 , nel secondo da 195 a 152 , n el t er zo da 210 a 160; n ello stesso tr.mpo vi fu r en1i ssione de i fenom eni subiettivi (cefal ea , ronzii , sonn olen za) . Dopo qua ttro m esi dalla cura, la pressione era tornata lievem ente .ad .aumentar e, sen za però ricompar sa d ei fe1;.omen i su b iettivi. " Pur 11 on p o le11do trar co11clu sioni su di un argomento an cora così contro·ver so 1'A. cr ede ch e si p ossa affermar e ch e la irradiazione a dose stimola11te del seno inter carotideo , la qu ale è capace di pr odurre una azione, sia pur t e111poran ea, ipotensi, a , m eriti di essere presa ir1 con sider azion e e di esser e diffusa onde pot r r e su di un cert o n un1er o di esp erien ze trarr e F. VICENTINI. d eduzioni prob~l tive. 1

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MEDICINA SCIENTIFICA La velocità tli circolazione nel pueun1otorace bilaterale. A. Iraci. (Rivista di Patologia e cliriica della tubercolosi , 30 settembre l 93G) h a rit enuto interessa11Le esar11inare la V. di C. in alcuni in fermi portatori di pnx bilat erale e ir1 alcu11i a ~ tri, sia prir11a ch e . d opo l 'istitu zion e del pnx l11la ler ale . Ha compiuto tal e s tucli o n o11 ta11to 11er ved ere se n el polmon e colJa ssa to esistesse o rueno una stas~ , qu~nto p er accertare se questa e,·entuale mod1ficaz1011e della circolazione polmonare fosse un fattore n ecessario alla flbrifi cazion e, alla cicatrizzazion e delle lesioni tubercolE~ri .polmonari. A tal e scop o h a .a dop erato l 'in1ez1011e endovenosa di Decl1olin. . ~ei 15 .infermi po rtatori di p,n x bilater ale tutti i va] or1 della V. di C. ri scor1tra ti rien travan o i1 ella cifr.a data coine n orn1a]e dai diver si AA . Nei 10 malati n ei quali la V. di C. fu n1isurat a • J).rim.a e d opo qual ch e t empo di cura pnx, n.on s1 ebbe a notare r allentam ento d ella V. di C. SuJJa b ase di questi risultati ] 'A. con clude ch e il pnx bilat erale ipoteso o con pressioni terminali espiratorie positive non elevate non p r?v~ ca u11 r.allen~amento della V. di C., p er cui s1 d educe ch e in tali 1)nx, a11 ch e a collasso poln1onare b en accen tu,a to, non esis l e stasi ne l p iccolo circolo. Poich è su 25 casi , 18 risultaro11 0 migliorati in seguito a cura pnx, è l ecito p<:' 11sar e ch e la stasi non sia uno dei fattori n ecessari p er ch è il pnx p·r oduca buoni effetti. F . VICENTINI. 1

POSTA DEGLI ABBONATI Sifil ide congenita e m atrim oni o. -

All 'abbo-

n a to n. 3067-1. NP l caso segn alato dal] 'Abbon ato occorrer ebbr:! anzi tutto escluder e in m od o a~soluto ch e l.:l. madre sia stata infettata dal m arito prima che nascesse il soggetto in questione . Si rilier1e ora , cioè, che n on vi sia er edolue, come si chia111ava una volta, sen za sifjìide n1aterna: in altri t er111ini la così d etta sifilide er editaria , ch e ora si preferi sce chi am ar e con geni ta od i11na ta, n o n ~areb·b e se n on u na sifilide .acqu is ita dal feto n ell ' uter o dalla madre infetta. Se si po tesse dunque dirr1 ostrar e ch e la m adre era sfuggita a Jl 'infezio ne co11iug·ale, sar eb b e leci to presumer e ch e an ch e i 1 p r odotto del con ce pimento fosse rirr1asto ii1 denne. :È probabile p er ò ch e quest a r eo-ola a b b ia qualcl1e eccezione (ch e cioè pos a °a_, rer si , sia i1er e ~i ra d o, una sifilide con genita d i origine rscl.~ s1 va n:e!lte paler?a) : p er que~ to e pe r altr i ovv11 mot1v1 , fra cu1 I.a difficolta di aver e n otizie precise sulla rr1.adre, la quale po trebbe anc~e esser si contagiata d opo il parto così ch e 1e r icerch e sul su o conto diverrebbero an cor più complicate ed incerte, ogni dec is ione sul cr so ii1 esan1e dev'esser e subordinata ad una sf:'ver a e minuta inclagi11 e an amnt' Lica , cli nica e sier ologica clel sogge lto. V. ~IoN·rE::;ANO. 1


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« IL POLICLINICO »

[.i\Nl\"o XLIII, NlJ i\r. 49]

POLIT·ICA SANITARIA E GIURISPR UD ENZA. t•) Termini e forme dei rimedi giuridici con· tro i risultati dei eonco1·si sanitari pro· vinci ali. A) Atto impugnabil~. - Dispone l 'art. 23 del R. D. 11 marzo 1935 n . 281, per i concorsi degli ufficiati sanitari: cc Il Prefetto approva la gr.aduatoria dei candidati risultati idonei e ne àispone la iscrizion·e e I.a pubblicazione nella Gazz. Uff. del Regno, nel Foglio degli Annunzi della Provincia e, per otto giorni consecutivi, all'Albo Pretorio della Prefettura e dei Comuni interessati. Il . termine per la presentazione dei ricorsi avverso il provvedimento del Prefetto decorre dalla data di pubblicazione

n1.a si riferisce alla pubblicazione del provvedimento d,el Prefetto, « nei modi e termini tabiliti, ecc. ecc. >) . Letteralmente, quindi, sembra che si applichino le disposizioni concernenti la forma e i termini dell.a pubblicazione del provvedimento, i quali sono distinti dalla decorrenza del termine per il rimedio giuridico, che è attività successiva e diversa . Ma è da ritenere che, anche per i sanitari condotti i~ termine decorra dalla data della pubblica~ z1one nella G(J)Zz. Uff. Si può discuterne : con' riene però evitare queste controversie preliminari e i relativi rischi , agendo nel termine di 60 g iorni dalla data indetta, senz.a attendere la comunicazione personale.

stabiliti nell 'a rt. 23 per la graduatoria unitamente alla graduatoria medesim.a ». Soggiung,. . l'art. 56 che << il Prefetto comunica al Podestà o a l Presidente del Consorzio o della istit.11 rione pubblica di assistenza e beneficenza il nome del vincitore del concorso per la nomina >> . Anche in questo caso, dunque, il provvedimento del Prefetto .è d efinitivo e contro di esso sono proponibili i rimedi già indicatj. Da quale data decorrono i termini? L'art. 23, sopra riportato, contiene due origini di dispoizioni: le prime reg·olano le forme e i termini della pubblicazione; l 'altra stabilisce il punto di partenza d el t ermine per il ricor&o. L'art. 5G richiama, per i sanitari condotti, l'art. 23 ,

B) Atti da esibire con ricorso. ---= Provvedin,ento del Prefetto; ver.bali dell.a Commissione; deliberazione di nomina conseguenziale. Purtroppo, l'attività prati ca è s1Jesso ostacolata e inf.astidi ta dalla difficoltà di a vere copi a in forma legale dei verbali. Così nei concorsi singoli comunali ed osped.a lieri con1e nei con cors i provinciali, non tutte le amministrazioni si u11iformano alla medesima regola e alcune rifiqtano di dare copia d ei ·verbali, considera11doli atti interni . .'È un errore, m.a giustificabile da qualsiasi punto di vista : giuridico e pratico. Coloro che per ogni atto c·ercano un.a formale ed espressa disposizione di legge e non considerano la struttura dell'ordinamento g iuridico i nessi logici tra premesse e conseguenze, rispondono che il caso non è contemplato e l'atto della Commissione .appartiene alla Amministrazior1e come res, interna corporis. A rrle sembra incredibile perfino il dubbio. T verba li sono destinati ad accert.are il procedi1nento formativo d·el giudizio finale e, in genere, l 'attività della Commissione. Non sono, d11nque, atti interni. Il concorrente ha diritto e interessa di esaminarli, per controllare la o~serv.anza della legge e rilevare le eventuali illegittimità lesive del suo interesse. Se la legg·e ammette il rimedio giurisdizionale contro g li atti stessi e il risultato d·e l concorso e. quindi, il controllo della parte e il sindacato della giurisdizione amministrativa, è ovvio che i verbali d ebbano essere comunicati a ricl1ie5ta degli interessati. Sarebbe contr.a ddittorio ed assurdo assoggettare un atto al sin d.acato giurisdizional9 e nello stesso tempo sottrarlo alla conoscenza della p.arte! di più: il ricorrente deve esibire non soltanto il provveditr1ento conclusivo ma ancl1e gli atti della Commissione, se questi siano impug·nati: è concepibile che sia negata la possibilità di eseguire l'obbligo della esibizione in g iudizio P Contro la oscitanz.a e il rifiuto c'è il rimedio:

e•) La.

esercente in Cassazione, oons. le~. del nn~tro per1odioo.

• nella « Gazz. Uft.

n

del Regno.

Soggiunge l 'art. 24 che « i c.andidati risultati idonei sono nominati con decreto del Prefe1 to secondo l 'ordine della gradu.atoria ecc. .'È chiaro che il provvedimento del Prefetto è definitivo e contro di esso è .ammesso ricorso al Consiglio di Stato in s. g . nel termine di giorni 60 o in vi.a straordinaria (con minori garanzie formali, mancando il contraddittorio e la oralità) nel termine di 180 g iorni. Per l 'uno e per l 'altro rimedio , il termin e decorre dalla data della pubblicazione nella << Gazzetta Ufficiale » : sia b,e n presente quest.a regola . Il ricorso è diretto contro questo provv·edim ento e, conseguentemente, contro l'altro concerIlente la no111ina. Le forme dei ricorsi sono qu·e lle ordinarie, stabilite dalla legge sulla giustizia amministrati va. Per i sanitari condotti dispone l 'art. 55 che cc la gr.aduatoria del concorso è approvata dal Prefetto, il quale provvede , con separato decreto, .alla dichiarazione dei candidati vincitori per ciascun posto messo a concorso.. . Il

provvedimento del Prefetto con cu'b si fa luogo alla dichiarazione dei vincitori del concorso è definitivo ed è pubblicato nei modi e termini

presente r•1brioa è affidata a.ll'a.vv. G1ovANNI

SELVAGGI.


[AN'o .X.LIII, NuM. 49]

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S EZTONE PRATICA

NELLA VITA PROFESSIONALE. (Seg1"ito: Politica- Sanitaria e Giurisprudenza):

richies La formale per mezzo di ufficiale giudiziario e depo:>ito del verbale negativo. Così si evita la dichiarazione di inammissibiltà del ricorso. Ma qui si discute della legittimità del rifiuto e a me non pare che si possa tro,-are una ragione per Jiustificarlo. Si consideri poi l 'interesse pratico. Il concorrente deluso ritiene, generalme11te, che non gli sia stata fatta giusLizia e si propone di ricorrere; ma prima di esporsi al rischio della lite e al relativo costo, è ovvio che egli debba controllare gli atti , per rilevare se ne risultino motivi di illegittimità. Qualora gli sia sottratta questa possibilità, egli deve rassegnarsi ad occhi chiusi o agire a scopo esplorativo, con ricorso generico; farà e eguire la interpellanza, che importa un1 spesa inutile. Deve poi attendere che il Co11 iglio di Stato ordini la esibizione: e è dubbio ch ie questo ordine sarà dato. Int&.rtto è necessaria una interlocutoria con effetti di spese e di ritardo dannoso anche alla Amministrazion e. Finalmente, esibiti g li atti , il concorrente notifi ch.erà m.oti.vi aggiunti o cc.nstaterà che jl proced imento è stato impeccabile, almeno formalmente. Ecco una complicazione costosa, fastidiosa , assurda. Perch è i1egare copia dei verbali? Perchè costringere a spese, rit.ardi, molestie ? ~ da augurare che siano emanate istruzioni dal Ministero a tutte le Amministrazioni deg·li enti locali, al fin e di evitare un inadem1Jimento così illogico e dannoso . 1

C) Motivi dPduoibili1. - Nessu11a i1ovità da questo punto cli visla. Co111e per tutti i concorsi, gli atti della Commissione· e, qt1indi, il provvedimento con clusivo, possono es. ere denunziati per illegittimità: generalmente per violazione di norm e giuridiche o per eccesso di potere; (p er es. contraddizioni, diversità di trattamento , 0111issione di valutazione, insufficienz.a di motivazione, ecc.). Anche ]a distribuzione dei punti fra le varie categorie di titoli può essere controllata e censurata se non corrisponda allo scopo del concorso, alla graduazione della importanza dei vari o-ruppi di titoli o sia illogica. 1V. B. -

.4i quesiti degli abbonati si risponde,

in. ogni caso, direltamen te, per lettera. I quesiti devono essere inviati, in busta, accompagnati dal f1a1icobollo per la risposta e sempre indirizzali im personalmente alla Redazione del e< Policlinico » , v ia Sistina 14, Roma. Le risposte ai quesiti che non richiedono esame di atti o speciali indagi1ii, sono grafuife.

LITORA

ALIENA

Una visita ad aJconi Centri neuro-chirurgici degli Stati Uniti di America. Durante il m·ese di settembre 1936 ho avuto occasione di visitare alcuni Centri neuro-chirurgici del Nord-America. Credo di fare cosa gradit.a ai colleghi, che si interessano di neuro-chirurgia , lo scrivere 11n breve riassunto di ciò, che ho veduto. A New York ho visitato anzitutto il N·e urologica] Institute. La sua organizzazione neurochirurgica mi è apparsa molto buona. Il Reparto, che oggi f.a parte dei grandiosi fabbricati del Medjcal Centre, è diretto dal dr. Elsberg, che ha come associati o assistenti i dottori Stookey, Masson , Davidoff, Deery ecc. I inalati vengono studiati accuratamente; si ricorre alla encefaìo o alla ventriculografia solo quando i dati dell, esame neurologico nol). sono sufficienti per la diagnosi di sede. Ciascun problema diagnostico è presentato dall,assistente, che si occupa de] malato, agli altri colleghi, ch e discutono il caso. Anch·e io ho potuto assistere ad una di queste. riunioni , cl1e mi sembrano assai prati cl1e. Negli interventi chirurgici l'anestesia basale aYertinica è largamente usata , ed è completata con narcosi eterea. Ho potuto assistere a varie operazioni: rimozione di un segmento erniato del nucleo polposo; mobilizzazione della corticale in un caso cli epilessia jacksoniana da frattura av\1allata verificatasi durante la nascita; neurotomia retrogasseria11a per via temporale; cordotomia u1,ilateirale· per dolori da meta8tasi di carcinoma m.a mmario; esplorazione della fossa cranica posie rio re per sospetto di tu111ore cerebellare ; in tervento per via extradurale in un caso di ade11oma cromofobo della ipofisi. I len1b·i osteoplastici ver1gono delimitati con trapano a mano e sega di Gigli. L'emostasi è fatta con termocoagulazione, cera di Horsle) c]ips. J dati della pressione, polso, respiro ere . sono controllati durante la operazione dalla infermiera incaricata della narcosi. All'I tituto neuro-psichiatrico, anche esso facente J)àrte del ~Iedical Centre, ho avuto il piacere di vedere il dott. Ferrara, ch e è Associate Professor. Egli nli ha n1ostrato gli esiti di interessanti esperimenti eseguiti f'U numerose scimmie (Macbacus rh esus), per indi,ridualizzare alcuni centri cerebellari, e i loTo rapporti r on la fun zio11e labirintica. Tl Neurologica! In stitute è situato in vicinanza del Hudso11 , e d.ai piani ~uperiori dell'edificio ~ i vede il g;rande corso d ,arql1a . Sul lato opposto della città , in vi cina11za dell 'East River, si trova il nuovo e grand e Ne,,· °'' ork 1

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« JL POLICLINICO »

HospitaJ , con11esso con la Cornell University. Il dr. Heuer mi ha gentilmente mostrato alcune cose interessanti. Ho anzitutto assistito ad una lezione di chirurgia sperimentale fatta ad un gruppo di circa una dozzina di studenti. In questo ~nsegnamento la pratica chirurgica,. dalle varie forme di anestesia, alla disinfezione, alla esecuzione di alcuni interventi al ' trattamento postoperatorio delle lesioni chirurgiche, è dimostrata agli studenti, i quali vi prendono parte diretta. Successivamente ho osservato alcuni risultati sperirr1entali di interventi, per indurr,e nei cani una iperte·11sione arteriosa e successivamente per curarla. l\. Baltimora ho passato alc uni giorni frequentando il servizio neuro-chirurgico del Johns H opkins Hospital diretto dal dr. W. D&ndy. Questi, che fu già allievo di Halstead e poi con 1C.ushing, è neuro..fchirurgo troppo ben c onosciuto, p erchè occorra presentarlo. L'attività, che si svolge nel suo Re parto, è v,e rarr1ente grandissima: durante 5 giorni ho potuto assistere a 15 interventi, tutti eseguiti da Dandy. Egli fa uso larghissimo della ventric ulografia. I pazienti, nei cui ventricoli è stata iniettata l'aria , e nei quali si tiene anche un conto relativo della stima ventricolare, vengono portati direttamente nel Reparto radiografico" Di solito vengono eseguiti 12 ventricul'o grammi (stereoscopici), che sono subito m ostrati al chirurgo. Se questi giudica necessario i11tervenire, l'operazione segue imm.ediatamente . Altrimenti l'aria iniettata traverso una , o le due piccole trapanazioni occipitali, viene estratta. È cosa ben nota ch,e Dandy attribuisce la più grande importanza ai dati ventriculografici. Naturalr11ente essi ,debbono essere bene, interpretati . L'anestesia è quasi sen1r)lre quella basale a vertinica, che vien·e comp•l etata con lieve narco. i eter ea : essa viene eseguita da una infern1iera an este lis ta . 1F ra i 11euro-chirurgi, che io ho veduto , Dand). i11i è apparso il più rapido; come del r esto puo essere d edotto dal numero delle opera7ioni , clic gli 110 veduto eseguire in un breYe spazio di tempo. Egli è tuttavia m eticoloso nella emostasi . Al pari d ella maggior pa cte dei 1teuro-chirurg i ameri cani non adopera al cun istrumento elettrico i1er formare i lembi ost eo1)lastic i. Sar,e bbe troppo lungo (seppure molto interessante) ri cordare tutti gli interve11ti ai quali ho assistilo. Accennerò solo ad alcuni: una sezione d ella radice ensitiva del tri gemino col suo metodo (via posteriore) ; La ~ez ione d e] nervo vestibolare in due casi di vertigine di l\Ienière; un intervento per en1atoma sottodurale; l'as1:ortazione dei plessi cor oidei d ei ventri coli la terali in un caso di idrocefalo. 1

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Da~d~y ha t~ovat? assai spesso: in casi di ne-

vralgia del tr1gem1no, delle for1nazioni vascolari anomale , in immediata vicinanza della radice stessa. Esse pot.rehhero rappresentare il momento causale della n evralgia. Anche ne] caso operato dinanzi a me esiste, ano delle piccole formazioni varicose, che vennero coagu]~te. La sezione della radice fu, come di solito parziale. L'i11tervento fu eseguito con grand~ semplicità e rapidamente. Altrettanto, e forse più rapidan1ente, fu sezionata la parte anteriore dell 'VIII paio di destra in ur1 caso di vertigine di ~1.enière, mentre più indaginoso fu l'interv·ento in un caso di recidiva , e nel quale fu completata la sezione d el n ervo. In un ban1bino idrocefalico ve11nero asportati i pl,essi coroidei dei ventricoli laterali trav~rso due piccoli forami di trapanazione occipitale. Due 1uhi di Cameron illuminati vennero spinti traverso i lobi occipitali fino entro i ve11tricoli, ed i plessi (che sembravano aver ~ubito una trasformazione papillomatosa) asportati. L 'en1atoma sottodurale cronico venne aperto , vuotato, e le membrane, che lo limitavano, a.sporta te. 1

*** A Chicago ·e sistono vari servizi neuro-chirurgici. Alla Chicago University, in assenza del dr. BaiJey, il dr. IBucy ebbe la cortesia di mostrarmi il Reparto n euro-chirurgico e di farmi vedere alcuni malati. Fra questi ricordo u1 1 bambino con una enorme iperostosi d el fron tale e dello sfenoide, che aveva determinato una an1aurosi completa ed un esoftalmo di alto grado. Potei assistere a11che a dello r11ielografi e nella Sezione r a diologica annessa al Reparto. Al Reparto neuro-chirurgico d·e lla Universit~· of Illinois il dr. Oldberg mi fece osservare un paziente affetto da m.eningioma della fossa cra nica anteriore. Il tumore avev.a provocato una ' 'asta proliferazione ossea del frontale, nonchi' sintomi di aumentata pressione endocranica. con danno della funzion e 'isiva. Era stata eseguita in primo ten1po una decompressione sot totemporalie, per evitare una ulteriore compromission e del visus; successivan1ente, a tap~ . sar ebbe stata a sportata la zon a i perostotica e rimosso il tumore. Ho ass~stito ad una operazione eseguita dal dr. Loyal Davis. Si trattava ili t1n paziente con una tun1ef.azione d·e lla regione opraclavicolare si11istra , alla quale sembrava doversi attribuire t1na sindrome di paralisi d el sin1pati co cervicale di sinistra ed una paralis i a tipo p]e ~ ua]e inferiore . Il tumore si affondava vers0 la cupola pleurj ca , e ricl1iese manovre complesse per il suo isolamento. Il chirurgo rin1ase incerto n ella rliagnosi fra un sarcoma ed un tumore a clessidra, di cui l'altra parte avrebbe do,-ut o trov.arsi i 1e 1 canale ~ pir1ale.


• SEZIONE PRATJCA

Da <:hicago sono andato a Rochester (MinnE>sota), ove ho passato vari giorni. La J\iiayo Clinic e le istituzioni medico-chirurgiche, che le fanno corona, sono troppo be11 11ote, perchè io ne debba parlare qui. La Mayo C1inic propriame11te detta, il grande edificio cioè, ov e si procede ai primi accertan1enti diag11ostici dei malati , prima che €ssi siano inviati nei vari ospedali, offre un esen1pio di organizzazione dinanzi al quale si resta veramente ammirati . L'archivio. delle.. scl1ede cliniche (circa I milione) è tenuto con tole assoluta precisione, qual~ può trovarsi solo i11 un grande e moder110 Ist.i t.uto di St 1 Listtr,a. Quivi ho conosciuto Ch. vV. Mayo , ancora "Vegeto ed attivo; e il dr. Donald Balfour, che furono con n1e molto cortesi. Il Reparto neuro-chirurgico è diretto dal dr. A<lso11, che ha come associati i dr. Craig e Love. Ilo assistito ad una operazione fatta da Adson per ipertensione essenziale. Egli, traverso una incisione lon1bar·e sinistra, previa resezione della 12a costola, scoprì e r esecò i nervi splancnici dello stesso lato , nonch è un tratto del ganglio sentiìunare; asportò i gangli lombari l 0 e 2° ed un segmento della surrenale. La stessa operazione era stata eseguita alcuni giorni prima dall'altro lato. L 'operazion·e procedette con grande esattezza e chiarezza. Ottima ia narcosi intratracheale. Adson mi diceva ch e in rnolti casi, da lui e dai suoi collaboratori operati, la pres~ione arteriosa è scesa di molto, e talora a valori del tutto normali. T dr. Love e Craig 01)erarono ciascuno un pazie11te in cui era stata fatta diag11osi di erni.a del nucleo polposo. In ambedue i casi si trattava del nucleo fra 4a e 5a. L. L 'as11ortazion e venne fatta per via extradurale. Questi due chirurgi mi mostrarono con g·rande e videnza gli effetti locali della compressio11 0 radi co]are da pnrte d.el segmento di nu cleo erniato. Ho assistito anche alla indagine radiologica, previa iniezione di lipiodol nello pazio ara cnoideo . per stabilire la presenza delle caratteristicl1e modificazioni nella colonna Jipiodolica. che si ·osservano in casi di er11ia del nucleo 11olposo. l\To11 farò ch e ri cordare di sfuggita la s.p lendida Biblioteca annessa alla C1inica ed il Mt1seo, veramente 1r1er.aviglioso, situato in un edifi cio apposito, ed al quale (salvo una parte) è ammesso anche il pubblico non medico. La Maya f.linic r un esempio vi,rente di quell€ straordinarie possibilità indi,riduali , c] ,,. in An1erica hanno dimostrato , in campi diver i. u on1i11i qual i· Roc kefe11c r, Ford , i fra telli Mavo . • !\folli i11edici italiani hanno visitalo , o han11c• fatto parte della famiglia sa11itaria della Mavo Clinic. Io vi ho trovato il dott. Piero FrÙgoni, ch e da circa un anno ha 1'ufficio di assistente nella clini ca, e ch e mi è stato di $!lricla cortese . .... 1

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Da Rochester son o passato a Boston, ove la tLeuro-chirurgia è tenuta in grande onore, ed ha la tradizione di Harvey Cushing. Al ~Iassachusetts Genera! Hospital il dr. J.ar11es Whit·e, conosciuto sop-ratutto per i suoi la,·ori sul simpatico, mi riferì su alcuni interessanti esperimenti, che porterebbero una notevole chiarificazione sul problema delle recidive dopo simpatectomia nel morbo di Raynaud. Egli mi permise anche di assistere ad una interessante seduta della Società neurochirurgica. Di grande interesse furo·n o le visite fatte al Deaconess Hospital della Lahey Clinic, ove il dr. Horrax ed il suo Associato dr. Pope•n mi fecero gentilmente assistere a vari interventi chirurgici. In un paziente (con papilla da stasi ed emianopsia omonima, spostamento verso sinistra dei corni frontali e 3° ventricolo) fu eseguita una craniotomia osteoplastica tempora-parietale destra (.anestesia avertina ed eterea faringeia). Asportata la corteccia di un segn1ento del lobo temporale fu trovato ed isolato un tumore ben limitato duro bern.occoluto, i1on molto voluminoso. Venne enucleato. Horrax pensò che si potesse trattare di un tumore 1netastatico: ed invero un esame istologi'c o este111poraneo dimostrò la struttura di un tumore di origin·e surrenale. Riveduto dopo due giorni il paziente appariva in b11one condizioni: l'emianopsia era scomparsa. In due pazie11ti fu e eguita la sezione parziale della radice sensi tiva del trigemino per via temriorale. Anestesia avertina-etere; pazienti fissati in posizione seduta. La emostasi della meni'ng·e a media viene fatta tappando il forarne spiItoso con cera e cotone. La radice sensit.iva è uncinata e gradualmente incisa nei suoi due tr·rzi esterni. La radi ce motoria fu nlessa in c>Yid-e nza in ambedue i casi e risparnliata. Un altro paziente fu operato per un adenoma cromofobo estesissimo. Il tumore aveva già provocato amaurosi quasi completa e dato sintomi d'ipertensione. I nlervento transfrontale con scollan1ento della dura ed incisione ampia della stessa lungo la piccola ala, e si11 o alla linea r11ediana. La vista ottenuta apparve assai buona. Parziale asportazione della capsula e vuolumento accurato del voluminoso tuntore, di cui una parte €ra retrochiasmatica. Al Peter Bent Brigham Hospital, che fa parte della celebre Harvard University, il dott. Cutler, successore di Cushing nella Cattedra di chirurgia, ini pern1ise di proiettare una pellicola rappresentante un intervento sul simpatico lombare. Il m ese trascor o in questi , rari centri neurocl1irurgici del i1ord _A merica mi ha permesso di rendermi conto dell'alto grado di efficienza al quale questa specialità è arrivata , sia per ciò che riguarda la organizzazione, sia per quanto concerne l'abilità tecnica dei chirurgi . Sarà cosa veramente utile per i nostri malati e per il progresso, anche in Italia, di questa


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POLICLINICO n

branca specialissima della chirurgia, se anche presso di noi verranno gr.adualmente co~tiLuiti dei centri neuro-chirurgici. Prima di chiudere questa breve rassegna, sento il dovere di ringraziare tutti i colleghi Nord Americani, ch e furono con me così cortesi ed ospitali'; e di inviare anche un saluto ed un caldo ringraliamento ai colleghi italiani ed italo-americani di Boston e di Ne"'' York, che mi procurarono il piacere di intr.atte11er1ni co11 loro su argon1enti tratti dalla mia pratica neuro-chirurgica, e vollero dimostrarmi la loro graditissima simpatia. Nov·en1bre 1936-XV. ANGELO C HIA SSERI NI

Chirurgo prin1. degli Ospedali di Rorr1a

CONCORSI. Norme per i concorsi a posti rli sanita ri co nrlolli.

Co1r1e ::t"b biamo già riferito, la « Gazzella Ufficiale» ha pubblicato un R. d ecreto-legge che abroga le dispo·sizioni della legge 20 aprile 1936 contenenti norme provvisorie per l 'ammissione dei sanitari richiamati alle arn1i ai concorsi a posti di medico e di veterinario condotto e ridà vigore alle disposizioni 'd ell 'art. 34 del regolamen lo approvato con R . decreto 11 marzo 1935 anche per i concorsi al posto di medico e veterinario condot to già banditi e non ancora espletati. Il limite massimo di età per l 'an1missio11e ai concorsi al po·sto di sanilario addetto ai servizi dei Comuni e delle Provincie è elevato ad anni 34 al 31 dicembre 1931. Tali disposizioni si applicano anche ai concorsi già indetti e non ancora espletati. Nella valutazione dei titoli ·dei concorrenti il ser vizio prestato in Colonia con fu11zioni di sanitario condotto dai medici e dai veterinari dipendentj dai Governi e dalle An1.ministrazio11i municipali della Colonia è equiparato a quello di sanitario condotto prestato n el R egno. POSTI VACANTI.

ANCONA. Ospedale Civile « Umberf o I ». - Al 22 dicembre, ore 12, concorsi per titoli e<l even tualmen le per esa1ni ai segue11ti posti: primario ginecologo-ostetrico; età lirn ite 45 anni al 22 11ov.; stip. L. 5000 lorde , i1on aumen tabili; non sono concesse indenni là ; parlecipaz.: aiiulo radiologo; età limite 35 anni ; tip . lire 3248, alloggio, i11dennità giornaliera Yilto L . 11,60; otlo medici assistenti (3 di chirurgia, 3 di me<licina , 2' di ortopedia e traumatologia) ; età 1imi te 32 anni; tip. L. 2700 ; indennità come sopra . Per lutli tassa co11cor so L. 50,50. Cl1i cd er c an nunzi. RiYolgers i alla Segreteria. MILANO. Amministraz. Prouin c. Scad . 13 g·ertnaio , ore 17. Titoli. Medico primario o di Sezione presso l 'Os1)edale P sichiatrir.o Provinciale 'd i Milnno in Mombello; stip. L. 13.000 e 3 trienni e 4 qttad ric11ni di L. 1400, supplf'm. serY. atL. T~. 3000. Richiedere ba11do cli concor "'o all 'Amministrazione, via Monforte 13, Milano. ~f ILANO . La R. Prefettura co1nu11icd : È riaperto pubblico concorso per titoli ed esami per i sf·g uenti ])Os ti di 111 e<lico co11clo tto : BoYi io, Brem-

l ANNO

:\LIII, NuM. 49J

l>io, Cesano Mader110, Desio, Mairago, Marcallo e Mesero, ~Iilano (3 posliJ, Sesto S. Giovanni, Sovico, Varedo. Il primitivo lin1ile di età di 32 anni è stato elevato a 34 an11i. Scadenza del concorso 31 dicembre 1936-XV. (~h i edere bando e schiarin1enti alla R . Prefettura e.li l\1ilano (Ufficio Sanitario). ORVIETO. Civioo Ospedale. Scacl. 15 dicembre; aiuto chirurgo; L . 7500 e 3 quinquenni dee. , oltre L. 600 indenn. serY. att. ,... L. 2800 indenn. ospedaliera, c. -v.; età limite 35 anni al 1° nov. ; tassa L. 50,20. Obblig·o residenza in città. Rivolgersi al1a Còngregaz. di Carità. PESCARA. Consorzio Provinciale ,4.ntitubercolare. - .Scad. 10 genn.; ore 17; direttore del Consorzio e direttore del Drspensario provinciale antilubercolare; stip. L. 16.000, due quadrienni di L. 2000, indennità L. 6000 per la direzione del Consorzio e L. 3000 per la ciirezion e del Dispensario. Età limite 40 anni al 10 nov. 1'itoli e<l e a .. n1i. Chiedere annunzio alla Segreteria (Palazzo del Governo e della Provinci a). Ro:i\fA. Istituto cc R egin.a Elena » per lo studio e la cura dei tumori. Concorso per titoli ed esami per la nomina del Prin1ario del reparto chi.rurgir.o, di 1 capo- ervizio sezione Roentgen e e.li 1 Assistente del reparto fisioterapico. Presentare alla ,Segreteria dei [{eg·i Istitt1li Fisioterapici Ospitalieri (vjale Regina Margherita 295) non piì1 tardi delle ore 12 del 20 gennaio, l a do1nanda di ammissione, ·specificante il pos to al quale aspirano, corredata dai documenti di rito. Gli · aspiranti che risiedono nelle Colonie potranno presentare, ai ii11i dell 'ammissione al concorso, entro il 20 gennaio 1937 la sola domanda, con l 'obbligo p erò, di produrre tutti gli altri òocumenti prescritti successiYa1nenle e non ollre il 20 febbraio . Le nor1ne per l 'ammissione e il metodo del co11corso, gli oj>blighi degli eletti. la durata del seryj1io ecc . .risultano dal Reg·olan1cnto speciale per i t personale ·.sanitario e dal l{egolame11to interno i11 vigore. Detti reg·ola111c rtti ono estensibili J)resso la Segrelerja dei Regi Istiluli li'isiolerapici O, pilalicri. RoMA. Pio Isti!tuto di S. Spirito e Ospedali Riu1iiti. Scad. 30 dic., ore 12. Concorso per esami e titoJj a 13 aiuti. medici, 13 aiuti chirurghi e 1 aiuto otorinolaringoia.t ra. Btà limite 35 anni al 6 no-r. Stip. L. 7300; c.-v. Chied ere annunzio alla Segreleria Gerterale. SIENA.

Ospedale Psichiatrico cl i S. Niccolò . -

Scad. 15 (lic. , ore 12; 1neclico praticante; non1i11a biennale; inde11nità di servizio L. 700 mensili nette, allog·gio. Elà limite 30 anni. Chjedere annunzio alla Segreleria della ·ociet à clj E erutori di l?ie Disposizioni , via Borl1a 41. Cf•NCORSI A PREl\fJ.

Premio « Mariio Segale ». È aperto il con corso a·d un premio di L . .100

(cinquece11 lo) da assegnarsi al miglior l avoro <i i tina donna italiana laureata i11 Medicina e Chirurgia, sopra un argo1r1ento di batteriologia (di i11dole sperimentale o cli indole clinica). Il lavoro deve essere inedito e rappre·sentare opera prevalentemente originale. Dovrà pervenire, in tre copie dattilografate, alla Segreteria dell'_i\NFAL (Associazione Nazionale 1Tascista Arti tt=> e L<1.urea le l Circolo di Genova (via Cairolic18), entro il 21 apriJe 1937-\V. ~Iodalità consuete. Per chiarimPnti r ivolgersi alla Segreteria.


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S J~ZIONE

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Il Foglio d 'ordi11i della R. Marina in data 23 novembre i eca che, con d ecr eto registrato il 7 novc•1nbre, è stata conferita l a m edaglia di bronzo al valor i11ilitare al tenente generale m edico nella riserva r1avale prof. sen. Aldo Cast ellani. Il maggior gen. medico del Corpo sanitario militare m arittimo Adami assume la carica di direttore generale d ella Sanità militar e marittima, in sostitu"Zione del ten. gen. m edico Falco, collocato a disposizion e.

Al Govern a tora to di Ro1r1a, in esit o a con cor so i11 terno per titoli, sono stati n ominati: il doti. Scipione De Ros·si , vice-direttore dell 'Ufficio d'igiene e sanità ; il rlott . Nicol a 'frulli, isp ettore capo dell 'assi stenza sanitari a; il dott. Arturo Petacci, ispc I tore capo dei servizi di profilassi ·d elle n1ala llie infettive. Nella Pontificia Accaden1ia d elle Sci en ze sono ta li nominati accademici i proif. F. Bottazzi di ~npoli, A. P en sa di Parma, A. CastelJ ani di Ron1a, P. Rondoni di ~1ilano e tra gli stranieri i proff. H. GodleV\·ski e R. Grégoire di Parigi, C. 1Sl1er· rington 'd i Londra, A. Carrel di Ne'v York , B. Houssay cli Buenos Aires. Il prof. Aristide Busi, titolare della cattedra di radiologja tnedica nella R. Univer sità di Roma, è stato accl amato memhro della Società tedesca di radiologia medica. So110 trasferiti i proff. : Antonio Comolli, di patologia chirurgia, da P adova a Firenze; Amedeo Dalla Volta, di medicina l egale, da Catania a Ge11ova ; Antonio Costa, di patologja gen er ale, da P erugia a Pi·s,a; Giuseppe Mazzetti, d 'igiene, da Siena a Pisa; Pietro Tullio, di fisiologia, da Bari a Parma ; Rodolfo Margaria, di fisiologia , da Pa'd ova a P avia. 11 prof. G. Castiglioni è nominato alla catt edra di clinica orlopedica e traumatologica di Milano . I 2

Mentore, necessario a tutti I Sanitari ltallaal:

Nuovo Testo Unico delle Leggi Sanitarie<•) (•) Riportiamo da lla pregevole « Rivista Sanitaria Sici1ian;:i », Palermo, r935, n . r, gennaio: « Con accurata veste editoriale è stato pubbLicato con molta sollecitudine dall' EditoYe Pozzi di Roma, iL Nuovo T est o Unico ..:lelle Leggi Sanitarie, C'1n t1< t e ed aggiunte di due noti compe• tenti nel campo della legislazione sanitaria : l',O n. Dott. A ri, stide CarapeUe, Con~gliere di Stato, e il p,·of. A lfredo Jan nitti Piromallo, Consig!iere di Cassazione. 1t Questo pregevole volume, che fa parte della Colla na de •' Il Policlinico '' , costituisce un ·sobrio ed a ccurato studio delle varie disposizioni di legge, tale da potere dare una direttiva si.. cura per l'interpretaziòne delle disposizioni stesse. « Il commento darà certamente modo a tutti i sanitari che vor .. ranno consultarlo, di giovarsi di tutte le chiarificazioni date dai due commentatori ; esso serve « a dare le linee fondamentali, lo.. giche e giuridiche affinchè colui che è chiamato ad interpretare ed applicare Je leggi, sappia ccme regolarsi,' ffacendo buon uso della propria logica e della parola della legge» . « Ritenianio pertant·J utile consigliare l'acquisto del Manuale cui non mancherà il dovuto, m eritato successo l>. Palermo. 1 ° gennaio 1935. FERDINANDO SALBIATA Volume tasca i..jJe, dt pagg. Xll, 720. Prezzo: rilegato in tela L. 4 5: in brochure, L. 4 O, più le spese postali di spedizione. Per crli abbonati nl · Policlinico», rispettivamente sole L. 4 0

rilegato, e sole L. 3 6 in brochure, con s pedizion<' franco <li porto. inviare Vaglia a ll'editore LUIGI POZZI. Ufficio Postale Sue· cursa 'e diciotto, Rorna .

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PRATICA

NOTIZIE DIVERSE Raduno della Società di Storia delle Scienze mediche e naturali. Il 23 ottobr e ha aYuto luogo in Roma una riun1011e d ella Società di Storia delle Scienze mediche e n alurali, ..pspitata nel Museo di Storia della med1cina nell'Ospedale di S. Spirito. Alle due sedute, sotto la :Qresidenza d el sen. prof. Giordano, parteciparono numerosi soci. Il pro~. Castiglioni (Trieste) svolse una relazione su « Una pagina di storia dell 'an lica chirurgia » illu·str ando le vedute patogenetich e e operatorie sull 'ernia in guinale (confusa con la femorale) da Ippocrate a Celso, a Galeno, alle Scu ole araba e salerni Lana fino a Bassini. Seguirono comunicazioni di Cappa.r eni (Roma) su dtie r affigurazioni del! 'estrazion e d ella mandragora che egli ha rintracciato in un codice della Bib1io leca universitaria di Bologna e che ritiene siano quelle m an canti n el Dio·scoride dell 'importante co.d ice di Juliana Avicia dell a Biblio teca imperiale di Vienna, di cui il codice bolognese (apparten ente alla raccolta fatta dal Marsili) è la copia; di Castaldi (Cagliari) ch e ricordò un 'opera dimenticata del Girolami di Foligno, che precorre 1-e vedute dell a Scuola costituzionalistica italiana odierna in rr1odo molto evidente; di Bazzocchi (Imola) su due crani osteoporotici precolombiani 'd el Perù; di Garosi (Siena) ch e parlando di sei codici del Monastero del! 'Osser vanza e de1la Comun ale di Siena scritti da s tudenti di medicina d el sec. XV, cioè in un periodo nel gua]e fulgevano gli studi m edici in quella Repubblica, descrisse la legisl azione igienica senese di allora ; di Mazzini (Imola) che biogr afò ìa f ig ura di Francesco i\lber ghetti, ottimo 1nedi co ch e , fiera1nente e nobilmente fedele ai suoi ideali, lasciò una benefica i stituzione sagacemente congegnata a prò d egli imolesi ; di Pazzini (Roma) che rievocò un medico pistoiese, il Biagini, quale f11 il primo vaccinatore nella sua terra (1804) . Nella seduta amminist rativa si deliberò di ten ere il pros~ri1no raduno in Livorno, quando nel 1937 la Società i lalinna cli Dermatologia e Sifilografia vi terrà il suo XXXI Con g·r esso p er celebrare deg namente il 260° anniver sario della scoper la dell 'origine acarica della scabbia, avvenuta in Livorno per opera di Bon omo e Cestoni; la proposta è del dott. Fauccj, ch e n egli ultimi anni si è d edicato a illustrare le figure di . q11esti su oi due con cittadini .

Società internazionale di chirurgia • occasione del Congr esso francese di chirurgia, si sono riuniti 18 n1embri del Comitato della Società internazionale di chirurgia e son o stati ci esig nati i membri del Comitato scientifico; per i 'Ital ia i proff. Donati (Milano) e Dominici (Napoli). Si è preso in esame il progetto, elaborato negli Slati Uniti, di un Collegjo internazionale dei chir urgi: si è 'd eliberato di rimandare le decisioni al Congres·so di Vienn a (1938); ma vari oratori hanno riconosciuto cl1e il progettato organismo r1on è i1ecessar io e si è annt1nziato che molti chirurghi, dopo avervi aderito, si sono dimessi : tra gli altri il segret ario- tesoriere p er l 'America sett r ntrionale, dott. Palmer. I 11

Commissione internazional e del materiale sani· tari o. Dall '11 al 18 ottobre si è tenuta a GineYra, p resso la sede della Croce Rossa Internazion ale, la 12& se·ssione della Commi ssione Internazionale per-


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manente di s ludio per il i1i.alerjule sa11itario. Ha11no riferito la Polonia , la Germania, la Svizzera e la Rumenia su vari prohlemj . rig11ardanti la disinfezione delle acque, l 'illuminazione, gli antisettici ecc., sempre riguardo ai servizi di campagna. In ultimo sono stati emessi voti per un più completo equipaggiamento sanitario individuale 'd ei subalterni di Sanità, per l 'istituzione dei treni ospedale ed è stato bandito un concorso per un tipo di bendaggio emostatico da usarsi sui campi di battaglia.

Sezione Laziale della Società italiana di gastro· entero logia. Nella prima quindicina di dicembre, in epoca precisa da determinarsi, ·saranno riprese le sedu le ordinarie mensili della Sezione Laziale di Gastroenterologia, presieduta dal prof. C. Frugoni. Il 11umero d ei soci iscritli l 'anno scorso e quello delle comunicazioni fatte ·sta a dimostrare l 'interesse che destano i problemi della specialità gastro-enterologica nel campo medico-chirurgicoradiologico. Si confida pertanto che anche quest 'anno non mancherà la eollaborazione viva e falliva dei ·soci. Chi volesse iscriversi per qualche comunicazion e può inviare il titolo al segretario A. Bonadies (Ospedale di S. Spirito, oppure vja Crescenzi~ 19).

Propaganda igienico-sanitaria. Il periodico cc Sapere )> (della Casa Hoepli), il quale ha già incontrato così pieno successo, l1a iniziato la pubblicazione di 11n Supplemento, dal titolo cc Vivere », "d estinato alla propaganda igienico-sanitaria: è quanto di.re che e·sso ha lo scopo di contribuire a rafforzare la razza , secondo le direttive già tracciate dal D11ce. · Beca a rticoli di personalità sanitarie di pri1n o piano: De Bla5i, Pende, Lombroso, Baglioni e di altri collaboratori pure apprezzati n el mo11do sanitario: Minz, Monti, Alberti, ecc. Il supplemento co11 sta di allo d en se pagine ed è copjosamen te illustrato. L 'accademico De Blasi inaugura la n11ova pubblicazione con un articolo concernente il nostro problema demografico in rapporto all'Impero. Egli svolge il concetto che, per potenziare la razza, si deve promuovere non soltanto il numero, ma anche la qualità degli individui, il che potrà conseguirsi curando la salute fisica, mentale e morale delle nuove generazioni. L 'argomento di questo notevole articolo è stato radiodiffuso da1la ,Stazione dell 'E. I.A.R. di Santa Palomba e dalla Stazione ad onde corte di Prato Smeraldo. Un cordiale plauso, per la nuova iniziativa, alla attivissima Casa Editrice.

Mostra fotografica fra i sanitari d'Italia. L'Associazion e 1nenici italiani artisti col patrocinio de « L 'Italia Medica » e di « Nicia » ha organizzato un Concorso fotografico fra tutti i sanitari d 'Italia (medici, veterinari, farmacisti). Al Concorso seguirà una l\1ostra in cui saranno presentati i lavori di maggiore interesse e· più riusci ti. Possono essere presentate fotografie di qualsiasi formato ed anche stereoscopich e, d 'arte, scien tifiche, di a ttuali Là. Una speciale Sezione sarà riservnta alla fotografia di document azione dei ser vizi sanitari in A. O.

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In particolare considerazione saranno tenute le fotografie atte a docun1entare e valorizzare la flora officinale metropolitana o delle Colonie italiane . J)esiderate sono pure le fotomicrografie in nero e in colori che riguardi110 la istologia, la patologia , la batteriologia. Ogni concorrente potrà inviare più fotografie . Apposita Giuria sceglierà tra le opere concorrenti le migliori e le premiande (premi in denaro e in oggetti, medaglie e diplomi) allo scopo di e·s porle alla Mostra che verrà aper~a al pubblico. Nessuna quota è dovuta per la iscrizione e partecipazione, eccettuate le spese relative al trasporto e spedizione delle fotografie che stanno a carico del concorrente. Il Concorso si chiuderà alle ore 24 del 31 gennaio 1937-XV. · La ~lastra avrà luogo dal 17 al 28 febbraio 1937XV, nei locali della Società Assalonnia, via Gioberti 2, ~Iilano , alla cui sede dovranno essere inviate le opere. Per ogni altro chiarimento rivolgersi alla ste·ssa sede.

Nuovi ospedali in Etiopia. Consiglio di am1ninis lrazione dell '« Italica Gc11s » - associazione per soccorrere i missionari itélliani all 'estero - ha deliberato la cqstruzione di tre nuovi ospedali e di dieci scuole nelle regioni dei Galla Sidamo. .Sono già partiti gli ingegneri che seguiranno le colo11ne di occupazione per poter dare subito mano ai lavori. Col consenso del1'Augusta Preside11te della « Ilalica Gens )> S. A. R. la Princi1Jessa di ~iemo11te 1 è stato deciso di intitolare il grande ospeclale g ià esistente in Addis Abeba al nome de11a Principessa. I nuovi ospedali come le nuove sc uole, saranno affidati ai missioIlari dell'Istituto della Consolata. ll

Corso dei soccorsi d'ltrgenza per missionari dell'Ordine di ]!alta. Il 28 novembre nel]' Aula Lancisiana dell 'Ospedale di S. Giacomo in Augu sta , si è inaugurato il terzo corso d'insegnamento teorico pratico dei soccorsi ·d 'urgenza medici e chirurgici per mis·aio11 ari. Il prof. Alessandri, della R. Università, ha letto la prolusione ed il prof. Castellani ha parlato sulla importanza del corso per i missionari. Erano presenti il Mini stro Solmi e il Gran Maestro dell 'Ordine pri11cipe Chigi Albani. Prima della lezion e si fece la consegna dei diplomi agli allievi del corso 1936 che superarono gli esami finali. Il corso, come si sa, è stato istituito dal $oYrano Ordine di Malta per preparare scientificamente i nostri missionari d'ambo i sessi a renderli atti ad approntare soccorsi d 'urgenza in ogni rnomerito . I due primi anni di attività della « Scuola Missionaria » hanno messo in evidenza i vantaggi d ella i11iziativa. Religio·si e. religiose di ogni Ordine e di ogn i paese, italiani, europei di remote contrade, cin esi e annamiti , hanno seguito i corsi teorici, le esercitazioni pratiche, sufficienti per addestrare a recare soccorsi d 'urgenza . I/intero corso, sollo l'egida di sicure compet enze co1ne il prof. Alessandri e il sen. Cas1el1nn~. e diretto eia un ani1na lore e con1pet ente quale il prof. Giorgi è razion aln1ente inteso a un indirizlo scientifico e pra Li co. In tal modo l'Ordine di Mal la , che ha assunto u11 appo·si to reparto di chirurgia ne]} 'antico ospe-


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SEZIONE PRATI CA

. Si è celebrato a Washington il centenario della biblioteca medica dell'Esercito degli Stati Uniti 1 che è la più ricca biblioteca medica. Il prof. i\IIariano Messini, aiuto nella R. Clinica Medica di Roma, incaricato dell 'insegnamento ufdell 'idrologia medica nella R. Università di Un convegno per organizzare le '' educatrici del ficiale Ro1na, ha tenuto la sua prelezione trattando il malato,,. tema: « L 'idroclimatologia e la medicina corporatjva ». Si è svolto in Roma, per iniziativa e sotto la direzione dell'Associazione Educatrice Italiana , u11 La cc Schweizerische mediz. Wochens. » ha de<Jonvegno di studio per la organizzazione del ser- - dicato al prof. Hans Guggisberg, clinico ostetricovizio delle cc educalrici del malato » negli ospedali ginecologo di Berna, in occasione del suo 25° giud'Italia. Il Convegno ha trattato del valore relibileo universitario, il fascicolo del 24 novembre gioso e sociale del! 'infanzia con particolare riguaril quale contiene 21 lavori originali. do di quella malata e di tutte le opere del ReNe cc L'Attualità Medica» di ottobre richiam a gime per le madri, per i fanciulli , per i g·iovani. 1'al tenzione un interessante articolo critico delI.e lezioni furono tenute dai proff.: Fr. Ales·sanl 'accade1nico De Blasi ·s ul noto libro di Carrel dro Alessandrini, dott. Paolo Alessandrini, Baldi, « L'uomo, questo sconosciuto ». Ranissoni, Bove, Canizzaro, Di Napoli, Fambri, Fcrrari, Ferreri, Giannini, Grassi, Mancini CorIl gen. med. prof. Loreto Mazzetti , nuovo direttesi, on. Morelli, Niceforo, Pecori, Ranelletti , Vitore generale della Sanità Militare, ha assunto la gli~ni. direzione del cc Giornale di Medicina Militare », in Le prime, circa ce~to educatrici volontarie, tutte cui continuerà ad es·sere efficacemente coadiuvato ex a~lieYe delle Scuole Magistrali dell 'Associazione d al col. med. De Bernardinis. Educatrici Italiane, hanno già seguìto, nelle sinPresso l'Accademia di .Storia dell 'Arte sanilaria gole Scuole da cui provengono, anche i Corsi di si è svolta la commemorazione d ella nobile figura Soccorso medico-sociale che l 'Associazione i·stituì della dott.ssa Isabella Grassi, figlia del compianto i11 ogni sua Scuola durante il passat o anno scolaprof. Battista Grassi, la quale fu per 15 anni presistico. L 'opéra educatrice per i fanciulli malati clentessa della Federazione Italiana Laureate. Le avrà inizio nelle provincie di Bari, Bologna, Casignore Valeria Brunelli, Giuseppina Dragoni Tegliari, Catanzaro, Genova, ·L ivorno, Milano, Nasti e Vittoria Federici hanno presentato la figura poli, Palermo, Roma, ·rorino e Venezia. deJ la scomparsa nella sua duplj ce attività di stuUn po' dovunque. diosa e di patriota; Ella dette la ·sua opera di crocerossina in zona di gu erra; fu attiva pro1)aLa rinnovata Pontificia Accademia delle ·scienze, ga11dista di opere sociali. presieduta da padre Ago·stino Gemelli, inizie~à i lavori il 6 febbraio 1937, anniversario dell 'incoI giornaJi r ecano che all'Istituto antirabbico staronazione di S. S. il Pontefice Pio XI. tale di Vienna si va applicando la cura d ella r abbia con le onde corte: in una forte percen tuale di Il 1° Congresso argentino di oftalmologia si è animali infettati si sarebbe otte11uta la guarigione. aduna to a Buenos Ajres, nei locali della Facolt à di ·scienze mediche, il 27 ottobre e seguenti. I giornali recano che di due fratelli siamesi , Lucio e Simplinio Godnio, uno è morto 'd i polmoIn occasion e del 100° anniversario della nascita nite; alla cc York Hospital » di New York si potè di E. von Bergmann, il 16 dicembre, si tPrrà procedere irr1mediatamente alla separazione del canella Casa Imperiale Federico di Berlino una Modnvere, dato che 1'unione, alla base della spina stra commemorativa sulla chirurgia all 'epoca di dorsale, non interessava organi indispensabili alla Bergmann. vita; l e condizioni del sopravvissuto erano soddiL'Accademia di l\ifedicina di New York ha orgasfélcenti. nizzato una serie di conferenze per il pubblico , Nel magazzino de cc La Farmaceutica» di Varese su cc L 'arle e il romanzo della medicina ». è stato commesso un furto di stupefacenti: si è Il 28 ottobre venne inaugurato a Torino il nuov11otato l'armadio che li custodiva, senza toccare vo grandioso palazzo dell 'igiene, ove sono allogati altra merce. gli 11 ffici municipali d 'igiene, sanità e 'd emograIl farmacista Antonio Lisi di Ceglio Messapica fia; sorge in via della Consulta. È costato 45 mi(Lecce), per u11 fata.le errore, scambiava delle fialioni e mezzo di lire. lette di calcio con altre di pilocarpina ed eserina; 11 29 seltembre il presid ente della Repubblica la contadina Pasqua Chirico, in cui vennero pradegli Stati Unili, Roosevelt, ha collocato la prima ticate le iniezio11i, è venuta a morte. pietra di un nuovo edifizio p er la Scuola i11edica del! 'Un iversità di Syracuse; e·sso costerà poco più di 1.250.000 dollari (24 milioni di lire it.) e sarà Il 5 novembre si è spento a Milano in età di co1npletato n el 1937. Farà parte di un Centro m e87 anni il prof. AJ\rnRos10 DERTARELLI, ch e p er un dico. trentennio fu primario dermo-sifilografo in quel1·ospedale Maggiore, ove fon'd ò l a Sezione fotoIl 14 novembre è stata inau gurat a a Parigi la racf iolerapica, che vi funziona in uno speciale pacc Casa degli studen li » dovuta alla Fondazjone Rodiglione intitolalo al ,Suo nome; provvide anche ckefeller; alla cerirnonia ii1tervenne il presidente aJia cos tr11zione di un padiglione per l a cr enotedella RepubbJ ica Alberl Lebrun; parlarono il mir ap ia, derlicalo alla memoria d ei fratelli Tommaso nistro rlell 'educazione nazio11ale J ean Zay, il so tto·segrctario agli aff:'lri cs leri Coulet e il rettore del- e Luig i. Fonrlò e diresse a lungo il « G iornale 1'l>n iversit à di Parigi Ch arlé ly, dopo di che 1'amit(lJiano di dermatologia e sifilografia ». Era una bél ~cia lo re ci egli Stati Uni ti fece la con segna ufdelle figure pii1 spiccate del m ondo m edico mi· ficiale d e11 'istituzione al sen. Honnorat. lanese. dale romano, dirr1ostra come sappia richiamarsi alle sue antichissime tradizio11i, a quel concetto dcll '« hospitalitas » che costituì la funzione fondamentale dell'Ordine e che oggi si rinnova con alti concetti uma11itarii.

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« IL POLICLINICO »

RASSEGNA. DELLA. STA.MPA. MEDICA Med. Klinik, 31 lug. -

H. PnrBnAM. Stati febbrili e subfebbrili di lunga durata. Deut. Med. Woch., 1 ag . - Poliomielite. Arch . p . le S e. Med. lug. - M. FENICIA. Diffusione avventiziale della infez. tbc. - P. B. GroRDANo. Reaz. van den Berg nei cardiopazienti . Paris "P.1éd., 1 ag. ~ M. MoNNEROT-DUMAINE . Accidenti biotropici. Edinb . Med. J ou r n., ag. C. F. W. ILLINGwoHTH. Formazione di calcoli biliari. A. C. CoLES. Corpuscoli di virus nel linfogranuloma ing. Jornal d os Clin. , 30 giu. - M. DE _SENNA e P. UGHoA CAVALCANTE. Emorragia cerebellare. Arch . M éd .-Chir. App. R esp. , 3. - V. MoNALDI. C11ra della tbc . polm. con la toracoplastica anterolater . - O . M. MrsTEL. Glandole endocrine e predisposizione alla tbc. Quart. Journ. l\4.ed., l ug·. - .J. I ... LIVINGSTONE e M. GrLLESPIE. Testi di efficienza re·s piratoria nel1'asma . - R. V. CHRISTIE. Congestione polmonare co11secutiva al pneumotorace arl. Arch . Mal. App. Digeslif ecc., lug. - J. 'fRorsrER e al. Lipomi sollomucosi dello stomaco. - F. FEnNANDEZ. La febbricola epatobiliare. Presse Méd. , 1 ag. -· G. PAISSEAU. Trattam. della difterite inaligna con la stricnoterapia inten sjva . Practitioner, ag. Numero semi-monografico s ulle malattie veneree. R ev ue Ne urol. , giu. - Resoconto della 15a. riunione n eurologica internaz. Riv i sta di Chir., lug. - E. SEGEGHY. Il metodo più semplice per trasfondere il sangue naturale. A. 'foMMASELLI. Modificazioni patologiche d el peritoneo nel cavo di Douglas. Folia M ed.. , 30 lug. - F . ToBÉ. Dal pneumotorace ipoten·sivo ai metodi chirurgici di detensione. Pediatria, 1 ag. - G . 'fESAURO. Ormone galattogeno . Klin. Woch., 8 ag. - H. HANKE, Vitamina C, tiroide e rigeneraz. ossea . - W. SzoNELL. Funzione capillare e febbre. Sperimentale, giu. - D. l{ERTEsz. Elasticità del cuore. ---=- G . FAVILLI. Principio diffusore (fatto-

!"

[ANNO XLIII,

~UM.

49]

re R) conte11uto in alcuni organi. - l\. CosTA e L. SEVERI. Sistema ve11oso delle capsule surrenali . . Presse Méd., 8 ag. - A.-J. PALANDER. Contagiosità delle forrrte chiuse di tbc. nell'infanzia. Deut. M ed . Woch., 7 ag. - RuNGE. Mestruazioni copiose e protratte. - GuNDEL e al. Difterite . M~unch. Med .. Woclt., 7 ag. -- H. MALTEN. Rapp orti tra inalatt1e. - C. KE1FFF.NHEI1vr. Diagnosti<'a delle malattie reumatiche. M~d. W elt, 8 ag. E . KusTER. Tempo ed epidemla. - H. ZEiss. l\ilorbo di Bornholm : mialgia acuta epidemica. Lanciet, 8 ag. - W. GREY V\FALTER. Localizzai . elettroencefalografica dei tumori cerebrali. Journ . A. M. A., 18 lug. - C. A. NEYMANN e al . Trattam. della sifilide iniziale con l'iperpiressia. - T. M. RIVERS. I virus (ultravirus). Arcli . internal Med., lug. M. D. ALTSHULE e M. C. VoLK. Tiroidectomia nell 'angina pectoris . - E. J. VAN LIBRE e al. Anossiemia e vuotarr1e.nto g astrico. '-:: N. 'iV. .BARK EIL Tromboflebite idiopatica primario. - F. M. HANES e A. McBRYDE . Sprue e morbo celiaco. Minerva Med., 11 ag. - R. Rrl\tINI. Tbc. polm . negli atleti.

ANNALI D'IGIENE. PUBBLICAZIONE MENSILE. Sommario del N. 10, 1936 : Memorie originali: R. GARBINI: Esperienze di localizza · zione di str eptococchi isolati da tons ille di soggetti con ulcera g a strica o duodenale. - A. C ORRADETTI : Alcu ni prot ozoi parassiti di « Nycter ibiidae 1> d el g ener e (( Lis t r opoda. ,, (1 tavola). - E. BERTARELLI E. CASBRIO e I. PERAGALLO : Ricerche s ulla potabilizzazione delle Recensioni : Immua cque col m et odo « Katadin ». nologia - Vaccini e sieri - Mi crobiologia . - Rivista

bibliografica. - Problemi professionali: E. RONZANI : Per un più equo trattamento di carriera degli assist-en t i d egli I stitnti d'Igiene unive r sitari. - Servizi ig ienico-sanitari. - Notizie. Abbonamento annuo : Italia L. 6 O, Es tero L. 1 O O; ai nostri abbonati L. 5 5 e L. 9 Q. Abbonamento di saggio semestrale: metà di dett i importi. Un numero separato: Italia L. 8; Estero L. 1 2. Numeri di saggio a richiesta. Per ot tenere quanto sop.ra rivolgerai a ll'Amministrazione, Via A . Salandra 14, ROMA.

Indice alfabetico per materie. BibJiog r afia . . . . . . . . . . . . . 2228, 2229 Centri n euro-chirurgici degli Stati Uniti d'America : visita . . . . . . . . . » 2241 Cisti 'd cl forarne di l\i[onro (cosidette cisti colloidi d el 3° ventricolo) . . . . » 2221 C·on co r si sanitari provin ciali: t ermini e f orme de i rimedi giuridic; contro i risultati . . . . . . . . . . . . . . .

Iperten sion e arteriosa: roentge11terapia Medicina d el lavoro: cong resso . . . . . l\ile11ingite cer ebro-sp . epid . in l attante di due m esi . . . . . . . . Mielosi si fili lica . . . . . • • Neuralgia glosso-faringea • •

))

2238 2237

))

2230

»

)) 2235 )) 2222 )) 2225

Oftalmoplegia interna: valore semeiologico e clinico . . . . . . . . . . . . Opera Naz.

~Ialernita

e Infanzia . . . .

Pneumotorace bilaterale e velocità di circolaz. d el s angue . . . . . . . . . . Reticolo-neuriti infettive da virus neurotropo inde lerminato . . . . . . . Scler osi a placche e acido ascorbico . . Sifilide con geni la e ma lrimonio . . . . Svilup})O corporeo: miglioramento nei popoli civili . . . . . . . . - . . . . . Tumori a cellule giganti delle guaine tendinee . . . . . . . . . - · · · · · · Turbe circolalorie del capo, accessionali. Crisi angiospasliche oculari . . - - . .

Diritti di preprietà riservati. - Non ~ con.seniiw la nst4amPa di laiiori 1>ubblicati nel Polioli nioo u

)) 2236 )) 2244 )) 2237 ))

2225

)) 2236 )) 2237

)) 2226 )) 2216 )) 2207

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FRUGONI,

Red . ce.po.

A. Pou1, Resp.

Roma - Stab. Tipe-Lit. Armani di M. Counier.

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ANNO XLIII

Roma, 14: Dicembre 1936. XV

Nnm. oO

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondatò nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

-

PRATICA

SEZIONE ,-

REDATTORE CAPÒ: PROF.

CESARE FRUGONI

Clinico Medico di Roma

ABBONAMENTI . ANNUI: 1° GENNAIO - 31 DICEMBRE Slaseli 1 Italia (I) ALLA SOLA 8HIONB l'IATICA (1ettimainale) L. 58.80 .( 1-a) ALLA &OLA IUIONll llBDICA (mensile) . L. 50 (1-1') .ÀLLA 10'1 SBZtONI CBl&UUltlA (mensile) L. 50-

Estero

Cunaulatiri:

Italia Este ro

L. 100 (2) ALLm DU• S&ZlONJ (pra.t ica e m ed ica.) . L. 100 L. l CIO L. 00 {J) .A.Li. IUJJ SBZIONJ (rprat ica e ohirurgi.ca ) L. 100 L. lfiO L ., (&) ALLll TRlt SBZIONI (pratica, medica e ch irnr .). L 125 L. 1.,

Un numero separato dell& SUion K•DI<ll o della OsmtJB&1c• L. 6 ; dellà Pli'l'IOA L 9,60

SOMMARIO . Rilievi e commenti : B . Schiassi: L'Italia nella chirurgia. delle varici. Lavori ori g inali : M. Pirolli: La catalasi fecale nella dirugnosi della tubercolosi intestinale nei tubercolosi polmonari. Note e oontributi : E . P etrina: Rottura della m ilza. Riviste : v. Nonnenbr uch : Sulle cor relazioni epato-ren a li. Sunti e Yassegne : OSTETRICIA E GINECOL0(11A: J. Seguy: L 'a borto endocrino. - O. Bittmann : Sull'oppor tunità dell'anestesia lom bare in ostetricia. - H a.mm : Contrib11to alla cura a secco del fluor vaiginale. - MISCELLANEA : F . Hoff : Mestruazioni e a f fezioni cerebr ali. - M. A. Lévy-F ranckel: Ripercussioni .cutanee delle irritazioni gen givo·dentarie. - B. Weicker e O. Nehrkorn : Miocad'dio e tonsillite.

L' attualità scientifica : G. Raffaele: Il ciclo. evolutivo del parassita malar ico nell 'organismo. Divagazioni : Ledu c: La narcosi elettrica. Noti zi a bibliog r a fica. - c e nni bibli ografici. Appunti pe r il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Sulle lipamatose m ulptiple simmetriche. - N òte sulla cura insulinica nei vomiti periodici con acetonemia. - Errori da ~vitare nell a cura delle nefropatie infantili. - L'azione antitiroidea della vitanuna A. SEMEIOTICA: Una reazione ,p recoce per la diagnosi di gravidanza. - TECNICA MEDICA: Per una buona tecnica d ella vaccinazione. - V ARIA. Nella vita professionale : Servizi igienico-sanitari. C'I'onaca del movimento .professionale. - Concorsi. Nomine, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Indice alfabetico p e r materie.

RILIEVI E COMMENTI

ta di una interpretazione erroriea n del metodo sclerosante, ·e che lo· ·stesso Schiassi proclamava sè inventore di obliterare le vene con soluzione jodurata : paro1le queste cui Ella ha fatto seguire alcun i accenni su Cristoforo Colombo, l'America, l e Indie, l 'Amerigo ... ecc. ecc. Sono costretto ad osservare che non è esatto c}1e io abbia voluto aggravare il Porta di cattive i11t-er pretazioni ; presi bensì fin dal 1913, in esame il con tegno curativo secondo la veduta espressa da qu esto A. con le sue parole : cc dopo « aver confermata la virtù sopente del Cloralio « son o stato io il primo a riconoscerne un 'altra cc azione locale coagulante della fibrina del sancc gue e della albumina del siero ·e d a farne cc immediatamente un'applicazione utile per la cc ·cu ra delle varici ». E considerando la concezione del Porta ebbi a notare che Egli non av-eva avuto una visione veramente esatta del rapporto che intercedeva tra il suo atto fl eboiniettatore e l 'evento che ne susseguiva fleboocclusivo; non av.eva cioè scorto quali fossero gli elementi veri che intervenivan o nella determinazione d·ella occlusion e, in quanto Egli

' ' L'ltalia nella chirurgia delle varici ,, Pubblichiam o questa Vettera aperta al Prof. Sen. Giordano che il Prof. Schiassi d~ Bologna ha fatto pervenire ariche alP.a « Rassegna Cl1i·nico-Soientifica » di Milano quale com.m1ento ad un, a1rtic0Do dello stesso• Prof. Giordano comparso nel periodico milanese n. 9, 1936. l ll. mo Prof. Giordano., Rilevavo di reoen te in Policlinico, precisamen te in Sez.n e Chir urgica n. 9 1936 , che dal Suo alto intelletto e dalla Sua vasta dottrina scatu rivano talvolta delle manifestazioni di vario sapore, per le quali parlando o scrivendo Lei veniva esprimendo certi g iudizi e certe critiche ·s ì che chi ascoltava o leggeva, essendo a Lei affezionato, provava un senso di rincrescimento. Alcun ch e di' simigliante anch'io ho avvertito quando avendo scorso• lo scritto da Lei p ubblicato in Rassegna Clinico-scientifica n. 9 1936 a proposito della cura delle varici, ho letto cl1e Benedetto Schiassi cc volle aggravare il Po1r1

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IL POLICLINICO »

attribuiva alla coagulazione della fibrina del sangue e della albumina del siero una proprietà che ben poco valeva nella costituzione del fertomooo. Forse le manchevolezze delle vedute de.I Porta dovettero essere in parte inerenti allo stato della Scienza del suo tempo, ma io trattando dell'argomento, ben lontano dalla intenzione di aggravare l'interpretazione non giusta dell' A. venni esprimendo come si dovessero consi'derare gli effetti della introduzione di sostanze chimiche nelle vene. Ed indicavo particolarmente cc iZ principio» espresso da F. Durante, il quale, fondandosi su nozioni bene accertate di istologia, aveva affermato· che conveniva provocare una eccitazione dell 'endoteDìo delle vene in modo da invitarle ad una proliferazione tanto attiva da raggiungere la occlusione, la quale assumeva cosi una importanza en,orme, in quanto garantiva assolutamente da possibili avvenimenti re mbolici, dato che l'orditura obliterant·e si svolgeva graduale, ordir1ata e solida, a differenza della occlusione che si otteneva attraverso la concezione del Porta per la quale si coagulava la fibrina e J'albumina d:el sangu·e, vale a dire si creava una condizione en dovasale· eh.e esponeva facilmente alla frammentazione del trombo e quindi alla embolia. È ben vero che secondo il procedimento del Porta oltre che sul sangue si agi va chimicamente anche sulla parete, ma l'avvenimento accadeva secondo mo·dalità che avevano troppo il carattere de] cc presso a poco » e non im pedi\'ano che la coagulazione della fibrina che avveniva nella im1nediat.e·zza della iniezion€, costituisse una condizione preminente favorevole alla embO!lia. Inoltre lo stesso Porta fissato con la mente sul fatto d·e1la co(JJgulazione della fibrina non fu mai consapevole della parte che potevano avere gli elementi anatomici delle pareti nella produzion·e della occlusione, od alm.e110 Egli non n e fece mai il minimo cenno. Quando ci radunavamo con gli allievi all'o Ospedale di S. Orsola di Bologna e ci occupavamo in trattenime11ti di « Chirurgia infusoria », di cui trattai anche in Rivisita Critioa d·i CLinica Medica, n. 33, 1907, !Firenze, osservavamo che specialrr1·ente in seguito ad iniezioni percutanee endovenose di io dici o di mercuriali, mentre nel momento della iniezione nulla era avvertibile ch e ci facesse sospettare e.b e i medicamenti ag issero localmente sul sangue in senso coagulante, dopo qualche giorno, alla nostra successiva riunione (e molti colleghi , che furono presenti , oggi lo ricorderanno) nei tentativi fa tti per propinare con la stessa t~cnica e nella stessa vena ulteriori dosi di m edicinali, ci accadeva di esserne impediti per1

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chè il vaso era perfettamente occluso. Si doveva di necessità pensare che se il sangue al1'atto della iniezione era rimasto indifferente al sopravvenire del liquido, un altro elemento locale doveva essere intervenuto per produrre successivamente e gradualmente la chiusura del vaso. Questo elemento non poteva essere che quello parietale, similmente a quanto aveva avuto modo di osservare ,~..... Durante quando ir1troduce,1a nelle vene un filo di cat,gut imbevuto di percloruro di ferro. Era la reazione en.dJoteliale specialmente che costituiva una risposta alla eccitazione chimica e che adduceva alla obliterazione delle vene, così come aveva, ripeto, indicato i.I Durante ed avevano ben controllato anche Biagi e Bruchi, ed anche noi avemmo occasion·e di ricontrollare insieme con l'anatomo-patologo Prof. !B. De Vecchi pratican·do indagini istologiche su vene varicose trattate con ini·e zioni m·edicament.ose e prele' '.ate nell'uomo in vari periodi successivi alla ir1iezione. Tip. Parmeggiani, Bologna, 1914. Dalle nostre osservazioni in argom·e nto di Chirurgia infusoria (1) e dalle nozioni fornit eci del Durante venne facilmente l'idea di utili2zare ampiamente un procedimento chimico e11dovenoso a cura delle varici, tanto più che si sapeva già che le pareti' delle vene varicose er.ano predisposte ad esaltare il loro potere proliferativo. Descrissi allora il contegno operatorio che si sarebbe potuto adottare per ottenere risultati fecondi e. si·curi. Non scrissi n1ai, come fece il Porta, « sono stato io il primo ecc ... » e non mi arrogai affatto alcuna priorità, nè mi proclamai affatto l 'inv0ntore di un metodo obliterante delle varici giusta le parole di Lei, Professor Giordano: 11on feci altro che disciplinare un contegno operativo in modo che riuscisse in conformità al.lo scopo, gio·v andomi di un « principio )} (quello del Durante) che è sostanzialmente e consapevolmente diverso dalle idoo per lo meno solo approssimative che guidarono il Porta. A proposito della reazione parietale che può i11tervenire an ch e col metodo del Porta, Ella ,. (1) Nel 1927 I. A. Sicard parafrasava quasi ~~ le stesse parole quello che acvevo pubb!1~ato ~1u di 15 anni prima « Sulla cura delle var1c1 » (Tip. G&mb. e Parmeggiani, 1914, Bologna) : . cc J 'ai remarqué que certains produits amena1ent « une oblitération des veines iniectées. Ce sont « faits qui m 'incitèrent à. appliquer les iniec~ions cc au traitement des var1ces des me~re.s i~fé­ cc rieurs ». E poi parafrasando ancor~ il mio dire, descriveva un suo modo personale d1 trattame~to percutaneo delle va.rici così co1ne ~vevo descritto 15 anni prima. Leggere cc con attenzione » : G. Foà,. Gazz . Int . Med .-Chir., n . 3, NapoJi, 1928.


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Prof. Giordano, credendo di somministrare ai suoi ascoltatori · qualche frase in amenità, ha voluto condire il suo discorso con le Indie, Cristoforo Colombo, « i ' Amerigo », ecc. ecc. ed afferma che cc non toccò .allo Schiassi la sorte « di diventare cc l~Amerigo » del metodo Por« ta ». Ciò non ~ giusto, prof. Giordano . .se mai ci fu un « Amerigo » cor:vettore del Porta, €gli fu precisamente IF. Durante, ch e insegnò come si doveva procedere scientificamente e più utilmente nella pratica della obliterazione delle varici. Schiassi non fece a·l tro che applicare la Concezione del Dura11te. In quanto poi alla fusione delle pagine dell 'idrocele, anche qui il Porta non dimostrò mai di sapere per quale detern1inismo dessa accadeva ove n el cavo fosse iniettata una sostanza cl1in1ica. Non so se an·c.he in qu·e sto caso Egli pe.nsasse alla « coagulazione d ella albumina del siero », ma è certo che fu il Durante ad indicare con precisione come reagivano proliferando taluni tessuti (si comprende an che la vaginal1e del tèsticolo) al contatto di particolari sostanze medicamentose. Quindi volendo Ella ammanire l'am1enità ai suoi ascoltatori avrebbe potuto più propriamente dire, dato che la figura del Durante meritasse questa lepidezza (e non lo credo) : « Con1e l 'Amerigo corresse cc Colombo, cosi il Durante corresse il Porta ». Schiassi è spiacente oggi di fare per la seconda volta qualch e rilievo su certe mar1ifestazioni di così alto Ma·e stro qual 'è Lei, Prof. Gior. dano. Al Co·n gresso di 1F irenze del 1922 quando per rallegrare i convenuti con qualche barzelletta Ella suggeriva ch e l 'ulceroso gastrico pote,·a essere consig liato di « stare allegro, di cc mangiare con maggior allegria, di fuggire i « medici seminatori di idee m elanconiche e cc maggiormente i Chirurghi ch e dopo l'opera« zio ne presentando la nota dell'onorario po« trebbero provocare una nuova emozione ecc morragipara ed una nuova ulcera n ritenni che Ella fosse in quel momento stuzzicato dai nlormorii del cc branchetto » di Intervenuti che Je siedevano intorno e ch·e in quel modo, esprim·evano cc con morn1orii » di non aver capito il valore di quanto io av·evo prospettato sulla genesi dell 'uloera gastro-duodenale. Ma Ella no·n si limitò a dire sul momento quella barzelletta, ma dopo anche la scrisse e la stampò in un volume. Similmente oggi ha detto e poi scritto in Rassegna Clinico-Scientifica alcun che di... r icreativo in argomento di cura delle varici, tirando nel discorso le Indie, l 'America , Cristoforo Colombo e quell' « Amerigo » che nulla aveva a ch e fare realmente con lo Sr,hi·assi. 1

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SEZIONE PRATICA

Avendo battagliato in Con gressi e bene spesso anche scritto con rigore e vivacità contro l 'opinione di vari colleghi tanto da farmi· degli avversari assai severi (molti avversari, molto onore? P) qualcuno o molti colleghi potrebbero pensare che io sia impreciso i1el riferire ciò che altri ha fatto e sia m eritevole di sorridente • rimprovero; lo potrebbero pensare ascoltando o leggendo quanto Ella ha espresso su me nelle citate occasioni. ~ per questo che io ho creduto mio dovere r·ettific.:.are... il tiro. A maggior ragione mi rincresce la .i rridente i11giustizia perchè proveniente da u11 cultore della Chirurgia tanto illustre e dotto quale è Lei, Prof. Giordano, e quale mi preme di dichiarare con amn1irazione. E mi segno· di Lei de-v. mo ed aff .m 10 BENEDETTO Scn1A.ss1.

LAVORI

ORIGINALI

SANATORIO GAGGIA - FELTRE Direttoir e: Prof. M. DALLA PALMA.

La catalasi fecale nella diagnosi della tu· bercolosi intestinale nei tubercolosi poi• monar1. Dott. M. PrROL·LI. Oggi ch e con il Pneumop·eritoneo il n1edico può favor·evolmente intervenire nel trat.t amento della localizzazione intestinale del bacillo di Koch, il problema della diagnosi, per quanto possibile precoce, d·ella tubercolosi intestinale assume un valore di' estrema importanza oltre che dal punto di vista prognostico anche ter.o peutico. La questione richiama tutta l'attenzione del medico pratico, specialmente sanatoriale, se si tien e presente con quale frequen za la lesione intestinale specifica viene subdolamente ed inesorabilmente ad annullare i buoni risultati della cura sanatoria le e pn·eumotoraciica. La tubercolosi intestinale, infatti rappresenta la complicazione più frequ ente della Tbc. polmonare, circa il 25 % secondo le statistiche cliniche, circa il 50 % secondo le statistiche anatomo-patologiche (Gants) e fino al 90 %, secondo Kaufmann. Se l·e cifre delle due statistiche stanno a convalidare la nozione dell'estrema frequenza con cui le lesioni dei due apparati si accompagnano, la rilevante sproporzione dei dati sta pllrimenti a dimostrare con1e molti casi possano passare inosservati per l 'assoluto silenzio con


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c t1i la localizzazione intestinale può accompag na re al tavolo anatomico la lesione· poln1onare o con1e possa manifestarsi con sintomatolog ia assai Yag·a da non autorizzarne la diagnosi. I11fatti, i1onostante il fervore di studi, che r eg11.a intorno a l morb·o tubercolare, ancora ogg i la diagnosi della tubercolosi intestinale in lt1bercolotici polmonari è ritenuta come una delle più dif fì cili nella. p ratica medica e sen za te- i11a di esager are si p uò affermare con Brovvn e Sa1npso11 cl1e « lo stato attuale della diagnosi d ella tub·er colosi intestina le è simile a quello c]1(• era 25 anni or sono quello d ella tubercolosi pol111011are, quando la diagnosi preco-c e e r a a11cora a llo studio ». C.h e ciò accada è pienamente giu stificato , però , se si tien e pr·esente sia il grande polimorfi smo con cui la tub er colosi intestinale può presentarsi e masch·er arsi e sia la sua mancanza assoluta di segni p.atognomonici , anch e a lesioni n1olto estese, ch e autorizzano a forntularne la diag nosi e a differ en ziarla spesso d ai banali disturbi di speptici, di c ui il tubercolotico è ricco. Ed il dub·b io diag11ostico può persistere a volte anch e quando la m .a ggior parte del corteo sinton1at ologico classico è presente. Infatti , rLon è certan1 ente la febbre un buon segno diag11 ostico, t1 cui si possa fare sicuro affidam en to sia perch è n on raramente p uò mancar e e sia anch e· perch è quando le alterazioni della cur,ra febbr ile son presenti, senza comportan1·ento specia le e caratteri stico, non sono di migliore aiuto perchè il tuber colotico se non è febbricitante per la sua l esione polmonare è un tern1olabi1e per eccellenza , ch e reagisce con temperature febbrili , anch e elevate , ad una bar1~le turba intestin.aJ.e. Molti autori d anno una certa importanza alle dispepsie o tinate, ma ch e scar so valore diag r1 o tico abbiano, è noto quando si tien e presente che la dispepsia gastrica è appannaggio del tubercolotico per la frequ ente achilia gastrica o per le disfunzioni secretorie gastrich e, cui va soggetto, come h a dimostrato il Ca ti. I sudori , a cui m olta in1portanza attribuirono i vecchi clinici e dovuti più alle infezioni miste ch e alla infezion e tubercola r e (Pari), non costituiscon o un fenomeno costante e quando richiamano l 'atten zion e per la loro profusione si è arri,rati agli studi fina li di casi clamorosi, quando la diagnosi h a un valore più teorico che pratico. La perdita di peso , ch e interviene , neppur-e può avere importanza diagnostica notevole percJ1è qualsiasi prolungata sofferen za dell 'apparato gastro-enterico con i con segu enti disturbi d ell 'appetito e dell 'assin1ilazion e porta con sè t1na disce a dn lla curva ponderale. 1

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I sintomi di maggior valore, secondo i classici, son o i d olori addon1inali ed i disturbi d el! 'alvo, ma ci a ffrettiamo a dire che anche e si ha nno un valore relativo ed in ogni caso non assoluto. I dolori, io.fatti, possono essere assenti, saltuari per tutto il decorso della malattia mentre possono tormentare pazienti con completa a ssenza di lesioni intestinali s.pecifich e, come hanno dimostrato Bernard e Perr et con r eperti autoptici e lapa ratomici . I disturbi dell'alvo, inve ro , sono quasi se111pre costanti e b en chè a volte si' possa a ver e una stilich ezza ostina ta, è infinitamente più fr equente l'alvo di.arroico, an ch e se spesso alterr1a to a stipsi, ma molteplici possono esser e n el tuber colotico le cause di un alvo diarroico, non sempre facilm ente n è praticamente differenzi obili. Ogg'i, attraverso la lunga osservazione ed esperien za clinica si am1nett,e con Castellino cl1e l ,.organismo invaso dal bacillo I\.och abbia , probabilmente per l 'azione d ella tossina tuberco lare, un sistema n ervoso vegetativo molto labile e gen eralme nte viene ritenuto ch e negli stadi r1on iniziali prevalga una ipersimpaticotonia da fpopara simpaticotonia, si abbia cioè una sin1paticotonia astenica di P ende, e ad ·essa sono da attribuirsi non pochi stati di arroici con feci a caratteri coprologici banali, perchè essendo dovute ad esagerato peristaltismo intestina le presentano le cara tteristich e comuni a tutte Je diarree da ipercinesia intestinale. Anche in questi casi possono av·er si dolori e spesso v.ere sindromi dolorose a tipo colitico ed è facile allora cad ere nell 'inganno , n1entre importantù è la loro conoscen za perchè facilmente domabili con adatta t erapia . Subito dopo sono da ricordare l·e forn1e di diarree da ·disfunzione endocrina, farine che si ingranano con le precedenti , perchè in ultimo vanno a dipender e dall 'ipercinesia dovuta allo squilibrio del sisterna n ervoso vegetativo consegu·ente al d efi cit o all 'eccitazion.e di alcune ghiandole endocrine. Ri-cer ch e sperimentali e l 'esperi enza clinica possono autorizzare a ritenP,re con P·ende ch e la tossina tuber color·e ha uria influen za· notevole e ''aria . su tutto il sistema ghiandolare endocrino ed elettivamente s ui surreni e sulla tiroide, apportando spesso una ipofunzione di quelli o una disfunzione di questa o l 'una e l'altra insierne, e d a tale iposurrenalismo e d ipertiroidismo vengono attribuiti , specialmente dagli endocrinologi , molti disturbi d ei tubercolotici come l 'astenia, la m1e lanodermia , l 'ipot en sione, la facilità ai sudori i1otturni , l 'irritabilità e l 'eretismo. La funzi on e int estinale n on ,.a esente dall 'in fluenza di que . . te endocrinopaLi e tubercolo-tos-


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SEZI ONE PRATICA

sich·e e sia all'ipertiroi·dismo sia all 'iposurrena.lismo sono dovuti no n raramente stati diarroici continui o parossistici accom.p agnati da n1eteorismo, gastralgie e dolori addominali. Quest e diarree, la cui giusta diagnosi ha indubbia importanza sia dal punto di vista prognostico' che terapeutico, sono praticamente difficili ad essere riconosciu.t e specialmente quando altri segni dell 'endocrinopatia in causa sono assenti o mal rilevabili, perchè molto sfumati ed attenuati, com e accade I.a maggior parte delle volte. In qu.esti casi· neppure l 'esan1e coprologico può esser ci di valido aiuto perchè le feci non presentano n essun caratter e speciale e possono mentire qu·ell e dovut·e alle cause più diver se, com e può .accader e n eg·li ipertiroidei n ei quali si possoJ'!.o avere ver e e proprie steatorree, do.v ute probabilmente alla conseguente disfun zione pancreatica, ch e l 'interdipendenza ghiandolare a utorizza ad arr1mettere. Il Pancreas stesso , d el rest o, non è imm.u ne dail 'azione deleteria della tossina tuber colare e se sono rare le vere pancreatiti, p ure spesso bisogna ammettere che l 'att ività di qlJcesta ghiandola cada in ipofunzi'one, come sost en go no i tisiologi, con consegu enti turbe digestive dolorose e diarroiche, ed anche con st eatorrea. All'azione tubercolo-tossica sogg·iaccio no ancb·e le ghiandole secretorie di tutto il tub·o digerente. Gli studi sperimentali di Cati 11anno dimostrato ch e molto spesso n ei tub·er colotici polmonari si h.a una completa acl1ilia gastrica oppure una disfunzione secr etoria d elle cellu le adelomorfe. Sono cosl spiegate le non rare diarree gastrogeine dovute alla incompleta digestione g astrica, per cui il cibo n on sufficien terr1ente prepara t o, passa nell'intestino irritandon e le pareti sia m ·eccanicamente per le particelle alimentari non completament e elaborate, sia per le tos ine sviluppantesi dalla loro decomposizione ad opera d ei germi intestinali d·ella putrefazione, ch e sui derivati proteici abnormi e sui r esidui di con ne lti vo trovano ottimo substrato nutritizio. A tossicosi intestin.ali sono imputabili quelle diarree dette funzionali , senza lesioni an atomich e specifich e ed indipendenti da deficienze delle altre g hiandole a nnesse a ll 'apparato digerente, riconosciute ed ammesse da t empo come enteriti a fo1ma di tubercolosi intestinale « istologica » tossinica.. Sono qu e~ te le forme di ·diarree ch e maggiorment€ inducono nell'inganno e per l 'assenza n ell·e feci di caratteri coprologici patognomonici da poterle sicuramente differen ziar e, e p er la sinto111atologia pre"sochè u guale a quella di una tubercolosi intestinale. mentre la loro diagnosi presentemente è importante oltrech è i)er la prognosi, per un g iusto indirizzo terapeutico. 1

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All 'intossicazion e tubercolare cronica, specie nei pazienti con fistole o suppurazioni cr o11ich e sono1 poi da attribuire le diarre·e da an1iloidosi i11testi'nale, ma certam ente non son o queste che possono far rimanere il diagnosta ne] dubbio , p er la generale con comitanza dell 'an1iloidosi di altri organi, o p er il con con1ita11te r€perto urinario. Oltre queste variet à d1 diarree dipendenti dall 'azione della tossina t uber colare è da ricord.a re un secondo g·ruppo indipendente cla essa, ma cau sat e da fattori esterni , ch e, ri1)etentisi e non allontanati tempestivan1ente, posso110 a lungo andare produrre enteriti cr onicl1e, difficilmente differ en ziabili da qu·elle di natura specifica. Si h anno così stati diarroici da iperalinierttazione, che patogenetic.amente posso1101 riportarsi ad una insufficienza gastrica relatiYa e quindi ripet ono le stesse cause d elle diarree gastrogen e e da aliimenta..zione incongrua, con1e le diarree da ferm entazione di Schmidt dovute a prolungata ed abbondante dieta, a base, prevalentemente, di idrati di carb,o nio. Caratteristi ca di queste sarebb e la spiccata reazio11e acida c1elle feci. I n1edicamenti non son o tra g li ag·e11ti JJiù rari com e responsabili di disturbi gastro-intestinali' con alvo diarroico e tra essi ~pecia l1nen­ t e è da tener presente l'arsenico, di cui si fa largo u so n·ella t era pia tubercolare , n1e11tre è noto come non tutti i pazienti pTesentano v·erso di es o una buona toll erabilità. Naturaln1ente irL que ti casi n essun caratter e coprologico può venirci in aiuto, ma è solo il sospetto della causa e ]a sua rimozion e con il pronto ritorno a lla r1ormalità che ci illumina e ci consig·lia per l 'ulteriore terapia. Altre diarree frequenti a riscon trarsi s1)ecialrr1ente n ei Sanatoir i in zone con rapidi . . quilibri di temperatura, sono quelle a /rigore accompagnate da colich e a ddon1ina li , a volte ancl1e 'iolenti e persistenti, facilmente domabili e prevenibili con opportuna terapia , nla spes o ini1ic di enteriti protratte ed imbarazza11Li nella diagnosi , se la causa non vien e r icono ... ciuta e . r1rr1ossa. Neanch e il laboratorio , costl prezioso in altri CD.lnpi', può nel nostro caso soccorrercj 'al id.an1ente 11ella diagnosi perch è ancora oggi non possediamo una ricer ca chimica o microsco11ica ch e possa sic uramente indirizzarci ad eliminare ogni dubbio. Nel loro acc urato e co1111Jleto studio La\.vrason Bro\'V·n e San1pson , avenclo accuratamente s tudia i o le fe c i di tubercoloti ci polmonari senza lesioni specificl1e intestinali e feci di tubercolotici polmonari con tubercolo ... i ir1testinale sono venut e alla conclu ione cl1e rlessu11a differenza sosta11ziaJe v i è fra es~ e cl:l] 1

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punto di vista microscopico, chimico e fisicochimico e infatti nessun valore possono darsi alle abbondanti quantità di saponi, grassi ed alla presenza di sostanze indigerite sia perchè si osservano incostantement·e e sia perchè tali caratteri posso110 essere comuni alle fo-r me di diarree dovute alle cause più diverse. Non è .d a far soverchio affidamento sulla frequente reazione alcalina delle feci, perchè dipendendo .essa dalla quantità dell"alim1entazione, non può avere carattere univoco eà assoluto. La presenza di sangue nelle feci è incostante etl anzi la maggior piarte dei ricercatori sono venuti al.la conclusione che nelle feci di tubercolotici intestinali raramente è possibile n1ettere in evidenz.a, con i comuni mezzi di ricerca, tracci'e di sangue e ciò è facilmente spiegato d.all 'arterite obliterante nelle ulceri tub·e rcolari e zone) circonvicine (Vanni). Il r e1)erto del bacillo1 di Koch nelle feci non è dato probativo e sic.u ro, poichè oggi tutti i tisiologi sono concordi nell 'afferm.a re che esso è positivo molto spesso nelle f.eci di tuberco.lotici polmonari con con1pleta assenza di lesioni intestinali e provenienti dall'escreato deglutito, m entre d'altra parte è noto che in gran numero di casi di tub·ercolotici intestinali, acc·e rtati laparatomicam·e nte, ripetute ricerche del bacilJo furono costantemente negative (Bernar·d e P·e rret). Un' altr.a ric·e r ca di accertamento è stata indicata in tutt e le· a ffezioni intestinali con ulcerazioni , in g·enere, e quindi anche per la tu1ercolosi intesti11ale ulcerativa , la ricerca, ci'oè, d ell 'albun1ina solli bi le ne.Ile feci . Ma, con Alzona, si può aff.ern1.ar·e che tal.e ricerca ha più uri valore teorico ch e pratico perchè la sua positività è co1rtdizio11ata a diversi fattori e cio·è ch e la lesior1 e sia situata negli ultimi tratti del tub-0 dig~re,nte e ch e la quantità ·d i siero che fuoriesc,e dall'ulcera sia discretamente abbon d.a11te, perch-è altrimenti l 'al·b umina da rilevare verr ebb e digerita o se in modica quantità o JJer un lungo decorso n ell'intestino. L 'esa111e radiologico, con gli odierni per fezior1an1enti di tec11ica può senza dubbio essere di ' 'alido aiuto e spesso con sicurezza può indirizzar ci verso una g iusta diagnosi, però è d.a ten er presente ch e ancora oggi, anche con es.a1ni accurati , sono numerosi i casi di sicure lesioni tubercolari intestinali, che sfuggono al}'indagine e r1e fanno fe·de le statistiche radiolog ich e, cl1e affermano essere passati inosser' 'ati molti casi di tuber colosi intestinale in tubercolotici polmonari, accertate in seguito autopticamente. Già I<..emp ·e A11dersen, studiando il con1port.a111·en Lo d ei fer1 ne11ti n elle fe<:i · di varie n1a1

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lattie intestinali, osservarono che la catalasi, enzima capac,e di scindere il perossido di idrog.e110 in acqua e ossigeno molecolare, si trova .in grandissima quantità nelle feci dei malati con lesioni intestinali ulcerative, come per es. Ilella ·dissenteria, nel tifo e nel cancro, mentre non pres-entava modificazioni quantitative .apprezzabili quando la mucosa intestinale era integra, e per tale ragione emisero l'ipotesi che essa provenisse dal disfacimento dei leucociti dre.J pus o del sangue delle ulcerazioni. Con ulteriori osservazioni, inoltre, essi potettero stabilire che l'aumento di tale fermento 1telle feci non è. influenzato da fattori esterni e dalla alimentazione perchè i dosaggi di' esso rtelle feei degli stessi pazienti, tenuti a diete le più varie, non presentavano -d ifferenze apprezzabili. Un modico aumento d~.Jla catalasi f·e cale può ossere dato soltanto da una dieta prevalentem -e nte lattea e dai clisteri saponati, m•e ntre -i purganti no111 hanno alcuna azione sul comportamento di tale enzima. In seguito all·e conc1usioni di questi autori il Capuani voll e esperimentare se ciò accadesse .anc.h e nella tubercolosi intestinale ulcerativa, la forma più frequente a riscontrarsi e studiò il corr1p-0rtamento della catalasi fecale nelle diarree da Tbc . intestinale e in tutte le altre f orm.e di diarrea che possor10 osservarsi nei tubercolotici polmonari. Dalle sue larghe ricerche su tale argomento il 1C apuani riferisce che effettivamente il ferm ento catailasico si trova costantemente aurr1entato nelle feci diarroic.h e nei casi di lesione ulcer<.itiva intestinale specifica, me11tre modificazioni quantitative notevoli non si hanno in tutte ìe altre forme di diarree . Per la costanza doei risultati il Capuani conclude ctie << il fenon1eno ha significato diagnostico perentorio sia quan-do è positivo ch·e negativo ». Dalla ca tegorica a ffermazione di questo autore e, per 1'importanz<.1. pratica dell 'argomento, di estremo irlteresse, oggi, in cui si sente la rt•e cessità delìa sicurezza diagnostica per un pos5ibile intervento pn eumoperitoneale, siamo stati spinti a studiare se effettivamente e d in quale .111isura il comportamento della catalasi fecale possa es~er·e di aiuto e di guida al diagnosta incerto. Abbiamo studiato dapprima , un gruppo di feci di pazi·enti senza disturbi gastro-intestinali di alcun genere e con alvo r egolare, per sin cerarci che effettivamente in n essun caso, nornLalmente, vi sia nelle feci presenza del ferm ento. Abbiamo quindi dosato il fern1ento in tutte le forme di dia rrea, ch e i pazienti ricoverati n el nostro San.atorio presentavano , accertando la 1

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SEZIONE PRATICA

presenza o l'assenza di lesioni intestinali specifiche sia con ulteriore reperto autoptico sia con l'esame radiologico e attraverso il decorso clinico. Inutile avvertire che nessuno dei pazienti presentava lesioni intestinali di altra natura. Gli .ammalati venivano tenuti a dieta abituale; ma veniva escluso il latte e qualsiasi medicarr1ento sia orale che parenterale per evitare n elle feci la possibile presenza di sostanze, come lo iodio, il manganese, l'idrato fenico ecc., che hanno azione catalitica sull'acqua ossigenata, benchè assai piccola da poter essere trasc urata (Rotini). Non venivano somministrati per nessuna ragione per tutto il tempo della ricerca purganti n è venivano praticati clisteri. Per il nostro studio non abbiamo usato l 'apparecchio di Contardi, modificato dal Barelli, come consiglia i'l Capuani, ma trattandosi di ricerch e in cui non si richiede una precisio(lle massin1a, abbi'an10 usato l'apparecchio Iasatz per~hè più comodo e più pratico. La tecnica usata era la seguente. Nel cilindro o cam era di svilupp 0 si metteva 1 cc. di feci di.arroiche : si aggiungeva una miscela tampone costituita da 6 cc. di fosfa to primario di potassio 1/15 n101lare e da 4 cc. di fosfato se_condario di sodio 1/ 15 molare, per ott·enere un PH 7 optimum per l 'azione della catalasi ed e"·itare cosi contem1p oraneamente l'azione di probabile, coesistente perossidasi, en zima capuce di scindere il perossido di idrogeno in .acqua ed ossigeno atomico, perchè, infatti, come risulta dai lavori di Sorensen, Nosaka e Stern e da quelli di Bansi ed Abel , l'azione catalasica della perossidasi vi·e ne ridotta a quanti'tà trascurabili ad un pH 7, mentre questa rappresenta la reazione optimale per l 'azione catalasica. Si versavano, quindi , 10 cc . di acqua ossigenata al 2 %, otte11uta diluendo1 20 cc. di acqua ()SSigenata del commercio con 18 cc. di acqua distillata neutra e si chiu<leva delicatamente ed .accuratamente il cilindro di sviluppo, ricoperto di stagnuola per evitare l 'azione n ociva su~ fermento dei raaai bro luminosi (Ostwald) e lo si col• ],egava, mediante un tubo di .go~r_na con i 1 c ilindro1in cui' veniva a raccogliersi il gas, c.h e s i sviluppava n·ella camera di svil~ppo. _Avut?si così tutto un sistema chiuso si lasciava 1n c~mpleto riposo, a tem.p eratura ambie~te, pe1:' .almeno due ore, ten1po occorrente per il quasi t otale sviluppo dell'ossigeno. Dopo tale tempo si fac~va la lettura, . senza tener conto n è della pressione barometrica nè della ten1peratura, con1e è necessario fare per i l dosaggio della catalasi nel sangue, perchè 1 1on occorre, riportare i dati all'indice emoglo1

binico, dato ch e soin o cifre assolute e non relative. Accortezze di tecnica non ve n e sono. Naturalmente il material·e da esaminare deve essere raccolto in rec ipienti ben puliti e in completa ed asso.Iuta assenza di urina perch è la possibile presenza di leucociti, ricch,i di tale fermento, potrebbe alterare i risultati. Riportiamo i dati da noi ottenuti: SOGGETTI NOR1\IALI.

1'. Primo: Ossigeno sviluppato: 1 cc.

P. ·L uigi: Ossigeno sviluppato: quantità indosabile. C. Massimiliano : Ossigeno sviluppato: 2 cc. T. Aldo: Ossigeno sviluppato : 2 cc. 1·. Loris: Ossigeno sviluppato: quantità indosabile. D. M. Vittorina: Non ·sviluppo di ossigeno. C. Antonietta: Non sviluppo di ossigeno. R. Rosa: Ossigeno sviluppato: 1 cc. B. Rosa: Ossigeno svilUJ)pato: quantità indo· sabile. 1'. Anita: Non sviluppo di ossigeno ~ G. Giuseppe: Non sviluppo di ossigeno. l. Maria: Svilt1ppo di ossige110 : 2 cc. FECI DIARROI CHE.

D. P. Maria: Ossigeno sviluppato: 18 cc. Confùrma autoptica di estese lesio11i specifiche intestinali. D. C. Federico : Ossigeno sviluppato: 17 cc. Sopravviene peritor1ite tubercolare. S. Ferruccio: Ossigeno sviluppato: 20 cc. Conferma autoptica di estese lesioni ulcerative tubercolari sul colon e nelle ultime anse del tenue . M. Zoe: Os·sige110 svilupputo1: 20 cc. Conferma autoptica di nurrLerose ulcerAzio11i intestinali specifich e. C. Petronilla: Ossigeno sviluppato : 16 cc. Conferma autoptica di lesioni intestinali specifiche. Z. Giovanni : Ossigeno sviluppato: 14 cc. Reperto radiobogico: Le ultime anse ileali si prer.11tano distoniche (mesenterite?). Il fondo cecale a margi11i frastagliati e superfice muco·sa marezza ta; alla palpazione si ha l'impressione dell 'esis ten za di una massa. Dolore alla pressione sul ceco, che è spostato un po' medialmente ed. in alto. Visibile un tratto filiforrne dell 'appendice. M. Giovanni: Ossigeno sviluppato: 5 cc. All 'aulopsia vi è asser1za assoluta di lesioni intestinali specifich e. R. Gilio: Ossigeno sviluppalo: 3 cc. All 'autopsia assenza di lesioni specifiche. B. Luigi : Ossigeno sviluppato: 14 cc. Reperto radiologico: Il ceco e l 'ascendente presentano marezza ture diffuse delle aus~re, senza ch e si not ino difetti di rie1npi111ento n è ·segni di rigidità. 1\-!obilità passiva buona. Dolore sul ceco ascend~nte alla pressione; non si inietta I 'appendice . .ormale il lrasverso ed il discendente. Segni di fatti colitici diffusi al ceco ascen·d ente. S. Anto11ietta: Ossigeno sviluppato: 4 cc. Esame radiologico : non mette in evidenza segni di lesioni intesti nali . D. Celestina: Ossigeno sviluppato: 3 cc. Diarrea da iperalin1 entazione. (Co11fern1a del] 'ulteriore decorso clinico).


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<e 1L POLICLINICO

C. Luigi: Ossige110 sviluppato: 5 cc. Diarrea rr1edicamen tosa (preparati arse11icali). Comm. Luigi: Ossigeno sviluppato: 6 cc. Diarrea medjcarr1enlosa (.preparati arsenicali). G. Maria: Ossigeno sviluppato: 4 cc. Diarrea probabilmente gastrogena, intervenuta dopo frenicoexeresi sinistra. Z. Anita: Os·sigeno sviluppalo: 5 cc. All 'esame radiologico assenza di l esioni intestinali. Cal. Luigi : Ossigeno sviluppato: 5 cc. All 'esa111e radiologico assenza di lesioni intestinali.

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tAKNO XLIII, 1'uM. 501

_estrema sensibilità, noi abbiamo1 adoperato l 'apparie cchio Iasatz, n1eno sens.ihile i11a più . manegge vole e semplice, dato che per tale genere di ricerche estrema precisione non oc1corre. Comunqu-e la differenza di gas sviluppato nei casi positivi ed in quelli n e·g ativi è tale da non lasciare in alcun imbarazzo e dub bio per un giusto giudizio di valutazione del risultato e, a nostro parere per l'assoluta semplicità e faDalle nostre ricerche, come si vede, abbiamo cilità della ricer ca, ci sembra che effettivaottenuto risultati abbastanza chiari e concor- rr1ente essa possa essere utilmente adottata ed danti con quegli degli autori che ci. hanno pre- usata, specialmente negli ambienti Sanatoriali ceduto sull 'argon1ento . per una sicura diagnosi di lesione intestinale -Con essi possiam,o ·,escludere la presenza di SJ)eci'fica in tubercolotici pol·m onari e c h e in catalasi nelle feci normali, in assenza completa ogni caso debba essere praticata prima dell 'indi lesione o: turbe a11che fu1tzionali dell 'appastituzione di una terapia: p·n eun1oiperitoneale. rato gastro-enterico , per ch è infatti, le minime quantità di gas da noi trovate possono essere RIASSUN'f O. 1 probabilmente do, ute a lla scissione dell'acqua ossigenata ad opera di sostanze organiche ed L 'A. ha studiato il con11)ortan1.e nto della caindipendentem,e nte dalla presenza di qualsiasi talasi fecale in tutte J.e forme di diarree prese11fermento. tate da tubercoloticj polmonari capitati alla sua Risulta, invece essere presente in quantità osservazione. Dalle sue ricerch e conclude ch e .. e11orme tale enzin1a nelle feci di soggetti con effettivamente la quantità del fermento cata1aJ,e sioni specifich e intestina li, mentre nell·e diar- sico è visibilmente aumentata in tutte le diarr-ee o gastrogene o da ·enteriti b anali, ammesse ree da tubercolosi intestinale, mentre modicisper la n egatività assoluta dell '·esame radiologi- simo è li'aumento dell '.enzima nelle diarree di co e per l 'ulteriore decorso clinico, caratteriz- altra natura , dette funzionali per la con1pleta zato n ettamente dall 'assenza di ulterior~ distur- assenza di lesioni anaton1iche intestinali. Per bi gastro-intestinali e di episodi diarroici 0 1 di la facilità e sem.p licità della ricerca con siglia irregolarità dell 'alvo e dall '.assenza di decadi- di praticarla per una giusta diagnosi di localizn1ento sia della nutrizione che dello stato g€- zazione intestinale del Bacillo tubercolare ed i11 neral·e, ab biamo avuto sempre un mo,dico svi- ogni caso, prima di instituire una terapia pneuluppo di gas, mai superiore ai 6 cc. Tale svi'- n1operi ton.eale. luppo di ossigeno b enchè minimo, indub·b iarr1ente espressiollle di presenza di fermento caBIBLIOGRAFIA. talasico anche nelle diarree così-dette funzio- · nali, è negato dalle ricerch e del Capuani, ma AHEL E. Zeit . f . Elettl'ochem., 28, 489, 1926. BAHELLI L. Diagnost. e Tecn. di labor. , marzo ammie sso da Kemp ed Andersen che trovarono 1933, pagg. 216-237 . sempre presente, sebbene in scarsa quantità, la BoNAFÉ L. Presse méd., 1928, n. 26, pagg. 401-406. catalasi nelle diarree da a chi'lia e da disp·epsie BoNNA1vrouR ·,s. BERNAY . Revue d e la Tbc., III, 1930, • II, 873-892 . irt genere. CADE A. Strasburg m é·d . , 1V27, n. 12, 1169-175. Nei casi positivi, p erò , noi non abbiamo ri- GAPUAJ.'fI G. F. La med. intern. , sett. 1935, pagg. scontrato mai le cifre altissime riferite dal Ca364-368. puani di 50 cc. di gas, ma non abbjamo mai CATI. Forze Sanitarie, 1935. ottenute quantità superiori ai 20 cc. e ciò an- CCH\JESATTI. Riv. Ital. della Tbc., 1935, n . 2, 3, 4, 5. BlJRNARD e PERRET CH. A. Revue de la Tbc. , dic. che n ei casi con reperto autoptico di estese 1929, 6. lesioni ulcerative intestinali, quando maggiore AL1.0NA F. Traltabo di Se1neiotica, VIOLA. ' ' all ard i, 1933, vol. III, punt. II. dovrebbe essere la quantità di catalasi nelle feci accettando l 'ipotesi di Ke mp ed· Andersen che KAUFMANN. Tratlato A1ial. ]Jat. Vallardi, 1926. KEMP e ANDERSEN . Cit. da CAPUANI. il fermento provenga dal sangue delle ulcera- LA,\'RASON, BRO"YN e H . L. SAMSON. lntestinal Tuzioni e dal disfacimento dei leu cociti del pus. b er colosis. Bailliére, 'fin dalla e O>x, London, 1926. Probabilmente, però diciamo subito ch e le nostre modest e cifre sono dovute al fatto che per Mc LANGBLIN A. T. G. La:nre l, 24 g iu. 1933, p. 1933. NosAKA K. J ournal of Biochemistry, 8, 257. 1928. le nostre ricerch e, invece di adoperare l 'appa- OsT,VALD W . Bjoch . Zeit ., 6, 409, 1907. r€cchio Contardi, modificato dal Barelli ed u- PARI. Tratt. della Tbc . L. D EVOT O. Vallardj . 1931, sato e raccon1andato dal Capuani per la sua vol . IV . 1

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SEZIONE PRATICA

P:t:.NDE e L uzzArro. Ibid. , vol. PIER1 e A. MAN DOUL. C. R. du

V. XVIII Congrès fran-

çais de m éd. , Paris, 1912, ~iasson. ROTINI O. T. Ann . 'd el Lab. Rie. Ferment. L . Spallanzani, Milano, I, 281, 1930. S1sTI M. A. Riv. di Pat.- e Clin. della Tbc., 30 nov . 1934, pag . 861. STERN K . G. Zeil. PhysioL Chemie, 204, 259, 1932. Ucxo e BANsI. Ibid., 157, 214, 1926. VALDES LAl\ilBEA .J osÉ. Revue de hig. et de Tbc ., 1926, Il. 216.

NOTE E CONTRIBUT.I ( lSPEDALB •

C1VTLE

DI

FoIANO

DELI.A

CHIANA

Rottura della milza . Oolt. ENRICO PETRINA, direttore. L'anamnesi quando è possibile e completa è la co~a più importante nella rottura della milza, bisog·na subito indagare come è avvenuto il trauma, di che natura è e in che mod<1 ha agito, così suggerisce v-a ssal. L 'età non credo che abbia alcuna importanza in questi traumatismi. La rottura della milza avviene in generale i11 seguito a traumi molto gravi e la loro azione è diretta o sull'ipocondrio sinistro o s111la base dell 'emitorace sinistro, ma non sono però escluse le rotture per contraccolpo. Coville riferisce di un caso di rottura della milza per una caduta a sedere. Però bisogna notare che in linea generale la milza normale si rompe in seguito a un grande trauma, m·en tre la 1nilza patologica e specialmente malarica si può rompere per traumi lievi e an chl~ in seguito a contrazioni muscolari, perchè è molto fragile e adevente per cui non può sfugg ire al trauma. La milza patologica può., come si è detto , rompersi per traun1i lievi, però sono registrati dei casi in cui si è avuta la rottura sp'o ntaIl·&t di essa e quel che sorprende è che so110 descritti dei casi di rottura spontanea in milza norn1ale. Byford operò un uomo con diagnosi di appendicite, perch è il dolore alla palpazione era nel! 'ipocondrio destro, n1a quando aprì il peritoneo trovò c:;angue nella ca,·ità periloneale e cercando l 'ori gine di esso ~coprì la roltura della milza ch e asportò. In daaando n ell 'anamnesi trovò che alcuni gioro r,i prin1a me11tre il paziente stava a sedere av,·erti tln dolore violento nell'ipocondrio sini stro che persistè sino all'atto dell'operazione. I~ ' A. trovò poi descritti altri otto casi. analogl1i. La milza da lui asportata era di aspetlo Jlormale ercettuando naturalmente Ja rottura. r:gli ammette due e,1 entualità in questi casi , o vi è stato u11 trauma molto lieve di cui il

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ferito non si ricorda, che determina un ematoma sottocapsulare e si rompe secondariamente; o trattasi di un ematoma sottocapsulare spontaneo in corrispondenza di una zona 1)alologica che si distende e d·etermina la rotturR. Capecchi registra un caso simile in una donna di 27 anni incinta per cui intervenne con diagr1osi di aborto tubarico e trovò invece la rottura della milza avvenuta in seguito a uno sforzo legg·ero. Da ciò si può dedurre che quantunque in casi rari la rottura della milza può anche essere spontanea, ir1 generale è un trauma grave quello che la detern1ina. Sintomi: choc iniziale in g enerale non 111anca mai ed è spesso necessario combattere qu·e sto per potere fare una diagnosi' precisa, a volte si può infatti far diagnosi di emorragia interna e poi vedere sparire a un tratto 1.utti i sintomi allarmanti. Ricordo di aver \'Ìslo un malato che in seguito a un incidente <lutomobilistico ebbe dei sinton1i di choc tanto gravi per cui dava grave sospetto di una ('Jnorragia interna, mentre poi dopo circa n1ezz~ora poteva recarsi a casa con1pletamente r 11nesso; d'altro canto qùesti grandi traumatizzati dell'addome passano facilmente e sen7a interruzione dallo stato di choc a qu·ello di a11f·1nia acuta. La siurope immediata può non avere alcun , ·alare, mentre la sincope che sopravviene do110 un intervailo libero anche molto breve ha i1111)orla11za per le conclusioni diagnostiche e più grande importanza ancora assume la sincope tardiva che è il segno certo di una emorragia interna. La sincope tardiva si può verificare dopo qualche ora come anche dopo diversi giorni, come molti AA. hanno potuto constatare (Perrin, Roux, Taylor). Quénu dice ch,e la sincope non immediata e he sopravviene qualche minuto, qualche ora o qualche giorno dopo un trauma dell 'addo111e e se questo trauma ha colpito il malato all'ipocondrio sinistro, è un segno quasi paLognomonico della rottura della milza , dim ostra che la n1iJza rotta incomincia o ricomincia a sanguinare e costitui sce una form ale indicazione all'intervento operativo. Quantunque ì\ic. Cracken consideri. il dolore uno dei segni più costanti , molti AA. pensano e io stesso ho avufo occasione di verifica re che l 'assenza del dolore non esclude la lesione della milza. Però, dice bene Quénu, se i i dolore esiste e persiste all ora bisogna in ogni modo pensarci. Non sarei· invece del parere di quegli AA. ch e sostengono che « il dolore è un sintoma ch e n on ha gran ' 'alore » .


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« IL POLICLINJ CO »

Con1e anche quando dopo un primo dolore avvertito conten1poraneam ente al trauma segue un intervallo libero di qualche ora o di qualcltei gior110 un dolore vivo, questo è segno di grave Jesione della milza. La sede del dolore è imporlanre, può risiedere i1ell 'i.pocondrio si11istro, nel fianco, nell 'angolo costo-vertebrale o essere diffuso a tutto l'addome come diversi AA. e io stesso ho avuto luogo di constatare, oppur·e risiede in punti molto lontani dalla sede dell'organo leso. QuriJcl1e volta per irritazione del frenico il dojore ·è av·v ertito alla spalla sinistra. Havlicek in un caso da lui operato di splene( lamia per rottura della milza notò che dodo 15 giorni il paziente fu assalito b·r uscan1·ente da dolori atroci alla spalla e all'arto superiore sinistro, j} quale ultimo diventò freddo e presentava delle macchie bluastre, il polso era molto frequer1te, le dita rigide e in1mobili. Quantuunqu·e non vi fossero segni addominali, l'A. pen8ò a una perforazione e si p·r eparava a operare il malato, quando dopo una anestesia dello splancnico di sinistra tut ... ti i sintomi sparirono e il malato si sentì b e1te. Dopo 5 giorni ebbe ~l paziente gli stessi sintomi, questa volia però l'A. pensò d'infillr<tre il frenico di liquido anestetico ma senza risultato, mentre che ripetendo l 'infiltrazioDe 11ello splancnico di si11istra, tutti i disturbi sparirono. Havlicek deduce da questo caso che i disturbi attribuiti in general1e al frenico per certe lesioni yjscerali dell'addome sono invece dovuti al sin1patico e in particolare ai nervi splancnici. A ,,olle tutto l'addome è doloroso alla palpazione, mentre altre volte si risveglia ·dolore con la palpazione nell'ipocondrio sinistro e altre volte a11cora ·è negli ultimi spazi intercostali di sinistra e sull'ascellare media che bisogna ricerc;.are il dolore della palpazione. ()uénu dice che il dolore provocato che si trova in punti ìo11tani dall'organo leso sia dovuto alla presenza di sangue proveniente dalla milza e raccoltosi in quel punto. La difesa addominalie è molte volt.e diffusa e non presenta differooza nei diversi quadranti deJl: addome; s'intende che quando quresto sintoma è evidente l'intervento deve essere i1nmediato e n on è necessaria la ricerca di altri sintomi per la decisione, mentre una constatabile differen za della contrattura dei muscoli in un quadrante dell 'addo1r1e può servire di orienta1nento. Altre volte la difesa è diffusa ma accentuata nell'ipocondrio sinistro, altre ancora è a carico della metà sinistra dell'addome o del solo ipocondrio silnist·ro, come anche son·o 0

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registrati dei casi in cui la difesa mancava com·pleta111e1)te (Latouche, Wiart, Hauke, Cox ed altri e un caso capitato all 'A.). L'ottusità si nota nell'ipocondrio sinistro, ma general1nente n·e i punti declivi, nel fiar1co e nella fossa ili.aca sinistra, a volte però si può constatare i1el fianco destro e nella fossa iliaca destra, in questi casi si vede che il sangue segue il mesocolon e il mesentere. L'ottusità si sposta coi inovim·enti del corpo. Pitt e Ballar1ce hann~ trovato che l'ottusità nello ipoco11 drio sinistro persiste se il malato si gira a destra e sparisce a destra invece se si gira il malato sul fianco sinistro. Credo che in questo . caso l 'ottt1sità persistente nell'ipocondrio sinistro a malato giacente sul fìanco destro, sia dovuta a presenza di coaguli in detto punto, aderenti, per cui non si possono sp·o stare; per gli AA. su detti questo sintorn.a è patognomonico della rottura della milza. Certe volte pur· essendosi raccolto molto sangue nella cavità· addon1inale è difficile scoprirne la presenza a causa del 1neteorismo; ma in generale con 11na percussione palpatoria si riesce a precisare· a11che in ·q u·e sti casi. In quanto al poìso, a volte con emorragie imponenti si ha un polso pressochè normale, 111a generalmente la frequenza e la pressione ha11no la loro importanza. Credo che il giudizio di Quénu sia molto savio, egli dioe che un polso molto frequente deve essere co11siderato come una indicazione operatoria, m a la regolarità non deve da sola ·e scludere l'in tervento. Si capis·ce che in questo ultimo caso bisogna tener conto dell'intero quadro clinico e ci si d·eve forma ve un concetto del malato t en·e ndo conto n1olto relativamente del polso. La te1nper.atura è anch'essa di poco valore; le basse temperature possono essere determiILate dalla perdita di sangue (Borelius, Auvra)'); la temperatura modica che in general e si osserva, probabilmente è dovuta ad assorbim·ento di sangue. Alcuni AA. fanno osser' 'are che la temperatura solo qualche volta si o~serva poche ore dopo il trauma, ma ciò non deve meravigliare dato che il peritoneo ha una grandissima superficie di assorbimento a cui può .associarsi la sua reazione. Il vomito è forse un segno anch'esso importante quando si associa ad altri sintomi di rottura della milza; nei miei casi non è mai n1ancato, speci.almente nelle prime ore e qualche caso mi ha deciso a operare appunto per il vomito insorto a lunga scadenza dal trauma. Non direi com>fl Trendelemburg che è il migliore segno di rottura della milza, ma è uno dei segni meno importanti ma ausiliario. Il semplice sospelto di rottura della milza


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XLIII, ~lTl\I. 50]

SEZlONE PRATICA

o in ge11erale di lesione di un organo addon1inal.e, .basta per ·decidere l'intervento operatorio. Ge11eralmente la diagnosi di Tottura della milza è an1n1essa come probabile e il più delle volte si int erviene con la diagnosi più generica di emorragia ir1terna. In questi casi il taglio laparotomico non è di scelta, ma si pratica un~ laparotomia 1nediana sopraombelicale cl1e poi si completa con .altro taglio latéra le o prolungato in basso a secondo dell 'organo leso. Quindi il primo tempo è se1np·re una esplorazione. 111 casi però di diagnosi certa è da preferirsi una laparotomia toracoa dd Jn1inale 1, Qué11u) con una incisione ch e ·va dall oltavo spazio intercostale all'ombelico. 1

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CASI

CLI~lCI.

CAso I. - P. Riccardo, figlio di G. Battista di anni 37, nruto e doiniciliato a Cortona. ' Il 23-7-1929 è entrato in questo ospedale iiella 11otte a tarda ora. ~icono _i parenti che da parecchio tempo il proP.rio med1co curante lo curava per grave malattia, ma non sanno di che si trattasse nè sanno dire quali cure facesse. ' La mattirta del 21-7-1929 si era recato al mercato in Foiano della Chiana su di un calesse trainato dal proprio cavallo, ivi ricevette dal cavallo sles·so un calcio al lato sinistro dell'addome. Subito dopo il primo dolore dovuto al colpo ricevuto, 11on avvertì altro , tanto che potè attaccare il cavallo e tornare al proprio domicilio. Nella nottata però fu agitato e avvertiva molta sete. Indi notarono che impallidiva sempre di più. Il ~3 di luglio e cioè ùopo due giorni fu trasportato i11 questo ospedale perchè le condizioni erano a11date sempre peggiorando. E. O. Il malato presenta u110 stato ansioso e 1nollo p allore del viso e delle mucose visibili senso di se te, li11g ua piuttosto arida, polso piccole e frequer1te (130 pul·sazioni), affanno di respiro. .Nulla a carico degli organi toracici. ..L'addome è forten1ente tumefatto e un po' meteorico, la contrattura dei 1nuscoli addo111inali è addirittura lignea, tanto che non consente l 'esplorazione degli organi addominali; con la percu ssione si nota ottusità 11ei punti declivi dell'addome e nel quadra11te superiore sinistro dellTaddo1r1e, dove sembra di palpare u11 tumore, 1na la sen sazjon e è n1olto indisti11la per la forte difesa dei 1n11scoli. Date le condizioni del paziente, la direzione del traum.a ricevuto e l 'ollusilà nei punti declivi, si pone la diagnosi, come la più probabile, di rottura della milza e si i11 lerviene ·seduta stante. Rachianes tesia stovainica 0,07 positiva. Laparotomia pararettale a sinistra, aperto 'il peritoneo fuoriesce molto sangue e subito si nota una milza del volume della testa cli un adulto, rotta circa nel su o mezzo e da cui fuoriesce molto san gue. Si crede opportuno perciò i11gra11dire la ferita lungo l 'arcala cos tale di sinistra. La gr andezza anormale della milza dà subi lo il sospetto cli una leu cemia, per cui si vuole rispar1i:1iare il inalato della splenectomia che si sa essere controii1dicat a in questa malattia. I tentativi di

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s~tura p~rò.

non ri~scono perchè il tessuto splenico è friabile e quindi si è costretti in ultimo a praticare la splenectomia. L 'asportazione della milza riesce molto facile dato il suo volume e con seguentemente il n a turale allungamento del peduncolo, che viene legato e reciso lasciando un drenaggio nella loggia splenica e suturando poi la parete. L'operazione che si è ini ziata alle ore 22 è fini' ta alle ore 23,15 ; subito dopo si ebbe un sensibile Jniglioramento, il polso che prima dell 'intervento era. a _130 pul_sazioni ~l minuto, è sceso a 90 pulsaz1on1 con ritmo valido e il paziente dichiarava · di sen tirsi liberato da un gran peso. Verso le ore ·sei del 24 però il paziente cominciò a sentirsi male, gli è stata subito praticata una ipodermoclisi e iniezioni eccitanti, ma il polso già divenuto quasi impercettibile e molto fre quente non si è modificato affatto, e il paziente 1nuore poco dopo . CAso II. - V. Giuseppina di Matteo, di a11ni 36, nata e domiciliata a Cortona, coniugata, dì profession e coloncl. Nella notte del 26 di maggio 1930 viene trasportat a dallo stesso medico in questo ospe<lale pE-rchè la gravità della malata preoccupa· troppo i] medico. Il curante fa brevemente la storia della · malata; m entre la matlina del 26-5-1930 stava ·su un a scala, pare r,he questa si sia m ossa e la paziente sia andata in terra da u11 'altezza non eccessiva, Girca due m etri, batlendo su] fianco sinistro. Dai vicini fu soccor sa e trasportata svenuta in casa P subito fu chiamato il med!co. Quando questi è arrivato già ]a malata ·si era riavuta dallo choc traumatico, ma avvertiva dolori addominali n on eccessivi. Il medico curante, visto che le condizioni si presentavar10 ]Juone ordinò applicazioni fredde sull 'addome, tenendo in osservazione la malata. Durante la notte però il dottore è stato richiam ato d'urgenza al letto òelJa malata, dato che questa era molto agitata e peggiorava nelle sue condizioni generali. Il medico suddetto trovate r1ella nuova visita le condizioni molto gravi e il quadro completamente cambiato, decise di trasportarla egli . stesso in ques to o·spedale. E. (). Condizioni generali gravi , polso piccolo e frequente (120 battute al mint1to); cute e mucose molto pallide, sen so di sete, agitazione, affanno, llneamerLti piuttosto stira ti. Nulla a carico degli organi t or acici. Nessuna traccia del trauma subito. L'addome è poco tumido, si nota una certa resistenza della parete, non eccessiva ma diffusa, dolore alla palpazione profonda ·su tutto l 'ambito, specialmente un po ' più accentu ato n el quadrante superiore di sinistra ; alla percussione si h a ottusità marcata nei punti declivi specialmente a sinistra che si sposta coi movimenti del corpo. Si fa diagnosi di grave emorragia interna e si decide l'intervento. Operazione il 26-5-1930 alle ore tre della notte. Eteren arcosi regolare. Laparotomia xifo-ombelicale, appen a aperto il peritoneo vien fuori un fiotto di sangt1e rutilante la cui origine sembra molto prossima alla ferita; ciò dà l'impressione che sia ferito il fegato e dato che l 'imponenza della emorragia non ammette dilazione, immediatamente e per acquistare spazio, si prolunga il taglio sotto al! 'arcata costale destra dell 'addome, indi con rapidità si ispeziona il fegato che con sorpresa si trova integro e allora senza perder tempo si rivolge l 'at-


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tenzione alla milza, 'e questa si trova r otta sul suo margine anteriore. Divarjcando fortemente a sinistra la ferita e u·sufruendo del taglio già praticato per ragioni ovvie a dirsi , si riesce a legare rapiclamente il peduncolo e ad asportare la rrtilza. Si lascia un drenaggio nello ·spazio sottodiaframmatico di sinistra e si ricost ituisce la paret~. Si praticano delle infusioni sottocu tanee e endovenose di siero fisiolog ico e le condizioni migliorano alquanto. Dopo circa due ore però le condizioni .della m alata peggiorano enormemente, il pol'so si fa piccolo e inolto frequente per cui si teme la fine. In vista di ciò si d.ecide di praticare u na trasfusione di san g u e, si estrae circa m ezzo litro di san g ue al proprio marito e con l a solita tecnica si inietta alla paziente nella vena . Ma le condizioni generali pegg·iorar10 an cora ed è imminente l a morte. Invece ciopo un 'ora il polso va miglioranòo sia per ritmo che p er pressione, la malata dice di sentirsi meglio e g radatamente esce dallo st ato di gravità. Du e giorni dopo ·sopravvien e bron copolmonite ab ingestis a des tra e finalmente l 'inferma può lasciare l 'ospedale completame11te guarita il 10 agosto 1930. CA-so III. - S ...\rmando, di anni 16, n ato e domiciliato in Foic:in o della Chiana; entra in ospedale l '11-4-1933. Il 19 di aprile 1933 di mattina andava in b ici clett a iii discesa e a veloc ilà piuttosto forte , quando a una cur va vide un carro e non potendolo evitare vi andò contro. llaccolto da t erra fu subito trasportato allo ospedale. Appena caduto pare che Ria rimasto svenuto e l e persone che sono accorse all 'accadut0 dicono ch e abbia vornitato. Io 110 visto il mal ato qualche ora do po d elJ 'accaduto trovandomi assente dall'ospedale, vjsitato l 'infermo appena ini è s tato possibile ho notato che 11on presentava aJcun sintom a allarmante; il polso er a ottimo, la lingua umid a, si sentiva indolenzito in tutto il corpo , n on si n otavano però segni del trauma sofferto sul corpo. Vi era dolenzia diffusa e lieve all 'addome alla palpazione, per cui decisi di trattenere all'ospedale l 'ammal ato in o·sservazione, con borsa di ghiaccio sull'addome. Circa un 'ora dopo cl1e avevo visto questo infermo, la suora di servizio venne ad avvertirmi che il malato · aveva vomitalo, si sentiva n1ale, era molto impallidito e aveva il polso !f10lto piccolo e frequ ente. Infatti il quadr o era interamente cambiato. E. O. Pallore accentuato della p elle e delle mucose, ling11 a piuttosto arida , polso piccolo, appena percettibile e fr equente (120). ~u lla a carico degli organi toracici. Addon1e piuttosto tratt abile, non m eteorico, dolori diffusi s .i tutto l 'ambilo alla palpazione, ma speci alrl1en le 11el 11uadran le superiore sini·stro , alla percu ssione si n o ta un fatto nuovo e cioè che non esisteva un ·ora avanti , oLtusità nella fossa iliaca sinistra e n el fianco sinistro. Si fa diagnosi di emorragia interna da rott11ra della milza e s'interviene d ·urg·en za. Averido not at o che l 'e1norragìa è eccessi va per le condizioni g·ravi·ssirn e del paziente, condizioni che si sono determinate in pochi minuti , ·si prepara anche l 'occ·orr en le per una autotrasfusione di san g ue. Operazion e il 19-4-1933. Etere narcosi r egolare. Laparotomia xifo-ombelicale e trasver sale lungo l 'arcata costale di sinistra ; aperto il peritoneo si

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scopre la milza che si lroYa rotta, si lega il pecluncolo e si asporta rapidamente. Nella cavità p eritoneale trovasi abbondantissimo versamento di sangue, questo viene accuratamente raccolto e Yersato in un r ecipiente contenente del citrato di sodio; indi ::;1 chiude la parete lasciando un piccolo zaffo nella loggia splenica . Il san gt1e ri c"tJpcrato nella cavità addominale è circa g·r. 1000, si allu11ga con solu zione fisiologica e si inie tta nella vena cefalica del malato, appen a finita l'op er azion e. Le condizioni generali migliorano molto, il polso c~iventa più valido e m eno frequente ; il decorso post-operatorjo è regolare e il pazi ~nte può lasciare l 'o·spedale poco tempo dopo completamente g uarito. CAso IV. - G. Alfredo, di anni 7, nato e domiciliato a F oiano della Chiana. Nel 1933 ebbe g rave bronco-pol1nonite all'apice del polmone di sinisLra. Nel 1934 è caduto di bicicletta riportando una frattura irradiata alla base del cranio. Il 14 gennaio d el 1935 mentre col padre st ava al mulino e questi si era un po ' di stratto dal ban1 Lino per parlare di affari, il bambino stesso in avvertitamente si accostò al vuoto dell'ascensore e venutogli meno il piede cadd e fii sotto da una altezza di circa cinque metri. Fu subito soccorso e traspo rtalo in que·sto ospedale. Il padre racconta di averlo sollevato svenuto d a terr a e cl1e ebbe vomito appena riacquistati i sensi. Il senso rio è perfettan1ente integro per cui il ban1bino può risp onder e con precisione a tutte le domand e. Dice di sentirsi tutto indolenzi t o ed accu sa u n dolor e un po ' più accentuato alla b ase del torace sinis tro. E. O. Condizioni gen erali buone, colorito roseo n ormale nel b ambino, polso di frequenza normale, rit1nico e pieno. Ispezionando tutto il corpo i1on si nota al cuna ferita, soltanto 11otasi una lieve contusione escoriata sulla cresta iliaca di sinistra. Organi toracici: nulla nè alla percussione, nè all 'ascoltazione. Non si notano lesioni a carico delle costole, m entre 1a l' r essior1e negli ultimi spazi intercostali di sini·s tra riesce molto dolorosa per cui i I bambino piange og ni volta che ivi si esercita una certa pressione con le dita. Addome trattabile, indole.nte, nel quadrante superiore di sinistra con la pressione molto profonda avverte lieve dolore. Date le condizioni 0ttime del ragazzo, dato che non si nota liquido n ei punti d eclivi dell 'addome, ·s i decide di tenerlo in osservazione pur avendo il sospetto d ella rottura della milza. Il giorno 15 e 16 dello s. m. le condizioni si ·son o Jnantenute buone, l 'alvo è aperto, il bambino si nutrisce regolarmente e dice di sentirsi migliorato. Però si nota una certa agitazione, ma i parenti dicono che è sempre un po' n ervoso e o ra mag gicr1nente perchè non sta volentieri all 'ospedale. Il dolore provocato, n egli sp azi intercostali ulti1ni di sinistra, è però sempre molto vivo, mentre che n on molestando il malato, questi non lo avverte affat to. La notte del 16, verso le ore 24 pa·ssando per la visi ta in osped ale trovai il paziente più agitato Ciel solito aveva aYuto vomito <lue volte nella ser ata e si lamentava a lquanto. Quantunque in nulla il quadro fosse cambiato, per questi. ultimi disturbi e per il sospetto di rottura rlella milza ch e


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SEZIONE PRATICA

r. on mi lasciava tranquillo sul conto del malato, decisi ~:in Lervento. L 'operazioue è stata eseguita alle ore una del 17 di gennaio. Etere-narcosi regolare. Incisione ad y xifo-ombelicale e lungo l'arcata co·stale di sinistra, aperto il peritoneo si trova sangu e ma in modica quantità, prima di tutto si va a ispezionare la milza, che si trova completamente spappolata per cui si decide I 'asportazione. Però l 'estirpazione di essa è alquanto indaginosa, dato che per lo spappolamento non si riesce a far presa bene sul] 'organo e per potere legare il peduncolo si perde un po' di tempo e molto sangue. Intanto il bambino impallidisce e il polso si fa ·sempre pii.i piccolo e frequente tanto che per sollecitare la fine dell 'operazjone, lasciato uno zaffo nella loggia ·spler ica si chiude rapidamente la parete con punti a tutto spessore. Intanto che si ~ tava ultimando l'operazione, la suora di servizio preparava tutto l 'occorrente per una infusione di sangue e, appena finita l 'operazione, si iniettano nella vena del braccio del bambino cc. 750 di sangue opportunarnente preparato ed estratto da una vena del padre del bambino ste·sso. Fatta l'infusione di sangue, il polso migliora suhito, il decorso post-operatorio è pressochè regolare e. l 'infermo esce guarito dopo circa un mese per una lieve suppurazione nella loggia sple11ica.

La rottura traun1,a tica della milza non si può dire che sia fra le lesio11i viscerali più ral'e; credo invece che sia tra gli organi più vulr1erabili dell'addome. Che la sede ana lorr1ica della milza la pr0tegga Ino 11.o dai trau1ni è una verità, però i~ ~ua C('~: it·ù7 ione per la ricchezza dei vasi P. r.er la fr1abilità si' presta m oltissimo alle rotture ed agli spappolam·enti. Lo stato patologico della n1ilza è un coefficjente importante per la predisposizione alle rotture; si registrano dei casi di rottura in seguito a semplice esplorazione clinica e casi di rottura spor1tan ea, non per questo però si deve credere che soltanto una milza patologica può essere soggetta a rotture. Io personalmente ho potuto dimostrare negli ultimi n1iei tre casi op·erati la rottura traumatica di inilze completamente sane. Altri ,A.A. 11anno reg·istrato anche rottura di n1ilza normaJe per lievissimi traumi e per semplice contrattura muscolare. Non è necessario perchè una milza si ron1pa che essa sia iìs~ata da aderenze ingrandita o comunque poco mobile per cui non possa sfuggire al trauma, n·è è poi tanto rara la rottura di milza norma l~ e normalmente mobile. Semb-ra invece ch·e la glandola splenica sia uno degli organi più vuln·erabili nei traun1i dell 'addom e. La rottura della milza è quasi spesso una sorpresa laPflrotomica, dato che si intervi ene ron diaQ""nosi di emorragia interna ; con1e an1

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c}1·e credo cl1e I11olte rotture di milza passino inosservate se non si ha emorragia imponente cl1e decide al1 'intervento, o sintomi che in qualche i11odo rivelino detta lesione. Engelmann e Hi tzler dicono che certe cisti e1natiche ch e si trovano nella n1ilza n on sono altro che rotture sottocapsulari di essa passate~ inosservate. Corr1e anche, secondo i detti AA., ],e piccole ·e morragi:e possono guarire lasciando delle cicatrici fibrose e le lesioni descritte col no.m e di tumori primitivi della n1ilza, fibrosplenomi localizzati, iperplasie fibrose congenite, non sar·ebbero altro che cicatrici do'\rute ad emorragie p regresse. Gli AA. J.JUbb.Jicano due osservazioni personali in cui le lesioni trovate erano quelle di. un infarto .'.lJ J tico. Anche la formazior1e di ascessi traumatici della milza o della loggia splenica sta a dimos1rare che delle rotture spleniche passano i11osservate, aìcune g·uariscono spon taneamente e altre &uppurano secondariamente. · Inlow ha trovato nella letteratura 23 casi di questo .genere; in u11 prirn o gruppo di 11 casi vi sono dei sintomi iniziali più o meno limitati alla regione splenica, dolori in questa r egione ch e diminuisco110 dopo qualche giorno e poi vi si stabili·sce un focolaio purulento; in uri secondo gruppo di sei casi la lesione splenica passa del tutto inosservata e l 'ascesso è una scoperta operatoria o di autopsia; in un terzo gruppo di tre casi, l'ascesso è una complicazion e post-operatoria e in un quarto gt-uppo di quattro casi la rottura è passata i1tosservata ·e il periodo di latenza dura da uno . .. . a p1u anni. Nelle prime operazioni che ho praticato, ho notato anche t1n altro fatto e cioè che la rottura di miJza t.ende alla emostasi spontanea e capita a volte di asportare qualche milza senza perdit.a di sangue, A volte è un ematoma sottocapst1lare che si forma e si rompe poi secondariamente; altre volte si h a emorragia discreta in primo tempo e poi sia per la diminuita pressione sia per altre cause si stabilisce l' emostasi spontanea che ci con sente di attendere anche molti giorrti prima di operare il malato, e cioè quando i sintomi divengono minacciosi. !\fa se in primo tempo l' en1orragia è esi~ gua, se è sottoc.apsulare e se la rottura non è troppo profonda nel parenchima, si può avere una emorragia imponente in secondo tempo e a distanza .anche di molti giorni come anche si può arrivare alla guarigione senza che il medico abbia mai sospettato la rottura dell 'organo in parola. Uno dei n1iei oi>erati. un bambino di circa 1


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cc IL. POLICLINICO »

sette anni, è stato operato dopo più di 48 ore, perc·h 'è non si sono avuti in pri11cipio n è poi segni di e111orragia interna, n è altri segni di lesioni di visceri addon1in.ali, e mi decisi ad operarlo n ella nott.e d el secondo giorno perchè vedevo n1olta agitazione nel malato; era comparso vomito e si notava sin dalle prime or,e un dolore alla pression e n e·g li ultimi spazi i11 tercostali di sinistra che mi aveva fatto amrnettere la probabile rottura della milza senza però potermela confermar·e con altri segni più i1nportanti. D·e cisi in qu~sto caso di praticare una laparotomia esplorativa perchè non ero tranquillo sullo sLato d el malato e temevo di t1na emorragia secondaria. All'apertura d el1;aàdome in questo caso si trovò la milza completamente spappolata. Cisler J1a osservato in un ingegn·erè che ave,Ta subìto un grave trauma: dolori negli ultimi spazi inter costali di sinistra, dolori ad · do1ninali abbastanza forti n ella prima gior11ata e difesa muscolare a sinistra , polso a 80; dopo il ,p rimo giorno il paziente si è sentito subito bene e potè lasciare l 'ospedale pocl11 gio1rni dopo, però a]]a distanza di: 12 giorni ebbe di nuovo vivi dolori , vomii to, lipotim ia e segni di emorragia interna. All 'operazion·e fu trovata rottura della milza e gr ave emorragia interna. L'A. pensa ch e le cause dell'emorragia tardiva possano essere attribuite: 1) alla rottura capsulare p er aumento della pvessione .a d·dominale; 2) alla rottura secondaria d1 un em.atoma sottocapsula l'(\; 3) alla distruzione di un tamponamento i1 aturale della n1ilza ferita. Schlegel 11a operato un malato dopo 12 gjorni che av·eva ricevuto un colpo leg·gero sulla region·e $plenica; la milza non era patolog ica , pare ch e si fosse formato un ematoma primitivo e cl1e dopo 12 giorni avesse rotto la capsula. Oudard ha operato due casi di rottura di milza, l 'uno dopo sei giorni e l 'altro dopo circa 24 ore. Enge lrr1a11n e Hi tzler r egistrano un caso in cui tr.a il Lraum a e i sintomi di emorragia per rottura de]la milza sono passati 18' m esi. J\.ment riporta due casi, uno operato dopo 50 ore e un altro dopo dieci giorni, quest 'ultimo a'reva già lasciato da qualche g iorno J'ospedale percl1fi si sentiva bene. Sono d , accordo col dott. Baccarini ch·e per d ctern1inare la rottura di un organo normale è n ecessario un trauma violento , . ma non in tutti i casi e infatti ciò si può dimostrare co11 ca~i ripnrl ali dai diversi elinici. La n1ancanza di ecchimosi o di escoriazio11i 11011 è u11 clato per fare escludere la rottura 1

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d ella milza; chi è s tato in grandi ambie11ti o s1)edalieri d ove si h a continuamente a ch e fare con i grandi trau1natizzati d ell 'addome, s~ che le lesi.or1i d ei visceri addominali frequent.emente no·n hanno corrispondenza con lesioni cutan ee estern-e. Quando ciò si avvera è un ausilio pe·r la diagnosi, ma l 'assenza di esse non arresta il chirurgo i1 quale cer ca sen1pre i sintomi rivelatori di lesioni di org.élni interni e indaga nell 'ana1n1i.esi che è la chiave di volta del medico e sarà sempre la più i111portante delle inda{2;ini cliniche. Disgraziata1nente nei g ravi traumi l 'ar1an111 esi non è 5e111pre precisa e il medico ha uB dato di m ·eno peJr l e sue con clusioni. Non direi che le regioni in1muni da malaria siano quasi immuni da rotture di milza (Bacc.arini); io, ad' esempio, dirigo un ospedale di t1n. a regione d'Italia che è completamente immune da malaria e dal 1929 al 193'± ho operato quattro rotture traumatich e di milza r1on rr1alarica. Riteng·o d'altro canto che la rottura traun1atica della milza normale sia più frequer1Le di qu.el che si creda e che molte volte passi inosservata ; le statistiche dei diYersi AA. registrano n1olte rotLure di milza r1on palustre (Quénu ecc.). La class ificazione che il dott. Baccarini fa delle l esioni traumatich·e della n1ilza è in1portante pe.rchè è u11 dato anatomo- patologico; però p er quanto riguarda l'emorragia ch e egJi n1ette in r apporto con la p rofondità e ampiezr.a della ferita ·e con I 'importanza dei vasi lacer ati, d·ebbo a.g giunger e ch e non sempre la in1ponenza dell 'en1orragia è in rapporto diretto con la profondità della lesione. Sopra 110 dimostrato ch e n el ban1bino da me operalo si è trovato lo spappolamen to del]a milza con f>OGO versan1ento di san gu e, mentre in al~ri du.e trau1natizzati la rottura era sul marg ine dell'organo e poco profonda e ! :emorragia era imponentissima. Cred o ch e l 'imponenza dell'emorragia debba mettersi più in rapporto con la r ecisione ur tta dei vasi anzichè con la profondità d ella teri ta e ch e lo spappolamento con lacerazior1e e strappa1nento d ei vasi dia luogo a n1i.nore -versarnento, quantunqu.e in questi casi sia da ternere una emorragia seconàaria mol~o più peri.colos;:i della primaria. I n qu~ nto ai sintomi , lo ch oc iniziale in geI•:~rale dura poco e con la canfora, la morfina e 11 .siie ro fi isiologi co si vince presto; tutti gli altri sin tomi sono tin po' variabili e vanno dilige.1te111l.· 11te ricP.rcati e vagliati come f-opra si è detto, si può essere precisi nella diagnosi :-;e si è precisi 11elle ricerche. I sintomi che più specialn1ente possono ri1

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"·elare la rottura della milza, sono il dolore localizzato nell'ipocondrio sinistro o negli ullimi spazi inLercostali di sinistra, come io e qt1alche altro abbiamo constatato e l 'emorragia. Ho sopra riportato uno rlei casi da m ·e operati in cui in primo ternpo si notava che il n1alato era tranquillo, con polso ottimo e facies rassicurante, aveva vomitato, ma il dolore dell 'ipoc,ondrio sinistro con la palpazione .era n1olto lieve, da non destare sospetto e i1on si notava djf.esa. Poi inv·ece e tutto a un Lr!ltto i sinton1i sono diventati molto minac-. c iosi specialmente per l'anemia acuta che rapidan1ente si è stabilita e per cui se non s 'interveniva con molta rapidità, si sarebbe certarnente perduto il malato (III caso). In nessu110 dei casi operati riscontravansi traccie del t'r auma subito sulla cute dell 'addome e del torace e ir1 tutti, meno che in una , potei fare la diagnosi prima dell'intervento. I.'ult.imo caso , il ban1bino di cui ho parlato, n1i ha dato il sospetto di rottura della milza subito appena è stato da me visto per il vivo ~Ioìore che egli sentiva con la pressione negli ultimi spazi intercosta.-li di sinistra, mentre l 'addome era trattabile e la pressione anche profonda nell 'ipocondrio sinistro non risvegliava che lieve dolore . La difesa dei muscoli ir1 oerti casi si nota appena e lascia incerti, rn entre in altri la difesa a·d dominale è tale che dà l ' 'mpressione si tratti di peritonite acutiss ima. In generale bisogna ricercare la contrattura dei muscoli dell'addome con delicatezza, cioè con una palpazione lenta e progressiva e confrontare la differenza che può esistere tra un ipocondrio e 1'altro, t~nendo conto che una dj fesa un po ' più accentuata da un lato e più propriamente a sinistra acquista valore per la rottura della n1ilza; se però 1'insieme d ei sintomi concorda per la diagr1osi e non rite11er e quello &olo p er sintoma patognomonico, c o1ne cerLi A1.A,... vorrebbero sostenere. L ' ottusità nei p·u nti declivi d·e ll'addome e a s i11istra è cosLante nelle perdite abbondanti di sangue ·e a volte è il ~into,ma p rincip ale per cui si decide l'intervento. N·ei casi in cui poi si resta molto incerti , sarà bene l 'aLtesa armata o addirittura pratic..&re una laparotomia esplorativa che nuoce molto meno al malato. Nei casi cli rottura della milza non si ha mai l 'alvo complftamente chiuso. Dall'insieme dei sintomi è chiaro che il quadro patologico resta sempre un po' vago e mette nell 'in1barazzo il medico; del :resto il quadro nosologico non è n1ai identico e bis ogna c,ercare di interpretare i sintomi caso 1

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J1f r

caso.

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SEZIONE PRATICA

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1Jn altro punto importante in questi casi è di stabilir.e q11ando si debba intervenire; se la ~liagnosi dà presunzione di certezza è su})erfluo dire che bisogna subito inte rvenire, anche se i sintomi non sono allarmanti perr.11è si deve sempr·e temer€ una grave emortagia secondaria. Nei casi molto dubbi si può attendere, a riatto cl1e l 'attesa sia vigile, però anche in que5ti casi il troppo attender·e può essere nocivo e quindi è più perdonabile al chirurgo una esplorazione infruttuosa anzichè un obitus dovuto ad eccesso di pru·denza. RISUL'TATI

TARDIVI.

Secondo Quénu l 'esame dei risultati lontani dimostra che la splenecton1ia non determina alcun disturbo tardivo importante e tale da controindicare questo intervento. La forn1ula sanguigna, secondo lo stesso A. , presenta dopo l'operazione delle alterazio11j costanti: c,aduta del tasso di emoo-lobina 'O ' climinuzione· de] numero dei globuli rossi, ir1erleucocitosi, rna questi fenomeni , dice lo stesso /\.., sono passeg,geTi e rapidamente la formula sang·uigna tende verso il ritorno nor1n ale. Io, d'altro canto, penso che questa passeggera inodificazione della formula sanguigna f=ia intera111ente dovuta alla emorragia• che in questi casi è sempre imponente e q.u indi alla conse·c utiva anemia acuta. G,a lloway ha notato che la splenectomia ha per conseguenza un aumento considerevole delle piastrine del sangue , che raggiunge il suo massìn10 nella undicesima giornata, per dìminuire poi progressivamente, mon tomia però al normale neppt1re dopo due anni dal1'interv•ento. Ne deduce che la milza è uno dei principali organi distruttore deìle piastrine. Gli organi vicarianti suppliscono bene alla mancanza della milza. Willìs ìn uno splenectomizzato per rottura della milza, constatò la diminuzione progressiva dell 'emoglobina, con morte del malato. D. Pfeiffer e C. M. Smyth hanno seguito per uno a quattro anni circa, quatt.ro sple11ectomizzati di giovane età a 7 a 16 anni. Hanno trovato che lo sviluppo non è ostacolato; che gli operati si stancano per la più lieve fatica; però gli AA. dicono che è difficile stabilire se questa dimi_nuzione di forze e di resistenza dipenda dall 'anemia o da un disturbo endocrino o dal m etabolismo. In tt1tti gli operati hanno notato ipertrofia dei gangli linfatici. Consigliano piccola trasfusione di sangue, estratto di midollo delle ossa e di milza che in questi ca si dovrebber o essere utili . 1


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IL POLICLINICO

Malgraùo tutto ritengono indispensabile la splenecton1ia nella rottura traumatica della milza. Gonnors ha notato che l'esame del sangu,e i)raticato anche diciassette anni dopo la splenectomia ha dimostrato leggera anemia secondaria con leggera leucocitosi, ma senza disturbi funzionali. Nei pochi splenectomizzati da me operati non vi sono disturbi degni di nota; .e ssi presto hanno potuto riprendeire le loro abitu.a li occupazioni, senza il minimo fastidio . CONCLUSIONI.

Le rotture Lraumati·c he della milza non sono cerLo lesioni molto frequenti quantunque non si possa dire neppure che siano molto rare. Se alcu11i autori ritengono che ci debba ·essere una predisposizione alla rottura, in qu.anl o si rompono soltanto gli organi patologici in generale e palustri in special modo, non si I>UÒ e non si deve escludere che anche la milia 1l orrr1ale si rompe nei gr.a vi traumi del] 'addom·e. Nei diversi casi da me ricercati nella letLeratura: 11on troppi va ben e, si. può dire che jrt maggioranza si tratti di organi normali, rottisi in seguito a lesione violenta. In alcuni casi si può dire che la milza si rompe in due tempi ·e cioè prima si ha la rottura del parenchima restando integra la capsula e voi secondarian1ente peT la quan Lità di sangue raccoltosi sotto a questa, essa si ro1npe e dà luogo ai sintomi più .allarmanti. Jn questi e in altri e.asi si può parlare di vero i11tervallo libero che va da qualche ora a molti giorni, dovuto sia alla rottura in due tempi, sia in altri casi a un intervallo più o meno lungo per la emostasi spontanea che si può ~ t.abilire in prin10 tempo . A!:>l)i3mo a11che notato come la sincope iniziale può essere dovuta allo choc traumati co, meclLre q11ella cl1e sopravviene dopo qualche or:1 o q11u lche giorno da un trauma addo1nir1ale e r:ell 'ipor011drjo sinistro nel nostro caso, f. un segric quasi patognomonico della rottura df\lla n1il za. In quanto poi al dolore e alla difesa nell 'i· pocondrio sinistro, hanno un grande valore qu'.lndo si risconlrano nel malato , ma il fatto più importante è costituito dall'anemia acuta ch1e si stabilisce e dall'ottusità nell'ipocondrio si1tislro e nei punli declivi di questo stesso lato dell 'addorne. Ir. lllt 111alato da me operato ho riscontrato un sin ~ 01113 ct1e può a\ ere una grande importa11za e li1Jica e ciè il dolore alla pressione ne1

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[ANNO

XLIII,

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gli ultiJ11i spazi intercostali di sinistra, questo ~lesso ~intoma ho visto poi che molto tem110 prirna di me aveva notato Cisler in un malato. Non è facile a volte fare la di'agnosi differenl'.i.a le con la lesione di altri organi addor!linali. per cui, come già ho esposto, molte volte :per prudenza si interviene con la diagrlosi ge11~rica di emorragia interna. 111 qua11i.o all .élLt(I operativo si può dire che qun11du i si1)tun1i son9 imponenti si deve inteTvenire seà uta stante, negli .alìtri casi, se rr1nl ro du:bbi, co11viene l'attesa armata, n1a se si avesse il sospetto anche lontano di una lesione viscerale, bisogna intervenire an cl1e e l 'intervento può riuscire ii1fruttuoso. ' 7al più 11na laparotomia esplorativa negativa che la perdita rleJ mala Lo per ecc.esso di prudenza. Resta un ultimo fatto: si può reinietLare allo stesso malato il sangue versatosi nel peritoneo? Alcuni autori sono conLrari, io per conLo mio faccio ciò sistematicamente nelle gravi emorragie endoaddominali, s 'int.ende quando ;1on siano lesi organi cavi., e ho avuto sempre 1ieg li o't.timi risulta ti. I ri~ultati immediati · sono rnolto incoraggianti in quanto si ha una percentuale relativamente piccola di morti , mentre i risultati lontani si può dire che siano ottimi.

RIASSUNTO. Le rotture traumatiche della milza non av· vengono soltanto in milze patologiche, rr1a anche e for"e più spesso di quanto non si creda in organi normali. Qu·e ste lesioni anche se sospettate devono d6·c iderf il chirurgo per l'intervento. Il dolore provocato neg·li ultimi spazi intercostali di sinistra , dall 'A. rilevato, può avere llJl.a i'mportanza decisiva per la diagnosi e p·er 1'operazione, se si rilevano altri sintomi ch e lo coadiu,rano. BIBLIOGR_i\FIA.

Arch. italiano di chirurgja, 1922, VI, 166, (I caso oprr.). ·

BACCARTNI.

QuÉN'U. Diagn ostic et traitement des ruptures trau-

matiques de la rate auec hémorragie en pérotoine libre. Journal de chirurgie, torne XXVIII> n . 4, octobre 1926. ScHLEGEL Eniorragia splenica d i origine traumtica con intervallo di 12 giorni. Bruns' Beitrage zur

Klinj schen cl1irurgie, tome Il. 163-171. HAl\1ILTON BAILEY

<~XXXVIII,

n. 1, 1926,

R·ottura spontanea di una milza

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LANNO

XLIII, Nui\ir. 50 1

SEZ ION E PRATICA

Un caso op erato e guarito di r ottura del panoreas e della n1ilza, con qualcfie osservazione sul dobore scapolo-om erale. Zentralblatt fur chirurgie, tome III, n . 35, 29 agosto 1925, p. 19671972. '\ì\-_ H . BYFORD. Rottura spontanea d ella milza. Archives of S urgery, vol. XX, n. 2 , feblYraio 1930, J). 232-239 , 2 figure. tB . B u11;n.v1. Hot t ura trauma t iJca i n d ue t empi della milza. Zentralblatt fur chirurgie, tome LVIII , n. 21 , 23 m aggio 1931, p. 1314-1316, i fig. H. K IVIE:'-lT. Rottura del la milza i n due tempi . Ibid ., lom e LVII, n. 35, 30-8-1930, p. 2176-2178 . ~I UHLBRADT . Risul l ati della splenectomia. Deutschr. fur chirurg i e, Lom e CCXXVIII, fase . 6, ottobre 1930, p. 365-396. IE .NGELMANN et HITZLER. Un c@o di rottura in due tempi della milza, con du e osseroazioni di cicatrici spleniche d opo emorragia (chiamati impropriamente tum ori splenici primitivi) . Bru11s' Beilrage zur klinischen chirurgie, tome CXLVI, fase. 4, giugno 1929, p. 605-621 . {)unAnD. Due cac;i di rottura traumatica de lla milza a sintomatologia ritardata Archives de médecine et pharmacie navales, tome CXVI, n . 2, aprile, maggio, giugno 1926, p. 145-153 .

JfAVLICEK.

RIVISTE Sulle correlazioni epato-renali. La contemporanea parLecipazione del fegato .e d el rene in alc une sindron1i morbose ve.n iva -Oc..,uritta dagli AA. francesi sin dalla seconda 111età del secolo scorso; ve n\va cr eato il ter111ine di cc epato-11efrite » pe1 designare le le·si oni combinate epa Lo-rena]i. Ne è t1n esemp·io tipico il 111orbo di Weil; conting·enza f'iniile -}) UÒ verif) car si a 11che in altre infezioni com e .ad es. 11el tifo , paratifo , n elle 5epsi strept o-stafil o-pneu111ococcic h e. .\. l lar te la lo cali z~.azion e nlett i va e sin·111ltanea .del proce so infettivo o to -- ico (da fosforo , da sal, arsan) n el feg·.ato e n·el r e11e, è nota la ripercu ssione dell 'ins ufficìer1za e patica sull~ funJ.ionali tà r enale, in ispec ie p er quel ch e r1gu ar<la la diuresi ; va citata a proposito la cosid.etta « opsiuria epatica n (Gilbert); in qu~st 'ultimo ,caso p erò rimane duhb·i o se 1··a1teraz1one della .diuresi sia di origine r enale od extrarenale. Recenti ricerche di AA. tedeschi richiamano 1'attenzione a ppunto sui rapporti iI_lter c?rrenti fra la funzionalità epatica ed alcuni dati ematologici ed urinari che di solito ve!lgon? , con-siderati quali esponenti della funz1onal1ta renale · si tratta d el con1porta m ento dell '.azote.n1ia,' dell'ipo -e d isostenuria n el corso di mal~t­ tie epatiche. Tali ricer ch e ono s tate eseguite principalmen te dal Nonnenb·r u ch e dalla s~a -scuola (cfr . : N onnenbruch . l'rfun_ eh. MedJi_z. l,:Yochen.schr. , 17 aprile 1936; W e1ser. Mediz. J(lin., 6 noYembre 1936). Nell 'osserva zione · del 'tasso dell'azoto non p roteico n el san gu e n,el corso di alc une affe1

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zioni parenchimatose del fegato (ittero da salv.a rsan , epatite luetica, ittero catarrale ecc. ) è stata rivolta speci.a le attenzione al comportarr1ento della frazione: ureica e non ureica (costituita oltre ch e da aminoacidi , ammoniaca, cr-eatina, creatinina ecc. , an che d a con1plessi chimici an cora 11on b e11 noti) dell 'azoto i11coagulabile. Si è potuto cos tatare che n el corso di alcu11e affezioni epatich e la fra zione n on lireica au1nenta in n1odo anch e notevole. n1entre la frazione ureica i pr·e en ta di poco o per J1ull a eleva ta. La g·r avità d ella sindrorr1 e generale è spesso p,r oporzionale ali 'altezza della frazio11e rton ureica; il migliora n1e11 Lo Sl1b ent ra d opo I 'abbassamento (spontaneo o provocato) e e ~sa.

LD so1nrr1inistrazione dell 'urea n ella quantità di 20-30 gr. pro die ha avuto per effetto una rapida diminuzione della concentra zione della frazion e 11on ureica (Dl{}ntre .aun1enta·v a, n1a 11on costanten1ente, quella ureica) con con seg ue11te miglioran1·ento dello stato gen erale degli infern1i. Secondo gli AA. 1'efficacia del trattam ento coll'urea, non può e sere attribuita olo Dlle proprietà diuretiche di essa; si tratterebbe piuttosto di una regolarizzazione del ricambio intermedio delle proteine (di cui l 'alterazione provoc a l 'aumento di compon enti n on ureici clell 'N. incoagulabile); potrebbe darsi che I 't1rea facilita la fissazione d egli aminoacidi J1ei tiessuti con la consecutiva n1i g1iore elaborazio n e di essi. Il tasso cc opti male » dell ' urea sanguign a ' rarier ebbe da un C8:so all 'altro; e~ ap.ch e n el caso di urea s.angu1gna ele,rata l ureoterapia potreb 1::Te essere utile . Il comportamento delle due fraz ioni azote111ich e trover ebbe un certo riscontro n el quadro di ipostenuria di alc uni epati ci; questa, a differ·e nza di ,ciò ch e avvien e dell 'i'{Jostenuria da insufficienza renale, è dovuta alla diminuzion e della frazion e organica n on urf'ica n elle u rine escret1e; la secr ezione de11 ' urea può essere n orma le. Si tratter ebbe quindi di riten zione di prodotti organici non ureici. Riesce quindi eviden te con1c l ' iper azote111ia e 1'ipostenuria degli epatici posson o n1entire il qu adro dell 'in suffi cien za rena le ; . solo .J'an alisi p iù n1inuta riesce a m etter e in e''1d enza l 'alter azione n el rican1bio della frazione n on ureica dell 'a zoto incoagulabile nel sang ue e i1ell 'esc rezione dei prodotti organi ci della u r i· na · a lter azione quindi non i mputa hile al ren e. ' . . .. Il W eiser fa però notare come n e1 paz1enl1 epatici esiste tutta una serie di stadi tran sit?ri fra le iperazotemie e ipostenurie extra r en a l1 e quelle re nali ; di solito dopo un periodo pi li o 1neno bre ve si stabilisce an ch e l 'iperazotemi a d a a t1mento deJl 'urea sang uign a , m entre Ja fra zion e· non u r eica t ende a scem a r e; .an ch e ne ll e urine la minor e den sità d ev 'essere in }Jar te attribuita alla minore escr ezione ureica. La par tecipazione renale in questi casi vien e a n ch e d ocumentata dall 'aumento dell 'inda car1 en1ia, 1


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<< IL POLICLI.~I CO

da lla xanto1Jrolei11emia , dalle 1nodificazio11i di costante di Ambard. La fre quente coesistenza d elle due forn1e non penn·ette sempre la distjnzione delle ipostenurie e iper azotemie re11ali da queJle extrar enali n elle insufijcienze epatiche; i1 so,rrapporsi d el fattor e ren ale pùò esser e ta]t)r a seguito n ell 'o servazion e pro) u11gata del 111aJat o.

SUNTI E RASSEGNE. OS'fETRICIA E GINECOLOGI_/\. L'aborto endocrino. (J.

SEGUY.

Bulletiri !Ylédical, 25 luglio 1936).

Tra le cause capaci di p.rovocare l 'interruzior1e spontanea della g r a, idanza le pii1 frequenti sono la s.i filid.e e 1e anon1al1 e ed affe1.ioni locali degli orga11i genitali. ~la esse n o11 so11 0 le cause esclusive dell 'aborto , in base ad ii·ùagini r ecenli bisogn a [a re un po lo in1porta11te ad altre condizioni quali la carenza o la e& l ti va utilizzazione di alc une vitan1i ne ·e so pra Lutto le disfu11zion i endocrin e. La disfu11zio n e d ella tiroide è 8ta ta la più "o pettata. Tar11ier e Hertogghe pen sarono che l 'ipoliroidisn10 è pregiudizi evole p er la graYidan za. Vignes co11 l 'opoterapia tiroidea arre&lò i11 una donna u11a erie di aborti . Tuttavia Uhita con l 'ab1azione della tiroide n ei conigli , ·ide raddoppiato il periodo della gravidanza. P ende e Marafio11 rite11go110 ch e anc}1e l 'i1)ertiroidisn10 possa esser e cnusa di ab orti. l\ifa Etie11ne e R ém)' sp eri111eJl taln1e11 Le con statarono ch e le ini ezioni di note\ioli quan.tità di estratti tiroidei non disturbano la gravidanza. Questi risultati contradittorì posero i11 dubb io l 'aborto di origine endocrina, la cui possibilità p er altro è stata confermata d a ulteriori tudi. ell a donna incinta e istone a lcune · sostanze dett e cc estrogene )>, cl1e posso1\o essere estr atte d~ ] angu.e e c11e d eterrr1i11 a110 l 'estro fLella r atta castrata. .:\.lc un1 di qu esti corpi so110 stati i oìa ti e identificati , co111e la folli colina e la disidroJ'o llicolina , altri. ... ono ineno n oti con1e i corpi di ~farrian , 1'equilin a, ecc. , altri infine: per quan lo su11110. . ti c lini ramente, non so110 stati isola ti . Tn pratica que to con1ple ~ ~o di coi pi estroge ni viene do ~at o dosando la follicolina. Essi hann o un 'azio11e congestior1 nrit e e at1n1.en tano il n1etabolisn10 generale d ella donna a ll o copo di fa,Torire ]o svi]11ppo del fet o 11f ll '11lero. 11 lor0 eccesso n ell 'organ i . . 1110 della R"ravi da sarPb])e cl an110~0 ed ' perr iò e h e Yen gono co11 1

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ti11uan1ent e eli111i11ale co11 le urine o co11 le· feci o 11eutralizzate da11 'azio11 e. ùi al lr e so tan -· ze di origi11e diversa. :\Tella d o·n na normaJ.e il sisten1a di autodift· sa contro. I 'eccesso dei corpi estrogeni è cos lituito dal1 'azione frenatrice e antagonista di alcune gJa ndule . 11 fegato e la tiroide regolarizzano la i1r ocluzio1le d ei corpi estrogeni agendo sul m e-· t f•bolism .o della colesterina ch e è l'origin e n1olto verisimile d ei corpi st essi. Il corpo g iallo ) la corteccia surrenale e ·la 1)lacenta agiscono neutralizzando J'azione qei corpi estrogeni n1ediante la produzione di sostan ze con azione co·n traria. P ertanto n el san g ue della donna incint a esis te un equilibrio tra sostanze estrogene ed antiestrog·en e ch e consente alla gravidanza di· s' ilupparsi r egolarmente e di giungere a t.er n1i11e . .Esist e p er altro tra gli . org·ani antiestrogeni un 'azione co1npe11satrice per modo· ch e la de fi cienza di uno p·u ò ·esse re compen-· sata dall'iperattività deg]i altri. Qua11do per un 'azion·e qualsiasi si ron1pe· l 'equilibrio o per a u111ento anormale del tasso dei corp i estrogeni o i)er insufficienza del] e· sostanze a ntiestrogen e Ja gravid,a nza è com -· i)ron1essa. Questo squilibrio p uò v·e rificarsi improvvisan1e11te e allora provoca a ccidenti gra' i (eclampsi:a, apoplessia utero-placentare, itterograve) o si stabili ... ce lenta111e11te ed i 11 La] caso si avrà l 'interruzio11e d ella g ravida nza. Si è cer cato di prec i are il meccanis1n o del1'aborto da eccessi di corpi estrogeni o folliculinici . Confermando i lavori di Bourn e e Burn e di Parrès , Marrian e Ne\,v ton hann o· dimostra to ch e i cor11i estrogeni o , p er sem 1)lificar e, la folli colina in eccesso r endono s€nibile il i11uscolo uterino all 'azione d e]] 'ipofìsi posteriore inibendo l 'influenza protettrice· del corpo giallo. Sotto l 'azio11e ocitocica d el1'ip·o fisi p osteriore il muscolo uterino en Ira ÌJ) contrazione espelle11do il suo contenuto . È questo il meccani sn10 de]] 'aborto e11do• cr1no. Le d eduzioni p·r aticl1e di quest e considerazioni son o ovvie: non si pt1ò sen za perico]() 5om111ini .. trare all e clo1111e i11cin te sostan 1e estrogene il cui ti1)0 è la folli colina . l.erto è 111olto diffi cile se n on in1110 .. iJ)i lr f)rovocare l 'aborto n1 ediante la sorr1111i11i trazione. di folli colina ad una d onna g ra,rida nor1nale il cui si stema glandular e di autoprotezi on e fu11zio11a r>erfet ta1nente. :\{a n ell e don11e ron t endenza spontanea a produrre corpi e trogeni in eccesso Pd il cui ~i st e 1T1a autoprotettore funzion a già in ])ieno· og11i 01nn1inistrazio11 e di f 011.icolina 111"ovq. cl1 erà l'aborto , specie se ~i ceglie il n101nrnt o i1el qua le cessa l 'a1ione protettrice .J r l corpo giall o o ~i rinforzerl\ contemporaneamente il tasso di ipo fi~i posteri or e. 1

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La ca i .. Li ca di aborti fo11i culi11ic i, provocati i11 buona fedoe o pet scopi delittuosi, è già 111olto dimo trativa al riguardo. Sembra i)ertanto logico Yietare la 'endita di folliculina o di ogni sostanza estrogena che . iion sia e pre samente ordinata da 111edici.

DR.

Sull'opportunità dell'anestesia lombare in ostetricia. (0.

Nls.c.hr. Geb. u. Gy1i., pag. 223, 19 3:6) . B1TTMANN.

2279

EZIONE P H.\TTC.\

ol. 102,

del! 'anestesia 10111.bare, può essere oYYiato co11 l 'iniezione i)rofìlattica di preparati di ipofì ··i c.0111binata a quella di estratti di segala . :E: 've'- · rosimile c he l 'i11iezione profilattica dei prepa·rati ipofisari v.alga anche a prevenire le cefalee. in quanto esse non co11s~guano a pecifica irritazione n1e11ingea (da in sufficiente tec11ica). Raccon1anda le più scr11p0Jose cautele nseltiche. E. M.-\ lJn1z10.

Co ntri bu to alla cura a secco del fluor laginale. ( l l il\11\1. H el'veties 1ned. .1! cla, 'ol. 3, fase. ±,

Riferisce su 261 casi ostetrici, operati in rapag. 613 , settembre 1936). chia11estesia (0,4 o 0,8· eme. di una soluzione di novocaina « Galena n al i ·o <J~, ciiluiti in 4-5 L 'A. ritiene che il bacillo di Doderlein abbia eme. di liquor); u sa una soluzione iperbarica scarsa in1portanza nel i11eccanis1no di autodifeo a l massimo isobarica dell 'a11estetico, per evi- sa della vagina. Questo sarebbe i11fatti·, secondo tare la sua diffu ione verso i egmenti nervo i le antiche riceTche di Meng·e e l\.ronig, i11dip,jù alti; ·e segue la puntura in posizior1e seduta pendente dalla reazione del secreto, come hano al più orizzontale (ecla1npsia, pla centa preno dimostrato anch e lBremicke e Schroder, che ,·ia), ma sempre in modo che il capo si.a situato han110 trovato qu.a si sempre teril e il muco Yapiù in alto del bacino. No11 lascia defluir€ lig'inale degli .a11imali don1estici , i1onostantè la quor, se non ]e poche gocce per il co11trollo. sua alcalinità e la n1ancanza d el ricambio deJ Poich·è non ebbe m .ai a lam entare complica- glicogeno. Anch e Vig11es cita u11 ca·so, in cui si trovò acido I.attico nel sangue di un emazio11i e per i grandi vantaggi che l 'anestesia lo111b.a re offre nell'esecuzione di operazioni otocolpo , nonostante la completa a senza di bastetriche, l 'A. crede che e a possa stare al fia11cilli di Doderl ein . L' A. 11a trovai.o streptococco al111eno con1e equiv.ale11te· ai mezzi in u~o chi nella ' agina del 40 % d elle g ravide, nonop,er il parto indolore. Nat11ral111ente non si i:>11ò stante una forte reazione .. acida con abbondanatte11dersi , per , l 'esclusio11e dell :innervazio11e te presenza di bacilli di Doderlein. Bisogna perciò J2en sar e ad altri fattori di autodifesa , cerebro pinale, un ep·ilogo sponlaneo del i)arto, ma è sem1)re nece ssario espletarlo operativa - cl1e, secondo l 'A., sarebbero : 1) La protezio,n e an.atomo-meccanica delmente. 1'epitelio intatto; IF~a i vantaggi della rachianestesia in oste2) Il potere battericida clel trasudato della tricia l'A. el·e nca: ] 'assoluta insensibilità d el campo operativo, che si può estendere o Jimi- inucosa vaginale, col suo· contenuto in leu cociti , variabile secondo il b·i ogno; tare ~ e1gmentariamen te , usando I '.a nestesia lon13) Il' movimento del secreto dalla cervice bare cc bassa » o cc alta n; il con111l eto rilasciamento del canale molle d el parto , ch e pern1ette verso la vulva , insiem.e all 'inten o sfaldamento dell 'e pitelio piatto; più fa ci'Ji manualità in questo segn1ento , che 4) La protezione biologica data dai co icon la narcosi da inalazio11e; IJe rdita di sangue trascurabile, per l 'influsso dell 'anestesia 1on1- . detti saprofiti con i prodottj del loro ricambio IJecifico. bare s ulla co11trattilità ·e retrattilità della n1 LI ·· 111 base a questi i)resupposti teoretici, l '1\ . scolatura uterina , controllab·ilc spec ial111e11tc JJropon e, co111e i11etodo di scelta n ella cura delItell 'esecuzione di tagli cesarei · .addo111ina] i. le vaginiti, il seguente procedin1ento a secco: Nessuna preoccupazione clell 'operatore, per l<t Si introduce profo11damente in vagina t1110 paziente, dur.a nte l 'operazione, con1e n el caso della narcosi da inalazione; nello stesso temJ)O ... peculum tubulare, ch e vien e poi rien1pito fin o diversa utilizzazione di un.a unità del personale a n1età con p olvere di bolus alba sterilizzata: i spinge. poi in profondità la polvere con 1u1 pratico nella p ersona del i1arcotizzatore. Nestampone di garza montato u di una pinza . sun danno alla vitalità dei feti; buona influenza p ichica sull'andamento del lJuerperio e n1entre con l 'altra m.a110 si ritira Io sper ulum fa cendogli eseguire dei dolci movin1enti di r ohuona i11fluenza ul] 'i nvoluzio11e uterinél . Teral azion e. Introdotta così la prin1a porzione di peutica:n1en te 11a efficacia indubbia ne.Jl ' ec]ampolver e cl i bolu$ nella profondità della vagina, JlSia , co11 sco1nparsa immediata degli acces i . ::' i ripete la i11ano,-r a un a ~eronda ed evenFra gli svantaggi vanno elencati: . L 'abbas ai11e11to della pressione sa11guig11a . tualn1ente u11a terza Yo]ta, fì11 cl1è tutta Ja 'aimportante in O$t etri cia particolarn1entoe in ca. i g ina sia ripiena di· polver e. La ' 'ulva e ]e i)arli i11 c ui i)r ecedett ero forti ~n1orra gi e; tale d·e pres- c irco tanti irrital e dalla le11 rorrea ' en ...gono b en s ione può essere validan1e11te con1 ba l tuta ro11 cosparse di i)olvere. jnie1ioni di efedrina o di efetonina. Il perir o]o La J)aziente !orna a casa , e non d cYe far cl i l111a eYentuale en1orrag·ia atoni ca nl re. sa re a ltro cl1e tener i ])Ulita a ll 'esterno ed a~pettare 1

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ch e la polver e esca spo11La11ca111e11te, ciò ch e a\ Viene p er lo più clop o 2 o 3, rna 1al volta an ch e d opo 7 o 8 gior11i , seco11do Ja qua ntità della secr ezion e. La p aziente può i11uover si, ed iJ riposo in letto è n ece sario solo in caso di vulva b eante e di fort e secr ezio11e. l ,a 11uo a ap plicazion e ' ri en e e. eg uita solo quando tutta la pol,rer e è uscita: n ei casi leggeri b a ta un 'applicaz ione do1)0 ogni ci clo m estrua le. Nor111a lm,e11Le i fa un 'app1icazion e alla set t in1an a, n ei ca si g·ra vi due. ~011 si fan110 mai J,a,rande. L 'azion e favorevole del bolus dipe11d e dal s uo altissimo p oter e di assorbim,e11to, ch e gli dà la r apacità di fi ar e i p r odotti d ell 'infiammazio11e , permettendo u11a più rapida r~·ene raz ion e d ell a n1ucosa m ala ta. Esso inoltre in1pedisce il rist agn o della secr,ezion e , stimola, agendo da corpo ,estraneo , la circolazion e del corion , tien e a ripo ·o la ag·ina , e separa l ' una dall 'altra le parti nl alat e. Prima di i11trodurre il b·o lu si p·u ò applicar e i)er un minuto, sul fondo della vagina , una verta quantità di al cool a l 70 %,- ch e d eve subito venire a ccuratamente asciug ato. L 'alcool a g isoe com e battericida ed iç>e.remizza la mucosa. In caso di secr eto purulento , speci e nella g onorrea, si pongono sulla p orti'o , dopo il lavaggio con l 'a1cool , 5 o 6 t avolette di collargolo o di n eocollargolo, di cui si impregnerà poi mano a mano l'intera massa di bolus. Il colla r golo ag·isce an ch e come calmante sulla vulv.a infia mmata . In questi casi è necessaria un a fascia p er proteg·g ere la bianch eria . Se si vuol stimolare la epitelizzazion e si può u sare bolus con pellidolo al 5 %. Si p t1ò a n ch e p orre sulla portio , prim a di introdurre la polver e, 2-4 t avol ette di Devegan Bayer, ch e, oltre ad aver e un 'azione particolarmente fa vor e\ ole n elle vag·initi da trichomortas, è uttle, p er il suo contenuto in arsenico , in tutte l e infiammazioni, n1odificando la nt1trizione della mucosa vaginale, sp ecie per la dilatazion e d ei capilla ri. Esso si rivela utile come topico, parallelam ente alla ~omministrazio­ n e di ormoni O\'arici , n ei dist urbi' trofici della mucosa. A comple m ento d ella cura col bolus I' A. propon e, nei cas i in cui vi sia no alterai ioni ' 'isibili dell'epitelio , di a umentare l 'irr1munità locale applicando ovuli vaccina nti , ch e la pazient e può introdurre ·da sè dopo l 'uscita de lla polv6re . E utile in questi casi chiuder e con una fasciatura l 'ostio vulvar e, p er favorire, il più pos ibile il riassorbimento delle sostanze util'i , da p arte d ella vagina . Esistono anch e degli ovuli (Salantale) ch e con tengon o , oltre ai soliti antigeni ed a nticorpi , il cosi d etto cc complesso antidiabetico », sost an za insulinoide sintetica , ch e ag isce fa vorevolmente sulla g licogenolisi della par et e vaginale e "'ui p r ocessi ossido-ri<lt1ttivi delle cellule. -

MISCELLANEA.

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.Mestruazioni e affezioni cerebrali. (~~.

HoFF. K l'inisclie Woch en schrift , Jl. 15, 1936). Le m esLruaz1oni vrovocano u11 agg·rava111c11to di molte malattie anche localizzal e ii1 parti 1011tane dagli organi genitali. Sono 1Jartic0Jarn1ent e comuni le accentuazioni di l ulti i })rocessi ir1fia1nmalori (colecistite , p eritiflile, poliart riti , pielite , irite e specie tuber colos i) . E anch e d i con1une osservazione il p egg iorar11ento d egli stati· n e uro-psicotici ch·e si verifica come seg110 premunii o rio o co11co.111ita nte · della ir1 estrua• ZlOn·e . Meno corr1uni e i11en o n ote 01lo le r e]azio11i tra n1estruazioni ed affez ioni cer ebra li organich e. 1F. H off 11a osservato e studiato sei casi i1ei quali i11 rapporto co11 i in·estrui , e lJiù precisa1nente nella fase pr en1estrua le ed iniziale del] a m ·e struazione si verificarono gravi sindromi m.orbose con quattro esiti letali. L e donne colpite erano tutte g iovan i. Nel primo caso si trattava di una donna di 20 anni , che ad ogni mestruo aveva forti cefa lee , nausee, accessi di deliquio. Precedentemente a quello mortale e sempre in coinciden za con la nlestruazion e ·ebbe un attacco apoplettiforme con sang u e riel liquor. Quattro settimane dopo si' ebbe un nuovo attacco, al quale n e seguì dopo 1± g iorni un altro con chiari fenon1eni organici. Duran te la craniotornia 1'inferma morì. All 'autopsia s i trovò rammollimento emorrag ico n el lol)o t en1pora le sinistro con ematon1a diffuso dalJ e 1nening i. Nel seco.n do caso si trnltava di una rlonn.a di 30 anni : le m estruazio11i erano i)r ecedu te d a dolori a ddominali , cefalea, a ccessi <li perdi I e di coscien za . All 'esame si ris·c onl ra,;a : rig idità n u cale e Kernig, ptosi d ella palJ)Dbra s]11istra, liquor en1atico , iperteso. La r>untura lombare alleviava i disturbi. ~lori durante uri accesso apoplettiforme. La necr oscopia n o11 fu praticata . · La terza do nna , sifilitica , all 'età di :1. 5 anni cominciò ad avere in occasione d ei i11estrui 1)rima disordini cerebra li lievi e poi disturbi d ella parola, para lisi facciale sinistra e paresi del braccio sinistro . A seguito di una cura n11tiluetica non ebb·e p iù alcun distl1rho. Nel quarto caso un.a donna a 35 anni com in ciò a soffrire con l 'inizio d ella n1estruazione ce falee e di sordini d-e l cuore e del r espiro. Nel corso di una m estruazione ebbe un rolpo .ap oplettico . _i\Jla n ecroscopia si riscoNtrò : ed ema cer ebrale n el cervelletto , grosso focolaio emorrag ico n el lob o sin i ~tro f d altri J)ii1 piccoli sparsi. La quinta donna a 38 anni ali 'inizio della n1estruazione ebbe assopin1ent o, irrequietezza, vomito, cefal ea o-ra ve. All'esame s i 11otò anisocoria , forte iperten sion e vasale . Ba hinski e 1


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Oppenheim positivi , liquor xantocromico . Dopo la degenza in clinica non ebbe più disturbi del genere. Nel sesto caso una donna di 25 anni nel pre1nestruo ebbe un attacco apoplettico con co n1a e morte. All'autopsia si trovò rottura di un aneurisma de11 ·arteria meningea media destra. Il rapporto di causalità fra mestruazione e sindrome cereb,r ale è dimostrato oltre che dalla i)ercentualità a lta di queste forme in donne gio\1 ani , dalla circostanza che l'accidente grave fu per un periodo più o meno lungo preceduto dn sintomi più o rr1eno allarmanti solo nel p eriodo mestruale , mentre nei' periodi intermeslruali il benessere era completo. Lo stesso Hoff ricorda i casi analoghi ai suoi registrati dalla letteratura. Follet e Cl1evrel osservarono un caso di emorragia subaracnoidea verifid,atasi durante la mestiruazione , Schaeffer altri due casi della stessa natura r Peters un'emorragia cerebr,ale sempre nella fase mestruale. D'altra parte è noto come gli accessi ep il et tici si verificano nelle donne con maggiore frequenza in occasione dei mestrui , e come qu esti provochino aggravamenti periodici JelJa ps.ir:.0si maniaco-dep ressiva, della schizofrenia e di altre psicosi. :È infine di osservazione con1t1ne come le mestruazioni . soecie nella fase premestruale, provochino un'accentuazione di tutte le anomalie d el carattere. uno stato di nervosismo , di eccitazione o di depressio11e Le manifestazioni cerebrali ·dipendenti da emorragie possono essere spiegate con il mecc&nismo delle cosi dette emorragie vicarianti. Queste sostituiscono un'emorragia m estrt1ale mancante o anche possono accompagnarla . Sono note l e emorragie vicarianti del naso, d ella cute, dei pulmoni , dello ston1aco, dej r rn i , della vescica , della mammella, delle or2ccl1ie . del'Je congiuntive , delle gengiv.e. Tt1ltavia l 'insorgenza d~lle emorrag·ic ' 'icarianti non può spiegarsi se non ammettendo una coesi stente alterazione vasal e. Sta dj fat1 o ch e nella maggioranza dei e.asi nei qt1aJi , i ebbero. in occasione del mestrt10 emorr~gie in tracrani che si tratta,ra di donn e soffer enti cii emicran ia rnestrt1ale. Ora l'em icran ia è l'rspressio11e di una costituzione a11-2'ioneurotica: il dolore cefali co è dovuto a tino s1Jasmo d ei \ 1asi cereb·r ali. Ed è noto come contem 1 1oraneanlente fii possono avere n1anifestazìo11i "in t on·1ntich e di altri spasmi vasali (segni cli morho di R eyn at1d). fenomeni ipert en si.Yi ed Cfi!'11dativi (eden1a di Quin cl\e), nonchè acressi er>i· let ti ci. A seguito di qt1esti disordini spastici e 11articolarm·ente degli sbalzi tra v.asocost.rizio11e r vr,sodilatazione si osservano con una cert~'l freqt1enza rotture delle pareti \1~ fiali. en1 o rragi e. Durante accessi di en1icrania sono sl at 1 registrati rn1orrap:ie $Otto la l1elle alla fr0rll <' rei a lle 1)alr·cbre , ri11orragie, fl111a1e111csi. r1n0rrn1

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SEZIONE PHATJCA

gie i1el nervo ottico, n el vitreo, nella retina r perfino intracraniche indipendentemente dal periodo mestruale. È più che verisimile che in occasione della i11estruazione si verifichino disordini angioneurotici cerebrali , ·e che .anche i leggeri disturbi ch e accompagnano il ciclo mestruale sia110 in dipendenza dei disordini stessi, probabilmente di ischemia ·da spasmi. . ~o~e nel~'.emic~a~ia si possono a vera paral~s1 ~e1 n ervi cran1c1. ed anche erl1iplegie trai1s1tor1e o p·ermanent1, senza cl1e sia avvenuta I:. emorrag·ia, così n &i disordini .a ngior1·eurotici n~est~ua li possono . .avere forme leggere grav~, s1-i:iton11 morbosi leggeri corrispondenti .a p1ccol1 perturbamenti funzionali della rrlotilità vasale e forme paralitiche più o ineno diffuse e gravi e anche coma e morte corrispond enti ad alterazioni distruttive dipendenti da 5travasi intracranici. Tutto ciò può verificar si anche senza che esistano apprezzabili lesioni delle pareti dei vasi. La diatesi angioneurotica si associa spesso a quella essud.ativa , che può dar luogo · ad un aumento d·ella p ressione del liquor , al così d etto idrooefalo .angioneurotico, cl1e, spiea.a suffi cientemente I 'inso.r genza delle crisi epilettiche del corso ·della m estruazione. T disturbi angioneurotici in effetti non sono ch e un 'accentuazione d.elle modificazioni ·de] la vason1otilità che normalm.ente accompagnano I.a n1estruazione. È stato dimostrato che anche :r:elle donne normali ch e hanno rr1estruazioni regolari dal premestruo fino all'inizio dell 'emorrag·ia si ha una costrizione dei capillari ed una ipertensione seguita da una dilatazione dei capillari e da abbassamento della pressione. D'altra parte nello stesso periodo si \ erificano r11odificazioni del sangue: diminuzione d ei trombociti e prolung·amento d eJ tempù di coagulazione. Se si ti.en conto di questi fatti ch e tendono a rendere più f:r.agiJi. i vasi, a sottoporre la loro parete ad uno sforzo anormale, eù a ridurre la coagulabilità del sangue si' spiega la possibilità e la frequ e11za d elle emorr.a gie ne] periodo che va dalla fase pren1estrt1ale all'inizio del flusso. Il meccanismo di produzione di qi.1e--ti diso rdini angione.urotici e di queste a lterazioni en1at1cl1e non è chiaro. È probabi]e chf tali fatti siano determinati dallo squilibrio aci clo-b·asico con acidosi pren1estruale, ina con questa ~pie­ gazione si sposta, non si risolve il prob1en1a. È più verisin1ile che si tratti di infltienze endocrine 1Jer quanto non possa escludersi che ~i tratti <li fenon1eni aller g ici endogeni in aJ1alogia a quanto .avviene per l 'e111icra11ia , le ang ioneurosi, l'edema Quinrke, l'ama e J'orti c<lria ch e spesso coin cidono con le m es truazi oni. Geber trovò che il . icro di. una lTialata di lirticaria n1estruale nre leYa t o ci urantr il flu sso e ii1iettato n egli inter,·a lli liberi riprod11reva 1'11rticar ia, n1entre il . ir ro 11rr lrYn lo nr ~li in-

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lervalli liberi era sempr·e inattivo. Salén otten11c dal flusso mestruale un estratto che dava i·eazione intradermica positiva n elle r11alate e J1egati va i1elle sane. La cura dell e complicazioni nervose della i11estruazione varia con le singo1le manifestazioni. Eventualmente con i soliti mezzi si curE-rà il processo oerebrale organico. L'epilessia rnestruaJe si previene con iniezioni endovenose <li calcio durar1te il premestruo, ed a crisi scatenata con la puntura lombare. Accertata la ten·denza ai gravi disordini i1ervosi mestruali se ne potrà fare il trattamento profilattico con l 'adatta opoterapia. DR. 1

Ripercussioni cutanee delle irritazioni gen· givo-dentarie. ( 1\II. A. LÉvY-1FRA NCKEL. Nwtrilion , 1936, n. 1).

Per molto ten1po si è ritenuto cbe le lesioni del si tema gengiva-dentario fossero. responsabili di m olte affezioni viscerali o cuta11ee. Secondo la tr,a dizione popolare d 'accordo con le .concezioni m edicl1e i disturbi della dentizione a ·vevano per i bambini un 'influenza nefasta: fino alla fine del secolo XVIII gli accidenti dovuti ai denti ed ai vermi riassurnevano tutta la patologia infantile. A questa tendenza seg·uì nel secolo XIX una reazione ch e negò ogni imporLtinza alle affezioni dentar}e, reazion e cl1e co11 i progressi dell 'indagine clir1ica e con le nuove acqui izioni sulla fisiopatologia d el sim patico si -O a s11a volta a ttenuata. A parte le ripercussioni visoerali e n er vose s ulle qualj è stata g ià fatta molta luce sta ·di fatto ch e parecchie manifestazioni cutanee pos$Ono essere considerat e dipendenti da un riflesso il cui punto di partenza si trov.a nel sistema g·engivo-dentario. Queste manifestazioni cutanee riflesse sono ir1 rapporto a disturbi vasomotori ,e secretori . Tra le forme dipendenti da disturbi vasomotori va innanzi tutto considerata l'eritrosi 1

faccia le. Durante l 'eru zion e dentaria si posson o verificare reazioni vasomotorie caratterizzate da arrossam enti unilaterali della faccia prevalenten1ente ai pom elli : è il « fuoco dentari o dei lattanti ». Ar1alogo fenom·eno si può produrre n ell 'adulto n el corso dell a polpite acuta : ·è un a rrossamento unila terale, localizzato dal lato de] dente J11alato, accompagnato da calore subie.ttivo e <' biettivo e pulsazione arteriosa indice di vaso<lilatazione attiva. Può essere parossistico o p erlna11e11te n e] qual caso, si acc·e nt11a do1)0 i pasti. Nelle forn1e inveterate diventa per -i ~ Le nte e diffuso, è accompagnato da telangiectasie dei po1r1elli e dei solchi n.aso-genieni e di t anto in tanto da folli colite. Allora non si tratta più di r eazioni vasomotorie: ai fattori sim})atici si aggiu ngono disor<li 11 i c11docrini. Oltre n queste n1anifestazioni riflesse di na-

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tura puran1ente sin1patica vi sono forrr1e .ceuroe~docrin e quali le a.c,1ii, il prurigo, l'alopecia,

1 eozema. L 'acne rosacea o acne congestiva è preceduta, per un periodo più o meno lungo, da uno stato di eritrosi fa cciale semplice complicata o non con telangectasia. Successivamente a pulpite o artrite dentaria acuta si n1anifesta110 eruzioni papulose ricoperte di crosticine che in cap·o a tre o quattro giorni scompaiono, lasciando talvolta piccole cicatrici. Rousse.au-Deoelle ha visto parecchi casi di questa dermatosi i11 soggetti affetti da piorrea alveolo-dentaria o ·con protesi mal to llerate, e guariti in seguito all 'avulsione dei denti piorroici o alla rimozione della protesi difettosa. L'acne polim,orfa giovanile può aggravarsi sotto l 'influenza di un 'irritazion.e dentaria a cuta e guarire a seguito del riordinamento dello stato ·dei denti . :È dubbio che ii1 tali casi si tratti di fenomeni riflessi. È più verisimile ch e siano in giuoco agenti infettivi o fenomeni dipfndenti da disturbi gastro-intestinali causati dalla cattiva masticazion e. Le crisi di prurigo possono manifvstarsi nei bambini a seguito di ogni eruzione dentaria. Anche in questo caso i1on è certo ch 0 si tratti di un fenomeno. diretto potendo interv€nire co111e intermediari i disordini gastroinLestinali . Al riguardo ·è a ricordare ch e Desaux e A11Loine hanno chiarame11te m esse in eviùenza le r elazio11i patologicl1e es i sten ti Lra ]a p elle ed il t ub·o digerente, l 'azion·e diretta dei veleni intesti11ali sui tegumenti , l 'importanza etiologica dell 'ista111i11a in .alcune eritrosi permanenti co11 edema. L 'alopecia areata è una dermatosi risultante da una predisposizione individuale (squjlibrio n ervoso, tare organich e, ereditarietà) e da una Cf~usa determina11te rappresentata da 11n ' irritazione n ervosa centrale o periferica. Le a lopecie di origine periferica, alopecie riflesse, possono dipendere da fattori locali o Yiscerali, auricolari, faring·ei e sopra tutto geng·i vo-denLari. Rousseau-·D ecelle in base a d u11a larga casistica acoertò c.h e la localizzazion e delle placch e di alopecia non avveniva a caso, e ch e esisteva t1na precisa corrisponde·n za tra lesio11 e ge11givodentaria ·e l 'area glabra. Le irritazioni degli incisi vi superiori h anno ripercussioni sulle r egioni naso-lab1iale e frontale; quelle dei canini superiori sulla zona franto-parietale e temporale; quelle dei primi molari sulla regione parietale; quelle dei secondi molari sulla regione pnrieto-occi1)itale; e quelle dei terzi mol ari sulla r egione occipitale. Le a lopecie di origi11e dent a ri<l co111paiono dallo tesso Iato delle lesioni geng iva-dentarie e, salvo il caso n el quale son o legate allo spunti.re del dente del giudizio, sono annunziate da tlna crisi dolorosa anteriore di qt1al ch e giorno e fin o a tre inesi alla cadula dei capelli . Sono accompélioo-nate inoltre da altri fenomeni neurovegetativi, qt1ali l 'iperter111in loca le o l 'cri trosi. 1

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SEZJONE PllATICA

E stato affermato ch·e le alopecie di origine g·ettive abnormi cardiache . Il meccaniisrno pa.dentaria esclusiva rappresentino il 10 % di tutt?g·e~etico. di tali alterazioni non è tuttora p rete le alopecie e che in un altro 25 % l 'eccitac1sabile; si tratta 1>robabilr11ente di' lesioni tos.zione gengiva-dentaria, quantunque prevalente siche esplicantesi o direttamente sulla fibra è associata ad altri fattori viscerali. Qu·e.ste sta- nJiocardica o indirettamente attraverso rr1odi'fitistiche sono certamente alquanto esagerate. cazioni della circolazione coronarica; ma non Comunque sta di ~atto che la lesione gengivo- è affatto escluso che talvolta si abbia a che -0.entaria non può da sola determinare l 'alopefare con vere e p11oprie al terazioni di tipo in.c1a: Occorre sempir·e una predisposizione eredifiammatorio, come si possono avere n·elle più tana o non, costituita da uno squilib·r io endo- SYariate malattie infettive . .crino e sopratutto da una instabilità del siste- _ T'ulti questi fatti hanno, secondo gli autori', ma neuro endocrino. Questa predisposizione ai1che una importanza pratica; anzitutto su gtal,rolta ·è costituita da una particol:i.re lab·i lità geriscono delle ricerche sistematiche nei to.n.del sistema pilifero, alcuni individui per cause sillit.ici in questo senso, ,e poi devono essere indifferenti per altri p erdono facilmente peli e tenuti presenti nel consigliare dop·o la fine del.capelli. la fase acuta di una tonsillite un congruo peVi sono alcune forme di eczema dovute indi- riodo di riposo prima di una pi'ena ripr~sa larettamente a lesioni gengiva-dentarie. Queste vorativa specie nei giovani; e ciò dovrebbe acreando intossicazio ni intestinali sensibilizzano . ver valore specie nel campo militare. l 'organismo verso questa o quella sostanza, N .. d. R. - C~ piace se~nalare la completa .donde l'eczema allergico. Negli eczemi della faccia dei bambini e deg 1i corrispondenza di queste ricerche e osservazioni con. altre analoghe, più vaste e di poco preadulti recidivanti ad ogni nuova eruzione dentaria sembra che il sistema neuro-vegetativo a- cedenti, condotte da Chini e già pubblicate gisca come rison.a tore dello st.a to, dell 'equilil:!-rio sulla Sezione m edica di questo periodieo (PoliA. P. clinico, Sez. M·e d., nn. 7-8, 193'6). ulnorale, che può essere rotto da una sensibilizzazione dell 'organismo dovuta a focolai i11f,e ttivi alveolo-dentari DR. 1

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L' A T T

Miocardio e tonsillite. (Ztschr. f. J(reisla,rlijforschung, 1° settembre 1936). Gli AA. richiamano l 'attenzione sulla scarsità di ricerche relalive ad alterazioni del miocardio nelle tonsilliti acute e croniche: sino .ad ora le poche osservazioni compiute al riguardo si riferirono alla com parsa in corso di tonsillite di mon1entanee alterazioni della forn·1azione ·e della conducibilità dello f>timolo. I1rvece da osservazioni con1piute dag]i autori i)er mezzo di r,lettrocardiogran1rr1i escguitj ripetutamente su notevole num·ero di tonsillitici, risuJ ta che alterazioni grafiche ri p·o rtabili a con1p·r omissioni iniocardi'c he so110 assai fr equenti; alcune di queste alterazioni sono del tutto transitorie, scon1paiono cioè del tutto o quasi col regredire della malattia; si tratta in questi casi di semplici alterazioni dell'onda T (inYersion·e) osservabili generalmente in Der. Jll ; n1a molte volte le alterazio11i sono più notevoli; l'inversione dell'onda T si osserva in due o in tutte e tre le derivazioni , e si ac.c;o111pagna talvolta ad alterazioni anche clel .tratto S-T ; tali lesioni possono nettamente ac.ce11tuarsi nei giorni immediatamente successivi a tonsillectom.i:a, per poi regredir e e anche soompari~e a una certa distanza di tempo dall'intervento. li: importa11te segnalare che questi fatti non si acco111pagnano ad u11 corrispondente quadro clinico a cari·co del cuore, mentre spesso semplici alterazioni del ritmo possono essere accompag11ate da sensazioni sog-

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IF IeA

Il ciclo evolutivo del parassita malarico nell'organismo. Le ricercl1e sulla malaria , intesa in generale come infezione da plasmodidi, nonostante i fatti già da tempo acquisiti , no11 possono ritenersi ·esaurite, ma continuano ad opera di studiosi che , rivolgendo la loro at1 enzion e a questo o quel particolare, portano dei contribuLi che potranno avere dei riflessi importanti per la migliore co,n oscenza di questa infezione. Segnaliamo pertanto le r·ecenti ricerch e di G. Raffaele (Riv. di NI 01L,a,riolo gia, 1936, n. 5) su ,a lcuni parassiti malarici degli uccelli ed a qualcuno che obb·i ettasse che si tratta di pure r~cerc~e sperimentali, senza interesse pratico, ricordiamo che la scoperta della trasmissione della malaria per mezzo dell·e zanzare è stata fatta proprio negli uccelli. L ' A. ha studiato il ciclo di Plasmodium elo1igatum, specie studiata in Arr1erica da Huff e dall 'A. rinvenuta negli u ccelli d'Italia; è trasmissibile da un individuo all'altro mediante l 'inoculazion,e diretta del sangu·e o con la puntura di zanzare (Culex pipiens) infette. Il parassita, che determina rapidamente un 'infezione mortale , si trova talvolta in abbondanza nel sangue periferico; altre volte, invee-e, il reperto è scarso o, addirittura, n·e gativo. Interessante è rilevare che il reperto più ricco si ha negli organi intei-ni, specialmente n el midollo osseo, nel fegato, nella milza ed anch e nel polmone. Per ]a descrizione del para sita rimandian10 al 1


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<< IL POLICLINICO

lavoro originale, c.h e è accompagnato d.a una t.a' o1a a colori. tB asti qui notare ch e dalle osservazioni ·dell 'A. risulta 1'esistenza di due cicli di sviluppo asessuale, 1'uno che si svolge nei gl obuli rossi, l'altro negli elementi del reticoloendotelio. Entro i globuli rossi si hanno trofozoiti e schizo,n ti pigmentati di piccole dimensioni, che danno origine ad un esiguo num.ero di m erozoiti. Sono stati riscontrati infetti ancl1e i ~· l obuli r ossi i 1un1atur i (la pre e11za di pa r.assiti malarici in elementi della seri·e rossa 111111taturi era s ta ta .accertata da _t\.ghakka11 n el1' u omo , in un caso di p erni'c iosa). Nelle cellule del R. E. si osser,rano trofozoiti e sporonti s~nza pigmento , con dimen sioni n1aggiori ed el,evato numero di merozoiti. Il reperto nel R. E. si è avuto anche durante· il p·eriodo d 'incub azione , dopo a ver ei inoculato agli u ccelli fortissime quantità di sporozoiti. Esso induce l 'A. a presumere ch e g li sporozoiti ven gano dapprin1a f.agocitati passivamente come corpi estrar1ei ·e che compiano la loro prima ·evoluzione n el R. E. , ·dove diventano , così , atti a penetrare nelle emazie (ipotesi g ià ava nzata da Jam es). La pr ecedcn7,a d ello vilufJlJO n elle cell11le d el R. E. ·è dimostrata dal fatto che gli uccelli possono soccomber e addirittura all'infezione prima ancora eh.e le forme endoglobulari compaia no nel sangue, mentre si trovano nel R. E. Il Plasmodium e,bongatum non sarebbe an cora perfettamente adattato alla vita endoglob·u l<ire ed il suo sviluppo appare di fatto più rigoglioso nelle cellule del R. E . che n·ei globuli • rossi. Interessante è l'osservazion e della gravissima anemia che colpisce i cana rini infetti con Pl. elongatum , per cui in 3-4 giorni il num·e ro delle emazie discende da 4. 500. 000 (norma]e) .ad 800.000. Con un altro parassita degli uccelli (Plasmodium relictum) l 'A. (Ibidem ) h.a otten11to analoghi reperti (resi in due tavole colorate), per i qua]i si m ette sempre più in dubbio che gli sporozoiti p en etrino direttamente nei globuli rossi e si avvalora invece l 'esistenza di un ciclo primitivo d'evoluzione nel R. E.: e·s so corrisp onder ebbe a lla trasformazione degli sporozoiti in trofozoiti e gametociti; tale fase prececler cbhe il ci clo già noto. (Notian10 ch e anche questo ciclo è d o1ppio , in tutte le sue fasi , comr>rc~l' q11r llr di r ose tte , di c-11i difctt1i vi sono dt1c lip i, o-ià intra visti fla Golg-i e r ece ri tem ente cl i ff Pr (l n i' i.::11i h en r d a l~ oy d 0 ro r: f 0'.:\r m ~1 ti da Cor1 aclc l li rcr il r 1·rrc; n10(1inm vi vax: un t jrio dà or i ~ i11 c Ji lro fozo iti e l 'allrn oi gan1eloc iti). 'futte qucc:;te inter essanti ricer ch e e le ipot esi avanzate po son o costituire punti di parten za per intender e più esattamente la biologia d ei p]asmodidi , anch e n ei riflessi del1.a n1ala• ria l1n1 ana. 1

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[ANNO

XLIII, Nul\r. 501

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DIVAGAZIONI

La narcosi elettrica. Gli effetti paralizzanti della corrente elettrica furono per la prima volta rilevati ,fa Mach che ad0però la con·ente galvanica continua e come .animali da esperimento i p·esci. 'fali studi furono ripresi nel 1~02 da Leduc r he con la corrente galvanica interffiittente provocò attraverso la scatola cranica l 'inibizione cerebrale o narcosi elettrica, ossia un sonno tranquillo con anestesia general,e e completa senza alc un disturbo circolatorio e respiratorio . Egli pogg·ìava sulla testa prec·edentemente ré:sata un picco,l o elettrodo n·e gativo e- sulla nuca e il dorso un ]argo el ettrodo positivo. Quindi faceva passare una corrente galvanica ·r egolarmente e ritmicamente interrc,tta aun1 entandone progressivam·ente la inten::;ità. Le ricer cl1e furo·n o riprese da Zimmer11 e Dimier, i quali constatarono che se l 'espierimento s'inizia con co·r rente di forte intensità e non interrotta con ritmi r egolari invece del sonno si p roducono a ccessi epile ttoidi Queste conclusioni furono s uccessivamente c onferm.a te da !Battelli , Ninosan1ajo e Gouin . Schem.i nzky (Wien er Klinische Jti'och enschrift, 25 settembre 1936) trovò ch·e solo la corr ente galvanica cost ante è capace di produrre tino stato di sonno e di an es tesia ·p aragonabile alla narcosi chimica , m ,entre la co·r rente di L(·duc e la corrente a]ternata provoca110 in p·r irr10 tempo uno stato di eccitamento d el sistema n·ervoso centrale . E anche quando questo stato si accon1pag na a perdita di coscienza si hnnno conten1poran eamente tali fatti convul sivi che non è il caso di parlare di narcosi. Nè a que5ta è confrontabil,e lo statoi di ri1asciament.o e di sopore ch e si ha su ccessivamente sotto l'azione prolungata d ella elettricità, percl1è in effetti tale stato di immobilità e di rr1.a nc.anza di ogni r eattività è legato alla stanchezza o all'esaurimento centrale. La g alvanonarcosi è condizionata da tre fatti: I ) l'azione della corrente galvanica si svolge esclusivamente sul sist ema n ervoso· centrale: al contrario di quanto avviene nella narcosi chimica, la corrente galvanica non produce la paralisi di sing oli t essuti o di organi isolati; 2) il sistema nervoso centrale deve avere una disposizione p rolungata , una struttura assiale .come nei vertebrati; gli 0r g·anismi con sistema n ervoso anulare o raggiato (riccio di mare , stelle di mare o simili) non sono suscettibili di narcosi galvanica ; 3') il sistema nervoso centrale deve essere elettrizzato in enso discendente (anode al capo e catodP- all 'estremità post eriore dell''animale); se la corr ente passa attraverso il capo in direzion e tras·,·e rsale oppure ha una direzione ascendente rton si ha paralisi ma aumento dell'eccitabilità ed agitazione. 1

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(A .. -~o XLIII , Nu l\1. 50]

SEZI ONE PRATICA

La prO\'a cl1e la n arcosi galva11ica è parago11abile a quella chimica risulta dalle seguenti esperien ze fatt e sui p esci e sui batraci. Se ad un animale si somministra una dose ir1sufficiente di narcotico, la na r cosi galvanica con1pare con una dose di corrente più debole di quella n ecessaria per produrre da solo la 11arcosi ; il ch e significa ch e gli effetti narcotj zzanti dell,a sostan za adoperata e della corrente si sommano . "'\ticeversa le sostan ze eccitanti, come la caff,eina, la stricnina e la picro-tossii na fann o, sà. che per ,a versi la narcosi occorre una corrente più fort e. Gli effetti c;umul.a tivi d ei narcotici e del} '.elettricità sono stati sfruttati da Adler e Hra<lecky anch e per la determinazione comp,a rativa d ell 'efficacia degli ipnotici e dei narcotici. Dopo avere determina ta la dose di corrente n E'cessaria p er manten er e in uno stato di galvanonarcosi anche p er un lungo periodo di t empo rane precedentem ente non trattate, cons tatarono ch e dopo l 'iniezione di una quantità di narcotico chirnico o di ipnotico per sè s tessa insufficiente la dose d.i corrente n ecessaria per produrre lo stato di narcosi sarà rninore . M.a dopo un periodo più o m eno lungo , per m antenere la narcosi, occorrerà di nuovo la m edesima dose di corrente. Dal grado dell '.ab,b,assamento delta corrent.e si l)UÒ .calcolare I ',effi cien za d ella sostanza narcotica in r elazione sia alla durata che al! 'inten sità d ella sua azione . Le osservazioni clinich e fatte sui mammiferi e sull 'uomo come le ricerche sperimentali sul l e rane dimostrano che I 'idrato di clo,r alio , il pernoct on , il luminal sodico e altre sostanze .an.alogh e h anno un ' azione più prolungata , n1entre l 'evip1a n sodico, l'enna rcon o l 'aver tina h anno un '.azione più fugace. Dal punto di vista pratico• il inetodo è inte·r essante anch e perchè permette di dosare l 'effl cacia di sostanze •a costituzione chimi ca identica prodotte da varie case. Ulteriori ricerche sulle rane h anno consen tito di analizzare lo stato della galvan ona rcosi. .Sc,h eminzky e Hoch stadt dimostraron o ch e duT~ nt e il p assaggio di una corrente discendente '(galvanonar cosi) i muscoli degli arti anteriori .e posteriori rimangono in completo riposo, n 1entre la corrente ascendente provoca viole11J:e contrazioni dei muscoli stessi. Poich è ]a cor ì·ente galvanica agisce sul sistema ner voso centrale, sopra tutto sul midollo spinale, queste r ioer cl1e provano solan1ente ch e ]a corrente discendente non eccita e quella ascendente eccita il midollo spin.ale. Ma in effetti la corrente discendente non solo non eccita ma paralizza il n1idollo . Adler .çon una lun ga serie di esperimenti dimostrò cl1e durante il passaggio della corrente galva nica discenden te l 'eccitabilità diretta e riflessa -0.el midollo spinale è m olto ridotta o annullata, m entre è n otevolmente aumentata dalla .corrente ascendente con effetti si111ili a quelli cda ti da un 'iniezione di stricnina . 1

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'.È interessante il fatto ch e nel co rso delle

ricer ch e sulle modificazioni dell 'eccitabilità nJidollare a m ezzo della corrente galvanica compaiono azioni secondarie. L' ecciLabilità del in idollo spina le ridot ta o abolita dalla corrente galvanica discendente è transitoriam ente rinforza i a dopo l 'a lJertura della corren te stessa, r11 entre si h a perfettam ente l 'opposto n el caso della corrente ascendente. Tale fatto non si spiega con un esaltamento e rispettiva mente con un esaurimento dell 'appara to eccitabile. D·ev,e invece ammettersi ch e la co rrente galvanica determina nelle cellule gan gliari del sistem,a n ervoso centrale alt,erazioni dei fenomeni elettroi'o nici. Successivan1e11te si è con statalo cl1c i fen on1eni a ccerta ti n elle rane si verificano an ch e nei m ammiferi e nell 'uomo. Laindorfer e R och stadt hanno osservato ch e il passaggio della corrente galvani ca discendente n el sistema nervoso centrale del can e produce uno stat\) d 'immobilizzazione mentre q uelJ a ascendente provoca eccitazione e con tr azioni muscolari . Onimus e Legros con sta larono ch e in ·cani sofferenti di una specie di cor ea con localizzazio11i midollari la corrente discendente indeboliva i movimenti ritm ici degli arti , n1en tre' qu,ella asoen dente Ii rinforzava. Analoghi effetti gli stessi autori co·n statarono in u omini affetti da si1)dromi crampiform i noncl1è da tetano . Questi fatti a prono nuovi orizzonti alla terapia di certi stati m.o rbosi. Allo stato dei fa tti però la gal-vanonarcosi è praticam ente utile solo per la determinazion e comparativa dell 'efficienza dei varì ipnotici e argo. nar cotici. 1

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Importantissimo per tutti i medici italia ni :

BENEDETTO SCHIA.SSI (Bologna)

MENS AGITAT MOLEM ''In argomento di ulcera gastrica,, L 'A . riassume, in questo lucido scritto, le sue vedute espresse

in. altre occasioni sulla genesi d ella m alattia gastro--ulcerosa, e mette i n t esta alto scritto, quale t .Yaslato, i l principio de l M aestro Som mo, per ribadire la concezione della immensa portata dell'elem ent o spirituale nello sviluppo di talune entità morbose fra Le q uali è da ammettere l' u Lcus; la quale concezione oggi più che mai assume n uO'Uo valore dopo la scoperta degli stupen di fenomeni el.ctt,·o-magn etici 'Yadianti dal cervello un1ano in relazione con gli stati d'intensa attività psico-sensoriale: sì che si deve yeputare che la psiche comanda alla materia MENS AGITAT MOLEM - e p uò far l'uomo malato. Data la unità indissolubile spirito-corpo L'A . espone e dimostra iL perchè ed il come n eL caso della insorgenza del fatto ulceroso si determini in taluni individui precisamente per influenze nervose la lesione gastrica d. L ' A ammette poi che fatti simiglianti aU'ulcus classico si possono i stitui1·e per ope ya di fattori differenti da quelli che opera110 in soggetti a personalità ne'Urotica, e t raccia quattro schemi specificando cotesti fattori ed i '!'elativi p rodotti. T 'Yatta in fine della terapia medica e Chirurgica non tralasciando di esporre la sua opinione sulla genesi della importantissima successione morbosa che può segui.re alla cu1•a chirurgica e che per lo più si desig 1a con « ulcera peptica »; successione che l' A. indica con quali accorgimenti può essere pyevenuta. È una elegante 1n onografia stampata in carta patinata, di pagine 88, in formato di cen tim. 23 X 31 , illustrata con 14 splendide figu re. - Prezzo L. 1 5, più le spese post::ili di spedizione. Per gli abbonati al « Polic;'linico » od a qualsiasi delle altre nostre Rjviste, sole L. 1 3, 5 O in porto franco in Italia. Per l'estero L. 1 4,5 O . Inviare vaglia postale o Cheque Pozzi, Via Sisti.na , 14 , Roma.

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L U IGJ


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« IL P OLJCLIN I CO »

N O TI ZI A E.

BIBLIOGRAF IC A

ME~E GnETTI .

Elem eriti di Farmacozo,gia. R.accolta di lezioni. 2a e d . Cedarr1, Padova.

In vest e editoriale el egante ·è u scita di recente la 2a. edizione d ella raccolta di lezioni di 'F armacologia d el Men egh etti. In essa m olti capitoli son o sta ti amp liati , sia come n ecessità di aggiornam ento d ella m at eria, sia com e apporto di più esplicite chiarificazioni utili alla facile compren sione e ad una più sicura va lutazion·e d ei complessi problemi biologici e t erapeutici. Ciò n on toglie, a n Z>i aggiunge m olto , a l· si st em a eminentem en te dida ttico seguito dal1'Aut or e n ell 'ordinar e e nell 'esporre la m at eria, gr a dito e chiaro ed utile a chi legge, st ud·e nte o m edico, od an ch e cultore della farmacologia , Merito ·essen ziale di questo tra ttato , oltre a quell'o di pr ospett ar e in maniera lucida e precisa la costituzion e ·e le proprietà di ogni farm aco , studiata attraver so l 'indagine sp erimentale n egli animali e n ell 'u om o , è anch e quello (li riguardar e· i p robl'emi di biologia e t er a pia ch e sor gon o dagli effetti d ell'introduzione n el1'or ganism o d·ella sostanza , non solo attraverso le va riazioni chimich e e fisico-chimich e da esso provocate, .m a an ch e in rapporto alla n a t u ra e d alla costitu zion e dei t essuti e degli appara ti n ei quali si esplica la r ela tiva azione. Ciò n on solo conferisce originalità alla tratt azione, m a fornisce al m e dico quella somma di con oscen ze sull'attività d ei farmaci e sulla proprietà r eattiva e r ecettiva d ell·e vari e sezioni dell 'organism o , ch e può p erm etter e di porre , e talvolta anch e di risolver·e , volta per volta quei problemi di indicazioni ·e di controindicazioni ch e n ascono qua ndo si h a di fronte 1'infermo , considera to no11 soltanto n ei segni della sua m a lattia , m a an ch e n·el fondamento della sua costituzione . Certam ente a tal rigua rdo l e questioni son o estrem am en te complesse e di diffici1'e p en etrazione , e, se è n ecessario an cora fermarsi , in certo qual modo e ancora sotto alcuni a sp etti , ai da ti d'insiem e, non si può per lo m eno n on gua rdar e in un più vast o orizzonte , all 'archit ettura fondamentale d ella mate·r ia . Le nuove conquist e de lla chimica e della fisi ca obbligan o or amai , se non a d un cambiam ento , alla t enden za di rived er e alcune delle concezioni di fisiolog ia e di patologia gen e rale e speciale, sulla scor ta delle nuove conoscenze sul comp lesso sistem a at omico ; e, così c ome si è dovuto in fi sica rinunziar e alla n1eccanica e d all 'elettro1dinamica ch e si er ano e dificate in tanti secoli, per d ar e origine e vita ad una nuova m eccanica , d etta quan t istic a e fondamenta ln1ent e diversa d all a classica , an ch e in biologia occorron o .altri sistemi di indagi n e ed a ltre direttive, e così .an ch e le applicazioni ch e d a 1

[ A NNO

XLIII, Nul\r. 50}

esse derivano d ebbono n ecessariam e nte mut are orientamento, e, fincl1è è p ossibile, anch e sist ema di utilizzazion·e . Quando, si considera la struttura dell 'at o1110 n el nucleo e n egli elettroni , sì che le forze r egolatrici d egli appara ti multimolecolari costituenti - com e p er esempio l 'acqua allo stato solido e liquido - son o le for ze elettrich e derivanti dalle carich e dei nuclei e degli elettroni e ch e da nno origine a certe altr e forze dette di risonanza o di scambio , (la cui esiste nza fu d edotta da Heisemberg , interpretà ndo, con grande ingegnosità, t aluni risultati della m eccanica quantistica) n on si può n on p ensare .alla somma dei p r oblemi che attende lo studio del m eccanismo di azione dei farnjaci . Così le correnti d 'azion e , la c ui espression:e più praticam ente r egistrabile ·è data dal1'elettrocardiogramma , le influen z·e che gli elen 1enti si eser citano tra lor o a seconda d ella carica ·elettrica di cui sono dotat i e delle vie di trasmissione e di avvi ame nto , o da lla p oten za d-elle resist en ze e dalla est en sione delle inter r 11zioni , com e corre nti di d en1arc azione , sono dati e stati ch e non posso110 esser e trascura ti . A tali problemi si aggiungono quelli ch e na scono ·dall'operosità rapida e precisa nel tem po, attività de i ferm·enti, extra ed intracellulari , a utocatalitici ed a uto-ossidativi, capaci di turbar e o di rimetter e l'equilibrio r eattivo delle cellule, e quelli ch e riguardan o l 'inter vento d egli ormoni, n onch è la presen za di sostanze ch e , come le vitamine , en t r ano in a lta funzione n·e llo esplicarsi d el ricamb,io. Vi si .agg iungano i rapporti con l 'ambi·e nte esterno cap aci di esplicar e la loro influen za, fra i quali quelli molto im,p ortanti d elle variazioni m et er e.ologich e, e apparirà la g rande complessità dei problemi t er ap eutici. c'è d a dire quindi ch e, in fa tto di t erap ia > lungo ancora ·è j.l carnmino, tuttavia può segr1arsi in linea di massima ch e l 'azione d el f.armaco non può esplicarsi ch e in dipenden za dello stat o costituzion.a le dell 'or ganismo inteso come la somma dell·e a ttività ch e vi si esplicano e delle r eazioni alle cau se esterne di cu i e~so dis1>on-0. La manier a corr1e è concepita e svolta Ja tra ttazione del Men eghetti p ermette di utj lizzar11e gli ele1nenti nel campo tera p eutico, e d a vp ar·e - e tale ·è - un n obile e poder oso s for zo di imprimer e agli studii di farmacolog ia un· orientarr1e nto rispondente al t empo ch e volge e di additarne l'utilizzazion e nel cam po t erapeu tico. La trattazione, ch e si giova co11 giusta n1isura ar1che· d ei risultati ottenuti in ricer ch e d el M·en eghetti' st esso e d·ella su a scu ola, risulta di due p arti: una gen erale ch e , iniziata con la defi11izion e de lla fa rmacologia com e scienz'a m edica e com e scienza biologica, tratta dei ·veicoli, eccipienti e correttivi , d ell'azione locale, genera le, elettiva e riflessa dei farmaci ,


[A l'\i\O

XLIII,

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SEZ10NE PRATICA

d ei fer1omeni di assorbi1ne11 to, tlell 'i11 ti111 a i1 att1i;a d ell 'azione far1n acolog·ica , della riparLizion e d ei fa rin aci n ell 'or ga11isn10 , d ei rapporti fra struttura cl1imica ed ~zione farn1acologica; atti l11diuc dell 'organi smo a m odificare i farmaci; elimi11azion e dei farmaci; rapporti fra assorbi1rLeni0 ecl eliminazione; or ganoLropismo , antidotism o intern o , ch emioterapia, dosi , a zione de i farm aci associa li , azione d ei farmaci n ei diver si or ganis1ni; idiosincr asia, abitudine ; a zion e d ei farmaci n egli or ganis111i malati. Nella parLe speciale sono classificati e trattati i farr1 taci. 1Fra il c1·jterio cl1i111ico , fi.s io]ogico e ter apeutic<>, l ~/\... ha scelto il IJrimo per ]a classi ficazio L1e d ei far111aci co1ne que ll o ch e permet te una 1.rattazione di n1agg iore rig ore scientifi co e ch e r ende anch e possibili eventuali prescrizioni sull'azione farmacologica e terapeutica di nuove sostanze non ancora sperimentate, ed, aggiungo io , con1e quella ch e non n e p,r egiudi<.; a l ' utilizzazione n el camp-0 terapeutico ed anch e in quello fi siologico, spesso riguardati troppo l1nilatera]rr1ente n ella pratica comune . Il volume del T\iJ en egh etti è un prezioso a cquis to per la farn1acologia e p er la clinica tera r1e u1 ic n. S. L AFRANCA.

e EN NI F.

RATJtERY .

B I B L I o G R A F J e I <1>

Maladies d e la. nu,lrition.. Un vo]

in 16° di 174 p ag. Masson e C.ie, P arigi , 1936. Prezzo fr. 22. Il libro fa parte della « Collection des initiations m édicales » ed è q uindi essen zialmente destina to a chi inizia la sua carriera , il ch e non tog lie oh e1 anche il m ·edico sp·eriment.ato possa a pprendervi le odierne conos.cenze sulle malattie d ella nutrizio·n e, esposte in mo•do chi aro , sintetico e pratico . Tratta la nutrizion e in generalte , l'inanizione e la sovr alim·entazione, le sindromi del m etabolism o protidico , dei lipidi e dei g lucidi , le avitaminosi, le caren ze asline, gli stati diates~oi .

L 'A. h a fa tto l 'accennata distinzione in sindromi a scopo essen zialmente dida t t ico , m a n el complesso della t rattazione, fa rilevare l 'in terdipenden za dei diver si fattori ch e condi zionano il m etabolism·o ·e d il fatto ch e g1i elementi d ella razion e son o r ecip r ocam en te solidali . · fìt V. 1CoRDIER et P. C ROIZAT. L es splénom égalies . Vol . in-8° di pagg. 90 con 16 fig . fuori testo . G. Doin ed . Pa ris, 1936. Frs. 35. La patologia splenica ·è all 'ordine del giorno e molte sono le acquisizioni nuove, ma questo privilegio di at tua lità ne ha certam e!1te complicato l o studio. Questa oper a essen zialm ente didat tic'l sem plifica l'esposizion e d elle (1) Si prega d 'inviare due copie dei libri di cui ~i

desidel'a la r ecensio11e.

m alattie splen:i:che appor ta11do una classificazione log ica basata sulle r ece11ti conoscen ze teorich e sul siste m a r eticolo endoteliale. ,€ partendo da questa b·a se ch e gli AA. han110 abb·ordato in primo luogo il problema anaL01110-patologico d elle splen om egalie, dando I.arga p,a rte all 'iconogr afi a e a sch emi esplicativi , ch e servono m olto b e11e a l lettore a d iniziar ·i a ll 'istopatologia splenica di cu i è nota la difficoltà. Così p•r ecisati i dati anatom o-patologici ,. questi permettono di seguire co·n profitto lo studio clinico e p r atico delle splen om egalie, che precede i due ultimi capitoli, ch e son o (l 'ordin,e essen zialmente di.agn ostico e tera 11eutico. I nuovi m etodi di trattan1ento tanto m edici ch e radioterapici o ch iru rgici sono ar1 alizzati ·e discu ssi secondo le lor o risp,e ttive in dicazioni . A. Pozzi.

P . DELORE. T endan oes dei la m éd,ecine contem poraine. Editor.e Masson e C. P arigi. Prezzo 'F r • 27. L 'A. passa in rassegna le varie m anifestazioni d ella m oderna n1edicina r ilevandone le s1)jccate Lenden ze ver so le sintesi . La m edicina subisce un rinnovan1en to ch e è un ritorn o alla tra dizione ippocrat ica , al pitagorismo , a d un nuovo uman·esimo. Queste tenden z·e si riferiscono a lla fisiopatologia , alla clinica, alla ter ap ia. Un lib r o ch,e si l egge con inter esse e profitto : la m essa a punto dello stato att uale d elle tenden ze della inedicina conLempora n ea con se11te Ja visuale di nuovi orizzonti per i m etodi di studio e per la pratica clinica. DR. 1

L.

P. D1EP GF.N. / { urze Ubersichtstabell.e zur Geschicht.e der Meclizin. III edi zione . Un vol. in 8° di 61 pag. J. F. Berg m an. ~tunchen , 1936 . Prezzo RM. 4,s·o. AscH OFF ·e

1

Chiari e con1.o di sch em i ch e in breve sintesi m ostrano il cammino d e]la n11edicina, da i più antichi tempi (vi è an ch e un a ccenno alla m edicina etrusca) ai giorni n ostri . P er ogni capitolo, g li AA. espongono brevemente i principi dominanti in quel period o· o di una data scu ola, sioch·è il lettor·e si fa un con cetto dei capj saldi nella st orià della m edicina. A parte, e n ella stessa pagina , vi son o da un lato le date e dall 'altro dell e note esplicative ; seguono poi i particolari sulle singole scoperte. Qualch e omission e ·è dolor osa p er n oi italiani ; così quella di Agostino Bassi , di Pe Giovanni (com e precursore della dottrina costit u zion ali t ica è indicato 1Fr. W. Ben eke), di Ba sin i . In com plesso, il libro è con sigli ab·i le a chi voglia aver e un 'idea d ella storia della medici11a o si voglia a ccingere allo studio di qu esta ~ prima di a ccostarsi ai trattati volu111inosi. fi l. 1


2294

c1 IL POLJCLJKJCO n

APPUNTI

PER IL MEDICO PRATICO.

CASISTICA E TERAPIA. Snlle lipomatosi multiple simmet1·iche.

'G. Dal l 'Acqua (Bullettino delle Scien.ze Mediche, sett.-ott. 1935) ha osservato e studiato quattro casi di lipomatosi: il primo è caratterizzato da un ingrossamento diffuso d·el collo 1}er i1eoformazione di' tessuto adiposo (collo g rasso di Madelung): si tratta di un indi·viduo b,evitore, figlio di polisarcico, con dol'o ri reun1atoidi, sen so di astenia e diminuzione della potentia. Il secondo caso appartiene alla liporr:.atosi cervicale associata a lipomatosi di altre parti del corpo (forma nodulare simmetrica). Anche questo p . soffriva di dolori reu1natoidi e di astenia . Il terzo caso va classificato nella lipomatosi discreta di '.Bard: lipomi pir.co.Ji, a lento sviluppo e ad evoluzione benigna; nessun ·di&turbo subiettivo ad ·eccezione della astenia. Il quarto caso è una forma di lipomatosi assoc iata ad ateromi ed è interessante dal punto di \ 1 ista ereditario. Per quello che riguarda la costituzione, tre ·dei p1alie.n ti ap}.>artenevano al t ipo misto di Viola. L 'A. ha ritenuto interessa11~e praticare in qu·esti quattro soggetti alcune ricerche di ordine biochimico e di confrontare i risultati ottenuti' con quelli da lui riscontrati in prece<lenti studi sulla adiposità . Egli però non ha osservato o.r a quelle alt·e razioni messe in evi<.lenza p·r in1a nei casi di adiposi endogena e neppure il r eperto ·della iper colesterinemia de·s critto da Laurentier ·e Valdig uié. II metabolismo basale ri·sultò in due casi normale, in uno prima aumentato e poi dimi11uito, n ell'ultimo aumentato . L' A. r1e d educe che la lipon1atosi non fa parte delle m1alattie del ricambio in senso stretto; si trattereb·b e inv.ece, secondo lui , di un fatto J)eriferico di alterata distribuzione del grasso , di origi11e neuro-endocrina.

tF.

VIC'ENTINI.

Note sulla cura insulinica nei vomiti periodici con acetonemia. M. Lelong (Paris lltf édica.l, n . 45 , 7 settem"" bre 1936) rileva ch e sulla terapia insulinica nei ' Torniti periodici' dell 'infanzia accorrtpagnati da -<tcetonemia le opinioni sono contraddittorie, e, i)er stablire quali siano le direttive da $~guire. è opportuno esaminare ciò ch e conosciamo della fis io11atogenesi di questa m .alattia. È ormai ben dimostrata ]a coinci'd enza d e]1'accesso di vorr:ito con uno stato di acidochetosi ch e si nia11ifesta nelle urine con l 'aumento della loro acidità e con la presenza di corpi <lcetonici; l 'esa1ne del sangue rivela un abbassamento della riserva alcalina , la diminuzione ·d ella C0 2 e l 'aumento dei corpi ch etonici.

Questa aci·dochetosi comincia poco pri111a cJell'accesso e p·ersiste fino a qualch'3 giorno clopo, m .a non è mai .accompagnata dagli altri sintomi diabetici. Ora, mentre nel diabetico 1'insulina ristabilisce rapidan1ente l 'equilibrio acido-basico del sangue facendo scomparire l 'acidosi e la chetosi, nell'individuo non diabetico inv.ece, i contraddittori risultati che si sono ottenuti non perm.ettono ·di provare t1n'azione r1eutralizzante d·ell 'insulina n elle chetosi non diabetiche senza l 'aiuto della terapia idrocarbonata. Ma c'·è nel vomito periodico un altro fatto importan1te: cioè ~ 'ipoglicen1ia iniziale. Co1t1unque venga considerata l'origine di questa, è evidente che la sua presenza c i deve far proscrivere I 'insulina nella fase iniziale d1ell 'accesso di vomito co11 acetone1nia. In questo stadio l 'uso dell'insulina sarebbe pericoloso. Invece, quando la crisi si prolunga, la glicemia tende a risalire fino ad una iperglicemia secondaria. È allora che si può tentare Ja terapia insulinica regolandone la somministrazio11e i11 base ad uno studio rnetodico de.Ila glicemia , e sempre accompag·n.a ndola con una son1ministrazi'one abbondante di glicidi: aln1eno 5 g r . di glucosio per ogni unità di insulina. In conclusione : la terapia insulinica nei von1iti p·eriodici dell'infanzia con acetonemia può essere usata solo nelle form e gravi e prolung·ate, quando l 'i:p·o glicemia è scomparsa, e deve essere considerata , più che altro, come un niuto della glucosioterapi.a. F. TosTI.

Errori da evitare nella cura delle nefropatie in· fanti li. Vi richiama l 'att·enzìone E. ì\ilarino (La pedi a.tria d el me.d. prat., agosto 1936). 1) La cura sistema.tica con il latte e l' asteris~ion.e dalle albumine. Il I.atte è dannoso Itelle n efrosi (contien e molta acqua e molti sali) e nelle n efriti azotemiche (molte proteine). Non serve come profilattico della n efropatia scaTlattinosa (fra i convalescenti di scarlattina, ammalarono in minor numero e d in forma meno grave ·q uelli tenuti a dieta mista che quelli a di eta latte.a). La di·e ta assoluta di latte rappresGnta alla fin e un regin1e di fame (scarso nurr1ero di calorie), è povera in ferro ed, alla fine, determina nausea, ripUoonanza, stitichezza. 1

1

2) Somministrazione di molte bevande con

l'idea ài sbloiccare in rene. Nello stadio acuto della n efrite ,è compromessa anche la funzio11e di eliminazione d el1 'acqua; in esso è necessario il riposo funzionale d ell 'organo. Il metodo di Volhard (urto idrico del rene) va praticato soltanto in dati casi, con certe cautele e ,.lopo 5-4 giorni di dieta secca. 3) . omminislrazion.e di diuretici. che sono controi ndica ti i11 molte nefropatie (solt.an to la


[AN~o

XLlll, NuM. 50)

digitale è indicata quando la funzione renale è di~turbiata a causa del circolo). Dannosi anche certi preparati opoterapici' (adrenalina). 1

Energiche cure ditlfo·retiche e dJi,. deriv'azione intestinale, che possono essèr dannose 4)

quando vi è depressione circolatoria, m entre danno scarsa utilità. 5)

La dieta ipoclorurata assolwta e p rotrat1

ta (il' NaCl è indispensabile per la vita); (leter-

1r1ina sp esso cefalea , vomito, dolori' agli ed anche pseudo-uremie ·da cloropenia. 1

<- rti

Som1ministrcvzione di dieta arttinef riti ca e Duingo riposo in letto di pazienti con, albuminuria ortostatiça, quando non vi sono segc1i 6)

1

di lesio.n i renali (emazie, cilindri', ecc.). Invece, è indicata una cura corroborante e climatica.

7) Eccessiva re-strizion.e de,lle proteine. De vono esser date largamente nella nefrosi lipoidea; vanno sopp~esse nelle forn1e azotemich e (compensando con carboidrati e g rassi) e limitate nelle altre a circa mezzo grammo per kg. di peso. Nemn1eno è più acoettata la V·ecchia distinzione in carni rosse e bianche; preferibili quelle lessate (p,erdita di sostanze estra ttive); le uova, nelle forme croniche si daranno cotte (il tuorlo anche crudo). 8) Somministrazione di farmaci a scop.o ipoteinsivo (effetto di indebolim1e,n to del miocardio); indicati, inveoe in tali' casi , il salasso e la restrizione nei liquidi. 9)

2295

SEZIONE PRATICA

Son-iministrGJZione di medicamenti da.n-

nosi. Fra questi, sono da citarsi: gli antitermici del grupp·o dell 'antipirina (azione oli'gurica, bloccante sul rene); l 'urotropina (accentuazione dell'ematuria); l"urea (utile n elle n efrosi) controindicata nelle glom·erulo-nefritì; l 'acetato di potassio, il cloruro d'ammonio e la segala cornuta , ch e si danno contro l'ematl1ria; in tali casi, è invece con si'gliab·i]e il cloruro di fil. calcio. Le tre dosi medicamentose. Ch. !F iessinger (Journal des praticiens, ± n ovembre 1396) osserva che i'l medico pratico si trova di fronte, nelle sue prescrizioni a 3 dosi n1edicamentose. 1) Elevate dosi massive, quando si tratta di colpire la malattia nella sua causa: n1edicazioni specifiche per la sifilide, chinina per la malari'a, sieri n ella difterite, tetan o, ecc., preparati stihiati n el kala-azar. Tutti rimedi di cui si sono venutie aumentando le dosi, p·ass.ando per i sali' mercuriali da 5 mg. a 2 cg. , per il siero antidifterico da 10-20 eme. a 60 e più, ecc. 2) Do i 111olto moderate quando si tratta di combatter·e i sintomi, che vanno consi'derati com.e reazioni difensive. Si è verificato per questi casi, i'] f.enon1eno inverso, cioè della riduzione delle dosi , eventualmente ripetendo la somministrazione. Così la morfina, ch e a dosi di un cg. ha provocato la morte di n1olti cardiaci dal cuore in cattivo stato ed anche in un

caso di litiasi b iliare riesce ben.e già a dosi di 2-4: mg., salvo a far·e una nuova iniezione dopo 2-3 ore. E la digitalina, per cui 1'A. stesso ha ir1trodotto le dosi di 1/ 10 di 1ng., sufficienti per rimettere bene i cardiaci asistolici , n e h~ i11vece inviati parecchi all 'altro mondo con le dosi' di 1/2-1 mg. Un m edico degli ospedali n·e ha fatto a sue spese l 'esperienza : preconiz zatore delle dosi massive e cardio-renale egli sLesso morì rapidamente in seguito a cure di _ tal gen ere. 3) La dose imponderabile, che si è venuta usando con I 'introduzione dei prodotti biologici. A tale proposito, l'A. cita l'esempio della folli'colina che spesso viene prescritta alle don11.e troppo generosamente; le pazienti non n e risentono che delle eccitazioni e delle stanchezze spiacevoli. Per medicamenti di tal genere, bastano pochi oentesimi di milligrarr1mo in più per ottenere dei risultati opposti, sicch è la massima cautela sarà n ecessaria . fil·. 1

L'azione antitiroidea della vitamina A.

Già in precedenza è stato dimostrato che, in vitro, la carotina si: lega alìa tirossina, in parte modificandola e in parte inatti var1dola . Ora, con ricerch e sperimentali sulle ca, ie, K. Fellinger ·ed O. Hochstadt (Wien. Klin. Wo,cli. , n. 44, p. 1349, 30 ottobre 1936) h anno din1ostrato ch e la vitamina A. protegge contro l'ormone tireotropico introdotto per ini ezion e. Tale azione protettiva, controllata istologican1ente , si esplich erebbe nel complesso : ormone tireotropo-tiroide, per qua nto sia ancora da stabilire quale d ei due compon enti venga effettivamente influenzato. Sarà utilizzal)i]e in clinica. M. F ABERI. 1

SEMEIOTICA Una reazione precoce per la diagnosi di gravidanza.

L. Pouliot (rif. in British m ed. journ. , 21 rr1arzo 193'6) ha trovato ch e la reazione pupillare di Bercovitz ha un valore notevole per la diagnosi precoce di gravidanza. Nel cul di sacco congiuntivale della paziente si instillano 2 gocce di una miscela di 1 cn1c. del suo san,g·ue con em e. 0,2 di u11a soluzione al 10 % di citrato di sodio . La reazione positiva è seguìta , dopo 2 minuti, da m·i osi (ch e si ha nel 60 % dci casi) o da midriasi lieve, cl1e dura p er 5 minuti circa. In 4± pazienti, si ebbe reazio11e positiva e la g ravidanza fu i11 sèguito confern1ata; in 2. la reazione era negativa , diventò positiva dopo due settimane. L' A. afferma ch,e, con questa r eazione, la diagnosi di gravidanza può farsi molto precocemente, in un caso all '8° giorno. Le reazioni n egative si sono sempre avute in uon1i11i , od in donr1e non incjnte; n ella gravida11za. possono es ere date dalla morte del feto .


2296

«

IL POLICLINICO

Il mecca11ismo della reazione è ignoto; la sostanza presente nel sangue non è certamente follicolina, ma potrebbe essere l'adrenalina o qualche sostanza analoga. Prima di eseguire la reazione, ci si deve assicurare che non esista anisocoria e che ogni eventuale tinta sia asportata dalle ciglia, poichè l 'eventual·e proiezione di questa nell 'occhio provochereb,b e irritazione. fil.

T ECN I CA

MED ICA.

Per una buona tecnica della vaccina~ione. Molto giustam·e nte, M. Kaiser (Wi0n. Kl,in. Wocih.ens., 1936, n. 35) insiste sullo sconsigliare la deplorevole e dannosa usanza purtroppo seguìta da molti medici, di applicare il cerotto (Pflaster) dopo eseguita la vaccinazione. La pi'ccola ferita determinata da questa si chiude da sè entro 10 minuti al massimo e non è quindi necessaria nessuna protezione. Sotto il cerotto., si prolunga di molto il processo di di's seccamento, la copertura della pustola vien·e macerata e lacerata, il cerotto si sposta e la pustola aperta div·enta accessibile ad ogni infezione secondaria, sicchè invece di una cicatrice piatta si forma un infossamento raggiato, il qual·e non indica il grado di immunità, ma un 'infezione secondaria. Com11nque, se si credesse necessario applicare un cerotto, occorrerà badare che esso non arrivi ad irritare il punto d'inoculazione. Per quanto riguarda l 'inoculazi'o ne intracutanea, l'A. pure ritenendo che essa possa dare ugualmente l'immunità, la sconsiglia. fil.

VARIA Il comportamento del sistema nervoso vegetativo nei gemelli. G. Orlandini (La Clin . pediatrica, maggio 1936) ricorda la distinzione fondame·111.ale dei gemelli secondo la loro origine, da uno (monovulari = GM) o da due uova (biovulari = GB), rispettivamente, da uno o due spermatozoi. Che un uovo posso dare origine a due e!-,seri è dimostrato dalla possibilità del formarsi di due aree e111brionarie in uh uni co uo' '<> fe condato da un solo spermatozoo , con la separazione in due uguali metà del bottone ectodermico. L 'A. ha studiato i.I comportan1ento del sistema nervoso vegetativo, basandosi sulla temperatura , pressione, stato delle pupille, reattività va8ale, dern1ografismo, riflessi (oculo-cardiaco, ortostatico, naso-lacrimale), orripilazione e tono intestinale. Ha fatto J.e ricerche su 50 coppie di gemelli, distinti in monocorii e bicorii e su un terzetto di gemelle. Ha osservato che i GM hanno presentato , di regola, una id enticità quasi assoluta dei sintomi indicanti l 'orientan1ento n euro-,regetativo; i GB , pur prese11lando in me1

»

[ANNO

XLIII, Nul\ir. 50]

dia lo stesso orientamento, hanno spesso din1ostrato inuguaglianza nella intensità dei vari sintomi (50 % dei casi). Tali ricerche basate sull'esame f11nzionale, concordano in complesso nei risultati con quelle morfologiche di Verschiir. I GM, quindi, oltre ad avere una morfologia pressochè uguale, hanno anche un ,e t.ono » ed un « eccitabilità » neuro-vegetativa uguale; fatto questo che, con tutta probabilità, sta ad indicare un 'uguaglianza della situazione ormor1ica, dei. dati emochimici ed elettrochimici un1orali e, quindi, anche della costituzione. Le disuguaglianz,e che si possono trovare nei GM sono in rapporto con gli agenti .esterni e, s1)ecialmente, con quelli patologici. Alcuni sintomi sono più sensibili a tali cause, altri m eno: i primi, come la temperatura sono influenzabili· anehe da cause che non modificano Io stato neuro-vegetativo dell'individuo ed hanno pertanto valore relativo. Altri sintomi, com.e il d·ermografismo, sono nettamente legati allo stato neuro-vegetativo e mutano soltanto di fronte a cause capaci di alterare questo. Altri infine, com·e il riflesso oculo-cardiaco, si comportano com.e questi ultimi, ma fors~ passata la causa alterante e ritornato lo statu quo artte, non si ripristinano compl·etan1c11te e rirr1angono lievemente alterati, forse anche perch,è legati .alJa funzionalità dell'organo che li · rivela. L' A. ha anche potuto osservare che il predominio vagale, esistente nelle età più giovanili, va man mano diminuendo , sicchè in vicinanza dell'età pubere si artiva ad una equivalenza quantitativa fra i vari sintomi a favore del parasimpatico e quelli a favore del sirt1patico. fil.

PUBBLICAZION ' PERV ENUTECI. y R. FERRETTI. Cisuras y lobulos pulrrio11ares ariorntales. - Ed. A. Lopez , Bue-

R. F.

VAOCAREZZA

nos Aires, 1935. R. F. VA CCAREZZA, G. PorJLITZEH y E. SrNGER. Sindromo paralitico del simpatico cervical conseciitivo a la frenicectomia. - Ed. A. Lopez, Buenos Aire-s , 1935. C. SPAi\'IPINATO . Contributo alla conoscenza delle cisti congenite del segmento ileo-cecale dell'intestino. - Croce Rossa, Roma, 1935. F. DoML"'fICI Ghia.ndole surrenali e stati intersessuali . .---.- Arch. I. B. I. , Milano, 1935. G. Go.GLIA. I principi attivi dell'olio di chaulmogra e dell'olio di fegato di merluzzo nella ~e­ rapia delle affezioni respiratorie. - Ist . Edit. Cisalpino, Varese, 1935. A. FERRI. Un altro caso. di reumatismo cerebrale. - Arc11etipografia, Milano, 1935. A. Srl\irILI. QuandJo sorsero le iniezioni saline endovenose ed ilpodermiche? - Tip. S. :Bernardino, Siena. A. SALl\fON. L 'imporlance des zones vaso-sensibles sino-carotidiennes et cardio-aortVq_ues dans le determinisme de la mort subite. Masson, & C. , Paris, 1935. 1


{AN.NO XLIII, NUl\iI. 50]

2299

SEZIONE PRATICA

NELLA VITA. PROFESSIONALE. SERVIZI IGIENICO-SANITARI Provvedimenti del Consiglio dei Ministri. Il Co11siglio dei Ministri, adunatosi il 5 dicembre, ha approvato, su proposta del Capo del Governo, ~1Cinis tro dell'Interno: Uno schema di regolamento per la esecuzione de.Ile leggi sull'Istituto di Sanità pubblica; Uno -chema di disegno di legge recante norme provvisorie per l 'ammissione alle Scuole-convitto .professionali per infermiere e alle Scuole specializzate pe \' assistenti sanitarie visitatrici. Con tale provvedime11to viene consentita, per la durata cli a11ni 5: a) l 'ammis·sione delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana all 'esame di passaggio dal 1° al 2° anno 'd elle Scuole-convitto professionali per infermiere; b) l 'ammissione delle infermiere munite dell 'attestato di abilitazione ai termini della legge 13 giugno 1927-V, n. 1265 - all 'esame di passaggio dal 1<> al 2° anno delle Scuole-convitto professionali per infermiere, purchè siano in posses·so del diploma di licenza di Scuola m edia di 1° grado ed abbiano prestato servizio almeno due anni presso pubblici ospedali; c) an1missione, previa autorizzazione del Mir1i stero dell'Interno, d elle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana all e Scuole specializzate per assistenti sa11itarie vi·sitatrici, purchè abbiano superato l ·esa111c per il conseguimento del diploma di Stato per l 'eser cizio della professione di infermier a. Il provvedimento è diretto a.d agevolare l 'aumento delle infermier e professionali e delle assistenti sanitarie visitalrici, in misura adeguata alle esigen ze <lell 'as'Sistenza ospedaliera e sociale.

Cronaca del movimento professionale. Le domande degli ufficiali medici che cJ1fedono la destinazione in A.. o. I. Gli ufficiali medici in congedo che d esiderassero essere richiamati in servizio con destinazion e nei territori dell'Impero potranno indirizzare per tramite gerarchico domanda al Ministero d ella Guerra, Direzione gen erale p er sonale ufficiali . W-

In uno dei pro••imi numeri pubblicheretr.o una

LEZIONE CLINICA. <lel Prof. CESARE FRUGONI: ITTERO DA. RITENZIONE PER PROCESSO FLO· GISTICO DUODENALE E PERIDUODENALE NON PRECISATO CLINICA.]IENTE ElJ ISTOLOGICA· MENTE DOCU1'IENTA.TO, DI NATURA. LINFO· GRANULOìlIA.TOSA. l\IALIGNA.

CONCORSI. POSTI VACANTI.

Concorsi a medici condotti.

Il Ministero del! 'Interno ha autorizzato la riapertura dei concorsi già indetti nel 1935 e poi sospesi, a sanitari condotti. I concorsi sono per titoli ed esami, in conformità alle disposizioni di legge. Il termine utile per la presentazione delle do1nande è stabilito al 31 dicembre. Fermi gli aurrLen ti di limite di età già in vigore, il limite per 1'ammissione ai predetti concorsi è elevato ad anni 34. Doma!Iide e documenti vanno recapitati alle P\.R. Prefetture, Ufficio del medico provinciale. I concorsi per condotte mediche riaperti di cui abbiamo notizia sono alle seguenti Prefetture: Ancona (3 po·sti) , Avellino (7), Brescia (5), Calania (3), Chieti (4), Milano (12, di cui 3 nel Capoluogo) , Napoli (6), Padova (4), Pavia (4), Udin e (4). Norme p er i co•ncorsi a t enente medico .

Il Ministero della Guerra avverte che .i candidàti ai concorsi indetti con la circolaire N. 55 del « Giornale militare » 1936 p er la nomina a tenente rn edico, chimico-farmacista e veterinario in servizio permanente effettivo, non potranno allontanarsi dall'Italia, per una eventuale destinazione rtelle Colonie, senza prima aver comunicato 'd irett amente al Mini·stero s tesso, Direzione generale pt•rsonale ufficiali, ch e rinunciano al con corso; nel cnso contrario saranno con siderati d 'ufficio rinun:. ciatari. Il Minis tero della Guerra ricorda inoltre a tutti i candidati ai con cor si suddetti l'obbligo di comunicare le eventuali variazioni del proprio 'recapito. ANCONA. Ospedale Civile cc Umberto I ». - Al 22 dicembre, ore 12, concorsi per titoli ed eventualmente per esami ai segu enti posti: primario ginecologo-ostetrico; età limite 45 anni al 22 nov.; stip. L. 5000 lorde, non aument abili; non sono con cesse indennità; partecipaz.; aiuto radiologo; età limite 35 anni; stip. lire 3248, alloggio, indennità giornaliera vitto L. 11,60; otto medici assistenti (3 di chirurgia, 3 di medicina, 2· di ortopedia e traumatologia) ; età limite 32 anni; stip. L. 2700; indennità come sopra . Per tutti tassa co11cor so L . 50,50. Chiedere annunzi. Rivolgersi alla Segreteria . Scad. 13 genn aio, ore 17. Titoli . Medico primario o di Sezione presso l 'Osp edale Psichiatrico Provinciale 'd i Milano in Mombello ; stip . L . 13.000 e 3 trienni e 4 quadrienni di L. 1400, supplem. serv. att. L. 3000. Richiedere bando di concor so all 'Amministrazione, via Monforte 13, Milano . PIACENZA. Co111s<>rzio P1,ovinc. A n.tilubercolare. Scad. 31 gen., ore 17; titoli ed esami; medico direttore del con sorzio ; stip. 27.000 e 5 quadrienni decimo, in'de11nità trasferte ; inibizione libero esercizio; è con sentita l a con sulenza sulla specialità; età limite 40 anni al 25 n ov. Chiedere co·p ia del bando di con corso. Rivolger si alla segreteria, via Garibaldi 50. È a11che va,cante il posto di assistente sanitaria visitatrice del Dispensario antitub. di Piacen za. MILANO .

Amministraz. Provinc. -


2300

« IL P OLJCLINICO »

Rol\fA. Minister o d ell 'l rite rno. - È r eYocato il co11corso a 3 posti di me.d ico provinciale aggiunto di seconda classe indetto con Decreto Ministeriale 6 febbraio 1935. È aperto, con D. M. 25 ·sett. 1936, u11 concorso per esami a 13 posti di medico provinciale aggiu1LLO di 2a. classe; annuo stipendio di L 12.200, supplemento servizio attivo L. 2200, aggiunta ·d i famiglia e relative quote complementari. Sono escluse dal concorso le donne. Età limite anni 30. Scad. 60 giorni dal 17 nov. Il decreto di con cor so e il programma sono pubblicati sulla cc Gazz. Uff. » n. 266 del 17 nov. Chieder e es tratto. Rivolger si al Mini stero dell 'Intern o, Direzione generale della sanità pubblica. C c NCORSI A PREMI .

Concorso nazi•onale di « r on1anità ».

Dalla cc Associazione Italiana di Idrologia » venne attu ato alcuni anni or sono, con esito fortunato , un concorso P. P jccinini 8Ul tema: «Vestigia di Terme romane in I talia ». Di tale concorso riuscirono vincitore il dott. prof. Augu sto Botto-Micca di 1'orino, il dott. Italo Sgobbo di Napoli, il dott. Licinio Bergonzi di Milano ed è ail presente in corso di pubblicazione, presso l 'Editore V. Lischi di Pisa, il lavoro ch e conseguì il primo premio e cioè quello del prof. Botto-Micca. Nell 'attuale piano di vita dell 'Italia Imperiale, l'Istituto di Studi Ron1ani estende il con cetto in formatore ·a i tali ricerch e idrologiche, ·atoriche ed arch eologiche a tutti i paesi che ricevettero l 'impronla di Roma, ed accogliendo il desiderio del prof. P. Piccinini, bandisce un altro con cor so, sul tema : cc Terme nel mondo romano n. 1'ale concorso, al quale potranno partecipare i cittadini jtaliani ed in modo particolare i medici, è sta to dotato dal pref. Piccinini di lire diecimila per i premi , e verr~ i11titolato al n ome del "di lui co1npianto padre prof. Massimo. ,So110 state fissate le m odalità del concorso dal sud.d etto benemerito Istituto di Studi Romani, assistito da una Commissione, che ·sarà anche la aggiudicatrice dei premi. Restando come base del lavoro, da parte dei concorrenti, il cen simento delle Terme "d i cui è documentabile l 'esistenza in tl1tto l 'Impero di Roma, ne sarà illustrata per quanto è possibile la documentazion e storica ed in particolare ne sar à ricordata la funzione igienica e sociale. Il concorso si chiuder à alla fi11e dell 'anno 1937 e la proclamazione dei vincito.r i sar à fatta il 2•1 a11rile 1938-XVI. Per tt1tte le altre condizioni del concorso e per ogni altro ·schiarimento rivolgersi all'Istituto di Studi Romani , piazza della Chiesa Nuova, Roma. NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.

t-.\NNO XLIII,

ciale , con Decreto Reale tutte le attribuzioni del direttor e g·enerale sono state conferite, per la durata di un anno, al presidente dell 'Istituto , on. Bruno Biagi. Sono incaricati i proff. : Attilio Omodei Zori11i, <li tisiologia a Napoli ; Ign azio Scalone, di clinica chirurgica ::i Sas·sari ; Paolo Croveri, di n1edicina tropicale a Torino. stalo consegnato al prof. Vittorio Putti il premio Sacchetti, già assegnatogli per il biennio 1934-35. È

Con1e i1e abbiamo già dat o notizia, sono stati e~pJ etati i concorsi a premio annuali ·cli L. 2000 ir1detti dalla Accademia Lancisiana di Roma. Il l)remio di m edici11a sul tema cc Sindromi anemich e e disturbi dige·stivi » è stato vinto dal prof. A. Bonadies; quello di chirurgia sulla cc Embolecto1n ia >> è st ato vinto dal 1)ro.f. J~. Valdoni. Ai due valorosi studiosi l ' Acacdemia ha tributalo un vivissimo plauso. Al t en. gen. medico Luigi Franco, collocato a riposo, è conferito il gran cordone dell 'Ordine della Cor ona d 'Italia. Pubblicazione intere11aante u11cita in que11ti •iorni : Prof. ALESSANDRO ALESSANDRINI AIUTO NELL'ISTITUTO Dl IGIENJi DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Prof, E. PAMPANA Prof. M. SABATUCCI GIÀ ASSISTENTE NELL' ISTITUTO GIÀ ASSISTENTE NELL'ISTITUTO DI IGIENE DELLA R. UNIVERSITÀ D1 IGIENE DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA DI ROMA Prof. CIUSEPPE FICAI LIBERO DOCENTE DI IGIENE NELLA R. UNIVERSITÀ DI BOLOGNA DIREITORE DEL LABORATORIO MICROGRAF1CO PROVINOALE DI AREZZO

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GLI ESAMI DI LABORATORIO TECNICA E D IACNOSTICA (con prefazione al'la 1 " edizione del Prof. Sen . GIUSEPPE SANAREU.1) Seconda edizione aggiornata ed ampliata con Prefazione d i S. E. il P rof. DANTE DE BLASI, Accademico d'Italia, Direttore delll'lstitu to di Igien e della R. Universi tà di Roma.

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In seguito alle dimissioni, per motivi personali , del prof. Paolo Medolaghi da direttore generale dell 'Istituto Nazionale F a cista di PreYid en za So-

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Il cc F'oglio d'Ordini >> del Ministero della ?vlarina reca il conferimento della Croce al merito di guerra al maggiore generale m edico on. prof. Raffaele Paoluccj. Il clot t. Lore to Mazzetti , direttore generale della Sanità militare, in occasion e della venuta del ReggPnle d 'Ungheria in Ilalia, l1a ricevuto la no1nina a socio onorario del Cir colo cientifico dei medici militari del R. Eserci to Ungherese.

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NOTIZIE Federazione italiana

SEZIONE PRATICA

DIVERSE

antitubercola~:e.

2303

opera di rigenerazione e di potenziamento della stirpe, attuata con m etodo e con t enacia d al Regime ·Fascista. La fondazione dell'Impero, superb o cor onamento di que·sta intrepida azione; trova pronti e decisi tutti gli italiani a trasferire nel p iù vasto piano ora aperto alla vit.~ della Nazione - secondo il con1andaimer1to del Duce - lo st udio e ]a soluzione dei problemi che impegnano la saldezza fisica, morale, economica, militare, poJi tica rlell 'Italia r.,ascista.

Il 30 novembre n ella se'd e d ella Federazione Nazionale F ascista per la lotta co11tro la tubercolosi si è te11uta la riunione ple11aria 'annuale del Consiglio Direttivo. Erano presenti la medaglia d 'oro on. prof. Raiffaele Paolucci, maggiore generale medico per meriti di gu erra, i vice-presidenti sen . prof. EdoaTdo l\l[aragliano ed on. prof. Eugenio Morelli, il segretario generale prof. Federigo Boccbetti e tisiologi, igienis ti, pediatri, presid ènti e - 4° Congresso internazionale di pediatria. delegati delle varie sezioni regionali della Federa:FJ in(letto a Roma dal 27 al 30 settembre 1937 . . ZlOIJ.e. 1'emi di relazione: 1) cc ~Ietabolismo m inerale ed Il prof. F. Bocch etti ha fatto una rapida ra·sseidrico n ella prima infan zia e su oi riflessi n el progna dei i11ezzi e dei ris ultati raggiunti in dieci })]ema dell 'alla llamento artificiale»; 2) « Il proa11ni cli lotta antitubercolar e ecl ispirandosi al problema della tuber colosi nell 'infanzia in r apporto : g1 a1nn1a fascista pel quale è meglio preve11ire ch e a) ai moderni studi sull 'ultravirus, b) allru conguarire, ha illustra to le nuove linee di rotta detagiosità da parte del bambino, e) alla profila·ssi e isan1ente preventive ch e occorre seguire per rage terapia n; 3) « Le malattie n europ sichiche in g iu11gere quelle m ète vittoriose segnate dal Repr.diatriu dal punto di vista clinico e sociale ». gime. Ne è seguìta una discu ssione ampia ed ani·Le lingu e ufficiali del Congresso, sia p er gli mata, a cui hanno preso parte i proff.: on. Mooratori, che per la stampa degli Atti, saranno relli, sen. Maragliano, l\ilartfreài, Gianr1ini , RonI 'italiana, la francese, l 'inglese e la tedesca. zoni, Signorelli, Roatta , Costantini, Cramarossa, Sono fissati 1 t empi con cessi agli oratori e lo Parodi, Redaelli, J emma, Vercesi, Lu.r idiana, Mens1>:.1zio 1n esso loro a dispo·sizione negli Atfi. <l es, Qt1aranta. È stato poi approvato all 'unaIl t e1npo utile perchè i relatori e'd i correlatori nimità il segu ente ordine .del gior no: cc La fin e possano far p ervenire al Comitato ordinatore un del secondo lustro della lott a antitubercolare sebreve riassu1)tO (3 pagir1e per i r elatori, e 1 pag·na il r ag·giungimento fii un a t appa altamente gir1a per i correlatori) da stampare onde m etterlo significativa per quanto si riferisce all 'attrezzapreYentiYan1ente a disp osizion e dei con gr essist i, tt1ra anatoriale p er l'assistenza dei tubercolotici ; scade il 30 maggio 1937. tale attrezzatura vuole essere ulteriormente perPer tutto quanto si riferisce al Congresso rivolsegui La affinchè le possibilità dei ricoveri simo gersi all 'l s tiluto di CliI1ica p ediatrica, Policlinico, adegu ate alle prevedibili esigenze in rapporto alla Ilo1na. progressiva estensione dell 'assicurazione contro la tubercolosi a sempre più grandi aggruppamenti 3a. Conferenza internazionale s11l gozzo. demogr afici. Accanto all 'ininterrotto ·svolgimento Si t errà nell 'agost o del 1938 a Washington. della lottai antitubercolare 11el campo curativo si I t emi prescelti p er la discu ssio11e sono i seguenti: impone il collocamento in primo piano dell 'atti1) « I11fiammazione della tiroide » ; 2) cc Tumori vità profilattica che deve svolger si pronta1nente malign i d ella tiroide »; 3) « Relazioni endocrinoe d ecisa1nente n el campo della tutela del! 'infanlogiche della tiroide coll e altre glandole a secr ezia e Llell 'adolesce11za, le età cioè di particolare zjone int erna ». vulnerabilità tubercolar e dove la lotta preventiva Il Comitato sollecita gli studiosi di questo camsignifica veramente redenzione ». po di partecipare alla conferer1za e di portarle il Il presidente on. prof. Paolucci h a commemolor o contributo originale di ricerca; ed allo scopo rato con alte parole Arcan gelo Ilvento, scompar so h a incarica lo il prof. Giacomo ~ighini, dell 'Istinell 'agosto scorso; è stata approvata la costitu zione tuto p sichiatrico di Reggio Emilia, di r accogliere della cc F onclazione » dedicata al s110 nome p er lo sjn d 'ora le adesioni. ·sviluppo d eg·li studi scientifico-sociali sulla tuber colosi in Italia per la quale sono st ate già raccolte Corsi di preparazione. oltre 50 m ila lire. Il 2 dicembre si è iniziato nell 'aula della C1iB s tata scelta Tripoli a sede del VI Congresso Itica per le ~Iala ttie tropicali e ·subtropicali di Nazionale antituber Golare ch e avrà luog·o n el noRon1a, un Corso di preparazione in m e'd icina trovembre 1937 e sono state infine concretate le di11icale diretto d al se11. Aldo Castellani, ritornato r ettive da sottoporre aì con sen so d ei Ministeri i1l ques ti giorni dal su o viaggio di ispezione in competenti, per lo sviluppo m etodico e continuaA. O. I. ove, quale Alto Consulente sanitario ed tivo d ella propag·an ·d a fra le masse, approvando I p eltore superiore ge11erale di tutti i ·servizi sanila r ealizzazione di un gr a11de film e di una pubtari, ha portato l 'opera su a di organizzatore e blicazione periodica di divulgazione clei m assimi coordinatore e la sua preziosa esperienza in fatto problemi sociali d e-stinata , a traverso una Yasta di malattie tropicali . La conferenza inaugurale è diffusio11e, ad agevolare la formazione di una sana s lala t enuta dal Castellani , presenti le autorità coscienza jgienica nel popolo italiano. sanitarie. · Finita la seduta è stata scoperta nella sed e fe<ierale la 1apide ch e r eca incise 11el marmo le s toA ques to cor so partecipano: S. E. De Blasi, S. E. Petra gnani, on. Morelli, prof. Baglioni, prof. r ich e parole pronunziale dal Duce il 5 e·d il 9 ~1arotta , prof. Alessandrini , prof. Gaifami, prof. 1naggio XI' ' , cerimonia che 11a voluto t estimoniare la fervida riconoscenza di <.1uanti operan o in uno Cavar a, prof. Puntoni, prof. Va11ni. dei settori più d elicati d ella difesa sociale, quello Ad inizia liYa dell'on. Morelli sono state aperte d ella lotta co11tro la tubercolosi, per la mirabile 150 borse di studio per partecipare al Corso stesso .


~304

cc IL POLICLINICO »

lANNO XLIII,

l\'Ci\l.

50)

Un corso per 1nedici di fabbrica è ·stato organizzato presso l'Istituto di medicina del lavoro di Napoli (Policlinico), per l'anno 1936-37, sotto la direzio11e dell'on. prof. N. Castellino. Comprende lezioni ed esercitazioni pratiche. Ai medici che lo avranno frequentato con assidu ità e profitto si rilascerà un attestato . Il 11umero delle iscrizioni è limitato.

un infortunio auto1nobilistico. Il medico curante aveva posto diagnosi nell 'infortunato di frattura completa del perone della gamba destra e della tibia della gamba sinistra.; il Tribunale ordinò una perizia; l'esame radiografico dimostrò che le gan1be erano del tutto illese. Co·sì il processo è svanito ne] nulla; chi ne ha risentito ·dan110 morale è il medico infortunista.

Ospedale di Massaua.

In I11ghilterra si è "Svolto un processo nelle seguenti circostanze. Un n1edico, dott. Rubra, ebbe in cura un paziente, certo Comolly, che Yenne a morte. La vedova del Comolly intentò causa contro il medico per imperizia, chiedendo la rivalsa dei danni. Durante le more del processo anche il med.ico è venuto a morte e il processo è conti11uato contro la vedova del medico·. I~ 'accusante affermava che il medico no11 aveva diagnosticato la, tubercolosi polmonare da cui era affetto il marito, preso in cura durante il dicembre del 1930; il inedico n<>n provvide a far eseg·uire la ricercai dei bacilli, nè l 'esame radiologico e considerò e trattò la malattia come bronchite semplice. La diagnosi fu fatta solo 11el febbraio 1932, da u11 consulente; ma la malattia che curaita terr1pcstivamente avrebbe potuto guarire - condu·sse a morte il paziente nel luglio 1933. Il Tribunale ha dato ragione alla vedova del paziente ed ha condannato la vedova del medico a corrispondere la somma di 5000 sterline (ossia 450.000 lire it.) : una vera rovina per la famiglia ·d el medico, la guale oltre la vedova comprende due orfani. Se il medico fosse . in vita p,r obabilmente giustificherebbe il suo operato.

Il 17 novembre S. E. Lessona, Mi11istro 'd elle (k}lonie, prima della· partenza per l'Italia, alla1 presenza di tutte le autorità e di grande folla metropolitana ed indigena, in forma solenne ha provveduto alla posa della prima pietra del nuovo grandioso ospedale che sorgerà a Mas·saua e sarà il più grande dell'Africa. L'opera costerà 16 milioni e renderà inutile la pemane11za in quella sede della nave-ospedale. S. E. Castellani pronunziò nell'occasione un breve 'd iscorso ricordando come l'opera sanitaria che onorerà altamente l 'ltalia avrà, oltre a tutti i reparti di medicina, chirurgia, batteriologia e radiografia, un dipartimento speciale per la ricerca scientifica pura. Il sen. Castellani ha terminato elevando il pensiero al Duce che ha voluto sempre più potente l 'organizzazione sanitaria, che contribuì alla vittoria delle truppe italiane nella conquista dell'Impero. Quindi il Governatore S. E. Guzzoni pronunziò u11 indirizzo al Mini·stro constatando come con la costruzione dell'ospedale si esaudisca un sentito voto della colo11ia primogenita. Dopo aver asserito che l'ospedale esistente a Massaua era attrezzato solo in relazione ai vecchi bisogni della città, il Governatore ha detto che in relazione agli or'd ini del Duce, il nuovo ospedale ·sarà adeguato all 'importanza riservata al porto di Massaua nel quadro dell'Impero. Ha ri11graziato S. E. Le·ssona per il contributo personale dato alla realizzazione dell 'jmportante opera sanitaria.

Azioni giudiziarie. Al Tribunale correzionale di Béthune (Francia) è comparso un medico, dott. Chauvaiux, di nazionalità belga, accusato di avere moltiplicato in modo eccessivo le visite ai mutuati di una Società d 'as·sicurazione. L'importo delle visite doveva essere corrisposto per due quinti dalla Società e per tre guinti dai mutuati; ma il medico si limitava a riscuotere le quote della Società, di modo che i malati non avevano alcun jnteresse a far limitare il numero delle visite. È emerso dal dibattimento che il medico ha conteggiato anche delle visite non eseguite; che ha post-datato alcune visite; che a volte ha diviso i guadagni co·n alcuni mutuati. Un ispettore della Cassa, dott. Magniez, riferl su di una paziente che, per una lieve indisposizione, aveva ricevuto 104 visite; una perizia dimostrò che ella ·stava perfettamente bene. La Federazi-0ne dei ,S indacati inedici del Pas-de-Calais aveva già fatto un richiamo all 'imputato e gli aveva inflitto un 'ammenda e 1'interdjzione temporanea dell'esercizio professio11a1e. Egli si è difeso energicamente: ha sostenuto la tesi che agiva nell'interesse dei malati. Il Tribunale lo ha condannato a 15 giorni di prigione, 500 franchi di ammenda e 500 franchi di rivalsa, per danni, alla 1\ilutua, costituitasi parte civile . Al Tribunale correzionale di Dinant (Belgio) si è s volto un processo penale contro l 'autore di

Un po' dovunque. Al recente congresso internazionale sul reun1atismo, tenutosi a Lund e Stoccolma, venne deciso che il prossimo congresso si terr~ nell'aprile 1938 a Oxford, Bath e Londra. Il 7 novembre si è riunito a Roma il Consiglio · nazionale della Federazione dell 'industria idrotermale, ·s otto la presidenza del gr. uff. Rebucci. Il 9° Congresso mondiale del latte avrà luogo a Berlino nell'agosto 1937. Il 6° Congresso organizzato dalla Società francese di ginecologia si terrà a Tolosa dal 15 al 18 marzo. sotto la presidenza onoraria del prof. Daniel, di Bucarest, e quella effettiva del prof. Mériel, di Tolosa. Tema : « Cancro del collo uterino ». Rivolgersi al seg.r etario generale, Dr. Maurice Fabre, rue Jules-Lefebvre 1, Paris IXe. La Società lombarda di chirurgia ha tenuto nel corso dell'annata numerose adunanze, organizzate dal p~esidente prof. Donati, tutte frequentatissime e con numerose comunicazioni, avvivate da di•

SCU SSlOill.

La Società medico-chirurgica veneziana. si è adunata il 20 novembre, sotto la presfdenza del prof. G. Jona; sono state fatte comunicazioni dai soci G. Forni e G. Dalla Torre. La Società medica dell'Alto Adige si è adunata sotto la presidenza del prof. Polacco il 30 noveml1re e sono state fatte comunicazioni dai soci : Il. D. Policaro, Tranquilli, O. Perrecchia (due comunicazioni), G. Ventriglia, E. Cartella. Paravalle, C11zzi.


fANNO XLIII, NuM. 50J

SEZIONE PRAnCA:

Il 3 dicembre ha avuto luogo in Milano i 'inaugurazione dell 'anno culturale dell'Associazione italo-germanica, presenti il Duca. di Bergamo, il Ministro Alfieri e l'Ambasciatore Von Hassel. L 'on. prof. N. Castellino ha inaugurato, il 2 dicembre, l'attività della Sezione genovese dell'Istituto fascista di cultura, con un discorso avente per tema : cc La Germania ».

2805

Il rettorato dell'Università nazionale del Messico, considerando che il numero dei medici esercenti nella Nazione è troppo numeroso, ha deliberato di limitare a 250 le iscrizioni alla Facoltà n1edica; la scelta cadrà sugli aspiranti giudicati più preparati. (« Bol. Sen. Panam. », nov. 1936). Il Ministero delle Corporazioni, d'accordo con quello dell'Interno e con le altre amministrazioni interessate, ha ora elaborato un provvedimento .legislativo per l'ordinamento delle Cen-

Presso la Re;ile Società di Medicina di Londra si è. costituito un « Consiglio imperiale del reu1nat1smo », che ha lo scopo di studiare le cause ed i mezzi di traltamento delle malattie reumatrali del latte su nuove basi, in armonia alle <litiche. Il Duca di Gloucester ha accettato di assur&ttive 'd ella Corporazione e nell'intento di assimere la presidenza ·delrEnte. Gli uffici· hanilo curare, daJ punto di vista igienico-sanitario, un funzionamento delle Ce11trali che dia al consumatemporaneamente la sede in: 1, Mitre C<>urt Builtore la massima garanzia di salubrità del prodotto. dings, Te1nple, London E . C. 4., Inghilterra. J_, 'Istituto Sieroterapico Milanese, per celebrare Il decremento della natività in Francia ass11me la fondazione dell'Impero, ha offerto al Duce la un andamento allarmante: il numero delle nasoinma di L. 500.000, che sono state destinate alla scite è stato nel 1935 di circa 650.000, delle quali costruzione dell 'Ospedale di Addis Abeba. circa 50.000 dovute a stranieri. Rispetto al 1868 la diminuzione risulta di 384.000, sebbene la poAbb.iamo dato notizia, nel n. 48, di una cospicua polazione sia aumentata da 38 a 41 milioni. Il nu?onaz1one fatta da Lord Nuffield (detto il Ford n1ero medio delle na;scite per famiglia nel 1935 è inglese) per promuovere le ricerche mediche nelstato di 2,2 (era di 3 nel 1900, di 4,5 nel 1800). l 'Università di Oxfo~d; ora si an11urìzia che egli Vari grossisti di prodotti farmaceutici in Lomha elevato la donazione, portandola a 2 milioni bardia, ~iemonte e ·L iguria sono stati truffati da di sterline (186 milioni di lire it.). lestofanti che si dicevano incaricati di fare una L'amministrazione della Provincia di Trieste ha raccolta di. tali prodotti a benefizio dell'Ospedale deliberato la sopraelevazione di due padiglioni delS. Biagio in Domodossola. 1·ospedale per cronici e la costruzione dei DiUna signora recatasi a visitare il ma.r ito degente s pensari a11titubercolari di Monfalcone e di Mugnel) 'Ospedale Bichat di Parigi, allo scopo di non gia; ha anche disposto f 'inizio dei lavori del Prefarlo più soffrire gli conficcò un pugnale tra le ven lorio per bambini predispo·sti aJla tubercolosi coste, ottenendo il risultato di aumentarne le sofcapace 'd i 150 letti e che sarà costruito dalla Fon~ ferenze e di essere tratta in arresto. d azione <t Gen. conte Carlo Petitti di Roreto >> accanto a Villa Santorio. ' Nella sala operatoria di un ospedale di Copenaghen un paziente, di cui veniva ingessato un Nel Belgio si è istituita un 'Opera in m em oria arto fratturato, colpì con violenza al capo, per della Regina Astrig; esso provvederà, tra l'altro, ad un ge·sto istintivo di difesa, il chirurgo che stava aprire dei parcl1i infantili nelle principali città ed a fondare una casa di Clira all 'aria libera per curvo su di lui e che cad'd e con commozione cerel>rale e dovette essere prontamente soccorso. piccoli bambini. Nell 'Ospedale militare di Tarbes (Francia) un È stato celebrato a Verona il 25° anniversa.r io di servizio del prof. O. Viana nel Brefotrofio, nella tiratore senegalese impazzito colpì ripetutamente, con un coltello, una suora al viso ed al petto e Maternità e nella Scuola di Ostetricia (che hanno ferì due compagni che tentavano disarmarlo; poi sede nello stesso edifizio). Moltissime le adesioni, si chiu·se in una camera e si tagliò la gola: morì da tutta Italia. istantaneamente. A Parigi, nel grande anfiteatro della Sorbona, Il dott. Carlo Sansoni di Torino, dentista, è in presenza del presidente della Repubblica e sotstato derubato, 'd a un falso cliente, di una scatola to la presidenza del ministro 'd ell 'educazione nacontenente ponti di platino iridato, del valore di zionale, Jean Zay, è stato reso un omaggio na1500 lire. zionale - la sera del 25 novembre - alla memoria del dott. J. B. Charcot e delle altre vittime A Mosca un medico, alcuni dentisti ed alcune del cc Pour-quoi-Pas ? ». infermiere ·sono stati arrestati ~ trattati coi procedimenti propri della Ghepeu, sotto l'accusa di La Società inedica argentina, n ella Sezione 'd i aver curato dei tedeschi -secondo la vecchia conmedicina interna, ha reso un omaggio alla mecezione della medicina, ch e non distingue tra moria del prof. Vaquez di Parigi, di cui venne gli amici e coloro che non lo sono. letto un elogio da E. S. Mazzei. A Malaga il dott. Adolfo Bosch, oculista, è stato Il 28 ottobre nella maternità dell 'Ospedale assalito dagli anarchici, che gli hanno strappato 'fornu di Buenos Aires venne inau gurata una targli occhi e poi lo hanno assa·ssinato per rimeriga in memorja del co1npianto Calm ette, donata tarlo dell'attività professionale... Di fronte a tali dall'Istituto Pasteur di Parigi. 01rori c'è da vergognarsi di appartenere all'umaÈ in progetto l ·erezione di uu monumento com11ità. rr1emorativo della Croce Rossa in Ginevra. Il Consiglio di Difesa della Repubblica, Spagnola ha nominato ministro della Sanità pubblica la È morto a 67 anni, in Amiens, sua città natale, sig .ra Federica Mantseny, figlia dell'anarchico Fe- il prof. V1cToR PAUCHET, operatore prestigioso, di derioo Urales . cui la tecnica e l'abilità erano ammiratissime. Nel


rANNO XLIII, NuM. 50)

cc IL POLICLINICO »

2306

1934 u11 trauma al capo, per infortunio automobi-

Le malattie infettive in Italia.

lis1ico cloveva sottrarlo all'attività professionale e . òopo 'lunghe sofferenze deternnnarne la morte. Egli aYeva organizzato e dire~to a ~arigi il repa:to chirurgico dell'Ospedale « Sa1nt-M1chel »; accudiva aIJ Ch e ad un istituto chirurgico privato. I colleg hi lo avevano designato per presiedere il cong resso francese di chirurgia adunatosi nel 1936; la sorte non ha voluto.

Numeno dei Comuni colpiti e numfro dei casi (jra parentesi). ' l)enunzie dal 26 ottobre all 'l novembre 1936: Morbillo 137 (692); ,Scarlattina 149 (333); Pertosse 74 (238) ; Varicella 87 (164); Vaiuolo e vaiuoloide - (-)· Febbre tifoidea 312 (568); Infezioni paratifiche 68 (91); !!'ebbre ondulante 28 (30); Dissenteria 7 (11); Difterite e croup 318 (642); Meningite cerebro-spinale epidemica 9 (9); Poliomielite anteriore acuta 40 (45); Encefalite letargica 2 (2); Anchilostomia·si 7 (8); Rabbia: morsicature di animali rab·b ici o sospetti 36 (52), dichiarata - . (-); Pustola maligna 20 (28); Parotite epidemica 55 (156); Leishmaniosi 2 (3); Febbre puerperale 30 (33).

m orto a 72 anni, in Edimburgo, il dott. D. M. GREIG, valente chirurgo. Numerosi contributi f~­ rono da lui consegnati nello cc Edinburgh Med1cal Journal », ove collaborò attivamente per oltre 40 anni. Ma egli è divenuto molto celebre solo dopo avere abbandonato l 'atlività profes·sionale, quando, nominato conservatore del Museo del Reale Collegio dei Chirurghi di Edimburgo, prese ad illuslrarne accuratamente i pezzi anatomici. Egli potè studiare con intelligenza e competenza numerose anomalie e per tal modo proiettare vivida luce sui vizi di sviluppo dello scheletro e sulle deformazioni d'origine embrionale. Questi lavori hanno interessato particolarmente gli ortopedici, a causa delle applicazioni pra~iche che _n e derivano. È

morto a J\ilosca in età ·d i 64 anni il prof. JuL1us TANDLER, che dal 1910 al 1933 occupò a Vienna la 1a ca ttedra di anatomia dell 'Università. Ha compiuto studi notevoli sull 'infa11tilismo e sull 'embriologia d el cuore e lascia varie ottime trattazioni di an atomia descrittiva e operatoria. È stato anche direttore dell'Ufficio d 'igiene di Vienna, ove org·anizzò in modo perfetto i servizi. Fu esonerato due anni or sono dall'insegnamento per ragioni politiche. È

morto a Napoli il prof. FRANCESCO PAoLo SGOBBO, che tenne a lungo in quell'Università la cat'l edra di radiologia ed elettroterapia, fino al 193·1 quando fu raggiunto dai limiti d 'età. La sua operosità nel campo scientifico e tecnico si è manifestata con circa 150 pubblicazioni. Fu deputato al Parlamento; presiedette alcu11i Congressi di radiologia, idroclimatologia e terapia fi'sica; coprì va.rie cariche importanti. S. È

1

Denunzie dal 2 novembre all '8 novembre 1936 : ~.1orbillo 155 (918) ; Scarlattina 176 (402); Pertosse 72 (243); Va;ricella 122 (257); Vaiuolo e vaiuoloide -- (-); Febbre tifoidea 262 ( 490); Infezioni paratifi che 48 (57); Febbre ondulante 16 (16); Dissenteria 14 (19); Difterite e croup 333 (638); ~1eni11gite cerebro-spinale epidemica 12 (15); Poliomi elite anteriore acuta 34 (38); Encefalite letargica -- (-}; Anchilo·ston1iasi 2 (3); Rabbia : morsicature di animali rabbici o sospetti 30 ( 45), dichiarata ---..- (-); Puslola maligna 17 (17); Parotite epidemica 70 (212); Leishmaniosi 3 (3); Febbre pu erpeTale 41 ( 44).

L' A T TU AL I T

A

M E DI C A

Som.m ario del N . 10. 1936: Segnalazioni : D. DE BLASI: L 'uomo, questo sconosciuto. (Un saggio di filosofia scientifica). - Orientamenti: G. SANNICANDRO: Gli ormoni gonadostimolanti. - Le nuove terapie : Trattamento transparietale pericavitario delle caverne polmonari. La nota di fi· siologia. - Note di patologia. - Note di terapia. La nota d'igiene. - Varia. - Problemi professionali. - La rubrica automobilistica. - Annotazioni. - Que· sìti. - Echi. - Postille. - Miscellanea. Abbonaimento annuo : Italia L. 1 5; Estero L. 2 5, (Per gli abbonati al « Policli·n ico i. L. 1 O e L. 2 0 ). Un numero separato: Italia L. 1 , 5 O; Estero L. 2,50. Rìvol.gersi ali' A,m,ministrazione. Via A. Salandra 14, ROMA.

Indice alfabetico per materie.

.

Aborto endocrino . . . . . . . . . . . . Pag. Anestesia lombare in o·stetricia . . . . . » Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . 2290, Cut e: ripercussione delle irritazioni gengiYo-den tarie . . . . . . . . . . . . . }) )) Fegato e reni: correlazioni . . . . . . . Fl uor Yaginale : cura a secco . . . . . . )) Gemelli: comportamento del sistema ner' oso vegetativo . . . . . . . . . . }) Gravidanza : reazione precoce . . . . . . )) Lipo1nalosi multiple simmetriche . . . )) ~Ialaria. : ciclo evolutivo del parassita . . )' ~Iestruazioni e affezioni cerebrali . . . ))

2278 2279 2293 2284 2277 2279 2296 2295 2294 2285 2280

Milza : rotture . . . . . . . . . . . . . . Pag. 2263 . . . . . . .. )) 2285 Miocardio e tonsillite . . . . . . . . . . )} 2295 Medicamenti: dosi )) 2286 Narcosi elettrica . . . . . . . . . . )) 2294 Nefropatie infantili: errori da evitare Tubercolosi intestinale: catalasi fetale )) 2253 nella dia.gnosi . . . . . . . . . . . . . V.accinazione : tecnica . . . . . . . . . . Varici: chirurgia: contributi italiani . . Vitamina A: azione antitiroidea . . . . Vomiti periodici con acetonemia : cura in·sulinica . . . . . . . . . . . . . . .

Diritti di proprietà riservati. - Non è consentita la n.stampa di lavori pubblfcati nel Poliolinice se aut.'mz,tazione scritta dalla

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m>n in seguito aà

tlietata la pubblicatione di sunti di essi senta citarrw! la fonte.

A. Pozzi, resp.

C. f'RucoNI, Red. capo.

Roma - Stab. Tipo-Llt. Armani di M. Courrier.


Ro1na, 21 Dicembre 1936 · XV

!NNO XLICI

Num. 51

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E . IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

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SOMMARIO. Rilievi e commenti : A. Ciminata: Ciò

~he

la medicina deve all a chirur.g ia. (A 1»roposito dell'articolo del sen. prof. Nicola Pende « La mentalità mediterran ea della nuova medicina dell'Italia Imperiale » . A. Catterina, G. Baiggio, S. Bile: Sul tratta11I1ento ope·rativo dell'ernia inguinale. Note e contributi : B. Picardi: Velocità di sedimentazione e vene varicose. :Sunti e rassegne : EMATOtOGlA : Ben hamou : Le forme mascherate dell'anemia · di Biermer. - Storti: Contributo allo studio della mielosi eritremica. Mielosi eritremica. splenomegalica con 31plasia mieloide. MISCELLANEA: M. Meister, B. Ercklentz: TUIIDore linfoeJ)iteliale del timo e la miastenia. - M. W. Binger : Il trattamento generale dell'edema. Divagazioni : La fisica e la medicina.

Notizia bibliografica. - Cenni bibliografici. Accademie, So cietà Mediche, Congressi : Società MedicoOhirul'gica di Catania. - Federazione Italiana Nazionale Fascista 'Per la lotta contro la tubercolosi.

RILIEVI E COMMENTI {Jiò che la medicina deve alla chirurgia. {A. proposito dell'articolo del Sen. Prof. Nicola

Pende '' La mentalità mediterranea della nuova medicina dell'Italia Imperiale,,).

Prof. ANTONINO C1MINATA. Chirurgo Primario e Direttore .d ell 'Ospedale di Mo11za.

Cl1i, comie me, segue da anni lo sviluppo del }Jensiero medico italiano e ardentemente h a fede i1ella riconquista d-el primato della m edicina italic.a n ello scibile umano, a llo stesso modo con cui l 'Italia ha già riconquistato UJ1 indistruttibile primato di potenza politjca, sociale e n1or.ale per opera di un altissimo Genio, non può non aver letto e n1 editato l 'articolo .del! 'illustre senatore Pende pubb·l icato nel n11mero ±5 del PolicDinico, Sez. Pratica , ritorno al la m edicina unitaria , correzionalistica, all 'antico principio ippocratico; ritorno alla gran madre di tutti, la Clinica medica g-e nerale .: lotta senza quartiere all e eccessive specializzazioni che , ti1nidamente staccatesi dal grande ceppo Jnaterno , diventano sempre più baldanzos€ e, 1

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Appunti per il medico pratico : CASISTICA

La pleurite secca. - I versannenti siero-fibrinosi della pleura in rapporto con la tubercolosi. ---... Cura del pneumotorace a valvola. - Il trattaa:nento dei diabetifoi tubercolosi. - Teoria e pratica del trattamento tu,bercolinico del reumatismo. - I tumori primitivi del raQhide. - Le polir.a dicoloneuriti. - TECNICA MEDICA : Per rilevare l' itterizia latente od iniziale. NOTE DI RA.DIOLOGIA: Radiolo,g ia delle coliti ulcerose. MEDICINA SCIENTIFICA: Effetti tardivi dell'as·p ortazione della .milza normale. · _ Politica sanitaria e giurisprudenza: G. Selvaggi: Responsabilità dell'amministrazione ospedaliera per tfatto colposo di suoi :iJillpegati. Nella vita professionale : Medicina sociale. - Amministrazione sanitaria. Insegnaimento superiore. Concorsi. . - Nomine, promozioni ed onorificenze. E TERAPIA:

Notizie diverse. Rassegna della sta1npa medica. Indice alfabetico per materie.

dim1e ntiche della vecchia nutrice, muovono v·ento di fronda p·e r un.a indipendenza ohe non l)Otranno nè dovranno conquistare. Ben ,d etto tutto ciò e ben venuto' sia l 'auspicato rito~no alJ.a cultura fon·dam,e ntale, alla cultura per guad.a gnare una f ormlJJ m .enti·s b en diversa da quel},a attuale, per cui il medico finisce con lo studiare l 'organo singolo dim·e nticando il' tutto. Ma l 'ultima pagina d·ello scritto dell'insigne a utore m.erita particolare rilievo , in qu.a nto ch e tocca il punto, focale di una qu.estione delicatissima ·e fondamentale, e pertanto è ber1e ch e sia almeno discussa. In sostanza , se ho ben cap~ to , si vorr·ebb·e riportare la chirur,gia ad tma semplice manualità tecnica , col pretesto ch e i chirurghi , salvo eccezioni rare , non l) OSsono essere prep·a rati come d·eve e~serlo il clinico medico e il medi co internista , ad a bbracc'iare tutta la costituzione del soggetto da operare. Seg·u·endo questo concetto ]a cl1irurgia dovrebbe fare un passo in dietro , rilor1tare. c i9è , a quella ch e era in passato: t ecnica operatorja e non clinica. A ciò noi cl1irurghi dell 'ErD F ascista ci. opponian10 co11 tutt e le n ostre forze. Se la n1edicina ha i11 questo ultimo cinquantennio conql1istat o all ori . ]a cbirt1ro-ia 11 on 1


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<< lL POLl<...LINICO

è rimasta affatto indietro. È stata la fede, la passione, l 'alto inte lletto, lo spirito di sacrificio dei c~irurghi a segnare le tappe gloriose ch e si chiamano: asportazio·n e dei tumori endocranici , strumecton1ia , toracoplastica nella tubercolosi polmonare, resezione di stomaco per carcinoma e p er ulcera, colecistectorr1ia e coJedocotomia p er calcolosi , r·esezione intestinale, appen·dicectomia a caldo , ister ecton1ia totale e subtotale _per tumori dell 'utero, operazione di Bas ini , nefrectomia , ecc. ecc. Più ch 9 tappe, m ·ète gloriose, ques te, cui J1a partecipato quella grande scienza alla quale non sar emo m a i ab·b astanza grati: la fi siolog ia e la chirurgia perimentale. È st ato per l 'a1)punto 1'esperimento fi siologico, sul c·e rvello, sullo stomaco, sull 'intestino , sul rene , sul fegato , ecc. a fond.a re la moderna chirurg ia. Anch e i due g ran·di e fo11dam enta li fattori , l 'a ep i e l 'anestesia , ai quali i d evon o il rapido evolver si e i brillanti su ccessi della chirurgia moderna, sono frutto del vinco.Jo amor.evole che la chirurgi.a .eb b e ed ha tuttora, co11 la scienza . pura. E pe rfino i1el can1po d ell 'endoc rin ol ogia e del ist.ema n ervoso vegetativo la chirurgia miele tanta m e . se di risultati scientifici. Ba ti dire ch e da chirurghi ·è stata asportata ed en ervata la surr-enale, da chirurghi è stata e ffettuata la tiroidectomia; e n on parlia1no di tutti gli interventi s ui gangli simpatici e sulle vie simpatich e. Tutto ci ò la chirurg i.a ha conquistato perch è ha v·o luto e saputo mettere la IJropria virtuosità t ecnica al ervi.zio del proprio cer vello nutrito di alti i1no ideale e del proprio cuore palpitan te di fede nobilissima. Ch i am a prender e cono cen za de i prog ressi con1piuti dalla cl1irurgia n o·n solo n el c.ampo tecnic o, ma n el cam:R·O clinico, in quello , cioè, ch e, pare, ci i voglia contrastar e, può passare in rassegna gli atti d·ei con gressi chirurg ici e le riviste chirurgich e di questi ultimi quarant 'anni. Sul1a r esistenza d ell 'op erando alla quale fa cenno l 'illustre sen . Pende, i chirurghi hanno lavorato molli im o ·e n e fa nno fede congre '" i e riYi ~ t e, do'e i }) U Ò anch e a111mirare la diligen za e l 'e attezza scientifica n ell 'esecuzion e delle ric·e r cl1e. E su l d ecor so post-ope·r ativo , i chirurg hi n on hanno di 1neno s tudiato ·e lavorato , e r elazioni e lavori se n e pos sono leggere en za fin e. P orto· a d esempio la t erapia in s ulinica e la polmonite post-opera tiva sulla quale ]a lett er att1ra è ora111ai ·estesissima e soltanto chirurgica. E n on parlo d ell 'idratazione dell 'operato, ulla quale l e varie scuole chirurgicl1e hanno la\ 70rato im.p .o stando b en e anche il p r oblema dal pt1nto di vista scientifico del ricambio dell 'acqua e del cloruro di sodio. Financo n ella trasfu sion e di san.g u e la chirurgia è all'avanguardia e in prima linea, sia nel trattamento 1)re- che post-operatorio. Questa m esse di allori raccolti dalla chirurgia ( ono alcuni esempj ) vale da è sola a farla a ider e n el co11sesso delle scien ze. 1

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[AN~ o

»

XLIII,

Nt:~r.

31J

La chirurgia è ormai clinica; è l 'arte del1'operazione sì, m.a l 'arte illu1ni11ata dalla luce dell 'intellett.o. Deve assumere, quindi, Je proprie responsabilità e non può sottoporsi a tutela altrui. Il sen. Pe nde cita esempi dolorosi di SJJeciaJisti che lasciano a desid·erare n-ell 'esercizio i>rofessiona le e altri potrei citarne io e tutti i colleghi. Ma ciò vuol dire che la question e d eJla specialità deve essere riveduta, vuol dire che ]a cultura di alcuni sp ecialisti è de fi ciente; i11a non pe r questo· si può gen eralizzare e n egare alla chirurg ia quello che ·essa in quest'ultimo cinquant·ennio ha saputo guadagnarsi : la dignità di clinica. E poich è l 'insign·e scrittore accenna a n or1n e legislative , nessuno più di noi \redreb})e co1l vera letizia norme destinate ad aumentare la cultura de i chirurghi, specialisti o generici, a richieder e maggiore dottrina , maggiore sen so di responsabilità e mag.giore perfezione di tecnica. E ben vengano una buona volta norn1e legislative che strap pino alle amministrazioni ospitali·er e l 'arbitrio di fare e disfa r e, di eludere con il m etodo della chiamata il vaglio dei concorsi e, a proposito di con corsi , b en venga no norme legislative uniche che assicurino ai reparti ospii talieri chirurgici e sp·ecialistici. r 1em ent.i di provata garanzia. A tutto ciò noi chirurghi consentiremo , 1na g ia mmai rinunzi·er emo a lla dignità della r li nica. La chirurgia ita]iana non p·u ò ritorn<tre indietro. I Maestri italiani hanno spesa la loro vita per fare della chirurgia una scien za no bi Je, forse la l)ÌÙ nobile di tutte, in quanto ch e nf'. sun'altra, a l pari di essa, porta in sè dirr 1ta mente la più grave dell·e respon sab·i lità : l<i v1ta d el malato . 1

In tema di trattamento operatorio dell'ernia inguina.I~. 1•• Il procedimento applicativo del Baggio al metodo Bnssini nell'ernia inguinale. Nota critica d el prof. A.

C .l\TTERINA.

(Genova).

I lettori d ella Sezione pratica del Pol1iclinico hanno seguita la polemica inter cor sa fra il collega Baggio e m e a propo ito cli una n1odifìcazion-e •B a,ggio pubblicata su que. . lo 1)criodir o fino dall 'ot tobre ' 33, modificazione della quale il Baggio no11 ci dett e ch e dell e deli bazioni un po ' ast1:t1 ·e. 1F inaln1ente n el maggio del '35 il Baggio pubblica per este o con 1nolte pagi11e e co11 otto fìo-ure que to suo p·r ocedimento ch e egJi de finì ce ~pplicativo d el m etodo Bassini. Sicco~e il ~ er­ mine di applicativo non lo aYevo ina1 sent1to , chiesi il parere dei coll eghi lette rati cl1e rit engono il t ermine im1)roprio e da so titt1ir~i con n1etodo di ap1)li cazion e o a1)plicabi le o da aJJplicarsi o applicato. Nei dizion ari moder~i Ja pa rol a applicativo n on .si r i c ?nLr~. .~bb1a11 1 .o già detto n ei precedenti n o tr1 art1 col1 ch e 11


[ANNO

XLIII, Nui\r. 51]

!Baggio scrive in modo nebuloso, e non è sempre facile interpretare il suo pensiero. Si lan1enta il Baggio che questo suo procedin1ento r1on sia ancora comparso in un trattato per il quale egli scrisse il capitolo sulle ernie, ma questo non ci riguarda nè ci interessa. Ho letto con attenzione il nuovo scritto del Baggio ed ho già da tempo preparata una critica corrtpleta che non credo opportuno di pubblicare sulla Sezione pratica del Policlinico che <leve servire ai m edi.ci pratici' ])ercl1è essa diverreb·be troppo lunga come lo è l 'articolo del Baggio. Dico subito ch e io ho ripetutamente provato sul cadavere il procedimento Baggio anche seguendo le tavole illustrative annesse, ma non ho potuto comprendere la tecnica usata dall 'A. Confessa candidamente l' A. ch·e la sua operazione richiede molto più tempo di quello che viene impiegato abitualmente dai vari operatori per una cosidetta ( !) Bassini. Ma ancl1e questo - dice il Bag·gio - è argomento che mi autorizza a dire di non aver io modificato il metodo , ma di aver serr1plicem ente proseguiLo il cammino fatto dal suo autore. Potremo dire: chi si co ntenta gode. Se eg·li col suo procedimento sia pure applicativo deve adoperare due o tre volte più del tempo normale per eseguire ur1a Bassini e crede ch e questo sia un vantaggio, ·è cosa ch e riguarda il suo criterio oper.qtorio. Noi modestamente crediamo che il prolungare u11a operazione ch e norrr1alm ente un chirurgo esegue in trequarti d 'ora e portarla a due-quattro ore non ·sia utile; ma poi cr eda a me il !Baggio la esecuzione della vera JJassini per chi la comprende non abbisogna cl1e sia proseguita nel suo cammino da nessur1 o, perchè ormai tutto il mondo· ha detto ch e la originaria Bassini è operazione com pleta n1agnifica in tutte l·e sua fasi, e che se non si vogliono avere inconvenienti occo.r re seguire la "era tecnica di Bassini che io ho cercato di chiarire n·ei suoi particolari colle 11un1erose mie pubblicazioni. Sentiamo quello che scrive il !Baggio nel suo riassunto. cc Il procedimento (Baggio) con siste nell'isolare il sacco anche dal tessuto preperitone.ale e chiud·erlo con sutura linear e; ricostruire la fascia trasversalis in piano isolato; utilizzare il muscolo retto sguainato nella parete posteriore, utilizzare la parete supero-mediale del cremastere assieme ai m usco li larghi, la parte inf-ero-la terale com e lembo a sè applicato sopra le suture della parete posteriore; usare per la sutura muscolare profonda pu 11ti ad U verticali trapassanti » : Os~er• v1amo: Secondo le norme di Bassini il sacco va li berato da tutti gli elementi prossimiori dei quali il tJessuto preperitoneale non è i] più importante. Suturare il peduncolo d·el sacco1 con sutura lineare è procedimento completamente errato. Bassini isolato il sacco attorciglia il colletto lo lega e lo recide al di sotto del laccio 1

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2309

SEZI ONE PRATICA

ottenendo con questa tecnica il r1t1ro del peduncolo allaccia to nella fossa iliaca al di sopra e al di là dell 'antico orifizio ing. interno, spostandolo , e spianando così quella regione in 1nodo che nel cavo· peritoneale non resti che un piccolo segno della strozzatura d el sacco. Così interven endo una suppurazione della ferita operatoria, il peritoneo essendo il laccio del peduncolo annodato fuori del cavo non potrà essere infetto, cosa invece possibilissima segu·endo il consig·lio dell'A. Di più noi stabilia1n.o colla sutura Baggio un pu11 to di minor resistenza situato. prop·r io dove vi ·era l 'orifizio i11terno del canale ing·uinale. Ricostruire la fascia trasversalis. in pi 1no isolato co~ne lo indica la fig. 2 dell 'A. data la so ttigliezza e la costituzione della stessa riesce di impossibile esecuzione, e non raggiJ.nge affatto lo sco1)0. Usare il 1nuscolo retto anche SooUainato nella costruzione della parete posteriore è cosa da noi già studiata sia sul morto che sul vivo , ed è pericolosa e difficile; nes uno finora ha contraddetto alle nostre esperienze. Du.e sono le e\'entualità ch e si presentano : o si strappano le fib-re muscolari con1 e succede sc1111n·e nel n1orto o se queste resisto110 si sfrangia il 1Falloppia. ~fa il fatto p·i ù curioso cli questo procedimento viene ora. Nella fig. 6 del Baggio si v·edono ]e anse della sutura profo11da non .a ncora an11odate che trafig·gono ad U verticale i] leg.an1ento di 1F alloppia, ma resta incomprensibile com e queste anse possano anche con1pre11dere la bandelletta ileo-pettinea che come tutti sappia1rto si dis1acca dal Poparzio nel t erzo esterno e scende obliquame11te per attaccarsi al tubercolo ileopettineo. Ora la prova sul cada\rere din1ostra che per eseguire la sutura del Baggio compTend.ente la bandelletta bisognereb·b e- spostare l 'arteria femorale o il nervo oppure trafiggerli. E tanto meno si potrebbe comprendere ]a bandel1etta con i pun ti succes ivi i)erchè mano n1ano ch e si va in b·asso e a]] 'interno colla sutura profonda la bandell etta resta sempre più lontana. Pensai. ch e l 'A. ave se con Cuso il Falloppia colla b1a11delletta , n1a dal contesto ciò 11on risulta. Dichiaro perciò ch e la ut ura 1)rofo1tda del Baggio non può assolutamente comprendere la bandelletta ileo-pettinea percl1è se l 'anatomia 1Jon è una opinione la bandelletta r esta fuori del campo operatorio eh~ è inguinale e non crurale. L ' A. con siglia di coniprendere col secondo punto in b~sso il muscolo piramidale, ma questo muscolo come lo dimostra la tavola anatom.ica da n1e fotografata sul cadavere e stampata n ella prima mia risposta al &ggio no11 ha nessun valore, perchè il muscol o non deborda mai dal margin e esterno del retto1 e bisognerebbe dare il punto di traverso per arrivare su] punto di annodamento. 0

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2310

« IL P OLICLINICO n

Le a11se profonde d el Baggio doYrebbero essere annodate n el j)unto di co11fluenza fra l 'apon evrosi della coscia e quella dell 'addo111e, il ch e ricl1iede uno scollamento i11utile iì110 sulla féiscia cribro a e si corre il rischio ch e le anse annodate su questa linea possano lacerare l 'aponevrosi quì molto sottile. Questo annodamento s tirerebbe in basso - anch e il Fallo1)pia cl1e è en11)r e ben e rimanga al su o posto . Ma VÌ è n elle taYOle Il. 2 'e 6 Uil a)trO e rrore an a tomÌCO. Il muscolo retto è diseg·t1ato qu.asi para llelo al legamento di Falloppia. Senza cl1e il Baggio si disturbi ad .aprire u11 q u alunque trattato di anatomia, basterà ch e g uardi la fig·ur.a disegn ata ne lla mia prima risposta al suo prin10 a rticolo. Siccome trattasi di riproduzione fotogr afica essa dimostra esal tan1ente cl1e il muscolo re tto non scende mai in basso ver o l 'arcata coi11e è disegn ato n elle figure 2 e 6, n1a sta nlolto l)iÙ in alto , tanto ch e da ripetute misurazior1i fatte da m e sul cada,1ere a l punto .di incr ocio del muscolo retto con i vasi epigastrici i)rof. corrono non m eno di 5 centim etri. P e r quanto riguarda l 'utilizzazioi1c d-el cr emast er e e la possibilità di costruire due lem bi d ello stesso con1e si vede n elle d iver se figure d·el BaggiQ è cosa ch e non può av,1 erarsi , perc,]1è nelle ernie anche di discr.e to volu111e non si riesc.e a fare mai due lembi vitali e utur.arli ·sc-1)ar.a tamente sperando con ciò di rinforzare l a paret e posteriore d el canale ing uin ale cl1e st a sotto. I nostri studi sul cad a,·er e e 1a nostra non indifferente pratica sul VÌ\'O e anche il parere di dist1r1ti co]legl1i 'nterpellati escludono questa p ossibilità. Anche I 'incisione cutP-nea e d el gr.a11de obliquo 11on ci i)ersu-b dono. Nella fi gura 3 il !J3aggio fa l 'incisione de1l 'apoTìevrosi a len1bo linguale, ma ilon incide il pilastro interno , e a llora non possiamo comprendere come si possa sposiare in basso il ]f.mbo per g iu11gere fino sulla fasci a cri~rosa. Dobbiamo purtroppo constatar·e ch e 1utte le 8 figure d el Baggio sono state diseg nate a tavolir10 ·6 contengono numerosi errori di anatomia fra i quali oltre agli accennati b·a sterebbe .quello di a' 'e!· dimenticato di segnare i ' 'asi epigastrici profondi ch,e come è noto nella r egione inguinale hanno la massin1a importanza. E per rr~e la discussione dopo quanto ho sc;rit to è finita , 11 è intendo i)iù oltre continuarla. No,rembre 1936. 1

Rep -eica del prof. Baggio. 1

on dimentichi il p rof. Catterina, q11ando scrive d ella mia. operazione per J 'er11 ia in guir..ale , d'averla giudicata a ltra volta, in qt1e to stesso periodico, un completamento dell a Bassini. (cc Questa del 'B aggio cl1e più cl1e una modificazione è una .amplificazione, _un completan1ento della oriainaria Basini ... ». ./\.. Catte1

[1\ NNO

XLIII,

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NUl\'[.

rina, PoòicVinico, Sez. !)artica, 1934, n. 3±, pag ina 1332). Vede , il prof. CaLterina, che g li h o tolto il fastidio di quell ' cc applicativo » cl1e non risponde alle sue esigenze di purezza ling uistica! Or a la chiamo addirittura operazione mia, a n zich-è procedin1ento applicativo del metodo Bassini, perchè l 'esperienza mi ha persuaso cr1e, pl}.re restando sull e immutabili direttive Ciel con cetto terapeutico Bassiniano, le differenze di esecuzione ch e ho portato sono tali da far11e operatoriamente un intervento diverso dalla Bassini. E i1on dim,enticl1i il prof. Catterina che, quest 'operazione, io l 'eseguo , n on sul cadavere , ma su malati : ch e n on disdegn ano 1 opera n1ia , e nessuno dei quali è venuto ancora, dopo anni, a dimostrare di non es crne rimasto contento. E la eseguo , non in can1era ch aritatis, n1a n elle sale operatorie di u11 Clinica chirurgica: cl1e pri tna era quella di Caglia ri ed ora è quella di Pisa. Questi avvertimenti l 'avevo dati ai11icl1e,-oln1ente al prof. Catterina fin dalle su e prin1e rr1,anifestazioni d 'allarme contro la mia iniziativa. Se n e avesse i)r eso nota, i1e avrebbe avuto vantagg·io. Riportato n ella sua interezza, quel pri1110 giudizio di Cat.terina suona così: cc Con clusione. Questa del Baggio ch e l)iù ch e una modificazione è una amplificazione , un completamento della originaria Bassini, secondo il. nostro m odo di vedere , e se le nostre prove corrisposero a l concetto inform.atore del Baggio non la crediamo destinata a d una pratica applicazione ». Ecco il punto al quale avrebbe dovuto fermarsi. « Se ·ecc. ecc . (il ch e è g iudizioso), non la cr ediamo d estinata a d una pratica ap pli• e.azione n. Lo stesso parere avevo espresso io prin1a ch e lo scrivesse lui. Per ora - a lmeno - è difficile che quell 'operazione entri nella pratica. I . chirurghi ch e siano disposti a far di più dell'usua le per ra.g giun g·e re il !Deglio s~ il ~is';ll­ tato è già buono , sono pochi. In Italia poi siamo assai più propensi a pre tar fede a ciò eh~ vi ene da fuori ch e a ciò ch e è nostro. E fuori di casa, l 'italiano è poco letto e poco capito. Se - dico - il prof. Catterina si fosse lin1itr.to a questo, avrebbe avuto vantaggio. Invece è andat o oltre e si è esposto e continua ad esporsi al giudizio d el pubblico sotto aspE}tti che rr.on sono da tutti ammirati. tD·e l passato ho già gcritto alla Società lomb.arda di chirurgia. Del presente, mi basti un rilievo solo. Egli cade (niente po' p9 ' di n:.eno ch e) nell'.errore di scambiare la benderella 1leopubica con quell a ileo-pettinea! Non disconosco che pubblicazioni con1e questa del Catterina - per trascurabili che siano dal l)t1nto di vista delle ar,s:rom,e ntazioni - riescono per lo meno a raggiun gere lo scopo di 1

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[Al'\.t'O XLIIJ, Nul\r. 51J

SEZ IONE PHATICA

dare disgusto: per l 'acredine che le ispira . Ma anche qui il correttivo si trova. Quale sarà la ragione per la quale qu el g iudizio che era prima di « con1pletamento. della originaria Bassini » è diventato poi. di operazione astrusa~ Sarà soltanto per an1ore dell 'arte (intesa a modo suo) o i)er atta ccarr1ento al verbo (altissimo sì, ma um.a no) del ~1aestr o, che al prof. Catterina dà tar1to disturbo il fatto eh 'io operi diversamente da lui ? _ Continui pure il prof. Catterina a cer care il compiacente « parere di disti11ti colleg·hi n (che 1ton mancheranno). Ma sia, in con1penso, tanto generoso, con chi cer e.a invece il solo conforto della sua pe rsonale convinzione critica , da lasciarlo })Tocedere indi sturbato per la sua strada. Pisa, ± dicemb·r e 1936. G. BAGGIO. 2. • Alcuni appunti sulla ricostruzione delle parete posteriore del canale inguinale nella ''radicale,, per ernie recidivanti, e su alcune considerazioni, da ricerche personali sul medesimo secondo il prof. Silvestro Bile (Napoli). Nota del prof. A. CATTERI NA (Ge11ova).

Ho letto co11 rnolto inter esse l 'articolo del1'egregio coJlega i)rof. Bile (Policlinico, Sez. Prat. , n. 38) spec ialn1ente per ch è l ·argo111ento delle ernie recidivanti è di attualità ed io pure m.e n e sono occu p·ato; i11a purtro1Jpo n el co.n testo n on vi è n essun accenno alle ernie · recidivanti, e non si parla ch e di una ricostruzione della i)arele po t eriore del cariale ing uinale n elle ernie con1uni , ossia di una nuova 1nodificazione alla comune Bassini. Questa parete post : secondo il Bile a rebbe fatta da un triplice strato, che invece di co·m prendere i muscoli piccolo obliquo, trasverso e fa scia trasv er ~ alis, come ha insegnato Bassini comprenderebbe il piccolo obliquo , il trasverso e il len1bo uperiore dell'apon evrosi del grande ob1iquo. Sopra questo lembo viene tra ~c inato i1 len1bo inferiore del grande obliquo col quale si unisce con speciale sutura. Dove ' 1enga collocato il cor.done non è detto. Prin1a di entrare n ella dettagliata descri~ione del suo metodo, l ' ~\. premette alcune considerazioni sulla fascia trasversa]is fondan dosi su due suoi lavori pubblicati n el 1932 a Ro1na (non si sa da quale tipografia siano stati stampati). Ora sulla fa eia trasver ·alis vi è un cun1ulo di I.avori, ma devo confessar e la mia ignoranza che questi del Bile non n1i erano 11ot.i. _ elle mie pubblicazioni ed in quelle della mia scuola, 1'argon1 ento ò stato trattato a fondo , ancl1e a lla stregua di J)r eparati anatomici presentati ai diver si congressi chirurgici in Italia e all 'estero. La pubblicazion ~ più com 11leta è quella del dr. C,.atteri11a tampata n el1'Archi,rio Italia110 di Chirurg j a fase. 1° 193± e ne Il a n1ia conferen za rife rita ~t1l Bo11ettino 1

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della Società Pien1ontese di Cl1irurgia (vol . I e , fase . 18, dicenib·r e 193±). In quest i nostri scritti siamo Yenuti alla conclu ion e c he la fascia tras·versa è organo complesso co tituito dall e due aponevrosi caudali del piccolo obliquo e del trasver o, ch e in i11dividui i1~uscolos i e negli a1Jimali fero ci (Ror11 iti) r es la110 'n 1 t:'"' co]osi fin·o all ' i11serzione sulla gr onda, 111entre spesso si conglutinano fra loro e colla sottogiacente fascia tra ' rersalis pro1)ria. Le esperienze nostre 1 coincidono pe.rfettan1ente co11 i dati insegnati da Rornitì e dalla sua scuola e notissimi n ella letteraLura~ Sarebbe sLato qui11di utile ch e l 'A. avesse cit.ato ancl1e queste idee ch e sono suffr.agat e da un anatomico co111e il Romiti . Noto poi ch e siccome l 'A. non adopera n ella sua col ruzio11e per nulla la fascia tras,rer sa era i11utile ch e trattasse questo argomento. E veniamo alla parte tecnica d ell a ricostrui ione del canale che l 'A. di,·ide in tre Lem pi. Lasciamo andare la anestc ·ia lJer la quale og·nuno si regola com e megli o cr ede. L 'ir1 cision e cutanea d eve secondo l 'A. sorpassare alquanto l 'anello in guinale cutaneo : man ovra da non seguirsi per la vicinanza in1n1ediata della base della ver ga, e quindi facilità di gocciolio 11rinoso sulla ferita. Spostando a1l 'if1terno con uno strumento ottuso 1'e tremo int. della inciione si potranno esplicare b e:qiss in10 Lutte le rr1anovre a ]i,rello de]J 'a1)ertura inguinale e1erna. L 'A. v uole incider e sulla sonda la tela cellulosa ch e ricopre il grande obliquo facendo du e lembi. È manovra ch e difficilmente ri esce data la sottigliezza della stessa , e cl1e no11 è op·p ortuna, perchè detta lan1ina contiene elem enti J1utriti zi dell '.a pon evro. i del g·r a11 de obliquo e d è perciò controindicato di staccarla da 1 muscolo, e si d eve incidere unitam ente ad esso . Nel econdo tempo prin1a di iniziare J'fsolamento del ~acco l 'A. cer ca a piccoli colpi di bistori di separare ben e il marg·ine in f. del piccolo obliquo che sar à stira to i11 alto , mentre la pars cr emasterica di e. so ,·ien e j)Ortata in basso. A qua11to sen1b·r a l 'A. diva r~ cati i due lembi dell 'apon evr osi del g·ra11de obliquo non sloggia il con,ro]uto dell 'ernia , ma si preoccupa cli staccar e a col1)i di bistori un a parte del cr e.nastere dal piccolo ob·1iquo. Abbiamo ripetutamente scritto nei nostri lavori ch e l 'is0Jan1ento degli elementi del con voluto ernia ri o col bistori è man ovra peri co]osa e ch e molti operatori leser o con simili manovre orga11i importa nti, specialm ente lavorando a convoluto d' ernia n on ancora sloggi alo. I migliori isolatori sono le dita o al più qualcl1e ~tru1nento ottu o adoperato con JJr11den za. L' A. com pr ende que ta stri scia cr ematerica nella . utura profonda perch è cr ede ch e la rinforzi e che ser,ra da h·u on cerrtento nelJa ricostruzione della parete posteriore. Descri ' 'endo il metodo di Brenn er abbia n1 0 studiato ] 'argom ento del cr ema . . ter e n1olto acrnr~ta1 nenle con cludendo , cl1 e da ta la s11a sotti gli c1-


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[ANNO

cc IL POLICLINICO >l

za nelle ernie co1nu11i , la sua distanza dai vasi cl1e lo i1ulriscono al suo peduncolo: il suo uso 11on potrà cerio rappresentare un rinforzo alla parete posteriore, ·e non potrà mai essere un buon cen1ento . Sarà precisamente l 'oppost()l; e Bassini 11a insegnato ad estirparlo come materiale i11utile e di scarto. Se poi si comprendono - come vuole l 'A. ri·ella sutur.a le sue fibre muscolari, esse si tramuteranno in fibre conn·ettivali che si i·nterporranno fra l'arcata e i muscoli ad essa cuciti. An- . ch·e per l 'iso1lan1ento del sacco preferisce il bislori e le -pinze anaton1icl1e. Noi consigliamo, come abbia1110 in1parato da Bassini, le dita ch e se cope1'le, come usian10 noi , anche con i guanti di filo r endono l e manovre di isolamento. degli el em enti del convoluto assai facili e inoque. 'fer zo tempo o di ricostruzion e. Trascriviamo quello cl1e dice l 'A. : uso per n1ia .1bitudine, e perch è vi concedo il massim? valore, la S?spensione del peduncolo allacc1ato, alla faccia posteriore d ella parete muscolare (piccolo obliquo e trasverso) secondo il concetto .e la tecTLica di Barker . .. re suturo alla porzione riflessa del pon t.e un triplice strato; n1a esso a diffe- · ren za di quello consider.ato da Bassi t1i è costituito,: dal 111. trasverso, dal m . piccolo obliquo e dal lembo sup·e riore dell'aponevrosi del grar1de obliquo. Tale sutura vien fatta a m ezzo di tre punti staccati con catgut n. 4 : omprend endo in essa la lamina cremasterica .. . , e rib atto sulla faccia superficiaìe del lembo superiore il egmento inferiore dell 'aponevrosi d el g rande obliqt10 con sutura cosidetta dai sarti « a i) unti a giorni ». Due o tre punti staccati riuniscono la tela sottocutanea e la lamina di Scarpa. Sutura d ella pelle a nlezzo di ciappe ( !) di Mich el. Non dice nulla circa la posizione d el cordone; se cioè lo mette fra le lamine apor evrotiche o dietro o davanti ad esse. Ora è b en strano che l 'A. abbia mostrato tanto entusiasmo per il concelto e la tecnica di Barker cl1e è da tanti anni ab·h andonata senza dirci le ragioni di ques ta sua prefer enza. 11t n·essun trattato m od·erno di erniologia tro\•iamo accennato qu.a lche co·s a in inerito al m etodo di &rker cl1e ormai appartie11e a lla storia. Che cosa succederà del peduncolo del sacco sospeso alla faccia posteriore dei musco)i profondi ? Ce lo 11a già de tto Ba si11i a pag. 11 de ll a u a n1 onografia in un r eperto necrosco• pi co . Il collo _del sacco erniario cucito n ello s1Jessore della parete addominale er a compl etam ente scompar so i)er a sorbimento : questo p eduncolo allacc i.ate sospeso alla faccia pos teriore d ei n1uscoli si assottiglierà creando cosi 1.1 n pt1nto di mi11or r e i ten za e faciliterà la r ecidiva. Bassini ci ha insegnato e noi lo a bbiamo più volte ripetuto, cl1e occorre liberare tutto il sacco fino a Jiv:ello dell 'anello ing. interno , aprirlo prov,redere p er il contenuto, attor cigliare il collo , pa~ are il filo mo11tato . . ull 'ago. fa r e la l egatura del i1edun colo e reciclerl o. 'i vedrà il 1

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XLIII, NuM. 51]

fenomeno d ella scomparsa del sacco n.ella fossa iliaca e no1n resterà che un mi11imo punto nella continuità del peritoneo al di sopra e al di là della sede dell'antico anello ing. interno , spianando così la regione e oppor1endosi alla costituzione di un punto di minor resistenza. E veniamo alla ricostruzioin e delle due pareti. Se l ' A. avesse consultato le mie più recenti pubblicazioni e quelle d,e lla mia scuola specialmente quella p ubblicata n·ell 'A rch~1Jio Italiano di Chiru1rgia, fase. 1°-1934 si sarebbe convinto che il suo procedimento non costituisce Ttessuna novità. Appartiene esso ai metodi di sovrappo sizione dei lembi o di doppiatura o di embricazione notissimi e proposti 3'6 anni or sono dal Girard, dal ì\1argarucci, dal Wolfler e più recentemente dal Hackenbruch. Come si ·v ede nelle tavole da noi pubblicate l 'Hackenb~·uch estirpato il sacco sposta in alto il cordone e senza fare alcuna sutura profo.n da stira in g iù il lembo superiore aponevrotico del g·rande obliquo ·e cu ce il suo margine ali ' orlo della gronda. Vi adagia sopra il cordon-e e portando il lembo inferiore in alto lo cuce al prec<~dent.e. Girard fa l,a sutura profon·da di Bassini collocando dietro di essa il cord,one alla Mugnai; trascin.a il lembo su periore dell 'aponevrosi d·el grande obliquo in basso , lo cuce al Falloppia, .e poir tando in a lto il lembo inf. lo unisce all'aponevrosi del gr. ob. Marg arucci r1ella stessa epo~ pubblicò il suo n1etodo di sovrapposizione. Egli e egue la sutura profonda a lla tB assini. Traduce in alto il lcr11bo inferiore dell 'aponevrosi del gr. oh. e lo cu ce alla n1usco1latura d·el piccolo obliquo , ' 'i adagia sopra il cordone e lo copre col lembo inf. spostandolo in .a lto e cu cendolo al lembo sup. d el1'.apon. del grande obliquo. Ho ripetutamente scritto che fra tutti i metodi di sovrapposizione quello del Margarucci è il migliore perchè seg ue più da vicino la t ecnica di Bassini. Tr~ punti di sutura con caLgut n. 4. consi, g liati dall 'A. sono pochi per la sutura profonda, e il filo usato è eccessivamente grosso. No·n conosciamo, la sutura a punti a giorni dei sarti, perch è in chirurgia è sconosciuta. Per quanto riguarda il cr emastere che l 'A. ro1nprende n ella sutura profonda abbian10 detto della sua inutilità e degli inconvenienti. 1

1

Con cludia rno: 1) ·Il procedimento del collega Bile proposto nelle ·ernie recidiva nti non tratta a ffatto di questo argomento. J\eputiamo anzi ch e nell.a cura delle ernie r ecidive que .. lo suo proced1rr11ento non si possa app licare per ragioni evid enti. 2) Per qua11t o riguarda la fascia trasver&t lis l 'A. ha din1enticato il contributo italiano dato dalla scuola di Romiti e dalla mia . 3) Il trattan1 ento d el 1)eduncolo del sacco alla Barker i1on ha n es .. un ,-alore e può avere df'gli i n co11Ye11ie11 ti . 1

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tAl\NO Xl.III'

NTJl\[.

51]

±) La tecnica per la _ricostruzione delle pa-

reti del canale inguinale non è proprio dell 'A., n1a appartiene ai n1etodi di embricazione notissim.i , e fra questi crediamo che il procedimento dell 'A. sia incompleto per quanto riguarda il collocamento del cordone, e d.a non seguire per quanto riguarda il trattamento alla Barker del peduncolo del sacco. Come hanno detto e scritto i più grandi erniologi d'Italia e del! 'Estero iJ modificare la classica Bassini ~ im1pres1 .ardua, difficile, inutile ·e talvolta dannos.a: Genova, 8 ottobre 1936-XJ\t'.

1\..

CATTERINA.

Replioa del prof. Bile. Sulla ricostruzione della parete posteriore del canale inguinale.

Spettabile

Redazione_

1\lla n1inuziosa ed aspra critica che il prof. A. Catterina h.a voluto redigere a proposito del mio mod·estissimo lavoro qui soprc;:t accennato , e , all 'invito di codesta Redazione di tenermi brevissimo nella ri posta mi limiterò sola1nente a chiarire (augurandomi di riuscirci) le princ ipali obbiezioni ch e il prof. Catterin.a mi muoV·e; dopo di ch e riterrò chiu a og·ni ulteriore polemica a riguardo. ai) Il cordone spermatico viene da m e rin1esso a posto, secondo il metodo Mugnai , d eJ qual n1etodo n1i servo da oltre un decennio e sempre fOn ottin1i risultati. b) Per quanto riguarda i miei studi stille « Fascie trasversalis »; il prof. Catterina potrà trovare tutto quanto potesse interessargli nell e cc Ricer che di Morfologia », pubblicate in Roma a cura del prof. Ri ccardo \ tersari , sotto il titolo cc Sul più comu.ne comportamento di al1

·

2317

SEZIONE PRATIC.\

r:u1n1i pian·i mus.colo fasciali nella region e ipo. » ecc.' gastrica e) A testimoniare quanto è s tato oggetto dei miei studii, il R. Istituto di Anaton1ia Umana Normale di Napoli diretto dal sena tore prof. Salvi, conserva alcuni pezzi ar1atomici da n1e stesso preparati. d ) Se il mio taglio sorpassa di i)oc11i 111n1. I' orificio esterno d el canale inguinale, ciò è da m e fatto al solo scopo di dominare in toto la regione, senza pericolo alcuno di sgocciolio urinoso, de·l quale si preoccupa tanto il i)rof. C.atterin'a I e) Per quanto riguarda la cellulosa di Scarpa o di Lanth , riesco sen1pre ad inciderla. sulla sonda e m e n e servo per la ricostruzione . f ) Circa quanto concerne l 'isol.ame11to del sacco, anche io spessissimo mi servo de1Je dita e delle compresse, n1.a non disdegno, quando vi fossero aderen ze, di operare la punta del bisturi , ch e manovrata con d elicatezza e prudenza , non potrà mai mirare a lla incolumit à d egli elementi del funi colo spermatico. h) Circa poi la mano,ri·a di Barbier, cl1e il Catterina condanna a piè pari. io i1on sono per niente di tale parere, perchè 111e n e servo da

n1o ltissimo t en1po e l 'esperienza per lJuanto non lungl1issima, me ne ha din1ostrato la efficacia e la g iustezza . Per quanto poi riguarda la supposta priorità, di c1uesti miei semplici e i11odesti rip·ieghi di Lecr1ica, tengo s ubilo ad affermare ch e 11on ho rr1ai avuto l'idea di appropriarmi di tale diritto; e ·.ch e se ho cr eduto 01Yµortu110 di pubblicare ti.na tanto modestissima nota, ciò è stalo fatto da me col solo copo di diYulgare un.a variant e di tecnica che n1i ha fin 'oggi soddisfatto nei i11iei intendimenti. Voglia gradire il prof. Catterina i miei <l evoti • o"sequ1. , ~asto, 29 nove1nbre 1936-XV. Prof. S1LvEsTno B1LE.

Con q.uiesti a.rtiool.i del prof. Caitterina. e con le repliche de.l proj. Ba.ggio e del prof. Bite, com e del resto dichiarano gli stes~i AA. intendiamo c.hiusa definitivamente la polemica, poich è ognuno può giudicare da sè, iln base alt' espostio degli AA ., il valore delle cri·tic.h e e le giustifìca;zion.i apportait e, e i cliirurgf possono t a9 Zia.re, ove lo oredaino, coll' espertenza propria., re diverse modifica.zioni proposte. LA RE 0 ,\.ZIONE.

NOTE E CONTRIBUTI Velocità di sedimentazione • e vene vai·1cose. Dol.t . B1AG10

l)ICA RDI

(, l1 irurgo d ell 'O pedale di Sarnano

l ~lac erata).

Nell 'intento di cercare un elen1ento diagnos i ico e prognnst ico che 1Jetn1etta di prevedere, in certo n1odo, le gravi co111plicazioni eh.e possono i11tervenire a mutare - ·· talora in maniera irr1provvisa e tragica - il decor so IJostoperatorio nei portatori di ve11e varicose ch e abbiano subito interventi su di esse, e partendo dal r.011cetto che n elle vene ' 'aricose , i11 cui vi è rist.ag110 nel circolo refluo, la parete della vena --· che sia stata sede di un processo infian1n1atorio -- guarisce con grande difficoltà o 11on guarisce affatto , e ch e i)Ossono aYersi a11che n elle \ren e varicose dell e infezioni latenti che potrebbero divenire punto cli i1artenza di fl ebiti acute e di embolie , il Biegeleise11 per g·iudicar e del grado dell 'inna111111azione presente - si è servito de])a d eler1r1 inazi'one della velocità di sedimentazione delle en1::t.zie, in un gran nu111ero di casi , ed t g iunto alle . . egu enti con clusioni: 1) La flebite nelle vene vari cose e' peculiare in ciò cl1e cronicità e latenza di infezio11c sono la regola. 2) 1\1olte estren1ità varicose a1)1)arenten .. enle normali ospitano infezioni latenti . ch e pos.. , or•o essere riYelate da irri1azio11i cl1 i111icb e.


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cc rL POLICLl:"' I CO '

3) l -na semplice evidenza clinica non sarà SP.Jn i1r e ~uflì cj ente p er la diagnosi di flebit e in • ver1e varicose. 4) 11 ten1po di sedi"n1entalione sanguigna è servito per giudicare il gra do di infiammazione prese11te . 5) Un ten1po di. sedimentazion e al di sotto di un'ora (quando cioè la velocità di sedimentazior1e abb·i a raggiunto i diciotto milli1netri in m eno di un 'ora), in assenza di allr·e condizioni infia1nmatorie, ii1di ca la p·resen za di flebite. 6) La presenza di sinlon1i clinici , p iù un rapi,do valore di sedimenlazione, ·è definita e'1ide n za di flebite, nel! 'assen za di infezioni com·· plicanti. 7) Un valore di sedin1enlazione al di sopra di · due ore probabilmente indica a ssenza di flebite. 8) Le ulceri varicose n on influen zano il tempo di sedimentazione. ~) Que~ ta prova potreb·b ·e ess,er e u na pratica procedura prin1a di co1ninciare il trattam e1lto di pazienti affetti da vene varicose.

La veloc.;i tà di

* ** sedimentazion e

delle emazie, di cui è ricca la letteratura mod erna, fu osservata per la prin1a volta da Galeno, quar1do col feno1neno d ella coagulazione del sa11gue fu notata la forn1azìone della « crusta phlogistica H data dallo strato bian co del coagulo privo di en1azie soprastar1te a quello scuro , ricco di eritrociti. Altre osservazioni fu ro110 fatte poi da Hunter (1797), Miiller (1833); Davy (1839); :Nasse ( 1 8~' 6), Biernacki (18'97). . Ri'cer ch e sisterr1aticl1e si iniziarono con Hob er , Biffi (1901) e Ilamburg.er (1912) . Nel 191 ~ Fahraeus vede·va n ella velocità di $edimentazion e dell1e emazie un mezzo di diag11osi p r ecoce della gravidanza . Su ccessivan1·ente la r icerca è stala fa tta in vario senso, nel tentativo di trovare n ella prova un indice di diagno:::,i e di prognosi in diverse malattie. Dai lavori eseguiti risulta ch e anch e in condizior1i fi siolog ich e la velocità di sedimentazione può subire modificazioni di vario grado. Infatti essa vi<E,ne influenzata dalla digestione, n el sen so di un aumento (Josefovvicz), daìl.a ten1peratura; è diminuita nei rteon ati rispetto a quella ch e si ha n egli adulti (N.adolny) . Variazioni si trovano però n ei primi p eriocli della vita stesc;a ancl1e in rapporto a l sesso. Ancl1e durante la gravida n za sono state trovate l11odi fi cazioni , ma non vi è accordo co1m ç let o fra i ' 'ari ri cercatori , circa il perioc.lo della gravidaI1za stessa in c11i iano p iù cost~1nti le elette n1odificazio11j . ono tate os1

[ANNO XLIII, NuM. 51]

)l

servale notevoli variazioni della velocità di sedi1t1entazione nelle malattie infetti, ·e e do1)0 le J pBraz i oui. Chiasseriui 11ell 'Ospedale di , .-enezia ha fatto praticare ricerch e in ta l senso dai dottori l)i Ci.anni e Ton11nasini, giungendo a forn1uJare alcune deduzioni ; ch e cioè, in linea genera le, la ve]ocità di sedirr1entazione au n 1e11ta d opo gli interv enti cl1irur.gici, per tornare presso a poco al normale dopo circa di eci giorni; ch e ir1 a lcune flogosi acute sup1p.urative o in affezioni vascolari (flebiti , disturbi di circolo de lle e.stremità) essa è notevo1lmente superiore ai valori considerati normali , au111enta solo di poco dopo l 'interve·n to chirurgico, per diminuire rapidamente con l 'atte1111arsi d ei sinto111i flo gi5tici o con lo scompa rire d ei disturhi di circolo; a questa più veloce serlimentazione dei g lob·u li rossi corriS}Jonde una maggiore viscosità e una più facile <lgglutirLabilità d elle piastrine, cl1e sono i 1)rjrr1i e]e111enti in causa n·ella trombosi, a merlo c h e no11 esista un processo infiamn1atorio in atto: il quale di per sè aumenta il grado di velocità rli seclini-entazione. J~ velocità con cui le en1azie sedjmenta110 vie11e gen eralme11te misurata in millimetrj, relat.ivan1ente. al t empo, e si dà11no come , -a lori normali quelli di n1111. 4-10 n ella l a. ora; 9-20 n ella 21\; 13-26 n ella 3·:i. ; 20-32 n ella -1 !\ ; 2fi-40 nella 5:i; 27 -50 n ella 6a; 41-65 nella l 2a; 60-71 n ella 24-a• Il fenor11en o si ridllce essenzialmente all 'accollarsi degli eri Lrocilì tra loro. In tutti i' casi in cui l 'organismo scinde in maggior quantità la propria alb·u mi'na, aumenta il tenore g1ol)ulinico del san gu e. L 'aumento delle globuline rende il plasma più vischioso, per c ui gli eritrociti si accollano in n1aggior quantità, si raggruppano in 111nsse ch e cadono r apidame11te sul fondo. Per studiare p erò il m eccanisrr10 della velocità di sedimentazione e per ricercar e i vari fattori ch e entrano nel suo d eterrr.inisn10 son o state istituite nun1erose ricerc]1,e sperin1e11tali. Secondo la formula di Stor D d 2 ckes V S = r in cui r = raggio dei . - g ·y globuli ro·ssi , g = velocità p rodotta dalla forza di gravità , D = densità del globulo, d = densità d el liquido , Y = coeffi ciente di attri Lo, molti ricer catori, fra cui Lohr , Burckerer; Bocl1 ed Oelesn cr , esperi'mentando s1J c1nazie di ra11a, di capra e di uon10 , attribuirono l 'importanza maggiore al volun1e delle eT11azie e al loro conlenuto in em oglobina. I nvece Vorscl1utz d ava g rand e in1porla11za al r1un1ero d elle en1azie , 1nPn tre ' ' ign e5 neg-avc.t og11 i ,-alore nl nun1ero degl i eritrociti _ 11oich è 1

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[.A.NNO XLIII,

51]

NUl\;I.

2319

SEZIONE PRATICA

constatava una velocità di sedimentazione ug·uale sia n el sangue molto ricco che in quello molto povero di eritrociti. Un cor1cetto m.eccanico fondato sull'attrito .seguirono Aresu e Vi'da, negando ogni importanza al num.ero e volu1ne delle emazie. Una teoria elett ro-chim.ica. fu emessa da Hober : i globuli rossi possied·erebbero una forte carica elettrica negativa ch e sarebbe inaggiore i1eg li eritrociti di sangue sano che rton in quelli di sangue malato , ~rch€ in questo si avrebbe u110 squilibrio albumincglobuline, con aumento di ,q ueste ultime la cui carica elettrica n eutra o debomente negat i,1a dimjnuirebbe la carica elettrica n egativçl c1egli eritrociti, dispone11doli alla agglutina• z1one. Elettrizzanrlo emazi e ·e plasma con diversi inetodi , non furono osservale modificazioni della velocità di sedim.e ntazione, per cui vari autori' ritennero fattori essenziali del fienorr1eno la densità de-1 plasma e il peso specifi co delle emazie. Per Starlingier il fibrinog·eno avrebbe grand·e imp·o rtanza. Per Lovvemberg grande valoire avrebbe la pI'esenza nel plasma di maggiore o minore q11antità di colloi'di a carica elettrica positiva. Per Gaifami la maggiore velocità di sedimentazione sarebbe dovuta ~d un aumento generi co dei lipoidi. Più co1np leta pare la teoria fisico-chimica di Popper e I< reindJ.er, secondo la quale la velocità di sedimentazione sarebbe dovuta ad

si derare il nun1ero e le dime·n sioni dei globuli ro~si , il contenuto d~l sangue i'n colesterina, l::t ricchezz<l dei globuli rossi in nucleoproteidi , emoagglutinin e . Anche l 'azione delle pareti d·el tubo da saggio, nelle ricerche di laboratorio, ha importanza suìl 'andam ento del fenomeno·. 1

* ** reoente

Ispirandomi al lavoro di Biegeleisen (Diagnosi di flebite in vene varicose a mezzo della velocità di sedimentazione. Annals of Surgery, april e 1934, voi. 99, n. 4, pag. 661 e segg.), ho voluto ri cercare la velocità di sedimentazione n ei portatori di V·ene varicose che sono capitati alla mia osservazione. Le ricerche sono state eseguite con la tecnica riportata da G. Pi cardi nel lavoro « La velocità di sedi·men tazion·e delle emazie in alcun.e malatti,e chirurgich e delle vie biliari » (Po1licli1i ico, Sezione pratica, anno 1933): il sangue è .o:ta to prelevato a di'giuno, mescolafo a soluzion e anticoagul.ante (tecnica eseguita -anche cla nil:iani e :F ilippa), posto in tubi da saggio di un ce11tin1etro di sezi'o ne e graduati in milli tn etri da O a 100. Il prelevamento è stato sempre fatto da vena. La lettura è stata fatta di quarto in quarto d'ora per la prima ora, poi di ora in ora n elle cinque ore successive e quindi dopo ventiql1allro ore. Per ogni caso è riportato insie me al t.rar-riato del sangue .esaminato, anche un tracciato normale, onde agevolare il confronto. 1

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un insieme di fattori tra cui importanti la tensione superficiale , la carica elettrica, la viscosità, il contenuto del sangu e in fibrina, il quoziente albt1mine--globuline del siero, tutti fattori ch e rP-golerebbero la stabilità colloidale. In linea accessoria sarebbero poi da con-

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2320

« IL POLICLINICO

CAso II. - N. E., a. 37. Durante una gravidanza gemellare, dieci anni or sono, si ·stabilirono varici all'arto inferiore si-

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[ANNO XLIII, Nul'.r. 51J

CAso IV. - i\l. T., a. 45. Quindici anni or sono polmonite. 11 graYidanze : fin dalle prime, varici arto inferiore sinistro. ·'• ·:t

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II.

nistro. In una gravidanza successiva anche a destra. Soffre a periodi di emicrania. Quattro anni or sono colica rtnale si11istra. Attualmente endometrite. E. O. Evidenti noduli varicosi alla faccia interna delle gambe e delle cosce, più pronunziati a sir1istra. Condizioni generali buone.

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gan1ba sinjs tra, che stentò a guarire. Da molto tempo prurito alle gambe. E. O. Arto inferiore sinistro : vene grosse con vari noduli, specie dal ginocchio jn giù. Ectasie meno evidenti a destra. CAso VI. -- B. V. G. , a. 67. A 64 a. , dopo una con tusione, piaga alla gamba inistra guarita in tre mesi. Da più di 20 a.


[ANNO

~UM.

XLIII,

51)

SEZIONE PRATICA

porta varici agli arti inferiori. Ricorda di avere avuto una volla una piaga alla gamba destra. Ma-

2323

?estr~ . .Da molto tempo noduli varicosi agli arti

infer1or1. Porta noduli emorroidarii. Da qualche

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C. G., a. 48. Nell 'infanzia tifo. 9 parti a termine: dopo ogni parto emorragia. Da 4 anni ulcere alla gamba sinistra. E. O. Alla faccia interna <lella gamba sinistra t1lcera grande quanto una moneta da dieci lire

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Quindici anni or sono bronC'o-polmonite. Da 10 anni di tanto in tanto dolore alla fossa iliaca

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A 34 altni polmo11i1 e. Dieci anni or son o febbre tifoide (i>) . Sette anni or so110 rottura di un r1odulo Yaricoso alla faccia interna della gamba


2324

« IL POLlCLINlCO »

de·stra. Nello stesso punto (in vicinanza del malleolo interno) ogni anno si ripresenta un'ulcerazione. Da dieci giorni l 'ulcera si è riprodotta.

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XII. - D'A. P. , a. 64. A 30 anni affezione febbrile, durata una ventina di giorni. Dieci anni or sono vertigini e · perdita di coscienza : fu trattenuto quattro giorni in ospedale. A trent'anni varici arti inferiori. ~\Ila gamba des lra ulcerazione dalla stessa data; è stato operalo tre volte per complicazioni infiammatorie. E . O. Larga superficie a granulazioni torpide faccia anteriore gamba destra. La cute circostante è arrossata. CASO

V

recidive. Da una trentina d'anni varici arti inferiori. Da 15 anni ulcere gamba ·sinistra. Nella stessa zona ha avuto erisipela 7-8 mesi or sono .

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51]

CAso XIII. - T. L. , a. 68. Il padre era affetto da varici. A 26 anni la paz. ha sofferto di nefrite da raffreclèlamento con due

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XLIII,

[ANNO

NUl\1.

51]

na gamba destra, terzo inferiore. Altra piccola ulcera faccia esterna stessa gamba. CAso XV. -

2327

SEZIONE PRATICA

F. A. , a. 53.

CAso XVII. - C. C., a. 44 . • 5-6 anni or sono ulcera corneale. Sei gravidanze a termine. Un abor to di tre me·si. Un bambino . .m

Sette parti a termine. Tre figli morti poco dopo la nascita. Dopo il primo parto (33 anni or sono) notò varici agli arti in~eriori. Da 4 anni ulcere a tu t te due l e gambe. Parecchie volte infiammazio-

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ne attorno alle ulcere, con febbre. Da un mese la cute non presenta infiamn1az~oni.

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CAso XVI . - F. G., a. 63. Nel 1910 frattura gamba sinistra. D'allora sono comparse varici all 'arto inferiore sinistro. Ai primi del mese ferita alla -stessa gamba. Vi si sono stabilite due piaghe.

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XVII .

go. ~i.\.ttualmente ulcerazioni intorno al collo del piede destro. CA so XVIlI. -

F. M. L., a. 63.

Venti anni or sono tifo. Otto volte ricoverata in m anicomio : l 'ultima volta 4 anni or son o. Quat tro gravidanze : da allora varici arto inferiore sini stro, appena accennate a destra. Alla gamba sinistra 3 volte piaghe. Da circa un mese si è riformata la piaga. E . O. Sulla faccia interna gamh a sinist ra solu zion e di continuo di aspetto torpido, a n1argin i vjolacei . La cute circost ante è tesa ed arrossat a.


2328

cc IL POLICLINICO >>

Perifericamente si palpano dei tralci duri sotto'<'ulanei, specialmente Yerso l 'alto. •·1ttl

[ANNO XLIII, NuM. 51]

Non si era accorto di avere varici. E: ~. Ulcera faccia in terna gamba destra, due a sir;trstra, Cute tesa, sclerotica alle gambe. Evidenti le vene con piccoli noduli varicosi.

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CAso XIX.. - V, C., a. 66. Otlo gravidanze a ter1nine. A circa trent'anni vene Yaricose all 'arto inferiore d. Nel 1918 ulcerazioni. In quest'epoca nefrite. Nel 1922 operata cl i safeneclomia alla gamba. Da allora è stata be-

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Dall 'anno scorso son ricon1parse le piaghe. Ora la gamba è ricoperta da cro·ste su di una grande es lensione. In corrispo11denza del collo del piede si nota un 'ulcerazione abbastanza estesa. Cule arrossata, tesa.

gamba si11istra, faccia interna. Urine: glucosio assente.

CAso XX. - M. V., a. GO. È stato sempre bene. Tre anni or sono polmoni Le e subito dopo flebite alla gamba deslra e poi al la sinistra.

CAso XXII. - M. E., a. 54. Guarite le piaghe mediante impacchi caldo-umidi e pomate risolventi. Il prelevamento viene fatto un mese e mezzo dopo il precedente.

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GRAFICA CASO

E. O. Tre piccolissime ulcerazioni terzo inferiore


XI.,III,

[ANNO

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51]

2331

SEZIONE PRATJC1\

CAso XXIII. - M. E. (vedi N. XXI e XXII). A 4 mesi di distanza dal secondo prelevamento . Da circa un mese si ·sono riprodotte le ulcere. 1.1 !Il

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CAso XXVI. - (Vedi N. XXIV e XXV). Tre n1esi dopo il secondo prelevamento: intorno all a zona di cute sclerotica nella sede della Yecchia ulcera, si palpano come dei tralci sottocu.! ,,,

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i1!feriore des tro. Da un anno una piccola ulcera; poi eczema ; da una diecina di . giorni infiammazione con tumefazione e arrossamento di tutta la gamba. E. O. Cospicuo edema estendentesi a quasi tutta la gamba destra. ,Sulla faccia interna di essa si nota una soluzione di continuo di a·spetto torpido. La palpazione riesce doloro·sissima. Cute arrossata su tutta l a zona edematosa.

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Dai tra cciati r iportati risulta che nei primi sei casi - in cui non vi erano ulcerazioni nè segni clinici infiammatori -- la velocità di sedimentazione segue pressoappoco la curva nor1nale. Nel VII caso non vi erano mai state ulcerazioni nè flebiti, ma si trattava di una donna che aveva sofferto di apper1dicite e colecistite per cui fu operaia lo scorso anno. Per quanto ora la donna goda buona salute, data la


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« IL POLICLINICO >>

anamnesi, non si può tenere gran conto della c urva eh«~ dir11osLra un leggero aumento della velocità di sedimentazione. Nell 'VIII era ir1 via di sviluppo un processo infiammatorio alla natica e il grande aumento della velocità di sedimentazio·n e è spiegato da tale infiammazione. ;: . 70 :

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Nei casi seguenti erano in atto ulcere varicose. Nei casi IX, XI, XII, XIII, XIV, XV, XXI è evidente una brusca ele,:azione d ella curva nelle prin1e ore. Nei casi X, XVJ, XV11, XVIII , XIX, XX inYece l 'andan1ento della curva si avvicina di inolto a quello normale. Da notare ch e nei casi XVIII e XIX sono e,·identi le noi.e cliniche di infiammazione i11torno alle ulceri con trombofleb~te n.e1 caso XVJIJ, epp·u re la velocità di sedimentazione non mostra un andamento che si allonta11i molto dalla curva norrnale. Infine nelle grafiche XXI, XXII e XXIII, e nelle tr·e successive, XXIV, XXV ·e LXVI ho a\ uto inodo di studiare la velocità di sedimentazione di due malate in vari stadii. Ne11a prima ho ric€r,·ata la velocità di sedimentazione mentre erano in atto piccol·e ulcer·e (XXI), poi di nuovo dopo la scomparsa di esse (XXIJ), ed in seguito dopo che si era ripresentata un~ piccola ulcera (X...X JII). Rilevo d a queste gr a fiche c h e, m e ntre dopo la guarigione delle ulcere la curva è molto vicina a lla normale, se n e discosta invece nella prima ricer ca, ed ulcere in atto (XXI), e un po' m eno dopo la ricon1parsa di una di esse. Nell 'ultima paziente la grafica XXIV è stata d et erminata m e ntre era in a tto un 'ulcerazione 1

lANNo XLIII, NuM. 51]

con rilevanti fenon1eni infiammatori della ga1nba: arrossamento, edema cospicuo, do.l are. Da notare che in questa prima grafica !:andamento della velocità di sedimentazione si di'scosta. pochissin10 dalla curva normale e non è, per es., da confrontarsi con quelle> delle ulcere in atto di cui ai casi IX, XI, XII, XJJI, XIV, X'', XXI e specialmente con l 'VIII in cui era in atto un processo infiammatorio lontano dalle vene varicose ed indipendente da esse. Dop·o la chiusura dell 'ulcera e la scomparsa di tutti i fenomeni infìammatori la grafica (XXV) ha conservato sensibilmente lo ·stesso decorso di prima . 1F inalmente al n. XXVI è stata praticata di tluovo la ricerca nella stessa persona in cui er ano · sopravvenuti do1lor·e e arrossamento della cute, sede dell ~ ulcera pregressa, e si palpavano netti tralci tron1botici sottocutan·ei dolenti alla pression·e. Ora in questa ultima ricerca la grafìca ha avuto un decorso a ddiri ttura inferiore alla curva normale. Da 1queste os&erv.azio·n i mi p~re di poter t.rarre qualcl1e cauta deduzione, e cioè ohe: I ) Non pare cJ1 e la prese.n za delle ulcere sia senza influenza sulla velocità di sedimentazione com e vuole Biegeleisen . :?) Che i1o·n sem pr e i fenomeni infiammnt.c)ri vengono necessariamente rivelati da l]a velocità di sedimentazione con un netto aum ento di e<ssa. f> e1 con seguenza mi senilira piuttosto azzardalo il volere attribuire alla v·elo·c ità di sedim entazione la capacità di· sv·eilare anche infezioni lat.enti d,elle vene quando infiammazio11i cli11icarnflnte chiare non sempre si ripercuoto110 su di e:ssa.

RIASSUNTO. Ispirandosi a r ecenti ricerche, circa i rapporti tra \ t.S. e stato infiammatorio delle ven e varicose, 1'A. ha determinato in parecchi casi . la V. S., d,educendo che le ul cere varicose pare eser citino una oerta influenza sulla V. S. e ch e non sen1pre lo stato infiammatorio in atto con1porta un aum.e11to d ella V. S. per cui il m etodo non sembra sufficiente a svelare le infe1ioni lateI1ti delle vene. BIBLIOGRAFIA.

Cause e meccanismi delle embo0lie postoperatorie. Rapporto alla Società Internazionale di Chirurgia, Varsavia, 1929; Bruxelles, Imprimerie Médicale et Scicntifique, 1929. BrEGET.EISEN. Diagnosi di flebit e in. ven~ varicose a mezzo della velocità di sedimentazione. Annals of Surgery, aprile 1934, vol. 99, n . 4, pag. 661 e segg .

CHIASSERINI .


J AN o XLIII, N u~r. 51)

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Prof. GUIDO EGlDI Docente di Patolof,ia Chirurgica, Clinica Chirurgica e Medicina Operatoria nella R. Università. Chirurgo Primario degli Ospedali Riuniti di Roma.

L'inchiodamento sottocutaneo delle fratture di e.olio femorale Ne riportiamo qui di seguito il Sommario: Introduzione. - Scelta dei casi. - Anestesia. - Ri.. duzio11e, situazione di segnali topografici e controllo ra .. diografico. - Tecnica radiologica. - Strumenti di dire.. .zione del chiodo. -· Successione dei tempi. - T ratt3.. .mento post ..operatorio. - Risultati. - Casistica delle fratture mediali. - Bibliografia. Volume di pagg. IV ..92, con 86 illustrazioni, su carta :patinata, nel testo. Prezzo L. 1 8 , più le spese postali di spedizione. Per gli abbonati al « Policlinico » , sole L. 1 6, 2 O jn porto franco in Italia. Per l'Estero L. 1 7 , 50 . Inviare Vagli.i Postale o Chèque bancario all'editore LUIGI POZZI , Via Sistina 14, R-0ma.

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2335

SEZIONE PRATJCA

SUNTI E RASSEGNE EMATOLOGIA. Le foi·me mascher ate dell' anemia di Biermer. ( BENHAMO U .

AJinales de lllédecin.e, n. 3, otto-

b·r e 1936). La IJOS ·ibilità di una coesist enza dell 'anen1ia 1>erniciosa tipo Biern1er con u11 'altra for111a i11orbosa d ev'·esser e te11uta prese11te : ta11to più qu.a11do quest'ul tima già di per se s tessa può essere chian1ata a sosten er e lo stato anemico: r l1è l.a g iusta tend enza unicist a, cJ1e ci de, ·e in linea gener ale g uidar e i1ell 'ir1terpretazione diag 110 tica, non ci deve condurre a mi co110cer e l 'esis tenza di due forme n1orbose sovrapl)Ostc. . L ' A. prende in esar11e di,rer e associazioni 111orbose d ell 'aner11ia di Bi ern1er: problen1a che vuò aver e una grande importanza q.n ch e da t1n punto di vista purainente pratico , p er i i1rovvedin1enti tera1)eutici ch e se, riconosciuto, esso pone in discu ssion·e. !11 un pri1no . t empo l 'A . s i sofferm a so1Jr a que.Jli eh ' egli ritiene gli e senzi.a]i elen1 enti di agn o ti ci dell'anemia di Biermer: e tra questi (m egalocitosi, i1)er cromia , nlegaJoblastosi, i11erbilirubin,emia indiretta , g·Jossile di I-I unt cr. ecc.) pone giustam·er1te in prin10 piano l 'esa111e del su cco gastrico e la n1 isura della r eti colocitosi dopo trattamento epatico di p,r ova. È appunto ba andosi so1)ra que ti netti seg11i ~iLintiYi cl1e bisogna cercare di metter e in eviden za l 'an em ia perniciosa , quando essa decorre con una m alattia infettiv,a o viscerale cronica . cl1e, appur1to p er ess·ere essa st essa anemizzante , ne può m ascherare l 'esisten za. Tra le infezioni cronich e, l 'A. prende in conside raz ion e la tub·ercolosi polmonare e la malaria : i11 ambedue 1'anemia e la forma infet tiva possono evolver e indipendentemente l 'una dal) 'altra ; ed è ap1Junlo qu.est o· dato, ch e unitan1en te al reperto del su cco gastrico ·e alla crisi r eticolocitaria n ella terapia epatica di prova, deve portare alla diagnosi d i anemia di Bier111er. Tra le in fezioni viscerali cro11ich e, di particolar.e importanza sono le nefriti e l e cardi o11atie: in am,b edue l 'associazione ~on un ' aneniia di Biermer è possibile, e il ricon oscim ento di que t ' ultima consente coll 'opportuna teraJ)ia un gr and e miglioramento n elle condizioni generali d el paziente, e quindi anch e un 111iglioran1ento n el pron ostico della n efrite e della cardiopatia. Un posto a sè dev·e es ere invece riservato a li ' anemia di Biermer associata alla cirrosi del fegato: m entre per le malattie precedenti l 'associazione sembra essere solo fortuita, nel cor~o della cirrosi del fegato pare esistere un reale legame tra l 'an emia di Biermer e la l e~ione e11a1


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IL POLl CLJKI CO >>

tic.a. Verrebbe qui a n1ancare il deposito epatico del principio antianemico di Castle, mentre questo potrebbe essere ancora secreto dalla 111ucosa gastrica : si tratterebbe cioè di una malattia di Biermer a caratteri clin ici più rr10derati, la cui g·en esi dipenderebbe da difetto di immagazzinamento del principio antianernico e non da difetto di secrezione. Con la cura di estratti epatici bisogna perciò in questo caso proporsi lo scopo di sostituire il fega to 11 ella sua funzione di organo di riserva . . I•. MAGHASSI.

Contributo allo studio della mielosi eritremica. Mielosi eritremica splenomega· lica con aplasia mieloide. (STORTI. Hae1natologica, vo]. xv-II - 1036). .

L 'A., nel rend,ere i1oto un caso di n1i elosi eritremica con aplasia mieloide , coglie l 'occasione per procedere ad una disamina di tutta la c.asistjca della forma eritremica , n el duplice intento di veder.e se esistono e quali sono in que ta n1alattia gli elerne,n ti variab·ili e quelJi invece relativan1ente l) ÌÙ costanti, e di prosp·ettare alcune importanti questioni riguardanti 1·e se11za ed i rapporti della emopat.ia eritre,n1i ca con altre emopatie sistemich e. Il Di Guglielmo , che per pri1110 segnalò queslo processo morboso, lo defin,ì com e una i1Jerp la i.a sistemica della serie eritroblastica co11 tendenza all 'arresto di maturazione cellulare e con passaggio in circolo di forme rosse immature. Ma, dalla disamina analitica di tutte Je osservazioni consegnate a lla letteratura come ,-eri e propri c asi di eritre111ia, risulta chiaro che il processo di mielosi eritrem ica, individuato dal Di Guglielmo nelle sue lin ee fonda111entali , si è dimostrato oltremodo variabil e e l)Olimorfo,, e ch e molti elen1enti , a comportam1ento ab·b astanza c.a ratt.eristico in altre emopatie1, l1anno presentato oscill azioni cospicu e, mentre invece altri caratteri si sono presentati con quasi assoluta costanza in tutti i casi fìr1 ora· descritti ,corno casi di eritremia. L 'osservazione personale dell 'A. r igu.1rda un c.ontadino di ·5g anni, con gentilizio completamente indenne, con anamnesi remota del tutto ilente, e ch e ha lavorato fino a 5 me. i prima della morte. Il pallore progres ivo e l 'astenia spiccata furono i sintomi che attirarono l 'attenzione del p . e lo indussero a farsi ricoverare in clinica. Obbiettivame~te fu riscontrato pallore spiccato, con epato e splenomegalia. L 'esame del sangue mise in evidenza un 'anemia di alto grado , ·con forte ipe·r cromia , con anisocitosi e poichilocitosi, con leucopenia e j)resenza di eritroblasti e megaloblasti in circolo. L 'esame del puntato splenico, praticato tre volte, rivelò, come nota morfologica do111in.ante, la presenza di elementi immaturi delJa serie rossa. Nel decorso clini co di quegto caso non si

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XLill , NuM. 51]

sono avuti fatti di u11 certo rilievo e rtemn1eno, u11 progressivo peggioramento; anzi, la fine è giunta improvvisa, quando iJ rrtalalo soggettivamente aveva l 'imvres ione di un lieve mi-gliorantento. Dal punto di vista terapeutico furono eseg uite dieci trasfusioni di sangue, intensa terapia antianemica sotto tutt.e Je forme (terapia epatica, con n1ucosa gastrica, con rame, ferro) · ed an1che piccole irradiazioni Rontg·en sulla n1ilza e sulle ossa lunghe. Due biopsi,e del n1idollo osseo di111ostrarono· ch e questo era quasi del tutto costituito da adipe e da connettivo fibroso con rarissimi e· piccoli nidi di t.e·s suto mieloide, formati in· gran prevalenza da elementi n1aturi o quasi : midollo quindi quasi del tutto aplastico. All 'autopsia fu riscontrato un quadro gener.ale di grave anemia con S})lenomegalja, e a ll 'esame istopatologico tre fatti essenziali: l)· a11emia gravissima di tutti gli organi, con sp·i ccata metaplasia a tipo esclusivame11te normoblastico dei parenchimi .epati·co e splenico; 2)· assenza quasi completa in tali parenchirr1i di rappresentanti immaturi del sistema leucobla-stico; 3) a11lasi.a del tessuto m ieloi<le sia della regione sterno-costale che d,ell e ossa lu11g h e. Lo studio analitico di tutti i casi di rnielosi eritremie.a p1u bblicati, e particolarn1ente di .quest'ultimo , perme1tono di fi ssare i caratteri principali e costanti di questo processo morboso nel nu111ero di quattro: I ) ane1nia di grado elevato; 2) sp·l enomegalia variabile nella sua entità e generalmente con i caratterj d i accentuata consistenza e a margine duro regolare;. 3) ingrossamento epati co, di solito n1inore di quello splenico ; 4) iperplasia della serie rossa che rappresenta J'essenza stessa del processo·e mopa tico. Accanto a questi car.àt.teri fondan1entali se· n·e possono ,elencare a ltri variabili ed oscillanti. Così la temperatura, in alcuni casi febbrile in altri invece norm~; così l 'i-ndiee emeglebini- co, benchè nella maggioranz,a dei casi si siaavuto ipocromia; così il comportamento quantitativo e qualitativo dei globuli bia11chi. Riguardo al quantitativo emolitico sembra che in tale malattia l 'iper-e moli i non rappresenti un carattere importante come in a ltre eritrobJastopatie (per es. n el morbo di Cooley). La durata della inalattia si è mostrata variabile. Dal punto di vista istopatologico poi risultadimostrata la grande variabilità n ella intensità. e nella localizzazion1e dell 'iperp]asia della serie rossa, e risulterebbe anche probabile una certadiversità di aspetto tra ta le iperplasia e quella leu cemica, per quanto non si possa dire se iJ fondamento ed il meccanismo di questi du~ fenomeni i·stopatologici siano analoghi o completamente diversi . Lo studio accurato de]Ja casistica permette inoltre di porre la distinzione in due principali varietà della ma1attia in esame: l'una , più frequente , in cu i l 'alterazione qualitativa si ac-


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XLIII,

N TIIVI.

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SEZION E PRATI CA

compag na a ,q uella qu.a ntita tiva, e· l 'altra i11 cui è i)resente Ja sola modificazione qualitativ.a. L 'individualità del processo eritremico in rapporto ad altre en1opatie rimane nettamente stabilita . Infatti 1'a11 emia perni cjosa e la mielosi eri tren1ica non si possono più considerare , come faceva il Di Guglielmo, varietà di u110 stesso processo n1orb oso che agg redisce primitivar11 ente il sistema eritropoietico, g iaccl1è le due form·e morbose sì presentano a ssolutan1ente diverse, si.a per l 'andamento c linico (fi sso ed uniforme n ell 'anemia perniciosa, polimorfo ·e variabile nell '·eritremia}, sia per il quadro ematologico (scarsità delle form·e i111n1ature in circolo nell 'anemia perniciosa) sia per il risultato terapeutico (influenza benefi ca della terapia antian emica n ell 'anen1ia pernicjosa). Una malattia con la quale la n1ielosi eritrem.ica offre molti punti di contatto è invece la sindrome di Cooley i cui caratteri princ ipali sono: anemia più o n1eno intensa con p.revalente ipocromia e aniso-poichilocitosi, eritroblastosi co tante con prevale11za d elle form e più giovani , iper em olisi, splenomegalia, alterazioni o see a tipo di osteoporosi; inoltre è una n1alattia con genita: fan1iJiare cl1e colp isce i bambini in giovanissima età. Questa malattia (ins ieme con altri processi morbosi fetali od infantili caratterizzati da aun1 ento spiccato e duraturo in circolo di elementi rossi nucleati) vien e dal Lehndorff compresa nel grande grup1po delle eritrob lastopatie contrassegn.a te da tre si11tomi fond.ame11tali: epatomegalia, splenorrlegalia ed e.ritrob.J.astosi, cl1e sono poi quelli stessi caratteristici delle mielosi eritremiche. Si potreb·b e quindi far rientrare le eritroblastopatie n,el capitolo più v.a sto delle. mie]o ~i eritremicl1e dal ch e deriverebbe una più esatta e più semplice comprensione istopatolog ica ~i tali processi morbosi indicati ora con una serie di norni diversi. F. TosTI.

di un anno co1nparsa di sindrome n1iastenica con facile esauribilità muscolare specia ln1en1 e <l ccer1tuata a carico dei muscoli fonatori , facciali e ]inguaJi; successi am ente ·eniva osscrvr ta ulteriore diffu sione (me tastatica" d ell e n eoplasie nei campi polmon ari e n ella ·pleura ; r1egli ultimi m esi comp·a rsa di ir1fezioni multiple : sinusiti , otite ·bilaterale, bronchite r111rule11ta , broncopolmonite, 1Joln1onite co n e1npie: ina para pneumoni co; morte do po l'operazion e ller insuffi cie11za miocardica. La sezior1e ha dimostrato 1'esistenza di n eo pla ia a c.arico d el timo con m etastasi i11ultiple; ~allo sludio istologico, tali n eo form azioni risultarono co ·tituite di ceJlule a tipo liufociLn.rio e da quelle a tipo epiteliale disposte a cordoni o a i11.ag lie; lo stron1a di ostegno a forma cli se1ti era rappresentato da fa sci con r1 etli vali , spes o ialini co11 scarsi nl1 clei ; i Ya i ainpi a p ar eti ... ot tili , ri ccl1i di sa.11g·ue o con segni di tro111bo i antica o r ece11te . In alçune zo11 e del turr1ore sono si.ai e ri scontra te c eJlule a protoplasma r eticolare con nucleo eccentrico ])iÙ o m e110 ricco di cr orr1atina, pa ragonabili 8 cellul e del xan torna. Il r eperto .1 natorr10-istolog ico autorizzava alla dia o·no i di tumore del t in10 a tipo di linfoepitelion1a. \~a no lato che i tl1n1ori del gen er e venivan o prima c]assifi r<tti qua] i timo1ni (Grandhomn1e); sol o d opo ulteriori osservazioni ch e dim o trarono l 'esisten za di neo1p lasie del gen er e a carico del te suto ton~;illare (ed an ch e ne]] 'ep~ , iJJO e rinofi'l.ringe) è stata proposta ed acce lta ta la den omin azione di linfoepitelioma (Schminke). Tali· tumori da qualcuno sono consider ati quali formazioni di passaggio tra i n eoplasmi' b,cnigni e n1a1igni ; d ifl11 ti essi pe1· molto tempo possono m.a r1ten ersi circoscritti per poi presentare 1'accr escim ento infìltrativo e metastasi, come sen 1bra fosse avvenuto an ch e n el caso presentato. Anch e le cellul e xa11tomatose sono caratteristicl1e dei linfoepiteliorr1i de] timo. A carico del tessuto mu scolare (del dorso, del petto , d el diaframma, dell a ling ua e del MISCELLANEA. miocardio) è stata riscontra ta infiltrazione inTumore linfoepiteliale del timo e la mia- Lr rfascico]are di piccole cellule del ti po prevalE-ntemente linfocitario ; ta li cellule er a no ordistenia. J\ate in cordoni o ammassate a 1110' di folli (M. MEISTER, 1 B. ERCKLENTZ , Kl. Vflo chen schr. , coli; maggiori quantità di esse si osservavan o 26 settembre 1936). attorno ai vasi, specie n ei muscoli li11 a uali e • I due AA. presentano note separate sullo n el diaframma. I fasci muscolari pre entavan o st esso caso di tumore timico e miastenia gra - fenomeni di rigonfiamento torbido ; n ell 'ambi' 'e; il primo presenta Ja descrizio!le ana~oi:i o­ to delle infiltrazioni si o servavano spesso segpatologica, il secondo , !'o ~s.er~az10.ne cl1n1 ~a ; n1 enti assotti gliati di fasci muscolari . P er il r esto il r eperto ana ton1ico h a con fertutti e due formulano de1 r1l 1ev1 fi s10 patolog1c1 relativi .all3 proba bile connessione. patogene tica rr.: ato la di.agnosi clinica di fatti infettivi ed fra le alterazioni del 1imo e il quadro della infiammatori multipli. • • • Le alterazioni muscola ri osser va te costi tuin11asten1a. 11 quadro morboso osservato h~ dim ostr~t o ~co n o 11n r eperto costa11te n ei casi d i m iastettna progr essione g r aduale : dappr~m.a un a sin- nia; m a an ch e la con romita n za di iperplasia o drome m ediastinica ch e r adiologicamente ,·e- tumor e del timo è piuttosto freque nte; tale niva attribuita a pr-esen:ta di neoformazioni con comitanza è stata p er primo n otata da Weimediastinich e (aumento d·e ll 'ombra m ediana e gert ; . u ccessivam ente le osservazio11i del geneform azioni r otondeggi anti rnultiple) ; a di stan za r e son o andate m oltipli candosi, tanto che da 1

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Loe\Yen tha l e da Curscl1111 a11n tale coi11c idenza sarebbe &tata risco.n trata nel 50-55 '/~ d ei casi di n1ia te11ia; seco11do gli AA. essa sareb b e ancora più frcc1uente, anch e all 'e .am e retrosp ettivo d ei crisi finor a pubblicati di tumori d el timo , 11ei quali J.a sin I om,a tologia cli11ica no11 sen11)re ver1i\'a correttamente interpretata . Specialmente sugge:::liva .apvar·e uria r ecente osservazione di Zl' je\vloschin, relativa ad un tumore timico con co11temporanee infil trazio1ìi r11usco]F1 ri ed alterazioni a carico del sist. nervoso ce11trale. La sing·olare coinciden z.a delle if>erpl<lsie tirr1iche con la miastenia 11a indotto 1og·ica111e11te a SU}Jporre ch e vi fosse u11 Il esso causale fra le· clue n1a11ifestazio11i i11orbo~e ( \.Veigert); anch e g·li AA. de lla 11ota si din10 t ra110 essere f?utori di tale opinione, nel senso1 di attribuire alle alterazioni d el tin10 l 'orig ine della miaste11 ia . ~1e11tre l 'ipotesi del gen ere è stata contes lata da Curscl1111ann, secondo il quale la concomi1 anz.a delle due alterazioni avrebl1e una causa displasica comune, una serie di a] tri AA. (JI.alpern, Gold ecc.) riconoscerebb·e 11clla mia~ t e11ia una consegu e11za della iper1)lasia d cl tinl o; i casi di Schumacher e di v . Haber er (reg·ressio.n e della sindrome muscolar·e dopo l 'asportazione d el tumore tin1ìco) confermereb1}e quest 'ultimo modo di vedere. La gravità d el! ' operazione ha finora limitato la possibilità di esperienza statistica I)iù vasta ; d '.alLra parte poco probativi rimangon o i dati di altri AA. i quali hanno irradi.a lo il timo n -e lla n1iastenia a1Jche in assenza di sintomatologia f! sica di i11grossam ento tin1ico; d 'altra parte il turnare r elativo potrebbe essere r esistente alle irradia2ioni come appunto n el caso attuale. Tale caso d el r esto confermerebbe la t eoria timoge11a d ella miastenia, dato· ch e in esso la comparsa del tumore (accertata r a diologicarr1ente) 11a preceduto di circa un anno la sintomatologia mias lenic.a. Il meccanisn10 fi iopatologico d ell 'i1Lfluen za d el tumore t.i111ico sui muscoli app.a rirebbe, a n ch e agli AA. , non s ufficientemente delucida lo . Secondo llalper11 e Loe\ventl1al si tratterebbe di un 'intossicazione da prodotti di m etabolismo tumoraìe; Schmincke parla di infl11ssi linfoeccitatori del timo; Gold amm,etterebbe invece ur1a azione speci Dea del te ·s uto timico ÌJ)erplas tico nel senso di provocar e la stanchezza del tessuto muscolare; si noti però che il t e11tativo di riproduzion·e sperimentale di tale fenomeno h a da lo esiti i1egatiYi. In ogni n1odo le i11fi]Lrazioni linfocitarie nel tessuto muscolare sar ebbero da co.n siderare quali secondarie a]le alterazioni 1)rin1itivi di esso; i linfociti sar ebbero di i)robabile orig ine err1atica, come appc.rirebbe d alla localizzazione perivascolare d eali infiltrati. '-' Da Ert:klentz vie11e ancora r icl1ian1 ·1ta l 'atlénzione sulla d e ficiente r e ·i lenza rerso le infczion i dell'organi i11 0 col1)ito d a nc·oplasia tin1ica, osservata n el t10 ca o e riscontrabile anc l1e in molti altri casi della 1et leratt1ra. Tale deficienza appar e di ... olilo n1ollo prima cl1e si 1

I.AN ·o XLIII, Nu ~c. 51]

111a r1i'festi la ver.a cacl1essia 11eo1Jlastica. I r11ar1ca Li 1)oleri difen sivi d ell 'organis1110 for se pot1:ebbero ess~re . attribuiti allo scarso ~\iluppo d1 corpuscoli d1 Hassal, non riscontrabili nel tessuto neoplastico (si noti cl1e norrncJ.ln1ente dop? ogni. infez~one il r1umero dt tali corpuscoli n el timo VIe·n e ad aume11tare) . I dati finora esistenti nella letleratura s ulla correlazione fra l 'affezione iperplastica del tie l 'esauribilità rnuscolare sono troppo scarsi p er poter en1e lter e dei giudizi d efi11itiYi. Le r elative ipotesi prosp ettate avranno comunque il n1erito di richiarnare l 'attenzione verso lo studio della si11lom.a Lologia n euro-musco]are nelle n eoplasie timicl1e e viceversa indirizzare all 'osservazione del tirr10 11clla ntiastenia; v' è da aug·urarsi ch e tali ludi fa cilitino a11cl1e la diag n osi dei tun1ori 1i111ici (forn1ulata finora IJer lo più al tavolo anatomico). Può clai' i cl1e le idee s ui rap1)orti tra iperplasie timiche e alLerazioni muscolari coslituiran110 la pri111a tappa dottrina ria n-el]a d efinizione a11ch e dei compiti fisiologici della ghiandola tin1ica ir1 gen ere , sui quali compiti le nostre conoscenze appliiono tuttor.a piuttos to lin1itale. S. MI NZ.

n:o

Il trattamento generale dell'edema. (J\1. W.

BrNGER.

Proce.edings Staff

~/ eeli11.gs

Mayo Clinic , 7 ottobre 193 6). 1

Il trattan1ento d ell 'eden1a v.a ria con le condizioni }Jatologiche ch e ne ono la causa. Le affezioni che più comunemente producono edemi son o le n efriti , 1e 11efro:;i, gli sco111p.ensi cardiac i , la ciTrosi, la p·o lisierosite, i n eoplasmi addominali , il mixed e111a, le n1alattie del sangue, le a lterazioni de] r11C' tvboli s1110 con11)r ese quelle deg li elementi colloirl ali e del sist ema r egolatore acido-base. Stabilita I.a diag nosi si precisa il traltaru ento appropriato. Tuttavia vi so110 misure di ordine generale ch e devono essere applicate in lull i gli edemi qu.a Junque ne sia l 'origine : res1ri zione dell 'ingestione di liquidi e di cloruri , riposo a letto. Per quel ch e riguarda la scelta dei diuretici g·iova decidersi per quelli ch e producono minori effetti secondari d.anr1osi. 1F ino .ad una diecina di anni fa si adoperava quasi esclusivamente i'l cloruro d 'amn1onio nel presupposto che l 'acidosi fosse necessaria per produrre. la diuresi. Ma si constatò specie in pazienti di nefrite , deperiti , ch e potevar10 svilu1')11ar si sintomi tossici d'insufficenza renale e 111olle volle an cl1e manifesta zioni cer ebrali del] 'acidosi . Si ritenne di potere o\rviare l ' inconve11ie11te adoperando il nitrato d 'amrrtonio in,ece d el cloruro, ma non empre si raggiunse lo SCO J)O con l 'aggravante che talvolta si ave,ano altre 111anifeslazioni tossiche. Si è pertanto ricor so al nitrato di potassio cl1e n on produce n e sun effetto nocivo. Si . omn1ini . tra dopo i pasti in pillol e conten enti f!r. 0,50 di nitrato di potassio fìno a ragf!iunarrc


[ANNO

XLIII, NuM. 511

SEZIONE PRATICA

le dosi 6-12 gr. al giorno. Questo sale cl1è ha u11a reazione neutra o leggermente alcalina non produce acidosi. Non dà disturbi gastroi11testinali, nè ha .effetti tossici sul cuore qualunque sia la causa dell 'edema. I preparati' di mercurio devono essere adoperati con molta precauzione, specie ~1uando l'edema è di origine renale. Nell'edema cardiaco oltre che a ridurre l 'eccrsso di acqua nell 'organismo, riducendo l 'ingesti·one di liquido e aum·e ntando la diuresi , si deve provvedere a sostenere le forze del cuore. A tale scopo vanno adoperati i preparati xantir1ici, la digitale ed i composti organici di merc11rio. Questi ultimi· possono esser e adoperati senza p1ericolo quando l'insuffi cienza reriale dipende da congestione passiva, ma sono sconsigliabili nelle gravi e diffuse affezioni arteriose con insufficienza cardiaca e renale. Nell'anuria si può provocare la diuresi m ediante le iniezi'o ni endovenose di 200-500 em e. di soluzione di glucosio al 20 %. A ciascuna di queste iniezioni giova far &eguire un 'iniezione di 100 eme. di soluzione fisiologica. Per rinforzare l 'azione diuretica alla soluzione di glucosio si può aggiungere aminop·h illina nelle proporzioni di 5, 10, 20 %. Nelle nefrosi nelle quali il tasso di :sier o prot,eina è basso e la funzione renale è sufficiente, è conveniente .elevare la quantità di proteina n_ella dieta fino a 75-150 gr. al giorno . Se il n1etabolismo basale è rallentato giova somn1i·IJistr.are estratti tiroidei fino a che il m etabolismo si nor1nalizza. Nelle form e n elle quali gli ederr1i sono accompagnati da versamenti pleurici o addominali è consigliabile praticare i rispe1ti vi svuoté•menti mediante aspirazione. DR.

DIVAGAZIONI La fisica e la medicina. La m edicina è in continua trasformazione : vecchie concezioni cadono, nuove n e sorgono ir:cessanteme11te; vecchi orientan1enti nei metodi d 'i11dagine cedono il posto a nuovi lasciando traccie più o meno durature, ::>pes .o appena apprezzabili J1el vasto campo ch e rimane sempre appena esplorato e solo !l ~l l e s ll:e parti marginali. La storia della m edtc1na dimostra cl1e gli errori di oggi diventa110 spesso le verità di domani e inversa1nente. Sta di fatto cl1e le idee domi11 a11ti cl ella m edicina vari·ano con le condizioni dell a vita sociale, con i grandi movin1enti del i)cnsi.ero e sopra tutto con i progressi delle altre scienze. Così oggi possiamo constatare, osserva P . Delo,r e (1), cl1e J.a m edicina è domin ata dalla fisica. I n1etodi della fi sica invadono se1r1pre più i laboratori biologici e medici. La chimica e. ·valve ver so la fisica integra-n dosi nella cl11mica Tendances de la 1nédecine co11tcn1porain e. Editore ~Iasson , Parig1. (1) P.

DELOR E.

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fisica; la fisiologia per rendere apprezzabili ed intelligibili i fenomeni vitali deve ridurli a fatti fisici e trova che la vita è essenzialmente la risultante di fatti fisici; conseg·uenten1ente la malattia è considerata come la risultante delle modificazioni dei fenomeni che sono alla base delle funzioni dell'organismo. Del resto la fisica prende il sopravve11to su tutto , costituisce l'essenza di tutto. E noto come oggi veng.a considerata la nlateria · l 'atornism.o cede i·I posto· all 'energetismo. A seguito della scoperta dei corpi radiottivi si è afferrr1ata la concezione della dematerializzazione della materi.a. Gli atomi sono formati da elettroni e protoni, che sono cam-pi di for ze elettricl1e o magnetiche. I corpi inani1nati , com e gli esseri' viventi, sono campi di linee ·di forze, sono sorgenti di radiazioni che h anno ciascuno le loro caratteristiche di ampiezza e di frequenza. La materia · non è che una for1r1a dell 'energia, l 'universo ·è tutto energia. Le nozioni di radiazione, equilibrio, ritmo, interferenza, risonanza, linea di forza , in d·efinitiva i- numeri domin.a no lo studio scientifico dell 'universo. La fisica conferma l 'analogia fondamentale di tutto ciò che esiste: l 'atomo ·e la cellula sono un mondo; il microcosmo è analogo al macrocosmo. La fisica cellulare si ricollega alla fisica cosmica. I progressi della scienza portano ad una fisica trascendentale, universale, che sbocca nella metafisica. Non esiste più contrasto tra il materiale e il non materiale, tra il JjOnderabile e l 'imponderabile, tra il con creto e l 'astratto; le antitesi si incontrano e si conciliano i11 una nuova concezio11e unicista. In tutto ci'ò il pensiero scientifico moderno si ricollega alla scienza antica. I procedimenti a11alitici, di osservazio11e e di esperimento han110 condotto alla stessa sintesi uni versale che gli ant.ichi avevano riconosciuta per intuizione. Queste nuove tendenze hnnno il loro riflesso rie.Ila medicina moderna. La con cezione del1'energia prevale su quella della materia , ossia la concezione ·della funzion e prev.a]e su quella della forn1a. Si va affermando una nozion e più dirtamica della vita, della salute e della malattia: la vita è movimento , vibrazioni, risonanze; la salut e è la risultante dell'equilibrio e dell 'eu ritmia, la n1alattia è squilibrio e disritmia. La fase delle scienze morfologiche, statir he del solidismo è sorpassata. All'era dell'an.atomia patologica che ha dominato fino a poc 'anzi e che pure ha fatto fare notevoli JJrogressi .alla medicina segue quella d ella fisiologia patologica, che ha un immenso dominio appena esplorato. La prevalenza della fisiologia patologica si ricollega alla tendenza della medicina n1oderna a riconoscere la malattia allo stato l)reanatomico o preclinico, o sia alla fase dei soli disturbi funzionali. Una larga e lunga esperienza l1a di111ostrato 7


2342

«

IL P OLI CT...I.t'lICO n

ch e difficiln1enle si può aver ragione cleJle malattie quando esse abbiano raggiunto il loro pien o s' riluppo , quando cioè sono l 'espressione di lesioni organich e consolidate e quindi rilevabili all 'esame clinico. La terapia ha tante m.a ggio r i probabilità di su ccesso qua111 o più precocen1ente ir1tervien e, e tali probabilità ragg·iungono il massin10 quando il fatto patol9gico s i limita esclusivan1ente a l disturb-0 fu11zionale. La n1edicina preventiva tende così a prend·e re il' sopravvento su quella curativa. Ma per ch è questa tendenza possa utilmente svilupparsi è r1ecessario poter sorprendere le prime alterazio.n i delle funzioni organiche e dei fenomeni' fisici ch e n e sono alla base . Con1e tl1tto ciò che esiste, le f unzior1i biolog ich e 11ann o la caratteristica d el ritmo e de]1' equilibrio. Le manifestazioni più g·rossolane e più evid enti del ritmo si hanno n ella circolazione, nella respirazione, ne1l ' altei:n~.tiva del son11 0 e della veglia , n·ella mestruazion·e, ·n ell 'attività del1'apparato digerente, nel ciclo ses~uale, ecc. È n oto ch e le funzioni orgànich e. p osson o compiersi differ entemente in rapporto alle variazioni qu.alitativ·e dei ritmi , ch e possono essere p iù o, meno rapidi o lenti , e a seco11do della loro stabilità. Ai ritmi funzionali corrispondono .gli equilib·r i umorali , ch e a loro volta dipendono dal ritn10 cellulare. La m·ala ttia è la rottura degli equilibri o dei ritmi organici. Questa nozione co.n duce a una con cezione fisica, dinamica della ni.alattia e implicitamente ri schiara la cor1oscen za dell 'inizio effettivo delle inalatti e. Questo corris1)onde al primo di'"'quilibrio , al primo dist.urbo del Titmo. Con la i11edesima nozione si può dare una spiegazione della predisposizione o della resistenza alle malattie. Il terreno d 'irt1munità è la r esist enza a l disquilibrio, alla disrit.m ia in certe condizioni; la predisp·osizione rr1orbosa è l 'attitudine a certi squilibri organici in presenza di fattori determinati cl1e si chiamano agenti patogeni. Questa cor1cezio11e 'inqu adra con alcune nozioni e fenomeni della medicina moderna (elem en ti organici tabili ed i11 stab·i li, colloidoclasia , flocculazior1e, terapia m edi.a11te gli' chocs) che con lermini diffe·r enti esp r in1on o tutti il fa tto ch e alla b ase della malattia si· trova un 'altfrazione della dinan1ica di certi equilibr i. Ai terreni stabili o in tab·ili corrispondono i terr eni i11adatti o a tti agli squilibri c11e d ctermitl é4.no le n1alattie. Queste con siderazioni sui ritmi ed il terre110 si pre Lana ai seguenti rilievi: 1) E~ ' C 0110 d 'accordo con i da ti più r ecenti dell.a fi ica , con la con cezione dinamica dei fenon1eni co ·1nici e biologici. 2) Allargano notevolmente il concetto di terreno , e orientano verso ]a fi sica bio-patolog ica ed in definitiYa verso la fi sica cellula re e l o . . tt1dio dci ritmi degli e]etl ron i cellula ri . 1

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[1\ Nxo XLIII, Nul\r. 51]

· 3) Conducono ad una co11cezione fi sica, dina n1ica della malattia e dell a terapia, per r11odo che i metodi di disensibilizzazione, di a~suefa­ zione, di stabilizzazione e di cl1oc trovano u11 a confern1a e maggiore campo ùi ap1)licazione. Sono d 'accordo con i principi on1eop·a tici secondo i qua li la n1alattia 11a u11 'origine dinan1ica e non può esser e battuta cl1e cla u11a potenza dinami ca. Sono d 'accordo infine co11 parecchie applicazioni della fìsioterapia. 4) Spiegano l 'aurnento di certe malattie (can cro, ·diab,ete, affezioni n ervose) dovute verisimilmente all ' aum.e nto d egli squilibri biolo. . g1c1. 5) Confermano l 'influe11za i)rin1ordi1le del] ' elemento nervoso; i ritmi sono subordinati allo psicl1ismo, al sistema n euro-vegetativo. Tali accenni rendono conto dell '.ampiézza dei nuovi orizzonti che si aprono alla m edicina fisico-c himic.a umor.ale e cellulare. argo.

NOTIZIA

BIBLIOGRAFICA

B. .DE VEccurs. Trattato analitico di ortodontia. Vol. 1°, con 1O tavole fuori testo di c11i 2 tricromiche. Dalle fonti di Ca.staVia a,DDogm1a di Angl,e. Roma. Prezzo L. 50. La m en te geniale di Beiniam ino De Vecchis h.a dato an cora un 'opera magi trale alla Odontoiatria Ita]iana. Quest'opera . . egn a una tappa decisi,ra i1el progresso e n ell 'affern1azione della Ortodontia . L '.attiYità es.u berante e ]o '"' i)irito lungimirante dell 'Aulore di << Dent isti , Artisti , Pazienti », nella integra maturità d ell e sue forze, ha voluto, affrontare la branca più difficile ed astrusa della odontoiatria, che egli insegna, rlella Scuola di perfezioname nto della R. UniYersità di Roma, da ben sette anni. Il bisogn o di quest 'opera er a profonclan1e11te sentito in Itali.a. Era una urgente necessità svincolare la ortodontia dalJ.e tenebre n ell e quali b·r .a ncolava "e sradicare il pregiudizio che f~s a fo ~se un 'arte riservata a puèhi, il monopolio degli spiriti eletti, degli aristocratici della odontoiatria italiana. Il nun1er o dei piccoli pazienti affetti da malfor1nazioni del! 'apparecchio d entario sj è, i11 quest 'ultimi tempi , e normemente accresciuto. 1'ali pazienti n on sempre a 1) partengono alle classi più fortunate , spesse volte sono figli di 111odesti borg l1esi e più spesso ancora figli di po,·era gente. Il m edico, n ella esplicazione .del]a sua funzi o11e .altamente un1ana e sociale, non può e n on d eve limitare la propria opera al ricco e trascurare il povero. Il m erito quindi di aver dato all 'Italia un 'opera di cui difettava, è accr e ciuto d.alla possibilità di r ender e le cur e ortodont ich e accessibili a tutti gli odontoia tri dotati di buona volontà ed a tutte le hor e. Il i)rin10 volum·e dal titolo : « La dottrina ortodontica dalle fonti di Castalia al dogn1a di Ang Je n, con se11te già di formarsi un con' in ci1

1


.. [,\ì\"\O \LIII, NtT;\I. 51 J

,

gE zJONJ ~

iu c11Lo esatto d elle p roporzioni grandiose che a' rà l '01)era comp leta. E una rassegna a11aliLica e :si11 Letica della 111ole in1111e11sa e della eYoluzio11e· del pensiero ortodontico attraver so i ten11Ji e particolar1nente da Eustachio , prec ursore della Ortodo11tia, a i g·iorni nostri. È un,a doct1n1e11tazione del cammino fati coso della Orl odontia nelle sue applicazioni pratiche , docu111e11Lazione attr averso la quale molte pres unte i1111ovazioni clei tempi r ecenti sfun1ano. 11 pe11siero dei g·r.andi maestri della Ortodontia bri11a in tutt,a la sua vivida lu ce integ rale, di cui il let.Lore è s 1Jesso avvinto ed affascinato. È lo s1)irito ch e trfonfa sull a n1aleria; è la ' 'Olontà t e11ace di u11 u on10, ch e ha dedica ta tutta la · u.a 'ila allo ....tudio e che piega ed iJl fra11ge l e l)iù g raYi difficoltà. La ' re ... te ti1Jografica è in11)eccabi]e ed un a !icca n1 es e cli disegni e di f otografìe fa cilitano 1J con1pito del lettore che r esta interamente preso dallo tile agile , chiaro e sempli ce. \on è u11 libro di arida scie11za, in.a t1n 'ar111011ica con catenazione di capitoli n elli e pia.ceYoli ch e fanno sospirare al lettore la appari7.io11e degli altri du€ volumi. Prof. VrTo CATANI.'-\.. 1

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2345

PllATI C.\

r essa ~ovra Lutlo sor1)rendere e riconoscere i prin1i segni delle malattie mentali. Questa seconda edizione, che si pubblica ~t breve distanz.a dalla prima, è più dettagliata ed è perfettan1ente aggiornata con i p•r ogressi clella diagnos tica psicopatologica . DR.

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1\1. ±. :È u11 b uo.n con11}endio di psico terapia. Dopo 1

ur1a co11cisa e chiara definizione c lirlica delle

CENNI B IB LI O GRA F ICI< 1> A rch. di A nfr<>potogia crimi.11a1le, psichi.atria e m edicina legale. Fa c. Supple111entar e in o11ore d el prof. G. Ferrando. "Ln yoJ. ir1 8° di 650 pag., con fig. L. 50. i è g'ià data not,izi.a di ques to b el vo]u111 e pubbli <a to in onore del prof. G. Perra1l<lo i11 -0ccasio11e del suo giubileo didattico, da allievi .ed estin1atori ed a cura del noto J_)eriodico opra indica lo. :È un con1plesso· di ±8 lavori , .alcuni dei quali di ampio sviluppo. Precede la i)r o]u ione fatta d.al prof. G-. l\iloriani a l c:or o di m,edicina leg·ale e delle assic ur.a7)ion i, a lton1a, su : Orizzonti vedcl1i e I•l1ovi della 111e·dic ina legale. Nlolti lavori lraLta110 di i11cdicina legale p ura , di tanatologia, di infortuni 1ica , ecc. Ne citia1110 qualcu110. Fal ·e d enunce delle istericl1e (C . .l\gostini). l\[edici11 a legale e n1edicir1a sociale (G. Benass i). Tuberco] o ~ i e t r aun1a (G. Bian cl1ini). Gli in etti i) ung·enli e g li infortuni sul ]a, oro (G. Del , .eccl1io). Le b·a i biolog ich e della cai-"'acità .a t e la r e (I. Grasso Biondi). Letteralura patologica e l) ·icopatologia forense (L. l\lajoli). La -cliagnosi di rn.a ncinisn10 d ella l1rati ra infor tunisti ca (.\. P eri ). fil . 1

n eurosi, d ella loro essenza e dell e loro cause, viene piegato il 111ec;canisr110 di azio11 e d ella c ura p sichica. Sono q11indi J)assa ti i11 rassegna i vari n1etod1 di p sicot er a1)ia e le loro lJrecise indicazioni. Il libro 11a un indirizzo pratico e vuole essere appunto un a g uida p er 1 medi ci prati ci.

DH. E. MoNrz. T en tatives opératoires dans le traitem en.t de certains 7Jsyc hoses. Editor e l\tfasson , Parigi. Prezzo 'F r. +O. J,' 1\. è partito d.al cance llo, nlolto. teorit::o, ch e ]e psicosi sia110 delern1in.at e da ll ' anormale infiuen za reciproca cli deter111i11at e zo11e cerfl brali e cl1e, in ro11seguenza, inlerron11)endo le vi e di connessione tra le zone stesse si debba .a\ ere un rr1iglioramento tlella sinton1atologia. I-la pil:aticato a 1.ale scopo 1'alcoolizzazione o la ezione d el centro ovale· di al cuni folli (schir.ofrenici , malinconici , n1aniaco-deprcssivi, parafrenici , ansiosi , m a niaci). L ' A. as . . icura cl1e in gen er e i risultati sono stati incoraggianti. DR. 1

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legale 1)ubblicati dopo la rnortc d el con1piant o prof. L!,... Haberda d ell 'Università di Vienna. Il volum·e oltre ad un lavoro d ello stesso IIaberda sull'imene contiene tu di m ol Lo interessanti di Werkgartr1er, I ellinek , Fritz, Gorog , Incze, Leditznig, zekely, eu})urµ-rr , Proft , Scl1neider e Breiten eckrr. J) R.

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-------.(1 1 Si prega d'inviare due copie dei libri di cui

si rl.esidera la recensione.


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POLICLINICO »

AccADBMIB, Soc1BTÀ Meo1cua, CoNOREss1 Società Medico-Chirurgica di Catania. Sedula del 12 novembre 1936. Presidente : Prof. G. D1 GUGLIELMO.

Mielite brucellare e terapie specifica. Proff. V . M. BuscAJNO e G. D1 GUGLIELMO. Caso clinico di grave mielite brucellare con reperti biologici positivi sol? ne.l liquor, tratt~to e~­ ·d ovena con vaccino ant1n1el1tense e guarito in modo completo.

L'azione oncogena degli idrocarburi policiclici. Insorgenza di sarcomi da 1:2 benzopirene. Prof. VrncENzo BISCEGLIE. - 1) Il 1 :2' benzopirene sciolto in olio di oliva e iniettato nel sottoculaneo di ratti nella quantità complessiva di gr. 0,02 ('somministrata però in 8 dosi frazionate alla distanza di una settimana l'una dall 'altra) determina. nel 100 % dei ratti sopravvissuti insorgenza di tumori. 2) TAli tumori, per quanto .varia~ili . da ra~to a ratto riguardo ad alcu n e part1colar1tà istologiche, sono tutti del tipo sarcomatoso, a rapido accrescimento, a tendenza. infiltraliva , qualche volta generanti metastasi. 3) Qualcuno di lali sarcomi otte11uti è stato trapiantato con st1ccesso in ralti, ed attualmente questo neoplas1na è al ·suo quarto trapianto. 4) Diminuer..d·o la dose complessiva del 1 :2 benzopiren e (gr. 0,01) si ha ugualmente i11sorgenza di tun1ori sarco1natosi: il t empo di latenza per l 'insorgenza di tali tumori è però più lungo e la percentuale della loro insorgenza è più ba ssa (852). 5) L'iniezione di solo olio di oliva sicuramen te non provoca insocgenza di neoplasia. Non è da trascurare però ch e lo stabilirsi del proce·sso proliferativo reattiYo co11seg uente alla introduzione dell 'eccipiente grassoso può avere la sua importa11za in quanto determina crescita di cellule mesenchimali giova11i no11 ancora del tutto differenziate, le quali posson o in 1naniera elettiva risentire l 'azione 011cogena del} 'idrocarburo.

L'azione oncogena degli idrocarburi policiclici. La produzione sperimentale del cancro mercè 1:2 benzopirene. Prof. VINCENZO BISCEGLIE. L 'O. applicando sulla cute dei topi 1 :2 benzopirene in soluzione benzolica (1 %) ha osservato i1el 75 % degli ani1nali trattati insorgenza di carcinomi spino-cellulari. Queste neopla·sie, di cui l '0. studia l 'istogenesi, sono insorte dopo 110-162 giorni dall 'inizio del trattamento, con maggiore frequenza però intorno al 1400 giorno. 'fali neoplasmi che in un caso han dato luogo a sviluppo di metastasi, portano a morte l 'ani1nale dopo un non lungo periodo di tempo. L 'O. quindi dopo aver accennato al problema se sostanze del tipo degli idrocarburi policiclici carcinogenetici possano generarsi n ell'organismo, discute l'intimo meccanismo di azione di tali idrocarburi oncogeni.

Le alterazioni istologiche organismiche generali indotte da 1:2 benzopirene. Prof. VINCENZO BISCEGLIE. - Il 1 :2 benzopirene applica to sulla cute di topi, in soluzione benzolica, o iniettato n el sottocutan eo <lei ratti , in soluzione oleosa, detern1ina delle lesioni a livello de-

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gli organi interni (specie della milza e del fegato) consistenti principalmente in: trasformazione mie_ Ioide del fegato e 'd ella milza, degenerazione paramieloide specie della milza, aumento notevolissirr10 dei megacariociti della milza. La trasformazione mieloide però può mancare ed essere sostituita da una attivazione del sistema istiocitario, attivazione che si diffonde spe·sso anche agli istiocili del polmone. Semplici lesioni, consistenti principalmente in degenerazione albu1n inoidea, presenta il parenchima renale, n1e11tre fra le g·hiandole endocrine stu'd iate, la tiroide 1nostra con notevole costanza segni di ipofunzionali tà. Tali alterazionj (e specie la degenerazione paramjeloide) vengono, entro certi limiti, accentuate qt1ando all 'azione del benzopirene si aggiunge quella del benzolo. In ogni modo l 'insorgenza del blastoma non è i11 diretto rapporto con la gravità ed estensione delle lesioni organiche generali, chè anzi si è verificato più facilmente e più prontamente l 'in·sorgenza di tumore negli animali portatori di lesioni organiche molto scarse e lin1itate.

L'ulcera semplice del colon. Prof. G. DE GAETAl"\fI. - Caso di ulcera semplice ciel cieco in un individuo di sesso maschile delJ 'elà di 48 anni. Il Segretario.

Federazione Italiana Nazionale Fascista per la lotta contro la tubercolosi. VI CONVEGNO REGIONALE DELLA ,SEZTONE Vicenza, 12-13 settembre 1936.

VE~ETA

Diamo un breve riassunto delle rela..zio11 i .

Lo stato attuale della chirurgia della tuberco los i polmonare. Prof. PoTOTSCHNIG. La chi.rurgia della tubercolosi ha. segnato negli ultimi vent 'anni, grazie ai con tributi spesso decisivj di autori italiani, dei progressi davvero meravigliosi. Dal!e posizioni sicuramente conquistate es·sa va ormaJ. affer111andosi in tutto il mondo, conscia di poter offrire un valido co11 tributo nella lotta contro questa inaJattia. Tutte le cure chirurgiche della tubercolosi polmonare si propongo110 di creare condizio~i. di favore per ìa r egressione del proc~sso specifico attraverso il collasso e la detens1one polmonare. Esse ·s ono una diretta gemmazione 'd elle geniali idee del Forlanini e subentrano ap1)u11to al p11x. terapeutico soltanto quando questo risulti i1npossibile od i11efficiente. Allo stato attuale delle nostre conoscenze si può dire che fra i vari interventi rivolti alla cura della tubercolosi polmo11are al cuni di essi godo110 ogg~ un riconoscimento pressochè generale, che alcuni altri appaiono invece poco atti ad entFare nella pratica comune per la loro azione incerta o deficiente sulle forze ·st a tico-dinamiche che regolano la meccar1ica respjratoria, e che altri infine pur essendo di introduzione recente e quindi non ancora Iarga1nente sperimentati aprono tuttavia sicuri orizzonti in vista della loro ·sana impostazione teorica. L 'O. si occupa poi partitamente dei singoli int erventi. Resezio11e del frenico: metodo di Leottaalcoolizzaziorie dei nervi intercostali; scalenolon1ia; apicolisi; operazione di J acobaeus : toracoplastica paraverteLrale e plastiche parziali ; ventosa1ione forza,ta ·seco11do Redaelli .


[ANNO XLIII, NuM. 51]

SEZIONE

La cl1irurgia della tubercolosi polmonare no11 può essere s laccata dalla chirurgia generale; in stretta collaborazione col tisiologo e col radiologo il chirurgo d eve saper scegliere i malati e stabilire a second~ del caso il programma operatorio. Ma perch è ques ta collaborazione non resti un pio desiderio ecl una vana aspirazione è necessario organizzarla e disciplinarla istituendo per og11i Consorzio e per ogni Sanatorio la con·sulenza chi rurgica~

Allora soltanto mol ti maJati, che langu ono an cora oggi i1elle corsie ospedaliere e negli istituti sanatoriali nella vana att esa d 'una guarigione ch e r1on può venire, potranno beneficiare in pieno delle cure chi.rurgiche e venir restituìti alla vita , alla famiglia , alla società. Sarà così risolto un problema che non è soltanto umanitario, ma che investe . altresì un altissimo valore sociale ed econom1co. Tubercolosi del sistema nervoso.

Prof. G. C. R1QUIER (Padova). - La relazion e è redatta di proposito con intendimenti pratici. L '(). h a creduto opportuno limitarsi a richiam are l 'altenzione del medico pratico su aspetti particolari o poco noti d ella tubercolosi del sistema nervoso , rifacendosi sopratutto ai contributi clinici ed anato111-0-pa tologici della esperienza per sonale propri n e della ·scuola alla quale appartiene. Così i1el gruppo delle affezioni specifiche delle n1eningi trovano posto le m.eningiti tub er co lari a liquor torbido, quelle a liquor normale, quelle dovu t e a infetione mista da baci llo tubercolare e altri germi, la l eptomeningi te en.cef alica e sp inale circoscritta, la pacliimcningite.

In appendice a questo paragrafo una breve tratt a1ione è dedicata alla forma così detta pseudotub er coll1re della m eningite linfocitari(]) benigna ect alle meningili tubercolari g uarite. Seguono brevi richiami sulle n euriti lubercolrrri e per ciò che riguarda la tubercolosi del midollo spin ale, accanto al quad.r o della mielite è ricordato quello m eno conosciuto d ella mielitide. Un parag·rafo speciale si occupa d el tubercoloma en.cefalico e di quello midollare e prende in esa-

me il problema d ella influen zabilità terapeutica del g·ranulorna da parte d el! 'intervento chjrurgico. La relazione si chiude con un accenno ai rappor ti fra tu bercolioisi e nialattie m enta li.

La R. Chimografia nella indagine del tora ce.

Prof. P. PERONA (Padova). L 'O. dopo u11 rapido accenno ai principii sui quali si basa la R. Chimografia passa a trattare d elle varie possibilità d'impiego della nuova metodica rtello studio d el torace. 'I'raccia co ì il quadro fondamentale della pericnrdile essudativa e della pleurite saccat a in atto e degli esili di pleurite saccata. Passan·d o poi allo studjo del poJmone prende in considerazione i due aspetti funzionali della re-spi.r azione e della circolazione. Il co11cetto di un polm one considerato com e un blocco unico sotto l 'influenza traente del diaframma è qui sme11tito nettamente d alla dimostrazione ch e la regione polmonar e situ ata i11feriormente agli ili, segue i movimenti d el diaframma , mentre la metà superiore seg·ue e t ende a seguire i moYimenti costali (ciò che ci indurrà a rivedere alcune nostre conceziDni Slli van taggi ch e si ottengono nella frenicoeÀere$i i11 tanti soggel ti co11 lesioni del lobo supf'r1ore .

PRATIC1\

2349

Tali possibilità · offrono il vantaggio di procedere alla scelta del processo e degli aspetti funzionali della regione. Passa poi allo studio d el diaframma e del mediastino, trattan·d o la diagnosi differenziale fra ir1filtrazione ilare e ingrossamento ilare da stasi, ed accenna infine alle possibilità di giungere alla diagn osi di stasi cirrcoiatoria da scompenso cardiaco in fasi iniziali, quando ancora. scar si sono g.li elementi clinici ch è portano a questa conclusion e. Definizione di alcuni limiti fra il no rmale e il patologico in radiologia polmonare.

Prof. VEs PIGNANI (Venezia). - L 'O. premette che se l 'atteggiamento agnostico del radiologo nel_ le letture 'd ei radiogra1nmi del torace, limitata alla più diligente descrizione delle immagini e alla più cauta interpretazione è fondamentalmente 011esta, la rassegnazione passiva a questo agnosticismo è invece deplorevole se non altro perchè trattiene il Radiologo dal! 'estendere nel campo ste·sso dei mezzi a lui con sentiti ; i tentativi di più intima co1npren sione e di pii1 minuta analisi delle figure patologiche o subnormali del torace, mentre almeno sul terreno tecnico ha da procedere più lar gamente e speditamente. Per t ecnica radiologica l 'O. inten'd e non solo q·u ella dell 'esecuzione dei radiogrammi ma anche e sopratttttto il procedimento semiotico, che ha da essere diverso da caso a caso e che, specie nei casi dubbi, d eve essere insi·st ente fino alla soluzione d el problema proposto . L 'O. trova sorprendente che di fronte ad immagini ch e stanno fra il ·normélle e il patologico n ella radiologia del torace, non si moltiplichino le proiezioni e non si ripetino a breve distanza di tempo le indagini, non si faccia cioè come si fa per il tubo digerente, nell 'esame d el quale il r adiologo che si fermasse ad un radiogramma unico sarebbe ritenuto spre, geYole. Stabilire se un soggetto ha una lesione poi. rr1onare o no è problema non meno importante di quel che non sia ad e·s. st abilire se un malato ha una periduodemite o no. Anzi specialmente dal punto di vista sociale, il problema è assai più urgente e delicato. Purtr oppo in 1nolti Istituti l 'indagine viene ristretta, dopo la radioscopia, ali 'esecuzione 'd i un radiogramma d 'insieme ch e, anche se buono, non è quasi mai sufficiente. Una delle deficienze ad es. di quelli che pur sono ritenuti buoni radiogramn1i co11siste in una scar sa evidenza di velature .regionali che po·sson o essere invece appariscenti alla radioscopia. L'O. attribuisce questo fatto alla eccessiva « latitudin e di posa » ch e l 'atlunle :pellicola radiografica presenta. L'O. da molto tempo ricorre all 'esecuzione del doppio radiogramma di insieme, uno molto contrast ato, l 'altro più « duro », a.r tilicio questo che giova an ch e per una pii1 corretta analisi di certi lievi g.r adi di rinforzo circoscritto dal disegno polrr1on are. L'O. si sofferma sui limiti del! 'indagine radiologica, intesa com e mezzo di integrazione e non di sostitu zione dell 'indagine clinica del torace. Ricorda che la radiologia del torace è passata da un periodo di fa cili errori ad un periodo di epurazion e, dovuto sopratutto al Busi, ch e denunziò la triade nefasta ·delle velatt1re apicali, delle s trie di Sturtz e dell 'ilite itell 'adulto. Da questa fuse diffitlente si sta passa ndo ad un a fase più attiva. L'ampia ed interessante relazione è di indole troppo tecnica per poter e ere ri a ·' unta.


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(C

APPUNTI

lL PQLJ CLINICO ))

(.A.NNO

XLIII,

i\u~I.

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PER IL MEDICO PRATICO.

CASISTICA E TERAPIA. La pleurite secca. La pleurite secca si manifesta spesse come complicazione di varie m .alattie polmonari, n1entre è piuttosto rara in confronto della forma essudativa come malattia a S·è stante . Ciò è conferm.a to dai dati d ella le LLeralura: così, !Borelius su 179 casi di .....pleuritie · essudati,,a n.e trova soltanto 15 di secca; Fayen , ris1Jettiva111enLe, 917 e 40. E. Slrandgaard (Hosp. stid. e Zeif. f. Tab., Itovembr·e 1936) riporta le osservazioni su 28 casi di pleurite secca, di un ospedale di I\.openhagen, dal 1916 al 1931. Il n1aterial e comprende 15 uomini e 13 c1011ne , di età dai 15 a i 17 anni; solta11to in 3 casi , l 'età era superiore ai 35. Ri'partizione abbastanz.a omogenea in 1utto l 'anro, con una certa preva]enza da ago to ad ottobre . All 'esam e r.linico, in tutti i casi', s fregame11ti. Al1a radiologi.a, n essuna moclific.azior1e in 5 ca ~i; modi'fic.azioni dell 'ilo in 4; dubbie od inattive nei campi polmonari di 14; in 5 casi ch e c]inicam 1ente ·e r.ano da consi'd erarsi con1e pleurite secca , indub·b ie modificazioni radiologicl1e, in for1na di' essud.ato o di infltrazion 0 o di entrambe. L 'eziologia tubercolare era probabjle: in 5 ca i dimostra lisi in seguito tuber colosi; in 2 nei quali la tubercolosi si manifeslò g·ià durante il soggiorno in ospedale; in 5 in cui si aveva essudato. In 2 casi , la forma secca passò poi alla essudaliv.a; n el periodo di osservazione di 2-19 anni, 15 pazienti rimasero sani, 4 per 1 anno; di 3 è ignota I.a sorte; 1 si ammalò di bro11chile fetida. Co1nplessi,Ta 111ente si eb·b e n·el 25 % sviluppo di tub1ercolosi. fil.

I versamenti siero-:0.brinosi della pleura in rap· porto con la t11bercolosi. La mina ccia della tubercolosi p ol1nonare p esa sull 'avvenire di un pleuritico, ma J1ulla di cerlo si può prevedere in base agli' antecedenti personali od ereditari e nemn1eno sull 'abbondanza e la durata del versan1ento . Certe forme di pleurite locale evolutiva e di poli ierositi forniscono però alla tubercolosi un buon conti11genle. Una con valescenza prolung&ta i11 uno st abili111ent o di cura può prevenire in rr1olti casi l 'insorger e di una tuber colosi, od aln1eno , r encl erla m e110 grave. La tubercolosi invade i'l polm one in un periodo d i tempo ch e va da lla scom par ~ a d el liquido al 3~ anno; più raramente fra il 3° ed il 5°, e d ancor più raran1ente dopo. Si localizza generalmente dallo stesso lato, qua i sempre a ] l obo superiore e generalmente unila terale.

Si manifesta nelle varie fornt e, con predilezione come lesioni nodulari a d evoluzione Je11ta ed a sede juxta-ascellare. La p1eura ·è sinfisata n el 90 % clei casi; J1el rimanente 10 % la sinfi i ·è parziale e costiluisce un ostacolo p er il pneumotorace. Il trattamento di scelta dei tubercolosi l)Oln1011ari postpleurìtici rimane quindi , secondo Ch. Hanrion (Th èse de Paris e Carriet méd~ frainç. ?_ se tt . 1936} la cura sen1plice in a n1biente sanatorial e; la frenicectom·ia è efficace 11el 23 % dei n1alati. Le lesioni regrediscono fa ci l111e11te, roa sono soggette a fac ili r ecidive. L ' A. richiama ancl1e l 'attenzio11e su u11a for1na pleuro-pol111onare di primo a cchito, in cui si ha 1' attacco simulta11eo della pleura e del poln1one da lJarte d el bacillo di Kocb. Le lesioni parenchin1ali h anno u11 'evoluzione le11ta , ma la progno i' lontana è oscura; raran1ente il pn·eumotorace è completo e la su a durata è lirr1itata da un.a sinfi si progressiva. Le pleuriti dei tubercolosi indicano la r eazione localizzata di una evoluzion e polmo11.ar e sottostante, più o m eno importante. In certi casi, possono avere un '.azione benefica sul] e lesioni vicine (m ,e ccanic.a, sclerotizza11te e for e batteriolitici.l) . Generalmente sono ben toller at e, ma il loro assorbin1e11to può e~sere il 11unto di parte,n za di un 'evoluzione r ap ida '\er .. o la morle. 1

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fil. Cura del pneumotorace a valvola. L 'ar gomento è ampiam,ente trattato da Cardis ·e Reyt (Anriales de A1éd. , lug lio 1036) in un lavoro di grande interesse pratico. La linea di condotta a·dottata e consigliata d.a gli AA. è la eguente : se possibile esan1e radioscopico pr eliminare do1p o controllo 1nanometrico d ella p·r essione endople•u rica per i)recisare i'l gr.a do della ipertensione e del collasso polmonare. Pur limitando la di ~ cussione ai pn eu1notoraci a valvola (e cioè con asp,i razione di aria dal1'albe ro b,r onchiale alla p]e ura rna sen.~a possibilità di scarico d ell 'aria s tessa dalla IJleura ai bronchi) gli AA. rilevano ch e in un discreto 11urn ero di casi la disp11ea non è gra,re e si assi te alla regressione ... 1)011 lanea della sindron1e. In ùn secondo gruppo di casi la dispn ea è nlolto intensa, angosciosa. Bisogna dare oppio e cardiocineti ci· è utile anche limitare la n1 0' . bilità toracodia frammatica con una fasc1alur.a del torace in espirazione forzata. La 11egatività pleurica non raggiung·erà più in tali condizioni g li alti valori necessari a far aprire la \ alYo]a pneumotoracica. Nei casi di dispnea intensa e progressiva bisogna intervenire d 'urgenza. Se vi è u11 pi;ieumotorace terapeutico conlrolatera le, conviene piutto to d etender e quello, ch e il pneun1otorace 1

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SEZIONE PRATICA

a valvola, che la compressione finirà per chiu- si1Jtomatico allergico, i11odificabile con l 'introdere più facil1nent e cl1e la deco111pres ione. cluzione d ell 'antigene tuber colinico. Altri111enti bisogna togliere aria dal lato d el Nei primi gi'orni d·ell '.attacco di r eumatismo pneumotorace a valvola. A questo scopo gli articolare acuto, esiste p erò uno stato di anerAA. consigliano di applicare stabilmente un gia manifestantesi con la negatività della cutrequarti a val vola da essi stessi pro posto, che tireazione, la quale diviene in seguito positiva. consenta 1'uscita de ll 'aria dalla pleura quando In questo momento, e in particolar modo alaun1enti la pres ione oltre O ma non l 'in! 'in izio della convalescenza, l 'introduzion e di gresso d 'aria n ella pleura, quando clopo un J.Jiccole dosi di tubercolina solleciter ebbe la forcolpo di tosse, la pression·e diven ga fortemente n1azione di anticorpi più abbondanti, in modo r1egativa. A un certo punto sarà possibile sosti- - cla combattere la bacillemia e l 'eliminazion e di t11ire la valvola con una chiusura s tabile, e algermi e da imp·edire le recidive. lora non basterà ch e so,r vegliare la guarig·ione M. FABERI. de1 pneumotorace. La presenza d,e} tr·equarti con sente di n1isuI tumori primitivi del rachide. r ar e la pressione endopleurica og·ni \1olta che J. Bondreaux (Jour1ial de Chir., T. -18, 11 . 0, lo si ritien e opportuno. Ammesso di avere a set tembre 1936, pag. 352) ha avuto occasione disposizione il trequarti proposto dagli AA. il di osservare 11 tumori primitivi d el r achide: loro m etodo curativo è preferib,i le agli altri , per 1 i11idollociton1a, 3 tun1ori a mieloplassi, 3 angli evident i v.a ntaggi di sem.p.Jicità -e praticità g iomi , 2 condromi ed un tum.o re cis tico solitach e gli sono propri. rio, tutt~ a ccertati isto.l·o gicamente. 1\11. COPPO. Oggi si· calcola ch e i tumori primitivi del r uchide si.ano 100 volte più rari di qu ~lli seIl trattamento dei diabetici tubercolosi. condarii. T . l{aiser (Zeit. f. Tuberkul,ose, vol. 76, n . I tum-0ri maligni primitivi del r achide un 2-3, i1ov. 1936) fa rilevare il pericolo cl1e pretemp·o erano ritenuti sar con1i cla ssici , termine stnta 1'jnst1lina t1ei diabeti ci tuber co los i di u11a oggidì impreciso•. Si sono riconosciuti n1ielomi, certa età. Iliporta le storie di 5 p·azir.nti , l 'uno ·arcomi di Ewins, osteosarcomi, flbrosar comi, di :1:0 .anni, gli altri' oltre i 50, i11 cui il tratta- cordami. I più frequenti sono i primi , e col-: m ento insulinico fu seguito da e1nottisi morpiscono parecchie Yertebre, lascia ndo integri i tali e di un a ltro, pure di una ci'l1quantina di schi cartilaginei. I cordami a localizzazione d 'anni in cui la tuber colosi prese un d ecor so e1ettivame·n te vertebrale son o più frequenti nel rapido ch e portò alla morte. segm ento c·ervica1e. Tra i t.umori b·enigni si debbono ricordare Si d eYe quindi andar molto cauti' col tr,attaqt:elli a mieloplassi, gli angiomi, i condromi. n1ento insulinico nei diabe tici tuber colosi di una certa età: rinunciarvi del tutto , oppure , Eccezionalmente si possono· trovare fibron1i periostali , osteomi, tumori cistici . somministrarla a dosi piccole e soprattutto i1on La diagnosi di tumore primitivo del racl1ide prefiggersi com e scopo di far e scomparire raè fa1ta per eliminazione , oltre del morbo di pidamente la glicosuria, tanto più ch e il coma Pott. di tutte le altre affezioni distrofiche (mordiabetico è eccezionale n ei tisici . Invece, nei giovani in cui lo s tato polmonare b o di P.a get e di Recklinghausen ecc.). Il trattamento dei tumori maligni d eve essef:.t spe rare una gua rigione, si sor11rr1jnis trerà r e rontgent·erapico,, meno ch e per i cordami. l 'ins11lina (in 5-6 volte n ella giornata a dosi non superiori .a 24 unità) e si d aranno almeno Tra i tumori benigni è possibile l 'exer esi sol60-70 grammi' di carboidrati. Se è n ecessa rio , Lento n·e i condromi ed osteomi. Negli .angiomi fil. vi ·è indicazione all'operazione solo per comsi farà il pneu1notorace. pressione. Sicchè in q~esti , com e n ei tumori Teoria e pratica del trattamento tubercolinico a mi eloplassi, è consigliabile la rontgenterapia_ V. JuRA. del reumatismo. 1

La cura salicilica sarebbe d.a consj derarsi sempre con1e specifica n el reun1.a li m o. La tub er colina tuttavia rappresentereb·b e, secondo C. Reitler ( vll ien.. J{ lirt. 'Jtfi oah. , n. -!4, p. 13'29, 30 ottobre 1936), il m ig liore alleato n ella lotta contro la mal.attia. L ' A. si fonda , per emettere tale asserzione, s11gli s tudi di Lowen stein e suoi, secondo i qua li ta11to il r euma tisn10 articolare· acuto, q11.anto ].a poliartrite cronica progressiva sar ebb ero manifestazioni di una bacillemia t11bercolare. Ciò ammesso, è logico ch e il r eumatis1no 110 sa esser e con siderato com e un complesso

Le poliradicoloneuriti. De Morsier e Steinn1ann (Presse AI édicale, n. 94, 21 novembre 1936) riferiscono due casi di quelle poliradicoloneuriti definite dal Dechaume, in base al r eperto anatomo-patologico, come sch,vanniti e caratterizzate da poliradi coloneurite .a cuta con inter essam ento più o m eno n1arcato dei nervi cranici e con dis ociazione albumina-citologica nel liquor. I due casi bann o presentato un decor o clinico di, er o. aiac- · cJ1è mentre il primo si è risolto nella guarig ione, come avviene per lo più in que te forme n1orbose, il secondo inv.ece è terminato con 1


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« IL POLICLINICO »

l 'obitus per asfissia dovuta a lesione de i nervi respiratori. Sicchè gli AA. distinguono due forme cliniche principali di questo processo morboso: 1) una forma curabile; 2) una forma ad evoluzi'one fatal e, che all'inizio non si può distinguere dalla precedente e che produce la morte per lesione dei nervi respiratori. Riguardo poi alla patogenesi distinguono tre gruppi di poliradico.J oneuriti : 1) la malatt.i'a coincide con un focolaio infettivo; 2) ]a malattia si verifica durante una n1alattia infettiva generale; 3) la malattia non si accompagna ad infezione nè. localizzata nè generale: in quest'ultimo caso si può parlare di una lesione primitiva da virus neurotropo. Dello stesso argomento ci siamo occ upati nel n. 49, pag. 2225 . F . TOSTI .

TECNICA

MEDICAo

Per l'ileYare l'itterizia latente od iniziale. H. S. Broàribb e E. R. Gulli11an (Lancet, 1~1 36 , n . 58·8 3) rilevano che la colorazion·e itterica della pelle o della sclerotica si ha soltanto quando il contenuto di bilirubina n,el sangue raggiunge 2 mg. %. D'altra p.arte, si deve tener pr·esente che già un lieve aum.e nto del contenut9 normale (mg. 0,04-0,1 %) può essere connes o con notevoli lesioni epatiche. Da ciò; la necessità di un rivelatore più sensibile ch·e la colorazione cutanea. Gli AA. consigliano il seguente procedimento . Iniezione intradermica di una soluzione ster ile contenente mg. O, 1 di istamina, da farsi c on un ago molto sottile . Dopo 5-20 minuti, si ha la formazione di una vescicola rotonda c on un alone eritematoso, con delle irradiazioni. La p rova è positiva quando il colòre della vescicola è più giallo delle cute circostante oltre l'alone; se la differenza è dubbia, la reazione è negativa. Quella positiva si ha con un c ontenuto di bilirubina di mg. 0,5 %. Nell'itt ero emolitico, la reazione si ha con un cont enuto di' bilirubina di oltre mg. 1, I %. La quantità di istamina da iniettare non deve .oltrepassare mg. O, I. fil.

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~UM.

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ricordato, nel caso di ulcerazioni multiple, c~e si possono avere delle immag ini a fiamme , a speroni , a teste di chiodi, a ramo di vischio , produzioni dendriformi, a denti di sega, a dolmen. Oppure a creste di gallo, o listerelle isolate, doppio contorno rettilineo o discontinuo. It1 altri· casi si hanno solo aspetti finem e11te granulari, macchje sospese. Nel caso di edema infiammatorio si avrebbe solo scomp·a rsa delle pliche, o aspetto leggermente ondulato del bordo, o aspetto a fisarmonica. Com e segni indiretti: nella congestione della mucosa si hanno allargamenti delle pliche; per indurimento della parete si avrà beanza e invariabilità del ic alibro intestinale con scomparsa ·e ventual·e degli austra. Altri segni indiretti sono: la pneumatosi esagerata, la cattiva impregnazione colloidale, l 'aspetto granulato, mar111orizzato, in cirri. Poi l 'acceleramento del vuotan1ento, oppure gli spasn1.i totali o segmentari, arresti ten1})0ranei al moto retrogrado, incisure, anelli, tunnels, aspetti moniliformi, a salciccia, nastriformi, a rosario. Ed infine la localizzazione del dolore alla palpazion·e del colon sotto lo schermo radiologico. 1

L.

·T ONELLI.

MEDICINA SCIENTIFICA Effetti tardivi dell'asportazione della n1ilza nor· male.

E. Ask-uprr1ark (Svertts. Liikaresiil. Handl. e l1ritis7i med. journ., 21 marzo 1936) riferisce s1 t 100 casi personali, seguìti i:ier un periodo di tempo da I a 27 anni, nei quali era stata .asportata la milza, da ritenersi norma1e; per 99 di essi si trattava di rottura traumatica; in uno la milza ·era stata asportata perchè mobile. In 22 casi, si trattava di donne. P·e r la maggior parte, i pazienti erano giovani adulti; 21 erano invece in età dai 2 ai 10 anni. A questi e.asi personali, l 'A. ne aggiunge altri 94 raccolti dalla letteratura. !F ra entrambe le serie, si ha notizia di 11 morti, dovute per 5 a tubercolosi polmonare e, p·e r gli altri ri's pettivamente appendjcite , traun1a, trombosi delle coronarie, influenza e polmonite; in un caso, non si potè stabilire la causa della morte. NOTE DI RADIOLOGIA In nessuna delle due serie, si trova un auRadiologia delle coliti ulcerose. n1ento di' suscettibilità alle infezioni od ai tuOggi giorno la tecnica radiologica moderna n1ori maligni sebbene, per quest'ultima mapermette dei risultati che altre volte parvero lnttia la maggior parte dei pazienti non aveva impo~sibili. Oggi si ricorre al clistere classico aJ1cora raggiuntà l 'età del cancro. c on sospensione di bario, e per di più ai cliSi osserva, invece, in parecchi casi una tensteri colloidali (umbrathor, diagnothorica, col- denza all'esaurimento; frequenti sono an che le lothore, ecc.) ch e permettono finezze di e.same n1odificazioni del sangue, specialmente eosinofilìa e mononucleosi, nonchè disturbi n el sisteprima ignote . Kadruka e Audeoud (A rch. des mal. de l'Ap- ma digerente e del peso del corpo. L'A. conclude ch e, pe~ ragioni anatomiche, . par. dig ., n . 4, 1936) dopo un lunghissimo e fisiolo giche e cliniche, la milza normale non accurati simo studio vengono a divider.e il quadro radiologico delle coliti ulcerose in imma- . deve essere asportata, a meno ch e non sia asfil. gini dirette e segni indiretti. Tra le prime va solutamente necessario. 1


[ANNO XLIII, Nu~1. 51)

2'355

SEZIONE PRATI CA

POLITICA· SANITARIA E GIURJSPRU.DENZA.t•); I,tesponsabilità dell'a~ministrazione ospe· daliera pe1· fatto colposo di suoi impiegati.

Ma, avverte la Corte di Cassazi'one, « il principio della incen sur ab·ilit.à dell 'attività svolta dalla p . .a. nella sfera della sua a ttività discrezionale, non trova ~pplicazio.ne sia quando nor1

La responsabilità della p. a., per atto o fatto 1na l1egislativ;a o regolamentare segn.i esp1~ess.a ­ ill·e cito, è argomento di i11olt e discu ssioni e, niente i co1ifini eri.tra ou,i debba l'amministranei casi con cr eti , ·è varian1ente intesa, condi- .- zione stessa · c.ont.enersi, sia q·u.ando l'amminizionata e limitata. ·Quando il danno sia effetto strazione stessa si impone una determin.ata didell 'azione o d·ella omissione di u11 impiegato , sciplina, vincolando la propria condotta ·e d il l 'amn1inistrazione i1e risponde indirettan1ente, n1odo di esercizio del suo p.o tere, sia infln.e· con1e per fatto altrui , nel senso d ell 'art. 16·59 quando Ea detta a1m minis1trazione abbia violato C. C'. p. oyn·i rego la di elemen.tare prudenza, di quell a L'orientamento attuale della g i11risprudenza i)rudenza cioè ch e si in1pon e quale g·uida coesclude ·questa ipotesi di resp-0n sab·i lità aquistante ed ind·efettibile a cl1iunque d ebba opelian a.- Si considera che il funzio11ario agisca co- rare n el n1ondo ester110, ve11e11do in relazione 111e r appr esentante dell 'an1ministrazione, nelcon a. l tri t'logg·etti ». 1'ese.rcizio d elle sue fu11zioni. Dunque, responSe il funzio1n.ario vio1 a norme giuridiche stasabilità diretta, per fatto p roprio. Ma qui non ])ilite dalla legge o i1or111e di condotta fissate cessano J.e incertezze e i dissensi . L 'amminidalla stessa amministrazione, o regole di e]estrazion e esercita servizi pubblici e svolg·e attin1entare prudenza, S\1 olgendo attività n ~ll 'eser" ità discrezionale: è am.m esso il contr atto di cizio delle sue funzioni, per le finalità <li I't1hquesta attività? In quali casi ? Ecco un delicato blico inter esse alle qua li sono preordinate·, i ·aproblema di Jin1iti. Lo vedren10 meglio in rezione o l 'omissio·n ·e di lui è riferib·i le alla p. a. lazione ad un c.a so con cr eto , per se stesso n1olto e la inipeg na direttamente: è il caso de Jl 'iingrande. l)ieg.a to ospeda liero ch e presta la sua opera ad Tizio fu rico·verat.o in ospedale e contrasse un degente ricoverato n ell 'ospedal·e e cagiona infezione luetica p·er causa di trasfusione di un danno p·er fatto colposo dipendente dalle sang u.e (infetto) non preceduta da analisi Wasinosservan ze di do \re1·i sopTa indie.ate. S 'intencle ser1nann. Promosse giu·dizio contro l'Ospedale cl1e, se il sanitario agisse fuori del} 'esercizio peT titolo di responsabilità d erivante da colpa de Ile su e funzioni, sen za il potere di rappresentanz.a, non \rincolerebbe l 'an1ministrazione·, per dei sanitari. La Corte di Cassazion e, con se11tenza 19 giugno 1936, n. 2143, ha premesso r esponsabilità diretta o incliretta, m.a egli rich e l 'Ospedale è un ente di diritto pub·b lico, ~pond·e del fatto suo. ch e esercita funzioni di assistenza e beneficen za, con fin.alità di carattere social e, nell 'ir1Mentore, necessario a tutti .1 Sanitari Italiani: teresse general e d ella collettività, entro un ordinan1ento giuridico prestab·i lito, regolato da Nuovo Testo Unico delle Leggi Sanitarie<·> norm·e cli diritto, p ubblico e con attivit à c he è (•) Riportian10 dalla pregevole << Rivista Sanitaria Sici1iana », soggetta a controlli am1ninistrativi. Il rapr)orPalermo, 1935, n. r. gennaio: t.o, tra l'Ospedale e l 'infer rr10 n on deriva da un « Con accurata veste editoriale è stato pubblicato con molta soltecitudine · dall' Editore Potzi di Roma, il Nuovo Testo Unico contratto di diritto p rivato, con1e quello cl1e, delle Leggi Sanitarie, C'Jn ne te ed aggiunte di due noti compeor per es. si costituisce tra la casa di cura e l 'intenti nel campo della legislazione sanitaria : l'On. Dott. Ari, fermo in essa ricoveT.ato. La IJ. a., eser citando stide Ca1·apelle, Con~gliere di Stato, e il p,•of. Alfredo Jan nitbi funzioni di assistenz.a ·e benefi cenza, volge una Piromallo, Consig!iere di Cassazione. « Questo pregevole volume, che fa parte della Collana de attività descr·ezionale, la quale, entro certi liIl PolicJinico " , costituisce un ·sobrio ed accurato shldio dellemiti, non è soggetta al sindac.a to dell 'autorità ''varie disposizioni di 1 legge, tale da potere dare una direttiva siO: giudiziaria. La insindacab·i lità non è, dunque , cura per l'interpretazione delle disposizioni stesse, assoluta Inf.att.i ] 'infermo lia diritto .al mante<<IL commento darà certamente modo a tutti i sanitari che vor• • di giovarsi di tutte le chiarificazioni date dal r1in1ento. e alla cura e l 'an1ministrazione ha ranno consultarlo, - linee fondamentali, --due commentatori : esso serve ((a dare le lopoteri non discr ezion ali , ch e sono anch e dogkh~ e giuridiche affinchè colui che è chiamato ad interpretar.r veri, d ei qu.a li l 'ordina111ento g iur idico in11)one ed applicare le leggi, sappia come regolarsi, facendo buou uso la osser\ranza. Il ricov·erato non l}l l Ò pret€ndeTe d-;fla propria logica e della parola della legge ». << Riteniamo pertant'.J utile consigliare J'ae41uisto del Manualw di ess€r e mantenuto in un modo piuttosto che cui non m ancherà il dovutb, meritato successo "· in un a ltro , di essere curato da uno o da altro Palermo, 1° gennaio 1935. FERDINANDO SALBIATA nledico o trattato con i).ar ticolari metocl i di Volume tasca"ile. d1 pagg. Xll-720. Prezzo: rilegato in tela c.:urçt: questa attività appartiene all'attribuzione L. 4 5 : in brochure, L. 4 O. più le spese postali di spediz.ione. discreziot1ale de11 'ammin istrazione ospedaliera, Per Q"li a l-ihonati al "PoUclinico». rispettivamente sole L. 4 0 la qu.ale predispone i n1ezzi necessari ed utili , rilegato, e sole L. 3 6 in br1chure . cnn s pedizjone frane<> <lssun1endo perRonaJ e idon eo , con i)rocedin1e11- di port .... . to regolato dalla legg~e , cor1t ~ol~andolo e a1)p,reinviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI. Ufficio Postale Succu:-sa'e diciotto. Ro1na . stando anc11e i r11ezzL 1nater1a11. 1

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(• ) La presento r •Jbrioa. è affidata all'avv .

GJO\' ANNI SELVAGG I .

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esercen te in Cassa zione. eone. leg. del nn-4tro pertodioo.


2350

cc JL POLICLINI CO »

:.:\ N'\O

XLIII, Nul\r. 51]

NELLA VITA PROFESSIONALE. MEDICINA SOCIALE .

Assicurazioni sociali.

Alla Ga111era d ei Depl1lati il 9 dicembre si è di scu s·so un disegno di legge .r jgt1arclante la proroga dell'entrata in vigore del R. clecre lo 17 agos lo 1935 sull 'assicurazione oh bligatoria contro gl 'infortuni sul lavoro e le m alattie professionali. Il relatore on. Gastellino os·serva che la legge sull 'assicurazion e obbligatoria, eccelle11te sotto ta11ti .a spelli , presenta delle lac u11e, perchè mentre con. te1111)la tutli gli infortuni , consiòera i11vece solt a11 lo ·sei inalaltie profess ionali. Rileva che la legge fond amen1ale su gli inforlu11i ri sale al 1904. Essa pose co111e condizione per il risarcin1en to I ·'occasjone di lavoro e la causa violcn la, includendo nel concetto di questa ultin1a a11chc la causa virule11ta. La legg·e, abbastanza buona , ha dato luogo a molt~plici questioni, alçu11e delle quali non a11rora clefinitivan1ente ris olte. Go11 su ccessive norrr1e si è diviso il campo tra jnfortuni veri e propri e ni.alattie professionali ed il Regime, in omaggio alla cc CaFta ·clel Lavoro», .cli·sciplinò n el 1929 la 1nateria con la maggiore JJuona Yolon t~, ma pur senza raggiungere risulta ti J•Grfelti. Bisog11a, fra l 'altro, adegu are .la legislazione in fortt1nistica alla particolare situazione clei nos tri ltJ.Yora tori. Così, invece del pomeriggio del saba lo, m eglio sa1·ebbe disporre la sospensione del lavoro la m attina del lunedì, dato che nel nostro Paese i lavorato.ri si stancano di più proprio la rlorr1eni ca, epperò la maggior quantità di infortuni ·si Yerifica il lunedì. Altre osservazioni potrebbero tarsi per le malattie del lavoro. Con il Regio decreto 17 agosto 1935 si con1pie u11 gran passo innanzi ; sen on chè un 'entrata in vigore im1ne<lia la delle nuove norme ci troverebbe in1preparali, perchè difettano gli organismi opporl u11amente attrezzati e soprattutlo i m e'dici es1)erti. L 'O. ritiene, pertanto, che sia conveniente prorogare l 'entrata in vigore del decreto. Presenta un .emendamento al disegno di legge in cui la proroga, già fi ssata al 11) g·ennaio p. v. viene invece detern1inata al 1° luglio. L 'on. Lantini, l\ilinistro delle Corporaz ioni , rispo11dendo, rileva che la materia delle ass~cura~ .zjoni per gli infortuni e le m alattie profess1onal1 si d eve r egolare non soltanto dal punto di vista rr1 eclico ma anche da quello amministrativo. Il Govern~ fascista e gli istituti corpor a Li vi hann o se111pre inesso la maggiore attenzione alla tutela della alule 'd ei lavoratori e sono pronti ad accogliere tutte le proposte destinate a n1igliorarla. Per ques to motivo il 1\finistro accetta l 'em enrlan1e11to ma limita tament e al 1° aprile. Si approva.

••• Alla Camera d ei Depu la1i l '11 dicembre venne po:, lo 1n di cu ion e il decr e to relativo alla ge-

·s li one dell 'assi curazione con lro gli infortuni sul Javoro, i casi cli inalattie tropicali ed i rischi di gt1erra per la ma110 d 'opera impiegata i11 Africa Orientale. L 'on. Laudi nota ch e questo provvedimento rappresenta u11 altro passo nella realizzazione del1'assistenza e della tutela che il Regime sta org<• t1izza11do con progressione a favore 'd ei lavoratori nell 'Africa O~ie11tale e cl1e hanno avuto inizio già n ella fase preparatoria dell'impresa africana . E so realizza infatti un 'estensione nel criterio assicurativo, una r11aggiore garanzia nella liquidazione delle a·ssicurazioni. Rii iene opportuno, però , cl1e l'Istituto assicuratore si orga11izzi per maggiore decentrame11to, coadil1vato, se mai, dal Patronato nazionale per l 'assistenza sociale, organo d elle Confederazioni dei lavoratori e che ha i proprii uffici in Africa Orientale, presso le Feder;izior1i fasciste, per guisa che si possa ottenere l 'atLu azione delle nor111e di legge inòipendente1nente d a ogni interesse as:sicu.rativo. Il perfezionamento delle assicurazioni sociali in Africa Orientale Itali ana, dovrebbe realizzar si con l 'es ten sione delle provvidenze alle categorie che attualmente sono e~cluse d alle ass icurazioni e procedendosi ad una opportuna unificazione di tutta la materia assir 11rativn. Sara11no così ancor meglio garantiti i laYoratori che si avviano verso i nuovi territorii ([ell 'Impero e che po·ssono veramente essere considerati come soldati dell 'Italia imperiale.

••• Il Con siglio d ei ~Iinistri, nella seduta dell '11 diren1bre, ha approvato u110 sch e1na di Regolamento per l 'esecuzione del R. D. L. 17 agosto 1935-XIII n. 1765, concer11ente l 'assicurazione obbligatoria degli infortuni sul lavoro e 'd elle m alattie professionali. Il provvedini.enlo detta le norme e stabilisce le formalità necessarie per l 'applicazion e della riferma legislativa dell 'assicurazione obbligatoria contro gli infortu11i ·sul lavoro e le malattie professionali. Esso contiene clisposizioni di particolare rjlievo come quelle relative alle prestazioni eco11omich e e sanitarie d ell'assicurazione, che comportano una radicale innovazione nel regime della tutela infQrtunistica, affermandosi il principio (lell 'obbligo dell e cure a favore degli infortunati per il ricupero della loro capacità lavorativa, e le altre della corresponsione dell 'indennizzo in rendita, per compe1tsare in maniera .costantemen~e aderente il danno economico derivante dal s1rListro. Con l 'approvazione di tale provvedimento la riforma d eJla legge infortuni , che cos tituisce uno elci capi-saldi ch e in materia di previden za sociale ha fissato la dichiarazione XXVII clella Carla del L~ voro, potrà al più presto entrare i1ella su a fase di applicazione.

• •

Il 12 clicembre si è riunito il Consiglio d 'am n1inis trazione d ella Fecl eraz ior1e nazionale fa·scist a


[ANNO .\LIII,

NUl\1:.

51J

SEZIONE

d e11 e Casse mulue di n1 alnllia clell'induslria, a1 quale banno partecipalo i rapprese11tanti delle associazioni si11dacali, del Partito, del Ministero delle Corporazioni, della direzione generale della Sarutà pubblica e del Sindacato nazio11ale fascist a d ei inedici . Il presfdente, clopo aver riferito dettagliatamente sull 'andamento dei servizi amministrativi, sani lari, statistici della Federazione e sulla ge·stio11e dell 'E. N. A. T. e del fondo assistenza lavoratori dell'A. O. I. , h a messo in rilievo come, attraverso l 'opera di due anni, si ·sia co1ninciat o a rintediare ai difetti ch e presentava questo settore del sistema assistenziale e previdenziale del Fascismo e si siano cr ea le le basi per affronta.re i con1piti ch e via via si van110 pre·se1rlando all 'azione della Federazione. Il presidente in proposito ha illustrato l 'attività sYolta dagli uffici provinciali per assicurare l 'assistenza ai 2 .229. 750 iscritti, soffermandosi in nlodo p Drticolare sugli esperimenti dell 'assistenza ai fan1ilia.r i e sulla funzione ·sociale degli ambulatorii delle Casse ch e polran110 validamente affiancare l'opera degli uffici di collocamento per quanto riguarda una più accurata selezione per l 'assegnazjone dei lavoratori alle varie professioni. Notevole è, inoltre, l 'attività nei confronti dei reduci dell 'A. O. I. per i quali, attraverso le organizzazioni nazionali e quella creata « ex novo » n ei territori dell 'Irnpero, dove si so110 aperti uffici ad Addis Abeba, Asmara, Massaua, Mogadiscio , Gondar, Harar, Dessiè, già si ·sono svolte 18. 763 pratiche di malattia.

AMMINISTRAZIONE

SANITARIA~

Profilassi delle malattie veneree. Il ~Ii11is tero dell 'Interno (Direzione Gen. Sanità Pt1bblica - Divisione , -I C. - Sezione III) ha diramato ai Prefetti del Regno ed al Governatore di Roma la segu ente circolare n. 143 in data 21 110ve1nbre 1936-XV: La r ecente riu11ione tenutasi a Roma dalla Societ à Ilali ana ·ai Dern1atologia e Sifilografia , in seguilo alla quale venn ero for1nulati voti per l 'increme11to di la]u1ti serYizi antivenerei, dà motivo di pro·s pe ttare a1le l~ E. LL. alcw1i punti ch e - fra gli altri - m eritano particolare considerazion e. Dispensari antive n er ei. Le segnalazioni })8fvenu te dalla predetta Societ à e cl1e, per altro, trovano riscontro in analogh i rilievi accertati, in ocCél ione di ispezioni compiute i a cura di questo Ministero, denotano, n ella m ag·g·ior par te di d et te istituzioni , deficienze e n1a11chevolezze, atlribuibili, fra l 'altro, al mancalo irnpi ego, nell e spese cli funzio11a1nento da pa rte delle Am111in istrazioni i n teressale, di luti a la quota cli loro spettan za, a i sensi ·ae.Ile dispasizioni i11 vig·ore. Ciò preg·iudica Je fi11 alìl à igienico- ociali cl a perseguire, rende11do difficili, a cau sa della defi ciente attrez1att1ra tecnica e terapeulica, la pronta d iagnosi e ]a cura efficace degli ir1dividui , affe tti cla n1alatlie veneree. Occorre, pertan lo, cl1e le EE. LL . richi amino su quan1 o sopra le ::-te.. se An1111inislrazion i, percl1è

2359

PRATICA

1>rovvecla110 a for11ire i di spensari di quanto occorre per jl loro n1aggior rendimento pratico. Ai fini economici, il funzionamento clei 'dispensari non dovrebbe essere autono1110, ma i m ed es imi ·si llovrebbero an11ettere ad istituti ospedalieri, che dessero il necessario affidame11to, sia per locali ch e per suppelle ttile tec11ica. Per quanto riguar<l a gli accertamenti di ag110 lici cli laboratorio, rr1icroscopici e sierologici, si ricorda ch e - qualora il Di spen sario non sia in grado di espletarli, specialmente per quanlo at1iene alle prove sierolog·icl1e - rientra nelle n or1T1 ali a ttribuzioni delle Sezioni micrografich e dei I.,a})orntori Provinciali d 'Ig iene e Profila ssi di e·seguirli gratuitan1ente, lrattandosi di esami n ell 'interessc della pubblica profilassi . Accertarnenti diagn osti ci. -

Obbligo dell'assisten za graf ui ta dispensariale. -

,Si deve, in proposi to, m ett ere in rilievo l 'obbligo che incombe ai Dis1)en sari ' Ovvenzio11ati dallo Stato circa l 'assis tenza g ratuita per tutti quelli ch e li freque11lano, ·sia110 abbienti o poveri, g iacch è, in caso contrario, si co111pie un abuso da parte di chi li dirige, a11ch e in contrast o con i patti contrattu ali fra il Mi11i stero e I 'Ente, ch e 11e ass11me Ja gestione. ' Non va trascurata, poi , Ja funzione sociale, devoluta ai dispensari e cioè ' ' l 'attiva propaganda da svolgersi dai "d irigenti di' e~si , ia i11 occasion e d elle con sultazioni clinich e ' sia median Le di·stribuzio11e di opuscoli, decaloghi, sll1 mpe illustranti la difesa contro il 1)ericolo ve11rreo , sia infine median te conversazioni spicciole chl• - analogamente a qua11to sinora si è fatto dovrann o essere intensifi cate fra le organizzazioni gjovanili e tra le masse operaie, previ accordi con l e con1peten ti Autorità, e sempre d 'intesa con 1'I pe ttore Dermosifilografo Provinciale, clove egli e iste. Addestramento I eori co-1Jratic·o dei sanita ri condo tti. - Ai fini di un ma gg·iore addestramento dei sanitari adde lti ai servizi di condotta, dovrà essere favori la, quanto più possibile, la frequen za d ei merlesimi ai cor si òi aggiornamento, ch e saranno eventualmente tenuti presso le RR . Clinich e Dermosifilopat iche U11iYersi tarie . Pubblicità sanitaria. ~ Si richiama infine la i)er son ale attenzjone delle EE. LL. ulla pubblicità sanitaria a m ezzo della lampa o in qualsia·si aJ tro n1odo. Al riguardo le EE. LL. vorranno vigilare affi 11ch è ogni inserzio11e pul)blicilaria riguarda11te sia i gabi11et li medici che i preparati antiYe11er ei, ven ga preYentivan1en le autorizzata a 11 or1na cli legge, tenendo prese11ti le is truzioni ripelut a1ne11te impar tite, in mo.do cla i111pedire ogni a(fer111azion e I1011 con so11a alle acquisite conoscenze scien tificl1e sui metodi cli 1)rofilassi e di cura delle ntalattie "\"eneree. Tornerà gradito un ce11110 di assicurazione dell 'ade1npin1ento di quanto sopra e, a suo ten1po, cli rj ceYere n otizi e Sl.1lla effet li' a azione SJ)iegata per il rnigliran1en lo dei ·serYizi, oggetto òel1a pre.. c11te cir colare Propaganda edu cativa. -

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2360

[AN~O

« I L P OLJCL11\""1CO »

iNSEGNAMENTO SUPERIORE Conferin1ento di libere docenze. Con la sessione dell 'anno 1936 entrano in vig0re le nuove norn1e sulla libera d ocenza, e1nanate col R . D. L . 20 giugno 1935, n. 1071. Secondo tali nuove n or n1e l 'abilitazione alla lib e ra docenza può essere con cessa soltanto p er qu elle materie alle guaii corrispondano in segnan1e11ti cos titutivi ·d alla 1'"'acoltà. La legge fi ssa quali siano t ali insegn amenti costitutivi e quali sia·n o gli in segnamenti complem entari. Il Mini'stero hn facoltà d"i determinare an11ualmente, per quali delle n1at erie costitutive possa essere ro11cessa l a libera docen za. Il numero delle liber e t1ocenze che ogni anno possono con ced er si , è anche fi~sato dal ~Iinistero. Ogni aspirante deve aver con seguilo l a lau rea d a almeno 5 anni ; tuttavia da tale disposizione si può prescindere, come pure dal pos·sesso della l aurea, tratta11 dosi di s tudiosi ch e abbiano più di 40 anni . Le Commissiou i giudicatrici saranno comp oste di cinque men1bri e il loro g judizio non sarà più un semplice g iudizio di idoneità, ma un g·iudizio ' di carattere comparativo in modo eh~ soltanto i piii meritevoli 1 entro il nu1nero fissato per ciascuna 1nateria, potra11no ottenere l a libera docen za.

Nuove disposizioni del Consiglio dei Ministri. Il Consiglio dei Ministri adunatosi il 9 dicembre ha approvato u110 sch ema di decreto-legge conten ente clispo·sizioni aggiuntive alle norme sull 'i struzion e su periore. De tte dis posizjoni riguarclano: a) la facoltà di assegn ar e ai Rettori d elle Università e ai Dire ttori d ei Regi Istituti superiori, una indennità annua, variabile d a un minimo di I.... 6000 a un massimo di L. 20.000 ; b) l a facoltà ai professori straordinari , che abbia110 prest a to ser vizio militare durante il p eriodo d i straordinariato , di chiedere che il giudizio per la promozion e ad ordinario si a ritardato ai un pc.riodo corrispondente alla durata del serYizio st esso, sen za ch e t ale ritardo influisca sulla decorr enza della pro1nozion e; e) l a misura delle t asse col astiche universitarie, l a qual e vien e fissala in dipendenza d el nuovo ordina1nento didattico, non più in relazione alle Facoltà e Scuole, ma in r elazione ai sin goli corsi di l aurea o di diploma; d) la concessione della dispen sa dalle t asse agli orfani, ln11lilati e invalidi di guerra e p er la causa i1azionale; e) la f<1coltà di st abilire con ordir1ar1za minjsteriale norn1e speciali per il con ·seguin1ento dell 'al>ilitazio11c alla libera docenza da parte di c<> loro, cl1 e, prese11 ta la la d o1na11da nei termini prescr i l li, ~ i troY ino in 1\ . O. I . per e igenze di carrillere 111ilila r e .

Xl.III,

NUl\I .

51]

CONCORS I. POSTJ VACANTI.

MACERA'rA. Amministraz. Provin c. Scad. 15 genn. Soli titoli scientifici ; un pos to di ~ledico Primario presso l 'Ospedale P sichiatrico proYinciale di S. Croce in Macerata. Stip. L . 11.400. quattro quadrienni L. 600, serv.. a lt. L. 800, supple111. ·servizio attivo L. 1950,. c. -v. Alloggio con illumin az. e riscaldam. Età limite al 25 novembre, anni 35. Tl.lssa L . 50,20. Rivolgers~ all 'A1nm.ne Pro,inciale. PIACENZA.

CoTlJSorzio P1,ov inc . A1ititubercolare . -

Scad. 31 gen ., ore 17; titoli ed esami; m edico direttore del consorzio; stip. 27.000 e 5 quadrien;ni decimo, in"d ennità trasferte; inibizione libero esercizio ; è consentita l a co11su] en za sulla specialità ; età limite 40 anni al 25 nov. Chiedere copia del bando di concor so. Rivolgersi alla segreteria, via Garibaldi 50. È anch e va,cante il posto di assist ente sanit{lria vj si talrice del Di spensario antitu]). di Piacen za. Rol\tA. Ministero d ell 'Intern o. È revocato il concorso a 3 posti di me.d ico provinciale aggiunto di seconda classe indett o con Decreto Ministeriale 6 febbraio 1935." È aperto, con D . M. 25 ·sett. 1936, u11 concorso p er esami a 13 posti di medico provinciale aggiunto di 2a. classe; annuo stipendio di L 12.200, supplemento servizio attivo L. 2200, aggiunta di famiglia e r elative quote complementari. Sono escluse dal concorso le donne. Et à limite anni 30. Scad . 60 giorni d al 17 nov. Il decreto di con corso e il prog ramma sono pubblicati sulla « Gazz. Uff . n n . 266 del 17 nov. Chiedere estratto . Rivolgersi al l\·Iinist ero dell 'Interno, Direzione generale della sanità pubblica.

I stituto R egina Elena per lo studio e la cura d'ei tumori. Scarl . 2·0 gennaio. Concorso ROMA.

per titoli e per esami a Primario del r e1)arto cl1irurgico, Capo Servjzio sezione Roentgen e Assist ente del reparto fisioterapico. Stipendi L. 7800, L. 7500 e L . 4500. Età limite anni 45 per primario e capo ser vizio e anni 30 per assistente. Gli as1)iranti ch e ri'siedono nelle Colonie, potra11no presentare, ai fini d ell 'a1nmission e al concorso, entro il 20 gennaio la sola do·1 nanda con obblig·o, però, ·a i produrre t utti gli altri docum enti prescritti non oltre il 20 febbraio. Per le altre condizio11i chiedere ar111unzio. Co11corso ai posti di medico chirurgo assist ente di II classe in atto vacanti ed a quelli che si rendesser o Yacanti entro il 30 giugno; et à limiti 30 a 31 anni; stip. L . 3600 lorde ; titoli ed esarr1i; ·scad. 30 genn. 1937, ore 12; ta ssa L. 50. Chjedere a11nunzio. RiYolger si alla ,Segreteria . VENEZIA.

Ospedal i Civili Riuniti . -

Premio « Tommaso De Amicis )> .

La Società Italiana di Derma tologia e Sifilografia bandisce un con cor so al u Premio To1nmaso De Amicis n per l 'anno 1937. Il premio di L. 2000, non divisibile, sarà a ·segnato all 'autore del n1iglior lavoro, a g iu<lizio della Commissione esami.nalrice, opra u11 t ema, a scelta del con corr ente, ch e rifletta un argomen lo della specialità dermosifilopa I ica. I con corren Li <loYrnnno es~ ere di 11 azion alil à italiana. l\forfa Jit à


l-.\NNO \J.Ill ,

NlTl\L

51 ]

cor1suetc. I lavori dovranno essere fatti pervenire i1J. piego postale racco111andc:i.to al segretario della Società, dott. Vincenzo Montesaino, piazza Campo l\Inrzio 3, Rorrla (120), entro il 30 settembre 1937. Per ogni ulteriore schiarimento rivolgersi al segretario clella Socielà. NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. È slala conferita la inedaglia dj bronzo al valor

n1ilitare , per benemerenze in A. O., ai dottori : ten. n1ed. Mario Anagni da Acuto (Frosinone), Lt1igi Cri~tini da Cologno al Serio (Bergamo), Luig·i Mollo cla Torino. Una co n1n1issione i101ninata dal 2° Congresso intErnazion.:tle di sloma loiatria ha assegnato un pren1io di lire m ille, per un lavoro sul tema « Sto111atoiatria --ociale », al dott. Federico Lazzaro e alla clotl. a Vittorina Petri. Il co11corso annuale fra medici argentini per il perfeziona1nento nell 'I stituto ortopedico Rizzoli di Bologna è stato vinto dal dott. Domenico Muscolo, figlio d 'italiani, laureato all 'Università di Bueno·s Air es, capo-reparto nell 'Istitut o ortopedico argentino e 111edico aiuto nell'Ospedale italian o di Bue11os Aires. Il premio « Alberto MicheJang·elo Luzzatto » per \In 'opera di Clinica o Patologia almen o prevalent emente svolta presso il lab oratorio d'analisi del! ' Arcispedale S. An11a di Ferrara è st ato assegnato p er il 1936 ai dottori Giovan ni Castagnari e Carlo Cl,nella , an1bedue di Ferrara. Su propos la della Facoltà di Medicina e Chirurgia della R. "Cniversità di Mila110, con Decreto Rettoriale 26 novembre 1936, il prof. Un1berto Carpi è stato incaricato dell 'insegnamento di tisiologia per l 'anno accademico 1936-37. Agli abbonati al '' Pol/cl/a/co ,,

Avviso importante

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Medi:lnte pagamento fraz ion ato in 6 rate e precisamente con versarn .:nto di u n p ri mo acconto di L. 2 5 (da inviarsi con va.glia postale o Bancario, oppure versandole nel nost'Yo C011to Corrente postale 1/ 5945 mediante L'occorrente Bollettino che fornisce gratis l'Ufficio di Posta) e con impegn o scritto sul vaglia o su :letto Bollettino di versare puntualmente altre cinque successive rate mensili da L. 1 O ciascuna a cominciare dal mese prossimo. si riceverà subito, in pacco postale franco di porto in I tal ia, la nuova interessante pubblicazione:

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Prof. C. FUMAROLA e Prof. C. MOCLIE

Docenti nella R. Un1versità dj Roma

La terapia delle malattie nervose e mentali con la collaborazione dei Professori C. ENDERLE. D. PISANI. F . SABATUOCI Prefazione del

Prof. UCO CER L ETT I

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SEZIONE PRATICA

o Bancario all'editore

LUIGI

POZZI.

NOTIZIE DIVERSE Confer enze del prof. Di Tullio in P olonia. Nei giorni 25 e 26 noven1bre, per iniziativa del Comitato Polonia-Italia e dell 'Jstituto di Diritto Penale di Leopoli, il pro,f. Di 'fullio ha tenuto in tale città du 3 conferenze, nell'aula grande del1'Università e dinanzi ad un folto pubblico di profe&sori e di stude11ti, sui segue11ti argomenti: <e Moderni sviluppi della profilassi criminale e necessità di u na sua organizzazione jnternazionale »; cc La dottrina della costit11zione delinquenziale della scienza n ella git1stizia pertale n. Il 28 novembre il prof. Di Tu1lio, per invito dell'Istitu to Italiano di Cultura di Varsavia, ha ripetuto la sua conferenza sulla cc Profila·ssi criminale n i1ella sede di tale Istituto, dinanzi ad un foltissimo pubblico di magistrati, di professori, di alti funzionari del Ministero della Giustizia e della Polizia e di avvocati. Presenti a tale conferenza erano ar1che l ' Ambasciatore d 'Italia ed il Sottosegretario alla Giustizia di Polo11ia. Nei giorni 29-30 noYembre e 1° dicembre, il prof. Di Tullio, per invito del l\llinistero della Giustizia e particolar mente 'della Direzione Generale degli Stabilimenti penitenziari, ha visitato alcuni stabilime11ti penitenziari per minori ed adulti di Varsavia, ove ha potuto con·statare i progressi che la Polonia va facendo in tale campo; ed l1a inoltre presa conoscenza dell 'organizzazione della Poliziit fen1minile e dei Centri di osservazione per minor1 abbandonati traviati e deli11quenti, da essa dipe11clenti. Il prof. Di Tullio ha potuto con statare come gr ande sia I 'ammirazio11e ch e ha la Polonia per tutto quanto si va facendo in Italia nel campo della prevenzione 'della criminalità; ed ha ottenuta la piena adesione della Commissione Centrale i)er le ricerche biologico-criminali del Ministero della Giustizia presieduta dal Direttore Generale ae1le carceri della Polonia, alla Federazione InternaziotJ..éJle fra le Società di scjenze crimin ali di Roma, ed al Congresso Internazionale di An tropologia e psicologia criminale, del maggio 1937 in Roma.

Rifor ma degli studi medici in Francia. L '« Associetion pour le développement des r éla.tions médicales avec l 'é tranger » reca, nel n. 7, informa.zioni sulla recente Tiforrna degli studi medici in Francia. La durata del corso è 7 anni , dei quali 1 preparatorio, des tinato alle scienze fisiche, chimiche e nalurali, 5 di studi medici e 1 di pratj ca ospedaliera. Gli studi medici riguardano, contemporaneamente, le discipline fondamentali e le cliniche; Io· scopo di tale disposizione è che l 'interesse alle discipline fondamentali ri1sulta più vivo, se giornalm e11te ne vengono rilevate le applicazioni alla clinica . II primo bie11nio di studi medici è destinato alle seguenti di·scipline: anatomia, fisiologia, istologia, e1nbriologia, chin1ica e fisica mediche ; nel 2° biennio si studiano b atleriologia, parassitologia, medicina sperimentale; nel 5° anno igiene, medicina legale, farn1acologia, terapia. In tutt'e cinque gli anni si freqt1enta110 le cli11iche. Dopo il 2° anno lo stu'den~e J) U Ò dare l 'esa1ne per « esterno >> n ei pubblici ospedaJi; se riesce, rimane negli ogpedali p er 4 anni; gli esterni possono, attraverso un altro esame })i'\t difficile, divenire « interni n di ospedali : que~10 grado ulteriore comporta priYilegi e do' eri. A


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cc IL POLlCLlNJ CO

Parigi vi ·sono circa 800 tra interni ed esterni, su 4000 studen li di medicina. GJi studenti che no11 riescono a superare questi esami di ammissio11e n ei gr ancli ospedali pubblici, devono frequentare altri ospedali. Le scuole di medicina sono co]legate con gli ospedali della città, che moltipJicano le possibilità d 'insegna111ento : è così che il Diparti111ento òella Senna dispone di 35.000 let ii utilizzabili JJer l "i1rseg·11a111e11to.

I nuovi edifizi della Facoltà medica di Parigi. Il 3 dicen1bre ·si è svolta a Parigi una cerimo11ia per l 'avviamento della costruzione dei nuovi edifizi de11a Facoltà di. medicina. Parlarono il decano lloussy, il presiden le del Consiglio municipale R. Laument e il ministro dell 'educazione nazionale Jean Zay; poi venne effettuata la prima gettata di cemento. I nuovi edifizi sorg·er an110 ull 'jmmen so spazio lasciato libero dalla demolizio11e della cc Charité ». Co1nporteranno notevoli ingrandimenti rispetto a quelli attuali: tra le nuove aule ve ne sarà u11a di 1500 pos ti. La parte centrale raggiungerà l 'altezza 'd i 9 piani. I lavori dovrebbero essere ulti1nati 11e1l 'ollobre 1938; la direzion e di essi è affid ata a qu attro architetti rinomati. 1nangurazioue del corso di urologia in Roma. Al Policli11ico e~ Umberto I n di Roma è stato inaugurato ufficialmente il cor so di Urologia ; la cattedra di nuoYa islituzione è affidata al prof. Ermanno Mingazzini, prin1ario degli Ospedali Riuniti ed iucaricato dell 'insegnamento della Clinica delle malattie delle ,;e urinarie alla R. Università di Roma. Nella lezione inaug11rale, cui assistevano il Se11ato Accade1nico, molti m edici e gli studen Li, il prof. Mingazzini ha, tracciato una breve st oria de1la urologia rivendicando a scienziati italiani Ja priorità di alcune scoperte nel campo 'd ella speci:ùità, riscuotendo unanin1 i applausi dai presenti.

Azioni giudiziarie. In u11a casa cli salute per m alattie ine11tali a Sceaux, pres o Parigi, diretta dal dott. Reddon e dall a moglie, rimase ricoverat a per circa 3 me·si t1na signorina, Louise Craigneau , che poi venne rj lirat a dalla farrtiglia , presso cui di1norò un paio <li se ttiman e; infine fu internata in un ospedale psichiatrico, a Bégard, in Bretagn a, dove, dopo circa 8 mesi, ella dette alla luce un bambino. Ne è derivata una cau sa co11lro i coniugi Re'd don , per n1ancata sorveglianza. Durante il processo è st ata discu ssa la data del concepi1nento ; in base a vari ele1nenti, come il peso del bambino alla n<.l scila (g. 4200), ·si è a1n111esso ch e il parto fosse a t ermine e ch e la gest azione si fosse iniziata nella Casa di alule. I co11iugi Rrddon son o tati condannati a corri pondere 20.000 franchi ai genitori della Craigneau , in risarcimen lo del danno morale ; inoltre dovranno provvedere alle spese per l 'aJleva1nento del b ambino, fino alla sua maggiore età, in ragion e di 300 franchi men·sili . Il Tribunale correzion ale 'd ella Senna (lù3' Camera) 11a condannato il farmaci ta Georges Auger, di . uresne. e il pubblici la J. Berrier, p er eserciz io illegal ... della farmacia e della lnedic ina, in

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o Xl.III. Nt.-,c.

.51~

quanto quesl 'ulti1no smerciava u11 prodotto (ledGsco) valendosi del farmacista co1ne pre·sta-nome; per facilitare la vendita, egli dava consultazioni epistolari, face11do precedere il suo nome dalla sigla << Dr. ». Il pubblicista si è difeso dichiaranclo che ques la sigla stava a significare « direttore ». e non cc dottore ». Il farmacista, 77enne, riceveva 300 franchi n1ertsili dj con1pe11so, mentre il Ber rier realizzava guadag11i inge11ti: nel 1935 la su a cifra d 'affari r aggiunse 745.000 franchi , il che si spiega, dato che il prodotto, a base d 'aglio, veniva venduto 50 fr a11cl1i il flaco11e, mentre a lui ne costava meno cli 4. Un po' dovunque.

·L a Feder azio11e della sta1npa rn edica latina terrà il suo 5° Congresso a Lisbona, durante le vacanze j)asquali del 1938, sotto la presidenza onoraria del 1Jrof. Ric'1rcl o J orge ed ef1'etl iva del prof. Reyna] clo <lo·s Santos. Segretario generale.: dotl. L.-M .. Pierra, rue du Chercl1e-Midi 23, Paris VI~ . Il Congresso della Società di inedicina e d 'igiene coloniali, ch e doveva 1e11ersi a Firenze in ottobre, è stato differito all 'a11110 venturo, in epoca da destinarsi. Il 7° Congresso annuale della Federazione delle società m edico-scientifiche cl ell 'Africa setlentrior1ale si terrà in Algeri dal 22 al 24 marzo; tema : il tifo e·santematico e le mal atlie affini; relatori: flurnet, Blanc, Donatie11 e. Lestoquarcl, Gaud, Le111 aire , Coslanti11L Sono ammesse comunicazio11i Jibere. Facilità di viaggio sul] e ferrovie fran cesi e algerine, sulle 11avi, per aeroplano e per idroplano. Rivolgersi ai segret.ari gen er ali: prof. Sen evet, F aculté de 1\ilédeci11e, _f\Jger · dr. Sarrony, ru e d 'Isly 47-bis, Alger. La Società Italiana di Lari11golog'ia, Otologia e Ri11ologia, adu11atasi a Torin o, ebbe a lumeggiare (1'11 ottobre) la necessità dell 'assistenza o.-r.-1. nei territori del nuovo Impero, mediante reparti specializzati, che il Governo Fasci.sta ha già slabililo d 'istituire. Un Congresso internazionale della popolazione si riunirà a Parigi dal 28 al 31 luglio. Temi: « Problemi quantitativi della popoJazione »; « Metodi della demografia » : Teoria generale della popolazione : Demografia storica. La Società Medico-G'hirurgica Trevigiana si è adunata il 16 ollobre, sot to la preside11za del prof. A. Bozzoli, assis tito dal segr etario dott. M. Bort olozzi. Sono sta le falle co1nunicazioni da: A. Cocco, M. Lovisa lti , E. Gastaldo, A. Bozzoli, B. Giord?.ni , l\tI. Bertolozzi. La cc France 1"1ilitaire » pubblica un· artico1o sulle provvidenze sanitarie attuate dall 'Jlalia in A. O., per il suo corpo di spedizion e, e n e mette in ri• lievo i magnifici risultati. La cc Gazzetta Ufficiale » del 27 noY. ha pubglicato un R. D. ·L. col qual e ven gono aumentati gli organici 'd egli ufficiali medi ci del R. Esercito, nella seguente misura: 1 colonn ello, 2 te11 . colonnelli, 4 m aggiori, 13 capitan i, 9 subalterni. el Belgio, con Decreto Reale rlel 19 no' embre, si è assegnata una sovven zione cli circa 5 nljlioni e mezzo di franchi all 'Opera nazionale dell 'jnfanzia.


[ANNO

XLIII,

NUl\L

5lj

La missio11e inalariolog ica il aliana, <ii cui già don1n10 notizia, è partila d a Addis Abeba, il 14 dice111bre, per l 'alta Som alia, a compiervi rjlieyj e studi i11 r apporto co11 l e con<iizjoni ·sanitarie delle Yarie regio11i. Per Yolontà del Duce il centro di s tudi rn alariologici sar à s tabilito in Ad'd is Al)eba, con slazio11i avanzale di profiJassi e di stt1dio i11 tutte le zon e suscettibili òi co1onizzazio11e 111 etropolitana . Il prog. G. Panegros ~i 11a tenuto all 'Acca{l e111ia Lancisian a di Roma una confere11za sul t ema: « ,So1)ra un nuovo metodo di cura della encefalite epidemica cronica», esponendo i risultati con·aeguiti, in due anni e mezzo nel Reparto Regina .Elena al Policlinico, ove sono st ati da lui curati più di 1200 infermi . Il prof. SalYatore Cappella11 i h a tenuto a Napoli la prolusione al su o cor o di clini ca ostetrica e gi11ecologica, tratta11do iJ t e1na: cc La mater11ità come fattor e di. san ità fisica e p sichica delle razze ». Il prof. Abra1ni, nuovo titolar e d ella cattedra di patologia 111edica a Parigi, ha tenuto la su a lezione inaugurale jl 27 nove1nhre, sul t en1a: cc Compito dei d isturbj funzionali in palologia ». Su invito de] ~Iinistero per la st ampa e la l)ropagn11da, il prof. A. Missiroli h a tenuto una conferenza radiodiffusa negli Stati Uniti , sul ten1a: « La stazion e sperimentale antimalarica e I 'Istituto di Sanità pubblica ». Nel Sa11atorio a ntimalarico cc EttoTe-Mar chiafava n di lloma, in occasione di un conveg110 d 'jnsegnanti nelle scu ole rurali dell'Agro Ro1n ano, il do Lt. Escal~r, direttore del servizio sanitario nell'Agro , h a r1E;v<>cat o l 'opera di Giovanni Cen a e 'd i Angelo Celli per le scu ole e per l 'assistenza sanitaria r1ella vasta zona ed h a poi tratteggiato l 'attività degli insegnanti per la lotta antimalarica, da lui organizzata nel corso di un ventennio e della quale essi sono stati benemeriti coad iutori. Il dott. Alcjrle Fraschini <l j iV[ilano ha tenuto l '11 dicembre alla Sorbona di Parigi una conferen za su1l 'ormonosieroterapia testicolare (di cui avemmo già acl occuparci). Il Jlrof. Piero Capparoni è S. ~I . il Re lmperalore, cui · h a })licazione, da lui r ecenteme11te latus de pulsibus » di Alfano, di Salern o e medico del secolo

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SEZIONE PRATICA

s tato riceYu lo da prese11talo la pubcurata, del cc Trac_ pri1110 ArciYescoYo XI .

Il Principe di Piemonte ha Yi ~ i tato in Roma la Ci ltà Universitaria e l ' l5tjluto superiore di oclo11toiatria Eastmar1n. Il sig. C~rl o Berta , cnn celJ iere de] Tribunale di Milano , 11a lega Lo all 'Osped ale i\Iagg·iore di questa città la somma di L. 51.900. Gli Enti locali di l\Iilano si sono a·s icurati la proprietà della Casa di cura di Asso, nella quale verra11no r acc<>lti e tratta ti gli affe lti da postumi di e11cefalite. Si è organizzalo a Ne'" 1~ork un ambulatorio per le splenopa lie, ad iniziatiYa del] 'Ospedale Presbi Leriano e dell'Ambulatorio Vanderbilt; Yi son o acldet li vari medici: A. O. \i\7hipp1e, K. R. ~Ic.t\l-

pin, W. P. Tho1nson , L. M. Rou sselot , D. N. Bro,vn e R. H. E. Elliot l jr.; tre pri1ne note scientifich e sono pubblicate nel cc Journ. · A. 1\11. A. >1 del 28 nov. 1936. 111 occasio11e della n on1ina del prof. A. Gosse t a socio dell 'Accademia delle Scien ze di Parigi, u 11 gruppo di allievi ed amici gli h a offerto , i l 28 n o,-f'mb~e , una spada d 'onor e; la cerim onia si è svolta nel1 'ospedale della Salpétrière; per gli stran] eri parlò il prof. Daniel di Bucarest. Nell 'O·spedale della Pace di Napoli è stat o in augurato u11 busto a Ton1aso De A1nicis, insign e maestr o della dermalosifilografia. La :Federazio11e corporativa dei n1edici della regjo11e p arigina, su relazione d el dott. R. Mordagn e, h a fatto voti per il ritorno all 'au lico limit e cl'.età dei professori universitari, e ciò onde im1)ed1r e ch e elem enti di prim 'ordine siano sottratti all 'in1segn am ento e alla ricerca scientifica. U11a crociera n ei paesi d 'Oriente si svolgerà, per in izia tiYa di « BruxelJes-1\iiedical », dal 18 marzo al 6 aprile, da e per JVIarsig·lia; prezzo in la classe fr . belgi 1835, in 2a classe 1395; riduzione. del 5 °o per ineòi ci e loro fa111iglie. Infor mazioni dal : Bur eau des crosièr es et voyag·es m édicaux, bouleard Adolphe Max 29, Bruxelles, Belgio. I gior11ali reca:no che un aeroplano addetto al sc:rvizio dell 'Ambasciata di Francia i11 Madrid è• stato ab~atluto, ad un centinaio d.i chilometri rla ~Iadrid e ch e tra i feriti è il dott. Henry, r apprese11 Lante la Lega InLern 3z jor1ale d elle Societ à d ell a Croce llossa di Ginevra. Ahbia1no da lo 11otizia dei cc fratelli siamesi » Godino, cl1e rlopo la 1norte d i uno di essi, Lucio , sono slati 1separati chirurgican1ente, nello « York Ho l)ital » cli Ne''' York ; dopo alcu11i gior11i a11che l 'altro, Sirr1plicio, è 'enuto a n1orte. A Palermo la leva trice An11a Ferrari e lo .. tucle11le in n1eclicina Salvatore Reca1n1uto sono s ta Li co11dan11aLi rispettivamente a 7 ed a 5 anni <li reclu sione l)er procurato aJJorto seguìto da n1ort e. Co rri genda. ..__.,. Nel fase. ·scor so, p. 2286, 1a co-

lonna, l. 14, leggere : trofozoiti e forn1e sporulanti (rose lte).

Le malattie infettive in Italia. Numero dei Comuni colpiti e numero dei casi (fra parentesi ).

Denun zie dal 9 110Yen1bre al 15 n0Ye1nbre 1936 : i\t(orbillo 177 (927) ; ,Scarlattina 157 (407); Perto ~ .. e 83 (238); Varicella 121 (2'71); Vaiuolo e vaiuolòide - (- ); Febbre tifoidea 258 (508); Infezioni parntifiche 43 (52); Febbre ondulante 26 (32); Dissenteria 11 (11); Difterite e croup 332 (646); Meningite ce1cbro-spinale epidemica 13 (15); Poliomielite anteriore acuta 29 (38); Encefalite letargica 1 (1) ; Anchiloslomiasi 4 (14); Rabbia: inorsicature di animali rabbici o sospelti 42 (61 1, dichiarata \-); Pustola malig11a 21 (21); Parolite epide'm ica 6G (230); Lei hman iosi 2 (2 : Febbre puerperale Jl (41).


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Cl

''IL PO LI CLINI CO

''

IL

POLl CLI~ICO

SEZIONE MEDICA (Mensile)

diretta dal prof. CESARE FRUCONI.

»

'' IL POLICLINICO ''

SEZIONE CHIRUR61CA (mensile) diretta dal prof. ROBERTO ALESSANDRI

Il Numero 12 (Dicembre 1936) contiene:

I l Numero 12 (Dicembre 1936\ contiene:

LAVORI ORICINALI :

LAVORI ORICINALI : Alterazioni anatomo-istologiche del pancreas in casi di distrofia muscolare progressiva. - Ricerche sulle modificazioni del· P aolo LEVI la glicemia in seguito ad inie. zione di insulina e contempo· ranea introduzione di glucosio. Giulio SOTGIU - Rapporti del diametro dei glo· .e FrancP.sco DONATI buli rossi c.ol grado di ossigenazione del sangue. - La deviazione del complemento Umber to MONACO con gli antigeni di Petragnani .e T. RUGGIERO e di Witebsky e la enzimorea· zione nella tbc. polmonare. Gaetano BOMPIANI .e Gin o MELDOLESI

Prezzo del Numero L. 6

La peritonite pneumococcica. contributo alla chirurgia del diabete. Influenza delle tumefazioni provocate nelle parotidi su I diabete pan· creati co. sperimentale. Corrado STEFANETJLI - L' a ppendicite acuta nei sog· getti di età e nel vecchio. (Studio anatomo-patologico, statistico e clinico). Libero UGELLI - La formula leucocitaria ne· gli ulcerosi gastroduodenali prima e d·Dpo la resezìone gastrica. IO Prezzo del Numero L. 6 Ladislao JOSA Car lo MASTROSfMON E -

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Se cum u lativo con la Sezione Pratica: Italia L. 1 00 , Estero L. 1 5 O; se cumulativo con la Sezione Prati.ca e con l a Sezione Medica: Italia Lire 1 2 5 , Estero L. 1 8 O.

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Numero dì saggio g ratis a

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all'editore LUI ·:iI POZZI, Ufficio P oòtale Succursale diciotto, RO!'d:A.

Indice alfabetico per materie. Anemia di Bier111er: forme ma·scherat e Pag. 2335 Bibliog·rafia . . . . . . . . . . . 2342, 2345 f'..JOliti u lcerose: rad iologia . . . . . » 2354 Colon : ulcera empl ice . . . . . . . • » 2346 Diabetici tuber colotici: tratta111ento . >> 2353 Eclema : trattamento generale . . . . » 2338 Ernia ingu inale: in ten1a di trattan1e11to operatorio . . . . . . . . . . . . » 2307

Jn.segn.a1nento superiore

. . . . . . . .

l 1terizia latente ed iniziale : co1ne svelarl a . . . . . . . . . . . . . . . . . . Medicina: ciò ch e l a - d eve alla Chi• . . . rurg1a . . . . . . . . . . . l\iledicina : la fisica e la • • • • M edicina socvale . . . . . Mielite brucellare e terapia specifica . !v[ielosi eritrernica splenon1egalica con a p l a si.a mieloide . . . . . . . . . . . .

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1\1ilza norn1ale: a portazjo11e: effe lli lard Ì Vi . . . · · · · · · · · · · · · · · · Ospedale : r es ponsabi'li tà JJe r f af Lo colposo degli i1nzJiegati . . . . . . . . . Pl eura: versa111e11ti siero-fibri11osi in rapporto alla l t1berc0Josi . . . . . l)leu r ite ·secca . . . . . . . . . Pneumotorace a YalYol~l: cnr a Rach ide: tumori primiljvi . . . . Radicolo11 e uri ti : poli_ . . . : . lleuma tismo : tra l tamen to tuberco li11 ico 1'imo: tumore linfoepiteliale e la mia. s t ernia . .. . . . . . . . . .

Ser vi zi igien.ico-saniluri l 'ubercolosi: co11.lributi Tu1nori mal .: ricer che Vene varicose e Yelocità n e . clel sangue . . .

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sperin1e11 lali di sedimen lazio. . . . . . . .

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· Il N. 52 contenente il frontespizio e l'Indice Ceneraee sar à spedito nella pross ima settimana. Il N. 1 delPanna ta XL IV uscirà il 4 gennaio 1937. Diritti di prepritta riservati. -: Non ~ ,onsentiw w nstam~a di latJori pubblùati nel Poliolinioo JltltoriUtiVone scritta lllal'4a reaavone. B vietata la p111P6'Jica.(Ìone di sunti di essi senz.i citarne W. tonu .

C. FauGoN1, Red . ca.po.

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n on an 1e1c.1ito ...

A. Po1z1, Resp.

Roma · Stab.

Ti~· Lit.

Armant iii M. Courrier.


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2369

SElIO:"lE PRATICA

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Coli a.bora{ori

effetfivi

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Sezione Prafica per l'~nno 1936 -

della

.

Alberti dott. Giuseppe - San sepolcro.

Davolio Mar ani dott. Bernardo - Modena. -

Alessandri p rof. Roberto - Roma.

De Anto1ti prof. Vittor io - Roma.

Amalfitano d ttt. Gabriele - Roma. Amantea dott. Fa ueto - R-0ma.

De Benedetti prof. Ettore - Asti. Del Monte dott. ~ ' ' iucenzo - P esaro., • ...! \ I t De Negri· dott. U·g o' -· Rovigo. •

.Mondolfo prof. Emanuele - Ceeena.

De Pol dott. Giuseppe - Cesen a.

Nigrisoli ·p rof. Bart olo - Bologna.

Donaggio prof. Arturo - Modena.

Nuvoli dott., I~nocen.z9 -.. Roma. P asquali dott. L. - Pavia.

Agostini prof. <'esare . Perugia.

}l oggia dott. Gaetan o - Lido.

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.A.ntognetti prof. Lorenzo -~ntonelli

Romà.

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D.o.gliotti prof. Achille Mario - Modena.

prof. Giovanni - Roma.

Anto11ioli dott. Gat1denzio M . - Torino. Antonucci prof. Cesare - Roma.

' n otti dott . Enrico - Rovigo. ' Thragotti dotti Giuseppe - Roma.

Armepag dott. Sirunian • Città della Pieve.

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Asco~i

prof. Mauriziò - Palermo. Baggio prof.. Gino - Pisa .

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Duran te prof. Luigi - Genova . Fabri do'tt. Gii1seppe - Roma .

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Faiasèa dott... F1·ancesco - Sobiavi d'ABarbèra dott . Giovanni - Roma. . .. Ba r bi e1·i dott. Delfino - Pavia.' ·; ·· ' ·> . bruzzo! · .Ferr a loro dott. Giuseppe - Firenze. Base1·ga prof. Angelo - Catania. ' " F erretti dott. Tito - :Il.orna. Benda.ndi ,d ott. Giu~eppe - BolQgna. .~. :F)lip pini dott.' Azeglio · Roma. Besta. dott. Bruno - Mogadiscio. : n ~ranchetti prof. Augusto - Firenze. Bianchi dott. Ginlio C.' :.1 Ro1na .' S. Giovanni . • , '1 • . .• • ·Fràsaineti· dott. Pietro I ' Bile. prof. Silvestro - Nrup_o.\i. .11 ,.• • :. • · ' in Pers~èeto B 1a succi ,dott . Paolo - Roma. . 1 r,, • · · · Bomp1ani prof. Robert 0 _ Pa lermo. . . , : .. ~!:J~i·welica dott. Carlo · Belluno. Frola .c;lott. En.ri co · Genova. Bona dies dott. Anton~o - Romà~. : Fr11goni pr-of. Cesare · Roma . • Bonanni prof . .AttiUo · R.oma. ' . ' ". Galletta prof. Vincenzo - Messina. Boschi prof. Gaetano Fer.rara. . . Q-all:i prof. Giovanni , " Como. • Breccia dott. Angelo - Romà. . .,Giugni rpraf . .Francesco - .A:smara. Buttafarri .dott. Gaetano - J?~lel'.mo, .. .! Giupponi dott. Enrico - Roma . Calabresi prof. Ma ~ i.1110 - Milano. Gi·el la dott. Sil\io - Comunanza del . . ·· f : I . Oam-pellone rlott. P ietro - S. L.•&imiL ittorio. . • •• guano. 1 1Greppi' prof. · Enrico - Catania. .I .! • . Canali d,ott. Giovanni - Roma. Gu azzei·i dott. Gennaro - Napoli. Cannavò p.rof. Letteri-0 - Pale1"mo.1 : ".l.. ·:· G11~rriccliio dott. Antonio · Matera. ' Caroli cloft~ 'Giul io - Molinella. ' · ·i.:· Jera.ce pr of. F elice - Rom a. Cari botti dott. Alessandro _ Rimi.qi. J ona prof. Gi useppe - Ven ezia. • Casella dott. Giovanni - R.eggio Ca· 'La Cavà dott. Giu sc1)pe · Rollla. . laibria. Longo dott. . Do1uenico - Roma. Castèllani $. E. prof.•sén. Aldo - Roma:. .,Lucherjni prof. Tommaso · Roma. ' ' Cataldo dott. C. - Roma. " .. Lusena dott. Renato · R.oma. Catterina prof . .Attilio - Genova. .Maione dott. Mario - Roma. '

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dott. Nazario - Roma. Molinari Tosatti dott. Piet1·0 - Roma. Nloutes.ano iprof. VinC'enzo - Roma. •

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Mutol o dott. Pietro - Pa1·ma.

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P aterni prof. Ludovico - Roma. .

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P ende p1"of. sen. Nicola - 'Roma. •

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dott. Eriricoi. - Foian o · clel.'la '

Chiana.

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Picardi dott. Biagio - Sarnano.! Pieri dott. Gino · - Ud1ne. · · : .:

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Pirolli dott.' :Mari9 - },eltre. •

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Pisa dott. Manlio - :a.o~a. , . ,.. Pozzi prof. Arnaldo. - :Rom:a. . , . Puleo dot.t. Giuseppe :. Bivona.' 1• R.iccionì ' dott. • '.Bi~d~ •

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R osa dott. Pier9 - Roma. , . , 1

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Saibatini p.rof. Giuseppe - Genova. Salsano dott. Domenico ·._ N aPcii'i': Savarese rlott. Ennio - Genova. Schiassf prof.· B·eneòetto - Bologna.

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Cavin a prof. Giovan ni - Firenze. .

Malato dott. Mar-00 Tullio - Roma . ::Nf ancioli dott. Giorgio - Milano. )fariani dott. Giacomo - Mogadiscio. l M;i.rino, p-rof. Sàlvatore - Messina. I

Ciminata. prof. Antonino - Monza. Clemente prof. Domenico - Oliveto Oitra. Colaneri dot~. Si.lvio - Trivento. Oonte dott. Giannino - S. Bellino . . Co.relli dott. Ferdinando - Roma . CoRtanzi dott. Carlo - R.oma. .' Da Gradi prof . .Ambrogio - Genova.

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Mazzarella dott. Oreste - Rom a. :\1azzolani prof, Dorneuico A. - Tripoli. :Ji!èldolesi ,('p1·of. Gino - Roma: }[endes prof. Guido - Roma. Messini prof. Ma1·iano - Roma. . Mieh etti dott. Giuseppe - Roma. CatJ11piglia Ma.Millul prof. Giorgio rittima. :Yinz dott. Salomone - Roma.

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Sciacca dott. Férdi nando· - Roma. Scotti dott. Giuseppe · - ito~a:. 1. • i • !

Sega prof. Achille · Rimini. .

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Selvaggi avv. Giovanni · R-0ma .. i Sisti dot t. Maroo Aurelio · J 'R&tnia. :.J • J ••IVI • . S o Id 1. prof . _"\."}b' , er .t o . - p a ai o\·a . I

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Solieri prof. Sante. -· ;Eorlì. • , 1 Spadaro dott. SaNat ore - :Fla V'à'i' a;.. '

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. t ol'nello dott . ..:.:;a Maria - . Ca t a'n ia. Tassi dott. Goffre do - Asmar ~. T erzani p.rof. Alberto - Firenze. T impa no dott. Pieti·o - Reggiò ·c al. Torchiana dott. Luigi - Portoferraio. Torel1i dott.a L~a - Firenze. T ommasi prof. Lodovico - Palermo. T1·abucchi dot t. Cherubino - P adova. Turco prof. Adalgiso - Casale Monfe11. Uge11i dott. Libero - R-0ma, · Valdoni prof. Pietro - Roma. Verney dot t. Lorenz-0 - Roma .. Vicentini dott. Fernan do - Rom a. Vio dott. Ericl - Roma . Vitturelli dott. Dario . Trieste . Wolff dott. Kurt - Milano. Zagni prof. Luigi ~ Bologna.


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2370

« IL POLl CLTNI CO

INDICE

GENERALE

VOLUME

Indice

fANNO XLIII, NuM. 52)

>>

XLIII

-

1936

per rubrica

LEZIONI - PROLUSION1 - CONFERENZE

Pag. Pag.

.Al'ITON€LLI G.: Ciste da echinococco d el po1mone in :fase d egenerativa s imulante un id1'<>pneumotora~e e co n reperto del b. di Ebert1l, in cultura pura, nel suo contenuto; pleurite rpurulenta prevalentemente interl obare anoh'essa di natura eberthiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . B/\GGIO G. : Prolu.aion e a1l"in segn a n1ento di clinica chirurgica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e ASl'ELLANI A. : L 'organ izzazione s anitaria e la salute- delle truppe durante la guerra d'Etiopia . .FlfUGONI C. : Miel-0si eritrerrdca . . . . . . . . . . . JONA G. : Turbe circolatorie del capo, accessionali, ext1·a-apoplettich e . . . . . . . . . . . ..JONA G. Turbe circolatorie del on.po, accessionali, ori!ii angiospastiche oculari . . . . . . . . . . . . J?l'lTBRNI L. : Ques ti·o ni attuali nella patologia e te· rapia d elle cirrosi epatiche e.on s pec iale riguardo a lle ci t·ros i splenomegaliche e alla splenectomia Sl\nATINI G. : Dopo ! '·ultima lezione di clinica me.dica : primi malati, primi giudizi, prime ricette

1231

45 1537 815 1899 2207

1399 383

LAVORI ORIGINALI AM~LF ITANO

G. : Sullo sviluppo di alcuni ·miceti sottopo::;ti a ll'azione di raggi d i diversa lunghezza d 'onda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . At.:'lOGNErTJ L.: L'operaiziòne di Pende ed il blocco dello s pl a ncnico sinistro nella cura degli atati ipertensivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AN'fONUCCI C. : Sulla tossici tà. del liquido di ristag no gas trico dop? resezione, e s ui suoi rapporti con 1e indi·omi iperazotemiche e 1poclo.ruremiche postoperatorie . . . . . . . . . . . . . . . . . B AGGIO G. : La d erivazione interna per1nanente dell a hile come cura chirurgica radicale della calcolos i biliare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . BARBIERI n. e PASQUALI L. : Ulteriori osservazioni s ulla batteriuria. cou particolare ·rife1·imento agli ef.fetti d ella t·onsillect omia . . . . . . . . . . . . BlLE S.: Sulla ricostruzione della parete 1pos t eriore del ca nale ing uina le nella 11 radicale ,, per ernie recidivanti e s u alcune cons iderazioni, da ricerch e personali, s ul medesimo . . . . . . . . . . . . BILE S.: Ripieghi di tecni ca per l'allacciatura della 11 tibiale anteriore >> al terzo superiore della ga1n ba, . . . . . . . . . . . . . . . . · · · · · · · BOMPIA~I R . : L 'aimenorrea delle diabetiche . . . . BCJNADIES A . : La diagnosi precoce del carcinoma dello s tomaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Boscu1 G.: La fenolsulfonftalefna endorachidea nella cura delle artriti croniche endogene . . . . . Ba'ITAFARRI G.: Cura rapida dell'Herp es zoster in. . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . teroostale 0 1\NAL1 G. : Prova <lel galattosio n ella ;polmonite c-r upa le e suoi rapporti con l'ittero di questa s tessa mala,ttia ri&petto alla funzionalità epatica

1055

10Ì.1

427

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619

133

CANNAVò L . : Insulinoresistenza e irradiazioni Rontgen della regione ipzyfisaria . . . . . . . . . . . . CRIASSERINI A.: La mia attuale esperienza nella chirurgia di alcune affezioni della regione chiasma tioo-sellare . . . . . . . . . . . . . . . . C'HIASSERINI A.: La simpatcctomia cer,ic0-toracica per via anteriore : tecnica operativa; alcune indicazioni; qualche risultato . . . . . . . . . . . . C1Acc10 I.: Contri·buto alla sierodiagnosi della Leishmaniosi cutanea . . . . . . . . . . . . . . . Crr•DIO D.: Ulteriru"e contributo alla ricerca della funzionalità renale con l'urografimetro . . . . . COS'IANZI C. : I s intooni vaecolo-ematici e le complicazioni flebitiohe nella 11 febbre eruttiva o esantematica del Mediterraneo ,, . . . . . . . . . DURANTE L.: La midollectomia su.rrenale nelle sindromi dell'ipersurrenali&mo midollare . . . . . . FEKRALO!!C> G. : Ricerche fisio1p atologic.he s ul bromuro di cianogeno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . FRASSINETI P.: La caffei u a, somministrata per via endovenosa, nella pra.tica cbirnrgica . . . . FROLA E. : OssiJgeno-t{)rapia pa.renterale nella tubercolosi polmonare . . . . . . . . . . . . . . GuAzzERI G.: L'funtportanza della embriogenesi nell'ectopia della milza . . . . . . . . . . . . . . . . LoNGO D.: Sulla specificità della ipr-0va biologica col siero di sangue per la diagnosi di botulismo LVCHERINI T.: Sull'utilità diagnostica dell'esplorazione radiolipiodolica en doraohidea in speciali casi di nevralgie sciati-he e sul mezzo pratico per togliere dal sacco spin ale il lipiodol introdotto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1\{AJONE C. : L 'uso d el glucos io e dell'insulina nella po1monite lobare . . . . . . . . . . . . . . . . . . MF>l.DOLESI G. : Sulla terapia della distroif ia muscolare progressiva a ba.st) di estratti pancreatici . NuVOLI I .: .Arteriografia dell'aorta toracica media nte puntura delraorta a.scendente o del ventricolo sinistro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . PIROLLI M. : La catalasi fecale nella diagnosi del_ la t bc. intestinale nei tubercolosi polmonari R1cc10N1 B.: Lo studio di una a ttino-dermatosi col . . . . . . . . . . . metodo interferometrico Sc:IACCA F . : Cloruro di sodio e glice1nia . . . . Srsn M. A. : TI ;pneun1operitone o nel trattamento dell'aSm.a bronchiale . . . . . . . . . . . . . . . . SOLDI .A. e TRABUCCHI c. : Le raùi ci di Atropa Bella.donna nella cura del parkins onismo en-cefalitico SOLIERI S. : Passio appendi cularis . . . . . . . . . STORNELLO M . : La duodenocultura ed il potere battericida del contenuto duodenale nelle enteropatie infettive e parassitarie . . . . . . . . . . . . TURCO A.: Sulla maggio1· frequenz a t: gravità delle co1D1Plicazioni polmonari post-Operative durante i mesi estivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,.ALDONI P.: Un caso di embolia dell 'arteria polmonare guarito con l'embolectomia . . . . . . .

1099

1635

675 862

1515

283 1655

1435 479 485

1723 1355

575 401 1187

227 2253

2155 1914 2099 2051 327

SZ3 1411 911


(ANNO

XLJII,

N 11J\ir.

52]

SEZIONE PRATI CA

2373

NO'l'E E CONTRIBUTI

OSSERVAZIO~I

C'.LlNICRF.

Pag.

Pag.

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\


2374

« IL P OL I CL Il'il r '.) »

fAXi\Q XLI Il , i\ l

Pag. \ ' 11TURELLI D. : Di ·s ei casi di coliohe renali (di cui c inque da calcolosi ) guarit i spontaneamente .. \r I'lTUl\~LL;I D.: Di una .sindrome acuta gastro-int't'::;t tna le, con partecipazione delle vie bilia,ri, interrotta da terapia anti-influenzale a s pecifica

.1

APPARECOHI E

i •

705

605

STRUMENTI NUOVI

BvAsucc1 P. . Un nuovo· letto cistoscop ico radiologico per la dia,gnos tica urolog ica . G'Kt::LLA S. : Siri nghe di sicurezza . . . .

1692 1658

,

TEONIOA CHIRURGICA

'• I

OL'EMENTE :'n.: · Innesti d erimo-epidermici . . '

I

1861

.

E.: Dettaglio tec nico nel trattamento del . àcco dell'er.nia inguinale obliqua esterna 1736

. SAVARESE

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FKIGI~·IEL~C A

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.

RILIEVI E ·COM'l\'.l:ENTI - RTVENDIC.AZÌONI

859

63

SERVIZI . • lGI~NICO-SA~I'.rARI ' MAzzOLANI D. .A.:. .Le i1ostre na1·i-0spedale nelle opera zioni d'Etiopia . . . . . . . . . . . . . . . 1891

'•

DCNAGGIO A.: · Cervello fro11tale e s istema motorio extrapira.midale . . . . . . . . . . . . . . ... 13 MARIAN.I G. e BESTA B.: I ca~ i di me~iten se e tifop a ratifo in Somalia nel 1935 e ,nei pri·mi 4 mesi . . ' del 1936 . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . 1565 StqtATIN~ La fitoterapia• n ella I •clinica medica , 1'Ì1 oderna . \ . . . . . . . . · . . . . . . . • . . . · . . . 1014 'l.'OM i\IASI L. : La dia.gnosi di guarigione della En1 fili dle • 201 . .. . . . . • DISSERTAZIONI .. .

G.:;

~

'

'

j>}·NoE N . : La menta lità m editerranea nella nuova .

rnedi c ina

dell'I_talia Imveria le . . . . . . . . .

2003

PROBLEMI NUOVI S VHAISS I • •

• • ••

B. : . L'aJI>1p eudicite cronica è un mito? . .

.. ,

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I .

FILIPPI NI A.: Per la valorizzazione dell'ingegno i taliano. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche . 1485 STUDI RIASSUNTI VI. -

RIVISTE GENERALI. '

BASERGA

I

· .A.~ ·

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1600 1864 1820

leg~e

...

1291 107 924 346 2277 1776 1967

per com-

. . . ....

755

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M.: Luigi l)evot.o . . . . B<1NANNI .A. : Ch. Richet . . BONANNI .A.: . J". P. Pa\vlow N1GRISOL1 B. : Cesare Cavina FRUGONI o. : lVIanlio Pisa . . . . MENDES G.: .Arcangelo I1Jvento .. MoNTESANO V.: Francesco · Radaeli ·.

.: ' .

1512 . 66 596 1829 281 1553 181o

.

CONGR.ESSI, ACCADEM1E,

OCIALE

FRAN GHBTTI A. : Le dis posi?:ioni cli battere la lebbra . . . . . .

I

BIOGRAFIE

PROBLEMI CULTURALI I

.

PROBLEMI rl'ERAPEUTICI

,,.uLFP I(. : Nuove direttive della terapia, ifarmacolog!ca . . . . . . . .

I o

CATTEP.INA A., BAGGIO G ... . .BILE s. : Sul trattamento operativo dell'ernia ingui~ale . . . . . . . . . . . 2313 CA\'INA G.: Il contributo del prof. Ce::>are Ua.v;ina al trattamento chirurgico dell~ nevralgie eas-e-n- · . ·, ziali del trigemjno ., . . . . . . . ·. . . . . . . ".:·.". ·; 1815 Cll\1'. INATA A.-: Ciò . ohe la medicina deYe alla, chirurgia, (A proposito dell'articolo del sen. prof. N. Pende t1La mentalità mediterranea l'.ella nuova meà.ic.ina cle1r1t~lia ;I;~petiale n) . . . . . . ' 2307 C1rt1BOTTI A. i.. Ris.P.0.st. . a al dott. Da V'illa a pl'oposj t o ·,· del mio lavoro •< SulJa mors timicn. iu conseguenza, dell'applica !ione di un. rupr~bocra » • . . . . 65 DOGLIOTTI A. M. : .A proposi to dell'a rticolo d el Dr. Ruiz s ulla <t .Anestesia peridL1rale 11 • • • • • • • • • 203 lrURANTE L.: .A propQs ito della s plan r nioqtpn1ia . nella ip ertensione arte1·ios a . . . . . . . . . . . 1826 (f~ LLJJTTA V.: L'rumjla.ei -OO'Ille me zzo dia g nos tico differen ziale f.ra essuda.ti e tra.sudati . . ... . . . 1~1 5 P~ERI G.: .A proposi~o d~lla spla,n cnicotomia nell~ ipertensione arter~osa . . . . . . . . . . . . . . . SCHIASSI B. : L'Italia nella. chirurgia delle varicj . 2251

206

RELAZIONI

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Or : Sulla ·Colorazione gei g ranuli me-

tacroma t i ci del bacillo difterico :

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.DIVAGAZIONI I '

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TECr~lCA DI LABORATORIO 1

52J

Pa.g.

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OCIETA.

.~ccademi.a

delle Scienze Mediche Naturali e Fistco-Ma.tematiche di Ferrara . . . . . . 844, 1084, 1386 Accademia (R.) delle Scienze Medico-Chirurgiche di Napoli . . . . . . . . . . . . 263, 317, 996, 1259. 1424 Accade mia (R. ) dei Fisiocritici di , iena . . . 414, 652. 74'/, '996, 1424, 1501, 1544, 1583

Accademia !Jancisiana cli Roma . . . . . . . . . . . 2~32 Acca den1ia (R .) Medica di · Roma . . . . . 168, 744, 797, .Accademia

1083 ' 1127 , .1172, 1754, 1795, 1840, 1885 . Medico-Fis ica Fiorentina . . . . . 558, 894, 1173, 1341, 1385, 1580, 1620

Con gresso (VIII) degli P sicologi Italiani . . . . . ' 844 Con~res o (XLIII) della S'o cietà· Italiana di Chirurgia . . . . . . . . . . '. . : 2033, 2081, ZÌ37. ~189 ••


ì.\~No ~LTlI.

NuM. 52J

SElIOKE PRAi'ICA

P ag. <...ougreaso (XLII) della Società Italiana di Medicio.a. Interna . . . . . . . . . 1983, 2027, 2074. 2127, Congresso (XV ) d,ella, Società Italiana di Urologia . . . . . . . . . . . . . . . ,. . . . . . . . 1985, Oongresso (XII) Nazionale di M·e dicina del Lavoro Co_ngresso (V) Nazionale per la lotta contro la tulJercolos i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Convegno (I ) del gruppo per lo ~tudio delle malattie del ricambio . . . . . . . .. . . . .. . . . . . Co uvegno. (! ) Nazionale della Soci~tà Italiana di Antropologia e P s icologia Criminale . . -. . . . . Federazione Italiana Nazionale Fascista per la lot• ta contro la tubercolosi . . . . . . . . L~ Giornate Mediche di Bruxelles . . . . . . . I.e Giornate Mediche di 1'Iontecatini . . . . . • 'ocietà . Italiana di Ematologia - II Seduta Società· _Italiana di Gastro-En~erologia (Sezione Lae:iale) . . . . . . . . . . . . . . . . 363, 703, 1039. Societ~ , Lombarda di Medicina . . . . . . . . . . . Società - M~dico-Chirungica di Catania . . . . 317, 1303, 1342, 1385, 1857, 1796, 1936, Società Medico-Chirurgi ca di Modena . . . . . , . Società, Medi.co-ChiruDgica Padovana -. . . . . ~ . Società M~ùico-Chirurgica di Pavia . . . . . . 120, 1084, 1583, Società Medico-Ohirurgica gi Pi~a e Sezione Pisana 1342, dPlla Società di Biolo,gia . . . . . . . .. . . 894, S<;<·ietà Medico-Chirurgica. Veneziana ... ' . Sooietà Reale di Na,poli - Sezione Medica NELLA VITA PROFES~IONALE G1UGN1

2168 2039 2230 29

995 121T

2344 1463 1575 794 1502 1259 367, 2344 1260 125~

263, 1620 1386 1501 1084

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1307

SUNTI E RASSEGNE; DIVAGAZIONI ; APPUN'l'I PER JL MEDICO PRATIOO; SERVIZI IGIENICO-SAN:i TARI; POLITIOA SANITARIA. E GIURISPRUDENZA; CRONACA DEL MOVIMENTO PROFESSIONALE ; vedere !'Indi<·~ delle Materje. O{JNOORSI; NOMINE; PROMoiIONI E ONORIFICENZE; CORRISPONDENZE; NOTIZIE DIVERSE ; vedere alla fine dei f ascjcoli. OENNI BIBLIOGRAJi'J CI NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE (*)

. A:BT '

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Per comodità

dei libri recenEdti.

AXBAU3EN G.: Technik und Ergebniss der Gaumenplastik . . . . _ . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 43 BARBENSI G.: Elementi d i inatematica genera.le . ad. uso dei biologi e dei chimici . . . . . . . . . . . 1383 BENSAUDE ~: e col~. : Maladies de l'intestin . . . . 1885 RF.RCHER, FARGIN-FAYOLLE, FLEURY e LACAISSE: Pathologie dentaire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 744 BERGSTRAUD H., OLIVECRONA ~- e ToNNI S w.: Gefassemildungen uud Gefassgeschwiilst e des Gehirn~~ . 1302 BERTHOLD F. : Das ohirnrgische Oiperationssa.a.l . . 743 BoN H.,: Précis de Mé decine (1atholique . . . . . 218 BORRDIER H. e KOFMAN T.: Néodiathermie à ondes • o conrtes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1171 BOlTENDERG H . : Biologischc Therapie des praktischen Arztes . . . . . . . . . . . . . .. . . . . J.619 • BP.ACHET A.: Traité d'Erubriologie des Vertebrés . 652 BREDERECK HELLUMT: Vitamine und H ormone und . ihre. technische, Darstellung . . . . . . . . . . . . .1536 BRILLOUIN L.: Notions élémentaires de mathématiques •pour les sciences expérimentales . . . . - . 317 . BRUGSCB Tn. : Lehrbuch der inneren Medizin . 1616, 2166 CALAB:tESI M.: Elettrocardiog rafia. c lini ca . . . . . 1~97 CALVÉ ,'f. O. : Ldt tuberc1.1lose ostéo-articulaire . . . 29 " CA RNOT P., VILLARET M. P CACBER\ R.: Thérape_u tique hydroclimatologique de ~ m.:tladies du. foié :.. t ùes Yoies tiibiares . . . . . . . . . . . . . . . 218 CARRIÉ CURT: Die Porph~· rie : ih r Nachweis, ibre . ". Physiologiv und Klinik . . . . . . . . . . . . . 1423 0ARRIÈRE G. : La diphtérie . . ' . . . . . . . . . 1670 CARRIÈRE G. H.URIÈZ o . : Le sa.ng des hyper't endues 894 CASSINELLI B . : St~ria della pazzia . . . . . . . . . 2025 CASTIGLIONI A. : Storia della medic ina . . . . . - . 1034 CATEL W. : Normale unò pa.thologische Physiologie der Bewegungsvorgange im gesam ten V~rdan­ ungsk·a nal . . . . . . _ _ . _ . . . . . . . . . . . . 1936 • UERVELL~·r1 I. : Rigenerazione . . . . . . . . 1302 OHAVIGNY P.: Le médecin co1nm e ch ef, comme orfg anisateur . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 218 CBOMPRET, DECBAUME et RICBARD : Technique clii rur• 743 gicale bucco-dentaire . . . . . . . . . . . . . C'IAMPOLIN T A. : Sessualità e medicina legale . . . 1080 CIGNOLINJ P.: Marconiterapia . . . . . . . . . . . . 1338 OOMBY M. T. : Les encéphalites ai g ues postiufectienses de l 'enfance . . . . . . . . . . . . . . . . 1083 OORDIER V. et p_ OROIZAT: Les spl énoinégalies . . . . 2293 CossA P.: Physi opat hologie du syetème n erveu x 1302 0R1STAL P.: Précis de Chimie biologique m é dicale 119 CHOVERI P. : Patologia tropicale e J>a.rassitaria. Vol. I: Malattie da proto~oi dell'u o mo e degli animali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1707 D'ALESSANDRO R .. : Medicina e ì\1:edicina legale mili ta,re . . . . . . _ . , . . . . . . . . . . . . . . . 509 DANIEL: Physioterapie en chirurgie et gynéoologje 843 D}o: BERNARDIS G. : La difesa social e con t ro l e malattie sei-;s11ali in Italia e negli a ltri paesi __ . 74 DELORE P.: Tendances de la médecine contemporain e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2293 Dc LIETO VOLLARO A. : Filementi di em eiol ogia e d iagnostica delle malattie dell 'occhio e degli annessi ocula.ri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168 DE VECCBIS B. : Tratt ato analitico di ortodon tia . 2342 D1 PRISCO L.: Valore d ello etato anteriore n ell'apprezzamento delle con segu enze di un infortunio s ul lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1670 DISERrrORI B. : Saggio di fis iologia del liquido cerebro~pjnale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 DITTRICH P.: Des Kinde mord jn der arztlichen Sachverstandigen-T atigkeit . . . . . . . . . . . 1302 Dt•MAREST, LEFEVRE, MOL;\RD, PAVIE, nouGY: La pratique du pneumothorax thérapeutique . . . . . 1616

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F.: I servizi sanitairi nel nuovo Lmpero e

la preparazione d ei medici . . . . . . . . . . .

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1256 1980 2228 2026 1497 557 1461 1124 167 2293' 557

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d egli studiosi riportiamo l'elenco

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« IL POLCCLINICO »

I>uNCAN G. G.: Diabetes mellitus and obesity . . DuPUY DE FRENELLE: Pour diminuer le ris que opératoire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ENGERSTRoM 1'1.: Beitrag zur l(enntnis d er MagenRaftaciditat nnd der Verdiinnnngssekretion der -~agen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . E~EER A. : P athologiach Anaton1ische nnd J( liniscbe Unter s uchi.1ngen von Kreigsherl etzungen durc h Sohadelschtisse . . . . . . . . . . . . . . FAGO S. V.: P otabilizzazione dell e acque. Moderni m etodi e mezzi . . . . . . . . . . . . . . . FERRANNINI L.: Lezioni d i cl inica lUedica FERRARINI G . : Traumatologia e infortunistica . . . FERRATA A. : Le e mop atie . . . . . . . . . . . . . FERRIO L.: Compendio di patologia e terapia me-

Pag.

Pag-.

1980

JOURNÉ M . e DESCHAMPS P. N.: Manuel de patho· l ogie médical e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1707 1(J\BN M . : L'année électr oradiologique (1934-1935) . 1384 KLEMPERER G. e F.: La cl inica medica (Enciclopedia di m e di ci na pratica) . . . . . . . . . . . 700 T(KUTSSON F. : Urethil'ogru,phy . . . . . . . . . . . . 843 l(OENIG E. e HESSE E. : Bibliografia s ulla trasfusione d el sangue . . . . . . . . . . . . . . . . . . 462 KowARSCHIK J. : Kurz,velle ntbe1'a'Pie . . . . . . . . 413 Kl\EMER W. : Die Entwicklung cter Lungentuberkulcee, d es Erwach sen e n . . . . . . . . . . . . . 1498 Ki-;ETSCHMER E. e ENKE W.: Die Per ~o nli<ekeit der A thletiker . . . .· . . . · . . . . . . . . . . . . . . . 1083 LA FACE L.: Fauna anofelinica delle Colonie Ita · lia n e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1980 L.~NCE P . M.: Les ostèotomies sou s-tr ochan tériemes d a n s l e traitement des lu xation e con génital es invétéreés d e la hance . . . . . . . . . . . . . . 2229 LANGE J. : Kurzgefasstes Lehrbuch der Pbychiatrie 2343 LAURENS G. : Chirurgie d e l'oreille, du nez, du pbarynx et du Jarynx . . . . . . . . . . . 604 LA uwERS E. E. : Introducti on à Ja. chirurgie génito-urinaire . . . . . . . . . . • . . . . . . 2230 LEJ:LANC E.: Synthèse des voies d e conductio11 des centres n erveux . . . . . . . . 604 LF.JARS F.: Ghi.rurgie d 'urgen ce . . . . . . . . 893. 1839 L.tlBL M. : Grafologia psicologica . . . . . . . . . . 2026 L:r.v1 G. R.: Chimica (Lezioni per la facoltà. di 1nedicina e chiru1.,gia) . . . . . . . . . . . . . . . . 1124 LFVI • M. : Eltmienti per uno studi o clinico dell'inte rses~ual ità . . . . . . . . . . . . . . . . 1302 LFw1s T H. : Le malattie del cuore . . . . . . 939 LtNDBLOM K.: A. roentgenographic study of the vascular oh a nnels of the skull . . . . . . 1498 LvF.PER i'vI. : Théra.peutique medical e . . . . 700 Lù G·1uo1cE F. : L'assicurazione con tro le ma 1 attie per gli a ddetti al commercio . . . . . . . . 703 LORENZOLA F. e Pozzi G.: Aliment i. Legislazione e cenni chimici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119 LtrnwIG D.: J{rei slaufkra nkhei ten l1nd Nierenkrankheiten l>ei I~riegsberchadigt.e n-H aufigkeit. Erscheinun gsform und Verlauf . . . . . . . . . . . . 2070 LUNDIN..\ K.: '! ha s;rruton:ato1ogy of d iYerticnlum f or.mations of the colon . . . . . . . . . . . . . . 1792 LUSTIG A.: Infezioni ed in fesi azioni endemiche ed esotiche . . . . . . . . . . . . . . . 1574 LYSBOLM E .: Das Ventrikulogramm . . . . 843 ~fALUT.\ G. : Suggestione tera1)eutica . . . 1083 ~IARAGLIA NO V. e a ltri: •rratta to ita liano di marconiterrupia . . . . . . . . . . . . . . . . 1751 MARANELLI L. : Neozolfoteraipia. Vol. VIII .. 794 MARGARIA R. : Chimica e fi sico-chinti ca fisi ologica 1080 462 MARION G. : Tra i tf' ù "urologie . . . . . . . . . . . . 1\-{ARTINEZ F . e BERGONSKY I.: Apparato res1~ iratorio 1708 MENEGBETTI E. : E l emen ti di Farmacol ogia 2290 1123 MASCHERPA G.: Tossicologia . . . . . . . . . . . MIRA M. G. : I1a ,m ala.ria en Guatemal a . . . . 2026 ?vfoLLARET · P.: Le traitement de la fièvre jaune 1574 1\if OKDOR H. : Diagnostics urgen ts : a bdon1 en 992 167 1\!0NIER-VINARDI R.: Neurologie . . . . . MONITZ E.: Tentatives opératoires dans les traite2343 nien t de certaines p h ychoses . . . . . MooN R. O. : ~1edicine :tnd Mysticism . 167 Mf!LLER M. : Prognose und Therapie der Gei::;teskrankbeiten . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 167 Or. MER, BUISSON e AUD!ER: Le interYenti on de pratique 1uédicale courante . . . . . . . . . 1707 NAEGJ.)LI O.: Differential dia.gnose in der innere Mcdi:in . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 991 Noaécounr P.: Cliniqu e }fédicalc des enfants. Trouh le3 de la croissance, <le la pu berté. de la nut1·ition et. <le glande~ endo<'rines . . . . . . . . 1708

940

413

26 1980 1573

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. . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . 991 FJORANI-GALLO:I'TA P . L.: I giene rurale . . . . . . . 1792 dica

FrùRI E. : Oalcifica.zioni ple11riche e pleuriti ossifi -

canti .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

FISCHER A. :Geschich te des deutsohen Gesundheitsv.•esen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . FITTIPALDI u. E.: I sedimenti urinari . . . . FORMENTANO V.: La t r asfu sione d el san,g ue n ella pratica medica . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fc·hSGREN F. : Ueber die Rhyt.hmik der Leberfunktion des Stoff,vec h sels und Schl afes . . . . . . . FUMAROLA G. e MOGLIE G.: L a terapia delle malattie n e rvose e ·m entali . . . . . . . . . . . . 1122, F u RST TH.: Met:,hoden der Konst i tutionsbiologischen Diag·nos tik . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GADDUN J. H. e DALE H. H. : Gef assweiterud e Stoffe d er Gewebe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GAIFAMI P. : Prontuario di terapia ostetrica . 991, CATELLIER J . e MOUTIER F.: 'fhérapeutique de l'ulcère ga st rod nodénal . . . . . . . . . . . . . . . GIORDANO A . : La s ifilide renale ed il rene dei s ifilitici . . . . . . . . . . . . . . GroRGIACOPULO D. : Le vari ci . . . . . . . GLASSCHEIB Alligemcine Rcntgen1."11nde-Eiofiihrung in Studium und Praxis d el' m edizinischen Rontgenologie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Go:FFON R.: Etude clinique de l 'équili'b re acidobase par l ' analyse d 'uTiue . . . . . . . . . . . . GRASSI A.: Acridinoteraipia della h l enorragi a f em -

509

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minile

. . . . . . . . . . . . . . . . . . GREGOIRE R. : Chirurgie de l 'ésophage . . . . . GUARINO A. : Le coli bacillosi . . . . . . . . . . Guccr G. : La necessità delle c ure com plementari nella terapia dei fratturati . . . . . .. . . G rcc1 G. : Nozioni €le1nentari s opra l a retrattiloterapia. chirurgica, nella t u beJ'col osi pol rnonare GDILLAI N G.: Études neurologiques . . . . . . . . HABERBA A. : Beitraeg zu r geriohtlichen Mecl izin . . HALFSTRoMG T. : Takatas modifizierte su b lim at Fusosinreaktion om Blutserum als Diagnos ikum bei L eberkren l\heiten . . . . . . . . . . . . IIANSEN l{. e STA<\ 1-I. : Die enctemjsche Sprue und i.!hre Folgegrankheiten . . . . . HARVIER I>. : Pathologie cligc ti"'e . . . . . . . . . . HINSBERG K.: Mcdi ~ a . . . . . . . . . . . . . . . . . VON l!OESBLIN H .: Vorlesungen iiber Erkrankungen des Respirationssyste1ns . . . . . . . . . . . . . . HORNUS G.: La periodicité sa i sonnière des maladies épideIL1que.s et en parti cu1ier de l a poliomyélite n oucKE E.: La rate en pathologie s anguigne . . JANNENEY·li.\R"IZ G.: Formn l aire endocrinol ogique du praticien . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . J1:NTZER A. : Iudications opératoires d'ur.gence dan s le l ésions tra11matiques fermées réoente du c rane et de l'encéph ale . . . . . . . . . . . . . . . . JoANNY-TOR1UÉA U C.: La. 1nédecine est une science

314 1036

74 940

1338 2229

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SEZIONE PRATICA

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Pag. PADOVAN I E.: Indice generale del giornale di Psichiatria Clinicri e Tecnica Manicomiale 1083 PAISSEAU G.: Le lait. concentr é su c,ré . . . . . . . 1463 l'/.LAZZI s.: Chirurgia. . . . . . . . . . . . . . . . . 462 PETTIT A . · Sérothérapie antipoliomyelitique d 'orig ine animale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1216 PrHLIBERT A:. Précis de bactériologie médicale . . 652 P1cHON E . : Le d (;veloppement psychiQue de l 'en.fant et de l' adolescen t . . . . . . . . . . . . . . . . . 2026 PI.ERI G.: Fisiopatologia del simpatico nell'uomo 2166 POLICARD A. : Six conférences d 'histophisiologie normale et .pathologique . . . . . . . . . . . . . . . 1935 PONROY e PSAUME: Restauration e t prothèse maxillo-faciales . . . . . . . . . . . . . . . . 1753 POFGES O.: Darmkrankheiten. Ihre Diagnose . . . 217 P<>tTMANN G. e RETROUVEY H . : Les voies aériennes et la tuberculose . . . . . . . . . . . . . . . 1216 Poazro M . : Compendio pratico di endocrinologia clinica. Vol. I: Ipofisi . . . . . . . . . . . . . . 2125 PUTTI V.: Per i fratturati in pace e in guerra . 2229 RATHERY F.: Le traitement du coma chez les diabétiques . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1670 RATB.ERY F . : Maladies de la nutrition . . . . 2293 R1-:nouL H. : L'Artério·graphie des m embres et de 1 aorte abdominale . . . . . . . . . . . . . . 413 RFIN H. . Eiufiihrung in die Physiologie des Menschen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1036 REVOLTELLA G.: Questioni ostetriche di attualità 2230 RIBADEAU-DuMAS L. e LATARTE: Les n ourrisson dé. biles et prématurée . . . . . . . . . . . . . . . . 1256 RISI A. : Veleni ed avvelenamenti . . . . . 1615 ltIVOIRE R. : Les acquisitions nouvelles de !'endocrinologie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 700 RODRIGUEZ R. R. : Enfermedades por infeci6n de las a.m1gdalas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 743 l\OGER G. H . e BINET L . : Traité de Physiologie normale et pathologique . . . . . . . . . . . . . . . 652 ROMANO A. : Igiene e terapia secondo natura . . . 1619 I<.o~NER SIMON: Tu·mores malignos de la piel y orificios naturales . . . . . . . . . . . . . . . . 1462 J{OYER DE V~a1 couar E.: Le syndrome endocrino-hépatomyocardique . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1708 SABADINI L.: L es kystes h ydatiques de la rate . . 1753 SARASIN R. e DUCLOS H. : Exploration radiologique des colons et de l'appendice . . . . . . . . . . . . 843 SCHINZ R. e BuSCHKE F.: Krebs und Vererhung . . 894 SCBNEIDER K. : Psichiatrische Vorlesungen f. Aerzte 2243 SCHM IDT P . e KAIRIES A.: Neue Studien zun1 Problem der Influenza dei Mensch und Tier . . . . 1338 SCHTEINGART M. : Alimentaci6n y dietética . . . . . 800 ScHu1.rz J. H. : N eurose Labens not. Aerztliche Pficht . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2343 SCHULTE G.: Roentgenatla.s der Staublungenerkrankungen der Ruhrberglente . . . . . . . . . . . . 1171 SCHULTZ J. H.: Uetungsheft f. das autogene Trai. ning . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 363 SERGENT F. e COLL: Traité élémentaire d'explora. tion clinique . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 556 SIEB~K R. : Die Beurteibung und Behandlung Herzkranker . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25Q SOUQUES A.: Etapes de la neurologie, dans l 'antiquité graecque . . . . . . . . . . . . . 2026 Sl'ROGANOFF B . : Traitement de l'éclampsie . 1840 STRORL A.: Précis de physiqu e médicale . . 314 STUMPF P.: Roentgenkymograplrlsohe Bewegungslehre • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1384 STUR J.: Kleines Merkbuch zur Differentialdiagnose . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 217 TATAFIORE E.: La costituzione morfologica normale del neonato e del lattante italiano . . . . . . . 1123

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Pag. TE1R~COL J.: Les maladies des fosses nasales

1839 2126 1215 314

'IERRIEN E. : Pédiatrie . pratique . THOMAS P.: Manuel de biochén1ie . . . . . . . 'l1IAN A. e ROCHE J. : Chimi e . . . . . . . . TIMPANO P. : Della diagnosi precoce del la tubercolosi polmonare . . . . . . . . . . . . . . . . . . 554 'TRABUCCHI E. : Lezioni di tecnica farmaceutica biologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1884 TROlSIER · J.: Etudes expérimentals su r les maladies infecteuses .. . . . . . . . . . . . . . . . . . 1616 USLAND O. : Kirurgische Pankrea.ssyndommer ag postoperative pankreas-komplicasjoner . . . . .. 1839 VAGUE J.: L es h épatonéphrites aig·ues . . . . . 893 VALERY-RADOT P . . e HAMBURGER J .: Les migr aines 360 VIGANÒ A. : Tecnica del bendaggio gessato . . . . 940 WEESE H. : Digitalis . . . . . . . . . . . . . . . . 260 WEICHARDT W.: Die 19-run dlagen der unspezifischen 'rherapie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1462 von WEIZSAECKER V.: Studien . zur Pathogenese . . 217 WOHLFART S. e G.: Mikroskopische Untersuchungen an progressiven Muskelatrophien . . . . . 995 w·oLF K. : Terapia vilalistico-costituzionale . . . . 794 WORMS G. et PIERRE KLOTZ H.: Le thymus . . . . . 1216 ZAMBRANO E . : La sifilide congenita del sistema nervoso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 604 ZAPPALÀ G.: L e artropatie croniche (escluse. quelle da germ i conosciuti) . . . . . . . . . . . . . . . 2022 ZIM MER 1{. G.: Radiumdosimetrie . . . . . . . . . . 1171 Annali della CUnica delle malattie nervose e men. tal i di Palermo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 360 Arch. di Antropologia criminale, psichiatrica e medicina legale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2343 Atti del Con gresso della Previdenza Sociale . . . . 2073 Atti del I Congresso Internazionale della trasfusio ne del san gue . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1754 Atti dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni. Vol. VIII . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1498 Bull. trimestriel de l'organisation d'Hygiene . . . 1620 Compte-Rendus deuxiéme Congrès annuel de Médecin s Electroradiologistes de l angue français . 1171 Er,g ebnisse der gesamten Medizin . . . . . . . . . 992 Internationale mediz. (T). Woche in <ler Schweiz 2167 Istituto di Malariologia.. Conferenze sulla malaria 509 Klinik der Erkrankungen des Herzmuskels . . . . 259 Klinische Fortbildung . . . . . . . . . . . . . . . . 1341 La medicina e la chirurgia relativa a llo 'sport dello sci . . . . . . . . . . . . . 700 L ' Année médioale pratique 992 L'Année t hé.ra peuti qu e . . . . 995 La nuova legge sanitaria . . 794 Lavori dell'Istituto di Clinica Medica della R. Università di Bari . . . . . . . . . . . . . . . . . . 793 Le corbellerie di Ellem . . . . . . . . . . 2167 Le diabéte sucré. Questions controversées de clinique et de pathogénie . . . . 742 Lehrbuch der inneren Medizin 1707 L'examen du malade . . . . 794 Medicina e Chimica . . . . . . 2073 Problema der B akteriologie Immunitatslehre und experimentelle Therapie . . . . . . . . . . . . 1884 Pubblicazioni del prof. Francesco F igari in un quarantennio di vita scientifica . . . . . 703 Question s cliniques d 'actualité. V série . . 263 Sammlung Wichtiger Frueh und Fehldia gnosen 1168 Scritti in memoria del dott. prof. Gio\anni Truffi 1753 Scritti in onore di Ersilio Ferroni . . . . . . . . . 75 Thc Rockefeller Fo undation Intern azional HeaJth Division . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119 The 1934 Year b ook o! the eye, ear, n06e and throat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 462 Wiener Archiv f. innere }.!edizin . . . . . . 557, 558, 1463

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« IL POLICLINI CO »

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XLIII, NuM. 52)

Indice alfabetico delle Materie A

Pag. Pag·.

Abissinia; vedi Etiopia. 1466 A Lortivi : peri.coli . . . 1121 Al·orto : coanplicazioni 2278 - endocrino . . . . . . - ; v. anche Utero. 271 Acetonemia essenziale n el bam bino Acido ascorbico; v. Sclerosi a. placch e._ - la.t tico; v. Urticall'ia. - nitrico; v. Avvelenamento. - ossalico e utilizzazion e del ,.a lcio . . . . . . . . 1626 - uri co : ricerche . . . . . . . . . . . . . . . 1 ~·85, 1452 Acidosi diabetica: sindrome addominale a cuta . . 211 Acqua : depurazione . . . . . . 1544, 2147 Acqua : esami batteriologici 1544 - : indici d 'inquinRJmento . 1084 .A.eque minerali; v. Ureteri. Aorodinia; malattia di Feer . . . . . . . . 463 Acromegalia: con tributi . . . .. 356, 1221 -: v. a. Tumore del l'ipofi~i. Ac1 inom;ceti anaerohi: d erì \a3 ione 1795 Addiso n; v. Morbo di --. << Addome acuto ,, da cisti d i ecb1ncc:cc .. o 371 Addome: affezioni simulate dell '1622 - . sintomi di a.dfezi·oni toraciche . . . . 1454 - superiore: affezioni acute .. 2160 - ; v. a. Acidosi, Arterie, Canori, Circolazione, Dolore lombare, Ferite, Sindromi, Sintomi, Tumori. Adenoma cistico; v. Pancrea s. Adenopatia tracheo-bron ch iale tubercolare dell' adult ~ allergico . . . . . . . . . . . 1570 Adiposità e magrez · e patologiche 2168 Adrena lin a : n €crosi da 1344 -; v. a. Asma. Aerof a1gia degli vtosici . . . . . . . . . . . . . . . 142'1 Afn..:;ia motoria da ritenzion e a0C)Uoso-sali11 a . . . 1522 Affezioni respiratorie : trattamento con et.:1 chalmoograti e etil-morruati . . . 245 - ; v. a . Mal attie. Africa Orientale Italiana; v. F.1 ioy: a, Impero, Somalia. Agglutinazione batterica: nuoYe nozioni . . . . . 1666 Agr11nulocitosi e s ue cause . . . . 76, 356 - : v. a. Leucopoiesi. Alcool etilico ; v. P olin e11rite. - o ttilico; v. Sindr omi emorragjch e.. Alcoolemia : ricer che . . . . . . . . . . . 363, 1172, 1885 Al coolismo ed eugeni ca . . . . . . . . . . . . . . . 1996 Alcoolizzazio ne : v. Frenicectomie, Radici spinali. Allergia e affezioni r eumatiche . . . . . . . . . . . 1713 - aspecifica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6~6 - ; v. a. Anafilas::.i, Gastriti, Gastropatie allergiche, Malattie allergiche, Mal attie da intolleranza, Malatt ie urinarie, Sinovite a llergica, Sostanza P., ecc. Alimentazione del popolo ita 1ian o: modificazioni 1801 - : frutta nell' - . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1417 - : le necessità dell' - e modifi r,azioui di abitudini 21f5 - umana nelle età. preistc ricbe . . . . . . . . . . 1931 - , v. a. Alimenti, Diet a, Edemi, Ulcera, e cc. Alimenti di origine americana . . . . . . . . . . . 1429 Amebiasi intestin ale: pericoli e ri. nltati del trat113 t~D.!eD t O . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . - ; v. a . Epatite amebica, Fegato, Intestino. An•eno1-rea d elle diabetiche . . . . . . . . . . . 1855 Anafilassi; Y. Allergia, ?rfalattia serica. An a lge ia; v. ~~ne ste s ia, Ostetricia.

Ana tossina stafil ococcica. . . . . . . . . . . .. . . . 885 - difterica; v. Difterite. 1\.r1 ca: dia g·nosi differenziale delle af.fezioni eron i ohe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. 1117 -- : v. a . Artrite, Tubercolos i. .\nemia acuta febbrile d a sepsi di orig ine dentaria 1343 -- - - perniciosiforme; trasfus.; guarig. . . . . . 1597 - cr ~ ni ca emoli tica cou emogloibinuria parossistica notturna . . . . . . . . 2013 - da botriocefalo 1164 - ip-0cromica aohilica 1.385, 1758 -- di Bier·m er: forme mascherate . . 2335 -- - con sindrome di PlummeT-Vin$on 1940 - p erniciosa e carcinoma gastrico . . . 1685 - - .· l' . .. . . . . ... . . . . . . . 1464 -- - : p seudo-tumore dello s tomaco nel corso di 76 -- sperimentale : ricerche .. 1083 - · trattan:nento . . . . . 803 - ; v. a. Dermatosi, Fegalo. Aneste:;ia chirurgica .. 560, 563, 1222 - lombare in ostetricia . . . . 2279 - peridurale . . . . . . . . . . 203 - ; v. a. Chirurgia, Ostetricia. Aneurisma dell'arteria s pleuir,a simulante una colecistite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1378 -· tardivo da lesiou e di guerra . . . . . . . . . 147 . .i\.u eurismi arteriosi spontanei degli arti : a.rteriogra&ia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1130 -- ; v. a. Aorta. Augina pectoris : cura . . . . . . . . . . . . . 222, 1877 - - ; v. a. Tiroidectomia. Augine acute : 1e . . . . . . . . . . . . . . . 264 -· - non specifiche: tratta.in. con bismuto . . . . 1797 AI1 F,io-endot elion1a di Kaposi : quadro ematologjco 1303 Aninsulin a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 750 •.c\.nnessi; v. Rene polioistico, Trombe. .A.nnessiti: opera.zi ::-ne di RotlPr e suoi r isultati 123 Ano iliaco definit1\·o--: prol as o dell 'an sa efferente 630 -; ""· a. Fistola anale. Anoressia nervosa . . . . . . . 2266 Ansia: stati d'- : prescrJzione . 467 656 Antisettici intestinali . . . . . 709 Antiviru13 di Besredka in chirnrgia Antrace; v. Foruncolo. Antropologia; v. Psicologia crimi nale. 1991 Anurie nefritich e: iuterve11ti . . . . . . 1294 Aorta: restringimento con ~c n ito dE>ll'istmo 1993 - toracica discend. : a neu1·i s1na . . . . . . - ; v. a. Arteri-0 grafia. Aplasia mieloide; v. Mielosi. 1075 A 1~ op lessia cerebrale : etiopatogenesi - ; v. a.. Capo. A ppendic.e: tumore . . . . . . . . 655 - estirpat a.: studio radiologico 1130 Appendicectomia; v. Orticaria. 1940 1\ p11endicite cronica e coliti croniche: rapporti ~ - - - ..e- u 11 m1•t o . ...... . 859 656 - e carc:in-0ana dell'appendjce 1029 - : err ori di diagnosi . . . 2199 - e pe1·iton ite s uppuratiYa . 170 -· tubercolare a cuta . .. . . 2143 Appendiciti croniche: di. turbi gastrjci 1620 - e pseud o-appendiciti cron iche . . . . -- ; v. a. Paseio a.ppendicular] s . 1200 Appen<li cocele ...... .. . 1528 Aritmia a ssoluta . . . . . . . . . . . . . . . . . 1041 Arsenobenzoli : espl oraz. dell'intolleranza agli 1


[ANNO

\LIII , Nt•'J. 52 )

23&1

SEZIONE PHATIC.\

Pag. A1·senobenzoli jn so,g igetti intolle1' anti . . . . . . . Arsenicali; Y. Arsenobenzoli, Sifilide. Arte medica. e medicina artistica . . . . Arteria epatica e cistica: varietà . . - polmonare; v. Embolect omia, Embolia. - splenica; v. Aneu1·is m a. -- temporaie si11perficiale; v. Sindromi dolorose. - tibiale anteriol'e: allacciamen to al terzo super. della ga.mba . . . . . . . . . . . . . . Arterie carotidi: legatura .. . . . . . . -- coronarie : patogenesi della tr-0 mbosi - - : terapia delle t r ombosi . . . . . . -- - ; v. a. Coronariti. - : malattie; manifestazioni actdominali Arteriografia . . . . . . . . . . . . . . . . 227, · - ; v. a. .A.n eurismi. Arteriosclerosi; v . Sindrome di Cushing. Arteriotomia nelle 0oblit,erazioni arteriose . . . . Arti; v. Gangliectomie, Infezioni, Varici. Articolazioni : distorsioni e flogosi traumatiche; 1netodo J1él'icb.e . . . . . . . . . . . Articolazioni : ferite d'arma da fu oco - : lesioni minori . . . . . - ; v. a . Artriti, Disarticolazione, Pseudartrosi. r\rtrite acuta.: cura r o n ~o l fo rolloida1e . . . - secca de11'anr;a . . . . l1 rtriti cronichP. endogen e: cura con fenolsn lfouftaleina enrlora~hi·lea,, - - : trattamento . . . • -·: gangliectomia - , v. a. Articolazioni, Poli-. Setticemia. Artrodesi extra.rticolari: autotrapianti Ascessi a8per g illari . . . . . . . . . . . -; v . a. Fegato, Mediastino, P olmoni. Ascoli : metodi di - ; v. Kala-azar, Malaria, Tumori. Asma brt)nchiale: a zione dei germi e vaccinoterapia . .. . . . - - : cura causale . . . . - - : - chirurgica . . .. - - : efficien za respiratoria - - : trattam. col pneumoveritoneo - dei fanciulli . . . . . -· e il naso . . . . . . . - - sinu siti : r ela zioni - : f attorj p sicologici - : ipocloridria . . . . - · radioterapia .. . - · iniezioni di a drenalina •.\.spe-vgillus; v. Ascessi. Aspirina: l a scoperta dell' Assistenza sanitaria ai rura,l i

Ae;teuia generale : pre.:;criz. . . At-leti : lesioni . . . . . . . . . - , Atletismo ; v. a. Edu oazione fi sica, Sport. At1nos fera ; v. Depressione atmosferica. A trofia muscolare progressiva n1iel opatica . . . A. tr ~':P a Bella.donna.; v. Parkin sonismo. .A tropina; -ç-. Coliche renali. A tti amministrativi: effi cacia esecutiva . . . . . . Att.ino-dermatosi ; v. Inter ferom etria. Aurotera1pia; Y. Polia rtrite. .A_viatori, Aviazione ; v. Cuore, P i:;iconeurosi, Volo. AYvelen a.m ento da fun.ghi: sindrom e anurica - - nit rato d'a rgen to e acido nitrico . . . . . . Azotemia; Y. IpertcsL

493 73 368

1143 32 142032 1421 1464

1296

1442 2200 1700 lG6 1701 1315 844 1703 2199 263

1246 124•) 1622 1760 2099 1464 1246 318 2019 789 2043 2040 840 610 1130 1834

894

851

54 652

B Bacillo difterico : colorazione . . . . . . . . . . . . - d ifteriforme: i portatori di - d a l punto di vi. . . . . .. . sta epidemiologico

206 895

Pag. Baeillo tifico. antigene Vi - diagnosi . . - - : dissociazi on e . . . -· - : ricerohe . . . . . - tubercolare: arrj cchimento nello sputo - - : composizione . . . . . . . . . . - -- nello stomaco : valore dia.gnostico - - : r icerea nelle urine - -- : ricerche . . . . . . Bacterium coli; v. Onde corte. B aliatico:

d isciplina . . . . . . . . . .

1502 1602 894 1544 2093 29, 372 849 2039 1795

. . . . . . 1178

Bambini ; v. Chetonemia, Colpo di Calore, Convulsioni, Eczema, Infanzia, Nefropatie, Splenomegalia, ecc. Basilico: il . . . . . . . . . . .. . . . Based ow; Y. Morbo di - -. Ba tter i anaerobi: coltu ra . . . . .. . - : conservazion e d elle varianti - del grUippo t ifo-coli: isolamento - · fisiologia ed evolu.zion e . . . . - patoig eni : dissociazione . . . . . - ; v. a . Bacilli, Brucelle, Gonococco, ecc. Batteriofa.g o n el suolo . . . . . . . . . . . . . . . Batteriuria con particolare riguardo a.gli effetti della tonGillectomia . . . . . . . . . ... . . Benzedrina; v. Ipertensione. BibliograJia; v. a . l'Indice delle rubri ch e. ai oipite brachiale: rottura e disin serzione Biotropismo: episodi . . . ...... . Bh~muto ; '"· Angine. Blenorira.gia nella d onna. . . 1261, - : scelta del trattMnento .. -; v. a. Gonococco, Uretrite. Botriocmalo; v. Anemia. BPt.tone d 'Orient e: st ruttura Botu lismo : p rova biolo·gica con siero di san g ue Bra dicardia; v. Osteomastoi ditL Bronchiect asia: p1'escr izi oni . . . . . - : tratta1n. con lobec1 omia po1mon. . .. -; v. a. Istidin a,. Br-'.) nchit e degli enfisentatosi : t r attam. . . . . Bron copolimonite infantile: M p etti part icolari Ilr11celle: differenziazione dei tiipi Brucellosi : complica zioni - . epidemiologia . . . - : forme laringee . . . . - : -pseudotu bercolari -- : vaccinoterapia endovenosa - ; v. a. Oeutr-0 antibru cellare. Infezjone m elitense, Melitococcia, Mielite brl.1cellare, Morbo di Bang, Somalia.

..

..

256 747 747 1583 1836 255 1544 719

846 1545 1759 1000

1084 1355 1626 1959 1798 318 1547 1600 317 1768 1757 301

e Cu,ffein a endovena in chirurgia .. . . .. . . . - ; v. a. Paralisi rPspir a toria. Ca 1cemia e stati a n siosi; trattam. CD.lci o in t erapia .. . - : ricer che . . . . . . . . - ; v. a.. Acido ossalico. C!:i lcoli biliari : espulsione . . . . . . . . . . . . -· reno-ureter a li : di.a,gnosi d iffer. r a diologica CuJrolo reuale : perfo razion e da - . . . . . . . Calcolosi biliar e: derivazione inter na per1nane11te della ùil~ come cura radicale . . . . . . . . . . - del rene e d ell'u.retere: diagnosi n el fanciullo - epatica : terapia . . . . . . . . . . . . . . . . . . - intraghiandolare d ella sottom ascellare .. . . . -· Calcoli ; '· a.. Coliche, Colecistite, Litiasi, Ur<.'tere. Campi elettro-magnetici: influenza sull'equilibrio umora le ~ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

479 268 900 1342 845 750 559 1767 1128 1575 828

1223


2382

«

I L POLICLINIUO

»

rANNO XLIII, NuM. 52]

Pag. Canale inguin a le; v. Ernie, Litiasi. Ca n cri addominali e pel vie i recidi vi : cura del dolore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2161 Cancro : capelli da - . . . . . . . . . . . . 1251 - della pelle, sensibilità cut.an ea e radiazioni sol ari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 174 genesi del - e iNarliazioni terrestri 936 - : i:mmun1"tà . . .. . . . . . . 983 -- 11ella razza n era . . . . . 10'78 - : i1uovo m etodo dia.gnostico 1250 - ; v. a. Anemia, Dermatosi precancerosa. Tumo ri, Veleno di cobra. Cancro-ci rrosi; v. Fegato, Polmone. Canfora: lesioni epatiche e rena.li da ·- . . . . . . 263 Capelli; v. Cancro. Capo: turbe circol atorie aocessionali extra-apoplettich e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . 1899 - ; V. a. Cranio , r.ru.rricefalia. Car bonchio: sieroter apia ad alte d o~i . . . . . . . 418 C'a.1·bone di paglia; v. Medicazioni. -· endovena; v. Eresipela, Granuloterapia . Carcinoma; v. Anemia, Cancro. Cardiaci: cura: nuove vedute . . . . . . . 924 Cardias : esam e funzionale . . . . . . . . . 272 Oardiopat ie : pH e acido lattico del sangue 418 - scon,!!pensate: ricer ohe . . . . . . . . . . 1084 - ; v. a. Cardiaci, Reumat ism o. Oardtospasmo : cura chirurgica . . . 1177 Catar atta fetale . . . . . . . . 169, 1936 Catatonia sperimentale . . . . . . . 1260 Cavern e po1mona-ri; v. Polmoni , Tube:vcolosi polm. CAVI NA C. . . . . . . . . . . . . . . 1829 Ceco : cancro : studio radiologico 1502 Cellule: vita e struttura . . . . . . 1033 Centro a n tibrucellare di Catania 317 Cerume: per l 'estr azione dei tappi di 1798 Cervello: attività elettrica . . . . . . . . 850 - : disturbi dinamici della circolazion e . 1662 - fr ontale e sistema motorio extra-pirrumidale .. 13 - : gliomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1464 - : Gchistosomiasi : caso operato . . . . . . . . 463 - ; v. a. Crupo, Cisti, Dolori addominali, Emorrag ia, Encefalo, Iperten sione, Mestruazioni, Ventri. oolografia. Oheratosi del glande . . . . . 778 Chetonemia : cura e p rofilassi 1886 - nei bambini . . . . . . . . . . 1671 Obi a sma otti co; v. Regione ch iasn:.atico-sellare. Ohi loma,stix m esnili: patogenicità 955 Ohi nino: effetto paradosso . . . . . 1546 Cl1 irurigia : alzata precoce . . . . . . 2200 - della regione .ch iasmatico-sellare 1635 -: v. a . Anestesia, Antivirus, Caffeina, Clinica obirurgioa, Oomplicazioni, Medicina, Neuro-, Operazioni, Varici, ecc. Chorea ininor : terapia . . . . . . . . . . . . . . . . 1709 Cianogene: bromuro di - ; ricerche fi<~i. crpatologiche 1435 Ci1;to erniario inguinale . . . . . . . . . . . . . . 1386 Circola,zione linfatica; v. Sistem a linfatico. 222 - sanguigna : insufficienza: tratta.m. 2112 - - : malattie : rilievi d'attualità . 1419 - - : disturbi d'origine addominal e 1385 -· - : valutazione funzionale . . . . - ; v. a. Arterie, Arti, Uapo, Cervello, Circolo, Insulina. Ipotonia. vascolare, Malattie cardio-vascolari, Respiro, Vene. 2027, 2074 Circolo: scompen so cronico: fisiopatologia 1465 Cirrosi at.rofica del fega to: guaribilità 1399 - epatica : patologia e terapia . . . . - - ; .v a. Cirrotici, Emangiomatosi.

Pag. 4 1501

Cii rotici:

euforia . . . . . . . . . . . . . . . - . fen ooneno di Weltmann . . . . . . . . . . Ci sti del fora.me di Monro (OO!=;idette cisti colloidi d el 30 ventricolo) . . . . . . . . . . . . . . . . 2221 - d 'echinococco con degenerazion e neoplastica . . 1321 - - suppurata del fegato . . . . . . . . . . . . . 1130 - - ; v. a. Addome acuto, Ulcera gastrica, Vescica, i sin·g oli organi. - retro p eriton eale . . . . . . . . . . . . . . J71 -; v . a. Ganglio di Gasser, I n testino, Uraco. Ci stite incrostata: cura . . . . . . . . . . 1992 Cistiti: dirett ive pratiche nel trattamento 1031 -- : f ooola i extra urinari . . . . . . . . . . 1261 Cist-0sco1Pia radiologica; v. Letto per - . Climaterio : patologia . . . . . . 934 Climatologia collinare . . . . . . .• . 1501 ( 'Jinica chirurgica : insegnamento 45 - medica di Catania . . . . . . . . 317 - - : prolusione del prof. Sabatini 383 - - ; v. a. Fitoterapia. Cloro: in toosicazione da - : poRtumi . . . . . . . . 1620 ClorO'IIla: clinica, ematologia ed anatomopatologia 844 Cloruro sodico e glicemia . . . . . . . . . . . . . . 1914 Colangiografia durante e dopo le operazioni sulle 35 vie biliari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . CoJecistectomia: conseguenze sulle vie biliari . . 2070 Colecistite cronica e calcolosi biliare : pres crizioni 368 - ; v. a . Aneurisma. Coledoco: dischinesia dello sfin tere di Oddi . . . 368 -; v. a . Fegato. Colelitiasi: trattam. . . . . . . . . . . . . . . . . 2092 - ··; v. a. Calcolosi. Colera : modificazioni del sangue .. . . . . . . . 1429 Colesterolo ; v. I pertensione arteriosa. ColibacilJnGi urinarie: trattam. . . . 1940 .. . - ; v. a . B ac.,el'1nm ool"i. Coliche renali guarite spontaneamente 705 -- - : morfina od atropina? . . . . . . 1940 - ; v. a. Calcolosi. 2092 Oolite acn1ta. e cronica: trattam. 173 Coliti : sieroterapia locale . . . . 1611 -- ulcerose gravi non amebiche 112 - - non specifich e : segn i radiologici 1427 - - - - : tratta.m. chirurgico 2352 - : radiologia . . . . . . . . . . 1025 .. - : trat.tament o . . . . . . . . -; v. a. A.. p pendi<'ite, I stidina. 1210 Co Il !lc::~ o : din,gnosi . . 453 Colon : cancro . . . . 1174 - : l egamenti accessori 414 - . melanosi . . . . . 2344 - : ulcera semplice . . - ; v. a . Oolite. Dolico -. Colonna vertebra.le: fratture . . . . . 845, 1385, 2033 - - : semeiotica delle affe .:ioni (eccettuato il mor20 bo di Pott) . . . . . . . . . . . . . . . . . - - : traumi; lesioni del midollo e delle radici spinali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2034 -- - ; v . · a. Rachide, Reumatismo. Traumi, Tubercolosi , T11mori. Oolpo di ca1or e nei bambini . . . . . . . . . . . · 1417 Coma diabeti co: f· lin ~r.a . . . . . . . . . . . . · · 1889 Complicazioni post-operatorie; v. Operazioni, Polmoni. Concentrazione idrog enioni c~, : det.erminaz. . . . . 1996 80, 471. 663. 754. 1045 Concorsi : varia . . . . . . . . . 1628, 1715, 1846, 2238 Cingedo; v. Ricorso. Consorzi provinciali antitubercolari: sede ed uffi ci

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

47'.?


[ANNO

XLIII,

NU.1\11.

52]

SEZIONE PRATICA

2385

Pag. Convulsioni nell'in.f anzia: diagnosi Oo1dotomia: ris ultati . Uorea: trattamento -; v. a. Uhorea. Oorion-epitelioma; v. Testicolo. Cornea : l>olla emorragica acuta Coroide : go.mm a . . . . . . . . Ccronarie; v. Arterie -. Coronariti : clinica . . . . . . . . . . . . . . . Corpi estranei; v. Peritoneo. Corpo e spirito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Corpuscolo carotideo; v. Tuinori. Cosmetici causa di lesioni cu tanee . . . . . . Cc,ste: tubercolosi isola.ta della cartilagine - ; v. a. Fratture. Costipazione: trattamento . . . . . . . . 547, 549, Costituzione; v. Infezioni, IJ>ertonia, Motilità. Cranio: ilm·p ressioni digitiform all'esame roentgenologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - : plastica con oaRo i1iaco . . . . . . . . . . . . . Cranio; v. a. Ca.po, Ferite, Osteomi elite, Pneumatocele, Pressione endocranica. Sella tu.Tcica. Creosoto nelle affezioni br onco;polmona1i non tubercolari . . . . . . . . . . . . Crisi gastriche: v. Cordotomia . Croce Rossa: abusi dell'emblema -

- e offesa aerea . . . . . .. . - in guerra : i pericoli deiia - .

886 1129 1207

1385

1763 645 1491 2093

120 849

1625 609 468 320 698 222 221 1086 221

D

Diabete mellito : problemi dibattuti nel camp'O del - . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - - : r egimè dietetioo condizionatamente libel'o . . . . . . . . . . . . . . . . . - - : ricerche • - - : or1gine trau.m atica possibile . . . - - ~ terapia aspecifica: risultati definitivi -- - : tera.pia di a-lcune complicazioni . . . - - ; v. a. Acidosi, Amenorrea, Coma, Diabetici, Gangrena, Glicemia, Ittero. P olineurite. Diabetici tubercolotici : trattamento . . . . . .. . - renale e sue relazioni col diabete n1el1ito .. Dia.termoteraipia.; v. Polmonite. Diencefalo e ipofisi: fisiopatologia Dieta: caren .z a quantitativa . . . ·- : danni di r estrizioni eccessive - : errori· . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a. Diabete, Eczema, Emicrania, Morbo di Ménière, ecc. Difterite : anatossina batterica . . . - : cau se della moTte e loro preveniione - : sequele in una famiglia . . . . .. . - : tera.pia dell'intossicazione . . . . . . - : vaccinazione con anatossina precipitata 371, - ; v. :1.. B acillo dift.eri.c:>. Digestione: intolleranza ai carboidrati e flo1·a intestinale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . -- : patologia; costituzione ed ereditarietà ·- : i piccoli disturbi . . . . . . . . . . . - : v. a. Dispepsia. Digiuno: rialimentazione . . . . . . . . . . . . . . - ; Y. Intestino ·- , Stomaco.

1939 193<,

Crudismo . . . . . . . . . . . . . . Cuore degli aviatori: affaticamento - - scoli otici . . . . . . . . . . . . eretismo negli adolescenti . . . . - . insufficienza: terapia di alcuni sintomi - · intervento diretto ~ favorire la circolazione nel 31 . .... . . . . . ' - : sensazioni e circolazione . 31 - : stenosi destroventricolare 1995 - ; v. a. Aritmia, Circolazione, Collasso, Coronariti, Emiplegia, Enclocardite, Extrasistoli, Infarto, Insuffi·cieuza cardiaca, lperparatiroidismo, Ipertensione arter., Ipertonio, Scompenso, Sifilide, Sincopi, Tachicardia, Tiroidectomia, Tonsillectomia. Cura buligara; v. Morbo di Li ttle, Parkinsonismo posten cef ali tico. Cute; v. Pelle. Outireazioni; v. Tubercolosi.

Df:bolezza morale . . . . . Delinquenza come malatti a - minorile : profilassi De-mo.grafia: piroblemi Dengue: epidemia .. Denti; v. a. Pelle, Protesi dentaria., Sepsi. Depressione a1Jmosferica e disturbi psichici . . Dercum; v. Morbo di - . Dermatite da profumi e da bagni di sole . DeI'matosi bollose tipo pe::mfigo . . . . - nelPanemia . . . . . . . . . . . . . - precancerose e fenomeni immunita.ri - : trRrttam. . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a. Intemerometria. l>ermite delle labbra, da rossetto : trattam. DEVOTO L. . . . . . . . . . . . . . . . . . . Diabete mellito : alcoolemia provocata .. -- - : cura con insulinato di protamina - - : dieta ricca di carboidrati -· - e genere di vit.a - - : polineurite . . .

P ag.

508 1306 1218 988

2144 1266 36 1303 645 1776 1389 1000 1512 169 839 1788 211 364

1785 70 16~

1787 1078 1546

2351 1452 1173 599. 1710 599

74'/ 1041 162& 1041 124 1504

1164 1174 448 168

Dirnissioni volontarie illegittime per vizio di con-

senso . . . . . . . . . . . . . . . . . 564 Dinitrofertoli: effetti tardivi . . . .. 1890 Disa.rticolazione inter-ileo-addominale 846 Disfagia; v. Pancreas. Di~menorrea: u::;o dell'in suliua . . . 1585 Disoccnpazione e condizioni fisiche 1003 Dispepsia: trattamento colloidale . 305 Distorc.;ion i; v . .A rticola.zjoni. Distrofia muscolare progressiva: disturbi della funzione pancreatica . . . . . . . . 1039, 1796 - -- - : ricerche . . . . . . . . . 1840 - - - : terapia pancreatica 744, 1187, 1885 - - - ; v. a. Atrofia - -. llita: trapianto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 945 D:i uresi epatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1886 DiYerticoli; v. Ernia inguinale, Intestino, Stomaco. Diverticolo di Meckel perfora.te coincidente con tumore dell'appendj ce . . . . . . . . . . . . . 655 - - - ; v. a. Enterorragia, l llcera. Dolicocolon : chirurgia . . . . . . . . . . . . . 306, 750 Dolore alla s pa.l!a consoo:~utivo a d infarto del miocardio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 803 - lombare limitato nelle affezioni addominali . 1378 J)olori addominali cc111e ,;;i ntorni di affezioni cerebrali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67 - di spall a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223 -; v. a. Alcoolizzazione . .Algie, Oancri, Glossodinia, N euralgie. Simpa ta lgie, Sindromi dolorose. lJotto pancreatico: anastomosi operativa col tu· bo diger. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1389 Dottrina costituzionale; v. Motilità.. Duodeno: stasi paralitica cronica . 1611 - ; v. a. En1orragie. Gastrectomia, Ulcus.

.

E Erhinococ~o

della regione glntea cla morso di cane 1304

. 1- 1. d 1. - . a . ClS ~cla..mpsia.: trattamento . . . . . . . . . .

-

; V.

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« IL POLICLINICO

fANNO XLIII, NuM. 52]

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dE>l poppante: regi.me dietetico . . . . . . 467 -- e . uo trattamento . . . . . . . . . . . . . . . . 1664 Edema da scompenso cardiaco: trattam ento causa le . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2189 - generalizzato in resecati allo stomaco : opote656 .rapia .gastrica . . . . . . . . . . . . 1671 -- per carenza alimentare nei vecchi -· p olmonare; v. Seno carotideo. - : trattamento generale . . . . . . . . . . . . . . 2338 Educazione fisica; v . Atletismo, Spo rt. 1089 Efe àrina: l' . . . . . . . . . . . .. Elefa n tiMi cougeuita del rene e dello scroto .. 559 710 Eleni na: azioni . . . . . . . . . . . . . . . . . Elettricità; v. Ca.mpi elettro-magnet,ioi, Narcosi. 1835 Elet trotra umi .... . ...... . 1328 Elioterapia clin ica ed elio.fisiologia . . . . . . --; v. a. Luce. Ema n giomatosi fa.miliare di Rendu-Osler e cir· 603 rosi epati ca . . . . . . . . . . . . . . . . 1260 Em atoma intramuscolare: effetti locali - .perineale; v. Periartrite. F,.matoporfirina: azioni tossiche 1492 2091 En1a tu1·ia famili!:tr e essenziale - ; v. a. Periartrite. Emazie ; v. Sangue. Emicrania : terapia dietetica . . . . . . . . . . . . 837 - ; v. a. Micrania. Emiplegia dei cardiaci .. 835 996 -- senza focolaio . . . . . Emboleeto1nia dell'arteria polmon. 747, 911, 1532, 2195 - . Embolia; v. a. Arterie. 606, 659 Emof ilìa : oura . . . . . . . . . . 1927 Eru·oglob inurie parossistiche .. - - ; v. a. Ane1nia cronica . ..Bmopatie; v. a. Osteoemopatia. 1445 F:n1opueu.motorace f;p on t aneo .. 889 Emopoiesi : compito dello sto1naco . 982 - : eeistenza eventuale di un centro • - ; v. a. Ro::>so Congo. . . . 1306 Emorragia cer ebrale: patogenesi . - - ; v. a. Emiplegia. 1672 - -Occulta nelle feci : dimostrazione B03 - : tvattamento con vele no di ser·pen ti 1746 ~m orragie da l n aso e dalle fauci . . . 1744 .- : fisiopat. e trattam. . . . . . . . . . - gast.riche gravi consecu t ive ad interve11ti sullo 749 soh e letro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1B85 _._. gastro-duodenali: terapia chirurg. d'urge n ::a 1455 . . . . . . - 111eningee: aspetto ruedi oo-legale - : v. a.. Sindromi emorragiche. B50 l!jmorroidi : cu ra scler otizzante . . 504 Emostasi spo ntanea : m eccanism o .. . 1864 ~lmot.era.p i a . . . . . . . . . . . . . - ; ,. . a. Iperten sione. 30 ,Ei;npiema para-pneumonico : cur a . . . . . . 797 ,Empiemi: drenaggio a pressione negativa . 945 Encefalite leta.rgica: postumi : trattamento - - ; v. a. Parkinsonismo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1040 - post-vaccinica - ; v. a. Meningo - , Parkinsonismo. E ucefalo; v. Capo, Cervello, P neumocefalo, Ventricolografi.a, ecc. 1202 Encefalop a tie demenziali della vec chiaia 1343 ~:u cefalo~-nielite con secutiva a rosolia . . 933 .l!ln clocardi te lenta . . . . . . . . . . . . . F. nrlocrinologia; v. Glicemia, O•poterapia, Ormoni, Prola n, Secrezioni interne, singoli organi endocrini. End om etrio::ni ; v. escica. Enri.em atosi; v. Bronchiti. Enteropatie infet.tive e parassitarie : ricer che . . 523

En terorragia come sintomo di un 'affezione del diverticolo di Meck el . . . . . 306 Er uresi essenziale : cura . 1466, 1943 Epatici: funzione renale 1991 Epa.tite Mnebica . . . . . 1085 EJJatonefrite aJpiolica . . 111 Epato-nefromegali a glicogenica . . 837 Ep.atopazienti : prova di carico con galattosio . 1798 Epa.tosplenomega.Iia sifiUtica ; v. Sindrome di Banti. .Epidemie; v. le singole malattie. Ep~fisi : distacchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 367 Epifisi.te vertebrale; v. Morbo di Pott. Epilessia essenziale: cura C(}n vaccino antirabbico 1710 - : p rovocazione artificiale degli a ccessi . . . 1505 - · traumati ca . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154 -; v. a. Rifles so epilettico, Sclerosi a placche. :E1pilettici : tonicità del sangue . . . 1939 EpiEtassi : dia.g nosi . . . . . . . . . .• . 272 .Eresipela: trattam ento con carbone 1041 Eritem a essudativo polimorfo: eziologia 642 - fisso essudativo da fenolftaleina 705 JiJritremie . . . . . . . . . . . 794 Eritroleucemia con erit r en:.ia . 2137 Ermafrodit ismo . . . . . . . 1042 Ernia inguinale di diverticolo vescicale strozzato associat o ad ernia, del colon dest.r o . . . . . . . . 1157 - - : trattamento . . . . . . . . . . . . . . . . 1736, 2307 Ernie addominali dal punto di vista militare . . 2196 - · inguinali recidivanti: ricostruzi on e della parete p osteriore del canale ingnin a le . . . . . . . . . . 1679 Erpete; v. H erpes. i.,rrori in medicina . . . . . . . . . . . . 741 E~antemi; v. Influenza. Esercizi fisici: valutazione delle attitudin i 1464 - - - ; v. a. Educazione fisica. Egofaigo : cardioto.mia extraruucosa 2196 • - : ectasia : m etodi di cura 70i • • - : ulcera peptica 655 - : varici . . . . . 1502 -; v . a. Stenosi. Egpettorat.o; v. Sputo. Essudati e trasudati: diagnosi differ. m ediante . . . . . . . . . . . . . . . . . 866, 1415 l ' Mnil'asi Estra tti pancr eatici ; v. Distrc f ia muscol. Estratto i1»ofisario; v. I pofisi. Fjt:trina n ell'uovo di gallina durante l 'in cl1bazione 1172 EE<trofia vescica le : intervento 169 Etiopia: m a lattie più frequent i 313 Etiopia : medici e i·- . . . . . . 1046 - : medici pionieri . . . . . . . 753 - : guerra: organizzazione sanitaria e salute delle truppe . . . . . . 1537 419 - : <>spedali a trucco - : servizi sa.ni tari . . 753 79 - : sor genti calde e condizi oni igieniche -; v. a. Croce Rossa, Gu erra d' - , Impero, Navi Os peda li, So.malia. . . . . . . . . . . . . . . . 169 Et1noidosfenoidotomi a Eugenica; v. Alcoolism o. Sterilizzazioni. E'°'ipan ; v. N aroosi. . . . . . . . . . 353, 1086 Extrasistoli : genesi . . .

F:c zem~

'T

F . . . . . . . . . . . . 780 F a ring e e gastro:pa.tie . - ; v. a. Neuralgia . Farmacologia : ricerche . . . . . . . . . . . . . . . 1342 - ; v. a . Tera pia. Fauci; v. Emorragia. Febbre columbense . . . . . . . . . . . . . . . . . 727 - erutt iva o esantematica del )!editerraneo : sintomi vascolo-ematici e complicazioni flebitiche . 283


[ANNO

X·LJII, Nul\1. 52]

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SEZIONE PRATICA

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Febbre gialla; v . .Meningo-encefalit e. - o ndulante; v. Brucel1osi. - ricorrente trasm essa n ella trasfu sione di sangu e 1465 - t if oi de : sieroterapia . . . . . . . . . . . . . . . 1041 - - : t.rasmissione per contatto . . . . . . . . . . 319 - - ; v. a . Bacillo tifico, Pascoli G., Tifo, Vaccinazione. - ; v. a. Piressia. Stati d:ebbrili. Feci; v. Ernorragia occulta. 434 Fegato : ascesso amebico 1362 cancro-ci rrosi: cont ributo ainatomo-clinico 2200 - : coccidiosi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1475 -- : disturbi funzionali nelle r egioni tropicali 2092 . . . . . . . . - : - - : trattam. . . 2277 - e r eni : correlazioni . . . . . . . . 738 - : esam e funzionale con la san touin a 1077 - in patologia digestiva . . . . . . . . . 1345 ·- : isola.men to del principio antianemico • 368 - · lo bo accessorio . . . . . . . . . . . . . - : modificazioni i stologiche dopo legatura del 2043 coledoco . . . . . . . . . . . 1545 - nella polineu rite alcoolica 984 - piccole insufficienze . . . . - ; v. a. Calcolosi , Canfora, Cirrosi, Cisti idatidea, Diuresi epatica, Epatite, Periepatite, Polmonit e, Splenectomia. Femor e : c.ollo . lesioni iuxtarepifiearie . . . . 1842 - : estirpaz. della metà su,p er. e ricostruzione . 1842 - : fratture: processo d'inchiodamento . . . . . . . 1127 F emori: frattu r a simmetri·ca diafisaria antica in1119 completa;men te consoUdata . . . . . . . . . . 1085 F~nolsulfonftaleina per iniezione endorachidea -; v. a. E ritema. 1830 Fonomeni di Raynaud . . . . . . 2199 Ferite da fuo co a lla regione frontale - da palle dum-dum . . . . . . . . . . . . . . 2200 - longitudinali penetranti nel lume dei vasi: trat263 tamen to . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - penetran ti in cavità addominale: interv. precoce 403 - : trattamento con larve di m osche 1967 2144 - : vitamina A n ella cura. locale . - : v. a. Tra umi , i singoli organi. Feti; v . Cat eratta. Fibrosite : trattamento .. 1926 Fistola ano.rettale : ezjologia 1084 - chilifera post-operat oria 1305 Fistole c:ervico-uretrali . . . . 559 -- salivari : r oentgenterapia . 1773 1014 F itoterapia nella clinica medica m oderna . 2279 Fluor vagina! ~ : cura a secco . . . Follicolina ; v. Mammella. 1547 F<.•runcolo e antrace: prescrizion e . . . . . . . . 1797 Fratture costali da tosse . . . . . . . . . . . . . 845 - e distacchi epifisari mal consolidati: trattam. - e psenudartrosi: pe:i; affr ettare la consolidazione 1845 Fratture; v. a. Colonna vertebra le, Gomito, Ossa. Freddo; v . Mort e da - . 1454 l"renicectomi a : valore . . . . . . . . . 454 Frenicectomie e alcoolizza:tioni frenic he 1743 Frenico-exer esi : complicazioni. 982 - : radiochimogr a fia del torace 168 « Fruiti.era 11 malattia dei .. . F r utta; v. Alimentazione. l 'nnghi; v. Avvelenamen t o.

Ga.n gliectomie simpaticili.e pei distu r bi vascolari degli arti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1127 - : v. a . .Artriti. Gang lo di Gasser : cisti . . . . . . . . . . . . A63 - semi lunare . . . . . . . . . . . . . . . . . 1260 Gangrena del piede nei diabetici: trattam. 271 - polmonare ; v. Polmone. Ga rgarismi : i - . . . . . . . . . . . . . . . . . 318, 1344 Gas aggressivi : difese improvvisate . . . . . . . . 212 - - ; v . a . Croce Rossa, Gassati. -- intestina li : studio r a diologico . . . . . . . . 1502 Ga.ssati: organizzazione dell'assistenza . . . . . 213 Gastrectom ia : chiusura del m oncon e d uodenale 1487 - totale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 622, 1427 Gastrite precancerosa . 783 Gastriti a llergiche . . . 784 - - ; v. a. Gastropatie. Gastro-enterit i catarrali : t er a pia . . . . 1578, 1579 Gastro-enterologia: annotazioni cliniche . . . 304 - : recen ti progressi . . . . . . . . . . . 1878 - : varia . . . . . . . . . . . . . . . . 364, 703, 1039, 1502 - ; v. a. Ant isettici, Digestione, DiStI>epsia, Entero· patie, Fegato, Sindromi, ecc. Gastroenterostomia: lesione rara del n eostoma dopo . .. . . . . . . .. . . 1502 • Gastropatie allergic1he . . . . . . 655 - ; v. a. Faringe, Gastrite, ecc. Gastro,p azienti in pericolo di vita: trattamento . . 170 G'7melli : comportaanento del sistema nervoso veget a tivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2296 GE:ngirve, v. P elle. Geniculite .cronica: trattaan. . . . . . . . . .. . . . 710 Ginecologia : preparati endocrini . . . . . . . . . . 123 - ; v. a. Annessiti, Mestruaz., Splenomegalia, ecc. Ginecologiche : affezioni - acute: fisioterapia 1995 Ginecomastia : significato . . . . . . . . . . . 1173 Ginnastica; v . .Mestruazione, Esercizi fisi ci. Ginnastica; v. Eser cizi. fisici, Mestruazioni. Ginocchio: radiologia . . . . . . . . . . . . . . 76 -- ; v. a . Geni culi te. Gbiain dola t iroide; v. Til'oide. Ghiandole linfat iche; v. Sple nectom ia. - salivari; v. Calcolosi. Gllcemia: con t rollo: r elazioni dell'ipofisi con il pa.norea1 e con le surrenali . . . . . . . . . . . 2120 - dei diabetici: azione dell'insufflazione renale 1672 1262 - : determinazione rapida . . . . . 1451 - e gli·JOsuria: r a pporti . . . . . . - ; v. a. Cloruro sodico, Diabete. 1504 . . . . . . . . . . . . . Gli cerina borica Glossodinia . . . . . . . . . . . . . . 1209 Glucosio: ricerca col reatt ivo di Nyla nder 1627 - ; v. a . Glicemia, Polimonite. 114 Gola: affezion i acute . . . 1120 Gomito l:allante traumatico . -- : frattura . . . . . . . . . . 846 846 - : lussazione aibituale : tra.ttam. Gonococco : caratteri . . .. 1003, 1846 -; v. a. P eriepatite. Gozzis mo in r apporto a lle condizioni igienico-saui tarie . . . . . . . . . . . 1713 1801 Gozzo epidemico: etiologi a . . . . Gr anulocitopenia ; v. Reumatismo. Gra nulote!'apia . . .. . . . . . . . . . . . . . 19 - ; v. a. Carbone. 158 Gravida n za extrauterina: diagnosi precore - - : diagnosi precoci ed erra t e 1120 2295 - : reazione pupillare precoce . . . . . . . . . - : tossicosi : patogen esi . . . . . . . . . . . 1121 936 - t u barica e malformazione dei genitab interni

-

G

. . . . . . . . . . . . 1544 Galattosio : ricerche . . - : v. a.. Epatopazienti, Ittero, Polmonite. Gangliectomia ; influenza nei processi di cicatrizzazion e . . . . . . . . . . . . . . . · . . · . . . . 2200

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[ANNO

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Pag.

Gra'Vidanza; v. a. Miomectomia, Olfatto, Ormoni, Ovariectomia, Urina, Parto. Grecia antica e i pitagorici . . . . . . . . . . . . . 1255 - - : spiritualità medica . . . . . . . . . . . . . . 890 G1·ua>pi sanguigni : distribuzione in individui por1591 tatori di ulcere .g.-d. . . . . .. . . . . . 1760 - - e mala.ria . . . . . . . . . . Guaine tendinee; v. Tumori. 22 Guerra in tempo di pace: esperjenza di - • . - ; v. Aneurisma, Croce Rossa, Etiopia, Gas aggressivi, Nomine.

Intestino; v. a. Ceco, Colon, Enteropatie, Gastroenter~logia, Poliposi, Tubercolosi. Tumori. , Intossicazioni iprofessionali: alterazioni del sangue 23 - : v. a. Avvelenamenti, Oloro, Gas. 1504 Iperidrosi aecellare : prescrizione . . . . 1798 - : tratta m ento Ipermetr0pia elevata, rara, fa migliare . 1939 1758 Ipernefroona: .metastasi ossee . . . . . - : regressione spontanea . . . . . . . . . . . . 942 Ipersurrenalismo midolla.re; v. Midollectomia. 153 Ipertensi one arteriosa : attacchi. cerebrali 1086 - - : autoemoteraipia .. . 641 - - : colesterolo nel san~ue . . . . . 1252 - - da benzedrina . . . . . . . . . . 1032 - - : decapsul azione ed enervazione renale 2091 - - · disturbi psichici 510 - lavoro del cuore 1223 - ricerche . . . . . 2237 - - · roentgenterapia . 932 - - : segni oftalmoocopici 174 - - : trattamen to . . . . 641 - - : fattore costituzionale - - - : operazione di Pende e blocco dello splancnico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1011, 2232 - - : patogenesi . . . . . . . . . . . . . . . . 1419, 1876 - - - : p rofilassi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1876 - - : trattamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32, 35 - -; v. a. Pressione sanguigna, Splancnicotomia. 510 Ipertesi : azotemia . . . . . . . 609 - : protidemia . . . . . . . . . . . • 734 Ipertiroidismo : ricerche nuove . - : sod'fio sistolico al terzo o secondo spazio intere. 354 . . . . . . . . 350 Ipertonia circolatoria . ·-; v. a. Iperten sione. Ipertrofia iprostatjca; v. Prostata. Ipocloridria; v. Asma. Ipofisi: controllo nervoso della fun zione . . . . . . 1971 - : estratto d'- ; v. Miastenia. 414 - · ricerche . . . . . . . . . . . . . . . . - : tumore in acromegalici : intervento . . . . . . 744 - ; v. a. Diencefalo, Insulinoresistenza, Ipertensione, Maigrezza, Pressione sanguigna. Ipogenitalismo nella donna . . . . . . . . . . . .. 1572 I pogljcemia; v. Pancr eas. ll.lotensione ortostatica . . . . . . . . . . . . . . . . 2116 Ipotonia vascolare c0tme ca.u sa di disturbi vesti1130 bolari e nervosi . . . . . . . . . . . . . . . . - : v. Ipotensione. I &trumina; v . .Allergia, Tubercolosi polmonare. I steria e sua cura: nuove concezioni . . . . . . . 1789 Istidina nella terapia di malattie con ulcere (coliti ulcerose, bronchiettasie) . . . . . . . . . . . . 2040 - ; v. a . Simpa,talgie, Ulera gastro~duodenale. I storadiogra.fia . . . . . . . . . . 1253 Ittero catarrale: forme idropiche . 1304 - da ritenzion~ acuta . . . . 1886 - - - : prova del galattosio . . . 1943 - - - : ricerche . . . . . . . . . . 1127 - emolitjro costit11zionale: effetti della splenecto· 987 mia . . . . . . . . . . . . . . . . . . - latente ed iniziale: come svelarlo . . . . . . . . 2352 - nei diabetici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 738 - : v. a. Spirocbetosi.

H Herpes zoster intercostale : cura rapida Henry; v. Reazione di

. . . . . .

619

I Idrocele : cura . . . . Idroftalmo congenito Idronefrosi dolorose : Ileo da uva . . . - : v. a. Intestino - ,

. . . . . . . . . . piccole -

2039 1939 501 748

Occlusione.

A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1553 Immunità; v. Allengia, Cancro, Infezioni. ILVENTO

In• pero : servizi sanitari e preparazione dei medici - ; v. a . Etio'Pia. Impetigine : trattamento . . . . . . . . . . . . . Impiegati non iscritti alla Cassa di Previdenza: tTattamento di quiescenza . . . . . . . . . . In carico pr01.>visorio per dttrata d eterminata . . . Industriale; v. Lavoro. Infanzia ; v. Bambini. Ind'arto del ·m i·ocardio : dolore alla spalla - - - : sin tomi cerebrali Infezione melitense : cura - - : caso in Somalia . . - - ; v. a. Brucellosi. !'Dfezioni 1Janali: importanza del la costituzion e - da ultravirus: im•m unità . - degli arti: iniezioni endoa1·t~r.i'o·s~ ~~ti~~tt·i~h~ - inapiparenti . . . . . . . . . . . . . . . - provenienti dai genitali interni masch. - et reptococciche: chemioterapia . . . . - ; v. a. Malattie intfettirve. Influenza : esantemi . . . . . . - : i·ecenti progressi nello stud jo Inn esti dermo-epidermici . . . . Insegnamento superiore . . . . . . . . . . . 852. Insetti; v. Punture. In sufficienza cardiaca : zucchero e insulina . . Iusulin a: alterazioni locali da. iniezioni di - e circolazione . . . . . . . . . . . . . . . . . -; v. a. Diabete, Dismenorrea, Insufficienza cardiaca, Polmonite. . Insulinoresisten za e irra.diazioni Rontgen della regione ipofisaria . . . . . . . Interferometria nello studio di un'attino-dermatooi . . . . . . . . . . . . . . .... Interinati; v. Pletora m edica. Intertrigini ed aiffezioni aun.loghe : terapia . . . . Intestino: -cisti coD!genite del segmento ileo-cecale - digiuno : diverticoli . . . . - : perforazione da amebiasj - retto; v. Retto. - tenue : distonie . . . . . . . . - - : poliposi . . . ..... - - : stenosi funzionale in lattanti - - : tumori .. . . . . . . . . . .

1307 1389 1947 1947

803 740 930 584 1040 108j 1344 804 1040 1336 706 207 1861 2360 2188 1345 2201

1099 2155 1389 1427 170 170 704 787 1174 1427

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J . . . . . . . . . . . . 1303

Jalinosi cutanea . . . .

K Kala-azar : trattamento col metodo di M. Ascoli . 2207


(ANNO

X'LIII,

NU.1\if.

52)

SEZIONE PRATICA

Pag.

L

Labbra; v. Dermite. Labirinto: fisiolog·ia . . . . . . . . . . 1620 La.boratorio: piccoli espedienti pratici 1346 - ; v. a. Reattivi. Laparotomia: impiego della lana sintetica . . . . 1259 -- ; v. a. Carbone. Li:i.ring·e; v. Brucellosi. Latte: Centrali del . . . . . . 2046 - : come fare cessare la secrezi·one 1760 - ; v. a. Panna. Lavoro; v. Medicina. Jel - , rr1ubercolosi. Lebbra: misure contro la - . . . . . . . . . . 755, 807 Lega.mento rotondo; v. Litiasi. Legge ài Po11iaret: la - . . . .. . . . 1802 Leishmaniosi cutanea: sier o-diagnosi . . 862 - ; v. a. Bottone d'Oriente, Kala-azar. Leta~o; v. Vita l~ente. Letto cistoscopico radiologico nuoYo per la diagnostica urologica . . . . . . . . . . . . . . . . 1692 L~ucemia acuta : atipie cliniche ed ematologiche 1084 1259 - granulocitica splenomPgatica . . . 1620 - degli animali e dell'uomo : rapporti 354 Leucociti leucell!ici . . . . . . . . . 2188 Leucopoiesi: inibizione da. parte di alcune droghe 111 LE:'u correa ; v. Fluor. Licenziamento illegittimo : risarcimPnto di danni 1179 Lin.fa vaccinica: ricer-0he . . . . . . . 1341 Linfangite e lin·f oadenite acuta . . . . . 605 Linfogranuloma inguinale di Nicola.s e Favre . 1260 - inguinale; v. a. Malattia di Nicolas e Favre. - maligno a Catania . . . . . . . . . . . . . 1342 Lirufogranulomatosi benigna di Schal.unann . 1303 Lingua; v. Glossodinia, Neuralgia, Stomaco. Lin1guaggio medico : voci straniere . . . . . . . . . 24 L"ipomatosi .multiple si111.m etriche . . . . . . . .. . 2294 Liquido cerebro-spinale: meccanismo di produzione 1178 - - - : reazione colloidale . . . . . . . . . . . . . 1501 - - - ; v. a . Meningiti acute, Tetano. Liquor; v. Liquido c.-sp. Lipogranulo1ma •benigno sottocutan eo . . . . . . 606 Lipoidosi: morbi di Gauoher e di Niemann-Piok 2020 Lisatoterapia . . . . . ·. . . . . . . . . . . . . . 346 Litiasi biliare : patogenesi . . . . . . . . . . . . 223 - del legamento rotondo sul canale inguinale d. 1389 - , v. a. Calcolosi, Colelitiasi , Pancreas. Lobectomia polmon.; v. Bronohiettasia. Lu ce ; incidenti provocati dalla - . . . . 1456 - : v. a. Elioteraipia, Sole. 1842 Lussazione anter. della tes! a del perone 1842 Lussazioni : lesioni vascolari . . . . . . . - ; v. a. Gomito.

M Magnetismo ; v. Elettriciti:I.. Ma·g rezza di origine insulare . . - ipofisaria: diagnoei e ter apia - - : quadro clinico . . . . . . . - ; v. a. Adiposità. .Malaria: c iclo evolutivo del parassitAi - : coma : studio istopatologico - · cu.r a; immunità e teraipia . - · · fico d'India come larvicida - : lotta contro la - . . . . . . - : persistenza e reazione di Henry - : ricercb e . . . . . . . . . . . . . - tras1nessa nella trasfusione di sangue

307 307 1173 2285 1763 930 1505 947, 1763 208 414 1465

2389

Pag. Malaria: tratt3!mento col metodo di M. Ascoli .. 1562, 2006, 2007, 2158 - ; v. a . Gruppi sanguigni, Malarioterapia, Parassiti malarici, P oliartrite, Splenomegalia. :à'falarioterapia : azione sulla permeabilità delle men i ngi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1390 .l\ialattia : cambiamenti nel ooncetto di 1977 - celiaca . . 237 - da siero . . . . . . . 2201 - di Darier . . . . . . 1303 - di Feer; v. Acrodinia. - di Nicolas e Fruvre : nuova forma clinica . . . 417 - - - ; - - ; v. a. Linfogranuloma benigno. - di Vaquez: cura . . . . . . . . . . 76 -- : psicologia della - . . . . . . . . 1944 - serica: co.miplicazioni encefaliche 2143 - : sesta - esantematica . . . . . . 1797 !\~. alattie allergiche : tratta.m. istaminico 271 - cardio-vasco1ari: trattam. biologi co 1422 - da intolleranza : terapia . . 1375 - da raffreddamento : genesi . . . . . 407 .. - della pelle : recenti progressi . . . . 502 - del lavoro; v. Medicina del lavoro. - - del ricambio : congresso .. 995 - infetti ve : neurotrOIJ)ismo 883 -- -- : ritorno stagionale . . 2044 - - ; v. a. Sp1enoprognosi. -- osse; v . Ossa. - respirato,r ie: u so del h1u di metilene . . . 318 ,--. - ; v. a. Af!fezio·n i respira torie, Bronchite, ec>0. - urinar: E>: reazioni a llergiche . . . . . . .. 1261 -- ; v. a. Affezioni, Sindromi, Morbi. ~[ammella: cancro; metastasi ; chirurgia . . . . . 942 - . malattia cistica e suo t rn,ttam. con follicolina 123 -- : tun1ori adip:>si . . . . . . . . . . . . 598 - ; v. a. Ginecomastia. ~fa r coniterap i a; v. On<le corte. Masce1la.re: atresia congenta . 1090 Maternità e a.bueo di sigarette 1168 Ma.tri·monio ; v. Sifilide. 1'lediastino anteriore: chirurgia . . . . . . 2195 - posteriore : ascesso . . . . . . . . . . . 510 Medicarr.lenti antilueti,c i ; v . .Arsenobenzoli. - : dosi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2295 Medicazione : economia di materiali di - . . . 610, 656 - : carhone cli paglia sostittli to al cotone . 163 i1f edici condotti in pensione . . . . . . . . . . . 1257 ~l edici di bordo: autorizzazione a imbarcarsi co. . me - . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1547 - : petizione ai signori - in no1ne dei malati 1458 - : reclutamento per l' A. O. . . . . . . . . . . . 1587 - : v. a. Etiopia, Medico. Sanitari. Medicina artistica; v. A.rte. - del lavoro : congresso . . . . . . . . . . . . . 2230 - - - ; v. a. Lavoro. - : ciò che deve alla chirurgia 2307 - e musica . . . . . . . . . . . 790 - : la fisica e la - . . . . . . . 2341 - legale; v. Emorragie meningee, Scottatl.1re . • medi- nuova dell'Italia imperialfl': Ja mentalità terranea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2003 - sociale; v. l'Indice delle rubriohe. - tropicale; v. Paesi caldi. -- ; v. a. Statistica. :l-I edico condotto : licenziamento sen za precedenti 1467 - - : trasferimento . . . . . . . . 1467 ~{elanoma maligno : trattamento 942 :\{elanosi; v. C-olon. :Vt:elitococcia : evoluzione clinica . . . . . . . . . . . 1334 - ; Y. a. Brucellosi.


2390

« I L POL rCLl NI CO »

XLIII,

lANNO

NUl\L

52)

Pag.

Pag .

.Meningi; v. Malarioterapia. Meningite acu ta : reperto monocitario del liquor 600 - benigna dei gu ardiani di maiali . . . .. 835 - - ; v. a. Meningotifo. - cerebro-spin ale epid. in lattante di due m esi 2235 - - - : diagnosi . . . . . . . . . . . . . . 1580 - tt1hercol a r e n elle varie età . 367 Meningo-encefalite in corso di vaccinazione a ntiamar illica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1040 Men ingotifo eruttivo spora dico benigno a carattere :professionale . . 1571, 1795 Menopausa m aschile . . . 1703 -; v. a . Climaterio. Mentale: squili brio - e scienze occult e . . . . . . 1133 Mentalit à; v. Razza. Mestr naii on c e attività gi nnico-sportiva . . . . . . 118 - , v. a . P a;rto, Sangue. 2280 Mestrl! a zioni e aJf ezioni cer ebrali . . . . Metabolismo basale determin a zione con la formula di Read . . . . . . . . . . . . . . . 107, 419 -; v. a . Ri céllm bio. Metodo Asco·l i ; v . Kala-azar, Malaria. Metalli; v. Lavoro. Metatarso ; v. Osteomielite. Metrite puerp erale acuta . . . . . . . . . . . . . . . 1584 Mias! euia: trattaJmento . . . . . . . . . . . . . . . 8, 467 - : v. a. Sen o carotideo, Timo. Miceti sottoposti all'azione di r aggi 1055 405 Micrania: l a - . . . . . . . . . . . . Microscopia; v. I storadiografia. I\fidollectomia suirrenale nelle sin cl ro1ni d'iper surrenalismo midollare . . . . . . . . . . . . . . . . 1555 Midollo spinale; v . Colonna vertebrale. Mielite brucellare : terapia specifica . . . 2344 815 M j e l osi eritremica . . . . . . . . . . . . 1424 - - ed er itr-0-l eu oomica n ell'infanzia . 120, 2336 - - splenomegalica con aplasia mieloide 2222 - sifilitica . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1127 Milza a.m.iloide con em orragie . . . . . . 1723 - ectopica: importanza della embriogenesi - : efifetti della legatura dei va si venosi s plenici 2147 2352 - n ormale : asportazione ; effetti t ardivi 2263 rottura . . . . . . . . 1127 - · a rco1na prianitivo . . . . . . . . . 53 - . struttura del tumore di - . . . . . -·, v. a. l::;plenectomia, Splenccrnegalia. 2285 Miocardio e ton sillite . . . . . . . . . . - ; v. a. Cuore, Infarto. 894 Miomectom ia in .gravida n za, 414 Miosite ossificante . . . . . Miotonia atrofica: etiologia. 464 2122 Misteri eleusini : riflessi med ico-igienici Monconi d'Mlllputazione dol orosi: sirnp a tectomia ccrvico-toracica . . . . . . . . . . . . . . . . 1710 659 ~(orbo di Addison a evoluzione lenta . . . . . . . . - - - : tratta.mento . . . . . . . . . . . . 268, 1572, 1222 - di Bang : diffusione, diagn osi e terapia . . . . 733 - - - ; v. a. Brucellosi. 173 - di Ba.sed:>"' e secrezione gnstrica 312 - - - : terap'ia . . . . . . . 1811 - di Dercum . . . . . . . . - di Gaucher ; v. Li.poidosi . 372 -- di Little: ct1ra bu lgar a . . . . . 837 - <1 i Ménière : terapia dietetica . . - di Nie1nann-Pick: v. Lipoidosi. - di Pott ed epifisite vertebrale: diagnosi differ. 899 - - ·- ; v. a. P araplegia, F ottici, Tubercolosi vertebrale. - di Raynaud; v. Fenomeni , Sindrome - -. 1259 - di Vaquez..: ricerch e . . . . .

Morbo di Vaquez ; v. a . Policitemia. -- ; v. a. Malatti e. Morfina; v. Coliche r enali. Mors t imica in conse~uenza dell'applicazione di un apribocca . . . . . . . . . . . . . 65 Mori5icu.turo di vipera : trattamento 1995 l\<[orte da freddo e sistetna r.-e . 996 - da narcosi evipanica . . . . . 1222 Mosche : la.rve; v. Ferite. Motilità: dott rina costituzionale . . . . . . . . . . 588 Muscoli : lesioni minori . . . . . . . . . . . . . . . 1700 - ; v . •.\trofia muscolare, Bicipite, Dist rofia muscolare, Ematoma, Miatonia. Musica; v. Medicina.

N N aevi : radiumteraipia . . . . . . . . . . . . . . . . Narcolessia; v. Sindrome narcolessica. Narcosi elettrica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a . Anestesia, Morte da - . Naso; v. Asma, Emorragie, Temperatura. Naturismo fascista . . . . . . . . . . . . . . . . . -; v. a. Crudismo. Nausea e vomito: epidemie di . . . . . . . N avi..ospedale nelle opera.zioni d'Etiopia . . . . . Nefrite acuta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 896, - cronica : opoter a pia . . . . . . . . . . -- emorragica : deoapsulazione del rene . . Nefr iti azoten1iche: cura .. - dolorose od em aturi che . . . . . - - e nefrosi : cu l'a chirurgica . . . . . . . . 2079, 2127, 2168, -- : trattamento . . . . . . - ; '' . a. Anurie, Epatici, Epatonefrite, Tetan ia. Nelropatie infanti li : errori da evitare . . . . . . Nefrosi; v. Nefriti. N"eofo rma zioni linfoidi sperimentali . . . . . . . . Neonati; v. Prematuri. Neopl as•m i infettivi - : sierologia . . . . . . -; v. a. Tumori. Nervi cranici : chirurgia . .. .. . . . . . 2138, - ottici : atrofia luetica : piretoterapia . . . - v. a. Ohiasma ottico. - periferici : tumori ma,Iigni . . . . . . . . . . . . - spinali; v. Colonna vertebrale. - ; v. a. N euralgie, Plesso ileo-colico, Radici spinali. Nervo acu stico: tu1n ore: asportazion e -- cubitale; v. Neurinoma . - glosso-faringeo: a n atomia chirurgica Neurinoma d el nervo cubitale . . .. . Neuralgia ciliare e sua cura . . . .. - del tr:iigemiuo: e1ettr ocoa.gulazione del ganglio di Gasser . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - g losso~f a ringea . . . . . . . . . . . . . . . . 1625, Neura l gie essenziali del trigemico: t r at tamento chirurgico·: contributo di U. Cavina . . . . . . . . . - sciatiche: esplorazione radio lipiodolica endoracbidea i n casi specia li . . . . . . . Neu r assiti cronich e: terapia . . . . . . . . . . . . Neuriti ; v. a. Poli -, Radicolo -. Neuro-chirurgia: centri negli Stati Uniti d'Ameri. ca : visita . . . . . . . Neurologia : evoluzione . . . . . . . Neuropatie; v . Ipotonia. Neurosiimpa.t osi ; v. Stomaco. Neutrotropismo; v. Malattie infettive. Nevralgia ; v. N euralgia. Nitrato d'argento; v. Avvelenainenti. •

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503 2286

804 1880 1891 1697 1583 559 560 2134 2081 2137 1547 2294 513 2009 367 2189 513 157

464 1259 1621 1076 1129 2225 1873 575 1085

2241 539


[ANNO XLII f, •

NUl\II.

52)

2391

SEZIONE PRATICA

p

.l:'ag.

Nitroglicerina; v. Angina pectoris.

...

Nomine : varia . .

...

. . . . . 1846, 1997

o Obes i tà : genesi . . . . . . . . . . . . . trattamento . . . . . . . . . . . 29, - ; v. a. Dinitrofe11oli, Sindromi adiposo-geni I ali. Occb i : protesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a. Ipertensione, Nefriti, ecc. Occlusione intes tinale; v. Ileo. Oftalmoplegia interna: valore semei ologico e clin1r..o . . . . . . . . . Oleomi e vaselinomi . Olfatto in gravidanza Oliguria da ritenzione clorurata « funzionale » . . . . . . . . Olio di ricino : azione cu tocica. . - - tonno per uso medicinale . Omeop a tia : som m inist ra ~ioni di m edicinal i

Onanismo: cura . . . . . . . . . . . . . 011de corte : a zione sul bact erinm coli Opera Naz. 1.Iat ernità e Infanzia . Operazione di Mules . . . . . . . . - di Rotte'!'; v. Annessiti. - di Pende; v. Ipertensione a rteriosa. -- J.i Trendelenburg; v. Embol ectom ia polmonare. OJJerazioni : complica zioni b ronco-polmonari . . . 1411, - ; v. a . Clb.iru1,gia , Poliuria, Ulcere, ecc. Opoterapia gastrica ; v. Edema generalizzato. -- ton~illare . . . . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a. L isatoterapia, Nefrite, Ormoni. 01·chiepididi.miti tubercolari : cura . . . . Orecchio; v. Ipot onia vasou l are, Labirinto, ecc. 01·gani digerenti; v. Dotto pan creatico, Gas troen· terologia, ecc. - genitali ; v. Infezioni. Ipogenita lismo, impatalgie, Tubercolosi, ecc. Ormoni: come a giscono . . . . . . . . . -- estrogeni e sarcoma dei t opi - in gravidanza: influenza sul S. R. E. Orll.!onosierotera1j i a testicolare . . . . . Or t.icaria guarita in !!teguito ad a i>p en niretomia . OB cot il oideum snp. : diiStacco . . . . . . . . . Ospedaie: r esponsa bi lità per fatto coLposo i m piegati . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1627 513 1939

2236 1303 1673 896 1297 174 1252 2045 850 1090 1135 1939

597 1622

1672 2039

1208 1505 414 1880 1503 1758

d egLi

Oi:;sa. diagn osi delle m a l attie n.ell'infanzja . . .. - : necrosi a settiche: t er a pi a . . . . -; v. Epifisi, Mascellare, 1\ifeta.sta.si di ipernefroma, Ovariectomia.. Tu1nori, ecc. .. . . . . . o~~ alemia ed osaaluria: genesi . . . Ossigeno; v. Polmonite, Tubercolosi polm. Osso temporale ; v. Processi stiloidei. Os teoemzypatia di Cooley . . . . . . . . . Os teogenesi im'Perfetta e anasteogenesi Osteoma ; v. Seno mascellare. Osteomastoiùiti : bradicardia n elle - . . . . . . Osteomielite acuta degli adole centi: trattam . - delle oss a del crani o . . . . . . . . . . . . - dissecante dei sesa.moidi del I metatarso . - pandiafisaria della tibia; resezione totale, rigen erazione corr.pleta dell 'osso . . . . Osteotoonia curvilinea a. cerniera Ostetrici a: anestesia e analgesia - ; v. a . Aborto, An est esia, Ginecologia, Parto. Otopatie da ru•m ori . . . . . . . . . . . . . . .. Ovaia; v. Ann essiti. 0Yariectomia. all'inizio di gravidanza: de ~orso nor m a le di questa . . . . . . . . . . . . - e rarefazione ossea pos t-tranmatica . . . . . . .

2355 1114 1119

184 5

1085 1341 1996 1995 1488 1488 292 1259 1584 2231

1260 1222

Pag.

Paesi caldi; v. Etiopia, Fegato, Impero. Palpitazione . . . . . . . . . . . . . . . . . Pa ncreas a ccessorio voluminoso . . . . adenoma -cistico e infia.nuna zione a cuta - : cancro a forma disf a g i ca ·- : - ; ipoglicemia . . . . cisti . . . . . . . . . . . - : diagnostica delle lesioni infiaimmazione a cuta litiasi . . . . . . .. necrosi acuta . . . . resezion e per tu.more - ; v. a. Distrofia muscolare, Dotto pancreatico, Estratti pancreatici, l\{agrezza, Pancreatite P a ncreatite luetica a sindrome tumorale Pa.ne bianco : nocività . . . . . . . P a nna a r tiificiale . . . . . . Paracadute: sensazioni n el lancio col Paralisi facciale periferica: substrato anatomico - infantile : dia gnosi precoce e cura . . . . . . . - - ; v. a. Poliomielite. - progressiva : piretotera.pia . . . . . . . . - - ; v. a. Malariotera'Pia. - respiratoria : trattfum. . . . . . . · . . . l'araplegia pottica in sog·getto tabetico: particola rità cliniche . . . . . . . . . . . . . Parassiti malarici : ciclo di svilu•p po Par a t iroidectomia; v. Reumatii:: ro i. Parldnaonism o p ost-encefalitico : cura bulgara - - : studi . . . . . . . . . . . . . . - - ; v. a . Encefa.lite letargica. Parto : data del - e ciclo mes truale . . . . . . . . - ; v. a. Olio di ricino. Ostetri cia. Pa~coli G.: febbre tifoide e produzione l et teraria « P assio appendicularis " Pasta di Beck . . . . . P..\\YLOW J. P. . . . . . . . Pelle: cosmetici causa di lesioni della - : ripercu ssione delle irrit3Fzioni gengiva-dentarie - ; v. a. Cancro, Oheratosi, Dermatosi, J a linosi, Innesti, Malattie della -, P igmentazioni e saponi, ecc. Pem·f igo; v. Derm a tosi. Pene; v. Cheratosi. Pende; v. O·p era.zione di - . P ensioni; v. l rnp'i eaat i, 1\J ed ici condotti, Pletora

2119 1106 799 799 800 317 800 799 8u0 799 797

1620 660 79 164 1466 540 2063 253 89 709 1244 1796 1346 651 327 563 596 645 2284

medica.

J>eriart erite nodosa ca usa di em atoma p eTirena le ec1 ema t u t'ia . . . . . . . . . . . . . Pericardite adesiva: cura chirurgi:!a . Pericolite; v. Sindrome add om inale. P eriduodenite callosa post-ulcerosa: st en osi sot t o· opat ica della p orta e del col edoco . . . . . . Perie pa.t ite acut a gonococcica . . . . . . . . . P E-rimetro t oracic:v e peso corporeo : rapporti . . . . . . . . . . . . . . . . . Perineo : t umor e

1502 1379 1962 2200

P er i odo di 1Jro1,a e di sposizioni d c1 nuovo ordina · nien t o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

125

Peritoneo: penetraz. di corpo cst1·aneo a tt r aver so . . . . . la vescica . . . . . . . . . . . . . - ,· V. a. Polisierositi. Peritonite da caus a DOD comune . . . . . . . . . . . - traumatica . . . . . . . Perivisce-riti ; v. Pericolite e ss. P olisierositi. P~ron e ; v. Lussazio ne, P sendc art r osi. Pias trine: ricerchP . . . . . . . . . . . . . . . - -: v. a. Tu becolosi. P ielite : trattan1ento . . . . . . . . . . . . . . . . Pielog r a fia discendent e nell e contu. ioni r enali

1833 2195

1389 1502 2196

1424 2091 1991


2392

« IL POLICLL I CO

[ANNO XLIII, Nui\r. 52]

>)

:pag. Pielonefriti da ge r.~ banali .. . . . . . . . 1991 Pig·mentazioni cutanee m·orbose: patogenesi 646 Piloro; v. Stenosi. Piombo; v. Radicolite saturnina. Piressia provocata: ricerche . . . . . . . . . . . 1583 Piretoterapia; Y. a. !11:a1arioteravia, Parallsi progres2iva, 'l'abe. PISA M. . . . . . . . . . . . . . . . . 281 Pitiriasi versicolor: trattamerLt o .. 1390 Placenta: passaggio di alru11i farmaci 169 - previa: trattamento . . . 1584 . . 317' Plesso ileo-colico : resezione . . Pletora m.edica; interinati e l)ensioni 1586 Plc-ure: aderenze: produzione . . . 981 981 - : - : sezione e di. inserzione . . . - - siero-fibrinosi in rapporto alla tubercolosi 2348 - : v. a. Empiemi, Polisierositi, Versamenti. 1333 Plt.' Urite essudativa e suo trattamento 2348 - secca . . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a. Versa1nenti pleurici. Pleuriti interlobari nella pri1ua infanzia 996 - pneumotoraciche e mezzo per evitarle . . 454 Pleu.rodinia epidemica . . . . . . . . . . . 1343 Pleuro . .polm•oniti acute e dramma epigastrico 1SOj Pneumatocele intracranico 1129 Pneumocefalo trauma tic o . . . . . 463 Pneu.moni-ti; v. Polmon1ti. P1;enmoperitoneo: modificazioni indotte nel sangne 1620 - : ricerche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1583 - ; v. a. Asma bronchiale. Pneumotorace e valvola: cura . . . . . . . . . 2348 - bilaterale e Yelocità di circolaz. del sangue 2237 - ipotensivo: dal - ai metodi chirurgici di detension e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1614 747 - opaco : patoge nesi ed evoluzione . . . . . . . - spontaneo simulante affezioni addominàli acut e 1622 - terapeutico: influenza sul sim·patj c:o cervicotora c1co . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1111 - ; v. a. Pleure, Pleuriti pneumotoraciche, Polmoni: ascessi. Poliartritt) acuta in corso d'infezione malarica . 918 - - secondaria a infezione malarica . . . . . . . 1341 - reumatica cronicizzata guarita con l 'aurotel ...•p1a . 1342 Policitemia idiopatica tipo Gaisbock 1145 l,olicitemie secondarie .. . . . 1163 - ; v. a. Morbo di Vaquez. Polineurite alcoolica; v. Fegato. - diabetica; v. Diabete. 1291 Poliomielite antE>riore acuta: cura 319 - ·- - : frequenza relativa dei segni - - - ; v. a. Paralisi in.fantile. - suib acuta: anat. patolog. e patogenesi . . . . 1890 Polipi; v. Intestino tenue, Retto. 1424 · P olisierositì ade ive circoscritte . . . . . . . . "Poliuria da trau1na operatorio nella regione in1128 fundibulo- t uberiana ... ..... . Polmone: c1sti da echinococco simula.nte un idro1231. pneumotorace ecc. . . . . . . . . . . . . -- : estil'>pazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1133 Po1moni: affezioni pneumococcich e: fattore ereditar io nella predisposizione . . . . . . . . . . . 2143 - : ascessi e gangrene : trattamen to . . . 318, 1656, 1742 1501 cancrocirrosj . . . . . . . . . . . 941 cancro : metastasi . . . . . . . . 337 collasso massivo postoperatorio 1939 - : cosidetti tumori oosei . . . . . . 1265 -- : ombre radiologiche del lobo infer. 1084 tumo1·i primitivi 977 - : caverna muta .. . WI

Pag. Polmoni; v. a . Tuber ...olosi. Polmonite crupale: funzionalità epatica Polmoniti : cura con la diatermia . . iniezioni sottocutanee di ossigeno - : puntura del polmone . . . . . . - : uso del glucosio e dell'insulina - prolungate ed esiti nell'adulto - ; v. a. Pleu.ro-. Polso; v. Bradicardia, Circolazione, Tachicardia. Poppante ; v. Eczema. Porpora vescicale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a . Pt11'pura. Prematuri: trattamento e soipravviveuza . . . . . Pressione cefalo-rachidiana: ricerche . . . . . . . - endocranica: az]one delle soluzioni ipertoniche - - : disturbi da . . . . . . . . . . . . . . . .. - sanguigna: va.riazioui nelle malattie dell'ipofisi - - ; v. a. Oiroolazione, Ipertensione, Ipotensione, Ipotonia, Seni car·o tidei. Prestazioni sanitarie : incarico; q uaLificazione del Tapporto . . . . . . . . . . . . Prccessi stiloidei: anomalia . . . . . . . . . . . Prolan : eliminazione nell 'nomo . . . . . . . . 709, - ; v. a . Gravidanza. Prostata: varia .. . . . . - . . . . . . . . . 1992, - ; v. a. Prolan, Uretrite. Prostigmina neì campo ostetrico-ginecologico Proteinoterapia endovenosa : controindicazioni Protesi dentar]a : v. Ston.:.atiti. Pritrito : tratta.mento . . . . . . . . . . . . . 706, - vulvare e suo trattamento . . . . . . 254, 255. P ~eudoartr'>t:i i congenita della libia e del perone -- , v . a. Fratture. Psicologia: congresso . . . . . . . . . . . . . - criminale e aintropo1 o·gia. : co ngresso . . . . P siconeurosi funzionale dei piloti d 'aYiazione P sioopatie; v. Catatonia, Depressione atmosferica, Scienze occulte, Vitamina C ecc. Psoriasi artropatica . . . . . . . . . . - : trattamento dietetico . . . . . . . P Horospermosi; v. Malattia di Darier. Ptosici; v. Aerofagja. .. . ... Pubblicità medica: disciplina Puerperio; v. Metrite. . . . .. . . Punt11re da insetti: tra1 tamento Pupilla; v. Segno di Argyll-RoberU5on. Pur.pura annularis teleangect.oidea. di Majocchi: . . . . . . patogenesi . . . . . . . . . . . . - ; v. a . Porpora.

133 2067 2201 945 401 250

1501 1585 1085 747 1709 2116

1173 996 2200 2039 68 1344 1943 1504 1084 844 1217 1301

1303 371

947 706

1303

R Rabbia: contributi italiani allo studio della . . . . . . . . - : eziologia -- : uso di vaccini fenicati . .. Rachi anestesia nell'in·f anz1a Rachide : sondaggio . . . . . - : tumori primitivi . . . . . - ; v. a. Colonna vertebrale, Medicina del Lavoro. RADA.EL! F. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . R}l dici s pinali posteriori: al coolizzazione sotto... aracnoidea. . . . . . . . . . Ra.dicolite saturuil1a . . . . Radicolo-neuriti infettive . . 2225, Radiochimografia; v. Frenico-exeresi. Radiologia; v. a . Coliti, Cranio, Insulinoresistenza, Radium, Roentgen, Vasi aanguigni. Tumori ecc. Ba.diumterapia ; v. Naevi. Raffreddamento; v. MalR.ttie da - . Raffreddore . . - : trattamento . . . . . . . . . . .

1336 263 1428 1222 513 2361 1810

317 695 2351

1820 2043


l1\ l"NO

XLIII,

NUi\l.

52J

2395

SEZIONE PRATICA

.l:' ag.

Raynaud; v. Morbo di - . Ra1za e n:.en talità . . . . . 1666 R~attivi di laboratorio .. 1466 Reazione di Henry: semplificazione 2202 - - - - ; v. a. Malaria. -·- - Meinicke; v. Tubercolo si. - - Schultze e Charlton: Ticerobe . . . 1083 - - Takata: valore diagnostico . . . . . 558 - - Weltmanu : significato diagnosti co 1621 Reazioni ; v. a . Liquido c.-sp., Siero-. Hcflusso pielo-renale . . . . . . . . . . . . 99f) . . . 1-tegione chiasmatico-sella re; v. Chiru rgia. Rene a fer ro di cavallo : intervento . . . 501 - policistico a sin t omatologia atipi ca 1991 - - ptosico scaJm biato per tumore degli annessi 896 Ren ella dei bambini : trattan1. 899 Reni : di s trofia . . . . . . . . 559 123 el)am e funziona!€:: . . . . . 1515 - - · - - con l'urografimetro 1991 - . iper t r of ia compensatoria - : lesioni da medicamenti antiluetici 683 - policis tici : nuovo procedimento chirurgico 1298 - : struttura . . . . . . . 1991 1990 - : tu.ber ;}olo::> i . . . . . 1985 - · - : dia.g n osi p r ecoce 500 - : -. n ell'infanzia . . . - ; v. a. Cal ctoli, Calcolosi, <.Janfora, Coliche, Elefantia si, Fegato, Ipertensioue, Nefriti, Nefrosi. Pielografia, Tubercolosi. R-espirazione : azione d el magnet:.is1LL0 e del potenziale di corrente . . . . . . . . . . . . . . . . . . 412 - ; v. a. Affezioni r espiratorie. Para.Usi respiratori a, Respiro. Respiro: fenomeni puls atori . 1262 Rettite s tenosante infiltrativa. 195 • Retto: cancro : cura operatoria 3€4 - : polipo solitario a struttnra: fibro-mixo-lipomatosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 969 - : r esezioni : m e lo cl o dello svagiu amento secondario . . . . . 1487 -· : tumor e f ecale . . . 1758 - : v. a. :Fistola. Retto-sign1 oidite emoura.gica da B. cli Morgan ; autovaccinot er a pia. . . . . . 749 . . . . . - : tumore fecale . . . . . . . . . 1758 Reumatis mi cronici e paratiroidectomia 737 Reuimatismo acu.to: tra.ttamento 417 - - articola re ~ granulocitopen ia 417 - cronico . . . . . . . . . . . . 1166 - - : noduli sottocutan ei . . . . 1492 - di Bouillaud : forme tifo idee 1612 1613 - e cardiopatie . . . . . . . . . 2351 - : tra~ tamento tubercolinico .. - vertebrale: sindromi ueurologich e 543 - , v. a . .Allergia, Poli art.r ite. Ricambio; v. Mala t t ie ùel - , Met abolism o. R icetta m edica : quaLi ficazione giu ,ridica 564 lt J ( BET CH. . . . . . . . 66 Ricorso tardivo . . . . . . 1628 553 Ridere: p sicofi.siologia . . 1922 F.iflesso epilettico: cause -- naso retinico 1305 - te1np0rale 1691 Rimedi giuridici : osser'l)a zioni . 2148 - , Medicamenti. J{ oent.~enfotogr.i1am.atria . . . . . . . . . . . 1386 Roentge n.ografia a . strat i (t on!ografia.) nella diagnos tica polrn0 n:'tii'e . . . . . . . . . . 1333 Roentg-c>nte1·c11pia ; v. Asuia, Fistoìe ~ alivari, Ipertensione arter., ecc.

.

l'ag. Rosoli a; Y. Encefalo-m:elite. Rosso Con g- ') : azionP. sulr app~1 ~to emopoietico

942

s S:ila man:tr a. : VU'tù tcl'ape11ti ~hn . . . . . . . . 1266 Sangue: detern1 inazione della c.oagulabilità . . . 803 - : diastasi . • . . . . . . . • . . . . . 1177, 1178 - : eIIlU·Zib ell1tticb~ . . . . . . 648 - m estr nale : biochimica . . . 1003 - : velocità di sedimentazione dei g . r. . . . 1621, 2317 - ; v. a. Acromegalia, Agranulooitosi, Alcoolemia, Azotemiaj Ca rdi opatie, Chetonemia, C1oro1ma, Colera, Colesterolo, Emoterapia, Emopoiesi, Epilettici, Gastrectoim ia, Granulocitopenia, Gruppi san·gui gni, Intossica zioni, Leucernia, Mielosi, Piastrin e, Pneu.moperitoneo, Siste1na linfatico, Sto maco, Trasfusione, Tubercolosi polm., U rea, Vitamina C. Sa D guisu ghe : coroni el'cio . . . . . . . . . . . . . . 1890 Sanguisugin: indicazioni . . . . . . . . . . . . 788 Sanitari condotti : stipen di m in im i e aumenti perio dici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 946 - ospedaLieri : natura yiu'ridica delLe quote di partecipazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 - ; v. a. llCedi ci. 1428 Sautonina n ei bambini . . . . . . . . . . . - ; v. a. F egato. Sanzione discipLinare : so stitu zion e del Pref etto . 471 Sa-poni : azione sulla. p elle . . . . . . 1979 Sapore e costituzione cbiìlllica 747 • • • • Sar coma dei polli : r icerch e . 1380 - osseo consec~utivo ad irradia: ione Ron tgen 1305 - ; v. a. i singoli oirgani. Scabbia nelle classi sociali bene ~ tan ti 1504 - : trattam ento . . . . . . . 706 • Sc: arlattina: idee attuali . 2068 Schistostomiasi; v. Cervello. Sciatica; v. Nevralgie. Scienze occulte; v. Me11tale: squilibrio - . SC'lerodermia : patog·en esi diencefalica di alcune varietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1173 Sclerosi a placche: aster eognosia unilaterale iniziale . . . . . . . . . . 530 - - - : cri si epiletti<fue j acksoni a n e o generalizzate, all'inizio . . . . . . . 1201 2236 - - - e a cido ascorbico . . 1260 - cerebro-spinali e viscerali Sc0liotici; v. Cuo re. Scompenso di circolo; v. Cir colo, Edema. 36 Scottatu re: trattamento . . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a. Ustioni. Scrot o; v. E lefantiasi. Secrezioni interne; v. Aborto, Ormoni. Sogno di Argyll-Robertson e par ticolare fenomeno della pupilla . . . . . . . . . . . . . . 1580 Sella turcica piccola di Boschi . . . . . . 1085 - -; v. a. Regione chiasmatico-sellare. Seno carotideo nel meccanie1no della miastenia pseudo-parali ti ca . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 - - - - dell'ed("JD.a polm. acuto . . . . . . . . . 22 - - : perfrigerazi one: a zione snlla pressione art er. 468 2040 - mascellare : osteoma . . . . . . . . . . . . . . 1078 Sepsi lent a e sindrome di Felt y . . . . . . . . . 763 - staf ilococcica: a utovacci n oter a pia endovenosa. - : v. a. Anemia. Sessualità: evoluzione; stati inter sessuali . . . . 1493 Servizi igienico-sanitari; v. l ' Indi ce delle rubrich e. St=-.. t a mala t.tia ; v. Mala t t ie . ete come sint-Oma . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1626 o

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« JL POLI CLI NI CO »

LA)ìKO XLIII, NuM. 521

l'a.g.

8ctticemia intermittente ed artrite infettiva cronica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1304 -- Gtafilococcica . . . . . . . . . . . . . 996 Sforzo fi si co: significato del 1 punto ll!Orto » 223 Sierodiagnosi; v. Agglut inazione, Botulismo. Leishmaniosi, Reazioni, SifiUde, 'r umori, ecc. . 'ifilide cardio-va scola re: uso degli arsenical i 1546 - con gen ita e matrimonio . . . . . . . 2237 - : contagio : m odalità insolite . . . . . 999 - e tubercolosi p olmonare : associazione 73 ~ - : guarigione: diagnosi . . . . . . . . 201, 999 - : metallo : prevenzione . . . . . . . . . 648 - : prognosi, con r iguardo alle neurorecidive 2091 - : strie ungueali . . . . . . . . . . . . . . . 999 - ; v. a. Arsenobenzoli, Coroide, Epatosplenomega. lia, Mielosi, Nervo ot.tico, Reni, Sierodiagnosi, Sindrome di Ra.y n aud. !';ìrnpatal gie genitali: u s o dell'i stidina . . . . . . . 1130 Si m patectomia cervico-toracica per via anter. 675, 797 Simpatico; v. Gangliectomie, Plesso, Pneumotorace, ecc. Simpaticosi ; v. Sindromi. Sincopi di origine . indeterminata . . . . . . . . . . 31 Sindrome addominale d. : simpatioosi addominar le, pericolite membranosa . . . . . . . . . . . . . 1376 - - ; v . a. Acidosi diabetica. - di B a n ti da epato-splen omegalia sifilitica; sple. . . . . . . . . . necvom1a 148Z 1385 - di Cushing : ricer che . . . . . . . . . . . . - di F elty; v. Sepsi lenta. - di Plummer-Vinson; v. Anemia ipocromica. - di Raynaud: 0ura a n tilnetica ..... . . 29 - - -; v . a. Morbo - - . - di Volkmann . . . . . . . 367, 739 - dolorosa nel campo dell'arteria temporale superficiale . . . . . . . . -i 709 - emorragica di Oepit z . 1621 - gastr o-intestinale acuta 605 - narcolettica . . . . . 1424 Rindromi addominali e stagioni 1275 - adi1joso-gen itali: patogenesi 1173 - dolorose: importanza del sim p atico 694 - em orrag iche: impiego dell'alcool ottilico 2144 - - ; v. a. P orpora. - neurologiche ; v. Reumatismo vertebrale. - parkin soniane; v. P a rkinsonismo. Sino\'"ite a ller gica dovuta a ingestione di noci . . 1585 Sintomi addominali ; v. Addome. Sinusiti; v. Asma. Siringhe di sict1rezza . . . . . . . . . . . . . 1658 Sistema linfatico da l p1mto di vista clinico ed 2015 ematologico . . . . . . . . . . . . . . . . . - n ervoso; Y. CeryelJ o, Encefalo, Gangli, Gemelli, Nervi, S impatico, Sindrom i, Tubercolosi. - ret.-end.; v . :Morte da freddo. Sol e; ·" Can cr o, Elioterapia $olfo colloidal e; v. Artrite. 1424 Soluzioni glucosate ipertoniche: azionj . . . 1565 . omalia: casi di meli tense e di tifo-paratifo - ; Y. a . Etiopia. . . . . . . . . . . . . . 467 onno: cura degli accessi - ; v. a. Narcol essia. Sostanza P di Orjel . . . . . . . . . . . . . . . . . 697 Bpalla ; v. Dolori. . . . . . . 2188 Sperma: riteuzione . . . . . . . . . . . ~pina dorsale; '. Colonna \ertebrale. ~pirochetosi ittero-emorragica: f orme caratterist.iche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 207, 417 Srilancnicotomia nell'i pertens ione a rteriosa . . . . 1826 - : effetti sul f ega.to e sulle ghian dole linfatiche 2200 - ; Y. a. Cirrosi epatiche, I ttero, Trombosi. 1

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Pag. ... plenomegalia simulante affez. ginecologica . . . . - ; v. a. Leucemia, Malaria, Mielosi, Milza, ficus. . :vlenoprognosi e splenoterapia nelle malattie infettive acute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sport; v . Aviatori, Esercizi fisici, Sforzo. Sputo ; v. Bacilli tubercolari. Stafilocecchi; v. Anatossina. Stagioni; v. Sindromi addominali. Stcimpa medica: oraaniz-zazione e discipiina . 1506, . tasi duodenale; v. Duodeno. Stati ans iosi; v. Ansia, Calcemia. - febbrili e subfebbrili prolungati . . . . . . . . Stati Uniti; v. Neuro-chirurgia. . . . . . . Statistica e medicina . . . . . . . . Stagioni; v. Malattie infettive. Stenosi destro-vent ricolare; v. Cuore. - totale dell'esofago e - secondaria serrata del piloro; int ervento . . . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a . Intestino. t erilità: con sultorio - dopo un parto . . • • Sterilizzazione eugenioa • •

.

1759

97

1548

1973 1672

895 146'1 660 1747

.Stipendi; v. Sanitari. Rtitichezza; v. Costipazione. St omaco : aspetto della lingua nella diagnostica 748 . . . . . . . . . . . . . funzion ale . . . . 1386 - : cancro doppio . . . . . . . . . . . . . . . . 750 - : - inoperabile : nu <,\a operazione palliativa 1955 - : carcin om a : diagnosi precoce . . . . . . . - : diverticoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120, 452 1177 - : intussuscezione del digiuno . . . . . . . . . - : interven ti; complicazioni bronco-polmonari : . 1622 - : grandi resezioni : anastomosi gastro.digiunale 219;) decU ve marginale rost. . . . . . . . . . . . . 170 - : mioma trasformato in sarcoma . . . . . . - : m odificazion i del tono e della m otilità in 1486 certi stati nervosi simpatici . . . . . . . . . . 1039 - operato : fisiopatologia . . . . . . . . . . . . - · plioatio . . . . . . . . . . . . . · . . . . . . · · · 220 - · resezione per ulcera . . . . . . . . . . . . . . . 744 2196 - · r esezioni: variazioni della eritrocitosi . . . - · svuot::i,mento dello - e acidit à del succo gar ' 263 str ico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - : tossicità del liquido di ristagn o dopo resezione 427 - ; v. a. Acido urico, Anemia, Anemia perniciosa, Appendiciti cronich~, Bacillo tubercolare, Oaroinoma, Oardias, Orisi gastriche, Emopoiesi. Emorragie, Gastrite, Gastropatie, I p c cloridria, Morbo di Basedow, Piloro. Stomatite da apparecchio di protesi dent aria . . 1797 Storia della medicina ; v. Grecia, Misteri eleusini, Talmud, Ter mometro. Streptococch i; v. I nfezioni streptococcicbe. ~ucco gastrico; v. Stomaco. Sudore; v. I:reridrosi. 282 Suicidi in Germania . . . 1534 Kuicidio: il problema del ~uolo; v. B atteriofago. 268 Surrenalectomia : complicazioni . . . . . . . 1585 R11rreni: azione degli estrattj di corteccia - ; v. a. Ipersurrenalismo, :h!Iidollectcmia. Sviluppo corporeo : miglioramento nei popoli civili 2227

T . . . . . 457 . . . . . . Tabacco : azioni . . -; v. a Ma ternità. 1791 Tabe b u lbare . . . 2064 - : piretoterapia . - ; v . a. Cordotomia. 1089 Tachicardia e a ltri disturbi del ritmo : trattam.


[ANNO :XLIII, Nul\1. 52]

SE.llONF. PRATlC.'\

2397

Pag.

Talmud: terapia ed igiene nel -

.

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.. .

. 1124

Tariffe professionali per l'assistenza agli aòòienti

80 1735

'remperatura e vasomotilità nasale . . . . . . . . Temporale ; v. Osso - . Tenie: trattamento con tetracloruro di carbonio 1305 -; v. a. Botriocefalo. Terapia farn1acologica: nuove direttive . . . . . . 63 Terminologia; v. Vocabolario. Termometro : scoperta del - ed evol11zione della termometria clinica . . . 213. Testicolo : corion-epitelioma . 941 - : sarcoma fusocellulare . . 203 ~ - : v. a. Ormonosieroterapia. Tetania in corso di nefrite . . . . . . . . . . . . 1465 Tetano : proprietà del liquido o.-r . . . . . . . . . . 169 - : terapia con siero e urotropina . . 886 Tibia: assenza congenita . . . . . . . 367 -; v . a. Osteomielite, Pseudoartrosi. Tic : i - . . . . . . . . . . . . . . . . 405 Tifo esantematico: Yaccinoprofilassi 1464 Tifo i de; v. Febbre -. Tifo-paratifo ; v. Somalia. Timo: tUJmore linfo-epiteliale e la miastenia 2337 Tireotossicosi : aspetti medici . . . . . 308 Tiroide : cancri : anatomo-patologia . 941 - : esplorazione nella pratica corrente 2202 - : produzione artificiale d'iperplasia 2093 -; v. a. Ipertiroidismo, Tiroidectomia, Vitamin a A. Tiroidectomia nel trattamento dell'insuffic!enza oardiaoa e dell'angina peotoris 1662 Titanio nel corpo umano . . . . . 1265 Tonsille ; v. Opoterapia. 'fonsillectomia: reazioni cat'diache consecutive .. 353 - ; v. a. Batteriuria. Tonsillite: manifestazioni morbose secondarie .. 1172 - ; v. Miocardio. Torare; v. Ra<liochimografia. Tosse; v. Fratture costali. Trasfusione di san g ue di cadavere 1254 - - - : errori e pericoli 408 - - - frazionato 2043 - - - incoagul abile . . . 76 - - - nella carotide . . 1673 - - - puro nella pratica chirurgica 2057 - - - : tecnica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1505 - - -- : trasmissione di malaria e febbre ricorrente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1465 Trasudati; ". Essudati. Traumatjsmi e disturbi vasomotori . . . . . . . . 1463 - v. a. Articolazioni, Atleti, Diabete, Epil essia, Femore. Fratture, Gomito, Guerre, ecc. Trendelenburg; v. Operazione di Tricbomoniasi intestinale . . . . . . . . . . . . . . 704 Trigemino; v. Nevralgie. Trinitrina; v. Ipert ensione. Trombe falloppiane; v. Annessiti. Tromboflebite della femorale : circolo venoso so1250 vra pubico supplemen tare . . . . . . . . . . . . 120 Trombosi porto-radicolare dopo spl enectomia . -, tromboflebite; v. a. Arterie coronarie, Vena cava. Tropici; v. Paesi caldi. s1a utile al Tubercolina: se la sensibilità alla tubercolotico . . . . . . . . . . . . . . . . . 1374 -; v. a. Reumatismo. 1386 Tubercolosi a Catania . . . . . . . . 160 - chirurgica e polmonare : rapporti 29 - : congresso . 1842 - cotiloidea . 2345 - del sistema nervoso 1183 - : diagnosi precoce nell 'i nfanzia

Pag.

'l n bercolosi e pol·m ~ ne po1icistico . . . . . .

- intestinale : catalasi fecale nella diagnosi - latente degli adolescenti . . . -

: lotta contro La -

. . . . . . . .

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652 2253 1569 1198 875 1531 263 2200

miliare acuta faringo-laringe:l. . - : comportamento delle piastrine : nuova reazione di Meinicke . . . os ~ eoarticolare . . . . . . . . : pericolo di contaminazione nei servizi pedi a,. tri ci . . . . . . . . . . . . 1265 -- polmonare : c11ra eh irurg·ica 2345 - - e sifilide : associazione . 732 - - : istamina nella diagnosi 849 - - : ossalemia . . . . 160 - ~ : ossigen o-terapia parenterale . . . . . . . . . 185 - - : polipepticlemia . . . . . . 1758 - - : progressi della terapia . . . . . . . . . . . 1614 - - : radiologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2344 - - : reinfezione e su perinfezione . . . . . . . . . 29 - - : resistenze naturali ed acquisite . . . . . . . 160 - - ; v. a. Reazione di Weltmann. -- renale in uomini portatori di tbc. genitale . 1128 - : specificità e aspecificità delle r eazicn i locali 1342 - sperimentale: cura col met. Finikoff 414 - ur ~naria: emocultura . . . . . . . . . . . .. . 2039 - vertebrale: trat '· amcnto . . . . . . . . . . . · .. 797 - : v. a . .Adenopatia, Affezion i respiratorie, Appenclicite, Il.-icillo tub., Brucellosi, Consorzi, Coste, Pneumo torace, singoli organi, Tubercolina, Versamenti pleurici, eco. Tumore del corpuscolo car otideo . . . . . . 941 - di milza; v. Milza. - fecale; v. Retto. •rumori a cellule giganti delle guaine tendinee . . 2216 - connettivali degli strati muscolo-aponevrotici delle pareti addominali . . . . . 1067 1249 - : fattori endogeni ed esogeni . - in testinali: radiodiagnosi . . . 558 • - maligni da irradiazioni solari u.-v. e totali .. 710 - - : diagnosi citolitica . . . . . . . . . . . . 597 120 - - - : - ; triade di l\L Ascoli . . . . . . . . 2121 - - : fattori disponenti e fattori ostacolanti - - : lesioni preliminari . . 598 - - : reazione emoclas~ ca . 1939 2344 - - : ricerche sperimentali - - : sierodiagnosi . . . . 1710 - sperimentali delle ossa . 850 1840 - spinali extra-midollari: diagn osj di sede - ; v. a. Adenoma, Anen1 ia pernio., Angio-endotelioma, Cancro, Cisti d'echinococco, Corioepitelioma, Gastrite, Ip ernefroma, Melanoma, Neo-çlas mi, Ormoni estrogeni, Osteomi, singoli organ i. 'l'urbe circolatorie del capo, accessionali. Crisi an2207 giospastiche oculari . . . . . . . . 1939 Turricefalia con esoftalmo llDilaterale

u Ufficio internazionale d'igiene pubblica .. . . . .

Ulcera duodenale al seguito di ustioni e sua importanza medico-legale . . . . . . . . . . . . . . . . . - - cronica giovanile . . . . . . . . . . - - inestirpabile: resezione escludente sec. F insterer . . . . . . . . . . . . . . . . . . - - post.operatoria . . . . . . . . . . . . - fagedenica dei paesi caldi: casistica - gastrica perforata in cisti da echinococco - ..:=_ : terapia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1466. - ga stro-duodenale: terap ia . . . . . . . . . . 74 9 - peptica : alimentazione duodenale - - cronica: l 'elemento n eu rosi . . . . . . . . . .

38 2105 558 1488 1083 13.i2 1373 1532 1428

1533 1174


2398

(( IL POLICLINICO »

"Vlcera duodenale digiunale - - dopo resezione . . . . - - ; v. a. Eosofago. Ulcere asspciate gastriche e duod~nali . . . . . . . - -; v. a. Bronchiectasia, Diverticolo di Meckel , Stomaco, Ulcus, Varici. Ulcus e duodeniti con splenomegalia . . . . . . . . Ultravirus; v. Infezioni. Unghia incarnata: trattamento . . . . . . . . . . . Unghie; v. a. Sifilide. U raco : cisti . . . . . . . . . . . . . . . Urea del sangue nella pratica medica Urem ia: trattamento . . . . . . . . . . Uretere ectopico con sbocco extra-vescicale Ureteri: varia . . . . . . . . . . . . . . 1032, 1727, - ; v. a. Calcolosi. Uretra : varia . . . . . . . . . . . . . . . . . . Uretrite blenorragica cronica con prostatite . Urina : acjdificazione . . . . . . . . - : analisi . . . . . . . . . . . . . . - : - biologiche ormoniche dell'- di donna gravida: azione sulle mammelle - : precipitati : trattamento dietetico . . . . . - : ricerca dell'albumina . . . . . . . . . . . . -; v. a. Bacillo tubercolare, Diuresi, Gravidanza, Oliguria., Poliuria, Reflusso. Urotropina; v. Tetano. Urtica urens e sue azioni . . . . . . . . . . . . . . Urticaria : trattam. con acido lattico a forti dosi Ustioni non molto estese: trattamento . . . . . - ; v. a. Scottature; Ulcera duodenale, Vagina. Utero: canoro del collo: diagnosi precoce . . . . . - : false perforazioni nel raschiamento postabortivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - ; v. a , Miomer.tomia. Uva; v . Ileo da .

XLIII,

NUl\1.

52]

Pag.

Pag.

2199 1885

Vasi sanguigni; v. a . Circolazione, Ferite, Lussazioni, Sifilide ecc. Vecchiaia; v. Edemi, Encefalopatie, Voce. Veleno di cobra: applicazioni terapeu tiche . . . . 510 - di pesci sott'olio guasti: ricerche . . . . . . . . . 1318 - di serpenti; v. Emofil ia, Emorragie, Morsica t ure di vipera. Vena ascellare; trombosi . . . . . . . . . . . . . . . 2199 - cava. inf.: tromboflebite . . . . . . . . . . .. . 1386 Vene varicose e velocità di sedimentazione del sangue . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2317 "\T entricolografia: disturbi visivi consecutivi 1925 Versamenti pleurici: configurazione .. 378 - - bberi : nuovi segni per la diagnosi 609 - - ; v. a. Tu beroolosi. "'{T • •f , esc1ca « a s1 one » • • • . • • . • • • . . 502 - : cisti idatidea; guarigione spontanea 498 - : endometriomi . . . 559 -- : rottura spon tanea . . . . . . . . . . 1699 1992 - : varia . . . . . . . . . . . . . . . . . . - ; v. Cistiti, ])iv erti colo vescicale, Estrof ia, Let. to cistoscopico, Perineo, Porpora vescicale. Vescicole seminali: carcinoma primitivo . . . . . 367 Vie biliari; v. Arterie, Calcolosi, Colangiografia, Colecistectomia, Coledoco, Colelitiasi. - urinarie : fenomeni dolorosi : prescrizioni . . . . 2144 - - : flogosi : cura locale . . . . . . . . . . . . . . 1128 - - ; v. Calcolosi, Colibacillosi, Idronefrosi, Malattie urinarie. Vipera; v. Morsicature di -, Veleno di serpenti. 2021 Vita latente, letargia e letargo invernale 2295 Vitamina A: azione antitiroidea . . . . . - - ; v. a. Ferite. - O e disturbi mentali . . . . . . . . . . . . . . . . ,1463 - - : influenza sulla coagulaz. del san gue .1493 1464 - - e ipovitaminosi 706 Vitiligo : trattamento . . . 1714 Vocabolario medico . . . . 900 Voce : modificazioni nella vecchiaia Volkmann; v. Sindrome di - . Volo : psico-fisiologia . . . . . . . · . . . . . . · · 1211 - ; v. a. Depressione atmosferica. 1502 Vomiti acetonemici negli adulti . . . . . . . 271 - dei bambini : trattamento . . . . . . . . . 2294 - periodici con acetonemia: cura insulinica -; v. a . Nausea. Vulva; v . Prurito.

1039

1754 1000 1128 1698 869 1298 1992. 2039 372 1262 1345 159 996 1089 35

2044 1798 1996 1383 1760

V Vaccinazione antitifica nell'Esercito . . . . . . . . - j enneriana : tecnica . . . . . . . . . . . . . . . . -; v. a. Brucellosi, Difterite, Encefalite, Linfa vaccinica, Meningoencefalite, Rabbia, Retto-sigmoidite, Sepsi. Vagina: ustioni da permanganato . . . . . . . . Vaquez; v. Malattia di -. Varicella: trattamento . . . . . . . Varici: chirurgia: contributi italiani - degli arti inferiori: trattamento . - esofagee : iconografia radiologica . . Vaselinomi; v. Oleomi. Vasi sanguigni: influenza delle radiazioni, Roentgen sulla permeabilità . . . . . . . . . . . . . .

[ANNO

519 2296

1759 418 2251 1295 1502

1621

z Z11ccheri: somministrazione orale: reazione iperglicemica . . . . . . . . . . . . . · · · · · · 1502


XLIII ,

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52]

Indice

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1461, 1231.

G. . . G. }f. . 0. 427, 2034,

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E; . . . . . A.

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1221 501 2116 1944 1502 1263 2026 1164 1585 1662 1497 1055 557 1321 168 930 1011, 1597 2132 630 2137 1207 417 1796 268 849 1373 1301 1571 1876 1344 1124 167 748 934 2293 2006 1989 2354 2112 557 2237 2354 1466 1707 167 743

S.

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L. . . . 467, 1428 BACHRACH 1389 BACONNET A. 1f30 BADR A. . . 738 BAETZNER W . 563 BAGGIO G. 45 , 1767, 2199, 2310 BAGLIONJ S. . . . . 363. 2178 BAGNATI G. 1992 B\ILLY . • . 1428 BAJKAY 'r. 204;:; BAKER D. 1\{. 2119 BAKER G. . . 606 BAKER H . . . 2092 BALDACCI U. 1342 BALOES E. J. 803 BAT, DUl NI 1\1:. 1621 BARB&.RO FORLEO G. 468, 1620 BARBELLION . 1759 1383 BARBENSI G. 1773 BARBÈRA G . . 1130 BARBERICH J. BARBIERI D. 719 1260, 2070 BARBIROLI M. 1003, 1845 BAREBEf, LION P. . B\REf, LA A. . . . 1992, 2039 BARKER N. W. . 2116 BARNACLE C. H. 2063 BARRAL • . . 750 BARS INI G. . 1544 BARUDIERI B. 648 BA SERGA A . . 367, 1EOO, 1758 BASTAI G. . . . . . 2181 BASl'EDO w. A. . . 457, 549 BA STIANELLI G. 930 B .\TTIGELLI G. A. 160 BA u nou1N A. 1925 BAUER J . 734 BA t!ER K. 597 BAU!\1ANN E. 933 B AUMGARl'N ER J. 1222 BAYER 0. . . 1537. BEARDWOOD J. 'I'. 211 BECCHINI G. 263 BE<: K c. s. 31 2010 BÉCL°tRI:: A. 452 BÉCLÈRE T. 1458 BEDEL M . . 1488 BtoRINE 160, 939 BEITZKE H. 2138 BELf,ONI G. B. 1084 BELTRA METTI 120 BEL UFFI L. E. 780 B ENCIOLINI F. BEN O.\NDI G. 195 2028 BENEDEITl P. . 1129 BENEDEK B ENHAMOU E. 1940, 2335 2064 B ENNET A. E . BENS AUDE R . . 1885 B E~T IVOGLIO G. ('. 1885 744 BERC HER 1708 BERCONSKY I. . BERGBINZ G. . 463 BERGSTRA ND H . 1302 BARONNEI X

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i lettori possano apprezzal'e _l'impor.~anza dei cont.r ibnti or.i ginali che vengono ... accoJti tnella Sezio ne Medica (periodicità.mensile) del'' POLICLINICO'', riportiamo l'Indice alfabetico dei. contributi stessi 'pubblicati nel Volume , XLII·l (1936) ·: ~ ;; 1

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SEZIONE PRATICA

LA\ TORI ORIGINALI. .

A<lre11ali11a (Azione dell' - ) sui ga·s del an, g ue arterioso ,e venoso. - Prof. G. So lg iu e Dott. L. Benacc.h io. Pag. 431. ,\lcool lerapia endovenosa e potere ba L1eric1da . del sa n gue. Prof . A. P ozzi e Dott. D. Bell eli. l1 ag. 279 .. . Ai1e1nie ipocro111iche e · ferro. --. Dol L. l". Corelli . Pag . 105. Ar leriosclerosi (L' -) co11siderata co111e malattia dis lrolico-cirroe-ena arteriale . ,_ l)ot l. S. De Candia. Pag. 285 . . Atrofi a n1u scolare prog·r ess iva neurogen a , tip.o Charcol-M~rie . ($11lla -). - Prof. G. Me ld o1esi. Pag. 42J.. Cervello (.S ui tu mori diffusi del - ). Dolt. L. Bi11i_. P ag. 445. Coliti cronicl1e ir1 icro hich e (l , 'au tovaccin azio11e nel trattamento delle-) e d elle . fa·si a11 amcbiche clell 'an1ebia si intesti nale . - Dott. I;. 1)011 loni . .Pag . .502. Collas o-tera1Jia bilater ale (Contributo cli.nico allo s ludio d ella - ). - l)oltori Sp. L . .Barchi e G. {,eo11cjni. Pag. 42. Crescenza ~ Sul le alter azion i di -) di orig i11e endocri11(1. - Dott. U'. InJ:rona. P .ig in n 223. Cuore (Falli nt10Yi e n'1ovi concetti .intorno al la dollrina gener ale del tono n euro111u scol are d el - ). - Prof. C. Mi n erbi , Dolt. S. l\Io11g ini e Dotl. E, Ben assi .

Pag. 62.

·

Dis lrofia n1uscolare progressjYa (Altcr nz io11i anatomo-ist ologicbe del pa11cr eas in casi rli -). Dollori G. Bompia ni e G. ~1elclolesi . Pag. 593 . . E 11J bolo Le~~p i n (L -) n e11a luher colosi 1101rnonare. -- Dott. G. Triolo . Pag. 358. Ep.'.l lolera1)ia (Con tributo allo s tt1dio dell' -) per via ipodcrlllica nl di fuori delle anemie co11 esl)"ait.! con centrati · (an lianemici) e con particolare riguardo alla cliures i. - Dott. D . Bolognese. Pag.. 237. Esofago (S le11osi con genita dell ' -). - · Prof. P . Mariconda. Pag. 408. · Favismo \Ricer cl1e sttl - ). - Prof. A. Luisada. Pag. 579. Febbre erutliva (Note )s lolog·iche intorr10 a tre casi di -) . Do lt. C. Costan zL Pag . 175. Febbre rnelilen·se (La Iunzio11alità epalica sagg·iata n ei malati d i - ) con epa'losplenorr1eg·alia . - Dott. L. Ales lra. Png .· 484 . G iicemia (llic~rche sulle inodificazio11.j <.~el­ la (-) i11 seguj to ad iniezione di insulina e conlc1nporanea jntroclu zio11e d i g lucosio. - Dolt. P. Levi . Pn g. 533. GloLuli rossi (Rappor.ti d el dia111~tro <lei - ) col gra<lo di ossigenazio11e d el sa1•gue. - Prof. G. Solg iu e Do Lt. F. Dori ali. Pag. 614. . Insufficienza. urrenal e sperin1entale (La -sindrome umor ale nell ' -) e nel morbo Abbonamento annuo alla SEZIONE

di Addiso1 1. Dotl. A. Gualdi. Pag ina 163 . Ipertermie 11e1.1ro-vege lative (Il ricambio idrico nelle-). l)rof. E. Puxecldu e Dolt. E. M~1111 e l1 n .. l)ug. 2ù5. Lipoidosi (Sulle - ). - Prof. E. rf ara11 lelli . Pag. 556. . l\·I agrezza endogen a (L 'azione del lipoitrin sui corpi chetouici del .san g ue cir.colan . t e nella -). - l>rof. G. Borruso e Dolt. A. Rl.ig·gieri. Pag. 153. i\!lie losi aleu ce111ica in egacariocitaria {L a-). - Prof. V. ·chi11i. Pag. 25i . Nanisn10 ipoparatiroideo (So1)ra un caso di -) ed u11 caso di nanisn10 con iperovarismo. - Dott. F. Introna. Pag. 223 . Obesi là (Ricer cl1e sull 'azione di alcune sostanze ipofisarie s ui grassi e corpi ch etonici del san gue nelle -) . - Prof. G . Borruso. Pag. 125. 1-. Pn11oreas 11el diabete mellito (Sul valore dei metodi di ricerca della 'funzionalità pan. creatica e sulla fun zio11e èSOcrina ·del - ) _ - . Dott. P. Barbera e G. Adinolfi. P agina 27. , ~· l'e ricarclili uremièhe (Contributo anatom9. clinico allo studio delle -): - Dott. F. Olivieri. Pag. 411 . Pros talico ( Lest - j (Stilla p ossibilità di oltenere un r-:j . - Dott. D. Longo. P agina 477. Re ~icolociti (Sulla r esist e11.z a os1notica ·dei -)_ ·-, . Dott. S. Deleonardi . Pag·. 1 '395. ,S alasso e flebocl:i si (flesjs lenza globulare osmotica -). - lJo lt. F . Recchia . Pag ina 351. Sang~e· i11iù ollare e san g ue circolante. . Prof. L. Paolazzi e Dott. L. Spadacci11i. P ag. 53 .. Succo gastrico (Il principio di Castle i11 rapporto alle car atteristich e del -) di dj ver si pazienti d i1nostr·a to 5econdo In tecnica di Si n~·er (crisi reticul ocitica) . ~ Dott. L . Riccinrdi. Pag. 467. ·r etanici (11 li qt1or itei - ) cla1 punto di viDott. R. Ljber li. Pasta cl1imico. ,- gina 523. - - - - immunitario. Dott. R . Liberli. Pn!:!·. .540. Tetano (Consicfer azioni sulla cura del co11 p articolare rigu ardo al <e metodo Dufour ». - Dott. R. Liberti . Pag. 400 . Ton sillare (patolog·ia) (Not e clinich e di - ). - Prof. V. Chini. Pag-. 309, 361. ·rubercolosi polmonare (l)eviazione del con1plem en to con gli a11lige11i di Petragna11i e di Witebsky e Ja enzin1oreazion e nella·--,). Dottori C. Monaco e ·r. ·Ruggìero. Pag. 633. - - (L 'emboloterapja 11ella - ) . - Dott. G. Triolo. Pag. 1. Urticaria facti ti a (Tra-sporto passivo alla Prausnitz e K ii.stner in un caso di - ). - Dotl. P . ì\Iolin nri Tosatti. Pag. 20.) 1

MEDICA: Italia

Un numero eepa.rato L.

Assumendone

l'a~bonamento

Insieme alla Sezione Pratica, l'importo complessivo

L.

50 ·

Estero L.

60

6. ~

di L. 100 per l'ltalla e di L . 150 per l'Estero.


2410

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.lftinchè i lettori possano apprezzare -l 'importanza dei contributi originali che vengono accolti nella Sezione Chirurgica (periodicità mensile) del ''POLICLINICO'', riportiamo l'Indice alfabetico dei contributi stessi pubblicati nel Volume XLIII (1936) : \Il G~IORil~ ORIG INAl,I . Aclan1art li1101na della rnandihola (Studio sopra due casi di - ) . - Do l l. G. Selvaggi. Pag. 454. Ade11on1a t ossico tiroicleo e morbo di Fl aiani-Baseclo"'r nella esperienza personale. - Dotl. R. Brog·lio . P ag·. 535. J\.ppendicitc (L · -) acuta nei sogg·etti di cl i\ e nel veccl1io. Doll. C. S tefanelli. Pag. 644. Appendiciti asportale a <lisla11za di te111p o dalla sempli ce incisione per ascesso appendicolare (Le alterazioni a natomo-patologic he in - ) . - Doll. E. L. Beluffi. Pag. 49. . \ppèrtclicocele s trozza1 o (Con lri1Ju to alla co11oscenza deJl' - ). l)ott. Giuseppe Lt1ccb ese. l'ag. 97. .fin lleri (Il contenuto in - ) delle vescichell c se111i11ali e le a lterazioni clell 'epi(lidi1no e dcl testicolo. Dotl. A. Marsella . Pag·. 125. .Calcolosi ureterale autocto11 n (Su due ca si di -). - Dott. A. Cas ini. Pag . 145. Colon (I. 'inversione del - ·) e del tenue a scopo plastico. - Dot I. T. Greco. Pag ina 195. Con.( lromatosi (La-) (osteocondromatosi) articolare. - Prof. I•'. Niosi. Pag. 369. Diabete (Contribu lo alJa r l1irurg·ia del _ \ _ - Dott. C. Maslrosirnone. Pag·. 622. Ep ididi1no (Calciosferiti e cc Corpora amylacea » dell'-). Dott. A. Marse1la. Pag. 12. Flemmoni ga·slrici (In torno alla possibili t ;, di ot le11ere - ) s1Jeri111e11lalmente. Dotl. P. Stefanini. Pag. 590. Fratture (L 'influenza dell a coles lerj11a 11el processo di guarig·ionc clelle - ). Do t l. A. Grassj. Pag. 044. ln11esti (.Elero - ) sper ime nt a li di pancren . i1ormale e nloclifica to. - Dolt. G. Selvaggi. Pag. 155. )[orbo <li Raynaud (Os .. er' nzion i cliniche i11 dl1e casi di - ) rccìdiYn ti a 011erazioni ·sul si mpnli co. - Prof. P . \ ' alcl o11 i. Pag·in a 32. \efropa1 ic m er curia] i speri rn e 11 i ali (Decap·sulazione r en ale e terapin clorurata assoDol 1. C. 1S lefane]li. ciale nelle - ) . 1

Pag. 184. Or n1011e ess uale ipofisario ( f , 'azio11e <le11 ' -) sull a g hia11dola o-e11ilale maschile. Doll. G. T.. uccl1ese. Pag·. 1. Abbonamento annuo alla SEZIONE •

Ost eogenesi da e1Jilel io vescicale. Dot1 . B. Paggi. l>ag·. 228. Pachi1neninge cerebrale (S u talune autopla. stiche nelle brecce della - ) . Dott . G. Selvaggi. Pag. /G. Peritonite pneumococcica (La - ). - Dolt . L. Jòsa . Pag. 607. Ptosi g·astrica e trattam ento 111edico-chirurgico. - Dot:L. G. Merlo. Pag. 315. lleazione cli l\ileinicke (La n11ova -) per le tuJ)ercolosi chirurgicl1e. - Dott. G. Gullotla. Pag. 310. l\e11e (Co11 lrihtll o sperimentale al la produzione di cisti del-) . - Dott. P. l\tlad d c:. lena. Pag. 110. Pte11i decapsulali e postj so llo l a pelle (Lii leg·atura clell 'arterja in --). - Dott. A . l\ilarsella. Pag. 351. Reni deca1)sulati e pos ti sol1o la pelle (Lrg-<t lura della vena emulgenle i n -). Do1t. A. l\Inrsella. P ag·. 251. Sarco1r1i del ca11ale cerYicale de11 ' ulero (Co1ttributo allo s tudio dei - ) e clelle raccolte fdroe1natiche consecu ti,·e ad alrP· sia vaginale <la radium . - Doll. G . Scollo. Pag. 232. Steno'Si intesli11ale co11sec11liva acl er11ia strozzata (Sopra u11 caso di - ). - Do l1 . G. S. Niosi. Pag. 213. S lomaco (Su lln correlaz ione; funLionale a11trofonù ica n ell :t secrezione cloridrica dello - ). - l)o ll. G. Scl,·agg'i. Pag . 285. Succo gas trico (Il cornporlan1 enlo clell 'aciclità cleJ --) dopo g·li interventi per t1lcere duode11ali e gastriche. - Dott . B. Paggi. Pag. 65. 'fetanoterapia col trnl la1nenlo siero-anes tetico. ( l'enlatiYi spci1nenlali di - ) . Dott. . Caminiti. Pag. 407 . Tie1nia (La --) nelle affez io11i cl1ir11rgicl1e. - Dolt. A. Il-rn ccL Pag. 479. Ulcera gastrica (In argomen lo cl i -). Prof. B. Schi3ssj. Pag . 425, 514, 557. Ulcera primitiva perforala d el clig·iuno. Dott . D. A. C-Olel t i. Pn g. 243. l Tlcerosi ga trod uoò e11ali (La for111u l n lct1cocita ria n egli - ) pri1na e rlopo la re$ezione gaslrica . Do ! I . Jj. Ugelli. l)ngina 652. Urelere (Ulteriori csperien7c f'u l r ein1pinn to dell ' -) i11 Yescica. - l)o t 1. D . Cicldio. Pag. 506. Uretrn (.\ng·ion1il clell ' -). - J)o tl. A. Casi11 i . P ag. 303. CHIRURGICA: Italia

L.

50 .

Estero L.

60

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Un numero separato L. 6.

Assumendone l'abbonamento insieme alla Sezione Pralica, l'Importo complessivo

~

di L. t 00 per l'Italia e di L. 150 pe l'Estero.

C. F11.uaoN1, Red. capo.

:\.. Polz1 , rcsp. Roma, Stab . Tipo-Lit. A.rmani di ~I . C.Ourrier.


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