Il policlinico sezione pratica anno 1903 parte 1 ocr parte1

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Anno IX

.Roma,

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gennaio 1903.

Fuo. 10.

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o PROF.

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PRATICA. •

• DIRETTORI GUIDO BACCELLI - PROF. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI

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o •OMMA.RIO.

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Lavori originali: - Tiberti: Sul potere i11imunizz.ante del nucleoproteide estratto dal bacillo del carbonchio ematico. Teofili: Per la cura della tubercolosi c!Jirurgica e del lupus. - Riviste: - MALATTIE INFETTIVE. - Schraidt: Della paratifobacillosi. - Rolleston: Terapia della febbre tifoide. - Tavel: Erisipeloide. - MALATTIE RENALI : Bazy: Sintomi e segni utiliz.z.abili per la diagnosi delle lesioni suppurative del rene. - Illyés e l(ovesi : Un nuovo metodo di ricerca nella diagnostica f unz.ionale dei reni. - Herszky : Etiologia e terapia delle emorragie renali . CHIRURGIA: - Girard: Il cloruro d'etile nell'anestesia generale. - Foderà e Bugatti: Studi sulle anestesie miste. Accademie, Società mediche, Congressi: - R. AccADEMrA DELLE Sc1ENZE DI BOLOGNA. - REGIA Ace ADEMlA MEDICO-CHIRURGICA or NAPOLI. Osservazioni cliniche: - Silvestri : La cura iodoiodurata alla 'Durante nella peritonite tubercolare. - Ugo Arturo: Prurito localizzato essenziale di origine arsenicale. - Carletto: Di un nuovo riflesso osservato in due casi di 1norbo di Pott. - Finzi: :Malattia pseudo-bronzina (tna.1e dei vagabondi). Pratica professionale: - CASUISTICA: L'impotenza da abuso di tabacco. - La cosidetta dispepsia nervosa. - Disturbi d~ll'in~estione 1iel cancro esofageo. - Perigastrite. - APPUNTI DI TERAPIA: - Contribuzione alla patogenesi del processo blenorragico con speciale riguardo alla cur4 delle complica1iz.e a distan{a (metodo Bacceìli). - Cura dell'urticaria. - RIMEDI NUOVI : - R e echi : Sul valore emostatico della stipticina nelle metrorragie. - Vari a. Igiene: Sulla disinfezione degli sputi specialmente in rapporto alla tubercolosi. - Cenni bibliografi.ci. - Ammi nistrazione Sanitaria. Giurisprudenza. - Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. - Indice alfabetico analitico del presente numero.

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Per facilitare all'amministrazione l'esatto accreditamento dei valori che vengono inviati per la rinnovazione dell'abbonamento, prego i signori associati di voler sempre indicare il numero della fascetta con cui ricevono il giornale, nonchè d'indirizzare la cor1·ispondenza esclusivamente all'Amministrazione del periodico, via del Caravita, &, Roma, o nominativamente al sottoscritto prof. ENRICO llORELLI, via del Caravita, 6 1 Roma.

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D i r i t t i di proprietà r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI ISTITUTO DI PATOLOGIA GENERALE SPERIMENTALE DEL R. I STITUTO DI STUDI SUPERIORI PRATICI E DI PERFEZIONAMENTO IN FIRENZE (dire tlo dal p rof. A. LUSTIG) .

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Sul potere immunizzante del nucleoproteide estratto dal bacillo del carbonchio ematico.

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Nota pre·v entiva del dott. N. T1BERTI, assiste1tte.

Nello intento di contiinuare i numerosi studi ·f atti in questo Istituto sull'azione immunizzante dei nucleoproteidi bacterici (1), il pro·

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(1) L USTIG e GALEOTTI. RicercJie sulla vacc;na· ~;one cle.qli ani1-,,iali ro1ttro la peste bzibbonica. - Gior· nale della R. Accademia lVfedica di Torino. Se· Tie ±a., Vol. III, 1897, pag. 172, 180, 382 e Deutsche ~led. W ochenschrift, anno 1897, pag. 227. L USTIG. l11tniu1z.ità e Vaccin,azioni. Torino, 1897. GALEOTTI. Sulle proprietà preverttive e curative .dei 1tzicleoproteidi. Sperimentale, 1899. GALEOTTI. 'Sulle inoculazio1ii preven,tive co1tfro la · peste bubbonJca. Sperimentale, p. 240. ( 1)

fessore LusTIG mi consigliò di vedere se era possibile d'isolare il nucleoproteide del bacillo del carbonchio ematico e di studiarne le pro· prietà immunizzanti sugli animali da esperimento. A tal uopo io istituii, da un anno circa a questa parte, una numerosa serie di ricerche, di una parte delle quali mi sembra oppor· tuno esporre i risultati in questa nota preventiva, riservandomi di ritornare più particolarmente su questo soggetto, allorquando avrò terminate altre esperienze in corso sullo stesso argomento. Per la preparazione del nucleoproteide del bacillo del carbonchio io mi servii dello stesso metodo che LusTIG e GALEOTTI (1) adopera· vano per isolare il nucleoproteide del bacillo pestigeno, metodo che brevemente descrivo: (1) L USTIG. Sieroterapia e vaccinazioni preventive contro la peste bf!,bbonica. Torino. Rosemberg 9 Sellier, 1899, p. 2.

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IL POLICLINICO

Si dissemina il bacillo del carbonchio in larghe scatole di vetro, nelle quali si è pre · cedentemente versato uno strato di agar di 5-6 millimetri e si lasciano soggiornare le culture per 24 ore nel termostato a 37°. Non conviene oltrepassare questo periodo di tempo, poichè altrimenti si verifica la spor1:ficazione del bacillo in larga scala ed in questo caso conviene rinunciare alla preparazione del nucleoproteide. Per la qual cosa prima di procedere a questa preparazione io ho sempre praticato un accurato esame microscopico delle culture servendomi del metodo rapido che per la co· !orazione delle spore si suole adoperare in questo Laboratorio (1) ed ho sempre cercato di adoperare culture asporigene o almeno culture in cui il numero delle spore fosse assai esiguo. Qualche volta ho ottenuto il bacillo del carbonchio asporigeno tenendo le culture nel termostato · al disotto di 20° per 3-4 giorni. Generalmente dop ~ che le culture hanno soggiornato per 24 ore nel termostato a 37° si osservano, alla super~cie dell' agar, n 11merosissime colonie dell'aspetto caratteristico per il bacillo del carbonchio; in alcuni punti queste colonie confluiscono come a formare una patina. Con una spatola sterilizzata si raccolgono i microrgànismi alla superficie dell'agar e si sciolgono in una sq.. luzione di potassa caustica all' 1 °/ 0 • Nella preparazione del nucleoproteide che ha servito per le mie ricerche preliminari io generalmente ho tenuto i microrganismi a contatto colla soluzione di potassa da !l-6 ore, ma ho visto successivamente che è necessario un contatto più lungo (24-48 ore) perchè la disintegrazione del microrganismo sia più completa. Ho visto altresì essere utile tenere la soluzione potassica ad una t emperatura di 18°-20° C. e di agitare di tanto in tanto il liquido con una spatola sterilizzata, con che si facilita il disciogliersi dei microbi. La sospensione dei bacilli nella soluzione di potassa caustica lasciata in riposo per 24·48 ore acquista una consistenza mucillaginosa e diviene opalescente: nel fondo del vaso si ha un leggero (1) Si distende il materiale su una lastrina copri o?~etti e si asc~uga al!a lampada. Si fa bollire p er 1 m una solt1z1one di H Ch all'1 °/0 • S i lava abb ondan tem ente, si a sciuga e si fa quindi la stessa colorazion e ch e p er il B. tuber colare col metodo 4.li Ziohl. ' 2)

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deposito. Se si prende una goccia di questo liquido, si distende su un vetrino copri-oggetti e si colora col bleu di metilene, si vedono accanto a masse amorfe intensamente colorate, numerose forme bacteriche con una serie di vacuoli nel loro protoplasma. Aggiungendo al liquido in parbla una soluzione molto diluita di acido acetico si vede apparire un precipitato fioccoso che si separa dal liquido raccogliendosi nel f'on do del vaso. Questo precipitato presenta le medesime reazioni della sostanza da LusTIG e GALEOTTI isolata dal bacillo della peste, reazioni in base alle quali essi poterono designare la 'loro sostanza quale un riucleoproteide, secondo la classificazione di HAMMARSTEN. Il precipitato ottenuto per aggiunta d'acido acetico si raccoglie su di un filtro di carta bibula sterilizzato, si lava ripetutamente con acqua distillata sterile, lo si raccoglie con una spatola parimente sterile· e si discioglie in una soluzio~e di carbonato sodico al 2 °/ 0 • Si ottiene così un liquido di aspetto opalino che contiene, disciolto, il nucleoproteide del bacillo del carbonchio. E' molto agevole dosare il quantitativo di sostanza attiva che si trova disciolta i..J. una certa quantità di soluzione di carbonato sodico. Si procede come segue: 10 eme. di. soluzione di carbonato sodico .contenente il nucleoproteide bacterico si evaporano a bagnomaria ; si essicca il residuo in un essiccatore ad H 2 SO ~ ; si pesa alla bilancia di precisione; si incenerisce e si pesa.di nuovo; la differenza f'ra la prima e la seconda pe· sat~ rappresenta la quantità di nucleoproteid& contenuta in 10 eme. di soluzione. Per questa prima serie di esperienze io mi sono sempre servito di nucleoproteide filtrato attraverso la candela di Chamberland, per avere il liquido perfettamente amicrobico. È da notarsi però che colla filtrazione una grande. quantità di sostanza attiva va perduta perchè rimane nel filtro e perciò è preferibile adoperare il nucleoproteide non filtrato, come appunto faccio in una parte delle esperienze che attualmente sono in corso. Per lavorare col nucleoproteide del carbonchio non filtrato occorre che le culture da cui esso si estrae siano assolutamente asporigene. Occorre inoltre anche in tal caso tenere i bacteri a con· tatto oolla soluzione di potassa caustica per 48- 36 ore , in guisa che tutti i microrga-


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nismi possano essere disintegrati : è necessario in fine procedere alla preparazione del nuc]eoproteide con tutte quelle precauzioni che valgano a impedire -possibili inquinamenti da parte di altri bacteri. Le dosi di nucleoproteide da me usate sugli animali sono state variabili : ho incominciato da piccole dosi (6 milligrammi di sostanza attiva) e sono quindi salito a dosi più forti (fino a 22 milligr. per volta). Per animali da esperimento ho scelto a preferenza i conigli. Il liquido venne sempre inoculato per via ipodermica, nelle regioni laterali dell'addome; gli animali reagivano costantemente con elevamenti di temperatura variabili fra i 39,8 40,8. La temperatura veniva presa nel retto alle 9 e alle 17. Le iniezioni venivano praticate a diverso intervallo di tempo e sempre quando era cessata ogni reazione della iniezione precedente. Bene spesso si aveva una reazione locale ca· ratterizzata da tumefazione nel punto d'innesto e aumento di temperatura locale. Non si verificarono giammai processi suppurati vi. Gli animali i primi 3 o 4 giorni successivi alle inoculazioni si mostravano notevolmente abbattuti e perdevano l'appetito, con che coincideva una leggera diminuzione di peso. Ben presto però ritornavano allo stato normale. Ecco i risultati delle mie esperienze: CoNf c~Lro

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4 f ebbtraio 1902, :Qeso l(g. 1,900. - Inoculazione di 6 mmgm. ai nucleoproteide del carbonchio. Reazione febbrile nei giorni sue• • cess1v1. 8 febbraio, peso kg. 1, 750. - Inoculazione di 12 mmgm. di nucleoproteide. Reagisce con febbre. 24 febbraio, peso kg.1,700. - I11oculazione di 18 mmgm. di nucleoproteide. 10 marzo. - Infettato con 11 2 eme. di coltl1ra attiva in brodo di carbonchio tenuta a 37° per 24 ore, della quale non risente affatto, mentre il coniglio controllo infettato colla stessa quantità della medesima cultura muore al 41) giorno dalla infezione. 16 giugno, peso kg. 2,000. - L'animale viene sacrificato. Si praticano culture in brodo ed in agar dal sangue del cuore e dalla milza. Le culture restano sterili. II E III. Furono vaccinati 3 volte come il coniglio I, negli stessi giorni e colle medesime dosi di nucleoproteide. Furono parimenti infettati con 1/2 eme. di cultura attiva di carbonchio CONIGLI

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SEZIONE PN...\ 'J 10.A.

il giorno 10 marzo e sopravvissero, mentre il controllo morì. Sacrificati come il primo il 16 giugno e praticato l'esame batteriologico dal sangue del cuore e dalla milza, si ebbe reperto nega tivo per il B. antracis, con che si viene ad eliminare qualsiasi sospetto di una forma cronica di carbonchio. CONIGLIO

IV.

4 febbraio, peso kg. 2,100. -

Vaccinato con 6 mmgm. ai nucleoproteide. Solita reazione febbrile. Vaccinato nuovamente : 8 febbraio, con 12 mmgm. di nucleoproteide. 24 )) 18 )) )) 10 maggio. - Infettato con 1/2 eme. di cul· tura virulenta di carbonchio tenuta per 24 ore a 37°, sopravvive. (Il coniglio controllo infettato colla medesima dose della stessa cultura muore in tre giorni per setticemia carbonchiosa). Ucciso il 7 luglio. - Reperto negativo del bacillo del carbonchio nei visceri.

V. 17 marzo, l>eso kg. 1,370. - Inoculazione di 6 mmgm. d1 nl1cleoproteide del carbonchio. Reazione febbrile 40.1-40.5. 1° aprile, peso kg. 1,350. -- Inoculazione di 12 mmgm. di nucleoproteide. Reazione febbrile c. s. 14 aprile, peso kg. 1,500. - Inoculazione di 22 mmgm. di nucleoproteide del carbonchio. Reazione febbrile c. s. 28 aprile, peso kg. 1,620. - Iniezione sottocutanea di 22 mmgm. di nucleoproteide. La temperatura nei giorni successivi non supera 39°. 7. Scarsa reazione locale. 12 giugrio. -- Iniezione sottocutanea di 1 2 eme. di cultura virulenta di carbonchio tenuta per 24 ore nel termostato a 37°. 11 coniglio sopravvive non mostrando alcun elevamento di temperatura, mantenendosi sempre straordinariamente vivace, mentre il coniglio controllo infettato colla stessa dose della medesima cultura, si mostra gravemente malato, non mangia e muore cinque giorni d~po la inoculazione nella notte dal 16 al 17 giugno col reperto microscopico della setticemia carbonchiosa. 7 l uglio. - Il coniglio in parola viene uc· ciso. Si praticano culture dal ~angue ~el cuore e dalla milza. Reperto n egativo per 11 B . an· tracis. CONIGLIO VI. Vacc. 17 mar. con 6 mmgm. di nucleoproteide. >> 1° apr. cop.12 » » » 14 » con 22 >> >; >> 28 » con 2~ » » 1 Infettato il 21 giugno co~ / 9 .eme. di cultura virulenta in brodo di bacillo del carbonchio. Sopravvive. Morte del controllo. CONIGLIO

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IL POLIOLINICO

VII. Vacc. 17 mar. con 6 mmgm. di nucleoproteide. » 1° apr.con12 » » " 14 » con 22 » » 28 » con 22 » )) Infettato di carbonchio il 21 giugno. Nei giorni successivi (22, 23, 24 giugno) l'animale non mostra segni di malattia. Il 25 è alquanto abbattuto e mangia meno. Muore n ella notte dal 25 al 26. Alla n ecroscopia si ha reperto positivo per il bacillo del carbonchio nell'edema gelatiniforme al punto d'inoculazione e n el succo splenico. Morte del controllo il 24 giugno. CONTGLIO VIII. Vaccinato negli stessi giorni e colla stessa quantità di nucleoproteide del precedente. Infettato di carbonchio il 21 giugno. Muore n ella notte dal 28 al 29 giugno di .setticemia carbonchiosa. C ONIGLIO

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C ONIGL IO

IX.

Vaco. 7 apr. con 8 mmgm. di nucleoproteide. ,, 14 >> con 22 28 >J con 22 » » )J

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[ANNO

IX, F .A.SC. 10]

Infettato di carbonchio il 21 giugno (inie zione sottocutanea di 1 s eme. di cultura virulenta in brodo di carbonchio). Sopravvive. Morte del controllo al 3° giorno.

X. Vacc. 7 apr. con 6 mmgm. di nucleoproteide. » 14 ,, con 22 » · >> » 28 » con 22 » » Infettato di carbonchio il 21 giugno. Morto nella notte dal 26 al 27 giugno. Morto del controllo dopo 3 giorni. C ONIGLIO

CoNIGLIO

XI.

Vaccinato n egli stessi giorni del prece· dente e colle medesime dosi di nucleoproteide. l 11fettato di carbonchio il 21 gi11gno . Morte nella notte dal 29 al 30. giugno. CoNIGLIO

XII.

Vaccinato n egli stessi giorni dei due conigli precedenti. Infettato di carbonchio il 21 giugno. Sopravvive. Morte del controllo al 3° giorno dall'infezione.

Risultati ottennti col nzicleo1Jroteide ricavato dal bacillo del carbonch,;o. Nun1ero

Dose

Giorni in cui furo no praticate le vacci nazioni

d' ord ine dtii conigli

e dosi di sostat.iza attiva (nucleoproteide) adoperata in ciascuna ,·accinazione

vaccinati

complessiva di nucleo-

Epo. a

prot eide a doperato

infezione

Conig l i d l! lla

Esito

cont rolli

Grammi

10 mar?io Sopra1,..vi've 1902

.J: febbraio 1902 gm. O. 006

8 febbraio 1902 gm. O. 012

2.J: febbraio 1902

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10 maggio

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}!orto dopo 3 g ior11i

1.J: apr~le

O. 062 12 g iugno

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:b1orto dopo 4 giorui

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O. 036

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17 marzo gm. O. 006

1 aprile gm. O. 012

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21 giugno

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28 aprile gm. o. 022 gm. O. 022

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dopo 4 giorni

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I aprile gin. O. 008

1.J: aprilo gm. o.cr22

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Morto dopo 3 giorni

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SEZIONE PRATICA

:393

Come si vede dalla precedente tabella, di chirurgica con un caustico, che il prof. A. G A · 12 conigli da me vaccinati con dosi varia- vrno del Messico, aveva adoperato per la cura bili di nucleoproteide estratto dal B. del del cancroide : sublimato corrosivo gr. 4, carbonchio ed infettati a diversa distanza di acido nitrico fumante gr. 10, carta Berxelius tempo con uguali dosi di culture virulente di { chimicamente pura q. b. per far poltiglia; B. antracis, 8 sopravvissero e 4 morirono per e con una soluzione alcoolica (l ) di sublisetticemia carbonchiosa. La percentuale di mato acidificato con acido nitrico : sublimato mortalità è dunque del 33. 3. I conigli con- corrosivo gr. 4, acido nitrico fumante gr. 10, trolli, infettati colle medesime culture che alcool rettificato gr. 50. Ho sperimentato in seguito questo tratta· venivano adoperate per i conigli vaccinati e colle stesse dosi di esse morirono costante· mento su casi gravi di tubercolosi esterna delle articolazioni del ginocchio, del piede, mente. A spiegare la morte degli animali vacci· del gomito, nella tubercolosi glandolare e in nati ed infettati, conviene ammettere o che tre importantissimi casi di seni perforanti essi non fossero sufficientemente vaccinati o del bacino, con lesioni che andavano, in che la immunità in essi determinata dal nu- uno dall'articolazione coxo-femorale sinistra cleoproteide fosse stata passeggiera. Mi par· (ingorgo dei linfatici della piegatura della rebbe pit\ verosimile però ammettere la prima coscia) al terzo medio della regione esterna ipotesi, visto che in due di essi (coniglio della coscia dello stesso lato; negli altri due, VIII e XI) si ebbe un notevole p rolunga- dalla stessa regione sacro-iliaca, alla regione mento della vita di fronte ai relativi con- inguinale corrispondente. Le iniezioni di liquido medicamentoso, o trolli. CoNcLus10N1. di acqua sterilizzata, dal seno fistoloso della regione sacro-iliaca riescivano nella regione Da queste mie esperienze risulta: del terzo medio della coscia nel primo caso; l 0 ohe è possibile estrarre per via chi· i11ica dal bacillo del carbonchio una sostanza dall'inguine corrispondente n egli altri. che presenta le stesse reazioni dei nucleo_ Ho ottenuto guarigìoni radicali e durevoli, proteidi bacterici ; raggiungendo l'ideale della chirurgia conser2 che questa sostanza, inoculata in pic- vatrice, senza residui di disturbi funzionali, cole dosi nei conigli è capace, nel maggior o con disturbi assai più miti di quelli che numero dei casi, di conferire ad essi una ordinariamente sogliono seguire gl'interventi immunità attiva contro l'inf'ezione carbon- operatori. chiosa e di ritardare, in alcuni casi, l'esito Lo stesso processo ho sperimentato, sempre letale in quelli fra i conigli vaccinati che con resultati di completa e durevole guarisoccombono a detta infezione. gione, in 6 casi di 1u pus del naso e della Resta a stabilire colle successive espe· faccia ; dei quali, due precedentemente tratrienze il massimo periodo di durata di questa tati senza efficacia da illustri specialisti di immunità, il meccanismo col qu3le essa si malattie della pelle, e gli altri da valentisverifica negli animali da laboratorio e, cosa simi medici. di sommo interesse pratico, vedere se è IJOS· Le fotografie di molti, tra qt1esti miei sibile conferire col nucleoproteide agli ani- malati, dalle quali potrà rilevarsi il loro stato mali di grossa taglia ( bovini~ ovini) una im- prima e dopo la guarigione, diranno dell'effimunità attiva contro l'infezione carbonchiosa. cacia o meno del metodo da me preconizzato. Ho adoperato il caustico sotto forma di poltiglia per le ulcerazioni gravi e con pro· Per la cura della tubercolosi chirurgica fonde infiltrazioni; ma in quantità piccola e e del IUllUS. con oculatezza, per tema di gravi mortificaNota preventi,ra del dott. RAFFAELE TEOFILI . zioni di tessuti (2) e consecutiva perdita di Già nel sesto Congresso di Medicina in. terna di Roma del 1895, nella discussione (1) La soluzione alcoolica non era adoperata dal sulla cura locale della tubercolosi polmonare, GAVINO, n è, credo, dx altri. (2J I tessuti luposi resistono meno e.l ei sani alht del dott. L. Gu100 ScARPA (rorino ), avevo azione d elle sostan ze irritanti e d 'altri stimoli, o accennato alla cura locale della tubercolosi facilmente s i disfanno. 1

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IL POLICLINICO

sostanza e quindi di offesa alla cosmesi, per cicatrici deformanti. Ho modificato il caustico da poltiglia in so· luzione, adoperandola per i seni fistolosi pro· fondi, per gli scollamenti e per le lesioni su· perficiali, accompagnate da infiltrazioni non profonde. Questa stessa soluzione l'ho iniettata nei seni superficiali, servendomi di un comune contagoccie, e nei seni profondi, con una cannula di vetro innestata, all'estremo che non pesca nel seno 7 con un tubo di gomma comunicante alla sua volta con uno schizzo, della capacità di trecento grammi circa, del quale mi sono servito per spingere, colla vis a tergo dell'aria compressa, il liquido medicamentoso, posto nella cannula di vetro, verso le parti più lontane e profonde del seno A sperimentare questo metodo curativo, mi ha mosso il convincimento che le mani· festazioni tubercolari esterne sono l'effetto della localizzazione del bacillo di Koch, per quanto lo studio recente delle forme di tubercolosi locali, t enti, secondo alcuni, dimostrare, che queste forme esterne sieno le manifestazioni occasionali di una infezione generale. Il concetto sperimentale e clinico de Ila lo· calizzazione del bacillo, rende razionale e pratica la tendenza della terapia alla distru· zione locale del processo stesso, o con mezzi chiru.rgici di demolizione, o coi mezzi locali . parzialmente distruttivi e reattivi, come il calore, la foto-terapia e i reagenti chimici. Al concetto della rimozione locale del pro· cesso morboso non va disgiunto, nel mio caso, quello dell'azione bactericida e generale del rimedio. l)el pari non deve mai dimenticarsi di coa· diuvare questi metodi di cura locale, col favorire i poteri fisio~ogici e riparatori del· l' organis1no, sollecitandoli colla ipernutrizione e colle ottime condizioni igieniche. Guarirà questo medicamento tutti i casi di tubercolosi esterna e di lupus ? La risposta è semplice : nessun rimedio, n emmeno tra i più accreditati, può ritenersi d'azione assolu· tamente specifica: qualunque rimedio, per va· lido che esso sial avendo il compito di curare non la malattia in senso astratto, come entità a sè, ma l'uomo malato, tenendo conto < lelle circostanze concomitanti, sotto forma (li predisposizioni ereditarie o di coltura del ( 6)

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suo terreno organico, può venir meno, qual· che volta, alla sua incontestata azione di specificità. Non sorprenda perciò se anche questo mio medicamento riesca, in qualche malato, inutile, o poco efficace. Inconvenienti: 1° E quello del dolore, in qualche caso violento, fino a dover ri'correre alle iniezioni di morfina, dopo la medicazione, o a mezzi anestetici locali, prima della medicazione. Questo sintomo dolore, nella maggior parte dei casi, è di nessuna importanza, potendosi le medicazioni eseguire ambulatoriamente e senza il minimo inconveniente. 2" E' quello dei f'enomeni di assorbimento del sublimato: ptia.l ismo, ·morsi intestinali, rare volte, nei casi gravissimi, diarrea. Evitare o corregg·ere questi inconvenienti, dipende dalla sagacia e prudenza del me<lico. Precauzio1ii. - Consistono nel saggiare con dosi modiche, o seguite da lavaggi, con soluzioni sterili, la tolleranza dei m.a lati al rimedio, studiandone le speciali idiosincrasie, se esistono, e rammentandosi di curare il malato colle sue individL1ali condizioni mor· bose e non la sola malattia. Dirò, con qualche dettaglio, dei singoli casi, non appena la mia esperienza avrà avuto occasione di allargare il suo campo di osser• vaz1one. Oittatlucale (Aquila), :! giugno 1902.

RIVISTE MALATTIE INFETTIVE

Della paratifobacillosi. (R.

SCHl\IIDT. Wieu. ktitL.

lVoclteu., n. !9, 190.2).

L' A.. riferisce, <~ on minutissimi particolari clinici, anatomo·patolog·ici e batteriologici (cul· turali e microscopici), tln caso riferibile al la catego~ria delle così dette « paratifobacillosi » ·ossia malattie che ripetono la loro origine da a.genti patogeni squisitamente analoghi a quelli del tifo, m entre la loro imagine mor· bosa differisce da quella })ropria della ti· foidea. . Il caso in discorso è un individuo cli ;J;j anni morto per piemia con i segL1enti sin· tomi : brividi quotidiani (per lo spazio di circa 2 mesi), iperpiressia (fino a 42°). Pochi disturbi subbiettivi: punto cefalea, punto dolori ai reni, sensorio intatto, leggero dolore alla pressione in corrispondenza dell'aia ep a tica.. Clono del piede. Bronchite con abbon·


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SEZIO~TE

dante espettorato ; fenomeni di essudato pleuritico ; punto disturbi a carico dello stomaco, Appetito buono. Deiezioni alvine diarroiche. piuttosto abbondanti, e sinzili a quelle da tzfo, 1\'1ilza notevolmente ingrossata. Tachicardia, nefrite parenchimatosa emorragica. Leucocitosi normale. Punto diazoreazione nell'orina]Jll7tto 1·oseola. Dolori articolari con leggera tumefazione delle parti molli. Il s1zbstratu11i anatomo-patologico del processo morboso fu una colecistite s11ppurata r·ecidivante, donde gli agenti patogeni si portarono n81 circolo sanguigno e da questo dett ero origine all'endocardite della valvola tri· cuspide ed alla nef1·ite emorragica. Le culture fatte dal sedimento dell'orina, dagli essudati dell'endocardio della tricuspide (in cultura pura), dal contenuto della cistifellea, ecc., rivelarono la presenza di micror· ganismi che pe1· i crtratteri Jnorfologici e c1ll· t1irrtlt si prese1ztarono co1npleta1nente simili ai

bacilli rlel tifo.

PRATICA

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alla temperatura di 36° presenta leggerissim·o intorbidamento: precipitato abbondante : in alto una pellicola che agitando precipita in fondo sotto forma di cletriti. Nelle stesse condizioni una brodocultura di bacilli tifici presenta: intorbidamento, precipitato e formazione di pellicola; mentr--e una brodocultura di bacilli paratifiei presenta : intorbidamento e preci1Jitato meno intenso della precedente; punto formazione della pel· li cola. · Il significato patogenico di cotali bacilli paratif ici nel caso rife1--ito dall' A. è fuori dubbio, in quanto che se n e ottennero ct1lture pure dagli essudati raccolti sopra l'endocardio della tricuspide ammalata. Partendo dal principio fondamentale che le malattie infettive debbono designarsi a seconda d.ei rispetti vi agenti patogeni, nel caso in discorso deve parlarsi di una « paratifobacillosi » svoltasi sotto le parvenze di una micosi stafilococcica e streptococcica. Nella categoria c1ella paratifobacillosi dovrebbero rientrare casi analoghi di infezioni piemiche, di colecistit8, coloangite, ecc., come pure i casi di dissenteria di cui parlano lo SHIGA, il FLEXNER ed il KRUSE. I cosidetti casi di paratifo pubblicati da

Ne clifferivano solo per il vario potere ag· gl11 tinante delle loro brodoct1lture. E invero : in goccia pendente p1·ima dell'aggiunta di siero, la brodocultura di bacilli tifici presenta piccoli bastoncelli corti dotati di movi· m e11ti lJro pri, senza tendenza alla fo1·mazione di filamenti ; d'altra pa1·te la brodocultura di ScHoTTlrULLER, KURTH, BRION e K AYSER, Htr· bacilli lla ratifici presenta filamenti di consi· NERMANN sarebbe meglio annoverarli tra la derevole 111nghezza, clotati di movime nti « paracolibacillosi », poichè in tutti questi casi si tratta di organismi squisitamente gaspropri ed attorcigliati. . Dopo l'aggiunta di siero di individui tifosi sogeni; lo stesso si dica nella massima parte nel periodo di convalescenza nella propor· dei casi di « avvelenamento da carne » . Donde zio11e di 1 : 10 la brodocultura di bacilli tifici si vede che finora non sembra sia JJossibile pl·esenta già dopo cinque minuti dappertutto .il differenziare clinicamente la « · paracoliba· agglutinamenti spessi e tenaci; mentre nella cillosi » ( « paratifo » secondo lo Sc1-10TTMULLER brotlocultura di bacilli paratifici neppure dopo ed altri) dal tifo genuino, mentre i casi di « pa· 2 ore si osserva agglutinamento di sorta; ratifobacillosi » come quello qui riferito, si }JUr1to f ormaiiione di filamenti neanche dopo possono differenziare anche clinicamente. ì\1ancando finora le autopsie di casi di « pa· 24 ore. Dopo l'aggiunta di siero di individt1i tifosi ratifo » occorrono 11lteriori osservazioni pe1"' nel periodo di convalescenza, la brodocultura poter stabilire il valore di questa straordi· di bacilli tifici presenta agglutinamenti estre· naria somiglianza nel campo anatomo-pato· mamente 1--apidi e numerosi; mentre nella bro· logico. docultura paratifica p·unto agglutinamento nè Da tutto ciò si dovrebbe concludere che nei anche dopo due ore. casi di malattie piem.iche esor.d ienti con diDopo l 'aggiunta di siero tifico imm11nizzato sturbi del fegato (colecistite, colangite, cirrosi nella proporzione di 1 : 4000, la brodocultt1ra epatica, ascesso epatico, ecc., è indicata la ri· tifica dà agglutina1nenti assai rapidi; mentre cerca del potere agglutinante. Riguardo al nella brodocultura paratifica non si ha agglu· caso riferito, esso suggerisce la distinzione tinamento neppure dopo 2 ore; si ha solo una dal punto di vista chimico e batteriologico di azione paralizzata. due g ruppi di malattie infettive, cioè: Dopo l'aggiunta di siero tifico immunizzato I. « Paratifobacillosi » : nella proporzione di 1: 16,000, la brodocultura a) con alterazioni locali nel senso della tifica presenta agglutinamento dopo circ.a 10 dissenteria (KRusE, SHIGA, FLEXNER ed altri): minuti; mentre nella brodocultura paratifica b) con una batterioemia generale dalla anche dopo 2 ore manca l'agglutinamento; si imagine clinica di infezione piemica (il caso ha solo un'azione paralizzante minima.. riferito). . I bacilli paratifici si differenziano per i II. « Paracolibacillosi » ( « Paratifo ») caratteri culturali e dai bacilli tifici e da quelli aventi un decorso simile a quello del tifo dissenterici. (Sc110TTMULLER, KuRTH ed alti,.i). Infatti una brodocultura Cii bacillo dissenDott. E. GuGLIEL).(ETTI. terico conservata per lo spazio di 4 giorni ( 7)

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IL POLICLINICO

Terapia della febbre tifoide. (RoLLESTON.

Preat11ie1it, ottobre 1902).

Non vi ha dubbio che la dieta nella febbre tifoi de richiede studio ed oculatezza da parte del medico tanto quanto la somministrazione dei medicinali e che anzi in genere è d'im· portanza maggiore. Bisogna sempre avere in mente che conviene sostenere le forze del paziente, però bisogna a~ch~ rico_:darsi che perciò è noceAsario che gli al1ment1 vengano assorbiti ed assimilati, e che se, come sembra probalJile questi processi sono diminuiti o anche pe~· un certo tempo aboliti del. tu.tto, come avviene nei casi gravi di febbre t1fo1ùe, un'alimentazione troppo consistente e contint1a può esser dannosa anzichè giovevole. L'a11tore non ha mai messo in pratica la dieta idrica assoluta sostenuta da alcuni, ma 11a adottato il sistema di somministrare il latte a inter,ralli piuttosto lunghi: nei casi gravi ha sperimentato che dando al paziente l'alimento solamente tre o quattro volte nelle 24 ore si ave,ra in genere miglioramento ge· nerale: diminuzione del meteorisrno, della cliarrea e dei tremori. Del r esto, ~on è bene fissare delle regole per la dieta nella febbre tifo ide: però durante il p~r~odo feb~ri~e sarà megljo in genere sommrn1strare 1 al1mei:tt? OO'ni -! ore anzichè più spesso. Quando v1 e f~bbre è da preferirsi il latte peptonizzato allungato con acqua di soda, con acqua d'orzo o con acqua semplice. Sarà bene di esaminare le feci con cut·a per sorvegliare il processo della digestione intestinal.e. . . La presenza di coaguli d1 l.at~e ne~le f ec~ renderà più necessaria la somm1n1straz1one di latte peptonizzato o di latte diluito. Il sie1~0 del latte e l 'acqua albt1minosa spesso riescono utili quando il latte non è ben tollerato. Riguardo all'11so del beeftea e del brodo di pollo non vi è molto da dire. Quando il maJa.to digerisce bene il latte essi non sono necessari e si possono solo sommi11istrare di tempo in tempo in piccole quantità. Quanclo la temperatura ritorna normale si potranno cominciare a somministrare delle uova sbattute. Non tutti i medici sono d 'accordo per il tempo in cui si può cominciare a dare al paziente qualche alimento solido. In genere questi si cominciano a somministrar~ t1na settimana dopo che la temperatura è divenuta normale. L'ttso di antisettici intestinali come il ~­ naftolo, il betolo, il salolo, ecc., non sembra abbia un'azione decisamente benefica. È stato dimostrato sperimentalmente che la somministrazione di questi medicinali per bocca non climinuisce il numero dei microrganismi nelle feci. I i~imedi che sono stati usati per prevenire la eccessiva fermentazione intestinale nella febbrEl tifoide sono numerosissimi. Il ~alolo forse è quello più comunemente ado· (8)

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perato: esso deve non essere somministrato sotto forma di tabloidi, poichè in tal caso questi possono passare attraverso il tubo digerente senza decomporsi affatto e quindi possono riuscire dannosi, poichè possono produrre lesioni meccaniche nell'intestino t1lcerato. Il salolo si decompone nel duodeno e nel tenue per azione del succo pancreatico in acido carbolico ed in acido salicilico. Qt1a.ndo il salolo è somministrato ad alte dosi si può manifestare carboluria. Inoltre il salolo può produrre dei calcoli intestinali ed esser causa di coliche e di vomito. Secondo MARSHALL, per evitare questo inconveniente sarà bene somministrarlo mescolato a qualche polvere inerte, o anche, secondo SAHLI, in una emul• s1one. L'urotropina è stata molto usata per prevenire la cistite tifica e la batteriur.ia. La trementina è anche un antisettico: pe1·ò si deve somministrare a piccole dosi, poichè può produrre irritazione ai reni: essa pt1ò essere anche giovevole nelle emorragie e, somministrata per clistere, nel timpanismo. Nel caso in cui vi sia costipazione sarà b ene combatterla, poichè questa aumenta la fermentazione intestinale e p11ò rendere })ÌÙ facili le recidive. Contro di essa sono giovevoli i clisteri fatti giornalmente. Più tardi si potranno somministrare delle acque purgative leggere. Sarà bene di non somministrare l'olio di ricino od i purganti coi:nuni fino a che al temperatura non si sia. mantenuta normale almeno per una settimana. Per combattere l'indebolimento cardiaco si ricorre di frequente all'alcool. Però bisogna che q aesto venga somministrato a piccole dosi, e per un tempo non molto prolungato. L'alcool agisce stimolando il meccanismo n~11ro-mu· scolare del cuo1~e; però vi è pericolo che possa a lungo andare esser dannoso al miocàrdio. Inoltre l'A. crede che l'uso eccessivo dell'alcool durante la tifoide possa a volte esser causa di cirrosi del fegato. Infatti, nel tifo si tJossono manifestare alterazioni temporanee del fegato che consistono nella necrosi a focolaio delle cellule epatiche. Ora può darsi che l'alcool possa ostacolare la restitutio ad integr1inz del fegato ed esser causa di lesioni permanenti di questo organo le quali si possono assomigliare a q11elle della cirrosi. Forse più l1tile dell'alcool è la stricnina somministrata per via ipodermica: Durante la febbre tifoide si deve sempre sor,regliare il cuore e non appena incomincia a manife· starsi la sua dilatazione sarà bene di incominciare subito le iniezioni di stricnina. Perchè questa riesca veramente utile è bene somministrarla fin da principio e non quando la dilatazione cardiaca è molto avanzata. Per sostenere le forze del cuore sono utili anche


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ma la limitazione non sarebbe così netta come nell'erisipela. Recidiva facilmente, ed ha un decorso in genere benigno. L'A. infine indica come cura: il riposo as· soluto in posizione elevata, e l'applicazione locale di unguento grigio o di un preparato all'ittiolo. Non avendo potuto fare ricerche batteriologiche l' A. non porta alcun contributo dal punto di vista etiologico. Dott. LEOTTA.

MALATTIE RENALI

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Sintomi e segni utilizzabili pe1· la dia· gnosi• delle lesioni suppui·ative del 1·ene. (BAZY. Ann. cles orga1ies gé1iito-uri1taires; 1902, n. 9, p. 1121 ).

La cliagnosi delle lesioni suppurative del rene con i mezzi clinici abitualmente descritti (TAVEL, può essere, in qualche caso, difficile. P11ò lume 61, fase. 5-6). riuscire talora molto difficile anche· se venL' A. viene a portare un nuovo contributo gono utilizzati clei mezzi speciali, mezzi del alla conoscenza di quella speciale lesione, r·esto, che non possono essere in ogni caso utilizzabili, che non sempre forniscono dei detta eri'sipeloide dal RosENBAOH, che consiste dati sicuri; senza contare che tali mezzi spe· in una infiltrazione dermica circoscritta, di ciali non sono alla portata di tutti e possono colore rosso bru110 che si manifesta a · r.arico essere utilizzabili solo da individui molto eser· per solito delle dita, e più raramente di tutta citati. Da questo punto di vista quindi i mezzi clinici la mano. Si tratta• di una infezione, il cui atrio sa· pratici, facilmente applioabili da tutti, hanno rebbe una lesione cutanea più o m eno super· un grande valore; l ' A. quin~i richiama_l'atficiale, che colpisce prevalentemente: macel· tenzione su alcuni sinton1i da n ess uno fino1..a segnalati. lai, ct1ochi, conciapelli, ecc. Il BAzY· pone la questione seguente: Dato Secondo il RosENBACH l'agente patogeno di un insieme di sintomi ricordanti quelli della questa epeciale infezione sarebbe un microrcistite come: pollachittria, dolore terminale ~ ganismo ben inclividualizzato, da lui scoperto, urine torbide, e cc., datanti da qualche tempo, e battezzato col nome di Oladotrix dicltoto11ia; è facile fare la diagnosi'? Si può certamente mentre al contrario CoanuA e FELSENTHAL dire: non esiste che la cistite, esiste cistite nei casi studiati di erisipeloide hanno sola· e pielonefrite, ov1rero esiste solamente la pielonefrite ed i fenomeni vescicali sono riflessi'? mente trovato lo stafilococco albo. In molti casi i sintomi sono tali che la dia· Il TAVEL illustra altri 9 casi di erisipeloide gnosi è fa~ile , ma spesso non sono così n etti dei quali sei di osservazione personale. da potere i·ispondere alle precedenti domande. In tutti questi casi l'affezione è l egata ad una In questi casi i segni del Bazy possono es~ superficiale erosione epidermica che avrebbe sere di grande aiuto. agito da porta di entrata. Dopo due o tre 1° Riflesso pielo-vescicale. - Quando si fa la gio1·ni di incubazione l'affezione diviene molto palpazione bimanuale del rene, spesso, se dolorosa ed assume i caratteri di una flogosi questo è affetto solo leggermente, o se è af· f etto solo il bacinetto, non si risveglia dolore. }Jurulenta ìn via di sviluppo. Essa, nei casi d el TAVEL, non è localizzata · Ora in questi casi, talor·a si può suscitare do· al derma, ma colpisce anche tessuti profondi, lore prem endo la parete addominale antecome guaine tendinee e capsule articolari, però riore a 2 o 3 cm. all'esterno della linea mediana. Questo qolore s'irradia talvolta v erso non dà mai esito in suppt1razione. Si complica l 'epigastrio o ve1·so il torace dal lato opposto. raramente con linfangioite e linfadenite senza Tale irradiazione non ha valore; ma qualche aversi però mai, nemmeno qui, la suppura- volta p erò l'irradiazione avviene anche verso • z1one. la vescica, accompagnandosi con stimolo cli • La zona invasa dall'erisipeloide, secondo l' A. ur1na1·e. È un'irradiazione analoga a qt1ella che si può limitarsi dalle parti circostanti non invase,

Erisipeloide. Deutsche Zeitscltrift f Chirurgie, vo·

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SEZIONE PRATICA

le iniezioni d'olio canforato e quelle di sol· fato di sparteina. · Si è tentato di produrre un siero antitifoso ricavandolo dal sangue di un cavalJo reso immune ai bacilli del tifo. Questo siero prepa· rato nel 1897 da BoKENHAM non l1a dato ri· sultati soddisfacenti. Si è tentato anche di produrre un vaccino per immunizzare l'uomo contro il tifo. Il vac· cino consiste in culture morte di bacilli . le quali mescolate ad una certa quantità di lgsol vengono, sotto forma di emulsione iniettate sotto la cute. L'autore secondo le stati· stiche raccolte da stie esperienze fatte nello ospedale della guardia imperiale di Pretoria è t1·atto a concludere che le ini~zioni di questo vaccino non proteggono dalla malattia, ma ne rendono il decorso meno grave. Dott. MARIO FLAMINI.

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POLICLINIOO

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nota nella colica nefritica, se non che, qui è ltn'irracliazione provocata. L'A. cl1iama questo dolore o questo riflesso: riflesso pzelo-oescicttle, e non i,eno-vescicale per ben indicare il · suo punto d' origine ed il suo va.lore clinico . . Detto riflesso però è raro ; non 0osì il: 2° Riflesso 11retero-vescicale. - Praticando l'esplorazione "'r aginale nella donna a vescica vuota, se si esplora la parete inferiore .di questa, si risveglia, nei casi che diremo subito, un'impressione dolorosa o uno stimolo dolorqso alla minzione. . Il punto .o""\re la pressione rJsveglia . qt1esto dolore, questo stimolo, corrisponde allo sbocco clell'urete1,e nella vescica. Quando è affetto un solo rene, non lo si ha che da ùn lato, mentre si ha da entrambi i lati quando sòno affetti entr•ambi i · reni. L ' A. dice che . ta1e }Jtlnto corrisponde ·a.Ilo · sbocco clell'uretere, perchè nei ·casi nei quali l'uretere è percettibile col dito~ lo si. può con questo seguire, ed è precisamente nel punto dove l'uretere cessa, che si determina la sensazione dolorosa in pa:rola ; di guisa che, quando l'uretere è difficilmente percettibile, b.ast~ solamente constatazione del dolore nel punto sopra descritto, p er affermare l'esistenza di una lesione ureterale .e per ·c onseguenza cli una pielite. Quando la vescica non è contemporaneamente affetta da cistite, il che accade non di· rado, si constata il suddetto punto doloroso e non si constata invece quell'altro punto doloroso, costante ·n ella cistite e nella cistite del collò, quello cioè che ha sede a livello del collo vescicale, verso l'estremità posteriore della parete anteri<?re della vagina. Quando al contrario è affetta solamente la "'.,.escica, alla pressione è doldroso solamente il collo, meutJ:e la i·egione degli sbocchi degli ureteri è indolente. · Tali constatazioni sono facilissime nella clonna; meno facili nell uomo in cui l 'orificio di sbocco dell'uretere è situato molto più in alto. ed i suoi rapporti con le vescichette seminaili ecl il canale · deferente possono permettere la, conft1sione. Però pur essendo 1 uretere dell'uomo meno facilmente percepibile di q11ello della clonna. la constatazione del riflesso nr~tero-vesciçale ]1a lo stesso valore nell'uomo che nella donna. Esso ò preziosissimo perchè si risveglia in t1n punto acce sibile facilmente, opratutto q uanclo la lesione i·enale non p11ò veniJ.·e stabilita coll'ei:;ame della r ela.tiva regione pe1·chè: a) Il i·ene è piccolo ~ b) Non è cl >le11te o lo è in maniera dubbia; e) La parete addominale è troppo spessa ; d) Il fegato debo1-cla, o~ è esso stesso dolente. Tt1tte ql1este eventl1alità sono state dall' A., ri. contrate ecl è stato~ in grazia clel segno in

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parola, che egli ha potuto t-alo1·a arrivare a fare una diagnosi esatta. Tra gli altri segni poi il BAZY richiama -l'attenzione su uno, che egli conside1·a molto • importante e se1·io, e ohe gli chiama: 3° Segno di Boz1clza1·d. - Esso non permette:oome il precedente, di diagnosticare la bilate· ra~ità e l'unilateralità . delle lesioni, ma ·per· mette di riconoscere se il pus che si tro,,..a nèll'urina ha origine esclusivamente ,,..escicale ovvero orig.ine renale. Ecco in che consiste. Si ver~a in una J?rovetta una certa quan• tità. dell'urina· da esamina1·e. Poi si ve1·sa • goccia a· goccia del liquiqo di Fehling, fino ad avere un liquido bleu pallido o verde~ liquido eh~ diventa anche gela.tinoso. Indi si agita. . A questo pu·n to: se il pus viene dalla vescica, .. non ~i osserva alcl1n muti:imento; se il pus viene dal rene, si vedono delle· bollicine di gas · imprigionate nel liquido, specialmente nella sua parte alta. Dopo ciò si riscalda, ed allor~ se il pus · . è d'origine vescicale, il coagulo che si forma . cade al fondo della provetta; se .invece il pus • viene dal rene, il coagulo sale alla superficie del liquido, e ciò perchè il coagulo ha imp1,igionato delle bollicin~ d'aria che. lo rendono più leggero. ·4° La /1·equenza della 11zinzio1zè è anche un buon segno, se messa in ra.pporto alla torbidità dell'1irina ed al dòlote che l'accompagna od altrimenti, se c'è difetto di concordanza tra. il sintomo frequenza ed il · sin·tonro dolore .. Qualche volta il dolore financo è assente ed esiste solo la frequenza. 5° La pollakiuria .notturrta è un altro segno che avrebbe, secondo l' .A., una discreta importanza. Essa ha ancora più importanza se • la si osserva in un giovane uomo ed a più • forte ragione nella donna. . . Il BAZY conclude dicendo che la constatazione di questi segni può sovente evitare al paziente altre manov1·e dolorose e dannose e spesso, se non sempre, inutili. •

Dr.

LEOTT.A..

Un nuovo metodo di ricerca nella diagnostica funzionale dei i•eni. o KovESI. Berl. klin. Wocltevs . •J ahrg. XXXIX, 15, 14 aprile 1902).

(ILLYÉS

n.

Consiste n el raccoglie1,e ecl esaminare la secrezione cli ciascuno dei due reni, mediante il catP,terismo degli ureteri, dopo aver fatto ingerire all'infe1·mo in poco tempo 1. 8 litro di acqua Salvato1·. L'esame qualitativo e quantitativo di questa seerezione cliluita, perchè }Jrecipnamente determinata dall'ingestione ·del liquido, può certamente forniI·ci ottimi criteri diagnostici sulla funzionalità

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SEZIONE PRATICA

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·normale o p~tologica di ciascuno clei due reni: Et.Jologia e terapia delle emorragie renali. quando specialmente è soltanto uno di essi . (Dott. fuRSZKY. Medie. Btttter. 1902 n. 34). ammalato (pielite, pionefrosi, ecc.). • Dopo aver fatto ingerire in breve ·tempo LA. ririorda l 'asserzione del Kr,EM.PERER, il . . la detta quantità ·a1 ::icquai, gli A.A., in inter- qliale dice c~e le emorragie renali occorrono valli di mezz'ora raccoglieva.no jl liquido se- ~nche negli individui · ~~ni, analogamente alle creto da ciasc11n rene, e lo esaminavano nella emorragie mestr11ali) alle emorragie varie d~l sua quantità, e nel suo punto di cong~lamento naso, delle ge~give, delle v-ie ··r espiratorie; dei (metodo crìoscopieo). . polmoni, dello stomaco, ecc., ecc .. non che alle Lo scopo di queste ricerche era di poter emorragie che negli individui neurastenici · · · stabilire più davvicino le alterazioni morbose ed isterici vengono da organi d'altra parte dei singoli reni. Confrontarono poi i loro ri· sani.• sultati con quelli di un altro metodo·, impie· Il KLEMPERER raccolse otto casi di nefrogato conte.inpora.neamen~e negli stessi amma· ptoe, nei . quali i r~ni aspòrtati furono . tro· ·iati, il metodo oioè della florizina, proposto vati sani. da CASPER e RIOHTER. Egli le attribuisce ad un influsso nervoso, In 10 casi di malattie chirurgiche renali il quale però non ·consisterebbe in un'eccitaapplicarono questo nuovo metodo, con i ..isul- zione dei nervi vasomotori, poichè questo sti. tati pieni d'interesse. . molo non potrebbe durare a 11:1ngo .; esso in1. Pe1~ un giusto giudizio sulla capacità flusso consiste piuttosto, sempre secondo lo funzionale dei singoli reni è necessario rac· stesso KLEMPERER, in una paralisi vasomo· · cogliere il secreto renale mercè l1na lunga tori a. permanenza del catetere u.reterico . . Il KLEMPERER basa questa ·sua teoria della 2. Grazie all'introduzione di questo nuovo origine nevrotica della nefroptoe anche sul metodo di ricerca di · diluizione ( Verdiinnungs· modo di guarigione delle m edesime, r ome ve1·sz1icl1) la diagnostica funzionale dei reni si pure sul fatto che in alc11ni casi l'agopuntura, completa ulteriormente, tanto più che sinora la cistotomia alta, le lavande vescicali ener· non esisteT a alcun metodo univoco. . giche e moltissime volte il semplice scopri 3. I risultati speciali di questo uuovo me- mento dei r e ni valgono ad arrestare l 'emor· todo applirato nelle malattie ohirurgiche re• ragia. nali si possono così concretare : Quanto alla terapia clella n efroptoe il K~EM:· a) il i·ita1..do del subentrare dell'aumento PERER raccomanda: riposo assoluto in letto, e della diluizione nella secrezione renale; b) la differenza n ella quantità dell'11rina dieta prevalentemente lattea, idroterapia (ba· gno a 35° per 10 minuti: ql1indi a'bluzioni secreta durante lo ste~so tempo dai due reni; e) la costanza relativa della concentra- acquee a 28° nella r egione dei i ..eni) elettrozione molecolare, che non viene influenzata terapia locale. L'intervento chirurgico deve cla un'aumentata ass·unzione di liquido e chE:' entrare in discussione solo quando i~iuscendo si manifesta in una minima alterazione . dei vana ogni altra Cl1ra, i pericoli della anemia valori dell'abbassamento del punto di conge· si faranno sempre più minacciosi. I r eni che lazione, indicano una diminuita funzionalità appaiono macroscopicamente sani debbono essere risparmiati. i~enale. Dott. BAGLIONI. . L'IsRA.EL ammette l'esistenza di emorragie r enali in seguito a sforzi corporei, però egli .. non sa trovare un argomento serio su cai Recentissima pubblicazione: basarsi per stabilire che i reni prima di quegli sforzi erano del tutto sani e normali. Egli dice che nei ·casi di così dette emorragie angioneurotiche riuscì sempre in parte del a dimostrare, in pa1~te a ritenere come ve· Prof. Cav. LUIGI CONCETTI rosimile la presenza di malattie organiche, Direttore della Clinica Pediatrica nella R. Università di Roma acl eccezione dei dt1e nasi riferiti dal KLE~I· PERER e dallo SCHEDE, n ei quali non fu riscontrata nessuna alterazione istologica nei · È un .b el volume di oltre 600 pagine, illustrato da molte figure intercalate nel testo. Prozzo L. 7 ,50. reni' eh' erano apparentemente sani.: però questi d11e casi debbono :agg:up~ars1 nell~ Rivolgere cartolina-vaglia alla Società Editrice Dante Alighieri di Albrighi, Segati & C., Via dei Pre· categoria dei casi non sp1egat1, p1uttostoche riferirli alla teoria angioneurotica, la quale f etti, N. 15 - Roma. .

L'IGIENE DEL . BA·MBI NO

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IL POLIOLINICO

d'altra parte ha bisogno essa stessa di spie• gaz1one. L'ls RAEL ammette l'esistenza di n efriti accompagnate da profuse emorragie decorrenti ad accessi o continue. Queste emorragie pos· sono insorgere e prosegui1·e con o senza coliche. L'emorragia non cos.t ituisce la causa della colica. Tanto l't1no che l'altro fatto sono con· seguenza di uno stato congestivo del r enP. Un gran nnmero di malattie finora indicate col vocabolo cli em·orragie i·en ali angione11roticlte debbono riferirsi a processi nefri· tici. L'incisione dei i·eni in tali casi esercita un'azione benefica sui disturbi: dolori, ematuria, albuminuria, ipouria, ecc. ecc.; però questo benefico influsso lo considera quale una conseguenza inaspettata clell' intervento chir11rgico, e non intende affatto di dischiudere un altro campo all'operosità chirurgica nel mo1·b o di Bright. Il SEN.A.TOR passando in rasi.;egna le osservazioni dello IsR.A.EL fa notare che la teo1·ia della tumefazione congestiva non vale a spiegare la colica e l'emorragia, poichè nei casi riferiti dallo IsRAEL e dai quali costui parte p·er poi giunger·e alle accennate concl11sioni, il rene per lo più f11 ingrossato, ma non in modo sensibile e talvolta si presenta di consistenza 1nolle. Per lo stesso SENATOR neanche 11n processo infiammatorio del rene può considerarsi quale una causa di colica ed emor1·agia. Però contro il SENA.TOR~ dice l' A., sta il fatto ch e n elle forme di nefrite cronica inter· stiziale furono osservate spesso le emorragie abbondanti. L 'IsRAEL constatò le emorl·agie anche nelle forme cli nefrite cronica. parenchimatosa. Inoltre in alct1ni casi citati dall' A. ed appartene11 ti allo Is:RAEJ,, non che ad altri osservatori si ebbe completa guarigione mercè 1 incisione del r en e infiammato. L' a. contro la teo1·ia angioneurotica adduce la gran(le pe1·centuale (8! 0 / 0 ) <li r eperti posi· tivi microscopici trovata dallo I sRAEL e da altri at1tori: s' ril11ppo notevole del tesst1to in· terlobt1lare · ispessimento della cap sula del BO\Y.l\I.t\NN, compressione dei glome1·uli, vasi endoarteritici e periarte1·itici, emor1·~gie tra i ' rasi e le capsule, tubercoli miliarici, ecc. ecc. Anche nei casi cli tessuto r enale sano, citati cl al l\:LE~IPERER e dallo SCHEDE, l ' A. dubita rhe tutto il rene supposto sano, lo fosse in r ealtà, tJotendosi avere qualche parte anormale cl1e sia sfù ggita all'occhio (lell'o~servatore. In t}tlanto al caso del PASSET, cl1e si adduce a favore della teo1·ia angioneu1·otica, e nel quale l'emor1·agia s'arrestò in seguito ad incisione della, vescica urinaria, l,A. dubita che i trattasse di llna tubercolosi latente, siccome a,~,,..enne in un caso citato dall ALBA.R· J{ .\~. nel quale l'emo1'1·agia cessò clopo il c11rrtfrt.t/e clella mucosa della ve ci ca; però cli

poi si dovette constatare che l'emorragia era dovuta ad un processo latente di tubercolosi renale. L' A . ritiene 1 ipotesi angioneurotica pericolosa in quanto che il · medico appigliandosi ad essa può omettere una ricerca più attenta ed una critica più minuziosa dei disturbi, lasciando così inosservata la presenza fo1·se di un tumore maligno, di una tubercolosi, ecc. E infatti la comparsa e scomparsa di pro· fuse emor1·agie s~nza cura di sorta la si ri· scontra anche nei tumori maligni. L'A. rico1·da. il FREUDENBERG il quale a pro· posito di un caso di ematuria in un bambino affetto dal morbo clel Barlo,v, dice che nei singoli casi di « ematuria essenziale » può trattarsi di una diatesi emorragica con speciale od anche esclusiva localizzazione in un rene. Ricorda pure il Rossr il quale ri· tiene la malaria siccome uno dei momenti etiologici dell'Pmaturia. L' A. ciò detto passa in breve rassegna la terapia dell'emorragia renale eitando le varie . . ' cure, c1oe: la dietetica: riposo, latte; la idroterapica : impacchi freddi; la medicamentosa: ergotina, gelatina; la chir11rgica. L'incisione del rene non ci assicura il ri· sultato. Quando l'emorragia clipende da tele· angettasie della pel,ri renale, allora soltanto la nefrectomia può condurre alle guarigione. Così pure se l'emorragia è cagionata da anetl· risma dell'arteria renale solo la nefrectomia può ar1·estare i disturbi. Ma trattandosi a mo' d'esempio di emorragia renale dovuta a nefrite cronica parenchimatosa, la nefrotomia non avrà certo l'effetto desiderato. Dott. E. GuGLIELMETTI.

OHIRVRGIA

Il cloruro d'etile

n~11•anestesia

gene1·ale.

(GIR..\.RL>. R evue de clt irurgie, 10 ottobre 1902).

In questo articolo a ccurato e minuzioso il dott. GIRARD ritorna sulla questione dell'uso del cloruro d'etile n ell'anestesia generale. Dopo di aver fatto il riass unto storico delle ricer· che fatte in proposito e delle applicazioni che varii a11tori han no fatto cli questa sostanza n ella pratica chirurgica e dopo di avere espo· sti i caratteri fisico-chimici di questo liquido, egli passa a descrivere le norme che si debbono seguire nell' uso cli questo composto, come anestetico generale, e che in 1·iassunto sono le seg11enti : 1. Bisog na, in sul principio, versare sul cotone della maschera una dose abbastanza grande di cloruro di etile, -!, 5 e 6 centimet1'i cubici e invitare contemporaneamente l'am- malato a fare larghe insi;>irazioni ~


[ANNO IX,

FASO •.

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SEZIONE PRATICA

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2. Se l'anestesia non si ottiene completa pleta. La respirazione e i polsi conservano la nel primo minuto, è d'uopo continuare aver- loro regolarità , manca d'ordinario il , . . omito. sare 'sul cotone di · minuto in minuto 1 a 2 Periodo del 1·isveglio. - Dopo 4. 5, 30 se' centimetri cubici di cloruro di etile, fino a condi dall'allontanamento della mascherina, che non sia r·aggiunta la insensibilità com· l'infermo aJJre gli occhi, risponde immediatapleta e generale ; tamente alle domande che gli si .fanno e at3. L'insensibilità è già sufficiente per pra· testa di non aver nulla sentito, anche quando ticare la incisione dei tessuti quando si mani· l 'an estesia non è stata spinta fino al sonno festa la clilatazione pupillare che è presso a profondo e alla risoluzione muscolare compoco costante ; pleta. A lcuni raramente presentano vertigini, 4. Allorquanclo la risoluzione muscolare altri vomito, ma dopo qualche minl1to tutto è completa ed il sonno profondo, per evitare · rientra nell'ordine normale, per modo che gli il risveglio brusco, che <~ caratteristica di que· infermi ritornano al l etto coi loro piecli e sta anestesia ed è certamente nocivo per l'o· dopo dt1e ore circa chied0no con insistenza il peratore, massime durante il corso di un'ope· cibo. L 'autore quindi consiglia e p1~opone l 't1so razione di una certa dl1rata (ernia, ad esem· pio) occorre sorvegliare con l a massima at- di questa sostanza nell'anestesia genera.le. Dott. ORAZIO SCHIFONE. tenzione la sensibilità corneale; se il riflesso oculo-palpebrale è percettibile, bisogna imme· diatamente somministrare una nuo,ra dose di Studi sulle ane,tesie 1niste. cloruro di etile; (F. A. FODERÀ e G. U . B cGATTI. Archivio cli 5. Di regola una rlose di 6 centimetri Cll· far11iacologia e terapentica, settembre-ottobre 1902. bici, versLtti in una ' rolta, cletermina un'ane· Palermo). stesia della dt1rata cli circa 8 o 10 minl1ti, per L' A. passa in rivista i vari mezzi cli narmoclo che il const1mo dell'anestetico, in media, si fa n ella proporzione di un centimetro cu· cosi mista, soffe1·manclosi s1Jecialmente sulla bico e mezzo circa al minuto p1·imo. Ora, mo1·fio·cloroformica e mentre riconosce i g1·andi essendo la close massima adoperata finora nel- vantaggi che la morfina dà, ne fa rilevare anl'11omo di 75 centimetri cubici circa, si può che i pericoli, consistenti specialmente : · 1. nel favorire la sincope i·espiratoria; calcolare cl1e la durata 1)ossibile dell'anestesia ~. nell'esagerare lo choc tra11n1atico e nel generale oscilli tr,a i 50 e i 60 minuti lJrimi. portare un abbassamento notevole di tempe1~atura ; .,_*:ic 3. nell'essere un veleno deprimente, la cui Da ultimo l 'autore espone il quadro gene- azione si aggiunge a quella del cloroformio. rale cli tlltti i fenomeni che caratterizzano L' .A ., propostosi di studiare gli ipnotici che questa anestesia, sudcli videndola in tre pe- siano iu_ grado di coadiuvare l'azione del clo· riodi : i~oformio , ha rivolto la sua attenzione specialPri1110 p eriodo o p eriodo pre1iarcotico. mente a quelli che non 11anno azione clepri· Generalmente alla }Jrima inalazione manca mente sull'apparecchio cardio-"\rascolare. Ha quella impressione l)enosa, quella r epulsione studiato n el 1900 l 'associazione a l cloroformio istintiva, quella clifesa talvolta ' riolenta che della paraldeide, la quale, cli pe1~ sè stessa, l'indivicluo oppone all;inizio della narcosi ete- non solo non abbassa la i)ressione sanguigna, rea o cloroformica. L'infermo non prova alcun .m a in piccole dosi dà un . leggiero innalzasenso di soffocazione, non diventa cianotico, mento di pressione. non si dibatte brutalmente chiedendo con l a AcCO})piandola al clo1·oformio l ' A . ha, ottemassi.ma ansietà dell'aria , non dice parole nuto : soppressione o ql1asi del pe1~iodo di incoerenti, non gricla, non si lamenta; in una eccitazione, mancanza <lella prof usa secrezione parola non mostra alcuno dei fenomeni pro· sali \rare, assenza tli vomito durante la narprii dell'eccitamento cloroformico. La perdita cosi , abbreviamento del periodo occorrente della coscienza è rapida.. spesso istantanea ; per ottenerla, diminuzione clella quantità di dopo alcl1ni secondi l 'infermo non risponde cloroformio impiegato, regolarità dell'azione più alle domande che gli si rivolgono e po· cardiaca e pressione inalterata. scia, quasi contemporaneamente, mostra pe1~dita Inoltre l'an estesia era seguita da un penella sensibj.lità generale, abolizione di tutti riodo di perfetta analgesia. i i·iflessi, i~isoluzione muscolare completa. L ' A . in un nuovo lavoro, studia 1~ associa· La durata di questo periodo prenarcotico zione al cloroformio di altri ipnotici e cioè varia dai 30 secondi ai cinque minuti ; qual- clell't1retano, dell'edonale e del sulfonale. Ha che osservator~ (l\IALHERBE} riferisce che gli esperimentato sui cani, con cl oroformio solo, infermi, in modo particolare i bambini, restano per p-u nto di confronto e colle v~rie associanarcotiz~ati in 10 o 15 secondi. zioni propostesi. Secondo p eriodo o periodo narcotico. - Non In tt1tte le esperienze ha ten11to coll:to cle! si osserva alcuna traccia di sensibilità, alcuna tempo necessario ad ottenere la p erdita cle1 azione riflessa, la risoluzione muscolare è com- riflessi corneali, della durata dell'anestesia f

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IL POLICLThTJCO

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LAmio IX, .

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profonda, delle variazioni del polso e del • o pochi ghirigori o dei graticolati o dei viluppetti · respiro, d ella quantità · dell)ànestetico e di o dei gomitoli. La terminazione secondaria è for· tutte le alt1·e modalità ed evenienze osservate ma.t a da sottilissime fibre pallide, che d'ordinario durante la narcosi e subito dopo di essa· (anal- corrono lungo le fibre midollari e giunte al corpu· gesia consecutiva, vomiti, ecc.). scolo formano un plessicino esterno dal quale par· In genere, con tutti e tre gl' ipnotici ado· ·tono rami, che entro a~a sostanza granosa ed alla p èrati, ha avuto soppressione della secrezione salivare e del vomito, anestesia profonda in perifQria di essa si ramificano formando un• nuovo · un tempo minimo, anestesia di lunga durata plessicino. I fiocchetti nervosi congiuntivali sono da distin· con piccole quantità di anestetico e con. pro· duziene costante .di ~nalgesia consecutiva. gu~rsi da quelli descritti dal 0IACCIG, che non sono I risultati più spiccati ai sono avuti con in verità altra cosa se non corpuscoli del Krause. I .I l'edonale che offre anche il· vantaggio cli le· _fiocchetti si distingu~no dai corpuscoli del Krause dere meno di tutti l'apparecchio cardio-va· perchè sonò privi di invoglia e di sostanza granosa scola1;e. e.d anche spesso p.er la forma aella terminazione Col sulfonale invece si ha un profondo ab· nervosa, che rappresenta un pennacchietto di fibrille bassamento della pressione sanguigna. varicose intrecciate variamente . . In una seconda serie di espe1·ienz·e l' A. ha Le striscette nervose sono nastrini irregolari a associato i tre ipnotici suddetti all'~tere e ne ha ottenl1ti gli stessi risultati. Con l'etere poi, margini dentati o spinosi. Gli intrecci nervosi, tal· che non ha azione deprimente sul cuore, si volta molto estesi, sono formati da fibrille varicose può assocjare senza pericolo di ·eccessivo ab· che replicatamente si· dividono e · s'intersecano. Le' bassamento della })ressione sanguigna, anche reticelle si distinguo~o dai plessicini per le chiare il sulfonale. e numerose anastomosi delle . fibre che le com· In una terza serie · di esperienze l' .A. ha pongono. associato il bromuro di sodio all'etere senza - N el corio della pelle dei polpastrelli esistono ottenere quasi alcun vantaggio sull'etere solo. Ha associato infine all 'etere e al clorofor· diverse forme di terminazioni n ervose e cioè : . I Nel connettivo sottocutaneo: corpuscoli del Pa- · mio la duboisina ; ma questa sì è mostrata pericolosa per simile uso, essendosi avuta più cini, corpuscoli del Golgì e Mazzoni, organi del 'rolte la morte dell'animale. Ruffini, piastre finali ed intrecci nervosi; Dott. A .. D. F. 11ello strato subpapillare del derma: l'intreccio

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ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI . RESOCONTI PARTICOLARf

R.

A.CCADEThlIA DELLE SCI.ElNZE DI BOLOGNA.

Seduta del 30 novembre 1902. ·

L'accademico onorario dott. F. Crevatin presenta la memoria seguente : L e ternzinazioni nervose 1iel cor;o della congiu11,. tiva e rlella pelle cJe; polpastrell; delle a;ta dell'no11:io con SJJect'ale r;gnarào alle ternz;nazioni secondarie nei corpnscoli clel Kranse e ;11 qzielli del Me;ssner. Nel cori o della congiuntiva bulbare trovansi parec· chie forme di terminazioni le quali si possono di· vicler c in terminazioni avvolte da una capsula e terminazioni prive d'invoglia o di caps1tla. Le primo sono rappresentate dai b1tlbetti del Krause; le seconde sono i fiocch etti nervosi, le striscette i plessicini e le reticelle congilu1tivali. I bttlbetti del Krause constano di una invoglia di una sostanza granosa e d elle fibre n ervee. Le fibre nervee che vanno ai bulbetti del Krause sono cli <.lue maniere e formano due sorta di terminazioni, la primaria e la secondaria. La terminazione pri· maria è formata da fibre midollari che divengono pallide e terminano entro il corpuscolo formandovi (14)

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nervoso subpapillare; nello ~trato papillare : i plessicini papillari con lè terminazioni ad ansa avviticchiate o in vilup· petti o in reticelle, i corpuscoli del Meissner e i fiocchetti nervosi. I corpuscoli del Pacini e quelli del Golgi e Mazzoni constano di un' invoglia, di una sostanza gra· nosa e delle fibre nervee. Le fibre nervee possono essere di due maniere e formare una terminazione nervosa primaria ed una secondaria. La termina· zione secondaria è fatta di sottiliAsime fibrille che si ramificano sulle capsule e formano alla periferia della sostanza granosa un plessicino o intreccio varicoso più o meno implicato. La terminazione primaria è differente nelle due maniere di corpu· scoli essendo più semplicè nei corpuscoli del Pacini, dove è formata da una fibra indivisa o partita in due o tre .rami che finiscono in un ingrossamento. Nei corpuscoli del Golgi e 1\.fazzoni la terminazione è in forma diversa, ora di una arbor~scenza, ora di un vilt1ppo di fibre, ora di fasci di fibre che termi· nano ad estremo libero ingrossato o senza ingros· samento di sorta. Gli organi del Ruffini constano di un tessuto di sostegno fatto di elementi connettivi ·ed elastici e della terminazione nervosa, la quale somiglia a quella degli organi muscolo-tendinei del Golgi, ma si distingue per alcune particolarità.


. [ANNO IX, FASO.. 10]

REGIA .A.CCADE~IIA J\fEDICO·CHIRURGICA DI

N Al>OLI.

Seduta del 30 novembre 1902. •

SEZIONE PRATICA

Le piastre cutanee sono formate da un tessuto di ·sostegno composto di fibre e di cellule connet· . ' tive e privo o quasi privo di fibre elastiche. Le terminazioni nervose sono formate da fibre varicose re1)licatamente divise e incrociate che pr'lvengono da una o più fibre midollari. Gli· intrecci nervosi differiscono dallè piastre pèr mancanza_ di un tessuto dj sostegno distinto. L., intreccio subpapillare giace ordinariamente sù· bito sotto la base delle papille ed è formato da fi· lamenti nervosi intrecciati, assai irregolarmente va· ricosi, .i quali provengono da fibre midollari del · plesso nerv:oso superficiale cutaneo. Dal plesso subpapillate partono poi filamenti che vanno alle papille ed ivi terminano o ridiscendono all'intreccio st1bpapillare dal quale · sono partiti. I fioccheiti papillari sono formati dallo sfioccamento di una fibra midollare. Hanno forma di fiocchetto o di pennacchietto o di arborescenze. I plessicini papillari sono d'ordinario in forma di graticolato più o meno iinplicato. Talvolta si ve· dono i filamenti a guisa di viticci intorno ai capil· la.ri talvolta in luogo degli intrecci secondari che formano come una ragnatela intorno ai capillari. I corpllscoli del }Ieissner sono formati da un' in· voglia, cla una sostanza granosa e da fibre nervee finali. Q11este son di due sorta. Quelle della termi· nazione primaria o terminano in. giri e1ico-spirali o j.n vil11ppi irregolari o in modi più semplici; le terrninazioni secondarie sono formate di sottilissime • fib1ille che formano intorno ai corpuscoli e sulle ca1lsnle dei panierini o cestellini. Non c'è anastom osi tra le due maniere di terminazione. Dott. BECCARI.

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Presidente De Martini ~

Petrone prof. Angelo (socio aggregatD corrispon· dente). Altre ricerche sulla reazip1ie niicrocliintica det globulo rosso. - Il movente di questi studi è stato la mancata costanza della reazione micro· chimica· del ferro nei v:ari reperti, che 1'0. aveva. ottonuto coi differenti m ezzi impiegati per la mo· dificazione strutturale del globulo rosso, non avendo nemmeno reagito quel reperto di cristalli, che aveva ottenuto nel nucleo ordinario o trasformato . dèl corpuscolo rosso, assoggettato all'azione dell'alcool solforico o solforoso. La mancanza della reazione in questo pòsto, ove solo si poteva dimostrare la presenza del ferro, faceva nascere il sospetto che con quelle sostanze impiegate si fosse sottratto il ferro. D'altra parte è noto che con l'acido solforico si era già chimicamente privata del ferro l'ematina, ottenendo l'e· matoporfirina.

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Ha trattato il sangue fresco. con acido solforico, dilt1ito al quinto, o con acqua satura di anidride solfo~osa, e nel filtrato. ha av11to col ferrocianuro di potassio e col solfocianuro di potassio le caratteristiche r~azioni dei composti a massimo di ferro, mentre l a prova col ferricianu.ru riusciva nega.t iva almeno fu primo tempo, ottenendosi solo gradata· mente ed in quantità minore il colorito bleu. · Così si può comprovare sul sang11e fresco, conservando l'integrità dei globuli ed in poco tempo, la presenza del ferro, senza ricorrere all'inceneri.' mento. Nella miscela di sangue colla soluzìone di ani.' dride solforosa, che si potrebbe anche non filtrare, perchè in essa i globuli si dissolvono, non si ha alc11na reaziòne col ferrocianuro di potassio, bensì immediatamente col ·ferricianuro, caratteristica dei composti a minimo di ferro. Tenendo co;rito dell'azione riducente. dell'anidride solforosa., plausibil· mente il composto ossidato di ferro si trova nell'ematina allo stato ferrico,. fatto non ancora. asso· dato in chimica biologica, ed al quale questi risultati potrebbero contribuire p er una soluzione definitiva. Questi ris ultati avvalorerebbero le ricerche p:recedenti del prof. PETRONE, stante~hè quei cristalli, ottenuti con gli stessi reagenti sul sang11e, nel quale, grazie all'azion e fissante dell'alcool assoluto, tutto resta al suo posto, sono probabilmente di ematop<?rfirina, provenendo dall'ematina, cui è ' sottratto il ferro dall'anidride solforica o solforosa, e se tali cristalli non hanno ferro dimostrano il sito ove solo era il ferro e quindi !~ematina, mentre nell'"emoglobina,. che fu gran parte resta al suo posto, finora non si è potuto dimostrare la pre· senza del ferro. · L'O. con aaatte reazioni ha compr0vato che i detti .cristalli sono di ematoporfirina~ Nello stesso modo e col medesimo intento ha continuato lo studio con soluzioni_di altre s_o sta.n ze ; riferisce riassunti in un quadro i risultati. Ritentando quindi la prova con sol11zione tenuis· sim~ di bt1ona parte di tali reagenti in alcool as· soluto, assoggettandovi lo straterello di sangue, semplicemente essiccato sul coprioggetti pel possi· bile reperto di Cl!ist~lli come si ottiene coll'alcool solforico o solforoso, il risultato, èome già qualche anno addietro, è stato negativo, mentre ha ottenuto i cristalli nel nucleo coll'acido citrico e col tarta· rico, i quali, si sa, allo stato di ebollizione agendo sull'ematina., sottraggono il ferro dando l 'emato· porfirina. Dopo q-µesti risultati sembra all'O. dimostrato in modo sicuro che l'eniatina privata {/e! / 'erro cristal· liz~a. e clie it suo posto è nel Jtiicleo. '

- Anile dott. ft_ntonino · (presentato dal socio ordi· nario prof. ANTONELLI). Nuovi gangli nervosi co111pf·esi nella spesserJ~a della ({ 1J1nscnlaris 1111icosae ~

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IL POLICLINICO

rlell1 i1itestino. -

Questi nuovi gangli, scoperti dal <lott. A~ILE, aiuto alla cattedra di anatomia, per la posizione che occupano, non sono da confondersi con quelli, che giacciono nel tessuto connettivo sottomucoso n ei cosidetti plessi di N eissn er e di Billroth. Il preparato istologico, che 1'0. presenta all'Accademia, è di una grande eloquenza ed è molto ammirato. Dott. ENRICO CALENDOLI.

OSSERVAZIONI CLINICHE La cura

io~oiodurata

nella pe1·itonite

alla Durante

tnb~1·colare.

Nota clinica. del dottor S . SIL\1 ESTRT.

[ANNO

IX,

FASC.

10]

I zione gode ancora incontrastabilmente il favore dei medici. Ma è dessa in ogni caso attuabile? No certamente: in primo luogo per la repulsione che può riscontrarsi nel paziente stesso a sottoporsi ad un atto operativo di non lieve importanza. Oltre di che esso non è scevro di pericoli ed event11alità di complicanze quali ad esempio la fistola stercoracea, ulce~ razioni dell'intestino, ecc., nè ci assicura da possibili recidive; e non è, d'altro canto, in ogni caso consigliabile, essendo riconosciuta la sua scarsa o nulla efficacia n elle forme a decorso molto cronico, quando vi è ascite copiosa o sonvi aderenze nel cavo peritoneale, o vi è caseosi dei tubercoli o delle glandole mesenteriche. Per tutte queste ragioni mi indussi a tentare le iniezioni iodoiodurate in un caso piut· tosto grave di peritonite tubercolare; spin. tovi altresì dalla considerazione che tale sistema di ct1ra, malgrado i buoni risultati finora ottenuti è accolto ancora con diffidenza o addirittura trascurato dalla generalità dei medici, laonde non ne vediamo neppur fatta n1enzione anche in comunicazioni recenti come in uno studio di BuRNEY L Eo di Londra ' . ' in cui l' A. propugna la superiorità del trattamento chirurgico su quello medico: e tale omissione sorprende ancor più ove si pensi che il BuRNEY L Eo stesso ammette che si possa far precedere qualche settimana di cura medica a base di ioduri internamente ed unzioni di iodoforme esternamente « af:finchè l'Iodo entrato nol circolo sanguigno e poscia, eliminato dalle varie secrezioni e quindi anche traverso il peritoneo possa ivi esercitare la sua azione b anefica >) . Ciò equivale a implicitamente riconoscere che la cura ipodermica iodoiodurata per i suoi effetti più energici, più rapidi, pit\ completi, debba indurre dei risultati ben più decisi vi nel trattamento della peritonite tubercolare. Riassumo ora brevemente la mia osservazione, a cui farò seguire le considerazioni che saranno del caso :

Dopo che il DURANTE per primo ha richiamato l'attenzione dei medici sui favorevoli effetti delle iniezioni iodoiodurate nella tubercolosi chirurgica (1), le applicazioni di tale m ezzo curativo andarono moltiplicandosi con tisultati generalmente assai lusinghieri, in special modo nei casi di tubercolosi ossea, di artrosino\Tite tubercoiare, nelle orchiti ed adeniti tubercolari, ecc. Relativamente scarse invece furono le applicazioni di tale trattamento nella peritonite tubercolare; poichè, dopo le esperienze dello stesso D uRANTE, abbiamo solo un'osservazione di STEFANJLE pub· blicata 3 anni fa \2), un'altra più recente del1' ANTONELL r, sei casi osservati dal B1AGI e riferiti al XV Congresso della Società Italiana di Chirurgia (3) e infine un'osservazione recentissima comunicata dall' ARCANG ELI pochi inesi f'a (4). Ogni nuovo caso adunque di ta~ genere ehe sia reso di pubblica ragione viene a rivestire una peculiare imporbanza contribuendo a dirimer e le controversie, che a.nche attualmente dividono i m edici nella scelta del mezzo curativo d'una forma morbosa tanto grave. Importantissimo poi questo argomento ove risulti p ositiva l'efficacia delle iniezioni alla ~uR:-\::'lTE, giacchè con un metodo tanto s1Jicc10, innocuo, semplicissimo si può risparmiare al paziente un atto operativo di ben più alta importanza Fino ad ora, come è noto, il trattamento chirurgico della peritonite tubercolare in tutte M. T ., d'anni 37, famigliare. Uno zio materno morì per tubercolosi polle sue svariate applica zioni è quello che ha tenuto il campo e, diciamolo pure, con onore; monare, lln fratello della paziente è attualmente affetto dalla stessa forma morbosa. poicl1è statistiche le più recenti registrano Nulla d'i111portante nella vita della M. fino fin oltre 1'80 per cento di guarjgioni. È certo all'età di 32 anni, in cui andò a marito ed qt1intli che la cura chirurgica di qt1esta affe- ebbe in quattro anni due parti gemellari,

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SEZIONE PRATICA

dopo l'ultimo dei quali rimase spossata, anem~ca. Poscia parve ristabilirsi e stette bene per circa sei ·mesi; più tardi cominciò ad accusare lievi dolori anche spontanei all'addome e si ·accorse altresì .c he l'addome stesso andava facendosi più ampio; lieve movimento febbrile alla sera, talora preceduto da brividi, alvo irregolare (stipsi alternata a diarrea). Tutti questi fenomeni andarono aumentando d'in tensità, mentre la nutrizione generale decadeva sempre più, finchè, mancante di mezzi di sussistenza e peggiorando nelle sue con dizioni fisiche, si decise di ricorrere alla cura ospitaliera. All'esame obbiettivo si presenta d'aspetto sofferente, colorito tarreo, macilenta, mucose visibili ·assai pallide, masse m llscolari flaccide. Torace molto ampio nella sua parte inf'eriore, tipo respiratorio prevalentemente costale. Al· l'esame degli organi respiratori si nota d'ambo i lati murmure un po' aspro in alto, specie nell'espirazione : nessun fatto umido. Qualche col110 di tosse secca senza escreato. Cuo1·e normale. Apparato aigerente: Lingua coperta da densa patina gia.llastra, anoressia, sete intensa. Aadorrie molto tumido, duro, di forma ovoide, ma un po' depresso nella parte mediana ed allargato ai lati: immobile o quasi negli atti respiratori; circonferenza massima cm. 93. Alla palpazione si mostra teso, leggermente dolente. Alla percussione risonanza timpanica in alto, specie alla regione epigastrica; procedendo in basso ed ai lati, risonanza sempre più ottusa, fino a diventarlo completa.mente nelle parti più de· clivi: manifesto senso di fluttuazione; versamento intraddominale copioso e completamente libero. J?e.qata e ?nilza: limite superiore normale, l'inferiore impossibile a determi· narsi :Qer lo stato di tensione dell'addome e per il liquido in esso esistente. Esame dell'orina. Quantità scarsa, colore aranciato, reazione leggermente acida, peso specifico 1024. Urea 24: 0 /oo' albumina tracc2 ~ glucosio, emoglobina assenti; fosfati alcal1r.ii e terrosi abbondanti; cloruri e solfati ormali; indacano tracce, acetone. pigmen i. biliari assenti. Febbre piuttosto' eleva "'.ì .:1. alla sera (38).5-39°), spesso preceduta da Lrividi. Alvo sciolto, talora qualche dolore v-:ntrale. Lieve peggioramento della malata nei primi 10 giorni di degenza in clinica, aumento del volume del ventre fino a raggiungere la circonferenza massima di cm. ~7. Diagnosi clinica: per.itoriite tubercolare. Il chirurgo primario sig. dott. T uRAZZA, ri· chiesto del suo parere, conferma la diagnosi e consiglia di intervenire con un atto operativo. Ma la paziente si oppone risolutamente ed è giocoforza soprassedere. Data però la gravità della malata e l'urgenza di opporsi in qualche modo all'incalzare del male, mi risolvo di sottoporla senza indugio alla cura delle iniezioni ipodermiche iodoio-

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durate alla Durante secondo la formula seguente: Iodio puro . . . . gm. O. 25 Ioduro di potassio. . •> 2. 50 Guaj acolo . . . >> 1. 25 Glicerina neutra . . » 2.) . Si s_celgono le regioni glutee a sede delle iniezioni, le quali. per l'aggiunta del guaiacolo riescono completamente indolenti alla malata. Si comincia ad iniettare 1 I , di si· ringa Pravaz di iiquido pari ad 1 / 4 di centi· grammo di iodio, dopo qualche giorno '/2 siringa e successivamente 3 14: ed una siringa intera. Dopo circa 15 giorni si portò a gr. O. 50 la quantità dell'iodio nella soluzione (restando ferme le dosi degli altri componenti), i11iettando progressivamente 1/ 2 , 3 / "'' 1 siringa. La dose massima dell'iodio iniettato in una sol voìta fu adunque di 2 centigrammi; dosi più elevate sono generalmente da evitarsi, perchè come osservò già per ])rimo il DuRANTE, esse di:fficiln1ente riescono ben tollerate dall'organismo malato. Le iniezioni praticate alla pa· ziente f'urono in tutte 50, dapprima quotidiane, poscia in giorni alterni. Già dopo la 15a_ 20 1 iniezione si cominciò a notare un discreto abbassamento della temperatura corporea, riduzione della raccolta liquida nel cavo addominale e contemporanea attenuazione delle turbe subbiettive della paziente, che va t'acendosi più serena, più sollevata di spirito, più tranquilla: il ventre si ridt1cè sempre più, le funzioni alvine si regolarizzano, l a malata comincia ad alzarsi da letto. Dopo circa 40 iniezioni essa si sente decisamente bene, è scomparsa ogni traccia di liquido nell'addome, che si mostra affatto indolente alla palpazione. Si proseguono le iL.iezioni fino al numero di 50. Il peso corporeo, che all'inizio della cura era di chilo· grammi 53. 100 e successivamente si ridusse a kg. 46 per la scomparsa del versamento, torna ad aumentare col miglioramento progressivo della nutrizione generale e raggiunge in breve kg. ·52. Circonferenza massima dell'addome cm. 82. Dopo la 50·1. iniezione la paziente viene licenziata completamente rimessa e colla scom · parsa assoluta di qualsiasi fenomeno obbiettivo. Ho riveduto la M. dopo quasi un anno e potei tiscontrare la persistenza in essa del più completo benessere, nè obbiettivamE:'nte era rilevabile alcun fatto, che potesse accen· nare ad una recidiva della grave ma.lattia ond'era stata affetta. A che devesi imputare codesta rapida scomparsa di qualsiasj fenomeno morboso ? . . Sarà stato effetto esclusivo della cura 1od1ca o si sarà trattato di un caso di guarigione spontanea? È nostra ferma convinzione formatasi alla .

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tubercolari riducendoli a quel silenzio che costregua dei fatti scrupolosamente osservati letto della malata, clie i benefici risultati cosi stituisce la guarigione clinica. o non esiste, rapidamente ottenuti sianq strettamente legati e la cura iodica la promuove ; o esiste natualla cura iodoiodurata, a cui fu sottoposta la ralmente, e la cura la moltiplica e la. rafpaziente. Dopo 15 -20 giorni di cura noi :re· forza ». demmo la povera inferma rinascere a vita Noi vediamo così confermato come !'iodio, novelìa, aboiamo assistito ad una co~pleta se non per azione diretta sul bacillo tubermetamorf'osi che and9Jva svolgendosi nel suo colare o sulle sue tossine, ciò che è molto organismo: i suoi gravi e svariati disturbi dubbio, indirettamente però, favo.rendo cioè andavano pro~ressivamente at~enµa~d,osi col . la neoformazione cellulare ed aumentando la l'aumentare del numero ed 1ntens1ta delle vitalità e resistenza dell'organismo ammalato, iniezioni: diminuzione e scomparsa della viene a giocare una parte importantissima · febbre e del versamento nel cavo addominale, nel processo di guarigione della peritonite · riduzione del volume del ventre, regolarizza- tubercolare. zione della funzione intestinale, miglioraChe se questo metodo di cura conta ancora mento progr~ssivo dello stato di 1:1-utrizi~ne: una casuistica troppq · ~carsa p6r poter f orinfine guar1~1one co~ple~a, che s1 mantiene m ulare in merito un giudizio definitivo ed tuttora a distanza d1 e1rca ·un anno dalla assoluto, pur tuttavia· nei pochi casi finora grave malattia sofferta. pubblicati si sono ottenuti risultati così lu~Ia, come più sopra ricordai, si potrebbe da singhieri da dare ampio affidamento che col taluno obbiettare che si sia trattato di t1n generalizzarsi di tale sistema terapeutico esso caso di guarigione sp<?ntan.ea. ~ oi sappiamo finirà per .div~ntare uno dei p~ù C?mmende· invero che le malattie d'1nfez1one, qua.ndo voli mezzi d1 cura della per1ton1te tubercolpiscono il nostro organismo sono fino ad colare. un certo punto· passibili di guarigione sponS~nza adunque precipitare un gi~d~z~o, che tanea p~r effetto di un processo di autosie.ro- oggi sarebbe prematuro, sulla super1or1ta della terapia, che si svolge in seno stesso dell'or- cura iodoiodurata al trattamento chirurgico . •' ganismo ammalato, il quale sotto lo . stimolo o viceversa, pure alla stregua dei risultati fino diretto delle tossine elaborate dal virus in- ad ora ottenuti, dato il modo di azione delfettivo reagisce preparando a sua volta delle l'iodio sul nostro organismo, data altresì la sostanze immunizzanti-contro lo stesso veleno semplicità, la facile appl~cazione, la innocuità batterico. infine della cura di DuRANTE, noi crediamo l\ia questo processo di autosieròterapia di poter concludere che essa debba esperirsi viene nel caso nostro, ossia nella fa~ispecie in og·ni caso di per.itonite tubercolare prima delle affezioni tubercolari delle memorane di intervenire con mezzi chirurgici di ben sierose, notevolmente coadiuvato nella sua più alta importanza e gravità. evoluzione dalla speciale struttura istologica Ospedale ci vile di Verona, 1902. delle sierose stesse, le cui cellule endoteliali • (come ricorda il GERMANI (5), dotate di grande LETTERATURA. attività prolificativa sotto lo stimolo del veleno batterico tendono alla formazione di un (1) Atti della R . Accademia med. di Roma, 1894, è suppl. al Policlinico, nov. 189±. tessuto connettivo giovane, che riesce a limit tare e circoscrivere i punti invasi dall'infe- (2) Suppl. al Policlinico, anno V, 1899, n. 41. . (3) Suppl. al Policlinico, anno VII, 1900-901, fa~c1 · zione tu bercolare. colo 9. Orbene, questa mirabile proprietà insita (±) Suppl. al Policlinico, anno VI C, 1900-901, fasci· I nella costituzione stessa delle sierose, viene colo 44. . direttamente favorita dall'a.zione che !'iodio (5) Suppl. al Policlinico-, anno V, 1899, n. 35. esercita sui nostri tessuti. È risaputo infatti (6) Su.i prodotti tossici del b. tubercolare. Policli· nico, anno II, vol. II - O, fascicolo 1. cl1e se si può negare, come generalmente si nega, all'iodio qualsiasi azione specifica sul (7) Snppl. al Policlinico, anno V, 1899, n. 4·5. bacillo tubercolare (quantunque siavi chi crede (8) Suppl. al Policlinico, anno VI, 1900, n. 1 ~. • altresì ad un'azione dello stesso, se non sul bacillo tubercolare, sulle tossine che questo Prurito localizlato esse1aziale di' origine arsenicale. .. elabora, tali il M .\ FFucc1 (6) e il SIMONINI (7) ), devesi però ammettere che l'iodio agisca in Pel dott. UGO .t\RTURO, m edico con<.lotto e cli.l·et· tore sanitario dell'ospedale cli l\1arino. modo sicuro favorendo l'acceleramento del ricambio materiale, la distruzione di elementi Essendomi occorso di osservare due casi di · vecchi e la f'ormazione di più giovani e più vitali, coadi1tvando così indirettamente ad prurito arsenicale, credo opportuno parlarne at1mentare la vitalità dell'organismo ed indu- sia perchè si tratta di forme non troppo fra· cendo in esso una più valida resistenza al- quenti, sia perchè non è ancora ben chiarito 1~azione deleteria del bacillo tubercolare. Come ben osserva l' ALESSANDR1 (8), « la l'intimo rapporto patogenetico fra f'armaco e · t endenza ad incapsulare ed isolare i focolai dermopatia. I

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Considerazionì. - Il rapporto fr~ prurito e cura · ar.senicale è evidentissimo: Sorge il · I. Giovane nubile, di anni 22, . da Siena, prurito infatti nel corso della cura e con essa appartenente a f'amiglia benestante; sana è progredisce per sparire col cessare della merobu~ta, ben conf~rmata, poco ricca di adipe, desima, senza che altre cause esistano le ha vissuto sempre in ottima salute, dedicando quali possano spiegarne io sViluppo. ' la sua attività a quella parte dell'azienda doCasi simili di prutito localizzato senza lemestica che non richiede strapazzi e f'atica. sioni cutanee visibili trovansi raramente deMestruata regolarmente a 12 anni, da circa scritti nella letteratura (1). GoLnscRMIT lo ha venti.quattro. mesi le regole_, che per lo in::iscontrato una volta su 52 e precisamente nanzi erans1 mantenute perfettamente norin un nevrastenico alco Jlìsta. mali, sono divenute molto frequenti e si ri· LE,VIN lo ha descritto in un paralitico. petono periodicamente ogni 15 ·giorni circa e 'VELANDER l'ha ~itrovato in regioni non per una durata di giorni 4 · questo è l'unico psoriasiche unito a senso di torpore delle disturbo che affligge la ra~azza, e non è ac- · membra in seguito ad iniezioni arsenicali compagnato da nessun altro fatto morboso in tra venose. all'infuori della debolezza che sopraggiunge Recentemente D dcTOR ne ha riferiti due colle perdite, ma che presto si risolve colla casi; nel primo il prurito era localizzato allo i pernu trizione. scroto e · f'1:1 accom pagn-ato da congiuntivite, Per ov.viare a questo inconveniente dopo nel secondo al cavo popliteo; in, ambeduè i tentato infruttuosamente una infinità di rimedi e di cure, decidesi di tentare la cura casi il prurito si manif'estò durante la cura dell'arsenico, somministrato a dosi lenta.mente arsenicale, crebbe proporzionalmente ad essa per cessare col cessar della medesima in macrescenti . da -1 a 15 milligrammi. . .al farmaco devesene attribuire ' mera che la Per tre mesi la paziente tollera la cura . . traendo clalla medesima benefico effetto ta·n - or1g1ne. Conclusioni. - 1° Causata dall'uso interno ' tochè ~ periodi intermestruali si prolungar?no fino ad avere la durata di 20 giorni dell'arsenico, esiste l1na forma di prurito locirca. Al quarto Illese comparisce prurito in· calizzato senza alterazioni morbose cutanee tenso localizzato alle regioni anterointerna visibili. 2° Tale prurito, provocato molto proba_bildell~ coscia in vicinanza, dell.inguine e più specialmente dei genitali, non accompagnato mente dalla azione del farmaco espulso col sudore, si sviluppa in quelie regioni del corpo, da al.terazioni cutanee, il quale, nonostante i la irritabilità e la sensibi· dove maggiore è b~gn1 e la accurata pulizia del corpo quoti' . d1anamente praticata dall'inferma non solo lità della cute . 3° Condizione necessaria per il su.o svi- · . persiste, ma diviene t anto molesto' da farmi decidere a sospendere la c11ra arsenicale. Cessa luppo deve essere una qualche condizione individuale, transi.t oria o permanente, che è completamente 7 giorni dopo cessata la ct1ra da augurarsi di veder presto chiaramente per non più riprodursi. II. Oolono, di 35 anni, da Lucignano, sano dimostrata. }farino, 22 agosto 1902. e robusto,, anamnesi negativa· convalescente ~ ileotifo, fu da me sottopost~ alla cura arsenicale a dose cresoen te ~a 1 a 20 milligrammi Di un nuovo riftesso osse1·vato in <lne cnsi che l'ammalato eseguì scrupolosamente. Nel . di 1t101·bo di Pott. Per il dott. OoRLETTO FRANCE SCO. novembre, dopo due mesi dal principio della cura, compar-v e nella regione ascellare destra Esaminando due ammalati di morbo ·d i un prurito molestissimo non accompagnato Pott della regione dorsale (611• e 7a vertebra) da lesioni visibili della cute, che non dava ho potuto constatare un fatto curioso e nuovo • • • pace ne giorno, ne notte; .ribelle ad ogni (almeno credo) : ~etodo di cura, divenne mano a ~ano più (1) DocTOR. Prllrito localiz~ato jJer /'n so i11tr r110 mtenso e più seccan~e e cessò definitivamente clell'orseuico (Monats. fur prakt. Derm., n. 8. 1902). alla fi~e del terzo mese, 8 giorni dopo la in- - Vedi Bollettino délle mal. ven. sifil .11rin. e della pelle, anno III, n. 5. pag. 105. terruzione della cura arsenicale.

STORIE CLINICHE.

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Strisciando con dolce pressione nel senso dell'asse longitudinale, sui lati del ginocchio, col pollice da una parte e col medio e l'anu: lare dall'altra, si osserva che la gamba si flette più o meno vivacemente, fino a fo:mare talora quasi un angolo retto colla ?osc1a la quale si :flette sul bacino, port~~dos1 contemporaneamente (ma in modo p1u o meno marcato) in adduzione. Questo f'enpmeno, che è p ..itentemente 11n fenomeno riflesso, si esaurisce a 1nano a mano che si rjpete, e se la paralisi no:n è completa, ma vi è solo paraparesi, si ha più accentuato . ' accen(al meno mi pare) dal lato ove e. p1u tuata la paraparesi. Bisogna distrarre, come si fa anche . per altri riflessi, l'attenzione del malato (ottimamente colla manovra di Jendrassik) ove questo sia preavvisato. . Gli ammalati sono : 1° Oappato Antonio di Luigi, di anni 2~ di Minerbe (Verona\ affetto da morbo d1 Pott della 5a vertebra dorsale, con paraparesi più accentuata a destra. . . , . 2) Zamperlin Pasqua d1 Enrico, danni 26, nata a Porto di Legnago, domiciliata a O l'ti di Bonavigo (Verona), affetta da morbo di Pott della 7a. vertebra dorsale. con paraplegia :flaccida. Tutti e due sono accolti nelle sale chirurgiche dell> ospedale di Legnago, dirette da~1' esimio chirurgo dott. CESARE SALl\fASI, il quale colla solita squisita cortesia mise a mia disposizione gli ammalati e al q~~le (com.e ad altri colleghi) ho fatto vedere p1u volte il fenon1eno. Riservandomi di redigere dettagliatamente le storie dei due infermi e approfondire lo studio del fenomeno, da non confondere con gli altri fenomeni del ginocchio (quello patellare e il contralaterale di i\1arinesco) pub· blico intanto questa nota preliminare, perchè i colleghi possano controllarlo. P. S. La 2n an1mala ta, cloroformizzata, non però profondamente, presentava parimenti il fenomeno. \ ... illabartolomea (\..,..e eona). 28 maggio 1902.

Rcce1t!issi111e pubblicazioni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. OELLI (2• edizione), L . 5 \udirizza.re richieste oon Cartolinn-va.glia alla Società Edl· trlca Dante Allghlerl - Roma. ,~01

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~lalattia

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pseudo-llrouzioa (male dei Yagabondl) per il dott.

GIUSEPPE FINZI.

Il giorno 19 giugno del 19(J2 da un co~une . del circondario giungeva all'Ospedale d1 Casalmonferrato coll~ diagnosi di morbo d' Addison un cotale G..... F ..... , di anni 69, mendicante. La sua pelle, che presentava colorito .ge· nerale simile a qt1ello che si ha effett1vamante nella malattia di Addison, era ricoperta. alla lettera di pidocchi; di guisa che prima cura della infer1niera addetta alla sezione dovè essere quella di f'argli subire un bagno generale e t1n'accurata pulizia. Dopo la quale si potè verificare come il G ..... ~v.esse tt~tta la parte posteriore della .s p~lla s1rust:a ricoperta di piccolissime eros1om cutanee in pa~~~ sanguinanti, e in parte tra loro fondent~s1 in guisa da costitaire una chiazza rosso:v10lacea, che spiccava sul colorito generale giallo bronzino della S11iperficie posteriore del corpo. Alla superficie anteriore l'uniformit~ de~ colorito bronzino era interrotta da p1ccol1 punti bianchi disseminati ?on . caratteri di cicatrici e da estese macchie d1 un colore cioccolatte scuro tendente al nero a contorni • ' macchie che notavans1. sfumati ·e indjstinti, più specialmente sul collo, sulla m~tà. destra del torace sulle superficie poster1or1 delle avambrac~ia e delle mani, alla cintura, al pube, sulla superficie antero interna delle coscie e al dorso dei piedi. La cute era rugosa Hill' addon1e. 8ulle gambe spicca van? tronchi di vene varicose. Giallastre apparit vano le palme delle mani e le piante dei piedi. Sulla mucosa del labbro inferiore, della gengiva inferiore e dell'apice lingu~le ~ota­ vansi chiazze violacee, come ecch1mot1che. L'infermo emanava un puzzo nauseante di i· caprone, e fu perciò collocato in una camer.a a parte. Pareva come imbecillito, e .male r~­ spondeva a principio alle domande r1voltegl1. Perdeva a gocce l'urina per il letto e non chiedeva quando avvertiva bisogno di defe· care. Era ridotto allo stato di un bruto. Nei pri1ni giorni non inangiò che a stento e dovè essere imboccato. Era debole per modo che non poteva da per sè neanche met~ers~ a sedere sul letto; non si lagnava pero di l dolori in alcuna parte del corpo. Coll'andar~ dei giorni, alimentato convenientemente, ripulito con cura, si riebbe; e pur serbando -

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l'intelligenza sempre notevolmente ottusa, potè rispondere a richiesta, che mai si era sottoposto a cure di speciali medicamenti, e che da un mese si trovava in quello stato miserevole dopo che una caduta contro un paracarri l'aveva distolto dai consueti giri di mendicante, e l'aveva obbligato a- stare lunghi giorni sulla pagiia in istalle e fienili, soccorso alla meglio dalla carità dei campagnuoli. Strisciando una lama ottusa sulle chiazze più scure che si notavano sugli avambracci e sulle cosce, si producevano striscie biancogrigie; le quali al giorno seguente scompa· rivano dando luogo a un colorito giallo-bruno simile a quello delle parti vicine della cute. Tuttavia col tempo e colla continuata nettezza le macchie più scure impallidirono, e mercè l'alimentazione sostanziosa il G ..... agli 8 di ottobre potè uscire dall'Ospedale rimesso alquanto in forze, e colla cute di una tinta tendente al giallastro e soltanto con tracce di pigmentazione, dove già prima il colorito tendeva al nerastro. L'esame delle urine ripetuto più d'una volta non lasciò mai rilevare nè albume, nè zucchero, nè speciali sedimenti. Rimandato all'Ospedale ai primi di novembre dal sLto Comune, il G ..... , inetto anche per l'età a qualsiasi occupazione proficua, fu dopo alcuni giorni fatto accogliere nella Casa di Ricovero. L'aspetto generale dell'infermo all'epoca del suo ingresso era quello d'un individuo· affetto da malattia bronzina; però contrariamente a ciò che si verifica in 'l uesta forma morbosa, la faccia era meno oscura delle altre parti, e la pigmentazione agli arti era mag· giore alla superficie estensoria che alla fles · soria. Considerando queste particolarità, l'età avanzata dell'infermo, la mancanza di dolori all'epigastrio o ai lombi, e anzitt1tto la ge· nerale invasione di pidocchi, onde era stato vittima il corpo del G ..... , mentre d'altra parte non era mai stato sottoposto a cure di sali d'argento, feci diagnosi di rrialattia pseudobronzina (male dei vagabondi, melanodermia ftiriasica) e il decorso giustificò la diagnosi; poichè se il G .. ., in ragione dell'età e dei patimenti subiti non si rimise del tutto dalla debolezza, di guisa che all'epoca di sua uscita camminava solo lentamente coll'aiuto di un

bastone, pure il suo colorito generale si rese sempre meno oscuro, e scomparvero anche completamente le chiazze violacee della mucosa boccale, chiazze, che, come è oramai nòto, non sono pe1' nulla esclusive del morbo di Addison, e che già in altri casi di malattia dei vagabondi erano state osservate da THIEBIRGE, -da BESNIER, da Cr-1A UFF ARD e da GREENHO\V.

Casalmonferrato, 1° dicembre 1902.

PRATICA PROFESSIONALE L'impotenza da ab11so di tabacco. L'l1so e l'abuso del tabacco hanno prodotto un certo numero di perturbamenti fisiologici e patologici ben noti : le intermittenze nei battiti del polso, le palpitazioni cardiache all'infuori di ogni lesione organica, la dispepsia, la gastralgia, la mancanza d'appetito, l'angina di petto, disturbi della vista, tendenza alle vertigini, diminuzione della memoria, amnesia, indebolimento della sensibilità e della mobilità. Il tremo.re e la tosse nei consumatori di tabacco cessano quando i malati sospendono cli fiutare ta· ba.eco o di f11mare. Il tabacco estende la sua in· fluenza fino alle ossa, a Clli comt11tica un colorito giallastro. Infine, fatto ancora più grave, il tabacco può determinare, in quelli cl1e ne fanno rtbuso, vere lesioni organiche del cuore. ~Ialgrado tutti qt1esti disturbi il fumatore rinun· cierà difficilmente a separarsi dal tabacco e t11ttavia a.ll'infuori di ogni manifestazione sopra segnalata ne esiste un'altra che merita speciale menzione: ed è l'impotenza dovuta all'azione depressiva esercitata dall'abuso del tabacco sui centri nervosi. Esperienze praticate sugli animali son venute a confermare questi fatti, che erano già stati segnalati per l'uomo. In certi malati che T"ollero acconsentire a cessare l'u~o del tabacco, il desiderio genitale ricompary·e rapidamente. In q11elli i11vece che persistettero n ella loro funesta abitudine i fatti si accentuarono. Come agisce il fumo di tabacco s11ll'economia? Allo stesso modo dei veleni lenti. L'assorbimento si fa a traverso lo stomaoo e le vie pohnonari. L'intossicazione ha luogo gradualmente, ma molto più rapidamente in q11elli che trang11giano il fum o. L'analisi del fumo del tabacco ha rilevato l'esistenza di nuovi alcaloidi, molto più tossici della nicotina e che sembrano agire direttamente stil midollo. Bisogna segnalare inoltre la presenza nel tabacco

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. dell'acido cianidrico è dell'ossido 'd i carbonio, la finalmente 1 influenza che queste abnormi rappre· cui azione è· in ragione inversa della resistenza. del sentaziòni psìchich.o possono a vere sulla volontà. soggetto. Un altro forte ~rgomento in favore della sua Geol'ges Petit, segretario della. Società contro tesi trova l'.A.. nel fatto ben noto che la dispepsia l'abuso del. tabacco; segnalò in . una comunicazione · :Q.ervosa guarisce anche in seguito ad una -cura le alterazioni degli ·orgalli genitali . . pui·am~nte psichica. , Sec9ndo questo À:· si avre~bero . le segu~nti mo· dific!tzioni. Pel fegato, nell'intossicazione .. acuta la Disturbi della deglutizione . nel cancro esofagéo. vaginale è intatta, la testa e la coda·déll'epididimo Nel cancro dell'esofago l'impossibilità di inghiotsono intatte, il testicolo e congesto e i canali se· tire gli alimenti può dipendere tanto dallo spasmo miniferi sono sede· di.attiva proliferazion9 celluiare mt1sèolare pr:ovòcato dal . contatto del bolq alimen• con desquamazion·e epitelial_e. · · tare quanto dal restringimento prodotto dallo stesso Nell'intossicazione cronica· il testicolo si atrofizza neoplasma. e si scolora: ·apparis·ce bianco àlla sezione, realiz·. z.a ndo il tip6 d~ll'anemia. testicolare. . . Perigastrite. ..A..nche del ta. . . le. ovaia risentono dell'influenza La perigastrite . adesi-va consecutiva all'ulcera bacco, diventando atrofiche e ·rug9se.· N ell'intossi· dello stomàco è più frequente a sinistra. che a decazione . di lunga datP.i f?econdo- LE · JuGE DE SE· stra. Su 12 osservazioni, la per~gastrite aveva sede GROIS (Arch. Genera/es .de Mf!d. IV-1902) l'ovaia. diventerebbe un picc0lo nocciolo duro e colorito in 4 volte- a destra e 13 a sinietra.. giallo. ·si risco.n ti:ano l~ stes~e · d~generazioni fibrose del testicolo. APPUNJitI DI JitEl)_APIA Queste lesioni anatomiohe ritrovate nell~intost:)ica· zione croni(~a pr<:>dotta sugli animali' combaciano . . . perfetta:mente coi sintomi che si riscontrano nel- Con-tribuzione alla patogenesi del processo blel'uomo e testimoniano la · violenza del 1releno sugli norragico con speciale .riguardo alla cura dell& 'o rgani della generazione. complicanze a distanza (metodo Baccelli). · . . Riassumendo : l'anatomia fornisce la prova irre· . Togliamo dal Gior1zale inter1iazionale clelle sc;enze :f utabile dei disturbi clinici che il tabacco deterfftecliche (anno XXIV, fase. 21) questo interessante mina nell'uomo che ne·. fa abuso. studio fatto dal pro!. MA.RIO 0Ro nell'Istituto der. . • mosifilopatico del DE .1U1101s. Per consiglio del nostro Mae~tro, cui rendiamo • ... La cosidetta dispepsia nervosa . sentite grazie, abbiamo ripi:eso lo studio della pa· A. STRùMPEJLL (Oentr. far irin. 1Wed., n. 29, 1902), togenesi del processo blenori~agico, rivolgendo l'atcontrariamente · all'opinione assai diffusa che le tenzione specialmente alla ricerca del diplococco cause della dispepsia ner"'rosa siano da ricercare in gonorroico nel sangue circolante d'individui affetti disturbi dell'attività .motrice o secretrice dello stoda uretrite specifica con ò senza complicanze, ricomaco, in fatto di autointossicazione o di abnorme ecci· verati in 0linica, o presentatisi al Deambulatorj.o. tabilità rifle·s sa, ecc., ritiene che la causa più fre· Ci assicuravamo, anzitutto, della presenza del quente e di maggior momento stia in una morbosa gonococco nel prodotto uretrale col metodo di co· alterazione dell imma,ginazione dell'ammalato . . !orazione ordinario, e di controllo (col Gram), e poi Egli climostra che in similj casi, raccogliendo n:e praticavamo l'innesto nell'appropriato materiale con diligenza l 'anamnesi,_ si riesce quasi sempre a nutritivo; contemporaneamente, veniva tentata la mettere in evidenza qualche l eggero disturbo psi· cultura del sangu.e circolante, aspirato, con siri1tga chico, certi stati d'animo angoscio.si, coll'apparire Pllrsini sterile, direttamente dalla vena cefalica · dei q11ali si può ql1asi sempre mettere in relazione dell'infermo, osservando la più rigorosa tecnica l'insorgere dei primi disturbi gastrici. batterio-logica. Tre sono i momenti principali che, secondo l' A., Il materiale· nutritivo per la cult11ra era prepa· spiegherebbero come da questi anormali stati psi- rato mediante aggiunzione diretta, ai tubi di agar chici si svolga il quadro clinico della dispepsia alcalino fuso, di sangue umano che di già consernervosa: l'influenza ch e hanno alcune vivaci rap- vavamo sterile e liquido, per commistione di una presentazioni psichiche sopra certe funzioni orga- piccolissima quantità di glicerina sterile ; e ciò per niche (senso di calore, sudori, diarrea, ecc.); la evitare l'azione della, ster;z;zzazione alla Pgn,dall reale comparsa cli certe sensazioni soggettive in sul sangue medesimo. Prima di adoperarli, i tubi seguito a se1nplici pensieri o immaginazioni che si cosi prepa.r ati e solidificati a becco di flauto, veriferiscano a q11elle sensazioni (gastralgie ao,llte niv-ano tenuti in osservazione, per 24: ore, nel teral semplice p ensiero di ima malattia di stomaco); mostato a 37°.

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ANNO

IX,

FASC.

10]

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SEZIONE PRATICA

311

Oltr.'? alle _seminagioni in tali tt1bi, contempora· · sivainente loca~è, ma come un processo morboso, .il • neamente, sulla superficie di altrettanti tubi di q11ale, se ordinariamente rimane circoscritto alla. . agar alcalino a becco di flauto, depositavamo uno sede d'inoculazione (talvolta provocando complicanze ·per continuità), .può, non di rado, occasio· strato di sa:µgue abbastanza abbondante · di quello aspirato dall'individt10 in esarri.e; e ciò in gujsa da nare manifestazioni a distanza, le quali possono essere g-r avi od anche letali. avere, per o~ni osserva.zione clinica, due tubi di Confermata anche da noi, sperimentalmente, la già preparati con sangùe, e due con sangue ag· . . giunto nel momento della ricerca. I ~ubi venivano patogenesi del reumatismo blenorragico con la coltura del gonococco nel sang11e circolante a distanz.a direttamente portati nel termostato a 37°. ·Nè man· da ogni manifestazione, veniva naturale l'applicacavamo, dall'altra parte, di praticare tentativi di cultura nei comuni mezzi nutritivi, . i quali, lo di- zione del metodo Baccelli n ena· eura. di tutte le ·. ciame di già, rimasero sempre sterili nBgli inse- manifestazioni a distanza, ottenendosi con tale me-· mensamenti diretti dal sangue; diedero risultato todo la distruzione dell'agente patogenq in 1noclo . positivo dal prodotto uretrale, nelle forme associate,. piÌlt pronto di qziello clze non si ottenga co1t le altre per ciò che riguarda forme batteriche aggiunte al vie, compresa l' ipoder11iica. gpnococoo. e La via trionfale così il 'BACCELLI -~ acces.. Gli esperimenti riguardano: sibile ai farmaci eroici è tmicamente riservata a 1a Serie. - 35 casi di uretrite anteriore acuta, quei casi in cui pericu ln11i est iii 1/'torçi, quando la con decorso dai 3 ai 10 giorni, senza precedente gravità dei si_nto~i, l'inst1fficienza delle altre vie trattamento. di ammìnistrazione debbono r.egolare la condotta Risziltato batteriologico del sa1igzie c;rcola1tte, 1te· del medico. » .qativo. Noi, adunque, nei casi di re1i11taf;smo blenorragico 2a. Serie; - 12 casi di uretrite totale blenor.. riferiti, ricorremmo alle iniezioni endovenose con ragica subacuta; sosp esa ogni cura per 4 giorni. soluzione di sublimato corrosivo preparata con prima dei tentativi culturali. acqua sterile, e cloruro· di sodio, in tubi .s terili, il Esame batteriologico del sa1tgue, 1tegativo. cui titolo variava da grammi O. 50, a 1, a 2 p er 3a Serie. - 3 casi di uretrite cronica totale, e mille. L e inieziont venivano praticate nelle vene 3 casi di uretrite cronica limitata all'uretra poste· cefaliche, previa disinfezione d ella regione, impe· rio re. dendo, momentaneamente, il circolo di ritorno eon • Esame del sangzie, 1tegativo. legatura verso il terzo superiore del braccio, che lo 4a Serie. - ! casi di uretrite blenorragica coµ infermo manteneva penzolone, con pugno chiuso ascesso p eri11retrale doiruti esclusivamente all'azione per ottenere più facilmente la tt1rgescenza delle del gonococco; 4 casi di uretrite subac.uta con vene. Usavamo una comune siringa di Prayaz, ascesso periur~~rale, dovuti ad associazione mim·o· bene sterilizzata chimicamente, spingendo l'ago ìn bica. senso obliquo fino ad avere la sen sazione del Esame batteriologico del sa1igue, 1iegativo. ·v uoto, che ci r endeva sicuri di essere n el 111me 5a Serie. - 1 caso di uretrite subacuta con della vena; tolta rapidamente la legatura_, ristabi· penite flemmonosa ed ascesso, esclusivamente di lito il circolo, iniettavamo, molto lentamente, la so· natura gonococcica; 1 caso di uretrite totale suba· luzione. Ritirato l'ago, si applicava localmente della cuta, con adenite inguinale destra suppurata, nel garza bagnata al sublimato al mezzo per mille, e cui prodotto si rinveniva il gonococco. si fasciava. Giammai abbiamo avuto a lamentare Esa1ne del sangne, negativo. inconveniente alcuno. 6a Serie. - 3 casi di llretrite blenorragica su· IL risultato fu sorprendente e rapido, quando i bacuta 0on reumatismo blenorragico acuto. comuni metodi avevano dato risultato negativo. Per L' esa1ne batteriologico .fu, positivo i1t u1t solo caso, la guarigione non occorsero che dalle 5 alle 7 iniedal sa1igne c;rcola1ite lo1ifano dall'articolaz;o1te affetta. zioni, praticate a giorni alterni. Sull'articolazione I te1ttativi di cultzira dal liquido articolare, negativi compresse all'ittiolo. in dzie, positivo i1i nno. Fin dalla prima sera il dolore locale dimjnuiva Data la scarsezza con cui il gonococco può trosensibilmente, al punto di permettere il sonno. Anvarsi libero, o n ei leucociti del sangue circolante, che la temperatura, che in un caso raggiunse i nei casi di complic~.nze a dista.nza; e la r elativa 40. 5°, rapidamente decresceva, ed alla 4a o 5a inie· difficoltà di colpirlo e coltivarlo in simili condi:.. zione scompariva del h1tto. Il rbssore e la tumefa· zioni, non è a meravigliare se il risultato positivo zione dell'articolazione si modificavano di pari si sia ottenuto una volta soltanto. Questo risultato, passo.. · aggi11nto a quelli degli altri autori, che di già si Concludiamo perciò, col raccomandare l 'uso delle occuparono dell'argomento, avvalora sempre più il iniezioni endovenose con soluzione di sublimato concetto che la blenorragia non debba essere tracorrosivo nella cura delle complicanze a distanza scurabile e da considerare come una malattia esclu· del processo blenorragico, pID·chè vengano fatte (23) •

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312

Tralasciando la descrizione di quei casi ehe hanno poca o nessuna importanza speciale, accenniamo soltanto al caso cli i)enite ed a quelli di re11matismo :

Uretrite blenorragica siibacuta. Penite ft ent11tosa con ascesso. Trattasi di un infermo (E . . . . .. P . . . · ..) pre· sentatosi al deambulatorio, in cui 1'11retrite datava da tre settimane. Da pochi giorni, in seguito· ad iniezioni irritanti e mal praticate, si era sviluppata infiammazione flemmonosa dei corpi cavernosi, con un focolaio centrale suppurativo. L'urinazione riu· sciva difficile, ed il getto era molto diminuito; le erezioni freq11enti e dolorosissime: con deviazione laterale destra dell'asta. Tentammo la guarigione mediante abbondante aspirazione del p11s, con siringa T ursini, e serven· docene per le ricerche. batteriologiche. Dopo alct1ni giorni l'infermo dovè esser~ operato.

Regi11te. Vegetale quanto più è possibile. logt1mi verdi, purées di legt1mi, carni bianche, composte, vino bianco tagliato con tre quarti d'acq11a di Vals, birra leggiera. Non liquori alcoolici od eècitanti. Nei casi ribelli, r egime latteo assoluto. Cara ;nterna. Lassativi, purgativi loggieri, diure · tici: tisana di gambi di ciriegie, di gramigna nitrata. Antisettici gastro-intestinali: naft<>lo B, benzonaftolo. , Ergotina . . . . . . . centgm. 10 )) 5 Estratto di genziana. . . )) 1 Estratto t.ebaico . . . . Estratto di belladonna . . millig1n. 1 M . s. a. per una pillola.. Di simili n. 20. Due al giorno. Granuli di azotato d'aconitina, di 1 / .., di millig9c'tmmo. Uno o due al giorno.

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cndov~nose

dt subli1ualo corrosivo nella

cura delle locai i:;:;a:;ioui sierose ctt arlicola.ri del virus ble11 orragico,

Riforma. medi ca 1")97, vol. I\'·, png. ~/, in uno studente aveva. tentn to ta le metodo di cura. ~Innca. qualsiasi ricer ca ba tte1·iologicn.

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Cura dell'urticaria.

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(1) Il Lr.v1 (l e inie:;ioni

lX, FASO. 10)

F . . . . . S .. . . ., di anni 32, da Napoli. Ebbe diverse volte uretrite di cui guarì. Mai reumatismo. Nessun dato anamnestico. L'uretrite data da 7 mesi. Bruscamente, nel marzo 1901, dolore, tumefazione e rossore del collo del piede a destra, con febbre; dopo 3 o 4 giorni tumefazione e dolore anche a sinistra; dopo 4 o 5 g iorni ancora dolore puntorio pleurino destro, e successivamente tumofazione, dolore, rossore del ginocchio sinistro. Venne al deambulatorio nell'aprile 1901. Esame del prodotto uretrale positivo dal punto di vista del gonococco. L'aspirazione dal ginocchio. ove si notava notevole v ersamento, diede risultato batteriologico negativo. Praticai 7 iniezioni, con g11arigione. Per l'idrarto del ginocchio, aspirazione, apparecchio. Guarigione dopo circa t1n mese. Successivamente cura termale ad Ischia.

S . . . . F . . . . ., di anni 36, da Napoli, celibe, ebanista. Mai reumatismo articolare. Diverse volte si contagiò di blenorragia. Verso la fine di dicembre 1900 nuova 11retrite specifica, . p er etti praticò iniezioni uretrali. Dopo 15 giorni forte dolore e tumefazione con rossore del gomito sinistro, febbre elevata che la sera raggiunse 40. 5. }Iovimenti impossibili. N egative le com11ni cure locali e generali. Dopo alcuni giorni dolore, tt\mefazione anche al polso sinistro. In tali condizioni io l'osservai e dopo di essermi assict\rato della natt1ra blenorragica dell'uretrite, insistei per 1 osservazione batteriologica del sangue: mi fu accompagnato all'Istituto, ove tentai, con risultato jJOsitivo la cultura del sangue. Insistei per le iniezioni e ndo,renose e ne praticò tre da un mgm. di s ublimato, e dt1e da dt1e mgm. nella -vena metliana basilica d estra. Nessuna r eazione locale. Rapida scomparsa dei fatti infiammatori e della febbre, g uarigione dopo 10 g iorni.

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Ren1natis1no blenorragico.

N .... N ...., studente di nledicina. Forte tu· mefa zione, rossor e e doloro d ell'articolazione del collo d el piecle a d ostra, con febbro elevata, inson· nia. Uretrite st1l)·acuta. E same del prodotto ble· norragico positi,?o. Negativo q11ello d ell'articola·

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zione: tuttavia il decorso, e la forma clinica non permettevano alcun dubbio sulla nattu·a della. le· • s1one. Nessun precedente di reumatismo. ' Salicilati, sali di chinina, ecc., impacco con pomata mercuriale e belladonna negativi. Il cloralio non provocava il sonno che per qualche ora. Praticai 6 iniezioni endovenose, di c11i una da mezzo mgm., tre da un mgm., e due da cl11e mgm. con intervallo di due g iorni. Risultato assolutamente insperato. Fin dalla prima iniezione cessazione dei .dolori, sonno. Guarigione completa.

con la massima acc11ratezza di tecnica e di anti· sepsi (1).

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l ANNO

IL POLICLINICO

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Acq11a distillata . • • • Bromuro di potassio • • I 7> di sodio • • • ,. di ammonio . • :àI. s. a. Un ct1cchiaio la sera.

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anag1n.

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A S"~O IX, F ASC

Bromidrato di chinina da 25 a 5() centgm. al giorno, per parecchi giorni. Non. atropina. .Aoqne 11ii11erali. Specialmente nelle urticarie ero· niobe recjdivanti : Vichy, Royat, Sangemini, ecc. Cura esterna. Contro il prurito. Lozioni con aceto; lozioni fenicate dal 2 al 5 °/0 , lozioni ed applicazioni di compresse imbevute di decozione alcalina di guaco contuso al 5 °/00 ; 109.iioni tiepide con una soluzione di acido n1onocloro- acetico 1 : 200; lo• • z1on1 con ~ Acqua . . gm. 1000 Acqua cloroformata . ( Cloroformio centgm. 50 con alcool canforato all'1 : 100; con Acqua gm. 200 Lozione eterea . . » 100 Etere

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('011

31~

SEZIONE PRATICA

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Acqua di lal1ro ceraso. gm. :. Cloralio . . . . . .

250

5

con latte di mandorle. Dopo le lozioni cospargere con polvere d'amido : Amido . . . . . . . gm. 50 Ossido di zinco . . . » 5 ov,rero: Amido . . . . . . . gm. 50 Acido salicilico . . . . > 10 Eccettuati i casi di urticaria cronica, nei quali i bagni prolungati caldi possono essere consigliati, non si facciano bagni, sopratutto freddi. Abbandonare anche l e lozioni fredde. Impacco ovattato ermetico. J ACQUET (Ann. de TJiérapeutique) .

l\IMEDI NUOVI

Sul valo1 e emostatico della stipticina nelle metrorragie. 9

Furono somministrate 3 cartine al giorno di stiptic.in;i di 1~ ~entig. l'una per tre giorni consecut1 v1 ; guar1g1one. 2° C. . . . M . ... anni 2~, di Gubbiano (Cascia), metrorragia per aborto al terzo mese, stipticina somministrata come nel caso preca· dente, 7 giorni di cura; guarigione. 3° C. . . . .'i. . . . anni 43, di Onelli, emorragia post partum, idem, 4 giorni di cura. 4° P. . . . E. . . . anni 35, di Cascia, emorragia per procurato aborto al terzo mese, 3 giorni di cura, idem; guarjgione. 5° D. C. . . . F . . . . anni 21, di Cascia, emorragie mestrualj, idem, 4 giorni .ìi cura. 6° C. . . . E. . . . di Pomonte, emorragie mestruali, idem. 7° C. . . . R. . .. d 'anni 24, di Cascia, emorragie mestruali periodiche, 5 giorni di cura. 8° D. F. . . . M. . . . anm 321 di Castel S. Maria, metrorragia imponente da causa ignota. 2 giorni di cura. 9° C. . . . C.... di Gualdo Cattaneo, emorragia da metrite cronica emorragica, cura periodica; guarigione sintomatica in tre o quattro giorni. 10. P .. .. D . . . . d'anni 32, emorragia da metrite cronica, 2 giorni di cura . 11. G . . . . M . ... di Onelli, d'anni 37, grave emorragia. per metrite ed annessite, 5 giorni di cura, guarigione, iniezioni ipodermiche di stipticina. 12. N. . . . S . . . . anni 40, metrorragia prob~~ilmente traumatica, 2 giorni di cura ; guar1g1one. In 3 casi, di cui due erano dovuti a fibromiomi uterini, ed uno ad una probabile affezione tubercolare tubo-ovarica, ebbi r jsultati poco soddisfacenti. Il clo ridrato di cotarniria o stipticina è una base ottenut~ dallo sdoppiamente della narcotina, uno dei tanti alcaloidi dell'oppio La narcotina dunque sottoposta all'azione di sostanze ossidanti si scinde in meconina e cotarnina. A simiglianza delle proprietà farmacologiche anche la costituzione ch1mica della cotarnina è molto simile a quella dell'idrastinina, da cui si distingue perchè un atomo d'idrogeno della sua formola O 12 H ~ No' viene sostituito dal gruppo O. C H 3 . E' sotto forma di piccoli cristalli gialli f'a· cilmente solubili nell'acqua. Le sue proprietà fisiologiche e terapeutiche furono studiate specialmente dal GoTTSCHALK di Berlino, dal KALLMORGEN, da.I RousE, dal MARFORI e da altri. Quanto al meccanismo di produzione 1

Comunicazione fatta al IV Congresso medico Umbro del D. GINO RECCHI.

Espongo in succinto una serie di 12 casi tipici di forti emorragie uterine, in cui ho somministrato con sorprendente vantaggio il cloridrato ai cotarnina o stipticina, e che son caduti sotto la mia diretta e scrupolosa osservazione in un brevissimo periodo di tempo, dacchè per consiglio dell'egregio collega dottor CoNTRATTr, il quale ha lunga esperienza personale sull'uso del preparato, cominciai a:rich'io a prescriverlo nella mia pratica di condotta: 1° P. . . . A. . . . d'anni 60, di Cascia, gi:ave metrorragia tra11matica per la rimozione violenta di un pessario in sito da due anni determinando profonde ulcerazioni.

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314

[ANNo IX, F ASC. 1OJ

IL POLICLINICO

dell'emostasi a v'è disaccordo fra i farmacologi, alct1ni dei quali ritengono dcversi la sua azione emostatica alla diminuita pressione sanguigna, altri all'eccitamento del centro vaso-motore. Io tralascio tutte le conclusioni sperimentali dei vari studiosi dell'argomento, intorno alle sue diverse azioni sul cuore, sul sistema ' nervoso centrale, sul sistema muscolare, sulle fibre dell'utero, ecc.; e vengo aile deduzioni cliniche tratte dai casi in discorso. 1 Ha un'azione potente e duratura superiore all'ergotina, all'idrastinina, e alla ferropirina (preconizzata dallo Sc1-IAEFFER nella pratica ginecolc,gica) in certe forme di metrorragie come nell' emorragie mestruali, in quelle per metriti croniche, fungose, in quelle dovute a casi ostetrici, e nelle emorragie di origine tubarica od ovarica. E nullo l' effetto in quelle forme d'emorragia cosidette sirilomatiche, come ql1elle do· vute ai carcinomi e ai fibromiomi dell'utero, nei quali specialmente è più v'"antaggioso somministrare l'ergotina (l ). 2° Oltre all'avere un'azione emostatica ha anche un'azione calmante e sedativa. 31) E' tollerata benissimo dallo stomaco, non dà nausee, nè dolori dopo la somministrazione, e non dà, anche dopo l'uso prolungato, cefalee, freddo agli arti, e gli altri disturbi dell'intossicazione ergotinica. 4 Si somministra benissimo, come nei casi descritti, per via interna sotto fo:r;ma di cartine di 10 centig. l,una, 3 al giorno, e questo p er noi medici condotti non è senza importanza pratica potendo così escludere in molti casi la medicazione ipodermica ostacolata a volte dalle grandi distanze e da altre ragioni d'opportunità. Dal r asG o si può 1..1sare con lo stesso vantaggio l'iniezione ipodermica adoperando la soluzione acquosa di l gr. di stipticina su 10 gr. di acqua sterile. >

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VAR.:IA Medici di Stato. -

Per quanto noi possiamo dire o fare, ha dichiarato un consigliere ml1nici. pale parigino, noi c'incamminiamo rapi lamenta verso il momento in cui la medi·~ina diverrà lln servizio pubblico come la fornit11ra dell'acq11a o del gaz. Questa profezia pare sia in procinto di realiz· zarsi in Olanda. Si tratta della creazione d'un fondo di Stato de· stinato al pagamento d'un salario fisso a tutti i medici dei Paesi Bassi. Onde tradurre in atto questo progetto la società medica olandese propone una tassa da 1 a 2 per 100 sulla rendita d'ogni persona che abbia l1na rendita annua d'oltre 500 fiorini. L e cure di questi medici di Stato , trasformati in funzionari salariati, sarebbero date gratuita· m ente a tutti i membri della collettività. Vi sarebbe un medico di Stato per ogni 2000 abitanti, oiò che per llna popolazione di 5 milioni d'anime rappresenta un totale di 2500 funzionari medici. «

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A.ssicm·azione contro i rischi chirurgici. -

Lo intervento del bisturi è di~renuto un incidente così frequente della nostra esistenza che gli inglesi hanno giudicato che sarebbe forse t1tile creare delle compagnie d'assic11razione contro i rischi chi· • • r11rg1c1. Difatti l'assicur azione avrebbe per scopo di pagare le spese dell'operazione. Verso pagamento d'una annualità convenuta l'as· sicurato avrebbe diritto, in caso di malat tia che ab bisognasse d'un intervento chirurgico, sia ad una data somma, sia all'operazione gratuita ed alle c11re consecutive iu una casa di salute.

'raccinazioni e vaiuolo. -

I due numeri del 21 e del 28 di quest'anno del Boston 11le· dica! a1zd surgical Jozl1·nal contengono degli

articoli sulle vaccinazioni e sul vaiuolo inte· ressanti tanto dal lato scientifico che da quello pratico. U n primo articolo tratta della preparazione del vaccino animale, a"\rendo di mira special· . mente la questione batteriologica in rapporto alla purezza del vaccino. Un secondo a1·ticolo tratta della tecnica della vaccinazione (scelta Gnn.lclo Cattaneo, ottobre 1902. della linfa, condizioni del paziente, operazione, cura successiva). Segue poi un a1·ticolo sugli accidenti che possono talvolta verificarsi in seguito alla vaccinazione e sulla i·elativa (1) Dott. G1NO REocm, Suita c1ira dell'er,qotina diagnosi, specialmente rig11ardo alle forme 11ci /'ibro11lio11ii nteri1"i, estratto dalla Gazzetta degli cutanee. Il vaiuolo e s11a diagnosi è oggetto Ospedali e delle Cliniche, n. 108< anno 1901. di un articolo speciale ed interessante è l 'Pnu· merazione dei mezzi atti ad una diagnosi precoce, e la diagnostica speciale fra Yaiuolo. eczema pustoloso, sif il ide, impetigine, acne. (2G)

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[ANNO

IX,

FASO.

10)

Infiae, una b11ona i~assegna dei mezzi di cura, e particolarmente dei mezzi igienici tanto im· portanti in questa infezione, come in altre, completa la serie dei lavori che dànno un'idea del senso veramente pratieo che informa l'ope· i·osità scientifica dei medici inglesi. te.

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315

SEZIONE PRATICA

N trmerosi furono gli antisettici usati e proposti

per la disinfezione degli sputi entro le sp1ttac chiere. Fino a poco tempo fa, si diede la prefe· renza all'acido fenico, ma ben presto si riconobbe che non è completamente attivo e si ricorse al lisolo che è il più comunemente usato. Fra i primi esperimenti sul proposito sono da citarsi quelli di IGIENE SCHILL e FrSCHER, i quali trovarono che la mag· gior parte dei comuni disinfettanti chimici, sebbene attivissimi rispetto ai bacilli tubercolari negli sputi Sulla disi11fezione degli sputi s~cchi, riescono invece insufficienti per gli sputi s1lecial1nente in rapporto alla tubercolosi. freschi. La causa di ciò sta nel fatto che questi È inutile insistere s11lla necessità di ostacolare agenti provocano llna rapida coagulazione delle in ogni modo la cliffusione dei bacilli tubercolari sostanze albuminoidi contenute nello sputo, forman · per mezzo degli sputi. Per quanto )e nuove e re· dosi così llna specie di involucro impermeabile centi esperienze del FLUGGE e della sua scuola esterno che impedisce a l disjnfettante di agire in dimostrino ql1ale causa principale di diffusione dei profondità. Fra i disinfettanti usati dai predetti bacilli, le goccioline di saliva proiettate dai tuber· autori, quelli che diedero migliori risultati furono colosi nel tossire, n ello starnutare, nel parlare, l'alcool assoluto ad alte dosi, l'acido fenico in so· nondimeno non è possibile trascurare quella fonte luzione al 5-10 per cento, ma specialmente l'acq11a ricchissima di bacilli data dagli sputi tt1bercolari satura di anilina. disseccati e polverizzati, corno per prin10 dimostrò Recentemente furono ripresi gli studi in propo· il CoRNET. Una razionale profilassi deve quindi sito, e sono particolarmente da citarsi il lavoro propugnare la diffusione di numerose sputacchiere dell'OTTOLENGHI (R;v. d' igiene e sa1i;tit pubblica, nei luoghi più frequentati dal pubblico, e combat· 1° marzo 1902), il quale studiò l'azione clisinfettere la dannosa abitudine di sputare a terra. tante dell' acq11a di anilina, e quello del EONI Data p erciò la grande importanza igienica delle (Gazz . degli Os1Jedali e delle C!iniclte, 16 nov. 1902 splttacchiere, è naturale che tutti gli sfòrzi si sieno che fece recenti esperimenti sul potere disinfetri"\'"olti su due punti principali, sulla confezione tante della calce. cioè di appàrecchi pratici e rispondenti alle esi· Stante l'interesse di q11esta questione cosi ,~itale. genze igieniche, per raccogliere gli sputi, e sul cercheremo di esporre sommariamente il risultat o modo di distruggere gli sputi in essi contenuti. delle s11ddette ricerche. Delle sputacchiere se ne hanno diversi modelli L' 0TTOLENG1:Ir, riprendendo le esperienze di più o meno perfezionati. Per citare i più recenti, SCHJLL e F1scHER, ha usato per le sue esperienze ricorderemo le sp11tacchiere portatili e tascabili non solo l'acqua di anilina purissima della casa, con1e quella di Dett-nTeiler, e ql1elle fisse fra le l\Ierlr, ma studiò anche l'azione degli oli di anilina, quali le più consigliabili sono quelle di Abba e di di prezzo inferiore, che servono specialmente nel· Simonetta. Assai pratiche, e dal lato igie11ico su· l'arte tintoria. Le soluzioni di olio di anilina fatte periori a tutte, sono le sputacchiere di carta, di· in acqua di condutttLra con violenta e ripetl1ta struttibili col fuoco . agitazione, e usando poi il liquido ottenuto senza In quanto al modo di sterilizzare il co11tenuto filtrarlo si mostrarono efficacemente disinfettanti ' sputi tt1bercolari, per lo meno non infe· delle sputacchiere, certamente va data la prefe· verso gli renza alle stl1fe di disinfezione, ed alle numerose riori al lisolo. Ragioni di facile maneggio, di poca sterilizzatrici a tale scopo imaginate; ma questo spesa, di odore meno spiacevole del lisolo farebsistema se è applicabile negli stabilimenti di cura, bero preferire l'olio d'anilina, la cui azione disinnon è però cosi facilmente attuabile nella pratica fettante Ri spiegherebbe poi jn 12 ore. corrente (1). Il EONI partendo dall'osservazione che sono di uso corrente le sputacchiere contenenti calce viva, (1) Da due anni io ho fatto costrurre dal meccanico dell'ospeha voluto studiare se quest'ultima riesca a steri· <lale di S. Spirito un grande autoclave che sterilizza ed elimina lizzare anche gli sputi tubercolari. Egli eseguì d11e auton1aticamente in 3/ 4 d'ora il contenuto di 200 sputacchiere, rendendole pulite e disinfettate. Con la funzione di esso si racserie di ricerche, usando cioè la calce viva in pezzi corda un modo abbast::i.nza semplice di allontanare le sputacchiere ed in polvere sulla quale ve1'sava degli spt1ti tll· dalla sala. Non mi fermo a descriverlo più minutamente perchè bercolari di virulenza nota, eseguendo poi la prova di ciò ho dato relazione a suo tempo all'Accademia di Roma e biologica dopo di' ersi giorni del loro . contatt~ percbè da allora esso funziona benissimo. Mi preme solo mettere in rilievo il postulato di questa mia colla calce. Le esperienze ebbero un esito quasi esperienza, che cioè l'ebollizione della sputacchiera con acqua completamenle negativo; però mano mano che i~ saponata per mezz'ora è un ottimo mezzo per sterilizzare spu· contatto fu più lungo (il termine estremo fu d t t acchiera e contenuto, mezzo adatto per qualsiasi casa e per qual_ 11 giorni), si ebbe 11na diminuzione di vit·ulenza nei siaai borsa. V. AscoL1. 27) 1

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IL POLICLINICO

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germi tubercolari, rappresentata da Titardo n ella infezione~ è presumibile quindi che con un mag· giore contatto, specialmente colla calce in polvere, si abbia la completa distruzione del germe. È cla notal'si poi che con questo mezzo fu reso in· nocuo il diplococco pneumonico, il quale nel con· trollo aveva prodotto 11na manifesta infezione pne1unococcica. L'autore fa poi osservare cl1e mentre colla calce in pezzi il sottile straterello di sputo essiccato può dopo pochi giorni staccarsi e ' renire sollevato nell'aria, la calce viva polverizzata in· vece aderisce allo sputo in modo da formare un grosso strato compatto e pesante, e con.chiude col clire che l'uso delle larghe sputacchiere con calce viva polverizzata costituisce una benefica pratica igienica, poicbè se anche i germi tubercolari non vengono in breve tempo distrutti, ne rimangono però t enacemente trattenuti e a poco a poco la loro v irul enza si attenua. È però necessario tenere presente che pote11do in questo spt1tacchiere man. tenersi per molti giorni i germi tubercolari ancora virulenti, è bene usare le opportnne preca11zioni durante il loro maneggio. Abbiamo creduto dare t1na certa diffusione alla 1·ivista di questi due lavori sperimentali per di· mostrare ancora una volta co1ne questi studi sieno della massima importanza e degni di essere pro · seguiti a beneficio della profilassi contro la tt1ber· colosi; ed è bene ricordnre che i bacilli tubercolari negli sputi si mostrano assai resistonti come ha dimostrato in t1n r ecente la,roro il lVIusEHOLD con esperienze numerose ed accurate, fatte in modo da accostarsi il più possibilmente alle conclizioni che si verificano nella pratica. E~li ha tr~­ , ... ato cioè che gli sputi t11bercolari nelle acqL1e di rifiuto e nel terreno inquinato con essi, si com· portano per rigt1ardo alla virulenza, e malgrado il gelo. la nev·e la pioggia, la luce solare, la p11tr~ · fazione, e la concorrenza vitale di altri batteri, e n.ttame11te come gli sputi abbandonati al dissec· camento nat1u"ale: conservano cioè per parecchi mesi la loro ' l'irulenza. Per tal motivo possono i bacilli tt1bercolari con relat.iva facilità, specialmente per mezzo della coltura doi campi, tornare in rapporto coll'11omo e cogli anima.li, e dar luogo a nuove i11tezioni. te.

Prof. Achille De Giovanni

La Lega Nazionale contro la Tubercolosi sua organizzazione e sue aspirazioni. U11 elegante volzi1netto di 90 pagi1ie, Lire •. NB. va.nta.g~io

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La vendita di tale volume, sottratte le spese, è a della. ùga Nasionale contro la Tubercolo1i.

CENNI BIBLIOGRAFICI TESTUT. Co1npendio di Anatomia u1nana (Repeti· torium). - Traduzione di Romeo Fusari, parte 1'". Torino, Unione Tipografico·Editrice, 1002. Tutti conosr.ono lo splendido e classico trattnto di Anatomia descrittiva del TESTUT, che ha av11to tale benevola accoglienza fra medici e studenti (la doversene in breve volger di tempo fare parecchie ristampe. La sua mole vol11minosa male però si prestava ad una rapida sintesi che fosse utile a richiamare subito alla mente, diremo così, l'ossa tura di tale va.sta materia.. Ora, tale lacuna è stata colmata dallo stesso TESTUT. Il sottotitolo del ·libro: .Repeh~tor;n1ri, indica chiaramente l'idea. dell' A.; egli non ha in teso che il medico o lo studente se ne servano per apprendere l'anatomia; esso al contrario non deve sorvire che a rinfrescare quanto già si è appreso; quindi non figure, n_o n divagazioni scientifiche, non prolisse e particolareggiate descrizioni di anomalie, etc.: invece stile piano, conciso; ricordi sommari, schemi esatti e precisi. Il libro si divide in due parti e di queste è uscita la prima che compendia l'osteologia, la sy11desmologia, la myologia e l'angiologia compreso il sistema linfatico. N all'edizione francese sono eliminate l'embriologia, l'istologia e l'anatomia comparata, essendo tali discipline n elle scuole mediche francesi insegnate separatamente e aventi perciò esami speciali. Ma da noi, in cui l'esame di Anatomia abbraccia tutta la materia, il libro del TESTUT non sarebbe riuscito completo. A renderlo tale, ha pensato il Fusari facendo precedere alla traduzione del libro un capitolo in cui parla della cellula, dei primi stadi dello sviluppo dell'uomo e dei tessuti e in· tercalando nei diversi capitoli le nozioni più necessarie a 8apersi sull'anatomia microscopica degli organi, laddove queste mancavano. In tali aggiunte il Fusari ha osservato gl·intendimenti dell' A. che si riassumono nelle seO'uenti o doti: brevità e chiar~zza. L'opera, così completata, costit11isce un tutto omogeneo e proporzionato che non può nun render& notevoli servizi agli studiosi. Dott. A. P.

A. ALBu. Die vegetarische Diat. Kritik ib1·er A.11wendung fiir Gesunde und lu:anke. - L eipzig, Georg Thieme, Verlager, 1902. È uno studio completo della dieta vegetale che l' ALBU con la competenza che, mediante precedenti lavori, ha già dimostrato nel campo del ricambio materiale, espone in questo vol11IDe di meno che 200 pagine. L'A. non fa tanto uno studio botanico, chimico e fisiologico della dieta vegetale, definendo di quali elementi debba essere costituita e come e


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SEZIONE PRATICA

perchè una simile dietetica, quanto piuttosto una trattazione d'insieme sul vegetarismo. I dati fisio· patologici, pur essendo il fondamento, il substrato, della monografia, non ne rappresentano nella trat· tazione diretta che la parte minore, in quanto vi sono più largamente ·esposte le nozioni storiche, letterarie, estetiche, etiche, sociali e religiose. Nella seconda parte del suo libro di circa 30 pagine 8l occupa l' .A.LBU del valore d ella dieta vegetale n el· l'alimentazione dei malati. .A.dunque, oltre che un libro tecnico, per i medici, noi abbiamo qui un'opera che sarà letta con inte· resse e con vantaggio dagli uomini politici. e da tutti gli uomini colti. La casa Thieme alla serie numerosa dei trattati di medicina dovuti ai più rinomati autori tedeschi e improntati tutti a uno squis~to senso di praticità per l'estensione non eccessiva e per l'indirizzo as· solutamente moderno, aggiunge 11n nuovo esem· plare. .A.. V . 1

A. WEIL. Manuel d électrotl1érapie et d'électro· diagnostic. - Paris, F. Alcan, éditeur, 1902. WEIL si propone di essere imm ediatamente utile ai pratici col suo volume di formato tascabile di 330 pagine. Ha d iviso la materia, n el modo più razionale, i11 4 p arti: nella prima ha studiato le varie sorgenti di elettricità adoperate in medicina e il mezzo di adoperarle; nella seconda s'è occupato degli effetti fisiologici delle varie specie di elettricità e delle rispettive indicazioni generali per l'u so medico; n ella t er za ha indicato come e quanto l'elettricità s'adoperi a scopo diagnostico; n ella quarta parte, infine, ha riassunto le applicazioni della elettricità nelle sue varie forme a tutte le m alattie principali, specialmente della nutrizione, d el sistema nervoso, degli organi di movimento, d ell'apparato digerente, r espiratorio, circolatorio, genito-urinario e della pelle. Alla chiara distribuzione della :materia corri· sponde l'evidenza e semplicità della forma : cotal· chè si p11ò asserire essere il WEIL perfe ttamente bene riuscito nello scopo propòstosi. .A.. S.

PnbbllcaZioni uervenute al (( Policlinico )) . PRO NAS-TOLA dott. G. Di un caso rarissimo di esomfalo (Ernia congenita del periodo embrionale). - Napoli, Estr. dalla Rassegna di Ostetricia e Gi· necologia, 1902. CozzoLINO dott. V. Contribuzione alla patologia e alla chir11rgia dei tavolati profondi o durali del· l'apofisi mastoide (con casuistica). - Torino, Estr. dall'Archivio di Otologia, ecc., 1902. PIERACCINI. Un miracolo della Madonna. - To· rino, Estr. dall'Archivio di Psichid.tria, S cienze Pe· nali, .ecc., 1902.

317

l\!IAROCCO dott. C. Sulla diagnosi delle gra·vidanze ectopiche nei primi mesi, e sui loro accidentj . Cenno di tecnica propria nell'amputazione alta della cervice uterina. - Roma, Estr. dagli Atti della So· cietà Italiana di Ostetricia e Ginecologia, 1901. POZZA dott. P. Pilorectomia con estesa. r esezio11e di stomaco p er cancro della piccola curvatura e del piloro. G11arigione. Osservazioni. - Roma , Estr. dalla Riforma Medica, 1901. MFJl\IMI dott. G. I leucociti eosinofili n elle cisti cla echinococco. - Firenze, Estr. dalla .Rivista critica di Clinica Medica, 1901. CozzoLINO dott. O. Sulle malattie scolastich e, cau se e mezzi per prevenirle. - Napoli: 1902. LEVI dott. V . Rappresentazioni grafiche colorate di immagini verbali. - Estr. dagli Atti dell' XI Congresso freniatrico tenuto in Ancona, 1901. OozzoLINO prof. O. Sulla trasmissibilità della tubercolosi per la "'\ria placentare. - Firenze, Estr. dagli Atti del IV Congresso Pediatrico Italiano. 1902. lVIATTFJI dott. V. Allacciature incatenate di falde epiploiche e di tumori a grossi peduncoli - R eg· gio·Emilia. Comun. letta nel XIII Con gresso internazionale di medicina in Parigi, 1902. GERl'iIANI dott . .A.. La prova del vescicatorio -1\!Iilano, Estr. dalla Gazzetta degli Ospedali, 190~ . GANGITANO dott. F. Splenectomia ed operazione di Talma per morbo di Banti al 3° stadio - l\'Iilano, Estr. dalla Gazzetta d egli Ospedali, 1902. BACCARANI-SOLI~IEI dott. u. L'ematologia d ella cloronarcosi - l\'Iilano, Estr. dalla Gazzetta degli Ospedali, 1902. ~IOTTA Coco dott . .A.. S1tl movimento vibratile degli epitelii ciliati - Catania, 1902. LAUREATI dott. F. L 'ignipuntura di un angioma del gran labbro destro - Napoli, Estr. dal Gior· nale inter11azionale di Med. pratica, 1901. VALENTI dott. G. Amaurosi totale da avvelena· mento p er funghi - Pavia, E str. dagli Annali di Ottalmologia, 1902 BELLI dott. C. IVI. Ulteriori ricerche chimiche. microscopiche e batteriologiche sulla grandine. Estr. dalla Rivista scientifico-ind11striale di Firenze. 1902. N A VA dott. A . D ella cura di Frenkel nell'atassia tabetica - Napoli. Estr. dagli Annali Ji elettri· cità medica e t erapia fisica, 1902. CASTIGLIONI MORELLI dott. P . Un caso di tubercolosi stenosante dell'ultima parte dell'ileo curato colla entero-anastomosi - Milano, Estr. dalla Gaz· zetta degli Ospedali, 1902. CARRARA dott. M . Sulla coagulabilità del sangue asfittico fuori dell'organismo. - Pavia, Estr. ùal Giorn. di Med. L eg., 1992. MAGGIORA dott . .A.. e VALENTI dott. G. L. St1 una. epizoozia di tifo essudativo dei gallinacei~ - ~Io· dena, 1901. (29)


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LA.NNO lX,

IL POLIOLINIOO

AMMINISTRAZIONE SANITARIA La legge sull'assistenza sanitaria. · L'on. prof. LEONARDO B IANCHI è stato eletto r e· l atore d el disegno di legge sull'assistenza sanitaria da n oi riportata e con1mentata nei precedenti fascicoli. · La scelta non poteva esser e migliore, sicuri come siamo che l'on. BIANCHI saprà validamente patro· cinare alla Cam era la giusta e onesta causa dei medici condotti e degli ufficiali sanitari. Speriamo p erò che egli, compr eso della n ecessità ch e la legge approdi presto, affretterà il suo lavoro e presenter à la relazione durante le ' racanze, in modo che la Commissione possa approvarla innanzi la ripresa d ei lavori parlamentari. Sole così potrà esser e possibil~ la discussione della legge subito, poichè importa sopratutto che essa venga approvata prima che il Parlamento si impegni in qualche g rossa disct1ssione. Che se cosi non avvenisse, p er questo anno potremo mettere l'animo in pace e non pensarci più. Preghiamo l'on. BIANCHI di b adare al p ericolo da noi segnalato.

* ** Gaz.zetta

R Ol\IA. - Dalla Ufficiale clel Re,q1to è s tato pubblicato il segu ente decreto: Alla pianta organica d ella Direzione generale della Sanità. pubblica stabilita col regio decreto d el 16 novembre 1902, è aggiunto un ufficio per gli affari generali costituito: Di 11n capo sezione di prima classe della carrier a amministrativa a lire 5000; di dt1e primi segretari di prima classe, uno medico ed uno amministrativo a lire 4000 ; e, di un ufficiale d'ordine di seconda classe, a lire 2000. I funzionari di tale t1fficio saranno per la prima volta nomina.ti a scelta e su proposta del Ministro dell'interno, tl'a i funzionari già in servizio nella .Amministrazione centrale dell'interno e nelle .Am· ministrazioni provinciali dipendenti dal Ministero d ell'interno. - La stessa Gazzetta Ufficiale pubblica un altro r egio decreto a tenore d el quale nella costituzione d el Consiglio superiore di sarijtà, ai m embri indi· ca.ti n ell'art. 4 della legge 22 dicembre 1888, sono aggiunti questi : Tre dottori in medicina e chir11rgia, competenti p articolarmente nell'igiene pubblica; due persone esperte nelle scienze agrarie ; duè veterinarii ; e il colonnello capo d ell'ufficio d ispezione veterinaria del Regio esercito. Nella costituzione d el Consiglio provinciale di sanità, ai m embri ind icati n ell'art. 8 d ella precitata legge del 22 dicembr e 1888, sono aggiunti, qua· lunqua sia la popolazione della provincia, questi altri membr i : Un dottore in medicina e chir11rgia, tln ' reteri· nario, una per son a espel'ta n elle scienze agrarie, il veterinario provinciale ove esiste, l'ufficiale m e· dico in attività di servizio di più alto grado, resi· dent.e n el capo] uogo d ella provincia. Per la provincia di Roma, e pe r le altre provincie che abbiano almeno un milione di abitanti, i v eterinari aggiunti sono due.

** * furono notificate

- Dal Governo le seguenti di· ·posizioni contro la malaria: 1. Che chiunque impieghi coloni od ope1'ai in (30)

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località malariche lontane più di due chilometri dalla r esidenza d el medico, o in un abitato pri,~o di farmacie, deve ten er e sem pre presso di sè 1u1a quantità di solfato o di idroclorato di chinina, ch e basti a curare tutti i s11oi lavoranti, caso mai fos · sero colpiti da febbri malariche. 2. Coloro che contravvengono a q11est'obbligo incorreranno nelle pen e san cite clalle vigenti leggi sulla pubblica igiene. 3. L e amministrazioni dello Stato dovranno provvedere entro i due mesi dalla pubblicazione del decreto relativo. 4. Ogni anno, nel mese di novembre, i ministri segr etari di Stato delle finanze a dell'interno, sen· tito il Consiglio superiore di sanità, stabiliranno le forme ed i modi per la distrib11zione del solfato di chinino dello Stato.

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** * generale della

L'Ispettorato Sanità pubblica ha diramato ai Prefetti del Regno una circolare ri· guardante la vig ilan za sull'allat.tamento m ercenario. In essa raccomanda la rigorosa osserT anza delle disposizioni contenute al riguardo nella vigente legge sanitaria (art. 45 e segg.) e n el Regolamento gen erale sanitario 3 febbraio 1901, n. 45 {art. 129, 130, 183, 184), nonchè d el disposto dell'art. 69 d ella legge di P. S.

GIURISPRUDENZA In seguito al ricorso P .. ., la Cassazione penale, il 22 aprile 1902 stabilì la m assima ch e : « L 'obbligo del referto medico nasce dallà semplice possibilità di un delitto, e non già dalla certezza. effettiva del medesimo, ragione per cui, il fatto che non si procedette contro l'autore d elle lesioni {perchè nel caso di cui si tratta l 'autore delle stesse aveva meno di 9 anni), non esclude p erò la contravvenzione per l'omissione od il ritardo del referto med esimo. » :j:

* * commesse da u fficiali noto che le falsità sanitari in attestati rilasciati in dipendenza dell'esercizio delle loro funzioni e con ab11so di esse, al pari di quelle commesse da qualunque medico chi· rurgo ch e non sia pubblico ufficiale, cadono sotto il disposto dell'art. 289 del Codice p enale, e non. già sotto quello d ell'art. 276 dello stesso Codice, poichè costituiscono il r eato di fals ità in attesfat[ punibile con la reclusione fino a 15 g iorni o con la multa da lire 100 a lire 1000, e non g ià quelle> di falsità in atti pllbblici che è invece p11nibile con la r eclusione da 5 a 12 giorni. In un caso in cui si trattava di un certificat°' sanitario d elle carni esistenti nel proprio macell°' fatto dal proprietario del medesimo, ap ponendo\'i la firma d el sanitario incaricato dal }'funicipio di visitare le carni macellate, firma apposta da quel macellaio in seguito ad autorizzazione avutane da quel san itario, il Pretore di Aulla si dichiarò in· competente a conoscerne, r eputando applicabile al caso l'art. 276 e non già l'art. 289 del Codice peÈ

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SEZIONE PRATICA

nale. Pure incompetente per la stessa ragione si dichiarò la Sezione d'accusa di Genova, ragion per cui sorse un conflitto di competenza nella ca11sa N . . . . ed altri che, dalla Cassazione di Roma, con st1a sentenza del 16 ottobre 1902 fu risoluto nel senso favorevole alla tesi. della Sezione di accusa, con rinvio al Pretore.

NOTIZIE DIVERSE ROMA. - Il Consiglio superiore dei lavori pt1b · blici approvò i progetti di bonifica dei pantani Basso e l\'Iarmella in pro,rincia di Campobasso, e della palude Leggiadrezza in provincia di Taranto, e ritenne potersi dichiarare opere di pubblica utilità le condotte di acqua potabile in Campobasso ed in Sammartino. - Il resoconto compilato dal prof. dott. Lapponi della Pia Opera degli Ospizi climatici in collina, che è presieduta daì principe Don Luigi Boncom· pagni, ci apprende che questa benefica istit11zione, che data soltanto da ± anni, inviò in collina 400 bambini di ambo i sessi, spendendo una somma di lire 13,828. 61. La durata della cura fu di un mese per ogni gruppo, ed i risultati ottenuti furono soddisfacenti, poichè lo stato generale dei bambini migliorò sempre, ed anche in quelli in cui non si ebbe un sin· golare sviluppo della persona, s1 ebbe sempre o quasi sen1pre, 11n aumento della p otenza dinamo· metrica, indizio certo dell'aumentata forza musco· lare. - niolti anni sono, il Comune di Roma concesse, all'Istituto di soccorso delle madri lai.tanti povere, l'uso gratuito di alctmi suoi locali in via delle Fratte; ma, siccome ultimamente quei locali furono venduti alla Banca d'Italia, che si accinge a fa.rli demolira, l'Istitrrto, dovendo se;omberare, ha chiesto al ~Iunicipio che voglia continuare a con· cederli l'uso gratuito di qualche altro locale di sua spettanza, e la Giunta ha acconsentito a che gli venga accordato il terzo piano della casa di via Bra 'rari a, n. 96. BOLOGNA. - Il Corpo amministrativo degli Istitt1ti ospitalieri della nostra città affinchè, cla ora in poi, n el nostro Ospedale Maggiore gli affetti da tubercolosi non si trovino più assieme agli altri ammalati, approvava testè il progetto di fon· dare un ospedale di isolamento p er i tubercolosi. VIENNA. - Il prof. Hermann N othnagel è stato nominato membro a vita della Camera dei Signori, del Senato. - N _lla seduta del 4 dicembre 1902 della « So· cietà di medicina interna a Vienna » furono no· minati: presidente, il prof. N othnagel ; vice-presi· denti, i professori N eusser e v . Schroe tter ; primo segretario, il prof. Herm. Schlesinger, secondo, il prof. Heinr Lorenz; segretari, gli assistenti dott. E. v. Czyhlarz: dott. Wilh. Tiirk e dott. M . W eim· berger. Furono quindi nominati: m embro onorario S. E. il prof. G uido Baccelli ; membri corrispondenti i professori Henschen di Upsala, Lépine di Lione, Leube di Wiirzburg, M~urri di Bologr:a, Naunyn di Strassbu1·g, Pawlow di Pietroburgo.

• L'illustre senatore D e Renzi, clinico medico di Napoli, è stato provato crudamente dalla s're n· tura; ha perduto la sua signora, il 17 dicembre scorso . Il cordoglio degli amici sia sollievo al suo immane dolore.

Nomine, promozioni, onorificenze. Nell'Università di Cagliari, p el' l'anno scolasLico 1902·903, Arturo lVIathieu fu nominato settore nel gabinetto di anatomia patologica . Nell'Università di Catania vennero confer1nati, p er l'anno scolastico 1902-903, Paolo l\'Iorgano. as· sistente alla clinica oculistica. Gaetano Cuttore, settore aiuto n ell'I stituto nna· ' . tom1co. Antonino Bellecci, assistente nel gabinetto di fisiologia sperimentale. Umberto Drago, preparatore n el gabinetto di zoologia. Furono poi nominati, nell'Istituto o·stetrico· gine· colog ico, Antonino La Rosa, a medico assistente, e ~!arino Gaetano Di Bella, ad assistente. Nell'Università di Genova, Giacomo soldi fu no· minato assistente n el gabinetto di materia m edica. Nell'Università di Modena furono confermati, per l'anno scolastico 1902·903: • Carlo Nasi, assistente presso la clinica chirurgica. Carlo Le,ri, assistente presso il gabinetto di fi· siologia. Giuseppe Caretti, preparatore presso il gabinetto di anatomia umana~ Arturo Do11aggio, aittto presso la clinica p sicl1ia· trica. Fausto Pini e Giuseppe Stafler, il primo q11ale medico assistente ed il secondo come assistcn1te presso l'Istituto ostetrico. Nell'Università di Padova vennero confermati : Giacinto Viola., aiuto presso la clinica medica. Giorgio Caneva, aiuto presso il gabinetto di me· dicina legale. Giulio Obici, aiuto presso la clinica psichiatrica. Domenico Taddei, aiuto presso il gabinetto di patologia sperimentale. N ell'Università di Parma furono confermati : Aurelio Cordero, coadiutore presso la clinica chirurgica. l\1ario Pelagatti, assistente presso la clinica der· mosifilopatica. Nell 'Università di Pavia l\Iario Truffi fu nominato aiuto nella clinica dermosifilopatica. Nell'Università di Pisa vennero confermati : Giuseppe Tusini, aiuto nella clinica chirurgica. Urbano Alessi, aiuto nel gabinetto di medicina legale. Cesare Paderi, aiuto nel gabinetto di materia medica. Giulio .A.nzilotti, aiuto n el gabinet.to di patologia. generale. . Domenico Bossolino, aiuto n ella clinica oct1l1· stica. Emilio Respighi, aiuto nella clinica dermosifi· lopatica. . . . Alberto Michelazzi e Carlo Nencion1, a1ut1 nel gabinetto di anatomia patologica. Quinto Vignolo, assistente nella clinica chirurgica.

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IL POLICLINICO

Pasquale Sfameni ed Andrea Eoni, in ql1alità di primo e secondo assistente nell'Istituto ostetrico. Ermanno Arnau. ass istante n ella clinica dermoifilopatica. ' Alberto Pepere, assistente nel gabinetto di anatornia patologica. Francesco Pardi, 2° assistente n ell'Istituto anatomico. Nell'Università di Roma sono stati confermati : G uido Farina, aiuto n el gabinetto di medicina operatoria. Giulio Galli, aiuto pTeparatore nella clinica medica. Giovanni Galli, assistente nella clinica medica. Agostino M·a urizi, assistente nella clinica oculiJistica. Virgilio Dt1cceschi, 3° aiuto nell'Istitt1to fisio. log ico. Antonio Dionisi, aiuto nel gabinetto di anatomia patologica. NECROLOGIO.

. A..l momento di impaginare apprendiamo con pro· fondo dolore la morte del prof. Giuseppe Colasanti, ordinario di farmacologi~ nella nostra Università. Di lui, che fu parte attivi~sima e decoro della vita della nostra facoltà medica, dovremo occuparci più ampiamente. Nel doloroso momento della sua dipartita addì· t.iamo il suo amore puro alle ricerche scientifiche, cui esclusivamente dedi cò la instancabile operosità; l'interessamento vivo cordiale per i giovani stu· cliosi, la bontà del suo nobile cuore. Largo retaggio d'affetto lascia tra noi tutti, fra qt1anti l'avvi· cinarono. ·

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Conoorsl e Condotte. PAVIA (Ospitale di S. l\'Iatteo). - Concorso per titoli ed esami a due posti di medico chirurgo se· condario, per un sessennio. L'onorario per ciascun posto è di lire 900 (novecento) ann11e, pagabili in rate mensili posticipate, gravate dall'imposta di ricchezza mobile. Il primo dei due medici eletti godrà inoltre dell'assegno annuo di lire 300, . quale compenso per il servizio straordinario di Dirige1ite ;t Laboratorio di ricerclt.e cliniclte annesso alle Divisioni ospitaliere. Ai me· dici secondari spetta l 11so di una stanza nell'Istituto, convenientemente amrnobigliata, illuminata e fornita. di calorifero. I nominati dovranno prestare il servizio di guardia a turno cogli altri medici secondari, ed eventualmente il servizio di accettazione degli in· fermi. nonchè clovranno 11niformarsi alle altre disposizioni che per l 'avvenire il Consiglio ospitaliero credesse di stabilire. Non potranno coprire altro posto ufficiale, do,rendo attendere esclusivamente allo loro mansio11i nel Pio luogo. Le modalità di servizio, ed il regolamento che riguarda.no i posti sono ostensibili presso la Dire· zione sanitaria. La 11omina dei due sanitari è di spettanza del Consiglio il quale deciderà, sentita la r elazione delln Comini sione tecnica incaricata della. classifi· cazione di merito dei candidati. Il concorso resta. aperto fino alle ore 15 del giorno 20 gennaio 1903. Por ulteriori schiarimenti rivolgersi al presidente del Consiglio ospitaliero. dott. Luigi Montemartini. Roma, lVf 3 - Tip Na1ionale di G. Bertero e O.

[ANNO IX, F .A.SO. f oJ

Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Accademia delle Scienze di Bologna (R.). . Pag. 302 Accademia medico-chirurgica di Napoli (R.) . » 303 Anestesie miste (Studi sulle) . Foderà e Buga tti. • • • . • . . . . . . » 301 Cancro esofageo (Disturbi dell'ingestione nel). » 310 Cenni bibliografici . . • . • . . • • » 316 C~oruro d' etile nell'anestesia generale (Il). Girard . . . • . . . . • • • • • » 290 Concorsi e condotte . . . . . • . . . » 32<J Diagnost~ ca funzio11ale dei reni (Un nuovo m etodo di ricerca nella) - Iilyès e Kòvesi. • • • . . • . • . . • • » 298 Dispepsia nervosa (La cosidetta). - Striimpell. . . . . . • • . . . • . • » 310 Emorragie renali (Etiologia e terapia delle). 299 - Herszky . . • • . . . . • . • » 297 Erisipeloide. - Tavel . • . . • . . . » Febbre tifoide (Terapia della). Rolleston . . . . • . . . . • . . • » 296 Gangli nervosi cotnpresi nella spessezza della cc muscularis mucosae » dell'intesti no (Nuovi). - Anile . . . . . • . • . » 303 Globulo rosso (Altre ricerche sulla reazione microchirnica del). - Petrone • . . • » 303 Impotenza da abuso di tabacco (L') . . . » 309 Lesioni suppurative del rene (Sintomi e segni utilizzabili per la diagnosi delle). - Bazy. » 297 Lupus (Per la cura della tubercolosi chirurgica e del). - Teofili . . . . . • . » 2~3 Malattia pseudo- bronzina (male dei vagabondi). - Finzi • . • . . • . • . » 308 Medici di Stato . . . • . • • . . . » 314: Nonline, pro1nozioni, onorificenze . • • . » 319 Notizie diverse . . . • . • . . . • » 319 Nucleoproteide estratto dal bacillo del carboncl1io ematico (Sul potere immunizzante del). - Ti berti. • • . • . . . • » 289 P~ratifoba cillosi (Della). - Schmidt . . » 294 Perigastrite. . • • • . . • • . . » 310 Peritonite tubercolare (La cura iodo·iodurata alla Durante neila). - Silvestri • • . • » 30! Proces.:>o blenorragico [Contribuzione alla patogenesi del - - con speciale riguardo alla cura delle complicanze a distanza (Metodo Baccelli)]. - Oro. . . . . • » 310 Prurito localizzato essenziale di origine arsenicale. - Ugo . . . . . . • . . » 306 Pubblicazioni pervenute al «Policlinico ». . » 317 Riflesso osservato in due casi di morbo di Pott (Di un nuovo). - Carletto. . • . » 307 Rischi chirurgici (Assicurazione contro i) . » 31.t Sputi (Sulla - disinfezione degli special·ment e in rapporto alla tubercolosi). . . » 31 a Stipticina nelle metrorragie (Sul valore en10statico della). - Recchi . . . . • • » 313 Terminazioni nervose del corio della congiuntiva e della pelle dei polpastrelli delle dita dell'uomo con speciale riguardo alle terminazioni secondarie nei corpuscoli del Krause e in quelli del Meissner (Le). Creva ti n . . . . . . • • . . . . » 302 Urticaria (Cura dell'). . • . . . • . • » 312 Vaccinazioni e vaiuolo . . • . . . • . » 314 -

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Anno IX

..Roma, 10 gennaio 1903.

l'a•o. 11.

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SEZION:E . .

PRATICA.

DIRETTORI PaoF. GUIDO BACCELLI PaoF. FRANCESCO DURANTE -

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REDATTORE

CAPO: PROF.

VI i i ORIO ASCOLI

' 80HMA..RIO.

Poteri di digestione batterica nei liquidi e tessuti organici - DIAGNOSTI Ca : Schindler: I fondamenti morfologici dell'ematodiagnostica. - Bouma: :Metodo per separare i pig 1nenti biliari da un'urina contenente urobilina. - TERAPIA CHIRURGICA: - Monprofi.t: Trattamento chir1trgico del cancro ut~rino. Cristeanu : Sul trattamento delle rotture dell'utero. - Pantaleoni: L'azione terapeutica dell'iperemia venosa. · Sult'uso del magnesio in' chirurgia. - Kroenig e Blumberg : Un ~uovo energico d1.sinfettante (La Sublamina). Accademie, Società mediche, Congressi: - AssocrAZlONE ?vt ED1co-cH1RURGICA DI PARMA . - Osservazioni cliniche: - Cera ulo: La maluttia ài Stokes~Adams (.A proposito di un case clinico). - Martinori : - Contributo alla cura della peritonite tubercolare colle iniezioni iodo- iodurate allct D urante. - Lezioni~ - Clifford Allbutt: I rapporti fra la nevrastenia, l'isteria, l'ipocondriti e l'insania. - Nostre corrispondenze da Parigi: Cuturi: Applicazione delle iniezioni epidurali nelle diverse malattie. - Note di Medicina scientifica: - Pato-genesi degli aneurismi dtll'aorta (aortite gommosa). - La natura dell'Herpes '{OSter. Pratica professionale: - CASUISTICA: - Paralisi post-ti.fica nel nervo ulnare. - L a pleurite nella febbre tifoide. Significato del dolore addominale nella febbre tifoide. · APPUNTI DI TERAPIA: - I nalazioni medicate come trat· tamento sistetnatico delle affezioni pul11ionari. - Mezzo semplice per ottenere vapori caldi ptr fum igazioni. - Co1ne guarire dai raffreddori di naso. - Pomata contro le croste delle narici. - . Varici. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Risposte a quesiti e a domande . - Giurisprudenza. N otizje diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. - Indice alfabetico analitico del presente numero. Riviste: -

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-

PATOLOGIA GENERALE: - Pittaluga:

L'importan te PREMIO Al NOSTRI CORTESI ABBONATI è in corso di stampa. - Ne principieremo la spedizione fra poco e sarà eseguita secondo il numero progressivo degli abbona· menti pagati per intiero. Chi non ha spedito l'in1porto dell'abbondmento, voglia affrettarne l'·invio per goder subito · · del premio. Coloro che banno già spedito l'importo dell'ab bonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi .$8 desiderano avere il libro raccomandato e al sicuro da smarrimenti postali.

I pagamenti debbono essere esclusivamente ind1r1zzat1 all'Amministrazione, Via del Caravita, 6, Roma o personalmente al sottoscritto Prof. E NRICO MoR~LLr. D i r i t t i di p r o p r i e t a r i s e r v a t i

RIVISTE PATOLOGIA GENERALE·

Poteri di digestione _batterica nei liquidi e tessuti 01·ganici. Nel Cent1·alb. fii r Balcteriologie, n. 6-7 del 1900 (XXVIII Bd., pag. 173), il dott. R.9TuRRò pubblicava una prima nota Zz1,r Bal..:terienverdauu1ig, della quale mi i·icordo di aver ·v·ed11to appena un cenno di cita~ione in qualche p eriodico italiano. Già in essa si dimostravano-: 1° le virtù battericide del plasma sanguigno ·sopra campioni tratti da c~lture di b. a1z· tlzracis, sopra il b. szlbti1is, il b. diphtheriae, ~ gli streptococclzi; ed in un'altra serie di ri· ce1""che, sopi:a il b. coli, gli ebe1~thiani ed il

protez-1,s ;

2° le fasi della digestione batterica, se· condo ogni probabilità dovute ad una lisina, per adottare il nome di DuoLAUX; 3° l'influenza della tempera.tura, e della

reazione dell'ambiente, sulla efficacia della lisina ;. 4° i rapporti tra le qualità batteriolitiche del sangue e le altre condizioni fisico·chimiche della crasi sanguigna. Si portavano, inoltre, a lcuni dati stilla digestione batteri ca del succo pancreatico. Ma in seguito il dott. TuRRò è tornato ripetutamente sull'argom ento (1), ·ed ha continuato un certo numero di notevoli esperienze, le quali tenclono a dimostrare come la pro· prietà d ella batteriolisi, la digestione del corpo batterico,. sia u11a proprietà generale delle sostanze cellulari. Probabilmente questo concetto può esprimersi meglio dicendo: che l'azione batteriolitica è una p1~oprietà inerente a certe sostanze (o ad una sostanza - lisina) p1·oprie, · in grado maggiore o minore - di qualsiasi protopla~ma cellulare, ed anche di qualsiasi succo orga~1co. · U na più r ecente. nota del Tu RRò pubblicata sulla R evista de Medicina !J Cir1trgia di Bar· cellona, il 25 marzo di quest'anno 1902, sotto (1) Centralb. f. Bakt., 1902, n . 2.


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il titolo: Digestion de los bacterz'os, mi dà modo di riassumere le idee di questo autore, e so1J1--attutto mi spinge a riferire intorno alle esperienze posteriori, alle quali ho avuto buona occasione di assistere, durante i mesi di agosto e settembre, nel Labo1·atorio de la Acade1tzia de ciencias médicas de Oataluna, p er le cortesi insistenze dello stesso suo direttore. 1) Azione batte1·iolitica del szicco tiroideo. Il dott. TuRRò esperimenta nel seguente modo: al succo di gla11d. tiroide freschissima (ottenuto coi processi ordinar.i) aggiunge il 2 °/0 di fluoruro sodico. Questo non ha influenza, p er sè, sopra la vita delle colonie batteriche. Quindi unisce ad un grammo de.I succo· così preparato, in tubo di vetro, 25 cgm. di b. anthracis tratto da cult11re in gelosio, del giorno . avanti. In camera umida ed alla temperatura di 35°-B8 C., dopo tre ore, si possono già · · osser,rare evidenti fenomeni di batteriolisi, distendendo una piccola porzione della miscela sopra 11n porta-oggetti, fissando rapidamente, e colorando colla soluzione acquosa satu1--a di violetto di genziana, poi colla solt1zione di GRAM, e (previa d-ecolorazione con alcool) con eosina acquosa 1 °/0 : I bacilli si presentano circondati da uno st1·ato ialino, trasparente, molto grande tal- volta, come un astuccio od una capsula che risalta facilmente dal fondo ro~eo della preparazione. Questo strato periferico si accentua nelle fasi successive, iniziandosi contempora· neament~ 11n processo di citolisi centrale, il quale è ben chiaro quando si veggono alcuni bacilli quasi appena definiti dai limiti della capsula incolore, altri cl1e non assumendo più in alcun modo la soluzione di GRur, .si impre· gnano di r.olore acido, ed appaiono pallida· mente i·osei in luogo di violetti. Il numero, intanto, diminuisce semp1"e più. Quattro ore dopo, già si fa evidente la diminuzione dei bacilli nei prepa:rati, ed anche delle capsule resicluali, cioè (a dir meglio) degli spazi tras· parenti peribaoillari, sulla cui u1~igine prima io mi riserbo di discutere an·~ora . Ventiquattro ore dopo i bacilli sono quasi · totalmente scomparsi. . .i\.l 2° od al 3° giorno si vede nel fon do del tubo (d'onde si sono tratte le preparazioni successive, una sostanza mucillaginosa, ade· rente fila,nte, di t1n colo1--e grigio-giallastro, differenziabile dal succo tiroideo di color ro· sato, cl1e si trova superiormente. Noto ancora. che l'azione batteriolitica del succo tiroicleo si mostra ugt1almente ad una temperatura ambiente che oscilli fra 5° e 18°; se non che ritarda di molto, e la capsula· zio ne delle f 01·me batteriche non appare evi· dente se non do1Jo le 24 ore. L'azione batte1·iolitica clel succo diminuisce inolh·e col tempo. 2)

[.ANNo IX, FA.se. 11]

IL POLICLINICO •

Azio1ze batteriolitica del szzcco 11zriscolare.

- Preparato il succo muscolare colle stesse norme clel s11rco tiroideo, ed aggi11ntavi una ----

quarta parte in peso di b. a1zth1·acis, si os• servano gli stessi fenomeni' morfologici già •• descritti riel primo caso. In 24 ore, ad una temperatm·a media di 35°-38° C., il numero dei batteri è diminuito di oltre la metà; t1--e giorni più tardi si incontrano appena da due a cinque battei--~ pe1· campo microscopico, quando invece, all'inizio, se ne avevanò migliaia. Il dott. TURRò osserva che l'esponente mor- · fologico della batteriolisi non può trovarsi altrove che nella maggiore o minore sensibi· bilità per il ·colore acido dopo il passaggio nella soluzione di G1·am. Per conseguenza · egli pone in rilievo tutta la. serie Sllccessiva della disgregazione protoplasmatica, con bat· teri che, alla fine del primo giorno presen· tano ancora, nel medesimo filamento, alcuni • f la tinta violetta ed i contorni nitidi e chial'i, ' ·altri . una tinta rosea pallida, ed il protoplasma accentrato e disuguale; al secondo giorno, invece, già tutti o q-qasi si manif est ano come refrattari alla conservazione del Gram, sino ad ave1·si come un residuo cli semplice contorno, t1n' « ombra », che indica la p1·eesistenza di un bastoncello già fuso. Sembra che non esista differenza notevole fra il succo muscolare di bue ed il s11cco muscolare di mai~le per quanto riguarda. il potere batteriolitico sul b.· anthracis-. 3) Aziorte batteriolitica del sz1cco l'e1zale. Conviene anzitutto tagliare in fette sottili . la sostanza corticale del rP,ne (rene tli suino, nel caso di TuRRò), e comprimerla sino ad ottener e una piccola quantità di sucoo molto • denso, di .difficile filtrazione, e che tende a coag11larsi spont~neameute. Esperimentando con esso, n elle medesime circostanze e con bacilli tratti dalle stesse culture, si osservano presso a poco gli stessi fatti inclicati a proposito del succo tiroideo; 'rale a dire: 1 o tempo: capsulazione con ritenzione del color violetto · nel protoplasma accentrato e retratto; 20 tempo: p.erdita del Gram ed impregnazione, più o meno intensa, coll'eosina; 3° tempo: scolorazione completa del contenuto bacillare ; 4° tempo: scomparsa di ogni traccia del corpo batt~rico, oomp1•ése le così dette capsule. 4) Aziorte batte1·io-litica dell'ziovo di galli1ia. -Quest'esperienza presenta lm interesse, tanto pratico quanto teorico, forse maggiore (lelle precede11ti. Alcune sue conseguenze, come quella della difft1sibilità e solubilità clegli en· zimi batte1--iolitici in rapportò cliretto colla. loro potenza, potrebbero esser~ di un grand~ interesse scientifico. . .· Sommariamente si trova: · • • 1. Che la chiara d'uovo, raccolta inte~ gralmente e mescolata con b. a11tl1racis (114 peso)1 rivela un potere batteriolitico. Tutta:via·. questo è, riguardo al tempo, molto meno· rn· pido che il potere ·batteriolitico dei succhi • •

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IX, FAsc. 11

SEZIONE PRATICA

cellulari tratti dalla tiroide, dal muscolo o dal rene . Ma il potere batteriolitico della chiara di uovo aumenta, se questa., chiusa in un va· setto, sia stata posta ·(subito dopo la separa· zione dal tuorlo) in istufa ad una lieve tem· peratura di 38° · 40°. In tal caso, dopo dlte o tre giorni, si formano. infatti dei piccoli coa· guli, dai quali si separa, per filtrazione, un liquido meno denso, giall6gnolo, che rivela una attività batteriolitica molto superiore alla chiara . d'uovo . normale. Fra le 16 e le 24 ore non rimane più un · bacillo colorato in violetto e col contorno protopla.s matico i·egolare. Alla fine del se· condo giorno (48 ore) la dissoluzione dei corpi batterici è completa. ecl al fondo del tubo di saggio precipita una sostanza i·esiduale gi·igias tra. . · 2. Ohe , al contrario, quando si procede all'esperimento sulla potenza batteriolitica clel tuorlo, si nota con sorpresa che essa è quasi nulla. I b. a1ztlzracis i·imangono intatti per parecchi giorni, e solo dopo ll.J?. certo tempo si deter· minçt una degenerazione granulosa, una specie di frammentazione diretta del corpo bacillare. Dinanzi ad un fatto apparentemente tanto strano - come clice il TuRRò - conveniva supporre che gli enzimi batteriolitici del tuorlo rimanessero inatti,ri per una scarsa diffusibi· lità nella densa sostanza vitellina, o che si trattisse di enzimi potenziali, in istato la· tente, ct1i fosse necessario, per manifesta1·si, un certo gr·ado di soluzione in p1·esenza di determi11ati composti . albt1minoidi. Orbene, diluita, co11 clate proporzioni, una certa quantità di sostanza v~tellina in acqua distillata, si è trovato che l'azione batteriolitica (b. ant/iracis) rimaneva minima, quasi nulla, e affatto simile, pe1-- gli effetti sul protoplasma batte- · rico. a quella del sempli ce tt1orlo d'uovo. Ciò dimostra che cotesti enzimi vitellini debbono essere insolubili, o scarsamente solubili, nell'acqt1a.. · 3. Ma ecco che la loro esistenza e la lor0 potenza si rivelano chia1~amente, quando si mescoli ltna piccola parte di tuorlo colla chiara dell'uovo. Allora, comprovando l'attività batteriolitica di questa miscela (lasciata a 40° per un giorno o due), in confronto colla ·chiara d'uovo semplice, nelle ~tesse condizioni, si osserva: che mentre quest'tùtima richiede, come abbiamo detto, clue giorni almeno per la dissoluzione totale dei corpi.batterici, quella, invece, nel te1--mine di 15 a 20 ore Ii ha totalmente clistrutti. La qual cosa dimostra, da una parte, che gli enzimi batteriolitici contenuti · nel tuorlo , non sono solubili in tutti i mezzi, ma proba· · · bilmente solo - o sopratutto - ~el loro mezzo ~aturale, che è la chiara d'uovo; e clall'altra parte, che la 101--0 potenza si accresce nella J soluzione, ed ha anzi un limite minimo di , •

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diffusibilità, oltre il quale si manifesta con fenomeni differenti sul protoplasma batterico, o cessa interamente. Questì fatti sono sufficienti per fe1·mare l'attenzione del lettore, quando si pensi alle loro connessioni cogli argo men ti principali del diba-t tito che si è venuto svolgendo t1·a le SCliole di NIBTSCHNIKOFF da un lato, e di BuCHNER e di PFEIFFER dall'altro. Restano da considerare: 1° le diffèrenti condizioni di ·resistenza delle colonie batteriche (b. anthracis) all'azione batteriolitica delle sostanze esaminate; 2° il meccanismo chimico della batteriolisi. Per ciò che riguarda la prima questione, TURRò ha oss8rvato che le culture vecchie di b. a1ztliracis, rese asporigene coll'addizione di picrom. potas., secondo il metodo di Roux, offrono maggior resistenza alla batteriolisi; ed -qgu al cosa accade colle culture previa· mente trattate con acidi minerali. Questo fatto sta p·r obabilmente in rapporto col grado maggiore o minore di permeabilità del protoplasma batte1·ico, o con una modifi· caziono della resistenza di quello strato cap· sulare, che TuRRò interpreta come una ma· nifestazione reattiva e degenerativa, ma che io credo, invece, . preesistente cqme rnembrana del corpo batte1~ico, secondo èhe parve dimo· strato dalle ricerche di F1sCKÉR (1891-1894), a conferma di quanto aveva già sostenuto OoHN. Per quanto riguarda la seconda questione, la quale si connette con le più gravi sulla sede e sttlle origini delle batteriolisine, con· viene esaminare rapidamente le opinioni ed i risultati degli altri sperimentatori, in ispe· cial· modo della scuola cli METSOHNIKOFF. Ma, a qt1esto })Unto, io c.lebbo accennare ad una comunicazione di PonwYSSOTZKY e TA· RANOUKHINE, del 1896, (1) clove la descrizione degli stadi successivi clella p1asmolisi nel b. antlzraci.s, corrisponde in modo veramente notevole alle forme che si osser.v ano nei prepa· rati del Laborato1~1·0 de Ciencias Jl{édicas de

Catalana. J\tialgrado che le ricerche di PonwYSSOTZKY e TARA.NOUKHINE non fossero dirette a met· tere in lt1ce i -fenomeni della digestione batterica dal punto di vista della fisiologia ge· nerale, ma piuttosto a studjare morfologicamente il protoplasma· batte1·ico sotto l'azione delle sostanze organiche che lo attaccano, tuttavia anche i metodi seguìti dagli AA. ci riconducono alle condizioni nelle quali speri· menta il TlJRRò. Infatti Ponwys~OTZKY e TA.· ~ANOUKHINE ha~no osservato la plasmolisi del b. antli1·acis in una emulsione di sostariza ce· rebrale di bue, freschissima (200 gm.), trat· tata colle solite regole, mediante N aOl e col· l'aggiunta di gelosio (16 gm.). (1) Conh·ibzition à l' étnde de la plas11iolgse cliez !es bactéries. Annali Pasteur, 1898, pag. 501 .


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IL POLICLINICO

Anche alla fine del 1° giorno, i filamenti batterici, divisi in pie.coli tratti, separati da setti ed attorniati da una capsula visibilissima, che racchiude nell'interno il plasma coagulato ed intensamente colorato (metodo: violetto di genziana), offrono, secondo gli AA., un aspetto caratteristico, tale da non essere riconoscibili per b. anth1·acis, ad un esame superficiale. Dal secondo al terzo giorno il numero dei batteri che ·si trovano in queste condizioni aumenta straor<ilinariamente. Gli ' stadi ulteriori non sono descritti con preci· sione dagli AA., i quali si sonò intrattenuti invece sopra un supposto movimento browniano del protoplasma, ohe in questo momento non presenta per noi alcun interesse. Ma essi ritornano stilla questione della mem· bra11a, ed affermano: che il processo di contrazione del oontent1to protoplasmatico avviene come nelle altre cellule vegetali sottopof;)te al· l'influenza di soluzioni saline e di altre ete· rogenee, e mette in rilievo quello strato cap· sulare che, malgrado le osservazioni di OoHN, è stato sempre interpretato come un adatta· mento temporaneo di carattere difensivo. Io ho già detto come, riguardo a quest'ultimo punto, mi sembri giusta l'osservazione di PonwYssozKy. JYia se, allo stato presente delle nostre cognizioni, non è })OSsibile am· mettere che lo stato capsulare, tant~ volte descritto, e tante 'rolte paragonato ai rivesti· menti pe1"iferici delle nostocacee (cianoficee) debba considerarsi come tln adattamento tem· poraneo di carattere difensivo, d'altra parte ritengo che la spiegazione di TuRRò al processo chimico della batte1·iolisi serva molto bene a completare la pura considerazione del fatto morfologico, oltre il quale non si sono spinti i due autori i--ussi. E ciò è tanto più notevole in quanto ohe, modificando leggermente le condizioni biochimiche del mezzo organico col quale esperimentavano, essi avrebbero potuto collegare le fasi successive della plasmolisi con una legge generale, la qua.le dimostra che il fenomeno della batteriolisi è molto più diffuso e molto più com11ne di quello ohe non si sia creduto sin ora. Studiando direttamente l'apparizione della capsula attorno alla bacteridia, nel succo ti· i·oideo, il TURRò si è persuaso che la sostanza diluita costituente lo strato capsulare (gene· rato, secondo lui, dal protoplas11za bacilla1·e (1), non può essere coagulat.a e fissata dalla materia colorante, perchè è intervenuto in essa un processo di za1~otisi previa. Ed, anche, si può dimostrare come tutta la ulterio1~e digestione del protoplasma bacillare sia dovuta ad una progressiva idrolisi, ad un accumulo di acqua intermolecolare. Per esempio: si fissano sopra diversi porta-oggetti, dei bacilli in piena capsulazione, e senza colorare, si depositano (1) Pag. 13.5, linea 7, in R eo. de Medie. y Oirllrg. 25 marzo 1902. •

[ANNo IX, FAsc. 11]

parte in un disseooatore, parte, al oont1·ario, in camera umida, sotto1lonendoli alla stessa temperatt1ra. Dopo alcune ore, si osserverà, previa colorazione, ohe quei primi hanno perduto lo stràto capsulare ' e sono rimasti con un pro· toplasma denso e granulato, mentre i secondi conservano interamente la capsula. Si con· chiude che, probabilmente, la sottrazione del vapore d'acqua, ha ricondotto lo strato peri.. ferico del corpo bacillare alle pristine condi.. zioni, ed ha prodotto lo stato di concentrazione granulare del protoplasma, mentre i bacilli posti in camera umida continuano nel loro processo idrolitico. Da questo esperimento non solo, ma ancora dalla comparazione di quanto accade facendo agire le varie dissoluzioni di torlo d'uovo in albume} si conchiuderebbe, secondo il TuRRò, ohe la formazione delle capsule è tln feno· meno accidentale nel .p rocesso di batteriolisi; e che il fatto fondamentale è c.ostituito insomma da una idrolisi del co1po batterico. Le varie fasi e la varia misura dei fenomeni batteriolitici non rappresentano che i gradi di

cotesta idrolisi~ in rappo1·to diretto con la solubilità degli e1zzi11ii e con la per11zeabilità del protoplasma. È qui che io mi permetto di ripete1·e come,

pur accogliendo l'eccellente interpretazione del processo chimico data dal TuRRò, possa 1·imanere intatta l'opinione di coloro i quali pensano ohe una p1·eesistente membrana batterica, poco visibile nello stato comune della baoteridia carbonchiosa, si faccia evidente sotto l'azione degli enzimi batteriolitici con· tenuti nei succhi organici; e questo non già per un accomodamento reattivo o difensivo che dir si voglia, da cui non si potrebbe di· sgiungere un concetto teleologico oggi inam.. missibile: ma invece per il puro fatto chi· mico, per quella stessa idrolisi, ohe in vario modo e con dive1--se apparenze si fa manifesta nella membrana e nel citoplasma, per la dif· ferenza di lor costituzione molecolare.

***

Ciò posto, veliamo brevemente quali siano le connessioni di coteste esperienze con lepre· cedenti conchiusioni degli st.u diosi e in gene· rale con le opinioni sostenute dalle due scuole di METSCHNIKOFF e di PFEIFFER sopra il chi· m.ismo reattivo nelle invasioni batteriche. Dopo l'esperimento del 1894. col qual PFEIF· FER aveva cercato di dimostrare la possibilità della distruzione di vibrioni colerici (batte1·iolisi) in essudato pe1·itoneale di cavia, per l'azione di una sostanza battericida dovuta sopratutto alle cellule endoteliali del peritoneo, l'impo1·tanza dei fagociti, come unici p1~otettori dei tessuti nella lotta contro gli agenti mor· bosi, cominciò ad essere sottoposta ad una critica severa e sembrò dim.inui.I·e di molto. Tuttavia gli a1"gomenti coi quali gli allievi di METSCHNIKOFF insiste'\rano cont1"0 la dot-

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[ANNO IX, FASO. 11]

SEZIONE

trina umorale non erano meno forti. Gli Annali di Pastell1~, t~a il 1895 e il 1900, sono pieni di lavori i qt1ali tendono essenzialmente a documentare, con nuovi fatti, le prime ammirevoli osservazioni del maestro. Così CA.NTACUZÈNE, in una memoria s11lla distruzione dei vibroni . nell'organismo, pub· blicata nel 1898 (1), rivendica, con nuove prove sperimentali, l'importanza dottrinale tlella fagocitosi. DENYSZ er1 HAVET, in ispe· ciale modo con un esperimento ricordato come importante da L usTIG, si opposero direttamente a BtrcHNER e sembrò che fossero riu· sciti a dimostrare il potere battericida negli essudttti ricchi di leucociti, e la sua assoluta mancanza (o notevole diminuzione) nei filtrati, cioè negli essudati cui fossero stati sottratti gli elementi cellulari. In t1n più recente lavoro, di commento alle precedenti ricerche di SA.VTCHENKO (1897) sull'azione battericida del siero di topo, DENYSZ riconferma il mecca· nismo d'adattamento della bacteridia ca1·bon· chiosa contro l'azione della sostanza batteriolitica (alessina) contenuta nel siero, e lo ri· conduce e connette alla genesi leucocitaria di tutti i poteri battericidi (2). 0CTAVE GENGou, in una serie di memorie, cercò di adattare la rigida formula fagocitaria di METSCHNIKO.FF ad accogliere una parte delle verità dimostrate da BtrcHNER e dalla sua scuola.. ~la in un lavoro del 1901 (3) volle i·icercare direttamente se il plasma del sangue circolante avesse le proprietà b,a ttericide che si riscontravano nel siero corrispondente. Si trattava, in realtà, di dimostrare che nel plasma non si trovano le sostanze battericide, le quali sarebbero solo secrete dai leucociti al momento iniziale della lotta contro l'agente microbicQ: così che la parte preponderante attribuibile, nella dottrina della immunità, all'elemento liquido raccoglitore e serbatoio delle alessine, avrebbe dovuto scomparire: E infatti, malgrado le difficoltà per ottenere un plasma in condizioni che lo stesso GENGOU non afferma identiche, ma dice almeno presumibilmente uguali a quelle del plasma circolante, egli riuscì a concliiudere : « che neppure nel plasma del topo esiste la sostanza sì fortemente battericida, nel siero, di contro al bacillo anthracis » , e che probabilmente, i leucociti la producono solo quando si trovino in condizioni anormali, per esempio durante la formazione del siero in presenza del coagulo 01·dinario. •

(1) Nozlvelles recherches Stlr te 1node cle llestrzic· tion, des vibrions dans z: orga1tis11,ie (in Ann. Pa,steur, 1898, p. 273). (2) DENYSZ I . Inimnnisatio11, de la bactéridie citar· bonnense co1itre l' action drt sér1i11i de rat; f'orn1ation et nature des anticorps (A.nn. Pasteur, 1900, p. 641, n.10J. (3) L' alf xi1te des sérn1ns nor1nan:'C est-elle n1i prodnit de sécrétio1t des globriles blancs ? (Ann. Pasteur, 1901, p. 23-2). -

325

PRATICA

LUB.A.RSCH, del resto, aveva affermato, ,-ario tempo innanzi, queste medesime cose (1). Ma intanto, i dati avversi, i fatti contraddicenti si accumulano, e spesso sono rilevati dagli stessi fautori della pL1ra dottrina cellulare, come inevitabili per gli occhi d'un se'rero osservatore. In un lavoro compiuto nell'Istituto PASTEUR, proprio nella sezione di ~fETSCHNIKOFF, W. Iv ANow, di Pietrobu1·go, fornisce indirettaménte alcuni dati importanti, trattando della « sorte del bacillo della lepra nell'organismo degli animali » (2}. Malgrado che le conchiusioni 1·iguardanti il bacillo di HANSEN·NEISSER debbano essere con molta circospezione paragonate a quelle che escono dallo studio di altre forme batteriche, per le speciali circostanze di vita e per la poca conoscenza che noi abbiamo ancora di codesto microrganismo, tuttavia è certo che alcune descrizioni morfologiche dell'autore russo ci 1·iconducono alle forme vedute , dal TuRRò durante quei proces8i di batteriolisi assolutamente, extracellulari, da cui abbiamo preso le mosse per questa breve disamina della questione .. Dobbiamo soprattutto al prof. CA.!lPANA di Roma ed a WESENER una critica acuta dei risultati ottenuti da DAMSCH e da Vossrus e della loro interpretazione sulle lesioni reattive prodot.te dalla inoculazione di bacilli leprosi in tessuti animali . Iv ANOW dà conto, precisamente, delle numerose esperienze con risul· tato affatto negativo, compiute da HANSEN, da NEISSER e da KoBNER, per l'inoc11lazione di bacilli leprosi in conigli, in cavie, in cani, in gatti, in differenti specie di scimmie, in uccelli, ecc. ~la lo scopo di Iv ANOW era limitato e ci1~­ coscritto: osservare con esattezza ciò che avvenga dei bacilli leprosi dentro un 01·ganismo animale. Ha spe1·imentato su cavie, serven· dosi di lepromi cutanei escisi a più riprese ed emulsionati finissimamente con una soluzione fisiologica di N aCl. . Compiuta una iniezione nella cavità peri· toneale, e dopo qualche ora, occupa naturalmente il quadro l'invasione leucocitaria, con una progressiva fagocitosi contro la maggior parte dei batteri (v. p. 714:-715, Ann. Past., 1. cit.). Lasciamo di questo e della statistica, cui giunge l' A., per determinare il massimo e il minimo di tempo in cui si avveri la distruzione con1pleta delle forme batteriche. Ma egli scrive a questo punto: « quando si segue la progressiva diminuzione dei batteri nell'essudato, è ben difficile attribuirla esclusivamente alla digestione batterica per parte dei mac1·0· (1) Un,tersucli. iiber die Ursaclten der an.r;eborene1z u1id .erzvorbe1ten lrrt1n111iittit. Berlin, 1891. (2) Szir le sort du bac;lte de la. tèpre clans !' 01:qa· 1i;s,.1te des a11,i11za11x (coba.lfes). A..nn. Pasteur, 1902,

octobre, con tav.).

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IL

LANNO IX, FASC. 11]

POLICLINICO

fagi dell essudato stesso. S'incontrano, liberi n el liquido, molti batteri morfologicamente alterati. Ora, in periodi successi-vi e più avan· za.ti, la proporzione di questi bacilli alterati at1menta. Si trovano, inoltre, bacilli a con· torni irregolari, con un colo1,e rosso non bril· lante, ma invece opaco, e anche dei bacilli frammentati in granuli di varie dimensioni » (1). Trala,scio di riferire qualsiasi altro punto di questo lavoro. Ricorderò invece alcune recenti memorie comparse sulla Zeitschrift f JI.lJgiene (1900-902), di HEGELER, di KLIMOFF, di LINGELSCHEIM, specialmente una di A. RADZIEWSKY (2), nella quale, dopo un accurato esame delle varie inte1·pretazioni possibili, l' A. si ferma a con· siderare i prodotti tossi-infettivi come deri· ' ranti dalla dissoluzione del corpo batterico, secondo il concetto cli CANTANI e di PFEIFFER. Partendo da cotesto concetto, egli. esamina il comportamento del vibrione colerico, del b. piocianeo, del pneumococco, della bacteridia carbonchiosa e dello stre}ltococco piogene ; e mette in evidenza, costantemente, nel corso dell'infezione , accanto alla moltiplicazione, una enorme distruzione dj batteri. E i batteri distrutti sono liberi, non già inglobati da l eucociti, così che, asserisce l' A. che la fagocito.si deve conside1~arsi realmente come di seconda1·ia importan,za in questi casi, e so1Jratutto nelle fasi avanzate dei processi infettivi. D'altra parte, già Cz.A.PLEWSKY nel 1892, sullo stesso periodico, aveva pubblicato alcune notevoli osservazioni dalle · quali si rileva come alct1ni corpi batterici inclusi nelle cel· lule, potessero godere della loro v.italità per pa1,ecchio tempo, e invece la distruzione di moltissimi germi avesse luogo al di fuori delie cellule, nel plasma interstiziale. PHISALix aveva confermato queste osseryazioni. PEKELHARING e CH.A.RRIN hanno provato che bacteridi carbonc.hiosi, introdotti in piccoli sacchi, impermeabili ai leucociti, si attenua· vano sotto l 'influenza dei succhi organici che penetravano attraverso le pareti. NETCHAJEW ugualmente sperimentando con b. anthracis, ne osservò la degenerazione e la distruzione fuori delle cellule, nelle sierose, come STERN, come GoTTSTEIN, come CHARRIN medesimo. Or,t, la conferma sperimentale ottenuta in 11itro, dei poteri battericidi dei succhi orga· nici, risolle,Ta q11este dubbiose prove di fronte alla rigida dottrina di METSCHNIKOFF, traspor· tandole anche ad una maggiore audacia di affermazioni. · Io debbo dire tuttavia, che malgrado l'esattezza e 1 evidenza delle ricerche di TuRaò, (t) La colorazione è fatta dall'A. con f11csina Zielil,

<leroloraz. con alcool cloridr., 2a col. con bleri di 111etile11e. (2) In Zeitsc h. f. Hyg. XXXVII. p. 1 · 51.

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malgrado che l'interpretazione del fenomeno fisio·chimico debba ritenersi buona, rimane il dubbio che negli scambi 01·ganici complessi e perenni èhe costituiscono la vita, il germe patogeno possa trovare condizioni differenti e forse meno dannose cl1e in un ambiente li· mitato, dove alla diretta aggressione degli enzimi batteriolitici si aggiunge la mancanza progressiva degli eleme11ti utilizzabili per la sua al~men.tazione e per la sua vita. · . Dott. G. PITTALUGA.

DIAGNOSTICA

I fondan1enti 1norl'ologici dell'ematodiagoosf iea. . (C.

ScHINDLER,

Correspondenz-Blatt. 1902).

L' A. premesse le nozioni più importanti circa la tecnica dell'esame microscopico del .sangue, eq i v~ri metodi di colorazione, specie di quella « panottica », enumera gli elementi morfòlogici del sangue normale; emazie, leu· cociti (leùcocjti granulosi: neutrofili, acidofili, basofili; - leucociti non g1·ant1losi : leucociti grandi monont1cleati o form e di passaggio e linfociti e piastrine. Quiudi parla degli ele.. · menti morfologici anormali. Mielociti: cellule granulose neutrofile con un nucleo grosso, leggermente color-a bile, ro· tondo oq ovale. Essi i·appresentano i primi stadi delle cellule polinucleate neutrofile nel loro sviluppo intramidollare, e giungono nel circolo sanguigno solo in condizioni patologiche. Sono caratteristici nella leucemia mielogena, ma possono riscontrarsi anche nelle malattie infettive e nell'anemia perniciosa. La loro comparsa mostra che il midollo non compie debitamente la sua funzione forma· trice di let1cc1citi; non ha nessuna importanza, quando è contemporanea ad up.a viva leucocitosi; però quando la leucocitosi fa difetto allora ha un significato importante, in quanto che ci rivela una ~rave insufficienza funzionale del midollo osseo. I così detti T>zielociti eosina/ili, che sono cellule mononucleate, granulose, eosinofile, si riscontrano quasi esclusivamente nella leu· cernia mielogena. Gli elementi morfologici designati dal TURK col nome di for11ze cl' irritaeio1ze sono cellule grosse con plasma non granuloso, colorabile ed un nucleo grosso e rotondo; si presentano nelle stesse condizioni . . cbe i mielociti neu· trofili; però se ne ignora il valore diagnostico. Pseudolinfociti 1ze11trofili ed eosina/ili: sono cellule piccolissime, g1·anulose, mononucleate; si ritengono essere il p1·odotto della divisione e del disfacimento delle cellt1le corrispondenti polinucleate entro il circolo sanguigno. Esse non hanno nulla da fare con i linfociti propriamente detti. L' A. parla quindi della ematogenesi ricor· dando la teoria dell'EHRLICH, secondo il quale

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.A.NNo IX, FAsc. 11] . •

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SEZIONE PRATICA

. tra gli elementi figurati del sangue le emazie e gli altri elementi cellulari granulosi deri· vano dal midollo, · mentre i linfociti non gra· nulosi e privi di movimenti ameboidi si ori· ginano nell'apparato linfoadenoide. _ Dei due organi che durante la vita embrio· nale hanno tanta parte nella ematogenesi, il fegato, cioè, e la milza, nella vita extraute· rina quello non vi prende più parte alla for· mazione del sangue, ql1esta vi contr·ibuisce ancora ma in modo tanto ristretto che la sua .estirpazione non vale ad influire la costi tuzione moi·fologica del sangue medesimo. La conoscenza e dell'origine dal midollo os· seo di tutti i leucociti granulosi e delle emazie, e della loro totale indipendenza genetica dalle cellule linfatiche; questa conoscenza, dico, ha un significato oltremodo f~condo per l'emarto• logia. Essa ci può fornire argomenti tali da metterci in grado di dare alla maggior parte delle altera!lioni del sàngue una interpretazione soddisfacente, e di poter stabilire a priori il reperto ematologico delle principali malattie degli organi ematopoietici. Questa conoscenza ci spiega perchè i linfociti non • partecipano alla comune leucocitosi, mentre questi elementi sono accrescil1ti di numero nelle forme gravi d'insufficienza funzionale del midollo osseo (anemia perniciosa). Essa conoscenza ci fa intendere il rapporto e la stretta i)arentela di due stati morbosi che in a1)parenza sembrano essere sostanzia\mente diversi, cioè l'an.emia per..t;liciosa e la leucemia mielogena; associata alla dottrina della chemotassia , essa conoscenza ci spiega le di,-erse leucocitosi, di cui le neutrofil~ e le eosinofile si a(ldimostrano . qµ.ali funzioni at. tive del midollo osseo, mentre le rare linfo· citosi si appalesano dipendere da una altera· zione passiva. · • Ciò detto l' A . viene a parlare della emato· diagnostica. · Essa si propone: 1. La constatazione delle alterazioni morfologiche del sangue nelle malattie proprie del sangue e degli organi ematopoietici, in cui 1 essenza del morbo consiste appunto nelle alterazioni del sangue. 2. La constatazione di anomalie nella com· posizio·ne del sangue in altri stati morbosi, come per esempio nei processi infettivi; anomalie che :r·appresentano solo un sintoma tra altri sintomi eqltlpollenti , quantunque spesso lo sia importante e tipico. Delle ane1nie. - Per anemia s'intendono, astrazione fatta della oligoemia, tutti quegli • stati morbosi nei quali si ha diminuzione dell'emoglobina {oligocromoemia), o delle emazie • (oligocitoemia), o dell'una e delle altre, e questo è il caso più frequente. Le anemie dal punto di vista chimicowetiologico si classificano in : I. Anemie semplici: a) anemie acute postemorragiche, tra le •

quali possono annoverarsi anche le anemie da emolisi in seguito ad avvelenamento; b) anemie croniche semplici; e) clorosi. Il. Anemie perniciose, le quali a seconda delle alterazioni del midollo osseo si suddividono in: a) anemie con midollo osseo a normo· blasti; . b) a11emie con midollo osseo a megaloblasti; e) anemie con midollo osseo aplastico. . La scarsezza dell'emoglobina nelle emazie si conosce dal fatto che lo strato periferico colorato appare impiccolito, e nei casi avanzati sembra ridotto ad un orlo sottilissimo. Esse si riscontrano in tutte l e varietà di anemia comprese nel gruppo I, specie nella clorosi grave . In seguito ad un avvelenamento intenso çlel sangue, per esempio da « nitrobenzolo », grandi quantità di eritrociti si decompongono; molti di essi presentano nel lor.o interno de· positi a forma di zolle che spiccano dal resto del discoplasma. . Nelle anemie gravi, specie in quelle perni· ciose, la forma e la dimensione degli eritro· citi si alterano : macrociti (12-20 p. di diametro); microciti (più piccoli delle piastrine); emazie a forma d.i pera, di manubrio, di dente molare, etc., donde l'imagine svariata della « poiclii:

locitos i

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Col nome di « degenerazione policro1natofila » s'intende la proprietà che hanno gli eritrociti dt colorarsi in una tinta che varia tra il vio· letto ed il turchino, quando si trattino con una miscela di eosina e blet1 di metilene. . Questa proprietà, secondo l'EHRLICH, dipende da ·ciò che l'emazia, per la diminuita quan· tità dell'emoglobina, acquista la capacità di colorarsi con la materia colorante a reazione basica. La policromasia si riscontra esclusivamente 11elle anemie gravi, ed a carico di emazie che presentano anche altri segni di degen'3razione. In condizioni analoghe le emazie mostrano nel 101·0 interno depositi a guisa di nuclei, che trattati col bleu di metilene si. colorano intensamente in turchino scuro. Questi depositi variano dalla grandezza di zolle fino a granuli finissimi. Gli e1~it1·ociti così conformriti posson riscontrarsi in tutte le anemie, (frequenti in quelle secondarie); sono numerosi in quelle d_ovt1te ad avvelenamento da piombo e nell'~nemia perniciosa. Nei clorotici la somministrazione di preparati di ferro riesce spesso a produrre siffatte pigmentazioni endoglobulari~ Il significato della policromasia è finora oggetto di viva discussione. Così m entre se· condo l'EHRLICH essa rappresenta uno stato degenerativo degli eritrociti, secondo il GABRITSCHEWSKY invece è l 'espressione di uno sviluppo incompleto, di ttno stato immaturo (7)

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IL POLICLINICO

del discoplasma. Secondo il P APPENHEIM più un plasma è giovane e pii1 è basofilo. In quanto alle gran11lazioni degli P.1·itrociti, esse secondo l'EHRLIOH sono i prodotti rli una degenerazione protoplasmatica. Per il GRA.WITZ sono l'esponente di una for· mazione plasmotropa di veleno nell'organismo. Altri inYeC6 la considerano come i resti di nuclei di normoblasti che si scindono, e percjò li considerano quali eritrociti giov-anissimi. La soluzione cli tale quesito è importante; poichè stando all' nltima opinione la comparsa cli eritrociti punteggiati in lln caso di clorosi o di anemia secondaria dovrebbe ritenersi come un segno· (li rigenerazione del s~.ngue, mentre secondo la prima opinione essi eri· · trociti costituirebbero t1n sintoma di turbata ematopoiesi. Gli eritrociti nucleati si presentano sotto due forme: I 1zor1noblasti~ grandi presso a poco come le emazie ordinarie, e caratterizzati da un nucleo piccolo, a limiti netti « nucleo pieno·. tico » il quale si colora inte1\samente, e solo di rado presenta una struttura evidente. Il plasma mostra spesso margini alquanto irre· golari, e può essere policromatico o basofilo. I 11zegalob!asti: più grandi delle comuni emazie con nucleo grosso, di forma spesso irregolare, il quale ha per lo più speciale struttura: si colora molto meno che il nucleo dei normoblasti. Il plasma è per lo più poli· c1·omatofilo. I normoblasti rappresentano il tipo della rigenerazione normale del sangue nel midollo osseo. Essi si riscontrano anche in tutte le anemie gravi, vuoi àcute vuoi croniche, nelle quali occorre una pronta rigenerazione. Al contra1·io i megaloblasti rappresentano una rigenerazione sanguigna insufficiente, e si · osser,rano in modo caratteristico nelle anemie pe rniciose. Questi elementi così grossi hanno una superficie respiratoria piccolissima rispetto al loro volt1me, cosicchè una parte della loro emoglobina non viene utilizzata. Essi rappresentano un regresso nello sviluppo embrionale. Il nucleo clei normoblasti emigra insieme con t1na porzione di discoplasma dal corpu· scolo sanguigno e con un processo di rigene· razione si completa ti·asformandosi in un nuo,ro norn1oblasta; al contrario il nucleo dei megaloblasti si scinde nell'interno del corpuscolo (carioressi) che in tal modo cliviene un megalocito. I wegaloblasti si riscontrano solo nel sangue e midollo osseo d'individt1i affetti ùa anemia perniciosa~ sono patognomonici di questa malattia. la qttale non è ancora deciso se debba i·jguardarsi come un'entità morbosa a sè. o non sia piuttosto da annoverare tra le fo1..me grav-i cli anemia cronica emplice, da cui si distingue solo per la presenza dei me gal oblasti. (8)

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FA.SO.

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Probabilmente verrà giorno, che ulteriori ricerche stabilil·anno il nesso etiologico tra • l'anemia perniciosa ed altre alterazioni morbose, e riterranno quella come un processo ' tj secondario e non già primario siccome ora si l ammette. In qtlanto alla leucemia, essa dal punto di vista ematologico si distingue in : 1. Leucemia con produzione di tess11to linfoide: leucemia linfatica. 2. Leucemia con produzione di tessuto mieloide: leucemia mielogena. La leucemia lienale non può considerarsi più come una malattia a sè, poichè non v'è nessuna forma di leucemia,, nella quale sol· tanto la milza sia ammalata. r Tanto nella leucemia linfatica che nella mie' i logena la milza ha una parte puramente secondaria, proprio come il fegato. t La costituzione del sangue nelle leucemie • f linfatiche presenta un aumento spesso notevoI• lissimo di linfociti, di di1nensioni variabili dalle più grandi alle più piccole. I leucociti del midollo osseo conservano dapprima il ]oro numero normale, però essi diminuiscono di · numero quando il parenchima osseo è sosti- tuito da tessuto linfatico ; mentre aumentano se in pari tempo esiste uno stimolo formativo. Il sangue nella le11cemia mielogena presenta anomalie morfologiche molto più variate. In alcuni casi il reperto ematico non si distingue in sostanza da q nello di una leucocitosi ordinaria, con prevalenza delle cellule neutrofile; in ·altri casi invece si ha una ricchezza straordinaria di forme rappresentata dai tre tipi di cellt1le granulose, da mielociti, cla cellt1le atipiche, da normoblasti e megalo· blasti. Le cellule mononucleate possono superare • in numero quelle polinucleate. La leucemia acuta fino a poco fa era anl noverata tra le leucemie linfatiche, a motivo della prevalenza delle forme cli leucociti monon11cleate e senza granulazioni, ecl allora ri· tenuti per grancli linfociti. È stata rliscussa l'identità. cli queste grandi cellule prive di granulazioni con i così detti mieloblasti. ' ri sono molte ragioni in favore di tale identità, dedotte specie dalla grave anemia che d'orclinario accompagna la leucemia acuta e che mostra spesso il carattere tipico dell'anemia perniciosa. L'altro compito dell'ematodiagnostica morfologica consiste nel precisare le alterazioni clel sangue nelle altre malattie, le quali non sono ritenute come malattie proprie del sangtte, ed in cui i leucociti rappresentano l'ele· mento mobilo, che col suo aumento o con la · sua climinuzione - leucocitosi o leucopessia illustra un lato della rea~ione che l'organismo fa contro le influenze nocive. La ematodiagnostica ha fatto in proposito importanti scoperte, però non ha soddisfatto -

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[ANNO IX, F ASC. 11]

SEZIONE PRATICA

ancora tutte le aspettative; è passato oramai l 'entusiasmo di un tempo in cui si . asseriva di poter diagnosticare una malattia infettiva qualsiasi dal solo reperto sanguigno. Le ricerche sperimentali istituite con maggior critica hanno · mostrato che, eccezione fatta della malaria, si ha soltanto una malattia., il tifo, nella quale l'esame del sangue })UÒ fornire un argomento diagnostico ; e neppure ciò vale per tutti gli stadi del suo clecorso . Per la maggior parte delle malattie infettive riesce di gran lunga più tipico l'insieme delle s11ccessive alterazioni sanguigne anzichè il reperto di un unico -esame. Dott. E. GuGLIEL}IETTT.

Metodo per separare i pigmenti biliari da un'n1·ina contenente urobilina. (BOUMA. Cent. f . inn. Med. 1902, n. 28). L'urina deve essere molto debolmente acida, quasi neutra. Ad 8 eme. di urina fresca si aggiungono 2 eme. di soluzione al 10 per cento di Ca Cl, e poi a gocce una soluzione debolissima di NH 3 , fino a che la reazione sia ancora debolmente acida; si separa il pre· cipitato con la centrifugazion~ e poi si stempera con acqua e si centrifuga di nuovo. Poi si tratta con un eme. del reattivo di Ober· may&r (2 gr. Fe 11 Cl 6 in 1 lit-ro di HCl) e si scioglie con 4 eme. di alcool assoluto. Quando vi sono pigmenti biliari la soluzione prende' un colore verde. Con questo metodo si ha risultato positivo anche in uri11e urobiliniche contenenti 1 mg. iii pigmenti biliari per litro. Questo metodo è una modificazione di quello di Hammarsten, ma sembra molto più adatto a scopi clinici. Dott. P. G.

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t TERAPIA CHIRURGICA

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1.,rattamento chirurgico del cancro uterino. Archives provi1tciales rle cltirzir,r1ie. 1° oc· tobre 1902).

(MoNPROFIT.

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L' A. insiste da prima sulle condizioni indispensabili per ottenere un buon risultato da qualunque intervento nella cura del Gancro uterino: 1a diagnosi precoce; 2a intervento a tempo opportuno, più presto possibile. Nota l' A . molto argutamente come spesso si faccia la cura medica clel cancro quando util· mente la si dovrebbe far chirurgica e la si faccia chirurgica quando ci si dovrebbe limi· tare a farla 1nedica solamente. Egli pratica con i mezzi moderni la vecchia operazione di DELPECH (1830) ripresa da RY· DYGIER nel 1880; l'operazione cioè vagi1io-addoniinale. Egli ha abbandonato del tutto la

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isterectomia vaginale per il trattamento del cancro. Così l 'autore descrive la sua tecnica: In un prinio tempo opera dal lato della vagina. Isola il collo uterino, distaccando le inserzioni vagino·1tterine, p1·ima incise, e respin· gendole verso l'alto, taglia via quindi il collo con un incisione trasversale passante al cli sopra delle parti rammollite, tampona la va-gina, fatta l'emostasi, e passa nel 2° tempo, operando dal lato del ventre. Apre l'addome e valendosi di una sua speciale valva addomino-vaginale, come egli la chiarp.a, può scoprire largamente tutto il fondo pel,rico e può in pochi minuti togliere l'utero, r gli annessi i legamenti ed i gangli linfatici sospetti. In questo modo operando si evita sicura· mente di rompere il ttrmore nel piccolo bacino come può accddere con esagerate trazioni, ci · si mette meg~io al sicuro di qualunque infezione peritoneale e di qualunque innel"lto canceroso. Quando si tratta di t1n cancro del corpo con un collo poco voluminoso, l'A. si contenta di liberarlo dagli attacchi vaginali nel 1° tempo, senza asportarlo. Quando ha ragione di temere che durante l 'ablazione dell'ute1~0 dall'addome possano colare liquidi saniosi dalla cavità ute- · rina in quella peritonale, l' A. ha pensato di chiudere ermeticamente il canal cervicale con· punti di sutura. Crede che alla fuoriuscita di questi liquidi saniosi si debba non poche volte l'insuccesso operando per la vagina, esercì· tando forti trazioni sull'utero e peggio praticando l'apertura della cavità uterina allo scopo di facilitare la tecnica con l'emisezione dell'ute1--o. Critica l' A. ugualmente gli operatori che si attengono esclusivamente o all'intervento vaginale o a quello addominale. Ciascuno di questi intervenuti rende necessarie esage· rate ti·azioni o verso il basso o verso l'alto per riusci1·e all'ablazione dell'utero e non è di rado che in mezzo a queste trazioni le dita o le pinze lacerino la matrice e talora sepa· rino malamente il corpo dal collo, togliendo la possibilità di nuovo e sicuro punto di presa in mezzo ai tessuti rammolliti dal cancro e lacerati dall'operatore e provocando la facile u$cita di liquidi settici, ognun comprende con quale risultato definitivo. Quando dal lato della vagina, col 1° tempo del processo vagino-addominale si sono distaccati gli attacchi del collo uterino alla vagina ed alla base dei ligamenti la1--ghi, 1 inte1"vento addominale nel 2° tempo si fa facilmente (1' A. dice « co1n11ze 1111 jeu ») : sezionati, senza


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IL POLICLINICO

nemmeno toccare l'utero, i legamenti larghi ed inc~so il peritoneo all'innanzi, si cade subito nella ·v·agina; le uterine sono legate in un momento e l'utero è asportato senza aver subito alcuna trazione, intero e senza aver infettato l'addome. La pratica dimostrò all' A. che il pericolo cl'infettarsi le mani nel tempo vaginale dell'ope1·azione può esser facilmente tolto con una rigorosa disinfezione delle mani stesse fatta prima d'iniziare il tempo addomi"1iale dell'in· tervento. L' A. termina i·accomandantlo la sua tecnica per la sua facilità, la sua 1·apidità e la sz1,a innocuità. Dott. CESARE MrcHELI. •

Sul trattamento delle I'otture dell'ute1·0. (CRISTEANU.

Presse Médicale, 18 ottobre 1902).

L'A. ha riunito 77 casi di rottura dell'utero avvenuta durante il parto, osservati alla ma· ternità di Bllcarest dal 1885 al 1901. Di questi 77 casi, 54 terminarono con la morte della gestante e 23 con la guarigione. Tutti i casi sono così distinti: 8 rotture ate1·ine ,· 33 rotta1·e Tite1·0-vaginali ,· 29 1·ottztre della vagina,· 6 1·otture della vagina e della vescica; 1 1·ottz1r·a della va-

gina e del retto. Le rotture estese solo all'utero, complete od incomplete, furono estremamente gravi:· 8 casi, morte. Le rotture complete però con passaggio o no del feto nella cavità addominale presentano una gravità ben più grande di quelle incomplete. Il solo trattamento possibile è l'isterectomia addominale con drenaggio vaginale. Esso deve esser preferito, secondo l' A. all'isterectomia addominale subtotale. Le rotture incomplete dell'utero sono state trattate dall' A. in differenti maniere. Il drenaggio, il tamponamento, le iniezioni, la laparotomia con la sutura della lacerazione hanno dato in qualche raro caso dei buoni risultati. Questi metodi però dettero sempre un'enorme mo1·talità ed in caso di guarigione fanno teme1·e possibile una nuova rottura nel corso òi una successiva gravidanza. Il trattamento che l' A. crede perciò ad ogni altro preferibile e che pe1· ora ha dato i migliori r·isultati è dato dall isterectomia addominale totale con drenaggio vaginale. C. M.

L'azione terapeutira dell'iperemia -venosa (P..\NTALEONI. Arrliivio di Ortopedia, 1902,

fascicolo 2°).

L'iperemia venosa, dopo le incertezze del 1° periodo. è ormai accettata come mezzo terapeutico in casi di ps~udoartrosi, }Jer attivare (10\

lANNO

IX, FA.Se. 11j

l'osteogenesi nella cicatrizzazione delle ossa (NrooLADONI, BrnR, HoFFA, NoETZEL, ecc.); essendo stato dimostrato dall'esperienze del BRUNI che il callo osseo progredisne colla stasi; che dei tre calli, periosteo, midollare ed intermedio, quello che più si avvantaggia della stasi è il callo periosteo, quello che se ne avvantaggia meno è il callo intermedio, e fi· nalmente che la stasi favo1·isce il deposito di sali calcarei. Ma oltre che nella formazione del callo la stasi è stata tro~ata utile e viene applicata in parecchie malattie articolari così: N ~lle forme tubercolari articolari è stata dopo B1ER applicata da molti {ZELLER, MrcuLicz, w.A.GNER, MILLER ecc.). Nelle affezioni gonorroiche, nelle quali sopprime le manifestazioni infiammatorie,-toglie il dolore, permette i movimenti attivi e passivi, così che viene impedita la formazione dell'anchilosi. · Nel reumatismo articolare acuto e cronico {BONN, BXUMLER). Nelle rigidità articolari in seguito a traumi od immobilizzazione prolu11gata (BLECHER). Quale sarà il meccanismo di azione per cui l'iperemia venosa riesce così utile in molte affezioni articolari 'I A priori bisogna ammettere che non agisce con un meccanismo unico, perchè essa riesce utile in affezioni di natura batterica ed in altre di natl1ra non batte1·ica. Ed è ammesso infatti che l'iperemia venosa riesce utile per un'azione multipla. • Essa esplica : 1. Azione battericida sia per il sangue stasico, che è stato dimostrato (NoETZEL) essere dotat~ di potere battericida, sia per il transudato che ha potere battericida ancora più forte del sangue stasico. Il detto potere battericida poi del sangue venoso stasico è dovuto : all'iperleucocitosi ed agli enzimi proteolitici di cui detto sangue è ricco; all'anidride carbonica che trovasi in quantità notevole, anidride che, secondo le . esperienze dell'H.A.MBURGER, è dotata di forte potere battericida; e finalmente all'aumentata · alcalinità del sangue stasico, alcalinità che. secondo il BEHRING, è anch'essa dotata di potere battericida ; 2. Azione ij;erplasizza1zte del tessalo co1i1zettivo, riuscendo così a circoscrivere e localizzare meglio il processo; 3. Azione dissolvente, ine1·ente al siero; azione che, coadiuvàndo quella dei fagociti, disgrega e fa i,iassorbire ciò che c'è di anormale, come coaguli fibrinosi, neoformazioni patologiche, ecc. !. Azio1ze cal11zante dei dolo1·i, da · tutti gli osservatori constatata, il cui meccanismo però non è stato ancora ben precisato. N. LEOTTA.

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AN.No IX,

FASO.

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S11ll'nso del magnesio in chirurgia. Il prof. SENN, rendendo conto (A11terican Medicine, 11 ottobre 1902) di una sua visita alla clinica del prof. N100LADONI in Gratz, ricorda come il magnesio, che già il· Pays ha adoperato o solo o in lega coll'alluminio (magnalio) in forma di anelli per la sutura delle arterie capo a capo, è stato ora adoperato dal professore N ICOLADONI in forma di aghi in un grosso angioma venoso della faccia. Attraverso piccole incisioni fatte, con un tenotomo, introdusse nello spesso1·e del tumore 22 freccie di magnesio in varie sedute. Colla pressione si avvertiva una crepitazione gassosa all'intorno dei corpi estranei, mentre la t11mefazione era già diminuita di metà del suo volume. Se questo trattamento porterà in effetti alla guarigione, sarà di grande u~ilità nella cura di angiomi venosi e cavernosi, non suscettibili o non facili ad essere escissi. Pr. R. A.

Un nuovo ene1~gico disinfettante (La Sublamina). (KROENI(} e BLUMBERG. Mttricliener medie. WocJiensc., n. 37, settembre 1902 - Deritsch. 1ned. Wocliensc., n. 37 settembre 1902).

e BLUMBERG hanno sperimenta!· niente dimostrato che la sublamina (combinazione di arlendiainina con solfato di mercurio) è 11n disinfettante energico quanto il sublimato, su cui ha il vantaggio di non essere irritante; qualità questa che permette di usare forti soluzioni 1-200-300, quando si tratta ~i disinfettare mani che sieno state in contatto con sostanze infette. Si può prepa1~are in dischi, più rapidamente solttbili di qt1elli di sublimato. Gli ottimi st1ccessi ottenuti dai precedenti auto1·i sono stati confermati da ScHENK e ZANFAL, cla p AUL e SARVEY, da DANIELSOHN ed HEY, i quali ultimi due, nel loro lavoro sulla disinfezione delle mani, lodano il nuovo disinfettante. Dott. M. T. . KRoENIG.

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SEZIONE PRATIOA

Recentissima pubblicazione: .

L' IGl.ENE · DEL BAMBINO del

Prof. Cav. LUIGI CONCETTI Direttore della Clinica Pediatrica nella R. Università. di Roma

È un bel ,ròlume di oltre 600 pagine, illustrato cla molte figure.intercalate nel t~sto. Prozzo L. 'i ,50. Rivolgere cartolina-vaglia alla Società Editrice Dante Alighieri di Albrighi, Segati & C., Via dei Pre· fetti, N. 15 - Roma.

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI PARTICOLARI

ASSOCIAZIONE 1\fEDICO·CHIRURGICA DI PAR11IA. Sed11ta del 12 dicembre 1902. Presiede il prof. Co1·ona, presidente. Il dott. Pegoraro presenta un'ammalata giacente nella clinica oculìstica, che presenta 11n'nlcera della co1igiu1ttiva palpebrale di cui riesce difficile stabi· lire il diagnostico. L'ammalata è affetta da p soriasi e forse la ma· lattia oculare è una manifestazione relati va all'af· fezione cutanea. Però siccome dalla maggior parte dei dermatologi viene esclusa qt1alunque diffusione del morbo nelle mucose si propone di studiare l'ar· gomento e di riferire in proposito. Ricorda uno stt1dio dello SACK che parla di psoriasi della congiunti,ra palpebrale. ~A.Ifte1·i

alcnne ]Jarticolarità di strrittnra dello endotelio JJerito1ieale rivestente l'utero prierperale. L' A. in base all'esame istologico di uteri di donne morte poche ore dopo il parto, arriva alle ' seguenti conclusioni: 1. Anchel'endotelio peritoneale rivestente l'utero gestante partecipa alla generale ipertrofia gravidica degli elementi costitutivi dell't1tero, assumendo in molti punti della supérficie una forma marcata· mente cubica. 2. A tale processo di ipertrofia deve logica· mente arqmettersi che vada unito anche un vero proc_e sso di iper}:>lasia, essendo sproporzionato il piccolo aumento di volume di ogni singolo elemento coll'enorme accrescimento cli superficie della · sierosa uterina. 3. Anche l'endotelio degli spazi linfatici sottosierosi subisce in gravidanza modificazioni simili a quelle presentate dall'endotelio superficiale. 4. L'apparenza marcatamente cilindrica a pa· lizzata dell'endotelio che si può osservare in alc11ni punti della superficie degli uteri puerperali~ non è per la massima yarte che una conseguenza meccanica della rapida riduzione di superficie che su· biscono le pareti uterine subito dopo il parto. Il dott.

riferisce

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Il dott. Marimò anche a nome del dott. FERRI riferisce szii disturbi sensitivi negli e1niplegici. Essi esaminarono 20 emiplegie recenti éd antiche e in bitte riscontrarono più o meno évidenti alterazioni della sensibilità confermando ciò che BOURDICAUD· Du~IAY, VERGER, BRECY hanno r ecentemente veri· ficato; che la emianestesia organica è ben d.iffe· rente dalla isterica al contrario di ciò cl1e vole\a CHARfOT, ma essa, pur 'rariando da caso a caso, più che una vera emianestesia, è una ipoestesia per le sensibilità speciali, e una anestesia completa per

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[ANNo IX. F Asc. 11

IL POLICLINICO

quelle profonde, cosicchè l'acinestesia o mancanza di tutte le varie modalità del senso muscolare e l'aster eoagnos ia o mancanza del s.enso stereognostico è costante e più o meno manifesta in tutti gli emi· plegici; e questi due nuovi elementi semiologici che fino ad ora furono poco considerati a111~ebbero grande importanza diagnostica e prognostica, molto più delle turbe variabili ed irregolari delle altre sensibilità superficiali.

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPEDALE C IVICO DI PALERMO. Sezione di medicina diretta dal prof. G. CAauso-PEcOR.AR.o.

La malattia di Stokes-.A.dams. A. proposito di un caso clinico

pel dott. S.

0ERAULO

(interno).

Storia clinica. - C ... A ... di anni 67, traf'... ficante, da Villabate. Accettato nell'ospedale il 9 luglio. Nulla ricorda del gentilizio ascendente e collaterale. All'età di 8 anni soffri la roseola, a 30 circa una pneumonite, 10 anni fa fu colpito da reumatismo poliarticolare febbrile, e da questo tempo innanzi il C... dice di aver perduto la salute. Cominciò infatti a notare una estrema stanchezza ed uno spossamento generale, dispnea specialmente negli stati di sopra lavoro, cefaleR e vertigine. Le funzioni del corpo si fecero irregolari. Tre anni addietro, giorno di domenica, racconta l'infermo, trovandosi a lavorare in campagna ebbe come un senso di vampa alla testa; la vista si annebbiò, gli si piegarono l~ gam_b~ e . c~dde a_ t erra completamente msens1b1le. R1avutos1 dopo brevi momenti stette per circa 8 giorni tutto indolenzito ed incapace a lavorare. Accessi simili a questo si sono in seguito ripetuti ed in due anni l'infermo ne conta sette. Dice però ohe i due ultimi sono stati caratterizzati da forti convulsioni con movimenti disordinati, e vomito. L'infermo non ha avuto sifilide nè malaria ma ha abusato di vino. Al 2° giorno di degenza in questo ospedale il C... ha avuto uno di tali accessi. Noi trovandoci casualmente in sala siamo accorsi ed abbiamo trovato l'infermo in una t otale incoscienza. Presentava delle convulsioni clonico-toniche; gli occhi erano sbarrati, il bulbo rotato in su, v'era schiuma rossiccia alla bocca. Il polso si mostrava valido, duro, irregolare, ma ci colpi subito la sua straordinaria lentezza. Al 1' si avevano solo 25 pulsazioni. ----_....__,.__~ T,'ac so durò 3 minuti circa,· ed in se-

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guito a questo l'infermo restò stordito, obnubilato. La dimane ci ha raccontato che mentre il giorno precedente beveva un sorso d'acqua, essendo seduto sul letto, intese uno stringimento al petto, un senso di ambascia straordinario, misto a quello di una vampa che dal torace salivagli alla testa. Quindi si in· tese venir meno e cadde sul letto. Durante la degenza nell'ospedale il C .. ha avuto un solo accesso. Esame obiettivo. -· Costituzione generale buona. Sviluppo scheletrico e muscolare suf'ficiente. Cellulare sottocutaneo soarso. Pelle arida, secca, di colorito terreo. Mucose visibili bianche, scolorate. Temperattl.l'a 36. 8, (mattina), 36. 9 (sera). Polso duro, tardo, raro ritmico. Respirazione prevalentemente addominale. 14 respirazioni al l '. Non si notano edemi, nè ingorghi ghiandolari. · . Le arterie visibili sono fortemente atero· masiche, specialmente le temporali, le quali si presentano molto rilevate e tortuose. Ravvi disuguaglianza pupillare. Nulla di notevole al collo, nessun impulso anormale alle giugulari. Il torace ha forma cilindrica. Sulla sua parete anteriore si designano molte e piccole vene :flessuose, specialmente sulla metà sinistra. La palpazione non da dolore. Il fremito toraco-vocale è indebolito. Alla percussione si ha dappertutto un suono leggermente timpanico ed all'ascoltazione mormorio vescicolare debole ed espirazione prolungata. La punta del cuore batte al 6° spazio intercostal~, in basso. e in fuori della papilla mammar1à. L'urto e debole. Alla regione precordiale non si percepiscono fremiti o sfregamenti. L'aia cardiaca è ingrandita, specie nel senso verticale, ma nessun rumore si ascolta nei diversi focolai , tranne una notevole accentuazione del 2° tono sull'aorta e sulla polmonare, di tim ~·ro nettamente metallico. La durata della I!iccola pausa non è accre· sciuta, molto più lungo è invece il grande silenzio, in modo da restare considerevolmente aumentato l' intervallo di tempo che corre tra due rivoluzioni successive. Pure talvolta dopo il 2° tono, si ascoltano rumori indistinti, smorzati, lontani, come se fossero l'eco dei toni normali. La perçussione sul fascio vascolare dà un'area di ottusità di 9 cm. circa. Si vede pulsare la succlavia destra. Il polso della radiale è teso, tardo, raroi ritmico. Abbiamo contato giornalmente i n11mero delle pulsazioni1 ottenendo in q uin• dici giorni una media d1 31. Fra una pulsazione e l'altra ci fu dato talvolta di sorprendere un'ondulazione ar~

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SEZIONE PRATICA

riosa, percepibile a stento e con molta atten• z1one. , L'aia gastrica è un po' ingrandita. Nulla di anormale al fegato ed alla milza. Le urine sono abbondanti, chiare, limpide, hanno un Ps.• di 1015 e contengono il 0,5 °/00 di albu• mina. . L'infermo si sente spossato, non ha appetito, ha scintillio davanti agli occhi e ronzio continuo alle orecchie. Accusa una leggiera dolorabilità al torace sinistro.

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La malattia di cui è affetto il nostro infermo è senza dubbio l'ateromasia. Il f'eno· meno della temporale, unito alla ipertrofia del ventricolo sinistro con accentuazione del 2° tono sul focolaio· aortico, sono segni indi· scutibili di tale processo morboso. Ma ·oltre l'ateromasia qui v'ha anche l'ectasia dell'aorta; il quale fatto noi desumiamo dall'anormale ampiezza del fascio vascolare (9 cm.) e dal polso su cclavio. La ectasia trova la sua ragione di essere nella sclerosi vasale. A parte però tutto ques~o, abbiamo qui due sintomi abbastanza importanti, resi ancora più importanti dalla loro concomitanza, dal loro accoppiarsi : la bradicardia, ~ gli acce~~i sincopali che risultano dalla storia c1i· nica, l'accesso epilettiforme che noi stessi I · abbiamo constatato. Il polso lento infatti può aversi per varie • • rag1on1. Oltre a che per condizioni puramente fisio- logiche, come fu di Napoleone il quale aveva \ solo -tO pulsazioni al minuto primo, può insorgere in seguito all'uso di far1n_aci speciali (digitale, belladonna, eco.), o durante il corso . di un' ittero, durante la. convalescenza di feb· bri tif~idi o per malattie. cerebrali e renali. I . Ma in tali ca~i la lentezza è- sol<:> transitoria, e la persistenza del t•atto indica che nel no· stro caso persistente deve esserne la causa. Un accesso sincopale od epilettiforme può • avere diversa fonte ed origine, ma la sua comparsa in un individuo con bradicardia permanente fa pensare ad una forma _µlOrbosa, vecchia ormai, giacchè la descrizione ne rimonta al 1827, ma messa in discussione ed illustrata solo negli 11ltimi 20 anni. Alludiamo alla « n1alattia di Stokes-Adams detta anche « Polso lento permanente con attacchi sincopali ed accessi apoplettiformi ed anch_e epilettiformi ». >)

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Le prime notizie intorno a tale malattia ci vennero da AnAMs, ma fu lo stesso SToKES che elevò ad entità clinica la nuova sindrome morbosa. Dopo le osservazioni di questi att· tori i lavori e le indagini si successero, e qui figurano a prefeFenza i nomi di RosENTHAL, H1RTZ, · CttARcor, BLONDEAu, CoRNIL, HurcHIN· soN, ecc. Etiologia. - La malattia colpisce a preferenza i vecchi, gli adulti sifilitici, artritici, alcoolisti, ed in generale individui con manifeste lesioni del sistema vasale. A preferenza sono colpiti i maschi. MoRION infatti su 37 casi riscontrati nella letteratura ne constatò 31 riferentisi a maschi e solo ~ a femmine. La stessa constatazione f'u fatta da GRoB e R1EGEL, ed il fatto evidAntemente è dovuto a che il maschio è più esposto alle cause reumatizz~nti, alle emozioni ed in una parola ai disordini fisici d morali. Patogenesi. - La patogenesi della malattia è tuttora oscura. Due ipotesi $Ì sono messe avanti per ispiegare i fatti morbosi, due teorie .si sono battute il terreno. La prima, messa a vanti dallo STOKEs, f'aceva risiedere la causa dei disturbi nel cuore. Lo SToKE-3, studiando al tavolo anatomico un caso da lui osservato, trovò la degenerazione grassa del miocardio e ripose in questa l'alterazione anatomica della malattia.. Tale ipotesi però fu presto abbattuta dal fatto che in molte autopsie la degenerazione adiposa del cuore mancava e dal fatto contrario di av0'r trovato f'atti degenerativi senza il menomo accenno all' esistènza del polso lento permanente. Fu lo CHA.Rco.T, primo fra tutti,' che contraddicendo ~a teoria cardiaca ne mise a vanti un'altra, la teoria bulbare la quale è stata ammessa e trattata sotto diversi aspetti . Alct1ni sostengono che sia un'irritazione o una compressione del bulbo quella che genera il rallentamento. HALBERTON pubblicò il caso di un individuo che per un trauma alla regione occipito-vertebrale mostrò il fenomeno del polso lento. All'autopsja si trovò la stenosi del foro occipitale per un callo osseo neoformato e per un'esostosi costituitasi. Onde l'HALBERTON ammise « che il polso lento è causato da una (13}

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LA~"NO

IL POLICLINICO

IX;

Un individuo arterio-sclerotico con miolesione peribulbare che irrita il bulbo, lo comcardite interstiziale ed accessi di angina prime ed ostacola la sua circolazione ». Numerosi casi di bradicardia con accessi si pectoris può diventare affetto da polso lento sono in seguito descritti per effetto di trau- permanente con accessi sincopali se la sclematismo al bulbo od alle sue vicinanze (Ro· rosi invade i vasi ~ulbari, può presentare SENTI-IAL, GuRLT, HuTCHINSoN, ecc.) e la teoria assieme a tali sintomi, fatti di nef'rite interdell'irritazione bulbare ha avuto piena con- stiziale e di uremia se interviene l'atero· masia dei vasi renali, e l'insufficienza del ferma. L'irritazione oltre che dal trauma può es· rene. La malattia di Stokes Adams quindi, più sere provocata da gomme sifilitiche, tuberco· che una malattia si deve considerare come lari, mal di Pott cervicale, tumori, ecc. Altri autori però hanno ampliato tale teo· una sindrome dipendente dalla localizza. ria, ammettendo come, all'infuori dell'irrita- zione della sclerosi ai vasi bulbari. Ma l'indagine elinica ha proceduto oltre. zione del centro del vago, una lesione in ge· BRrssA.uo recentemente in una sua lezione nere del tronco di esso o dei suoi rami terminali sia pure, per via riflessa, capace di ha dimostrato che il morbo di 8tokes non determinare i fenomeni classici del morbo in è legato esclusivamente alla sclerosi arte· discussione (VAQUEZ e BuRNAz, D.A.LFOUR, OzER· riosa, , ma a qualunque disturbo funzionale nel territorio bulbo· protuberanziale. Non può MACI{, H ALBERTON). La Clinica intanto avea notato che la ma- parlarsi semplicemente di una localizzazione lattia di Stokes si riscontra a preferenza anatomica, ma anche di un disordine dinanegli arterio-sclerotici, qualunque sia la causa mico, secondo l' A. , e questa ipotesi è stata della sclerosi (alcool, sifilide, gotta, ecc.) ; l' a .. anche sostenuta dal SroT. La sclerosi cardiaca con degenerazione teromasia dei vasi bulbari è stata costantemente rinvenuta all'autopsia, donde la nuova grassa, la sclerosi dei vasi bulbari, rappre.. teoria che la malattia sia dovuta all'altera- sentano, è vero, le condizioni patogenetiche principali della forma morbosa, ma t1na zione vasale. grainde importanza si deve dare del pari al << Essa dice HucHARD, è la chiave che dà la spiègazione di tutti i fenomeni » ; e ben surmenage fisico, all'anemia come tale, ed in si comprende che la sclerosi arterios ~l non genere a tutte le cause che possono reagire che già H1RTZ fin dal 1890 agisce per conto proprio, ma in causa della sul bulbo, idea • • a vea messo innanzi. anemia che genera, della insuffiQiente irrora· Tali sono le conoscenze che fin' oggi si zione sangt1igna che produce. La malattia quindi altro non sarebbe che hanno circa 'la patogenesi del morbo di Stokes-Adams. una manifestazione dell'anemia bulbare. Anatomia patologica. - Dal punto di vista Ora l'anatomia patologica ha dimostrato che nei casi classici di morbo di Stokes la dell'ana~omia patologica, all'infuori di quei ateromasia non è limitata ai soli vasi bul- casi in cui si tratta di traumatismo, cagione bari ma diffusa alle coronarie cardiache ed di irritazione o compressione sul bulbo e a quella degli organi parenchimali. Con nelle sue vicinanze. il reperto più costante molta probabilità dunque non sono le le - è la sclerosi delle arterie bulbari. Queste disioni cardiache capaci di produrre i fatti ventano come tanti cordoncini rigidi e duri, morbosi, come pensava lo STor<.Es, non le il loro lume si restringe, e l'ischemia bulbolesioni bulbari, come credeva C 11ARCOT e il protuberanziale è l'effetto diretto dell'alterasuo allievo BLoNDEA u, ma le t1ne e le altre zion~ vasale. Quanto alle lesioni cardiache : sclerosi insieme, ed è la teoria cardio·bulbare che dobbiamo ammettere, la teoria mista, come delle coronarie, miocaJ.·dite interstiziale, deqt1elJa che all'infuori dell'agente traumatico, generazione adiposa del muscolo cardiaco, essa vale a spiegare tutti i disturbi funzionali, non sono così costanti come le precedenti, e t utta la sindrome morbosa (H ucHARD). quando intervengono, molto raramente si Tutto sta nel rintracciare dove la lesione presentano isolate. Ordinariamente si accomvasale è più p1·onunziata. pagnano ali' ateromasia dei vasi bulbari o (14) •


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335

SEZIONE PRATICA

sono limitate, iniziali, inco.mplete, tali da non poter loro assegnare un'azione arttiva nella produzione del polso lento :p!3rmanente, da non potere loro attribuire alcuna parte nello stabilimento della sindrome. Frequentissimi sono invece i reperti di t1na ateromasia diffusa con maggiore accentuazione ai vasi bulbari. In casi rari si sono trovate alterazioni valvolari cardiache, specialmente delle semi· lunari aortiche, per l'eventuale invBsione del processo ateromatoso, e lesioni renali interstiziali. t'Jiritoniatologia. - Due sono i segni cardinali della malattia: la lentezza del polso e gli attacchi sincopali apoplettiformi ed epilettif'ormi. La bradicardia nella più parte dei casi si scopre dal medico per un semplice caso,. giacchè può durare parecchio tempo senza dare alcun disturbo . ~onvi individui che portano da anni la malattia, e questa la si scopre solo al momento in cui compare il primo accesso sincopale, il ·primo accesso apoplettiforme ed epilettiforme che talora pure può avere un esito fatale. La bradicardia può essere più o meno pronunziata, Da 75) 72, il polso può scendere fino a 50, 30, a 16 (RENDU), a 14 (DIEU· LAFOY). Ec.cezionale è il caso di Petrucci della Clinica di Parma in cui il polso giungeva a 12, unici più che rari i casi di Bozzolo e di Halberton in cui il polso segnava rispetti· vamente 7 e 5 pulsazioni al 1'. La bradicardia però non si mantiene sempre la stessa: si accentua talora prima degli accessi, spesso durante gli accessi, e le cifre riferite da BozzoLo e da HALBERTON furono durante questi rilevate. . Benchè rallentato) il polso è regolare, e quando insorge aritmia essa è dovuta a delle ' complicanze cardiache. Il numero delle pulsazioni rilevabili alla radiale, non sempre corrisponde a quello delle pulsazioni cardiache. Il fatto venne già notato dallo STOKEs, e confermato da VAQUEz, H1nESOLTER; TRIPIER, HucHARD, ecc.; l'interpretazione però ne è stata varia. H ucHARD sostiene che in tali casi il polso non ha che una lentezza apparente, poichè i battiti cardiaci possorio essere in numero

doppio di q~ello delle pulsazioni radiali, ed ammette che qui si ha da fare con un ritmo speciale per cui il muscolo cardiaco si con· trae incompletamente, ed è tale contrazione larvata, incapace di essere trasmessa fino alla radiale. Si avrebbe una djfferenza di intensità nel succedersi delle • contrazioni : una uontrazione forte sareb.be seguita. da una talmente debole da non renders~ percettibile al polso. Quest'ultima HuclIARD ha chiamato sistole

da eco.

Tale ritmo particolare, co1ne dicemmo, è · stato segnalato da vari autori, e STOKES medesimo lo intravedeva accennando a « tentati vi di contrazioni che abortivano »; R.AYMOND e TR1PIER ne avevano già parlato quando scrivevano che « i toni deboli sono come l'eco dei toni forti )) . Il polso dunque i1on può essere l'indice delle contrazioni cardiache. Per rendersi esatto conto di queste bisogna ascoltare con attenzione al 4°, 5° spazio intercostale, specialmente lungo la margino-sternale o paraster· • nale di sinistra. E qui che ordinariamente si ascoltano questi soni abortivi, indebita.. mente ascritti ad un eventuale sdoppiamento od alla contrazione isolata delle orecchiette (V AQUEZ e CHAVEA u). Insieme alla lentezza permane~te del polso, rappresentano un segno di grande importanza, gli accidenti nervosi. Essi possono inaugurare la scena morbosa, confermare una diagnosi incerta, ma possono farsi lungamente aspettare, conservando l'ammalato prima della loro comparsa uno stato di salute relativamente lodevole. Fra i disturbi nervosi è più frequente la • sincope. Lo stabilirsi della sincope d'ordinario ha un preavv.is0 nell'aura; malessere g enerale,, cefalea, sudore freddo, pallore, vertigine, sono i segni · premonitori dell'attacco, durante il quale v'ha perdita di coscienza e risoluzione muscolare. 'l'ali fatti durano 2, S minuti dopo di che l'infermo riacquista la coscienza, i muscoli il loro tono, torna il colorito della faccia, si riaprono gli occhi, perma nendo solamente e per tutto il giorno un senso di stanchezza, di indolenzimento generale come se l'infermo fosse stato bastonato. •

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IL POLICLINICO

Alle volte però la sincope è seguita da un accesso epilettiforme caratterizzato ora da forti scosse convulsive con schiuma alla bocca, ora da un accesso che ha tutti i caratteri di quello epilettico genuino, differenziandone solo per la mancanza del grido iniziale e della caduta. Più spesso ancora domina la scena un accesso apoplettiforme, durante il quale l'infermo può trovare la morte. Ma l'accesso può risolversi, e a brevi intervalli ripetersi; e questo fatto, unito all'altro della mancanza di paralisi consecutive, serve a differenziare dalla vera la falsa apoplessia. In alcuni infermi la crisi sincopale apoplettiforme od epilettiforme si stabilisce ~n seguito ad uno sforzo esagerato, ad una forte emozione, ad un colpo sull'epigastrio, ecc., talora invece nessuna, causa prossima si può rintracciare, e l'accesso invade mentre l'individuo accudisce alle sue ordinarie fac· cande. Sintomi secondari sono: ronzìo alle orec• chie, tendenza al sonno ed al raffreddamento, dispnea, vomito, e disuguaglianza pu· pillare. Tale è il quadro sintomatico del morbo di Stokes, 11 quale però è suscettibile di grandi modificazioni in quanto che ai sintomi descritti altri se ne possono aggiungere capaci di mascherare completamente la sindrome, di porla in seconda liµea. Per lo più è un attacco anginoso, un'infiammazione renale, una crisi uremica che interviene rendendo facile un errore di diagnosi. TRUFFET infatti parla di una donna colpita da polso lento che presentò accidenti di insufficienza renale, e HucHARD vide gli stessi sintomi, pseudo epilessia e dispnea, legati ad una doppia origine, bulbare ed • uremica. Di tal fatto ci rendiamo presto ragione pensando al momento etiologico della malattia, all'ateromasia, la quale è l'origine co · mune dei diversi stati morbosi. Ciascuno di questi altro non rappresenta che una localizzazione del processo arterio-sclerotico, e da tale differente localizzazione dipende la molteplicità delle fisonomie che può assumere la malattia. Il quale fatto oltre che avere un'importanza teorica ne ha una maggiore rispetto alla cura ,1ti} •

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perchè a ciascuna di queste modalità cliniche corri sponde una cura diversa, ma avente sempre il suo fondamento nella causa comune, l'artèrio sclerosi, alla quale pure dobbiamo legare i disturbi psichici che questi bradicardici possono presentare diventando tristi, torpidi, ebeti, giungendo tal volta al quadro clinjco della demenza. Ma se in tali casi il quadro fenomenologico si complica e si aggrava, altri ve ne sono in cui questo è ridotto alla sua minima espressione. Son le cosidette forme fruste di malattia Stokes-Adams, forme incomplete. In talune di queste manca del tutto la crisi sincopale, non compare l'accesso apoplettiforme od epilettiforme , ma tutto si compendia in uno stato vertiginoso con indebolimento estremo di forze ed estremo pallore; in altre quella che manca è la bradicardia, la quale può fare difetto per tutta la durata della malattia, oppure comparire al momento dell'accesso; in altre forme ancora tutto il quadro si riduce alla lentezz~ del polso, tanto che impropriamente si è parlato di polso lento fisiologico, e si sono avute poi delle sorprese quando l'infermo in un primo attacco sincopale ha trovato la morte. · Durata, prognosi ed esito. - La malattia può avere, secondo HucHARD, un decorso di 2, 3, fino a 13 anni, REYNARD ed altri ammettono come termine massimo 3 anni e mezzo, D1 EUL A FOY 4 anni. La prognosi è infa.usta, quo ad valetudinem, circa. i casi di guarigione notati in letteratura bisogna pensare che non si sia affatto trattato di bradicardia essenziale. L'ateromasia progrediente spiega l'aggr_a- · varsi della malattia e il suo complicarsi. L'esito mortale d'ordinario avviene improvvisamente durante la sincope o per una malattia intercorrente (complicazioni cerebrali, valvolari cardiache, polmonari, renali).

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Culra. - La cura deve anzitutto mirare a combattere l'arterio-sclerosi sia essa diffusa o localizzata alle coronarie, al bu,lbo. Il rimedio sovrano qui è l'ioduro di sodio o di potassio che possiamo largamente prescrivere ai nostri infermi di sclerosi-arteriosa. Questi faranno vita a.ll'aria aperta, al ri-

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SEZIO~E

paro del vento e a temperatura costante, evitando eccessi fisici e forti impressioni morali. P otranno alimentarsi di uova, di latticini e legumi ma preferiranno il latte: allontanando i dolciumi, le carni conservate, l'alcool, il tabacco, ecc~ Contro l'ischemia bulbare possiamo adoperare il nitrato di amile che provoca una forte · e rapida congestione, oppure la trinitrina in soluzione alcoolica · al centesimo, a goccie o per iniezione ipodermica. • HAYEM dimostrò ohe non si ha inconveniente alcuno se, sorpassando la dose classica di 8, 10 gocoie al giorno, si arri va a 20, 30 goccie di trinitrina. A determinare iperemia cerebrale gioveranno pure l'oppio e la morfina e saranno proscritti i vasocostrittori \belladonna, ergotina, bromuri). In questi inf'ermi di polso lento permanente non bisogna fare uso di digitale. Essa agirebbe nel senso di rallentare il polso già di per sè più o meno rallentato o non agirebbe affatto se il cuore è degenerato o ìn imminenza di degenerazione. In tali oasi la digitale è controindicata giaochè agirebbe come la frusta su di un cavallo già sfinito che, dolorosamente incitato, cade sotto il peso del cavaliere (ORTNER). La fragilità delle pareti vasali rappresenta pure una controindicazione della digitale, che riserberemo solo per i periodi di asistolia (Rox). .In tali casi dunque non volendo affidarsi alla poca efficacia dei succedanei, lo strofanto, l'adonis, la convallaria, si ricorrerà alla caffeina a,ssooiata al salicilato o benzoato di sodio che rinforza il cuore ed eccita il cervello. Potremo adoperare addirittura l'infuso di caffè ed anche la sparteina in pillole • • • o per m1ez1one. Qualora si dichiari la sincope, riescono di grande vantaggio le iniezioni di etere, e negli accessi le inalazioni di ossigeno (HoFFMANN). Riassumendo dunque, per la cura della sindrome di ST01cEs terremo conto : dell'indicazione igienico-dietetica ; dell'indicazione cerebro· bulbare; dell'indicazione cardiaca e vasale. A queste può aggiungersi l'indicazione re· naie in quanto che, trattandosi di infermi con sclerosi arterios_a, e_potendo essa da un mo· mento all'altro invadere il rene, è facile il

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PRATICA.

destarsi di fenomeni nefritici o fatti ure• • m1c1. La dieta lattea quindi, oltre ohe imporsi dal punto di vista della cura, si raccomanda per la profilassi.

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L'infermo fu accettato nell'ospedale il 9 lu· glio e vi rimase fi.110 al l 0 agostoi giorno in cui volontariamente andò via. Al 2° giorno di degenza si ebbe quell'accesso epilettiforme cui già accennammo. Lo stato del polso si mantenne immutato. Abbiamo somministralo del ioduro ad alte dosi fino ad arrivare a 5 gr. pro die, e praticato le iniezioni di trinitrina. Facemmo larga somministrazione di latte. Durante la degenza nell'ospedale ness·tln altro accesso si manifestò. Lo stato generale migliorò, e lo spossamento, l~ stanchezza, la vertigine, la dispnea, si attenuarono di molto.

Contributo alla cura della peritonite tubercolare colle iniezio11i iodo-iodu1·ate alla Durante per il dott.

R Ol\iIOLO

l\iIAP.TINORI.

Allorchè l'illustre ed aimato mio maestr0 prof'. F R ANCEsco DuRA NTE provò con ottimi e convincenti risultati l'efficacia della cura iodica nella tubercolosi chirurgica, volle sperimentare in seguito se la stessa cura fosse proficua nelle peritonite tubercolare. E fu allora ohe il dott. BrAGI sperimentando nella R. C:linioa chirurgica di Roma, potè riferire la completa guarig :one di 6 casi curati in tal modo. Oggidì ormai tutti i medici tengono in ·alta considerazione la cura iodica e la sua efficacia ed azione viene man mano confermata e resa indiscutibile dalle relazioni, • ohe si hanno in proposito ·di complete guarigioni. Sebbene non ancora numerosi siano i casi di guarigione riferiti, pur tuttavia ne siamo a conoscenza di alcuni gravi, quali quello rif·erito dallo STEFANILE, dall' ANTONELLI ed ultimamente dal dot t. AnoLFO ARCANGELI, il quale riferisce nel Stipplemento al Policli·nico, dell'anno 1901, n. 59, pag . 1391J la guarigione completa d'un caso di tuber(17}


Th POLICLINICO

colosi del peritoneo nel quale, in seguito a laparotomia, si riscontrò che in ambedue le ovaia si aveva sviluppo di una cisti, la cui faccia esterna era anche cosparsa di granulazioni tubercolari. A me sembra tal caso di grande importanza, poichè fa comprendere come l'atto operativo a nulla abbia giovato poichè dopo soli pochi giorni l'addome si ripresentò tumefatto e teso per presenza di liquido. La esclusiva cura iodica valse a gua· rire l'inf'erma e ciò sta a provarne tutta l'efficacia e la pronta azione. _ Sempre entusiasta della cura dell'illustre clinico ed animato dai buoni risultati che si riferiscono intorno ad essa, volli anch'io sperimentarla e portare quindi il mio modesto contributo. P .. ... A ..... di anni 21, contadina. I genitori viventi hanno sempre goduto e godono perfetta salute. La madre ha avuto 3 aborti non consecutivi. Di 9 figli nati a completa gestazione, 4 sono morti in tenera età; ; ma i geni tori non sanno nulla precisare circa la malattia; solamente affermano che un figlio mQrì all'età di circa 6 anni per tubercolosi polmonare. I figli viventi, tre femmine e due maschi, hanno goduto sempre perfetta sal!lte ad eccezione del figlio maggiore affetto da vari mesi di c~~~iuntivite granulosa. Dei rami collaterali n a di notevole. L'inferma accerta di non aver mai sofferto malattie gravi e di essere stata sempre sufficientemente bene fin verso la fine del 1901, epoca nella quale cominciò ad avvertire disturbi viscerali, mancanza d'appetito e na11sea, debolezza generale, ecc. Nè la malata nè i genitori se ne preoccuparono; ma alla fine del g 1:") nnaio 19U2, i sintomi andarono rapidamente crescendo. Mestruata a 17 anni, tale funzione si è però mantenuta regolare fino a tale epoca, nella quale si ebbe ame· norrea; l'appetito diminuì moltissimo, le forze decadevano 8empre più, notevole il dimagramento. L'addome andava man mano tumefacendosi f' l'inferma accusava forti dolori. . Dopo aver consultati vari medici, fu chia· mato il dott. Se..\T OL.t\ R I dì Riofreddo, al quale rendo infinite grazie per le esatte ed utili notizie fornitemi e che qui appresso rife• r1sco. L' e~egio collega visitò l'inferma la mattina dei 7 aprile 1002 e la trovò febbricitante, con polso filifor.me e rapidissimo (130 pulsazioni al minuto), gravemente dispnoica, con respirazione superficiale. All'esame obbiettivo riscontrò addome voluminoso, tu· mefatto e teso per abbondante presenza di liquido; alla percussione si aveva ottusità assolt1ta in quasi tutto l'ambito addominale, (1 \.))

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eccetto una piccola zona circumbellicale ; facendo muovere la paziente su l'uno o l'altro fianco si aveva spostamento della piccola aia timpa~ca . .Riscontrò inoltre lievissimo versamento pleurico a destra e lievi rantoli crepitanti in tutto l'ambito respiratorio e specialmente agli apici. Date le pessime con· dizioni della malata e specialmente da parte del cuore, somministrò della diuretina e caffeina ed il dì seguente in cui trovò la malata in peggiori condizioni, eseguì la paracentesi estraendo circa 5 litri di liquido giallo-citrino leggermente sanguinolento ; però a causa d'un abbassamento del polso e d'una minaccia di collasso, dovè sospendere l'atto operativo lasciando in posto circa altri dqe o tre litri di liquido il che però gli permise di riscontrare gli organi addominali normali per posizione e volume ; il peritoneo dava segni manif'esti d'ispessimento. Dopo ciò continuò a far prendere alla malata della diuretina ed a~giunse del carbonato di guaia· colo. Il dott. ScA TOLARI afferma che da quel giorno non ha più visto la malata ed il 1° giugno 1902 assunsi io il servizio. Chiamato subito a visitare l'inferma, la trovai in deplorevoli condizioni; tenutala in osse!"vazione, ai sintomi descritti dall'egregio collega, si aggiungeva una temperatura giornaliera oscillante dai 37°,5 ai 38°,5, anemia spiccatissima, discreti sudori notturni, defe· cazione alternata da diarrea e stitichezza. L'addome si mostrava tumefatto specie nei due quadranti inferiori, di forma ovoidale e slargato ai fianchi; assenza di reticolo venoso appariscente, fortissimi dolori. La tu.. mefazione dell'addome era di consistenza duro-elastica; alla percussione si ottiene risonanza ottusa in tutta la regione sottombellicale che rimane invariabile col mutare di posizione dell'inferma; diuresi scarsa, urina fortemente arrossata e con abbondante sedimento; .nulla da aggiungere al reperto del dott. 8CATOLARI riguardo agli organi to· racici; stato generale deperito, nessuna traccia di sifilide nè in atto nè pregressa. Attenendomi quindi al parere degli altri medici che visitarono l'inf·erma e dati gli SJ?iccati sintomi dell'affezione, conf'ermai la diagnosi di peritonite tubercolare. Sebbene la famiglia era dispost~ad inviare la malata in Roma onde sottometterla alla laparotomia, io la sconsigliai pregandola a voler iniziare la cura delle iniezioni i odo-io· durate. Dapprima l'inferma sfiduciosa si oppose: ma con replicate insistenze suo malgrado la indussj il l 0 agosto ad iniziare la cura A tale scopo usai : Iodio metallico . . gm. 1 Ioduro di potassio . > 3 Acqua distillata . . » 100 Così per 20 giorni di se~to iniettai nelle masse glt1tee una siringa d1 Pravatz al giorno 1

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SEZIONE PR.A.TIC•.\.

e sebbene già in così breve tempo la malata si sentisse più in forze, sebbene la temperatura non fo·sse oltre il normale che un poco la sera e la raccolta liquida tendesse piut· tosto a diminuire che ad aumentare; la ma· lata (che sperava di poter guarire in pochi giorni) si rifiuta a continuare la cura sicchè io inasprito l'abbando_nai. Ma ben presto fui richiamato perchè la m~lata accusava forti dolori, l'addome si presentava un po' più tumefatto e dichiarò di aver perdu~o quel poco che nei 20 giorni di cura aveva acquistato. Tornato nuovamente a pregarla di riprendere la cura, ottenni quanto desideravo ed il 15 settembre incominciai ad iniettare una siringa di Pravatz per 40 giorni non però consecutivi poichè sempre _per la stranezza ed indocilità della malata venivano ogni tanto sospese per uno o due g:orni. Si giunse così al 27 novembre 1902 · dopo aver fatto complessivamente 60 iniEzioni. In questo giorno la malata -spontaneamente. mi confessò di cominciare a sentire in verità tutto il vantaggio della cura; ed infatti la temperatura era normale, forze generali aumentate, sudori notturni del tutto scomparsi, dolori moltissimo diminuiti; la diuresi, dapprima scarsa, si fece in seguito abbondante e l'u· rina, prima molto arrossata e con non scarso sedimento, ora era quasi normale per qualità; .a:ppe~ito aumei:ta~o; per? i!1 mezzo.alle cond1z1on1 ematopo1et1che m1gl1orate, rimaneva l'amenorrea. All'esame obbiettivo potei riscontrare che l'addome si trovava quasi allo stato normale ed alla percussione notai dovunque risonanza timpanica fuorchè al quadrante inferiore di sinistra che si presentava ancora un po' tumefatto e dolente· alla palpazione contrariamente agli altri punti addominali; così in tutto l'ambito addominale non si riscontra più quella durezza primitiva. Dato 11uesto risultato la malata stessa invocò la conti~ nuazione della cura ed allora portai la quan· tità del metalloide a due grammi. Consecutivamente praticai altre 9 iniezioni dopo· dichè portai la quantità del metalloide a tre • . . grammi. Dopo aver praticato quattro iniezioni in tali dosi, tornò per la prima volta la mestruazione mentre la malata confermò di sentirsi sempre più in migliori condi~ioni. Continuò così a fare giornalmente un'iniezione fino al 23 dicembre, giorno in, cui, f·a tto un minuzioso esame alla malata, sospesi la cura dichiarando l'inferma completamente guarita ed ora attende alle faccende domestiche. E' indiscutibile che il caso occorsomi sia stato di una certa gravità, tanto che allor· ql1ando io visitai l'inferma il primo giorno, dato lo stato veramente deperito in cui la trovai, non era certo che la cura del profes·

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.. sore DURANTE dasse un così buon esito, perchè la malattia era tròppo inoltrata. · 8è si considera che in questa malata con la paracentesi non furono estratti che soli 5 litri di liquido lasciandone in posto circa due o tre, se si considera il tempo che trascorse dalla paracentesi all'inizio della cura iodica, nel qual tempo il liquido si riformò in gran quantità e che quindi le condizioni generali della malata erano molto debilitate, considerando le difficoltà d'ambiente e di una rigorosa sorveglianza dietetica, potremo facilmente convincerci che le iniezioni iodo-iodurate sono state veramente prodigiose. Solamente dopo 60 iniezioni alla dose iodica dell' 1 °/0 , si vide chiaro il miglioramento che per certo sarebbe stato più sollecito se 1--t malata mi avesse prestato più fiducia e fosse stata meno ostinata. Portata la dose dello iodio prima a due e poi a tre grammi, il mi· glioramento è stato rapidissimo finchè si è giunti alla guarigione. Ma degno ancora di grande considerazione è il fatto che mediante le iniezioni è totalmente scomparso anche il lieve versamento pleurico, nonchè scomparsì del tutto i rantoli crepitanti che si udivano in tutto l'ambito respiratorio e specie agli apici polmonari. La percussione dà ora risultati normalissimi ed alla ascoltazione si riscontra un mormorio vescicolare perfetto; le respirazioni sono ampie e regolarissime. A che attribuire tutto questo ripristinamento normale in tale inferma se non allo iodio? Non starò qui certo a parlare sulla azione dello iodio, poichè suf'ficienti sono i numerosi ed importanti lavori che si hanno intornò ad esso. E' però indiscutibile che tal metalloide abbia la importante proprietà di riattivare l'attività organica dando così allo organismo una elevata resistenza per la aumentata vitalità d lle cellule contro il bacillo; ma non credo di commettere grave errore volendo anche ammettere che tal metalloide possa avere anche azione diretta sul bacillo . di Koch e ciò m'indt1ce a crederlo il fatt<) che le alterazioni polmonari della mia malata sono andate scomparendo del tutto man mano che io crescevo la dose del metalloide, dosi che la malata ha sopportato per 17 giorni non risentendone che lievi ed incalcolabili • inconvenienti. (1n1 •

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... Ed ora mi domando: Quale vantaggio magina non solo connesso direttamente al prece .. avrebbe potuto ricavare la mia inferma dalla dente ma, in modo diretto od indiretto, attraverso una serie di successive congiunzioni, anche coordilaparotomia? Pur confermando che in talune f'orme di . nato con tutti i precedenti centri meno elev.ati. Cosi i centri nervosi costituiscono un sistema ecl peritonite tubercolare l' p,tto operativo possa il diagramma, considerando più ampiamente i rap· anche da solo portar giovamento, nel mio porti {ra i centri, invece di quella di una colonna caso no certo, sia perchè anzitutto non so se assume la forma di un cono coll'apice in basso nel le sue condizioni debilitate l'avrebbero messa centro primordiale. in grado di sostenere una tale operazioD;e, N el]o sviluppo dell'individuo, mano mano che un sia perchè ad ogni modo sarebbero sempre centro n11ovo si forma; ~sso può modifical'si o, in rimaste le alterazioni polmonari che avreb- altre parole, controllare od inibire,. non solo il cen· . bero senza dubbio avanzato nel loro disa- tro immediatamehte al disotto ma anche tutti i centri precedenti. Quando il controllo di una parstroso cammino. Considerando poi i non pouhi incidenti ticolare funzione è di vitale importanza, un centro, o 11n gruppo relativamente piccolo di centri, oltre che possono seguire tale operazione quali la la generale coordinazione ha falvolta da compiere .formazione di fistole stercoracee, l'ulcerazione specialmente il controllo di questa funzione. Questo intestinale, la lacerazione della vescica, etc. fine è raggiunto con lo stabilirsi di un breve cir~ (MAzzoN1), io credo che in qualunqt1e forma cuito alla parte relativa. Il cuore, per esempio, è di peritonite tubercolare (specialmente quando sotto l'infl11enza di :molti centri; ma esso è più im· la malattia può esser presa al ~uo inizio e mediatamente soggètto ad tmo speciale e diretto ricorrendo alla paracentesi nei casi inoltrati governo di un centro o di un piccolo gruppo del nei quali l'abbondanza di liquido ostacola la bulbo; così esso è protetto da distt1rbi che potreb· respirazione) sia proficuo iniziare senz'altro bero verificarsi durante l'azione dei centri più alti la cura iodica elevando le dosi a non molta ·come, per esempio, quelli dell'emozione, che ritengono nondimeno una considerevole influenza sopra distanz.a fino a resistenza dell'individuo. Ho di esso e, quindi, in critiche circostanze possono fede che in tal modo si ridonerebbe la vita acquistare una grave ed anche fatale importanza. (dato il risultato del mio caso) a tanti poveri u 11 altro esempio. lo abbiamo nella vescica tlriinfermi che, sia per condizioni di luogo, sia naria. Nel bambino essa è influenzata soltanto dal sopratutto per ·condizioni economiche, non suo proprio centro, che è basso nella scala e so· possono ricorrere a quelle cure che talora spende semplicemente l'incessante ritmico deflusso; non potrebbero Sf,rvir -loro che di semplice quando il contenuto della vescica raggiunge un certo volume essa lo espelle. In un anno o due palliativo. , Oricola (prov·. di Aqttlla), 1902.

LEZIONI I l'rlpporti f'ra la nev1·astenia. ,l'isteria, l'ipocondt·~a e l'insania. Discorso clel prof. CLIF~~ORD ALLBUTT • all'ultima rilmione annuale della British 111,eclical Association. L'a11alit:ii lucida ed originale contenuta in questo sintetico discorso dell'O. è un efficace contributo alla 1nedicina psicologica. Così afferma l'egr egio redattore della Medicai .Re· 1oie11', dalla qt1ale (dicembre 1902) è tratto il rias· sunto del discorso che qui pubblichiamo. L'O. concepisce diagramn1aticamente il sistema nervo~o come una pila di centri, uno sopra l'altro in una linea verticale; il centro più basso presiede alle prime funzioni e ciascun centro più elevato a ~ua ' -ToltA presiede alle ft1nzioni del successivo gra(l11ale sviluppo. Ogni centro . uccessivo egli lo im~20' •

q ue~to troppo semplice ufficio, pieno di inconve· nienti, si trova inclu8o in un ordine più complesso; il centro vescicale può sottostare alla inibi~ione di centri motori più elevati; la minzione può non aver luogo mentre, p~r esemp-io, il sistema muscolare volontario è altrimenti occupato; almeno poèhi minu!i di tranquillità devono esserle concessi. Così avviene a r~gazzetti che durante la quiete del sonno, bagnano il letto. Col sovrapporsi di altri centri, fra i centri che sono in rapporto con la buG.na creanza, esercitano alla loro volta la loro influenza quelli che hanno sulla minzione la loro autorità di sospensione o di inibizione n ed anche nel sonno essi giungono a conservare il loro potere. Questo più elevato controllo si guadagna molto più tardi in certi bambini che in certi altri ed in alcuni non si ottiene pl'ima della puberta. E come si guadagna si può anche perdere. Così dopo una leggiera lesione cerebrale un uomo già fatto pu_ò a'rveni.re che acquisti tutti i poteri eccetto quello del controllo mentale sulla vescica; quando l'urina raggiunge una certa ql1antità, essa. cleve uscire, spesso senza dare il tempo di prendere il vaso. t(

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SEZIONE PRATICA

Per converso, egli trova difficile od impossibile mingere prima che l'urina abbia raggiunto il limite dell'intolleranza ' rescicale. Ogni successìvo centro soprastante così sospende od inibisce ogni cen~ro precedente sottoposto. Col moltiplicarsi dei centri le inibizioni divengono multiformi; intanto per speciali delegazioni di controllo, · · le funzioni si differenziano e si adattano ad una quantità di circostanze. La volontà ·consiste tanto nel sospendere l'azione q11anto nel lasciarle libertà di svolgimento. L'uomo di forte volontà, in contrasto ·coll'uomo impulsivo, è q11ello che possiede il potere di aree · • stare od inibire la risposta ad uno stimolo dato, in attesa della migliore combinazione di . circostanze. Se i nostri occhi lo potessero, noi dovremmo vedere il corpo umano fatto centro di una fitta nube di vibrazioni incidenti di ogni lunghezza e d'ogni velocità. Alcune di esse spente subito in una ri· flessa azione diretta: altre per un momento av,riate ed estrinsecatesi tm po' più tardi in un'azione più complessa, refratta; altre assorbite in sfere di sub coscienza dove la. tensione loro aumenta per un tempo. più lungo o più corto finchè la loro energia è spesa nelle più elevate combinazioni dell'abitudine ed altre infine che h anno raggiunto il dominio della coscienza e possono essere i11definitamente ritenute. Così il v igore nervoso, l 'intelletto e la sapienza dipendono da incessanti stimoli esterni. Intercettate tali stimoli e l'intelletto si fa pigro. Ora, se questa infinita complessità di nodi e di vie e questo agire continuo di congegni più o meno intricati nella loro azione svariata e nei multiformi disegni, dov~ssero dipendere tutti e ciascuno diret- , tamente dalla immediata direzione della mente; se per ogni comune atto noi dovessimo fare opera di pensiero; la fatica del vivere, la preoccupazione continua, la confusione inevitabile e altamente pe· ricolosa, di errore in errore, ci condurrebbero alla distruzione. Perciò fin dalla nascita e prima si forma in noi tm edificio di abitudini, cias-0una delle quali, e ciascun gruppo di esse, si localizzano, con maggiore o minore autonomia, in centri n ervosi speciali. Cosi la maggior parte delle azioni nascono da facili sistemi e sottosistemi indipendenti nei loro gradi di estemporanea dettatura. Il « carattere » consiste in queste costruzioni subordinate e il buon carattere dipende dall'ampiezza e dalla intimità della loro corrispondenza col mondo esterno. Come siano elaborati gli atti che possono r ealiz. zarsi senza l'immediata vigilanza e la determina.· zione della mente si vede nelle azioni incoscienti di alcuni epilettici · nell'ampia e completa coordinazione che persiste nell' « assenza ment~le »; nel· l'incalcolabile destrezza dell'artefice, aelle apparen·

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temente deliberate azioni dell'uon10 di imperioso intelletto che, col pensiero e coll'abito, ha reso così armoniche e pronte le corde del suo grande istru· mento che, nel tempo dell'azione, la sua strategia, è diritta. Nei momenti critici il consiglio di altri ed il suo stesso debbono trovare una barriera e la sua macchina cerebrale meravigliosa deve agire automaticamente, trovar pronta innanzi a sè la propria via, ampia ed aperta. Non è più t~mpo per avere dubbi, per ricostruir concezioni; tale di· battito è per il tempo della contemplazione. L'uomo d'azione deve essere imperturbabile. Un grande f acitore, di qualunque ordine ei sia, non coriosce ciò che egli fa. Egli agisce come si è in lui pre· parato nel passato; nel supremo momento egli può solo esser sè stesso, non il q 11alcheduno altro del suo indomani. Un centro ner,roso non è un semplice commu· tatore o un semplice distribt1tore ; esso è anche un accumulatore di energia. Gli organi devono essere preparati non solo per le medie richieste ma per le estreme di sforzo e di riposo. È uno degli uffici della « inibizione » o sospensione quello di accu· mulare in centri e sistemi di centri le incidenti energie per dar lol"o la via al momento del bisogno. Col graduale sviluppo della vita del corpo e delle sue parti i centri nervosi sani aumentano di capacità, così per dispendio diretto, come per rin· forzo mutuo, come per sospensione e ridistribuzione di energia. Tale capacità di dispendio diretto ha i s11oi li· miti: un dispendio troppo abbondante o, se non troppo abbondante, troppo rapido, p11ò esaùrire t1n organo anche irreparabilmente. Prendiamo t1n'analogia: una banca può essere troppo debole p er le ordinarie richieste locali ; ora, al tempo di una crisi, se non è rotta da una riQhie· sta generale, può andare a tale str emo di risorse da ~ssere temporaneamente incapace di sbrigare anche le ordinarie funzioni. Così con 1'11omo : in un uomo una certa misura di lavoro non solo basta allo scopo immediato della richiesta ma arricchisce la sua riserva di energia, in un altro questa misura, se soddisfa ali' imme· diato bisogno non aggiunge alla riserva; in un terzo la richiesta è soddisfatta ma a spese della riserva c1e diminuisce ed in un qt1arto nemmeno la richiesta è soddisfatta e la riserva non solo è esausta ma è anche la sua nativa elasticità cosi compromessa che per un certo tempo è inadeguata. Parlando il lin~uaggio medico il primo uomo t· prospero, stanco il secondo, sovraffaticato il terzo, ed il quarto più o meno pern1anentemente danneg· giato e divenuto neurastenico. Molti uomini poR· sono essere esausti. oltre i limiti della capacità cli guarigione col riposo, da una gran disgrazia~ ma il neurastenico è non solo facilmente esaurito da (21)


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sforzi ortlinarii ma è presto spiJJ.to oltre i limiti clella capacità rigenerativa. La 1te11raste11 ia consiste non in un assoluto esat1· rimento ma in llna diminuzioné del potenziale ner· voso; vi è guarigione, ma questa è imperfetta. Scacciato il male presto ritor-na. L'inibizione, per mezzo della quale le riserve sono economizzate, è rilasciata. L'eq11ilibrio è so · speso per troppo breve spazio; l'inibizione, durando così poco come l'equilibrio, lascia presto liber~ la "'"'ia all'energia nervosa che· prematuramente si dis· sipa in « debolezza irritabile » . La maggior parte degli individui, in tempo di lassit11dine e di noia, sentono questa irritazione, nella loro mancanza di autocomando ed autodecisione. L'inibizione è fiacca; tutte le ft1nzioni sembrano essere sopra tma corda tesa. Questo ad ogni modo è ben lungi dall' i1isct1iia; può condurre al pervertimento ma consist~, anzichè in perversione, semplicemente in povertà. Così uno può morir di fame, ma esser ben lungi dal rubare o anche dall'oscurare nella sua mente gli argomenti contrarli ad un. simile atto. . Quando questo oscuramento avviene, uno o più centri sono non tanto indeboliti quanto pervertiti o clistrutti · qt1esta è la · via per la qt1ale si giunge alla pazzia e dipende da un'alterazione non quantitativa ma q11alitativa. Nella neurastenia l'altera· zione è quantitativa: o~ni parte m.anca di tenacia; questa o quella parte può esser particolarmente clebolo, ma la perdita di equilibrio è più o meno gt1aribile, lo stato è migliorabile col riposo, col sonno e colla buona alimentazione sc•ltanto. Non cosi la pazzia ~ in un pazzo la stortt1ra della mente è spesso anche più evidente nell'attività che ri· 11asce dopo il sonno. L';sferia, d'altro canto, non è la scomparsa dell'inibizione, ma una intempestiva interferenza di t1n'inibizione particolare, una perpett1ità di sugge· stione intrusiva. Così llna persona non può mingere perchè t1n'altra la guarda o può guardarla. Questiot impotenza funzionale, comune come è anche in persone sane, è di natt1ra isterica. P er la intempestiv·a attività di un centro superiore un centro inferiore è reso incapace di agire; ltn'inibizione in altro tempo normale, è ora inopportuna od ecces• s1va. Oceupa.t.e in inodo si1nile un certo centro supe· riorP con la nozione che le palpebre non possono ,~enir chiuse (un'inibizione che pochi uon1ini pos· sono sfidare), ed il paziente guarderà fissamente fi11ehè la s11ggestione non sia rimossa. Lasciate che la. m ent~ di llna tlonna sia posseduta dall'idea di eHsore iI1capaee di camminare ed essa è paralitica. essa non può toglier l'intralcio che le impeclisce di la ciar libero di f11nzionare il s110 apparato n erveo· i11 lt~colaro.

l2"2)

Un giocatore, non abii11ato ad aYere spettatori al suo giuoco, non indo,"'ina pi1ì nn colpo al bi· li ardo; egli è cosi isterico che non p11ò mettere in azione quelle substrutture da lui edificate con tanta cura. Questo non è esa11rimento; p11ò coesi· stere una ottima nutrizione dei e-entri nervosi; neppure il controllo è perduto; l'a11todecisione p11ò essere in (lifetto ma certi controlli (sospensioni o inibizioni) sono in relativo eccesso. Questa curiosa ini:bizione intrusa, sia essa dovuta a dislocazione di una scossa od a chit1sura di 11na suggestione diretta, è .spesso guaribile con t1na suggestione o vi· brazione che agisca in senso contrario; ossia, ancora, coi disci~linati esercizi per mezzo dei quali fu CO · stituito originariamente l'edificio delle abitudìni; nesst1na delle qua.li misure è utile nella nevra· . stenia. L 'ipoco1tària è più vicina alla pazzia della ne· ·v l'astenia. Essa consiste in un'idea fissa ; sia di una malattia locale immaginaria, sia d'altro. La doglianza occupa la mente dell'ipocondriaco con esclusione dei migliori pensieri ed impulsi, ma ra· ramante lo perverte od accieca. La mente del nevrastenico non è abbastanza tenace per un'idea fissa anclie di malattia; 'egli è semp1·e disposto ad argomentare s11lla causa e sulla sede del suo male e la sua confidenza può essere guadagnata. L'ipocondria è piuttost9 figlia della pigrizia, la ne·v -rastenia di lln relativo strapazzo; il riposo e l'isolamento, che nell'ipocondria alimen· tano il male, sono invece il miglior rimedio della rieuras tenia. (Plze 1nedical Rewie1v, dicembre 1902).

Applicazione delle iniezio11i epidurali nelle diverse malattie. Le iniezioni epidurali sono utilizzate con esito soddisfacentissimo da circa 10 anni all' Hc)pital Necker per combattere alc11ne malattie delle vie urinarie. Il punto di elezione per la puntura è il can(tle sacrale, ideato ed eseguito p~r la prima volta nel 1901 dal dott. FERNANDO CIIATHELIN. L'ago per tale puntura h:i 11na lunghezza di mm. O. 06; 7/10 di millimetro di diametro e 3 mil· limetri di punta. Le siringhe di Pravaz, di Roux, di Suer, di Debove possono utilizzarsi per tali inie· zioni, ma è preferibile una siringa di 5 eme. per entare delle prese successive. Il paziente vien posto in posizione genu·pettorale o semplicemente in posizione di Sims o laterale, ma con inclinazione addominale sul piano del letto e dal lato doloroso, affinchè le radici affette sieno più toccate dall, iniezione. Bisogna far flettere al paziente le gambe s1ille coscie e queste sul ventre •


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per tendere al massimo la membrana otturatrice sacrale postero-inferiore. I punti di ritrovo sono in numero di 3, di cui 2 costanti, rappresentati da due piccole tuberosità ossee superficialissime nei soggetti denutriti e che bisogna cercare con le dita nei soggetti adiposi. Queste due tuberosità sono date dai due ultimi tubercoli sac:.cali postero-interni. Il 3° punto, incostante, è i•appresentato dall'ultima apofisi spinale sacrale. Queste 3 tuberosità formano i 3 angoli d'un triangolo, che nel sacro ha la forma di un V rovesciato (A). Questo triangolo sacrale, che ha in media 1 cm. di lunghezza su 2 cm. di altezza è l'apert11ra postero-inferiore del canale sacrale. Il punto di elezione 'p er la puntura si trova nella parte media della bisettrice di detto triangolo. La puntura è preced11ta dalle precauzioni asettiche comuni. Questo 111ogo di elezio1te p er la puntura è preferibile a quello di Quincke (3a e 4a o 4a e 5a vertebra lombare), di Corning (10a e 11 a vertebra dor· sale), di Ohipault (5a lombare e 1a sacrale), perchè viene evitato il pericolo di ledere il midollo spinale e perchè è indolore essendovi in quella regione pochissimi filetti nervosi ed i legamenti stessi essendone sprovvisti. Nelle iniezioni epid11rali la sostanza iniettata è portata direttamente a contatto d.elle vene del ca· nale rachidiano e rapidamente assorbita. Il liq11ido piu freq11enlemente adoperato è stato il cloridrato di cocaina sterilizzato. In quanto alla diluizione, CHATHELIN ·ha adope· rato successivamente la soluzione a 1 /,, 1 / 2 e 1 °/0 , della quale inietta, seconJ.o i casi e lo scopo, 1, 2, 4 eme. Generalmente si comincia con 1 eme. per ripe· tere la stessa iniezione l'indomani, se ve n 'è bisogno. In cer.ti casi si possono fare 3, 4 iniezioni in 6, 7 giorni. Nelle t1retriti e cistiti dolorose la cocaina dà dei sollevamenti temporanei di alcune ore o di qualehe giorno, però il dolore si attenua man mano che si seguitano le iniezioni, che possono variare da 1 a 7 in un periodo di 30, 50 giorni. Nelle incontinenze per .i nsufficienza di tonicità clello sfinter0" uret~o-vescicale o per rilasciamento dell'uretra n elle persone adulte queste iniezioni dànno dei buoni risultati. In qllesto ca.so la sostanza. da iniettare è esclusivamente il siero . artificiale (N n Cl gr. 7. 50 per gr. 1000 acqua distillata). Si inietterà alla temperatura della sala da 5 a 20 gr. per ciascuna seduta, lentamente, 5 eme. in 20 se· condi in media. Un'altra iniezion e più forte sarà tentata nei casi, che sono più ribelli agli altri trattamenti. Le stesse iniezioni di siero a1:tificiale dànno ottimi risultati nelle false incontinenze di urina, spe· cialmente nei malati, in cui lo stimolo è imperioso e in tutti i malati affetti da nevrastemia urinaria. •

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SEZIONE PRATICA

La via sacrale è st~ta adottata da altri clinici per iniezioni di sostanze medicamentose in diverse malattie. Il dott. OoLLEVILLE di Reims in un caso ribelle di n evralgia sacro-lombare e in due casi di sciatica ha iniettato con successo per la v ia epidurale 1 e 2 eme. di guaiacolo ortoformizzato secondo la formola di LAJOUX: • Guaiacolo cristallizzato. gm. 6. Ortoformio . • • • • > 0.50 .Acido benzoico. . • • » o. 365 Olio di mandorla dolce sterilizzato q. b. per 60 eme. Unico inconveniente è l'eruzione cutanea pro· dotta dall'ortoformio. Nella clinica del prof. BRISSAUD si sono successivamente adoperate, spesso con buoni risultati, le .ihiezioni d'olio cocainizzato. .Altri medicinali sono stati iniettati per tale via, cioè l'eucaina (Legueu), altri succedanei della cocaina, antipirina (Albarran), alcool canforato, aconitina, ecc. CHATHELIN consiglia le iniezioni di sali mercu. :riali solubili (cianuro, benzoato) nei casi di sifilide grave, a manifestazione· tardiva e in particolare a forma cerebrale o midollare; come pure nella tubercolosi le iniezioni epidt1rali di medicamenti a base di creosoto, guaiacolo, arsenico o altro, sop· primendo in tal modo la via gastrica e l'irrita.zione consecutiva. L o stesso autore consiglia le iniezioni, per via del canale sacrale, di bromuri ed ioduri. nei casi di epilessia, di neurastenia, ecc., di cloralio ad alte dosi nei casi di tetano, di certi medicamenti cardiovascolari destinati ad agi1·e specialmente sulla fibra cardiaca. MAUCLAIRE ha trattato 3 fanciulli ed un adulto Fottici con iniezioni sacrali di 1 o 2 eme. d'olio • e di glicerina iodoformi zzata a soluzione satura e rigorosamente asettica, iniezioni, che ha ripetuto ogni 15 giorni ed a dosi più forti. SCHACHMANN di Bucarest ha teBtato l'iniezione intravertebrale di sale mercurico in un caso di mielite sifilitica in un uomo di 29 anni adoperando benzoato d'idrargirio al centesimo e alla terza inie· zione epidurale i tremori epilettoidi erano comple· tamente disparsi. Molti altri autori si mostrano favorevoli a tali iniezioni epidurali, le quali diffondendosi ancor più, finiranno per prendere posto fra la terapeutica. • comt1ne. Parigi, 28 dicembre 1902. D. F. OUTURI.

Rece1itissime pubblicazioni:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A. CELLI (2• edizione), L. & Indirizzare richieste coa Cartolina-vaglia alla Società Edl· trlce Dante Allghierl - Roma.

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IL

NOTE DI

MEDICIN1~

~O LIOLINICO

SCIENTIFICA

Patogenesi degli aneurismi dell'aorta (aortite gon1n1osa). Il dott. FABRIS ha testè comunicato al Congresso dei patologi i risultati di uno studio anatomico sopi·a alcuni casi di aneurismi aortici in soggetti sifilitici. In tt1tti i casi esisteT'a una aortite produttiva limi· tata per lo più alle parti alte del vaso. Le altera· zioni anatomiche ed istologiche dell'aorta corrispon· devano ·in massima al quadro ammesso da parecchi autori come caratteristico della flogosi sifilitica dell'aorta.. In queste parti il vaso non p:resentavasi dilatato, tutto al più si poteva ammettere una assai moderata ectasia non superiore a quella che si ri· scontra nelle com11ni endoarteriti croniche ateromatose della età senile. Il tipo e la intensità della lesione mutavano sen· sibilmente nelle parti aneurismatiche dell'aorta. La distruzione dell'elemento elastico e muscolare era quasi completa e determinata da un granuloma proveniente dall'esterno, vale a dire dal connettivo periaortico ed avventiziale. Tale tessuto di nuova formazione avente tutti i caratteri di una neoplasia infiammatoria sifilitica, viene ad invadere in totalità la parete arte1·iosa, distruggendo e sostituendosi ai tessuti primitivi. È ammissibile che in questo p eriodo avvenga l'ectasia del vaso sede della infil· trazione g@mmosa. Più tardi il tess11to, seguendo varie fasi e"'\rolutive, subisce la sclerosi fibrosa, cosicchè la parete del sacco aneurismatico viene ad ~ssere costituita da un connettivo compatto povero di nuclei, dove ancora si riscontra qualche tenuis· ·simo residuo di elastica. Nei casi studiati non fu dunque la lesione già da altri descritta col titolo di aortite sifilitica che cagionò l'aneurisma aortico, ma bensì una vera infiltrazione gommosa estesa, compatta. e progrediente. Questa determinò quasi in maniera com· pleta la scomparsa del tessuto primitivo in un buon tratto della parete vasale, che, sostituita da un tessuto assai inferiore dal punto di vista funzio· nale, ha reso possibile la formazione della sacca au e11rismatica.

La natura dell'Herpes Zoste1·. Sulla natura dell'Herpes si sono messe a·v·anti clivor e teorie· però, secondo VAN RARLl~GEN, (Anzericau .!0T1r11al, gennaio 1902) la più semplice e la pitL probabile è quell.i che lo considera attribui· bile ad una nevrite propagata. ~,urono o servate non infrequentemente eruzioni zosteroidi in seguito ad avvelenamento da gas acido carbonico clopo l'ingestione di rilevanti quantità di arsenico, o come risultato di profondi disturbi e1nozionali, o in associazione con gravi stati iste· ril'i, o, final111ente anche in altre condizioni n1or· (2!)

LANNo

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bose. nira queste forme associate devono essere ben distinte dal vero Herpes Zoster autoctono. Con questa denominazione si vuole indicare una. infezione specifica. esantematica, la quale ha il potere di contagiare, ed è caratterizzata, nella s11a invasione, da stanchezza, malessere generale, bri· vidi di freddo, ele,razione della temperatura e disturbi della digestione di entità più o me110 rile · vante. In seguito sogliono manifestarsi anche dolori nevralgici in alcuni territorii nervosi, ingorghi delle ghiandole linfatiche finitime, e, finalmente, dopo un intervallo di parecchi giorni, si nota com· parire l'ensantema caratteristicò, il quale segue un ciclo ben determinato di sviluppo e di decresce11za. Durante questo periodo i sintomi nevralgici possono persistere; altre volte invece dimin11iscono di intensità od anche scompaiono completamente, i1on appena erompa l'esantema. In alcuni casi poi, prin· cipalmente se si tratta di persone un po' avanti negli anni, la nevralgia può perdurare a · lungo. Ben di rado si osservano complicazioni viscerali da paralisi dei nervi sensori e motori, come pure si hanno raramente infiammazioni delle sierose. L ' .A. ritiene che la sede principale del processo morboso sia posta nel ganglio cervicale posteriore e nel ganglio di Gasser: da questi il ·processo flo· gistico o degenerativo si propagherebbe lungo il decorso dei nervi sino alle loro diramazioni ter· minali. Nel reperto anatomo·patologico di individui morti accidentalmente durante il corso di una eruzione di Zoster non sono state riscontrate altre lesioni, nè i numerosi esami delle alterazioni cutanee e del sangue hanno fornito alcuna luce riguardo alla natt1ra della malattia, (Gazz. med. Lo1nbarda).

PRATICA PROFESSIONALE Paralisi post· tifica nel nervo ulnare. Il dott. LIEPELT (Berl. lclin. Woclt., p. 636) de· scrive il caso di un uomo di 20 anni ammesso il 5 settembre del 1901 nell'ospedale, per febbre tifoide. Vi era roseola e tumore splenico. Il primo ottobre la temperatura era tornata nor· male. Il giorno 3, mentre la milza era appena pal· pabile, dolore alla mano ed al braccio destro. Dall'8 al 16 temperatura aumentata ma legger· mente. Il 27 ottobre i muscoli dell'eminenza ipotenare gl'interossei e l'adduttore del pollice erano molto ipotrofici, e vi era 11n indizio di mano ad_artiglionell'anulare e nel mignolo: le prime falangi erano


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IX, F .A.SO. 11]

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SEZIONE PRATICA

estese, mentre le seconde e le terze erano flesse ed era impossibile l'adduzione e l'abduzione delle dita. Vi erano sensazioni di formicolio e di puntura nella pelle delle parti affette. La sensibilità era normale, eccetto che alla punta del dito mi· gnolo ed al -bordo ulnar~ dell'ant1lare, clove esisteva iperestesia. La sensibililà farado-cutanea erà diminuita. Dei muscoli innervati dal nervo ulnare solo il • ft e.-Y:or corpi ulnaris e la metà ulnare del flexor profandlls cligitaruni reagiva. alla corrente faradica. Circa 6 mesi dopo i muscoli dell'eminenza ipotena.re e gli interossei erano atrofizzati, l'adduttore del pollice era sparito e la palma della ma.no era appiattita. Persisteva l'iperestesia e mancava la sensibilità farado· cutanea. I muscoli affetti non reagivano all'elettricità. Così la paralisi era probabilmente definitiva. La polineurite è una conseguenza riconosciuta della febbre tifoide. ~Ia la nellrite periferica di sin· goli nervi è rara. · St1 74,20) casi di tifoide 'rerificatisi in Germania nell'esercito nel 1870 e nel 1871 solo 5 casi cli paralisi ulnarè furono osservati. FRIEDLAND.ER, nel 1901, ne raccolse 10 casi. L'au· tore ne aggiunge 6 altri. Di questi 16 casi 11 soli possono servire per termine di paragone. Nove di essi cominciarono durante la convalescenza e 2 nel periodo febbrile. Il dolore fu il primo sintomo in 8 casi, mancò in 2. L'~trofia vi fu sempre, eccettuato un caso. La sensibilltà cutanea in tu-tti i casi dimint1ita e l'iperestesia eccezionale. Mancanza di reazione elettrica in 5 casi. Secondo CURSCH~1ANN la prognosi della neueite post-tifica è buona. Un'altra rara complicazione della tifoide è la pa· ralisi deltoide. K OHN e SUCKSTORFF l'hanno trovata in 97 casi. l\Ianca\a anche in questi la reazioi+e elettrica.

La pleurite nella f. tifoide. GEORGE G. SEARS, nel Boston Mecl. anà Snrg. Journal del 4 dicembre 1902, richiama l'attenzione sul fatto proba,bile che la pleurite ris11ltante dalla infezione tifica sia meno rara di ciò che comune· mente si s11ppone, molti casi di essa passando inos· servati sotto la designàzione di ple11riti idiopatiche. Per ciò che riguarda la frequenza della compli· cazione, ricorda l' A. che il BETKE l'ha trovata 58 volte su 1420 casi. Essa si -veTifica per lo più dopo la prima1 settimana, quando la temperatura è an· cora alta, ma può aversi anche fino al momento nel quale la convalescenza sembra essersi pienamente stabilita od anche come complicazione di una ricaduta. Di solito l'inizio è insidioso e la sua presenza si scopre solo ad un esame fisico accurato.

Etiologicamente, il bacillo di EBERTII è stato dimostrato in un considerevole numero di casi. N ess1mo dei casi iniziali terminò fatalmente, mentre una grande quantità dei tardivi f11rono seguiti da morte. Nessuno dei casi apparsi prima clel 12° giorno fu emorragico o purltlento. Un' effusione sierosa pare quindi che non aggiunga molta gravità alla prognosi della malattia fondamentale, m entre in due dei 7 casi con versamento emorragico ed in 6 sui 18 con versamento purulento si ebbe la morte. A~itualmente si ricorre in questi casi al drenaggio dello empiema, ma q11alcuno può anche guarire con ripet11te aspirazioni, con o senza iniezione di antisetticj . ~

Significato del dolore addominale nella f. tifoide. liERMANN B. ALLYN cita un certo numero di casi ed insiste nell'affermare che il dolore e la sensibilità non accompagnano necessariamente la f. tifoide; al contrario essi possono essere segni che denotano l'av·vicinarsi di un attacco di colecistite o di una p~rforazione clell'intestino. Il dolore è quindi un segno cattivo. Esso deve condurre ad uno stn· dio più a~curato del caso, a più frequenti ' risite, a scrivere ciò che man mano si osserva per averne memoria più esatta; e quando vi sia ragione di sospettare colecistite, perforazione o peritonite, un chirurgo deve avere l'opportunità di vedere il pa· ziente presto e spesso. Solo in questo modo il di· sgraziato paziente .che ha un'ulcerazione tifosa perforante può essere soccorso in tempo e salvato, nel 25• per cento dei casi, da ur1 - intervento chi· rurgico. (Medica! record, 13 dicembre 1902).

Al?l?UNfl\I DI fl\El).Al?IA Inalazioni 1nedicate come tratta1nento sistematico delle affezioni pn11nonariSecondo il THIÉNOT tutte le sostanze adoperate per inalazione devono essere o volatizzabili o capaci di sciogliersi in veicoli volatizzabili, come etere, essenze, alcool, ovvero pol'\"erizzabili, come olio, acqua, vapore. È evidente che le sostanze gasose che si r espi· rano, come l'ossigeno, l'ozono, lo ioduro di etile, il nitrato di amile, il cloroformio e l'etere, sono ra· pidamente e perfettamente assorbite. Quasi tutte le sostanze odorose, come il creosoto, il guaiacolo, il catrame, lo zafferano, il muschio, l'acido fenico, lo eucaliptol, possono anche essere rapidamente assor· bite dal p11lmone. Sostanze disciolte in alcool o(l etere sono anche assorbite dal pulmone o deposi· tate stilla mucosa respiratoria, clove esse entrano in stretto contatto col sangue dei vasi pl1lmonali. Tali sostanze includono l'oppio, la belladonna, (25)


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l'aconito, il giusquiano, l'ergotina, il cloralio ed il benzoino. Tolleranza. - L'esperienza ha climostrato che le sostanze le quali non irritano nè le fauci nè lo sto· maco sono egualmente ben tollerate dalla mucosa del tratto respiratorio, ma è sempre possibile dare piccole dosi di dilt1izioni sufficienti cli una sostanza irritante. Per tal mod_o l'irritazione è evitata e sic· come il polmone, a differenza dello stomaco, è sem· pre in istato di attività, può essere adopera.ta. la inalazione prolt1ngata cosi d.a assicurare l'assorbi· mento di .u na sufficiente quantità del farmaco .

Modi di inalazio1ie: a} il liquido può essere versato in un largo piatto e lasciato semplicemente evaporare· b} pt1ò esse1·e bruciato in una speciale lampada con un grande lucignolo ; · e} se il liquido è meno volatile può essere spruz· zato per mezzo di un atomizzatore· d) il metodo adoperato nell'asma, di fumare o di br11ciare nella camera una · sostanza, pu.ò essere usato per sostanze non irritanti come la belladonna, lo stramonio, il giusquiano, l'estratto d'oppio od arsenico (sigarette arsenicali). ·

INDICAZIONI PER LE INALAZIONI.

Per calniare la tosse si possono adoperare, iso-

late od insieme, le soluzioni alcooliche-eteree di morfina, di cloridrato di cocaina, di oppio, di giu· aquiamo, di belladonna, di aconito, di balsamo del Tolu, di malva, ecc. Per arimentare l'espettorazione giovano le solu· zioni alcooliche eteree di tartaro emetico, di. ipe· cactrana, di antimonio solforato {kermes minerale), di iod11ro di potassio, di solfato di soda. Per liqnefare l' es1;ettora.zione, si hanno gli aro· matici, come il catrame, la copai,re, la tintt1ra di benzoino, la trementina, l'eucalipt11s. Per cliniinnire t' espettorazion,e, si possono adoperare sostanze estremamente penetranti e diffusibili, ·~ome l'acido fenico, il timolo, il creosoto, il guaia· colo, l'eucaliptolo, o sostanze meno diffusibili in soluzioni alcooliche eteree, per esempio, l'estratto di ratania, il catechti, il tannino, l'acido benzoico. Per arrBstare la f ernzentazioHe 11iicrobica gli an· tisettici, i vapori di e11caliptolo, mentolo, guaiacolo o creosoto, iodoformio acido fenico e canfora. Per frena1'e l'e111ottisi possono darsi la tintura di percloruro di ferro, l'ergotina, il catechu, la rata· nia o l'all11me in polvere o l'antipirina finissima· mente polverizzata. Per rli111i11uirl' l'irritabilità del p11en1nogastrico gli antispasmodici, come la menta piperita, l'etere, il cloralio, i bromuri, il muschio, ecc. Per la flispu ea I etere, l 'ossigeno, lo iodtu~o di etile, 11 nitrito di amile, la piridina. Per tas11ia lo stramonio Ja belladonna~ il catrame, la tintt1ra di lobelia. • (26)

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IL POLIOLINICO

Con le ina~azioni gli effetti locali del farmaco · sulla mucosa respiratoria si ottengono facilmente come pure si ottengono gli effetti generali con lo assorbjmeu tò. Invece delle inalazioni possono ancl1e adoperarsi le iniezioni endotracheali di sostanze èlisciolte in olio sterilizzato. (Preat11ient, dicembre 1902).

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Mezzo se1nplice per ottenere vapori caldi per fumigazioni . Non sono Tari i casi nei qùali sono indicate le fumigazioni calde localizzate. l\Tevralgie (specialmente la sciatica), reumatismo cronico, traumi articolari, nèvrosi, e tutte quelle affezioni nelle quali Ai ottiene spesso, se non la gua· rigione, almeno la diminuzione del dolore, mante· nendo la regione :r;nalata in una st11fa a temperatura elevata e.d timida. Disgraziatamente per la clientela del medico di campagna le sedute di fumigazioni richiedono del tempo. Anche col più rudimentale impianto, utilizzando il vapor d'acqua che sfugge da un recipiente, il malato, • e sopratutto chi lo circonda, si stanca presto dei preparativi spesso ripetuti. Il dott. JuLLIEN ha av·t1to occasione di adoperare un mezzo semplicissimo, assai rapido e poco costoso, per ottenere dei vapori d'acqua caldissimi. Egli fa collocare nel fondo di un recipiente qualche frammento di calce vi va, ciascuno del vo· lume -di un pugno. Poco per volta versa sulla calce una certa quantità d'acqua. La calce istantanea· mente dà l uogo in abbondanza allo sviluppo di vapore. La regione malata (la gamba e la coscia nel caso di sciatica) vien posta sopra al recipiente ed il tutto yiene avvolto da una coperta abbastanza spessa. Se la temperatttra di questa stufa impròvvisata si fa troppo alta, basta sollevare un lembo della coperta; se è insufficiente si versa un po' pi1ì d'acqua sulla calce. In un caso di sciatica l'.A. ha. prescritto come primo rimedio questo bagno di vapore ed ha otte· nuto subito una din1inuzione notevolissima dei do· lori. Sedute giornaliere di un quarto d'ora hanno prodotto la loro scomparsa quasi completa. Lo stesso processo ha dato buoni resultati in un caso di reumatismo cronico delle due ginocchia ed in un caso di sinovite tra1unatica del polso. La ft1migazione umida ottenuta cosi semplice· mente può in campagna sostituire il semicupio o la doccia calda perineale. Il dolore provocato dalle emoi·roidi cessa fiu dalle prime sedute. (Il maJato si siede sul vaso che contiene la. calce per 5·10 min11ti). Anche la pro· statite acuta trae vantaggio da questo trattamento. _

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SEZIONE PRATICA •

Economia, rapidità, semplicità sono tre cose apprez· zate assai dal malato. Nulla impedisce, se. si vuol aggiungere eleganza e forse efficacia al metodo, di spargere stilla calce qualche goccia di trementina, realizzando così l1na stufa oleo-resinosa. · (Journal des JJraticiens).

Co1ne guarire dai raffreddori di naso. Uno dei mezzi più antichi per far abortire la corizza è di far respirare dal naso ogni ora i va· pori di una miscela nota in Germania sotto il nome di Brand, la cui composizione è la seguente : Pr. Acido fenico puro . . . ana gr. 5 Ammoniaca liqtticla Alcool a 90 . . . . . . . . ·gr. 10 Acqua distillata . . . . . gr. 15 Le pennellazioni endonasali con una sol11zione di cocaina 1/10 vennero pure proposte, e PUGNAT (Relrae niefl. de la Suisse Rortia1ide, maggio 1902) consiglia l'utilizzazione della vasocostrizione provocata dall'atÙ'enalina, l'alcaloide estratto dalle ca· psule soprarenali. Con questo mezzo l'iperemia della mucosa scom· pare rapidamente dopo poche p ennellazioni, e col· l'iperemia ogni sintomo del raffreddore. Di queste p ennellazioni converrà praticarne 2-3 al giorno, e nell'intervallo il malato potrà inalare largamente la miscela di Brand. Quando p erò la c9rizza è in piena evoluzione, il medico non può sperare di arrestarne il decorso; il paziente reolama la cessazione deJla cefalalgia e della sensazione di occlusione nasétle di cui soffre. La cocaina in polverizzazioni (soluzioni 1 O[O intie · pidite fortemente) è talvolta superiore anche all'adrenalina, perchè procura il miglioramento immediato. Le polverizzazioni dev_pno essere ripetute ogni 3 ore. Alla semplice soluzione di cocaina PUGNAT sostituisce la seguente miscela di cui fa liso sotto forma di nebulizzazioni ogni 3 ore. Pr. Cloridrato di cocaina { ... 0 l\Ientolo ~ · · a.na gr.

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Olio di vaselina . . . . gr. 100 Però qui ancora le pennellazioni con adrenalina, o con est.ratto soprarènale, trovano -la loro utilità, perchè col loro uso la permeabilità t~elle .fosse na· sali è rapidamente ristabilita. ( Gazi. degli Ospedali).

Pomata cont1·0 le croste delle narici

Pomata al precipitato bianco .. ~ 10 b or1oa . ana gm. . V ase1ina . . . . . . . . . Ossido di zinco • • • • • • • • • . • o • Acetato di piombo • • • • • • • • • o. 24: • Uso esterno. ))

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VA.RIA

Si de-ve asportare sistematicamente l'appendice ve1·miforme qua1tdo, per una o per un'altra ra· gione, si ap1·e l 'addome 1 Il prof. HowARD KELLY ha fatto su tale que· stione delicata un refere1ida11i. Egli h a domandato ai principali chirurgj : Quando l'addome è aperto per ttna causa qual· siasi e l'appendice, perfettamente normale, è ac· cessibile, è vostra r egola di condotta asportarla '? Quando l'appendice è leggermente aderente alle parti vicine, peritoneo, ovaio, fibromi uterini, la togliete ' roi '? 7! chirurghi hanno risposto: 4:1 contro l'escis· sione dell'appendice normale e .27 in favore. Invece 60 contro 7 si sono pronunciati p er. l' ablazione immediata dell'appendice dal momento che si constata in essa la minima deviazione dalla norma. La presenza di concr ezioni fecali in un'appendice apparentemente sana è una ragione . sufficiente p er farne la resezione. In quanto alla ragione ch e controindica l' abla· zione sistematica di ogni appendice normale è, secondo KELLY, che l'appendice può, dopo tutto, non esser e un organo assolutamente in11tile e senza funzione .

Aumento di volume dei globuli i·ossi nell'ittero. - L'ittero con presenza di pigmenti abbondanti nel siero determina un aumento di volume dei globuli rossi, il cui diametro può giungere fino a 9 .. 2 invece del normale 7. 6. Questo aumento sareQbe dovuto, secondo V AQUEZ, alla penetrazione di certe sostanze n ell'interno dei glob1ili, e per lo. più , senza dubbio, di pigmenti biliari.

Acclimatazione inic1·obica. - Secondo

Prof. Achille De Giovanni

La Lega Nazionale contro la Tubercolosi •

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- . . sua organ1zzaz1one e sue asp1raz1on1 .

U1i elega1ite vol1i11ietto di 90 pagine, Lire t • NB. - La vendita di tale volume, sottratte le spese, è vantaggio della uga Nazionale ce>ntro la Tubercolo1i•

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BESANQON

e LABBÉ un microbo che è passato più vo~te per un organo acquista 11na predilezione sp eciale per qt1.est'organo, al quale si è come acclimatato. Ad illustrazione clinica di ques.to fatto sperimen· talmente dimoe>trato si può citare il caso seguente di . V AQUEZ e LAUBRAY: Due sorelle prendono l a blenorragia da uno stesso individuo. Esse sono entrambe colpite da r eumatismo blenorragico. Ora, la blenorragia del soggetto infettante er a anch'essa s tata accompagnata da manifestazioni articolari.

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IL POLICLINICO

CENNI BIBLIOGRAFICI LAU)IO~IER

dott. J. Les nonveaux traitements. 1 vol. in-16 de la Collectio11, nzédicale cartonné à l'anglaise. - Paris, F élix .A.lcan, éditeur. L'.A. s i è proposto di fornire ai medici e a tutti coloro che s interessano di t erapeutica indicazioni precise, pi1\ complete ed, insieme, più breYi e chiare che è possibile, st1i nuovi metodi di cura che hanno una reale efficacia e sono assai ben conosciuti per poterli prescriver e in un modo sicuro e pratico. A ciasc1m capitolo !ia premesso considerazioni sommarie cli fisiologia patologica e patogenia allo scopo cli far comprendere il meccanismo dell'azione terapet1tica conoscendo i disturbi ftmzionali che creano la malattia. I form11lari più. completi non possono dare le in· dicazioni che sole p ermetta.no al medico di rendersi un conto esatto dell'elettività speciale dei medicamenti e dell'indicazione pre~isa delle cure, e l'iln· portan~a di queste indicazioni non può sfuggire ai pratici, spesso scoraggiati clall'amministrazione di medican1enti eccellenti, ma cl1e bisogna utilizzare a proposito. La classificazione adottata cla LAU:;\l ONIER è la seguente : modificatori della nutrizione, modificatori dell'en1atopoiesi, medicazioni niinerali, modifi· cato11i della secrezione llrinaria, modificatori della tensione vascolare, opoterapia, sieroterapia e vac· cinazioni moclificatori nervosi, gli antipiretici, gli antisettici. Un indice_alfabetico analitico p ermette cli trovar con facilità n el testo le 300 indicazioni studiate n el cor o di q ues t opera. Prof. C. MAROCCO. Ostetricia e ginecologia. l'rat· tan1e11to endouterino. - Fase. II e III e App. Roma, Società editrice Dante Alighieri, 1902. DopCl la. parte generale, che comprende l'indi· rizzo clinico minutamente descritto, viene la prima parte clell'illt1s trazione del materiale, che l'autore raccoglie in d11e fascicoli, la q11ale ha un' impronta del tt1tto nuova. L'autore non si preoccupa tanto del trattamento endouterino come en cheiresi gine· cologica, che è stato pertrattata in tutti i modi ed ha 11na ricchissima bibliografia, quanto degli elementi anatomo·fisiologioi e clinici che la costituiscono. Q11e ~ta è la parte del tutto nuova del libro che, senza r e trizioni, è riuscita. pienamente allo scopo. L,autore dice : prima conosciamo la via e i s11oi rapporti~ e presenta in lt1cida sintesi il frutto <lelle tte ricer ch e sull argomento. Continua poi: L e forme n erYose sono in giuoco più che in qual iasi altr.l r egion e; e riass11me tutto quanto i a sulle vie n ervose e sui loro rapporti. Tocca p oscia, ulla scorta dei risultati dell'esame obbiettiv·o. della nota funzionale, che è magi· stralment . colpita. J.: on trala~cicl di r enclersi conto (2 )

rA~Yo

1x, FASc. 11J

del sintoma dolore tanto elastico e pur tanta parte degli elementi che vengono a costituire un'indicazione terape11tica. Quindi, tutto il resto è clinica, sia per il materiale illustrato sia per le considera· zioni legate al co~trollo del fatto. A noi pare che in questi due fascicoli sia lumeggiata la parte didattica e clinica con criteri sodi e mano sicura. P ei giovani e per i pratici, che vanno in cerca di idee chiare e ben definite, il nuovo contributo è sotto ogni riguarclo · prezioso. T.

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Pubblicazioni uervennte al (( Policlinico )) . ZOJA dott. L. Prelezione al corso di microscopia. e clìim.ica clinica. - Parma, 1902. CoSTANTINI dott. B. - La cura d el Riva. La· vatura del peritoneo nella peritonite tubercolare. - ~Iilano, estratto dal Corriere Sanitario, 1902. CALVELLO dott. E. I bagni di 111ce elettrica e loro valore terapeutico. - Palermo, 1902. SIGURINI dott. G. La solidarietà professionale e le associazioni di mutuo soccorso. - ffiilano, tip. A. Rancati, 1902. MALAGO.QJ dott. A. Un caso di pseudo tetano. Firenze, estratto dalla Rivista Critica di Clinica medica, 1902. FELICELLI dott. E. Contributo alla casistica del· l'avvelenamento da cloroformio in seguito a gastrolusi. - Parma, 1902. V IRNICCHI dott. A. Distensione del midollo spinale eseguita mediante la sospensione e l'incurva· mento della rachide. - Napoli, estratto dal Gior· nale dell'Associazione napolitana dei medici e na· turalisti, _1902. MARCOZZI dott. V. Intorno ad un caso di splenomegalia con cirrosi epatica (~Iorbc del Bauti). - Napoli, estratto dalla Gazzetta interna~ionale­ di medicina. pratica, 1902. NUVOLI dott. G . Note di anatomia patologica del· l'orecchio. - Torino, estratto dall'~.\.rchivio italiano di otologia, ecc., 1902. • VARALDO dott. F. Contributo allo studio clinico ed anatomo-patologico della anemia p erniciosa progressiva. - niiilano, estratto dagli Annali di Ostetricia e Ginecologia, 1902. ~UVOLI dott. G. Contributo sperimentale alla fi· siologia delle formazioni otocistiche. Torino, estratto da11' Archivio italiano di otologia, ecc., 190"2. GRA.i.~DE dott. E. Di un nuovo metodo di cura della parotite epidemica. - Milano estratto c.lalla Gazzetta degli ospedali e delle cliniche, 1902. GOBBI dott. G. Studio di un caso di mioclonia e epilessia con r epertQ anatomo-patologico di 31 tu· mori tubercolari dell'encefalo. - Venezia, estratt<> dalla Rivista Veneta di scienze mediche, 1902. GALLI dott. PAOLO. Ancora del potere assor· bente della pleura malata. - Milano, estratto dalla Clinica medica, 1902.

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[ANNo IX,

FASC.

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SEZIONE PRATICA

MAGGIORA prof. À. e V ALEJNTI dott. G. L. St1 una legge, nel senso di essersi preferito chi, a suo ere· malattia infettiva del genere Turdus. - Modena, . dere, era fornito di titoli di minore portata ed entità. estratto dalle Memorie della Regia Accademia di (2402). Sig. dott. abbonato ..... - Nella cura piena Scienze .lett. ed arti, 1901. non si acqt1ista la stabilità che per quanto riguarda SFORZI dott. A. Per bene assistere gl'infermi. il servizio dei poveri: per gli agiati il Comune può sempre ridurre la condotta ed il relativ9 stipendio. Arezzo, 1902. (2404). Sig. dott. G. P. da J\II. - Ella è inscritto PELICELLI dott. E. Ospedale ·civile di Poviglio. ~ezione chirurgica. Rendiconto Clinico-Statistico dal 1° gennaio 1902. - Può ottenere la restituzione delle lire 60 pagate pel 1901. - Non avendo fatto dell'anno 1901-1902. - Parma, 1902. ~ MARGARIA. Co:q.tributo àllo stµdio sulle sordità adesione alla cassa ·nel 1899 non può far più valere eredo-sifilitiche tardive. - Torino, estratto dall'Ar· gli anni di serv~zio precedentemente presta.ti. Deve chivio italiano di otologia, ecè., 1902. ritenersi come nt1ovo iscritto e comi:} tale pagare CERNEJZZI dott. A. Sulla eolora~ione delle fibre per 10 anni il· contributo straordinario di lire 72 e elastiche. - Milano, estratto dalla Gazzetta medica sempre, q nello ordinai.·io di lire 60, salvo a liqui· dare dopo aver compiuti 25 anni di servizio dal Lombarda, 1902. 1° gennaio 1902. - Se s i fosse iscritto al 1° gen· naio 1899 avrebbe potuto liquidare, solo dopo 10 anni di servizio e 66 anni di età, la somma annua di RISPOSTE A QUESITI E A QOMAN.DE lire 819. 20. 'Dott. JuSTlTIA.

INTEl\ESSI Pl\OFESSIONALI

(2399) Sig. dott. C. V. da R . - 1° Certamente : il medico non può farsi agitatore e pigliar parte attiva nello svolgimento delle lotte dei partiti lo· cali. Egli deve mantenersi estraneo ; se vi si mi· schia potrà avere dispiaceri ed essere~ anche licen· ziato. 2° Non può subire ridu~ione di stipendio per essersi immischiato nelle lotte locali, ma, come si disse, in determinati casi, è anche giustificatq.' il licenziamento. 3° Allo stato attuale de~la legislazione e della giurisprt1denza è irriducibile lo stipend.io che sj av·ea ·pel servizio dei poveri, nell'atto dell'acquisto della stabilità. La cura degli abbienti non forma materia dalla legge sanitaria e perciò non è garentita in qtianto al medico, da.Il' art. 16. Quindi il Comune può sopprimerla, sempre che Vllole e può anche ridurre proporzionatamente l'as· segno. È vietato al Comune dì fare · tariffe per le le visite agli agiati. I relativi atti sono essenzialmen·~e nulli. Si considerano come p~:rv.eri tutti CO· loro che per emigrar~ non han bisogno di mttnire il passaporto di . apposita marca, e cioè, tutti coloro che si rBcano . all'estero per acQertato scopo di lavoro. ~ Se l'aumento di stipendio fi~Lira in bilan· cio pei poveri, a tale servizio deve. rimanere destinato. (2±01) S ig. dott. D. R. da wI. C. - Comprendiamo che l'aver esercitato per molto tempo e con lode la carica di ufficiale sanitario. sia titolo suffi· . ciente per la nomina triennale, ma riteniamo che questo titolo non possa ritenersi prevalente a quel:o stabilito dal regolamento vigente. - In caso di insi· ' stenza da parte del Comt1ne, il Prefetto può proporre la nomina di ufficio alla G . P. A. conside· rando il fatto come rifiuto del Comune-- a compiere un'opera obbligatoria peì' legge. - In ogni caso· Ella, qualora si cr-eda l~so nei propri interessi può ricorrere alla 4a. sezione deJ Consiglio di Stato ' . contro jl decreto prefettizio, allegando violazione di

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G,IUBISPRUDENZA La Sezione Interni del Consiglio di Stato, con sua decisione del 27 giugno 190 3, in seguito al ri· corso sporto dal comune di Pievepelago, stabilì la seguente ~aE?sima: . « Il servizio della vaccinazione è un dov·ere nor· « ma.le ed ordinario dei medici condotti, e pè r tale « ser,rizio non è loro dovuto alct1n compenso spe· « ciale dai Comuni a cui prestano l'opera loro. « A tale r egola si deve però fare eccezione per << i medici condotti che ·furono nominati anterior« mente alla legge del 22 dicembre 1888, e per i ({ quali il capitolato di nomina assegnava un com· « penso speciale per quel servizio » .

* * Sezione Interni del *Consiglio di Stato, in se-

La guito al ricorso prèsentato dal comune di Roseto Capo-Spulino formulq il segu~nte parere, che venne· adottato: <~ Quando sia controversa l'esistenza o meno della « stabilità del medico condotto licenziato, il pre« fetto non ha competenza per conoscere dei re« clami che, contro quel licenziamento, furono « prodotti dal medico, poichè, a tenore dell'art. 16 « délla legge sanitaria; il prefetto conosc~ soltanto ({ dei casi di lic'3nziamento dei medici condotti, il « cui diritto alla stabUità non è controverso » . ~

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se~uito al ricorso presentato dal sa1Iit~rio di Carnago, Rovatti, e Gornate,

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Consorzio la Sezione Interni del Consiglio di Stato, nella sua tornata del 24 luglio 1902. adottò il seguente parere: « Nè il Prefetto, nè il Consiglio provinciale sa· « nitario hanno competenza in iµ~rito ai provvedi· « menti dis.c iplinari presi dai Comuni o dai Con· « sorzii contro i loro medici condotti. Contro questi « il medico può solt~nto ricorrere alla Giunta Pro· « vinciale Amministrati va nei casi e nei modi preq visti dagli art. 12, n. 1 e art. 13 n. 2 della legge <t 1° maggio 1890 sulla giustizia amministrativa. ~ Perciò devesi quindi annltllare d 'ufficio, per in· « competenza, il decreto del Prefetto che, in se· « guito a parere del Consiglio sanitH,rio pro,rjnciale, « non approva la ~ospensione inflitta dall' Ammini · « strazione competente al medico consorziale >. (29)

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IL POLIOLINIOO

NOTIZIE DIVERSE RO?tfA. - Dall'on. ministro prof. Guido Baccelli venne trasmesso ai medici provinciali, agli ufficiali sanitari, ai direttori medici di ospedali e di stabilimenti indl1striali t1n questionario speciale, per conoscere quali siano le condizioni igieniche nelle quali si esercita il lavoro inc.lustriale, nonchè le malattie predominanti nelle seguenti industrie : mi· nerarie e mineralurgiche; laterizie, ceramiche e ve· trarie; metallurgia e. lavorazione dei metalli; industrie chimiche ed affini; manifatture dei tabacchi; industrie delle spoglie e dei residui di animali; ~dustrie del vestiario ed affini; industrie della carta. e poligrafiche· lavori agricoli; ·industria dei trasporti ; servizi di . communicazione ed affini; servizi igienici e sanitari. . - Durante il 1902, dai volontari sanitari della Associazione della Oroc.e Bianca per la pubblica assistenza vennero eseguiti n. 660 trasporti di infermi, dal domicilio ai vari ospedali della città, 131 cambi di letto, 498 assistenze a domicilio · e ·27 servizi st1·aordinari, dei quali 8 fuori di. Roma. N ot~voli i trasporti di infermi eseguiti da Rignano Flaminio a Roma, cla Roma a Viterbo, da Roma a Civita-vecchia, da Riano a Roma e da Roma a Napoli. D11rante l~a!\no, .nella sede sociale in via. delle Zoccolette 62, vi fu in permanenza un servizio di guardia con llna media di 5 llOroini .

Ultimamente in una riunione di de· legati delle istit11zioni sanitarie della città nostra, fu \'otato il segl1ente ordine del giorno: « L'assemblea dà mandato alla Presiùenza del· « l'Associazione per la difesa contro la tubercolosi « di invitare le Direzioni delle singole ·i stituzioni e sanitai·ie della città a delegare un proprio rap· « presentante p er fare parte di lltt Comitato, che e assieme alla Presidenza dell'Associazione pre· « detta, studi lln opportuno programma che V-alga « a dare llnità cl'indirizzo alla lotta contro la tu· « bercolosi nella nostra città, colla facoltà di ag· « gregarsi quelle persone competenti che crederà, « e col dovere di sottoporre a lavoro compi1.tto, le e sue deliberazioni ad una assemblea plenaria del • Corpo modico milanese e d~gli I stituti di ben,efi· « con za. » - Il serv-izio dell'Ospedale per lo malattie contagio8e costruito nel ' ricino comune di Dergano, è stato ultimamento assunto dal i1ostro 1'lunicipio, che ,r'ha sostituito il perso11ale laico alle Sllore. ]\{JLANO. -

Nell'Istit11to d'igiene della nostra Uni'rersità si inizierà, ed avrà la ùurata di due mesi e mezzo, un Corso teorico pratico di 1lfedici1ia e Sa11i!tì lU aritti111a per i sanitari ch e aspirano ad occ11pure i posti di n1edico c1i porto, cli bordo e della Regia 1\Iarina. . L'i11s0gnamento, che sarà diretto dal professore D e Giaxa, comprenderà lG segt1enti materie: · 1° n~tteriologia (prof. Do Giaxa); 2° B1·omatologia (prof. l\Iilone); ~ 0 Igieno na,~aJe coloniale (prof. Pasquale): 4° nlerceologia (prof. Vetere); 3° Patologia ozotica (pro.f. Rho); · 6° Prope(lenticn. clel medico marittimo (profes· sore nrnetti). A tutti coloro cl1e avranno regolarm~nte fre· q1iontato 4_t1esto corso '"'~rrà rilasciato un diploma che n ttesta. la loro diligenza ed il profitto che r et>Ul tò clall'e an1e c:he sub:iJ:ono. • • (30) • NAPOLI. -

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IX, F Aso. 11]

FRANCOFORTE SUL MENO. - DA. qualche tempo trattavasi di creare, a Francoforte sul Meno, uno stabilimento di istruzione pratica per i medici, ·a nalogo alla Post- graduate Schools degli Inglesi e degli Americani. Q11esto progetto si è finalmente attt1ato, avendo dei generosi donatori fornito la somma destinata all'edificazione del palazzo ed avendo il consiglio municipale votato il 16 scorso mese 2,800,000 franchi per l' ingrandimento del1'ospeclale, la costruzione di un istituto d'anatomia e d'un laboratorio per l,esame delle derrate alimentari. Lo stabilimento in questione prenderà il nome d i « Accademia di medicina pratica ,. • Tutti gli istituti medici di Francoforte creati, sia dallo Stato, sia dalla città far,anno parte della fut11ra accade.mia; del resto essi partecipavano già all'abozzo di insegnamen"to di perfezionamento per medici che esiste da tre anni a Francoforte. LONDRA. - La legge sulla vaccina?iione adottata nel 1898 dovondo spirare alla fine del 1903, il Governo ha l' intenzione d i portare la q11estione davanti al Parlamento nel corso della prossima • sessione. In presenza dell'epidemia di vaiuolo che ha infierito ultimamen te a Londra in .modo assai intenso, ed in vista dello spira.re del Vacc;1iation Act si è fonclata una, I11tperial Vacci1iation Leagzie che ha per principale scopo d1 occuparsi delle leggi relative alla vaccinazione e di fare tutti gli sforzi per gi11ngere al miglioramento delle condizioni legislative att11almente ésistenti.

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LONDRA. - Il Re d'Inghilterra, olt1·e l'avere confermato il sussidio annuQ di 100 lire sterline a favore cloll' Ospedale italiano di Lonclra, la setti- . mana scorsa asseg)1ò, a favore dell'Ospedale me· desimo, un'altra annua dotazione di pOO lire ster· line . (12,500 franchi). ~IADRID. -

Il ministro dell'interno ha presentato alle Oortes 11n progetto di legge r clati,ro alla pro· filassi ecl alla,- c11ra della tubercolosi. Ai termini di questo progetto è lo Stato che crea dei sanatorii popolari destinati ai tubercolosi poveri ed, a questo scopo. iscrive ogni anno in bilancio una somma di 500,000 p esetas, 200,000 delle quali consacra all'annualità richiesta dalla co1npra e dal f11nzio11a· mento del sanatorio di Porta Coeli che diventa cosi proprietà nazionale. _ Il progetto di legge in questione pre"\'"CCle, inoltre, un programma di difesa sociale che sarà formulato dalla sanità pubblica, in conformità delle deliberazioni delle Cortes, e che sarà sottoposto lllteriormente all'approvazione del Parlamento.

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Nomine, promozioni, onorlfioenze. Ecco in q11al modo è stato costituito il Consiglio superiore di Sanità per il triennio 1903·1905: B~ccelli prof. Guido - De Gia.x a prof. Vincenzo - Di V estea prof. .dlfonso - Faelli prof. Ferrucci-0 - Golgi prof. Oamillo - Gorio avv. Carlo ---: Gui prof. Enrico - Inghilleri a~-. Calcedonio Koerner prof. Guglielmo - Baldassare prof. · Salvatore· - Lanzilotti-Buonsanti prof. Nicola - Mag· gtora prof. Arnaldo - l\.Ios~o prof. A..ng~lo - N azzani prof. Ildebrando - Nocito prof. avv. Pietro - Paternò di Sc·ssa prof. Emanuele - Panizza. pra.f. l\Iario - Pessina .dott. Giuseppe - Schanzer prof. avv. Carlo - Spica l\.Iarcantonio prof. Pietro . - Tambt1rini prof. Angelo - Toclaro prof. Fran· casco - Zagari prof. Giuseppe. · •


l ANNO

IX, F .A.S<J. 11]

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Dal Ministero del~a istruzione pubblica sono state approvate .le elezioni dei professori 9-iusepp~ .A.lbip.i, Giovanni .An.ton:elli, Ottavio ~Iorisani e Gaetano Corrado alle rispettive cariche di presidènte, vice· presidente, tesoriere, s~gretario e vice-segretario della R. Accademia mèdico-çhirurgica di N ap·oli. •

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sua assistenza all'ospizio, darà all'eletto l'o:p.orario di lìre 1200. I .concorrenti debbono presentare la loro doma nda, corred~ta dei necessari documenti, non più tardi del 31 gennaio corrente, alla segreteria dell'Oper.a Pia degli ospizi marini, in via Parione, n. 7, piano primo. A tu~to il 31 _gennaio è aperto- il conco.rso alla condotta m edico.chirurgica, uguale primari~; rimast·a vàcante in· questo co.mune. · · . I concorrenti non . dovranno . avere un'età mag · giore di ~O a-p.ni, e d evonq comprovare d'"avere .esercitato ~a medicin_a e chirurgia in condotta per un tempo non minore di cinque anni, oppure per almeno due anni in un ospedale o in lma clinica. L'annuo stipend1o è ·fissat<;> in .lire 3150, gravate da imp·os te erariali e tasse comunali, cioè L. 1800 per la cura gratuità dei poveri e lire 1350 per il rimanente della popolazione, pagabili di . m ese in mese postioipa;tamente, più il compenso di lire 1 per ogni v aecinazione praticata, ~on avver tenza ·però che il M11bicipio resta esonerat9 da qualunq11e responsabilità nel caso che la Giunt;::i, provinciale a.n1ministrativa_ venisse a depennare riei bilanci d egli anni venturi la r ata di stipéndio attribuita ai m edici-chirurghi condotti per la cur a degli abi· tanti non _p overi. _ . · La popolazione del Comune, c.omprese le due di· pendenti frazioni Costano ea Ospedaliechio, è di 4473 .abitanti divisi a m et à nelle due condotte. Qualora l'eletto non fosse mt1nito di diploma ch e abilita alle funzioni d i ufficiale sanitarjo, sarà ob · • l?ligato a fol'nirsen e a ·p roprie spese· ent1'o .un anno dalla data della n0mina. · Per maggiori s.c hiarimenti rivolgersi alla Seg·re_teria comunale. . ·

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Nella U nj_versità di Roma, furono confermati, dal 1° novembre 1902 al 31 ott"Obr:e 1903, i signori : Alessio N azari, .sBttore nel gabinettò di anatomia patologica. . · Luigi l\iiartino Spòlveri11i, assistente nella clinica pediatrica. . · . An~onin0 Lo:r:igo, .assistente nella clinica anzi· dettai. . Giovanni Fabrizi, aiuto nella clinièa psichià· tric a. Gi1tlio Ma,rchesi, aiuto nella clinica medica. Goffredo Mari, assistente nella clinica medica. Vinçenzo M:ont.esano, aiuto nell~ clinica dermo· patico·sifilopatica. · . Giusepp·e Lan~i , assistente nella clinica aneii· detta. · · · l)eodato De Carli, aiuto nella clinica otoiatrica·. Giuseppe Romero, assistente nel gabinetto <P zoologia. . · Giulio · .Alessandriru, cons.ervatore d el gabinetto di zoologia. · · go V ram, assistente n el gabinetto ~ antropo· logia. . . . · · . Vincen~o Giuffrida-Ruggeri, assistente n el .gabi· netto anzidetto. . · . . Quirino Maiorana, secondo assisten_te nell'Istituto fisico. · . . · Augusto Ziuccl1i e Carlo :Wjorini, in qt1alità di primo e secondo · prepar~t~re, nell.iistit ~to fjs\co. · .Annai Foà, assistente n el gabinetto ili anatomia comparata. Mariano Carr11ccio, çoll&bo.ratore n el. gabinetto di zoologi~. . . · · Samuele -Ser~ni e Piel'o 'Chii;trin:i,, qua:li assistenti nel gab~netto di i~tologia. Romo~o . B ertòni è .stato : nominato preparato~e appt>end~sta n el gabiJ1etto di anatomia c9mparata~ N ell'Uni·versità di Siena, Giovanni Vitali fu nominato pro-se'ttore nell'Istituto .ana.tomic0. · N ell'Uni''irersità di Torino furon6 nominati: Vittorio Bo\one, .assist.e nte presso ii gabinetto di chimica fàrmaceu.tica.. . . . · Vittoriò Marzocchi,_assistente pt·esso il gal5in~tto· di. patologia generale. .. · · · Nell'Istituto di .studi supe:i;·ior1 pratici e di perfezionamep.to di .Firenze, ·Francésço. Ma.r·t olese fu nominato secondo assistente alla clinica oftalmioa.

BASTIA · (P~rugia).

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SEZIONE PRATICA

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LEGNANO. - Concor so per titoli al _p osto di chirurgo-direttore di qll.esto ospedale· civile, c.oll'ann.110 assegn_o di lire 3000 nette di ricch ezza mobile, più lil'e 600 qual~ indennità di alloggio sjno a che non . sia; . pronta nell'ospedale. medesimo l'apposita abitaZl0110.

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· La nomina verrà aggiudicata $ll terria pròp'osta da Oonirnissione tecriica, e s'iiltenderà fatta per dtìe ·anni, salvo riconferma dopo q11esto . periodo. Prima d ella scaden za del biennio verrà dall' Am~inistrazione dell'ospedale formulato apposito ca· pitolato d-i .servizio del chirt1rgo-direttore; nel frattemp0 l'eletto ·dovrà un.i foFrµarsi al r egolamento intèrno provvisorio dell'ospedale. · Gli aspiranti · oltre ai sottosegnati docn1nen,ti ed a tutti ·quei :Pitoli che crederanno presentare a dimostrazione della propria idoneità, dovranno compro vare, con nomina ottenuta per esame, un non ìn· . terròtto eser cizio chirurgico di alm.e*o 4 anni, fatto • d._o po il consegt1imento delll;)i laurea in servizio ef • • fettiv.o presso · un ospedale, o quali assistenti- titola1·i · · · . · Cano·orsl• e ·c ondotte . . • ip. 'llna clitiica chirurgica u1iiversitarja. . L'eletto dovrà,. asst1mere il servizio entro un mese . ROMA • .Pall' Amµiirnstrazione degli Ospizi ma· dalla data ·a ell'uffi çiale pa1~tecipaziòne cli nomina, rini è ·s.t ato bandito il col).corsb, · per esperiIQ.ento ed avra l'obbligo della permanente residenza in di un anno, senza l'obbµga d-ella ·r:esidenz~ ·sul luogo, Legnano. . _ . al .posto di cliiruiago p er !"assistenza ai fanciulli poveri ·ospitati in permanenza n eJl'Ospizio di .A:nzio. Docillµenti pre~critti: . a)· Attestato .di .n azion alità i taliana ; b). Fed~ d1 Il ~op.corso 'è per titoli~ fra i · dot~o'ri . eh e · hanno compiuto il triennio ~ ~ostituto ~d aiuto d.). cl?J- nascita. comprova~te un'età non s11perio1:e _d i ~nn1 40~ rurgia in servizia negli ospedali di Roina, e che e) Diploma di laurea. in medicina e chirurgi~ .o tte- · non hamio oltrepassato.il quarantesimo. anno di età. nuta in una U niversità del R egno; d) Certif1caio di sana e robusta costituzione fisica ed e) Certificato . Verso l'eletto, l' Amministrazione prende · illlpegno p~nale di data recente. · . per un anno soltanto·; e, per ." l'anno che presta la • • • (31) • •• .. • •

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IL POLICLINICO

Indirizzare domanda di ammissi<>ne al concorso su carta da bollo di cent. 50. coi documenti, alla « Presidenza del Comitato per l'erigendo ospedale in Legnano » . Scadenza del concorso 10 febb1~aio 1903. OnRRzO (Treviso) . - È vacante il posto alla condotta medica cl1ir11rgica a cura piena, per gli abitanti d el primo reparto di questo comune. Retribuzione ani;.ua lire 2400. Caval(·atura obbli· gatoria. Età massima d egli aspiranti, 40 anni. Tempo utile per concorrere il 20 gennaio corrente. PESCO COSTANZO (Aquila) . - Il 31 gennaio cor· rente si d.ichiarerà chiuso il concorso, per titoli, al posto di medico chirurgo condotto di questo comune, che ha una popolazione di 2372 abitanti. L'annuo stipendio assegnato è di lire 2000 nette da ritenuta per tassa di ricchezza mobile, ma l'e· letto, che dovrà assumere servizio il primo di a.prile 1903 alle ore 8 antimeridiane, dovrà disim· p egnare anche le funzioni di medico del carcer:e, di ufficiale sanitario, ed assumere il serviz.i o della • • vacc1naz1one. .

. (Foggia) .

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éASTELLUCCIO YALMAGGIORE - .In q11esto comune è vacante il posto di nledico chi· rurgo condotto, retribuito con l'annuo stipendio di lire 1500 più l'alloggio. (Ospitale di S . Matteo). - Concorso per titoli ed esami a due posti di medico chirurgo se· oondario, per lln sessennio. L'onorario p er ciascun posto è di lire 900 (nove· cento) annue, pagabili in rate mensili posticipate, gravate dall'imposta di ricchezza mobile. Il primo dei due medici eletti godrà inoltre dell'assegnO" aimuo di li1'e 300, quale· compenso per il servizio straordinario di .Dirigente il Laboratorio di rÌcerclle cliniche annesso alle Divisioni ospitaliere. Ai me· dici secondari spetta 1'11so di una stanza nell'Isti· tuto, convenientemente ammobigliata, illuminata e fornita di calorifero. I nominati dovranno prestare il servizio di guardia a turno cogli altri m edici secondari, ed eventualmente il servizio di accettazione degli in· fermi, no11chè dovranno uniformarsi alle altre di· sposizioni che p er l'avvenire il Consiglio ospitaliero credesse di stabilire. Non potranno coprire altro posto ufficiale, dovendo attendere esclusivamente alle loro n1ansioni nel Pio luogo. L e modalità di servizio, ed il regolamento che riguardano i posti sono ostensibili presso la Dire· zione sanitaria. La nomina dei due sanitari è di spettanza del Consiglio il quale d eciderà, sentita la relazione dolln Commissione tecnica incaricata della classifi· cazio11e di m erito dei candidati. Il co11corso r esta aperto fino alle ore 15 del giorno 20 gennaio 1903. Per ulteriori schiarimenti rivolgersi al presidente del Consiglio ospitaliero, dott. Luigi Montemariini. PAVIA

PONTA~ IE,7E

(Firenze). - Fino al 15 corrente rimarrà c:t1>erto il concorso bandito per il posto di m edico chirurgo condotto per la cura degli abi· tnn ti poT"eri della frazione di Molino del Piano ; retribuzione annt1n lire 1:100, più altre lire :100 a titolo e.l'indennità p er la cavalcatura obbligatoria. I concorre11ti debbono non aver~ età maggiore di 40 anni e, assieme ai cons11eti documenti deb· llono presentarne pttre uno da cui risulti che, al· 111eno por 1111 tl'iennio, fecero lm e ·ercizio pratico. R.oma, 19<'3 -

Tip Naùonale cli G. Ber1el'O e O.

[ANNo. IX,

F ASO.

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Indice alfabetico analitico del Dresente nnmero. Acclimatazione microbica. Besançon e Labré • . • . . . . . . . . • Pag. Aneurismi dell'aorta. Aortite gommosa (Patogen esi degli). - Fabris . . . . • . » Appendice vermiforme (Si deve asportare sistematicamente l' - - quando, per una o per un'altra ragione, si apre l'addome?). - Keliv . . . . . • • . · . . » .,. . Associazione medico- chirurgica di Parma • » Cancro uterino (Trattamento cl1irurgico del). - Monprofit . . . . . . • • . » Cenn i bibliografici . . . . . . . . » Concorsi e condotte . . . . . . . . . » Digestione batterica negli organismi (Sui po· teri di). - Turrò. . . . . • . . • » Dolore addominale nella febbre tifoide (Significato del). - Allyn . . . . . . • » Ematodiagnostica (I fondamenti n1orfologi_çi dell'). - Schindler . . . . . . . . » , Emiplegici (Sai disturbi sensitivi negli). M art'mo' . . . . • . . . • • . . >> Endotelio peritoneal~ rivestente l'utero puerperale (Su alcune particolarità di struttura dell'). - Alfieri . . • . . • • . . . » Globuli r0ssi nell'ittero ( Aun1ento di volume dei). - Vaquez . . • . . . . . . » Herpes Zoster (La natura dell'). - Van Harlingen . . . . . . . . • . . . . » · Inalazioni n1edicate come trattam ento sisten1atico delle affezioni polmonari. - Thièno t . . . . . . . . . . . . >> Iniezioni epidurali nelle diverse malattie ( Applicazione del1e). - Cuturi • • . . • » Iperemia venosa (L'azione terapeuti ca del!'). - Pantaleoni . • . . . . . . . • » Malattia di Stokes-Adams. A proposito di un caso clinico (La). - Ceraulo. . . . . » Magnesio in chirurgia (SulPuso del). - Senn » Nevrastenia, l'isteria, l'ipocondria e l'insania (I rapporti fra la). - Clifford Allbutt . » Nomine, promozioni, onorificenze . . . » Notizie di verse . . . . • • . . . . . » Paralisi post-tifica del nervo ulnare. - Liepelt . . . . . . . • . » Peritonite tubercol ~ re colle iniezioni iodo-io· durate alla Durante (Contributo alla cura della). - Martinori . . . . . . . » Pleurite nella febbre tifoide (La). - Sears • » Pomata contro le croste delle narici. Bonne . . . . . . • . . . . . » Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » • )) Raffreddori di naso (Come guarire dai). Pugna t. . . . . . . • . . . . )) Risposte a quesiti e a do1nande . . . • . )) Sublamina (Un nuovo energico disinfettante. La). - Kroenig e Blu1nberg • . . • )) Ulcera della congiuntiva palpebrale. - Pegoraro . . . • . . . . . . . . )) U rina contenente urobilina (Metodo per separare i pigmenti biliari da un'). - Bouma )) Utero (Sul trattamento delle rotture dell'). - Cristeanu. . . . . • . . . . )) Vapori caldi per fumigazioni (Mezzo semplice per ottenere). - Jullien . . . . . • ))

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.Roma, 1? gennaio 1903.

•nno llC

PROF.

Fuo. 12.

DIRETTORI GUIDO BACCELLI - PROF. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

90MH..&.RIO. Lavori originali: - Angelini: Sull'isteropessia. Storia di un'operata; critica dei vari processi operatorii; processo da preferirsi. - Riviste: - F1s10PA'toLoGIA: Leo: Sulla questione della trasformazione del grasso nelt organisrno. Kirikow: Sulla digestione gastrica nella cirrosi biliare ipert1·ofica. - CHIRtlRGIA: - Monks e Blake: Della posiz..ione, della lunghez.z.a e del mesenteric dell'appendice normale. - Marwedel: Rene mobile e calcolosi biliare. Leyden: Trauma e cisti del pancreas. Studio sperimentale. - OCULISTICA: - Fuchs: Sulla cocaina. Accademie, Società mediche, Congressi: - Conversazioni cliniche della Clinica medica di Genova. Osservazioni cliniche: - Laureati: Sul valore terapeutico dello t"odio. - Salmon: 'R_elaz.ione tra le fecce grasse ed il dimagramento e l'anemia infantile. - Lezione: - Krehl: :M,a,latti·e funzionali. - Corrispondenza da Parigi: - Guyon: Condizioni d'intervento nella chirurgia urinaria. - Note di medicina scientifica : Emoglobinuria d'origine muscolare. - Metodo semplice per scopr1·re gli elementi purulenti nei sedirnenti urina1·i. Pratica professionale: - CASUISTICA: - Peritonite pneumococcica. - .Tubercolosi p1·irriitiva della milza. - Ernia inguinale della vescica. - APPUNTI DI TERAPIA: - Cura della colica nefritica. - Trattamento razionale o dietetico del morbo di Bright invece dell'intervento chirurgico. - Intolleranza della dieta lattea. - Operazione per ulcera gastrica perforata. - La teocina come diuretico. -- Varia. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Doctor Justitia: Vant1ggi e svantaggi della professione medica. - Risposte a quesiti e · a domande. - Giurisprudenza. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. - Indice alfabetico analitico del presente numero.

L'importante PREMIO Al NOSTRI CORTESI ABBONATI è in corso di stampa. - Ne principieremo la spedizione fra poco e sarà eseguita secondo il numero progressivo degli abbona· menti pagati per intiero. Chi non ha spedito l'importo dell'abbonamento, voglia affrettarne l'invio per goder subito del premio. Coloro che hanno già spedito l'impor1o dell'abt onamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere il libro raccomandato e al sicuro da smarrimenti postali. I pagamenti debbono essere esclusivamente ìnd1r1zzati alt' Amministrazione, Via del Cara- .

vita, 6, Roma o personalmente al sottoscritto

Prof.

ENRICO MORELLI.

Diritti di proprietà r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI •

Sul l' isterop~ssia. Sto1·ia di un'operata; critica dei vari processi operatorii; processo da preferirsi. Per il dott.

ARNALDO ANGELINI.

A. M. ha 35 anni. Essa si presentò a me nel mio ambulatorio in istato di pallidezza -estrema, di grave esat1rimento, narrandomi di soffrire copiose men orragie, accusando gonfiezza di ventre, irregolarità nelle defecazioni (stispi), peso all'ipogastrio, stimolo frequente .a mingere, dolori inguinali, specialmente · a ·d estra (stimoli e dolori che si rendevano più sensibili nei periodi premestruali), scolo catarrale dalla vagina nei period1. intermestruali. Un esame obbiettivo mi pose in grado di .accertare la seguente diagnosi: prolasso va-

gino-uterino con procidenza del muso di tinca, orifìcio uterino ulcerato, ipertrofia congestiva dell'utero, ingrandimento della cavità. uterina (3 volte il normale), endometrite generale cronica, vulnerabilità ma';sima della mucosa uterina, leggiera retroflessione del corpo ute· rino, prolasso vescicale, assenza totale del perineo, infì.aiµmazione cronica dell' ovario destro con probabile degenerazione cistica. Conseguenza di un sì complesso stato morboso erano i fenomeni subbiettivi riferiti dalla donna e il suo deperimento molto grave. Essa ha un figlio di 10 anni, nel partorire il quale ebbe il perineo lacerato, e la lacerazione guarì per granulazioni, lasciando la regione perineale nello stato suesposto. . Richiesto circa il da farsi per guarire o migliorare le condizioni della donna mi parve facile rispondere : un atto chirurgico. Ma quale?


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IL POLIOLINICO

Altri colleghi, consultati prima di me, avevano proposto operazioni diverse; tutti però avrebbero voluto agire o sul perineo o sulla vagina, o sui ligamenti rotondi, nessuno sull'utero. Ma qual i vantaggi era lecito aspettarsi da uno qualunque dei trattamenti chirurgici di sutura o di plastica perineale o vaginale, o di accorciamento dei ligamenti rotondi? Ricordiamo le cause arnatomichf;' predisponenti dei prolassi uterini. I ligamenti dell'utero non pare che possano opporsi alla discesa di esso ; pare invece che il connettivo periuterino e perivaginale ed il peritoneo mantengano la fissità del vi~cere, e, perciò, la lorQ cedevolezza permetterà il prolasso uterino. Ciò ammesso, era naturale che le operazioni sui ligamenti, come l'accorciamento extraperitoneale dei ligamenti rotondi proposto dal1' ALEXANDER fin qal 1891, operazione modificata di poi, per la tecnica, dal CASATI con una incisione curvilinèa che va da un anello inguinale all'altro, passando sopra il pube; il processo di fissazione dell'utero coll'accorciamento degli stessi ligamenti rotondi, fatto dentro il peritoneo, secondo il processo del RuGGI o del G1LL-W YLIE, piegando ad ansa e suturando oiasoun ligamento; o del PoLK, riunendo a gomito con una sutura di seta i due ligamenti rotondi . . . . . era naturale, dico, che siffatte- operazioni non riuscissero · a·d ottenere un risultato duraturo, come non l'ottennero i vari processi d'isteropessia va· ginale da quello di AMussA T in poi. Per ottenere il raddrizzamento uterino questi, facendo una cauterizzazione profonda col ferro rovente nel cul di sacco vaginale dal lato opposto a quello della deviazione, si propo· neva di ottenere colla cicatriee una giusta posizione dell'utero; il S1Ms raccorcia, con una escisione della mucosa, solamente la parete vaginale, che, per la posizione deviata del collo, sembra più lunga, e la sutura; il BYFORD sutura la faccia posteriore del collo cori la parete posteriore della vagina; lo SKuTscH fa il processo opposto a quello del 81Ms, allungando cioè la parete vaginale che sembra raccorciata; il SA.NGER sutura il fondo · dell'utero alla vagina con filo d'argento, in.. oidendo il cul di sacco anteriore della vagina e del peritoneo; il N 1coLET1s fa prima amputazione sopravaginale del collo, poscia sutura ( 2)

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[.A.NNo IX, F Asc. 12)

con catgut il margine del moncone uterino alla vagina; il PÈAN sutura con punti molte> profondi la parete vaginale alla parete corrispondente del bacino, prendendo con delle pinze tanto il setto vescico-vaginale, quanto il vagino-rettale e trapassando con degli aghi le pareti laterali della vagina per tutta la sua. estel).sione, in modo da comprendere il tessuto sottomucoso, per. fissare così la parete vaginale a quella corrispondente del bacino; il FREUND incide il cui di sacco posteriore della vagina e il peritoneo corrispondente e sutura la faccia posteriore della parte sopra· vaginale del collo alla sierosa situata sotto il promontorio e in prossimità dei ligamenti utero-sacrali. E la sorte medesima, di ottenere cioè effet~i temporanei, doveva essere riserbata ai varii proc~ssi di colpo-perineorrafia. L'HEGAR escide una porzione triangolare della mucosa.. della parete posteriore della vagina e della. forchetta, coll'apice internamente e la base all'apertura vulvare, e sutura. con fili metallici, comprendendo nella sutura i tessuti tutti. al disotto della superficie triangolare escisa; il 81Ms e l'EMMET operano sulla parete an· teriore della vagina (elitrorrafia anteriore), il primo oon una cruentazione a ferro di cavallo od a V, di cui le pareti divaricate cor. rispondono in alto verso 11utero, il secondocol restringere tutto il canal vaginale escidendo varie porzioni di mucosa a cominciare dall'alto fino all'orificio vulvare e suturando ;. il DoLERis esegue una colpo-perineo-pla.stica. per scivolamento a.ilo scopo di allungare la. parete posteriore della vagina senza restringerla e per restringere l'apertura vulvare,. che ne rimane rinforzata, escidendo un lembo di mucosa della f'orchett~ e suturando; an-che il BAKER BaowN restringe l' orificio vulvare: mediante cruentazione a ferro di cavallo,. riunendo poi con una sutura clavata i tessuti profondi e con una a punti staccati i superficiali. Il LE FoaT sutura fra di lor<> porzioni delle pareti vaginali, escidendo due lembi quadrangolari di mucosa e formando così un tramezzo nell'interno della cavità vaginale; il CoEN fa una modificazione al processo LE FoaT, afferrando con una pinza il muso di tinca e tirandolo in basso per dissecare due lembi quadrangolari sulle pareti anteriore e posteriore della mncosa vaginale, lunghi circa centimetri 6 e larghi 2

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SEZIONE PRATICA

o 3, poi sttturando dall1alto in basso a punti staccati con catgut, comprendendo nella sutura i tessuti sottostanti aJla mucosa escisa. (Si noti ohe i fili vengono stretti dopo :ricollocato l'utero in ·posizione normale). Ma un posto eminente fra le operazioni destinaite a riportare l'utero, devia,to posteriormente o prolassato, alla sua posizione normale era riserbato all'isteropessia addominale, per la quale pure, a seconda delle idee dei chirurghi che la eseguono, vengono date norme diverse. lVIentre infatti i più eseguono la sutura dell'utero colle pareti addominali a peritoneo aperto, altri, i primi che la tentarono, non lo aprivano per timore d'infettare la cavità addominale, e :fissavano l'utero attraverso il peritoneo. Passerò in rassegna i varii processi. Il KoBERLÈ fissava l'utero asportando uno almeno degli annessi e suturando il moncone all'angolo inferiore della ferita peritoneale, ottenendo però un risultato affatto insufficiente. L'OLSHA usEN (?) esegue la sutura sui lati dell'utero, ponendo tre punti perduti pei: ciascun lato e passandoli tra la sierosa viscerale e le pareti addominali, meno la pelle e il cellulare sottocutaneo. Il KEL L Y fissa al peritoneo parietale i corni uterini. Il LEoPoLo fa il seguente processo: laparotomia mediana, apertura del peritoneo, raddrizzamento dell'utero, trafittura delle pareti addominali di una parte da fuori in dentro - ad una certa distanza dai margini della ferita - con un grosso ago montato su robusto filo di seta, comprendendo tutti gli strati delle pareti col peritoneo; poi, collo stesso ago, trapassamento dell'utero da un lato all'altro in corrispondenza di una linea che congiunga le due inserzioni dei ligamenti rotondi, per . l'estensione di un centimetro, al disotto della sierosa viscerale e dello strato superficiale del tessuto muscolare; poi, sempre collo stesso ago, trafittura dell'altra parete addominale, ossia dal peritoneo alla pelle in direzione dall'interno verso l'esterno; altro punto simile al disopra del primo lungo una linea ohe congiunge le inserzioni tubarie; terzo punto simile poco al disopra del secondo; quindi punti di sutura a strati delle pareti addominali : prima però di stringere tanto i punti uterini qua,n to quelli delle pa· reti addomjnali, leggiero grattugiamento sul peritoneo viscerale per favorirne l'adesione •

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al peritoneo parietale: stretti tutti i punti, medicatura per prima intenzione, e rimozione dei fili dopo 12 o 15 giorni, quando il sal· damento dell'utero è assicurato. Durante il primo mese, per favorire la buona posizione dell'utero, applicazione di un pessario di HooaE. Lo CzERNY esegue, presso a poco, lo stesso processo, differendo soltanto nella maniera; di passare i fili attraverso l'utero. Egli fa la sutura perduta e si serve perciò del catgut, comprimendo nei punti di fissazione soltanto la aponevrosi profonda, il peritoneo e l'utero. Con gli altri punti comprende tutti gli strati per chiudere le pareti addominali. Il TERRIER conprende nei punti di :fissazione dell'utero tutti gli strati, meno la pelle ed il tessuto sottocutaneo; di più il. filo che attraversa. l'utero non rimane tutto nascosto nello spessore del suo tessuto, ma vi entra e vi esce a più riprese, mentre l'utero durante l'opera· zione viene mantenuto sollevato con un'ansa di filo passato provvisoriamente sul suo alto foE.do. Il Pozzi esegue l'isteropessia con una sutura di seta a sopraggitto, comprendendo gli strati delle pareti addominali (meno la pelle e il tessuto sottocutaneo) e l'utero, . :fissando questo .durante l'operazione fra le branche di una pinza a presa fissa. Il sopraggitto lo fa camminare dall'angolo inferjore della ferita addominale con cammino ascendente, com· prendendo nei primi giri le sole pareti, poi anche l'utero per ritòrnare in atto alle sole pareti. Il DuRANTE. fissa l'utero nel modo seguente: previa laparotomia ripiega sul fondo dell'utero ad Y i ligamenti rotondi, fissa l'utero alla parete addominale, passando sul suo f'ondo una ro· busta ansa di filo, che lega all'esterno della parete addominale. Il MAzzoN1 G. riunisce i due legamenti rotondi con una punta di sutura e fissa alle pareti addomjnali il setto vescico-uterino per permettere all'utero in una possibile futura gravidanza il libero ac· crescimento senza compromettere il successo operatorio. Prima del periodo antisettico l' ABBAK1·, il Sr1v1s, il K ALTENBACK, il KELLY cercarono di fissare l'utero al peritoneo parietale senza aprirlo; ma i loro tentativi non furono seguiti da successo, e non è qui il caso di ricordarli.

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IL POLICLINICO

Tutti gl'ingegnosi processi ricordati non pare per altro che abbiano dato risultati di lunga durata, tanto che ~ggi anche l'isteropessia addominale, quantunque sia il processo più razionale, tend~ ad essere dai chirurghi abbandonata. Al punto che recentissimamente il CATTERINA ha pensato di applicare all'utero l'idea d'ingabbiare nella sua posizione normale un viscere ectopico, ed ha i:p.fatti eseguito su di una donna di 50 anni, previa laparotomia leggermente laterizzata, la fissazione dell'utero alle pareti addominali mercè il passaggio di due anse di filo d'argento vergine attorno · al corpo uterino, perforando i ligamenti larghi subito sotto il pt1nto d'impianto dei ligamenti rotondi sull'utero e comprendendo in ciascuna ansa le pareti addominali, eccetto la pelle. L'operata guarì di prima intenzione e porta àncora, dopo 6 mesi, l'utero fortemente fissato. al suo posto senza alcun disturbo. Tornando ora al~a donna da· me operata, ricordiamo le note obbiettive che essa presentava. Prolasso vagino-uterino e vescicale, assenza del perineo, ipertrofia congestiva del· l'utero con enorme ingrandimento della sua cavità,infiammazione cronica dell'ovaio destro, con probabile degenerazione cistica del medesimo. Passando in rassegna nella mia mente tutti i processi escogitati e adottati, di vaginorrafia, di vaginoplastica, di perineoplastica, di colpo·perineorrafia, non ne ho trovato alcuno che potesse riuscir~ efficace a correggere i gravi spostamenti anatomici della mia malata e non ho voluto tentarne alcuno, anche perchè sarebbe sempre rimasto da curare chirurgicamente l'ovario. Pensai allora di fare la laparotomia con una doppia indicazione: per curare, cioè, l'ovario e per eseguire quel processo d'isteropessia addominale che fosse stato meglio adatto a correggere lo spostamento uterino. Dichiaro francamente che per l'ingabbiamento non mi sarei deciso, non perchè non voglia prestare tutta la fede che merita il CATTERINA quando ci racconta il successo completo del st10 primo caso, ma perchè io credo che ingiustamente si tenda a dare l'ostracismo alla isteropessia addominale classica. Gli in· successi si debbono, secondo me, attribuire o a difetto di tecnica operativa, o a man· canza di sorveglianza. o a mancata esecuzione -----~ -'l...JlJ - -

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(ANNO

I da parte dell'operata di tutti i

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FASC.

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consigli datile

dal chirurgo. Io dunque, facendo tesoro di tutte le norme dei v.ari autori, mi sono attenuto ad un processo che sta fra quello del LEoPOLo, quello del CzERNY e quello del TERRIER con talune varianti, ed ecco in breve che cosa ho fatto: L'incisione.ombellico-pubica la feci a losanga, per comprendere fra i due tagli una larga lista di pareti addominali, che asportai per ridurre la mole del ventre. Inciso poi il peritoneo dal pube in su, per l'estensione di circa 12 centimetri, ricerco, prima d'ogni altro, l'ovario malato (il destro), e, trovatolo ipertrofico e cistico, lo asporto insieme alla. tuba, mercè legatura con tela e affondamento del peduncolo; vado poi molto in basso, alla ricerca dell'utero, ne afferro l'alto fondo con una pinza di Mouseaux e lo affido ad un as&istente, incaricandolo di tirar sempre in alto ed in avanti. Monto su d'un ago robusto U!l grosso filo di seta e con esso trafiggo orizzontalmente le pareti addominali (meno la pelle e il cellulare sottocutaneo) presso l'angolo inferiore della incisione laparotomica, a 3 centimetri di distanza dal margine della incisione; tiro l'ago senza sfilzarlo e lo passo orizzontalmente attraverso la parete anteriore dell'utero, comprendendo la sierosa e uno spesso strato muscolare, per l'estensione di oltre 3 centimetri, coll'avvertenza però di non cadere entro la cavità uterina; tiro ancora l'ago e, sempre senza sfilzarlo, gli faccio attraversare la parete addominale opposta, orizzontalmente, cominciando dal peritoneo e finendo sopra l'aponevrosi del grande obliquo, a 3 centimetri di distanza dall'incisione laparotomica; sfilzo l'ago e raccomando i due capi di questa prima ansa a pinze emostatiche; passo un secondo punto identico 2 1/2 centimetri sopra al primo, ed un altro ancora identico 21/2 centimetri al disopra del secondo, che viene a cadere presso la sommità dell'utero. Scorro col bottone del termocauterio, al rosso bruno, sulla superficie peritoneale dell'utero, per favorirne l'adesione alla prospiciente superficie peritoneale e faccio la su· tura del peritoneo a sopraggitto con sottile filo di seta. Stringo quindi i 3 punti della sutura uterina e recido i capi dei fili presso i nodi per lasciarli perduti; suturo poi a punti staccati il piano muscolo-aponevrotico


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SEZIONE PRATICA

e finalmente la pelle e il cellulare sottocu· taneo con un sopraggitto. L'atto operativo durò circa un'ora. Il decorso clinico post-operativo fu perfettamente asettico. In 9n. giornata tolsi i punti della ferita cutanea, cicatrizzata p er z;rimam. Senonchè, essendosi la donna levata di letto la mattina successiva alla rimozione dei punti cutanei, ed avendo fatto un movimento brusco, avvertì una sensazione, come se l'utero si staccasse dalle pareti addominali per ridiscendere, si fece pallida in viso e minacciò un deliquio, che fu scongiurato con gli ecci· tanti e con la immediata riposizione in letto. La mattina appresso da sotto la medicatura si vide c9lare del siero sanguinolento. Ri mossi allora la medicatura e trovai, con dolorosa sorpresa che un punto della cicatrice cutanea si era riaperto e lasciava uscire un liquido siero-sanguigno, di cui si trovava :fluttuante - al disotto - una copiosa raccolta. Riapro una pa.rte della cicatrice cu tanea per vuotare la raccolta e trovo il piano muscolo-aponevrotico, per l'estensione comprendente i 3 punti uterini, totalmente staccato dal piano sovrastante. Zaffai con garza all'argento ed attesi la cicatrizzazione per granulazioni, che si fece attendere per più di un Il}ese. Frattanto an· davo togliendo alcuni punti, che erano rimasti scoperti, della s~tura r.auscolo-apone· vrotica, e dopo 20 giorni dall'atto operativo, anche i 3 punti uterini. Un'esplorazione vaginale mi accertò che l'utero si era ridotto di più della metà in volume e che stava solidamente attaccato alla parete addominale. Dopo 22 giorni dall'operazione, f'eci alzare la donna con in vagina un adatto pallone del Petersen per sostenere l'utero e mantenere ridotte le pareti vaginali prolassate ed ipertrofiche. La donna abbandonò la l'asa di salute 36 giorni dopo l'atto operativo con la ferita laparotomica prossima a completa ci .. càtrizzazione; essa seguita a tenere il pallone di Peterseu in vagina, allo scopo non tanto di sostenere l'utero che non ne ha più bisogno, essendosi di già ridotto a proporzioni minime e rimanendo perfettamente attaccato alle pareti addominali, quanto di mantenere ridotta la vagina, la quale, in tale posizione, da ipertrofica che era, è tornata di spessezza normale e forse riaderirà in parte

ai tessuti sottovaginali. La donna ha riavuto per tre volte i tributi mestruali, r egolari e sempre più scarsi, ha riguadagnato in nutrizione e in colorito e non avverte più alcuno dei disturbi, che era110 suoi compagni fedeli da parecchi anni, prima di subìre l'atto operativo. Il risultato quindi non potrebbe essere più soddisf·acente. Ed ora qualche considerazione. Il processo operatorio da me preferito è quello che dovrebbe dare costantemente i migliori risultati, sia nelle retrodevjazioni, sia nei prolassi. Soltanto, per evitare la possibile complicazione post.. operativa, avvenuta nella mia donna, del distacco del piano muscolo aponevrotico dal piano cutaneo, i punti di fissazione dell'utero potrebbero essere passati attraverso tutti gli strati delle pareti addominali ed essere legati all'esterno, come fanno il LEOPOLD e il DuRANTE, in vece di essere lasciati perduti, come fa il T ERRIER e come ho fatto io, al di sopra dello strato muscolo·aponevrotico, e debbono essere rimossi dopo 15 o 20 giorni, quando il saldamento dell'utero alle pa1~eti addominali sia solidamente avvenuto. Frosinone.

RIVISTE FISIOPATOLOGIA Sulla questione della tra"\for111azio11e del grasso nell'orga11isn10. (Prof. LElo. B erl. !cli1t. Wo clz., 19n2, n. -19).

Mentre lo studio dei prodotti cli scissione dell'albumina e degli altri costitt1enti azotati dell'organismo sono stati molto studiati, i grassi e specialmentP, uno dei suoi costi-:tuenti, la glicerina, hanno interessato poco gli autori. Questo dipende specialmente dalla semplicità e chiarezza della costituzione del grasso e della sua scissione fuori dell'organismo, per cui sembra il destino di esso chiaro anche dentro il co.rpo: vi ha poi contribuito la di~­ ficoltà di identificar e e determinare l a gli· • cer1na. L' A. ha a lungo studiato la q t1estione e riferisce i suoi i·isultati sulla parte che ha la glicerina nell'or~anismo. Seguiamo la via della glicerina dal momento che si mangia. Secondo le ricerche di VoLHARD, nello stomaco si ha una considerevole scissione clel ( 5)

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IL POLICLINICO

g1·asso per causa di un fermento specifico. L' A. con la digestione artifiaiale di succo ga· strico e latte ha potuto trovare quasi sempre ma in piccola quantità della glicerina. Nello stomaco e nell'intestino dove agisce la steap .. sina deve essere sempre presente la glicerina. Una parte della glicerina insieme agli .acidi grassi liberi e ai saponi viene riassorbita dall'epitelio intestinale per ricomporre di nuovo le molecole di grasso. Probabilm.ente 11na _}:>arte della glicerina viene assorbita sola come è pro"Vato dal ra· pido assorbimBnto della glicerina per os, ohe è più rapido e completo di quello degli acidi grassi e dei saponi. Nelle feci di persone a cui erano stati somministrati fino a . 80 gm. di glicerina non ve ne erano ma.i traccie ed anche in tutte le altre persone. In· vece gli acidi grassi e i saponi formano una parte considerevole e frequentissima delle feci. Dalle ricerche di RA.DZIEJEWSKI e di MUNK si sa che con l'alimentazione con acidi grassi e saponi, si 1Jroduce un notevole ingrassamento e il chilo contiene grasso neutro. Avviene quindi una sintesi degli acidi grassi e della glicerina nelle pareti inte8tinali, come dimostrò Ew.ALD. Questa de,Te prodursi nell'organismo, ma non sappiamo in qual luogo. Le ricerche dell' A. oltre che nelle pareti intestinali, sulla bile e sul succo enterico non gli hanno dato risultati positi,ri. Mentre l'individuo normale digerisce e scinde anche grandi q11antità di grasso senza disturbi, questo non avviene nelle malattie del tubo digerente, e il grasso inalterato e inutilizzato viene emesso con le feci. D'altra parte si os· serva che dei sani spesso hanno disturbi digestivi dopo abbondanti, dosi di grasso senza che in essi la scissione del grasso sia dimi· nuita. Non è improbabile che in questi -la glicerina proveniente dal grasso irriti l'intestino. Può essere che una abnormemente in· tensa e rapida scissione del grasso determini o favorisca la diarrea. i sa ch e la glicerina pe1· clistere anche in piccole quantità cletermina prontamente 1 eva· cuazione dell'intestino: per bocca quest'azione è appena apprezzabile se si tratta di dosi medie. È da creclere che la glicerina produ· centesi n ell intestino stesso possa determinare per le sue proprietà igroscopiche una irrita· zione dell'intestino e quindi forte secrezione di liquido, specialmente negli irritabili inte· stini infanti li. Nelle feci acq11ose di 12 lattanti malati di enterite acuta e di diarrea estiva, 1 A. non trovò mai tracce di glicerina: è aa notare che le feci erano molto scarse. La ricerca <lella glicerina fu però negativa, anche in adulti con enterite acuta e cronica o con tu. be1·colosi intestinale. Questi fatti non confermano nè confutano (6)

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LANN o IX, F ASC. 12]

l'idea dell' A.: può essere che la glicerina dopo aver agito da irritante venga assorbita nelle ultime porzioni dell'intestino. Per raccogliere le feci l' A. si è servito dell'istr11mento di P. Cohnheim. Nei tessuti poi è più probabile cl1e a,r. venga anche qui una scissione del gras o nei due componenti e questi poi vengano bruciati : ILon è da escludere che la molecola di grasso venga bruciata con formazione di COs senza precedente scissione. Le ricerche di CoHNHEIM e l\frcHAELIS, di STRAUSS non hanno dato con.elusioni in nessun senso. Le ricerche dell' A. con estratti dei singoli organi sono state senza risultato anche nel sangue molto lipen1ico di lln diabetico . Ciò è importante considerando la grande resistenza della glicerina per os ai processi assidativi dell organismo. I lavori pubblicati su questo argomento sono antichi e riportano risultati contraddittori spe· cie per quella quantità di glicerina che viene espulsa da.I corpo non utilizzata. L' A . riprese le ricerche con un metodo sicuro e preciso, che fin qui m.aµcava, di determinazione della glice1·ina. I l metodo ha per scopo di isolare la glicerina che si ottiene con la distillazione nel vuoto impiegando il bagno di aria a 180°, secondo il metodo di Partheil migliorato da v. To· ning. Prima si deve liberare l'ueina rlai suoi componenti azotati. A questo scopo l'estratto alcoolico-etereo dell'urina, sciolto in acqua si precipita con nitrato di Hg e bicarbonato cli. N a: il filtrato limpido come acqua si e'rapora dopo neutralizzazione con HNO, e il residuo ripreso con alcool ed etere, sottoposto alla di· stillazione nel vuoto. La glicerina distillata si riconosce oltre che per la sua vischiosità e il sapore dolce, per la formazione di acroleina col riscaldamento con bisolf~to di potassa. L'urina normale non 0ontiene glicerina e fino alla dose di 20 gm. per os la glicerina viene completamente bruciata nell'organismo; a questa dose possono trovarsi traccie cli gli• cer1na. L'utilizzazione della glicerina nell'organismo è limitata, ma poichè il grasso contiene solo Il 5 per cento di glicerina è sufficiente per non contraddire l'opinione che il consumo del grasso nei tessuti sia precedt1to da.Ila s11a • • sc1ss1one. L' A. ha poi ricercato se in casi particolari la glicerina potesse non essere tutta bruciata nell'organismo e quindi espulsa inalterata per le urine. Nei sani in nessuna circostanza ha potuto trovare ciò. Nei casi patologici con cachessia e rapido consumo del materiale organico (cancro, tubercolosi) le urine non pre· sentarono mai glicerina sebbene in essi si potesse st1pporre un esagerato co~sumo di grasso. Lo stesso risultato dettero le ricerche in individui con diminuzione dei processi ossi· dati vi (infermi con distu1·bi circolato1·ii e forte cianosi). in individui con malattie del ricam

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SEZIONE PRATICA

bio (diabete, osteomalacia), con malattie acute febbrili (ileo tifo, peritiflite, polmonite). L'urina di un cane reso diabetico con l'estirpazione del pancreas non mostrò mai glicerina. Solo in un caso di diabete insipido potè tro· var·e glicerina nelle urine. Questo può ere· dersi dipenda o da ùna anomalia del ricambio ~aratteristica del diabete insipido o più sem· plioemente che l'enorme lavaggio dei tessuti e dei succhi trasporti con sè piccole traccie di glicerina che altrimenti sarebbero ossidate. Recentemente sono stati proposti argomenti in favore della possibilità di una trasforma· zione della glicerina in destrosio, almeno nel diabete mellito: ma l' A . non ha ottenuto ri· sultati conformi a questa opiniqne. Dott. P. GALLENGA.

Sulla digestio11e gastrica nella ci1'rosi biliare ipe1'troflca. (K!~IKOW.

8. Petersbur,q 1nedic. Woch., 1902, n. 36).

distinse nettamente in rapporto alla digestione gastrica la cirrosi biliare ipertrofica dalla atrofia volgare: in quella si ha iperpepsia e gastrite iperpeptica, in questa ipopepsia e anche apepsia. Anche HANOT stabilì potersi avere ipercloridria nella prima. L' A. in,rece in un caso trovò ipoacidità e assenza di HCl libero e così pure INSCHTSCHENKO che trovò anche notevolé diminuzione del potere ·di· gerente. Per altri 4 casi l' A. concluse che in questa malattia non . v"i è un tipo costante nello stato digestivo: esso cambia secondo il periodo, l'intensità e la durata; ad uno stato iniziale di ipersecrezione, se pure essa è costante, se· gue l'ipopepsia. Da ricerche risulta che l'ittero per sè non abbassa la secrezione e il potere digerente ma invece è accompagnato da aumento di acidità e iperpepsia. Questo forse dipende da innervazione secretoria esagerata per stimolo centrale o periferico del vago dipendente dalla presenza degli elementi biliari nei tessuti e nei succhi dell'organismo. HAYEM nel 1898 sostenne, senza ragioni nuove, ancora le sue opinioni e quindi l' A. in altri 6 casi di cirrosi biliare ipertrofica ri· petè l'esame della funzione gastrica col pasto di EwALD. In 1 solo malato l'acidità era aumen· tata l95) con ·presenza di HCl libero, in 2 nor· male, in 3 diminuita (27-5). Di questi uno solo aveva dist1irbi dispeptici. SIMNIZKI in un caso potè osservare la graduale diminuzione dell'attività funzionale dello stomaco. In un altro caso dello stesso, -che presE:'ntava rapide comparse e scomparse dell'ittero (tumore comprimente le vie biliari'?) la scomparsa era accompagnata da HAYEM

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diminuzione dell'acidità e dell'HCl libero, la ricomparsa da aumento. Di 12 casi, in 3 iper· cloridria, non superiore al 2 °/00 , negli altri ipo· cloridria e assenza di HCl libero specie negli stadi terminali. Mancano disturbi dispeptici anche con abbondante alimentazione, l'appe· tito è buono o aumentato, lo stato generale è buono per quanto lo comporta la malattia fondamentale. Le altre parti dell'intestino con la loro funzione suppliscono la debolezza ga• strica finchè la motilità dello stomaco si man· tiene. S1MNIZKI sperimentalmente nei cani provò che la ritenz~one biliare provoca ipercloridria e crede che l'andamento della digestione ga· strica nelle malattie del fegato con ittero di· penda da questo e non dalla malattia fondamentale; però uno stato catarrale della mucosa gastrica può mascherare l'influsso della riten· zione biliare sulla secrezione gastrica. Nella cirrosi biliare ipertrofica però non sempre la scomparsa dell'ittero è accompagnata da diminuzione dell'acidità e poi con ittero mo~to accentuato, l'HCl può essere scarsissimo non soltanto in malati molto deperiti e senza di· sturbi gastrici. Per quello che renda possibili le oscillazioni dell'HCl con l'ittero persistente e senza alterazioni apparenti della mucosa gastrica, hanno importanza le osservazioni ripetute dell' A. stilla diarrea: basta la comparsa di questa senza notevoli disturbi gastrici, per determinare la diminuzione dell'acidità e scomparsa di HCl libero. Cessando la diarrea aumenta di nuovo l'HCl. Lo stesso ha osservato WrczKowsKI in individui senza ittero. Negli itterici ·quindi la scomparsa di HCl libero può non ess~re legata ad alterazioni durevoli della mucosa gastrica. Lo stato e le variazioni del contenuto ga· strico nella cirrosi ipertrofica non si possono quindi collegare solo col decorso dell'ittero : ma anche col periodo, intensità e durata della malattia fondamentale, con le variazioni dello stato generale per altri fattori (compo· sizione del sangue, stato del circolo, febbre, intossicazioni e al1tointossioazioni all'infuori della ritenzione biliare). In patologia è spesso impo~sib ile separare ciò ohe è immediatamente riferibile alle al· terazioni dello stato generale e ciò che dipende strettamente dalle alterazioni delle funzioni specifiche. Probabilmente il primo periodo di ipersecrezione è da attribui.I·e all'ittero per stimolo delle cellule sece1·nenti e del loro apparato nervoso. • • • Il significato dell'abno1·me inner,-az1one nei • • • • cirrotici itterici è evidente nei casi in cui (7}

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IL POLICLINICO

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l'acidità sebbene diminuita rimane a lungo q nasi normale. Anche SIMNIZKI ha osservato la relazione tra rallentamento del polso e ipercloridria negli itterici: è quindi nat11rale il pensare a uno stimolo del vago (centro o terminazioni) abit11alè regolatore della secre· zione gastrica. SIMNIZKI dimostrò per la ri· tenzione di bile un aumento di eccitabilità, ma anche rapida esauribilità dell'apparato secernente, che si esprime con un tipo varia.. bile astenico di secrezione con forti oscillazioni del lavoro secretivo dopo le prime ore. Queste i~icerche dimostrano inadatti allo scopo negli itterici i pasti frazionati. Anche lo stato anatomico ha enorme importanza nella funzione secretoria. Mancano per~ lo più sintomi dispeptici e disturbi digestivi ma la presenza di muco nella cirrosi ipertrofica non è rara. Secondo alcuni (RosENHEIM) il_ muco è indice di uno stato infiammatorio dello st'Jmaco, ma altri (HAYEM) credono che esso abbia poco valore e che le nostre cognizioni a questo proposito siano poco precise. In 2 casi di cirrosi iper· trofica con ipoacidità accentuata, assenza di disturbi, appetito buono, non segni di catarro gastrico, si trovò all'autopsia : nel 1° mucosa gastrica pallida assottigliata, splendente; nel 2° mucosa gastrica e i11testinale scollata, con piccoli stravasi disseminati. Dall'esame microscopico delle pareti gastriche in questi casi e in un 3° iperclori· drico risulta la presenza di alterazioni delle ghiandole peptiche in grado però molto diverso e alterazioni del tesst1to connettivo con proliferazione di cellule rotonde e connettivali. I casi possono riunirsi tutti insieme e lasciando da un lato le alterazioni che pos· sono essere spiegate per i processi degli ultimi tempi della vita (forte infiltrazione infiammatoria, iperemia venosa, ecc.), la affezione flogistica della mucosa progrediente dalla sua supe1·ficie, e di vario grado, è da attribuire all'azione cronica locale dell'alcool. Rimane poi il processo infiammatorio cronico, di varia età, e che sembra iniziato dalle parti più profonde, dai vasi e forse direttamente dipendente dalla malattia fondamentale (proce so sclerosante nella sottomucosa e nella muscolare ecc.) ; oltre a questo le cellt1le di i·ivestimento erano iperplafiiche nel· l'iperpeptico, ben conservate nell'ipopeptico, e appena alterate nell'apeptico, in cui era già cominciata la degenerazione mucosa delle glandole. Per questi casi si conferma quindi la te i di Ha)'"em che l'esame chimico gastrico dà indicazioni che sono in diretta reln zi one con lo stato anatomico delle glandole. \ R)

Secondo HEMMETER nella metà fino ai d11e terzi dei casi di iperacidità si ha proliferazione degli elementi ghiandolari e in quelli di anacidità con egual frequenza l'atrofia : considerando però gli errori del metodo è da credere che queste proporzioni debbano essere aumentate. Nondimeno in molti casi deve trattarsi di un processo puramente funzionale all'in~zio e poi lo stimolo continuatodell' HCl in eccesso determina ipertrofia eiperplasia delle cellule di rivestimento. L'esame microscopico dei casi dell' A. dimostra come l'ipercloridria possa essere effetto di uno stimolo anormale glandolare che in qualche caso è rappresentato dalla riten· zione biliare. Secondo BouvERET i casi di malattia di Reichmann che incominciano improvvisamente per qualche stimolo cerebrale, i casi di ipersec1·e· zione all'inizj o intermittenti non sono in re-lazione con un'affezione anatomica primitiva. e le ricerche anatomiche son fatte sempre in un periodo già molto avanzato del processo .. SrnNIZKI dopo 18 giorni dalla legatura delle vie biliari non trovò alterazioni della mucosa. gastrica. Per la possibile indipendenza della secrezione dalle alterazioni strutturali parla anche l'improvvisa apepsia che accompagna la diarrea anche negli itterici. Però è da tener conto anche della malattia fondamentale e della bile circolante che può causare degenerazione dell'epitelio come PAW· LOWSKI ha osservato per i reni. Riguardo al potere dige1·ente del succo gastrico studiato col mntodo di METT, l' A. come SIMNizKI, non ha. trovato l'iperpepsia che si riscontra nell'ittero acuto, neppure nei casi con ipercloridria e spesso~ anche notevole ipopepsia e alterazionedei normali rapporti tra la pepsina e il labferment. Nell'ittero acuto si tratta di una vera iperpepsia, nella cirrosi biliare ipertrofica di una ipersecrezione di HCl: questa differenza. non permette di paragonare la digestione dei cirrotici con quella degli itterici acuti. Nella cirrosi ipertrofica non vi è tipo digestivo deter· minato e il clinico che vuol conoscere la funzione gastrica non deve accettare nessuno schema ma esaminarla caso per caso come fa pe1· il cuore e per il polso. Sono note le discrepanze degli autori nei dati sulla funzione gastrica nor·male. In 3 casi l' A. ha trovato acid. tot. da 52 a 75, HCl libero da 29 a 60, potere digerente (METT) 0.420.63 in un'ora. In genere l'aggiunta di HCl o di pepsina peggiorava la digestione in vitro .. Quasi sempre lievi quantità di bile nel contenuto gastrico.

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SEZIO~TE

Nel contenuto gastrico filtrato le cifre ò.el1· acidità totale e dell'HCl libero erano minori. Per la prova di METT la cifra media (0.4-0.65) ~ la ste!isa come di solito nei malati senza au· mento di acidità. Consigliabili sono i tu betti I)ieni di- siero-albt1mina coagulata invece ch e di albumina d'uovo per varie ragioni pratiche. Le cifre dell' A. si avvicii.lano a quelle mas· si me normali trovate da ScHtrLE e ScH~TEIDER e da HEMMETER. Quindi l' ipercloridria patologica si deve distinguere dall'eucloridria non })er le cifre ma IJ er le alterazioni della sensi· bilità e motilità. }Jer i rapporti di tutti gli altri fenomeni digestivi tra essi per il rego· lare potere digestivo. ~e cifre. ottenute dagli autori oscillano in limiti così ampi che solo relativame nte si può 1)arlare di norma:· sarebbero necessarie ricer· che sistematiche e numerose con accurate in· dagini non solo dello stato presente ma tenendo conto del sesso, età, abitudini. ecc. (fu· mare e bere). Le conclusioni dell' A. sonò: 1° non è confermata la teoria di HAYEM st1i tipi digesti,ri nei diversi cirrotici; 2° dall'esame della funzione gastrica non si }JUò clednrre quale sia la malattia fonda· mentale epatica ; 3° nella cirrosi biliare ipertrofica predo· mina invece l;i1Joacidità e ipope1Jsia con . assenza di HCl libero; 4° in tali casi il resto dell'intestino assume una importante funzione vicariante finchè la motilità gastrica è normale ; 5° i caratteri del contenuto gastrico non dipendono solo dal decorso dell'ittero ; 6° ' ri influiscono anche il periodo, l'inten· s ità e la durata della malattia e i vari fattori dello stato generale ~ 7° grande im1Jortauza hanno lo stato ana· tomico (processi infiammatori) e ft1nzionale delle cellule secerne11ti e la loro innervazione (stimolo del vago) ~ 8° la diarrea diminuisce l'acidità del succo gastrico ch0 s11bito risale con lo scom1)arire di quella; 9° anch e nell'atrofia della ma~sima parte della mucosa può aversi iperp epsia per au· n1ento dell'attiv'ità delle r estanti cell1ùe di rivestimento; 10° n egli stadii progrediti e finali della malattia di Hanot può svilupparsi uno stato flogistico secondario · 11° queste condizioni gastriche possono non dare alcun sintoma: 12° l ' ipercloridria non è sempre accom· pagnata ad iperpep sia ch e è pit1 spesso ben pronunciata. n ell'itte1·0 acuto (metodo di ~1ett);

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PRATICA

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13° sono i1ecessarie altre ricerche con il metodo di Mett in rapporto ai suoi dati, specie nell'ipercloridria , nelle ricerche nliniche pe1· concludere sulla mancanza di iper· o orto• peps1a; 14° è n ecessario avere dati precisi s ulla acidità e potere digerente nei sani ; 15° nei normali 1 ora dopo la colazione di prova il potere digerente oscilla tra 0.4-0.65 con l'albumina d'uo,ro, tra 0.75·1.5 mm. con l 'albumina del siero di sangue (met. di Mett). P. GALLENGA.

CHIRURGIA

Della posizione, della lunghezza e del mesenterio dell'appendice normale. (MONKS

and BLAKE, Boston nied. a. surg. Jonrnal 27 novembre 1902).

Ricordate brevemente le osservazioni già fatte dagli anatomici su questo i)unto, gli AA. r·iportano i risultati delle loro, su circa 656 au.topsie di uomini, donne e fanciulli, in cui sicuramente era esclt1so q ualunque stato morboso dell'appendice stessa. Per la lunghezza hanno trovato come me· dia 7. 90 cm. ; il minimo fu di 1 cm., il massimo di 24 cm. Non ha importanza il sesso nè la lung hezza del corpo; i fanciulli invece 11anno in proporzione un'appendice più lunga che gli adulti. P er il mesenterio, su 243 casi hanno trovato 16 volte assenza completa; 9 volte non raggiungeva la metà ciell' ap1Jendice; 16 ' rolte precisamente la metà; 45 volte più della metà ne era provvista, e 157 volte era completa. Riguardo infine alla posizione e direzione dell'appendice rispetto al ci eco, su 572 casi hanno trovato ch e la posizione più frequente è quella all'interno ed in basso (179 volte), cioè verso l a pelvi; poi direttamente dietro il cieco (104); poi direttamente in basso (79) e all' interno (62). Vengono in seguito meno frequenti le posizioni in alto (52), e in alto e ali' interno (39). Le più rare sono in alto e all'esterno (29), all'estArno (9) e in basso e all'esterno (5)': in una parola le direzioni • esterne. In quasi tre quarti dei casi l'appendice è nelle posizioni in basso e all'interno o dietro il cieco. Prof. R. A.

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Rene mobile e ralcolosi biliare.. (G.

~lAR \VE DEL.

B e;trage znr Kli11isclze Clz ir11rgir . Bd. XXXIV).

In base allo studio di 14 casi rac r olti dalla letteratura e di 4 osse1"'vazioni i)er sonali. l' ...\. fa rilevare come esista molte volte uno stretto nesso causale fra rene mobile e quadro sin( 9)

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11t~,----~------~-~--------------~~~~ 362 IL POLIOLINICO [ANNo IX, FA.SO. 12J tomatico della calcolosi biliare, nel senso che il rene mobile (naturalmente destro), può determinare tutti i sintomi di una calcolosi biliare, quali: accessi tipici di colica epatica, stasi biliare nella cistifellea, con o senza ittero. In tali casi non si riscontrano nè calcoli, nè malattie di sorta nelle vie biliari. I disturbi sono dovt1ti o alla pressione diretta che il polo superiore ed alquanto antiverso del rene spostato esercita sulle vie biliari, ovvero allo stiramento che il rene lussato esercita, o sul legamento epato~duodenale o anche, nei casi notevolmente accentt1ati di spostamento renale, sul duodeno stesso. È adunque, sia in rapporto alla. diagnosi differenziale, che alla terapia, della massima importanza constatare in tutti i casi (specie se si tratta di donne) che si presentano a noi con i sintomi della litiasi biliare, lo stato anatomico del rene destro. Il miglior mezzo tElrapeutico, in tali casi, è naturalmente la nefropessia. Bisogna anche notare che possono coesistere rene mobile e litiasi biliare; non è anzi in· verosimile che quest'ultima si sviluppi conse· cutivamente alla ptosi renale. In tali casi di rene mobile, con calcolosi biliare, come pure nelle altre complicazioni di rene mobile, con appendicite od altre affe· zioni addominali, che richiedono un intervento per via laparotomica, il MARWEDEL raccomanda di praticare la nefropessia nella stessa seduta, mettendo a profitto il taglio laparotomico : eseguire cioè una transfissazione del rene. Dott. G. PEREZ.

Trauma e cisti del pancreas. Studio sperimentale. v. LEYDEN. Festschrift; ber. in Central· blatt f. Chirargie, 1902, n. 33).

{LAZARUS

Per quanto il pancreas stia per la sua po· sizione poco esposto agli agenti traumatici, tuttaYia il trauma spiega una grande azione come fattore etiologico n elle formazioni cistiche del pancreas. A ciò dimostrare l' A. ha fatto una serie di ricerche con i seguenti ri· sultati: Pe1· la ricca vascolarizzazione dell'organo, pe1· la scarsezza del suo tessuto di sostegno e la labilità delle cellule glandolari i traumi dànno soluzioni di continuità ed emorragie endo-pancreatiche; le prime sono di r egola sostituite da tessuto connettivo, le seconde vengono i~apidamente riassorbite. lasciando in posto una cicatri ce circoscritta; talora però può aversi anche una pancreatite interstiziale circoscritta. Per spiegare la connessione causale fra trat1ma e cisti 1 A. ammette tre meccanismi: 1. La localizzazione del p1~ocesso cicatri· ziale o cirrotico nel ter1'itorio del dotto glan· (10)

dolare può dare stenosi di esso con ritenzione del secreto, onde la formazione di una cisti da ritenzione vera e propria. 2. La necrosi del tessuto ed il conse· guente rammollimento dei focolai necrotici possono dare anche cavità cistiche da rammollimento. 3. Si ha finalmente la formazione di cisti del pancreas per trauma, quando il secreto. uscito dal dotto glandolare produce digestione dell'ematoma, dello stroma e del parenchima limitrofo, mentre alla periferia si ha, per flogosi reattiva, la formazione della capsula cistica che impedisce il riassorbimento. Dott. N. LEOTTA.

OCULISTICA

Sulla cocaina. {ERNST

FucHs, Wietter klinische Wochenschr.).

L'A. sostiene che molti medici usano in oculistica la cocaina in tutti i casi di dolori agli occhi, senza curarsi di riconoscere la. causa dei dolori stessi, come pur troppo av.. viene per l' at-ropina. Egli non prescrive mai questo rimedio, eminentemente analgesico, nei dolori degli occhi, per le seguenti ragioni: Nella congiuntivite,. di regola i dolori non sono troppo intensi; nelle malattie più profonde degli occhi (irido· ciclife, glaucoma, ecc.) la cocaina non giova perchè la sua azione anestetizzante è solo. superficiale. Rimangono le malattie della cornea. Queste possono realmente cagionare forti do lori, che con l'instillazione di cocaina ven· gono mitigati ed anche assolutamente tolti .. Contro di ciò, nulla si può <>pporre, massime se il medico l'usa, per es., per esaminare l'occhio. Ma l'azione è passeggera. Se poi si consegna il rimedio in mano al paziente,. questi viene spinto a continuarne l'uso, e ciò (nel caso che la soluzione sia sufficientemente forte) produce danni alla cornea, ritardandone per lo meno il processo di guarigione. Talora ne consegue un intorbidamento dell'epitelio corneale, che in parecchi casi può anche finire col distacco dell'epitelio stesso: In un signore, cui era stata iniettata a più riprese atropina a scopo preoperativo, alcune ore dopo comparvero fierissimi dolori, cagionati da perdita di epitelio nel mezzo della cornea; danni prodotti dalla cocaina. La caduta dell'epitelio può anche condurre l'occhio. a infezione e s11ppurazione. In ogni modo si deve tener per fermo che, nel casò esista una cheratite, n e viene danneggiato il processo di • • guar1g1one. L' A. dimost1'a con figure i diversi stadi del processo col quale la cocaina giunge a distaccare l'epitelio co1·neale. La cocaina può anche in alti~a guisa (sebbene di rado) mostrare la sua azione dannosa:


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SEZIONE PRATICA

A cagione del suo potere midriatico può, negli occhi predisposti, produrre ltn attacco di glaucoma. L'A. non consiglia l'uso della cocaina n ep· pure prima delle operazioni, s~a pure picco· lissime, come l'allontanamento di corpi stranieri dalla cornea'. Egli inietta (quando lo giudica opportuno) prima dell'operazione, p er alcune volte, una soluzione di coca!na al 5 °/0 , avendo cura che il paziente, fra le singole instillazioni, tenga chiusi i suoi occhi, giacchè è indubitato che la lesione degli epiteli di· viene, dopo la cocainizzazione, assai più forte se vi si aggiunge il disecca.mento. Negli occhi fortemente iniettati spesso fallisce l'azione anestetizzante del rimedio (spe· cialmente n ell'iridociclite e nel glaucoma in· fiammatorio ; in tali casi occorre la narcosi. Tuttavia, per concedere alla cocaina almeno un' azione parziale, possiamo sostenerne l'u so con i seguenti mezzi: 1° Inezione di alcune goccie di soluzione di cocaina sotto la congiuntiva; 2° InstillazionP- di estratto di capsule sur· renali (cloridrato di surrenalina inglese in soluzione all'1 °/00), che anemizza la congi11n· tiva, facilitando l'azione della cocaina; 3° Un'iniezione sottocutanea di morfina avanti l'operazione. Nelle operazioni sulle palpebre sotto la con· giuntiva palpebrale, nelle operazioni sui muscoli oculari e in quelle sulle vie lac1·imali, si deve iniettare cocaina in questa guisa: Persino nell'operazione di un calazio si cleve iniettare, oltre che alcune goccie di cocaina nel sacco congiuntivale, anche un paio di gocci e nel calazio stesso, e con ciò lo scucchiaiamen to del medesimo si ~ompie senza alcun dolore. Il m etodo d'infiltrazione non è da racco· mandare nelle operazioni testè ricordate (perchè il forte edema rende difficile le operazioni delicate). In luogo della cocaina si usa anche la holocaina e l' eucocaina, che l' A. p erò non prefe· rise e in generale alla cocaina stessa. L 'azione anestetizzante della cocaina si può anche utilizzare con vanta.g gio contro la fotofobia che nei fanciulli con infiammazioni scrofolose degli occhi (congiuntivite eczematosa), è assai forte. Qui non è p ericoloso l 'affidare in mano ai genitori la soluzione di cocaina, per instillarla di quando in quando al fanci11llo, tanto più che, p er la forte lacrimazione, un'unica goccia iniettata è subito riportata via. Nei fanciulli con forte fotofobia si pllò iniettare al mattino (quando la luce suol essere più forte) ripetutamente ·Cocaina, come in una operazione; e se si riesce a far tener loro aperti gli occhi per una mezz'ora, la forte fotofobia scompare durevolmente. L'azione midriatica della cocaina è inferiore a quella dell' omatropina, in quanto la cocaina lascia sussistere la contrazione pupillare alla

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luce, e p er ciò n ella forte illuminazione della macula , questa può r estringersi mediocremente. Un u so molto maggiore della cocaina a scopo di dilatare la pupilla, v ien fatt'> unen· dola all'atr opina, che ne paralizza lo sfintere. Molti oculisti p er ciò prescri,rono regolar· mente atropina e cocaina insieme, e fanno istillare questa soluzione tanto più frequen· temente per quanto più difficilmente la pupilla si dilata. L ' A. sconsiglia questa pratica, p er i fenomeni d'intossicazione cui può dar luogo 1'atropina: egli p1. eferisce in tali casi dare l'atropina, non frequentemente, ma a forti dosi: p er es., porre t1na o due volte al massimo al giorno, un gra11ulo di sale di atro· pina nel sacco congiuntivale, rammentando p erò che questa pratica non deve u sar si n ei bambini assai piccoli, i quali reagiscono troppo fortemente all'atropina. L'azione più intensa si ottiene cocainiz· zando da prima l'occhio, come per un'operazione, e ponendo poi il granulo d'atropina nel sacco congiuntivale. L ' A. p1~ocede in questa guisa n ei casi di forte irite, p e1-- rompere dure e vecchie sinechie, come pu1·e per liberare_l'iride da uno dei recenti punti di per· forazione della corn ea (la più grande azione che si possa chiedere ad un midriatico). Non volendo affidare nelle mani del paziente la soluzione di cocaina., l ' A . consiglia, per mitigare i dolori agli occhi, sulla base di una giusta diagnosi, l'aspirina, massime se si tratta di dolori ch e aceompagnano una iridociclite. F ra l e malattie della cornea, quelle cui si accompagnano intensi dolori sono principalm ente l e superficiali (erosioni corneali, erpete corneale e simili) ; l e gravi infiammazioni della cornea (cheratiti profonde non suppu· rative) e gli ascessi corneali, massime se su· perficiali. L'episclerite è talvolta straordinariamente dolorosa, tal' altra v alta affatto; però certam ente il dolore può in certi casi diventare così fie1.. o, ch e anche il più leggero contatto sulla sporgenza della sclera n on può essere sopportato. L'infiammazione acuta dell'iride e dei corpi ciliari è in genere mediocremente dolorosa : lo stesso dicasi del glaucoma infiammatorio. I dolori che in questi casi s'irradiano specialmente alla fronte, non possono essere scam· biati con le pure nevralgie, n è con le cefalee dei n evra stenici, in cui il dolore è gra,rativo e non puntorio. Come mezzi locali contro i dolori agli occhi si raccomandano innanzi tutto fomenti, ap· plicazioni caldo-umide sull'occhio <'hiuso. cambiandole spesso, mentre il paziente sta in posizione orizzontale. Si può impiegare come benda caldo-umida o secca anche la ca1z1za di Leiter, o un piccolo termoforo, o finalmente i corpi scalda11 ti.

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IL POLIOLINIOO

Nella gra~,.e irido·ciclite IJUò giovare lln'ab· bondante sottrazione di sangue. Per ultimo merita di esser ricordato ancora un nuovo medicamento: la clio1zi1za, che si usa come polvere o in soluzione al 5 per cento iniettandola nel sacco congiuntivale previa instillazione di cocaina (una goccia). La dionina produce in molti casi un forte edema della congiuntiva, così che 1 occhio ap· })are molto più infiammato, edema che però svanisce entro alcune ore. Siccome la reazione dell'occhio alla dionina è assai differente, così è (la raccomandarsi che il medico l'applichi esso stesso per la prima volta e ne osservi il modo di agire. In molti casi di iridociclite la dionina agisce favorevolmente sulla concomitante fo· tofobia, come sul processo morboso stesso. V. Z.

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

PARTICOLARI

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CON"VERSAZIONI CLINICHE DELLA CLINICA MEDICA DI GENOVA. Prima seduta. \ enerdi, 28 novembre 1902. Presidenza: prof. Maragliano.

Gervino (laureando) :riferisce le osservazioni e le conclusioni a cui è giunto jl dottor LAFALLE in un suo studio sugli a1tficorp; delle spore (.A.nn. de l 'Inst. Pasteur, n. 10, 1902).

F. Maria1ti. Sopra alcnne niodificaz;oui all'apparecclt;o JJer le i1iiezion; enclove1tose di ossi· geno. - Le modificazioni, che l'A. crede di aggiun· Prof.

gere al suo apparecchio, son fatte per ottenere una corrente continl1a d'ossigeno, sen za bisogno di doversi interrompere tutte le volte che la bottiglia rlell'acqua, in c11i esso passa, è ' ruota. Ha creduto inoltre di applicare all'apparecchio la siringa a doppia val"'\"ola del POTAIN, per poter dosare la quantità di ossigeno iniettata nell'unità di tempo. Dott. V. Maragliano. Sopra nu caso a; ane1zris1ua dell'aorta toracica. - Riferisce studi ed os· servazioni fatte su un ammalato. N all'anamnesi abbiamo un insorgere piuttosto brusco della ma· lattia; i cui fatti predominanti sono: dispnea, do· lore alla regione intrascapolare sinistra e disfonia. L'csa111e jìs;co fa rilevare un impulso sistolico al 2° spazio intercostale destro con estensione a gran parte della regione antero·superiore del torace. Il mormorio vescicolare è notevolmente djminuito a ini tra. Si ha inoltre che il polso alla radiale si· ni tra è più debole di q11ella a destra. L'esa1ne la · (12)

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ringo.sco1;ico dimostra una contrattura della corda vocale sinistra ed uno stato irritativo del nervo ricorrente d t llo stesso lato. Alla rad;oscopia si tro'a una bozza. leggermente pulsante all'altezza del 2° spazio intercostale e che si estende a 4 cn1. dalla linea mediana dello sterno verso destra e a 7 cm. verso sinistra. L 'ottusità, rilevata colla per· cussione, corrisponde alla zona di opacità consta· tata a destra. L'O. crede di potere avere spiegazione di q11esti fatti in t1n aneurisnza s ;tnato sulle concavità del/,' arco aortico, poichè verrebbe a comprimere il bronco sinistro, ad irritare il nervo laringeo e, fa · cendo pressione s11lla carotide e sulla s11ccla,ria di sinistra dimin11irebbe in esse l'onda sanguigna. Si avrebbe una conferma di questa ipotesi dal fatto che la raclioscopia ha dimostrato la maggiore esten· sione dell'opacità v erso sinistra. Dott. Pal1nieri. - Ascri,·e le crisi dispnoiche dell'infermo a fatti di laringis1no, di tracheismo, paragonandole all'esofagismo, che in tali casi si incontra come espl.'essione di fatti irritati'i del ri· corrente. Dott. Burlando fa osservare, riguardo alla con· trattura della corda vocale, che pote,ra q11esta di· pendere da irritazione del ricorrente da causa af· fatto diversa da quella del voluto aneurisma. Dott. Licci. [.,,.n caso ([i anuria ]Jrotratta . ·enza 11re111 ia . - Si tratta cli un gio,,.ane il q11ale. dopo aver inge1·ito 5 pastiglie di sublimato, stette 7 giorni in una sala dell'ospedale senza mai emettere orina. Ciò non pertanto lo stato dell'infermo era discreto: avea appetito, pigli.ava del latte e qualche mine· strina pe1.. bÒcca e un clistere di quattro uova al giorno. Non ebbe mai vomito: nè diarrea: nè pro· h1se diaforesi. l\Iorì per en1a.temesi abbondanti; do· vute probabiln1 ente al distacco di q11alche escara gastrica, prodotta dall azione caustica del sul)limato. Durante tutta la malattia non ebbe ness1m accesso n è fatti d'intossicazione uremica, e la morte aYTenne placidamente senza conv11lsioni, clelirio. coma, ecl'. L' A.. fa notare rimportanza di questa coincidenza, che non è poi. tanto rara, del fatto. cioè dell'anuria protratta e della mancanza cli sindrome llremica. Quest'osservazione, insien1e con altre analoghe, re· gistr:tte nella letteratt1ra medica, che i)roy·ano es· sere l'uremia q11alche volta preceduta o accompa· gnata da diuresi normale ed abbondante. dimostrano che, alla ritenzione delle scorie lll'inarie in toto, non si p11ò attrib11ire la responsabilità delresplo· • • s1one uremica. Prof. Mariani. - Ha osservato un caso analogo, in cui, per ingestione di J gm. di sublin1ato Ri ebbero otto giorni di anuria, senza alcun fenomeno uremico e senza il più lieve mal di capo. La prin1a llrina, comparsa dopo la lunga anl1ria. couteneva traccie oltanto cli albllillina. e in q11indici a:iorni


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SEZIONE PRATIOA

l'infermo era completamente gt1arito. Ricorda, a c1uesto proposito, che, per avere fatti trren1ici, non basta la ritenzione delle scorie, ma llna malattia clel rene, la quale nel caso di avvelenamento di sublimato non esiste, mentre si ha 11na semplice coagulazione dei canalicoli renali, che zaffa il rene e lo rende impermeabile. Dott. Lanza. Ha osser,ati e st11diati diversi casi cli intossicazione acuta da sttblimato ed ha pott1to vedere che, malgrado l'an11ria, che dt1rava 5 o 6 giorni, mai si ave,~ano fatti di llremia. Dott. Burlando. Fa osserv·are al prof. }fARIAXI che, nei casi da Itri osservati (a"'''elenamenti di sublimato), a spiccata ant1ria face\a seguito llrina con traccie cl'albumina. Ciò poteva riferirsi al fatto che la lesione renale, per q11anto realme11te esistente, non erà la sola ca11sa. determinante clelrant1ria, a produrre la_quale contribuiva moltò il fatto della clisidratazione dei tess11ti per parte del sublimato • corrosivo. Prof. Mircoli. Domancla se, nel caso esposto cla L1cc1. q11esti crecle, che il s11blimato abbia agito come 1111· antitossina contro i veleni che normal· mente i1rocl11cono l'11re1nia. Licci. Le osser,azioni del prof. ~I~.\.RIA~I e clel· l'amico l.JA:NZA sono anch~ esse un contrjbuto all'as· serto cha ~gli ha, cercato di climostrare. In q11anto poi al fatto supposto clal prof. l\[JRCOLI che, cioè, il sublimato possa agire come antitossico nell'organismo anl1rico ed i1upedire cosi l'accesso di uremia, 1'0. clice che la mancanza cli t1remia si è osservata anche in incli,riclui a11l1rici, i qt1ali non ave-vano mai ingerito 1m Rolo milligramma cli st1blimato e sperimentalmente i11 animali, in cui si era pro,rocata llna le· sio11e renale o si erano legati gli t1reteri.

in tt1tti, eccettuato uno, in cui rimasero stazionari. Gli infermi si sottoposero cli b11on grado al tratta· mento e migliorarono assai nelle condizioni generali. Fece anche due prove di dieta ipoclorurata sola, continuata per oltre due mesi, ma non ri· scontrò alc1m vanta.ggio s11i fatti conv11lsivi. M:orselli (la11reando) osser,ra che la ipocloruriz· zazione non può a vere nella vita pratica una larga applicazione. Vi si oppone a1tzitutto la qt1alità della dieta e la sua durata, per cui l'infermo può stan· carsi di non usare più sale, la cui mancanza d'altra parte per un lt1ngo tempo può nuocere all'orga· nismo. Un altro ostacolo è nel dosaggio della dose inassima di sale e minima di brom1u·o, e nel mo· inento e nel moclo, in c11i tale dieta deve essere t1sata. Crede però che tale terapia avrà maggior applicazione per l'avvenire, quando, cioè, sarà 1neglio regolata da norme determinate, ma che per ora è, llnitamente alla sieroterapia, s9lo un nuovo indi· rizzo che si tenta di dare alla c11ra dell'epilessia . Prof. }lariani nota che fra i 'rari metodi di to· rapia esiste q11ello del prof. Gilles de la Tourette, basato sulla somministrazione di bromuro a dose s11fficiente e s1ù mantenei-la tale per 11n certo lasso di tempo, diminuendola gradatamente di poi. Ag· giunge che il primo, e principale segno della mas· sima tolleranza, è dato dalla pupilla, che si pre· senta midriatica e tarcla al riflesso sia luminoso cl1e d'nccomoclamento. Dott. P. LICCI.

Dott. Rossi. Sa l re11erto 11iicrosco1J;co (z-· nn liqni(lo attinto r1all'aflflo111 e. - Riferisce il caso di lln t1omo di 30 anni con tt1more aclclominale, dal quale fu at.tinto colla p1111tura esplorativa 11n liqniclo dallo aspetto di pt1s misto a sangue, e in ct1i ft1rono trovati nt1n1erosi elementi di difficile forma e gran· dezza in spiccata metamorfosi regeessi,,a, cliscreto numero cli cellule epiclermoidali, grànde q11antità di grasso. Per la presenza clelle cell11le cor11ee e del grasso ritiene probabile la diagnosi cli cisti clermoitle, mentre l'a11topsia dimo5trò che esisteva un vol11· minoso sarcoma degenerati,ro, in parte fluidificato. Gli elementi clegenerati, che av·e,ano percluto la capacità. di ass11mere le sostanze coloranti e non mostravano alcun accenno alla loro primitiva strt1t· tura, erano cla ritenersi c111ali elementi sarcomatosi.

È oramai indubbio il valore c11rati vo che ha lo iodio nelle affezioni cro11iche di varia natura e sede. In passato la sua applicazione restringevasi alla tubercolosi ed alla sifilide: oggi invece viene largamente usato in tutte le branche della med.icina : le vie di sommi. . . ' . n1straz1one variano e per esse ne e vario l'effetto; si è giunti ad introdurlo nell'organismo eziandio per le vene (l ). Queste diverse vie hanno un valore ben distinto: tutte pra· ticamente sono buone e da seguirsi, soeglien.rlo quella che meglio si presta al caso particolare. Mentre esistono nella letteratt1ra numerose osservazioni sulla efficacia dello iodio nella cura dei processi tubercolari in g enere e della sifilide, sono meno numerose quelle relative alla sua applicazione nella cura delle

Dott. Barbano. La (/ieta 1jJocloc11rata nella epi· lfssia . - L' A. riferisce di sei casi sottoposti alla ùieta priva di sale ed alla contemporanea cura bro· mica, secondo il metodo di Richec; e Toulouse. Fa rilevare come gli accessi siano fortemente dimint1iti

OSSERVAZIONI CLINICHE Sul valore terapeutico dello iodio. Per il dott. FRANCESCO LAUREATI.

l.J. ~I. SPOL,"ER~I. Policlinico, sezione me · dica ,-ol. \II, p. 223: ,-ol. VIII, p. 2 9. (13) {1)

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IL POLICLINICO

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malattie oculari. dell'orecchio, della gola, nella partendo dal concetto del potere ricostituente cloro-anemia, nel gozzo, nelle malatt;ie in- dello iodio e del miglioramento, che esso infettive acute dell'apparecchio digerente, ecc. duce nella nutrizione generale e nella sanNon intendo entrare in un campo di os~er­ guifìcazione, praticava con ottimo risultato vazioni così vasto: mi restringo solo a questi le iniezioni alla Durante in due casi gravi ultimi tre gruppi, dei quali non manca l'os- ed ostinati di anemia essenziale. Volli anche servazione giornaliera nella pratica, èui è io esperi~entarlo, ricorrendo, anzichè alle concesso disporre di un medicamento così iniezioni, alla via stomacale; dappoichè non semplice nella sua applicazione, altrettanto ave,7 0 ragione di agire energicamente nè sol· prezioso nei suoi effetti. lecitamente e non si presta vano gli infermi, Dell'uso dello iodio nelle malattie infet- per motivi di varia indole, alla cura ipoder· tive acute gastro-intestinali, trattai in altra mica. L'efficacia non poteva esser più evimia nota apparsa in questo stesso gior· dente e più duratura, in maniera particolare nale (1) e concludevo allora, in base a 27 per quei soggetti, che, oltre alle note caratosservazioni, come la tintura di iodio sem- teristiche dell'anemia, presentavano ritardo plice, nella formola suggerita dal GRoscH (2) nello sviluppo generale dell'organismo, dee dalle esperienze di altri avvalorata, mi bolezza di costituzione, iperplasia glandolare avesse corrisposto con la massima efficacia; diffusa. giacchè abbrevia la durata della malattia ed, Delle mie osservazioni a questo proposito oltre allo esercitare un'azione tossica gene- mi limito a rif.erirne due, che mi sembrano • rale, agisce da energico disinfettante, per lo assai• persuasive: iodio che sviluppa nell'intestino: si attenua OssERv AZIONE I. - M ... Maria di anni 18, il complesso degli altri sintomi e la guarì- contadina, da Cusiano, ha perduto il padre gione viene affrettata. E' di azione pronta e per malattia di cuore: sua madre gode buona sicura: richiede, s'intende, un regime diete- salute. Mestruata la prima volta a 14 anni, ebbe poi ad intervalli irrego] ari le mestruatico, igienico e rigoroso. Come mi ero prefisso, ho continuato con zioni sempre scarse e pallide. Presenta tutti i sintomi della cloro anemia, ingrossamento piena fiducia a somministrare la tintura di delle ghiandole linfatiche nelle varie staiodio semplice nelle malattie infettive acute zioni. Inizio la cura delle iniezioni col pirodel tubo gastro-enterico, f'acendo precedere f osfato di ferro citro-ammoniacale e migliora un purgante oleoso e coadiuvando la cur·a notevolmente; ma, dopo un mese circa, torna in condizioni peggiori di prima. Nel settemcon il solo impacco freddo sul ventre, con bre 1901 comincio a somministrarle lo iodio le generose irrigazioni r ettali e con i collut- nella formula del Durante; lo tollera benistori frequenti. In tal guisa ho trattato 53 simo, riacquista l'appetito e le forze, le sue casi di tifo addominale, 38 casi d'influenza mucose assumono una bella tinta rosea, le a forma gastro·enterica : ho esteso inoltre il glandole delle regioni cervicali appena si percepiscono, attende ai lavori dei campi metodo a piccoli cucchiai, in dosi più de· senza risentire alcun disturbo ed anche ora boli, n elle dispepsie e nelle gastro-enteriti si compiace del suo benessere. dei lattanti (78 casi), sostituendolo con vanOsssERV AZIONE II. - C... Giulia da Coltaggio all'acido lattico, e mi sono convinto mone, campagnuola, di anni 21, è in preda ad sempre più che l'asserzione del GRosctt, sulla una marcata anemia essenziale e non risente costante sicurezza ed innocuità del rimedio, vantaggio alcuno dal trattamento con nume· rosi preparati di ferro. Subisce la cura ipo· è pienamente contorme al vero. dermica senza vantaggio rimarchevole. Tento Nelle forme di cloro·anemia ribelli al trat- nel novembre 1901 lo iodio e anche in questo tall)ento con preparati di ferro, lo iodio pro- caso risponde in maniera evidente. La radusse effetti meravigliosi e insperati. Le gazza ora non presenta più soffi nei vari diultime osservazioni in proposito, molto di- stretti di ascoltazione, è mestruata regolarmente senza dolori, mangia con appetito, è mostrati ve, sono quelle del R1cc1 t3), che, colorita e sente di avere riacquistato la sua . ' v1gona. (1) LA UREATI. Supplemento al Policljnjco anno V, Il miglioramento dura in queste due raP· 9*3. (2) GROSCH. Berlin. Wochenschr., 20 giugno 1898. gazze da più mesi. Non parlo di un 3° caso, in cui lo iodio ha dimostrato tutta l'energia (3) R1cc1. Supplemento al Policlini co anno VI, p. 1133. del suo valore; giacchè coesisteva alla cloro· (14:)

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SEZIONE PRATICA

anemia un ingrossamento delle glandole lin· fatiche cervicali, che avevano raggiunto il volume di una noce avellana ad un uovo di piccione. Il soggetto, oltre ad ottenere la scomparsa di tutti gli ingorghi, risentì dallo iodio immensi vantaggi alla sua sanguifica· • z1one. Passando ora alle altre applicazioni, lo iodio, secondo la formula del D uRANTE, merita un posto elevato nella cura del gozzo, somministrato sia internamente, sia per iniezioni a distanza o parenchimatose, come lo consiglia il DuRANTE (1) stesso, che asserisce possano guarire radicalmente il gozzo gelatinoso. La malattia è molto frequente in questo Comune e si riscontra di preferenza nel sesso femmi· nile: sono i giovani soggetti, che ne offrono gli esemplari più belli e che più facilmente si presentano al medico, per essere liberati da una infermità mostruosa. Nei quattro anni del inio esercizio ne ho osservato 21 casi, distribuiti, per ordine di età, nel seguente specchio: 1. R. Giuseppina d'anni 8, dimorante in città,. .Diagnosi. - Gozzo bilaterale. Tratta1nento curativo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - Miglioramento. 2. G. ~Iaria di anni 8, dimorante in montagna. Diagnosi. - Gozzo bilaterale. Pratta1nento c1.lratioo . - Somministrazione in· terna di iodio. .Flsito. - Miglioramento. 3. P. Rosa d'anni 10, dimorante in montagna. Diagnosi. - Gozzo a destra. Tratta11iento crirativo. - Somministrazione in· terna di iodio. .Esito. - 1\!Iiglioramento. 4. F. Nazareno d'anni 11, dimorante in collina. Diagnosi. - Gozzo a destra. Trattan-iento czirativo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - Miglioramento. • 5. R. Giacomo d'anni 13, dimorante in collina. Diagnosi. - Gozzo bilaterale. Trattamen,to c11ratioo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - Guarigione. f>. F. Giulia d'anni 16, dimorante in collina. Diagnosr. - Gozzo bilaterale. • Tratta11ie11,to curativo. - Somministrazione lil• terna di iodio. Esito. - Guarigione. (1) DURANTE. Trattato di pat. e ter. chir. gen. e spec. - V ol. III, pag. 805.

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7. V. Teresa d'anni 17, dimorante in montagna. Diagnosi. - Gozzo bilaterale. Tratta11iento curativo. - Iniezioni alla Dn1·ante. Esito. - Miglioramento. 8. S. Anna d'anni 19, dimorante in collina. Diagnosi. - Gozzo bilaterale . Trattaniento curativo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - Miglioramento. 9. S. Feliciola d'anRi 2~, dimorante in montagna. Diagnosi. - Gozzo bilaterale. Tratta1nento curativo. - Somministrazione interna di iodio. Esito. - Miglioramento.

10. B. Rosa d'anni 24:, dimorante in collina. Diagnosi. - Gozzo a destra. Prattamento curativo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - Miglioramento.

11. B. Santa d'anni 25, dimorante in collina. Diagnosi. - Gozzo bilaterale. Tratta1nento cz-1,rativo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - Miglioramento. 12. M. Luigia d'anni 27, dimorante in collina. Diag1iosi. - Gozzo bilaterale. Tratta11ie1ito curativo. - Iniezioni alla Durante. .Flsito. Guarigione. 13. C. Luigi d'anni 30, dimorante in montagna. Diagnosi. - Gozzo bilaterale. Trattamento carativo. - Somministrazione interna di iodio. Esito. - Stazionario. - Rifiuta la tiroidectomia. 14. R. Angela d'anni 33, dimorante in montagna. Diag1iosi. - Gozzo a sinistra. Trattamento curativo. - Somministrazione in· terna di iodio . .Flsito. - Miglioramento. 15. T. Elena d'anni 35, dimorante in montagna. Diagnosi. - Gozzo bilaterale. Tratta1nento curativo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - Stazionario . 16. P. Teresa d'anni 37, dimorante in montagna. Diagnosi. - Gozzo a sinistra. Trattamen,to curativo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - l\iiiglioramento. 17. L. Carolina d'anni 41, dimorante in collina. Diag11,osi. - Gozzo a destra. Tratta11ie1ito Cllrativo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - Stazionario. 18. R. Carolina d'anni 43, dimorante in montagna. Diag11,osi. - Gozzo a destra. (15)

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IL POLICLINICO

Trattaniento czirativo. -

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terna di iodio. Esito. - Stazionario tomia.

Rifiuta la tiroiclec-

19. S. Gaetano cl'anni 60, dimorante in montagna. Dia.qnosi. - Gozzo bilaterale. Prattantento curativo. - Somministrazione in· terna cli iodio. Esito. - .Stazionario. 20. D. Rosa cl'anni 60, dimo1-a11te in çollina. Diagnos;. - Gozzo bilaterale. Tratfa11ze1i to cnrativo. - Somministrazione interna di iodio. Esito. - Stazionario. 21. B. Lucia cl'anni 61, dimorante in montagna. Diagnosi . Gozzo bilaterale. Tratta11ze11to czirativo. - Somministrazione in· terna di iodio. Esito. - Stazionario.

L'enorme prevalenza del g ozzo nel sesso femminile (80. 95 per cento), risultante, è vero, da un numero esiguo di osservazioni> credo possa attribuirsi con ragione all'abitudine di imporre sul capo delle donne pesi sproporzionati all'età ed alla loro forza, obbligandole a seguire per giunta strade difficili ed erte, in luoghi prevalentemente montuosi. Fra i 21 casi soprannotati in tino soltanto cominciavano a manifestarai sintomi di compressione e s'imponeva la necessità dell'intervento chirurgico, respinto dal malato; lo sottoposi a trattamento iodico, ma con effetto pressochè nullo: ora si è sottratto alla mia osser· • vaz1one. L'ipertrofia nella maggior parte degli inf'ermi ha preso i due lobi del la tiroide, negli altri ha predominato a destra. L'età avanzata è certo un ostacolo alla buona riuscita del trattamento, che infa.tti sopra i 40 anni, ha avuto risultato negativo; non così il volume del gozzo, il quale, se non esistono fatti. di compressione, non deve <listorre dall'intra· prendere con fiducia la cura iodica, da cui, dopo un periodo di tempo più o meno lungo, è da attendersi un effetto favorevolissimo. S'intende bene che la. cura deve essere coadiuvata dal segt1ire tutte le norme igieniche (lavori poco faticosi, regime alimentare completo, aria salubre). Nei giovani, in cui ho notato solo diminuzione e non scomparsa del gozzo, a torto si incolperebbe lo iodio; deve invece ricercarsene la causa n ella negligenza dei malati ; i quali. in massima i)arte campa,1u)

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gnuoli, si stancano facilmente di prendere a lungo il rimedio o interpongono fra un periodo e l'altro di cura lunghi intervailli di tempo, paralizzandone così l'efficacia terapeu · tic a. In due soggetti ho praticato le iniezioni alla Durante, non nel parenchima della glandola ma a distanza : ho avuto diminuzione considerevole del gozzo in una, guarigione completa. nell'altra: nei restanti ho somministrato la stessa soluzione per la via dello stomaco, ottenendo in 7 la stazionarietà del processo; in 10 un marcatissimo miglioramento, in 2 la guarigione. Un bello esempio è fornito dal ragazzo R. Giacomo di anni 13, figlio di contadini sani e robusti. Ha un fratello ed una sorella, che godono piena salute. Egli sofferse i comuni esantemi dell'infanzia, subì felicemente la vaccinazione e non ebbe malattie di rilievo. A 12 anni si avvide che il collo, specialmente nella regione anteriore, cominciava ad ingrossare Suo padre, allarmato del f'atto, il 6 maggio · 1900 lo condusse in città per sottoporlo alla mia osservazione. In quest'epoca l'infermo, di mediocre costituzione fisica, magr o1 piuttosto pallido, richiama subito all'esame della regione anteriore mediana del collo, dove esiste una intumescenza del volume di un pugno, divisa ir1 due lobi da un largo solco longitudinale. La st1perficie del tumore è li· scia, con ct1te sovrastante percorsa da vene molto appariscenti, limitata in basso dal giugulo, ai lati daì margine anteriore dei mu . scoli sterno-cleido mastoidei, t er 1ninante in alto a livello del margine superiore della car· tilagine tiroide; mobile negli atti della deglt1tizione, di consistenza elastica non :fluttuante in alcun punto, spostabile in tutte le dire· zioni, senza rumori di soffio. Il respiro è affannos o durante la corda e nel salire. La circonferenza del collo presa in corrispondenza del polo inferiore della tumefazione misura cm. 35, a livello della metà cm. 35 1 / 2 , sopra il polo superiore crn. 33. Pongo la diagnosi di ipertrofia dei due lobi della tiroide e faccio intraprendere la cura, iodo iodurata per bocca, n ella formula del D URANTE . Dopo circa un mese la tumefazione sembra cominci a ridursi di volume, il R ... migliora notevolmente nelle condizioni generali e continua con fidL1cia a prendere il rimedio, che in capo ad uu anno dimostra di avere spie-

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gato in lui tutta la sua efficacia. Oggi invero la misurazione del collo, presa al] e stesse altezze, dà per risultato in basso cm. 32, nel centro cm. 3J, in alt.o cm. 29. E i vantaggi ottenuti dal soggetto mi sembra non vadano · attribt1iti se non allo iodio. :~

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Conte appendice alla presente nota, nello • • • intento d1 portare il modesto mio contributo alla cura iodica della tubercolosi articolare col metodo Durante, rif'erisco la storia clinica di un caso da me trattato con le inie· zioni intra e peri-articolari Ji iodio metallico, senza accennare afratto, per amore di brevità, alla relativa letteratura, di cui è ricco questo stesso giornale. M .... L ..., contadi110 di anni 40, da Pilino, nel giugno 1901 cade <la un albero, rimanen~o appeso pe:r; il piede sinistro fra due ran:i ; dai quali riesce a liberarsi, dopo r .pett1t1 sforzi , lasciando che l'articolazione del ginocchio corrispondente subisca delle forti t?rsioni e stira·1.enti. Subito dopo il trauma risente poco o punto f'astidio ; peraltro in capo. ad alcuni giorni, nei movimenti di flessione della gamba sulla coscia, avverte un dolore puntorio molestissimo in corrispondenza del condilo interno del femore si· nistro; dolore, che l'obbliga a claudicare. Ciò non ostante non srr1ette dall'attendere ai lavori resanti e faticosi dei campi; finchè al ~5° g iorno dalla ?a~uta non pu? poggiare 1 arto sul suolo : r1ch1ede allora 11 soccorso medico. Il dolore persiste anche nel riposo dell'arto. Portan~o l'osservazione sul ginocchio malato lo s1 nota enormemente tumefatto, rico· perto, .da pe~le tesa e lucente, non arrossata. La m1suraz1one comparativa dà i seguenti risultati: A destra : Tltberosità clella tibia cm. 3-1. Centro della rotula. cm. 36 1/2. Condili del femore cm. 36. .A sinistra : Tuberosità della tibia cm. 38. Centro della rotula cn1. J.O. Condili del femore cm . -10.

La palpazione dell'articolazione inalata provoca di~creto dolore, e dà un ·senso di pastosità quasi uniforme, ad eccezione di t1n pt1nto, corrispondente alla li11ea i11terarticolare s11l lato esterno, ove la consistenza è mo~L~ elastica, quasi :fluttuante. I movin1enti atti~1 .sono limitatissimi e st1scitano, come i P.ass1v1., un dolore non tollerabile; i capi ar· t1colar1 del femore sono molto ingrossati e dolenti.

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questo mome:r:ito la d~agnç>si più accet tabile era quella d1 artro-s1nov1te traumatica s~mplice. Senonchè, a nulla essendo valsi il r1p?so a letto, .e le applicazioni risolventi locali, mentre 11.nfe:mo d~periva ognora e presenta-ya eleva.z1oni ter~1cbe vespertine, con sudori profusi, sorse ~l so~petto cl1e qui il trauma avesse potuto favorire la localizzazione del bacillo tubercolare. Il 1° ottobre 1901, nell'incertezza sulla natu:a d~ll'infermi tà, convenimmo col chirurgo primario dott. G. MADRUZ ZA, di institt1ire un trattamento curativo pit1 energico e consigliam.m? .al . ~ ... . di i~traprendere la cura delle in1ez1on1 iodiche intra e perjarticolari alla D~rante:, che furono iniziate, senza frap· porre indugio nello stesso giorno. Ne potei pr~tic,ar~, a giorni alterni, 30 soltanto ; dappoiche il malato, non credendo di a.ver ri, tratto da esse un visibile miglioramento si oppos.e a c.ontinu~rle. PoD:emmo un ap parecch10 ar;n1dato ina~ovib1le ~al piede al terzo medio della coscia e lasniammo che il M... tornasse_ in se~o alla propria famiglia, esortandolo in pari tempo di prendere per bocca Ja stessa soluzione iodo-iodt1rata. Al 40° giorno dall'ulLima iniezione rimovem mo l'app~recchio e. furono intrapresi sull'arto leso il massaggio e le docce cloruro·sodiche ben. calde. Il ginocchio presentavasi meno tumido, meno dolente, tanto nei movimenti passivi, . quanto negli attivi, ristretti ad un pjccolo raggio. Continuò il trattamen to iod~co, il .mas ~ag~io e le docce ·per un paio d1 mesi, ~1gl1orand9 sempre in modo evi· dente. e rapido. Al P.rimo agosto 1902 la misurazione comparativa delle due ginocchia dette i seguenti risultati : 1

A destra:

Tl1berosità della tibia cm. 3-1. Centro clella rotl1la cm. 36 1/2. Conclili del femore cm. 36. ....\. sini stra : Tu be1·osità della tibia cm. 3-1. Centro clella rot1ùa cm. 37. Condili clel femore 3o.

I movimenti attivi e passivi non provocano alct1n dolore, ma quelli di flessione sono limitati ; la gamba flessa va a formare C?n 13: coscia un angolo di circa ·10°; l'estensi~ne ~ 9ompleta. L'articolazione del ginocchio. sinistro non è più sede di dolori spontanei. Il M.. ., ad onta che abbia rig11adagnat? la floridezza della sua costit11zione, continua a~ch~ . oggi a prendere lo iodio, mentre puo d1s1mpegnare senza molestia alcuna tutte le s ue occupazioni di agricoltore. Nel soggetto in discor so l'uso dello ioclio ha corrisposto pienamente non solo per inie· zioni, ma ancora per la via dello stomaco : con ciò, nell'attribuire un alto potere cura. (1 /l


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tivo al rimedio, io non intendo menomare affatto la parte, che possono aver giuocato in questo caso l'immobilizzazione dell'arto dapprima, il massaggio e le docce di poi, senza neppure voler nulla togliere al valore di resistenza, che, nel decorso e nell'esito della malattia, l'età, le condizioni di vita e di ambiente, possono aver conferito all'orga• n1smo. Sanseverino (Marche), settembre 1902.

esaminando le principali cause di tale disturbo, cioè: 1° il difettoso assorbimento delle sostanze grasse per alterazione dell'epitelio intestinale; 2° un difetto dell'azione lipolitica del succo pancreatico; 3° una diminuita secrezione biliare. L' A. ammette come più verosimile la prima causa sopra accennata. Quest'ipotesi è confermata dal fatto che il' bambino sofferse di· un'enterocolite cronica che durò circa 6 mesi ' Relazione tra le fecce grasse ed il dl1nagramento · ed è quindi probabile che questa possa aver lasciato un'alterazione dell'epitelio intestinale e l'anen1ia infantile (1) tale da impedirgli l'assorbimento delle soper il dott. ALBERTO SALMON di Firenze. stanze grasse, in una quantità maggiore delL'autore ha esami nato un bambino G ... S ..., 1'ordinario. di anni 7, figlio di genitori sani, di ottima L' A. crede che la difettosa assimilazione costituzione scheletrica, il quale da diverse delle sostanze grasse sia una causa frequente settimane era leggermente dimagrato e pal- del dimagramento e dell'anemia infantile e lido, senza alcuna causa apparente: in- reputa necessario che il medico in presenza . fatti il ba111bino mangiava molto, sempre di un bambino pallido e dimagrato rivolga col consueto appetito, non aveva diarrea nè pure l'attenzione al colorito delle fecce in stitichezza, nessun disturbo nervoso (cef'alea, relazione alla qualità degli alimenti, e non stanchezza, ecc.). L'esame dei visceri non si contenti dell'assicurazione dei genitori che lasciava supporre qualsiasi affezione di essi. le evacuazioni sono normali, prima di diaL' A. informato che il bambino aveva due gnosticare un'anemia costituzionale e di oranni or sono sofferto d'un' enterocolite cro- dinare poi una cura ricostituente che riuscinica, volle esaminare le evacuazioni. e notò rebbe inutile al malato, e dannosa se a base che esse erano regolari per la quantità, per di sostanze grasse (olio di merluzzo, ecc.). la forma, per la consistenza, ma fetide più LEZIONE dell'ordinario e di colore giallastro untuose, erano cioè fecce grassose poco ricche di bile. Malattie funzionali. Ciò non poteva attribuirsi ad un'alimenta(L. KREHL, Die Plierapie der Gege11wart). zione priva di sostanze albuminoidi perchè il bambino, per quanto prendesse due volte La distinzione delle malattie in due gruppi al giorno una buona tazza di latte, mangia va essenziali: quelle organiche in cui è dato ri· molta carne di cui era ghiottissimo. L' A. scontrare un'alterazione anatomica cellulare, volle diminuirgli la quantità del latte ed os · e quelle fzi1izionali, in cui è distu1~bata esclusivamente la funzione dell'organo senza alteservò dopo pochi giorni che non solo le fecce razioni anatomiche, non è una delle più felici. erano ritornate di odore e di colore normale Infatti col progredire delle scoperte~ quasi ma che era scomparso nel bambino il pallore ogni giorno succede che malattie da prima ascritte al gruppo delle funzionali vengano ed il dimagramento. Questi si mantenne poi sano, però la fa- trasportate in quello delle organiche; senza contare che con questo aggruppamento sono miglia notò che ogni volta che egli era un i·iunite n ella medesima categoria entità morpoco pallido le fecce erano scolorite. bose del tutto eterogenee. Dal concetto di /1:inzionale facilmente si è Questo f'atto, accertato più volte, fa ammet· tere all'autore con più certezza che la causa passati a quello di psicogeno, e da questo a quello di isterico. del dimagramento e dell'anemia n el caso Noi definiamo per fu1izionali le malattie presente fosse la difettosa assimilazione delle che hanno una base psicogena, per la ragione sostanze grasse ed in specie del latte. Ora, che non conosciamo i processi fisiologici pei (1) Sunto di coml1nicazion e fatta al Congresso di medicina interna. (1 )

quali si compie la funzione (nel caso nostro) disturbata. Ed è perciò che non abbiamo nltlla che si opponga alla identificazione dei pro·

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SEZIONE PRATICA

cessi psicogeni coi funzionali. Si noti però che d'ora innanzi potranno esser ritenute bensì come funzionali tutte le malattie psicogene : mentre non tutte le malattie precedentemente ritenute funzionali potranno essere psicogene. Viene poi in discu&sione il concetto di distz1,rbi ne1·vosi di una attività organica. Anche questi furono denominati precedentemente funzionali, nel senso che non era possibile riscontrarvi alterazioni anatomiche delle cel· lule funzionali. Ne sono ' esempio la dispepsia nervosa e le affezioni nervose d~ cuore. In queste malattie non si hanno alterazioni nè a carico dell'epitelio delle glandole, nè a carico delle fibrocellule muscolari. Il concetto delle alterazioni organiche nervose potrebbe avere molteplici significati; e veramente viene i1sato in più sensi. In prima linea si pensa allo stato funzionale nel senso che più sopra abbiamo de finito come nervoso. L' ipotesi, emessa dallo STRUMPELL, di una alterazione del sistema nervoso po1~iferico è assai arrischiata e priva di base. Si potrebbe tutt' al più ammettere il concetto di una stan· chezza dei nervi, nei quali non si sia ancora (mercè il riposo) reintegrata la funzione. Ma questa ipotesi, basata sulla somiglianza con le nevrosi da esaurimento, non è sostenibile per tutti i casi di alterazioni nervose. In generale la parola nervoso è adoperata nel senso di psicogeno. In un nevrastenico grave si possono sviluppare disturbi a carico del cuore, di fronte ai quali il medico, non riscontrando alcuna alterazione nella grandezza, nella funzion!llità e nella sufficienza valvolare, fa diagnosi di disturbi nervosi, ossia psicogeni. Sta il fatto che questi disturbi cardiaci psicogeni sono spesso assai spiacevoli per gli infermi, e si manifestano in generale sopra tutto nel campo della sensibilità orga· nica. Tuttavia non v' è pericolo di vita. Il malato stesso ci domanda insistentemente : « I disturbi di caì io soffro sono soltanto nervosi, opp11re esiste anche una lesione del cuore'/ ». In questo caso, nervoso significa psicogeno, e il soltanto accenna appunto ai fenomeni suddetti. E siccome noi conosciamo i sintomi di questi malati, così ci riesce di metterli in rilievo e di identificarli come psicogeni, anche se sono accompagnati a malattia organica di cuore. Chiunque si è occupato un po' di cardiopatie, ha avuto campo di far queste conside· razioni sui disturbi cardiani nervosi o psicogeni. L'attività e il lavorìo intellettuale delle po· polazioni favoriscono il grande sviluppo di tali disturbi. Anche le anomalie della funziòne del cuore, specie le malattie del muscolo car· diaco, sembrano all' A. esser frequentissime : ~ome pure frequenti sono le combinazioni dei fenomeni organici con i psicogeni. Per la pratica occorre far notare che la ricerca accurata dei sintomi scopre l'esistenza

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di malattie organiche di cuore: da ulteriori ragionamenti converrà poi distinguere quanta parte si debba assegnare ai distt1rbi organici, e quanto debba ritenersi come psicogeno. E per tale disamina, il medico terrà presenti anche le condizioni psichiche del malato. Spesso vengono ascritti fra le malattie di cuore nervose e rispettivamente funzionali anche gli stati toxogeni. I veleni producono alterazioni cellulari chimiche e insieme anche strutturali. Orbene, se da questi veleni sono colpite proprio le cellule nervose, si può ben parlare di alterazioni nervose. Però q11i il termine nervoso ha un significato del t11tto dif· ferente da qt1ello prima esposto. La degenerazione o l'infiammazione delle cellule ner· vose, che qui risulta, sta completamente alla pari con le note malattie organiche delle cellule muscolari o glandolari. Così, per quanto ancora oscuro l'intimo proeesso patogenetico, pure non si troverà alcuno che sia disposto a ritenere il tetano come un disturbo funzio· nale, nel senso più sopra spiegato. Di fronte agli stati morbosi toxogeni dtrnque devesi ricercare quali cellule soggiacciano al· l'azione del v eleno. Alla categoria dei disturbi nervosi v engono inoltre ascritti gli stati morbosi prodotti p er via 1·iflessa. Essi sono indubbiamente molto più rari di quanto prima non si ammettesse. Ma pure essi appaiono anche a carico del cuore. Hanno di comune con una parte degli stati morbosi psicogeni la naratteristica labilità e fuggevolezza dei fenomeni. L e rappresenta· zioni sono senza influenza su di essi; tuttavia sicuramente sono procurati dal sistema ner· voso. In questi casi bisogna ammettere che le fibre o le cellule nervose appartenenti agli organi malati, influenzate per via riflessa, non siano normali. E con ciò noi giungiamo all'affermazione conclusionale e nello stesso tempo al punto più difficile dell' esposizione. Qual parte spetta nelle malattie locali, clinicamente importaati, alle fibre e alle cellule nervose d egli organi stessi 'I Pur troppo si conosce solo assai poco sulle alterazioni del sistema nervoso dei grandi or· gani delle cavità toracica e addominale, sia dal lato clinico come dal lato anatomo-patologico. Tali conoscenze fornirebbero una base pe1· la discussione. Sarebbe allora possibile farci un'idea esatta di parecchi sintomi e di molti stati morbosi importanti; e sopratutto poi si avrebbero i mezzi per spiegarci parecchie al· terazioni funzionali nelle così dette 1Jtalattie

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organiclie. Noi manchiamo appunto del tutto di cogni: zioni sulle alterazioni dei rimane nti tessuti di un organo quando uno di essi è malat~. Che cosa conosciamo infatti noi delle condi· zioni dei nervi dello stomaco, delle fibre mu· scolari, dell'intera mucosa nell'zilcus ve1zt1·iczili? (19)

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IL POLICLINICO

Che cosa sulle condizioni dei nervi dei pol· moni nella tubercolosi cronica '? Non solo si può pensare, ma è verosimile che gli apparati nerTosi\ posti negli organi, si possano ammalare anche da sè, dando luogo a dei complessi sintomatici particolari, che presentemente noi non ancora conosciamo e che perciò ascriviamo acl altre forme mor· bose. Citiamo qualche esempio tratto dal campo clelle malattie cardiache. Esistono malattie clel muscolo cardiaco o dei vasi del cuore che anatomicamente ci si presentano nello stesso modo, che non mostrano differenze anche nell'estendersi del processo patologico, ma che possono clinicamente presentarsi con sintomi svariatissimi. In un individuo manca ogni disturbo; un'altra si lamenta di una serie di sensazioni moleste, quali l 'aJigi11a pectoris ; in un terzo si hanno i sintomi della insufficienza. Premettendo sempre che ci manchino differenze nella localizzazione mor· bosa e nella natura del processo anatomico, si potrebbe pensare che una parte dei disturbi siano psicogeni; il che si llniformerebb'3 a quanto si è detto sopra : o le fibre o le cel· lt1le ner, ·ose del cuore partecipano i.p. modo differente al p1·ocesso. Noi conosciamo alcuni :µarticolari intorno alle alteraz~oni delle fibre nervose del cuore nelle cardiorJatie; ma non ci è ancora possibile di separare determinati sintomi dal quadro generale delle malattie stesse e porle in dipendenza di una speciale alterazione dei ner,ri. Come medici, })rescindendo dai processi endo e pericardici, noi conosciamo solo con sicurezza i sintomi delle malattie del muscolo cardiaco, dei ,rasi del ct1ore e quelle psico· gene. Se non si I""iesce subito a spiegare la cat1sa dei disturl)i del cuore, è in primo 111ogo necessario far ricerche accuratissime e ripetute non solo sul Cl1ore, ma anche sui ,·asi e st1i reni. Si ponga speciale attenzione a. tutto quanto può renderci accorti dell'esi· stenza di lln arteriosclerosi; teniamo presente l'albuminuria, per quanto minima ed ir1·egolare ; le alterazioni clel secondo tono aortico, e tt1tti quegli aJtri fatti Sll cui non è d'uopo ora intrattenersi. Un momento etiolog ico assai importante e cl1e non va mai trascurato è la sifilide, che può produrre alterazioni circoscritte dei vasi. pesso ci troviamo di fronte a un malato con clisturbi cli cuore non chiari. Egli è ritenuto pe1· ner\oso. e forse n er,'" oso lo è realmente. N 011 tro,Tando nulla di manifesto all'esame clel cuore, si conclude per la presenza di cli· turbi cardiaci nervosi. E invece si tratta llei principii di t1n vizio organico di cuore ; nel ca o più f1·equente sclerosi delle coro· narie, ma anche miocarclite cronica, ifilide cardiaca o altro. Occorre du11q ue la pii1 grande prl1denza nel giudizio. di fronte a casi con imiti. (20t

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Molto spesso, in casi di malattia, dinanzi ai quali si oscilla fra l'ammettere una forma. cardiaca psicogena o organica, dopo qualcl1e tempo compaiono i sintomi sict1ri di un'ano· malia del muscolo cardiaco o dei vasi clel cuore. ìVIa non sempre è così: alle volte la cosa rimane per lungo tempo incerta. L'ammalato non ha una vera e propria insufficienza cli cuore. Eppure i suoi incomodi non miglio· rano ; tutte le azioni psichiche riescono inll· tili ; esistono non solo sensazioni abnormi, ma il cuore nòn è capace cli funzionare inte .. gralmente. Il medico è sempre inclinato acl ammettere una malattia f11nzionale. Tali casi debbono essere studiati esattamente, poichè c1t1i il pensiero inclina volentieri per una malattia dei nervi del cuore, Sll cli t1na base aer,. . o~a costituzionale . . Anche a carico clello stomaco è facile ammettere tali processi puramente funzionali . Come dunque appaiono insieme malattie organiche e psicogene, così non solo i)er l'anatomico, ma anche per il medico esistono di certo unite anomalie organiche nel n1t1· scolo e nei nervi. Questi casi dubbi sono freqt1enti, e pe1· giungere a conoscenze più sicure e l)iù esatte, occorre rivolgere gli sforzi individuali ad uno scopo comune. Occorre che tutti i medici pratici comunichino i rasi della 101·0 clientela privata, poichè qt1esti costituiscono un elemento prezioso per tale lavoro scienti· fico, in quanto che i malati che ci si pre-sentano privatamente sono in genere indi· vidui colti ed intelligenti sì da fornirci notizie esatte sui loro dieturbi e sui sintomi più rilevanti. Nello stesso tempo essi si pre· stano meglio ad osservazioni minute da parte di medici che ne sono maggiormente e pii1 lungamf'nte a contatto. · V. Z.

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Coitdizioni <l'inte1·veot4• n e 11 a e h i r u 1· g i 11 u r i n a r i a. (Lezione del prof. GuvoN). La pratica della chirurgia urinaria ci dimostra oggi la gravità particolare dell'intervento e ci fa comprender e la necessità di tenel'ci costantemente in guardia contro le dolorose sorprese. I fatti pitl positivi c'invitano ad t1tilizzare le sue benefiche risorse ed autorizzano a servircene nelle situazioni più gravi; allorquando ci troviamo tlinanzi a ca:-.i, ai quali è ancora possibile portarvi rimedio, biogna ricorrere alle risorse della terapeutica chirurgicale. Non dobbiamo limitare la nostra azio11() ad evitare il danno, ma. dobbiamo affrontarlo. 11 clanno al quale facciamo a1111. ione p11ò proclursi -

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SEZIONE PRATICA

a proposito di tutti gl'interventi. Il più im.portante, come il più se111p1ice sono ta.lvolta occasione di accidenti, che mettono i11 pericolo la vita o la sa· lt1te del malato e che compromettono il chirurgo. Prima di attaccare il male, quando si cerca sola· mente di scoprirlo, di studiarlo, il chirurgo si tro,ra repentinamente di fronte ad accidenti violenti, ra· pi di, minaccianti, consegi1onza d elle proprie ricerche e delle prop;t·ie esplorazioni. Essi sono di natura i11fettiva. L' A. ricorda le infezioru, alle quali vanno in· contro gli ammalati sottoposti all'uso ripetuto del cateterismo e si trattiene a parlare degli accidenti gravi dell'infezione urinosa negl'individui affetti da restringimenti e che v11otano male la loro vescica. In q11esto caso consiglia d'intervenire rapidamente con l't1retrotomia d'urgenza per combattere gli accidenti gravi dell'infezione urinosa; poichè dovere del chi· rt1rgo è di tentare dei pericolosi salvataggi dopo di avere analizzato in ·tutti i suoi dettagli l'intera situazione morbosa. Nei casi di assorbimento dell'urina, sia p er n1ezzo della vescica, che per ferite dell'uretra, bisogna ri· ~orrere al cateterismo ripe,tuto e mettere una 8onda ai dimora per proteggere l'uretra e per dren are la vescica. Bisogna venire in aiuto dei malati in tutte le <!ircostanze e la difesa dev'essere tanto meglio or· ganizzata e prolungata per quanto più grave è la siti1azione. Il cateterismo dev'essere ripetuto per impedire la tensione della. 'lescica e per opporsi al ritorno -0ffensivo dell'infezione. La sonda a dimora deve essere posta in modo da non p ermettere il passag· ....gio dell'urina tra essa e l'uretra e deve lasciarsi a posto fino al momento, in cui la temperatura discende al di sotto di 31°. La febbre e la presenza di urine ammoniacali, mentre prima ci r endevano esitanti ad agire, oggi so110 dei motivi , che c'inducono ad operare; però q11alunque sia l 'organo infetto, su cui .noi ope· riamo, è rigorosamente i1ecessario il drenaggio prolungato. La chiusura del rene dopo averlo aperto p er l'estrazione di un calcolo o per vuotare una ritenzione renale settica è controindicata, poichè l'assor· bimento si esercita con una grande intensità nei calici, nel bacinetto e nell'uretere. Bisogna drenare la vescica per . l'ipogastrio dopo a,·ere asportato lm tumore od estratto lln calcolo, qt1ando la vescica è seriamente infetta. L e precauzioni non devono esser e solamente post <>perative, ma anche anti-operative, poichè in t1na v escica infetta i microbi trovano n ella cavità un n1ezzo adattissimo all'elaborazione del veleno uri· nario e ad aumentare la propria virulenza. La preparazione della vescica atten11a il poter e settico d elle urine e modifica in parte la sua sensibilità.

Fra i fenome11i patologici, che potranno sic11ra· mente servire ad un buon apprezzamento della re· sistenza dei r eni è la politrria, sia limpida che torbida. Però quando è abbondante e ]Jersiatente impone una. grande riserva n el prognostico, poichè vi sono lesioni renali arrivate ad un alto grado di sviluppo, che la fanno ancora persistere. In tutti i gradi dell'infezione uriuaria, n1a anche in soggetti rimasti asettici si riscontrano i disturbi digestivi. La lunga d11rata di essi deve spesso farci dubitare della solidità del potere renale. L'osservazione completa degli stati morbosi e l'analisi scr11polosa devono in tutte le circosta11ze dirigere l'operatore. Il suo soccorso è necessario in tutte le situazioni pericolose, che accrescono l e difficoltà e l'importanza del suo intervento. I risultati degli studii clinici dell'infezione si aggiun· gono agli studii scientifici e ci fanno conoscere le condizioni, n elle quali il chirurgo deve intervenire nei malati infetti, ci fanno prevedere i s11oi danni e ci mostrano come si devono prevenire. In gran numero dei casi tutto concorre ad in· coraggiarci, le indicazioni d'intervento si esten· dono e noi siamo a11torizzati ad obbedire colla speranza di essere utili. Parigi, 8 gennaio 1903. Dott. CoTURI.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA Elnoglobinu1·ia d'origine 1nuscolare. All' A cadé1nie àes sc;ences di Parigi i dottori CA· 1'1US e PAGNIEZ hanno comunicato testè le loro ri· cerche, che dimostrano come, fra gli altri tessuti che racchiudono dell'emoglobina, il muscolo può anch'esso avere una parte nella produzione dell'e· moglobinuria. Dopo essersi assicurati, infatti, che l'iniezione intra1renosa, n el cane, di una soluzione isotonica di succo muscolare del cane determina questo sintoma, I f e ciò a dosi molto meno considerevoli di q11elle che r I sono n ecessa1·ie quando si opera con emoglobina ! globulare, essi hanno veduto che la lesione mt1sco· lare provocata nel medesimo animale da un'inie· zione brutale di acq11a n ei muscoli della coscia (150 eme. in 30 secondi) è seguita egualmente dalla comparsa di emoglobina nelle ln·ine. Questa e1no· globinuria, come quella che si ottiene con l'iniezione di s11cco muscolare,. si distingue da quella che risulta dalla distruzione delle emazie nel sangue per questo: che, contrariamente a ciò che ay·,ieno in quest'ultima, il siero non è punto o è appena tinto; in altri termini questa emoglobinuria i1011 è accompagnata se non da una emoglobinemia clebolissima od anche nulla. Bisogna dunque ammettere o che re!l1oglobina del muscolo traversi il r ene pii1 ' ' facilmente di quelia del sangue o che esistano n el succo muscolare delle sostanze che. a~endo sul rene, ..' (21) _______ I

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IL POLICLINICO

facilitino il passaggio di piccole quantità di albu· mina: queste sostanze resisterebbero al calore, per· chè, portata a 56° per 15 minuti, poi filtrata la soluzione muscolare dà ancora dell'emoglobinuria. Senza negare la realtà di una emoglobinuria pre· ceduta da grande emoglobinemia, nelle infezioni ~ nelle intossicazioni globulari intense, i fatti che sono stati riferiti sono capaci di applicazioni cli· niche. Essi spiegano i casi nei q11ali il siero degli emo· globinurici è stato trovato normale durante le crisi, come pure quelli nei quali i globuli di questi ma. lati r esistendo al fréddo in, vitro {Hayem) si può supporre, a più forte ragione, che dovessero resi· stergli anche nell'organismo. È vero che si sono potute constatare nell'uomo - forse in ragione della rarità delle autopsie di emoglobinurici in istato di crisi - delle l.esioni muscolari che permettevano l'uscita del succo muscolare ; ma si possono invo· care i dolori muscolari frequentemente segnalati nell'emoglobinuria ed anche la parte che ha la fatica nella produzione di questo accidente. Finalmente si può aggiungere che certi veteri· narii considerano come costanti, nell'emoglobinuria a frigorB del cavallo, delle lesioni di · miosite che possono giungere fino all'impoten:za. (Gaz. Jiebd. de 11iéd. et cliir., 4 sett. 1902).

Metodo sen1plice per scoprire gli elementi purt1· lenti nei sedi1nenti urinari. FITTIPALDI (Centrbl. f. i1in. Medicin, 1902, n. 51, p. 1238) consiglia p er lo studio dei sedimenti urinari la centrifugazione con aggiunta del O. 75 per cento di sal comune, seguita subito da quella di O. 75 per cento di alcool. Con questo processo i glo· buli purulenti precipitano p er primi, poi i cilindri, finalmente le concrezioni. Si può cosi riconoscere, per esempio, l'associazione di una nefrite e di una suppurazione del bacinetto.

fl\ATIGA f &OFESSIONi L8 CASUISJitICA Peritonite pneumococcica.

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In un contributo allo studio di questa malattia il prof. DE QuERVAIN (Corresp. Blatt. f. ScJtweiz. Aerate) distingue le forme secondarie consecutive alle infiammazioni delle vie aeree superiori e del naso faringe, dol pulmone e della pleura, dello stomaco, dell'intestino e delle vie genitali, e d'altro canto le forme cliniche primitive nelle quali non si trova alcun focolaio originale di pneumococchi. È difficile assegnare una freql1enza a questa forma perchò è impossibile, nella maggior parte dei casi, di separarla dalla appendicite da pneumo· {2°2)

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cocco. D 'altronde q~esta appendicite è sottoposta. alle stesse indicazioni di quelle che riconoscono altre origini.

Tubercolosi primitiva della milza. Ne pubblica un caso il prof. ROMANOW nel Rouss. WratcJi del mese di ottobre. Trattavasi di un vec· cbio di 80 anni, entrato all'ospedale con sintomi gravi: cianosi, tumore splenico. Morte 3 giorni dopo. Quaranta anni prima il malato avrebbe avuto delle emottisi, per malaria ; al momento del suo ingresso nell'ospedale era malato da cinque. mesi. .All'autopsia si trovò una milza del peso di 2085 gr. che misurava 21X15 X 10 cm. e presentava numerosi focolai caseosi. V'erano inoltre due. milze supplementari: una, sferica, di 18 cm. di diametro, l'altra, ovoide, di 27 X 15 mm., tutte edue affette dalla stessa lesione della principale. Il fegato era coperto anch'esso di tubercoli. Polmoni e gangli mediastinici intatti (dal punto di vista. della tubercolosi).

Ernia inguinale della vescica. Il dott. LUCAS·CHAMPIONNIÈRE di Parigi, in oc .. casione di un nuovo caso, recentemente operate> da lui, di ernia inguinale con cistocele in un ltomo di 53 anni, ha studiato questa complicazione abba· stanza frequente delle ernie. Personalmente egli ha incontrato 6 volte la ve· scica in 900 cure radicali di ernie ing11inali. Semprela vescica erniata era accanto al sacco sieroso & non nel sacco, deformità che è infinitamente più rara. I pazienti di tali ernie non accusavano d'altronde alcun sintoma urinario. L' A. ammette che questi cisto~eli sono dovuti ad una deformazione originale del canale inguinale e della vescica : benchè tardive, sono dell& ernie congenite. Nel corso delle operazioni si riconosce la vescica dall'ammasso grassoso, duro e giallastro che av· volge la sporgenza vescicale. Questa nozione ha. permesso al LUCAS·CHAMPIONNIÉRE di diagnosti· care in 3 casi la presenza della vescica erniata odi ridurla senza aprirla. Negli altri 3 casi, egli l'ha aperta e ridotta dopo suturata. La sutura deve esser fatta a 3 piani, al catgut. L' .A. considera la sonda a permanenza come inu· tile e pericolosa: egli non fa neppure cateterismo e lascia urinare a sua posta il soggetto, se non v'è ritenzione. I 6 malati sono guariti durevolmentie, senza inci· denti.


(ANNo IX, F.A.sc. 12]

APPUNWI DI

WE~APIA

Cura della colica nefritica. ALBERT ROBIN, in una delle sue lezioni cliniche alla Pit_ié, così riassum~ la cura della colica ne· fritica : Due indicazioni sono da soddisfare : 1. Cal1nare il dolore. Il miglior mezzo è l'iniezione ipodermica di 1 cg. di 1norftna o di 1 mg. di eroin,a o di 1 cg. di dioni1ta, ripetendola all'occorrenza. Ma ogni malato soggetto a crisi nefritiche deve avere in suo possesso un mezzo immediato di alle· viare le sue sofferenze prima dell'arrivo del medico. Il ROBIN consiglia, in tal caso, l'uso della seguente pozione che può conservarsi per un tempo indefinito senza alterarsi :

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Bromuro di potassio . • .A.equa di lauro ceraso . Sciroppo di etere • • • Cloridrato di morfina. • Idrolato di valeriana. •

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SEZIONE PRATICA

gm . 6 gm. 10 gm . 30 cg . 5 gm. 120

Un cucchiaio di questa pozione ogni mezz'ora fino alla scomparsa dei fenomeni dolorosi, senza sorpassare quattro·cinque cucchiaiate. Il sollievo non tarda a farsi sentire. ~.

Facilitare l'eliminazione delle concrezio1ii. Per provocare l'espulsione del calcolo si diano dei diuretici. Il ROBIN adopera specialmente le piante indigene : i fiori di regina dei prati o di fave di palude. Fin dall'inizio della colica, si faccia prendere ogni ora un infuso di 2 gm. di fiori di regina dei prati o di fiori di fa va di palude in 150 gm. d'acqua. Si possono anche consigliare le foglie di gelso che sono un diuretico abbastanza potente, cioè gm. 7,50 infuse in 500 gm. d'acqu~ calda, da prendere nello spazio di 3-4 ore. Certo, questa cura aumenta talvolta i dolori attivando l'espulsione dei calcoli, ma essa realizza allora la cura della causa provocatrice della colica. ( GC!z· des Hopitaux, N. 124:, 1902).

Trattamento razionale o dietetico del mo1·bo di Bright invece dell'intervento chirurgico. Il dott. L. H. PoRTER nel Medical R ecord (settembre 1902) riferendosi all'intervento chirurgico che in questi due ultimi anni è stato applicato con una certa freql1enza in America a casi di n efrite cronica e che consiste nell'incidere o nell'asportare del tutto la capsula del rene, dimostra che tale intervento, anche se realizzato con successo, non è in grado di giovare al paziente come una cura medica fatta secondo le vecchie regole della terapia renale.

L'.A.. riferisce un caso diagnosticato prima come una calcolosi renale e quindi come un morbo di Bright « unilaterale » ! Il paziente fu sottoposto all'operazione. Sei mesi dopo stava male quanto prima ed un miglioramento rapido si ottenne solo quando fu iniziato un opportuno trattamento die tetico. Come nota l'.A.., la storia di questo caso prova che l'operazione non guarisce il morbo di Bright (1). L' .A.. insiste sull'importanza della presenza dell'indacano nell'urina per stabilire in modo certo il fatto della fermentazione putrefattiva dei proteidi nel canale intestinale. .Appropriate regole d evono essere applicate non appena è accertato questo eccesso di inùacano nelle urine; queste regole sono in prevalenzadietetiche. Non si insiste mai abbastanza sulla necessità di regolare la dieta nella nefrite cronica: essa è real· mente il fattore principale della cura. L' .A.. non è favorevole ad llna dieta lattea esclusiva, ma consi· glia invece una dieta mista e più specialmente proteica. (Preat111 ent, XII, 1902).

Intolleranza della dieta lattea. Per far tollerare il latte bisogna farlo bere a regolari intervalli : dalle 7 alle 22, ogni tre ore, prima 200 e poi 600, 700 gm. per volta. Bisogna darlo molto caldo ma non bollito, perchè l'ebollizione distrugge le ossidasi che favoriscono la digestione. Bisogna somministrarlo a piccoli sorsi in modo che occorra per berlo tutto una mezz'oretta. Dopo l'ingestione, immobilità; panni caldi sullo stomaco per mezz'ora. Gli accidenti che seguono l'uso del latte sono di quattro ordini : 1° i dolori; 2° il meteorismo ; 3° la costipazione; 4° la diarrea. 1. I dolori si arrestano prescrivendo, una dopo ogni ingestione di latte, le seguenti cartine:

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Bicarbonato di soda . • Magnesia caleinata. • • : \ ana gm. 4 gm. 6 Creta preparata. . • • • • Mescolare e dividere in 10 carte. Oppure una cartina di 50 cgm. di p epsina ; ovvero 1- 2 pillole di pancreatina (queste ultime cheratinizzate p er evitare che la pancreatina sia alterata dai succhi acidi dello stomaco). 2. I gas si producono n ei casi di fermentazione . Contro la fermentazione lattica converrà la pozione seguente: Fluoruro d'ammonio. . . . . cgm. 20 .A.equa distillata . • . • . • gm. 300 Un cucchiaio ad ogni presa di latte.

(1) Per noi prova. solo che non ba guarito quel caso. N. cl. R.

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IL POLICLINICO

Nella fermentazione butirrica riesce sperialmente 1 eritrolo (ioduro doppio di bi smuto e cli cinco· ni(lina) : cg1u. 2- 5 Eritrolo . • • • • • • • )) 20 Creta pr9parata . • • • • P er una carta. Di simili n. 20. Lo zolfo sublimato alle dosi di 10-20 cg n1. com· batterà con st1ccesso ogni genere di fermenta· zio ne 3. N ell 1 costipaz;oue si t1seranno irrigazioni r ettali e le seguenti pillole: da 1 a 3 nel cori· carsi: cgm . 7 Aloe . • • • • • • • • • 3 Gommagutta . . . . . • • • E stratto di git1sqt1iamo • • ~ ana cgm. 1 / 2 Id. di belladonna . Id. di r egolizia . . • . • cgm. 10 ))

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P er una pillola. Di simili n. 50. -!. In quanto alla a;arrea, la infttsione di ra· dice di fragola selvatica (gm. 1. 50) e le seguenti carte : Diascordi11m . • . . . . I • ( a11a g n1. 4 Sottonitrato cli bismuto . Dividi in 16 c. Una ogni ora. (Journal cles }Jl'atic;ens, 20 dicembre 1902).

Operazione per ulcera gastrica perforata. G . H EAT ON nel Britislt niecl. Jonr11 al (12 lt1glio 1902) riporta 5 casi di ulcera gastrica p erforata con n ote sull'intervento chirurgico eseguito. Dlte casi di g11arigione. Fi'eque11.ga e luogo della p erfo ra.iione. P er ciò che ri guarda la frequenza le autorità differisco110 ; ma si p11ò riten er e che la p erforazione a ccada nel 15 °/0 circa dei casi. La maggior parte delle ulce· ra zioni si ·v·erificano n ella parete postBriore dello to1naco e spesso contraggono ader en ze coi circosta11ti or gani prima che avvenga la p erforazione. Qu'111do sono sitl1at e n ella superficie anteriore le ul cerazioni pos 0110 perforare entro la ca-vità ge· n er ale dol peritoneo. La p er centuale delle p erfo· razioni in questo luogo è dal 60 al 70 °/ 0 • Si11!0111i e rliag11osi. In un- caso tipico di perfora· zio11e r openti11a i sintomi sono caratteristici : dolore epigastrico urente, collasso, vomito pelle fredda e ,.i cosa, r espirazione toracica st1perficiale, polso ra· tiido e piccolo, ete. L'ncldorue è l'etrat to e rigido Llapprj111a, disteso dipoi, e seguon o sintomi di peritonite, gas liberi si tro,~a no olo n ella m età circa dei casi. Q uancl o la perforazion e è piccola, la cliag nosi può es er e difficile. In imili ca i dopo la compar a dei }lri111i into1ni può e erTi una pau. a clel male. },i11cl1è no11 -viene introcl otto n llov o cibo ed il pa;1,ientc r in1ane tranq1tillo, n on T'è \ Omito n è cl olore. (:2.J:) -~-

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In tali casi l' .A. consiglia una piccola incisione esplorativa ed una esplorazione digitale. La diagnosi differ enziale di ulcera gastrica p er· forata può esser fatta con l'ostruzione intestinale acuta, con la rottura di un't1lcera duodenale. con la perforazione dell'a1)pendice, con la rotti.ira di una gra,idanza tubaria, con la pancreatite emorragica, con l'a,velenamento acuto da sostanze irritanti, co11 la colica biliare o r enale. 011e1'azioue. Il ta,rolo operatorio deve essere ri· scaldato artificialmente ed il paziente ten11to ben caldo. Verso la fine dell'operazione è bene p er combatter e lo shock fare lln'iniezione intra,enosa di sol11zione salina fisiologica . Lo stomaco si esamina attra,·erso tm'incisione mediana, che può essere allargata da un'incisione tras,ersa attra·v er so uno dei muscoli retti. La superficie anteriore dello stomaco viene esa· minata prima, la posteriore dopo. passando attra· verso l'omento gastro-epatico o gastro-colico. La perforazione si -0hit1de con lln se111plice o d11· plice ordine di Sl1tt1re. In q11alche caso l'orlo. dell'ul· cera è troppo spesso per poterlo invaginare; un pezzo di omento può allora esser fissato in sitn, o il legamento rotonclo c.l el ~fegato. La cavità addo· minale viene quindi pulita con lln'irrigazione d'acq1la. salata l)ollita tiepida, a,·endo cura di lavar bene le regioni lombare e sottodiaframmatica . Si colloca un drenaggio in ciascuno spazio lombare ed un ter zo nella tasca del DouGLAS. Trattaniento JJOsf-operatorio. - I d11e punti prin· cipali sono l'alimentazione e la cura dello sltock. Lo shock pt1ò esser ct1rato con le iniezioni saline intra· v enose, con le iniezio11i sottocutanee di stricnina e con i clisteri d'acq lla,·ite. Non si dev·e dar cibo per bocca se 11on sono passati tre o quattro giornL Clisteri nutritivi ogni 4 ore, co11 latte e succo di carne peptonizzati. Una ,·olta al giorno m ezzo litro di a cqua salata calda nell'intestino. Prognosi. - Dipende: 1° dalle condizioni cl ello stomaco n el momento della p erforazione. secondo cioè, p. es., che er a I)ieno o vuoto ; 2° dalla pre · senza del vomito n elrinter,allo tra la p erforazione e 1 operazione : 3° dalla lunghezza di questo inter · vallo : quanto più esso è 111ngo, tanto più grande il pericolo della peritonite settica : 4:0 dalla sede e dalla grandezza della o d <:'lle perforazioni. :Nel 20 °/0 dei casi riferiti fin qui, si sono tro,ate, secondo l\IAYO R OBSON, più perforazioni invece di una. L e perforazioni sono rare n ella superficie posto· riore, ma quando accadono è tlifficile chiuderle. }.J' anch e difficile raggi11nger e una perforazione av-,·e· nuta in alto sulla faccia anteriore. La presenza o l'assenza del contenl1to stomacale nell'addome influi· scono grandemente sul r esultato. In uno dei casi dell'..A. .• b ench è l'operazione fo~ .. stata fatta -! ore e mezzo c101Jo la perforazione~ ln. •

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FASO.

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SEZIONE PRATICA

metà superiore dell'addome era insudiciata di con· tenuto gastrico e la peritonite seguì. Se la periton~te generale è avanzata, il caso è disperato. La 11tortalità dell'operazione per ulcera gastrica perforata è difficile a stabilire perchè molti casi disgraziati non si pubblicano. L'A. calcola le gua· rigioni al 35 °/ 0 , basandosi su tutte le operazioni ratte in parecchi grandi ospedali negli ultimi cinque anni. (Treat1ne1it, dicembre 1902).

La teoclna come diuretico. La teoci1ia è un nuovo prodotto, recentemente sperimentato dal MINKOWSKI (Tkerapie der Gegen· wart, novembre 1902), che HucHARD ha trovato prezioso. È un composto isomero della teobromina, più so· lubile di questa, munito di un'azione eccitante sul sistema nervoso, che questa non ha, ed inoltre più rapido nell'azione, meno costoso. • La potenza diuretica di questo farmaco è sor· prendente. MINKOWSKI ha trattato 14 malati e la azione diuretica è stata ottenuta in tutti i casi meno due, nei quali l'ingestione fu seguìta da vomiti per l'intolleranza gastrica, per vero dire assai frequente del farmaco. Quantità di urina che sotto l'influenza della di· gitale, della diuretina, dell'agurina salivano a 2 litri, con la teocina raggiungevano i 2900 e perfino 4600 gm. Gli ede1ni e !,ascite di solito scompaiono per la azione del farmaco. Si dà sotto forma di polvere o sciolto in the caldo alla dose di 30-50 cgm. In certi malati l' A. è sa· lito fino a 3-4 dosi di 30 cgm. ciascuna.

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-V- A.RIA I fondamenti fisiologici della geometria di Eu· elide. - Il VON 0YON nel Pflnger's Arcliiv (vol. 85. 1901) pubblica un interessante lavoro s11ll'argomento. L'origine delle idee geometriche è rimasta osc11ra finchè si è ignorato che i canali semicircolari sono gli organi che dànno la conoscenza delle tre direzioni e che regolano indirettamente i movimenti dell'occhio e il lavoro del sistema muscolare. Dal 1875-78 i fisiologi ammettono in generale che il senso dello spazio è la conseguenza delle sensa· zioni percepite dal sesto organo di senso: i canali semicircolari. Gli assiomi di E11clide sono stati enunciati come universalmente veri. La loro dimostrazione non si è potuto trovare. Secondo LOBATSCHEWSKY, RIEMANN, ecc., essi non possono applicarsi se non alle figure di una certa forma nello spazio ed in queste condizioni la fisiologia deve rispondere al seguente problema; le no· stre sensazioni relative alla proprietà del mondo esterno corrispondono esse agli assiomi di Euclide o rispondono essi alla verità della geometria non euclidea'/ Gli organismi a tre canali semicircola1\i hanno la conoscenza immediata e diretta delle tre dimensioni (della linea, della superficie, del volume e dell'equivalenza), le loro reazioni sono appropriate a questa triplice conoscenza; così essi mirano con una associazione psichica semplice alla nozione di distanza e di direzione. Gli assiomi di Euclide non sono dunque dei po· stulati, ma bensì l'espressione di sensazioni dirette del nostro organo di senso speciale: i canali Remi· circolari. Noi non abbiamo dunque da cercare la dimostrazione della loro verità. La geometria euclidea è reale, essa corrisponde a ciò che noi siamo. La geometria non euclidea è all'infuori del dominio dei nostri sensi; essa è e resterà speculativa. Lo spazio, quale è considerato dalla geometria euclidea è lo spazio fisiologico, la cui obbiettività non può essere contestata da alcun adepto della scienza sperimentale. La sua percezione è dovuta. all'organo speciale formato dai tre canali sen1icir· colari (nella maggior parte dei vertebrati). Quest or· gano esiste al momento della nascita· le sensazioni che farà nascere si manifestano progressivamente nello spirito.

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Oscillazione delle stelle. -

Certi soggetti veg· gono muovere i punti che fissano attentamente. Questo fenomeno è stato descritto da HUMBOLDT sotto il nome di « oscillazione delle stelle • . EXNER lo attribuisce ad un disturbo della localizzazion~ delle impressioni visive. (25)

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F. MARCHAND. Rudolf Virehow als Pathologe. Milnchen. Verlag von J. F. Lehmann, 1902.

CENNI BIBLIOGRAFICI L. CONCETTI. L'igiene del bambino. - Roma. So· cieià editrice Dante .Alighieri di Albrighi, Segati e C., 1903. È pur troppo un fenomeno raro tra noi che gli uomini dotti o gli scienziati pubblichino dei libri popolari: essi rimangono quindi per lo più opera di compilatori e di raffazzonatori. L ' igiene del ba1nbino, lln bel volume di 600 pagine circa che il prof. L. CONCETTI ha pubblicato or non ha guarì, va segnalato per completèzza e per esattezza scientifica, p~r il vivo senso pratico ond'è inspirato, per la forma semplice e chiara, pur conservandosi precisa. Dalle questioni sull'allattamento, a ile nozioni d'igiene del vestire, dagli organi di senso e di moto, alle norme per l'educazione della psiche, all~ regole d'igiene scolastica e ai consigli specie profilattici in caso di malattia, tutto quanto riguarda il bambino, sia come oggetto di amore e di speranze de' suoi, sia dal punto di vista sociale, tutto è esaminato in questo volume. È esaminato e discusso e vagliato alla stregua degli ultimi postulati scientifici. Il volume del CONCETTI interessa quindi viva· mente non solo i medici, ma tutti i padri di famiglia e quelli che si dedicano all'esame delle que· s tioni sociali. Ma a me piace in modo particolare mettere in evidenza la virtù del suo esempio : d'un vero cli· nico che si compiace di scrivere, e scrivere bene, un libro per tutti. V. ASCOLI. Prof. G. DIEULAFOY. Clinique Médicale. Masson, 1903.

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Paris.

Il Policlinico ha già reso noti i precedenti vo· lumi del DIEULAFOY, che salito da poco alla Cli· nica de l'Hotel Dien di Parigi, slancia per il mondo ogni anno un volume delle sue lezioni cli· niche. Il DIEULAFOY era notissimo come scrittore felice d'un trattato di patologia medica che ha raggiunto 13 edizioni. Ma le sue lezioni si distin· guono fra quelle degli altri clinici: si distinguono per la cognizione profonda degli argomenti che tratta, p er l'esame completo degli infermi che stu. dia, per l'originalità delle sue vedute, per l'amore che v'è alla terapia chiru:r·gica, per la forma l~cida e calda ond'egli espone e difende le sue idee. D elle lezioni di quest'anno, 5 si dirigono allo studio di talune particolarità delle pleuriti; 2 a in· v enti chirurgici sul cranio; 2 all'appendicite; 2 alla tubercolosi del cieco, le altre al morbo di Paget, all'ascite zuccherina, ali~ gomme della lingua, alle emottisi, alle cisti idatidee del polmone. Nelle nuove lezioni le eminenti qualità del clinico di Parigi rifulgono più vivamente che in quelle finora pubblicate. a. s. (26)

In un breve, ma succoso opuscolo, MARCHAND studia la posizione che V1RCHOW ha occupato nella moderna patologia intendendo la parola nel senso suo più vasto, dalla istologia patologica all'antropologia. .All'indirizzo dato da VraCHOW a coteste scienze si deve quanto di meglio si è prodotto, si deve l'indirizzo positivo-naturalistico. La sua tesi MAR· CHAND conforta di poderosi argomenti riuniti con molto criterio ed esposti con verità e con verace sentimento d'affetto per l'incomparabile maestro. Il suo opuscolo sarà letto con soddisfazione e profitto da chiunque si occupi delle scienze mediche e naturali. A. S.

Pubblicazioni uervennte al (( Pollclinico )) . VALENTI dott. G. Tarsite sifilitica primaria e se· condaria. - Roma, estr. dal Policlinico (Sezione pratica), 1902. BALDONI dott. A. Intorno ad una sofisticazione della conser,ra di pomodoro. - Parma, 1902. ORO dott. l\iI. Tre nuovi casi di rinosoleroma. _:_ Napoli, estr. dalla Gazzetta Intern. di l\IIed. pra· tica, 1902. . CozzoLINO dott. O. Sulla vegetazione del bacteriuni coli comume nel latte di vacca, di capra, di asina e donna. - Firenze, estr. dagli Atti del IV Oongresso P~diatrico Ital., 1902· BOLLI dott. Adolfo. La infermeria chirurgi<:a di Marsciano. - Perugia, 1902. MOTTA Coco dott. A . Sul potere osteogenetico della dura madre. Contributo ali' istologia della dura madre encefalica in alcuni vertebrati. - Catania, estr. dalla Rassegna Intern. della Med. mode~a, 1902. PINZANI dott. E. Contributo alla conoscenza della natura infettiva del reumatismo. - Imola, estr. dal Nuovo Raccoglitore }'!edico, 1902. BELLATI dott. L. Sulle vie di trasmissione della sensibilità tattile. - Napoli, estr. dal Giorn. Inter· naz. delle Se. l\'Ied., 1902. ORO dott. M. Cisti congenita del prepuzio. Napoli, estr. dal Giorn. Intern. di Se. Med., 1902. PICCARDI dott. G. Cisto-epitelioma corneo o cisto· acantoma corneo (Epitelioma perlaceo). - Milano. estr. dal Giorn. Ital. delle malattie veneree e della pelle, 1902. J APPELLI dott. G. Sopra una curva emocbimo· grafica a tipo periodico non ancora osservata. Napoli, estr. dagli Atti della R. Accad. Medico· Chirurgica, 1901. BOMMARITO dott. F. Nota preventiva su di llll nuovo procedimento operatorio per Erniotomia ra· dicale nelle ernia inguinali. - Milano, Estr. dalla Clinica chirurgica, 1902.

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SEZIONE PRATICA

INTERESSI PROFESSIONALI Vantaggi e svantaggi

della professione medica.

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:Nlentre si spargeva per l'Europa, tradotto in tutte le lingue, il fortunato libro del me· dico russo il quale può aggiungere questa alle altre sue « confessioni » che la più bella e pr~­ tica idea della sua vita è stata proprio l'idea di scriverlo, il British medicai Journal pubblicava il suo annuale Educational number, che è sempre miniera di osservazioni e di consigli preziosi per la pratica professionale della nostra classe. Il primo articolo di questo fascicolo dell'autorevolissimo giornale inglese è intitolato: tlie advantages and disadvantages of the pro· fession o/ 11zedicine. In mezzo alle voci alte o fioche che si la· mentano incomposte attorno a noi, gioverà vedere con l'autore inglese qu_a li siano i vantaggi e quali gli svantaggi della professione medica, ed alcune delle considerazioni che leggeremo potranno dare un istante di calma ad anime travagliate. Giunto il momento per i giovani di sce· gliersi t1na carriera i pensieri di molti di troppi tra di essi si rivolgono alla medicina. Il momento è solenne poichè un errore nella scelta può portare un rimpianto di tutta la vita ecl anche un naufragio sociale e morale. Non bisognerebbe dare un tal passo senza la piena coscienza non soltanto di tutto ciò che offra la professione del medico, ma anche di ciò che essa domanda a coloro che se ne fanno un ministero. La professione del medico, come qualunque altra, ha vantaggi e svantaggi, e coloro che pensano di sceglie1'la clovrebbero accuratamente pesare gli uni e gli altri al fine di co· nascere per quanto è possibile ciò che debbano aspettarsi. Quanto più avranno chiara l'idea della vita che dovranno condurre, tanto più saranno ca· paci di giudicare la loro propria attitudine per essa ; e più facilmente rimuoveranno dal loro cammino le pietre d'inciampo se di esse saranno stati prima avvertiti. Con lo scopo di aiutare i gio,rani che entrano nella lotta della vita perchè possano èvitare un fatale errore in un argomento così importante quale è la scelta di una profes·

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sione, dobbiamo presentare loro un quadro spassionato di ciò che si para innanzi a colui che imprende la carriera medica, del lavoro che è chiamato a fare, della ricompensa che può aspettarsene, dei sagrifizi che possono essergli imposti, delle disillusioni che possono capitargli. S'intende che noi dobbiamo rivol· gerci alle persone di intelligenza media, senza particolari vantaggi di denaro o di influenze, che scelgono la merlicina come mezzo di gua· dagna.rsi la vita, e che sperano di ricavare un buon risultato dal tempo e dal denaro speso per la loro educazione. La professione dal punto di vista fisico. Quantunque pochi possano sperare di far fo1·· tuna con la pratica della medicina, pure questa professione ha il grande vantaggio che nessuno dei suoi memb1~i che abbia intelligenza e volontà di lavorare può morirsene di fame. A parte questa considerazione, i vantaggi e gli svantaggi' della professione meclica in quanto concerne il benessere fisico dei suoi membri sono clifferenti nel caso degli studenti e nel caso dei medici. La salute dello studente di medicina ogni giorno più tende a scapitare, se egli sarà scolaro acuto e diligente, p er l'estensione, la varietà, e la difficoltà del suo lavoro, e in alcuni casi per il numero e la òifficoltà degli esami che dovrà subire; ma data una buona costituzione, e considerate le opportunità per le ricreazioni all'aria a1)erta, essendo oramai lo sport alla portata di tl1tti, e pensando che egli può avere almeno tre mesi di vacanza ogni anno, i pericoli per la sua salute possono essere probabilmente evitati. I rischi per la salute del medico sono prin· cipalmente nella incessante natura del suo lavoro. Salvo i fortunati che possono conce· dersi due o tre settimane di vacanza ali' anno i medici debbono essere preparati a lavorare sempre, giorno e notte, nei giorni di lavoro e nei giorni di festa. Il medico deve avere ciò che Napoleone chiamava: « il coraggio delle due del mattino )) cioè deve esser e in possesso di tutte le sue facoltà, e pronto a far fronte a tutte le difficoltà del suo ministero, anche se chiamato nel cuore della notte. E può ave1·e spiacevoli e frequenti opportunità di dimo· strare questa s1ta prontezza. La vita di un medico non specialista è un continuo incontrarsi di contingenze nelle quali, sebbene si sviluppi una specie di tolleranza il continuo (_27)

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IL POLICLINICO

sforzo gradatamente stanca i più forti. Egli è, più che qualunque altro uomo, esposto alle in· f ezioni e la sua res.lstenza fisic.a è spesso a un livello molto basso per la irregolarità dei pa· sti, per l' inclemenza delle stagioni a cui è sempre espJsto, e per la fatica corporea pro· priamente detta. D'altra parte la vita attiva di un medico che ama il suo lavoro è di per sè una salvaguardia contro l'esaurimento; la vita all'aria aperta di un medico di campagna, è quasi tanto sana quanto quella· di un agricol· tore, ed egli sa come preservare la sua salute prenclendo delle precauzioni contro le infe· zioni o curando subito le sue differenti indi· • • • spos1z1on1.

La p1·0/essione dal punto di vista finanziario. - La scelta della medicina come professione ha generalmente una più immediata influenza sulla borsa dei parenti del candidato che sulla sua propria. L'unico vantaggio, dice lo scrittore inglese, specialmente considerando le condizioni del suo paese, si è che un ~dividuo di buona salute e di media intelligenza che si dedica alla medicina a'rrà praticamente dalla sua p1·ofessione quanto basta per vivere; egli ese1·citerà in mezzo a gente che lotta con più o meno successo contro la morte, e troverà sempre chi gli domanderà dei servizi che egli solo può rendere e che lo pagherà per essi assicurandogli un guadagno sufficiente ai bisogni della vita. Pochi medici divengono oggi ciò che un uomo di affari chiamerebbe « moderatamente ricchi » con l'esercizio della loro p1·ofessione, e probabilmente nemmeno l'uno per cénto (in Inghilterra ! ) raggiunge questo successo. Gli svantaggi pecuniari della professione del medico dipendono dalla lunghezza e dal costo del periodo degli studi e dal tempo più o meno lungo e costantemente molto dispendioso che si deve attenclere prima di i·icavare un frutto sufficiente dalle proprie fatiche. Forse un grande svantaggio sta anohe nel· l 'ammontare di ciò che può chiamarsi la spesa clel lavoro, cioè la casa, la carrozza, il ve· stiario, così che la possibilità di metter rla parte tanto che basti almeno per rifarsi del capi· tale impiegato, è quasi nulla nella grande maggioranza dei casi, e la ragionevole economia per la ' recchiaia, detratte le spese per la famiglia, è troppo spesso praticamente impossibile. A ciò si aggiunge che ciò che è la gloria della professione medica è nello stesso \28)

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tempo uno dei suoi più seri svantaggi dal punto di vista finanziario. Il medico moderno, cioè, si affatica oggi per · diminuire le cause delle malàttie ed essicca così le sorgenti del suo guadagno. "Cn medico di molto grido disse alcuni anni fa che la febbre tifoide procl1rava in Inghilterra cento sterline all'an·n o alla maggioran~a dei medici di città e di campagna, senza contare la « fort11,na delle epidemie » ; eppure molti medici hanno lottato e lottano strenuamente per distruggere questa loro fonte di guadagno senza· ricordarsi che il bacillo di Eberth colpisce il povero come il ricco. La professione dal punto di vista intellettz1,ale. - La professi one medica è oggi basata st1i fatti e non sulle parole. Essa è l'applicazione di una scienza che progredisce ogni giorno. Ma per quanto le novità imperiture della scienza medica siano interessanti per i suoi seguaci, tuttavia considerando quanto poco tempo essi abbiano per studiare e per pensare, si vede quanto sia facile che la scienza si burli dei suoi cultori, distanziandoli molto indietro. l\ila per lo sviluppo delle facoltà intel.. lettuali individuali, l'esercizio della professione ha un grandissimo valore. Durante lo stesso periodo studentesco si esercita non soltanto un vasto, per quanto fino a t1n certo punto incosciente acquisto di scienza, ma vi è anche un tirocinio molto importante nei metodi scientifici, nell'osservazione e nel ragionamento sui fatti osservati. Si vede, infatti, nelle persone intelligenti un meraviglioso sviluppo di alcuni sensi, particolarmente del tatto, della vista. dell'udito. Attraverso alla vita attiva della pratica, la mente è conservata sana e vigorosa dall'esercizio dei poteri giudicanti con un minimo di inclinazione emozionale. Un pericolo comune è in,rece questo, che spendendo tanto tempo con gli ammalati, sorga la tendenza nei medici di considerare tutti più o meno ammalati. Colui che veda tanto la vasta portata del fenomeno naturale quanto quella della malattia, in altri te1·mini colui che sia altrettanto naturalista che pato· logo sarà probabilmente salvo dal pericolo, che certamente esiste, di smarrire la sua via e di cadere nei solchi del pensiero e della • azione. Non è poi uno dei mino1--i vantaggi intel· lettuali della medicina l'essere in ogni caso


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SEZIONE PRATICA

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la verità assoluta l'unico tendo ai suoi seguaci di di una questione, liberi simboli di credenze e di

suo scopo, permet- • essa renda i st1oi seguaci atti a dirigere gli ricercare tutti i lati altri uomini, si può avere nel numero dei me• dalle pastoie e dai dici che hanno reso buoni servigi alla loro scuole. terra, e hanno acquistata una buona fama nel· , La professione dal puntp di vista etico. - Pro- l'amministrare le cose pubbliche. babilmente è una fatalità della natura indiLo scrittore inglese ricorda ad esempio i viduale e privata della pratica medica, l'es- nomi di medici come W IJ:,JLIAM l\iIAo GREGOR, sere i medici soverchiamente gelosi nelle loro GEORGE RoBERTSON, JoHN KrnK, LEoNARD scambievoli relazioni professionali. Ciò sta a Woon (governatore americano di Cuba) che provare che i medici sono fatti del medesimo furono a capo delle amministrazioni coloniali stampo degli altri uomini. Salvo qu~sto tri- inglesi e che, forse, se non fossero stati mebuto reso all'umanità si può dire che in nessun dici, non avrebbero con tanto onore ademcammino della vita si incontrino più grandi oc- piuto all'alto ufficio. La fondazione del grande casioni per il più alto sviluppo del carattere. impero Indiano fu in qualche modo dovuta La prontezza nel porgere l'assistenza ovunque ai chirurgi e si è estesa quasi tanto per la e comunque sia richiesta senza tener conto di lancetta dei medici militari che per la spada nessuna considerazione l'addolcire il dolore dei conquistatori. Meno imperialmente e più modernamente umano, il mitigare le sofferenze' morali e fisiche; il coraggio che mai vien meno nel peri- lo scrittore italiano può ricordare l'opera ilcolo delle infezioni, o nell'assumersi le più luminata, indefessa, disinteressata che i me· grandi responsabilità necessarie; la perseve- dici compiono dovunque a beneficio delle amranza che mai cede al nemico finchè la fine ministrazioni locali e delle Opere pie, che li non sia evidentemente vicina; la generosità., la sfruttano indegnamente come professionisti ma discrezione, la piacevolezz:;t e la simpatia che ricorrono a loro fiduciose come amministratori. sono possibili nei seguaci dell'a.rte salutare, E ricorda l'opera eminentemente sociale che sono davvero doti singolari. La simpatia dei medici per i 101~0 clienti che soffrono, non è .i medici compiono tenendo il primo posto un sentimento manifestantesi in lagrime, ma nello studio delle più crude e più immanenti -è azione che si dimostra a sollievo di colui questioni pubbliche del giorno, per le quali la loro parola apprezzata è ora mònito e che soffre. Il medico, insomma, come ha detto MATTEO sprone ad una serie di provvedimenti. diretti a migliorare condizioni insopportabili della ÀRNOLD, « ' rede intensamente la vita e la vede convivenza sociale. nella sua intierezza » . Insomma, la professione del medico che quasi La professione dal punto di vista sociale. - Il medico ha disgraziatamente }JOCO tempo da sempre assicura i mezzi per l'esistenza, dà una dedicare alla coltura dell• questioni sociali opportunità senza pari per lo sviluppo della (lo scrittore inglese argutamente ma troppo facoltà intellettuale che, come dice GOETHE, è scetticamente dice delle amenità sociali: « the un dovere per ciascun uomo e apre un campo medie al 11ia1i Jias little ti11ie /or the culture of vasto, incommensur~abile. per lo sviluppo di .socia/ a1nenities » ), il suo lavoro è troppo indi- sentimenti altruistici, nel quale campo egli --viduale, paragonato, per esempio, con quello avrà il modo di fare il bene con più intensità -della professione legale, per la quale una che in alcun altro. CARLYLE, che pur non aveva una riverenza _parte dello scopo giornaliero è appunto despeciale per la scienza medica: testimonia :Stinata ad occuparsi di queste anzenities. D'altro canto però la sua influenza sociale della nobiltà della professione medica con le seguenti parole : -è grandissima, e quantunque il medico non « He tliat can abolisli pain relieve lii.; fello1v .abbia ancora guadagnata una vera influenza politica, la sua scienza speciale, la sua bene 1nortal fro11i sickness, lie is indisp1ttablg 11se/1Tl.e sercitata facoltà di analizzare i fatti gli hanno lest of all men. Hi1n savage anrl ci1Jilized ll't'll già dato una specie di potere indiretto sullo JiofZOUr..... .... » . Colui che può abolire il dolore e guaril·e il Stato, e gli poti:a.nno dare un'importanza maggiore col p1·ogredi1~e della civiltà. Una prova suo compagno mortale dalla malattia, colui è del valore sociale della medicina. e del come indubbiamente · il più t1tile degli uomini. ....\.. (29)

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IL POLIOLINIOO

lui faranno onore tanto il selvaggio L}uanto l'uomo ci,rile. E 0.ARLYLE continua su questo tono facendo perfino nomprendere che egli preferirebbe di saper guarire le malattie piuttosto che pavo· neggiarsi sotto la parrucca. di crini di cavalli di un lord Cancelliere o sotto il cavolfiore di un lord Primate ! Doctor CAJUS. RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE •

(2359) Sig. dott. F. S. da C. - A L ei non può competere la nomina perchè non fu designato dal Consiglio comunale avendo riportato soli 9 voti fa· vorevoli su 2! votanti. Anzi, a rigore, nemmeno i primi due si potevano ritener nominati, giacchè su 24 votanti, la maggioranza assoluta, senza la quale la nomina non è valicla, è costituità da 13 e non da 12 VC>ti. (2405) Sig. dott. M. B. I. da S. - Per conoscere le matèrie su cui versa l'esame di lat1rea in medi· cina presso le Università degli Stati L[niti, bisognerà scrivere al R. Console italiano ivi residente. È permesso l'uso dell'interprete, che sia di fiducia della Commissione. Non è possibile ottenere aqilitazione provvisoria. (2406) Sig. dott. A. D. P. da C. R . - La sua nomina, cosi come è, :EllÒ valere anche come definitiva: certamente il Consiglio ha sempre facoltà di licenziarla fino a quando non abbia compiuto tre anni di non interrotto servizio, nel qual caso Ella acquista la stabilità, giacchè per questa non osta la interinalità della nomina, ch e ft1 fatta dal Consiglio. (2407) Sig. dott. M. C. da M. - Ella ha pienamente ragione. A vendo acquistata la stabilità, non può essere più licenziata per soppressione di posto, dato che sempre in bilancio e con l'intesa delle superiori autorità furono · fatti figurare tre medici condotti, ai quali mai non era stato portato a conoscenza il ripiego concertato con i superiori. Stia pur tranquilla ohè nulla le si potrà fare di danno. (2-!08) Sig. dott. T. M. da T. - Una sola visita e relazione dev·e e3sere pagata perchè cosi dispone la vigente tariffa in materia penale. Se non ha av11 ta risposta, scriva di nuovo al signor Procuratore generale. (24:09) Sig. dott. D. G. da R. - Se nel capitola to n11lla è stabilito, Ella deve prestare l'opera sua gratuita ai soli detenuti poveri che sono naturali del paese: agli altri deve pensare l'impresa d elle forniture o, in mancanza, il Comune di ori· gine. (2!10) Sig. dott. M. A. Padova. - Disgraziatam ente Ella nulla può fare per combattere la già , .. ,.. enuta. proposta per l'ufficiale sanitario. e il

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servizio prestato potesse prevalere di fronte a titoli eguali, nessun nuovo diplomato potrebbe vincerla di fronte agli antichi. Oltre a ciò, il Consiglio con la fatta proposta in persona di chi è fornito di titolo l.egale ha esercitato un suo diritto insinda· cabile in merito. Se il deliberato, però, fosse an· nulla to per vizio di forma e si do vessa, pertanto, \ rifare la proposta, potrebbe il Comune proporre anche persona diversa dalla prima ed Ella.potrebbe allora ottenere l'intento. · (2411) Sig. dott. S. N . da S. P. B. - In base al ' contributo che corrisponde ed a.i dati di fatto esposti, liq11iderà a 25 anni di servizio annue lire ~ 539. 70 ed a 30 annue lire 817. 06. (2412). Sig. dott. V . B . da C. - Non sembra fl possibile che il Consiglio provinciale sanitario sarà per darle torto, giacchè è ormai assolutamente am· messo e riconosciuto che il servizio necroscopico non è obbligatorio nè p el medico condotto nè per l'ufficiale sanitario. Esso è servizio affatto distinto, che si esercita nell'interesse anche della giustizia per conoscere la veridica causa che determinò il decesso ed il fatto dell'avvenuto decesso. Se a-vrà · torto lo dica e la consiglieremo sul da fare. (2413) Si~. dott. B. E. da T. M . - Ella può pretendere dal Comune il rimborso della R. M. per gli anni 1893 a 97. Sullo stipendio di lire 1100 dal 1898 nulla può pretendere perchè fu dichiarato lordo e tale qualifica si applica non sulla sola differenza, ma su tutto l'ammontare dello assegno. Ella non può più far valere i 15 anni di servizio già prestati, perchè non si è iscritto an· cora alla Cassa pensioni. Si potrebbe iscrivere da ora e compiere da ora i 25 anni di servizio. Do· vrebbe pagar.e al minimo lire 132 annue ed avrebbe la pensione di lire 2113. Doctor JuSTITIA.

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GIURISPRUDENZA •

La IV Sezione del Consiglio di Stato, nella ver· tenza del comune di S ... contro il dott. V., il 4 aprile 1902, emise la seguente decisione: « Siccome, a tenore dell'art. 16 della legge sani· taria, il licenziamento del medico condotto non pu<> avere luogo che per giusti motivi e con l'approva· zione del Prefetto, sentito il Consigliere provinciale sanitario; « Siccome contro la deliberazione del Prefette> si può ricorrere al Ministro dell'interno, il quale decido sentito il Consiglio superiore sanitario; e Siccome contro il decreto del }finistro dell'interno si può ricorrere alla IV Sezione del Consigli<> di Stato, ma solo per motivi di legittimit~t, cioè per violazione di legge, incompetenza od eccesso di potere, da tutto ciò ne risulta che la IV Sezione non ha competenza in merito~ nè può sindacaro gli apprez:aamenti in base ai quali, prima il Prefett()

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e poi il Ministro dell'interno decisero in senso con· trario all'avvenuto licenziamento, annullando la deliberazione del Consiglio comunale ».

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Con suo parere del 3 1902, relativo al Comune di Settefrati, la Sezione Interni del Con· siglio di Stato riaffermò che : . « I medici condotti nominati regolarmente dai comuni, sebbene non abbiano acquistato la stabi· lità in carica, debbono però iscriversi tutti quanti alla Cassa pensioni, anche se essi vengono nomi· nati in età cosi avanzata da ritenere quasi impos· sibile che possano raggiungere il tempo necessario per conseguire la pensione.

** * Riguardo alle spese di spedalità ed al domicilio di soccorso, nella controversia sorta fra la Depu · tazione provinciale di Padova contro la Giunta provinciale amministrativa e l'Ospedale civile di Padova, la IV Sezione del Consiglio di Stato, con decisione del 13 giugno 1902 ha deciso che: e L'Istituto del domicilio di soccorso non è ap· plicabile alla dimora quinquennale compiuta in tempo anteriore alla legge del 17 luglio 1890 )) .

NOTIZIE DIVERSE Consiglio ·Federale degli Ordini dei Sanitari del Regno.

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SEZIONE PRATICA

Si è adunato oggi sotto la presidenza dell'onore· vole Bianchi Leonardo. · Presenti i professori Ascarelli - Ballerini - Bruni (Chieti) - Crespi - Ferraresi - Garofalo - La Torre - Marano (Salerno) - ~!arino Zuco - Mazzoni Gaetano - Mazzoni Luigi - Torti. 11 Presidente ha annunciato la costitui;ione di nuovi Ordini a Caltanissetta, Siracusa e Udine. Il Consiglio ha discusso 11n voto dell'Associazione Medica Bresciana sull'esercizio dei medici stranieri in Italia, e l'on. Bianchi ha affermato la speranza che l'on. Zanardelli sia consenziente nelle sue idee intorno alla reciprocanza del libero esercizio medico. Sbrigati poi gli affari 01·dinari, il Consiglio ha rinviato la discussione sul progetto di legge per la unificazione della legge sanitaria presentato alla Camera dal Ministro dell'Interno, a.vendo l'on. Bian· chi, che è relatore della Commissione parlamentare che eE-amina tale progetto, fatto le sue riserve come relatore del progetto di legge, ma lasciato sperare eh~ verranno accolti in gran parte i desi· derati della classe medie 1. Il Consiglio Federale si adunerà nuovamente quando sarà stata presentata al Presidente della Camera la r elazione della Commissione parla· mentare. Roma, 12 gennaio 1903.

Nomine, promozioni, onorliloenze. La Società viennese di medicina interna nominò S.E. il prof. Guido Baccelli suo membro • onorario. VIENNA. -

* ** Il Consiglio superiore della P. I., dopo di aver stabilito l'ordine di precedenza secondo il qttale potranno essere promossi i professori straordinari della facoltà medica della R. U Diversità di Modena, dava pa· rere favorevole su queste domande di libera docenza: Dei dottori D. Della Rovere e Bindo De V ec· chi, in anatomia patolo-gica, a Bologna. Del dott. Maurizio Franci, in anatomia umana, a Modena. Del dott. Gino Tricomi, in anatomia umana, a l\tiessina. Del dott. Giuseppe Giardina, in igiene, a Palermo. In altra seduta il medesimo Consiglio ha pure dato parere favorevole a.lJe seguenti domande di libera docenza: Dott. Camillo Vincenti, in igiene, nella Univer· sità di Catania; Dott. Giulio .Ascoli, in patologia speciale medica dimostrativa, a Genova; Dott. Francesco .Alessandro, in oftalmoiatria e clinica oculistica, a Messina; Dott. Raffaele Brugia, in clinica delle malattie mentali e nervose, a Modena; Dott. Luigi Tavernari, in igiene sperimentale, a Modena; Dott. Maurizio Crispino, in patologia speciale me· dica dimostrativa; dott. Francesco Egidi, in larin· goiatria; dott- Cesare Falcone, in embriologia; dott. Vittorio Martinelli, in patologia speciale chi· rurgica dimostrativa e il dott. Giuseppe Lusibelli, in patologia speciale medica dimostrativa, all'Uni· versità di Napoli; · Dott. Giuseppe Pollaci, in patologia speciale medica dimostrativa, a Palermo; Dott. Italo Antonelli, in clinica chirurgica, a Pavia; Dott. Attilio Bonanni, in materia medica e far· macologia sperimentale, a Roma.

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Sono stati destinati ad imbarcarsi, in servizio di • • emigrazione : .A_ Genova, sui piroscafi Oa11ibro11ta11, Nord-A11ze. rica e Duca di Galliera, i dottori Ernesto Madia, Carlo Muzio e Decio De Conciliis, medici di 1 a. classe. .A Napoli, sul piroscafo Algeria, il dottore De Silvestri, medico di 2a. classe. .A Genova, sul piroscafo Anto11Jn,a, il dott. Umberto Colorni; sul piroscafo Sirio, il dott. Federico Monaco ; sul piroscafo Sicilia, il dott. Salvatore De Pascalis; sul piroscafo Plioe1iicia, il dottor Gennaro Miranda; sul piroscafo Oolo11ibo, il dott. Salvatore Fascianella; sul piroscafo E spag1ie, il dott. ~Iario Battaglia. A Napoli, sul piroscafo M assilia, il dott. Angelo Caforio.

* ** febbraio,

.A. datare dal 1° il dott. Carlo Belli, medico di 1 a classe assumerà la dll·ezione del La· boratorio batteriolo~co del 3° dipartimento marittimo. (31)

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IL POLICLINICO

Conoor•I e oondotte. CAl\!ERINO (J}'facerata). - Fino al 31 gennaio corrente rimarrà aperto il concorso bandito, per titoli, al posto di medico chirurgo condotto di questo co mune, r etribuito con l'annuo stipendio di lire 2,800. Il concorrente prescelto avrà pure il titolo di coa· diutore alla Clinica chirurgica UniT"ersitaria annessa a questo Civico Ospedale. LEGNANO. - Il 1° febbraio prossimo verrà chiuso il concorso bandito al posto di medico chirurgo direttore di qltesto Ospedale Civile, retribuito con lo stipendio annuo di lire 3,600, somma nella quale è compresa pure l'i1tdennità di a llGggio. ROBECCO (Milano). - Il 31 gennaio corrente si dichiarerà chiuso il concorso bandito al posto d m edico chirurgo condotto a cura piena per tutti gli abitanti di questo comune. Retribuzione annua lire 3,200 lorde della tassa di ricchezza mobile. Cavalcatura obbligatoria. L 'età inassima dei con· correnti non deve superare i 40 anni. VICENZA. - Fino al 31 gennaio corrente rimarrà aperto il concorso . bandito p er titoli al posto di chirurgo primario di questo Ospedale civile. R etribuzione annua lire 1,500 Sl1scettibile d'aumento, pi1\ altre lire 1,000 a titolo d'indennità date dal -0omune. Gli aspiranti non debbono avere più di 40 anni, e insieme alla domanda ed ai necessari documenti debbono aggiungerne uno da cui resulti che fecero almeno sei anni di pratica. ROMA. - Dail' Amministrazione degli Ospizi nTa· rini è stato bandito il èoncorso, per esperimento di un anno, senza l'obbligo della residenza st1l luogo, al posto di chirurgo per l'assistenza ai fanciulli poYeri ospitati in permanenza nell'Ospizio di Anzio. Il concorso è per titoli, fra i dottori che hanno compit1to ~ triennio di sostituto ed aiuto di chirurgia in servizio negli ospedali di Roma, e che non hanr10 oltrepassato il quarantesimo anno di età. Verso l'eletto, l'A;mministrazione prende impegno per un anno soltanto; e, per l'anno che presta la sua assistenza all'ospizio, darà all'eletto l'onorario di lire 1200. I concorrenti debbono presentare la loro domanda, corredata dei necessari documenti, non più tardi d el 31 gennaio corrente, alla segreteria dell'Opera Pia degli ospizi marini, in via Parione, n. 7, piano • primo. BASTIA (Perugia). - .A. tutto il 31 gennaio è a.parto il concorso alla condotta medico-chirurgica, uguale primaria, rimasta vacante in questo com une. I concorrenti non dov1·an1io avere un'età mag· g iore di 40 anni, e devono comprovare d'avere esercitato la medicina e chirurgia in condotta per un tempo non minore di cinqL1e anni, oppure per .almeno due anni in un ospedale o in una clinica . L'ann110 stipendio è fissato in lire 3150, gravate dn imposte erariali e tasse comunali, cioè L. 1800 p er la cura g ratuita dei poveri e lire 1350 per il rimanente della popolazione, pagabili di mese in mese posticipata.me11te, più il compenso di lire 1 p er ogni vaccinazione praticata, con avvertenza p erò che il l\Iunicipio r esta esonerato da qualunqt1e r esponsnbili tà n el caso ch e la Giunta provinciale <lmmini trativn v eni se a depennare nei bilanci degli an11i v ent1iri In rata di stipendio attribuita .ai medici-chirurghi condotti per la cura degli abi· tanti n on po,~eri. La popolazione del Comune, comprese le due di· Roma, 1903 - Tip Nuionale di G. Bertero e O.

[ANNO

IX,

FA.SO.

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pendenti frazioni Costano ed Ospedalicchio, è di 4473 abitanti divisi a metà nelle due condotte. Qualora l'eletto non fosse munito di diploma che abilita alle funzioni di ufficiale sanitario, sarà ob· bligato a fornirsene a proprie spese entro un anno dalla data della nomina. Per mag~iori schiarimenti rivolgersi alla Segre· teria comunale.

Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Aneurisma dell'aorta toracica (Sopra un caso di). - Maragliano. • • . . . • • • Pag. Anticorpi delle spore (Sugli). - Gervino • » Anuria protratta senza uremia (Un caso di). - Licci • . • • • • • • . • . . » Apparecchio per le iniezioni endovenose di ossigeno (Sopra alcune modificazioni dell'). - Mariani . • . • . . . • . . . » Cenni bibliografici . . . . . . • . . » Chirurgia urinaria (Condizioni d'intervento nella). - Guyon . . . . . . • • . » Cirrosi biliare ipertrofica (Sulla digestione gastrica nella). - Kirikow . • . . • . » . . . • . . » Cocaina (Sulla). - Fuchs Colica nefritica (Cura della). - Robin . • » Concorsi e condotte . . . . . . • . . » Conversazioni cliniche della Clinica m edica di Genova . • . • . . . . . . • » Dieta ipoclorurata nella epilessia (La). Barbano . • . . . . • • . . • » Dieta lattea (Intolleranza della). . • • . » Elementi purulenti nei sedimenti urinari (Metodo semplice per scoprire gli). - Fittipaldi . • • • • . . . . . • • . » Emoglobinuria d'origine muscolare. - Camus e Pagnies . . • . , . . . . . » Ernia inguinale della vescica. - Lucas-Cham· pionnière. . • . . • . . . . . . » Feçce grasse ed il dimagramento e l'anemia infantile (Relazione fra le). - Salmon . » Grasso nell'organismo (Sulla questione della trasformazione del). - Leo . . • . • » Iodio (Sul valore terapeutico dello). - Laureati . . • • • . . . . • . • . n Isteropessia (Sull'). - Angelini . . • . • » Liquido attinto dall'addon1e (Sul reperto mi· croscopico d'un). - Rossi . • . . • • » Malattie funzionali. - Krehl. . • . . . » Mesenterio (Della posizione, della lunghezza e del del!' appendite normale). Monks and Blake . . . • . . . • . u Morbo di Bright invece dell'intervento chirurgico (Trattamento razionale o dietetico del). - Porter. . . . . . • . . . » Nomine. promozioni, onorificenze . . • . » Notizie diverse. . . . . . . . . • • » Peritonite pneumococcica. - De Quervain. » Professione medica (Vantaggi e svantaggi della) . - Doctor Cajus. • • . . . . » Pubblicazioni pervenute al « Policlinico )) . » Rene mobile e calcolosi biliare. - Marwedel » Risposte a quesiti e a domande. • . . . » Teocina come diuretico (La). - Minkowski » Trauma e cisti del pancreas. Studio sperimentale. - Lazarus v. Leyden • • • . . » Tubercolosi primitiva della milza. - Roma-

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Ulcera ga strica perforata (Operazione per). - Heaton • . . • . • • . . • •

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.Roma, 24: gennaio 1903.

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Puo. 13 .

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PROF.

DIRETTORI· GUIDO BACCELLI - PROF. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

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•OMMA..RIO. Lavori originali: - G a udiani : L'anestesia generale col cloruro d'etile. - Riviste: - ~ALATTIE INFETTIVE : I tripanosomi negli animali e nell'uomo. - Sanfeli€e e Malato: Studi sul vaiuolo. - Sormani: 'R._icerche speri111entali sulla ez.iologia della rabbia. Coltura artificiale de.l virus rabbico. - CHIRURGIA: - Henschen e Lennander: Tumore del midollo spinale estirpato con successo. - Berar d: Frattura della colonna vertebrale pe9· palla di re· volver-. - Codiv illa : Sul trattamento delle lussazioni traumatiche inveterate dell'anca nell'adulto. - DERMATOLOGIA : Saison: Le der1natosi considerate nei loro rapporti con le dispepsie. - Corrispqndenza da P arigi: - Cuturi: Accademia di medicina. - Osservazioni cliniche: - Girardi: Contributo allo studio · dell'ernia vescicale crurale. - Note di Medicina scientifica: .- Presenz.a n~ll' emb.rione uniano di una glandula interscapolare corrispondente alla glandula ibernante dei mammiferi inferiori. - }vfotl.ifieaz.iorii organiche nei nati da tubercolose. Pratìca professionale: - CASUISTICA: - Neurasteni_a ed isteria nei b.ambini. - Un sinto1na poco conosciuto della paralis i facciale periferica. - Nevralgia facciale tubercolare. - APPUNTI DI TERAPIA: - Corpi estranei inghiottiti o altrimenti introdotti nelle vie natiirali. - RiniozJone di corpi estranei dal condotto auditivo esterno. - Cura della blefarite pitir~asica furfuracea seborroica. - RIMEDI NUOVI : - Mòglie : L' agurina. -- Varia. - Cenni bibliografici. . . Interessi professionali: - Della municipaliz.z.az.ione del servizio farmaceutico . Per il prof. Giuseppe Colasanti (Cornmemoraz.ione tenuta alla Soci.eta Lancisiana degli Ospedali di Roma tiella seduta del r7 gennaio I 90 J). · Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e, condotte. - Indice alfabetico, analitico del presente numero .

L'importan te ·PREMIO A I NOSTRI .CORTESI ABBONATI è in corso di stampa. - Ne principieren10 la spedizione fra poco e sarà eseguita secondo il numero progressivo degli abbona· menti pagati per intiero. Chi non ha spedito l'importo dell'abbonamento, voglia affrettarne l'~nvio per goder subito del p; amio. Coloro che hanno già spedito l'importo de!l'abbonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere 11 libro raccomandato e al sicuro da smarrimenti postali. I pagamenti debbono essere esclusivamente ind1r tzzati all'Amministrazione, Via del Caravita, 6, Roma o personalmente al sottoscritto . . Prof. ENRICO MORELLI. Diritti di pro p rietà riservati

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· LAVORI ·oRIGINALI ARCISPEDALE DI SAN GIOVANNI AL LATERANO.

Reparto chirurgico diretto dal prof. G.

nIAZZONl.

L'a-n estesia generale eol cloru1·0 d'etile. Nota preventiva cl~l dott. V . GAUDIANI chirt1rgo -aiuto degli Ospedali di Roma .

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Avendo conosciuta l' ~s tesa applicazione che è stata fatta del cloruro d'etile ·per l'anestesia generale, specialmente per opera di \ 7 o:-.i I I AC1~ ER , dalla cui clinica , fin dal 1898,. sono usciti due p~egevoli lavori (1), nei quali . si riferiscono le numero<;e osservazioni sull'argomento, io m'indussi) fin dallo scorso mag· gio, ad adoperarlo nel r eparto chirurgico dell'Ospedale di San Gjacomol diretto dal })rof. P osTEMPSI{r, n el tempo che io colà rico· privo la carica di chirurgo-aiuto.

Trovandomi ora a prestar servizio nell'Ospedale di San Giovanni, incoraggiato ·dall'ottimo successo, ho continuato ad usare tale anestesia così nel riparto chirurgico diretto dal prof. MAzzoNI, come nella Clinica ostetrica diretta dal prof. P ASQUA LI; per cui, essendo ormai numerose le mie osservazioni, mi permetto di renderle pt1 bbliche per richiamare l'attenzione dei chirurghi su questo prezioso anestetico, che, sebbene molto ado · perata all'estero è affatto sconosciuto fra di noi. Non essendomi riuscito di rintr~ciare al- • cuna pt1bblicazione originale italiana sull'argomento, ho r<:lgione di credere di avere, io pel primo, adoperato f'ra n oi tale anestesia. . ' ' . . I n questa breve nota, non e pero mia intenzione di occuparmi diffusamente del ~og­ getto, nè di esporre tutto quanto ho potuto apprendere colla personale es1Jerienza (cosa

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Al principio delle Ir!ie esperienze all' '· s pedale di San Giacomo, non presi nota che delle narcosi lunghe, fatte per operazioni di una certa durata; tralasciai perciò di notare tl1tti i casi, pur numerosi, in cui, per piccoli interventi chirurgici (incisioni di ascessi, :flemmoni, raschiamenti di superficie ulcerose, medicature dolorose; applicazione di apparecci1i) mi s\ervii di una narcosi di co~ta durata \da 4' a 10'). Tn questo primo periodo, non a vendo, nè io nè i colleghi che mi coadiuvavano, la necessaria esperienza, ebbi qualche insuccesso, per il fatto che qualche volta l'anestesia non fu perfetta. Negli l1ltim~ 35 casi praticati fin ora all'Ospedale di San Giovanni, come pit\ appresso dirò, il suc~esso è stato completo. In tutti i modi, fra le anestesie praticat.e all'Ospedale di San Giacomo, ne trovo registrate una diecina, delle qu.ali notevoli: 1. Amputazione di mammella per fibroadenoma cistico (esegt1ita dal prof. Po· S T ENI PS I<I).

2. Uura radicale di ernia inguinale (processo Postempski). 3. Resezione della vaginale, per idrocele. 4. Raschiamento dell'utero, per aborto incompleto. 5. Emicastrazione., per gomma ulcerata (vecchio di circa 70 anni, arteriosclerotico). 6. Estrazione di un calcolo incuneato nell'uretra perineale. Riferisco la storia di questo ultimo caso, perchè indica la grande tolleranza all'aneste· t ico da parte dei bambini. « In una delle mie giornate di guardia, fu condotto, da un paese vicino, un bambino di anni 3, con un calcolo incuneato nell'uretra. Al momento dell'osservazione la vescica era ripiena \ed arrivava fin quasi all'ombelico. Sottoposto il piccolo infermo alla narcosi cloroetilica, servendomi dei vari istrumenti per l'estrazione dei corpi estranei, tentai lun· gamente di estrarre il calcolo. Sebbene fossi riuscit o a staccarne dei frammenti, la gran massa restava aderente alla parete uretrale, per cui, considerato che l'uretra era stata già l2 )

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[ANNO IX, FASO. 13]

IL POLICLINICO

che farò fra breve, quando avrò terminato t1no studio sperimentale, già intrapreso), ma solo di riferire in succinto le applicazioni da me f'atte.

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molto malmenata, praticai l'uretrotomia e J'uretrorrafia, applicando poscia una siringa a permanenza. L'operazione durò oltre un'ora. Furono consumati circa 120 eme. di cloruro d'etile: con tutto ciò il risveglio fu rapido e non si ebbe nessun postumo, tanto che fu possibile, due giorni dopo, sottoporre l'infermo ad altra narcosi per la introduzione di una nuova siringa. » Tralascio la citazione degli altri casi, nè tengo conto di quelli in cui la narcosi cloroetilica ci servì per iniziare la cloroformica. ...,,

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** Nell'Ospedale di San Giovanni ho praticate fin ora 35 narcosi. Essendomi man mano impossessato della tecnica, del tutto differente da quella degli ordinarii anestetici, mi è riuscito portare, sempre che è stato necessario, la narcosi fino alla completa risoluzione muscolare, in modo da permettere di eseguire operazioni lunghe e laboriose anche sugli organi addominali. Di queste narcosi la più · lunga è stata di 35', con 80 eme. di cloruro di etile; in questo tempo il prof. MAzzoNI ha potuto eseguire una ~ isterectomia addominale sopra vaginale, col processo Sanger, per un voluminoso fibromioma. Dallo stesso prof. MAzzoN1 sono state ese· guite altre operazioni di lunga durata, fra cui: l. Is.t erectomia vaginale, per fibromioma (30' di narcosi) con 50 eme di anestetico. 2. Laparotomia. Operazione di 'l'alma (2.2' di narcosi, eme. 35 di liquido). 3. Cancro dell'ovaia. Laparotomia e3plorati va (15' di narcosi, eme. 25 di liquido). La paziente era in gravissime condizioni generali, con polso piccolissimo, che arrivàva a 120 pQ.lsazioni prima dell'operazione. 4. Due laparotomie per ~ppendicite. In uno di questi due _casi, vi erano sintomi di peritonite diffusa. L'ammalato era in gra· vissime condizioni generali : polso 140. La narcosi durò 25' con 40 eme. di liquido. Si riscontrò la perforazione dell'appendice e peritonite purt1lenta diffusa. Morte dopo tre giorni per peritonite diffusa. Nel ~econdo: peritonite circoscritta; narcosi 15' ; 30 eme. di liquido. Altre operazioni di una certa gravità, per le condizioni generali del paziente, sono state

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SEZIONE PRATICA

praticate dall'egregio co~lega dottor Lu GLI, . ' c1oe: 1° Tracheotomia, per stenosi laringea, da tumore maligno. Ammalata cianotica e di• spno1ca. 2° Ano cecale, per enterocolite cronica. Operazione di 25'. Consumo di 35 eme La donna era già stata operata di ascesso del fegato. Non credo necessario, per ora, rife~ire le altre operazioni praticate da me e dai miei colleghi dell'ospedale stesso. In molti di questi casi, l'anestesia col cloroformio o coll'etere non era praticabile, per le speciali condizioni dell'inf'ermo, e l'atto operativo si sarebbe dovuto compiere coll'anestesia locale. Dopo le narcosi di lunga durata, non ebbi mai a trovar nelle urine traccia di albumina, • • • • nei g1orn1 success1v1. Per eseguire la narcosi :dii servivo, le prime volte, di una comune compressa a più doppi; ma ora, da vario tempo mi servo di una speciale maschera in caoutchot1c, simile a quella di Hirschel pel protossido d'azoto, e opportunamente modificata dalla casa Gilliard-1\lonnet di Lione. La descrizione pu9 leggersi su u11 importante pubblicazione di H. Girard di Bordeaux (2). La stessa casa, ha 'di recente messo in commercio dei grossi tubi di cloruro d'etile per anestesia, i quali sono graduati e muniti di una chiusura automatica. Avendoli usati grain numero di volte, bo dovuto convin cermi che sono molto pratici e assolutamente indispensabili per la buona riuscita della narcosi, non essendo possibile adoperare a tale scopo i tubi capillari usati per l'anestesia locale. "t

** * Senza a vere la pretesa <li tirare delle con seguenze dai miei casi, non certo numerosi, e senzà uscir dai limiti impostimi da questa nota, posso affermare che in tutte le narcosi mai ebbi a n otare aloun fenomeno spiacevole od allarmante. Epperò, avendo io adoperato il eloruro d'etile, in ,,arii oasi di eccezionale gravità, posso concludere (trovandomi in ciò d' accordo con tutti gli osserva· tori) che il suo uso, colle debite riorme e cau· tele è assolutamente innocuo, anche se la somministrazione sia lunga. La narcosi col cloruro d'etile, senza che

possa completamente sostituirsi a quella coll'etere e col cloroformio, può vantaggiosamente essere adoperata e ragionevolmente preferita nella pjccola chirurgia ed in tutte le operazioni di breve durata e ciò, per la sua quasi istantanea azione, per la rapidità del risveglio, per la sua innocuità e per l'assoluta mancanza di spiacevoli fenomeni postumi, tanto frequenti cogli altri anestetici. Può inoltre, con una tecnica ri701·oso , adoperarsi in chirurgia addominale, specialmente in interventi di non troppo lunga durata, ed in quei casi, in cui non posbono adoperarsi, per le condizioni dell' operando, i comuni anestetici. Oltre ciò, può servire, per la sua rapida azione, come già molti chirurgi sogliono fare, ad iniziare le narcosi eteree o cloroformiche. In t1na prossima pubblicazione, spero di potere rendere note tutte le osservazioni dei singoli casi, nonchè i risultati delle ricerche sperimentali da me iniziate. Roma, dicembre 1902. (1)

Ueber d;e Narcose 111it Aetilclorifl. .A..rcb. f. Klin. Chir. 1898, t. 57, Heft 4. PIRCHER. Uber Aetflcloriclna rcose. Wiener mediz.

LOTHEISSEN.

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W ochenschrift. 1898, n. 21.

(2) H.

GIRARD.

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L e ctornre fl' é~qle e11, a11estésie gé·

uérale. Re1rue de Chirurgie, 1902, n. 11-12.

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RIVISTE

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MALATTIE INFETTIVE I tripanoson1i negli animali e nell'oon10.

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(Rivista sintetica).

In questi ultimi tempi hanno acqttistata

molta importanza alcuni protozoi della classe dei flagellati, i così detti t1·ipanoso11zi, i quali non solo costituiscono l'agente eziologico di certe epidemie di animali domestici che infieriscono in alcune regi on i dell'Africa, dell'Asia e dell'America, ma sono da riguar· dersi fors 'anche come agenti di speciali malattie dell't1omo, stando almeno ad alcune r 2centi rice1·che che hanno un grandissimo interesse specialmente per la patologia esotica. E siccome coll'allargarsi odierno clell'e· migrazione, della colonizzazione, più facilmente può avvenire che tali malattie si osservino e fuoriescano anche dai loro limiti naturali così crediamo non int1tile il di1·e al· cune parole su quest'argomento, facendo conoscere quello che più cli reeente si sa sulla patologia animale e su quella umana in rel~t· zione a tali agenti eziologici.

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IL

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Come abbiamo detto, i tri1Janosomi appar· tengono ai protozoi, classe dei flagellati. Essi -vivono nel sangl1e. nell'intestino. n ei tessuti cli i)arecchi animali, e distinguonsi per avere un cor1Jo di forma . ovalare allun· gata, spesso a guisa di linguetta. dotato di un'estrema mobilità, con un,alta m embrana on· dulante sopra uno dei bordi, la qualè termina con un flagello. Non si conoscono ancora molte s1Jecie dei medesimi o forse non sono ancora così ben studiate da IJotersi esattamente diff ere11ziare fra l oro. Sec.ondo il DoF· LEIN, le specie finora cono sciute quali parassiti negli animali sarebbero: il frgpa1iosoma sctngzlinis Gruby, a~sai .f reqt1ente nel sangue della rarta -esc1J;lenta clella ra1za te1nporaria. · dell'/zg/a arborea· il tJ·gpa1zoso11ia ebertlzi K ent. che tro\asi n ell intestino degli t1ccelli (galline domestiche e selvatiche, anitre, oche) e al quale fu data un'importanz ~ assai grande dal Rr,roLTA. dallo PFEI FFER. da Brl..BES e P ASCARIN, sia come uno stadio della difterite degli uccelli, sia soltanto come aggraT"ante la malattia ; il trgpanoso11za balbia11i Certes. che è stato · riscontrato nelle ostrich e il trgpanoso1ria lezvz'sii, comunissimo n el sangue dei ratti (1nzis dec1lnzanzis; 11z. raftTts 11z. rzzfesce11s.) e dell' !1a1nster (cricetns a1·valis)) e diffus issimo in Europa, Asia, Africa; il trgpartoso11ia br1icei Plimmer e Bradford, comuni in alct1ne r egioni dell'Africa, n el sangue dei b11oi, dei ca valli, dei muli, delle antilopi cl ei camelli dei buffali; il trgpa1iosonza eqziiperil,um, tro\ato nel sangue dei cavalli in una speciale malattia che osservasi s pecialme nte nel nord dell' A· frica· il trgpanoso1ria evansii Stéel, ch e trovasi nelle Indie, n ei cavalli, nei camelli. n egli elefanti e n ei buffali. A ql1este specie princitJali sono da aggiun· ger si alcune altre m eno inter essanti come il t. cobitfs Mitropl1anow, che vive n el sang 11e del cobitis fossilis, il f. carassi :Niitro1Jhano\v, che v ive n el carassizzs v1llgaris. il f . da11i!e1v$"liyi Labbé, che -vive n ell intestino della, sanguisuga. Gli Autori che si sono occu1Jati dello st udio dei triJJanosomi sia dal lato ·puramente zoologico, come da quello i·iflettent'1 la loro azione lJatogena sono abbastanza nume1.. osi. Le l)l'ime ricercl1e sono quelle del GRos (B1ll!et. Boe. 1zrrtural,, l\Iosca, 1815). del CH~.\..US· sAT (Tl1èse de Paris 1850). del LEwrs (A111ina! rep. of sa1z. co11z. 1z ith Gov. of I1zrlia 1878L del CHROOI\: '"" C~l\. Nl'-

JoT1r1t. o/ tl1e r. 111icrosc. soc ..

1886). I1e ricerche più minuziose i·igt1ardanti la- inorfologia, la biologia, il m odo di svi-

lt1p1Jo. l,azione ]Jatogena. il modo cl'infezione, l 'in1mt1n iz~aziotlP v-er'"' o la malattia protlotta da qt1()sti para siti i dPvono ai la,~o ri di RA· BINO,VlTCH e KE~IPNER, 'V.A.SILEWSJ\:I e SENN. Kocrr LINGARD, PLI:\I:\IER e BRADFORD, RoGER, LAVER"'\.N e ME "' NIL. Questi ultimi specialmente in parecchi recenti lavori comparsi 11elln 8ociété rie biologie e negli . 41l11rr!i . Pas,_' \ • •

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tezir studiarono molto a fondo la ql1estione patologica. , . . alendoci specialmente dei la\ori di LA.· VERA.N e J\iIESNIL cercheremo di rlare alcune nozioni generali .s ulle malattie più comuni e più note degli animali domestici. J)rodotte dai tripanosomi, che sono la 11aga1za, la s11rra, il 11ial de cade1·as) la dT1rina o 11tale del coito. La 1zaga1za, della quale Bruce ha. scoperto il parassita, è :qua malattia specifica che com· lJare n ei cavalli. nel mulo, nell'asino. nel bue. n el cane, nel gatto e in altri animali, che \aria. per durata, da qualche giorno a qt1al· che settimana o m esi, che è fatale sempre n·e l cavallo, nell'asino, nel cane, ed è carat· terizzata da febbre, infiltrazio11e edematosa n el tesst1to sottocutaneo del collo, dell'addome, delle estremità, da distruzione piìl o meno . rapida (lei globt1Li rossi, cla climagramento note,role, spesse volte cla eecità costante1nente dalla · })resenza n el sangue di uno speciale tripano_soma (frg1Ja1zoso11za brucei). Il parassita è inoculabile sperimentalmente . ai topi · pre· senta nel st10 .svilu1)po una segmentazione tras1rersale e longitudinales una co.ni ugazione, una forma ameboicle. L 'age11te di trasmis· sione del parassita sar ebbe la così detta 11zo-

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sca tsefsè (Glossita 11iorsita11s).

Se il tripanosoma co mpia un ciclo clella sua. vita nel corpo della m osca, o questa serva se m1Jlice mente co me agente di tras1Jorto del lJarassita, non si sa anco1.. a. La malattia s i osserv-a in molte contrade dell A.frica. specialmente nel Zoulo nlancl nel Co ngo belga, n ell' Afc·ica orientale tedesca ed inglese. sulle i·iv·e dello Zambese, al Togo. al Soudan, nel llaese ilei Somali, lJrobabilmente in Nubia ed in Abissinia. Non i)are ch e la malattia sia contagiosa per l'uomo; su questo i•r Jposito però ritorneremo 1Jii1 a'Tanti. 1 La sz11·ra è una malattia aualoga, pt'odotta I clal frgpanosonza e?Jrr1zsii. che ftl scoper~to nel ·' 18SO da GRIFF ITH E v A~S n el sangtte dei ea· valli, c1ei muli, dei camelli. La n1alattia osser \,.asi oltre r 11e n elle I nel i e, auc.he n ella Birmania inglese, in alcune pro· , .. i11cie Cinesi. nella Per sia. al Tonchino, forse anche in Corea. Probabilmente è il m edesimo IJarassita che dà la 11aga1za p er quanto alcuni at1tori . ammettan o una certa diffe renza di forma e s1Jecialn1e11te di gl'andezza. È ino cu· labile nel cane e nella scimmia. Pare cl1e il mezzo di tras1Jorto sia. dato cla clitteri che IJttngono (forse clella famiglia clei tafani). Il 1;irrl de· caderas è una malattia p1·01Jrin clei cavalli, ch e osser\rasì ll(?l centro clell' America del S ud. ed è analoga alle altre due. Il bt1e però sembra refrattario. Infine è da notarsi una malattia S}l(\Ciale detta do11ri11e dai francesi, o 11zal del coito, · che infierisce specialmente nei cavalli stal· loni. ed è stata OSS?rvata in "'C" ngheria, itl Spagna. in Turchia. al Marocco, a Tri1)oli. i11 _ A..lgeria. in iria. al Cl1ilì. e IJrobabilmente • .. I

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anche negli Stati Uniti. Il parassita {f1·gpa· • Il secondo raso è annt1nziato nello stesso 1ioso11ta eq1tiperdzi11i) ha qualche differenza giornale, al n. 21, no,,..embre 1902, ecl è r·ipor· morfologica rispetto agli altri. E inoct1labile tato dal ~f A NSOX. ai cani, ai conigli, ai topi. Il contagio si fa Il paziente era un missionario dell alto i)er mezzo clel coito, e questo è il solo modo Congo. il quale, in seguito a febb1·i r emitnaturale di diffusione clella malattia. Gli in· tenti ribelli era venuto in convalescenza in s~tti non vi hanno alcuna parte. Inghilterra. Il ~IAXSON ricordanclosi di un Vi sono clt1nque quatteo malattie p1·odotte ammalato presentatogli un mese prima dal cla ti·ipanosomi e forse la lista non è com· dott. FoROE, il quale soffriva di febbre cronica irregolare ed ingrossamento cli milza, pleta. Vediamo ora quello che si sa circa alla edema della faccia, eritema multiform e al presenza cli simili parassiti nel sangue clel· tronco ed alle estremità, e il cui esame del sangue praticato (lallo stesso dott. FoRDE l'uomo. Se esaminiamo i libri anche più recenti aveva dimostrato la · presenza di tripa.nosomi cl1e trattano dei protozoi q t1ali agenti cli ma· nel sangue, opinò che si trattasse di un caso lattia nell'uomo, troviamo nL1lla o quasi nt1lla analogo. Fatto entrare il pazif\nte all'ospein proposito. Solo il DoFLEI~ cita il NEP\~Eu dale e praticati esami sistematici del sangue, il quale avrebbe descritto (Oo1rtpt. rend. Soc. clopo un certo tempo si dimostrò infatti la presenza di veri e propri tripanosomi. Il ~iol. 1898) un tripanosoma del sangne in pa recchi amrr1alati di malaria ad Algeri, acco· 1\tIANSON riconosce l'im1)ortanza somma di gliendo però con un certo dt1bbio questa us· queste ricerche e si domanda se non sia fo1·se servazione che seconclo lt1i potrebbe dipen- possibile spiegare colla presenza di simili or· d~re da uno scamhio coi corpi flagellati ganismi nel sangt1e la patogenesi di certe della malaria. In verità ci sembra un poco ~ febbri anomale che riscontransi nelle con· strana questa s11pposizìone, sapendosi q11anta trade tropicali. <lifferen~a ci sia fra un corpo flagellato della Per conto nostro non possiamo che applaurualaria ed un tripanosoma. Ad ogni modo dire ai progressi degli studi in proposito, i pur lasciando nel dubbio questa osservazione, quali ci aprono un nuovo orizzonte, che potrà vediamo qt1ali e quante altre ve -ne sieno, essere fecondo di scoperte e di applicazioni e notiamo ancora che nell'ultimo lavoro dei pratiche. Ora che si sono st11diate con tanta citati LAVERAN e ~fESNIL è detto che il dot- diligenza certe malattie esotiche degli anitore BARRO~ ha o·s serva to a Londra nel san- mali mettendole in rapporto con questi spegt1e di ttna signora anemica dei protozoari flà· ciali parassiti, e clte le investigazioni sul· gellati in gi:an nL1mero ( The Liverpool »ied. l'uomo hanno portato alla conclusione che cliirzt1y;. .f01lr1za!, 1895); anche questo caso è esso pure può essere l'ospite di simili orgamesso in clubbìo dagli stessi autori. nismi, non pt1ò più disconoscersi l'importanza Di fronte però a que~te prime osservazioni di qt1esto nuovo agente patogeno, il qt1ale o assai incerte, ne abbiamo delle recenti che è il medesimo che si osserva negli animali, non mettono più alcun dubbio sulla possibi- · e.cl allora si tratterebbe di 11no speciale conlità cle11·entrata nella circolazione dell'uomo tagio dall'animale all'uomo per mezzo forse cli q11esti flagellati. Anzi si è studiata t1na di qualche agente animato intermediario, o è speciale sindrome fenomenologica che sembra ·una specie affatto differente ecl allora tutta C't1·atteristica., sta11do almeno alla conco1·danza una serie cli osservazioni -n uo,re si presen· clelle più 1·ecenti osservazioni, le qt1ali sono tano allo studioso cli malattie ti·opicali. Cer· poche, è vero, ma hanno l'assicurazione di tamente l'emoparas&itologia è entrata cogli scienziati competentissimi come Ross, }'lANSON. ultimi studi sulla malaria in un campo nt1ovo, Il primo caso veramente certo è stato co- e se le osservazion,.i sulla malattia da t1·ipa· municato a lla Società medica di Londra dal nosoma, la quale del resto avrebbe anche dott. DuT·roN, il quale osservò a Bathurst lma forma clinica speciale, si moltipliche(Gambia) dei tripanosomi nel sangue cli un ranno, si potrà certamente acquistare nu o'Te et1ropeo che aveva ieb bri remittenti con gon- cognizioni sulla patogenesi sulla cura e spe· fiore della faccia~ edema delle palpebre e cialmente sulla profilassi. delle membra inferiori, frequenza anormale Anche noi, nel nostro paese, non dobbiamo clel polso e della respirazione, debolezza ge· disinteressarci <li queste i·icerche, giacchè se ner·ale, milza grossa. I tripanosomi erano siamo all'ultimo gradino 1·ispetto alle altre poco nt1merosi. ma tipici, analoghi a quelli che nazioni, come possessori di colonie, diamo producono la naga1ia. Nel n. 17 settembre 1902 però uno dei più forti contingenti a11·emigra· clel Jo11r1zal o/ f1·opical 11zedicine è riportata l'os· zione, fors'anche nei paesi do"V"e pii1 facil· servazione alla quale è annessa llna tavola m ente possono osservarsi queste fo1·me mor· in fototipia rappresentante t1n p1~eparato cli bose di origine parassitaria. sangue con un caratteristico tripanosoma. Il te. DuTTOS propose altresì che al medesimo fosse dato il nome di t111pa1zoso111a ga11z4

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IL POLIOLINIOO

Studi sul vaiuolo. (SANFELICE LXII. 2-3).

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Il mate1·iale di studio fu offerto da 7 cadaveri di piccoli vaiuolosi ; 5 dei quali non vaccinati, e 2 inutilmente innestati. Della ci1te, delle pustole, delle petecchie, e dei singoli organi di ciascun cadavere furono con ogni cautela asettica praticati innesti nei te1·reni di coltura e nell'animale. Fu così isolato uno stafilococco piogene a1ireo insieme con altri stafiloco·cchi (citreus, albus, cereus-flavus) con il coli e con colisimili e tifisimili, insieme con il pseudodifterico, con il pne11mobacillo di Friedlander e con il diplococco lanceolato. Il solo reperto

comune a tutte le sezioni fu q1zello del micro· cocco a1ireo. Le inoculazioni del materiale clelle sezioni nell'animale furono praticate nel coniglio, nella cavia, nella pecora, nel cane. La iniezione endovenosa della emulsione di organi nel cane ebbe azione patogena manifesta (per lo più mortale) in più che un terzo degli animali inoculati (esperimento su 46 ca~i), pro· voca.ndo fatti anatomici e clinici simili a quelli del vaiuolo umano. Dai cani che soggiacquero alla inoculazione si potè isolare lo stafilococco • piogene aureo. Lo stafilococco piogene aureo, isolato dalla coltura del materiale delle sezioni inoculato per via endovenosa nel ca.ne si mostrò patogeno, tJrovocando l'identica sindrome. Lo stafilococco piogene aureo, isolato da ·v·ari processi flogistici comuni {ascessi, flemmoni, ozena,. rinite; congiuntivite, ecc.), inoculato per via endovenosa, si mostrò bensì pàtogeno (esperimento su 30 cani) provocanclo t1na settice1nia o una pioemia, non mai alterazioni simili a quelle dPterminate dalla iniezione dello stafilococco precedente. A v1·ebbe ad un que il microrganismo isolato dagli AA. gli stessi caratteri morfologici e culturali, ma non gli stessi caratteri patogeni del comune stafilococco piogene aureo. Segue lo stt1dio istologico anatomo-patologico clella cute, della parete intestinale, del fegato, del re11e clella milza, del l)olmone dei c~1daverini oggetto cli studio : alle cui alterazioni possono bene esser paragonate quelle dagli a.A.. ri "'Contrate e descritte nei cani inoculati per ' ria endovenosa col materiale di , ,.aiuolosi, mct non con colture del coml1ne • piogene aureo. Sia nella p11stola ' raiolosa che nella vaccinica Guarnieri (1 92) d · scrisse dei corpuscoli per lo pii1 i11tracellulari cl1e egli considerò <'Ome paras iti e che chiamò C'ytoryctes variolae e Cytorycfes zacci1zae. i pre entano nel protoplasma cellulare, grandi poco o molto meno del nucleo, che ~ ben conservato più piccoli nelle celll1le che on meno alterate (pe1~iferia) quasi che essi

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corpi aumentassero col progredire delle alterazioni degli elementi del corpo mucoso. Di solito unici, talora 2-3 in una stess;t cellula. per lo più lontani dal nucleo, talora addossati a cl esso, o anche in esso inclusi, appaiono come risultanti da una massa omogenea. MONTI (1894), RUFFER, PLI)!MER, 0LARKE. PFEIFFER, "\V ASILIWSKI, SoLOVTZOFF ed altri ' confermarono tali risultati. MASSA..R1, FERRONI videro questi corpi, ma non c1~edettero fossero parassiti, perchè poterono provocarne la comparsa nelle cellule della cornea del coni· glio ir1~itandola coll'olio di croton o coll'acido • osm1co. SALMON, . perchè mutevoli in grandezza e perchè mancanti di membrana e di nucleo, li considera come nuclei di leucociti polintl· cleati inclusi; HtrCKEL pe11sa che i corpuscoli del Guarnieri sian forme degenerative. Gli AA., dopo aver dato una esatta descrizione delle forme di Guarnieri che si riscontrano nelle cellule malpighiane e nelle pustole di vaiolosi e il loro comportamento rispetto alle soI stanze coloranti, si domandano se esse siano realmente forme parassitarie e appartengano a uno stesso parassita. I. La, ricerca di questi parassiti negli organi non dà risultati concordi (MONTI) perchè a volte son numerosi, spesso scarsi. Nella cute dei cani morti pe1· inoculazione endovenosa di materiale vaioloso - e dai quali fu isolato il micrococco aureo - si riscontrano le stesse forme parassitarie (prevalentemente piccole). lVIa poichè non è riuscito di rintracciarle nei cani inoculati colle colture di micrococco aureo isolate clagli organi di vai11olosi, persiste un grave dubbio sulla essenza di queste formazioni endocellulari. Le stesse forme si vedono anche nella cor· i1ea di cani per azione della cultura pura di micrococco at1reo, per quanto non si accoro- · pagnino le alterazioni patologiche caratteri· stiche, che GuARNIERI ha potuto provocare nella cornea del coniglio per azione del , .. ac• ClnO. Del resto, per quanto scarse, appaiono nell~l cornea del cane forme simili anche per azione dello stafilococco piogene aureo comune (ad esempio isolato da rinite). Gli AA. propendono a considerare le varie forme parassitarie del Guarnieri come parassiti inglobati nel pro· toplasma cellulare e che vanno quindi SLl· bendo fatti degenerativi, involutivi. Gli AA. passano quindi a studiare come si comporti il cane rispetto al ''accino e trovano che coll'inoculazione di pus '""accino si provoca nel cane una infezione locale, ma non una infezione generale. La linfa vaccinica f:4econdo gli studiosi suol contenere gli stafilococchi piogeni (aureus. albus, citreus cereus-albus), lo streptococco eresip. e altri piogeni e saprofiti. Gli AA. hanno ripetuto la ricerca su linfe di varie provenienze, riscontrandovi con la mag·

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giore costanza stafilococchi e di essi specialmente l'aureus, talora l'albus: con questi due germi isolati. gli AA. hanno praticato numerose inoculazioni in conigli, pecore e ca11i senza lJerò ottenere le stesse alterazioni patologicl1e che si hanno con la inoc ulazione della linfa. I cani trattati con la linfa vaccina., alla cessazione delle manifestazioni cutanee f11rono llCcisi: il reperto batteriologico ct1lturale dei loro organi dette per lo più lo stafilococco piogene aureo insieme al bianco, rarame11te quest'ultimo solo. A cani trattati con pus vacci110 furono iniettati nelle vene materiali vaiolosi o il micrococco aureo da essi isolato, e r estarono immuni; mentre non riuscì di isolare dal vaccino un germe capace d'immunizzare il cane contro i materiali vaiolosi o contro il micrococco aureo. E in generale gli AA. ammettono che il germe del vaiuolo, per quanto morfologicament~ risponda al germe del ' raccino, pure sia una varietà differente da esso, dotata di un lJotere patogeno c1iverso. Le alterazioni anatomo patologiche della ct1te del cane, l)l'O"'\"ocate clal vaccino, sono si· mili a quelle che si osservano n ella cute vaiuolosa. Si possono riconoscere n egli elementi le forme del Guarnieri - sempre intensa· mente colorate e ricinte da un alone chiaro. Gli AA. hanno infine cercato di stabilire se il R ie1~0 cli animali inoct1la.ti col vaccino ab· bia un potere immunizzante come 'ruole il BÉCLÉRE, o resti inattivo (STERNBERG). , Hanno visto che esso. qt1anto quello di cani inocula.ti per ''ia endo,. . enosa con materiale va· i11oloso o con micrococco aureo, ha una rea· zione n.gglt1tinante s11l micrococco (agglutina· zione che }Jerò si osserva anche nel siero di cane normale per ogni sorta di stafilococchi piogeni). L'iniezione sottocutanea di essi sieri non conferisce immunità nè verso il mate1·iale vaiuoloso nè verso il micrococco. Il lavoro è accompagnato da t1~e . ta,role a colo1·i assai dimostraLive. Dott. R. DALL.A. \ TEDOVA.

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Ricerche speri1nentali sulla eziologia della rabbia. Coltura artifiriale del \'ir11s rabbico. Gazzetta Medica Italiana. Anno LI\T. num. 3 e -1).

(SORl\t"ANr,

La rabbia, lissa od idrofobia è malattia prodotta da t1n virt1s o contagio, che si co· munica da animale ad animale e dagli ani· mali all'uomo, quasi sempre per mezzo di morsicatura, onde ne venne il nome di rabbia. Questa via di trasmissione }Jerò non de,r'essere considerata come uno dei fattori essenziali della malattia · poichè qualche volta la infezione si ebbe per ferita accidentale: e d'altra parte 01·a è di regola trasmettere la rabbia per iniezione subdurale, nei laboratori. come ha insegnato PASTEUR. ~.\.nche il fatto.

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dimostrato dal G ALTIER, <!he il coniglio P il miglior reattivo per questa inalattia. oltre all 1ave1· molto facilitate le vie di stt1dio, ha provato una , .. olta cli }Jii1 che la ntorsicafzTJ'rt e la sintomatologia rabbiosa o /11riosr1. non sono che accidentalità secondarie i11 questa forma patologica. Ciò che vi è cli costante e cli ,-eramente i1ecessario, dev:essere un ~,..irus o contagio, chP passa dal corpo di un animale in q t1ello dell'altro, od in quello dell'uomo~ questo llaR· saggio si fa p er mezzo cli soluzione di 0011tinuo, per innesto. e non per· , .. ia clell'aria. Non si tratta quindi cli un virus ,-olatile. ma di un contagio fisso, che fu prevedt1to ecl iii· tuito da molti, ma fit1ora da nessuno con certezza dimostrato. L'A. fa in riassunto la sto ria dei tentati,.. i fatti finora da P .ASTEUR a FERRA.N, a )IOT· TET e PROTOPOPOFF, a MEMMO. e insiste su quelli di LE·v·y nel suo stesso labo1~atorio. « Le mie ricerche, dice l' A., cominciarono nel dicemb1·e 1901 e non ebbi la certezza di esser riescito. che ai primi di no,.. embre de] 1902, perchè ho sempre voluto dubita.re. ripetere e controllare fino a sazietà. « U no dei primi ostacoli da , .. in cere era l~t scelta del m ezzo di coltura. E questo lo superai adoperando da principio nt1merosissimi mezzi e tutte le ' rarietà possibili di cui il mio laboratorio poteva disporre. mez~i solidi e liquidi, aerobi ed anaerobi, animali e '"ege· tali, ecc. « In questo mi perRt1asi che il ,·irus r·abbico attecchisce anche in mezzi comuni di colt11ra, e che non è affatto ,-ero che esiga terreni co1nplicati, come q11elli r he altri escogitarono. « Ho già detto cl1e il liquido cefalo-rachi· diano. il siero di sangue, liquido o solidificato ec1 il brodo Casagrandi non sono buo11i terreni di coltura. « Ho trovato in,.. ece fra i più opportuni l 'agai· glicerinato, l'agar i)ancreatico, la pa· tata. il brodo pancreatico. la gelatina comune ecl il latte. « ~Ieno 01J13ortuni sono l'agar comt1ne e l 'agar glucosato ~ riescono utili, s1Jecialmente per alcune ricerche. le colture in brodo co· mune, in orina, in decotto d'orzo. st1 barbabietola rossa (metodo LE\"'T) e u altr·i substrati . « Le coltm·e aerobie sono pii1 facili ad otte· nersi che le anaerobie: queste riescono piit tardive e più scarse. « Presento intanto ai signori ~Iembri clella Società medica esemplari di coltt1ra del ,-iru"l rabbico, di primo o su ccessivo tra1Jianto: a) in agar glt1cosato e }Jancreatico. sia seminato per stJ:isciamento. cl1e }Jer infi ~ione, in agar solido. a superficie obliqt1a. in agar liquefatto. ecc. : . b) in o·elatina. ove si ,-edono esem1>lar1 che datan; fin dal giugno scorso e 11ei lJt1ali la gelatina non è stata ancor fu a: P.d esem(7 )

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plari in cui la, gelatina, dopo essersi fusa_, si azione di queste colture sugli animali, il quesito è assai più complesso, ed a suo te1npo lo è 1.. isolidificata; e) in latte, ove si è p1"odotta la coagula- affronteremo. Dirò intanto, che vi sono colzione della caseina, con separazione di siero ture virulente e colture che perdono 1·apidalimpidissimo, a forte reazione acida; ed altri mente della loro virulenza; anzi il maggior ove il b11rro si è colorato fortemente in giallo; · numero delle colture si attenua. Gli effetti d) in brodi divérsi, ove si vedono varì poi sugli animali variano secondo le vie di gradi di intorbidamento, di formazione di pe~­ introduzione delle colt11re; per c11i per ottelicola superficiale e di deposito bianco-giallo nere effetti dimostrativi bisogna combinare la virulenza di una cultura, colla quantità di polverulento sul fonqo; e) in patate . ove si vedono colonie lJiù o cui si dovrà far uso, e la via di introdumeno gialle o grigie, e più o meno abbon· zione. Dirò fin d'ora che io ottenni colture clanti, ma senza apparenze speciali; assai più virulente che il vir11s fisso. Non è /) in barbabietole, ove si vedono piccole però vero che tutte le colture perdano rapi· colonie gialle, isolate, caratteristiche; damente della loro virulenza; io ne ho di g) in piatte di gelatina, ove si vedòno quelle ottenute nel febbraio 1902, che inne· alcune rare colonie di virus rabbico~, a con- state nel novembre, risposero ancora con piena torni dendritici, gialle, caratteristiche, che ho attività.. Qt1este mie colture sono anaerobiche » . . ottenute dalla ghiandola salivare di un cane In una seduta ulteriore (16 gennaio) il pro· morto di rabbia, e dal cui cer,rello in ve9e non mi era riuscito affatto di poter avere neppure fessor Sormani precisa altre e nuove particouna colonia, essendo rimaste tutte le. colture larità_ sul microorganismo da lui isolato che definisce come « cocco-bacillzls polg11101fus tgsnegative. _ sae » . « Presento inoltre 14 provette con terreni di I cocchi presentansi piccolissimi (mezzo u.) coltura di,rersi, rimasti tzitti sterili, e che furono da me innestati il 9 dicembre 1902 (ossia e più grandi, uniti a catena o isolati; vi so~o u11 mese fa) col cervello del coniglio n. 66, forme cocco-bacillari con estremità ar1·otondate morto in labo1·atorio per innesto di virus fisso e bacilli veri da p. 1 a 1,8 circa. col più classico decorso sintomatologico, innalzamento di temperat11ra fino a gradi ::1:1°,5, paralisi e tremolio del capo, ecc, CHIRURGIA « Con tutto ciò nulla potei ottenere; e ciò • succede spesso, perchè il virus rabbico, non è sparso in grande quantità nei centri nervosi Tumore del midollo spinale estir1•ato • oppure si localizza in alcune parti, che non con successo. devono esser sempre le medesime; fatto sta che molte volte si ottengono ris11ltati negatiyi. (HENSCHEN e LENNANDER. Mittli. a. d. Gren.~geb. d. Med. u. Ohir., 10 Bd., V. H.). « E questo ha fatto credere a molti ricereatol'i, o che il '""irus rabbico · non fosse rappre· Forma oggetto di questa comunicazione una sentato da microrganismi, o cl1e questi micror· osservazionè clinica assai dettagliata e diii· ~anismi non attecchissero 11ei comuni mezzi gente, redatta dall' HENSCHEN, che gli permise di coltura. di stabilire con ~sattezza matematica la dia« L'opposto succede quando qualche elemento, agente di putrefazione, entra per tempo nei gnosi di sede del tumore e di affidarlo, pel centri ne1·vosi · allora tutte le colture restano trattamento cl1irurgico, al LENNANDER. Il sintoma, che dapprima aveva 1·ichiamata inquinate: facilmente si ha svolgimento di gas; e sin dalle prime 2::1: ore le seminagioni l 'attenzione del malato, era una dimin11zione eseguite danno rigoglìo tumt1ltuoso di svi· della sensibilità per il freddo, · a carico del· l'arto inferiore sinistro : più tardi s'era pre· luppo batterico. sentata anestesia e analgesia dello stesso lato, « Nei casi cli solo virus i·abbico lo sviluppo mentre si stabiliva debolezza e atassia del· è lento, scarso e calmo. l'arto inferiore destro, che poi si accentuarono « ~folte volte le prime colonie, ed altre volte anche i trapianti, specialmente se in via fino a completa paralisi. Con quest'ultima si era accompagnata paresi di ambedue gli ai·ti aerobia. e quelle in gelatina più delle altre assumono un bel colore giallo d'oro di zec· superiori, mentre l'anestesia si estendeva in chino che talora riesce fino al colore dello alto, fino a livello del secondo spazio inter· arancio. In genere in tutte le altre colonie il costale. Tale spiccata sindrome Bro,vn-Séquardiana color giallo domina quasi sempre ma più o e la sua invadente progressività, faceva pen· · meno sbiadito. sare a lesione emilaterale del midollo, per lo « Quanto al modo di presentarsi del microrganismo al mic1·oscopio, dirò fin d'ora, che svilupparsi di an tumore. Intanto il sintoma dolore erasi mantenuto esso è realmente pleo111orfo, come bene ha a ei'ito il dottor LEV-Y innanzi alla Regia in seconda linea, per quanto si fossero pre· . .-\..ccademia medica di Torino. Quanto alla sentati fugaci dolori folgoranti nell'ascella Ni.J,11~~~{ 8 )

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e nel braccio destro, già un anno prima dei disturbi nella sensibilità termica. La pressione sulla rachicle risvegliava do· lore soltanto nella metà destra dell'arco della 6" vertebra cervir.ale. Appunto questo sintoma aoq11istava grande importanza e infirmava la possibile interpretazione dei disturbi nella sensibilità termica come un fatto di sdoppiamento su base si· ringomielica. La diagnosi di tumo1·e della sezione cervicale dello speco si imponeva : poteva soltanto disct1tersene la sede esatta o intramidolla1·e. Un tumore extramiclollare suole cagionare sintomi cli compressione sulle radici: mentre non ne provoca un tumore intramidollare. Onde gli· accessi dolorosi all'ascella destra, la dolorabilità della metà destra dell'arco vertebrale, insieme con il fatto del mantenersi la sindrome fenomenica sempre a carattere emilaterale, persuadevano più per la sede extra che per la intramidollare. D'altro canto, la mancanza di ogni deformità della rachide e di ogni dolenzia alla pressione delle apofisi spinose, facevano escludere che }Jotesse essere la compressione esercitata da t111 tumore della rachide o 1da un tumore extravertebrale. Il l ato tlella lesione. era certamente il destro, poichè i disturbi n ella sensibilità erano più intensi a sinistra, mentre i moto1·ii erano più intensi a destra. La setle era a livello del plesso cervicale, essendo paralizzato l'arto st1periore destro. CertamPnte era cointeressata la prima radice dorsale, poichè la pupilla sinistr~ era più ampia della destra, e poichè erano · abo· liti i movimenti di adduzione e di abduzione <lolle dita. Che anche 1'8° paio cervicale fosse paralizzato lo mostrava l'abolizione della flessione e della estensione delle dita. E poichè il 7° paio cervicale partecipa alla flessione e alla estensione delle dita, era lecito considerarlo come cointeressato. Dei muscoli governati dal 6° paio cervi cale era paralizzato soltanto il tricipite : non il g. pettorale, il g. dorsale e il g. dentato : e poichè il tricipite è innervato anche da rami del 7° paio, se ne poteva spiegare la paralisi anche senza ammettere la cointe1--essenza del 6°. Tutti i muscoli innervati dal 5° cervicale (romboideo, sopra e sotto spinoso, coraco-brachiale, brachiale interno, bicipite, deltoide), avevano completa la 101'0 funzione, onde il tl1more do· -v eva comprimere il 7° ed 8° nervo ce1·vica1e e il p1·imo dorsale. r,a estensione dell'anestesia designava app11nto come interessate le stesse radici. Restava a stabilil--e se il tumo1·e era situato i11· avanti, lateralmente o indietro al midollo. :N" on si poteva pensare a localizzazione in a,-anti per più i·ngioni: la precocità dei sintomi se11sitivi (dolori), cl1e erano già bene accentuati (formicolii nell'estate) mentJ.·e per-

durava completa la funzione motrice (in de· cembre l'infermo ave va potuto solle,"'are lln quintale di peso): di più l'atrofia delle masse muscolari non a,. . eva proceduto di pari passo con la paralisi: ciò che sta per scarsa pressione sulle radici motrici; e finalmente l'atassia dell'arto inferiore era esecutiva a destra: ciò che mostrava che il fascio di Goll di destra era compresso, ma non quello di sinistra. Quanto alla natura del tumore: il suo decorso lento (due anni dai primi si11tomi) faceva pensare a un tumore per sè stesso be· nigno. Sulla diagnosi (HENSCHEN} di tumore della sezione cervicale del midollo (fibra-sarcoma'?) LENNANDER intervenne : laminectomizzata la 6a e 5a cervicale e persuasosi che esisteva, a livello della 6a, una resistenza abnorme intrndu1'ale, tolse anche l'arco vert~brale della pro· minente. Incisa la dura a livello dell'arco della 6a cervicale, si trovò un tumore ben delimitato, sotto aracnoiclale, che potè essei· enucleato senza difficoltà: il suo margine superiore rispondeva al 5° arco vertebrale; il margine inferiore un millimetro sotto il margine superiore dell'arco della 1a do1·sale. Tolto il tumore, il midollo era integro e mostra , . . a una depressione longitudinale; il cui asse rispondeva alla origine apparente delle radici posteriori. Sutura della dura. lasciando in essa due tubi a drenaggio, agli estremi della ferita, sutura a piani dei muscoli e della cute. l\1edicatura. Apparecchio inamovibile del capo. Il decorso post-operatorio seguì senza complicazione. L'esame microscopico dimostrò trattarsi di fibro-sarcoma. La motilità e le varie sensibilità ritornarono a poco a poco al normale. Il caso è intere&sante, perchè starebbe a dimostJ.·are che le vie lunghe, sia per la tempe1--atura, che per il dolore e forse anche per il senso tattile, sono più Sllperficiali che le vie corte : e ciò sarebbe dimostrato sia dall' invadere dei disturbi sensoriali prima degli arti inferio1--i, sia dal fatto· che, dop : > avvenuta la guarigione, la flessione della colonna determinava transitorio indebolimento della se11sibilità degli arti inferiori. Di piit il caso sta a. confermare che tanto le vie sensoriali do lorifiche che le sensoriali termiche' si incro· ciano completamente al disotto della sede di lesione del caso studiato. Non senza inte1~esse sono poi i dati s t1lla distribt1zione dei cutanei delle mani, cl1e concordano solo parzialmente con i territori cli distribuzione comunemente accettata clagli au· tori. Dott. R . D-~LLA. \EDO\" A.

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R ece1itissi11ie pubblica.ziorti:

La Malaria secondo le nuove ricerche del prof. A . CELLI (2• edizione), L . 6 Indirizza.re richieste con Cartolina-vaglia. alla. Società Edl· trlce Dante Allghierl - Roma.

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},,rattn1·a della colonna vertebrale per palla di i·evolve1·. (:\I. BERARD - Congr. tedesco di cliir. 1902, 19 xn 902).

Gio,·ane il quale 9 mesi prima ricevè, nel passare per la, via, un colpo d'arma da fuoco tirato da lln primo piano. La palla penetrò por il lato sinistro del torace, a 6 cent. sotto il cavo ascellare. Il malato presentò immecliatamente fenomeni paralitici, che dimostravano essere la midolla gravemente interessata: paralisi vescicale, intestinale, escare sacrali l)recoci. Anestesia completa fino a li,rello dell'orizzontale tirata 10 .cent. sotto la mammella. .A partire cla questo livello: zona di iperestesia, paralisi muscolare totale della n1età inferiore del cor1)0, riflessi patellari aboliti. Diagnosi : sezione completa della midolla. Disturbi orinari e trofici p1·ecoci. Immobilizzazione in una cloccia, asepsi delle escare. Miglioramento leggiero delle lesioni trofiche allora si pensa ad un inter,rento. Alla radiografia si trova una palla sulla linea mediana, .a livello clella decima dorsale. Il 12 ottobre 1901, laminectomia, di 4 ' :rertebre, scopertura della dura madre. Si vede una. punta di piombo appartenente alla palla profondamente fissata nel canale vertebrale. Si può estrarre questa palla e non trovando lesione della dura, si richiude la ferita con un piccolo drenaggio. Guarigione dopo 10 giorni dall'inter,Tento. Si osserva un leggiero ritorno della sensibilità del freddo e del caldo della sensibilità tattile (ébauche), ritorno dei riflessi patellari, miglioramento dei sintomi urinari: sente stimoli leggieri della minzione e della defecazione. La motilità riprende leggermente, il malato può sollevare l'arto inferiore e distaccarlo dal piano del letto. Le escare pe1·ò in capo a ql1alche gioruo riprendono un cammino inva.dente e si teme debba essere fatale. (ì\1. DESTOT. -

Soc.

* ** de cltir.

de Lyou).

Soggetto caduto dall'altezza di metri 3. 50 otto un peso di 500 chilog1·ammi, si era proclotto una frattura della colonna e frattura clélle gambe. Qt1alche giorno appresso il malato presentava pai·aplegia, disturbi trofici con l~trghe escare sotto i diti, ipertricosi preso<'h è gen eralizzata, edema sottocutaneo assai clt1ro, emiatrofia conside1·evole. Sotto anestesia i può flette1·e le articolazioni provocando crepitìo. La colonna presenta una gibbosità a li y·ello cl ella. 2n lombare. Presenta inoltre rit. nzione cistite, incontinenza fecale. L'elettl'izzazion•~ produce ancora dei mo\7 imenti a li,. . ello del tricipite; la miclolla non sembra . ezionat,a. Ri fa, dunqt1e trattam~nto per sopen ione a mezzo di un letto mobile im1)rovv·isato. Il t.rattamento comincia 1, ottobre· il 1° nol~embre i di ttl1·bi trofici erano pressochè ~co1nparsi. le fratture delle gambe consolidate. 111 CflllO cli 9.. giorni la colonna è racld1·izzata tl il malato con1iucia acl alzar i e cam1ninare.

(REHN. -

Dal

** * Congresso terlesco rli cllirnr., 1902).

L' A. riferisce di una palla penetrata nella teID:pia destra, provocanclo para.lisi del 3°, 4° e 6° paio; disturbi del trigemino. Stato generale buono durante 5 giorni. Al 6° apparizione brusca di convulsioni generali; aumento di frequenza del polso e del respiI·o. Si pensa ad una emorragia del seno cavernoso nella cui vicinanza la radiografia avea dimostrata l'esistenza della palla. Si opera, fa,c endo un lemb·o alla KoENIG. Ingrandimento del tragitto della palla, attraverso il lobo temporale : la si estrae con una pinza dal corpo dello sfenoide. Emorragia violenta, frenata <;ol tamponamento. Dopo l'operazione le convulsioni diminuirono; lo stato generale migliorò. Non esiste alcun disturbo psichico. Non resta che una paresi dell'oculomotore, ecc. Dott. BIAGI.

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Sol tratta1nento delle l11ssa1ioui tra1101atiehe

inveterate dell'anca oell"'adulto. (CODIVILLA.

Arch. di ortopedia, fase. IV, a. 1902).

L'autore fa innanzi tutto rilevare ·che tra le lussazioni dell'anca, nella iliaca si ha il massimo disordine funzionale : per lo spostamento in alto e all' inclietro della testa del femore sull'ala iliaca sulla qt1ale esso non ·può a'rere un punto d'appoggio; pe1~ la incongrue·n za della forma della porzione prossimale del femore colla superfici e ossea con cui viene a trovarsi in contatto; pe1· la modificazione della direzione della coscia rispetto agli assi del bacino ; per l'azione abnorme delle forze che infl11iscono sulle ossa articolate, sia durante la loro fissazione, sia durante il movimento. Nelle lussazioni ante· riori le condizioni dei pazienti sono di gran lunga migliori. In dette lussazioni, infatti, la testa femorale trova un buon appoggio osseo, e non esiste accorciamento dell'arto o è solo lieve; anche la funzione dei muscoli non è profondamente alterata, poichè l'estremità fe .. morale di poco si sposta dal centro d'azione delle forze muscolari de11·anca, considerate nel loro insieme. In questi casi, se la coscia non ha assunto un atteggiamento, che i•enda difficile la funzione dell arto, gli individtù affetti possono servirsi abbastanza bene dell'arto stesso. Ed è pe1·ciò che nelle lrtssazioni inveterate anteriori, è più raro incontrare l' indicazione di un intervento cruento, che sarà riservato ai giovani e agli adolescenti per ragioni facili a comprendersi. L A., per il caso che l'atteggiamento della coscia fosse adatto all'appoggio dell'arto sul terreno, consiglia piuttosto l'artrotomia sotto· trocanterica, con la quale si possono ottenere buoni risultati. Porta ad esempio un ca o della sua pratica. 1Jn indi\icluo. con lussazione ileo-pettinea e contemporanea frattura.

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SEZIONE PRATICA

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(lel femore, tra il terzo medio e il terzo supe· duttori e facendo dirigere il ca po verso il riore. è da lui sottoposto ai tentativi di i·idt1· cotile. Se con q1teste manov1·e non a,r,~ienf' zione. Durante questi la testa femorale non la riduzione, fissa la coscia con apparecchio si sposta, bonsì si riproduce la frattl1ra in gessato, nella posizione ottenuta. Otto giorni corrispondenza del callo (et"a scorso un mese dopo opera cruentemente la 111ssazione: fa una e mezzo dal trauma). L' A. ha messo soltanto incisione, clella lunghezza di 15 centro., sul l'arto in buona posizione e il risultato fun· ·bordo anteriore del tensore della, fascia lata, zionale è stato ottimo. prolungata indietro parallelamente alla cresta, Un comportamento diverso è consigliato iliaca; seziona il punto d'attacco sul bacino clall' A. per la lussazione iliaca inveterata. del muscolo tensore fascia lata e clella por· Egli, in questi casi tenta dapprima la ridu· zione anterjore del medio e piccolo gluteo; zione incruenta, colle manovre solite; usa di libera l a testa ed il collo, che si tro,rano n ella speciale, per l' immobilizzazione del bacino nuova sede (vicino al.l'acetabolo) ottenuta coi (invece del letto di Nicoladoni o di altri tentativi di riduzione incruenta; pratica llnrt sistemi, come quello del Lorenz) un appa- incisione in corrispondenza del bordo supe· recchio gessato~ che si estende dal di sop1--a riore posteriore del cotile nella massa fibrosa clel ginocchio del lato sano al terzo inferiore che occupa l'acetabolo; sbarazza l'acetabolo del torace. La coscia del lato sano è fiss·ata di detta massa, servendosi del dilatato1·e delin abduzione nell'apparecchio e ciò allo scopo l 'istmo e dello scavatore del cotile, già da lt1i che essa non dia ostacolo nelle successive adoperati nella riduzio11e cruenta della lussamano,rre di riduzione. · ?Jione congenita,; ridt1ce la testa femorale nella, ~la, l' . .i\.. aggiunge, rare volte sarà dato di cavità dell'acetatolo, coll'ai.uto della le,ra i·i· riporre con semplici manovre incruente, la duttrice, pure da lui usata n ella lussazione testa femorale nell'acetabolo, e questo per le congenita; sutura i muscoli e la cute; immo· gravi alterazioni che avvengono nella regione bilizza, in ultimo, l'arto con un apparecchio clel cotile, come effe·t to immediato del trauma gessato, in abduzione. e dopo di questo. A tale proposito fa riL'A. ha applicato una volta questo IJrolevare che l e maggiori alte1~azioni sono in cesso : l'atto operativo è durato solo mezz'ora. corrispondenza del margine d ell'acetabolo e Il risultato funzionale è stato buono, essendo dei residui della capsula, e che sono mino1~i rimasti solo alquanto limitati i movimenti di quello che generalmente si creda nella· dell'articolazione e avendosi leggierissima zo1J· cavità acetal)olare stessa. Il maggio1~ ostacolo picatt1ra, soltanto nella deambulazione celere. · lJer la riposizio·n e incruenta s'incontra dunque I vantaggi d el processo, secondo l' A., sono · in corris ponden~a del margine acetabolare, ed i seguenti: è quivi (e precisamente sulla parte posteriore 1° I tentativi di cidt1zione incrt1enta dicli esso) che di solito si arresta la testa femo- simpegnano la testa dai lega.mi acquistati rale, potendo anche dare all'operatore l' illu- nella posizione di lussazione e la t1·asportano sione di una riposizione perfetta. nella maggior possibile vicinanza del cotile~ L' A. porta ad esempio un caso avvenuto a 2° È resa inutile 11incisione am1Jia. in lui, in cui egli non è caduto in detto errore, piena natica facile ad infettarsi ; tent~nclo conto che era mancato lo sc1~ocio ca3° L'atto operati,.. o è molto abbre,riato. ratteristico, dato dal capo al ritorno nella sua L' A. inoltre, ritiene inutile la scheletrizza· ca·v·ità. Del resto, anche in questo modo, dando zione del gran tro cantere, essendo, secondo all'arto una posizione corretta, si può avere lui, falso il concetto che i muscoli che acl un risultato funzionale soddisfacente e questo esso si attaccano siano accorciati e impedì· specialmente per il miglior appoggio che scano la i·iduzione. Dott. A. DE F .A.BII. 'riene ad a'rere la testa del femore nella st1a nuova sede. L' A . passa quindi allo studio della riposiDERMATOLOGIA zione ·cruenta e soffermandosi s11lle indicazioni, rileva come la maggior pa1·te dei chirurgi siano stati fino ad ora restii all'inter· Le de1..matosi considerate nei 101·0 i·appo1. ti con le dispepsie. ' "'ento, per la gravità e difficoltà dell'atto ope1'ativo. Egli crede che, limitatamente a (G. SAISON. Plzèse de Paris). certi casi e p1·ecisamente negli indiviclui gio· Do1Jo una i·apida scorsa a q11elle 01Jere clegli vani o adolescenti l'intervento cruento possa essere indicato, qualora sia riclotto più sem- antichi che trattano più specialmc>nte (lelln plice e più breve di quelli in uso. P i--opone, forme cutanee e della loro relazionP con l P a quest'uopo per le lussazioni inveterate, lo malattie interne l ' A. ' rien e a trattare clell• stesso processo operativo da lui stesso consi- dermatosi n ei· bambini. Riporta varie ossery·azioni p er so.nali e . d~ gliato pe1· le lussazioni congenite. Egli tenta clnpprima la riduzio11e incruenta, flettendo la altri autori per conclttd ere cJ1e n e1 ~amb1~1 coscia s11 l bacino e portandola in posizione di fra le malattie ct1tanee clovt1te a (11 l'eps1a abduzione distendendo a poco a poco gli ad- _ -p1·imeggiano 1'01--ticaria e la prurigine di Re· •

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IL POLIOLINICO

bra e vengon poi 1 eczema seborroico del capo e l'eczema secco del tronco e delle membra. V ~nendo poi a traittare degli adulti l ' A., dopo aver fatto osservare che in questi l'altera· zione della funzione gastrica è alle volte meno a1Jparente m a non meno frequente, riporta alcun e osse1·vazioni di A.. RoBIN st1 malati di acne, prurigine, lichen circonscritto, nei quali l esame metoclico del succo gastrico diede un rapporto anormale dell'HCl contenutovi; e 36 osservazioni proprie (inter essante in special m odo quella ch e si riferisce ad un caso di pitiriasi i·osata di G ilbert) cl1e lo condusse agli stessi risultati. Con clude quincli: 1. Che in certe dermatosi, e più special· mente nell'acn e, prurigine, lichen circonscritto e eczema è dimostrabile, quasi costantem ente, una alterazione gastrica. 2. Ch e questa alterazione gastrica non è sempr~ la stessa nella stessa. forma morbosa Clttanea. 3. Ohe si possono attribuire in gran parte queste l esioni cutanee alla eliminazione per la pelle di prodotti tossici clov uti a fermen· tazioni anormali. 4. Che per tutto questo è indispensabile nelle forme cutanee l 'esame della funzione dello stomaco e il trattamento interno adatto. 5. Cl1e pur guarita la forma gastrica può la cutanea permanere perchè l e lesioni della pelle si son fatte irreparabili. Dott. P. MoLINARI T.

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Accadrn1ia di ·n1edicina. (Sed11ta rlel 6 gennaio 1903).

Il presidente RI GHE fa lln riassunto delle comu· nicazioni e délle d iscl1ssioni fatte nell'anno 1902. Fra ql1este sono state importanti le discl1ssioni Slllla cloroformjzzazione e sull'a ppendicite. Le discussioni sl1lla cloroformizzazion~ hanno preso origine dalla. qt1estione pratica, proposta da HuuHAitD : se il cloroformio è controindicato n ei cardiaci . GUERL~ , nella clisct1s ione d el 1890, dopo avere t.l'attato il gran danno d ella cloroformizzazione negli a.mma]n.ti i.l ffotti d (.t intermittenza cardiaca, affer· ma,ya, che per tt1tte lo altre affezioni cardiach e non , .i è u11 chirt1rgo, che esita a son1ministrarlo. tL qt1esto primo p11nt.o H u onARD ]1a conclltso che a:li nccill onti clov11ti al cloroformio non sono più frcql1e nti, nella maggiora11za d ei casi, presso i car(lio1>~tti ci o aortici, cl1e n egli altri malati; però le affezioni car(liacl1e 11on cle,-0110 o sere allo stato acuto o i11 og!!etti (l el>oli. nè le ca rdiopatie cronic h o Ù(lYono os ore arriYale al l>oriodo nsis tolico o e.li ~pnoi c·o . 11.:· clc,~0110 e R(\r,·i inton1i e,·identi cli • (1:?)

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pericardite. Il cloroformio d ev'esser e somministrato a dosi leggiere, prog ressive e contin11e fino alla soppressione, q11asi totale, d el riflesso palpebt·ale. L E DENTU, L UCAS-0HA1\IPIONNIÈRE, PANAS, RrCHE,LOT, DURET, RENAUT, DAREl\fBERG h anno am· 1nessa l'opinione di H uCHARD; BucQUOY ha fatto delle riserve p er i casi di lesione d ell'orificio aortico e BERGER, GuYoN, D .IDLOR!\fE e PONCET p er i casi di degenerazione g rassa d el cuore. ' E stata trattata anche la questione d ella superio· rità d el cloroformio o dell'etere. LE DENTU si è di· chiarato partigiano risoluto dell'eter e, eccetto n ei pulmona1·i, n ei dispneici e soprat·u tto nell'ed ema acuto del polmone. 0HAJ\IPIONNIÈRE da molto tempo ha rinunciato all'etere e crede il cloroformio il meno dannoso tra gli anestesici. Per P ANAS l'etere non offre i pericoli, che presenta dapprincipio il cloroformio, ma può consecutivamente uccider e gli ammalati per bronco-p ulmonite e congestione se· condaria. che sopravvengono dopo l'opera,zione. P ONCET, dopo avere ricordata l'opinione della Commissione delle scienze m ediche di Lione n el 1867: « L'eter e, sebbene capace di u ccide re, è meno dannoso del cloroformio », si scaglia con forza contro il parer e di CHAl\iPIONNIÉRE, che ha d.ichia· rato, ch e lln numero eguale d~ decessi post-opel'ativi con l'etere compensa Ìe morti fulminanti del· l'inizio d ella cloroformizzazione. Riconosce l 'azione irritante dei vapori d'etere, ma negli operati, ch e hanno presentato delle lesioni pulmonari questa etiologia ha una parte secondaria. Se l 'etere non occasiona alc11n accidente iniziale, e- ciò è dimo· strato, l'A.. non si sa spiegare il p erchè non è ado · perato n elle operazioni di corta durata. RENAUT ha notato una lesione speciale dei r eni, come un accidente frequ ente dell'azione del cloroformio. RICHELOT fa uso d un'anestesia mista : clorofor· mizzazione preceduta da q11alclie inalazione di bro· muro d 'etile. L'ha sperimentata su sè stesso. Gli accidenti riflessi dannosi dell'inizio son o evitati, il p eriodo d'intolleranza soppresso ed è r ealizzato il massimo di sicurozza. LABOltDE entrando nella clisc11ssione si limita a lla questione dogli accidenti primitivi dovl1ti al clor o· formio. Accenna al metodo che consiste nel far precedere all'anestesia generale l' iniezione d'un narcotico o l'applicazione locale d' lm anestetico come la cocaina in pennellazio11i. LE DENTU a q11esto proposito fa osservar e, che lo shock operatorio deprime il malato e l'iniezione preventiv·a di morfina o di altro anestesico aumenta, la depressione e quindi il pericolo. CaA~IPIONNIÈRE ha provato la morfina sia sola, sia insieme all'atro· pina, ma i suoi malati sono cad11ti in sincopo ed ha provato tali emozioni, che non l'userà più. H ucrIARD persiste a creclere, che l'atropina cle,·t· ossoro soppre . a e ùeve solo })rovarsi Jn n11ovtt f or·

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mola di LABORDE. In segt1ito ~ELOR~IE, CHAlIPIONNIBRE ecl altri avendo fatto delle riserve sulla pu· rità (1~1 cloroformio degli ospedali in certe epoche, RICHE assicura, che la distribuzione del ·cloroformio sarà fatta agli ospedali di Pal'igi in 1'icooli flaconi <li JO e 60 gr.1 che si devono conservare assoluta1nente all'oscurò. La discussione cominciata 1'11 febbraio si è chi11sa il 20 maggio. La discussione sull'appendicite è iniziata da DIEULAFOY: se l'operazione deve farsi durante il periodo acuto dell'appendicite o dopo che questo è passato. DIEULAFOY, dopo aver ricordato i sintomi d'in· tossicazione, l'albuminuria, 1'11robilinuria, la tinta subicterica dei tegumenti, l'ematemesi, par]a della tossina elaborata dal focolaio appendicolare. È un fattore terribile, che determina durante la vita dei sintomi d'intossicazione ed all'esame anatomico llelle alterazioni subacute, una nefrite degenerati,ra, della quale la causa sfi1gge all'esame microscopico e sembra data da una sostanza tossica, eliminata dall'apparecchio secretore del rene. Trascorso il periodo acuto l'intervento ed il successo non avreb· b~ro gran valore, perchè il processo è già risoluto. LUCAS-CIIAMPIONNIÈRE non creqe, che vi sia alcuna ragione di attendere nei casi ben diagnosti· cati. RECLUS interviene per difendere gli opera· tori di appendiciti q11asi guarite dicendo, che l'ope· razione vien fatta per evitare che l'appendice rimasta malata. non dia principio a qualche altra ripresa. RICHELOT per pratica è d'opinione, che tl1t.te le appendiciti acute e febbrili devono essere opera te all'inizio senza indugio. Dopo dL1e giorni si è ancora in tempo di salvare l'ammalato . Nel caso, che l'appendicite sia subacuta o apiretica l'operazione è per lo più indicata. RICHE in seguito fa il riassunto degli altri lav·ol'i de_ll' .Accademia e dopo cede la poltrona pre· sidenziale al nuovo presidente LANCERElAUx, il quale ringrazia i colleghi dell'onore a~cordatogli. Dopo breve discorso invita il vice presidente TILLAUX ed il segretario 1\'IoT_ET, a prendere il posto d'uf. ficio. Essendo pervenuto l'annunzio della morte di P ANAS, la seduta è tolta immediatamente in segno di lutto. Parigi, 14 gennaio 1903. Dott. V. CUTURI. Prof. V. PENSUTI

Sulle nevrosi dello stomaco ~

Volumetto in-8° gra1ide, Lire 2. 50 C.V-

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SEZIONE PRATICA

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Società Editrice Dants

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPITALE DI 0RESPANO.

Contributo allo studio dell'ernia vescicale crurale per il dott. GIRARDI 1\'IARIO mellico, conùotto a Baro (Treviso) .

Mi permetto di descrivere e illustrare un caso abbastanza raro ad essere riscontrato, e che per le circostanze che lo accompagnarono, non è del tutto privo d'interesse, sia pel chirurgo sia pel medico. Perocco Giuseppe, d'anni 52 si presentò a me con due ernie, una crurale di mediocre ~Tolume, ed una inguinale assai più voluminosa. Nella sua storia nulla d'importante da notarsi; solamente che fu uno strenuo bevitore, conosciutissimo per le potenti sue sbornie. All'esame generale: incipiente ateromasia, e leggero catarro polmonale, di vecchia data. Appena vistolo, gli proposi la ct1ra radicale, che egli accettò di buon grado. Si portò quindi all'Ospitale di Crespano, diretto dal1'egregio dott. MANTO V ANI. Venuto il dì dell'operazione e condotto sul letto chirurgico, il paziente non volle assolutamente che lo si cloroformizzasse, perchè gli era stato messo e ribadito in testa dai suoi amici, che essendo un forte bevitore, il cloroformio gli avrebbe potuto essere causa di morte. Perciò non lo si anestetizzò, e questo f'u .per noi un vantaggio, come si conoscera' appresso. S'incominciò dall'ernia ingui1tale da me operata sotto la direzione del gentile collega, e poi si passò alla crurale. Non istarò a descrivere l'operazione, nella quale il dottor MANTOVANI s' attenne al processo BAsS1N1, dirò solo che incisa la cute, il congit1ntivo sottocutaneo e l' aponevrosi femorale ci aspettava una sorpresa. Ci trovammo infatti dinnanzi ad un'abbastanza voluminoso lipo· cele, che si cercò di levar e, il che venne fatto facilmente. Esso era ader ente ad un tessuto cli molta consistenza, direi quasi muscolare, la cui presenza, subitamente non sapemmo come spiegare. Un sacco erniario ispessito? No; perchè del sacco non aveva la forma, il colorito, e poi, non si poteva spiegare la ragione di tale ispessimento. L'intestino? No: perchè questo è preceduto da peritoneo, (13)

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IL POLICLINICO

e poi non ha quella consistenza che mostrava il tessuto a noi dinnanzi. La vescica? Sono casi tanto rari. Intanto l'abile mio collega pensò bene, prima di inciderlo, di farne lo sbrigliamento, raggiungendo il punto più alto che gli fosse stato possibi~e. Mentre, compieva tali manovre, spesso esercitava su di esso delle leggere trazioni ed allora l'ammalato provava sì imperioso bisogno di orinare, che era costretto a richiedere un recipiente. Cessava la trazione e cessava pur anco il bisogno di mjngere. Allora ci rendemmo persuasi, che quel tessuto non era che ]a vescica. Pochi sono i casi finora descritti di ernia crurale vescicale, perchè difficilmente, anche dopo lunga pratica s'incontran.o; mentre assai più f'r equente e da quasi tutti i chirurghi riscontrata è l'ernia vescicale inguinale. P-i1ì rara poi dell'ernia crurale vescicale è l'ernia otturatrice della vescica, della quale ne venne descritto un solo caso da F1sc11ER e P1w1BET. Così rarissimamente s'osserva l'ernia perineale della vescica, attraverso le fibre dei rilevatori dell'ano, e non mancano esempi nei quali la si vide uscire attraverso le smagliature del pavimento pelvico, come ne fanno fede le osservazioni di B A RT~IANN, BRuNs, RoGNETT A . Tali varietà di ernie vescicali m'accontento di accennarle, per trattare succintamente dell'ernia vescicale crurale • V F.RD I GR nelle sue : « recherches sur la hernie de la vessie », ce ne descrive due casi, dovuti all'osservazione di LEVRET e S11"ION; altri due casi poi furono riscontrati, imo da GuETERBor11, ed uno da A uE. Dai suddetti autori s'apprende come il tumore erniario sia quasi sempre preceduto da un forte accumulo di grasso, da veri lipoceli, ai quali spesso s' attribuì una parte speciale nella produzione dell'ernia. Ciò si verificò anche nel nostro caso; un grosso lipocele precedeva l'ernia. S'attribuiva a questo una parte tanto più importante nell'etiologia dell'ernia quanto più voluminoso era Ciò non mi pare, p èrchè credo che nel nostro caso, la vescica sarebbe stata più estro:flessa dal canale crurale se non le avesse ostacolato l'ulteriore corso il lipocele che la precedeva. Per lo più la parte vescicale erniata si n.ssottiglia tanto, che spesso pt1ò benissimo prendersi per un comune sacco e talvolta ta(14)

LANNO IX, F .A:SC. 13]

gliarsi; nel nostro caso invece, forse perchè poco fuoriuscita, essa conservava la sua consistenza muscolare, consistenza che ci fece sospettare subito la sua natura. Nel maggior numero delle volte è sprovvista di rivestimento peritoneale, e però di sa0c? erniario, ed allora la si ritrova subito. al di sotto del rivestimento esterno dell'ernia, o al di dietro del li pocele, come toccò a noi. Però spesso attrae nel suo spostamento la sua superficie peritoneale, ed allora possiamo trovarvi in compagnia l'in te stino e l'epiploon; difficilmente, e credo in un solo caso, e questo anche in un' ernia vescicale inguinale, forma un rialto peduncolato, libero da ogni parte, e da per tutto ricop~rto dal suo involucro sieroso, nella cavità di un sacco erniario. Quali siano le cause che possano apportare l'ernia vescica1e _crurale è difficile il poter dire. Certo Goncorre alla sua formazione la forte distensione della vescica Quindi tut· tociò che ostacola l'evacuazione dell'orina ne è causa predisponente; sarà facile per questo trovarla nei prostatici. E si spiega benissimo perchè questo nasca. La vescica, in causa della forte-distensione, perde della sua elasticità muscolare, e perciò • le sue pareti non. s'addossano più l'una all'altra, si formano così delle pieghe; ora sotto l'azione di un colpo di tosse, di una forte pressione addominale) allorquando vi ha la predisposizione, è facile che una piega si faccia strada attraverso l'anello inguinale o crurale. E la predisposizione si trova in tutti coloro che nacq11ero cogli anelli crurali assai . larghi ; l'esperienza c'insegna' che questi si trovano assai lassi in individui di natura esile e di costituzione debole per la cattiva riunione dei tessuti f'ra loro. Si deve ammettere poi che i lipoceli, formantisi sulla parete anteriore della vescica assai ricca di adìpe, possano favorire col loro peso la sua f11oriuscita. E questo credo sia avvenuto anche nel nostro caso. Pochi sono i distt1rbi che arreca la vescica erniata; nel nostro paziente non ne produceva alcuno. Però, a detta dei vari autori, spesso si può avere difficoltà nell'evacuazione delle orine, specialmente quando l'ernia è assai pronunciata, in questo caso si può avere anche tenesmo. Come sintomo classico poi viene la minzione in due tempi: cioè svuo-

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SEZIONE PRATICA

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tata che abbia l'indìviduo l'orina contenuta in vescica nel primo tempo, nel secondo svuota quella contenuta nel tumore erniario, dal qual~ spesso sarebbe anche costretto ad espellerla con la pressi< ne della mano. Ciò allorquando la vescicà è molto erniata., mentre quando lo è poco non dà alcun sintomo, ed il chirurgo rileva il fatto solo durante la chelotomia, e questo perchè dall'esame esterno, il più delle volte, crede trovarsi di fronte ad una semplice ernia adiposa, od anche ad una comune ernia viscerale. E partendo da questo concetto, disgraziatamente, toccò a chirurghi anche provetti di ferire la vescica, avendola essi presa per un primo o secondo sacco er· niario. Dalla fuoriuscita poi dell'orina si accorsero dell'organo malauguratamente inciso. Ne viene quindi di conseguenza che esami· nato un tumore erniario, se al chirurgo sorga il dubbio che trattisi di un ernia vescicale, gli incombe l'obbligo di fare il cateterismo. Però anche tale precauzione spesso non dà risultati positivj, così toccò ad AuE ed a PoS TE:\IPSCKI, i quali, visto che l'organo che avevano sottomano non si modificava, lo incisero, e dalla fuoriuscita dell'orina conobbero trattarsi della vescica. Perciò l'operatore dovrà andare sempre cauto, ed allorquando si troverà innanzi a tessuti, dei qt1ali non si sia resa perfetta ragione, non deve assolutamente inciderli, ma con tutte le cautele deve procedere al loro sbrigliamento fino a che n,)n abbia riconosciuto esattamente di che si tratti, per non incorrere nel rischio di ledere organi che possono fatalmente compromettere l'atto operativo. Che se per caso si trovi, durante una chelotomia a dover fare con tessuto adiposo al dinnanzi di una borsa vuota, o distesa da liquido, di consistenza muscolare, si metterà in guardia, e facilmente si persuaderà esserè questa la vescica. Nel nostro individuo noi ci accorgemmo della sua presenza dal bisogno imponente di orinare che , come dissi, si manifestava allorquando esercitavamo delle trazioni, sintomo non mai riscontrato, credo, da altri chirurghi, perchè l'operazione p er lo pit\ viene eseguita sotto la cloronarcosi. Da quanto esposi lln'alt ra considerazione si presenta: quanto sarebbe utile che la scienza potesse scoprire ~n mezzo sicuro e pratico ohe sostituendo l'anestesia generale, ci desse •

la semplice anestesia locale? E' il desideratum della scienza chirurgica, che lo aspetta da lungo tempo. Detraendo il fatto, che scomparireb b.ero i pericoli della cloroformizzazione e che s'allontanerebbe lo sconcerto apportato all'individuo dalla narcosi completa, sempre cosa ingrata, il chirurgo potrebbe con mag.. giore sicurezza operare, perchè molte pro .. prietà degli organi, ora sconosciute, po· trebbero essere studiate e messe in evi- · denza. E verso l'anestesia locale ogni giorno la scienza fa passi si può dire giganti; l'ultimo assai geniale fu quello del B1ER, che è desiderabile, perfezionandosi e sempli- · cizzandosi possa entrare nel comune eser. .

ClZlO.

1 luglio 1901.

NOTE DI MEDICIN1\ SCIENTIFICA P1·esenza nell'e111brio1te umano di nna glandt1la interscapola1·e corrispondente alla glandula iber· nante dei man1mife1·i inferiori.

N e1l'A1iaton-iisclzer Anze(qer (v·ol. XXI, ±-TII-1902) il SHINKISKI HATA1 ha trovato costantemente 11ell'embrione uma.no (di 75 a 260 1nillimetri) una formazione glandular e all11ngata, pa.rl, situata lu11go il collo e nella r egione scapolare. Essa r1on presenta alc1ma r elazione col timo. Essa comprende una parto anteriore abbastanza larga, che comincia, in vici· nanza della parotide, allogata, nello spazi0 co1npre o fra la giugt1lare interna in a 'Tanti ed i muscoli angolari dell'omoplata e splenio in dietro e rico· perta in alto dallo sterno-cleido·mH.stoideo, i1t basso dalla fascia del collo. Da q11esta. massa principale parte lm prolunga· mento inferiore stretto, che passa sotto l'omoplata o lungo il suo bordo vertebrale: esso è in rapporto con le fibre di inserzione dell'angolare dell'omo · plata e più in basso col trapezio. Un involucro fibroso, n1andando delle }Jropaggini nell'interno della glandula, la divide in lobi e lobuli poligonali; da questo punto di vista rassomiglia molto alla parotide. Il tessuto proprio comprende numerosi nodttli linfatici, composti di tessttto adenoide n1olto ricco di vasi-sanguigni e linfatici e senza centri ger111i · natiY"i di FLE~Il\IING. Questi nod t1li linfatici so1to attorniati di tessuto adiposo situato sia. dentro. sia fuori della capsula fibrosa. L'autore omoloua. questa ocrlanclula, tla una })art ... o per la presenza di tessuto adiposo, alla glanclt1la. il,er· nante di certi mammiferi (nei ro icanti que ta glan· dula ha la medesima sede interscapolare) e da ltn'al(15)

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lli POLICLINICO

tra parte, per l'esistenza di formazioni adenoidee, a.<1 llna glandola emolinfatica. Lo stt1dio di q11esto interessante organo richiede n 11ove ricerch e. ~Iodiflcazioni

organicl1e nei nati da tt1bercolose.

In 30 esami fatti su bimbi di madri tubercolose, il dott. ROBELI~ non ha mai trovato n è granulazioni grigie, n è bacilli di Koch. Egli ha r egistrato con una frequenza molto più considerevole che nello stato nor1nale il parto premat11ro, la morte poco dopo la rtascita, alct1ne deformità, uu peso inferiore alla inedia, delle ipoplasie organiche, delle congestioni e delle emorragie viscerali e delle lesioni istologiche svariate . Q11este modificazioni sembrano dipendere in gran parte da v eleni cellulari e microbici esistenti n ell'economia materna. La frequenza delle congestioni e delle emorragie sembra infatti indicare l'intervento delle tossin,e, principii capaci, sp ecie quelli del bacillo di Koch, cli generare disturbi vasomotorii e lesioni ematich e. Finalmente si potrebbe an ch e, in simjl caso, pen· sar e all'esistenza di cito-tossine.

PR!TIGA PROFESSIONALE .

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CASUIST.ItICA Neu1·astenia ed isteria nei bambini. Il dott. A.. SXNGER ha studiato nel bambino q11este due malattie per rendersi conto della loro reale esisten za e della freq11enza loro nell'età infantile ecl ha p11bblicato il suo studio nel Mo1tatschr. f . P sychennenrol., vol. IX, fase. 5. Secondo l'.A.. la n eurastenia è almeno altrettanto, se n on più, frequente dell'isterismo n ei bambini; riconoscerla e curarla in essi è non solo estr ema· niente importante dal ptmto di vista del b enefi cio in1mediato della cura, ma anche da quello della clirezione attuale ed ulteriore della loro vita, nella qttale il fattore « 11ervos;tà » dovrà esser preso sempre in considerazione. L' A. è stato condotto a questo studio per aver e esaminato più di un mi· gliaio di bambini affetti da astenopia n ervosa (1029 casi su 30,000 di affezioni oculari). Qt1esti stati nervosi così frequenti l ' .A.. li divide in qi1attro categorie : 1a. n et1rastenia.; 2~" isterismo; 3a i ter -novrastenia (nervosità); 4a n evropatia ereditaria (indebolimento psico· patico). I . Neuraste1iia. - L' A. ha trovato nei bambini t utti i sintomi di questa malattia segnalati n egli allulti; qt1esti .,intorni esistono in ogni caso se non (16)

[ .ANNo IX, F Asc. 13]

tutti, in parte. L e fobie ed i terrori 11otturni. come le cefalee, sono fra i più frequenti sintomi. Il sin· torna di RoSENBA..CH (tremolio convulsivo della palpebra) è stato constatato nella quasi totalità dei casi. In quanto alle cefalee, l'.A.. ne distingue ± rietà: 1. Cefalee collegate all'a11emia, che si manifestano specialmente n ella scuola, sotto l'influenza dell'aria viziata ; 2. Cefalee n évrasteniche vere, nei bambini so · vraffaticati alla scu-ola ed ambiziosi ; ~· Cefalee in rapporto con l'astenopia n er\osa: 4. Cefalee emicraniche. Il frequE'ntare la scuola pare che abbia U:ua gran parte nella produzione della nevrastenia, meno a causa del r eale strapazzo scolastico che a cat1sa delle difettose condizioni di vita famigliare della maggior parte degli scolari. Pur lavorando per la. scuola (gli ambi7iiosi soltanto si strapazzano), gli uni aiutano al lavoro in famiglia o vanno a guadagnarsi in parte la vita, gli altri sono insufficiente m ente nutriti, tan to per la loro età quanto p er il lavoro cerebrale che devono compiere, in altri an· cora, lo stato morale influisce per r enderli nevra· stenici, come sarebbero il timore d el maestro od altre cause relative alla sc11ola ed al compito sco· la.stico. II. I sterisnio. - Frequentissimo; si osserva nei bambini più intelligenti ed è sp esso inonos:il1tomatico. L e deformazioni, le scoliosi, gli atteggiamenti di· fettosi d 'ordine isterico sono fra i sintomi 'che più spesso si riscontrano; i sintomi isteroge~i e le ane· stesie di raro mancano. L'abolizione istericà del funzionamento di qualcuno dei sensi è stata dall'A. constatata più volte; l'afonia, l'amaurosi unilaterale, i pianti convulsivi, l'alessia parziale, la paralisi delle estremit.à, l'astasia-abasia, la ptosi. Più rare l'incontinenza d'urina, le convt1lsioni, la corea. III. I stero-1teziraste1iia. - L'asten opia nervosa, che si potrebbe qualificare come neurastenia del· l'occhio, costituisce qui il sintoma predominante; certe stigmate d'isteria completano il quadro (abo· lizione clinica dei riflessi palpebrale e faringeo, zon e di analgesia e r estringimento del campo visivo). Le allucinazioni dell'udito e della vista sono fre· quenti, come pure il sonnambulismo. Lo stato mentale di questi bambini rassomiglia a quello della prima categoria, con un po' d'ebe· tudine in più. L 'isteria rivelata in questi bambini pare, secondo l'A., ch e si trovi allo stato latente e non scoppier à se non nell'occasione d~lla pubertà o di un'altra causa occasionale. III. .J'. rei·ropatia ereditaria. - Sono le nevrosi o psicosi ch e vengono nei bambini p er er edità. Dap· prima convulsioni, più tardi tics, smorfie, moti co r eiformi (spasmo abituale).

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SEZIONE PRATICA

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Questi bambin~ sono spesso ipoconrlriaci, egoisti, In quanto alle fobie, l'.A. le considera pi11ttosto con uno stato mentale morboso, degenerato; talvolta collegate ad t1na nevropatia oroclitaria che alla nc11si trovano fra essi dei talenti, ma per un arte sola: rastenia. musica, matematiche. Nei hambi.J.ù le grandi cause clella neurastonia e Per lo più essi non perse·v erano in nie1lte e di· dell'isteria sono 1 er edità, l'ed11cazione n1al conclotta. ventano di quei personaggi prohlematici ch e non il frequentare la scuola quando le condizioni igie · giungono a nulla nella vita. niehe e morali di q11esta sono male intese. Essi sono anche dei predisposti alle aberrazioni (An.n. rle 1nérl. et cltir. infanti/es, dicembre 1902). mentali, alle psicosi serie, alla pazzia. Un si1tto1na poco conosciuto della llaralisi I bambini osservati dall' .A. hanno pott1to trovar facciale periferica. posto nelle quattro sudescritte categorie : le femmine In un individt10 con diplegia facciale cl'origi11e ed i maschi a parti egt1ali. Purchè la diagnosi sia fatta presto, e la c11ra subito istituita, la prognosi sifilitica e reazione degen erativa completa dei m11scoli mimici il dott. R. CASSIRER (Cenfralblatt j'iir è favorevole per le prime categorie, più grave per N er ve1ilzeilkunde 11nd Psy clz(atrie) Bd. XIX. No. 150. l a quarta. La cura per le tre prime categorie è la seguente: 1992) ebbe campo di osservare un fenomeno raris· Soppressione momentanea della frequenza alla simo. Esso consisteva in questo : portanclo stimoli scuola, aria fresca, ferro, suggestione terape11tica meccanici pi11ttosto forti e ripet11ti s11lla muscola· con l'aiuto dell'elettricità. tura paralizzata, si manifestava nello stesso p11nto I bambini della 4a categoria devono esser c11rati una contrazione m11scolare tonica. L' A . l1a verifi· in particolari stabilimenti, con cure e con r egime cato lo stesso fenomeno anche in altri casi di pa· appropriati. ralisi del facciale con completa o parziale reazione degenerati,ra : esso si presenterebbe nello stadi~ L'.A. è assolutamente contra.rio alla cura con l'ipdella esagerazione della eccitabilità galvanica dinotismo. In quanto alla interpretazione dei fenomeni mor· retta., benchè il parallelismo tra ie due manifesta· bosi, l'.A. non è d'accordo con ~e correnti teorie zioni non sia costante. La comparsa di questo fes11ll'isterismo e sulla nevrastenia. Secondo lui l'iste· nomeno può costit11ire la proy·a della tendenza alla rismo non è semplicemente 11na malattia nata dal· formazione di contratture e può quindi esserci di l'idea, perchè n ei bambini, nei quali i fenomeni guida nella prognosi. L'.A. fa anche rilevare che sono semplificati, i primi indizi.i dell'isterismo sono questo stesso sintoma fL1 osservato da a11tori piit segnati dalle stigmate isteriche fisiche, che bisogna antichi e specialmente ùa HITZIG (fenomeno cli ricercare, mentre i disturbi psichici e d'ordine ima· · Hitzig) . ginativo so-praggiungono solo più tardi. L'.A. con· Nev1·algia facci aie tubercolare. elude ammettendo d;stnrbi funziotiali clel sistema nervoso centrale, ai quali si a.ggiungono più tardi · Esistono secondo il V AISSADE due varietà di i1e anomalie nel dominio dell'ideazione e della volontà. vralgia tubercolare del trigemino: 1) la prima al· l'inizio della tubercolosi, poco intensa, fugace , In quanto alla neurastenia, l'A. la considera come fr.equente nei bambini dell'età da 9 a 14 anni, che coincide col dimagramento del malato, con la scomparsa dell'appetito, coi st1dori notturni, colla q11~tndo essa è acquisita; ereditaria, può trovarsi inattitudine al lavoro. Il malato non tosse, agli anche nei poppanti. apici nulla si trova, ma . la rivelazione della tube1·Per l' .A. la neurastenia è dovuta ad una inferiorità funzionale, ad un esam·imento dei n euroni pe- colosi è imminente. L' A. crede che la cat1sa della riferici. nevralgia in questo caso sia la tossina segregata Fatica eccessiva di tutto ciò che è organo di . dal bacillo; 2) la seconda varietà appartiene al senso, assenza d'intervalli di calma e di riposo per corso della malattia; è molto più tenace, è accomristabilire l'equilibrio delle energie del sistema ner· _pagnata da disturbi trofici, mostra i segni, all'esame voso, tale è l'origine della neurastenia nelle grandi istologico, di una nevrite parenchimatosa. Questa città. varietà, secondo l'A..., dovrebbe attribuirsi al bacillo stesso. Nella cura di WEIR MITCHELL il successo è speEntrambe queste nevralgie, curate subito, guari· cialmente dovuto al riposo assoluto che si impone agli organi dei sensi sovraffaticati, esauriti ; la scono abbastanza facilmAnte. Il trattamento consiste nella cura ricostituente per migliorare le consovralimentazione non è che un fattore secondario dizioni generali e nell'uso degli analgesici (y·ale· della cm·a. Ogni trattamento che sia ri,;rolto a reagire sulle rianato e bromidrato di chinina, cli antipirina~ cli terminazioni nervose deve avere del successo nella aconitina). Nei casi ribelli non si tema di ricorrere alle inie neurastenia, do:ia.de l'efficacia della cura con gli agenti fisici: massaggi, bagni elettrici, idroterapia zioni di morfina o di cocaina. (.J onrual rles praticiens). fredda e bagni, esercizi ginnastici. (17}

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[ A.NNo IX, F ~se. 1S]

IL POLICLINICO

APPUN'l'I DI

Tl'E~APIA •

Corpi estranei inghiottiti o altrimenti introdotti nelle vie natm·ali. .A.) Corpi estranei riniasti nell'esofago. 1° Fare scendere ìl corpo estraneo già profondamente impegnato, spingendolo nello stomaco con nn liquido - acqua, latte, ecc. - o ·c on delle fitte poltiglie. In caso di insuccesso e se si tratta di un corpo che non possa nuocere peT l a s11a natura fisica o chimica, spingerlo con una sonda esofagea ed, a] bisogno, con un'asta m1mita di una spugna, ricorrendo, in caso di necessità,, al bloroformio. 2° Estrarre per ]a boèca il corpo estraneo restat.o nel faringe, sia con tma pinza sia con le dita. Se si tratta di un oggetto che non si può affer· l~re, clopo aver tut1o tentato, si fa l'esofagotomia esterna 'Se ·V-: è urgenza e non si può tergiversare. Se si tratta di i1n corpo estraneo disceso v icino al cardias ed ivi fissato (in un caso osservato era llila spilla da bRlia) bisogna aprire lo stomaco . ed andare con una })inza incontro all'oggetto. B)

Co111i estranei nello sto1naco.

1° Far vomitare quando il corpo estraneo po· trebbe facilmente sortire; in caso contrario favo. rirne la, 1nigrazione per mezzo di spesse poltiglie. 2° In caso. di accidenti: laparotomia - incisione e sutura clello stomaco o clell'intestino. C) Co1jJi estranei nelle fosse nasali. Previa cocainizzazione o cloroformizzazione, fare una esplora~ioue che permetta di intervenire a ragion veduta. Si potrà allora : 1° Spingere v·erso il faringe con lma sonda di caoutchot1c il corpo estraneo tro~po lontano per • essere ritirato dalle narici : 2° Estrarre il corpo est.raneo con un istrumento che si adatti alla sua natura e alla sua forma {pinza ·fenestrata, serranodi). D) (Jorpi estranei nelle vie aeree. 1° .A.ssicl1rarsi con varii mezzi di esplorazione, compresa la radiografia, se il corpo estraneo non sia stato inghiòttito. 2° Come intorv·ento, secondo i casi: intubazione, tracheotomia~ ritirando il corpo estraneo p&r la ferita tracheale. (rl11nale. de 111éd. et cll ir. i1tfantiles, n. 21~ 1902).

Menire si tira il padiglione dell'orecchio in alto ed indietro, si affonda attentamente il tubo finchè questo tocca il corpo estraneo. Si fa quin..di una forte aspirazione all'estremità esterna del tubo e si spinge indietro la iesta senza cessar di succhiare. · In questo modo si riesce q11asi sempre a rimuovere il corpo estraneo che viene aspirato nel lume del tubo introdotto. Per impedire la forza di ade- • sione del cautchouc si lascia prima immerso il tubo per qualche te~po nel petrolio . . Il metodo è affatto innocuo e non reca il minin10 dolore. (Corresp. Blatt. f . Scll1v. Aerzte, 15 no,. 902). •

Cura della blefarite pitiriasica fm·fu1·acea sebon·oica.

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Ecco la cura proposta da PuECH e FRO!tIA.GET, di Bordeaux. Adoperare lozioni calde, mattina e sera:, con acido borico, .J;: 100; o, m.eglio, · sublimato al 2000 od àl 1000. Dopo la lozione serale, fatta di preferenza al mo· mento di coricarsi, spalmare i margini palpebrali con tma delle numerose pomate a base di. mercurio: Calomelano Vaselina . oppure: Precipitato rosso Vaselina • • • ovvero: Subli1nato • • • Glicerina • • • • .. od anche: •

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P er que ta. rimozione il dott. CucBE raccomanda il n1eto(lo segl1onte: si pro11de t1n drenaggio di . gom1na, non fe11estra.to, tagliato retto ai clue estremi, · d ella lungh ezza cli w1a sigaretta e di calibro tale da potersi facilme11te introd11rre nel condotto au· <.litiv·o.

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(BRUN·MORAX). In questa forma di blefarite l'azione dei corpi grassi gareggia con quella dei sali merc1u·iali. •

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L'agurioa.

Tra i rimedi, che rappresentano una vera con· quista della moderna terapia, certo non ulfimo è la di11retina ~ ma se ad essa vanno riferite ottime qua· lità cu1:ative, non per questo può dirsi che -va.da del tutto immune da difetti e da inconvenienti. Questi vanno riferiti quasi escldsivamente all'a· cido salicilico che del composto è gran parte, o si esplicano soprat11tto a cari<!o delle vie digerenti

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Solfo precipitato ~ .A.cido salicilico Ì Resorcina . . } ·

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[ANNO IX,

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FASO.

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SEZIONE PRATICA

pro,rocando nausee, talora vomito, inappetenza, di· stt1rbi intestinali. Con tutto ciò la diuretina divenne un fcirmaco di pratica applicazione, e fece parte clella terapia ordinaria, ~orren.te, in attesa che llil nuovo preparato ùi simile composizione e di ug11al base venisse a sostituirla efficacemente. A questo scopo sj rivolsero le ricerche dei chimici e clei far· macologi, e il nuovo composto di teobromina venne recente1nente alla lt1ce con il nome di agnrina. L'agurina s i presenta come una polvere inco· lora, di sapol'o salso-amarognolo, facilmente solubile nell'acqua ; la soluzione è di reazione nettamente alcalina. Essa contiene più teobromina della diure· tina e si associa a una certa quantità di acetato di soda · O.± parti · che ne at1menta l'azione diuretica. Il M1CIIAELIS (1) ha esperimentato questo nuovo farmaco lungamente, da solo o alternato con la diu· retina, e ne ded11ce le seguenti osservazioni : . L'agurina riesce specialmente efficace come diu· retico nei transudati_, che .conseguono a lesioni car{liache in via cli scompenso e sotto l'azione della digitale. È inutile quasi dei tutto nelle gravi forme di Ile· fJ:ite parenchimatosa, e in gen ere negli. stati ure· miei, mentre ha una spiccata azione diuretica n elle forme renali carattoi:izzate da lie·v e grado di raggrinzame11 to arte rio · sclerotico. .... L'aziono del rimedio, quanrlo avvenga, si inanifesta do1)0 due o tre giorni. e cessa ·un giorno dopo la sospensione clel farmaco ; non si ebbero mai a ri· scontrare effetti seco11darii spiacevoli sul cuore e s11lla funzionalità dello stomaco, anche in casi in cui la cliuretina proYocava delle nausee. Q11indi seml)ra accertato che l'a.g nrina debba esser tcnl1ta in 11gua1 conto d ella diuretina e forse a que· sta preferita data la u guale azione curativa, la mancanza ~i qt1alsiasi inconveniente secondario, e la presen7.a nell::i sl1a composizione déll'acotato di soda, 1)er suo conto diuretico. La digitale somministrata prima o contemporaneamente, fa,-v·orisce l'azione curativa del rimedio, associando la s11a azione dil1retica indiretta a quella <Uretta doll·agurina. Le dosi con sigliate p~r gli adulti f11rono di 3 gm. al gior110 in tre Tolte. Dott. ~IòGLIE.

VA :R I.A La f1·eschezza delle uova. - Il processo più comunemente u sato, per vedere se un i1ovo sin. fresco o no, è quello dcl miraggio. Ecco tLn altro 111etodo basato s11 dati Rcientifici, premiato dalla società d'ovicolt11ra di Saxe. Immergendo un uovo nell'acq11a, tenùe a rialzarsi tanto più. qt1anto meno (1) De11f:;;che .Aerzte Zeitnn,q. 1901, n. •

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è fresco, per l'aumento della camera d'aria nl polo

rotondeggiante, in seguito all'evaporazione ùell c~ sostanze acquose dcl bianco. Ogni llo,ro qt1incli assume llna posizione diversa ed il s no grancl'asse t1n'inclinazione maggiore o minore sull'orizzonte: a seconda dell'età dell'novo s tesso. L e uova fresche restano orizzontali· quell o tli 3.4 giorni; fanno uu angolo coll'orizzont.e cli 20 gradi; di otto giorni , di più di 45° ; di 1± giorni . di più di 60°; di tre settimane, di più ùi 75°. U11 uovo che ha più. di un mese, resta vorticale, e galleggia se è ancora piì1 vecchio. Si può costr11ire llll Tecipiente di ' ret1·0 0011 incise su di una parete delle di visioni grall nate. corrispondenti alle diver se inclina~ioni. .AJlora. l a semplice lettura dà press'a poco l'e tà dell'uovo. (Jouruat niéd. de Brzi.,1ielles, n. 38, 1902).

Per distinguere il latte nn1ano da quello di altri ani1nali. - Sci-ILOSSMANN ha recentemente trovato una nuova reazione (lel la,tte umano che permettP di disting11erlo dalle altre specie cli latte. L'A. ha veduto che n el liquido itlrocelico cli bambini l attanti il la,tte umano proéluce lln i)reci· pitato e quello cli y·acca no. l\'loRO ed HA1\IBURGER han110 cont1·ollato q t1osto ricerche, confermandole. Questa reazione non ha r1ulla a che faro co11 la r eazio11e tli Borclet. )Iono e HA~IBURGER la spiegano ;:tm1nettendo che il latto lrmano contenga fibrina fermento e non ne contenga il latte di ·vacca e cl1e q11esto fermento col fibri · i1ogeno del liqt1iclo idrocelico Jormi fibri11a. (Wie11er k/.iu. TT'oclt., n. 5, 1902). Per dete1·gere le f1·ntta clai nl1merosissimi mi· crobi ch e ne inqt1inano la Sllperficie il professor EHRLICH ha constatato che è suffici&nte un la,,..aggio rapido. t •

CENNI BIBLIOGRAFICI •

HELJ<"ERICH. .A.tlas und Grunch·iss der tra111uati· sc1ten Frakt11ren nnd Luxationen. - Lehma.nn. ~ltinchen 1903, :ì\I. 12. · È la VI edizione dell' .Atlante che, modesto qt1anto interessante, vide p ar la prima ·volta la luce n el 1895. Il fatto che. in appena 7 anni 8i sia già alla VI edizione ci dispensa e.la qt1all1nc111e commento. Il libro, edito dal L ehmann in moclo Yeramente splendido. si presenta oggi completamente i11utato dal volumetto, ch e contene,·a appona 166 iig1tr<• complessiYa.me11te : sono infatti b en /(j le taT"ol · cromolitografiche e 195 l e altre figure nel teç;tn. con le quali l'.A.. illustrn, og~i 111agistralme11te. le f1·att11re e lu$sazioni traumatiche. Ciò che lo renùe lmico n el 110 genere e ,·era· mente prezioso è il fatto che a.ccanto ':<1 ogni frat · (1A)

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IL POLICLINJCO

t11ra o lussazione l'A... si è stndiato cli porre per lo piìt la rarliografia del caso clinico corrispondente. L·interesse che il n11ovo a11silio diagnostico offre è tale che il libro si sfoglia, quasi d'un fiato, come un volume di letterat11ra amena . Non è, difatti, il vecchio e convenzionale sch ema scolastico, che vi sta dinanzi; ma il vero ed a11tentico docnuiento n11iano. Il t esto brev e e conciso, con chiar ezza e preci· sione meravigliosa, riassume quanto della sintomatolog ia è indispensabile p er l'esa tta diagnosi e con nitide figure indica il trattamento più con si· glia.bile, gli apparecchi e gli avvedimènti più mo· clerni e più semplici. Non esitiamo qutndi ad af· fermare che l'ottimo libro dell'HELFERICH è indi· spensabile ad ogni chirurgo che, con poca spesa e con minor fatica, voglia esser e al corr ente delle <111istioni del giorno sull'argomento. T. FERRETTI. BRUNEAU. Guide pratique de l'extraction des dents à l'usage du médecin. - Paris, Société d'éditions scien.tifiques). È un opuscolo di un centinaio di pagine in cui sono concisamente esp oste le indicaz~oni e contro· i11dicazioni d elle estrazioni, il processo operativo e t lltto ciò che può interessare un prin cipiante che , ..oglia occuparsi della estr azione dei denti. L'ultima parte p oi tratta. della pulitura dei d enti. È lln libr o utilissimo specialmente per i meaici che esercitano n elle condotte. 1\IANClOLI.

Pubblicazioni uervennte al (( Policlinico )) . VIVIANI dott. U . U n caso di gambe crociate . .Arezzo, 1902. BENEVENTO dott. A. Sullo stato igienico sanitario clel comune di Rotello. -· Napoli. Estr. dalla Pra· tica d el medico, 1902. B OERO dott. O. Contributo allo studio dei mezzi cl'irrigazione endot1terina con la descrizione di una nt10,~a sonda dilatatrice ed irrigatrice. Napoli. Estr. clalla Rassegna d'Ostetricia e Ginecologia, 1902. BONFIGLIO dott. V. Lagoftalmo e inne~ti cutanei . . - Firenze. Estr. dal Bollettino d'Oculistica, 1902. CAPPUCCIO dott. D. Per un caso di claudicazione intermittente ed embolismo dell'omerale destra da ~ifilicle. Milano. Estr. dalla Gazzetta degli Osp eclali, 1902. VmDIA prof. A. F erita d'arma da fuoco della colonna v ertebrale e del rigonfiamento lombare, paraplegia istantanea, ent1cleazione del proiettile, !!Uarigione completa. - Roma. E str. dc,lJ la Riforma )Iedica, 1902. SCHWARZ dott. R. Disarticolazione interscapolo· toracica per osteosar coma. - Venezia. Estr. dalla_. Rivi ta \ eneta cli cienze mediche, 1902. (20)

(ANNO IX, F ASC. 13]

INTERESSI PROFESSIONALI Della municipalizzazione del servizio farn1aceotico. (Studio del Dott. CoRTINI) . Il Senato ·del R egno sarà tra giorni chiamato a discutere una legge, già approvata d nlla Ca1nera dei D eputati, sulJa « municipalizzazione dei pubblici servizi » legge di alta importanza sociale e conforme in tutto al nuovo valore ch e ·va oggidì assumendo il concetto di ·s tato. Tra i servizi m11nicipalizzabili è stato annoverato il Farmaceutico. I medici hanno tutto l'interesse che qu esto servi.zio, n aturale integrazion e della loro attività, sia perfettissimo; in quantochè i rimedi che essi pre sc~'ivono non poe:;sono determinare gli effetti che se n e sperano se non a patto di essere di ottima qualità. Da ciò nasce l'opportunità ehe la classe medica conosca questa questione e vi porti il proprio con· tributo.

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** * Commissione parlamentare

Quando la incaricata di s tudiare il progetto sulla « municipalizzazione » incl11se tra gli altri il capitolo « Farmacie » fu indotta a ciò dalla sporanza che la nuova. iniziativa p otesse alfine sistemare e regolare una materia ora cosi arruffata. P er comprendere bene la situazione odierna è utile dare uno sguardo alle legislazioni dei vecchi S tati italiani in -tutte le q1tali, a dir vero, troviamo una grande ·uniformità. Tutte le disposizioni ivi adottate si possono divi· dere in due categorie. La prima, che per noi è di mediocr e importanza, riguardava «l'officina farmaceutica » e fissava norme tassative s ulla ltbicazione, ampiezza e distribuzione dei locali, sulla disposizione, qualità e quantità dei far~aci, sulla q11alità e quantità degli attrezzi indispensabili, ecc., ecc. La seconda riguardava la personalità del Farmacista. E prima di tutto stabiliva i requisiti e documenti n ecessari per aspirare alla posizione di « istitore » di una officina farmaceutica; obbligava ad un concorso o al ' Tersamento di una forte cauzione (Pie· monte); imponeva una lunga sequela di doveri quali: non allontanarsi mai senza lasciare un supplente legalizzato; preparar e p er sonalmente i veleni; tenere nota rigorosa di tutto quanto esciva dall'officina; tenere una condotta incensurabile ; esser e a disposizione del pubblico notte e giorno (Napoli), ecc .... Secondariamente la legge si preoccupava di assicurare la solidità della posizione economica del farmacista, ed a quest'uopo limitava il numero delle farmacie. Riportiamo qui gli art. 10 e 11 dell'nrdi· namento 15 novembre 1836 emanato n egli Stati della.

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[ANNO IX, F .A.SO. 13J

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SEZIONE PRATICA

Cltiesa, ove è chiaramente motivata questa dispo· sizione: Art. 10. « Essendosi calcolato che onde [.o spe· ziale abbia cliscreto lucro, vi abbisogna almeno un numero di circa 3000 abitanti, non sarà permesso da ora innanzi l'apert11ra di una nuova officina farmaceutica in quei comuni chè, secondo questa massima, abbiano già un sufficiente numeto di spe· • -zierie..... .A.rt. 11. « Nei comuni che hanno minor popo· lazione, calcolatovi anche il territorio, potrà per· mettersi l'istituzione di una sola spezieria a seconda delle circostanze, a meno che peraltro tanto sia ristretto il numero degli abitanti da 1101t poter 11re· Benfare alcii'lla s;curezza di s1issistenza allo speziale, -ed anche in tal caso potrebbe farsi eccezione, quando gli altri luoghi ove son speziali distino troppo, o siano di difficile accesso, o il comune concorra al mantenimento del farmacista con un discreto as· segno. » Infine per salvaguardare sempre più il pubblico da,lla possibilità ch e il farmacista abusasse delle s11e delicatissime mansioni, la legge permetteva anzi imponeva ad un magistrato (che nello Stato pontificio era la c. d. « congregazione speciale di sanità » ), di compiere verifiche ordinarie biennali, mediante persone « oneste ed esperte », nonchè -verifiche straordinarie ed inattese allo scopo di indagare sia le condizioni di ·fornimento e di ma· nutenzione dell'officina, sia l'integrità di condotta del farmacista. La più piccola irregolarità veniva colpita da pene severe, fino alla chiusura imme· diata della farmacia. La limitaiione del numero delle farmacie e le in· chieste ordinarie e straordinarie erano in vigore ovunque. In Lombardia si poteva aprire una farmacia ogni 5000 abitanti; le inchieste venivan fatte dal «Consigliere Protomedico » nella città capitale, e dai rispettivi « medici di delegazione » altrove. In Pie· monte anche venivano .fatte dal « Protomedico » stabilito da Carlo Alberto il 16 marzo '39. Nelle Due Sicilie la limitazione del nutnero delle farmacie era fatta non in base al i1umero degli abitanti, ma in base alla distanza che le dove·v a ~eparare, ecc.

***

Il giovane Regno d'Italia erede delle multiformi legislazioni, cercò di ordinare le cose alla meglio. Già fin dal novembre 1859, il Governo di Vittorio Emanuele II a\eva emanato una legge « sull'or· dinamento dell'amministrazione sanitaria » istituendo il Consiglio superiore di sanità otl i Consigli sani· tari prov-inciali, ed imponenclo la r~-visione decen· nale della farmacopea. Nel 1865 una « leO'O'e oo sanitaria ;) riordinò la magistratl1ra sanitaria. Si ebbero: un Consiglio st1periore cli sanità, presieduto dal )Iinistro dell,istruzione e composto di 15 membri: i Consigli pronnciali di sanità presied11ti dal Pre·

403

fetto e composti di 12 membri di cui tino farmacista~ i Consigli circondariali presieduti dal sottoprefetto e composti ùi 7 membri di c11i 11no farmacista. A questi consigli era devolt1ta ancl1e la sorY·eglianza delle fa,rmacie colle stesse norme che pel passato. Di fronte poi alle incongr11enze della nuova sit11azio110 e alla necessità di provvedere clett.tgliatamente per ciò che riguardava le farmacie la logge clel 1865 all'articolo 30 dicev-a: « }'ino a che tina leggo spe· ciale provveda, nulla è innovato in quanto all'e· sercizio del commercio e della industria dello far · macie ». !'Ia con le idee liberiste che in quel tempo trio11 · favano erano incompatibili le disposizioni clei ces· sati governi che avevano circonclato di tanti ol)· blighi e di altrettanti privilegi l'esercizio delle far· macie. Perciò il 12 marzo 1873 cominciò al Senato la discussione di un progetto di codice sanitario, cl1e proclamava la libertlt dell'esercizio farmaceutico stabilendo, in ohi 'rolesse intraprenderlo, unicamente un preavviso di 15 giorni al Prefetto . .AJ)ortito questo progetto per t1na crisi ministeriale, riapparYe nel dicembre 1877 molto ridotto e modificato. Fi· nalmente il 22 dicembre 1888, l'Italia ebbe la sua legge sani tari a. Fu completata e perfezionn.ta la gerarchia sani· taria. Il Consiglio superiore di sanità fu portato a 23 mflmbri, di cui, uno farmacista o due chimici . Al consiglio provinciale, di c11i facevan parte llll chimico ed un farmacista, si collocò a fianco il « mo· dico provinciale » tra le cui mansioni rientra,rano le ispezioni ordinarie e straordinarie delle farmacie della provincia, praticate con l'assistenza, oy·e occorresse, di un chimico e di un farmacista. Il Con· siglio circondariale fu aumentato e poi in ogni comune, gregari di q nesto grande esercito della salute, si crearono gli llfficiali sanitari, con speciali mansioni. In tm lungo paragrafo riguardante le farmacie si sancirono varie norme. che in sostanza non differivano molto dalle antiche. Cessò però quanto rig11ardava la limitazione del n11mero delle farmacie. Infatti l'art. 26 dice: » N 011 è permesso aprire una farn1acia ed ass11merne la direzjone senza averne dato a\·viso 15 giorni prima .a l Prefetto » , E questo è quanto. Per ciò che riguardava la abolizione dei \incoli e privilegi esistenti e la regolarizzazione d elle in· dennità, coll'art. 68, si promette-va entro b anni un progetto di legge che risolvesse la c1uestione. Questa legge ancora si attende, mentre in tutto questo tempo sono state continue le liti, tra i IlllOV"i esercenti e coloro che, secondo i ,,.cccl1i r egimi. a,,.e,ano farmacia pri-vileg iata. Il ~o,•erno i 11 ta 1 questione ha lasciato piena a11torità al })Ote r e !!Ì H · diziario. Infatti fin dal 1899 l'on. F ort i:-; corul1ni· ca'\a ai prefetti un a"V\iso cl cl Con iglio <li ta to. in data 10 aprile, e imponeva loro cli ttniformar,·i~i. Detto a"V\iso in,ita i p1 ofetti, in t11tti i casi in e11i t21)

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IL POLICLINICO

l'apertura di nuove farmacie debba farsi a norn1a de ll'articolo 26, a limitarsi a sottoporle a vigilanza senza bi~ogno di rilasciare alcllna al1torizzazione di apertura. Qualora avvengano reclami per diritti accampati da tel'zi, lascino che gli interessati li facciRin valere inr1ainzl all'autorità giudiziaria. Da allora in poi il Gov·erno 11a ten11to sempre • q11esto contegno p.assivo, ma numerosissime souo state le questioni giudizi.arie e le relative sentenze. E poichè i privilegi preesistenti variavano per ciasc11no cl ei ' racchi Stati italiani, cosi per ognuno di essi si è creata, con sentenze ed arbitrati, tutta llna giurisprudenza in proposito. }'lolte volte anche la Cassazione si è pronunciata, ed è inutile dil'lo, ora in favore ora contro. Nella r ecente discussione alla Camera rigt1ardante la « ~Iunici1lalizzazione » nella seduta ù el 29 novem· bre, quanclo si nominarono le Farmacie, l'on. Maino interrogò il ~Iinistro se e còme intend esse metter fine a questa sit11azione così precaria, aggiungendo che « lo stato di cose formatosi nella legislazione « e nella gìurisprudenza è cosi singolare che egli, « avvocato di professione, doveva invocare la ces· « sazione, una buona volta, nei tribunali di osti· « nate e dolorose contestazioni » . Il ministro Gio · litt~ rispose che, poichè la somma che lo Stato dovrebbe pagare per riscattare i privilegi diminuisce a misura che il tempo passa, egli avrebbe studiato se fosse il momento di fa.r qt1esto passo e quale fosse i'onere chf' n e verrebbe. Nel 1899 troviamo un'altra disposizione legislativa riguardante il ser,rizio farmaceutico. Ragioni di civiltà e di equità e soprattutto una seq11ela interminabile di ricorsi da parte degli uf· ficiali sanitari di recente creati, ind 11ssero il Go7 verno a decretare l' impianto di « Armadi farmaceutici » in quei co1nuni e frazioni ove lo scarso numero clegli abitanti e il mancato concorso del mnnicipio distogli(:lvano l'iniziativa privata dall'aprire lina farmacia. Qt1esti « Armadi farmaceutici » custoditi ed eser· citati dai medici condotti, sono un goffo embrione di m11nicipalizzazione. Essi debbono conten er e solo i medicinali stabiliti dall'apposito regolamento, sia nella q11alità, cl1e n ella quantità. La gestione del· l'armadio è a carico del Comune, amministrata, ove è possibile, dalla Congregazione di Carità o da quelle altre istituzioni che provvedono ai medici· nali pei pov-eri. L'importo di ogni ricetta è fissato dal medico condotto e l' osa.zione di detto importo si fa come por la ri~ cossione delle entrate comunali. .A. quosto p11nto è in Italia la legislazione rigt1ar· dn11te il servizio farmace11tico. I

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È eYidente lii inco111pletezza di q11esta legi..,lazio11e

e la nece ità cli venire nel 11na riforma radicale.

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[.ANNo IX, F ASC. 13}

Io non intendo denigrare una classe benemerita di professionisti, ma è ov·vio <d 11m~ino, pensare che tra i farmacisti, come in tutte le cla~si sociali e in tutte le professioni, vi siano dei buoni e dei cattivi, non essenùo l'onestà patrimonio di nessuna casta. Ciò posto vediamo gli inconvenienti cui si ?~ esposti nella odierna situazione. Nelle grandi città le farmacie si moltiplicano al1' infinito e l'esercizio delle farmacie si tenta nè pi1't, n è meno con gli stèssi criteri di concorrenza cl1e vigono per qualsiasi a1tro commercio. Ciò rende precaria la posizione economica del farmacista, e facilmente induce i cattivi a ricorrere a quegli stessi artifi~i cui si abbandonano i commercianti disonesti, che cercano di esitare la peggior merce per il maggior prezzo. Senonchè nel caso dei farmaci, la esitazione della merce peggiore, od anche solamente non rigorosamente conforme alla prescrizione medica, p11ò essere fonte di molto più gravi inconvenienti che in q11alsiasi altra azienda. Può perfino, e sep.za mezzo di controllo efficace, causare la perclita di una vita umana. Nei suburbi ed in gene1•e nei quartieri remoti e pupolari, la Farmacia non può avere medicinali freschi e buoni, sia p er la minore esitazione di merci costose (che son quelle cla cui il farmacista attinge i maggiori guadagni) sia pei prezzi minori che devon farsi ad una clientela pilì miserabile. Perciò ivi si \edono adattati l)er fa.rmacia degli antri angusti e sporchi e nei barattoli sono rac· chiusi dei residui di farmaci stantii, più facilmente • nocivi che salutari. Nei paesi in cui esistono 2 farmacie la concorrenza, mescolandovisi anche le questioni dei partiti comunali, assume talora forme esageratissime, sovente con danno degli acquirenti. Nei comuni dove esiste una farmacia sola, spesso nelle forme più crudeli si afferma il monopolio. Il farmacista alza ··e. ribassa a piacere i prezzi, taglieggia i clienti costretti dalla n ecessità, ed in caso di co~testazioni legali, sì fa forte della tariffa go,rernativa vigente che fissa dei tassi veramente esagerati. .Altro fenomeno frequ ente a veclersi nei paesi è lo smercio abusivo dei medicinali più in uso, da. parte dei droghieri e senza nessuna garanzia pel pubblico. I farmacisti sporgono ricorso contro costoro, ma il più delle volte il ricorso resta lettera morta. Ed i paesi senza farmacia? Se si pensa cl1e il n11mero dei nostri concittadini obbligati a contentarsi dell'armadio farmaceutico può calcolarsi ad oltre 3,000,000, si riesce a comprenclere ia ~astità dcl problema e la necessità del riparo. Se esaminiamo la provincia cli Roma, che p11ò dir i privilegiata sotto questo aspetto, tronamo che in essa su 2"26 com11ni eon una popolazione legale di 1,196,909 abitanti. b en 6! con111ni con &2,0f>O abi·

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IX, F Asc. 13]

tanti debbono servirsi degli armadi. Nè trattasi di • comuni di infima entità, mentre uno solo ha 1ma popolazione inferiore .a 500 abitanti; 19 contano da 500 a 1000 abitanti; 24: da 1000 a 1500; 15 da 1500 a 2000; e 5 oltre 2000 (1). Molto, ma molto di p eggio avviene nelle Isole, n ell'Italia Meridionale in g~ne· rale, e in molte provfucie montuose ove può cal· colarsi che quasi tutti i co~uni . cbe contanò meno di 4:000 arbitanti siano privi di farmacia . Ora si può seriamente cont·are sull'efficacia de.gli armadi? Sono infinite le cause che rendono affa1.to insufficiente que$ta istituzione. ·La tirannia del re· . . . golamento, a ino' d"esempio, prescrive quei tali farmaci e in quella determinata quantità, omettendo generi che talora divengono indispensabili per speciali malattié sopravveD;11te; e se il comune in tal frangente si . provvede di . questi .generi, la cupidigia di un farmacista vicino provoca subito un interminabile processo contro il comune stesso. · Non è raro che i sindaci, al medico invocante la rifornitura dell'armadio, rispondano che le finanze del comune impediscono q11alsiasi spesa. Qualche i"olta .è il medico che neglige di mantenere l'ar. madio ben fornito . E così via. · I poveri oom1misti, confidando nella salute, non si preoccupano di qùesta questione, sal'ro ad esser seriamente danneggiati, quando il male si manifesta. Non è unico il caso, da :nie stesso osservato in un comune perduto tra i monti, di 11n contadino che dovè pagare 4 lire per due grammi di benzonaftolo, in una farmacia situata a più che 5 ore di strada. So per certo, di un farmacista in un grosso co· mune vicino a Roma che ha l'abitudine di fare delle arbitrarie sostituzioni nelle ricette: vendendo per esempio un sale di caffeina invece di un sale di sparteinè:ti di c11i i suoi barattoli son vedovi, convinto che l'effetto deve indubbiamente essere identico. 0

***

Ora ecco che viene in discussione « la municipaliz· zazione dei pubblici servizi » A la Commissi~ne par· lamentare, con fine intuito, nell~ sua relazione in proposito, aggiunge ai servizi municipalizzabili, quello farmaceutico. Non è qui il luogo di discutere in sè la questione della m11nicipalizzazione. Le ob· biezioni, del r esto, che il liberismo accampa, ca.· dono di fronte all'utilità palmare constatata dalle esperienze fin qui fatte. J;n complesso ~asta pensare alla soppressione di un intermediario lucrante per • comprendere come, anche se dovesse lie'7'emente aumentare il prezzo di costo di una merce, tuttavia ne diminuirebbe ·il prezzo di -vendita. E nel caso delle farmacie, basta pensare ai vaìitaggi di un'equa distribuzione dei farmaci, ~empre buoni ed uguali in tl1tti i quartieri ricchi e poveri· di un com11ne, (l } Gradoli con 2048 a.b.; Bellegra con 2264; Canepina. con Patrica con 3182 e Torrice con ben 4190, •

407

SEZIONE PRATICA

26~;

ed a prezzi più n1iti di quelli in. l1so, per comprondere come le pit't forti . ragioni economiche e socia! i inducano a tentare questo importante passo. Si potrà obbiettare che mentre p er altri servizi già vi sono stati numerosi tentativi, ciò non s i è avuto pel servizio farmaceutico. Ed invero solo im piccolo com1me nel Perugino, San Venanzio, ecl il comune di Reggio Emilia hanno g ià a.ttua.to qualcosa di simile (in ambo i casi, è bene fin d'ora notarlo, con utile evidentissimo). Ma non monta. Certo è che in questo campo le iniziativ:e sono ostacolat1.-- dal ·bisogno saltu ario che si ha dei farmaei. Del pane, della illuminazione, dei mezzi di trasporto il bisogno è generale, quottdiano; dei farmaci, no: ed ~ perciò che tardano le iniziative riguardanti la collettività. A Reggio Em.ilia infatti il progetto fu attuato solo nell'interess~ di din1inuire la spesa oh~ quel comune sopportava per la distribuzione dei mèdicinali gratuiti ai poveri e di cui sentiva CO · stanteme1tte I'onere. Ma tuttavia l'interesse che si ha ad una solu~ione di questo problema, si rivela evi· dente, volta per volta; quando si è colpiti dal male . C'è veramente un fenomeno, che si può chiama:re la « fame dei medicinali » e che in ogni città ali· menta numerosi stabilimenti, farmacie eçl istit11zioni. Non volendo ~ccedere dai lin1iti di un modesto saggio, che dia un'idea .p ossibilmente esatta della questione, limitiamoci a considerare ql1ello che a,r_ viene in Roma. Qualche anno fa un nucléo di filantropiche per· sone, « l'Unione pel quartiere di S: Lorenzo » fondò n el quartiere stesso,. uria. farmacia destinata a ven· dere ai poveri le medicine quasi a prezzo di costo. Nessuna ricetta per complicata che sia riesce a superare ~l prezzo di 25 o 30 centesimi. Sul prin· cipio ciò destò una certa difl:idenza., ma quando si eomprese eh~ realmente i medicinali erano ottimi e solo per un miracolo di filantropia costavano così poco, immediatamente la farmacia divenne mèta di un vero · pellegrinaggio · di infelici. Sfogliando i bollettini annuali di questa istituzione trovo utile riprodurre uno specchietto comparativo tra gli incassi del 1° semestre 1900 e q11elli del 1° semestre 1901, che ivi si trova: •

1901)

Maggio

Giugno

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329. 39

312. iO 362. 70

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Gennaio. . 135 Febbraio . 127 Marzo. Aprile .

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400. 30

396.50

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In tutto il 1899 la farmacia av-e'a spedito 15:..7

ricette, nel 1900 tale cifra salì a. 66± e ne.I 1901 ad 11295. (23)

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IL POLIOLINIOO

Al'Tl'' O

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1900

Incasso p~r la vendita. . > Oblazioni. •

Spese medi2549. > 4375. 70 cinali . L.

>

445. >

130.

Residuo attivo eser cizio precedente . L.

· 93. 25

338. 34 Straordinari»

Totale

L.

1901

1900

1901

Personale. >

>

3087. 25 4844.04

Totale • L

I

Residuo attivo nel 1900. •

Residuo attivo nel 1901. .

• •

• •

15f4. 25 2681. 33 788.

>

1097. >

41'6. 66

4~7. 08

. 2748. 91 4205.41

. . . . . L.

338.34

>

638.63

• • •

È interessante ed e}oquente comparare il som· mario del bilancio della farmacia nel 1900 e 1901. La farmacia adunque con sole 130 lire di obla7.ione ha potuto in un anno (1901) pagare pjù di 1000 lire al personale, arricchirsi di nuova forni· tura e radd?ppiare il suo piccolo capitale. Esaminando poi i due titoli: Sj1ese Jnediciaali e I1z· 1.·asso per la vendita, è impressionante il notare come, pur non smint1endo la merce esistente in farmacia, anzi aumentando, ad una spesa di lire 2681. 33, corrisponda un introito di lire -:1375. 70. Se si pensa al mitissjmo prezzo di ogni ricetta, da queste due cifre, p er prima approssimazione, occorre dedurne ch e basta quel mitissimo prezzo, a far sì che· la 1nerce d ella farmacia dia un utile del ±0 p er cento circa. Anche la farmacia va.ticana, che fu istituita per l 'uso limitato a coloro che abitano nel territorio tlelle guarentigie, da alcuni a.nni si tiene a dispo· sizione del pubblico in certe ore del mattino. Essa fa <.lei prezzi mitissimi (agevolata in ciò dalla esenzione dei dazi per le merci a lei destinate); ed ecco tutte le mattine una vera folla accalcarsi innanzi <llla farmacia, ' Tenendo talora da punti remoti della città. La farmacia militare vende anch'essa i generi <.l i ottiJna qualità, a prezzi mitissimi, esigendone il valore di costo, più una quota miserrima a titolo tli rimborso spese (a qt1ei prezzi, insomma, cho . presso a poco potrebbe fare il comune, dopo la 1nunicipalizzazione). Orbene centinaia e centinaia tli persone riescono, mediante amici, parenti o co· 11oscenti, elio abbian diritto di fornirsi colà, a tro · '""are il n1oclo cli acqt1istare là i m eclici11ali loro ne· cei;;sari.

Le . ocietà farmaceutiche od i grossi'"'ii

' ""en <lc11clo all'ingro so fanno c1ei prezzi Teramente irrisori <li fronte ai })r ezzi <l ello farmacie. Ecl ecco (24)

LÀNNO IX, F .A.SO. 13]

anche i privati correre là a fornirsi, nella sicurezza di avere per un certo prezzo quella qt1antità di prodotti che in una farmacia. acquisterebbero spen· dendo quindici, venti volte di pilì. Ed incidentalmente rileviamo un inconveniente che nasce da ciò. I privati si abituano a tenere presso di sè una vera provvista d ei medicinali' più in uso, e questo è causa che talora se ne servano di propria inizia· tiva e possibilmente con. proprio danno. La Congregazione d i carità distribuisce ai . po· • veri grat11itamente i medicinali, che essa paga poi ai suoi farmacisti autorizzati, ad .11n tasso rèlativamente mite. Orbene è una pressione continua, t1na ressa da parte della gente che cerca di essere ammessa a fruire d el beneficio. Ed intanto tutta questa concorrenza in grande e in piccolo, tutte queste opere di speculazione, di beneficenza, d' intrigo creano una situazione ben triste ai farmacisti liberi. La clientela si ~ssottiglia, il numero delle farmaèie non d ecresce, anzi aumenta e ne consegue una sitt1azione precaria di cui i buoni restano vittime. I catti·v i invece ' rengono da tutto ciò · solle· citati ed incoraggiati ad impiegare le loro male arti · p er supplire colla frode agli imbarazzi della situa· zione; con qual vantaggio del pubblico, ognun vede. Tutto q11anto · dicemmo è indizio che il bisog110 di una riforma è estremamente sentito, e che la municipalizzazione sarà certamé11te ben accolta .

*** . Che poi il monopolio farmaceutico debba esser redditivo è, per me, cosa f11ori di disct1ssione. Credo che non ci sia nessun'altra merce in cui il prezzo abituale di vendita distanzi di tanto il prezzo di costo. Inoltre sta il fatto che, fornendo i medicina.li a prezzi molto bassi, lo smercio ne aumenter ebbe grandemente, essendo frequentissimo il caso che il povero si astenga dal provvedersene per il loro prezzo esagerato. Aggiungasi che la 11nicità di amministrazione determiner ebbe una riduzione di personale sia tec· nico che subalterno, e che Si potrebbero com.mi· surar meglio la produzione o l'acquisto dei medi· cinali ai bisogni della rivendita, escludendo così l'inconveniente di eccessivi fondi di magazzino e quindi riducendo le perdite dovute a generi gua· statisi. Circa poi la possibilità di modificazione e forte riduzione n elle tariffe, credo t1tile porre sotto l'occhio del lettore dati e cifre, nucli ma eloquent i. Ossorvando le tav0le a pag. -!09--:110, si riesce a co111 · prendere come la Farmacia Tiburtina, pur vendendo le ricette al prezzo massimo di 30 centesimi. abbia nell'esercizio 1901, con un mo"\"imento di cas a (li sole lire 9000. r ealizzato un gua(lagno netto <li lire 1250 circa.

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IL POLIOLINICO

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Kgr. 2. 00

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Idroclorato morfina.

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[ANNO IX, F ASC. 13]

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SEZIONE PRATICA

Ho scelto a caso un certo numero di m edicinali e rilevato il loro prezzo su vari listini. Evidente · mente, io premetto, questi prezzi non ra1J1)r esentano nulla di assoluto. Basta un'oscillazione dei valori minerari sui mercati perchè i prezzi n e risentano enormemente. Purtutta·via non. son meno "\~ale\oli queste cifre per lo scopo che ci proponiamo. Nella 1a colonna son riportati i prezzi ch e fa pei s11oi prodotti, all'uscita di fabbrica, la nota casa i)roclt1ttrice ì\'Ierck di Darmstadt. Nella 2a colonna sonvi i prezzi della ditta C. Erba di l\ililano. Per moltissimi generi la ditta Erba non è produttrice, ma importat.rice dalle Case estere e perciò sui prezzi gravano naturalmente le spese daziarie e di porto; tuttavia i prezzi crescono, non proporzj onalmente. La, 3a colonna è ricavata dai listini d ella Società F. Romana che trovasi, benchè più modestamente, nelle stesse condizioni di C. Erba. Orbene in essa e· è in genere un lllteriore "11mento nel costo. Crescono poi enormemente le cifre quando si ar · riva alla pift mite delle tariffe al dettaglio (4a colonna), quella secondo cui la Congregazione di ca· rità di Roma paga i medicinali forniti ai poveri. Ultimo salto veramente acrobatico si fa quando si giunge al listino t1fficiale governativo (5a colonna) che serve nelle contestazioni. I · prezzi che i farma· cisti fanno al banco sono in genere lln « quid m e· dium » tra i prezzi della 4a e q11elli della 5a colonna. Da, questa tav·ola si ,,..ede inoltre come il prezzo nella fa,rmacia sia llna cosa tutt'affatto convenziona.le. Il solfato di chinina per es. è apprezzato cm. 25 al gr. e lire 2. 50 al dgr. mentre l'idroclo· rato è apprezzato cm. 50 al gr. e lire ! al dgr. Eppure la Casa ~Ierclc ·vende a lire 68 un kg. d el 1° e n sole lire 8. 75 un kg. del 2°. Evidentemente quei prezzi sono ~olo dovuti al criterio dello smercio essenclo il solfato il sale di chinina più • In USO. Altrove vediamo che lln cgr. di santonina costa O. 05, un cgr. di cocaina costa O. 10, ed un cgr. di codeina O. 20. E'identemente questi prezzi non sono in rapporto col prezzo r eale di qllesti 3 medicinali mentre il 1° ' riene segnato da Merck per lire 49. 75 al kg., il 2° p er circa 10Q0 al kg. e il 3° p er 620 al ](g. Potremmo moltiplicare all'infinito gli esempi di queste incongruenze, ma lasciamo al le ttore di ri· lev-arle da sè. Parmi evidente dopo tutto ciò che il servizio far· maceutico sarebbe rimunerativo: ma se anche que· sto non dov-es e essere, io rite ngo, con la Com· missione parlamentare, che ,~i sarebbe enorme com· penso nel maggior e migliore servizio reso al pt1b· blico. « Il comune. è detto nella relazione di quella Commissione, non deYe a"lere finalità di lucro, ma il solo ideale d el bene della convivenza » . (Con fi1111 a).

Per• il pr•of. Gi1tse1>1>e Ool(tS<111ti.

In onore al IJrofessore testè rapito alla scienza. in,"ece d't1n nostro n ecrologio }Jreferiamo darP. la splendida necrologia letta dal dott . .A. Garofalo alla Società Lancisiana il 17 g·en11aio 190;1. Nella st1a n1emorabile cou1n1emorazione di FELIC'E H OPPE- SEYLER (1), cl1e è un efficace t11dio dello s,·i · lt1ppo d ella chi1nica biologica nella econda i11etit del secolo XIX. il prof. GIUSEPPE COLA SANTI seri. \eva nel 1895 che il lavoro profict10 e fecon<lo d ell'insigne chimico-fisiologo di Strasburgo. la SlLH impareggiabile atti,·ità gli stt1di co11 i qt1ali egl i, unitamente a suoi allievi, a''eva contribl1ito alla soluzione d ei grandi problemi cl ella chi1uica dello organismo animale, tt1tto ciò i1on pote,,.a essere riassl1nto in })Oche pagine gettate frettolosame11te sulla carta, e per · farsene t1n'adogt1ata idea sar ebl)e occorso uno studio 11111go e profonclo di tntta la stia produzione scientifica. Qt1este parole che Egli scri'Ye,-a a proposito cl el · l'attività scientifica del suo ~Iaestro prediletto, il cui nome così spe8so ricorreva nelle s11e lezioni e · nella sua con,~ersazione. debbono ripetersi da chi voglia accingersi m en fugacemente a ricordare la mera,rigliosa e impareggiabile atti,ità scie11titica di GIUSEPPE 00LASANTI. L't1omo che noi oggi rimpiangiamo perduto, e la cui memoria meriterebbe di essere ricordata da una parola m en inodesta clella mia. per oltre v e11ticinque anni fu t111 mirabile esempio cli opero· sità e di lavoro nella Facoltà rneclica di Roma. e la produzione scientifica st1a e dei suoi allievi elio dal 1870 si è proseguita ininterrotta fino a })Oc11i giorni prima della sua scomparsa, r esta èt testin10· niare una nat11ra ' '"erame11te singolare di la·voratorf'. La s11a carriera scientifica ecl ltniversitaria di· mostra con le sue diverse fasi il cammino fatto dalla st1a nìente in campi differenti delle dottrine biologiche. Appena laureato, nel 186 . dopo a,·er guadagnata la medaglia d'oro n el concorso d'anatomia lJratica 11egli ospeclali. GIUSEPPE COLA. AXTii poco più cl1e ventenne, si sentì attratto dagli stucli della chi · rurgia e rimase per quattro an11i negli ospedali c.l i Roma come aggiunto e come sostituto chirurgo. Alct1ni st1oi lavori gio,~anili sulla f!llari.r1ioJ1I' df' llt fistole re8cico -ca,qi11ali. s1tlle ;11ifzio11i ]Jar~~1 c!ti111afosr. di tin!11rn iodica nella cura del go.z.ro. sull 11111>ortau ~" tera1Jeutica delle iniezioni pflre11c/1,;111atose rii aci1lo carbolico. sulla cura cltirur.qica dP/ lupu.r.:. djmo tra110 che la sua prima so ta nel ca1111)0 delln cl1irur!!ia non ft1 infeconda . }la la biologia lo attraeva col fa -cino tli sch•nia sperimentale. . Nel 1871 FRAKCESCO TODARO lo nonuna,·a ettore (1) P olicliruco. Sezione medica. Anno

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412

IL POLICLINICO

di anatomia l1mana normale nell'università di Roma e n el 1873 gli confermava l'incarico affidandogli l e esercitazioni pratiche sul cadavere. Un lavoro sulla ter11zinazio11e clei neri·i 1ielle glandole sebacee t estimonia d ella serietà con la quale in questi anni Egli si dedicò allo studio dell'anatomia umana. Un anno dopo, n el 1874, un altro valentuomo che i tempi nuovi avevano acquistato all'ateneo romano e per 11n fato crudele fu troppo presto p erduto dalla scienza, FRANCESCO BOLL volle il Co · LA.SANTI assistente nel gabinetto di 'fisiologia com· parata. Il COLASANTI, sotto la guida del geniale maestro, vi rimaneva stttdiando con grande inten· sità fino 'al 1880. e con la permanenza in quel ga· binetto dirigeva la sua attività verso un campo di studio che doveva dargli rinomanza. Nel 1878 consegui la libera docenza. in fisiologia sperimentale, dopo aver già ottenuto dalla Facoltà l'incarico di tenere letture scientifiche sulla fisio· logia della digestione, e sostitt1ì a più riprese nell'insegnamento 11fficiale il BOLL colpito da ineluttabile malattia. In quel periodo fortunato della sua carriera il prof. COLASANTI ottenne per pt1bblico concorso un assegno di perfezionamento all'estero, e dimorò lungamente n ei più celebrati centri di studio, e specialmente n el laboratorio di STRICKER a Vienna, in quello di PFL1.JGER a Bonn, di VIRCHOW a Bei·· lino e finalmente in quello di H oPPE- SEYLER a Strasburgo. Lu. scuola di FELICE HOPPE·SEYLER, sin da quando quest'uomo pre~laro insegnava a Berlino ed a Tubinga, era il semenzaio. dei 111ode.r11i' cultori della chimica intesa allo studio dei temi attinenti alla fisiologia, alla patologia ed alla clinica. La chimica dei liquidi e dei secreti dell'organismo animale sano o ammalato era tm vasto campo di ricerche poco esplorato, nel quale uno stuolo di scolari dell'HOP· PE·SEYLER si cimentava oon grande e spesso for· tunata attività. Il COLASANTI fu attratto dalla genialità di tali st11di e rimase per molti mesi allievo di quella scuola, stringendo vincoli di amicizia con l'HOPPE· SEYLER e lasciando una grata memo ria di sè come i11faticabile e intelligente lavoratore. Dopo più di vent'anni egli è ancora ricordato nel laboratorio di Strasbttrgo; e a suo nipote, ivi r ecatosi a studiare la stessa sua scienza, veniva mostrato il posto di lavoro dello zio. Sono di quel periodo della sua vita scientifica i migliori lavori del prof. COLASANTI, gli studi sulla rl11rata della vitalità della 11iacula ,qer11iinativa e sugli

rjfetti riel/a recisione del nervo olfattorio nelle rane, gli studi sperimentali s1tlla trasfusione etero,r1e1iea tic! sangue, quelli sulla de,qe11erazio1ie dei nervi recisi, ngli effetti della recisione del 11erro ottico s11ll'eritropsina, sull'azione fisiologica del cnraro, sugli rflèlfi tlel f reddo sulla crisalidr e snlla farf'alla riel (28)

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Bonibyx Mori, e finalmente i suoi lavori interessanti sulla for11zazione dell'acido nrico nell'orga1tisnio,.

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into:::no al quale argomento pt1bblicò· più memorie negli Atti dell'Accademia medica di Roma e nel giornale di MOLESCHOTT, e furono quelle che mag· .giormente misero in · luce il suo nome. Nel 1880, dopo la morte del BOLL, la libera Uni· versità di Camerino lo nominava professol'e ordinario di fisiologia, incaricandofo altresl dell'insegnamento della materia medica e della farmaco· logia; nel 1881 otteneva una tavola di studio nella Stazione zoologica di Napoli e vi rimaneva un anno occupato in ricerche sulla fisiologia comparata della visione; n el 1880 e nel 1881 otteneva. l'eleggibilità. alle cattedre di fisiologia presso l'Istituto di stucli superiori di Firenze e presso l'Università di Palermo. Nel 1881 il Ministro BACCEI.,LI nel nuovo regolamento organico sugli Istituti scientifici e pratici delle Facoltà di medicina stabili l'insegnamento della chimica fisiologica. L'indagine scientifica spe· rimentale era un vanto delle scuole italiane o la nuova cattedra ne continuava la tradizione. Il COLASANTI fu il primo ad . essere chiamato come professore straordinario acl insegnare la chi· mica e la fisica fisiologica a Roma, seg11lto d-0po poco dal GIACOSA a Torino e dal ROSTER a Firenze. Per un decennio il OoLASANTI fu confermato in tale insegnamento, confortato dall'amicizia piena cli stima di JACOPO MoLESCROTT che sapeva di avere in lui il più prezioso dei. suoi collaboratori. In quel lungo periodo egli concepì ed ispirò un grande numero di lavori sperimentali che din10· strano che seppe creare attorno a sè una vera scuola di chimica applicata alla medicina. Mi piace di ricordare, fra g li altri, i lavori sulle reazioni della creatinin,a, sulla presenza di acido pa-

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ratattico nelle orine dei soldati dopo marcie faticose, • sulla ,qlonierulonefrite nella rabbia speri1nentale, sui1·ossidazio1ie della pirocatechina nell'orga1iis11io, sull'azione fisiologica dell' acqzia o ;sigenata, sulla . reazione di Moliscii, sl1lle reazioni dell'acido sol/'ocianico, sul vo1nito 1iell' oligziria, sulla .van tocreatin,iua, sulla glicosuria ali1ne1tfare, ecc. Dal suo laboratorio uscirono in quel periodo la· vori di allievi suoi che oggi ha.nno già fama nella scienza e che portano .nomi a noi cari come CAPR ..\.NICA, GUARNIERI, GIUSEPPE BASTIANELLI, DUTTO, SCHUPFER, l\lAGNANil\!I, SANTORJ, J ACOANGELI, Bo· NANNI. Nella sua scuola di chimica fisiologica molte ge· nerazioni di giovani medici furono addestrate con metodo facile e piano alle esercitazioni di chimica clinica che il progresso della scienza ha rese ne· cessarie nella pratica professionale. Nel 1890, per la morte del prof. FRANCESCO SCALZI, il OoLASANTI fu incaricato dell'insegnamento della farmacologia sperimentale e dopo pochi mesi era nominato professore straordinario e nel 1, 9i

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LANNo IX, FA.se. 13]

professore ordinario della stessa materia, conser· , ..ando l'incarico della chimica fisiologica. Il COLASANTI insegnò per dodici anni la farmacologia nella scuola romana ed i ricordi del suo insegnamento sono troppo freschi perchè vi sia bi· sogno di accennarli. Egli gil1ngeva alla cattedra di farmacologia con la preziosa sua coltura di chimica e di fisiologia, e con tale viatico il nuovo insegnamento si svolse 1)er merito suo facile ed efficace. La sua attività non scemò quando giunse alla cattedra di ordinario in Roma. Egli poteva ripetere col poeta : . . . . il piè saldo fermai Sll 'l termine cui combattendo valsi raggiungere eppure raddoppiò di intensità il suo lavoro. Dal 1~93 al 1902 pubblicò dieci grossi volumi, n ei t1uali furono anno per anno raccolte le Ricerche ese·

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SEZIONE PRATICA

gnite nell' Istitzito cli /arntacolo.qia sperinientale e cli cltinzica fisiologica: morto il ~fOLESCHOTT continuò con amore a pubblicare il suo archivio Untersziclizi1tgen zrtr NatzirlP-lire des Mensclien und der Tliiere, per mezzo del quale diffuse in Germania la conoscenza dei lavori italiani: fu per molti anni collaboratore per l'Italia dello J ahresbericlit neber (Zie Fortscltritte tler Tltiercltentie, edito dal Màly; e finalmente da l)OCO più di un anno aveva anche inizid.ta la pub· blicazione di un Archivio di f ar1nacologia speri1nentale e scienze affini. Con un indiri~~o moderno volle dapprima dedi· ca.re la sua scuola farmacologica allo studio spas· sionato dei rimedi nuovi, e nella sua scuola fu studiato speri1uentalmente il valore fisiologico e te· ra.peutico della di11retina, del lattosio e del glucosio, (lel sulfonale, del trionale e del tetronale, del der· matolo, dell'aristolo, della fenocolla, del somnale, dell'euforina, del nerium oleander, del cantaridato di potassio, del saprolo, del sygyzium jambolanum, <lell'analgene, della tropococaina, ecc. Alcuni di questi lavori ebbero un'importartza vera, . e giovi ricordare, per esempio, lo studio s11l dermatolo, farmaco che era stato consigliato come 11n topico della pelle e che· dopo il lavoro di COLASANTI e DUTTO è entrato i1ella pratica. com11ne anche come llll buon preparato per uso interno. :Negli ultimi anni con la valida cooperazione di ,T ACOA.N"GELI, BONANNI BALDONI, Ril\IINI DE ì\fAR· CHIS e di altri giovani volenterosi, la. sua scuola si è affermata n ello studio di importantissimi temi di farmacologia e di bromatologia, specialmente sul .11rado di assi111ilabilità del JJane e delle paste di ,qrantnrco e 111iste, s11ll' influenza <le/la pressione os1notica szill' assorbi11Lento dei f'arn1aci, sul n1eccauis1110 d'azione dri purganti sali11,i, sull'i11iporta1tza <lcll'isoto11ia nelle inie.iioni endove1iose, sulla cissione del sa lalo nell'orga11is1110, sull'injl11e11za dellrr dieta JJrevalen te11ie11 te fl 111 ilacea sn Il' eli111 ina zioue dell'acido

urico, sul grarlo cli assi111ilabilitù <lei j'orn1aggio e sull'infizienza clei j'oruzaggi sull'eliuii1iazio11e dell'ari(/ o urico e degli eteri solforici, sulla crioscopia e/PI lattr di vacca, ecc. ecc. Non trascurò in quest'ultimo decen11io i suoi studi favoriti e ne fanno fede i lavori sulla f 1111zio1te protettiva del fegato, sull orina osteo11talarica, sul ricambio 11zctteriate nel rliabete ]Jaurreatico. Nel 1900 inaugurò l'anno accademico dell'Un;. versità di Roma con lln b ellissimo discorso Slti 11rogressi {!ella /'ctrnzacologia. Il prof. GIUSEPPE COLASANTI fu non soltanto un lavoratore infaticabile, ma anche, e sopratutto, t111 maestro nel vero senso della parola . L'educazione medica dei gio1"ani fu uno dei suoi pensieri costanti. Egli era felice di vedere il suo laboratorio affol · lato di giovani desiderosi di apprendere e di la'\"O· rare, era largo a tutti di consiglio e di aiuto, si faceva un vanto di aver assistito molti nei primi passi difficili ed incerti. .Alctmi dei ]a,rori che uscirono clalla st1a scuola col nome di altri furono non soltanto ispirati, ma sorvegliati, controllati, corretti da lt1i persino n elle bozze di stampa. I giovani Egli non volle dimenticare n oppure morendo, e ad essi lasciaT"a i mezzi per perfezionarsi · nella scienza a lui cara. Cuor fra.neo ed aperto, animo liberale e insoffe· r ente clelle pastoie di chiese e di scl1ole, Egli mori tranquillamente nell'intierezza delle sue convinzioni, logorato da 11n male fisico che non aveT"a a'llto il potere di abbattere la s11a forza morale. Forse pen· sando n egli ltltimi momenti al grande fisiologo e filosofo di cui era stato amico pilì ch e scolaro, volle lontana ogni vana pompa dalla st1a spoglia e come 1\'IOLESCHO'l'T desià.erò che il s110 cor1)0 fosse purificato dalle fiamme. La m emoria del prof. GIUSEPPE CoL ...\SANTI ri· marrà car:.t. a quanti lo ebbero amico e maestro. Certamente la scienza i1ella quale Egli più i)ar· ticolarmente lasciò una traccia, v·ede ogni gior110 più .allargarsi i] suo campo di i11dagini, come tutto le altre branche (lella biologia ed i suoi cultori sono presto distanziati. Noi non possiamo in ql1esto nlomento, velata la nostra mente dall'aroicizia e clal rimpianto, dare llll giudizio spa sionato sltl ,.a· lore che n el libro della scìenza a,·,·enire sarit accordato all'opera sua. l)er l~incre1nento clella chin1ica fisiologica. Tuttavia, se pt1re il periodo nel quale Egli la· vorò e si affermò dovrà in tempo non lonta1to np· parire come un~epoca elementare, no11 sara ~n1i11nita per qu::sto dinanzi agli occhi (]egli ~tu<.lio"i l'in1· portanza di chi fu lln ,-ero pio11icrc i11 Italia della chimica biologica. E perciò. manda11ùo llll sall1to ri,·erente nlln ~ ua (2f:l,

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IL POLICLINICO

memoria, noi possiamo dire con serena convinzione che il nome cli GrcSEPPE COLASANTI non fu, come c1uello clel poeta inglese, vanamente scritto sul· l'acqua. Dott. ÀLFREDO GAROF~.\.LO.

NOTIZIE DIVERSE ,

Giubileo Listeriano,

Compiono ora cinquanta anni che GIUSEPPE LI· STER è entrato n ella professione medica. N all'occasione di quusto gil1bileo il giornale del· l' _.\..ssociazione m edica britannica, il Brit. niecl. ,/Ottl'Jtal, dedica a LISTER 11n numero, do ve, in tLua p1·ima parte sono raccolti lavnri di alcuni tra i più. illustri chirurgi del mondo, dedicati in onore clel grande 11omo : vi si legge infatti q11ello del BBRGMA~~ di B erlino, s11ll « )Ieclicatura alla gar za jocloforn1ica, ecc. -> : quello dello CHA:l\'IPION~IERE di Par;gi, sul « }Ietodo antisettico di Lister n el pre· l')ente e J1el f11turo » • quello clel D URANTE di Ro11·1a, su di « Alcnne. localizzazioni cer ebrali » ; del BLOOTI cli Copenrr.r;lte11, s11l « Trattau1ento antisettico delle ferite » • del ~IIKULICZ di Breslavia, s ul « Trattamento delle frn tture. delia rotula » ; del :NIARSH del Bartllolonte1v's Hos11ital, Sltlle « Ai·triti infettive »; dell'OGSTO~ cli Aberdeen, sull' « Influenza ·del me· todo Lister nella chirurgia 1nilitare » ; e finalmente q11ello di HART cli Ed;11tbnr,t;o dal titolo « Pasteul' e Lister >.:Nella parte segt1en tesono conten11tiarticoliin celebrazione delle scoperte listeriane raccoltt-\ sotto il titolo « Lorcl Lister and Antiseptic Surgery. » Alla. « Storia di t111a riT"Oll1zione » segt1e t1n altro articolo sui prin1i tempi clella carriera scientifica di L .s·rER, con 1111 ritratto del g iovane L1STER ed t111 altro del suo maestro J A~IES SYl\IE. V'è quindi ttn altro articolo assai bello di CAMERON professore di clinica chir11rgica, a Glasgow, su LORD J;1STER e l' ei·ol11zio11e delta ntodertLa chirurgia; lln altro di CHJENE, professore di chirurgia a Ecli1n· burgo, s11lla .R. In/'er11ieria di Eclinibargo; un altro di W A'fSON CBEYNE sul listeris1no e to svit11ppo e/ella chirnrgia opercitiva. Chiude la serie 11n articolo s11lla parte recente tlella vita cli LJSTER, le onorificenze ricevute, ecc., 1111a nota bibliografica clei s11oi studi ed altri brevi articoletti s11l }isterismo in gin ecologia, ecc.

Per Guido Baccelli.

LANNO IX, F .A.SO. 13]

razione dell'esperimento. Vi è, poi, un Comitato ordinatore e 1.ina Commissione esecutiva. L 'esperimento avrà luogo a breve distanza cla. 1\iiortara in 11n locale p erfettamente isolato e cintato. I bovini sottoposti allo esperimento sono una trentina: vacche da latte, bovi e manzette. .A.nzitl1tto si farà ac.l essi una iniezione di tubercolina per avere ltn'idea s11 quali animali si ha da fare. Qualche giorno dopo si farà s11 quattro capi (d11e v.acche, un bove, ~na m~nzetta) una prima inie · z1one endovenosa di sublimato in dose proporzio· nata al peso per vedere quali effetti produce il medicamento in animali sani. L'infezione aftosa si produrrà immettendo n ella stalla tm bo"·ino malato. Così si r ealizzeranno le condizioni ordinarie della pratica, e-vitando l'obbié· zione che con l'aftosizzazione si produca. una malattia più leggera. Man mano che si avranno ani· mali malati si faranno le iniezioni endovenose. Qt~attro o cinque capi ser,riranno da testimoni non verranno cioè curati col . metodo Baccelli. Ii latte delle vacche aftose verrà pasteurlzzato e poi fatto passare in un refrigerante prima di essere messo in co1nm ercio o adoperato per la fabbrica· zione del b11rro. . Il letame sarà ammas~ato in tm cortile e trat· tato con la calce; verrà ritirato ad esperimento finito q11ando sarà diventato innocuo. Gli a.nim~li rimarranno nella stalla sperimentale da dtte mes1 e mezzo a tre pel' la constatazio11e degli effetti ultimi della ct1ra: indi verranno resti· tuiti dopo che saranno stati sottoposti ad una la· vatura a.n tisettica del corpo. L'esperime11to è pubblico: con le do,"11te cautele per impedire la diffusione del morbo tutti sono ammessi acl essistere alla applicazione delle cùrè e a segttirne l'andamento. In tal guisa si potrà const{ttarne o meno la efficacria.. · t.

La lez;o1ie alla Clinica. 1\'Iercoledì 21 corrente S. E. il ministro Baccelli si presentò alrimprovviso alla Clinica medica men· tre faceva lezion~ il prof. Rossoni. Gli stu~enti fecero al m aestro una calda dimostrazione di aflet· tuosa a1nmirazione e lo pregarono di far lezione. E il de~ide~io. cli quei bravi giov~ni ft1 appagato poi· chè il Climco romano illustrò un caso di oscura e difficilissima diagnosi. La lezione terminò fra -vivissimi applaus\,

Il telegra1n11ta di Bronardel.

Riportiamo testt1almente il telegramma che il È la festa cl elle cose, meno che le parole degli prof. Brouardel ha inviato al prof. Baccelli in riuomini. A :i\Iortara si esperimenta l~J sua c11ra sposta a quello che il :Thiinistro gli aveva spedito contro l'afta epizootica; alla clinica torna ad espli· . in occasione della festa giubilare con cui la Faca.re ttn caso difficile. Intanto Brouardel, si onora coltà di meclicina aveva voluto onorare il suo illudella sua stima ecl antlcizia come se ne gloriava str e decano. \,..ireho,,·. Ecco il telegramma : « Très touché des fèlicitations données par 11n L 'esperi111ento fli .illortara. maìtre tel que votts, mes amitiés. BllOUARDEL J>, MORTARA. - In q11esto importante centro agri· colo clclla Lomellina. si è intrapreso, per ct1ra degli IX Congresso internazionale contro l'alcoolismo. rtS?;ricoltori, ad iniziativa del conte ingegnere Gio· Questo Congresso si terrà in Brema dal 14al19 ,·anni :Uontagnini un p11bblico esperimento sulla cura <lcll'aj'fa ej1izootica col sistenia Baccelli. Il l\Ii· aprile. Ne saranno presidenti d'onore S . E. il Mi· nistro Ba•!celli ha approT"a to l'iniziativa; non ha nistro dell'interno conte v. Posadowsky W ehner e }lerò cred11to di aderir-vi ufficialmente. Vi ha con· il borgomastro di Brema, dott. Pauli, presidente effettivo il dott. A. D elbrllclr. corso con sus icli e ha concesso che il prof. N. LAN. Inviare le comunicazioni al segretario Franziskus ZILLOTT1-Buos A~TI. direttore della Regia Scuola ~uperiore di veterinaria di }lilnno, assuma la di· Haehnel, Brema, Dorandtstrasse 13. (30)

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LANNO

IX, F ASC,. 13]

Il programma del Congresso è assai variato ed importante e contiene r elazioni del prof. Haeppe, di Carl Frankel, Cramer, J orel ed altri. r.

Nomlne, promozioni, onorlftoenze. .Al prof. G. B. Grassi .è stato, dall'Istituto lom· lH.irdo di scienze e lettere, conferito il premio sulla natura dei miasmi, di L. 2500 ed una m edaglia (l'oro dél valore di L. 500.

* ** incaricati

l.

Furono confermati per l'anno scolastico 1902-903 : Nell'Università di Cagliari : Mario Carrara, professore di medicina legale per i giuristi. Nell'Università di Catania : Mario Condorelli-Francavilla, insegnante di pa· rassitologia medica. Giovanni Pietro G rimaldi, di fisica p er i me· dici ed i farmacisti. Nell'Università di Genova : Alberto S everi, di medicina legale p er i giuristi. · Pier l\Iichele Giuria, di odontoiatria. Guido P ellizzari, di chimica docimastica. Luigi ~1aria Bossi, di o'3 tetricia, clinica ostetrica e ginecologia, nonchè del!a direzione della clin:ca. (*;;iufini Carlo, settore capo n el gabinetto di anatomia llmana. Parodi Fausto, settore nel gabinetto di anatomia umana. Ramoino Giovanni Battista, aiuto nel gabinetto di anatomia patologica. Giorda110 Vincenzo, settore n el gabinetto di anatomia patologica. Ferrai Ca rlo, assisténte n el gabinetto di m edi· cina legalo. Minel'vini Raffaele, assistente nel gabinetto di patologia speciale dimostra.tiva chirurgica. 1\ifariani ~,iliberto, aiuto i1ella clinica m edica. • Tacchetti Carlo, assistente n ella clinica medica. Bozzi Ernesto, aiuto nella clinica operatoria. Basso Domenico, assistente nella clinica ocu· listi ca. Galletto Santino Antonio, assistente nella clinica dormosifilopatica. D egola Narciso, assis tente nella clinica der1no· sifilopatica. Nell'Univer sità di l\fessina: Gi11seppe ~iino, di m edicina legale per i giu· risti. . Enrico Sa.lvioni, di fisica p er gli studenti di me· dicina e farmacia. At ~ilio Fradà, assistente alla clin'ca chirurgica. Giuseppe Cacop..trdo, assistente alla clinica me· dica. Luigi D e Gaetani, aiuto settore nel gabinetto di anatomia. NECROLOGIO. A Parigi è morto testè il celebre oftalmologo

prof. P ANAS. Era nato a Cefalonia n el 1831. Greco d,origine venne in Francia e studiò sotto il Nélatol!, di cui fu piosettore. Nel '79 f11 nominato titolare della cattedra di Oftalmo ogia nella Facoltà di medicina. Operatore insigne, aveva altresì una coltura vasta e profonda in tutte le branche della m edicina. Nel 1877 divenne presidente della Société de Gltirnrgie. 1

415

SEZIONE PRATICA

Pubblicò numerose lezioni sullo strabisn10, le cher<1 · ti ti, le affezioni dell'apparecchio lagrimale, le retini ti, ecc. Fu uno dei fonclatori della Società frn11· cese di oftalmologia. Col prof. GAYET e col clott. L AN.QOLT fondò altresì gli Arcll;ves d'o11llta/111olo.fJi<'. Sono inoltre conosciute le st1e L erons rie cl;11iq11r oplttal1nologiqne (1899), e il suo Traité d'Opllta/1110· ~~ ~~~.

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GENO' TA. - S'è spenta la promettente 'Tirilitn cli J. ARATA. Non saprem1110 meglio ricordarne la i11e· moria se non riproducendo le l>arole del sena torl~ .EJ. ~Iaragliano s ulla Cronaca eletta Cli1tica 111 erl ira di Ge1tova : < La famiglia Sanitaria degli Ospedali civili. di cui le Cliniche universitarie fanno parte, è stata colpita da una grande s' en t11ra, la perdita, del T"ice· direttore sanitario: dott. Jacopo Arata. .: L'Arata, allievo clella nostra Università, d'ingc · gno perspicace e svegliato, si er a con particolar(A amore dedicato allo studio della Storia della m edi· cina ed ave,ra già pubblicato parecchi interessa11ti lavori pertinenti ad ssa. « Una 111minosa via gli si p ar ava innanzi da 1Jc1·· correr e in questo campo interessante di stllcli. troppo dim enticato ora in Italia e l'a,TreLbe certo per corsa ed in essa sarebbe certo divenl1to m aestr o. « Non gli fu con cesso e noi che lo salutamn10 nllu nostra partenza per l'estero, pieno cli v ita e di energia, lo abbiamo trovato spento per impro, . . , ..isn e funesta infermità. « Possa il nostro compianto: attestare al ' renerando Genitore suo, già nostro maestro e collega, l·alta stima in cui tenevamo il valoroso figliuolo s110, la ct1i p erdita fu u11 111tto non solo p er gli Ospetlal i ~enovesi, ma per q11anti h anno in estimaziono i brav·i lavoratori, che senza ostentazione dan110 com e diede l'Arata~ opere proficue alla com11ne cultura » . PRAGA. - È morto ~fAX S.ANGER, professore di ostetricia e ginecologfa alla U niver sità teclesca. <li Praga. r. L OSANNA. - È morto il professor e di ostetricia dott. O. R APIN. r. 1

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Concorsi e oondotte. R o1u.i\ (illinisfer o della z'strzi.zion e pnbblica). - Con· corso 1•er professor e str aordinario alla cattedra di ·clinica delle malattie mentali e n ervose nella r egia .... Università di Sassari. Possono prencl ervi parte i dottori aggregati, i liberi docenti, gl'incaricati e coloro ch e in prece · denti concorsi per professor e ordinario o str aor(li· nario siano stati dichiarati eleggibili. I concoTrenti dovTanno far p er\enire le do· mand e di ammissione, in carta l egal e da L. 1. 20 al Ministero della pt1bblica istruzione, non più tardi del 16 febbraio 1903. Alla domanda ciascun candidato dovrà unire: a) un'esposizione della sua vita scientifica, con· ten ente la spec.;ficazione di tutti i su oi titoli e+ delle sue pubblicazioni, con l'indicazione dei prin· cipali ris ultati ottenuti; b) i titoli e le pubblicazioni predette, que te ultime, possibilmen te, in numero di copio non mi· nore di 16, p er farne la distribuzione ai termini prescritti dal r egolamento ; . . . e) tm elenco dei titoli e delle pubbl1caz1on1 m edesime in carta libera ed in numero di 16 ese111· ' plari· d) un certificato della segreteria dell'Univer· sità od I stituto nniT"ersitario, a cui il candidato {31)

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IL POLIOLINIOO

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[ANNO IX, FASO. 1Sf .

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appartiene, comprovante la durata dell'insegnamento da lui impartito sia a titolo ufficiale sia a titolo privato. f. RO»IA (Opera jJÌa

rlegli Ospizi 111ari11i p er la città

È aperto il concorso. per e·speri· mento di un anno, senza l'obbligo della residenza s11l luogo, al posto di chirurgo per la cura e assi· stanza ai fancit1lli poveri ospitati in permanenza nell'Ospizio in Anzio. Il concorso è per titoli, fra i dottori che hanno compjuto il triennio di sostituto o aiuto di chi· r11rgia in servizio degli ospedali di Roma, e che non hanno oltrepassato il -10° anno di età. I concorrenti devono presentare non più tardi del 31 gennaio, nella segreteria dell' Opera pia in via Parione n. 7, 1° piano, la clomanda in carta bollata, corredata dai soliti documenti. L'eletto per l'anno che presta l'assistenza chirt1rgica all'Ospizio avrà l'onorario di L . 1200, oltre gli accesso1·i per trasferte, specificate e precisate i1el capitolato di doveri ed oneri. . . Per norma dei concorrenti si notifica che la cura degli ospitati in permanenza nell'Ospizio in Anzio è incompatibile e non può cumularsi col posto di medico chirurgo per l'assistenza agli ospitati nello stesso Ospizio per la cura temporanea balneare estiva, come del pari è incompatibile con altri im· pegni professionali che a gi11dizio del Consiglio di amministrazione saranno riconosciuti non concilia~ bili con gli obblighi e con i do\'"eri dell'eletto verso g li ospitati nell'Ospizio in Anzio per la c11ra permanente. f. e ]Jrovi1icia). -

Concorso per titoli alla condotta chi1·11rgica. Stipendio ann110 L. 2800 e ti· tolo di coadiutore alla Clinica chirurgica llni,rersi· taria annessa al civico ospedale. La condotta chirurgica è a ser\iz io generale gra· tuito della città e borghi. Gli aspiranti dov·ra11no presentare le domande (in carta da cent. 60) nella · segreteria comunale, corredate dai consueti documenti in originale o in copia autentica. L'età d.e i concorre11ti non dovrà essere maggiore ai 45 anni. La nomina sarà dLtra· tnra p er un biennio di })l'O\a. t. Scade il 31 gennaio. OA?iiERINO (.Macerata). -

PALERl\ro. - Concorso per titoli e per esame a tre lJOsti di medico cl1irurgo aggiunto per la g11ardia esterna dello Spedale ci,·ico. L'esame consiste : 1) nella presentazione di t111a tesi stampata cl'argomenti di patologia o di chir11r· gia; 2) di una diagnosi clinica al letto· dell'infermo; 3) di un'operazione chir11rgica sul cada,·ere ~ -!) di t1n rapporto informn.til"o di medicina legale . L'eletto clurerà in carica cinque an11i; potrà esser rico11fermato per llll altro quinquennio. Stipendio ann110 lire 500. Documenti: 1° domanda in carta cla bollo ila cent. 50 ; 2° diploma di laurea in medicina e chi· rurgia (origi11ale o copia at1tentica) conseguito in una Uni,ersiti1 clel Begno o in un Istituto pnreg· giato; B0 certificato di i)enalità e di cariche pende11ti : -!0 certificato cli bt1ona condotta: 5° titoli profe sionali scientifici. La tesi stampata i l)UÒ prese11tare do1Jo trenta giorni dalla chi11 ura del concor o. f. RoxcIG·LIO~E (Ro111a)· -

Concorso ad 11na delle <lue condotte medico-chil'urgiche. Annuo stipe11dio lire 3000. graT"ato cli ricchezza molJile. • Rom-. . 1\11 3 -

Tip l'iuionz.le di G Be"iero e C.

Nomina per anni tre. Dimanda in carta da bollo da cent. 60 corredata dei seguenti documenti in originale: Certificato di nascita dal quale rist1lti che il con· corrente non abbia superato il 40° anno di età, li· mite massimo, certificato di b11ona condotta rila· sciato dal Si11daco del luogo di ultimo domicilio, certificato di penalità del Tribl1nale, certificato cli sana fisica costituzio11e, diploma di libero esercizio in iuedicina e chirt1rgia. Qualunque altro documento atto n comprovare la maggiore idoneità del co11oorrente. Saran110 preferiti coloro che presenteranno l'attestato di aver compi11to co11 lode il corso di perfezionamento d'igiene, ed aT"er superato gli esami. I documenti dei quali ai n1lilleri 2, 3 e -! dovranno essere di data non su1Jeriore a tre mesi da quella del presente. - Scadenza 1° febbraio p. v.

Indice alfabetico analitico del presente numero. Accademia di Medicina di Parigi . . • • Pag. .A gurina (L'). - Mòglie . . . . . . . » Anestèsia generale col cloruro d'etile (L') . - Gaudiani . . . . . . . • . . • » Blef~rite pitiriasica furfuracea seborroica (Cura della). - Puech e Fromaget . , >> Cenni bibliografici • . . . . . . • . » Concorsi e condotte . . . . . . . » Condotto auditivo esterno (Ri1nozione di corpi estranei ~al). - Cuche . . . . . . . » Corpi estranei inghiottiti o altri1nenti intro· dotti nelle vie naturali . . . . . . . » Derma tosi considerate nei loro rapporti con le dispepsie (Lf'). - Saison . . . . . » Ernia vescicale crurale (Contributo allo studio dell'). - Girardi. . . . . . . » Frattura della colonna vertebrale per pJlla di revolver. - Berard . . . . . . . » Giuseppe Colasanti (Necrologia del Prof.). Garofalo . . . . . • . . . . . • » Gianduia interscapolare corrispondente ·alla glandula ibernante dei mammiferi inferiori (Presenza ne rr embrione umano di una). - Shinkiski Hata1 . . • . . . » Latte un1ano (Per distingL1ere il - - da quello di altri animali). - Schloss1nann • » Lussazioni tra umati che inveterate deil'anca n ell'adulto (Sul trattamento delle). - Codivilla . . . . . . . . . . . » Neurastenia ed isteria nei bambini. - Sanger » Nevralgia facciale tubercolare. - , ..oissade . » Nomine, pron1ozioni, onorificenze . • . » . . • • • . . » Notizie diYerse . Paralisi facciale periferica (Un sin torna poco conosciuto della). - Cassirer . . : . . >> Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » • » Rabbia (Ricerche sperin1entali sulla eziologia della - . Coltura artificiale del virus rabbico) . - Sormani . . . . • • . . » Servizio farmaceutico ( Della municipalizza. zione del). - Cortini . . • . . . . » Tripanosomi negli animali ~ nell'uomo (I) . » Tubercolose (Modificazioni organiche nei nati da). - Robelin . . . . . . . . . » Tun1ore del n1idollo spinale estirpato con successo. - Henschen e Lann:tnder . . . » Uova (La frescl1ezza delle) . . . . . . » Vaiuolo (Studi sul) . - Sanfelice e ~1alato . »

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402 385 402 403 415 402

402 395 39'7

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401 415 414 401 404 391 404 387 400

3V2 403 390

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Roma, 31 gennaio :1903.

Anno IX

SEZIO:NE

Faso. 14.

PRA.TIC.A

DIRETTORI GUIDO BACCELLI - PROF. FRANCESCO DURANTE

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PROF.

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REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: - Avanzino: Contributo alla cura della poliartrite reunzatt"ca acuta colle iniezJoni endovenose di sublimato corrosivo. - Riviste: - F1s10PATOLOGIA: - Ducceschi: Una tnodificazione macroscopica del sangue cbe precede la coagulazione. - MEDICINA: - Klemperer: Il t1 attamento curativo dei calcoli renali. - Gilbert e Herscher: Origine renale dell'urobilina. L'urobilina è indizio di colernia. - CHIRURGIA: - l{ocher': :Mobilizzazione .del duodeno e gastroduodenostoniia. - Basill Hall: Perforazione dell'appendice all'interno del sacco erniario. Resezione del cieco e del tratto ileo-cecale. - OCULISTICA: - Haig: L'occhio proniinente. Suo significato e concomitanze cliniche. - Accademie, Società mediche, Congressi: - SocIETA MEDICA DI BOLOGNA. Osservazioni cliniche: - Salvolini: Un caso di idrocele curato colla trapiantazione extrasierosa del testicoln. Luzzatto: Sulle paralisi del velopendolo nella polmonite. Pratica professionale: - CASUISTICA: - A ortite sifilitica. - Sopra un segno di· diagnosi precoce degli a/tacchi e delle ricadute di reumatismo articolare acuto. - L'aritmia nei vecchi. - APPUNTI DI TERAPIA: - n massaggio e il movimento nelle flebiti. - Indicaz.ioni delle iniezioni intravenose di siero antidifterico. - Varia. Igiene: - Guglieln1etti: Norme per la profilassi e la lotta contro la tubercolosi. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Cortini: 'Della municipalitza"-ione del serv izio farmaceutico . - Doctor Cajus: A proposito del segreto professionale. - Risposte a quesiti e a do1nande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. analitico del presente numero .

Concorsi e condotte. -

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Indice alfabetico,

D i r i t t i di proprietà r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI 8PEDALI CIVILI DI G ENOVA.

Contributo alla cura della poliartrite i~eu­ n1atica acuta colle iniezioni endovenose di sublimato cor1·osivo. Dott.

GIUSEPPE AVANZINO

assistente di patologia. speciale medica nella R. Università n1edico aiuto allo spedale Pa.mmatone.

Dopo che a B ACCELLI fu dato di luminosa. mente provare anzitutto nella malaria e quindi anche in varie altre gravi infezioni i benefici effetti delle iniezioni endovenose di chinino, con un coraggio giustificato da]la diligente osservazione e dalla lunga esperienza, volle che anche il sublimato corrosivo en trasse direttamente nelle vene, onde debellare le inveterate sifilidi. L'ardita concezione del ...

Clinico di Roma parve a tutta prima assai azzardata e tale compenso terapeutico fu accettato con molta diffidenza come quello che poteva far temere gravi accidenti per possibili alterazioni non solo nella parete vasale, ma eziandio nella composizione chi mioa del sangue. Quando però le ripetute esperienze fecero conoscere che le soverchie preoccupazioni, per quanto a prima vista giustificate, erano più apparenti che reali, e che la proposta cura ben lungi dal creare nuovi fatti morbosi riusciva a felicemente vincere quelli contro cui era diretta, le iniezioni endo\renose di sublimato entrarono ben presto nella pratica, ed il loro benefico effetto si impo e in tutte le forme gravi di sifilide, specialmente in quelle che avevano attaccato i centri • nervosi. •

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L'importan te PREMIO Al NOSTRI CORTESI ABBONATI è in corso di stampa. - Ne principieremo la spedizione fra poco .e sarà eseguita secondo U numero progressivo degli abbona· menti pagati per intiero. Chi non ha spedito l'imporlo dell'abbonamento, voglia aff:ettarne l'invio per goder subito del premio. Coloro che hanno già spedito l'importo de'. l'abbonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere il libro ra ccomandato e al sicuro da smarrimenti postali. I pagamenti debbono essere esclusivamente indirizzati all'Amministrazione, Via del Caravita ~ 6, Roma o personalmente al sottoscritto Prof. ENRICO MORELLI .

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Sarebbe assai lungo e fuori proposito il voler ora solamente citare le numerose pub· blicazioni fatte a tale riguardo anche al1' estero e tutte comprovanti il brillante esito della cura. Il metodo Baccelli non solo fu accettato e largamente introdotto nella pratica, ma fece nascere l'idea che il sublimato potendo entrare direttamente e impunemente nelle vene si dovesse utilizzare con più efficacia non solo per la virtù, a noi ancora oscura, di debellare l'infezione luetica, ma eziandio per portare il suo alto potere antitossico direttamente nel sangue e quindi applicarlo in quelle malattie, delle quali pur essendo ancora ignoto, o meno ben conosciuto, l'agente patogeno, abbiamo tutto il diritto di giudicare infettive, e di ritenere che l'infezione faccia sentire più direttamente i suoi effetti intossicando il sangue e per mezzo di esso tutto l'organismo. A tale classe di malattie pare appartenga la poliartrite reuniatica· acuta, intendendo con tale denominazione designare quella eutità morbosa essenzialmente primitiva, che va differenziata da tutte le poliartriti consecutive ad altre infezioni, caratterizzata dalla brusca corµparsa di febbre, dolori articolari con flussioni e da uno stato generale che ricorda la malattia infettiva. Clinicamente jnf'atti la poliartrite reumatica acuta presenta come suoi attribuiti principali, oltre le localizzazioni articolari che rappresentano il fatto tipico ed essenziale di questa forma morbosa, alterazioni della innervazione, alterazioni del sangue e tendenza alla moltiplicazione dei focolai morbosi non solo nelle articolazioni, ma in quasi tutti gli organi e più specialmente al cuore, caratteri questi che ben a ragione fanno pensare ad una f'orma infettiva. E vagliando per poco questi caratteri clinici possiamo anche giustamente credere che l'infezione faccia sentire più direttamente la sua azione tossica nel torrente circolatorio e per mezzo di esso. Infatti negli individui colpiti da poliartrite reumatica si hanno alterazioni del sangue caratteristiche del morbo ; esse sono rappresentate da di· struzione spiccata dei. globuli rossi. pochi giorni di malattia sono st1fficienti a ridurre i globuli rossi alla metà ed anche meno. Ciò f't1 dimostrato per la prima volta da CoN..\ To e pit\ tardi dal MA R AG LIA NO e da altri; \2\

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e una controprova del fatto si ha nelle alterazioni tipiche delle urine, esse sono cariche di urobilina, indice dell'avvenuta distruzione degli eritrociti. Una prova sperimentale si ha nell'azione distruttrice che il siero di sangue di ammalati affetti da poliartrite ha · sui globuli rossi di individui sani. Di più la riparazione della quantità numerica nella poliartrite avviene assai più lenta di quello che non si verifichi in ogni altra malàttia infettiva. · Ora qual è il mezzo migliore per combattere un'infazione che per mezzo del sangue con tanta t·aci.lità invade le parti più nobili della economia? Terapia ideale sareb~e quella di poter combattere i morbi direttamente nelle loro cause per distruggerne o paralizzarne almeno gli effetti, ma pur troppo siamo ancor ben lontani da questa meta, e chi sa se pur la toccheremo. L'eziologia delle malattie infettive ha fatto e fa tuttavia progressi e molti sono gli agenti patogeni che si vanno via via individualizzando, ma i compensi terapeutici diretti sono fin'ora ben poca cosa. Peggio poi quando si tratta di malattie la cui causa ci è comple· tamente ignota, e tale è forse ancora quella di cui ora mi occupo. Furono molti e valenti i clinici ed i patologhi che si cimentarono con indagini lunghe e minuziose a spiegare la eziologia della poliartrite reumatica acuta, ma fin' ora ben poco si conosce di positivo ; dopo anni di studi a questo si è già potuto giungere: ad indivjdualizzare il morbo differenziandolo da tutte le altre forme consimili che per la sintomatolegia loro con esso prima andavano confuse, e a poter credere giustamente che la poliartrite reumatica sia una malattia infet~i va ; qt1ale però ne sia l'agente nessuno ha ancora saputo precisamente dircelo. L'idea che fino a questi ultimi anni predominò in tutti i pazienti ricercatori è che la poliartrite reumatica acuta sia dovuta a • • p1ogen1. S1NGER J medico del grande ospedale di Vienna, che a questa malattia si dedicò in modo speciale con lunghi studi clinici e pazienti indagini di laboratorio, tanto si confermò in quella idea che nel 1898 annunciò in modo assoluto essere la poliartrite reumatica acuta una forma speciale di infezione ..

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da piogeni. Forse le ricerche del S1XGER non surgere a norma, pure mi permettono di hanno quel valore così assoluto che ha loro poter dire che la cura ha dato risultati sodvoluto dare, e indagini più precise praticate disfacenti sotto ogni rapporto. dal dott. DAGNINo nella Clinica di Genova 1. C... S ... d'an11i 20, pizzicagnolo. lo hanno portato a . trovare nel sangue e Localizzazioni al ginocchio e piede destro e sinish·o. nell'essudato degli artritici un microrganismo Iniezioni 8. Giorni di malattia 26. ohe pur presentando i caratteri morfologici 2. P ... L ... d'anni 19, contadino. dello stafilococco nettamente se ne stacca Localizzazioni alla spalla e mano clestra. Iniezioni 6. Giorni di malattia 10. per i caratteri di cultura, e prove sperimen... c... d'anni 3::1, muratore. tali di alto significato, che qui sarebbe f'uor 3. nf Loca.lizzazioni ad ambe le ginocchia e i l)iedi. di posto minutamente descrivere, avrebbero Iniezioni 8. Giorni cli malattia 20. portato alla convinzione che realmente il I 4. L ... G ... d'anni 36, manovale. Localizzazioni ginocchio destro e mano sini tra. microrganismo del DAGNINO fosse il vero Iniezioni 6. Giorni di malattia 17. agente patogeno della poliartrite. Più recen- 5. F ... .A..•. d'anni 57, sguattero. temente ancora W ASSERMAN dell'istit11to di Localizzazioni alla mano e gomito sinistro. Iniezioni 7. Giorni di malattia 19. Koc11, trovò 11n microrganismo molto ana6. S... .A.... d'anni 37, fuochista. logo a quello del D AGNINO. Localizzazione iniziale alla plew·a sinistra. spalla Comunque sta il fatto che appena 81NGER e gomito sinistro. Iniezioni 8. Giorni di malattia 30. si ritenne convinto che la poliartrite reumatica fosse una forma speciale di infezione da 7. P ... A ... d'anni 37, manovale. Localizzazioni ad ambe le ginocchia. piogeni non trovò mezzo migliore a combatIniezioni 7. Giorni di malattia 18. terla direttamente che ricorrere alle iniezioni 8. F ... L ... d'anni 17, marinaio. Localizzazioni al piede destro e mano si11i!:>tra. endovenose di sublimato introdotte nella teIniezioni 5. Giorni cli malattia 13. rapia dal BACCELLI e da lui usate la prima 9. I ... A ... d'anni 18, marinaio. volta nel gennaio 1893, dando così alla arLocalizzazioni alle due mani e ginocchio sinistro. Iniezioni 6. Giorni di malattia 10. dita trovata del clinico di Roma una nuova applicazione che la rendeva sempre più 10. S ... C... d'anni 31, fuochista. Localizzazioni ai malleoli. apprezzabile. Gli effetti che ne ottenne f'u· Iniezioni 6. Giorni cli malattia 16. . i~ono ottimi e tali li confermarono le succes11. B... L... d'anni 29, falegname. Localizzazioni al ginocchio e piede destro: 111<1no sive prove fatte subito nella nostra clinica e gomito sinistro, spalla destra. dal dott. E. RoNCAGLIOLO dietro suggerimento Iniezioni 10. Giorni di malattia 49. del MARGALIANo, e quelle eseguite nelle cli- 12. C... B ... d'anni 22, marinaio. niche di Roma e di Siena, ed anche recenLocalizzazioni alle ginocchia. Iniezioni 6. Giorni di malattia 15. mente ebbe a lodarsene il PATELLA. ... S ... d'anni 38, manovale. Io pure volli tentare questo metodo di 13. FLocalizzazioni al piede e ginocchio sinistro. gicura e ad esso sottoposi molti dei casi di nocchio e piede destro, ginocchio sinistro. Iniezioni 15 a. riprese. Giorni di malattia 31. poliartrite reumatica acuta che ebbi occa.\. ... G ... d 'anni 17, pittore. sione di incontrare, dagli ultimi mesi dello 1::1....Localizzazioni al ginocchio e mano destr a, giscorso anno fino a pochi giorni sono, nelle sale nocchio e mano sinistra (endocardite cro11ica. ins11fficienza mitralica). mediche uomini, corsie Madonna e San Gio· Iniezioni 7. Giorni di malattia 37. vanni; è mio dovere ringraziare gli egregi pri15. R ... E ... d'anni 50, spazzaturaio. mari dottori 'f REVISANELLO PAVESI e DuRAND Localizzazioni al ginocchio e mano destra. Iniezioni 5. Giorni di malattia 18. che assecondarono le mie osservazioni. Fu mia attenzione lo scegliere sempre quei casi ìn 16. C... S ... d'anni 33, cameriere di bordo. Localizzazioni ad ambe le ginocchia e 1nano tle· cui spiccassero più manifesti i caratteri clistra. nici, già sopra enunciati, della malattia e Iniezioni 3. Giorni cli malattia 12. quindi f·eci sempre le mie osservazioni sopra Troppo lungo sarebbe qui riprodurre la individui febbrili, con temperature pìuttosto storia clinica dei singoli 16 casi da me stuelevate, e che presentavano non meno di diati, valga l'esposizione qui sopra riportata due localizzazioni articolari tipiche. Quan- a dimostrare come in tutti la malattia abbia tt1nque i casi da me trattati non abbiano avuto esito favorevole, decorso breve, e mai raggitmto un numero tanto rilevante da as- siano sorte complicanze, nemmeno in quei (3

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casi in cui tutto faceva temere o per la pleura o pel pericardio. In ~ media la durata della malattia non superò i 20 giorni, oscillando fra un massimo di 49 ed un minimo di 10. Si tenga però conto che i giorni segnati nella tabella co~e giorni di malattia sono più precisamente quelli di degenza nell'ospedale; ora si sa che generalmente gli ammalati per le povere condizioni di loro vita, non sono molto solleciti ad abbandonare le corsie, e che il licenziamento da parte dei sanitari avviene in genere non a semplice guarigione completa, ma a convalescenza, talora anche molto protratta; quindi volendo dare più propriamente la durata della malattia i giorni segnati nella tabella potrebbero subire, specie per alcuni, qualche diminuzione. Ad ogni modo anche in quei casi in cui il morbo ebbe realmente un decorso più lungo non si verificò mai alcuna localizzazione extra·articolare. In tutti i benefici effetti della cura si fecero specialmente sentire coll'abbassamento della temparatura e col mitigare i dolori permettendo ben presto i movimenti delle articolazioni colpite, pur durando tuttavia il gonfiore. In tre casi poi l'effetto fu per me così manifesto che credo far cosa utile riferendone per esteso il decorso clinico. . A... S ... entro allo spedale il giorno 30 gennaio 1902, quarto di malattia, presentando i fatti di uua infezione piuttosto grave, senza nulla di localizzato. La temperatura che all'ingresso era 39. O oscillò tre giorni fra 38. 2 e 39. 6 per salire poi rapidamente la sera del 3 febbraio, ottavo di malattia, a 40. 7. Nonostante la somministrazione di un grammo di chinino per inj ezione, la mattina successiva la temperatura era ancora a 39. 6; esaminato accuratamente l'infermo, che nella notte aveva avuto anche vomito, trovo una zona di ottusità alla base sinistra e mediante puntura esplorativa posso attingere una siringa di liquido siero-fibrinoso limpido. Al mattino appresso la temperatura era 40. 2 e pur praticando nella giornata tre iniezioni di 50 centigrammi di chinino, alle ore 20 il termometro segnava ancora 40. 1; frattanto si era manifestato dolore e leggiera ( 4- )

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tumefazione alla spalla e gomito sinistro. Giudicando essere innanzi ad uno di quei casi di poliartrite reumatica acuta, in cui il morbo ha per fatto iniziale una fio go si della pleura detta appunto pleurite preartropatica così ben studiata da LASÈGuE, il giorno 7 febbraio, undicesimo di malattia, pratico una iniezione endovenosa di 4 milligrammi di sublimato corrosivo e continuo nei giorni successivi, e aumentando un milligrammo, inietto per otto giorni di seguito 5 milli· grammi di sublimato. La temperatura, che quasi nulla ave.va ceduto colle iniezioni di chinino, non superò più i 38. 5, anzi presentò frequenti remittenze fino a scendere anch'e a 37. 3; non si ebbero più nuove localizzazioni, scomparvero in breve anche i fatti pleurici e tutte le condizioni migliorarono in modo così rapido che in 25° giorno di degenza l'ammalato potè lasciare il letto. In questo caso l'azione del srtblimato corrosivo mi pare sia stata di benefico effetto poichè valse a troncare quella persistente iperpiressia ribelle anche al chinino per iniezione, ad impedire l'ulteriore svolgersi della pleurite iniziale e a mitigare le localizzazioni articolari, limitandole. Altro caso che merita speciale attenzione è quello di F . . . . . S . . . . . Egli sofferse un primo attacco di poliartrite quattro anni innanzi e dovette rimanere quasi due mesi a letto con fatti articolari che iniziatisi alle gambe passarono poi alle braccia. Entra allo spedale il 5 ottobre 1902, secondo di malattia, con 40 di temperatura, dolori e tumefazione al ginocchio e malleolo sinistro. Pratico subito una iniezione di 4 milligrammi; la temperatura al domani è a 38. l e per cinque giorni consecutivi non sorpassò più i 38. 5. Al sesto giorno essendo l'ammalato apiretico e non lamentando più dolori sospendo le iniezioni. Ma ecco dopo due giorni ripigliare la febbre a 40 e nuove · localizzazioni al ginocchio e piede destro; riprendo subito le iniezioni con 5 milligrammi e al domani la temperatura è scesa a 39 ; alla seconda iniezione è a 38. 4, il dolore al piede è scomparso; alla terza iniezione l'ammalato è apiretico e senza dolori; pratico ancora due iniezioni e poi sospendo. Ma dopo otto giorni dall'ultima iniezione

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nuova ripresa della febbre e nuovi dolori al ginocchio sinistro ; ripiglio ancora le iniezioni, ?ttengo apiressia e scomparsa dei fatti articolari in tre giorni ; dopo 5 iniezioni sospendo ; l'ammalato non ebbe più febbre n:è nuovi f'atti articolari · e in 26 giorni di ma lattia abbandonò il letto. A. G. d'anni 17, è questa la quarta volta che è colpito da poliairtrite reumatica _acuta, poichè il morbo lo colpì la prima volta a 6 anni poi a 9 e a 12. All'ingresso presenta temperatura 39. 5, localizzazioni articolari al ginocchio e alla mano destra, ha senso d'ambascia, modica dispnea, decombe quasi seduto, e lamenta anche leggi ero dolore alla regione sternale ; al cuore si notano i fatti di endo· cardite cro·nica, irisufficienza mitralica.

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Comincio subito la cura; alla terza inie· zione la febbre è diminuita, è sopravvenuto un senso di benessere generale, l'ammalato muove bene la mano ed il ginocchio. Dopo due giorni nuove localizzazioni alla mano e al ginocchio sinistro senza però aumento notevole di febbre; i nuovi fat~i durano poco, nessuna complicanza viscerale viene ad interrompere la rapida guarigione, in ottava giornata l'ammalato è apiretico. . Qui si era davanti ad un caso di Quarta ... r ecidiva, con fatti generali piuttosto gravi, con lesioni manifeste al cuore e con minaccia di complicanza da parte del pericardio. Invece i fatti gravi presto dileguarono, nes· suna localizzazione viscerale nuova sì manifestò, e pochi giorni bastarono perchè l' am · malato potesse abbandonare il letto. La tecnica da me usata per le iniezioni fu la più semplice; praticavo l'iniezione in una delle cospicue vene della piega del gomito un giorno a destra, l'altro a sinistra; una benda e Jmune stretta al terzo inferiore del braccio, come si usa pel salasso, mi rendeva turgida la vena nella quale previa disinfezione accurata con alcool saponato e con soluzione t'enica al 3 °, o introducevo l'ago di una co 1nune siringa del Pra vaz ; il pronto defluire del sangue dall'ago stesso mi accer· tava di essere penetrato nella vena, innestavo allora ra siringa carica e lentamente introducevo il liquido, applicavo poi sulla parte uno strato di cotone imbevuto della soluzione fenica fissandovelo con parecchi giri di benda. La soluzione di sublimato usata era al mezzo

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per cento e non iniettai mai più di 5 milligrammi di sublimato per volta. L'iniezione, per consenso unanime dei pazienti, non è per nulla dolorosa, e non ebbi mai a lamentare inconveniente di sorta. Anche io, come altri osservatori, potei constatare che dopo quattro o cinque iniezioni le vene si impicciolivano e a stento riuscivo a renderle turgide e appariscenti. Ed ora mi si permetta un apprezzamento tutto mio personale. È noto quanto sia f'acile la recidiva nella poliartrite re11matica acuta, e vi sono individui nei quali ogni due o tre anni e talora anche in meno, si ripete l' accesso con tutta la sua sindrome fenomenologica. La cura salicilica da molti e forse erro· neamente, come ben dice M "\RAG LIANO, ritenuta specifica nor1 riesce talvolta nemmeno a dar.e il suo benefico effetto come analgesico ed antipiretico, anzi non è da escludersi che le ripetute ed abbondanti dosi di salicilato di soda possano essere causa di serie complicanze cardiache per la loro azioue ipocinetica sul cuore ed è appunto tale giustificato timore che convinse il MA a .AGLIANO ad usare nella sua clinica il salicilato di soda a dosi refratte sommate sempre a 5 centigrammi di digitale polverata onde n eutralizzare l'azione paralizzante del salicilato sul muscolo ear· diaco. L e protratte e tanto usate e f'orse abusate cure iodiche poco valgono ad impedire le recidi ve. Conclusione è che nulla vale a combattere direttamente la malattia nella sua causa. Io sono ben lontano dal voler credere e tanto meno dal dire che il sublimato possa costitt1ire una cura specifica della poliartrite reumatica acuta, però alcune osservazioni personali mi han no portato a pensare che esso possa avere in questo morbo un'azione molto più efficace e duratura che non gli altri ±armachi fin qui usati. Tale pensiero fu quello che m'indusse a f'are le prove che formano oggett,o di questa mia comunicazione. Ho visto che individui i quali andavano soggetti a frequenti attacchi di poliartrite reumatica dopo che furono sottoposti alla cura di iniezioni endovenose di sublimato pit\ non ne soffersero. Di più a me consta questo fatto : un giovane signorA che quasi ogni anno era affiitto da caratteristici attacchi di poliar( 5)

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trite reumatica acuta che lo obbligavano a • in mo clo da far cadere il sangue son.·astante letto talora anche per tempo non breve, con- ma a vendo l'avvertenza che esso non trascini trasse anni sono la sifilide. Fece una intensa seco i granuli; si lasci asciugare, tenendo il veteino verticale si fissi con t1na miscela cura mercuriale con numerose iniezi..oni' intra- di alcool ed etere e si colori con bleu di me:rnuscolari di sublj mato e da quell'epoca fino tilene. Si noterà allora che i granuli s0110 for· ora rimase sempre immune dai prima soliti mati da una quantità grandissima di piastrine del sangue più o meno alterate e da un nue dolorosi accessi.

RIVISTE

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FISIOPATOLOGIA

Una 111odiflcazione

mac1~oscopica

del sa11gne che precede la coagulazione.

(Dott. V.

.Re1idiconti della .R. Accadentia dei Li1tcei, vol. XII, ser. V, 1903, 1° semestre). DuccESCHI.

Dal polpastrello del dito di un individuo normale si facciano uscire a mezzo della puntura 3 o 4 goccie di sangue e si raccolgano in llll vetro d'orologio. Se ora si inclina leg· germente e più volte a distanza di pochi secondi il vetro e se ne osserva per trasparenza il fondo i·i,.. olto verso la luce, si noterà che nello spazio di 40-50 secondi ad 1-2 minuti primi, ra1·amente più tardi, compaio.nò nel fondo del vetrino nel posto occupato dal sangue, tanti punti o granuli minutissimi, incolori, che spie· cano abbastanza bene sul colorito rosso del sangue ancora aderente al ,retro; agitando lentamente il sangue éòn l'inclinare il vetrino e tornando a ri1)etere l'osser\"""a.zione si noterà che tali g1·anulazioni vanno successivamente crescl'.lndo di volume e si fanno sempre più evidenti, restando trasparenti, vitree e facen· dosi marcatamente rilevate sul piano del vetro, al qt1ale aderiscono. Questi granuli raggiungono genel'almente il diametro di 1/ 4 a 1/2 millimetro all'incirca; essi sono generalmente assai numerosi ed assai ben visibili ad occhio nl1do. Aumentando il volume essi possono riunirsi o perdere l'aspetto rotondeggiante più o meno regolare che è loro proprio, formandosi infine clei fiocchetti trasparenti di volume varinbile. Col coagulare clella piccola raccolta di a11gue tali prodt1zioni non sono quasi più visibili. {Tn tal fenome110 si riscontra non solo nel sangtte t1mano cli soggetti normali, ma anche nel ~a11gue di cane, di coniglio, di cavia, di pollo, cli tarta1·uga e rli rana, quando s i usi il proceclimento ora indicato. Sono sempre gli tessi grar1nli ialini trasparenti, rotondeg· giauti. pii1 o meno aderenti al fondo del vetrino. rhe compaiono, prima che il sangue si rapprenda nel coagulo, e nello spazio di tempo anzidetto. i i·accolga q ùalche goccia di sangue su di t1n ampio vet1·ino portaoggetti ed appena che q11ei granuli sono comparsi si inclini il vetro (6) ----~

mero assai minore di leucociti, i cui i1uclei si colorano assai più intensamente delle piastrine; insieme agli accumuli visibili anche macroscopicamente se ne trovano molti altri microscopici che sono costituiti da un numero assai minore di piastrine e nei quali i leucociti possono anche mancal'e del tutto. Se si fa l'esame in un primo periodo della formazione dei granuli allora la produzione della fibrina è o del tutto mancante od assai scarsa. ;:N"el pollo, nPlla tartaruga e nella rana sono le piastt·ine nu· oleate che, insieme ad una quantità variabile di leucociti, formano gli stessi accumuli. Se invece di poche goccie si raccoglie una notevole quantità di sangue (p. es. di coniglio) . in un hicchiere, e prima che avvenga la coagulazione se ne osservano le pareti ed il fondo bagn;;tto dal sangue, inclinando opportuna-· mente il recipiente, si noterà la stessa produzione di granuli caratteristici. Questo fenomeno,, che si manifesta spontaneamente nel sangue estratto dai vasi, senza l'uso di alcun reattivo, è do,ruto quasi certamente alle piastrine del sangue ; è nota già da lungo tempo la tendenza che esse hanno a raccogliersi in accumuli quando il sangue '\renga a contatto con su_p erfici che non siano . quelle dei vasi normali, e la forma~ione e le mo· dificazioni successive di quegli accumuli sono state poste più volte in rapporto con la trombosi e la coagt1lazione. l\'Ia queste ma11ifestazioni sono state finora descritte solo nei loro aspetti microscopici e n9n nella loro forma macroscolJica caratteristica costante, comune a più ordini di vertebrati in una parola, come un fatto ben visibile ad opchio nudo, rhe preceda, nelle condizioni più semplici e comuni in c11i si i~ac· colga il sangue, il fenomeno macrosco1)ico della coagt1lazione. Solo il BrzzozERO accenna una sola volta fugacemente, nei suoi lavori sulle piastrine ed a p·roposito del sa11gue di rana, ché gli accumuli di quegli elementi pos· sono divenir visibili ad occhio nudo. Qllesto fenomeno del riunirsi delle piastrine in accumuli che col nome di agglnti1zazio1ie (Conglutination), fu invocato specialmente dall'EBERTH e Scrrr~r~rELBUSCH e dal LUK· J ANOW a proposito della prima fase nella for· mazione nel trombo bianco, ha interesse non solo p6rchè rappresenta un primo stadio an· cora non descritto del processo macroscopico della coagulazione, ma per due altre ragioni. Nella maggior parte degli invertebrati una delle manifestazioni, più evidenti del sang11e è il riunirsi degli elementi morfologici de 1 sang11e in aggruppamenti più o meno abbon·

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SEZIONE PRATICA.

danti, generalmente visibili ad occhio n11do sotto la fo-rma di gran11lazioni di volume variabile, di fiocchetti o di piccoli grumi (sincizi o plas1nodi); questo fenomeno, che in una, sua prima fase è eostituito da una vera e propria agglutinazione clegli elementi incolori del sangue, sembra fra gli invertebrati assai pii1 diffuso che non la formazione di fibrina. Nel sangue degli animali inferiori il fenom eno riesce assai evidente e caratteristico perchè nou è mascherato, come nei vertebrati, dalla presenza di elementi colorati; ora l'agglutinazione di una parte degli elementi del sangue negli in· vertebrati e l'agglutinazione delle piastrinf\ nei vertebrati costituiscono probabilmente la continuazione di un processo unico, i..ilevabile nei clue sottor2gni animali non solo nei suoi aspetti più minuti, microscopici, ma anche nelle st1e forme più grossolane 2 macr.oscopiche. E ciò si trova bene in accordo con l'opinione di chi (DEKHUYZEN) ha ammesso di recente che un't1nica specie di elementi morfologici del sangue (tronzbociti) promuova) sia nei ver· tebrati che negli invertebrati, la coagulazione del sangue; si può pensare allora che lo stesso elemento morfologico produca nella serie animale anche il fenomeno dell'agglt1ti· • nazione. Un'altra ragione rende degno cl' attenzione questo fenomeno; l' A.. lo ha ved1tto mancare del tutto o comparire assai più ta1..di od in minori proporzioni in alcune condizioni spe· rimentali dell'o1·ganisn10, così nel cane dopo iniezioni in circolo di peptone che rendeza incoagulabile il sangue, e nel coniglio dopo l'iniezione di estratto di teste di sanguisughe. Sembra dt1nque che il fatto dell'agglutina· zione delle piastrine sia capace di largh~ oscil· lazioni n ella sua intensità. Data quindi la rimarcl1e,role costanza di esso nei soggetti normali e data la facilità e la semplicità di mezzi con i quali si può rilevarlo, vale forse la pena cl1e sia stl1diato, clal lato della patologia e della diagnostica, il modo di compor· tarsi di esso nelle varie condizioni morbose che interessano direttamente o indirettamente il saug11e; e ciò tanto più che, stando ai ri· sultati degli scarsi osservatori che si sono occupati delle modificazioni patologiche delle piastrine (HA.YEM, Al! .A.NASIEW, FusARI, P1zz1N1, FoR~.A.CA) il numero di quegli elementi subirebbe in varie malattie delle notevolissime oscillazioni, che giungerebbero fino alla scomparsa completa di P-ssi. (8zl1zfo dell'A.).

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· · MED1-0INA

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Il trattamento curativo dei calcoli renali. (G.

KLE~IPERER,

Die Plierapie der Gegenwnrt).

L' A. comincia dalla condotta del medico nella colica nefritica. Forti dolori che si stabiliscono d'11n tratto nella regione dei reni accennano all'incunea-

mento di un calcolo renale. La diagno .. i però non è in ogni caso così facile a stabilire cou sicurezza: può infatti scambiarsi col reuma· tismo muscolare (lombaggine) in ispecie negli attacchi pii1 l eggieri, con una colica clell<1 sttfellea (specie se i dolo1·i s'irradiano all e1Ji· gastrio), con una })eritiflite (specialme11te all.inizio degli attàcchi do.lorosi, che non so110 esattamente localizzati alla r egione renale). ~Ia se pure noi facciamo }Jrima cliagnosi cli colica n efritica, n on è con ciò a solt1tamente p1·ovata l 'esistenza di un calcolo: la piuria ed ematuria di di\ersa origine. co1ne })Ure un ostacolo qualsiasi n ell't1retere l)OS· sono mentire un calcolo. Il i·en e migrante e l'id1·onefrosi possono causare stiramenti e rot· tura dell'ure tere · e anche inclipenden te mente cla impedimenti meccanici, un rapiclo a11meuto della pressione può provocare attacchi di clolore nel i..ene stesso. Attacchi dolorosi abbiamo pure nella tubercolosi, nel cancro é forse anche nelle semplici infiamma~ioni. E finalmente non può porsi in dubbio che su pura base nervosa possano apparire coliche renali. Il trattamento abituale di queste colicl1e renali consiste in applicazioni calde locali, iniez;ioni sottocutanee di morfina, ed in bagni tiepidi. N fllla grande maggioranza clei casi qt1esto procedimento è efficacissimo. L'emissione del calcolo con le ut·iu0 11a luogo frequentemente soltanto dopo a lc1tni giorni da cl1e cessarono i dolori, e s1JeSF,O anche in }Jeriodo di tempo del tt1tto libero da attacchi. ~Iaggior importanza te1·apeutica hanno p erò quei casi in ct1i le colicl1e malgrado la morfina ed il caldo non giu11gono a<1 esito felice, ma dt1rano intermittentemente o ad intervalli. L e coliche di tale lunga durata con o s \nza emorragia sono do\t1te in generale a calcoli renali. La diagnosi differenziale dalle altre malattie su menzionate si può fare co11 una certa sicurezza dall anamnesi clalla pal1Jazione dei reni che per solito non sono ingranditi, e finalmente da11·esamP de11·urina. Di grancle difficoltà sono solo i i·ari ca i di 11,evralgia e11iaf1l1·ica che l 1A. ritiene per 1111 fenomeno angioneurotico, mentre ISRAEL etl altri li riconducono a infiammazioni cir coscritte. La diagnosi di queste forme l)UÒ e. · sere arrischiata solo dopo un'osservazione assni accurata~ in generale si istituisce soltanto all'autopsia. La prova pos,.tioa assolutamentP sicura dell'esistenza di un cal colo renale in generale non può raggiungersi. In 1·ari simi casi riescesi a palpare il calcolo; ai i·aggi Rontgen spesso falliscono e l,esam e delle urine dà solo in pochi casi risultati positivi. :Nè gli abbondanti urati, nè qualche i~aro cor1)11scolo rosso. nè la sabbia arenaria dimostra110 <'alcoli i·enali. Possediamo noi ora mezzi o metoc1i pPr condUI·re a11·esito felice calcoli cl1e inalgraclo il caldo e la morfina contin11ano ·? ~ n con~i­ glio si presenta subito. Far bere in gran C'O·

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pia per generare una tal vzs a tergo· da spin· gel'e innanzi il calcolo; criterio questo non sicl1ro })Oicl1è se il calcolo si è fo1·temente incuneato, la secrezione del rene di cui il bacinetto è chiuso lle·v·e presto cessare. La qualità c1elle bevande da darsi è indifferente; acqt1a <.li fonte o acque alcaline, le limonate the, caffè e anche vino e birra se il malato ne ·ha , . . oglia. È consigliabile 'rariare. Abbatanza t)esso però, malgraclo le molte be,Tande, il cal~olo non compare. È allora possibile con rin1e(li interni di promuo"\Tére l'espulsione clel calcolo ste so'? Da qualche tempo la glicerina gode fama di poter espellere calcoli. L' A. stesso ha somministrato in 1-! casi di chia1~a colica renale 200--!00 gr. di glicerina ed in 10 casi dopo 3-5 giorni potè vec1ere comparire un calcolo. ()ccorre però osser,Tare che in circa il 75 ·p er cento dei casi la piet1--a viene espulsa anche senza trattamento ct1rativ'O, così che le cifre su ri1Jortate dall'A. non dimostrano nulla a fa vo1·e cl ella glicerina. Circa il meccanismo d'azione molti AA. amn1ettono un'azione lubrificante sulla mucosa clell't11·etere. La dimostrazione diretta della glicerina nell'urina si potrebbe desumere calcolanclo la viscosità di questa, che do,rrebbe essere elevata merr.è la glicerina.. Se non che l 'A. ha spesso misurata la visaosità dell'urina cluran te la cura di glicerina.. e non ha mai troT"ata aumentata la viscosità; nega quindi alla glice1--ina la pretesa azione lubrificante sull'11retere. Ri potrebbe forse ammettere piutt osto cl1e le minime quantità cli essa che pas· ano forse nell 'urina, producano una contra· zione clegli t1reteri. Ma ciò è così in,.,.erosi· mile ch e l' A. per conto st10 non 01--dina più la glicPt·ina nelle colicl1e renali. Altri medicamenti interni 1 .d.. non conosce~ egli consi· glia pi11ttosto l'l1sq di manovre esterne, credend ole utili all'.e spulsione dei calcoli renali, cioè: lo stira111e11to degli zireteri e lo se1ioti11iento

rlella re,qio1ze

1~e1zale.

Il massaggio degli ureteri si può praticare così: si pone il malato a giacere sul lato sano, e nell'abbassamento dell'intestino a fo1--te in· spirazione, si ricerca partendo dal lato posto più in alto il polo pii1 basso del rene e allora 11n po' indietro da q tlesto con preesione mo<lica si spostano lentamente in giù le punte <lelle cli ta penetrate T"icino alla colonna vertebrale. mentre con l altra mano, partendo <lnlla coscia si esercita la contropressione. L ' ....\. i è con\"'"into con ricerche sul cada,·ere cl1e ce1·tamente in ql1esta guisa si può esercita1·e una pressione ull'uretere. Negli t1omini assai magri e agili egli gillnge a pas· sare l 't1retere ' Ticino al polo i·enale; mentre negli ltomini corp11lenti bisogna contentarsi <li tri ciare in gii1 premendo tra i reni e la colonna vertebrale. Negli uomini grassissimi la manovra può riuscire impossibile. Lo stropicciamento deve esser fatto 10 , .. olte t 8)

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circa, l'una dopo l'altra; esso viene in gene1~a1e sopportato bene senza notevole aumento dei dolori; alcune volte dopo di esso compare sangue nell'urina, che però tosto finisce. L' A. impiega lo scuotimento della regione renale a pr·efe1--enza in quei pazienti che avendo sofferto parecchie colicl1e renali non hanno mai espulso il calcolo. A questi pazienti in generale è già stato dato il consiglio di farsi operare, ed essi fanno volentieri tutto pur di evitare l'ope• razione. In tali casi l' A. cerca di produrre nuove coliche col massaggio vibratorio per poter poi_ eventualmente con esse portare fuo1~i il calcolo. Conviene però prevenire il malato che verosimilmente dopo la vibrazione potrà venire lln attacco di colica, e finora tutti i pazienti vi si prestano. Per quanto le esperienze dell'Autore sullo scuotimento dei reni non siano numerose, pure egli raccomanda il suo impiego come mezzo per tentare cli facilitare il p1·ocesso di guari· gione naturale. Rimangono però, malgra,do i nostri sforzi, ben il 25 per cento degli ammalati di nefrolitiasi che a (l onta di tutto si lamentano sempre di ripetute coliche senza che mai possa eliminarsi il calcolo, opp11re sono colpiti da nt1ove coliche per calcoli che si sono formati successivamente. È qui che si affaccia la questione dell'intervento chirurgico. La nefrotomia con eliminazione dei concrementi, è ritenuta dai chirurgi come ope1"'azione poco pericolosa di vita e viene sempre proposta da essi quando appaiono g1--avi sintomi di nefrolitiasi (dolori insopportabili, emorragie smodate e di 111nga durata, pielite consecutiva e anuria completa, di cui gli ultimi due sono certo i più urgenti~ e specialmente l'anuria). Prescindendo quindi dai rari casi fortunati in cui anche senza intervento il calcolo si rimosse spontaneamente anche dopo un anuria di lunghissima d11rata l' A. considera l'anuria da calcolo renale come indicazione della nefrotomia. Altrettanto decisamente consiglierebbe l'A. la nefrotomia quando, esistendo la piuria appaiono parec0hi brividi conquassanti e gravi sintomi generali. Anche qui la speranza di g11arigione è così poca, che attendere sarebbe trop110 ardito. niiolto meno sicure sono le rimanenti i11dicazioni. Se si debba dalla du1·ata e dalla intensità dei dolori stabilire un cri· terio per l'operazione dipende in generale dalle condizioni particolari del singolo caso (pe1· esempio necessità portate dal maggior o minor bisogno da parte del soggetto di liberarsi del calcolo - grado di resistenza al dolore - desiderio maggiore o minore di sottoporsi all'atto operativo, ecc.). .Aggiungasi che in nessuno stadio della colica renale non comp}icata è possibile perclere ogni spe1·anza circa l'emissione del calcolo.

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L' A. ha visto molto spesso che cal coli sono stati emessi dopo coliche ripetute senza frutto. (~ ui11di occorre anche pazienza. Aci ogni moio il medico, pur facendo riconoscere l'utilità dell'operazione cruenta, deve lasciar la scelta e la decisione al malato, e non mai porre l'operazione come assolutamente necessaria per vincere i dolori. Con gli stessi criteri vanno giudicate le em,>rragie renali. Emorragie renali di breve durata nelle CO· liche renali non hanno come è noto impor· tanza: ma anche nelle emorragie spesso recidivanti e di pii.1 lunga durata~ non bisogna impressionarsi p11rchè si sia certi della dia· gnosi di calcolo renale. Solo nei casi assai ra1·i di minaccia grave cli anemia., l'operazione è i11evi tabile. Essa poi è sempre subordinata a condizioni speciali (di natura organica e di natura mo· rale) da parte dell'operando, t{Uindi a.n che qui il consiglio dell'operazione deve esser lasciato .come ultimo rifugio da proporre alla deci.sio11e propria del malato. Per tutto il tempo in cui il malato cerca di evitare l'operazione, il n1eclico deve sforzarsi di raggiungere lo scopo anche senza intervento con prescrizioni dietetic!J.e e meccanicl1e, e non scoraggiarsi. E opportt1no esporre i pericoli della nefro· litotomia. Persino nei cas.i favorevoli di reni .asettici e di stato generàle buono non si può mai garantire l'esito felice al paziente. Israel 11a. avuto, secondo l'ultima statistica negli in· te1·,Tenti non complicati il 4 °/0 di casi di morte: presso gli altri chirurgi la mortalità -è molto più alta. CJri di noi dunque non si sentirebbe obbli· gato a vagliare accuratamente in ogni caso il pro ed il contro ? Rimane a discutere sull'indicazione dell'in· ter,rento chirurgico nella pielite suppurativa da calcolosi. In qt1esto caso la minaccia di pionefrosi e di infezione generale rende con· sigliabil e l'operazione. - Se non che il de· corso non P semp1·e così triste. Il calcolo può ' ""enire emesso e la pielite se e1·a incipiente può guarire, o per lo meno mantenersi di mediocre intensità senza porre in pericolo la vita. L' A. in questi casi in cui il decorso non può calcolarsi, è pro1)enso a consigliare l' ope1·azione. ~ia non disconosce che qualche volta l'intervento non è pressa11te, e che abbastanza spesso, specie in casi di uomini vecchi, si può assicurare un'esistenza sopportabile con sem· })lici prescrizioni interne. Se poi la pietra, o per forza natttrale, o coll'operazione, è stata felicemente allontanata, una parte del còmpito <lel medico è fatta : resta da prevenire il pa· ziente da i·icadute del st10 male. E noto quanto di frequente i calcoli renali recidivano: così di frequente che (er1·oneamente però) si sente anrhe da medici esporre l opinione che i ral· coli renali siano l'espressione di una specie di diatesi di natura famigliare ed e1·editaria.

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I calcoli renali si fo1·ma110 solo per un' alt:-.. razione clella composizione normale dell't1ri11a. che è poi dipendente clalla nutrizione. Se in i)arecchi casi è dimostrabile l 'ereditii, se spesso più fratelli soffrono contemporaneamente di nefrolitiasi, si deve considerare sol· tanto l'uguaglianzaclellanutrizione come cau~a. delle identiche anomalie delle urine. Quasi in ogni caso riesce cli corr egge1·e colla. dieta la irregolarità dei componenti dell 'urina. e di e'Titare q t1indi la formazione di nuovi calcoli. Di guisa che le prescrizioni igienirl1e da darsi ai malati di calcoli renali forma110 uno dei più grati compiti dell'arte medica. Le basi del trattamento prev enti,~ o risultano dalle nozioni etiologiche. , ... . Z.

Origine i·enale dell'urobilina. L'ui·obilina è indizio di colemia. (GJLBElRT

e HERSCHER. Presse lll érl., 3 settembre 1902) .

Gli autori esordiscono dicendo che di tutte le teorie ,.,.enute in campo a spiegare 1'01·i· gine chimica e la provenienza dell'u1·obilina nell'organismo nessuna serve a 1·enderci ragione della gran maggioranza dei casi clinici. Così nè l'epa.tica, nè l'intestinale, nè la sanguigna, nè l'istogena trovano sempre la loro applicazione al caso pratico : e i)e1·ciò sono stati indotti ad edificarne una n11ova, quella cioè dell'origine renale che sola rende conto clella più parte dei casi di urobilinuria. A fare il sunto dell'articolo sono spinto dal desiderio di po1·re l e cose a posto. Fare una questione di priorità è quasi sempre cosa int1 tile, spesso dannosa~ ma far rilevare cl1e in Italia fin dal 1891 si era pensato ecl eRpo· sto chiaramente quello che dodici anni dopo ci ritorna clalla Francia come una novità è fare opera buona; è onesto difen clere gli stt1di nostri qualificati come i11co11iplets, inaclzel'és.

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i11ipa1faits. L 'articolo di GrLBERT e HER CHER porta come base della 1i1iova teoria renale il fatto che in molti individui esiste urobilinuria in· tensa e non esiste con temporaneamente uro· bilinemia. MYA, \ TIGLEzro, PATELLA, AccoRIMBOXI a,.. p. ' rano fin dal 1891 (Congresso cli medicina i11terna 1891 - 8peri11ze1ztale 1891). con questo stesso argomento e con molti altri e con C'ritica molto pitl fine. combattuto le altl'e teori' ed esposta chiarameu te la teoria renale gi ft abbozzata da LECBE. Rivelarono anche cl1ia· ran1ente, specie il MYA., che il sintomcl ur · bilinuria si deve ritenere semeiologicame11 t come indizio di un grado leggp1·0 di col~mia. Ed avevano di })ii1 con t1n largo materiale

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clinico stabilite ]e condizioni ' rarie in cui che sarebbe accaduto '? E se invece che nelquesto sintomo si ritrova. l'ambiente di un dato laboratorio avessero GILBERT e HERSCHER si fanno l 'obbiezione fatto l'esperienza in un ·altro luogo, ove fosche nei casi di ittero intenso compare solo sero arrivati alt1~i g~rmi, che cosa avrebbero bilirubina e non urobilina {identica cosa che trovato'? È d'altronde noto che nella bile aveva trovato MYA nel 1891) e spiegano il estratta dal cadavere si trova molto spesso fatto con l'ammettere che il rene sovraccari- urobilina indipendentemente da qualunque cato di materiali biliari perde la sua proprietà azione di poltiglia renale e solo per il fatto riduttrice (identica soluzione proposta da MYA della putrefazione. e PATELLA sempre fin dal 1891). Il GILBERT e Troppe cause intervengono insieme pe1"chè l'HERSCHER portano a conforto della loro si debbano ritenere proprio ed esclusivamente teoria la mancanza di urobilina nell'ascite in quei pezzettini di rene corrie produttori delztn caso di urobilinuria intensa: ma PATELLA l'urobilina. (undici anni fa) aveva già pensato a questa Non mi fermerò oltre su questo articolo rice1~ca ed aveva notato l'ast-;enza dell'urobi· che nulla di nuovo o di buono aggiunge a lina in essudati, transudati, negli sputi pneu- quanto era noto fin qui. Dott. S. DE Rossr. monici ed anche nel sudore. Finalmente GILBERT ed HERSCHER notano il grande vantaggio che viene all'economia con la trasformazione della bilirubina in uroCHIRURGIA bilina prodotto più diffusibile e facilmente eliminabile. Mobilizzazione del duodeno Anche questa non è idea loro. MYA (Cone gast1~oduodenostomia. g1~esso 1891) si esprime così: (T. KocHER. Ceiztr. f. Cliir. n. 2, 1903). « Le considerazioni teleologiche sono in ge· • « nere nocive . • . . . . . . . . . . L' A. in questo articolo cerca di stabilire il « ma non mi posso trattenere dal mettere in ·posto che spetta nella terapia delle stenoE?i « risalto l'utilità che all'uomo può derivare piloriche alla anastomosi gastroduodenale o " dalla formazione di un corpo diffusibile e come egli propone di chiamarla alla gastrodztodenostomia laterale. « quindi rapidamente elimìnabile, quale l'uroEgli premette che l'imbocco del duodeno « bilina; anzi che da un eccesso di _bilirubicollo stomaco, d~po la resezione pilorica, co· « na, eec. » . -stituisce la migliore pratica per restaurare Di veramente nuovo GILBERT ed HERSCHER quasi · al normale le condizioni necessarie al mettono una cosa sola ; ma, mi dispiace per deflusso del contenuto stomacale e che non loro, una vera inesattezza. · v' è alcun processo di gastro-enterostomia A a.are conforto maggiore alla teoria renale (rispettivamente-digiunostomia) col quale venricorrono all'esperimento (traduco letteral- gano sic1.iramente evitati i pericoli di un reflusso del content1to intestinale, come adottando mente): il suo processo. E così spiega perchè vari « Ab biamo messo dei reni di . coniglio autori abbiano cercato di estendere l'applica« p di cane prima lavati e pestati, in una zione del processo e apportarvi opportune « soluzione di bilirubina ed abbiamo lasciato modificazioni, di cui ecco i principali capi. « il miscuglio all'aria, alla luce e alla putreJABOULAY fin dal 1892 cercò di realizzare « fazione. Dopo 48 ore abbiamo filtrato e tratnelle stenosi piloriche una anastomosi gastro· « tato il liquido filtrato con ·alcool amilico, dl1odenale, e nel 1894 anastomizzò il duodeno « vi abbiamo aggiunto del cloruro di zinco con un'apertura della parete anteriore dello « ed abbiamo visto manifestarsi una fluore· stomaco adoperando il bottone di MuRPHY (insuccesso). « scenza leggera ma netta con lo spettro di Nell'aprile '97 VILLARD riprese l'operazione, ~ assorbimento dell'urobilina. Una simile so· migliorandone la tecnica. « luzione di bilirubina lasciata in uguali con· Egli pubblicò nel 1900 tre casi di questa « dizioni non aveva subìto alcuna modifica· operazione da lui chiamata gastroduodeno• « z1one. » stomia sottopilorica;, di cui due con successo, Che cosa sappiamo noi di quello che ac· e in nota accenna ad altri tre casi ugualmente cade esponendo all'aria, alla luce e alla pu· operati. trefazione un corpo così labile come la biliVru..ARD dà delle norme utili e g~uste per rubina, specie se mescolato con una poltiglia condurre bene l'operazione, ma pur ammetdi sostanza organica 'l tendo i vantaggi già dall'autore indicati, sugli E se invece dei reni vi avessero messo dei altri processi di gastrodigiunostomia, ne re· pezzi di fegato, cervello, muscoli, glandole, stringe le indicazioni. Secondo V ILLARD la (10)

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gastroduodenostomia, non è d estinata a sosti· tuire la piloroplastica e la gastroenterostomia, ma. a prender e un posto insieme con esse nella terapia. Ancora nel 1898 HENLE i ..endeva noto un caso di stenosi pilorica· della clinica di MrauLICZ, in cui la piloroplastica sembrava inattua· bile, ma in ctù il casuale addossamento della grande curvatura dello stomaco alla parte superiore del duodeno, determinato da briglie cicatriziali, invitava ad una connessio11e delle due parti, il che fu fatto con sutura e se n e ebbe successo. HENLE concl11de che l'oppor· tunità di eseguire questa operazione non si offre s1Jesso : i casi ohe non sono adatti per la piloroplastica non lo sono neanche per la gastroduodenostomia : egli opina che uno spo· stamento del piloro verso l'alto e che il cambiamento di posizione della sezione superiore clel cluocleno (da orizzontale in ' rerticale) o almeno una considerevole mobilità d el pre· eletto segmento debbono considerarsi come fattori favorevoli per applicare il processo in casi ulteriori. PPrò il KoCHER soggiunge che VILLARD colle sue ope1·azioni ha dimostrato cho tali spostamenti non sono necessari. Il V ILLARD parla di una anastomosi gastro· duodena.le sottopilorica, creata cioè 1-1. 5 cm. sotto il piloro, ma in effetto poi descri,re la connessione dello stomaco colla pars descendens flel duodeno, e con clude ch e tale pars è sì . }Jrofondamente situata e poco mobile, per cui si richiede un'assistenza molto abile, ma in fondo lln::t volta posto un punto sopra e uno sotto, le parti da sutu1..are si lasciano facil .. niente itvvicinare. Il KocHER non è di questo parer e, e ritiene che ciò è tutt'altro che facile: egli dice che il n odo clella questione sta appl1nto qui : cioè si trattrli di sapere se si possa facilitare al p11nto la tecnica operatoria, da assicurare alla gastroduodenostomia il posto che egli crede le s1)etti nella cura delle stenosi e specialmente cli quelle per natura benigne. Ora tutto il segreto consiste nella possibilità di mobilizzare il dl1o<leno in quella po1·zione cl1e si dev e abboccare collo stomaco. L'ansa duodenale pende, n ella ' rita e mbrionale (MERKEL) libera nel cavo p eritoneale, offre · nel bambino una grande mobilità, si adagia poi più tardi col suo lato destro alla parete posteriore dell'addome: indi si fa ad essa aderente e soltanto la sua parete anteriore è coperta dal foglietto peritoneale eh~ tappezza la parete addominale posteri ore. Si può però p ersuadersi sul cadavere che l'ansa duodenale si lascia di nuovo con rela· tiva facilità svincolare, in modo ohe, come nella vita embrionale, la pa1·s descendens e la flessura in/erior si rendono mobili e si lasciano tirare all'innanzi. Per ottenere questo è necessario di rom· pere il sottile foglio peritoneale in corrispon ·

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denza del margine destro d el duodeno, lungo la pars descende1ts. La linea d'interruzione deve essere verti· cale e carle in avanti al rene destro, rispettivamente a sinistra del segmento della fles· sura colica che si porta al colon traverso. Il foglietto parietale del peritoneo si vede ora disteso dalla faccia anteriore del rene destro fin sul mesocolon traverso, del quale costituisce la lamina superio1·e. S e ora si scorre col dito immediatamente accanto alla parte verticale del duodeno, strisciando sul foglio peritoneale che cuopre il rene, si giu11ge fa· cilmente nel forarne cli Winslow al disopra · della flessura duodenale superioxe e così si · può distendere il ligamento epatoduodenale, che forma la parete anteriore di esso forarne. lig amento che contiene e sostiene la vena porta, l'arteria epatica e il d6tto coledoco. Realmente KoCHER, anzichè lacerare propone di incidere col bistori il peritoneo lungo la linea d etta e cioè a due dita trasverse dal margine duodenale della pars ver·ticalis. Ora se, dopo fatta questa incisione, con due dita si distende il margine del peritoneo , ch e è in rapporto col duodeno e l e altre si cerca di insinuarle dietro il duodeno, si i·iesce, pro· cedendo con dolcezza a distaccarlo dalla faccia anteriore della colonna vertebrale, dalla vena cava, dall'aorta. Se poi si divida anch e quella porzione del peritoneo parietale che discende s11l colon, si può facilmente sollevare · anche la flessura inferiore del duodeno. Ciò facendo nessun ' raso viene ferito. Insieme col • duodeno viene sollevata anche la testa del pancreas e in conseguenza anch e il margine sinistro del duodeno col quale la testa del pancreas è immedesimata. Con tale manovra la faccia dorsale del duocleno non rimane denudata fino allo sti·ato muscolare, come a prima vista si potrebbe creder e; i:>oichè nella muscolare v 'è uno strato di connettivo. chiaro r esiduo del primiti,.. o rivestimento peritoneale e che stabilisce una n etta demarcazione tra la faccia posteriore e l'anteriore. Con tali manov r e manuali la par·s verticalis del duodeno v iene talmente mobilizzata. ch e essa può esssere facilmente addossata alla faccia anterio1·e del segmento pilorico dello stomaco al disopra della grande curvatura. I limiti pel distacco del duodeno sono dati dai vasi. Dal contorno concavo e laterale del duodeno si distaccano dall'arteria gastro-duo· denale~ l'arteria gastro·epiploica destra, e notevoli i·ami pel colon t1..asverso, i quali scorrono in giù sopra la parte inferiore del duod~no. I medesimi giaciono sotto la lamina superiore del ligamento gastro-colico ; poco si oppongono al sollevamento della parte inferi ore del duodeno. Se si ribatte il colon in alto allora si ve'1e come l'arteria colica destra, distaccatasi dal1 'arteria meseraica superiore, scor'ra talvolta

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il duodeno e circondi in parte il co11torno laterale del duodeno, per rendersi al oolon ascendente e pro1)riamente alla flessura destra. Quest'arterift si lascia spostare 1rerso sinistra meno facilmente ch e i rami colici clei vasi gast1·0-epiploici, ma non impedisce che si possa libera~·e la flessura inferiore del duodeno, cosicch è l'intero segmento verticale si lascia distaccare e sollevare a sufficienza dalla profondità e dalla colonr1a vertebrale per poter facilmente passare i punti di sut11ra. Ciò avviene pe1· una tale estensione, che stomaco e duodeno possono esser presi fra le dita; possono venire aperti senza che una goccia di contenuto si versi e la st1tura si può applicare con pe1·fetto co11trollo cl egli oechi. La parte cl1e meno può esser resa mobile è la flessura supe1"iore, giaccl1è su questa è aclagiato il ligamento epatoduodenale, che contiene l'arteria epati ca, il (lotto coledoco e la vena porta. Qu esto ligamento e in sua continl1azione il conca,ro margine duo(lenale, che è contiguo alla testa del l)ancreas, forma l'asse intorno a cui può esser girata in avanti la parte discendente ed infe1~iore · del duodeno. L'estremo grado di torsione è detérminato dai vasi già menzionati che scorrono verticalmente nella parte inferiore del duo{leno e che non hanno influenza sul sollevamento della flessura inferiore e di una sezione della parte inferio1·e. In tutta questa manipolazione vengono solo interessati il sottile }Jeritoneo prerenale e quello che è disteso tra il rene e l 'inizio del colon trasverso nonchè il connettivo sito intorno alla cava e all'aorta. KooHER ritiene ancora che debba esser mantenuta quella porzione cli pe1·itoneo, che dal margine dell'incisione fatta va sulla faccia anteriore del duodeno pe1· poterlo poscia ribattere sulla parete })Osteriore (che dopo il sollevamento e la torsione di,riene destra) del medesimo. La faccia anteriore, ora divenuta sinistra clel duodeno, che 1ra connessa collo stomaco, ma,ntiene inalterato il suo rivestimento peritoneale. Ciò è importante poichè questo rivestimento peritoneale permette una più salda connessione collo stomaco e lln maggiore appoggio ai fili. Il facile s1Jostamento del duodeno ha doppio ,.,.antaggio, allorchè la parte pilorica clello stomaco, come spesso si riscontra nelle malattie che indicano l(llest' operazione, ha perduto la normale sua mobilità. Da ql1est'ultima dipencle1'à se. si utilizzerà per l'anastomosi la parete anteriore, ovvero, clopo di avei· reciso il ligamento gastrocolico, la parete posteriore, ilietro la grande c11rvatura. La prima maniera è più semplice. Il cil·colo vizioso o l'ulcera peptica, che si possono avere coi vari processi di gastro-di· giunostomia hanno indotto più cli un autore a pensal'e alla gastro-duode11ostomia. Ql1ando 119\

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con quest'ultima si riesce di far sboccare il contenuto stomacale all'altezza del punto in ct1i fluiscono la bile e il succo pancreatico o, meglio, so1Jra, non c'è alcun pericolo di un accumulo di questi secreti nell'intestino e di un consecutivo reflusso. Così poco v'è da teme1·e che si stabilisca un ulcus pepticum. poichè la neutralizzazione del contenuto ga· strico, rispettivamente l' annullamento dell'azione della p epsina ha ll1og·o realmente, do1'lo che essa è pervenuta nell'intestino (TAVEL, KRoENLEIN, DE QUERVAIN, KosLowsKI hanno con successo praticata ql1est'operazi one. Tecnica. - Incisione obliqua come per la scopertura delle vie biliari praticata ·abitualmente da KoOHER (laparotomia paracolecistica) dt1e dita sotto e parallelamente al bordo costale destro, che comincià dalla linea mediana: si dividono obliquamente la fascia, il muscolo retto, fino ai muscoli larghi; foglietto profondo della guaina e il pe1·itoneo (negli indi· , .. idui muscolosi anche il muscolo trasverso). Divisione di aderenze tra il colon e la vescicola. Il fegato viene sollevato; lo stomaco spostato a sin.istra, il colon trasverso e la porzione montante della flessura d~tra tirati in giù; si penetra liberamente fino al dt1odeno, sul suo margine late1~a1e . Pezze intorno. Tre o quattro cm. a destra del margine duodenale si divide sul rene il peritoneo pa· rietale e verticalmente in giù la lao1ina superiore del mesocolon fino ai grossi rami 1ra. sali. Il margine peritoneale sinistro viene disteso e tirato innanzi colle dita, il duodeno distaccato nella maniera già eletta dalla colonna vertebrale, vena cava, aorta fino a che esso possa essere uncinato colle dita e~ attratto in avanti, possa venire appoggiato alla sezione pilorica clello stomaco, cosicchè questa e il duodeno, fissati insieme dalle dita dell'assistente vengono anastomizzati lateralmente mediant~ i soliti piani di sutura. Con ciò viene egregiamente risoluto il problema di far s"'\ruotare lo &tomaco senza incidenti nel duodeno lorchè il piloro è stenotico. KooHER aggiunge che il processo non deve essere applicato solamente ai casi specialmente favore"'\roli, come fin '1ra gli autori hanno ritenuto, ma egli sostiene che debba essere il processo ordinario, in concorrenza cogli altri metodi, gastro-entero-stomia digiuno e piloroplastica, o di più, la gastroduodenostomia è superiore alla gastrodigiunostomia e alla pi· loroplastica. · Solo forti adérenze del d u.odeno alla faccia inferiore del fega.to potrebbero essere una "' controindicazione, sebbene anche di quelle si potrebbe a'rer ragione (ICocHER nel suo terzo caso). A /ortio1·i, in tali casi oltre che per le ragioni dette (ligamento epatoduodenale !) no11 si può parlare di gastro-duodenostomia sottopilorica, come vorrebbe V1LLARD. La differenza tra la gastro-duodenostomia laterale come la vuole il KoOHER e l'opera· '

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SEZIONE PRATICA

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zione di VILL.A.RD consiste appunto in ciò che materie fecali; nell'esame di essa fuoriuscil{ocHER fa cadere l'anasto mosi st1lla parte rono anche due piccole concrezioni. cliscendente rlel duodeno mobilizzata opportuIn questo stato di cose l ' A . pensò di ricornamente insieme colla flessura duodenale in- rere all'enterectomia, resecando il cieco, l'apfe1'iore e colla parte inferi ore: così che po· penclice e circa :l cm. d'ileo, riunendo i due tendo sufficientemente sollevare queste parti, · estr emi col bottone di l\Iurphy, il quale ha la st1tura, dopo la collocazione delle compresse potuto esse1·e introclotto attraverso l anello adsi esegt1e extra-adclominale. KocHER ha ese- dominale abbastanza ampio. guito l·operazio11e 5 volte con successo. Asportato il sacco e chiuso l 'an ello, ricoL'abl1occa1nento va eseguito più in alto pos- stituì gli strati superiori e chiuse p . p. sibile e no11 t1·oppo grancle (riglrrgito di bile). Il decorso post-operativo fu ottimo e l'in(Tno stomaco eccessivamente ectasico non fermo guarì. potrà certo svuotarsi immecliatamente e bene * come colla gastro-digiunostomia inferiore e si * * Il sacco era evidentemente congenito e rendono perciò necessari per alcun tempo clei l'an ello grancle, pt1r nondimeno l'infermo non lavaggi di stomaco. Prof. O. MARGARUCOI. aveva mai avuti sintomi di un'ernia in epoca anteriore. Sembra quindi probabile che il Perfo1'azione dell'appendice all' interno colletto del sacco fosse chiuso, prima dell'açdel sacco e1~niario. Resezione del cieco cidente dall'appendice aderente. La improvvisa discesa dell'ernia determinata dalla pres· e del t1~atto i Ieo-cerale. sione intraddominale, per lo sforzo subìto (BASILL HALL I., British ;.Ì ferlical Jortl'Jt.1902, n. 2165). dall'infermo, ha determinato lo strappo delle. L' A. riporta un caso di appendicite con aderenze con clanno dell'appendice in modo }Jeriorazione f'ntro ~l sacco erniario, e mentre da produrre un 'escara seg t1ita da perforazione. D.o tt. ANDÒ. clice, che si conoscono numerosi casi di ap· lJenclice infian1mata o strangolata che fanno Bl'nia, il CaBO di perforazione dentro il OCULISTICA sacco erniario è abbastanza raro; ed in tutti i casi in cui la perforazione ha avuto L'occhio pro1ni nen te. luogo, l'ap pendice occupava da sola il sacco, Suo significato e cooco1nlf anze clioichr. rimanenclo il peritoneo più o meno chiuso clalle aderenze dell'anello. (HA1G . .J.1.Iedicat Recorrl, vol. 62, n. 15). Nel cago da lui riferito, dentro il sacco si sono tro,.. ati non solo il cieco, ma anche il L'occhio p1·ominente tjpico ocl esoftalmo ha tenue. i trattava di un giovane di 23 anni, la sua apparenza clinica più perfetta nella forte e robusto il quale, mentre, nel gennaio malattia di Basedow (o di Flaiani). 1901 alzava un sacco di farina, avvertì un Qt1esta è peraltro una malattia abbastanza forte ed improvviso dolore n ella I'egione in· ra1·a, mentre l 'occorr er e dell'occhio sporgente guinale di destra, c olla sensazione che qualche è tanto frequente da poterlo constatare 1-2 cosa fosse ceduto e contemporaneamente av- ·volte su ogni 10 persone in cui imbattiamo. vertì un gonfiore alla regione scrotale. A Ora è di somma importanza sapere che il letto il gonfiore sparì per ripresentarsi al fondamento patologico di questa particolarità mattino quando ,~olle alzarsi. Si sentiva in· è sempre lo stesso (eccetto la conformazione clisposto e la mattina febbricitante. Non ebbe miopica del bulbo oculare ov,rero la presenza ' romiti n è distensione dell'addome, ma semplice di una neoplasia retrobulbare), e cioè l'elecostipazione. vata pressione sanguigna. N ol morbo del Esaminato dopo 5 giorni. l' A. ha trovato Flaiani è appunto questa pressione sanguigna ernia inguinale destra, del volume d'una noce al disopra della normale e che può raggiundi coca, la di cui parte superiore era timpa- gere 150 mm. di mercurio o più, che spiega nica, e la inferiore ottt1sa. Temperatura 37.2 C. tutti e tre i sintomi cardinali. 11 giorno appresso T. 38. 4 C. Dieci giorni Q11ale è la posizione normale clel bulbo dopo l'accidente, l'infermo venne operato. Il oculare'? Tenendo un cartone verticalmente sacco fu aperto fino a molto in alto, dove si (ad occhio chiuso) in modo che il ma1·gine mise allo scoperto il colon; il rimanente di superiore tocchi il contorno orbitale dell'osso esso essendo otturato da esstJ.dati recenti ed ade- frontale e l'inferiore riposi sullo zigomatico l'enze si prolungò l 'incisione, facendosi strada e mascellare superiore, il centro di questo in una massa di essudati, sangue decomposto cartone toccherà appena il bulbo oculare senza e pus. dare alcuna molestia. Il cieco e il tratto ileo-cecale furono tro· Togliendo il cartone da questa posizione si , .. ati sepolti in questa massa. All'apice del vedrà che in corrispondenza ai margini sucieco fu riconosciuta l'appendice in una periore ed inferiore del cartone la pelle con· massa lacerata ed irregolare alla cui base esi- serverà la traccia della pressione subìta, menste,ra un'ulcera aperta, da cui cola,-, rano pus e tre sulla cl1te della palpe})ra superiore nulla (13} •

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si vedrà. Ed è . questa la posizione naturale circolazione attraverso i polmoni non fanno del bulbo, poichè le parti ossee che lo circon- ohe sempre più favorire ed aggravare l'esof· dano· debbono efficacemente proteggerlo da talmo anche per il fatto della deficienza di eventuali agenti esterni. N aturalme11 te se ossidazione e della risultante obesità. È notel'occhio sporge più del normale, non si potrà vole come obesità ed elevata pr.e ssione san· adattare il cartone nella dett~ p_osizione e, ad guigna siano g.e neralmente concomttanti. Si ogni modo ciò darà luogo ad una forte pres- può considerare l'obesità come lln sintoma di si~ne e dolore sul bulbo e sulla palpebra Sll· essa o meglio come uno dei risultati della • periore si scorgBrà lln segno bianco, segno circolazione difettosa che induce elevata pres· • • dell'anemia per compressione. s1one sanguigna. Considerando attentamente inoltre un occhio Nel calcolare la pressione del bulbo si deve normale scorgiamo esistere tutto attorno al tener conto del fatto che le pieghe di pelle globo oculare un solco fra esso ed il contorno turgida attorno al margine orbitale fanno · osseo dell'orbita; esiste in altre parole come sembrare molto minore la prominenza del una depressione crateriforme dal cui centro bulbo: in tali casi si deve palpare il margine sorge il globo oculare. In un occhio promi· orbitale osseo e determinare la posizione del nente tale solco o depressione scompare e le bulbo in rapporto ad esso. Poichè la condipalpebre passano in linea retta dal contorno zione fondamentale che induce l'aumento della orbitale sul bulbo. pressione sanguigna sembra . sia da cercarsi V'è per altro una differenza fra l'esoftalmo nell'uricemia, così dobbiamo .ritenere pressochè acuto e cronico: nel primo, come si ha . nel costante la triade sintomatologica contempo· morbo di . Flaiani, per la rapidità colla quale ranea: uricemia, pressione sanguigna alta, si produsse la sporgenza del bulbo, la "pelle esoftalmo. Attorno a qu_e sta triade si raggrup· delle palpebre non ebbe te.mpo a distendersi .pano, benchè non costantemen~e ma solo in e così vediamo che esse sono insufficienti a certe speciali condizioni, l'obesità, la cefalea, coprire il bulbo e la rima palpebrale è più la glicosuria, l 'albuminuria, l'asma, ace. L'occhio sporgente non solo ci dice che la ampia dèl normale: nel secondo caso la pro· minenza essendo stata graduale per un pe· pressione sang11igna è alta, ma da quanto ì·iodo di anni . e dovuta a pressione sanguigna tempo esiste e se il cuore si è in conseg11enza cronicamente elevata, la pelle delle palpebre ' ralidamente ipertrofizzato, ovvero se esso s'infiacchì di buon'ora. potè seguire il bulbo. Ciò specialmente esaminando bene la pelle Lo stato della pelle delle palpebre e l 'ap· parenza generale del soggetto, oltre alla po· attorno all'occhio: se essa è tesa e liscia e sizione dei bulbi, possono fornirci dati im- l 'occhio quasi balza fuori dell'orbita, ovvero portanti circa le condizioni della circolazione se pende in pieghe attorno al bulbo tuttavia sanguigna del soggetto in discorso. Così ad prominente od infine se è rilasciata, atrofica esempio, ponendo di fronte due soggetti, l 'uno e rugosa e l'occhio non più affatto prominente. Dott. CARRA. di circa 45 anni, corp~lento colla pelle diste~a, ·grassa, g 1i occhi sporgenti e l'altro più a van· · ~~~~~~~~~'!!!!!!!!!!!!'!!!!!!!'!!!!!.'!'!!!!!!!!!!'!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!~.~!!!!'!!!~~ zato ìn età cogli occhi. alquanto infossati, la pelle raggrinzata e rl1gosa e nel complesso d'un aspetto emaciato e p~llido, dobbiamo dire ch e n el primo caso indubbiamente la RESOCONTI PARTICOLARI pressione sanguigna è al disopra della nor· male, nel secondo la pressione sanguigna che SOCIETÀ MEDICA DI B OLOGNA. · p1~obabilmente in un'epoca precedente era Adunanza scientifica del 19 dicembre 1902. elevata coll'andar e degli anni per in.deboli· • I mento del c-uore s'andò pr9gressi vamente ab· Il dottore Ginseppe Bellei legge una sua co· bassandosi fino ad essere inferiore alla nor· • municazione intorno all'A11alisi del latte 1nemale,. L'occhio sporgente è più comune di solito diante la crioscopia. - La temperatura di conge· . ve1·so i 45-50 anni di ' rita, poichè allorà il lazione del latte fu già determinata da vari osser· cuore giunge al massimo grado di ipertrofia. vatori i quali ottennèro in generale risultati cl1e Può del resto aversi anche ad un'età molto concordano fra loro. Ta~e temperatura varia fra giovane. (10 anni). In genere si può dire che, limiti molto ristretti e quindi si pensò cl}e la crio· coloro che hanno un'elevata pressione san- scopia p~tesse essere mezzo facile e sicuro per guigna tendono ad avere occhi prominenti l'esame delle adulterazioni del latte e specialmente semp1·e più col c1·escer e dell'età, indi grada- per determinare se ad esso è stata aggiunta acqua. tamente l'occhio si infossa come il cuore si E siccome alcuni affermarono che l'osservazione jnfiacchisce colla '\recchiaia. In molti casi deve essere possibile giudi· della temperatura di congelazione del latte era un <'are dell'ipertrofia del ventricolo sinistro sem· mezzo facile e sicuro per scoprirne le adulterazioni~ j)licemente dalla ispezione della posizione dei mentre altri ritennero che essa fosse priva di va· g lobi oculari. Condizioni che ostacolano la lore, così l' .A. ha eseguito una serie di esperienze

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI

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SEZIONE PRATICA

431

comparative su 50 campioni di latte raccolti in di· verse stalle dei dintorni di Bologna, determinando, oltre l'abbassamento del punto di congelazione, il p eso specifico, la quantità del lattosio e delle ce· neri. I risultati di tali ricerche possono così rias· sumersi: 1. Nei campioni di latte 11or111ale la tempera· tura di congelamento variava fra - 0. 53° e - O. 57°, il peso specifico, senza rapporto con la prima, oscil· lava da 1029 a 1033..3, la. quantità di lattosio da 3. 70 a 5. 77 per cento e quella delle ceneri da O. 58 a O. 85 per cento: 2. Alterazione spo1tta11ea del latte. - Il latte che comincia ad alterarsi congela ad una tempe · ratura più bassa che non il latte normale, e tale abbassamento è tanto maggiore quanto maggiore è il grado di alterazione : 3. Agginnta di acqua. - Con aggi11nta di acqua. il latte congela ad una temperatt1ra pii1 alta di quella propria del latte intero. E con la crioscopia è possibile determinare con sicurezza anch e l'aggiunta di 1/10 di acqua, poichè tale diluizione basta a portare la temperatura di congelamento da - O. 57° a - O. 33° (in genere - O. ~1°) : 4. Agginuta conte1J1fJOrauea di acq11a, a1nido destrina, ecc. - L'amiclo e la destrina no11 hanno influenza s ulle modificazioni apportate dall'a.ggiunta di a.equa. 5. Latte :;cottato co11 aggi1i11ta d1 acqua. - Il latte scottato congela a temporatt1ra più bassa che il latte intero. L 'aggiunta di acq11a al latte scottato sufficiente a portare il peso sp ecifico a 1030-1032 dà 11na temperatura di congelamento di - 0. !)3°, - 0. 55°. Soltanto quando il p. sp. cade sotto 1029. 5 allora la tempf\ratura di congelan1onto è al di sopra di -0. 50°. 6. A,qgiuuta cli sosia nze jJer la consPrvazioue del latte : Il bicarbonato di soclio (1-1. 5 °/00), l'aciclo salicÌlico (1/2 °/00 ), l'aciclo borico (1 °/00 ) non modificano affatto la temperatura di congelamento del latte. La f or11ialina (2 °/00) fa discendere tale temperatura, sotto il limite normale. Dalle osser,razioni riferite l' A. concbit1de : è possibile determinare l'aggiunta di acqua a un latte intero anche nella proporzione di 1/10 mediante la ricerca crioscopi ca: non è possibile per contro distinguere i~ latte scottato dall'intero q11ando a quello siasi aggiunta una conveniente quantità di acqua. Delle sostanze aggiunte al latte per la s11a conser· . vazione, la sola formalina può scoprirsi mArcè la ricerca crioscopica, poichè essa ab bassa il p11nto di congelamento del l atte; che tale abbassamento non sia dovuto invece ad alterazione subita dal latte si potrà nel caso pratico facilmente stabilire mediante pochi minuti di ebollizione.

Il prof. G. Ruggì comunica llna sua not.a pre · vent.iva sopra un Metoclo razionale p er fis sare il

rene 1nigrante in posizione relativamente norntale. L ' A. dopo avere passato in rivista i ' rari e più importanti processi di fissazione del rene migrante col metodo lDmbare, accenna alle difficoltà incontrate finora, ch e l'A. fa djpendere in parte dalla fragilità dell'organo, in parte dalla disposizione e speciale resistenza deile fascie che lo attorniano, in parte dalla costituzione anatomica della parete nelia quale il r ene dovrebbe venire normalmente fissato. Egli fissa, in base a tali .considerazioni, i seguenti pri1icipii come indispensabili perchè una n efropessia possa dirsi razio.n almente condotta : 1. Che il rene spostato sia condotto in t1na po· sizione di li,rello e di direzione relativamente normale. 2. Che il r ene sia posto entro alla cassa tora· cica in modo da poter esser e da questa con,renien· temente tutelato. 3. Che il r ene possa mantenersi fissato nella sezione assegnatagli senza subire pressioni ' riséerali o stiramenti n egli elementi costituenti il fascio nerveo-vascolare. A tali principii risponde secondo l' A . il metodo da lui proposto, ch e consta di due pro cessi. L'A... pratica la solita incisione lombo-costale, dall'11a costola alla cresta dell'ileo, prolungandola alquanto in avanti ltmgo la cresta stessa per ampliare lo spazio di azione. Scoperto il cell11lare pararenale asporta q11esto, specie di contro la parete lombo-costale ; in cide la fascia fibrosa propria o perire.alale in addietro sul tratto d ella fascia del Zuckerl{andl. Raggiunto così il rene che isola dalla caps11la adiposa, asporta questa per quanto gli è possibile, ct1rando con so1nma diligenza l'emostasi. Allora incide sul bordo convesso la capsula fibrosa involgente il rene e la distacca o da ambo le facce o da una sola di esse, nel qual caso la prescelta è la posteriore, per po· terla fare aderire alla corrispondente parete addominale al di sott9 dell' arco costale. Fin qui il me· todo non si discosta da quello praticato da altri. Per conferire alla cap.sula fibrosa del- reno una conveniente resistenza _a lla trazione, l'A. ha pensato di arrotolare i lembi distaccati, ora in senso verticale all'asse maggiore del rene, ora in senso a q11esto parallelo. Quest't1ltimo modo è seguito nella fissazione esclusiva posteriore ed al lembo così ar· rotolato l' A . applica due robusti fili di catgut l'imo più in alto e l'altro più in basso, che servono a serrarlo. Nel caso di fissa~ione del r ene con an1· bedue le sue superficie decorticate, l 'A. arrotola la capsula in senso verticale all'asse del rene in modo da formare due peduncoli, uno alla faccia a:qteriore l'altro alla posteriore del r ene, e cl1e ·""'--=- (

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IL POLIOLINICO

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serra , alla base dei lembi con robusto catgut assi· c11rato con un punto. La capsula fibrosa così arrotolata e legata sop· porta un peso di trazione notevole, e che da e~e ­ rienze fatte sul cadaver e sta intorno a 800-1200 . grammi. In questo pro.c esso a due peduncoli i fili (due per parte) sono fatti passare paralleli n ello spazio intercostale fra 11 a e 12a costola, ponendo quelli della faccia posteriore del viscere più addietro. Nel processo ad un solo peduncolo (posteriore) i due punti di presa applicati alla capsula arrotolata vanno ad abbracciare la 12a costola stringendosi posteriormente a questa. L ' .A.. aggiunge in ambo i casi un'altra pratica importantissima ch e ser ·v e ·a maggio·r mente assicu· rare la fissazione del r ene; egli si vale dell'apo· neurosi del Zucke1·kandl per costituire al polo in· feriore del rene t1n valido sostegno, preparando convenientemente detta aponeurosi e facendola pas· sare al didietro del polo inferiore del r en e per fis· sarla con robusti punti di sutura a catgut alla parte alta ed interna del bordo posteriore. della ferita. L ' A. infine consiglia l'applicazione di un drenaggio capillare n ella parte bassa d~lla soluzioµe di continuo, ch e si toglie alla- prima medicatura. Dott. L. B:mcCARI.

OS8EKVAZIONI CLINICHE ·. Un caso di idrocele cu1 ato e.olla _trapian9

tazione extrasierosa del testicolo. Nota del dott. URBANO SALVOLINI.

Riferisco il ~eguente caso clinico, in cui, come c.ura radicale dell'idrocele, e~guii la trapiantazione .extrasierosa del testicolo alla Lorgnet (1). Generalità. Q... D ... , d'anni 65, di Moglietta (Amandola). Dia.qrtosi. - Idrocele cronico destro. Note ananinestiche ed obbietti·ve. - L'infermo ricorre all'opera del chirurgo per essere liberato da voluminoso idrocele destro. ~ono 5 anni che, a periodi sempre più fre~uenti, viene ail'ambulatorio, per !arsi cavare l acqua, com' egli dice. Sta bene un ·mese e p<)i gra datamente la regione scrotale destra torna ad essere deformata da una tumefazione, della forma e volume d'un grosso cedro. Il paziente sopporta il fastidio finchè non glien·e viene impedimento ai suoi lavori di campagnolo. Quando non ne può più, ricorre alla puntura evacuativa, che io stesso gli ho praticata due volte.

Ali' esame locale, nulla di speciale : è chiara la fluttuazione. evidentissin1a la trasparenza del liquido. Condizioni generali non troppo buone. Privo di qualsiasi +uezzo, no 1 può restare all'ospedale nemmeno un giorno. Gli propongo la cura radicale alla Lorgnet, che egli accetta. Atto ope1·ato1'io. - Il 5 luglio 19U2, previa accurata disinfezione, ed una certa anestesia loeale, procurata col tenere sopra lo scroto qualche batu:ffol9 di cotone imbevuto d'6tere, incido la pelle e gli altri strati fino alla va.. ginale. Sopra questa pratico un'asola, di 5 cm., ed attraverso l'asola fuoriesce tutto il liquido ed il testicolo. Si sutura l'asola; si scava col dito una loggia in mezzo allo scroto; vi si mette il tet.ticolò e quindi si sutura la ferita scrotale. Medicatura asettica e fasciatt1ra. L'infermo lascja subito l'ambulatorio e se ne va dà solo, a cavallo, a' casa sua .. Ritorna a farsi vedere dopo 5 giorni. La ferita ha cicatrizzato per z;rimam. Si tolgo:qo i punti e si torna a medicare e fasciare. Si protegge la parte per qualche tempo e poi si lascia libera. Ho rivisto il Q. in questi giorni (29 dicembre 1902) ed il risultato operatorio si mantiene ottimo. Non v'è alcun accenno a riproduzione del liqriido. 1

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Nel suo lavoro il LoRGNET riferisce di aver praticato tale cura radicctle in 56 oasi, ed in tutti ebbe guarigione stabile. Nel mio operato, in 6 mesi, non si è notato alcun segno di riproduzione del liquido. Nella c11ra dell'idrocele non mancano dav vero i metodi da scegliere: p_u ntura semplice; puntura con estrazione di poco liquido; pt1ntura ed iniezione di liquidi .medicamentosi; estrazione del liquido ed int:rqduzione nel sacco _della vaginale d'un pezzo di - catgut asettico ed imbevuto di percloruro di fer:ro (DORANTE) ; resezione della vaginale alla Volkma:rin; asportazione totale della vaginale alla Bergmann, ecc. ecc. Gli ultimi sono , quelli che godono la maggiore fiducia. E certo però che la vaginale non è senza influenza sulla nutrizione del t esticolo e mentre, asportandola in parte (VoLKMANN) qt1alche volta non si o.t tiene la guarigione definitiva dell' idrocele, asportandola tutta (BERGMANN) possono derivarne lesioni del parenchim11 testicolare e dell'epididimo. Perciò dal RoYEN (1) ed altri (BARRAL, (1) A.RCOLÈO. Gazzetta degli Ospeclali, anno 1900, pag. 1577.

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(1) LoRGNET. Supplem. al Policlinico, anno 1902, pag. 487.

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SEZIONE PRATICA

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fu praticata con ottimo se queste angine siano dovute al pneumosuccesso l'inversione o eversione della vagi.. . cocco stesso o a qualche altro bacterio. nale del tesiicolo. Fra i casi di p aralisi del velopendolo nella La differenza tra questo processo operato- polmonite, amo ricordare infine quello osser· rio e quello del LoRGNET starebbe solo in vato dal MASSALONGO. (Patologia della pneumociò che il LoRGNET, dopo incisi gli strati so- nite acuta, Verona, pag. 267, 1888), caso che egli vrastanti, pratica nella vaginale un'asola, e dice forse unico nel s.uo genere: nella prima conattraverso l'asola fa uscire il testicolo ohe valesce1iza di una pne·umonite, un giovarie ro .. vien messo in una loggia scavata col dito busto venne colto da paral1~si del velopendolo e nello scroto; il Ro·YEN invece fa un'ampia leggera paresi della lingua, come suole a·vvenire incisione dello scroto e poi, prima d'incidere nelle paralisi difteriohe: due mesi dopo era com· la vaginnle e farne uscire il liquido col te- pletamente guarito. Questo paziente no ve. anni prima a·vea avuto sticolo, decortica tutta la vaginale stessa col suo contenuto, come se volesse eseguire la una eguale paralisi dél velopendolo iri seguito castrazione. Liberato bene tutto, non pratica · alla difterite che allora dominava epidemicaiti paese. sul]a vaginale un'asola, ma l'incide per tutta mente , E notevole (nè voglio trarre deduzioni da la sua lunghezza e, dopo invertitala, la su· tura, badando a non stringere troppo i punti ciò) che la difterite entri in ambedue le storie; in quella del MASS A LONGO come malattia vicini al funicolo spermatico. In breve i due metodi, fondati sull'istesso pregressa; in quella del BETTI come epideprincipio, differiscono tra loro per poche ma- mia contemporanea. nualità di tecnica. Quello del LoRGNET, secondo me, presenta, dal lato pratico, vantaggi incontrastabili, per cui ~ da augurarsi che a tutti dia gli stessi buoni risultati. DELORE,

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PRATICA PROFESSIONALE

Aortite sifilitica.

Sulle pa1·alisi del veJopendolo nella poln1onite.

Il dott. Be1·T1 di Marino mi fa l'onore di nominarmi nel fase. 51, del (<Policlinico, sezione pratica» a proposito di poche parole da me dette in t1na seduta dell'anno scorso della << Società Lancisiana . Chi legge la nota del BETTI crederà che io abbia esclusa ! 'esistenza di paralisi nel corso della polmonite, ciò che io non mi sono mai pensato di fare, mentre convengo pienamente col BETTI che nel corso d'una infezione pneumococcica possono verificarsi delle paralisi. Io mi sono limitato ad esprimere un dubbio riguardo ad una determinata paralisi, a quella del velopendolo; dubbio ris11ltante in me dalla conoscenza che ho sulla letteratura dell'argomento. Del resto il BETTI si avvicina, parmi, al mio modo di pensare, quando ammette che aver~i

all'HopÌtal Neclt·er, ha fatto testè una lezione su questo argomento, a proposito di u.na donna di 48 anni, curata da un medico della città per un'angina di petto coronaria. La diagnosi era v·erosimile. l\iia non era. vera. Che cosa si tro,ra all'esame dell'ammalata'? Si trovano dei segni fisici e dei disturbi funzionali. I segni fisici risiedono in particolarità del1,ascoltazione : si sente un rinforzo del secondo tono aortico, squillante. Il rinfor~o diastolico in· dica un'ipertensione arteriosa molto forte, il timbro squillante rivela un'alterazione dell'aorta stessa: esiste una dilatazione vasale'? Le succlavie sono poco sopraelevate~ il che di· mostra che l'aorta stessa, a livt)llo déll'arco, non è molto dilatata. I segni funzio11ali consistono in manifestazioni dolorose. Si osserva un dolore permanente, aumen· tato dalla pressione, a livello del terzo spazio in· tercostale sinistro. La malata è dunque affetta da nevralgia intercostale. Essa soffre, inoltre, di crisi dolorose a carattere · costritti,ro irradiantisi al braccio ed alla mano sinistra. J\tla queste crisi . offrono un carattere speciale: non nascono sotto l 'influenza della deambulazione ~ dello sforzo. La malata non può provocarle a piacere, sia che salga troppo in fret_ta una scala, sia che corra dietro ad un omni(17) HUCHAH,D,

::Nota clel dottor M . LUZZATTO, primario medico dell'Ospedale di Grosseto.

per opera del pneumococco possono • angine. .

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E allora la questione si riduce a decider:e,

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bt1s. Il dolore appare spontaneamente, ad ogni ora cune di q11este secrezioni sono ipertensive, come il del giorno, senza alcuna causa provocatrice appa· .succo surrenale; altre sono · ipotensive, come il rente. Non è dunque un'angina di petto çoronaria succo ovarico. Nella menopausa il succo ovarico che offre questa donna, essendo, come si sa, l'an· ipotensore non è più segregato; sono dunque dei gina pectoris caratterizzata dal fatto che essa non succhi ipert.e nsori che prendono il disopra. Donde appare se non in occasione d'uno sforzo, di una ipertensione arteriosa coi s11oi accidenti possibili: camminata, di un movimento brusco. aortite, arterio-sclerosi. 1\1a se non si tratta di un'angina coronaria 11 trattamento risulta da questi dati. La malata quale è l'affezione in giuoco? L'aorta è certamente ha avuto la sifilide, le si somministrerà dello io· tocca'? P~rchè '? Un elemento di prinra importanza duro di potassio. Anche se non avesse avuto la si trova nel passato di questa donna. Ha avuto la . sifilide lo ioduro di potassio sarebbe stato indicato sifilide 12 anni or sono. Ora, l'aortite sifilitica è lo stesso, a debole dose (O. 25 al giorno). HuCHARD t1na complicazione frequente. Si mostra da 10 a 20 preferiva lo ioduro di sodio, ma ora quello di po· anni dopo la sifilide. tassio gli pare più efficace. Insieme alla cura dello L'esistenza di un'aortite, come nel caso presente, ioduro è bene fare la cura mercuriale. HuCHARD non allontaha dalla malata tutti i pericoli di acci· dà la preferenza al cianuro di mercurio_ (O. 01 al denti. Benchè la malata non abbia un' angina co· giorno) per iniezioni sottocutanee, parecchie settironaria, la sua aortite l'espone certamente a IJ?.Olte mane di seguito. Interrompere quindi più setti· mane e poi riprendere. complicazioni. Dapprima questa aortite potrebbe creare l'angina In quanto all'ipertensione arteriosa, essa sarà coronaria, che oggi non esiste ancora, ma potrebbe combattuta prima di tutto dalla prescrizione di un imporsi domani. E questa complicazione d'angina regime alimentare severo: latticini, legumi al latte, coronaria consec11tiva all'aortite potrebbe prodursi uova, acqua di Evian. Nè carne nè vino puro. La in d11e modi: · somministrazione di pastiglie di ovarina renderà 1. Con una infiammazione dell'aorta estenden· anch'essa dei servizi : due pastiglie di ovarina di tesi all'orificio delle coronarie che venisse a chiu- 5 centgm., tre volte al giorno prima. dei pasti. dere il 111me del vaso come farebbe un sigillo di L'ovarina per la sua azione ipotensi,ra è lln ri· ceralacca. medio indicatissimo, ma lo si porrà al secondo posto, 2. Con propagazione dell'infiammazione aortica dovendo avere il primo, per ottenere lln'azione ipo· al tragitto stesso delle coronarie - coronarite ve:ra. ténsiva, il regime latteo-vegetariano. Non sembra che la malata abbia obliterato l'ori· . (Journal cles JJrati('ien,s, 17 gennaio 1903). ficio o il tragitto delle sue coronarie. Essa ha 11n'altra cosa. È affetta da aortite e questa aortite Sopra un segno di diagnosi precoce ha portato seco periaortite e nevrite cardiaca. Sono degli attacchi e delle ricadute di reu1natismo q11este le lesioni che prod11cono i dolori. Questi articolare ac1tto. dolori appartengono d11nque non all'angina di petto, La diagnosi precoce del reumatismo articolare ina alla pseudo- angjna,_-potendo questa terminare acuto presenta un'importanza capitale : la medica· alla lunga con la vera angina di petto, per lesione zione salicilica infatti, è tànto più efficace quanto ulteriore delle coronarie. più presto è istituita i essa abbrevia la durata della Un'altra eventualità è cla temere: l'aortite sifili: malattia, ne diminuisce l'intensità e, se non può tica è 11na malattia che non r esta locale ; ha ten· denza ad estendersi. Il rene è l'organo che Si trova prevenire lo sviluppo di lesioni cardiache, q11este ultime, per l'abbreviazione della fase acuta della continuamente minacciato. Gli aortici sifilitici hanno malattia, subiscono ulteriormente un'evoluzione un rene fragile . Se non si curano, la sclerosi re· meno grave. nale è ·1' ordinario esito della loro lesione aortica. Per facilitare ciuesta diagnosi precoce, il dot· P er essere completi aggiungiamo che questa tore .A.CHALl\fE propone di utilizzare un segno donna è all'epoca della menopausa. Il BURGNON e poi l'HuCHARD hanno già insistito sull aortite della nuovo, che, consiste in t1na aritmia cardiaca pas· seggiera, a caratteri nettamente distinti, che prece· menopausa; CLEMENT nel 1885, FIESSINGER più re· cehtemente hanno descritto con cura le cardiopatie dono le manifestazioni articolari; si tratti di un ~ttaeco di reumatismo acuto o di una ricaduta nel <lella menopausa. corso della convalescenza di ·questa affezione. Queste cardiopatie della menopausa dipendono Questo segno è già stato notato da GRAVES in cln. un sintoma capitale l'ipertensione arteriosa. un'osservazione che riproduce l'ACHALME; è stato Qt1esta ipertensione, fra altri fattori, dipende pro· ba.bilmente da una causa molto importante: la osservato sovente alla Pitié nel servizio di Jaccoud, soppressione della funzione ovarica. Il L1voN, di e pare che si presenti sempre coi medesimi carat· 1\-Iarsiglia, ha dimostrato che le secrezioni interne teri. In tutti i casi si tratta di vera aritmia e non di esercitano degli effetti vasomotorii variabili. Al· (18)

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un polso plurigemino; i gruppt di pulsazioni sono ineguali come numero e sono separati da inter· valli irregolari. Inoltre la perfetta sincronia che esiste fra il polso e le contrazioni cardiache allontana ogni idea di falsi passi del . cuore e di contrazioni a v-uoto. Il numero clelle pulsazioni diminuisce ed osciJla fra 50 e 60 al minuto; nel medesimo tempo la forza della pulsazione cardiaca è aumentata, tal· volta al punto di svegliare l'idea di tln vero eretismo miocardico. E pure questi disturbi resta.no incoscienti: il malato non si lag11a del suo cuore, non prova alcuna palpitazione, non aVTerte la propria aritmia. . L'evolt1zione di questa aritmia è egltalmente ca· ratteristica . Essa si inizia bruscamente e raggiunge d'un tratto il suo massimo d'intensità; diminuisce n ei giorni seguenti e dura, in totale, da !8 a 72 ore. Essa è dunq11e rapida e transitoria. Abitualmente essa è co1upletamente scomparsa quando appaiono la febbre ed i fenomeni articolari. Questa aritmia l1a essa un "Valore prognostico'? Il dott. AcIIALl\fE non lo crede, il sintoma essendo stato osservato così i1ei casi leggieri come nei gravi. Patogenicamento essa esprime la sofferenza clell'apparecc11ìo neuro-muscolare del cuore : si deve dunq11e ammettere cl1e, nel p eriodo di invasione della malattia infetti\'"ll esista t1n'intossicazione ab· bastanza profonda per a.gira s11l sistema nervoso cardiaco o t1na lesione miocardica legata probabilmente ad 1111a localizzazione microbica. È a questa teoria c]1e si riferisce il dott . .ACHALME, dimostrandola con interessa11ti esperienze. Ohecchè ne sia, è importante sapere ch e frequentemente, durante un periodo quasi latente che può preced ere di 3 a ! giorni l'esplosione dei fenomeni articolari, l'agente patogeno ha già invaso il miocardio e che, d'altro canto, in casi di ricad11te, -è nel miocardio che si possono osservare i primi sintomi del risveglio della sua attività. Così il cuore diviene il quarti er. generale del microrga· nismo agente del reumatismo, cosi si spiega il carattere della localizzazione cardiaca del reumatismo articolare acuto.

L'aritinia nei veccl1i. Il dott. L. PEYRE riassume così un suo lavoro · assai ben documentato su non m eno di 70 osservazioni. L'aritmia è un sintoma abbastanza spesso Qsservato nei ·v ecchi. Essa può rivestire cinque tipi principali: arit1ni~ irregolare propriamente d etta, polso bigemino, intermittenze, associazione del polso. bigemino alle intermittenze e pulsazioni lente. Questi tipi posso110 osservarsi allo stato isolato. ma per lo più sono diversan1ente associati.

Quale che ne sia la forma, l'aritmia è transitoria o permanente. Transitoria, essa ha per cause occa· sionali: 1° affezioni d ell'apparecchio respiratorio, coma bronchite, bronco·polmonite, edema polmonale; 2° dist11rbi dell'apparecchio digerente, come di~pepsie, litiasi bilia r e, diarrea; 3° disturbi r enali, come accessi di nefrite; 4° dis turbi molto diversi, come emozioni, sforzi, fatiche, eccessi alcoolici. In tutti questi casi essa non è se non 11n sin· torna aggi11nto all'affezione causale e non ha altra prognosi immediata ùi versa. I vecchi ch e soffrono questa aritmia hanno quasi tutti dei segni clinici patenti d'angio-sclerosi, cosi che non si p11ò non vedere in questa una causa preùisponen te. I segni funzionali e fisici che accompagnano la aritmia permanente (cioè quella ch e si può osser-;\are per pa.recchi mesi) rispondono al quadro del· l'arterio-sclerosi, come è descritto dagli autori. . Un legame di ca.usa ad effetto sembra unir l'una all'altra frequentemente e questa aritmia senile è per lo più., in definitiva, uno ~tigma di angiosclerosi. (Presse 111édicale, 17 gennaio 1908).

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Il 1uassaggio e il movi1nento nelle ftebiti. La flebite è gi11stamente considerata . come una gra,re malattia, non tanto pe r l'embolia, fo~·tunata­ mente rara, quantò per l'impotenza funzionale di settimane, di mesi e di anni che ne deri,ra. Tale impotenza dipende non già dalla flebite ch e i1on è più in cor so, ma da disturbi circolatori, da lesioni articolari e specialmente periarticoìari e da degenerazioni m11scolari: cose tut~e queste ch e vengono, per lesioni nervose preesistenti accr esci11te dalla immobilizzazione. Difatti V AQUEZ e DAGRON non hanno avuto tali complicazioni fastidiose e non hanno p erdt1to alc11n ammalato p er embolia mobilizzando a tempo t1tile gli arti colpiti da flebite. Il l\>IARCHAIS (Presse 11téd., n. 53, 1902), si propone di rispondere ai seguenti quesiti: si può mobilizzare t1n arto affetto da flebite'? quando de,,.e cominciarsi·? insomma q11ando l'embolia non è pitì a. temersi? • Dato un accesso flebitico, dice l'A. se dopo dodici giorni si ha la certezza che non si è for· mata una nuova localizzazione, si p11ò mobilizzare con tranquillità l'arto. La clinica ci insegna che un'infezione venosa è sempre accompagnata da ipertermia, per ciò nella temperat1tra si ha un testimone infallibile: L' A. formula quindi questa legge: u Si può,

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anzi si deve mobilizzare una flebite dopo ch e per dodici giorni l'ipotermia è stata assoluta. » Sarà b11ona pratica prendere per qualche tempo la temperat11ra ·p er esseTe pronti a cessare dal massaggio e dalla mobiJizzazione non appena la curva termica subisse una modificazione inquie· tante . .,,. Ciò del r esto difficilmente avviene, perchè le nuove localizzazioni flebitiche si producono a brevi intervalli. Queste considerazioni valgono pèr og11i sorta di flebiti. A.dunque ecco ciò che consiglia l'A.: : Durante la febbre e i dodici giorni che seguon<? la st1a caduta, il riposo assoluto dell'arto è di rigore. Poi per quatt1·0 giorni si fa la mobilizzazione dolce, passiva delle articolazioni delle dita, del piede, e tibio-tarsea; indi il malato può compiere da sè questi mov imenti esercitando i muscoli della gamba. Il massaggio in questo tempo consisterà nello sfiorare leggermente il piede, la gamba e la re· gione esterna della coscia. . All'inizio della seconda settimana si ai11teranno i movimenti del ginocchio . e si farà il massaggio delle masse muscolari, evitando la regione della safena esterna, l'interstizio dei gemelli, il cavo po· piiteo, il canale di Hunter e il triangolo di Scarpa. Dopo ~influe giorni si faranno i movimenti del· l'~nca: il malato può sedere sul letto. Al ventesimo giorno l'infermo farà qualch e passo a ppoggianùosi al bra~cio di qualcuno meglio che servendosi di grucce o di bastone. Non bisogna impressionarsi doll'edeµia che si produce nei primi giorni di cammino ed è in11tile, anzi dannoso, servirsi di calze o di bende ela· stiche. ,

Indicazio11i delle iniezioni intravenose .di siero antidifterico. Secondo l'esperienza del .d ott. D.L . . CAIRNS, che ha avt1to l'occasione di cura.re in uno dei tre ospi· tali per .febbricitanti della città di Glasgow, 20 casi di difterite con iniezioni endovenose di siero antidifterico, questo processo si mostrerebbe molto più efficace dell'uso dello stesso siero p er via sot· tocutanea. L'effetto di queste iniezioni si tradurrebbe specialmente nella rapida scomparsa dei sintomi di tossiemia e delle tumefazioni g]andolari, Qome pure nell~ diminuzione dell'agitazione e della . dispnea, nei casi nei quali esistano complicazioni polmonari. Q11esto metodo di cura sarebbe particolarmente indicato nelle forme gravi di difterite, caratterizzate da epistassi ed emorragie cutanee, cl.a in.gorgo considerevole dei gangli linfatici e da un pallore eccessivo dei tegumenti. Sarebbe anche indicato ricorrere alle iniezioni intravenose di siero antidif· terico ad alte dosi tutte le volte che ci si trova, in (20')

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presenza di complicazioni polmonari o di manifestazioni tossiemiche molto accentuate. La 8emai111te niédicale, dalla q11ale abbiamo preso questa iiota, rammenta che le iniezioni delle quali si tratta sono già da tempo state sperimentate con successo ed illustrate da parecchi medici italiani.

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V.ARIA Un dibattito legale intorno alla vitalità di un neonato. - Alcuni mesi fa la .Revue 1nédicale riferiva che un comitato di periti era stato chiamato dal tribunale a giudicare se un bambino, nato un certo tempo prima, al sesto mese e mezzo di gestazione, dovesse o no ritenersi vitale. La questione era sorta per ragione di eredità_, poichè il bambino, dopo venticinque giorni di vita nell' incubatrice, raggi11nse nella tomba la madre, che . era morta in parto. , Da questo fatto n e sorse una questione legale. A chi spettava l'asse materno ? Se il bambino aveva vissuto, spettava al padre, perchè questi ereditava dal figlio, che già aveva ereditato dalla madre ~ se· il bambino invece cloveva considerarsi come non vissuto per.chè non vitale, allora l'eredità spettava alla famiglia della madre. Si venne nat11ralmente innanzi al magistrato. La famiglia della donna sosteneva che il neonato dovesse consider~rsi come 11n feto, datò il suo scarso sviluppo, dato il fatto che non piangeva e dato che aveva· tir~to innanzi .solo pel soggiorno nell' incubatrice. Il padre invece affermava che, poichè il bam • bino duFante venticinque giorni aveva respirato,. aveva mangiato ed era cresci11to in peso, dovesse considerarsi come bambino e non come feto. Il trib1male· si vide imbarazzato a decidere e nominò, p3r farla finita, una Commissione di periti,. con l'incarico di risolvere 1' intricato problema.

Sifilide ereditaria. -

Secondo FouRNIER, in nn matrimonio di sifilitici, un primo figlio sano non costituisce una garanzi.a per quelli che- vérranno dopo. .

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In:O.uenza della cura negli accidenti terziari della sifilide. - Il dott. WEBER, di Berna, ha. ri11ni to 185 casi di sifilide terziaria fra i suoi ma· lati dell'ospedale e 49 casi della clientela privata. Nel primo gruppo, 77 per cento, e nel secondo gruppo, 40. 8 per cento, non erano stati sottoposti ad alcun trattamento anteriore. D'altro canto, su 147 sifilitici osservati in tutti ~ periodi della malattia e che non avevano ricevuto se ·non un trattamento insufficiente od anche nessun trattamento, in 51, cioè il 34:. 7 per cento, ha ved11to svilupparsi accidenti terziari, mentre

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SEZIONE PRATICA

SlL 261 malati sottoposti anteriormente ad l1na ct1ra appropriata, 13 soltanto, cioè il 5 per cento, sono stati presi da sifilicle tardiva. (Médeci11P n1ocler11r) .

La te1nperatura dei vecchi in istato di salute. - Il VORTISOH nel Oorrespon.d. Blatt. f. Sclt1v. Aerzte pl1bblica lln suo studio sull'argomento, facendo le seguenti annotazioni. La temperatura nei vecchi Ghe non fanno più aJcun lavoro è, in generale, inferiore a quella clegli adulti: essa è solo di 36°. 2. Cosi nelle malattie febbrili non l)isogna sempre aspettarsi una temi:>eratura febbrile. La clebole pro· {luzione di calore animale è la ca11si'1 di questo abbassamento. Nei veochi le comb11stioni ono m eno attive e gli sforzi fi ici o })Sichici hanno minore inflt1enza s1ùle oscillazioni termiche. Quando si riscontrnno in ,·ecchi llellc temperature 11or1nali ele·v·ate, ciò dipendo insiome dall, individuo e dal n1oto che questi fa.

IGIENE

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3. che nelle Università popolari q11esta materia sia illustrata con conferenze. II. La lotta contro la predisposizione richiede tutta 11na serie di miglioramenti nelle condizioni igieniche, perciò : 1. Le scuole debbono tenersi in luoghi adatti dal punto di vi~ta dell'igien e edilizia, debbono es· sere fornite di bagni; le sale destinate alla sc11ola debbono essere lavate accuratamente più. volte al· l'anno; 2. I ricreatori, sia in città che in campagna, oltre che dalla beneficenza privata debbono essere fa,roriti e sorvegliati dai pubblici poteri; B. .A.gli ospedali debbono aggiungersi case di convalescenza, situato in campagna, sotto la sorve· glianza medica, ne}lf) quali i convalescenti adulti a seconda delle proprie forze, possano attendere a qt1alche la,-roro agricolo~ -!. Debbono riformarsi i regolamenti edilizi delle città i q11ali non corrispondono in modo suf· ficiente alle richieste dell'igiene; 5. I luoghi pubblici do,re si 11a grande affluenza. od abbondante sviluppo di polvere, debbono essere costruiti in modo che possano facilmente essere

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6. Il sistema antigienico attualmente in uso per No1·1ne pe1· la profilassi e la lotta l'allontanamento della polvere e delle immondizie contro la tubercolosi. dalle case e dalle strade de,re sostituirsi con altri sistemi veramente igi enici : t ll"ie11 . .Tf!iu . Trorhen., n. 1. 1903). 7. I proprietari delle case debbono fare ripu· Il comitato speciale istituito dall,.Associazione lire gli appartamenti p er ogni nuovo inquilino che medica di \ienna, prescindendo per ora dallo sta- li occupa, e fare imbiancare le pareti delle abita· bilire delle norme igieniche con l'appoggio di dati zioni di uno o due vani, come pure le botteghe e sperimentali, clinici e statistici si è ]imitata a for· i magazzini ; mulare una serie di proposte igieniche, l e quali, 8. I pericoli speciali, cui sono esposti gli operai i11 forza dello stato attuale delle nost1·e cognizioni delle fabbriche ed indtLs trie, debbono combattersi ed allontanarsi con nor1ne proprie, cioè : scientifiche e sociologiche, m eritano di essere rac· a) Tutti gli apprendisti ed operai giovani d~b· comanclate con tt1tta sicurezza. Qt1este normo si raggruppano in ql1att1·0 categol'ie bono subire la visita m edica prima di entrare in un· industria. Gli inùividui predisposti alla tuber.ed hanno p er oggetto: colosi debbono essere tenuti lontani dalle fabbriche 1. L'it;truzione del popolo ; ed officine, e rinchiusi in istituti di arti e mestieri 2. La lotta contro la predispo izione alla tuche corrispondano a tt1tte le esigenze igieniche. Gli bercolosi: individ11i tubercolosi debbo uo essere subito curati, 3. La sal,raguarclia della infezione : 4. La diagnos i della malattia fatta a tempo e e possibilmente nei sanatori; la s11a cura. b) Gli apprendisti si debbono permettere sol· I. Il popolo ùev'essere istruito sovra i pericoli tanto a qµegli industriali che dispongono di ca· della. tubercolosi, la sua profilassi mercè t1n'alimen· mere da dorm.ire conve11ienti ed affatto separate -tazione opportuna, la nettezz~ e la possibità della dagli ambienti da lavoro; e) Nelle officine la polvere sollevata dai 1110guarigione quando la malattia sia diagnosticata, a tQri deve essere allontanata, con m ezzi meccanici. ·t empo e sia curata in modo energico. E perchè tutto ciò abbia lln risultato pratico ed Le pareti ed i pavimenti debbono essere igienica· mente costruiti ~ gli operai debbo110 indossare aJ)iti .efficace è necessario : 1. che siano istruiti in proposito i maestri delle speciali dura,n te il lavoro, tenendo gli altl:i al Ri· scuole elementari, i direttori di conservatori ed c1rro dalla polvere: n ettezza radicale e periodica, -educa tori, non che i parroci ; , degli stabilimenti ed opifici ; d) Si deve proibire assoluta1nente di dormire 2. che le autorità sanitarie rilascino gratl1itanei locali ove si lavora; mente i certificati relativi alla t11bercolosi: {21) •

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e) L'ispettorato per gli stabilimenti inclu· st1·iali deve essere organizzato in modo che possa fare, almeno una volta all'anno, l'ispezione .dei me· desimi non che delle camere da letto degli operai ivi addetti; f ) Allo scopo di avere una statistica delle malattie a seconda della professione, è necessario che nelle schede degli infermi negli ospedali si in· clichi esattamente il mestiere che esercitava l'in· fermo prima del suo ingresso nell'ospedale; .r;) Occorrono leggi speciali pel' la protezione degli operai tanto delle grandi che dalle piccole in· dt1strie; lt) Occorre fondare istituti di assicurazione contro la malattia; il Governo de,re adoperarsi per· chè si abbia una cooperazione efficace tre:t i medici degli istitt1ti di assicurazione, i ft1nzionari dell'11fficio della sanità pubblica e l'ispettorato per le industrie. III. Per pre,renire l'infezione occorre: a) L'allontanamento dello sputo dei tubercolosi; b) La disinfe~ione di tutti gli oggetti contami· nati dagli sputi dei tubercolosi o da altre escre· zioni contenenti bacilli tubercolari; e) La sorveglianza e l'isolamento di quegli in· fermi che col loro abbondante espettorato o con altre escrezioni tubercolari sono pericolosi per i coabitanti; cl) La lotta contro la tubercolosi di qt1egli ani· mali do1nestici, la cui carne ed il cui latte ser,rono all'alimentitzione dell'uomo. Laonde è necessario : 1. Proibire lo sputare in terra in tutti gli ospe· dali, e nelle stazioni balneari che sono frequentate con prevalenza dai tubercolosi. 2. Proibire le sputare in terra in tutti gli stabilimenti nei quali in vil'tù di regolam enti si può fare i n proposito una proibizione esplicita con pena corrispondente. 3. N ei locali considerati ai nn. 1 e 2 vi saranno sputacchierei in numero sufficiente ~ convenientemente tenute. 4. Queste sp11tacchiere debbono tro,rarsi in tutti i luoghi pubblici, come teatri, sale d'aspetto delle strade ferrate, uffici p11bblici, ecc. ecc. 5. Obbligo della dent1nzia: a) dei casi di morte di tubercolosi; b) dei casi di tubercolosi in persone addette a pubblici uffici o facenti parte di comunità; . e) dei casi avanzati di tubercolosi e di larin· gite tubercolare. 6. Obbligo della disinfezio11e: a) delle camere ove mori un tubercoloso, nonchè degli oggetti di biancheria, di vestiario, di di mobilio appartenuti al defunto; b) dell'appartamento lasciato da individui affetti da tubercolosi denunziabile, nonchè del mobilio ad essi appartenuto.

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7. Nelle vetture-letto delle strade ferrate i letti debbono essere costruiti in modo che si possa disinfettare tutto il materiale che viene in contatto di chi l'occ11pa. 8. In tutti i grandi centri di popolazione debbono erigersi stabilimenti di disinfezione in cui i poveri possano far disinfettare gratuitamente le loro cose, e della cui opera si possano pure servire i padroni di casa per la disinfezione degli appartamenti che sono da affittare a nuovi inquilini . 9. Negli ospedali già esistenti bisogna erigere padiglioni speciali per i tubercolosi curabili ed altri padiglioni speciali per quelli incurabili. 10. N egli istituti di educazione, nei manicomi, nelle oarceri, n ei ricoveri e negli ospizi bisogna procedere ad un rigoroso isolamento dei tubercolosi ivi esistenti. 11. I bambini che si trovan.o a contatto di tubercolosi ed ·in abitazioni sfavorevoli all'igiene do· vreb.bero essere allontanati dal pericolo dell' infezione e collocati n egli asili d' infanzia od altri istituti. 12. Pe1· combattere la tubercolosi degli animali domestici bisogna impedire la com-µnicazione della tubercolosi da. animale ad animale e dall'ani· male all'uomo (1). Quindi: a) la tubercolosi degli animali domestici de·ve sottostare alla legge del · 22 febbraio 1888; o'~rero b) clev'essere combattuta per mezzo di altre norme opportune imposte dall'al1torità; e) S_i curi che le stalle dei bovini siano opportunamente costrt1ite conforme alle leggi in proposito; d) S i curi la educazione e formazione di ispettori sperimentati per la visita delle carni macellate; e) A. seconda -del r egolamento relativo alla ispezione delle car11.i sarà permesso l'uso delle carni di quegli animali le cui glandole linfatiche risultino pri,re di bacilli tubercolari; f) Il commercio del latte deve sottostare ad ordinamenti speciali dello Stato. _

IV. La diagnosi a te~po della tubercolosi e la sua cura possono farsi nello stato attuale delle (1.) Le di spo'sizìoni che qui si raccomandano allo scopo d' impedire il passaggio della tllbercolosi dall'aiiin1ale domestico, specie bovino, all 'uo1no, saranno attendibili solo quando sarà dimostra.to che la tubercolosi bovina é identica alla tubel.'Colosi umana. e che perciò l'uomo può contrarre 1' infezione trovandosi a. contatto dei prodotti tubercolari dei bovini. Ora quest' identità è tutt'altro che dimostrata, anzi argomenti seri tendono a provare che il processo tubercolare onde sono afflitti i bovini è diverso da quello che si riscontra nell'uomo, e che perciò il latte e le carni da cui si era soliti Fifnggire come da veicoli certi d' infezione, sono innocui per ciò che riguarda H bacillo .di Koch. Quindi nello stato attuale della scienza val meglio ntilizzare energie e capitali in disposizioni, che poggiano sopra dati certi della scienza sperimentale, anzi che consumarli in provvedimenti suggeriti solo da teorie più o meno incerte e vaghe (N.d. Traci.)_

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SEZIONE PRATIOA

cose solo in pochi casi. Epperò "\ olendo accrescere il numero di qùesti casi è necessario: 1. La erezione di la.b oratori in tutte le grandi città. per le ricerche batteriologiche gratuite degli sputi. 2. La t: rezione di un numero sufficiente di sanatori in campagna; la cura degli affetti da lupùs e dei bambini tubercolosi in ospedali a.e ciò adatti ed in ospizi marini. 3. L'assicurazione degli operai vecchi o invalidi, compreso il diritto ad un periodo di cura : e soltanto mercè una simile istituzione sarà possibile ay·ere un numero sufficiente di sanatori per le classi povere. 4. Bisognerebbe pensare a soccorrere le famiglie degl'individui rinchiusi nei sanatori. 5. Bisognerebbe procurare un lavoro salubre e meno faticoso (possibilmente agricolo) per gl'in· dividni che sono licenzia ti da.i sanatori e dichiarati in grado di lavorare.

Quest'istitt1zione in 1;3erlino è diretta dalla. Croce Rossa. In quanto alle norme igieniche relative agli stabilimenti indt1striali ed opifici in genere, esse sono vivamente richieste dalle condizioni attuali assai tristi in cui sono tenuti gli apprendisti, specie nei piccoli opifici. E infatti gli ispettori hanno potuto constatare1 a mò d'esempio, la. presenza di letti per cinque giovani operai in una stanza ch'ora sitt1ata immediatamente al disopra della fornace di una, macchina a vapore; P-sempi a questo analoghi ed anche più gravi ed antigienici possono citarsi a dovizia e dagli ispettori e da ogni professionista che si trovi a contatto dei quartieri operai. Tutte queste infrazioni alle leggi sanitarie relati'e agli stabilimenti industriali ed opifici provano l'insuffi· cienza pratica dell'attuale servizio d'ispAzione. E infatti in Vienna l'ispettore del settimo distretto in una sua relazione dice che è affatto impossibjle, nello stato attuale delle cose, ispezionare tutti qt1anti gli opifici almeno una volta all'anno, donde av,riene che le persone a ciò addette rivolgono di preferenza Lo stesso comitato, nella sed11ta del 28 novemle loro cure agli opifici maggi0ri. Ma anche per bre 1902, rese noto un altro doct1mento, nel quale questi il servizio d'ispezione rimane incompleto. Insi esponev-ano i motivi che sugg~rirono le norme fatti nel 1901 in Austria si contavano 95,553 opianzidette, e si spiega,1 a il significato delle medefici e stabilimenti industriali assicurati contro gli . s1me. infortuni ; orbene nello stesso anno furono fatte solo E in,·ero il comitato f~1 indotto a pubblicare le 18,529 ispezioni dei medesimi. dette norme, ancorchè il presidente del consiglio Per i piccoli opifici t1n<t frequenza d'ispezione clel· dei ministri in Austria avesse già emanato per la . 1'1 °/ vuol dire che ogni opificio può essere ispe · 0 lotta della tubercolosi un decreto che contiene inzionato una volta. ogni cento anni. dicazioni assai importanti; g iacchè le norme det· In quanto alla terapia d ella tubercolosi si noti tate clal comitato si riferiscono a nu:11erose ed im· come in Germania si potettero erigere nume osi portanti questioni che il s11llodato decreto o non sanatori popolari solo in grazia. degl'istituti go·verconsidera o solo in grado minimo. nati,ri d'assicurazione per gli invalidi, istituti che Inoltre il comitato intende adoperarsi, perchè sono in grado di far seguire un metodo opportuno si continui nella intrapresa via di eseguire pratidi cura ai loro assicurati, i q11ali altrimenti perdecame11te quanto ci viene indicato dai numerosi e rebbero il diritto alla pensione. La carità pri,-ata solerti studi che si fanno da ogni parte sulla in· non basta; soltanto l'assicurazione sociale è in grado fezione tt1bercolare, e perchè i governi stessi si di dare risultati praticamente efficaci. adoperino con opportune leggi nello stesso senso, In Germania dal 1891 al 1901 gl'istituti governa tivi sicc0me si è fatto in Baden, nella Sassonia, nella d'asRicurazione hanno già VE'rsato 25 milioni di Norvegia, nel Belgio, ecc. marchi per la cura degli assict1rati. Nel 1901 fu· 1° lnsegn,a1ne1ito del popolo. - ·Non si tratta d'un rono cnrati 14,737 tubercolosi con una spesa di insegnamento medico, ma solo di nozioni elemen5,038,751 marchi e qttlndi ogni malato costò 350 tarissime sull'igiene. facendo comprendere in modo marchi. Vi sono attualmente 77 sanatori con 6600 speciale come il tubercoloso che non diffonde il letti. Dalle statistiche raccolte per cur a dell'ufficio suo sputo è innocuo ai SllOi prossimi. imperiale d'assicurazione risulta che nello spazio 2° Lotta contro la predisposizione. - La qt1estione di 5 anni, cioè dal 1897 al 1901 si ebbero guari· dei ricreatori abbisogna di una spiegazione. Nelle gioni con una percentuale del 25 per cento per gli vicinanze di Berlino, nell'aperta campagna,. vi sono uomini e del 32 per cento per le donne. I risulbaracche, fornite di sola cucina e di circa un ettaro tati a dir vero non sono splendidi, ma rappresen· di terreno ; ivi gli adulti convalescenti, gl'individui tano pure qualche cosa di non disprezzabile, che non gravemente infermi ed i ragazzi nei giorni di del resto si potè conseguire solo per me.7.zo di sif· vacanza (quest'ultimi separati dagli adulti), passano fatti istituti d'assicurazione, a cui i sanatori popo· l'intera giornata all'aria libera e ricevono assistenza, lari debbono unicamente. la loro esistenza. latte fres·co, in parte a proprie spese, in parte a Dott. E. GUGLIELMETTI. spese della cassa deg1'infermi. 1

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LANNO IX, FA.SO. 1-i]

rL POLIOLINIOO

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Pubblicazioni nervenutc al

CENNI BIBLIOGRAFICI \.

L . DAl\fANY. Les é1>ancl1ements pleurallX liquides. - Paris, Masson, 1903, fr. 2. È tm nuovo volume dell'importante collana L es

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aides -me1noire, che LÉAUTÉ dil·ige con grande ac· corgimento e 1\tiasson pubblica con accuratezza e con finezza d'artista. Questa, collana, n1odestamen1 e e forse suggesti· vamente intitolata Les a;des- menioire, si costituisce di un numero ormai abbastanza largo di volumetti in-8° piccolo dalle 200 alle 300. pagine, non com· !)rende già dei riass11nti popolari, dei libri scola· stici da adibire alla preparazione per gli esami, ma delle vere e proprie monografie su argomenti nuovi, elaborate da t1omini di sicura competenza. S.olo che le monografie non portan.o con sè le co· pio.s e ùimostretzioni delle prove sperimentali o della ricca bibliografia, ma sono riassuntive e critiche~ così da potere essere lette con profitto da tutti i medi~i, olt:r:e che esse1:e consultate dai soli tecnici specializzati in un determinato camp~ della ~e· clicina. Queste considerazioni generali ini sono ·suggerite dalla lettura del recente volume che DAMANY ha scritto sui versamenti pleurici. L'argomento è trat · tato nelle s11e linee generali in modo completo. Alcuni capitoli, come quello dell'etiologia in cui · DA1YIAN1~ aveva già speciali studi di capitale im· _portanza, e quello dell'anatomia patologica, della citodiagnosi e della crioscopia, sono svolti ampi a~ mente e bene. Dalle nozioni nuove l'a11tore trae lID indir~zzo terapel1tico particolare, circoscrivendo le indicazioni della punt11ra evacuatrice. .A. V.

DE RouvILLE. Cons11ltations sur les mala·

clies des voies ltrinaires. lière, 1903.

Paris, Bail-

È un libro .-es~enzialmente pratico e può

considerarsi co'.me un manuale di chi1"urgia d'urgenza delle vie urinarie. Tutte le relative· malattie, sia d'ordine medico che chirurgico,, vi sono succin~amente trattate; ma in modo completo, specialmente 'dal punto di vista pra· 1iico, e per ciascuna lesione sono ripòrtati oltre che gli elementi e#ologici, tutti ~ segni clinici ed i I'icordi semeiologici necessari per poter ~are la diagnosi. Per quanto concisi, sono ben fatti i capi· toli rigt1ardanti il })rognostico ed il tratta· n1ento. N. L.

<<

Pol_clinico )) .

CARRUCCIO prof. A. Sulle condizioni della So· cietà zoologica Italiana durante il 1901. - Roma, 1901. CAMINITI·VINci dott . .G. e CESAREO dott. G. Rendico.nt.o del 3° reparto Chirurgia donne del grande Ospt)dale ~ivico di Messina, 1902. Policlinico di Genova,. . Ambltlanza per le specialità medico-chirurgiche. Rendiconto sanitario dell'anno 1901. - Torino, 1902. GUERRINI dott. G. Delle modificazioni istoloo-i· e ghe degli organi nel corso dell'immunità sperimen· tale. - Bologna. · Stab. tip. Zamorani e Albertazzi, 1902. ÀNTONELLI dott. I. Contributo alla casuistica dell'adeno.carcinoma delle ghiandole Slldoripare. Milano. Estr. dalla Clinica Chirurgica, 1902. CAPPELLI dott. L. Intervento del sistema ner·,;roso centrale negli esiti funzionali del trapianto tendi· neo. - Imola. Estr. dal Nuovo · Raccoglitore lVIe· dico, 1902. MAGGIORANI dott. A. Sulla nuova cttra razionale della tubercolosi polmonare. - Roma, 1902. ORO dott. M. e 1\tioscA dott. L. Oontrib11to allo studio della psoriasi. - Napoli. Estr. dal Giorn. delle Se. Med., 1902. GANDOLFI dott. D. A. Assorbimento c11taneo delle sostanze disciolte nelle acque minerali. - Firenze. Estr. dal giorn. l'Italia Termale, 1902. OvAZZA dott. V. L'isolamento nella pertosse. Torino, 1902. · LAUREATI dott. F. Deviazione rachitica della tibia sinistra, piede valgo. - Napoli. Estr. dalla Pratica del Medico, , 1901. BELLI dott. q. M. Ricerche batteriologiche sulle spazzature delle navii da guerra. - Roma. Es!r. dagli Annali di Med. Navale, 1902. GALLO dott. N. Un caso importante di trauma· tismo oculare. - Napoli. Estr. dalla Pratica del Medico, 1902. BURZAGLI dott. G. ~· La porpora emorragica. Napoli. Estr_. dalla Pratica del Medico, 1902. MASTRI dott. C. Contrib11to allo studio dei tu· mori delle glandole retroperitoneali. - lVIila110. Estr. dalla Ga~zetta degli Ospedali, 1901. DELL'ORTO dott. G. Il nuovo macello in nlru.·· sàla. - Marsala, 1902. FRACASSINI dott. L. Contribt1to clinico ad u11 processo speciale di sutura tendinea. - Firenze, · Estr. da.Ila Clinica moderna, tip. Niccolai L., 1902. . · MONTESAN0 dott. V. I nodi linfatici fuori il do· minio dell'innervazione sotto l'azione di alcuni pio· geni. -::- Roma. :'.Estr. dal Bollettino della R. Accad. Medica, 1902. VALENTI dott. G. Lampada ad acetilene modifi· cata per uso cllini co. - Catania. Estl'. dalla Rassegna Intern. della ~ed. 1\-foderna, 1902.

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SEZIONE PRATICA

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IMPORTANTE La nostra Alnministrazione è in grado di offrire agli abbonati del Pot;cti11;co

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La Nuova Farmacopea Ufficiale testè pt1l>blicata dal l\-linistero dell'Inter110 in elegante volume di oltre 400 pagine rilegato in tela e posto in vendita direttamente dal Governo al prezzo irridt1cihjlo di lire G. Obbligatoria per gli uffici~l.li sanitari, i farmacisti. gli ospedali, ec0. L'Aron1inistrazione cede ai propri abbonati quel ribasso che il l\Iinistero accorda ai grossisti per acq t1isti di non i11e110 di 50 copie per '"olta e , . .i aggitmge di st10 le spese cli spedizione. Le richieste, che debbono Gssere escl11si· , . .amante inclirizzate all'A11111ii11istrazione riel POLICLINICO, i~ia clel Cetrav;ta, 6 · Ror.1A, do,'"ra11110 essere accompagnate dal relati,'"o importo. Se si desidera la spedizione raccomandata unire cent. 25. Indicare il n11mero della fasc::etta con la quale si riceve il giornale. \

_________, INTEllESSl fl\Ot'ESSIONALI Della n111nicipalizzazione del servizio tar111aceufico. S t 11 di o de 1 Do t t. O o R TI N -I. (Continuazione e fine, vedi (asc. 12).

ciò credo a\er dimostrato come la tendenza alla municipalizzaziol}..e del servizio farmaceutico, sia una tendenza ùi rifugio dagli inconvenienti in· finiti che ora circondano questo servizio. Ora nel ilisegno di legge tutti i servizi son trat· tati ad una stregua « salvo a far voti, dice la re· lazione, fin da ora, che anche su questo punto la esperienza che s'inizia, ponga in grado di emanare quanto prima quelle provvidenze che ora sarebbero intempestive. Del resto cosi impone il sistema spe· rimentale. La grande dottrina di H. Spencer in· segna che dalla integrazione si passa alla differenziazione ». Orbene: differenziamo. E la 1a qt1estione è questa: Se il monopolio far· maceutico debba riguardare la rivendita di medicinali acquistati altrove, o la produzione dei medesimi. E qui ricorriamo all'esperienza, esaminando un . 0011

fatto testè avvenuto ohe è in grado di illuminarci ampiamente. Il giorno 23 dicembre 1900 veniva dal Parlamento sancito che, per la lotta intrapresa contro la « inalaria », il go,rerno dovesse efficacemente intervenire lanciando in tutta la penisola ogni anno 10 tonnellate di sali di chinino cli ottima qualità al prezzo di cm. 12 e mezzo al grammo. Per l'esecuzione pratica di qu-esta legge fu in· detta una gara d'appalto, da cui ri11sciva vittoriosa la ditta Oandiani di ì\Iilano, la quale solamente in settembre comi11ciò ad jnviare i suoi prodotti. ~e­ nonchè, tacciati qu esti prodotti di no11 corrispondere ai campioni, ne seguirono scandali, liti, spe.se infinite. Finalmente solo nell'u. s. novembre }Jotè cominciare la vendita del chinino governati,,.o far· nito da varie ditte e confezionato dalla farmacia cen· trale militare sotto forma di compresse da cgm. 20 ognuna e del valore di cm. 2. 5 l'una. Detti tabloidi trovansi presso quelle farmacie che consen· tirono a tenerne t1n deposito e presso m)lti spacci di sali e tabacchi. I rivenditori percepiscono s tilla vendita l'l1tile del 10 °/0 • Ma la legge bene· fica resta j n gran parte pri"'\'"a degli effetti che se ne attendevano. Ed infatti gli scandali av,renuti, il continuo discredito che gettano sulla qualità del chinino altre ditte interessate, h anno i11 genere s11· scitato tanta diffidenza in 1nolti medici, che be11 pochi di essi consigliano al pubblico di serYirsi di q11esto chinino governativo. Ed il pubblico, a dir vero, non può non diffidate della bontà. della for · nitura, viste le liti a cui ha dato luogo e rima· nendo nel paese i·impressione che il go,erno ha do,T11to adattarsi malvolentieri e per ragioni legali alla distribuzione della fornitura Oandiani. È inutile insistere. Non bisogna tra la produzione e la distribt1zione u11 3° elemento. L'appaltatore ha per unico scopo il lucro ed i suoi interessi sono in pieno antagonismo con quelli dei consumatori. Egli. una volta rimasto aggit1dicatario di una fornitura, spesso non si preoccupa affatto di meritarne il rin· nuo,ro e perciò non ha interesse a mantenerla ottima, mirando . solo a sfruttare la concessione avt1ta. a danno dei const1matori. Del resto, trattandosi di 11n prodotto chimico, è ben difficile rilevarne la qualità e il dosaggio dai suoi effetti. ~videntemente, se anche a mo'd'es., il produttore fornisse tabloidi contenenti soltanto cgr. 19 di sale di chinina, mentre egli realizzerebbe un lltile enorme, n essuno potrebbe appurare la frode se non mediante un'analisi chimica. E così circa la qualità. Se in questi tabloidi ci fosse una piccola tara di prodotti eterogenei, evidentemente non sarebbe dagli effetti, diciamo cosi, macroscopici che po· trebbe rilevarsi la frode, ma solo dalle risultanze di analisi chimica. Ora queste analisi, mentre in apparenza dovreb· bero essere la cosa più rigorosa del mondo, i.11 realtà possono facilmente dare risultati oontradittori . (25) •

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IL POLIOLINIOO

e giustificare esse stesse colla loro fallacia la ma,Ià:fede dell'appaltatore. In una questione legale, ad un perito che asse· . risce la buona qualità e quantità di un piodotto si trova sempre purtroppo il modo di contrapporne un altro che asserisca la cosa diametralmente op· I posta. Bisogna non dimenticare mai che trattandosi di farmaci, si _esige inevitabilmente la qualità, non b11ona, ma ottima dei medesimi. Di tutte le merci si può avere ed utilizzare una qualità migliore ed t1na peggiore; dei medicinali, no. Il farmaco deve essere purissimo se si vuole che raggiunga lo scopo cui è clestinatQ, e, magari, che non sia nocivo. È appunto questa considerazione che is_p irava ai pas· sati legislatori la disposizione. delle visite ordinari'e e straordinarie alle officine farmaceutiche. Lo Stato senti,ra il dovere di garantire i cittadini dalle adulterazioni, dalla catti,ra qualità dei medicinali. Ora nell'anta.gonismo d'interessi tra produttore e C011Slunatore non c'è in neSSllil modo la garanzia contro questo inconveniente: Ohe sè anche ad un certo p1mto venisse éonstatato che la merce in cir· colazione non corrisponde più ~i campio~ presen· ta t.i alle gare d'appalto, come calcoiare e ' rendicare i' danni probabili arrecati da quella certa qunntità cli dètta merce, già esitata, o, se non i danni st1c· cessi, p er lo. meno, i benefici mancati'? Laonde nasce l'ammonimento che qualunq ne Comune intraprenda la municipalizza,zione del servizio farmacètttico, debba gt1ardarsi da! r~petere a proprio danno l'espe· rienza non bu.ona che lo Stato ha fatto nella que· stione del chinino e deve intendere, possibilnien,te, la mt1nicipalizzazione non nel · senso di distribu, zione, .ma di produzione. Seconda questione: Quale debba essere il limite di detta ptodÙzione. E ovvio il pensa!·.e che il - Oòmune proclt1ttore di .medicinali, non pllò nè· deve attendere &Ila pr~parç1izione di specialità o di pro· dotti la ct1i t1tilità non sia da lt1nga esperienza as· sotlata. - Perciò il grandioso laboratorio chimico co· m1male dovrebbe fornire essenzi.almen,te qualche • centinaio di prodotti mo~to usati, e che possano e·s · sere considerati indispensabili. Resterebbe s~mpre data facoltà ai medici, ai far· . n1acisti, ai chimici di un dato ·9 omune di propoi·re la ab9lizione o la introdu~ione di .qualche prodotto. La deliberazione in proposito sarebbe .naturalmente d ev·oluta ai Consigli circondarJali, provinciali e sup.eriore cli sanità, con appellò di grado in grado di qt1esta scala e con norme da stabilirsi. Per il Yasto campo delle specialità., de'i r_imedi nt1ovi, ecc., si lascerebbe adito alla iniziativa privata, che colle dov·ute norme e controllo sussisterebbe immutata. N at11ralmente da q11esto campo ogni tanto usci· r ebbe, come ora avviene, qualc~e prodotto che in breve s'imporrebbe ed entrerebbe di diritto a fare pi rte della produzione comunale. (26) 1

[ANNO IX,

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È bène ricordare a quest'1J-opo che nella produ. zione farmaceutica si hanno spesso dei rimedi di b ene accertata utilità che sono tuttora un segreto del produttore; altri poi che presenta.no speciali difficoltà di preparazione, difficoltà che solo jl tale chimico o il tale altro farmacista ha superate, sic· chè chi vuole il prodotto di buona qualità ad essi e non ad altri deve rivolgersi: tutto ciò darebbe impulso alla iniziativa privata, e lascerebbe adito alla inventività dell'ingegno umaho, potendo tutte quelle iniziative private che avessero in sè elementi di vitalità, regolate con nòrme precise e ri· gorose, .floridamente st1ssistere. Circa poi ~l meccanismo della produzione e della rivendita, si dovrebbe seguire il piano generale, 'come è tracciato nel progetto di legge. Si avrebbero due personali tecnici : il 1° nello stabilimento di. produzione e composto di chimici e chimici far· macisti, il 2<> nelle rivendite grandi e piccole, sparse ovunque secondo l'agglomerazione dei cittadini, e risultante di farmacisti i quali attenderebbero alla interpretazione e mani_polaziorie _delle ricette me· diche. Un sistema semplicissimo~ q.ome quello adot· tato nei. grandi magazzini, potrebbe servire per regolare e controllare .gli introiti. Tutto il personale tecnico sarebbe, come negli alt!i servizi pubblici,, ~ointeressato; senonchè questo cointéressamento ri· guarderébbe unicamente fa quantità della merce esitata, e quindi il Comune avrebbe g~ranzìa suf. • ficiente che ogni attività del suo persona.le mirerebbe a produrre merce buona, nt1lla inducendo questo personale a frodare sulla qualità della stessa. Passiamo. 01'a ad una 3a e :dlolto maggiore q~e­ stione. . Dacchè la seienza moderna approfondì la nat11ra dei morbi, la contagiosità~ di molti di essi, il loro • legame con agenti patogeni infinitamente _piccoli ed:i mo.di atti a sal vaguardarcen,e, si andò formando negli organi~mi g<!>verna tivi la coscienza . che essi dovevano intervenire nella lotta bandita a questo· mondo microscopico che da ogni lato ci insidia~ Da ciò_derivarono leggi e disposizioni che hanno condotto allo stato presente, e che, giova dirlo, > sono stati strap:(>ati al legislatore, specialmente in quelle occasioni, in çui appare più clamorosamente la crudezza di questa lotta tra l''uomo e la malat· tia, e cio~ nelle epidemie. . In forza di ciò noi abbiamo leggi sulla denunzia di certe malattie, disposizioni sulla disinfezione o distruzione dei materiali infetti o sospetti, sorvegliainza degli scali marittimi e delle frontiere, patti internazionali, la legione degli ufficiali sanitari con tutta la gerarchia a. cui fanno capo, la legge sulla vaccinazione e rivaccinazione, il servizio contro le n1alattie celtiche a spese dello Stato, la legge sul chinino, ecc. Quèste disposizioni in massima parte tendono alla profilassi e alla limitazione delle ma· lattie ; ma se tanto ci preoccupa l'impedire· che l'in· .

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FASO.

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SEZIONE PRATICA I

di,iduo si ammali, e, che quando è ammalato, tra· smetta ad altri l'infezione, non si deve obliare che è bene fare in modo che l'ammalato possa al pitì presto e nel modo migliore curarsi. E senza dubbio giova a ciò procurargli in modo rapido ed econo· mico dei buoni farmaci. Ora di chi la competenza in questa questione? Del comune o dello Stato? Evidentemente se si pensa alla generalità degli in· teressi, si comprende come questo servizio debba rientrare nella sfera di attività dello Stato. D'altronde lo Stato moderno comprende benissimo q11esto s1Lo dovere, ma per q11el coefficiente di immediata necessità, che occorre onde esso sia spinto a. legiferare, mostra solo saltuariamente questa comprensione. La legge del chinino di Stato è a1)punto un fatto in cui ciò si rivela. Dopo le ultime gloriose scoporte che dimostravano le v iEi del contagio, dopo le diatrib ~ più o meno retoriche e le polemiche riguardanti la spopolazione le mi· serie, le morti dovuto a questo flagello, l a questione della malaria crebbe d'importanza al punto che jl governo dovè troncare ogni riserbo, obbedire alla pressione dolla pubblica opinione e mostrare palesemente che egli scendeva in campo, forte dei postulati ultimi, contro il terribile male. Donde il chinino di Stato. Il concetto informatore della legge del 23 di· cembre è nella relazione W ollemborg così espresso : « Diffondere l'uso del chinino purissimo e ge· nuino preparato nella forma migliore e I)iù prati· camento adatta per efficacia curativa: per digerì· bilità, per misura e precisione di doso, per inalterabilità di co11fezione e di imballaggio, mettendolo alla facile portata delle popolazioni urbane e rurali m ediante la mitezza del prezzo e la comodità della distribuzione » . Ma, ben considerando, è logico che il Governo, cioè a dire l'organismo che rappresenta noi tutti, ma.lati o non It10.lati, debba a'7ere un'eguale preoc· cupazione, debba sentire un egual dovere a riguardo di ogni altro farmaco e di ogni altra malattia. Anche le malattie celticl1e hanno avuto il privi· legio cli impressio:Q.are la responsabilità governativa, tantochè sul bilancio del~o Stato gra,ra ogni anno per circa un milione, la spesa ch e si fa nel com· batterle. Ed è notevol e, sia detto per incidente, che molti illustri ig ienisti ritengono perfettamente inutili i metodi che con tanta spesa contro di esse sono stati adottaìi, e trovano ch e sar ebbe meglio se que.ste malattie fossero considerate alla stregua di molti altri contagi e rientrassero nel dominio d ella attività sanitaria ordinaria. Una Gosa che invece non troverebbe obbiezioni di sorta e risc11oter ebbe la unanime approvazione sarebbe se lo Stato si occupasse della produi1.iione larga, ottima ed economica di quei farmaci che per somma vent11ra sono stati dimostrati efficaci a curare le malattie celtiche stesse •

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E passando ad altre forme di morbilità si de,·e ritenere che anche il problema di malattie me110 eclatanti, ma pure altrettanto o pit\ gravi, debl)a, indurre il Go,..erno a fornire i n1ezzi per combat· terle. Se la malaria uccide 20,000 vittime ogni anno, la tt1bercolosi ne uccide non meno di 60,000. Perciò il Governo dovrebbe agire ugl1almente a s110 ri· guardo ed ass11mere !,incarico (1i mettere a l)ortat~i di tutte le borse, i balsamici i tonici, gli iodici. i. ricostituenti, i preparati oleosi e ferruginosi atti a rinforzare. prevenire e quando sia possibile c11rare. Se il tifo, la dissenteria ed altre infezioni intesti· nali ingrossano inavy·ertitamente ma terribilmente le liste della mortalità, perchè il Governo non vol· garizza i migliori disinfettanti intestinali, -i lassativ·i, i drastici, gli oppiacei? Se il chinino go,-er· nativo è logico e santo o perchè sarebbe anacro· nismo od usurpazione la distribuzione da })arte dello Stato degli ioduri, dei brom11ri, dei salicilati? Colla mtlllicipalizza.zione si ottiene lo scopo solo parzialmente. Ec.l invero il grande municipio risolverà il problema, ma no11 i piccoli municipi o le frazioni. che rimarranno soli a sentire il peso dcl1'incongrllO regime odierno. Ben è \ero che i grandi centri vanno popolandoBi ognor più, i piccoli spo· polandosi, ma se q11esta è una ragione bc:tstevole p er indurre il legislatore ad obbliare le borgate e i villa,ggi per ciò che riguarda la q11estiono della illuminazione o dei trasporti, non è clavvero baste· vole a giustificare l'obblio ql.1ando si tratta della lotta contro il male. E del resto n ella legge sulla municipalizzazione, così con1e è stata a1)provata dalla Camera dei deputati, ci sono gli elementi l)erchè q11esta grande trasformazione rapidamente e legalmente rivvenga. Infatti la legge dispone che più co1nuni possano riunirsi i11 consorzio per la m11nicjpalizzazione <li t1n pubblico servizio a cui da soli non possano attendere. ~Ia evidentemente ciò avverrà pel ser· vizio far111ace11tico. Una gra11de fabbrica di prodotti' chimici, base prima di q1testa riforma, che si nprisse in un grande comune, per esempio, in Ron1a, fini· rebbe naturalmente per ricevere un contingente acleguato da ft1tti i comuni v icini, servendo poi consorzialmente a tt1tti quanti. Nè ripugna il ere· dere che a poco a poco questo sistema diffonde11· dosi, la gestione degli immensi focolai produttori che n e nascer ebbero, capaci di sopperire ai bisogni di tutta la penisola, potesse essere assunta diretta· mente dal Go,rerno. Si attt1i frattanto al più presto n ei comuni più. grandi la municipalizzazione del ser,rizio farmacen· tico, ma non si obblii che per questo servizio m11· nicipalizzazione non rappresenta l'ultimo passo, e cl1e la generalità degli interessi impone alla generalità dei cittadini e al suo rappresentante, il Governo. di assumere la questione. Occorre cl1e ii1 lln sol centro si provveda alla prod11zione delle armi contro le t27)

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malattie e che da questo centro la corrente feconda di salvezza si diffonda per tutte le minime borgate, per tutte le montagne del nost'ro paese, prezioso ausilio a quegli umili benefattori dell'umanità che sono i meclici delle ca~pagne.

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A proposito del segreto professior1ale.

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Io dubito che molti m edici italiani abbiano davvero perduta la bussola per quanto ri· guarda i loro doveri professionali. In t1n giornale di Roma, a proposito di un emozionante dramma giudiziario che si svolge in questo momento nell'Italia meridionale, è comparsa una corrispondenza alla quale è stato messo il titolo eloquente di G1·aoissime

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Come dovrebbe in pra.tica accadere la distribu· zione c1ei medicinali? È prematuro veramente porre questo problema; ma i11 linea ge11erale è ehiaro che pel servizio farmaceutico dovrà av,renire q11ello 1--ioelazioni di un meclico. Nella corrispondenza è riferito un colloquio cho è avvenuto pel servizio sanitario. Si conta.no i avuto dal redattore del giornale con un « clicon1lmi che in Italia son tuttor;t privi di medico condotto ecl anche quelli è ben sicuro che presto stinto sanitario » . pro,~,edera.nno. Così avverrà, cre~o, del farmacista. Ecco, fra 1 altro). che cosa ha creda to conDel resto il Governo ch e riesce ad avere in tutti veniente cli raccontare al giornalista il dii coml1ni d'Italia un ufficiale postale, no11 dovrà. stinto sanitario: trovare difficoltà ad avere anche l'agente di questo « Poco dopo ebbi occasione di vedere il padre nuo·vo monopolio interessante la salute e la vita del popolo. Il maggior dispendio nei comuni ove della sposa, che mi disse essere C. (1) già a gravidanza inoltrata, ma sofferentissima. l'esercizio non bastasse a rimborsare le spese lo· Essa era, mi disse, in preda ad una prostrazione cali, sarebbe compensato dai maggio1'i introiti generalo, e tutti i medici consultati attribuivano i nei comuni ove la rivendita farmacel1tica fosse suoi sconcerti alla gravidanza ed alla prostrazione molto rimt1nerati,ra. Ed anche da questo lato si . d'animo per la lontananza del marito. scorge l'importanza sociale di una disposizione ba· Da B., ove era col suocero, la C. venne inviata sata sulla solidari età nazionale. a B. presso lo zio, ma il cambiamento d'aria non • le giovò, n eppure q11ando fll rinviata ad O. presso :.i: la famiglia. ** Fu allo.r a ch e, per preghiera della. famiglia, mi Ria ssumendo: Ql1ando nel 1865 dall'ordinamento primitivo dei recai a visitarla. Conserverq sempre di quella visita, in mezzo a nostri avi elle faceva di una farmacia quasi un ente infeudato ad t1na data famiglia, rigorosamente tante tristezze che la mia professione mi impone sorvegliato, ricco di privilegi, si p assò ad un tratto di vedere, una impressione profondamente dolorosa. La C. era sdrajata sopra un divano da cui non al regime liberista, tt1tta l'inst1fficienza di questo regime a, riguardo del servizio farmacel1tico si andò poteva levarsi, cerea, avvilita, conservando ancora sul volto le traccie della sua bellezza; ma, avvicipian piano ri\Telando. Ora la. posizione che i nostri ordinamenti creano nandomi, notai sul~a ~ua fronte dei seR;ni che mi al farmacistè:t è intollerabile per esso e pericolosa fecero correre nelle vene il gelo di un orribile sospetto. p el pllbblico. Il liberismo non è accordabile con Dovetti subito convincermi che la ma.lata era qt1esta azie nda. I medicinali non possono essere affetta da un morbo specifico e da vario tempo. oggetto della libera concorrenza, non potendo es· La fronte era sfregiata da t1na corona di piaghe servi ridt1cibilità nella loro qualità o quantità. (corona Veneris), piaghe che invadevano il cuoio Col sistema protezionista il pubblico era, per certo. n1olto meglio tutelato, e di ciò si fanno forti capelluto, gli occhi, la faccia, le mani, il seno e i i farmacisti per i11sistere continuamente sulla n e· piedi. Tutto quel giovane e fiorente corpo di donna era cessiti\ di lln ritorn<' all'antico. contaminato da una lebbra oscena. ~la poichè retrocedere è umanamente impossibile, Le dita dei piedi, esulcerate, non le permettenon c'è che una via di u scita alla situazione vano di camminare. pr~caria: procedere. E la ' ria del progresso conduce Alle mie discrete domande èlla rispose che, poco appunto al monopolio farmaceutico, dapprima mu· tempo dopo il matrimonio, notò delle erosioni sul 11icipale, ed in seguito naziona;le. proprio seno, erosioni che non guarirono mai, e che Si può preved~re non lontano il giorno in cui, si andarono impla?abilmente estendendo per tutto sottratto ai privati l'esercizio farmacet1tico, nell'in· il corpv. teresse di noi tutti, lo eserciteremo noi stessi, me· Il galateo professionale non mi permetteva ultecliante gli organismi che ci rappresentano. (1) I nomi sono in tutte lettere dove io non pongo che iniziali. Roma, dicembre 1902. • . (28) •

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riori domande, ma io non potevo farmi alct1na il· lusione sulla r ealtà della cosa, ed il mio sospetto fu confermato, purtroppo, tanto da a.ltri sintomi evidenti, quanto da un consulto con un chiaro col· lega, venuto ad O. col sig. V . Una cura specifica, applicata imm ediatamente, portò benefici ~ffetti , ma ciò non impedi che la bambina che nacque, dopo alcun tempo, presentasse sintomi evidenti dello stesso male. Anche essa guari con la stessa ct1ra. Io non assistetti nel parto la C., perchè i s11oceri, che n e erano molto gelosi, la vol· lero con loro » .

In poche i)arole, dunque, questo distinto sanitario si è creduto in diritto di raocon· tare ad un giornalista tutta la storia di una malattia specifica di una povera morta, sa· pendo I ,importanza data a tale malatlia dalla società moderna, e, quello che più importa, non si è peritato di diffondere la notizia che l'innocente bambina alla qt1ale una fosca tragedia ha strappato il sorriso consolatore di sua madre, porta in sè stessa i segni di un'infezione degenerativa. Ed è t1na vera fortuna che il galateo pro· f essio1iale non abbia consentito al sanitario di raccogliere maggiori particolari sulla ma· lattia di questa donna infelice, per pot~rli comunicare a suo tempo al giornalista inter· vistatore ! Ma 11el galateo profPssionale il sullodato signor collega non aveva mai letto anche il capitolo sul segreto professionale ? E se pure l'obbligo di questo segreto non gli foss e stato imposto dalla legge (art. 163 del Codice penalé) e dalle norme più elementari della deontologia, non doveva sentirselo comandare d~lla sua coscienza'?

Aegrotorum a1·ca1za, visa, azedita, intellecta, eli11ienet 1ie11io è scritto all articolo settantasettesimo degli statuti della Facoltà di Pa· rigi; ma per un professionista onesto vi è egli bisogno di farselo insegnare da un lati. netto scolastico'? Doctor CAJus. RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2J15) Sig. dott. M . F. da S . - Si consolida con la stabilità, lo stipendio che si a'rea nell'atto dello a·cq nisto della stabilità stessa. I successivi aumenti di stipendio non possono essere salvaguardati dal· l'articolo 16 della legge, il quale si preoccupa più che di altro di garantire il posto al medico con·

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dotto principalmente in nome del regolare anda· mento di un pubblico servizio. (2416) Sig. dott. O. A. da C. C . .,._ Ella non può avere legalmente ragione perchè se per mero er· rore Le furono, durante i decorsi anni, corrisposte lire 20 in più, non è · questa una buona ragione per pretendere tal somma anche per gli anni fntt1ri e per non restituire le somme indebitamente percette negli anni decorsi. (2417) Sig. dott. L. F. da T. P. - Ella è già diven11ta stabile fin dal maggio 1900 perchè la ri· nunzia da Lei fatta alla stabilità non h a valore giuridico trattandosi di diritto concesso per ragioni di ordine pubblico e quindi inalienabile ed irrinunciabile da parte degli investiti. Pel servizio precedentemente prestato ha diritto ad essere pagato e può anche portare il Comune innanzi all'autorità giudiziaria. Decadendosi dalla carica di medico condotto non si p11ò rimanere iscritto alla, Cassa pensioni, n eanche pagando rie propr;o le quote dell'ente. (2418) Sig. dott. A. G. ~I. da B. - L'elen co dei poveri si deve ri,redere ogni anno dalla Giunta. Non sono ammesse variazioni durante il corso del· l'anno. (2419) Sig. dott. P. S. da O. D. A. - La Giunta comunale ed anche, in casi di urgenza, il Sindaco può disdettare il medico condotto per fine di ferma. Se non ehe, se la nomina di Lei non portava in· dicata tassativamente la data del 31 dicembre per la cessazione del servizio, la disdetta a-vrebbe do· ·v uto essere fatta un congruo tempo prima della scadenza. In caso diver so l'av,riso del sindaco era anche superfluo perchè n elle nomine a te1upo de· terminato dies interpella! pro ho111ine. (2J20) Sig. dott. S . P. da B. - Se gli individ11i non sono iscritti ·nello elenco della popolnzione co· munale e possono pagare, debbono saldar~ la spe· cifica da L ei esibita. S e sono poveri, si de,re loro gratuitamente prestar la cura. Per determinare la condizione di povero, bisogna ved~re in genere se la posizione economica sia tale da permettere di sostenere la spesa del medico e della cura. Crede· r emmo utile, che iniziasse gittdizio innanzi alla Conciliazione locale. (2421) Sig. dott. C. R. da O. - Non si possono variare le condizioni onerose della condotta di llll medico stabile. Il Comune pt1ò modificare solo qt1elle le quali sono dirette a render e migliore e più ordinato il servizio, ma non può estendere la zona di condotta, n è variare lo stipendio, nè tanto meno soggettarlo alla riten11ta della ricchezza mobile quando già n e era esente in base a r egolare deliberazione legalmente approvata. (2422) Sig. dott. R. D. (la M. O. - L '11ffici ale sanitario non acquista mai la stabilità nella carica : ogni triennio occorre nuova proposta e rispettivo nuovo decreto del prefetto. (29)

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dare lire . 800 con 5± anni di età e non 52 come clichiara nel quesito. Si è poi calcolato in base al contribt1to ordinario di lire 140 ed allo straordi· nario di lire 160, non essendo previsto dalla legge il contribt1to ordinario di lire 120. .Alle identiche condizioni e can 55 anni di età; liqtriderà la pen· siorie di lire 825. 32. (242±) Sig. dott. R . F. R . .da P. - Il contributo complessivo di lire 216 come Ella dice, non è pre· visto dalla legge, la quale permette solo i seguenti contributi: 132, 220, 308 e 396. Calcolando ad ogni modo sul contributo di lire 220, che è quello che più si avvicina a quello indicato, diciamo, che Ella potrà liquidare con 25 anni di ser,rizio lire 620. 80 e con 30 anni di servizio lire 1035.75. (2423) Sig. dott. G. }f. da S. - Dividendosi in ùue il Comune presso cui il sanitario ha acquistata la stabilità, si perde q11alsiasi diritto essendosi mt1· tata l'individualità delrente presso cui il diritto stesso era consAguito. Se fra i dt1e comuni sarà ordinato il consorzio, potrà, senza dubbio, esservi nominato lo stesso medico ; ma in tal caso non si • acquista, come consorziale, giammai la inamovibilit~t nella carica. (2±26) Sig. dott. A.. O. da }I. (B) . - Stando alla disposizione contenuta nell'articolo 5° del capitolato non vi ha dubbio che il Comune possa modificare o muta1~e le circoscrizioni delle condotte nelle fra· zioni rurali. Oltre che dalla chiara dizione di detto articolo. tale concetto scaturisce anche dall'art. 25 in c11i è detto che i medici dovranno sottostare et t1itti i provvedin,i enti clie potran1to e1;ianare dall' anto· rifà co11iu1iale intor1io al servizio sanitario rrirale. Ohe se poi, per effetto dell'aumentato lavoro, lo stipendio sarà ritenuto deficiente, possono i medici ricor1·ere alla G . P. A . per ottenere un 'e quo au· mento. (2427) Sig. dott. S. A . da O. - Non essendo nes· st1no dei due comuni riunito in consorzio con l'altro, ai termini dell'articolo 30 del regolamento 9 marzo 1899, n . 121, deve ognuno separatamente pagare la quota monte pensioni per ogni po8to di medico re· gola,rmente approvato. Il medico però pa.ga una sola quota anticipabile, ai termini dell'articolo 35 dello stesso regolamento, da ciascuno dei Comuni in quote proporzionali allo stipendio che isolata· mente corrispondono. (2428) Sig. dott. P. G. da }'I. - Si possono aumentare in determinata proporzione i contributi per ottenere un conseg11ente at1mento di pensione. Con qt1esto aumento di pensione Ella potrebbe col· iuare la déficienza derivante dalla tardiva iscrizione. E siccome l'aumento di contributo non è obbligatorio per tt1tta la durata della iscrizione, così Ella potrà in seguito ridurlo anche alla quota strettamente obbligatoria, godendo l'a,um.ento solo per la durata cl ei versamenti maggiori. Il tempo non potrà ri· (30)

IX, F .A.Se. 14]

durlo mai: potrà solo ottenere una pensione maggiore : nessuno espediente vale a compensarlo dei 25 anni di servizio non fatti valere a tempo debito. (2430) Sig. dott. E . D . M . da B. - Pei condottati di nomina posteriore al 1888 la vaccinazione è obbligatoria. Se il Comune non vuol fornire il mezzo di trasporto, possono essere invitate le famiglie a portare i bambini in 111ogo centrale prestabilito. La tariffa per gli agiati fatta· dal Com.une è nulla, ed Ella non è tenuta a rispettarla. L'elenco dei poveri è riveduto ogni anno. Ricorra in caso di inadempienza al medico provinciale. Doctor JusTITIA.

NOTIZI E D IV ERSE Per Esmarch. FRIEDRICH VON ESMARCH ha compiuto l'ottantesimo anno di età. Lo spirito vi\race e ancora giovanile, la robustezza gagliarda del corpo fanno di questo glorioso vegliardo un raro, meraviglioso esempio di quello che possa l'uso equilibrato delle for~e, dello spi· rito e del corpo nel quotidiano infat~cabile esercizio dell'arte salutare. Nella sua 'rita di chir1rrgo e di scienziato illustre egli non si è dato 1m momento di Tiposo, e questa mirabile attività egli ha speso specialmente nel liberare gli ospedali tedeschi dalle infezioni chirurgiche, nell'elevare, con l'applicazione clella narcosi e della asepsi ·antisepsi, il numero delle operazioni chirurgiche audaci e fortunate, nel per· fezionare la chirurgia da guerra. La sua carriera scientifica è brillante : è stata. un seguito non interrotto di onori. Libero docente di chirurgia a Kiel nel 1849, direttore della clinica. chirurgica nel 185±, professore ordinario nel 1857,. si è r itirato a vita privata nel 1899, ma egli pro· segue ancora neg4 studi suoi prediletti e noi ci augul'iamo di poter festeggiare molti suoi anniver· sari ancora. ,.~

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Il nuovo anatomico.- di Parigi.

PARIGI. - .A.Ila cattedra di anatomia della Facoltà di medicina è stato nominato il prof. l\tI. L. POIRIER. Egli ha inaugurato il suo oorso il 7 cor· rente. Gli studenti lo hanno accolto con vivissimi applausi. Ad assistere alla prima lezione dell'illustre anatomico intervennero inoltre una gran quantità. di persone estranee alla scuola. La folla era tale che il decano della Facoltà dovette far evacuare la sala dopo il discorso del prof. POIRIER. Dopo q_uesta prima cerimonia il prof. Po1RIER dovette dirigersi al grande anfiteatro della Scuola pratica, ove, dominando la salva di applausi, potè riprender il st10 discorso davanti ad un nuovo udi· torio entusiasta quanto l'altro. , .Alla seconda lezione l'affluenza fu tale che il deoano dovette far chiudere le porte essendo l'an· fiteatro già colmo di gente. Gli studenti protestarono energicamente contro una misura che la pru· denza imponeva · a quelli che sono incaricati della amministrazione e della disciplina della scuola.

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SEZIONE PRATICA

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Ro1'1A. - Per il concorso bandito fra i medici provinciali ai posti superiori presso la Direzione generale di sanità., il ~{inistero dell'interno ha de· ciso di sospendere, fino a che ql1el concorso sia espletn.to, qualsivoglia concessione di promozioni, onorificenze, encomi, gra.tifioazioni e missioni spe· ciali non reclamate da esigenze di servizio, per tutti indistintamente i funzionari anzidetti. Tale provvedimento è ispirato esclusivamente al sentimento cli assoluta imparzialità ed obbiettività, che, rispetto agli aspiranti a quei posti, debbono essere mantenute durante il concorso. - Con ordinanza di Sanità marittima in data del 2! corrente fu stabilito che le provenienze da Rio J aneil'O (Brasile) s iano sottoposte all0 prescri· zioni (lell'ordinanza sanitaria d el 1902 contro la peste. - niercoledì sel'a, 28, nella sala dell'Istituto di mutt10 soccorso fra i medici, al 'ricolo dei Venti, .. si adunarono i medici del nostro Com1tne p e r in· tendersi sul da farsi p er sollecitare, quanto più è possib ile, ln. desiderata riforma d ei servizi sanitari, e, dopo lt1nga discussione, votarono quest'ordine del giorno: « L'Associazione dei sanitari del Comune, riaffer· mando la i1ecessità di 11na riforma. dei servizi sa· nitari della città e d~ll'.Agro, e la urgenza di prov· vedere al migliol'amento delle condizioni d el perso· nale tecnico, come già si è provveduto per quello degli impiegati amministrati,ri del Com11ne, dà in· carico alla Presicletiza cli fare le pratiche opportune per conseguire questi desiderati » . ~IILANO. Contro la lrtbercolosi. - In una recente ad11nanza. cli delegati delle varie istituzioni sani· tarie d ella città si è 'rotato il seguente ordine del giorno: .. IJ'asse1nblea dà mandato alla Presidenza della .A.ssoeiazioue per la difesa contro la tubercolosi di invita re le Direzioni d elle singole istituzioni sani· tarie della città tt delegare un proprio rappresen· tante p er far parto di un Comitato che, in concorso della Preside11za della predetta .A.ssociazio11e, studii un opportl1no programma che valga a dar e unità d'indirizzo alla lotta corLtro la tubercolosi nella nost1·a città, colla facoltà di aggregarsi quelle persone competenti che crederà opportuno, nonchè col dovere cli sottoporre, a lavoro finito, le sue delibe· razioni ad un'assemblea pl~naria d el corpo medico milano~e e degli istituti di beneficenza » . }'fILANO. - La Commissione di beneficenza della Cassa ùi Risparmio sta facendo gli studi per una elargizione grandiosa agli Ospedali delle Provincie lombarde allo scopo di porli in grado di attuare le riforme reclamate dai progressi scientifici ed uma· •itari. Si tratta della somma di 5,000,000 di lire. Gli studi sono quasi ultimati e in una prossima seduta la Commissione potrà decidere in merito. FmE~ZE. Società italiana cli Patologia. - La Società italiana di Patologia, fondata di r ecente a Torino, ha deliberato che la seconda riunione dei soci abbia luogo a Firenze nell'ottobre del 1903. GENOVA. - Nell'ultima tornata del Consiglio si ebbe una notevole discussione a proposito di una importantissima interpellanza sull'Ospedale di Paro· matone, e l'esito fu la votazione all'unanimità di tre ordini del giorno, in cui si domanda: 1° Che il sussidio venga portato da lire 5 a 600,000 annue; 2° Che il M11nicipio acquisti aree per costr11rre •

dei padiglioni che servano a sfollare l'ospedale, che per esse si destini la dotazione di lire 150,000 ora data· al Sempione e che cessa con l'anno corrente; 3° Che il Municipio spinga il Governo a pa· gare all'Ospedale le lire 500,000 di crediti arretl'ati che gli sono dov·ute, e risultarono inesigibili per la legge sulle Opere Pie. CONSELVE (Pado,ra). - In una riunione di medici di qltesto distratto, si trattarono alc1me delle più discusse questioni _professionali, g iungendo a questa deliberazione: di invitare cioè i colleghi della Provincia ad 1mirsi od inviare adesione scritta, presso l'Ordine dei Sanitari in Padova, per ottenei·e, ciascuno dal proprio Comune, i seguenti miglioramenti, ch e furono ottenuti oramai in parecchie provincie d'Italia, e che, parzialmente, sono p11re concessi da parecchi Comuni della Provincia; e . ' : c1oe 1° Aumento sessennale dello stipendio, colle normo degli impiegati civili (Due fra i medici pre· senti n e fruiscono). 2° Concorso del Comune a completare la p en· sione insufficiente ed indecoeosa fatta dalla Cassa Nazionale (Quattro dei medici presenti hanno r elativo capitolato). 3° Supplenza a carico comunale in caso di malattia fino a sei mesi (Cinque fra i medici presenti n e hanno diritto per capitolato). ! 0 Licenza annu a di giorni trenta con sup· plenza a carico com11nale~ facendo notare che gea11 parte della provincia è in zona malarica, e la 1i· cenza annua risulta t1na vera necessità.

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RO])fA. - Con Regio decreto è stato appro,rato l'elenco dei medici componenti il Consiglio sanita· rio provinciale di Roma p er il triennio 1903-1905. che è costituito nel seguente modo : Comm. prof. A. Ballori - Prof. .A.. Celli Comm. prof. Marchiafava - Prof. Rossoni - Professore G. Mazzoni - Cav. Giglioli - Cav. Antonelli Oa,r. Perettti - Comm. N osotti - Dott. Croce - Dott. Magni - Cav. Clementi - Ing. R ebaudi - Comm. Portis Comm. Carancini - Cava· liere Riccò.

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Ospeclali di Roma, sono stati eletti i dottori: N ardelli - Belfiglio - Schifo ne - Basile De Franchis - Continelli - Sinisi - Tappati D el Vecchio - Prina - Isaia - Lt1zzatti - Scelba - Ficacci - Tedaldi Giannuzzi Gasparro - Bernardini - }'!auriello - B ellocchio - ~{on· te magno. La Commissione era composta dei profe.~sori Montenovesi, .A.scoli, Fiocca, D ella Vedova e De Rossi.

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** * Congregazione

PADOVA. - .A.ila di carità veru1e eletto presidente l'illustre senatore prof. De- Giovanni, che finalmente ha accettato la carica, IJer la quale potrà sempre più esplicare le sue doti di benefattore illuminato e pre,ridente. BOLOGNA. - ·.A. completare il Corpo amministrativo dei noatri Ospedali furono chiamati il prof. Co· divilla e il prof. Boari. . . . Furono poi, in seguito a concorso, nom1nat1 pr1· mari, dirigenti le singole sezioni, il prof. Dagnini;(31) •

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IL POLICLINICO

il dott. Boschi, il dott. Brigatti, il dott. Melotti, il clott.. Vannini e confermati il prof. Monari · e il dott. Bendandi. •

NECROLOGIO. ~.\..

Bologna, nella ancor fiorente età di anni 50, è testè defunto per appendicite il prof. Dante Cer· vesato. .Era direttore della Clinica pediatrica e vi era stato chiamato dalla Facoltà medica di Bologna., dopo che per parecchi anni aveva illustrato a Pa.· dova la nledesima cattedra.

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sione, i quali non comprovino almeno t1n triennio d'insegnamento effettivo universitario, o qualsiasi titolo, sara11no soggetti ad 11na pro·va orale.. La prova potrà essere indetta per tutti i candidati qualora si creda opportuno. f. USSASS1~r (Cagli ari). -- È aperto il concorso al posto di medico condotto per la generalità degli abitanti. Stipendio lire 2000, nette di R. )t!., con obbligo della tent1ta dell'armadio fa1·maceutico e del S8rvizio necroscopico e vaccinico. Età non Sll· pe1:iore agli anni 40. Scadenza fine di febbra!o. •

Conoorst e condotte.

LEGNANO. - Qoncorso per titoli ai! posto di chirurgo-direttore di questo ospedale civile, coll'annuo assegno di lire 3000 nette di ricchez7.ia mobile, più lite 600 qt1ale indennità di alloggio sino a che non sia pronta nell'ospedale medesimo l'apposita abita· zio ne. La nomina verrà aggiudicata su terna proposta da Ooni111issione tecnica, e s'intenderà fatta per due anni, salvo riconferma dopo questo periodo. Prima della scadenza del biennio verrà dall' Am· ministrazione dell'ospedale formulato apposito ca· pitolato di servizio del chirurgo-direttore; _nel frat · tempo l'eletto dovrà uniformarsi al regolamento interno provvisorio dell'ospedale. . Gli aspiranti ~ltre ai sottosegnati rlocn11ie1iti ecl: a tutti quei Titoli che crederanno presentare a dimo· strazione della propria idoneità, dovranno compro· vare, con nomina ottent1ta per esame, un non in· terrotto esercizio chirt1rgico di almeno 4 anni, fatto clopo il conseguimento della la-iu·ea in servizio eff ettivo presso un ospedale, o quali assistenti titolari in una ct;nica cliirurgica universitaria. L'eletto dovrà assumere il servizio entro un mese dalla data clell'ufficiale partecipazione cli nomina, ecl avrà l'obbligo della permanente residenza in Legnano. . Documenti prescritti: a) Attestato di nazionalità italiana; b) Fede di nascita comprovante un'età non superiore di anni 40; e) Diploma di laurea in medicina e chirurgia otte· nt1ta in 1ma Università del R egno; d) Certificato di sana e robusta costituzione fisica ed e) Certificato penale di data recente. Indirizzare domanda di ammissione al concorso st1 carta da bollo di cent. 50, coi doct1menti, a.Ila « Pl'esiclenza del Comitato per !'erigendo ospedale in Legnano » . Scadenza del concorso 10 febbr. 1903. · Ro~IA (ilfi1tistero della istruzione pubblicaJ. - Con· corso per professore straordina.rio alla cattedra di patologia speciale chirurgica nelle R. U r1iversità di Pisa. Possono prendervi parte i dottori aggregati, i liberi docenti, gl'incaricati e coloro che in prece· denti concorsi per professore ordinario o straordi· nario siano stati dichiarati eleggibili. . I concorrenti dovranno far pervenire le do· mande di ammissione, in carta legale da L. 1. 20 al Ministero della p11bblica istr:1tzione non più tardi del 1° marzo 1903. Alla domanda ciascun candidato dovrà unire gli stessi documenti che nel concorso precedente. Non sono ammessi i lavori manoscritti e non saranno accettate pt1bblicazioni o parti di esse che giungano al Ministero dopo la scadenza del concorso. I candidati dichiarati· eleggibili dalla Commis-

Indice alfabetico analitico del oresente numero. Aortite sifilitica . - Huchard. . . . . Pag. Aritmia nei vecchi (L' ). - Peyre . . . . » Calcoli renali ([l trattamento curativo dei). Klemperer . . . . . . . . . . . >> Cenni bibliograficì . . . . . . . . » Concorsi e condotte . . . • . . • • . Crioscopia (L'analisi del latte mediante la). . . . . » - Bellei • . . . . . . Duodeno e gastroduodenoston1ia (Mobilizza zione del). - Kocher . . • . . . . » Flebiti (Il massaggio e il movimento nelle). . . . . • . . . » - Marchais • Idrocele curato colla trapiantazione extrasierosa del testicolo (Un caso di). - Salvolini . . . • . • . . . . . )) Iniezioni intravenose di siero antidifterico (Indicazioni delle). - Cairns . • . . . » Municipalizzazione del servizio farmaceutico (Della). - Cortin i . . . . • • . >) Neonato (Un dibattito legale intorno alla vitalità di un) • • . . . • . • • >) Nomine, promozioni, onorificenze • •. . » No tizie di verse. . . . . . . . . . . » Occhio prominente. Suo significato e concomitanze cliniche (L'). - H aig . . . . » Perforazione dell'appendice a11' interno del sacco erniario. Resezione del cieco e del tratto ileo-cecale. - Hall. • • . . . » Poliartrite reumatica acuta co1le iniezioni en. dovenose di sublimato corrosivo (Contributo alla cura della). - Avanzino . . . » Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » • » Rene migrante in posizione relativamente normale (Metodo razionale per fissare il). - Ruggì . . • . • . • . . . . . » Reun1 a tismo articolare acuto (Sopra un segno di diagnosi precoce degli attacchi e delle ricadute di). - Achalme . . . . • . ». Risposte a quesiti e a domande. . . • . » Sangue (Una modificazione macroscopica del - che precede la coagulazione). - Due· ceschi . . . . . • . . . . . . . » Segreto professionale (A proposito del). Doctor Ca j us . . . . . . . . . » Sifilide ereditaria. - Fournier . . . . » Sifilide (Influenza della cura negli accidenti terziari della). - W e ber • . . . . . » Società n1edica di Bologna . . . . . • )) Temperatura dei vecchi in istato di salute (La). - Vortisch . . . • . . . . • » Tubercolosi (Norme per la profilassi e la lotta contro la) . . . • • • . . . ~ . » Urobilina. L'urobilina è indizio di colemia (Origine renale dell'). - Gilbert e Herscher » Velopendolo nella polmoni te (Sulle paralisi del). - Luzzatto . . . . . . . . . »

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Ti:t> Nuionale di G. Benero e C.

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· Roma, ? febbraio 1.908.

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PROF.

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DIRETTORI · .- • GUIDO BACCELLI - PROF. FRANCESCO DURANTE . . •

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI .

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SOMMARIO. Lavori originali: - Masnata: Emostasi epatica. - Riviste: - TERAPIA: - Loewy: Dell'az.ione dell'ossigeno sulla tensione osmotica del saugue. - Wassermann: 'Di un nuovo sie1·0 antidifterico. - CHIRURGIA: - Rochet e Pellanda: La separaz.ione delle urine per compressione àegli orifici uretero-vescicali nella vescica. - Quattro Ciocchi: Separazione delle urine dai due reni. - PEDIATRIA: - Stokes, Ruhrah e Rohrer: La relazione fra il tinio e l'atrofia. - Accademie, Società mediche, Congressi: - R. AccADEMIA DÉLLE SCIENZE DI BOLOGNA. ACCADEMIA MEDICO-CHIRURGlCA DI FERRARA. - ASSOCIAZIONE MEDICO-CHIRURGICA DI PARMA. Nostre corrispondenze da Parigi: - Suarez de Mendoza: Applicaz.ione della surrenalina e dell'adrenalina · in oculistica e in oto-rino-laringoiatria. - Osservazioni cliniche: - Fedele: Intorno alla laringite stridula o

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falso crup nella infanzia. - Note di Medicina scientifica: - Uuove 1·icerche cliniche sul potere lipasico del sie1·0. - Citodiag11.osi dei versamenti pleurici. - Glicosuria Pratica professionale: - CASUISTICÀ E TERAPIA: - Il gonococco nel corso della gravidanz.a e del puerperio. - Vomiti gra· vidici. .- La stipsi in gravidanz1i. - RIMEDI NUOVI: - Corselli : Il tachiolo nella cura del vaiuolo. - Varia. Igiene: - Thea: Di un nuovo fortno -vaporigeno per la disinfez_ione dei vagoni ferroviari. - Proposta di esperienze per la disinfezione delle vetture ferroviarie. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Doct~r Cajns: I rapporti fra i medici e t" farma cisti. - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. - Indice alfabetico, analitico del presente numero.

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L'importan !e PREMIO A I NOSTRI CORTESI A BBON.A TI è in corso di stampa. - Ne principieremo la spedizione fra poco e sarà eseguita secondo il numero progressivo degli abbona· menti pagati per intiero. Chi non ha spedito l'importo dell'abbonomento, voglia aff .·ettarne l'invio per goder subito del premio. Coloro che hanno già spedito l'impor1o de!l'abbonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere il libro raccomandato e al sicuro da smarrimenti postali. . I pagamenti debbono essere esclusivamente ind trJzzati all'Amministrazione,- Via del Cara-

vita, 6, Roma o personalmente al sottoscritto

Prof.

Diri*ti di proprietà. r i s e r v a t i

LAVORI ORIGINALI OSPEDALE cn~ILE DI STRADELLA.

Emostasi epatica. Ricerche sperimentali. - Nota prevent.iva pel dott. GIOVANNI MASNATA, medico direttore.

Le esperienze instituite sui grossi cani e sui maiali, adoperando le legature intraepatiche mi hanno dato, fino ad oggi i seguenti risultati, confermando in parte quanto sul proposito scrisse l' AuvRA Y: 1. Un ago smusso attraversa la sostanza , propria del fegato, disgregaudola, senza che l'operatore in tale manovra abbia bisogno di esercitare sforzo alcuno: l'ago smusso penetra dolcemente, progressivamente. . 2. L'ago smusso incontrando un vaso o

ENRICO MORELLI.

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fascio vasale si arresta e bisogna eseguire uno sforzo per romperlo od attraversarlo . 3. Quando l'operatore sente un ostacolo ritira un poco l'ago, lo cambia di direzione e lasciandolo andare avanti con debolissima spinta, riesce a scansare il vaso. 4. Un ago smusso può a.dunque attraversare il fegato in qualsiasi senso, senza ferire i vasi principali. 5. Un ago smusso montato . con fili di seta può ugualmente attraversare la Illassa epatica senza ledere i vasi principali. 6. Il lieve gemizio sanguigno che proviene dalle ferite praticate dall'ago e dai fili si arresta subito e spontaneamente. 7. Applicando su di un segmento epatico un cappio di filo di seta ~ stringendolo gradatamente quanto è possibile, questo lacera la glissoniap.a, ed agendo come strumento

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ottuso, disgrega il tessuto proprio del fegato arrestandosi sui vasi peduncolizzandoli. 8. Il gemizio sanguigno che proviene dal tessuto proprio del fegato disgregato e lacerato dal filo, si arresta spontaneamente o dopo debole tamponamento compressivo. 9. Le legature intraepatiche del KousNETZOFF e PENSI{Y e quelle di AuvRAY presentano alcuni inconvenienti e non sempre sono efficaci. 10. Per le resezioni di porzioni poco spesse di fegato ho adoperato con successo - negli animali - legature intraepatiche, seguendo il procedimento di vV ALLICii per i peduncoli ovarici. 11. Per le resezioni di porzioni di fegato, spesse al di là di due centimetri, ho ideato una legatura intraepatica che scompone il peduncolo in una serie di triangoli con due lati comuni ed il vertice opposto. Tale triangolizzazione del peduncolo per· mette di raggruppare i vasi su due serie, evitando la rottura di essi per stiramento ecces•

SlVO.

12. Tali legature intraepatiche sono tut-

tavia poco efficaci e pericolose per peduncoli spessi oltre i tre o quattro centimetri.

* ** Ho ideato infine e fatto costrurre dal Lollini di Bologna una pinza-sonda per eseguire la resezione del fegato in unico tempo eolla

f orcipressura

rapida successiva.

'l'ale pinza, a guisa di klemmer molto curvo, a punta smussa e conica, penetra colla branca inf·eriore nella massa epatica: la branca superiore, nel chiudere la pinza, lacera il tessuto proprio del fegato e fra i morsi della pinza restano i soli vasi. 11 bistori scorrendo sulla scanalatura esterna, esistente lungo la branca inferiore della pinza, taglia solamente ed esclusivamente i tessuti compressi. Un laccio portato al di là-della pinza lega quindi i vasi assicurando l'emostasi definitiva. I risultati sperimentali sui grossi cani hanno dato buoni risultati. Ho in corso esperimenti su animali di grossa taglia per assicurarmi se tali risultati sperimentali potranno essere ugt1almente efficaci su grossi fegati. Straclella, 4 novembre 1902. I O\

RIVISTE TERAPIA

Dell'azione dell'ossigeno sulla tensione osrnotica del sangue. (LoE,VY. B erlin. klin. Wochen.., n. 2, 1903). L't1so dell'ossigeno che BACCELLI introdusse in terapia ha avuto la sanzione della pratica: tra i numerosi studi scientifici cui ha dato luogo, importantissimo è quello che qui rias· • sum1amo: È un fatto rhe il sovraccarico di acido car· bonico nel sangue abbassa il punto di congelazione del medesimo e che perciò un contenuto anormale di acido carbonico nel sangue dei dispnoici per malattie del cuore e dei polmoni influisce sull'abbassamento del punto di congelazione. E anche un fatto che il sangue ricco di acido carbonico riacquista il suo punto nor· male di congelazione se viene esposto ad una corrente d'ossigeno. Il Kov.A.es ed il KoR.A.NYI da analoghi mtl· tamenti del punto di congelazione ottenuti in vitro a,r gomentano per attribuire all'ossigeno un'azione specifica nella eliminazione dell'a· cido carbonico dal sangue. Ora secondo l' A. questa proprietà specifica dell'ossigeno non è validamente dimostrata. Infatti le condizioni che si hanno nelle espe· rienze in vitro circa l'ossigenazione del sangue sono del tutto di,rerse da quelle c)te occorrono nella ossigenazione del medesimo con l'inala· zione dell'ossigeno puro. Quando s'introduce un gas in un liquido, questo ne assorbe a seconda del coefficente d'assorbimento del gas. Se s'introduce un altro gas entro lo stesso liquido, il primo gas è cacciato via, e viene assorbito il secondo. Ora un sangue saturo di acido carbonico, se lo sì fa attraversare da una corrente di ossigeno, perde l'acido carbonico ed assorbe ossigeno. Ora il punto di congelazione del sangue ricco di acido carbonico è notevolmente basso. Ciò si fa dipendere da condizioni fisico-chi· miche. L'acido carbonico nel sangue non si trova solo disciolto fisicamente, ma è in parte combinato con gli alcali; questa combinazione aumenta la tensione osmotica del sangue, e ne abbassa il punto di congelazione. Ora introd11cendo n el sangue un alt1·0 gas a piacere ma che sia innocuo al sangue, l'acido carbonico combinato si rende libero e si elimina; la tensione osmotica ed il punto di congela· zione del sangue ritornano al normale. L'A. fece in proposito delle esperienze che condussero ai seguenti risultati: 1. Il pt1nto di congelazione (.i) del sangue di cavallo agitato in t1n'atmosfera di ossigeno era di - 0,572°; dopo il passaggio di una cor· rente di acido carbonico p er lo spazio di 4

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minuti: A=~ 0,730°; dopo il passaggio di una corrente di id1·ogeno : A = - 0,625°; dopo una nuova corrente d'acido carbonico: ù = - O,700°; con una corrente d.idrogeno si ebbe di nuovo: A= - 0,625°. 2. Nel sangue di qoniglio tolto dalla carotide, defibrinato ed agitato con aria, era ~ = - 0,615° ; dopo il passaggio di una corrente di acido carbonico: ~ = - 0,760°; dopo una corrente di idrogeno : A = - 0,650° ; dopo un secondo passaggio di acido carbonico: A= - O, 775°; dopo una corrente di ossidulo di azoto: A = - 0.715°. 3. Per il sangue di cavallo saturo di ossigeno era ~ = - 0,585° ; dopo il passaggio di acido carbonico : ~ = - 835°; dopo il passaggio di azoto : A === - 0,680°. Del pari che 1 acido carbonico anche l'idrogeno, l' ossidulo di azoto e l'azoto sono capaci di ricondurre al normale il punto di conge· !azione anormalmente abbassato p er l 'azione dell'acido carbonico. I gas adoperati n elle espe1·ienze anzidette erano contenuti entro bombe e compressi , e non già in gazometri. Invece n elle esperienze seguenti i gas erano contenuti entro gazometri in modo ch e, in condizioni ugt1ali di pressione e di rapidità di cor· rente, si avevano quantità uguali di gas. 4. Sangue di cavallo fresco, defibrinato e saturo di ossigeno : A = - 0,590°: dopo 10 minuti di una corrente continua di acido carbonico : A = - O, 754° ; esponendo quantità di 30 eme. di questo sangue ad una corrente di un litro dei seguenti gas si ebbe : ~ = - 0,580° per l'idrogeno. .l = - 0,590° per l'azoto. .l = - 0,585° per l'ossigeno. à 0,685° pe1· l'ossidulo di azoto. 5. Come nell'esperienza precedente, si presero quantità di 50 eme. di sangue satui·o di acido carbonico ed avente A = - 0>874°, facendo passare correnti di altri gas si ebbe quanto segue : A = - 0,850° per un litro di azoto. A = - 0,830° per un litro di idrogeno. ù = - 0,715° per un secondo litro di azoto. ~ = - 0,710° per un secondo litro di idrogeno. Come si vede dall'esperienza, praticata con l'ossidulo di azoto, anche il semplice assorbimento di gas nei liquidi può influire sul punto di congelazione dei medesimi. Quindi l'abbassamento del punto di conge lazione che si riscontra nel sangue saturo di acido carbonico è dovuto solo in parte allo assorbimento puramente fisico del medesimo, poichè il punto di congelazione, che si osserva in realtà, è anco molto più basso. Dal fin qui detto si vede che la proprietà che ha l'ossigeno di eliminare l'acido carbo-

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nico dal sangue e di alterarne così il punto di congelazione appartiene anche ad altri gas. Ora le cose si co1nportano in modo affatto diverso ne ll' individuo vivo e . 1~esp irctnte l 'oss ,;. geno dell'aria. Nel polmone l'altezza che raggiunge la tensione dell'acido carbonico dipende soltanto dalla quantità di acido car· bonico portato dal sangue e dalla intensità della ventilazione i•olmonare, la quale regola l'eliminazione dell'acido carbonico. Ora se invece dell'aria atmosferica si respira l'ossigeno puro, si avrà, come primo effetto, la scomparsa delle molecole di azoto dagli alveoli e dal plasma sanguigno e la loro sostituzione con molecole di ossigeno. In condizioni normali questa sostituzione non ha nessuna influenza sulla quantità e tensione d€'ll'acido carbonico contenuto nel sangue e negli alveoli polmonari. A una influenza simile si può pensare solo se si ammette che l'ossigeno eserciti una azione espulsiva specifica sull'acido carbonico, azione cliv ersa da quella che possiede l'azoto. Non ostante le ricerche di vari autoir, HoLMGREN, LunwIG, WoLFFBERG e PRE· YER, non si sa ancora nulla di certo in proposito. Negli stati patologici con distt1rbi circolatorii il sangue, sovraccarico di acido carbonico, penetrando nei capillari polmonari, non solo cede l 'eccesso di acido carbonico, ma può anche assorbire ossigeno fino a satu1·arsene. Respi1·ando ossigeno puro, il sovrappiù di ossigeno assorbito sarà uguale al sovrappiù che si assorbe dagli individui sani. Anche qui l'assorbimento dell'ossigeno da parte del plasma sanguigno e dell'emoglobina, nonchè la presenza dell'ossigeno puro, invece dell'aria atmosferica, negli alveoli polmonari, dovrebbero i·itenersi di nessuna influenza Slllla eliminazione dell'acido carbonico e sua emissione per mezzo della respirazione, qualora non si attribuisse all'ossigeno una azione espulsiva specifica per l'acido carbonico. Questa azione però non potrebbe essere che lieve, considerata la quantità minima di ossigeno che viene assorbita in più. Anche nelle malattie degli organi respirato1·ii, come enfisema polmonare, bronchite capillare, il Kov Àcs vide che il punto di congelazione del sangue, anormalment~ basso, si rialzava in seguito alle inalazioni di ossigeno puro; in tali casi quell' abbassamento anormale indica solo che la emis· sione dell'acido carbonico nei polmoni è alterata; come lo è pure l'assorbimento dell'ossigeno. Qui possiamo distinguere due casi. Nel primo caso il sangue può divenire notevolmente povero di ossigeno, pur contenendo quella quantità ·n ecessaria onde abbisognano i tessuti per i loro processi d'ossidazione. La dispnea che si osserva in tali casi è dovuta soltanto all'accumulo di acido carbonico nel t3)

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sangue ed alla conseguente stimolazione ano1·male del centro respiratorio. Respirando ossigeno puro invece çlell'aria atmosferica, il sangue potrà assorbire una quantità assai maggiore di ossigeno ed eventualmente fino a saturità. Ma ciò si dirà che influisce sulla eliminazione dell'acido carbonico del sangue e perciò anche sul punto di congelazione del medesimo, qualora si ammetta che nella respir:;i,zione di ossigeno puro, l'ossigeno penetrando nel sangue in quantità maggiore abbia t1n'azione espulsiva sull'acido carbonico. In questi casi di disturbata respi· razione l'azione espulsiva par l'acido carbonico dovrebbe essere più energica che negli individui sani e ca~·diopazientr, poichè l'emoglobina è più o meno povera dì ossigeno per la limitata introduzione del medesimo e la. quantità di ossigeno assorbita in un ambiente di ossigeno puro è molto più considerevole di quella che si assorbe nell'aria atmosferica. Ma crescendo la quantità dell'acido carbo- nico nel sangue cresce pure la stimolazione del centro respiratorio, donde aumento della ventilazione polmonare, e perciò indiretta. men te si ha: aumento nella eJiminazione dell'acido carbonico del sangue ed ·a bbassamento del punto di congelazione. Facciamo ora l'altro caso, che cioè contem· poraneamente ad un accumulo di acido carbonico si abbia anche difetto di ossigeno; allora lo stimolo respiratorio anormale dovuto alla mancanza di ossigeno cesserà mercè la respirazione di ossigeno puro; la ventilazione polmonare si farà meno energica; l'accumulo di acido carbonico può divenire più abbondante ed il punto di eongelazione del sangue può farsi più basso. Quindi in questo caso la respirazione dell'ossigeno si addimostrere b be efficace ad onta che il punto di con· gelazione si discosti dal normale. Ammettendo anrhe qui l'azione espulsiva dell'ossigeno sull'acido carbonico, essa sarebbe più o meno compensata. Consideriamo ora i cambiamenti che la respirazione dell'ossigeno puro determina nella meccanica respiratoria. Questi cambiamenti consistono in un accrescimento della ventila· zione polmonare: gli atti inspiratori ed espi· ratori sono più profondi: gli alveoli polmonari sono aereati · più energicamente; si elimina da essi una quantità maggiore di acido carbonico, ed una quantità maggiore di acido vienè emessa dal sangue negli , alveoli. Così il sangue si fa più povero di acido carbonico in seguito al rinforzo della respirazione, e deve perciò crescere il punto di congelazione del medesimo. Laonde si t1~atta qui non di un'azione chi• • 1nica, ma 1neccantca. Però quest'azione spetta all'ossigeno in modo speciale 1~iguardo agli altri gas. Infatti apposite esperienze dell'A. hanno dimostrato che una corrente di ossigeno modifica il punto ( .J.. )

di congelazione del sangue molto più rapidamente che no~ una corrente di idrogeno o azoto. Ciò prova che l'ossigeno ha un'azione espulsiva specifica sull'acido carbonico con· tenuto nel sangue. Dal punto di vista terapeutico si noti che nei disturbi circolatori la quantità di ossigeno che il sangue assorbe in più in un'atmosfera di ossigeno puro rispetto alla comune atmosfera è così minima. che viene assai presto consumata appena ·si sospend-e l'ossigeno puro. Il vantaggio si mantiene per un tempo alquanto più lungo nelle malattie delle vie respiratorie: qui la quantità in più di ossigeno che il sangue assorbe da un ambiente di ossigeno puro è molto maggiore di quella che assorbe dall'atmosfera ordinaria; pèrò qt1esto maggiore assorbimento non può durare a lungo. Al contrario è noto che l'accresciuta ventilazione del poln1one può cacciare l'acido carbonico dal sangue con tanta energia. che occorre un tempo relativamente lungo prima che il sangue riacquisti di nuovo il primiero contenuto di acido carbonico. Un'azione p1·otratta per lo spazio di più ore non fu mai osservata finora negli individui sani. Però è possibile che nei cardiopazienti e negli individui affetti da malattie polmo· 1tari l'ossigeno puro faccia sì che la respirazlone si conservi anormalmente più vrofonda per un tempo anco più lt1ngo. Inoltre è da notare che per l'approfondirsi della i~espirazione si ha contemporaneamente una circolazione del sangue più rapida e quindi un contenuto minimo ~i acido carbonico nel sangue. . La semplice inalazione di ossigeno può fa· vorire la circolazione in quanto che essa conduce ad un migliore approvigionamento di ossigeno per il cuore, e quindi ad una maggiore capacità ft1nzionale del medesimo. Ad ogni modo l'accresciuta ventilazione dei polr:n.oni costituisce il fattore più importante. Q11anta e quale sia l'influenza favorevole che essa ventilazione riceve dall'ossigeno non lo si può decidere per ora mancando le prove speri· mentali a ciò necessarie. ffiteriori esperimenti dovranno provare il valore che può ave1·e l'introduzione dell'ossigeno senza l'accresci· mento della funzione respiratoria, come pure di quanto sia praticamente inferiore il semplice rinforzo della respirazione senza introduzione di ossigeno puro, rispetto al rinforzo della medesima combinato con l'introdt1zione di ossigeno puro. Dott. E. G uGLIELMETTI.

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Di un nuovo siero antidifterico. (WASSERMANN. Dent. 111ed. Wocli., 30 ottobre 1902).

In seguito alla scoperta di BEHRING si di· stinguono due grandi gruppi di sieri immu· nizzanti: sieri antitossici, tipo il siero antidifterico di Behring ; e sie1~i battericiò.i. Questi •

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11ltimi esplicano la loro azione in tre maniere : uccisione e dissolvimento , agglutinamento, precipitazione dei batteri; laddove l'antitossina non attacca direttamente il microrganismo. Le ricerche dell' A. furono <.lirette ad ottenere un sie1--o anticlifterico che non fosse, come quello in uso, puramente antitossico, ma bensì antibatte1·ico. Già altre volte, occupandosi di ricerche analoghe intorno al B. pyocyaneus, egli ebbe a dimostrare che la p1·odl1zione di sostanze antitossiche o piuttosto quella. cli sostanze battericide dipende dai m ezzi con i quali ft1 trattato l'animale che fornisce il sie1·0. Iniettando all'animale veleni batterici s'ottiene nel siero antitossina, e piccole quantità di sostanze battericide; iniettando corpi batterici non si ha antitossina, ma grandi quantità di sostanze antibatteriche. Partendo da questi risultati sperimentali egli ha cominciato con l'iniettare a conigli closi piuttosto rilevanti cli bacilli difterici morti, ma quasi tutti i conigli morirono ma· rantici in hre,. . e tempo . .Allora, pur non escluclendo che possa questo metodo eseguirsi su più grossi e robusti animali, quali capre e cavalli, l'A. ha i·icorso al metodo già usato da R. l{oCH per i bacilli tubercolari. I bacilli clifte1·ici già dissecca.ti ecl uccisi mediante una pe1manenza di 24 ore a 60°, vengono passati nuovamente in un essicc~to1""e, poi ridotti in polvere finissima. Questa estratta col processo di Aronson mediante soluzione al O. 1 °/ 0 di etilendiamina, filtrata e centrifugata fornisce un liquido lim· piclo giallognolo ricco di sostanze estratte dai corpi batterici. L'iniezione di 1-2 eme. di tale liquido rapidamente uccide conigli e ca,rie per avvelenamento difterico: infatti la soluzione contiene anche la specifica tossina non separata ancora dal corpo dei bacilli adoperati. Occorre neutrali?izare la tossina con l'aggit1ngere alla soluzione sufficiente dose d'antitossina. Con questo nuovo liquido vengono fatte a intervalli in conigli iniezioni intravenose di 2-4 eme.: gli animali reagi· scono con rilevante pe1""dita di peso. Il siero di conigli così t1·attati intorbida una coltura limpida di bacilli difterici e determina il de· positarsi cl'un precipitato fioccoso, risulta-ti che non si ottengono affatto nè con la solita antitossina difterica, nè col siero no1~male di coniglio. Il nuovo siero agisce quindi direttamente sul micoplasma batterico. Questi risultati hanno interesse: . perch~ confermano che le qualità d'un siero ottenuto da animali d'esperimento dipen· dono dai metodi seguiti pe1· ottenerlo e non da proprietà biologica della, specie batterica, ·cosicchè si può avere a volontà siero antitossico o sie1·0 antibatterico; perchè il nuovo siero potrà 11tilmente usarsi per la differenziazione dei bacilli difte-

rici veri e dei pseudo-difterici mediante l 'ag· glutinazione e la precipitazione; perchè non è da esclt1dersi un possibile impiego di tale siero nella pratica. Infatti se il quadro clinico clella diftet>ite è dominato dal fattore « intossicazione », entro cui sta vittoriosamente l'antitossina di Behring, potrebbe talora essere utile un agente diretto contro i costituenti del corpo bacillare, i qualI si è veduto non essere indifferenti all' organismo. Inoltre potrebbe un siero antibatterico associato all'antitossico aiutare ad eliminare i bacilli difterici che lungamente permangono nella gola dei convalescenti e sul cui valore epidemiologico anche di recente NEISSER ha richiamato l'attenzione. Ulterjori esperimenti e ricerche indicheranno i metodi migliori per ottenere questo siero antibatteric-0 e in grandi quan-tità: i tentativi qui riferiti hanno per · ora stabilito la possibilità di ottenerlo. A. di S.

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ltebtlo11iaclaire de rttécl. et da. cllir., 1902, n. 100, p. 1177).

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affezioni renali, quando non si arriva con i mezzi ordinari a precisare la mono- o la bi· lateralità dell'affezione, un processo clinico capace di farci raccogliere, isolatamente, il prodotto della secrezione. dei due reni. Diversi metodi si sono immaginati recentemente per pervenire a tale scopo e cioè: 1. Raccogliere il prodotto di secrezione nello stesso bacinetto, per mezzo del cateterismo t1reterale. 2. Isolare l'urina de.i due reni mercè un diaframma posto nella vescica. 3. Obliterare nella vescica l'orifizio di sbocco di uno degli ureteri e raccogliere esclusivamente l'urina che cola dall'altro : metodo che si è di già tentato, ma con mezzi imperfetti, e che secondo gli AA. è preferibile agli altri, per una serie di considerazioni anatomiche, cliniche e sperimentali. Il primo metodo, basato ~ul cateterismo ure· terale, non è e~rtamente un processo p1~a: tico. E un'operazione delicata, richiede una abilità ed una esperienza grandissima, e su molti soggetti è impraticabile. Basta avere aperta qt1alche vescica di vecchio, sclerotica e retratta, od una di quelle vesciche ove la cistite ha e1""oso la mucosa, ipertrofizzato i fasci muscola1·i, moltiplicato le prominenze e le depressioni, per sapere quanto sia difficile, anche ad occhio nudo, riconoscere gli sbocchi ureterali. Senza contare poi che il cateterismo

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ureterale richiede, in certi soggetti, l'anest.e sia statici. Il punto di sbocco degli ureteri apgenerale e può riuscire dannoso per il tra- partiene alla zona fissa ed inestensibile della • sporto di germi sulla mucosa t1reterica. vescica. Il secondo metodo, basato sull'installazione Ne siegue, che la fissità dei rapporti del nella vescica di un diaframma, rigido in certi trigono permetterà, da un lato di trovare maapparecchi (Luys), flessibile ed elastico in al- tematicamente la regione dell'orifizio uretetri (Oathelin), è un metodo non dispnezzabile, rale, e dall'altro la nozione del rilievo di detto ed in un certo n11mero di ' resciche si riesce orifizio e della resistenza della pareto, autorealmente ad avere con esso una separazione rizza a pensare che una pressione ~ser cidelle urine dei 2 reni. , tata in questo punto, oblitererà l'orificio t1reSarebbe un metodo idèale se la vescica terale. fosse llniformemente elastica e si adattasse Gli .A.A. hanno fatto costruire, a tal uopo, ermeticamente sul diaframma. Ma,, in realtà, uno speciale compressore ureterale, che hanno essa è elastica e cedevole solo quando è sana. provato in molti cadaveri ed applicato in paNella cistite e nell'arterio-sclerosi no~ è nè recchi malati dai quali è stato sempre bene cedevole nè depressibile che in una porzione sopportato, senza accidente alcuno. della sua estensione, e non può modellarsi su Esso è composto: 1. Di una sonda destinata ad introdurre un corpo resistente contenuto nel s110 interno. Le irregolarità, i rilievi e le depressioni della e mantenere in vescica l'apparecchio compres· superficie endovescicale sono numerose e sono sore e permettere l'evacuazione delle urine più nume1~ose nelle vesciche patologiche; du- emesse dall'uretere non compresso, evacuarante una esplorazione poi le contrazioni locali zione che av,riene o per semplice sifone o per • • sono f1·equenti , onde non si può certamente a.sp~raz1one. 2. Di un palloncino di cao·utchouc, che garantire il funzionamento del diaframma pe1-una esatta divisione delle 2 urine, perchè viene disteso dall'aria che vi si inietta, e basta che il diaframma non tocchi in una sola che il becco della sonda, inclinato lateral· superficie endovescicale, anche temporanea- mente, manterrà a1)plicato contro l'orifizio · mente, perchè le due urine non restino netta- ureterale. La sonda, aperta, è simile ad llll litotritore mente separate. La vescica normale è sensibile al più pic- comune, con la differenza che le sue branche colo contatto e lo è ancora di più quella ma· sono cave, mentre quelle del litotritore sono • lata, sicchè il contatto di uno strumento ri- massicce. Di queste due branche llna, l'a11teriore, cogido, come t1n divisore meccanico, è doloroso e provoca facilmente lo fU>asmo vescicale. Per stituisce la branca maschio ; l'altra, la postel1ltimo, non bisogna dimenticare come per una riore, costituisce la branca femmina. Quando l'appaFecchio è chiuso, le due buona separazione delle urine è condizione esseD;ziale quella che la vescica sia vuota dt1· branche si compenetrano in modo che l'appa· .rante tutta la durata dell'operazione; or la recchio somiglia ad una sonda met~lli ca orvescica non si vuota che schiacciandosi dal· dinaria, a becco corto, del calibro del n. 24 l'alto in basso. Come le parti laterali della della filiera Oharrière; mentre quando l'ap· vescica possorLo accollarsi ai lati di un dia- parecchio si apre ricorda, come si è detto, il litotritore. L'allonta.namento delle sue branche framma, elevato nel piano sagittale'? Ne segue che all'inizio dell'èsperienza la nell'apertura è limitato da una lamina arti· vescica non è vuota, ma contiene ancora una colata, destinata a premere sul palloncino miscela delle due urine, onde col di:visore non compressore, che sta a destra od a sinistra di si otterrà che una diluizione di quest'urina, essa. Il palloncino. nascosto nella branca maschio. mista con l'urina che scolerà in seguito. Resta la compressione intravescicale di uno viene gonfiato in vescica, cosicchè viene a degli orifizi ureterali. Essa è basata s11lla fis· fare e1~nia a destra od a sinistra dell'appa· sità dei dati anatomici che gli .A.A. hanno stu- re.cchio, a seconda che si vorrà chiudere l'ure· aiato con una serie di esperienze intraprese tere destro od il sinistro ; si comprende quindi che · bisogna avere, oome hanno gli sul cadavere. . Anzitutto è da notare la costanza dei rap· .A.A., due apparecchi simmetrici, l'uno per porti che uniscono i tre elementi del trigono: l'uretere destro e l'altro per il siniistro. Prima d'introdurre l'apparecchio in vescica, uretra ed orifizi ureterali. Nell'adulto l e dimensioni del trigono variano poco. Si è sem- questa viene lavata sino a che l'acqua fuori· pre sicuri di trovare l'orifizio ureterale a 25 esce chiara ; indi si pratica un'ultima inie· o 30 mm. all'indi~tro dell'uretra, a 10 o 15 mm. zione, di volume proporzionato alla capa· dalla linea mediana. Tali dati sono fissi eco- cità vescicale ; poi s'introduce l'apparecchio. stanti comunque variino le dimensioni della si apre la sonda, e mantenendola oriz· vescica. L'orificio ureterale fa generalmente zontale, col becco in alto, si i·itira nel piano una leggera sporgenza sulla superficie vesci- sagittale fino a che si la ha sensazione di urtare cale, sporgenza che è più forte nelle vesciche col becco della branca femruina la faccia poirregolari ed in quelle dei vecchi e dei pro- steriore del pube. Se allora si inclina a de· ,

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stra o a sinistra, l'orificio llreterale è necessariamente compreso nello spazio quadri· latero, delimitato dai due becchi della sonda aperta ; allora, mentre la vescica si v~ota dell'acqua iniettata, si gonfia il palloncino, che sta nel lato verso cui si è inclinato lo strumento e si viene a comprimere il relativo sbocco d't1retere. L'obliterazione così riesce completa, onde non resta che prolungarla quel tempo sufficiente a permettere al rene del lato opposto di secernere la quantità di urina necessaria all'esame. Dopo l'aspirazione, praticata per mezzo di una siringa vuota, applicata ad un tubo che sta nelJa sonda, l'urina dell'uretere non compresso scola l entamente. Notano gli AA. che questo scolo non è continuo ma è intermittente, cosicchè ad una serie di cinque o sei gocce segue una pat1sa, e poi un'altra serie cli gocce, ecc. Ottenuta così quella data quantità di urina necessaria, non l"'esta che : vuotare il pallonci no. chiudere poscia l'apparecchio, e, ridi\entato questo una sonda ordinaria, riti· rarlo. Con tale metodo gli A A. non hanno mai dovuto lamentare nè complicazioni nè acci· denti di sorta. Il rigonfiamento del pallone è ben soppor· tato ; la compressione sullo shocco dell'ure· tere me11tre dà una obliterazione h.ssoluta, non è affatto dolorosa. Dott. N. LEOTT.A..

ed è contenuta nell'interno dell'istrumento, e si svolge nel piano verticale e a mo' di elissi, allorchè l'asta graduata viene spinta dall'avanti. all'indietro. A questa molla viene, al momento dell'uso, debitamente fissata una membrana elasticissima; di guisa che, allorquando lo strumento è in vescica, questa viene completamente divisa in due metà laterali da un diaframma impermeabile. Prima di adop erare lo strumento, bisogna preparare l'ammalato. È superfluo far cenno delle coml1ni disinfezioni dell'apparecchio, dell'infermo, delle mani, ecc. Si misura, adunque, la capacità vescicale, iniettando,ri acqua borica fino a che si risveglia il bisogno di urinare; si ottiene così la capacità minima della ve· scica; si seg11ita ad iniettare, e il bisogno di· , venta imperioso ; si ha così la capacità vescicale massima. Vuotato il liquido ~ lavata la vescica, si iniettano ancora e si lasciano dentro da 10 a 20 gr. di acqua borica; questa deve se1~vire a far funzionare i due cat eteri a mo' di sifoni. Si introdt1ce lo strt1mento, stando l'infe1""mo supino s u un piano resistente a coscie divaricate; e tenendo l'istrt1mento orizzontale e · coll'estremità ricurva rivolta in alto, si ritira così, che questa viene ad essere arrestata ed appoggiata sulla parte st1periore della sinfisi pubica. . Si spingono in 'rescica i due cateteri, fino a cb e non sono arrestati dalle pareti ' rescicali e subito si vedrà la soluzione borica sgoccio· lare dai cateteri. Si spin.g e alla sua volta Sepa1·azione delle u1·ine dai due reni. l'asta g1"'aduata, che è quanto dire si fa svolgere nella vescica la molla e il suo diaframma (1Jierlica l .Rerorrl, NO\\"· York, ottobre 1902). fino a sorpassare di poco il numero che sulPer ottenere que~ta separazione, F. 0ATHE· l'asta segna la capacità minima vescicale, precedentemente trovata. LIN fece costruire un suo strumento che chiamò Si fissa l'asta a questo punto, con una vite « T ~e diviseur vésical gradué » , presentato al- . l'Accademia medica di Parigi nel maggio 1902. d'arresto e si solleva il padiglione dello stru· Esso rassomiglia ad lln comune catetere me- mento un po' al disopra dell'orizzontale, si tallico, a curva Mercier, del calibro 25 (filiera appoggia acl un sopporto costituito dallo stesso francese). Il padiglione di questo catetere ha coperchio che lo contiene e ch e si piazza tra un orificio centrale, attraverso il quale passa le gambe dell'infermo. Te1""minata d'uscire l;:t, un'asta metallica graduata da 10 a 300. Questi soluzione borica, dai due cateteri seguiterà a n11meri rapp1"'esentano il punto in cui deve sgocciolare l' urina, come giunge n elle due arrestarsi la punta di quest'asta, a seconda metà vescicali. . L'estrazione dello strumento si fa come d'un c1Plla capacità vescicale, preventivamente mi· surata. Nel padiglione esistono pure, ai lati, qualunque altro catetere, dopo aver ritirati i due lliccoli tubi metallici, che servono qt1ali due catete1"'i e l'asta graduata. L'uso di questo apparecchio pare sia della più conduttori di due piccoli cateteri molli. Nel· l 'estremo vescicale dello strumento, in corri· facile applicazione e dia risultati costantemente spondenza della convessità della curvaMercier, esatti, senza produrre disturbi e dolori di sorta Dott. QUATTRO C1occm. lateralmente corrispondono due occhielli, per al malato. il passaggio dei due cateteri molli, e nel mezzo una terza apertt1ra lineare, antero-posteriore, in dipendenza della suddett::t asta graduata. · -Recentissime pubblicazioni: La parte essenziale dello strumento è riposta ricerche in una memb1~ana elastica, che appunto viene La Malaria secondo le nuove . fissata all'estremità, diciamo così, vescicale di del prof. A. OELLI (2• edizione), L. 5 el etta asta. Questa termina in ·tlll.a molla, fogIndirizzare richieste con Cartolina-va.glia. alla Società Edl· giata ad ansa, la quale si mantiene ripiegata, trlce Dante Allghlerl - Roma. ' 7)

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IL POLICLINICO

PEDIATRIA

La relazione fra il timo e l'at1·ofia. (STOKES, RuHRA.H e ROHRER. Plie 1ned . sciences. Novembre 1902).

Jour1tal of the

L'atrofia nei bambini può essere primaria o secondaria. La cat1s~ della atrofia . primaria è tutto1~a soonoBciuta, mentre la secondaria si ma.nifesta in segt1ito ad alcune malattie (tube1·colosi) o anche in seguito a nutrizione defi· cien te o irregolare. . BAGINSKY crede che l'atrofia primaria sia dovuta alla deficienza di sviluppo della mt1· cusa dell'intestino e alla alterazione dell'assorbimento consecutivo. Egli calcolò la quantità di azoto ingerita ed e.liminata con le feci e trovò che l'assorbimento è diminuito negli atrofici del 50 per cen_to. BENDIX dice che questa cifra è esagerata ed HEUBNER e RuBNER, in seguito ad espe· rienze fatte, affermano che il cibo assorbito è sufficiente, ma che la malattia è dovuta ad autointossicazione dipendente dalla decompo· sizione dei cibi nell'intestino. Più recentemente MARFAN ha detto ohe la atrofia infantile primaria è dovuta alla mancanza o alla deficiente attività dei fermenti nutritivi:. tale fatto sarebbe dovuto a infezione ini.estinale. JiJSCHERICH e MARFAN, ambedue affermano che la i·agione p er cui il latte di donna è un alimento migliore per il bambino e per cui i poppanti allevati al seno più raramente divengono atrofici, dipende dal fatto · che nel latte di donna esistono dei fermenti che non esistono nel latte di vacca. Le idee odierne sui fermenti sono ancora troppo vaghe per avere un grande valore. Gli autori ritengono che l'atrofia non sia dipend~nte dalla quantità di cibo ingerita, nè dalla quantita assorbita dal tratto intestinale~ ma che sia dovuto a. .distt1rbi dell'assimilazione dell'alimento nell'interno dell'organismo stesso. HERARD FRIEDLEBEN e M ETTENHEIMER hann-o posto in evidenza che la grande~za e le condizioni del timo posson.o essere un indice dello stato di nutrizione del corpo. Di questo non vi può essere alcun dubbio e le osservazioni sono tutte concordi Stl tale ar· go mento. METTENHErnER cita due casi di atrofia infantile nei quali il timo pesava relativament~ grammi 3. 6 e 2. 1. All'esame microscopico notò a11mento del tessuto interlobt1lare; i lobuli avevano perduto la loro normale struttura linfoide ed i linfociti erano sostituiti da una proliferazione delle cellule endoteliali. I corpi di Hassall erano aumentati e lasciavano scorgere traccie di degenerazione. Gli autori hanno studiato 18 casi di atrofia infantile n ei quali fu fatta l'autopsia. Il peso del timo in questi variò da grammi 1. 2 a ( 8) •

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grammi 7. 5 e la media fu di grammi 2. 2. È bene sapere che il p_eso medio del timo nor· malmente è di 18 grammi. Fatta eccezione di que~ casi nei quali si sviluppò una infezione termina-le, l'unica alterazione notevole che si trovò fu a carico del timo. Questo è impiccolito : la capsula fibrosa che lo involge è più s1Jessa del normale e così pure ispessite appaiono le trabecole. Vi è una neoformazione di connettivo attorno ai vasi sanguigni ed ai capillari della ghiandola. I lobuli, quando la alteraizione è Ie·ggera, contengono da cinque a quindici corpi di Hassall i quali presentano nel loro interno parecchi punti ialini. I linfociti sono diminuiti di numero, ed è aumentato l'endotelio reticolare. In uno stadio più avanzato la struttura llnfoide del lobulo scomparisce quasi del tutto e aumenta la formazione· dell'endotelto retico· lare. Questo p1~ocesso di proliferazione endoteliale éontinua fino a che il lobulo si trasfo1~ma in ltna massa di capillari separati da un acrumulo di cellule endoteliali di varia forma e grandezza. Quanto più il processo è avan· zato, tanto più pronunciata è la degenerazione ialina dei corpi di Hassall. Anche nella atrofia secondaria, come sarebbe quella consecutiva a tubercolosi, a gastroenterite, a rachitismo, a sifilide congeni· ta., ecc., il timo è climinuito di peso. ~lETTE· NHEIMER in parecchie autopsie fatte in questi · casi rinvenne un aumento del tessuto fibroso e degenerazione ialina dei c·o rpi di Hassall. Anche gli autori in 13 casi simili rinvennero presso a poco le m edesime alterazioni già descritte della ghiandola. Si può quindi conclt1dere che il peso del timo sia un indice dello stato della nutrizione generale del corpo. Il fatto che il timo è stato adoperato con • apparente successo nella cu1·a di qualche caso di mixoedema ha indotto gli autori a pensare che forse poteva riuscire utile anche n ella atrofia infantile. Inoltre, date le alterazioni della ghiandola che si osservano in questa . affezione., sembrerebbe logico pensare che il timo dovesse essere realmente giovevole. Per ciò gli autori somministrarono a 16 bambini delle dosi crescenti di timo disseccato, ma non poterono osservare in essi alcun miglioramento. M. FLA~CINI. •

Prof. Achille De Giovanni

La Lega Nazionale contro la Tubercolosi • • • • • sua organ1zzaz1one e sue asp1raz1oru.

Un elega1tte voln1netto di 90 pagine, Lire 'i. NB. - La vendita di tale volume, sottratte le spese, è a vantaggio della ùga Naiionale conlro la Tubercoloai. •

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ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

PARTICOLAR1

R. ACCADE}IIA DELLE SCIENZE

DI

BOLOGNA.

Adunanza del 25 gennaio 1903.

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L'accademico benedettino prof. G. Tizzoni pre· senta, anche a nome del dottor L. PANICHI, una !Iemoria col titolo: e Vaccinazio11e, i1nmunità e sie· 1·oterapia co1itro lo pnen11tococco del Frti1ikel. » GU A.A.. da prima dimostrano che l'insufficienza ~ l'incostanza dei risultati ottenuti fino ad ora nella Taccinazione contro lo pneumococco di Fr:tn.kel e nella produzione del rispettivo siero curativo, dipendono principalmente da difetti dei materiali di -cultura. Gli AA. si servono di substrati nutritivi .speciali, che non agiscono da tossici come avviene per organi e tessuti di animali morti per infezione da pneumococco. T"tli substrati nutritivi, poveri di materiali ingombranti, sono facilmente sopportati dagli animali per iniezione endovenosa e permet· tono al germe la produzione in massima quantità di sostanze velenose identiche per costituzione a q11elle che esso forma n el corpo. Nella vaccinazione gli AA.. usano iniezioni sotto-cutanee e intravenose di filtrato di culture in brodo -comune o speciale· però, appena ottenuto un siero anche di potere non elevato, essi preferiscono il metodo misto con iniezione contemporanea Ji siero e c11ltura in brodo speciale in due vene distinte. Il rinforzo è sempre fatto con iniezione endove· :nosa di cultura in brodo speciale ripetuta a ,periodi 1·egolari di 10-12 giorni. Il salasso è egualmente praticato 10-12 giorni dopo l'ultima iniezione. Pro· Yato il siero così ottenuto, si dimostrò di alta po· tenza tanto in esperienze contemporanee quanto in quelle curative. Nelle prime si giunse a ris11ltati completi con dosi di eme. O. 25 °/00 di siero contro infezioni che uccidevano i controlli in 24: ore. Nelle seconde si poterono salvare animali anche oltre la metà della malattia, quando questa decorreva in modo rapido, e i conigli dimostravano già la pre· senza di bacilli liberi nel sangue. La dose curativa in questi casi era di eme. O. 5 - O. 25 °/00 di siero iniettato nelle vene. Gli effetti della sieroterapia si mostravano anzi· tutto nella temperatura, che, per 'd osi di siero suf· ficienti, scendeva definì tivamente alla normale e per dosi insufficienti presentava innalzamenti 'se· -condari (febbre secondaria) ; in tal caso nuove inie· zioni determinavano un più sollecito ritorno alla normale. Il peso corporeo per dosi sufficienti di siero non ·s ubiva modifica~ioni; per dosi minori presentava leggeri e transitori abbassamenti, accompagnati di

solito a fenomeni nervosi transitori (apasmo di uno o più arti). L'infiltrazione locale, per dosi insufficienti o per un potere immunizzante pon molto elevato del siero, progrediva poco; altrimenti si arrestava subito e regrediva rapidamente. Le iniezioni endovenose dimostrano una efficacia molto maggiore che le sottocutanee anche fatte nel focolaio d'infezione. Il siero avuto da animali vaccinati con lo pneumococco di Frankel (varietà comune) ha azione curativa contro il virus della varietà nevrotossica· mentre il siero di questa non vale contro il virus' della prima. Gli AA. infine con altre ricerche determinano la superiorità del siero ottenuto da loro su quello di Pane, mediante esperimenti contemporanei e cura· tivi fatti con la varietà comune del pneumococco di Frankel; invece il siero Pane si mostrò abbastanza attivo contro il 'rirltS della varietà nevro· tossica. Quanto al meccanismo della immtmità otten11ta col siero antipneumococcico, gli AA. hanno rico· nosciuto il potere agglutinante di questo siero, e dopo averne esclusa una efficace azione bactericida e aver descritto i fenomeni tossici che interven· gono negli animali incompletamente immunizzati col vaccino o col siero, discutono la questione ri· guardante la presenza nelle loro culture di una tossina fondarp.entale specifica. Questa, che non determinerebbe negli animali altro che fenomeni latenti, sarebbe messa in luce dagli AA. con la dimostrazione del potere che hanno i filtrati pro· venienti da culture attive di uccidere gli animali una volta uniti a bacilli accuratamente lavati anche se appartene1Lti a culture atossiche. Viceversa è nulla l'azione dei filtrati di culture atossiche su bacilli lavati e provenienti da culture attiv.issime. Sulla base di tali fatti ricercando pe· riodicamente con le culture le modificazioni che avvengono nel sang11e e nel focolaio locale dopo la cura cor siero, gli AA. dimostrano che il siero stesso non uccide direttamente i bacilli, ma li mette nelle condizioni di non nuocere più all'ani· male e di essere gradatamente distrutti dalle forze naturali. Dott. L. BECCARI. ACCADEMIA MEDICO-CHIRURGICA DI FERRARA. Seduta del 27 dicembre 1902. Presidenza: Prof. E. Cavazzani.

Centanni. Ulteriori ricerclie srille sostanze antìa11,tolitiche .( determinazioni chimiche). - L'O. ha preso a studiare quattro categorie di corpi: 1° Tossine batteriche (pnetlmococco, difterite); 2° Prodotti di at1tolisi dei tessuti (milza, sto· n1aco) ·


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1L POLIOLINICO

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3° Sieri di animali intossicati e immunizzati (difterite, acido cromico) i 4° Sostanze anticoagulanti (sanguist1ga). Ha praticato fa prova istologica e l~ prova chi· • mica. Pet l'istologica si sono immers~ asetticamente in soluzio~ delle dette sostanze, dei pezzetti di retina, di rene, di fegato, e la~ciati per ' rario tempo· alla stufa.· È risultato concordemente per le prime Qre che quei tess11ti conservano la loro costituzione .istologica, e soprattutto i -nuclèi più a· lungo che il tessuto in autolisi senza aggiunt~.. Nei periodi suc· cessivi qt1esta differenza può ca!lcellarsi.

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Lo st11dio chìmico, ora attivissimo, sui corpi svi· luppati nel cor.p o de~l'autolisi si pratica precipi· tandoli in una serie. di grµppi, che si paragonano fra di loro in base all'azoto totale dato dal RJELPHAL; per ogni gruppo poi si analizzano i singoli corpi compressivi. La serie è molto- estesa e ancora jm. perfettamente conosciuta. L'O. ha scelto per queste prime ricerche il do· samento di due tappe principali; il N . della mole· cola staccatasi come prodo.t to .soli1bile dalla cellula e il N .della molecola giunta al gradQ di scissione da non precipitare più col tannino secondo HEnm. A questo scopo una fine emulsione toluolizzata dì milza di vitelio viene mescolata con le sostanzé da saggiare in dosi determinate, e lasciata alla stufa per 20-70, 120 ore; · l'emulsione splenica senza ag· giunta serve di controllo. · Dal paragone del N trasforrp.ato nella mescola11za e nel controllo, si trova ·da· principio sempre uno stadio in cui è superiore il controllo; più tardi fi. niscono per equivalersi. · In t1n terzo stadio, che non pare comtme a tutte le sostanze provate ed è sviluppatissimo nella tos· sina difterica, diventa superio1~e il N della mescolanza, cioè vi ha sostanze che favoriscono l'autolisi attraverso ad un periodo di arresto iniziale. ' Notevole che l'estratto di sanguisuga si comporta verso l'autolisi come le tre prime categorie di so· stanze sperimentate, le quali tutte alla lor volta sono più o meno anticoagulanti in vitro sul s~ngue, azione che 1'0. riconosce dov11ta a neutralizzazione del fibremina. Notevole pur~ l'azione antiooag.;.. lante e antiautolitica · del siero antidifterico, con chè' può forse intèrpretarsi l'effetto osservato con · esso i11 altre malattie. La conoscenza di fermenti interni che presie· . dono al ricambio disassimilativo e. sono pronti a distrugge_re la cellula appf)na indebolita, mette sotto nuova luce il meccanismo di azione delle so· stanze patogene, come pure delle pl'ot~tt~ici dei tess1iti e probabilmente delle pirogene. L'azione patogena ptlò, in parecchi casi ridursi a semplice predisposiziqne all'aggressione dei fermenti auto· litici, la protettrice a paralisi temporanea dell'a11to-

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lisi nella cellula anche predisposta. E conoscendo . che i fermenti autolitici hanno, almeno in gra •. parte, carattere generico nei vari esseri e nei var: ;=' tèssu~i, ·non riesce difficile spiegarsi come caus ~ sp.ecifiche si estrinsechino con effetti generici, come si possa dar~ una immunità generica c_o ntr cause specifiche, secondo gli studi de11'0., s11lla polivalenza dei vaccini e sulla febbre, ove entrano aypunto talune delle sostanze antiautolitiche qui sperimentate. . •

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Cappelletti. Follia di dubbz:o. -

L'O. raccoglie sotto la denominazione di follia di dubbio le di· ve1;se idee fisse finora studìate: ciò mentre ser,re a stabilire il carattere fondamentale del fenomeno, evi ta l'inutile sfoggio di tanti neologismi, creati a designare le idee fisse, a seC'onda la lgro variabile . veste, senza alc11n vantaggio semeiotico o clinico. Passa poi a considerare la patogenesi del feno· meno. L'O. riferi~ce un caso tipico e ne trae occasione -per svolgere al· cune considera•lJioµi sulla suai na.tura e pa-t ogenesi. L 'O., completando il pensiero di BRISSAUD, che ii.e st_a bilì la natura psichica, dimostra tratta.r si di una idea fissa. •

Cappelletti. Torcicollo

1n e1ttale~ ~

Cappelletti. Nuove ricerclze slll cloreto1te. - L'O. h~

compiuto una nuova serie di ricerche sul clo· retone, della cui azione aveva già dato conto all'Accademia nell'anno decorso~ Le nuove ricerche hanno pie:q.anrente confermato le prime. II clore· tone è un buon ipnotico, senza inconvenienti e che può. soll).tninistrarsi anche in infermi deboli e cle· periti senza nocumento. La - dose va da gm. 1. 50 a 3 grammi. L. Giannelli. "f)ullo svilr1tppo fletta eavità epatoenterica 1ieg_li anfibi. - L'O. a mezzo. 4elle su.e ri· cerche, fatte segnatamente larve di anfibi tiro· deli, non che su latve giovaniss~é di ra1ta esc11· lenta, ha potuto dimostrare che la cavità epatoènterioa de~li anfibi adulti, corrispondente alla j retro cavità peritoneale cl ei mammiferi si costitt1isce unicamente a spese della cavità e)Ilbrionale epato· enterica e non prende alcuna parte alla. sua for• • mazione la cavità epato- enterica embriont11le sini· stra. Inoltre l'O. ha. potuto porre ip. evidenza che . l'una e l'altra delle due cavità epato-enteriche

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embrionali non sond dovute, come ritenevasi, a culi di sacco celomatici che p1'imitivamente s'inol· trino in mezzo agli abbozzi dei vari organi, ma sono invece dovute · a delle primftiv-e insenat11re celomatiche, le quali solo secondariamente, per la costituzione dei legamenti epato-polmonari, vengono distaccate da·l la cavità celomatica generale e tra· sformate nelle suddette cavità.

Casati. 5 casi fli splenectoniie. - Sono 5 sto

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SEZIONE PRATICA

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• • cli operati seguiti tutti da gt1ar1g1one. Le indica· zioni f11rono: Splenomegalia primitiva • • 1 Splenomegalia malarica • • 3 Cancro della milza • • • • 1 L·o. fa segt1ire la narrazione dei 5 casi da al· c11ne considerazioni, che scaturiscono dall'esame dei casi stessi. - 11 casi di a11i1J11ta.~io1ie alla Brtnge. - Il processo aclottato dall'O. è in parte differente da quello seguito dal Bunge, perchè egli segue il metodo circolare. I casi che egli riporta dimostrano come con questo processo si ottenga un moncone indolente, non ingrossato, e eh~ sopporta ancl1e un apparecchio ortopedico primitivo.

E. Cavazzani. Intor1to alte rariazioni nei ronte 1111!0 rli tilcali riel sangue dopo la iniezio1ie endovenosa cli carbo1iato cli soclio. - L e ricerche di 0 HA· e BRIECHE, del FREUDEBERG, dello STRAUSS, del P .ERG..\:\II hanno dimostrato, ch e n è per la inie· zione sottocutanea, n è per la somministrazione per bocca di alcalini si può aver tma elevazione sen· sibile e p ermanente del contenuto d'alcali del sangue. L'O. ha eseguite delle ricerche per vedere, se ciò si effettui quando gli alcali siano iniettati diretta· inente nelle vene e quando sia soppressa la circo· lazione n ei reni: valendosi del s uo emato-alcali· metro, che permette t1na ·d eterminazione molto ra· pida degli aloali del sangue, ha col metodo o"'raJico ' riprodotte in due tracciati le oscillazioni del grado alcalimetrico del sang ue dopo la iniezione endovenosa di carbonato di sodio. Da q nesti tracciati ap· parisce che gli alcali scompaiono dal sangue breve tempo dopo di esservi stati introdotti, anche se per la. via delle ,-eue; e questa scomparsa avviene anche se sono legati tt1tti i vasi r enali; è p erò un po: piì1 le11ta e meno completa. Dott. U:\IBERTO RAVENNA. RON

As. ·ocrAZIO~E

)IEl>JCO·UHIH.i:RGTUA DI PAR~IA.

Secondo l' A. la gravidanza gemellare monoco· riale e monoamniotica si osse1·verebbe una volta su 19498 parti. L'unicità dell'amnios sarebbe in alc11ni casi un fatto pi·imitivo, in altri invece sarebbe secondario alla scomparsa di un setto interamniotico. Solo il 26. 5 per cento dei casi di questa forma di gravidanza decorre a termine. Disastrosa è pure l'influenza sulla vita del feto, avendosi una morta· lità fetale del 70. 2 P'='r cento e per lo più la causa della morte è- l'attorcigliamento dei funicoli. Nel 1!l. 11 per cento clei oasi uno almeno dei feti pre· senta delle gravi mostruosità. Il dottor Cavazzani riferisce su di un caso di

Rottnra trasversale co11ipleta sponta1iea del retto. In un caso di cancro inoperabile della porzione superiore del r etto, curato palliativamente col· l'ano preternaturale, avven.n e la rottura spontanea del punto infiltrato dal tumore, in seguito ad uno sforzo: il tratto r ettale inferiore fu arrovesciato di fuori a guisa d'un prolasso: 1'0. r esecò il pro· lasso e l'esito dopo vari mesi si mantiene· ottimo. In base a quell'osservazione 1'0. propone un procedimento speciale p er la ct1ra chirurgica di certi casi di cancro della porzione alta del r etto. Il dott. Marimò parla su una 1Yota ser1iiologica sul 1norbo di Parlcinson. A 1rendo riscontrato in un caso di paralisis agitans a forma comune e in una emiplegica antica l'~perestensione permanente del. l'allt1ce che è tm~esagerazion e del fenomeno del Bain· ski il ct1i significato di alterazione del cordone pira· midale è oggidì dimostrato, ritiene ciò sia una con· ferma semiologica della constatazione istologica del Burzio sulla natura organica del mor bo del Par· kinson dipendente da una alterazione del cordone piramidale, con cui si intel'preta bene il quad"ro clinico, e se n e sosp etta ragionevolmenie la natura at1totossica.

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Presie(le il prof. Corona, presidente. Il presidente commemora il clott. Alpi, ex-consi· gliere dell'Associazione.

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Il dott. Alfieri comunica st1 di un caso di .r1ravi· rlan~a bigentina JJio11roantniotica. La pazie11te di . anni 32, trovavasi alla fine della s ua settima cO'ravidanza, clolle quali 11na era stata gemellare. La gravidanza era decorsa in n1odo affatto r egolare ; il parto avvenne spontaneo per entrambi i feti, dei qt1ali il primo nacque vi,ro e bene s'\rilttppato, il secondo, pure bene sviluppato, venne alla lt1ce gravemente asfittico, ma potè essere rianimato. La massa placentare era unica ed unica la cavità am· i1iotica, senza traccia di setto; i ft:nicoli erano molto lunghi (1 cm. 100 - 2 cm. 95) e di essi il primo era attorcigliato a spirale attorno al secondo.

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Il professore Riva presenta u11 suo appar ecchio mediante il quale ottiene la la, atura della vescica e, contemporaneamente, volendo la elettrizzazione della stessa, a 1rescica clistesa n olla misura desiderata.

Recentissin1 ft p ub.bl i cazione :

L'IGIENE DEL BAMBINO •

. Prof'. Cav.

del

L UIGI CoNCET'l'I Direttore della Clinica Pediatrica nella R. Università di Roma.

È un bel voltrme di oltre 600 pagine, illustrato

da molto figure inter calate nel testo. Prozzo L. 'i ,50. Rivolgere cartolina·V'aglia alla Società Editrice Dante Alighieri di Albrighi, Segati & C., Via dei Pre· fetti, N. 15 - Romtt.

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(Secluta clel 16 gennaio 1903).

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IL POLICLINICO

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(Comunicazione alla Società di Medicina del dott. SUAREZ DE MENDOZA). I felici risultati ottenuti dall'uso dell'adrenalina e della surrenalina (estratto delle capsule surrenali) in un certo numero di affezioni oculari ed oto-rinolaringoiatriche, mi spingono a comunicare i risultati delle mie esperienze personali, allo scopo di contribuire alla diffusione dell'uso di questi medicinali efficaci ed inoffensivi. • I risultati ottenuti già in certe malattie generali; dovute all'atonia dei capillari, sono assai incoraggianti. . Si è provato l'uso dell'estratto delle capsule surrenali nel rachitismo, nella ·neurastenia, nelle malattie mentali, nelle emorragie gastro-intestinali, neil~edema pulmonare ed in tutti i casi, nei quali si è volt1to ricorrere alle proprietà va~ocostrittrici della surrenalina. STOELZNER, so1nministrando la surrenalina ai fanciulli rachitici, ha potuto constatare dopo un certo tempo un miglioramento nel loro stato gene· rale; la dentizione procedeva meglio ed i fanciulli potevano presto caro minare. Secondo DAWSON la surrenalina dà risultati sod· disfacenti nell'eccitamento mentale avanzato, nella manìa, soprattutto in quella acuta di data recente, nella melanconia, nello stupore ed in tutti i casi, nei quali la pressione sanguigna è diminuita. La principale azione fisiologica, secondo l'_.A., è di aumentare in questi casi la pressione arteriosa, di produrre un effetto tonico sul cuore e sui muscoli in generale, ed infine di diminuire l'intensità degli scambi. FENWICH, nell'ematemesi, somministrando ogni 2 ore uno o due grammi di surrenalina, ha ottent1to ottimi risultati. Gli stessi risultati· ha ottenuto nel cancro del retto somministrandola internamente o per lavaggi. GRU~TBA Uì\I adopera i tabloidi di surrenalin,a di gm. O. 3, somministrandone parecchi al giorno, nelle emorragie gastro-intestinali. GIVEN esperimentò la surrenalina in un caso gravissimo d'ematemesi consecutiva ad ulcera gastrica, ribelle all't1so del ghiaccio, dell'acido gallico, al riposo e che si arrestò con l'amministrazione d'una prima dose dell'estratto delle capsule sur· renali. L'.A. in seguito ne ordinò cgm. 30 da sommini· strare ogni 3 ore per 12 volte. HALT arrestò un'emorragia gastro-intestinale in lln neonato somministrando un grammo dAll'estratto ~)\

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Applicazione della surrenalina e dell'adrenalina in oculistica e in oto-rino-lariugolatria.

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saccarificato disciolto nell'acqua. GRAY di Chicago ha somministrato con successo ogni 2, 3 ore 10, 20 cgm. di surrenalina ad un certo n11mero di pulmonitici. Secondo l'.A. agisce come stimolante del cuore e per conseguenza è indicata nei casi di debolezza cardiaca esistente od imminente L'.A. ha ottenuto pure un ottimo risultato in un caso di emottisi in un vecchio di 78 anni affetto d'asma complicata ad albumint1.ria. Sotto l'influenza del trattamento il polso da 100 pulsazioni cadde rapi· damente a 82, l'espettorazione sanguigna cessò completamente dopo alcune ore e l'albuminuria all'indomani. Gli esempii citati bastano per dimostrare, che l'opoterapia surrenale occuperà un giorno un posto importante in terapeutica generale. I benefizi, · che dalla surJ;enalina e dall'adrenalina possono ricavare gli specialisti, sono indiscutibili. Basta una sola goc,cia di surrenalina applicata su una congiunti~ra normale per provocare in 2, 3 minuti circa una anemia profonda di tutta la superficie del globo oct1lare. La congiuntiva diventa bianca giallastra, la sclerotica bianca, madreperlacea, non si ved-e più un solo vaso congiuntivale e l'occhio assume l'aspetto porcellanaceo. L'iniezione della surrena· lina sulla congiuntiva prodtLce rapidamente un abbassamento notevole e prolungato della pressione intraoculare, dovt1ta, secondo DARIER, alla contra· ~ione dei vasi e delle fibre del corpo ciliare. Dopo il congresso d'Heidelberg nel 1896., gli oculisti hanno cominciato a servirsi della surreha· lina in tutte le operazioni, che si praticano sul globo oculare, sui suoi annessi ed in tutti i casi, nei quali si vuole ottenere· momentaneamente una anemia dell'occhio.Nei casi più difficili, alternando la cocaina con la surrenalina, si ottiene t1n'ane· stesia completa dell'occhio anche fortemente ipe· remico. DARIER ha notato, che nelle congiuntiviti è cheratiti pustolose, usando la surrenalina pr~ma di applicare la pomata gialla, si abbrevia il corso della malattia. Zll\!MERMANN ha usato la surrenalina nelle affe· z-ioni delle vie lagrimali per fa.re sopportare bene il cateterismo ai malati pusillanimi. L' .A. ha ottenuto delle guarigioni nel panno, sia granuloso, che tubercoloso mediante applicazioni ripetute di sur· renalina. PERRET nel catarro primaverile ha ottentito, con istillazioni freqt1enti di surrenalina, un miglìoramento m~mentaneo dell'affezione e la disparizione completa delle lesioni pericorneali. ZIMl\fER)IA~NN, esperimentand.o la surrenalina Sll · se stesso, ha constatato una diminu~ione notevole del tono oculare e ne deduce, che i miotici com· binati alla surrenalina, potranno essere raccomandati nel glaucoma non solamente per preparare l'ope· razione, n1a anche nei casi nei q11ali l' irideotomia

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SEZIONE PRATICA

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è controindicata. Io stesso ho usato largamente la s1u·rena.Iina nelle malattie oculari, sia a scopo te· rapet1tico, sia per decongestionare il campo opera· torio e sempre ho avuto ottimi risultati. Per gli stessi scopi mi ~ono servito della surrenalina in oto-rino-laringoiatria, adoperandola me· diante frizioni energiche, o polverizzazioni, o bagnan<.lone i tessuti. In molti casi di rinite ac11ta con turgescenza clella mucosa nasale, con ostruzione nasale consecuti,ra, oon pesantezza della testa, cefalea, irritazione delle vie aeree superiori, t1na sola applicazione en ergica di surrenalina ha procurato al pa· ziente tln gran sollevamento e talvolta scomparsa completa di tutti questi sintomi penosi. La surre· nalina rende grandi servigi all'inizio, poichè si comporta, come medicamento abortivo, superiore a tutti i trattamenti finora preconizzati (tintt1ra di belladonna, di aconito, ecc.). Bisogna stare attenti ai casi cli refrattarietà da parte . dei malati, poichè può provocare un'idrorrea inten sa e t1n'iperemia secondal'ia più .forte. La surrenalina dapprima e l'adrenalina in segt1ito mi hanno reso grandi servigi, come emostatici ed ischemizzanti, negl'interven.ti intrana. ali (estrazione di corpi stranieri, ablazione di polipi, della testa e clolla coda clei cornetti, intervento sui seni e sulle cellule etmoidali). Per pre,renire 1 emorragia postoperatoria tn.rcliva, segnalata da alcuni at1tori, !io so1npre tamponato l a ca,rit~t nasale alla garza iodo· formica o semplicemente sterilizzata. In un inter· '\"ento sttl Reno frontale, rien1pito di fungosità e sangtLinolento al minimo toccamento, mi sono tro'"ato bene tamponando la cavità aperta con banael· lette di garza sterili~zata imbevuta di surrenalina. Nei piccoli interventi sull'orecchio (paracentesi, ablazione dei polipi, estrazione di ossetti, raschiamento della cassa timpanica) la mescolanza dell'estratto surrenale e della cocaina mi hanno per· n1esso cli operare in bianco e con grande sictu·ezza. L'anestesia, ·ottenuta con tale mescolanza all'1 per 20, è pit\ perfetta e piìL durevole di quella pro· clotta e.la Ila sola cocaina. :N" elle amigdaliti e faringiti acute, dove la deglutizione è estrema1nente difficile e dolorosa, ho pot11to procurare al malato un r eale sollievo praticando piiL volte al giorno delle frizioni òulla regione con tamponi di ovatta, imbev11ti di sur1·e· nAlina. In due casi di laringite acuta mi sono trovato bene dall'uso della surrenalina; come pure nello ecl ema laringeo presso un tubercoloso. In certi casi dubbii la st1rrenalina può servire, come un prezioso adi11vante per il diagnostico, permettendo di fare riconoscere, se si tratta di semplice conge· stione vascolare o di una vera infiltrazione. Dopo l'apparizione dell'alcaloide delle ghiandole s11rrenali, abbiamo abbandonato 1'11so - dell'estratto '-'

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per servirei della soluzione al millesimo dell'adre· nalina. La scoperta dell'adrenalina può essere conside· rata come una vera conquista terapeutica. Il suo m eraviglioso potere emostatico è chiamato a ren· dere dei servizi inapprezzabili in chirurgia speciale e generale. L'azione dell'adrenalina nella soppres· sione dell'emorragia può essere paragonata a qµella della cocaina per la soppressione del dolore e l'as· sociazione dei due medicamenti meravigliosi rea· lizza. per l'oculista e più particolarmente ancora per l'otorinolaringoiatra un icleale giammai atteso; campo operatorio esangue e indolore. Parigi, 20 gennaio 1903. Dott. F . CuTURI.

· Errata- corrige. ~

Pag. 3:12, articolo su iniezioni epid11rali, rigo 2°: • da circa 10 anni all'hòpital..... » leggi da circa

dt1e anni. ·

OSSERVAZIONI CLINICHE

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Iotor110 alla laringlfe stridula o falso c1·up nella inJilnzia per il dott.

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Pungemi il desiderio di pubblicare questi due casi di ìaringite stridula o pseudocrup, che, nella pratica, mi occorsero ; sia perchè, pur essendo una malattia tanto comune nei bambini (V AL ' T" ASSORI-PERON I. Come devo alle· vare e cttra're il mio bambino~. Milano, 1900) per la natura sua desta nelle mamme i più gravi allarmi, sia perchè spesso trae anche in errore medici stt1diosi ed intelligenti, poco addestrati nelle malattie della infanzia. Il crup (RAucr-iFuss in GERHARDT. Trattato delle malattie dei bambirii, vol. 3, p. 2) questa parola, presa nel senso clinico, abbraccia le affezioµi ac11te flogistiche della mucosa della laringe, le quali decorrono con sin tomi di stenosi, soffocazione, e poichè questi fenomeni nella laringite :fibrinosa, pseudomembranosa, presentano una speciale costanza, pertinacia ed intensità, mentre, nelle f·orme catarrali, si manifestano piuttosto accidentalmente e transitoriamente, ed a causa della qreve durata del loro acme, oltremodo di raro presentano quei pericoli, che si hanno nel primo oaso, ne risulta che si è dato il nome piuttosto popolare, anzichè scientifico di vero crup alla laringite fibrinosa, e quello di falso crup o pseudo crup, o laringite stri . .

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IL POLICLINICO •

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dula alla laringite catarrale deconente con fenomeni cruppali. Difatti furono i f enomerii di stenosi che fecero dare dal popolo q nesto nome alla malattia in disamina, e quando HoME, nel 1765, alla den0minazione popolare di crup, volle sostituire una scientifica, la desunse dalla voce stridula e dalla perturbata respirazione, e creò quindl. il nome di « soffoca~ zione stridula ». Tuttochè HoME stabilì che il fattore essen~iale di questa malattia è la presenza <ii pseudomembrane nelle vie aeree, pur tuttavia opinò che, nel primo periodo, mancano le false membrane e credette pure che molti casi guariscono nel primo stadio: di qui avvenne ch'egli confuse insieme casi di crup catarrale e di crup fibrinoso. Con- l'aumentare l'influenza che la inda. gine anatomo-patologica spiegava sulla diagnosi clinica doveva sempre più accentuarsi il bisogno di studiare meglio e~ approfondire le note · anatomiche della malattia in parola Quindi anche per il « crup » non bastava il volere indicare con esse una sindrome determinata fenomenica; si ·v oleva fissare il concetto ad una determinata alterazione anatomica. E quest~ ultima fu trovata nella pseudomem·bralia che si deposita sulla mucosa delle vie aeree superiori, viene espettorata iiurante la vita, o deve essere rinvenuta all'autopsia, per confermare la diagnosi di « crup >>. Soltanto per una frazione molto incosta~te dei casi osservati, persino gravissimi, questa prova potrebbe essere data, ed in ciò havvi una sorgente di confusione nel precisare la nozione del « crup )) . Quando al criterio cli1i -·co fu sostituito quello anatomico della pseudomembrana -. la membrrina del aritp - si sapev·a già che anche sopra altre mucose si presentano pseudornem brane e flogosi fibrinose, e così nacque il concetto della flogosi crttppale. Quando la quistione sul ·c rup surse in Germania, a causa della difterite, che ivi infuriava epidemicamente, VrRcHow dichiarò che era necessario di conservare il nome di crup e proprio nel senso clinico che· gli era stato assegnato - per distinguere una speciale affezione laringea e tracheale, la qua.le decorre con una determinata sindrome feno1nenica. Affermò pure che le sottodiv:isioni llel crup dovevano essere guidate dal con-

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delle lesioni anatomiche, e quindi bisognava distinguere un crup catarrale, uno fibrinoso, ed uno difterico. Se noi vogliamo intendere il crup in questo senso, dobbiamo sopprimere il termine flogosi cruppale, nonchè quello di respir<Jzione o ritmori cruppali, in quanto che noi, per il primo, intendiamo una infiammazione fibri. nosa, e, per i due ultimi, la respirazione ed i rumori da stenosi, i quali, com'è noto, si hanno in uh gran n~mero di casi - corpi estranei, tumori, processi <?:fonici - i quali non hanno nulla da fare col crup . . L'importanza patognomonica che fu attribuita alla respirazione, alla tosse, alla voce cruppale, · e la supposizione ch!esse erano (( caratterist·iche per la flogosi cr~ppale della laringe » hanno contribuito moltissimo a produrre una confusione nel determinare il concetto della diagnoRi sul crup. Un'altra quistione da pren· de~e i:a esame sarebbe, se noi siamo effettivamente nel caso di potere stabilire ogni · volta la diagnosi clinica della laringite catarrale e di quella fibrinosa, che decorrono con i sintomi del crup catarrale e di quello· fibrinoso; e se questa divisione abbia tlna importanza pratica. Io credo che su tale riguardo la possibilità di una diagnosi esatta non presenta diffioòltà maggiore di quella che presenta la diagnosi di altre affezioni dei I bambini. 1 Coloro che hanno un merito speciale per avere distinto il crup .cat.arrale da quello fi brinoso furono il GuERSANT ed il BR E T ONNEA u. Il primo indicò la distinzione col nome di pseiidocrrup -- ·faux-croup - ohe divenne popolarissimo presso tutti- i popoli, e sibbene fosse stato biasimato come irrazionale, ciò nulla di meno ha f'orse contribuito, fra i inedici ed i profa.ni, lo spavento che si aveva per la tosse cruppale, ed ha dato l'impulso, per differenziare, in modo accurato, le suddette due forme. GuE R SANT poi fu anche quegli che stabilì il termine di « laringite striduleuse » ladl· dove BRETONNEA u ideò quella di e< angine · l striduleuse ». BRE1'6NNEAU (T1·aité de la difthèrite) non ebbe giammai occasione di esaminare le lesioni anatomiche, che si hanno nel cc pseudocrup · , ma supponeva si trattasse di una :fiogosi catarrale della laringe, e di una tumefazione edamatosa de1le pliche


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della mucosa! egli combattette I~ così detta vece il V ALVASS0R1·PER0N1 - loco citato « teoria dello spasmo » annessa per i sinattrjbuisce al CoMBY ed altri, .,·il falso crup tomi di stenosi, e fece notare che nella co - comincia come finisce il . vero crup », trova rizza si ha un notevolè restringjmento dei delle eccezioni, giacchè il crup primario, che dotti nasali, che ·non è punto determinato da è quasi sempre un processo laringo-tracheale, costrizione spasmodica. ed il crup ascendente possono serbare un Il PAGENSTEHER tra gli altri ( Ueber f(rup, etc. decorso relativamente lungo ed ingannevole. 1865, pag. 48, n. 57) respinge completamente La tosse così detta cruppale· è più carattela cosi detta · teoria dello spasmo, e spiega la ristica della laringite stridula, che del vero ·. stenosi mediante tumefazione del tessuto ed crup; è una denominazione inesatta, perchè accumulo di secreto: circa poi alla distin- lo speciale ·rumore, ·da cui ·B~AIR ed HoME zione fra il crup catarrale e quello fibrinoso dedussero la sua etimologia, si verifica persi associa del tutto alla teoria di HoME, e fettamente nella laringite stridula e non in dice: L'esperienza insegna in modo irrefra- tutto il decorso di quella; cruppale; cioè. la gabile che la semplice tosse aspra dello tosse frequente, -sonorJ., abbaiante, mentre, pseudo-crup costituisce ordinariamente il nel crup, si fa rara e -poi afona, percbè la primo periodo della grave flogosi cruppale presenza delle false meµibrane attutÌsce la della mucosa. sensibilità ed ostacola la vibrazione delle Tante lacune della scienza incominciarono ·corde. Il timbro caratteristico della tosse . . a svanire, allorquando la laringoscopia ci nella laringite dipende soprattutto dall'alt~mise in grado di osservare positivamente il razione nella vibrazione delle corde vocali, alterazione dovuta alla cordite a tumefazione decorso delle alterazioni. Il M ,..\ SSEt poi, per tacere degli altri, e per dei te~st1ti limitrofi. Lo Z1EMSSEN nota 1 che il profondo rumore citare uno dei nostri - rl'rattato italiano di patologia e terapia medica del CANTANI e cavernoso sui generis della tosse nei bambini M ..\.RAGLIANO, vol. 3°, pag. 1 - (( intende per non si può spiegare con le vibrazioni delle laringite stridula una flogosi localizzata nella corde vocali, giacchè queste, a causa della regione ipoglottica, accompagnata da feno- loro brevità non possono, anche qu~ndo sono meni di soffocazione, simili a quelli, che si completamente rilasciate, produrre vibrazioni verificano nel crup vero ». L'esame delle fauci tanto gravi: egli ha dimostrato col laringo· è negativo; solo un po' d' arrossamento sul scopio, che il suddetto rumore della toss.e è faringe e sull,istmo delle fauci, con leggiera prodotto d~gli scuotimenti delle pliche aritumef'azione delle tonsille, è tutto quello, che epiglottiche tumefatte, insieme alle cartilasi trova, e si nota. Quanto poi all'origine gi11i del SANTORINI, non :fissate bene dai dello accesso, le spiegazioni sono state di- muscoli. Con questa quistione si connettono verse; alcuni hanno ammesso una tumefa- i disturbi della f onaziorie, a partire dal sem zione passeggiera e considerevole della mu- plice .abbassamento e dalla semplice asprezza cosa, specie dei legamenti ari·epiglottici, altri della voce, fino alla completa raucedine ed una convulsione riflessa della muscolatura afonia. I depositi di masse mucose o purt1laringea, e N1EMA YER l'ha spiegato finalmente lente sulle corde vocali, lo adagiarsi delle per un secreto vischioso, accumulato nel~a false corde tumefatte sulle vere corde, la tuglottide, disseccato . poi in modo da aggluti· mefazione e la profonda infiltra~ione di q neste nare le labbra e provocare, per via riflessa, ultime, la impedita adduzione e tensione delle lo spasmo della glottide Il KRISHABER ha corde vocali per tumefazione della mucosa voluto accordare grande importanza al ral· inter-aritnoidea, costitt1iscono una serie di lentamento ed allo indebolimento della respi· condizioni, che, nel catarro laringeo, possono ed afonia. Però, più razione, durante il sonno, e ciò spiegherebbe determinare raucedine ..._ la sopravvenienza dello accesso nelle o:re not- tempo passa, e meno rauca è la tosse nella turne a preferenza : però questa non è, che laringite stridula, pi1\ rauca è nel crup ; lo una concausa, un pretesto allo accesso, come stesso dicasi della voce, che, nella laringite stridula, subisce assai lievi modificazioni. Un il muco tenace ea addensato. Laonde l'apoftegma del TRoussEAu, che ~n- altro criterio è quello, che si desume dalla .

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osservazione delle fauci: se v'è· assenza di MAssEr, loco citato - non sappiamo, che pseudomembrane, è più facile, che si tratti altre cause concorrano a produrla od a fa.. di laringite stridula. vorirla ; ma è razionale intuire l'azione nota La vera diagnosi infine è fatta dal corso dei comuni cocchi flogogeni e piogeni. Anche della malattia; se il medico è chiamato verso le influenze morbigene meccaniche - i corpi il quarto o quinto giorno, e sa di una scena . estranei - nonchè le inalazioni dei vapori morbosa, ch'è stata non progressiva, identica caldi, e l'ingoiare liquidi o'd alimenti cocenti a sè stessa, tendente a migliorare, dovrà in- possono provocare una laringite acuta di qualsiasi grado. clinare per una laringite stridula. In ultimo la laringo-tracheite catarrale Invece l'asma di Millar o timico - spasmo glottico o laringismo - h~ caratteri netti, è acuta, spessissimo, è un anello intermedio di malattia dei bambini di più tenera età, ed un'affezione, che comincia alla mucosa nasale ha di comune colla laringite stridula, solo e progredisce fino ai bronchi. Essa si mani.. lo spasmo. To~se, raucedine, febbre, manca110 festa come espressione costante, sintomatica, del tutto; in una parola, quella è una ne- di un'affezione generale, nel morbillo, sear· , vrosi, questa una forma catarrale, complicata lattina, vaiuolo, eresipela, e, come complicazione, nel tifo, tisi polmonare, pneumonite allo spasmo. Mi si passi, quivi .giunto, sentendo~i nel catarrale, ecc. Riguardo poi alla predisposizione del sesso, dovere di farlo notare, se troppo mi sia dilungato circa la storia della malattia in di· c'è chi dice il sesso mascolino, chi - BAGIN· samina: ho creduto di fare bene così, citando scHY, Trattato delle malattie dei bambini diverse opinìonidei tantissimi e diversi autori, am bidue i sessi ; circa l'età, secondo GuERche, in merito,- hanno scritto, e lasciando nella SANT, quella più predisposta, è da uno a sette . penna, per , amor€\ di brevità, quelle di pa- anni, R1LLIET e BARTHEz, da tre ad otto, menrecchi altri : se f'eci male, mi si creda, dirò tre il MAssE1 - loco citato - da due a sette col ·g rande Lotnbardo, che nun lo feci a posta! anni - GuERSANT, GERI-IARDT e BAGIN~I{Y afCirca ali' etiologia poi della laringite stridula, fermano, che lo pseudo crup, oppostamente le cause predisponenti, tra le altre, hannovi al crt1p fibrinoso, colpisce più i bambini delle grande importa11za: esse sono qualificate come famiglie agiate, ben nutriti, probabilmente u:qa predisposizione generale ai catarri, e perchè ciò dipende dal fatto, · che i bambini, come una tendenza locale ai catarri delle vie che vivon~ nella opulenza e.d agiatezza, sono respirat9rie. In alcuni tale predisposizione sottoposti ad un regime di vita molto delipuò essere ereditaria, oppure acquisita, me- cato e punto corroborante. Ed ora poi aovrei intrattenermi intorno ai diante affezioni di difettosa educazione fisica. I bambini male nutriti, scrofolosi, rachitici, sintomi della laringite stridulat ma perchè di anemici, sopratutto, che hanno grande ten- essi dovrò parlare più sotto, ripetendo le sto· denza a contrarre catarro della mucosa re- rie dei due casi occorsimi, e guariti; così, e spiratoria: i leggieri catarri cronici, scrofo- per non ripetermi, e per non dilungarmi più losi della mucosa nasale e faringea e del oltre, mi affretto quindi a riferire, alla me· vestibolo laringeo fanno sì, che le suddette glio, le singole storie suddette. mucose vengono passionate da catarro in CAso I. - ~. S. di Emilio, di circà 2 anni, conseguenza di tenui stimoli. di Palmanova. I genitori, di condizione be· · La distribuzione geografica - RAucHFuss, nestanti, sono sani, però la madre, giovanisloco citato - del èatarro ·laringo-tracheale, sima, è piuttosto gracile ed un po' anemica. Il bambino, perchè la madre era priva di e. la sua dipendenza dal clima, dalle stagioni latte) fu affidato, per l'all~ttamento, ad una e· dalla temperatura sono gli stessi dei ca- balia, nella casa dei nonni materni. Non mj fu tarri della mucosa respiratoria. possibile attingere notizie precise circa la Da tutti si ritiene, che l'impressione del salute di essa balia, perchè svezzato il bam· freddo sia la causa unica, per cui, nei mesi bino dopo un anno, pare fosse andata nelle Americlie ; solo si sa eh' era una contadina, freddi, cioè, nei passaggi rapidi di tempera- non maritata, giovane, primipaira, sana. 11 tura, si vedono tante piccole epidemie di bambino, tenuto con tutte 1e cure · possibili, era di costituzione piuttosto debole, un po' laringite stridula: fino a questo momento I

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anemico, affetto da leggiero grado di rachitismo, un po' linfatico. Da qualche giorno il bambino soffriva, di semplice raffreddore, qualche starnuto, accomp~gnato da qualclie leggiero colpo di tosse, con un po' ai agitazione durante il dì. Una notte, verso il .maggio piovoso del 1896, nelle prime ore, il bambino fu preso da parecchi accessi di tosse abbaiante: le sue in· spirazioni si f·acevano sempre più penose, sibilanti, distese, e tali da determinare un rientramento del ventricolo, della t'ossetta del giugulo, e da riprodnrre, come ben dice il VALVASSORI -PERONI, 1. c., quel ti rage caratterjstico della ostacolata respirazione, in modo che il bambino, svegliatosi di soprassalto, si rizzava e cercava di difendersi, a così dire, dell'ostacolo alla respirazione. La dispnea cresceva, e così sviluppavasi rapidamente il quadro della grave dispnea laringea: il volto era congesto, le pinne nasali dilatate, gli occhi sporgenti, l'espressione del volto angosciosa. Inoltre si sentiva il sibilo inspiratorio lungamente disteso ed interrotto da conati di tosse rauca e seguito da un rumore espiratorio similmente prolungato. I nonni materni. spaventati eccessivamente, tanto più che i genitori del nipotino erano molto lontani, mandarono in tutta fretta per me, e fortunatamente giunsi in tem20 da presenziare a quanto dianzi riferii. Il piccolo in· fermo aveva assunto un aspetto dei più sof'ferenti, col st1dore che gli gocciolava sul volto,· coll'agitazione vivissima, in cui si trovava, metteva in grandissima ansia e preocoùpazione- i poveri nonni, che credevano in lui una vittima della difterite e del vero crup. Fortunatamente dopo poco tempo l'accesso si calmò, restandone la respirazione un po' ostacolata e sibilante: tali accessi, che si ripetettero parecchie volte anche di ~iorno, non f·acevano altro, che, dopc,, il bambino ne rimanesse sempre più abbattuto, triste, feb· bricitante leggermente, e non altro. Nei primi giorni -ed ai primi assalti fu prudenza mantenermi in una giusta riserva, mentre, nei susseguenti, visto il grado d'insorgere del male, i segni della stenosi, i caratteri della voce e della tosse, l'assenza di false membrane nella dietro borea, feci dissipare dall'animo dei nonni e della madre, sopraggiunta, ogni allarme. Essendo sfornito . di laringoscopio, non potei farne la laringoscopia, e, per dividere qualunque responsabilità, chè la prudenza, in certi casi massime, non è mai troppa, anche per acquetare dip· più l'animo agitato dei parenti, richiesi il parere dell' egre~io e caro collega T AMI di qui, che confermo pienamente la mia diagnosi d~ larin_gite_s~ridi1Jla; , s9lo, circa la .Prognosi, s1 fu d1scord1, perche io la facevo favorevole qi1Joad vita1n et quoad valeti1Jdinem. In quanto alla cura poi, mi regolai a questo modo:

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Tutti gli autori - BAGINSCICY, I. c., e MAs S Er , l. c. indicano come sovrano rimedio in queste forme l'applicazione di ghiaccio, ma, nel caso presente, sotto l'uso delle compresse ghiacciate, si osservava in realtà l'èlumento visibile della tosse tormentosa e fioca, per-ciè>, smesso l'uso del ghiaccio, passai -RA ucHFuss, 1. c , e FEDE nelle note al BAGINSKY, l . c. ai cataplasmi senapati, a per· marieriza, sulla regione del collo. Nel secondo periodo -- M.ASSEI, 1. c. - annunciato dalla tosse umida e sonora, ricorsi alle inalazioni di vapore acqueo ed allo emetico, come con· siglia pure il FEDE. Per soddisfare alla prima indicazione, feci collocare, in contin·u ità, vasi ri~ieni di acqua bollente intorno al lettuccio del piccolo inf'ermo : per il secondo ricorsi alla ipecaci1Jana, la meno infida di tt1tti gli emetici, nella proporzione di 20 centgm. su 60 d'infuso, fino al vomito, indi prescrissi FEDE, l. c. la seguente pozione: decotto di orzo l CO grammi, acetato di sodio centgm. 60, sciroppo di altea grammi 15: dieta liquida, sostanziosa, massime di latte caldo, e qualche zabaione. Solo una volta, presenziando ad un accesso f·ortissimo, che non voleva cedere alle surriferite cure, e la soffocazione, continuando a minacciare il bambino, ricorsi, come ultima ratio, e con piena fiducia, al bagno caldo Lrolungato, che sollecitò il benefizio della ca ma V ALVASSORI-PERONI, 1. c. Così scorsero, in alternati ve dolorose, più di due settimane, ma il bambino. guarì: soltanto, per parecchio tempo, gli rimase un po' la voce velata, a volte fioca leggermente, che faceva stare sempre all'erta ed in orgasmo i parenti tutti. Dopo una cura adatta, ricostituente, a base di gocce arsenicali ferrugi~ nose dello Zambelletti, ch'è un,ottima preparazione anche pei bambini, un uso protratto a lungo dell'olio di f'egato fosforato fece il restante. II. - G ..... P ...... di Luigi, di Palmanova, di anni dodici, figlio primo di genitori contadini, sani; fu allevato al seno della madre, la quale, secondo l'uso della generalità dei contadini di questi paesi, perchè doveva accudire, durant~ il giorno, ai lavori campestri, così, portogli il seno il mattino, per tutta la restante parte della giornata, affidava il pic· colo alla vecchia nonna, la quale, secondo il so]ito, innanzi ora ed innanzi tempo, non potendo tare diversamente, per sfamare il bambino, gli porgeva pappe, minestre d'ogni sorta; perciò, da questo non appropriato ed incongruo allevamento, ne nacque, che il piccolo era di gracile costituzione, affetto da leggiero grado di rachitismo. Esso era convalescente di tifo addomiriale, quando una sera, verso la fine del dicembre del 1900, tardi, se:iza mai essere anc?.ra uscit? di letto, e quindi dalla camera., gl incolse 11

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primo accesso di pseudo·crup. I genitori, spaventati, corsero per il medico curante, il quale, a quanto mi si riferl, spaventato anche lui, si recò, di persona, a chiamare l'altro collega di qui, che, insieme, non so quale diagnosi di g;rave malattia avessero fatta, con prognosi gravissima, ·anzi letale. Dopo poche ore intanto l'accesso si calmò, indi ritornò ancora, -ed in queste alternative, passarono alquanti giorni) tanto che del caso grave del P ..... se ne .buccina va qui e lì. Una domenica poi. essendo assente il medico curante, il f'anciUllo ±u ass<:Jlito da uno spaventevole e fortissimo accesso di laringite Rtridula, tanto che il po· vero ·padre, disperato, temendo imminente la catastrofe, tan topiù che il figlio era indebolito ·aa tanti pregressi accessi, corse, lagrimando, alla vicin·-1 farmacia Vatta, ove mi trovavo con qualche amico Pregato, esortato dal farmacista e dagli altri amici, e commosso dalle lagrime del padre, tantopiù che ignoravo il male, dal quale era affetto l'inf'ermo, e sentendo parlare di pericolo imminente) mi credei nel dovere, anche dal lato dell'umanità, di accorrere al letto dell'infermo. Salendo le scale, si sentiva cliiaramente, che le inspirazioni ·del fanciullo erano penose, sibilanti,! ltrlanti, accompagnate da t osse pure abbaiante, da riprodurre, come dianzi ripetei, quel ti1·age caratteristico della respirazione ostacolata. Intanto, come meglio poteva, il padre mi rendeva edotto dello inizio del male, nonchè della progno~i infausta, e della cur a. state fatte dai colleghi. · 11 fanc iullo, perchè gli manca va il respiro, non trovava posa nel letto, si d 1va volta, si agitava, si dimenava in tutti i sensi: il volto era congesto e madido di sudore, le pinne nasali dilatate, gli occhi sporgenti, tristi e lJaurosi ; l'espressione del volto angosciosa, modica febbre . Interrogato . a mala voglia parlava, che si udiva appena ed a tratti ~un­ ghi. Il sibilo inoltre inspiratorio si udiva lungamente disteso ed interrotto dai singoli conati di tosse rauca, e seguito da 11n rumore espiratorio similmente prolungato. I muscoli accessori della respirazione nel collo e nel torace erano messi in attività: le estremità ±'redde, e, leggermente, cianotiche. Poichè erano passati parecchi giorni dallo inizio del male, essendovi stati molti e molti di tali assalti, tanto di giorno, che di notte; di ppiù, edotto dal mòdo d'insorgere della malattia, i segni della stenosi. i caratteri della voce e della tosse, l'assenza delle false membrane nella dietro bocca, così escludendo si trattasse di vero cri1p, rincorai i poveri genitori sulla malattia del fanciullo, e feci lor0 sperare la guarigione. Circa la cura mi atte~ni esattamente a quanto, s~pra, ~ferendo di quell'~ltro i~fer: mo, esposi: pero, nel P .... , usai, e n ebbi da lodarmi, delle inalazioni di ossigeno; e qui devo ringraziare l'egregio amico e f"ar(18)

maeista V ATTA, che volle mettere, disinteressatamente, a prò di quella povera famiglia, l'apparecchio ad lioc, di cui è fornita la sua farmacia. La guarigione tanto desiderata e tanto insperata, dopo circa tre settimane, si ottenne completamente, con stupore dei prof'ani massime. Indi una cura ricostituente, a base dei preparati arsenico-ferruginosi dello ZAMB :ILLE'TTI, l'olio di fegato di merluzzo. una vittitazione migliore, e come permettevano le misere finanze di famiglia, fecero il restante.

Palmanova (Udine), ottobre 1902.

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M~JDICINA

SOIEN'l'JFICA

Nuove ricerche cliniche sul potere lipasico del siero. ACHARD e CLERC negli Arcli. de 1n.éd. ex11ér. (no· vembre 1902, p. 809), espongono queste ricerche! le quali sono il seguito di analoghe ricerche anteriori dalle ql:lali risulta l'interesse che può avere per il clinico lo studio del fermento scoperto nel siero del sangue dal dott. HANRIOT e descritto da llri sotto il nome di lipasi o siero-lipasi. Questo fer· mento decompone ;n v;tro un corpo grasso, la monobutirrina, e la sua attività nel siero normale e patologico può esser facilmente misurata col do· saggio dell'acidità prodotta in questa reazione. ACHARD e CLERC hanno mostrato che la consi· derevole diminuzione di questa attività costituisce un segno di prognosi cattiva. Ora, si sono recentemente accese delle disc"LlS· sioni su certi effetti chimici come pure sulla azione fisiologica di questo fermento ed anche su ciò che conviene di designare sotto il nome di lipasi. Queste co_n troversie sono state abbastanza ' rive da inspi· rare anche qualche dubbio sul valore .dei resultati clinici ottenuti per mezzo della ricerca della lipasi nel sang11e dei malati. Perciò gli A.A. ritornano sull'argomento, per mostrare che nulla esso ha per· duto del suo interesse clinico. Non vì è alcuna ragione di cambiare la tecnica. perchè, se n elle iicerche fatte coi grassi animali dall'HANRIOT, l'acidità prodotta era dovt1ta all'azione dei microbi, non a questa causa si può im· putare lo sdoppiamento della monobutirrina in presenza del siero. E d'altronde, se l'azione mi· crobica si esercitasse nel siero prima del dosaggio, • essa non aumenterebbe affatto lo sdoppiamento della. • monobutirrina. Piuttosto avverrebbe il contrario perch_è la lipasi sembra indebolirsi con la putrefa· zione del siero, benchè offra a qt1esta putrefazione una rimarcl1evole resistenza. In secondo luogo le conclusioni tratte dalle ricerche di AcHARD e CLERC sfuggono alle obbiezioni. Infatti essi hanno semplicemente stabilito una relazione di coinciden.za fra la diminu:ùione del potere lipasico del siero e il decadimento generale

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dell·organismo e ne hanno tratto un segno prognostico. Per stabilire ql1esto rapporto non occorre sapere qual parte eserciti nell'organismo la monobutirrinasi, più di quello che non occorra conoscere la teoria della febbre per apprezzare il valore clinico della termometria. Sapendo che il tasso normale della lipasi nel siero umano è compreso fra 15 e 20, gli AA. avevano paragonato in div·ersi ma.lati il potere lipasico del siero e notato che l'abbassa.mento marcato indica uno stato grave. Altrettanto risulta dallo studio di ùue n110,·e osser,razioni, una di pulmonite dell'npice destro e l'altra di let1cemia. Essi citano inoltre il fatto di due donne che pre· senta,·ano le stesse lesioni locali di tt1bercolosi llrinaria molto estese, ma assai differenti fra loro per lo stato generale; una, molto cachettica, aveva delle caverne polmonari e la sua lipasi era a 9; nell'altra, i cui pulmoni erano presso a poco imm11ni e lo stato generale soddisfacente, la lipasi era a 16. Iu presenza di tma febbre tifoide grave, si fu indotti n fHre una prognosi oscura. Ora ]a lipasi era c1uasi normale e l'esito fu invece fa,rorevole. IJ"abbaRsan1ento prolungato e molto notevole in· elica, 111algrndo di lln fup:ace migliora1nento, una i)rognosi sfavore\ole. Ciò è dimostrato dal caso di 1111 inalato affetto da i1le urite purt1lenta da pneu1nococco od operato di empiema. In,·c·rsa111e11te, nei casi felici, avviene cl1e la lipasi aun1onta quando lo st.ato del malato migliora. Gli ..:\ ..\. hanno notato q11esta ascensione delle cifre tlella Jipasi in malati che guarirono di gravi affezioni. con1e fehbre tifoide, pulmonite, pneumococia pcrito1100-ple tlrale. bl'onco-pulmonite prolungata.

Citodiagnosi dei versa1nenti pleurici. Il i)rof. PITRES così riassume gli i11segnamenti forniti dalla citodiRg11osi d ei versamenti pleurici. Il predominio in 11n liquido pleuritico di cell11le endoteliali, isolate o a placche, indica 11na plelll'ite asettica di n atura meccanica. La con1parsa di mononucleari o di polinucleari in questo liq11ido dev:e far pensare acl una complica zione polmonare, ad infarto, ad embolia, a congestione. La })Olinucleosi di t1n liquido pleuritico indica la nat11ra infettiva della pleurite. La presenza di cell11le endoteliali indica l'inizio d el versamento, quella dei linfociti l'e,•oluzione verso la guarigione; !~aumento clei polint1C'leari la tendenza alla s11ppurazio11e. La constatazione in i1n liquido pleurico di elementi cellulari, rari, in,recchiati e deformati, indica una pleuro· t11bercolosi secondaria. La constatazione di llna linfocitosi p11ra ùeve sempre far pensare a.cl una pleuro-tubercolosi prin1itiva. (Médecine 111orlerne, 2-! clicembr e 1902).

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Glicosuria. Il prof. LÉPINE ammette l'esistenza di glicosurie transitorie se11za iperglicemia, diirenendo lt~ cellule d el r ene più permeabili allo zt1cchero so.tto un'influenza. ner,7 osa. Ma egli non crede possibile il diabete r enale di Klemper e r, cioè una glicosuria p ermanente semplice per eccesso di permeabilità rennlo.

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! Il go11ococco nel co1·so della gravida11za e del puerperio. Il clott. A. FRUHJNSHOLZ si occ11pa di qt1esto argo· m ento negli A1t11ales de ,r;yn. et d'obst. (ottobre e novembre 1902). La frequenza d ella blenorragia nella don1tR g 1·avida è val11tata dal 20 al 25 p er cento. La gravidanza pare a\rer e una a~ione aggra,-a.nte st1lla gonorrea. Le donne blenorragiche sono esse pii1 esposte agli accidenti puerperali'? 1° È incontest::tbile (BOl\IM, KROULT, KRONIG-, STEINB('CHEL) che il inezzo lochiale ù ess~nzial­ mente favore,role iillo sviluppo del gonococco. Qne · • sto riappa l'e spesso i1ei primi giorni che seguono il parto senza che si proclt1ca i1na n110,ra conta1ni• nazione· 2° Il gonococco apre spesso la via a microbi piogeni volgari, streptococchi o stafilococchi (ll\r · MER\VAHR, J ANET) cl1e vengono a sostit11irlo. Noi tro,riamo dunq11e due categorie di accide11ti JJUerpera.li, dipendenti dalla pregressa blenorragia: o) cli natura gonococcica. proliferazione microbica sopr~t u11 terreno specialn1ente favorevole: b) accidenti parablenorragir.i tleri,~anti dalle infezioni se· conda rie. Q11esti ttltimi non posso110 essere imputati alla blenorragia se non 11ei casi eccezionali nei q11ali, esse.udo stato il parto normale, p erfetta l'asepsi, fa· ,roreYoli le condizioni cli ambiente e di assistenza , non resta come etiologia che una ble11orragia an · tica: qt1esti t'asi so110 abbastanza rari. Gli accidenti gonococcici veri sono l>en stabiliti; normalmente, la cavitì\ i1terina rosta immunE> di germi dopo il parto ; si è stabilito ch e il gonococco era capace di propagarsi dal collo verso la cavità del corpo. NEU1'IANN ha veduto gonococchi 11ello spess,lre della decidua. I lochi di,rengo110 i1ettamente purulenti nell'endometrite gonococcica p11er· perale. Talvolta si osservano brevi elevazioni di temperat11ra. Gli ascessi t1terini si spiegano con la scoperta <lel gono<·occo nella parete t1teri11a. Spesso dopo il parto la gonorr ea cli,,.ie11e aseen· (19,

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IL POLICLINICO

dente, sopraggiungono lesioni di salpingite, ovaro· salpingite, perimetrite, ecc. Questi accidenti sopraggiungono tardi,ramente, dopo 3-7 settin1ane. HART· MAN e SCHAUT~<\. hanno insistito sulla presenza fre· quente del gonococco nelle supp11razio11i annessiali. Molti casi di reumatismo puerperale sono dovuti al gonococco. La setticemia puerperale può talvolta non riconoscere altre cause, còme lo dimostra un caso di HARRIS e DUBNEY di Baltimora, nel quale una donna morì al 26° giorno di puerperio con tutti i segni della setticemia puerperale con endocardite. All'autopsia si trovarono nel).e , regetazioni vulvari degli streptococchi e dei gonococchi ben caratteriz· zati per le r eazioni loro di colorazione e di cultura. .Altri incidenti si sono segnalati, imputabili al me· desimo microbo : la SL1ppurazione dei punti di st1· tura dopo l'operazione cesarea (HEEKING); i casi di mastite (SAIFERT) ; le metriti, cistiti, bartoliniti, prottiti (KRONIG). Certi autori stimuno al 31 p er cento la propor· zio11e delle donne blenorragiche, che presentano tm puerperio immediatamente patologico (LEA). V. STEINBLrCHEL tro,ra che questa proporzione si riduce al 10 per cento in principio, ma che si eleva considerevolmente se si seguono le p11erpere : 2 a 3 mesi dopo il parto 6 donne su 8 sarebbero affette da lesioni gravi degli annessi.

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Nei vontiti alimen,tari con, co1tservazione fli nn()

stato ge11erale soddisface11,te : 1. Alimentazione ad libitu11z. Bere, nei pasti, dello champagne frappé o del vino bianco leggier<> tagltato con acq11à di seltz o di vals e ghiaccio. 2. Un quarto d'ora prima del pasto, prendere in un po' d'acqua o di latte, 5·8 goece di I

Cloridrato di cocaina . gm. 1 .A.cq11a . • • • • • • 1-0

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ovvero 11na pillola contenente : Estratto tebaico . . centgm. f Estratto di belladonna. » 1

3. Stare, dopo il pasto, in riposo orizzontale. 4. Fare sull'epigastrio delle polverizzazioni cli etere. 5. Se è necessario, prendere ogni mezz'ora, nell'intervallo dei pasti, un cucchiaio di : Acqua cloroformata satura Acqua di fiori d'arancio . Sciroppo di fiori d'arancio.

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oppure: Un cucchiarino di sciroppo di morfina o di po· zione antiemetica di Riviére. od anche: Un Cl1cchiaio. ogni ora cli ~Ientolo

V01niti gravidici. Nella sua Guide cle tltéraJJ. obstetricale il profes· sore PuECH, di :à'Iontpellier ha 11n ~mportant~ ca· pitolo su questo argomento. Nella maggior parte dei casi i ' romiti della gra· vidanza consistono nel l'igetto di mt1cosità, di li· qt1ido acquoso, di sostan2ie biliari, che la donna fa al iuattino nel levarsi da letto. Tali vomiti richie· dono appena una cura . .A.d un grado più avanzato qubsti vomiti danno luogo ad emissione, dopo un tempo più o meno lungo, degli alimenti ingeriti, ma tale rigetto non è completo. In lina terza forma, fortunatamente rara, i vomiti sono così frequenti, l'intolleranza dello stomaco è tale chB gli alimenti, • così liqt1idi come solidi sono rigettati in totalità e la salute se ne trova gravemente compromessa: sono questi i vomiti della gravidanza designati con l'appellativo di gravi, perniciosi o incoercibili. Grave è la prognosi di q11est't1ltima forma di vomito: la morte spesso ne è l'esito. E la terapia, purtroppo, molto spesso è impotente. Nei vo1niti 11tattutini la cura è la seguente: . 1. Prendere a letto, la mattin·a , subito dopo il ris,Teglio, nna taz~a di latte o di caffè e latte o di cioccolato o di brodo freddo. Se v è intolleranza per i liquidi, mangiare .delle tartine di burro, delle t10,ra, della carne fredda. 2. Non lasciare il letto che 11n'ora dopo qt1esta prima colazione.

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[ANNO

Alcool. A.equa.

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6. Sorvegliare il funzionamento dell' intestino ed assicurare ogni giorno l1na scarica alvina (cli· ster~ glicerinati, lassativi, ecc.).

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Nei vo11iiti gravi coll deperi1ne1tto dello stato ge1ierale : 1. Ogni 2 ore (rispettando il sonno) prendere qualche cucchiaio di latte ghiacciato, oppure, se il latte non è tollerato, sopprimere ogni alimenta· zione per la bocca e ricorrere ai clisteri nt1tritivi 4-5 volte nella 24 ore, con : Peptone secco Torlo d'uovo Laudano . . Brodo o latte

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. . 2 cucchiarini . . N. 1 . . . gocce 5 . • gin. 150

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mescolata fino a formare una poltiglia fluida. Far precedere il clistere nutritivo da un clistere ordinario. Inghiottire, per tutta la durata della alimenta· zione rettale dell'acqua bollita diaccia a cucchiai e far gargarismi con acql1a di Vals o di Vic}J.y ... per combattere la secchezza delle fal1ci.

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IX, F .A.se. 15J

469

SEZIONE PRATICA

2. Ogni mattina fare un' iniezi'one sottocutan ea t ' di 1 eme. della soluzione seg11ep.te : ' Caoodilato di soda . centgm. 50 te Acqua distillata . . eme. 10 ), . . .e oppure:

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Arrenal . . . . . oentgm. .Acqua distillata . . omo.

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3. Far ripetere, più volte nella giornata, inalazioni di ossigeno (40-60 litri nelle 24: ore). 4:. Far prendere, la sera, un clistere di cloralio 12-.J: gm. in 100 gm. di latte).

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5. Se, malgrado la cura, i vomiti persistono, se il polso si accelera, se la.d enutrizione va sempre crescendo (per~ita del terzo del peso totale) se vi sono dist11rbi cerebrali, provocare l'aborto od il parto prematuro. Rivolgersi di preferenza (in vista del grave stato della donna nel momento dell' intervento) ai pro· cessi di evacuazione rapida d ell'utero: a) al raschiamento, se la gravidanza non ha <>ltrepassato i · tre primi mesi· b) ai palloni dilatatori di Champetier de Ribes •e la gravidanza è più avanzata. ( Gaz. dtjs Hopitazi.,r:, 16 dic. 1902).

La stipsi in gravidanza. La costipazione abituale nelle donne gravide, specialmente durante gli ttltimi m esi della gravi· danza, spesso è tale da reclamare il consiglio d el medico. Per combatterla noi possiamo giovarci di parecchi espedienti che si riassumono in genere, nella cura alimentare, igienica e medicamentosa. La cura alimentare comprende insieme 1'11so di verdure, di frutta piuttosto mature, ecc. ; nè deve essere trasc11rato di bere dell'acqua in discreta • copia. • In quanto all'igiene sono da proscriversi la vita sedentaria e le prolungate occupazioni mentali; si consiglierà invee~ il moto che r~esce sempre di grande utilità. Come mezzi coadiuvanti si adopereranno i clisteri con glicerina o con sapone, e q11alche volta basteranno le semplici compress.e di acqua fredda s1tll'addpme per una mezz'ora ogni mattina. Se però la costipazìon~ è ribelle ai mezzi gìà ri· cordati, dovremo giovarci dell'uso dei purganti, nella soelta dei quali bisogna ·essere un po' cauti, non consigliando mai i drastici, che in qualche caso possono svegliare la contrattilità uterina. Si darà invece la preferenza ai purganti salini, ~d agli oleosi: l 'olio di ricino, il solfato di magnesia o sale mglese alla dose di 20-30 grammi · o l'acqua di Huniadi-Janos rispondono benissimo nJ nostro scopo per iniziare la c11ra. . Vanno anche ricord·a ti: il citrato di magnesia,. la 4

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. limonata di Rogè (in ogni bottiglia d,ella quale entrano gm. 50 di citrato di mag:nesia e gm. 2 e mezzo di acido citrico libero), la mannite, le pol· veri di · Sedlitz, i tabloidi di cascara sagrada Q l'estratto fluido a. gocce, che non sop.o affatto di· sgustosj, e spesso bastano a correggere la costipa· zione abituale .

l\.1MEDI NUOVI

Il tachiolo nella cu1·a del vaiùolo. Nota preventiva 4el dott. G. CORSELLI medico provinciale di Bari.

Le ricerche sull'azione del tachiolo (fluoruro . di argento), preparato é proposto come antisettico dal prof. P ATERNÒ, eseguite in vari laboratori scentifici (1), hanno dato per risultato che su questo nuovo preparato i medici e i èhirurgi possono disporre di una sostanza, che, mentre è dotata di un potere antisettico altissimo, ha un grado di tossicità minima e non produce irritazione sui tes8uti. Siamo quasi in possesso dell'antisettico ideale; le sue proprietà, confermate da vari osservatori, dovevano autorizzare a sperimentarne l'azione su vasta scala, sia nella pratica chirurgica che nella medica. E invero in pochissimo sy.olger di tempo molte applicazioni si sono fatte. Il dott. ZAPPULLA (2) nel 1899, per consiglio del prof. LAZZ ARO, applicava il... fluoruro di argento nella cura della pustola malign~. . con esito felice. Il dott. PEREz. (3) ne sperimentava l'efficacia in numerose e svariate aff'ezieni, sia 1:J.el trattamento delle ferite, sia per disinfettare (1) LAZZARO. Studio sperimentale sul fl1ioruro di argento. Archivio di farmaco.lcrgia e terapia, 1894:.

.Ricerclie sperinientali snl potere arit;. settico del tacliiolo. Laboratorio batteriologico e medico·micrografico della Sanità Pubblica. Archivio di farmacologia sperimentale e scieniJe affini, INGHILLERI •

1902. . .. PEREZ. Sul potere an,tisettico del tacliiolo. Istituto chirurgico della R. Università di Roma, Policli· nico, voi. IX, O, 1902. · . ·sIMoNCINI e RIENfil. Sul potere an,t;settico del tachiolo. lstituto d'igiene della R. Università di Palermo, 1902.

Lavahire 1nedicate dell'organismo 1iei processi infett;vi. Giornale della R. Accademia di medicina. di Torino, 1902. (2) ZAPPULLA. ·Il fluoruro di ar,qento nella c11,1:a della pustola maligna. Atti della R. Accademia delle Scienze mediche di Palern10, 1899. (3) PEREZ, I. c. SANQUIRICO e SCAFO.NE.

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IL POLICLThTJOO

[ANNO

IX, F ASC. 15]

cavità o trami'ti suppuranti, sia nei processi tano diminuite di volume Al secondo giorno tabercolari, nei processi ulcerosi, nelle. piaghe le vescicole si ~rasentano molto più depresse, 1 d non si nota piL1 rossore attorno ad esse: al . .· d atoniche, in casi i cistite, proctiti, en ome- sesto giorno non si vede più nulla di anortriti, uretriti. .· . male sulla ·pelle. Il dott. CARAPELLE (l) l'ha adoperato nella Nelle altre parti del corpo invece le vesciI disinfezione oculare, 11 B&NEDET1 i . _(2 ) jn pa- . cole si trasforfD:_a rono in pustule, di cui al:r:ecchie malattie oculari, il CARRucc10 (3) nella eune ltlcerarono profondamente il derma ·lasciando parecchie cicatrici specialmente cura. dell'uretrite posteriore cronica alla faccia. . • È stato anche usato il tachiolo nel carbonN . N., di anni 4, non vaccinata, ammalata chio sint~matico dei bovini, con splendidi da 6 gior.ni con vaiuolo confluente. Temperisultati, dal d0tt. MARR.'\ (4J. ratura 40 >. 5, polso 125. L'eruzione si era Nel dicembre scor$O trovandomi a parlare manifestata al terzo giorno con rossore dif- } còl prof. . PATERNò sui risultati avll:tisi col fuso e gonfiore da far mentire ·una eresipela. Al quarto giòrno si svilupparono· una quantachiolo, ve~ne l'idea di provarne 1'azione tità di vescicole confluenti fra di loro spe· nel vaiuolo, infezione che aveva colpito a;l. cialmente alla faccia e alle estremità. Anche .. cuni comuni della provincia di _Bari, dove io qui si fecero degli impacchi con soluzione di mi · trovo a dirigerne i. servizi sanitari. tachiolo all' 1 : 1000 e non in tutto il corpo. Le prime esperienze furono eseguite allo Dopo 24 -ore la temperatura era quasi normale, m~ssimo 37°. 2, polso 90; vomito e diarscopo di studiare l'azione del tachiolo sulle rea, che nei primi giorni erano ostinati e ri_manifestazioni cutanee del vaiuolo, papula, belli a qualsiasi f'armaco, cessati; gonfiore vescicola, pustula. A tal uopo _s u quattro am· molto diminl1ito. Anche in qttesto caso le mala~i vaiuQlosi, nel comune di Barletta, si vescicole curate col tachiolo non erano più , pl1rulente, si presentavano pitì depresse, e fecero degli impacchi con soluzione all 1: 1000 dopo 7 giorni guarirono senza lasciare trac.su parte del corpo, un arto, metà del torace eia alcuna sulla pelle. Nelle altre parti del o dell'addome per poter fare il éonfron to col corpo specie ~lla faccia le vesc~cole f'ecero il resto del corpo dove le manifestazioni cuta- loro corso, s1 trasform arono in pustule e nee veni vano lasciate senza alcuna medica- guarirono lasciando delle cicatrici più o meno prof'onde. No te vole in q nesto caso il fatto tura. che il decorso della malattia fu molto breve Le esperienze furono fatte. in due infermi e non si ebbe alcuna di quelle complicanze che_ da me e in due dal dott. ANGELO CrccA.RELLr, quasi sempre si h anno nel v aiurJlo confit1ente che sento il dovere di ringraziare sentita.- sino al t ermine dell'infezione : enorme gon· fiore. secrezione congiu.n ti valei infiammazio11e men te delle mucose; ecc. M. M., di anni ·6, non vaccinato, amm alato . L .. R .. di mesi 1~ non vaccinata (dottor da 8 giorni. Temperatura 39°. Il corpo è C1ccA RELL1), ammalata da 9 giorni. · tutto cosparso di vescicole opache e pui;uPresentava tutto il corpo cosparso di velente çon un'aureola rosso-viva. Il maggior . scicole molto sviluppate con suppurazione e numero di vescicole si riscontrano nella fac- con base alqu~nto tumefatta e rossa. cia, nell'addome e negli arti inferiori. Si Con sorpresa dopo 24 ore di bagnature si . fanno degli impacchi con soluzione all' l : 1000 trovarono scomparse le vescicole nelle locaper la durata di un quarto d'ora e 4 volte lità dove si erano f'atti gli impacchi; real giorno solamente nell'addome e nell'arto pressa la tumefazioue residuando alcune inferiore destro. macchie rosso~brune con centro oscuro. Nel Dopò 2+ ore il bambino si .t rova afebbrile, resto del .corpo le vescic,ole seguirono il loro l'aureola rossa attorno alle vescicole curate corso patologico dando luogo a cicatrièi più col t a chiolo è quasi scomparsa, le vescicole o meno profonde. p.on son o più opache e purulente e si presenD ... G~ .. di, anni 4, non vaccinata (dottor C1ctARELL1). E al quinto giorno di malattia: visol tronco, ~rti,. si presentano tutti coperti (1) CARAPELLE. Il tacltinlo P ater1tò nella clisinfe· ~ione ocntare. ))a Clinica <?Culistica, ap rile 1902. di macchie. Le bagnature di soluzione di ta~ (2) BENED.ETTI. Il tacliiolo. nelle nialattie ocular i. chiolo si fecero sull'addome e sulle cosce. . Policlinico, 1902. lVIentre le parti del corpo non sottoposte e. (3) 0.ARRUCCI O. 1 t tachiolo nella cnra dell'11r etrite bagnature si coprirono di pustole, sull'ad· cr onica posteriore. Resoconto della Società Lanci· dome e sulle cosce si produssero pochissime siana degli Ospedali di Ronia., 1902. . vescicole, che scomp·arvero in breve senza (-!) ~ARRA .. Risultati spér iuientali clella czira del lasciare traccia alcuna, e alcuni noduletti, carbonch;o s into11iatico dei ùovini con le iniezioni i11h·a1111lscolari di tacltiolo. Policlinico, 1902. , che non vennero a suppurazione. -

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(ANNO

IX,

FASO.

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471

SEZIONE PRATICA

I risultati ottenuti da queste prin1e esperienze portano alle seguenti co·nclusioni : 1. Il tachiolo in solu~ione all' 1 : 1000 applicato sulle vescicole vaiuolose ha la proprietà di produrre l'assorbimento dell'essudato in esse contenuto e impedire che si trasformino in p.u stole e quindi la formazione delle croste e delle cicatrici. 2. Il tachiolo molto probabilmente nella infezione vaiuolosJ). non ha solamente una azione eminentemente locale. Il rapido miglioramento ottenuto, in tutti e quattro gli infermi, delle condizioni generali, porta ad ammettere che il tachiolo spiega nell'infezione vaiuolosa un'azione generale, anche· usato per via cutanea. Dopo questi primi risultati le esperienze si fecero su parecchi altri individui affetti da vaiuolo, e mentre prima ci limitavamo a fare gli impacchi in parte del corpoJ poi gli impacchi si estesero a tutto il corpo al solito 4 volte al giorno e per la durata di 15 a 20 minuti. Non riporto le singole esperienze sem brandomi inutile ripetere le stesse cose, dirò soltanto che costantemente si sono avuti i risultati sopra riferiti e ciò non solamente a Barletta ma in vari comuni della provincia: miglioramento rapidissimo delle condizioni generali, caduta della febbre, cessazione dei disturbi gastroenterici, assorbimento dell'essudato delle vescicole, mancanza di croste. In due soli casi gravissimi di vaiuolo confluent9 j si formò nella parte centrale delle vescicole una piccolissima crosta visibile con una lente di ingrandimento . In nessun caso si ebbero complicazioni, che non erano infrequenti in altri ·ammalati di vaiuolo, in cui o non si faceva alcuna cura per recisa opposizione dell~ t·amiglia o si adoperava la cura di Talamon o le unzioni di vasellina fenica o borica. Così non si ebbero mai complicazioni del sistema nervoso, degli organi dei sensi, dell'appareçchio respiratorio, renale, ecc., non sj ebbero suppurazioni della pelle e del tessuto sottocutaneo. Le esperienze eseguite non sono complete e a ciò ha molto influito il non aver potuto farle in. un ospedale ed essere obbligato di farle in case private incontrando enormi difficoltà, ed invero non avrei dovuto ora

renderle pubbliche. A far ciò però sono stato indotto da alcuni risultati, che costan· temente si sono ottenuti: mancanza di croste e di cicatrici, e dalla speranza che altri colleghi vorranno con me. coll'3iborare nel provare questo nuovo metodo di cura, che men· tre apporta grandissimi vantaggi agli infermi a me sembra che sia di una gran dissi ma importanza per la profilassi. Il contagio dell'infezione vaiuolosa si deve principalmente alle squame, che si formano pel disseccamento della pustole, nel periodo cioè di convalescenza, in cui l'ammalato trovasi già alzato da letto e molto facilmente si vede anche girare per le strade. Con la mancanza delle croste, che costantemente si è avuto, facendo uso del ·tachiolo, si evita quindi il mezzo di diffusione più comune e più resistente dell'infezione vaiuolosa, e a cui si deve la persistenza alle volte di parecchi anni di tale malattia, specialmente nei comuni, dove la popolazione è molto agglomerata. Concludo col dire che se le ulteriori esperienze continueranno a confermare i risultati sinora da me ottenuti, avremo nel tachiolo il rimedio ideale per ]a cura e specialmente per la profilassi del vaiuolo. Fra non molto comunicherò ulteriori ri-. cerche, che già ho in corso di 8tudio, pe1'" mostrare ql1ale è l'azione generale del tachiolo nell'infezione vaiuolosa. Bari, 27 gennaio 1903.

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Per sfollare g·li ospedali. - Il Consiglio municipale, su proposta del dott. RE:NOU ha votato l1na somma di 72,000 franchi· p er cr eare d elle p ensioni d' inverno nei mesi d ella cattiva stagione, al m axi· mum per 180 giorni. Queste p ensio11i d'inverno, in ragion e di un franco al giorno, saranno assegnate ai in ala ti cronici o se· mimalati, vecchi, emiplegici, a tassici, ecc., che rie111· piono le sale senza grande utilità p er loro mede · simi e con g ran danno dei veri ammalati: a tt1tti quegli invalidi, ' Tittime dell'età e clella miseria, che hanno bisogno piuttosto di cure ch e di farmaci, e che non possono esser e curati nelle lor o case. Ecco una misura pratica ch e a,·rà forse qualch e effetto sulla crescente pr9g ressione delle carriole (brande aggiunte).

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472

IL POLIOLINICO

Ricerca se1uplice e molto sensibile dell'albun1ina nell'urina. - In un bicchier.e da reazioni ben pu· lito e ben chiaro si versa dell'acqua distillata bol· lente, nella quale si fa cadere una goccia d'urina. Se questa contiene traccie di albumina, . si pro· duce nel liquido, sul passaggio della goccia, che giunge al fondo un'opalescenza molto caratteristica, che rassomiglia in tutto al fumo di un sigaro. Questo metodò è molto più sensibile del metodo dell'ebullizione ed è specialmente da raccomandare quando non si l1anno se non poche goccie d-'urina a propria disposizione. (Méd. 1noder1ie).

Nuovo processo per arrestare nn'epistassi. Il dott. MATTBEUS propone il mezzo seguente: Con l'aiuto di una sonda semi-flessibile, si in· troduce lln condom bene oliato nella narice, tanto a lungo qnanto lo si giudica necessario. La sonda è allora in parte ritirata e, per l'estremo libero, si ~offia in modo da gonfiare il condom., che è quindi legato dietro al catetere e trasformato così in un pallone tampone la cui pressione si esercita egual· mente su tutte le parti della cavità nasale. ' Quando si Vl1ole ritirarlo, basta sgonfiarlo; si €strae allora facilmente · senza trascinar· via i coa· guli recentemente formati e senza provocare una nuova emorragia, il che raramente non si verifica quando ci si serve della garza ordinaria. Più originale e più elegan·t e dt3lla 1recchia sonda di Belloc. (1nédeci1ie Moderne, 14 gennaio 1903).

IGIENE DI• on

DllOl'O

lorn10-vaporigeno per la disinfezione dei \'agoni ferrQviari

pel dott. ERNESTO T HEA, medico provinciale. La disinfezione degli ambienti a mezzo della formaldeide ha sollevato in questi ultimi tempi vivaci discussioni. Vi sono autori che, in proposito esprimono una grande fiducia; altri che si mostrano incerti; ed altri infine che negano t1na attendibilità igienica da siffatto processo di disinfezione. Queste divergenze provengono più volte dal modo con cui si pone il quesito. E non v'ha chi, anche s11perficialmente· ragionando, non debba conyincersi, che ogni ~aso deve considerarsi a sè, e che nel gi-ttdizio finale molto influiscono le varie con· dizioni in cui si agisce. Esaminando poi i casi ovvii a presentarsi in pratica, se ne trovano taluni, che da se indiscutibilmente si raccomandano, ad esem· pio, quelli relativi a vani ristretti e suscettibili di esatta e facile chiusura. D'altri\ parte, oltre alle condizioni naturali, per raggiungere un esito felice, un discreto margine è da concedersi alle condizioni artificiali, come può determinare l'esperimentatore, co11 adatte cat1tele tecniche. /9.4\

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[A.NNo IX, FA.so. 15]

Alla naturale predisposizio11e pel successo, nel nostro caso obbediscono i "\ragoni delle ferrovie. Essi costituiscono ambienti ristretti, con poco mo· bilio, con una speciale conformazione che molto bene si presta per una chiusura pressochè erme· tica, e per quanto riflette il pericolo delle infezio11i, con un genere di rischio, che si può classificare sotto il titolo di « probabilità d'inqninam,enti super· ftciali. • Sono i casi in cui pitì si può attendere dallo impiego della forpialdeide. D'altra parte nei vagoni delle ferrovie si è i11 grado di determinare q11elle condizioni, che dall' esperienza risultano le più propizie per un favore· vole esito della disinfezione al formolo; esistono cioè mezzi per determinare t1n'elevata temperatura · e per riparare al deficit di saturazione d'umidità. La macchina a vapore provvede a tutto con grande speditezza e semplicità. Una serie di esperienze fatte alla stazione della tramvia Roma-Tivoli, diede .risultati che corrispon· dono precisamente alle pr~visioni, e che incorag· giano a proseguire le prove fino ad una congrua organizzazione del servizio. Ft1 scelto un vagone di 2a classe della capacità di 30 mc. all'incirca. L'apparecchio form~geno impiegato è un modello specializzato del comune polverizzatore a vapore, (Tav. I) già noto nella pratica medica, come un mezzo di agevolare le inalazioni medicamentose. Tale modello fu fatto costruire, dietro mio di· segno, dalla ditta Moleschott, ed è capace di una forte carica di formalina commerciale, sufficiente alla disinfezione di una lunga serie dì vagoni. Il vapore atto a sopra~aturare l'ambiente, oltrechè a condurvi le emanazioni aldeidi.che, fu tolto d,a una macchina a vapore in pressione (7 atmosfere circa). Detto vapore si costringev~ mediant.e un lungo tubo attra"\'"erso al dispositorio del polverizzatore, sfiorando il becco affondato nella formalina, la corrente aspirava il liquido, e cosi carica del disinfet· tanto si sprigionava, e si spandeva nel vagone di prova. I germi scelti per decidere del successo furono il B. del carbonchio sporificato e lo stafilococco · piogeno aureo. Numerose fettucoie di tela, abbonclantemente in· trise di patine batteriche, vennero disp?ste, situate in provette aperte, alle due estremità, in tutti i punti del vagone, e quest'ultimo poi venne chiuso, , in guisa da rappresentare le comuni condizioni della pratica. Cinque minuti di sviluppo di vapore . furono sufficienti per vederne invaso tutto il vago ne. ' Allora si arrestò il deflusso, e si mantenne chiuso il vag'àne per quattro ore. Trascorso questo termine i pezzi di tel.a furono cautamente ripresi, e , posti in altrettanti tubi di brodo nutritivo. Le cultt1re rimasero tre giorni in termostato a 37°. •

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SEZIONE PRATICA·

473

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Il risultato fu dei più soddisfacenti. La massima parte dei tubi rimase sterile, e le poche eccezioni riguardano il bacillo carbonchioso, ~ per di più quei soli pochi tubi, che erano stati posti in vici· nanza degli sfiatiitoi dei vagoni, poichè, giova ripe· tere, la chiusura non fu ermetica, ma imitava semplicemente le condizioni ordinarie <iella pratica. È da notarsi, che nel ternpo in cui- fui medico provinciale di Cuneo, molte esperienze di questo genere vennero da me eseguite in armadi e casse chius~, con risultato sempre positivo. Le esperienze furono fatte neI laboratorio m11nicipale d'igiene di quella città, e non mi potei mai metter e n elle con· dizioni della pratica, p erchè la stazione ferroviaria di Cuneo non aveva vagoni n è macchin e, nè per· sonale da mettere a mia disposizione. Le esperienze fatte n el laboratorio di Cuneo, ebbi campo, come dissi, di applicarle praticamente, per la squisita cortesia dell'Amministrazione della tram· via Roma-Tivoli, e del direttore locale cav. Cele· stino Grea. Qt1esti risultati ottenuti per ora con esperienze che si possono dire preliminari costituiscono, a parer mio, un b11on fondamento, per organizzare un ser· 'rizio in grana e cli disinfezione dei vagoni sospetti, come l)iù ,,..olte ,,..enne r eclamato. L'apparecchio impiegato, si basa sull'utilizzazione (lella macchina a vapore, di cui in ogni stazione ferro·v iaria è facile potere disporre. Certo, questo è un apparecchio direi quasi sche· matico, e sono prevedibili molte modificazioni e semplificazioni e molti p erfezionamenti, che rispon· dano alle numerose esigenze prati.che. È porciò che gli stt1di e le ricerche verranno contin11ate s u larga scala, t1sufruendo dell'ottimo matoriale che l'Amministrazione della tramvia suddetta gentilmente è disposta a concedermi. Roma, 21 gennaio 1903. •

Proposta di esperienze per la disint'ezione delle vetture terro\'iarie. Non occorre nè un grande ingegno, n è uno sforzo di immaginazione per intuire quale pericolo presentano le carrozze ferroviarie sotto il punto di vista della diffusione delle malattie infettive e contagiose. Tutte le nazioni civili sentirono il bi· sogno di nominare commissioni scientifiche che ne studiassero i mezzi atti a portarvi rimedio, ritenen· dosi insufficiente Ja polizia sommaria che solamente si pratica ancora da noi. Nel 1889 in Francia ft1 nominata una Commissione compost-a di COLIN, MAR· TIN, LUNAY, BERLIOZ. VALLIN, la quale si occupò della questione, pubblicando una memoria. « intorno •

alla profilassi nei carrozzoni delle ferrovie. » Riconosciuto lo stato . d'inquinamento in cui si trovavano le vetture, la commissione ne proponeva la disinfezione, di trasportare i malati in vetture spe· ciali da disinfettarsi accuratamente, di porre in ogni vettura degli avvisi proibenti di sputare sui pavimenti, e via via. Conseguentemente il l\1inistro d ei lavori pubblici 1\fonestier invia va ai direttori delle varie r eti una nota che ingiungeva di' la,rare i pavimenti delle vetture con soluzioni disinfettanti, e di spazzolare ed esporre all'azione del sole i tappeti. Nel 1900 E. DAUDOT prese la parola al Congresso d'igiene di Pttrigi, dimostrando i perico~i cui sottostà il viaggiatore, con approvazione unanime proponendo: a) che fosse proibito ai colpiti di forme infettive di viaggiare in vetture comuni, facendo obbligo a costoro di den11nciare al capo stazione di · partenza la loro malattia; b) che fosse organizzato un servizio speciale per gli ammalati ; e) che l'interno delle v etturf' fosse costruito in guisa da adattarsi alla disinfezione; d) che la spazza.tura e scopatura umida fossero sostituite a quelle a secco; e) che fosse proibito sp11tare sui pavimenti; /) che in tutte le stazioni fosse messa a dispo· sizione del pubblico dell'a<!qua potabile. Nel 1893 fu nominata anche in Germania una commissione p er giudicare se le polveri delle vetture ferroviarie potessero essere causa di morbi infettivi; e l'inchiesta ebbe esito affermativo. E così anche in Germania si ebbe una circolare mi· nisteriale che provvede,ra in modo speciale al tra· sporto degli ammalati, alle pratiche di disinfe· • z1one, ecc., ecc. In Ungheria vigono disposizioni speciali che impongono obblighi ai medici, e ai capi ·servizio delle ferrovie~ com'ebbe a riferire ampiamente il dott. DE CSATARY al Congresso d'igiene di Parigi nel 1900. Non mancarono da noi i medici che si occupas· sero di questa importante questione, e che n e se· gnalassero i pericoli. Ed a questo punto l'A. cita diffusamente la pubblicazione del dott. SILVIO BE· LOTTI « intorno alle sostanze da adottarsi per la disinfezione d elle earrozze ferroviarie e dei tram· • wais cittadini » e quella r ecente « sulla n ecessità d'un servizio speciale d'igiene nelle ferrovie italiane; » passa in rassegna l'opuscolo del dott. LUIGI SIMONETTA ; e riferisce le parole del prof. SANARELLI, nella discussione del bilancio dei lavori pubblici 1901-1902, accennando alla commissione speciale di tecnici per lo studio della complessa questione sociale. La serie di pratiche che va col nome di disinfezione meccanica e che consiste in una pura pra· (25)

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474

IL POLIOLINIOO

tica di pulizia, è utile ma assolutamente insufficiente. L'uso delle soluzioni di sostanze chimiche che hanno potere battericida dà risultati poco f;!Od· disfacenti per la grande difficoltà di farle arrivare a contatto con tt1t.ta la superficie da disinfettarsi. Moltissime poi di queste soluzioni presentano degli inconvenienti speciali, inerenti alla loro natura e al loro modo di comportarsi di fronte alle varie materie che costituiscono l'interno delle vetture. Venendo a parlare dei mezzi gassosi, l' A. ricorda come il dott. BELOTTI abbia proposto la formalina, il prof. SERAFINI il fumo di legno, altri lo zolfo, il cloro, e via via. Ma vi è un mezzo di disinfezione che non è mai stato da alcuno proposto, e che il dott. PESERIOO appoggik con entusiasmo, ed è il vapor ~'acqua. Ed ecco i vantaggi che secondo il proponente offre l'azione del vapor d'acqua: a) disinfezione rapida ed uniforme; b) disinfezione facilmente controllabile, facendo 11~0 di leghe fondenti a 100°; c) tranne gli oggetti di cuoio non guasta nè int~cca cosa alcuna ; d) basta un soffio d aria per togliere q11e1 poco d'11midità ch e il vapore lascia in conseguenze della s11a azione ; e) costa poco, e dà un risultato costantemente sicuro. (Giornale della R eale Società Jtalia11a cl'igietze, anno L~IV, n. 12). 1

CENNI BIBLIOGRAFICI Prof. W. EBSTEIN e dott. J. SOH\VALBE. Manuale di n1edicina pratica. Cin,qrte volumi in 8° grande, con oltre dlienttila figure. 1 a traduzione italiana sulla 1a edizione tedesca con note originali (SQ· cietà editrice Dante Alighieri di G . .A.lbrighi, Segati e C., Roma). Il 2° volunie di quest'opera importantissima e pregevole è stato coml?iuto testè con la « Terapia chirurgica delle malattie dello stomaco, dell'inte-, stino, del fegato e della cistifellea, del pancreas e del peritoneo », la cui trattazione, informata a cri· teri del tutto pratici e che fu obbietto di c11ra speciale del prof. BRAUN (Direttore della clinica chi· ;·nrgica di Gottingen), è stata egregiam~nte tradotta e sapientemente annotata dal dott. R. ALESSANDRI, profe.ssore ordi1iario dl patologia chirzirgica nella R. Università di Roma. Abbiamo percorso gli ultimi fascicoli e, come negli altri precedenti, ci siamo sempre più con· vinti che il M annate di 11iedicina pratica » dello EBSTEIN risponde pienamente ai clesiderata del n1edico pratico: esso, invero, se da un canto indica <(

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in forma sobria lo stato attuale dell' « .Arte di cu· rare» in quanto che con dati brevi ma precisi accenna alle teorie, le quali, oramai accettate da tutti, valgono di base alla diag111osi del proces~o morboso e però ad istituire il metodo più razio· nale e più opportuno, cosi, ad esempio, vi tro· viamo indicate la teoria delle glandule a secrezione interna; quella delle nefriti delle 11ialattie i1ifettive, e- via dicendo - d'altra parte non devìa affatto dalla via tracciata dall'esiwiio clinico cli Gottinga, quando ebbe l'idea di r edigere il trattato medesimo. Lo scopo prefissosi dal prof. EBSTEIN è stato di f or1iire, cioè,_ al 1nedico 1iel dirlfrlrno esercizio professionale g11Jda sicura ed illzinzinata in quale che sia il caso ove egli debba prestare l'opera sua. Perta11to sin dalle prim~ pagine del vol1l1ne 1° (Ma·

lattie de,qli organi della respirazione. e della circolazione) rilevasi siffatta caratteristica, la q1tale dif· ferenzia marcatamente qnesto Manuale da altri precedentemente pubblicati in Italia, i quali troppo si appartarono dallo scopo "'r,ero e positivo cui de"'\'"e mirare una opera di tal natura. La nota caratteristica del « Manuale dell'EBSTEIN >)' adunque, sta in ciò che vi sono trattate tzitte le alterazioni di organi e sistemi di organi, niuno eccettuato : ma essenzialmente dal punto di vista della cliagnosi e della terapia; le note cli anato111ia ]Jafologica e l'e· tiologia spettanti a ciascun processo morboso no11 vi mancano, ma gli Autori ne trattano con parsi· monia e sol per quanto possa riguardare diretta· mente la diagnosi e la cnra, e rispettivamente laproft· lassi delle singole malattie; larga parte, invece, è data alla si1ito11iatologia, al decorso, alla dnrata ed agli esiti di ogni singolo processo, ed in questi para· grafi notasi la esatta e precisa descrizion0", punto prolissa, tratta da fonti ineccepibili e frutto di ricca esperienza al letto degli ammalati. In special modo vanno rilevati i paragrafi pertinenti alla diagnosi delle singol~ forme morbose... e qui è che il libro eccelle sovra gli ; Itri: i 1rietodi diagn,ostici più pre· cisi e confermati tali dall'esperienza clinica, la re· lativa tecnica (se1neiotiea, analisi del sangue e del· l'uri1ia e delle feci, del liqiiido ascitico, esame batteriologico, saggi chimici e crtltnrali di controllo, a1ialisi del szicco gastrico, ecc. ecc. vi sono ripor· tati in modo inappuntabile ed alla stregua dei dati di fatto più recenti e realmente acquisiti dalla cli· nica. P er ciò che concerne la Cura delle singole forme morbo se va rilevato che essa è svolta in modo esauriente: indicazioni, posologia e forma dei 1nedicamenti, addimostratisi indubbiamente efficaci nelle diverse malattie, vi si trovano riportate con scrupolosa precisione, non sono affatto tralasciati i metodi di cura con gli agen,fi fisici (cli111ato· eà idrotirapia, elettroterapia, dietoterapia, ecc.), n è le norme per l'assistenza agli i1ifer1ni, riconosciuta oggidì di somma importanza nel trattamento delle malattie.


[ANNo IX, FAsc. 15]

475

SEZIONE PRATICA

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Ma v'ha di più: vi sono capitoli speciali sulle aJJplicazioni chirurgiche sia per· le i1tdaginJ diaf!nO· sticlze che per l'interven1to operat;vo a scopo di c11ra. Citiamo a cagion d'esempio i bellissimi capitoli sulla èhirurgia pulnzonare, .e quelli sulla chirurgia della niilza, dello stomaco, dell';ntestino, del fegato, della tiroide. A maggior conferma della completezza della trat· tazione meritano speciale menzione, ad esempio, i capitoli sulle nzalattie del ti1no, della glandula pitui· taria, delle capsnle szirrenali, della ,glandula tiroide e della parotidea, e quelli altresì sulle 1nalattie del 1iaso, delle orecclzie, della gola, dei de1iti ! La purtroppo pressochè costante lacuna, che ap· pare in altre opere m ediche straniere, e specie te· desche, e poi tradotte in italiano, 11on esiste in questo modernissimo manuale; intendo parlare del· l'assoluta negligenza in cui sono di solito tenuti i lavori della Scnola 1neclica italiana; nel « Mannale dell'Ebstein. », inv·ece, non è stato affatto omesso di citare e di trarrB utile applicazione dei lavori dei Clin,ici e Scienziati (l'Italia, rilevando le risultanze preziosissime e p er la diagnosi e per la terapia, che dagli studi fatti in Italia derivarono. Vada ricordato a titolo d'esempio il capitolo d elle nialattie infettive) sni tl;sord;ni dei ba1nbini lattanti (vol. 2°), s11lle 11ialaltie cardiaclte e degli orgaui det res1Jiro; in tutti ql1esti capitoli è dato il m eritato posto ai Clinici ed bsservatori italiani· accenniamo, c_oBì di volo, al 1netoclo Baccelli per la' cura degli aneurismi, ai risultati ottenuti dalla Sc11ola italiana nella d ia · gnosi, profilassi e terapia della Malaria (CELLJ, °}fAROHIAFAVA, ecc.). Abbiamo tentato di dare con qt1esti brevi cenni 11n concetto generale dell'opera ed a completa1nento di esso rileviamo che i singoli capitoli sono stati sviluppati dai più illustri clinici della Germania ql1ali LIEDERMAISTER e HAACHE, KRAUS e PRIBRAM, EBSTEIN e FtìRBRlNGER e poi MENDEL, EULENBURG e ZlEREN, ed il NEISSER, il RUMPF èd il BRIEGER, e quindi, per la parte ch.irrirgica K-0M}1EL, BRAIJN, KOELLIKER. L'edizione italiana venne affidata ad esperti traduttori, competentissimi in materia, a clinici e ct1ltori delle speciali branche, i qt1ali sep· pero rendere l'opera vieppiù pregevole ed t1tile davvero ai Medici italiani, corredandola di buone ed opportune annotazioni. Le inn11mer evoli (oltre 2000) e belle figure, le citazioni bibliografiche annesse a ciasc1m- capitolo, chA rappresentano il prodotto di oculata selezione dell'immenso materiale di letteratura.medica sin'oggi raccolto, completano la pubblicazione medesima, concedendo ad essa impJ;onta assolutame11te nuova ed originale ed eminentemente pratica.

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Dall'aspetto editor;ale l'Oper a non poteva ritl· scire migliore: sia pel formato cll.e per la nitidezza e

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Del 31) volufne - Malattie degli orga1ii genito-zir;.

1iari e relativa terapia cJzirnr.qica; nialaltie ve1ieree e sifilitiche ; 1nalattie della pelle; nialattie costituzio 1iali o del ricambio · è già apparsa la 1 a dispensa (20a dell'opera intera) che tratta delle « Malattie del rene » . Come dal prospetto dell'Opera, il 3° vo· lume è dei più belli, più importanti ed interessanti, arricchito di oltre 400 bellissime figure. La traduzione degli altri 2 v olt1mi sta già a buon porto epperò in brevissimo tempo sarà pub· hlicato il 5° ed ultimo volume; q11ando appena nello scor so armo f11 completata la edizione del testo tedesco; è un fatto codesto che va pure segnalato, in quauto çhe esso torna a non liev:e van· taggio della pubblicazione medesi1na e principal· mente dei sig-nori medici, e non è frequente a ve~ rificarsi dalle nostre case editrici.

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A. BELLINI. Fototerapi~. -- Milano, Ulrico Hoepli, 1903. L~ fototerapia ha acquistato, negli ultimi anni, notevole sviluppo. Basterebbe citare gli incontrastati successi del inetodo Finsen nella cura del lupus per mostrare come essa meriti la fidl1cia dei medici. Il BELLINI in inodo molto chiaro e suggestivo espone -in q11esto ' rolume dei Mannali Hoepli tu.tta 127)

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scelta dei caratteri~ che per l'esecuzione tipografica. La e:liziona italiana del .Maniia./e di Medicina pratica di EBSTEIN·SCHWALBE è stata curata dalla diligente ed . oramai ben nota « Società Editrice Dante Alighieri », di Roma - la qt1ale ha punto risparmiato n è fatiche, nè danaro, pur di presentare ai signori Medici d'Italia, un'Opera degna di essi sotto ogni riguardo ed oltre ogni dire utilissi1na..... diremo quasi irtd;spe1zsabile per il pratico esercizio professio·n ale. Codesto « Manuale » è opera veramente pregevole e può trovare posto ben meritato sul tavolo di studio di og11i 1nedico pratico, che intende stafe al corrente dei progressi 'reri dell'arte sua nobilissima e che voglia tro,rare utili indì~azioni, dati precisi nei casi di natura -varia che gli si pre· sentano.

B. S cH-01iMAYER. Die Rontg·enstrahlen in der The· rapie. - Seitz und Schauer, 1902. Già l' A. ha pubblicato importanti memorie sui raggi X. Egli prosegue, dopo averne stucliato le pròprietà e l 'impiego nella ·diagnosi, a stabilirne l'a~ione sull'organismo umano. Si occupa qui degli effetti fisiologici, delle ustioni e dei mezzi per evitarle o atten11arle e della teoria sul meccanismo di azione. Promette di stt1diare le applicazioni te· rapeutiche in una pubbliuazione ulteriore, che dalla sua competenza attendiamo con vivo desjderio. a. v.

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la parte scientifica e clinica de' metodi terape1:1tici che dalle applicazioni de1la fisica della luce trag· gono origine: fototerapia negativa-, fototermotera· pia, fotocromoterapia, attinoterapia, radioterapia.

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Pnbblicazioni uervenutc al

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IL POLICLINICO

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Policlinico )) .

DE· V EQCHI dott. B. Su di un caso di tubercolosi mammaria. - 1\1ilano. Estr. dalla Clinica · Ohirltr· gioa, 1902. . . TADDEI dott. D. Sulla emostasia nelle r esezioni clel fegato. - Seravezza, Tip. Boldrini, 1902. MARGARIA dott. G. Oontribt1to allo studio delle lesioni di motilità clel laringe. - Roma. Estr. dal Giornale l\iiedico dél R. Esercito, 1902. CERNEZZI dott. A.. Per la storia della prostatec· tomia perineale. 1\Iilano. Estr. dalla Gazzetta. l\'led. Lombarda, 1902. . CAPPUCCIO dott. D. Intorn·o alla febbre glandul are di Pfeiffer. - NapolL Estr. dal periodico La Pediatria, 1902. V ALVASSORI·PERONI dott. c. Le ultime qt1estioni risguardanti il latte nella pratica dell'allattamento artificiale. - l\iiilano. Estr. dalla Gazzetta degli Osp edali, ecc., 1902. -VIRNICCHI dott . .A.. Contributo alla istologia delle ovaie nell'oi;;teomalacia. - Napoli. Estr. clall' Ar· chivio di Ostetricia e Ginecologia, 1902. SPOLVERINI dott. L. l\il. .A.ssimilatio1t et putréfaction intestinale chez les enfants nourris artifi., ciellernent pendant les prem.iers mois de la vie. Paris. Extr. des .A.nnales de }Iédecine et Chir11rgi.e infantiles, 1902. MAE.TIRANO . dott. F . .A.pp1mti sulla maJaria del· mezzogiorno d'Italia. - R.oma. Estr. dalla Riforma Medica, 1902. CHIARUGI G. L'insegnamento d ell'anatomia . del· l'uomo secondo i nuovi r egolamenti univer sit_arif. - Firenze. Estr. dal Monitore Zoologico Italiano, 1902. TORRETTA dott. P . Sulla terapia ipodermica iodica nella pratica pediatrica. -· Torino. Estr. dal Progresso Medico, 1902. BALDONI dott. A . St1i tetrageni. - Parma. Comun. fatta all' .A.ssoc. Medico-Chirnrgfca di P arma, 1902. ORO dott. l\'I. Sulla topografia del bacillo di Hansen nel sistema nervoso centrale e periferico della lepra.. - Napoli. Comun. fatta alla Soc. I t. di Dermatologia e Sifilografitl, 1894. P ESERICO clott. L . Proposta di esperienze per la disinfezione delle vettt1re ferroviarie. - Vicenza. Tip. Raschi, 1902. BELLI dott. C. M. L'alimentazione senza sale e i suoi effetti sull'or ganismo e specialmente sull'assi1nilazione degli alimenti e sul ricambio azotato del· l~t1omo. Roma. Estr. dagli .Annali di l\Iecl. Na' rale, 1902. {28)

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I · rapporti fra i medici e i farmacisti. •

Il Bollettino cliimico-farmaceutico, diretto dal prof. DIOSCORIDE V ITALI, pubblica il seguente Codice-regolamento deontologico , approvato dai medici spagnoli per quanto riguarda le relazioni di a1..monia tra i medici e i f armacisti, senza segnalare la fonte dalla quale è riportato. Crediamo che sarà letto con altrettanto interesse dai medici come dai farma· cisti. . •

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L e r elazioni tra medici e farmacisti sar::.inno soggette alle seguenti r egole : ' . 1. lVledici e farmacisti s i asterranno di emet· • tere in pubblico o in presenza çlei loro clienti al· rI cun . git1dizio sopra la loro rispettiva capacità professionale, st1lla indicazione e composizione di qualsiasi formola o sulla fedeltà ed esattezza con II , c11i venne eseguita. 2. I dubbi ohe potessero nascere sopra l'intel· ligenza o speaizione di formole si risolveranno di· r ettamente a voce o per iscritto senza cognizione del clien·te, essendo obbligatorio p er l'interpellato contestar sempre all'interpellante e l 'uno e l'altro èorrettamen te. • 3: Pel decoro di tutte e due le professioni si '1 obbligano medici e farmacisti a non ricettare, an· , nunziare, o vendere alcun rimedio segreto. [ 4. Le preparazioni speciali di composizioni de· · f finite, possono eseguirsi, annunciarsi e vendersi solo nelle farmacie, però nessuna senza ricetta me· dica. A questo scopo i medici s'impegnano di ri.· l correre ai mezzi persuasivi e coercitivi, se occorre, J ' perchè questi medicamenti speciali n9n si vendano l in_commercio, n elle botteghé e drogherie, come si suol fare con evidente infrazione alla legge e con grave danno pei farmacisti e pel pubblico, che compera alla cieca ciò che invece può costargli la vita.. 5. .A. complemento delle antiche e sane costu· manze vantaggiose p el cliente e per la classe me· .. dico-farmaceutica, i medici devono ricettare i me· dicamenti in ql1elle dosi che hanno rapporto colle prossime ed adegt;tate indicazioni all'infermità; per · esempio : i sali cli chinina, l'antipirina, !~oppio, ecc., a dose sufficiente per le 24 ore; i bromuri, i joduri, i prep arati d' A.s, ecc., pe r 8-10 giorni. Quando, per ragioni sp eciali, occorre prolungare il trattam.ento fuori della sorveglianza diretta del medico, sarà fatto espressamente cenno sulla ricetta per la ripetizione ·sufficiente della formola -scritta. Senza tale espressa volontà del medico non si potranno eseguire r ipetizioni. 6. Il medico non dovrà indicar mai al cliente, '

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che va a provvedeTsi dei medicamenti, una deter· • minata farmacia, ed il farmacista a sua volta non dovrà mai insinuare nel cliente l'idea di ricorrere ad un medico piuttosto che ad un altro, tranne in casi eccezionali e per motivi urgenti o giusti· fica ti . 7. l\fedico e farmacista faranno causa comune in tutti i casi di intrusione, sia per denunciarli, sia per compiere assieme quanto la legge ed i re· golamenti loro impongono. Seguiranno identico provvedimento nella giusta difesa degli interessi professionali e morali, dopo aver consultato i rispettivi Collegi. • 8. Si presteranno mutua assistenza professio· nale gratuita, tanto per la loro persona, quanto pei membri delle loro famiglie. Si favoriranno reciprocamente per ogni sorta di aiuti scientifici e i mezzi di studio e di applica· zione all'infuori dell'uso comune n elle due pro· fessioni. 9. !ledici e farmacisti devono etitare accura· tamente sia che si incontrino soli in pubblico, sia in molti ohe il pubblico li supponga in confabula· zione pel· la migliore exploitation, o in lotta d'inte· ressi dalla quale esso possa credersj pregiudicato. 10. I medici devono preferire l'uso dei medi· camenti e delle specialità spagnole a quelle stra· niere sotto il punto di vista della loro bontà ed ef fica.eia per l'infermo, ed in caso analogo devono preferire i prodotti regionali e provinciali. 11. I meilici non debbono in modo alcuno con· fezionar formole pei loro clienti, ed i farmacisti non debbono in Jlessun modo tener in casa loro const1ltazioni, nè consegnare medicinali senza ri· cetta medica.

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(2431) Sig. dott. G. B. da S. A . I. G. - Se nulla fu detto nella deliberazione di nomina la R . M. deve cedere a carico del sanitario. Per l'avvenire no11 può, quindi, aver ragione: per lo passato può rifondere quel che non è ancora prescritto. Non ha per tal fatto nemmeno il diritto a chiedere un aumento di stipendio. Ben può chiedere l'n,umento per l'accresciuto numero di famiglie povere. Deve per ciò rivolgersi al Comune e poscia alla G. P. A. che sentirà p_rima il Consiglio provinciale di sanità. (2432) Sig. dott. C. C. da C. - Ella ha diritto· a rimanere in carica e non può essere licenziato finchè dura il Consorzio. Quando questo venisse, per q11alsiasi causa, sciolto, Ella non potrebbe ac· campare diritti verso nessuno dei Comuni consorziati, perchè all'ente consorzio sono sostituiti altri enti, a Lei estranei. (2433) Sig. dott. A. M. da S. lVI. F. - Trattandosi di breve ritardo potrebbero esserle computati gli anni già fatti. Ad ogni modo sarebbe b ene che scrivesse alla amministrazione della Cassa D epositi e Prestiti. Non è possibile ottenere il rimborso dei . versamenti eseguiti sino ad ora. (2435) Sig. dott. A. da B. - Ella non può con· temporaneamente esercitare la professione di me· dico e di farmacista. Può dare alla farmacia un direttore laureato, purchè questi ne assuma effet· tivamente la direzione e dimori in permanenza nel· l'esercizio. Ella., però neppure in tal caso potrebbe ft1nge1:e da assistente. (2436) Sig. dott. V. C. da R. - Allorchè si disse in deter11ii11,ati casi si volle intendere che non ogni qt1alsiasi, anche innocua, partecipazione del medico alle lotte locali può giustificarne il licenziamento. Il fatto doveva essere giunto ad un punto compro· mettente la regolarità del servizi e la serena ed

* * * commenti del Bollettino chimico-

farmaceutico, che questo decalogo di 11 co· mandamenti abbia incontrato il favore della benemerita classe dei farmacisti. A me sem· bra che un codice analogo dovrebbe essere adottato e applicato sotto la giurisdizione deontologica dei 1tostri Consigli dell'ordine. Se ne avvantaggerebbero tanto i medici che i farmacisti, specialmente se fosse più espli· •

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Come gli statuti indicano le Giunte dei Collegi saranno costituite dal giurì per sentire la decisione nolle controversie che nascessero tra i professori delle due Facoltà. A questo scopo convien crea.re da ciascuna parte un giuri d'onore composto della Giunta di ciascun Corpo, medica e farmaceutica, e come tribunale di appello le Giunte del Governo, che applicheranno i11 ogni caso la sanzione corrispondente.

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cita la disposizione contenuta nell'articolo 11 che proibisc.e ai farmacisti di tenere consultazioni in casa loro (e perchè non si dice: nelle !01·0 botteglie ?). S'intende con tali parole di colpire gli ambulatori così detti grat11iti annessi alle farmacie'? O si vuole porre un freno alla fantasia terapeutica dei farmaci· sti, che dietro al loro banco istituiscono delle cattedre di clinica farmacqlogica per i clienti che hanno l'ingenuità di domandar loro dei « piccoli consigli? » Bisognerebbe, secondo me, condannare esplicitamente l'uno e l'altro inconveniente, uerchè ambedue nuocciono alla dignità ed agli interessi prpfessionali di en· trambe le classi sanitarie. Doctor CAJUS.

Giurì d'onore.

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SEZIONE PRATICA

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IL POLIOLINIOO

,indipendente esplicazione del proprio ministerio. Se il medico non si reca più, ad esempio, da quelli del partito avversario o, questi, per converso, in· sospettiti, non han più fiducia in lui, corne può andare il servizio 'I E se avvengono inconve11ienti, chi ne risponde ? Di chi la colpa 1 Sono le conse· guenze delle lotte aspre cli p.:1.rtito, che possono gin· stificare, secondo noi, anche il licenziamento del medico stabile. (2440) Sig. dott. G . .A. da B. - L'unico atto che costituisce prova irrefragabile è la nomina od il capitolato. Il resto può costituire un obbligo morale ma non giuridico. - Quelle visite dovrebbero poi essere ricompensate a parte perchè non è mica ob· bligatorio per un condottato far quattro o cinque visite al giorno e qualcuna anche di notte. (2442) Sig. dott. G. R. da R. - L'obbligo del condottato non può esimere l'imprenditore da ltn carico che una legge speciale gli impone. Egli non deve nè può giovarsi della perso:q.a colpita da in· fortunio o dei capitolati medici approvati dal Con· siglio, per esonera.rsi dall'obbligo delle prime cure che gli impone la legge. Non si è ancora su tal punto pronunciata la giurisprudenza. Doctor J USTITIA.

IMPORTANTE La nostra Amministrazione è in grado di offrire agli abbonati del Policlinico •

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La Nuova Farmacopea Ufficiale testè pubblicata dal Ministero dell'Interno in elegante volume di oltre 400 pagine rilegato in tela e posto in vendita direttamente dal Governo al prezzo irriducibile di lire e;. Obbligatoria per gli ufficiali sanitari, i farmacisti, gli ospedali, ec~. L'Amministrazione cede ai propri abbo1iati quel ribasso che il Ministero accorda ai grossisti per acquisti di non meno di 50 copie per volta e vi aggiunge di suo le spese di spedizione. Le richieste, che debbono essere esclusi· vamente indirizzate all'Anz1ni1tistrazione del POLIOLINIOO, TTia del Caravita, 6 · ROMA, dovranno essere accompagnate dal relativo importo. Se si desidera la spedizione raccomandata unire cent. 25. Indicare il numero della fascetta con la ql1ale si riceve il giornale. {30)

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LANNo IX, FAso. 15]

NOTIZIE DIVERSE

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' Il 1iziovo progetto sui 11iedici condotti. • Il progetto di legg~ dà facoltà ai comuni di riunirsi ' in consorzio per provvedere al servizio dell'uffi. ciale sanitario, e per i laboratori di vigilanza igie· nica; tale i~tit11zione è resa obbligatoria pei co- > • m11ni superiori ai 20,000 abitanti. Inoltre impone , . ai comuni l'obbligo della somministrazione gratuita dei medicinali ai poveri dove non sia già provve· duto altrimenti. La non1ina dei medici condotti comunali o con· l sorziali, dovrà essere fatta sempre per concorso, I • che viene giudicato non già dal Consiglio comu· \ nale, ma da una commissione, eletta dal Consiglio I provinciale di sanità. La commissione Q.esigna poi una terna nella quale il Consiglio o il Consorzio debbono scegliere il medico, il quale acquista di· ritto alla stabilità dell'ufficio e dello stipendio dopo due anni di prova in un medesimo comune o Con· sorzio cli comt1ni. Il licenziamento del medico condotto, durante il periodo di prova, deve essere deliberato dal Con· siglio comunale coll'intervento della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati al comune, o dalla rappresentanza del Consorzio coll~intervento della rqaggioranza assoluta dei suoi membri. D<;>po il periodo di prova, non si può licenziare il medico condotto se non per motivi gravi, da essergli con· testati in iscritto, con invito a presentare le sue giustificazioni in un termine non minore di quindici giorni. . La relativa delil>erazione motivata deve essere presa con l'intervento cli almeno dt1e terzi dei consiglieri assegnati al comune o dei componenti l'assemblea consorziale ; e contro la deliberazione è ammesso ricorso alla Giunta provinciale a,mmi · nistrativa, la quale deciderà dopo sentito il Con· siglio provinciale sanitario. ·; La Giunta provinciale amn1inistrativa, d'ufficio, o sopra ricorso, può alimentare a congrua mis11ra, sentito il Consiglio provinciale sanitario, la retri· buzione dei medici condotti, tenuto conto delle condizioni finanziarie del comune o consorzio, del· l'importanza dell'opera richiesta al medico e di tutte le altre fonti di reddito professionale del me· dico stesso. Tale facoltà è estesa alla misura del· l'inclennità da corrispondersi all'ufficialé sanitario. Per i medici che non hanno ancora acquistato il diritto alla stabilità dell'ufficio, i due anni di prova si computano dall'epoca dell'assunzione in servizio. ROMA. Il Ministero della pubblica istruzione annunzia che il 23 aprile prossimo si inaugurerà, a Madrid, il Congresso internazionale di medicina, f che continuerà fino al 30 aprile. Le ferrovie ita· liane, francesi e spagnuole hanno concesso, ai sa· nitari che vorranno intervenirvi, una riduzione del 50 per cento, ed anche la Navigazione Generale Italiana fece la stessa concessione sui piroscafi della linea Genova-Barcellona . La lingua italiana, in seguito alle pratiche fatte I a tempo dall'on. Guido Baccelli, sarà ammessa fra le lingue ufficiali. - Con decreto ministeriale, affinchè studi e pre· pari il regolamento per la esecuzione della legge 21 luglio 1902, sulla prevenzione e cura ~ella pel· lagra, ft1 istituita la seguente Commissione : Cavasola comm. avv·. Giannetto, senatore - Ba.. _ daloni prof. Nicola, deputato - Santoliquido com·

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SEZIONE PRATICA

mendator prof. Rocco, direttore generale della sanità pubblica presso il Ministero dell'interno - Sie· moni comm. Giovanni Carlo, direttore generale del Ministero di agricoltura - Di Fratta comm. avvocato Pasquale, referendario al Cop.siglio di Stato - Gogo c.omm. ing. Emilio, direttore capo divisione a.I Ministero delle finanze. · Questa Commissione dovrà compie!'e i suoi lavori e presentare le sue proposte no11 più tardi del 31 marzo 1903. - Con recente ordinanza di sanità marittima è stato stabilito che le provenienze da Trenantle (Australia) siano assoggettate alle prescrizioni dell'ordinanza del 1903 contro la peste.

istituti di previdenza e beneficenza e le oblazioni di benefattori privati, nonehè le tasse e le diarie delle convittrici, dei malati a pagamento e il concorso dello Stato. Art. 5. - In caso di deficenza di mezzi per sop· perire alle spese di gestione dei detti Istituti, l'Ospe· dale non sarà tenuto a verun ulteriore concorso. .A.rt. 6. - Costituito il nuovo Ente sulle basi, di cui ai precedenti ~rticoli, il Comune procederà alla costruzione degli occorrenti fabbricati per ultimarli entro il 1906. Dal 1° gennaio 1903 e non oltre il 31 dicembre 1906, l'Ospedale Maggiore assumerà in via transi· toria la gestione della Maternità ed a.n nessa Scuola d'Ostetricia nell'attuale loro sede, usufruendo dei contributi, come sopra offerti dalla Provincia e dal Comune. .Art. 7. - L'accettazione dellB gestanti contint1erà nell'interesse di~ tutta la Provincia e secondo le • norme m corso. Art. 8. - La Provincia dichiara, che per il quin· quennio 1903-1907 non risolverà, nei confronti del Comt1ne di J\'Iilano, la questione del concorso, di cui all'art. 299 della legge comunale e provinciale capoverso, e nel caso che la Provincia avesse a promuovere il decreto reale di cui nel detto arti· colo, in confronto di tutti i Comuni della Provincia, compresa Milano, non avrà applicazione nei ri· gtlardi del Comune di Milano per il quinquennio anzidetto. Art. 9. - La Provincia di Milano, colle sue· sposte rilevantissime elargizioni, intende di ritenersi in via permanente affrancata dall'onere di fatto, che fin q11i venne da esso, senza obbligo di legge, sostenuto per la Maternità e la Scuola di ostetricia. VERCELLI (Novara). - Nel recente Congresso degli agricoltori che si te.mie nella nostra città, venne approvato il seguente ordine del giorno : « Udita la relazione del 2 novembre 1901, che « detta le norme per. stabilire le zone malariche, e « concede gratuitamente il chinino ai contadini « ed agli operai che sieno colpi ti da malaria, si « invitano il Ministero dell'Interno, il Consiglio « ~)anitario Provinciale ed il Consiglio Superiore « di Sanità a dichiarare zone malariche tutti i « comuni del Vercellese dati alla risicoltura, e si « fa voto altresi che la suddetta legge vada in vi· « gore al principio della campagna malarica del « prossimo anno. Il Congresso incarica pertanto la « Com1nissione della Federazione di indire pub· « blici comizi, affinchè i paesi dichiarati non af· « fetti da infezioni malariche, mentre nel fatto lo ~ sono, sieno inclusi nelle zone malariche. »

La Convenzione tra il Com1lne, lo Ospitale Maggiore e la Provincia per gli Istituti clinici di perfezionamento per giovani medici, approvata dagli, enti interessati, è la seguente: Art. 1. - E stabilità la fondazione in Milano di llna I stituzione speciale, denominata « Istituti cli· nici di perfezionamento pei giovani medici » della quale faranno parte, anche p er gli effetti amministrativi, l'Istituto ostetrico ginecologico, compren· dente cioè l'Istituto della J\'Iaternità ed annessa scuola d'ostetricia e il comparto ginecologico e la clinica delle malattie professionali, e solo per iscopo didattico l'Ospedale dei contagiosi. Si potranno aggregare alla nuova istituzione, in seguito a speciali accordi, altri istituti preesistenti, o che sorgessero in avvenire. Detta istituzione sarà retta da un Consiglio am· ministrativo, formato di sette 1nembri, da nominarsi due dal Comune, due dalla Provincia, due dal Con· siglio Ospitaliero e il settimo dallo Stato. .A.rt. 2 - L'Istit11to ostetrico-ginecologico, che farà parte della detta istituzione, verrà eretto sulla area di mq. 13,000 circa, fornita gratuitamente dalla Provincia, e più specialmente tutta l'area posseduta dalla Provincia fuori del recinto dell'Istituto di S. Caterina. Le relative costruzioni saranno fatte a cura e spese del Comune. L'arredamento della parte, che riguarda la Mater1tità e la annessa scuola d'ostetricia, verrà fornito dalla Provincia; l'Ospedale Maggiore fornirà il materiale, che attualmente istruisce il comparto ginecologico. . .Art. 3. - L'Ospedale Maggiore delega la gestione del suo comparto ostetrico-ginecologico speciale alla nuova istituzione, versandole annualmente la somma di lire 66,000, corrispondente alla spesa meclia da lui fin qui sostenuta per il costo giornaliero, calcolato in ragione della massima degenza effettiva dell'ultin10 esercizio. Con tale contributo l'Ospedale Maggiore sarà in ogni futuro tempo dispensato dal tenere analogo comparto; ma qualora per insufficienza del nuovo Ifomine, promozioni, onorlfloenze. istituto, fosse costretto a dovervi ulteriormente Furono confermati incaricati pe1~ l'anno scola· provvedere, cesserà nello stesso l'obbligo del suestico 1902-903: s-posto concorso, previo preavviso di un biennio. Nell'Università di Napoli: L'accettazione delle ammalate continuerà con le Reale Enrico, di chimica elinica. stesse norme ora vigenti presso l'Ospedale, ai sensi Capozzi Domenico, di propedeutica clinica delle del suo statuto e delle leggi in vigore. Art. 4. - .A.gli istituti clinici di perfezionamento malattie cardiache e pt1lmonari. Penta Pasquale, di antropologia criminale. spetterà il contributo di lire 40,000, offerto dalla Pane Nicola, di batteriologia. · Provincia per dieci anni, e di lire 15,000 offerto Pascale Giovanni, di semejotica chirurgica. dal Comune pure per dieci anni, al tassativo scopo Sgobbo Francesco Paolo, di elettroterapia. di provvedere al funzionamento dell'Istituto di MaPansini Sergio, di semejotica medica. ternità e annessa scuola d'ostetricia. Della V alle Antonio, di embri<;>logia. Saranno pure devoluti a favore degli Istituti Chirone Vincenzo, di materia medica e farmastessi il reddito del lascito Valerio, le elargizioni della Cassa di Risparmio, dell'Umanitaria, di altri l cologia pei farmacisti. (31) MILANO.

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IL POLICLINICO

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Furono nominati incaricati: Corrado Gaetano, di medicina legale pei giuristi. Vennero confermati, dal 1 ° novembre 1902 al 31 ottobre 1903: · D e Blasio Abele, coadiutore nel gabinetto di antropologia. Lucibelli GiuseJ,pe, coadiutore 1 a cli:riica me· dica. Pansini Sergio, coadiutore 2a clinica medica. Calabrese Alfonso, coadi11tore 2a clinica medica. Cantani Arnaldo, preparatore 2a clinica medica. Pace Domenjco,_ preparatore 2a clinica medica. D'Amato Luigi, assistente 2a clinica medica. Benenati Ugo, assistenie 2a clinica medica. J enna~o Raffaele, coadiutore clinica chirurgica. ~oreiµ ~asquale, coadiutore clinica chirurgica. P1antiBr1 Angelo, preparatore clinica chirurgica. Damascelli Domenico, coadiutore alla cattedra di propedeutica e patologia speciale dimostrativa chirurgica. Oro Mario, coadiutore alla clinica dermopatica e sifilopatica. · •

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NECROLOGIO. · All'età di 82 anni è morto Samuele

LONDRA. Fenwick, il clinico illustre. Fu lavoratore inde· fesso, clinico di singolare perspicacia, uomo di grande integrità, benevolo e buono. ·· S~diò con singolare amore la fisiologia e la pa· tolog1a . dello stomaco e dell'intestino e pubblicò sull'argomento volumi e m emorie di grandissimo valore.

Conoorat e · oondotte.

ROMA. - È aperto un concorso per esame e ti· toli congiuntamente a due posti di assistente presso il . laboratorio di micrografia e bacte.riologia ed a tre posti cli assistente presso la sezione annessa al laboratorio stesso per la preparazione ed il con· trollo dei prodotti di cui all'articolo 1 della legge 21· dicembre 1899, n. 472. Ai detti posti è annesso lo stipendio di L. 2500 annue ed il concorso avrà lJiogo colle norme stabilite dai decreti reali e ministeriali summenzionati. Il termine utile p er la presentazione delle do· mande d'ammissione scadrà il 31 maggio 1903. Con successivo provvedimento verranno indicati i giorni in cui avranno principio le prove di esam~ e ne verrà dato avviso ai çoncorrenti ammessi per mezzo dei prefetti delle provincie rispettive. t. ESTERZILI (Cagliari). -È aperto fino al 15 corrente febbraio il concorso al posto di medico condotto per la generalità degli abitanti in questo Comune. Rimane fissato lo stipendio annuo pagabile a mesi maturati di L. 2000, nette di ricchezza mo· bile, coll'obbligo della tenuta dell'armadio farma· ceutico, 11fficiale sanitario, servizio necroscopico e vaccinico. · I concorrenti presenteranno i documenti di rito e di età non inferiore ad anni 50. SERDIANA-SOLEMINIS. - Fino al 15 corr. rimarrà aperto ij concorso al posto di medico chirurgo con· sorziale per tutti gli abitanti, retribuito con l'annuo stipendio di lire 2550 nette di riccl1ezza mobile, e per un triennio. Le 'risite a Soleminis si fanno in giorni alterni; dista appena 4 chilometri, e vi si può andare per mezzo della linea ferroviaria. Popolazione complessiva 1281. V èdere capitolato. Roma, 1903 -

Tip Nuionale di G. Bertero e C

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. . ·: Indice alfabetico analitico. d~l presente numero. Acc~dem~a delle_ scien~e di. Bologna (R.) .

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Accademia med1co-ch1rurg1ca di Ferrara. . Albumina nell'urina (Ricerca semplice e molto sensibile dell') . . • • · . • . . . . Alcali del sangue dopo la 'iniezione endovenosa di carbonato di sodio (lntorno alle variazioni nel c0ntenuto qi). - Cavazza ni C avità epato-enterica negli anfibi (Sullo svilup po della). - Giannelli . . • . . . Cenni bibliografici. . . . • : . . . • Cloretone (Nuove ricerche sul). Cappelletti. • . • . • . . . . • . . Concorsi e condotte • . • • . . • • Disinfezione delle vetture ferrovia1ie (Propo· sta di esperienze per la) • • . • • . Emostasi epatica. - Masnata. . . • . . Epistassi (Nuovo processo per arrestare un:). - Mattbeus. . . . . . . . • . • Follia di dubbio. -=-- Cappelletti. . • . . Formo-vaporigeno per la disinfezione dei vagoni ferroviari (Di un nuovo). - Thea . Glicosuria. - Lépine . . • . . . . . Gonococco nel corso della g ravi danza e del puerperio (Il). - Fruhihsholz. . . . . Gravidacza bigemina monoamniotica. - Al·

fieri. • . . . . . . . • . • • . Laringite stridula · o falso crup nella infanzia (Intorno alla). - Fedele . . . • • . Medici e farmacisti (I rapporti fra i) . - Doctor Ce1.j us . . . . . . • • . . . . . Morb·o d1 Parkinson (Nota semiologica sul). - Marimò . • . . · . . • • . • • Nomine, promozioni, onorificenze . . • . Notizie diverse. • • . . . . . . . . Ospedali (Per sfollare gli). - Rendu . • . Ossigeno (Dell'azione dell'- sulla t ensione osmotica del sangu~). - Loe,vy . . . Potere lipasico del siero (Nuove ricerche cliniche sul). - Achard e Clerc . . . . Pubblicazioni p€rvenute al « Policlinico » • Reni · (Separazione delle urine dai due). Cathelin • . • . . . . . . . . . Retto (Rottura trasversale completa del). Cavazzani . . . . • . • . . . . Risposte a qnesiti e a domande . • . • Siero antidifterico (Di un nuovo). - W as· sermann . . . . . • . • . . . . Sostanze anti ·autolitiche (Ulteriori ricerche sulle). - Centanni . . . .. • . . . Splenectomie ( s casi di). - Casati . . . . . . Stipsi in gravidanza (La) . . . Surrenalina e adrenalina in oculistica e in otq-ri no-laringoiatria (Applicazioni della). - Suarez de Mendoza • . . . . . . Tachiolo nella cura del vaiuolo (Il). - Corselli Timo e l'atrofia (La relazione fra il). Stokes, Ruhrah e Rohrer . . . • . . Urine (La separazione delle - per compres- · sione degli orifici utero-vescicali nella ve· scica). - Rochet e Pellanda . . . Vaccinazi0ne, immunità e sieroterapia contro lo pneumococco di Frankel. - Tizzoni . Versamenti pleurici (Citodiagnosi dei). Pi tres . . . • . • . . • . . . . Vomiti gravidici. - Puech . • . .

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DIRETTORI GUIDO BACCELLI - PROF. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROI'. VITTORIO

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SOMMARIO. Lavori originali: - Filia: Contributo allo studio delle nefr·iti postimpetiginose dell'infan{ia. - Riviste: - Ctt1RURGIA: - Langdon Gibson: Una rassegna delle malattie chirurgiche della vescichetta biliare e dei dotti bilia1·i e loro cura. - Kehr: Un caso di estesa resezione del dotto coledoco e dell'epatico per carcinorna del coledoco, colecistectomia id epatico-duodenostomia. - La cura chirurgica de~li ascessi del fegato. - Ascoli: Deviaz.ione del circolo portale. - MEDICINA: - Jellinek: Sui danni prodotti sultorganis1no umano dall'elettricità atmosferica ed industriale. - GINECOLOGIA E OSTETRICIA: - Fruhiosholz e Jeandelize: L'insufficienza degli organi tiro-paratiroidei e l'eclampsia. - R. Larger e H. Larger : Le stimmate ostetriche della degenerazione. - Accademie, Società mediche, Congressi: - REGIA ACCADEMIA MEDICA DI 'RoMA. - SOCIETÀ LANCISIANA DEGLI O sPE • DALI DI ROMA. Osservazioni cliniche: - Mariotti: Ernia dell'uretere sinistro nel canale crurale. Pratica professionale: - CASUISTICA: - Edemi ed idrorree nel corso delle nefriti croniche. - Frequenza della ne· froptosi. - Anuria calcolosa re.flessa. - APPUNTI DI TERAPIA: - Storia clinica e sintomi di I 2 0 casi di gozzo esoftalmico. - Importan-za dell'igiene nella cura del ~oz.zo esoftalmico. - La paraldeide negli alienati. - RIMEDI NUOVI: - Il mirmòlo e la terapia del cancro. -- Varia. Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. Concorsi e condotte. - Indice alfabetico , analitico del presente numero.

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L'importante PREMIO A I NOSTRI CORTESI ABBONATI è in corso di stampa. - Ne principieremo la spedizione fra poco e sarà eseguita secondo il numero progressivo degli abbona· menti pagati per intiero. Chi non ha spedito l'importo dell'ab!>onamento, voglia affrettarne l'invio per goder subito del premio. Coloro che hanno già spedito l'impor'o de'l'abbonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere il libro raccomandato e al sicuro da smarrimenti postali.

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I pagamenti debbono essere esclusivamente indirizzati all'Amministrazione, Via del Caravita, 6, Roma o personalmente al sottoscritto Prof.. ENRICO MORELLI.

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Diritti di proprietà riservati

LAVORI ORIGINALI CLINICA PEDIATRICA DELLA

R.

diretta dal prof.

UNIVERSITÀ DI ROMA

CONCETTI.

Contributo allo studio delle nefrifi postimpetlginose dell'infanzia per il dott. .A.

FILIA.

Col progredire delle scienze mediche, l' analisi delle urine ha preso senza dubbio un posto eminente, tanto dal lato patogenetico che dal diagnostico delle malattie. Da principio fu la ricerca chimica grossolana quella a cui si ricorse, in seguito la microscopia portò il suo prezioso ausilio ed infine vi fu aggiunta anche l'indagine batteriologica; sic· chè allo stato attuale della scienza, special· mente in alcune malattie, questi tre potenti

mezzi di indagine procedono di pari passo fra di loro a vicenda completandosi. Giacchè se la chimica serve a svelarci la presen'za di sostanze anormali disciolte nelle urine, il microscopio ci fa notare particolarmente a qual parte del sistema uropoietico appartengano, e la batteriologia viene a portarci il suo contributo dandoci dei dati precisi non solo sulla etiologia, ma anche sulla patogenesi in una s~rie inftni ta di malattie acute e croniche. Le prime malattie ad essere studiate sotto questo punto di vista furono le cistiti, le pie· liti e ad esse si riferiscono le prime ricerche batteriologiche; poi vennero le nefriti, ed in seguito si vide come dalle ricerche batterio· logiche si potessero trovare nelle urine anche come via di eliminazione germi già noti eome c01usa di prGcessi infetti vi generali,_o ( 1)

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come causa di localizzazioni secondarie nei reni stessi. Da ciò gli studi fatti non solo a scopo di diagnosi etiologica ma anche di prognosi e di profilassi in rapporto alla maggiore o mi· nore importanza che aveva la presenza o meno di questo o di quel germe per una data malattia. Basta ricordare le recenti ricerche per esempio sulla batteriuria tifica. Ora, se importanti sono questi studi per la patologia medica in genere, acquistano maggiore importanza in patologia infantile, in vista della freq.u enza in essa di molte forme infettive e di alcune maggiori difficoltà diagnostiche che in essa si incontrano. È da pochi anni solamente che l'attenzione dei pediatri è stata ~ttirata sull'influenza che l'eczema impetiginoso esercita nella produzione delle nefriti nei bambini. Nei trattati di pediatria, anche i .più recenti, vediamo questa influenza 0 addirittura non citata, oppure messa come una cosa solo possibile. Già gli antichi avevano notato come nel corso di alcune malattie cutanee potessero sopraggiungere dei i·atti gravi in ispecie a carico del sistema nervoso, con convulsioni, coma, fino alla morte, talora rapida. Di qui la celebre credenza della retropulsione degli eczemi, che spingeva gli antichi piuttosto a favorire che a cercare di guarire, concetto del resto che è ancora radièato, che le malattie cutanee dei bambini debbano essere lasciate a sè. Così DEscR01z1LLEs, HA YENBACK, ELL1s, non fanno menzione degli eczemi impetiginosi, neanche come causa probabile di nefrite; anche REVILL100, R1LLIET e BARTHEZ non ne fanno alcuna allusione. STRUMPELL, GERHARDT E10HORST ne parlano come di una cosa solamenta probabile. Chi per il primo ha stabilito il rapporto fra nefrite ed eczema fu il FERREIRA con due casi, e poco dopo il GuAITA ed il prof. CoNcETTI riferirono dei casi di nefrite acuta postimpetiginosa in poppanti, rapidamente mortali, con anuria, a1buminuria, ematuria, coma, convulsioni e morte in ispazio talora di due soli giorni. Dopo di loro di simili casi vengono riferiti da CANALI, DE FELICI, TruBouLET, H1RSCHPRUNG, D'EsPINE, BAGINSKI. Con studi più completi si potè poi stabilire che esse dipendessero dal passaggio dei germi dai (2)

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I punti colpiti dallo eczema ai reni ed alla vescica. Infatti il prof. CoNCETTI in un caso ricavò lo streptococco, in un altro lo stafilococco, e queste t·urono le prime ricerche sistematiche dirette a dimostrare i rapporti diretti fra forma cutanea ed affezione renale. Venne poi il TRIBOULET che isolò il bacillo piocianico tanto dalle croste che nell'urina, ed in seguito lo SPOLVERINI nella nostra clinica vi aggiunse altri tre casi con reperto di stafilococco. Data l'imp11rtanza dell'argomento non mi pare inutile ·riportare alcl1ni altri casi di nefrite post-impetiginosa che ho avuto occasione di studiare in clinica durante il testè decorso anno scolastico, ed in cui tale rapporto patogenetico risultò evidente non solo dallo esame batteriologico sia. della lesione cutanea che dell'urina, m3t ancora per aver potuto dimostrare in qualche càso · il nesso intermedio della setticoemia. Riporterò qµi sotto, il più succintamente che mi sarà possibile, le storie cliniche: CAso I. - M. Romu~ldo, bambino . di 4 anni e mezzo, allevato al seno materno fino all'età di 16 mesi. Nessuna malattia che abbia attinenza con la presente. Da oltre un mesesi manifestò nella regione del mento un eczema impetiginoso che poi si diffuse alla nuca, al ca~o, al dorso, alla regione anale, per cui f'u aa n<)i curato con unguento di Wilson. Pochi giorni fa- fu colpito da febbre, poi vomitò; le urine si fecero scarse, colorate intensamente, torbide, ed il bambino cominciò a presentare degli edemi. Fu sottoposto a dieta lattea. Durante questo periodo si disseccò l'eruzione al capo. Quando venne a noi por· tato presentava, oltre all'eczema su riferito, notevole edema generale con succulenza dei tessuti. Nulla all'apparato respiratorio. Accentuazione del primo tono cardiaco alla punta ed alla polmonare. Milza palpaoile sotto l'arco costa.le. L'esame delle urine ci dette: Quantità 900 eme., colore fosco intenso1 torbide, reazione leggermente acida, peso spe1 cifico 1012, alburllina / 11 per mille. L'esame microscopico f'a notare: numerose emazie ben conservate, cilindri granulosi ed ematici. Dopo 4 giorni le urine sono un po' più chiare, ed abbondanti; l'albumina /2 per mille. Al sesto giorno di degenza la quantità delle urine è 1500 eme. nelle ~4 ore, l'albumina si

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nota ancora, ma tracce indosabili. Il sedimento presenta ancora qualche emazia. Al nono giorno le urine sono normali. Fu curato col renadene. Faccio le culture del liquido gemente dalla lesione cutanea, dopo aver fatta la toeletta dell'ammalato nel modo che più sotto riferirò e ohe ripetei in tutti i casi Fatte le culture in brodo indi le piastre in agar ed in gelatina ebbi una flora batterica multipla, ossia germi appartenenti al gruppo dei protei, qualche forma bacillare, e con preponderanza lo stafilococco albo . Dalle culture fatte dall'urina presa asetticamente ho avuto lo stafilococco albo in cultura pura. CASO II. - G. Giulia di- 4 anni. Genitori affetti da malattia polmonare di origine sospetta. Verso i 17 mesi :pare che sia stata colta da catarro bronchiale che ancora le perdura. A due anni e mezzo ebbe edemi degli arti inferiori, con urine torbide e scarse, dopo pochi giorni~le urine, ali' aspetto, torna· rono normali e gli edemi scomparvero. Un mese fa viene condotta a noi per un eczema impetiginoso del cuoio capelluto; dopo una q umdicina di giorni la madre notò edemi ai piedi, e nello stesso tempo vide le urine esser di nuovo divenute scarse, torbide, brune, per cui la condusse in clinica. All'esame obiettivo noto gli edemi di cui sopra, e la persistenza dello eczema. L 'esame dell'urina dà: quantità scarsa. colore intenso, torbide, densità 1018, reazione acida, albumina 1/ 2 per mille. L'esame del sedimento: cilindri ematici, granulosi, ialini e leucocitari, numerosi leucociti ed emazie. Elemt~nti delle vie urinarie esterne. Sottoposta alla cura del renadene migliora rapidamente. Dopo 17 giorni le condizioni della bambina appaiono normali. Vien tenuta ancora qualche giorno in osservazione e resa ai parenti. Le culture fatte dal pus dell'impetigine dànno una flora batterica varia con i germi notati nel I caso, con predominanza però dello stafilococco p. aureo. Le culture fatte a più riprese dalle urine dànno abbondante lo stafilococco aureo in cultura pura. In questo caso feci pure delle culture dal sangue ottenuto dalla sezione di una delle vene della mano; ma rimasero sterili. Dopo 15 giorni dall'uscita dalla clinica la bamoina ci viene riportata. Essa appare molto abbattuta. Esaminato il torace riscontro una bronco-polmonite e poco dopo compare una forma cangrenosa alla faccia interna della guancia destra (noma). Le urine contengono 1/ 2 per mille di albumina.

Nel sedimento si notano: emazie e cilindri ematici. La bambina peggiora sempre sia dei f'atti locali dell'apparecchio respiratoria, che del noma e muore dopo 23 giorni di degenza. All'esame anatomo-patologico, fatto dallo illustre prof. MARCHIAFAVA, si riscontra: Grave ston1atite gangrenosa diffusa, broncopulmonite confluente ed enfisema polmonare interstiziale; tubercolosi delle ghiandole lin· fatiche peri-bronchiali; tubercolosi cronica delle ghiandole del mesenterio; tubercolosi dell'intestino limitata al colon ascendente. Nefrite parenchimatosa acuta. CAso III. - D. Fernanda; bambina di tre anni e mezzo. Niente di importante nella anamnesi, se si eccettua un eczema al cuoio capelluto che comparisce periodicamente ogni anno. Quando viene a noi presentata la bambina ha da circa due mesi riacutizzato l'eczema al ot1oio capelluto. Tre giorni or sono è colta da f eo bre violenta, all'indomani la madre avvertì degli edemi localizzati alle palpebre, e si decise a portarla a noi. Allo esame obbiettivo si nota: anasarca, eczema impetiginoso del cuoio capelluto ; niente di anormale agli organi interni. Allo esame delle urine: urine scarse e torbide ; reazione acida; densità 1020 ; albumina 3 per mille. L'esame del sedimento : cilindri granulosi e ialini, abbondanti leucociti. Vien curata col renadene. Dopo sette giorni l'albumina è indosabile e non se ne hanno che traccie. Dopo altri quattro giorni la bambina viene licenziata guarita. Nelle culture fatte dal liquido gemente dall'eczema, noto la stessa varietà di germi dei casi precedenti, ed in preponderanza lo stafilococco aureo. Le urine danno cultura pura di stafilo· cocco aureo. CAso IV. - B. Bianca. Bambina di 3 anni e mezzo. Niente di ereditario. Una ventina di giorni prima che venisse portata a noi comparve un eczema impetiginoso che curato guarì. Pochi giorni doRO la bambina apparve abbattuta, ed una febbre gagliarda l'assal~, per cui la madre la condusse in clinica. All'esame obiettivo non presenta altro di anormale che un edema dei malleoli: del1'eczema non resta che qualche squamma secca con sotto la pelle normale. Il giorno d'ingresso in clinica non si potè fare esa.me delle urine perchè la bamf>ina non ne emise ; l'indomani ne emise in q uantità scarsissima, torbide, che esaminate diedero i seguenti risultati : . Densitib 1017 ; reazione acida ; albumina mezzo per mille ; presenza di acetone. t3)

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All'esame microscopico del sedimento ri· scontro : grande quantità di urati. Cilindri granulosi, ematici, ialini, cerei, leucocitari, • scarse emazie. Si cura col renadene. Dopo sei giorni di degenza ; albumina in dosabile. L'esame del sedimento fa notare : cilindri granulosi e globuli bianchi. Dopo altri cinque giorni le urine sono normali per qualità e quantità. Le culture fatte a più rip.rese dalle urine mi danno lo stafilococco p. aureo in cultura pura. CASO V. - S. Mario. Bambino di 4 anni. Quindici giorni prima che venisse a noi ebbe leggera bronchite, della quale ancora persiste un po' di tosse grassa. Due o tre giorni dopo dell'inizio della febbre, la madre avvertì che le urine erano d'un rosso cupo e che lasciavano un abbondante sedimento bruno. Per quattro o cinque giorni le urine si mantennero tali, poi tutto tornò normale. Due giorni or sono la madre notò edemi alle palpebre, e, perdurando. lo presentò in cli· nica dove fu accolto. · All'esame obbiettivo si notano leggeri edemi alle palpebre ed alla regione zigomatica. In corrispondenza della regione parie· tale sinistra si nota un eczema impetiginoso che vien notato anche nella regione sotto· claveare sinistra. Per tutto il corpo tracce di grattamento. Allo esame del torace : catarro bronchiale dift'uso. L'esame delle urine dà mezzo per mille di albumina. L'esame del sedimento: cilindri ematici ed . • emazie. Durantè la degenza in clinica compare agli arti inferiori del bambino una poussée eruttiva che si converte rapidamente in pu: stole grosse come teste di spillo fino a pie· cole lenticchie ripiene di un liquido torbiao ; nuove :poussées si verificano nei 2·3 giorni seguenti, e rapidamente si disseccano. Dalle culture dell'eczema ottenni gli identici risultati dei casi precedenti, con predominio di stafilococco p. aureo; dall'urina ebbi lo stafilococco aureo in cùltura pura. Lo stesso microrganismo isolai dal sangue preso dalla sezione Cli una vena dorsale della mano e dalle pustole degli arti inferiori dopo aver b~ne disinfettato la superficie cutanea con soluzione di sublimato corrosivo e poi di acqua bollita. Dopo quindici giorni di degenza il bambino era guarito. Anche ad esso si somministrò il renadene. 0Aso VI. - L. Elena, bambina di due anni. Niente nel gentilizio. Nulla alPanamnesi che possa collegarsi con la ·presente malattia. Da cinque mesi è affetta da un (4)

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eczema impetiginoso del cuoio capelluto, che persiste tuttora. Due giorni or sono febbre gagliarda, l'indomani edemi al viso. Perciò la madre la conduce in clinica dove vien ricoverata. Allo esame obbiettivo: anasarca; niente di notevole agli organi toracici ed addominali. L'esame delle urine: Colorito fosco intenso, scarse, torbide; reazione acida, densità 1018, albumina 2 1/2 °/oo· Durante la degenza in clinica: ascite, e transudato pleurico, che però si ria8sorbono con una certa rapidità. Curata col renadene. L'albumina, dopo quindici giorni, è quasi · scomparsa. L'esame del sedimento ci dà: numerosi cilindri granulosi e ialini, ed epiteli renali. L'esame batteriologico sia dello eczema che delle urine ci dà gli identici risultati dei precedenti (stafilococco piogene aureo). Le culture fatte dal sangue preso come nei due casi precedenti, sono sterili.

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E' f'uor di dubbio che la sola ·ca usa delle nefriti da me riportate fu lo eczema, giacchè i bambini caduti sotto il mio esame, non risulta dall'anamnesi, che abbiano avuta alcu-:na malattia infettiva acuta o che siano stati esposti ad altre cause di nefrite; ed è durante il corso dello eczema o poco dopo che essa soppraggiunse. In tutte le forme su riferite gli elementi renali son sempre stati osservati, e con essi, contrariamente a quanto si è potuto osservare in alcuni casi di batte· riuria nel tifo, allai desquamazione dell'epitelio renale si è sempre osservata albuminuria e cilindruria. L'eliminazione degli stafilococchi attraverso l'urina si è manten11ta anche dopo tre settimane dalla guarigione apparente degli eczemi impetiginosi, e con essi è andata di pari passo la costante presenza di piccole traccie di albumina nelle urine. Da ciò si deve dedurre che lo stafilococco no·n è eliminato dal rene come semplice organo emuntorio, ma esso passando per il rene determina l' irrita.zione e la lesione renale e poi si moltiplica in vescica, dove trova tutte le condizioni di una buona vitalità. Ciò lo di· mostra i1 fatto che le urine, anche dopo guarite le nefriti, si mantengono leggermente torbide; l'intorbidamento è essenzialmente dato da cellule vescicali di sfaldamento, e sopratutto da notevole quantità di germi viventi. Dagli esami batteriologici pratica.ti sulla forma cutanea ho incontrato una flora bat-


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terica piuttosto varia, malgrado fosse mia cura di fare per alcuni giorni una applicazione di pomate sterili indifferenti (lanolina e vasellina a parti eguali sterilizzate) ed impacchi caldo-umidi .con acqua sterilizzata a fine di ramollire le· croste ed allontanarle; con tutto ciò dal pus e dal Jiquido che ge· meva dall'eczema non ottenni mai una cultura pura. Si comprende che l'esame batteriologico di un eczema dovrebbe essere quasi costantemente negativo, ma questi eczemi, specie se trascurati. ed in parti esposte, come al ea po · ed alla faccia, si capisce benissimo che sempre o quasi si complicano con fatti settici, che sono il punto di partenza dei fatti più gravi a distanza da me costante mente osservati, nei casi sopra riferiti. L'eczema infatti non rappresenta che una larga via aperta, a mezzo dei linfatici, per la penetrazione dei germi in circolo, il che ci spiega in genere la genesi delle nefriti che hanno per punto di partenza un processo flogistico localizzato. I germi che nello esame dello eczema ho riscontrati, come nelle storie cliniche ho accennato, sono stati alcuni appartenenti al gruppo dei protei, qualche forma bacillare appartenente al gruppo del bacillo del carbonchio (sottile radiciforme) e, con preponderanza lo stafilococco, ed in un sol caso associato allo stafilococco, lo streptococco. In cinque casi ho osservato lo stafilococco aureo, in un sol caso quello albo. Premetto fin d'ora che non vi è stata differenza alcuna fra la gravità dei primi cinque casi e quella del sesto; e ciò dico, perchè molti at1tori considerano lo stafilococco albo come germe a potere meno virulento dell'aureo. Il sem plica esame batteriologico praticato per gli eczemi non avrebbe avuto nessuna importanza se l'esame delle orine non avesse dato un reperto sempre costante; ora io nelle orine ho costantemente isolato lo stafilococco in cult11ra pura; ossia in · cinque l'aureo, in uno l'albo. Per la presa delle urine curavo a che fosse fatta la toeletta dei genitali dei bambini, facendo prima fare un'abbondante saponata, a cui facevo seguire una lavatura parimenti generosa con sublimato corro·sivo al 1/2 per mille, indi vi facevo scorrere sopra dell'acqua bollita e poi facevo fare un impacco con

ovatta ed acqua bollita. Poi con una siringa di N elaton bollita, procedevo alla raccolta in vescica delle urine. Operando in tal modo lasciavo perdere l'urina che prima defluiva, poi facevo cadere direttamente due o tre eme. dell'urina che continuava a defluire, in quattro diversi tubi di brodo affine di poter avere il più possibile cultura prive di inqui-· namento. Giacchè così, supposto che la prima cultura potesse essere inquinata, la seconda lo era meno, e così con tutte le probabilità l'ultima doveva essere al sicuro da inquinamenti, e ci si sarebbero trovati soli i germi o il germe che si trovava nell'urina. In seguito facevo i passaggi che comunemente si f'anno per la identificazione · dei germi. Per ogni specie di stafilococco isolato ho praticato l'esperimento su animali (cavie) facendo 11na iniezione sotto cute, per vedere se col pas· saggio attraverso i r eni del bambino, questo germe a veva conservato la propria virulenza. In queste esperienze ho potuto convincermi, che mentre un eme. di una cultura in brodo di 4 giorni di età dello stafilococco isolato dal cuoio capelluto non produceva un ascesso negli animali in esperimento prima del 5° giorno, colle iniezioni fatte a parità di condizioni con culture ricavate dalle urine, già fra le 2 l e le 36 ore si aveva la formazione dell'ascesso. Ciò indicherebbe che i germi vivendo nella vescica urinaria per un tempo più o meno breve aumentano il proprio potere patogeno. Ciò del resto si accorda pienamente con le nostre conoscenze sulla virulenza dello stafilococco e dello streptococco, le quali conoscenze ci indicano come i .comuni terreni culturali addizionati con l'urina, valgano non solo ad aumentare, ma anche a mantenere il potere patogeno acquistato da questi microrganismi mediante il passaggio da animale ad animale. Nelle mie ricerche vi si è aggiunto di interessante l'esame del sangue che 29 volte su 4 mi ha mostrato la setticoemia stafilococcica rappresentante il nesso intermedio tra la localizzazione cutanea e la renale. In un caso la poussée pustolosa non fu che un esponente clinico di tale setticoemia convalidata dall'esame batteriologico. Conclusioni : 1. L'eczema impetiginoso è una malattia infettiva locale a cui spesso segue setticoemia con batteriuria e nefrite. !.'iut

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2. Dopo la guarigione della nefrite nelle urine può continuare ad aversi batteriuria. 3. La virulenza dei germi ricavati dalle urine è sempre notevole, e così pure si dica per l'attività culturale dei germi stessi. Roma, dicembre 1902. BIBLIOGRAFI.A.. CONCETTI. Terzo r endiconto statistico clinico. Roma, 1901. SPOLVERINI. Nepllrites aigzies i1tfectieuses et to~viques (An1tales de 1J1 étf eci1ie et cliirnrgie i1ifa1ttile, 1901). S1LVESTRINI. Studii bacteriologici szille nrine dei tzfosi (Riv. gen. di Clin. Med. 1892). BESSON. Rev. de l\Iéd., 1897. BuRKAGLI. Bull. 1\Iédical, 1897. HuGGE. Baci. e sna cura. Rif. medica, 1897. CHARCOT e BotJCHARD. Tratt. di med. interna. EICHHORST. Pat. e ter. medica. STRUl\IPELL. Id. MARFAN GRANCHER Col\IBJ. Traité des malad. de l'enf. D'ESPINE e PICOT. Traité des malad. de l'enf. GAROFALO. Suppl. al Policlinico. HAGENBACK. Uber Nepllr. bei ac1ite1i I1ifection . REVILLIOD. Notes e/inie. s1ir quelques 1nalad. de l' e1ifan.ce. FERREIRA. Arch. Ital. di P ediatria 1891-92. G UAITA. Atti del I congresso di Pediatria. CONCETTI. Atti del I congresso di Pediatri~t. CANALI . .A.rch. Ital. di Pediatria, 1891-92.

RIVISTE CHIRURGIA

Una rassegna delle malattie chit"Ut"giche della vescichetta biliare e dei dotti biliari e 101·0 cura. (LANGDON GrB.' OK, A11ierica11 Jonrual o/ 1ned. scie1ices, lt1glio 1902, n. 36±).

Le malattie cl1irurgiche delle vie biliari oltre alle lesioni traumatiche com1)rendono le infiammazioni, i calcoli i tumo1·i e le ostruzioni di altra natura. l>er fare una diagnosi diretta di una ma· lattia della vescichetta e dei dotti biliari bi· sogna tenei' conto oltre che dei sintomi anche della anamnesi la quale spesso è q t1ella che ci offre criteri decisivi in mancanza di segni fisici positivi dinanzi a una sintomatologia dubbia o contradittoria. I sintomi che devono guidare il clinico il quale si accinge a dia· gnostica1·e una malattia delle vie biliari sono -·

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il dolore, la febbre, l'ittero, l'ingrandimento della vescichetta e la presenza di calcoli nelle feci. Il dolor·e può essere spontaneo o provocato dalla pressione, può essere localizzato o dif. fuso, si può ir.radiare in varie direzioni; può essere continuo o intermittente, può manife· starsi improvviso o lentamente. Nella colecistite leggera vi è dolenzia i11 corrispondenza della vescichetta biliare: quando il dolore è forte in questa regione può trattarsi di una infiammazione intensa o di em· piema. Quando il dolore dalla vescichetta biliare si irradia indietro e verso la spalla destra in gene1'e, si tratta di un calcolo che ancora si trova nella vescichetta stessa: se invece il dolo1'e si irradia ve1'so sinistra in genere, il calcolo si trova nel dotto coledoco. La colica biliare caratterizzata da dolore re· pentino ed in gene1'e intenso, sta ad indicare che il calcolo si sposta lungo le vie bilia1'i. A volte la colelitiasi, anche S 3 molto notevole, può determinare dolori leggeri e ad intervalli lunghi: la vescichetta biliare può essere ripiena di calcoli senza che il malato abbia mai provato il più piccolo dolore. Nella angiocolite il dolore è in genere diffuso. La febb1·e può mancare del tutto o se esiste può manifestarsi sotto differentissimi tipi. Quando i calcoli biliari rimangono per lungo tempo nella vescichetta ordinariamente la febbre manca. Nella colecistite leggera la febbre è poco elevata e può presentare emis· sioni ed esacerbazioni simili a quelle della appendicite ricorrente. N ell'empiema o nell'angiocolite diffusa le febbre è alta con re· missioni che però possono mancare del tutto: a volte può essere accompagnata da brivido. Durante lo spostamento di un calcolo si possono verificare elevazioni di tempe1~atura con brividi e remissioni che sono realmente tipi· che e 1)ossono contribui1'e grandemente a stabilire la diagnosi; questa poi è sicura quando queste elevazioni ca1'atteristiche sono accompagnate dalla colica e- dall'ittero. Queste ele' razioni della temperatt1ra sono precedute da brivido e si manifestano ad intervalli irregolari: a volte il brivido può anche man· care: a che cosa siano dovuti questi accessi febbrili non è ben chiaro, molti ritengono cl1e siano di origine nervosa e che si possano paragonare alla febbre cerebrale; altri invece credono siano di origine settica. L'itte1·0 può variare per la intensità o per il decorso. In linea generale la sua assenza o la sua presenza ci può a volte far diagno· sticare se si tratti di un processo limitato alla "'~escichetta o anche di ostruzione dei dotti


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biliari sia dall'interno che dall'este1..no. Quando l'ittero s'inizia bruscamente si penserà con fondamento a calcolosi: se però è progressivo e non accenna a diminuire, quantunque il suo inizio sia stato b~usco si penserà meglio a compressione dall'esterno dovuta special· mente a tumori o ad altri p1..ocessi morbosi del panc1..eas. Quando l'ittero è intenso, quando manca la colica e la febbre e quando la vescichetta biliare si può palpare si penserà più ad una compressione che ad un calcolo. L 'ittero si p11ò manifestare anche in seguito a processi infiammatorii dei dotti. L'i1zgra1zdi11iento della vescichetta bilia1~e può dipendere da infiammazione suppurativa acuta o da idrope della vescichetta in seg11ito ad occlusione del coledoco per calcoli o per com· pressione dall'esterno. La ' rescichetta bilia1·e affetta da cancro si può o non i·iescire a palpare. La palpazione per sentire la vescichetta quando è ingran· dita deve essere superficiale e fatta con la punta delle dita. Qtiando si sente nodulo~a si può pensare o a cancro o a numerosi calcoli in essa racchiusi o anche ad aderenze. Il punto in cui essa si deve i..icercare si trova in corrispondenza della linea mammaria. A volte essa può raggiungere un volume enorme ecl è stata anche confusa con una cisti ovarica. Non è giuotificato l'uso della puntura esplora· ti,~a prima di aprire l' addome. La ricerca dei calcoli 1ielle feci secondo l'autore non ha grande valore, poichè con esse possiamo conoscere ciò che è avvenuto di un dato calcolo che non ci deve più interessare e nulla ci ri,rela riguardo le eventualità future. Rigt1arclo alla importanza dell'uso dei 1·aggi X per diagnosticare i calcoli, l'autore dice che questo metodo fino ad oggi non ha dato ri· sultati utili a questo scopo.

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Il primo gruppo malattie delle 'rie biliari comprende, stando alla classificazione già a ccennata, le /1zfia11z11zazioni:· queste si possono suddividere nelle seguenti affezioni : a) Empiema della vescichetta biliare; b) Angiocolite ; e) Colecistite acuta e cronica. a) Empienia della vescichetta biliare. - Com· prende processi che vanno dalla semplice in· fiammazione catarrale-purulenta ai processi ulcerativi e flemmonosi. I sintomi sono locali e quelli determinati dalla sepsi. La cura deve consistere nel pronto e libero di~enaggio: solo

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eccezionalmente si praticherà la colecistectomia. b) Angiocolite. - Praticamente risulta dal medesimo processo, che si svolge a carico dei dotti biliari : la infazione di pende in genere dall'intestino. Vi è dolore, ittero e aumento di volume del fegato. La prognosi è cattiva. La cura consiste nel praticare la colecistotomia ed il drenaggio del coledoco o dei dotti epatici. c) Colecistite. - Può esse1·e acuta o cronica. È car·atterizzata da una infiammazione leggera della mucosa della vescichetta: il dotto cistico può partecipare al processo e alte1·arsi in maniera permanente; in qut3sto caso la vescichetta rimane distesa e segrega un muco filante. I sintomi sono: dolore locale poco accentuato: la vescichetta a volte si può palpare. La cm·a è palliativa (igienica) o se la malattia recidiva può essere chirurgica: si può praticare la colecistectomia o, anche, se la vescichetta è difficile ad essere estirpata, la colecistotomia. Al secondo gruppo appartengono le

Malattie biliari dovz1te alla f 01~mazione di calcoli. - I sintomi e le conseguenze della cole· litiasi bili;ire variano secondo la 101·0 localizzazione e anche secondo il graiJ.o dello stato infiammatorio delle vie biliari. In tal modo è evidente che per lo studio dei sintomi conviene considerare a parte le varie specie di lesioni. L'at1to1·e segue a tale scopo la classifica· zione fatta da HA us KEHR il quale ha stu· diato molto accuratamente queste malattie: 1. Calcoli nella vesciclietta bilia1·e se1iza le-

sionio con lesioni leggere della vescichetta stessa. I sintomi o mancano o sono di poca entità. La vescichetta non è palpabile a meno che il dotto cistico si occluda, il che avviene piut· tosto raramente. Dalla storia può risultare che il malato soffre di disturbi gastrici vaghi o di sensazioni come di stiramento. La cura in genere è puramente medica: qt1alche volta negli individui giovani e in buone condizioni si può consigliare un trattamento chirurgico a scopo specialmente preventivo, e le indica· zioni si possono pa1·agonare a quelle dei g1·adi poco gravi di appendicite cronic~t. Le opera· zioni da farsi in tal caso sarebbero la cole· cistotomia o la colecistectomia, secondo i casi. 2. Calcoli nella vesciclietta bilia1·e i1z/ia111111ata: dotto cistico attzlalmente pe1·vio : adere1zze. In . .' tali condizioni i sintomi sono in genere p1u netti. La vesclchetta si può palpare special· mente durante l'acine dell'attacco. La cura chirt1rgica è più indicata che nel caso pre· cedente. La colecistectomia è la operazione da

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IL POLICLINICO

p1·eferirsi, specie se la malattia data già da lungo tempo. 3. Le 11iedesin-ze condizioni se1iza calcoli, 1na con aderenze notevoli. - I sintomi sono p1·esso a poco i medesimi. Tale condizione è, secondo l' autore, notevolmente gr·ave poichè le aderenze possono produr1·e alterazioni e disturbi delle vie biliari o degli organi vicini, specialmente dello stomaco: . si possono manifestare sintomi che mentiscono un'ulcera gastrica o un carcinoma o anche si può verificare una vera stenosi pilorica. Come cura sarebbe utile la colecistectomia; però, in seguito alle difficoltà tecniche sarà meglio limitarsi alla colecistotomia e al drenaggio. 4. Colecistite acz1,ta in zina vesciclietta 1·elativa-

n-iente in b1lone condizio1zi,· in genere u1z grosso calcolo in corrispondenza del collo: infia1n11zazione essndativa. - I sintomi sono i m edesimi già descritti nelle precedenti condizioni, ma più acuti e gravi. Inolt1·e la v escichetta è ingrandita e dolente. A. questo stato morboso si accompagna in genere un grado l'elativo di angiocolite che se è notevole produce sintomi generali gravi. La cura più indicata è la colecistectomia e l'allontanamento del calcolo : secondo alcuni è bene di attendere, per l'intervento chirurgico, che l'attacco acuto sia passato. 5. Esacerbazione acuta di Tlna colecistite ad

andamento cronico ; obliterazione del dotto ci: stico; esszidato 11z1ico pnrnlento ,· adesioni. Le pareti della vescichetta biliare già ispessite in seguito agli attacchi precedenti non si dilatano e quindi non si può palpa1·e la ve· scichetta stessa. Vi è dolore alla pressione in corrispondenza di essa. I sintomi possono • • • cessare per poi• r1compar1re, ma in genere meno intensi. La diagnosi è difficile e questa condizione si può confondere con la colica, con la febbre tifoide, con la malaria e la setticemia (KEHR). La cura è chirurgica: si praticherà la colecistotomia o la colecistectomia a seconda della opportunità. 6. Idrope della cistzfellea; dotto cistico oc-

clziso da 1in calcolo; contenzito della vesciclzetta ste1·ile, clziaro; pa1·eti assottigliate. - All'esame o~biettivo

l'ingrandimento della yesoichetta è evidente. Si può osservare l'ingrossamento speciale « a lingua » della porzione epatica che sta al disopra della cistifellea (lobo di Riedel), ingrossanento che spesso si osserva dopo una irritazione prolungata della vescichetta. La cistifellea distesa può a volte confondersi con un rene mobile, poichè spesso può essere spostata in alto : però in tal caso essa · ~- (8)

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ritorna prontamente in basso, mentre il rene rimane in posto. La cu1'a è chirurgica. Quando la occlusione del dotto cistico d~pende da calcolo, se questo non si può smuovere fino nella cistifellea, bisogna praticare la colecistectomia, operazione che è pure indicata quando la occlusione del dotto cistico dipende da altre cause. 7. Empiema della cistifellea con calcolo ne.l dotto cistico ed ade1·enze. - Nei p1·imi stadii i sintomi sono quelli di una colecistite acuta (n. 4). Quando è passato il periodo dell'acme la sintomatologia. è quella della idrope della cistifellea (n. 6), quantunque la dilatazione della vescichetta non sia tanto notevole. f' il processo si estende al di là della vesci· chetta biliare si hanno sintomi di irritazione peritoneale fino a quelli di una peritonite perforativa. Il processo se non è molto gra,Te può anche t'imettere spontaneamente. La cura è palliativa d11rante l'acme: in seguito si praticherà la colecistotomia o la colecisteotomia. 8. Ostrnzione aczita del coledoco per calcolo. - Questa condizione è caratterizzata da inizio brusco dei sintomi che sono : ittero, febbre, brivido, vomito e la « colica biliare » . In genere, dati questi sintomi, la diagnosi è icura. La cura è completamente palliativa. KEHR dice che solo in casi eccezionali si può praticare il drenaggio del dotto epatico . . 9. Ost1~z,,,zione c1·onica del calcolo. - Nei casi tipici vi è dolore che va soggetto ad esacerbazioni e che si irradia verso l'ombe· lico, ittero notevole, febbre intermittente. La cistifellea non si palpa e in corrispondenza di essa vi è dolenzia alla pressione. Il de· corso di questa affezione è in gene1·e c1·onico: ptlò avvenire, ma 1·a1·amente, una guarigione spontanea, pe1~ la espulsione del calcolo. In genere la prognosi è grave, specialmente nei casi in cui l'ittero è forte a causa dell' av,~e­ lenamento colaemico. La cura è chirurgica e le operazioni_~sono, o lo schiacciamento del calcolo qltando è friabile nel coledoco stesso, senza aprire la cistifellea; oppure, più spesso, la coledocotomia o la colecoduodenostomia. Il terzo gruppo delle malattie delle vie bi· liari comprende le Neoformazioni. - Tra queste la più f1·equente è il cancro clella vescichetta. Le altre sono rarissime. Il cancro in genere è accompagnato e preceduto da calcoli. Non è caratterizzato da sintomi speciali: qualche volta alla palpazione si può senti.re il carattere nodulare del tumore. La concomitante angiocolite o la colelitiasi biliare si manifestano con i sintomi già desc1·itti. La cura del cancro della cistifellea


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consiste quando si creda oppo1'tuna nella cole· cistectomia e nella resezione parziale del fegato. Il cancro dei dotti biliari è molto più raro di quello della cistefellea; la cura, quando si ritenga l:ltile, può consistere nella colecis~en· terostomia o nella coledoco-enterostomiai.

Ostrnzione del coledoco pe1· compressione dal· l'este1·no. - In genere la compressione dall'e· sterno viene ese1·citata sul coledoco dal cancro che si sviluppa a carico della testa del pancreas, oppure da quest'organo stesso alterato in seguito a pancreatite interstiziale cronica. La diagnosi in genere si basa sulla presenza di ittero che non rimette mai e che tende ad aumentare abbastan21a velocemente, sull'ingrandimento della cistifellea e sulla assenza dei sin· tomi caratteristici di altre malattie, specialmente del calcolo del coledoco il quale è ben ca1'atterizzato dalla .c olica, dall'itte1~0 oscillante e dalla febb1·e. A q u~sti dati si aggiungano gli altri sintomi gene1·ali o a carico di altri organi con i quali il cancro, o la pancreatite si possono manifestare. La cura del carcinoma dipende dalle condizioni generali, dallo stadio clella malattia e dalla certezza della diagnosi: le operazioni dà farsi sono la colecistotomia o la colecistenterostomia : anche quando si tratti di pancreatite si })Ossono eseguire i medesimi p1·ocessi operativi qualora si i·itengano utili ecl opportuni. I clotti biliari possono essere occlusi per com p1·essione esercitata anche da tumori maligni del fegato o delle ghiandole che normalmente sono situate alla unione dei dotti cistico ed epatico. Si può verificare la ostruzione della papilla duodenale in seguito a tumore dell'intestino che si origina in vicinanza della pa1)illa o anche in seguito a carcinoma della papilla stessa. Il tumore dell'intestino è in tal caso in genere un sarcoma. I sintomi di queste affezioni sono simili a quelli dati dal tumore della testa del pancreas: a volte si può complicare a questo stato morboso la presenza di calcoli nelle vie biliari. Si può procedere ad un trattamento chirl1rgico e le operazioni da farsi sono la colecistenterostomia o anche la asportazione della estremità duodenale del coledoco (HoLSTED e MAYO). Da ultimo i dotti biliari possono essere compressi anche in se· guito ad aderenze secondarie a malattia delle vie biliari, specialmente a lesioni infiammatorie della vescichetta. Operazioni. - La tendenza alla emorragia abbondante durante l'atto operativo, dovuta all'ittero, ha indotto gli operatori a cercare di aumentare la coagulabilità del sangue somministrando al paziente del fiele di bue e del succo di limone.

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489

SEZIONE PRATICA

La incisione. Le incisioni che si prati· cano più comunemente per le operazioni da eseguirsi sulle vie biliari sono due : la verticale (sia in cor1'ispondenza dell'asse della vescichetta, sia lungo il bordo esterno del mu· scolo retto di destra) e la trasversa, la q11ale deve essere diretta un po' obliquamente. L'autore prefer·isce la incisione trasve1·sa accompagnata, se è necessario, dalla divisione delle guaine del muscolo retto e dallo sposta· mento del muscolo stesso all'interno. Si ottiene così una apertu1'a ampia che permette di sco· prire una vasta regione epatica. Oolecistotomia e d1~enaggio. - Le sue indicazioni sono numerose : la colecistite semplice o purulenta con o senza calcoli, la angiocolite: nei casi di ostruzione del coledoco si può pra· ticare come mezzo palliativo qualora non si possano eseguire altri processi operativi. Si può eseguire la colecistotomia in cambio della colecistectomia quando vi siano delle difficoltà tecniche che rendano quest'ultima im· possibile. Il drenaggio deve esser·e continuo e varia da pochi giorni fino a mesi nei casi di suppurazione notevole. L'operazione si può fare in un solo tempo o in due tempi. La vescichetta si può fissare o no alle pareti addominali. In gene1·e oggi è prefe1·ito il metodo in un solo tempo. a.) Oolecistoto11iia in u1i tempo co1i fissasione alle pareti addominali. - Tutto il campo ope· i·ativo, fatta eccezione del fondo della vescichetta deve essere protetto da garza sterilizzata. Si applicheranno due anse di filo sul fondo stesso per fissare la cistifellea: q11indi con un ago si può aspi1·a1·e il StlO contenuto e si april·à sul fondo tanto quanto è sufficiente ad introd1trvi il dito o gli ist1·umenti. Si toglieranno via i calcoli se esistono e in seguito si può tentare di sondare il dotto· ci· stico cosa che difficilmente riesce anche se questo è pervio. Ciò fatto si introdurrà nell'apertura un tubo di gomma del calibro 20 della filiera fran· cese e si chiuderà attorno a questo la inci· sione con una sutura. Si ~pplicherà quindi una seconda sl1tura a borsa di tabacco un po' al disopra della incisione, facendo in modo che l'ago passi a t1·averso le tonache della vescichetta e si stringerà quindi il filo in modo che questo si saldi assieme alle pareti della vescichetta atto1·no al tubo. Le estr·emi tà della sutura si passano a traverso allo strato muscolo·aponev1:otico delle pareti àddominali e vi si saldano. Quindi si sutu1·ano le pareti addominali e il tubo di drenaggio si può col· legare con un apparato a sifone per proteggere cot.iì le vesti. Q11ando il drenaggio viene ( 9)

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IL POLIOLINIOO

allontanato in genere la fistola che rimane si salda in pochi giorni. b) Oolecistoto11tia in dzle te1npi. - La vesci· chetta biliare viene fissata allo strato muscolo· aponeurotico mediante suture: dopo parecchi gio1..ni viene aperta· quando si sono formate delle adesioni che proteggono il peritoneo. Quando la vescichetta è piccola e non si può fissare, la ferita viene tamponata abbondantemente e la vescichetta si apre parecchi giorni dopo. Oolecistecto1nia. - È una ope1·azione che ha pa1..ecchie indicazioni simili a quelle della co· lecistotomia e si pratica quando non esistono difficoltà tecniche per eseguirla. È più radicale di questa ultima e dà spesso risultati più soddisfacenti. Si pratica anch e la colecistectomia in caso di ca1'cinoma della cistifellea e quando è necessaria una operazione secon· daria per curare una fistola permanente ri· masta dopo un drenaggio. Mediante una dissezione con istrumenti ottt1si o anche con piccoli colpi di forbici si ce1'ca di isolare la ,~escichetta fino al collo. Se non vi sono cal· coli nel dotto cistico questo viene legato con filo di seta e quindi tagliato ' ricino alla le· gatura: i marg ini del peritoneo inciso vengono quindi sutm·ati in modo da ricop1..ire il moncone. Se n el dotto cistico vi è un cal colo e se questo non si può spingere nella vesci· chetta, bisogna fissare il dotto con clelle suture, quindi inciderlo. ed estra1..re il calcolo. Di poi si le~a come sop1'a e si taglia o anche se è necessario si ap1Jlica un drenaggio.

Asportazione della 11zztcosa della vescicJietta (ope1·azi0Jie di Mago) irt sostituzione della cole· cistecto11iia totale. - È una operazione la qt1ale seconclo M AYO dà buoni risultati in alcuni casi nei quali non si può praticar e la colecistectomia. L 'autore non l'ha mai praticata, quindi non può darne un esatto giudizio. Oisticoto11iia (incisione del dotto oistico). Si pratica per asportare i calcoli che non }JOssono esser e l'espinti n ella vescichetta mentre non si ritien.e utile la colecistectomia. La incisione si fa direttamente sopra al calcolo: in seguito si applicherà un drenagg io. Se in· vece contemporan eamente alla cisticotomia si deve applica1'e un drenaggio della cistifellea o del colecloco, sa1·à bene di suturare il dotto cistico in due strati: la mucosa e le alt1·e to· nache. Oolecloco-litot1·tsia. - Con iste nello schiacciar e tra le dita o ti.. a una pinza il calcolo qualora sia f1..iabile. È una ope1·azione ch e non ci sembra consigliabile poich è oltre rhe può prod11r1'e un grave maltrattamento al clotto (10)

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biliare non è radicale e il calcolo quantunque schiacciato, rimane nel coledoco. Ooledocotomia. - Si p1·atica in genere o per asportare dei calcoli o per applicare un drenaggio in casi di angiocolite grave o per esplorare la permeabilità dell'orifi<~io del dotto. È una operazione grave e pericolosa, sia in seguito alle difficoltà tecnicl1e, sia anche per lo stato del malato. Si applicano due suture, se è possibile, per fissare il dotto e quindi questo si incide al disopra del calcolo che viene estratto con delle pinze o con altri istrumenti. Si sonda quindi il coledoco in tutte e due le direzioni per scoprire se esistano altri calcoli e quindi si applica un drenaggio. Secondo alcuni si consiglia subito la sutura del dotto ; però l'autore crede sia più con,re· niente drenare, poichè la incisione i·imargina spontaneamente quando la bile passa liberamente; se poi il passaggio della bile è ostacolato e si è praticata la st1tura questa molto probabilmente si riapre. Il d1·enaggio si lascia in .posto fino a che la bile i·icompare n elle feci o si è ben e stabilita una fistola esterna. Ooledoco-d1todeJ1zosto11zict. - Consiste nella incisione dello sbocco del coledoco a traverso una apertura praticata n el dt1odeno. L ·indica· zione pe1· questa operazione è in genere data dalla presenza di un calcolo cl1e si sente a traverso la seconda porzione del duodeno: questo viene aperto, tlopo averlo fissato con due anse di filo ; il dotto vien e messo a nudo ed il calcolo viene estratto. Il (}uodeno i11 se· guito viene suturato nella ma11iera solita. I risultati di questa operazione son o molto buoni. Ooledoco-enterosto1nia. - Consiste n el prati· care una fistola artificiale fra il coledoco e l'intestino. È inclicata in varie circostanze : a) quando il coledoco è occluso in ma· niera permanente ed è stata già praticata una incisione di esso la quale non si potrebbe mai chiudere in tali condizioni~ b) quando è necessario aprire un esito alla bile poichè l'orificio -<lel coledoco è ostruito ed è impossibile praticare le opera~ioni sulla vescichetta a causa delle alte1·azioni di q uest'ultima · e) quando la vescichetta è stata già aspor· tata. L 'autore consiglia per q nesta operazione 1'1lso del bottone di ~1urphy e cr ede ch e sia più utile anzichè il duodeno sciogliere il digiuno per stabilire l'anastomosi tra le vie biliari e le intestinali. Ooleczste1zte1~osto11iia. - È indicata in ca o di ostacolo p ermanente al cleco1·so della bile spe· cialmente nei casi di tumori del pancreas e


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SEZIONE PRATICA

(li pa11creatite cronica. Si può anche raramente praticare quando è impossibile asportare un calcolo clal coledoco. Si può fa1·e uso del bot· tone di l\1ur13l1y; anche in questa operazione l'autore prefe1·isce aprire l'anastomosi col fii· git1no anzichè col duodeno. L'operazione non b molto gra:v·e. Dott.:~1ARIO FLAMINI.

Un caso di estesa resezione del dotto coledoco e dell'epat.ico p••r carcino1na del coledoco, colecistecto1nia. ed epatico-d uodenostomia. (KEHR. Mttn clte1ier mediz . Wo che1isclir., n. B,

20 ,januar 1903).

Il caso, cl1e ci comunica l' A., è il p1·imo in cui è sta,to praticato con successo, lln inter,~ento radicale, per carcinoma del coledoco. 8i trattava rli un individuo che presentava i sintomi di occlusione del dotto coledoco (intensa itterizia forte dilatazione della cisti· fellea f egato ingrossato), ed in cui ft1 fatta diagnosi cli occlusione cronica del coledoco per tumore. All atto operati' ro si trovò, nel punto di unione ciPl cistico e dell'epatico un piccolo i1oclt1lo carcinomatoso, del volume di una no· rella, il quale coinvolgeya anche il pri1no tl'atto llel coledoco. Non era ader ente con la po1·ta. Il clotto epatico si l)l'esenta,ra forte· mente tlilatato (delle (limensioni di un dito 1nignolo), il coledoco in-vece note volmente i.·i· str etto. l<1sist~va inoltre lln piccolo calcolo nel cistico. Il cole(loco 'Tiene inciso poco discosto clal duo(lcno o vie11e separato dalla vena porta sino a, 1·aggiunge1·e il dotto epatico, il quale è alla sua. ' rolta sezionato ad una certa cli· otanzn, clal tumore. U nitamente a tale tratto (11/2 cm. di coleclooo e 2 c1n. fli epatico) resecato si escide la cistifellea col dotto cistico . Non potenclo pra· ticare una sutt1ra fra i due monconi del cole· (lo co da, una parte e dell'epatico dall alt1·a, a causa della clistanza che li separa e della n o· tevole clifferenza di calibro, viene l egata la estremità duodenale del coledoco e s impianta, mercè due piani di sutu1·a, l'epatico nel dt10deno. Si ap1)lica nn tampone in corrisponclenza <li quel tratto del fegato s11 cui s'im· pianta,.. a la cistifellea e si sutura parzialmente la ferita. L 'esame microscopico confe1·mò la diagnosi, fatta al tavolo operativo, di carcinoma. Il deco1·so post-operativo n11lla prese11tò di anormale.: nei primi giorni si ebbe notevole ecrezione di bile attraverso il tampone, come pure riflusso di bile nello sto1naco e vomito, c11rato mercè lavaggi gastrici e col tenere l'infermo sul lato destro. Cogliendo l 'occasione offertagli da tale caso, l ' A. rivolge uno sguardo sintetico alla scarsa letteratura sul carcinoma del coledoco.

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Dal punto cli , ,.ista operativo, meritano di essere ricordate le osservazioni praticate dallo ScHULLER nella clinica di Ozerny, relative ai carcinomi primitivi del papilla del Vate1·. Dalle osservazioni anatomo-patologiche risulta che il ca1·cinoma del coledoco è più frequente nell'estremo duodenale di esso si osserva anche con una certa frequenza nel pt1nto di unione del cistico col coledoco e nella bifor· cazione dell' epatico. L'infiltrazione neoplastica, la qua.le nel maggior numero dei casi pare abbia origine clalle glandole esistenti nella parete dei grossi dotti biliari, si diffonde cir colarmente alla IJarete. del dotto, r·estrin· gendo od occludendo il lume di esso~ la mu· cosa: per tanto , può r estare a 111ngo completamente intatta. Le metastasi sono rare ad osservarsi: il neoplasma ha llno s·r·iluppo piuttosto l ento; l'assoluta ritenzione di bile riesce d'altra parte letale prima che si sviluppino detti focolai metastatici. Pel punto di , ,.ista clinico, in genere, dai clati anamnestici e dai sintomi si può stabilire la diagnosi di occlusione cronica del col edoco, sia per calcoli' che i)er tumore. Come c1·iteri differenziali circa la natura clell'occlusione, ,,.ar1·ebbero secondo l' A., i segu enti, cioè: Il ca1·cinoma è più freqt1ente negli uomini. m entre i calcoli sono più frequenti n elle donne (5 : 1). Nel carcinoma mancano per lo più, a differenza cl1e i1ei calcoli, le coliche.L'ittero, ch e n ella nalcolosi è assai variabile e talvolta scompare completamente, nei carcinomi è continuo, aumenta gl'aclatamente e si fa in ultimo assai intenso e costante. Nella calcolosi le feci sono ta.lvolta scure, tal'altra grigi ~; nel carrinoma qt1asi semp1·e grigie. ~lf·ntre la litiasi biliare può durare per anni (anche 12 e più), n el carcinoma la durata della malattia è in media di 6 mesi. La febbre ed i bri-Y'i li, frequenti n ella calcolosi, mancano quasi semp1·e nel carcinoma La cachessia in questo si stabilisce i·apiclamente; la cistifellea è grossa e palpabile (nell'ottanta per cento dei casi), m entre oh e nella calcolo si (80 °/0 clei casi) essa è ragg·1,inzata piccola e non pal· pabile. L'ascite parla più a favo1·e del car cinoma cl1~ di t1n calcolo. Il tt1mo1"'e di milza non ha importanza alcuna per la diagnosi diffe1·enziale. È in fine da notare che tal,rolta è stato riscontrato, come n el caso c.lell'at1tore, il carcinoma del coledoco, associato a calcolosi bilia1"'e. In base al caso suesposto, che climost1·a come la cu1·a radicale del carcinoma del coledoco sia tecnicamente praticabile e basandosi anche sul fatto che la pancreatite cronica della testa del pancreas può m entire pe1·fettamente i1n carcinoma circoscritto del col ecloco, l' A ., nb· banclonando la gene1·ale idea anche da lt1i (11)

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IL POLICLINIOO

p1·ima d'oggi sostenuta, d'inter\enire cioè solo n ei casi di occlusione delle vie biliari per calcolo, consiglia, n ei casi d'ittero cronico, dov11to ad ostacolo nel coledoco o nel pancreas, d'intervenire sem11r e e precocem ente. Nei casi di pancreatite il successo sarà clu· ratt1ro ; n ei casi di carcinoma, ~ la piccolezza del tt1more, la mancanza di metastasi, e la e stesa i·esezione dei dotti, invasi dal neoplasma, sono tlltte condizioni che giustificano la spe· ranza di una guarigione radicale. Dott. G . PEREZ.

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al quarto giorno, }Jer emorragia do, ruta ml1nicazione del tronco destro della porta col cavo ascessuale, constatata autopsia.. Dott.

a coTena alla B.

Dtviazione del circolo porta.le. ( 1)

Nella r elazione su i progr·cssi clella terapia n egli anni 1900-901 è stata per sommi capi riferita l'idea informa tiva di TALMA quando (1888) propose di far giunge1·e alla cava il sangue della p~rta mediante le anastomo i che si sarebber o stabilite tra il grande omento e la 1)arete addominale a cui egli lo fissa°'ra. La cu1·a chirurgica degli ascessi ciel legato. L 'anno ch'è passato, se non ha indotto tale (8él1't. 7Jiédicate, 7 j an·v ier 1903). messe di osser v azioni da condurre ad un giu.Al primo congr esso egiziano di ~Iecli cina, dizio definitivo sul v alore della cura cl1irurtenuto al Cairo, nel dicembre 1902, è stato gica clell'ascite n ella cirrosi epatica, permette trattato un tale argomento, immediatamente più larga messe di esperienza. dopo alla discussione av,renuta circa la rela· Per due v ie, cioè esaminando le 111odalità .zione esistente tra dissenteria ed ascessi del dell'atto operatiuo e vagliando i resztltati cli· fegato, e il r elato1·e, 1\1. VoRONOFii,; presentò 1iici, si può giungere a fa.r si un criterio sui una statistica di 1,089 operazioni, eseguite ne-_ progressi del m etodo in esa.me. g li ultimi 25 anni da 16 operatori, n ella quale Non dobbiamo noi qui intrattener ci su que· sono riportati 94 svuotamenti per semplice puntu1·a , con il 60 °/ 0 di mortalità e 994 inter · Htioni di medicina op eratoria· ma non }) OS· venti a larga breccia con il 34 °/0 di mortalità, siamo nemmeno giudicare dei r esultati clinici traendone la naturale, logica deduzione ch·e la d'un intervento chiru1·gico se non valutiamo puntllra, come m ezzo curativo, deve essere come debba proporzionarsi allo scopo. proscritta , e soltanto IJraticata come m ezzo L 'anatomia patologica ha insegnato le mol· -esplorativ o, ed anche come tale non è da teplici direzioni per cui si stabiliscono v i P tutti ammessa e M. P ETRIDÉS v orrebbe, in· collaterali di comunicazione tra l e radici por· s ieme ad altri, sostitllirgli la pleurolaparo· tali e i i·ami della cava. Talune volte le vie t omia esploratrice, come meno grave e sovra· sono così numerose e la1·ghe, oppure si ordì· tutto più costante nei suoi risultati. l\'f . WILDT poi ha espresso l'opinione che, scono nuove i·eti di comunicazione così straor· sebbene l a p11ntura esploratrice sia scevra di dinarie che l'ascite o non si presenta o scom· danni nel più dei casi, pur nondimeno il chi· pare. In un caso i·ecentem ente descritto da rurgo non debba praticarla che quando tutto CHAUFFARD, in cui l'ascite e1·a guarita, esi· è già pronto pe1~ eseguire una larga apertura. ste,rano le condizioni anatomiche quali non È nata inoltr e discussione riguardo all'op· si potrebbero aspettare meglio da una omnntoportunità o meno di praticare il raschiamento fissazione. del cavo ascessuale, proposto da 1\i. FONT.AN L 'esperienza clinica ha mostrato ch e in e J.e opinioni sono state discordi. V ORONOFF molti casi in cui esse sono n11m erose e larghe disse di averlo praticato due volte , con suc- l'ascite può mancare e che (MARAGLIANO) cocesso e ~I. MARTIN sistematicamente in 16 in· t erventi con il 38 °/0 di mortalità, osservando teeti cirrotici vivono più a lungo e meglio. I nuovi tentativi chirurgici si p1~opongono ch e il raschiamento abbre, ria la durata della malattia e fa imn1ediatamente cadere la tem· di a ggiunger e nuo,re vie quando i compensi peratura. Invece ~I. GoEBEL, L ATIS e WILDT naturali non bastino ; vie che unite a quelle si sono scagliati en ergicamente contro, sovra· abituali r endono meno gravi e freqt1enti nei tutto pe1~ il timore che il raschiamento non cirrotici la stasi portale. determini lesioni vasali e, per consegt1enza, I resultati che il m etodo terapeutico nt10Yo una infezione g ene1·ale. raggiungerà saranno in rapporto di 3 condi· M. P ETRIDÉS ha poi fatto considerare che zioni: 1° dell'intensità del compenso che esiste la proporzione degli insllccessi, che è del 40 nel caso concreto (forza cardiaca , stadio della o 50 °/ 0 , è dovuta al fatto che 1 operazione è, in gen er e eseguita troppo tardi, per la man· cirrosi eHtensione delle vie di comunicazione, canza di certa diagnosi. Infine, il prof. GANGITANO di Napoli riferì (l ) Questo capitolo fa pa rte della r elazione su I progrea•i un caso da lui operato, di ascesso del fegato della terapia nel 1902 , letta all'ultimo Congres..;o it aliano di ~fe­ con evacllazione di due litri di pus e morte dicina Interna.. (12)


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SEZIONE PRATICA

stato del sangue); 2° dello stato funzionale (lelle cellule e1Jatiche e rispettivamente degli altri emuntori; e 3° dell'ampiezza delle vie cli compe11so che i .. iuscirà a stabilire. La prima condizione è un fattore essenzial· mente individuale che rende poco comparabili tra loro i casi e che, quando fosse bene evidente l'innocuità dell'atto operativo, do· '?1·ebbe spinge1.. e a opera1--e presto e rifiutarsi acl intervenire quando la cacheasia s'è ini· ziata. La seconda condizione è suscettibile di pro· gressi molteplici diretti a rende1·e facile e semplice l'operazione, sufficienti le anastomosi. Già l'operazione di TAL~IA e1"'a stata modificata da RAFFO e Scn1Ass1, i quali sostituirono al taglio longitudinale il taglio trasve1""· ~ale.

Con ciò, se forse aumentano le ,~ie di comunicazione, si rende più lungo e pericoloso l,atto operativo, che, oosì come T .t\.LMA l'ha proposto, non si scosta di troppo dalla para· centesi. Nella statistica però si presentano con migliori risultati. ~uest'anno ~IoNARI ha sp~1..imentalmente dimostrato nei cani cl1e larghe ' ""ie di compenso si stabiliscono introclucendo il grande epiploon tra la, supe1"'ficie con,'" essa del fegato e il diaframn1a e raschian(lo la capsl1la di Glisson }Jerchè l'adesione si stabilisca p1·esto e llrofon(la; a11alogamente potrà farsi la fissa· zione della milza. TANSINI con i·ice1..che sperimentali ha sem· plificato la tecnica della fistola di Eck, che (lel i--esto era già stata fatta in Italia da QUEI· ROLO, da, 8CHUPFEH. e MAGNANIMI.

li} opportt1no dispor1·e di parecchi metocli, <'he condt1cano, ognuno, q11antità diffe1·enti di l-'angue. G na via ristretta può non guarire l'ascite; llnèt 'ria larga può gene1·are fenomeni d'intossicazione immediati più o meno g1'avi. ()ccorre esame diligente del caso clinico, pre· visione esatta dei i·isultati operatori immedia.ti e definitivi pe1· scegliere il processo ogni "\i~ olta meglio indicato. Quanto più questi studi si per!ezioneranno e aumenterà la casuistica si pot1"'à dare un giudizio sul 'ralore clinico della deviazione cl~l sangue po1·talE>. Dalla statistica dei casi, che m'è dato co· nosce1·e, risulterebbe : su 116 casi di ascite da cirrosi curati chirurgicamente si a'""rebbe: 3i:l mo1--ti per l'ope1.. azione; -!7 migliorati ; . 35 non migliorati. E' accresciuto il numero degli interventi:

sono miglio1"'ati gli esiti (30 iJer cento di mi· glioramenti). Qualche chirurgo recente (GuILLOT) ritiene l'operazione di TALMA non più grave di una paracentesi . . Il maggior numero dei casi operati spetta alla cir1·osi volgare. Quando l'ostacolo alla circolazione portale è posto fuori del fegato (17 casi) i risultati sono meno incora.g gianti. Per la cirrosi epatica la casuistica dimostra consigliabile l'intervento precoce, ma Ku.MMEL e altri mostrano che si possono sperare van· taggi anche in casi avanzati. Il p1--ocesso operativo è stato unito con ' rantaggio alla splenectomia o alla semplice splenofissazione nel morbo di Banti anche al 3° periodo (DE RENZI·SALVIO). Il drenaggio della cavità è pericoloso. L'operazione è controindicata a malattia progredita (fegato piccolo) e quando v'è urobilinuria intensa o itterizia e quando vi sono edemi agli arti inferio1·i o lesioni di altri organi.• Le moderne risultanze autorizzano a p~,o­ seguire senza sfiducia nei tentativi, e consigliano di scegliere con oculatezza i casi, ricordando sempre che noi curiamo 1 ascite e i danni clella congestione portale, non la ci1·1·osi &patica. Prof. V. AscoLI.

MEDICINA

Sui danni

pt~odotti sull"o1~ganisn10 dall' elett1~icità

umano

atmosfe1·ica ed industriale. lViener ktinik. Woclienschr., 13 novembre 1902).

(JELLINEK. -

L'utilizzazione clell'energia elettrica in ogni campo del lavoro umano è in continuo aumento e quindi non bisogna me1·avigliarsi se sono p11re in aumento gli accidenti di. graziati da essa prodotti. L' A. in questo lavo1·0 si occupa delle le· sioni provocate dallo scoppio del fulmine e di un contatto elettrico intendendo per quest ul· timo il contatto con un corpo percorso da una cor1·ente elettrica. La forza di questa corrente viene espressa in ' rolt. Se si domanda quale corrente è già pericolosa, ci si t1·ova mol~o imba1·azzati a i--ispondere. Infatti, mentre in un caso una corrente di 4000 volt potè essere .. impunemente sopportata, una co1--rente di soli 95 volt uccise un ope1. aio a Praga, benohè tale corrente sia comunemente i·itenuta innocua. Si potrà adunque in gener~le. amm~t­ tere che una corrente di 100 volt richieda già delle precauzioni, una di 200-300 volt sia già pericolosa ed una di 500 o più (come quella 13 ~~-


IL POLICLINICO

usata nei tram elettrici), sia senz'altro peri· colosa di vita. Pe1·altro bisogna tener conto di varie condizioni che possono notevolmente alterare questi fatti: così, come è facile sup· porlo, un uomo resiste più di una donna o di un bambino, la mano secca e éallosa di un operaio potrà impunemente toccare una corrente che sarebbe dannosa quando venisse in contatto colla pelle dell'avambraccio o di una mucosa, nella quale ultima la resistenza è 50-100 volte minore che nella palma. Nelle correnti di forte intensità anche il contatto unipolare è pericoloso percbè, in tali casi, la terra agisce quale secondo p·o10 e, poichè la sua tensione elettrica è quasi nulla, la scarica ha luogo attraverso il corpo umano. Nel contatto uni· polare il suolo è in grado di dare una certa protezione, che è maggiore se il suolo è umido e ricco di sali, minore se è secco: il contatto bipolare naturalmente è sempre più pericoloso. Ciò peraltro vale soltanto per correnti non molto forti; nelle correnti ad altissimo poten· ziale, di molte migliaia di volt ad es. tali diffe1·enze non eRistono più e il contatto è immediatamente seguito dalla morte o da gra· vissimi accidenti nel modo identico che s'ha nel colpo di fulmine. L' A. si occupa distintamente e dettagliatamente della sintomatologia, anatomia patologica, diagnosi, prognosi, pro· filassi e terapia di queste lesioni. 8i1itomatologia. - I sintomi sono di due ordini: a) locali, b) generali. I sintomi locali comprendono le ltstioni cutanee, le bruciature dei peli e capelli, le emor· ragie, le perforazioni e lacerazioni dei tessuti e infine le cosidette caràtteristiche figure del fulmine. Nel punto di contatto di tlna pa1·te della supe1·ficie cutanea con lln corpo traversato dalla corrente elettrica, si ha di solito una ustione la cui forma e grandezza varia se· condo le condizioni di superficie e grandezza delle due parti stesse 'renienti a contatto. E sse sono abbastanza caratteristiche e per· mettono al pratico di far la diagnosi. Tali ustioni si hanno anche per il fulmine e possono allora assumere le figure più curiose : di solito a strie, talvolta sono puntiformi; in una bambina 1 ustione aveva forma di una sciarpa che dalla spalla scendeva giù sino al fianco. Queste ustioni si ritenevano do"\rute all'azione diretta della fiamma; ma ciò non è vero, perchè spessissimo anche nelle ustioni più gravi gli abiti sono affatto illesi. ·si tratta dunque di un effetto dovuto alla elettricità : cioè a dire i tessuti umani nel mentre che sono traversati dalla corrente elettrica. subi3cono alterazioni di st1·uttura tali che possono essere benissimo paragonate ad ustioni di 1°, 2° e 3° grado a seconda della loro gravezza. Ciò si può ben dimostrare colle ustioni ve1·ificatesi per la elettricità indust1·iale. La maggior pa1"te dell'energia el ettrica è mutata

LANNO IX, FASO. 16]

in energia termica, ma pure la lesione p1·0· dotta è ben diversa dall' azione della fiamma comune; là lo sviluppo del calore è nell'interno del tessuto. Lo spazio di aria che eventualmente può esistere fra l'abito e la supe1·ficie del corpo non ha alc11na importanza quale mezzo protettivo. Si possono ritenere r.aratteristiche, anzi pa· tognomoniche le ustioni simmetriche, talora ~eometriche o che seguono il decorso di certi muscoli, come ad es. il sartorio o lo sternocleidomastoideo. Le bruciature dei capelli o peli sono pure importanti per la diagnosi di colpo di fulmine; talvolta sono superficiali a chiazze qua e là; talora invece i capelli sono perfettamenle rasi, formando delle aree come nella tonsura, senza che la pelle sia affatto ustio· nata. Le emorragie non sono tanto caratteristiche nè frequenti: sono di solito nella congiuntiva o in altre m11cose e si presentano come piccole ecchimosi puntiformi o striate. Notevolissime sono · le ferite p erforanti della pelle notate nel fulmine: esse non sono dissi· mili dalle ferite pe1· arma da fuoco ed hanno il fondo e gli 01·li di colore oscuro, sono assai importanti dal punto di vista medico-legale. Lesioni affatto strane e patognomoniche sono infine l e così dette figure del fulmine: queste sono delle macchie spesso simmet1·icl1e a fo1·ma dendritica. Da prima sono di un color rosso scarlatto ed hanno una speciale lucentezza all'oscuro: scompaiono in pochi giorni e dopo scompa1·se si vedono al loro posto delle cicatrici pallide fine come piccole strie dentate dotate di una certa iperestesia. Nelle ustioni della pelle ha g1·ande impor· tanza la durata dell'azione della corrente, e ciò si capisce facilmente anche perchè, come fu dimostrato, la resistenza dei tessuti diminuisce sempre più coll'al1mentare la du1·ata del passaggio della corrente. Nelle perforazioni della pelle per fulmine si constatò che la lesione non sorpassava il tessuto sottocutaneo. Negli animali spe1·imentalmente si ottennero perforazioni persino delle cavità pleu1·ica e peritoneale ma, fatto strano, mai ac· compagnate da lesioni del polmone o dello intestino. Negli animali si ottenne pure lussazione della lente nella camera anterio1"e a1)· plicando 1 elettrode sulla cornea: in seguito ad effetto del fulmine fu già osse1·vata la cataratta. Fra gli effetti del fulmine fu pure osservato un edema acuto circoscritto, talora più diffuso, che sparisce in breve tempo. Le dette lesioni cutanee senza dubbio stanno a dimostrare che vi fu un contatto) ina il contrario non si può affermare : furono cer· tamente osservati contatti senza cl1e sulla pelle o mucosa colpita si potessero notare le minime alterazioni. Questo fatto è importante per la medicina legale in caso di morte per elettricità. E f11or

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(ANNO IX, FASO. 16]

SEZIONE PRATICA

di dubbio che si possono uccidere degli ani· mali mediante l'elettricità senza che esteriormente ed internamente la più accurata sezione necroscopica possa scoprire alcunchè. (Le uniche alterazioni sono in tali casi quelle microscopiche del sistema nervoso centrale, di cui si dirà in seguito). Sintomi generali. - Sono ben più complicati e difficili a studiarsi. Essi vanno da lievis· simi distu1--bi di coscienza sino al coma per· sistente, da psicosi transitorie sino all'imbecillità, da lieve e transitoria durezza d'udito sino alla sordità completa : si aggiunga cataratta, paralisi persistenti o transitorie, dolori e ve1·samenti articolari, ipo· o iperestesie, aumento dei i--iflessi cutanei e tendinei, crampi, disturbi cardiaci, iscuria. Nei casi più gravi morte che può essere istantanea o tardiva. La perdita di coscienza è il sintoma più fre· quente e che non manca di solito nei colpiti dal fulmine. A questo proposito è bene tenere presente che molti che pretendono essere st~ti pure c olpiti, in realtà non furono colpiti che dal grande urto dell'aria per effetto dello scoppio del fulmine. Come i colpiti tornano in sè, dicono di aver visto come una palla di fuoco o di aver avuto la sensazione come. di un fe1..ro caldo ehe passa sul volto. Per spiegare i sintomi gene1. ali bisogna clistinguer e due momenti: 1. Il momento psichico all'istante del forte e olpo. 2. La, vera azione elett1'ica colle alterazioni consecutive n egli organi. Si può agevolmente immaginare l'effetto del passaggio della corrente per gli organi centrali così sensibili e anzitutto pe1· il sistema ner,roso appunto il più delicato ed il più sensibile di tutti. Le tenere cellule nervose ed i finisc;imi ca.p illari colpiti dalla corrente soffrono alterazioni : s'ha uno spostamento di massa che sino ad un certo punto è soppor· tato e poi dà luogo acl alterazioni permanenti. Come nel fulmine) così negli impianti elett1·ici industriali il corpo delle persone colpite -O lanciato cli alcuni metri: è difficile dire quanta parte abbia in ciò la contrazione di tutta la muscolatura o l'istinto <li fuggire. E notevole che mai s'ha il più piccolo dolore anche nelle })ÌÙ forti scariche~ solo più tardi inso1·gono cefalea, i·onzìo, bagliori, ecc. Le paralisi possono essere p11ramen:te ft1n· zionali e spariscono dopo maggiore o minor tempo: ma vi sono anche paralisi organiche per lesioni del sistema nervoso, come dimo· strano i preparati microscopici, e ciò tanto per scoppio di f t1lmine che per contatto elettrico. Furono p11re osservate l'igidità di arterie periferiche e ciò non solo presso il punto di contatto, ma anche lontano. Merita una discussione speciale la uccisione per elettricità sia atmosferica che industriale.

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Infinite teorie furono emesse a questo riguardo, ma l' A., sulla scorta delle sue ricerche microscopiche, crede che la causa della. morte venga perfettamente spiegata dalle alterazioni nel cervello e nel midollo spinale. La distruzione dei cent1·i vitali determina la morte istantanea. Ciò nei casi in cui il trauma elettrico e la morte sono istantanei e contem})O· ranei. I risultati microscopici sono identici, sia che la morte sia do·vuta al fulmine o ad elettricità industriale: i centri nervosi sono direttamente distrutti dal passaggi.o della cor.. rente. Anato1nia patologica. - L' A. nelle ustioni cutanee non ha trovato nulla di particolare, ma le solite distruzioni del derma e dell'epide1'mide. Nel sistema nervoso ceutrale invece ebbe a scoprire importantissime alterazioni, tanto di natura recente, che di data pii1 an· tica. Fra le più notevoli sono le emorragie microscopiche , specialmente n ella sostanza grigia del cervello e in quella del miqollo spinale nei dintorni delle cellule gangliari, che sono in parte distrutte dal versamento stesso. Nella sostanza bianca le emor1·agie sono ra1..issime. L e emorragie non arrivano mai fino alla superficie: quali punti preferiti sono il midollo allungato e le olive. Alle sezioni si vedono bene i finissimi capil· lari lacerati, da cui escono i corpuscoli sanguigni . Oltre queste emorragie esistono pure alterazioni cellulari vere e proprie, oltre quelle indotte dal versamento. Si vedono cellule con spostamento di nucleo alla periferia, tigrolisi, rigonfiamento del protoplasma. Si potrebbe obbiettare che molte di queste alterazioni siano dovute ai m ezzi di indurimento; l ' A . è convinto del contrario, ma comunque solo t1n perfezionamento maggiore nella tecnica potrà risolvere la questione. Infine si osservarono anche emorragie fra le fib1~e delle radici dei nervi cerebrali alla loro uscita dal midollo allungato. L'esame istologico di tutti gli altri organi rimase sinora negativo. Adunque ·oggi su queste basi (ment1·e EuLENBUHG appena un anno fa nella perizia di un accidente per elettricità pa1~1ava di possi .. bili lesioni nel sistema nervoso centrale) possiamo asserire ciò con sicurezza. Tale reperto è anche importantissimo nel caso di questioni medico·legali quando si tratta di apprezzare una n eurosi per elettricità, ch e molti autori come NoTHN.A.GEL, CHARCOT, 0PPENHEIM erano inclinat'i a ritenere di natura f11nzionale. I detti reperti spiegano pe1. fettamente n on solo i sintomi clinici ma anche la morte. Diagnosl. - Nei casi recenti si può con si· curezza e facilità giudicare se le lesioni o la morte siano dovute a trauma elettrico. Oltre le circostanze di fatto (presenza cli una dinamo, di un filo p ercorso da corrente l'esser in aperta campagna allo scoppio di un tempora.le ) saranno di sussidio le così dette figure del (15)

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ft1lmine, ustioni di capelli, ustioni cutanee caratte1~istiche a striscie, a nastro, nel caso si tratti ài elettricità atmosferica. Se si tratta di elettricità industriale l'apparsa di ustioni cutanee in corrispondenza del punto di contatto. Nella morte ista,ntanea il risultato dell'esame macroscopico è di solito negativo. Ulteriori esperienze su animali dimostreranno se i riferiti reperti microscopici del sistema nervoso centrale constatati dall'..A.. possano dirsi patognomonici od abbiano soltanto impo1'tanza come coadiuvanti gli altri sintomi, il che è assai importante dal punto di vista medicolegale. Prognosi. - In generale bisogna essere cat1ti. Peraltro si può affermare che di solito tln trauma che non causa uua morte subitanea compare più g1'ave che non sia in realtà. I fenomeni migliorano in breve tempo; ad esempio una paralisi in poche ore od in pochi giorni può sparire. }Ila quando i sintomi generali, come perdita dei sensi, cefalea, vertigini, dru'ano più a lungo (molti giorni o settimane) allora la prognosi si fa seria. Questi fatti, od anche una paralisi che non accenna a sparire, dipendono da cRuse cerebrali organiche, mentre i fatti transitorì sono puramente funzionali. Bisogna p11re tener presente che una paralisi già svanita può riprodursi, come si vide sugli animali. P1·ofilassi. - Anzitutto popolarizzare i princi1)ali elementi di elettricità, specialmente nelle scuole e fra quelli che debbono il più spesso venire a contatto con impianti elettrici, e poi stabilire delle disposizioni protettive nelle officine e nei luoghi pubblici ove tali impianti esistono. Contro gli effetti del fulmine siamo disgraziatamente impotenti. Infatti esiste tln a.pparecchio protettore affatto sicuro q nello del Melsen, ma poichè troppo complicato e costoso è assai poco in uso. TeraJJia. - Finora è soltanto sintomatica. Le ustioni si curano come di solito e gt1ari&cono rapidamente. Degna di nota è soltanto una speciale pigmentazione b1~una nel contorno di tali ustioni, che già appare alla seconda e terza settimana. Per la cura generale si baderà sopratutto al riposo· dieta, leggie1~a; si tengono i malati al caldo poichè di solito essi sono molto sensibili al freddo; i bagni tiepidi quotidiani danno ottimi i·isultati. Si esercite1~à nei primi giorni llna sor,reglianza attenta dei malati, poichè spesso si hanno stati di eccitazione passeg• g1e1·a. Nelle complicazioni a carico clel cuore e rlel polmone la terapia è quella usuale. Nel caso di morte sarebbe desiderabile nell'inter esse della scienza una autopsia precoce con i·elatiT"o esame microscopico clegli organi. Dott. 0ARRA.• (16)

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[ANNO IX, FA.se. 16]

GINECOLOIJIA e OSTETRICIA L'insufficienza degli 01·gani tiro-paratiroidei e l'eclampsia. (A. FRUHINSHOLZ e P. JEANDELIZE. 111édica le, 25 ottobre 1902).

La Presse

Gli A A., ammesso il principio che le con· vulsioni eclamptiche sieno l'espressione di una speciale impregnazione del sistema nervoso con velPni che si formano più facilmente nello stato di gravidanza e di pue1·peralità e ricordate le recenti esperienze di BLUMREICH e 2JUNTZ, con le quali è snfficentemente dimostrato che questi stati fisiologici per se stessi dispongono i centri nervosi a reazioni convulsive, si sono occupati più specialmente dell'origine delle speciali intossicazioni che condurrebbero all'eclampsia. Ammettono il caso di un'origine esoge1za come resultato di una toxi-i1zfezio1ze dimostrabile nei casi nei quali elementi microbici si trovano nell'urine e nella placenta delle eclamptiche . .Ammettono più frequente il caso di una vera auto-intossicazione so1~ta improvvisamente o provocata dall'insufficienza -degli organi di eliminazione o di depurazione {eclampsie da insufficienza renale primitiva o secondaria, eclampsie da insufficienza epatica, eclampsie da insufficienza tiroidea). Prendendo le mosse da un raso nel quale il fatto eclamptico poteva esser messo in relazione con una insufficenza tiroidea gli ..A.A. hanno fatto una serie di studi, che riassu• m1amo. Quale è dunque ed in cl1e può consistere una relazione qualsiasi fra il fatto eclamptico e la tiroide'? Tratterebbesi per gli AA. di una funzione difensiva, propriamente antitossica, di quest'o1~gano di fronte ai veleni della gravidanza. Per le osservazioni dell'HEIDENREICH (1845), del N ATALIS GUILLOT (Arch. de med. 1860, XVI, pag. 513), del FREUND (Inat1g. diss. 1882), dell'Ew ALD (in N othnagel spec. Pathol. u. Therap.1896) era ben conosciuta già la ipertrofia tiroidea gravidica che LANGE (Zeitsch. f. G-eb. u. Gyn. 1899, XL, p. 34) m eglio descrisse e definl. Egli che ebbe occasione di studiare da questo p11nto di vista 133 donne gravide, la trovò presente in 108 (81. 2 °/0 ), dubbia in 3, mancante in 22. Ora delle 108 donne con la normale ipertrofia tiroidea solamente 2 erano albumin1ITiche J>er fatti nefritici cronici pregressi, mentre delle 22 g1·avide, senza l'iper· trofia tiroidea, 20 erano le albuminuriche e 16 presentavano anche cilindri nell'urine ; 6 ebbero anche crisi eclamptiche. Il LANGE potè così notare che tale ipertrofia della tiroide è ben manifesta al v e VI mese lunare della gravidanza, scompare nel puerperio e può ricomparire in caso di successi,re g1·avidanze e dimostrò anche come possa llna

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SEZIONE PRATICA

tale ipertrofia tiroidea diminuire ad anche scomparire coll'ingestione di piccole dosi di tiroidina o di iodotiroidina. È così dimostrato che essa ipertrofia non è il prodotto di un fatto meccanico in questo caso (aumento della cil~colazione sanguigna, disturbi circolatori gravidici), ma il vero risultato di una iperattività funzionale. Una dimostrazione di questa ipe1·attività della tiroide ipertrofica delle gi-·avide è data dai disturbi che sorgono in quelle che non presentano la detta ipertrofia o mancano della tiroide con· genitamente oppure in seguito a tiroidectomia parziale. V ANDERLINDEN e LANGE avevano già ripro· <lotto sperimentalmente questo ultimo caso privando gli animali della tiroide ed osservandone poi il decorso della gravidanza provocata. HEILE (giugno 1902) ha presentato recentemente alla Società 1nedica della Slesia una operata di ti1·oidectomia parziale per volumi· noso gozzo al nono mese di gravidanza che ebbe degli accessi eclamptici già al 7° gio1~no dopo l'operazione. Il parto prematuro fece ce~­ sare le convulsioni. In questo caso dunque il tessuto glandula1~e , i·imasto dopo l'operazione, erasi chia.ramente dimostrato insufficiente per i bisogni della gestazione. Notevole il fatto in quest'osservazione che la donna non presentava il più piccolo segno cli lesione i·enale e ciò non ostante il miglioramento dei fatti convulsivi fu segnato da una cli11resi abbondante (9 litri in 24 ore !). Gli AA. riferiscono con minl1ti particolari l'osser,razione importantissima da loro fatta a p1·oposi to di una giovane che non ostante fosse priva fin dalla nascita del corpo tiroideo e }Jresentasse mixoedema. divenne incinta. Questa donna che prima del parto (avvenuto a termine) non aveva presentato mai traccia alcuna di albt1mina nell'u1·ine e dopo lo sg1~avio solo poche tracce non dosabili, ciò non ostante fu presa da violente convulsioni eclamptiche che obbligarono atl affrettare il JJarto e che si ripete1·ono minacciose anche nel puerpe1·io. Gli A A. si c1·edono per questi fatti clinici autorizzati ad affermare che certe eclampsie })Ot1·ebbero esser dovute ad una vera insuffi· cienza della glandola tiroidea, la quale insuf· ficienza potrebbe in qualche caso essere p1·ecedente alla gravidanza ed agg1·avarsi pe1· questa, ed in altri casi potrebbe esser consi· de1·ata come prodotta interamente dallo stesso stato gravidico, che provocherebbe allora una specie di « sur1ne1zage » momentaneo negli organi di difesa, incaricati di neutralizzare e di distruggere le sostanze nocive prodotte clagli scambi nutritivi. A. sostegno della loro ipotesi gli AA. ricordano particolarmente gli studi spe1·imentali fatti in proposito. \ERSTRAETEN e V A~~ERLINDEN estirparono la th·oide ad una gatta e le iniettarono subito ..

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nella cavità peritoneale l'estratto acquoso del corpo tiroideo estirpato. La gatta stette bene dopo quest'operazione per tre anni, Liopo i quali, divenuta gravida, presentò dei fatti convulsivi generalizzati e fatti comatosi gravissimi, dai quali si riebbe prima e guarì poi definitivamente dopo un'iniezione sottocutanea di 6 eme. di tessuto ti1·oideo fresco macerato di montone. VERSTRAETEN e V ANDERLINDEN conclusero da questa loro esperienza che molte forme eclamptiche delle donne possono aver molti punti di rassomiglianza con i distt1rbi convulsivi osservati nella loro gatta. LANGE ha praticato metodiche esperienze su gatte ti1·oidectomizzate fuori di gravidanza e durante lo stato g1·avidico. Nel primo caso, se l'estirpazione si limitava ai 4/ 5 della glan· dola, gli animali non presentavano disturbi di sorta e, sac1~ificati, non mostravano lesioni i·enali. Al contrario nel secondo caso le gatte tiroidectomizzate anche parzialmente, presentavano fatti convulsivi, lesioni renali ed epa· tiche durante una gestazione sopravveniente. V ASSALE negli Archivi italia1ii di biologia ha nel 1898 pubblicato uno studio sperime1Ltale fatto su di una cagna paratiroidectomizzata e divenuta successivamente gravida. In una prima gravidanza non presentò fatti convl1l· sivi (l' A. crede anche perchè non dovè so IJ· portare l'allattamento dei suoi piccoli nati non vitali), ma in una seconda presentò in pt1er· perio fatti convulsivi che cessa1·ono colla di· minuzione dell'allattamento e con una meclica.zione tiroidea. NrcHOLSON (Ecla1n_psia e gla1zd. tii·oide. The Scottisli 11iecl. a1zd Slll'!Jical Jo1irnal, giugno 1901, n. 6) ha guarito tre eclamptiche in gravidanza con la somminist1·azione metodica di estratto

tiroideo. Concluclendo i 101·0 studi, gli AA. emettono l'ipotesi che le i~elazioni, ben dimost1,ate da questi fatti clinici fra le forme con"'\rulsi"'\'" e eclamptiche e gli organi ti1·oidei, debbono sussistere piuttosto con le gla1zd1ile pa1·atiroidee che con la tiroide propriam~nte detta. Ricordano a q11esto proposito gli stucli fatti su ql1este glandule dall'anatomico svedese, che le scoprì nel 1880, il 8.ANDSTROEM, dal GLEY nel 1891 ed ultimamente dal Moussu, dal VAS· SALE ed altri, per i quali sembra risultare che « all'i1zs1ljficie1iza tiroidea appa1·tengano disf 1l1·bi

c1'onici (distzl1·bi di nzit1·izio1ze, 1nixoede1na) e cl1e all'i1zsz1fficie1iza paratiroidea a_p_parte1zga110 pe1· cont1·ario distzi1·bi ed accidenti svolge1ztisi acatanzente (disfzirbi co1zvulsivi), 1na che ti1·oirle e _paratiroidi sie1zo ftlnzio1zal1ne1zte associate » . Date queste conclusioni gli AA. i)ensano che sia possibile in certi casi cl1e una lesione della tiroide possa ben portare ~odificazio1:1i nelle glandule paratiroidee, donde lo scoppio dell'eclampsia, ad eAempio, la qt1ale i)erò sarebbe più in rapporto con t1na insufficienza paratiroidea che con una tiroidea. Per le conseguenze praticl1e di questi stu(li (17}

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L e s t i 111 m a t e o s t e t i· ic h e della degenei·azione. (R.

LAH.GER

e H. LARGER. Rev. de 11iéd., n. 8, 1902).

Se le anomalie dell'embrio1te (labbro lepo· i·ino , exencef alo, ecc.) sono sottoposte alle leggi dell'eredità perchè non dovrebberlo essere quelle del feto'? Perchè accetta1·e l'ere· dita1'ietà per le anomalie che colpiscono l'uovo all'inizio clel suo sviluppo e perchè non ammetterla per quelle che si manifestano nel corso del SllO sviluppo fino al momento della sua apertura'? Son queste domande che hanno spinto g li autori a ricercare gli antecedenti ereditari in più di 600 casi e in tutti hanno t1--ovato dei fatti che hanno loro permesso di stabilire la segue11te legge : « In pr·esenza di « anomalie della concezione (sterilità ge« mellismo, gravidanza ectopica), della gra« vidanza (anomalie della placenta, del cor« done, delle membrane), del parto (aborto « parto prematuro, gravidanza prolungata « procidenza e presentazioni anormali) ; in « presenza di infezioni p11erperali (eclampsia « e flegmasia) si elevano ammettere antece« denti ereclitari sia nevropatici, sia psicl1ici, « sia teratologici, in una parola, antecedenti « degenerati vi a carico o di uno dei gene· « ratori o di tutti e due. » L'influenza della degenerazione parte o dalla clonna, o dall uomo, o da tutti e due. I. l1zfl11e1zza della sola don1za: a) una donna che ha delle gravidanze normali a t.e rmine, ha, dopo una malattia ne1·,rosa q ual11nque (epilessia, isteria, aliena· zione mentale, ecc.) presentazioni anormali, parti prematuri, gravidanza prolungata hJr· dramnios. P i·ova clata da 6 osservazioni; b) condizioni come sopra; do1lo una malattia debilitante~ nella convalescenza del tifo i·eumatismo articolare ac11to, ecc.. la donna ha parti anormali · e) condizioni come in a e b · dopo una violenta emozione. presentazione di faccia, i1ascita di un idiota. Prova data da 5 casi; d) la donna che ha dei parti anormali al principio del s110 matrimonio }lerchè affetta ~--<18)

. ...... ~.

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.~·... .:- ..

(A.NNo IX, F .A.Se. 16]

IL POLICI1INICO

gli AA. consig·liano di sorvegliare le donne incinte che al 4° mese non presentano l'ipertrofia funzionale tiroidea, che può però ben chiamarsi l' ipert1~ofia fisiologica e che in caso di crisi eclarriptiche, specialmente se non accompagnate da albuminuria, si possa esperì· mentare la medicazione tiroidea sull'etiempio di LANGE, di NIOHOLSON. Se non esistono le speciali controindicazioni di tal medicazione (cardiopatia, albumi· n~ria, ecc.), si possono ottenere vantaggi sicuri, senza che se ne abbiano a temere danni per la madre o per i f etj . Dott. CESARE 1\'IrcHELI.

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da malattie nervose li ha normali dopo che è guarita: 5 casi; e) 4 casi in cui pr>esentazioni anormali e normali si alternano con periodi di malattia o di benessere. II. I1zflue1zza del solo 1narito. - Sette casi. Malattie interco1·renti del marito determinano anomalie ostetriche. Una donna concepisce ~urant? lo stato d'ebbrezza a cui è in preda il mar1to, e dà alla luce un mostro in presentazione di natiche. Un'altra donna concepisce qùando il marito è affetto da febb1·e palustre e ha un parto in presentazione di ~palla. Altre osservazioni importanti si hanno in donne che hanno successivamente parti normali e anormali a seconda che si danno a uomini sani o a degenerati (alcoolisti epilettici, ecc.). ' III. Influenza si1nulta1zea dell'zlo11io e della don1za. - Due sposi normali divengono al· coolisti; la moglie ha una gravidanza ectopica. Una donna normale prende un secondo marito degenerato; diventa isterica e ha 11n parto con p1·esentazione di natiche. ~r:

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Le stimmate ostetriche sono sottoposte a tutte le leggi dell'eredità; ql1indi si ha: Eredità per trasfor·mazione: di stimmate fisiche e morali in stimmate

ostetriche; di stimmate ostetriche fra loro stesse. Eredità di famiglia o consanguineità. Eredità similare di ogni stimmate ostetrica. I. Tras/01·mazio1ie di sti11i11iate fisiche e Jnorali in stim11tate ostet1·iclze. - Una donna istetrica, epilettica, ecc. parto1·it:;Ce anormalmente. Da moglie e marito senza la minima tara degerativa individuale si hanno parti anor· mali: in questo caso indagando l'anan1nesi re· mota, si rit1,ovano gli avi epilettici, alienati, isterici, alcoolisti, ecc. II. E1·edità pe1· t1·as1-tor11iazio1ze /1·a di !01·0 delle sti1n1riate ostetriclie. - La gemellità si cambia n ei discendenti o nella stessa donna in eclampsia puerperale o in hyd1·Himnios; la gravidanza ectopica in gemellità, ecc. Ripetute osservazioni. III. Oo1isangui1zeità. 22 osser,razioni. Da accoppiamenti di cugini sia personalmente normali, sia appartenenti a famiglie di epilettici , alcoolisti, tl1bercolotici , imbecilli , idioti, ecc., si hanno costantemente parti anor· mali. 1V. Eredità si11iila1·e. - Oltre il gemellismo. che tutti ammettono oggi come ereditario, le seguenti anomalie ostetriche 1·isltltano. (la numerosi esempi, appartenere all'eredità si· milare: presentazioni anormali (10 esem1li): aborto e parto prematuro emorragie aderenze della placenta placenta previa, rottm·a IJre· ma tura delle membrane, hyd1·amnios, attorci-


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SEZIONE PRATICA

Il dott. De Mai·cl1is, a nome anche del Dottor glirtmento del cordone, procidenze, gravidanza ectopica, eclampsia, flegmasia. Baldoni, comunica circa l'rt,g;one che le arqnr aciDopo tali risultati, confortati da una casui- . dnlo-saline·l;tiose-bor;clle, hanno s11l rica111b;o nzotato, stica così importante gli AA. si chiedono: 1tnclei11,ico, su ll' assi111 ;tazio1te rlelle so.sta 11.~e n.~ofa ft' P che cosa diventano le teorie meccaniche ba· grasse e szli process; p11lrt'fattivi e1tfel'iri. sate su alterazioni del bacino, dell'ute1·0, ecn., per ispiegare le anomalie ostetriche'? EvidenSeduta, orclinaria 28 dicontbro 1902. ten1ente non l1anno più che un valore l'elaPresidenza. : prof. F. D11ra11te, preside11tP. tivo. Fino ad oggi gli ostetrici ed i neuropsicopatologi l1anno vissuto in due mondi Il socio prof. Campana rende note alct1ne su o reriprocamente loro sconosciuti~ la teo1·ia osser,~azioni circa l'infl11e11za cl; alcun; vele1ti rla J>io· delle stimmate ostetriche li riunisce con un geni nella psoriasi. ponte tra,rer so il quale si vedrà che la neuRiferisce inoltre sulla cnra di alcuni casi di !111>11.•:; 1·ologia e la p ichiatria cla llna pa1·te e l'oste· tricia dall'altra potranno compiere degli scambi eritr 11tatodes. fra loro n1olto 11tili. II socio prof. A.lessanclri riferisce alcune ricerche Dott. ANGELO PIAZZA. cnltnr ali 11ei t1111iori niali,qni. I tumori esami11ati

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI PARTICOLARI REGIA

At CADE1\IIA 1

MEDICA

DI

RO?tlA.

Adt1nania orc.linaria del 30 nove mbre 1002. l'rosic1011za 1)rof. F. Dltrante, presidente.

Il }JreAitle ute, prof. D11rante, co1nmemora, con nobili parolo. il socio d efunto prof. F . OccHlNI. Jn,, ja 11u r over o11to salt1to n.lla 1ncn11oria c.lello scien· zia to e c1Pll'o11cRto t101no, corto c he a q11esto saluto si asAocj<t110 cor clial1non te tl1tti gli Accn.de1nici.

11 soC'io Jlrof. Bignan1i ospono alc t1ne osser,ra,. zioni s ulla cle,r1P11erazio11 f tlel /'ascio jJirrtt11idale e co· glio l'o cca~ione per dimostrare come la teoria del n e11rone, sotto corti rignarcli é sotto spociali aspetti, ris poncle nr1c·ora be11~ allo esigenze clel]a scienza. Il socio clott. Dalla Vedova riferisco su cl1ie casi li i /nssazio11f' a bitu a I r rleli a rotu I a osscr,rati ed ope· rati 11ell'Ii:..tituto cl1irurgico ~ no stt1dia il m eccani· smo, a,ttribuenclo, v or la. gonosi clell'affoziono, ma.g· giorc importanza <tllo alterazioni <loll'apparocchio legamentoso che a qltelle clello scheletro.

Il prof. Bonan11i fa rilevare l infl11enza ch e Jn. veratrina 11e:L s ttlla c111antità tli acido fosfo carnico clei muscoli. Dalle ricerche fatte potè con chiudor e cho nei m 1Lscoli clel coniglio, intossicato a c utamente col ricorùa,to fn.rmaco, l'aciclo fosfo carnico son sil>il· m ento deeL·csce · in ini11oro graclo invoC'o nelJ' i.tVVO· lenan1ento cronico ; o cb o J'n.cido la.ttico t1el sangue di coniglio vera.trinizzato, in modo ac11to, fortemente aumenta.. Lo stesso <). in baBe a<l a.lcune ricerche, viene alla conclusione ch e la bile 1t111a11a è un lic1uido isoto11ico n1 sangt1e. Il ùott. Fi·ascltetti rendo nota l'inl'Jt1enza ch e s ul ricambio r espiratorio ecl a~otato hanno il /'enolo e .qli ossiffnoli co111pnrativamon tC> ai loro omologhi.

so110 stati 33, d i cui 9 con metastasi glandolari. I risultati sono riusciti completamente negativi per ql1el che si riferi sce ai blastomiceti.

Il socio prof. Roncali fa rileval'e che nell'eneo· falo i tubercoli solitn.ri qualcl10 vol ta subiscono la sostit11zione fibrosa co11 un processo a.nnlogo a q1tanto intervi en e n olle sierose, n ell e ossa, occ., che 11n tra11ma sul cranio d'inclivid11i in precla ad infO· z ione cli altri organi, p11ò ris ultare fatale non p er se stesso ma in quanto ch e crea n el p t1nto cl'az ione nn locus 11tinoris l'Ps istrntia e dove, per ,·ia del sangtte, van110 a locali~zars i quei germi pl'oesiste nti 11el cor1lo d oll'incliviùuo colpito : che fina.lmer1te, i Hintomi osso1·,ra ti, l1a,nno . eguito lo lesioni cl i otà <.l iversa risc.:011· trate nel cer,rello o i1ella midolla d ell infe rmo, tanto ::ill'operazione, c1uanto alla ne<'roscopia od nll'esan1e istologico.

SOOIET.1\ LAN CISIA NA, Dl~GLI OSP.lliDALI DI R<ll\fA.

Sod tttn. tl ol 2:1: gennaio 1HO:t Presiden za.: prof. E. Marcl1iafava

P. Milesi. Satura rli /'rrita rlet c11orp, (1 ). - L'<). riferisce che un indi vidt10 d'anni 25 "renne ricove· ra,to i1ell'osp e dale di Stint'Antonio ruez~'o ra, cJ01Jo aver r iportato una ferita <li coltello ètl torace si11i· s tro. Presentava fatti di g i·a,rissimo collasso ; i11· coscie11za, perdita involontaria di feci od t1rine; il polso radiale non e ra porcepibilo. RoA})it·t1iiio11u frequ ente, s uperfic iale. In corrispondenza, clel nlargino superiore d ella ()a costola sinistra a cm. 1 o mezzo dalla marginale ù ollo storno, si nota,·a una ferita lu11ga cm. 2 o mc~zo, d;t etti colava !::ia11gna nerastro. Una clcli.cutn. p erctt sio11e e.lolla r agiono cartliacn non ri,relaYa n.u n1011to n oll'ottuRità · a]l'ai-;C'o]taz iono (1) l )ianio co11 una. col't:l. 1<1.rghci1.a il .rosocout/> tl1 questu. rli scussione della. Soc·ietà L nncisianu. che i·1gnarc1a u11 argo1nento di tanta importanza. delli\ tecnica c hil'nrgica. , nel quale tn: ~cuoi a. romana ha port:..1to un contl'ib11t'J cosi interoRsante eù or1g1nale. 1\lotfl rlell<t fterlfl:ione .

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IL POLICLINIOO

si avvertivano i toni del cuore debolissimi, frequenti, ma non accompagnati da rumori. Non esisteva versamento nella. pleura. L'intervento fu dapprima esplorativo, per assodare la diagnosi ·di ferita del cuore. Si resecò la 6a costola per lo spazio di 4 cm.; lln getto imponente di sangue proveniente da una ferita del pericardio allagò tosto il campo opera· torio. Si praticò allora un lembo toraco-plastico a base esterna verticale. Si cominciò con una incisione profonda fino alle cartilagini costali, che partendo dall'inserzione della 6a. costola sinistra, si dirigeva itl alto, lungo la marginale dello sterno, fino al margine superiore della .J:a. costola· piegava poi al· l'esterno, lungo il 3° spazio intercostale, e si arre· stava vicino al bordo esterno del gran pettorale. Si incisero col periostotomo la 5a. e la 4a costola ed i relativi muscoli intercostali; del pari si taglia· rono i mt1scoli intercostali del 3° spazio. Con ql1este incisioni venne ad essere aperta la pleura parietale. Tale lembo toraco-plastico aveva i lati superiori ed inferiori lunghi rispettivamente 7 e 6 cm. ; il lato sternale 8 cm. Per scoprire bene il pericardio non fu necessario fratturare le costole in corrispondenz~ della cer· niera · due robusti divaricatori affida ti ad un assi· stente lo stirarono in fuori. In tal modo si aveva. spazio più che sufficiente per operare. Si sbrigliò in alto con le forbici la ferita del pe· ricardio, per uno spazio di 6 cm. V enne fuori una e11orme quantità di sangue raccolto nel cavo peri· cardico, ed tm getto imponen~e da una ferita di circa CJ:?-. 1 e mezzo penetran~e nel ventricolo destro del Cl1ore. · Per fare l'emostasi temporanea 1 O. afferrò con il pollice e 1 indice le pareti del ventricolo destro, nel ptmto clove esiste·va la ferita e le stirò al· c1 uanto infl1ori · venne così a formare una piega a carico delle pareti stesse, in modo cho la ferita ,~eniva compressa fra le sue due dita. Frenata. così !,emorragia, ec.l avendo ùn punto di pL·csa fissa sul ct1ore si passò un punto di seta n. 2 con ago lanceolato, a tl1tto spessore, in corrisponclenza del punto medio della ferita ventricolare e lo si annodò. Con que to punto l'emostasi era quasi perfetta · n1a per maggior sicurezza ft1rono passati altri tre punti st1perficiali. Toilette clel cavo pericardico~ sutura del pericardio a punti staccati, meno che in basso, dove fu lasciato llll piccoli simo st11ello cli garza iodoformica tra le labbra clell'incisione pericarclica. Toilette del cay·o pleurico· abbassamento del lembo e sutura a dt1e piani. Un altro stt1ello f t1 lasciato nella pleura ; tanto esso quanto quello del pericardio fuorusciva.n o dallo spazio ott.en11to colla resezione della 6a costola. At1totrasfusione : ipodermocli i: iniezioni eccitanti. t20)

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FASO.

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L 'atto operativo era durato .J:5 minuti, sotto la nar· cosi eterea. Dopo l'atto operativo, il malato si riebbe; parlò a lungo col giudice con perfetta lucidità di mente; il polso radiale si fece risentire. Ma poi, non ostante tutte le cure, si accentuarono di nuovo sintomi di debolezza cardiaca e dopo 15 ore il malato morì. .All'autopsia. si trovò ii cavo pericardico asciutto, la sutura del ct1ore perfetta. Oltre alla ferita del ventricolo destro si trovò recisione di un grosso muscolo papillare della tricl1spide, ed una ferita trasfossa del setto interventricolare, lunga, al suo s?occo nel ventricolo sinistro, 8 inm. Il caso, benchè ad esito infausto, si presta a pa· racchie osservazioni ch e l'O. cosi riassume: 1° Mancavano nel ferito sintomi percussorì e stetoscopici che facessero ammettere una ferita del cuore: e ciò non ostante l'amo-pericardio : 2° È possibile, data l'elasticità delle costole nei soggetti giovani, praticare un lembo toraco-plastico a base esterna che s0opra bene la regione del cuore, senza fratturare le costole. Basta con divaricatori grossi applicati sul lato interno stirar e in fuori il lembo. È un risparmio di tempo e tanto meno di trauma che s'infligge al malato; 3° La resezione diagnostica di un pezzo di co· stola è molto utile per accertare la diagnosi, prima di accingersi alla formazione del lembo. Essa non fa perdere tempo, perchè sery·e in seguito come lato inferiore dello sportello a base esterna : 4° L'apertura della pleura sinistra ed il con· seguente pneumotor;lce non influiscono sfavorevol· mente sulle condizioni del malato. Il ferito difatti non modificò in alcun modo il ritmo respiratorio. Sarebbe certo meglio scollare la pleura parietale dal lembo costo·ml1scolare, ma 1'0. crede sia meglio non insistervi, per . non perdere inutilmente del tempo. Rgli h a provato Slli cadaveri questo scolla· mento, e non ostante tutte le precal1zioni, raran1ente gli ri1lscì di non produrre asole sttlla pleura; 5° Il modo con cui fl1 ottenl1ta 1 emostasi tem· poranea della ferita del cuore è nuovo. 1\Iettere un dito nella ferita può essere pericoloso; afferrare la ferita con strumenti speciali, pit't pericoloso ancora. Quando si tratta di ferite del ventri· colo destro, l'afferrnre fra dl1e dita la ferita e stirare in n1ori i dl1e labbri cosi eompressi può riuscire, come all'O. è riuscito utile, . emplice, ed affatto pericoloso ; 6° Il lasciare lm piccolo stt1ello tra le labbra dell'incisione pericardica sarà utile ov-e si pr~ducano fatti di flogosi a carico del pericardio. Esso non ostacola affatto i movimenti del cuore, e~ se tutto procede bene, può senz'altro essere tolto in 4a.5a giornata. 7° Tra le cal1se che hanno condotto a morte l'infermo, oltre l anemia gravissima, non piccola parte devesi attribttire alla perforazione del setto


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SEZIONE PRATICA.

interventricolare., ed alla inst1fficienza act1ta della tricuspide dovuta alla recisione di un suo grosso muscolo papillare. G. Pecori. D esidera far noto 11n altro caso di fe. rita del cuore che a 111i occorse, pochi giorni dopo quello del dott. M.JLESI, perchè, sebbene con esito letale, crede che in chirurgia, e special men te in un ramo ancor giovine, quale è quello della chirurgia del cuore, si debbano riferire tanto i successi quanto .gli insuccessi, presentando ogni caso qualche fatto importante e ch e può essere di ammaestramento. La sera del primo del 1903 fu condotto all'ospe· dale di S. Antonio un individuo di 45 anni, di professione oste, piuttosto corpulento, in condizioni gravissime. Presentava una ferita di coltello della Junghezza di un centimetro sulla linea mammil· lare sinistra, a livello del quinto spazio interco· -stale. L'individuo era del tutto incosciente, di un pal· lore cadaverico, il polso radiale scomparso, il r espiro superficialissimo, le pupille dilatate. Aveva avuto abbondante emissione di feci. La. percussione della regione cardiaca non dava nessuna ottusità, si aveva ovunque suono molto chiaro, anche nel torace di sinistra; all'ascoltazione del cuore si percepiva molto lontano un solo tono, o meglio un rumore. Si <liagnosticò ferito il cuore. Sbrigliata ampiamente la ferita a lembo semilunare con la concavità in basso ·e con rimozione parziale della 5a e 6a costa sini· stra sino allo sterno: si ritrovò sotto di questo una ferita del pericardio. Sbrigliatala si vide ferito il ventricolo destro del cuore. Nel torace non vi era sangue affatto; il grasso propericardico assai abbondante si era notevolmente intriso, poco se ne raccoglieva n el cavo del pericardio. Però appena inciso questo l'emorragia dalla ferita car· diaca divenne copiosissima. Con delle pinze si stieò in fuori il perica.rdio e, data la posizione della ferita nascosta sotto lo sterno si passò lontano da questa un'ansa di filo; e, con questo sostegno, si cercò di passare 11n primo punto di sutura sulla ferita, ma, mentre si stringeva il nodo, il miocardio, che era sottilissimo e flaccidissimo nel ventricolo destro, mentre sembrava ipertrofico il sinistro, si lacerò. Per frenare l'emorragia si strinse il ventricolo in vicinanza della ferita con i polpastrelli di due dita e si potè cosi dare un secondo punto di sutura a discreta distanza dai margini della ferita stessa. Parve che questo punto tenesse, ma intanto già il miocardio cominciava a lacerarsi anche in corrispondenza dell'ansa di filo passata p er prima distante dalla ferita. Mentre si cerca,ra di passare un terzo punto su questa, l'infermo, che era stato sostenuto con gene· rose iniezioni eccitanti prima e durante l'atto operativo, praticato senza anestesia, morì. Sembra alrO. che questo caso presenti qualche fatto degno di considerazione e cioè, primo lo stato gravissimo generale, nonostante la scarsa perdita

di sangue, il che dimostra ancora una volta come nelle ferite cardiache non sia soltanto l,emorra~ia che determina il quadro sintomatico imponente ; secondo, la poca importanza per la diagnosi di sede delle lesioni cardiache della posizione tlella ferita esterna, la · quale dovrebbe guidare nell'intervento, a ricorrere ad uno pil1ttosto che ad un altro lembo cutaneo. In questo caso, data la situazione della, ferita esteriore si doveva pensttre a una lesione della punta del cuore o almeno del ventricolo sini· stro; invece la ferita del pericardio e del cuore erano verso il margine destro, nonostante la :note· vole ampiezza del torace del soggetto. Due altri fattori quindi devono essere considerati per la diagnosi di sede: la direzione con la q t1ale fu inferta l'arma e principalmente la mobilità del cuore e il momento della rivoluzione cardiaca stessa nell atto della lesione. Terzo fatto degno di nota in ·questo caso è la abnorme lacerabilità e flaccidità della parete del ventricolo destro che era sottilissima. Si deve pen· sare all'età e alla costituzione del soggetto, alla sua professione e alla sua abitudine al vino. Data tale flaccidità, anche i punti passati, a tutto spessore, lontano dalla ferita e non stirati fini,rano col lace · rare il miocardio. G. Senni-Bui·atti. Non condivide col MILESI ln, meraviglia per aver trovato all'atto operativo ri· pieno il pericardio di sangue, mentre i segni fisici non l'avevano affatto dimostrato. Per apprezzare una raccolta liquida n el cavo pericardico, occorre ch e essa raggiunga la quantità di circa 400 eme. Il pericardio invece che è una membrana fibrosa resistente, bruscamente non può ricevere più di 200 a 250 gm. di liquido, mentre al contrario è noto ch e nei processi infiammatori, in cui il versamento avviene lentamente, il pericardio ha il tempo di pre· pararsi a riceverlo ed in si1nili casi l'essudato può raggiungere e sorpassare i due litri. Conviene col relatore che nella preparazione dei lembi a cerniera esterna non sia possibile rispettare la pleura. Non si sa però dar ragione della facilità con cui venne praticata l'ispezione e la sutura del ventricolo destro con una breccia aperta soltanto sul toraèe sinistro e cl1e rispettava pw·e per circa un centimetro gli attacchi costali d elle cartilagini dello stesso ·1ato. Ammette col MILESI l'opportunità di drenare il pericardio, sierosa così facilmente infiammabile ed aggredita i1L così cattive condizioni, e preferisce lo stuello di garza al tubo di drenaggio che è mal tollerato dal cuore. G. lmpalloineni. Richiama l'attenzione sopra un dato della tecnica operatoria per la sutura delle ferite del cuore: se convenga o no, in ogni caso, tamponare o stuellare (drenare), dopo eseguita la. sutura, la cavità del pericardio. Data la disparità dei motodi e delle opinioni iI1 (21)

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IL POLICLINICO

proposito è necessario disciplinare la tecnica ope· • ratoria in questo senso. Il tamponaggio del sacco pericardico presenta a suo avviso il grave inconveniente d'ostacolare i movimenti del cuore ed anche di fermarlo se fatto troppo forte; non ripara alla fuori.uscita .del sangue dalla lesione cardiaca se leggero. Per questo riguardo adunque il tamponaggio è inutile o dannoso. La drena tura del cavo pericardico a mezzo di garza, dopo sut11rat;:i. la ferita del cuore, non è ne· cessaria, è forse pericolosa; non impedisce una eventuale infezione del pericardio e della pleura· ostacola la guarigione per prima intenzione. Il SENNI, fautore dello stuellamento, si è lamentato di aver perduto un suo operato di sutura del ct1or e dopo 3 giorni dall'operazione per pericardite settica, con notevole versamento siero-purulento, per· chè non pensò a' drenare in primo tempo la cavità del pericardio: ma il caso del lVIILESI non conforta i suoi dubbi: questi stuellò il pericardio e la pleura piuttosto generosamente : il malato cessò d i vivere dopo ci1·ca 14 ore dallo intervento operatorio, e dopo circa 15 dal ferimento: e all'alLtopsia 1'0. constatò la presenza di buona quantità di essudati fibrino-purulenti sia nel pericardio cho n ella pleura. Nell'individuo operato dal PECORI 1 O. che eReguì l'autopsia giudiziaria trovò tamponato fortemente il pericardio : enorme ,.,.ersamento cli sangt1e nel torace a sinistra. Q11i, se lo scopo fosse stato quello di frenare l'emorragia derivante dalla ferita del cuore, il rimedio sarebbe stato peggiore d el male. . Ad ogni modo in casi disperati, come ql1e1lo ca· pitato al PECORI, miglior partito sarebbe di aste · nersi dall'intervento chirurgico anche pel' non dar campo agli interessati di escogitare nonsiderazioni di indole medico-legale. O. ltlargarucci. Da alc11ne prove fatte sui cada· veri 1'0. ha potl1io vedere che negli individui gio· , ,.ani la frattura delle costole è s11perfll1a, essendo esse molto elastiche e quindi potendosi facilmente abbassare e allontanare il margine libero del lembo ... costo -muscolo-cutaneo dal margine sternale. Negli individui adulti in,rece questa frattura può essere richiesta per avere spazio sufficiente. G. Parlaveccliio. L'O. ritiene degno di considerazione 1 espediente usato da MrLESI e PECORI di avvicinare colle dita i labbri della ferita del ventricolo destro per poterne agevolare la sutura. Nei casi disgraziati di fragilità delle pareti ventrico· lari crede che si potrebbe tentare di evitare le di· sastrose lacerazioni da punti di sutura coll'abbracciare il cuore a piena mano e collo stringere i punti dopo di averli applicati tutti. Solo coloro che han provato la sutura. del cuore sugli animali e sui cada,reri insistono nella proposta di scollare la ple11ra n el praticare la breccia toracica : la cosa è

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certo idealmente desiderabile, ma così delicata e così lunga che il tempo per praticarla è più che suffi. ciente perchè il ferito si dissangui. Lo scollamento della pleura di un lato è però indispensabile nel caso che l'altra sia f Prita, fatto st1 c11i l'O. pel primo richiamò l'attenzione: in tal caso, se non si "',.uol far morire il ferito per soffocazione da pneumoto· race bilaterale, bisogna a qualunq11e costo rispar· miare la sola pleura ancora intatta. È contrario al lasciare garza nel cavo pericardico : inetterve]a a scopo emostatico (coille q11alcuno ha fatto) è un non senso; a scopo di drenaggio è insufficiente e pericolosa perchè può condurre l'infezione dalla pelle al pericardio (specie qt1ando non fu potuta usare rigorosa antisepsi). Nel caso niilesi, malgrado lo stuello, gjà dopo un giorno ''"'era llericardite: è meglio riaprire un angolo della ferita se si svilt1ppa. la peri~ardite, la quale può essèr sempre cliagno· sticata, non foss'altro colla puntura esplorativa, la quale riesce sempre ed è innocua., purchè la si sappia fare. Quanto alle indicazioni dell'intervento ripete che lo crede doveroso non solo tutte le 'olte che si diagnost.ica una ferita del c11oro, ma anche quando si constati un copioso emotorace d'origine dul)bia. La gravità estrema delle forite del cttore giustifica anche i più clisperati tentati"'\Ti. _..\. chi temo i cavilli forensi fa osservare che, dopo i successi avuti, il chirurgo astensio11ista potr ebbe esser e chiamato responsabile di 111ala 111Prle/a. O. Sgambati. L'O. ritiene che se i11 tesi gene· rale l'astensione nei casi gravissimi può essere giustificabile in un grande n11mero di lesioni traumatiche con pericolo immi11ente di vita, sarebbe invece condannabile nella massima parte delle fe. rite del pericardio e dcl c11ore. Ricorda in propo· sito i pochi casi fortunati di intervento in ferite del cuore con pe1iftrazione be1t constatata nelle sue cavità. Sarebbe piuttosto da discl1tere se conYenga operar d urgenza in quei casi nei q t1ali la lesione del cuore più che dai gravi disturbi circolatorii. respiratorii, ner,rosi e dallo stato generale si può solo sospettare dalla direziono della ferita o cla t1n versamento endopericardico che può anche sfug· gire all esame fisico. È con,rinto che molti dei feriti sino ad oggi operati con successo sarebbero probabilmente guariti senza lln grave inter,*ento. Cosi in quei casi nei quali la ferita del miocardio non era penetrante e l'atto operativo si sarebbe potuto limitare ad una pericardio tomia per ùar esito all'emopericardio, in,rece di compromettere le condizioni prima discrete del ferito con un attacco così grave come la formazione di uno Sl)Ol'· tello toracico e le laboriose ricerche Sll ùi un cuore pulsante. A.. Garofalo. Si associa all 11ltima considerazione del dott. lMPALLOMENI intorno alla conT"enienza di -

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SEZIONE PRATICA

fisica, esente da ereditarietà morbosa, si accorse, circa due anni f'a, dell'esistenza di un piccolo tumoretto, alla radice della coscia sinistra, tumoretto che aumentava di volume ad ogni sforzo e nel tossire. per diminuire o scomparire affatto durante il riposo. In pari t empo cominciò ad essere molestata da dolori addominali continui, tanto che dovette ricor· rere al medico, il quale, fatta diagnosi di ernia crurale, le prescrisse l'uso del cinto, consigliandola però a sottoporsi, quanto prima, ad un'operazione radicale. E fu appunto per essere operata che la L .... entrò nella mia casa privata di salute Con un accurato esame obbiettivo potei OSSERVAZIONI CLINICHE realmente convincermi che si trattava di ernia crurale, di un discreto volume, perfettamente riducibile e libera. L'urina, secreta in quanErnia dell'uretere sinistro nrl canale crurale tità normale, non presentava alterazioni nella per il clott. GIUSEPPE ~fARJOTTJ. sua composizione, onde, senz'altro, mi decisi all'operazione, che esegt1ii il 25 novembre Frutto della mia non breve esperienza in coll'assistenza dei colleghi dott. ANGEL.O MEzfatto d'operazioni radicali d'ernia è la con- ZADRI e dott. PrETRo D E -FRANC ES r H1. Incisi i com11ni tegumenti, mi apparve toclusione che in quasi tutti i casi si presentano diversità anatomiche, topografiche e pa- sto, in corrispondenza dell'anello crurale, una voluminosa glandula, lassamente aderente ai tologiche tali che non sempre l'operazione tessuti circostanti e fissa in alto, all'apice del può decorrere nel modo tipico col quale è de- sacco, coinvolto da un grosso lipoma preerscritta nei manuali di medicina operato ria. niario. Facendo leggiere trazioni sul sacco, Chi si accinge ad operare un'ernia, deve per liberarlo dalle aderenze contratte ooll'a· essere prevenuto di tutte le anomalie possi- nello crurale, mi venne fatto di avvertire. nella sua parte superiore e situato quasi a bili, deve conoscere tutte le rare evenienze cavalcioni di esso, un cordone piuttosto duro, occorse in simile atto operativo ad altri chi· della grossezza di una penna d'oca, di colo .. rurghi, ed è per questo che io ritengo dove- rito roseo. Per meglio esaminarlo, ne estrassi roso da parte di chi ebbe la f'ortuna d'incon- con facilità e senza sforzo alcuno un tratto della lunghezza di 7-8 cm. e potei così contrarsi in qualche anormalità il riferire colla statare che esso risaliva in alto ed all'esternò maggior esattezza possibile quanto gli fu dato nel tessuto sottoperitoneale e si approf'ondiva osservare. in basso ed all'interno verso la vescica. La Il presente caso rientra in tale categoria, mi sua grossezza, la mancanza di qualsiasi pulaffretto quindi a renderlo noto, benchè l'ope- sazione, la sensazione tattile speciale della consistenza di un organo cavo, la direzione razione sia delle più comuni, convinto di por- e la situazione sua nel connettivo sottoperitare con ciò un nuovo contributo alle rarità toneale, mi fecero pensare che si trattasse patologiche, che si riscontrano talora in una dell'uretere, onde, senz'altro, liberatolo di alerniotomia, contributo che forse potrà servire cune lievi aderenze contratte col sacco, lo riposi in cavità, terminando l'operazione colla a mettere in guardia altri operatori. legatura del sacco, e colla chius1tra del caIn tutta la letteratura due soli sono i casi nale crurale, seguendo il processo Saltzerdi ernia dell'uretere: l'uno appartiene al R E1- N ovaro. . Il decorso postoperativo (ohe del resto fu CHEL (l ), l'altro al BoARI (2 ), ed in ambedue dei più f'avorevoli, perchè la donna usciva il viscere erasi presentato nel canale ingui.. guarita in 11a giornata) mi persuase sempre nale ; nella mia operata, in vece, potei ris con- più, che realmente si trattasse dell'uretere, trarlo coinvolto in un'ernia dell'anello cru- perchè nella notte susseguente all'o~erazione le urine furono scarsissime e la donna fu rale. Eccone in breve la storia : molestata, quasi di continuo, da un senso di . L. Margherita, di S. Martino dell'Argine, peso e da vero dolore in corrispondenza deldi anni 36, contadina, di sana costituzione 1' ipocondrio e della regione lombare sinistra, sensazione molesta, la quale scomparve ad un (1) REICIIEL . Congresso dei chi1·t1rghi tedeschi tetratto il giorno successivo, mentre la min11 t1 to a B erlino n el 1892. r2) BO ..\ llI. Supplemento a.1 Policlinico 1898-99, zione divenne abbondantissima. Ciò mi fece pensare che nei mc:tneggi f'atti, per riporre 11 . •·3.... I •

stabilire netta.mente le indicazioni dell' intervento nelle ferite del cuore e di disciplinare la tecnica di tali ardite risorse chirurgiche, allo scopo di evitare la creazione di espedien.ti 11iedico-legali dei q11ali non è possibile disinteressarsi nell'ambiente nel quale sono costretti ad esercitare la loro professione i medici moderni. Il concetto del prof. PARLAVECCHIO, c110 possa invece esser e imputata a colpa l'asten· sione nella cura di gravi ferite penetranti d el cuore, ripugna assolutamente a chi conosce le discussioni ed i pareri dei legisti F>11lla r esponsabilità profesDott. .A.. GAROFALO. sionale dei medici.

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IL POLIOLINIOO

l'uretere in cavità, questo, in un punto, si fosse come piegato a gomito, e che il Qonsegue~te ristagno d'urina nella pelvi renale corrispondente avesse dato luogo alla suddetta sensazione dolorosa, la quale poi era scomparsa, ad un tratto, perchè la pressione stessa del liquido uell'uretere lo aveva raddrizzato, ristabilendone la canalizzazione. Le conclusioni che ognuno può trarre dall'osservazione citata non sono diverse da quelle che il B0AR 1 dedusse già in un caso analogo. E cioè: 1° L'evenienza rara , ma possibile deve porre in guardia chi si accinge ad un'operazione• radicale d'ernia; 2') Una conferma clinica che l'uretere ha una circolazione propria, giacchè anche nel mio caso, avendone isolato un buon tratto, non si verificarono fatti necrotici. 1

Boz~olo,

dicembre 1902.

PllATICA Pl\OFESSION-ALE Ede1ni ed idro1·1·ee nel corso delle nef1·iti croniche.

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Se gli edemi delle mucose nel corso delle nefriti sono generalmente discreti ed attraggono meno 11atten~ione dell'infiltrazione del tessuto cellttlare sot· tocutaneo, vi sono delle circostanze nelle quali la tras11dazione sierosa in corrispondenza di questa o ql1ella mucosa si manifesta in modo così apparente che non potrebbe passare inavvertita. Il dott. VALENTINO ne riferisce due esempi. Il primo concerne una giovane donna di 24 anni, che aveva avuto, in seguito ad un parto avvenuto quattro anni prima, qualche accidente di pelviperito· nite; da due o tre mesi questa donnalagnavasi di peso al basso ventre, ceme pure di « perdite d'acqua » sempre più abbondanti, specie nei periodi preme· struali; questo flusso si verificava per scariche, parecchie volte al giorno, ed ogni volta lai malata perde1ra una diecina di centimetri cubici di liquido chiaro, che non macchiava nè insaldava la bian· cheria. All'esame locale si tro1rava un po' di edema del collo. Come altri disturbi nota1ransi soltanto qual· che cefalea, talvolta un leggiero edema linguale e fin~.Jmente dei segni di indm·amento ai due apici. Mai poco tempo dopo apparvero i sintomi di una nefrite parenchimatosa, ver0simflmente d'origine tubercolare; edemi palpebrali e malleolari, cefalee più frequenti, crisi diarroiche, pollachiuria, urin'8 pallide e spumanti che davano la reazione dell'uroematina. Sotto 1 influenza di un regime severo, questi (24)

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l A.NNo

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IX, F Aso. 16]

varii fenomeni - compresa l'iclrorrea uterina non tardarono a migliorare. Nel secondo caso si tratta di un uomo di 67 anni, che presenta1ra da tre anni un flusso idrorroico delle due narici: q~esto flusso era continuo, di notte come di giorno, e producevasi a goccia a goccia, accompagnato talvolta - specie nei tempi freddi da idrorrea lagrimale. La mucosa del naso era scolorata, come ]a,rata · esisteva da ciascun lato uno sperone che si affondava nel cornetto medio corri· spondente; i seni erano normali. Di pilì. questo uomo era soggetto a vertigini che andavano fi110 alla perdita della conoscenza; egli aveva edema della lingua e della faccda anteriore del torace, ed llna pollachiuria delle più manifeste apparsa tre giorni prima i11sieme ad un flusso nasale ; le urine finalmente contenevano traccie di albumina e u11a buona quantità di uroematina. In presenza di questi fatti l' A. è d' a'rviso che tma idrorrea senza causa apprezzabile (idrorrea ~ssenziale) dovrebbe sempre far pensare ad 1m'af· fazione generale, specialmente al brightismo. Egli fa osservare che questa nozione non è aenza interesse pratico, perchè da una parte certuni dei medicamenti che si potrebbe essere tentati di soro· ministrare contro questi flt1ssi sono fortemente tos· sici (stricnina) e quindi capaci di aggravare l'affe· zione causale e d'altra parte i fenomeni locali, se la loro causa vera fosse misconosciuta, potrebbero in qualche caso, in ragione della loro intensità e dei fenomeni pseudo·infiammatorii che talvolta li accompagnano, sembrare a torto richiedere un in· tervento chirµrgico . (8e1naine 1nédicale, 4 febbr. 1903). '

F1·eqt1enza della nefroptosi.

(Berl. Klin. Wocli. n. 40} ritiene di aver riscont"J.~ato un punto dolente caratteristico per la nefroptosi; q11esto punto sarebbe svelato dalla pres· sion~, praticata col dito strisciante sulla parete addominale inferiore, se.condo una linea, la quale dalla cicatrice ombelicale si dirigerebbe verso l'arco costale. KLlThIP considera la nefroptosi come conseguenza inevitabile dell abbassamento del grosso intestino, il di cui corso può venire riconosciuto abbastanza bene per mezzo del palpa.mento, se è aneora eccitabile per mezzo dell'eccitamento mec· • carneo. KLUMP ha stabilito la ri]>rova di questa sua as· serzione, valendosi del :vigonfiamento dell'intestino crasso. Egli avrebbe riscontrato su 300 persone, esaminate ad ltoc, 32 per cento la nefroptosi, con una progressione ascendente man mano che si pro· gradisce nell'età. E lo stesso fatto ha potuto con· validare con l'esame necroscopi·~o, perchè ha ri· scontrato la nefroptosi nel 42 per cento dei cada· veri. 11 tratto di colon che d'ordinario si abbassa KLUMP


[A&NO

IX,

FASO.

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SEZIONE PRATIOA

non è la flessura epatica, ma invece il mezzo del ramo trasverso. · AUFRECHT aggiunge, che la malattia di Glenard a tutt'oggi non è stata sufficientemente studiata. Essa deve interessare molto maggiormente i pratici, i quali troppo spesso se la lasciano sfuggire. Secondo la sua esperienza infatti dall'80 all'85 per cento dei suoi malati era colpito da e1tteroptosi. •

Anuria calcolosa reftessa.

Il dott. RIBIO pubblica in una tesi sull'anuria calcolosa reflessa un caso del dott. BAYLACQ nel quale l'anuria durò 16 giorni e terminò con la guarigione.

APPUN!.l'I DI fl'Eìll.APIA Storia clinica e sintomi di 120 casi di gozzo esoftalmico. Secondo il ff1URRAY (La1tcet, 13, XII, 1902}, la maggiore disposizione alla malattia esiste tra i 15 e i 35 anni; l'eredità non influisce perch è in tutti questi casi mai i parenti avevano av11to gozzo e"oftalmico. Nella massima parte d ei casi la glandula tiroide fu trovata ingrossata al momento dell esame; in 5 casi ' Ti era stato già ingrossamento e in 3 di ingrossamento non si aveva traccia. In 27 di questi casi l'ingrossamento era lieve, in 36 era moderato ed era considerevole in 20. Esso era generalmente t1niforme, spesso a destra maggiore che a sinistra; in due casi soltanto maggiore a sinistra che a de· stra, in due il lobo destro solo ingrossato ed in uno il lobo destru e l'istmo. In 14 casi si sentiva un fremito sulla glandula ingrossata. In 33 casi ordi· nari era minore, chè era sistolico in 23 casi, continuo in 7 ed in 3 accentuato ad ogni sistole car· cliaca. La frequenza del polso variava da 90 a 200 battiti. Il polso era di solito regolare ; irregolarit.à di ritmo osservavasi solo in 8 casi. Si sentivano · mormorii sistolici sul cuore in molti casi, in 17 nel· l'area pnlmona;re, in 16 nell'area mitrale e in 8 n elle aree mitrale e puln1onare insieme. In u11 ca o udi· vasi un rumore presistolico all"apice ed in 24 casi non si udiva murmure alcuno. Il battito della punta udivasi sopra un'area più ampia della normale ed in molti casi era spostato a sinistra. L ' .A.. ha osser,rato le condizioni d egli occhi in 114 casi ed in 79 ha trovato esoftalmo. In 3 vi era stata prominenza dei bulbi in uno stadio anteriore ed in 32 casi no1i vi era stato e non v' era affatto

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di Graefe) si trovò in 36 casi su 91 casi osser"\rati da questo punto di vista. ~a retrazione della pal· pebra superiore fu notata in 47 casi e mancava in 29. Un, lieve treniore regolare clelllt nia1io si osservò i1i 111 cast, siccliè l'A. crede cJie qnesto seg1io sia u1io dei pizì, costa1tti della 11ialattia. In 4 casi non fu trovato tremore. Un altro segno molto costante è apparso all'A., quello della nervosità e della irritabilità del temperamento . Una paziente aveva malinconia con tendenze suicide. La pelle era generalmente calda e spesso era molto aumentata la perspirazione. L'aumento nella frequenza del respiro fu notato i.n qualche caso. In 11 casi furono osservate vari~tzioni nell'appetito. In ± casi le pazienti si lagnavano di sete. In 35 casi, cioè più che in un quarto del nll· mero totale vi era tendenza alla diarrea; in 8 v'era costipazione: In 19 casi fu esaminata l'urina; si trovarono traccie di albumina in 4 casi e zucchero in 1. Centodieci dei 120 casi furono osservati in donne, 23 delle quali avevano disordini mestruali. ~istema frequente fu la diminuzione di peso. Il decorso del gozzo esoftalmico è generalmente cosi lento e cosi vario nei varii casi che l'A. ri· tiene difficile seguirlo; la prognosi è spesso incerta. ' In 2 casi la malattia ebbe un breve decorso e terminò favo!'evolmente in un caso ed in un altro no. L' .A.. dà un breve cenno della cura che si di· mostrò più utile nei suoi casi. Linee nette e decise non possono seguirsi nella cura di questa malattia. È interessante notare che l'A. ha trovato inefficace l'estratto di tiroide, il quale spesso esagera i sintomi del gozzo esoftalmico in· vece di mitigarli. . (PJie Pliiladelp/J,;a nz ed. Jour1ial, 3 genn. 1903).

lmpo1·tanza dell'igiene nella cm·a del gozzo esoftalmico.

LEROY e VERLIN notano che la malattia di Basedo\v non è più riguardata come una malattia definita, ma piuttosto come un complest5o di sintomi che possono presentarsi tutti od in parte in singoli casi individuali, ma possono verificarsi n el corso di mol t3 altre affezioni di diversa nat11ra. Come gli attacchi epilettici possono aversi nel· l'uremia, in varie malattie dovute a microrganismi, nell'irritazione intestinale o in ogni caso accompa· gnato da irritazione corticale, coei il complesso sintomatico conosciuto col nome di morbo di Ba· sedo\'V può indicare affezioni non connesse con lesioni del bulbo o d ella glandola tiroide. Il numero dei farmaci che sono stati usati nel morbo di Basedow è estremamt3nte grande, ma e. ·of'talnio. Un abbassamento della palpebra superiore (.segno • nessuno di essi può dirsi che guarisca la malattia. (25)

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IL POLICLINICO

Come gli AA. notano, il maggior numero dei casi osservati negli ultimi anni sono migliorati sotto l'influenza della cura elettrica, specialmente della faradizzazione. Ma il fattore igienico ha im· portanza uguale e spesso anche maggiore del trattamento medicamentoso. Gli A A. riferiscono un caso nel quale molti, gravi sintomi seguirono un ingrossamento cronico della glandola tiroide datante da 15 anni. Trattavasi di una donna di 36 anni· era neurotica ed era sempre stata tale. La tiroide che era già ingrossata, si fece molto più voluminosa, specialmente nel suo lobo sinistro, nel 1898. Segui emottisi e la paziente cominciò a lagnarsi di palpitazione e di tremore dei muscoli volontari. Il polso era a 115 · v'era esoftalmo, ma manca va il segno di Graefe. La resistenza elettrica era notevolmente dimi· nuita. Non vi erano sintomi isterici. Alla paziente furono prescritte lé doccia scozzesi, l'arseniato di soda e la faradizzazione della tiroide ingrossata. N elio stesso tempo ft1 strettamente regolato il te- . nore di vita. Ogni eccitazione proibita, non alcool, non thè, non caffè. La cura fu un po' grave per la paziente, ma fu volontariamente eseguita con risultato di un notevol e miglioramento entro lo spazio di due mesi. In meno di i1n anno la donna era completamente guarita. (Preat1ne11,f, XII 1902).

La paraldeide negli alienati.

Il dòtt. D. I. GALIANA ha sperim~nta.to molto questo ipnotico che egli dà alla dose di 2-4 gm. Il sonno così provocato è rapido, al punto che se il sonno non arriva ...nrestissimo T"uol dire che il farmaco non ha agito. Questo sonno è pJ.~ofondo e continuo resiste ai più intensi rumori ed ai mo,imenti, senza che la sensibilità nè i riflessi siano turbati : è un sonno p esante e forte . Al risveglio si manifesta un po' di cefalea, di stordimento e di congestione; l'alito del malato presenta allora lm odore ~peciale che può disturbarlo. Il gusto sgradevole della paraldeide porta qualche volta una resistenza energica degli alienati contro il suo uso. Può ancl1e prodursi dopo qualche giorno un po· di gastricismo e talvolta una certa paraldeidomania la cui soppr~ssione è d' altronde molto b enigna. Finalmente, in capo a qualche giorno, si pro· duce l'abitudine ed il rimedio diviene inattivo. Insomma, la rapidità dell'azione e la durata e so· lidità del sonno ne costituisco110 tutti i vantaggi. È un rimedio di scelta quando non si ha da servirsene più di ! o 5 giorni; esso è perfetto per il trasporto di un alienato in ferrovia, è controindi· cato nei mala.ti con fatti congestivi. (Reo1ie de tliérap.).

[ .ANNo IX, F ASc. 16]

l:\IMEDI NUOVI Il 1nirn1òlo e la terapia del cancro. Di fronte al nichilismo terapeutico, che regna nel trattamento del cancro, per cui quando la chirurgia rifiuta il soccorso dell'opera sua cruenta, altro con· forto non rimane che attendere stoicamente la morte. non ci sembra inutile richian1are l'attenzione dei colleghi su un farmaco, che, senza clamorose impo· sizioni alla buona fede del pubblico, permette sem· pre un forte miglioramento ai sofferenti di alcunè forme di carcinoma, dichiarate inoperabili. Intendiamo parlare del mir11tòlo, preparato che il dott. RANELLETTI, nostro collega negli ospedali, già da qualche tempo presentò all'osservazione e alla critica dell'esperienza medica, e applicò in parecchi casi, ottenendone risultati più che soddisfacenti.Nei numeri 51 e 52 del pa~sato dicembre la Kli1tisch. Plterapentisclie Woclie1isclirift di Vienna si occupò di questo nuovo rimedio, e in seguito a tale pubblicazione il prof. SCH'OLLER di Berlino scrisse al RANELLETTI una lettera piena di apprezzamenti favorevoli e di parole di incoraggia.mento. Le prime esperienze con il mirmòlo furono comunica te in ql1ostò giornale negli anni 1899 e 1900, e riguardarono principalmente casi trattati dal dottor RANELLETTI n ell'ospedale di S. Giacomo: i risultati furono quelli che egli si proponeva: mummificazione delle masse neoplastiche ulcerate o in via di ulcerazione, e quindi arresto o rallentamento dello sviluppo del tumore e consecutiva cessazione degli scoli fetidi, dei dolori, delle possibili emorragie, ecc. Ai casi, che furono soggetto della prima comu· nicazione, ora molti altri se n e sono aggiunti: per cui, data l'abbondante casuistica in tutto favorevole ai suoi intendimenti, per la confermata azione fisio· terapeutica e per la pratica utilità del rimedio l' A. è venuto alle seguenti conclusioni : 1. Il mirmòlo è destinato alla cura dei hintori 1nalig1ti i1toperabili, ulcerati o in via di ulcerazione, e accessibili a essere medicati, come quelli della superficie esterna del corpo (mammella, faccia, ecc.), e delle cavità comunicanti con l'esterno (utero e vagina, bocca e lingua, retto, ecc.). 2. Il mirmòlo ha potere altamente essicca1ite, eniostatico, detergen,te, deodorante. La sua azione principale consiste in un vero essicca'1ie1tto, che ricorda la mummificazione, e che si esplica specialmente sulle forme vegetanti, le quali prima da rossastre si fanno bianco-grigiastre, q11indi br11ne dell'aspetto della carne lessata, poi nere, dure, crostacee. Le parti disseccate si eliminano sotto forma di croste (membranelle bianco-grigiastre nell'utero), e cosi di seguito. Talora 1 intero tumore, come si osserva qualche volta per la mammella, resta mummificato anche per un anno, finchè può eliminarsi macro· scopicamente in toto. (?)


[ANNo IX, FAsc. 16]

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SEZIONE PRATICA.

Con questa mummificazione delle masse ulcerate è evidente che vengono rimosse tutte le funeste conseguenze del loro sfacelo, oltre che si ottiene un forte rallentamento nello sviluppo del tumore, ceFJsando con l'essiccamento ogni vitalità negli ele· menti neoplastici, e ottenendosi anche in molti casi una notevole riduzione di volume. · 3. Date le sue virtù, il mirmolo riesce molto utile nei casi di can,cri cz:ita11ei, che sono inoperabili non per se stessi, ma per la volontà dell'infermo o per altre ragioni individuali o locali. Essi, essbndo Jimi· tati, possono rimanere distrutti ed essere sostituiti da cicatrice. 4. Altrettanto può 4U·si delle ulcerazio1ti o i1ifil· trazio1ii lzipose : le prime si disseccano ed eliminano e possono essere sostituite da tessuto cicatriziale, le altre si atyofizzano progressivamente, fino anche a scomparire del tutto. 5. Finalmente il n.iirmolo riesce molto efficace nei casi di cct1igre1tri zi11iida, specie delle estremità in seguito a embolia, arteriosclerosi, cangrene senili, diabete, tabe, ecc., ove non è possibile l'intervento chirurgico, se non quando la cangrena sia delimi· tata, vale a dire quando abbia già potuto compro· mettere la vita dell'infermo. Le parti cangrenate si m t1mmificano, si eliminano o si delimitano, agevolando cosi l'opera consecutiva del chirurgo. Può parimenti usarsi con molto vantaggio nei casi di fle11i11io1ii cangre1iosi, specie in quelli consecutivi ad infiltrazioni urinose, ove spesso i comuni antisettici a nulla giova.no ; in tali oasi con l' essic· camento e l'eliminazione delle parti cangrenoso, il processo si arresta e si avvia alla risoluzione (Os· servazioni fatte all'ospedale di S. Giacomo e già pubblicate). 6. Il mirmolo potrà trovare utile applicazione su molte altre affezioni esterne, su cui si desideri spie· gare contemporaneamente un'azione essiccante e antisettica · del che sarà arbitro nei singoli casi il criterio del medico. Dalle nozioni che l' A . dà nella sua memoria per l'applicazione del rimedio, e che noi per limitazione di spazio non trascriviamo, risulta la cura oltre· modo semplice e facile, di durata non precisabile1 ma generalmente non oltremodo lunga, libera da qualsiasi inconveniente tanto locale che generale. Il metodo è validamento sostent1to da una ca· suistica ormai numerosissima e più che favorevole, e l'applicarlo, quando altre risorse non si abbiano, quando l'infermo sia assolutamente condannato a morire, non ci sembra soltanto utile, ma quasi direi doveroso, anche se rimanga l'animo incerto sulla efficacia del rimedio. Dott. MòGLIE.

V .A.R.J:.A I bagni di mare a chi giovano i A. chi nuoc· ciono W - Il dott. F . CROSA ricorda, in forma piana ed alla portata di tutti, le indicazioni e le controindicazioni del bagno di mare. Il dott. CROSA ha attinto largamente alle fonti della dottrina e della esperienza dei professori della R. Università di Genova, che per essere maestri in un centro marittimo importante, sono meglio di ogni altro in grado di assistere diligentemente all'azione della • cura marina. L'efficacia curativa dell'acqua di mare va ascritta oltrechè all'azione tonica del bagno, alla presenza del cloruro di sodio e dell'iodio che si assorbono specialmente quando l'acqua gode di alta temperatur~. Il prof. MARAGLIANO non esita ad assegnare all'acqua marina tutta l'azione curativa che è at· tribuita alle acque salsoiodiche. Secondo il clinico genovese, troverebbe il bagno marino la sua indi· cazione come stimolante e solvente negli stati morbosi per difetto nel ricambio materiale; nella scrofola, dove un'esperienza secolare ce lo addita come uno specifico; nella rachitide; nella leucorrea; nelle piaghe luride, irregolari, a toniche; nelle osteiti tubercolari e nei fenomeni terziari della sifilide. Il prof. MORSELLI da lungo tempo è convinto del vantaggio che i bagni di mare possono arrecare in un grande numero di malattie nervose e per· sino nelle malattie mentali. Egli considera come un grande e dannoso errore il pregiudizio volgare che il clima marino sia sempre nocivo a chi soffre del sistema nervoso. In regola generale le malattie nervose che trag· gono il maggior giovamento dal soggiorno e dal bagno di mare sono quelle di indole depressiva, qua.ndo sopratt1tto esistono torpore del ricambio materiale, ritardo nella conduzione nervosa, ab· bassamento del tono sentimentale, diminuzione della forza muscolare e della tensione arteriosa. Ànche nella nevrosi isterica il bagno è indicato, quando esistano diminuzione della sensibilità e dei riflessi cutanei, amiostenia, e diminuzione del po· tere volitivo. Con siffatta cura avvantaggiano pure anche molte delle malatlie organiche dei centri nervosi e dei nervi periferici. Il prof. MORSELLI considera controindicato il mare nelle nevrosi a grandi attacchi, massime nell'epilessia e nell'istero-epilessia, nelle paralisi generali progressive, nelle psicosi agitate e nelle neurastenie a tipo ipocondriaco pronunciato. Si cvmprende però che trattandosi di malattie di iii· dole cosi delicatamente individuale, ogni singolo caso dovrà essere valutato dallo specialista con criteri clinici prima di addivenire a consigli di ol'dine curativo. t27)


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rAvNo IX, FASO. 16]

IL POLICLINICO

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Gli effetti dei bagni di mare nel campo gineco· logico sono ornai decantati da tutti gli specialisti. Le infiammazioni del cellulare pelvico, gli essu· dati p elvici, le lesioni infiammatorie, ecc., sono le forme ginecologich e per le quali più freq11ontemente le pazienti vengono inviate al mare, sovente con reali vantaggi (Bossi). Seguono per la fre· quenza le forme consecutive ad infiammazione del parenchima uterino dopo· il parto. Nel campo chi· rurgico occorrono assai frequentemente forme pa· tologiche che resistono ai comuni tratta.m enti, e che col bagno di ~are danno risultati felici. Tali sono appunto le varie lesioni dell'endometrio. Notevolissimi vantaggi poi si ricavano n ei casi di fibromiomi uterini; qualche volta però non t:>i ottengono che tregue nelle manifestazioni del tu· more, che pur tornano efficaci .avvicinandosi la menopausa. Nei periodi mestruali i bagni di mare devono, in tesi generale, essere sospesi : però, in molti casi, quando il bagno è fatto ad alta temperatura ed a mare tranquillissimo e senza eseguire ecces· si vi movimenti, non può arrecare danno. In altri casi però, e date certe condizioni speciali anco transitorie dell'organismo, ~ssi possono turbare il fisiologico andamento di questa importante funzione : è quindi prudente per lo meno nei tre o quattro giorni del periodo mestruale il sospendere il bagno di mare. Nei riguardi della gravidanza, salvo speciali indicazioni dell'ostetrico, si devono p11r sospendere i ba.gni di mare. L e malattie oculari che hanno la causa primi· ti,ra in una alterazione dello stato generale (scro· fola, oligoemia, ecc.), trovano una indicazione sintomatica preziosa n el bagno di mare. A questa classe di malattie oculari esterne si ponno aggiun· gere tutti quei processi morbosi che si verificano negli occhi come manifestazione dell'infezione eredosifilitica (SECONDI). Una riserva deve essere fatta sulla indicazione del bagno di mare in tutte le malattie infiammatorie dell'occhio: sarà prudente quindi scegliere un periodo di relativa tranqt1illità del processo flogistico, e in ogni caso proteggere dalla luce viva l'organo ammalato me· diante occhiali affumicati grandi che difendano l'occhio non so]o di prospetto, ma anche lateral· mente dalla penetrazione della luce viva. MASl~I cr ede che non sia giustificato l'ostra· cismo che comunemente viene dato ai bagni nelle malattie dell'orecchio · egli ha veduto delle otiti medie purulente croniche in bambini linfatici, ormai condannati ad interventi chirurgici, guarire rapidamente e durevolmente dopo una stagione balneare. E quello che consiglia per la malattia dell'orecchio, MASINI consiglia anco per coloro che hanno malattie del naso e della gola. Più circospetti bisogna essere in presenza di laringopatie specialmente tubercolari, nelle quali le concomi· (28)

tanti alterazioni polmonali ponno controindicare il bagno ; ma però la vita in riva al mare ove l'aria è più azotata e ricca di particelle salsoiodiche, sarà un coadiuvante di alto valore per ristabilire le deboli forze di questi malati, per vincere il processo morboso. Il dott. CROSA rileva poi i beneficii di questa cura nelle malattie dei bambini e nelle forme cu· tanee: e si occupa della densità, della temperatura e della composizione ch imica dell'acqu a di mare. Gli effetti immediati e gli effetti fisiologici e pa· togeni del bagno di mare sono pure trattati egre· giamente, fornendo al lettore cognizioni che assai di rado si trovano nei volt1minosi testi di me· dicina. (Gior1iale della Reale S ocietà, Jtalia1ia d'igiene, anno XXIV, n. 12).

CENNI BIBLIOGRAFICI Nel XXV anniversario d'insegnamento clinico del prof. Alberto Riva. Quest.o titolo 'ra in testa al volume che gli allievi hanno dedicato al loro maestro. Non sapremmo meglio fare che riprodurre i titoli degli importanti lavori: Prelezione al corso di microscopia e chimica clinica. - L . Zo,ja. Contributo allo studio della emoglobinuria pa· rossistica. - F . .A.porti. Dei r apporti tr a funzione gastrica, renale e al· calinità del sangue. - ~I. Varanini. Del valore emolitico degli estratti organici. A. Oliari. Sull'adenoma sebaceo di Balzer. - M. Pelagatti. Contributo alla cura conser vativa nelle cisti da echinococco del r ene. - A. Cordero. Di alcune circoscritte epidemie di tifo. - G. F. Gardenghi. Anomalia di origine delle arterie coronarie cardiache. Morte improvvisa. - A. Folli. Sui corpuscoli corneali. - C. Capellini. Contributo alla conoscenza della funzionalità epatica nella gravidanza normale. - l\iI. V ecchi. Alcuni casi di tumori benigni endolaringei. S . Lalatta. .AJ cune ricerche sulla emolisi nei bambini. C. Cattaneo. Il prof. RIVA può andare lieto e superbo dell'af. fatto e del valore de' st1oi scolari. a. v. W. SEIFFERT. .A..tlas und Grnndriss der allgemeinen

Diagnostik und Therapie der Nervenkrankeiten. - Miinchen, Lehmann's V erlag, 1902. Nella collana Lelnnann le malattie nervose ave· vano trovato un ottimo posto con il manuale di J ACOB·STRiJ1'fPELL; ma questo libro, e specie lo


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SEZIONE PRATICA

atlante, erano prevalentemente dedicati all'anatomia grossa e fina del sistema nervoso. Il volume di SEJFFERT è invece dedicato alla diagnostica e alla terapia: il materiale è ricavato dalla grande clinica per le malattie nervose e mentali della Charité di Berlino, diretta da JOLLY. · Dopo brevi nozioni sull'anamnesi e sul metodo d'esame, l'A. mostra con una serie di figure dal vero la tecnica dell'esame dei principali gruppi di mt1scoli e le modificazioni del corpo nelle malattie organiche (paralisi, contratture, emiplegia, morbo di Zikle) e le svariate attit11dini nei disturbi funzionali (crampi, atetosi, ecc.). Seguono esempi di alterata scrittura, schemi per la distribuzione della sensibilità, descrizioni e norme per 1 esame elettrico, rappresentazioni con figure colorate di di· sturbi vasomotori e trofici e finalmente dei segni di degenerazioIJ.e. Anche la parte terapeutica è abbastanza com· pleta; la balneoterapia, ma specie l'olettroterapia, la torapia dell'esercizio, il massaggio e la ginna· stica, nonchè le applicazioni chirurgiche sono illu· strate con numerose ed evidentissime figure. Nel complesso il mant1ale del SEIFFERT è adorno di 264: figure in nero nel testo e di 26 tavole colora te. La semplice en11nciazione dello svolgimertto della materia ne mostra l'import.anza e 1 utilità. a. i·. l\I. LABBÉ. Lè sang. -

Librairie Baillière, i902. È un volumetto delle actnalités 1nédicales che con sì largo criterio di clinica rigorosa vengono messe insieme e pubblicate dal Baillière. In un centinaio di pagine non poteva già l' A. fare un esame, neppure sommario, della semeiologia o della patologia del sangue: s'è invece limitato a svolgere poche questioni generali che possono servire a dimostrare il posto elevato che ha assunto l'ematologia in medicina. In modo completo, lucido, evidente LABBÉ descrive l'importanza del sangue 11egli scambi organici, la sua composizione chimica ed istologica, i processi che presiedono alla. formazione e alla morte del sangL1e. Problemi di tanta attualità e di tanto peso de a. V. v-ono interessare ogni medico colto. N. R. D'ALFONSO. Le ano1nalie del lingnaggio e la loro edncabilità. - Roma, Società editrice Dante Alighieri, L. O. 80. In un piccolo libro nitidamente impresso il pro· fessor D'ALFONSO espone le sue vedute circa alla materia che serve di titolo alla sua opera. Poichè è difficile dare un riassunto di questa operetta, diamo l'indice del libro: I. Concetto e -limiti delle anomalie del linguaggio. Anomalie della zona grigia periferica ce· rebrale; II. Anomalie delle vie centripete per la for·

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mazione del linguaggio. Effetti di esse sulla for· mazione della mente ; ID. Anomalie delle vie centrifughe del lin· guaggio; IV. L'educabilità nelle anomalie del linguaggio in generale ; V. L'educazione organica, sensitiva e motrice negli anomali ; VI. L'educazione dei nati sordi e la correzione dell'anorm~le pronunzia. L'operetta del prof. D'ALFONSO presta un con· tributo non disprezzabile alla conoscenza e alla educazione di ttna classe di difettosi più numerosa che comunemente non si creda; perchè egli coltiva con molto amore e da molti anni questa materia.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2438) Sig. dott. Q. P. da N. - La prima votazione non ha valore perchè la proposta nomina triennale avrebbe dovuto riportare 10 voti favore · voli su 19 votanti, cioè la metà più uno. A noi sembra che la seconda votazione sia valida e che quindi Ella debba ritenHrsi nominata per tm biennio. (2439) Sig. dott. R. D. da; M. C. - Se vi è altro sanitario fornito di titoli prevalenti, che aspiri al posto di ufficiale sanitario, il Prefetto deve insi· stere e può promuovere i provvedimenti dalla Giunta provinciale amminist-r ativa. Se non vi è altri, dovrà procedere alla nomina annuale come per lo passato. (24-!1) Sig. dott. C. D. da B. - Se 11altro me· dico non ha stabile reside11zaJnel Comune non può aspirare alla nomina di ufficiale sanitario. Certo il titolo che egli possiede è superiore al suo e, in con· traddittorio, dovrebbe essere preferito. (2443) Sig. dott. P. P. da G. - Il contributo straordinario per la durata di un decennio dalla iscrizione alla Cassa si paga da tutti i medici che vi si inscrivono. Si può liquidare la pensione al· meno dopo un decennio. Non si rimborsano mai i contributi straordinari. (2444). Sig. dott. B. V. da C. - La giurisprudenza non può certamente avere valore maggiore della legge. 11 Consiglio provinciale di Sanità, per sostenere che le visite necroscopiche sono a carico d el· l'ufficiale sanitario, dovrebbe provare che nella. legge sanitaria è fatto un simile obbligo al detto funzionario. E siccome nell'articolo 13 di detta legge non vi si fa. neanche lontanamente allusione, cosi è da ritenere che trattisi di cosa assolutamente differente. Se avrà torto ce lo fa.ccia saper e e la consiglieremo sul da fare. (24.45) Sig. dott. L. B. da R. S. - In mancanza di titolo non si può mai ottenere la nomina trien· nale ad ufficiale sanitario. È tassativa disposizione di legge. - Il Consiglio com11nale non può sostituirsi_al Prefetto nella nomina degli ufficiali sanitari. (29)

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(2446) Sig. dott. G. S. da A. - Non si può ri· fiutare alla richiesta della forza senza incorrere in un reato. Pel pagamento penserà la giustizia pu· nitiva od il Comune a seconda delle circostanze che accompagna.no il fatto. (2447) Sig. dott. A. R. da S. - Bisogna, nelle nomine ad ufficiale sanitario, aver precipuo ri· guardo alla proposta fatta dal Consiglio comunale. Se il Consiglio comunale, non ostante domanda prodottagli da professionista fornito di titolo legale, si fa a proporre chi non ha titolo di sorta, ben può il Prefetto, dietro invito infruttuoso fatto al Comune, proporre alla G. P. A. provvedimenti di ufficio. In ogni altro caso devesi rispettare la proposta fatta dal Consiglio, il qt1ale deve essere, in ogni caso, interpellato di nuovo. Ella, contro la eventuale no· mina del Prefetto, potrà ricorrere alla 4a sezione del Consiglio di Stato in sede contenziosa o, in linea straordinaria, al Re. Doctor J°USTITIA.

NOTIZIE DIVERSE XIV CONGRESSO INTERNAZIONALE DI MEDICINA (Madrid, .2 3-30 aprile 1903). Il Comitato esecutivo del XIV Congresso inter· nazionale di Medicina, h~t l'onore di portare a co· gnizione del ceto medico che questo Congresso avrà luogo alla clata stabilita, vale a dire dal 23 al 30 aprile 1903. Il programma definitivo dei lavori è in via di preparazione e il Comitato invita tutti i colleghi che desiderano contribuire al successo scientifico d~l Congresso a voler rimettere al Segretariato generale a Madrid, il più presto possibile, i titoli delle loro comunicazioni, accompagnati da un estratto (o sunto, in forma di conclusioni se è possibile), re· d::ttto a preferenza in lingua francese. Tutti gli estratti che perverranno al Segretariato generale in tempo utile, saranno sta.mpati e rimessi, prima dell'apertura del Congresso, ai membri delle rispettive sezioni al fine di facilitare loro la discus· sione nelle sessioni. VIAGGI. L e seguenti Compagnie hanno accordato delle riduzioni in favore dei signori che pL'enderanno parte al Congresso : Spag1ta. 1~,erro,1ie spagnuole, 50 per cento Compagnia di na,rigazione « La Transatlantica », 33 f'er cento; Fra1icia. Ferrovie francesi (le 7 grandi Com· pagnie), 50 per cento - Compagnie di navigazione « La Transatlantique ,., « Compagnie nlixte 1> e « Transports maritimes 1>' 30 per cento; Ita/;a. F erro,,.ie italiane ~Iediterranea, Adria· tica e Fel'rovie Sict1le), 50 per cento - Compagnie di nav"igazione « Generale » , « Puglia », <( :Napolitnna :o e « Siciliana », 50 per cento (escluso il vitto); Norvegia. Ferrovie norvegesi, 50 per cento; .R1i11ze1iia. Ferrovie rumene, 50 per cento Battello circolante fra Costantinopoli e Constanza, 50 ver cento ~ Serbia. Ferrovie Serbe, 50 per cento. Nei percorsi in Francia e in Spagna, il congres· (30) •

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sista potrà seguire itinerari distinti, per l'andata e il ritorno, senza perdere il diritto alla riduzione del 50 per cento: potrà recarsi a Madrid passando per la frontiera d'Irun e lasciare la Spagna pdr· correndo la linea Barcellona-Port Bou, o 'Ticeversa, con fermate facoltative lungo il cammino. A Madrid, d·n rante l'epoca di validità dei biglietti ridotti (dal 3 aprile al 24 maggio 1903) saranno distribuiti biglietti speciali per visitare le diverse città del Sud della Spagna (Si·viglia, Gra· nata, ecc.), con la medesima riduzione del 50 °/0 • È probabile che i Congressisti i <tuali acquisteranno questi biglietti, non saranno pt1nto obbligati a tornare a ~Iadrid, ma potranno lasciare la Spagna per la linea Valenza·Barcellona-Port Bot1; una delle grandi Compagnie interpellate ha già dato il suo consenso ~

I biglietti per i percorsi spagnuoli non potranno essere acquistati che agli sportelli al momento di intraprenc! ere il viaggio, e si potranno a'rere con· tro presentazione di una speciale carta d'identità, composta di parecchi cuponi: questa carta sarà ulteriormente rimessa ad ogni membro inscritto. I TTogages pratiqnes saranno ufficialmente inca1·i· cati di tutto ciò che riguarda i viaggi dei signori congressisti, e rimetteranno ad ogni interessato che lo domanda, il loro ricco programma di viaggi circolari ed escl1rsioni. Dei treni speciali saranno organizzati da J run e Port Bou per ~Iadrid, e noi crediamo l1tile di richiamarvi sopra l'attenzione di tutti quelli che desiderano di effettuare in buone condizioni la tra,rersata della Spagna. Ogni domanda relati,·a al viaggio deve essere diretta ai Vogages pratiques~ 9 rue de Rome, Paris, o ad una delle segt1enti agen.tie: Amsterdam : Leydschestradt 80. _ Anvers : rue Leys 18. Bruxelles : Henri Mauss 25-27. Londra : 11 Ll1dgate Hill (Direct. : Seelig). Vienna : Franz-Josephs Quai (Direct. : Russel). ALLOGGI A MADRJD. Il « Servizio di alloggi » (Service des logen1e11ts), installato negli uffici del Congresso, si fa un pia· cere e un dovere di smentire categoricamente le voci messe in ~iro sulla difficoltà e anche sulla impossibilità di alloggiare convenientemente durante il Congresso. È vero che i due o tre Alberghi più conosciuti all'estero sono stati let.teralmente assediati di ri· chieste, ma a Madrid c'è un gran numero di altri alberghi i quali, se non hanno l' importanza degli Hotels de la Paix, Rome, Paris, ecc., non la cedono ad. essi in nulla per quanto concerne il con.f ori e la c11cina. La più gran parte di questi alberghi non potranno fare un contratto per un determinato numero di alloggi, ma si sono impegnati a mettere a disposizione del Service des logenients tutte le abitazioni di cui potranno disporre per l'epoca del Congresso. D'altro canto il Service des loge11ie1tts per garantirsi completamente dall'eventualità dellainsuf· ficienza di queste abitazioni, si è assicurato migliaia di alloggi in case particolari di prim'ordine; molte famiglie francesi, tedesche, ecc., si so.no spontaneamente offerte a rice·v·ere una o più persone. Il Seruice des logen,ie11,ts potrà dunque procurare sempre una pensione completa a partire da 1~ pe· setas al giorno fino a 50 pesetas, secondo l gu· sti e i desideri di ciascuno. La distribuzione de· finitiva degli alloggi segnati non avrà luogo che il mese di aprile. ma per essere sicuri di un buon alloggio, è indispensabile, frattanto, farne perve-


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. SEZIONE PRATICA nire la richiesta a ~ir. Ulrich Frei, chargé du Ser· vice des l?gements du ~IV Congrès international de Médec1ne à Madrià.

CATANZARO. - Il Consiglio provinciale ha no· minato il dott. Romano Pellegrini a direttore del manicomio di Giritalco, posto lasciato scoperto dopo la morte dell'on. Silvio Venturi.

FESTE. In onore dei signori Congressisti saranno orga· nizzate a Madrid grandi feste. Le LL. M~I. daranno un garde11,-partg ed un ricevimento generale a palazzo; anche il ::v.runicipio organizza una festa generale e probabilmente una rappresentazione straordinaria al teatro regio ; non mancherà una Corrida de Poros per tutti quelli che avranno il desiderio di conoscere questa festa spagnuola. Inoltre diverse sezioni organizzano feste speciali ed escursioni riservate ai membri di queste sezioni. Il programma definitivo di queste feste sarà fissato in seguito e opportunamente comunicato a tutti gli interessati. SERVIZIO POSTALE.

I signori Congressisti potranno farsi indirizzare la loro corrispondenza agli uffici de] Congresso ove sarà disposto un servizio speciale. L'indirizzo dev'esser redatto nel modo seguente: Mr. le Docteur ..... Membre du XIV~ Congrès international de Medicine Section de ..... {indicare il paese di residenza del destinatario) MADRID. Le adesioni e le quote (25 franchi in chèques su Parigi) possono essere indirizzate direttamente al Segl'etariato generale a Madrid, o, fino al 20 marzo 1903, ai Comitati nazionali dei diversi paesi. P AR:ì\IA. - Sotto la direzione del prof. Riva verrà pt1bblicato un nuovo periodico: Àltforiass1i1it; e

.Rivista dei lavori italia1ii di 1nedici1ia i1iter1ta ecl ar.r101ne11ti prossi11iiori. Il nuovo giornale si prefigge cli far conoscere meglio la nostra prodt1zione scientifica. I nostri migliori auguri. PARIGI. Il Presidente della Repubblica ha testè accordato al sanatorio di Hauteville una somma di 800,000 franchi. Questa somma è stata prelevata da Loubet sulla successione di Mme Peret, di cui è uno degli esecutori testamentari. Quest'atto di larga generosità permette al vasto stabilimento an." titubercola-re dell'Ain di prendere nuovo vigore e di rendere maggiori servizi che per lo passato. BRUXELLES. - Re Leopoldo ha messo a dispo· sizione degli scienziati di Liverpool (Scuola per le ~alattie tropicali) un' annualità di fr. 15,000 p er in· v.1are delle missioni al Congo, dove infie risce sp e cialmente la malaria e studiare la q11estione della distruzione pratica delle zanzare speciali la cui puntura dà origine a questa dannosa malattia.

Nomine, promozioni, onorltloenze. VIENNA. - Nello scorso dicembre si fecero le ?lezioni alle cariche di questa Società di medicina interna. Furono eletti: presidente, N othnagel; vi· ce-presidenti, N eusser e v. Schrotter; 1° segre· tar~?' Schlesinger ; 2° segretario, Lorenz; sagre· tar11, Czyhlark, Ttlrk, Weimberger. Furono poi nominati: Membro onorario, Baccelli; membri cor· rispondenti: Henschen, di U psala; Lépine, di Lione; ~eube, di Wiirzburg; Murri, di Bologna; Naunyn, d1 Strassburg; Pawlow, di Pietroburgo.

***

N ell'Univ~rsità di Roma: Giovanni Perez fu nominato aiuto all~, cattedra di patologia dal 1° dicembre 1902 al 31 ottobre 1903, cessando in pari tempo dall'ufficio di assistente alla clinica chirurgica. Nicola Leotta venne nominato assistente alla clinica chirurgica, dal 1° dicembre 1902 al 31 dicembre 1903. Furono confermati per l'anno scolastico 1902-903: Nell'Università di Napoli: Reale Antonio, coadiutore alla clinica dermopa· tica e sifilopatica. Verrotti Giuseppe, assist.e nte alla clinica dermopatica e sifilopatica. Sipari Eugenio, assistente alla clinica dermopa· tica e sifilopatica. Scalinci Noè, coadiutore alla clinica oftalmica. De Berardinis Domenico, coadiutore alla clinica oftalmica. Coll1cci Gennaro, assistente alla clinica oftalmica. Miranda Giovanni, coadiutore alla clinica oste· trico-ginecologica. Poso Pasquale, preparatore alla clinica ostetrico· ginecologica. Cima Francesco, coadit1tore alla clinica pediatrica. J ovane Antonio, assistente alla clinica pediatrica. Colucci Cesare, coadiutore ulla clinica psichiatrica. Capriati Vito, coadiutore alla clinica psichiatrica. • Fragnito Onofrio, assistente alla clinica psichia· trica. Chinni Luca, coadiutore al gabinetto di anatomia umana. Vastarini-Oresi Gio,ranni, coadiutore al gabi· netto di anatomia llmana. Anile Antonio, preparatore al gabinetto di ana· tomia umana. Lel1zzi Francesco, aiuto preparatore al gabinetto di anatomia umana. Pianese Giuseppe, coadiL1tore al gabinetto di anatomia patologica. D'Arrigo Giuseppe, coadiutore al gabinetto <li anatomia patologica. Montuori Adolfo, coadiutore al gabinetto di fi. siologia . J appelli Gaetano, coadi11tore al gabinetto di fisiologia. Falcone Ces.are, coadiutore al gabinetto di ma .. teria medica. Baculo Bartolomeo, coadiutore al gabinetto . di patologia generale. Milone Ugo~ coadiutore al gabinetto d'igiene. Nell'Università di Parma: Fu confermato per l'anno scolastico 1902-903: Aporti Ferrante, aiuto nella clinica medica. Nell'Università di Pavia: Fu incaricato per l'anno scolastico 1~02·903: Golgi Camillo, d'istologia. Vittorio Pavesi fu nominato assistente n ella scuola d'igiene.

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IL POLIOLINIOO

Conoorsl e oondotte. ROMA. - Concorso al posto di professore straor· dinario di anatomia e fisiologia animale ed igiene nella R. Scuola superiore di agricoltura di Milano con lo stipendio annuo di lire 3500. Le domand~ corr~date d~i necessari documenti devono presentarsi entro il 25 marzo prossimo al Ministero di Hgricoltura in Roma. PADOVA. - Fino alle ore 16 del 28 corrente è aperto il concorso ad un posto di medico assistente nell'ospedale civile. Assegno annuo lire 600, più una medaglia di presenza di lire 3 per ogni guardia di 24 ore. L'avviso di concorso in extenso si può avere chie· dendolo, anche per cartolina postale, all'.A.mm in i. strazione dell'ospedale. G~EMM~ (No vara). Concorso a due posti di medico-chirurgo-ostetrico per i poveri di questo Comune con la retribuzione di lire 1000 ciascuno. Scadenza 28 febbraio. Per schiarimenti rivolgersi alla segreteria del Comune. MILANO. - Concorso per titoli al posto di direttore del Pio Istituto dei rachitici. Stipendio annuo lire 5000. Dirigere le domande alla presidenza del Consiglio dell'Istituto: Milano, via S. Galimero, 31. Scadenza febbraio 1903. . PIACENZA. - Concorso per titoli al posto di me· dico capo dell'Ufficio mt1nicipale d'igiene. Oltre alle ordinarie attribuzioni inerenti ai fini princi· pali dell'Ufficio stesso l'eletto dovrà disimpegnare le funzioni di direttore della sezione medico-batteriologica del laboratorio d'igiene, di medico comu· nale e, previa approvazione del Prefetto, quella di ufficiale sanitario. Stipendio annuo complessivo lire 3000. Scadenza 30 aprile p. v. l

Indice alfabetico analitico del oresente numero. Accademia medica di Roma (Regia) . . • P.ig. 499 Acque acidulo-saline-litiose-boriche (Azione che le - - hanno sul ricambio azotato, nucleinico, sull'assimilazione delle sostanze azotate e grasse e sui processi putrefattivi 499 enterici). - De Marchis. e Baldoni • . . )) 505 Anuria calcolosa reflessa. - Ribio . . . . )) 492 Ascessi del fegato (La cura chirurgica degli). )) Bagni di mare a chi giovano? A chi nuoc507 ciono? (I). - Crosa . . . . . . . . )) )) 508 Cenni bibliografici . . . . . . . . 492 Circolo portale (Deviazione del). . . . . )) 512 Concorsi e condotte . . . . • . . . . )) Edemi ed idrorree nel corso delle nefriti cro504 niche. - Valentino . . . . . . . . )) Elettricità atmosferica ed indus triale (Sui danni prodotti sull'organismo umano dall'). 493 - Jellinek . • • • • • . • . . • )) Ernia dell' uretere sinistro nel canale crurale. 503 · - Mariotti . . . . . . . . . • . )) Fascio P.iramidale (Degenerazione del). - Bi· 499 gnam1 . . • . . . . . . . . . . )) 499 Fenolo e gli ossifenoli (Il). - Fraschetti. . )) 499 Ferita del cuore (Sutura di). - Milesi . . )) 502 Frattura delle costole. - Margarncci. . . » Gozzo esoftalmico (ln1portanza dell'igiene 505 nella cura del). - Leroy e Verlin . . • )) Gozzo esoftalmico (Storia clinica e sintomi 505 di I 20 casi di). - Murray . . . • . )) R.oma, 1V03 -

Tip Nuiona!e di G. Benero e C.

Lussazione abituale della rotula (Due casi di). - Dalla Vedova. . . • • . • • . Pag. 49!> Miro:iòlo e la terapia del cancro (Il). - Mò-

gl1e • . • . . • . • . • . _ • • Nefriti postimpetiginose dell' infanzia (Con· tributo allo studio delle). - Filia . . . Nefr~p~osi (Freq~en~a della). - Klump . . No1n1rue, promoz1on1, onorificenze . . . . Notizie diverse. . • . . . • . . . • Organi tiro-paratiroidei e l'eclan1psia (L' insufficenza deg1i). - Fruhinsholz e Jeandelize . . . . . . . . • • . . . P~raldei~e negli ali~na.ti (La). - Galiana . P1ogenes1 nella psor1as1 (Influenza di alcuni veleni da}. - Campana. • . . . • • Resezione .del ' dòtto coledoco e dell'epatico per carcinoma del coledoco, colecistectomia ed epatico-duodenostomia (Un caso di estesa). - Kehr . . . . . • . . Risposte a quesiti e a domande . . • . . So.cietà Lancisi~na degli Ospedali di Roma . Stimmate ostetriche della degenerazione (Le). - Larger R. e Larger H. . • . . . . Ve~a~rin.a (I.nfluenza che ha la - sulla quant1ta di acido fosfocarnico dti muscoli). Bon~nni . . . • . . • . . . • . Vesci~hetta. bili~re (Una rassegna delle malattie ch1rurgtcl1e della - - e dei dòtti biliari e loro cura). - Langdon e Gibson. Tumori maligni (Ricerche culturali nei). • . . . . . . Alessandri . . .

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Roma, 21 febbraio 1903.

SEZIO:NE

ruo. 17.

PRA.TICA.

DIRETTORI PRoF. GUIDO BACCELLI - PaoF. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Riviste: - CHIRURGIA: - f'reyer: Tu.bercolosi della vescica. - Desnos e Minet: - Contributo allo sfuàio dell'orchite dei prostatici. - Delagénière: Della prostatopessia sub-perineale o lussazione della prostata dalla sua loggia, come trattamento delJ>ipertrofia. - MALATTIE INF ETTI~E : - Bea ton e Ainley Walker: 'Biologia del reumatis1no acuto e processi morbosi associati. - H errick: e.Artrite da pneuniococco. - P SICHIATRIA: - Lalanne: Gli stati ansiosi nelle 1nalattie mentali. - Mott : La sifilide co1ne causa di parz.Ja. - Nostre corrispondenze da Parigi: - Cuturi: Tumore policistico perirenale sviluppatosi dal co1-po di Wolff. - Accademie, Società mediche, Congressi: R. AccADEMIA ~tEDICA 01 Ro-,.1A. - SocIETA LAN CISI~NA DEGLI OSPEDALI or RoMA. - AccADEMIA ME01coCHIRURGICA 01 FERRARA. - IsTITU ro 01 CLINICA t.1EDICA DELLA R. UN1\'ERSITÀ DI GENOVA . Osservazioni cliniche: - Martinori: Contributo alla cura della peritonite tubercolart colle iniezioni iodo-iodurate alla Durante. Incrostamento ziiccberiforme della milza (Zuckergussrnilz.). - Note di Medicina scientifica: - 'IJeterminar..ione sperimentale dt!lla perrneabilitti delle vie lagrilnali. - Infezione del sacco co ngiuntiva/e e del naso. - Vie d'infe z.ione f aritigo-pleuriche. Pratica professionale: - CASUISTICA: - Le angine nella scarlatti,na. - I distur bi dispeptici sinto1natici delle alfe· z.ioni nasali o faringee. - Depressione cardiaca nella colite acuta. - Epistassi della cirrosi epatica. - Al'PUNTI DI 1·ERAPIA: - lniez_ioni endovenose di sublimato nella cttra della sifilide. - 1 11edicanienti che passano nel lafle della nutrice. - Contro la screpolatura delle inani. -- V ~ria. Medicina legale: - Serratrice: 11 prognostico nei referti 1nedici per lesioni personili. Igiene: - Su i tnetodi di fabbricazJone del pane. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - Doctor Cajus: A proposito dell'eserciz1·0 abusivo della professione medica. - Risposte a quesili e a do1nande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. - Indice alfabetico, analitico del presente nttmero .

L'importan ·e PREMIO Al ,_.OSTRI CORTESI ABBONATI (anno 1903) si sta rilegando. - Ne principieremo la spedizione fra qualche giorno e sarà eseguita secondo il numero progres· sivo degli abbonamenti pagati per intiero. Chi non ha spedito l'importo dell'abbonamento, voglia affrettarne l'invio per goder subito del premio. Coloro che hanno già spedito l'impor1o dell'abbonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere il libro raccomandato e al sicuro da smarrimenti postali. I pagamenti debbono essere esclusivamente ind1r1zzat1 all'Amministrazione, Via del Caravita, 6, Roma, o personalmente al sottoscritto Prof. ENRICO M ORELLr. D i r i t t i di proprietà r i s e r v a t i

RIVISTE CHIRURGIA r1 1nbe1·rolosi (]ella v~scica. (FREYER. Tlze Edi11bzlT'fl 11iedical ,fozzr1zal).

La tubercolosi vescicale è stata ri conosciuta molto più comune di quello che i·itenevasi pel passato, grazie all'uso del cistoscopia e alle ricerche batteriologiche . Essa p11ò essere primitiva e secondaria. La prima, molto pii1 rara della seconda può ini· ziarsi in ogni })Unto della vescica: })erò il punto di attecchimento preferito è al di dietro clello sbocco degli ureteri; nella forma secondaria, se il focolaio d'origine risiede a.I di fuori del· l'n,pparecchio genito-urina1·io, l'attecchimento avviene come nella forma prjmaria. l\Ia esso invece risiede, n el maggior numero dei casi

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o nei reni o nell'apparato geni tale. :Nel prim0 caso. cioè nella \rarietà discendente, il punto ad ammalarsi i:>er primo è vicino allo sbocco dell'11rete1~e corrisponclente · i1ell'altro caso, cioi· nella ' '"arietà ascendente, la malattia incomincia, nel collo e nel trigono vescicale. La tubercolosi vescicale è 1)iù comt1ne negli uomini che nelle donne e negli t1omini adulti l e due ' rarietà si eguagliano rispetto alla frequenza, m en tre n ei bambini mascl1i è più C<>· mune la varietà discendente. Nella forma secondaria il tubercolo p11ò t(°)· ne1·e diverse vie per raggiungere la '""escica: 1. per via s~lnguigna: . 2. per ' Tia linfati ca ~ 3. per conti11uità, dalla ml1cosa renale o dagli organi genitali : questa è la v-ia })ii1 comune~

4. pe1~ ulcerazione della prostata nell:t • , .. esc1ca · ' l,urina infetta proveniente dai reni. 5. per

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IL POLICLINICO

È da rimarcarsi il fatto che la tubercolosi

renale può esiste1'e per anni, senza che la ve· scica si infetti secondariamente, quantunque attraversata continuamente da urina tubercolotica. La mucosa vescicale quindi sembra possedere un pote1'e di resistenza contro il bacillo tubercola,1·e. È probabile che sia necessa1~ia una congestione, una infiammazione, 11n'abrasione perchè avvenga l'attecchi~ento. Il p1•imo stadio de1la malattia nella vescica, come risulta dalla cistoscopia, consiste in un'infiltrazione della mucosa e sottomucosa. La mucosa è gonfia a chiazze, congestionata, rossa. Piccoli noduli grigiastri presto compariscono Sll qt1este chiazze, e poi degenei'ano in materia caseosa · il contenùto di essi in seguito si i·ammollisce e cade mescolato insieme alla mucosa che li ricopre, i·esid11andone delle ulcere caratteristiche. Queste dapprima isolate, tendono a riunirsi, formando una chiazza raggiata, irregolare, con margini sollevati. La mucosa vescicale perife1·ica intanto si mostra infiammata e presenta altri noduli. Spesso la mucosa presenta delle villosità, che si elevano fra le prodnzioni nodulari, e che prendono tutto l'aspetto di papillomi sessili. Col tempo la loro superficie si ricopre di muco·pt1s e di incrostazioni calcaree, che vi aderiscono così fortemente ò a non pote1·si rimuovere colle lavande. Non è quindi infrequente trova1·e dei calcoli fosfatici formati seco::idariamante. Una disseminazione di tubercoli a\-viene nella vescica se, per int1·oduzione di strum enti settici o altrimenti, si provoca una nuova infezione con batteri piogeni. Di 1·egola le ulcere tubercolari sono poco profonde, quantunqt1e alle volte si estendano allo str~to muscolare e si approfondano anche di pilt nei tessuti pe1·iv escicali, fino a determinare ascessi urinari agl'inguini e al pe· 1·ineo. Ciò però avviene di rado; e ordinal'iamente il processo si limita, negli stadi avanzati all'ispessimento delle pare1,i vescicali, che i·esta.n o contratte. La si1ito11zatologia di questa malattia rasso· miglia a quella della pietra di tal che, ordinariamente si riesce solamente a fare la diagnosi colla sonda o col cistoscopio. La constatazione del bacillo di Koch è certo t1na prova sicura della natura del male, pe1·ò occorrono ripett1ti esami prima di poter trova1·e il bacillo. L'ematuria è spesso il primo segno e può cl urare va1--ii mesi prima che comparisca il dolore e la freqt1enza del mitto. D'ordinario è leggiera e l'urina appena si trova tinta d~ 8angue ; però anche nelle piccole ulcerazioni, (2 )

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può diventare p1·ofusa. Uno dei sintomi precoci della tubercolosi vescicale è l'emissione indolente di alcune goccie di puro sangue alla fine dell'urinazione. L'ematuria al principio è intermittente, da uno a tre giorni, e anche settimane e mesi. Ma come si estende il processo, così l'emorragia si fa più frequente e più forte, fino ad essere continua. L'ematuria indolente avviene quando l'ulce1·azione è lungi dal collo della ve cica; ma appena il trigono viene attaccato il dolore e la pollakuria non mancano. Raramente l'emorragia è sì profusa come nei casi di tumore vescicale. L'ematuria .. p1'ovocata dalla pietra, è sempre accompagnata. da dolore, ed è aggravata dall'esercizio del corpo ; nella tubercolosi è caratteristica 1a ness11na influenza che l'ematt1ria p11ò da esso esercizio risentire, poichè essa a'rviene egt1almente sia che il malato giaccia in letto, sia che vada in gi1.. o. Nei gracli avanzati della malattia ,l'infermo è tormentato da t1n quasi co~tante desiderio di mingere, accompa·g nato dal senso di volere espellere un residuo im· maginario di urina.. Il dolore, nei primi periodi della malattia .. si risveglia soltanto al momento del mitto ed è frequentemente sentito all'estremità del pene, dietro il glande; ma non è, come nella piet1'a, fisso in q11esta regione. Esso è di caratte1'e scottante e si estende lungo tutta l'uretr~t. Quando 1'11lce1--azione è estesa il dolore è costante nella i·egione ipogastrica e viene acl aggravarsi appena che la 'rescica sia per poco maltrattata. Il sopraggittngere di una cistite totale aumenta i suaccennati sintomi .. E' difficile spiegare l'intP-rmittenza che suole accadere durante l'emissione dell'urina. Forse ciò è dovuto o ad uno spasmo i·iflesso o n.d un istintivo desiderio di evitare il dolore che si 1·isveglia, nei casi di ulcere situate sulle pareti posteriore e s11periore vescicale, allorchè queste va.n no a contatto del collo della vescica, appena che essa resta vuota. Nei casi di ulcere sul trigono e sul collo della vescica l'intermittenza può essere ca11sata dalla intumescenza di queste parti. L'incontinenza non è un sintomo frequente di questa malattia nei bambini e nelle donne in particolare. Essa prova che il collo della . e' invaso. . vescica Come nella tubercolosi degli altri organi. anche nei casi di tubercolosi vescicale, la perdita del peso del corpo e il dimagramento generale non mancano mai. Anche la febbre può sopravvenire, specialmente se esiste una. cistite generale. La prog1zosi di questa malattia è sempre g1~ave, anche nei casi di ulce1·azioni limitate ..

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SEZIONE PRATICA

Il tubercolo ha tendenza a propagarsi sia invadendo lentamente ma irresistibilmente la mucosa periferica, sia col comparire in chiazze isolate in punti più lontani della mucosa. La comparsa di una cist.ite generale aumenta grandemente la gravità della malattia. In tl1tti i casi di tubercolosi vescicale la c11ra igienica generale e il trattamento medico sono della massima importanza; e nei primi · stadi questo solo metodo, senza altra cura locale, ~ spesso sufficiente ad- -arrestare il progresso clel m~lle . Si tratti dt1nque un malato di questo genere allo stesso modo, come se fosse attaccato ai polmoni o altrove. Quando la lesio11e , . . escicnle è limitata questa può arrestarsi e guarire. Se esiste pus nell'orine s1 somministri urotropina salolo ~11aiacolo, ecc. Le instillazioni di glicerina jodoformizzata, quant11nque godessero un vanto pel passato, dall;f>sperienza è risultato che non sono incoraggianti. Deboli soluzioni di nit1·ato d a1~­ ~ento, eh~ sono l'ànco1·a di salvezza nelle ci· stiti 01~dina1·ie, hanno dato nelle forme tubercola1~i no11 solo 1·isultati negativi, ma bene spesso cl annosi. Il rimedio i·iconosciuto efficace è il Sl1blirnato oor1·osi,ro, cominciando da una, solt1zione di 1 per 10 mila fino a 1 per :2 1nila. Contro il dolore si dà la morfintt e la hf>llarlonna. In ultimo i è praticata la ci· stotomia o per ' ria perineale o soprapubica. La perineale si è abbandonata: siccome i tubercoli risiedono i·egolarmente nel trigono una siringa,, introdotta attrave1~so la f~rita per de,.. ia1·p la vescica, finisce col provocare una grandP irritazione e può causare la propagazione òei tube1·coli nella fe1~ita. Colla sop1·apt1bica si }JUò invece riconoscf>re l'esten· sione (]ella malattia mecliante uno speculum e l'illuminazione diretta. . .\..Ila epicistotomia si è ricorso in due casi: quando la malattia è limitata o quando è estesa. Nel primo caso si pratica collo scopo di potere raschiare con un cucchiaio tagliente l'ulcerazione e qt1indi medicarla con pasta .jodoformizzata ovvero cauterizzarla col ferro attuale. Qt1esto metodo, se ha portato gio· vamento in alcuni casi, in moltissimi altr i non ha ar1·estato il p1~ogresso del male. Quindi qt1esto inte1·vento non dovrà praticarsi che allorquando il trattamento medico generale non ha corrisposto. Nei casi avanzati, la epicistotomia è ricono· • sciuta nece saria per tlrenare la vescica total· mente infetta e contratta, e per alleviare gli intensi dolori, che sono provocati dalla più piccola distensione della vescica e dal co· stante rlesiderio di urinare. Dott. Qu A. TTRO Oroccnr.

Contributo allo studio dell'o1·chite dt.-i prostatici. et

A1tnales d. Mal. de Org. gé1tito· urinaires. 1902, n. 8, p. 913).

(DESNOS

MINET.

Tra le numerose os8ervazioni di complicazioni orco·epididimarie, nell' ipertrofia della prostata, non esiste ancora un vero studio dì esse dal punto di vista anatomo-patologico. Gli AA. fanno tale Atudio basandosi sui loro casi e su quelli esistenti nella letteratura. Il caso più importante che essi delucidano riguarda un prostatico, con infezione vescicale, che, dietro una lunga marcia, pr·esenta una forte orco-epididimite suppurativa sinistra, per cui fu necessaria la emicastrazione. Ad occhio nudo l'esame del testicolo e del· l'epididimo presentava: una vaginalite emorragica a }Jarete poco spessa, ascessi testicolari multipli ispessimento del tessuto fibroso testicolare, ispessimento della parete epididimaria e del tessuto cellula1~e che l'attornia, al punto da formare con esso un blocco in· fiammatorio senza suppurazione. All'esame microscopico si vedono le lesioni sclerotiche del testicolo, e si conferma del resto ciò che macroscopicamente è stato notato. Credono così gli AA. che tale caso si al· lontani dalle descrizioni classiche delle complicazioni testicola1·i nei prostatici, descrizioni che per lo più danno: flogosi del deferente, e1)idirlimo e testicolo con predominanza del· l'epididimo; in certi casi suppurazione, anche essa più frequente all'epididimo, frequente id1·ocele, non abbondante, possibilità di suppurazione nella vaginale. Ora n el caso sudetto trovasi invece: non versamento sieroso, ma contenuto emorra· gico, e gli A.A. attribuiscono la patogenesi di questa forma speciale alle lesioni scleroticl1e antiche. Degna di particolare attenzione poi è la. moltiplicità di ascessi per le conseguenze sull'evoluzione dell'orchite e le deduzioni che se ne devono trarre p er il trattamento; moltiplicità che non è del i·esto rara, giacchè gli AA. l'hanno i·iscontrata in altri quattro casi. Or in questi casi la emicastrazione s'impone, mentre nei casi dove la suppurazione è limi· tata ad un solo focolaio testicolare , epidiòimario o peri-epididimario, può aversi la guarigione con la semplice incisione. Per ultimo gli AA. danno il quadro clinico delle orchiti dei prostatici così: Que~te orchiti si esplicano sotto due fo1""me principali: 1° Nella for11za se1nplice si nota una tume· fazione flogistica ed un dolore vivo, che si estende dal cordone all'epididimo e qualche volta al testicolo. Contemporaneamente si ha spesso un certo grado di edema del tessu tu cellulare vicino, ed un moderato versamento nella vaginale. . Tutti questi sintomi si alleviano rapida-

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mente, dietro un trattamento antiflogistico, La prognosi immediata dipende dall'evolu· mentre però persiste l'indurimento epididi- zione delle lesioni testicolari: favorevolissima mario, sovente anche l'idrocele, ed il }Jazieute nelle fo1·me non suppurate. favorevole ancora può andare incontro ad ulteriori processi in· in certi ascessi unici, grave nei casi di ascessi fiammatorii. multipli e successivi. ln tutti i casi poi biso2° Le forNze suppurative comprendono le due gna considerare l' infezione prostatica. varietà anzidette: Queste considerazioni danno poi le indicaa) ascesso z1,1zzco il più sovente epididi- zioni terapeutiche, adottando nella 1a categoria mar~io o peri-epididimario o anche testicola1·e, un trattamento inr.ruento e cercanrl o nella che guarisce colla semplice incisione che fa seconda categoria la gaa1·igione radicale colla svuotare il focolaio · incisione se si tratta di ascesso unico, o colla b) ascessi mz,zltipli testicolari, indipendenti. castrazione se si tratta di ascessi multipli. In tutte queste complicazioni orco-epididiLa castra,zione (lel resto, in tali casi non marie la prostata è quasi semp1·e sede d'un fa che sopprimere ttn organo inutil ~ e danp1·ocesso infiammatorio. noso per l'infezione che perpetua 11na supColl'Asplorazione rettalA si completerà, so· purazione indefinita, causa di dolori continui. prah1tto dal lato ove risiede l'orchite l'auDott. N. LEOTTA. mento di volume ed il dolore alla pressione . d'un lobo p1·ostatico. In altri casi la prostata sarà la sede cli llella prostato-t•es. ia s11h-1•eri11eale o lussazione della ascessi acuti o latenti. prostata dalla sua loggia, con1t~ trattan1e11to Vi ha semp1·e parallelismo tra l'evoluzione d••Il' i 1»er1 rutia . della suppurazione prostatica e quella della (:l\f. H. DELAGÉN IJ;~ RE. Arr!L. prov. de. e/tir.). orchite st1p1)urata o no'/ Talvolta il parallelismo esiste, essendo evidente l'influenza degli L' A. come trattamento dell'ipertrofia pro· ascessi prostatici. È così che ordinariamente statica ha praticato una operazione, consi· l'inizio delle due localizzazioni infiammatorie stente nel lussare la prostata dalla sua loggia coincide o l ascesso testicolare siegue cla 'ricino e abbandonarla frn. i tessuti prerettali cruen· l'inizio del processo prostatico; è così cl1e tati, richiudendo la ferita cutanea. l'apertura dell'ascesso prostatico sovente è seIl st10 infermo, lln t1omo di 70 anni, pre· guìta da r·apido miglioramento dell'orchit sentava una lJrost:tta clel volume di un uovo Però bisogna ammettere che l'orchite può di }Jollo ed era affetta <la fenomeni cli riten· evolvere pe1· proprio conto in molti casi. Essa zione con reazione generale (temp. 38°. 5). Sn può scoppiare malgrado l'e,·acuazione del- costui egli fece, sul rafe perineale, llna piccola l'ascesso prostatico, ed anche malgrado llna · incisione cli cm. 5 di lunghezza, che arri ' rata, larga incisione; essa può anche precedere ad 1 cm. dal margine anale, lasciava la linea l'ascesso della prostata ed è noto, del resto, mediana per contorna1~e, ' re1·so sinistra l'oriche può esistere una orchite suppu1·ativa, senza ficio stesso per un quarto della sua periferia che la prostata ipertrofica sia la sede d'un tenendosi sempre ad 1 cm. dal margine. Seascesso. zionò q t1indi a strato a strato, i tessuti; riQuanto ai segni g enerali, che accompagnano conobbe lo sfintere anale, poi il bo1·do antel'orchite dei p1·ostatici, la loro gravità è va- riore dell'elevatore sinistro, attrave1~so il quale riabilissima e dipende dalle condizioni nelle praticò un incisione cli 3 cm. circa per in· grand\re il campo operatorio. Incisa l'apone· ql1ali essi si sono prodotti. ,.,.rosi cli Denon,rillie1·s, prima in tutta la sua Da essi scaturisce la prognosi. In tln g1~uppo di fatti questi segni non lunghezza, poi tra.s,,,.ersalmente, isolò, col dito, sono che t1na manifestazione dello stato ge· la prostata dalla st1a loggia e ne la lussò al nerale, che una localizzazione dP11' infezione di fuo1·i. Essa venne così a situarsi sulla faccia urinaria che ha invaso altri organi ed in ante1·iore del retto disopra allo sfinter·e anale· particolare il rene e le vie superiori. Essi in qt1esta nuova sede cessava d'apportare non costituiscono che un epifenomeno che può ostacolo al catete1·ismo, come po tè constatarsi subito. La ferita pe1·ineale fu chiusa, previa. ave1~e una certa importanza, aggravandosi in seguito colla suppUI~azione, ma che modifica apposizione d't1n òrenaggio, tra retto e proin gene1·ale assai poco il decorso e la prognosi stata. L'esito fu dei più favorevoli: dopo una della malattia. In t1n secondo gruppo di fatti 1 orchite è q11indicina di giorni si potè togliere la sonda dovuta alla propagazione dell'infezione uretro- a permanenza e subito la minzione spontanea prostatica per la via deferenziale, sovente fu sufficiente ad evacuare quasi completacolla causa occasionale del cateterismo, quasi mente la vescica. La prostata si atrofizzò in sempre contemporaneamente ad una esacerba- progresso di tempo talchè, meno d'un mese zione dell'infezione prostatica; la sua mani- dopo l'operazione. l'esplorazione non permetfestazione è accompagnata da segni generali te,ra di riscontrare alcuna nodosità prerettale. più o meno b1·uschi come in tt1tte le orchiti Il solo inconveniente provato dall'infermo fu tenesmo rettale, durante i primi quattro infettivo d origine uretrale. 1") .

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SEZIONE PRATIOA

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giorni, che f11, del i·esto, vìnto con dei clisteri freddi. J ABOULAY con la sua denzu/,azione della pro· stata, come Cltra dell'ipertrofia, fa qualcosa di molto analogo. Il processo di Delagénière è ingegnoso e razionale, ma è da ricordarsi che l'isolamento della prostata non è sempre così facile, come nel caso dell' A. T. FERRETTI.

Non è incapsulato. Non si agglutina vuoi col siero di sco iattoli convalescenti, sia con quello umano. Il P A YNE ed il PoYNTON considerano questo organismo come un diplococco; i tedeschi lo definiscono ordinariamente uno strepto· cocco. Stando all'osservazione degli AA., l'appaia· mento dei cocci è assai marcato nelle culttue recenti e in modo speciale nelle culture originarie in terreni fluidi o in agar-agar; le MALATTIE INFETTIVE catene si 1·iscontrano nelle culture in gela· tina, ma assai di rado. Nelle ulteriori culture la disposizione a ca. Biologia dcl reumatismo acuf o e processi 11101·bosi tena diventa più marcata; le culture in latte \ associati. o in brodo fortemente alcalinizzato presen· tano spesso lunghe catene, che in certi ca.si (BEATON e A.INLEY 'VALKER. Eritisli inedie. Jourual, 31 gennaio 1903). possono andare da un estremo all'altro del campo del microscopio (imme1·sione all'1/ 12 Gli .A.A. parlano clel reumatismo acl1to e in olio). degli stati morbosi associati, cioè: artrite, p e· Nei tessuti, per esempio, nelle vegetazioni rica1·dite, miocardite, endocardite, noduli sot· dell'endocardite, si presenta per lo più ap· tocutanei, co1·ea. alcune fo1·me di tonsillite, ed paiato; ma non di rado anche in catene coun numero ronsidereYole di casi di end ocar· stituite da mezza dozzina di individui o più. dite ulcerativa. Dal punto di vista clinico. Gli AA.. preferiscono la denominazione di ~ tutti questi processi morbosi hanno di comune « micrococcus rheumaticus » . il carattere clell'.infettività e non di i·ado presen· ta.no l'immagine di ciò che potrebbe chiamarsi Oaratte1·i cziltu1·ali. a buon rliritto una « setticemia attenltata » . Dalle ct1lture fatte in un caso di reumatismo Do})O le nume1·ose ricerche istituite per la cleterminazione dell agente patogeno specifico,. acuto ed in uno di corea e messe in confronto fr·a i tanti microrganismi citati ft1 preso con la cultura di uno streptococco ottenuto da. specialmente di mira, negli ultimi anni un un processo ordinario di setticemia , si vede micrococco descritto dal TRIBOULET nel 1898 che nei caratteri ordinari di cultura dell·or· e dal WASSERM.A.NN nel 1899. Il p .A YNE ed il ganismo non v'ha nt1lla che valga a distin· gue1·e il micrococco r eumatico da qualsivoglia PoYNTON ottenne1·0 questo microrganismo da non meno di 18 casi di reumatismo acuto e altro streptococc0. lo i·itennero come l'ag~nte patogeno specifico È il 111 icrococco 1ino st1·eptococco 01·di1za1·io ? di essa malattia. Gli AA. istituirono a questo riguardo spe· Il MARMOREK osse1·vò che se un ambiente ciali 1·icercùe nei casi di reumatismo ed iso- fluido, nel quale abbiano vissuto gli streptolarono un micrococco identico a quello otte- cocci di origine umana, lo si filtra e lo si nuto dal TRIBOULET, dal w .ASSERMANN, dal libe1·a dai microrganismi e quindi lo si ado· P .AYNE e PoYNTON, dal l\iEYER e da altri. Lo p era di nuovo quale terreno di cultm·a, i stesso microrganismo lo si può ottenere dagli batteri gene1·almente possono germogliare in individui affetti da co1·ea; le inoculazioni detto fluido, mentre gli streptococci di 01·igine negli animali possono produrre accessi tipici umana non vi si sviluppano affatto. Laonde cli ret1matismo acuto. Gli AA. isolarono que- questo liquido può se1·vire a dete1·minare se to mi0rorganismo in 15 casi, di cui 8 di i~eu­ un dato microrganismo ottenuto dall'uomo sia matismo acuto, 3 di corea e 4: di endocardite o no identico agli streptococci ordinari del· acuta in individui ammalati di re11matismo. l'uomo. Il l\iARMOREK, valendosi appunto di Nella maggior parte dei casi il microrga· questo mezzo, è venuto alla conclusione che nismo fu ottenuto allo stato di cultura pura· tutti gli streptococci t1·ovati nelle infezioni nel materiale di autopsie ft1 trovato qualche umane sono identici; però quanto a quello ' rolta insieme col bacte1·iu1n coli, due volte con della scarlattina ammette che abbia una leg· lo stapliilococcus albzls. gera. differenza. Gli A.A. applicarono siffatto metodo in due Oa1~atteri 1nic1·oscopici: 11zo1fologici e cro11zici. casi~ ed ebbero risultati positivi. Micrococco sottile, disposto a due a due o Svilzlppo del 1nic1~ococco ren11zatico . a brevi catene. in te1·re1zi di czlltzi1·a alcalini: /01~11zazio1ze acida. Si colora col reattivo Gram secondo la mo· 11 micrococco re11matico si sviluppa bene in dificazione del vV eigert. Si colora bene con le ordina1·ie sostanze terreni di cultura alcalini, ed anche se fortemente alcalini. Durante il suo germoglio si coloranti. 5 •

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produce un acido di c11i s' ignora la natt1ra. embra però che non si tratti di acido lattico.

8pe1· i11ze1zti negli a1zi)1zali. L'azione di questo micrococco fu esaminata in diciassette scoiattoli, e con i~isultato positivo ; in seguito alle inoculazioni endovenose compa1--vero i seguenti disturbi, cioè: febbre, dimagramento, monoartrite, poliartrite, paresi degli arti, pericardite, setticemia e morte. Al· cuni degli scoiattoli che furono inoculati due o tre volte successivamente, ebbero anche due o tre accessi successivi di artrite acuta; uno scoiattolo, che è ancora in osservazione, ne ha avuti quattro corrispondenti a quattro inoculazioni diverse. Le culture adoperate erano in glicerina-agar alcalinizzata e di circa 24 ore d'inoculazione. Il sangue è un terreno di cultura necessario pe1· conse1--vare a lungo la vitalità e la virulenza del micrococco; però parte del materiale sanguigno ha l'inconveniente di contenere sem· pre qualche filamento di fibrina che penetrato nel circolo può arrestarsi sulle corde tendinee del cuore o produrre emboli nel polmone. Gli AA. perciò stanno ora sperimentando le culture in tt1bi di agar cui aggiungono sangue sterile e defib1--inato, quando essi tubi hanno la temperatu1·a di 40°, e che fanno quindi i·apidamente freddare: si ha così una superfici e liscia di agc-tr, impregnata di sangue inalterato.

Dosaggio delle czllizlre nsate 1ielle inoczilazio1ti. 1. Dosi grandi. Sei o più culture di agar determinano la morte entro 2! ore. L'autopsia rivela d'ordinario: abbondante essudato nel cavo pe1·icardico, e qualche ·v·olta in quello pleu1·ico; t1otevole dilatazione del cuore ; talora vegetazioni sulla mit1--ale, di J·ado sulla trict1 sp id~ ; articolazioni tumefatte e talora contenenti essudato. Il n1icrorganismo si ottiene, in cultura pt1ra, dal sangue, dagli essudati, dalla orina. Lo si i·iscontra pure nelle sezioni delle val,role e nelle sino,riali delle articolazioni. 2. Dosi 111oder·ate. La morte segue entro tre a sette gior11i, al più tardi dopo tre settimane. L'autopsia ri,rela: essudato limpido o misto a sangue nel cavo perica1·dico, talvolta anche (>Ssudato nel cavo pleurico; nelle articolazio11i e n elle guaine tendinee si ha un essudato 01'a chiaro, 01·a to1·bido, ora purulento. Il micror· ganismo può essere isolato, in cultura pu1·a, da ti1tti gli essudati, come pure dal sangue. 3. Dosi ]Jicco!e. Tanto le culture dell'organismo 01·iginario quanto qt1elle ottenute dal cuore clegli animali uccisi come nei nùme1'i 1 e 2, danno luogo ad artrite acuta, sia unica, . . ia multipla, e con tendenza a guarigione completa. Una seconda inoculazione produce d'ordinario un secondo accesso. Gli AA. non riuscirono a provocare speri· mentalmente processi rronici a carico delle valvole del cuore, nè tampoco l'endocardite (6)

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fungosa, siccome fecero il PAYNE e PAYNTON. Se non che il VERNON 8H.A.w, servendosi di cultura somministrata dagli stessi autori. ot· tenne endocardite ed infarti viscerali. In seguito alle inoculazioni del mic1·ococco reumatico gli AA. non osser,rarono mai svilupparsi la corea; solo in un caso constatarono spasmi violenti a carico del capo in un animale in cui s'era già sviluppata una mo· noartrite ventiquattr'ore dall'inoculazione; in un altro animale affetto da poliartrite si ebbe paralisi di ambo le estremità posteriori. Il micrococco reumatico in ce1·te condizioni può dar luogo alla suppurazione. Così gli A A. produsse1·0 una volta una pe1·itonite suppura· tiva e due volte un ascesso sottocutaneo in corrispondenza del punto ove venne inoculato il micrococco. Le inoculazioni sottocutanee fatte in pic· cola dose danno origine ordinariamente ad infiltrazioni locali, che conducono alla forma· zione di un nodulo fibroso. Dott. E. GuGLIELMETTI.

.Artrite da pneumococco. (HERRICK.

A11ier. Jo11r1i. of tlie 11ted. sciences, n. 36!).

L'artrite da pneumococco si manifesta durante il decorso o anche nella convalescenza di una pulmonite cruposa : qualche volta può manifesta1'"si ancl1e tre settimane dopo la crisi. È una affezione relativamente rara. L'autore è riuscito a i·accogliere in tutto 52 casi dei quali ventuno sono stati osservati da lui stesso e gli altri sono stati tolti dalla letteI'atura. Da questa statistica 1·isulta che l'ar· trite da pne11mococco è più frequente nel sesso maschile (85 °1 0 ) : questo fatto forse di· pende da che l a pulmonite più frequentemente si osser,Ta nei maschi nella pratica ospitaliera e che questi più facilmente vanno incontro all'alcoolismo, al saturnismo o ai traumi, con· dizioni tutte che predispongono alla localiz· zazione del pneumococco nelle articolazioni. L'età nella quale questa a~fezione si manifesta con maggior frequenza va dai 40 ai 50 anni. In gene1·e la lesione è monoarticolare (61.5 °I 0 ) più spesso sono interessate le ·grandi artico· lazioni e tra queste q nella che più facilmente rimane affetta è quella del ginocchio : d'altra parte le articolazioni degli arti superiori in genere sono sede della lesione un po' , più spesso di quelle degli arti inferiori; però la differenza è insignificante. Il reumatismo, la gotta ed i traumi p1·edi· spongono alla affezione. La produzione di un locus minoris i·esistentiae in cor1·ispondenza di una articolazione in seguito a traumatismo,


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SEZIONE PRATICA

il quale in tal modo predispone alla localiz· znzione del pneumococco, è stata anche dimo· strata sperimentalment ; infatti la inocula· zione di questo germe entro le ,~ene facilmente dete1~mina una artrite. suppu1~ati,ra qualora la articolazione sia stata precedentemente lesa: in caso contrario la ma11ifestazion~ cli una al'trite è rara. La infiammazione può riman e1~e localizzata nella sinovia oppure può interessare le car· tilagini e le ossa. Può anche estendersi ai tessuti pe1·iarticolari. Nei casi nei quali l'anda· mento della affezione è suba.ruta la lesione produce in genere clelle alterazioni piiL di· struttive a carico della articolazione. I sintomi sono i medesimi che si riscon· trano nelle infiammazioni in genere, a cute o croniche, delle articolazioni: la puntura esplo· 1·ativa clà esito a cl un liquido nel quale al1 ~same batteriologico si i·iscontra lo pneumococco di Frankel. I sintomi generali possono essere cl i poca entità, la febb1·e può essere leggera ed il polso quasi normale. Altre volte invece la t c·mpe1·att1ra è alta il pol o frequente, la ling11a asciutta. e vi pt1ò esser delirio: questi sintomi indicano lLno stato di grave tossie1nia o anche di setticemia. La prognosi è gra,Te specialmente in seguito ulla setticemia o anche alle possibili localizzttzioni in altre pa1·ti del corpo (meningi, ])leura, pericardio, ecc.). La mortalità è del 6:> 0 1 0 • Però si possono avere clelle guarigioni ~i)ontanee a ' Tolte anche in casi di essudato purulento. La cura de,·e consistere nella pronta incisione e drenaggio della a1'ticolazione. Se l'esudato è sie1·oso si cm·erà l'art1·ite con l'aspi· I'nzione, col riposo e con la compressione. ~I. FLAMINI.

PSICHI A TRIA Gli stati an iosi nelle

n1alatti~

mentali.

(Dott. GASTON LALAN~E. Congresso dogli alienisti e neurologi francesi, Ga.~. ltebd. tle Métlecine et de Cliirnr.r1ie, n. 64).

L' A. ha voluto studiare un sintomo f1·equente a trovarsi nelle nevrosi e psicosi: l'ansietà od angoscia. Gli stati ansiosi sono definiti dall' A. 0ome stati di incertezza, d'agitazione, cJi turbamento con un senso di malessere e <li pressione nella i·egione precordiale e che c:>mprendono tre gradi: l'inquietudine, l'an· sietà e l'angoscia. Nel primo grado esiste depressione, ti·istezza, apprensione; il soggetto è in p1·eda ad irritabilità, instabilità, ecc. In un grado più

51~

avanzato, egli vive nell'attesa di avvenimenti penosi; nel grado ancor più avanzato, esiste angoscia con un 1nalessere sempre più intenso e profondo, e si può gi11ngere. alla morte. Esiste enorme apprensione, pallore, sudore freddo, presentimenti lugubri, paura cli morire. La sintomatologia cli questo stato è sempre la stessa in tutti i casi. Può esservi anchP fisiologicamente ln soggetti normali pl1rchè sia causata legittimamente; molto più fre· quente si i·iscont1·a in casi patologici. In que· sti ultimi casi, noi possiamo ave1·e 1 a.nsia sia nelle psicopatie come in altre malattie. L' A. distingue nettamente queste forme e dopo aver pa1~lato degli stati di ansia negli stati febbrili, nell av,relenamento nicotinico, da oppio e da ossido di carbonio, come anche nelle emor1·agie intestinali, viene a parlai·e clell'ansia nella neu1·astenia, ricordando il quadro fatto da KAA1'1, HECKER, FREUD delle (( Nevrosi di angoscia » . Ricorda anche il la,roro di HARTEMBERG, che vorrebbe .clistingl1ere la nevrosi d'angoscia dalla ne11rastenia propriamente detta, e conclude col dire che la nevrosi d'angoscia costitui1·ebbe uno stato intermedio tra le nevrosi e le ])Sicosi, le quali avrebbe1·0 come base l'ansia. Parla poi delle psicopatie ansiose, sotto il qual titolo potrebbero essere 1·aggruppate certe forme di vesania che non si sviluppano a cl un tratto, ma solo dopo chP gli infermi, . . per un tempo più o meno lungo, sono in i)reda all'ansia. Nel periodo di stato si ha angoscia nei suoi differenti aspetti, e forma il delirio, che presenta nella sua maniera d'essere e nella sua evoluzione, una vera sistematizzazione, ciò che non avviene nelle psiconevrosi. Esistono costantemente disturbi della sensibilitft. analgesia od iperalgesia, parestesie di div·ersa natura, ecc. Da,} lato psicl1ico si 11anno disturbi nella rappresentazione mentale metabolismo, e possono giungere ad un delirio f1i negazione. In ~ene1·e si hanno anche disturbi })Sico-sensoriali molteplici, più specialmente allucinazioni uditive elementari; più frequentP.men.te ancora IP allucina7.lioni verbo-motrici del 8ÉGLAS. Si possono anche avere allucina· zioni organiche dovute a lesione della coscienza viscerale. Il tipo morboso vien distinto dall' A. in diverse forme. I l tipo più completo si ba nella malinconia ansiosa, ma pub trovarsi anche nella malinconia ansiosa transitoria. L' A. poi parla delle psicosi di ossessione progressiv(l. a proposito della qual forma esistono due opinioni che dividono il campo degli osserva· tol'i. Alc11ni negano qualunque trasformazione delle ossessioni in psicosi ed altri l'ammettono. Esistono dei casi nei quali 1 idea fissa. os· sessiva può di,,.enire idea fissa delirante, ed è allora che la nevrosi di angoscia fobica giunge alla malinconia ansiosa. L ansia può essere un sintoma che si riscon· tra in altrB psicopatie. Così può i·iscontrarsi

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IL POLICLINICO

negli stati prodromici maniaci, nella rualin· conia,, nella pazzia circolare nei perseguitati n1elanconici, nelle psicosi òa intossicazioni; e REGIS }3one l'ansia i11 13rima riga nei disturbi psichici che si riscontrano nelle intos· sicazioni. A..nche nella paralisi generale può a,ppa1·ire l'ansia, in tutte le forme e in t11tti i pe1·iodi della malattia. La chiara esposizione fatta dall' A. clegli st11dii fatti finora sopra t1uesto sintoma tanto comune negli stati ne,·ropatici e psicopaticj è di g1·andissimo interesse e pone in guardia il medico per la diagnosi clefinitiva e sopratt11tto per la prognosi delle clive1·se malattie alle quali l ansia è congiunta. Dott. GUIDI ...

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accorta per la prima volta d'una tumefazione del lato destro dell'addome; tumefazione, che si era accresciuta progressivament~, specialmente dal 20 novem bi·e in poi. All'esame della piccola, malata si nota un ad· dome sviluppatissimo, una tumefazione nel ce11tro del fianco e dell'ipocondrio destro e sotto la pelle una circolazione venosa complementare più sviluppata dal lato destro. Il tumore, che occupa tutto il lato destro dell'addome si confonde in alto con il fegato, in basso arriva fino alla, fossa iliaca e all'indentro sorpassa la linea mediana e arri'\1 a fino al margine esterno del muscolo retto sinistro. Alla palpazione il t.umore si presenta liscio, regolare. Alla palpazione combinata si sente benissimo il contatto lombare, però la massa neoplasica esLa sifilide come ca usa, d i pazziH. sendo co11sitlerevo1e non si riesce acl avere il bal(MOTT. Britisli Medical Jonrnal 18 ottobre 1902). lottamento, ma una trasmissione in ma~sa. Non è In questo suo lavo1·0 l' A. ricorda come l'in- possibile imprimere al tumor~ alcun movimento di fezione luetica e l'alcool siano le due più po- lateralità. La percussione per tutta l'estensione del tenti cause occa,sionali delle psicopatie. La tumore dà un suono ottuso, che si confonde in alto sifilide agirebbe in diverse guise sui centri coll'ottusità epatica senza alcuna zona intermedia ne1..vos i, sia apportando un trauma psichico, sonora . ia come \eleno potente che indurrebbe una .As$ente la sonorità colica davanti il tumore. alte1.. azione organica del ce1·vello. Tale alteraAlbumina, zucchero, pigmenti biliari assenti nel~ione si manifesterebbe a seconda che si tratti clell'agente luetico ''"ero e proprio, o come ve- l'urinct, niente di anormale al microscopio. La mnrlre afferma. di non averb mai constatato l'ematuria. Il nuleno parasifilitico. Entrando nel vivo clella questione, sulla i .. e. mero delJe minzioni è diminuito, la bambina bagna !azione cioè tr·a sifilide e par<llisi progressiva, solo i pann i due volte al giorno. Non è possibile l' .A . rico1·da le diverse opinioni degli autori palpare il rene sinistro. , ull'importanza che -deYesi dare alla sifilide ALBARRAN fece diagnosi di tumore renale destro come agente essenziale nella paralisi generale. probabilmente misto ed il 2-2 dicembre procedette Ricorda le inoculazioni cli , ..irus sifilitico fatte all'operazione. clal KRAFFT·EBING in dementi paralitici senza Operazio1te. - Laparotomia laterale sul bordo avere mai sifiloma iniziale; i·icorda tutti i ca.si finora studiati di paralisi progressi,~a giovanile esterno del muscolo destro, incisione estesa dal· nei quali fu sempre messa in rilievo lues ere· l'orlo costale fino all'arcata crurale. .Al di dietro del peritoneo parietal~ anteriorG, il rlitaria ecl infine giunge arl ammettere che })er lui non esiste paralisi generale senza si- tnmore si presenta ricoperto dal foglietto posteriore della sierosa. Il colon ascendente appiattito filide. Dott. Gum1. è ricacciato all'indietro. L'aderenza della. sierosa ~--~--~-----~---------------------~~~~~ col tumore è così intima, che si deve proceclcre alla nefrectomia sottocapsulare. Inciso longitudi· nalmente un0 strato assai spesso, si scopre una grossa massa neoplasica policistica dall'aspetto di Tu111 1re 1•olicis1ico 1•eri rc11alr S\'ll uppatosi ltna mole idatiforme. L'altro rene è bene a posto. da l cor1•0 di \\Tolff". Previa. decorticazione sottocapsulare si esporta la grossa massa neoplasica. Si procede in seguito con NelJa sedlLta del 28 gennaio 1903 della oci0tà gran difficoltà all'estirpazione della. capsula, cl1e è <li Chirl1rgia, I . .A.LBARRAN ba pres<:;ntato una bambina, dell età cli 10 mesi, ~11a quale ave,Ta aspor- ancora più spessa in alto, dove si confonde con la capsula proprja clel rene e aderente al fegato. Si tato un , ..oll1minoso tumore perirenale-policistico. La ban1bina era stata accolta all'Hòpital Herold asporta. pure il rene appiattito a peduncolo dissociato, essendo impossibile conservarlo. Assenza di il 7 dicembre 1902. Era stata sempre bene fino all'etft cli 5 mesi. nella q11ale epoca, la madre aven- gangli ingorgati. Insieme alla capsula si è estirpato quasi tutto il peritoneo posteriore . .Applicaziono di <lole somministrato qualche alimento solido, era drenaggio e chiusura della breccia fatta per tre tata affetta da diarrea verd~ per la durata di 15 piani di sutura. giorni circa. Tre mesi prima di entrare all'ospeDurante l'operazione la bambina ebbe una sin· lla.le, la bambina aveva ripreso l'allattamento. Al i)rincipio del mese di ottobre 1902, la madre si era cope, quando veniv·a decorticato il tumore. I quattro •


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SEZIONE PRATICA

giorni seguenti all'operazione la temperatura ar· rivò a 38°,7 per ricadere in seguito alla normaJe. Iniezioni sottocutanee di 250 gm. di siero per una settimana. .Allattamento ripreso al secondo giorno, drenaggio levato ~l quinto giorno. Attt1almentt) la bambina è ingrassata ed in eccellf\nti condizioni di salute. E:;anie llel t1111iore. - ALBARRAN presentò pure il pezzo anatomico. È un tumore di ~2 cm. di lunghezza, di 20 cm. di spessore, di 22 cm. di larghezza e del peso di tm chilogramma. Nell'interno della capsula del tumo1·e si trova ttna massa composta d'un numero infinito di piccole cisti del vol11me d'una testa di spillo a quello d'una ciliegia e solo qualcheduna si presenta come un grosso mandarino. Tutte queste cisti contengono un liqt1ido chiaro o giallastro, flui· tlissin10 o filante. Il rene appiattito, ricacciato in· <lietro dal tumore, è ~vviluppato dalla propria capsula, che lo separa completamente dal tumore. La n1età st1perire del bacinetto ed i calici dipen· denti sono dilatati. Parenchima renale sano al di fnori dei fenomeni di compressione. Assenza di cjsti nel rene e nel fegato. E8rtlllf. istolo,qico. Lo stroma del tumore è for· mato da tessuto connettivo a differenti stadii di svilU})po, è embrionario mucoso in alcune porzioni, qt11tRi dapertutto è fibrillare e presenta delle cel· lule aJl11ngate. Nella stroma esiste q11alche fibra n1uscolare liscia., assenza di fibre striate. Le cisti presentano un rivestimento epiteliale Cltbico più o meno appiattito, molte internamente contengono <lelle formazioni endogene sotto forma di grosse papille, ricoperte dallo stesso epitelio. A fianco clello cisti si trova un gran numero di tubi epite· li ali, che sembrano tubi del corpo di W olff ancora poco sviluppati. Assenza di formazioni glomer11lari. Da questa descrizione si rileva la presenza di t1n tt1more policistico perirenale. L'indipendenza assoluta del rene dal tumore e l'assenza di cisti nel parenchima renale, lo studio delle cisti più piccole e la pre 3enza di numerosi tubi epiteliali fanno ammettere, che il tumore ha preso origine dal corpo di W olff. L'A. ha trovato nella letteratura 64 casi di tu· mori perirenali nell'adulto e 6 casi nei fanciulli. In quanto alla parte, che il corpo di Wolff può prendere allo sviluppo di questi tumori, l' A . ri· corda i due casi di cisti semplici retroperitoneali osservati da LOKWOOD, nei quali quest' A. trovò un epitelio, che fa pensare all'origine wolffiana. Ri· corda pure l'osservazione di HARTMANN e LE O:IDNE, che trovarono dei tubi della struttura dei canali di Wolff in un voluminoso tumore perirenale, so · lido, constituito di lipoma, mioma e sarcoma. Ri· corda infine un'osservazione di HELLING su un tumore perirenale cistico, in cui l'esame istologico I

ha rivelato essere un endocarcinoma papillare ci· stico. Per ciò che riguarda il rene policistico congeni· tale, l'ipotesi dell'origine "v·olffiana di questi tumori, fatta da BIRCH·HIRSCHFELD non è ammessa non essendosi ma.i visto un tumore policistico nato dal corpo di W olff. Ora, il tumore asportato in questa bambina è appunto policistico e d'origine wo]ffiana e fino ad oggi è il solo esewtpio di tumore policistico perirenale. Parigi, 10 febbraio 4903. Dott. FILIPPO OuTURI.

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

PARTICOLARI

R. ACCADEMIA MEDICA DI ROMA. Seduta

ordinaria del 25 gennaio 1903.

Presidenza, prof. E. Ma1·chiafava, vice-presidente. Il socio prof. O. Pa1·isotti commemora il defunto socio, prof. G. Colasanti, ne pone in giusta luce i me· riti scientifici e didattici e termina cosi: « L'in11amo· rato della scienza alla scienza legava ogni suo avere nei suoi cultori, morendo nell'amplesso della scienza, circondato dagli allievi suoi affezionati. Voi che del Maestro riceveste l'ultimo respiro, siatene orgogliosi, ricordatevi sempre del maestro buono quanto bravo. E quando a voi, alla vostra volta maestri, gli allievi dimanderanno chi fu il prof. Colasanti, che provvide agli studi loro, ri· spondete : Fu un entusiasta della scienza, che vi amò per la scienza senza conoscervi, solo perchè avreste studiato !... )) Il socio· prof. Businelli riferisce sttll'azione del clo· ruro di adre11,alina uelle ;pere1nie congizintivali e fa ri· levare inoltre l'utilità che se ne p11ò trarre in certe operar.ioni di oèulistica. Il dott. V. Montesano comt1nica alcune osservazioni s 7ill' uso del 1iitrato di argen,to vella vagi21ale propria clel testicolo nelle i1ifia1n1nazioni bleuorragiche di questa . ~ Il prof. Padula rende note alcune sue modificazioni al metodo, cosi bene ideato dal prof. Campana, per l'operazione di fi1nosi. Riferisce inoltre, con molti dettagli, circa la vera, precisa topografia del canale di Hunter. Il dott. Scaffidi, premesso tutto quanto si sa circa lo stato della questione, comtmica alcuni suoi studi sull'istoge1tesi del glio111a clelt~ retina. Il dott. Sereni rende note alcl1ne sue ricerche sulla tras11iissibilità dei parassiti della nia laria dalla niadre al f eto . Viene alle seguenti conclu· •

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IL POLIOLINIOO

a) la presenza dei parassiti malarici nel san· gt1e e negli O!gani di un neonato da madre mala·. rica, esaminati subito dopo la sua nascita, non è stata finora mai constatata in maniera certa ed in· discutibile ; b) la mala.r ia della gestante ha invece note· vole influenza sulla durata della gra,ridanza e sullo sviluppo del feto ; c) l'accumulo di parassiti malarici, nei loro vari stadii di sviluppo nella porzione materna délla placenta dà ragione tanto dell'aborto che del parto prematuro, cosi frequente nelle gestanti con infezione palustre; d) nella secrezione lattea delle malariche non sono mai stati riscontrati i parassiti patogeni di tale malattia. ·

8001ETÀ LANCISIANA D1•1GLI OSPEDALI DI R01\1A. Seduta del 24 gennaio 1903. Presidenza, prof. E. Marchiafava.

O. Margarucci. Ferita dell'arteria iliacq, esterna. - L'O. presenta un uomo, il quale un anno in· dietro cjrca riportò una ferita di coltello all'inguine sinistro, non accompagnata da grave emorragia nè penetrante in cavità. La ferita rimase tamponata. Al sesto giorno si ebbero segni di emorragia e si formò un ampio ematoma sottoperitoneale occupante la fossa iliaca interna. Un mese dopo il ferimento una nuova imponente emorragia arteriosa si veri· ficò attraverso l a ferita non ancora cicatrizzata e _ suppurante. L' O. intervenne mettendo allo scoperto i va::;i iliaci col taglio di Cooper e trovò un'apertura sul1'arteria iliaca esterna, nella sua porzione terminale, al disopra del ligamento falloppiano. Egli pose due legatl1re sopra e sotto la soluzione di continl10 (rispettivamente sulla iliaca esterna e sull' inizio . della femorale) ed escissa il tratto intercettato dalle due legature lungo circa 4 centimetri, dal quale si originavano l'epigastrica e la circonflessa iliaca. Tosto Rcomparve il polso dai vasi periferici. La ferita guarì quasi per seconda e in bre,re l'infermo tornò alle s11e occupazioni, senza aver avuto il più piccolo accidente in conseguenza della s11bìta operazione. . L' O. mostra i tracciati sfigmografici recenti delle due pedidie, i quali presentano una marca.· tissima differenza nell ampiezza e nella conforma· zione delle oscillazioni e si sofferma ad illustrare alcune pat·ticolarità del caso clinico presentato. G. Parlaveccbio. Domanda perchè, dopo la legatura, procedette alla escissione del tronco arte• r1oso. O. Marga1·ucci. Perchè con questa resezione ebbe campo di poter isolare e legare le collaterali, dalle quali avrebbe potuto rinnovarsi l'emorragia. Inoltre 11 (\\

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i monconi st1periore ed inferiore, grazie alla loro elasticità, poterono dopo interrotta la. continuità del tronco arterioso, ritrarsi in mezzo a tessuti sani, allontanandosi dal cavo infetto.

V. Giudiceandrea. Contr;buto allo sf'adio delle pro· prietà enzolitiche del siero di sangne u1rta1to placen· tare, ed i1t co1tdizio11,i patolo,qiclte. - Servendosi del metodo di London 1'0. ha. esperimentato sul sangue di bue, coniglio, ca'\'ia e pollo le proprietà emolilitiche del siero di sangue placentare. Ha trovato che il detto siero non produce emo· lisi che SlÙ sangue di coniglio. Esso inoltre si è mostrato inattivo sul sangue di alcuni malati di tifo, in diverso periodo della malattia. Il siero di sangue dei tifosi si comporta egualmente come il siero placentare sul sangue di bue e di pollo; ha azione emolitica anco1• più mar.~ata sul sangue di .coniglio. Il fatto più notevole è che il siero tifoso prodt1ce emolisi evidente sul sangue di cavia, a differenza del siero placentare o. del siero del sangue normale estratto dalla vena. Nella convalescenza il detto potere emolitico in un caso era notevolmente diminuito. In un altro malato era già e1·idente nell'8° giorno della maJattia. Per questa azione sul sangue di cavia il siero di un tifoso differisce notevolm~nte dal siero di un malarico, che si comporta negativamente, come quello normale venoso e placentare. In alcune con~ tingenze questo fatto potrebbe anche avere qualche importanza diagnostica. Dott. A. GAROFALO. A proposito della discussione sulla sutura delle ferite del cuore avvenl1ta alla Sonietà Lancisiana e riferita nel fascicolo precedente del nostro gior· nale. il dott. PECORI ci prega di aggiungere che egli rispondendo al socio IMP ALLOMENI osservò che il suo ferito del cziore 11zorì pri11ia che fosse co1npizito l'atto operativo, qui1tcli egli n.ol't potè avere af· fatto l'idea di tampo1tare o J11e1io la j'er;ta: l'auto· psia confermò l' estre1na sottigliezza e lacerabilità del niiocarà;o nel sno caso. (A. G.). ACCADEMIA MEDICO-CHIRURGICA DI FERRARA. .. Seduta c1el 30 gennaio 1903. Presidenza prof. E. Cavazzani.

C. Minerbi ed E. Tedeschi. Atcn1ti nffovi casi di « fa ei es f azi1iica ». Gli AA. comunicano due nuo'i casi di « facies faunica » da aggiungersi agli altri dieci pubblicati nella « Revue Neurologique » del 15 novembre u. s. Nel lavoro precedente i due autori avevano messo per i primi in luce un sin· tomo speciale, lma singolare protuberanza non di rado simmetrica sul fronte di alcuni individui, la quale dà loro una strana rassomiglianza colla fi· gura mitologica del Fauno; rassomiglianza resa spesso completa dalla presenza di altri caratteri somatici e psichi·~i.


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SEZIONE PRATICA

Gli autori hanno creduto utile riferire i nuovi casi, non so~o per dimostrare che il tipo clinico da loro isolato è abbastanza frequente, ma anche per provare ulteriormente la sua. significazione di carattere degenerativo· poichè anche i nuovi ca.si sono stati, co1ne t11tti gli altri, osservati in soggetti decisamente neuropatici e con segni degenerativi assai spiccati. I due nuovi casi lasciano indecisa la qt1estione se, come pare, la facies fa11nica possa considerarsi llna forma frt1sta di malaria di Recklinghausen; esendo mancata sin qui l opporttmità di praticare ricerche anatomo-patologiche in proposito.

Taddei (anche in nome del dott. Coletti). Ricerche speri111enta li sulle co1ise,qne11ze flell' ojfrontanie1ito tlel!e s11perfic;e 1uncose esfroflesse clella sutura intestinale. - Specialmente allo scopo di impedire la formazione cli uno sprone val,Toliforme, che si osserva generalmente nei vari processi di sutura in· testinale, gli AA. hanno praticato nel tenue di 31 cani la sutura di ferite longitudinali o trasversali, variamente estese, utilizzando quella condi· zione, che si ha spontanea nelle ferite cl ell' intestino e cioè l'estrofle3sione della n1 t1cosa. E ssi hanno praticato 2 piani di sut11ra: uno mt1co-mucoso (superficie epiteliale contro superficie epiteliale) ed lmo siero-sieroso alla L embert. Gli A.A.. hanno constatato ottimo il risultato ope· ratoi·io, semplice la tecnica, completa l'abolizione dello sprone in corrisponclenza della sutura. Studiando i tologicamente il processo di riparazione, che si svolge tra le Sl1perfi cie mucose estroflesse ed affrontate hanno ossorvato talora la presenza di fatti, i quali permettono di sospettare, che il processo applicato con la tecnica sopra accennata possa dar lt1ogo a condizioni patologiche, se non im mediate, consec11tive. Infatti gli A A. mentre contra· riamente alle idee di molti chirurghi hanno con· statato una adesione delle ml1cose, sia per opera di connettivo, che muove dalJa sottom11cosa in corrispondenza dell'apic~ dell'estroflessione, sia per sal· damento dei villi contrapposti, n ei p11nti dove si è sfaldato l'epitelio, hanno osser,rato in 2 casi (dopo 40 e 96 giorni) la presenza di elementi ghiandolari, incll1si nello spessore della matrice ed una neoformazione ghiandolare, che si spingeva profondamente nello spessor e della parete intestinale. In seguito a q11esti reperti, gli .A.A.. hanno nel maggior i1umero d L·lle loro esperienze proceduto mediante il raschiamento alla esportazione più o meno completa delle porzioni opiteliali della m11cosa prima di affrontarla colla sutura. Qtta1tdo il raschiamento f11 incompleto, l adesione delle m11cose avviene tanto pii1 facilmente quanto maggiore è il numero e la grandezza dei punti del corion scoperti dall'epitelio. In q11esti casi, pur non avendo ruai con statato

fatti analoghi a quelli ora accennati n ell' intestino suturato senza previo raschiamento, gli .A.A. hanno potuto osservare talora anche dopo · molto tempo nello spessore della matrice intestinale delle ca"\rità gla.ndolari, che si debbono ritener e in rapporto col lume intestinale e che rappresentano i r esidui di qi1egli spazi che sono stati deliminati dalle acl er enze, le quali si sono rivestite di epitelio. Quando il raschiamento fu completo l'adesione (fra le superficie interne delle sottomucose) avviene rapidamente e completamente : è allontanato ogni pericolo r elativo alla inclusione di elementi epite· liali nella cicatrice, per ch è, anche se rimangono tra le st1perficie suturate alcuni fondi ghiandolari, risparmiati dal raschiamento, questi (analogamente a quanto s11ccede della maggior parte delle ghian· dole, quando si pratica un raschiamento più o meno superficiale) "\r anno incontro a degen erare ed a scomparire. Tale degenerazione dipende sia dall'azione trau· nlatica del raschiamento, sia dall'azione costrittrice del connettivo cicatriziale, sia dalla mancanza in questi fondi ghiandolari di ogni scopo funzionale. Gli A A. dopo aver e studia to le fine modatlità isto· logicl1e clella rigenerazione dell'epitelio intestinale, d ei villi e d èlle ghiandole della mucosa, conclu· dono che il processo di sutura intestinale, da loro esperimentato, quando si asportino accuratamente col raschiamento le porzioni ghiandolari e.lolle mu· .cose estroflesse prima di suturarle, offre parecchi 'rantaggi su molti di quelli, proposti per la cura di ferite incomplete dell'intestino specialmen te se tra· s,~ersali . Essi consigliano per la sutt1ra muco-mucosa l't1so della seta e la sutura a punti staccati.

. E. Cavazzani. Szil ntecca1iis11io della saccarifica· z io11e del glicoge1to epatico. - L'O. fa notare la di,Tisione cl ei biologi, in q11elli, che cr edono tale processo opera di un fermento, il quale agirebbe in n:odo i1id;pende1ite dalla cellnla, ed in quelli, cho lo ammet.tono· soggetto ad influenze dei protoplas111a flegti ele11ze1iti cel!nlari del fegato. Esamina e critica i lavori recenti del BIAL e d el PICK, che so· stengono la prima dottrina: e dimostra come i fatti, da essi portati avanti, non siano st1fficienti a dar ragione dei vari fenomeni da molti autori notati in riguardo alla glicogenesi epatica, e come sia sempre più opport11no credere intervenga. un'azione del protoplasma, di quell'elemento, ch e a differ enza degli umori può mutare r epentina.mente le sue attitudini ed è sensibile p er l'intermezzo del sistema nervoso ai muta menti ed ai bisogni di altro proto· plasma pitt o meno da esso lonta,no.

Idem. Szilla presenza flel nucleone nello spern1a e 1iel vih·eo. - L'O., ricordate le ricerche fatte nel laboratorio dell' ..A.nuoco su questo compo11ente degli or ganismi, espone i criteri in base ai quali ha fatte delle determinazioni cli e so nei due ______.

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524

IL POLIOLINICO

umori st1accennati. Per quanto si tratti di una nota preliminare, poco si presta ad un conveniente rias· sunto: ci limitiamo a notare il risultato principale, ~ioè che il nucleone si trova in quantità rilevante nello sperma e presenta oscillazioni di qualche im· portanza, forse in rapporto coll'attività della glan· dola. Lo stesso prof. Cavazzani presenta una memoria del dott. M. MONIER di Liegi, col titolo: La f er· 11ze1itatio1i alcooliq_1,ze e1i l' absence de lev1ire. - · L'au· tore espone una serie di minuziose ricerche, ten· denti a dimostrare, che non si può avere affatto fermentazione alcoolica senza la presenza delle cel· lule speciali del lievito: e ciò in contraddizione alle asserzioni del BtJCHNER e dei suoi collabora· tori. Dott. UMBERTO RAVENNA.

ISTITUTO

DI

CLINICA l\1EDICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI GENOVA.

Co1iversazio1ii cli1iiche. Seduta del 16 gennaio 1903. Presidenza del prof. Maragliano.

Trevisanello (studente). Mezzi niecca1iici 1ielta cura dell' a1iasarca. - Esposti i vari compensi cbe si so· gliono com11:nemente usare nella tera.pia dell'ana· sarca e, disct1ssane la loro pratica utilità, I' A. p~,ssa ai vari rimedi meccanici che sono stati finora pro· posti a ques.t o scopo. Egli s~ ferma principalmente a parlare di un caso degente in Clinica, in cui fal· liti tutti gli altri consueti rimedi farmaceutici, fu· rono applicati i tubi del Sot1tey con notevole mi· glioratnento dell'infermo, per la diminuzione del liquido esistente nelle parti edematose. Dott. A.vanzino. Ha applicato i tubi del Soutey nelle sale dello spedale e in due casi in pratica privata. Crede che siano lltilissimi quando il cuore ha ancora sufficiente forza. Nel caso di accentuata debilitazione del miocardio non crede diano buoni risultati. Dott. Zanoni. Ricorda un caso di fortissimo ana· sarca curato mediante alcune scarificazioni, su cui ,-enivano apposte ventose comunicanti con un aspi· ratore di Potain. Con questo metodo si estrassero in due mesi circa 50 litri di sierosità. E un altro caso in cui con semplici scarificazioni profonde, ina tenendo il malato sospeso coll'apparecchio usato pei diabetici, ed in parte appoggiato al letto, si-ottenne in poche sedute la fuorit1scita di grandissime quan· tità di liq11ido. Dott. Curio. Note cli1i;che i11ior1io ad un caso di nie1ii11gite dip!ococcica. - Riferisce intorno ad un caso di polmonite lobare da diplococco di Frankel, seguito da esito letale ed in cui l'autopsia dimostrò la presenza di una meningite fib1·inosa purulenta diffusa alla convessità e lungo le meningi spjnali. 11 'l"

(ANNo IX, FAso. 17J

La diagnosi di meningite, in mancanza di tutti gli altri sintomi, era stata fatta in vita unicamente in base a due attacchi con,rulsivi epilettifo·rmi com· parsi negli ultimi giorni di malattia; attacchi, che per la loro sistemati?:zazione, facevano i)ensare a fenon1eni da facola.io. Dott. Guyot. Diaforesi locale iii sifilide terziaria ossea. - L' A. riferisce di un ammalato sifilitico nel quale, in coincidenza colla riaccensione di dolori osteonopi sifilitici notò una notevole diaforesi localizzata alle parti, sedi di osteo-periostiti 111etiche. Detto ammalato ebbe notevole vantaggio dalle iniezioni endovenose intensive (1 cg.) di sublimato corrosivo, sopportate con perfetta innocuità. Dott. Sciallero. Il siero di cane 1tornia le 1iell' aV· vele1ian1,e1ito 11iortale speri1nentale da stricni1ia. - In una serie di esperienze che va facendo nell'Istituto per lo studio delle malattie infettive, l' A . ha sor· preso il fatto che il siero di cane anche normale salva la cavia cui sia stata iniettata la dose mortale di stricnina, che dovrebbe farla morire nello spazio di 10 minuti od un' ora circa, e la sal,ra non solo dalla morte, ma ancora, generalmente, dalle convulsioni. Non tutti i sieri hanno questa proprietà, come ad esempio quello di cavallo. Mentre lrt cerebrina fino ad oggi in commercio è tossica. già nella proporzione di 1 eme. per etto di animale, questo siero è innoct10 anche in proporzione qua· drupla e forse più. Prof. Lusena desidera sapere se l'azione antitos· sica del siero di cane può esplicarsi anche in vitro e se sia indispensabile, come i11termediario il corpo della cavia e se l'O. ha fatto esperimenti in pro· posito. Dott. Sciali ero. Non ha fatto tali prove non interessando per il s110 argomento. Dott P. L 1001.

OSSEKVAZIONI CLINICHE

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Contributo alla cura della peritonite tubercola1.. e colle iniezioni iodo-iodu1..ate alla Durante per il dott. Ro?YtOLO }i!ARTINORI.

Allorchè l'illustre ed amato mio maestr J prof. FRANCESCO DURANTE provò con ottimi e convincenti risultati l'efficacia della cura iodica nella tubercolosi chirurgica, volle sperimentare in seguito se la stessa cura fosse proficua nelle peritonite tubercolare. E fu allora che il dott. B1AGI sperimentando nella R. Clinica chirurgica di Roma, potè riferire la completa guarigione di 6 casi, curati in tal modo. 1

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[ANNO IX,

FASO.

17]

SEZIONE PRATICA

Oggidì ormai tutti i medici tengono in alta considerazione la cura iodica e la sua efficacia ed azione viene man mano confermata e resa indiscutibile dalle relazioni, che si hanno in proposito di complete guar igioni. Sebbene n on ancora numerosi siano i casi di guarigione riferiti, pur tuttavia siamo a conoscenza di alcuni gravi, quali quelli rif'eriti dallo STi;;F ANILE, dall' AN TONELLI ed ultimamente dal dott. ADOLFO ARCANGELI, il quale riferisce nel Supplemento al Policlinico, dell'anno 1901, n. 59, pag. 1391, la guarigione completa d'un caso di tubercolosi del peritoneo nel quale, in seguito a laparotomia, si riscontrò che in ambedue le ovaia si aveva sviluppo di una cisti, la cui faccia e --terna era anche cosparsa di granulazioni tubercolari. A me sembra tal caso di grande importanza, poichè fa comprendere come l'atto operativo a nulla abbia giovato, poichè dopo soli pochi giorni, l'addome si ripresentò tumefatto e teso per presenza di liquido. La esclusiva cura iodica valse a gua· rire l'inf'erma e ciò sta a provarne tutta l'efficacia e la pronta azione. Sempre entusiasta della cura dell'illustre clinico ed animato dai buoni risultati che si riferiscono intorno ad essa, volli anch'io sperimentarla e portare quindi il mio modesto contributo. P ..... A .... . di anni 21, contadina. I genitori viventi hanno sempre goduto e godono per· .f'etta salute. La madre ha avuto 3 aborti non consecutivi. Di 9 figli nati a completa gestazione, 4 sono morti in tenera età; ma i genitori non sanno nulla precisare circa la malattia ; solamente affermano che un figlio morì all'età di circa 6 anni per tubercolosi polmonare. I figli viventi, tre femmine e due maschi, hanno goduto sempre perfetta sa lute ad eccezione del figlio maggiore, affetto da vari mesi di congiuntivite granulosa. Dei rami collaterali nulla di notevole. L'inferma accerta di non aver mai sofferto malattie gravi e di essere stata sempre sufficientemente bene fin verso la fine del 1901, epoca nella quale cominciò ad avvertire disturbi viscerali, mancanza d'appetito e na11sea, debolezza generale, .ecc. Nè la malata nè i genitori se ne preoccuparono; ma alla fine del g ennaio 191,2, i sintomi andarono rapidamente crescendo. Mestruata a 17 anni, tale funzione si è però mantenuta regolare fino a tale epoca, nella quale si ebbe ame· norrea ; l'appetito diminuì moltissimo, le forze decadevano sempre più ; notevole il dimagramento. L'addome andava man mano

525

tumefacendosi e l'inferma accusava forti do· lori. Dopo aver consultati vari medici, fu chiamato il dott. ScATOLARI di Riofreddo. al quale rendo infinite grazie per le esatte ed utili n.otizie fornitemi e che qui appresso riferisco. L'egregio collega visitò l'inferma la mattina del 7 aprile 1902 e la trovò f'ebbricitante, con polso filiforme e r~pidissimo (130 pulsazioni al minuto), gravemente dispnoica, con respirazione superficiale. All'esame obbiettivo riscontrò addome voluminoso, tu· mef'atto e teso per abbondante presenza di liquido; alla percussione si aveva ottusità assoluta in quasi tutto l'ambito addominale, eccetto una piccola zona circumombellicale; facendo muovere la paziente su l'uno o l'altro fianco si aveva spostamento della piccola aia timpanica. .Riscontrò inoltre lievissimo versamento pleurico a destra e lievi rantoli crepitanti in tutto l'ambito respiratorio e specialmente agli apici. Date le pessime con· dizioni della malata e specialmente da parte del cuore, somministrò della diuretina e caf· f'eina ed il dì seguente, in cui trovò la malata in peggiori condizioni, eseguì la paracentesi estraendo circa 5 litri di liquido giallo-citrino, leggermente sanguinolento ; però a causa d'un abbassamento del polso e a'una minaccia di collasso, dovè sospendere l'atto operativo, lasciando in posto circa altri due o tre litri di liquido, il che però gli permise di riscontrare gli organi addominali normali per posizione e volume. Dopo ciò continuò a far prendere alla . malata della diuretina ed aggiunse del carbonato di guaia· colo. Il dott. ScA TOLARI afferma che da quel giorno non ha più visto la malata ed il 1° giugno 1902 assunsi io il servizio sanitario locale. Chiamato subito a visitare l'inf'erma, la trovai in deplorevoli condizioni; t enutala in osservazione, ai sintomi descritti dall'egregio collega, si aggiungeva una temperatura giornaliera oscillante dai 37° 5 ai 38°,5, anemia spiccatissima, discreti sudori notturni, defe· cazione alternata da diarrea e stitichezza. L'addome si mostrava tumefatto, specie nei due quadranti inferiori, di forma ovoidale e slargato ai fianchi; assenza di reticolo venoso appariscente, fortissimi dolori. La tumefazione dell'addome era di consistenza duro·elastica; alla percussione si ottiene risonanza ottusa in tutta la regione sottombellicale, che rimane invariabile c~l mutare di posizione dell'inferma; diuresi scarsa, urina fortemente arrossata e con abbondante sedimento; nulla da aggiungere al r eperto del dott. 8 cATOLARI riguardo agli organi t?· racici ; stato generale deperito, nessuna traccia di sifilide nè in atto ~è pregressa. . . Attenendomi quindi al parere degli ~ltr~ medici che visitarono l'inf'erma e dati gli

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LANNO

IL POLICLINICO

IX, F ASC.

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sintomi dell'affezione, conf·ermai la diagnosi di peritonite tubercolare. Sebbene la famiglia f·osse disposta ad inviare la malata in Roma, onde sottometterla alla laparotomia, io la sconsigliai, pregandola a voler tentare prima la cura delle iniezioni iodo-iodurate. -Dapprima l'inferma sfiduciosa si oppose: ma con replicate insistenze, suo malgrado, la indussi il l 0 agosto ad iniziare la cura. A tale scopo usai : Iodio metallico . . gm. 1 Ioduro di potassio . ,> 3 Acqua distillata . . » 100 Così, per 20 giorni di seguito, iniettai nelle masse glutee una siringa di Pravatz al giorno e sebbene già in così breve tempo la malata si sentisse più in forze, sebbene la temperatura non fosse oltre il normale che un poco la sera e la raccolta liquida tendesse piuttosto a diminuire che ad aumentare, la ma · lata (che sperava di poter guarire in pochi giorni) si rifiuta a continuare la cura sicchè io inasprito l'abbancionai. Ma ben presto fui richiamato, perchè la malata accusava forti dolori, l'addome si presentava un po' fiù tumefatto e dichiarò di aver perduto que poco, che nei 20 giorni di cura aveva acquistato. Tornato nuovamente a pregarla di riprendere la cura, ottenni quanto desideravo ed il 15 settembre incominciai ad iniettare una siringa di Pravatz, per 40 giorni, non però consecutivi, poichè, sempre per la stranezza ed indocilità della malata, venivano ogni tanto sospese per uno o due g iorni. Si giunse così al 27 novembre 1902, dopo aver fatto complessivamente 60 iniezioni. In questo giorno la malata spontaneamente mi confessò di cominciare a sentire in verità tutto il vantaggio della curà · ed infatti la temperatura era normale, forze generali aumentate, sudori notturni del tutto scomparsi, dolori moltissimo diminuiti; la diuresi, dapprima scarsa, si fece in segltito abbondante e l'u· rina, prima molto arrossata e con non scarso sedimento, ora era quasi normale per qua· lità; .al>pe~ito aume~ta.to; per?, .malgrad_o le cond1z1on1 ematopo1ettche m1gl1oràte, nmaneva l'amenorrea. All'esame obbiettivo potei riscontrare che l'addome si trovava quasi allo stato normale ed alla percussione notai dovunque risonanza timpanica, fuorchè al quadrante inferiore di sinistra, che si presentava ancora un po' tumefatto e dolente alla palpazione, contrariamente agli altri punti addominali ; così in tutto l'ambito addominale non si riscontra più quella durezza primiti~a . D!1to •1uest.o risultato la malata stessa invoco la continuazione della cura ed allora portai la quantità del metalloide a due grammi per cento. Consecutivamente praticai altre 9 iniezioni,

dopodichè portai la quantità del metalloide a tre grammi. Dopo aver praticato quattro iniezioni in tali dosi, tornò per la prima volta la mestruazione, mentre la malata confermò di sentirsi sempre più in migliori condizioni. Continuò così a f'are giornalmente un'iniezione fino al 23 dicembre, giorno in cui, f'a tto un minuzioso esame alla malata, sospesi la cura, dichiarando l'inferma completamente guarita. ,

E indiscutibile che il caso occorsomi sia stato di una certa gravità, tanto che allorq11ando io visitai l'inferma il primo giorno, dato lo stato veramente deperito in cui la trovai, non ero certo che la cura del professore DORANTE dovesse dare un così buon esito, perchè la malattia era troppo inoltrata. 8e si considera che in questa malata con la paracentesi non furono estratti che soli 5 litri di liquido, lasciandone in posto circa due o tre; se si considera il tempo che trascorse dalla paracentesi all'inizio della cura iodica, nel qual tempo il liquido si riformò in gran quantità e che quindi le condizioni generali della malata erano molto debilitate; considerando le difficoltà d' ambiente e di una rigorosa sorveglianza dietetica, potremo facilmente convincerci che le iniezioni iodo-iodurate sono state veramente prodigiose. Solamente dopo 60 iniezioni, alla dose iodica dell' 1 °/ 0 , si vide chiaro il miglioramento, che per certo sarebbe stato più sollecito se ltt malata mi avesse prestato più fiducia e fosse stata. meno ostinata. Portata la dose dello iodio prima a due e poi a tre grammi, il miglioramento è stato rapidissimo, finchè si è giunti alla guarigione. Ma degno ancora di grande considerazione è il fatto che mediante le iniezioni è totalmente scomparso anche il lieve versamento pleurico, nonchè scomparsi del tutto sono i rantoli crepitanti che si udivano in tutto l'ambito respiratorio e specie agli apici polmonari. La percussione dà ora risultati normalissimi ed alla ascoltazione si riscontra un mormorio vescicolare perfetto ; le respirazioni sono ampie e regolarissime. A che attribuire tutto questo ripristinamento normale in tale inferma se non allo iodio? Non starò qui certo a parlare sulla azione dello iodio, poichè suf fi.oienti sono i numerosi ed importanti lavori che si hanno intorno ad esso. È però indiscutibile che tal metalloide abbia la importante proprietà di 1

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IX, F Aso. 17J

SEZIONE . PRATICA

riattivare l'attività organica, dando così allo ~ organismo una elevata resistenza per la a umentata vitalità d lle cellule contro il bacillo; ma non credo di commettere grave errore volendo anche ammettere che tal metalloide possa avere anche azione diretta sul bacillo di Koch e ciò m'induce a credere i 1 fatt(l che ]e alterazio~ polmonari della mia malata sono andate scomparendo del tutto man mano che io crescevo la dose del metalloide, dosi che la malata ha sopportato per 17 giorni, non risentendone che lie,v i ed incalcolabili • • • mconveruent1. Ed ora mi domando : Quale vantaggio avrebbe potuto ricavare la mia inferma dalla laparotomia? Pur confermando che in talune f'orme di peritonite tubercolare l'atto operativo possa, anche da solo, portar giova1nento, nel mio caso no certo, sia perchè anzitutto n on so se le condizioni d ebilitate dell'inferma l'avrebbero messa in grado di sostenere una t ale operazione; sia perchè, ad ogni modo, sarebbero sempre rimaste le alterazioni polmonari, che avrebbero senza dubbio avanzato nel loro disastroso cammino. Uonsideran do poi i non pochi incidenti che possono seguire a tale operazione, quali la formazione di fistole stercoracee, l'ulcerazione intestinale, la lacerazione della vescica, etc. (MAzzoN1), io credo che in qualunque forma di peritonite tubercolare (specialmente quando la malattia può esser presa al suo inizio e ricorrendo alla paracentesi nei casi inoltrati, nei quali l'abbondanza di liquido ostacola la respirazione) sia proficuo iniziare senz'altro la cura iodica, elevando le dosi, a non molta distanza, fino a resistenza dell'individuo. Ho fede che in tal modo si ridonerebbe la vita (dato il risultato del mio caso) a tanti poveri infermi ohe, sia per condizioni di luogo, sia sopratutto per condizioni economiche, non possono ricorrere a quelle cure, che purtroppo talora non potrebbero Sf,rvir loro che di semplice palliativo. Oricola (prov. di Aquila), 1902.

Prof. V. PENSUTI

Sulle nevrosi dello stomaco ~

Volumetto i1t·8° gra11,de, Lire 2. 50 ~

~ Indirizsare cartolina-vaglia a.Ila e Società Editrice Dau•e

Alighieri • - ROMA.

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O S PEDALE DELLA MIS ERICORDIA DI GRO SSETO. Medi co prin1a r10 e Direttor e prot. !vL I~uzzatto .

lncrostan1enf o zuccheril'orme della 1nilza (Zuckergnssn1ili). Nel fase. 3 del 15 novembre 1902 del << Policlinico, Sezione pratica » e in altri giornal! è riportata una lezione clinica del prof. ErcHIfORST, dalla quale appare che questo illustre clinico ha osservato gl'incrostamenti zt1ccheriformi della milza nelle stasi consecutive ad affezioni valvolari del cuore ed in alcuni casi di cirrosi portale del fegato senza clie la sierosa epatica fosse alteratci. - Io riporterò qui brevemente un'analoga osservazione: Il 25 ottobre entra in questo Ospedale di Grosseto certo R ... M... , di anni 55. Dal medesimo, che giace apatico, mostrando l'intelligenza molto annebbiata, si riesce a stento a ricavare le seguenti notizie: Da 40 anni sta in Maremma. Ebbe la sifilide 13 anni f'a. È strenuo bevitore. - Ebbe molte volte febbri di malaria. - Da diverso tempo (non precisa quanto) il ventre cominciò a tumefarsi. Da 3 giorni ha ~iarrea profusa. Esame obbiettivo. - E individuo molto deperito. Tinta leggermente itterica della cute e delle sclerotiche. Lieve edema agli arti inferiori. - Negativo l'esame dei polmoni e del cuore, se si eccettui che l'ictus co1·dis è al 4° sp. int. un po' all'interno dell'emiclaveare sinistra. Addome tumido con segni di liquido libero - R ete venosa sottocutanea molto sviluppata all'epigastrio. - Fegato: non si riesce a palpare il suo margine inferiore. - Milza ingrandita. ~i palpa indistintamente fino oltre all' ombellicale. L'orina scarsa, per quanto si può giudicare dalla misurazione inesatta che se ne ~uò fare, data la diarrea e lo stato psichico del soggetto, non contiene albumina nè glucosio, è carica di urati e di urobilina. L'individuo andò progressivamente deperendo, e morì il 14 novembre. - Si fece diagnosi clinica di cirrosi epatica tipo L ..\. E NNEC. Ecco il reperto necroscopico: Nulla al cervello. Cuore: qualche placca tendinea. Null'altro di notevole Polmoni: All'apice d'ambedue noduli calci· fica ti. Fegato: di consistenza dura, al taglio aP.parisce granuloso, fitte aderenze del lobo sinistro colla milza e col diaframma. Milza voluminosissima. Peso 1900. È ricoperta da grosso involucro bianco, che non lascia intravvedere alcun punto del tes-

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IL POLICLINICO

suto rosso della milza - Interna.mente la polpa appare molle, rosea ; alquanto spappolabile. Non si ha sviluppo nè del reticolo connetti vale, nè dei follicoli malpighiani. - Molto liquido libero nell'addome. - I testicoli al taglio non mostrano le strie connetti vali caratteristiche della sifilide. . Non è q.ui il luogo di discutere l'etiologia della descr!tta forma di cirrosi volgare ; benchè mi riescirebbe facile sulla base, sia della storia clinica, come del reperto anatomo-patologico, dimostrare come la mia osservazione contribuisca a risolvere la questione sull'origine malarica della cirrosi volgare, piuttosto nel senso voluto dalla scuola anatomo-patologica di Roma, anzichè in quello sostenuto in Ita· lia da varii illustri clinici, i quali ammettono che la malaria di per sè sola sia causa della cirrosi di LAENNEC. La mia osservazione differisce da quelle dell'EicHHORST in ciò che la sierosa epatica nel mio caso era interessata in un grado non tanto leggiero. · In Italia si occupò incidentalmente di un tale reperto anatomo-patologico lo ScauPFER nel suo lavoro sulle asciti clie si osse1·vano nelle sinechie del pericardio (1).

Egli cita in questa sua Memoria il CuRSCiiMANN, che nel 1884 diede per la prima volta il titolo di Zuckergussleber ad un insieme anatomo-patologico caratterizzato da ascite enorme, periliepatitis cronica hypert rophica ed obliterazione totale del pericardio. . La mia osservazione, come si può g ·udicare facilmente, differisce sostanzialmente da queHta, e dalle altre che si trovano nella Memoria dello ScHUPFER. Per non dir altro, il forte dimagrimento, lo sviluppo considere· vole delle vene superficiali dell'addome, la diarrea, troppo bene caratterizzavano la cirrosi portale, la quale del resto fu confermata anche dall'autopsia. . E null'altro aggiungo, accontentandomi di avere portato il mio modesto contributo alla conoscenza di questa entità anatomo-patologica, di cui, come dice l'E1cHHORST, assai raramente dopo il OuRSCI-iMANN si occupò la letteratura medica. 1

(1) Società Lancisiann. clegli O 1)cdali di Roma. - Fase. II. ..A.. 1 77. lli t

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NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA Dete1·minazione spe1·imentale della permea.bili delle vie lagrimali. Il dott. KALT (Soc. d' op lit. de Paris. Ottobre 1902 ha cercato di misurare con un mezzo semplice la.l capacità di escrezione del canale lagrimonasale, sopprimendo ogni cal1sa d'irritazione. Ecco la tecnica : bisogna scegliere dei soggetti calmi, poco emotivi. Con un contagocce si istilla a livello dell'angolo interno una goccia di soluzione fisiologica tiepida; naturalmente si eviterà accura· tamente di toccare le palpebre o Ja congiuntiva, La sensazione è allora pressa poco nulla. Il soggetto do,rrà tenere i suoi occhi semiaperti e astenersi dai movimenti di ammiccamento energici. Notando l'ora, sarà facile rendersi conto del nu· mero delle gocce che sono passate in 5-10 minuti, tempo generalmente sufficiente per un'esperienza su di un occhio. Risultati: l'eliminazione più rapida è stata di 3-4 gocce al minuto. Negli adulti sani in medi& 1 a 2 gocce. Negli adltlti con lagrimazione, con o senza catarro mucoso delle vie lagrimali, l'escre· zione è scesa a 1/ 2 , 1 / ,, 1/ 6 di goccia per minuto. Quando !'.e sperienza si prolunga, l'escrezione si rallenta. La cocaina e l'eccitazione della mucosa nasale coi vapori d'ammoniaca non l'agevolano. L'azione del soffiarsi fatta con precauzione, senza · ammiccamento energico, è sembrata senza effetto apprezzabile, ciò che dimostra che la teoria del· l'aspirazione delle lagrime per la corrente d'aria espirata non è fondata. È stata ricercata ancora I influenza del nervo facciale in una donna affetta da paralisi del fac· ciale sinistro e pare che la sua influenza sia poco apprezzabile. Infine negli ammalati curati col cateterismo si 8 potuto assodare che questo non aumenta la per· meabilità. delle vie lagrimali. Ma siccome il catete· f rismo .ha un'azione favorevole contro la lagrima· . zione, così bisogna logicamente concludere che esso I ha un'azione diversa da quella che si crede. L'A. è tentato ad invocare l'effetto del massaggio della ~ mucosa, del traumatismo prodotto dal passaggio ! sempre un po' brutale della sonda che avrebbe ; per risultato di modificare l'eretismo locale e di estinguere un focolaio di riflessi diretti verso la . • glandola lagrimale. 1

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Infezione del sacco congiuntivale e del naso •

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ha fatto delle ricerche sperimentali sulle infezioni del sacco congilmtivale e del naso. Egli è venlito, in opposizione ai resultati di DE Boxo e FRISCO alla conclusione che la congiuntiTa intatta è completamente impermeabile ai batterii su di essa applicati (piocianeo, prodigioso e stafi· lococco aureo). Egli ha visto altresì che questi bat· terii non riescono dal naso, atfraverso le aporte , •ie lagrimali, a raggilmgere l'occhio. (Kli11. Monatsbltttter f. Ange11-Jieillt. II, 190-2). FREIBURG


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- .tJOla. LASÉGUE stesso insiste sulla scarsa tenacità e Vie d'infezione laringo. pleuriche. sulla colorazione splendente per distinguerla dalla GROBER (Central f . Allg. Patliol., n. 21) ha stu· diato lA -vie, per le qt1ali una infeziQne dalla cavità boccale può giung~re alla pleura. Egli proce· deva così : nella trachea dei cani completamente morfinizzati, iniettava da 100 a 115 cmn. di t1na emulsione cli tisolo in trachea, ed uccid~va gli animali in seguito a dissanguamento della crurale. Sei ore dopo praticata l'iniezione sulla superficie pleurica, fuoriuscendo dai vasi linfatici, si ricono· scevano i granuli in tutta la st1perficie mediastinica, in corrispondenza della colonna vertebrale, e sulle ripiegature, sui bordi verso le ultime coste ; i complementi della pleura sembravano pieni di granuli. Con questo rimane avvalorato il fatto asserito da FLEINER, che i corpuscoli delle parti perife· riche del polmone possono venire eliminati ' rerso lo spazio pleurico. In seguito GROBER iniettava in ambedue le tonsille 10 eme. di tisolo. Tro,~ava allora, che. si coloravano intensamente in nero il tessuto connet· tivo, le ghiandole linfatiche, i grossi vasi del collo; e la colora~ione vera non si limita,ra a raggittn· gere i vasi linfatici della pleura appartenente agli apici polmonari. ma si spinge, a fino al mediastino, fino al pericardio e fino al diafram1na. Qundi GROBER richiama tutta l'attenzione sulla straordinaria importanza di questa via d'infezione, che è rappresentata dalle tonsille, dalle ghiandole linfatiche del collo e della pleura. Via d'infezione che va tenuta in massimo conto, ancho per le ple1ITiti tubercolari, o per le malattie degli apici \ Gazz. d. Ospecl., n. 6, 1903). polmonari. 7

pI\ AtrIeA pI\ oFEssIoNALE Le angine nella scarlattina. Il dott. l\'1ERY ( Gazette des ntaladies i1tfrtntiles, 19 giugno 1902) espone le diverse modalità che può presentare l'angina scarlattinosa, di cui egli di· stingue t1na forma erite11iatostt, una forma erpetica, in cui rimanendo i punticini bianchi isolati (grandi da prima come punte di spillo o grani di miglio), finiscono per formare un essudato poltaceo e ere· moso, dando luogo a,lla varietà di angina detta

poltacea. È facile ad ogni modo distinguere questo essudato biancastro splendente da q11ello pseudo-n1embranoso, giacchè non presenta alcuna coesione: e all'esame microscopico esso risulta costituito in gran parte da ammassi microbici e da elementi cellulari, men· tre manca quasi del tutto la fibrina. Q11est,angina poltacea corrisponderebbe a quella che il LASÈGUE descrisse sotto il nome di er11zio1ie 1niliare della

difterite. L'A. descrive poi un'a1igina scarlatti1iosa psendo11ie11ibranosa con presenza di false membrane e ne • distingue una forma precoce e una tardiva. Della forma precoce, il BotJRGES disting11e tre tipi: uno a decorso be1iig1io, in c11i le false mem· brane sono poco estese, l'adenopatia appena ac cennata, o la cui durata è di circa otto giorni : un altro tipo (for11ta grave) che suole perdurare dai 9 ai 23 giorni in cui si ossorva collo proconsolare, talvolta otite e tutte le possibili complicazioni della scarlattina: e un terzo tipo (for11ia settica) che dà manifestazioni locali assai limitate, ma accompa· gnate da gravi fenomeni generali setticoemici. L' angina pseudomembranosa tardiva compare dopo che sono cessate la febbre e l'eruzione. Si è constatata in parecchi casi l'associazione del bacillo di LOFFLER con lo streptococco. Questa forma è caratterizzata da un pus sanioso e fetido e da una spiccata tendenza all'ulcerazione. L'impiego del siero antidifterico porta facilmente la guarigione. L'angi1ta ga11gre1iosa si osserva di rado. Si vedono talvolta delle angine di forme diverse, ma caratterizzate tutte da una manifesta tendenza ul· cerativa : l'A. le ohiama angine nlcerose corrispondenti alle forme gravi delle a1igi1te necrotiche di

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V i sono angine ulcerose con o senza produzione di false membrane. Le forme erosi ve profonde of· frono, secondo l 'A., un prognostico estremamente grave, come, del resto, tutte le angine tardive, so· pra tutto le forme .r;ravi e le setticlie di BouRGES. La diagnosi si basa s1ri caratteri clinici e sul· l'esa1ne batteriologico, che, nelle forme non difteriche, ci dà come reperto costante lo streptococco. Ora si domanda se questo streptococco, che si rin· viene non soltanto nell'angina scarlattinosa, ma in tutte le manifestazioni della. scarlattina, sia speci· fico di questa malattia. L' A . non lo crede, egli aro· mette tuttavia. che questo streptococco sia, certan1ente diverso da queJ.lo dell'eresipela (e ce ne dà la prova l'inefficacia su di lui del siero di MAR· ?tIORECK). Si parla di uno streptococco a grossi granuli, clisposto in amrnassi ma si possono trovare inoltre qualche volta il colibacillo e lo Rtafilo· cocco. Cura. Il trattamento delle angine scarlattinose ha di mira l'antisepsi perfetta della gola e del naso. Nei casi benigni, si praticano dt1e o tre volte al giorno degli abbondanti lavaggi disinfettanti. L'A. consiglia il liqziore di Labarraque, alla dose di una c11cchiaiata da zuppa per ogni litro ù acqua bollita. Nelle narici si introduce o dell'olio mcntolato o ltna pomata alla resorcina e acido borico. Nei casi d'angina pseudo-membranosa o necrotica, bisogna ricorrc>re all'acqua ossigenata a 12 volumi,

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alla dose di una cucchiaiata per ogni litro d'acqua. Si faranno inoltre dei toccamenti con ttn collt1torio cosi costituito : .Acido salicilico gran1n1 i uno Glicerina ,. qzzara1ita . oppt1re con lo steresolo. L A . sconsiglia le applica· zioni locali fenicate come pure l't1so prolungato di qualsiasi tossico. Un mezzo eroico per diminuire 1 infiammazione nelle forme gravi è l'applicazione permanente di ghiaccio attorno al collo. In fine si solleveranno le forze generali dei malati con tonici e con inie· zioni di siero e di stricnina. È da sconsigliarsi l·im· i1iego del siero a-?-tistreptococico, che, nella scarlat· tina conduce a cattivi risultati. (Rio. di Cli11. P ediatrica n. 2, 1903).

I distm·bi dispeptici sintomatici delle affezioni nasali o faringee. Il dott. LANDOLT stabilisce l'esistenza dei disturbi digestivi consecuti,ri alle affezioni nasali ed ammette come patogenesi di questi disturbi: a) la teoria riflee-sa : irritazione della pituitaria o del rino-faringe, donde ipersecrezione passeggiera, che con la s11a ripetizione mette capo alla vera gastrite; b) la teoria della piofagia. Al dott. JuLLIEN parrebbe legittimo comprendere q 11alche al tra cosa nella teoria riflessa: le affezioni nasali (coriza acuta, rinite ~c11ta purulenta, adenoi· dite, rinite cronica atrofica, etc.), presentano come sintoma comune la dimint1zione o l'abolizione delle sensazioni olfattive. Ora l'olfatto è senza dubbio un punto di partenza importante del riflesso che termina nella secrezione gastrica. Tale alimento (carne) presentato ad un cane che lo annusa, provoca una secrezione gastrica abbondante. È questo un primo tempo dell'atto digestivo. Con l'abolizione dell'odorato, lo stomaco resta privo di questa secrezione predigestiva - aperitiva si potrebhe dire - donde uno stato di depressione che permetterà ai veri disturbi gastrici di prender possesso. L'.A. ha attualmente in cura un giovane affetto ·da rinite atrofica, n'31 quale non si può invocare nè la piofagia, n è l'irritazione della mucosa per spiegare i sintomi di ipopepsia che presenta, feno· meni che si potrebbero forse attribuire alla com· pleta abolizione dell'olfatto. (Jonr11al des praticieus n. -11, 1902).

Depressione cardiaca nella colite acuta. Nella colite acuta, i fenomeni di depressione cart1iaca sono talvolta molto marcati. WILSON cita tm caso, in un giovane ltomo robusto, nel quale il

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polso cadde a 40 per minuto, con prostrazione estrema, senso di svenimento e di morte imminente e ciò per parecchie ore .

Epistassi della cirrosi epatica. Il prof. BouCHARD attribuisce l'epistassi della cirrosi epatica a una lesione arteriosa. emorragica.. L'epistassi si verifica da una sola narice, più spesso dalla narice destra, ed arriva ad accessi: il sangue, che fluisce a goccie in principio, può ar· restarsi abbastanza rapidamente, ma giunge spesso a formare un getto abbondante e fluisce talvolta fino alla sincope. Lo si arresta in generale facendo penetrare per la narice una soluzione di cocaina. Si pt1ò anche arrestarla con la compressione, perchè la sua sorgente è molto limitata, avendo sede di solito sul setto ed in un punto poco distante dal· l'orificio anteriore. È un'ulcerazione, come quella dello stomaco, in fondo alla quale si è aperta un'arteriuzza. (Méd. 111oder11e).

APPUNT.Itl DI fl'lEI)_APIA Iniezioni endovenose di sublimato nella cura della sifilide. Il prof. To~rMASOLI ha sperimentato su 44 ant· malati un metodo di cura intensa e precoce della sifilide, che egli riassume nei termini seguenti: 1. Diagnostico assicurato del sifiloma iniziale ed epoca dell'infezione : da 40- 45 giorni. 2. Quanto più antica è l'epoca dell'infezione tanto pilì rigorosi deve essersi nella cura : a) elevando subito il sublimato alla dose di 1416-18 mgm. · b) esigendo che le iniezioni vengano fatte gior· nalmente e per un numero di giorni il più grande possibile; e) continuando in seg11ito per un tempo più o meno lungo le cure supplementari (frizioni mercu· riali. iniezioni intramuscolari di sublimato o di ca· lomelano o pillole di protoioduro di mercurio) ed alternando con bre,ri periodi di cura di ioduro di potassio o di riposo assoluto. 3. Prevenire e combattere il facile ptialismo con l'igiene più rigorosa della bocca e con l'uso ri· petuto del clorato di potassa, borato di: soda ed allume. -!. Prevenire e combattere la debolezza generale con un buon regime e con l'amministrazione di un liquore che racchiuda in sè, dell'arsenico, fe1To. fosforo, manganese e stricnina. Con tale metodo che, durante 7 anni, ha modi· ficato e migliorato, ha sperimentato su 44: amma· lati ed in 30 di essi ha avuto il più consolante dei successi. Infatti per 8 casi l'osservazione data dal 1896; per -1, dal 1897; per 2, da.1 1898 ~ per 4, dal

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1899; per 3, dal 1900; per 4, dal 1901 e per gli ul· timi 4 l'osservazione dura da alc11ni mesi. Per 5 casi (16 °/0 ) egli ha avuto un successo che secondo l' A. si deve al fatto che la cura fu ini· ziata troppo tardi (oaservaziono 26, 30, 34, 35) o fu inolto leggiera (osservazione 27) e fatta con inter,..alli irregolari e molto lontani d'una iniezione al1·a1tra (26, 30, 35). In 6 casi poi ebbe un successo coµipleto nei quali mai è apparso alcun accidente secondario. In complesso i risultati da lui ottt-nuti sono i seguenti:

Inst1ccessi. • • • • 8 Guarigione probabile 6 » assoluta . 30

44 Cosi l'.A.. presenta il suo metodo non come 1u elotlo di stella o di ecce.iione, ma come 11ietoclo obbliuatorio per tutti i medici sia dal punto di ' rista clella cura che da, quello della profilassi. Il sistema linfatico ganglionare pare non risenta gran che dal motodo abortivo ma l'influenza molto favorevole che il metodo esercita sul sifiloma iniziale è assai interessante dal lato profilattico. In ogni modo, anche quando lo scopo supremo dell'aborto è fal lito non si può parlare di un insuccesso completo, poichè si è enormemente i11odificati:i l'infezione la quale non si manifesterà che con forme attenuate e tardive. Fra gli inconvenienti dall' .A.. osservati si notano: 1. Quelli locali, che si producono sul pu!lto in cui è stata fatta l'iniezione. 2. Quelli della hocca che si mostra intollerante al 1uercurio. 3. Gli inconvenienti generali. I primi possono evitarsi benissimo quando l'ini~ · zione vien fatta con tutte le cautele ed accuratamente. I secondi possono egualmente evitarsi pre· scrivendo una rigorosissima igiene della bocca. Per gli ultimi inconvenienti, che si riducono ad ttna debolezza muscolare generale, a leggiere cefalee o a disturbi di stomaco, basta con un trattamento accessorio il coinbatter li, senza bisogno di sospendere la cura. L' A.. si domanda se il metodo possa o non a lunga scadenza provocare disturbi nervosi. Egli non saprebbe per il momento dirlo in maniera as· soluta quantunqtte in molti suoi malati la. cura è stata cominciata da tl-7 anni. Finalmente conclude cosi: 1. Il sublimato può essere introdotto impune· mente nelle vene dell'ad11lto alla dose di 2 cgm. e questa nozione può servire anche a coloro che riservano l'uso delle iniezioni endovenose per g11a· rire le sifilidi antiche e gravi, che gli altri metodi non guariscotto punto.

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2. Col metodo delle iniezioni endovenose nel periodo primario iniziate il più presto possibile, e fatte il più energicamente e il più prontamente possibile, e coadiuvate dopo, per a.lc1mi mesi, da altre cure specifiche secondo gli antichi metodi, noi siamo or· mai al caso di promettere di fare abortire la sifi· lide in una proporzione che attualmente può stimarsi dell'80 °/0 dei casi. (A1i1i . de Derni. et .Syph ., 1902).

. Me<licamenti cl1e passano nel latte della nutrice. Da uno studio del 1\1IACE riassumiamo: L'alcool non deve essere dato alla nutrice, sotto qualunque forma possa essere prescritto per gli inconvenienti al lattante che ne possono derivare: agitazioni, crisi, convulsioni, ecc. Op]Jio e derivati. - Secondo alcuni autori, pas· sano nel latte con derivazione di accidenti funesti, che possono giungere fino alla morte del lattante; altri però affermano che tali disttirbi sono eccezio· nali, e affermano che possono applicarsi alle nutrici clisteri laudanizzati, ed anche iniezioni di morfina di 1·2 cgr. È certo però che necessita la • • • massima c1rcospez1one. Bellado1111a e tt!ropina. - Passano nel latte· non devono perciò essere prescritte. Cosi pure per lo stramonio ed il giusquiamo. ,Solfato tli clti11i11a. - Si hanno osservazioni con· traddittorle. Pare accertato solo che essendo indi· spensabile in certi casi il trattamento chininico alla 1tutrice si dovrà somministrare il chinino non a di· giuno, ma durante il pasto, a dosi f1·azionate, e la nutrice non offrirà il petto al lattante che dopo 3 ore dall'i11gestione del medicamento. Il rabarbctro, la graziola, l olio di rici1to, le foglie di se111ta somministrati alla nutrice, purgano anche il bambino, e possono dar luogo a coliche. Le foglie di senna e l'olio di ricino comunicano al latte un caratteristico odore. Co1111Josti rii f erro. - Prendendoli la nutrice il bambino cresce meglio; ma ciò non dimostra che il ferro passa nel latte. Bisninfo passa nel latte in piccola quantità; non venne però st11diata l'azione che può esercitare st1l bambino. Arsenico. - Passa dopo 17 ore nel latte dal suo assorbimento e cessa dopo 60. Occorre perciò la massima prudenza nelle cure arsenicali, dato che 6-8 mgr. di arsenico possono produrre la morte di un bambino di 3-8 kg. J odio. - Passa disciolto nel siero ed allo stato di combinazione cogli alb11minoidi. Jodoforniio lo si trova in piccola quantità nel latte se venne t1sato esternamente. Mercnrio. - Le ultime osservazioni ne accertano il passaggio. La quantità però eljminata dalle gla11dole mammarie tarda a passare nel latte.

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À1ttip;r;1ia. - Non ha influenza sulla secrezion,e « V 011s-avez raison de tenir la chirurgie pour la lattea, nè sul bambino. partie la plus s1'\re de la médecine. On y voit ce Acido sèilicilico e stilicilrtto di sodio. - La loro _ qu'on fait. Quant'à la médecine interne, je tiens eliminazione è lenta, dtrra 24 ore, ed è più pruquo c'est un art comme celui de jo1ter au tric-trac "· dente non prescriverli alla nutrice oltre i 3 gr. Scuola chirru·gica a Chicago. - Il ben noto pro die. milionario .A.rmour ha stabilito di donare 300 mila Cloralio. - Si è osservato che facendo poppare sterline per la fondazione d'una scuola di chiruril bambino ìmmediatamente dopo la sua sommini· gia a Chicago in memoria della guarigione di una strazione alla nutrice soffre un periodo di agitasua figlia felicemente operata dal LORENZ, illustre zione e gli sopravviene, dopo, u11 sonno profondo. chirurgo viennese che ha destato tanto entusiasmo Si dovrà perciò somministrarlo con prudenza e nel nuovo mondo, ove Società scientifiche e medici conviene che il bambino non sia fatto poppare che han fatto a gara per r endergli onore. due ore dopo la ingestione. La tubercolosi pulmonare nei sarti. - La freSostanze medicamentose che passano nel latte quenza della tubercolosi pulmonare negli operai senza influire u di esso o sul bambino sono, il sarti è un fatto ammesso. Si sono date di questa borace, carbonato, bicarbonato e solfato di sodio, .frequenza parecchie ragioni. clorato e acetato di potassio, solfato di magnesia. FRXNKEL l'attribuisce al fatto che gli operai la(La Far1nrtcia 11toder1ta). vorano molto vicini gli t1ni agli altri e si contagiano così più .facilmente con le goccioline bacilli· fere proiettate tossendo o parlando. Cont1·0 la sc1·epolatru·a delle mani. Mentolo . . . . . . . gm. 1 Salolo . . . . . . . . » 2 » 10 • • • • • Lanolina • • • • • • • '1> 30

IUEDICI~.A

Il prognostico nei referti medici per lesioni pe1~sonali.

oppure : Burro di cacao . . . Olio di mandorle dolci Borato di soda . . Ossido di zinco . . Essenza di bergamotti

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Per il dottor ROBERTO SERRATRICE.

goccie VIII.

V ARI.A Opinione di Dionigi Papin sui medici. - Figlio di un medico e ricevuto dottore nel 167± l'inventore della marmitta aveva il dovere di avere le sue idee sull'arte di curare i proprii simili. Ecco come ne parla in una lettera a Leibnitz: « Per ciò che riguarda la medicina, io vi dirò che nel modo col quale la si pratica io la credo nociva ed approvo molto un paragone che ho sentito fare da un medico veneziano: è che mentre la natt1ra prepara col tempo necessario tutto ciò che occorre per cuocere quasi e poi per evacuare gli 11mori cattivi, un medico ch e ordina un rimedio lln po' "V"iolento fa l a stessa, cosa d'uno che dia una spinta ad un orologiaio mentre è intento a mettere insieme i piccoli pezzi di ttn orologio facendoglieli cadere per terra e perdere in parte. Colui che mi diceva questo fa,ceva come gli altri, ma si scusava dicendo che bisogna prendore il mondo come viene e che e eo-li non avesse fatto così altri l'avrebbero o fatto in vece sua » • In quanto a Leibnitz non stima,ra i medici più di Pa.pin ed al Papin stesso cosi rispondeva: A t

Qualunque esercente l'arte salutare (medico, chirurgo, levatrice) che si trovasse, solo od in compagnia di altri colleghi (art. 103 C. pr. pen.) a prestare l'assistenza della propria professione in casi che possano presen · tare i caratteri di delitto contro la persona (omicidio,. lesione personale, procurato aborto, abbandono di fanciulli o di altre persone incapaci di provvedere a sè stesse, ovvero in peri· colo ; abuso dei mezzi di correzione, di disci · plina; maltrattamenti in f'amiglia e verso fanciulli, titolo IX, libro II, Cod. pen.) è obbligato di riferire il fatto all'autorità giudiziaria o di pubb)ica sicurezza, entro un certo tempo e con volute norme salvo il caso che tale denunzia es ponga la persona assistita ad un procedimento penale. 1> Tutto ciò dice chiaramente l'art. 439 del Cod. pen., aggiungendo che l'omissione o il 'ritardo del referto è punito con ammenda • fino a lire 50. L'art 10'2 poi del Cod. di proc. pen. stabilisce che il referto deve essere fatto immediatamente se vi ' sia grave pericolo (sottinteso <.< di vita ») ; negli altri casi entro 24 ore. Le norme da seguirsi nella compilazione del documento, sono indicate negli articoli 102 e 131 del Cod. di proc. pen. «

Da applicarsi mattina e sera.

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Si deve indicare il luogo ove trovasi l'offeso e, per quanto sia possibile, il nome e il t cognome del ferito (art. 102). , ::;i devono descrivere le ferite, lacerazioni, contusioni e indicare la località, la lunghezza, la profondità di esse. Si deve inoltre spiegare se le ferite siano o no mortali o peri. colose, se siano state fatte con arma da fuoco, o con armi da pl1nta e taglio, o contundenti, o in altro modo Si specificherà inoltre il tempo in cui si può presumere che le ferite siano state fatte e quello in cui possono essere sanabili (art. 131 Uod. proc. pen.). Queste sono le principali disposizioni legislative riferentisi al referto medico. L'obbligo imposto al medico, chirurgo, ecc., con l'articolo 439 suddetto, è alqnainto ingrato, ma d'altra parte è tassativo e formale. Nè vale a modificare l'impressione spiacevole che suscita nell'animo del sanitario la imposizione di farsi delatore, sia pure a pro della giustizia, quell'elemento di liberalità che pare si scorga nella concessione di non fare il referto, quando questo esponga la persona assistita ad un precedimento penale. Tule concessione è spesso irrisoria, perchè 1 1 non sempre il medico può f'are da giudice I inquirente, e può essere con facilità conII I dotto s11 false strade da false denunzie; nè vale a salvarlo, poi, la confessione leale di essersi convinto che, ad es., la persona assistita era stata ferita in corrissamento, o in duello, anzichè durante una scalata notturna i)er furto. Tale concessione, se così si può chiamare, assomiglia molto a quella clausola « giusta causa » riguardante il segreto professionale (1), colla quale un medico, chirurgo, ecc., può essere obbligato a denunziare e deporre su fatti per lui costituenti lln segreto, solo • perchè con tale deposizione si aiuta l' interesse della git1stizia, che è giusta causa illuminare (2). JYia non è ·mio intendimento diffondermi sulla discussione di questo articolo (~39 Ood. pen.) la cui dicitura, alquanto infelice, s1 potrebbe prestare a di verse interpretazioni. . Molto è stato scritto su tale argomento, e da illustri scrittori di medicina legale e di

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(1) Art. 163 Cod. pen. (2) Cfr. IMPALLOl\-IENI: I l Cod;ce penale ;talia 110 illustrato. V ol. II, §· 31.

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giurisprudenza: ad essi invio il lettore volonteroso (1). Queste mie poche osservazioni devono avere un'indole assolutamente pratica, e sono rivolte, non già ai medici legali, ma alla grande categoria dei liberi esercenti, che ogni giorno si troveranno nella necessità di dover rila· sciare un referto medico, e che è necessario sappiano quale e quanta importanza ha il documento che loro rilasciano od inviano all'autorità giudiziaria. Prescindo quindi da tutte le ragioni che sono valide, o meno, a far omettere il referto > e considero il caso pratico nel quale un medico, un chirurgo~ ecc., si trova, non a presenziare, ma ad assistere, od anche soltanto a visitare un individuo che ha sofferto di lesione personale, la quale o per I·1 racconto del ferito stesso, o per ciò' che dicono i presenti (quando i caratteri stessi della · lesione di per sè non siano sufficienti a far comprendere l'origine delittuosa del fatto) può ingenerare nell'animo del curante, che del resto non è tenuto a far l'uf·. ficiale di pubblica sicurezza, il dubbio che si tratta di reato, Il medico, il chirurgo in questione, assicuratosi che denunziando il f'atto non espone la persona che egli cura ed assiste ad un procedimento penale, stende il suo referto, e lo invia all'autorità competente, non curandosi di specificare il titolo del reato, nè la futura applicazione di uno o di un altro articolo del Codice, ciò che è di competenza del ~olo magistrato. Egli compila il documento in parola, se'gnendo le norme stabilite dall'art. 132 Cod. pr. pen. e più sopra riportate, e lo invia all' ~ utorità con tutta sollecitudine se le condizioni del leso sono tali da fargli ·temere prossimo e probabile l'evento morte, onde · il magistrato abbia tempo di accedere e. interrogare, oppure nelle 24 ore dall'avvenuta visita quando non si presenti il pericolo suddetto. Il compito del sanitario con ciò non è esaurito: egli sarà tenuto in prosieguo ad inviare dei coritro-referti, se il caso speciale lo richiegga, come vedremo in segui to . (1) Cfr. FrLIPP I , S EVEilI , ecc. J1Ia1tuale di 111edicina legale, v ol. I. - B OR RI L.: L e lesioni tra zi1natiche di1ia1t.z; a; Codici civile e JJenale, ecc., pag. 170 e seg. - SEVERI: Nornte da te1tersi nel referto inf orntat;vo 1tei casi a; f erinie1tto. Gazzetta d egli o<;pedali, 1895, n. 105, ecc.

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IL POLIOLINICO

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Il referto è adunql1e la denuncia scientifica e legale di un reato, ed ha somma importanza nella procedura gi~d1ziaria. Ess~ consta di una parte informativa, che costituisce il suo scopo, e di una parte descrittiva periziale, che rappresenta la sua sostanza (1). Il referto medico è una specie di perizia, tanto che ad esso provvedono le stesse norme che regolano le perizie medico· legalì . Quindi, sarà necessario descrivere esattamente e dettagliatamente la lesione o le lesioni il meccanismo di produzione, l' epoca all~ quale la lesione rimonta, ed il tempo nel quale essa sarà sanabile, ciò che costituisce il prognostico. Questo elemento del prognostico ha una importanza massima per il processo penale, ed i~ ~nt~ndo brevemente insistere sulla necessita d1 bene comprenderlo, dacchè si vede come spesso ess_o sia alquanto trascurato o leggermente considerato, nella maggioranza dei ref'erti, che, del resto, di referto hanno solo il nome. Il medico non deve ignorare alcuni articoli del codice che h anno stretta attinenza con la sua professione, e deve sempre ricordare che egli, colle sue dichiarazioni scientifiche, serve di guida al giudice, che non può far tutto da sè, e che ha quindi bisogno di un retto giudizio e di informazioni il più possibilmente esatte. Annualmente si istruiscono in Italia circa 85332 (2) processi per lesioni personali: quasi tutti hanno il loro pùnto di partenza dal referto medico in generale, ed in ispecie dal prognostico enunciato in detti referti. E mi • spiego. L 'art. 372 del Codice penale si occupa par· ticolarmente delle lesioni personalj, e, a proposito di tale articolo, è bene no~are . che il tempo che una lesion e per , onale impiega a r aggiungere la guarigione, è il criterio che domina per l'applicazione della pena. ~al~ criterio è ingiusto od insufficiente oggi: i progressi della scienza hanno fa.tto sì che lesioni, un giorno reputate gra v1 e per le quali er an necessari molti gior~i ~i crtr~, oggi guarissero in meno di 10 g1orn1 s~ab1liti come base per procedere contro chi ha (1) Confr. Filippi, etc. loc. cit. (2) tati ti ca penale. 1898, f. XXV.

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arrecato la lesione, senza querela del leso. Del resto, è inutile riportare qui le osser· vazioni di quasi tutti i giuristi e medici lega.li, che disapprovano questo criterio dominante dell'articolo in questione, e per il quale, un pugno che arreca una contusione con relativa ecchimosi, diventa più grave di una buona coltellata, inferta in regione pericolosa, ma che per l'asepsi guarisce una settimana prima della contusione. Il lettore troverà ovunque scritti su tale argomento (1 ). Dato adnnque l'art. 372 così com'è, si vede che le lesioni sono djvise in quattro cate· gorie per l'applicazione della pena, ed in tre categorie per quel che riguarda l'elemento tempo. E precisamente: 1. Lesioni che non producono malattia o incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni, o se l'una o l'altra no~ durino pi1ì. di 10 giorni. Per queste non s1 procede che in seguito a querela di parte (salvo le aggravanti dell'art. 373), e la pena è di tre giorni a 3 mesi di reclusione. 2. Lesioni che producono malattia e in- · capacità, ecc. per 20 o più giorni. Pena, da 1 a 5 anni di reclusione. 3. Per esclusione, lesioni che producono danno nel corpo, nella salute o perturbazione di mente che durino più di 10 giorni e meno di 20. Pena, da un mese ad un anno di reclu• s1one. Dato il principio che le lesioni che giungono a guarigione pri~a dei 10 gior~i sono di azione, così detta, pr1vata, vale a dire sono prese in considerazione dal magistrato soltanto quando vi sia formale querela del leso (salvo le aggravanti dell'articolo 373) (2), ne (1) 8011fr. R;r;;sta a; 111edic;na le,qale e g;u,.;sprn· denza 11ied;ca, Vol. II, fase. 10. Novembre 1.898. (2) L e aggravanti di una lesione so110 considerate negli art. 373, 365 e 366 del Codice pe~a.1 e ; pe~ essi una l esione lievissima o . lie,re divi~ne d1 azione pubblica. Le aggravanti sono: se ~ fatto sia commesso con armi insidiose, o con 0~1 arm~ proprie:t.mente detta, o con. sostanze corr osrve (arti· colo 373) opp1ue se il fatto sia commesso sop~a la ersona di un membro d el Parlamento. o ~1 un ~ubblico ufficiale a causa delle loro funzioni~ col mezzo di sostanze venefiche (art 365 2°, 3°) o. s~prél l a person a dell'ascendente o discendente l?g1t~1mo~ del genitore o fiO'lio naturale; con premed1taz1one , 0 col solo impulso di brutale malvagità, ovve~o con gravi sevizie col mezzo di incendio inondazione o altro delitto prevedu to nel titolo IV; per preparare 0 facilitare o consumare un altro ~·eato ben~hè que· sto non sia avvenuto (art. 366). D1 molt? d~ q1leste aggravanti il med~co non deve occuparsi, d1 alcune


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SEZIONE PRATICA

viene di conseguenza che il medico, il quale coscientemente prognostica una lesione guaribile entro quel tempo minimo, viene a sottrarre (tranne casi sp~ciali) quel reato stesso al procedimento penale. E d'altra parte, quando il sanitario denuncia e prognostica una data lesione guaribile in un t empo superiore ai lU giorni, dà con il suo giudizio, il mezzo legale perchè di quella lesione divenuta reato di azione pubblica, si occupi il magistrato. Moralmente, quindi, il sanitario viene ad assumere una grande responsabilità dinanzi alla legge, perchè egli solo, col suo prognostico, invita o no il magistrato ad oc· cuparsi del fatto lesivo. Nessuno vorrà disconoscere questa importanza capitale del referto, e principalmeute del prognostico; e nessuno saprà quindi, ragionevolmente, perdonare al medico la precipitazione, o la in· const1lta trascuratezza nell'emettere il suo giudizio. Aggiungasi, che, secondo il prognostico, coloro che hanno il dovere per legge di perseguire i rea ti, debbono regolarsi se possono o meno arrestare il colpevole. Per esempio: per le lesioni guaribili fra i 10 giorni, in generale non vi è carcere preventivo; mentre per quelle oltre il 10° giorno, se concorre la :flagranza; l'arresto è permesso. · Dunque anche la libertà del cittadino è, fino ad un certo punto, affidata all'opera del chirurgo, nei primi momenti del processo ***

E' indispensabile, quindi, che il sanitario che rilascia il referto col relativo prognostico, ricordi che egli, colla sua denunzia legale, deve semplicemente ed unicamente informare la giustizia di. un reato avvenuto. E siccome il medico non è tenuto a fare l'ufficiale di pubblica sicurezza, non deve curarsi di pensare se la denunzia sua di una lesione che guarirà in più di 10 giorni, sottoporrà il tale o il tal'altro ad un procedimento penale, od anche all' ai·resto durante la flagranza del reato. Egli deve formulare il suo giudizio su base scientifica e senza preconcetti, a vvertendo di non lasciarsi prendere dalla manìa sì. Egli solo potrà accennare nel refèrto se il fatto sia stato commesso con armi propriamente dette, con sostanze corrosive o venefiche e di ciò sarà bene farne ce11no nel suo ''"erbale.

acrobatica dei numeri, perchè non è giuridicamente voluto che si stabilisca se una lesione guarirà in 5, in 7, in 11 giorni, cosa, del resto, tutt'altro che facile anche per chi abbia grande pratica ospitaliera. Egli deve soltanto informare il magistrato che quella data lesione, per i suoi caratteri, per la sua sede, estensione, profondità, ecc., per i suoi rappo:rti coi tessuti od organi vicini, potrà sanarsi nel tempo minimo di 10 giorni : oppure dovrà., senz'altro dire, che quella tale lesione, per i suoi caratteri, ecc. ecc., richiederà un tempo maggiore di 10 giorni, a meno che, fin da principio, per i caratteri stesf:;i della lesione, egli non possa quasi accertare, che la lesione avrà bisogno d'oltre 2fJ giorni o di un mese per guarirsi, come ad esempio, per le fratture, per le lesioni con vasta perdita di sostanza, per le ustioni, ecc. In conclusione, il prognostico dei referti deve essere limitato alla denuncia della sana bili tà della lesione nel termine di 10 giorni od in un tempo maggiore, ma ciò con cri· teri esatti di traumatologia, onde non accadano quei fatti, tutt'altro che piacevoli, e che spesso è dato osservare, di lesioni, cioè giudicate guaribili in cinque giorni e che • • • • • poi impiegano un mese per guar1rs1, e viceversa. La perizia successi va, fatta fare dal giudice a momento opportuno, stabilirà quanto tempo è occorso per la guarigione, ed il quantitativo del danno sofferto. •

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L'obbligo del sanitario non finisce colla consegna del referto: egli è tenuto a fornire ulteriori referti, quando il caso lo richiegga. L'art. 133 del Codice di procedura penale dice: « Se il p ericolo enunciato nel primo giudizio cessi o cresca, il perito ne dà avviso al giudice e si procede ad una nuova relazione. Lo stesso ha luogo se il fatto imputato risulti accompagnato o seguito da alcuna delle circostanze aggravanti indicate nei numeri 1 e 2 del primo capoverso dell'art. 372 del Codice penale '' · Onde il sanitario ha l'obbligo di riferire se il pericolo (sottinteso di vita), enunciato nel primo referto, venga a cessare, se tale pericolo cresca, in modo da richiedere la formula: « imminente pericolo di vita », se si verifichi l'evento morte, e se la lesione si complichi con una delle aggravanti del n. l e 2 dell'art. 372 Codice pe-

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nale. Dirò subito che di tali aggravanti, po· che hanno t1n carattere transitorio e quindi vanno denunciate. Le altre hanno carattere permanente e saranno esaminate e descritte nella perizia definitiva. Così è permanente : l'indebolimento di un senso o di un organo, la perdita di un senso o dell'uso di un organo, l'indebolimento ·permanente della favella, lo sfregio permanente del viso, la ma. lattia di mente o di corpo certamente o pro· babilmente insanabile, la perdita di una mano, di un piede, della facoltà di generare, la per manente deformazione del viso. Tali conseguenze remote delle lesioni potranno prevedersi in parte, e quindi saranno accennate nel prognostico, dicendo ad esempio, f·erita nella tale regione con probabile rist1ltante, sfregio del viso, ecc. Ma, come abbiamo detto, nella massima parte, saranno esaminate nei giudizi peritali succef.:si vi. Hanno in vece un carattere transitorio, e dovranno essere de· nunciate con successivi referti: il pericolo di vita, la malattia di mente o di corpo che duri 20 o più giorni, l'acceleramento del pa1·to, e l'aborto. La legge non impone altri obblighi di controreferti, all'infuori dei casi accennati. Io credo però che il sanitario abbia l'obbligo morale di avvisare l'autorità giudiziaria con ul· teriori referti, quando accade che una lesione prognosticata guaribile neilOgiorni, richiegga . . . .' poi un tempo maggiore per sanarsi; e c10 per la ragione su esposta, di rendere possibile al magistrato di persegt1ire un reato che cessa di essere di azione privata. Del resto questa è una mia opinione e non è un suggerimento pur trattandosi di questione di alta impor· tanza. Perocchè l 'uffiziale di polizia giudiziaria, o il giudice, quando riceve un referto per lesioni guaribili fra i 10 giorni, non ha l'obbligo di invitare il leso, per sapere se voglia dar querela: aspetta invece che costui si presenti spontaneamente. Invece, se il chi· rurgo presenta, direi, un supplemento di referto, dicendo che la lesione non guarì in 10 giorni, il giudice deve provvedere d'ufficio. E qui è bene r.ilevare che anche per le lesioni che si credono guariscano fra i 10 giorni, il chirurgo deve f'are il suo referto. Data la lesione, qual11nque possa esserne la entità, il delitto esiste, secondo l'obbligo sancito dall'articolo 349, e la querela solo è ne· cessaria per mettere in movimento l'azione per le lesioni lievissjme. b.==.:.; -(-:U.

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Proseguendo sul tema del prognostico, è facile avvertire, esaminando i vari articoli che si riferiscono al referto medico, quanta importanza il le~islatore abbia data al pericolo di vita. Il solo fatto di accennare in un referto che una ferita, una lesione è pericolosa di vita, porta con sè un aggravio di pena non indifferente al colpevole, quando si pensi che · lesioni che possono anche guarire in 10 giorni, e per le quali si può dare il caso che non si proceda che in seguito a querela di parte, divengono di competenza del Tribunale e pu· nibili con 1 a 5 anni di reclusione, solo per· chè per un momento sono state dichiarate pericolose di vita, giacchè è giurisdizione costante che il pericolo di vita sussiste qualunque sia il tempo per il quale abbia durato (1). Il sanitario, quindi 1 che de,re essere obbiettivo e non giudice, e che non deve interessarsi dell'anim·us laedendi o neeandi del ' feritore, assume una grande responsabilità denunciando una lesione perìcoJosa di vita, poichè da questo suo prognostico inappellabile e non controllabile, si ha poi~ ineluttabilmente, un aumento di pena non lieve. Onde la necessità di avere un criterio ben giusto del pericolo di vita, nel senso legale, cosa che pur troppo non è dato osservare nella grande maggioranza dei referti. Accade, infatti, spessissimo di leggere: f'erita penetrante nell'addome, nel torace, con o senza evidente lesione di organi interni.... commozione cerebrale, probabile frattura del cranio. ecc: pericolose di vita. Perchè? perchè le f'erite penett"anti nell'addome o nel torace, o perchè le fratture del cranio, le commo· zioni cerebrali danno una statistica di mortalità rilevante? Questo non è un criterio esatto, anzi, è addirittura errato. Il pericolo di vita deve essere reale, non opinato (2), cioè deve esistere, non essere una estimazione personale del medico. E mi spiego. Tutte le lesioni, anche lievissime, possono condurre a morte: una graffiatura, una esco· riazione, una ferita, può essere causa di morte se su di essa si sviluppa un processo settico, eresipelatoso, tetanico, ecc. Non per questo il medico giudicherà pericolose di vita quelle lesioni, in vista dei possibili sopravvenienti fenomeni infettivi. Lo stesso dicasi per le (1) Cassazione di Torino, 12 dicembre 1881. (2) ~IAYNO . Oo1111ne11,to al Codice penale italiano.

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malattie: una polmonite, una meningite, una peritonite, ecc., può condurre a morte il paziente: 1na no11 è per questa p ossibilità che il medico dichiarerà, fin da principio, in pericolo di vita il malato. Perchè adunque non si deve seguire lo stesso criterio per le le· sioni personali gravi? Perchè, appena si vede una ferita all'addome, per il solo fatto cl1e vi è lesione del peritoneo, prima ancora di praticare la laparotomia, anche esplorativa (necessaria sempre, ed innocua, se fatta bene) si giudica quella ferita pericolosa di vita? O che forse tutte le ferite arl.dominali finiscono colla morte ? Io direi il contrario: numerosissime statistiche dimostrano che ferite addominali e di organi addominali, ben curate, guariscono in 12 o in 15 giorni. E allora? Il prof, S E,'ERI, in un s110 geni-, le articolo sull'argomento (1), paragona il malato in pericolo di vita a quel tale che si precipita da un campanile o si getta sotto un treno. La morte è l'evento naturale, in tali casi: l'individuo può però salvarsi o per un uncjno che lo trattenga, o perchè il treno non lo sebiaccia. Avrà nondimeno corso pericolo di vita. Ed in altri termini, il pericolo di vita esiste quando tutte le co11dizioni della vita. circolazione, respirazione, stato dei centri nervosi, ecc , sono tali da far ritenore che la morte sarà l'unico evento possibile; quando l'insieme fenomenologico f'arà ritener e al medico che il malat o non sopravviverà, a meno d'un caso ai r esistenze organiche speciali e non prevedibili, o altro. Quindi, t1na lesione dovrà dirsi pericolosa di vita quando avrà arrecato tali perturbamenti nell'equilibrio fisiologico, tale uno stato di gravità e di alterazione nelle funzioni vitali (emorragie violente ed esaurienti, shock, disorganizzazione delle masse nervose) da far seriamente pensare che l'evento m orte sarà il diretto e ra.zion.ctle compimento del quadro morboso :'e il malato, n onostante questo insieme di sintomi di triste presagio. guarisce, avrà corso pericolo di vita; si sarà trovato, f'osse pure per un momento, in pericolo di morire. Ond' è che nei prognostici dei referti, prima di accennare al pericolo di vita, bisogna essere ben cauti, ed attendere (1) SEVERI. Il pericolo di vita nelle lesio1ti p erso -

nali. Rivista di medicina legale e giurisprudenza n1eclica. A. Il, fase. 12, pag. 352.

che si presentino tutti quei sintomi che faranno ritenere probabile l'evento inorte (1). (·oncludendo, il pericolo di vi ta va inteso da un punto di vista obbiettivo. Il medico, chirurgo, che rilascia il referto - parlo del pericolo di vita nei ref'erti - non deve lasciarsi trascinare da impressioni personali, nè dalle cifre poco rassicuranti di alcune statistiche riguardanti alcune ferite o le• • s1on1. • Egli deve pensare che col suo giudizio viene ad aggravare assai le condizioni del feritore, e ciò non deve f·are senza bisogno. Deve ri· cordare che il suo còmpito è di aiutare la giustizia, non di sostituirsi al magistrato punitivo. Sia dunque guardingo ed attenda di prog·nosticare quella tale o tal'aìtra lesione pericolosa di vita, quando soltanto egli fermamente crederà, per l'insieme dei fenomeni e dei sintomi, che il malato non sopravviverà. Allora si afi'retti a denunziare il pericolo, salvo, nel caso migliore, ad avvisare, in se· guito, che il pericolo stesso è cessato (2).

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Un altro argomento di grande importanza per ciò ehe concerne il prognostico, è quello che si riferisce alle contusioni. Si sa che le contusioni sono divise in diversi gradi, che si possono però raggruppare in tre principali : l '' graclo - dal semplice gonfiore della parte per leggero edema con arros.:;amento e dolore, all'ecchimosi superficiale, per rottura di piccoli va.si superficiali ; z0 grado - ecchimosi profonde per rottura di vasi profondi, spandimento sanguigno libero, ematoma; 3° grado - commozioni gravi dei grossi tronchi nervosi, e attrizioni profonde dei tessuti molli, delle ossa e degli organi interni (3).

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(1) LAMARCHIA. Il pericolo di vita nei referti 11i e dici. Gazzetta m edica di Torino. A. XLIX, n. 23. (2) Oggi è venuto di moda adoperare nei giudizi dei r eferti una frase che sostituisce il pericolo di vita, ed è « giudizio riservato » . Cosa vogliono intendere alcuni medici con tale dicitura non so : vorranno dire che si riservano di dare il v ero gitt· di:6io. Ma allora è necessn.rio un nuovo av,riso al· l 'autorità1 cosa che non viene mai fatta. Se poi vogliono intendere pericolo di vita cul~a frase ~i~· dizio riser,rato, commettono una vera irregolari tn. un'astruseria addirittura. (3) Cf. FILIPPI. Ma1tuale cli 11iecl. leg.

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Senza entrare in dettagliate descrizioni scientifiche, che, qui, del resto, sarebbero f'uori luogo, con viene ricordare che in quasi tutti i casi di contusione (tranne che nella forma lievissima, ed in qualche gravissima pro· fonda, con rovinìo di organi centrali interi, senza alcuna manifestazione esterna) si osserva la concomitante o consecutiva ecchi· mosi, che n~i casi lievi si n1anifesta dopo .. poche ore, e nei casi più gravi dopo ~ giorni al più. Ora, è precisamente tale ,ec.chimosi che deve interessare il medico, perchè la valutazione di essa è molto importante dal punto di vista medico legale. In altri termini, si tratta di stabilire se tale macchia ecchimotica costituisca, o meno, malattia per il tempo della sua durata; cosa che è necessario specificare nel prognostico, e che determina una. ben diversa applicazione dell'art. 372 per quel che riguarda l'elemento tempo. Per brevità. ometto di riferire o riassumere quanto è stato scritto su questa impor· tante ed elegante questione, come la definisce il F1 LtPP1. l)irò solo che bisogna intendersi bene sul concetto di stato di malattia A parte tutte le varie interpretazioni scientifiche che si possono dare alla parola malattia, è certo, che sulla valutazione medico-legale del quantita· tivo del danno sofferto da un individuo per una lesione personale, per malattia si deve intendere lo squilibrio funzionale dell'organi .. mo in quanto <}he tale squilibrio impe· disce in tutto o in parte la libera manifesta· zione ed esplicazione di tutte le energie individuali E dico funzionale, perchè il considerare lo squilibrio orga11ico porterebbe con sè delle conseguenze strane nella valu' azione del danno. Noi diciamo guarita una frattura per esempio qt1ando, rirr1osso l'apparecchio, constatiamo il consolidamento dei frammenti e la perfetta i'unzionalità delle lesioni ossee. Ep])Ure se si potesse vedere attraverso le parti molli, si noterebbero residui metamorfosati del pregresso spandimento sangt1igno, e processi atti \·issimi isto·biologici sul callo neoformato. Volendo attendere che tutto ciò fosse finito per giudicare guarita la f'r attura, converrebbe attendere molti mesi. Similmente dicasi per le cicatrici, che noi consideriamo come in· dice della guarigione delle ferite, ancorchè

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il nuovo tessuto connettivale segua una lunga serie di metamorfosi morfologiche e istolo· giche. Ora, inteso in questa maniera lo stato di malattia, ne deriva che la macchia ecchimotica, non costituendo di per sè che un caput 11lort·u itm, un deposito di sangue in via di successi va metamorfosi, non può considerarsi come stato di m alattia, alla stessa guisa che non costituisce malattia la cicatrice, quando la funzionalità della regione, dell'organo contuso , è ritornata allo stato 1·rimitivo, ed è cessata l'azione diretta dello stravaso sanguigno sulle ter1ninazioni nervoHe che può consistere nel dolore. Ne viene di conseguenza, che contusioni anche piuttosto estese, ma non profonde, di 1° grado cioè, le quali 1asciau o poi una ecchi .. mosi che impiega 20 e più giorni a sparire, costituiranno stato di malattia solo per quel temp che sarà necessario al ripristino dello equilibrio funzionale, e saranno prognostica.. bili guaribili nello spazio di 10 giorni. Così, contusioni più gravi, saranno guaribili in più tli 10 giorni, ma in meno di 20, ancorchè la macchia ecchimotica perduri n1olto più a lungo (1). Però vi è una eccezione da farsi relati vamen te alla n1acchia ecchimotica. Il Codice penale parla di malattia o di incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni « Ordinarie occupazioni di un uomo dice l'lMPALLoMENI t2), sono quelle a ct1i egli è dedicato per la sua professione o per il suo inestiere; e, anche indipendentemente da ciò, quelle a cui egli suole attendere per le abitudin~ della sua vita; e l'espressione usata nel Codice vegliante, fa intendere che l'impedimento deve circoscriversi all'uso di quelle forze di cui t1n uomo suolsi valere, quando anche quell'uso non costituisca il suo lavoro abituale, che è quanto dire, ali' impedimento della sua operosità ordinaria >) . Ne deriva che una ecchimosi estesa ed appariscente cl1e occupi una buona parte del viso, pur non ·co· stituendo di per sè stato di malattia, può costit11ire un impedimento ad attendere alle ordinarie occupazioni, specie se quell'ecchimosi ha colpito individui che per la loro professione devono esporsi al pubblico, e che, 1 )

(1) Ofr. FILIPPI, ecc. JUa11uale di 1Jtedici11a legale, vol. II, pag. 439. (2) I ì\I PALLOMENI, ]oc. cit.


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SEZIONE PRATICA

giustame11te, non vogliono mostrarsi con lividure che alterano la cosmesi del viso, come può accadere ad un artista drammatico, ad un avvocato, insegnante, ecc. In altri casi, la ecchimosi nella congìuntiva oculare, f;Ur non costituendo di per sè stato di malattia, richiede il riposo della funzione visiva.' onde incapacità vera e propria di attendere alle ordinarie occupazioni ( l ). In tali casi, nel prognostico è necessario accennare l'impedi· mento che sarà per arrecare l'ecchimosi, pro· gnosticando che la contusione guarirà in 10 giorni per esempio; ma arrecherà, per la sede dell'ecchimosi derivante, e per le condizioni speciali del leso, una incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo molto maggiore (15 o 20 giorni).

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Dal poco che molto succitamente e rapida· mente ho esposto, spero che il lettore si sarà convinto dell'importanza che ha il progno· stico nel referto medico in caso di lesione personale; argomento questo~ che merita di esser preso in seria considerazione da tutti i medici, legali e non legali.

IGIENE Su i metodi di f"abbi·icazione del pane. Il pane costituisce sempre il principale elemento <lell'ordin:-1ria nlimentazione. È necessario quindi che, per quanto la panificazione si a scientificamente stabilita e ben condotta non si trusc11ri ogni inezzo per migliorarla. Un articolo comparso nella Presse Mé{/icale (3 di· cembre 1902) risolleva la questione e s ti1niamo lltile il darne t111 cenno sommario per l'alto interesse igienico ch e essa presenta. .A.l giorno d,oggi per soddisfare il g usto e forse a,n che la moda, i fabbricanti cercano nel pane le qualità speciali dell'aspetto, d ella, biancl1ezza, mc t· tendo in seco11da linea il suo 'Valore nutritivo e la sua digeribilità. A questo scopo tutte le c11re con· sistono nell'estrarre nel modo il più completo possibile dalla farina la crusca nella quale si conten· gono le parti essenzialmente nutritive d el grano. Richiamando alla mente la composizione del grano <li frumento, sappiamo che esso si compone di ma· t.erie nutritive, e di fermenti capaci di digerirle. Fra le prime notansi le 11iaterie proteiclze in maggior (1) PERRANDO. Rivista di medicina legale e giu· risprudenza medica. Anno Il, pag. 264.

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quantità nella crusca ch e nell'albume, le 11iaterie a11iilacee n elle parti centrali, l e materie grasse spe· cia1mente nella cr11sca, dei sali 11iinerali quasi esclu· sivamente nella crusca e nell'embrione ~ fra. i secondi si notano un fermento, pepsin,a vegetale o piuttosto dei fermenti, diastasi, sopr atutto nelln, crusca. È naturale quindi che levando tutta la crusca, non rimangono più che le cellule d'amido, poche materie grasse, quasi nulla di sali. Il pano fatto con q11esta. farina è assai indigesto, produ co nello stomaco fermentazioni anormali, specialmente lattiche. Queste consiclerazioni hanno condotto il DEY.AL· LET a cercar e un mezzo di panifica.zione più razio· nale e basato principalmente su dati scientifici. Secondo l'.A. p er avere un pane ideale, bisogna avere prima di tutto una farina che contenga tutti gli elementi del grano dal quale sarà stata levata solo la parte legnosa, la cell11losa indigeribile ; bi· sogna poi regolare la fermentazione panaria, trattando la farina con una quantità di lievito suffi· ciente ac~iocchè il pane si limiti al punto prima che appaiano delle fermentazioni secondarie ; occorr o infine regolare la. cottura in modo che tutte le trasfor· mazioni chimi che si facciano nel modo il piit con1· pleto, e che la sterilizzazione sia sufficiente per assicurarne la conservazione. Le modificazioni apportate dal DEVALLET si sono rivolte quindi specialmente al sistema di macina· t11ra cercando di conse1·vH.re l'embrioue del grano, alla fermentazione riconoscendo che alla tempera· tura cli 30° le diastasi compio110 nel modo mig1iore le loro ft111zioni, alla cottura del pane curando cli raggiungere nell'interno del medesimo la tempera· tura che si ottiene nella s ua parte esterna, e ciò per la n ecessità ùi 1rasformare 1 amido in destrina, il che no11 av·vie11e ch e alla temperatura di 200° circa. Siccome poi il pane fabbricato con una farina completa diviene per necessità di color bigio, così l' A. in parola consiglia di sostituire l'acq11a che ser,re ad impastar e il pane con dAl l atte fresco ed esento da. ogni fermentazione. L,aggiunta del latte r enderebbe poi più delicato il sapore del pa.ne . Uno sguardo ·alle analisi di confronto fatte fra , un pane cosi fabbricato ed lln pane bianco comune di prima qualità mostra t1na ricchezza maggiore indisc11tibile di principì n11tritivi a favore del pane completo. È da osservarsi inoltre cl1e il grande con· tenuto in sali mi11erali di questo pane, sia per la loro origine vegetale, sia perchè con molta proba· bilità. ubi cono d11rante la fe rme11tazione panaria delle proprietà nuove e più attive, analoghe a quelle che presentano certi corpi allo stato nascente, 11 0 r ende utilissimo il consumo anche dal lato terapeutico nei gravi processi morbosi accompagnati da perdita notevole di sostanze minerali. Anehe il contenuto maggiore in materie grasse lungi dal t27

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rendere il pane indigesto gli comunica anzi delle proprietà digestive maggiori principalmente pel fatto dell'estrema divisione delle loro molecole. In complesso si può dire che qt1esto pane cosi fabbricato sembra costituire un T"ero pro~resso nell'alimentazione, tanto per il suo potere nutritivo, quanto per la sua sufficiente digeribilità anche per i più dispeptici. Per conto nostro, Hpplaudiamo all'i11iziati va del DEv ALLET il quale ha cercato di rendere il più possibilmente nutriti,ro un alimento di prima n e· cessità quale è il pane. Non possiamo però nascon· dere il desiderio di a vere più dettagliate notizie sul processo di fabbricazione del pane stesso e s ull'uso del med, simo, ricordandoci sempre a qt1ante polemiche abbia dato luogo la questione dell'abburattamento della farina, anche di recente quando la medesima fu risollevata, coll'introduzione del così eletto jJCtne integrale, e facendo le debite riserve sull'impiego del latte invece dell'acqua per l'impa: stamento clelle farine per tante ragioni d'ordine igienico ed economico. te.

CENNI BIBLIOGRAFICI FAELLI. Trattato d'igiene veterinaria. -

l\Iilano,

Società editrice libraria.

Nella bibliografia veterinaria italiana mancava un trattato d'igiene e l'.A.. ha voluto riempire questa lacuna offrendo tanto ai veterinari pratici. come agli studenti di questa scienza o di agricolt11ra, e cosi pure agli allevatori, le norme più pratiche e più moderne riguardanti le analis_i chimiche, fisiche e batteriologiche, l,alimentazione, l'abitazione e tutte le altre ql1estioni pi1\ importanti. La distribuzione della materia è calcata su quella che llsa.si generalmente nei trattati d'igiene umana, e comprende il terreno, l'acqua l'aria , le abitazioni, i disinfet.tanti e le disinfezioni, gli arnesi, la pltlizia degli animali; l'alimentazione. Lo scopo del libro è emin entemente pratico, e mentre da un lato tien conto di tutti i processi moderni di tecnici per le ricerche igienich e, dal· l'altro non porde di vista il concetto generale dell'igiene veterinaria ch e, come dice l'A. stesso nell'introduzione al trattato, è quello di conservar e gli aniu1ali clomestici in quelle condizioni r elative di salute che permettano ad essi di dare il maggior profitto pos ibile all't1omo. . Per questi intendimenti e per l'abbondanza di quelle cognizioni che si richiedono al veterina.rio nell'esercizio professionale, al g iorno d'oggi tanto importante tanto progrodito, è da raccomandarsi ai cultori di questa scienza la lettt1ra di questo libro, che come dicemmo, viene a riempire una lacuna già troppo sentita in qltesto ramo delle cienze naturali. f' . (28)

rAvNo IX, FASO. 17]

BocQUILLON-L1~1ous1N .

- Formulaire des médicaments nouveaux pom· 1903. Paris, J. B. Baillière et fils, 1903, fr. 3. L'anno 1902 ha ·veduto nascere molti medicamenti nuovi: il For11i11lario di Rocquillon-Limousin registra ]e no,ità a misura eh' esse si producono. L 'edizione del 1903 contiene un gran numero di articoli sopra i medicamenti recentemente intro· dotti nella terapeutica. Fra gli altri citiamo: ...-ldrenalina, Anestesina, Arrenal, Chielina, Cuprol, Cymol, Bermosapol, Eosolato di calciò, Eprosina Eugufo~me, Garu-Basu, Glicero-arseniato di calce, G1ycosal, Histogénol, Ipnopirina, Jodofena, Lattarina, Lattato di mercurio, Lecitina, ecc. Oltre alle novità ci sono degli articoli sopra i medicamenti importanti di questi ultimi anni: .A.iroll, Benzacetina, Cacodilato di soda, Cloralosio, Ferripirina, Formol, Iodol, Lievito di birra, Pipe· razina, Resorcina, Salofene, Salipirina, Trional, Uro· tropina, Fanadato di soda, Xeroformio, ecc. La descrizione .di ogni ri1nedio è fatta con me· todo rigoroso. Ciascun articolo è diviso in: sinonimia, descri· zione, composizione, proprietà terapeutiche, modo d'impiego e dosi. Il pratico è cosi sicuro di tro· ''arvi rapidamente la notizia di cui ha bisogno. B. R. CoGNÉ RAY)fOND. Forn11tlaire spécial de thérapeutique infantile. - Paris, Société c1'éditions scientifiques, 1903. Ohe questo formulario abbia incontrato il favore dei pratici è dimostrato dal fatto che in breve tempo la 2a edizione è stata esaurita. È un formulario di terapeutica medica e di terapeutica chirurgica e compr ende anche le formole da prescrivere n&lle malattie degli occhi, del naso, degli orecchi ecc. L' A. non si è propo to altro scopo che qltello di fare una scelta giudiziosa delle cure consigliate dai maestri. In questa nuova edizione, delle formole sono state soppresse, delle altre aggiunte, compresi i nuovi rimedi. Ecco p erchè questo formulario infantile risponde sempre più alle necessità giornaliere dei medici pratici. B. R.

Pubblicazioni Dervenute al

cc

Policlinico >> .

VIRDIA prof. A. La cura radicale delle ernie in· guinali maschi] i. - Napoli, Estratto dal periodico « Gli Incurabili », 1902. GHEDINI dott. A. e MASTRI dott. G. Ospedale S. Giuseppe in Copparo. Resoconto clinico-statistico per l'anno 1901-902. - Bologna, Soc. Tipo· grafica, 1902.

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IX, FAsc. 17]

SEZIONE PRATICA

FERA dott . .A. CARLOS. Informe de los estud!os practicados en Italia sobre Paludismo. - Buenos. Aires, Tipo-lito « Galileo », 1902. MARTINELLI dott. V. Un caso di cancro da cicatrice. - Napoli, Estr. dal « Giornale dell Associa· zione Napoletana dei l\fedici e Naturalisti », 1902. PETRONE dott. G. A. 1° L azione del fegato su diversi campioni di coli-bacillo e sulle loro tossine; 2° L'azio1le in vitro del glicogene epatico su diversi batterii. - Napoli, Estr. dal giornale e: La Pediatria », 1901. .• CAPPUCCIO dott. D. Scoliosi sciatica o segno di Vanzetti. - Milano, Estr. dalla « Gazzetta degli Ospedali », 1902. MARTINELLI dott. F. caso di cancro da cicatrice. - Napoli, Estr. dal » Giornale dell'Associazione Napoletana dei Medici e Naturalisti ,., 1902. DELLI SANTI dott. }I. Il ca.tetere a permanenza. - Napoli, Estr. dall' « Archivio internazionale di }fed. e Chir. ~, 1902. CATELLANI dott. S . Del rene cistico degli adulti e di un caso trattato felicemente con la nefrectomia. - Roma. Estr. dagli e .Atti della Soc. ital. di Chi· rurgia », 1902. BENTCVlDGNA dott. A. Eclampsia ed auto-intossicazione gravidica. - Palermo, E str. dalla « Lucina, Sicttla ,. , 1902.

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lNTEllESSl Pl\OFESSlONALl A proposito dell'ese1·cizio abusivo della pi·ofessione 1nedica. È proprio vero che a Berlino vi sono dei g iudici! I giornali :Politici hanno pubblicate> il seguente telegramma da Berlino, in data del 17 febbraio : e N ordenktltter, il famoso ciarlatano che guada· gnava nella coltissima B erlino il doppio d ei medici pitt in voga, è stato oggi condanqato a tre anni rli carcere in seguito al procosso scandaloso s-voltosi in questi giorni. Il titolo della condanna è per esercizio abusivo della medicina ». Auguriamo che l'esempio porti i suoi fr11tti e che i ciarlatani di tutti i paesi tro·vino dov11nque doi giudici come ~t Berlino. Noi conosciamo il caso cli ltn altro Dulcamara di alto bordo denunciato da un Consiglio · dell'Or· dine italiano all'autorità tutoria come esercente abusivo della nobile arte di Escttlapio. Ebbene, al Consiglio veniva. con1unicata di ri· mando una nota informativa di una B:. Questura in cui si diceva che il nominato sig. X "'yisitava i ma.lati soltanto come an,iico, e se dava qualche consultino nel s uo gabinetto non lo faceva da solo ma. era assistito dal sig. Y medico~ con diploma regolare.

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Nei libri moderni di criminologia è stata studiata e illustrata la coppia cri11ii1tale. Che esista anche una coppia profess;onale? Ma poichè la coppia Jll'Ofessio1iale non è stata preveduta dalla legge sulla sanità pl1bblica, e la professione di a1nico degli iufern,ii e quella di esercente assistito non sono ammesse dallo spirito e dalla lettera della legge stessa, il Consiglio dell'Or· dine ·non si arrenderà certamente a queste buone ragioni di una questura che non vuol fastidi. E speriamo che anche in Italia questo filantropico signore si imbatta in git1dici ber1inesi. Doctor 0AJUS.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE (2!48J S ig. dott. A. G. da V. - Ella deve rièe· vere lo stipendio dell'anno scorso fino al 31 gen· naio p. p., compiendosi in quel glorno il biennio della nomina, cioè 2± mesi di servizio. Per soste· nere il contrario dovrebbe dimostrarsi che n el mese di gennaio del primo anno di nomina Ella abbia ricevt1to lo stipendio. Per la R. l\I. Ella, stando al capitolato, potrebbe essere obbligata dalla agenzia a pagare sulla differenza, non sull'intel'o. Faccia domanda di rimborso alla .Agenzia stessa od all'Intendente di Finanza. (2:1:49) Sig. dott. P. G. da N. - I servizii prestati 1)resso più enti, ecl anche con interruzioni, vengono calcola:ti agli effetti della pensione. natt1rctlmenie detraendo dal computo generale gli anni od i mesi passati fuori ser,~i~io . Ella potrà liqtti· dare a 5:1: ttnni, con 25 anni cli servizio, la, pensione di lire 600. (2451) Sig. dott . .A. D. P. da C. R. - Per impe· dire 1 acquisto della. stabilità, la. disdetta pt1ò esser e data in qualunque tempo prima che il triennio si • • compia.. Per i1upedire la tacita ricondu~ione agli effetti contra.ttuali la clisdetta, dey·e essere data. t1n certo tempo prima, cl1e la g iurisprt1denza. ha determinato ordinariamente ét 6 mesi. (2!52) Sig. dott. C. F. da O. - Le 132 lii:e che paga per il monte pensioni vanno comp11tate nella somma per c11i si paga la R. l\i. Su 1800 lire di stipendio, calcolandosi al 7. 30 °/0 , (lo,-rebbe pagare lire 135 a.nnue. (2453) Sig. do:t. B. A. T. da R. - N 011 ancora è stato cliscusso il progetto di legge circa i n1edici condotti. In detto progetto non si parla di minimo di stipendio. A11gt1riamoci che di,renti presto legge dello Stato. (215:1:) Sig. dott. N . F. da J:>. - I servizii prece· dentemente prestati sono comp11tati integralmente perchè la pensione sarà a suo tempo, pagata dall'ente e dal Com11ne in proporzione degli anni d11· rante i quali si è rimasti iscritti all't1no ed all'altro. (29)

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LA..NNo IX, F ~se. 17J

I L P OLICL!NICO

(2457) Sig. dott. V . L. da E. - Il Comune può ben licenziare il medico condotto per impedirgli lo acquisto della stabilità. Non crediamo che in sede di bilancio abbia il Comune soppressa una con· dotta; ne avrà solo come pare, diminuito lo assegno. Se però, Ella, non ostante la ricevuta disdetta, resterà ancora in carica, acquisterà la inamovibilità legale. (2458) Sig. dott. L . S. da S . D . L . - Il triennio di pro,ra decorre dal giorno in cui si è preso effet· tivo servizio, e perciò per Lei dal git1gno 1899. Essa sarebbe di,renuta stabile col giugno 1902 se, però, non fosse stata licenziata n el 1901. Quel licenziamento, se agli offetti contrattuali non ftt e non poteva essere ritent1to valido, pt1ò ben essere ritenuto legale per l' interrl1zione del triennio di prova e per obbligare il medico, e non riconfer· mato, a lasciar la condotta appena. terminata la ferma contrattuale. Il citato parere del Consiglio di Stato si riferisce app11nto ai rapporti contrattuali intercedenti fra medico e Com11ne e non già al licenziamento pront1nziato agli effetti dell'arti· colo 16 della legge sanitaria . (2459) Sig. dott. F. Z. da P . - Un r ecentissimo parere del Consiglio di Stato determi11a ohe per le sospensioni inflitte ai medici condotti si d eve flpplicare la legge sulla giustizia amn1inistrati, .. a. Epperò se la sospensione st1pera i tre mesi Ella cleve rioorrere alJa G. P. A. in sede contenziosa ~ se è inferiore a tal periodo di tempo deve riool'· rere alla stessa Giunta, ma solo per motivi di legittimità, cioè, violazione di legge, incompetenza od eccesso di potere. (2461) Sjg. dott. F. M . da T. - Il caso pitt co· iuune ohe occorre è che si faccia una sola visjta o r elazione ed è per questo che la tariffa penale non parla delle suocessiYe. Se però si tratta di mo· clificare le primitive previsioni, la seconda r e lazione non è ohe di complemento alla prima e perciò non deve essere compensata a parte. (2:162) ig. dott. A . da R. F . - Il coadiutore del medico condotto dopo tre anni di prova acquista, secondo noi, la. stabilità, perchè è evidente che a,nohe egli fa r egolare servizio di m odico condotto. Il Comune hn. l'obbligo di fare un solo versamento alla Cassa, p ensioni essendo unico il posto di medico condotto stabilito per codesto Comune dalla G. P . .A.. (2464) ig. dott. P . P . dn. R . - Certamente, pos· sedendo requisiti peciali, deve E lla coprire la earica di ufficiale sanitario. Faccia domanda :il Co1nune, appena scada la. nomina in corso e se il Comune la trascurerà potrà anche ricorrere al sig. Prefetto della Provincia per i provvedimenti del Consiglio provinciale di sanità. (2465) Sig. dott. A . A . - Non vi è titolo per re· clamare giuridicamente contro la nomina di un

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ufficiale sanitario che presenti il diploma con la clausola di bnon _profitto da parte di chi possegga Io stesso diploma con la clausola di otti1110 profitto .. I due titoli si equivalgono. Il Consiglio oomnnale potrà, se crede, tener conto di tale circostanza e preferire il secondo al primo. Con lo stesso criterio, due professionisti laureati in medicina e chirurgia si '·alutano come possessori di egual titolo, no11 ostante ohe il diploma dell'uno sia stato, forse, con· seguito in seguito ad esame più brillante dell'altro. (2466) Sig. dott. .A. D . N . da C. - Ella non deTe assolutamente pagare la · tassa di esercizi e riven· dite, giaoohè gli impiegati tt1t.ti e coloro che prestano 1 opera propria c.1ietl'o corrisponsione cli uno stipendio presso ammini trazio11i pubbliche sono esenti dal pagame11to di eletta. tassa ai sensi dell'articolo 3 del R. Decreto 23 marzo 1902, n . 11:J. (24:67) Sig. dott. A.. ~f. da G. - Se lo stipendi~ assegnato per la cura degli agiati sembra molto • esiguo, specie avuto rigttardo alla somma che prima era a tale servizio assegnata, Elln, può ricorrere alla G. P . A . ohe statuirà dopo avore i11teso il voto I del Oonsiglio provinciale di Aanità. Co11 25 an·ni di . ervizio e 52 di età liquiderà la. pensione annua di lire 604. 80; con 28 anni di servizio .o 55 cli età liquiderà la pensione di lire 814. 85 e con 30 anni di servizio e 57 di etit liquiderà l'annt1a pensione di lire 9çJ7. 60. Doctor .JeSTI TJ.\.

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NOTIZI E DIVER SE Società italiana di Medicina interna. Il Consiglio direttivo della Società italiana cli M c· riicin,a i1t!er1ia. decise che nel futuro Congresso da tenersi a Padova nelle ferie estivo-a11tnnnali del 1903 siano trattati i seguenti temi generali : 1° L'indi·vid ualita considerata nella patogenesi e nella e''"oluzione dei mo1·bi. R.elatori : prof. A. De Giovanni e L . Giuffré. 2° Le odierne v ed ute s11lla immunità in oriline alla p1·ofilassi e alla terapia. delle mala!tie infettive act1te. R.elatori : prof. L . L11c:a.tello e :N. Pane. 3° Sulle int~rruzioni della gra,,.idanza nel co~·so delle malattie interne. R olatori: prof. G. Zagar1 e V . Ascoli. · Inoltre furono incaricati dE-lla relazio11e stti « Pro· grassi della diagnosi > il pr•)f. A . Zeri di Roma, sui « Progressi della terapia > il prof. U . Flora, di Firenze. Un/ interpella1tza elcil' 01t. Bossi su! re,qola11te11fo ostetrico. - Interpello il Ministro degli Intorni sulle ragioni che ha11no finora impedito di emanare un nuovo ragolamento ostetrico informato ai moderni principii di patologia e di profilassi in sostituzione del vigente la cui applicazione .è ca~s<~ della morte di tante madri in tutte lo classi sociali ed in particolare nelle proletarie nelle q11ali, por _ mancanza di mezzi, più deficente è l'igiene. R0}1il . -

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Bossi.

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SEZIONE PRATICA

L'illustre prof. Maff ucci ha tenuto in questi giorni 11n'applaudita conferenza sulla tuber· colosi boT"ina, confutando le teorie di Koch e conclu· dendo che per combattere la tubercolosi n ei buoi sa.rebbe utile la ' raccinazione dei bovini e degli ovini con virus della tubercolosi umana, affermando lli credere all'azione antisettica del siero di animali Yaccinati. PISA. -

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Nomlne, promozioni, onorlfloenze. Nell'Università di Siena: Calderaro Salvatore è nominato aiuto nella cli· nica oculistica, dal 16 novembr& 1902 al 31 ot.to· bre 1903. Furono confermati, dal 1° novembre 1902 al 31 ottobre 1903: 8carlini Giovanni, aiuto n ella scuola di ostetricici o clinica. ostetrica. Lachi Angelo, aitito nella clinica psichiatrica. Rossi Ugo, aiuto nel gabinetto di medicina legale. Lltsini Valerio, aiuto nel gabinetto di materia 1uedil'a.. lloscucci Adamo, aiuto nel gabinetto di fisio· logia. 8i1uo11olli Francesco, aiuto nella clinica dermosi· filopatica .. Biguotti Gaetano, aiuto n el gabinetto di anaton1ia cornparata e zoologia. Palaclino Antonio, medico assistente nella sc~uola tli ostetricia e clinica ostetrica. Basotti Rodolfo assistente nella clinica dermosifilopatica. Orlantlin.i Orlando. assistente nella clinica oculii;;tica. Spt1diacei Corrado aiuto nella clinict1. propedeutica c>hirurgica. N elr Istitt1to di stl1di superiori pratici e di perfezionarnunto di Firenze: Ro8si Gilberto ft1 nominato aiuto nel laboratorio (li fisiologia comparata dal 1° dicembre 1902 al 31 ottohro 1~03. Sono stati nominati, dal 1° novembre 1902 al 31 ottobre 1903, n ella Università di Bologna: Bin{lo Do Vecchi, dissettore nel ga,binetto di ana· tonda patologica. Ferdi11anclo Gangitano, aiuto nella clinica chirurgica. Giova11ni ?Jamboni, assistente nel gabinetto di anatomia })atologica. Giovanni Perna, dissettore capo nel gabinetto di anato1nia llm ana. Nell'Università di Genova, Filippo Bottazzi fu nominato incaricato di chimica fisiologica, p c3r l'anno Rcolastico 1902.903. N ell'Univorsità di Parma, Ferdinando Bosche tti, professore or<l.inario di patologia e clinica m edica veterinaria, fu nominato direttore della Scuola su · })eriore di medicina veterinaria per il triennio sco· lastico 1902-903 1903-904: e 1904-905. ' di Roma, furono confermati, per Nell'Università l'anno scolastico 1902-903: ~ommaso J acoangeli, aiuto nel gabinetto di materia medica. Vincenzo Manzone e Claudio Della V alle in qualità di 1° e 2° aiuto nel gabinetto di anatomia llmana normale. P~imo Dorello, quale 3° aiuto in quello stesso gabinetto.

Domenico Lo Monaco, 1° aiuto nell'Istituio fi· siologico. Enrico Battisti, preparatore nell'istituto fisiolo· gico. Alberto Scala e Oddo Casagrandi, in qualità di 1° e 2° aiuto nell'istituto d'igiene. Rinaldo Marchesini, assistente n el gabinetto di patologia generale. Fra.ncesco Valagussa, aiuto nella clinica pediatrica. Ferruccio Schnpfer ed Ercole Tranq11illi ~ ad ai11ti n ella clinica medica. Scipione D e Rossi, assistente n ella clinica medica . Antonino Andò e l\'Iarcantonio Torrisi, assiste11 ti n ella clinica chir11rgica. Alfredo Fortunati, preparatore n ella clinica oc1t· listica. . Giuseppe Puccioni, aiuto nella clinica oculisticn. Tt1ll10 Rossi-Doria, <tiuto n ella clina ostetrica. Gaetano Geronzi, ai11to nella clinica otoiatrica. Sante De Sanctis, libero docente, fu incaricato dell'insegnamento della psicologia fisiologica p er l'anno scolastico 1902-903. Nell'Università di Torino sono sta ti conferma t j. per l'anno scolastico 1902-903 : G . Battista 1\tf11zio, assistente nella clinica clii· rurgica operatoria. Edmondo Buffa, assistente nella clinica dermo· sifilopatic a. Carlo Gauden zi ed Orlando Pasquali, assisten ti n ella clinica oculistica. Aldo Fabris e Firmino V anzetti, quali settori n el gabinetto di anatomia patologica. Mario Soave e Lorenzo Scofone, quali 1° e 2° assistente nel gabinetto di materia m edica. Giuseppe Vicarelli, medico chirurgo nell'istit1t Lo ostetrico. Vincenzo Valsagni e Paolo Robecchi, in quaJi tà. di 1° e 2° as8istente nell'istituto ostetrico.

*** Il prof. Carlo Gegenba11r, già Direttore de1l'Istituto anatomico, è stato nominato e.avali ere dell'Ordine prussiano per il merito j 11 scienze ed arti. GREIFSWALD . Il Direttore della Cljnica e Po liclinica chirurgica prof. Augusto Bier è stato chiamato alla Cattedra di Bonn, già ten11ta dal defc.nto prof. lVIax Schede. HEIDELBERG. -

NECROLOGIO.

A Napoli, dove dirigeva da lungo t empo la Clinica chirurgica. è morto improvvisamente, in tarda. et à, il prof. CARLO GALLOZZI, senatore del Regno e Rettore dell'Università.

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' Concorsi e condotte. (D;rezio1ie ge1ier ale della . sa.nità). .- È aperto un concorso per esame e t1tol1 coi:ig1unta· mente a due posti di assistent~ pr~sso il la b~ · ratorio di micrografia e bacter1olog1a ed a t1 e posti di assistente presso la sez~one ann~ssa n.l laboratorio stesso per la preparazione ed il con· trollo dei prodotti di cui all'articolo 1 della legge 21 dicembre 1899, n. 472. (31) ROMA

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544:

IL POLICLINICO

[ANNO

IX,

FA.SO.

Ai detti posti è annesso lo stipendio d i L. 2500 • Diaforesi locale io sifilide terziaria ossea. annt1e ed il concorso avrà luogo colle norme sta. G~y?t • : . '. : . : . • . . . . . Pag. bilite dai decreti reali è ministeriali summenzionati. D~on1g1 . P~p1n (~p1~1one d1. ~ - sui medici) » Il termine utile p er la presentazione delle do · D1sturb1 d1spept1c1 s1ntomat1c1 delle affezioni mande d'ammissione scadrà il 31 n1aggio 1903. nasali o faringee (I). - Landolt. . . . » Con succo i''"O provvedi mento verranno indicati Epistassi nella cirrosi epatica. - Bouchard . » i giorni in cui avran110 principio le prove di esame Esercizio abusivo della professione medica o ne verrà dato avviso ai coueorrenti ammessi per (A proposito dell'). - Doctor Cajus . • » mezzo dei prefetti delle provincie r ispetti,,.e. t. Fabbricazione del pane (A proposito della) . » Facies faunica (Alcuni nuovi casi di). - MiROMA. Concorso al posto di professore straor· nerbi e Tedeschi . . . . . . . . . » d ina.rio di a.natomia e fisiologia animale ed i giene Fermentation alcooli que en l'absence de lenella R . Scuola superiore di agri col tt11·a cli Milano, vure (La). - Monier . . . . . . . » con lo ·tipendio ann110 di lire 3500. Le domande Fimosi (Operazione di ). - Padula • • . . » corredate ùoi necessari docu menti clevono presenGlioma della retina (Istogenesi del). - Scaftarsi entro il 25 marzo peossimo al ~Iinistero di fidi . . • • . . • • . . . • . . )) agricoltura in Roma.. Iniezioni endovenose di sub li n1a to nella cura PADOVA. Fino alle ore 16 tlel 28 corrente è della sifilide. - Tommasoli . . . . _ » aperto il concorso ad un posto di medico assistente Lesio11i personali (Il prognostico nei referti n ell ospedale civile. medici per). - Serratrice . . . . . . » ~-lssegno an11110 lire 600, più l1na med<iglia di Medicamenti che passano nel latte nella nu. presenza ùi lire 3 per ogni guardia. di 2.J: ore. trice. - Mace . . . . . . . . » L'ct\Tviso di concorso ir1 extenso si può avere chie· Meningite diplococcica (Note cliniche in1 tendolo anche per cartoliua postale, <tll' Ammini· torno ad un caso di). - Curio . . . » strazio110 cloll'ospedale. Mil7.a (Zuckergussmilz) (Incrostan1ento zucGI-IEà1l\JE (N ova.ra). Concorso a dtte po ti tl i cheriforme della). - Luzzato . . . . » 1neclico -cl1irnrgo-ostetrico per i poveri di q11esto Naso (Infezione dcl sacco congiuntivale e Comune con la retrib11zione cli lire 1000 ciasct1no. del). - Stock Freiburg . . . . . . » Scaclenza 28 febbraio. di argento nella vaginale propria del Per scl1iarimenti rivolgersi alla . egroteria. c.lel Nitrato testicolo nelle infian1tnazion i blenorragiche Com11ne. di questa (Sull'uso del). - Montesano . » MILANO. Co11corso p er titoli al posto cli diretNomine, pron1ozioni, onorificenze . . . . » tore del Pio Istituto dei rachitici. Stipendio annt10 Notizie diverse . • . . . . . » lit·e 5000. Nucleone nello sperma e nel \'Ìtreo (Sulla Dil'iger e le domande alla presiclonza del Con iglio presenza del). - Cavazzani . . . . . » <.lell'Istitnto: l\Iilano, via . Galirnero, 31. Orchite dei prostatici (Contributo allo studio ~e;aclc11za febbraio 1903. . . . . » dell') . - Desnos et M:net . PrA CENZA. Concorso per titoli al posto di 1ne· Peritonite tubercolare colle iniezioni iodo · dico capo dell'Ufficio m11nici1Jale d igiene. Oltre jodurate alla Durante (Contributo alla cura allo ordi11arie attribttzioni i11erenti ai fini princi· della). - !v1artinori . . . . . . » pali c.l ell'Urfic io stesso l'eletto dovrà di impegna.re Permeabilità delle vie lagri1nali (Detern1i nale ftlU7'iooi cli direttore delln. sezione tnodico- batte· zione sperimentale della). - J(alt . . » riologica del la.boratorio d 'igie 11e, di mecl ico co11111· Proprietà emolitiche del siero di sangue na,le e, pre·y ia a.pprovazione del Prefelto? q1lella cli um'.lno placentare, ed in condizioni pato· t1fficiale sanitario. logiche (Contributo al lo studio delle). Sti1}endio annuo complessivo liro 3000. Sca(lenza Giudiceandr1:a . . . . . . . • . . » 30 nprile p. v . Prostatopessia sub-perineale o lussazione della pr0stata dalla sua loggia, come trattamento Jell' ipertrofi1 (Della). - Dc:lagé· .. n1ere . . . . . . . . . . . » Pubblicazioni pervenute al « Policlinico » . » Reumatismo acuto e processi morbosi asso.i\ccaden1ia Medico-chirurgica di Ferrara . . Pag. 522 ciati (Biologia del). - Bea ton e Ainley Accademia MeJica di Roma (R.) . . . » 521 \Valker . . . . . . . . » Affrontamento delle superficie n1ucose estroRiposte a quesiti e a dotnande . . . . » flesse della sutura intestinale (Ricerche Saccarificazione del glicogeno epatico (Sul speri mentali su lle conseguenze dell'). meccanisn10 della). - Cavazz:ani. . » Taddci - Caletti . . . . . . . » 523 Screpolatura delle n11ni (Contro la). . . » An~sarca (Mezzi 1neccanici nella cura del!'). - Trèvisancllo . . . . . . • . » 524 Scuola chirurgica a Cl1icago . . . . • . » Siero di cane normale nell'avvelenan1ento Angine Dl lla scarlatti na (Le). - Mer~' . » 529 mortale sperin1entale da stricnina (Il) . . » Arttl iti i~i.l ca esterna (Ferita dell'). - Margarucc1 . . . . . . . . • . » 522 Sifilide coine causa di pazzia (La) - Mott. » Artrite da pnenn1ococco. - Herrick . . . » 518 Società Lancisiana degli Os 1edali di Ro ma . » Cenni bibliografici. . . . . . . . l> 540 Stati ansiosi ntlle malattie mentali (Gli). Lalanne . . . . . . . . . . . . » Clinica medica della R. Uni,,ersità di Genova (Istituto di) . . . . . . . . » 524 Trasmi'isibilità dei parassiti della malaria dalla mJdre al feto (Sull1). - Ser~ ni. . . . >) Cloruro di adrenalina nelle iperemie conTubercolosi dell.l vescica. - Freyer . . . » giuntivali (Azione del). - Businelli. • . » 521 Tubercolosi pulmonare nei sarti. - Frankel » Colite acuta (Depressione cardiaca nella). - \\' dson . . . . . . . . . . » 530 Tumore policistico perirenale svilupp.1c.o dal corpo di \Volff. - Albarran . . . . » Concorsi e condotte. . . . • . >> 543

Indice alfabetico analitico del oreseute numero.

Roma. 1903 -

Tip Naa1onaJe di G. 'Bertero e C

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Roma, 28 :tebbra1o 1908•

Fuo. 18.

SEZIO:NE PRA.TIOA. •

DIRETTORI

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PROF. GUIDO BACCELLI - PaoF. FRANCESCO DURANTE REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Riviste: -

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Leotta: 1 più t;.ecenti mez.zi di esame utiliz..zabili nelle lesioni renali. - MEDICINA: - Rumpf: Etiologia e sintomatologia delJa m obilità anormale del cuore. - Welder: Il cuore migrante. - Schmidt: Sulla rottura trau.matica delle valvole del cuore e dell'aorta. - TERAPIA: - Bra un : Significato dell'adrenalina nell' anestesia locale. - Kiikn: Alcune esperienze sul valore terapeutico della sostanza delle glandole surrenali. - Accademie, Società mediche, Congressi: - SO CIETÀ MEDICO - CHIRURGICA DI B OLOGNA. - ASSOCIAZIONE MEeICOCHIRURGICA DI PARMA. - ISTITUTO Dr CLINICA MEDICA DELLA REGIA UNIVERSJTÀ DI GENOVA. Osservazioni cliniche: - Leone: T etano e metodo Baccelli. - Bertelli: Un caso di tetano curato col metodo del prof. Baccelli. Rabitti: L e iniez_ioni di acido fenico alla Baccelli nella cura del tetano. Pratica professionale: - CASUISTICA: - Ipertrofia spastica congenita del piloro. - Contributo alla conoscenza del carcinoma dello stomaco. - Per i bambini affetti da stipsi. - Occlusione intestinale acuta. - APPUNTI DI TERAPIA: Prepara·z_ioni acquose di mentolo. - L a cajfPina, nella terapia infantile. - Un,eruz.ione cutanea per ingestione di salicilato di soda. - Piacevole lassativo. - Per evitare la nausea che segue l'ingestione dell'olio di ricino. - Pe.r aumentare le proprietà lassative della magnesia. - Varia. Igiene: - Koch: La campagna contro il tifo. - Cenni bibliografici. Interessi professionali: - La nuova legge .\ui medici condotti. - Risposte a quesiti e a domande. Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onorificenze. - Concorsi e condotte. - Indice alfabetico, analitico del presente numer o. DIAGNOSTICA: -

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L'importan te PREMIO Al NOSTRI CORTESI ABBONATI (anno 1903) si sta rilegando. - Ne principieremo la spedizione fra qualche giorno e sarà eseguita secondo il numero progressivo degli abbonamenti pagati per intiero. Chi non ha spedito l'importo dell'at bonamento, voglia affrettarne l'invio per goder subito del premio. Coloro che hanno già spedito l'importo dell'abbonamento, sono pregati di mandare i soliti 50 centesimi se desiderano avere il libro raccomandato e al. sicuro da smarrimenti postali. I pagam·enti debbono essere esclusivamente indirizzati all'Amministrazione, via del Cara-

vita, 6, Roma, o personalmente al sottoscritto

Prof.

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ENRICO MORELLI.

D i r i t t i di proprietà r i s e r v a t i

prima di acoing9rsi ad un intervento più o meno demolitivo, deve risolvere una serie di problemi. Il rene affetto sino a che grado è leso '/ La sua funzionalità è ancora conservata od è DIAGNOSTICA abolita del tutto 'l Nell'uno o n ell'altro caso si capisce che l'intervento sarà ra~calmente diverso. I più recenti mezzi di esame utilizzabili Ed ancora. Stabilita la lesione di un rene, l'altro nelle lesioni renali. supposto sano, sarà perfettamente norm9)le, o sarà anch'esso in parte alterato'/ Ed anche questa ri· Rivista sintetica del Dott. NICOLA LEOTTA, sposta ha un'importanza grandissima, essendo il assistente nella R . Clinica chirurgica di Roma. chirurgo autorizzato in un caso a procedere ad In questi ultimi anni la semeiologia renale si è un intervento d emolitivo, che in nessun modo potrà arricchita di un grandissimo numero di mezzi atti · tentare quando invece si avesse la certezza che a completare l'esame clinico delle lesioni relative. oltre il rene malato anche l'altro funziona poco La diagnosi di queste affezioni, come è noto, può o male. riuscire talora di una difficoltà straordinaria, stando Si comprende che a tali quesiti non si può ri· a quei soli sintomi sui quali sino a pochi anni fa spondere con i soli dati che ci dava l'esame clinico ·Ci si doveva basare. del malato e l'esame fisico e chimico dell'urina Tali difficoltà sono provate sopratutto dal chi· come poteva essere eseguito sino a pochi anni rurgo. addietro. Dinanzi ad un'affezione renale inf.atti il chirurgo, Oggi invece possediamo dei mezzi atti a farci ( 1)

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RIVISTE

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[ANNo IX, FAsc. 18!

con certezza rispondere a qualunque problema diagnostico di qt1esto genere ; e siccome ancora molti di questi mezzi non sono usciti dal campo dei periodici di medicina (1) pf•r prendere posto nei trattati, cosi io mi propongo di riassun1erli tutti nel modo più breve possibile. Comincerò quindi coll'espot·re i metodi atti a. de· terminare lo stato della funzionalità renale in genere, poi riassumerò i mezzi che permettono di detenni· nare isolatamente la funzionalità dei due reni~ fa· cendoci raccogliere separatamente le urine dei due reni, e per ultimo dirò degli altri segni speciali che sono utilizzabili solo in alcune affezioni renali.

I. ESPLORAZIONE DELLA FUNZIONALITÀ RENALE. La funzionalità renale p11ò venire determinata con diversi metodi dei quali, dirò subito, nessuno singolarmente ci permette di apprezzarla in modo preciso. Ciascuno di essi infatti ci lascia vedere lo stato funzionale di una part~ del rene; per esempio: un metodo ci rivela lo stato dei glomeruli, mentre un altro quello d ei tubuli, cosicchè noi mentre da uno solo di questi metodi non ricaveremo che un esame incompleto, potremo ricavare, dal loro in· sieme, la nozione esatta della funzionalità renale. Ques~i metodi sono : A) Metodo dell'eliminazione provocata; B) 1\Ietodo del diabete fiorizinico; O) 1\fetodo della crioscopia.

A) Metodo della

eli111ina~ione

provocata. Dall'osservazione che le sostanze medicamentose introdotte nell'organismo di persone affette da le· sioni renali, vengono eliminate in modo diverso dal normale, dopo i tentativi di una numerosa schie1·a di autori, dei quali tralascio per brevità i i nomi, è stato creato questo metodo. Esso consiste nel mettere in circolo una data so· stanza che si sa essere eliminata totalmente o par· zialmente per il filtro renale normale, cosicchè os· servando il modo come essa viene eliminata si viene a determinare lo stato della permeabilità renale. Le sostanze che più comunemente vengono impiegate sono: il bleu di metilene, la rosanilina, l' ioduro di potassio ed il salicilato di sodio. 1. Prova del blen di 11ietile1ie per deter1Jii1iare lo stato della jJer11teabilità renale. - Furono ÀCHARD e 0AST AlGNE (2) che proposero per la determinazione della permeabilità renale l'iniezione sottocutanea di bleu di metilene. Questo, nella dose n ecessaria per la prova è affatto inoffensivo, e ' renendo elimi· (1) Nei numeri prec~denti di questo giornale alcuni di questi mezzi sono stati da me e da altri comunicati. (2, ACilARD et CASTAIGNE. JJia,qnostic de la p er111éabililé rénale. Soc. méd. Hòp., 30 avril 1897.

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nato si riconosce facilmente nell'urina per il colore verde o bleu ohe dà a qt1esta. La prova si è rapi· damente diffusa cosicchè può dirsi già entrata nella pratica giornaliera. Introdotto nell'organismo il ble11, come dice l'A· CHARD (1), esso subisce una riduzione che lo tra· sforma in una sostanza incolora che è un leuco· derivato del bleu. Questo leuco-derivato è stato notato dapprima da V OISIN et HA USER (2) e poi è stato chiamato da ÀCHARD e CASTAIGNE (3) col nome di Cl'OlltOge1io. È allo stato di cromogeno che il bleu circola nel sangue. Dal sangue si elimina colla bile e coll'urina, ma siccome quello che passa nella bile, ver· sato n ell'intestino, è assorbito dalla mucosa e rimesso in circolo, cosi in ultima analisi viene eliminato tutto per l'emuntorio renale. N all'urina però passa sia come cromogeno sia come bleu, giacchè pare che il cromogeno possa subire nell'attraversare l'emuntorio renale un'ossidazione che lo trasforma in bleu. La prova si fa nel modo seguente : Dopo a.ver vuotata la vescica si inietta in una natica 1 eme. di soluzione di bleu di metilene al 5 °/ 0 sterilizzata. Indi si raccolgono le urine dopo mez· z'ora e poi ancora di mezz'ora in mezz'ora finchè l'urina passa colorata in hleu o verde. Dopo si racco· glie di due ore in due ore fino alla scompa,r sa. N all'orina emessa dopo il passaggio della ma.teria colorante troviamo dunque tanto il bleu che si rileverà per la colorazione che imprime all'urina, quanto il cromogeno ineoloro. Se la colorazione bleu o verde dell'urina è poco intensa si da lasciare in dubbio sulla presenza o assenza del bleu, si aggiunge all'u· rina in una provetta del clo1'oformio, ed agitando si vedrà questo colorarsi. P er rile·v are la esistenza del cromogeno poi, che ab biamo detto essere incoloro, si suole fare cosi : si aggiunge all'urina del cloroformio che la libera della sostanza colorante, indi coll'urina cosi lil>era.ta dal bleu si aggiunge un po' di acido acetico si da acidificarla abbondantemente e si riscalda fino all'e· bollizione. Allora se esiste il cromogeno l'urina assume una netta colorazione verde o bleu. Quando il bleu sciolto nell'urina è molto abbon· dante allora non si riesce ad estrarlo tutto con il cloroformio, ma anche allora praticando la reazione per il cromogeno si vede spiccatamente il cambia· mento di colore per il cromogeno. Del r esto l' apparizione di questo cromogeno che è stato causa di molte discussioni ed il cui signifi(1) AcHARD. No11vea1lx procédés d' e.~ploration. Paris, Masson et O., 1902. (2) V OISIN e t HA USER. R e11tarq1i.es snr l'éti11ti11a· tio1i rénate dn bleri de TJtéfltylè1ie. Gaz. hebd., 20 mai 1897. (3) ACHARD et CASTAIGNE. Soc. méd. Hòp., 18 giu· gno 1897 e 30 lugJio 1897.


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catò è oscuro, pare che non stia solo in rapporto con lo stato del filtro renale ma con fenomeni più complessi d'ordine chimico ed ancora non ben determinati. Ad ogni modo la eliminazione sotto forma di ero· mogeno, come hanno stabilito PUGNAT et R EVIL· LIOD (1), anzichè esser e importante per la d etermi· nazione dello stato della permeabilità renale può condurre ad errori di apprezzamento; cosicchè essi consigliano di n on tenerne conto e di considerare invece esclusivamente il comportamento d~lla eliminazione del bleu. In questa eliminazione bisogna poi tener conto dell'inizio, dell'intensità, della durata e del ritmo dell'eliminazione. a) Inizio. - Normalmente l'apparizione del ble11 o del suo cromogeno ha luogo da 30 a 60 minuti dopo l'iniezione. Il ritardo nell~inizio dell'apparizione è segno di dimin11ita permeabilità renale. 1)) J11fensifà. - Normalmente l'intensità dellaco· lorazi~no n elle urine d ata dal bleu eliminato rag· giunge il 1na.xi11111111 ~rerso la 3a o la 4a ora. Un 11taximn1n di colorazione precoce o molto intenso o molto prolungato è segno di aumentata permeabilità, mentre un 11ia..~i1nz111i di colorazione ritardato e poco pronunziato è segno di diminuita permeal)ili tà. c) Durata. - Normalmente l 'eliminazione dura da 35 a 72 ore; il prolungamento oltre questi li· miti è stato variamente interpretato, si può però ritenere con ACRARD e CASTAIGNE che esso stia a de· notare diminuzione della permeabilità r enale, mentre ALBARitAN e BERNARD (2) pensano che l 'eliminazione prolungata stia sovonte in rappol'to con fenomeni di ip&rtrofia. ronale compensatrice. d) Rit11io. - Normalmente il decorso dell' eli· minazione del bleu segne una curva dapprima ra.. pidamente ascendente e poi lentamente e progres· sivamente decrescente. Ma oltre a questi tipi di eliminazione si può avere un tipo co1iti1ino polici· clico, quando il bleu passa costantemente ma irre· golarmente, ora pjù intenso, ora meno intenso; ed 11n tipo i1iterniittente, quando il passaggio non si fa più sola me11te in più serie di cicli, ma in più tempi con intervalli nei quali l'urina non ne con· tiene affatto. Tale irregolare eliminazione può es· sere determinata da influenze multiple, special· me nte: lesioni del fegato e disturbi nervosi, ma essa è anche legata come la prolungazione della eliminazione all'ipertrofia compensatrice r enalA (ALBARRAN e BER~ARD). (1) P UGNAT et REVILLIOD. Ehide critiqne des pro·

cédés cli1iiqu,es d'appréciatio1i de !a per1,-iéabilité ré1tale. Archiv. gén. d e médecine, 1902, vol. VIII, pag. 19. (2) ALBARRAN et BERNARD. La perfnéabilité rénale ét1idiée par le procédé dii bleu de ntétliylène da1is les ajfectio1is cltir1irgicales des rei11s. Annal. d. M. d. O. G. Urinaires, 1899, p. 336.

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SEZIONE PRATICA

In un caso di pionefrosi calcolosa di antica data operato di nefrectomia dal mio 1\1.aestro prof. Durante, in cui il rene sinistro era completamente distrutto ed il rene destro ipertrofico, caso che illustrerò, ho notato n etto un tipo di eliminazione continua policiclica. 2. Prova della rosan,ilina per deter1ninare lo sf(tto della pernieabilità re1iale. - La rosanilina (trisulfonato di soda) è stata proposta dal LÉ· Pil\"TE (1), per saggiare lo stato della permeabilità renale. Essa è perfettamente inoffensiva per l'organismo e sarebbe preferibile, secondo LÉPINE, al bleu di metilene perchè si elimina più presto, perchè è più facile il dosaggio della quantità eli· minata (ed il LÉPINE ha proposto un processo co· lorimetrico per questo dosaggio), perchè è semplice rilevare la materia colorante nell'urina.. Ad occhio nudo un'urina contenente rosanilina assume un colorito rosa pallido che può essere reso più evi· dente coll'aggiunta di poche goccie di acido clori· drico o nitrico. Dopo l'iniezione di 1 eme. di soluzione all'uno per cento di rosanilina essa viene elimina.ta dal rene in condizione normale dopo circa mezz ora ; l'eliminazione raggiunge il massimo d'intensità dopo 2 ore, e dopo un periodo di stato più o meno lungo, decr esce prog1 essivamente e l entamente per cessar e affatto dopo un periodo di tempo va.riabile tra 20 e 24: ore. Con la rosanilina, però, lo stato della permeabi· lità renale anzichè dall'inizio, dall~intensità daJla durata e dal ritmo d'eliminazione, come per il bleu, viene ad essere determinato dalla quantità di materiale colorante eliminata, quantità apprez· zabile, come ho detto, col proces$o colorimetrico del L épine. Il metodo della rosanilina oltre che per LÈPINE, sarebbe preferibile a quello del bleu di metilene anche per DREYFTTS (2) e per P uGNAT e REVILLIOD (3). 3. Prova dell' iodzlro di potassio e del salicilato di sodio. - Per saggiare lo stato della per1neabilità renale è stato proposto da BARD e BONNET (4) l'ioduro di potassio tenendo in considerazione la. intensità, la durata ed il ritmo dell'eliminazione e soprattutto la quantità eliminata nelle 2-! ore. CHOPIN (5) ha proposto il salicilato di sodio. Iniettando 1 eme. di soluzione al 30 per cento ha visto che la comparsa e scomparsa dell'acido sali-

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(1) L ÉPINE. Bar la perntéabilité rénale. Lyon ~Iédical,

febbr. 1898. . (2) DREYFUS. Oo1itrib11tio11, à l' étude de la pernzéabilité rén,ale. Thèse de Lyon, 1898. (3) PUGNAT ét REVILLIOD, 1. c. {4) BARD et B ONNET. Reclierclies et co11sidératio1is

cliniqzies snr les dijférences de per11téabilité ré11ale. Ar· chiv. génér. de 1\iiédecine, 1898. (5) CHOPIN. Eli11zination de l' acide salicyliqzie sui· vant les divers états des reins. Thèse de Paris, 1 87. t3) ~-----

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IL 'POLICLINICO

cilico nell'urina sono ritardate se il rene non è normale, e che allora anche la quantità totale di acido salicilico eliminato è inferiore a quella che viene eliminata dal rene sano. PUGNAT e REVILLIOD (1) che hanno provato tutti i sopra esposti metodi, dicono che il salicilato di sodio e l'ioduro di potassio comparati al blet1 di metilene ed alla rosanilina presentano un tipo di eliminazione differente. I primi per essere eliminati attraversano semplicemente i glomeruli e la loro eliminazione è un atto di filtrazione semplice, un puro fenomeno fisico, mentre i secondi incontran o la barriera epi· teliale dei tub11li prima di passare nell'urina, onde la loro eliminazione pur essendo soggetta alle leggi delltosmusi, ùipende in una certa misura dall'attività secretrice delle cell11le epiteliali, anche essa sottostante al sisten1a nervoso, onde è consigliabile per ogni seria ricerca sttllo stato della permeabilità. renale di mettere in opera il processo della rosanili11a o del blett di metilene per sta bi· lire lo stato del filtro epiteliale, oltre quello del salicilato di sodio o dell'ioduro di potassi,.o per de· terminare lo stato del filtro glomert1lare, ed oltre il processo della florizina, che adesso espongo. . B) Metodo ciel diabete jlorizi11ico.

e DELAMARE (2) hanno proposto di -studiare lo stato della funzionalità renale anche a mezzo della florizina. Iniettando sottocutaneamente 1 eme. di solt1zione di florizina ali' 1 / 200 si determina nel soggetto a reni normali la comparsa di ~uc­ -0hero nelle urine emesse dentro le prime 2-4 ore dopo l'iniezione. La quantità dello zucchero elimi· nata oscilla tra 1 e 2 grammi e secondo la magglore o minore qt1antità o l'assenza di zucchero si distin· gue una iperglicosziria, una 1po,r;lièosztria ed una auag ticosnria flori.zi1iicet. Nelle nefriti epiteliali, nelle interstiziali e nella degenerazione epiteliale del rene si ha ipo ed anaglicosuria. È stato molto discusso il meccanismo per il quale avviene questa comparsa di zt1cC'hero nelle urine, e varie teorie si sono emesse in proposito, che io qui per brevità sorvolo. Quasi tutti però oggi ammettono che la comparsa c1ello z11cchero si ha per l'azione che la florizina esercita sull'attività secret1·ice degli epiteli renali. Così che se gli epiteli re· n.ali , ono normali e funzione:inti si ha la secrezione dello ~ucchero, se gli epiteli sono più o meno alte· rati non si ha secrezione di z11cchero o si ha in q11antità molto limitata. Si capisce quindi come la florizina ci riveli un lato deUa funzionalità renale diverso da quello che AOHARD

(1) PUGNAT et REVJLLIOD, 1. c. (2) ACHARD et DEL.AMARE. Gtycos1trie pltloridzf. que et exploratin11, des fo11ctio1ts ré11,ales. Soc. Biol.

28 janvier 1899 e Soc. méd. Hòp. avr. 1899. ( 4)

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ci rivela il bleu di metilene o la rosanilina., o<Tiacchè quella ci dirà lo stato dell'attività glandolare degli epiteli renali, questi ci diranno Io stato della petmeabilità del filtro renale, e, come sopra ho detto, è bene praticare, per avere un esame completo, la prova della florizina oltre quella del bleu o della rosanilina. C) M etodo detta _crioscopia delle urine.

Per crioscopia s'intende la determinazione del _pzi11,to di co1tgelazio1ie dì una data solu~ione. Questo punto di congelazione suol designarsi con .l. Il principio Stt cui è fondato queqto metodo è il seguente: L'acqua distillata congela a 0°; or, seconclo una legge scoperta da RAOULT, ciascuna molecola di una sostanza qualt1nqt1e (1) disciolta nell'acqua, abbassa il punto di congelazione dell'acq11a stessa, di una quantità sempre eguale, di guisa che l'abbassamento del punto di congelazione è dipendente dal i1umero delle nlolecole disciolte e non già dal loro peso e dalla loro natura chimica. Ne siegue che l'acq11a contenente delle sostanze in soluzione ha un punto di congelazione tanto più basso q11anto maggiore è la q11antità di molecole solide disciolte, od in altri termini: L'abbassaniento dol pnnto di congela~ione è propor.~;onale alla co11,· centrazione rnolecolare delle soln.~ioni. Determinando, quindi, per mezzo della crioscopia il punto di congelazione di llna data soluzione si viene indirettamente a determinare di essa anche la concentrazione .molecolare. Questo principio della dottrina fisico-chimica delle soluzioni, dopo i lavori di PFEFFER, RAOULT, ARRHENIUS, ecc., è stato largamente applicato alla fisiologia ed alla patologia, e specialmente allo studio fisico del sangue e di altri umori dell'orga· • n1smo. L'urina, fra gli altri, è stata molto studiata crio· scopicamente, cercando di ottenere con questo mezzo delle applicazioni. pratiche per la determi· nazione della permeabilità rènale. Che cosa è l'urina'? Prima di rispondere ricordo brevemente il meccanismo della sua formazione. Alla veccchia teoria del Lunw1G, secondo la quale l'urina si formerebbB nel rene per filtrazione passiva, ed alla posteriore di BowMANN, secondo la quale l'urina si formerebbe per secrezione attiva degli elementi renali, si è sostituita la teoria del Ko1tANYr, che riesce a spiegare molti fatti inspiegabili con le due dette teorie isolatamente prese. Il KORA~ì"l fonde la teoria d el LUD"\YIG con quella del Bo"\V~fANN e spiega la formazione della urina nel modo seguente :

li) LuorANI. Fisiologia dell'zio11·10. Società Editrice Librèiria l\tlilanese.


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AFlZJON'E PltATfCA

Att1·avorso il glomerulo passerebbe lma soluzione di cloruri. Quanùo questa soluzione arriva 11ei tub11li, essa trovasi separata dal sangue per la parete dei tubuli, che può considerarsi llna membrana permea· bile. .Abbiamo q11indi due ·1iq11idi di concentrazione diversa: sangue da un lato, soluzione di cloruri dall'altro, separati da una membrana semipermeabile. Per le comuni leggi fisiche dell'osmosi si stabilirà fra i l1t1e liquiçli una doppia corrente ed uno scambio dello loro molecole. Cosicchè l'urina elementare proveniente dai glomeruli cederà una parte dei suoi cloruri, ed in essa passeranno dal plasma sanguigno altrettante molecole di ttrea, fo sfati, ecc. Per l1ltimo l'urina man mano che progredisce nei tubuli subisce un riassorbimento d'acqua cosicchè a t1menta la sua concentrazione prima di ar· rivaro all'estorno. L't1ri11a q11indi rappresenta. nel suo complesso 11na sol11ziono acqttosa di molecole organiche ed inorganiche. Per Ja legge di RAOULT, essa avrà q11indi un punto di congelazione, .l, al di sotto di 0°, punto che sarit tanto più basso q11anto maggiore sarà il grado della stta concentrazione, ossia il numero delle molocolo in essa disciolte. L'urina. normale ha un punto di congelazione che oscilla, fra - 1°. 50 e - 2°, mentre quando il r ene funziona. inale, le urine saranno meno concentrate ed a~ra11no ltn punto di congelazione più alto. Partendo da qttesto principio si comprende quanto sia prozio a la determinazione del punto di con· gelaziono per apprezzare lo stato della permeabilitit renale in casi di lesioni renali 11nilaterali, quando s i raccoglie, con uno dei mezzi che più sotto dirò, separatamente l'urina dei liue reni. Si potrà allora paragonare il punto di congelazione dell'urina secreta dal r ene malato col punto di con· gelazio11e de11· urina secreta dal r ene sano, e si ve· drà che la prima urina avrà una concentrazione molecola.r e inferiore alla concentrazione dell'altra. }fa quando non si tratta di lesioni unilaterali, o quando non si fa l'esame comparato delle due uei11e, la semplice valutazione crioscopica non dà risultati clinicamonte utilizzabili, perchè il punto di conge· lazione dell urina varia molto anche allo stato fi· siologico. Si è quindi pensato a comparare la crioscopia dell'urina alla crioscopia del sangue, partendo dal principio che quando la permeabilità renale sarà alterata, la concentrazione molecolare del sangue sarà ele\rata e quella dell'urina abbassata. Il rap· porto fra le due concentrazioni più o meno alto, starebbe quindi a rivelare lo stato dèlla permeabi· lità renale, e su questo principio si sono avuti nu· _ •

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marosi lavori crioscopici tra i quali quelli di KtJMMELL e di Ru~IPEL (1) recentemente. Teoricamente il metodo della crioscopia compa· rata dell'urina e del sangue p11ò sembrare ideale per determinare lo stato della permeabilità renale, ma in real tà esso è difettoso. Tale metodo 1rrta infatti con le conoscenze di fi· siologia e con le osservazioni cliniche. S (jppiamo dalla fisiologia {LUCIANI) (2) come i·HAi\f· BURGER abbia dimostrato che « il sisten,ta vasale lta la proprietà di 111a1tte1tere costante la te11sio11,e os1J1otica

clelplasJJza sangu ig110, nonostante svariatissi1ni ca nibia111e1iti della conzposizione clii1nica del sa11,qne. L'HAl\I· BURGER spiegò questo fatto ammettendo una proprietà secretoria detl'en,dotelio vasale, che stimolato dall'aumento o dalla diminuzione della tensione osmotica del sangue, reagirebbe in guisa da r ipri· stinare rapidamente l'isoto11isn10. La capacità secre· toria dell'endotelio dei capillari è stata poi speri· mentalmente confermata da HEIDENHAIN » . Quando il rene funziona male quindi, l'elevazione della concentrazione molecolare d el sangt1e non p11ò stare in ragione inversa dell'abbassamento della concentrazione molecolare dell'urina, perchè a sconvolgere questo rapporto entra un fattore importante rappresentato dall'endotelio vasale. E la verità di questo fatto ci è confermi.1ta dalle osservazioni cliniche. Nelle nefriti (ACHARD) ed anche in piena uremia il sangue non ha sempre una concentrazione ele~. . ata, mentre l'urina può con· temporaneamente avere una concentrazione bas· • • s1ssrma. Ed ancora clii non sa. come anche l'urina nor· male può avere debole concentrazione per l'uso di bevande abbondanti o di cibi speciali 4? P er tutti questi motivi possiamo ritenere assieme agli lirologi più distinti che il m etodo della crioscopia. comparata del sangue e dell'urina può con· durre ad apprezza.menti erronei. Piit esatto è il metodo di CLAUDE e BALTHA· ZARD (3), cl1e utilizzando la crioscopia delle urine ed il dosaggio dei clor11ri in esse contenuti, hanno proposto delle formule che la.sciano bene apprez· zare lo stato della permeabilità renale. Loro si basano s11 questo principio : L urina contiene sostanze semplice1nente elimi· nate che traversano l'organismo senza subir,ri cam· biamenti, costituite dai cloruri, e sostanze elaborate date cioè da tutti quei composti che prov~ngono da sostanze le quali attraverso l'organismo hanno subito modificazioni più o meno complesse. Queste '

(1) RuMPELL. E1faltrzinge11 tiber die praA·tisclte A1i1ve1idu1ig der Gej'rierpn11ltfsbesfi1J11nnng('1t vo11 Blrit ri1id Rarn bei Nierenerlcrakl1n,qe1i. Mtinchener 1\-fed.

W och., 1903, n. 1, 2 e 3 . (2) L a CIANI. Fisiolo,qia dell'zionzo, vol. 1°, P: 119. (3) CLAUDE et BALTBAZARD. La crgoscopze des ziri11es. Actualités m éd., Paris, 1901, ed ACHARD, 1. c. (5)

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IL POLICLINICO

sostanze elaborate risultano dalla decomposizi<•ne di mollecole albuminoidee, e sono principalmente formate da molecole d'urea. Le molecole elaborate vengono rappresentate dal ... segno o. Or per 1 esame della funzionalità renale è im· portante appunto conoscere se le molecole elaborate sono o no eliminate normalmente. Il punto di congelazione .i dell'urina ci fa de· terminare il numero totale di molecole clotate ed elaborate. Facendo il dosaggio dei cloruri si può apprez· zare la quantità di molecole clorate, onde sottraend•> q(uesta quantità dalla quantità totale di molecole contenute nell'urina., si avrà il numero delle mo· lecole elaborate ò. La quantità di molecole clorate si ottiene così: coll'analisi quantitativa dei cloruri si viene a sa· pere la quantità di cloruri contenuti per cento di urina. Sia p questa quantità. Sapendo che una soluzione di cloruro di sodio all'1 °/ 0 congela a - 0°. 60, la quantità di molecole cloFate contenute in 100 eme. di urina con p di clo· i·uri sarà rappresentata da: p X 60. Cosicchè il valore delle molecole elaborate ci sarà dato da.lla formula : o =~ - p X 60. P er maggiore precisione si rapportano i valori ~

e è al volume d ell urina in 24 ore (V), ed al peso del soggetto (P), così da ottenere il numero delle molecole totali e delle molecol e elaborate elimi· nate nelle 24 ore per ogni chilogramma del peso del corpo. Si banno così i dl1e valori: .i V p o diz:iresi 11i9lecolare totale. '

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o diuresi

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Il valore p

e 4000. Il T"alore

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delle 11iolecole elaborate.

varia. allo stato normale fra 3000 è compreso fra 1800 e 2500. E sso

esprime la misura della dept11·azione urinaria. Particolarmente interessante a s tabilire è il rap· porto fra questi due valori che si riduce al rap · porto ~ , ossia al i·apporto tra q11antità totale di o

m.olecole eliminate e quantità di molecole elaborate. Questo rapporto allo stato normale oscilla tra 1. 49 e 1. 69. Quando per lesioni tubulari lo scambio moleco· lare, che secondo lét teoria di Koranyi si farebbe <i livello dei tubuli, si fa meno bene il valore delle A

n1olecole elaborate ò diminuisce, ed il rapporto ~ o <li viene molto forte. (6)

[ À.NNO

IX,

FA.SO.

18J

I risltltati ohe si ottengono con questo metodo crioscopico di Claude e Balthazard, concordano con quelli forniti dalla prova dell'eliminazione pro· vocata (ACHARD). Esistono poi altri metodi che, basati sempre sulla crioscopia, cercano di determinare lo stato della permeabilità renale, ma meno importanti ed esatti del precedente cosiochè io, per brevità, li sorvolo. Dirò solo ancora, prima di. passare ad un altro argomento, dell'apparecchio per la crioscopia. Co· munemente si adopera l'appareccliio di B eclc11ian11,, ohe consta di un tubo a, dentro cui si mette l'urina o altro liquido di oui si voglia fare la crioscopia. Questo tubo è chiuso con un sughero attraversato da un termometro graduato al 1/100 o al 1/50 di grado, e da un agitatore a spirale nella sua parte content1ta nel tl1bo, agitatore che può essere indif· ferentemente di vetro o di platino. All'esterno del tubo a sta un'altro tubo b, più grande contenente alcool, che non congelando man terrà uniforme la temperatura su t11tti i p11nti del primo t11bo. Al· l'esterno del secondo t11bo b sta la miscela frigo· rifera (ghiaccio e sale, ghiaccio e acido cloridrico). Messa nel tubo a un po' di urina tanto quanto basta per coprire il bulbo del termometro, mentre agisce la miscela frigorifera l'llrina viene agitata dall'agita tore. Seguendo il termometro si vede che esso di· scende al disotto di 0°, e poi anche al disotto del punto di congelazione, mentre ancora l 'urina si mantiene liquida (temperatura di surfusione). Indi la colonna di mercurio fa una rapida ascensione fino ad un punto, sul quale si ferma per qualche istante. Allora comincia la congelazione, ed allora bisogna leggere il grado e la relativa frazio·n e di grado segnato dalla colonna di merc urio. È il punto di congelazione. Dopo naturalmente tutta l'urina congela, la miscela frigorifera abbassa sempre più la temperatura ed il termometro si abbassa, perchè si va al disotto del punto di congeli:tzione.

II. n{EZZI ATTI ALLA SEPARAZIONE DELLE URINE DEI DUE RENI.

I metodi finora espo ti per rilevar e lo stato della permeabilità renale non sempre risolvono tutti ql1ei problemi, che si presentano al chirurgo relativa· mente alle lesioni renali, sia dal punto di vista della diagnosi che della prognosi e dell'intervento. In alcuni casi, non rari, con tutto l'insieme for· nito dai dati anamnestici, dall'esame obbiettivo, dall'esame fisico e chimico delle urine, dall e prove della permeabilità, si può non riuscire a stabilire fino a che punto è leso il rene ammalato, se esiste l'altro rene (non sono rari i casi di morte per ne· frectomia in individui con ren,e 111tico), se funziona


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IX, F Asc. 18]

SEZIONE PRATICA

bene si da poter assumere, nel caso di soppres· eione del rene mal}ito tutta la funzionalità neces· saria all'organismo. Solo la separazione delle urine dei due r eni potrà in tali casi trar d'imbarazzo. Cosi potrà studiarsi comparati'\""amente la permeabilità dei due r eni si po· tranno studiare le due urine fisicamente e chimicamente, istologicamente e batteriologicamente, in guisa da avere delle nozioni esatte sulla funziona· lità comparata dei due reni. I mezzi finora esistenti capaci a far separata· mente raccogliere le urine dei due reni sono basati su tre principii cliversi, cioè: 1. Raccogliere l'urina nel bacinetto, per mezzo di un catetere messo nell'uretere. 2. Con ltn settore dividere la vescica in due metà, ciasct1na delle quali raccoglie esclusivamente l'urina emessa dal rispettivo rene. 3. Far lo. compressione intravescicale di l1no degli orifizi ureterali, in guisa da. raccogliere l'urina che cola nella. vescica dall'altro uretere non compresso. 1. Il cateteris11io ureterale si può dire entrato definitiva.niente nella pratica d ella chirurgia e tt1tti i trattati recenti se ne occupano diffusamente, -00 i che io non mi fermo su di esso che di volo, rimandando il lettor e per notizie dettagliate e spe· c ialmente per quelle relatiY-e alla tecuica al trat· tato di LE DENTU e DELBET (1), ed al Trattato Ita· liano di Chirurgia (2). Il cateterismo ul'eterico può esser~ praticato: a) Senza endo copio o cistoscopjo; . b) Per 1nozzo dolJ'endoscopio a luce riflessa; e) P er mezzo del cistoscopio a luce diretta. Il terzo m e todo è il mono difficile e quello che quasi esclusivamente si pratica. Vari modelli sono stati costruiti di cistoscopi per il cateterismo degli ureteri; comunemente si usano <> qt1ello cli Nitie n1oùificato, o quello ùi .Albarran. Con questi istrumen ti si può fare un esame ci· stoscopico e piazzare in uno degli ureteri un catetere, che porterà all'esterno l'urina secreta dal relativo rene, mentre dalla vescica si raccoglierà quella emessa dall'a.ltro rene. Naturalmente bisogna prendere le opportune precauzioni asettiche. In caso di malattia, asettica del r ene si può pra· ticitre indifferentemente il cateterismo in uno qua· lunq t1e ùei dt1e re11i. In caso di malattia renale settica bi ogna cateterizzare il rene malato; cosi anche suol farsi q11ando la vescica è infetta. Dei metocli finora esistenti per la separazione delle urine, questo basato sul cateterismo uretel'ale è certo il pii1 rigoroso. Però questo cateterismo è una. manovra d'una delicatezza straordinaria, pos· (1) LE DE~TU e DELBET. Praité de Oltirurgie,

V ol. ~0, p. 6 e 7. Paris, Baillière et Fils. (2) Trattato Italiano di Chirurgia (:à'Ialatt.ie della vescica e degli ureteri).

551

sibile solo in quegli istituti, dove pochi eletti 11anno acquistata la necessaria non piccola abilità. Senza contare che in certi casi esso può riuscire impos· sibil'=' anche ai più esperti. Ciò può accadere quando l'acqua limpida di cui si tiene riempita la. voscica durante le mano,rre per l 'introduzione del catetere, ' riene rapidamente intorbidata dal liquido ematico o intensamente purulento proveniente dall'uretere o dalla vescica.Fatto incautamente poi il cateterismo t1reterale può riuscire p ericoloso per il possibil~ trasporto di germi s11lla mucosa ureterico·pielica o dal· l'ambiente esterno, o dalla vescica infetta. 2. Divisori in,travescicnli delle nri1te. - L'idea. di suddividere la vescic,\ in due metà laterali per un tramezzo, e raccogliert ~eparatamente le 11rine dei due reni appartiene a LA~IBOTTE (di Bruxelles) che fin dal 1890 aveva ideato e fatto costruire a, tal uopo ltn apposito strt1mento, che però è assolutam ente imperfetto ed inapplicabile all' 11omo, onde l' iclea della divisione intra,rescicale delle urine fallita con questo tentativo, fu per qualche tempo abbandonata. Recentissimamente però il LUYS ed il CATHELIN sono ritornati su quest'idea ed hanno costruito due diversi divisori dei quali ciascuno va col nome del rispettivo autore. a) Separatore i1itravescicale del Lnys. - Si compone essenzialmente di due sonde tra le quali si può fare svolgere dentro la vescica un dia· framma di caoutchouc e che permettono l'evacuazione delle due urine (1). L 'apparecchio è clisin· fettabile, semplice e facilmente applicabile. b) Divisore vescicale gradnato del Oat!let · n. Basandosi sullo stesso principio il 0ATHEL1N avea già costruito un primo divisore eh~ si componeva di una sonda che introdotta in ''esc . :~ faceva svol· gere una membrana elastica mec11Lil.a ai dl1e lati della qt1ale due sonde evacuatrici flessibili permet· tevano l'evacuazione delle due urine (2). In seguito però ha modificato questo apparecchio (3). Il llttovo adesso ha un calibro minore, corrisponclen te al n. 23 della filiera Oharrière; le sue sonde cvact1atrici sono metalliche, la sua membrana conserva dentro lu. vescica la forma rotonda, cosicchè l'apparecchio è riuscito molto più semplice, più leg· gero e più facilmente applicabile. Inoltre adesso il CATHELIN pratica. la manovra. a vescica vuota, mentre prima dopo lavata la vescica vi l asciava 30·40 grammi d'acqua che dava una inoppo1·tuna dilt1izione delle prime urine fuoriuscite. L 'applica2lione dei due divisori si fa dopo aT"er praticato un abbondante lavaggio della vesci("a. (1) HARTMANN et L UYS. Let séparatiou i11fravé· sica/e des nri1les. .A.nnales des 1\'Ial. d. Org. Gé· nito-Urinaires, 1902, n. 1±. l2} CATHELIN. Le divis ezir vésical gradué. Id., git1gno 1902. (3) CATHELIN. L e divisenr vésical gra<lné. Id., 1903, n. 2. (7)

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IL POLICLINICO

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Con questi due apparecchi, e specialmente con quello di CATHELIN si riesce veramente ad otte· nere il più delle volte una divisione netta delle urine, e si rieRce specialmente nelle vesciche grandi, cedevoli, poco sensibili. Ma pur troppo non in tutte le vesciche questi mezzi, apparentemente ideali, del L UYS e del CATHELIN riescono allo scopo, e non riescono sopratutto per le irregola· rità che molte vesciche patologiche od anche nor· mali, specialmente vesciche di vecchi, presentano sulla loro superficie, per le contrazioni di cui sono capaci certe ' resciche normali e patologiche, co· sicchè il contatto tra la parete vescicale ed il margine del setto divisionale può mancare in qualche punto e la divisione non riuscire affatto o riuscire imperfettamente ed essere causa d'errore. 3) Oo11ipr essio1ie in,travescicale d'uno degli orifizi ureterali. - ROOHET et PELLANDA (1) hanno CO· struito uno strumento che, introdotto nella vescica vuota, permette la distensione di un palloncino na· scosto di caoutchouc, col quale si va a comprimere uno degli sbocchi degli ureteri, e si raccoglie, a.ttra· verso una sonda evacuatrice che sta nell'apparecchio, l'urina che in vescica cola dall ureter e non com· presso. Non mi fermo sulla descrizione dettagliata di questo compressore, a,~endolo già descritto in uno dei precedenti numeri di questo periodico (Vedi Supp. al Policlinico, 1903, fase. 15, pag. 453). Gl'in, entori di quest'apparecchio dicono di averlo, dopo provato sul cadavere, applicato in parecchi pazienti e trovato rispondentissimo allo scopo. Quale di tutti i suesposti metodi capaci di far raccogliere separatamente le urine si affermerà? La necessità di questa separazione è cosi sentita che altri metodi forse sorgeranno più perfetti; in· tanto possiamo dire che mentre in molti casi si può ottenere lo scopo con uno d ei divisori intra· vescicali e forse anche con il compressore urete· rale, resta il cateterismo degli ureteri come il m e· todo più rigoroso e più perfetto nonostante la sua enorme difficoltà, e nonostante la sua impossibilità di applicazione in alcuni casi. 7

III. SINTOl\II

E

SEGNI SPECIALI UTILIZZABILI NELLE LESIONI SUPPURATIVE DEL RENE.

Su di essi il BAZY ha richiamato l'attc.nzione della ~ociété de Ohirzir,q ie nella seduta del 17 aprile 1901 (2) e sono importanti sopratutto perchè a tutti senza spe· ciali apparecchi è dato di constatarli. (1) RoCHET et PELLAL~DA. . La séparation,. des ziriues par co1npr essio!i des orifices zirétéro-v~szcaux dans la iiessie elle-nzenze. Gaz. Hebdomadaire de

l\Iéd. et de Chir., 1902 n. 100. ,. . (2} BAzY. Srir quelqnes synzpto111es e~ sign~s, ~cc. Annales des maladies des organes gémto-ur1naires 1902, n. 9. Vedi Supplemento al Policlinico, 1903. (8)

A) .Riflesso pielo-vescicale. - È utilizzabile nelle lesioni suppura tive, specialmente qt1ando il rene è solo leggermente affetto o è affetto solo l'uretere. In questo caso non sempre si determina dolore colla palpazione bimanuale del rene; premendo al· lora la parete addominale anteriore a 2-3 cm. al· l'esterno della linea mediana si può qualche volta, dice il BAzY, determinare un dolore, e questo do· lore qualche volta può irradiarsi verso l 'epiga· strio o verso il petto dal lato opposto. Questa irra· diazione non ha valore. Qualche volta però il dolore si irradia v erso la vescica e si accompagna a stimolo ad urinare. Que· sto costituisce ciò che BAZY chiama riflesso pielovescicale. Si tratta di una irradiazione analoga a quella che si ha nella colica nefritica, da cui differisce solo perchè è provocata. Il BAZY chiama questo dolore o questo riflesso : riflesso pielo-vescicale e non reno-vescicale per ben indicare il suo punto d'origine ed il suo valore, aggiunge però che esso non è frequente. Da parte mia posso aggiungere che su due casi di pionefrosi r ecentemente accolti nella clinica chirurgica di Roma ed operati di nefrectomia dal mio 1\-Iaestro professore DURANTE ho cercato di stabilire il riflesso pielo-vescioale, e mentre in un caso non si è riscontrato affatto, è stato riscontrato netta· mente nell'altro, ossia n el caso della voluminosa ed antica pionefrosi calcolosa sinistra di cui ho parlat<> a proposito del bleu di metilene. A differenza B) .Riflesso uretero-vescicale. del pielo-vescicale è, secondo il BAZY, frequentissimo e si potrebbe dire costante. Quando nella donna a vescica vuota, si esplora col dito in vagina la faccia inferiore della vescica, si determina in un punto della sua parete una sen· sazione spiacevole o dolorosa o uno stimolo doloroso ad uril'.lare. Il punto ove la pressione risveglia questo dolore, questo stimolo alla minzione corrisponde allo sbocco d ell'uretere nella vescica. Quando è leso un solo r ene non lo si ha che dtl un lato, quando sono lesi entrambi i r eni · si ha dai due lati. E che tale punto corrisponda allo sbocco dell'u· retere è dimostrato dal fatto che nei casi ove l'uretere è percettibile al dito, esso può seguirsi. La sopradetta particolare sensazione si determina. nel punto ove cessa in basso la percezione dell'nre· tere. Basta, secondo il BAZY, la sola constatazione del dolore in questo punto per affermare la esi· stenza d'una lesione ureterale e conseguentemente d'una pielite. Quando la vescica non è affetta da cistite, e ca· pita spesso, si constata l'esistenza del sopradetto punto doloroso, e non si riscontra quel pll;Ilto doloroso, qua.si costante nella cistite e nella cistite

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del collo, quel punto che sta a livello del collo vescicale verso la estremità posteriore della colonna anteriore della vagina. Al contrario quando è malata solo la vescica, è doloroso solo il collo alla pressione, e la regione degli orifizi ureterali è indolente. Tali constatazioni sono facili nella donna; nell'uomo sono meno facili perchè gli orifizi ure!erali sono situati più in alto, ed i loro rapporti con le vescichette seminali ed il canale deferente possono permetterne la confusione. Co.n ciò dice il BAZY, si deve intendere solo che l't1retere dell' uomo può essere percepito meno facilmente di quello della donna, ma quando si riesce a constatare nell'uomo l'esistenza del riflesso uretero-vescicale esso ha lo stesso valore diagnostico come per la donna. Questo dice il BAZY. Io ho studiato anche il riflesso ur·e · taro-vescicale nei due suddetti casi di pio-nefrosi ed in entrambi l'ho riscontrato nettissimo. O) Segno di BoncJiard. - Permette di ricono· scere se il pus che si trova nell'urina ha un'origine esclusivan1ente vescicale, od un'origine renale, ed è ritenuto dal BAZY molto importante e serio. L't1rina da esaminare si mette in una provetta, e vi si versa goccia a goccia del liquido di Fehling, cosi da ottenere un liquido bleu pallido o verde, liquido che diviene anche gelatinoso. C\ò fatto, si imprime alla provetta una scossa brusca in guisa da agitare il liquido. Se il pus viene dalla vescica non si osserva niente. Se il pus viene dal rene si vedono delle bollicine di gas i1nprigionate nel liquido specialmente nella sua parte alta. Indi si riscalda ed allora: se il pus viene dalla vescica il coa,gulo che si forma va al fondo; se il pus viene dal rene s'innalza e monta alla super· ficie avendo imprigionate delle bollicine d'aria. Nei due casi suddetti di pionefrosi le urine erano emesse dalle pazienti con abbondante pus. In que· ste urine io ho voluto studiare il segno di Bouchard ed ho visto in entrambi i casi la formazione di bollicine dopo l'aggiunta del liquido di Fehling e la scossa brusca, e riscaldando ho visto il coagulo salire a galla e non andare a fondo. Il pus di tutte e due queste urine era veramente d'origine renale.

Prof. Achille De Giovanni

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SEZIONE PRATICA

.MED:I.OINA

Etiologia e sinton1atologia della n1obilità anormale del cuore. (RUMPF •

.Dentscli. 11iedic. Woclie1i., n. 3, 1903).

L' A. ricorda un caso clinico da lui pubblicato 14 anni fa con la diagnosi di: cziore 1rio-

bile o 11zobilità anormale del cuo1·e. Il caso era rappresentato da un individuo assai dimagrito e debole, il quale, n el decubito laterale, sinistro o destro , presentava notevoli e gravi disturbi che scomparivano invece nel d~cubito dorsale: senso di angoscia, asma e vertigine; inoltre presentava uno spostamento considerevole del cuore, spostamento che, misurato a seconda delle variazioni del· l'itto cardiaco, ascendeva a 13-14 cm. quando l'infermo cambiava di decubito laterale. Nel decubito laterale destro mancava l' ottu-

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sità assoluta del cuore tanto a sinistra clie a dest1·a dello sterno; l'ottusità relativa oltre· passava la linea sternale sinistra di 1 cm. e mezzo e la sternale destra di 2 cm. mentre i limiti superiori ed inferiori di questa ottusità erano i·appresentati: a sinistra dalla quinta costola e dal punto medio del sesto spazio intercostale; a destra dal punto medio del quarto spazio intercostale e della sesta costola; la sua estensione in largo ascendeva a 9-10 cm. Il RoMBERG vide in questi disturbi un caso di dilatazione del cuore, e ne considerò come causa la debolezza del cuore, prodotta a sua volta dall'eccessivo dimagramento. Basava questa sua opinione sul fatto che l'itto cardiaco nel 1887 si t1·ovava nel sesto spazio intercostale, mentre 13 anni dopo era nel q11into spazio. Il BRAUN, riferendosi allo stesso caso lo diagnosticò ugualmente, poggiandosi sopra i disturbi d'insufficienza cardiaca. 01·bene, i soli sintomi, che potessero far pen· sare nd llna dilatazione del cuore, erano il suo spostamento in basS<> e l'ampiezza della sua aia di ottusità, quali si notavano nella stazione eretta dell'infermo. Essa ottusità però non oltrepassava la linea mammillare, nè si notavano segni di enfisema polmonare con· comitante; inoltre mancavano affatto nelle abitudini del paziente indizi capaci di far pensare a priori ad un' ipertrofia e dilatazione del cuore, come l'abuso di birra, ecc. Quindi, nel caso riferito, non poteva trattarsi di di· latazione cardiaca. In quanto al giudizio diagnostico del Ro~f· BERG si noti che la dilatazione del cuore negli stati di denutrizione generale è un fenomeno raro. Essa si osserva nel marasmo o in cuori indeboliti pe1· mala,t tie acute o per arterioscle· r·osi delle coronarie, mentre non fu osservata in individui del i--esto sani. Si possono cita1·e in proposito gli esem1Ji di due individui di,~c9

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IL POLIOLINIOO

' nuti debolissimi e magrissimi in seguito ad un regime dietetico erroneo, nei quali individui non si riscont1,ò punto dilatazione cardiaca. Come ris11lta dall'anatomia, il cuore in condizioni normali è relativamente poco spostabile; l e vene, l'aorta con le sue ramificazioni ed il pericardio con i suoi legamenti ne limitano i movimenti in modo straordinario. Nondimeno nei versamenti pleuritici e nei ragg.rinzamenti del tessuto polmonare occorrono considerevoli spostamenti del cuore. i qualj però sono sempre accompagnati da uno spostamento del mediastino; quindi tutto l'ap· parato sostenito1·e del ciiore è capace di subire modificazioni topografiche. Siffatto 1·ilascia· mento è una condizione necessaria per la mobilità anormale del cuore. A questo riguardo è di somma importanza il repe.rto semiologico avuto lH anni dopo. Infatti 13 anni dopo l'itto cardiaco si trovava, è T ero, nel piccolo spazio intercostale, mentre prima era nel sesto: però contemporaneamente tlitta quanta l 'aia di ottusità in alto ed i toni della base del cuore si percepivano in modo evidentissimo nel secondo spazio intercostale. Quindi si è in grado di ritenere che nel caso riferito non si trattava nè d'ijJerh,ofia, nè di dilatazione del cuore; con questo però non s'intende negare la 'possibilità di connessione tra un cuore anormalmente mobile e l'ipertrofia e la dilatazione del medesimo. Per ciò che spetta alla frequenza della mo· bilità anormale del cuore (astrazione fatta da quella dovuta a processi morbosi della pleura e dei polmoni) non è ammissibile l'opinione di coloro i quali ritengono che questa eccessiva mobilità del cuore sia un fenomeno fre· quente in varie ;malattie e che dia origine a disturbi. In più di un caso di eccessiva mobilità del cuore, si deve esclude1·e la concomitanza di 1nalattie gravi dello stesso organo. Certamente è da domandarsi se i disturbi di cui soffre l'infermo siano da riferirsi alla mobilità anormale del cuore o ne1n si debbano considerare piuttosto quali disturbi neu1,astenici. A questo riguardo il caso clinico riferito è invero assai istruttivo. Col riacq11isto del· l'antico peso e con la scomparsa della conside1·evole mobilità del cuore scomparvero pure i clisturbi che affliggevano l'infermo nel decubito laterale: cioè senso di angoscia, asma e ve1,tigine. Dott. E. GuGLIELJ\ffiTTI.

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Il cuore migrante. (WELDER.

Medici1iisclte Blatter).

Gli autori si sono occupati negli ultimi anni di una mobilità eccessiva del cuore e parlano in tali casi di cuo1~e »tigrante, cziore 11zobile, ca1··

dioptosi, batycardia. TJ. BR,AUN n elle sue ricerche Slltlla 11zobilità eri ),

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itto del czio1·e ha dimostrato sperimentalmente come sia da ritenersi che la radice dell'aorta e il pericardio con i s1toi sostegni rappresen· tino l'unico apparecchio di sospensione del cuore stesso. La i·adice dell'aorta è tenuta i·elativamente immobile sul cavo toracico dalle sue prime ramificazioni e poi dal pericardio, il quale ultimo impedisce gli spostamenti del cuore all'i11dietro. Per questa i,agione il cuore nella giacitura dorsale non può dare indietro dalla parete toracica, nè si nota una differenza (col variare delle posizioni) nell'altezza dei suoni.• La radice dell'aorta si deve considerare come punto fisso intorno a cui si eseguono i movimenti dell'organo e contro cui sono di· rette le contrazioni della sua muscolatura. Il diaframma va considerato come sostegno del cuore in quanto che il centro tendineo, estendendosi, prende aderenze col pericardio, Il cuore non si appoggia immediatamente in questa superficie, ma alla parete posteriore del pericardio, vera sostenitrice del cuore. Normalmente lo spostamento respiratorio del cuore è appena dimostrabile divenendo però più notevole quando il cuore è ingrossato. Li· mitati sono pure i suoi movimenti di lateralità (più evidenti verso sinistra). La dislocazione della punta del cuore (dimostrabile anche cli· nicamente) ci orienta soltanto incompletamente sul movimento laterale del muscolo ca1·diaco. In più di 100 casi studiati da L. BRA.UN, questi potè constatare solo un caso di cuore di grandezza normale con chiaro spostamento del margine destro e sinistro dell'ottusità. Egli 1ride .più spesso casi di maggior ampiezza di esc11rsione dell'itto della punta; il che può ben esser in dipendenza colla lunghezza e colla qualità dell'attacco del diaframma e del pe· 1·icardio allo sterno. Nelle cardiopatie con ipertrofia o nelle al· terazioni dell'aorta nella sua porzione iniziale o nell'avverarsi di ambedue queste circostanze, si ha un aumento della mobilità del cuore. L ' aumentata mobilità in sè non dà alcun disturbo subbiettivo ; questi derivano dall~ alterazioni patologiche del cuore. L. BRAUN giunge alle seguenti conclusioni: « L'aumentata mobilità del cuore o è da ri· condursi ad anomalie congenite della lun· ghezza e della qualità degli apparecchi di fissaggio del pericardio o ad acquisita mobi· lità degli apparecchi di sospensione ed in rari casi anche degli apparati di sostegno. I termini ca1·dioptosi, czltor mobile e batgcardia significano diverse anomalie da doversi ben distinguere. Non esiste alcuna i·agione di ri· tenere la cardioptosi protopatica di RuMMO come malattia a sè. Tutti i disturbi cardiaci con cziore 1nobile, cardioptosi, eco. non provengono esclueivamente dalle alterazioni della sostanza cardiaca, che in tali casi non mancano mai. In contrapposto a BRAUN, LEUSSER sostiene

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· SEZIONE PRA.TIOA.

cl1e anche nel semplice cuore mig1~ante si hanno disturbi subbiettivi, soprat.utto dolori nella re· gione del cuore. In parecchi casi la mobilità del cuo1·e sembra prodotta dalla rapida scom· parsa del grasso in seguito ad una forzata ct1ra per dimagrare. Occorre quindi in tali casi che il medico si adoperi a che questo grasso pericardico e addominale si riproduca. Se invece si t1--atta di stati nevrastenici, si de,re procede1·e contro di essi con un i·egime <lietetico-fisico e anche psichico, atto a repri· mere l'aumentata eccitabilità del cuore. Tuttavia LEUSSER i·itiene che le protesi di qualsiasi specie siano inefficaci pe1· tenere o riporre il cuo1·e nella sua primitiva normale • • pos1z1one. ì\rIENDELSOHN ha osservato 11 casi di batg· ca1·dia pura senza una speciale marcata mo· bilità dell'organo con disturbi derivanti solo clall'abbassamento dell'organo e non da una malattia di cuort~. I fenomeni obbiettivi in tutti i pazienti erano: abbassamento del limite superiore del cuore, itto della punta spi.a.tù molto in giù, toni puri udibili chiaramente molto al disotto clel normale. I <listurbi subbiettivi apparivano ad attacchi in clipendenza dei cibi o di altro influsso mec· c:tnico. L'abbassamento secondo MFlNDELSOHN p1·oviene dall'indebolimento dei grossi vasi. FERRANNINI attribuisce le dislocazioni autoctone dC'l cuore ad una distrofia innata degli appa· recchi di sospensione e fissazione dell'organo. Egli distingue: ca1~dio-distopia verticale e tras,re1·sale e inoltre cardioptosi, batgca1·dia, che mostrano alla lor volta differenze semeiolo· giche fra il cuore mobile di BRAUN e DETTER· ~rANN ed il cuore migrante di RuMPF. FER· R ..\NNINI determina la posizione clel cuore nel modo seguente: Egli segna col dermografo Rulla parete toracica la completa ottusità cardiaca; collega i punti opposti e lontani con u11a linea e tira poi una linea ve1'ticale sul mezzo dello sterno. Dove lf) linee si tagliano nasce un angolo. Quanto maggiore è qt1est'an· golo, tanto più verticale è il cuore. La dislocazione del cuore può esiste1'e di per sè sola, o è accompagnata cla ptosi di altri organi. V. Z.

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sinistre•), in seguito ad una contusione del torace: ma finora - di tali casi - esiste una sola autopsia, quella di ICuNDRAT; e anche in questa il rapporto immediato fra il trauma e l' ispessimento del margine libero dell'o1'lo mitralico non è del tutto p1'ivo di dubbio, perchè per il trauma si era avuto rott1ira dell'endocardio e pericardite. L' A. si limita qui soltanto ai casi consecu· tivi a contusione diretta del torace, e riferisce sei casi d'insufficienza aortica, constatata ana· tomicamente, ed uno che riguardava l'ostio polmonare. In essi si trovò una fessura orn. ' rerticale, ora trasversale in una valvola ecl uno strappo nel punto d' inser.zione. Nelle vele atrio-ventricolari non sono state viste rotture. Soltanto ve n'è un caso descritto da B.A.RRIE nella mitrale, uno descritto da Tonn nelle corde tendinee; e LEGENDRE riferisce uno st1'appamento dei muscoli papillari del ventricolo sinist1·0. La questione sta in ciò: Se u1za (orza age1zte

sul torace possa - per sè sola - jar scoppiare zina valvola i1ztegra.

Al Congresso medico inte1·nazionale di Pa· 1·igi su questo argomento furono solle,rati dubbi circa le conclusioni di 0ASTIAUX e LAU· GIER: giacchè in parte non era bene esclusà la p1·esenza di endocardi te; in parte non ei'a ben dimostrata la dipendenza col trauma, es· sendo in generale trascorsi mesi ed anni prima della morte. Mancano casi in cui s11bito dopo un evidente trauma si sia potuto dimostrare al tavolo ana· tomico una indubbia rottura recente delle val vole, senza complicazioni. L' A. ad ogni modo è in grado di rife1·ire un caso in cui si sono avverate tali condi• • z1on1: Un uomo di 85 anni, di notte, cadde da una finestr·a, e fu trovato morto nel cortile due ore clopo. Non si sa se la morte fosse avvenuta subito dopo la caduta, ma ciò può i·itene1·si, giacchè alla sezione si trovò il sangue comple· tamente liquido: e del resto le minime embolie di grasso riscontrate nei polmoni non contraddicono questa idea, sapendosi (per molteplici esperienze) che quelle si possano f 01·mare mo· mentaneamente. È chiar·o che l'individuo e1·a caduto sul lato sinistro, ed in specie sulla pa1'te sinistra clel Sulla rottura traun1atica delle valvole del cuore torace, poichè si trovò frattu1·a della 1011• co· stola di sinistra, con ferita della pleura e e dcli' aorla. mediocre emotorace {300 eme. cli sangue), ab1·a· (}f. B. Scrr~110T, Mil11che1ier l>'t ed. Wo clte1tschr.} sioni al gomito sinistro, frattura trasversale In generale nella genesi di f 01--me valvolari dell'omero sinistro presso l'articolazione, varie traumatiche, rife1·ite da molti autori, entra rotture nella milza e due sulla superficie an· come fatto anam11estico una persistente endo· teriore del lobo sinistro del fegato rottru·a cardite ulcerosa e verrucosa, di guisa che il dell'arteria renale sinistra con versamento trauma non costituisce se non ìl momento sanguigno sottoperitoneale. Inoltre frattura trasversale della 51" vertebra toracica con causale determinante: L'osse1·vazione clinica contempla la possi· leggero incurvamento cifotico. Nella valvola posteriore aortica esiste uno bilità dello sviluppo lento cli ttn vizio cardiaco strappo piegato ad angolo interessante l' in· (l)Ol' lo piit stenosi delle valvole del c11ore

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[ANNo IX, FAso. 18)

ffi POLIOLINICO

tero spesso1·e, dando luogo ad un lobulo trian· golare, alla cui base (dalla superficie del seno di Valsalva) si sente un piccolo induramento calcareo. Anche nella valvola sinistra trovasi un piccolo deposito calcareo, ma non vi sono efflorescenze endocarditiche o sg1·affiatt1re. Inoltre, nella superficie inferiore della "'\ral· vola mitrale anterio1~e si scorge una rottura di 2 cm. con colorazione sanguigna dei din· torni prossimiori. Nel resto, la mitrale e le sue corde tendinee, come pure le valvole del lato destro sono

resto osserva1~e (come nel nostro caso) lo stato anatomico dei vasi e del cuore subito o quasi subito dopo il trauma. V. Z.

inalte1~ate.

In un articolo sulla influenza della vitalitit dei tessuti sulla azione tossica locale e genera le dei mezzi anestetici locali, l' A. partendo dal concetto che l'azione chimica lo· cale di talune sostanze, come ad esempio della cocaina, va legata ad un consumo della sostanza stessa, per cui un ritardo nel riassorbimento e una esagerata azione locale deve andar unita ad un maggior consumo del medicamento, e quindi a diminuzione dell'assorbimento (fenomeni tossici generali), studia il comportamento dell'azione locale della cocaina su tessuti, nei quali sia stato abbas· sato artificialmente l'indice di vitalità; e la conseguente modificazione dell'azione gene· rale su l'organismo. L'abbassamento dell'indice di vitalità può essere ottenuto in tre modi: interruzione della corrente sanguigna, raffredùamento in· tenso dei tessuti, applicazione locale di pre· parati soprarenali. La interruzione della corrente sanguigna determina una esagerazione della azione ane· stetica locale della cocaina, e nel tempo stesso una diminuzione della sua tossicità. · La intensa sottrazione di calore diminuisce la vitalità dei tessuti, rallenta l'assorbimento ed esagera l' azione locale dell' anestetico nel medesimo tempo che impedisce l'intossi· cazionc generale, che nun si presenta se non dopo cessata l'azione del freddo sui tessl1ti iniettati, e può mostrarsi assai attenuata se il raffreddamento persiste a lungo. Partendo dalla conoscenza della potentis· sima e squisita azione ischemizzante della adrenalina - (1) ~IOORE e PURITON hanno visto che nel cane l'azione fisiologica del farmaco si esplica ancora in modo sensibile con gr. O000 000 245 pe1' chilo di animale l' A. si fa a studiarne l'azione fisiologica per applicazione locale. Egli confe1'ma che l'adre· nalina, impiegata per iniezione nel sottocutaneo, non modifica affatto la sensibilità, ma provoca una assai estesa ischemia della cute nel focolaio e attorno al focolaio di iniezione, delimitata da una zona di iperemia; nel tratto anemizzato si ha cute anserina. L'ischemia si mantiene por mezz'ora, usando una soluzione all'1 per 10 000: per un quarto d'ora, con una soluzione all'1 per 100 000. Può impunemente esser impiegata - purcbè in soluzione all' 1 per 10 000 - fino alla dose e~ i

Il cuore è un po' atrofico: il miocardio non degenerato. Volendo più esattamente determinare il meccanismo della rottura, si deve attribuire alla pressione meccanica del sa11gue lo strappo della valvola arteriosa, nel momento della sua massima tensione, subito dopo il principio della diastole, mentre le valvole aortiche sono chiuse e l'aorta to1·acica è riempita al massimo. Riguardo alle cause possibili di una tale rottura, l' A. non può riguardare come necessaria (come vorrebbe BARIE) una com· pressione dell'aorta toracica con ristagno del sangue contro le valvole; ma ritiene già attiva la scossa della colonna sanguigna. Tale concetto armonizza nel miglior modo coi ri· s11ltati delle ricerche dello stesso BARIE, il quale riempì a pieno nei cadaveri umani il sistema arterioso della carotide o della f emo· rale ed ottenne, con colpi ripetuti di martello contro la parete toracica anteriore, una rottt11~a delle val vole aortiche. Una difficoltà esiste nello spiegare la con· temporanea rottura delle valvole semilunari e mitrale: l'A. crede peraltro che la rottura della mitrale si possa intende1·e come conseguenza della rottura delle valvole aortiche. Ad ogni modo, il caso su riferito può ser· vire come dimostrazion~ della pos·s ibilità che una forza esterna che colpisce il torace, i~ompa una valvola cardiaca, senza che esista endocardite, la quale porta con sè il pericolo cli una distruzione spontanea. In ultimo l' A. dice che le molteplici rotture dell'aorta sono anch'esse da riguardarsi sicuramente come effetto del trauma. T.r·e di queste rotture stavano l'una sotto l'altra, sulla parete destra dell'aorta to1·acica discen· dente con direzione longitudinale obliqua: la quarta, trasversale, apparteneva all'aorta ad· dominale, 4 cm. sopra la sua biforcazione; al suo bordo inferiore aderiva un deposito cal· careo piatto. Ad eccezione della terza, che giunge sol· tanto fino alla tunica media, queste fessure (lividono la parete vaeale fino all'avventizia, e i bordi sono da per tutto più o meno scro· stati. Questo reperto è importante, perchè . piegherebbe il meccanismo d'origine di que· gli aneurismi che frequentemente ~i trovano a.ll:t sezione, in segt1ito a traumi. E raro del

TERAPIA

Significato dell'adrenalina nell'anestesia locale. (H.

BRAUN.

Arch. /'. Kli1i . Cli;,._ , 69, I e II).


[ANNO IX, F ASC. 18]

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SEZIONE PRATICA

1 mgr. (10 eme.): mentre la metà dose, a con· centrazione maggiore, dà legge1~0 senso di oppressione e transito1·ia frequenza di polso. Aggiunta ad una soluzione di cocaina ne i·encle più intensa e più p1·olungata 1 azione, nol tempo stesso clte n e diminuisce l'azione tossica. Con quale meccanismo? L'esagerazione dell'azione locale sta in ra.pporto : 1° con il i·aillPntato assorbimento del veleno n0l punto di applicazione; esso sta più a lungo a contatto con i tessuti, prima di esser assorbito, e quindi può in ma.g gior quantità Rpiegar e la sua azione locale; 2° con il rallentamento di tutti quei p1~0cossi pe1· i quali un tessuto vivente resiste contro l'azione di una sostanza estranea e tende a rito1'nare nelle co11dizioni normali <.1 uando l'intossicazione locale sia avvenuta. Con l'esagerazione dell'azione locale va legata la diminuzione della, tossicità: 1° pe1·· ehè è i·allentato 1 assorbimento del veleno nel punto cli applicazione· ~0 perchè più cocaina clel Rolito 'riene impiegata a spiegare un'azione locale e con ciò viene sottratta all'asso1--bimento. I .I' A. i·itie11e che IJraticamente l' adrenalina (2) clebba ~tcq11istare una eccezionale impor·tanza nell'anestesia, l ocale cocainica; permettendoci cl i im1liega1·ne solt1~ioni IJiù cleboli e in maggior qt1antità.

In genere alla soluzione cocainica (dall'1 al O. 1 p e1· 100) consiglia di aggiungere una quantità tale di adrenalina da, non Sllperare mai la dose di 1 mg1.. e la diluizione dell'1 per 10,000, e cioè della sol11zione al millesjmo se possono addizionarsene 3 goceie in ciascun schizzetto di Pravatz pe1-- usarne fino a clieci schizzetti, dovendo imJJiegare quantità ma.ggiore di liquido, si porterà naturalmente 1 adrenalina ad una diluizione maggiore. Con questo mezzo l' A. ha praticato 132 operazioni di piccola chirurgia, senza mai averne nessun inconveniente e sempre con anestesia perfetta. Dott. DALLA VEDOVA.

Alcune esperienze sul valore te1·apeutico della sostanza delle glando!e surrenali. (A.. Kt.JHN. Die Tlierapie der Gege1i1vart, 1902).

Secondo Gi:JRBER, CION, OLIVIER, ScA.FER ed altri l'azione della sostanza delle glandole surrenali consiste principalmente nell'elevare la pressione sanguigna; donde l'indicazione terapeutica, oltre che nel morbo di Addison e nella rachitide, anche n el collasso, nell'asfis· sia clorofo1'mica, nella. paresi acuta ca1'diova· scolare delle malattie infettive, nelle emor1·agie capillari delle mucose; come pure n elle malattie della congiuntiva, nella nev rastenia, epilessia, asma, bronchite, edema polmonare, emottoe, ecc. L' A. ha fatto le sue espe1~ienze sulle ma(1) LEltl\IOYEZ chiama l'adr0nalina l'alcaloide lattie dell'intestino e delle vie aree. Egli im· llell'i!:;chomia cli Es11t.\.RK ! t.l\~ d. R.). piega I' ext1~act1:em suprarenale hae1nostatic11,m (2) Vengono in commercio : a) l'adrenalina (li Parcke Davis e O. ùi Lon· siccz:ern di 1\IERK, iniettato nel òottocutaneo in <lrét: lt11a sostanza cristallina, rosea, difficilmente soluzione acquosa dall'1 °/ 0 al 5 °/ 0 , nonchè i Rol11bile iv acqltct frecldH., solubile in acqua calda; tabloidi soprarenali dal O. 1 al O. 5 pro dose. che sopporta senza alterarsi !a temperatura di 100°, Le iniezioni producono leggera i·eazione lo· e forma cogli acidi dei sali (costa circa 125 lire il cale. L e tavolette sono soppo1~tate sempre grammo) ~ b) una sol11zione di O. 1 di adrenalina, O. 7 di · bene. In circa la metà dei casi non si è potuto cloruro di sodio, O. 5 cli clor etone (anesone) e 100 constatare al cun risultato giove,role. In altri <l'acqua (posta in co1nmercio dalla stessa casa). So· casi il miglioramento è stato dubbio e ben luzione incolora, che si mantiene, purchè a riparo dall'aria e dalla luce, ed è sterilizzabile coll'ebolli· leggero (bronchite cronica, enfisema, emottisi ~ione . S e fortemente dilt1ita, ed esposta all'aria, nella tubercolosi, cangrena polmonare). E nep· assume una leggera tinta rosa, senza perdere la pu1·e l' A. ha ottenuto vantaggi i·ile,ranti nelle Slla azione ; gastrorragie ed enterorragie. e) l'oxtractum glandulae suprarenalis di Merk: In un caso di enterorragia da infezione tifosa massa amorfa,, brl1na, che odora di estratto di ca.rne, l'A. ha notato come complicazione spiacevole assai igroscopica (e costa circa lire 2. 50 il grammo). un attacco epilettico tipico, dovt1to p1·obabil· Se ne prepara una soluzione all 1: 100 in soluzione clorw·o·sodica 7 °/00 , si porta all'ebollizione, si filtra mente all'estratto adoperato. e si aggiunge il 1/4 °/0 di . fenolo: avendone cosi L' A. conclude quindi dicendo che pe1· tt1tte t111a soluzione sterile color tabacco, trasparente, le sue possibili indicazioni, il rimedio deve ch e n1antiene a lungo le sue proprietà fij)iologiche. esse1·e a11co1'a stu,fiato prima di entrare nel La stui intensità di azione può essere paragonata dominio della terapia. \ T. Z. aù una soluzione di adrenalina, il cui tasso sta fra

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1,1 pel' 10,000 e 1'1 per 100,000; d) si può finalmente utilizzare la sostanza so· prare11ale disseccata, per prepararne estemporaneamente l'estratto. Cosi dalla sostanza sopra.renale secca di . .~rmour (di Chicago) si può preparare, per ebollizione in 10 eme. d'~cqua, e aggiunta di fenolo, una soluzione chiara, la cui azione è paragonabile a quella di una sol11zione di acleenalina all'1 per 1000.

Prof. V. PENSUTI

Sulle nev1·osi dello stoma.co ~

Volu1netto iit-8° grande, Lire 2. 60

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Indirizzare cartolina.-vaglia alla. e Società Editrice Dante Alighieri > - ROMA.

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IL POLICLINICO

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI RESOCONTI

PARTICOLARI

SOCI:W'fÀ MEDICO-CIIIRURGlCA

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B<>LOGNA .

.A.clu na11za dol 4 fol>l>raio 1903. Il prof. Alessandro Codivilla comunica. una ~ ua nota st1 La jJla::;ticet dP-l collo della vescica i1t certi casi di i1icontine1izrt vera, presentantlo 11n in· <.lividuo operato or sono cinque anni di plastica del collo vescicale. Quando fu operato aveva 16 anni o da 9 anni })Ordo,ra l'urina in co11seguenza di una ustirpaziono di cal colo \rescicalo eseguita co11 la ci· Rtoiomia perineale. Fu diagnosticata una iusuffi· cionza nel moccanismo di chit1s11ra della ,rescica, i>or lesiono del collo vescicale e con ciò dello sfin· tere. Cistotomia sopr a pubica. Si rin,riene una cicatrice sulla regione posteriore del collo che lo taglia. trasversalmente; l'orificio t1rotralo è larga1uento a.porto. L'.A.. l1a eseg11ito la estirpazione della cicatrice ton dt1e i11cisioni che disegnavano tlna figura elit· tica e cho si approfondivano a tutta spossezza nello fibre dello sfintere. Due nuo,To i11c~sioni dirette la,· teralmento o partenti clal punto mediano ùoll 3 tluo i)ri1uo ft1rono prolt1ngate, seguendo le fibro dello F-> fi11tero, fino a m e tà clel collo. I clt1e ordi11i tli in· <' iRioni, tra loro perpendicolari o incrociati, for111a·vano ltna breccia talo, che stirando eccentricamente gli angoli formati dall'incontro delle due prime in· cisioni, q11esta prendeva una figura press'a poco losangica. Tale breccia venne chiusa con cinque punti di catg11t mantenendo i bordi della soluzione di continuo in questi i1uo"'\ri rapporti. La ferita ad· clominale fu inantenuta aperta per 10 g iorni coi tt1bi Perier-Guyon. Dopo la chiusura della ferita l'operato non ha perduto più l'urina; durante il g iorno esso svuota la vescica quattro o cinque volte, nella notte non sentfl che eccezionalmente lo sti· molo all'urinare. Presentandosi lo stimolo egli può trattenere 1'11rina assolutamente come una persona normale. Questo stato si mantiene invariato da c: inque anni. L'atto operativo ha a'Tuto lo scopo di riprisiina,re la funzione dello sfintere della vescica, danneggiata ùa.lla sezione operativa delle sue fibre, e lo ha rag· g iunto riunendo le fibre divise e raccogliendole strettamente all'orificio uretrale. La plastica ese· g uita sul collo della vescica ha cosi ristretto l'ori· ficio uretrale agendo in modo che può clirsi ana· logo a q11ello tenuto da }1IKULICZ nella stenosi Llel piloro. Il muscolo ha riacq11istato la funzione normale. I nuo,ri metodi operativi proposti nell'incontinenza vera ù'urina btl.nnO indotto l .A.. a ricordare qt1esto caso operato da tempo e, a st10 parere, con

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LANNO IX, F ASC. 18]

un nletodo pil'L razionalo dello pericoloso inil)zioni <.li l)flraffina alla Gersun:y o della torsiono clell'urotra, che sono state prati ca te nella clonna. L' .A. si fa poi la, domanùa so in q nn.lche ~n, 80 <.li 011t1rosi (forma fLtnzionaJo di incontinen~a), elio no11 sia guarito a,ll,opoca delli.t puberti'I. o non abhia cctlu to alle ap1)licazioni olottric·he otl agli <tltri moizi cli tera.p ia consigliati nell'0nuresi, non i1ossa ossoro n.p plicato co11 ' rantaggio tLn atto operativo consi· n1ile a quollo esegt1ito n el soggetto })rasentato. In· fatti in molti casi si deve ammettere co111e cat1sa dell'enuresi ttna insufficiente chiusura dell'orificio di scarico della 'rescica, legata ad 11na cat1sa ana.tomica loc<tle o cioè ad llno sviluppo cleficionto della prostata. 0 1'<l, restringendo con la plastica il lume dell orificio uretrale e raccogliondo pii1 attorno ad esso le fibre dolio sfintere, è presumibile che la chi11s ura del collo si faccia piiL valida ed allontani il danno di un facile sfuggire doll'urina ad ogni contraiione sia p11r lieve del detrusoro, ehe è cau a del completarsi dell'atto riflesso cho porta alla mi11zione. I l p1·of. G. D'Ajt1tolo p1·ese11ta una 11ota c:;u Di un si1tto11ia 11oco noto (/i e1111Jie111a 11tascellarl' acu lo rla inftu,euza. Il si11toma, ct1i accen11a l' .A., consisto i11 u11a zona inf,onsi.tn1ento i 1>orcmioa, elio si risco11tra i1ella mucosa · dol fornico vostibolaro della bocca, in corrisponclenza del] a. I)ttrcte ostur1ta. tlel so110 inascollare affetto da, ein1)ioma ac\1to (la, i11Iluonza. Tale zona, estendentesi dall'ultimo molaro fin preAso al canino, coroin<~ia a cirCiil 6-7 millimet1·i al disopra del margine gengivale, con una linea ben distinta e leggermente convessa in basso, e dopo avere occupata la volta vestibolare, va a finire bon presto in isfumatt1ra nell'interno della guancia. In detta zona, la mucosa ha lln color e rosso-cupo intenso llniforme, è alquanto tumida e un po' più sensibile dell'ordinario. Di questo sintoma l .A. ha trovato fatta parola solo nel bellissimo Trattato di HAJIDK sulla Patologia e tera1Jia delle 111alattie flogistiche dei se1ti 1tasali, stampato a Vienna nel 1899; però, mentre HAJEK ne ripone la sede nella gengiv·a. (Zali1tfleiscli ), l' .A.., come ha mostrato in un mala,to presentato alla Società medica la colloca invece più in alto, nel fornice 'restibolare, come si è detto. Quanto alla patogenesi, HAJEK dice, che non ha potuto trovare alcun rapporto fra l'empiema ma· scellare acuto da influenza e la zona iperemica. L' A . invece ritiene che il sintoma dipenda ùa una iperemia colln.terale, sia por i caratteri e.ho esso offro, sia perchè segue le stesse fasi di decorso dell'empiemn, mascellare. L'A. poi dimostra che la detta zona debba trovarsi in questa sede o non nella gengi'ra : 1. Perchè la mucosa del fornice vestibolare hu. so,to di sè un connettivo molto lasso, che le con· sente di iperemizzarsi collateralmento, roent1·0 la


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SEZIONE PRATI<1A

gongi,ra lo ha molto stipato, cho la rendo insuscet· tibilo di ltn fatto consimile ; 2. Porchè la mt1cosa dol fornico vestibolare, l'osso o ]a mtLCOSèt dolla, parote esterna del seno so110 irrorati da rami arteriosi che sono in più stretto ra1)porto anastomotico fra. loro cho non con la gengiva. L'A.. accenna pure ad un'altra zona iperemica inoJto mono i11tensa, che, in continuazione con la i>recedonto, si osserva anche n oi casi di empiema mascellare acuto da influflnza, o che si estende fino Hl frenulo del labbro superiore. Essa deriverebbe dalla iperemia, dei ramuscoli dell'alveolare anteriore, cho si an~stomizzano con quelli della zona più ipe· remica. Discorre altresì di ltna lieve iperemia, ohe pt1ò tro,rarsi nel fornice 'restibolare anche di indi· viclui sani e ne espone la patogenesi più probabile. ~ inalmente dice : che, siccome HAJEK è stato il primo a descrivere quel sintoma, cosi sarebbe ben fu.tto clonominarlo ad onore di lt1i segno di Hajek. 1

Dott. Ettore Mioheli. 0011,tributo alla chirurgia-del ~·o! lo. L '..t\. riferisce intorno a 96 casi di affe· ~ioni chirnrgiche dcl collo con 102 interventi, senza alct1n esito le tale impntabile all'operazione, intratto11enclosi in modo particolare sulle tiroidoctomie: riguarclo all'inter,rento nel gozzo l' . .~. sostiene che l'iI1dicaziono opertitiva a semplice scopo cosmetico ò alqtutnto discl1tibilo o almeno da limitarsi it casi uccozionali, ossendo la tiroidectomia l'operazione, cho forso (fra q11elle tutte che si praticano per t11· mori lJenigni) presenta le maggiori incertezze nei risl1ltati, o ciò tanto pei pericoli immediati (emorragia letale, soffocazione, i)neumonite da aspirazione, disfonia) quanto pei lontani (tetania, cachessia ti· roopriv·a). L'A. ha operato soltanto per gozzi deter· mina11ti gra,,.i fenomeni di tracheostenosi, con esito lli guarigione, senza complicazioni. Quanto alla chirurgia cervicale per iperplasia o per t11mori dei gangli linfatici, l'A. osserva !;Ome in quosto campo esistano diver genze a proposito e.lolle indicazioni opera ti,re sopra tutto dei linfomi tl1bercolari. Così mentre il KOENlG, il BOTTINI e il TANSINI consiglia,no come regola 1 intervento ope· ratorio, (;lll'incontro l' ALBERT, il N OVARO bandiscono, meno casi eccozionali, l'operazione siccome inutile e si limitano a i a.fforzare l'organismo con la cura interna. L' A., senza, èssere troppo sistematico, propende • poi; l'jntervento operativo, che non peggiora le con· c1i%ioni clel malato e in qualche raro caso, come in un esempio porta.to dall' A ., può dare risultati buoni e duro,"oli. Nella mic1·opoliadenopatia dell'infanzia l'A. si clichiara contrario a qualunque intervento chirur· gioo, e contrario pure si dichiara contro l'intervento del linfoma maligno o linfosarcoma, a proposito del quale nota l' A . che la diagnosi differenziale coi

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linfomi tubercolari, almeno nei primordi dell'affo· zione, è difficilissima o spesse volte iwpossibile coi soli dati clinici. Il dott. Gangitano com11nica 1i11 caso di ajfez;one btastoniicetica della czite come contributo alla cono· scenza di tali forme clinicho abbastanza rare. Il caso si veriucò in un contadino di 5:1 anni, il qttale clue anni innanzi presentò all'articolazione tarso· metatarsea prima del piode destro 1m noduletto della grossezza di t1n cece, indolente, mobile, CO· perto da cute sana. Questo nodt1lo ingrossò lentamente o cominciò ad ulcerarsi, mentre altri noduli si andavano svi1up· pando a diversa distanza dal primo ; questi pure raggiunta la grossezza di una ciliegia si ulceravano formando bitorzoli con superficie rossastra, secer· nente un liquido grigio sporco di cattivo odore. Tanto la cura di ioduro potassico che quella ar· senicale e quella mercuriale ebbero risultato nega· tivo. Trattandosi di tma affezione ribelle a tutte le c11re, con andamento progressivo, in individuo ma· !andato por lunga supp11razione, si praticò l'abla· zione dell'arto. Dalle colture fatte con pezzetti del tumore si ottenne una forma identificata dai suoi caratteri morfologici e biologici per lln blasto1niceto. Dalle inoculazioni in animali con pezzetti di tumore, eolo t1n coniglio presentò un ascesso a decorso lentissimo, nel cui pus si contenevano blastomiceti, ed nl quale seguirono altri ascessi a poca distanza e con identico esito. Da inoculazioni di colture pure di blastomiceti negli animali l' A. ebbe neoforma· zioni sulle quali r·iferirà in una nota futura. Allo esamo istologico il tumore offriva a tutta pri1na l'aspetto di un sarcoma fascicolato, ma ltn esame più a.ttento ri,relava la presenza di abbondanto connettivo normale, con vasi ispessiti e circondati da leggero infiltrato, nel quale spiccano focolai CO· stituiti generalmente da un vaso centrale colpito per lo più da i:neso e peri-arterite, intorno a cui trovansi jJlas111azelle1t e fibrocellula di diversa forma e grandezza, che segnano tutto le fasi di passaggio da queste cellule a tipo plasmatico ad altre a tipo fibroide. Questi caratteri, unitamente alla mancanza delle note peculiari dej veri sarcomi, inducono l'A. a classificare l'affezione esaminata nel gruppo di quei processi infiammatori cronici che possono as· sumere la fo1·1na e le dimensioni di un vero tumore e che diconsi gran11lomi. Per tali caratteri o per la tendenza che l'affezione a,~eva ad assumere l'aspetto di un vero tumore e più specialmente di llll sarcoma, l' .A.. ha creduto poterla comprendere nel gruppo dei sarcoidi, dei quali si conoscono quat· tro tipi: 1) un tipo con infiltrato neoplastico di· sposto a nodi circoscritti, 2) un tipo a numerosi noduli sparsi, 3) un sarcoide a grossi tumori e 4J un sarcoide provocato dalla presenza di corpi (15)

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estranei. li caso illustrato dall'.A.. differenziasi dai sarcoidi finora conosciuti : 1° perchè in que ti si osserva con certa frequenza una fase regressi,ra o distruttiva che può condurre alla guarigione ; 2° perchè essi risentono la benefica influe11za dell'arsenico. Finora nei sarcoidi conosciuti è mancata per ò la constatazione di ltn agente parassitario come causa patogenetica, che nol caso presente, sia, pei risultati sperimentali, sia per la presenza costantemente accerta,ta, da a11tori r ecenti, ùi blastomiceti in alcune affezioni cutanee, è logico i·iferire al blastomiceto isolato. B. ASSOCIAZIONE MEDICO·CHlRURGICi-\ DI PAl::l\fA. ~·eclzita

del 6 f ebbraio 1903.

Presiede Co1·ona, presidente. Parla il prof. Zoia a nome dello studente F er· ra.ta s u alc1i1te particolarità ;stolo.r;iclte s1ill' CJJitel;o della capsula de l Bo1vnzan1t in, via d; sviluppo nel M1ts decn111anzis albinzis. L'epitelio della capsula del Bow1nann cosi del foglietto viscerale che del parietale anche nei primi stadi, quando cioè è cubico, non ha mai orlo a spaz. zola. Invece si conser,ra cubico, ed è orlato· 1 epitelio che rivesto il foglietto parietale della capsula del Bo,,rmann nel terzo più prossimo al tub11lo escre · tore. Questo epitelio presenta tutte le caratteristiche c.loll'epitelio del tl.1bulo escretore di cui sembra una continuazione. Nel topo adulto vi è solo un <liccenno a. questa disposizione. N el topo neonato l'orlo a pazzola è più basso e meno e'ridente che nel topo acl11lto. Questa ricerca fa parte di uno studio più ampio sulla fisiologia e patologia del r ene.

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fatto forme polinucleate, ma viceversa ltn numero enorme di linfociti pre,ralontemento piccoli, alcuni in cariocinesi. Altro fatto importante, quantunquo noto in ai· mili forme, orano le innutnerevoli metastasi linfa· ticho a.gli organi interni, specialmente al fegato, r ene, capsule sopra renali, intestino e stomaco. L' A. ritiene che il tro, a.rsi simili cumuli linfoidi in organi cho in origine erano ematopoietici, non inù.ichi già, come Martin Schmidt ritiene a pro1)0· sito del fegato, un ritorno alla loro funzione embrio· nale, ma ben ì debbano considerarsi come un sem· plice deposito di elementi cireolant.i negli organi, come ha dimostrato anche Frizzoni, elementi elio negli organi i moltiplicano ed acq t1istano il carH.t· toro di elementi maligni. Non furono pott1te fare ricer che batteriologiche perchè i pezzi erano stati lungamente 11ei liquidi fissativi, nè si potè seguiro il decorso clinico. Parlano in proposito RIVA, ZIOIA, ALFIERI, COR· DE~o, OLIARI cd a tutti risponde BORRI. 1

Istituto di Clinica medica della Regia Università di Oenova. {Co1iversazioni cliniche). S oduta del 23 gennaio 1903.

Presidenza: profossore Maragliano.

Levi (studente). l11t11ercettiblità del 1° ton o n1itra · lico. - Riferisce di 11n amn1alato, nella cui anamnesi si nota una pregressa sifilide, la 11ialaria, l'alcool;s11to, l'ab1iso di tabacco. In questo infermo dopo lu. crisi della pulmonite, si è manifestata la i11ipercettibilità del Jll'i11io tono alla punta del cuore, impercettibilità transitoria. L'O. ritiene che ciò sia dovuto ad un episodio Il prof. Corona descrive le les;oni sperinie1itali acuto di una miocardite cronica e ciò per varie ra· delle 1'egio1zi profo1ide del cel'vello provocate nei cani • • g1on1: col suo trequarti ad alette; porta alla conoscenza 1. per la. irregolarità, rctrità prolungata od dei soci diverse esperienze fatte sui cani e mostra arit11zia del polso; cervelli con lesioni dei talami ottici e corpi striati. · 2. per il tra1tsitorio aumento dei diametri ca.r· Accenna. come fenomeno sali'3nte il movime nto di diaci· nta1iegg;o. Inoltre osserva come queste lesioni pro· 3. per la profo1tclità prima dei toni e poi por fonde possano guarire completamente con reintegro la. impercettibilità del primo alla punta· cl olla salute. 4. per la diuresi scarsa. Parla il prof. Riva, e gli risponde il prof. CORONA . . Prof. Mariani. Non crede che il caso della man· canza del primo tono sia dovuto alla miocardjte. Il dott. Borri presenta le sue 1tote cli1tiche ed istologic}te sopra ziri cciso di psendolece11iia e rife· Ma dato che l'infermo è intossicato e che ha fatto risce un caso di p seudolecemia in un individuo il uso di digitale, giudica trattarsi di bradisistolia. quale presentava una forte anemia supposta da Questa, data solo dall'intossicazione, è aumentata per l'azione tlella digita.le. L'.A.. la chiamerebbe a.nchilostomia. Il processo morboso era stato pre· ceduto da un periodo febbrile a tipo intermittente. bradisistolia monotonica. Dett. Guyot. Ritiene che l'astenia miocardica, L'esame istologico dei pezzi dimostrò un'attivissima osservata nell'ammalato su cui 'riferl il LEVI, sia funzione linfoide di tutti gli organi ematopoietici stata cat1sata da idiosincrasia per la digitale, tanto specialmento del midollo delle ossa e della milza. Il midollo delle ossa, più che un tessuto mieloide più che, vagliando attentamente i sintomi pre· sentati, risttlta appt1nto l!n :quadro assai simile appariva un vero tess11to linfoide. Non vi erano af· ,16)


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a q1tello che è dato dall'intolleranza digitalica. Ri· tiene poi che il ' rolor ponsare ad un'arterite sifi· litica delle coronario e consoguo11te miocardito sia }JOCO a.mmissibilo, datando l infezione luetica appena da sei mesi e non ossendo por a.neo compat·se ma· nifestazioni secondat·ie. Levi. Nota che i fenomeni si erano manifestati principalmo11te per lo appttreccl1io circolatorio quattro o cinq110 giorni dopo che l'infermo a'reva ingerito la. digitale. Nota poi ch e la poliuria, citata da.l dott. GuY01', si era ina11ifestatn. quinruci giorni dopo che l'infer1no aveva ingerito In. digitale. Gli altri fenomeni citati potet·ono essere o effetto tlolla tossieniia p1iennio1ticn, o espressione di altr,t

locatizzazio11e. Dott. Ci1>ollina. Il bagno 1tei JJOt11io1iitici. - L A. ~i è sempr e giovato del bagno n ella infezione pnou· monica, sia riguardo alla temperatura, sia riguardo al polso e alla r espirazione. Mircolf. Domanda. che la questione sia posta sotto ltn punto di vista non esclusivo, ma che dia al bagno 1Ln valore sinto1natico come la digitale ed il salassò. Prof. Ascoli. Chiede se i casi del dott. CIPOLLINA a.·vossoro un comportamento tipico s~nza eccezione o se ' Ti erano anche dei casi refrattari: all'oratore paro ùi ayerne osser\ato uno di quest'ultima specie. J)ott. Rossi. 801Jra u1ia nuova reazio1ie dei pig11te1iti biliari 1iell'oriua. - L'O. riferisce sopra una nuova rea.ziono proposta per la ricerca dei pigmenti bi· linri nell'orina, la qualo consiste n ell'aggiungere una piccola. quantità di una soluzione allungata di fucsina. all'orina in esame. Se questa contiene bilirubi11a, si manifesta una colorazione giallo arancio. L'O. fa un confron to di q11esta nuova reazione colle reazioni già esistenti per tale ricerca e con· elude che essa non ha alcuna superiorità sulle rea· zioni vecchie n è per ev.idenza, n è p er sensibilità· Ino1tr6 dimostra che la nuova reazione non è spe· cifica per i pigmenti biliari, perchè anche le orine che conten gono altri pigmenti (orine febbrili) o le orine ch e contengono emoglobina danno la Rtessa reazione. Dott. P. L1cc1.

Recentissima pubblicazione:

L'IGIENE DEL BAMBINO del

Prof. Cav.

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SEZIONE PRATICA

L UIGI

CONCETTI

Direttore della Clinica. Pediatrioa nella R . Università di Roma

È un bel volume di oltre 600 pagine, illustrato

da molte figure intercalate nel testo. Prozzo L. 7,50. Rivolgere cartolina-vàglia alla Società Editrice Dante Alighieri di Albrighi, Segati & C., Via dei Pre· fetti, N. 15 - Roma.

OSSERVAZIONI CLINICHE Tetano e metodo ·Baccelli. Nota del dott. GIOVANNI LEONE.

La pubblicazione di questo caso di tetano occorsomi, che io riuscii a guarire mercè le iniezioni di fenolo secondo il metodo del mio illustre Maestro, ! prof. G u 100 BA cCELL r, non ha la pretensione di voler enunciare o dimo· strare cose nuove. Ho voluto portarlo a conoscenza dei colleghi per molteplici ragioni; e perchè accresca quella raccolta brillante di successi, sempre più numerosa, del metodo curativo ; e perchè, permettendomelo le circostanze, mi sono valso unicamente del} 'acido fenico 11el trattamento, eliminando ad arte qualsiasi altra sostanza medicamentosa che avesse potuto influire anche da lontano sulla terapia intrapresa; di più perchè in recente lavoro si è cercato di affermare la nullità dell'etficacia del metodo, male interpretando i fatti e alla stregua di principii di labora.. torio che non si accordano colle risultanze cliniche. La statistica dei tetanici curati e guariti col metodo BACCELLI va ognora crescendo, e anche i colleghi dell'estero ( DELORE, ENRIQUEZ e BAUER, SsRAHNA, Wooo, l{Lu1SKENS, ecc.), j n genere non tanto teneri per le nostre cose come noi italiani per le loro, hanno ricorso con esito ottimo a questo g·eniale metodo, che riunisce in sè tutti i desiderati relativi della terapeutica; e ne hanno pubblicato i risultati sull'uomo, concordi nel vantarne la sicurezza ed il successo. Nessuno speeifico è assoluto nella lotta contro i morbi, specifico valevole in t·utte le f'orme, in tutti gli stadi, in tutte le localizzazioni ; oggimai è risaputo che il fattore della vittoria in terapia è l'organismo: le sostanze medicamentose di qualsiasi natura non sono che ausiliari devoti, guidati da abile stratega, dal sanitario, il quale deve conoscere intimamente il nemico invasore, le qualità del terreno i~vaso e le risorse probabili di difesa di questo. Gu1no BACCELLI non ha mai avuto la pretensione di affermare e di imporre il fenolo quale rimedio specifico contro l'infezione teta· nica; egli in uno degli ultimi Congressi ita· liani di medicina interna, modestamente così si è espresso: « Giova l'acido fenico, come {17)

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giova l'antitossina », non volendo dare al suo prezioso metodo quel primato incontestal)ile che le statistiche meritamente gli concedono. Negare che questo metodo sia pieno di efficacia contro l'infezione tetanica (DE ARRUDA SAMPAIO) dopo i successi ottenuti in quasi tre lustri dacchè è stato di continuo esperimentato ; dire che questo metodo debba essere proscritto perchè le esperienze di laboratorio su cervi, su conigli, su cavie ebbe~o risultati negativi ; è opera ingiusta,:è voler defraudare la scienza medica sperimentale di quelle verità che quotidianamente ci dimostra la clinica, suprema espressione di essa. CouRMONT e Dovo~ dopo esperimenti su conigli e su cavie scrissero che il fenolo non aveva azione su1 tetano sperimentale; J os1As ha esperimentato sui cervi, pure sensibili al tetano, il metodo BACCELLl ; tutte le esperienze gli fanno concludere che esso non modifica favorevolmente l'evolt1zione del tetano, anche quando la cura è istituita attivamente fin dall'apparizione dei primi sintomi. G u1LLE· M.A.IN osserva che il metodo BACCELLI è impotente a combattere il tetano sperimentale nel cavallo; ma più avveduto, soggiunge che « a onor del vero il non aver giovato al ca vallo non toglie che possa giow vara all'uomo, come è già dimostrato r . A parte che essi usarono il metodo su animali tetanizzati con tossine\ ottenendo risultati negativi, è lecito perciò concludere come il J o:s1As, che non dovrebbe il metodo giovare in una infezione della stessa natura sull'uomo? Giustamente e molto argutamente il nostro prof'. MARAGLIANO commentando le indagini di J osrAs, dice : « che lasciano il tempo che trovano, e se fatte bene questo possono dimostrare : che nel cervo la cura del tetano coll'acido fenico non riesce bene, mentre d'altro lato è assicurato che riesce bene nell'uomo, e ciò deve bastare per i medici ». Il dott. CA VARZERANI, in un recente lavoro, male s'appone nel voler negare le proprietà antitetaniche del f'enolo, traendo occasione dei suoi sei malati, soccombuti malgrado la cura fenica; egli scrive che non constatò per l'acido fenico un'azione sul processo morboso, perchè non si dimostrò capace di moderare i ' fenomeni riflessi del midollo spinale, non abbassò la temperatura, non agì come anti1R

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tossico: egli aggiunge « che tale risultato negativo trova, d'altra parte, conferma nelle esperienze di CouRMONT e DoYON e di A. J osrAs ; fa considerare che effetto egualmente nullo si rileva anche nei casi felicemente curati con acido f'enico da altri medici, nei quali casi la guarigione si stabilì dopo un graduale e successivo aumento dei sintomi morbosi che si modificarono tardi, malgrado che fin dall'inizio della malattia il rimedio f'osse stato preso a f'orti dosi ». Io che ho letto minutamente la massima parte dei lavori . sull'argomento, ho riconosciuto in vece che anche nei risultati infausti l'acido fenico ha sempre dispiegato la sua azione come calmante del sistema nervoso (HENYG, MuRA.TORr), con1e antitermico e come antitossico· di più nelle cure felicemente riuscite, parecchie fiate i sintomi gravi morbosi si ripristinarono e si riafforzarono allora quando si era diminuita la ~dose del fenolo (casi di N A'roL1, CoPETTI, BARTOLIN1-SA1. 1MBENI e il mio) ; e la sua azione benefica ed utile si è anche affermata nelle recidive. (V1TTA· DINI). I Se si vuole confortare l'argomento con esperienze di laboratorio dirò che nel 1891 K1TASA To, T1zzoN1, e BAB E~ nel 1895 dimo strarono che l'acido fenico in soluzione 1. 5 °,0 annullava in vitro in mezz'ora le culture del bacillo del tetano ; anzi TrzzoNI e CATTANI nel 1891, in una prima serie di ricerche riuscirono a stabilire che l'acido fenico, l'acqua di cloro ed il tricloruro di iodio sono le sostanze chimiche che riescono attive ad annullare la tossicità del virus tetanico. Ma è doveroso notare che Gu100 RAOCEI.Lr, per mezzo del suo aiuto dott. GuALDI annunziò nel 1888 le proprietà terapeutiche del fenolo nell'infezione tetanica dell'uomo. Insuccessi con questo metodo ct1rativo antitetanico non sono mancati, non mancano e . I non mancheranno; ma pur tuttavia, ragguagliando il numero dei ~[casi guariti con le morti, di leggieri si può affermare che.... il metodo Baccelli è finora il mjgliore, il più ·sicuro nella riuscita,:_ superiore di! gran lunga agli altri metodi, compreso quello sierotera• pico. . A parte le morti che si debbono attribuire a forme gravissime, tumultuarie, fulminanti, nelle quali niun presidio terapeutico avrebbe potuto o potrebbe valere~ io opino che non

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piccolo numero di insuccessi debbasi attribuire non solamente alla gravezza dell'infezione in sè stessa, ma a fatti che ponno sfuggire ad osservazione minuta, dato che si ha da lottare con mo;rbo di fenomenologia n1olteplice ed imponente. Circa i titnori e le cri~iche sulle dosi grandi di fenolo, i fatti passati e i quotidiani insegnino; qualcuno che ha riportato insu ccesso non ha avuto torto nel confessare essere ciò dovuto alla tenuità della dose adoperata. Specialmente negli ultimi tempi la maggior parte dei colleghi hanno usato grandi dosi; questo non intimorisca, perchè si è esatta· mente controllato da tutti che la tollerabilità del fenolo è massima nei tetanici ; il che dimostra la sua combinazione colle tossine e la conseguente neutralizzazione di esse. Alcuni \ B100L1, CoPETT1), non hanno cessato dall'iniettarlo nella stessa misura, anche quando le urine mostravano chiaramente la sua presenza. ~i deve anche por mente ad un altro fatto, alle condizioni del cuore, sorvegliarlo di continuo e con diligenza; avviene spesso che cada in eccessiva debolezza la quale protraendosi, può di necessità compromettere l'esito della cura; è OV\'io il dire che è bene porvi riparo, senza i)erò abbandonare la cura fenica già intrapresa.

Storia clinica e diaria. D ... U ... , di Domenico, d'anni ll, da Marliana, studente. Nulla di notevole nel gentilizio; genitori viventi e sani. Ha sofferto i comuni esantemi dell'infanzia. A nove anni fu colto da grave f'o rma di tifo addominale, che riuscì a superare. A più riprese in questi ultimi anni ebbe infezione malarica. È di costituzione scheletrica regolare, con scarso pannicolo adiposo sottocutaneo ; le masse muscolari poco sviluppate e fioscie. Abito linfatico ; pelle e mucose visibili pallide. Organi dei sensi, toracici e addominali integri. 20 ottobre 1900. Verso il pomeriggio i genitori del ragazzo mi pr gano di recarmi a casa a visitarlo, perchè dal mattino innanzi non può abbandonare il letto, ha il sensorio ottuso, non può ingerire cibo, ed è in preda a convulsioni accompagnate da riso continuo, che si esagerano allorchè gli si indirizza la parola o sente rumori. Recatomi a visitarlo, lo trovo a letto in :ROsizione supina, col capo flesso all'indietro, affondato nei cuscini; volto attonito, mascelle fortemente serrate, appena

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si lasciano divaricare con una lama di coltello; contrattura dei muscoli mimici, riso sardonico; occhi spalancati con pupille miotiche. I muscoli sterno- cleido-mastoidei, quelli del torace e dell'addome sono in evidente contrazione; gli arti superiori in leggera flessione, le rnani contratte; allungato e teso l'arto inferiore di sinistra, semiflesso quello di destra con f·orte contrattura; i movimenti passivi sono resi difficili. I parestesia cutanea a differenti stimoli estesa a tutto il corpo. Le contratture si accentuano cogli stimoli esterni e danno luogo a scosse tetaniche in numero di 93 ogni ora. Disfagia, è quasi impossibile far trangugiare poche goccia di liquido; dispnea; mancano le urine e le fe ci dal giorno innanzi. T. 38. 9, P. 140, R. 42. Tale è il quadro che presenta l' infermo al momento della mia visita; la fenomeno · logia così chiara e netta non f'aceva titubare nel diagnosti care una grave forma di tetano. Nessuna lesione di continuo a prima vista mi era apparsa s.ulla superfic:ie cutanea;. un esame minuto m1 permette d1 vedere a circa 1 cm. al di sotto del inalleolo interno dell'arto inferiore destro, una crosta recente, di colorito rosso nerastro, di forma rotondeggiante e della grandezza di una piccola lenticchia. L'infermo non pt1ò spiegarmene la origine essendogli impossibile articolare parola; i fratelli che stanno attorno mi raccontano che circa 6 giorni innanzi, andati insieme a girovagare per la campagna, U ... fu punzecchiato dalla .spi~a di un arb11st9 ; il dolore fu tenue, fuor1escirono poche goccie di sangue e non ne tenne conto. ~enza dubbio è questa l'entrata del bacillo del tetano. Volendomi accertare se al disotto della crosta si t.rovasse ancora il corpiciattolo feritore, stacco quella e faccio un' incisione a croce, più prof'onda che posso; non ottengo altro che un po' di siero sanguinolento, nessun corpo estraneo, nè presenza di pus. Esposta ai genito~i la natura del :no.rbo, la sua gravezza, e fatta una prognosi riservata, propongo la cura Baccelli, che viene subito accettata. . Nel frattempo che attell:do l~ ~oluzione fenica richiesta, vuoto la vescica d1 c1rc~ 15q eme. di urina, fortemente colorata, e pre~10 cl~ster~ di acqua bollita ottengo una scanca d1 feci dure, nerastre. Medico la lesione con i~p~cc? al sublimato corrosivo avendo cura di insinuare fra i bordi dell'incisione una striscia di garza al sublimato per impedirne la chiusu1·a. Inietto 1 eme di soluzione f enioa 3 per cento. Ad ore alterne eseguo ~ iniezion.i, f~cen­ done altre due doppie a distanza d1 un ora prima della mezzanotte. t Raccomando di evitare i rumori, la luce (19)

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IL POLICLINICO

molto diffusa e turo le orecchie del paziente con due batuffoletti di cotone. Acido fenico nella giornata cgm. 30. 21 ottobre. Permane lo stato del giorno precedente. Insonnia durante la notte. Essendo irnpossibile l'alimentazione orale, previa lavatura intestinale, ordino clisteri nutritivi di uova e latte, che vengono trattenuti. T. 38. 8, P. J 40, R. 44. Iniezione di 30 cgm. di fenolo. Rinnovo la medicatura. 22 ottobre. Condizioni aggravate, insonnia permanente; au~entati il trisma, l'opistotono, la dispnea e le convulsioni (112). T. 89. 2, P . 148, R. 48. Clisteri nutritivi. Medicatura. Iniezione di 42 cgm. di acido fenico. 23 ottobre. Leggero accenno di miglioria. Ha riposato frazionatamente per un'ora. Trisma stazionario, diminuite la dispnea e le convulsioni. T. 38°. 7, P. 130, R . 40. Soliti clisteri nutritivi e medicatura. Iniez. di 42 cgm. di fenolo. 24-25 ottobre. La miglioria continua ma lentamente; diminuiti trisma, dispnea e scosse. T. 38° 5-88°. 3, P. 128-120, R. 39-35. lniez. 42 cgm. di fenolo pro die. Alimentazione rettale e medicatura. 26-27-28 ottobre. Sempre meglio; la dispnea e l'opistotono, sono quasi scomparsi; il trisma diminuisce. E possibile l'alimentazione orale liquida; la lesione è cicatrizzata. ~6. T. 37. 8, P. 108, R. 32. Fenolo cgm 36. 27. T- 37. 5, P. 100, R. 27. Fenolo cgm. 30. 28. T. 36. 9, P. 89, R. 25. Fenolo cgm. 24. 2~ ottobre. Ieri, visto il notevole miglioramento, e sebbene le urine finora non aobiano svelato la presenza del fenolo, ho cred11to opportuno aiminuire la dose. La notte però è stata cattiva, il sonno interrotto; in mattinata vengo chiamato d'urgenza essendosi ripresentate le scosse (103) il trisma e la dispnea aumentati come prima, l'infermo è molto abbattuto. Inietto in una sola volta 9 cgm. di fenolo. Riprendo l'alimentazione rettale. T. 38. 9, P. 130, R. 42. Iniez. 45 egro. di acido fenico . 3ù ottobre. Cattiva notte, insonnia; fenomeni tetanici press,.,chè stazionari; il cuore è estremamente debole ; inietto caffeina. T. 38. 8, P. 120, R 4(J. Iniez. di fenolo cgm. 42. 31 ottobre 1 novembre. Il migliora1nento ascende come n el periodo precedente. Trisma e dispnea in din1inuzione; poche scosse. 31. T. 38. 5, P. 108, R. 38. 1. T. 38, P. 90, R. 32.

Iniez. di fenolo cgm. 42 al giorno. 2-3·4 novembre. Costante e progressiva miglioria. Dispnea e scosse scomparse. Perdura 20•

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leggero trisma; riesce ad articolare lentamente le parole 2. T. 37. 5, P. 88, R. 28. Fenolo cgm. 39. 3. T. 37, f'. 82, R. 26 Fenolo egro. 36. 4. T. 36. 9, P . 80, R. 26. Fenolo cgm. 30 5-6 7 8 novembre. Scomparsa di tutti i sintomi, eccetto il trisma che è appena apparis~ente; dolentia alle mascelle, parla più spedito. T. 36. 2- 36, P. 54, R. 24. Iniez. compless. di fenolo cgm. 90. 9 novero bre. Due iniezioni di 3 cgm. di fenolo. Lo dichiaro guarito e gli fo abban· donare il letto; si sente assai aebole ; consi· glio un'alimentazione ricostituente. Dopo una• settimana riprende le abituali • sue occupaz1on1. •

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Le iniezioni fur<lnO fatte a preferenza nel· l'arto in cui era la lesione, nelle regioni glutee e nelle inf'rascapolari; esse furono per lo più dolenti e durante l'acuzie del morbo eccitavano le scosse; ho potuto osservare che dopo un periodo di tempo, che variava da 10 a 20 minuti, l'iniezione arrecava all'infermo un po' di sollievo e di benessere. Le urine, esaminate giornalmente, non presentarono mai traccie di fenolo, in un solo esame, il giorno seguente alla massima dose di fenolo iniettata (:!9 ottobre), osservai tracce di albumina. Durante 21 giorni di cura furono complessivamente iniettati gm. 6. 90 di fenolo.

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Le conclusioni degli egregi colleghi che mi precedet·ero nel trattare l'argomento, quelle che io posso trarre dopo le osservazioni accurate e diuturne che ebbi campo di fare nel paziente di cui ho esposto la storia, collimano a perfezione con quelle già da tempo enunciate dall'egregio collega prof. V. AscoL1, avvalorate però dal giusto e ottimo consiglio del dott. D'ALESSANDRO, di usare, cioè, allo inizio della cura come indice di dosamento un centigraruma di fenolo per ogni chilogramma di peso dell'individuo in cura; a questo consiglio io mi attenni, e i risultati non furono che lodevoli. Il metodo di Gu10 0 BACCELLI è un inestimabile acquisto per la terapia, un ausilio non indifferente nella lotta contro il tetano; comodo, poco costoso, alla portata di tutti, vanta un passato ed un presente non inglo· rioso ; superiore a tutti i metodi, compresa


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SEZIONE PRATICA

la odierna sieroterapia, cui auguro di cuore, pel bene degli infelici sofferenti, non solo di rivaleggiarlo, ma di superarlo, quanto prima. Settembre 1902. BIBLIOGRAFIA. .À.SOOLI. R. Accademia l\'Iedica di Roma, 27 feb· braio 1898. 1\.SCOLT. Il Po1iclinico, 1° ottobre 1899. BABÈS. Annales de l 'Institut de Bactériologio, B11· karest, 1895. BARTOLINI·SALIMBENI. XI Oo11gresso ~Iedicina. In· terna, Pisa, ottobre 1901. BEHRING e KNORR. Wiener klin. W och., n. J3, 1896. BENVENUTI. Policlinico, Sezione pratica, 1900-01, fase. 10. CA VARZERANI. Rivista veneta di scienze mediche. Fase. X, 30 novembre 1901. 010FI!,I. Riforma medica. V ol. I, n. 14, 1902. 00NCETT1. Policlinico, Sez. pratica fase. 27 1901-02. OOPETTI. Gazzetta Ospedali e cliniche, n. 22, 1902. CotlR])!ONT et DOYON. Société de Biologie de Paris. Séance 13 mai 1899. DE ARRUDA SAl\!PAIO. Thèse d e Paris, 1898-99. D'ALESSANDRO. Giornale internazionale di scienze medich e, fase. 9, 15 maggio 1900. DAL BELLO. Policlinico, Sez. pratica, 1900-01, n. 7. ENRIQUEZ et BAUER. Société méd. des Hòpitaux, Séance 20, XII, 1901. B100L1. Policlinico, Sez. pratica, 1902-03, n. 43. FAVERO. Riforma niedica. Vol. Il: n. 46, 1901. Gu1LLEMAIN. J ournal de physiol. et de pathologie générale, n. 4, 15 luglio 1902. DELORE. Gaz. des Hòpitaux, n. 100, 1900. SBRABNA F. Riforma ~Iedica, Vol. I , 1893. Io. Bull. de l'hòpit. civil de T11nis, settembre 1901. Woon. The Bl'itish Physician, 1899. KLu1SKENS. Annales de la Société de ~Iéd. de Gand, 1902. PINNA. Il Policlinico, 1° settembre 1899. MORANO. Policlinico, Sez. pratica, n . 41, 1900-01. LAPPONI. Policlinico, Sez. pratica, n. 34, 1900-01. 1\iioNTAL'l'I. Policlinico, Sez. pratica, n. 29, 1900-01. ~IONTEBELLI. Policlinico, Sezione pratica, n. 14, 1900-01. KITASATO. Zeitschrift fiir Hyg. t1nd Infect. Bd., 7, 1891. N OCARD. Congrès Internat. de Médecine. Moscou, 1897. T1zz0Nr. Traccinazio1ie e sierotera1Jia co1itJ·o il tetano. ULLRICH. Mitteil1iu.r1e1t ans den Gre1izgebiete11, Med. n1id OJiir. Band 10, H eft 1, u. e., 1902. LEXER. Die Pliera_pie der Gegenzvart. H. 6, 1901. MoLLERS. Deutsche Med. Wochen., n. J7, 21 novembre 1901. ~[ARAGLIANO . Gar.zotta Ospedali e Clinich e, 141, 1901.

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Un caso di tetano curato col metodo del prof. Baccelli. In una lettera pt1bblicata dalla Patria rlegli Ila . liaui cli Buenos-Ayres, il dott. Bertelli riferisco quest'in1portan te caso : Signor Direttore della Patria degli Italiani-Italia al Pla.ta,

Il giorno 26 di agosto u. s. fl1i chiamato ad ulfla cltacra, dalla vicina popolazione di Alcorta por vi · sitare un bambino di circa 7 anni, a nome Umberto Cucco, figlio di J uan, romagnolo, e chacar f ro co· nosciutissimo in Alcorta. La contrazione dei muscoli mimici dél paziente esprimeva sommo dolore n ella parte superiore della faccia e un vero sogghigno nella parte inferioré : fortemente serrate le mascelle. • Visita.ndo più 1ninutamente l'infermo tl·ovai forte contrazione dei muscoli della nuca, p er cui era im· possibile qualunque movimento della testa; la de· gl11tizio11e abolita; rigidità dell'inte1,o tronco p or cui appena l'occipite e il bacino toccav-ano il letto, come pure rigidi gli arti superiori ed inferiori, i piedi i11 estensione forzata e fortemente contratti pure i muscoli dell'addome; la r espirazione affa.n· nosa, frequenti scosse per tutto il corpo del soffo. r ente. Al ba._mbino alc11ni giorni prima gli si era. con· ficcato un pezzettino di legno nel piede sinistro. Esaminando la parte, la tro,rai tt1mefatta e sen· tendo fluttuazione, aprii la raccolta di pus, disin· fettando con soluzione di acido fenico e zaffando con garza al jodoformio. Ordinai di portare il malato in Alcorta. cosa che fu fatta immediatamente. Quivi con una soluzione sterilizzata di acido fo· nico al 3 °/0 e colla siringa del Pravaz cominciai le iniezioni ipodermicJte, quasi tt1tte sull'addome, facendo una iniezione ogni quattro ore di giorno e di notte. I genitori stessi osservarono sin dal terzo giorno di Ctlra come il loro figlio, oltre al sopportare bo· nissimo dette iniezioni, r estava assai pift tranquillo dopo ,le medesime e non erano più cosi frequenti le scosse tetaniche. Infatti, da principio il bambino domandava ogni momento di essore cambiato di posiziono e mi ricordo dcl st10 solito grido in gergo

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romagnolo e. pronunziato a denti stretti ]Japà, ]Jii111z (papà., prendimi). Seguitando le iniezioni potei osservare che il trisma dei masseteri diminuiva gradatamente; le clue file di denti si aprivano lasciando tra loro lo spazio di un centimetro. E sse e qu'1che leggero movimento del capo dinotavano che eravamo stù buon cammino. Cosi pure la rigidità dei muscoli clell'addome andava scomparendo e si fece possibile qualche movimento passivo di flessione ed estensione delle braccia. Il piccolo corpo cominciava a prendere vita e a far rinascer e la speranza negli animi di chi lo as · siste,ra. Due volte notai un peggioramenio quando per ragioni dell'esercizio della mia professione non avevo potuto r egolarmente fare le iniezioni meto· clicamente come mi ero proposto. Dopo quindici giorni erano già possibili diversi 1novimenti attivi, come quello delle braccia, in p~c· colo grado qllello delle gambe e leggermente quello cli flessione ed estensione della testa. S eguitai la cura sette giorni ancora avendo pra· ticato in tutto 78 iniezioni, tutte ben tollerate e senza il minimo incidente. L'evacuazione si faceva normalmente, come pure la diuresi; e vedendo il fanciullo già in discreto stato di sailttte, permisi che fosse riportato alla cliacra. . Fai a ved~rlo qualche giorno dopo e trovando una franca convalescenza lo lasciai, raccomandando ai suoi parenti lo portassero in ..A.lcorta il giorno che potesse camminare solo. E non passarono molti g iorni. Una domenica venne il piccolo Umberto con suo padre, e se l'inceder e suo non era ancora del t11tto sicuro e libero, lo è p erò al di d'oggi. Ho cr ed11to bene far pubblicare tale caso n ella certezza di far co. a grata a chi è geloso dell'onore Dott. .ALFRE D O BERTE LLI. itAliano.

lje iniezioni di acido tenico alla Baccelli 11ella cul'a

del tetano. Per il Dott.

AUGUSTO R ABITTI.

· L'O. porta innanzi tutto il contributo alla casistica del tetano · curato con le iniezioni di a ciclo fenico, r·iferendo su di 11n caso molto g1·ave ch e ebbe l'opportunità di osservare. . Espone un accurato esame obbiettivo del· l'ammalato. Il quadro clinico non lascia alcun dubbio sulla infezione tetanica. I primi sin· tomi comparvero appena sei giorni dopo aver riportata una lie, re ferita al mignolo del piede sinistro. L ammalato andò gradatamente peg· · giorando fin che in 12a giornata presentava una g1·avità eccezionale. L 'O. chiamato in detto giorno quale con· st1lente e associato u.lla cu1·a, p1·opone la cura

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Baccelli e, data la estrema gravezza, fa praticare tre iniezioni al giorno di 20 cgr. di acido fenico ciascuna. Due giorni dopo si nota 11n ben apprezzabile miglioramento. Riduce allora ciascuna iniezione alla dose di soli 10 cgr. Si avverte tosto una esacerbazione dei fenomeni. Se non che, avendo insistito nelle tre iniezioni iii 10 cgr. p1·0 die, ma in soluzione oleosa, perchè più lento ne fosse l'assorbimento, gli aocessi tetanici si andarono man mano attenuando e facendo più ra1·i; la contrazione tonioo-spastica delle masse musoolari andò diminuendo. Il miglioramento ft1 lento, ma progressivo; sì che un mese e mezzo dopo l 'inizio della cura il paziente potè dirsi completamente guarito. Nessun disturbo si ebbe a lamentare dal· l'uso delle iniezioni di acido fenico. L'urina si mostrò sempre normale ; mai albumina , mai colorazione carbolica. Il caso conferma l'efficacia della cura Bac· celli. Dalle statistiche dello ZERI, dell' AscOLI, del BENVENUTI, del CroFFr, risulta che il nu· mero dei casi di tetano trattati col fenolo alla fine del 1901 era di 82 con 10 morti (12. 2 °/0 ). L'O. aggiunge una statistica p1·opria di altri 23 casi con 1O mo1·ti. I casi di tetano cu1·ati con il metodo Baccelli raccolti nella lettera· tura medica sono attualmente 105 con 20 morti (19. 05 °/ 0 ) . P ercentuale semp1"e assai soddisfa· cente se si pensa alla mortalità che si aveva prima pe1· tetano. La cura Baccelli poi è sempre preferibile a qualunque altro metodo curativo del tetano, compresa la sie1·oterapia, che ha data, secondo il BENVENUTI, 11na mortalità del 43. 2 °/0 • Tutti i 20 morti fra i tetanici curati alla Baccelli presentarono una gravità estrema. BrevisHimo il periodo di incubazione violento e tumultuario e rapidissimo il decorso. Tutti i casi, anche gravissimi, ma che eb· bero a presentare t1n decorso subacuto, tutti finirono in guarigione. Dallo studio di 105 casi t1·attati col metodo Baècell~, il medico può i·i· tenersi auto1--izzato quando l'ammalato sotto· posto al trattamento del fenolo abb.i a superato il 7°-8° giorno, ad emettere un prognostico lusinghiero. N elle forme subacute, dunque, per quanto gravi, occorrenti con la maggio1· frequenza, 1 acido fenico può venil·e adottato non solo sotto auspici meno funesti, ma con successo talvolta brillante. .


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SEZIONE PRATICA

PRATIC A PROF ESSIONALE CAfiUipll'ICA Ipertro.fla spastica 'congenita del piloro. Un Cètso del genere è descritto da. NORDGREEN, che ne trae argomento per fare di questa malattia unn. mint1ta e particolareggiata trattazione. Eccone il stinto: s<)i1ito111i. - Il sintomo più imponente o che non manca quasi mai, è dato dal vomito che p11ò com· parire sl1bito dopo la nascita o alcune settimane più tardi. Di solito avviene regola.rmen_te dopo ogni pasto, talora con qualche remissione. E affatto in· dipendente dalla qualità del cibo e in rapporto piuttosto con la quantità, essendo assai meglio tollerate delle piccole quantità di cibo date ripetutamente e cli spesso, che non grandi quantità somministrate in una volta. Il vomito è per lo pii1 violento e non sembra doloroso. Una volta insorto il vomito, dif· ficilmente si può frenare e in quei casi che termi· nano con la morte va sempre aumentando di in· tcnsità e di frequenza. Il secondo sintomo è la Rtitichozza, o, per meglio dire, la scarsità delle scariche, non potendosi parlare di stitichezza là dove il contenuto intestinale è nullo o quasi. Questo sintomo comincia col primo, solo cli rado lo pre· cede, e scompare solo in quei rari casi in cui si riesce n. guarire il primo. Viene poi il dimagra· mento generale. La pelle si fa secca, floscia, perde cli elasticità. Il ventre si mostra depresso; nella regione pilorica talora si riesce a palpare t1n in· grossamento resistento, trasversale, che ha la forma Rtessa clel piloro. Lo stomaco si fa ectasico e 11el content1to gastrico si rinvengono spesso acido lattico e acidi grassi. Come sintomi affatto secon· dari possono comparire anche 1ma diminuzione della (lil1resi, una leggiera albuminuria e una tempera· tura subnormale. Nella maggior parte dei casi que-sta malattia con· cluce in breve alla morte. Diagnosi. - Nei casi tipici la diagnosi è d'una evidenza banale, specialmente quando si tenga110 presenti i sintomi capitali sopra accennati. lVIa s1ll principio della malattia non è sempre facile distin· guere se il vomito sia dovuto a catarro o a di· spepsia. oppure a qualche osta.colo meccanico che impedisca il passaggio del cibo. l\'Ia per poco che il vomito persista non riesce difficile far la dia· gnosi differenziale. Prog11,osi. - Questa è quasi sempre infausta, tranne che in casi leggerissimi. Sopra 51 casi che si conoscono di questa malattin.. 41, vale a tlire più del 77 per cento, ebbero esito letale. E dei 12 guariti, 5 ft1rono operati e per gli altri si può omettere il sospetto cl1e.=si sia ort·ata la__ (liagnosi.

A1iato11tia patotogica. -

Il cadavere si mostra di· magrato, atrofico, fortemente a.nemico. All'apertttra della cavità addominale l'intestino si mostra sottile, anemico, floscio, quasi vuoto; èontrasta con lo stomaco che di solito è dilatato, a pareti ispessite, specie nella regione pilorica. in corrispondenza della quale si osserva una tumefazione di con istenza. piuttosto dura, quasi solida. Se la si esét1nina al microscopio, si v ode cl1e l·ipertrofia è di solito sostenuta da un aumento degli elementi della muscolare e specie di qtlollo strato a fibre circolari. Possono però darsi anche ispessimenti della sottomucosa e delln. sierosa. Con· contitanti a queste, altre alterazioni si possono riscontrare d'importanza affatto secondaria. Patoge1iesi. - Molte sono le teorie che sono state emesse : ma noi le possiamo ridurre a due gruppi principali. Nel primo stanno tutte quelle che fanno dipendere la malattia da vere e proprie alterazioni anatomiche della regione pilorica, siano esse una stenosi primaria del piloro o una ipertrofia conge· nita oppure dovuta a qt1alche causa irritante o ad eccessivo lavoro. Nel secondo gruppo invece en· trano quelle teorie che negano l'esistenza di alterazioni anatomiche ed ammettono che si tratti di alterazioni puramente funzionali, spasmi, contratture, ecc. L' A. ammette che l'ealmente esista una ipertrofia del piloro anatomicamente climostrabile e che ql1esta sia per lo più congenita, ma ritiene che la stenosi cho ne consegue sia, almeno in molti casi, cli natt1ra spastica. Eziologia. - Si volle 1nettere in relazione questa malattia con stati di nervosità da parte dei geni .. tori quantunque in pochi casi ciò si sia potuto dimostrare. Perapia. - Tt1tte le c1u·e qui devono tendere a poter nutrire l'ammalato. Si consiglia per ciò di somministrare il cibo in piccole quantità e di spesso, di dare preparati che in piccolo vol11me racchit1dano molte sostanze nutrienti di ricorrel'e anche n. certi art.ifici, come il tubo nasale, la sonda gastrica, le lavature gastriche. Come rimedi f11rono impiegate le acque alcaline, il calomelano, preparati di bismt1to, ecc.; come calmante si provò ancho l'oppio con qualche risultato. Fu tentato anche il massag· gio, la nl1trizione rettale. Come tùtima ratio 1te i casi ribelli si consiglia la cura chirurgica. Finorn. fu praticata in 11 casi con 5 s11ccessi. Questa malattia non è nuova e nella letteratt1ra se ne conoscevano due casi fin dal 1841-!2 descritti da WILLIA?liSON e da 81AION-DAWOSI{Y. Altri casi furono descritti anche in seguito in modo però no11 bene chiaro e soprattutto senza che potesse risaltare il carattere di malattia congenita, perchè si trattava di adulti. Solo nel 1888 HrnsCHSPRUNG richiamò l'attenzionG dei patologi sopra tre casi di iportrofia pilorica congenita in 11eonati. D'allora. le 9•

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IL POLtOLINIOO

pubblicazioni si Sl1ocedettero in modo da far ritenere che questa malattia non sin tanto rara come s i cr edeva lm tempo quando, non essendo rioono · sci11ta, passava inosservata.. (Gazz. 11iedica italiana, 5 febbraio 1903).

Contributo alla conoscenza del ca1·cino1na dello sto1n aco. Contrariamente all'opinione comune ch e il car· cinoma dello ~tomaco insorga assai lentamente, .r. BoAs, studiando 141 casi di carcinomi del pi· loro e del fondo, riscontrò ben 39 volte una in· sor genza rapida e qt1asi improvvisa. Di solito si manifestavano dapprima l~ggieri dist.urbi della cli gestion e p er un tempo più o meno breve, indi, per cause non sempr e riconoscibili, apparivano d't1n tratto vomiti e dolori, talvolta, ma più di r ado l' A. vide manca r e assolutamente ogni feno· 1neno prodromico. JJ' A . ha pure osservato come non sia sempre facile distinguere l'ulcera semplice d ello stomaco o del tenu e dall'ulcer a carcinomatosa, specialmente quando, come egli vide in 4 casi, il car cinoma si manifeRta con ematemesi o melena, t anto più poi se ad una pl'ima emorragia ne su ccedono altre r a · pidamente. S i sa che il decorso del carcinoma può oscillare entro certi limiti di tempo; questi possono esser e in rapporto colla durata dello stato di latenza, colla forma e colla posizione del tumore e con altre possibili complica.zioni. I carcinomi del piloro e del fondo cieco sono quasi egualmente frequenti. Nei primi si manife. stano quasi imn1ediatamente i fenomeni di una g rave insufficienza motoria ; solo eccezionalmente (in 2 casi) manca ogni segno di stenosi. Ma gli stessi fenomeni si possono aver e anche nei car ci· nomi del fondo ; in questi casi manca per lo più l'acido cloridrico libero, ch e invece si può facilmente dimostra1·e n ei car cinomi del piloro. Fra le complicazioni più frequenti occupano il primo posto i disturbi intestinali, ch e possono andare fino alla occlusione. Edemi passeggeri ai malleoli f urono osservati 9 volte sul principio, 8 volte n el decorso della malattia. In qualch e caso si riscontrò anche ascite ed ernia ombelicale. In nessun caso l' .A. osservò una tumefazione delle ghiandole sopracla·vicolari sinistre, ch e da al· cuni si vorrebbe ritenere come sintomo precoce del carcinoma. Frequente è invece la metastasi all'ombelico. Essa può avvenire tanto sotto forma <li nodi, che possono raggiungere il volume di una noce, quanto sotto forma di infiltrazione compatta cli t11tta la regione ombelicale. La presenza di indacano nelle urine non ha <11ulsi afftitto ' "<tloro diagnostiro · ancl10 l'alb11mi·

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nuria è una rara eccezione, come è pure rara la presenza di zucchero, che l'A. trovò invece fre· quente n81 carcinoma del retto.

(ArcJiiv far Verda1i1i1t,r;sk·rn11klteiten, Bd. VII, Hft. 4-5).

Per i bambinilaffetti da stipsi. Nei bambini s tittici, figli di individui nervosi, n el1rastenici, dispeptici, l 'HUTINEL consiglia le a p· plicazioni fredde s11l ventre: 11na compressa freddn. ricoperta di taffetas gommato fissato con una fa · scia di flanella, per un'ora, la mattina o la sera. Occln~ione

intestinale acuta.

Su 1000 casi di occlusi0ne intestinale acuta i] dott. G1BRON ha rilevato 121 casi di volvulo. Il volvulo è due volte più frequente n ell'uomo che nella donna. La mortalità è del 70 °/0 quando il volvulo interessa l'intestino tenue e del 46 °/0 quando ha sede n el crasso.

APPUN1.Itl DI 1.l'Ell.APIA Preparazioni acquose di 111entolo. Il mentolo n on è solubile ·nell'acqlla. Come Ri può fare per ottener e ldelle bt1one preparazioni acquose di mentolo'? CRÉSANTIGNES adopera - a questo scopo la tintura di Panama,. come n ella formola seguente : Mentolo. . . . . . . . . cgm. Tintura di quillaja. . . . gm. Glicerina neutra . . . . . Acq11a distillata q. b. per . . eme.

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5 10 125 Dopo sciolto il mentolo nella t intura, si aggiunga della glicerina, poi dell'acqua in piccole quantità, agitando. F. s. a. una pozione, da prendere a cucchiai. Si ottiene cosi una specie di emulsione di colore leggermente ambrato e che si mantiene anche senza agitarla. Si potrebbe trovar debole la proporzione di men· tolo ch e entra in questa pozione. Conviene però, non sorpassarla.: meglio sarebbe dare al bisogno più cucchiai per volta, perchè, più concentrata, l'acqua mentolata prod11cè una sensazione di bru· ci ore. Il suo uso è controindicato nei casi di gastralgia. La preparazione segt1ente: Mentolo. . . . . . . . . cgm. 15-30 Tintura di quillaja. . • . . gm. 10 A.equa distillaia q. b. per . . eme. 155 'ft

F. s. a. (uso esterno) si mostra molto efficace per sollevare i malati, fobbricitnnti o no, che soffrono cofa l a.l~in frontale ..


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SEZIONE PRATICA •

Modo di zisarla. Si imbeve di questa preparazione una compressa piegata in quattro e la si applica sulla fronte. In capo a tre a cinque minuti, si pro· duce un formicolio che sarebbe penoso se fosse proll1ngato; si sostituisce .a llora con una compressa d'acqua pura, poi si ritorna alla compressa men· tolata e cosi via. Quest'altra formula: Mentolo . . . . . . . . egro. 10-20 Tintura di q11jllaja. . . . . gm. 10 Acqua (o acqua boricata satura) q. b. per 1 litro F. s. a. conviene per i lavaggi della bocca ed i garga• • r1sm1. ( Gaz. des liop;taT1x, 27 gennaio 1903).

La caffeina nella terapia infantile. ROUSSEAU SAINT ~HILIPPE, adopera la caffeina nei bambini solo in certe condizioni ben definite che si' raggruppano nelle seguenti classi: 1. Quelle nelle quali il cuore è debole, bassa la temperatura, piccolo e debole il polso, scarsa l'urina ed il bambino sonnolento e debole. 2. Ql1elle nelle quali esiste collasso e imminente pericolo nel corso di malattie infettive. La caffeina si usa di rado nelle affezioni febbrili acute dei bambini poichè essa può aumentare l'eccitazione e l'elevazione della già alta tempe· ratura. Quando la caffeina è indicata nella debolezza cardiaca e nel collasso, deve esser data in piccole dosi, non più di 10 a 30 centgm. nelle 24 ore. (Anierica1i Medic;ne, 3 gennaio 1903) .

Un'eruzione cutanea per ingestit•ne di salicilato di soda. Il dott. ~IORROw nel Br;t. Jonr1i. Derm. (novembre 1902, p. 43±) riferisce un caso di dermatite per salicilato di soda in una donna di 25 anni che ave,ra sofferto di reumatismo articolare acuto. La paziente aveva preso da 6 ad 8 gm. della sostanza al giorno quando, 48 ore dopo, fu invasa da una eruzione ct1tanea consistente dapprima in placche eriteruatose sormontate più tardi da vescichette, alla fronte prima e poi a t11tta quanta la faccia. L'eruzione persistette per 10 giorni. Cessato l'uso del salicilato, l'eruzione scomparve in quattro giorni. Qualche giorno dopo fu ripetuta la somministra· zione di salicilato di soda e duo giorni dopo riap· parve l'eruzione, che non se ne andò se non dopo cassato l'uso del farmaco. ~

Piacevole lassativo. Secondo TUNNICLIFFID la fenolftaleina è un las· sativo dolce, che purga, senza coliche e senza effetti irritanti, alla dose di 10-30 centgm. noll'adulto. Il suo gusto piacevole ne indica l'uso nei bambini, ai quali si può somministrare alla dose di 5-10 contigrammi.•

Per evitare la nausea cl1e segue l'ingestione dell'olio di ricino. Lavarsi la bocca con acqua calda quanto più si può tollerare, inghiottire l'olio & lavarsi di nuovo la bocca con l'acqua caldissima.

Per aumentare le proprietà lassative della magnesia. HuCHARD raccomanda l'aggiunta di lattosio: Lattosio . . . . . . gm. 40 » 60 l\'Iagnesia calcinata . . Un cucchiaio in mezzo bicchier d'acqua.

VA&:IA I fermenti del latte. - I fermenti solt1bili con· tenuti nel latte sono l'ossiJasi, la pepsina o la tripsina, fermenti proteolitici; l'amilasi fermento che trasforma l'amido in zucchero; la lipasi, fermento che sdoppia la butirrina in acido butirrico ed in gliceri11a ~il fermento glicolitico, che distrugge il la.ttosio, e finaln1ente il fermento che sdoppia il salolo in acido fenico ed acido salicilico, fermento scoperto da NOBECOURT e MERKLEN. Tutti questi fermenti esistono nel latte di donna, eccetto 1 ossidasi che n on vi apparirebbe se non al principio ed alla fine dell'allattamento. (.ill éd. 11toderne). Per non sternuta1·e. - Il dott. ETTERLEN, di Contrexeville, èonsiglia, al momento nel quale si comincia a sentire il solletico premonitorio, di appoggiare fortemente la falangetta d ell'indice su uno dei lati della radice del naso in modo da comprimere l'osso proprio e la caruncula lagrimale. Si mantiene la compr essione finchè sia spa· rito il senso di solletico. (Méd . niod.).

Di quale colore devono essere i barattoli delle con· serve'? - BOEHl\! è per il ble u, J AVAL per il verde, mentre MAGNUS raccomanda i v etri affumicati. Questa ultima opinione è attualmente quella, clella maggioranza degli oculisti, per ch è i vetri affumicati ritengono in modo egt1ale tutti i raggi clcllo spettro, mentre i ve tri bleu o verdi lasciano passare certi raggi ad esclusione di altri. Anche POLANSI{I giunge alla stessa conclusione e dà la preferenza a questi barattoli di vetri affu· micati per la conservazione delle conserve. (25)

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IG:EENE La campagna cont1·0 il tifo. Da una conferenza del Koch togliamo queste importanti con siderazioni:

L' A. incomincia col parlare dell'importanza che ha il tifo nella sanità militare. Egli ri· corda che nella guerra franco-prussiana l'eser· cito tedesco ebbe 73,000 malati di tifo con 9000 morti, e che 1 eser cito inglese impiegato di recente n ella guerra contro i boeri riportò pe1~dite rilevantissime cagionate dalla stessa malattia. Esaminando le i·agioni per cui gli eserciti sia nelle manov1'e, sia nelle gue1~1'e vengono così gravemente colpiti da tale infezione, l' A. ritiene che tali ragioni si debbano ricer ca1'e in questo dato di fatto: che cioè, mentr..e nelle città molto è stato fatto e si va facendo pe1.. provvede1·e costantemente acqua potabile igienicamente buo1ia, ed una completa canalizzazione delle materie fecali, tan.to da poter essere sicuri che queste non torneranno mai più a contatto con l'uomo, nelle campagne invece nulla òi tutto ciò si è compiuto: anzi il contatto dell'uomo con i materiali di 1·ifiuto è qui assai maggiore, stante l'abitudine di adoprare le feci come materiale di concimazione. Di qui la grande diffusione del tifo nelle camp agne e il consecutivo infettarsi delle collettività ch e vi si trovano casualmente • a soggiorna1·e, come appunto avviene degli e ser citi. L'A., prendendo come base i provvedimnn ti igienici che s'impiegano per la p1·ofilassi del cole1·a e della malaria, si domanda se, usando contro il tifo adeguate misure profilattiche, si potesse giungere a r endere meno diffusa n elle campagne anc.he tale malattia infettiva. S i sa infatti che nel co le1~a come nel tifo, le feci degli ammalati hanno una importanza capitale, come sorgente d'infezione del morbo. Impiegando mezzi energici per évitare il con· tatto di codeste materie escr ementizie con l'uomo provveclendo i di acq t1a potabile ott ima operando scrupolose disinfezioni; e d'altro canto, valendosi dell aiuto di buoni metodi diagnostici batteriologici, atti a r endere possibile una diagnosi certa e precoce del colera, si è giunti a operare l'isolamento dei malati, mezzo questo jl più adatto per la profilassi di una malattia. Lo stesso può dirsi per lét malaria. I mezzi mi croscopici ci condt1cono il più delle volte (26)

ad una sicu1·a e sollecita diagnosi e quindi ad una razionale terapia a base di chinino. Nel primo caso con l'isolamento rigoroso ; nel secondo con l'accertamento della diagnosi e con la cura specifica si raggiunge lo scopo di combattere le epidemie. Orbene, ciò premesso, l ' A. si domanda se anche per il tifo esistano le condizioni ri· chieste per poter istituire una profilassi com· pleta. Come ottimo mezzo diagnosti co, possediamo la prova di WIDAL: se non che questa giunge a darci t1n r esponso soltanto all:t seconda settimana e qualche volta fallisce; quindi essa non è utilizzabile come criterio diagnostico precoce. L ' A. facendo compie1..e studi accl1rati su tutti i mezzi di culh1ra del tifo, e compiendo opportune modificazioni .al terreno di DRIG.A LSKI e CoNRADI, è riuscito a stabilire un metodo di diagnosi batteriologica certa, che gli per· metteva di fare la diag nosi clinica di tutti i casi, anche leggeri ed inosservati di tifo in tempo brevissimo, e talvolta p ersino al se· condo giorno di malattia. Accertata in tal modo la diagnosi di tutti i casi, sarebbe facile mettere in esecuzione l'atro grande mezzo profilattico: 1 isola11ze1ito. Egli fece difatti esperienze in t1n paesello che per solito era assai colpito dal tifo. E mentre il medico locale aveva denunziato sol· tanto 8 casi, egli n e potè riscontrare ben 72. Isolati gl'individui in apposite baracche e tenutili colà fino al termine della malattia, provvedendo ad una di~infezione accurata di tutti gli oggetti che venivano a contatto con gl'in· fermi; procurando in fine che i materiali di rifiuto venissero convenientemente allontanati, egli riuscì a far sì che il tifo, che era endemico in quel paese sparisse quasi com· pletamente. E di ciò ebbe la riprova l'anno susseguente, quando gli altri paesi vicini che si trovavano n elle stesse condiiJioni in cui era quello da lui sottoposto all'esperimento, furono, come al solito, gr avemente colpiti dal tifo) mentre il primo non ne soffrì affatto. L' A . crede fermamente che estendendo questo metodo ad altri luoghi, con mezzi finan· zia1·i adatti, con un pe1~onale opportuno e oppo1'tunamente istruito, si possa man mano condurre una campagna igienica cosl efficace contro il tifo, da far quasi sparire questa grave epidemia. \'". Z.

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SEZIONE PRATICA

zucch ero, deve rimanere indecisa, fino a cho non siano decise le questioni relative alla scomposizione Prof. C. v. NooRnEN. - Il diabete mellito ed il suo fisiologica e ai destini della molecola di grasso nelt rattamento. Versione italiana sulla terza edi- 1· organismo. zione tedesca ed aggiunte del professore VITTORIO CAPITOLO III. .Etiolo,qia del diabete 1nellito. - In ASCOLI. - Roma, Società Editrice Dante Aliqt1esto capitolo 1 A . passa in rivista i vari momenti ghieri di Albrighi, Segati e C., 1903.- Vol. in -8° etiologici del diabete, cioè regione, razza, sesso ed di pag. xvi-332. Prezzo Lire 6. età, eredità, contn.gio, occupazioni, influenze psiL' A. divide la sua opera pregevolissima in setto chiche, malattie da infezione, obesità, gotta, affezioni capitoli. ner\ose, affezioni del pancreas, sifilide; cita in pro CAPITOLO I. La fisiologia e la patologia ,qe1ierale del bila1iciu detto znctJiero. - In questo capitolo posito numerose statistiche e percentuali. CAPITOLO IV. Clii1riica patologica e r icanibio mal'A. tratta d ell' assorbimento degl i idrati di carbonio teriale del diabete. - In questo capitolo l' A.. tratta contenuti negli alimonti e della formazione del glicogeno sia dagli idrati di. carbonio ingeriti come in una prima parte del sintomo cardinale del d ia · tali, sia dagli alb11minoidi degli alimenti; della. de- bete, che è la glicosuria ; espone le varie forme sotto le quali es3a glicosuria si presenta, fac endo pauperazione del glicogeno di r iserva, quando 1 afrilevare l'importanza che esse hanno per il ricambio flusso, dall'esterno, di idrati di carbonio è minore materiale, poichè solo mercè la cognizione esatta del bisogno; dell'immagazzinamento del medesimo di questa importanza potrà il medico combattere la nel fegato quando l'afflusso degli idrati di carbo· nio è maggioro del bisogno · non che della trasfor- glicosuria con successo e senza esagerazioni; perciò distingue la glicost1ria leggera, grave e mediocre mazione di q11esti in grasso e del l oro passaggio n el Aangno (iperglicemi~) e nell' orina (glicosuria mente g ·ave; fa la critica. della distinzione della glicosuria in grave e leggera; espone le norme che alimentar e). L' A . parla quindi della lattosuria p11er · servono a m isurare l 'intensità della glicosuria· enu· parale, della glicost1ria sperimentale, ottenuta cioè mera le cause che nel diabetico possono influenzare in sogt1ito alla puntt1ra del pavimento del 4° ven · quantitativamente la glicosuria come: l'ingestione di tricolo; a stimolazioni e lesioni di altri punti del siidrati di carbonio, grasso, alcool, albumina; il lavoro stema nervoso; iì(l ètvvolenamenti, specie da flori · muscolare; lo stato del sistema nervoso; lo stato zina~ a stati n1orbos i ùi vari organi; ad estirpadegli organi digerenti; le complica1..ioni morbose zione clel l)~tncreas. • in genere. C1AP1TOL<) II. Sulla teoria del diabete 1nellito. Nella seconda parte l'A. tratta delle conseguenze In questo capitolo l' A. tratta in modo chiaro e che la glicosuria porta sullo stato della nutrizione preciso la, questione tanto dibattuta del modo onde e sul ricambio materiale, cioè : dimagramento, polisi orjgina. la glicosuria, se cioè dipencla o da ec fagia, metabolismo dell'albumina. cessiva produzione di zucchero, o da diminuito con· Nella terza parte l'.A.. parla di altre proprietà sumo llol meclosimo, o daJla combinazione di endell'tu·ina dii1 b etica; della poliuria e sue consetrambi questi i)rocessi. Da quanto si a di certo ac· gt1enze (polidipsia, variazioni dol contenuto d,acqua cacler e in alcu11e formo di glicos11 1·ia, l'A. conclude: n el sangue, e d ella traspirazione ct1tanea); del modo 1° Vi so110 forme di glicos11ria, le q11ali deri· di comportarsi di vari elementi n ell'orina diabetica, vano da t1na. iperprodu'liione di glucosio n el più come elementi azotati, corpi acetonici e loro signi· largo senso della parola: ficato clinico; della chimica di altre secrezioni, come n) glicos11ria alimentare la quale non ha sali,ra, succo gastrico, succhi intesti11ali, sperma; n11lla da fare col diabete; e d ella chimica d el sangue. b) glicosuria acuta in segt1ito "' lesioni n er · CAPITOLO V . Oon1plica:~io1ii rlel cliabete. - In q11e· vose ecl a certi av·~.relenamenti. 2° Vi sono forme cli glicosuria toxogena, nelle sto capitolo l' A . tratta dei vari diRturbi, che spesso qlt<tli lo scemato consumo e l'eccessiva produzione si associano al diabete, poich è nel diabetico quasi si eombi11ano (tlia.beto ùa florizin;;i) però come con · ogni organo può divenire sede di processi patolo· seguenzn. o no11 come ca11~a della glicosuria. .gici; i disturbi che n e risultano p er lo più non si 3° Glicost1rie p er diminuito cons11mo degli distinguono che poco o affatto da quei di turbi idrati ùi carbonio sono state stabilite con certezza. che si osservano in altri uomini prima sani 0' vero Questo diminuito consumo rappresenta il fatto colpiti da altre malattie; tutta.via sotto l ' influenza fondam ent,ile del diabete pancreatico sperimentale, del diabete alcuni processi morbosi acquistano cae probabilmente n ell;;ì grnn maggioranza dei casi . rattere proprio, specie per ciò che riguarcla la, di diabete llmano. prognosi. ±0 La qt1estione se ci siano glicosurie ùiabe· Queste complicazioni sono così raggruppate: al· ticl1e come conseguenza di 1perprod11zione di z11c- terazioni della pelle, della cavità buccale e faringea, chero, vale a dire se si formi zl1cchero da sostanze delo stomaco, dell'intestino, del pancreas, del fegato (grasso) che normalmente non sono trasformate in del polmone dell'apparecchio circolatorio, dell'ap (27)

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parecchio uri.çtario, degli organi sessuali, delle glan · dole linfatiche, della tiroide, degli organi di senso, del sistema ~ervoso. CAPITOLO VI. Qziadro ge1ierale della 11ialattia. Decorso e progn,osi. - In questn capitolo l' A. espone in modo breve, chiaro e preciso il quadro nosografico del diabete mellito, facendo però osservare che la immensa molteplicità di sintomi nel diabete, e la loro differenza da individuo ad indi'Viduo non permettono di tracciare un quadro clinico, in cui rientri la generalità d ei casi. Quindi egli distingue le forme lievi dalle gravi, e queste ultime le con· sidera separatamente nei giovani e nelle persone di età avanzata. CAPITOLO VII. TrattaJJz en,to del diabete. - L'A., lasciando da parte la lunga storia della cura del diabete ed i molteplici cambiamenti a cui essa è andata incontro, pone in chiaro i principi, ai quali deve informarsi una terapia razionale, e quindi tratta in modo assai pa.rticolareggiato le qltestioni importanti che si presentano nel campo pratico. Io non voglio qui raccontare, dice l' A., « quel che si fa contro il diabete, ma esporre da quali prin· cipi io mi faccio guidare » . Questo capitolo è sud· di viso nei seguenti paragrafi: trattamento profila.t · tico; terapia etiologica · metodi per elevare l'energia glicolitica (trattamento con estratti di organi e con fermenti, con la sottrazione d' idrati di ca.rbonio, con acque minerali, con medie amen ti) ; trattamento igienico-dietetico ; terapia speciale nelle singole forme di diabete; influenza delle complicazioni sulla terapia ; tabelle alimentari. Come si vede da questa rapida enumerazione, l' A. ha trattato 1ln argomento cosi importante qual' è quello d el diabete, in modo completo : e toccando appena le questioni d'indole dotf.rinale e specula· tiva, si è attenuto soprattutto a quanto può riuscire veramente istruttivo al clinico, come lo provano del r esto le indicazioni statistiche e le storie cli· niche riferite qua e là a conferma ed illustrarione di q11el che si asserisce come principio o conse· guenza. L e sue cifre si basano sopra 141 casi di osser· vazione e cura ambulatoria, e sopra 509 casi di cura clinica. Non è qui il caso di tessere gli elogi del tradut· tore : il suo nome è noto già da lungo tempo nella • stan1pa medica. Solo è da dire che egli ha fatto opera veramente utile aggiungendo alla sua traduzione brevi e s11ccose notizie : 1° sulla ricerca nell'orina: dello zucchero, d ell'acetone, del le\ulosio, dei pentosi; 2° sul significato della levulosuria e pentos11ria; ijo su forme speciali di diabete: diabete pan· creatico, diabete renale, diabete surrenale, diabete l)ro11zino. In tal modo il trattato del v. NooRDEN si può (28)

rA.v~o

IL POLICLINICO

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dire completo sotto ogni riguardo, e perciò meri· tavole della considerazione e dei medicj e degli studenti. G.

Pubblicazioni Dervenutc al

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Policlinico

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ANTONELLI dott. I. e FERRAR! dott. C. Contributo alla conoscenza delle ernie perineali. - Milano, 1903. BONI dott. I. Sopra un caso di scttico·piemia gazosa nell'uomo d'origine probabilmente tonsillare - ~filano, Estr. dal periodico « La Clinica l\Ie· dica », 1902. MANCINI dott. P. Sulle vie d'ingresso della infe· zione tubercolare nei bambini. - Sessa Aurunca, 1902. MARTINELLI dott. F. Infll1enza del midollo osseo sul decorso delle stafilomicosi. - Napoli, Estr. dal « Giornale dell Associazione Napoli tana dei Medici e Naturalisti », 1902. BALDONI dott. A. Della sorte dei microrganismi cromogeni nelle acque. - Parma, 1902. DrcmARA dott. F. La cura elettrica dei fibromi dell utero. - Palermo, 1902. SILVAG1'-rr dott. L. Insufficienza delle valvole aortiche e scomparsa del soffio diastolico. - Firenze, e8tratto dalla Rivista critica di Clinica medica, 1902. 0URÀTUL(.) prof. G. E. Ein Specultrm fUr HJ-~ste­ rophototherapie. - Sonder-Abdruck a11s dem Cen· tralblatt fur Gynakologie, 1902. BALDASSARI dott. L. e GARDINI dott. A... Expe· ;rimenteller B eitrag zur B ehaudlung der Perfora· tionen l1nd Zeneissnugen der Gallemblase. Sepa.ratabdruck aus der Mtl.nchoner medie. W och., 1902. LEFTWIOH dott. R. W. Th~ large intestine regarded as a Syphon. - R eprinted from the Edim· burgh Medical J 011rnal, 1902. FINTO dott. SALVATORE. Un caso ùi tumore en· cefalico. - Palermo, 1902. GASCA dott. E. Tre casi di carcinoma primitivo latente della testa del pancreas. - Torino. Estr. dal Progresso Medico, 1902. • NUVOLI dott. G. La fisiologia dell'orecchio medio in rapporto alla chirurgia delle otiti secche. - To· rino estratto dall'Archivio Italiano di Otologia, ' Rinologia. e Laringologia, 1902. D ' ORMEA dott. A. Sulle modificazioni della circolazione cerebrale in seguito alla somministrazione di alcune essenze. - Ferrara, 1902. DE \ ECCHI dott. B. Su di alcune rare localizzazioni del processo tnbercola:ve. 1° T11bercolosi del miocardio. 2° Tubercolosi dello stomaco. - ~Iilano. Estr. dalla Clinica Medica, 1902. FINALI dott. R. La cura delle fratture col mas· saggio e la mobilizzazione precoce. - Trento. Estr. dal Boli. medico Trentino, 1902. 1


t..\.N~O .

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573

SEZIONE PRATICA

TADDEI dott. D. e DELAl.t-fl dott. F. Ricerche spe· rimentali s1ùle iniezioni interstiziali di vaselina, di paraffina e di agar. - Roma, estratto dalla Ri. forma medica, 1902. LAND. TEINER dott. K. u! CALVO dott. .A.. Zur Kenntnis der Reaktionen des normalen Pferde· sermus. Abdruck aus dem Centralblatt f. Bakte· riologie, ecc., 1902.

Benessere di tutto un popolo in rapporto alla salute pubblica ed indipendenza scientificit. o mo· rale del sanitario, si controbilanciano, formano il cardine primo di ogni provvida legislazione sani· taria, il voto più vivo che i medici esprimono al legislatore. « Essi medici condotti, pertanto, sottopongono n.ll'approvazione delle on. S. V. i seguenti emen· damenti ed aggiunte al progetto di legge n. 252, chiedendo: « Sull'art. 1 : <I. Ohe siano istit11iti, come voleva nel 1885 il progetto Bertani, gli ufficiali sanitari circondariiali, i quali dipendano dallo Stato e insieme con gli ufficiali sanitari comlmali e con il medico provin· ciale completino il servizio di vigilanza s ulla pub· blica igiene; che al posto di ufficiale sanitario cir· condariale possano concorrere, senza limiti d'età, tutti i medici che ne abbiano 1 abilitazione. « Sull art. 3 : « Che per la nomina dei medici- chirurgi stipen· diati dal Comune o Consorzio di Com1mi rimanga immutata la disposizione ministeriale. « Sull'art. ·4: « Ohe, per quel che riguarda i medici conclotti consorziali, il Consorzio non si possa scioglier e senza assicurare la stabilità e l'integ1ità dello sti. pendio al titolare che lo godeva. <1. Sull'art. 5: « Che il licenziamento del medico dura.nte il pe· riodo di prova, debba essere dato con deliberazione consigliare motivata, contro la quale il licenziato possa ricorrere alle autorità superiori competenti ; che il sanitario, in ogni caso, non possa essere privato dell'impiego e dello stipendio che dopo 6 mesi dalla data della disdetta; che il medico, di,~e11uto stabile in un Ooml1ne o Consorzio, sia di di.ritto stabile in qual1mque altro Comune venga eletto. « St1ll'art. 6: « Che sia fissato per la condotta dei poveri uno stipendio minimo di L. 1500, finchè il numero dei poveri non oltrèpassi il 1500, e .che per un numero maggiore venga proposto un progressivo aumento, il quale sia accordato anche in caso di speciali dif· ficoltà di territorio e di ambiento. « I medici condotti, dolenti che il progetto di legge che li riguarda sia in alcuna parte mancante di provvide disposizioni, domandano a.Itresi cl1e il progetto stesso, riveduto ed ampliato, detti regola per la STJ,pplen,za in, caso di nialattia, stabilisca un per11iesso a1t1triale e un gradziale au111e1ito di sti«

INTERESSI PROFESSIONALI La n11ova legge sui medici condotti. Riservandoci di entrare in merito sulla. questione, riportiamo qui sotto integralmente la lettera che i medici condotti r esidenti temporaneamente in Roma per si.udi di perfezionamento hanno indirizza.to a S. E. il ministro degl'interni e agli onorevoli se· natori e dept1tati del Parlamento : « I medici condotti di varie r egioni d'Ita.lia, che si troT"ano a. Roma. per studi di perfeziona.mento, riunitisi per prendere cognizione del progetto di legge n . 232, dichiarano subito di esser bon lieti che si ,.,. ogliano portare moùificazioni all attuale leggo sanitaria, affinchè questa ri ponda meglio ai nuo,..i inilirjzzi sociali sia in rapporto alla salt1te })t1bblica, SllJJl'en1a le.x, sia riguardo ai funzionari, che la. responsabilità di mantenerla e di assicu· rarla si assumono. ~Ia porchè tali modificazioni socldiRfil10 realmente a. nocessitit scientifiche, sociali e professionitli, essi sentono il dovere di sottoporre alle on. S. V. alcune conclt1sioni alle quali sono arri,·ati dopo un serio ed attento esame del pro getto di legge suddetto. Queste conclusioni sono la conseguenza non solo di una pratica quotidiana del serYizio sa.nitario di condotta, ma altresì di quella nobile gara che spinge ogni giorno più i medici condotti a farsi propugnatori e propulsori della pt1bblica igiene, base di ogni prosperità nella vita dei cittadini e di vera grandezza per la patria nostra nella storia. della civiltà. « Nel presentare il loro breve memoriale, non dubitano che e S. E. il Ministro degl'Interni e gli on. Senatori e Deputati abbiano a tenere nella do vuta considera,zione le aspirazioni deì medici con dotti; poichè sentono che il giudizio sereno, che le On. S. V. daranno di queeto memoriale, avrà il plauso riconoscente così di tutta la classe medica, come anche di tutta quanta la Nazione italiana. « Il concetto essenziale, che deve informare ogni modificazione all'attuale legge sanitaria, sta nell'assicurare alle masse un più vigilanto, un più -completo servizio sanitario. Ma questo non si può ottenere se non tenendo lontano il medico da quelle lotte infeconde, che a tutto suo svantaggio si svol· gono in non pochi paesi e che spesso lo distolgono dalla missione civile ed umanitaria alla quale è preposto.

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pe1idio. e Fanno voti, da ultimo, che il più presto po · sibile si portino miglioramenti alla legge sulle Pen· sioni per i medici condotti e che in tempo non lon· tano venga compilato anche per loro a1i orga1iico e siano loro concesse tutte quelle agevolazioni di cui già godono le altre classi d impiegati civili. 29

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In attesa che 11lteriori studii svolgano la que· stione sulla convenienza o meno di avocare allo Stato il servizio sanitario, presentano i sensi del loro ossequio e dell:i loro riconoscenza. »

influente, appartenente alla stessa nostra famiglia sanitaria, non le presenterà e sosterrà innanzi alla Camera, che il p rogetto di legge deve discutere ed approvare.

La, Co11i11iissio1ie Dott. Siro Ragni (Prov. di Milano) - Dott. Sil· vio Sapigni (Prov. di Ancona) - Dott. Emilio Qua· drani (Prov. di Macerata) - Dott. Costanzo L eonini (Prov. di Roma) - Dott. Giuseppe N ogara (Prov. di V enezia) - Dott. Ercole Zang rilli (Prov. di Teramo) - Dott. Santagada Antonio (Prov. di Cosenza). Roma, 16 febbraio 1903.

Questa l' esposizione obbie ttiva delle circolari pervenuteci. Sul grave argomento vorremo noi entrare direttamente, tenendo gran conto tlei desi· derati che i colleghi ci faranno pervenire.

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** * conclusioni cl:e iu

Facciamo seguire le un comu· nicato su la sorte d~gli ufficiali 'sanitari ha esposto il dott. G. LA RosA, capo dell'ufficio mt1ni cipale d'igiene e di assistenza sanitaria in Caltagirone : Egli afferma in ba.se alla lettura del progetto ministeriale e d ella r elazione che lo illustra: 1° che gli ufficiali sanitari comunali, a diffe· r enza dei medici condotti e degli ufficiali sani tari consorziali, continueranno ad esser proposti dal Consiglio comunale non per merito, ma a colpi di schede; onde sottoposti all'arbitrio delle maggioranze consiliari, al libito dei paTtiti ; 2° che il Prefetto li nominerà , è vero, ma n on avrà dritto alla scelta. Come ha affermato costante giurisprudenza del Consiglio di Stato il Prefetto non può rifiutarsi a nominare ufficiale sanitario un medico, nuovo ve· nnto, fornito del titolo degli studii speciali d'igiene, per rh è proposto dal Consiglio comunale, mentre poi non può rinominare l'illtro, anziano, che ha r esi lode,·oli ed inter essanti servizi, ch e al titolo speci· fico accoppia quella competen za dovuta all'esercizio della carica; perchè non proposto ; 3° ch e a quest'ultimo, disgraziato, messo in riposo contro sua volontà e con off6sa della giu· stizia e danno della collettività , non resterà che una scarsissima clientela, avendone perduta mas· sima parte per disimpegnare l'ufficio di sanitario, e larga copia di antipatie e di ostilità · 4° che essendo oran1ai stato generalmente rico· nosciuto (anco dalla Commissione) esser e gli uffi. ciali sanitari, ufficiali governativi, era necessario che la nomina loro fosse affidata esclusivamente al ·Prefetto, dietro con corso g iudicato dal Consiglio sanitario p:-ovinciale, o da, speciale Commissione giudicatrice; 5° che finalmen te ad evitare disastrose conse· guenze, avrebbe dov uto, cosi come ai medici con· dotti, accordarsi, dopo un periodo di prova, ali uf· ficiale sanitario la stabilità nel posto e nello sti· pendio. Tt1tte le ragioni esposte - egli dice - pur essendo g iustissime, r esteranno inascoltate se una persona

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R4SPOST-E A QUESITI E A DOMANO.E

(2469). Sig. dott. L. S. da I. D. C. - Il parere esiste, ma francamente non possiamo dividerlo perchè a noi non sembra ohe la nomina triennale di un medico o ufficiale sanitario possa valere, per ogni effetto giuridico, al diploma universitario in materia d'igiene. Si viola ovidentomente la pa· rola e lo spirito della legge, che vuole dar la pre· ferenza a chi abbia titoli tali da provare che abbia fatto studi speciali e pratici di igiene pubblica. Il certificato deve essere lasciato dai singoli Comuni presso cui si è prestato servizio: (2:170). Sig. dott. A. P. da V. D. A. - La durata della nomina deve esser e indicata nella deli· berazione relativa. Se manca qualsiasi indicazione, la nomina stessa va intesa per un anno ma rinno· vabile di anno in anno salvo disdetta in tempo utile. La data della decorrenza è determinata da quella della deliberazione e non già da posteriori ingiustificati atti della amministrazione. Ella quindi dovea rimanere in carica fino al 31 marzo prossimo e dovea, quindi , essere licenziato, non oltre il 31 di· cembre giusta la dilazione accordata dal capitolato. E poichè Ella è stata lic~nziata addi 13 gennaio e quindi in epoca posteriore a quella legale, il licenziamento stesso n on potriL aver ' ralore pèr 1 anno in corso ma solo dal marzo 1904. Inutile scendere nei motivi di licenziamento perchè i comuni pos· sono licenziar e il inedico condotto non stabile anche senza addurre motivi. Contro la deliberazione di licenziamento si rivolga all'Autorità giudiziaria. Deve aver sempre un preavviso dall'ufficiale di stato civile per le visite necroscopiche. Queste però non sono obbligatorie pel medico condotto salvo speciale espr esso patto contonuto nel capitolato. (2471). Sig. dott. L. D. da S. - Il medico delle prigioni è obbligato a fare personalmente jl ser· vizio. Col solo permesso in iscritto della Direzione può farsi sostituire od accom1)agnare da altri col· leghi in caso di bisogno. I parenti del medico. senza il detto permesso, non possono accedere nel luogo di pena. (2472). Sig. dott. C. A. da C. D. E. - Ella non è obbligata a fare le visite necroscopiche. Se il sindaco impone tale onere, Ella ha diritto a chiedere adeguato compenso. Ell3 non può rifiutarsi di


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LANNO IX, F AS(,. 18]

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SEZIONE PRATICA

visitare personalmente le. carni destinate all'ali· mentazione pubblica. Essendo però il compenso molto meschino, può chiedere un adeguato aumento. Può rimanere iscritto alla Cassa pensioni anche como semplice uffi~iale sanitario. (24:73). Sig. dott. G. G. da N. - Ella ha titolo indubbiamente prevalente. Scadendo la nomina del collega, faccia istanza al Comune per essere pro· posto. Si regolerà a seconda della deliberazione che sarà adottata. Ricorra con lettera al Procura· tore del Re. Non v'è tariffa legale per le visite mediche o per le operazioni chirurgiche. (2474). Sig. dott. E. Q. da S. M. O. - Non pos· siamo indicarle quanto Ella chiede perchè nella patria legislazione non è permesso ricorrere al re· f erendu111 pel caso da lei accennato e cioè per otte· nere il licenziamento di un impiegato diventato malviso alla. in teru. popolazione. (2475). Sig. dott. M. V. da N. - Essendo in più medici condotti non vi è obbligo assoluto da parte di ciascuno di presta,tsi in caso di chiamata da parte degli agiati. P erò bisogna nel fatto tener conto di ta11te circostanze onde non incorrere in eventuale processura penale. I medici condotti come impiegati comunali non vanno compresi nella tassa di esercizi e rivendite giusta il tassativo di· sposto dol r ecentissimo regolamento del marzo 1902. Doctor JusTITlA.

NOTIZIE. DIVERSE Ro~IA.

- Il Senato ha appro,rato il seguente di· segno rli legge per ]a, costruziono di un edificio per la Clinica psirh iatrica 1iella R. U1iiversità di Pavia: Art. 1. - È al1torizzata la spesa di lire due· centomila (L. 200,000) per la costruzione di un edi· ficio in ser,~izio della Clinica psichiatrica presso la R. Università di Pavia. Art. 2. - All'uopo sarà stanziata in un capitolo della i)art.e straordinaria del bilancio del Ministero della pubblic~i istruzione la somma di lire 50,ùOO per quattro esercizi finanziari consecutivi a comin· ciare dall'anno 1902-903. BOLOGNA. - La nuova Giunta comunale ha sta· bilito che 11na Commissione, della quale fanno parte alcuni medici igienisti, ispezioni in breve tempo le case del Co n1une, specialmente per quanto riguarda Ja cubatnr;-i e l'illuminazione degli ambienti, la provvista, la quantità e la qualità dell'acqua potabile, la condizio·n e e la località dei pozzi, delle la· trine ecc. La Commissione si suddividerà in Sottocommissioni, ciascuna delle qùali ispezionerà un dato nu· mero di rioni cittadini; cosi che è presumibile che in pochi giorni si abbia lln esatto concetto sulle condizioni igieniche delle case di Bologna. Questo tttnto necessario provvedimento è lodato da tutti gli onesti ed imparziali, senza distinzione di partito. ·

PARIGI. - La Ligue des niédecins et des fa11tilles, creata per iniziativa del dottor ALBERT MATHIEU,

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per il miglioramento dell'igiene fisi ca ed intellet· tuale nelle scuole, ha deciso di organizzare un con· gresso di igiene scolastica e di pedagogia fisiolo· logica che si terrà a Parigi il 1° novembre 1003. Vi saranno presentatd relazioni sui seguenti temi: 1. Ispezione medica delle scuole primarie. 2. Funzione del medico scolastico. 3. Durata e ripartizione delle ore di lavoro secondo l'età degli scolari. 4. Valore comparati"\ro del lavoro del mattino e del pomeriggio. (Méd. 11ioderne). BERLINO. - La Lega i11tern.azionale contro la tnbercolosi terrà la sua prima riunione a Berlino dal 23 al 26 ottobre prossimo. In questa si disct1teranno importanti questioni, fra c11i l' attit1:idi1ie dei Governi 1iella lotta co1itro la t1ibercolosi, l'organizzazione di propaga1idisti, le 11iis1ire co1itro i danni del latte, la tuber colosi 1iei fanciulli, la protezr'one degli operai, ecc. BRUXELLES. - L ' Xl Congresso i11,ter11azionale di r'gien,e e de11iografia avrà luogo a Bruxelles nel pros· simo settembre (2·8). Vi sarà una esposizione dei premi, modelli, apparecchi, ecc. La tassa d'iscrizione è di L. 25.

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Nomine, promoztonl, onorlfloenze. Sono stati abilitati alla libera docenza: Della Rovere Domenico, in anatomia patologica a Bologna ; De \ ecchi Bindo, in anatomia patolo· gica a Bologna; Beccari Lodovico, in fisiologia a Bologna; Vitali Giovanni, in patologia speciale medica dimostrati,ra a Modena; Tomaselli Vincenzo, in patologia speciale chirurgica a Catania t !oca cci Maurizio, in anatomia umana normale a lVlodena · Tricomi Giuseppe, in anatomia llmana normale a Messina. "'

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Il prof. .Augusto Murri è collocato in aspettati,ra per motivi di salute.

** * superiori,

N all'istituto di studi pratici e di }lOrfezionamento di Firenze, furono confermati pe1~ l'anno 1902-1903: Ferdinando Luvini, Arturo Banchi e Giuseppe Levi, quali 1°, 2° e 3° aiuto nel gabinetto di anatomia umana normale. Oesare Biondi, aiuto nel gabinetto di medicina legale. . Guglielmo Foà, aiuto nel laboratorio d': giene. Carlo Comba, 1° assistente nella clinica pediatrica. Teodoro Stori, aiuto n ella cli11ica generale chi· rurgica. Pier Lorenzo Ferrari, aiuto n ella clinica oste· trico· ginecologica. Edoardo Ligorio: 2° assistent& n ella. clinica pe· diatrica. Lorenzo Bardelli, aiuto nella clinica oftalmica. Ernesto Lugaro, aiuto nella clinica psichiatrica.

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BOLOGNA. A direttore amministrativo del· l'ospedale di S. Orsola fu nominato il prof. EmilioBoari; a dil·ettore dell'Ospedale Maggiore fu nominato il prof. Giovanni Pini 31

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IL POLIOLINIOO

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In sostituzione del compianto prof. Cervesato, fu chiamato a dirigere la Clinica pediatrica e a continuare le lezioni, durante il corrente anno soo· lastico, il chiarissimo dott. Giovanni Berti, profes· sore pareggiato di pediatria.

* ** celebrare

BERLINO. - Per 1'80° genetliaco di Federico von Esmarch dalla Berliner Rettungs· gesellschaft » è stata coniata una medaglia com· memorati"'ra in oro. che all'illustre chirurgo fu pre· sentata il 9 gennaio in Kiel da una deputazione. (f.

NECROLOGIO.

Un telegramma da :à'Iessina ci annuncia la morte del prof. Michele Crisafulli, Direttore della Clinica medica di quella U Diversità. •

Concorsi e condotte. (Direziorie ge1ierale della ~a1i;tà) . - È aperto un concorso per esame e titoli congiuntamente a due posti di assistente presso il labo· ratorio di micrografia e bacteriologia ed a, tre posti di assistente presso la sezione annessa al laboratorio stesso per la preparazione ed il con· trollo dei prodotti di cui all'articolo 1 della legge 21 dicembre 1899, n. 472. Ai detti posti è annesso lo stipendio di L. 2500 anntte ed il concorso avrà luogo colle norme stabilite dai cl oc1·eti reali ~ ministeriali summenzionati. Il tel'mine utile p or la presentazione delle do· maude d'ammissione scaclrà il 31 maggio 1903. Con succes.· i,ro provvedimento ' rerranno indicati i giorni in cui avranno principio le prove di esame e ne ' rerrà clato avviso ai concorrellti ammessi per mezzo dei prefetti dello pro,rincie i·ispetti,re. t. Rol\IA

ROMA. - Ooncor o al posto di professore straordinario di anatomia e fisiolog ia a,nimale ed igiene nella R. S cuola superiore di agricoltura di Milano con lo ·tipendio annuo di lire 3500. Le domande correda.te dei necessari documenti devono presentarsi entro il ~5 marzo prossimo al ~1inistero di agricoltura in Roma. PIACENZA. Concor so per tjtoli al posto di me· dico capo dell'Ufficio ml1nicipa1e d'igiene. Oltre alle ordinarie attribuzioni inerenti ai fini pri11cipali dell'U ificio stesso 1 eletto dovrà disimpegnare le funzioni di direttore della. sezione medico-batteriologica del laboratorio d'igiene, di medico comu· nale e) pre, ia n.ppro,razione del Prefetto, quella di ufficiale sanitario. Stipendio annuo complessivo lire 3000. Scadenza 30 aprile p. v. 7

Indice alfabetico analitico del Dresente numero. Acido fenico alla Baccelli nella cura del tetano (Le iniezioni di). - Ra bitti . . . Pag. Adrenalina nell'anestesia locale (Sig nificato dell'). - Braun . . . • . . • » Associazione medico-chirurgica di Parma. . » Bagno nei p olmonitici (Il). - Cipollina . . » Caffeina nella terapia infantile (La). - Rousseau Saint Philippe • . . . . • • . » Roma, 1go3 -

Tip Nuionale di G. Benero e C.

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[ANNO IX, FA.SO. 18]

Carcinoma dello stomaco (Contributo alla conoscenza del). - Loas . . . . . . Pag. Cenni bibliografici . • . • . • . . . » Collo (Contributo alla chirurgia del). - Micheli • • • . . . . . • . . . . » Concorsi e condotte . . • . . . . . . » Conserve ? (Di che colore debbono essere i barattoli delle) • . . • . • • . » Cuore (Etiologia e sintomatologia della mobilità anormale del). - Rumpf . . . • » Cuore migrante (Il). - Welder. . • . . » Cute (Un ~aso di affezione blastomicetica). - Gangitano . . . . . • • . . • » Empiemia mascellare acuto da influenza (Di un sintoma poco noto di) - D'Aiutolo . » Epitelio della capsula del Bowmann in via di sviluppo nel « Mus decumanus albinus » (Alcune particolarità istologiche sull'). Zoia . . • • . . • . • . • . . » Eruzione cutanea per ingestione di salicilato Ji soda (Un'). - Morrow . . . . • » Fermenti del latte (I) • . . . . . . . » Glandole surrenali (Alcune esperienze sul valore t erapeutico della sostanza delle). Kuho . . . . . . . . . . » Impercettibilità del 1 ° tono mitralico. - Levi » Incontinenza vera (La plastica del collo della vescica in certi casi di). - Codivilla . • » Istituto di Clinica medica della Regia Università di Genova• • • . • - . . . . . » Lassativo ( Piacevole). - Tunnicliffe . • . » Lesioni renali (I più recenti mezzi utilizzabili nelle). - Leotta . . . . • . . . . » Lesioni sperimentali delle regioni profonde del cervello. - Corona. . . . . . » Magnesia (Per aumentare le proprietà lassative della). - Huchard . . . . . • . » Medici condotti (La nuova legge sui). . . » Mento~o (Preparazioni acquos~ di). Crésant1gnes . . . . . . . . • • . . » Nausea che segue l'ingestione dell'olio di ricino (Per evitare la) . . . . . . • • » Nomine, promozioni, onorificenze • . . . " Notizie diverse • . . . • . • . . . » Occlusione intestinale acuta. - Gibron . . » Pigmenti biliari nell'orina (Sopra una nuova reazione dei). - Rossi . . . . . . . » Piloro (Ipertrofia spastica congenita del). N ordgreen . . • • . . . . • . » Pseudoleucemia (Note cliniche ed istologiche sopra un caso di). - Borri . . • • . » Pubblicazioni pervenute al « Policlinico l> • » Risposte a quesiti e a domande. • • • • » Rottura traumatica della valvole del cuore e dell'aorta (Sulla). - Schmidt • • . . » Società medico-chirurgica di Bologna . • . » Stipsi (Ptr i bambini affetti da). - Hutinel » Tetano curato col metodo del prof. Baccelli (Un caso di). - Bertelli . . . . • . » Tetanc e metodo Baccelli. - Leone . • • » Tifo (La campagna contro il). - Koch • • »

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Anno IX

Roma, 21 1narzo 190!3

}.,asc. 19

SEZIONE PR.ATIC.A ·

DIRETTORI P1·of. GUIDO BACCELLI

Prof. FRAllCESCO DURANTE

R EDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMM~RIO

Lavori originali: - Trevisanello: - Contributo alla terapia dell'iposistolia e dell'anasarca. - Riviste: - M EDICIN •.\: Strauss: L 'osrnodietetica. - CHIRURGIA : - Sa11tuccì : D i un nuovo 111>etodo di epatopessia. - Pozza: La nefrocisto-anastoniosi conie c1tra della idronefrosi asettica. - Accademi~, Società mediche, Congressi: l\ . AccADEi\tIA ?v1EDICA DI R o)JA . - R. A ccADEMIA or ì\lEDICl">\ ...\ 01 ToR1~0 . - SocrET.~ )IE01co- ctt1RURG1C.-\ DI BoLOG~A . - I STITUTO DI CLINICA ~iEDICA DELLA R. u~l\'ERSlT.'.\. DI GE;\0\'A. Osservazioni Cliniche: Mori: ..-lueuris11ta dell'aorta discendente apertosi 1tell'esofngo. - Nostre corrispondenze da Parigi: - Tubercolosi genitale. L e;_ione del prof. L EGUEU . - Note di Medicina scientifica: Sultaz.ioue patogena dei

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~4. lteraz.io1ii specijiche del s11nguè ottenute con Pratica professionale : - C .l\SUIST ICA : - Patogenesi della ranula

bacilli tubi:rcola1·i. -

l'i1tiez.ione di nr ina. sotto/ ingnale co11iune. - Morte di nn banibino per ri111oz.ione di tonsille. - Diagnosi precoce dell'itfl!ro. - APPU~TI DI TERAPI:\ : - E11iorragie uterine per ri1Jto;,_ione placentare. Condotta da tenere. - La conipressione pubio-11ianunle co111c trattanieuto delle eniorragie dopo il secouda111ento. - Il prurito nell't•cz.e1na. . Rubrica dell'Ufficiale sanitario ed Igiene: - La vaccinazione a1ttivaiolosa obbligatoria in Francia. Medicina sociale : - GuGLIEL:\IET'fI: Dell'opera dei Sanatori 1zella lotta contro la tubercolosi in 11iezz.o al popo lo. Varia. - Notizie diverse. - Nomine, promozioni, alfabetico analitico del presente numero.

onorificenze. - Concorsi e

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condotte. - Indice

-- ·L'Amministrazione ha ter111inata la spedizione del Pren1io agli Abbonati che n e aveYano diritto. 1'1ancano . oltanto ccloro che non hanno ancora inYiate le pe~e po~tali in Ce11tesimi Cinquanta. Sono i•regati di ~ollecitar11e l'invio con .Cartolina-vaglia se -rogliono riceYere il vol11me di Premio. I pa~amenti debbono essere esclusivamente in<lirizzati ali' A111mini trazto11e, Via del Cara· vita, G, Roma, o per~onalmente al sottoscritto Prof. ENRICO llOREJ. .LI. I,

Diritti di proprietà rjservati.

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scopo di i·ende1·e va11taggiosi i inedica1ne11ti ca1·diaci e vascola1·i in tali ci1·costa11ze clinicl1e \'C1111e1·0 J)roposti alc1111i l~TITUTO DI CLINICA MEDICA i11ezzi, direi c111asi, di previa cu1·a mecDELLA R. UNIVERSITÀ DI GENOVA canica, pe1· dimi11t1i1·c l'ede1na dei tesdiretto dal prof. E . i\Iaraglia;no. s11ti. Galie11 st1ggerì il n1assaggio p1·a ticato Contributo alla terapia dell'iposistolia media11te f1·izio11i nel senso della co1·re11le e dell'auasarca ve11osa. Si i1saro110 e si 11sa110 t11tta\ ia le per Carlo TreY isanello. punture capilla1·i, le incisio1i.i cuta11ee szz' E ii.oto come i11 alc11ni casi di iposi- perficiali n1zzltiple le applicazioni di venstolia accon1pagnati da cospic11i infilt1·a- tose se1nplici e scarificate, l' ~1pplicazio11e di men ti sierosi nei tess11ti e da ve1'samenti tintzzra di iodio, di vescicato1·ii; Tro11ssea11 liq11idi i1elle ca,rità, i ca1'diocinetici 11on giunse a se1·virsi delle u11zioni fatte coll1a11110 valore te1'ape11tico, poicl1è sono 1' olio di C1·oto11liglio; e con t11tti questi troppo g1'andi le 1·esistenze del circolo siste111i si posso110 a'rere dci i·is1tltali sodperife1'ico, prodotte dalla stasi i1ei capil- disfacenti e be11efìci. - Par·eccl1i a11ni a(lla1·i e nelle vene e dalla co1n p1·essione diet1·0, 1111 altro 111etodo venne pro posto che si esercita pe1'ife1·icame11te st1lle pa- allo scopo di toglie1·e il lìq11ido t1·as11dato reti di esse dal liqt1ido t1·as11dato. Allo dai tess11 ti dal i11edico i11glese So11tl1ey.

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Di tale ine todo· \ e1111 c I'CC~11tc111c11te fatta 11clltl i1oslra Cli11ica l111'applicnzio11e, diet1·0 co11siglio d el i)1·ofesso1'e Ma1·agliano. Deside1. a11do fa1·c qt1alcl1e co11side1'azio11e st1 q11esto ine zzo le1. a1)e11tico, l'iass111no la sto1·ia cli11i ca cl1e io stesso seri1

Il g Il0 \ e111])1·e 1~)02 \re1111e I'icove1·ato 11ell::l 11ostrGl (:li11ica 1111 tale Bag... E111a1111elc (li 49 a1111i, gio1·11alie1'e de 1 tJ01·to, s11l cui esa111e ol>J)ietti\'O so1..volo per ))I'e' 'ità, e i11i li111ilo a t1. ascrive1·e la diag11osi, clal 1)1'ofesso1·e delt<1ta: alcoolismo c1·onico, 1

<11·te1·ioscle1·osi - c101·liie c1·012ica - eciasia ao1·. iicct - i11szz/ficie1zza clelle valvole sen1ili11ia1·i <tor·ticlze - clilata::iorze e ipe1'i1·ofia ca1·diaca, i11su/licic11za <lell<L valvol<l i11il1·<tle, focolai di pzzl11zo1zile iJJosi<tlic(l - CLillLS<lJ'Ca - id1·oto1·ltce <lo]Jpio - i<l1·01Je1·ica1·dio - i<l1·operiio11erJ - fegrtio, 11iil=a 1·e11i cl<t stasi. l~clé1Li \1 a111e11te all' est1111e dcll' 111·i11a si ~l\T C\r tl: c1ua11tilà 5()() re., (le11sità 1028, i·eazio11c t1cicla~ })I'cse11z<1 cl i alJ)11mi11a. S()ll()l)OSl<) l' i11fe1·1110 ad llJla Clll'a ca1·-

<f iosfcrlif'Cl, si 1>ott.\ co11slatt11. e co111e ci11ql1e g1·tl 111111i cli i11 fl1so di c.ligitt1lc (t111 g1. a1111110 ttl gi<>1·110) 11011 c))l>r1·0 alct111 effetto i1è Slll })Olso, llt' st1gli ecle111i, t1è s11]la ditL1·csi, la q11alc si i11a11tc1111e ])assa. Sttccc.\~si'" a111e11tc i falti si aggra,·aro110. Si ,·e1·ific(> t111a l)it1 i11lc11sa diltltazio11c del ct1ore e lltLO\'O a t1111c11to di t1·as11dati. Si i·ic(>l'SC alle i11iezio11i di cccita11ti e alle i11alazio11i. di <)ssigc110. I"' i11fe1·1110 p1. esc11tò a11cl1L' }Je1· <r11alcl1e gio1·110 fe11on1eni di I'espi1·nzi<)11e a ti])O C11e)r11e-Stol{cs e il 23 i10vc111))r(\ si i1ota1·0110 i l)iù gravi fatti della i })OSiS1.()lia. Il 1)1·ofessore l\'la1·agliC:1110, visitato l' i11fe1·111 o. })l'escrisse lo s'1 t1otame11to del ca,1 0 i1lc111. ico, i11alazioni co11linl1ate di ossigeno~ e il d1·c11aggio degli a1·ti i11fe1·io1'i coi t11}Ji del So11ll1e''· l~segt1iifl coll'a1)pareccl1io Potai11 la tol'<lcc11lesi a desl1'a (gi1111gendo q11i il li111itc· sL1pe1·iore dell'ott11silà piit i11 alto cl1e <1 si11isl1·a) si tolse1·0 1200 cc. di liquido sier<>-fì1>1. i110-e111alico, di de11sità 1011, conte11<: lllC il 14 °100 di alb11111i11a. Si })raticè> i1ello slcsso le1111)0 il d1·e11aggio clcgli a1'Li i11fe1·iori tllJJ)lica11do gli agl1i clel Sot1tl1e)' i11 1111111c1--o di (il1e, t1110 Jlt'r ci~1sct111 ~1 rto~ élll' alleZZél dei due terzi i11fe1·iori <.lella ga111ba, 11ellél i)al'le cste1·11a di css,1, colloca11(lo 1 ~l 111111alt1to i11 })OSÌzic)tlt' se(lt1l~1 C<>gli arti i11feriori ft1ori del J

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IX, F ..\sc. 19]

letto ; e i11 ci11cr11e ore si I'accolse1'0 ·55() cc. di lic111ido sie1..oso lim1)ido, color gialloa111b1·a, di I'eazione net1tra, 1<106 di de11sità, co11te11e11te n1olta alb11111i11a. Dt1e gioI·ni do1Jo si ripetè il processo se11za colloca1'e l' an11nalato i11 posizio11e sed11ta e si otte1111e scarsissi111a q11a11tità di liq11ido. Il 27 11ovemb1·e per la terza volta si eseg11ì il d1,enaggio 11elle stesse co11dizio11i della volta p1·ecede11te e s11])ito si osse1·vò 1'11scita di q11alche goccia cli liq11ido, i11a i11 segt1ito qt1esta cessò così cl1e a11cl1e q11esta volla 11011 si est1. asse liq11ido i11 q11a11lità deg11a di i1ota. Rile\ro c111esto fatto poicl1è cer·che1·ò di s1Jiegare }JÌÌL avanli la p1. ol>abile ca11sa clell' ii1successo. 11 2 tlice111lJ1'e si esegt1ì il qt1a1·Lo d1·e11aggio i11lroc.l t1ce11do i1ei tessuti qt1att1. o agl1i e 1)011e11do l' ~1111111alato 11ella posizi011e della pri111a ' 'olla. In cù:ca ci11c111e 01. e si i·<.1ccolse1·0 1700 cc. di lic111iclo cogli stessi ca1·atteri del i)1·i1110 ecceltt1ata11e la tle11siti1 cl1e si L1·0,rò a11me11t~1t~1 (101{)). Osser\1a11clo ~1cct11·ala111e11te lo st<1Lo dell' i11f cr1110 si i1otò~ il gio1'110 seg11c11Le a tale c.1bb<)ll(lantc sottrazio11c cli lic111ido, 1111 I'ealc 111igliora111e11to. L' ai11111alato dicc\ a S})011l<111ea 111 e11tc cli se11li1'si pit1 li})Cl'O, }liì1 sollc,,nto: la dis1)11ea e1·a co1111Jlcta111e11Le cessata e i1011 si \ e1·ificò pii1 alc1111 accesso dis1)11oico fi110 all'8 dicc111l>1·e. Il IJolso che ad i11tc1·,ralli s' e1'a f aito dcl) o le e 'r11oto I·ip1·ese 11110,Ta111c11te fo1·za e 1·rgola1. ità. Il 9 djce111b1·e \renne esegt1ito 11l10\Ta111e11tc il dr·e11aggio est1·ae11clo i11 d11c 01·e 2()0 ce11t. c11})ici di lic1t1ido. Il 20 dicc111l)re a11co1,a, si a1)1)lica1·0110 i t11l>i co111c nl solito alle ga111be 11110 pe1· ciasc1111 ari(> Sl"gt1e11<lo il siste111a della })I'i111;:1 a1)1)licazio11e ~ si })Ole1·0110 .olte11e1.. ~ j11 circa cin(111e 01·e 900 cc. di licr111do cogli stessi c.a1·atteri elci l>1. ecede11ti~ di cle11sità llassissi 111~1 ( 1()('2 ). In seg11ilo a i~1li él lti l' a111~11alal? s~1111)1'~ s1)011ta11e<.l111e11te i1otava d1 se11L11's1 assai 111icrlio1'at<) e cli J'eS})i1·a1~e e I'ÌJ)OS<11·e piì1 · t1'é\f1cr11illo. J)esicle1·0 i·ico1~dare su])ito. cl1e ])eI' orcli11azio11c del })l'Ofesso re ~1:~1·agl1a~10 si so111111i11istra,ra110 ali' i11fe1·1110 1 C~l1·d10.. cinetici clopo a\ er tolto il li(1 t1ido e si ])e1·ce1)i\ él cl1ittrfl111e11te il I'affol·zan1c11!? e l<l 111<.1g·o·iorc i·e<Yolarit~l (lel l)C)lso. c10 ~ b d . cl1c 11011 s'c1·<.1 })Olt1lo 0Lte11crc. él}l})~·1 111a co11 llll(l i(le11lic<1 so111111i11islrt1z1011c cli Ct1r(lioci11etici, sr11za cl1t~ si f<lssc rese> Jliì1 lil>e1·0 il circc>l() i>crifcrieo. - I carc1ioci11ctici 1

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r . .\x~o IX, F .\SC. I 9]

SEZIONE

5i9

PRA TlCA

t1sati fl11·0110 la digitale a pe1 iodi di tre lihera111e11te t1sci1·e in c111alsiasi posizione o lJlI ~· tt1·0 gio1·11i sem l)I'C dopo le est1·a- o direzione fosse i11t1·odotta la ca1111t1la. zio11i di lic111iclo; le carti11e ca1·dioci11c- Inter\1 cngo110 i11\rccc co11 facilità clelle ci1·tic 11 e. Si p1·escr·issero })t11·e leggieri }Jt11·- cos ta11ze cl1e in1pedisco110 il defl11sso del ga 11 ti. e dOJ)O la })l'ima sottrazio11e di li- sie1·0 : })UÒ accade1·c cl1c il lic111iclo L1·asuc111i(l o l' a111111~1la to f11 sottoposto alla dieta da to, t1·ova11dosi sotto dellolissin1a })1·essecc,1, cioè ad ~Ina alin1entazione costi- sione, 11011 riesca ad ltscire se no11 })er tt1ila escl11si,'a111e11te cli 8 uo,Ta al gio1·110. fo1·za di g1·avità. l.)11ò a\Tve11i1·e anco1·a che 111 seg11i lo ~11 6 clicc111])1·e si sos1Jese tale c111alcl1e ele111ento corpt1scolato o c111alche (lictt1 11011 i)otc11do l'a111111alato IJÌL1 sop- fioccl1ctto di 1ìb1'i11a otlt11·i il 1111ne llella p<)1·tarla. Esa111inata tutti i gior11i 1'111·i11a, ca1111t1la, e }JllÒ a\ Cl'Si a11cl1e 1111 p1·incipio essa })rese11tava ad intervalli tracce di al- di }l1..ccipitazio11e dcl lic1t1ido slesso conl>1t1ni11'1; i·elati, an1e11te alla de11sità c111e- te11e11do esso i1ote\ ole q11a11lità di sosla11ze stt1 \1 ariava di i)ocl1i.ssi1no, a11cl1e qua11do, allJL1111i11oidee, pe1· il co11tatto cogli a11tido1Jo a\ cr· est1·atto il lic111ido, 1'111·i11a co- sellici cl1e si t1sa110 i1ella disi11fezio11e delst,t11 tc111c11tc a11111e11ta\ a cli c111a11tità (da 1' ago lrecrt1a1·ti e clella ca1111ula i11ede()(){) - 1000 (l 16()0 - 170()). si111a. I)e1 tali i·agio11i è be11e ir1figge1·e il Co111 })lessi \ an1e11te si fece1·0 sei a1JIJli- t1·cc1ua1·ti i11 111oclo cl1e i·iesca c111asi })ercazio11i dei tlll)i <la dre11aggio, cli c11i ci11q11e pendicolare, cioè i)ocl1issi1110 o])liq110 dalt .. segt1ii i() stesso; e 111i ])Otei co11\1 ince1'e 1' cste1·110 all' i 11 tc1·110, cl al llasso i11 alto, ricl1e }Jer otle11ere J)Ìt1 facil111e11te e i11 i11ag- spc llo <1ll'a1·to i11fCl'iOl'C <[lléllldO C!llesto si gic)rc c1t1tt11tità 1, t1sc i la <lel siero t1·ast1dato L1·0\"i i1ella })Osizio11e SO})I'a i11dicata. Con ]J isog11a ]lor 111e11 Le <:l cli,?e1·se J)ÌCcolc cirLalc i11etoclo si i·icsce 1't1cil111e11te a fa1'e cost<t 11zt\, se11za <li e l1c 11011 si 11 t111110 1>t1011i t1seire il lic1t1i(lo dt:1i tesst1 li i11filt1·a ti. J'iSlll I ~lti. l)e1· 1·ac<.."oglie1·lo i11 i·cci1)ic11ti 011(le \'alt1 lé1 r11e 1~1 c111·111til~l e st11(litt1·11e la i1~1t11ra, i.\nzi ttit lo \'ole11(i<> estrt1r1·e il t1·as11dato dagli ~1rti i11fe1·io1·i è t1ssai op1)ort11110 cl1c si })()SS<>110 acla lta1·c dclicala111e11te all 'cst1·eil 1)~1zie11 Le sia secl 11to colle ga111he l1e1·- 111ilé1 cste1·11a ciella ca1111l1la i11etallica già 1>e11clicc>lt1 ri ftl(Jl'Ì ciel letto. rl~ale JJOSizio11e i11fìssa clei t11})etti di go111111a del dia111et1--o è <t11el1e C<)llsiglittla clt1l 1)1·of. J->t111l 11el st10 cli 22-24 deci111i di 1nillimet1·0, di lltngl1ezza t1·<1ttat<> s11llc 111f1laltie del ct101·e (1). ' 'é.11·ial)ile, cl1e si }JOsso110 fè11·e co11\'e1·ge1·e I} ri 111<1 di i i1fì t>t> <>'<>"e1·c il piccolo t1·eq11a1'ti ap1)t111lo i11 1t11 1J'1llo11e (li ' 'etro slc1'ilize> 11 <\cesst1 i·i~t 1111,l acc11ratissi111a a11tisc1lsi zato (love goccia a· gocci,1 si é.tcc11111t1la il della ])a1·te~ e a tale })l'O})Osito i·ico1·do lic111ic1 o e11 e ft101·icsce. ccl111e s11 ciè) i11olto i11sista il So11tl1ev cl1e Co11 tale sistc111a cli tec11ica io otlc1111i' e:1tit>tl<'> ])Cl-1)rin1<> c111eslo 111etodo (2). Pe1· 11el caso s11dclesc1·itto l>11011i J·is11ltati. E . (l~1 re t111<t ]Jrcve clr~crizio11e clell' a1Jpt11 ec- tt Lile SJ)eci~tl111e11 te })CI' fa,ro1·i1·e l' i11izio cl1io cl1e si llS~t clir<> cl1'csso co11siste i11 (lello sgoccioltl111e11tc) (lel l1·ast1clato 11n t111 })i ce o lo l re <{llt1rli 111 t111ito di t111a ca t1lie\'C i11assé.lggio e t111a <leb<>le co1111)rcs11 t1 l<1 cl' a1·ge11 lo lt111ga 21 i11illi111ct1·i, cl1c sio11e st1i Lesst1 ti cdc111t1losi. aci t111a. cst1·e111i tà è fo1·11ita di t111 Jlìccolo Si de\1 e i11sisie1·c i11<>llo s11l rigo1·e dclrigo11lìa111e11 to })CJ.. tratte11erla all' cstc1..110 1' a11 tise1Jsi, })Oi cl1è 1>is<>g11 a co11sicle1·a i·e cI1e si 1)1·o<l11co110 delle l>reccie i11 LessL1ti ÌJ)Oe i1111)GCli1·e clic 1)e11et1·i con11Jlela1nente Ilei teSSll ti. t1·01ìci, cl1è SC<lrS<l è la i111t1'izionc ci1·coIl st10 dit1111ctro è cli 13 tieci111i di 111il- lato1·ia cl1 'essi rice\·0110. i11 etti i ger111i ti111ct1·0 ccl è l~lte1·al111e11tc i11tc1·1·0Lta drt }Jé.lloge11i, cas1tt1l111e11te i1111eslali, }Josso110 d11c fo1·clli11i o cla 1111a i11tacc::1t111'a 1011gi- ll'O''é.ll'C l>llOllC C()lltlizic>Ili cli S\'Ìlll}Jl)() e t11 cli11 ale. di i·i1)1'<)<lt1zic)11e (\ ca11sa <lei li111ilati 111<..\zzi l11t1·odolto il t1·er111a1·ti 11clla ca111111la, di difesa clii 111ic<>-01·g~111 i ci cli c.11i (1 i s1><> i1il lt1tto si co11fìcca e11t1·0 la c11te e J)<)i si go110 i te~st1ti i11edesi111i. Q11a11clo si lolg<>110 gli agJ1i t1·ecr11art i, estrae l'ago lascit111do. i11 sito la ca1111t1la. A tt1tt~t p1'i 111a se111l)t't1 clic esse11do il L1·a- 1·i111~l11c i111 foro, dal qt1ale j)el' te1111>0 é:111st1 (lt1ì<) 1111iformc1nc11te clifTt1so i1egli s1)azi co1·c1 co11sid c1·e,role, sg<)CCiol<t il s · l' l'l>: è tJe1·ciò cot1 siglia])ile (lisi 11fct L~l re '-111~c>ra i11ter<..~ell11l,11·i <lei lcsst1li, esso clo\·1·c})])c la })~lrlc e ~l \'\'olgc1·ln C<)Il C<>~o11<: c. g_<:l rz.n asettica, })Cl' i1111)('Cli1·c Sll ( CCS8l\ C 111f l'Zl ()~ll, (1) (~onslanli11 Pat11. J.lllllcLclies du coeLzr. e se si 'r11olc. a11cl1e })Cr J)Ote1·e nssorlJ1re '2) Prof. Dr. Ro111))Crg ''On r. . eipzig. ll<c11dbnch 11ltc1·io1·111e11 te il licr11iclo, di c11i s1 }) ll{) clcder pr(lf{tfsc/1c1z llledicirz. ' 01. 1°, })arte 2". 1

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POLlCLIN lCO

lANNO IX, FASC. I 91

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et't11ina1·e all' i11circa la Cflta11lità sp1·emendo poi in un recipient~ . il coto11e imbev11to11e e mis11ra11do il liqt1ido raccolto. - Pe1· l' introd11zione del t1·eq11a1·ti si deve te11ere la cute tesa t1·a due dita, poichè lasciandosi i tess11ti con1p1·ime1~e facilmente e prese11ta11dosi la c11te resistente e i11dt11·ita, si }Jltò pe11etra1·e bJ·t1scamente in q11alcl1e vaso t11rgiào e dilatato e ave1·si 1111a e111orragia, che, per q11a11to lie\re, dist111·lla il procedin1e11to, e se è abbondante p11c) dar 111ogo ad 1111a raccolta di sa11g11e i1ei tess11ti ad 1111 ve1·0 en1ato1na. Si citano casi in c11i tali compe11si di te1·a1)ia i11eccanica l1a11110 dato i·is11ltati ve1·an1e11te b1·illa11ti. Pe1· escm1Jio in lln i11di, id110 con lesio11e ao1·tica, i11 c11i la ci1·colazio11e ve1·sava in co11dizioni gravissi111e a ca11sa degli edemi e delle 1~accolte lic111idc cavitarie s' inte1-ven11e coll' applicazio11e di ventose scarificate, col salasso e colla s11ccessiva so1nmi11ist1·azione di digitale, ottenendo lI111·apido n1iglioramento coll' a11mento della di11resi colla di1ni1111zio11e dei tras11dati così cl1e dopo tre gio1·ni l'ammalato g11a1·i dei fenon1eni iposistolici. Bernhei111 ebbe a di1·e cl1e tale ede111a d111:0 e co11siste11te cl1e infilt1·a i tess11ti è s1Jesso la ca11sa dell' i11s11ccesso te1·ape11tico dei ca1·dioci11etici, poicl1è esso dive11ta t1n age11te di comp1·essio11e grande pci capilla1·i e i lJiccoli \'asi. In tali casi app1111to egli co11siglia delle pti11tt1re capilla1·i sulle n1en1b1~a eden1a tose, toglie1~e il liqttido dalle cavità se i11 esse esiste e pt11·gélre legge1·111e11te il i11al~1to. Sola111e11te dopo qt1este p1·aticl1e la digitale e i ca1·dioci11etici i11 ge11e1·ale pot1·a11no ese1·cita1'e il 101·0 be11efico effetto to11ico e i·egola to1·c del inioca1·dio. Ma affi11cl1è la digitale possa agi1·e, bisog11a sm11ove1·e le I'esiste1ize ci1·colato1·ie, esiste11do 11na ve1·a i·egola di le1'apia ca1·diaca la c111ale co11siste i11 ciò cl1e pe1· I'invigo1'i1'e il 111ioca1·dio bisogna p1·ima di111i1111ire le 1·esiste11ze del ci1'colo e facilì ta1·ne il lavo1·0. 1

'l'ale tec1rica f11 st1·0 111alato e dai gico afferma1·e la di c111cslo siste111a

appt1nto 11sata i1el nores11ltati oltent1ti è loi·azionalità e i vantaggi di te1'apia 111cccanica.

RIVISTE MEDICINA

L' osmodietetica. (STRAUSS

di Berlino. - Therapie d. Gegenw art, X, a. s.)

La terapia in ge11ere, ma specialmente la terapia alin1entare si è avvantaggiata molto dai progressi della chimica fisica, ma non sian10 ancora tanto progrediti da potere formulare t1na t~oria completa e perfetta dell 'osmodietet1ca. Lo scopo pri11cipale di ogni lavoro osmotico nell'organismo sano deve essere quello di mantenere costante la pressione osmotica del sa11gue, pel quale, con1e è noto, o = - 0,5 6° come media, potendo oscillare r1ormalmente fra un minin10 di - 0,5 3° e un massimo di - 0,58<> e anche - 0,59°. Numerose osservazioni di1nostrano con qt1anta tenacita l'organismo sano mantenga costante la suddetta pressione osn10tica del suo sangue. Facendo le prove coll'alcool trovai che t1na persona, alla quale avevo fatto ingerire 318 1. di cognac, sicchè con1inciava a dare sinto111i non dubbi di un' incipiente t1bbriacl1ezz~l, t1n' ora e t1n quarto pitL tardi a ve va. 0 === o, 57°. Steyrcr però ha osservato : a) dopo l'ingestione di forti quantit1 di acqua pt1ra t1na din1inuzione e b) dopo l'i11gestione di 5 1. di birra invece t1n at1mento della pressione osmotica. Di q t1esto at1mento 11011 seppe dare spiegazione. Negli an1n1alati pt1ò verificarsi ora t1n at1n1ento, ora una dimir1t1zione della pressione . os111ot1c~'" : a) t1n at1n1e11to nei casi di insufficienza renale ; b) t1na di111i11t1zione nei casi di co11st111zione grave, in ispecie postinfettiva. Per spiegarci la costanza della pres~ . osn1., dobbiamo st1pporre l'esistenza di azioni regolatrici perfettan1e11te ft1nzionanti e tali a) da i111pedire il rapido passaggio 11el sa11gt1e di grandi q uantita di i11olecole osmoticamente attive ; b) da provocare la ft1orìuscita dal sangt1e di molecole attive in quantità corrispondente alla quantità e alla qualità di quelle che in esso si introdt1co110. Uno stomaco, che ft1nzioni normalmente, ha la tendenza di re11dere ipotoniche le soluzio11i iso- e iperto11iche rispetto al sangue, fintanto chè non si raggit1nga la cc gastroisotonia >>, per la quale D === - 0,3 6° fino a - 0,48°. Ne ·vie11e che, ceteris parib11s, le soluzioni iperto1ùche


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(ANNO

IX, FAsc. 19]

SEZIONE

debbono sostare 11ello stomaco più a lungo, che non quelle a concentrazio11e molecolare più bassa. La zona della gastroisoto11ia si rag. g1u11ge: a) per mezzo di una « secrezìone diluente >>, uua secrezioue cioè attiva, co11 corrente contraria a quella delle forze in1pulsive osmotiche· 'b) per n1ezzo dello scan1bio osmotico com• pe11sat1vo ; e) per mezzo di un assorbin1ento attivo. Di fronte alle soluzioni a forte concentrazio11e osn1otica riesce efficace nello ston1aco non tanto il puro e semplice scan1bio di molecole os111otico, qt1a11to appunto l'atto dell'assorbi111e11to. La dil11zione endogastrica poi può considerarsi quale 11n lavoro prelin1inare a favore <.lcll'i11testino, in qt1a11to che tende a proteggere le pareti di qt1est'ultimo dall'azione irritante di "olt1zio11i troppo forti 11011chè a favorire il riassorbin1e11to intestinale. Qt1al grado di pro11tezza raggit111ga l'azione si111ultanea dello ston1aco e c.iell'i11testino può rilev·a rc;i dal lo stato del chilo, il q uale, potendo entrare i11 rapporti osn1otici col co11tenuto ii1testinale, possiede t1na pressio11e osn1otica identica a qt1ella del sa11g11e. Noi agire1110 i1el se11~0 di una profilassi osn10<l ietctica allorq L1a11do son1nunistreren10 degli alin1. e11ti (liq11idi) possibil111e11te cc gastroisoto. lllCl

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E' i11teressa11te il fatto, che gli alin1enti liq t1i<li, cl1e la nat11ra ci provvede belli e pronti e '-~he godo110 la fan1a di essere emi11enten1ente digcr1 bili (quali il latte, l'albt1me dell'uovo e il 5 ucco di car11e ), sorpassino di poco (al contrario del ,·ino, della birra e simili), sorpassino di poco la zo11a della gastroisotonia, in q t1anto che sono i so tonici rispetto al sa11gL1e. E' i111portante, specialn1ente nei casi di inst1fficie1iza 111otoria dello ston1aco, di scegliere degli alimenti liq t1idi possibil111ente gastroisotonici, evitando qt1elli gastroipertonici, quali l'alcool, lo zL1ccl1ero, i sali, ecc. Si pt1Ò q t1i11di consigliare l'ingestione dei grassi, anche in quanti tù 11ote,;oli, con1 e quelli che non richieggono da parte delle pareti dello ston1aco t1n forte lavoro o n1otico e non lo costringono ad t111 lavoro superiore a quello corrispondente al loro content1to in calorie. Un alin1e11to che corr~sponde 111olto be11e 11ell'insufficenza 111otoria è il « latte per i diabetici » nonchè in i11olti ~1si il latte « Gart11er >»;-i;pecialme11te il primo è da consigliarsi ancf1e nelle diarree, poichè il st10 contenuto in lattosio è ridotto a n1inime qua11tità. Nell'ingestione di cibi solidi i1on è i1ecessario atte11ersi a tt1tti i st1ddetti riguardi osmodiete-

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PRATICA

tici, poichè il potere osmoregolatore dello stomaco è forte abbastanza, per impedire t111a inondazione di q11est'organo con molecole osn10tica111ente attive; esso cioè p11ò impedire che avvenga t1na soluzione (degli alimenti solidi ingeriti) troppo rapida in rapporto al loro ulteriore defi11sso. · Per raggiungere uno stimolo osn1odietetico devono scegliersi dei liq ~idi a forte co11ce11trazione osmotica, i quali peraltro in pri111a linea provocano nn rinforzo della parte 11on osmotica dell'atto dell'assorbimento. Così le soluzioni zuccherine e saline concentrate e gli alcoolici. L' osmosi pura comincia solta11to quando il contenuto gastrico ha raggi11nta t1na determinata conce11trazione molecolare. L'effetto osn1otico si pt16 ancora riconoscere dalla sete che insorge sopratt1tto dopo l'ingestione di soluzioni saline concentrate : del resto è noto che i beoni han110 ta11to pit1 sete, qt1a11to pit1 bevo110. Le con.centrazioni non devono oltrepassare u11 certo lin1ite, perchè posso110 pro\ 0ca re dei fenon1e11i osmocaustici. Nei bevitori questi spesso non si verificano, perchè in essi la parete gastrica è alq t1anto difesa da t1no strato di n1t1co, in essi abbasta1iza denso. Se11za ii1trattenern1i st1ll' os111odietetica del1' intestino e dei tess11ti perchè no11 a11cora stt1diata a s11fficienza, passo senz'altro a trattare la questione, come e fino a q11al punto sian10 in grado di intervenire coll'osn1odietetica nella disturbata e111issione da parte del sangue di molecole osmoticamente attive. L'organo pit1 importante in questa q11estione è il rene. Nelle lesioni renali doppie (nefriti croniche ed acute) si ha i11 t1n certo numero di casi 11na insufficienza renale, che viene espressa in parte da un n1aggiore abbassamento del p11nto e.li congelazio11e del sangue, ù1 parte dalla com parsa di edemi. Per potere praticare t1n esan1e crioscopico possibilmente scevro di errori, faccio prendere al n1alato a digiuno 5oo cn1c. del liquido, col quale voglio sperimentare, in·vitandolo quindi ad orinare ogni ora per 5 ore di seguito, senza che in questo frattempo prenda cibo o bevanda di sorta. Misuro poi la quantità di ori11a emessa, l'abbassan1ento del pL1nto di congelazione e il contenuto in Na Cl, calcolando ii1 base a questi dati il valore della valenza (== qt1antita dell't1ri11a X l'abbassa-

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1nento del pt1nto di congelazione il) \1alore dil\TaG! nonchè il valore percentt1ale ed assoluto dei « Cloruri » e dei « No11clort1ri » . Addiziona11do i valori di tutte e cinque le n1inzio11i, posso farmi 1111 concetto della capacità f1111zic111ale del rene; confro11tando i rist1ltati delle si11gole I

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IX, FAsc. 191

mit1zjoni fra di loro, mi fo 11n co11cetto del van1ente il cuore, n1a metterli, per questo scopo, 11iodo di rea<~ ire del rene. ad t111a razione liqt1ida eccessi\ an1entc ridotta I rist1ltati delle mie osservazio11i ft1rono : è u11 errore, perchè, per le ragioni suesposte, I) Che la pressio11e osn1otica, misurata dal- hanno effettivan1cnte bisogr10 di acql1a e perl 'a bbassan1e11to dcl pt111to di co11gelazione, era chè le forze dcl CL1ore posso110 essere n1antein rapporto inverso con la qt1a11tità di acq11a nute con rnolti altri 111ezzi. Perciò no11 si en1essa con l't1ri11a, per ct1i l'abbassan1ento del provveda alla riduzione dell'acqt1a cl1c a i)ep11nto di congelazio11e è clinica111e11te in1porriodi inter1nitte11ti. ta11te non come ·valore assolt1to, 111a n1csso in La qt1estione delle solt1zio11i di Na Cl i11 rapporto co11 la q L1antiti dcll'uri11a. rapporto alla dieta ai1cora no11 è stata sti:fE.Il Aggi1111gc11(io ai 5oo c111 c. di acq Lla cie11ten1ente stt1diata: è certo però che t1na (colczione idrica , ro gr. di Na Cl, si aveva rite11zione <.ti Na Cl nell'orga11ismo }Jr0\ oca alper lo pit1 t111a lie,~c di111int1zio11e della quantità tresi t1na rite11zione d'acq11a. , delle 11ri11e, t111 at1111c11to della pressione osn10U11a di111i11uzio11e cffetti\·a del la\"C)ro osn10ticn n1eclia, r1onchè la c;co111parsa della cc reatico dei re11i si ottiene colla ridt1zio11e del rizione <.ti dilt1zio11e » che i1orn1al111ente cornpacambio dell'alb11n1ina; q11r11dj è indicato i1ei risce 11elle t1ri11e c111csse 11ella 2. e 3. ora. La nefritici ridt1rre it co11st11110 dell'albt1111i11a alla . ' . . . valenza no11 at1111cntava, 111a il giorno apprec;so qt1ant1ta 1111111111a per 11011 at1n1e11tare ecce~s1vadi già l ' i11flt1e11za <.ti Na Cl st1l co111portamento mente la pressjo11e os111otica del sa11gt1e, q t1a11osn1otico dcll'uri11a 11011 era i1it1 percettibile. tunq L1e l'organismo abbia in qt1esto caso il III) Aggiu11ge11do 50 gr. di glt1tone, la potere di ridt1rre <.-la sè il rica111bio albL1111i11ico. q11anti tù dell't1 ri11a a11menta va, la « reazione di E' t1n errore vole r ridt1rre per lu11go te111po dilt1zio11e >) era be11 pro11t111ciata, no11chè alq11anto l' ingestio11e dell'albu n1i11a: ar1cl1e qt1i si alat1n1e11tata la cifra della ·valenza == special- terni110 dei periodi di poca albt1n1111a con altri di al bt1mi11 a st1fficie11te ai bisogni t1st1ali. n1e11te per t1n aumento dei « i1011-clort1ri >> . I\') 111 prese11za di oligt1rja la cifra della Nei casi di inst1ffìcienza osmotica re11ale, valenza era per lo piì1 bassa se 11011 al disotto con1e si con1porta l'organismo, allorqt1a11do dcl 11orn1ale, e n1a11cava per lo pit'.1 la « reazio11e sopporta, con1 pc11sandoli, gli i11st1lti alin1e11t.1ri di dilt1zione >> ; i11 prese11za di politi ria sì r1otava passeggieri ? Forse entrano in azione il su<.iorc, il co11trario. la bile; forse e llll organo vicariante l' intesti110 I clort1ri e i i1011-clorL1 ri si bila11ciava110 11el crasso. Sono tutte q t1estio1ù da studiarsi. I,)er finire è bene far osservare cl1e sarebbe loro etTetto st1lla i)ressio11e osn1otica, 1na, sepazzia ,-oler regolare tutta intera l'alin1cntacondo le circosta11ze, ora gli t111i, ora gli altri zione, per tt1tti gli i11dividt1i, in base all'osn10poteva110 ani n1011tare fì110 ai 213 <.tella somn1a dietetica. Qt1est't1ltin1a i1011 ha per ora che t111 totale tielle r11olecole. In cast di 11efrite cro11ica con polit1ria carattere piL1 teoretico che pratico; forse col si notava talora che la cifra della valenza e la ten1po giu11gerà ad a''ere a11cl1c 11n ' alore per Br. qt1a11tit1 dei non-cloruri no11 solo non segna- la pratica. vano t111 at111 tento corrispondente alla poli11ria; corrispo11deva110 itl'lece al valore 111edio r1orOHIRURGI~l male e tal \rolta erano ancl1e inferiori. l; ra i casi di oliguria ,-e ne furono: LlnO di Di t1n 1111ovo n1etodo di epatopessi•1. nefrite parcnchin1atosa senza albt1111i11t1ria, pa(SA~TUCCI). recchi di 111alattia febbrile cd t1110 di tacl1iL'O. pratica t111 taglio a partire dal n1argi11e cardia paros istica, in cL1i l'emissione dei cloruri era e11or111ente di111int1ita, n1e11trc qt!ella i11terno del 111t1c.;colo retto addon1inale che \"a con decorso ct1rvili11eo fino a li,~ello (iella dei no11-clorL1ri era normale o poco al tiisotto linea ascellare, arrest~11dosi al bordo codel r1or111alc. stale per gt1isa che il massimo di ct1rvatt1ra Le 11efriti, dal lato pratico, ,·an110 t1isti11te . 1n con1pensate e 11on co111pe11satc, e per n1an- corrisponde a circa q t1attro tiita dal bordo cotencrc il co111pe11~0 bisogna regolare 11ei nefri- stale stes o. Disseca t111 lembo n1t1scolo-cutaneo fino a raggiungere le coste, che ribatte tici la so111111 i11istrazio11c del]' acq t1a. La poli t1ria dei ncfritici cro11ici costitt1isce t111 t:'ltto di con1- i11 alto. Incide il peritoneo parallelamente alle coste; lungo il n1argine i11feriore il peritoneo pe11sazio11e, i11 q t1a11tocl1è q t1csti infern1i han110 bisog110 piì1 dei ~ani di t111a n1aggiore qt1antità 'lie11e an1n1assato a gt1isa di cordone, riporta di acqt1a per elimi11arc la 11or111ale q11antit~\ il fegato in posto, indi passa deile a11se di tìlo • lli \~ ale11zc. Certo e be11c cl1e tali 11efritici a doppio dal margi11e i11feriore del perito11eo, 11011 bc\·,1110 troppo, per no11 stancare eccessi- che è dall'ansa stessa ma11te11t1to a<.tde11s.1to, 1

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SEZIONE

PRA.TlC.\

attra\·crsa il feg·ato e fis~a i pt111ti alle coste, a11110<.iandoli. Non si J1a e111orragia perchè il cordo11e peritoneale sottosta11te fa pre~sione ed impedisce che il parencl1in1a \7e11ga tagliato, mentre serve esso stesso da sospensore. Sutt1ra indi muscoli e pelle. J_Ja faccia inter11a del lembo muscolo-ct1taneo prende adere11za . alla sL1perficie epatica, rin1asta priva di perito11eo : q t1inc.ii in conclusione tre elementi di fissazione si ha1mo : la briglia peritoneale, i pt111ti attraverso il parencl1i111a annodati alle coste, e le aderenze fra il lembo ed il fegato. L'O. c;i riserva di presentare a n1aggior dista11za . di ten1po gli esiti di un tale processo opcratr\'"O. Dott. BrAGI.

La 11ef"1·0-cisto-a11astomosi conte ct11·a della id1·011ef1·osi asettica. (Dott. i::ozzA l)l~TRO, Clinica C'1irurgica,'31 dic. r902).

-L 'A. i11 t111a ragazza affetta e.la idro-11efrosi dc~ tra C()Jl grande sacca che occt1pa va gra11 1)arte della cavitù adtion1inale e che git111ge\•a ii110 j11 ,·ici11a11z~1 della ct1pola ve!°)cicale, 11on e)~c11do ri Lt'icito a isolarla per l' estirpazio11e o a ri11tract:i are 1. 1 cat1sa del mancato deflusso dell' orj 11a, sta bili t1ua anasto111osi tra la sacca stessa e la parte piì1 alta della vescica. Il rist1ltato operatorio fu buono e l' ori11a prese la 11t10,·a via. 1.)erò l'ìnfer111a, dopo t.it1e rr1esi 111c.1ri per tt1l1ercolo'ii pol111011are. All'at1topsia ~i trc>v(> Lhc la sacca era note\10L11ente ri.d.otta e a Ye\· a .l ">St111to q t1a~i la forn1a <.Ìi t111 canale. I...1 11cfrc)-cisto-anasto1nosi, pro1)o~ta da l(iister 11cl I 900, è stata esegt1ita dal Rì1,·i11ger t111a \·olt.1 e il Ca')O c.lell'at1tore è il seco11do della letter,1tt1ra. Dott. A. D. F.

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azione tlel seg1nento for11ico-cervicale (la 111i illt1strato. Descritto il caso clinico 11ei suoi particolari osserva che all'esa1ne <lirelto e acl t1lero asportato la portio ave,·a le note clel cercine <Lella bocca t1terina nel so1)ra I).arto; e cl1e il seg111ento i1111scolare fornico-cervicale, antàgoni~ta 'lel 111uscolo 11terino, n ell' inversione, agenclo 1)er conto pro1Jrio è la sola forza atti \Ta rli costrizione st1ll'organo in\'erli lo. Ciò concorcla colla ill11strazione embrio-analo111ica-clinica da lt1i fatta di q11esta i)artc del canale genitale. l)resenta le fig11re~ la parte istologica, e abl)oncla11te bibliografia s11Jl'argo111ento dell, in,·ersionc ule. 1·1na. Lo stesso O. rende noti alc11ni suoi stt1<li st1lla formazione della clecid11a. St11dio <li t1n pre1)arato di gravidanza inizia1e raccolto in 11n a a1111)11tazione alta dell'11 tero. ' I./O. dice che, co111e t11tti gli osser"\ratori nfrer111ano, il 111ateriale cli Slll(lio Stllla nicl ificaLione e svil111)po dell'110\ro 11111ano ne] J)ri1110 i)erioclo, è inateriale i1111)erfello; e ne dù le ragioni tanto pei J)rodc>tli at>ortivi, tanto J)ei 1)re1>arati tolti dnllc st1icillc o i11<>rti viole11li acci<lentnli. C{Uanto l)Cl' (lllClli clnli (la llleri e~ti1·­ })ati JJer crualsias i eat1sa, a11cl1e <.la a llili ~c;i111 i 01Je1 atori. })il 1)oscia l'elenco del i11aterialc ti11c) ad oggi s1.t1diato. <2 t1indi J,i ass11111e11do una no la })J'evenliva della Clinica di \'ienna, \'iene acl accennare al inate1,iale raccolto in 11n caso cli a1npt1tazione alta clcll't1Lero, che acct1rata111enle descrive, e s11lla scorta dei i)reparati cbc t>resenta della i~assa se111ifi11icla 11scita coll'uovi ci110 'li circa qt1attro selti111ane, di111ostra co111e, analoga111ente a q11anto ci viene dall'ana lo111 i a co111parata, anche la decid11a t1111ana dovrebl)C essere il ris11l1.ato di 11na 1111idificazione della 111t1cosa, col lra111onto <lelle g l1iandole. Questo sclrebbe il

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Accademie, Società mediche, Congressi RESOCONTI PARTICOLARI •

R. Accademia Medica d~ Roma.

Sedul<z ordi1zcLria 22 febbraio 1903. l>resitlen za : J>rof. .F. l)urante, i)resi<le11 le

Il socio prof. l) urante rencle n oto, con 1nolti <lellagli, t1n nt10\'0 i)rocesso 'li laringecto111ia. Il socio prof. Marocco i·iferisce s11 i)oche consi<lcrazioni sopra il contegno clella porlio e su l'azion(> del seg111ento fornico -cer,ricale, falle su t1n caso di in,·ersione cronica <l ell't1tero trattato coli' isterecto111ia vaginale. I~'O. trae argo1nento cla t1n caso di ih,•e1·sione cronica dell'11tero trattato coll' isterecto111ia per stt1cliare il contegno cl ella porli o t1 terina e la

siderazioni tolte dal] e gravidan ze extra-ge11itali, ad ele1nento cl1e i)roviene dall'tIO\'O. Si rise1~va cli ritornare s11ll'argo1nento a st11tlio co1111)leto <liretta o <li confronto. Chi11de con 11na i1>otesi cl1e l'eletne11to flt1iclifìcante 'lato clall 'L10,·o 1>ossa esser legalo ai cor1)t1scoli cli <lirczio11e illt1strati dal Sc>botla. 11 socio dott. Dalla , .. edova (in t111a co111t1nicazione preli111inare) dà noti zia di 25 i1>ofisecto111ie da lui esegt1ite nel cane, dalla vin <lrlla base, allo sco1>0 <.li s lt1<liare la fi111~io11e <lell'ipo-

fisi Degli ani111ali 01>erati, c1t1attro ha11110 s o1Jra\·viss11to alla eslir1)a1.ionc <lell'orgn110 t)er I)Ìt\ cli dt1e i11esi, senza 111oslrure i1ess11no <.li qnei sinto111i cli cacl1essia cl1e \' assale e Saccl1i '1ttrib11iro no alln 111anca11za clell' ipofìsi. Riser,·a11 <losi

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1L POLICLINICO

di con1t111icare il rist1ltato (\i ttlteriori espe1·imenti~ conclt1de che il cane può SOJ)portare la estirpazione co1111)leta dell'ipofisi. Fichera riferisce alcune rice1·che i·iflettenti lo stt1dio della fisio-patologia della n1ucosa gastrica. Il dott. 'f. Scaftldl co1nt1nica alct1ne st1e osser,1azioni sul t11be1"colo solitario dell'occhio e s11ll' atrofia 1zez1rale seeo1zdaria. B. R . Ac c ademia di M e dic i na di Torino.

Sedizla del 6 febbraio 1903. PI·esidenza GUARESCHI. Prof. P . Giacosa. - Esperie11:e rellztive allll eli111i11a:io11e dell'ossido di carbo1zio dal sa1zgize. Questa eli111inazione si acco1npagna ad una - ossidazione, che è SOJ)ratutto note,role nel coniglio, quando il sangue a''velenato si trovi in presenza di tessuto polmonare guasto. In queste condizioni il 60 per cento dell'ossido di carbonio del sangt1e sco1n1)are co111e tale per ossidarsi. Il f eno1neno si osser,ra anche pe1· il sangt1e e JJer i i)oln1oni del cane. ~ Mos~o c1·ede che la spiegazione data dall'O. 1)er la trasfor111azione de1l'ossido di carl)onio, sia ''era, 1)erchè, dopo le esperienze fatte nel l .. a})oratorio di fisiologia coi dott. T1~eves e Benedicenti stùl'appli~azione dell'ossigeno nell'av,·elenamento per· ossido di carbonio, il Grel1ant tro,rò che le inalazioni rli ossigeno 1·acco1·ciano la dt1rata (lell'avvelena1nento. Riferisce intorno alle esperienze che egli fa attual1nente sull'azione dell'aria rarefatta ottenendo effetti simili a q11elli cl1e si osservano nell'avvelena111ento per CO. La f1·eqt1enza del i)olso nell'aria rarefatta si accelera considere,rolmente, n1entre di1l1int1isce quella (lel i·espiro. Egli inter1lreta q11esti f eno111eni co111e di1)endenti da 11na incipiente paralisi del vago. Enzo Rizzozero. - Ricerc/ie sulla strizllLzra delle g/1iru1dolc sollo1riascellare e parotide di feto di co11iglio. È noto co1ne la po1·zione esterna della cellt1la dell'e1)itelio rivestente i dotti escretori delle ghiandole salivari dei ma1n111iferi appaia costitt1ita da nume1·ose strie, dirette secondo l'asse maggiore della cell11la. Secondo Kra11se, questa striatura è dovt1ta ad un fine intreccio di fibre protoplasmatiche, le etti maglie hanno una direzione raggiata e nei c11i p11nti nodali stanno dei grant1li disposti l't1no accanto all'altro a corona di rosa1·io. Orbene. nel feto negli ulti1nì giorni della vita endo11teri na ed anche nei neonati di coniglio, 111anca costante111ente ((ttesta peculiare st1·iaturn. ed in, ece la parte corrispondente della 1

[A~NO

IX, FASC. 19]

cellt1la è rappresentata da un protoplasma te• 11uissin10 che, con vari metodi, sia di fissazione che di colorazione, appare perfettamente trasparente ed omogeneo. Il nt1cleo della cellula, che nei suoi dt1e terzi interni è regolarmente convesso, nella sua estre111ità esterna si p1·esenta forte1nente appiattito e talora add'rittura incavato ; il che, probabilmente, è dov11to alla pressione st1 di esso esercitata da un event11ale liquido che in1beve qt1esta zona di tenue protoplas1na. L'O. ha seguìto le ino(lificazioni che i)resentano le st1ddette cellt1le nei glo1~ni successivi alla nascita, ed ha l)Ott1to accertare che dopo un te1npo, che non è costante in tt1tti i casi, con1inciano a con1parire, alla periferia di quella ten11issi1na· zona di proto1)las111a, dei granuli, che, dapprin1a scarsi, vanno a poco a poco crescendo di nt1111ero, sino a riempire completan1ente qt1ella porzione di cellula disponendosi in serie regolari a costituire la striatura caratteristica della cellula ad11lta. Herlitzka. - Nucleoistorie isolato dal lievito di birra. L'O. 11a isolato dal lievito di birra un nucleoistone capace di provocare la scomparsa del glt1cosio, del levt1losio e del galattosio. Il nucleoproteide non possiede q11esta facoltà. L'O. suppone che nel liqt1ido di Bt1chner la fermentazione del glucosio fosse dovuta alla presenza del nucleoistone. Quest't1lti1no f armando parte del protoplasma vivente si de,re distinguere dagli enzi1ni: l)er tali sostanze Jlropone il nome di 1)las111ozimi. Foà chiede se il potere del nt1cleoistone da sacclzaro1nyces cerevisiae è specifico. Herlitzka: risponde che non llUÒ ritene1~10 tale, perchè in rice1~che precedenti din1ostra lo stesso potere per il n11cleistone di fegato e il nt1cleoproteide di I"ene e di tin10. Giacosa r·icorda le esperienze di N e11ki che dimostrarono co1ne il gl11cosio in solt1zione alcalina si distrt1gga. Herlitzka. La distrt1zione del glucosio non si p11ò attribt1ire all'alcali delle soluzioni, perchè. esse ft1rono alcaline solo in tre esperienze, nelle altre neutre. Inoltre le esperienie fatte con nucleo-proteide di fegato e di sacc/1aron1yces e con nt1cleoistone di rene e di ti1no, anche in solt1zione alcalina, furono se1npre negative. Guareschi chiede se l'O. ha tenuto conto della presenza di un glicegene nella cellula del sacc/1aromyces. Herlitzka non crede che nella trasfor1nazione del glucosio possa formar-si glicogene. anche perchè si ha, dt1rante la distruzione del glt1cosio. formazione di e 02.


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FASC. I 9 J

SEZIONE

Foà chiede se la trasfor1nazione dello zuccl1ero può raggt1agliarsi ad ltna fer111entazione alcoolica. · Herlltzka st1ppone che il glt1cosio s11bisca la fern1entazione alcoolica. Nel laboratorio di fisiologia si stanno facendo esperieaze in proposito.

Seduta del 6 mar::.o 1903. . Presidenza GUA.RESCHI. • V. Oliva. - Deformità del fen1ore. Presenta 11na fanci11lla quattordicenne con grave e caratteristica deformità della coscia sinistra dovuta a fratt11ra del femore a\ venuta nell'atto della nascita. Descrive la clefor1nitc\ e c.liscute il metodo operativo da seg11irsi. 1

~icola.

- Su la sutura zygomalico-fro11lcllis. L'O. tlescrive le diverse n1odalità della sutura :ygo11zcllico-fì·orztalis, sia alla superficie facciale che nlla s11perficie te111porale ed alla s11perficie orl>i tale .....\ tale scopo ha esa111inato 400 crani rii11ani; di })itì ha fatto t1na picco!~ inchiesta su crani appartenenti a diversi ordini di ma1nn1iferi. L'O. ha potuto vede1·e cl1e la regolarità dei u1argini articolari, la se111plicità delle fig11re tenclenti alla i·ettilinea, e la direzione obliq11a in basso ed in avanti, sono caratteri che presi co1nplessivan1cnte accennano un'evol11zione meno progredita, n1entrc al contrario le fig11re svariate e complesse, la irregolarità dei margini ossei articolari, la clirezione tendente all'obliq11a in l>asso e(l in (lielro, sono alla loro volta ca1·alteri che, i)resi insieme, indicano 11na pit\ i)rogre(li la cvolt1zione. n. Xicola. - I1zco11zplela divisio11e lo1zgitL1di11llle <ielle grctrzdi ali dello sfe1zoide. L'O. rende noto un caso rarissi1110 (l' incot11pleta divisione longitudinale, cioè n el senso (lella inaggior dimensione, delle grandi ali dello sfenoide; si ferma st1ll' impoI·tanza di tale anomalia, essendo per la prima volta stata incontrata in crani e11ro1Jei, e ne dà l'interpretazione anato111ica. Dott. E~11L10 ì\IE"YNlKR. B.

Società medico-chirurgica di Bologna. Adurzarzza scientifica del 18 febbraio 1903.

11 dott. C. Veronesi comunica t1na s11a nota s11lle Altera::.io11i della co11zposizio11e chin1ica del fegato irz seguito ad i11ie::io11i di cloruro di sodio 11el circolo portale. L'..\. . si è proposto di verifica1~e il fatto già osservato dal prof. N ovi s11l cervello, e cioè l' infl.l1enza esercitata da tln a11n1ento di clort1ro di sodio del sangue circolante sulla composizione chi1nica del tessL1to nervoso e precisamente Sttlla qt1antità rispettiva di sodio e di potassio.

PRA' rlC .~

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Il prof. :Yo\'i .a\•eva veclt1lo cl1c in tali condi zioni a11mentava il SO(lio e di111inuiva il potassio e precisai11ente, 111entre ri111aneva sensibilmente costante la som111a dei due metalli alcalini, usciva dalla· con1posizione <.lel tessuto ne1·voso una parte più o 111eno cospic11a del potassio content1tovi Le esperienze f11rono eseguite s11 cani non narcotizzati iniettando in essi nell'albero portale, e cioè in una delle ra(lici della porta, una solt1zione di clort1ro di sodio a 10 l)er cento, in 1nodo tale da introd11rre 1-2 gram111i di sale l)er cl1ilogramma d'animale. Decorso t1n certo tempo dalla iniezione, si i)rendeva lln saggio di sangt1e carotideo, nel q11ale si detern1inava il conten11to di clort1ro di sodio, i)eI' confrontarlo con qt1ello precedenten1enle p1:cso avanti l' iniezione e poi si dissang11ava l'animale e si procedeva alla lavat11ra <lel fegato con 11na solt1zione di saccarosio. La lavatt1ra asportava tt1tto il clor11ro che potesse essere rimasto nel circolo, co1ne si detern1inava con saggi ripet11ti, e quindi si calcolava il peso clel fegato lavato st1 q11ello trovato pri1na della lavatt1ra. La determinazione analitica sul sang11e e sul fegato era fatta col metodo già t1sato dal J.lrof. Novi, mediante pesata della so111ma di cloruri, dosamento del cloro e calcolo (lelle q11antità rispettive del potassio e del sodio con la for11111la data dal Freseni11s. I ris11ltati ottent1ti possono riass11mersi nelle seguenti concl11sioni: 1 ) Iniettando nel circolo })Orlale solt1zione di clort1ro di sodio a 10 i)er cento in q11antità tale da corrispondere a 1-2 gr. di sale per chilogra111ma di anin1ale, si ha nel fegato una di1ninl1zione di potassio e 11n _aumento di sodio l)tlr i·estando pressochè inalte1·ata la so111ma dei d11e inetalli. 2) Qt1esta sostituzione avviene in 1nis11ra proporzionale alla durata dell'iniezione Se la iniezione è eseg11ita troppo rapidamente pi11ttosto che una sostitt1zione si ottiene 11na in1bibizione del tess11to epatico. 3 ' I tessuti lasciati a sè tendono a liberarsi del sodio che hanno fissato in pit\ ed a riprendere il potassio che hanno Ce(lt1to. -!0 Un fegato lasciato a sè per 11na i11ezz'ora dopo il dissang11amento dell'ani111ale e iniettato dalla porta con una solt1zione di cloruro di sodio di 1,5 per cento, si carica pUI'e di sodio e perde potassio press'a poco come nelle prove sopra dette, ma in grado però più cospicuo, così che si hanno pit\ che altro fatti di i111bibizione oltre che di doppio sca1nl>io. Il dott. Arnaldo Gt1adagnin1 co11111nica ltna s11a nota s11lla Nirva1zi11a <.< co111e anestetico locale in chir11rgia generale e in stornato-odontoiatria )). La nirva11i11a (cloridrato dell'etere metilico del-

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POLICLINICO

l'acido dietilglicola111idossibenzoi co) llroposta come anestetico da Heinhorn e He inz. fu speri 111entata da I.Juxenllt1rger in 134 operazioni esegt1ite con l'infiltrazione del medican1ento e tro' rata un ottimo 111ezzo. Bonnard, della scuola dentaria di Parigi. l'l1a t1sata nelle estrazioni dentarie e dichiara che la nirvanina è il migliore d egli anestetici locali, non ha controindicazioni e de,re esse1~e pI·eferita a tutti gli altri. La es1lerienza fatta finora ha po1·tato ai seg11enti. J'i st1lta ti : la 11irva11i11a è da 10 a 15 volte n1eno tossica d ella cocaina; la dose massima è di 0.500.75 (in t1n a operazione furono iniettati gr. 1.75 di nir\'anina senza il 111inimo accidente spiace' 'ole). La dt1rata d ell'anestesia è molto lunga; l e soluzioni al 2 i)er cento prodt1cono un'anestesia di 20-25 1ninuti. La nirvanina è pt1re t1n potente battericida, le s11e sol11zioni si conser· ,~ano bene e llOSsono essere ste1·ilizzate senza J)erdere il loro })Oter e anestetico. Il dolore post01)eratorio ' 'iene e\ itato nella generalità dei casi, e quando si inanifesta esso è inolto attent1ato. L'A. ha speri1nentata l'azione battericida della nir\ a nina facendo agire sol11zioni · variamente concentrate di essa su coltUI·e di piogeni e iniettando poi queste in ca\ ie; egli ha potuto dimostra1·e ch e le soluzioni di ni1·,ranina al 5, 4, 3, 2 e 1 per cento hanno un m anifesto potere mic1·obicida. e solo le sol11zioni al mezzo pe1" cento non uccidono i piogeni attenuandone però note,rol111ente la virulenza. Perciò l e soluzioni cont enenti ineno d ell'1 per cento di nirvanina d ebbono essere sterilizzate pri111a dell'uso. Nella i)ratica odontoiatrica l'A. ha 11sato con ])UOn s11ccesso l' infiltrazione nir\ ani11ica a sco1Jo anestetico; e c11e il nuo·vo ined ica1nento I)OSSa st1rrogare con i11olto ' 'antaggio la cocaina. 1

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fAKKO IX,

F ASC .

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con fatti gravissi111i di angina e stomatite a forma inic1·obica, settica, streptecoccica, con esito l etale. Dice che l'angina streptococcica gra\1 e o leggera nella scarlattina deve considerarsi co1ne svolgi111ento ed evoluzione di un sintoma costante, e che va legata strettamente al processo scarlattinoso co11siderato come una infezione secondaria, dal momento che lo streptococco è il costante ed unico rappresentante nlicrobico in queste forme, e perchè si riscontra tanto nella forma leggera che grave ed in tale località che è certo la })Orta di entrata del virt1s scarlattinoso. Parla della relazione che crede vi sia tra lo streptococco e la scarlattina e conclude che non deve assolt1tamente escludersi come momento etiologico e che si debba ammettere una specie di sin1hiosi d el virus scarlattinoso collo streptococco. Questa è la inte1·pretazione dell'esito letale d el caso esposto. Dott. Guyot - E11/isen1a polmorzare e bro11copolmo11ite apiretica. - L' A. riferisce un caso di broncopolmonite astenica in un enfisematoso, in cui dt1rante il decorso della malattia la ten1peratura, invece di innalzarsi fu depressa se1npre, sebbene il polso e gli atti respir:atori se· gt1issero perfettamente la evoluzione della malattia. L' indi,riduo, sebbene ancora in bt1ona età, 56 anni, a veva tt1tti i sinto1ni di 11na senilità precoce. J)ott. P. Lrcc1.

OSSERVAZIONI CLINICHE

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Dot . L.

BE CC A R J.

S1>EDALE DI l\fAREMMA IN CAMPIGLIA l\f.

Aneurisma dell'aorta discendente apertosi nell'esofago drl dottor ANTONIO ?vIORI (direttore).

Istituto di Clinica Medica della Regia Università di Genova.

Conversazioni Cliniche. Sed11ta del 30 ge111zaio 1903. Presidenza clel Prof. Maragliano. J)ott. Ro si - Uri caso di polmo11ite con crisi i11 3° ,qior1io. - L'O. es1Jon e la storia di t1n malato entrato in clinica con tutti i segni inanif est i di 11n focolaio di pol1nonite fibrinosa al lato inferiore di sinistra. E' cttrato subito con la so111111inistrazion e di 4 gran11ni di digitale. Il giorno seg11ente (3. giorno di i11alaltia) st1ccede ttn raJlido alJbassamento della te1n1)eratt1ra fino all,a1)iressia, acco1npagnata da 11na rapida discesa clel polso. e l' infer1110 entra in piena con,ralescenza. J)otl. Ban<lettini - So1>rlt 1111 caso di scarlcllli11ci co112plic<zlrz. - (:ita t1n caso <li scarlattina

Gli a11et11·is111i dell' ao1·ta - è i1ozione ele111e11ta1·c - i)osso110 a1J1·i1·si 11ella fase fi11ale della 101·0 e' 'ol11zione iii. di\ e1·si 01·cra11i della eco110111ia,- a seconda della sede b a11ato111ica della fo1·111a, del modo di svilt1ppo e di acCI"CSCi111e11to 101·0, COI1l.e .i11 co11seo ·t1e11za delltl i1att1ra, della co11sio sle11za~ della i)ii1 o i11e110 s1Jostabilità del1' 01·o·ano co11 c11i l' ectasia si 111ettc i11 i·apo pOl"ÌO. Ancl1e le IJa1·eti dell'esofago possono essere i11,~ase e i)e1·forate~ se))}1enc i1011 f1. eq11e11te111e11tr, sia })Crcl1è, assai i110JJile 1iella st1a 1Josizio11r. esso }Jtlò sf11ggi1"C con t111a cc1--ta faciliti1 ftll'azi<)llC cs1)a11si,·a dcl1


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IX,

FASC.

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SEZlONE

I ' a1'ter·ia, sia 1)ercl1è gli a11el11·is11tl dell'aorta disce11clente, quelli ap1)t1nto cl1e sogliono co111t111en1e11te a1)rirsi 11el ca11ale ali1nenta1·e_ so11 1·apprese11tati fra le ectasie del g1·a11 ' 'aso a1·terioso dalla cifra più bassa. Dalla casistica, 111essa i11sie111e dal Crisp e dal Meye1·s, si ded11ce co111e 1nent1--e l'ao1·ta ascendente è colpita 11el 51.73 per ce11to dei casi e l'arco 11el 32.95, soltanto 11el 15.38 per ce11to la porzione disce11(le11te è sede di questa alte1·azione patologica. Pe1· la freque11za, co11 c11i l' a11eurisn1a de11' ao1·ta disce11dente può a1)1·irsi 11ell' esofago, stando ancora ai CriSJJ si av1·ebbe cl1e s11 21 casi di rott111·a, 4 'lolte la co111u11icazio11e a''' e1111e nel i)e1·ica1·dio 4 i1ella }Jle111·a, l111a nel })Ol111011e si11ist1·0, 2 11ei l>1·011cl1i e 5 11ell' esofago. Il I\.el)r11acl~ (1), s11 459:~ cada\'e1·i da lt1i sezioll}tti, 11·0,,ò cl1e i11 32 la 11101·te e1·a data clallét 1·ott111·a di t111 a11et11·isn1a ao1·tico, co11 lclcalizzazio11e assai i)1·evale11te del1' arco, deter111i11atasi 13 ' 'olte 11el JJe1·ica1·clio. 7 11ell~l })let11·a si11ist1--a, 3 11ell' esofago, 3 ~tll' cste1·110, 2 11ella tracl1ea, t111a ' 'olta 11ellé1 })le111·a dest1·a, 1111a 11el pol111one si11is lrcl, 11na 11el ])1·011co desti· o ed u11a 11ella • <.'a''a st11)e1·1ore. Io c))))i i·ece11te111e11te occasio11e di osS<.'r\'are a1)1Jt111to 1111 caso di a11e11ris111a dcll'ao1·La disce11de11te, cl1e~ a1lerlosi 11ell' esofago, (lcter·111i11a,,a tosto la 11101·te dcll'i11(li\1iduo. Lo rife1·isco b1'e,ren1e11te, soffe1·111a11do111i alq11anto sui resultati della sezio11e cadaverica, 11011 a're11do av11to la 1)ossillilità di studiar·lo dal lato cli11ico. 1

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** 111 1111 oo·io1·110 dello sco1·so oai110·110 f11i b cl1ia111ato (l'u1"ge11za a i)1·esta1--e i 1JI'i111i socco1·si ad t111 signo1·e stra11ie1--o il quale, }loco IJ1·in1a, 11ell'11sci1·e dal )Jag110 col1Jilo d ~:l i1111)1·0,1, 1 iso 111alo1·e~ e1"a cad11to a te1·1·a llri\·o dei se11si. Socco1·so all'isla11te op}Jo1·t1111tl111c11te\ a\'C\Ta 1~.11 IJ1·csto i·iacq11islala la coscie11za. i11e11t1·e c111clle,Ta col ' '0111ilo (lel sa11g11c i·osso i·11tila11Lc, i1011

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PRATICA.

contene11te alc1111a t1·accia di ali111ento, i11 quantità f01·se di 200 g1'a111111i. Dalle brevi 11otizie a11am11esticl1e !'accolte potei accerta1--e che l'i11divid110 e1'a soffere11te da vari a11ni e cl1c dive1·se sa1·ebbero state le malattie da c11i - seco11do il pa1·ere dei suoi medici - c1·edeva di essere affetto. Inve1·0 egli diceva di a'1e1'e 1111 vizio cardiaco, ma ben co111pe11sato - i11 co11segl1enza del q11ale, forse andava soggetto ad accessi di disp11ea - 1111a nef1·ite i11terstiziale abbastanza leggie1·a, t1na lesione del fegato ed 11na 11evralgia i11tercostale, localizzata alla base del torace di sinistra. Ma la i11alattia da c11i pii1 di t11tte e1·a stato t1·a,ragliato, sarebbe stat~l 111ì'affezio11e di sto111aco, di ct1i soffriva da olt1"e ci11q11e a1111i e pe1-- la q11ale e1·a stato sottoposto a dieta lattea per vari i11esi. Aveva i--ipresa l' alin1e11tazio11e solida solo da q11alcl1e gior110. D11e i1otizie i111po1--ta11ti })Olei é111co1·a sape1--c. Il pazie11te aveva a'rt1to la sifilide ed alc11ni an11i p1·ima e1'a stato tI·avollo da 11na valanga cade11do da 18() n1et1--i. Altri dati }Jit1 p1·ecisi 11on l)Otei I·accogliere a ca11sa dello stato g1--avissin10 dell'infermo. Da t111 esan1e · I'apido e s11pe1'ficiale e solo della r egio11c a11tcriorc del to1'acc e dell'addon1e, poicl1è non era pr11de11te far 1nt10,rere il n1alato, cl1e co11ti11t1ava ad a' ere ' 'ertigi11i, ti11tin11ìo agli 01'eccl1i, osc11rame11to della vista, i1a11see e vo1nit111"izio11i, rilevai i fatti seg11e11ti: Tt1tla la 111età sinist1·a del to1"ace se111])1·a,ra lie, e111e11te av,rallata, 111e11L1·e la i·egione ca1·diaca era alc1ua11Lo solle\ ata. L 'a1'ea del c1101·e era a11me11tata tl s1)esc del ' 'e11t1·icolo si11ist1·0 · l'illo clella }Jt111lét ])atte,ra 11el 6° s1)azio i11te1--coslalc, al cli f11ori clella papilla n1a111111a1·ia : i Lo11i <lcl c1101·e deboli, f1·eq11e11ti: il seco11do élrco1111)ag11ato s11lla 111il1·ale (la 1111 soffìo (lolce, 1)1·ol1111gato. J_/acl(lo111e. leggc1·111e11tc leso clole11te alla 1)1·essio11e st1lla li11ea 1>artlste1·11ale 11ella 1·egic)11c ]lilot'ica: l 'a1·ea clello

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IL

POLICLINICO

ston1aco p1. esso a poco norn1ale, poicl1è la li11ea i11fe1. io1"e, deli111'itata colla perc11ssione, git111geva a d11e .d ita b·asverse al di sopra dell' 0111belico. Il fegato appena debordava dall' a1·co costale, la milza non si 1)alpava. . L~l en1issio1i.e di sang11e, dati i c~lratteri fisici del liqt1ido, i feno111eni cl1e l'aveva110 acco111pag11ata ed i precede11ti a11an1nestici, i1011 poteva p1·0,1e11i1·e se 11011 dallo sto111aco: si t1·atta,ra du11qt1e, di i111a en1aten1esi, 1Jreced11ta da t111a g1·ave lipotin1ia, la q11ale, co11 t11tta probabilità, si e1·a forse dete1·111i11:1ta al 1no111e11to della e1nor1"agia inte1·11a. :VIa q11ale pote,ra essere il fattore etiologico~?

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IX, FA.se.

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tanti; arrestru·e l'emor1"agia i11te1·11a, cl1e l' osser·vazione dell'ammalato accerta\ra perdt11·are a11co1·a, con e1..gotina, col ghiac-cio st1lla i·egione epigastrica, col riposo assoluto, colla esclusione di ogru ali1ne11tazione pe1· via orale, tale fu il compito· nostt"O. ~la con esito negativo. Il paziente durante il gio1·110 e la notte ebbe ancora piccole, ina i ..ipetute en1ate1nesi, ed abbondantissime deiezioni, costituite ql.1asi escl11siva1ne11te da sangue, e dopo 27 01·e veniva a n101·te co11 i feno111e11i di a11en1ia acutissi111a. La nec1. oscopia dette i i·est1ltati seguenti: ·

Cadavere di sesso inascl1ile, dell'età apT1·a i11olteplici ca11se, capaci di deter- pare11te f1'a i ci11q t1anta ed i sess~111ta a1111i. mi11a1·e 11n,e1norragia gastrica, ei·a logico di co11fo1·n1azione scl1eletr:ica regola1·e~ cli pe11sa1·e i1111anzi t11tto a q11elle i11tri11secl1e costit11zione fìsica i·ob11sta, alto di stat111·tl. allo sto111aco, come alla gastrite c1·011ica, Ha 111asse 11111scolari molto s'rill1ppate. all'11lcera rotonda, al ca1·ci110111a, ecc., poi-. pannicolo adiposo t1n po' sca1·so. Il colocl1è i bre'ri. da ti a11an111estici ci assicura- rito della pelle e delle n1t1cose è i)alli,,ano che il i11al~lto a'1eva pe1· i11ollo tempo dissin10: solo alla i·egio11e do1. sale si i10soffe1·to di g1·avi distu1..bi f~t111zio11ali di tano leggere 111accl1ie ipostaticl1e ecl alle qt1eslo 01·ga110. Ma pe1" 1'11lce1·a gast1~ica regio11i ingt1i11ali si diseg11a una legge1·a sta, a11 contro l'età del paziente è la n1a11- colorazio11e ,·e1·dast1--a, pii1 marcata a (lecanza dei p1·incipali feno111eni proprii di stra. La testa è ricoperta di capelli g1·igi: q11csta affezio11e, e peI· la f 01~111a l1lce1. ativa le sop1·acciglia so11 folte, i baffi g1--ossi. da ca1·ci110111a lo stato ge11erale del sog- castag11i. Il cadavere presenta all'ava111getto, l'assenza di fatti fisici ine1·e11ti ad braccio dest1·0 e sinist1·0 delle figt1re di l1na i1eoplasia ed i ca1·atte1"i della stessa tatuaggio, i11olto sbiadite. e1110I·ragia. A11cl1e i1el g1·11ppo delle n1aNon si tlp1·e la cavità cra11ica pe1· volattie est1·insecl1e ·allo sto111aco, cl1e p11r lere esp1. esso della fa1niglia. Il torace an1posso110 talo1"a dete1·n1i11a1·e t111a e111ate- pio, be11 co11fo1·111ato, presentante 1111 legn1esi - co111e le 111alattie del fegato, della gerissi1110 i·ilie,ro i1ella 1·egio11e ca1. diacapo1·ta, del poln1011e e del cuore, le ' 'arici ment1·e tt1tta la inetà sinist1--a appru·e se11esofagee, le forme t1lce1·ative del d11odeno, sibilnJ.e11te depressa, viene aperto nel nlodo la i·ottt11·a di grandi a11et1risn1i, per esem- ordina1"io. L' a1·ea del pericardio, co111presa pio di qt1elli dell'ao1·ta, della celiaca - nes- fra i d11e 111a1·gi11i polmonari ed in i·apS1:111a affezio11e poteva essere accolta co11 porto di1·etto colla parete to1·acica, è pii1 pii1 o n1e110 probabilità, qt1a11do si fosse estesa del no1·111ale, pe1·cl1è 111e11t1·e il polvol1tto fo11da1·e il crite1·io diagnostico non mo11e destro occ11pa la s11a posizio11e a11as11 di t111a concezio11e ipotetica, 111a sulla tomica ordinai·ia, nè si ret1·ae coll'ape1"tura della plet11·a, il sinist1·0 appare CQn1e base di fatti i·eal111e11te accertati. I11 111a11ca11za quindi, di 11na diagnosi spostato all' este1·no e verso la IJa1·te posic111"a, il trattamento c11rativo fu sinto- steriore della cavità. Nel cavo plet11·ale 111atico. Rialza1·e lo stato di p1~ofonda p1·0- non si 1·i11vie11e traccia di liqt1ido. Il polst1·azio11e del pazie11te co11 i11iezioni ecci- mone dest1--o vie11 tolto co11 facilità, n1a 1

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IX, FASC. 19]

- SEZIONE

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PRATICA.

il si11ist1·0 oppo11e una ce1·ta i·esistenza s11lla \1 olta del diaf1·a111111a. Esso 1)oggia pe1' delle ade1..enze estese a b11ona parte cont1:0 la colonna \ erteb1·ale ed il s110 .d el lo))o i11fe1·iore ed i11 }Ja1·te al supe- svolgi1nento q11asi in totalità si è effet1·io1·e, cl1e lo tengono fissato 1Josterior- tt1ato a si11istra, talcl1è è per la i11assima n1e11te e \ e1·so la colonna ,,e1·teb1·ale. Le parte adagiato 11ella doccia pa1. a, ertebrale ade1·e11ze te11go110 unito il IJoln1one ad di q11esto lato. Il t111nore, cl1e ap1Ja1·tie11e u11a t11111efazio11e, che esiste a lato della all'aorta disce1i.dente, colla q11ale co11ti1111a colo1111a ' 'e1·tehrale e cl1e occ111Ja ci1·ca la in alto ed i11 basso, l~a fo1·111a q11asi IJerinetà i11fe1"io1·e del nlediasti110 posteriore. fettan1e11te sferica e fa co1·po ])Oste1·iorAi111led11e i poln1oni l1an110 1111 colorito 111e11te collo sel1elet1"0 vertebrale, a11terio1·g1·igio ))ia11castro, n1a si Jl1·ese11ta110 pe1' 111e11te e a destra coll'esofago. Pc1· 111cglio il ,·ol11111e e i)er l'as1Jetto 111ac1·osco1Jico esa111i11a1--lo si aspo1·ta insien1e ad t111 t1·atto di,rc1·si. Il destI·o, infatti. è 111olto ]JÌit vo- dell'ao1·La e a t11tti gli altri elcn1e11ti co111l11111i11<>SO, IJesa 920 gra1n111i, 11a i 111a1·gini p1·esi 11el 111ediasti110 poste1·io1·e, taglia11do alc1t1a11to a1·roto11dati, co11siste11za coto- il fascio vascola1--e al di so1J1·a dcll' 01·igi11e 11osa. elasticità di111i1111ita . cc 111e è din1i- dei g1..ossi \ asi ed in basso subilo al di 1111it(> il sc11s<> di cre1Jitio.. cl1e 1101·111al- sop1·a dell' a11ello diafram111atico. 111c11tc alla IJalpazio11e si a1)1)1·ezza. L'auIl distacco dalla colon11a si fa ])e11e fi110 111c11tc> (li \ ol11111c, 1>erò . 11011 è do,r11to ad i11 co1·1·ispo11de11za del t1111101·e, do\1 c oci11filtrttzio11e. i>oicl1è getta11do 11cll'acqua co1·re i11cide1·e i tessuti col ])ist11ri JJer le 1111 ])Czzctlc> cli 1>are11cl1i111él \ ' él a fo11do, · i11ti111e ade1·e11ze co11 tratte co11 i co1..1Ji ' Te1·i11 ~l t' cli 1)c 11clc11te dél i111 1J1·ocessc> (li e11fi- tebrali. Dissecato così il pezzo a11ato111ico, St"' 111a, cl1e l1a i11vaso il ' iscc1·e. Il i)ol111one il t11111ore 1·is11lta 11n' ectasia dell' ao1·ta clisi11istr<>, })iL1 })iccolo assai, 11 ~1 colo1·ito più sce11de11te.. della i·egio11e toracica, s'Toltosi ])i <111 c ~tstrc>. è atelettasico e }Jesa 46() grani. }Jrevale11te111e11te in avar1ti ed a si11ist1·é1. Il 1)r<>cessc> <li atelellasia, cl1e è localiz- Posteriorn1e11te la sacca a11e111·is111atica Ztlto <l lrttto il JJOl111one . 111a cl1e ap1Jare n1a11ca della sua parete, la q1 ale e1·a so})i Ll 11~ttrc~tta111e11 te al lol)o i11feriore, è stit11ita dallo scl1eletro ,,erte]Jrale eroso. {l<>~· til<> ttlla co1111J1·essio11e cse1·citata dal Iii.fatti il co1·po dell'8a, ga, 10a, lla ed in lt1111orc. ct!i sop1·a a)Jbia1110 accen11ato, }Ja1"te della 12a ' '· so110 q11asi del t11tto didirctlu 111c11te s t1l pa1·e11cl1in1a pol111onare. str11tti, senza }Jerò cl1e i~ fo1·0 ,re1·te]>1·ale A i>erlo il 1)c1·ica1·dio 11011 si 1101:1 t1·accia sia a1)e1·to, e no11 1·esta110 cl1e delle s1)01·di litf tlill<> co111e no11 si 1·i11, e11go110 sulla ge11zc irregola1·i, pii1 111a11ifeste sttl lato sierosé\ i·eliquati di p1. ocessi flogistici an- destro. Q11estc a11f1·attuosità ossee sono ticl1i o 1·cce11ti. Il cuore è a11111e11tato di 1·ico1Je1·tc da spesse inasse t1·0111botichc, vol11111e ~ }Jallidissi1110, flaccido, ' '11oto di disposte a st1·atificazio11i co11ce11t1..icl1e, cl1e sa11g11e. i11 diastole, i·ico1)erto da t1n di- si 111odella110 s11l fondo del t11n1or·e e cl1e screto st1·ato di tess11to grassoso. Pesa 400 ne costitt1isco110 la ve1·a JJa1·ete poste1·iore. g1·é1111111i. I"'o stato degli 01·ifizi val,rolari Ante1·io1·111e11te e a destra l'a11e111'is111a fa ao1·tici e 1>ol111onar·i è no1·111ale, co111e q11ello corpo coll'esofago, il q11ale 11a su])ì to i11 della 111itrale e della tric11s1)ide. I./ a111nento q11esto t1..atto t111'alte1·azio11e cli ' rol11111e del c1101·e è co11cent1·ico cd è dato dal ' 'e11- e di fo1·111a, a\re11do p1..eso l'aspetto di i1na t1·icolo si11istro c111asi escl11si, a111c11tc. t11111efazio11e 0' ale-all1111gata. Liberata la Tolto il c11ore ed il })Ol111011c d~lllt1 101·0 sua ca\ ità dai coag11li sa11g11ig1li e dé1lle sede a11ato111ica, si 1)1·ese11t~1 il 111ediastino i11asse b.'0111boticl1e, cla c11i c1·~t i11 g1·an 1>oste1·io1·e, occ11pato i11 · ]Jasso da 1111 t11- }Ja1·te I·i1)ie11a~ si co11stata co111e essa~ <ftté11111101·e cl1e st1pera i11 ' 'olt1111e quello di 11n tt111q11e il tt11110I·c a]>])ia all'este1·110 1111a g1·osso a1·a11cio, e cl1e I'Ì})Osa colla s11a )Jase co11fi 0crt1I·azio11e 1·cQ:ola1·e ~ sia fo1·111ata da 1

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I'ilievi e da a11f1·attt1osità alct1ne delle des ané111'is111es tlp1)a1'tie11ne11t en pren1ie1· qttali abbasta11za 11otevoli, cl1e lo solcano lieu le processt1s atl1éromateux et les in varie dir·ezioni. Le due est1'en1ità del- lésions q11i e11 sont la conséq11e11ce, p11is l'arteria, co1n1111ica11ti s11perio1'111ente ed le trat1matism e de la tunique 111o)Tenne i11fe1'i01'1ne11te col tumore l1anno la forma surver1ant à l' occasio11 de ch11tes, de pe11rs, circola1,e i1or1nale. La sacca a11eurisma- de sa11ts, de bless111·es, d'effo1'ts, ecc. ,, tica, i11 basso ed i11 co1"rispo11de11za del- Nel i1ost1'0 caso f11 app11nto la sifilide la l' ade1·enza coll'esofago pI·esenta, sen1pre causa, con1e in altri l'alcoolismo, cl1e nel s110 i11ter110, t111'ape1"t111,a elittica, che preparò il ter1·e110 favorevole allo svian1n1ette il passaggio del dito indice, aper- l11ppo dell' ectasia aortica; poicl1è è opitt1ra cl1e stabilisce un'an1pia co1111111ica- nione quasi ge11e1·ale, ad eccezione di alzione f1·a la cavità P.ell'a11e111·is111a ed il c11ni, q11ali ad ese111pio, il Lancereaux ed lt1111e del ca11ale esofageo. il Le1--oi11, cl1e il p1'ocesso sifilitico colle L 'esa111e della cavità addo111i11ale e dei alte1..azioni 1111t1·itizie cl1e i11d11ce i1elle suoi visce1·i 11011 off1,e 11ulla di 11otevole. tunicl1e vascolari, deter111i11i lo s'rolgersi Il pe1'ito11eo pa1'ietale e visce1·ale è nor- dell'a1'te1'io-scle1'osi. L'influenza della sin1ale 11è si I'inviene liquido cavitario. Lo filide 11ella patogenesi degli a11e11rismi sto111aco legge1·1nente i11g1'andito, co11tic11e ao1'tici f11 01· 11011 è i11olto inessa in evi950 g1·a111111i di sa11g11e q11asi co1111)leta- denza ancl1e (lall'A1--011 (4 ), il c111ale affe1·111a 111e11te sciolto: 11a la n1t1cosa a1·rossita, 111a cl1e essa trovasi co111e fatto1'e patogeno11 p1'esenta t1'accie di lesio11i patologicl1e · 11etico dal 30 all'80 per ce11to dei casi. di a11tica o di 1,ecente data. Il fegato, cl1e Un alt1·0 fatto e.la i1otarsi è il pe1·iodo a1Jpena debo1'da dall'arco costale, pesa di tempo I'elati,,a111e11tc abbastanza 11111go~ 1400 gra111111i, spicca per la s11a pallidezza, cl1e decoI·se dal 111on1c11to i11 cui si 111acl1e è prop1'ia a t11tti gli alt1,i visce1'i, i11a 11ifesta1,0110 i 1)1·i1ni feno1ne11i di e11101'pe1· i s1toi dia111el1'i e la s11a co11figt11·a- 1..agia i11te1'11a al n1on1ento della 1no1·te> zione è no1·111ale. La n1ilza, del peso di periodo di te111po cl1e si p11ò valuta1'e a 120 gramn1i, è pit1 piccola dell' 01'dina1,io: circa 27 01·e. La n1orte in casi di 1·ottt1ra l'i11testi110 co11tie11e gra11de c111a11tità di inte1'11a di t111 a11et11'isma st1ole avve11i1'e sang11e, 111a }Jel' il I'esto no11 i11ostra 11es- ,pe1, lo pit1 in pocl1i n1i11uti; 111a talvolta s1111 ca1'attere deg110 di i,ilievo, il cl1e di- la vita si p1'ol11nga pe1, gio1'11i ed ancl1e casi per i re11i e per· gli 01,ga11i ge11itali. pe1· ore a seconda dell'ape1'tura più o lf. i11eno grande del viscere con c11i la co* * 1nunicazio11e si stabilisce. Ciò dicasi ancl1e Ecl 01·a alc1111e brevi osse1,vazio11i. I11na11zi t11tto notia1110 co111e 11ella a11a- per gli anet11·ismi, cl1e si aprono nel ca111nesi del nostro paziente si sieno 1~is­ nale alin1enta1·e. La letterat11ra - scrive il coi1t1'ati d11e dei principali 1110111enti etio- Piazza ì\la1--ti11i (5) - cita casi di e111ottisi e logici ammessi da tutti gli a11to1'i 11ella di e1naten1esi 1·ipet11te, prodotte dall'ape1·tur·a del sacco 11ei broncl1i e 11ell' esofago patoge11esi delle ectasie, la sifilide, cioè ed t111 g1·ave t1·aiz111atis1110. " 01·a, i1ella ed a1·1'estatesi per occlusione, n10111e11ta11ea al111e110, di tale perforazione. E i·i· sto1·ia dell'etiologia degli a11eu1·is1ni sc1·ive il Maragliano (2) - i t1·a11n1i i·ap- co1,da Le11det, cl1e 1"'acco11ta di un infe1,mo p1'ese11ta110 t111a parte i1npo1·ta11te, specie cl1e sopravvisse tre gio1·ni alla 1·ottu1'a pe1' l' ao1'ta discende11te. ì\ila 11on basta il di t1n ane111'isma ao1·tico nell'esofago. :Nel t1·a11111a : è 11ecessa1io che esso t1'ovi un caso nostro il fatto pt1ò trovare la s11n te1'1,eno p1,edisposto, costit11ito dalle i110- spiegazione i11 alct111e speciali pa1'ticoladificazio11i 1111tritizie dell'a1'teria "· Ed il rità. I1111a11zi t1:1tto <Jll i 11011 t1·a tta,rasi pl'O}~accelli (2) : " ÀllX CUUSeS déte1·111i11a11tes

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IX, F Asc. 191

SEZlO~E

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PRA TlC:\

p1·ia111e11te di t1na i·o ttt11·a, 111a di 11na di ctri ci occ11pia1110 du1·a11te le st1e ve1·a co111tt1ricazio11e p1·odottasi non i111- 111ngl1e soffe1·e11ze fosse stato visitato e pr·ovvisa1ne11te, 111a le11ta111e11te, pe1· t1n c111'ato da va1·ii 111edici, alc111ri a11cl1e illavo1·io di dist1·t1zio11e dei tesst1ti, dopo- l11s t1'i, 111a co111e da 11ess11no fosse sospetcl1è le par·eti dell'ao1·ta e dell'esofago tata l'affezione pe1· c11i \'e11ne a 11101·te. aveva110 aderito intin1ame11te fra loro. Sia1110, qui11di, i11na11zi ad 11no di c111ei La co111unicazione era cltl11sa, però, dalle casi di ane11I·is111i dell' ao1·tà così detti laspesse e com patte st1·atificazioni fibrinose, tenti, pe1'cl1è q11asi 11~1scosti 11ella cavità cl1e abbia1no desc1'itto, le q11ali era110 toracica, no11 est1·inseca11tisi sotto la fo1·111a andate ma11 mano foI·mandosi e sosti- di t1111101'e este1·no UJJ}lrezzabile; in11a11zi tt1endo i tess11ti n111scola1·i dei due co11- ad 11110 cc11egli a11c111·is111i dei q11ali il d otti. Ad 11n dato momento, senza u11a Lae11nec dice\'U co111c i)otesse1'0 talvolta di quelle cause, che gli a11tori ricordano esse1·e ancl1e sospettati-, 111a· diag11osticttti • • co111e capaci di dete1·n1inare la 1·ott111·a con s1cu1,ezza 111a1. di t111 ane11risma, a 111eno cl1e 11011 si A1)pt111to di 11110 (li q11esti si occtl})Ò voglia invoca1'e l'azione del bagno, 11n rece11ten1ente lo Scl11·c)tte1· (6) i11 11110 st11gr11n10 sang11igno si staccò e si ebbe il dio speciale. Il clir1ico di Vie1111a, do1Jo • • • • • • rive1'sa1'si abbonda11te del sang11e nello ave1' passato 111 1·1v1sta i seg111 co11111111, slo1naco, cl1e prod11sse la grave lipotin1ia. che \re11go110 desc1·itti dagli a11to1·i co111e I~ d t1ra11Lc la sopp1'essio11e della f11nziosi11to111i ca1'atte1·istici (lell'a11e111·is111~l aor11~tlità ca1·diaca noi })ensiamo debba estico concl11de cl1e i1esst1110 di essi 11a t111 ' positivo sict11·0 e cl1e t11tti JJosso110 se1·si fo1'111ato u11 coag11lo provvisorio, ca- valo1·e 1)ace di ostacola1~e in tutto od in pa1~te t1'arci i11 i11ga11110. I I'es11ltati dell'ascoltail fi llSSO del liq11ido sanguigno, aline110 zio11e, i11ve1·0 11on solo possono essere 11101ne11ta11eamente : al111eno 1110111enta- dive1·si, n1a possono n1a11care affatto. 11c~1111c11tc, percl1è e i conati di vo111ito, ,, L' at1sc11ltatio11 des a11é111~vsn1es de l' aoI·te e i 1110\ i111cnti del i)azientc e la stessa - ha detto il Baccelli (3) - ne do1111e 011(l~1 sa11guig11a a q11a11do a q11a11do I'i11pas s11r to11t le t1'ajet du vaissea11 et forzata ai·Lificial1ne11te dall' azio11e fisio- to11jo111's des i·és11ltats identiq11es ~ qt1e logica degli eccila11ti da noi iniettati, ta11tòt elle vo11s i·évèle de11x b1't1its di(f o\1 eva110 cont1·ib11i1·e al SllO distacco. stincts et ta11tòt 11n b1'11it se11len1e11t: c111e l)el i·esto la posizio11e dell' apertu1'a a11e11- pa1'fois a11ssi 011 pe1·çoit des so11ffles c111i ris 111atica, 1011ta11a dall'asse dell'ao1'ta e i·e1111)lacent 011 i1011 ccs b1·11its, c111c d ' a11l'essere co111e separata dalla ca\rità del tres fois e11fin il 11' existe pas de b1'11its, l1111101'e dai i·ilievi c11i sopra a]Jbiamo de so11ffle ,, . Così dicasi degli alt1·i si11accen11ato, 1~1 di1'ezione dell' 011da stessa to111i. E lo Scl1rc>tte1' 11c.1 perfetta111e11te i·a(febbono avei' co11t1·ib11ito, sebbe11e seco11- gio11e, poicl1è s1Jesso, co111e nel caso suo, (la1'ia111e11te, tl din1i1111i1'e la cr11antità del co11 i sinto111i oggetti\'i l)itl co1111111i n1ansangt1e, cl1e, nell'1111ità di te111po, passava · cano a11co1·a ce1·ti seg11i S})eciali, come i 11ello sto111aco a t1~averso l'esofago. fe110111e11i di altc1·at'1 ì1111e1·vazio11e, dovt1li l\Ia pii1 i111po1'ta11te pe1· i1oi è l'a11aliz- alla p1'essio11c st1l l'ico1·1·ente e cl1e si za1'e b1·eve111e11te alc1111i si11to111i sogget- est1·i11secano special111e11te s11lle co1·de \'Oti vi, di ct1i JJOte1111110 avei· 11otizia dal cali - st11diati dal G1·oss1na1111 ~ - con1e il 111alato stesso, 011dc vede1·e se essi pote- si11to1110 CaI·darelli - ()live1·~ delle scosse· \1a110 csse1·e sf1'11tt:1ti pe1· l111a diag11osi di a11e11ris111aticl1e t1·as111esse alla tracl1ea e· alla la1·i11ge ~ e l' alt1·0 (lei Lo11i cc.1rdiaci e· llI~obabilità ed essei· 111essi, C{t1i11di, a co11dei r·t111101·i t111e111'is111c.1tici p1·opagati fo1·tr'ih t1 to i11 casi co 11si111ili. te111e11te alla t1·acl1ea e alla la1'inge~ stil Abbia1110 già eletto co111e l'i11di,,idt10,

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quale 1·ece11te111e11Le 1--icl1ia111ava l' atte11zio11e il G1'occo (7). (~osì dicasi della disfagia, della dis1J11ea, IJe1'fi110 del dolo1·e, cl1e l)Ossono a''ere t111a ge11esi e q'l1i11di un sig11i ficato ])e11 di \ CI'SO, 1)e1· 11011 I'ico1·da1·11e alt1~i di i11i1101·e i111po1·ta11za. Talchè lo Scl11·òtte1' co11cl11de cl1e solta11to la I'adioscopia e talvolta da sola, può co11d t11·ci alla diagJ1osi esatta di t1n anet11--is111a late11te dell' ao1'ta. Pe1·ò 11011 bisog11a din1e11tica1'e cl1e a11cl1e dalla 1·adiosco1)ia 11011 se1111)re si 11a11t10 I'es11ltati 1

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cl1e l1a studiato le disestesie e le a11estesie dov11te agli ane11ris111i affer1na cl1e il dolore 11011 di r·ado 1·app1..ese11ta 11el periodo i11iziale 1'1111ico si11to1110 di u11 aneu1·is111a ao1·tico e 1·itiet1e co111e 111assi111a ge11e1'~tle cl1e data la 1)e1·siste11za di 11na nev1--algia i11te1·costale sia do\ eroso a11alizza1'e l' anan111esi e l'esa111e o]Jietti\ 0 seco11do la di1--ettrice di 1111 a11e111·is111a. Fi11al111e11te il Ma1·agli a110 (11) - lJer· 11011 a11da1"' t1·01JJJO pe1--· le 11111gl1e co11 alt1'e citazio11i - sc1·i'1eva 01· 11011 è 111olto~ cl1e '· il fe110111e110 dolo1~e l1a iI11111e11so ' alo1'e diag11ostico }Jer rico11osce1,e 11n a11et11·is111a dell'aorta, s1Jecie d11rante i J)I"i111i l)eI'iodi ':. Ed aggi1111ge i11 t1n altro la·~;ro1·0 (2) cl1e " og11iqual,rolta sia1110 di ft"Onte ad t111 i11di\rid110, cl1e 11a soffe1·to di i111 t1·a11111a al do1·so, i11 c11i si so110 successi, a111e11te 111a11ifestati dei dolo1·i, al1bia1no se1n1J1·e ragio11e di sospetta1--e t111 ane11risn1a ., . A co11fc.'1·111a di tale assc1·to 1,ico1,de1'e1110 cl1e l'ill11st1·e Cli11ico di Gc110,"'a el>1Je, d111'ft11te il 1901, i11 ossc1'\razio11e 1111 a111111al:1Lo, i11 c11i fece diag11osi di a11e11risn1a dell'aorta, se11za alc11na ]Jase 0J1ietti\ a, te11e11do co11to del dolo1·e localizzato al seg111e11to dorsolo111ba1·e, i1011 gi11stifica]Jile da alt1·a ca11sa e co11sec11tivo a t1·a11111a. A q11esto del Ma1·aglia110 11oi })Ot1·e1111110 aggi1111ge1·e 1111a l1111ga se1'ie di casi, 111a ci li1nite1'e1110 a i·ico1--da1--11e solo alc1111i, con1e il caso di a11et11"'is111a so1)1·a, alvola1'e ao1'tico dello Zagari (12), i11 c11i il dolore costit11iva <' il })l"'in10, il JJiì1 pe1·siste11te, il piL1 1110lesto dei si11to111i i·ile\ ati ~, ~ il caso (lel Friclz, di a11e11ris111a dell'ao1·ta addo111i11ale, 11el q11ale 1)e1' 111olto te1111Jo 1'1111ico si11ton10 obietti\)"o era costit11ito da t111a ne\rralgia intercostale: cr11ello di Ht1cl1aI·d, u11 i11dividtto, cl1e da 4 an11i soffrÌ\'a di dolori to1·acici fo1·tissi111i, localizzati a sinistra~ JJel' c11i i n1edici a\'e,yan fatto diag11osi di 11e, ralgia. Egli i11, ece, pe11sò ad i1n a11euris111a e da u11 esame attento e dalla r·adioscopia il st10 J)C11sie1'0 \"e1111e co11fe1·mato. E }Jer di111ost1·a1'C con1e tal,Tolta si })Ossa a'rer·e la co1111Ja1·1

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Così il 1\fo11ta1·d-:\Iarti11 diag11osticò i111 a11et11-.is111a aortico 111e11t1·e si t1·atta, a di ecto1)ia del c1101·e dest1"'0 : così il Ki1'chgasse1· (8) sca111])iò 1111 caI·cinon1a, cl1e a\'C, a il s110 i11izio dal ca1..dias~ pe1· i111 a11e111. is111a ao1·tico. I fe110111eni soggetti\ i, cl1e co111e J)Ote.i111110 l·ileva1·e dalla ])1·e,--e sto1·ia a11a11111estict1, il 11ost1·0 })azie11te a''e''a i11 vita acc11sato'I f11ro110 : t111 dolo1·e vivissi1no, a cara lte1·c i1e\r1·algico'I I"'i])elle ad og11i c111·a localizz::lio alla l>ase del costato si1rist1·0; 'ìa1·i dist111·})i della ft111zio11alità gast1·ica e la dis1J11 ~ a, da c11i, ad ~lccessi, di q11a11do i11 q11a11do e1·a colpito. Il dolo1·e a f 01·1n a 11e,~1. algica è il si11ton10 soggetti,1 0 pit1 costa11te cl1e si t1'0,1i 11ei 111 ~1la ti di a11e111"'is i11i ao1'tici e sul c111ale , t11tti gli a11to1~i I'icl1ia111a110 l' atte11zione. H11cl1a1·d (9) desc1·i, e le ' 'a1·ie i110dalità (lel dolo1'e a11e111·is111atico e st11dia le s11e localizzazio11i e le variazio11i cl1c s11])isce 11elle '' a1~ie IJosizio11i dell'i11di,'id110. Pe1· l'H11cl1a1·d la 111a11ifestazio1:ie del fe110111e110 dolo1'e 11011 di1)e11de ta11to dal ol11111e dell' a11e111'is111a e dalle lesio11i os~ce seco11da1·ic l1st11·a di co1"'pi \re1·tcb1·ali e di costole - cl1e 11ella s11a e\'Ol11zio11e l)tlò dete1"111i11a1"'e, c111ai1to dalla sede cl1e occ111Ja i11 \ icina11za di tro11cl1i 11er, osi. Pe1· qL1esto a11tore la sensazio11e dolo1·osa 11011 è t111 fe110111e110 costa11te, 111a della }Jiit g1'a11dc i1111Jo1·tanza, ta11to cl1c è tal,·olt~l l'i111ic::t est1·i11secazio11e di "' l 111 • t~ctasia ,,. a s col~11·e. A11cl1e il 11.,ricl~ ( 10),

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SE ZIONE

teci1lazio11e di 01--g~111i e \ isce1·i i1111lo1·t~\11ti. se11Za cl1e di ciò si a]>])ia all' este1·110 11css1111 fe11on1e110 oggetti\ 0, 11011 sa1·à i1111tile 1·icordare ancora d11e altri casi, q11ello del Dela11na)r e q11ello del l\ilo1--elli. Il l)ela1111a~r (13) descrisse t111 caso di a11e111·is111a della 1)a1·te posteriore dell'a1·co dell'aorta co1111lri111ente il neI""\'O ])I1e11111ogast1,ico e la t1·acl1ea, alla q11ale il t1111101·e era i11ti111a111ente ade1·e11te. Ness1111 segno o]Jietti\ 0 si e])be i11 'rita: solta11to il i)a1:ie11te acc11sa, a dolo1·i, cl1e i n1cdici i·ite1111er·o di 11at111,a 11e\rralgica~ e diSJlnca e ca1·dio1)al1no 11el can1n1i11a1·c accele1·ato. I.J'all tc)11s i a (lin1ost1·è) t1·a tta1·si di 1111 a11e111--is111a. Il caso i·iferito dal l\101·elli (14) è a 11cora IJi i1 i1111)01·ta11tc. Nella Cli1rica del Gallozzi \re1111e a i1101·te t111 i11cli,·id110 co11 1111a si11Lo111atologia, cl1e - a detta dell' A. 1·assc>111iglia\r ~l Jle1· i11olli as1)etti a q11ella cl1 e ft1 de110111i11al~l JJCt1·alisi di J:>fliige1·, di1le11de11te, cioè, da ir·1·itazio11e dei 11e1·, i s1>la11c11iri. Alla sezio11e cada\ c1·ica, 1)1·atica L't cltti })rofesso1·i I; e1·1·a1·a e Scl1r611, si Lrc>,·ò ill cor1·is1)011cle11za della 7 n, 8a, ~) a . 3 1( ) (.' 11 a \TCrte))}'é\ dorsale llll' ~llll})i0 allelll'iSJll <l s ~lccifo1·111e. (lel \ ol11n1c di 1111 grc)sso li111011c ~ s''ollosi i1ella ca, ità plet11·ic<l si11ist1·~1 ed i11 essa co1n1111icantc pe1· 1111<t 1>iccola a1)e1·t111·a del sacco a11e11ris111alico. I co1·1)i d elle \ erteb1·e SOJ)l""a rico1·cl~1 le e1--a110 er·osi e fc)1·111a\ a110 essi stessi. JlI·o11rio co111c 11el i1ost1·0 caso, la pa1·cte J)Osteriorr del sacco ane111·is111atico. 1)ie110 di g1·11111i sa11g11ig11i st1·atificati. E1>11e11e a11cl1e qt1i l' aI1e111·is111a 11011 ei·a slato 11epp111· 1011ta11a111e11te sos1)ettato ~ e l'a11tore a gi11stificazio11e clclla 111a11cata diag11osi aggi1111ge: " cl1e l'a11e11ris111a della to1·acica discende11tc a])]1ia })<)t11lo sf11ggi1·e al nost1·0 csan1c i1ot1·à 1·ecé11· 111e1·aviglia solan1ente agli i11es1)e1·Li~ i)oicl1è è · 11otissin10 cl1e gli a11e111·is111i })Osso110 11011 da1·c 1--11n1ori~ 11è to11i: e allo1·a, q11a11do l'a11e11risn1a 11011 è accessil)ile alla \ isla o al tatto i1011 è }lOssibile diag11ostica1·lo ., . Pe1·ta11to il caso da n1e desc1·itto è tuia 11t10,,a co11fe1·n1a dell'i1111)01--ta11za cl1e al 1

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PRATlCA

fe11on1e110 dolore de,re esser data i1ella diag11osi di ane11ris111a ao1"tico, si11to1110 soggetti, 0 cl1e n1aggior111e11te e q11asi da solo i·icl1ia111ava l'atte11zio11e del pazie11te e })OÌe\ra fai· 11ascere il dubbio di 11n' ectasia aortica 11ei 111edici cl1e lo ebbe1--o i11 c111·a. l~ a rafforza1·e qt1esto d11bbio poteva110 co11co1·rere la dispnea e i dist111·lJi gast1·ici ~ la dispnea, la q11ale, senza cl1c l'i11di,rid110 a\resse soffe1--to i11 precede11za di affezio11i dell'appareccl1io respirato1·io inso1'ge\ a ad accessi, specie dura11te la dea111])11lazione affrettata e i dist11rbi gast1·ici, g1'a\ issin1i, ta11to da i·eclamaI·e u11a dieta 1·igo1·osan1e11te lattea }Jer vari i11esi ~ dal i110 L11e11to cl1e sappia1110 che a11cl1e la disp11ea è un fe1101ne110 soggetti,ro deg110 di essere preso i11 considerazio11e e cl1e })llÒ fai-- 11asce1'e il sos1)etto di 1111 a11et1ris111a aortico. " La dispnea i·ipo1,.ter() a11co1,a llna ,,olta q11anto scrive il Ma1·agliano, }ltlò costit11i1--e Ltn indice di 1111 a11e11risn1a latente. \ 7i sono i11divid11i dis1)11oici contin11ame11te o ad accessi, i11 c11i 11011 esiste alc1111a ragio11e fisica a1Jp1--ezza]Jile cl1e ci }JOssa spiegare q11esto dist111·bo. 'l~ ale dist11rlJo è dovuto alla co111p1·essio11e del 1·a1110 to1~acico del p11e11111ogast1'ico, con1pressio11e cl1e }Jt1ò }Jrod111·1·e talo1·a a11che veri accessi a11ginosi ., . (:osì dicasi dei dist111·bi gast1·ici, i q11ali se tal\ olta - co111e le disfagie - }JOSso110 esser·e conseg11e11za di lesio11i i11ac1,osco1Jica111e11te a1Jp1·ezza])ili, dov11te alla co1111)1·essio11e od allo spostamento de 1 ca11ale ali111e11ta1·e, alt1·e ' olte, i11\rece, so11 o se1111)licc111e11 te lega le all'alterata f1111zio11alità 11e1·\ osa. 1

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~lppunti

bibliog1·afici.

(1) Kelynack, in <.( The Lancet )) 24 luglio 1897. (2) Maragliano E . Arzeurisn1i ctorlici lale11li dicl grzosliccili colla radioscopia. in << Gazzetta clegli Os1)edali e dell~ Cliniche >) 1900, p. 273. (3) Baccelli G. Des ruzéorys11zcs de l'aorlcL, in Se1naine medicale, 1898. p. 137. Aron, Etiologia e terapia degli a11eurismi <ielI'aorta. in « Berl. klin. 'Vochenschrift., 1899, n. 12. <5) Piazza-Martini. Malattie dei va$i sru1gzLig11i..

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POLICLI~ICO

in <( Trattato italiano di Patologia e Terapia medica. >) Milano, Vallardi. (6) Schrotter. \Viene·r Klinische vVochenschrift, n. 38, settembre 1902. (7) Grocco. Di L111 si11tomo poco 1zoto dell'a1zeuris1na dell'aorta toracica. Comt1nicazione al XII Congresso di medicina interna. (8) Kirchgasser. U11 caso di errore diagrzostico di a11eurisma aortico, corzseciLlivo all illumi1zazio11e corz i raggi Roerztgerz, in <<. Miinchener inedicinische 'Vochenschrift, n. 19, 1901. (9) Huchard. Le rzevralgie degli a11ei1risnzi, in « .J ournal d es Praticiens, 20 maggio 1899. (10) Fr·ick. Discstesie-ariestesie da a11eurisma aor- . tico, in <<. Wiener l{linische vVochenschrift, n. 25, 1901, (11) Maragliano E. Attzzalità scie1zti/iche - A1zeurismi aortic in <( Gazzetta degli Ospedali e delle Cliniche, n. 90, 1901. (12) Zagari G. Per f(l diagnosi di arzeurisn1i aortici a rara esplica=.io11e, in « Archivio italiano rli Medicina interna. Vol. 4'', fase. 1-2, 1901. (13) Delaunay D. Arz1z11aire de 1ilédeci11e et de Chirizrgie pratiques, 1858. (14) Morelli P. "'4.1zeurisn1a dell'ctorta toracica disce11de1zte, ecc., in <( Rivista clinica e terapet1tica » del prof. De Renzi, 1885. 1,

NOSTRE CORRISPONDENZE DA PARIGI T11bercolosi genitale. (Lezion e del prof. LEGUEU).

Per tt1bercolosi genitale intendo la tt1bercolosi del testicolo, del canale deferente, della }Jrostata e delle vescichette seminali. Spesso trovasi associata in tt1tti questi organi; quando si s'1 ilt1ppa in t1no, rapidamente invade gli altri. Trovasi in tt1tte le età, però è ]Jit\ con1t1ne nell'età adt1Ita. E' rara nei vecchi e nei fancit1lli, è eccezionale la congenita. Nel testicolo le J)ri111e n1anifestazioni si hanno a carico della vaginale dando lt1ogo all'idrocele sieroso e alla vaginalite plastica. L'idrocele sieroso si manifesta qt1asi in tt1tti i casi di tt1berco~osi testicolare; si ha t1n liqt1ido chiaro, di colore giallo citrino, nel qt1ale trovasi il bacillo di Koch. La vaginalite plastica è dovt1ta alla reazione, all'ispessimento e alla ])roliferazione rlella sierosa. I/epididimo è attaccato sempre i1nn1ediata111ente dopo e la tt1bercolosi è caratterizzata <talla formazione di grossi nodt1li nella testa, nella coda e qt1alche volta in t11tta la lt1nghezza clell'organo. Nel testicolo la tt1bercolosi si locali zza soprat11tto nel corpo d'Higmoro sotto for1na I

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di nodt1li, ordinariamente caseosi e talvolta disseminati per t11tto l'organo. Nel canale deferente apporta le lesioni all'origine ed alla fine di detto canale sotto forma di deferentiti e perideferentiti. Il calibro del canale diviene n1olto più considerevole in seguito alle localizzazioni t11bercolari disse111inate attorno ad esso. Nella prostata dà luogo a prostatiti tube1~colari disseminate e massiccie. In certi casi la tubercolosi si i11anifesta sotto forma di noduli disseminati, irregolari, 1na in altri casi la lJrostata intera è presa, caseificata e trasformata in una grande caverna, dove l'urina, man nlano che esce dalla vescica, viene a soggiornare. Si forma, con1e t1na vescica secondaria, che ostacola il cateteris1no . .Alct1ne volte questa caverna si apre nel retto, dà luogo a SU}J])ttrazioni pe1·ineali, a fistole, che rappresentano l'evo• lt1zione d't1na tt1be1~colosi prostatica. Nelle vescichette se1ninali si presenta sotto forma di nodt1li caseosi, di cavità, che talvolta si fondono con qt1elle della prostata for111ando così t1na grande caverna. Si11Lo1n(tlologi(l. - Clinicamente la tt1bercolosi genitale è caratterizza ta da segni esclusivamente obiettivi; si ha l'assenza di segni st1biettivi, di dolore. Si ha una modificazione di volt1me negli organi, 1na qt1esti essendo profondi, la tt1bercolosi resta latente, sconoscit1ta per ttn certo te1npo. Ordinariamente la tt1be1"colosi genitale si manifesta per scola111enti t1retrali, per lesioni testicolari e IJer fìstole. Lo scola1nento t1retrale è raro; qt1ando esiste è persistente, ribelle a(l ogni i11etodo ct1rativo. L'esame i11ic1~oscopico rivela dei le11cociti, delle cellule epiteliali, co1ue in tt1tte le prostatiti croniche, assenza di gonococchi, di altri microbi secondarii, i11a talvolta col proce<;so speciale di colorazione si trova il bacillo di Kocb. Spesso si manifesta con lesioni testicolari, con epididi1niti acute, del tt1tto si111ili alle inanifestazioni blenorragiche, con tt1tti i sintomi banali della comune infia1n111azione. Si differenzia faciln1ente dalle lesioni blenorragiche, c111ando c'è assenza di scolamento t1retrale, ma qt1ando qt1esto esiste, non è possibile fare t1na esatta diagnosi. Questa for111a act1ta però è rara. Oltre di cruesta forma act1ta abbia1no la cronica. L'epididi1110 è at1mentato di vol11me in totale e talvolta parzialmente. È indolente; il dolore è in rapporto solamente colla rapidità dell'evolt1zione del processo e non colla stia natura. I noduli sono irregolari nella loro superfìcie. Le aderenze si stabiliscono solamente nell evolt1zione act1ta, qt1anclo si f or111ano le fistole, c1t1ando c'è un'infezione secondaria.

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<;EZIOXE

I no(luli epididimarii possono essere })lenorragici o t11bercolari. Non si pttò 1)ensare alla sifilide, perchè questa affetta il testicolo e la testa dell'e1)ididi1no. Si differenzia110 tenendo conto '.lell'ana1nnesi, del decorso. I... e aderenze non (lepongono nè per l't1na affezione, nè per l'altra, poichè si foI·mano nel periodo ac11to. Le fistole sono proprie della tubercolosi, perchè giam111ai si hanno nella blenorragia. Inoltre l'esplorazione dell't1retra può riscl1iararci la diagnosi: i restringimenti depongono peI· la blenorragia, n1entre l'esplorazione negativa dell'uretra per la tubercolosi. Nei casi dubbii s'invita l'ammalato ad urinare, appena si leva (lal letto la mattina, in due bicchieri, per constatare la presenza o no di filamenti e quindi gli esiti della blenorragia. Nella vaginale vi è se111pre del liquido, 1na talvolta è in così poca quantité\ da dare la sensazione, che il testicolo è ingrossato. In altri casi la ({Uanti tà di liqt1ido è grande ed allora si ha l'idrocele Jlaccido e l'idrocele disteso. Il tlacci(lo è il pitì. con1une, si lascia deprimere, è fiutlt1ante al movimento, l'epididimo è aumentato (li volt11ne. Nell'idrocele disteso il testicolo è tal \Tolta nascosto; alla palpazione si trova normale per forma, per sensibilità e per su1)erficie. \'i sono dei casi, in ctti il testicolo è at1menta to <li volu111e, iua sono rari. l... e lesioni (lel canale deferente si trovano nel st10 tragitto scrotale, ingt1inale e retroingt1inale. In Cfllesto caso l'esplorazione rettale associata alla i)alpazione addominale 1)er111ette l'es1)lorazione del canale. La prostata tt1bercolosa n1ai è i1)e1·trofizzata. Coll'es1)lorazione rettale si pal1)ano alla sua superficie dei noduli della gran<lezza di grani di i11iglio, tutto affatto (lifferenti clai noduli cancerosi. Le vescichette seminali si sentono at1n1entate di volt1111e, essendovi perivescicolite, tt1n1efatte, irregolari, i11entre allo stato normale raramente si palpano. La tt1be1·colosi genitale ha differenti evolt1zi<>ni I nodt1li possono suppt1rare, aprirsi all'esterno e for1nare delle fistole. Pt1ò guarire <lefinitivamente; il nodulo caseoso diviene fibroso. Può generalizzarsi a tutto il sistema ttrinario, alla vescica, ai reni deter1ninando la morte del paziente Czzra. - Il trattamento ct1rativo è generale e locale, medico e cl1irt1rgico. La ct1ra inedica o generale è il trattamento delle co111t1ni tt1bercolosi: acque clort1ro sodiche, sali (\i Biar1·ftz ecc. Per il trattan1ento chirurgico non sono i)artigiano dei piccoli interventi: i11iezioni, raschia111enti ecc., perchè in tal modo vengono atl aprirsi e a propagarsi anco1· pitì. dei focolai chit1si Non sono pt1re partigiano dell'ablazione totale del testicolo nei casi di nodt1li epidi<li-

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marii. Coll'epitlidi1necto111ia si sopprin1e la funzione generatrice del testicolo, ma si conserva la funzione interna, della qt1ale pitì. non si (\t1bita. All'epididimecto111ia s1)esso bisogna far se· gt1ire l'ablazione del canale deferente, che si fa faciln1ente per la via scrotale ed ingt1inale, e la spermatocistecto111ia. ~1entre per le lesioni st1perficiali rept1to opportuno operare il pitì presto possibile, per le profonde sono conservatore; le tratto medica111ente: sono lesioni~ che restano torpide e possono guarire. Nelle lesioni fistolose, indizio cli gravità e di com1)licazioni, è preferibile l'operazione. Pa1~igi, 2 marzo 1903. Dott. Filippo Cutt1ri.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA Sull' azione patogena dei bacilli tubercolari. Il prof. Maffucci, del quale è nota la specialissima competenza nello studio anatomo-patologico e sperimentale della infezione tubercolare, ha tenuto una conferenza sull'azione del bacillo tube1·colare proveniente sia

dall' uo1no, sia dagli aniniali bovini, sia dai polli sulle di11ersc classi di ani11ia li da esperiniento di grossa «! piccola taglia. L'A. si è servito del prodotto della tubercolosi umana dei cadaveri, che più potevano far sospettare che la tubercolosi fosse stata di Grigine bovina; ciò per la forma e per la sede della lesione. Da tutte le sue ricerche finora fatte e da altre in via di esperimento (riflettenti la in1munità dei bovini, determinata dai virus tubercolari attenuati, nonchè dall'azione dei sieri di questi ultin1i anin1ali), egli viene per ora alle seguenti conclusioni : 1° Il bacillo della tubercolosi bovina è grandemente patogeno pei bovini ed ovini. 2° Il bacillo della tubercolosi un1ana detern1ina nei bovini ed ovini una lesione tubercolare transitoria che guarisce, generando disturbi trofici che possono lentamente scomparire. 3o n bovino è capace di abituarsi a forti dosi del bacillo della tubercolosi un1ana. 4° Con cinque prodotti tubercolari provenienti dalla tubercolosi umana, innestati in cinque vitelli diversi sotto la cute, la lesione prodottasi è restata sempre locale ed ha finito con una con1pleta guarigione della stessa, ciò che non è avvenuto per la tubercolosi bovina, che si è resa progressiva per tale via di introdu• z1one. 5° In due vitelli iniettati nella via venosa con la tubercolosi di origine u111ana, a forti dosi, in uno dopo 8 n1esi (con 50 millg. di massa bacillare) non si è trovato traccia di lesione tubercolare, nell'altro dopo 50 giorni dalla patita infezione (con 200 millg. di n1assa bacillare) esisteva un tubercolo al polmone allo stato grigio ed in fase regressiva.

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6° Il bacillo della tubercolosi umana può restare vivo nei tessuti di un vitello fino ad 8 mesi, se l'ascesso che ne consegue viene incapsulato. 7° La tubercolosi dei polli è fortemente tossica per tutti i mammiferi da esperimento ed ancora in quelli d1 grosso taglio co1ne i vitelli. 8° La reazione alla tubercolina (saggiata colla tubercolina proveniente dalla tubercolosi umana) riesce positiva negli animali sotto l'influsso della tubercolosi dei polli, bovina ed umana ; ciò che depone in favore della parentela che hanno i tre bacilli fra loro. 9° Le pecore resistono alla tubercolosi umana co1ne i vitelli, ma possono morire di setticemia tubercolare se vengono innestati con tubercolosi di pollo e con tubercolosi infiltrata, se innestati con tubercolosi bovina . 10° La questione se la tubercolosi bovina non è di grande danno all'uomo pel suo contagio, resta sempre aperta: le ricerche finora fatte nel mondo scientifico non l'hanno risoluta; dalla ripetuta osservazione clinica e dal consecutivo esperi1ne11to, si attende la risposta. ( Clin . 11iod., a. 1X, n. 4).

Esaminando una regione frontale dell'estremità cefalica di un embrione di 30-36 millin1., si vede il piano della bocca con due solchi paralleli alla mandibola, uno interno ed uno esterno. Da tali solchi si fa il canale di vVarthon e la glandula sottolinguale. Gli AA. credono che provenga la ranula dai lacerti epiteliali che restano inclusi nelle profondità fuori della chiusura del solco esterno. Infatti i rapporti della ranula corrispondono a quelli che ha tale solco. L'esame intraglandulare non ci indica falsa tale interpetrazione poichè può darsi che i cul di sacco glandu lari trasportino con sè dei pezzi epiteliali, dai quali poi si forma la ranula. Di piL1 ]o sviluppo di tali ranule è del tutto simile a quello di una ciste mucosa. Poi la struttura dell'epitelio delle ranule ricorda perfettan1ente quella dell'epitelio del piano della bocca e l'essere ciliata ci sta ad indicare una inclusione dell epitelio del piano della bocca che ad uno stadio è ciliato. Per questo per a vere una guarigione completa basta estirpare co1npletamente la ciste senza toccare la glandula o se non si può fare una estirpazione co111pleta fare delle causticazioni.

Alterazioni specifiche del sangue ott~nnte con l'iniezione di urina.

ltlorte di lln bambino per rimozione di to11sille.

Su queste modificazioni ha fatto delle ricerche il Schaltenfroh giungendo al1a conclusione che con le iniezioni di urine umane, di capra e di bue nel conigli© e nella cavia co111paiono nel sangue di questi anin1ali delle en1olisine specifiche. Con le ini~zioni di urine di cane si è anche riscontrata la produzione di agglutinine. ( ArclJ. f. Hyg., vol. 44, fase. 4, 1903 ).

Il D.r STE\\"ART racconta nel Lancct del r 5 novembre 1902 il caso di un ban1bino emofiliaco morto per en1orragia infrenabile dopo l'operazione della tonsillotomia. I l sangue si infiltrò tra i 111uscoli della nuca e nel tessuto sottomucoso del faringe e del laringe.

Diagnosi precoce dell'ittero. Il D.r J. Boui\IA, di Utrecht, raccomanda per la diagnosi precoce dell' ittero di non esaminare soltanto l'urina, ma anche il sangue, percl1è spesso la sostanza colorante della bile circola nel sangue, senza che se ne riscontrino traccie nell'urina. Il 111etodo raccomandato dall'A. per la ricerca nel siero di sangue si fonda sul fatto che la bilirubina precipita in presenza di fosfato di soda e di cloruro di bario. Il precipitato, si tratta agitando, con ferricloruro ed alcool con acido cloridrico. Se vi sono anche minime traccie di pigmenti biliari nel siero di sangue il liquido assume un'evidente colorazione verde bluastra. (Di:ntsclJt' 1ned. ffl'och.)

PRATICA PROFESSIONALE CASUISTICA Patogene. i della rannla sottolinguale comu11e. C1..:xEo e Vr.A~ (Presse 111éd.), dimostrano che la ranula sottolinguale è una ciste 111ucoide del piano della bocca sviluppantesi a spese del solco paralinguale esterno (solco esterno del piano della bocca). La ranula riposa per lo più sul t11iloioideo, la glandula sottolinguale è respinta in basso e infuori; il canale di V/a rthon è posto all'interno ed è imn1une. La parete è fatta da un epitelio polimorfo e molto fragile, cilindrico poliedrico, vibratile in degenerazione mucosa, che sta sopra connettivo adulto o en1brionario. È stata creduta una ectasia del canale di V./arthon, una provenienza dalle glandole di Nuhn-Blandin, o della sottolinguale per sclero:;i di porzione della glandula o per un cistoepitelioma della glandula stessa. In1bert e Jeanbrau hanno an1n1esso si tratti di una lesione congenita senza però precisarne l'origine e solo dicendo che le ranule ad epitelio vibratile provengono dal canale di Bochdaleck.

APPUNTI DI TERAPIA Emorragie utert11e per ritenzione placentare. Condotta da tenere.

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Il dott. E. DABOUT pubblica nel Journa l des praticiens due casi di emorragie uterine per ritenzione di placenta e trae da queste due operazioni le seguenti conclusioni pratiche : Prima di tutto che le irrigazioni di acqua bollita tnolto calda non sono sen1pre sufficienti a frena re la . emorragia.


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St::ZIONE

Poi che bisogna scollare la placenta più presto che si può e tanto più se vi è inerzia uterina. Il fecondamento artificiale per l'irritazione che produce nell'utero, pro voca le contrazioni dell'organo e qltindi quelle dei vasi donde ha origine l'emorrag ia. Se le irrigazioni d' acqua caldissima non arrestano sempre l'emorragia, esse continuano però, fatto il seconda1nento, a provocare la contrazione del muscolo uterino ed evitano così la possibile produzione di una nuova emorragia Per il volume d'acqua sterile che passa nell'utero, essa fa poi l'asepsi dell'organo e ne impedisce l' in fezione. Lo stato generale non deve essere trascurato : sostenere il cuore, e' itare la sincope, sostituire subito nella circolazione il volume di sangue perduto : perciò iniezioni di etere e caffeina, iniezioni di siero artificiale. Se non si é sicuri di avere estratto tutta la placenta, appena la malata ha una elevazione, anche lieve, della temperatura, si faccia il raschiamento o, meglio ancora, l'ecou.illonage) meno pericoloso in un utero molle che non ha ancora fatto l'involuzione sua. Dopo questo, iniezione d'acqua iodata, non d i sublimato che è troppo velenoso.

La compressione pubio·manuale come tratta· mento delle emorragie dopo il secondamento. Le emorragie che vengono dall'utero dopo il seconda111ento sono dovute all' ineIJia di quest'organo. Questa inerzia spesso è totale ma non di rado essa è parziale, limitata cioè ad nna sola parte della parete uterina. Se questa parte inerte dell'utero si trova posteriormente, essa può passare inavvertita, perchè l'ostetrico trova l'utero duro, contratto al disopra del pube. Se viene sangue dall'utero l'ostetrico deve subito provvedere : qualche volta esso viene da lacerazione del collo ma qualche volta da inerzia parziale del corpo. , Le irrigazioni con acqua caldissima non sempre si possono fare se non si ha l ' acqua bollita e ben calda a disposizione : allora si consiglia di introdurre la mano nell'utero per evitare più diretta1nente la contrazione uterina, ma ciò espone all'infezione della donna, provoca grave dolore e riesce talvolta inefficace . Il dott. JE.\~ REURE, allievo del prof. Fochier di Lione, propone la compressione pubio-manuale che egli giudica superiore a tutti gli altri mezzi, come segale, che è troppo tardiva nella sua azione (occorrono circa 1 5 m inuti) compressione dell'aorta addominale contro la colonna vertebrale, tamponan1ento intrauterino etc. Questa compressione pubio-manuale è priva di qualsiasi pericolo ed è piena di efficacia e di semplicità. Eccone la descrizione : tenendosi preferibilmente sul lato sinistro della m alata, l'ostetrico spinge l'estren1ità delle quattro dita riunite della mano destra dietro l'utero, fra quest'organo e la colonna vertebrale ; penetra quant o pit'.1 profondamente è possibile e riporta quindi la mano in avanti in n1odo da con1prin1ere l'utero contrattile in tutta la sua altezza, sia contro il

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PRA..TlCA 1

pube, sia contro la mano sinistra, che é distesa a piatto sulla parete addo1ninale al davanti dell'utero, appoggiata pel suo margine cubitale sull'orlo superiore del pube. Nei casi nei quali l'inerzia non è che localizzata, la compressione può limitarsi ai punti inerti. Del pari si può sospenderla durante la contrazione tenendosi pronti a riprenderla non appena l'iner.zia di nuovo si nianifesti. La manovra può protrarsi IO, 1 5, 20 ed anche 2 5 minuti senza notevole fatica, in grazia dei riposi permessi all'ostetrico dalle contrazioni. Nessun preparativo è necessario, non si perde tempo. Non occorrono né strumenti, nè aiuti. L'effetto è in1mediato e permette di attendere la preparazione o gli effetti di altri n1odi di cura (ergotina, iniezioni caldissime. iniezioni di siero artificiale).

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Il prurito nell'eczema. Certi eczen1i sono assai pruriginosi. Le soluzion i di cloralio, di acido fen ico ; le pon1ate al n1entolo, al guaiacolo calmano i pruriti. La cocaina è n1eno efficace specie sulle 111ucose. Si può nondimeno adoperarla in pon1ata all'uno per cento. Il cloralio rende buoni servigi in lozioni all'uno per cento o in applicazioni permanenti: Idrato di cloralio Glicerina . :\equa . .

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Il mentolo sarà incorporato in pomata all'I : roo: Vaselina . Mentolo Paraffina . Amido,

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Il n1entolo ed il guaiacolo possono venire associati nella seguent e pomata, che è eccellente: Mentolo cristallizzato . Guaiacolo puro sintetico Ossido bianco di zinco. Vaselina bionda . . . • • Paraffina •

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Le lozioni con l'antica soluzione di Go\Yland (su-

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POLICLlNlCO

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blimato ed et11ulsione di mandorle amare) sono raccomandabilissime. La lozione seguente è però più semplice, per il tipo, della soluzione di Gowland: Sublimato . . . . . ana cgm. ro . . Cloridrato di amn1on1aca Latte di mandorle o acqua di lauro ceraso . • • • • . gn1. IO Acqua distillata . • • • • . )) 240

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RUBRICA DELL' UFFICIAL.E SANITARIO ed

IGIENE

La vaccinazione antivaiolosa obbligatoria in Francia. Già in altre pagine di questo periodico abbiamo avuto occasione di trattare l'argomento delle vaccinazioni e · 1·ivaccinazioni contro il vaiolo, cercando di tener dietro al movimento attuale che in qltalche parte si fa in pro e in contro di questo mezzo profilattico. Ricordiamo al proposito che di 1·ecente il Britisch Medicai Joiir1zal dedicò un nu111ero speciale a difesa della vaccinazione, dato il movimento quasi insurrei. zionale cl1e da ql1alcl1e te111po si andava. accentuando in Inghilterra. Per conto nostro dobbia1110 dichiarare che, per q11anto a1nmiratori dei metodi vera1nente uni ci nel loro genere e nella loro applicazione, di isolamento e di applicazione che l'Inghilterr·a, e in ispecie la sua i11etropoli, adopera contro il ·vait1olo, ed am1niratori dei i·ist1ltati vera1nente splendidi che per questi mezzi se ne ricavano, e sebbene con,rinti che per q11esta come per tutte le altre epide1nie, nessuna profilassi è pitì. efficace di qt1eJla diretta, -tendente cioè a rendere innoct1i fin dall'inizio i ger111i patogeni, non 1)ossia1no per<? disconoscere che il conferimento dell'immt1nità artificiale i)er mezzo della vaccinazione ha in sè t1n tale attivo di successi, da non potersi disct1tere. E senza dilungarci troppo in q11esta eteraa qt1estione la ccuale, mentre e.la un lato se111bra esat1rita, pur t11ttavia ad og11i istante ripullula fino a commt1ove~e l'opinione pt1bblica e ad essere, co1ne in Inghilterra. portata in Parla111ento, ci contentiamo di citare le brillanti e convincer1ti statistiche della Gern1ania e dell'Austria, special1nente q11elle eh~ si I'iferiscono all'esercito, come anche le statistiche dell'esercito nostro, e citiamo il Giappone il qttale, provato come è da secoli da questa terribile epidei11ia, ha reso obbligatoria non solo la vaccinazione, ma anche la rivaccinazione. con piace1·e quindi che vediamo anche la Francia m ettersi ardita111ente st1 qt1esta via, ed è perciò che interessantissima ci sembra la discussione sorta st1l proposito in s~no all'Ac~a­ demia di n1~dicina e della q11a1e credia1no utile dare un cenno il I)i ì1 i)ossibilmente esteso e com1)leto. Nel 15 febbraio 1902 è stata definitiva1nente appro,'ata dal P~rla111ento f1·ancese la .legge relati va alla protezione della salute l)ubbl1ca, l egge studiata da molti anni, n1a se1n1Jre aggiornata. 11 paragrafo 6) di questa legge tratta della. vaccinazione e della rivaccinazione obbligatoria ed è così conce1Jito : l..1a vaccirza:io11e milivaiolosa e obbligatoria 1zei prinii ltrz12i di vita, così co111e la rivaccina:io1ze n.ll'ztndeci11zo e al ve11tu1zesimo (t11no. I

I pare1zli rispo1zdo110 perso12al111e1ile della esecu-

:::.iorze di quesla pratica. Uri regola111e1zto d'an1mi1zistra:ione pubblica reso di pubblica ragiorze dopo il parere dell'Accademia di medici1za e del Co1nitalo co11sultivo d'igierze pubblica di Frruzcia, fisserà le Ilzisure 1zecessarie per l'applicaziorze del prese11te articolo. L'articolo 27 poi aggiunge che sarà purzito co11 pe11e prescritte all'articolo 471 del Codice pe1iale chiu11que avrà con1messo urza co1ztravve11:iorze alle prescrizio11i dei regola111e12ti sanitari preveduti al paragrafo 6° In base alle disposizioni di questo articolq fu disposto che il Co1nitato consultivo d'igiene pubblica p1"eparasse gli elementi di un progetto di regolan1ento applicabile alla vaccinazione e rivaccinazione obbligatoria, e questo progetto venisse trasmesso all'Accaden1ia di medicina coll'incarico di stt1diarlo e di portarvi quelle modificazioni che più ritenesse impo1"ianti. L'Accaden1ia di inedicina stabili una Commissione speciale con1posta dei signori Hervieux presidente, Bes1iier, f:haz1vel, Champetier de Ribes, Scil1it-Yves il'Ié1zard, Blocli. membri, e J{elsc/1 relatore. La relazione chiara, esauriente e nello stesso te111po concisa, dopo aver esposto il progetto di regolamento preparato dal detto Comitato consultivo, fece qt1alche critica s11 alcuni punti principali, din1ostrando che il lasciare a ciascun diparti1nento la facoltà di regolare l'esecuzione dell'articolo 6 è contrario al buon andan1ento del servizio, il quale deve invece I'icevere tln i111pulso centrifl1go ed t1nico, vale a dire unifor111e su tutta l'estensione del territorio, din1ostrandosi favorevole, in alcuni casi però eccezionali, all'iinpizgo della linfa umana, facendo delle osser,razioni speciali in n1erito alla proposta della fondazione di t1n Istituto superiore di vaccinazione, sitt1ato a Parigi e posto sotto l'alto patronato dell'Accaden1ia di medicina, incaricato cioè della conservazione e della I"icerca di buon vaccino, dei mezzi di perfezionan1ento del vaccino e delle vaccinazioni e del controllo degli Istit11ti di vaccinazione pubblici e priv~ti, specialmente in rapporto al valore del vaccino che essi forniscono. Su questo punto il relatore fu specialmente esplicito, rigettando l,idea della istitt1zione di t1no stabili1nento st1periore a fianco di qt1ello che ft1nziona presso l'Acc~d~mi~ d! medicina fin dal 1823 e che ha tantL titoli d1 ineriti pratici e scientifici, e proponendo di elevare quest't1lti1110 alla f11nzione di Istit11to st1periore ; inoltre per dimo.strare l'ard11a P.a~te che toccl1erà a qt1esto Istituto, e per stab1l1re con ese1npi tratti dall'esperienza a~trui la necessità di 11n buon regolamento e d1 una buona applicazione pratica, citò e commentò con t11tte le })eriJ)ezie da essa subite, la . fam~sa leg.ge pro1nulo·ata nell, I1npe1·0 Germanico 18 ap1·il~ 1874. tl; paese cioè che da più di trenta anni pratica la vaccinazione obbligatoria. Infi~e espose un i)rogetto di regolamento che mo~1fica l~g­ Cferi11ente in certi punti e completa in alti·1 il lavoro del Comitato cons11ltivo. Nella seduta del 10 febbraio 1903, qt1esto p1·0<tetto di regola1nento ft1 portato in sedu~a alAccademia di medicina di Parigi. I I)t1nt1 pit\ disct1ssi furono qt1elli relativi alla possit!ilità di utili zzare il vaccino t1mano, e al funz1ona1nento dell'Istituto superiore di -yacci11:azione. I? quanto al p1·imo, dop~ bre·ve d1sct1~s1one fra i_l relatore ed i profes sori Lando~lZ)", P1nard. Roux,

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SEZIO~E

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PRATICA

Guéniot, Gariel, si ,·enne alla decisione della so1)pressione del secondo alinea dell'articolo 1°. In quanto al secondo. fu riconosci11to gi t1sto che. colle debite trasfor1nazioni, nei servizi, l,Accade1nia di i11edicina accetti. l'incarico di prendere la 1'esponsabilità dell'organizzazione e del f11nzionamento dell'Istitt1to superiore. Per conseguenza l'Accademia propose il seg11ente 1)rogetto conformemente all'art. 6 della legge del 15 febbrai o 1902, del quale fare1110 t1n bre,,e riassunto citandone i pt1nti p1'incipali:

l'obbligo della vacci1za::io1ze rze Sllrà dispensalo per due volle di seguito i11 base <Ll certificato 111edico, la prossin1cc dispe1zsa 11011 potrà essere accordata clze dal 111edico vacci1zatore ufficiale. Art. 13. A ciascurza sedlzlcL di vcrcci11azio1ze, il n1edico vacci1zatore fissa il l11ogo, il gior110, llL data per l'esame dei risultali, nell<i quale occasio1ze ril<tscerà agli irzleressali uri apposito certificato. Nel Celso d' i11sL1ccesso, la vacci1za:io1ze sarà ri1z11ovata al pizi presto possibile: Art. 14. La lista è stabilita i1z qz1eslo n1odo: I. -· Misure relative al vaccino. Per la pri1na vacci11a.=io1ze, comprerzde tutti i fa1zArt. 1°. La vaccirllt:::.io11e e la rivacci1za=io11e ciulli aventi più di tre n1esi di eta e me110 di zz11 sorzo f)I'lLlicate esclz1siva111e11le col vaccirzo ll11i111ale, a111zo, rzat i 1zel comu11e e irzscril Li sul registro prelevczto dirella1ne11le dlilla vitella, irz forma di dello slato civile, i fa11cizzlli della stessa età 1zali polpa glicerùzala. ]\Te [ caso i11 cui sarà proposto irz altra località e residerzti 11el Comu1ze, i fa11cizzlli zz11 1111ovo me::zo, esso rio11 polrà essere applicalo pizi a11:ia1zi che per uria qualsiasi ragio11e 1zo11 clze liopo l 'approva:io11e dell'Accademia di medifuro1zo prima vacci11ati, quelli c/1e debbo110 subire ciJzcL e del Co111ilalo co11szzllivo d'igie11e pzzbblica. u1za 11i1ova vacci1za::io11e, esserzdo fallita la pri11z<l. Art. 2. Il vczcci110 ctni1nale 11011 deve prove12ire Per la pri1na rivacci11<i=io11e, co111pre11de tutti i che li<tgli islil1zti 11j'ficiltli o dalle loro szzccursali, o fwzciulli i1zscritti rzelle scziole, che /1an110 11 aruii, dagli istil11li Vllcci11oge11i p1·ivati, posti sotto il co11e qzzelli che, qizalurzque sia la loro elà, 11011 furorio lrollo dello Slrzlo. 1\ro11 Sllrà 1nesso iii LLSO il vacmcii vacci1zati o 11011 ebbero la pri1na rivacci11aci1zo raccolto dcl pizi di lre mesi. I 111edici vàcci=io1ze. I fwzciulli islruil i i1z casa debbo110 essere 11<zlori lerran110, a questo rigtz(trdo, zz110 speciale pizre registrali. Per la secorzda rivczcci11a:zio11e, lct registro cori tulle le ir1dica=io11i relctlive alla prov- 1 lista co111pre11de tulle le persone che ha11110 ragvisl<c del vacci110, lLl 11u11zero dei vaccirzali e CLlgizzzzto 20 an11i, e risiedono 11el Con1iz11e. Gli i11lel'csilo <ielle v<zcci11cc:io11i. ressati debbo110 forrzire zzzz certificalo di rivacciArL. 3. Il servi: io di vcccci11<t=.io11e sarà orga11i:11a=io1ze riei prinzi mesi del loro 22° wz110 :alo co1z 1t11 pici110 zL11ifor111e per lzzlla l'esle11sio11e A1~. 15. L'a1nmi11istra=.io1ze co11voca irzdividzllLldel territorio, acciocc/1c tulti i risizfl(cli scie11tifì.ci 1ne1zle i farzciizlli i1zscrilli 11elllt lislcz delle vaccie prttlici sierzo par<LfJOrzabili fra loro. rza:ioni per n1e:=o di izri bolletli110 cl1e i1idica il Art. -!. Il servi:io di vacci11a=io1ze liell'.tlcclLdeluogo, la dala, l'ora delle vaccirza::io11i, l'obbligo 111i<1 <f i 11zedici1lll e lrasfor111alo ill JslillllO Sltpedi riprese11lare i vaccirzali per la co11slata:io11e l'iOre rl i vcccci1z<c'!io11e, i1zc<zricato delllL provvist(l, dei risultati, l 'obb ligo di produrre dei certificali <lellcL ricerccl e della dislribuziorze delle 111igliori 111ed ici pei f'anciu l li a111111alal i di vaiiLolo, per SClllC11:c v<tcciniclze, dei perfe::.io1zan1e11ti per la qzzelli gict uctcci11ali, per quelli c/1e lrovatzsi ctnzproclu: io1ze del V(LCci110 e p er le vacci1za:io1zi, delmalati, le pe11e alle quali incorrorzo i co11ll'avve11l'cscc111e <iel vczccirzo 111esso iii ve1zdilcL. L'Islilzzlo lori alla legge, alcu11e istrzz:io11i speciali szrl n1odo preserzlct og11i lt111zo ccll' Accccde111ia, per essere iridi lrallltre i vacciriali dzzrlu1lc lo sviluppo delle diri::<rlo <ll ilfinistero. zz1z r ltpporto szzl fzz11:io1zapzLslole. 1ne11lo ciei servi:i di VlLcci11cL:io11e iri ciasciz11 diArt. 1(). Le vacci11a:io11i so110 prlllicale irz locali JJ<trli111e11lo, e urzcL slalisliccl esalta dei ccLsi di • 111u1zili di liztli i requisiti igie11ici. vai11olo. Art. 17. I f'arzciulli debbo110 esser co1zdotli ctllll vacci11a:io11e e rna11le1zu Li dopo l'opera=.io1ze i11 u11 II. - Misure relative alla vaccinazione. rigoroso stato di pzzli.=ia perso11ale, ed evitare Art. 3. !11 ogrzi Co111zz1ze ha11110 luogo a1111ualLzzlli i co12lalli p ericolosi. 111e11te zL11a o pizi sedute di vcccci11a::io11e gratLLile. Art. 18. I /l.z11cizzlli dcl vacci12lzrsi dovrwz110 esAll'i11/i1ori delle sedLzle a1111zLali, si raccoma11da ai sere escL111i11ati co11 cura pri111a dell'operaziorze, e n1edici cd cci pczrerzli di cercar lzztle le occccsio11i se vi S<trm1110 co11lroi1zdica=io11i, si ri1na1zderà l'oJJer le V<lccincc: io11i e rivaccina:io1zi. perCt:::,io11e ad allrll epocct a 111e110 di casi ecceArt. G. Il 111ed ico vacci11atore riveste uri caratziorzali. tere nf/iciclle. <J,q11zL1zo pero e libero di farsi vacNel corso di u1z'epide1riia di vcciLzolo riorz vi deb· ci1z<tre dcc uri 111edico di szLa scellcc pz1rcl1e produca borio esser e ecce=io11i di sorlct iri Le111po opporlu1zo zzri certificalo zned ico co1zsl<tArt. 19. Il vacci1zczlore libero di ricorrere al lcl11Lc il risultalo dell'operlt:io11e. processo d irzocula:io11e c/1 e preferisce, pzzrche eseArt. 8. J... a lislcL delle persone di cui lcc vacci,quilo cori tizlte le cazzlele d' czsepsi. 11a:io11e e rfV(lCCilla:iOTlC C obbligatoria C stabifilCl Art. 20. LcL visitcz dei vacci1zcLli si f(tl'à al pizi per cura dei 11zu1zicipii. tardi il settin10 giorrio dopo l"opera:io1ze. Iri caso Art. 9. SLL q1Leslc liste i 111edici vccccirzalori irzd' in1possibilil<i ad i11lerve1zire, il 111edico v<ccci11ctdicarzo, per ogrzi 1zo111e, la data della vacci11a:io11e tore dovrà essere i1zfor111ato per te111po. e i SlLOi risultali, tarzlo delle vacci1za:io11i pizbArt. 21. I pare11ti e i liLlori pei fancil!lli so_ttoposli (tlla pri111a vacci11a:io11e e alla prL111cL rlvcccblicl1e che priv<Lle. Art. 10. Se il rnedico crede che per causa dello cirzct=.iorzc, ed og11i perso11ci a pctrlire dctl suo 2.'!0 lln110 per la second<l rivcccci11ct:io11e. debb~11.o [Jlllslcilo di Sltlizte. il soggetto 11on poss<l essere v<Lcslificare, ad og11i ricliiesl<~ ~ell~ lLulorLlcL~ cl1e ci11cllo, ril<tsci<l u1i ccrli/icctlo co11sllila1zte qzLesla i1npossibililci. h<z11110 soddisfccllo a<Jli obbl1glzl d1 legge. 1 Art. 22. Fi11ile le' operct:::.io11i di vaccina:ionc. Art. 11. "i\ el c<tso cl1e i1z 1111a circoscri:io11e. le llllll CO]>ia delle lisle C i11uiatll .da C~llSCUll. cirCOllvacci11ce:ioni die110 zui 11lln1ero troppo co11siderevolc di i11successi, occorre cercczrrzc le cause. dlll'iO <tl ]Jrefelto o <tl sollopre/etl9 1 q1za.l1 Se[JncL-_ lerarzno le relative conlr<zvvc11:Lo11z. AllcL f111e d ogrzz 4.\rl. 12. •4.llorqz1c11zdo zz11 soggel lo sol loposto al-

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arzno, da ogrzi diparli111e1zto si i11vierà <Ll 1lfi11islero i111a statistica delle operaziorzi praticale. .Art. 23. Al mo111e1zto irz cui zzrzo slrccniero fa all'at1Lorita fra11cese la dichiarazio11e prescritta sia dal decreto del 2 ottobre 1888, sia dalla legge dell' 8 agosto 1893, egli dovra gizzslificare che e stato vaccirzato. Lo stra11iero reside1zle i11 F1·ar1cia che hcl fallo la dichiarazio11e legale, esottomesso, assie1ne ai figliizoli, alle prescri=.io11i del regola111e11to. Co1ne vedesi, la Francia sta facenclo un ardito passo nella })rofilassi contro il vaiuolo. Forse ad alcuni parrà esagerato. Noi non lo credian10, per le ragioni già esposte in principio. Starà ora a ve dersi~ dopo un certo J)eriodo d'applicazione di questa legge, quali saranno i risultati pratici della medesima. Ricordiamo infine, a titolo di notizia, cl1e la pratica delle ' accinazioni e delle rivaccinazioni, special111ente J)er éiò che si riferisce all'esercito, ha dato lt1ogo cii recente in Francia ad una quantità di })t1bblicazioni importantissime, e che perciò tutte le questioni relati,,e sono in questo i1101nento all'ordine del giorno. Ricordian10 anche, a titolo di curiosità, che l e sor- .. genti cli vaccino animali sono n11111erosissi111e in }"'rancia e che all'infuori dello st abili1nento dell' Accaden1ia cli inedicina a Pa1·igi il c111ale d'ora in avanti avrebbe l'incarico di agir e come Istitt1to superiore, vi sono istituti di vaccinazione regionali a Bo1~deaux, L~r on, ì\Iarsiglia, Lille, Saint-Etienne, istituti militari ad Algeri, Bordeat1x, Chàlons, L)ron, Marsiglia e a , ., al-de1

Gràce, stabilin1 enti privati a Mont1)ellier, a Pa-

I'igi, a Tours

Le.

MEDICINA SOCIALE Dell'ope1·a dei sanato1·i nella lotta cont1·0 la t11be1·colosi in mezzo al popolo. (Dott.

G. GuGLIEL~IBTTI,

Roma).

Nella tornata <.lell' Accademia di lliediciria di Berlino, tenuta il I 4 gennaio p. p. f Ll discussa la q11estione dei sanatori popolari in rapporto alla loro efficacia nella gt1erra che ai gior11i nostri si n111ove, ed a ragione, da ogni parte, sia teoreticame11te che praticam ente, co11tro il tren1endo flagello della tubercolosi, specie tra gli strati più bassi della società. Riass11mo per sommi capi la con111nicazione fatta in proposito dall'oratore dott. I. Katz e la relati va discussione (Berlin. k.lin. W och. Il~ 5, 1903 ).

* * Secondo le notizie *pubblicate dall'imperiale

Ufficio di Sanità, pochi mesi or sono, la n1ortalità per t11bercolosi è considerevolmente diminuita non solo nelle campagne, ma a11cl1e nelle grandi città. Non possian10 fare la stessa consolante co11statazione per cio che rigL1arda gli operai iscritti alle casse d' assict1razio11e; -..ta11do alla statistica che ho pott1to raccogliere

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da 11na societ;_Ì di Berli110, i11 cui sopra I 2 7000 membri, di cui I 0000 n1orti di tubercolosi, nell'anno I 894 la percentuale fu di 38; nel I 896 ft1 di 28; nel I 898 fu di 27; nel 1901 fu di nuovo di 35. Questi fatti ci avvertono che bisogna contin11are con tutta energia la lotta cosi gagliardan1e11te iniziata contro la tt1bercolosi. .c. noto che i1r questi 11ltin1i anni ft1ro110 costrt1iti il n1aggior 11t1n1ero possibile di sanatori popolari e che è stata già adibita a siffatto scopo la somma di 40 milioni di n1archi. Ciò fu possibile perchè si sperava che il soggiorno per parecchi n1esi in queste case di salute avrebbe pott1to co11dt1rre a guarigio11e gl' infermi o per lo me110 mantenerli ancora per n1olti anni abili al lavoro. Fu realizzata siffatta speranza? I rist1ltati già consegi.1iti ci incoraggiano forse a prosegt1ire 11ell' intrapresa via? Per rispondere a queste don1ande lascio da parte i rist1ltati tra11~itori , i n1iglioran1enti cioè che ottengono i tt1 bercolosi dopo q t1alche n1ese passato in 11n sanatorio, co111e pure le mome11-, tanee riabilitazioni al lavoro, e mi riferisco solo ai risultati dt1ratt1ri. Nelle pt1bblicazio11i fatte per ct1ra dell' in1periale Ufficio di Sanità 11el I 901 v' è 11uo studio dell' Engeln1e11n assai din1ostrativo. Egli raccolse in tt1tto 627 3 casi di tt1bercolosi in Germania. Di essi, 2200 cioè pit1 di t1n terzo si trovavano al prin10 stadio della malattia, 2 350 erano n el seco11do stadio; I 426 i1el terzo. Sopra 3582 ii1fern1i, di cui si poterono raccogliere notizie con1plete, il bacillo tt1bercolare fu rinvent1to, al ten1po dell'ingresso i1el sanatorio, co11 la percentuale del 52,8 per ce11to; e del 40,2 per cento al ten1po della t1scita. 2147 infern1i ft1rono di nuovo esan1inati 112 - -1- anni dopo la loro uscita dal sanatorio, e per ciò che rigt1arda l'abilità al lavoro, e ft1 i1otato qt1anto segue : dopo 6 mesi i -tl5 era110 ancora in grado di la varare; dopo 3 112 - -Ianni i 415 erano o morti o completan1e11te inabili al lavoro; dopo 11n ai1no e 112 la n1ortalità era data da I 1-1-, e dopo 3 anni da molto pit1 della metà. In qt1anto agl' infer111i licenziati dai sanatori con1e abili al lavoro, dopo -1- anni il 2 I per cento lo erano ancora; n1entre quelli licenziati come inabili, erano divenuti abili i1ella percentuale del I 8 per cento; risultato sorprendente, e che, a n1io parere, si può spiegare solo ai11n1ettendo che gli infermi lice11ziati per abili ritornarono di nuovo alle loro in1probe occupazioni, n1entre quelli che erano stati licenziati con1e i11abili, ebbero cura della

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SEZIONE

PRATICA

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loro salt1te per lu11go ten1po e così pobercolosi. A questo rigt1ardo faccio le seguenti . ancora . tero110 navers1 a poco a poco. , proposte: I risultati poco confortanti or ora riferiti si Innanzitutto ritengo che nella cura della tubercolosi il cli1tia debba essere tent1to in magcerca di attenuarli facendo osserv·are che nei gior conto di quello che sia attualme11te . . sa11atori si accoglie un ij.umero eccessivo di an1Tutti i trattati di terapia so110 co11cordi nel 111alati gravi, an1malati cioè in ct1i il processo dire che nella cura della tisi il soggiorno in tt1bercolare è così progredito da non dare pili certi detern1inati climi costituisce il fattore spera11za di niiglioran1e11to duratt1ro : perciò si più efficace. Invece nella costruzione dei savorrebbe che i sa11atori fossero riservati esclt1natori popolari questo principio terapeutico è si \·an1e11te agl' i11fermi cl1e si trovano 11el pestato trascurato, anzi colleghi distintissitni 1iodo iniziale della malattia, potendosi solo alhanno spesso detto non essere necessario di lora sperare 11el 111iglioramento e nella riabilitazione al la,1o ro. Ma anche qt1i la statistica ci ' mandare i r1ostri tisici in paesi lontani, potendosi in Germa11ia e persino in vicinanza delle dice il co11trario. Infatti dei 424 infer111i cl1e al loro i11gresso 11el sa11atorio si trova,rano al grandi citta, conseguire gli stessi effetti che primo stadio della n1alattia, dopo 3-6 111esi della nelle celebrate stazio11i clin1atiche. loro u~cita era110 a11cora abili al la,·oro il Ora, si attribt1isca o no un influsso specifico 94,7 per ce11to, dopo 2-2 anni e 112 1'80,3 per al clima, è certo che vi sono locali ta le q t1ali prese11tano n1aggior garanzia di gt1arigione e cento; dopo 3-3 anni e 111ezzo il 66,7 percento; di n1iglioran1ento nella ct1ra della tt1bercolosi, dopo 3 I 12 - 4 anni il 44,--J- per ce11to. L'Engele ciò per la purezza dell'aria, per lo sple11111a1111 co11sidera come soddisface11ti q t1esti rilÌore del sole, per la mitezza della temperasultati, io invece penso cl1e 11011 possia1110 dirli tt1ra, per l'assenza di \renti freddi od umidi. tali, ...,e i r1te11dia1110 di co111ba tte re la tt1 bercolosi La Société thérapet1tique dell'Accademia di i11 IllOltO ' 1 ere111e11te efficace. medicina di Parigi n1ostrò di apprezzare olE i 11\rero il fatto che ltegli infernìi al primo tremodo i benefici effetti del clima, qt1ando stadio, do110 3 112 - 4 a1111i, il 56 per cento prese la segi.1ente risoluzione : 1° Il metodo di era110 i11orti o resi inabili al la \1oro, ed il 4-t per cura migliore per la tubercolosi polmonare è cci1to abili al la\iOro, a n1e se111bra un risultato quello che si pratica nei sanatori. 2° Il sito 11u11tt) ~oddist:1ce11te co11siderate le gra11di spese migliore per la costrt1zione di questi sanatori che richiette il· soggior110 dei tt1bercolosi n ei saè là, dove i ,rantaggi del clin1a si associa110 11atori. Tra gl' infernii al primo stadio ve r1e f11ro110 ccrta111c11te alc1111i che i1011 era110 afa q t1elli dell'igiene e della dietetica. fatto tt1bercolo">i. I11oltre deve notarsi: r. che A11zi l'Erb, in opposizione a qt1elli i qt1ali la <letta ,·isita si lin1ita a constatare l'abilita dicono che nella ct1ra della tt1bercolosi imporal la\"C)rO; 2. che perciò le notizie cl1e rice- tano più le condizio11i igie11ico-dietetiche cl1e \''iarnc) i11 proposito si riferisco110 alla percenno11 il clima, dice essere ft1or di dubbio la necessitù. di ca111biar di clima, affinchè qt1esto · tt1.1le 56 per ce11to dei i11orti o inabili al lapossa esercitar·e tutta la st1a efficacia. ,·oro e 11011 gi~\ alla perce11tt1ale 44 per cento An1n1essa però la influe11za be11efica d.el degli abili; 3. che gl' ir1fern1i dopo la ct1ra st1clin1a e del ca111bian1ento di clin1a st1lla tt1bita i1el ~a11atorio si st1ggestio11a110 d'esser gt1abercolosi, io so110 fermamente convi11to che il riti o al111e110 111igliorati per lt111go tem.p o, e cosi C)llO in grado di lavorare sino all,t1lti1110 soggiorno di soli pochi mesi, anche nel clirna pili propizio del mondo, no11 basta a procuperiodo della n1alattia. rare ai tisici un miglioran1e11to durevole; biTt1tte le statistiche 111 o~tra11c) con1e 11011 duri sog11a istitt1ire colorzie agricole di tt1bercolosi, a lt111go il 111iglioran1e11to co11scgt1ito 11ei sanarit111ire cioè questi. i11fermi i11 località dal clin1a tori, poiche g li effetti ottent1ti dopo t111 agpropizio ed ivi occt1parli in lavori agricoli. I giorno di 3 n1esi ii1 t111 sa11atorio ';e11go110 facilr11e11te a<l a.1111t1llarsi appe11a l' i11fer1110 ritorna grandi va11taggi che si posso110 conseg11ire co11 alle anticl1e abitt1diui di ,·]ta: lavoro faticoso queste colonie sono e'1identi. Essi sono : 1 ° L ~ possibilità di gt1adagnarsi di lì a paed improbo, alin1e11tazio11e Ìll!> t1fficie11te, cattiva recchi an11i la vita o in istato di perfetta saabitazio11e. No11 v' ha dt1bbio cl1e l'agitazione lute, o in t1no stato di relativo be11essere, e per i sanatori è stata assai be11efica dal pt1nto sfuaaire cosi alla deplorevole condizio11e del di ,·ista dell'assiste11za del popolo : però i risulbb tati co11seguiti n1ostra110, sicco111e lo dichiarano proletariato ii1abile al lavoro. . 2 ° L'allontanamento dei tisici dalla co11 viil v. Leyde11, il F rank.el, il Pa1111 witz ed altri, venza coi sani nelle abitazio11i piccole, nelle che lt1ngi dal te11erci soddisfatti del poco che fabbriche, 11elle officine, e la conseguente diabbian10 finora ottent1to, dobbiamo invece dare mint1zione di contagio. un'altro i11dirizzo all'attuale lotta contro la tu-

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Queste colo11ie n1i sembrano essere l't111ica forma di isolan1e11to richiesta dal Frankel e che possa applicarsi in modo t1mano per i casi leggeri di tubercolosi. Esse sono state proposte n1olte volte; però si è sempre comn1esso l'errore di volerle impiantare in Germania, dove il clin1a è troppo rude cd ir1costante da poter permettere ai malati un lungo e contint10 soggiorno all'aria aperta; inoltre da noi la raccolta è troppo meschina perchè la capacità di lavoro, gia per sè stessa bassa, dei tisici basti al loro ma11tenimento. Per q ucste ragio11i propongo i possedi111enti tedescl1i nell'Africa sud-O\"est, sicco111c una regio11e adattati~sin1a per l'in1pianto di colonie <li tisici. Qt1esta regio11c è estesa qt1anto la Gern1a11ia e 1'Italia insic1ne; si tro\·a tra il 17° ed il 27° di latitt1di11e at1strale, qt1i11Lli nella zona sottotro1)icale; co111prende vastissin1i altipiani a 1500 metri a livello del n;are. Nell'i11vcrno, che va da aprile a settembre, il termometro no11 sce11de n1ai a zero dt1ra11te il giorno; discende solo la notte ecl iu pocl1is~j n1e località. In estate la te111peratt1ra è appena 3°-+0 l)Ìt1 alta che in Gern1a11ia; il caldo però 11er la siccità dell'aria ed il raffreddan1ento delle 11otti no11 è cosi sgradevole come lo è da noi l'afa opprin1ente. Ivi l'aria è piena di germi patoge11i, siccon1e lo pro,1 a la rapidit~l. strao1·dinar]a onde guarisco110 le ferite. Q11este proprieta clin1aticl1e dei possedin1enti tedescl1i nel st1d- ovest appartengono a11che agli altipia11i di Karroo, alla parte Nord L1ella Colonia del Capo, allo stato di Crasise, siccon1e attestano i n1edici ii1glesi di quelle regio11j . Un esempio assai i1oto l'abbian10 in Cecil Rhodes, il qt1ale affetto da malattia poln1011are si recò in Africa e ,-i gt1arì. Fin qt1i il l{atz. Questi st1oi apprezza111enti relativi ai rist1ltati fi11ora otte11t1ti dagli attt1ali sa11ator! ir1 Ger111ania, no11 che la stia proposta di colonie agricole ~i tisici nei possedin1e11ti tedeschi in Africa, st1scitarouo pareri diversi. Il Seuator riconosce11do l'iuflL1sso be11efico che il cli111a esercita st1l rica111bio n1ateriale, \·t1ole cl1e gl'infern1i al periodo iniziale o sen1plice111ente so~petti, che ora i sanatori accolgono i11 n1odo esclt1si\"'O, si sottopongano i11vece ad t111a cura cli111a tic a in n1ontagna o ~tl n1are, ri )er\·a11do gli attt1ali anatori per i tt1bercolosi cl1e ">Ì tro\·ano gi~\ al eco11do e terzo stadio llclla n1alattia. I11 qt1a11to alle colonie agricole in Africa le rjtie11c di difficile attt1azione, vL1oi per i pericoli a ct1i si esporrebbero gl' infer111i ii1 t111 iaggio cosl lungo e ii1 t1n'acclin1atazione cosi di ,·er~a e lonta11a, \·t1oi per la difficoltà e la ri1)t1gna11za di 111olti ad abbandonare la · fa111i\ 1

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POLICLINICO

glia, la patria, vuoi ancl1e per ·la enorma spesa che ricl1iederebbero queste colonie. Il Franl{el pensa che n1igliorando igier1ican1ente le abitazio11i delle classi operaie si combatta la tt1bercolosi co11 rist1ltato n1olte volte superiore di qt1ello che 5i ottie11e ora con i sana tori. Egli inoltre vt1ole che 11ei sanatori si raccolga110 piuttosto i casi gra\ri ai1zicl1è i leggeri, poicl1è qt1elli so110 assai pit1 contagiosi di questi; e quindi si at1gt1ra cl1e t111a parte per lo meno del danaro che ora si spende per la ct1ra di casi i11iziali e sos1)etti, ,·enga in1piegata per la costrt1zio11e ed il 111ante1rin1ento di ospedali riservati a tt1 bercolosi i11ct1rabili ed ii1abili al lavoro. Qt1a11to alla proposta del I{atz la ritiene t1n't1topia. Il Len11l1off pL1r riconosce11do la grande importanza })rofilattica del risa11amc11to delle abitazioui degli operai, fa i1ot~1re con1e qt1esta profila~si richicgg~t sacrifici fì11a11ziari iufìnita111e11te 111aggiori di qt1elli ricl1iesti dai ~anatori . In qt1a11to alle colonie agricole <li Africa crede che 11011 è affatto LÌiffìcile tro,·are in Gcr111a11ia qLtalcl1c cc11ti11aio Ji tt1bercolosi di">posti a rccar">i col.'t, pt1rcl1è ~i c.lia loro 1,1 certezza fi11a11ziaria clic csi:,i uo11 a \·ra11110 a perire colà eco110111ica111e11tc. Il Jacob rico11o')CC cl1e i rist1ltati finora co11osci llti ~0110 i1oco co11forta11ti; i)crò la c.1t1sa di q ticc;;to i11~t1cce":>c;o la ,·cJe i11. 111olte circosta11zc, cioè: 11ella scelt,l e.lei 111alati; i1el 111odo 011cle C'>si n1alati \OJlO te11t1ti r1ei sa11ato ·i, specie 11ell'eccessi\ro agglo111era111e11to; 11el ten1po cl1e gl'i11fcrn1i c.1ebbo110 aspettare pri111a di e sere accolti nel sa11atorio ecc. ecc. Anch'egli ,·t1ole o->pcdali \peciali per gli ir1fer111i che so110 al 2° e 3° stadj o c.lella n1alattia, e di ct1i 11011 <;Ì occt1pa110 le ca~se L1i assict1razione; e per ciò i11voca il cambia111e11to dell'attuale legge st1gli operai . Propo11e i11oltre cl1e si pe11si a ct1rare a11cJ1e i ba111bini tt1bercolosi, per i qt1ali i11 Gern1ania 11on si è fatto finora qt1asi nt1lla. I11 qt1esta opera benefica a pro' dell'i11fanzia si segt1a l'esen1pio della Fra11cia 1 1 l, la quale, specie r1ell'istituzio11e CE1tvres d' Or111esson si occt1pa i11 1nodo cotanto inera\"iglioso Llei ba111bini tisici, cui ridona gt1ariti al lavoro e all'indt1~tria. Fi11alme11te, riconoscendo non dt1ratt1ro 11 ':autaaaio che i tisici ritragQ0110 da t111 bre\re sogb<=1 ... aioruo di tre 111esi in t111 sanatorio, propone l'invio di cote!>ti infern1i i11 ca111pag11a. L 'E ,,·ald, che da 20 ~11111i è segretario ge1

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(1) ln Europa il prin10 ospedale per ban1bini infcrn1i fu istituito a Pariai il I.,) n1aa 0aio 1802, alla rue des . Sévres, nei locali" del già "Orfanotro fi o de I'E11Ja11t

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ner~ilc dei sa11atori n1aritti1ni

per i ban1bini tt1bercolosi e scrofolosi, risponde al Jacob dicendo cl1e in Gern1a11ia si e fatto i11olto per i ban1bi11i, e cita i11 proposito i sanatori 11el Nor,!erne,Y", con l'annesso ospedale d.i 2 5o letti, in \V}..l\., in Gross-N1i.1ritz ecc. ecc. Ri ve11dica agl'italiani il prin1ato per ciò che rigt1.a rda gli ospec.1ali ( 1) od ospizi di ban1 bini scrofolosi e tubercolosi. \ . .t1ole inoltre che i tL1bercolosi 11ell' estate si faccia110 profittare dei vantaggi incontestabili che offre il soggiorno in montagna (2 ). ,..

* * Q L1este le idee, q t1esti i pareri n1anifesta ti dall'oratore D.r Katz e dai suoi collegJ1i ~i Accaden1ia. Mi sia ora pern1esso di aggit111gere in proposito qt1alcl1e breve consic.ierazione trattandosi di argon1e11to cl1e incon1i11cia ad acqt1istare in1porta112a nell'opi11ionc p11bblica a11cl1e i11 Italia, do,re, dcl pari cl1e iu Gern1a11ia ed in altri paesi, s'ù1voca l'istitt1zio11e dei sanatori, sicco111e l't111ico balt1ardo co11tro l'in·vasione sen1pre crescente del terribile nen1ico i11dividt1ale e sociale: la tubercolosi. Orbc11e la co111t111icazioue del Katz, che llel resto i1011 è la sola del genere, ad ont~l delle prote~te dei ">uoi collegl1i d' Accaden1ia, 111o<;tra con1c nell'in1n1enso iru10 di lodi sciolto e i11 Ger111a11ia e ft1ori, in onore dell'opera dei sa11atorj, ì11co111i 11ciano gii a farsi se11tire alct111e voci Lii ')Cardi . E ir1 \ ero cousj de rando la q uestio11e se11za prcgit1t1izi, i1Ja solo obbiettivan1e11te, dobbia1110 rico11o~ccrc nei sa11atori il pro e il coni ro. 1

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Dal pL111to tli \1 ista dell'isolan1ento dei tisici, i sa11atori sono st~iti non solo t1tilissin1i, 111a la loro costrt1zione era i11dispe11sabile, poichè per tutte le n1alattie co11tagiose specie per la tubercolosi, l'isola1nento dell'infermo è il principio di ogni i1orn1a profilattica, forse l'1.1nico In Italia il primo e vero ospedale per ban1bini malati sorse in· lloma nel 1869 per cnra e n1unificenza della duchessa donna Arabella Sa] via ti (n1orta il 21 gennaio 1903), la quale in tal modo con1pi~ opera davvero ber1efica, anzi estren1amente necessaria, sia a n1otivo dell'assistenza speciale onde abbisocrnano i piccoli infern1i, sia a motivo dei gravi incon~enienti e pericoli d'indole n1orale cui essi trovansi esposti al contatto degli adulti. L'opera altamente u111anitaria della Salviati ebbe di poi numerosi imitatori i11 tutta Italia. L'ospedale da lei fondato prese il no1ne di Ospedale del Ban1bino Gesù : ora occupa uno dei prin1i posti ira gli ospedali infantili d'Europa e per il numero dci piccoli inferm i ivi ricoverati (circa 200), e per la salubrità e l'incantevolezza della posizione. (2) I tubercolosi per risentire i vantaggi del clima dovrebbero passare i mesi freddi in riva al nJare ed i n1esi caldi ir1 n1ontagna. (I)

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PRAT lCA

i11ezzo davvero pro·fìct10 ed efficace, di c11i pos sian10 ora disporre, sicco111e faceva òsser\ are il Koch nel Cong~·esso i11teruazionale contro la tt1bercolosi te11t1to i11 Lo11dra nel I 901, e co111e fanno osser·v are di co11ti11l10 n1olti e n1olti altri. L'isolamento del tt1bercoloso è tanto pitt necessario ai giorni nostri qL1anto n.iaggiori so110 ora le con1l1nicazio11i e qt1i11di i1otevolme11te accrescit1te le vie di contagio. Tutte le altre norme profilattiche, che 11oi possia1110 escogitare, st1ppongono in genere i1el popolo una eclucazione cl1e esso non ha ancora, ignaro ii1 gran parte o per lo meno poco impressionabile delle tristi conseguenze del morbo, e soprattltto delle n11n1erose cause dirette ed indirette che possono determinarne e favorirne lo sviluppo. Ora il sanatorio, isolando l'operaio infermo, toglie dalla societa altrettanti focolari d'infezione più o meno gravi a seconda della gravita del n1orbo, n1a sempre ed i11esorabilmente pericolosi e spesso n1icidiali. Inoltre l'opera del sanatorio ha giovato e giova assaissimo a fare intendere al popolo qt1anto possa rit1scire dannosa la presenza del tubercolo e ad indt1rlo a premunirsene per quanto è possibile, del pari che l>idea della trasn1issibilità della tubercolosi dalle vacche all't101110 per la ·via del latte valse, sebbene a torto, essendo oran1ai se no11 rigettata del tt1tto almeno assai dubbia t1na tale tras1nissibilita, del pari, dico, che qt1ell'idea \ralse a rendere quasi generale l'abitt1dine di bollire il latte di vacca, prima di servirsene, o di non usare che · latte previan1ente sterilizzato iii appositi stabilin1enti. Adt1nqt1e da qt1esto dt1plice punto di vista, prescindendo dai ris11ltati, sono · certo degni di son1ma lode tt1tti qt1elli che prestaro110 la loro opera intellettt1ale, morale, o finanziaria alla istituzione dei sanatori popolari. 1

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Esaminiamo ora tlll altro punto della q L1estione, i va11taggi cioe che con gli attt1ali sanatori si sono conseguiti in Germania nel can1 po economico; q t1esto punto nella lotta contro la tubercolosi si riferisce sopratt1tto alle casse d'assict1razione d.egli operai. Sta11do alle cifre riferite dal Katz i va11tagg i econon1ici che le casse li'assict1razione ritraggono dai loro sa11atori so110 i11vero poco co11fortanti. Ma l'i11st1ccesso appare a11che piì1 e\~i­ dente se i risultati otte11t1ti nei sanatori si paragonano con quelli conseg11iti fuori dei sa11atori. Infatti l'Han1n1er (Munch. nled. \Vochen, i1. 26, 1902) dice ·di a ·vere osser\·ari 127 tt1bercolo\i

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nella clinica di Heidelberg: di essi ve n'erano 72. ch'erano stati curati nei sa11atori e 55 fuori dei sanatori. Tra qt1esti ultimi 14 non erano stati ricevt1ti nei sanatori, perchè ammalati troppo gravemente. I 72 infermi della prima categoria erano rimasti nel sanatorio in media 80 g iorni: q11elli della seconda categoria furono ricoverati nel. ~oliclinico dove si trattennero per un ten1po p1u o me110 lungo, e dove fL1rono informati bene della natura della loro affezione e della necessità per loro di seguire un reo-ime di 0 vita qt1ale lo richiedeva la gravezza del morbo. Si ebbero qt1esti risultati: Nei n1alati dei sanatori la cura riuscì efficace nella percentuale del 74 per cento; riusci intera111ente efficace nella percentuale del 35 per cento. La capaciti 111edia al lavoro s'aggirò tra un anno ed un anno e 1nezzo. Negli infer111i ricoverati solo nel Policlinico la cura riuscì efficace tiella percentuale del 69 per ce11to; riusci totaln1ente efficace nella percentuale del 52,7 per ce11to. La tit1rata n1edia dell'abiliti. al la\·oro f11 di 11n anno ad otto anni e 4 mesi. Da qt1e to co11fro11to, dice l 'Hamn1er, si co11clt1de che la cura praticata nei sanatori ha avuto rist1ltati pt1nto i1ote,·oli. Ed aucl1e a111111esso che il 111ateriale, che non venne accolto Ilei saI1atori, fosse costituito da casi n1e110 gravi, rimane sempre il fatto delle enormi differe1v.e Ilei ris11ltati econon1ici, differenze che 11011 ono certo a favore della ct1ra dei t11bercolosi r1ei sa11atori. Perciò secondo lo stesso Hamn1er bisog11a n1igliorare le condizioni igieniche degli operai, e serbare i sanatori, per i casi di tt1berco losi grave, in ct1i non v'ha spe- · ranza di ottenere un miglioran1ento qualsiasi che possa ridare all'operaio l'energia 11ecessaria per il disin1pegno del proprio lavoro. Ancl1e il Moritz (Deutsch. n1edic. W och, 11. 36, 1902) consideraI1do l 'opera dei sanatori dallo stesso puI1to di vista, cioè l'economico, viene a conclt1sioni a11aloghe, ed at1gL1ra ai sanatori di poter dive11ire t111 gior110 padiglio11i d 'isol~111euto per i soli tt1bercolosi g ra \1i e disperati. Cosi pareccl1ie spera11ze sono andate deluse ; all'entt1sias1110 è uccedt1ta la caln1a, starei per dire il freddo scetticismo, alme110 perciò che rigt1arda il lato eco11omico nella grave questione della t11 bercolosi.

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La ca t1sa di q L1esto i11st1cces o sta, se non in tt1tto, certo i11 buona parte, co111e giusta1nente fa osser,·are il l(atz, in questo, cl1e nei sa1iatori tedeschi si tiene poco o r1esst111 coI1to del clin1a, n1e11tre tt1tte le norn1e terapet1tiche ivi adottate (28)

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IAl\NO IX, FAsc. 19)

riguardano l'igiene e la dietetica, i11 moclo quasi esclt1sivo. Orbene il clima che costituisce un fattore spesso importante nella cura efficace delle malatt~e in genere, è un elemento importantissimo, anzi necessario nella cura della tubercolosi in specie. Ciò lo dimostra l'esperienza non di anni ma di secoli. Basta const1ltare ~11 proposito le opere del Burgrav (De 11ietl1odo 11iederzdi pro cli111at uni diversitate varia i1'istit11,e11da 1724), dello Hartmann (Diss. d110 de cli1nate, eiusqzte 11otitia 111edico ad11todt1ni riecessaria I 729), dell'Hoffmann

(De 111ede11di 111etl1odo varia pro cliniatis diversitate 17-t-i- ,, e del Lasuyer (Menzoire s11r l'i1ifi11ence dit cli111c1f d'! tal ie e dz1, 11iidi de I' J::urope dans !es ajfectio11s de poitrine I 829 ). Nel clima considerato nei suoi rapporti con l'orga11isn10 si distinguono dt1e elementi, cioè 11no negativo ed uno positivo. Il prin10 è rapprese11tato dalla scarsita ed assenza dei gern1i patogeni, non che dalla mancanza di qt1elle condizio11i fi sico-chimiche le q 11ali agisco110 sui tessuti organici come cat1se predisponenti alla malattia, introducendovi cioè quelle alterazioni speciali fisico-chimiche per le quali essi tesst1ti di,·e11tano un terreno adatto all'attecchimento ed allo s\·iluppo di certi microrga11ismi. Il secondo ele111e11to, il positivo, è dato dall'azione benefica che la luce solare, la temperatura, l'ossigeno, non cl1e alcune sostanze speciali prese11ti nell'aria, con1e lo iodio, il cloruro di sodio ecc. esercita110 sui processi nutritivi dell'organisn10. Q11esto elemento ci spiega appunto la grande disproporzio11e che si. osserva in moltissimi indi,1idui, tra lo stato di rigoglio e freschezza organica e la scarsit à, a11zi la apparente insufficienza della razione alimentare. In questi casi la luce e l'aria debbo110 per i1ecessità nutrire e con1pensare così i ~ifetti qualitativi e qt1antitativi dei costitt1enti inorganici ed organici dell'alimentazione. Orbe11e in Germania nella costrt1zione dei sa11atori si dovette trascurare il clima per dt1ra necessit a. Bisognò contentarsi di quel che si aveva, non potend.o creare il clima, come si crearono le n110,·e condizioni igieniche e dietetiche. Pero dalla ins11fficienza terapet1tica del clin1a non si può concludere la int1tilità o q t1asi dei sanatori popolari in Germania, ed affidarsi in tutto e per tutto ali' opera delle colonie agricole in terre lontane, secondo la proposta del Katz. I sanatori 11el vero se11so della parola vi debbono essere in Germania, perche non tutti ali operai si sentiranno il coraggio di abba11~ ~ '1 ' 1 donar la fan1iglia, il focolare aon1estico, a patria per recarsi in terre sconosciute, lontane e sempre straniere q uantu11q t1e vi sventoli il vessillo 11azio11ale. I tisici per qua11to

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nutrano fiducia nella bon t~\ della cura, sono pur troppo convinti della inesorabilità della loro malattia, e q t1indi dovrebbero dipartirsi dal patrio lido con l'idea di non rivederlo forse mai più. Vi sono · però infern1i, specie quelli che sono solo sospetti di tubercolosi, o che si trovano al periodo iniziale della malattia, i q11ali, liberi da legami di famiglia o d'interesse, non mancherebbero certo all' appello, e volonterosi si recherebbero in paesi lontani a cercarvi ristoro alle proprie forze, siccon1e fanno e con profitto le persone facoltose, attratti dall' idea di poter i vi consegt1ire la guarigio11e o per lo n1eno il miglioramento che forse indar110 cercherebbero nella patria. Ma gli è forse necessario ricorrere addirittura all'Africa Occidentale per 1' impianto di colonie agricole di tt1bercolosi? N011 vi sono a11che in Et1ropa isole e regioni il ct1i clima è favorevolissin10 al soggiorno dei tisici ? Circa la q t1estio11e finanziaria essa non pt1Ò risolversi a priori; bisogna risolverla con le cifre, vedere cioè se la n1ag. spesa avra' t1n compenso in . t1n maggior . gior rist1ltato. Del resto le difficoltà finanziarie che si affacciano come 11n ostacolo insorn1ontabile di fronte ad ogni r1t1ova proposta sa ranno s11· pera te, co111e lo f11 rono quelle che certo do\rctter() i11co11trarsi per la istituzione degli attt1ali sa11atori. L' i111porta11te è che si abbiano a consegt1ire vantaggi reali e d11ratt1ri per l'i11di vidt10 e per la società. Qt1a11to a noi Italiani, il problen1a dei sanatori asst1n1e aspetto di verso da qt1ello che 11a in Gern1ania, poichè da noi non n1a11ca110 da,·vero loc:ilità, tanto al monte che alla mari11a, il etti clin1a si presti in n1odo favorevolissin10 alla fondazione razionale di b11oni sanatori ed anche di colonie agricole con1e vL1ole il Katz. Il sa11atorio, perchè si possa a ragione chian1ar tale, dev'essere t1na casa di salt1te e non t1n ricovero di cronici inc11rabili: perciò q t1ando si costrt1isce t1no stabilin1ento per tubercolosi, bisog11a scn1pre riferirsi ad t1na categoria deter111inata di tt1bercolosi, giacchè qt1esti i1011 si possono, nè si debbono trattare tt1tti indisti11tan1ente allo stesso modo, sia dal pt1nto di vista della terapia, sia anche per ragio11i di indole sociale ed economica. Vi sono tisici, nei quali il processo tt1bercolare è cos1 ava11zato che non si ha pit1 spera112a alc.t1na di n1igliora111enti. Q11esti infern1i si raccolgono in padiglioni isolati si, n1a i1on lonta11i dalla loro residenza abitt1ale; è i11t1tile sottoporre q11esti po,1eri conda11nati a 111aggiori sacrifici, q ttant1o si è pi11 che certi che ad essi non ne deriverà n1iglioran1ento alc11110.

PR.\'flCA

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V'è t1n' altra categoria di tisici, quelli cioè che si trovano al periodo iniziale della malattia. Questi, n1edia11te opportt111e c11re climatiche igie11iche e dietetiche, so110 suscettibili di guarigione o per lo n1e110 di n1iglioramento notevole, ta11to da essere i11 grado di lavorare e provvedere i11 parte, se 11on i11 tt1tto, al proprio sostentan1e11to. A q t1esta seco11da categoria sono riservati i veri e propri sanatori, i qt1ali, oltre i vantaggi del cli111a, del1' igie1ze e della dietetica offrono il mezzo di poter attendere ad 1111 lavoro be11ig110, r1on it1grato, rimt1neratore e possibiln1e11te agricolo; essendo questo lavoro tra i pit1 salt1bri ed . . 1nnOCUl. Finaln1e11te v' l1a una terza categoria etl è rappresentata dagl' individt1i cl1e no11 so110 tt1bercolosi, n1a che con n1olta probabilità lo diverranno, sia per la predisposizione a\'Ltta in eredità dai genitori, sia per l' iudeboli111c11to organico, sia per i pericoli dell' an1bieute. Q11esta categoria con1preude sopratutto i ban1bini e giovinette. Per costoro è i111possibile pe11sare a sanatori esse11do troppo grande il loro i1un1ero, r1è pern1ettendo le condizioni sociali di separare ta11ta ge11te. 111 tali casi bisog11a ricorrere a speciali i1or111e profìlatticl1e, d'in(lole igienico -dietetica relative all' an1bie11te ed all'i11dividt10. E siccon1e, aln1eno per ora, è pratic,1n1ente in1possibile occt1parsi iu 111odo efficace di tL1tta la giove11tt'.1 delle classi operaie, e ciò non solo per la i11aucauza di n1ezzi, n1a a11che perchè n1oltissimi sft1ggono al controllo di chi provvede alla pubblica sa11itù, cosl è be11e rivolgere le 11ostre ct1re alle sct1ole, specie popolari, ai collegi, con vitti, educanda ti, ospizi ecc. ecc. Gli ispettori sanitari facciano \risite freque11ti e n1in11ziose a tl1tti qt1esti istitt1ti di edt1cazione ove si trovano agglon1erati nun1erosi giovani orga11isn1i, spesso lasciati in balia di direttori i ql1ali talvolta o per ig11ora11za o per ignavia, tal' altra per pe1111ria di n1ezzi tras(:t1ra110 le leggi più ele111e11tari dell' igiene e della nettezza. Nelle sct1ole si dia alla edt1cazione fisica del corpo la parte che spetta. il n1aestro abbia sempre vivo alla niente il detto: 11te1is sa1za i1t

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corpore sano. Nei ricreatori popol<1ri festivi il ct1i t1nico e solo fine dev'essere il be11e fisico e n1orale dei ba111 bini e fancit1lli poveri, si procL1ri di rinvigorire le deboli forze co11 esct1rsioni in campagna e con refezioni gratuite. Si accresca il nt1n1ero e la pote11zialit,\ delle istitt1zio11i cota11to salt1tari e bcncfìcl1c qt1ali sono gli ospizi i11ari11i e gli ospizi i11 colli11a. Qua11ti poveri ba111bi11i dovettero la lor_o ~al­ vezza all'avere trascorso q11alche ten1po i11 r1\"a al n1are o stilla v-etta delle n1011tag11e?

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(2476) Sig. Dott. P. S. N. - Per via giudiziaria nulla pub pretendere dal Con1un e, perchè nessun diritto l'as-

scuole. -

In Gcrn1ania con1c altrove, le questioni d'igiene scolastica preoccupano sc111pre più i poteri pubblici. L,organizzal'ione dci medici scolastici è stata co1npletata dalla decisione ministeriale del 2 3 marzo I 90 I. In Yirtù d1 questa decisione nessuna. scuola, qualsiasi, potrà, ancl1c nella più piccola località, rest:irc più di cinque anni sen1a la Yisita i11inu7.iosa del n1edico scolastico. Questa ispezione cl1e potrà ripetersi ad intervalli più frequenti secondo i bisogni, a'\Trit non solo per scopo di consta.tare lo stato di salute degli scolari, 111a clncl1c quello della scuola dal punto di 'ista dell·arrcd:p11cnto e delle condi7ioni igieniche <1l1un1ina 1.ione, riscaldanicnto~ acqua, latrine, nun1ero di scolari, orari1, ccc.) Inoltrç il n1edico scolastico deYc tenersi sen1prc in rapporto con le persone.: che hanno l'incarico delle scuole (ispLttore, dircttort: n1atstri, autorità e notabilitù locali). Queste nuovl: disposizioni sono · destinate a con1pleta re 1'organ izz:t1io11<.: de 11<: C0111111 i ,,·ioni tF i r ic11t' sta b1lite dall:t leggt.: dc:l r6 settl.!n1brc r899, obb1igatori:trncnte prescritte per i Con1uni di piu di 5000 anin1e, e possono esser tali anche pc.:r Con1uni n1t:no in1portanti se l'autorità centrale lo 5iudica opportuno. Dal 1° aprile.: 1901 tutte le Co111n1issioni d'igic11c funzionano; i) n1edico scolastico del distretto ne fa parte di diritto e può proYocarnc la riunione. .:-\ggiungiamo, per ter111inare. che i n1cdici scolastici hanno un a<.!t.:guato con1pcnso e devono i11terdirsi l'esercizio della nlc:dicina all'infuori dell\! loro funzioni. Un pranzo tli appe1t<licitici. La signorina En1ilia Rosenstcrn 11a offerto un pranzo di appendicitici a San Francisco. 1'utti gl'inYitati erano stati opl!rati di appendicite, n1a nessuno Lr:t stato pn.:Y~nuto che il fatto di a\er subito questa opc.:rnzionc era una delle condizioni necessarie per esservi invitati. · Solo entrclndo i1ella sala da pran.1.0 gli invitati si acc.orsero dcl particolarL: legan1e che li riuniva tutti in questo pranzo. I~a tayola cr.t decorata in tnodo da richiamare alla n1emoria l'operazione su bìta. Con1e trionfo di taYola principale v'era un modello di sala d'operazione con fantocci che figurayano l'operato ed i cl1irurgi, e v'erano gli istrumcnti neccssarii per Popcra.zione, ecc. Pare cl1e tutti siano rin1asti gradcYoln1cntc sorpresi da questa troyata, Yera1nente an1ericana. Per finire. - Dottort:, 11on so con1c sia e se sia vero, 111a n1i sen1bra di venir perdendo la 111en1oria. - Oh! per questo, io ne sono sicuro, percl1~ non n1i avete saldnto da tre anni i n1iei onorarii. (.\fa rseille J11ld.) .

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RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE

Comb,1 ttia1110 adt111q t1e, co11 riflessio11c e perseveranza, 111 etteudo da parte og11i entusiasmo intempesti,·o. Profittian10 dell'altrt1i esperie11za; ma non in1itian10, i1è riprodt1cia1110 alla cieca quello c]1e altri paesi l1a11no fatto, sol perchè l'hanno fatto; pe11siamo al co11trario quel che farebb ero se si tro\1assero nelle nostre condizioni. Del resto la lotta co11tro la tt1 bercolosi è così urgente che non possiamo perder tempo in tentati,1i problematici ; bisogna adoperare tutte le arn1i cl1e ci offrono n1aggior gara11zia di sconfiggere o per lo n1euo di fiaccare in n1odo sict1ro e rapido la tubercolosi, nemico terribile dell' i11di,·illt10 e della ~ocietà.

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siste. Potrebbe di nuovo fare istanza a.Ila G. P. A:. perchè obblighi il Con1une, per ragioni di equità, a darle un co1npenso. La sua don1anda sarebbe tanto più aiustifìcata in quanto che la stessa Giunta non tenne co~to della domanda da Lei prodotta in tempo utile. (2477) Sig. Dott C- R. da L. - Se è condottato pei soli po,•eri, il Con1une non può imporle ne1 capitolato l'obbligo di rilasciare gratuitan1ente i certificati sanitarii richiesti dalle persone non povere iscritte nella locale Società. Operaia, che dovrebbe avere un sanitario proprio per le visite che a base del proprio statuto deve fare eseguire ai socii. T rattandosi però di lavoro non faticoso veda se non sia il caso di s1nussare gli angoli e venire col Con1une ad un cqt10 componimento, contrattando con la Società, chl! dovrebbe corrispondere al medico per tale servizio un leggiero con1pcnso. In ogni caso il certificato ogni cinque giorni è inutile. Se ne può fa re uno solo all'inizio della inalattia. (2478) Sig. Dott. E. A. Roma. - La deliberazione del R. Con1n1issario, quando è approvata dalla sola Giunta P. A. vincola il bilancio per un solo anno, n1a quando detta deliberazione è inoltre ratificata dal ricostituito Consiglio Comunale obbliga il Con1une per quel 11u1nero di anni nella deliberazione indicato. (2479) Sig. Dott. B. G. da 1'. - Ess1..:ndo Ella condottato a piena cura non può percepire compenso da alcuno pel rilascio dei certificati, giacchè, con1e bene osserva la Prefettura, },obbligo del rilascio dei certificati deve ritenersi co1nc sus5idiario di qut:llo della cura. Se; il con1pcnso clic percepisce non è soddisìacente, procuri di farne .. t n1cntarc: l'entità o rivolt"cndos: al Consiglio Con1unale o riYo1(7cndosi al Consiglio pro' inciale di sanità, cl1e, riconosciuta la giustizia della do1na11da., può provocare i provvedi111enti di ufficio dalla G. P. A. (2+80) Sig. Dott. P. A. 'f. S . .:\ ..:\. La legge sanitaria 11on prescri' e detern1inati requisiti per le no111ine dei 111e111bri del Consiglio provinciale di sanit.ì. Dicl1iara solo che han110 prefcren7.a gli inscgn.;inti uniYersitarii d'igiene o di una delle n1atcric segnate negli articoli 4 ed 8 del1a legge. Se in una proYincia fosse stato preterito chi avea tal titolo, può in1pugnare il decreto P~eale di non1ina per violazione di legge innanzi alla 4.a St,;7.Ìone del Consiglio di Stato in sede contenziosa. Le uniche incon1pa.tibilità stabilite dall'articolo I 7 del l~egolamento del I 901 sono relative a coloro che rice' ono tino stipendio dai Con1uni della l)rovincia ed ag1i ufficiali sanitarii. (248 I) Sig. ])ott. S. G. da C. D. S. - Per le ,·acci11azioni nulla può chiedere perchè esse sono essenzial1nentc gratuite pci i11edici co11dotti no1ni11ati dopo il I 888. I>er i inalati a pagamento, stando al capitolato, \i è obbligo di cura gratuita. Cessando il conc~rso. d~l­ l'ospedale lo stipendio dovrebbe essere sempre d1 lire 2000, tale essendo prestabilito nell'avviso di concorso. < 248 3) Sig. Dott. B. M. da 1v1. Con l'accollo della R. 1L Le si Yerrebbe a din1inuire lo stipendio e quindi a ledere un suo diritto acquisito. Se lK somma in quistione J1on supera la competenza pretoriale, può adire il !)retore. Si dcYc ricorrere al GoYerno dcl Ile a n1entc dell'articolo 199 della legge Co1nunale e Provinciale contro la decisione della G. P. A. relativa alla decadenza del Consigliere comunale. Nessuna disposizione di legge obbliaa fi~ora i Con1unì a con1penetrare l'assegno dcll'utnciale sanitario nello stipendio del i11edico condotto. 1

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SEZIO~E PRATICA

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NOTIZIE DIVERSE

Nomine, promozioni, onorificenze.

Consiglio federale degli Ordini sanitari ita2iani. Il giorno 9 corr. mese, si è adunato il Consiglio federale degli Ordini sanitari italiani sotto la Presidenza del Prof. Gaetano Mazzoni, Vice-Presidente, onde esan1inare i voti degli Ordini in inerito al progetto di n1odificazione del la legge sanitaria, che sta innanzi alla Can1cra dei D éputati. Erano presenti i consiglieri Ballerini, ...\.scarclli, Marino-Zuco, Dr. Bruni (Chieti), Onor. Bossi (Genova), Dott. Casalza (Pa. \'Ìa ), Dr. Pittarelli (Campobasso), Dr. Colosin10 (Catanzaro), Dr. :Yiarano (Salerno), Dr. Luigi 11azzoni (r\scoli ·Piceno), Prof. Rossoni, Dr. Torti, Garofalo, Stagnitta, Ferraresi. - ....\.derirono alla seduta i consiglieri Onor. Santini, Professore Ruata (Perugia), Prof. Lava (1"orino), Dr. Crespi. Scusava la sua assenza l'on. Leonardo Bianchi, Presidente, per essere egli relatore della Co111missione parla111e11tarc sul progetto sopraccennato. Pritna di iniziare i suoi lavori il Consiglio gli inviava un saluto per rop~ra efficace . prestata in fa vere della classe 111edica. Dopo lunga ed anin1ata discussione sui singoli artico!i del progetto di legge, il Consiglio unanin1e si è affcr1na. to : 1° Sulla nccec;sità che 1 Ufficiale Sanitario sia governativo e conv\.!nienten1entc retri bu ito dallo Stato magari col concorso dci con1uni e delle provincie in guisa da assicurarne l'.1ssoluta indipendenza dai corpi locali e d:tl pubblico: 2 11 Sulla necessità da tutti sentita e rcclan1ata di abolire l'inutile, illogico ed indecoroso periodo di prova, qu:i ndo i con1uni sono, secondo lo stesso progl'.tto, a111pia111cntc tutelati nella scelta dcl loro personale sanitario. 3° I la riconosciuto che, per non rcndl..'.rL con1pl~tan1e11tc ill usoric 11..'. nuove garanzie stabilite a 1.l \'Ore dei n1cdici, sia indispLnsabilc assicurare, in ogni caso, i diritti acquisiti dai 111cdici stessi, quando le auto::-itù ,·ogliano costituire o sciogl icn.! concorsi sanitarii: e che il licenzia111e:nto dei 111edici stabili non 5ia esecutivo se 11011 dopo la dt:cisionc della Giunta l)rO\'Ìnciale Am. . . n11111strat1vrt . 4° - l)à ultin10 ha fatto voto che i pro\•vedin1enti pei co11gedi annuali e per le supolenze in caso di rnalattia siano inclusi 11e1la legge ed Òbbligatori per tutti i Con1u11i. Questi desiderati, intorno ai quali da circa 40 anni si agita la classe inedica, \•crranno presentati al Parla111ento in un appo~ito me111oriale dal n1edesin10 Con· sigl!o Federale.

Nell'Università di Padova furono nominati, dal prin10 novembre 1902 al 31 ottobre 1903: Giuseppe Favara, aiuto nel gabinetto di anatomia normale. Gino Migliarini, aiuto nella clinica dermosifilopatica. Un1berto Stiasni, aiuto nella clinica chirurgica. Saverio Spangaro, assistente nella clinica chirurgica. Giovanni Cagnetto ed Ettore Ravenna, aiuti nel gabinetto di anatomia patologica. Giuseppe Ovis, aiuto nella clinica oculistica. Mario Bonamico, assistente nella clinica oculistica. Cesare Merletti, aiuto nella cl i11ica ostetrica. Bartolo Vasoin, aiuto nell 'istituto fisiologico. . . Ncll' Vniversità. di PaYia furono nominati incar1cati : Gioa.le Filon1usi-Guelfi, di n1edicina legale per 1 g1ur isti. Casimiro :V!ondino, di neuropatologia. \'"ittorio Nicolai, di oto-rino-laringoiatria. Giuseppe 1v1oscatello, proressore straordinario di patologia speciale chirurgica din1ostrativa nella Università di Catania è stato trasferito, per l'anno scolastico 1902-903 alla cattedra stessa nella Uni·"·ersità di PaYia, conservando il grado di professore straordinario. Nell'Università di Sassari furono non1i11ati: Umberto Cano, assistente 11el gabinetto di patologia generale. ~.\.ntonio Zanfarino, assistente nella clinica oculistica. Marco I)itzo rno, settore nel gabinetto di anaton1ia u111ana . Do111enico Quadri , settore nel . gabinetto di patologia. • Don1enico Dasa.ra-Cao, assiste11te nella clinica ostetrica. ....\do1fo C0cco-Pisano, assistente nel gabinetto di fisiologia. Salvatore Puggiani, assistt'nte nella clinica n1edica.

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- Corço pr:.r gli ufficiali ··anitari. - Il corso b1111estrale per gli aspiranti alla carica di ufficia le saiucon1incierà 11itario a norn1a del vigente re<Tolan1ento 0 il I 5 aprile p. v. e terminer1 il r 5 O'iucrno ncll' Istituto 0 0 d' Igiene della Regia C ni,·ersità. . 1:-e l~zioni e gli eserci1i pratici avranno luogo tutti 1 giorni ·d:tllr· ore C) alle 17, ad eccezione dei giorni festivi e del pomeriggio del sabato. ...i\ chi avr:i.. frequentato il corso verrà, previa prova dt esame per stabilire il profitto ottcnt1to ne<Tli esercizi pratici, rilasciato d'll l~ettore un certificato d~gli studi fatti. -:: La don1anda d' iscriziont. deve essere diretta al l\ettore della 1\eg ia Uni,·ersit1 e corredata dal certificato di laurea. La quota d'iscrizione iz1 L. 100 deve versar~i 11ella cassa uni\•ersitarìa . . Per ricav.'.lr'? n1aggior profitto dalle esercitazioni pratiche, sar1 utile fornirsi possibil111ente di n1icroscopio. ,

Un'altra dolorosa perdita ha fatto in questi ultin1i giorni la Chirurgia Italiana. Sull a Riviera ligure in u ·1a sua Yillctta, ove, malfermo in salute, si era ritirato da parecchio ten1po, è n1orto a 66 anni il prof. Enrico Bottini, Senatore del l\egno, l' illustre Clinico che da un quarto di secolo àirigeva l'Istituto Chirurgico dell' 1.JniYersiti di Pavia. Basti qui il semplice annunzio: nella Sezione cl1irurgica altri scriverà di lui degna1nente.

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Concorsi e condotte.

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\. - Pio Istituto di Santo .)piri/o ed Ospedali riuniti. - E' aperto il concorso per la 11omina di sette n1edici prin1ari e di tre chirurghi prin1ari da chian1.ar ·i secondo il bisogno e con dichiarazione che ; li eletti conseguiran110 l'a111n1issione alla classe, e non al posto in un dcter1ninato ospedale. Gli aspiranti dovranno esibire nella segreteria generale posta nel palaz7.o di S. Spirito fino alle ore 1 ~ del g iorno 4 aprile prossi1no venturo le proprie istanz~ di a1nn1issione al concorso pel Prin1ariato n1edico o pel Primariato chirurO'ico in c:arta legale da c\.!nt. 60 con la elezione dtl d;n1icilio Jn l\on1a e con i n.::q uisiti seguenti : a) Il certific:tto di n1oralità rilasciato in data recente dalle competenti autorità. . . . b) La fede di nas.:ita da) la quale r1sult~ che_ 1 aspirante al concorso non abhta oltrepassato gli anni 45. r) 1'utti gli altri requisiti detern1i11ati dal regola-

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POLICLINICO

mento igienico sanitario e da quello per la elezione del personale sanitario curante e farmaceutico, ambedue estensibili nella Segreteria generale. Le norme ed il metodo del concorso, gli obblighi degli eletti, il tempo della loro durata in servizio ecc. risultano rispettivamente pei primari medici e pei primari chirurghi dai due predetti regolamenti. Con avviso particolare sarà notificato ai concorrenti il giorno, il luogo e l'ora degli esperimenti. Gli eletti dovranno osservare le regole in vigore e quelle altre che fossero in seguito pubblicate. P IACENZA. E' apert-0 il concorso per titoli al posto di direttore della sezione chimica presso il laboratorio cui è annesso l'Ufficio Municipale d'Igiene. Assegno annuo L. 2000. - Scadenza 30 aprile. PIACENZA. E' aperto il concorso per titoli al posto di medico-capo dell'Ufficio Municipale d'Igiene. L'eletto dovrà disimpegnare le funzioni di direttore della sezione medico-bacteriologica del laboratorio d'igiene, di medico comunale e di uffic iale sanitario. Stipendio annuo L. 3000, di cui 500 come uffic iale sanitario. - Sca denza 30 aprile. C1v1·r 1\1\0VA ( lvlarche). - Condotta medico-chirurgica rurale. Stipendio annuo L. 2000 nette di R. M. più L. 500 per la cavalcatura. - Scadenza 3 r n1arzo corrente.

.Indice alfabetico analitico del presente numero. Anasarca (Contributo alla terapia dell'iposistolia e dell'). - Trevisanello. Pag. 577 Ane11risma dell'aorta discendente apertosi nell'esofago. - l\1ori . . . . ) 586 Appendicitici (Un pranzo di) . • . . . · » 606 Atrofia ne11rale secondaria (Osservazioni sul tubercolo solitario dell'occhio e sull'). - Scaffi.di . . . . . . )> 584 Bacilli tu~erco~a1·i (Su~l' azione patogena dei). - Maffucc1 . . . . . . . )) 595 Bronco-polmonite apiretica (Un caso di enfisema polmonare e). - Gt1yot. )) 586 Compressione p11bio-man uale come trattamento delle emorragie dopo il secondamento (La . - Re11re. . . . » 597 Consiglio federale dell'Ordine dei Sanitari italiani. Adunanza del 9 marzo 1903 . . . . . . . . . . . . . . . . )) 607 Concorsi e condotte . . . . . . . . . )) 607 Deformità del femore. - Oliva. . . . )'> 585 Eczema (Il pr11rito nell') . . . . . . . » 597 Emorragie dopo il secondamento (La compressione pubio-mant1ale come trattamento delle). - Reure . . . . )) 597 Emorragie uterine per ritenzione placentare. Condotta da tenere. - Dabout . . . . . . . . . . . . . . . . )) 596 Enfisema polmonare e bronco-1lolmonite apiretica. - Guyot . . . . . . )) 586 Epatopessia (Di un nt1ovo metodo di). ....:.. Santucci. . . . . . . . . . . . . 582 Fegato (Alterazioni della composizione chimica del - in seg11ito ad iniezioni di cloruro di sodio nel circolo portale). - Veronesi . . . . . . . . )) 585 Femore ' Deformità del). - Oliva. . . )) 585 Ghiandole sottomascellare e par·otide di feto di coniglio ' Ricerche st1lla struttura delle). - Bizzozero. . . . )) 584 Idronefrosi asettica (La nefro-cisto-anastomosi come cura della). - Pozza )) 583 Ipofisi (25 ipofisectomie nel cane per _ __

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st11diare la f11nzione dell'). - Dalla Ve.dov~. . . . : . . . . . . • . . . Pag. 583 Iposistolia (Contr1b11to alla terapia del1' - e dell'anasarca). - Trevisanello . . . . . . . . . . . . . . . . ., 577 Ittero (Diagnosi precoce dell'). - Bouma . . . . . . . . . . . . . . . . . 596 Laringectomia (Un nuovo p1..ocesso di . - Durante . • . • . . • . . . . . . 583 Medici nelle scuole (I . . . . . . . . 606 Mucosa gastrica (Ricerche riflettenti lo studio della fisio-patologia della . Ficbera . . . . . . . . . . . . . . )) 584 Necrologio . . . . . . . . . . . . . . .,, 607 Nefro-cisto-anastomosi con1e ct1ra della idronefrosi asettica (La . - Pozza . 583 Nirvanina come anestetico locale in chirt1rgia generale e in stornato-odontoiatria (La '. - G11adagnini . . )) 585 Nomine, promozioni, onorificenze . . » 607 Notizie diverse. . . . . . . . . . . . )) 607 Nt1cleoistone isolato dal lievito di bi1"I'a. - Herlitzl{a . . . . . . . . . . )) 584 Osmodietetica (L'). - Stra11ss . . . . )) 580 Ossido di carbonio (Esperienze relati ve alla eliminazione dell' - - dal sangt1e . Giacosn. . . . . . . . . )) 584 Polmonite con crisi in terzo giorno (Un caso di . - Rossi . . . . . . . )) 586 Portio (Considerazioni sul contegno della - e su l'azione del segmento fornico·cervicale fatte su t1n caso di inversione cronica dell'utero, trattato coli' isterecto1nia vaginale). Marocco . . . . . . . . . . . . . . }) 583 Pranzo di appendicitici (Un . . . . . )) 606 Prurito nell'eczema (Il). . . . . . . . )) 597 Ran11la sottolinguale comune ePatogenesi della). - Cuneo e ' ' ean. . . . )) 596 Risposte a qt1esiti e a domande . . . » 606 Sanatorii nella lotta contro la tubercolosi in mezzo al popolo (Dell' opera dei). - Guglielmetti . . . . . )) 600 Sangue (Alterazioni specifiche del ottent1te con l'iniezione di t1rina). Scbaltenfroh . . . . . . . . . . . . )) 596 Sang11e (E$perienze relative alla eliminazione dell'ossido di carbonio 584 dal). - Giacosa. . . . . . . . . . . Scarlattina complicata Sopra un caso di). - Bandettini. . . . . . . . . . )) 586 Sct1ole (1 medici 11elle) . . . . . . . . )) 606 Sfenoide (Incompleta divisione longit11dinale delle grandi ali dello). Nicola . . . . . . . . . . . . . . . )) 585 Sutura zygo1natico-frontalis (St1 la). Nicola . . . . . . . . . . . . . • . )) 585 Tonsille (Morte di un bambino per I"imozione di ·. - Ste\l\ art. . . . . . . )) 596 T11bercolari (S11ll'azione patogena dei 595 bacilli). - Maffucci. . . . . . . . . )) Tubercolòsi (Dell'opera dei Sanatorii nella lotta contro la - in mezzo al 600 popolo). - Guglielmetti . . . . . . T11bercolòsi genitale. - Lezione del 594 prof. Legueu . . . . . . . . . • . . )) Tt1bercolo solitario dell'occhio e sull'atrofia generale secondaria (Osser584 vazioni st1l . - Scaffidi. . . . . . . Vaccinazione antivaiolosa obbligatoria 598 in F1~ancia (La). . . . . . . . . . . }) T . aria. . . . . . . . . . . . . . . · · » 606 1

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DIRETTORI Prof. ~UIDO BACCEt:.~i

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Prof. FRallCESCO DURANTE

RED:ATTORE CA.Po: PRoF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO Lavori originali: - Zeri ed Almagià: Sull' agglutinaz.t01ie d6lle piastrine nelle uiaZattie febbrili. - R;.viste: - CHI -

Vinter · Dell' asscnz.a eongenita uniZaterale del rene. - Fiori: Gli effetti della al·laccia'tura delZ'1irete1·-e ,;.011 scapsula11iento e isol~1n1mto fe:1!ianente. rene. - Vu~pius : I l tr@pianto déi iendlini nei casi di paralisi aùla t oscia. - Barnsby: Dell a.ppendiciti da lesioni utero-an1iessiale. - Peyrot : Trattaniento dell' ecto.pia testicolare. - . MEDICINA: - Noguéz di Toulouse: Dei tic in generale. - Deny : L 'ag·itaz.ione: stte cause e sua cura.- SlFlLoGRAFIA.~latzenauer : L'ereditarietà del·la sifilide. - Neumann: Vari tnotbi di trasrnissione ered·i'talrva ·della sifilide.• ......:.. RURGIA: -

de!

AccADE~11A. DI i\IEDIClNA DI ':(ORINO. - R. Acc.i\DE~IIA Dl ~lEDICINA DI FERRARA. - ISTITUTO DI CLINICA MEDICA DELLA R.. UNI,7ERS1T.'.\ DI GENOVA.: Co1iversaz:io1ti

Accademie, Società m.ediche, Congressi: -

R.

t'li1iicbe. - Ossei vazioni Cliniche : - Carducci: Nefrite acuta da 11iala,r ia con cili1tdru,ria senza a,Zbu11vi1iuri;a: Maurizt: U1t caso di laceraz_ioue centrale del perineo. - Lezioni: PIERRE MARIE: - La parapleg,ia spastica si:ft-. litica. - Nostre corrispondenze da Parigi: - Trattaniento delle ztretriti cro;iiche. L ez.io1te del dott. MoTZ. - Note di Medicina sciemtinca : - 111iporta1iz.a dei bntberi i1itest·iJ1iali per Za 1hut1·iz.ione. - Doointasia epàtictr. Pratica professionale: - CASUISTICA E APPUNTI DI TERAPIA. : - Paralisi del ricorrente nella stenosi 11iitralica Solttzi011e jodofenica per i1iiezione ipoder11tica. - Cura dell'orticaria. - Cre11ia di albu,11iina per toilette. - Assoe:iaziotie àel lattosio e della ·1nagnesia - Per il 11ta.l di denti - Nell'-ecz.erna dell'an.o. -· R1MEID1 E SPE CIALITÀ: ~ Il tbigenol. - Varia. - Cenni bil;>liografici. - P1tbblicaz.ioni perven.ute n l Policli1iico . ,. Interessi professionali; - Il diritto alla inaniovibilità: - Il.! Congresso della S~a11ipa Sanitaria. - Risposte n quesiti e a dotnande

Notizie diverse. - Nomine, promozioni, onori.6.cenze. - Concorsi e ~ondotte.

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. . caiisa dello sciope,ro dei tzpografi, nell'rzlt!mo mese non abbiamo potuto inviare

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che un solo fascicolo della " Sezione Pratica ., Malg1·ado lo scioper0 oantlnir1i, si è p1·ovved11to pel·chè, d' oi'·a in avanti, rip1·enda l1l sua regolare pubbrficazi<trze. 1

L' .A.:M:MINISTR.A.ZI 01\1E • •

Diritu di proprietà riservati.

LAVORI ORIGINALI lSTI'l'UTO •.

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DI

CLINICA

MEDICA

Diretto dal Prof. Gttido Ba'c celli

Snll'.agglt1tinazione delle piaJstl'ine nelle malattie febb'.Fili Nota dei D.ri A. Z·e ri e M. Al~rtgià

In u11a nota (1) del dott. Ducceschi, comuoicata all'accademia dei Lincei neUa seduta del 1° febbraio .scorso, è messa in evidenza ·a ,n a modificazione mier.oscoscopica del sangue, che precede la coagulazioDe. Essa coRsiste i1ella f.or111azione •

(1) R. Ace. dei Lincei vol. Xfi. 1. Sem. Serie 5. fase. 3.

di gran1ùi min11tissimi, biat1cast1·i, che spiccano s1tl c-0lorjto rosso del sang11e, disteso in sottile st1·ato s11· di 110 vetrino ed os,servato contro ttna so1..gente 111niinosa. Questi gJ'"anuli, studiati al n1icro.s copio, appaiono costituiti da una qt1a11tità grande di piast1'"ine più o meno, deformate. e da t1n certo numero di let1cociti. Qu.e sto aspetto mac1. oscopico delle piastrine aggl11tinate fu dal Ducceschi iiscontrato, olt1'"e che n~l sang11e dell' i101l10 allo stato sano., anche in q11ello di ca11e._ di coniglio, di cavia, di pollo, di .ta1·tar11g.a e di ra11a. Il fe11ome110 n1anca, a del tutto o co1npar.iva assai ta1. di, se l' A~ iniettava .in circolo all'animale del i~e­ pto11e o estratto di ·ieste di sang11is11ghe. 1

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Pocl1issi1110 si .sa . fi11ora ci1·ca. le i11odifìcazio11i che s11biscono le }liast1·i11e i1éi dive1·si ~tati patologici, lle1·ò gli sca1'si i·jce1·cato1'i cl1e si sono occupati delf argomento (Haye111, Afa11asie"v, Fl1sa1'i, Pizzini e Fornaca) osse1·,ra1·ono cl1e esse st1bisco110 i1ote, olissi111e oscillazio11i di 11umero in varie n1alattie, specie i11 q11elle febbrili e cl1e talvolta possono sco1n1)à-\ rire total111e11te. A noi parve i11te1·essa11te a1111odare lè due osservaziotri, cioè l~l oscillazione nel _ 111rmero delle }liast1'i1ie e il loro facile riconoscimento inacroscopico, pe1· rileva1·11e il co111po1·tan1ento 11elle varie fo1·n1e i1101·bose, soffer111a11doci· piì1 s1Jecial111ente s11lle i11fezioni ac11te fehb1·ili. I"o stt~dio si presentava p1·01nette11te dal lato della patologia e da q11ello della diagnostica, potendosi co11 i1na se1nplicissima tecnica di osservazio11e ' 'al11ta1·e la presenza, la di111i11l1zio11e o l' asse11za i1ei dive1·si stati patologici o i11 t111a dat~ 111alattia, di .u11 fenon1e110 costa11te allo stato no1·n1ale. E affe1·n1ia1110 t1·attarsi di fenon1eno costante allo stato 1101·male, daccl1è a11cl1e 11elle n11n1e1·ose p1·ove da 1ioi fatte in in-( divid11i 11orn1ali, 11on 111ancò ni:ai di prese11tarsi il féno111e110 dell' aggluti11azione visibile 1nac1'oscopica111e11te. La teci1ica da i1oi adope1·ata è la stessa descritta dal D11ccescl1i. c:o11 1111a lancetta da in11esto si pu11ge il })Olpastrello di lln ' dito, previa la,rat111·a con àlcool ·e asciugatura ; si lascia110 cader·e (pre1ne11do leggerme11te s11l dito) 3 o 4 gocci e di sangue s11 di 11n \'etro porta-oggetti e, · distesolo u11 }Joco, si ·i11clina leggerme11te piì1 volte il vetro~ fi11cl1è osservandolo I"ÌVOlto ve1·so Ut1a so1--gente • ltllllÌilOSa SÌ . vedono appa1·ire dei gra11uli ininuti, biancastri, che spiccano s1tl colorito i·osso del sangt1e. Si inclii1a il ' 'et1·0 in n1odo da lasciare sco1·1·ere \'Ìa il sangue ancora fluido e allora i gr~11uli hia11castri spiccano· e fanno rilie\'0 sul -preparato fi11cl1è qt1esto rimane 11111ido. si da i·icorda1·e, se osservati a luce i11cide11te~ l' in1ogine 1

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POLICLINICO •

IX, F ASC.

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dei cor1)t1scoli del l\'Ialpigl1i i11 t1n taglio. .. di rene. Pe1' co11trollare al microscopio l' i1nagine tiiac1·oscopica, usa1111110 se1nprè di colorare i p1·eparati, dopo averli lasciati asciuga1'"e all'a1·ia e dopo fissaggio i11 alcool ed ete1'"e, co11 11na soluzione all' 1 01() di bleu di inetilene. ·- . Fino ad ora (la serie delle · 11ost1·e espc1·ie11zc è be11 lungi dell'essere esa111'"ita) le n~stre osservazioni si I'Ì\'Olsero su piii che '200 inalati, con1p1·e11denti sva1·iate fo1'111e morbose (poln1011ite~ ple11rite, infl11e11za, t11bercòlosi, tifo; scarlattina, n101~­ billo eresipela, a11e1nia, sifilide, cirrosi, n1e11engite ce1·ebro- spi11ale, reu111atisn10 articola1·e ac11 to, blenorragia, diabete, 11efJ·ite, itte1·i i11fettivi, av,relena1ne11to da st1bli1nato e nlorfi11a, i11a.r laria etc.). Parte11do dalla osse1·vazione di Pizzi11i e Fo1~11aca (2) che le piastrine diminuiscono gra11de111e11te di nt1n1ero 11ella feb}Jre, con1i11cia1111110 . appunto col rivolgere la nostra atte1izio11e 1)1'eferibil111cnte i11 in~lati fo1·te111ènte o da - lt1ngo ten1po febb1'ili. Il fatto ·piit .salie11t~ 'cl1e fino1'a risulta dalle nostre rice1·cl1e, è cl1e il fe11omeno macroscopico dell' agglilti11azione delle piast1·i11e, il qt1ale, 1·ipetia1no, allo stato sano no'11 ha 111ai fallito, 11on è appa1·so 11g11al1ne11te, costante 11elle i11fezioni da noi st11diate. Poicl1è i11fatti, oltre all'aver notato 1111a rilevante oscillazione 11ella i11tensità di sua p1·oduzio11e (e ciò in grado mi11ore si osserva a11cl1e i1ello stato normale), i11 alcu11i ~ casi lQ aJJbia1no trovato del tutto m·a ncante. E q11esta ma11canza di agglutinazione delle piastri11e noi la trovammo solo ed escl11siva111e11te in casi di febbri malariche a tipo terzana1·io e q11artana·r io, ptimitive o recidive. casi co11fortati dal J·epertò positivo del sa11gue : siccl1è da principio llote111mo suppo1're che t11tti i ·colpiti da i11fezione inala1·ica facessero eccezio11e· al'la I'egola nella p1'oduzio11e del feno111e110. ProseI

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(1 J Rifor111a medica 1894, p. 735 e 776.


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IN., Fn.sc.

SEZIONE

20]

guendo però nelle nost1'e i·icerche, t1'0vammo qualche caso di infezio11e malarica con repertò positivo rispetto all' agglutinazione ed ai paràssiti. - I malarici cl1e potemmo utilizzare fino ad ora nelle · 11ostre esperienze 11on sono molto nu111e1. osi, data la stagione poco propizia a tale studio e difatti contiamo solo poco Ilii1 di cinq11anta osservazioni; siccl1è pur riconoscendo la necessità di proseguire lo st11dio dell' argomento, crediamo di potei. già segnalare un fatto abbastanza i11te1'essante, quale è l'avei· noi trovato l' eccez:ione al fenon1eno fisiologico del1' agglutinazione delle piastrine, solo in casi di 1nalaria e n1ai nelle nun1erose i·ice1·cl1e fatte in altre malattie. Nei nu111e1'osi mala1·ici 11ei quali non trovan1mo l' aggluti11azione, questa ma11cava tanto nel pe1·iodo febbrile, q11anto nell'inter111ittenza: 1·icompariva dopo sommi11ist1·azione di sali di chi11ina dati in dose s11fficiente a vince1'e gli accessi febbrili. I ..a maggior parte dei malarici con agglutinazio11e positiva, g1.1arirono spontanea111e11te, se11za somministrazione di cl1i11i11a, in capo a pochi giorni. Sa1. ebbe prematuro soffermarsi a far 11otare il valo1'e che le nostre rice1..che, se co11fern1ate dalle ulteriori osservazioni, potrebbe1'0 avere dal lato diagnostico della malaria: le additiamo per ora soprat11tto dal punto di vista della patologia, giacchè certo devo110 esservi nel sangue malarico delle speciali condizioni, interessanti a studiare, cl1e impediscono la produzione di i1n fe11omeno comune, semb1. a, a t11tte le altré co11dizioni patologichè".- Risiedono q11esle proprietà nel siero del sangue malarico'? oppure nelle piast1i11e? Noi abbiamo osservato nei soggetti n1alai'ici studiati, una diminuita t.endenza del sang11e alla coagulazione. l~ ciò dov11to a diminuzione del 11umero o a mancanza de.Ile piastri11e, co1ne osse1'varo110 Pizzini e J.""or11aca? Il responso a questi qt1esiti - verso la soluzione dei <1uali si stan110 svolgendo i nostri st11di . . •

611

PRA f!CA 0

oltre a cercare di 1·isolve1'e il lato i11leressante patologico della questione - il perchè ~e~ ·feµomeno - ci trasporta anche nel campo . della fisiologia, giacchè la concordanza dei t1'e fatto1·i - alterazio11e q11a11titiva delle piastI·ine, n1a11cante agglutinazio·n e di esse e 111inor tendenza alla coagulazione del sangt1e - costituirebbe ce1'to u11 n11ovo appoggio alla teoria del Bizzozze1'0 s11lla f11nzione delle pia- · strine. Ed è pe1' q11esto 101'0 t1"iplo ordine d'interesse - diag11ostico, patologico e fisiologico - cl1e noi abbiamo cred11to t1tile pubblica1·e i11 breve 11ota pi·eventiva le r1ostre osservazioni, pt11· circo11da11dole di t11tto q11el i·iserbo necessario ad . ogni 1111ovo fatto ancora sottoposto all'i11dagine scientifica e al vaglio della c1itica. Roma, 15 •

1~larzo

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1903.

RIVISTE OHIRURGI~'4..

Dell'asse11za eo11ge11ita t111ilate1·ale del i·e11e. (G. F. W1~1-ER, Arcb. f. klin,. C/Jir., 69, III).

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L' A. pubblica t111a osservazione di tt1more (tricoma) iri rene solitario, sul qt1ale 11011 era stata diagnosticata la unilateralità del rene, per cui la nefrectan1ia co11dt1sse l'infern10 ad esito per t1ren1ia (in 5.a giornata). A proposito della st1a osservazione l' A. raccoglie dalla letteratura tt1tti i casi di rene solitario, occupandosi solamente dei rer1i t1nilaterali, non del re11e unico da confl t1enza di), due germi en1brionali (rene a ferro di cavalloe nè dei casi di re11e t1nilaterale per atrofia del1'organo omologo i11 seguito a processi patologici. · Raccoglie cosi 2 37 casi, dei q t1ali 129 volte il rene n1ancava a sinistra, 98 volte a destra (in 1 o casi no11 è definito il lato della asseriza). Tale mancanza congenita è quasi il doppio più frequente negli t1on1ini (I 24 casi) che 11elle don11e (76 casi). La malformità ftr costatata in tutte le et~\, onde l'unilateralità dell'organo è comportabile con la vita ancl1e piì1 longeva. Di solito dove n1anca il rene ne ma11ca anche il pedt1ncolo vascolare. L'11retere n1anca qt1asi sen1pre; n1a i11 18 casi 11e esisteva un rudin1ento, e precisa1ne11te della st1a terminazio11e

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POLICLINICO

ves~icale, .solo parzialme11te. pe~vio (nel caso dell A. esisteva, t1n Ll rete re d1 cui 8. pervio fino in prossi1nita della st1a terminazione periferica). Può insiem e con l'uretere e con la popilla mancare ancl1e 't1na metà del trigonitni Lieutandi. In 5 casi . l't111ico t1retere sboccava nel mezzo della Yesc1ca. TI rene esiste11te, qualche volta ectopico, mostr~va quasi sempre una ipertrofia ·con1pensatrice. La ghiandola sopra renale manca va i1el 2 5 per cento dei casi. Spesso (213 dei casi), al vizio di conforn1azione dell'apparato uvopoietico, a11da.\·a uni to· un vizio di conformazione dell'apparato genitale, più spe,sso nella donna che nell'uomo (iti quella con maggior frequenza fu osservato utero unicorne, in questo atrofia del deferente e della vesciloita seminale). , , Il i ene solitario nel 3 8 per cento andò incontro a fatti patologici. E fra le affezioni cui fu soggetto la piì1 freqt1ente e la nefrite (21 casi) segue poi per frequenz a la calcolosi ( 1 ~2 casi) e finalmente la tt1bercolosi, l' uronefrosi, i tumori di varia natura. Al letto chirurgico sono venuti 1 1 casi di rene solitario: dei quali 7 0011 esito infausto, e 4 con esito felice (diag11osticata l 'u11ilateralità, nefroton1izzati). . L 'esito infausto si ebbe e 4 co~ esito felic~ (diagno ·ticata l,,unilateralità, ftetretemizzati p L'~~im i11f11:1sto si ebbe nei casi in cui si procedette alla nefrectan1ia. La morte potè tardare fino ali' I 1 .o gior110 dalla demolizio11e dell'unico rene. L'A. passa poi a discutere il valore delle vaIie ricerche diagnostiche che possono permett erci dì stabilire la diagnosi di unilateralità. ·Non crede che l"1spezio11e della fossa lon1bare possa avere qllella importanza che le volle .at~ribt1ire Le qentu (piì1 ini.portanti SOJ;IO le anomalie di conformazione che si possono risco11trare nei genitali esterni). Nè màggiori criteri ci posson esser for1li ti dalla percussione. La palpazione, specialmente bin1anuale, ha maggiore in1porta112a: ma anche qt1ando la mano più esercitata non riesca a palpare il rene, non è permesso i~1feri rne la sua assenza. La radiografia non dà dati pit1 attendibili, poichè il reperto attinografico ne gativo suole aversi quasi ,costantemen,te, anche in presenza del re11e. , · Le operazioni esplorative non possono esser prese in seria considerazione : r1è l'A. crede sia 1lecito di seguire 11 co.nsigliD di Kocher, il quale raggiunto il rene malato per via estraperitoneale, e scollato da esso il peritoneo, pratica in questo una bottoniera attraverso alla quale spinge 1 mauo nell'altra fossa lon1bare. Tale p~a t i ca aom.plica notevoln1eute l'operazio11e e nu< ne re i;; è . sola esser oerniciosa oel paziente, 1

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lAN~o IX,

FAsc.

2oj.

già indebolito da lu11ghe sofferenze, mentre ~4\tro Cé\nto, é\nche qt1ando si riesçé\ a p~lpare il rene control4terale, essa potrà solo darci criteri sulla sua forma e dimensioni, senza farne conoscer·e il potere f t111zionale. · La cistoscopia per sè sola non ci dà criteri n:olto piì1 attendibili, in quanto anche quanclo s1 vedo110 ambedue le papille ureterali, non per qt1esto siamo autorizzati ad ammettere che esista110 due reni. La sol~ ricerca temiologica che ci ponga del tutto a nparo da ogni errore diagnostico, è la separazione delle orine: ottenuta non mediante un divisore o col compressore della papilla, mezzi tutti che ci lasciano sempre in dubbio sulla provenienza delle orine raccolte, ma bensi mediante il cateterismo delPuretere. Come conclt1sione 1'A. dice : a) che, tr.anue rare eccezioni, la diagnosi di rene solitario . generél,lmente è possibile; b) che in té\l un~ affezioni chirurgiche in rene solitario - calcolosi, idronefrosi, pionefrosi - l'intervento chirurgico (nefrotomia) 11on solo è iudicato ma indispensabile. Dott. R. BALLA VEDGVA.

Gli effetti della allacciatn1·a dell'u1·ete1·e, con scapsulamento e i solamento pe1·manen.t e del rene. Docente di Patologia Chir urgica nella R. U. di Pisa. Nota preventiva - Pisa, Tip. \ ' alenti, 1903 . .

( PAOLO

FIORI,

L 'A. ha praticata l"allacciatura di uu uretere scapst1lando il rene ed isolandolo permanenteme11te con un cappuccio di condom. L'osservazione istologica ha dimostrato alcuni fatti interessanti, non ancora registrati, circa le modificazioni cui vanno incontro le parti più esterne della sostanza corticale, sotto forma di zone di atrofie cona:licolari, le quali, ben manifeste nei primi, non si osser\rano poi in ulteriori stadi. La conclusione delle prin1e ricerche in qt1esto senso è ìa seguente : L'anemia precece del rene, anche quand(} l'uretero-stenosi è accompagnata allo s~apsula­ mento ed isqlamento permanente delJ'organo, non è il fatto abitt1ale che possa riscontrarsi alla distanza di 10 giorni 1 dall'intervento; parenchima e territorio vasale rimangono sino a quest'epoca. sufficientemente integri e l'_atro~a, neppure in quesci. casi, è il fenomeno pn~ar10. . Gli esami del liçi ui51o ~onteiluto entro il rene operato. a differenti epoche, hanno inoltre ~on~ dotto l'A. ad alcune interessanti osservaz1on1 circa la composizione che essi presentano.

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I~~ "'NO

IX,

SEZIONE

FASC. 20]

n

mese dall'insorgenza di questi, ecco la comparsa dei primi sintomi appéndicolari, con la formazione di tumore estrinsecantesi nella fossa iliaca destra, caratteristicamente dolente. Egli dall'osservazione dei suoi infermi è indotto a dar molto valore allo stato anatomico dell'appendice che si presentò nei suoi casi costantemente in posizione pelvica inspessita, stre~a­ mente legata per il suo estremo o per il sup terzo inferiore al tumore annessìale. Le lesioni riscontrate nell' ap,pe.n<;ljce tengono per le forme ordinarie a ripetiziorie, con scler.osi, ipertrofia dell'appendice ed in alcuni casi chiusura completa, mai trovò ulcerazioni, perforazioni o c;alcoli nell'appendice stess'\. Per l~ diagnosi non baptano i distur-bi intestinali, che fanno pure parte della sindrome uterina: ha trovato che costantemente questi infermi si lagnavano, anche fuori delle crisi e dei periodi mestruali, cli qplori sordi., ottusi, persistenti nella fossa il~~ca destra : che il tumore annessiale si diffondeva in alto, ove era cìifficilmente limitabile e la palpazione ras vegliava dolore. L'importanza della diagnosi no11 è solL-intQ teoretic;a, ma pratica quap.do l'operatore si accinga 4d operare per la via vagi~'Ùe ritenend9 uni.c;a la le~ione annessiale.

tr"pianto dei tei;idini nei casi di panalisi alla coscia. (Vt:LPtus,

25° Congresso Fra11eese di Chirurgia) 4

Con questo nome I'A. si I"iferi sce alla paralisi del muscolo quadricipite, di cui possono esistere vari casi. Ve ne hanno in cui gli infermi hanno solo lievi disturbi, ve ne hanno in ~ui l 1unioo disturbo è il rilasciamento articolare, che viene corretto da una protesi ineccanica: ve ne hanno infine di quelli in cui si ha tale Messione da rendere impossibile la deambulazione. Per qt1esti casi l'.À. propone il'trapianto dei tendini, fra i muscoli vaglia il sartorio, il bicipite, i flessori mediani, uno degli adduttori. Per l' A. la perdita dei flessori non è essen:ziale per il movimento che può farsi in parte passiva111ente, in parte per i gast1"ocnemi. Con t1n prin10 taglio anteriore matte allo scoperto la rotola col suo legamento ed il tendine <lel quadricipite: con un secondo taglio dietro il condilo inette allo scoperto il tendine ed il ventre (lel sartorio, e, volendo, un 1nuscolo ad<l uttore ed i flessori mediani fino alla loro. estremità : finalmente con una terza incisione sopra la testa del perone mette allo scoperto il tendine ed il ventre del bici})ite. Mobilizza <{Uesti mt1scoli e li porta in a vanti : indi a gamba perfettaro.ente tesa sutura, i capi dei muscoli mobilizzati alla· rotula e al legamento rotuliano, :neot1~c \.l!l assistente stira in alto• la rott1la .. Si l'iunisce per p1,ima e si iml)lobilizza l ~rto al- . , meno 1>er cinque settimane, qopo di che si in: traprende massaggio, ginnastica, bagni, elettroterapia. Il ginocchio riprende mo.I to lentamente la sua funzione di estensione. Io alcuni casi può tornare no1·n1ale, in ogni modo scompari:và la flessione e la deambula· zione ne sarà assai migliorata. Rigetta il me.... todo dcl J..,ange, a mezzo di tendini artificiali, ~oo cui in lln sol caso ebbe successo, e l'altro èella fissazione diretta alla tuberosità tibiale. .1. ella letteratura si hanno 30 casi ; egli poi àa 20 casi propri di cui ne riferisce quatt.Fo in 1yi si ebbe un successo veramente ottimo in èue dii questi casi, ma le defor1n~tà erano tali elle. si dovevano contemporaneamente pFatical'e .steotornie, miotornie e plastiche tend~ne,

613

PRATICA

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'11·attamento dell'ectopia testicolare. (PEYROT'

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Dell'appendicite da lesione utero-annessiale. (BAR~SBY,

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~ '~, riferi~ce· all'adunanza 6 casi da. lt:1i 0pe· t~tt.. S1 tra~ta in tutti di soggetti in cui mai alçun

~tuib? s1 era avuto prima della comp4rsa dei aistt1tb1 utero a11ness,i,ali · , ualche sett· ma ~. . _,_~L--

Il Peyrot dà relazione di I 4 casi da lui ct1rati

1

con il suo metodo : egli parte dal principio che gli elementi che si oppongono alla discesa 'del tes~colo non sono proprii di quest'organo, ma fun parte dell"apj?arecchio accessorio, tunica fì.. brosa, cremastere esterno, aderenze del cordone. Apre la parete anteriore del canale inguinale, isola il cordone, apre la borsa e vi pone il testicolo. Allora due forze si oppongono a che esso rimanga in sito: l'elasticità del cordone e l'elasticità dello scroto, che tende a riprendere la sua forma ordinaria e adr espeliere il testicolo in virtù del dartes. Per ov-v iare alla ela.. st-icità del cordone, egli, mentre il testicolo è stirato quanto piu in basso è possibile, fissa con qt:J.atrro punti, pa1'al1eli due a due, passanti attira.. v~r-so il tessuto cellulare ader:ente al cordone, al p,ube d·a un lato, alf aponevrosi dell'adduttore dall'altro; neutralizza poi la forza d'espulsione dello scroto, passa due fili per la faccia pro.. fondu di questo, uno sopra l'altr-0, e successivamente per il cellulare situat-0 al davanti del cordone ea an.noda stringe11do. In un solo caso il testicolo dimint1i note,ol1nente di volume.

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1L POLICLINICO

MEDIOINA J)ei tic iJ1 gene1·alè. di Toulouse Congresso degli alienisti e neurologi Francesi. - Presse médicale, N. 64).

(NoGUÉS

L' A. con1i11cia per dire con1e sia difficile

!ANNO

IX,

fASC~ 20] '

Tt1tte le · parti del corpo possono essere sede dei tic, cioè la loro varietà è infinita. L 'A. disti11g11e i tic a seconda della regione nella quale si effettuano, con le differenti modalità. Così si hanno: i tic della faccia, del collo> degli arti superiori, del tro11co, degli arti ii1feriori. Infine i tic che non sono se non perturbazioni di funzioni organiche: deglutizione, digestione, respirazione. Tt1tti questi tic han110 i caratteri generali studiati. Ma ciò che don1ina la sinto111atologia> è lo stato mentale dei ticcl1iosi. Il tic, per Charcot, è una 111alattia n1ateriale solo nell'apparenza, è invece u11a n1ala ttia psichica, un prodotto diretto della asa via. Tutti sono d'accordo st1 questo punto, le discussioni cominciano quando si vuole precisare questo stato n1entale. Per n1olti at1tori i ticchiosi so110 llei degenerati superiori, so110 degli sqt1ilibrati, i11 essi si mette n1eglio in rilievo 11no svilt1ppo i11uguale delle facoltà piuttosto che uno svilt1ppo insufficiente. Per Meige e Feindel nello stato mentale di questi soggetti si mette bene in evidenza un'altra anomalia, che cioè qt1alunqt1e sia l'età dei i11alati la loro psichicità si dimostra inferiore. a quella che dovrebbero avere. Le anomalie psichiche costituenti qt1esto equilibrio mentale, sono 11umerose. Esistono disturbi. della volontà, disturbata per eccesso come per difetto; disturbi dell'affettività con sin1patie ed antipatie irragionevoli. L'emotività pure manca di equilibrio, e ciò ai1che avvicina i ticchiosi ai soggetti in preda ad idee ossessive. . . Del resto facile è trovare questi due ~tat1 ~iuniti o nella famiglia o nello stesso individuo. . Concludendo, per l'A. il tic. è c~stituito. di due elen1enti essenziali: i fenomeni motori ed i distt1rbi mentali e l ' un fatto è subordinato all'altro. La loro associazione costitt1isce la sindrome ticchiosa. Il tic è un disturbo psicomotore che può essere comparato ad _una ~m­ pulsio11e e specialn1ente ad un~ o~se~s1one 1~­ pt1lsiva. E' legittin10 trattare 1 tic 1n. d0pp10 modo con t1n trattamento inteso a combat. tere i' fatti motori, e con t1n trattame11to psichico per i distt1rbi mentali. < Dott. Guro1.

dare una definizione precisa dei tic, più facile è limitarli. La confusione più frequente è quella che assimila il tic allo spasmo, mentre grande è la differenza. Lo spasn10 è u11a reazione n1otrice risultante dall'irritazio11e di un punto qualunque dell'asse riflessa spinale o bulbo spinale; il tic è un movimento involontario che riproduce t1n atto funzionale, e quindi ha una origine corticale. Inoltre bisogna togliere dal quadro dei tic le n1anifestazioni clonicl1e che seguono le nevralgie. Cosi il termine di tic doloroso della faccia, no11 è giusto; si tratta di uno spasmo di origine periferica, non di un tic. Cosi bisogna togliere dal quadro dei tic, alcuni gesti ripetuti frequenten1ente, che non sono che abitudini, e che basta uno sforzo di volontà per sbarazzarsene. I11fine il tic è accompagnato sempre da fenomeni n1entali ben studiati in questi ultimi anni, specie da M~gnatl e dalla sua scuola, che 11anno detern1inato in modo preciso lo sviluppo dei fenomeni psichici nella produzione dei tic. Da tt1tto ciò che precede, difficile è per l'A. dare dei tic una definizione, giacchè questa deve essere precisa, breve e chiara; mentre la sindrome tic con la doppia manifestazione somatica e psichica., n1al si presta ad una esatta definizione. L'A. riporta qt1i11di il qt1adro sintomatologico dei tic. . ~ Questo è un movin1ento involontario che non può essere n1odificato dalla volontà, pe~­ chè i poteri inibitorii della volontà sono ·d.1minuiti nei ticchiosi. Secopdo carattere del tlc è ·q uello di essere abituale. Alcuni autori dicono che il n1ovin1ento ticchioso è cosciente. Per l'A. il movimento ticchioso prima ~ dopo che avve11ga pup es5ere bene apprezzato, non cosi durante l'atto. Sicchè, sarebbe il tic alter11ati vamente cosciente ed incosciente. Inoltre il tic è un atto coordinato a diffeL'agitazione: sue cause e sua eu1·a. renza dello spasn10. (DE~Y.· Se111ai11e niédicale, N. 43. ~2 Oct. 1902). Altri caratteri ft1rono i~dicatì da Meige e F eindel, i quali an1n1ettono che i. tic. posso~~ . . Col nome di « aQitazione » o di « e~cita­ zione >> si intende u~ complesso si11tomatico essere co11siderati con1e pertt1rbaz1on1 motnc1 • •


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IX,

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SEZIONE

linguaggio e del movimento. Se predominano i disturbi del linguaggio (parole incoerenti, canti, grida, vociferazioni, espressioni volgari, etc) si tratta di « eccitazione »; se tali disturbi si hanno insieme a movimenti bruschi e disordinati, si ha « l' agitazione propriamente detta »; quando infine q11esti d11e gr11ppi di disturbi sono spinti al più alto grado, si ha il « furore ». Accanto ai disordini del linguaggio e del movimento, vi sono, nell'agitazione, i distLtrbi della sfera intellettuale e morale, q11elli della sensibilità e i dist11rbi generali. I disturbi della sfera , intellettiva e morale, fan110 si che gl' infermi perdano l' attenzione volontaria e spontanea, non associno più le idee fra loro, perdano la memoria, siano di t1more variabile, perdano i· sentimenti . affettivi e n1orali tantochè 11on solo non riconoscono le persone a loro care, ma spesso trascendono co11tro di queste perfino a vie di tatto. I di stt1rbi della sensibilità consistono in ipoestesie o iperestesie tattili, termiche o dolorofiche. Le manifestazioni dei sensi specifici (viso, udito, olfatto, gusto) sono anche esse dimi11L1ite o aumentate. Cosi p11re è au1nentata in genere la sensibilità riflessa, n1entre e diminuita la sensibilità 11111scolare in modo cl1e l'agitazione p110 dt1rare parecchie settim a11e e pareccl1i n1esi senza che gl' infermi ri~e11ta110 la i11inin1a fatica. Q11a11to ai disturbi · ge11erali notiamo: esisto110 ~pesso i11sonnia, cefalea, anorressia, bulin1ia, scialorrea, stipsi, ecc. vi sono alterazioni della respirazio11e, della circolazione e della tcrn1ogenesi dipendenti forse da un aume11to 'della pressione arteriosa pit1 che dallo stato d'eccitamento. Le ft1nzioni della vita vegetativa, dapprima regolari, finiscono per divenire piì1 lente sicchè l'infern10 finisce per dimagrare e per perdere tutte le sue forze. Tale sindron1e dell'agitazione dipende da t111 disturbo · funzionale di tutti i centri corticali, compresi quelli psichici superiori dove si esercitano la memoria, la riflessione, il giu<iizio e l'attenzione. Questi disturbi funzio11ali sori prodotti da tre ordini di ca11se diverse. Al primo ordine appartengono le malattie infetti ve (vaiolo, scarlattina, eresipela, grippe, polmonite, reumatismo, febbre tifoide, rabbia, encefalite, meningo-encefalite, meningite cerebro-spinale, paralisi generale, delirio acuto, confusio11e me11tale, etc); al secondo ordine appartengono le intossicazioni sia d'origine esterna ~etero-intossicazioni quali quelle date da ingestio11e di alcool, cloroformio, haschisch, bella-

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donna, ossido di carbonio), sia di origine int~rna (auto-intossicazioni quali quelle che si s~luppano nel corso dell'L1remia, morbo di , Basedo~·, epilessia, isteria, corea); al terzo ordine appartengono le emorragie abbondanti o ripetute, l'inanizione, il marasmo, il surmenage, le veglie prolungate, la gravida11za, il puerperio, l'allattamento. Percl1è però tutte queste cat1se, alle quali si devono aggiungere la fatica, e i violenti trat1mi morali, diano origine all'agitazione, occorre che vi siano delle cause predisponenti, consistenti in una predisposizione nervosa che si manifesta come una debolezza irritabile del cervello conge11ita o .. acqu1s1ta. Esposta cosi l'etiologia dell,.agitazione, è facile parlare della cura di questa, prima però dobbiamo chiedere: come bisogna comportarsi di fronte a un agitato? · Se si tratta di 11n febbricitante per polmonite, tifo, etc., si può contin11are la c11ra sia ir1 casa che all'ospedale, avendo la precauzione che il malato sia custodito da infermieri giorno è notte senza lasciarlo in possesso di alcun oggetto che possa recar danno a sè o agli altri. Le stesse norme valgono quando si è ii1 presenza di 11n febbricitante allucinatò con a,.:cessi di panofobia e con tendenze ad atti impt1lsivi. Ma di fronte a un vero alienato (paralitici; dementi, maniaci, etc.) s'impone la necessita dell'internamento in un asilo di cura e ciò non tanto · per la gravita dell'agitazione quahto perchè questa non è il sinton1a di u11'altra malattia, ma è di per sè stessa una malattia e come tale, p11re avendo dei periodi di tregua, pu6 dt1rare anche parecchi anni (Krapeline). Rig11ardo alla cura esclusiva dell'agitazione si de,re cercare di mettere in pratica i seguenti postulati: combattere l'eretismo dei centri ner- . vosi, favorire l'eliminazio11e dei materiali infetti vi immagazinati nelle cellt1le cerebrali; • rialzare le condizioni scad11te di n11trizione. · L' eretismo dei centri nervosi si vince con il riposo a letto ottenuto però con la completa.. assenza di ogni mezzo restrittivo e con i bagni tiepidi semplici prolt1ngati o permanenti. L'uso del bagno non è sempre il medesimo: negli agitati febbricitanti il bagno deve avere la durata di 1/ 2 - I ora ripetuto 2-3 volte prv die; in quegli cronici apirettici essa sara da 5 a 12 ore o prolu11gata per settimane e mesi (Krapeline), s'intende a seconda del grado d'agitazione. La temperatura deve essere di 3 3°~3 5°; è utile inoltre di porre sul capo dell'infermo una pezza gelata per prevenire la congestione cefalica; per combattere la debolezza gen,er~le che può vaiunaere fino al collasso e alla s1nb

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IL l>oL1CL1NICO

cope si ~ratichi t1n'iniezione sottocutanea di etere o d[ caffeìna. Ma tale ultimo incon veniente si pt1Ò evitare proscrivendo il bagn0 ·a i cardiaci e a~ sog·g etti estremamente deboli. Qualora per impossibiliit à di locali non si p@ssa or<linare il bagno, si può utilmente sostituire questo con 11n impacco umldo freddo mantellt!lto per 1/ 2 - -1 ora e seguit0 tosto dalla reazione fq.tta in l!ln lett0 riscaldato; tale impacco si può ripetere 2-3 volte nella giornata. (I) I rimedi farmaceutici per combattere l' eretism0 dei centri nerv0si son0 numer-0sissimi e non. passa giorno che non se ne trovino dei nu0vi; ma finora hanno sempre il prima't-0 il bromuro di potassio e il· cloralio. Però ain.che questi non sono privi di inçonvenienti quali l'adattamento ad essi da parte del mailato sicchè bisogna di continuo aumentarne la cl.0se per averne dei buoni risultati e la difficoltà di farli ingerire agli infermi in preda all'agitazione. E allora eccellenti ed unici sostitutivi del brom tiro e del cloralio sono il cloridrato di ioscina e il solfato neutro di duboisina; la loro azione sulla sfera motrice è incontrastata: dopo <qualche minuto dalla loro amministrazione il malato cade in uw- sonno benefico che si pi=olunga per 5-6 ore e che terrr1ina d~ndo disturbi leggerissimi che ~ubito sco:np.a1on'? senza lasciare alcuna traccia. Ambo 1 nmed1 si usano in soluzione acqt1osa per via ipodermica alla dose di I / 2 - I milligrammo ; si possono usare anche « per os » ma. è _da pre~ ferire la via sottoc11tanea. Contro1nd1caz1ow sono: amministrazione durante il periodo diuestivo durante il quale si provoca il vomito; impiego di detti rimedi i:iei cardiaci ~ n_ei sog~ getti debilitati che ,p osson rimainer v1tt1me di una sincope. Qualora si voglia scegliere fra la ioscina e la dubbisina, si .preferisca la prima: la ioscina ha infatti t1na tossicità minore, ma terapeuticamente è inferiore alla duboisina sicchè bisogna, sebbene leggermente, aumentare la sua dose ( 1-1 ,5 i:nillig~.. s~c~ndo ~-agnan). L'eliminazione dei mater1a11 infetuv1 accumulati i1elle cellule cerebrali è favorita dai puraanti diuretici, sudoriferi, dalle iniezioni sott~cut;11ee di siero artificiale, dalle lavande gastriche. Non bisogna però mai tralasciare di associare tali rimedi ai sedativi nervini, gi~chè essi da soli da.u no poco effetto o perchè a2'iscono troppo tardi va mente, o perchè gli effetti dei veleni microbici perdurano anche dopo l'eliminazione dei microbi. Le forze scad11te si ripristinano con una

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buo11a alin1eratazione ric0rrendo anche ai clisteri nutritizi e alla sonda :esofagea quando gl'àinfermi ricusano il cibo: all'alimentazione a;bbomdanl:e è utile unire i ricostituenti del sistema Uei"voso ~~licerofosfati, leciti11a, etc.) L 'A. conclude col dire che il trattamento psichico è del tutto inuti[e; le rimostranze, l'esortazione alla calma, il ricordo delle convenienze è di nessuna efficacia, Ava,nt.i a llU agitato invece bi$0gna esser di poche parole; non bisogna contrairiarlo, non venire con Itri a disctassioni e sopratutto non bisogna risponDoTT. A. P. dere alle stie provocazioni.

SIFILOGRAFIA L'ereditarietà della sifilide. (R. MATZEN AUER. Wicner kU11isohe Wodhensch1·ift, braio 1903 .) .

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feb-

Non esiste fi11'ota alcuna osservazione di eccezioni, 1 igorosa:m ente dimostrate, alla cosi detta legge del Colles, che ci©è la n1adre di un figlio eredo-sifilitico sia immune alla lue. Nelle altre malattie infetti ve l' immunita non si tr,asl!D.ette nè per mezzo degli spern1atozoi nè per mezzo dell'ovulo; ed una trasmissione ereditaria dell' immt1nità, nel vero senso della parola, pe~ n1ezzo delle cellule ~e1~minali es~­ ste ta11to poco q ua11to la trasm1ss1?ne eredi~ t4·r ia delle malattie per la stessa via. I casi descritti di bambini sani cii padre sifiliitioo e dri. madre sébna, che potettero poi contrarre la l\.ie, .non possono considerarsi ~0~1e un'eccezione alla legge del Profeta (il cptna~e ver~­ mente ·aveva ·i n principio detto che 111 figl10 sano di una madre sifilitica sia immune : solta'tlto più tardi ·la legge del ~ro!et~ ~a.r~b~e stata estesa ai fiuliuoli di gen1tor1 s1fil1nci in aenerale qu.inGii ~'tnche di pad·re sIDfì.litico) ; ma ~ome u~a natt1rale conseguenza della legge senza eccezione, che cioè 11on si trasmetta immunità dalla parte del padre. La teoria del Finaer, oggi quasi gemeral0 mente .accettata, che cioè si pt1ò acqt1istai'fe la immunità contro la sifilide se1iza aver sofferta questa malattia 1 ~) nel caso .che ~l ~~gtgetto '1iventi n1adre di t1a bambllilo s1filinco da parte de1 padre, s1uggemdo abl' ~nfezioae da parte del pad~e e del ~gli?; 2°). ne~ c~so. ~h~ i soggetti, essendo ~g~1 d1 ge~to~1 s1fil1trci, sfuggano alla trasm1ss1one ered1tar1a della malattia, non si può pi!t1 sostenere. .. . Contro l'opinio11.e che le do1111e, imn1u111 secondo la legge del Galles, siano ' 'eran1ente sane e non affette da sifilide laterante parla ,(i) Il bagno, come l'impacco freddo,. a.gisc~ sot.:-. . I o~ il fatto èhe in tLlt~"l la pait ologia ge1:1er~}e traenao una certa quantità di calore e .r1ch1amando il de1le mala1!tie infetti ve ed andhe i1ellà s1fil1dc sangue alla periferia. 18)


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SEZIO,NE

n-0n si può dimostrare la trasmissiollle. della malattia stessa per mezzo dello sperm.a,_ ma soltanto che la trasmissione della malattia ha luogo dalla madre al figlio; 2°) nella · sifilide in generale non si ha nessuna dim0strabile ereditarietà dell'immunità; 3°) 11elle altre malattie infettive la trasmissione ereditaria di un'immunità duratura non si avvera mai; o si può avere soltanto un' imml!1Ilità ereditaria passiva e rapidamente passeggera. Siccome da qn lato non esiste una trasmissione ereditaria di un' im.munita duratura, e siccome d'altra parte una madre, anche apparenteme11te sana, di figlio luetico-ereditario è senza eccezione immune duraturamente, ne viene di conseguenza che questa madre, apparentemente sana ma immuae, abbia ella stessa una sifilide laterante. E poichè dunque, in conclusione, non vi è sifilide ereditaria senza sifilide della madre, e siccome dall'altro canto una madre sifilitica può senza dubbio trasmettere la malattia, ne risulta che possiamo iµ ogni caso derivare la ~redità della sifilide dalla sifilide materna che che no11 è necessario amn1ettere l'ipotesi di una trasn1issiçne ereditaria paterna. Le conseguenze, per la pratica, di questo ragionan1ento vengono di per sè : 1°) Ea madre di un figlio sifilitico, deye, a11cl1e se non prese11ta sintomi di sorta, essere curata col mercurio. 2 °) la madre di u11 figlio sifilit~co, per la nota legge del Colles, può nutrirlo da sè se1iza pericolo. 3°) I ~enitori sifilitici di un figlio sano posso110 intettare il loro figliuolo. 4°) Un uomo sifilitico non deve, per evitare l' infezio11e della moglie, sposare prin1a di parecchi anni dplla sua infezione e senza ripetute cure merct1riali. Tt1tta la dottrina della trasmissione ereditaria della lt1es è cosi ora molto semplificata. Essa era fino'ra circo11data di un insieme di legge11de e di ipotesi stra11e; e di fronte alle altre malattie infetti ve la sifilide pareva avesse caratteri del tt1tto speciali e diversi, me11tre in vece \1 ediamo che per la lues valgono le · stesse leggi i1att1rali come negli altri n1orbi DoTT. V. M. dalla infezione.

Vari modi di trasmissione ereditaria della sifilide. K. K. Gesellschaft der Aerz.te in Wien. Sitzung d. 20. III, I 903).

{NEUMANN.

Nella seduta del 20 s. m. della Società I. R. dei médici di Vienna il prof. Neuman11 ha dichiarato, a proposito della disct1ssione su -~~

PRA TlCA

questo. argomento che ha a-vut!o luogo nelle precedenti sedute, di conoscere più cd'i 60 famiglie nelle quali b'1;mbir\i sifilitici sono nati da rpadti salile. Egli crede dunque alla t~asmissione p.a terna della sifilide ed alla esattezza del~a legge di Colles, bencl1è essa abbia delle eccezioni. Il Finger gli ha risposto che la trasmissione ereqitaria della sifilide può effettuarsi per mezzo dello sperma o dell'u<?vo; quand,o la madre .diventa sifilitica negli t1ltimi mesi d~lla gravidanza è eccezionale che il suo figliuolo sia infetto. Varie considerazioni depongono in favore dell'eredità patema: 1e) un padre sifilitico può generare figli sani dopo esser stato sottoposto al tr~ttamen1ro s.pecitico; 2°) un,a donna che ha• avuto bambini sitilitici con un uomo sifilitico pt1ò avere bambini sani con uomo sano; 3°) la madre sana di un bambino s.j.filìtico può contrarre dipoi la ~ifilide ; 4 °) finalmente si conoscono più di 600 casi autentici nei quali la madie di un bambino sifilitico .è rimasta s,aDia. L'Q.. aggi4no-.e che la cura specifica <della madre è senza effetto sulla sitilide del bambino.

Accademie, Società mediche, •

RESOCONTI

Cong~essi

P..t\R~ICOLARI

R • .Acc•d~pnia di Me..iQin~ di ,T .Qrmo·

Sedzzta del 13 marzo t903.

Presidenza: Pro-f. Guareschi. P1·of. Gradenigo. - Intorno ad uzz caso di sublussaziori.e abit1tale di una cartila.grine aritnoide. - È noto come nelle pa1·alisi laringee,. dovute a lesioni del nervo ricorrente, facilmente la cartilagine aritnoidea resta sportata verso l'interno della laringe, così che essa può perfino causare in tal modo distt1rbi re1"piratorii gravi. Dionisio, tra altri, ha desc1"itto un c~so di qt1esto genere. (Archivio Italiarzo di Otologia e . . Lari11gologia, V 0 , ~ag. 362). Non mi consta invece che s1eno stati finora descritti casi di st1blt1ssazione abttuale di una arinoide senza la coesistenza di paralisi di muscoli laringei, e perciò stimo degno . di pubblicazione il caso da me osservato. Si tratta di t1na ragazza di 19 anni .. c:he iui si presentò accusando debolezza e facile stanchezza della voce. . . Persuaso di trovar1ni di fronte, cons1derat1 l'età ed il sesso della paziente, ad t1n com11ne caso di paresi di addt1z~one de1:1e labbra V?cali procedo all' esa1ne lar1ngonop1co, e con mia sorpresa riconosco che il l~bbro ~o.cale d.estro appare accorciato, fiss~to . in pos1~1one i~ter­ media a quella di resp1r~z1one e d1 f o~az~o~e, e che esiste una tumefazione a superficie liscia, ricoperta di mt1cosa no1:male? eh~ f~ sporgenza verso l'interno della 1ar1nge in corrispondenza.


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POLICLINICO

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al legamento ventricolare destro. Ambedtte le resteria tattabile della faringe e del vestibolo labbra vocali sono di colorito leggermente roseo; l~ringeo. la metà sinistra della laringe non offre assoll.tIl trattamento che consistette in pennellature tamente nulla di anormale. La voce è conserleggermente irritanti dell'interno della laringe vata rerchè il labbro vocale sinistro nella f oe nella somministrazione per uso interno di nazione oltrepassa la linea mediana e si addossa stricnina diede buoni ris11ltati, perchè la sual labbro di destra i1nmobile. bldssazione si manifesta ora n1olto meno facil·I miei dttbbi sopra la causa della fissazione mente di prima. del labbro vocale destro e della tumefazione Dionisio rileva l'interesse del caso, il quale indicata ft1rono chiariti in 11n esame praticato differisce. da uno suo pubblicato anni sono, in il giorno successivo: potei allora riconoscere quanto che il caso del socio Gradenigo rifariche l'aspetto càratteristico offerto tlalla metà vasi ad 11na• lassazione abiti1ale, mentre nel suo destra della linea era causato da una soluzione era permanente. abituale nella fonazione della cartilagine arjt- · Dott. Abba. - Sul preteso microorganisn10 della noidea. Ix effetto alla ispezione la laringe mi rabbia - Con1unica, anche a nome del dottore apparve questa seconda volta cornpletamente Bertarelli, col qt1ale ha collaborato, che, conno~ma,le: perfetta la mobilità di ambedue le trollate ed ampliate le esperienze del dott. Levy labbra vocali, nessuna traccia dellà sporgenza riguardo al sçiccharomyces lyssae, vennero nella del ·legamento ventricolare destro. convinzione che questo microorganismo ed alQttando s'invita la paziente ad emettere un tri simili isolati dmrante le dette esperienze, suono, si vede che il labbro vocale di destra, non sono la causa della rabbia. Dott. E. Tedeschi. - Aricora sulla patoge11esi del nel portarsi dalla posizione res1)iratoria ·alla gozzo esoftalmico. - In precedenti ricerche l'O . fonatoria, 1--esta improvvisamente fissato ed acha dimosti·ato. che una lesione dei corpi resticorciato perchè l'aritnoide corrispondente come fomei, nella loro posizione anteriore, provoca sollecitata dai muscoli tensori delle labbra vonei cani una sintomatologia analoga a qttella ofcali, scivola sulla s11per·ficie articola e della ferta dagli individui affetti da gozzo esoftalmico. nicoide verso l'avanti, e spbisce ancora un legSi trattava di vedere se si era dinanzi ad t1na gero inovimento di fossi on e intorno all'asse sindrome o ad un vero stato morboso. verticale. Il labbro apparisce allora accorciato A tale scopo l'O. ha istituito nuove esperienze, e teso in posizione inte1·1nedia,- l'assice della riguardanti il ricambio materiale dei cani resi aritnoide è inclinato verso l'interno della labasedo"\viani: si è notato poliuria, azot11ria, con ringe più di q11ello dell'altro lato, il legamento predominio dell'aumento .nell'azoto ureico, e foventricolare fa t1na sporgenza che simula tln vero tt11nore. In tale posizione il labbro vocale sfaturia. L'ani1nale dopo la lesione dei corpi restiformi destro i·imane per qualche te1npo immobile, diminuisce di peso in inodo corrispondente al111entre il sinistro compie i normali movimenti l'aumento nell'eliminazione dell'azoto. Qt1este per la fonazioqe e pef la respirazione: dopo un alterazioni del ricambio trovano perfetto risconperiodo di tempo variabile, la cartilagine st1tro nelle alterazioni del ricambio, osservate dablussata torna ad un tratto a posto, e la metà gli autori nell'individuo hasedowiano. destra della laringe apparisce affatto normale. Per la somiglianza fra il ricambio dei cani .. Tre la posizione normale della cartilagine e dopo la lesione dei corpi re~tiforni, .e .qu~llo quella di subl11ssazione esistono posizioni indell'omo o dell'animale cui si somm1n1str1no termedie, che si posson<;> bene stttdiare. La supreparati tiroidei, l'O. ammette che. l~ a_lterablt1ssazione si for1na pe1· lo più, non se111pre, zioni del ricambio nei cani basedow1an1 s1 debnell'atto llella fonazione. Anche quando la aritbano ad una iperfunzione tiroidea, e dà .di ciò noide è a posto, si può riconoscere che l'artila prova diretta, I?oich~ colla tiro~de~tom1a parcolazione destra è più bassa che q11ella del lato ziale, praticata nei cani basedow:1an1, le a~tera­ sinistro, perchè il labbro vocale destro cede zioni dette del ricambio scompa1ono q11as1 del più facilmente agli imp11lsi che gli vengono tutto. trasmessi dai 1nuscoli durante le due fasi della Ricordando poi le es1)erien~e s~e, già pubblirespirazione: ne consegue ttna curiosa asinergia cate, e riunendole a queste, 1 O. s1 sente autodi movimenti. Si vede infatti che la esci1rsione rizzato ad affermare l'identità tra gozzo esoftalnormale di abduzione nella inspirazione e quella mico sperimentale e malattia di Basedow : colla di addt1zione nella espirazione sono molto più lesione dei corpi restiformi si provoca 1zel ca11e estese a destra che a sinistra. Per conrveso. no1z una semplice si11dro111e, 111a u11 vero stato una volta la cartilagine sublussata, il labbro morboso, che e però i11 istretto rapporto colla funvocale resta fisso e non cede affatto alle sollezione tiroidea. citazioni che subisce durante le fasi respiraDott. A. Brinda (Laboratorio di Materia me. torie, mentre il labbro vocale di (\estra si m11ove dica). - Sulle variazioni dell'assorbimento in rapnormalmente. porto colle lesio11i11ervose sperime1ztali .. -. Le. espe~ Non ini ft1 possibile stabilire la causa del ferienze furono fatte sttlle rane e d1v1se in se• nomeno osservato: in particolare la ragazza serie: rane normali, rane con ta~lio . unilateesclude 11n progresso trau1na s11lla regione larale dello sciatico, rane con taglio bilaterale ringea. I.ja paziente non ha coscienza cegli spodello sciatico, rane con sezione trasversa dt:l sta111enti anormali che subisce la sua aritno1de midollo spinale sotto il cervello, rane co~ didi destra; se è espressamente invitata ad anastruzione del solo cervello, rane con distrulizzare le s11e sensazioni, acc11sa 11n vago senso zione di tutto l'asse cerebrospinale. . di clolentat11ra alla metà sinistra (lato integro) L'O ha provato due tempi di immersione: della laringe. Si pt1ò a111metttere in questo caso, g ore e 15 ore : egli ha visto anzitutto che. se come mon1ento cl1e favorisce la sttblussazione, le rane normali in 6 ore possono assorbire un certo grado di diminuzione del tono dei qltantità di acqt1a distillata che variano da gr. O 111uscoli della laringe: havvi anche una ipe1

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SEZINOE J>RATIC •.\

' s~iatico

a gr. .~,760, il taglio di un solo produce una ..di1ninuzione in queste .. cifre da gr. O a g. 3.040, ed il taglio dei due sciatici da gr. O gr. 1,192. Arrivando a lesioni pitì. gravi del sistema nervoso, in 6 ore non si fa pitì. assorbi1nento, ma bisogna ricorrere all'imn1ersione per 15 ore. Per 15 ore si hanno i r.i sultati seguenti: Rane nor1nali: da gr. O a gr. 2,054; Rane con taglio di. 1 sciatico : da gr. O a gr. 2,073; Rane con taglio dei 2 sciatici: da gr. O a g1". 1,873 ; Rane con taglio del midollo : da gr. O a gr. 2~167; Rane con distruzione del cervello : da gr. O a gr. 1,275; Rane con distruzione di tutto l'asse cerebrospinale: da gr. O a gr. 0,623. Queste cifre sono calcolate per ora di i1nmersione e per 200 gr. di rana. Riunendo i rist1ltati delle due serie si vede che la diminuzione dell'assorbimento è progressiva a partire dalle rane normali fino a quelle in ct1i è distrutto tt,tto il sistemà nervoso centrale. Altre esperienze ha fatto l'O. sull'assorbimento iporde1nico con soluzioni di stricnina. Con queste si sono limitate le lesioni nervose al taglio di uno o dei due sciatici perchè è noto che basta, per esempio, sottrarre la rana all'influenza del cervello percbè essa reagisca assai più vivan1ente alla stricnina. Le iniezioni fm'ono fatte nelle masse muscolari delle zampe sotto il punto di sezione dei nervi. Si adoperaron~ solt1zioni diluitissime, .a,P(>Unto :perchè. la reazione avesse un tempo p1u iungo innanzi a sè per prodursi : anche in queste esperienze l'O. ha visto tardare assai l'assorbimento nelle rane con lesioni dei nervi ed il ritardo essere maggiore nelle rane con lesioni più gravi. L'O. si riserva di continuare il lavoro con soluzioni di sali diversi. Galeazzi chiede al dott. Brinda se non sono a sua conoscenza esperienze ugt1ali già fatte da tempo dal dott. Roger con ide11tici risultati, che il Roger attribt1ì al çhoc rzeiveux. Aggiunge che es1)erienze sullo stesso a1'gomento ebbe egli ad eseguire con veleni batterici e colle infezioni speri1nentali, dimoslrando che anche per q11esti si l1a un ritardo nel decorro dell'infezione e dell'intossicazion dopo le lesioni del sistema ner, oso, ritardo che egli dimost1'ò dovuto ad un arresto e ad una diminuzione nel ricambio materiale. Dott. Muzio. - Sopra z.111 caso di papillo1ni mul Lipli primitivi dell'ziretere. - Riferisce sopra qupsto caso osservato nella Clinica Chirurgica dell'U11niversità. D oT T. E. MEYNIERS. 1

Accademia Medico-Chirurgica di Ferrara · Seduta del 3 marzo 1903. Presidenza - Prof. E. Cavazzani.

Taddei. - Le fibre elastiche 1zei tessuti di cicatrice. Corztributo allo studio della gerzesi e dello sviluppo delle fibre elastiche. Dopo di avere p1'oceduto all'esame della ricca .... . bibliografia, l'elativa sia alla I'igenerazione, sia alla neoformazione delle fibre elastiche, 1'0. dà

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conto dell'abbondante e vario 1nateriale di ricerca (1. cicatrici delle guigulari del coniglio, operate di legatura laterale, II. cicatrici conse- · • ct1tive, a dieresi della cute del collo del coniglio, guarite per prima intenzione, III. cicatrici .da ustione della cute del dorso e delle coscie del coniglio, I,1 • cicatrici della parete addomi. nale del coniglio e del cane, consecutive alla applicazione di un processo di resezione del fegato a trattamento estrap·eritoneale del moncone, V. cicatrici esportate a individui degenti nella clinica durante operazioni chirurgiche, VI. aorte di e1ubrioni di pecora). Riferiti i minuti particolari della tecnica, da lui preferita, e le ragioni della scelta, l'O. espone i risultati delle sue osservazioni, arricchite di molte considerazioni critiche intorno ad alct1ne delle ipotesi, emesse sull'argomento. Le conclusioni principali del lavoro sono le seguenti: II

1) Condizioni molteplici e non ~empre de-

ter1ninabili, impediscono di trarre dednzioni generali sulla comparsa e sullo sviluppo delle fibre elastiche -~i rigenerazione. L'O ha osse1'v ato generalmente iniziata la rigenerazione elastica dopo circa 1 mese dal momento del trauma. 2) Non sempre le prime fibrille appaiono negli strati st1perficiali e alla periferia del tessuto èicatriziale, come più comt1nemente si osserva nelle cicatrici cutanee. 3) Le for111e più giovani della rigenerazione elastica sono rappresentate da fibrille a struttt1ra 01nogenea. L'apparenza granulare di alcune è conseg11enza o di errori ottici o di fatti d,egenerativi delle giovani fibrille, dovuti ai mezzi di tecnica istologica. 4) Le fibrille di rigenerazione e (\i neofor111azione embrionale sono il prodotto del protoplas1na e dei prolunga1nenti delle cellule connetti vali ad11lte e anche d elle cellule c11doteliali dei vasi sangt1igni. Le fibrille neoformate abbandonano la cellt1la i11ad.re e diventano interclmnentari. L e cellt1le i)roducono altre fibrille, che a loro volta si libe1·ano dalla cell11la elastogena. Qt1esta intanto si assottiglia, resta fornita di due soli prolungatnenti polari e finisce per trasformarsi in t1na fibrilla elastica. Nessuna compartecipazione hanno nella rige· nerazione elastica le fibre adt1lte }JI'eesistenti. 5) Fra le condizioni favorevoli alla elastogenesi debbono essere prese in considerazione: il quadro di sviluppo delle cellt1le elastogene e l 'azione di stimoli meccanico-ft1nzionali. Non è necessaria per la produzione della ela~tinn la diminuzione dell' effit1 sso di ossigeno alle cellule elastogene. {11)

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6) Le fibrille neoformate godono di una proprietà attiva di accrescimento in lunghezza • e spessore. Esse crescono anche per fusione con fibrille vicine e non per apposizione èli granrili. 7) L'evoluzione della trauma elastica neUe cicatrici è lenta e soggetta a grandi variazioni: il maggiore svilt1ppo è generalmente asst1nto dalle nbre periferiche. • -8) I caratteri delle fibre elastiche rigenerate àbbastanza evolute, sono nei va'ri pi':irii delle cicatrici cutanee an'aloghi, se non ìtléntici, a qt1elli delle fibre elastiche degli Strati corrispondenti del derma. La non identita dipende dalla maggiore irregolarità di calibro e di decorso delle fibre neofo1·1nate e dalla mancanza di qt1egli ispessimenti, che si osservino nei punti nodali del reticolo elastico del derma. 9) Alcune delle fibre elastiche della periferia e degli strati profondi del focolaio traumatico possono essere trasportate nel focolaio trat1matico stesso e quivi i·imanere incluse (anche oltre 3 mesi) nel tessuto di cicatrice. 10) Le alterazioni alle quali vanno incontro le fibre incluse sono : raggrinzamento, perdita delle diramazioni, fusione, fram111entazione lineare e grant1lare. Alla comparsa dei frammenti .più piccoli contribuiscono cellule, aventi proprietà fagocitarie. L'O. non ha osservato mai la degenerazione della elastina in elacina. Giannelli. - L'O. riferisce i risultati delle ricerche da lui fatte sulle p_rime fasi di sviluppo del pancreas in rwia escu lerzta a complemento del suo precedente studio sttllo sviluppo dello stesso organo negli Anfibi urodeli (tritone). L'O. comunica i risultati delle rice1·che da lui eseguite sull'appendice cecale riferendo quanto egli riscontrò su 50 appendici (31 di maschio e 19 di femmina) riguardo alla forma, dimensioni, cavità, situazione, direzione ed apertura intestinale dell'appendice. Queste ricerche furono eseguite coll'intendimento di porgere al chirurgo un qt1alche dato anatomico per i11eglio rendersi conto della genesi delle appendiciti. Ma l'O. porge i suoi risultati tali, quali l'ha tratti dal suo studio, lasciando al patologo il discutervi sopra qt1alora lo creda opportuno. Merletti. - Ricerche e studi iritorno ai poteri elettivi dell'epitelio dei villi coriali. (Prima comt1nicazione: Sttl potere proteolitico). Rilevata la n1ancanza di ricerche dirette che precisino gli scambi nutritizii tra n1adre e feto, l'O. riferisce i risultati delle sue indagini sul commercio albuminoideo, ripromettendosi di presto co1nunicare intorno a stt1dii, che ha in corso sul passaggio dei pali. Ricorda alct1ni studii recenti di crioscopia ( 12)

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cotnparata tra san~ue matetno e f et~e e particolarmente, ·quello di Ascoli intorno ad un f~r­ tnento proteolitico, da qt1esti dimostrato, ne1la placenta. Le 'ricérche dell'O. furono compiute nel decorso anno nella Clinica Ostetrico . Ginecologica di Padova, diretta dal prof. Truzzi. Ha -determinato i proteosi ed i peptoni, tanto del sangue placentare qttanto fetale, coi inetodi di Kueh11e-Balke e di Devoto, trovando in entrambi abbondante copia di albumose, e presenza incerta di 'peptone vero: non ritiene come dimo . strato, benchè probabile, che nella vivente. questa fase t1ltin1a della proteolisi sia sempre raggiunta. Sottopose delle placente triturate e disanguate alla digestione in menstruo sterile, ricercando se gli estratti avessero proprietà di digerire la fibrina. Gli risultò che la placenta contiene un fermento proteolitico e che questo agisce quasi esclusivamente, secondo il tipo della digestione peptica. Separando l'elemento decidt1ale dal coriale, potè stabilire che l'enzima proteolitico è t1n prodotto di elaborazione dell'epitelio dei villi. Ha riconosciuto questo potere p1~oteolitico più attivo nei primi mesi della gravidanza, che verso termine. Colla determinazione isolata dei prodotti della proteolisi sulla fibrina digerita e sugli infusi di placenta, ha potuto escludere che la scomposizione degli albuminoidi, riscontrata dipencla da no semplice processo di << autolisi >). Rileva l'importanza di queste ricerche per la spiegazione degli scambi albuminoidei tra madre e feto, e considera come funzionahnente identici il villo coriale e l'intestinale. Muove una rapida critica all'interpretazione comunemente data al fenomeno della << peptonuria puerperale >) avanzando il concetto che essa stia in diretto ed indiretto rapporto coi processi proteolitici compiuti dall'epitelio del villo coriale. Ai 1nedesimi riannoda alcuni fatti osservati ed inspiegati dal Veit e le proprietà anticoagulanti recentemente riconosciute al sangue ed agli estratti placentari. Ai poteri digestivi del villo, riferisce infìne come probabile il carattere distrt1ttivo, metastatic9 dei corio-epiteliomi. Il prof. Bongiovanni ha presentato i ris11ltati giornalieri delle osservazioni ineteoriche fatte nell'Osservatorio di Ferrara nell'anno 1902; ha riferito sui risultati annui delle osservazioni stesse, mettendoli a confronto con quelli degli anni precedenti e di alcune città vicine (Modena, Bologna, Padova). Cavazzani riferisce sull'azio1ie della corre11te galvanica sz1l trofismo dei peli. l)ott. U~f BERTO RAVENNA.


SEZIO'NE

~R-A TIC .A.

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latituto di Clinica medica della R. Univeraità di Genova

Conversazioni Cliniche. Seduta del 6 febbraio 1903. Presidenza: prof. E. Maragllano. Dott. Curlo - Associaziorzi microbiche rzel corso della difterite - L'O 1·iferisce st1 di ttn caso di difterite che ebbe esito rapidamente letale. E>alle pseudomembrane di ·lqt1esto individuo 1'0 isolò, ancora in vita, svariati microrganismi, fra cui uno stafilococco at1reo ed un bacte1'ium coli vii-ulentissimi. Di fronte alla sindrome· presentata dall'infermo ed a questo reperto batteriologico l'O si crede in diritto di mettere in rilievo la pante saliente preponderante che ebbero in questo caso le associazioni microbiche. Moro (studente) - Osserva che 1l'individuo del caso riferito, al in omento dell'infezione difterica, presentava già degli ingorghi dei gangli parotidei e sotto mascellari da lesioni anginose sofferte alct1ni ·mesi prima, e domanda se questi fatti possono avere inflt1ito st1l particolare decorso della malattia. Dott. Sclallero - In vero 'le forme bacillari erano inolto scarse nel materiale consegnatogli per le colture, ma si poterono però colla incubazione av~re fo1'me che non da lui soltanto ft1rono 1·itenute difteriche. Del resto la scarsità si spiega troppo bene col fatto ~ dell'energica ct1ra locale delle placche con acido fenico, e la raccolta superficialissima del nlateriale di esame. J)ott. Rossi - Domanda se siano state fatte culture del sangue circolante. Prof. Jemma - Desidera sapere dal dottore Sciali ero se fu provata la virulenza del bacillo difterico isolato e q t1ale ne fosse la grandezza all'esame mi~roscopico e poichè sappiamo dagli slttdi di Martin e Roux che la virulenza del batterio è varia a se conda della grandezza che pre~enta il bacillo. Prof. Mariani - Obbietta che essendo stato trovato nel caso presente il bacillo difterico e a quel che pare abbastanza virulento, è int1tile ricorrere alle associazioni microbiche per spiegar la gravità del caso, che il non avere avuto il siero influenza sulla intossicazione, pttò esser dovt1to t1nicamente al fatto che l'organismo molto depresso non era in grado di reagire. Prof. Mtrcoli - Espone come ripo1'tando la densità di un grammo cli urina alla massa di orina, e dividenllo per il numero delle ore.nelle qt1ali l'orina fu elabo1·ata, si ottengono delle curve le quali sono abbastanza regolari nel sano, con certe fasi costanti nei nefritici si hanno invece deviazioni notevoli, le quali dimostrano come il rene in questi casi ubbidisca ad t1na cat1sa dominante nel Sito interno.

Prof. Ascoli - Crede che il professor Mircoli giungerebbe a risultati ancor più interessanti e completi se, pfù ohe la ricerca della densità,. applicasse riei suoi studi la orioscopia. Il comportamento della petlmeabilità i~enale· nelle nefriti notate dal Mircoli corrisponde poi a quello che si rileva anche con altri i11etodi. Dott. Ghersi - Sull'azione dell'atropirta nei perturbamenti funziorzali del vago. Prof. Mariani - Non sa spiegarsi co111e . interpretando 1i disturbi Pespiratori con t1na paresi del vago, l'infe1·1no possa aver tratto beneficio dall'azione dell'atropina che avrebbe dovuto peggiorar la supposta paresi del vago. Dott. Guyot - Fa osservare al relatore che essendo stati uniti all'atropina altri medicamenti eccitanti e qt1indi antagonisti all'atro.pina si pt1ò .dubitare che i benefizi avuti st1gli ammalati trattati dal dott. Ghersi possono essere dovuti ad altra azione che all'inflt1enza atro pini ca. Dott. Ger.vino (laureando) - Il decorso .della influenza in una donrza clirzicamente guarita da tiibercolosi. Dott. P. L1 cc1.

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i6SSEltVAZIONI CLINICHE Nefrite acuta da malaria con cilindruria senza albuminuria. per il dott. Agostino Carducci Aiuto medico negli Ospedali di Roma.

Sebbene l' alb11minu1·ia costitt1isca il sintoma principale delle 11efriti pure è noto già da molto tempo che in alcuni casi essa può mancare, è pe1·ciò gi11sto fino ad un certo punto il concetto che come l'albt1minuria non è si11onimo di lesione re11ale, così questa no11 è si11oni1110 di quella. La mancanza d' al])t1111i11a i1elle 11efriti ft1 a11zitt1tto constatata 11elle fo1·1ne cro11icissi1ne ~ nelle 111·ine limpide, abbondanti, di peso specifico l1asso dei detti pazie11ti, pe1· 111olti gior11i consecutivi si vide l'alb11mina mancare, mentre poi si .r·ip1·ese11tava in t1·acce 111i1rin1e dopo 5, .7, 15 gio1·ni. Litten dimost1·ò la i11a11canza di albumina anche nelle dege11erazioni amiloide del 1·e11e. I..10 stesso f enon1e110 fu co11statato in

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seg11ito nelle for111e act1te solo 1)et·(> allo si 1·isco11t1·ò. 11efrite, degene1·azio11e g1·assa insorge1--e delle l11alattie ~ pe1·ò dopo 1-3 del fegato, ede111a pol111ona1·e. 1l1:onco llolgio1·11i l'alb11n1i11a si 1)rese11ta,1a regola1·- 1no11ite. n1e·11te abl>onda11te. Nel 2° caso si t1·attava di t111 i11fe1·1110 I casi di 11ef1·ite ac11ta co11 i11a11ca11za il qttale d11e n1esi pri111a a,,e,Ta sofferto di alb11111i11a i11 t11tto il co1·so della n1a- scarlattina, poi nef1..ite con lie, i ede111i lattia, so110 pe1·ò I·a1·issin1i e fi110 f}d 01·a, delle })alpeb1·e; ed al 111on1e11to dell' Ìllper q11a11to io sappia, so110 stati ·1·isco11- gresso 11ell' ospedale ave,· a UI1a ]lo1·po1·a t1·ati solo 11elle nefriti scarlattinose. Ne se1111Jlice: il colo1--ito della })elle e delle ricorde1·ò i l)i.ì1 im1Jorta11ti. m11cose era pallido, non esiste''ano edemi, Litte11 (Cl1arité, A1111ale11, Jal11· VII, il c1101·e ed i pol111oni no1·n1ali: 1'11rina , S. 162) 1·i1)ol·tò il pri1110 di q11esti casi. e1·a cl1i~11"a e p1·iva affatto di alb111ni11a . Si trattava di t111a gio,ra11e cl1e ent1·ò 1,l.ella Nei gio1·ni st1ccessivi co111paI"\'ero altre Cli11ica il 24 1naggio 1879 essendo i11a- en1or1·agie, e l' infer1110 ebbe fe))hI"e. alta lata da q11attro gior1ri con febbre ed an- e delirio ~ l'l1ri11a si fece torbida, ricca . gi11a. ·L' infe1·111~1 p1·ese11ta, a s11 t11tto il di sali, pri ' 'a }Je1·ò sen1pre di al])11111ina, r coI·po u11a estesa e1·11zione sca1·lattinosa, di cilindri. Con qt1esti si11to111i. l'a111n1afebb1·e a 39,3, cata1·1·0 ])ro11chiale . diff11so lato morì . All'a11topsia si t1·0\'Ò 1111~t nee lieve pleurite. frite emorragica di 11on rece11te data. l..1'11rina non p1·ese11tava t1--acce di alb11111 1111 terzo caso si tr·atta,ra di t111a lla111mina. L'a111n1alata si a11dò se1npre piì1 bina di q11attro anni e n1ezzo, cl1e aveva aggravando, · compa1·ve u11a pericardite e pure sofferto scarlattina e cl1e a''e\'a i mo1·ì all' i1111)1·ov,,iso 11ella 11otte tra 1'1111- si11to1Iii di 1111a nefrite senza che 1'11ri11a ridici ed il dodici gi11g110. La rice1·ca q110- ''elasse all)111nina; all' a11topsia si co11statò tidia11a dell' alb11111i11a f11 se111p1·e 11egativa ; la nef1·ite. Altri d11c casi si111ili f11ro110 q11alcl1e volta però si i·isco11tra1·0110 sca1·si osse1·,rati da Q11i11cke i11 1111a e1)ide111ia di cili11d1·i iàlini; sol~1111ente nella 11otte nella scarlatti11a. Come si vede in t11tti q11esti casi di qt1ale l' infe1·111e:1 11101·ì, com1)a1·,1e sangt1e nell'111·i11a: qt1esto però ft1 semp1'c i11 q11a11- i1efrite senza alh11111ina, l'etiologia è co~ tità 11or111ale, il peso specifico oscillò tra stit1tita semp1·e dalla sca1·latti11a ~ 11ef1·ite 1012 e ll125. L' a11topsia 1·ivelò l111a intensa senza alb11111ina d'etiologia di''CI"Sa 11011 110 }Jot11to risco11t1. arne 11ella lette1·att11·a, nef1·ite e111or1~agica. He11oc.J1 (\r0I·lcs1111ge11 ft1>er I\.i11dc1·l\.1·a11- 111i })3I"C\ perci<) i111po1·tantc il scg11e11te case> i11 c11i l' etiol<>gia sa1·eJJl>e data~ a keile~1) ri ]JOI'la ~1ll1·i t1·c' casi si111ili. 111 Llll<) si t1·allélV<:l ' di 1111 l>a111bi110 di 111io gi11dizi dalla 111ala1·ia. a1111i 12, clic 1·ipa1·è> e:1 ll' ospedale con ede1ni Cltso clinico. M..... Giuseppina, di anni 7. della facciél e <lell<> sc1~oto co11sec11ti,,i a proveniente da 111ogo 1nala1·ico, entra nell'ospesca1·latti11a. 1..-e 11r·i11c ei·a110 sca1·se, 111olto dale, di S. Giovanni il 23 settemllre 1H02 e ,·iene acicle, 11011 co11te11c11ti i1è alb11111i11a, 11è r"icoverata nella sezione Maggiorani. Nata a termine, non ha sofl'erto i comuni clen1e11Li 1·e11ali : sola111c11te de1)osita11dosi esanten1i dell'infanzia, ed ha prima della prelasciél, ano t111 sedi111e11to a1no1·fo; e l' esa111e sente infern1ità, godt1to se1npre florida salute: tipet11to 11ei gio1·11i seg11e11ti diede lo stesso ha dimorato sempre in siti di 1uontagna e solo ris11ltato. Dopo alc.11ni gior11i di <lcge11za da qualche i11ese è nella Campagna ro111ana. Circa 15 .giorni avanti l'ingresso nell'ospenell' <>SJ)Cdale, l' iJ1fe1·111 o f11 })I'eso da un attaCC(> t11·cn1ico cl1t' lo c,011dt1ssc a 111orte. dale in pieno benessere fu presa da febbre con freddo. che cessò nelle ore pon1eridiane del L 11ri11e i·e:tcec>llc C<>l Céttcterc d111·a11te l'at- O'ÌOl."no seguente con 1)rofuso sudove: al matb • tacco co11tc11c\'a 111<><lice:1 q11a11ti là di al- tino però la febbre si ripresenti> .con gli ,stessi b11111i11a e cili11clri gr<:1·11t1losi·. i\.ll'a11topsia caratter~; e conten11)oraneatnentc la maclre si 1

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SEZIONE

accorse che alla bambina si tu1nefacevano le palpebre; Nei giorni seguenti la febbre conti.- nuò ma a tipo irregolare: l'edema dalle palpe. bre si estese a tutto il ç91'po, e compa1've anche diarrea e vomito. L'urina si fece scarsa e di colorito oscuro, l'appetito sco111parve, e la madre allarmatasi la portò all'ospedale. Esame obbiettivo. -- Al momento dell'ingresso · nell'ospedale la bambina presentava anasarca generale molto accentl1atç>; la lingua non era i1npatinata, nt1lla a. carico della mucosa buccale e famigea, nulla a carico dell'apparato respiratorio. Il cuore aveva la punta nel posto · normale, però I' itto ·era alquanto rinforzato, il · primo tono sdoppiato alla punta, il secondo tono aortico li~vemente rinforzato. Il polso (102 t.>attute al 1') era ritmico e .t eso; , la pressione, mislu~ata con lo sfi.gnomano111etro di Riva-Rocci, 125. Il fegato era nei Ji111iti normali; la inilza d'e borda\ra di t1n dito dall'arco· . costale. La bambina aveva ~noltre vomito e diarrea con lieve cefa~ea fr~ntale, temperatura 38,5. Praticato Sll:bito l' esame del sangue a fresco per i parassiti della n1alaria, si l"iscontrarono nun1erose forme ·estive endoglobulari prive di pig111ento, inoltre forme p1'imaverili · endoglo- bulari pig1nentate della fe~bre quartana - si trattava dunque di .t1na infe lione mista. J_.;'esame delle ttrine di~de i seguenti risl1ltati.: Qt1antità 350 nelle 24 h., colorito rosso oscuro, peso specifico 1020, reazione acida, non })resenza di albumina, nè di zucchero, nè di altre sostanze anorn1ali. Lasciata depositare nel sedi1nento si 1·isconb'arono numerosi cilindri ialini e grant1losi, cellule renali libere, e soVl'apposte ai cilindri, qualche corpt1scolo rosso, scarsi leucociti e qltalche cristallo. l4:ravamo dunque in presenza del reperto microscopico classico di una nefrite, eppt1re l' esame dell' t1rina, praticato con tutti i metodi, non rilevava albu111ina. L' infer111a fu posta a dieta lattea e le furono a1nministrate per via ipodermica subito dosi generose;relativamente all'età, di chinino. ~ Contemporaneamente fu sottoposta ad esercizi diaforetici ed a lievi derivativi intestinali: il giorno seguente la febbre cadde e l'edema inco111inciò a diminl1ire. Ecco intanto il diari o della malata dt1rante la degenza nell' ospedale: Settembre 25. - T. 37; P. 100; Pres. 111ed. 125; t1rina scarsa; alb. assente; cilindri spmpre n umerosi; latte, diaforetici e chinino. 26 settembre. - "f. 36,7; P. 98; Pres. med. 125; Alb. assente; cilindri scarsi; poli uria (2000 cm.e); · l'etlema va semp1"e di1ninuendo; diminttisce la cefalea, cura sempre iden1.

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PRA'flCA

27 settembre. -

~r. :-36,6; P,.. 97; Pro. 125;

Alb. assente; poliuria; cilindri rarissimi; è cessato il vomito e l'edema è quasi scomparso . 28 e 29 settembre. - Idem. 30 set,embre. - T. 36,8; P. 90; Pm. 124; Alb. 600 assente ; cilind1·i scon11,arsi, qt1antità · 1010 .

la batnbina è . t1n po' affannata; l'esame del \sangue è negativo per i parassiti della malaria. , 1 ottobr~. - T. ~6,5 ; P. 80; P111. 123 · Urina 1000 ' ' i· ; Alll. assente; non cilindri; sco1nparso l'af1010 I

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fanno ed anche la diarrea. 2 ottobre. - Idem. · I I 3 ottobr:e. - T. 36,7 ; P. 70; Pm 123 ; Urina I 1000; co111pare 11na traccia di albt1mina che si 1008

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pt1ò i11ettere in evidenza con t't1tte le 1~eazioni · ' la i)ro'r~ coll'urina e.stratfà col catetere dà lo stesso risultato; se<l1mento negativo. 4 ottobre. -• Idem . 5 ottobre - ,T. 36,8; P. 72; Pm. 122; qt1antità 1500; l' alb um1na . . ; benessere come' sco1nparsa

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1009

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pleto. :· · ' · 6, 7, 8. ottobre~ - Idem; l'infe1'1na inco1nincia a prendere. minestrine al burro; si sospende il chinino e gli esercizi diaforetici. 9, 10 ottobre. - ldem. 11 ottobre. - 1... 36,5; P. 72; P1n. 121; Urina

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1000 ~ . ; Albtun1na tracce i11inime sedi1nento nega1010 •

tivo. . ,

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12, 13, 1-1 ottollre. - lde111. 15 ottobre. - T. 36,5; P. 65; Pm. 121 ; Urine

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. ; Alb . .scomparsa.

1009 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25 ottobre. #

lde1n. . ' 26 ottobre. -

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T. 38; P. 95; P111. 120; Urina

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2000 Alb · · · . assent e; c1·1·in d r1. assent·1; s1. somn11n11008

stra chinino e la febbre cessa. Dopo qt1esto att~cco febb1·ile, l'infe1'ma continuò a prendere chinino, e la febbre non più co111parve; l'esame delle urine fu se1111Jre negativo, il benessere completo, cosicchè dopo lln altro mese di degenza e dopo che la bambina, essendo a vitto co1nt1ne, non i)resentava alterazioni nelle t1rine, fu dimessa dall'ospedale come guarita.

Riassumendo, sia1110 in p1·ese11za di una infe1'n1a di an1ri sei cl1e in pieno ben esseI·e è stata p1·esa da febbri n1ala1'iche e p'oi dopo dt1e o tre gio1~ni è divenuta ede1natosa, con t11·ina sca1·sa von1ito e dia1·1·ea.

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lANNO IX, FASC.

IL POLICLINICO

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· Dopo 14: giorni di tale stat9 l'~rina esami11ata D<>;Ll presenta, a alhun1i.iaa,. 111a era ricca di cilindri gra11ulosi e. ia.l ini ~ la pressio11e sanguig·n a aumentata i·l primo tono ca1·àiaco sd0ppiati0 al'l:a .pltnta, il sec~nd© rinforzato sull'aorta. . . Con l'uso d'el chini110 la · fubbre cadde e con opportu11e cu1'e diaforeticl1e é dieta lattea l'edema scon11pa1~ve;· . ,} uri11a si fece più abbondante, scQn;i.parv.ero i .c ilindri, però l'albumina fu sempre assente. Solo dopo 23 gio1·nd di malattia, con1parve un.a traccia. da album.ma che scompa1·ve dopo due gior11i, per ricomparire , dopo- sei giorµi e poi scom!p arire definritivamenle. Intanto l'iinfelfm.a and-0 sempre migliorando, la pressione sanguigna diminuì e l'amn1al~ta lasciò l'ospedale gua. ri·t a. In presenza di tale caso clinico sorge anzitutto la clo.naaimcl.a1 se s.i1 t.ratti1 di una · v-e;ra nefri~; qui a dtiffereft7Al dei casi già citati di nefrite scarlattinosa· senza albumina, inanca il repe:Gto ~ecro.scopico dei 'r eni. Se però teniamo conto dell'anasarca ge11erale sviluppatosi acutamente al principio dell'infezione inalarica, dell' a111nento della pressione del sangu~, delle modificazioni dei toni cardiaci, dell'urina scarsa ricca di nume1'osi cilindri granulosi e ialini, del vomito e della dia11rea, sebhene non vi sia la presenza dell'albumina, 11on possian10 a ve1·e alcun d11bbio cl1e si h'atti d1 u1ti: prece:;so nefritico. No11 si pt1ò però i1egare cl1e molti dei si11ton1i citati posso110 riscont1.. arsi se11za cl1e vi sia 1111a i1eJ'1·ite; ed a11zit11tto l' anasa1·ca. E' eo11osci11to da molto ten1po cl1e 11egl' individ1ti colpiti da n1alaria, si può s'7iluppare t1n anasarca tal,rolta in1ponente senza lesione renale. Il Rem-Picci cl1e l1a studiato con molta cu1·a cd in modo co111pleto le lesioni I'enali s11lla infezio11e n1alarica, rico1~da q~1e­ sti casi~ e 111i piace 1·ipo1·tare le s11e stesse parole : ; OccoI're talora - egli dice (S 11lle " I . . esio11i I'e11ali i1ella i11fezione n1alarica .. ,

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" Policl .. Vol. V, 1898) - in seguito ad infe" zion.i malaiticl1~ febbrili, di notare i11 al• •

"- cuni inclividui un edema acuto e gene" ralizza to di alto grado. Q11esto anasara " va ben disti11to dagli eden1i che si ri" scontJìano 11ei caol1ettici da malaria, )lOi.. " chè in questi si tratta di i11di,1idui prQ" fondame11te anemici in seguito a feòbri " ripetute ed ostinate, con i più alti gradi " di ipesplasia splenica, i cui gonfiori sta" bilitisi eon lentezza si esplicano con pre" dilezioni nelle parti de~livi àel ctQFpo; " mentre l'anasarca di cui intendo p.aFla:ue " invade in modo acuto, ge11eralizzato in" dividui che la malaria non ha ancora " riòotti nello stato deplor.evole dei ca" chettici. Ebbi recentemente occasjoi.1e " di osservare uno· di questi casi e debbo " rimpiangere la perdi.fa delle note rela" tive, che mi obbliga a fidarmi unica" mente de11a mia memo1ia. Trattavasi " di un giovane robusto in buono stato " di i1u~rizione, il quale si presentò al" l'ospedale spaventato per la com·p arsa di " un edema generalizzato ed intenso, specie " alla faccia, raceontando di esse1'e stato " affette fino a. pochi giorm innanzi di in" fezione malarica, acuta, febbrile. Si ere" dette dai sanitari trattarsi di ttn caso " netto di nefrite acuta, ma co11 meravi" glia di tutti, nè allora nè i11 seguito le " urine contenevano a1bumina: Nono" sta11te ciò si ritenne opportu110 di sot" toporlo alle c11re igieniche dieteticl1e cl1e "' si soglio110 11sare per i nefritici acuti ed " in pocl1i giorni se ne ebbe la g11ari" gione. Casi sin1ili so110 al ce1·to i~ari1 " si1ni nei nostri ospedali, ma se111l>ra " a quanto n1i riferiscono i n1edici che ,, esercìtano nelle Paludi Pontine, che ivi " si abbia occasione di osser,rar11e qualche " esempio, cl1e si presenterebbe al con1in" ciare dell 'inverno, e spesso in seguito ad " influenze reumatizzanti sicurame11te co11" statate. ., Pe1, quanto rig11a1,da l' albu1nin1z1·ia, potrebbe trattarsi di una alll11111inuria dovuta a ca cl1essia 111alarica, esse11do co1111


[ANNO IX, F ASC. 20]

SEZIONE

parsa in 24.esima giornata di malattia. - Il vomito, la diarrea, la cefalea potrebbero essere messe in relazione con l'infezione 1nalarica trattandosi 'di una forma mista pri1naverile ed estivo-a11funnale. Però nel nostro caso l'albumi11wia con1pan1e quando la bambina 1100 era cachettica, ma invece andava riacquistando il pri1nitivo benessere; il vomito, la diarrea e la cefalea continuarono pe1' molti gj.orini dopo che l'infezione malarica sembra:va spenta: se poi a tnitt0. ciò si aggiungo110 le modificazioni di circolo e la cilindruria, siamo costretti ad an1meftere I'esiste11za della lesione reuale. Una seconda questione i:jgµarda l'etiologia della nefrite. Sorge subito .l'idea cl1e • si tratti di una nefrite da malaria. E sempre difficile poter stabilire con sicurezza il nesso tra l'infezione malarica e le alterazioni renali; ma nel nostro casg mancando ogni alt:va etiologia perehè la bambina era prima stata sempre bene 11è aveva sofferto scarlattina od altro esante1na infantile, e mancando a11che ogm causa Feumatica a quanto la inadre assicurava, siamo indotti ad ammettcr·e che le due infezioni fossero collegate. Ora se noi facciamo 1111 conf1"011to tra i casi di anasarca senza albumi11uria rieorda ti dal Rem-Picci, e cl1e si pot:rebbe dire anasarca essenzi(fl_le ed il caso da 11oi descritto, vediamo subito che il c1t1adl'o clinico è perfettamente identico. E se pensian10 che casi di tal fatta cà llita110, con1e dice lo stesso Rem-Picci raran1e11te nei 11ostri ospedali; e che ancl1e i11 qt1esti, se no11 si è prevenuti, si smette l'idea di nefrite dopo la costatata assenza dell'albu111ina, è lecito supporre cl1e 1nolti dei casi di anasarca essenziale fosse1'0 si111ili al caso da me descritto. E tanto piì1 insisto in questa ipotesi pensando cl1e io fui indotto a persistere nel concetto di una lesione renale per aver esaminato prima il se~i111ento e poi fatto l'esame e.li.nico. tanto 1ni sembrava certo trattar·si di i111a ''olga1'e nefrite, mentre se avessi fatto il 1

625

PRATICA

contr·ario, II caso 111i sarebbe sfuggito. Il considerare da · questo punto di vista questi anasarca p11ò essere importante ri~~tto alla cura, per poter prescrive:r;e a q11esti infermii 1e comuni regole igieniche-dietetiche adoperate 11ella cura delle nefriti. Mi sia ora permesso fare alcune comparazioni. Abbiamo veduto in principio che nefriti acute senza albumina, furono riscontrate nella scarlattina, d'altra parte il Rem··Picci pa1·lando delle lesioni renali di malaria dice " eh~ · non appartengono al gruppo delle· resioni renali delle ma" lattie infettive acu·te, cl1e nè danno idro" pi, nè fenomeni· i1ren1ici, nè peggiora" no molto la prognosi, nè hanno bisogno " di trattamento spe·c iale e se ne vanno con " la stessa malattia, ma ricordano invece " quelle del tipo della scarlattina. " Infine sappiamo che è stato descritto un ana$arca scarlattinoso senza albuminuria (Blach, Becquerel, Billid), ma che con il perfezionamento dei metodi di ricerca dell'albumina e col ripetere spesso gli esami · è divenuto sempre più raro, tanto da essere negato da molti. Non vi ha dunque chi non veda nell'insieme di tutti questi fenomeni una certa analogia tra le lesioni I·enali da malaria e q11elle da scarlattina. Riepilogando perciò, 11ella malaria si potrebbe avere un anasa1·ca senza albzimina cl1e trover·ebbe riscontro nell' anctsarca sca1·lattinoso senza albumina, un ana-

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sarca lla nefrite che potT·e1n1no dire latente cl1e corrisponderebbe all' a11asarca scw"lattinoso con albumin11ria difficilmente costatabile, ed infine u11 a11asa1·ca da 11efrite classica, cl1e corrisponde1'ebbe ali' anasarca sca1·lattinoso con alhumi11uria abbondante .

e costante.

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PO~ICLl};lCO

CLINICA 0STETRICO-GINE(}0LOGICA

[AN'!\O

IX,

FASC. 20J

Qt1este 1·ott111·e centrali del pe1·i11eo so110 . . ' . 1·a1. 1ss1.me, tanto che 11ella lette1·atu1·a se ne citano pocl1issi111i casi. Perciò mi pare opportuno cita1. 11e t1110, occo1·so di questi giol'·ni nella 11ostra Clinica, tanto pii1 cl1e in questo caso si è seguito u11 metodo di c111·a differente da q11ello che è consigliato dalla maggior parte degli ostet1·ici. ~.

DELLA UNIVERSITÀ DI ROMA.

diretta dal }lrof. co111n1. Ercole Pasquali. I

Un caso di lacerazione centrale del perineo. per il dott . .Alfonso Maurizi.

Lace1·azioni cent1·ali del perin~o vengono chiamate quelle lace1·azioni che avvengo110 fra la co1n1nessura posteriore ed il i·etto, inte1·essando la cute ed il tes, suto 111uscolai·e. · La lacerazio11e pt1ò incon1i11cia1·e sia dalla ct1te cioè ester11amente, sia dall'in· te1·110 11ella parete posteriore della \ragina. U11a lacerazioiie centrale del pei·ineo . ptlÒ manten~rsi come_ tale, ed il feto p11ò uscire fu<?1·i attraverso ad essa. Ge11er·alme11te ·pe1·ò l~ la~e1'az~o11e si ~ste11de all'inna11zi o all'i11dietro, o in tutte e dtie le direzioni, in inodo clie da u~a

...

** N. N. di anni 22, donna di casa, nt1bile, entra in Clinica il 18 gennaio alle ore 3 antimeridiane. ..4.1zamnesi: Mestruata a 12 anni, le ricorrenze si ripeterono indolori ogni .1nese, durando tre o qt1attro giorni. ~on J:ta avuto per lo passato nesst1n parto e nessun aborto. L'ultima mest1·t1a~ zione è comparsa il 18 aprile 1902 e perciò si pt1ò Jlresu1nere che la gravidanza abbia raggiu11to la 39 l settimana. Qt1esta ba decorso senza alcun dist11rbo. . l~8a1ne obbieLttqo. - Al .mo1nento dell'a1nmissione della gestante nella sala da parto, all'is1lezione si trova l'addome ·di forma ovale, la linea lace1·azione centrale si . può passare ad alba è unita, l'oinbellico è appianato, Je grandi u11a co11111ne lace1·azione #pe1·i11eale, com- labbra sono regolari ed il perineo è integro. _ pleta od inco111ple ta, a me110 cl~e l'osteCon il risco.n tro addominale si J'ileva che la ti·ico con, ma11ov1. e adatte 11on diJiga la (lirezione dell'utero è vertica-le, le piccole parti test'a fetale iIl 111odo clle questa lacera- fetali sono a destra, il (lorso 'è a sinistra, l~ testa è in basso, ali' ingresso della pelvi. zio11e 11on s'ingra11disca maggio1·1ne11te. L'ascoltazione fa percepire il battito car<liaco Etiologicame11.t e qt1este lacerazio11i sono fetale nel qt1adrante inferiore sinistro. p1. odotte dal volt1111e eccessivo della pa1. te Con il riscontro vaginale si sente la vagina previa fetale. U11 altI'O fattore è la poca norn1ale, il collo dell't1tero appianato e dilatato disteilsibilità del peI'ineo. Ciò avviene per tre centi1netri; parte previa fetale la testa (varietà vertice). specialn1ente .11elle pri111ipa1·e e lliì1 speLa misurazione del bacino ci fa rilevare che cialmente in c1uelle non piì1 giovani ed esso è normale in quasi t11tti i dia1netri; appain quelle che 11a11110 lln' età infe1'io1·e ai iono solo leggermente a111nentati i diametri delve11ti an11i. l'egresso. Cominciati i dolori il giorno 17 alle ore 7 I)011 alt1'0 fatto1 . e può ti·ovarsi in un U meridiane, essi contint1ano regolari per tt1tta la peri11eo rilasciato e sottile i11 seguito ad notte. atr·ofia della n1uscolatura. Esso è i11capace . Il giorno 18 alle ore 9 anti1neridiane, a dilaa conduI·re la testa fetale al di sotto del tazione del collo uterino con1pleta, si romponoptll)e e non Ol)}J011e sufficie11te l'esistenza spontaneamente le n1e1nbrane. al capo iiella dii·ezioile dell'asse dell' eIl parto procede del t11tto normale, iìno a che la testa fetale git1nge al pavimento pelvico. Qt1ivi gresso del baci110 e pe1·ciò si lace1·a 11el la testa stessa, sollecitata se111pre più dalle con111ezzo. trazioni uterine e dalle forze at1siliarie, co111incia Altri 111on1e11ti etiologici posso110 esse1·e a canalizzare il perineo, spingendosi fort~1nente alc11ne anon1alie pelviche co111e l'arcata ~ ridosso dell'intestino retto. del ptlbe ti·oplJO stretta, la quale irnpeNel compiere la rotazione il perineo posteriore è maggiorn1entc depresso dalla testa, e la <lisce al capo d'in1pegna1'si sotto di essa, vulva invece di aprirsi risa'l e sopra la testa i111a incli11azione pelvica piccola e final- stessa che si avanza. i11e11te t111a au111e11tata a1npiezza del baci110. Perdt1rando le contrazioni quella porzione (18)

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SEZIO~'E

della vagina che si trovava a ricoprire la l)aJ:te postériore del perineo si smaglia, e con essa la cute del •perineo, fortemente assottigliata, si apre nel centrò, e lascia vedere i capelli della tesfa fetale. Il Direttore allora introduce du:e dita nel retto, obbligando la testa a inl1oversi secondo l'orbita di Cart1s e così la allontana dal })Unto dove cominciava a farsi stracta per f11orit1scire. · Il giro perineale si compì nor1nal1nente attravet'SO l'ostio vaginale. Il feto che venne espt1lso era del peso di 34 ettogra1nmi e della lt1nghezza di 50 ~enti1uetri. >i-

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Rigt1a1·do al n1ecca11ismo della lace1'azio11e nel caso ora descritto possiamo, co11 1nolta probabilità di essere i1el ve1'0, affermare cl1e essa ft1 dov11ta ad 1111a an1piez7a relativa1nente grande della lJarte i11feriore della pelvi, no11chè ad t1n notevole rilascian1ento del suo pavime11to. )(-

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Ed 01·a due parole sul metodo seg11ito in questo caso per st1turare la lace1'azione. I .. a maggio1-- pa1--te degli autori co11siglia110 di ridu1'I'e q11este lacerazioni ce11trali in lacerazioni complete, incide11do il po11Le muscolo-cuta11eo s11lla linea 1nedia11a IJer procedere poi alla s11t11ra con1e nelle solite lacerazio11i di seco11do e di te1"ZO g1,ado. Nel 11ost1"0 caso ft1 fatta i11vece la s11. tu1·n \'aginale soltanto, co11 sette }l1111ti, staccati, con11)re11de11do la mt1cosa e la n1 t1scolare. I~a lace1"azio11e cuta11ea la q11ale i1011 oltrepassava la 11111gl1ezza di due ce11ti111et1·i, essendo i s11oi bo1·di perfetta111ente l'avvici11ati dopo fatta la st1t11ra vagi11ale, ft1 lasciata a sè stessa, protetta 11nica111e11te da 11na comp1'essa di garza sterilizzal<.l. 111 settima gior11ata la fe1"ita esterna e1·a con1pletamente cicatrizzata, e la s11t11ra vagi11~le av~va perfettamente a~erito, stcchè si pote1"ono 11ello stesso gio1--no toglie1·e i punti. · · . All'ottavo giorno di p11e1'perio, a"\1 enCilo questd a'ruto u1i. decorso pe1·fetta1ne11te •

627

PRAT!CA

normale, la don11a -ft1 accontentata nel s110 desiderio di l'ie11t1·are in famiglia. Att11al1~ente la do11na è in })el"fette co11dizio11i.

LEZIONI

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La paraplegia spastica sifilitica.

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Le zione clinica clel prof. PIERRE !YIARIE << (I(linishe therapeutiscl1c W ocl1cnschrift, » 1903. N. $'!).

Paziente di 29 anni, affetto da pregressa sifilide .. . con ;manifestazioni~~econdarie _benigne, non curata, f1l colto, dopo due an1ù dall'infezione, d.a ima pa· ralisi degli arti superiori e inferiori con ritenzio11A di urina. Tali fenomeni sparirono dopo pochi giorni. I I Una cura di iniezioni di biiod11ro di Hg non f11 • sufficiente a dare gtlarigione defìnitiva; infatti dopo un anno si ripresent~ono gli stessi fenomeni con contemporanea tendenza al pianto e al riso spa.stico. Questa volta però la paralisi delle estremità superiori scon1parve e rimase limitata agli arti in· I feriori ; il che è di regola nelle pn.raplegie spasti · I !I che sifilitiche. Esaminando la deambulazione dell' infermo, si .I nota ohe le gambe rono spinte avanti rigidamente e che il tronco è oscillante · tale oscillazione è anche pit\ forte qua11do il inalato non si serve dei bastoni. L'andatt1ra 11on cambia. q11ando l' infermo I • t cammina ad occhi chi usi. Non vi è il Rintoma di ' Romberg. I riflessi t e11.clinei sono atunentati; esiste il clono del piede : riflesso plantare normale : manca il sintomo di Babh1ski. Solo col più grande sforzo si riesce a flettere il ginocchio o la coscia sul bt-t· 'I I cino e a riportéire n ella posizione normale il piede che si tro"'ira in flessione plantare. Tali movimenti il paziente riesce a compierli attivamente in modo appena accennato. Esiste d1u1.q11e paralisi di ttltti i muscoli flessori dei ,~ari segmenti tlegli arti inferiori : i11oltre è impossibile di far st1ingerè fortemente al pazie11te le gi11occhia fra loro, o di étllo11tana.r le più di 5 o 6 ce11timetri l' ttna dall' a.ltra.. Oltre a q1lesti dist11rbi d ella motflità. iu indindt1i affetti da paraplegia 111etica, altri sb1tomi merita110 speciale a.t tenzio11e: quelli a carico del r etto e della. vescica. J\iiolti autori rilevru10 ch e questi infern1i sono colpiti da ritenzione << 11ri1tae et alvi » . Però no11 si tratta di incontine11za, bensl di 1111 urge11te bisogJ.10 ch e 11011 runmette dilazione. N ou è senza interesse comparare tali dist1u·bi n ei pazienti 0011 paraplegia. spastica luetica e n ei tabici. In qrtesti si trova una v era incontinenza; il tabico non sente di dov-er ui:·inare e si stupisce quando si trova ba· gnato. Inoltre l'inconti11enza dei tabici orcli11aria· m ente è relativa~ solta11to alc1me g:oc<·e cadono i1ci vestiti. . Diversame11te accade n elle paraple~i~ spasticl1e luetich e, dove il malato ha cognizione cl1e la , ..e· ' . . ,. <.19) ~ I '

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POLICLINICO

scica si vuota del tl1tto e bagna gli abiti. Del resto non si deve però disconoscere che nelle paraplegie spastiche sifilitiche, oltre a malati COll semplice urgente bisogno di defecare e di mi11gere, ve i1e sono anche di q11elli in cui i disordini dello sfin· tere consistono in ritenzio11e di urina o di feci. In tali malati ai trova a volte anche un indebo· limento delle f1mzioni genitali per quel che riguarda la « libido » o la « potentia coeundi » . In casi simili spesso, se non sempre, il riflesso ere· masterico è più vivace. .Al contrario i disturbi della se11sibilità ct1ta,11ea sono raramente e molto poco manifesti. Non si deve però credere che in questi a.mina· lati tutti i sintomi siano a carico degli arti inleriori, retto e vescica · spesso vi sono anche manifestazioni « sopra -paraplegiche • quali un aumento dei riflessi tendinei superiori : una l eggiera paresi con parestesie a carico di ambedue gli arti superiori in uno però più spiccata che nell' a.ltro · il riflesso pupillare alla luce è diminuito o arunentato : raramente in uno stadio della malattia si è\rrivR alla diplopia. Inoltre è degna di esser e ricordR.tfl, l, emotività esagerata : i pazie11ti hanno una t e11de-11za al i 1iso spastico e ancor più al pianto. Tali sono le linee principali del q11adro cli1rico della paraplegia spastica luetica; li11ee che~ co11si· derate nei loro di,.,.ersi pm1ti, sono state no11 troppo studiate nei lavori di Lancereau:x: - Fo11rnier, Gilbert et Lion,. Erl), M11chin Nonne, Lamy. SottaR etc., apparsi s11 q11esto argomento. Etiologia. - Com e già dimostrò Erb, In pa1·aplegia spastica 111etica comincia spesso 11ei 3 prirni an11i o al più tardi n el sesto a.nno dopo la prima affezione sifilitica. Una n11ova differe11za vi è sotto questo rapporto con la tabe ugu~1m e11te di origine luetica~ q11esta si manifesta appena. dopo 10-15 a11ni dall'affezione pri1nitiva. La tabe si mostra negli individui di 30-10 anni, m entre la prima comincia prevalentemente fra i 20-30 anni. La sifilide ch e produce la paraplegia spastica, come quella ch e dà la paralisi progressiva e la tabe, è q11asi sempre benigna nelle s11e manifestazioni, ma o non è c11· rata o lo è poco. Probabilmente si p11ò ascrivere una. certa infl11enza n ello sviluppo di tali malattie alle fatiche eccessive, agli strapazzi, agli eccessi A ai traumi del midollo. Il principio della malattia è un po' vario: a volte è apoplettifor1ne o per lo meno acutissimo. In tali ca.si. non è raro ch e vi sia paralisi degli arti s11pe· riori e inferiori. Ordinariamente però gli arti RU· periori riacquistano la loro mobilità e rimane solo la paraplegia ~ rimane al più una lieve paresi cli 1Lna delle estremità s11periori con o se11za fenon1eni <li pa.r estesia. I11 tali casi apoplettici è data spesso da consta· tnre l1n'o1niplegia con afasia. (20)

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Spesso l'inizio è più lungo: subacuto o cro11ico· In tali casi vi sono vari sintomi prodro1nici, come cefalea, dolori a cintura, rachialgie varie, parestesie nelle membra ; e transitori disturbi della. inotiliti. o clistt1rbi della "\Tescica risvegliano l'attenzio11e dei pazienti. In parecchi casi l'A. ha visto anche co1ne sin· torna iniziale u11a ritenzione di urina. A poco a. poco i sintomi s11ddetti divengono più accentuati & permanenti, e la paraplegia spastica si svolge 11e)la sua forma più impo11ente. Anatoniia pafolo,qica. - Con tutti gli importa.n ti lavori di Lamy, Sottas, Nonne, Thomas e Hauser Lo11g e .Wik:i, poco tuttavia si sa intorno a qnes~ capitolo della malattia. Ciò però che sappiamo concorda perfettamente con i dati delle osserva.zionl cliniche. In quei casi in cui si ha un inizio cli11ico più o meno improvviso con paralisi di tutti e quattro gli arti si trova un focolaio di mielite tras'Vel·sa che occupa una gra11 parte dello spessore del midollo e che si e te11de per una certa altezza. In altri casi i1011 i trova più 1m '"l'ero focolaio, m~ un nu· m ero più o me110 grande di placche sclerosanti eh& colpiscono in grado diverso gli elementi nen~osi · tali placche~ono inolto simili a quelle che si risco11trai10 n ella sclero i multipla.. In altri casi infi11e le alterazioni son molto Tarie. Esse fa1mo l' i1npressione di i111a sclerosi co1nbir1ata ; se però si guarda. più da vicino, si trova che si tratta, per Io pii1 ffettiva,me11to di alterazioni diff11se con disposizione pse11do- combinata. lii fatti la sclerosi risiede , ·icino a.i vasi, cioè non soltauto vi· oi110 alle arterie, mn anche, e pri11cipalmel1te, vicino alle diramazioni "\"enose (Lancy). Vi son pure alto· ra.zioni del sisten1a. linfatico; ispessimenti della «pia • se11za lma vera. ess11dazione e se11za essudati · ispessi111enti dei tratti connettivali e inflltrazioni delle tuniche perivascolRri. È chiaro che tale apparenza pse11dosistematica è ancora accresciuta dal fatto che le diffuse alterazioni cli cui si parla, danno la ragione per etti le degenerazioni secondarie siano veramente sisteu1atiche. Fra queste degenerazioni del fascio piramidale incrociato, una se ne trova ch e m erita di es er studiata; quella. lesione cioè che dipende dalle alterazioni cellula.r i della colonna di Clarke e che comprende in parte anche il campo del fascio piramidale crociato, in modo che dal' aspetto di una pseudo-degenerazione delle piramidi. In fine bisoo-ua osservare che nella paraplegia spastica luetica, il midollo mostra di esser molto diminuito di volume, anzi quasi atrofico p er lUl voltune considere"\"Ole. Vedremo come questo fatto sia, molto i11tesessante per la spiegazione di alcune manifesta~ioni cliniche. Decorso. - Negli stadi iniziali si osservano aell• oscillazioni nei , ..ari malati; mentre nel culmine del· l'affezione questi sono simili lUlO all'altro, tuttaYiiil


20) ~éiète

SEZIONE

Ulla certa graduale differenza almeno nella intensità dei sintomi. Alc1111i senza appoggio catnmh1ano male~ altri han bisogno di uno o di B.ue oastoni o delle g1·ucce ; altri ma sono pochi, giacciono in letto o i11 poltrona. I più però quando la malattia lia raggiunto l'acme, rimangono stazionari.i, senza peggiorare nè migliorare. Tu gènere però a lungo andarfl peggiorano e la morte vie11e dopo 1520-25 anni in seguito ad emorragia, o più raramente in seguito a rammollimento cerebrale. L' « exit11s » però avvie11e prima per una malattia i11tercorrei1te, per cistite, o fi11almente per dec11bito se i sopracitati disturbi della. vescica o del retto i11sutliciano il letto. Pratta11te1,,fo. una precedente comunicazione l'A. e Brissaud avevano detto: « Tnna11zi ad rm mac lato di paraplegia spastica !~etica si ha sempre e l'opinione ch e la cura specifica debba produrre e in tali casi q11ei meravigliosi ri t1ltati i quali de« stano i11 noi il <.lesiderio di avere sempre a che e fare in tali i11fermi con la. sifilide » . h1fatti l' i11fezion e luetica in tali casi è relaitiv an1ente f:resca, le ma.n ifestazioni paraplegiche ordinariame11te si ma11ifestano dopo i primi tre a.n11i dall' i11f~zione primiti,ra e in fi11e si fratta di individ11i gio,rn11i i quali posso110 bene '5;0pportar.e 1111 tr11ttam 11to a11che inte11so. Iiifi11e le impro·vvise esacerbazio11 i il1 forma di mielite traaversa, mostrano che non si tratta di t1n ostinato processo parasifilitico bensì di grossolane alterazioni, in cui s~mbra che la m etamorfosi regre siva sia la regola. Ora ta.l e opinione è erro11ea · talo appare11za è fallace. Ua. paraple~ia. 111otica non guarisce con ttn' in· tensiva cura mercuriale, e ciò che è, più triste, essa 11on solo non g11arisce in seguito a tale trattamento, ma al co11trario ùiviene ancora più grave. 111 vero i:,i vede che mentre gli ammalati cammi11ano, qua11tunqlte male, dopo la cura merc1u·iale essi perdono la loro forza e sono costr etti , a rimanere a letto : ci sembra quindi ch e i11 tali casi non esiste solo 1u1 au1nento dei clist1ubi n1otorì, ma anche q11alcosa ai n11ovo ch e si manifesta con parestesia o co11 paresi delle estr emità superiori. Ne deriva quindi 11110 stato per gli ammalati penosissimo sì fisicame11te che mora.lmente, il q11ale può arrivare a tal sogno che gl' infermi provano una istintiva rep11lsior1e per la cura mer curiale. Ciò è assodato : che i1n'inte11siva cura m erc11riale produce quasi sempre t1n peggioramento eccetto che 11ello stadio i11iziale, in cui, o per l'influenza del trattamento specifico, o in seguito a una sponta.u ea te11denza della ma]a.t tia a rétrocedere, si può a"\"ere lt11·accent11atissimH, miglioria. La spiegazione di ciò {\ un po, difficile o deve for e ricercarsi nell'atrofia <lel inidollo, ch e. come si è detto, è stata ammessa da Long e '\T"ik.i. Sembra che in tale midollo atrori co, t1·ovantesi in istato d'insufficienza f11nzionale,

6fm

PRA TIC.~

gli elemanti ·nervosi ancor-et esistenti, eon una Vi~­ lità e una forza di resi tenza clitnirtuita, soffraìlo una nuova intossica21io11e C'O lla intensa cura tnerc\triale, che rende più forti i disturbi della f Ul1zion~ loro e per conseguenza 1111 peggioramento dei silttomi. Saremo dunque impote11ti verso la paraplegia spastica luetica? L ' A. no11 sa. rasseg11arsi a ciò; egli crede che si possa ancora. essere utili a q11e ti inalati mediante la cura speoiH.ca, avendo però riguardo di amministrar loro Hg e KJ cautafnente. a piccòt~ dosi, p er t1n tempo s11fricie11telnente bre,~e. DoTT. ANGKLO P1AZZA.

NOSTRE

CORRISPONDEN~E

DA PARIGI

Trattamento delle 11retrltt croniche. <Lezione liel dott. B. MoTz). L' estre111a frequenza <\elle uretriti croniche e la difficoltà di guarirle confe1·iscono a questo capitolo d'urologia una grande impo1'tanza, che interessa non solamente gli specialisti, ma tutto il inondo medico. Esistono~ fra i medici, opinioni pessimiste st1lla possibilità di gLìa1'ire delle suppurazioni ribelli, per le quali essi sono costantemente consultati dai loro clienti ordinarii e sopratutto dai candidati al inatrimonio. T11ttavia è incontestabile, che servendosi dei metodi pi1\ conosciuti, come le iniezioni astringenti, le instillazioni, la dilatazione, i si arriva a gt1arire pi1\ o meno rapidamente la l maggio1.. parte delle ltretriti croniche; però vi I ' sono dei casi, nei q11ali la durata è lunghissima, inalgrado il trattamento costante e dei quali la guarigione sembra impossibile. Per questa categoria d'uretriti bisogna cercare e proporre dei metodi o delle modificazioni dei metodi esistenti, che sembrano agire fa,rorevolmente sulle infiltrazioni croniche, l'evol11zione delle q11ali porta fatalmente alla formazione di tessuto cicatriziale, ai restringimenti j uretrali. ' '' Un criterio, che per1uette di giudicare rapidamente il valore reale dei differenti mezzi proposti per combattere le uretriti croniche, è dato dalla conoscenza dell'anatomia 1)atologica. I' Nonostante i notevoli lavori di Finger, di '''asi l sermann e di Hallé, pochi sono i medici, che comprendono veramente le trasformazioni ana' tomiche, che caratterizzano le uretriti croniche e le lésioni, che sono <la combattere. • Il rivestimento epiteliale dell't1retra no1·1nale è formato da un solo strato di cellule cilindriche a protoplasma chiaro; nel mezzo del tessuto I' j;

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POLICL!NlCO .

spongioso esistono molti acini ghiandolari. In certe uretre da lungo tempo infiammate il rivestimento epiteliale è formato da ttn solo strato d'epitelio c_ilindrico, le cellttle epiteliali sono basse, il loro protoplasma non è trasparente. Però questo stato quasi normale del rivesti1nento uretrale è rarissimo nelle uretriti cronican1ente infia111n1ate, perchè spesso im111ediata111ente accanto a tali lesioni si t1·ovano delle trasfor1nazioni epiteliali · 1)i LÌ. i1nportanti ' consistenti in 7, 8 strati d'e1)itelio cilindrico e al disotto d'uno strato epiteliale piatto. Co111incia l'evoluzione clell'epitelio cilindrico verso la cheratinizzazione del ri,~ estimento t1retrale. L'epitelio, che si osser,ra costante111ente nelle ttretriti cronicl1e, è l'epitelio cheratinizzato, che è formato da nt1merosissimi strati d'epitelio più o meno cheratinizzato e da un solo strato di cellule cilindriche profonde. È t1n rivestimento assolutamente analogo a quello della pelle. In certi punti dell'uretra le infiltrazioni infiammatorie della 111t1cosa e della sottomucosa possono essere ancora coperte dal rivestimento epiteliale i·elati,ra1nente ben conservato, ma la maggior parte delle infilti:azioni croniche sono protette da uno spesso strato dif/icilme11le permea bile alle sosla1z=e chimiche. Da ciò la vera causa dell'estre1na difficoltà della disinfezione di queste infiltrazioni superficiali, che possono persistere qt1alche volta 20 o 30 anni, come lo dimost1·a l'esame dei pezzi dei malati in orti i)er 1·estringi1nenti u1·etrali. E' evidente, che in p1..esenza delle condizioni variabilissime, nelle quali possono tro,rarsi le infiltrazioni st1pe1'ficiali, la terapet1tica riesce positiva in certi casi. e negativa in altri. Si potrà a1nmettere facil111ente, che le instillazioni, le iniezioni e<l i la,raggi astringenti l)OSsono influenzare favore,~01111ente le infiltrazioni coperte da epitelio cilinrlrico. cilindrico p1·oliferato o cilind1·ico con 1 o 2 strati d'epitelio piatto alla superficie; ma è assolt1ta1nente i1npossibile ammettere, cl1e un'a1)1)licazione i)asseggera d'una sostanza 111edicamentosa ancl1e la pitl. forte, sia capace di distruggere dei focolai protetti da uno spesso strato d'epitelio cornificato. Per agire sulle infiltrazioni, che si trovano al disotto rlell' epitelio cornificato, l' applicazione prolt1ngata delle sostanze antisettiche è assolt1tan1ente indispensabile Io sono .arrivato a tale conclusione dO})O avere ben stttdiato i lavori di r""inger, di 'Vasser111ann e di Hallé, e dopo aver esaminato al inicroscopio dei numerosi pezzi d'uretriti croniche. Io ho visto, che tt1tti i tentati,ri fatti per prolungare l'azione delle sostanze antisetticl1e sulla 1nt1cosa t11·etrale per mezzo di bugie medicamentose (Unna) o di pon1ate ( Casper. Janet ) e1'ano giustificate (22)

[ANNO

IX, F .~se.

20)

dallo stato anatomico dell'uretra. Per.ò questa terapeutica non è stata molto usata, perchè questi preparati contengono del Nitrato d'Arg. a dosi fortissime dell'1 OtO (Unna) e quindi causticano splamente gli strati epiteliali superficiali. Inoltre l'introduzione delle bt1gie fatta dai inalati e dai medici senza disinfezione preventiva del meato e dell'uretra produceva complicazioni gravi, come cistiti, prostatiti, orchiti, ecc. L'applicazione troppo prolttngata di queste pomate produce un'irritazione notevole dell'uretra, come 11a notato Finger, sebbene in moltissimi casi abbia ottenuto degli eccellenti effetti da questa n1edicazione. Convinto, che il trattamento delle infiltrazioni croniche della mt1cosa t1retrale dev'essere basata sull'applicazione prolungata delle sostanze antisettiche, ho fatto da qualche tempo numerosi esperimenti per trovare un metodo facile ad applicarsi, che ci permette di limitare esattamente la durata dell'applicazione della medicatura. Dalle mie esperienze ho potuto notare che sola1nente le sostanze acquose, delle quali il canale può sbarazzarsi rapidamente, possono essere impiegate. Il metodo per trattenerle nell'uretra:.è semplice. Si riempie l'uretra con 4 o 5 cm.e d'una soluzione antisettica, si comprime la fossetta navicolare con le due dita della mano sinistra, si passa attorno al glande uno spesso strato di cotone idrofilo e si serra fo1~temente con un filo di cotone. Il malato lascerà il liquido chiuso nel suo canale da un'ora a 3 ore. Dalle n1ie esperienze ho pott1to notare, che i sali di mercurio dànno n1igliori rist1ltati ed io uso l' ossi cianuro di mercurio e l' ermofenile o mercurio-fenol-dist1lfonato di sodio. Qt1esto è 11n composto organico mètallico contenente 40 010 di i11ercurio. Non coagt1la il siero, nè le sostan1e albuminoidee ed è sprovvisto di azione ' irritante. È antisettico, come il sublimato. E utile di avere 3 soluzioni, delle quali se ne può servire secondo la sensibilità dell't1retra dell'ammalato: So l. dc1Jol1·

S ol. 1ucd i<1

Ermofenile gr. 0.50 gr. 0,75 Protargolo gr. 0.50 gr. 0.75 Glicerina c111c. 30 cn1c. 75 Clorid. di cocaina gr. 1 ide111 Acqua (listillata litro 1 iden1

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Sol. ft1 rt e

gr. 1 gr 1 eme. 1 idem ide1n

Invece dell'er111ofenile si p11ò adoperare l'ossicianru·o di mercurio, gr. 0.20 per un litro della soluzione debole. La cocaina è utile in qnesta formola per evitare la sensazione sgradevole, che provano i malati tal,1 olta n~lla pri.ma_n1i~­ zione· la glicerina per ra111111oll1re I ep1tel10. il prota~golo per provocare una leggera diapedesi


..-\.~No. IX, F .~se . 20 I

5EZIOl\TE

attraverso l'epitelio, che allarga gli spazii intercellulari e facilita la penetrazione degli an• tisettici. E neçessario ' stl1diare la sensibilità dell'uretra di ciasct1n malato per sapere qual'è la solt1zione che bisogna i1npiegare. Questa sensibilità è variabile; bisogna sempre cominciare con ltna soluzione debole e trattenerla per un'ora. Qt1ando il malato la tollera bene si fa t rattenere la soluzione per 3 ore e più; quando non pt1ò, alla solt1zione forte è preferibile ltsare soluzioni deboli. Le soluzioni deboli, che non provocano irritazione del canale, .possono essere applicate .tutti i giorni. In 1noltissi1ni casi, ove la n1ucosa è presa, si nota ·già dopo 6 o 7 1nedicatt1re la dispa1·izione o la di111inuzione notevole delle secrezioni llretrali. ln questo caso è snffLciente fare le medicatt1re intrauretrali ogni 2~ 3 o 4 giorni. Per evitare le recidive bisogna continuare il trattamento ancora per qt1alche tempo dopo la disparizione con11)lela della secrezione ttretrale. L'a1lplicazione cli ciasct1na .1nedicatt1ra dey'essere sempre prececluta da un lavaggio delle due t1retre all'ossicianttro rli 111erct11·io (112000). 1 Pn rigi, 16 n1arzo 1903. Dott. t"'1L1 PP O Ct:TU RI. 1

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NOTE DI MEDICINA SOIEN'l IFIOA Importanza dei batteri intestinali per la nutrizione.

Il dott. ScHOTTELius riusci ad allevare I 2 pulcini in condizioni di assoluta . st~rilità batterica. In queste condizioni i pulcini si presentano più vi va.ci dei pulcini nelle condizioni naturali, ingeriscono alimenti e emettono feci in proporzioni molto maggiori che non i pulcini controlli a contenuto intestinale batterico. Ciò nondimeno essi scemano progressivamente di peso e di forze sino alla morte, che avviene più o meno presto, a seconda delle condizioni individuali di resistenza organica, tra il 10'> e il 30° giorno dalla nascita, dopo di avere perso dal 29-30 °10 del peso inìziale. Le carogne conservate sterili si mun1n1ificano. I pulcini a digiuno dalla nascita campano per 10-12 giorni perdendo circa il 25-30 °10 del proprio peso. Queste sperienze provano che i pulcini a contenuto intestinale privo di batteri non digeriscono gli alimenti che pure ingeriscono con molta avidità. Difatti in un'altra serie di _sperienze, seminando l'ali111ento sterile di due pulcini a contenuto intestinale sterile, con una sospensione in brodo di feci di pollo normale, S. ottenne in un pulcino di ritardare la morte di alcuni giorni in confronto col pulcino controllo n1antenuto sterile, e di salvare un altro pulcino osservando anzi un successivo au1nento di peso. Risultati anche più probativi S. ottenne so111n1inistrando ai pul-

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PRA'flCA

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cini sterili l'alin1ento sen1inato con una coltura di coli isolato dalle feci di pollo e avente g li stessi caratteri del b. coli dell'uomo. S. ritiene quindi provata la nçcessità dei batteri intestinali per la nutrizione degli uccelli e probabiln1ente anche dei n1an1miferi, poichè egli crede ç:he i risultati contrari ottenuti da N uTl'ALL e THlERF.ELDEl~ con le cavie sieno dovuti al fatto che essi alin1entarono i loro animali di sperimento con latte e non col loro alin1ento normale vegetale.

( .Arcbii j{ir Hygieue, vol. 42°, fase. 1

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e 2).

Docimasia epatica. Il dott. SEEGEN ha comunicato alla Società dei nledici di Vienna il resultato di esperienze che tendono a provare come la ricerca dello zucchero e del glicogenc nel fegato dei càda veri ( dociniasia epatica) non ha il valore n1edico-legale assegnatogli da LACASSAG NE: si sa che per questo autore la presenza dello zucchero e del glicogene (doci1nasia positii1a c~nipleta) sarebbe una prova che. l'individuo è morto in piena salute. L'as senza di queste sostanze (tloci11iasia ut·,~ atiiua) indicherebbe che la n1orte è venuta in seguito ad una malattia e ad una lunga ago nia ; finalmente l'esistenza di zucchero senza glicogene (r/.oci~1u1sia positi'l.'a i11co1npleta) attesterèbbe uBa 1nor.te repentina, ma nel corso di una malattia. L' O. pri111a di tutto dice inesatta la tecnica adoperata dal LACA.SSAGNE . Per estrarre il glicogene del fegato bisognerebbe, secondo SEEGE~r, far bollire questo organo per parecchie ore, poi lasciarlo in contatto nel bagno-n1aria, per 6- 8 ore, co11 della potassa caustica. Il glicogene precipita solo dopo la separazione delle sostanze albuminoidee con l'aiuto dell'alcool. L'aggiunta di carbone di sangue,. raccomandata dal professore di medicina legale di Lione, è nociva perchè fa sparire una certa quantità di zucchero. Inoltre, se le vedute teoriche sulle quali è fondato il processo di Lacassagne paiono leg ittime, in pratica, al contrP.rio, i resultati ottenuti dal SEEGEK non confern1ano per nulla quelli di questo autore. l~icerche fatte tanto su cadaveri umani quanto su cadaveri di animali uccisi per asfissia rapida o per intossicazione curarica, morfinica, ecc. · hanno potuto convincere l' A. che in molti casi di morte repentina o almeno rapidissima (specialmente nella soffocazione e nell' intossi· cazione ossicarbonata) la docimasia epatica è negativa, cioè il zucchero ed il glicogene mancano o ne esistono soltanto traccie. Cosi egli è d'avviso che il processo in questione non può essere utilizzato per riconoscere il modo col quale la n1orte è avvenuta.

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IL POLICLINlCO

[ANNO

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FRATICA PROFESSIO,NALE .

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Casnlstica e AJponti 4i terapia Paralisi del ricorrente nella stenosi mitrallrca. nella iViener Klin. Woch., n. 41, 1902, si occupa di questo argomento. Oltre al caso descritto ' da lui, 3 altri soli ne possiede la letteratura. In uno di questi 0RBNER ha veduto che l'atrie grandemente dilatato aveva con1presso il nervo ricorrente sull'aorta. Anche nel suo malato potè l'A. riconoscere per mezzo tiei raggi di Ròntgen una dilatazione dell'orecchietta. La ~oce era per'iò meno roca, assai notevolmente, .aella giaGitura d~ malato sul dorso e sul lato destro. HoFBAUER

SolHlone

jooofe&i~a

per tnterJione fipodermt-08.

J~duro

potassico gr. O. )O, jodo puro 0 .06, fenolo puro 2.00, .glicerina 5.00, acqua distillata q. b. per completare I 00 C,C. • C.c. I O contengono gr. 0,006 di J e 1r. 0.20 di fenolo. Per iniezione sottocutanea si impiecano 5-10 e.e. pro dit. (Bttll. geu. de Terap.)

Cura dell'orticaria. Rtg.ini.~.

Veg.etale quanto più è possibile, legumi "erdi, purées di legumi, carni bianche, composte, vino ~c0 tagliato e.on tee quarti d'acqwa di Vals, birra leggiera. Non liquori alcoolici od eccitanti. Ncti casi n,bclli, liegime latteo assoluto. Cura i11te1·na. Lassativi, purgativi leggieri, diur:etiçi: tisana di gambi di c;iliegie, di gramigna nitrata. Antisettici gastro-int:estinali : naftolo ~, benzonaftolo. • Etgotin~ . . . • . . . . • • cgm. 10 Estratto di genziana. . . . . . » 5 Estratto tebaico . . • . . . • » 1 5stratto di belladonna. . . . 111lg. 1 M. s. a. per una pillbla. Di simili n. 20. Due ~l giorno.

Granuli di azotato d'aconitina di 114 di n1illigra111mo. Uno o due al giorno. Acqua distillata . . . . . . . gm. 250 Bromuro di potassio . . . ) » di sodio . . . . ( ana gn1. I 6 » di atnmonio. . . ) M. s. a. U n cucchiaio la sera. Bro1nidrato di chinina da 2 5 a 50 centgm. al giorno, per parecchi giorni. Non atropina. Acque niiuerali. Specialn1ente nelle urticarie croniche recidivanti: \ ' ich}·, Royat, Sangemini, ecc. Cura esterna. Contro il prurito. Lozioni con aceto ; lozioni fenicate dal 2 al 5 °10 , lozioni ed applicazioni di compresse in1bevute di decozione alcalina di guaco contuso al 5 °100 ; lozioni tiepide con una soluzione di acido monocloro-acetico r : 200 ; lozioni con e ~ Acqua. • . gn1. 1000 . A equa eloro1ormata. 50 Clorofor1n10 cgni.

IX, F ASC.

20)

con alcool canforato all'r : rooo ;. con ) Acqua • . . gm. 200 Lozione eterea . • ·. f Etere . • . » 100 con Acqua di lauro ceraso. • • • • gr. 25• Cloralio . • . . . . . • • • • • )) 5 cop. latte di mandorle. Dopo le lozioni cospargere con polvere d'amidct: Amido. • . . • . . . • • . . gm. 5() Ossido1di zinco. . . . • . . • » 5 ovvero: Amido. . • • . . . . . . • • gm. 50 Acido salicilico~ • • . • • . / » 1o Eccettuati i casi di urticaria cronica, nei quali i bagni proluagati caldi poss0no essere consigliati, fU1flsi. facciano bagni, sopratutto freddi'. Abbandonare anche le lozioni fredde. Impacco ov:attato ermetico. ( }ACQUET Àti1l. dt Tbèraperdifpe .

Crema d'albumina

p~r

toilette.

Gr. 40 lanolina si mescolano coll'albume di un uovo (circa gm. 20); si emulsiona con gm. 8o d'acqua e 8o di glicerina nella quale siasi sospeso a caildo gm. ;2 di spermaceti. A miscela compi11ta aggiungonsi gm. 8 di tintura d'arnica e si profuma con essenza di lavanda, Wintergreen e di rose. Si colora in giallo con zafferano. (Pl1. Ztg. - 'P.h. Post.). . '()

Associazione del Jattosto e della magnesia. ,

Huchard suole prescrivere con successo con1e antiacido e come lassativo la seguente polvere: Lattosio. . . . . . • . • . gr. 40 Magnesia calcinata. . • . • » 60 da somministrarne I cucchiaio da tavola. in un me~zo bicchiere di acqua. Ql1esta polvere, per il lattosio che contiene, agisce anche co1ne diuretica ; d.'altra parte, il lattosio favorendo la dissoluzione della magnesia, le proprietà lassative di quest'ultima vengono sensibilmente aun1entate. Sarebbe interessante, dice Désquelle, provare comparativamente altri zuccheri, fra gli altri la mannite, che è a un tempo diuretica e lassiva. (Bull. des se. pbar1n .).

Per il mal di denti. Goccie alla codeina : Codeina . . . . . . • Olio di garofani. . . • Clorofor1nio. • . • . • Da introdurre nel dente cariato

. . . 0 .05 . • • 5.oo . . . 1 5.oo coll'ovatta.

Nell'eczema dell'ano. Per spolverare : Canfora polv . . . • • • . . . gm. Fiori di zinco • . • • • • } ana gm. Magistero di bismuto. • .

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1K, F Asc. 20J

SEZIONE PRATICA

Talco ven . . . • lvl. f. polv. sottilissima.

Pomata:

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Ossido di zinco . · . • . . . d' u1·iva ca1111or. r 0110 a 2 5 p. -c. ana gn-i. 5 Linimento ole©-calcare . . . . . gm. 50 Frizioni lievi sulle placche eczematose per 5 minuti, quindi coprire oon ovatta : una volta essiccate le placche eczematose, spolverarle con Ossido di zinco . . • • • ana gn1. 5 Canfora in polvere. . . • Polvere d'amido. . . . . . . . gm. 30

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RIMEDI E SPECillITl •

Il Thtgenol. L' Ittiolo, dal giorno in cui Unna lo trasse dai minerali bituminosi del Tirolo e, con l'autorità del suo nome, lo introdusse in dermoterapia, ha percorso un cammino co~i fort!una:to che lo lha cond0tto quasi all'universa1ità delle applicazioni curative. Ma, a parte i f.acili ed eccessivi entusiasmi del primo momento, che per i rimedi, come per tutte le cose umane, creano ideali di virtù e di perfezione, che ben presto vengono sfrondati dalla critica e dall'esperimento, nessuno può negare che l' Ittiolo grandi vantaggi addusse nel campo della terapia che in special modo riguarda le malattie ginecologiche e quelle cutanee. L'azione del farmaco si dimostrò sopratutto con1e risolvente e riducente, calmante, e mai se ne ebbero a rilevare in con venienti notevoli dalla applicazione esterna, a meno erte non si voglia tener conto di due qualità negative, molto secondarie del resto, che sono il cattivo orlore e la produzione di macchie indelebili sulla biancheria. Tuttavia furon0 appunto questi due caratteri sfavorevoli all'applicazione del rimedio, e specialmente sensibili alla suscettibilità delle persone di maggior riguardo, che provocarono la produzione di un nuovo farmaco a base di zolfo, il Tbigenol Roche. tl Thigenol è una soluzione concentrata dèlla combinazione sodica dell'acido solforico, d'un olio sulfureo sinteticamente preparato, in cui sì trovano combinati organicamente 1 o parti per cento di zolfo. Si presenta come un liquido bruno, denso come uno sciroppo, inodoro e quasi insaporo, solubilissimo nell'acqua, nell'alcool diluito e nella glicerina. Esso viene specialmente raccomandato per le malattie ginecologiche, per le affezioni infiammatorie dell'utero e degli an. nessi. Il dott. Fr. Merkel ha usato per tre mesi esclusivamente il Thigenol Roche nelle malattie sopraindictte, servendosi di tamponi itnbevùti di una soluzione del rimedio in glicerina al IO e ,I) _per cento. La medicazione potè esser fatta intensivamente, non avendo il Thigenol dimostrata quell'azione essi'cante e irritante I

sulla n1ucosa vaginale, che si rileva per l'uso della glicerina all' Ittiolo; i risultati ne furano più che soddisfacenti. Il Merkel si è servito del Thigenol anche per la cura della blenorragia vaginale di recente data, delle emorroidi infian1m•te, delle ragadi anali e del prurito tanto vulvare che anale. Nella vaginite blenorragica due volte si ottenne la guarigione, in n1odo rapido o completo, e sempre una immediata diminuzione del prurito e del tenesmo; nelle emorroidi e nelle ragadi il prurito ed i dolori si attenuarono rapidamente ; un soddisfacente succe.sso si ebbe anche cc;>ntro il penoso e speS'So ·ribelle prurite della vulva e dell'ano. Da questa pratica esp~rÌenza ~atta per più di tre niesi· dal Merkel si possono trarré le seguenti conclusioni~ corrispondenti ad altrettanti favorevoli quesiti del Thigenol: Il rimedio è inodoro, faci1merlte solubile nell'acqua <! facilmente rimosso da questa ; le màcchie che esso determina suTia biancheria si tolgono con la maggiore facilità: le sua azione terapeutica è spiccatamente calmante degli stati di irritazìone 1oca1e, dei dolori e del prutito. Qualità non trascurabile da aggiunger~i 1è chè il Thigeno'l Roche costa meno dei comuni preparati d'Ittiolo. Dott. MòGLIE.

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r. Dimentica piuttosto di lavarti la faccia Ghe di pulirti la bocca ed i denti. 2. Abìtua i tuoi bambini quanto più presto potrai ali' igiene dentaria. ·Ciò che si t1'ascura nell'infanzia e nella giovinezza non si ottiene mai più dopo. La coaservazione in buono stato dei denti da latte è altrettanto in1portante quanto quella dei denti permanenti. 3. Guardati dai dolciumi e da un nutrimento troppG delicato. Il miglior mezzo di proteggersi contro la carie è di ma~ticare vigorosamente un pane nero grossolano~ a crosta erta. 4. Non dimenticare specialmente ·di pulirti la bocca alla sera. Chi non si lava la bocca se non al mattino somiglia a quello · che chiudeva la porta della stalla quando ne era fuggita la capra. 5. La pulizia meccanica con l'aiuto di uno spazzolino e di uno stuzzicadenti costituisce la base di ogni igiene artificiale. 6. I collutorii antisettici ma inoffensivi ed una buona polvere dentrificia. sono efficacissimi per con1pletare l'igiene dentaria e boccale. I dentifrici che sono caustici per la mucosa o che decalcificano i denti devono essere rifiutati. · 7. Fa visitare i tuoi 'denti una o due volte all'anno da un dentista perchè vi scopra, se ,.i sono, i focolai morbosi e li faccia sparire .p rima che siano troppo estesi.

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IL POLICLINICO

8. Il tarta_ro deve essere tolto di quando in quando. 9. I denti malati alle radici che colla cura delle radici non si possono conservare devono essere estratti, · siano o no dolenti. IO. La madre deve dare la preferenza agli alimenti ricchi di sali nutritivi (legu~i verdi, latte, uova· ecc.) prima della nascita dei suoi bambini ed il barnbino, sopratutto nei suoi pritni anni, deve fare lo stesso, perchè i suoi denti si sviluppino il meglio possibile.

.---.,. . --- -- --CENNI BlBLIOGRAFICI ..

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TEsTu1·. Compendio di anatomia umana. Repetitoriu111 per la preparazione agli esaini, tradotto da FuSARI. Parte Il. - Unione tipografico-editrice, 1903. . La Casa edi~rice, con una sollecitudine veramente ammirevole ha fatto uscire la seconda ed ultima parte del libro. di Testut. Della prima di essa già mi occupai nel nun1ero ro di questo giornale. A quanto dissi allora devo aggiungere che anche questo secondo volume corrisponde perfetta1nente allo scopo che l'A. si è prefisso, vale a dire che nella .sua estrema concisione nulla tralascia di tutte le particolarità anatomiche che possono interessare lo studente per prepararsi agli esan1i. Devo segnalare la parte che riguarda il sistema nervoso e quella Che descriYe le membrane sierose come la pleura e il peritoneo.

p. LEREDDE et PA~TRIER. Photothérap e, Photobiologie, (préface du Prof. Finsen). - C. Naud, éditeur. Paris 1903. • • Gli autori hanno diviso questo loro vol9me in due parti. ' Nella prima hanno studiato l~azione biologica della luce in generale sulle fol"me elementari delra vita, ~ui bacterii, sugli altri vegetali, sugli .animali e specialmente sull'uomo ; nella ·seconda si sono occu ... pati delle applicazioni terapeutiche della luce con speciale riguardo alla cosi detta foto-terapia (.per distinguerla dalla cura n1ercè i raggi Roentgen, o radioterapia) col metodo del Finsen, per la cura del lupus tubercolare, del lupus erithematodes e di altre dermatosi della faccia e del cuoio capelluto. La notevole diffusione che hanno in questi ultimi tempi preso i varii metodi di terapia fisica rendono oramai necessaria la pubblicazione di speciali trattati i quali mettano al corrente la comune dei medici sullo stato delle nostre cognizioni sull'argomento. A questo scopo risponde in ogni sua parte, per ciò che riguarda la foto-terapia, il libro dei nostri autori, testè venuto alla luce, in cuì sono sopra tutto degne di lode la p0nderatezza e la misura dei giudizii, basati sull'esame imparzi~le dei fatti osservati, senza facili entusiasmi e senza ostilità preconce~te. 'Dott. V. MoNTESANO.

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~1AKTEGAZZ.\.

La lepra . nella prov.tooia dt (Ja·

gltari. Biblioteca della Clinica moderna. Vol. XI.

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Nicolai, -editore. Firenze.

i.'autore ha racèolto ben 41 casi di l~pra esistenti Jilella provincia di Cagliari, parecchi dei quali ha avuto

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[ANNO IX, FASC. 20]

agio di $tudiare da vicino, e ne riferisce in succinto_le storie cliniche. Questo numero non indifferente di osservazioni, il quale è una riprova di. quel che giustamente afferma l'autore sulla diffusione del morbo in Italia, ove esso è meno raro di quanto si creda, ha fornito al Mantegazza l'occasione di fare uno studio accurato sulla lepra ; di porre a · confronto i risultati delle proprie ricerche con quelli, spesso contradittorii, dei numerosi autori che hanno scritto sull'argomento, e di portare cosi un notevolissitno contributo . personale alle nostre conoscenze sulla malattia in questione. L'interessante monografia, la quale rivela la profonda c·onoscenza che l'autore ha del vasto argomento, è preceduta da brevi noti~ie storiche sulla lepra in Sardegna, ed è corredata di alcune buone tavole e di un indice bibliografico completo . 111.

Pubbltcazlonl pervenute al '' Pottcllnlco ,, . AccoRDINI dott. F. Resoconto clinico del reparto medico dell'ospitale çivile di Cividalt:. Anno I 902. - Cividale, I 903. MASELLI dott. E. L'ospedale circondariale d'Isernia e la sua riforma in rapporto ai concetti moderni · di igiene, d'umanità e d' istruzione pratico-scientifica dei medici. - Isernia, 1903. DuccEscm dott. V. Di una modificazione macrosco... pica del sangue che precede la coagulazione. - Roma, Estr. dai Resoconti della Regia Accademia dei Lincei, 1903. UGHETTI prof. G. B. Sull'edema essenziale periodico. - Catania, Estr. dalla Rassegna intern. 'della Med. moderna, 1902. CATTANEO prof. C. e V ARA NINI dott. M. Sul ricambio materiale iin due casi di sarcoma epatico. ~ rarma, Estr. dai resoconti della Associaz. Med.-chirurgica di Parma. 1902. < SIL\" AGNI prof. L. Intorno ad alcuni fatti osservati nell'antipiresi. - Bologna, Estr. dal Bullettino delle scienze Mediche, .1902. GRANDE dott. E. Ospedale Civile di Nicastro. Resoconto statistico. Anno 1901-2. Con osservazioni clinicoterapeutiche sperimentali. Nicastro-Tropea, I903. · PETRONE dott. G. A. Sul potere isolitico ed isoag... glutinante del siero di sangue splenico in alcune malattie infantili e degli adulti. Contributo alla patogenesi delle anemie di origine splenica. Napoli, Estr. dal giom. La Pediatria, 1902. CALABRESE prof. A. Contributo allo s~udio della .Pa. . ralisi infantile.. - ì~apoli, Estr. dalla Riforma medica, I

1903

. . · dott. G. Stu d.io ct·m1co . sperimen. IAPICHINO PATERNO tale della atrepsia del Parrot. - Napoli, Estr. dal periodi.c d La Pediatria, l 902. BoERI prof. G. Contributo alla meccan\cA del tre.more. Roma, Estr. dalla Riforma medica, 1 902. GuGLiuzzo dott. S. Note ed osservazioni sulla febbre tifoide. - Viterbo, I 901. NAVA dott. A. Della cura di Frenkel nell'atassia tabetica. - Napoli, Estr. dagli Annali di E lettricità medica e terapia fisica, l 902 . . . . . . . MEMMI dott. G. Ancora i leucoc1t1 eos1nofil1 nei malati di cisti idatiche. - Siena, 1902· CIAN'NI ·<iott. A. Ricerche comparatiYe sull'azione


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IX, FASC.

20]

PRATICA

SEZIONE

en1atogena del_. cacodilato e metUarsinato di sodio. Palermo, Estr. dall'Archivio di Farmacologia e terapeutica, 1902. • BAccARANI dott. U. e PLESSI dott. A. Ricerche chi• mico-sperin1entali sull'estratto della sostanza midollare Il di1·itto alla inam·ovibilità. delle capsule surrenali (Paraguaglina Vassale). - Estr. dal VI Boll. della Società n1edico-chirurgica di MoUna recente sentenza della Cassazione di Ron1a dtna, 1902-03. a sezioni unite merita di essere })Ortata a coAMAN'rlNI dott, A. Per la patogenesi del delirio nel noscenza della classe dei medici condotti come corso delle malattie infettive - Milano Estr. dalla Gazz. CJl.Iella che determina l1na innovazione sensibile degli Ospedali, 1903. · . e, secondo noi, giustificata, nella procedu.ra sin CASOLI dott. V. Le acque solforose di Saldino nella cura delle malattie cutanee. - Estr. dal Boll. della quì seguìta ed ammessa pei ricorsi in materia Soc. med.-chirurgica di Modena, 1901-902. di licenziamen.to. SERENI dott. S. Sulla trasmissibilità dei parassiti della Finora si è i·itenl1to che la sola Git1nta Pron1alaria dalla madre al feto . .- Roma. Estr. dal Boll. vinciale amn1inistrativa fosse competente a codella R . Ace. Medica, 1903. VACCARI dott. F. Sullo sviluppo del feto in rapporto noscere del rico1·so pet' · licenziamento inflitto alla profess:one della madre. - Ferrara 1902. al medico, che riteneva di avere acquistata la GIGLI dott. L. Lateralschnitt durch das Os pubis. stabilità, e ciò a' termini dell'articolo 1° N. 12 .. Sonder-Abdruck aus Centralblatt f. Gynàkologie, 1902. della legge sulla giustizia amministrativa. DELLA RovERE dott. D. e DE V EccH1 dott. B. Anon1alia del cervelletto (prima osservazione di scissione Ora la St1prema Corte 1'egolat1·ice ha riten11to, in due lobi distinti del verme). - Firenze, Estr. dalla invece, la compètenza in tale materia, della orRiv. di pat. nervosa e mentale, 1902. dinaria autorità git1dizia1·ia. ScLA\'O prof. ./\. Contributo allo studio del potere Ed ha ragionato, per sommi capi, così : tossico del siero di sangue. - Tcrìno, Estr. dalla Riv. L'articolo 16 della legge sanitaria, deter1nid'Igiene e Sanità pubblica, 1903. BoERI prof. G. Note di grafica de1 brivido. - Minando che il medico dopo tre anni di prova lano, Estr. dalla Gazzetta degli Ospedali, 190 r. acquista la inamovibilità nella carica di conPETRONE dott: G. A. - 1. L'azione del fegato su didottato, ere~ a favore di tale pt1bblico ltfficiale~ versi campioni di coli-bacillo e sulle loro tossine. non un semplice inte1·esse ma un vero e proII. L'azione iri ·vitro del gl.icogene epatico su diversi bAtteriv. - Napoli. Estr. dal giorn. La Pediatria, 1902. p1'io diritto. MoscATO dott. P. Sei casi di nevrosi da perturbamenti Ora se la reintegrazione del di1'itto leso spetta atn1osferici, fulmini, pioggia, vento, origine teratolope1· la legge sul contenzioso alla alttorità giugica, displasica, sistematica, eredo-famigliare. Catania. diziaria ordinaria e non all~ gi11risdizioni speEstr. dalla Rassegna int. della Me·d. moderna, 1902. ciali amminist-1~ative, ·il medico che credesi staVETRANO dott. G. Un nuovo n1etodo di cura nella sifilide acquisita. - Palern10, Tip Sciarrino, 1902. bile e che intende impugn-a re t1n intempestivo F~NZI dott. G. Contributo allo studio della patogelicenziamento pront1nziato dal Consiglio Comunesi dell'anemia perniciosa progressiva - Ron1a, Estr. nale, per garentire convenierite1nente il proprio dalla Riform.l n1edica, r 902. ' diritto deve adire il Tribt1nale e non la Giunta , ToNAZZI - Di alcuni casi mortali da lesioni auricolari - Milano. Estr. <lai Boli. chimico-scientifico della Pro\rinciale amministrativa. Poliambulanza di Milano, l 903. A tale concetto rion fa ostacolo ne1nn1eno la . BeNASSI dott. P. Psoriasis infantium. - Milano, Estr. stessa legge st1lla Giustizia am1ninistràtiva, la dal Giorn. it. delle n1alattie veneree e della pelle, 1903. qt1ale nell'articolo 1° dichiara cfi.e la G. · P. A. è NENO dott. G. Per la lotta contro la pellagra - Pesaro, Tip. G. Terenzi, 1903. , investita di giurisdizione per decidere, pronun· RuGGl prof~ G. - Metodo razionale. per fissare il ziando anche in merito dei ricorsi degli impierene migrante in posizione relativamente no:-male. ga-ti com11nali cont1--o delibe1·azioni delle rispet-' ·Bologna, Estr. dal Bull. delle Scienze mediche, 1903. tive am1ninistrazio_ni, ~~n le q11ali sieno stati Fr.AML~I dott. M. Contribution à l'étude de la prodestituiti, dìspensati dal servizio ed in qt1alsiasì duction des laits medicamenteux. Le lait iodé. - Estrait de ia Re::v. mens. des maladies d~ l'enfance, 1902. altra· forma licenziati. - t -· MAzzoLENI dott. L. G. Relazione ·sull'andamento igie·netto articolo ·però esclt1de dalla co111petenza nico sanitario dei r~parti contagiosi nell'Ospedale dei a1nministrativa i · ricorsi che rientrano nella Celestimi di Bergamo, 1902. · compe~enza · dell'a·t 1torità git.1diziaria e fra questi PE:rRo~E dott. G. A. Un caso di peritonite tµberc0~ lare simulante. una cirrosi atr©fica del fegato di origine .ql1elli che si. riferiscono, ~01ne nella s1Jecie, a' palustre. - Napoli. Estr. dal giorn. La Pediatria, 1902. . licenzia1nenti proilt1nciati dai Consigli Co111t1nali DEVITO ToMM.i\:SI A. Per l'educa.3ione infermiera alle· déi medici condotti. insegnanti. - i - Milano. Estr. dal Gìorn. della. R .. Società Non possiàmo a meno di lodare ta1e J·ecen·it. d'Igiene, r 902. tissima g~tiri~prndenza, la quale, ·discostandosi PANSINl prbf. S. Sulle ippuropatie (lesioni delia cauda equina) e sul]' innervazione radicolare. - Nada .altra precedentemente assodata, offre ai mepoli. Estr. dalla Riforma medica 1903. dici ..condotti gu·areptigie maggiori contro inL_o\.NBOLF dott. M. 1Analisi quantitativa dell'acido · consulti lic~nziamenti, determinati spesso da cloridrico del succo gastrico n1èdiante il metodo del .. .. ' odii o da avversità personali o di partito. Eetteruti. - Na eli, ti r . L._ Gar . iulo, I ;, o ..

l1'TERESS1· PROFESSIONALI

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POLICLINICO

Si è confermato con qqesto che , il diJ;j.ttq a rimanere, in carica . dopo i tre anni di pra ·~ è proprio e vero diritto subbiettivo, diritto garantito da ai;ione, diritto che, se violato, apre diretta la via del ricorso alla autorità .giudizia-. ria.. unica competente, a mente della legge st1l contenzioso, a conoscere dei diritti violati. La competenza della G. P. A. ,a gli effetti della dir sposizio.ne contenuta nel numevo 12 dell'articolo 1°, si applicherà a tutti gli altri impiegatj. comunali e delle Opere Pie non garenjiti dn leggi speciali, ma non sarà più d' indi innanzi applicabile ai medici condotti e, crediamo pun.e , ai inaestri elementari, cui la legge accorda, come ai medici, la stabilità dopo un determinato nu';' mero di anni di servizio. Non tralasciamo, però, di avvertire che pei licenzia1nenti in seguito a giustificati 1notivi dopo il rtriennio di prova, rimane integra la procedura stabilita dall'articolo 16 della legge sanitaria, ed a ciò, secondo noi, non fa ostacolo la massima determinata dalla odierna giurisprudenza. Infatti il diritto alla stabilità è un vero diritto: 111a per acquista1~e e n1antenere tale diritto occorrono talune condizioni: per acquistarlo occoI·re aver~ servito per tre anni, senza interruzione di sorta, per inantenel'lo occorre sempre serbare condotta incensurabile sia dal lato mo1~a1e, sia dal lato prof-essionale. Se una di queste condizioni manca, cade il diritto e, caduto questo, non resta al medico che far valere un semplice interesse innanzi alla at1torità amministrativa che spiega la propria azione appunto nel campo degli interessi lesi. (~i auguriamo che la giurispr\Jidenza sancit~ dalla Suprema Corte regolatrice su tale deli~ cato argomento non v.eQga 1nutata e che i·esti, come canone di di1·itto. indiscussamente aperto l'adito alla autorità giudiziaria ai medici confiotti, ct1i venga .. per t1na ragione qualsiasi, con, k<\stato il già acqttisito diritto alla inamovillilità. DoTT. JusTITX~.

I. Conpesso della Stampa sanltarla tenuto i11 Roma il gio1·no 29 ottobre 1902.

·Il Congresso ner la costituzione di un~ " As~ sociazione italiana della stampa sanitaria ~ fu convocato da un Comitato così costituìto: Presid. onorario: S. E. Guido Baccelli. )> effettivo: Sen. Francesco Durante. Vice presidenti: Prof. Angelo Celli. Gaetano Rumeno. Consiglieri : Prof. Sergi.. '» )> Cipollone. -,. )> Livi. > )) Cerasi. -. )) Sciamanna. » )) Còlasanti. » )> Colombo. Cassiere . . . Prof. Felice La Torre, Segret. generale . )> Vittorio Ascoli. Segr. per il Cong. )'/ Tullio Rossi DQri a. )) )) Luigi F errannini. ))

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Intervennero al Congres&o numerosi qirettori e redattori di giornali medici : Baccelli, M~ra · gliano, Colasanti, Sanarelli, Livi, Garofalo, Queirolo, Masini, Ruata, Morellj, Cerasi, Cecch~relli, Abba, Pirocchi, Devoto, Codivilla Platschick, Ascoli, De Giovanni, Cassisa, Perillo, Rummo, Luc~tello, Rpssi Doria, La Torre, Grocco, Villa, Serafini, Regnoli ed ~Itri. · Aprì la seduta il prof. Colasanti, il quale salutò a nome del Comitato S. E. Guido Baccelli del suo intervento al Congresso della stampa sanitaria, 6 p~rlò d~ll'impo1tanza grande della Associazione che si sarebbe costituita nel Congresso medesimo. llilevò l~ necessi~ di costituire con- sollecitudine l'associazione medesima in vista della adesione che e$Sa avrebbe dovuto fare alla Associazione internazionale e della partecipa~ione uJiìciale al Congresso interna· zionale della stampa sanitaria che si terrà in Madrid nell'aprile del 1903. u S. E. Guido Qaccelli p1~ese q\lindi la pQrola per lodare l'iniziativa del Comitato e ringfflziarlo di averlo nominato ,pr~sidente onorario. Disse di trovare non so}o .ottima co~a, ma necessaria, la istituzione di u~a ~ssociazione nazionale della stampa sanitaria. Rammentò che qt1ando in Italia ogni scuola medica faceva da sè era difficile raccogliere il <.<. lavoro nazionale )). ed esiste, apo piuttosto sentimenti di repulsione che di amicizia fra i componenti queste varie scuole. Questo tempo è passato. La stampa sanitaria; continuò, è quella eh~ ora ci invita alla collettività del lavoro e c1 spinge non solo a SpaF~ere i risultati dei D?S.tJ?i studi ma a confrontarli ed ~ fare una cr1t1ca ai;noro~, ricordando l'a:vvertimento del gnande SD::eiente fintico) che diceva·: m9nere et moneri uf!icium est uerae amicitiae. , Nelle dìscussioni scientifiche bisogna s~mpre mettere da parte la iracQndia, anche percl)è la cortesia aiuta ad eliminare le ostilità, tanta danJtose alla serietà della scienza. ~d alla, rapidità e sicui;ezt~ del progresso. LQ spjrito di arssociazione che vi. spinge oggi a fQQdai:e ·qµ~· s~ associazione dell~ stampa s~nita~ia è pro: ~~a sicuJ?a cQ.e questa cortesia di . rapgort1 fra medici e n1edi~i si realizzei:à. ~-~-__;.--1

Prof. C. von NOORDEN.

.Il diabete me11ito ed Il s.uo trattamento T1·ad11~ione

sulla ID edizlou~ tedesca, aumentata e r.ifatta, con note del prof. dottore V IT.'tORIO ASCOLI. Un "\rol1im.e Lire "" SO~MARIO: Definizione - Storia della ipalattia La

flsiolo'Jia e la patologia generale del diabete - Destino negli idrati cli c a.l'bonio nell'organismo - Le glicosurie epatogene e simili - La glicosuria n~ll'avvelena1nento da fiorizina - Il diabete µ,ancrea.tioo speri· mentale - La teoria del diabete mellito - Teoria dell'ccessiva produzione e del diminuito consmno dello 7.UCC'l1ero - Etiologia del *diabete - ~ltr~ mala.ttie Chimica fisiologica e ri i~ambio materiale del diabete - La glìoosuria. - Effetto dolla glicosuria. sulld stat.o de lla. nutrizione e sul ricarnbio m~te riale - Altre proprietà dell'urina diabetica - Chiznic~ delle altre secrezioni -

Chinlic~ ct~l

aa.ng\lf\ -

bete - Quadro morbOso

- Tr rapia. cle l diabe,te.

Com plicaz ioni del dia-

~enera le.

dee.orso e prognosi


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ÀNNO

IX,

FASC. 20]

SEZIONE

Gioverà poi molto l'istituzione di questa Associazione perchè essa andrà certamente a far parte di una più vasta Associazione internaziooal.e della stampa san,i,taria e questo assicurerà agli italiao,i iI riconoscim~nto dei loro meriti scientifi.ci, sp,esso disconosciuti pex· il passato. Cosi, egli d1sse, potremo mettere anche no.i permanen,temente la nostra opera accanto ed a conJ;ronto. c<;>.n qu,ella di tutto il Il)Ondo e farei;o,o una nob~le ilglslra. Fa:cc~o percjò i voti più. vivi percbiè si possa riu.scire a cost~tuire questa Associazione, nellà quale anche noi, seguendo il moderno grandit)SO movimento sociale, dobbiamo assumere il triplice motto di libertà, fraternità ed eguaglianza. Aecoli lesse quindi la lista di quelli che fino allora avevano aderito. Masini pro.pose che per t lavo:r:i del Congresso r1manesse in posto il Comitato rowan.o costituendo la presidenza. La proposta fu approvata per acclamazione dall'assemblea. aairnondi cav. Ottorino, rapp,resentante de~la Associazione della stampa, J?Ortò gli auguri della associazione medesima e d1 tutta la stampa politica, che deve vedere con piacere la costituzione di una associazione della stampa medica come q11ell,a che potrà illuminare l'opinione pubblica, in alleanza con la stampa politica sulle importantissi1ne questioni mediche ed igieniche che sono tanta parte oggimai del problema politico e sociale in ogni paese del mondo incivilito. Colasanti ringraziò l'assemblea per l'acclamazione della proi;>osta Masini ed assunse la presidenza. Ringraziò il rappresentante della stan1pa politica per le nobili parole da lui pro.nunzia.te di saluto e di augurio alla nascente associazione ed apri la discussione. Ascoli disse : ritengo uttle definire eome e jJerchè sorge questa associazione. Una società analoga esisteva da qualche anno, ma pur troppo negli ultimi ·tempi languiva. Il presidente, prof. Bossi, cercò di sollevarne le sorti riunendo un congresso dei giornalisti Il)edici, a Roma, a cui pru'tecipassero oltre i soci, quei colleghi che erano rimasti fi'1ilo alloi--a estranei alla associazione. Un gruppo di noi assun~e la responsabiliità di orgaaizzare il congresso per la prirnavera passata, prima della. riunione dei delegati internazionall della stampa medica a Monaco. La idea larga e generosa del :Bossi naufragò perehè i membri della vecchia associazione credutisi spossessati e offesi si tirarono da parte. Comunque, mercè le vicende,·oli spiegazioni tra i membri del consiglio e il presidente della vecchia associazione si. stabili un equa partecipazione al congresso di Mon~co tra la rappresentanza della prima società e i · gi 01'nalisti estranei. A Monaco furono riconosciuti rappresentanti ufficiali per l'Italia il i)rof. sen. Maragliano, il prof. Rummo, il colonnello medico a riposo Calderini ed io. La concordia fu completa in tutto e per tutto, e si affidò ad un Co. . mitato romano l'incarico di preparare il congresso, per venire atta fusione di t11tte le as• • • soc1az1on1. Esso ha per primo scopo di costituiJ·e W>.a s~età della stampa medica che tuteli i nostri d.icitti ed. interessi e rappresenti in Italia l'associazione internazionale. . DoJ>o che a,vremo costituita la nostra so<tietà,

PRATIC.\

dovremo quindi precipuamente occuparci dello schema progetto di statuto che fu e.taborato a Monaco e che dovrà essere discusso e approvato definitivamente a Madrid. Dovremo dare ai nostJ:i tre rappreseJ)tanti, su ogni punto, is~r~ioni caitego;r icùe. Se di nuovo all'ultimo mornentQ qualche renitente ringhioso si trova ancora, la presenza dei rnaggiori maestri nostri e la larga lista degli aderenti da cui non manca nessuno dei migliori giornali medici qimostra che qui si raccoglie veramente il pensiero e la volontà italiana. Masini propose che il Comitato romano rimanesse in carica fino dopo il congresso di Madrid, partecipando al medesimo in rappresentanza della Associazione i~ali~na della stampa sanitaria. Ruata disse che prima l'associazione doveva regolarmente costituirsi, dopo aver ben discusso ed apJ?rovato il proprio statuto. P14t~chjc~ e Ma~ini chie~ero cbe si discutesse dunque e si approvassè subito, $enza _{>erder tempo questo statuto e si proclamasse qt1indi la costituzione delr Associazione. Si discusse allora e si approvò, qua e là correggendolo, il seguente

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SCHEMA DI STA1'UTO DELL' Assoc1Az10NE DELLA STAMPA MEDICA • •

A1:t. 1.

Si costituisce un sodalizio il quale prende per ti· tolo: « .Associazione italiana della stampa medica •. Essa ha, sede in Roma. .

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Art. 2.

L'Associaz;ione si oow.pone dei direttori, d~i re· àattoJt1 caipi, dei redatto;ui incaricati di speeiali r11briche permanenti, dei segl'etari di ~edazione, noll· chè dei proprietari dei giornali appartenen~i ..,all~ seguenti categorie: . a) pubblicazioni periodiche scientifiche di me· dicina e scien7le affini; b) giornali di interessi profession;tli o bollett.ini

asaQoi~o.tri s~iar.ie;

e) an,1aJi o bollettii;ri delle Aocademie o società

sèientifi che · médiche. Sono escl11.Se le pubblicazioni mediche d),stribu.ite gJ:a.tuitamente, e q,uelle che sono pubblicate pri~· cipalmente a scopo di 1·tJclanie.

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Art. 3. L 'Aaso~i~io11e ha per iscopo di tenere elevaito il decoro della stampit medica, di tutelarne gli interessi materiali e morali e di comporre le verten~.. che eventualmente sorgessero tra i soci.

Art. 4.

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•• ) • • •'

L'Associazione entrerà a far parte della Associazione della stampa internazionale, pe~ so~te~ervi i diritti -e gli interessi della stampa medica italiana. ...... •

Art. 5.

l soci di qai all'ad. 2 p..rendoµo p~rte $~ d.iJicua· sioni delle aa~1nbl~~. e han"-° <lil'ilto a tutte q~U.

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638

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facilitazioni che la società. potra e p er i singoli soci.

ott~11ere

come e.nte

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Art. 16.

Art. 6. La qua,}ità di soéio v errà a.fferinata per mezzo di t111a tessera p ersonale rilascia.t a dal consiglio di · direzione. •

· ...l\.rt. 7.

Di ogni giornale rapprese11tato dovrà perve1tire ima copia all'Associazione. Le copie saraJ1110 debi· tame11te consen~a.t e nella sede del consiglio diretti,,.o. Art. 8. Oiascwi socio aderente si impegna per .tre anni a fa.r parte dell'.Associazione. •

.A.rt. 9. Per la nomina del Consiglio Direttivo avranno , ..oto tutti i soci. Nelle altre votazioni parteciperà. 1m delegato· p er ogni giornale.

· N all'assemblea generale saranno eletti tre soci ch e f1mzioneranno da propi· viri per t11tte le questioni che insorgessero fra giornali · o fra singoli soci. Essi eserciteranno poi il diritto di censura verso quei giornali i quali compissero atti contrari al decoro della stampa medica ed agli interessi ge· nerali e della scienza, contravvenissero alle dispo· sizioni dell'art. 2 e in genere alle norme del pre· sente statuto. I

Art. 17. Potrà essere espulso dalla società quel membro o giornale che, trasgredendo agli obblighi imposti dallo Statuto, non volesse riconoscere i richiami f.attigli dal consiglio dopo la relazione dei probi viri . .Art. 18. Ogni socio o giornale ch e non ottemperi ai pro· pri doveri per un anno decade dai propri diiitti.

.A.rt. 10.

Art. 19.

f;a\ direzione è con1posta di: tm presidente; due vicepJ.,esidenti; • 1m segretario· • tm cassiere· sei consiglieri . .... D ella diJ.~ezione devono rimanere in Roma al1ueno un ,,.icepresidente il segretario ed il cassiere. Il segretario è responsa.bile della biblioteca. socia.le. i

IX, FASC.

Dei probi viri.

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jAN~O

POLICLI~lCO

Art. 1:t.

L e cariche durano tre anni ed i scadenti meno il egretario ed il cassiere, non sono 1ieleggibili se non dopo un biennio. Ogni due anni si rinnovano rin -vicepresidente e due consiglieri e l e cariche per sorteggio prima e per a.n zianità in seguito.

Delle Assemblee. Art. 12. Di regola si tiene 11n'assemblea generale all'anno. Il consiglio direttivo convocher~ assemblee stra. ordinarle di sua iniziativa o dietro domanda di ve11ti soci. . ' Ciascun giorna.le delega un solo rapprosentante con diritto di voto i1ell' assemblea, ma tutti i soci • prendono pa.rte alle discussioni.

L 'Associazione non potrà essere disciolta se 11on q11ando d11e terzi dei soci lo credano necessa,r io. Art. 20. Le proposte di modificazioni al presente Statuto non possono essere iscritte all'ordine del giorno dell'assemblea ge11erale se non sono firmate da dieci soci. Le deliberazioni non saranno valide se no11 ap· provate da ·due quinti dei soci.

Approvato in 1nàssima questo schema di statuto e dato incarico al Comitato di completarlo, l'assemblea votò il segt1ente ordine del giorno Masini-La Torre approvandolo a grande maggio1~anza.

Sentite le co1nunicazioni del Con1itato si passa alla fondazione deUa «Associazione italiana della stampa medica ». Il Comitato romano .rimane in carica, come consiglio direttivo fino a dopo il Congresso internazionale di Madrid e fino al prossimo congresso italiano della Associazione. Si nominarono quindi a scrutinio segreto i rappresentanti al Congresso di Madrid e risultarono eletti i professor! Vittorio Ascoli. Rwnmo. Lucatello.

·

Art. 13. elle asse1nblee si disc11to110 gli interessi sociali, i bilanci preventivo e consuntivo. · ..1. T

RISPOSTE A QUESllil E A DOMANDE ..

c.

·Art. 14. L·Assemblea generale nomina i delegati $l;l'essi inter11azionali e le ca,riche socia.Ii.

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Delle quote. J

Art. 15. •

< gni .. oeio ha l'obbligo del pagamento di una

tassa ann11a di lire dieci che si paga auticipata1n i1t ed è obbJigntoria per trP anni.

(2484) Sig. Dott. assiduo. - Il Con1une non può bandire con~orso diretto per la nomina del solo me-dico per gli agiati. Tale servizio o non si fa o si affida allo stesso n1edico dei poveri. Se però bandisce nuovo concorso, cosa che non crediamo possibile, potrebbe essere variato lo stipendio e potrebbe esser e nominato anche un n1edice diverso. Qualora il Com une, cosa più probabile, intenda ripristinare la cura piena ed affidarla al medesimo condottato dei poveri ma con stipendio minore, non crediamo che questi si possa rifiut.are dal momento che, come ormai è indiscutibile


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1.~NNO IX, F Asc. 2oj

St:ZIONE

sull!i nomina per gli agiati non si può fare assegnamento di sorta, obbligatoria essendo pei comuni la sola cura dei poveri. Per l'ufficiale sanitario deve essere stanziato in bilancio apposito assegno. Il servizio dell'armadio farmB:ceutico è gratuito. (248 5) Sig. Dott. G. I. da C. - Le condizioni della condotta possono essere stabilite anche, in mancanza di capitolato, dalla deliberazione di nomina·. Se il medico ha la laurea può essere nominato condotto, non ostante l'accennato difetto fisico. Se mai l'amministrazione non lo nòminerà. {2486) Sig. Dott. B. P. da F. E. - Anche a noi se1nbra giusto che Ella non debba pagare la tassa di escrcizii e rivendite, perchè, come medico è.i poveri ne è esente per legge e come libero professionista l'utile. netto si riduce a ben poco. Oltr~ a ciò Ella, essendo, come pare, unico esercente costà, non potrebbe rifiutarsi, con1e condottato dei poveri, a curare anche gli agìati. (2487) Sig. Dott. E. P. da G. - Effettivamente Ella, sttllo stipendio di L. 2 500 dovrebbe pagare lire 187. 50 di R. M. Se glie ne fanno pagare 204. l 5 vuol dire che allo stipendio sarà unito qualche altro cespite di entrata egualmente tassabile. Faccia ricerche su tale presupposto e se risulterà che solamente lo stipendio è tassato rivolga analoga istanza di rettifica e conseguente rimborso alla intendenza di finanza . (2488) Sig. Dott. C. R. da C. Per quanto sia spiacevole il dover pagare l'arretrato, pur tuttavia è dovuto, e non possian10 non consigliarla a pagarlo fino alla concorrenza degli ultimi cinque anni. La imposta di R. M. deve essere pagata dall'impiegato, salvo analogo esonero da deliberarsi dal Consigli? comunale nei modi prescritti dall'articolo 162 della legge comunale e con l'appro' azione del la G. P. A. , · ( 2489) Sig. Dott. C. M. da S . . - Contro la decisione della G. P. A. riguardante il servizio necroscopico ricorra al Governo del Re con atto steso su carta da bollo da lira una. Per poter dare un consiglio esatto e legalmente stl1diato sulla responsabilità degli an1ministratori per atti nulli da cui sono derivati diritti dei terzi, occorre che Ella ci 'fa.ccia tenere una nlinuta ed esatta relazione del caso occorsole, giacchè solo da una precisa constatazione dei fatti può esser formato un equo concetto giuridico della controversia. (2490) Sig. Dott. T. A. da G. - Non è applicabile l'articolo 16 della legge sanitaria ai nledici degli orfanotrofii e degli altri consimili istituti di beneficenza. (249 r) Sig. Dott. R. C. da R. - Se il medico condotto ha l'obbligo della vaccinazione deve prestarsi sempre ed in ogni caso, sia che trattasi di vaccinazione singola, sia che trattasi di vaccinazione generale. L'uffi.ciale sanitario non ha alcun obbligo di vaccinazione. <2492) Sig. Dott. L. C. da D. - Il medico condotto pti poveri è un pubblico ufficiale in quanto disimpegna il servizio comunale. Commette certamente un abuso il condottato dei poveri che, non ostante percepisca lo stipendìo, si fa pàgare le visite dalle famiglie, profittando della loro ignoranza. (2494) Sig. Dott. F. D. B. da T. - Per quell'assenza, giustificata dall' urgenza e dallo scopo umanitario e giuridico, cui era ispirata, non Le si può rivolgere rimprovero di sorta. Il Sindaco certamente non lo farà, Fna quando anche il facesse non si produrrebbe alcun inconveniente. Per le supplenze bisogna aver riguardo al capitolato ed in mancanza di questo, alle consuett1dini locali. Per regola, qu~si universalmente seguita, si ammette la supplenza a carico del Comune, qua:tido la 111alattia dura pochi giorni soltanto. ( 2496) Sig. D ott. R. A. da G. - La Congregazione

639

PRATICA

di Carità non può son1ministrare essa direttamente le sostanze che Ella enumera. Debbono invece essere acq.uistate in piazza dai farmacisti. La legge st1i seg·retarii ed altri in1piegati con1unali non si estende anche ai medici condotti, pei quali vi è una legge speciale. Per ora nulla si sa della riforìna alla legge sanitaria. (2497) Sig. Dott. A. G . M. da B. - Il medico condotto pei poveri come tale è esente dalla tassa esercizii e rivendite. Se poi egli esercita anche privatamente la professione va per questo titolo e nei limiti dei relativi introiti, sottoposto alla tassa. (2498) Sig. Dott. F. B. da L. - Il medrco condotto o libero esercente non può opporsi a che il Comune istituisca la cura piena. Date le condizioni prescritte dalla legge, fra cui principalissima la non eccedenza della sovraimposta, il Comune può imporla senz'altro. ~a disdetta, qualunque forma essa abbia, interrompe la stabilità, sempre quando non sia seguita da nuova regolare conferma. Per impedir.e la tacita riconduzione agli effetti contrattuali la disdetta deve essere data tre mesi prin1a, e"' quindi ora non si sarebbe più in tempo scadendo il contratto di Lei nel· prossimo aprile. Se non intende rilevare la nullità dell'atto, si regoli come crede, ma il Comune in aprile potrà obbligarla. a lasciare il servizio. Il capitolato per avere intera obbligatorieti giuridica deve essere .accettato dalle parti contraenti 1nediante l'apposizione della propria firma. La disdetta non data in teropo fa prolungare il contratto per un intero nuovo anno e non già per pochi giorni soltanto. Nemmeno con la nuova legge sanitaria si diventa stabile immediatamente. Sarà tassato 1'8, 50. Il compenso pel serviz·o necr-0scopico può essere chiesto a parte, nè tale servizio è obbligatorio pel condottato. Per il certificato necroscopico occorre vedere il cadavere. (2499) Sig. Do~t. ·F. A. da G. - Il servizio provvisorio prestatbHfu1 Sè'guitò' ·· a deliberazione consiliare si congiunga a q.uef1b1 posteitere agli effetti della stabilità. Può anche essere invocato utile per il monte pensione. (2500) Sig. Dott. B. N. da G. M. - Secondo noi il medico di cui Ella parla non ha acquistato la stabilità perchè alla fine del 1899 fu licènziato e non rinon1inato che a11à fine del 19oò dalla quale epoca fino ad oggi non ha nemmeno compiuto un triennio di noa interrotto servizio perchè nel l 902, assentatosi senza permesso; lasciava un sostituto fino al mese di febbraio 1 ultimo. Il servizio prestato dal 1899 aì. l 900 "!lon può essere ritenuto valido agli effetti della stabilità perchè l'articolo I6 della legge sanitaria ritiene idoneo solo il servizio fatto in base a regolare nomina consiliare e non già quello prestato in seguito ad incarico ricevuto dalla Giunta o dal Sindaco. Dott. Jus TITIA . •

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NOTIZIE .DIVERSE Consiglio ·federale degli Ordini dei sanitari dtl Regno. .!..... L'ufficio di presidenza ha diramato ai presi~enti dei vari Ordini la seguente circolare in data 3 I marzo: · Roì\lA. -

signor Presidenti, In parecchie assemblee di rappresentanti degli Ordini fu esaminata e discussa la proposta diret,ta ad ~o~enerc ~he venisse con apposita legge regolato 1 eserc1z10 delle professioni sanitarie e nell'assemblèa 1901 fu. dato anche inéarico al Consiglio Feqerale _di esa1!11nar~ ~u~ progetti di le<Yae all uopo formulati dagli Ord1n1 d1 Napoli e Saler~~ per fonderli e proporne uno sulle basi di quelli, all'assemblea i902. fll.1110

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POLICLL~ICO

Il Consiglio federale nel r 902 si occupò della cosa

e no.m~ììò una Commissione, e fece suo relatore i1 c,ons1g11ere dot:or Emi1io ~ittarelli, e questi riferi al1as~mblea ultima,. dando 1 concetti g~neral'i e iPrincipal~ del _progetto, di legge che ora s'rn via e che per del1beraz1one dell assemblea stessa dev'essere esaminato dal1e varie Asoociazioni federa't e del Regno. Detto progett~ tende a. sollevare la di§nità profession,a le del n1ed~co, ad ass~curargli maggiori guarentigie nei rapporti col pubblico, come. pu!e a regolare i r~pporti di questo con la classe sa.n~ta1'1a, , elevando <T}i <:>rdini ad e?ti~à .giuridica e dando a questi, poteri t)utela e di d1sc1pl1na. dell'esercizio professi0nale. Nel rimettere quindi alla S. V. num. 2 Gopie del progetto ~uddetto, La pr.eg0 di voleruo sottoporre al1'esame d1. cotes~o spett. Consiglio e riferirmi, enitro un mese circa, il parere che il Consiglio stesso emetterà al riguardo. Con perfetta osservarua ··

di

ll Segretario E. BALLERINI.

Il Presidente

L. 'BIANCHI.

Ro~1A. - (Orilin,è dei· Medici de~la Provi1itia). Il gio~? 15 marzo nell Aula Magna della R . U nf1.

vers~I(, ~bbe luogo dei &qfi~ déll'ordine.

l'assemblea generale o:rdinaria

~X:~~l~dette l 1 on. Santilri cihe die<ie i111 lungo re-

soconto d.e ll' opera del Coosiglio du'!'-ante I' ann-o 190'A. Esor~ ennnnciando l'acquisto fatto d'i pa1·ecchi n11ovi soci. e .comme~orando i compianti consiglieri prof. Occhini e Topai. Accennò ai moltì ricorsi di Colleghi patrocinati présso le autorità alle vera.·tenze d'indole professionale comtJoste, alle molte note di prestazioni mediche tassate e all'autorità che dannò a~le t~sazi?ni ~a~straiti e privati per l'equità e giustezza di criteri che sempre le informano. ~ll:Ileiò che il Consiglio, dtt.rante l'anno, istruì l1n inchiesta contro un ·esercente abusivo che de· nw1~iò alla Prefettura, e sul quale pende tuttora> il giudizio definitivo per denunziarlo alla Procm·a del Re. Pa1·lò della questione dell'esercizio dei me~ci . s~ranier~ e del rilascio delle lauree agli stra· ruer1 1n Ita.lia, daplorando una volta di più come ancora, senza base e con grande mole di ragioni Ut"\'"orevoli ai provvedimenti ·ch e qa tanto tempo dalla Classe medica s'invoca.no il Governo non provveda e siasi pure dichiarato contrario a prov· , .. edere. In tale pro-posito cita la parte presa dall'on. Bianchi all'interpella.n za Santini fatta testè alla Camera e il voto emesso nell'mtima assemblea dei Rappresentanii degli Ordini, col quale quel Con· R~ so insistè per un'azione energica governativa diretta ad ottenere la reciprocanza dell'esercizio medico per gl'ita.l iani all'estero. Parlò poi dell'azione della Federazione deO'li Or· dini a vantaggio della classe dei medici co~dotti, del. progetto di legg-e di riforma della legge sani· tari a e della parte presa nell'azione suddetta dal Consiglio dell ordine e dall'on. Santi11i come Pre· Ridente dell'Ordine di Roma e membro dalla Commissione parlamentare. Chiuse infine il suo brilla.nte discorso congrat1t· landosi della vita rigogliosa dell'Ordine ed espri· mendo l aug11rio che tale si mantenga a t111lela e vantaggio degli interessi e del decoro della cla.sse me dica della nostra provincia. . . L'on. Santi1ti fu vivamente applaudito. Indi l,economo·cassiere dott. -G.. Ballerini diede il resoconto fi11anzia.r io che fu approvato. ... cadendo nell'anno . l'elezione del Presidente~ fu 1·ilett~, ad unanimità di voti, l'on. Santim e procedl1tosi alla elezione dei cousiglièri defunti che a. Rr rua, 1903 - Tip. Inclustria e Lav01·c.

j ...\~~o IX, F.,sc.

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1101:1.~a, d.i Statuto? f~u:ono riel~tti i Consiglieri Jnt· Pf!'C~lf1:1tfi Dott. G11tlio, Ha~zo11-1. Prof. Gaetano e Picc1r1.fl 1. Dott. Luigi ed eletti a nuovo i dottori À1t·

Arnaldo e Do11ati Vincenzo Pio. ~uest'anno, con 1''.A.ngelini, l'Ordine l1a per 1a PX:ma v?l~ai eletto .a Consigliere un rappresentante a~1 medici condotti della Provincia.

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. ~~1'tA: -:-

Eserci(io de.lla niedicina per parte dei 11iti d~ci italian_i 1iella Re.fJ.1t.bblica _argenti1ia. Siamo lietd_i annunciare che 1n seguito ad uffici della Federazione degli Ordini, la cui Presidenza. comunicò all'onor:v?le_ ministro degli esteri due voti emessi dagli Ord1n1 d1 Roma e Cosenza intorno all'esercizio dell'arte s~l~t~re. n~ll~ Rep~bblica Argentina da parte dei med1c1 1tal1ani, 11 Mm1stero stesso ha assicurato la Presiden~a del Consiglio Federale che pendono trattative tra i due Governi per il riconoscimento della reciprocanza dell'esercizio professionale.

P1sA. - Nell'alÙa magna della facoltà di medicina il 5 marzo fu- solennemente celebrato il venticinquesim{i) anno d'insegnamento dell'illustre anatomico prof. Guglielmo Romiti. Erano presenti le autorità, il Corpo accademico e gli stud.-0nti · aderirono le più spiccate illnstrafiloni delle Università italiane. Il 32° Congresso della Società tedesca d~ chirurgia si terrà a Berlino dal 3 al 6 del prossimo giugno. BERLINO. -:-

Non>.ine, promozioni, onorificenze. Nell'Università di Genova fu accettata la rinuncia di Luigi Maria Bossi all'ufficio di professore straordinario di ostetricia e ginecologia e di direttore della relativa clinica. Francesco Paolo Sgobbo venne incaricato, pel il corrente anno scolastico, delle funzioni di direttore del gabinetto di elettroterapia. Nell'Uniyer:sità di Roma: Ugo Brizi, di storia naturale delle droghe medicinali. Nell' Università di Siena fu accettata la rinuncia di Carlo Giannetti all'ufficio di direttore della scuola di farmacia, e Attilio Fassi venne nominato all'ufficio predetto per il triennio' 1902-903, 1903-904 e 1904-905. Nell'Università di Roma furono nominati: Ricca·rdo Della Vedova-, aiuto nella clinica chirurgica. Nello Biagio, aiuro prepara tote nella clinica chi• rurgica. Achille De F abis, assistente nella clinica chirurgica. . Nell'Università di Catania vennero confermati, dal primo novembre I 902 al 3 I dicembre I 903 : Michele Gravagna, assistente presso la clinica der-

mosifilopatica. Antonino Brancati, assistente presso la clinica medica. P A·RIGI . - Il pro'f: KocH è stato eletto socio stra niero dell'Acadeniie des Sciènces.

Concarsi e Con dotte.

R. Università. - Concorso per profeMsore ordinario alla cattedra di ostetricia e ginecologia e ·cliniche relative. • Occorre un certificato della. Segreteria dell' Università e Istituto universitario a cui il candidato appartiene, comprovante la durata dell'ineegnamento da lui impartito sia a titolo i1fficiale, sia a titolo privato. Presentare do~nde a,l Ministero della.Pub· blica Istruzione. Scad. 20 giugno . •• L. TR1~AN1, segr. resp. PAVIA. -


Anno IX

Roma, 11 ap1·ile 1903

F ase. 21

I

SEZIONE FRA.TIC.A

DIRETTORI Prof. GUIDO BACCELLI

P r of. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPo : PRoF. VITTORIO

ASCOLI

SOMMARIO R iviste : - CHIRURGIA: - Baracz: Sull' acti11011iicosi u11ia1ia . - Lehmann: L 'atnputaz.io1te del fegato con l' etnostasi adrenalinica. - Futh: Diabete 1nellito ed operazioni ginecologiche. - Schinitz: La sutura delle arterie. Dahlgren: lstru11zento per la co11ipressione dell'aorta in certe operaz:ioni addominali e j1elviche. - Viana: Conlributo allo stud·io delle affezioni articolari negli ernojiliaci. - MEDICINA: - K onrad Helly: Sui rapporti fra la costituz.ione anato11iica e le funzioni della rnil-;._a . - Lucatello e Malon: Di uri siero leucolitico antileucetnico. })e Buck e \.anderlinden: EsagerazJon e dei riflessi nella carcinosi: nuovo seg·no diag11ostico dei tu1noiri 1nali,~ni. - NEUROPATOLOGIA: - Féré: !:)ui sogni precursori dell'c11iicrania oftalmi.ca. OCULISTICA: - Ceraso: Su i princi/1a[ i a,1!enti 11icdica111eutosi della nioderna terapia oculare - Mauriz1: L'aspirina in oftal111,iatria. G1>;LCOLOGlA: - Meyer: Sulla dilatazione col 11ietodo Bossi. - Accadem ie, Società med iche, Congressi: - R. AccADEi\IIA DI ~1EDIC1NA Dl TORINO. - R. r\CCADE1UA DELLE SCIENZE DELL' lsTrfUTO Dl BOLO· f~~A. - AssocIAZIO;\E ~fhDICO-CHJRURGlCA Dl PARMA. Osservazioni cliniche : - Scuderi : L e i1iiez.ioni iodo-iodurate nella cura detla /'eritonite tubercolare. - D' Auria : U1t caso di risti eta ec/Ji11ococco rnuscolare. Nostre corrispondenze da Parigi : - Cuturi: Tratta11iento delle 1tretriti croniche - Note di Medicina scientifica: - Fisiolo17ia del pa11creas. - Saggio di sisfcuiiz.-;_a-;_ione dei 1ier·ui periferici. - Per1neabilità rlclle

sierosi: allo stato patologico. Pratica professionale : - C..\..SU ISTICA: - Presentazione di un caso d' innesto del nervo faccial e nell' ipoglosso. ..1st~re.o)rnosi nella tabe dorsale - La separ11z.io1ie dell'urina dei due reni nei ba1nbi11 i. - Co11iplicaz.ioni ossee della Jifoide. - APPUNTI Dl TERAPIA: - Il tannino nella tubercolosi. Alcune for111,ult! più in uso. - Inco11ipatibilità dcl borato di soda e del cloralio. - L'estratto di capsule Sllrrenali couie cura' della gastrite atou ica. - La segala. cornuta si deve dare solta 11to nelle e11iorrag·ie uterine. - L 'a drena Zina nella pratica urolog·ica. - Cura della la1 i11.~ite st1 idula. - Cura tiell'as11ia. Varia. - Cenni bibliografici. - Rubrica dell'ufficiale san itar.i.o ed igiene: - Huc; ppe : La q11estio11e della tnbercolòsi nelle scuole. - Ricerca dci bacil/1: dflla tubercolosi nei liquidi orgau ici. Interessi professionali : - Risposte a quesiti e a doniande. Notizie diverse. - Necrologio. - N omin e, promozioni, o n orificenze. - Concorsi e condotte.

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Diritti d i p roprietà riservati.

RIVISTE OHIRURGIA

81111' actinomicosi umana. (BAR.bi.CZ. Lau~ebeck ' s

Archiv. B. LXVIII; Hft. 4).

L'A. in base all'osservazione di n11n1erosissin1i casj ~i act~no.n1icosi. (60 ammalati), fa delle co11s1deraz1on1 relative all'etiolocria sinton1atologia e terapia di tale affezion~. ' Pt1r an1mettendo che la carie dentaria aoevoli la penetrazione del fungo nell'oraanis~o non crede tuttavia che a tale mome:ro etio~ logico spetti tutta qt1ella importanza che oaai 00 ad esso si attribuisce. La mucosa de.Ila bocca in genere rapprese~ta. la porta d'ingresso del~'infezione, la qt1ale pt10. msorgere anche a denti perfettamente integn. Il processo dalla mucosa si trapianta alle

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ossa. L'actinomicosi cervicale rappresenta sempre la continuazione dell'affezione buccale. Riporta anche un caso assai raro di actinomicosi labiale. Il periodo d'incubazione dt1ra da · due a parecchie settimane, talvolta più mesi. Relativan1ente alla terapia dell'actinomicosi cervicale, non è in genere 11ecessaria l'estrazione dei de11ti; raccomanda in ·~:ece viva1nente il trattame11to locale con iniezioni parenchimatose di tintt1ra di iodio e di solt1zione al 20 0 10 di r1itrato d'argento. La somministrazione per bocca dello ioduro di potassio riesce, seco11do l' A., poco efficace. L'actinon1icosi della lingt1a si manifesta sotto forn1a di noduli delle dimensioni da t1n pisello ad una nocciola, nettamente delimitati dal restante parenchima linguale. Spesso però essa si presenta in forma di ascesso diffuso. La terapia consiste nell'incisione e raschiamento o~ ' s ·"~IJP _L.


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j ...\~~o IX, FAsc. 21]

POLICLI~IC O

L'acriuon1icosi polmo11are pu6 es!>e re secon<lario a~ a!f~zione liell'e_c:~.50, ovvero iJlso:-gc re p:-am1t1van1eute per ::t.spira 2:~:ie diretta ine!·cè : ... :-:~" dell age11te i11fettivo. Si possono ' distinguere tre stadij : nel primo ~tadio insor-

L'amputazione del fegato coll'en1ostasi ad1'enalinica. (LEHMA~N. Miinch. tned.

lf/ochcnsc/Jr. n . 49).

go110 focolai peribroncl1itici e pneun1onici; il La soluzione migliore di adre11alina è la sesecondo stadio è caratterizzato dalla diffusio11e guente : ldroclorato di adre1zali11a o 1 · clodel processo alla st1perficie pol1nonale, cou ruro di sodio 0,70; clorito11e 0,5; nc~1a' distilconsecuti ve retrazioni ed essudati pleurici; il Inia I oo. terzo stadio della propagazione del processo E' bene usare se1npre solt1zioni recc11ti e alla parete toracica, con for111azioue di ascessi e co11servarlc i11 vasi oscuri, onde p:-otea aerle di tran1iti fistolosi. L 'insorgenza della setticodall'azio~e della l~&(è, perchè, ossidanddstbper-pien1i a acrtnon1icotica cro11ica chiude ii1f:!_e il , do110 fac1 lmente la loro attività. quadro c;inton1a tico. L::! '"~iagnosi nel pri1110 Si sa cl)e l 'adrenalina ha azione vasocostrits tadio è tlssai difficile; tt1ttavia l 'asse11za dei trice sui capillari sanguigni ed un'azione efficace s11lla contrattilità del miocardio paraaobacil1i n1be rcrol:1ri e la Jpr~t>e11za i1ell'escreato dell'acti110111icosi posso110 e' entt1alme11te a t1inabile a q11ella della digitale. ' ~ lÌarci ,ll~ll~ diag11osi ., I focolai primitivi in~orL'ischemia, determir1ata dall'adrenali11a d11ra ge11ti n ell'esofa go, posso110 decorrere inosse ri1~ media trenta r:ni11t1ti, ma in segt1ito s~pravvati. La prog11osi di tali forme polmo11ali è la \tiene una forte iperemia, che pu6 durare anpil'.1 i11fàt1sta fra t t1ttc le · 1ocalizzazio11i acti110che piì1 gior11i, e qualche non rara volta essere perciò causa di emorragie seco11darie. n1icoticl1e. Nou si può ricorrere ad t1ua terapia chirt1rgica, n1a bi og11a lin1ita,rsi alla cura Un'azione tossica non si è finora co11statata nell'1101no e se111bra anzi che si possano L1sare si11ton1atica. Parzialj i11ter\ 1 e11ti chirt1rgìci, potra11no al piì1 te11ta r ·i q11ando il proces o i dosi piì1 forti di qt1anto non si creda. Il Codiffonde alla parete t<)racica. Oltre le somrnilen1a11n ir1fatti 11elle emorragie i11testinali, ha i1istrazio11i di ic)dt1ro oi potassio, posso110 forse usato parecchie volte fino a I 5 .~rani di adregiovare le i11iezio11i i11trave110 e dell'argento nali11a per via interna senza dan110 alcu110. colloidale di Credè, od \.111'energica c11ra di fri- . Sen1bra inoltre, fino ad oggi, che l' adrenazioni co11 ung ue11to all'argento (al I 5 010). h11a sia efficacissima 11elle emorragie pare11chiL' actinon1jcosi i~1testil1aie ha t111 decorso n1atose, poco o nie11te in quelle prover1ienti e1nine11te111ente cro1J.ico. E sSl) colpisce anzitutto da piccole v ene o da piccole arterie. la n111cosa, da11do orjgine a focolai i1odt1lari Il L el1mann ha volt1to studiare sperin1enmucosi e sottomucosi, co11ducenti ad 11lceratalmente sugli animali l'emostasi adrenalinica zioni. Pi11 · tardi il processo si diffo11de alla nelle an1putazioni epatiche parziali, per \"edere sierosa. A volte il ft1ngo raggiato mig ra atse nelle en1ostasi l'adrenalina si possa sostitraverso la parete intestinale e raggi\.ìtl D'e pretuire alle iniezioni di gelati11a, che possono talora essere cat1sa tii tetano. Ha sperin1e11tato cocen1e11te il perito11eo. Clinican1ente si°disti11gt.wno1 pell'~cti110111 icosi addominale tre Sk'ldii: su conigli, st1 cani ed altri anin1ali. t1uo stadio iniziale, Ilatent©;, lo stadio della fo rNella prin1a serie di esperie11ze estirpava dei n1azio11e dei tt1mor:i e q<u ello , della formazione pezzettini di fegato da i12 cn13 ad I cn13 cd di s~hi fì§tolosi. ~a r difl.tisioi1ie .del proce$so pt16 applicava, anche per fino ad 1111'ora e n1ezza, co111pier i o per cohtin,l1itù o p er la via sans11lle st1perficie sangt1inanti dei batuffoli imbe· , gt1ig11~ . Nel fegato, i1~ remi, luei polmon~ _p<bsvt1ti di solt1zioni di adrenalina; n1a la einor.so110· il.11Sbrgere delle m.fttastasi, .ed, a ve.rs1 - ç({)sl ragia co11tinuava, l 'a11im ale rin1a11ev-a q t1a si diil qt1adro della pjen1ia , trot1ica. La terapia chisanguato., ed o cc9rreva, per evitare la n1orte, rurgjçA 1CPJliS.i~te nel 11).ettere all0 scoperto i 1 foriapri1 e l'addome e provvedere all'en1osta i in '" colai rammolliti e trattarli con mezzi anti et- 1altro ,n1ad.o; La mai1cata efficacia dell'adre11atici. L e estese resezioni intestinali sono u.a 1ri.. lina dinep.deya ii+ tali casi dal fatto che il saugcttar.si. Le re11dii1e so110 freqt1ent~. L'ioduro gt1e, ~b ~ , flui\{~1 rap~damente delle lesio11i, in1di potassio iil tali f0r111c è poco efficace. Nei pedi,-a che la ~oluzione adre11ali11ica rin1a11c se Jfocol~i pro.foudi so1\0 indicate le iniezioni pa- a co11tatto delle superficie crt1ente. - re11cl1in)atose di tiutt1ra · di iddio e di nitrato r • 111, una ser:op.da serie di esperienze per c,·jr tare l' inconven1e11te accennato, inietta'/,l sottc> <l ',,raeuto '~ t°' • J u :J l l lJ.J J ::I J ~ JI , .~Jr.11~rri1 urairl- Dott. G. PERl{Z.t · l~ capsula epatica in vicina.i1za del punto le~o. 1 ·b re ço11 una siringo ,di Pravatz, la solt1zioue_ J1 • )(' J 'J) J; ( J I ;JG ~~ t~ t"' adre11alin~. Dopo ,./,. ad 8 n1inuti si a\ eY.t torte 1 f(jì.J l. l ·~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ilJJDrt Jgrr11~~ische~ia e m,~a da permettere l'asportazione 1

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Asc. 21 J

SEZ!O~E

di pezzetti da I 12 ad I cm> di ,-olt1n1e, senza alcuna goccia di sa11gt1e. 111 seguito furono asportati pezzetti da I 112 a 2 cm3 ; e si arri,·6 persino all'asportazione di un lobo intero senza emorragia. In certi casi, riaperta la cavità addominale potè co11statare che dopo 30 a 40 minuti, al1' ischemia subentrava la co11gestio11e, che dura,~a sei ore e più; n1a, fatto strano, non av\-eni \?ano en1orragie seco11darie. Bisogna perciò ammettere che l'adrenalina permettesse il tempo st1fficiente alla formazione di trombi e i11fatti opportu11amente rammenta che Ferdi11a11ds fa osservare cl:ie il potere di coagulare del sangt1e è at1mentato dall'adrenalina. Lehmann constato inoltre, come avevano già veduto diversi at1tori in altri tessuti, che si pt16 a vere necrosi del tesst1to epatico, se la iscl1cmia è praticata in zo11e n1olto estese; ma aggit1nge cl1c ciò forse potr~ì favorire la for111azio11e dei trombi, che rendo110 duratt1ra la en1osta <ii in t111 ,~i~cere ta i1to ricco di sangt1e qt1~1le è il fegato. Dott. M. T.

Diabete mellito ed ope1·azioni ginecologiche. (H. F L'Tli. DcutstlJc 1n1.•tlici11 is1:ht• TVoc/Jenscbrift. N. 4, 5, 6, 22, 29 gennaio e 5 f~bbraio 1903).

L'A., ricl1ia111a alla inente il lavoro di Becker del r 89.+ st1i pericoli della narcosi clor0forn1ica per i diabetici, nei qt1ali la cloronarcosi, per atti operativi diversi, aveva provo(ato talvolta lentan1e11te, tal,rolta rapidamente il conia ed ii1 seguito n1orte; ed accenna al caso di Lar1dat1, il qt1alc at1tore vide morire per con1a diabetico t111a paziente, pochi mint1ti dopo che questa aveva subito l' isterecto111ia vaginale per carcinoma dell't1tero. Porta t1n contributo di tre casi che recente111ente 11a avuta occasione di osservare nella clinica ginecologica di Lipsia. Nel primo caso si tratta\ra di t111a do1111a lii .+9 anni affetta da cancro t1terino: la r1t1trizione generale era discreta e l'urina co11teneva tracce di glucosio. La sera precedente all'atto operativo, cioè sei gior11i dopo l'ingresso della paziente i11 Clinica, lo zt1ccl1ero era scon1parso. Si fece l'etero-narcosi, si estirpo l'utero cogli annessi per la ·~lia vagi11ale, l'operazione ft1 cli bre,re dt1rata, all'ottavo giorno morte per con1a tipico. - Nel seco11do caso si trattava di una do11na di 61 armi, di buona co titt1zio11e fisica, anche essa con cancro uterino, e con poca quantità di zuccl1ero nelle ttrine. Dopo 7 gicrni dall' ingresso in Clinica, s' i11tervenne previa cloronarcosi. La sera co11sect1ti ,~a all'operazione si ebbe

6-t.3

PRA T !CA

polit1ria e notevole qt1antitù di glucosio. Dopo sette giorni insorsero sinton1i di coma diabetico e poscia esito letale. - Il terzo caso si riferiva ad una donna di anni 5 r con ca11cro del collo t1terino, l'urina conteneva 9,8 010 di glucosio. S'intervenne dopo aver praticata la anestesia spinale all'eucaina: s'inietto gr. 0,05 d'eucai11a B. Al quinto giorno esito letale. Le autopsie delle tre inferme esclt1sero che si potesse attribt1ire la n1orte ad i11fezioni per gli atti operativi. Il Fi1th dedt1ce, da quanto è stato esposto, la gravità del diabete i1ella prognosi di u11 i11tervento cl1irurgico, e che è controindicata, no11 solo la narcosi ge11erale, sia co11 cloroformio che cori etere, n1a anche la narcosi spinale. Crede i11oltre che il diabete preesistente pri111a dell'operazione, ar1che leggiero, la narco~i e forse il trauma chirt1rgico ed il psichico potè peggiorare la sindron1e diabet:ca fino ad aversi la morte. Nota che se è vero che si sono avuti otti111i risultati ancl1e in diabetici, e pur vero cl1e l' i11tervento in donne per 111alattie ginecologiche, ha dato t1na percer1tuale abbastanza alta di esiti letali. Conclt1de col raccon1a11dare di essere oct1lati, quando si prese11ta t1na dorina diabetica che abbia bisogno dell'opera del chirurgo ; e cl1e è be11e sottoporre prima l ' i11ferma ad t1na rigorosa dieta antidiabetica e di fare a meno, possibiln1e11te, della i1arcosj per l' interv·ento. Dott. M. T.

La st1tu1·a delle a1·te1..ie. (H. Sc11~11·rz. Deut. Zcitschr. f. Chi1-., 66., III-IV). A proposito di ttna ferita della vena ascellare, l'A. ci offre t111a i11teressa11te compilazio11e che con1 pre11de q Lta11to è i1oto r1ella lettera tt1 ra i11torno alla st1tt1ra delle arterie. Il prin10 te11tati' 7 0 di sutt1 ra in ferita arteriosa nell't1on10 rin1011ta al 1759 lHallo\'vel); le ricerche sperin1entali i11con1inciano nel I 77 2 con As111a11 e ~i rjpeto110 fi110 al r88r co11 rist1ltati 11egati,.j . E sito speri111entale fa,·ore,·o lc ebbero le ricercJ1e dei 11t1n1erosi c;pc rin1e11tatori che segt1irono al Glt1ck: ( Poc;te111psl~i, vo11 Harroch, etc .. Mentre le ricerche sperime11tali \:eni,·a110 afferma11do la indicazione della st1t11ra 11clle ferite delle arterie, Dt1ra11te per pri1110 e poi nun1ero i altri esegui ,·a110 i1el ,-i ,-c11tc l.i <>L1tt1ra di ferite arterioc;e. . L 'A. raccoglie 2 r casi di st1tt1ra per ferita longitudi11ale 7 ,·olte l'a. ascellare; 5 \ 0lte l'a. femorale ; 3 \·olte ciascu11a l'a. poplitea, l'a. omerale e l 'a. iliaca co111t111e; t1na ·rolta ciascuna l,1 carotide con1 . e la carotide int. , e tre

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POLICLINICO

casi di st1tt1ra circolare dell'arteria fen1orale (per invagi11azione); tutti i 24 casi con esito · favorevole. L'A. riporta e discute le vedute dei vari chirt1rgi st1ll' impiego di aghi taglienti o cilindrici, e dei vari n1ateriali e processi di sutt1ra nelle ferite vascolari. Dott. R. DALLA VEDOVA..

Ist1·l1n1e11to pe1· la comp1·essione dell'ao1·ta i11 ce1·te ope1·azio11i addominali e pelviche. (DALHGRE~. Deu.tsche Zeitschr

f.

Chir. a. c.)

Accenna all' t1tilità c.iella compressione del1'aorta addon1inale nell' estirpazio11e di alcuni tt1n1 ori ovarici molto vascolarizzati, ad es. i papillo111i, 11ei carcinomi pelvici, ed ancl1e (sen1pre a scopo en1ostatico pre,~enti·vo, i1el taglio cesareo. P er ovviare gl'inconvenienti della compressione n1an11ale diretta, consistenti 11ell'immobilizza re t111 assistente, nel praticare t1n'ampia incisione laparoto111ica, nel creare all'operatore un ca111 po piì1 o meno ristretto, propone la c~n1pressio11e strumentale, eseguita con t1no strt1n1ento da lui ideato. Esso risulta da un ma11ico sl.11 cl1i estremo s'in1pianta qt1asi ad angolo retto t1na staffa la .ct1i base è fo r111ata da t1n grosso e spesso tubo di gom111a, abbastanza forten1ente teso, il qt1ale 'iene applicato trasversalme11te nella colo1ma vertebrale al disopra della biforcazione déll' aorta. Il n1anico resta all'esterno in gl1isa che la con11)ressio11e può anche essere esercitata da una semplice infern1iera senza che sieno a ciò 11ecessarie speciali cogn1z1oni anatomiche. Basta t111a lieve pressio11e per raggi ungere pienamente lo scopo. L'A. crede che tale suo con1 pressore aortico possa anche riuscire t1tile nelle operazio11i sul fegato, potendosi co11 esso, cambiando alquanto la forma e la lunghezza del manico, esercitare la dovuta con1pressione immediatan1ente al c.tisopra del tripode di Haller, con1pri111endo in pari ten1po il legamento epato-dt1odenale con l'arteria epatica e la ,,ena porta. . Dott. G. P EREZ.

Conti·ibt1to allo studio <lelle affezioni a1·ticola1·i negli emo:filiaci. 0J1A'NA. L n

clinica nioderna) N. 7 e 8, anno

IX)

r903).

Dal la,1oro del Viana, di cui t1n con1pleto riasst111to riescirebbe troppo lt1ngo, i deduce esistere tina speciale artropatia cl1e deve considerarsi con1e t111a manifestazione della diatesi en1ofìliaca. La st1a conoscenza è importante

(ANNO IX,

FASC. 21 J

P.er evitare fa.cili errori diagnostici. Tale atlèzione ft1 specialmente scambiata colla tubercolos~ ~rticolar~ e diede talora luogo ad atti operat1v1 cruenti con esito disastroso. L'at1tore ra~coglie otto c~s~ di tali operazioni, dei quali sei ~urono_ seguiti _da morte per emorragia, e negli altn dt1e gli ammalati si salvarono a stento. L'artropatia emofiliaca pt1ò avere origine da un traun1a, da un raffreddamento, o n1anifestarsi. s~nza causa occasionale apprezzabile, ed attacca di preferenza l'articolazione del 0airrocchio quella del gomito e la tibie-tarpea. ' La malattia comincia co11 lln en1artro che in condizioni favorevoli può riassorbirsi ~enza altre co11s~guei:ize, ma che per lo pitt è segt1ito da flogosi articolare cronica, caratterizzata da processi iperplastici nelle sinoviali, e rearessi ,,i nelle cartilagini e nelle ossa. Con1e cons~at1enza 0 del~e. alter~z~oni p_r,odotte si 11a_ ~oi una aJ?-.chilos1 1n pos1z1011e p1u o meno viziosa. Perc10 si distingu~no nell~ ~etta artropatia tre periodi : emorragico, flo g1st1co ed anchilotico. La ct1ra nel prin10 periodo consiste nella immobilità della parte, nell'applicazione di ahiaccio ed in t1na fasciatura elastica co111pre~si va · più tardi, nell'attivare con molta prude1iza l~ mobilità della parte. . Quando l'affezione è giunta al secondo periodo, 11on resta altro a fare che cercare di ottenere l'anchilosi nella posizione pi tì favorevole per la ft111zionalità dell'arto. A. GANDOLFI.

MEDIOINA

Sui i·appo1·ti f1·a la costituzione anato1nica e le funzioni della milza. (KoNRAD H ELLY.

Wiener klin. urochertschr., 7

VIII

1902).

Finora st1ll'anatomia fissa della milza si sono difft1se idee assai-- inesatte; e per ciò rìn1angono n1ttora oscure le ft1nzioni di quest'organo. Con le st1e 11uove ricercl1e anatomiche l'A. si propo11e di render pit1 chiare le nozio11i sulla ft1nzione della milza. Quest'organo, co111e è noto, è ~ostitt1ito da t1na polpa n1olle, riccamente \1ascolarizzata, racchiusa da l111a capsula e divisa da setti in massitna parte connettivali, detti trabecole. Nella polpa si possono distinguere ad occhio i1t1do delle parti biaric/Je piì1 chiare e delle parti rosse piì1 oscure: si parla perciò di l1na polpa rossa e di t1na· polpa bia11ca. Il microscopio mostra che la polpa bianca corrisponde ac.1 aggruppame11ti di tessuto linfoide, con capillari sottili, in n1assima parte vt1oti ; mentre la parte rossa deve il st10 aspetto


SEZIONE

. . . a1 11un1eros1 ampi vasi sanguigm, in massima parte ripieni di sangue. Prescindendo dal fatto che questi vasi preser1tano differe11ze notevoli nella strt1ttura delle loro pareti dai vasi degli altri organi, si conoscono parecchi fatti assai importanti che li pongono in u11a luce singolare. Anzi tutto si trovano sempre nella milza, fuori dei vasi liberi, situati nella polpa, dei corpt1scoli rossi in variabile quantita, i quali debbon o esservi pervenuti dai vasi, poichè non esiste 11ella n1ilza un luogo per la loro formazione. Inoltre il sangue delle vene spleniche è sen1prc co11siderevolmente più ricco ii1 corpuscoli bia11chi che quello delle arterie. Entrambi questi fatti fanno concludere che i vasi della n1ilza 11elle loro pareti non sono con1pletamente cl1it1si, con1e gli altri vasi del corpo. Si pensò subito allora di iniettare artificialmente la milza co11 n1asse colorate : ma questo n1etodo che, per lo st11dio del decorso dei vasi altra volta a\·e,ra dato risposte decisive, minacciò in questo caso di fallire, poiche, dietro l'impiego di esso, si forn1arono dt1e opposte opinio11i : secondo 1'1111a i \·a~i c.lella milza avrebbero la n1edesima co<;tÌtL1zic.l11e dei vasi com11ni, giacche le arterie a pocc) a poco, per mezzo dei capillari, passerebbero nelle vene. S eco11do l'altra opinio11e, esisterebbero invece fra i d11e ~cgn1e11ti vasali degli spazi lacunari pri,·i di rivestimento endoteliale, che, come ·L it! sa11.~11ig11 e intert1tediarie) terrebbero il posto di t1na rl'golare rete di capillari. Siccome però ad u11a se rie di ricercatori (co11 a capo il Billroth) rit1<,ci a dimostrare che le arterie e le vene so110 i11 diretta t1nione, si potè, dopo questa pro,~a positiva ritenere le ·vie sa11glligne iriter111ed1ari'c con1e t1n prodotto artificioso di iniezio11i n1al riL1scite. Riman pero sempre a sapere per qt1alc via giungano i corpt1scoli rossi nella polpa, e i corpuscoli biancl1i nelle ven e. L'A., occt1patosi della questione, ''enne alla co11cl11sio11c cl1e, premesso con1e fatto il circolo ,·asale cl1iuso, si debbano tro,1are i1ei \rasi splenici dei l11oghi dove sia possibile sorprendere i corpt1scoli bia11chi e rossi attraversanti le pareti dei vasi, come fo rn1e di di apedesi. La din1ostrazione di q11esto fatto ri11sci ali' A. per ambedue le specie di cell11le. Egli espo11e u110 schen1a sui vasi della 1nilza : le arterie so110 dette e7zdoarterie, perchè 11011 si tro,.. a fra i loro ran1i alcuna a11aston1osi preca i1illare. Esse scorrono da prin1a nelle trabecole, poi le abba11donano e ricevono per l'adattamento o nell'a,~,·e11tizia una così detta 111nica li11foide di cellt1le linfoidi; le q11ali in alcuni punti crescono e fo rn1ano i cosi detti nod11li sple11ici, .

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PRATICA

I chian1ati altrimenti corp1tscoli di Malpigl1i,

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sibili ad occhio nt1do. All'interno trovasi una fine rete di arterie capillari, n1entre all'esterno, con1e vedren10 subito, si trovano ampi capillari venosi, detti, dal loro scopritore, vene splenicl1e cavernose di Billroth) le qt1ali mostrano una si11golare strt1ttura delle pareti : le loro cellt1le endoteliali so110 lunghe a guisa di bacchetta, con nt1cleo assai evidente. Q11este cellt1le si ritrova110 faciln1ente in ogni pi:eparato, a causa della facilità d' isolarle. D egna di i1ota è anche la loro disposizione, poiche poste parallelan1e11te all'asse longitudi11ale del vaso, non si tocca110 coi loro orli. A q11a11to sembra, all'ester110 so110 circondate da L1na me1nbranella elastica, anista, estren1amente sottile, descritta da Ebuer; sulla q11ale sono poste per traverso fibre circolari di mediocre g randezza, cosi che le cellu le endoteliali sono da queste fibre t ent1te insieme co1ne le doghe di t1na botte dal cerchio relativo. Dette fibre poi so110 i11 diretto collegan1ento con le fibre connettivali di sosteg110 c.iella i11ilza, col cosi detto r eticolo. Nella polpa rossa si trovano soltanto arterie, che, dopo aver gettato la tunica linfatica, hanno, p~r un breve tratto, u11 particolare ispessime11to della loro parete: il cosi detto j(Jllicolo capillare di Schiueizer- Seid. Questo g11scio finisce per perdersi anch'esso, ed i vasi capillari arteriosi, diventati orn1ai a pareti qL1asi del tt1tto trasparenti, sboccano sotto un angolo piL1 o n1eno acL1to, i11 q Ltcgli an1pi vasi di singolare st rL1 ttura della polpa ros!>a che, sen1pre pit1 ingrandendosi, si raccolgo110 di t1L1ovo i1elle \·e11e scorrenti 11elle t rabecole, e dopo ciò sono da considerarsi con1e capillari ,,.enosi. Di tali rapporti fra arterie e vene, oltre che nella polpa rossa, se rie tro,,. a110 ai1chc 3gli orli della polpa bianca, dove però non è n1ai pos!>ibile vedere t1n capillare venoso. D a q11anto è stato esposto fin qt1i, risulta come le pareti dei capillari ve11osi nei qL1ali la corrente sangt1igna è molto rallentat a, rappresentino le possibili favorevoli condizio11i per il passaggio dei corpt1scoli rossi e bia11cl1i. La parete di essi so111iglia ad t1n' inferriata i di cL1i buclù sono cl1i11si da 11na n1c111bra11ella i11capace di qualsiasi resistenza. La diapedesi è assai poco dimostrabile nelle pareti dei capillari arterioc;i . Pero fe11omeni di diapedesi i11 n1ilze un1ane e di animali fissate SL1bito dopo la n1orte so110 din1ostrabili ju tale qua11tit~ì, da ':> piegarci cl1iaran1ente la presenza dei 11t1n1erosi corp11scol~ rossi 11ella polpa e la prepo11dera11za dei let1cociti nel sangue ,·enoso. De\·esi perciò attenersi all'ipotesi del circolo sa11gt1igno cl1it1so, tanto piì1 che finora nesst1no ha dato t111a di-

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6!6

IL POLICLINICO

[ANNO

IX,

FASC. 2 I

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mostrazio11e anaton1ica esat1riente della circogiungersene altre diverse e al presente sconolazio11e intern1edia. sciute. Una differenza tt1ttavia esiste in t1n punto Passando ora alla qt1estio11e della funzione importante: la presenza dei vasi linfatici cl1e della milza, e scorrendo la letteratt1ra, si vede nella milza mancano, poichè i vasi linfatici che solo dt1e specie di ricerche so110 state fatte scorrenti r1ella capst1la e nelle trabecole sono su tale argon1ento. Da t1n lato trasfusioni di cosi rari cl1e non posso110 considerarsi co·11e materia colorata granulosa; batteri patogeni, linfatici del parencl1ima splenico. vele11i del sangue; dall'altro lato, ricerche istoLa 11tilz.a q1ti11di è 1111a glandola lirifatica, t, logiche i11 certe infezioni e n1alattie del sangue. • Dalle osservazioni del Sa\vein e Dominici piLì precisa1Jie11le, 1111a gla11dola li1ifatica regioriale del sangt1e; qt1indi spetta a lei la funzio~e risulta semp re che i corpi stranieri i11corporati pt1rifìcatrice del sangt1e. Se poi essa abbia, oltre nel sangue come i corpuscoli rossi distrutti o questa, delle altre ft111z:oni, ciò, co111e per le alterati del sangue circolante in 1nassima parte glandole linfatiche, r1on si pt1Ò stabilire. vengono depositati nella polpa splenica rossa, z. do,re \1engo110 inglobati dalle cellule della polpa del luogo, , le qt1ali altro non so110 che diverse specie di let1cociti. Di un sie1·0 lt11colitico antileuce111ico. L' A. ha eseguito trasft1sioni di sangt1e di ( LucATELLo e MALON. Gazzetta degli Ospedali pollo e di rana defìbrinato i1ei conigl~, allo e delle Clinic!Jt, n. I I, 1903). scopo di vedere per qu~le via gli ele111enti di Gli AA., contint1a11do nell'opera di Metch11iesso git1ngesse ro nella polpa splenica. Egli ha l(off, Besredl{a, Ehrlich, Delezenne e Fernk, i visto cl1e, co111e i corpt1scoli rossi dell'ani111ale quali tentarono di avere sieri leucolitici per t1na da esperi111e11to, cosi anche i corpuscoli trasft1si data specie animale, J1an cercato di prodt1rre per quella specie di diapedesi, attraversavano t1n siero leucotossico per l'uomo da tLtilizzarsi le pareti e trova v<lno nella polpa splenica la eyentt1almente i11 caso di t1n trattamento a11tiloro t1lteriore distruzione. leucemico. A tal t1opo istitt1irono le segue11ti !\accogliendo ora tt1tte le r1ozio11i che ab- esperienze: biamo st1 ll 'ar~o111ento, si pt1Ò conclt1dere che : Da tre an1n1alati co11 le note caratteristiche con1e nelle gl~·.ndole linfaticJ1e l1a lt1ogo una della leucemia prevale11teme11te 111ielocitica e produzione di corpt1scoli bianchi, che, per il con partecipazio11e della milza, attinsero in loro proprio n10\ imento, emigrano direttamente varie riprese il sangue, occorrente per le rinei capillari splenici (i capill<:1ri linfatici della cerche, dalle vene del braccio; si servirono per polpa n o11 so110 ancora stati din1ostrati), la ciò {ti t1n ago-ca11nt1la i11 con1 t1nicazione con n1ilza n1ostra la capacit~\ di rite11ere nel st10 un vaso di vetro sterilizzato e be11 chit1so. Ma11i11terno corpi stranieri, con1e corpt1scoli rossi . tenendo il sa11gt1e ricavato a temperatura codisfatti. Con1e le glanllole li11fatichc possono stante e in1 pede11do11e la coagt1lazione con scarsa i::fia111n1arsi dopo t1na fuuzione sin1j le alla sudquantità di ossalato net1tro ai K, dopo pocl1e detta ed ipertrofizzarsi, lo stesso accade della ore si ebbe in esso t1na poltiglia bianco-gialmilza. Di più, la i11ilza suole ammalare conlognola . rist1 lta11te al n1icroscopio solo di leuten1 poranean1ente agli organi li11foidi, e con cociti ben conservati) sotto a cui v' era t1na sinton1i patologici t1gt1ali. zona rossastra data dag-li eiitrociti. Inocularo110 Ancora t1n altro parallelo fra 111ilza e glani leucociti, cosi raccolti, in conigli e in pecore; nei primi con iniezioni endoperitoneali; nelle do le linfatiche: l'anatomia insegna cJ1e per seconde direttan1ente nelle git1gulari esterne; ogni regione esistono determina te gl,.11dole, ct1i ebbero prin1a. ct1ra di allonta11are buona parte inettono capo vasi linfatici. Orbene, anche alla del plasma ricoprente, i1el sangt1e sedimentat?, 111ilza appartiene t111 territorio d'azione, e q11esto lo strato dei let1cociti. I conigli ricevettero 111 è - l'intero torrente circolatorio . E co111e noi abn1edia 47 iniezioni di 5-10 gr. per volta di let1bian10 sen1pre parecchie glandole per ogni recociti nello spazio di 30-4 5 gior11i. U11a pecora gione, cosi la n1ilza esercita la st1a atti viti nello spazio di 2-12 giorni ebbe 9 iniezioni co?~­ specialn1e11te per il fegato e per il n1idollo prendenti in tt1tto circa 120 g r. di leucoc1t1~ delle ossa. E con1e l ; glandole linfatiche venNesst1n distt1rbo . i ma11ifestò ii1 segt1ito a tali gono attaccate, qt1antlo esistono affezioni delle . regio11i relative, così la milza. P. · ssiamo quindi esperienze. . Al ventesi1110 gioruo gli AA. praticar_o110 11 e te11dere a q t1est' organo tutte le cognizio11i prin10 salasso; le s11ccessive raccolte turo110 cl1e po~setlian10 st1lle glandole linfatiche, sia fatte a dista11za di 5-15 gior11i l'un~_ dall'21.tr3. <.lal lato a11ato1nico cl1e fisiologico: il cl1e però Ciasct111 can1 pio11e tli siero raccolto, tu stt1d1 at_o__ ____ 1011 csclt1tle che ad es e siano ancora da ag-

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1


[A~~o

IX, F A$C .

21]

SEZIONE

da prin1a i11 ·vitro ; qui\1 Ì si \1ic1e cl1e, n1entre il siero di pecore e conigli 11on inoculati aveva lie\ issi 111a azio11e le11cotossica,, in vece il siero degli a11in1ali trattati co11 let1cociti appartenenti a let1ccn1ici, i11anifestava t111 evide11te potere distrt1ttore st1i 111edesin1i let1cociti, nouchè st1 qt1elli <.ii alct111i esst1dati t1n1a11i ess11dati ple11ritici). ,.[ale azione, iniziatasi verso il 2 5-3 0° giorno dalle prin1e i11oc11lazio11i, raggi11use nella pecora la n1assi111a atti ,,ità ju -+ 5'\ gior11ata; però i1011 ,.i ft1 gra11 differenza fra il potere citolitico <.icl siero della pecora e di qt1ello dei co11i gli. Circa il potere <.ti resistenza, si i1ot6 che le cell11le cosi11ofìle, le n1011on11cleari e le polin11cleari erano dotate <.ii n1oltissi111a resiste11za, 111e11trc la r1ecrobiosi av,reniva co11 facilità nelle varie ~pecie di le11cociti del sa11g11e. Incor~tggiati dai risultati otten11ti i11 ·vitro, gli Al\. Yollero saggiare l'azio11e del siero i1zt ra ·vit fT 111. ,\ gior11i alterni i11iettarono ogni volta da I -5 gr. di le11colisina 11elle tre le11ce111icl1e da ct1i avevano ricavato il siero. Le i11iezio11i Jl()tl ti icdero lt1ogo a \rer1111 distt1rbo. L'azio11e lcL1(otos..,ica ft1 evide11te111e11te chiara solo ii1 t111 ca!>o; it1 qt1esto alla 26~\ ii1iezio11e l'esan1e en1a tc.>"iL<)pico diede 37 5. 720 let1cociti) n1entre pr in1a del trattan1cnto q11esti a111n1011tavano a 56c). I 90, \r3lc a dire cl1e si ebbe t111a di111i11uzio11e di I 8 ~· t /<) cell11le bianche per n1111c. di sang11e. Co11ten1pora11camente at1n1e11t6 il i111n1ero delle c111 azie e l' esan1e fisico della n1ilza, fatto segnando og11ì gic.>rno i suoi li111iti col lapis di Ag NO~ , diede u11a di111in11zione della zo11a periferica <.lcll orga110 e.li 3--+ cn1. :-.Jel 2° caso, forse percl1è si tratta\·a di 1111 cas<.> ~l\'a11zato e gravissin10, no1t si ebbe colle i11iezio11i tii 5iero 11ess11na n1odificazio11e nel 11t1111cro delle en1azie, c.iei leucociti e dei limiti <lclla 111i lz3. Xel 3° caso i le11cociti i11 I 3 giorni di cura co11 -f.I cc. di siero di111i11t1irono di 7.660 per og11i n1111c.; ~1t1n1e11tò per() l'eli111i11azio11e del1' acido 11rico per le t1rine e.la o. 70 a 0.9 5 °y00 e l'area ~ple11ica si rjdt1sse i11 111oc.ìo apprezzabile qt1a i co111e i1el prin10 caso. Gli 1\A. conclt1do110 col dire che essi rite11go110 cl1e il siero let1colitico tia essi preparato e~erciti i11t ra ·uit tt111 la stessa azio11e che esercita i1z ·vii ro, aln1e110 11ei let1con1ici; e cl1e forse c~so porti t111a ren1ora s11lla fu11zione le11copoietica c.iella n1ilza. DoTT. A~GELO PI1\ZZA. Es~1ge1·azio11e

dei i·iftessi nella ca1·ci11osi: nuovo seg110 diag11ostico dei t11mo1·i 1nalig11i.

(Dl:. BucK e

':AxDERLIXDEX. lJel~iq.

111.'tl. r 5 I 1903).

Ave11c.io l'a11no scorso il Del\.ucl1 p11bblicato 1111 ca~o di dege11erazio11e c.iiff11<,a del n1idollo

111 seg11ito a t1n carcino111a <.iel se110, gli AA. so110 stati spinti a ricercare se non \ i potes<;e essere u11 sintorna, i11 dipendenza del si.sten1 a nervoso, che facesse luce s11i casi d11bbi di carci11osi, specie viscerale. Riportano quindi le loro osser,1azioui cliniche molto importanti. Uomo di -t-6 a. sospetto di ca11cro del piloro: oltre a ipercloridria, si11ton1i di ste11osi pilorjca, cl1e pre~e11ta\1 a esagerazjoni di riflessi tendi11ei superiori e i11feriori ; riflessi ct1tanei norn1ali. Rifiuta11dosi di farsi operare, il male progredi a tal p1111to, cl1e r1on \Ti ft1 più dubbio st1lla s11a nat11ra. In tale stato l'i11fermo prèse11ta,,a: esagerazio11c dei riflessi te11c.ìinei, clono della rott1la e del piede, a11n1ento dei riflessi addomi 11ali, ness11n dist11rb() della n1otilita e della sensibilità. Donna di -t-6 a. affetta da carci110111a L1teri110. Esagerazione del riflesso c.iel tendine di Aclulle; pro·voca11do il riflesso rott1leo, si ha 11na \1era epilessia spinale; clo110 della rott1la; esagerazio11e <.lei riflessi te11<.ii11ei st1periori; esagerato il riflesso n1 assetari110 fi110 al clo110 ; pro,·oca11do i 1 riflesso pla11 tare si ha la co11trazi011e paradossa; no11 Babi11 k:i; poco vivaci i rifles5i addon1iuali; n1otilit~ì e se11si bilit~ì nor111ali. Do1111a d.i 38 a. affetta tla carci11on1a rettale. Esagerazione dei riflessi rott1lei e del te11c.ìi11c d'AcJ1jlle, specie a si11istra; clono della rott1la; csagerazio11e dei riflessi tetldinei st1pcriori; deboli i riflessi pla11tari; r1011 Babisl~i, itè dist11rbi se11si ti , .. i o 111oto ri. Donna tÌi 59 a. co11 ca11cro della ma111n1ella destra. l\iflessi tendi11ei iuferiori esagerati . Donna di 4 r a. (3rcino111a della 111a111n1ella destra. 1\ifiessi tendinei esagerati. Operata, do110 l' operazio11e i11sorgo110 dolori al dorso e i riflessi si esagerano n1aggiorn1ente. Gio,·a11e co11 sarcon1a i11operabile della testa dell'on1ero destro. Cachessia poco pro111111ziata, ness11n distt1rbo, salvo i distL1rbi obbietti\ i dati dal tl1n1ore ; t11ttavia si riscontrò esagerazione dei riflessi tendinei fi.110 al clo110 e ·di q L1elli cren1asterici e addo11)i11ali. I11 base a tale statistica gli AA. rite11go110 che nel dt1bbio diagnostico, specie i1elle lesio11i di L111 viscere profondo, I 'esagerazione <.lei riflessi è t111 ~j nton1 a prezioso cl1e c.iepo11e per la n1alig11it~\ della 111a· lattia. Perchè esso si J11aniiesti no11 occorre che la discrasia cancerosa o sarco111atosa sia troppo ava11zata, o c}1e il tl1111ore sia di gran \·olun1e o cl1e q11esti abbia g~à i11 ,-a.s_? il "iÌ~~e1.11:1 li11fatico. Il fenon1 e110 51 n1a111 test~} all 1111z10 dcl processo, anzi qua11do qt1esto è arrÌ\1 a~o a t111 erra do a . .-anzato e. so sparisce, ,·ale a dire n1a11~a110 pri111a i riflessi cuta11ei, l)OÌ i. t~ndi?e~ . Per eia cl1e ri cruarda la patoge11e~1 d1 tal1 r1fle!>si, gli ...\. :\. iitc11gouo che ">Ì tr~1tti <.li t111a 1

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1

6.J.7

PRATICA

1

1

(i._,~---


IL

POLICLINICO

azione stimolante esercitata dalle tossine dei neoplasmi malig11i st1ll'apparecchio 11ervoso riflesso, azione cl1e si avvicina a q t1ella della stricnina e degli altri agenti eccito- riflessi. Non si pt16, secondo gli A. A. ammettere una diminuizione dell'i11ibizione riflessa per alterazione nutritiva del fascio piramidale percl1è, in tal caso, si sarebbe dov L1to trovare aln1eno nei casi i11 ct1i si ebbe il clono, la si11drome data dai disturbi del fascio piramidale; vale a dire : iperto11ia mt1scolare, abolizione dei riflessi cutanei, sintoma di Babinsl{i. TI fatto clinico in q11estio11e conferma il concetto anatomico secondo il qt1ale l'affezione carcino-tossica del sistema nervoso centrale sarebbe costitt1ita da llna dege11erazio11e c1ifft1sa e non da t1na sedicente sclero i co111 binata sistematica. Dott. ANGELO PIAZZA..

NEUROPATOLOGIA Sl1i sog11i p1·ecu1·so1·i

{l e 11 ' e m i e i· a ni a o f t a 1mi e a. (F1tRÉ. Révuc dr Médecine, 1903, N. 2).

Dt11·ante il so11no, q ua11do la coscie11za è deserta, le più leggiere irritazioni i11ter11e, ig110rate dt1rante la \Teglia, possono destare delle immagi11i pi11 o me110 vive, a seconda \ l' irritabilità del soggetto. A seconda che qt1este si prolunga110 o si ripetono, possono forn1are o complicare qt1adri piì1 o meno complessi, sia stereotipi,. sia ,.a ria bili e capaci di caratterizzare t1110 stato n1orboso. La vivacità delle immagi11i non ha alct1n rapporto co11 le condizio11i a11aton1icl1e che la formano. Un' irritazione leggiera o tra11sitoria può prodt1rre immagini vivissime; 111entre una lesione distrt1tti' ra irreparabile pu6 provocare i1nmagini fruste che lascia110 api.1e11a lievi tracce n ella . cosc1e11za. E' raro cl1e i sogui dia110 l'av\·ertime11to di uno stato morboso cl1e poi si ,·erifìchi realmente; tL1tta,Tia bisog11a dire che se il sog110 non dà t111a ragione per credere, esso git1stifica ci6 nonost:i11te l'esame, specie se il sogno si ripete co11 rcgolarita ed esattezza. Il sog110 pt1ò essere il primo sintoma di t1na lesio11e ,·iscerale cl1e non si ri\Tela altri111enti. Può essere u11a n1anifestazione iniziale e t1no stato 111orbo. o r1elle psicopatie; in queste, come 11elle i1e,·ro~i, pL1t) costituire una manifestazio11e frL1sta di esse e la sua cura può arrestare l'e,rolt1 %io11c tiel 1nale. I11 pareccl1i e11ilcttici si osservano sog11i di ::tccessi specie di accessi in miniatura, costitt1enti si11to1ni 11rect1rsori di accessi cl1e 11011 si sc)110 a11cora prodotti o cl1e si prod11rran110; 11el corso della cL1ra ·0110 e~si che fa11 presagire 4

I

[ANNO

IX, FASC.

21

l'allontanamento o l 'interrt1zione degli attaccl1i. Non si deve qt1indi esser sorpresi se gli en1icranici, p~re~ti . ~egli epilettf ci, son capaci di fare sogni s1m1l1. Come 1 attacco epilettico, così l'accesso emicranico può essere am1unciato da sogni penosi, da inct1bi che distt1rbano il sonno della notte precedente : questo è il rapporto più comune fra il sogno e l'emicrania. In parecchi emicranici, ogni attacco è preceduto dal n1edesimo sog110, che n on ha alcun rapporto coi sintomi dell'accesso; fatto qt1esto con1une ancl1e in parecchi epilettici. Così, con1e questi, gli emicranici possono a\re re un a 'Tviso, molto pri111a che sian colpiti dall'attacco, da sogni che riproducono i tratti caratteristici di questo. Di tal fatto l'A. riporta dt1e osservazioni. Oss. I. - M. P. di anni 43; antecedenti nevropat1c1 ereditari e personali. Sogni ,·isL1ali lateralizzati. En1icrania oftalmica. Paralisi vCYenerale. - Gli attacchi si ripetono anche pit1 volte tiella giornata e consistono nei soliti scotomi scintillanti, cangia11ti di colore, etc., localizzati nella parte esterna del campo ,·isi' 'o, seguiti da \1 iolento dolore nella reg. sottorbitaria destra, vomito e soru10 irresistibile. 1Gli accessi si manifestavano ''erso le 9 del r11attino e l 'i11ferrno ne era presago sognantlo la i1otte un t1raga110, t111 ince11dio, t111 ·o;:t1lca110, etc.; tali visio11i apparivano sen1pre 11el lato destro. Oss. Il. - M.lle I). di anni I 6; a11tecede11ti nevropatici ; e111icra11ia oftalmica e paralitica ann1J11ciata da sogni. -- L'i11ferrna è stata soggetta a crisi di 11ottan1bulisn10 persistenti fi110 all' età di tredici an11i. Da qt1est' epoca ella ha ii1co111inciato a sog11are t1n fantasn1a bianco di t111a 111era ·vigliosa bellezza; q t1esti appari va sempre a destra, sembra,,a che stesse i11 atteggian1ento di preghiera e spariva bruscamente. Per pareccl1io tempo questa visione è stata isolata, ma dopo, ad ogni st1a com parsa, si son n1anifestati la rnattina, in ge11ere dopo che l'infern1a aveva terminato la sua toilette, i segL1enti distL1rbi : ' iisione di una palla nera nel lato destro del campo visivo dei dt1e occhi; intirizzimento dell'arto sup. destro e poi dell 'inferiore, spesso con debolezza e scosse. Tutto eia d t1ra I - I / 2 ora e iii seguito si ma11i festa l a cefalea con il vomito quasi sempre biliare. Una ·volta l~t paresi colpi la lingua e si ebbe afasia, cl1e cessò col cessare della prima. In ambo i casi, un'appropriata terapia, n1igliorando l'e111icrania, fece sparire i sognj . L' A. ne conclt1de che, nelle dt1e osser,·azio11i riferite, il SOO'llO fL1 L111 ,·ero prect1rsore del l'e111i0 cra11ia; esso a11nt111ci6 a distanza l'apparizio11e della ne,;rosi e poi il n1a11ifestarsi di og11i accesso. Tali sogni en1ia11opsici, t1gt1aln1e11te con1c


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